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Premessa 9
Capitolo 2 - PROGETTO
2.1 Obbligo di progetto: in quali casi? 37
2.2 Studio tatuatore: è obbligatorio il progetto? 39
2.3 Progetto autorimessa 39
2.4 Progetto centro commerciale 40
2.5 Progetto e limiti dimensionali 40
2.6 Ufficio 40 m2 e piazzale di 2500: Chi firma? 41
2.7 Fotovoltaico e obbligo di progetto 42
2.8 “Progettino” e “Progettone”… 43
2.9 6kW: “Progettino” o “Progettone”? 43
2.10 Impianti elettrici condominiali e obbligo di progetto 44
2.11 Obbligo di progetto di uno stadio comunale 45
2.12 Ampliamento impianto “ante 46/90”: quale documentazione? 46
2.12 E’ obbligatorio il progetto per un impianto elettrico + TVCC… 46
2.13 Videocitofono condominiale: serve il progetto? 48
2.14 Abitazione con b&b: è obbligatorio il progetto? 49
APPENDICE I
4box reinventa il concetto di presa elettrica - a cura di 4box 111
9
premessa
Il vero valore di questa pubblicazione è che stata scritta “per metà” dai
lettori del sito, che hanno contribuito inviandoci i loro dubbi in materia
di impianti elettrici: il valore aggiunto è proprio questo: i quesiti arrivano
direttamente “dal campo”.
Rispetto ai quesiti pubblicati sul sito, alcuni sono stati estesi, rielaborati ed
eventualmente aggiornati, per questa pubblicazione. I contenuti, ovviamen-
te, non hanno il carattere di ufficialità che è proprio solo dei testi normativi
e legislativi, e rappresentano l’opinione di NT24 e dei suoi collaboratori.
responsabile tecnico
e abilitazione
latore per un periodo non inferiore a tre anni, escluso quello computato ai
fini dell’apprendistato e quello svolto come operaio qualificato, in qualita’
di operaio installatore con qualifica di specializzato nelle attivita’ di instal-
lazione, di trasformazione, di ampliamento e di manutenzione degli impianti
di cui all’articolo 1.
Qualora lei possieda uno dei requisiti di cui all’art. 4 del DM 37/08 l’azienda
può applicare i criteri dell’art. 3 comma 5:
“Le imprese non installatrici, che dispongono di uffici tecnici interni sono
autorizzate all’installazione, alla trasformazione, all’ampliamento e alla
manutenzione degli impianti, relativi esclusivamente alle proprie strutture
interne e nei limiti della tipologia di lavori per i quali il responsabile possie-
de i requisiti previsti all’articolo 4.”
Impresa non installatrice: verifica dei requisiti
Secondo il Decreto 37/08 le imprese non installatrici, che dispongo-
no di uffici tecnici interni sono autorizzate all’installazione degli
impianti solo all’interno delle loro pertinenze.
Per il riconoscimento dei requisiti tecnico professionali è necessario rivol-
gersi alla Camera di Commercio?
I requisiti tecnico professionali devono essere sottoposti a verifica
camerale, come chiarito nella circolare del Ministero dello Sviluppo
Economico del 24 febbraio 2009 protocollo n. 0016985 che rispon-
dendo ad una richiesta di chiarimento della Camera di commercio di Mace-
rata dice:
Relativamente al quesito, in vigenza del decreto 37/08, concernente l’obbli-
gatorietà o meno della denuncia da parte delle imprese non installatrici, enti
e amministrazioni pubbliche, della costituzione di uffici tecnici interni, si fa
presente che i commi 5 e 6 dell’art.3 del decreto 37/08 stabiliscono quanto
segue:
“5. Le imprese non installatrici, che dispongono di uffici tecnici interni sono
autorizzate all’installazione, alla trasformazione, all’ampliamento e alla
manutenzione degli impianti, relativi esclusivamente alle proprie strutture
14
interne e nei limiti della tipologia di lavori per i quali il responsabile possie-
de í requisiti previsti all’art.4. 6. Le imprese, dí cui ai commi 1, 3, 4 e 5, alle
quali sono stati riconosciuti i requisiti tecnico-professionali, hanno diritto
ad un certificato di riconoscimento, secondo i modelli approvati con decreto
del Ministro dell’industria, del commercio e dell’artigianato dell’I I giugno
1992. Il certificato è rilasciato dalle competenti commissioni provinciali per
l’artigianato, di cui alla legge 8 agosto 1985, n. 443, e successive modifica-
zioni, o dalle competenti camere di commercio, di cui alla legge 29 dicembre
1993, n. 580, e successive modificazioni”.
Requisiti tecnico-professionali
1. I requisiti tecnico-professionali sono, in alternativa, uno dei seguenti:
a) diploma di laurea in materia tecnica specifica conseguito presso una uni-
versità statale o legalmente riconosciuta;
((a-bis) diploma di tecnico superiore previsto dalle linee guida di cui al de-
creto del Presidente del Consiglio dei ministri 25 gennaio 2008, pubblicato
nella Gazzetta Ufficiale n. 86 dell’11 aprile 2008, conseguito in esito ai per-
corsi relativi alle figure nazionali definite dall’allegato A, area 1 – efficienza
energetica, al decreto del Ministro dell’istruzione, dell’università e della ri-
cerca 7 settembre 2011));
b) diploma o qualifica conseguita al termine di scuola secondaria del secon-
do ciclo con specializzazione relativa al settore delle attività di cui all’ar-
21
Se Lei è in possesso dei requisiti così come sopra indicati può svolgere il
ruolo di responsabile tecnico purché non svolga altra attività continuativa,
vedasi art. 3 comma 2 decreto 37/08 che recita:
Il responsabile tecnico di cui al comma 1 svolge tale funzione per una sola
impresa e la qualifica é incompatibile con ogni altra attività continuativa.
Se Lei è titolare, come iscritto all’albo professionale, di uno studio tecnico
con partita IVA non può svolgere il ruolo di responsabile tecnico. Per un
soggetto esterno all’impresa è possibile utilizzare la figura di “institore” (che
rispetta il principio di immedesimazione nell’impresa) ai fini della nomina
a responsabile tecnico ai sensi dell’art.3 del decreto 37/08. La funzione di
institore può essere svolta per una sola impresa.
Progettista e responsabile tecnico dipendente: conflitto di interessi?
Un perito industriale abilitato e iscritto all’albo, può essere assunto
da una ditta e fare il progettista per la stessa? O si incorre in conflit-
ti si interesse per la ditta che assume?
Nulla osta all’assunzione di un perito industriale iscritto all’albo da
parte di una impresa installatrice. Le attività di progettazione potran-
no essere svolte dal perito nell’ambito aziendale purché la ditta ab-
bia nella ragione sociale lo svolgimento delle attività di progettazione e il
relativo codice IVA.
Le responsabilità civili dell’attività di progettazione saranno a capo della dit-
ta e ripartite al perito dipendente, mentre le responsabilità penali saranno a
carico del perito industriale.
Dovranno essere valutati con il commercialista gli aspetti della fatturazione
delle prestazioni di progettazione e del versamento dei contributi previden-
ziali alla cassa di previdenza della categoria professionale.
Progettare impianti elettrici “con la triennale”
l progettista di un impianto può essere un ingegnere con laurea
triennale anche in possesso di esperienza tecnica nel settore?
1. Le imprese, iscritte nel registro delle imprese di cui al decreto del Presi-
dente della Repubblica 7 dicembre 1995, n. 581 e successive modificazioni,
di seguito registro delle imprese, o nell’Albo provinciale delle imprese arti-
giane di cui alla legge 8 agosto 1985, n. 443, di seguito albo delle imprese
artigiane, sono abilitate all’esercizio delle attività di cui all’articolo 1, se
l’imprenditore individuale o il legale rappresentante ovvero il responsabile
tecnico da essi preposto con atto formale, è in possesso dei requisiti profes-
sionali di cui all’articolo 4.
2. Il responsabile tecnico di cui al comma 1 svolge tale funzione per una sola
impresa e la qualifica è incompatibile con ogni altra attività continuativa.
3. Le imprese che intendono esercitare le attività relative agli impianti di cui
all’articolo 1 presentano la dichiarazione di inizio attività, ai sensi dell’ar-
ticolo 19 della legge 7 agosto 1990, n. 241 e successive modificazioni, indi-
30
cando specificatamente per quali lettera e quale voce, di quelle elencate nel
medesimo articolo 1, comma 2, intendono esercitare l’attività e dichiarano,
altresì, il possesso dei requisiti tecnico-professionali di cui all’articolo 4,
richiesti per i lavori da realizzare.
4. Le imprese artigiane presentano la dichiarazione di cui al comma 3, uni-
tamente alla domanda d’iscrizione all’albo delle imprese artigiane per la
verifica del possesso dei prescritti requisiti tecnico-professionali e il conse-
guente riconoscimento della qualifica artigiana. Le altre imprese presentano
la dichiarazione di cui al comma 3, unitamente alla domanda di iscrizione,
presso l’ufficio del registro delle imprese.
6. Le imprese, di cui ai commi 1, 3, 4 e 5, alle quali sono stati riconosciuti i
requisiti tecnico-professionali, hanno diritto ad un certificato di riconosci-
mento, secondo i modelli approvati con decreto del Ministro dell’industria
del commercio e dell’artigianato dell’11 giugno 1992. Il certificato è rila-
sciato dalle competenti commissioni provinciali per l’artigianato, di cui alla
legge 8 agosto 1985, n. 443, e successive modificazioni, o dalle competenti
camere di commercio, di cui alla legge 29 dicembre 1993, n. 580, e succes-
sive modificazioni.
Per ogni altra indicazione nel merito delle abilitazioni da inserire nel Cer-
tificato di riconoscimento dei requisiti tecnico professionali consigliamo di
formulare apposito quesito alla locale Camera di Commercio o al MISE.
A titolo di informazione riportiamo il parere del Mise: Circolare n. 3643/C
del 24-10-2011 installazione di antenne paraboliche ed impianti decoder
“Elenco-pareri-MISE-DM-37-2008-21-06-2017-2).
Il Mi.S.E. ha rappresentato, in riferimento ai requisiti necessari – ai sensi del
d.m. 37/2008 – ai fini dell’installazione completa degli impianti di ricezione
televisiva via satellite (comprensivi di parabola e decoder), che non è neces-
saria l’abilitazione completa allo svolgimento di attività di installazione di
“impianti radiotelevisivi, antenne e impianti elettronici in genere” di cui alla
lettera b, comma 2, art.1 del decreto in parola, ma che è sufficiente l’abilita-
zione alla sola attività di installazione antenne, tenuto conto che non ritiene
di ravvisare alcuna peculiarità della fattispecie in questione rispetto agli altri
impianti televisivi via-cavo.
Ha inoltre rilevato che l’installazione stessa del semplice decoder non appare
31
Questo vuol dire che l’impresa installatrice, non solo “per certificare” ma
anche per eseguire il lavoro, deve possedere l’abilitazione all’installazione
degli impianti di cui alla lettera g. Non bastano le lettere a e b. Per eseguire il
lavoro deve richiedere l’integrazione dell’abilitazione in camera di commer-
cio, eventualmente assumendo responsabile tecnico in possesso dei requisiti
tecnico professionali.
32
Come previsto dalla Legge 3/2018 e dal decreto 13 marzo 2018 sono
stati istituiti gli “Ordini Tecnici sanitari di radiologia medica e delle
professioni sanitarie tecniche, della riabilitazione e della prevenzio-
ne” riuniti in una Federazione Nazionale.
A detti ordini devono essere iscritti i professionisti che esercitano una profes-
sione “sanitaria tecnica”. Nel suo caso specifico quella di “Tecnico preven-
zione ambiente e luoghi di lavoro”.
L’obbligo di progettazione degli impianti elettrici deriva dall’art. 5 “Proget-
tazione degli impianti” del decreto 37/08 che testualmente recita al comma 1:
Pertanto Lei non può firmare e vidimare con il timbro professionale di una
“professione sanitaria” dei progetti di impianti elettrici ai sensi del decreto
37/08.
L’amministratore di un’impresa installatrice “eredita le lettere”?
Sono l’amministratore unico di una Società Srls, ho un responsabile
tecnico inserito nell’organico dal 2013, come Società abbiamo re-
quisiti tecnici 37/08 lettere a,b,c,d,e. Volevo sapere se come ammini-
stratore mi spettano le lettere anche se non sono inquadrato come busta paga
come tecnico ma esclusivamente come amministratore titolare a Socio unico.
progetto
Nel suo caso il limite dimensionale riferito alla superficie non è superato,
per cui il progetto lo può firmare anche il responsabile tecnico dell’impresa
installatrice, a patto che la potenza impegnabile dell’impianto non superi 6
kW e che non ci siano ambienti classificati (ad esempio ambienti a maggior
rischio in caso di incendio).
Ufficio 40 m2 e piazzale di 2500: Chi firma?
Sono un installatore di impianti elettrici e tecnologici, da quando
faccio questo lavoro ho realizzato diversi impianti anche in ambien-
ti esterni che siccome accorpati a edifici di notevole importanza il
tutto ricadeva sotto l’obbligo di progetto.
Adesso dovrei realizzare un impianto elettrico in un parco auto composto da
un ufficio di circa 40 m2 e un piazzale di circa 2500 m2.
La fornitura di energia elettrica è di 6 kW. L’impianto esterno è composto da
cinque pali con fari a led, cinque telecamere, impianto antintrusione perime-
trale e diffusione sonora.
In questo caso visto che il decreto 37/08 si riferisce ad impianti interni e il
fabbricato è di circa 40 m2 e visto che la fornitura non supera i 6kW, per
l’impianto esterno che insiste su una superficie commerciale di circa 2500
m2 necessita di progetto per l’impianto elettrico?
Il decreto 37/08 non si applica agli impianti completamente all’a-
perto. In questo caso l’impianto non è completamente all’aperto.
Detto questo, si ricorda che il progetto di un impianto elettrico è
sempre obbligatorio (decreto 37/08 art. 5 comma 1):
cui all’articolo 1, comma 2, lettere a), b), c), d), e), g), e’ redatto un pro-
getto.
Sotto certi limiti dimensionali (Decreto 37/08 art 5 comma 2 lettere da “a”
a “g”) il progetto può essere redatto dal responsabile tecnico dell’impresa
installatrice. Negli altri casi deve essere redatto da professionista iscritto a
ordine o albo.
Tutto ciò premesso, ai fini del calcolo della superficie “utile” al raggiungi-
mento del limite dimensionale (400 m2) concorre solo la superficie interna
degli edifici e delle relative pertinenze, nel suo caso quindi 40 m2.
Considerato che la potenza impegnata non supera i 6 kW, se l’ufficio non
contiene zone classificate (ad esempio maggior rischio in caso di incendio)
e l’attività non rientra negli elenchi delle attività sottoposte a controlli di
prevenzione incendi, il progetto può essere firmato dal responsabile tecnico
dell’impresa installatrice.
Fotovoltaico e obbligo di progetto
Per realizzare la documentazione di un impianto fotovoltaico da 1,5
kW, il Distributore chiede lo schema impianto redatto da progettista
con timbro e firma. Siamo sotto le potenze di obbligo di progetto
anche dell’impianto uso residenziale, come ci dobbiamo comportare.
Un impianto fotovoltaico da 1,5 kW è soggetto a obbligo di proget-
to di professionista solo se a servizio di un impianto ricadente nei
casi di cui all’articolo 5 comma 2 del decreto 37/08 (potenza impe-
gnata > 6 kW, ambienti classificati ecc.).
Inoltre rientrano nel campo di applicazione del decreto 37/08 solo gli im-
pianti di autoproduzione (cioè l’utente consuma in parte o tutta l’energia
prodotta) o posti a servizio o nelle pertinenze di un edificio.
Talvolta l’indebita richiesta del progetto a firma di professionista abilitato,
indipendente dalle condizioni premesse, deriva dalle prescrizioni per l’ac-
cesso alle tariffe incentivanti dei vari conto energia:
Allegato 4
Documentazione da allegare alla richiesta di concessione della tariffa in-
centivante (Art. 5, comma 4 primo conto energia)
43
Traducendo: per il “progettino” (es. sotto i 6 kW) non sono richieste pla-
nimetrie e relazioni tecniche. Se l’impianto è molto semplice gli schemi
unifilari possono al limite essere sostituiti dalla descrizione dell’impianto.
Viceversa il “progettone” firmato da professionista deve rispondere ai cri-
teri fissati dalla Guida CEI 0-2 “Guida per la definizione della documenta-
zione di progetto degli impianti elettrici“.
6kW: “Progettino” o “Progettone”?
Poichè il decreto 37/08 parla di potenze impegnate non superiori a
6 kW per non instaurarsi l’obbligo del progetto elettrico firmato da
un tecnico abilitato, ritengo che per impianti di 6 kW (contatore da
6 kW dove però è spesso consentito il prelievo fino a 6,6 kW), il progetto lo
possa firmare il responsabile tecnico dell’impresa.
Cosa ne pensate?
44
Negli altri casi, il progetto è previsto dal decreto 37/08 declinato secondo
quanto indicato a comma 2 dell’art. 5:
munque, quando gli idranti sono in numero pari o superiore a 4 o gli appa-
recchi di rilevamento sono in numero pari o superiore a 10.
Decreto 37/08
Art. 5. Progettazione degli impianti
1. Per l’installazione, la trasformazione e l’ampliamento degli impianti di
cui all’articolo 1, comma 2, lettere a), b), c), d), e), g), e’ redatto un progetto.
Sotto certi limiti dimensionali il progetto può essere firmato dal responsabile
tecnico dell’impresa installatrice, sopra è necessario affidarsi ad un profes-
sionista iscritto ad ordine o albo (si veda “progettino e progettone” di NT24).
Il progetto di un impianto elettronico deve essere firmato da professionista se
coesiste con un impianto elettrico soggetto a obbligo di progetto da parte di
professionista iscritto a ordine o albo.
...
c) impianti di cui all’articolo 1, comma 2, lettera a), relativi agli immobili
adibiti ad attivita’ produttive, al commercio, al terziario e ad altri usi, quando
le utenze sono alimentate a tensione superiore a 1000 V, inclusa la parte in
bassa tensione, o quando le utenze sono alimentate in bassa tensione aventi
potenza impegnata superiore a 6 kW o qualora la superficie superi i 200 mq;
...
50
51
dichiarazione
di conformità
Articolo 2 comma 1
d) ordinaria manutenzione: gli interventi finalizzati a contenere il degrado nor-
male d’uso, nonche’ a far fronte ad eventi accidentali che comportano la ne-
cessita’ di primi interventi, che comunque non modificano la struttura dell’im-
pianto su cui si interviene o la sua destinazione d’uso secondo le prescrizioni
previste dalla normativa tecnica vigente e dal libretto di uso e manutenzione
del costruttore;
Il decreto 37/08 non si applica nel caso, ad esempio, degli impianti di illumi-
nazione pubblica.
Manutenzione ordinaria: non è richiesta la dichiarazione di conformità
Ho sostituito per conto di una ditta che ha l’appalto di manutenzio-
ne , in un condominio,una coppia di fotocellule, con il relativo cavo
di alimentazione delle stesse.
Poichè io fatturo a lui l’intervento, dal momento che l’amministratore non
vuole altri fornitori, lui mi chiede la conformità del lavoro che io ho fatto,
cioè la sostituzione delle fotocellule, è obbligatoria farla per questo tipo di
lavorazione effettuata?
Se non lo è esiste qualche normativa o qualcosa che attesti ciò?
L’intervento da Lei descritto sembra possa rientrare a pieno titolo nel-
la definizione di “ordinaria manutenzione”. Definizione presente
all’interno dello stesso decreto 37/07, art. 2 comma 1 lettera d) ordina-
ria manutenzione:
56
L’unico documento che può rilasciare, pur non avendone nessun obbligo giuri-
dico o tecnico, è quello di una semplice comunicazione su carta intestata nella
quale si dichiara che l’intervento di manutenzione ordinaria (ovvero di sostitu-
zione di un componente con altro uguale o analogo per caratteristiche tecniche
e funzionali) è stato eseguito in riferimento alla normativa vigente e secondo le
istruzioni del libretto di manutenzione dell’impianto.
A questa comunicazione può, se vuole, allegare la dichiarazione di conformità
e/o la scheda tecnica dei prodotti installati.
Dovrà compilare il Registro di manutenzione descrivendo l’intervento effet-
tuato e riportando i componenti sostituiti.
Planimetrie: è obbligatorio allegarle alla dichiarazione di conformità?
E’ obbligatorio per l’installatore allegare alla dichiarazione di con-
formità le planimetrie indicanti la disposizione delle apparecchiatu-
re elettriche?
Ho avviato una collaborazione con uno studio di architettura e mi chiedono
spesso le planimetrie da consegnare al cliente (prima con gli altri clienti non
mi era mai capitato).
In nessun caso l’installatore è obbligato ad allegare le planimetrie alla
dichiarazione di conformità: se il progetto è redatto dal responsabile
tecnico di impresa installatrice (sotto i limiti dimensionali previsti dal
decreto 37/08 art. 5) gli elaborati planimetrici non sono necessari (decreto
37/08 art. 7 comma 2):
a) impianti di cui all’articolo 1, comma 2, lettera a), per tutte le utenze con-
dominiali e per utenze domestiche di singole unita’ abitative aventi potenza
impegnata superiore a 6 kw o per utenze domestiche di singole unita’ abitative
di superficie superiore a 400 mq;
b) impianti elettrici realizzati con lampade fluorescenti a catodo freddo, colle-
gati ad impianti elettrici, per i quali e’ obbligatorio il progetto e in ogni caso
per impianti di potenza complessiva maggiore di 1200 VA resa dagli alimen-
tatori;
c) impianti di cui all’articolo 1, comma 2, lettera a), relativi agli immobili adi-
biti ad attivita’ produttive, al commercio, al terziario e ad altri usi, quando le
utenze sono alimentate a tensione superiore a 1000 V, inclusa la parte in bassa
tensione, o quando le utenze sono alimentate in bassa tensione aventi potenza
impegnata superiore a 6 kw o qualora la superficie superi i 200 mq;
d) impianti elettrici relativi ad unita’ immobiliari provviste, anche solo par-
zialmente, di ambienti soggetti a normativa specifica del CEI, in caso di locali
adibiti ad uso medico o per i quali sussista pericolo di esplosione o a maggior
59
Quindi il progetto, come logico deve essere realizzato prima degli interventi di
adeguamento o di rinnovo degli impianti. All’art. 7 comma 3 trova la risposta
al suo quesito:
Logica vuole, che se per le parti di impianto preesistenti non sussistano le com-
patibilità tecniche con le nuove parti di impianto progettato o da progettare, il
60
creto legge 25 giugno 2008, n. 112 (in Suppl. ord. n. 152 alla G.U. n. 147 del
25 giugno 2008).
Manutenzione straordinaria e dichiarazione di conformità
1) Alcuni sostengono che, per effetto di una manutenzione straordi-
naria in ambito decreto 37/08, nulla è dovuto da parte dell’installa-
tore mentre per me è necessaria almeno la dichiarazione di confor-
mità seppure priva di allegati. Quale il vostro parere?
2) È possibile attivare un ufficio tecnico interno, art. 2 del decreto 37/08, per
un ente ministeriale? Come per le imprese, esiste un iter autorizzativo?
3) Esattamente, cosa si intende per “installazioni per apparecchi per usi
domestici” di cui all’art. 10 del decreto 37/08?
1) Per le attività di manutenzione straordinaria di un impianto elettrico
è da prevedersi il rilascio della dichiarazione di conformità di cui
all’art. 7 decreto 37/08.
Così come del resto indicato nel modello fac-simile della dichiarazione di con-
formità di cui all’allegato 1 al decreto stesso.
“Le imprese non installatrici, che dispongono di uffici tecnici interni sono au-
torizzate all’installazione, alla trasformazione, all’ampliamento e alla manu-
tenzione degli impianti, relativi esclusivamente alle proprie strutture interne e
nei limiti della tipologia di lavori per i quali il responsabile possiede i requisiti
previsti all’articolo 4.”
b) All’ Art. 11 “Deposito presso lo sportello unico per l’edilizia del proget-
to, della dichiarazione di conformità o del certificato di collaudo”:
dichiarazione
di rispondenza
Constatato che Lei non figura nell’elenco (del Ministero) dei verifi-
catori abilitati ai sensi del DPR 462/01, può innanzitutto dire al Suo
parente che (se non è un’installatore) ha fatto una cosa vietata (De-
creto 37/08 Art. 8. Obblighi del committente o del proprietario comma 1:
Se gli impianti elettrici sono stati realizzati prima del 13 marzo 1990 e sono
in esercizio non risulta necessaria la redazione di un progetto salvo nei casi di
esecuzione di trasformazioni o di ampliamenti degli stessi impianti.
Naturalmente questi impianti dovevano e devono essere regolarmente man-
tenuti secondo le norme di buona tecnica e la regola dell’arte (Norme CEI/
UNI, DPR 547/55 (abrogato dal D.Lgs. 81/08), D.Lgs. 626/94, D.Lgs 81/08,
Norme di prevenzione incendi).
Per detti impianti ai fini dell’attestazione della loro conformità ai principi ge-
nerali di sicurezza definiti dalla legislazione e dalla normativa tecnica vigen-
te (nel caso di specie D.Lgs 81/08, Norme CEI/UNI, Norme di prevenzione
incendi) non è assolutamente sufficiente “fotografare” la realtà esistente.
E’ invece necessario eseguire, ai sensi delle vigenti norme tecniche, una
valutazione a mezzo verifiche (con prove e misure) delle condizioni di si-
curezza degli impianti al fine di accertare che gli impianti installati fossero
conformi alle norme tecniche vigenti al momento della loro realizzazione,
e che il loro stato attuale presenti i requisiti di cui alle norme tecniche at-
tualmente vigenti.
Di fatto è da eseguire una valutazione del rischio elettrico sulla scorta di
quanto indicato nell’art. 80 Capo III del D.Lgs. 81/08 con il supporto delle
normative tecniche e successivamente identificare gli eventuali interventi di
adeguamento tecnico-normativo da eseguirsi sugli impianti.
Per l’esecuzione degli interventi si dovranno classificare gli stessi in relazio-
ne alle categorie di “nuova installazione”, “trasformazione” o “ampliamen-
to”, oppure “adeguamento” e determinare la sussistenza dei relativi obblighi
di progetto e successivamente all’esecuzione degli impianti rilasciare la rela-
tiva “Dichiarazione di conformità degli impianti alla regola dell’arte”.
Nel merito della “Dichiarazione di rispondenza”, è interpretazione consolida-
ta che la stessa non può essere rilasciata per gli impianti antecedenti l’entrata
in vigore della legge 46/90 cosi come desumibile dalla lettura del comma 6
art. 7 decreto 37/08:
77
No. Non può essere sostituita nel suo caso. Lo dispone l’articolo 7
comma 6 del decreto 37/08:
obblighi
e responsabilità
Il rischio nel caso del quesito è il seguente (facendo riferimento alla figura 1
alla pagina seguente): in caso di guasto verso terra nell’impianto dell’unita
abitativa A privo di dispositivo differenziale, l’interruttore magnetotermico
non interviene se la corrente di guasto [230/(RC + RN)], non è abbastanza
elevata per l’intervento del magnetico.
In questo caso il circuito non viene interrotto e sull’impianto di terra con-
dominiale si stabilisce la tensione UE = 230 RC / (RC + RN). Di conseguenza
anche tutte le masse collegate all’impianto di terra assumono la tensione UE.
86
Tale tensione è certamente superiore ai limiti imposti dalla Norma CEI 64-8
e ricavati dalle curve di sicurezza (50 V).
Ipotizzando a titolo di esempio la resistenza del dispersore condominiale
RC= 50 Ω e la un valore per la messa a terra del neutro del Distributore
RN = 1 Ω, UE è pari a 225 V.
Nei cantieri di costruzione, gli impianti fissi sono limitati alle apparecchia-
ture che comprendono gli apparecchi di comando, di protezione e di sezio-
namento principali (704.537).
Gli impianti a valle sono considerati come impianti movibili o trasportabili.
La presente Sezione si applica sia agli impianti fissi sia agli impianti movibili
89
Con l’occasione si ricorda che il progetto degli impianti elettrici per i cantieri
edili non è obbligatorio ai sensi del decreto 37/08… ma nemmeno vietato!
Il 37/08 (per quanto concerne gli impianti “ante 90”) si riferisce solo agli im-
pianti a servizio delle unità immobiliari e non ribadisce l’obbligo di adeguare
i vecchi impianti. Non si deve però pensare che l’obbligo di adeguare sia
stato abrogato insieme la 46/90, in quanto tutti gli impianti dovevano essere
già stati adeguati da 10 anni al momento della pubblicazione del 37/08 in
Gazzetta Ufficiale.
Se il suo impianto soddisfa le condizioni indicate al comma 2 allora for-
malmente “può andare bene“, compatibilmente con quasi mezzo secolo di
esercizio, e non le può essere richiesta dichiarazione di conformità (o tanto
meno di rispondenza).
Detto questo, se stiamo parlando di un luogo di lavoro, un minimo di do-
cumentazione che descriva come è realizzato l’impianto deve esserci, così
91
come doveva esserci anche nel 1972 (secondo il DPR 547/55) se non altro
per effettuare correttamente la manutenzione obbligatoria (attualmente pre-
scritta dall’art. 86 del DLgs 81/08).
Piccoli manufatti
Gli impianti elettrici a servizio di pozzi idropotabili, con quadri po-
sti all’interno di un piccolo edificio protettivo, sono da considerarsi
ricadenti nel decreto 37/08? Essi sono sì posti all’interno di un edi-
ficio, ma a servizio non dell’edificio bensì di un’installazione interrata.
Una piccola struttura protettiva può non considerarsi un fabbricato
nell’accezione dei termini indicati nella citata legislazione, pertanto
se lo stesso ha solo funzioni contenitive e di protezione di impianti
tecnologici il decreto 37/08 non si applica:
a. definizione di edificio
Per fabbricato o edificio si intende qualsiasi costruzione coperta, isolata
da vie o da spazi vuoti, oppure separata da altre costruzioni mediante muri
che si elevano, senza soluzione di continuità, dalle fondamenta al tetto; che
disponga di uno o più liberi accessi sulla via, e possa avere una o più scale
autonome.
Se, come talvolta accade, il piccolo edificio non dovesse contenere solo im-
pianti a servizio delle installazioni interrate ma anche illuminazione, prese di
servizio ecc. il decreto 37/08 si applica solo a questi ultimi, ovvero alla parte
di impianti elettrici a servizio dell’edificio.
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Non sono oggetto del 37/08. Non è quindi richiesta la dichiarazione di con-
formità. E’ comunque opportuno rilasciare una “relazione tecnica” contenen-
te gli esiti dei controlli di manutenzione, le eventuali anomalie riscontrate
e le relative azioni correttive, meglio se riportati in un “manuale di uso e di
manutenzione“:
Pur non essendo un vero e proprio “obbligo“, l’articolo 8 del decreto 37/08
dà per scontata la presenza di istruzioni per l’uso e la manutenzione predispo-
ste dall’impresa installatrice dell’impianto. Sono rari i casi in cui le istruzioni
per l’uso e la manutenzione sono realmente disponibili.
Per sopperire a questa mancanza, l’associazione Prosiel ha realizzato un “li-
bretto di impianto” (recentemente è stata rilasciata la seconda edizione), se-
condo la loro soluzione al problema.
Gallerie stradali: il decreto si applica o no?
A quanto mi risulta gli impianti a servizio delle gallerie stradali
(sostanzialmente illuminazione e ventilazione, con i relativi control-
li e comandi ecc.) non rientrano nel campo di applicazione del de-
creto 37/08, per cui noi gestori non abbiamo diritto di richiedere il rilascio
della dichiarazione di conformità alla ditta che ha realizzato l’impianto. Vi
sembra corretto? A me no.
Il decreto 37/08 si applica agli impianti a servizio degli edifici e del-
le relative pertinenze (art.1 comma 1). Una galleria non è un edifi-
cio, per cui non avrebbe senso rilasciare una dichiarazione di confor-
mità secondo tale documento, ovvero compilando i moduli proposti in
allegato al decreto.
Se l’assenza di tale documento vi preoccupa (o volete giustamente tener trac-
cia dei lavori), potete chiedere, magari inserendo apposita voce nel capitolato
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a. definizione di edificio
Per fabbricato o edificio si intende qualsiasi costruzione coperta, isolata
da vie o da spazi vuoti, oppure separata da altre costruzioni mediante muri
che si elevano, senza soluzione di continuità, dalle fondamenta al tetto; che
disponga di uno o più liberi accessi sulla via, e possa avere una o più scale
autonome.
sono beni immobili gli edifici e le altre costruzioni, anche se unite al suolo a
scopo transitorio, e in genere tutto ciò che naturalmente o artificialmente è
incorporato al suolo.
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Ad una serra quindi si applica il decreto 37/08 e sopra i soliti limiti dimen-
sionali il progetto deve essere redatto da un professionista iscritto a ordine o
albo.
Impianti a servizio dei campi accoglienza: oggetto del 37/08?
Sono un installatore elettrico abilitato ai sensi del decreto 37/08 e
sono anche un volontario di Protezione Civile:
volevo sapere se posso certificare gli impianti che realizziamo in
un campo di accoglienza, quando questi sono alimentati anche da contatore
in BT. L’ente che ci attiva, la Regione Piemonte, non sussiste un rapporto
committente e installatore, non vengo pagato per le cose che facciamo. Tutto
questo è concesso dalle Leggi in vigore e relative norme?
Gli impianti non al servizio degli edifici non rientrano nel campo di
applicazione del decreto 37/08 (vedasi art. 1 dello stesso).
I requisiti tecnico professionali da lei posseduti (art. 4) ai fini dell’a-
bilitazione dell’azienda di cui all’art 3 dello stesso decreto valgono solo per
l’attività continuativa da Lei svolta e solo per una impresa (oppure non in
contemporanea per altra impresa con la figura dell’institore). Lei, come per-
sona fisica, non può e non deve certificare nulla in quanto la sua attività è
di volontariato nell’ambito di un rapporto personale o della sua associazio-
ne con il Dipartimento della Protezione Civile. E’ questa struttura che deve
provvedere nei modi e nei termini previsti dalla legislazione e normativa
vigenti alle eventuali necessarie certificazioni degli impianti realizzati.
Definizione di “potenza impegnata”
Per un impianto fotovoltaico la potenza impegnata è riferita alla
potenza nominale AC dell’inverter? Considerando per un’impianto
elettrico di casa la potenza impegnata è la potenza erogata dal di-
stributore, in un impianto FTV la potenza impegnata viene generata dall’in-
verter, collegato in parallelo al quella del distributore di rete.
La potenza impegnata è definita dal decreto 37/08 (art. 2):
1. Ai fini del presente decreto si intende per: ..omissis.. b) potenza
impegnata: il valore maggiore tra la potenza impegnata contrattual-
mente con l’eventuale fornitore di energia, e la potenza nominale complessi-
va degli impianti di autoproduzione eventualmente installati;
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Legge 46/90
Art. 7 – Installazione degli impianti
..omissis..
3. Tutti gli impianti realizzati alla data di entrata in vigore della presente
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legge devono essere adeguati, entro tre anni da tale data, a quanto previsto
dal presente articolo
DPR 447/91
Art. 5 – Installazione degli impianti
..omissis..
8. Per l’adeguamento degli impianti già realizzati alla data di entrata in
vigore della legge è consentita una suddivisione dei lavori in fasi operative
purchè l’adeguamento complessivo avvenga comunque nel triennio previsto
dalla legge, vengano rispettati i principi di progettazione obbligatoria con
riferimento alla globalità dei lavori e venga rilasciata per ciascuna fase la
dichiarazione di conformità che ne attesti l’autonoma funzionalità e la sicu-
rezza.
Si considerano comunque adeguati gli impianti elettrici preesistenti che pre-
sentino i seguenti requisiti: sezionamento e protezione contro le sovracor-
renti, posti all’origine dell’impianto, protezione contro i contatti diretti, pro-
tezione contro i contatti indiretti o protezione con interruttore differenziale
avente corrente differenziale nominale non superiore a 30 mA
Anche il decreto 37/08 considera adeguati alcuni impianti elettrici senza im-
pianto di terra ma solo quelli a servizio delle unità immobiliari:
decreto 37/08
Art. 6 – Realizzazione ed installazione degli impianti
..omissis..
3. Gli impianti elettrici nelle unita’ immobiliari ad uso abitativo realizzati
prima del 13 marzo 1990 si considerano adeguati se dotati di sezionamento
e protezione contro le sovracorrenti posti all’origine dell’impianto, di pro-
tezione contro i contatti diretti, di protezione contro i contatti indiretti o pro-
tezione con interruttore differenziale avente corrente differenziale nominale
non superiore a 30 mA.
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Alla luce di quanto esposto, l’unico caso in cui si può sostenere che non sia
obbligatorio l’impianto di terra è quello di condomini realizzati prima della
46/90, senza luoghi di lavoro, in cui le parti comuni vengano considerate per-
tinenze delle singole unità immobiliari (tesi opinabile), per cui non soggette a
obbligo di adeguamento (447/91 e 37/08).
Reti LAN: quando sono soggette a decreto 37/08?
Sono iinstallatore e responsabile tecnico in possesso delle abilita-
zioni per gli impianti di cui alle lettere A-B-G del decreto 37/2008.
Vi chiedo cortesemente di sapere:
– chi, “per legge” (decreto 37/2008, e/o altro) è abilitato alla installazione
di reti dati LAN aziendali: nello specifico, mi riferisco a router, firewall, ac-
cess point e cavi di rete, fibre ottiche etc. da installare in una azienda, e che
servono per far comunicare tra loro i vari sistemi: pc, stampanti, telefoni..;
– se, per tale tipo di installazione – rete LAN aziendale, come sopra ho sin-
teticamente descritto – sussiste l’obbligo di emissione della certificazione di
conformità, e se io, con le abilitazioni che possiedo, posso redigerla.
A seguito di diversi provvedimenti di abrogazione delle disposizioni
legislative regolanti l’impiantistica telefonica non è più richiesta
l’autorizzazione del Ministero delle Comunicazioni se l’impianto
rete dati/ cablaggio strutturato / telefonico interno è collegato alla rete pubbli-
ca e quindi della dichiarazione di conformità decreto 37/08 ai sensi dell’arti-
colo 2.
Se per contro l’impianto di cablaggio strutturato non è collegato alla rete
pubblica si ricade appieno in tutti gli obblighi previsti dal decreto 37/08 (tra
cui l’abilitazione con lettera B).
Pretendere la documentazione dovuta
Sono stato chiamato da un privato per redigere un certificato di
conformità relativo ad un impianto elettrico nuovo eseguito nell’
ambito di una ristrutturazione edilizia di unità abitativa nel
2016, e questo perchè la ditta esecutrice dell’ impianto in questione, a
causa di un contenzioso con il committente si rifiuta di consegnare il re-
lativo certificato.
Ora, il problema è che senza il certificato il comune di residenza non rilascia
l’ agibilità dell’ immobile.
101
tente (“chi paga” è una condizione contrattuale che sarebbe dovuta essere
definita a priori).
Un impianto completamente… abusivo
Un cittadino nel 2013 ha effettuato i lavori di ristrutturazione di
un appartamento e l’impianto elettrico è stato realizzato da un co-
noscente elettricista che però non era titolare di nessuna impresa.
Ora mi chiede una dichiarazione di rispondenza in quanto, ovviamente, chi
gli ha realizzato l’impianto, non ha potuto rilasciare nessuna dichiarazio-
ne di conformità.
Ho dei dubbi perché l’impianto è stato realizzato dopo il 2008 e quindi non
ci dovrebbero essere giustificazioni alla mancanza della dichiarazione di
conformità. Voi cosa ne pensate?
Quanto descritto costituisce non solo palese violazione del decreto
37/08, ma anche della legislazione civilista e fiscale con risvolti di
natura penale.
Tutti i soggetti citati sono sanzionabili. Nessuna Dichiarazione di conformità
e tanto meno Dichiarazione di rispondenza in quanto impianto realizzato nel
2013 e non prima del 2008 (anno di entrata in vigore del decreto 37/08).
L’ incauto cittadino (che supponeva, forse, di risparmiare) si rivolga ad una
seria impresa abilitata e si faccia rilasciare un preventivo per il rifacimento
dell’impianto elettrico.
Da qui si può ripartire per la realizzazione a regola d’arte dell’impianto con
la corretta emissione della dichiarazione di conformità ai sensi del decre-
to 37/08. A trent’anni dall’entrata in vigore della Legge 46/90 stupisce ed
amareggia leggere ancora di questi pericolosi sotterfugi a discapito dei molti
progettisti e installatori che lavorano con coscienza e qualità nel rispetto delle
leggi e delle norme tecniche.
Decreto 37/08 e DPR 462/01
Sono il titolare di una società di impianti iscritta nella camera di
commercio di roma avente tutte le lettere del decreto 37/08. Volevo
sapere se possiamo effettuare le verifiche periodiche relative agli
impianti di terra e rilasciare l’apposito verbale o dobbiamo avere altri tipi
di attestati o certificazioni particolari per poter svolgere queste lavorazio-
ni?
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L’art. 7 comma 2 della Legge 46/90 imponeva che gli impianti elettrici fos-
sero dotati di impianti di messa a terra e di interruttori differenziali ad alta
sensibilità o di altri sistemi di protezione equivalenti.
“Gli impianti elettrici nelle unita’ immobiliari ad uso abitativo realizzati pri-
ma del 13 marzo 1990 si considerano adeguati se dotati di sezionamento e
protezione contro le sovracorrenti posti all’origine dell’impianto, di prote-
zione contro i contatti diretti, di protezione contro i contatti indiretti o pro-
tezione con interruttore differenziale avente corrente differenziale nominale
non superiore a 30 mA.”
La condizione di cui all’art. 6 è applicabile solo agli impianti delle unità abi-
tative esistenti e realizzati prima del 13 marzo 1990.
Nel caso di specie non è proponibile un adeguamento, tra l’altro di impianti
che dovrebbero già essere stati adeguati ai sensi della Legge 46/90, senza
l’installazione del dispositivo differenziale e del coordinato impianto di ter-
ra, considerato che lo studio medico cardiologico è classificato come locale
medico di gruppo 1.
Un impianto… non a norma!
Richiesta di intervento per un banale guasto di piccolissima entità.
Si nota che l’impianto non è a norma con le ultime norme dei con-
domini come comportarsi e cosa fare?
Visto che la richiesta è da parte di un famigliare, non vorrei davvero creare
ostilità.
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Art. 7 comma 3:
“In caso di rifacimento parziale di impianti, il progetto, la dichiarazione di
conformità’, e l’attestazione di collaudo ove previsto, si riferiscono alla sola
parte degli impianti oggetto dell’opera di rifacimento, ma tengono conto del-
la sicurezza e funzionalità dell’intero impianto. Nella dichiarazione di cui
al comma 1 e nel progetto di cui all’articolo 5, è espressamente indicata la
compatibilità tecnica con le condizioni preesistenti dell’impianto.”
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Sempre più sia l’installatore che il cliente finale sono alla ricerca di solu-
zioni intelligenti che possano rendere l’abitazione pratica e funzionale in
grado di rispondere in modo concreto alle necessità quotidiane.
I prodotti di 4box, giovane azienda italiana che fa dell’innovazione la pro-
pria missione (il claim che accompagna il logo è “Quello che non c’era”)
nascono proprio da queste premesse, con l’obiettivo di semplificare la vita
di tutti i giorni.
E’ in questo contesto che 4box ha raccolto la sfida di creare qualcosa di nuo-
vo che potesse rappresentare una vera e propria rivoluzione nel mondo delle
prese elettriche, pensando sempre a idee semplici ma che possano semplifi-
care e dare maggior valore a un gesto che chiunque compie più volte durante
tutti i giorni della sua vita, cioè quello di inserire una spina elettrica.
Per quanto riguarda la versione chiamata USBP503 dotata oltre che delle
prese elettriche anche di un potente alimentatore USB con la capacità di
erogare fino a 3 Ampere con 2 uscite di tipo C, le combinazioni disponibili
all’interno di una scatola da 3 moduli sono addirittura 5.
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Dicembre 2022
© Copyright 2022 - 4BOX / NT24
100+ QUESITI REALI SUL DECRETO 37/08
Questo libro raccoglie una selezione di oltre 100 quesiti reali sul decrreto 37/08
giunti in redazione (su oltre 7.000 quesiti totali sottoposti dai nostri lettori dal
2017) e le relative risposte.
Il decreto, che ha ormai quasi 15 anni di storia, risulta ancora oggi essere oggetto
di numerosi quesiti tecnici. Alcuni dubbi interpretativi ricorrenti vengono affron-
tati nel testo. Sebbene diversi soggetti (istituzionali e non)hanno negli ultimi anni
cercato di proporre al Ministero competente una profonda revisione del regola-
mento, ad oggi non risulta ufficialmente alcuna modifica in vista.
€ 30,00