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GRAMMATICA

ITALIANA
I PRONOMI ITALIANI

I PRONOMI DIRETTI LO, LA, LI, LE

singolare plurale
maschile LO LI
femminile LA LE

 Si usano per: sostituire cose, persone o animali. Di solito vanno prima


del verbo
 Leggi li giornale? Sì, lo leggo (lo = il giornale).
 Vuoi al mela? Sì, la voglio (la = la mela)
 Mangi gli spaghetti? Sì, li mangio (li = gli spaghetti):
 Conosci quelle ragazze? Sì, le conosco (le = quelle ragazze).

 Rispondono alle domande: CHI? CHE COSA?
 Prendi l'autobus? Sì, lo prendo (CHE COSA? l'autobus!).
 Questa sera vedi Marco e Giovanni? Si, li vedo (CHI? Marco e
Giovanni!).

I pronomi diretti singolari LO e LA possono diventare L’ davanti a una parola


che comincia per vocale:

 Chi accompagna Paolo? L'accompagna Mario.


 Questa canzone è bellissima, l'ascolto sempre.
I pronomi diretti plurali LI e LE non prendono mai l'apostrofo,

 Chi accompagna i bambini? Li accompagna la mamma.


 Queste canzoni sono bellissime, le ascolto sempre.

Quando c'è un verbo + un infinito, il pronome diretto può andare prima del
verbo o dopo l'infinito:

 Vuoi la cioccolata? No grazie, non la posso mangiare.

No grazie, non posso mangiarla:

 lI pronome diretto LO può sostituire anche una frase con il significato


di "QUESTO"
 Che cosa è successo? Non lo so, (= non so che cosa è successo: non so
questo)

GRAMMATICA

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ITALIANA
I PRONOMI ITALIANI

I PRONOMI DIRETTI MI, TI, CI, VI

singolare plurale
I persona MI CI
II persona TI VI

 Si usano come gli altri pronomi diretti.


 Chi ti accompagna? Mi accompagna Mario.
 Andate a comprare i biglietti, io vi aspetto qua.

I PRONOMI DIRETTI E IL PARTICIPIO


PASSATO

- Quando i pronomi diretti LO, LA. LI, LE sono prima di un tempo


composto (passato prossimo, trapassato prossimo, futuro anteriore,
ecc.), il participio passato finisce con -o, a, -i, -e.
 Hai letto i libri? Si, li ho letti.
 Avete mangiato la torta? Si. l'abbiamo mangiata.
 Hai comprato il giornale? Si, l'ho comprato.
 Hai visto le ragazze? Si, le ho viste.

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GRAMMATICA
ITALIANA
I PRONOMI ITALIANI

I PRONOMI INDIRETTI
- I pronomi indiretti sono: MI/TI/GLI/LE/CI/VI/GLI

MI (=A ME) CI (=A NOI)


TI. (=A TE) VI (=A VOI)
GLI. (=A LUI) GLI (=A LORO)
LE (=A LEI)

- Si usano per sostituire persone o animali:


- Di solito vanno prima del verbo.

 Hai telefonato a Paolo? Si, gli ho telefonato, (gli = a Paolo)


 Che cosa hai detto a Maria? Le ho detto di studiare. (le = a Maria)
 Che cosa hai dato al gatto? Gli ho dato il latte. (Gli = al gatto)
 Mi passi il sale per favore? (mi = a me)
 Hai scritto ai tuoi genitori? Sì, gli ho scritto. (gli = a loro, ai genitori)

- Rispondono alla domanda: A CHI?

 Hai telefonato a Paolo? Si, gli ho telefonato. (A CHI? A Paolo)


 Che cosa hai detto a Maria? Le ho detto di studiare: (A CHI? A Maria)

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Quando c'è un verbo +un infinito, il pronome indiretto può andare prima del
verbo o dopo l'infinito

 Perché telefoni a Mario? Perché gli devo parlare.


Perché devo parlargli.

- I pronomi indiretti si usano soprattutto:

1) con verbi come DIRE, PARLARE, RACCONTARE, DOMANDARE,


CHIEDERE, RISPONDERE, SCRIVERE, TELEFONARE:

2) Con il verbo PIACERE.

3) Con verbi come SERVIRE, BASTARE, SEMBRARE.

 Paolo mi ha chiesto un aiuto.


 Ho visto Carla e le ho raccontato tutto.
 Ti piace Roma? Si, mi piace.
 Vi serve la macchina oggi? No, non ci serve.

- I pronomi indiretti GLI e LE non prendono mai l'apostrofo.


 Ho incontrato Ugo e gli ho dato li regalo.
 Ho incontrato Carla e le ho dato il regalo.

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GRAMMATICA
ITALIANA
I PRONOMI ITALIANI

DIRETTO O INDIRETTO?
In italiano ci sono verbi ché si usano solo con i pronomi diretti e verbi che si
usano solo con i pronomi indiretti. Ma ci sono anche molti verbi che si
possono usare qualche volta con i diretti e qualche volta con gli indiretti, a
seconda della situazione. Per capire quale pronome usare, dobbiamo sapere a
quale domanda risponde il verbo: se risponde alle domande "CHI?" o "CHE
COSA?", significa che dobbiamo usare un pronome diretto, se risponde alla
domanda "A CHI?" allora dobbiamo usare un pronome indiretto.

Esempi:

- Il verbo "mangiare" risponde alla domanda "CHE COSA?", questo


significa che vuole un pronome diretto,
 Io mangio (CHE COSA?) una mela. > io la mangio.

- Il verbo "telefonare" risponde alla domanda "A CHI?", questo significa


che vuole un pronome indiretto,
 lo telefono (A CHI?) a Mario. > Io gli telefono.

- Il verbo "scrivere" è un verbo che si usa qualche volta con i pronomi


diretti e qualche volta con gli indiretti.

1) Io scrivo (CHE COSA?) una lettera. > lo la scrivo.

2) Io scrivo (A CHI?) a Francesca. > lo le scrivo.

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Nel primo caso risponde ala domanda "CHE COSA?", questo significa che
dobbiamo usare un pronome diretto.

Nel secondo caso risponde alla domanda "A CHI?", questo significa che
dobbiamo usare un pronome indiretto.

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GRAMMATICA
ITALIANA
I PRONOMI ITALIANI

I PRONOMI E LA FORMA DI CORTESIA


- Nella forma di cortesia (o di rispetto) uso LEI invece di TU.
 Lei dove abita, signor Rossi? (e non: Tu dove abiti, signor Rossi?)

- Quando uso la forma di cortesia con i pronomi diretti e indiretti, devo


cambiare la II persona singolare con la III persona singolare
FEMMINILE.

PRONOMI DIRETTI
Forma colloquiale Forma di cortesia
TI LA
Io non ti conosco, cosa vuoi? Io non La conosco, cosa vuole?
Ti porto a casa, Maria? La porto a casa, signorina?

PRONOMI INDIRETTI
Forma colloquiale Forma di cortesia
TI LE
Ti posso fare una domanda, Marco? Le posso fare una domanda, professore?
Ciao Valeria, ti telefono domani. Arrivederci signora, Le telefono domani.

- In alcune zone dell’Italia del sud per la forma di cortesia non si usa il
LEI ma il VOI.
 Scusate, signor Esposito: Vi posso fare una domanda? Voi che lavoro
fate?

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GRAMMATICA
ITALIANA
I PRONOMI ITALIANI

I PRONOMI RIFLESSIVI (PRIMA


PARTE)
- I pronomi riflessivi sono MI, TI, SI, CI, VI, SI.

(io) mi vesto (noi) ci vestiamo


(tu) ti vesti (voi) vi vestite
(lui/lei) si veste (loro) si vestono

- I pronomi riflessivi si usano quando l'azione si riflette (cade) sul


soggetto.

CHIAMARSI (Io) mi chiamo Pasquale.

SVEGLIARSI (Tu) a che ora ti svegli domani?

LAVARSI Prima di mangiare, (lei) si lava sempre le mani.

ALZARSI La mattina (noi) ci alziamo alle 9.

SEDERSE Quando (voi) siete stanchi, vi sedete.

RIPOSARSI (Loro) lavorano dal lunedì al sabato, la domenica si


riposano.

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Quando c'è un verbo + un infinito riflessivo, il pronome può andare prima del
verbo o dopo l'infinito.

 Domani mi devo alzare presto.


 Domani devo alzarmi presto.

LA PARTICELLA CI
- Di solito la particella CI indica un luogo, un posto, una parte dello
spazio.
 Vai a scuola domani? No, non ci vado (ci = a scuola).
 Quando vai in banca? Ci vado martedì (Ci = in banca).
 Passi da Firenze per andare a Genova? No, non ci passo (ci = da
Firenze).

- CI risponde alla domanda DOVE?


 Vieni al cinema? No, non ci vengo (DOVE? Al cinema!).

- Di solito Cl si usa prima del verbo

Quando c'è un verbo + un infinito, CI può andare prima del verbo o dopo
l'infinito.

 Vieni a Milano con me? No, non ci posso venire.

No, non posso venirci.

- Davanti al verbo "essere". Ci può diventare C’


 Mario è andato a Milano? No, non c'è andato.

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GRAMMATICA
ITALIANA
I PRONOMI ITALIANI

LA PARTICELLA NE

- Di solito la particella NE si usa quando parliamo di una quantità .


 Quante sigarette fumi al giorno? Ne fumo tre (Ne = sigarette).
 Leggi molti libri? No, ne leggo pochi (ne = libri):

- NE risponde alla domanda QUANTO?


 Faccio il caffé e ne bevo due tazze (QUANTO? Due tazze!).

 ATTENZIONE! Con "TUTTO" non uso NE, ma i pronomi diretti LO, LA,
LI, LE,
 Quanta torta vuoi?
La voglio tutta.

ma:

Ne voglio un po'.

Ne voglio una fetta.

Ne voglio tanta.

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- Di solito NE si usa prima del verbo.

Quando c'è un verbo + un infinito, NE può andare prima del verbo o dopo
l'infinito.

 Devi scrivere ancora molte lettere? Ne devo scrivere tre.

Devo scriverne tre.

LA PARTICELLA NE CON I TEMPI


COMPOSTI
- Quando NE è prima di un tempo composto (passato prossimo,
trapassato prossimo, futuro anteriore, ecc.) il participio passato finisce
con -0, -A, -I, -E.
 Quanti libri hai comprato? Ne ho comprato uno (ne = libro).
Ne ho comprati due (ne = libri).
 Hai fumato molte sigarette oggi? Sì, ne ho fumate venti (ne = sigarette).

No, non ne ho fumata nessuna (ne =


sigaretta).

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GRAMMATICA
ITALIANA
I PRONOMI ITALIANI

I PRONOMI COMBINATI

PRONOMI INDIRETTI - PRONOMI DIRETTI - PRONOMI COMBINATI


MI ME LO – ME LA – ME LI – ME LE
TI TE LO – TE LA – TE LI – TE LE
GLI/LE LO, LA, LI, LE GLIELO – GLIELA - GLIELI - GLIELE
CI CE LO – CE LA – CE LI – CE LE
VI VE LO – VE LA – VE LI – VE LE
GLI GLIELO – GLIELA – GLIELI- GLIELE

- I pronomi indiretti +i pronomi diretti LO, LA, LI, LE formano i pronomi


combinati.
 Quando scrivi la lettera a Luigi? Gliela scrivo domani.

Gliela = Gli (a Luigi) +la (la lettera)

 Quando scrivi la lettera a Maria? Gliela scrivo domani.

Gliela =Le (a Maria) +la (la lettera).

 Hai dato i soldi al proprietario? Si, glieli ho dati.

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Glieli = gli (al proprietario) + li (i soldi).

 Chi ti ha regalato questo libro? Me l'ha regalato mia moglie.

Me l’= Mi (a me) + l’(questo libro).

 Quando ci porti le chiavi? Ve le porto subito.

Ve le =Vi (a voi) + le (le chiavi).

 Papà , mi compri il gelato? Si, te lo compro.

Te lo = ti (a te) +lo (il gelato).

- Di solito i pronomi combinati vanno prima del verbo. Quando c’è


un verbo +un infinito, possono andare prima del verbo o dopo
l'infinito.
 Puoi portare questo libro a Vittorio?

No, non glielo posso portare.

No, non posso portarglielo.

- Con la forma di cortesia, uso spesso il pronome GLIELO


 Posso parlare con il signor Rizzo, per favore? Sì, Glielo passo subito.

ALTRI PRONOMI COMBINATI


LA PARTICELLA CI – I PRONOMI DIRETTI
LO CE LO
LA CE LA
CI LI CE LI
LE CE LE
MI MI CI

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TI CI TI CI
(CI) CI
VI VI CI
- Quando la particella CI è con i PRONOMI DIRETTI, si mette prima di
LO, LA, LI, EL (in questo caso diventa CE) e dopo MI, TI, VI (in questo
caso non cambia).
 Chi porta il bambino a dormire? Ce lo porta Antonio.
 Chi accompagna le ragazze a scuola? Ce le accompagna il papà .
 Hai messo lo zucchero nel caffè? Si, ce l'ho messo.
 Mi porti a casa? Si, ti ci porto subito.
 Ci porti a casa? Sì, vi ci porto subito

 ATTENZIONE!
 Chi vi porta a casa? Ci porta Paolo (e non: ci ci porta Paolo).

LA PARTICELLA NE – I PRONOMI INDIRETTI


TI TE NE
CI NE CE NE
VI VE NE
GLI
LE NE GLIENE
GLI (a loro)

- Quando è insieme ai pronomi indiretti, la particella NE va sempre


dopo.
 Quante carte mi dai? Te ne do cinque.
 Quanti soldi hai chiesto a Paolo? Gliene ho chiesti pochi,
 Quanti soldi hai chiesto ai tuoi genitori? Gliene ho chiesti pochi.

LA PARTICELLA CI – LA PARTICELLA NE

CI NE CE NE

- La particella CI + la particella NE formano il pronome combinato CE


NE.

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 Quanti cucchiaini di zucchero hai messo nel caffé? Ce ne ho messi due

IL PRONOME RIFLESSIVO – I PRONOMI DIRETTO


LO SE LO
SI LA SE LA
LI SE LI
LE SE LE

- lI pronome riflessivo Si + i pronomi diretti LO, LA, LI, LE


forma i pronomi combinati SE LO, SE LA, SE LI, SE LE.
 Di chi è questo ombrello? È di Alberto: se lo dimentica sempre.
 Paola si mette sempre la gonna, Tina invece non se la mette mai.

L’IMPERATIVO E I PRONOMI

1. L'IMPERATIVO DIRETTO (TU, NOI, VOI):

(TU) Prendi li caffè! > PRENDILO!

(NOI) Prendiamo li caffè! > PRENDIAMOLO!

(VOI) Prendete il caffè! >PRENDETELO!

- Con l'imperativo diretto (tu, noi, voi) li pronome si mette sempre dopo
il verbo.
 Mangia la mela! >Mangiala!
 Chiudi il libro! > Chiudilo!
 Passa a me il sale! > Passamelo!
 Chiamiamo Giovanni! > Chiamiamolo!

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 Aprite la porta! > Apritela!
 Lavate i piatti! > Lavateli!
 Comprate il vestito a Paolo! > Comprateglielo!
 Porta i bambini a casa! > Portaceli!
 Prendi una sigaretta! > Prendine una!

- La II persona di alcuni verbi irregolari, quando c'è un pronome,


raddoppia la consonante finale.
 ANDARE: Va' a casa! > Vacci!
 DARE: Da a me una sigaretta! > Dammi una sigaretta!

Da' a me quel libro! >Dammelo!

 DIRE: Di a me cosa è successo! > Dimmi cosa è successo!


 FARE: Fa' i compiti! >Falli!

Fa' a noi un favore! > Facci un favore!

 STARE: Sta' a sentire tuo padre! >Stallo a sentire!

2. L'IMPERATIVO DIRETTO NEGATIVO

(TU) Non prendere li cafè! > NON LO PRENDERE! / NON PRENDERLO!

(NOI) Non prendiamo il caffè! > NON LO PRENDIAMO! / NON


PRENDIAMOLO!

(VOI) Non prendete il caffè! →NON LO PRENDETE! / NON PRENDETELO!

 TU: per fare l'imperativo negativo si usa NON +l'infinito del verbo. In
questo caso il pronome può andare prima o dopo l'infinito.
 Non mangiare la cioccolata! > Non la mangiare! /Non mangiarla!
 Non dire questa cosa a tua madre! >Non gliela dire! /Non dirgliela!
 Non andare a casa! > Non ci andare! /Non andarci!

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 NOI e VOl: per fare l'imperativo negativo si usa l'indicativo presente.
Anche in questo caso il pronome può andare prima o dopo il verbo.
 Non prendiamo la macchina! > Non la prendiamo! /Non
prendiamola!
 Non fate questa strada! > Non la fate! /Non fatela!
 Non date questo disco a Mario! > Non glielo date! /Non dateglielo!

3. LI'MPERATIVO CON LA FORMA DI CORTESIA (LEI, LORO)

(LEI) Prenda il caffè! >LO PRENDA!

(LORO) Prendano li caffè! > LO PRENDANO! *

- Per fare l'imperativo con la forma di cortesia (LEI, LORO) si usa il


congiuntivo presente. In questo caso il pronome va sempre prima del
verbo.
 Usi il treno! > Lo usi!
 Chiuda la porta! >La chiuda!
 Porti questi fiori a Sua moglie! > Glieli porti!
 Vada a casa! > Ci vada!
 Controlli questi documenti! > Li controlli!

* La forma LORO è di solito sostituita dalla forma VOI.

(Leggano questo articolo >Lo leggano!) = Leggete questo articolo! -


Leggetelo!

4. L'IMPERATIVO NEGATIVO CON LA FORMA DI CORTESIA

(LEI) Non prenda il caffè! > NON LO PRENDA!

(LORO) Non prendano il caffè! > NON LO PRENDANO! *

- Per fare l'imperativo negativo con la forma di cortesia si usa NON + il


congiuntivo presente. In questo caso il pronome va sempre prima del
verbo.
 Non faccia questa strada! > Non la faccia!

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 Non ascolti quei consigli! > Non li ascolti!

* La forma LORO è di solito sostituita dalla forma VOI.

(Non vadano in quel ristorante! > Non ci vadano!) = Non andate in quel
ristorante! > Non ci andate!

GRAMMATICA
ITALIANA
I PRONOMI ITALIANI
ALTRI USI DI CI
 RICORDA! Di solito la particella CI indica un luogo, un posto, una parte
dello spazio.
 Vai a scuola domani? No, non ci vado.
(ci =a scuola).
- Ma qualche volta CI può anche sostituire una parola o una frase
introdotta dalle preposizioni A, IN, SU, CON. In questo caso significa "a
questo", "a questa persona”, “in questo", "in questa persona", con
questo", "con questa persona", "su questo". "su questa persona".
 Tu credi a quello che ha detto Mario? No, non ci credo.
(ci = a quello che ha detto Mario, a questo),
 Chi ha pensato a comprare il latte? Ci ho pensato io!
(ci =a comprare il latte, a questo).
 Pensi ancora a Francesca, vero? Si, ci penso continuamente, non posso
vivere senza di lei.
(ci = a Francesca, a questa persona).

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 Cosa facciamo con questa carne la mangiamo adesso? No, ci voglio fare
il ragù per stasera.
(ci = con questa carne, con questo).
 Posso contare sul tuo aiuto? Certo, contaci!
 (ci = sul mio aiuto, su questo).
 Devi uscire con Michela, vero? No, non devo uscirci.
(ci = con Michela).
- CE L’HO. Spesso nella lingua parlata la particella CI è usata insieme ai
pronomi diretti LO (L)', LA, LI, LE e al verbo AVERE. In questo caso
indica possesso, proprietà .
 Hai un fazzoletto? No, non ce l'ho.
 Chi ha le chiavi? Ce le ha Franco
 Avete una sigaretta? No, non ce l'abbiamo

ALTRI USI DI NE
 RICORDA! Di solito la particella NE si usa quando parliamo di una
quantità
 Quante sigarette fumi al giorno? Ne fumo tre.

(ne = sigarette).

- Ma qualche volta NE può sostituire una parola o una frase introdotta

dalle preposizioni DI o DA. In questo caso NE significa "di questo”, “di


questa persona" “a questo", "da questa persona", "da questo luogo", ecc.

 Vuoi parlare di quello che è successo? No, non ne voglio parlare.


(ne = di quello che è successo; di questo).
 Paola ti ha parlato di Antonio? Si, me ne ha parlato
(ne = di Antonio).
 Hai bisogno di soldi? No, non ne ho bisogno, grazie.
(ne = di soldi, di questo)
 Sei andato al cinema con Piero, ieri sera? No, non ne avevo voglia.
(ne = di andare al cinema con Piero; di questo)

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 Sai qualcosa di lui? No, non ne so niente.
(ne = di lui di questa persona).
 Ho letto questo libro e ne sono rimasto colpito.
(ne = da questo libro).
 Quando Sandra ha saputo la notizia, ne è stata molto sorpresa.
(ne = dalla notizia)

 ATTENZIONE! Quando non è riferito ad una quantità , NE non si


accorda mai con il participio passato.
 Avete parlato dei vostri problemi? Sì, ne abbiamo parlato.

(e non: sì, ne abbiamo parlati.)

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GRAMMATICA
ITALIANA
I PRONOMI ITALIANI

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I VERBI PRONOMINALI
- I verbi pronominali sono verbi che si coniugano con uno o due
pronomi (o particelle pronominali). I pronomi (o le particelle
pronominali) possono modificare il normale significato del verbo.

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GRAMMATICA
ITALIANA
I PRONOMI ITALIANI

I PRONOMI RIFLESSIVI (SECONDA PARTE)


 RICORDA!

(io) mi alzo (noi) ci alziamo


(tu) ti alzi (voi) vi alzate
(lui) si alza (loro) si alzano

- I pronomi riflessivi si usano in tre casi:

1. quando l'azione del verbo si riflette (cade) sul soggetto.


 Io mi alzo alle sette.
 Perché ti lavi con l'acqua fredda?
 Paola non si è sentita bene.
 Prego signori, sedetevi qua.
2. quando l'azione del verbo è reciproca, cioè avviene tra due o più
persone.
 Noi ci conosciamo già , vero?
(= io conosco te >-> tu conosci me).
 Hai saputo la notizia? Claudio e Maria si sposano.
(= Claudio sposa Maria >-> Maria sposa Claudio):
 Quando vi siete incontrati?

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3. quando voglio dare un carattere più enfatico o affettivo all'azione del
verbo. In questo caso si usa l'ausiliare essere e non avere.
 Mi mangio un panino col prosciutto.
(mangio un panino col prosciutto).
 Ti sei bevuto tutta la birra!
(hai bevuto tutta la birra!)
 Dov'è la mia bicicletta? Se l'è presa Gigi.
(l'ha presa Gigi).

 RICORDA! Con i verbi riflessivi uso sempre l'ausiliare "essere", e


dunque il participio passato si accorda con il soggetto.
 Paola si è alzata alle otto.
 Giulio si è alzato alle otto.
 Franco e Roberto si sono alzati alle otto.
 Paola e Federica si sono alzate alle otto,

 Però quando c'è un pronome diretto o la particella NE, il participio si


accorda con l'oggetto
 Marco e Paolo hanno comprato una torta e se la sono mangiata.

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GRAMMATICA
ITALIANA
I PRONOMI ITALIANI

I PRONOMI PERSONALI SOGGETTO

Io scrivo Noi scriviamo


Tu scrivi Voi scrivete
Lui (egli) scrive Loro (essi/esse) scrivono
Lei (ella) scrive

- Di solito in italiano l'uso dei pronomi personali soggetto non è


obbligatorio.
 (lo) vado al cinema.
 (Tu) lavori a Roma o a Milano?
 Che cosa fate (voi)?

- I pronomi personali soggetto sono necessari quando:


1. c'è una contrapposizione tra due o più persone.
 Mentre voi dormivate, noi lavoravamo!
 lo sono italiano, tu sei francese, lei è statunitense.

2. si vuole mettere in evidenza un soggetto.


 E tu cosa fai qui?
 Chi ha fatto la spesa? L'ho fatta io!
 Lui era bello, ricco e intelligente.

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3. il soggetto della frase non è chiaro

(specialmente con il congiuntivo presente e imperfetto).

 I miei amici pensano che tu sia simpatico.


 Giacomo credeva che io venissi.

 I pronomi EGLI, ELLA, ESSI, ESSE hanno un uso limitato e si incontrano


ormai solo nella lingua scritta. Al loro posto si usano più comunemente
LUI, LEI, LORO.
 Egli mi disse che la guerra era finita. (letterario)
 Lui mi disse che la guerra era finita. (più comune)
 Ella aveva i capelli lunghi e neri. (letterario)
 Lei aveva i capelli lunghi e neri (più comune)

- Qualche volta i pronomi ESSO, ESSA, ESSI, ESSE si usano per cose e
animali.
 La casa era grande. Vicino ad essa c'era un albero molto alto.

- Qualche volta il pronome personale soggetto può essere rafforzato da


STESSO/A/I/E.
 Lo hai detto tu stesso.
 Lei stessa ha ricevuto gli invitati.
 Siamo andati noi stessi a casa sua.

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GRAMMATICA
ITALIANA
I PRONOMI ITALIANI

LE FORME TONICHE

- Oltre alla forma atona (debole) dei pronomi diretti e indiretti esiste
anche la forma tonica (forte).

- QUANDO SI USANO LE FORME TONICHE?

1. Quando si vuole mettere il pronome in particolare evidenza.

In questo caso l'accento della frase cade sul pronome e non sul verbo.

 Posso darlo a voi?


 Paolo vuole me, non te.
 L'ho chiesto a lui, non a te.

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2. Quando davanti al pronome c'è una preposizione.
 Vuoi uscire con me?
 Questo è per te.
 Ho bisogno di lei.
 La borsa è davanti a voi.
 Vado a cena con loro.

3. Dopo COME e QUANTO.


 Fa come me.
 Sono sorpreso quanto voi.
 Come te non c'è nessuno.

4. In forme esclamative.
 Mai suocera viene ad abitare con noi, povero me!
 "Lo sai che mi sono fidanzato con una top model?" "Beato te!"

- TE si usa anche come soggetto nella costruzione "lo e te".


 lo e te abbiamo molte cose in comune.
(ma se inverto i pronomi dico: "tu ed oi abbiamo molte cose in
comune").

- Qualche volta la forma tonica può essere rafforzata con STESSO.


 Sei un egoista, pensi solo a te stesso.

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GRAMMATICA
ITALIANA
I PRONOMI ITALIANI

TUTTO QUELLO CHE ANCORA


DEVOTE SAPERE SUI PRONOMI

PRONOMI DIRETTI E PARTICIPIO PASSATO.

 RICORDA! Quando i pronomi diretti LO, LA, LI, LE sono prima di un


participio passato, questo finisce con -0, -A, -I, -E.

 Avete visto Paolo? Si, l'abbiamo visto.


 Hai mangiato la pasta? Si, l'ho mangiata.
 Ho comprato i giornali e li ho letti.

- Con i pronomi diretti MI, TI, CI, VI invece il cambiamento del participio
passato non è obbligatorio.

 Abbiamo incontrato Paolo ma non ci ha salutato


(o anche: abbiamo incontrato Paolo ma non ci ha salutati).
 Ciao Giulia, chi ti ha accompagnato qui?
Mi ha accompagnato il mio ragazzo
(o anche: mi ha accompagnata il mio ragazzo).

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CI/VI.

- Nella lingua formale o scritta il CI di luogo può diventare VI.


 Nell'anno 1301 Dante ha lasciato Firenze e non vi è più ritornato. lI
paese era deserto, vi abitavano solo poche persone.

IL PRONOME SI.

- Il pronome Si può essere:

1) riflessivo: 2) impersonale:

Mario non si sente bene. Negli Stati Uniti si parla inglese.

- Quando la frase è riflessiva e impersonale, uso li pronome combinato


CI SI (e non SI SI!):
 Di solito la domenica mattina ci si alza tardi.

IL PRONOME SE.

- Il pronome SE si usa in due casi:


1) al posto del pronome riflessivo SI, davanti a LO, LA, LI, LE, NE.
 Dove sono i soldi? Se li è presi Giorgio
 Vittorio se n'è andato un'ora fa.

2) come forma tonica (forte) del pronome riflessivo SI. In questo caso si
mette l'accento.
 La mamma ha portato i bambini con sé.

 Quando è rafforzato da STESO, SE non ha l'accento.


 Marco è un egoista: pensa solo a se stesso.

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LA POSIZIONE DEI PRONOMI.

- Quando c'è un verbo modale (dovere, potere, volere, sapere) + un


infinito, il pronome può andare prima del verbo modale o dopo
l'infinito:
 Ti piace la cioccolata?

Si, ma non la posso mangiare.

Si, ma non posso mangiarla.

 Con chi sei uscito ieri sera?


Non te lo posso dire.
Non posso dirtelo.

 Anche con STARE + CERUNDIO il pronome può andare prima o dopo.


 I bambini sono a scuola?

No, Maria li sta portando qui.

No, Maria sta portandoli qui.

 Sei già andato alla posta?


No, ci sto andando adesso.

No, sto andandoci adesso.

- Quando l'infinito è da solo, il pronome va sempre dopo. Così anche per


gerundio e participio.
 La porta è quella a sinistra, ma non ho la chiave per aprirla.
 Ecco la medicina, prendendola starai meglio.
 Deve fare prima il certificato di residenza. Una volta ottenutolo ritorni
da noi per il passaporto.

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- Con l'imperativo diretto (TU, NOl, VOI) positivo, il pronome va sempre
dopo il verbo.
 Se vuoi mangiare la mela, mangiala!

- Con l'imperativo diretto negativo il pronome può andare prima o


dopo.
 Se non vuoi telefonare a Paolo, non gli telefonare/non telefonargli!

- Con l’imperativo indiretto (LEI, LORO) positivo e negativo, il pronome


va sempre prima del verbo
 Se deve andare a casa, ci vada!
 Se non vuole il pesce, non lo mangi!

- Quando c'è un pronome diretto + un pronome riflessivo, il pronome


riflessivo va prima.
 Ti sei lavato le mani? Sì, me le sono lavate.
 Chi ha mangiato la cioccolata? Se l'è mangiata Ugo.

- Quando c'è un pronome indiretto + un pronome riflessivo, il pronome


riflessivo va dopo.
 Quando il bambino ha visto la mamma, le si è gettato tra le braccia.

- Quando c'è il verbo fare (o farsi) + un infinito, il pronome va sempre


prima del verbo fare.
 A Mario piaceva mia sorella, così gliel'ho fatta conoscere.
 leri mio figlio mi ha fatto arrabbiare.
 Maria si è fatta crescere i capelli.

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LE DISLOCAZIONI PRONOMINALI.

- Non sempre il pronome si usa per sostituire il nome. Qualche volta,


soprattutto nella lingua parlata, può anche andare insieme al nome.

- Quando il nome è a sinistra del pronome parliamo di dislocazione a


sinistra.
 La macchina non l'ho ancora comprata.

- Quando il nome è a destra del pronome parliamo di dislocazione a


destra.
 Quando me lo porti il libro?

DISLOCAZIONE A SINISTRA.

- Con LO, LA, LI, LE e NE partitivo, l'uso del pronome è obbligatorio.


 Quel film non l'ho visto (e non quel film non ho vista)
 I tuoi amici non li conosco.
 Di donne ne ha avute molte.

- Con gli altri pronomi, Cl e NE partitivo, l'uso è facoltativo nella lingua


parlata ed escluso nella lingua scritta.
 A Giorgio non gli dico niente/A Giorgio non dico niente.
 A casa ci vado dopo/A casa vado dopo.

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 A me non mi ha mai detto niente/A me non ha mai detto niente.
 Di lavoro non ne voglio parlare/Di lavoro non voglio parlare.

DISLOCAZIONE A DESTRA.

- È molto frequente nelle domande colloquiali. L’uso del pronome è


facoltativo.
 Dove l'hai messo il mio asciugamano? / Dove hai messo il mio
asciugamano?
 Quando le telefoni a Claudia? / Quando telefoni à Claudia?
 Quando ci vai in palestra? / Quando vai in palestra?
 Glieli hai dati i soldi al portiere? / Hai dato i soldi al portiere?
 Me lo fai un favore? / Mi fai un favore?

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GRAMMATICA
ITALIANA
LE PREPOSIZIONI ITALIANE

CAPITOLO I: LE PREPOSIZIONI
 COSA SONO?

DI, A, DA, IN, CON, SU, PER, TRA e FRA sono PREPOSIZIONI SEMPLICI

Senza le preposizioni non si capisce l’italiano  Vado Roma un amico.

Con le preposizioni le frasi diventano chiare  Vado a Roma con un amico.

 CON CHI STANNO?

Le preposizioni con l’articolo si chiamano PREPOSIZIONI ARTICOLATE.

DI, A, DA, SU e IN formano

una sola parola con l’articolo  Dove sono le chiavi del (di+il) garage?

PER, TRA e FRA

non si uniscono mai all’articolo  Mi piace girare per i negozi.

La preposizione CON può :

formare una sola parola  Parlo col professore di storia.

o restare separata dall’articolo  Parlo con il professore di storia.

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CAPITOLO II: LO SPAZIO
 DA DOVE VIENI?

Le preposizioni che indicano il posto da cui si viene.

1. Per indicare il posto di partenza, di origine,

il luogo da cui qualcuno parte o viene  Vengo da Milano.

si usa normalmente la preposizione DA.

2. Con il verbo essere, la città da cui si viene

È introdotta dalla preposizione DI.  Io sono di Milano.

 DOVE ABITI?

Le preposizioni che indicano il luogo geografico dove si è (o si va).

- Per indicare il posto dove qualcuno è o va si usano:


1. La preposizione A quando il posto Nelson abita a
Johannesburg.
è una città .  Luca va a Roma.

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2. La preposizione IN quando il posto è Nelson abita in Africa.

una località geografica ma non è una città .  Luca va in Francia.

 DA CHI VAI?

Le preposizioni che indicano la persona da cui si va.

- Per indicare la persona dove qualcuno Maria va da te.


Va (o sta) si usa la preposizione DA.  Questa sera dormo da te.

CAPITOLO III: LO SPAZIO (SECONDA PARTE)


 SONO AL BAR/ SONO IN AUTOSTRADA

Le preposizioni che indicano il posto in cui si è (o si va).

- Per indicare dove qualcuno (o qualcosa) è (o va) si usano


normalmente le preposizioni IN, A e DA.

1. La preposizione IN è usata:
 Quando il posto è un Paese o un continente
o una regione (Lombardia, Toscana ecc.)  Mario è (va) in Italia.
 e inoltre con uno dei nomi della lista A  Mario è (va) in casa.

2. La preposizione A è usata:
 quando il posto è una città  Mario è (va) a Roma.
 e inoltre con uno dei nomi della lista B  Mario è (va) al bar.

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3. La preposizione DA è usata:
 Quando il “posto” è una persona  Federica è (va) da Carla.

(vedi anche la lista C)  Federica è (va) dal meccanico.

 VADO A BALLARE

Le preposizioni di luogo davanti ai verbi all’infino.

- Davanti ai verbi all’infinito, per indicare


il posto dove qualcuno è (abita, vive)  Vado a giocare a pallone!
o dove va, è usata la preposizione A.

 ALTRI POSTI

Altre preposizioni per indicare il luogo.

- Per indicare il posto dove qualcuno (o qualcosa) è o (va) si possono


usare anche:
1. La preposizione TRA/FRA (=in mezzo)  Antonia è seduta tra i libri.
2. La preposizione PER.  Sono seduto per terra.
3. La preposizione SU (=sopra).  Antonia è seduta sulla panchina.

- Per indicare il posto dove qualcuno va, prima delle parlo “qui”, “qua”,
“l”", e “lì” si può usare:
la preposizione DI.  Marco è di là (Marco è nella altra
stanza)
 Marco è di qua (Marco è in questa
stanza, diversa da quella dove sei tu)

- Per indicare il posto dove qualcuno va, dopo il verbo “partire” si usa:
la preposizione PER.  Parto per Milano con il treno delle 10.

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- Per introdurre il luogo attraverso il quale si passa si usano le
preposizioni:
PER  Federica è passata per la camera dei suoi genitori.
e, a volte, DA.  Federica è passata dalla camera dei suoi genitori.

- Per indicare lo spazio che manca per arrivare ad un determinato posto


si usano le preposizioni:
TRA o FRA  Fra 10km siamo arrivati.
e A.  Roma è a 25km da qui.

- Dopo le parole “vicino”, “davanti”, “dietro”, “sopra”


e “sotto” si usa sempre la preposizione A.  Marco è davanti a
me.

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CAPITOLO IV: IL TEMPO
 IL TEMPO

Introduzione alle preposizioni che indicano il tempo.

- Le preposizioni che parlano del tempo possono indicare:


1. Il momento preciso di una azione.  Sono nato nel 1960.
2. L’inizio e la fine di un periodo di tempo.  Il bar è chiuso dalle
12
alle 14.
3. La quantità di tempo.  Abito a Roma da 15 anni.
 Ho abitato a Roma per 10
anni.
 Sono arrivato a Roma in 2
ore.

 IL MOMENTO PRECISO DI UN’AZIONE

Le preposizioni che indicano il tempo con precisione.

- Per indicare con precisione il momento di un fatto (la data, la stagione,


il giorno, l’epoca) si usano le preposizioni:
1. IN, seguita dall’indicazione del tempo  Sono nato nel 1960.
 Nel 2010 mio figlio
avrà 10 anni.
2. PER, nel caso di un fatto che non è ancora avvenuto  Torno a casa
per le 8.
3. A, davanti ai nomi dei giorni importanti

come Pasqua e Natale.  A Natale vado da mia


zia.

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4. DI, (o solo l’articolo) davanti ai nomi dei giorni

della settimana (Domenica, Lunedì, ecc.) e alle  Di sera guardo la TV.

parole “giorno”, “notte”, “mattina”, “pomeriggio” e “sera”.

 L’INIZIO E LA FINE

Le preposizioni che indicano l’inizio e la fine.

- Quando si indicano l’inizio e la fine di un periodo di tempo si usano le


forme:
1. DA…A… nel caso di un’azione che
si svolge lungo tutto il periodo.  Il bar è chiuso dalle 12 alle 14.
2. TRA…e… nel caso
di un’azione che si svolge lungo
una parte del periodo indicato.  Mario arriverà tra le 5 e le 6 (in un
momento qualsiasi).
 Mario resterà a Roma tra Natale e
Capodanno (anche per tutto il
periodo).

 LA QUANTITÀ DI TEMPO.

Le preposizioni che indicano la quantità di tempo.

- Per indicare la quantità di tempo si usano:


1. DA, per indicare un periodo di tempo
che va dal passato al momento presente.  Roma esiste da più di
2700 anni
(= e anche adesso esiste).
2. IN, per indicare il periodo di tempo
dentro il quale si compie un’azione.  La luce arriva sulla

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terra in 8 minuti.

3. PER, per indicare quanto tempo

il soggetto continua a compiere un’azione  L’aereo deve volare

per 8 ore.

(=deve continuare a

Volare per 8 ore).

 QUANTI ANNI HAI?

Le preposizioni che indicano la età di una persona.

- Per indicare gli anni di una persona (la sua età ) si possono usare:
1. La preposizione DI.  Giacomo è un ragazzo di 19 anni.
2. La preposizione A.  A 6 anni Giacomo è andato a scuola.

 DA GIOVANE E DA VECCHIO.

Le preposizioni che indicano i periodi della vita.

- È possibile indicare l’età di una persona


con la preposizione DA seguita delle parole

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“giovane”, “vecchio”, “bambino”, “studente”, ecc.  Maria da
ragazza ha vissuto
a Firenze.

 A CHE ORA…?

Le preposizioni che indicano le ore.

- Per dire l’ora si usano:


1. La preposizione A quando si vuole indicare l’ora esatta.  Oggi mi
sono alzata alle
7.
2. La preposizione TRA/FRA quando si vuole indicare
dopo quanto tempo avviene un’azione.  Esco tra un’ora.

CAPITOLO V: IL FINE E LA CAUSA


 LAVORO PER VIVERE

Il fine di un’azione con la preposizione “PER”.

- Normalmente per indicare il fine di un’azione


si usa la preposizione PER.  Lavoro per vivere.

 ESCO A COMPRARE IL GIORNALE

Il fine di un’azione con la preposizione “A”.

- Con alcuni verbi (vedi lista sotto),  Esco a comprare il giornale.


seguiti da un altro verbo all’infinito. (=esco per compare il giornale.)
per indicare il fine si usa
preferibilmente la preposizione A.

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 HO SBAGLIATO PER COLPA TUA

La causa di un’azione con la preposizione “PER”.

- Per introdurre la causa di un’azione o di una


situazione, possiamo usare la preposizione PER. Mario è a letto
per l’influenza.

 MUOIO DAL CALDO

Le preposizioni di causa con altri verbi.

- Per introdurre la causa con molte espressioni che indicano lo stato


d’animo di una persona si possono usare le preposizioni:
1. PER articolata;  Grido per la gioia.
2. DA articolata;  Grido dalla gioia.
3. DI semplice.  Grido di gioia.

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CAPITOLO VI: I MEZZI DI
TRASPORTO, GLI STRUMENTI DI
LAVORO E LE RELAZIONI
 CON COSA TI MUOVI?

Le preposizioni che indicano il mezzo di trasporto.

- IN senza l’articolo e solo con nomi al singolare;  Vado in


macchina.
- CON per nomi singolari e plurali.  Andiamo con la
macchina.
- Con “cavallo” o “piedi” si usa solo la
preposizione semplice A.  Vado a piedi.
Vado a cavallo.

 CON COSAS LO FAI?

Le preposizioni che indicano gli strumenti di lavoro.

- Gli strumenti che usiamo per lavorare


o per fare le cose di tutti i giorni sono
introdotti dalla preposizione articolata CON. Lavoro con il
computer.

 COME COMUNICHI?

Le preposizioni che indicano i mezzi per comunicare.

- I mezzi che usiamo come strumento per comunicare possono essere


introdotti:
1. Dalla preposizione semplice PER (più usato)  Ho mandato
il testo per fax.

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2. O dalla preposizione articolata CON (meno usato)  Ho mandato il
testo con il fax.

 CON CHI STAI?

Le preposizioni che indicano l’unione di due persone o di due oggetti.

- Per indicare che due persone o


cose sono insieme si usa la
preposizione CON. Io abito con Grace.

CAPITOLO VII: IL MODO DI ESSERE


 IN CHE MODO?

Le preposizioni che indicano com’è qualcuno o qualcosa.

- Per spiegare in che modo è o è fatta una cosa o una persona si possono
usare:
1. La preposizione CON. La casa ha un giardino con fiori e con
piante di tutti i tipi.
2. La preposizione DA. Maria è una donna dall’aspetto elegante.
3. La preposizione A. La casa di Maria è a due piani.

 UN RAGAZZO CON LA CAMICIA

Il modo di essere con la preposizione “CON”.

- Per spiegare in che modo è qualcuno


o qualcosa si può usare la preposizione CON. Oggi sono vestito con
una camicia rossa.

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 UN SIGNORE DAL NASO LUNGO

La preposizione “DA” con il significato di “con”, “che ha”.

- Per spiegare in che modo è qualcuno o qualcosa, si può usare la


preposizione articolata DA con il significato di “con”, “che ha”.
 Un ragazzo dai capelli neri.
(=un ragazzo con i capelli neri.)
(=un ragazzo che ha i capelli neri.)

 UNA FACCIA DA BRAVO RAGAZZO

La preposizione “DA” con il significato di “come”.

- Per spiegare in che modo è qualcuno o qualcosa, si può usare la


preposizione DA con il significato di “come”.

 Federica ha un vestito da vera signore.

(=Federica ha un vestito come una vera signora)

 UNA CENA DA RICORDARE

Il modo di essere con “DA” + l’infinito.

-Per spiegare in che modo è qualcuno o qualcosa, si può usare, davanti a un


verbo all’infinito, la preposizione semplice DA con il significato di “che
bisogna”.

 Questa è una cena da ricordare.

(=questa è una cena che bisogna ricordare.)

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 UNA CAMICIA A FIORI

La preposizione “A” con il significato di “con”, “che ha”.

- Per spiegare in che modo è qualcuno o qualcosa, si può usare la


preposizione semplice A con il significato di “con”, “che ha”.

 Una camicia a fiori.

(=una camicia con i fiori)

(=una camicia che ha i fiori.)

 UNA BARBA ALLA LENIN

La preposizione “ALLA” con il significato di “come”, “con lo stile di”.

- La preposizione articolata ALLA seguita dal nome di un personaggio


famoso, di un certo tipo di persone, di un libro, o di un film significa
“con lo stile di”, “come”.

 Voglio una vita alla Steve McQueen.

 SPAGHETTI ALLA BOLOGNESE

La preposizione “ALLA” con i nomi dei piatti tipici significa “come”, “come a”.

- La preposizione articolata ALLA si può usare per indicare un piatto


tipico:
di una certa città :  Spaghetti alla bolognese.
di una certa zona:  Pasta alla siciliana.
di un certo tipo di persone.  Riso alla pescatora.
 Spaghetti alla carbonara

In questi casi A vuol dire “come”, “come a”.

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 GELATO AL LIMONE

La preposizione articolata “A” quando indica con cosa sono cucinati i piatti
significa “con”.

- Per indicare con cosa sono cucinati i piatti, si usa la preposizione


articolata A.
In questo caso “A” vuol dire “con”.  Pasta al sugo.

 DUE PAROLE E UNA PREPOSIZIONE

Le preposizioni “DA” e “A” quando uniscono due parole e creano una parola
nuova.

- Molti nomi sono formati da due parole  Barca a vela.


unite delle preposizioni A e DA.  Macchina da corsa.

CAPITOLO VIII: ALTRI CASI DELLE


PREPOSIZIONI DI, A, DA
 DI COSA PARLI?

Le preposizioni che indicano l’argomento.

- Per indicare gli argomenti di cui si parla, si scrive, si legge, si usa:


1. Normalmente la preposizione DI.  Aldo parla molto di politica.
2. E in alcuni casi la preposizione SU.  Ho letto un libro sulla storia
antica.

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 DI CHI È “LA DIVINA COMMEDIA”?

Le preposizioni che indicano chi è l’autore di qualcosa.

- L’autore di un film, di un romanzo, di un’opera d’arte è introdotto dalla


preposizione DI.

 Mi piace molto la musica di Verdi.

 DI COSA È FATTO?

Le preposizioni che indicano la materia con cui è fatto un oggetto.

- Per indicare la materia con cui sono fatti gli oggetti si usa:
 La preposizione semplice DI;

 Ho comprato un orologio d’oro.

 E a volte la preposizione semplice IN.

 Questo mobile è in legno di ciliegio.

 LE CASE DI ROMA

La preposizione “DI” può indicare una cosa che fa parte di un gruppo più
grande.

- Per indicare (specificare) un oggetto o una persona che fa parte di un


gruppo più grande si usa la preposizione DI.

 I mobili del mio ufficio sono vecchi.

 MI DÀ DEL PANE?

La preposizione “DI” può indicare la quantità .

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- Quando viene indicata la quantità indefinita di qualcosa si usa la
preposizione DI con l’articolo.

 Mi dà del pane, per favore?

(=Mi dà un po’ di pane, per favore?)

 PENSI DI ESSERE BELLA? CREDI DI ESSERE SIMPATICO?

I verbi seguiti dalla preposizione “DI”.

- Molti verbi (vedi lista sotto) si usano nella forma VERBO + DI +


INFINITO.

 Tu pensi di essere bello?

 I PARAGONI

Le preposizioni usate quando si confrontano due cose o persone.

- Quando si confrontano delle persone o delle cose si usano le seguenti


preposizioni:
DI (con le parole “più ” o “meno” seguite da un aggettivo).
 Mario è più basso di Giacomo.
A (quando le persone o le cose sono uguali o simili).
 Mario è uguale a Lino.
DA (quando le persone o le cose sono diverse).
 Antonia è diversa da Federica.

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 DI CHI È?

Le preposizioni che indicano chi è il proprietario di qualcosa.

- Per indicare la proprietà o il possesso di una cosa si usa la


preposizione “DI”.

 La macchina di Mario ha 4 air-bag.

 A CHI LA RACCONTI?

La preposizione “A” e il complemento di termine.

- Alcuni verbi sono sempre seguiti dalla preposizione A.

 Le mamme pensano ai bambini. *

*Il nome che segue è chiamato complemento di termine.

 QUANDO COMINCI A STUDIARE?

La forma verbo + A + infinito.

- Alcuni verbi (vedi lista sotto), quando sono seguiti dall’infinito,


vogliono la preposizione A.

 Comincia a studiare.

 SONO STATA PUNTA DA UN’APE.

La preposizione “DA” con i verbi alla forma passiva.

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- La forma passiva del verbo si rende in italiano con il verbo essere + il
participio passato, seguito dalla preposizione DA.

 Oggi sono stato visitato dal dottore.

TABELLE RIASSUNTIVE

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