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Modalità di attivazione
Il SAD può essere attivato su:
• Richiesta di un familiare dell’assistito e del nucleo familiare che presenta fragilità
sociale-economica ecc..
• Su segnalazione di un’Assistente Sociale (impiegata in ospedale ad esempio) o dell’Autorità
Giudiziaria
NB Il Servizio Sociale territoriale valuterà la possibilità di erogare il SAD sulla base delle reali
necessità dell’utenza e il costo del servizio dipende dalle possibilità economiche degli stessi (in genere
in base alla quota ISEE)
Mentre il SAD ha lo scopo di soddisfare quelle attività che vengono classificate come ADL e IADL,
diversi sono gli obiettivi e i servizi erogati dell’Assistenza Domiciliare integrata, conosciuta anche
con l’acronimo-sigla A.D.I., che non è rivolta ad un intero nucleo familiare, ma solo al singolo
Assistito, anche se vive in famiglia.
Un’altra differenza sostanziale consiste nella possibilità di ottenere l’erogazione del servizio senza
limiti di età, né di reddito, ovviamente non è rivolta a qualsiasi cittadino, ma a chi risponde ai
requisiti:
Parziale o completo stato di NON autosufficienza (temporaneo o permanente)
Necessità di assistenza per assolvere ai bisogni di base (ADL) o bisogni assistenziali più
complessi di tipo Sanitario (vedi slide successiva)
Per meglio comprendere la natura dell’ADI e la differenza con il SAD, è utile sottolineare quali figure
sono coinvolte:
Assistente Sociale
Medico
Infermiere
Fisioterapista
OSS
Logopedista
Terapista Occupazionale
• Infermiere
• Fisioterapista
• OSS
• Medico Fisiatra
NB le altre figure elencate nelle slides precedenti, in caso di necessità possono essere coinvolte, se le
loro competenze sono considerate necessarie nel PAI.
Prestazioni Assistenziali Infermieristiche:
Esecuzione di medicazioni semplici e complesse (ferite chirurgiche, lesioni da pressione, lesioni
vascolari o diabetiche); gestione e sostituzione di cateteri vescicali
Somministrazione di farmaci regolarmente prescritti da un Medico per via sottocutanea,
intramuscolare, endovenosa; prelievi di campioni ematici, urine, feci e altro materiale biologico
da analizzare
Esecuzione delle cure igieniche (parziali o totali)
Mobilizzazione in generale: cambi posturali, trasferimenti letto-carrozzina
NB in genere gli accessi domiciliari prevedono l’ingresso di una figura per volta, ma ci possono essere
casi in cui per soddisfare bisogni di base potrebbe essere richiesta la collaborazione tra Infermiere e
OSS
Altre prestazioni erogabili con ADI
Accessi domiciliari da parte del Fisioterapista: sulla base di un PRI ideato da un Medico Fisiatra, il
Fisioterapista offre prestazioni per pazienti con difficoltà motorie
mobilizzazione specifica: deambulazione assistita, per mantenere il più a lungo possibile un
buon livello di autonomia
In caso di necessità, un altro servizio erogabile con l’ADI, sono le Visite Mediche Specialistiche in
base alle necessità di salute dell’Assistito (esempio: Visita Fisiatrica, Visita Chirurgica, Cardiologica,
Neurologica ecc…)
Accessi domiciliari da parte dell’OSS: lo scopo è quello di soddisfare i bisogni di base (le ADL), nel
caso di ADI l’OSS non è coinvolto nel soddisfacimento delle IADL (che rientrano nella natura del
SAD)
Quali altre variabili e situazioni l’OSS deve gestire durante un Accesso Domiciliare di ADI?
Risposta
Relazione con l’assistito
Relazione con il care giver e il nucleo familiare
Garantire l’adeguatezza e la qualità degli interventi, come nelle strutture sanitarie
(ospedale, RSA)
Relazione con l’assistito
Come sappiamo la relazione con la persona assistita è fondamentale in ogni ambito, compreso
quello domiciliare.
Occorre ricordarsi che un Accesso Domiciliare, tradotto in termini più semplici, significa:
entrare nell’abitazione di un’altra persona, entrare le suo ambiente di vita e a contatto con
aspetti intimi (una casa disordinata, una casa strutturata in modo da non rendere facile
l’assistenza oppure una casa degradata), inoltre si entra in contatto anche con le difficoltà
sociali ed economiche dell’assistito, seppur in maniera indiretta.
Sulla base di quanto scritto nella slide precedente, a proposito del tema: «relazione con
l’Assistito», quali considerazioni ti vengono in mente?
Mentre in Ospedale e in RSA o altre realtà (ambulatori ed esempio), tutti gli Operatori del Settore
Sanitario «giocano in casa», «giocano in casa loro», quando si lavora nell’ADI le cose cambiano.
Perché entriamo nell’abitazione dell’Assistito, quindi la nostra educazione, la nostra sensibilità deve
essere ancora più forte.
Operatori Sanitari esperti di ADI dicono: «bisogna entrate a casa dell’Assistito in punta di piedi,
chiedendo sempre il permesso»
Nonostante lo scopo degli Accessi Domiciliari ha lo scopo di soddisfare necessità di salute
dell’Assistito, non sempre si riceve accoglienza.
Ricordiamoci che siamo al domicilio del Paziente, quindi la nostra paziente deve essere maggiore e
così la capacità di relazionarsi positivamente per gestire con successo le situazioni conflittuali.
Nell’ambito dell’ADI la capacità di sapersi relazionare e l’empatia devono essere ancora più spiccate,
ovviamente il tutto non deve essere trascurato in altri ambienti di lavoro.
Ottimizzare le risorse materiali (guanti, mascherine, sovra-camici ecc..), poiché in ADI possono
scarseggiare rispetto a quanto accade in una struttura e a volte vengono acquistati
dall’’Assistito o dalla famiglia
• Prevenire le cadute
• Traumi dell’Apparato Locomotore durante la mobilizzazione e l’assistenza in generale
• Prevenire traumi a carico dell’operatore: ad esempio a carico della propria colonna
vertebrale (gli ausili per la mobilizzazione al domicilio scarseggiano o sono
assenti)…inoltre si lavora da soli e non sempre care giver o familiare possono aiutarci