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NUMERO DEL 28/4/2009

Ambiente e scienza IL PICCIONE Riccardo Lo Schaivo Sporca, imbratta, rovina ed rumoroso, ma si il piccione! Simpatico volatile che allietava le piazze ed i palazzi delle citt italiane con i loro gorgheggi e i loro rituali di accoppiamento piuttosto articolati.Il simbolo delle cartoline da Venezia davanti alla cattedrale di San Marco o da Milano in piazza del Duomo. La classica foto della solita coppia in gita del tutto rivestita da piccioni o il solito bambino con in mano il granone che sorride allobiettivo della macchina fotografica. In realt oggi pi che di simpatici volatili parliamo di bombe batteriologiche ad alto potenziale (leggi Aviaria) che oltretutto devastano monumenti ed immobili.Sono portatori di innumerevoli malattie e tra queste citiamo solo alcune tra le pi comuni e pericolose: Salmonellosi, Criptococcosi, Istoplasmosi, Ornitosi, Aspergillosi, Candidosi, Clamidosi, Coccidiosi, Encefalite, Tubercolosi, ecc. Dopo aver letto ci ti faresti fotografare circondato dai piccioni in piazza Duomo a Milano? Ma neppure per sogno.. Lambiente cittadino divenuto un habitat ottimale per un considerevole numero di specie animali, variamente distribuite lungo la scala zoologica, caratteristico per la sua eterogeneit e per la rapidit dei cambiamenti che possono verificarsi. In generale,gli animali che riescono ad adattarsi agli ambienti urbani sono quelli che possono definirsi generalisti per quanto riguarda lalimentazione, dotati di flessibilit nelle scelte come il luogo per nidificare e che sono molto tolleranti al disturbo derivante da attivit umane.Tra le specie sinantrope il colombo (Columba livia) una di quelle che ha conosciuto in questi ultimi anni un vero e proprio boom demografico, raggiungendo in alcune aree del nostro paese, la densit media di 3000 individui/km2, con un numero di colombi che supera le 100.000 unit nelle grandi citt http://www.biblio.vet.unipi.it/annali2002/185.pdf Non auspico certo di liberare uno stormo di rapaci che al suono della cavalcata delle valchirie in piazza Duomo attaccano i nostri paffuti piccioni che razzolano sul sagrato del Duomo , ma non sarebbe male come rimedio .. Se una specie animale va a devastare lhabitat di unaltra ,vedi cosa succede.Se una specie come il piccione devasta lhabitat della specie dominante sul pianeta (homo sapiens) ,si alza il primo bischero e protesta se qualcuno propone di arginare il fenomeno od eliminarlo. Il piccione lungo 30-35 cm con apertura alare di 62-68 cm La parte posteriore sotto le ali bianca la migliore caratteristica identificativa del piccione, ma anche le due linee nere che corrono sulle ali grigie. La coda bordata di bianco. La testa e il collo sono grigio blu scuro nell'adulto con riflessi smeraldini. Gli occhi sono arancioni e possono essere circondati da anelli grigio-bianco. Le zampe sono rossastre. resistente e veloce nel volo. La vita di un piccione comune varia dai 3 ai 5 anni allo stato selvatico, ma pu raggiungere anche 15 anni per le razze addomesticate. una razza di una specie non migratrice, capace di orientarsi egregiamente per ritrovare la sua colombaia: ci le ha permesso di essere addomesticata. wikipedia Blob Piccione Dal Sito di Regione Lombardia I piccioni possono costituire un veicolo di influenza aviaria? No, finora non stata mai documentata linfezione dei piccioni con linfluenza aviaria H5N1. In realt, i piccioni possono avere linfluenza aviaria, ma finora non sono stati documentati casi di infezione da H5N1. http://www.sanita.regione.lombardia.it/veterinaria/inf_aviaria_faq.htm Ma gi nel lontano 1993 sul CdS appariva larticolo: la Lega contro i piccioni: " Milano sta diventando come Calcutta "un' interpellanza del consigliere regionale Michele Corti, dura replica dell' Enpa e degli animalisti http://archiviostorico.corriere.it/1993/aprile/10/Lega_contro_piccioni_Milano_sta_co_0_9304103496.shtml Nel 2006 intanto , in piena bufera aviaria (ANSA) - MILANO, 13 FEB 2006 - 'I piccioni sono immuni al virus dell'aviaria'. Lo ha affermato il virologo dell'Universita' di Milano Fabrizio Pregliasco. 'Mamme

d'Italia, non abbiate alcun timore continua Pregliasco -, portate tranquillamente i vostri bambini nei parchi'. http://news.excite.it/cronaca/297121/Aviaria-i-piccioni-sono-immuni Nel 2008 :Milano sporca? Colpa di gatti e piccioni Abito a Milano, Via Lattanzio, purtroppo ogni mattina, dovendomi recare al lavoro sono costretta a correre via facendo mille peripezie, perch la solita signora, alle 7-55 8-05 arriva con la sua borsa con il mangiare per i piccioni .. milano.blogolandia.it/2008/08/30/milano-sporcacolpa-di-gatti-e-piccioni/ Convegno Piccioni, problema e soluzioni - 26 novembre 2008 la presenza dei piccioni torraioli nelle nostre citt e campagne assai diffusa.Evidenti e gravi i danni al patrimonio artistico urbano: statue, monumenti, palazzi, chiese vengono deturpati dai nidi e dagli escrementi che imbrattano e, peggio, corrodono pietre e metalli http://instat.wordpress.com/2008/11/18/convegno-piccioni-problema-e-soluzioni-26-novembre-2008/ Piccioni in citta, problema serio 4 /12/ 2008 Si svolto di recente a Milano un convegno organizzato da Assoedilizia lassociazione dei proprietari di immobili incentrato sulla problematica dei piccioni torraioli e degli ingenti danni che arrecano al patrimonio storico-architettonico nonch ai rischi igienico-sanitari derivanti dalla loro ingombrante presenza. http://www.ilcacciatore.com/public/?p=1673 Dicembre 2008 -Comunicato Stampa Comune di Milano da: L assessore alla salute Giampaolo Landi di Chiavenna conferma: A Milano un ordinanza del 1996 vieta di dare da mangiare a piccioni. E necessario farla rispettare http://piccioninoproblem.blogspot.com/2008/12/milano-non-date-da-mangiare-ai-piccioni.html

Approfondimenti ALCUNE COSTANTI GENETICHE DELLO STILE MILANESE Alberto Mioni [Abbiamo visto che] a Milano, come dappertutto, si sono susseguite diverse citt del presente, ciascuna delle quali ha interferito con quelle dei rispettivi passati e ha alterato la loro configurazione e il loro modo di funzionare. Le forme e la struttura delle preesistenze sono le materie prime di un processo di trasformazione che avviene sia attraverso una miriade di modifiche minute apportate giorno dopo giorno, sia in seguito a interventi di ristrutturazione urbana alla grande che invece sono episodici (ogni generazione ha fatto i suoi grandi progetti urbani). Nulla di straordinario, sono fenomeni che vanno ascritti al metabolismo delle compagini sociali, economiche e politiche che producono tutte le citt. [Gli esempi che ho portato rivelano che] da noi, per, tale metabolismo ha alcune caratteristiche piuttosto particolari le quali non solo improntano il volto contemporaneo di Milano, ma hanno improntato anche quelli che via via abbiamo voluto darci nel corso degli ultimi due secoli. Queste caratteristiche riguardano a) il modo peculiare in cui si concepisce e si gestisce linterferenza tra la citt che c e quella che si desidera per il futuro, e b) la lunga persistenza nel tempo degli assunti culturali e tecnici adottati in questa materia. [Da essi emerge chiaramente] che a Milano, nei meccanismi di costruzione della forma urbana che coinvolgono la citt del passato, sono presenti alcune costanti che fanno pensare alla presenza di un vero e proprio patrimonio genetico della milanesit architettonica e urbanistica, rimasto immutato nel corso di molte generazioni. La prima il rispetto del ferreo e inamovibile principio del monocentrismo, mai smentito dai fatti concreti. Questa scelta viscerale rende vana ogni altra ipotesi di assetti spaziali e funzionali pi complessi, ricchi, articolati, efficaci e stimolanti, e induce i milanesi a vanificare qualsiasi intento venga adombrato in tal senso. Il monocentrismo milanese non solo rovinoso per la citt del passato, la quale viene stritolata sotto il peso della macchia dolio che le si dilata attorno, ma anche perch il suo automatismo ha fatto sempre apparire inutile una meditata strategia - o meglio una politica - della forma urbana, politica e strategia che sono tuttora negate pur in un frangente specialissimo e irripetibile come questo della Expo alle porte.

Correlata alla prima costante c la seconda, che la particolare inclinazione di Milano a concentrarsi su singoli progetti urbani non connessi tra loro in un disegno unitario della citt desiderata, o correlati ex post e quindi con grande difficolt ed esiti aleatori. Allinterno di questo imprinting di base ce ne sono altri per cos dire subordinati, come per esempio lautoreferenzialit e quindi la non adattivit di queste iniziative, il distacco fra quanto si dichiara di voler fare con essi e quanto si realizzai, la frequenza con cui avviene che le cose prefigurate in origine siano travisate in corso dopera o rimangano incompiute. Costante pure lindifferenza circa la pubblica utilit di tali interventi, i loro effetti nei rispettivi contesti, i loro reali costi e benefici, la loro qualit in dimensioni che non siano soltanto quelle commerciali, finanziarie e di propaganda politica. E molto milanese il conseguente divario tra le grandi dichiarazioni e la modesta capacit di attuarle concretamente, i cui frutti sono la regolare parzialit delle realizzazioni e il prolificare sistematico e inevitabile di fossili o ruderi precoci, con i quali la citt tollerantissima. Altrettanto tipicamente milanesi, infine, sono la regolare e scontata strumentalizzazione di quel tanto di cultura architettonica di cui i grandi progetti urbani si fanno portatori, da parte di promoters che in genere non rappresentano la componente culturalmente o civilmente pi "avanzata" del corpo sociale, n quella pi sensibile e orgogliosa della storia urbana cittadina. In una terza costante convergono da un lato la veste tendenzialmente esibizionista dellarchitettura con cui la societ milanese che conta ama rappresentare la sua opulenza e il suo lussoii, e dallaltro la parallela indifferenza per la qualit delledilizia corrente, alla quale consentita una disordinata mediocrit e che affidata allindirizzo e al controllo di figure istituzionali che col passare del tempo tendono a diventare sempre pi grigie e anonime. Queste inclinazioni non hanno effetti positivi sulla qualit della forma urbana, quella di cui - per intenderci - duecento anni fa si occupava la Commissione dOrnato, e di cui oggi non si occupa pi nessunoiii. La quarta costante significativa la spregiudicatezza con la quale, nelle pratiche della costruzione materiale della citt e del suo aspetto, le convenienze pubbliche e quelle private sono confuse in funzione di certi valori che - assumendo vesti via via pi aggiornate - coltivano letica della rendita fondiaria, dello spirito affaristico, del successo economico, esaltano lideologia suprema del mercato, e cose del genere. Un solo esempio per mostrare come oggi il Comune sia inteso quale strumento degli interessi privati che lo governano, ai quali quelli generali della collettivit vengono senzaltro subordinati: gli attuali piani per i parcheggi sotterranei, che ho nominato pi volte e che sono in corso di unesecuzione molto faticosa e controversa. Il vero genius loci di Milano La piccola Milano di centocinquanta anni fa aveva ancora, molto probabilmente, una sua tipica cifra morfologica, un garbato e unitario genius loci spaziale, che poi in parte stato annacquato, in parte disarticolato dietro i volti delle diverse citt del passato che sono succedute a quella di allora, in parte disperso al vento dal disinteresse e dalle distruzioni. (Osservando che - lasciando da parte Attila, i Goti, i Longobardi e Federico Barbarossa - le sole violenze fisiche subite da nemici esterni alla grande e alla piccola scala da Milano negli ultimi 800 anni sono state solo quelle causate dai Lancaster inglesi e dai B17 americani durante lultima guerra. Le altre se le fatte tutte da sola). Nella costruzione delle successive citt del presente nessuno ha voluto trarre un supporto creativo dal DNA spirituale degli organismi delle preesistenze, sulle quali ci si sarebbe potuti innestare per ideare e costruire la citt futura. Lesercizio costante di queste attitudini nei processi della morfogenesi urbana non pu essere attribuito alla stupidit della gente, allignoranza, a unindole rozza, irruente e incolta della citt o alla sua distrazione per le cose del passato, rivolta com sempre al futuro, bens a valutazioni e scelte ponderate e meditate, che sono sempre state compiute da uomini ritenuti seri, esperti, onorati e rispettati negli ambiti privati e pubblici, i migliori della migliore societ. Scelte e valutazioni mai improvvisate o tenute celate, bens dibattute a lungo, approfonditamente e di norma formalizzate in atti ufficiali di governo. Sempre le stesse scelte. Chi le ha fatte, in concreto, chi le fa? Chi decide e produce la citt, chi le imprime il proprio marchio genetico? Dalla rassegna che ho presentato emerge una sola risposta: il dominus di Milano un soggetto plurale, sempre lo stesso, appunto, e precisamente quello che ha ricevuto il suo nome - politicamente scorretto ma molto efficace - quando si rifletteva seriamente su queste cose, trenta-quaranta anni fa. Questo dominus il cosiddetto blocco edilizioiv. Il blocco edilizio milanese che tiene solidamente nelle mani il meccanismo dei processi morfogenetici della citt il solidissimo aggregato politico-economico - pi o meno ampio a seconda delle circostanze, ma

sempre molto compatto - nel quale convergono la grande propriet immobiliare, la rendita fondiaria e la speculazione edilizia in generale, i cosiddetti developers del settore, le banche e il capitale finanziario che lo fiancheggiano, vi immettono energia e lo indirizzano, le imprese di costruzione con il loro indotto, le cooperative di abitazione e infine i tecnici progettisti e i funzionari municipali della partita, ciascuno con le rispettive strutture di formazione e le rispettive organizzazioni di categoria, e tutti dotati di una rappresentanza politica che invece assai omogenea. Questa potente compagine di interessi in azione da sei-sette generazioni senza alcuna mutazione. I soggetti sono sempre gli stessi. Al di l di mode architettoniche che invece sono effimere, restano uguali lo stile e il gusto, le logiche che ispirano le mosse e i loro risultati. A mio avviso i cromosomi della milanesit edilizia e urbanistica risiedono proprio qui, nellimbattibile blocco edilizio, e ne fanno il vero e proprio principio attivo che determina la figura della citt. A Milano la sua presenza immanente promana da ogni luogo. Se le cose stanno cos, come credo, non mi resta che chiudere con una metafora che non affatto paradossale, e cio che - bench non abbia nulla di poetico e non sia neppure uno spirito - il blocco edilizio rappresenta davvero il nostro pi genuino e vitale genius loci. Estratto della parte finale di una relazione intitolata Anche Milano ha un genius loci: limprinting della milanesit edilizia e urbanistica, svolta al simposio internazionale Ciudad sobre ciudad: interferencias entre pasado y presente urbano en Europa, svoltosi a Salamanca, 12-14 novembre 2008.

1 Lo testimoniano diversi grandi progetti urbani in corso come quello celeberrimo della Bicocca, quello meno noto e ancor pi pasticciato della Bovisa, e soprattutto quello del distretto ex Garibaldi-Repubblica, uno dei pi grandi affari sul tappeto del momento. 2 primo a scrivere del lusso come di una caratteristica tipica dei domini di Milano (a partire da Azzone Visconti, il fondatore del Duomo) il cronista del XIVs Galvano Fiamma. 3 Anche qui un esempio recentissimo per tutti: ledificio che dopo decenni di concorsi, meditazioni e decisioni annullate ha riempito un gran buco in piazza Fontana, a due passi dal Duomo. 4 Il termine blocco edilizio stato coniato da Valentino Parlato, che cos ha intitolato un suo celebre saggio pubblicato su il manifesto, quotidiano comunista, nei nn. 3-4 del 1970 (poi ripreso in AA.VV., Lo spreco edilizio, a cura di F. Indovina, Marsilio, Padova 1972). Oggi non pi usato neppure dallestrema sinistra, ma naturalmente il blocco edilizio esiste sempre, secondo me tale e quale. Diversamente da allora, per, non genera pi indignazione e repulsione, ma anzi tutti gli fanno la corte, ritenendo che senza il blocco edilizio lo sviluppo della citt sarebbe semplicemente impossibile.

Arte BALLO/BALLO: UNA MOSTRA AL PAC CON UNA LEZIONE DI STILE. Antonio Piva Il Padiglione dArte Contemporanea di Milano, meglio noto come PAC, tra il 1979 e il 1989 aveva goduto di una stagione culturale di primo piano tanto che i giovani affollavano le inaugurazioni e non solo, per cogliere quei pensieri sullarte contemporanea, sullarchitettura, sul design e sulla fotografia che nessunaltra istituzione milanese poteva garantire con tanto impegno, coerenza e continuit. Quando le magie sinterrompono vi sempre un motivo che non lenisce il rimpianto e il desiderio dessere informati con metodo sulle strade dellarte fuori dai canali commerciali, pure necessari, comunque non affidabili quanto lo possono essere le istituzioni che si avvalgono di critici, studiosi e appassionati ricercatori. La mostra fotografica dedicata ad Aldo e Marirosa Ballo Toscani sembra riprendere una tradizione interrotta ed anche non fosse cos vale la pena segnalare al pubblico il lavoro straordinario che non fatto solo dimmagini ma anche di valori morali che contano assai di pi quando appaiono tanto nitidi e determinanti in un lavoro corale. La prima scena si apre a destra sulla facciata dingresso al PAC in cui appare unimmagine del gruppo Ballo & Ballo con tutti i loro collaboratori: una scuola in cui gli allievi hanno imparato prima di partire per il mondo. Alla sinistra dellingresso Oliviero Toscani e suo figlio Rocco stanno fotografando un gruppo di famiglia in esterno. Marirosa circondata della sua famiglia, tra nipoti e figli di nipoti. Il primo messaggio partito e arrivato: dal gruppo di lavoro ed dal gruppo famigliare che parte tutto. La storia inizia dal bisnonno (per lultima generazione) Fedele, pure fotografo-reporter, di cui il Corriere della Sera ha recentemente ricordato il laboratorio nella casa gialla in via Montebello 3. Allinterno ricostruito con ombre cinesi lo studio Ballo di via Tristano Calco dove sono stato tante volte a parlare dimmagini darchitettura e di design. Avevo messo in contatto Albini Helg con i Ballo negli anni 70 e da quel momento il nostro archivio si era arricchito di straordinarie sequenze con spazi di architettura e di oggetti. Aldo e Marirosa, pazienti interpreti di desideri e sensazioni, sapevano ascoltare e tramutare la realt in qualcosa di diverso e in uninconfondibile atmosfera in cui ci si poteva riconoscere. Quel processo costruttivo dellimmagine richiedeva molto tempo e una grande passione; richiedeva un atteggiamento generoso e discreto perch, pensavo allora, non tutto poteva essere condiviso, non tutto avrebbero potuto fare con la stessa convinzione, eppure simpegnavano con accanimento senza semplificazioni. Grande professionalit dunque dove il dettaglio tecnico e quello legato alla sensibilit facevano la differenza con un valore aggiunto incalcolabile. Era un piacere scendere nella loro cucina per prendere un caff e discutere di quei dettagli: luci ed ombre, riflessi dei grigi che amavo molto e del nulla che avvolgeva gli argenti della San Lorenzo o le lampade della Sirrah per ricordare qualche oggetto che ormai appartiene al secolo passato e nella sua immagine invece presente. Allinterno unesplosione di ritratti di architetti e designer, in gran parte milanesi, tra cui sintravede il giardino con i Sette Savi di Melotti. Gli ambienti sono neri e lo spazio esalta le immagini, nei loro espositori bianchi e luminosi, di architetture e di oggetti prodotti nel secolo passato. Ma tutto di unattualit straordinaria: intelligenza, sensibilit, professionalit diffusa ovunque. Mario Botta, presente alla serata inaugurale, mi diceva che in quegli spazi del PAC era rappresentata la Milano migliore: da tutti i punti di vista questo incontro positivo perch rilancia valori immutabili nel tempo, concetti che richiedono studio, tenacia, determinazione, coraggio ed il senso dellamicizia: rilancia, con la tenacia di Marirosa, il valore di un mestiere ben fatto, della sua continuit e di Milano. Alla realizzazione della mostra hanno collaborato con grande efficacia Luigi Baroli, Studio Azzurro, Salvatore Gregorietti.

Citt e societ DORMI-VEGLIA. MOVIDA, CONFLITTO E SPAZI DINTESA Francesca Zajczyk Che la vita notturna, il rapporto tra giovani e citt, i conflitti che da ci possono scaturire siano questione delicata indubbio e non sono, certo, i recenti episodi di tensione avvenuti a Milano ad insegnarcelo. Tuttavia, tali vicende rendono evidente come la questione stia assumendo dimensioni non pi trascurabili, ammesso che mai lo siano state. E confermano, una volta di pi, quanto le strategie dintervento del governo cittadino non siano in grado, ad oggi, di trovare una soluzione definitiva e condivisa. La fallacia delle politiche messe in atto a Milano sta, infatti, sia nellapproccio sostanzialmente emergenzialistico che sottende questo tipo di interventi, sia nella logica di mantenimento dellordine che orienta le decisioni in materia. Atteggiamento, questultimo, legittimato e favorito anche dal generale clima dincertezza che pone, non a caso, ai vertici delle agende politiche e delle preoccupazioni dellopinione pubblica la questione della sicurezza, della quale le piazze notturne appaiono minacciose attentatrici. evidente che, data la complessit del tema, sia irrealistico pretendere politiche risolutive una volta per tutte. Ma altrettanto vero che proprio la pluralit dei soggetti e degli interessi coinvolti, nonch il peso della questione nelle dinamiche economiche e funzionali della citt, devono impegnare ad un maggiore sforzo di negoziazione e costruzione concertata di possibili strategie anche, e soprattutto, in unottica di lungo periodo. Gli assessori Terzi e Rizzi stessi, in un articolo apparso su La Repubblica lo scorso 11 aprile, definiscono transenne e cancellate (quelle davanti al Mom pronte entro inizio maggio) una scelta estrema, da sostituire presto attraverso una decisione democratica sui progetti in programma. Ma, nonostante lattivazione dellindirizzo di posta elettronica per raccogliere suggerimenti e proposte dei cittadini possa rappresentare un passo avanti verso una maggiore intesa tra istituzioni e societ civile, ci non sembra corrispondere ad un pi ampio disegno politico volto alla risoluzione concreta e condivisa di una questione ancora sottovalutata. A maggior ragione, se questo appare come unico elemento positivo accanto ad una serie di provvedimenti restrittivi che lasciano ben poche possibilit di dialogo. Cancellare la movida nelle zone in cui pi rumorosa, fastidiosa, fonte di disagio, non risolve la questione della vita notturna a Milano. Sposta il problema altrove - ammesso che gli interventi abbiano gli effetti auspicati da chi li progetta - e ne rinvia il momento delleffettiva risoluzione. Dato il numero dei frequentatori e delle piazze coinvolte, il fenomeno dellappropriazione degli spazi urbani durante la notte non marginale. E quindi il momento di concedergli il giusto spazio e coglierne le potenzialit. un campanello dallarme, una denuncia spontanea delle condizioni in cui parte dei milanesi vive. Daltronde, se in citt vengono ridotti spazi dei quali sia possibile un utilizzo spontaneo e non regolato, n si predispongono servizi ed aree attrezzate per i giovani, non ci si pu stupire che questi trovino soluzioni alternative e rispondano autonomamente alle proprie esigenze. Le aree interstiziali, lasciate incustodite dalle logiche di controllo e dirreggimentazione dei comportamenti, saranno il luogo di nuovi, indisciplinati, imprevisti usi dello spazio urbano. Giovani e residenti delle zone della vita notturna hanno uguale diritto di utilizzazione di quegli spazi e, allo stesso modo, si comprendono le buone ragioni che muovono il conflitto urbano. Daltra parte, non si pu pretendere che una situazione di conflittualit, apparentemente insanabile, si risolva da sola. A nulla serve affidarsi al buon senso e alla spontanea comprensione dei bisogni altrui da parte di entrambi, com troppo sbrigativo condannare il fenomeno della movida facendo appello a facili moralismi. Se si vogliono risultati concreti, bene che la Politica faccia la sua parte, fornendo servizi adeguati agli usi effettivi (non sempre previsti) degli spazi e ponendo paletti non troppo restrittivi ma capaci di ridurre i disagi per le diverse parti in causa. Bisogna, dunque, prevedere meccanismi di partecipazione attiva reale - dei cittadini ai tavoli decisionali per progettare interventi realmente condivisi e, cos, promuovere processi di riappropriazione non esclusiva degli spazi, ovvero responsabilizzare e creare nuova identit con il territorio, anche educando al dialogo.

Dal Palazzo LA SETTIMANA DI COMUNICATI DA PALAZZO MARINO Settimana dominata da parole importanti. Sto con chi ha combattuto per la libert ha affermato Silvio Berlusconi il 25 Aprile. Tirato per la giacca dal leader del Pd, Dario Franceschini, vero. Ma le ha dette. Qui a Milano, a ricordare la lotta di Liberazione cerano tutti. Cera persino Roberto Formigoni sul palco di piazza del Duomo, preso a fischi per dieci minuti, ma cera. Mancava soltanto Letizia Moratti, il sindaco. Ha fatto sapere che era malata. Cos ha evitato il confronto con la piazza pi importante di Milano, citt Medaglia doro della Resistenza. Settimana dominata, anche, da male parole. Quelle che sono volate tra la Moratti, De Corato e il ministro Maroni a proposito dei rifugiati. Milano non pu essere lasciata sola, si era lamentata Letizia Moratti. Laccoglienza dei rifugiati spetta ai Comuni, Milano faccia la sua parte, aveva replicato seccamente il ministro dellInterno. La questione di ordine pubblico, lha contraddetto Riccardo Marshal De Corato, distraendosi per un attimo dalla compilazione quotidiana dei suoi bollettini di guerra. Settimana contraddistinta, sul piano del presenzialismo comunale, dalla prepotente e verbosa rimonta dellassessore Finazzer Flory che, in virt del doppio cognome e di unirrefrenabile passione per i giochi di parole, simpone sul vicesindaco-sceriffo, pi incline a dare i numeri e a esprimersi in uno stile Firmato Diaz. Ma ecco come lindimenticabile settimana viene raccontata dai comunicati stampa di Palazzo Marino. NUOVE FRONTIERE - Milano, 20 aprile 2009 Artdesign, la nuova frontiera della cultura contemporanea su cui stiamo lavorando ha detto lassessore alla Cultura Massimiliano Finazzer Flory. UBIQUITA - Milano, 20 aprile 2009 Domani, marted 21 aprile, alle ore 11.30, in Sala Stampa, a Palazzo Marino, lassessore alla Cultura Massimiliano Finazzer Flory interverr alla presentazione del 63 ciclo Musica e poesia a San Maurizio. Primavera 2009. Milano, 20 aprile 2009 Domani, marted 21 aprile, alle ore 12.00, nella Sala Otto Colonne di Palazzo Reale, lassessore alla Cultura Massimiliano Finazzer Flory interverr alla presentazione della mostra Magnificenza e Progetto. Cinquecento anni di grandi mobili italiani a confronto. CULTURA DEL SOSPETTO - Milano, 20 aprile 2009 Declinare il contemporaneo, chiedersi cosa significhi conformismo anche in campo culturale, sospettare che vi siano ancora ideologie che si nascondono dietro i vizi e le virt. Lha detto questa mattina lassessore alla Cultura Massimiliano Finazzer Flory. CALAMITA 1 Milano, 21 aprile 2009 Intrecciare una trama di relazioni e scambi interculturali capaci di fare di Milano una calamita emotiva per un pubblico sensibile, detto lassessore alla Cultura Massimiliano Finazzer Flory. CALAMITA 2 - Milano, 22 aprile 2009 Intervenendo allinaugurazione dei Saloni 2009 il Sindaco di Milano Letizia Moratti, ha sottolineato come la nostra citt si conferma ancora una volta un luogo di attrazione per i giovani. MINIMA MORALIA - Milano, 22 aprile 2009 Un piccolo gesto estetico pu produrre grandi risultati etici. Lha annunciato lassessore alla Cultura Massimiliano Finazzer Flory. NEOREALISMO - Milano, 22 aprile 2009 Attraverso il cinema si mettono in moto altri generi culturali, in quanto il cinema fattore di sviluppo per la citt ha detto lassessore alla Cultura Massimiliano Finazzer Flory. EMOTIVITA - Milano, 21 aprile 2009 L'energia del futuro un tema di cui abbiamo un grande bisogno che deve partire da noi. E che significa emozionarsi per la cultura". Lha detto Massimiliano Finazzer Flory, assessore alla Cultura. MA QUANDO LAVORA? - Milano, 22 aprile 2009 Domani, gioved 23 aprile, a Palazzo Reale, alle ore 19.30 e, in replica, alle 20.15 e alle 21.00, lassessore alla Cultura Massimiliano Finazzer Flory interpreter letture da testi futuristi di Filippo Tommaso Marinetti, Aldo Palazzeschi e Giovanni Papini, con laccompagnamento musicale al sax di Riccardo Bianco e coreografie ispirate al futurismo di Giusi Orsino. CITTADINI SI NASCE - Milano, 20 aprile 2009 Il Sindaco ha poi aggiunto: Possiamo annunciare che Alitalia rilancer laeroporto che continuer ad essere laeroporto di Milano non solo per i cittadini, ma anche per tutti coloro che arriveranno in citt.

LIBERTA DI MOVIMENTO - Milano, 21 aprile 2009 Domani, mercoled 22 aprile, alle ore 18.00, nella Sala Alessi di Palazzo Marino, il Sindaco Letizia Moratti e il Presidente del Consiglio comunale Manfredi Palmeri interverranno alla presentazione del libro Storia della libert di Egidio Sterpa. Oltre allautore, prevista la partecipazione dellassessore alla Mobilit, Trasporti e Ambiente Edoardo Croci. VIETATO LINGRESSO AI CANI E AI GIORNALISTI - Milano, 21 aprile 2009 Da domani 22 a domenica 26 aprile, dalle 18.00 alle 24.00, nell'area di via Tortona sar in vigore una zona a traffico limitato, temporanea, istituita per tutta la durata degli eventi del Fuorisaloneche si svolgeranno al polo fieristico di Milano Rho. Negli orari di chiusura al traffico non sono ammessi gli organizzatori dellevento, gli espositori e i giornalisti. LA CITTA REGIONE - Milano, 22 aprile 2009 Milano - ha commentato lassessore alle Attivit Produttive Giovanni Terzi diventa, per una settimana, la capitale mondiale della creativit, senza dimenticarsi delle criticit che unaltra regione italiana, come lAbruzzo, sta vivendo. STELLA DI LATTA 1 Milano, 20 aprile 2009 - Le violenze sessuali a Milano continuano a costituire una criticit, anche se non va fatto del facile allarmismo. Lo afferma il vice Sindaco e assessore alla Sicurezza Riccardo Marshal De Corato. STELLA DI LATTA 2 - Milano, 20 aprile 2009 - Il tempestivo intervento dei Blue Berets ha permesso che la lite scoppiata nel bar sudamericano non degenerasse, come di solito avviene. Lo comunica il vice Sindaco e assessore alla Sicurezza Riccardo Marshal De Corato. STELLA DI LATTA 3 - Milano, 20 aprile 2009 - Dobbiamo constatare tra laltro che ancora una volta sono gli stranieri i maggiori responsabili di reati. Oggi, in pochi minuti, il senegalese ne ha commessi ben tre. Lo afferma il vice Sindaco e assessore alla Sicurezza Riccardo Marshal De Corato. STELLA DI LATTA 4 - Milano, 21 aprile 2009 - Nei primi 3 mesi di attivit congiunta il nucleo ha gi effettuato in ristoranti e laboratori artigianali 80 controlli, 15 sequestri di merce per cattiva conservazione, denunciato 25 persone, di cui 16 per frode in commercio, ed elevato 270 verbali per violazione a norme igienico-sanitarie e 184 per altre violazioni. Lo dichiara il vice Sindaco e assessore alla Sicurezza Riccardo Marshal De Corato. STELLA DI LATTA 5 - Milano, 21 aprile 2009 - Nei primi tre mesi del 2009 la Polizia Municipale di Milano ha denunciato 376 clandestini per violazione alla legge sullimmigrazione, circa 4 al giorno, di cui 43 arrestati per non aver rispettato i provvedimenti di espulsione della Questura. Nei dodici mesi dello scorso anno gli irregolari foto segnalati dai vigili erano stati 1013, una media di tre al giorno, di cui 90 fermati. Lo comunica il vice Sindaco e assessore alla Sicurezza Riccardo Marshal De Corato. STELLA DI LATTA 6 - Milano, 22 aprile 2009 Non stupisce che molti dei cinesi scoperti sono clandestini. A Milano, infatti, secondo lultimo rapporto Ismu, su 37mila irregolari stimati, pi di 11mila proviene dallAsia. Lo comunica il vice Sindaco e assessore alla Sicurezza Riccardo Marshal De Corato. STELLA DI LATTA 7 - Milano, 23 aprile 2009 Nellex Marchiondi pi volte le Forze dellordine e la Polizia locale sono intervenute secondo la politica della moral suasion. STELLA DI LATTA 8 - Milano, 23 aprile 2009 Nel 2008 sono stati eseguiti ben 1300 interventi nelle sole aree abusive, 7.769 controlli a persone e 2.628 a veicoli, 42 accompagnamenti per identificazione e 6 arresti. Nei primi tre mesi dellanno, sono state sgomberate altre 4 aree, effettuati circa 578 controlli, 3117 su persone e 1477 a veicoli. Lo comunica il vice Sindaco e assessore alla Sicurezza Riccardo Marshal De Corato. STELLA DI LATTA 9 - Milano, 23 aprile 2009 - Oltre 500 bottiglie di birra sono state sequestrate questa notte in viale Monte Nero. Lo comunica il vice Sindaco e assessore alla Sicurezza Riccardo Marshal De Corato.

DallArcipelago MILANO: LO SGUARDO DI GIANO BIFRONTE Franco DAlfonso Chi nato e cresciuto nella Milano capitale morale dItalia, il concetto di decadenza era abituato a trovarlo nelle cronache cittadine che narrano il calare della burocrazia spagnolesca che mette fine allindipendenza della citt rinascimentale e si porta pure dietro la peste; oppure nella fine della citt degli illuministi caduta nelle mani della disprezzata corona sabauda, che come primo atto della Liberazione, equipara lo status della citt a quello delle province del Monferrato; oppure ancora alla cacciata definitiva del sindaco Mangiagalli, conservatore ma eletto dal popolo e con il difetto di essere medico e scienziato di suo, per far posto alla grigia schiera degli anonimi podest incaricati di tenere in sonno la citt dove era nato il Fascismo mentre il suo Duce si era spostato a Roma. In quella stagione si affermava una nuova classe politica e dirigente, mettendo fine al potere sonnacchioso delle grandi famiglie borghesi, che si rivel presto in grado di assecondare e almeno in parte guidare lenergia e la forza sprigionatasi dallo sviluppo industriale, dallarrivo di migliaia dimmigrati dal Sud trasformatisi in pochi anni nei nuovi milanesi, essendo, ancora una volta, laboratorio politico e sociale in anticipo sul resto dellItalia. Per questi cittadini, come chi scrive, difficile credere che molte cose del dopo Tangentopoli fossero reali: sembra impossibile che, seriamente, una citt come Milano abbia potuto avere dei nuovi grigi podest, come Formentini e Albertini, prima di sancire anche formalmente il ritorno allesercizio diretto del potere da parte delle grandi famiglie, spostando il luogo stesso del potere pubblico di poche centinaia di metri, da Palazzo Marino a salotto di casa Moratti. Siamo rimasti come attoniti, a guardare indietro con nostalgia che si faceva rimpianto di fronte ad ogni atto, a ogni scelta dei vecchi padroni di Milano tornati in sella e quasi increduli di non dover pagare pi mance e stipendi alla servit. E siamo rimasti ammutoliti di fronte al disinvolto capovolgimento dei canoni stessi della logica, che portano a costruire case e uffici quando si registra il pi alto livello di cubatura inutilizzata nella storia di Milano o al raddoppiare dei costi della politica ad opera di chi dellantipolitica ha fatto la sua bandiera: pi o meno come la stampa e linformazione cittadina, che, prima di tornare allantica pratica della laudatio del potere in carica, ha osservato un lunghissimo, interminabile minuto di silenzio su tutto quanto non fosse addebitabile ai politici della prima Repubblica. Pur versando in questo stato catatonico, abbiamo per avuto figli, abbiamo visto arrivare nuove facce e nuove braccia, abbiamo in una parola visto nascere e consolidarsi come presenza lennesima, nuova Milano, senza ricordi che somigliano troppo a rimpianti, che ha a che fare con linettitudine dellattuale classe di amministratori locali che ci mette un anno per scegliere tra un tuttofare di famiglia e lennesimo manager di scarso successo Ibm in pensione per guidare niente di meno che il futuro dellExpo. Questa nuova Milano ha i cromosomi dellattivismo, della spinta verso il futuro del milanese di ogni tempo e presto, molto presto comincer a premere, a chiedere conto a chi non ha nulla per poterla guidare e indirizzare verso il futuro, magari con una delle quelle esplosioni di rabbia incontrollata, come quella dei milanesi che pensarono di uscire dalla crisi linciando il povero Prina ministro delle tasse di Napoleone. A noi tocca quindi guardare avanti e indietro allo stesso tempo, per dare occhiali costruiti con la conoscenza e la tecnica del passato per guardare il presente e soprattutto il futuro. Pensando che si stava meglio quando si stava peggio e che non ci piace vivere un periodo di decadenza, ma sapendo anche che questo periodo pu durare secoli, come al tempo degli spagnoli, o un ventennio, come al tempo del fascismo: sono gi passati quasi venti anni dallinizio di questa crisi per Milano, che non ne passino ancora molti altri dipende (anche) da noi.

Lavoro UN TERREMOTO A MILANO Claudio De Albertis Secondo una recente indagine dell'ISTAT oltre due milioni e mezzo di edifici sono interessati da uno stato di profondo degrado e neppure importanti interventi di restauro e consolidamento statico potrebbero recuperarli e renderli a norma. Una casa italiana su tre infatti costruita sulla base della prima normativa antisismica, che risale al 1974. La soluzione migliore, per gli edifici compromessi e altamente a rischio in base anche alla zona sismica, sarebbe quella di procedere, anche in termini di costi/efficacia dellazione, alla demolizione e alla ricostruzione ex novo. Alla luce di ci, ritengo utile anche per gli edifici privati, nuovi ed esistenti, la redazione di un fascicolo del fabbricato che attesti, la data di realizzazione del manufatto, le figure imprenditoriali e professionali coinvolte, gli interventi eseguiti nel tempo, quelli che si ritiene opportuno programmare e lo stato manutentivo complessivo. Il fascicolo consentirebbe di monitorare nel tempo lo stato prestazionale e qualitativo delledificio, consentendo ai proprietari di immobili e alle pubbliche amministrazioni di acquisire una reale consapevolezza sullo stato del bene e sulle strategie manutentive da adottare e, in taluni casi, di valutare lopportunit di una demolizione e ricostruzione per fine vita del prodotto stesso, come accade del resto a molte altre tipologie di beni presenti sul mercato. Gi alcuni anni fa Assimpredil Ance aveva realizzato un manuale per la redazione di questo strumento ed esperienze di adozione di un fascicolo tecnico di fabbricato sono rilevabili in vari contesti. Per gli edifici pubblici occorrerebbe invece un vero e proprio catasto qualitativo e prestazionale, oltre a un impegno finanziario concreto dello Stato, ben diverso da quello attuale. Limmane tragedia che ha colpito lAbruzzo ha indiscutibilmente posto al centro del dibattito, non solo politico, la qualit dei progetti, in particolar modo quelli strutturali, la qualit dellesecuzione, la bont o meglio la rispondenza alle norme e ai contratti dei materiali impiegati, nonch la correttezza dei collaudi. necessario in questo senso che sia finalmente applicata, in modo diffuso e generalizzato, la legge 210/2004, che ha introdotto una normativa specifica per la tutela dellacquirente di immobili in fase di costruzione. Il provvedimento, infatti, pone a carico del costruttore, tra l'altro, lobbligo di stipula di una polizza assicurativa indennitaria (cosiddetta "postuma decennale") a beneficio dellacquirente e a copertura dei danni materiali e diretti allimmobile, compresi i danni a terzi, che derivino da rovina totale o parziale, oppure da gravi difetti costruttivi delle opere, per vizio del suolo o per difetto di costruzione. Affinch tale normativa inneschi un meccanismo virtuoso per essenziale che sia uniformemente applicata in tutto il territorio nazionale, che siano eseguiti controlli rigorosi e che il rilascio di tale polizza sia subordinato all'esecuzione di un perizia tecnica da parte di un professionista accreditato che certifichi la corretta progettazione e fabbricazione dell'edificio. inoltre importante che l'acquirente sia pienamente informato della possibilit di stipulare tale polizza, in modo tale che possa richiederla, anzi pretenderla da parte del costruttore-venditore allatto del trasferimento della propriet e con decorrenza dalla data di ultimazione dei lavori. I fatti dell'Abruzzo, aldil del doveroso accertamento di eventuali responsabilit, spingono a ripensare seriamente ad una politica industriale per il settore delle costruzioni che sappia rigenerare l'intera filiera ammodernando prodotti e processi. impensabile infatti che in Italia vi sia un numero di iscritti alle facolt di architettura e di ingegneria civile maggiore del totale dei professionisti che esercitano tale attivit in tutta la Francia; sorprendente che dalle 32.945 aziende abilitate nel 2007 ad eseguire opere pubbliche, secondo i dati forniti dall'Autorit per la vigilanza sui contratti pubblici nel mese di luglio 2008, si sia passati a 50.214 imprese attestate ad oggi dalla medesima Autorit, ossia circa il 50% in pi in un solo anno; altrettanto paradossale che alle Camere di Commercio Italiane risultino iscritte circa 620.000 imprese esercitanti lattivit edilizia che hanno avuto diritto ad esercitare tale professione con la sola presentazione della carta didentit e del codice fiscale. urgente e necessario un intervento legislativo urgente volto a definire parametri selettivi per liscrizione delle imprese edili alle Camere di Commercio. Bisogna subordinare la possibilit di creare una nuova

impresa a stringenti requisiti posseduti dallimprenditore, nonch alla preventiva e indispensabile iscrizione alla Cassa Edile. Lattenzione va inoltre posta ai processi di qualificazione nel settore dei lavori pubblici dove in vigore il sistema SOA che deve essere rivisto, sia nei parametri selettivi sia nel numero, oggi eccessivo, di enti certificatori. Occorre introdurre riferimenti alla consistenza patrimoniale delle aziende e ad alcuni indici di bilancio tali da supportare la capacit delle imprese di far fronte agli impegni contrattuali e alle garanzie di adempimento. Nel mercato privato, invece, come prima accennato, non esiste ad oggi alcun sistema di qualificazione. Abbiamo ultimamente lavorato in questa direzione con il Sindacato e con il Comune di Milano, siglando un accordo fortemente innovativo. Tale accordo, sul fronte della qualificazione nei lavori privati, rappresenta un passo avanti considerevole, reso possibile dal Testo Unico sulla sicurezza e dalla volont delle parti firmatarie di intervenire per colmare una lacuna legislativa. Stiamo ora approntando con la Cassa Edile di Milano un sistema di accreditamento delle imprese al fine di mettere a disposizione di tutti uno strumento di trasparenza e di conoscenza. Nella speranza che lItalia non debba pi subire una tragedia di simili dimensioni, come sistema rappresentativo dell'industria delle costruzioni, che lo Stato intervenga in modo pi concreto in ambito legislativo rendendo finalmente operativo il D.M 14 gennaio 2008 che ha introdotto le Nuove Norme Tecniche per le Costruzioni. Uno strumento che ha fornito agli operatori del settore indicazioni, elementi informativi ed integrazioni per una pi agevole e univoca applicazione delle norme tecniche per le costruzioni in quelle aree soggette a rischio naturale, in particolare quello sismico. Ma altrettanto necessario che vengano svolti maggiori controlli in fase di esecuzione e collaudo degli edifici e che vengano attribuite le responsabilit in maniera non equivoca.

Lettera DA MORETTI A MEILI, ALLA RICERCA DI NOVIT Alberto Caruso Dopo il concerto al Conservatorio, camminando in via Corridoni alzo gli occhi sul fronte di via Respighi della casa-albergo di Moretti in corso di ristrutturazione, e scopro con orrore che la geometria perfetta dei piani che scompongono il fronte rivestita da un ridicolo cappello di lamiera di rame lungo quanto il fronte. Moretti ha progettato il setto perimetrale del primo piano staccato dalla parete e avanzante in aggetto sul marciapiede, stabilendo cos una relazione tra il fabbricato e la strada pubblica mentre, in secondo piano, la parte alta del fronte svetta verso il cielo. Ma leffetto affascinante, che era esaltato dallombra formata tra i due setti bianchi, viene violentemente annullato dai lavori in corso: il bordo superiore del setto ricoperto da una enorme lattoneria in rame, appiccicata alla superficie precisa di mosaico bianco. Certo, bisogna proteggere laggetto dallacqua, ma con la scossalina che il lattoniere dellimpresa ha applicato a memoria nei precedenti cantieri di villette, o applicando un velo di resina idrorepellente e pi efficace? Tra laltro, facendo il giro dellisolato, mi avvedo che la stessa lattoneria ignorante stata appiccicata in cima a tutti i fronti, che appaiono cos finiti da una larga fascia scura, invece di essere conclusi dalla sottile copertina chiara e aggettante, concepita da Moretti come una modanatura. Cos, con un dettaglio decisivo sbagliato, la speciale tensione urbana di questopera di Luigi Moretti irriconoscibile, negata alla nostra esperienza. Lo scandalo di questo modo di rovinare una bella e nota architettura milanese diventa poi vergognoso, dopo la lettura del cartello di cantiere, dal quale impariamo che il committente di questo appalto il Politecnico. E un dettaglio, se paragonato ai progetti edilizi a grande scala che il governo cittadino progetta di praticare per raggiungere lobiettivo di due milioni di abitanti? Forse s, ma il fatto che la pi prestigiosa istituzione della cultura tecnica milanese, il Politecnico, che dovrebbe essere luogo per eccellenza della ricerca pi avanzata, sia nella conoscenza delle fonti necessarie al progetto di restauro del moderno, che nelle relative tecnologie, contribuisca invece alla rovina di una importante architettura milanese, un indice terribile dello stato della cultura urbana cittadina. Nelle scorse settimane ho guidato un gruppo di architetti elvetici, interessati a conoscere le novit architettoniche milanesi. Lopera nella quale stato ravvisata la maggiore intensit di rappresentazione del genius loci cittadino stato lampliamento delle Assicurazioni Helvetia (in via Marochetti, da piazzale Corvetto verso Rogoredo) di Marcel Meili e Markus Peter, che proprio milanesi non sono. Ancora in

cantiere, unopera complessa, che rivela il fascino suggestivo, interpretato in forme e tecniche aggiornatissime, subito dagli autori zurighesi per larchitettura del lungo dopoguerra milanese. Vi possibile leggere in filigrana la conoscenza delle opere di Ponti e di Moretti, di Caccia Dominioni e di Magistretti, con la densit e la tensione formale propria delle architetture concepite come attivit del pensiero. Marcel Meili, figlio di Armin Meili autore del cosiddetto grattacielo svizzero di piazza Cavour, fa parte di quella generazione di architetti elvetici che hanno seguito linsegnamento di Aldo Rossi ed hanno coltivato una relazione sottile tra Milano e Zurigo, che traspare nelle loro opere, nonostante il lungo periodo di smarrimento e scomparsa dalla scena internazionale subito dallarchitettura milanese. Nei primi anni 70 del secolo scorso - ha scritto recentemente Carlos Mart Ars la freccia che puntava dalla Spagna allItalia era molto pi potente della sua reciproca. La cultura architettonica italiana era in quegli anni affatto pi ricca di quella spagnola o portoghese. Per gli studenti di architettura di Barcellona che terminavano gli studi allora, il viaggio di studio a Milano era quasi un rito obbligato, e linteresse era rivolto non solo ai maestri consolidati (Albini, Gardella, Rogers, etc.), ma anche alle personalit allora emergenti come Vico Magistretti o Luigi Caccia Dominioni.Vorrei solo sottolineare come, a partire da un certo momento, attorno al 1990, la freccia cambi di direzione. Se vero che nella storia delle citt, a fasi di stasi ed oblo dellarchitettura succedono fasi di attivit e rinnovamento architettonico, altrettanto vero che il rinnovamento realmente tale, e non fragile e apparente, quando si impone una condivisa idea di citt, o una condizione di sfida e confronto sul terreno tra pi idee di citt, e non soltanto un programma quantitativo. Ma se da una parte c il pessimo modo di abitare realizzato sullarea ex Innocenti, o quello altrettanto vecchio e premoderno dellarea ex Redaelli, e dallaltro larchitettura pubblicitario-spettacolare costruita sul bordo dellautostrada per Genova nellarea Milanofiori Nord, il confronto arretrato, privo di memoria elaborata, non offre niente di nuovo.

Metropoli LEDILIZIA SOCIALE, MIRACOLO A MILANO Claudio Cristofani Chi fosse in grado di scorrere gli archivi del TG Regionale potrebbe confermare che, qualche anno fa, il Vicesindaco e Senatore Riccardo De Corato, dichiar, con grande enfasi, che i valori immobiliari dello storico quartiere di Baggio avevano raggiunto livelli tali da poter considerare ormai affrancati da una tradizionale povert i residenti-proprietari, tutti resi finalmente pi ricchi. Attribu il merito allAmministrazione comunale, ma non saprei dire quanti condivisero la sua affermazione, che metteva in relazione diretta la ricchezza dei cittadini con il valore/prezzo delle loro case, prescindendo dalla loro capacit di spesa o, se preferite, dal loro reddito. Questo esempio utile, non per criticare il Senatore, il quale probabilmente, come me, non esperto di questioni economiche, ma solo per ricordare quanto fosse diffusa, prima dellattuale crisi, lidea che il valore/prezzo degli immobili potesse costituire un indicatore di benessere. Questa idea poi la stessa che ha portato, nel mondo finanziario, a ritenere che il valore/prezzo dei titoli mobiliari fosse, di per s, indice di generale benessere e, per citare Milena Gabanelli, come poi sia andata a finire, labbiamo visto tutti. A dispetto delle altalenanti fasi di mercato, generalmente tendenti al rialzo, resta il fatto che Il costo per la produzione di case destinate a chi dispone di un reddito che risulta ai livelli inferiori, dovrebbe gravare sugli utilizzatori stessi solo per la quota che, nel tempo, non debba subire grandi variazioni, anche grazie alle scelte di politica urbanistica. Per fare ci necessario che ledilizia sociale sia tenuta il pi possibile lontana dal mercato e che gli enti pubblici proprietari non siano invidiosi delle speculazioni portate a termine, da altri operatori, sul mercato degli alloggi e delle aree edificabili. Quindi dovremmo dire che la corsa dei valori immobiliari tende sempre ad ostacolare la costruzione di edilizia sociale, che sia destinata alla locazione o alla vendita. Ma osservando la realt milanese, da almeno 15 anni si deve segnalare come la stessa Amministrazione comunale abbia costantemente dichiarato, e tuttora dichiari, il suo ruolo di sviluppatore immobiliare, nel senso che vuole accrescere il valore anche delle aree di sua propriet o di altre propriet demaniali, allo scopo di partecipare al banchetto, alla pari degli operatori commerciali. Ma come si accresce il valore di unarea? E chi stabilisce quale era il valore prima per potere misurare laccrescimento che la stessa area avrebbe dopo?. E poi prima e dopo che cosa? Almeno lobiettivo, pare dichiarato: i due Assessori

attualmente competenti, descrivono un percorso molto preciso nella sua tecnica estimativa, secondo il quale ad elevatissimi prezzi di mercato delle abitazioni, dedotto il costo di costruzione, resterebbe, per semplice differenza, un altrettanto elevato valore delle aree edificabili. Di conseguenza, secondo gli assessori, ogni volta che il Comune decidesse di mettere a disposizione unarea per ledilizia sociale, avrebbe assolto ampiamente il proprio compito senza necessit di impegnarsi nellattivit costruttiva, la quale potrebbe essere messa in atto da altri, con soddisfacente remunerazione nonostante prezzi di vendita e canoni sociali, proprio grazie alla gratuit del terreno fornito dal Comune! Gli interessati si facciano avanti. Tutto potevamo aspettarci ma che si potesse aiutare ledilizia sociale facendo leva sulla rendita fondiaria risulterebbe un vero e proprio miracolo a Milano.

Urbanistica e architettura LA POETICA DELLO STORTO. Pietro Cafiero Giro per Milano e vedo che tutti i nuovi edifici progettati dai miei colleghi pi famosi sono storti. Langolo retto, fondamento dellarchitettura tradizionale e dellarte del costruire (metto in squadra, archit? mi chiedeva giusto ieri il capomastro di un cantiere) stato sostituito da geometrie oblique e scalene prospettive. E dove mancano gli angoli, sono protagoniste forme organiche e sinuose, frutto di oniriche ed onanistiche elaborazioni computerizzate. Questo avviene non solo nelledilizia per uffici. Ormai difficile trovare una casa che abbia tutte le stanze con le pareti ortogonali. Ma lIkea di Carugate vende ancora mobili per abitazioni rette. E quindi i falegnami brianzoli del su misura ringraziano e si fregano le mani anche in tempi di crisi. Si potrebbe forse obbiettare che le case storte hanno spazi interni pi interessanti e gradevoli. Ora, se prendiamo ad esempio le organicissime serpentine di Zaha Hadid a City Life, ci accorgeremo che, per quanto cerchino di intortarci allufficio vendite, il bagno principale rimane sempre e solo accessibile dalla camera matrimoniale; che i soggiorni ad L sprecano molto spazio nel disimpegno esagerato (spazio che paghiamo comunque 8-12 mila euro al metro quadro); che langolo pi panoramico con vista parco ospita la finestra del suddetto bagno e non del suddetto soggiorno. Altri esempi? Rimanendo in zona ci sono gli eleganti edifici di Cino Zucchi al Portello, che tra una citazione nostalgica di Caccia Dominioni e una strizzatina docchio allarchitettura mainstream, ostentano qualche piccola stortura, pi che altro nelle logge e nei balconi. Un isolato pi a nord incappiamo negli smargiassi torracchiotti del WJC che offrono a caro prezzo planimetrie inarredabili. Nello stesso quadrante cittadino c il cantiere della Torre delle Arti, che forse mai vedr lonore della seconda pietra (la prima stata posata con tanto di cerimonia il 12 novembre 2008, poi Babcock & Brown, la finanziaria australiana proprietaria dellarea ha subito gli effetti nefasti di qualche subprime di troppo e ha fermato i cantieri). Ledificio storto, ma in modo intrigante e gli spazi interni sono interessanti. Daltra parte si possono pure progettare gli edifici pi cubici e squadrati del mondo e tuttavia inventarsi suddivisioni interne degne di un girone dantesco. Ogni riferimento alle residenze (ma non solo a quelle) della Bicocca puramente voluto. vero anche che non tutto lo storto viene per nuocere...se mi passate la facezia. Luigi Moretti (1907-1973), con la sua maestosa prua protesa su Corso Italia, dimostra che si pu trasgredire lortogonalit con classe e intelligenza. Tornando a City Life, mi ha divertito la descrizione che Gianni Biondillo d dei tre grattacieli nel suo libro Metropoli per principianti (Guanda, 2008): Sembrano due amici che reggono il terzo in mezzo, mentre vomita, ubriaco. Se aggiungiamo che ubriaco nello slang giovanile si traduce in storto, tutto torna perfettamente. Il giro turistico continua. LNH Hotel Rho Fiera di Dominique Perrault costituito da due torri a base quadrata, inclinate di 5 gradi. Le vedo spesso percorrendo lautostrada Milano Torino e tutte le volte mi pongo la stessa domanda: perch?!? La nuova sede della Regione reinterpreta nelle sue curve larmonia prodotta dall'accostarsi e dall'allontanarsi dei crinali dei monti lombardi, ovviamente secondo Pei, Cobb, Freed & Partners (quelli della piramide del Louvre). A Milanofiori un masterplan dello studio OBR aggrega edifici sfaccettati e puntuti come un mucchio di scaglie di selce. Larchitettura una strana bestia. Coniuga arte, genio e soggettivit con la sapienza del mestiere e la concretezza della tecnica. Ma molto sensibile al richiamo delle mode, in assenza di modelli. Soprattutto in

un momento storico, quello contemporaneo e successivo alla postmodernit, in cui i linguaggi e gli stili sembrano essere scomparsi. Oggi, a parte qualche archistar della vecchia generazione ancora attiva, risulta difficile riconoscere da unopera larchitetto che lha concepita. Certo Richard Meier fa ancora le cose alla Meier, e Piano ha una cifra stilistica inconfondibile, ma non cos scontato distinguere un Chipperfield da un Koolhaas, un Libeskind da un Hollein. Questa mancanza di un linguaggio proprio o, se si preferisce, la scelta di avere uno stile sempre diverso (indice di poca personalit o di grande flessibilit intellettuale?), rende gli stessi architetti pi attenti alle tendenze e alle mode. Se qualcuno inizia a proporre edifici storti e la cosa funziona, presto tutti andranno in branco dietro al capo. Un po come negli anni 80, quando in pieno postmodern, le nostre citt, Milano compresa, si sono riempite di timpani, colonnine e colori pastello, declinando prospetti di periferici condomini secondo retoriche vernacolari e passatiste, solo perch sulle riviste di allora Aldo Rossi, Michael Graves e Ricardo Bofill godevano di una superesposizione, che li rendeva ahim noti e graditi -ma non veramente compresi- anche ai geometri pi corrivi. Che riflessi avr la poetica contemporanea dello storto sulledilizia corrente, che tradizionalmente gestita nel bene e nel male- da figure professionali sicuramente capaci, ma non sempre dotate degli strumenti critici appropriati per interpretare questo nuovo stile?

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ARTE Questa rubrica curata da Silvia DellOrso

Un nuovo appuntamento a Brera per ricordare il bicentenario della nascita della Pinacoteca milanese. Dopo i Caravaggio e dopo la presentazione del restauro dello Sposalizio della Vergine di Raffaello, ora stabilmente reinserito nel percorso espositivo, la volta di uno sguardo al passato recente della galleria per riproporne la sala dedicata ai paesaggi. Per tutto l800 Brera ha sfoggiato una sala interamente consacrata a questo genere pittorico, nella quale figuravano opere di Marco Gozzi, Bernardino e Gaspare Galliari, Luigi Basiletti, Rosa Mezzera e molti altri, tra cui anche Andrea Appiani, nume tutelare dellAccademia e della sua Pinacoteca, presente per con due opere di soggetto mitologico, Giove incoronato dalle Ore e Apollo. Dipinti che si possono rivedere ora, in una rassegna a cura di Isabella Marelli, allestita al centro della sala XV. La mostra documenta le trasformazioni che hanno caratterizzato la pittura di paesaggio nel corso del XIX secolo, un genere del quale fu protagonista Marco Gozzi (1759-1839) artefice di vedute che sancirono labbandono del paesaggio arcadico a favore di un approcci pi sensibile al vero. La collezione venne ripartita tra Pinacoteca e Accademia al momento della separazione dei due istituti e nel 1902, col riallestimento di Brera, le opere dell800 vennero date in deposito al Comune di Milano, dapprima per dare vita al Museo del Castello Sforzesco, quindi trasferite nella Villa Reale di via Palestro, sede della Galleria darte moderna e in parte poi collocate in uffici periferici. In mostra si vedono anche dipinti di propriet dellAccademia di Brera. La Sala dei Paesaggi. 1817 1822. Pinacoteca di Brera, via Brera 28, Sala XV orario: marted-domenica 8.30/19.15. Fino al 2 giugno. Lopera incisa di James Ensor al centro di una mostra, a cura di Flavio Arensi, allestita nelle sale di Palazzo Leone da Perego a Legnano. Sono esposte 188 stampe del maestro belga vissuto a cavallo tra 800 e 900, provenienti dalla collezione Kreditbank; tra queste 134 acqueforti, a delineare un percorso influenzato inizialmente dallesperienza impressionista che lascia ben presto il passo a un deciso espressionismo, tramite per una dissacrante e spietata critica della societ del tempo. Occupa una posizione rilevante, la stampa, nella produzione di Ensor, un medium che si addice alla sua vena di solitario fustigatore del compassato mondo borghese, ma anche alle sue sfrenate escursioni nei territori del fantastico e del grottesco. Non mancano, peraltro, anche i paesaggi, le marine, le nature morte, i ritratti e gli autoritratti, con unattenzione particolare

riservata alla figura di Cristo che ricorre in almeno una dozzina di incisioni e a cui dedicato lalbum litografico dal titolo Scnes de la vie du Christ. Parallelamente, al Castello di Legnano si possono visitare unantologica di Tino Vaglieri a nove anni dalla morte dellartista triestino, milanese dadozione, di cui si segue il percorso dapprima legato al Realismo esistenziale e approdato quindi allinformale e una personale della giovane artista di Merate, Marta Sesana. James Ensor. Lopera incisa. Legnano, Palazzo Leone da Perego - orario: marted-venerd 16/19.30; sabato 15.30/19.30; domenica e festivi 10/13 e 15.30/19.30; mercoled 21/23. Fino al 28 giugno.

Gli spazi della Fondazione Pomodoro sono letteralmente occupati dalle grandiose installazioni della settantanovenne artista polacca, protagonista della nuova mostra, a cura di Angela Vettese. davvero una rifondazione del linguaggio della scultura quella che si avverte nellopera di Magdalena Abakanowicz. Monumentale non solo per le dimensioni degli 11 lavori esposti, ma anche per il respiro, per la vastit della concezione, per il modo in cui le sue creazioni interagiscono con lo spazio, occupandolo, appunto e trasformandolo. Lo si vede per esempio in Embriology, installazione acquistata nel 2008 dalla Tade Modern di Londra e ora a Milano. Un lavoro imponente ideato nel 78, fatto di centinaia di sacchi di iuta imbottiti, di varie dimensioni e a forma di patata, gi intrinsecamente destinati a trasformarsi nelle sue folle di figure umane e animali, arricchendosi a un tempo con luso di altri materiali: ceramica, acciaio, alluminio, bronzo. Nata in una famiglia aristocratica, Magdalena Abakanowicz ha sempre vissuto e lavorato a Varsavia e si vista poco in Italia a parte le Biennali di Venezia e una mostra al Mart di Rovereto. Magdalena Abakanowicz. Space to experience. Fondazione Arnaldo Pomodoro, via Andrea Solari 35 orario: mercoled-domenica 11/18 (ultimo ingresso alle17); gioved 11/22 (ultimo ingresso alle 21). Fino al 26 giugno.

Accompagnati da Giovanni Testori in una rassegna che sa di nostalgia nellepoca del mostrismo spinto, dei supermanager e dellarte intesa come merce di scambio. Quattordici dipinti, testimonianza della pittura a Novara e dintorni tra fine 500 e 700, restaurati dalla Soprintendenza del Piemonte grazie al sostegno della Banca Popolare di Novara, e collocati eccezionalmente nella navata della basilica di San Gaudenzio. Capolavori tra i capolavori perch il percorso espositivo, ideale omaggio alle passioni di Testori alimentatesi di arte novarese, sacri monti e qualit della pittura coniugata a forte tasso di umanit, si snoda tra le cappelle grandiosamente affrescate e riccamente ornate di opere darte della stessa San Gaudenzio. Quindi le tele di Gaudenzio Ferrari, Cerano, Tanzio da Varallo, Morazzone si trovano a dialogare con opere di questi stessi artisti abitualmente custodite nella chiesa novarese, fino a sortire accostamenti inediti come la pala di Santa Caterina di Gaudenzio Ferrari, proveniente dal Duomo di Novara, e il Polittico di San Gaudenzio; oppure il bozzetto di Tanzio da Varallo per la tela della battaglia di Sennacherib a fianco della tela definitiva nella Cappella dellAngelo Custode che rinvia alla suggestiva lettura comparata testoriana Tanzio-Gricault. Senza trascurare il Ceranino, Francesco Cairo e il settecentesco Giuseppe Antonio Pianca. Da Gaudenzio a Pianca. Omaggio a Testori. Capolavori restaurati nel novarese. Novara, Basilica di San Gaudenzio orario: marted-venerd 15.30/18.30; sabato 10/12.30 e 15.30/18.30; domenica 15.30/18.30; chiuso luned. Fino al 17 maggio.

Il soggiorno di Leonardo da Vinci a Vigevano, testimoniato dallo stesso maestro nei suoi appunti, il pretesto per una serie di iniziative in zona che ruotano attorno a questo genio poliedrico, tra cui una mostra decisamente insolita. Anzi impossibile perch riunisce lintera opera pittorica di Leonardo, operazione in s inimmaginabile se non attraverso il ricorso alle tecnologie di riproduzione digitale. cos che 17 opere leonardesche, ricostruite in dimensioni reali e retroillluminate (al punto da essere apprezzabili analiticamente talvolta meglio degli originali), sono esposte tutte assieme negli spazi del castello vigevanese. Dalla Gioconda alla Vergine delle Rocce, alla Dama con lermellino e persino lUltima Cena, questultima presentata nella vicina chiesa sconsacrata di San Dionigi, da poco restaurata come anche limponente pala del Cerano, qui custodita, raffigurante il martirio del santo. Questa rassegna non la prima del genere.

Lideatore del progetto, Renato Parascandolo, ha cominciato a pensarci nel 2000, quando, allora direttore di Rai Educational, strinse un accordo col Ministero per i Beni e le Attivit culturali per fotografare e riprendere in video i maggiori capolavori dei musei italiani. Cominci da l la sua avventura nei territori della riproduzione delle opere darte e nacque cos lidea di utilizzare quei materiali per realizzare una sorta di grande trailer dei capolavori italiani da esportare nel mondo per richiamare turisti a vedere gli originali. Ecco allora le mostre di Leonardo, Raffaello e Caravaggio, curate da studiosi qualificati, cui seguiranno a breve, quelle non meno impossibili sulla Cappella degli Scrovegni di Giotto e su Piero della Francesca. Leonardo: una mostra impossibile. Lopera pittorica di Leonardo da Vinci nellepoca della sua riproducibilit digitale. Castello di Vigevano - orario: marted-domenica 10/19. Fino al 30 giugno

Questa volta, diversamente dal Caravaggio Odescalchi esposto a Palazzo Marino, la presentazione a Milano di unopera che ci si aspetta richiami molto pubblico, giover non soltanto ai Musei civici del Castello, ma servir soprattutto a ricordarsi che la nostra citt possiede un capolavoro del rilievo della Piet di Michelangelo. Vero che il piccolo Crocefisso in legno di tiglio acquistato dallo Stato per 3,25 milioni di euro dallantiquario torinese Giancarlo Gallino, ritenendola opera di Michelangelo giovane, fa storcere il naso a una serie di studiosi che dubitano dellattribuzione al Buonarroti. Fatto sta che la temporanea collocazione al Castello di questa comunque preziosa scultura, presentata al pubblico per la prima volta nel 2004 al Museo Horne di Firenze, non potrebbe essere pi appropriata: nella Sala degli Scarlioni che gi ospita, si diceva, lemozionante e troppo dimenticata Piet di Michelangelo. Proporzioni perfette in non pi di 41 centimetri di altezza, lopera datata attorno al 1495 e assegnata al Buonarroti sulla sola base delle analisi stilistiche, poich nessun documento ne attesta la paternit. La rassegna arricchita non soltanto da alcune immagini di Aurelio Amendola, il cui obiettivo ha magistralmente e pi volte immortalato lopera di Michelangelo, ma anche da una serie di fotografie che il tedesco Thomas Struth ha dedicato ai visitatori della Galleria dellAccademia di Firenze, straniti davanti dal David. Struth ha iniziato nell89 con le Museum Photographs. Quelle esposte al Castello, nella Sala delle Asse, tutte di grandi dimensioni, appartengono alla serie Audience e riflettono sulla singolare relazione che si instaura fra individuo e opera darte. Michelangelo. La Piet Rondanini e il Crocefisso ritrovato. Castello Sforzesco, Museo darte antica, Sala degli Scarlioni orario: 9/17.30, chiuso luned. Fino al 5 maggio.

un mostra costruita attorno al ritrovamento di un quadro di Cagnaccio di San Pietro del quale si erano perse le tracce, quella che propone in questi giorni la gallerista e storica dellarte Claudia Gian Ferrari. Un dipinto di notevole vigore espressivo, intitolato Primo denaro ed eseguito dallartista veneto nel 1928, pubblicato allepoca della sua realizzazione, ma che sembrava sparito nel nulla. Al secolo Natalino Bentivoglio Scarpa, conosciuto per come Cagnaccio di San Pietro, per via del grosso cane di suo nonno Natale, che terrorizzava lintero paese di San Pietro in Volta sullisola di Pellestrina, vicino a Venezia, questo pittore in realt non ha certo bisogno del suo curioso pseudonimo per essere ricordato. Bastano le opere taglienti, enigmatiche e spesso spietate che ha creato nel corso della sua breve vita ( morto a soli 49 anni il 29 maggio 1946), rivendicando la vitalit della tradizione classica allinterno del cosiddetto Realismo magico di cui fu, tuttavia, un esponente eccentrico. Cagnaccio di San Pietro. Un quadro ritrovato. Claudia Gian Ferrari Arte contemporanea, via Filippo Corridoni 41 orario: luned-venerd 10/14 e 15.30/19, sabato solo su appuntamento. Fino all8 maggio.

Nella sua lunga carriera ha avuto modo di frequentare la poesia, larte, il romanzo, il teatro, il radiodramma, il giornalismo, la musica. Un artista poliedrico e multiforme Emilio Isgr, ora al centro di una mostra, curata da Marco Meneguzzo, che verr riproposta nellestate anche in Sicilia, dove lartista nato nel 1937. Con numerosi riconoscimenti alle spalle, la partecipazione a quattro edizioni della Biennale di Venezia e a decine di rassegne in tutto il mondo, Isgr un artista concettuale, ma anche un poeta visivo che ha fatto della

cancellatura una delle modalit espressive privilegiate, ma certamente non la sola. Cardine di questa mostra , tuttavia, proprio linstallazione inedita Fratelli dItalia, che oltre a suggerire il titolo della personale, anche stata concepita cancellando o in parte occultando linno nazionale che si snoda lungo una striscia di carta, per fare emergere solo i passaggi pi significativi del testo. La mostra riunisce una settantina di opere dagli esordi a oggi e altre due installazioni: Lora italiana e Lavventurosa vita di Emilio Isgr, luna concepita nell83 per ricordare l'attentato alla Stazione di Bologna, laltra nel 1971, pensata come una serie di dichiarazioni sulle caratteristiche fisiche e morali dell'artista, che identificano il personaggio in maniera "concettuale" attraverso la descrizione. Emilio Isgr. Fratelli d'Italia. Galleria Gruppo Credito Valtellinese. Corso Magenta 59 orario: marted-venerd 12/19, sabato e domenica 10/19, chiuso luned. Fino al 13 giugno.

Vale la pena visitare in questi giorni il Museo Diocesano e in particolare la sezione dei Fondi oro che si arricchita, qualche tempo fa, della collezione di Alberto Crespi. Di quella donazione generosa faceva parte anche una tavola raffigurante Santa Cecilia, oggetto ora di una piccola, ma importante mostra che segna il temporaneo ricongiungimento di questo pannello con gli altri 4 elementi del polittico di cui ha fatto parte fino a circa il 1745, anno in cui linsieme venne smembrato. Si tratta del Polittico del Carmine che si trovava in origine nella cappella dei Santi Bartolomeo e Lorenzo, nella chiesa fiorentina di Santa Maria del Carmine, giudicato dagli studiosi opera della maturit di Bernardo Daddi, artista morto nel 1348, tra i migliori seguaci di Giotto. Dal Castello Reale del Wawel a Cracovia arriva la Madonna col Bambino e due angeli musicanti che stava al centro del pentittico, San Bartolomeo e San Lorenzo, in posizione laterale, sono ora conservati alla Galleria dellAccademia di Firenze, mentre allestrema destra, si trovava la Santa Caterina dAlessandria, ora in collezione privata. La Santa Cecilia stava, dunque, allestrema sinistra del polittico: da notare la descrizione sontuosa delle vesti, la delicatezza dellincarnato e una ricchezza narrativa e decorativa che rinvia a opere precedenti del maestro. Il Polittico del Carmine di Bernardo Daddi. Museo Diocesano, corso di Porta Ticinese 95 orario: marted-domenica 10/18, chiuso luned. Fino al 24 maggio.

un prestito decisamente fuori dal comune quello che ha consentito di realizzare la mostra bergamasca. Cinquanta icone selezionate tra gli oltre 6mila esemplari conservati nel museo Museo Tretyakov di Mosca che vanta in materia di arte sacra russa la pi imponente collezione al mondo. Visibili rappresentazioni di spettacoli misteriosi e soprannaturali": lo studioso russo Pavel Florenskij us queste parole per definire le icone, non semplici opere d'arte, ma immagini dotate di una loro vitalit, veri e propri momenti di comunione con il divino. Le opere esposte sono datate dalla fine del XIV- inizio XV secolo, a partire da una Nativit della Madre di Dio con santi, tipico esempio delle icone di Novgorod, fino al XVIII secolo. Una serie di immagini che illustrano le tappe principali del calendario liturgico - le feste, la venerazione della Madre di Dio, la devozione ai santi locali - raffigurate di volta in volta secondo schemi iconografici che gli artisti hanno ripetuto nei secoli senza sostanziali variazioni, al solo scopo di suggerire un contatto diretto con l'archetipo. In mostra anche alcune icone di Pskov, caratterizzate da una maggiore concretezza nellinterpretazione dell'immagine divina. Loro dellanima. Icone russe dal XIV al XVIII secolo del Museo Tretyakov di Mosca. Bergamo, Palazzo della Provincia di Bergamo - Spazio Viterbi, via Torquato Tasso 8 orario: luned-venerd 15/19; sabato, domenica e festivi 10/19; chiuso gioved. Fino al 14 giugno.

Lhanno inaugurata il 14 febbraio, per approfittare della complicit tematica offerta dalla ricorrenza di San Valentino, ma in realt la mostra attualmente in corso al Castello Visconteo di Pavia pu ben vivere di vita propria, anche senza la festa degli innamorati. Il tema quello del bacio, e non soltanto il bacio sensuale e carico di pathos immortalato da Francesco Hayez in uno dei suoi dipinti maggiormente celebrati, di cui la

redazione pi nota si trova a Brera, mentre a Pavia sono esposte una prima idea del soggetto e una versione del 1861, entrambe in collezione privata. La rassegna, infatti, che ripercorre liconografia del bacio tra Romanticismo e 900, molto pi variegata e prende in considerazione, come dichiarano le curatrici, Susanna Zatti e Lorenza Tonani, le diverse valenze del bacio: materno o filiale, di circostanza, appassionato, atteso, negato, rubato, ben augurante, immateriale, nella mitologia, nella storia sacra, nella letteratura e anche nel cinema. Il percorso si snoda attraverso una sessantina di opere di artisti celebri e di altri meno noti, in prevalenza dipinti, ma anche qualche scultura, come lAbbraccio materno di Paolo Troubetzkoy o il Bambino al seno di Medardo Rosso. Tra i baci dipinti spiccano quello lussurioso di Cleopatra, come ce lo ha restituito Giuseppe Amisani, o il bacio voluttuoso di Alciati, smorzati dalle effusioni composte e pudiche dei Fidanzati di Lega, o ancora Aminta baciato da Silva del Piccio, Paolo e Francesca di Previati, per arrivare a De Chirico, Manz, Casorati, Rotella o Franco Angeli. E poi il bacio nel cinema, restituito in un video che, memore dei baci prima tagliati e quindi ricomposti in ununica lunga pellicola, nel film di Tornatore Nuovo cinema Paradiso, ripercorre la storia dei baci pi famosi della cinematografia italiana. Il bacio. Tra Romanticismo e Novecento. Pavia, Scuderie del Castello Visconteo, viale XI Febbraio 35 orario: marted-venerd 10/13 e 15/19, sabato, domenica e festivi 10/20. Fino al 2 giugno.

Un vero e proprio affondo nella personalit del fondatore del Futurismo, Filippo Tommaso Marinetti. A lui consacrata la rassegna allestita nella Sala del Collezionista alle Stelline che, in onore di tanto ospite, raddoppia i suoi spazi conquistando il seminterrato, invaso per loccasione dalle parolibere marinettiane, Tra le tante novit di questa rassegna - a cura di Luigi Sansone, autentico segugio degli archivi del Futurismo spicca Il bombardamento di Adrianopoli, una grande china su carta realizzata da Marinetti nel 1913-14, esposta per la prima volta grazie al prestito concesso dalla University of California di Los Angeles (Ucla) dove custodito larchivio del poeta inglese Harold Monroe (1879-1932), grande ammiratore del Futurismo, da cui proviene questa tavola. Ma la mostra riserva molto altro, tra ritratti e caricature di Marinetti, opere di Boccioni, Balla, Cangiullo, Depero, e altri protagonisti, affiancate da fotografie, cataloghi depoca, cartoline, riviste e volumi marinettiani come Zang Tumb Tuuum - Adrianopoli ottobre 1912- Parole in libert (Edizioni futuriste di Poesia, Milano 1914), il primo libro parolibero di Marinetti ispirato dalla guerra, intesa come spettacolo simultaneo di situazioni, rumori, odori, polifonie: perch il Futurismo era anche questo. F.T. Marinetti=Futurismo. Fondazione Stelline. Sala del Collezionista, corso Magenta 61 - orario: marted-domenica 10/20. Fino al 7 giugno.

Ha impiegato meno di tre anni per diventare uno dei maggiori collezionisti di armature giapponesi fuori dal Giappone. Bisogna chiamarsi Luigi Koelliker per riuscire in una simile impresa cos rapidamente e anche voracemente ed bene avvalersi di un antiquario specializzato in arte giapponese come Giuseppe Piva che per il suo committente ha rastrellato il rastrellabile, e che adesso cura, in collaborazione con la Fondazione Mazzotta, la mostra di Palazzo Reale. Samurai, appunto, allestita nellappartamento della reggia piermariniana con una minima presenza di pezzi provenienti dalle Raccolte extraeuropee del Castello Sforzesco tra i quali spicca una finissima scatola laccata per documenti dellinizio del periodo Edo e lunica armatura da cavallo presente in mostra e un massimo dalla raccolta milanese di Koelliker. Una novantina di pezzi in tutto, tra armature complete, elmi, finiture per spada e altri accessori da samurai, realizzati tra il periodo Azuchi Momoyama (1575 1603) e il periodo Edo (1603 1867). Le sale del palazzo si animano di guerrieri severi e magnifici, samurai di alto rango e daimyo (signori feudali) che dalle guerre sono stati ben lontani, come testimonia il perfetto stato di conservazione delle circa trenta armature esposte; per lo pi di rappresentanza, visto anche che il periodo esaminato fu allinsegna della pace. Il percorso si chiude con i super robot Goldrake e Gundam che tutto devono al mondo dei samurai, da cui hanno attinto a piene mani anche fumetti e disegni animati. Samurai. Palazzo Reale, piazza del Duomo 12 orario: 9.30/19.30, luned 14.30/19.30, gioved 9.30/22.30.

Fino al 2 giugno.

MUSICA La rubrica MUSICA a cura di Paolo Viola ANDREA BACCHETTI Un paio di mesi fa, su questa rubrica, accusavamo la critica musicale milanese che si occupa solo delle star e, salvo rare occasioni, non prende in alcuna considerazione chi, pur avendo qualit e capacit tali da meritare grandissima attenzione, ancora non appartiene a quel firmamento. Ebbene, per diverse ragioni vorremmo parlare di un artista un po fuori dal comune, di un giovane ma non giovanissimo pianista, di cui non si legge mai un rigo nonostante venga regolarmente, da pi di dieci anni, a suonare al Conservatorio milanese, sorprendendoci ogni volta per la sue doti eccezionali, tecniche ed interpretative. Andrea Bacchetti un pianista genovese, appena pi che trentenne, che a Milano si affermato e che a Milano sta eseguendo poco a poco - anno dopo anno e senza clamore - lintegrale delle opere per tastiera di Bach (allepoca di Bach il pianoforte era agli albori, e Bach stesso scriveva per tastiera senza indicare se i pezzi erano pensati per cembalo o per organo) avendo gi inciso le Suites francesi ed inglesi e le Variazioni Goldberg; dunque un percorso gi ben avviato e con successo ben consolidato. Coloro che hanno avuto la ventura di assistere ai suoi concerti non possono essere rimasti indifferenti a questo ragazzo che mostra ancor meno dei suoi anni, di statura minuta, stretto in una camicia lucida che lo rende ancor pi magro, che prima di appoggiare le mani sul pianoforte dimostra una sorta di apparente panico o di ansia da prestazione (honni soit qui mal y pense!) con la quale mette il pubblico in enorme imbarazzo ma poi, appena si decide ed attacca, dimostra una sicurezza, una padronanza della tastiera e del testo, da lasciaresenza fiato; per incanto passa la tosse a tutti e non si sentono pi rumori in sala. Bacchetti lopposto dello showman, sembra dare la definitiva dimostrazione che non vi alcun rapporto fra il portamento del musicista ed il risultato del suo lavoro; dai movimenti del corpo e dalla espressione del viso non trapela nulla delle sue intenzioni e del suo sentire, sembra quasi un pianista meccanico, e tuttavia raggiunge risultati sempre emozionanti. Gioved scorso 23 aprile, in una serata non molto brillante, ha suonato per le Serate Musicali il Concerto in do maggiore K. 415 di Mozart ed era accompagnato dallorchestra sinfonica della Valle dAosta - una compagine che non ha ancora 10 anni, impegnata solo per una ventina di concerti allanno - che tuttavia, diretta dal bravo Giorgio Mezzanotte, riuscita a donarci quanto meno un egregio primo tempo dellEroica (sugli altri tempi ci sarebbe qualcosa da dire, ma parlavamo di Bacchetti). Nonostante dunque non ci fossero le condizioni per trasmettere grandi emozioni, Bacchetti riuscito a sbalordire il pubblico per la freschezza e la navet con la quale ha presentato questo concerto - che (possiamo dirlo, riferendoci a Mozart?) non proprio un capolavoro - e ci ha come rappresentato il quasi coetaneo Wolfgang quando raccontava a pap Leopold i suoi progressi di musicista in quelle lettere semplici e maliziose che per secoli interi hanno fatto la delizia di storici e critici. Venerd 8 maggio suoner, ancora al Conservatorio, due Suites bachiane (la sesta inglese in re minore e la quinta francese in sol maggiore), le Variazioni in fa minore di Haydn e tre sonate di Galuppi (lultima delle quali, in do maggiore, resa celebre da una magistrale esecuzione di Arturo Benedetti Michelangeli!); un concerto che accontenter le orecchie pi esigenti, anche per la saggia impaginazione di musiche totalmente solari e sopratutto di pensiero positivo, cosa di cui sentiamo gran bisogno. Anniversari

Stiamo per infilare - anzi abbiamo gi iniziato - una serie di importanti anniversari musicali, quasi tutti bicentenari di nascite illustri. Come si sa questo lanno di Mendelsshon, lanno prossimo toccher a Chopin e a Schumann, nel 2011 sar la volta di Listz e due anni dopo, nel 2013, festeggeremo insieme i

duecento anni della nascita di Wagner e di Verdi. Poi abbiamo la celebrazione di alcune scomparse: questanno il duecentocinquantesimo anniversario della morte di Hndel e il bicentenario di quella di Haydn, fra due anni i cento anni dalla morte di Mahler. Questo insieme di ricorrenze ci invita ad osservare con una particolare angolazione alcuni aspetti della storia della musica, e a domandarci cosa accadeva 100, 200, 300 anni fa: chi era al mondo, che et aveva, in parole povere quali musicisti erano fra loro contemporanei. Cos nellanno 1809, appunto, mentre come si detto stavano per nascere Mendelssohn, Chopin e Schumann e moriva Haydn, lo scenario era occupato quasi per intero dal grande Beethoven trentanovenne mentre si affacciavano al successo Von Weber (23 anni) Bizet (21) e Rossini (17); nello stesso anno erano entrambi dodicenni Schubert e Donizetti e gi facevano la scuola elementare Bellini, Berlioz e Johann Strauss. Se ci spostiamo di cinquantanni nel 1859 al centro della scena vi erano Listz, quarantottenne, suo genero Wagner e il grande Verdi (entrambi di 46 anni ed eterni nemici), e poi Smetana e Bruckner (35) Brahms e Borodin (26) e Saint-Saens (24); mentre avevano gi superato la cinquantina Berlioz e Rossini (56 e 67 anni), erano ancora minorenni Faur (14), Janacek (5) Leoncavallo (2) - Puccini aveva appena un anno! - e diventavano maturi Musorgskij (20) ajkowskij (19) Dvok (18) e Hofmann (17). Mahler nasceva lanno successivo, Schumann era morto da tre anni, Chopin e Mendelssohn erano da poco scomparsi, entrambi giovanissimiiv. Facciamo un salto di altri cinquantanni e andiamo a vedere chi cera nel 1909: avevano superato i cinquantanni Saint-Saens (74) Faur (64) Janek (55) Leoncavallo (52) e Puccini (51); ne avevano pi di trenta Mahler (49), Debussy (47), Mascagni (46), Richard Strauss (45), Busoni (43), Rachmaninoff (36), Schnberg (35) e Ravel (34), mentre avanzavano i pi giovani come Strawinskij (27), Casella e Webern (26), Berg (24) Prokofev (18) ma esistevano gi Hindemith quattordicenne e ostakovi di appena 3 anni. Lsprit de geometrie ci obbliga a ricordare che di tutti questi grandi, tralasciandone molti altri e ovviamente le generazioni successive, nel 1959 - solo mezzo secolo fa - ci erano rimasti solo Strawinskij settantasettenne e ostakovi di cinquantatre anni. Gi che ci siamo, facciamo ancora un passo indietro e ricordiamo che, mentre nel 1709 erano nel pieno della loro creativit Vivaldi trentunenne e tre coetanei ventiquattrenni -Bach, Hndel e Domenico Scarlatti - nel 1759 (moriva Hndel quando Mozart aveva appena 3 anni e Clementi 7) fra le celebrit rimaneva solo il grande Haydn appena ventisettenne. P.S. Sappiamo di aver fatto unoperazione a dir poco temeraria scegliendo alcuni nomi e tralasciandone tanti altri, altrettanto e forse ancor pi importanti; ma voleva essere una sbirciatina alla storia, forsanche solo per capire meglio i nostri tempi, certamente non il riassunto di uneciclopedia.

TEATRO Questa rubrica curata da Maria Laura Bianchi UOVO PERFORMING ARTS FESTIVAL Uovo un festival internazionale che presenta le espressioni pi innovative delle performing arts, privilegiando artisti che promuovono un approccio indisciplinare e indisciplinato alla creazione artistica. Ledizione 2009 della manifestazione si sviluppa attorno alle suggestioni dello sguardo, della scoperta. In linea con le passate edizioni, Uovo unisce ospitalit prestigiose come la Socetas Raffaello Sanzio/Romeo Castellucci, che torna a Uovo con linstallazione Paradiso, la compagnia inglese Lone Twin Theatre per la prima volta in Italia con lo spettacolo Daniel Hit By A Train, Jrme Bel, con la prima italiana del nuovo lavoro A spectator, Mammalian Diving Reflex con linsolito taglio di capelli e i giovani talenti italiani Pathosformel, vincitore del premio Ubu 2008, Francesca Grilli, Plumes dans la tte, Demetrio Castellucci/Black Fanfare.

Uno degli elementi di novit il primo episodio del progetto Uovo 0_11, non una sezione del festival ma un percorso di avvicinamento allesperienza performativa contemporanea dedicato ai pi giovani. I bambini sono qui protagonisti nella duplice veste di spettatori e performer. Linfanzia diventa la lente dingrandimento attraverso cui leggere alcuni aspetti oggi centrali della societ come il rischio, il cambiamento, la speranza, la fiducia, la responsabilit, il potere. Il 29 aprile (replica il 30) al DiDstudio, in occasione dellanteprima del festival, debutta in prima assoluta Figure, suggestivo lavoro della compagnia Plumes dans la tte di Silvia Costa coprodotto da Uovo e sostenuto da Eti Nuove creativit e dal progetto Next 08 Regione Lombardia. Dopo il successo riscosso lanno passato, la giovane coreografa e interprete della Socetas Raffaello Sanzio torna al festival con un progetto performativo incentrato sul corpo e sullimmagine figurata. Il 30 aprile, negli spazi di O, Roberto Paci Dal/Giardini Pensili presenta in prima assoluta Roter Schnee una performance/live set magnetica che ricrea uno stato di sospensione atemporale. A cura di O. Dal 6 al 12 maggio Christina Kubisch crea per Milano il progetto itinerante Electrical Walks - Passeggiate elettriche nellambito di inContemporanea 09. Attraverso delle sofisticate cuffie capaci di percepire e amplificare lacustica di correnti elettriche soprassuolo e sottosuolo, lartista tedesca invita i partecipanti a scoprire unaltra dimensione della citt. A cura di O. Il 7 maggio (replica l8), presso il Teatro Out Off, Jrme Bel, uno degli artisti pi talentuosi e originali della scena performativa internazionale, ripercorre in A spectator la sua esperienza di spettatore attraverso un racconto intimista e ironico. Un lavoro che apre uno spazio di riflessione sul concetto stesso di performance, rimettendo in discussione la relazione tra performer e pubblico. Una messa in scena che una celebrazione del teatro. A spectator viene presentato in collaborazione con il progetto La Francia si muove, promosso dalla Fondazione Nuovi Mecenati. Dall8 al 10 maggio Uovo presenta, in collaborazione con Teatro Versace, la Socetas Raffaello Sanzio, il gruppo performativo italiano pi conosciuto e apprezzato al mondo, con linstallazione teatrale Paradiso. Un nuovo capolavoro visionario della compagnia cesenate ispirato al paradiso dantesco che toccher Londra, Bruxelles, Atene, Seul, Los Angeles. Dall8 al 10 maggio al DiDstudio pathosformel, gruppo rivelazione della giovane scena performativa italiana, sar a Uovo con La pi piccola distanza, spettacolo delicato e poetico incentrato sulle possibilit di ripensare la presenza del corpo in scena, qui evocata a partire da unassenza. Inoltre, dal 21 al 23 maggio, pathosformel terr al Teatro Franco Parenti il workshop La collezione, prima fase dindagine destinata a una nuova produzione della compagnia. Dall8 al 10 maggio presso La Triennale di Milano, nellambito di inContemporanea 09, verr presentata linstallazione stereoscopica del collettivo ZAPRUDERfilmmakersgroup. Le immagini di Pletora. Il dono sono create con lausilio della tecnica dellanaglifia e vengono fruite attraverso appositi occhialini 3D, costruendo illusioni di realt e invitando lo spettatore a una visione immersiva e totalizzante. Il 9 maggio al Teatro Out Off sar per la prima volta in Italia Lone Twin Theatre, una delle compagnie pi acclamate della nuova scena inglese, con Daniel Hit By A Train. La performance riprende lo spirito del vaudeville con toni al contempo comici e malinconici, sottolineando loriginalit e il fascino del percorso artistico del gruppo. Il 20 maggio allAlcatraz, nellambito del festival Indeepandance, Claudio Sinatti e Demetrio Castellucci/Black Fanfare presentano in prima italiana Rhomboide, performance multimediale prodotta da Uovo e dal Kaaitheater di Bruxelles, dove la produzione ha debuttato a febbraio 09 nellambito del festival internazionale Performatik. Nel centenario della nascita del Futurismo, Uovo presenta e firma una produzione che rielabora in chiave contemporanea lestetica e la poetica dellavanguardia capeggiata da Tommaso Marinetti. Il primo episodio del progetto Uovo 0_11 si svolge dal 22 al 24 maggio, grazie alla collaborazione con il Teatro Franco Parenti che ospita liniziativa. Il 22 maggio la giovane artista Francesca Grilli presenta due sue recenti produzioni: la performance La terza conversazione e la videoinstallazione La quarta conversazione. Uno spiazzante e affascinante progetto articolato in pi episodi che coinvolge performer sordomuti, qui reinterpretato per la prima volta anche per un pubblico di bambini. Una ricerca tra la dimensione ordinaria e fantastica della realt. Il 22 maggio Kinkaleri sar presente a Uovo con la performance Pinocchio e il 23 maggio con un laboratorio per bambini. Un progetto che si sviluppa a partire dal racconto di Collodi e disegna una serie di percorsi immaginari che si intersecano secondo logiche impreviste.

Il 23 maggio un nuovo capitolo della creazione di Virglio Sieni Uno sguardo che si concede al corpo, lavoro che si inscrive nel percorso dellAccademia sullarte del gesto, fondata e diretta dal coreografo fiorentino con lo scopo di porsi come contesto inedito di formazione, di studio e creazione artistica. Uno sguardo che si concede al corpo parte dalla visione della Deposizione di Jacopo Pontormo per sviluppare unindagine sul corpo e sulla sua capacit di relazionarsi ad elementi esterni. Il 23 maggio verr inoltre proiettato Adamo ed Eva di Virgilio Sieni, documentario della serie Danza in scena di Francesca Pedroni e Maria Mauti, prodotto da Classica tv in onda su Sky. Lo stesso giorno, Claudio Sinatti, uno dei maggiori artisti multimediali italiani, condurr Mostronica, laboratorio interattivo per e con i bambini dedicato alle nuove tecnologie digitali e al live media. Il 24 maggio, presso il salone 3.14 parrucchieri e con la collaborazione di Orea Mali, in chiusura del progetto Uovo 0_11, il festival ospita la pluripremiata compagnia canadese Mammalian Diving Reflex con Haircuts by Children, una curiosa e divertente performance sull'emancipazione dei bambini e sulla loro responsabilit. Bambini-parrucchieri armati di forbici inviteranno gli spettatori a mettersi in gioco confrontandosi col rischio, la fiducia e il potere nelle nuove generazioni. Incontri con gli artisti sono previsti durante le giornate del festival. Dal 29 aprile al 24 maggio Luoghi: Alcatraz via Valtellina 21/27; DiDstudio via Procaccini 4 c/o La Fabbrica del Vapore; La Triennale di Milano viale Alemagna 6; O via Pastrengo 12; Teatro Franco Parenti via Pier Lombardo 14; Teatro Out Off via Mac Mahon 16; Teatro Versace piazza Vetra; 3.14 parrucchieri via Ozanam 8. Biglietti: Uovo Card 35 euro (27 euro per studenti, t friends, soci centri culturali stranieri) compresa prevendita. La Uovo card d diritto allingresso a tutti gli spettacoli (a eccezione di Figure e Haircuts by Children) previa prenotazione e fino a esaurimento posti. Info: uovoproject.it; 348.80.39.149; skype: uovoproject IL SILENZIO DI DIO Arriva a Milano il progetto di Silvio Castiglioni Il silenzio di Dio, affiancato da 3 eventi collaterali: il 29 aprile lincontro Il silenzio di Dio. Dostoevskij e i fratelli Karamazov con Fausto Malcovati e Andrea Nanni (ore 18 presso Associazione Italia Russia Lombardia. via Silvio Pellico, 8), per tutta la permanenza dello spettacolo la mostra di Georgia Galanti Ore quotidiane. 200 santini rivisitati e dal 7 al 10 maggio la mostra di Patrizio Esposito Milano, quattro secondi. Fotografie per il sottopalco. Che cos il silenzio di Dio? Quali sono le domande degli uomini che non trovano risposta? Silvio Castiglioni ha concepito un percorso artistico con una squadra di collaboratori scelti ad hoc per sviluppare un lavoro giocato sulla sottrazione, sulla purezza della parola e dellazione. Il risultato unesperienza particolare e unica per lo spettatore, che pu seguire dun fiato le due parti del progetto: la prima, Casa daltri, un radiodramma teatrale tratto dallomonimo racconto di Silvio DArzo, la seconda, Domani ti far bruciare, uninvettiva tratta da I fratelli Karamazov di Fdor Dostoevskij. Questo viaggio inconsueto, in cui Castiglioni accompagna lo spettatore, ha la regia di Giovanni Guerrieri, la drammaturgia di Andrea Nanni, la cura del suono di Luca Berni e Gianmaria Gamberini. Uno stesso silenzio il silenzio di Dio risuona sia in Casa daltri (tratto dal racconto di Silvio DArzo) sia in Domani ti far bruciare (ispirato a I fratelli Karamazov di Fdor Dostoevskij) si legge nelle note di drammaturgia. Alla sommessa domanda di una vecchia che vorrebbe togliersi la vita, fa eco la furente requisitoria di un demone che vorrebbe incarnarsi. In entrambi i casi non c risposta, poco importa che la resa alla morte lasci il posto alla tentazione di vivere. Nel silenzio che accompagna queste figure tragiche, entrambe prive di un posto sulla terra, risuona il sibilo di una lama che separa vita e morte, umano e divino. Una lama che ci gira intorno come un satellite dallorbita cieca, incurante del vuoto di senso che non riusciamo a colmare. E se dietro le maschere vocali di Casa daltri non ci sono che specchi, in Domani ti far bruciare tutto avviene oltre lo specchio, dove le forme perdono i loro contorni per bruciare in un fuoco incessante. In Casa daltri una donna decisa al suicidio pone le sue domande a un prete e si spalanca lattesa di una risposta che rimane sospesa, nel silenzio carico di una responsabilit difficile da sostenere. Capolavoro di Silvio DArzo, Casa daltri , definito da Eugenio Montale sulle pagine del Corriere della Sera un racconto perfetto, trasposto in forma di radiodramma, lasciando allo spettatore la possibilit di incontrare

la parola e le domande dellanziana donna nella loro ingenua e nuda schiettezza, senza ostacoli o distrazioni. Violenza e malinconia si respirano in Domani ti far bruciare, un finale di partita tra un demone di mezza tacca e un Cristo consegnato al silenzio. Un interrogatorio che si rivela una confessione come scrive Andrea Nanni, uno specchio ustorio in cui laguzzino e la vittima finiscono per fondersi in ununica figura. Se non c salvezza possibile, tanto vale cedere alla tentazione di vivere. Dal 28 aprile al 10 maggio 2009 CRT Teatro dellArte, viale Alemagna 6 Orario: 20.45 (domenica alle 16) Info: 02.89.01.16.44 Arlecchino servitore di due padroni Spettacolo-simbolo del Piccolo Teatro, reduce da trionfali tourne in Italia e nel mondo, lArlecchino torna a casa. Lungi dal trasformarsi in uno spettacolo-museo, Arlecchino conferma la sua funzione di memoria in azione, capace di trascinare lo spettatore come diceva Strehler nellempireo del grande teatro comico, inno gioioso di liberazione. Il fatto che, in oltre sessantanni, il ruolo di Arlecchino sia stato interpretato Da due soli attori, Marcello Moretti e Ferruccio SOleri, che ne raccolse leredit nel 1963, accresce il suo carattere di eccezionalit. Soleri, che ha raccolto leredit di Strehler per la regia dello spettacolo, diventato Arlecchino e ha restituito con una straordinaria longevit scenica lenergia senza tempo del suo personaggio. Fino al 10 maggio Teatro Studio, via Rivoli 6 Orario: Marted e sabato alle 19.30; mercoled, gioved e venerd alle 20.30; domenica alle 16 (luned riposo). Venerd 17, mercoled 22, luned 27, mercoled 29 aprile e mercoled 6 maggio alle 15 (pomeridiana per le scuole) e alle 20.30 Sabato 25 aprile, venerd 1 e luned 4 maggio: riposo Info e prenotazioni: 848.800.304 La licenza Una classe, un tema da comporre. Enzo e Mino sono due studenti che devono prendere la licenza e realizzare cos i loro sogni. Si sono allenati, sono pronti su ogni argomento, non chiedono molto - un lavoro, lamore, la famiglia, e se ci scappa anche lamaro. I due riversano un numero infinito di parole sui quei fogli che sembrano non riempirsi mai e tra un argomento e laltro emergono piano piano le loro pulsioni e le loro paure. Ogni argomento diventa cos la scusa per confessarsi, per dirsi qualcosa di s e vedere leffetto che fa. Scritto da Claudio Autelli a quattro mani con la drammaturga Viviana Salvati, lo spettacolo usa un linguaggio teatrale denso e tagliente. Il tempo della storia il tempo di un tema, il tempo del tema il tempo di una vita. Una vita sublimata nel suo stesso raccontarsi. Nel tempo dellattesa scorrono i propri sogni, le proprie illusioni e vengono svelate le proprie debolezze. Enzo e Mino rappresentano lincertezza di fronte ad una scelta. Sono l sulla soglia, pronti per uscire, stanno solo aspettando che quello accanto si senta pronto a partire mentre il tempo nella classe si dilata e si contrae assecondando le divagazioni, i dubbi e le confessioni di questi due studenti fuoricorso tenacemente chini sui loro banchetti, costretti, legati ad essi come ad una zattera che prima o poi l porter a riva. Tutta la loro vita, mossa dall'irrinunciabile necessit di partire, congelata nell'attesa di un momento che non arriva mai... e allora ognuno, con i propri mezzi, cerca di adeguarsi, per costruirsi la propria tana, per raccontarsi le proprie piccole bugie. La classe un luogo metaforico, un posto della mente in cui si rimasti imbrigliati, una condizione di eterna preparazione alla vita. Lo spazio ha le coordinate di una classe, ma allo stesso tempo mantiene tutti i germi di una casa, le sue abitudini e i suoi tempi. Dal 16 aprile al 3 maggio CRT Salone, via Ulisse Dini 7 Orario: 21 (domenica alle 16) Info e prenotazioni: 02.89.01.16.44

Tutti i santi giorni Andrea Brambilla, in arte Zuzzurro, ritorna sul palcoscenico come protagonista e "alter ego" di una delle nostre penne pi lucide e graffianti, Michele Serra, e d voce a un percorso di visioni e commenti in cui si traccia la quotidiana "discesa agli inferi" di un uomo comune, impegnato a districarsi tra una selva di comunicati, veline, proclami, vip, giornalisti di guerra, di pace, di caldo e di freddo, di insegne sempre pi insulse. lantologia ideale di una quotidianit assurda, ma non per questo meno reale. A guidare le reazioni violente e tenere sono le lungimiranti osservazioni sul mondo che ci circonda, osservato attraverso la graffiante e comica satira dellautore, che suggerisce, scuote, indaga. Luomo appare in fuga da tutto, ma qualcosa non torna, non tutto come sembra, e una verit grottesca e misteriosa minaccia di prendere il sopravvento. Eppure solo un attimo di lucidit, e tutto ritorna come prima, nellimpossibilit di sfuggire da "tutti i santi giorni". Fino al 3 maggio Nuovo Teatro Oscar, via Lattanzio 58 Orario: 21 (mercoled alle 19.30, domenica alle 17) Info e prenotazioni: 02.36.50.37.40 Il gabbiano Dopo il buon esito di critica e di pubblico al Festival di Castiglioncello 2007, Il Gabbiano di Cechov nella versione di Martin Crimp per la regia di Sandro Mabellini in scena al Teatro Litta di Milano dal 21 aprile al 10 maggio. Un lavoro che cerca il vuoto della scena e della messa in scena, non per un vezzo formale o sperimentalistico, ma perch lo richiede il tempo in cui viviamo, e lo richiede Martin Crimp (vincitore del Premio Ubu 2005 come Migliore novit straniera), grande autore europeo, che si interroga costantemente sulla moltiplicazione dei piani di rappresentazione e sull'idea dell'amore, sul problema dell'altro. In scena ci sono sei attori tre coppie, in una scena vuota il teatro, due microfoni - l'amplificazione del vuoto, la ricerca dell'amore, lo spettatore. Il Progetto Gabbiano Cechov / Crimp proposto dal Battello Ebbro mette al centro del lavoro la comunicazione tra attore-attore-spettatore. Un triangolo fondamentale allinterno del quale si svolge la relazione/comunicazione fatta di parole e azioni che gli attori sono chiamati a cercare a ogni prova, ogni replica, in modo autonomo e originario. Il testo si ripete invariato per ogni replica, ma ci che lo spettatore vedr in scena ogni sera, sar uno spettacolo diverso in merito a ci che accade. Un progetto che muove dalla necessit di portare l'attore a pensare con il corpo e non con la testa il suo essere in scena, relazionarsi al luogo-teatro, agli altri attori e agli spettatori, al suo interno-esterno secondo una modalit di relazione aperta, in cui non esistono quarte pareti ma solo un triangolo comunicativo attore-attore-spettatore. Fino al 10 maggio Teatro Litta, corso Magenta 24 Orario: 20.30 (domenica alle 16.30) Info e prenotazioni: 02.86.45.45.45

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