MEMENTO MORI WORLD TOUR 2024
TUTTO QUELLO CHE C’È DA SAPERE SUL GRANDE RITORNO LIVE IN ITALIA
Diventare un culto per una rock band significa
entrare a far parte della vita delle persone, per più
generazioni: «Non abbiamo mai fatto musica con
questa intenzione ma con il tempo ci siamo resi
conto di quanto le nostre canzoni siano diventate
importanti per la gente. I Depeche Mode sono uni stile
di vita» Con queste parole Martin Gore ha spiegato il
percorso artistico e umano della band che ha formato
nel 1980 con Vince Clark e Andy Fletcher. All’inizio si
chiamavano Composition of Sound, poi con l’arrivo
dei Dave Gahan hanno cambiato nome in Depeche
Mode.
Da Basildon, il paese a due ore di treno da Londra dove
sono cresciuti cercando una via di fuga («Ho sempre
sognato andare nello spazio come David Bowie» ha
detto una volta Dave Gahan) i Depeche Mode sono
arrivati a toccare la sensibilità più nascosta e profonda
del pubblico di tutto il mondo, hanno attraversato i
propri lati oscuri condividendoli con il mondo.
Dai primi concerti alla Bridge House di Londra in
cui sono stati avvicinati da Daniel Miller della Mute
Records che gli ha offerto un contratto discografico
sono entrati negli stadi e non sono più usciti. Durante
il tour di Music For The Masses del 1988 i Depeche
Mode fanno un concerto storico al Rosebowl di
Pasadena davanti a ottantamila persone ed entrano
nella cultura alternativa Americana, nel 1990 nel
World Violaton Tour riempiono il Giants Stadium
di New York e quello dei Dodgers di Los Angeles da
95.000 persone e poi continuano a radunare milioni
di fan negli stadi negli otto tour mondiali successivi.
Nel corso della loro carriera hanno perso il contributo
synth pop di Vince Clarke nel 1981, poi quello del
tastierista che ha preso il suo posto, Alan Wilder che
ha lasciato la band nel 1995 e infine hanno dovuto
superare la scomparsa del loro amico “Fletch” Andy
Fletcher nel 2022, e sono tornati sempre sul palco in
cerca di trascendenza, verità e rivendicazioni di una
diversità di pensiero e sensibilità artistica.
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Nel 2017 hanno fatto 130 concerti con il Global Spirit
Tour, nel 2020 sono stati nominati nella Rock and
Roll Hall of Fame, nel 2022 hanno celebrato Andy
Fletcher con il quindicesimo album Memento Mori e
sono ripartiti in tour con le 112 date del Memento Mori
World Tour iniziato il 23 marzo 2023 a Sacramento
negli Stati Uniti, che arriva in Italia a Torino il 23
marzo 2024 e poi il 28 e 30 marzo a Milano. «Il
momento in cui pianifichiamo un tour è quello in
cui diamo spazio alle idee creative: la scaletta, le
scenografie, le immagini. Il resto lo fa il pubblico» ha
detto Martin Gore. La collaborazione con il fotografo e
regista olandese Anton Corbjin, iniziata nel 1986 con
il videoclip di A Question of Time dall’album Black
Celebration, li ha spinti verso il colore nero «Siamo
diventati una band di culto, la band di culto più
famosa al mondo» ha detto Dave Gahan. La creatività
di Martin Gore sospesa tra analogico e digitale, tra
chitarra elettrica e tastiere, la consapevolezza teatrale
di una vita vissuta al limite estremo della creatività
di Dave Gahan, il contrasto tra le due anime della
band, l’oscurità di Gahan e la luce di Gore, la loro
carriera di rockstar dell’elettronica e il magnetismo
di Gahan sono racchiuse tutte nelle ventitrè canzoni
della scaletta tipo dei Depeche Mode dal vivo, dal
nuovo singolo Wagging Tongue a Everything Counts,
dall’inno degli anni 90 con Enjoy the Silence al blues
elettronico di Personal Jesus, dal sentimento di Never
Let Me Down Again alla rivendicazione di Walking in
My Shoes alla evasione pop di Just Can’t Get Enough.
L’esperienza di un concerto dei Depeche Mode è pura
trascendenza, e loro sono la prima ed unica band di
musica elettronica ad aver raggiunto l’impatto, la
presenza scenica e la forza emotiva di una grande
rock band. «Non ho mai visto un’energia così forte,
quando la senti arrivare addosso sei naturalmente
spinto a restituirne di più» ha detto Martin Gore «Il
nostro scopo è catturare un’emozione e trasferirla al
pubblico».
Dave Gahan alza le braccia e guidare il pubblico
in una danza rituale di decadenza, rinascita e
condivisione. È sobrio da molti anni dopo aver avuto
diversi incontri ravvicinati con la morte e segue la sua
unica ossessione, fare di ogni concerto dei Depeche
Mode un momento speciale:
«Quando canto dal vivo tutto nella mia vita va al posto
giusto. È il momento in cui sono davvero felice. Nella
vita di tutti i giorni sono uno come tutti gli altri, non
so se sto facendo le cose nel modo giusto oppure no.
Ma quando canto sono certo che è esattamente quello
che dovrei fare».
 MARTIN
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GORE DA IMPIEGATO DI BANCA A CUORE PULSANTE DELLA BAND

Martin Gore dei Depeche Mode ha scoperto la
musica a 10 anni grazie al rock’n’roll e alla
collezione di vinili di sua madre che ascoltava
continuamente nella casa dove è cresciuto a
Basildon, a sud di Londra.
In una intervista ha dichiarato che non sarebbe
mai diventato un musicista se a 18 anni non avesse
comprato il suo primo sintetizzatore: «Un amico mi
ha prestato un sintetizzatore per una settimana, l’ho
usato e mi sono innamorato della varietà di suoni
che può creare e così ne ho comprato subito uno».
Nel 1977 finito il liceo, Martin Gore trova lavoro
in banca come impiegato allo sportello e nei
weekend suona con un ex compagno di scuola, Phil
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Burdett in una band musica elettronica

chiamata Norman intensa come il
and the Worms. Tre blues, e formando
anni dopo, nel 1980, una vera e propria
entra far parte dei comunità con i
Composition of Sound propri fan («Siamo
insieme a Vince Clarke qualcosa di più
e Andy Fletcher e di una semplice
dopo un’audizione in band per il nostro
cui canta Heroes di pubblico» ha detto
David Bowie, alla voce Martin Gore,
arriva Dave Gahan e «Siamo un culto»)
la band cambia nome una carriera che li
in Depeche Mode: ha portati nel 2020
«All’epoca Vince Clarke nella Rock and Roll
suonava la chitarra, Hall of Fame. Un
e anche Andy Fletcher» ha raccontato Martin Gore, riconoscimento che per Martin Gore rappresenta
«Quindi se non avessi avuto il mio sintetizzatore, non un onore, ripensando alla sua formazione musicale
credo che mi avrebbero chiesto di suonare con loro, e e ai vinili di sua madre: «È molto bello fare parte
non sarei mai entrato nei Depeche Mode». della Hall of Fame insieme ai musicisti rock che ho
È l’inizio del percorso artistico di una band che ha ascoltato così tante volte da bambino».
scavato in profondità nell’animo umano creando una

LA PASSIONE PER L’ITALIA

dichiarazione di intenti estetica,
un’esplorazione in profondità
dei temi raccolti nelle canzoni.
Violator l’album definitivo dei Depeche Mode di Martin
Martin Gore legge “Elvis and Me”,
Gore e Dave Gahan, Andrew Fletcher e Alan Wilder
la biografia di Priscilla Presley e
esce il 19 marzo del 1990 e vende tredici milioni
rimane colpito da una frase: “Nelle
di copie. Musica elettronica profonda come il blues,
storie d’amore uno diventa importante come
dell’incontro tra luce e ombra di una band che vive di
Gesù nella vita dell’altro”. Pochi mesi dopo Londra
contrasti e anche del fascino oscuro della trasgressione
è tappezzata di cartelli pubblicitari con un numero
metropolitana di fine anni 80
di telefono e la scritta “Your Own Personal Jesus.”
Un album in cui c’è anche l’Italia e in particolare Milano,
Chi chiama quel numero ascolta al telefono il nuovo
i Logic Studios che oggi non esistono più e il
singolo dei Depeche Mode, Personal
leggendario club Plastic dove i Depeche Mode
Jesus. Una mossa geniale che fa volare
passano molte notti. A portare i Depeche
Personal Jesus al n.1 in Inghilterra:
Mode a Milano nella primavera del 1989 è
partendo dall’electropop degli esordi, i
stata la moda, ovviamente, ma anche Daniel
Depeche Mode hanno creato una fusione
Miller, il capo della loro etichetta discografica
tra rock ed elettronica, sintetica ma
che consiglia alla band di lavorare con il
piena di melodia e lanciano uno dei
produttore Flood che un anno dopo metterà il
dischi definitivi degli anni 90, Violator,
suo tocco anche su Achtung Baby degli U2 e
con il giro di chitarra
soprattutto con il tecnico del suono Francois
blues di Martin Gore e
Kevorkian, leggenda della musica disco e
un basso filtratissimo
house di New York. Violator verrà registrato
con il sequencer in
ai Puk Studios in Danimarca, ma le canzoni
Personal Jesus. “Reach
vengono dai nastri dei Logic Studios di Milano.
out and touch faith”:
E poi c’è il fotografo Anton Corbjin che dopo
una canzone che crea un mondo
aver raccontato i Joy Division punta il suo obiettivo sui
oscuro e affascinate e conquista il
Depeche Mode e li trasforma in icona: la copertina, i
pubblico.
video, le canzoni e l’atmosfera, tutto in Violator è una
DAVE
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GAHAN
LA STORIA DELLA NOTTE CHE CAMBIÒ PER SEMPRE LA SUA VITA
Il 28 maggio 1996 la vita da rockstar di Dave Gahan
cambiò per sempre. Quel giorno il frontman dei
Depeche Mode venne portato d’urgenza al Cedars
Sinai Hospital di Los Angeles dopo un’overdose da
speedball al Sunset Marquis Hotel che quasi lo uccise.
Il cantante raccontò in un’intervista l’incredibile
vicenda raccontando con dettagli sconvolgenti il
terribile incidente di Los Angeles che gli ha cambiato
per sempre la vita: “La prima cosa che mi sono reso
conto in ospedale è che la mia anima si trovava fuori
dal mio corpo. Era come se stessi fluttuando nella
stanza e potessi osservare esattamente cosa stava
succedendo sotto di me. Gli infermieri attorno al mio
corpo che accorrevano nella stanza da ogni parte per
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cercare di salvarmi”.
Il leader dei Depeche Mode ha poi aggiunto
un dettaglio inquietante legato alla vicenda e
all’esperienze extracorporea vissuta in quegli attimi:
“Credo che sentissi la mia anima urlare perché aveva
lasciato il mio corpo ed era diventata testimone di
quello che gli era successo. Ero clinicamente morto,
il mio cuore non batteva. Per me è come se fossero
trascorse ore intere. Poi ricordo che all’improvviso
vidi una completa e spaventosa oscurità attorno a
me. Di certo non era un posto che mi sarebbe piaciuto
visitare di nuovo”.
In seguito a quell’episodio il frontman britannico
venne arrestato per possesso di sostanze stupefacenti
e decise di intraprendere un percorso di riabilitazione
e disintossicazione.
“Ecco qual è la mia canzone preferita dei DM”
“E’ diventata immediatamente mia, la conoscevo
anche quando Martin non l’aveva ancora completata”
Nel 1992, dopo il successo del loro settimo album Violator che li
lancia al numero due in classifica in Inghilterra e per la prima
volta nella Top 10 americana al numero 7, i Depeche Mode sono
una delle band più famose del mondo, perfetti nel mettere insieme
in modo unico suono, estetica ed immaginario dell’elettronica
dark con la presenza scenica, la profondità emotiva e la potenza
del rock. Dave Gahan è l’ultima rockstar: magnetico, decadente,
oscuro, vive a Los Angeles,
frequenta la scena rock
alternativa, ha passato
diverse serate con Jane’s
Addiction e Soundgraden
e si è immerso nel mondo
rock e per molto tempo
dopo la fine del lungo tour
di Violator non vede i suoi
compagni di band Andy
Fletcher e Alan Wilder
e il suo partner creativo
Martin Gore.
All’inizio del 1992 i
Depeche Mode decidono di
affittare una villa a Madrid
e per otto mesi vivono insieme scrivono e registrano l’album
Songs of Faith and Devotion. L’idea è quella di portare avanti
e sviluppare il suono blues elettronico che hanno creato con
Personal Jesus, Dave Gahan vuole sempre più rock, Martin Gore
scrive sotto pressione perché deve dare un seguito ad un album
riuscito come Violator, Alan Wilder ha già deciso di lasciare la
band dopo l’uscita dell’album e il tour successivo («Eravamo
una band allo sbando che faceva grande musica, come i Beatles
alla fine della loro carriera» ha detto) il produttore Flood
fatica a contenere la tensione, fino a quando le registrazioni
si spostano ad Amburgo in uno studio, con una routine più
gestibile. Il risultato è un successo ancora più grande del
precedente: Songs of Faith and Devotion arriva al numero
uno sia in Inghilerra che in America e in altri cinque paesi
europei, il tour Devotional Tour dura quattordici mesi e
porta i Depeche Mode in 27 paesi nel mondo per 158 date.
Secondo Alan Wilder, che lascia definitivamente la band nel
1995, contiene alcune delle canzoni migliori dei Depeche
Mode, da I Feel You,
primo singolo uscito
il 15 febbraio 1993 e
numero uno in America
a Walking in My Shoes.
Per Dave Gahan, Songs
of Faith and Devotion
è anche l’album della
sua canzone preferita
in assoluto dei Depeche
Mode, Condemnation,
terzo singolo estratto
dall’album e numero
nove in classifica in
Inghilterra, e uno dei
pezzi che da allora
non manca mai nella scaletta dei concerti dei Depeche
Mode. «È una canzone che è diventata immediatamente
mia, la conoscevo anche quando Martin non l’aveva
ancora completata del tutto» ha detto Dave Gahan, «L’ho
semplicemente cantata, e appena il nastro si è fermato c’è
stato un attimo di silenzio e poi nelle cuffie ho sentito la voce
di Flood che diceva: ok, possiamo farne un’altra se vuoi. Ma
secondo me va bene così, ce l’abbiamo».
ANDY
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FLETCHER
IL TASTIERISTA GENTILE CHE CREÒ IL SOUND DELLA BAND

I Depeche Mode lo hanno ricordato con il
soprannome con cui era conosciuto da tutti,
“Fletch.” “Aveva un cuore d’oro ed era sempre
lì quando avevamo bisogno di supporto, di fare
una conversazione brillante, una bella risata o
di una bella pinta di birra fresca.”
Andy Fletcher, scomparso il 26 maggio 2022 a 60
anni, è stato un membro fondatore dei Depeche
Mode (di cui è stato anche cantante fino all’arrivo
di Dave Gahan per l’album Speak & Spell del
1981) e un elemento di stabilità fondamentale
per una band che ha vissuto spesso al limite
dell’oscurità, attraversata dall’interazione
creativa e dalle dinamiche luce/ombra di Martin
Gore e Dave Gahan.
Sono stati proprio Gore e Gahan a dire per primi:
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“Fletch era quello che teneva insieme la band”.
Lui ha sempre descritto sé stesso e il suo rapporto
con la band con ironia: “Martin scrive le canzoni,
Dave è il cantante, Alan Wilder è il musicista
bravo e io sto semplicemente lì in mezzo a loro”.
Nato a Nottingham l’8 luglio 1961, Andy Fletcher
è cresciuto a Basildon e ha iniziato a suonare il
basso nella band No Romance in China insieme
al suo amico di infanzia Vince Clark. Sono gli
anni in cui il punk britannico si evolve verso
la new wave: “Un momento perfetto per essere
un ragazzino appassionato di musica. Le mie
influenze sono state Siouxsie and the Banshees,
Cure e Kraftwerk”.
Si dice che Andy Fletcher abbia conosciuto Martin
Gore al Van Gogh Pub di Basildon: insieme a
Clarke formano una band in cui suonano tutti e
tre i sintetizzatori, i Composition of Sound, che su
suggerimento di Dave Gahan cambiano nome in
Depeche Mode. Vince Clarke se ne va nel 1981,
un anno dopo arriva Alan Wilder che resta fino
al 1995 e in seguito i Depeche Mode rimangono
un trio, pubblicando quattordici album fino a
Spirit del 2017 e diventando una delle live band
più importanti del mondo, portando l’elettronica
negli stadi. “Fletch” si è sempre occupato di
costruire il mondo di suoni dei Depeche Mode, ha
usato tastiere, basso e campionatori per creare
il blues elettronico oscuro e l’estetica che ha
conquistato il mondo (“Siamo più di un gruppo,
siamo un culto” come ha detto una volta Martin
Gore), ma si è anche occupato delle questioni
finanziarie della band, soprattutto nella prima
parte della loro carriera, quando non avevano
un manager. “Io sono il tipo alto che sta dietro e
fa funzionare questa enorme impresa chiamata
Depeche Mode. Mi piace stare nell’ombra. Non
può esistere una band in cui tutti vogliono stare
al centro dell’attenzione”.
Nominato con i Depeche Mode nella Rock and
Roll Hall of Fame nel 2020, Andy Fletcher ha
descritto così il suo apporto creativo alla band:
“Il mio contributo è l’elemento pop” ha detto in
un’intervista nel 2009 “Martin ama il blues e il
country, Dave ha scoperto il jazz. Io probabilmente
sarò eternamente fedele alla semplicità delle
melodie pop e alla leggerezza che trasmettono. Il
pop piace anche ai miei figli”.
JOHN
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FRUSCIANTE IL CHITARRISTA DEI RED HOT CHILLI PEPPERS
RACCONTA LA SUA PASSIONE PER I DEPECHE MODE
Per il chitarrista dei Red Hot Chili Peppers la band
di Dave Gahan lo ispirò a mettersi al servizio delle
canzoni
Il primo idolo musicale di John Frusciante è stato
Frank Zappa. Dopo aver scoperto il rock a nove anni
ascoltando i Germs e il loro album GI e la chitarra
a undici e dopo aver imparato a suonare seguendo
Jimi Hendrix (di cui si dice che avesse imparato
tutte le canzoni entro i quindici anni), Jimmy
Page, David Gilmour e Jeff Beck, entra nel mondo
surreale e provocatorio di Frank Zappa e ne rimane
letteralmente ossessionato.
Lo studia nei minimi dettagli, lascia la scuola a
sedici anni, si trasferisce a Los Angeles per studiare
al Guitar Institute of Technology e fa anche una
audizione per diventare il chitarrista della sua
band, ma rinuncia perché come ha detto lui stesso:
«Volevo diventare una rockstar, e non avrei potuto
farlo nella band di Zappa».
La sua educazione musicale è un insieme di punk
rock e funk, dalle influenze dei Parlament Funkadelic
all’amicizia con H.D. Peligro batterista dei Dead
Kennedys che gli presenta per la prima volta Flea,
con cui trova un’intesa immediata, anche perché è
un fan dei Red Hot Chili Peppers dal 1985 (un suo
insegnate di chitarra gli ha fatto conoscere la band)
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e conosce alla perfezione tutte le canzoni dei loro di musica elettronica con un significato. È inusuale
primi tre album. per un gruppo pop avere una influenza così grande
Il riferimento musicale più sorprendente sono però i sull’underground. Ho imparato a suonare tutte le
Depeche Mode, che per loro melodie con la
Frusciante hanno una chitarra».
grande importanza: L’essenzialità di
«Quando abbiamo suono e la potenza
iniziato a registrare emotiva dei Depeche
Californication Mode spingono
avevo 28 anni e John Frusciante a
stavo ricominciando cambiare il suo modo
a vivere dopo aver di suonare, puntando
sfiorato la morte al minimalismo
varie volte nei cinque carico di emozione
anni precedenti. Ero di Californication
una persona diversa, e immaginando la
e i Depeche Mode propria chitarra
sono diventati il mio gruppo preferito» ha detto in non più come uno strumento solista da usare per
un’intervista. Durante i cinque anni di dipendenza dimostrare tutto il proprio talento ma come una
dalle droghe, isolamento e perdita di creatività, estensione del sono della band. Dai Depeche Mode,
Frusciante ha trovato un appiglio in Master and Frusciante è passato ai Nine Inch Nails e ai Cure
Servant, secondo singolo dall’album Some Great e come ha detto lui stesso: «Il synth pop mi ha
Reward del 1984 «I Depeche Mode hanno influenzato insegnato a mettermi al servizio delle canzoni».
non solo il mondo del synth pop ma qualunque tipo

I Depeche Mode, da sempre, hanno voluto versioni di Cash e Manson hanno

definire fortemente il loro percorso artistico. cambiato l’approccio della band
Questo li ha visti ritagliarsi un posto nel suonare Personal Jesus live o
speciale nel pantheon della musica, creando anche solo nel modo di apprezzare
uno stile distintivo e un’estetica altrettanto la canzone, e Gahan ha risposto:
significativa. “Ero in studio e Martin mi telefonò
All’interno della loro fenomenale perché aveva ricevuto la notizia che
produzione artistica il singolo Personal Cash voleva farne una cover, e stava
Jesus è sicuramente uno dei più conosciuti. riflettendo sul fatto di dare o non
Tanto che il brano è stato riproposto da dare il permesso, e io gli dissi ‘Sei
numerosi artisti, incluse la versione rifatta matto? È come se lo chiedesse Elvis,
dal leggendario Johnny Cash e quella ovviamente gliela faremo fare!’ e lui
decisamente più dura realizzata da Marilyn disse “mmmh, va bene” nel suo modo
Manson. molto stile Martin”.
Ovviamente, la versione di Cash è la più
Ha poi concluso: “Ed è una grande
amata, e si trova nel suo 67esimo album
versione, fantastica. Ha davvero
American IV: The Man Comes Around.
portato la canzone in un’altra
Il produttore Rick Rubin suggerì l’idea,
dimensione, e anche la versione di
e la cover fu un colpo da maestro, uno
Manson l’ha fatto. La nostra versione
dei migliori pezzi dell’ultimo periodo di
è la nostra versione, cambia sempre
Cash. L’icona del country l’ha definita poi
un po’ live. E puoi farci davvero
“probabilmente la canzone più gospel che io
tanto, perché è una grande canzone
abbia mai registrato”.
A Dave è stato chiesto se le diverse rock & roll”.

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