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L.B.G. MILANO E LO STRUZZIONISMO DELLOPPOSIZIONE Guido Martinotti AL GOVERNO LA BORGHESIA RITROVATA Diego Corrado LA SAGA BPM O LA LENTA FINE DELLE POPOLARI Valentino Ballabio DOMENICHE A PIEDI: BASTA LA PRIMA CINTURA? Stefania Boleso IL MARKETING DELLE AZIENDE E LA COSA PUBBLICA: UN BINOMIO POSSIBILE? Elena Grandi GIARDINI CONDIVISI E ORTI URBANI: LA TERRA AI MILANESI Jacopo Gardella CONTINUA - DIALOGO SULLA DARSENA E SUI NAVIGLI FRA UN URBANISTA (B) E UN ARCHITETTO (A) Giovanni Agnesi DONI 1 OFFRI 12: IL VOLONTARIATO VALE COME LORO Luciano Balbo UNA BANCA ETICA O SEMPLICEMENTE ... UNA BANCA? Maurizio Spada LA CITT BELLA: SALVARSI IN TEMPO
VIDEO A. PROFUMO: IL CARDINAL BERTONE E ALTRO ANCORA COLONNA SONORA Adele canta Crazy for you Il magazine offre come sempre le sue rubriche di attualit MUSICA a cura di Paolo Viola ARTE a cura di Virginia Colombo TEATRO a cura di Emanuele Aldrovandi CINEMA a cura di Paolo Schipani e Marco Santarpia www.arcipelagomilano.org
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con essenze reali: i tipi ideali, direbbe Weber, con i tipi naturali. Ovviamente essendo le singole borghesie locali il frutto della specifica storicit, sono, in Italia come altrove una formazione sociale multiforme che comprende molti tipi concreti specifici, dalla borghesia imprenditoriale pura, a quella di Stato, come Berlusconi, alla borghesia funzionariale a quella delle arti e cos via. Lidea che lItalia non abbia una borghesia un topos che viene periodicamente ventilato da sociologi accademici come Franco Ferraresi (Un paese senza lites, 1996) o da professionisti del sociologismo come De Rita che la lanci gi nel 1997. Ora, che in Italia non ci sia la borghesia dei Lloyds o quella dellENA, una ovviet che non mette neppure conto di ribadire, ma spingere lhype retorica al punto da sostenere che nel nostro paese non esista una borghesia un giochetto che andr bene per attirare linteresse dei media, ma non contribuisce affatto al buon ordine del discorso e alla comprensione della societ italiana che ha una borghesia, multiforme come nel resto del mondo, ma molto ben identificabile. Basta andare alle prime della Scala, come abbiamo gi detto per Milano, o a eventi sociali comparabili per le altre citt o nella Capitale, oppure fare un rapido passaggio nei luoghi deputati come Cortina, Capalbio,
Portofino o Porto Rotondo e di recente, anche in qualche campo da golf o resort specializzato. Va da se che come tutte le categorie sociologiche anche quella di borghesia ha confini incerti e cangianti cosa che si presta ai soliti dibattiti nominalistici, croce e delizia del mondo mediatico italiano. E ovvio che ci sono molte accezioni del termine borghese originato nel medioevo urbano per definire con lappellativo di burghenses o poortmanni le nuove classi mercantili che abitavano appunto i sobborghi delle citt medievali, non il burg o fortezza i cui abitanti si chiamavano castellani. Poi da questa rudimentale proto-borghesia mercantile si svilupp quella che la borghesia moderna, un corpo multiforme e variabile, ma unificato dalla caratteristica unica di essere la classe dominante tipica di sistemi capitalistici, inclusi i sistemi capitalisti di stato. Borghesia e capitale sono termini necessari e sufficienti per il concetto. Ma, chiss perch, nella cultura italiana si radicato il topos della mancanza di una borghesia, che piace molto ai mass media. Questanno lanciamo il tema della morte della borghesia. Dai, bravo!. E patatrac due settimane dopo la borghesia in massa si ripresenta a occupare tutti gli scranni ministeriali disponibili. Non solo, ma appe-
na tolto il tendone da circo dei fondali azzurrini, le caratteristiche precipuamente borghesi di questo governo hanno subito fatto presa sulla maggioranza della popolazione. Non c stato bisogno di spiegare a nessuno come era fatto il presunto estinto. Se poi guardiamo ai fatti storici la borghesia italiana ha dimostrato una piuttosto rimarchevole capacit di durare, di sopravvivere e di adattarsi anche a cambiamenti molto profondi, guerre, dittature, rivoluzioni. Molto del capitale di famiglia italiano ormai l da pi generazioni: poi, ogni tanto, salta fuori qualche uomo nuovo come Berlusconi, ma assai pi leccezione che non la regola. Del resto il principale meccanismo di mobilit sociale, cio listruzione superiore, in Italia da anni bloccato ai livelli pi bassi di mobilit e pi elevati di riproduzione sociale. Dalluniversit escono in pochissimi e tutte le volte che si cercato di ampliare questo ambito le reazioni della borghesia, dirette o indirette tramite i suoi intellettuali, sono state violente. Allora c o non c questa borghesia? Decida il lettore, ma forse qualche cautela nelle dichiarazioni di morte sarebbe raccomandabile, per evitare il rischio di trovarsi poi, come commensale, il presunto cadavere.
www.arcipelagomilano.org rinunci a spingere per unevoluzione che nel medio periodo gli consenta di far pesare il proprio investimento (che cresciuto sino al 10% del capitale, e ha fatto nelle ultime settimane da polo aggregante per lingresso di altre famiglie storiche del capitalismo milanese) con strumenti pi incisivi di quanto sia possibile nella situazione attuale, in cui il suo voto vale quanto quello di qualsiasi altro socio. Del resto, il fatto che il titolo tratti al 30% del patrimonio netto spiega le dinamiche in corso meglio di qualsiasi altra cosa. Se in questa fase prematuro esprimere giudizi netti, appare per chiaro che nulla sar pi come prima.
po Bankitalia, imponendo una drastica revisione dello statuto, con il passaggio a un modello di gestione duale piuttosto estremo, che prevede non solo una radicale separazione tra propriet e gestione, ma altres la totale discontinuit con il passato, vietando la nomina in consiglio di gestione di esponenti che avessero ricoperto analoghe posizioni in passato. Sarebbe per ingeneroso attribuire oggi a sole lacune di governance di BPM le ragioni di una redditivit inferiore a quella dei grandi gruppi di banche commerciali, che invece comune a tutte le popolari; il loro modello di business (pi sbilanciato sulla componente retail, con minori
commissioni da trading e investment banking, con costi di personale e di struttura pi alti) a renderle in questa congiuntura meno competitive e a far prevedere una fase di consolidamento del settore nel medio periodo. Poco importa oggi che delle due contrapposte cordate, guidate luna dal duo Annunziata-Bonomi, laltra da Messori-Arpe, abbia prevalso la prima, pi continuista. Quello che infatti balzava agli occhi era piuttosto lanalogia della loro composizione, giacch ciascuna delle due prevedeva lingresso di un socio di capitale. Oggi che Bonomi siede nel consiglio di gestione di BPM appare francamente ingenuo pensare che
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una responsabilit condivisa nella gestione da parte di madri e padri. Questo interessante suggerimento si scontrato immancabilmente con lantico muro: bella idea, ma non ci sono soldi. Da professionista del marketing, il mio pensiero per cercare di abbattere il muro stato piuttosto semplice, e forse anche poco originale: far finanziare o realizzare ad aziende private servizi destinati ad agevolare categorie che, per svariati motivi, hanno difficolt a partecipare alla cosa pubblica. Sto parlando per esempio del servizio di baby parking per genitori che vogliono partecipare a incontri pubblici, ma anche a un servizio di traduzione simultanea destinato agli incontri con cittadini stranieri residenti a Milano, al trasporto per anziani o disabili, e altro ancora. Si tratta di sdoganare e istituzionalizzare su larga scala ci che nel piccolo succede gi: gran parte dei fogli da disegno nella classe di mia figlia alla scuola dellinfanzia, per esempio, sono gentilmente messi a disposizione da una banca, tramite un genitore. E non credo sia un caso isolato. I vantaggi per il Comune
(e quindi per noi cittadini) sono evidenti: facilitare e quindi incentivare la cosiddetta cittadinanza attiva; realizzare lidea di una citt sempre pi attenta alle esigenze dei suoi abitanti. Ci sono molte aziende che sicuramente sarebbero disposte a destinare parte del loro budget di marketing a iniziative del genere, con costi irrisori rispetto ai loro investimenti complessivi annui. I vantaggi per loro? Innanzitutto poter sfruttare la partnership nella comunicazione interna ed esterna, verso i consumatori, i media, gli azionisti e stakeholder in generale. Attenzione, non sto parlando di ritrovarsi la Kalashnikov (o la Beretta) come sponsor a un incontro sulla pace, come ha provocatoriamente ipotizzato unamica. E un lavoro che va pianificato nel dettaglio e non pu essere lasciato al caso. Occorre selezionare con criterio le aziende con cui collaborare, mettendo dei paletti molto rigidi nel momento della selezione, scegliendo dei partner istituzionali adatti al contesto e alla situazione: il servizio di baby parking in occasio-
ne degli incontri con le associazioni femminili potrebbe essere organizzato da Chicco o Pampers ma anche da Banca Intesa o Vodafone, realt attente ai temi legati al diversity management e alla leadership al femminile. Secondo me bisognerebbe provare. Piccole cose all'inizio, cos da aggiustare il tiro e correggere eventuali errori, ma varrebbe la pena farlo. Non so se si tratti esclusivamente di un problema organizzativo, oppure se fino ad ora lamministrazione comunale abbia avuto paura di sporcarsi. Ma siamo sicuri che fare entrate il privato nelle cosa pubblica abbia davvero solo unaccezione negativa? Di fronte allalternativa di non fare nulla, forse giunto il momento di provare a sperimentare questa commistione tra pubblico e privato cercando una collaborazione proficua e soddisfacente per entrambi (e a costo zero per il Comune, se posso aggiungere). Anche questo sarebbe un gesto sicuramente alla avanguardia. Se non a Milano, dove?
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sotto controllo il procedere dei lavori. Se il Comune dar avvio a un progetto del genere, lo far facendo tesoro dellesperienza di chi gi lo ha messo in atto con successo. E il caso della Francia (ma lo stesso vale per la Gran Bretagna, la Germania, e per molti altri paesi europei) dove il sistema dei Jardins Partags si affermato da tempo e riscuote unanimi consensi e grande partecipazione tra i cittadini. Lo statuto di cui il Comune di Parigi si dotato semplice e potr essere facilmente adottato anche da noi: il Comune ha l creato e mantiene una rete, la Main Verte, a cui fanno riferimento coloro che vogliono prendersi cura di uno spazio pubbli-
co verde. Dopo avere verificato che il progetto presentato dai richiedenti sia compatibile con i criteri adottati, viene firmata una convenzione tra Comune e associazione / scuola / comitato di cittadini, per la quale il primo si impegna a fornire il luogo prescelto di una recinzione e di un punto derogazione dellacqua, i secondi a rispettare alcune regole per un tempo prestabilito, fissato di volta in volta (apertura al pubblico, impegno per un certo periodo alla cura del verde, con leccezione dei lavori di potatura e di abbattimento di alberi, disponibilit a concedere lo spazio per conferenze, manifestazioni, corsi di giardinaggio, ecc.). Le aree, che potranno essere diverse tra loro per dimensione e per col-
locazione (aiuole, piccoli parchi interclusi tra le case, aree dismesse, zone allinterno di grandi giardini, centrali, periferiche), diverranno oggetto di progetti differenti: semplici aree verdi, orti urbani, luoghi dove apprendere buone pratiche di rispetto per lambiente, dove mettere in valore lesperienza degli anziani, promuovere leducazione dei bambini o il recupero di categorie deboli. Il Comune di Milano potr dunque ispirarsi con grande vantaggio al modello parigino, che appare non solo in sintonia con lo spirito di partecipazione che contraddistingue la nuova amministrazione, ma anche in linea con i temi dellExpo: gli orti urbani, lalimentazione naturale, i prodotti a Km 0.
DIALOGO SULLA DARSENA E SUI NAVIGLI FRA UN URBANISTA (B) E UN ARCHITETTO (A) Jacopo Gardella II parte
B Riprendiamo la nostra conversazione, interrotta la scorsa settimana. Oggi ti illustro il delicato impianto idrico che regolava il sistema dei cinque Navigli milanesi: di loro ti far un elenco completo pi avanti. Per i due Navigli principali esterni alla citt, Naviglio Grande e Naviglio della Martesana, e per la Cerchia interna, esiste un attentissimo studio e una pratica secolare, entrambi impegnati a controllare i movimenti di afflusso e di deflusso delle acque. Inizio a parlarti del padre di tutti i Navigli, il Naviglio Grande, che corre a ovest di Milano, alimentato dalle acque del Ticino. Il Naviglio Grande arriva in Darsena dopo un percorso di circa cinquanta chilometri. Lacqua, che scorre per pendenza naturale e senza bisogno di chiuse, arriva indisturbata fino alla periferia di Milano. Questo il motivo per cui essa non viene prelevata nel tratto di fiume vicino alla cittadina di Abbiategrasso, ma viene catturata molto pi a monte, dove la quota del fiume sufficientemente alta da superare il dislivello necessario ad arrivare fino in citt. Come vedi, gi nel Medioevo si aveva una conoscenza idro-geologica perfetta ed esattissima. Alla periferia di Milano lacqua non arrivava nella stessa Darsena che vediamo oggi, ma in un piccolo bacino, detto laghetto di San Eustorgio, sufficientemente largo da consentire lattracco dei barconi. Il laghetto di S. Eustorgio si trovava circa dove oggi si trovano i due caselli ai lati dellarco di Porta Ticinese, a pochi passi dalla chiesa gotica di S. Eustorgio. Dal laghetto lacqua si immetteva nella vicina roggia della Vettabbia, proveniente dalla Cerchia dei Navigli interni; oggi, coperta e non visibile, essa corre sotto le attuali via Vettabbia e via Calatafimi; e affiora di nuovo in superficie, alla periferia di Milano, a sud della attuale Centrale del Latte, per poi immettersi nelle acque del fiume Lambro, alla altezza di Melegnano. A Mi hai parlato del laghetto di S. Eustorgio, alimentato dal Naviglio Grande. Oggi del laghetto non vi pi traccia: fin quando lo si poteva vedere? B Fino alla costruzione della Darsena, completata nei primi anni del seicento, quando il laghetto venne inglobato nel nuovo pi ampio bacino. La Darsena, come in precedenza il laghetto di SantEustorgio, ha continuato a scaricare le sue acque nella Vettabbia fino allinizio dellottocento. A Perch dici fino allinizio dellottocento? B Perch a quella data, dopo secoli di vani tentativi, e precisamente nellanno 1819, viene finalmente inaugurato il Naviglio di Pavia. Da allora le acque della Darsena cessano di scaricarsi nella Vettabbia e cominciano a defluire lungo il Naviglio di Pavia, fino a raggiungere il Ticino a sud di questa citt. Si chiude cos puntualmente il ciclo della navigazione: le imbarcazioni partite dal Ticino alla altezza di Turbigo (non lontano dallaeroporto della Malpensa) rientrano nel Ticino presso la citt di Pavia. Cos, con la costruzione del Naviglio di Pavia si perfeziona e completa la circolarit dellintero sistema di canali artificiali. A Quindi fino a due secoli fa il Naviglio di Pavia non esisteva. B Rispetto al Naviglio Grande di Abbiategrasso il Naviglio di Pavia molto pi recente. Mentre il primo risale al Medioevo, e viene scavato durante la Signoria dei Visconti, al contrario il Naviglio di Pavia, pur essendo iniziato anchesso sotto la Signoria dei Visconti, viene realizzato solo a tratti e resta inconcluso per parecchi secoli, fino a quando, allinizio dellottocento, durante la dominazione austriaca, viene interamente aperto e inaugurato. Tra il Naviglio Grande e il Naviglio di Pavia corrono quasi cinquecento anni. A Avrei ancora una domanda da farti: come si risolvono i punti di intersezione tra un fiume naturale e un canale artificiale? Il canale o Naviglio della Martesana, arrivando a Milano da est, incrocia, alla periferia della citt, il fiume Lambro, che scende da Nord. B Nei punti di intersezione si verificano due possibili eventualit. Se le acque del canale corrono a una quota pi alta di quella del fiume, esse sovrappassano questultimo scorrendo in un acquedotto sospeso su pilastri. E il caso della Martesana che incrocia e scavalca il Lambro. Se le acque del canale si trovano alla stessa quota del fiume,
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esse passano sotto lalveo, infilandosi in un tubo sotterraneo, che si immerge presso una sponda ed emerge dallaltra. Questo il motivo per cui il canale viene definito intubato, oppure intombato; derivazione dalla parola tombon che significa un grande arco sotto cui passa lacqua. A Torniamo ai Navigli. Ci siamo chiariti le loro date di nascita; non abbiamo ancora parlato della Darsena: quando stata costruita? B Se guardi la sua insolita forma capisci quando stata costruita. A Mi sembra un indovinello troppo difficile. B Vedi quanto curiosa la forma, simile a quella di una grande banana. A Gi, ma questo che cosa significa. B Significa che la Darsena rispetta il tracciato degli antichi bastioni seicenteschi, ossia delle mura spagnole, costruite nella seconda met del cinquecento; e ne segue fedelmente langolo coincidente con il baluardo sud; da ci ha origine la strana forma a banana, altrimenti ingiustificata ed inspiegabile; dovuta al fatto che la Darsena, costruita allesterno e a ridosso delle mura, ne ripete fedelmente la curvatura e landamento poligonale. A Ho in mente una bella incisione di Antonio Dal Re; appartiene alla serie di vedute milanesi stampate verso la met del settecento; mostra in primo piano un cippo barocco, a sostegno di una lapide sormontata da due volute e da un timpano. Il cippo, chiamato Trofeo, avrebbe dovuto festeggiare il completamento del Naviglio di Pavia, cominciato qualche decennio prima sotto la dominazione spagnola. Il Naviglio, come sai, non mai stato portato a compimento degli Spagnoli; e per anni il Trofeo rimasto il simbolo di unopera interrotta. Nella stampa del Da Re, dietro al Trofeo, si vede lampia distesa del-
la Darsena; e si intuisce la grande estensione spaziale che la Darsena occupa nel panorama della citt. B Nessuno pu negare che la Darsena, con i monumenti che le sono cresciuti di fianco (Arco di Porta Ticinese) o che le preesistevano alle spalle (Chiesa di SantEustorgio), assume nel tessuto della citt una enorme importanza ambientale e monumentale. A Torniamo un momento indietro: vorrei fare una osservazione sul Trofeo e sul suo malinconico significato. Avrebbe dovuto festeggiare il trionfo del progettista spagnolo Fuentes, responsabile della costruzione del Naviglio di Pavia: ne sancisce invece lincapacit. B Del Naviglio di Pavia, ripreso pi volte e mai concluso dagli spagnoli, e invece ricominciato per unultima volta e portato finalmente a termine dagli austriaci, si pu dire che esso la metafora dei modi di governare, anzi di dominare, propri delluno e dellaltro popolo: inconcludente, frivolo, vanesio lo spagnolo; efficiente, impegnato, costruttivo laustriaco. Nel tratto di Naviglio di Pavia, iniziato dal Fuentes e mai da lui concluso, resta una sola opera dal nome significativo: la conca detta di Fallata, cio del fallimento. A Mi sembra che prima della ultimazione ottocentesca del Naviglio di Pavia, e del collegamento con Milano, vi fossero altre vie dacqua che mettevano in comunicazione le due citt. B Certo. Per lungo tempo, a partire dalla met del quattrocento, stato usato il Naviglio detto di Bereguardo; paese di inconfondibile nome longobardo, collocato lungo il Ticino, una ventina di chilometri a monte di Pavia. Il Naviglio era stato ideato gi durante la Signoria dei Visconti, ma non era mai stato costruito. Solo intorno allanno 1470, sotto la Signoria degli Sforza, e per volont di Francesco I, veniva ripreso e portato a termine. Il Naviglio
partiva da Bereguardo, arrivava ad Abbiategrasso e si immetteva nel Naviglio Grande, diretto a Milano, dopo aver attraversato la dolce e ampia campagna della bassa Lombardia. Ancora oggi il Naviglio e le sue conche sono visibili in mezzo ai prati. Il trasporto delle merci pesanti nel tratto di strada tra il fiume Ticino e linizio del Naviglio era molto difficoltoso. Occorreva scaricarle dai barconi ormeggiati sulla riva del fiume in localit Pissarello; trasportarle su carri tirati da buoi; caricarle sui barconi ormeggiati nel Naviglio. Loperazione richiedeva una inevitabile perdita di tempo. Essa infatti comportava la rottura dei carichi, ossia il cambio del mezzo di trasporto. La funzione del Naviglio di Bereguardo era duplice e di importanza vitale per le seguenti ragioni:a) Sostituiva lancora inutilizzabile, perch incompiuto, Naviglio di Pavia; e assicurava lunica comunicazione per via dacqua tra Pavia e Milano; b) Consentiva il trasporto del sale, merce allora preziosissima che veniva fatta arrivare dal porto di Genova. A Vorrei ora sapere qualcosa della ben pi vecchia Cerchia dei Navigli interni o Medioevali: e del loro uso come canale per il trasporto di merci. Ho in mente molte vedute pittoriche dei Navigli, e di grandi barconi che navigano nelle loro acque. B Anche i Navigli interni, non diversamente dai Navigli esterni, venivano usati per il trasporto di merci. Ne riparleremo la prossima volta. (continua) Jacopo Gardella ringrazia il Professore Gianni Beltrame per le dettagliate notizie storiche cortesemente fornite durante la stesura di questo articolo.
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tive annue. Un salario ombra che, a livello nazionale, grazie a 3.300.000 volontari operanti gratuitamente in ben 221.000 associazioni, portano aiuto e servizi a circa 20 milioni di persone, occupando 750.000 persone in forma retribuita e realizzando un valore di produzione del no profit quasi al 5% del PIL. Ci dimostra che il volontariato svolto da uomini e donne che prestano il loro servizio, l dove lo Stato non riesce ad arrivare, non fa notizia, ma un lavoro straordinario e silenzioso; non si tratta solo di un atto di generosit individuale, bens di un forte valore sociale ed economico. Investire nel volontariato rende molto! I volontari sono una delle componenti principali di ogni associazione del no profit; un esempio pratico la
mia esperienza presso la Mensa dei Poveri di via Ponzio 75, in zona Piola/Lambrate, gestita dalle Suore Missionarie Francescane di Maria, che quotidianamente distribuisce 550 pasti ai poveri, italiani e non. Nel 2010 sono stati erogati pasti per un totale di 125.841. Ebbene grazie alla collaborazione di 216 volontari che operano a turni nel servizio mensa e allaiuto del Banco Alimentare, riusciamo a contenere a 3 euro il costo di ogni pasto. Tale costo dato dagli stipendi di sei cuoche, le spese di acqua, gas, elettricit, riscaldamento, manutenzione delle strutture, ecc... E ancora tramite i volontari sempre nel 2010 sono state rese disponibili 1.592 docce, 983 prestazioni del guardaroba, 2.253 ore alla scuola di Italiano e altri interventi presso il Centro di Ascolto.
I benefattori sono laltra componente essenziale per le opere sociali. Non appaiono, non fanno notizia, ma sono preziosi ed essenziali per realizzare la mission delle associazioni no profit. La mission della Mensa dei poveri consiste nellaccoglienza dello straniero e dei poveri italiani (ormai al 23,5%) che ogni giorno si presentano alla porta offrendo loro un pasto caldo (primo, secondo con contorno, frutta.), curando la loro igiene personale, consegnando indumenti dignitosi, donando un supporto presso il Centro di Ascolto e una possibilit di integrazione imparando lItaliano PS. Per ulteriori informazioni consultare il sito www.centromariadellapassione.org
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finanziaria hanno fatto crescere il rischio della loro attivit prendendosi il vantaggio economico negli anni buoni e trasferendolo allesterno nei momenti difficili. Si parla spesso delle esperienze di alcune Banche Etiche. Ve ne sono in tutti i paesi. La principale banca etica europea Triodos ed anche in Italia vi Banca Eitica. Sono esperienze interessanti ma assai piccole e tali banche riescono a servire solo alcune nicchie di mercato. Sono tentativi apprezzabili, ma che non
hanno nessun reale impatto macroeconomico. Ci di cui abbiamo bisogno sono banche grandi, normali e che accettino di ritornare allattivit principale per cui sono nate (il credito alleconomia reale) offrendo ai loro azionisti un ritorno finanziario adeguato a tale attivit. Una maggior regolamentazione e una riduzione del processo di innovazione finanziaria non crea alcun danno, almeno nel breve, e anzi pu aiutare a ridurre una pericoloso complessit e volatilit dei mercati.
Le operazioni pi rischiose e i prodotti finanziari pi complessi e il trading diretto sui mercati devono essere riservati a istituzioni diverse, di cui sia chiaro il rischio, che non raccolgano il risparmio dei privati, che operino a leva pi ridotta e che non debbano essere salvate in caso di fallimento. Non vi sono quindi scorciatoie o alternative a una sostanziale riforma del mercato finanziario assumendosi il coraggio di non farsi mettere in scacco dalle istituzioni finanziarie stesse.
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to della qualit della vita, si sempre pi aperta la forbice tra abitanti ricchi e quelli pi poveri, il costo della case andato alle stelle. Si potuto constatare in sintesi che esistono due urbanistiche: una legata a poteri consolidati, secondo logiche parziali e separate, che hanno costruito la citt rendendola oppri-
mente e che vogliono disegnarne un futuro appariscente aumentando ancor pi i problemi di sostenibilit e l'altra che vorrebbe ridisegnare una citt pi umana e secondo una logica dinsieme. Questa seconda alternativa sia nelle idee sia nelle forze che la reggono. Le sue radici stanno nei comitati, nelle comunit,
nei consorzi, nei sindacati, nelle associazioni democratiche della societ civile, tuttavia poco incide sulle decisioni generali che spesso richiedono scelte coraggiose e orientate e livelli di pianificazione territoriale molto pi grandi.
RUBRICHE MUSICA questa rubrica curata da Palo Viola rubriche@arcipelagomilano.org Crisi economica o culturale?
Mi sembra doveroso questa settimana cedere la parola a un gruppo di ventisette pianisti che erano stati ingaggiati - e si erano faticosamente impegnati - per una straordinaria impresa musicale, improvvisamente cancellata dalle difficolt economiche che stanno attanagliando la produzione culturale, e in particolare quella musicale. Ricordate le profetiche parole pronunciate da Barenboim e da Muti, non molto tempo fa, dai palcoscenici della Scala di Milano e dellOpera di Roma? Della Maratona Liszt, come ricorderete, abbiamo parlato la settimana scorsa ed a seguito di quellaccenno che ci pervenuto il documento che ora vi proponiamo: tal quale, senza bisogno di ulteriori commenti. CANCELLAZIONE MARATONE LISZT Societ Liszt Accademia Nazionale di Santa Cecilia (2010-2011) stato da noi accarezzato il sogno di celebrare Franz Liszt, tra i compositori pi cari a tutti i pianisti. Il progetto delle Maratone Liszt 20102011, ideato dalla Societ Liszt ed in seguito abbracciato dallAccademia Nazionale di Santa Cecilia, stato tra i tentativi in assoluto pi ambiziosi di celebrare il bicentenario della nascita del musicista di origini ungheresi: sette giornate di circa dieci ore ciascuna, durante le quali sarebbe stata eseguita lintera produzione originale per pianoforte solo. A realizzarla, noi pianisti italiani, circa settanta, tutti invitati dalla Societ Liszt, e pronti a dare il nostro contributo nella grande festa culminante proprio nella ricorrenza della nascita. Il significato originario delle Maratone rimasto sempre quello di offrire allintero mondo musicale una sorta di fotografia dellarte pianistica attuale nel nostro Paese e nel contempo, idealmente, lomaggio di unintera nazione ad un artista che aveva trovato proprio nella cultura italiana una delle maggiori fonti dispirazione artistica e spirituale. Nel 2009 nato quindi il partenariato tra la Societ Liszt e lAccademia Nazionale di Santa Cecilia per la realizzazione di questi intenti. Siamo venuti a conoscenza che la Societ Liszt avrebbe curato lorganizzazione artistica nella sua interezza e avrebbe reperito i fondi necessari per corrispondere gli onorari, peraltro adeguatamente contenuti, a tutti noi pianisti, mentre lAccademia avrebbe accolto il progetto nella sua programmazione e quindi messo a disposizione gli spazi e la regolare logistica presso il Parco della Musica di Roma. A questo progetto ha aderito un altro partner di estrema importanza, Yamaha Italia, che ha concesso gratuitamente tre pianoforti grancoda tra i quali ciascuno di noi avrebbe scelto quello pi confacente alle proprie idee musicali. E le Maratone cominciano, in virt del sostegno di due sponsor rinvenuti dalla Societ Liszt, Wind e Lottomatica, il 16 maggio 2010. Dopo la realizzazione, non priva di espliciti consensi da parte del pubblico, di tre delle sette giornate pre-
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www.arcipelagomilano.org viste, alla vigilia della quarta nel febbraio del 2011 lAccademia ha declinato la volont di proseguire il progetto. La Presidenza dellAccademia ha comunicato formalmente alla Societ Liszt e a noi pianisti coinvolti limminente impossibilit della prosecuzione, adducendo la motivazione di cospicui disavanzi nel bilancio accademico, sebbene gli aspetti economici relativi al pagamento di tutti i nostri onorari fossero stati preventivamente concordati, ponderati e coperti attraverso i due sponsor. LAccademia ha invocato la coeva minaccia dei tagli al FUS; di l a breve il FUS stato ripristinato, ma lAccademia non ha mai pi riconsiderato la prosecuzione delloperazione Liszt. La pubblicizzazione intorno allevento da parte dellAccademia, peraltro alquanto trascurata per quanto concerne le prime giornate, stata di fatto bruscamente interrotta, le Maratone sono sparite improvvisamente dal sito dellAccademia e da tutto il materiale informativo, senza alcuna spiegazione o comunicato ufficiale. Come se esse non fossero mai esistite! Ci ha gettato noi pianisti in uno stato di profondo sconforto e amarezza; abbiamo creduto di riservare tutto limpegno necessario intorno al repertorio da eseguire, nella convinzione di gratificare e ricambiare Liszt, la nostra cultura nazionale e inducendo presso il pubblico una sorta di rimeditazione dellopera musicale lisztiana, cos spesso assoggettata a corrivi stereotipi. Da quanto finora esposto abbiamo dunque la sensazione che tale fallimento nella gestione di un avvenimento di cos straordinaria importanza non sia stato dovuto soltanto a insormontabili difficolt economiche. Riteniamo che vi siano stati ben altri disegni o considerazioni a noi sconosciute che hanno provocato un cos clamoroso vulnus alla memoria di Franz Liszt nellanno della sua celebrazione, a noi pianisti ormai da lungo tempo coinvolti in un impegno stimato tra quelli di maggior rilievo e infine alla stessa storia dellistituzione, dato il legame diretto intercorso tra lAccademia di Santa Cecilia e Franz Liszt a partire dal 1862. Mentre numerose istituzioni di Europa hanno fatto tutto quanto era nelle proprie possibilit per celebrare e condividere la ricorrenza lisztiana, a noi ci non stato concesso in virt dellostacolo inspiegabilmente frapposto, ritrovandoci soltanto ad accarezzare un sogno. Massimo Giuseppe Bianchi, Marzia Bisogni, Daniele Buccio, Stefania Cafaro, Andrea Carcano, Giancarlo Cardini, Costantino Catena, Marco Clavor Braulin, Claudio Curti Gialdino, Massimiliano Damerini, Giacomo Fuga, Massimiliano Gnot, Carlo Grante, Luca Mennella, Maria Mosca, Federico Nicoletta, Andrea Padova, Maura Pansini, Roberto Plano, Enrica Ruggiero, Matteo Santolamazza, Fabrizio Soprano, Giampaolo Stuani, Caterina Toso, Marzia Tramma, Paolo Vergari, Riccardo Zadra. Musica per una settimana *gioved 24 e sabato 26 al teatro Dal Verme lOrchestra dei Pomeriggi Musicali diretta da Matthieu Mantanus eseguir il Concerto per pianoforte e orchestra opera 54 di Robert Schumann (solista Serena Costa) e la Sinfonia n.1 opera 11 di Felix Mendelssohn Bartholdy *gioved 24, venerd 25 e domenica 27 allAuditorium Oleg Caetani diriger lOrchestra Verdi in un programma di musiche russe: lOuverture di Russlan e Ludmilla di Glinka, due arie dal Principe Igor di Borodin e il Manfred opera 58 di aikowskij *luned 28, al Conservatorio per le Serate Musicali, la pianista cubana Juana Zayas in un programma omnibus, di quelli che proprio non ci piacciono: inizia da un Corale bachiano e termina con Villa dEste di Liszt (che in questo momento va per la maggiore, lo suonano tutti) passando attraverso 10 sonate di Scarlatti, una di Clementi e tre pezzi di Chopin (Tarantella, Souvenir di Paganini e Barcarola) *marted 29, sempre al Conservatorio Andras Schiff - che di quella grande sala diventato lindiscusso principe - eseguir per la Societ del Quartetto una fantasia di Variazioni scelte fra Mozart (K. 500), Haydn (Hob. 17.6), Schumann (WoO 24) e Beethoven (le celeberrime su valzer di Diabelli, opera 120) *Alla Scala tutto ormai ruota intorno alla prima di mercoled 7 dicembre dedicata al Don Giovanni diretto dal nuovo direttore artistico Daniel Barenboim con la regia di Robert Carsen e le scene di Michael Levin. Nelle prime tre recite (il 7, il 10 e il 13) il protagonista sar Peter Mattei, le sue vittime Anna Netrebko (Anna) Barbara Frittoli (Elvira) e Anna Prohaska (Zerlina) mentre Leporello sar interpretato da Bryn Terfel, il Commendatore da Kwangchul Youn e Masetto da tefan Kocn; con la successiva replica del 16 dicembre cominceranno ad alternarsi altri cantanti. Rester in scena fino al 14 gennaio per un totale di 11 recite. Da segnalare il Prima della prima luned 28 nel ridotto dei palchi, e lanteprima - dedicata ai giovani under 30 - domenica 4 dicembre, entrambe alle ore 18; la sera della prima lo spettacolo (sempre alle ore 18) sar visibile in una molteplicit di luoghi, in citt e sembra anche in casa propria su alcuni programmi televisivi.
ARTE questa rubrica a cura di Virginia Colombo rubriche@arcipelagomilano.org Brera incontra il Puskin. Capolavori dal museo russo
Sono capolavori di inestimabile valore e importanza le diciassette opere provenienti dal museo Puskin di Mosca ed esposte, fino al 5 febbraio, nelle sale XV e XII della Pinacoteca di Brera. Lesposizione, promossa dal Ministero per i Beni e le Attivit Culturali italiano, dal Ministero della Cultura e dei Media della Federazione Russa e dal Museo Pukin, nata in occasione dellAnno della Cultura Italia-Russia, e ha permesso, oltre allesposizione di Brera, anche lorganizzazione di una mostra sul Caravaggio che lo Stato Italiano presenter al Pukin a partire dal 22 novembre. Mostre da record, per nomi e assicurazioni: il valore assicurativo dei dipinti va ben oltre il miliardo di dollari. Tutte le opere in mostra provengono dalle collezioni di Sergei ukin e Ivan Morozov, i due collezionisti russi che agli albori del Novecento diventarono, con la loro passione per larte, testimoni degli artisti, dei movimenti e dei fermenti artistici
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www.arcipelagomilano.org che caratterizzarono lEuropa tra Otto e Novecento. Un periodo doro ineguagliabile, che permise ai due colti e brillanti collezionisti di visitare gli atelier dei pittori, di scegliere e commissionare ad hoc dipinti per i loro palazzi. Collezioni di inestimabile valore che furono fatte affluire nel museo Puskin al momento della sua creazione. Grandi mercanti e viaggiatori, ukin e Morozov, in anni diversi, divennero i migliori clienti delle pi importanti gallerie di Parigi, come Druet, Durand-Ruel, Kahnweiler e Vollard, uomini che decretarono la fortuna di artisti come Monet e Cezanne, e che divennero amici e confidenti degli artisti stessi e dei loro collezionisti. Una scelta tutta personale quella dei due gentiluomini russi, che non seguirono le mode ma anzi le anticiparono, comprando e sostenendo artisti al tempo ben poco famosi. Come spesso accade, i collezionisti si legarono in particolar modo ad alcuni artisti, creando un rapporto unico e speciale che permise la nascita di capolavori assoluti, quali i famosissimi Pesci rossi di Matisse, dipinto nel 1911 per ukin, che divent il patron dellartista. Con ben trentasette dipinti acquistati, ukin dedic il salone centrale della propria abitazione alle opere di Matisse, che dispose personalmente i dipinti per lamico mecenate. Ma ukin non si occup solo di Matisse. Un altro dei suoi artisti favoriti fu Picasso, del quale divenne, dopo una prima fase di incertezza, un grande sostenitore, comprando pi di cinquanta tele. Anche Ivan Morozov fu un grande collezionista, ammiratore di Cezanne e cliente affezionato di Ambrosie Vollard, mercante gallerista - soggetto spesso ritratto dallo stesso Cezanne. Di propriet Morozov fu anche lo splendido Boulevard des Capucinnes di Monet, che segn la svolta di Morozov come collezionista, e che da quel momento in poi ag tanto in grande da superare talvolta lo stesso ukin. In quindici anni riusc a raccogliere oltre duecento opere attraverso le quali possibile leggere levoluzione della pittura francese moderna. Tanti gli artisti e le opere presenti in mostra. Pregevole La ronda dei carcerati (1890) di Vincent Van Gogh, come anche Eiaha Ohipa (Tahitiani in una stanza. Non lavorare!), 1896, di Gauguin, dal gusto esotico e misterioso; le sempre grandiose Ninfee bianche di Monet, Le riva della Marna. (Il ponte sulla Marna a Creteil) di Cezanne, e la Radura nel bosco a Fontainebleau di Sisley. Ma il percorso non si esaurisce qui, proseguendo anzi in una panoramica esaustiva dellevoluzione dellarte di inizio Novecento. Oltre ai gi citati Pesci Rossi di Matisse, da segnalare sicuramente sono il Ritratto di Ambroise Vollard (1910) di Picasso; la Veduta del ponte di Svres, 1908, di Henri Rousseau detto il Doganiere e La vecchia citt di Cagnes (Il castello), 1910, di Derain. Unoccasione unica per vedere grandi capolavori da uno dei principali musei russi, nella cornice dei grandiosi capolavori dellarte del passato conservati a Brera.
Brera incontra il Pukin. Collezionismo russo tra Renoir e Matisse - Biglietto solo Pinacoteca: 6,00 Intero, 3,00 Ridotto - Biglietto Pinacoteca + Mostra: 12,00 Intero, 9,00 Ridotto - Orario di apertura: h 8.30-19.15 dal marted alla domenica
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www.arcipelagomilano.org Il secondo giorno invece da dedicare allArsenale. Un percorso lungo e, in questo periodo con temperature quasi proibitive, ma che, anche in questo caso, regala qualcosa di interessante. Menzione donore, oltre che Leone doro, a Christian Marclay, per il suo The clock, un film di 24 ore che mixa spezzoni di film in cui compaiono orologi, documentando lo scorrere del tempo quasi minuto per minuto. Interessante anche (ci che rimane) del lavoro di Urs Fischer, con il suo Ratto delle Sabine, scultura in cera, osservata da un uomo, altra scultura in cera. Opere che hanno iniziato a bruciare allinaugurazione e che continuano lentamente ancora oggi, in un marasma di pezzi di scultura, braccia, dettagli e tanta, tanta cera sciolta a terra. Menzione anche a James Turrel. Per visitare la stanza, uno spazio avvolgente, bianco e illuminato solo dai famosi neon colorati dellartista, c da affrontare per spesso una lunga coda. Ne vale la pena? Forse, ma opere di Turrel altrettanto affascinanti si possono trovare anche in alcuni musei italiani (esempio Villa Panza a Varese). Un altro parapadiglione quello di Franz West, Leone doro alla carriera, che riproduce la sua casa di Vienna allinterno dellArsenale, con immagini e un video un tantino shock; cos come laltro parapadiglione, allinizio del percorso, quello di Song Dong, straordinaria riproduzione e accumulazione di vecchi armadi, recuperati dalle strade di Pechino. Sul Padiglione Italia di Sgarbi invece si detto molto, tanto, forse troppo. Inutile aggiungere altro, se non ribadire che, in effetti, limpressione generale quello di un eccessivo affastellamento, abbondanza e sovrabbondanza. Forse dei lavori meritevoli ci sono davvero. Se ci fossero per, sarebbe difficile riconoscerli in quel groviglio di opere, colori, rastrelliere, casse di legno, video e suoni, che non aiutano a valorizzare le singole opere e i singoli artisti. Molto non sempre vuol dire qualit, anche se quasi trecento intellettuali hanno contribuito alla scelta degli artisti presenti. Forse non sar la migliore Biennale di sempre, ma due giorni a Venezia si possono ben passare a passeggiare tra Giardini e padiglioni, tra sculture e artisti ancora da scoprire.
"La Biennale d'Arte. 54 Esposizione internazionale d'Arte", fino 27 novembre 2011, Giardini, Arsenale, Venezia. Orario: 10-18, chiuso luned, escluso luned 21 novembre. Costi: intero 20, ridotto 16, studenti / under 26 12.
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www.arcipelagomilano.org spitanti, 250 le opere esposte, 15 mila i metri quadrati, tra architetture museali e contesti urbani, usati per contenere ed esporre le spesso monumentali opere darte. Loperazione ha delleccezionale, mettendo insieme direttori, esperti, studiosi e musei, che si sono trovati daccordo nel creare e ospitare una rassegna che testimoni la storia del movimento nato nel 1967 grazie agli artisti Alighiero Boetti, Mario e Marisa Merz, Giuseppe Penone, Michelangelo Pistoletto, Jannis Kounellis, Giulio Paolini e tanti altri. Un movimento che deve la sua definizione proprio al curatore e al creatore di questa impresa, Germano Celant, che us il termine per la prima volta in occasione di una mostra genovese di quel anno, volendo definire una tendenza molto libera, in cui gli artisti lasciavano esprimere i materiali e le materie (acqua, fuoco, tele, pietre ecc.), non controllati esteticamente o plasticamente, ma anzi usati per esprimere energie e mutamenti interni ad essi. Cos ecco lanciata la sfida, raccontare la storia di questo movimento, prontamente raccolta da alcune delle istituzioni museali pi importanti dItalia: Triennale Milano e il Castelli di Rivoli Museo dArte Contemporanea, veri promotori, la Galleria Nazionale dArte Moderna di Roma, la GAMeC di Bergamo, il MADRE di Napoli, il MAMbo di Bologna, il MAXXI di Roma e il Teatro Margherita di Bari. Ogni sede ospita un pezzo di storia del movimento, che in una visione dinsieme, permetteranno al visitatore-pellegrino di ricomporre e afferrare ogni aspetto dellarte dagli anni 60 ad oggi. In particolare presso la Triennale, sede cardine dellevento, si potr avere una bella visione dinsieme grazie ad Arte Povera 2011, rassegna antologica sul movimento, che in uno spazio di circa 3000 metri quadrati, raccoglie oltre 60 opere, per testimoniare levoluzione del percorso artistico fino al 2011, grazie alla collaborazione di musei, artisti, archivi privati e fondazioni. La prima parte si sviluppa al piano terra, ed dedicata alle opere storiche degli artisti, realizzate tra 1967 e 1975, e che ne segnano in qualche modo il loro esordio nel mondo dellarte: i cumuli di pietra e tele di Kounellis; gli intrecci al neon di Mario Mez; gli immancabili specchi di Pistoletto; i fragili fili di nylon e le foglie secche nelle opere di Marisa Merz; le scritte in piombo e ghiaccio di Pier Paolo Calzolari; e tanti altri. Al secondo piano, nei grandi spazi aperti, in un percorso fluido e spazioso, sono documentate le opere realizzate dagli artisti tra 1975 e 2011, in un continuo e contemporaneo dialogo tra loro. Nei 150 anni dellUnit dItalia, una grande operazione museale ed espositiva che riunisce artisti, musei e grandi nomi, in unoperazione nazionale che rende giustizia, e ne tira idealmente le somme, di un movimento, italianissimo, e tuttora vivente.
Mario Merz Le case girano intorno a noi o noi giriamo intorno alle case?, 1994
Arte Povera 1967 2011-fino al 29 gennaio - Triennale di Milano - Ingresso 8,00/6,50/5,50 - Orari:marted-domenica 10.30-20.30, gioved e venerd 10.30-23.00 Le altre sedi: *24 settembre 26 dicembre 2011, MAMbo Museo dArte Moderna di Bologna, Bologna Arte Povera 1968 *7 ottobre 2011 8 gennaio 2012, MAXXI Museo nazionale delle arti del XXI secolo, Roma Omaggio allArte Povera *9 ottobre 2011 19 febbraio 2012 Castello di Rivoli Museo dArte Contemporanea, Rivoli Arte Povera International *25 ottobre 2011 29 gennaio 2012, Triennale di Milano, Milano Arte Povera 1967-2011 *novembre 2011 - aprile 2012, GAMeC Galleria dArte Moderna e Contemporanea di Bergamo Arte Povera in citt *11 novembre 2011 - aprile 2012, MADRE - Museo dArte contemporanea Donnaregina, Napoli Arte Povera pi Azioni Povere 1968 *7 dicembre 2011 4 marzo 2012, Galleria nazionale darte moderna, Roma Arte Povera alla GNAM *15 dicembre 2011 11 marzo 2012, Teatro Margherita, Bari Arte Povera in teatro
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www.arcipelagomilano.org importante come il Museo dOrsay, e che ha nel suo comitato scientifico proprio il direttore del museo e il pronipote dellartista, Philippe Cezanne. Con un allestimento semplice ma accattivante, merito anche dei grandi spazi, il visitatore potr scoprire i primi e poco noti lavori del maestro francese, le opere murali realizzate per la casa paterna e i primi dipinti e disegni ispirati agli artisti amati, come Roubens, Delacroix e Courbet. Dal 1870 Cezanne trascorrer sempre pi tempo tra Parigi, in compagnia dellamico di scuola Emile Zola, e la Provenza. Nascono quindi inediti soggetti narrativi, usando lo stile en plein air suggeritogli da Pissarro. Si schiariscono i colori e le forme sono pi morbide: ecco le Bagnanti, ritratte davanti allamata montagnafeticcio Sainte Victorie. Stabilitosi quasi definitivamente in Provenza, eccolo licenziare alcuni dei suoi paesaggi pi straordinari, con pini, boschi e angoli nascosti, tra cui spiccano quelli riguardanti le cave di marmo di Bibemus, luogo amato e allo stesso tempo temuto da Cezanne, che vedeva nella natura il soggetto supremo, il principio dellordine, ma che al tempo stesso poteva essere anche nemica e minaccia. Capolavori della sua arte sono anche i ritratti, dipinti in maniera particolare e insolita. Sono ritratti di amici e paesani, di gente comune che Cezanne fissa su tela senza giudicare n esprimere pareri, figure immobili ed eterne, come le sue nature morte. E sono proprio queste le composizioni pi mature, tra cui spicca per bellezza Il tavolo di cucina - Natura morta con cesta, (1888-1890), dalle prospettive e dai piani impossibili, con una visione lontanissima dalla realt e dal realismo imitativo, con oggetti ispirati s da oggetti reali, tra cui le famosissime mele, ma reinventati in chiave personale. Una mostra dunque densa di spunti per comprendere lopera del pittore di Aix, complementare alla mostra del Muse du Luxembourg di Parigi, intitolata Cezanne et Paris, che indagher invece gli anni parigini e approfondir il rapporto tra Cezanne, gli Impressionisti e i post Impressionisti.
Czanne e les atliers du midi. Fino al 26 febbraio, Palazzo Reale. Orari: 9.30-19.30; lun. 14.30-19.30; gio. sab. 9.30-22.30. Costi: intero euro 9, ridotto euro 7,50.
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www.arcipelagomilano.org tesoro; il Libro dOre Borromeo, famiglia legata a doppio filo a quella dei duchi di Milano; e il Canzoniere per Beatrice dEste, opera del poeta Gasparo Visconti, con legatura smaltata che ripropone fiammelle ardenti e un groppo amoroso, il nodo che tiene uniti i due amanti, raffigurazione illustrata di un sonetto del canzoniere. Anche Leonardo gioca la sua parte, indirettamente, in questa mostra. Il maestro si occup infatti anche di smalti, perle, borsette e cinture, che alcuni suoi allievi seguirono nelle indicazioni, come ci mostrano lanconetta con la Vergine delle rocce del museo Correr o la Pace proveniente da Lodi. Insomma un panorama vario e ricco che mostra tutto il lusso e la raffinatezza di una delle corti pi potenti dEuropa. Oro dai Visconti agli Sforza. Fino al 29 gennaio - Museo Diocesano. Corso di Porta Ticinese 95. Orari: tutti i giorni ore 10-18, chiuso luned. Costo: 8 intero, 5 ridotto, marted 4 .
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presentate in Italia per la prima volta. Opere di grande impatto s, ma dal significato non subito comprensibile. Kapoor un artista che si muove attraverso lo spazio e la materia, in una continua sperimentazione e compenetrazione tra i due, interagendo con lambiente circostante per cercare di generare sensazioni, spaesamenti percettivi, che porteranno a ognuno, diversi, magari insospettabili significati, come spiega lartista stesso. Ecco perch non tutto lineare, come si pu capire guardando le sculture in acciaio C-Curve (2007), Non Object (Door) 2008, Non Object (Plane) del 2010, ed altre che provocano nello spettatore una percezione alterata dello spazio. Figure capovolte, deformate, modificate a seconda della prospettiva da cui si guarda, un forte senso di straniamento che porta quasi a perdere l'equilibrio. Queste solo alcune delle sensazioni che lo spettatore, a seconda dellet e della sensibilit, potrebbe provare da-
vanti a questi enormi specchi metallici. Ma non c solo il metallo tra i materiali di Kapoor. Al centro della Rotonda troneggia lenorme My Red Homeland, 2003, monumentale installazione formata da cera rossa (il famoso rosso Kapoor), disposta in un immenso contenitore circolare e composta da un braccio metallico connesso a un motore idraulico che gira sopra un asse centrale, spingendo e schiacciando la cera, in un lentissimo e silenzioso scambio tra creazione e distruzione. Unopera, come spiegano i curatori, che non potrebbe esistere senza la presenza indissolubile della cera e del braccio metallico, in una sorta di positivo e negativo (il braccio che buca la cera), e di cui la mente dello spettatore comunque in grado di ricostruirne la totalit originaria. Il lavoro di Kapoor parte sempre da una spiritualit tutta indiana che si caratterizza per una tensione mistica verso la leggerezza e il vuoto, verso limmaterialit, intesi come
luoghi primari della creazione. Ecco perch gli altri due interessanti appuntamenti hanno sempre a che fare con queste tematiche: Dirty Corner, presso la Fabbrica del Vapore, un immenso tunnel in acciaio di 60 metri e alto 8, allinterno dei quali i visitatori potranno entrare, e Ascension, esposta nella Basilica di San Giorgio Maggiore a Venezia, in occasione della 54 Biennale di Venezia. Opera gi proposta in Brasile e a Pechino ma che per loccasione prende nuovo significato. Uninstallazione site-specific che materializza una colonna di fumo da una base circolare posta in corrispondenza dellincrocio fra transetto e navata della maestosa Basilica e che sale fino alla cupola. Anish Kapoor - Fabbrica del Vapore, via Procaccini 4 fino all12 gennaio 2012 Orari: lun 14.30 19.30. Mar-dom 9.30-19.30. Giov e sab 9.30-22.30. Costi: 6 per ciascuna sede, 10 per entrambe le sedi.
Scialla!
di Francesco Bruni con Fabrizio Bentivoglio, Barbara Bobulova, Vinicio Marchioni, Filippo Scicchitano
Un gatto sul termosifone. Questa la metafora con cui Tina (Barbara Bobulova), pornostar in pensione, definisce Bruno, (Fabrizio Bentivoglio) suo atipico biografo. Come darle torto. La negligenza e la sciatteria del trasandato professore lo hanno costretto a rinunciare a ogni tipo di aspirazione. L'insegnamento scolastico stato soppiantato da lezioni private, utili per pulire la casa mentre ragazzini svogliati scrivono sotto dettatura. Gli ambiziosi progetti di racconti e romanzi sono stati accantonati, sostituiti da biografie tanto redditizie quanto umilianti per la sua cultura. Fabrizio Bentivoglio esprime perfettamente la pigrizia e la misantropia di un personaggio che vive come anestetizzato in un mondo fatto di abitudini e di un disinteresse palese nei confronti della vita. D ripetizioni anche a Luca (Filippo Scicchitano), il figlio che non sa di avere. Il ragazzo ha solo quindici anni ma sfrontato e ha gi un menefreghismo verso tutto ci che lo circonda che pari solo a quello del padre, mai conosciuto. La partenza della madre per il Mali costringe i due a una complicata e divertente convivenza. Bruno, in questa inattesa veste paterna, ci svela con leggerezza tutte le difficolt e gli oneri dellessere genitore. La sua presa di responsabilit, di fronte all'imminente bocciatura del figlio, merce rara nel nostro paese. Questa sfida impossibile d una scossa al suo animo intorpidito. comico ma ammirevole il suo tentativo di ricucire quel distacco generazionale che spesso crea fratture irreparabili all'interno delle famiglie.
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Scialla! il film d'esordio di Francesco Bruni, storico sceneggiatore di Paolo Virz. Nasce da una sceneggiatura brillante, ricca di dialoghi frizzanti e mai banali che non cerca la scorciatoia della volgarit o del paradosso per strappare una risata.
Scialla, espressione del gergo romanesco che significa stai sereno, divertiti, non solo il titolo della pellicola ma anche tutto ci che i suoi novanta minuti vogliono trasmetterci.
Marco Santarpia In sala a Milano: Anteo, Colosseo, The Space Cinema Odeon, Plinius, UCI Cinemas Bicocca, Ducale Multisala
TEATRO questa rubrica a cura di Emanuele Aldrovandi rubriche@arcipelagomilano.org Prima della pensione
di Thomas Bernhard - traduzione Roberto Menin regia e scene Renzo Martinelli con Michelangelo Dalisi, Irene Valota, Frederica Fracassi e Francesca Garolla.
Tre attori sono chiusi fra quattro pareti di plexiglass e non escono mai fino ai saluti finali. Sono mosche in una gabbia dalla quale non vogliono uscire, almeno finch il mondo non sar tornato in ordine. Un exufficiale nazista e le sue sorelle aspettano che in Germania torni il Reich e, festeggiando come ogni anno il compleanno di Himmler, consumano il dramma o la commedia di rapporti personali consolidati nella loro conflittualit. Lincestuosit disseminata su tutti e tre i lati del triangolo; fra la sorella maggiore e il fratello che vanno a letto insieme, fra la sorella minore (che ha perso luso delle gambe durante la guerra) e il fratello, che trovano nellodio reciproco momenti dintimit; e fra le due sorelle che si provocano e sinsultano come due attrici consumate che si danno la battuta. Il pubblico voyeur, ma non di primo livello, bens di secondo, perch, oltre alle pareti di plexiglass, c unaltra membrana a separarlo dallazione scenica: una tenda che viene continuamente tirata, spostata, aperta e poi richiusa da Olga, la testimone sordomuta che lancia sguardi inquietanti (accusatori?) verso gli spettatori. Renzo Martinelli sceglie di far recitare gli attori, fra i quali spicca Federica Fracassi (Premio della critica e Premio Duse 2011), in modo non realistico, quasi espressionista, volutamente falso. La scelta paga dal punto di vista concettuale, perch sottolinea la distanza fra i personaggi e la loro stessa immagine e il tentativo di un Occidente, reduce ma mai completamente distanziato dallesperienza nazista, di artificializzare e distanziare da s il dolore per una crudelt umana altrimenti insopportabile. Il rischio che forse in certi punti, vista la durata dello spettacolo e la verbosit di Bernhard, ci possa essere qualche calo dattenzione che comunque non pregiudica il forte impatto e la godibilit della messa in scena. La cosa che resta pi impressa come si possa essere allo stesso tempo vicini, cio a pochi metri di distanza, e lontani, separati, chiusi in un acquario di plexiglass che ricorda le sculture in formaldeide di Damien Hirst, dal quale le voci escono amplificate, distorte, nostre ma allo stesso tempo di qualcun altro, inquietanti. Teatro I, dal 9 al 27 novembre
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In scena Al Teatro Out-Off, fino al 22 dicembre Quel che volete (La dodicesima notte), con la regia di Lorenzo Loris. Al Teatro Grassi dal 22 al 27 novembre Scene da un matrimonio di Ingmar Bergman, con la regia di Alessandro DAlatri. Al Teatro Strehler fino al 27 novembre Itis Galielo di Marco Paolini. Al CRT Salone dal 22 novembre all11 dicembre Educazione fisica, di
Elena Stancanelli, regia di Sabino Civilleri e Manuela Lo Sicco. Al Teatro Carcano dal 23 novembre al 4 dicembre Trappola per topi di Agatha Christie, regia di Stefano Messina. Al Teatro Manzoni fino al 27 novembre Stanno suonando la nostra canzone, di Neil Simon con Gianpiero Ingrassia e Simona Samarelli. AllElfo Puccini debutta Freddo, di Lars Noren, con la regia di Marco Plini e continuano, fino al 27 no-
vembre, Senza confini, di e con Moni Ovadia e, sempre fino al 27 novembre, Boxe a Milano di e con Luigi De Crescenzo. Fino al 27 novembre al Teatro Litta Non si sa come di Luigi Pirandello, regia di Pasquale Marrazzo. Fino al 27 novembre al Teatro Franco Parenti Roman e il suo cucciolo, regia di Alessandro Grassman, Premio Ubu 2010 come miglior spettacolo.
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