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Sommario
La presente ricerca esplorativa intende valutare se maschi e femmine
abbiano un diverso modo di imparare, gestire e dirigere se stessi
nello studio e sollecitare la pianificazione di percorsi individualizzati
e attenti alle differenze di genere a scuola, mediante la sommi-
nistrazione di strumenti di autovalutazione e il potenziamento di
processi riflessivi sulle dimensioni cognitive, affettivo-motivazionali
e temporali che sono alla base del successo nell’apprendimento.
A tal fine il lavoro ha coinvolto 772 studenti di scuola secondaria
di secondo grado (404 maschi e 368 femmine tra i 14 e i 18 anni;
età M 15; DEV.ST. 1,43) in un percorso di autovalutazione e rifles-
sione su competenze strategiche per lo studio basato sull’utilizzo
di strumenti quali il «Questionario sulle Strategie di Apprendi-
mento» (Pellerey e Orio, 1996) e il «Questionario sulla Prospettiva
Temporale» (Zimbardo e Boyd, 1999). In linea con altre ricerche
scientifiche, i risultati mostrano alcune differenze di genere nella
percezione del funzionamento cognitivo, emotivo e motivazio-
nale: ad esempio, nonostante le ragazze si descrivano come più
ansiose ed emotive dei ragazzi, esse riescono ad autoregolarsi e
a gestire meglio i compiti a scuola, al contrario dei ragazzi, che
pur mostrando maggiore autocontrollo emotivo hanno maggiori
difficoltà nell’organizzare lo studio.
Erickson – Trento Orientamenti Pedagogici Vol. 68, n. 2, aprile-maggio-giugno 2021 (pp. 71-92)
Orientamenti Pedagogici Vol. 68, n. 2, aprile-maggio-giugno 2021
Parole chiave
Strategie di apprendimento, prospettiva temporale, differenze di
genere, scuola secondaria di secondo grado.
1
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2
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violenza di genere, nonché in tema di protezione civile e di commissariamento delle province»
(13G00163) («Gazzetta Ufficiale. Serie Generale», n. 242, 15 ottobre 2013).
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Differenze di genere nelle strategie di apprendimento e nella prospettiva temporale
studenti (m) abbia preferito iscriversi nei licei con indirizzo umanistico (f: 89%
vs m: 11%), linguistico (f: 79% vs m: 21%) e classico (f: 70% vs m: 30%), mentre
una maggioranza maschile si è iscritta negli istituti tecnici (m: 70% vs f: 30%) e
professionali (m: 57% vs f: 43%).
Volgendo lo sguardo alle competenze dei quindicenni italiani in lettura, ma-
tematica e scienze, le ultime indagini nazionali e internazionali INVALSI (2018)
e OCSE-Pisa (OECD, 2018; 2019) rilevano differenze significative tra maschi e
femmine. Negli istituti professionali le studentesse superano i coetanei maschi di
25 punti in lettura (solo nei licei e negli istituti tecnici i due gruppi ottengono gli
stessi risultati). In matematica, invece, i ragazzi ottengono un punteggio superiore
alle ragazze di 16 punti. Inoltre, sebbene in scienze i risultati di femmine e maschi
italiani non siano statisticamente differenti rispetto al punteggio medio dei coetanei
degli altri Paesi OCSE (m: 470 vs f: 466), dal confronto tra gli studenti più bravi
in Italia si nota che i maschi superano ancora le coetanee di 11 punti.
Ulteriori divergenze sono state riscontrate nel fenomeno dell’abbandono del
sistema scolastico e formativo di maschi e femmine nella scuola secondaria di
primo e secondo grado e nel passaggio tra cicli scolastici. I dati raccolti dal MIUR
(2019) negli anni 2016-2018 mostrano l’aumento di dispersione nel passaggio
tra primo e secondo ciclo e in maggior numero maschile (m: 1,61% vs f: 1,27%).
Inoltre, se l’abbandono nella scuola secondaria di primo grado sembra riguardare
solo lo 0,77% dei maschi e lo 0,59% delle femmine, tali percentuali diventano più
consistenti nella scuola secondaria di secondo grado, con il 4,6% degli studenti
e il 3% delle studentesse. È interessante osservare anche come la percentuale di
abbandono complessivo sia più elevata al primo anno (1,8% nel corso dell’a.s.
2016/2017 e 4,4% nel passaggio all’a.s. 2017/2018), per via degli studenti che
decidono di passare alla formazione professionale, e più significativa per gli alunni
maschi (m: 7,4% vs f: 4,9%).
Solitamente i dati di queste indagini vengono riportati sul piano statistico
senza che ne venga fornita un’interpretazione in chiave educativa e didattica; dal
punto di vista pedagogico si ritiene pertanto indispensabile riflettere sulla frequenza,
sulle cause e sulle modalità con cui avvengono i passaggi e gli abbandoni a scuola,
considerando che tutto questo è con molta probabilità indice di un disagio più
profondo, dovuto al disorientamento provato in genere dagli studenti nel momento
in cui sono chiamati a scegliere un indirizzo di studi superiori. Come è noto, la
scelta non sempre si rivela coerente con potenzialità e aspirazioni personali, in
quanto spesso è il prodotto della combinazione di più influenze socioeconomiche,
culturali, familiari e scolastiche (Gamberi, 2016; Musi, 2017; MIUR, 2019). A tal
proposito si ricorda come diverso tempo fa alcuni studiosi (Eccles, 1986; Pajares,
2005) avessero ipotizzato che la predilezione femminile per l’ambito umanistico-let-
terario fosse dovuta a una minore percezione delle proprie capacità matematiche e
scientifiche, anche quando le prestazioni effettive delle ragazze non erano inferiori
a quelle dei ragazzi. Essi videro che tale percezione risultava influenzata dall’i-
dea stereotipata trasmessa a scuola, in famiglia e in società secondo cui le donne
sarebbero meno capaci in queste materie. Ciò generava in loro la preoccupazione
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molti ricercatori (Nuttin, 1964; Zimbardo e Boyd, 2008; González e Daura, 2012;
Pellerey, 2013a; 2013b; 2013c; King e Gaerlan, 2014; Stolarski, Fieulaine e van
Beek, 2015; Margottini, 2017; Margottini, La Rocca e Rossi, 2017; Margottini e
Rossi, 2017; Pérez, Braojos e Fernández, 2017; Barnett, Melugin e Hernandez,
2018) hanno preso in esame il rapporto che intercorre tra queste dimensioni: pro-
spettiva temporale umana (orientamento tra passato, presente e futuro), decisioni
e prestazioni individuali.
Innanzitutto, è noto che l’orientamento al futuro segue uno sviluppo progressivo
durante il percorso di crescita del soggetto, il quale organizza le sue esperienze
e i suoi atteggiamenti all’interno di una prospettiva temporale basata su elementi
cognitivi e affettivi propri di ciascuna fase evolutiva (infanzia, adolescenza, adul-
tità, senilità). In particolare, l’adolescenza è la fase in cui si inizia ad avvertire la
necessità di costruire un’identità coerente, che si struttura tramite l’integrazione
delle autorappresentazioni del passato, del presente e del futuro, le quali racchiu-
dono le rappresentazioni del Sé e del contesto sociale. In questo modo è possibile
rendersi conto che la stessa prospettiva temporale esercita una notevole influenza
su motivazioni, scelte, azioni e decisioni individuali (Nuttin, 1964; Ferrari, Nota e
Soresi, 2010; Lens et al., 2012; Laghi et al., 2013; Peetsma e Van der Veen, 2015).
Nello specifico è stato visto come le persone con un buon orientamento al futuro
siano capaci di prendere decisioni accademiche e professionali coerenti tra loro
e come siano in grado di autoregolarsi, motivarsi, impegnarsi e di raggiungere il
successo (De Bilde, Vansteenkiste e Lens, 2011; Margottini, 2017; Margottini e
Rossi, 2017; 2019; Andre et al., 2018).
Per quanto riguarda il rapporto tra prospettiva temporale e genere, dalla
ricerca sul campo sono emersi esiti piuttosto contrastanti. Tuttavia, l’elemento
che accomuna le diverse ricerche è la valutazione secondo cui la prospettiva
temporale, le decisioni e i percorsi di istruzione, formazione e lavoro di uomini
e donne non sono legati solo a fattori psicologici e individuali, ma risultano
notevolmente influenzati da fattori quali il momento storico e culturale e il con-
testo sociale, familiare e educativo di riferimento (Athawale, 2004; Zimbardo e
Boyd, 2008; Laghi et al., 2013; Andre, van Vianen e Peetsma, 2017). Infatti, la
maggior parte delle ricerche realizzate tra il Ventesimo e il Ventunesimo secolo
ha rilevato una diversa concezione e un differente posizionamento degli obiettivi
futuri in donne e uomini, fortemente condizionati da regole e ruoli eterogenei
rigidamente imposti dalla società dell’epoca. Tra queste si ricordano alcune
ricerche condotte tra gli anni Cinquanta e gli anni Ottanta in America (Douvan
e Adelson, 1958; Ezekiel, 1968) e in Italia (Reale, 1982), dalle quali è emerso
che adolescenti e giovani adulte avevano obiettivi meno realistici e più a breve
termine dei coetanei maschi in quanto erano ligie al ruolo tradizionale attribuito
loro dalla società, la quale vedeva la donna americana e italiana abbandonare il
lavoro in vista del matrimonio, considerato più dignitoso e proficuo. Lo stesso
andamento è stato registrato negli anni successivi: i ragazzi hanno continuato a
mostrare maggiore positività e orientamento al futuro rispetto alla controparte
femminile (Trommsdorff, Lamm e Schmidt, 1979; Greene, Wheatley e Aldava,
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TABELLA 1
Analisi affidabilità scale QSA
E la stessa analisi di affidabilità (Pellerey, 2018), per quel che riguarda la coe-
renza interna dei fattori del PT, mostra coefficienti alfa di Cronbach con valori che
vanno da un minimo di .47 a un massimo di .81, con valore mediano di .64 (tab. 2).
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Differenze di genere nelle strategie di apprendimento e nella prospettiva temporale
TABELLA 2
Analisi affidabilità scale PT
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La Rocca e Rossi, 2017; Margottini e Rossi, 2017, 2019; Rossi, 2018). I risultati
dell’analisi correlazionale mostrano, infatti, correlazioni statisticamente significative
tra competenze strategiche di carattere cognitivo riferibili alle capacità di studio,
di pianificazione, organizzazione e controllo dei propri impegni con dimensioni
di carattere affettivo-motivazionale, quali il controllo delle proprie emozioni, la
capacità di impegno e perseveranza e le convinzioni di autoefficacia. Si conferma
che queste risultano correlate con buoni esiti scolastici. A loro volta queste com-
petenze strategiche risultano correlate con una prospettiva temporale equilibrata
tra passato, presente e futuro e in primo luogo con la capacità di prefigurare un
orizzonte futuro.
Nel prossimo paragrafo saranno analizzati e discussi gli esiti dei questionari
di autovalutazione (QSA e ZTPI) in merito alle differenze emerse tra maschi e
femmine nel modo di percepire e dirigere se stessi rispetto allo studio e alla pro-
gettazione del proprio futuro.
I dati raccolti tramite i questionari QSA e PT sono stati estratti dalla piattaforma
ed elaborati tramite foglio elettronico Excel. Gli esiti riportano alcune differenze
tra studenti e studentesse nel modo di percepire e dirigere se stessi rispetto allo
studio e alla progettazione del proprio futuro. Le valutazioni conseguite sono
frutto della riflessione condivisa con i partecipanti alla ricerca (studenti e docenti
dell’Istituto). In particolare, i docenti hanno apprezzato la possibilità di ottenere i
profili individuali dei propri studenti, di comprendere meglio le caratteristiche di
ragazzi e ragazze e di progettare percorsi individualizzati per la valorizzazione delle
competenze e il miglioramento del rendimento scolastico di ognuno. Come già
sottolineato, dalla compilazione dei questionari si ottiene un profilo personale che
deriva dal confronto del proprio punteggio con quello standardizzato di una scala
a 9 intervalli per ogni fattore indagato dai questionari. A seconda del posiziona-
mento su livelli superiori o inferiori alla media (che occupa la posizione 5 centrale
della scala) è possibile interpretare le caratteristiche personali per ciascun fattore.
Nelle tabelle che seguono sono riportate in sintesi le distribuzioni percentuali
degli studenti — maschi e femmine — che si sono collocati sotto (% sotto M) e
sopra la media (% sopra M) per ciascuno dei fattori valutati nei due questionari
(QSA e PT).
Come si può osservare nel campione che ha risposto al QSA (tab. 3), più della
metà delle studentesse (f) registra punteggi superiori alla media in tutti i fattori
cognitivi (anche se ciò non equivale sempre all’avere un risultato positivo, poiché,
come si ricorda, alcune scale presentano punteggio inverso). Nella maggior parte di
loro (f) si osserva una buona percezione della propria capacità di gestire processi
e strategie elaborative per comprendere, memorizzare, ricordare, approfondire
e mettere in connessione vecchie e nuove conoscenze (C1: 60%, C5: 68%, C7:
58%) e una buona disponibilità a collaborare con gli altri (C4: 58%). Tuttavia,
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Differenze di genere nelle strategie di apprendimento e nella prospettiva temporale
TABELLA 3
Scale cognitive QSA — distribuzione percentuale di studenti maschi e femmine
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proprie azioni, si sente efficace nello studio e responsabile nel lavoro scolastico.
Resta, però, da considerare che il 62% delle studentesse si colloca sopra la media
anche nel fattore A5 — Mancanza di perseveranza, in quanto avverte una certa
fragilità nella capacità di essere costante nello studio. Probabilmente questi risul-
tati, che a un primo sguardo sembrano contraddittori, dipendono dall’influenza
esercitata da dimensioni come l’ansietà di base (A1) e le interferenze emotive (A7),
per le quali più della metà delle studentesse registra punteggi superiori alla media
(A1: f 59%; A7: f 62%). Infine, dalle risposte fornite dalle stesse prevale uno stile
attribuito a cause controllabili (A3: f 63%), anche se vi è un 59% di loro (f) che
si colloca sopra la media in A4 — Attribuzione a cause incontrollabili e mostra,
quindi, una tendenza opposta che risulta comunque significativa.
Questi risultati sono in linea con quanto osservato in un’altra ricerca da
Pellerey (2018) per quel che riguarda le ragazze, le quali pur descrivendosi come
caratterizzate da alti livelli di ansietà di base e di interferenze emotive presentano
anche alti livelli di autoregolazione, indicando da un lato uno scarso controllo della
propria sfera emozionale e dall’altra un maggiore senso di cura, di riflessività e
di confronto logico nello svolgere i propri impegni scolastici. Come sostiene Pel-
lerey: «La significatività dei punteggi più elevati tra le ragazze, nell’essere meno
competenti nel gestire forme accentuate di ansietà (ma più competenti nell’orga-
nizzare i compiti scolastici), potrebbe prefigurare un bisogno di gestione strategico
nei compiti di apprendimento, che tenga conto però della loro scarsa capacità di
autocontrollo emotivo» (Pellerey, 2018, p. 146).
Se guardiamo gli studenti maschi, vediamo che la metà si colloca al di sopra
della media per gli stessi fattori affettivo-motivazionali (tab. 4), seppure con alcune
differenze rispetto alla controparte femminile. È interessante osservare anche come,
nonostante la maggior parte degli studenti abbia una percezione di competenza più
elevata delle studentesse (A6: m 68% vs f 59%), sostenga di saper gestire l’ansietà
di base e di non lasciarsi influenzare troppo dalle interferenze emotive (A1: m
50% vs f 59%; A7: m 54% vs f 62%) e ritenga di possedere uno stile attributivo
equilibrato tra cause controllabili (A3: m 59%) e incontrollabili (A4: m 59%), la
percentuale degli studenti sia più bassa di quella delle studentesse nei punteggi sopra
la media nella volizione (A2: m 52% vs f 58%) e di poco più alta nella mancanza
di perseveranza (A5: m 65% vs f 62%). Ciò può essere un segnale delle difficoltà
avvertite dai ragazzi nel riuscire a perseverare nello studio, a portare a termine
gli impegni e a raggiungere gli obiettivi prefissati. Naturalmente questi dati non
intendono sostenere l’esistenza di una superiore capacità intellettuale degli uni
rispetto agli altri, ma, in linea con quanto rilevato da altre ricerche scientifiche
(Zanniello, 2013; La Marca, 2014; Minello, 2017; Pellerey, 2018), dimostrano che
maschi e femmine hanno modi diversi di approcciarsi allo studio e ribadiscono la
necessità di proporre nelle scuole una didattica attenta alle differenze di genere.
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Differenze di genere nelle strategie di apprendimento e nella prospettiva temporale
TABELLA 4
Scale affettivo-motivazionali QSA —
distribuzione percentuale di studenti maschi e femmine
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TABELLA 5
Scale PT — distribuzione percentuale di studenti maschi e femmine
6. Riflessioni conclusive
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The exploratory research aims to examine whether males and females have a
different way of learning, managing and directing themselves in the study. It also
aims to encourage the planning of individualised pathways and the attention to
gender differences at school, through the administering of self-assessment tools
and the strengthening of reflective processes on cognitive, affective-motivational
and temporal factors that are the basis of learning success. For this purpose, the
work involved 772 high school students (404 boys and 368 girls between 14 and
18 years; age M 15; DEV.ST. 1.43) in a self-assessment and self-reflection pathway
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