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Monty Clift? C’era da scegliere. Restai due mesi, a Los Angeles, due mesi folli.
Sì, da 18 a 28 anni mi sono divertita pazzamente. Dovunque. Che so, si
andava al casinò con Gianni Agnelli, ma non c’era il rischio di finire sui
giornali.”
- Come ricorda, l’Agnelli di quegli anni?
“ Affascinante. Divertente. Curioso in modo caratteriale, si annoiava
rapidamente. Voglioso di vivere, ma sempre educato. Una volta ero ospite in
casa sua e di Marella, in Costa Azzurra: era atteso Adlai Stevenson, candidato
per la Casa Bianca, e furono ammessi solo gli amici che sapevano bene
l’inglese, tutti gli altri via! Fu una cena abbastanza noiosa, con i Kennedy e i
Niarchos.”
- Lusso, sfarzo?
“ Nessun lusso, sfarzo ed esibizionismo, mai. Ambiente intellettuale, se
mai.Sulla barca di Niarchos c’era una eccezionale collezione di quadri, su quella
di Onassis potevi incontrare Winston Churchill. Fu l’epoca di un mio grande
amore:Rinaldo Herrera, un ragazzo sudamericano. Una storia importante per
me. Ricco di famiglia, credo che non abbia mai lavorato. Tina Onassis si
innamorò di lui e credo che la storia tra Aristotele e Jacqueline Kennedy
nacque anche come una forma di vendetta. In quegli anni, gli anni 60, diventai
amica di Jeanne Moreau: un legame fondamentale nella mia vita, che è durato
sempre.”
- Contessa, la curiosità di molti è per i suoi arditi rapporti sentimentali…”
“ Arditi? Erano rapporti vaghi. Divertenti, lievi: come esempio, un flirt con Rock
Hudson. Ero curiosa di esperienze, questo sì. La storia più importante fu una
lunga amicizia amorosa con Franco Rossellini.”
- E Ljuba Rosa?
“ La conobbi, se non sbaglio, nell’inverno del ’62, a Cortina. Si parlava di lei,
aveva appena rotto la sua storia con quel Tagliabue, proprietario di cavalli. Ero
curiosa: chi è questa ragazza con un nome da cabaret? Lei era molto bellina,
con un’aria da cerbiatta uguale ad Audrey Hepburn, somigliante anche al
personaggio di Colazione da Tiffany: un’avventuriera metafisica, che in realtà
non vuole nulla e disperde tutto. Quando la conobbi, mi disse che si era
tagliata i capelli corti, come me: capii che, senza saperlo, ero diventata un
modello. In breve nacque una grande amicizia. Con episodi divertenti.”
- Come la notte brava con Alain Delon… Come andò?”
“ Delon aveva appena rotto con Romy Schneider, era malinconico,desideroso di
dimenticare. Eravamo a Megeve, nell’albergo dei Rothshild. Alain ci chiamò al
telefono, mi disse: vieni in camera mia… Ljuba pensava che l’invito fosse per
lei. Curiosa come sempre, andai io.”
- Ljuba la racconta in modo un po’ diverso.”
“ E cioè?
- Delon lasciò un biglietto per Ljuba, ma in camera lo raggiunse lei, contessa. E
Alain non perdonò questo scherzo a Ljuba, per molti mesi.Com’era, comunque,
Delon?”
“ Sessualmente affascinante, per la sua ambiguità: un eccellente aspetto
femminile, ma in realtà un figlio di mignotta terribile, molto maschile. Credo
che per questo motivo piacesse tanto a Visconti, Alain stesso ammette di avere
avuto due volte rapporti con Luchino.”
- Contessa, se possiamo osare: anche lei ha avuto attrazione per rapporti di
seduzione con lo stesso sesso.”
“ Ammetto che mi hanno attirato i personaggi “inconquistabili””, nomi
sensazionali che farebbero scalpore: donne e situazioni in grado di darmi
emozioni forti. La curiosità è stata sempre per personalità di inconfondibile,
raffinata ambiguità. Per donne straordinarie come Silvana Mangano, Ava
Gardner. Ma anche con gli uomini è stato così. Ho detto di Hudson, di Delon.
Un’altra emozione forte fu la conquista di Farley Granger, di altalenante
vocazione.”
- E Florinda Bolkan?
“ Florinda non è stata certo un gioco, ma molto importante nella mia vita.”
- Lei parla, apprezzabilmente, senza complessi per le sue scelte sessuali.
“ Ho vissuto semplicemente come volevo vivere. Ma a casa mia. Ho rispetto
per
gli altri. Non si dovrebbe spiare cosa succede in camera da letto. Non mi
piacciono le ghettizzazioni, ma neanche gli esibizionismi. Allo stesso modo non
bisogna avere paure. E forse io e Florinda siamo state tra le prime a non avere
paura. Eravamo due persone note, con una vita pubblica che suscitava
interesse.”
- Perché Florinda Bolkan è stata importante, per lei?
“La nostra unione è durata 18 anni, lei era molto giovane, in diversi ruoli
abbiamo fatto insieme una certa carriera nel cinema. Lei ha avuto un totale
sostegno, leale, altruista da me. Piaceva a molti: l’idea di spingerla al cinema
fu di Visconti e Mastroianni. Florinda era timida e indecisa, rifiutò “Il
conformista”, per un filmetto americano. Tra noi c’era un’attrazione molto
forte.”
- Perché è finita?
“ Credo che lei si sia chiesta a un certo punto: cosa farei, senza Marina?
E abbiamo preso strade diverse.”
- Il vostro fu un rapporto fedele?
“ Ha importanza? Florinda piaceva molto agli uomini, certo ha avuto una storia
con Ryan O’ Neal. La fedeltà è un fatto di età matura, influenzata da
situazioni ambientali.”
- Lei è gelosa?
“ Possessiva, non gelosa. E penso che sia meglio non sapere le cose. Preferisco
il pudore, per educazione.”
- Siamo arrivati a parlare della sua grande stagione, nel cinema.
“ Cominciai a fare cinema nel ’67, durò una decina di anni.”
- I suoi film migliori?”
“ Ne citerei due: “Metti una sera a cena”, che realizzai contro il parere di tutti,
e “Indagine su un cittadino al di sopra di ogni sospetto”. Per il primo persi
all’ultimo momento Gianmaria Volontè, che non voleva fare film borghesi: mi
telefonò solo alla vigilia per dire che rinunciava. Un no sofferto. Mi chiamava
ogni giorno, e anche di notte, per sapere come andavano le riprese.”
- La stagione del cinema è stata la più importante, nella sua vita?
“Sì. Mia madre aveva acquistato la Euro International film, una società di
distribuzione: io cominciai dando consigli importanti, per l’acquisto de “L’uomo
del banco dei pegni”, “Bella di giorno”… Buone scelte. C’era anche mio fratello
in questo lavoro, ma lui, ch’era abituato a una vita più tranquilla, si trovò
sbandato, esposto a troppe tentazioni. Si era nel frattempo separato, per
mettersi con un’attricetta, Britt Eklund, l’ex di Peter Sellers… Lui si occupava
della parte finanziaria, io ero più creativa: mi affascinava lavorare con nuovi
talenti. Bertolucci e Dario Argento, due ragazzini, collaborarono a “Metti una
sera…”, o Liliana
Cavani. Non solo arte, eh. Acquistai per pochi soldi “Helga”, una porcheria, che
però proponeva una donna – era la prima volta – ripresa mentre partoriva: il
film fece molti soldi. In breve diventammo leader in Italia nella distribuzione e
poi nella produzione. E poi tutto crollò.”
- Come?
“ Contrasti familiari e un’anima nera, nella società, di cui non voglio parlare.
Buttarono fuori mio fratello, Bino, e anch’io uscii: andai alla Paramount, con
alcuni miei contratti personali, come “Ultimo tango a Parigi” di Bertolucci, un
film con Petri, un altro con Damiani, preparavo “Il portiere di notte”. Ma gli
americani cancellarono tutto. Fu un periodo terribile. Mia madre era stata
messa in mezzo da falsi amici, che fecero fallire la Euro: ci ha rimesso tutto il
suo patrimonio. E mio fratello si suicidò, in Brasile.”
- Quando? Perché?
“ Era la fine del ’71. Bino era stato tirato dentro a giri loschi da gente che lo
sfruttava. Un incubo. Ricordo una lettera pubblicata dai giornali italiani… I
giudici che dubitavano, tra suicidio e omicidio…Bino finì chissà perché, forse in
fuga per paura, a Rio de Janeiro. Voleva comprare una fazenda. Un nuovo
sogno?
Mio padre lo ostacolò: ma se non ha mai visto una vacca in vita sua, diceva.
Un giorno Bino affittò una casa vuota, si chiuse dentro e aprì il gas.”
- Com’erano, i vostri rapporti?
“ Affettuosi, fino alla fine. Mi telefonava, mi dava appuntamenti e poi non
veniva mai. L’ultima volta, lo vidi a Londra, in una delle sue peregrinazioni. Il
suo suicidio ha segnato una svolta nella mia vita, un dolore immenso.”
- Lei non ha mai avuto la tentazione di vivere una vita normale, di sposarsi,
fare la moglie, la madre?
“ No. Mai.”
- Mai un desiderio di maternità?
“Non mi appartiene. Ho avuto forse un ruolo materno, vicino a Ljuba, per sua
figlia Isabellina, di cui fui la madrina. Credo di esserle stata vicina, come
potevo, in una famiglia abnorme, fino alla tragica fine.”
- E dopo la chiusura con il cinema?
“Con Florinda andammo in California e ho vissuto a Beverly Hills tre o quattro
anni… Un bel periodo, con tanti nuovi amici interessanti, da Michael Caine a
Sean Connery, da Gregory Peck a Rod Stewart, da George Seagal a Jacqueline
Bisset…
quest’ultima, un’altra carissima amica. Una vita piacevole, ma alla lunga la
California è strana, ha valori allucinanti, contano solo il successo, i soldi. Si
vive sempre in superficie. E tornai in Italia. Ma era cambiato tutto.”
- Rimpianti?
“ La mia stagione del cinema finì in modo rovinoso: la società di mia madre
aveva un patrimonio di 250 grandi film, sarebbe bastato difendere i diritti
televisivi,
per vivere di rendita. Invece tutto fu svenduto e finì in malora. Acquistai una
casa di campagna vicino a Roma e mi ritirai a vivere lì. Il rapporto con Florinda
si era disgregato.”
- E ora?
“ Vivo a Miami d’inverno e poi in Italia, tra Modena, con una mia amica,
Venezia, St.Tropez.”
- Contessa, la sua vita è una girandola di uomini e ancor più di donne, viaggi,
amori, cinema, curiosità, tante cose fatte e disfatte. Proviamo a sintetizzare:
quali sono le persone più interessanti che ha conosciuto?
“ Nella vita d’ogni giorno, Marella e Gianni Agnelli. Nel cinema, le amicizie sono
soprattutto francesi: Fanny Ardant, intelligente e bizzarra, e Jeanne Moreau,
che ha forse un invecchiamento difficile (per le donne è arduo invecchiare).
Negli Stati Uniti un grande amico è Warren Beatty. E lo era il povero Walter
Matthau: mi diceva, per scherzo, che voleva sposarmi. In Italia, un altro
grande amico, Patroni Griffi. Certo gli amici non mi sono mancati: nella moda,
da sempre Valentino, Calvin Klein, Giorgio Armani che mi invita nella sua
barca…”
- Tutti nomi di elite. Lei dunque si riconosce nel ruolo di regina della
mondanità?
“ Non mi piacciono le definizioni. Mondanità? Non mi piace far tardi la sera.”
- Il suo nome tuttavia sbuca da ogni parte (dorata) del mondo. A proposito,
quante lingue parla?
“ A parte l’italiano: inglese, francese e portoghese. Un po’ meno lo spagnolo e
il tedesco.”
- Le chiedo ancora: rimpianti?
“ Per il cinema. Mi sarebbe piaciuto restarci ancora per dieci, quindici anni. E
lanciare, valorizzare talenti. Oltre a quelli già citati, ricordo Enrico Maria
Salerno, i primi film di Mariangela Melato, la Wertmuller. E Pasolini, che certo
non ho inventato io: gli diedi però l’opportunità di fare Medea, ma non fu un
grande film, purtroppo.”
- E oggi è scomparso quel certo piacere dell’emozione?
“ Mi diverto, forse più di una volta.”
- Si innamora?
“Non c’è niente, credo, che mi farebbe perdere la testa.”
- Bilanci?
“ Sono stata una donna fortunata. Sono nata con carte buone in mano.”
- Felice?
“Alti e bassi. Non è negativo avere bruschi risvegli.”
- Sprechi?
“Forse un po’ di talento. Non riuscire a portare fino in fondo ambizioni e
progetti.”
- Il rapporto con il denaro?
“ Non ho avuto e non invidio le ricchezze estreme. Sono stata ricca, ma ho
dovuto fare i miei conti. Mai cifre colossali, a disposizione.”
- Nostalgie?
“ Per la giovinezza, per alcuni periodi luminosi, per amori passati.”
- In quale epoca le sarebbe piaciuto vivere?
“ Nell’età dell’innocenza, anni venti, la stagione dei belli e dannati…Prima
dell’arrivo del nazismo.”
- Se dovesse scegliere un Paese, definitivo?
“Il Brasile.”
- Con chi?
“ Con Helmut e Florinda, quelli degli anni più belli.”
- In definitiva, cos’è l’amore per lei?
“ Io sono un’esteta, credo che l’amore possa nascere solo da un’attrazione
estetica.”
- Riesce a perdonare, se è sedotta e tradita?
“ Solo se chi mi tradisce riesce a farmi ridere.”
“Cosa c’è, in un amore tra donne, che non possa esistere tra uomo e donna?”
- Il narcisismo. Ci si ritrova come in uno specchio. E una maggiore solidarietà.
Per quanto mi riguarda, temo di essere dominante. E prima o poi arriva la
ribellione dell’altra.”
“C’è qualcosa che può scandalizzarla?”
- Gli eccessi, l’esibizionismo.
“ Si è stabilita dei limiti?”
- Non mi piacciono i vizi minori.
Naike Rivelli
E ORA DICO LA MIA
Ha sparato a zero contro il reality show Il ristorante. L'hanno cacciata e ha avuto il
suo momento di celebrità.C'è abituata: << Per quasi tutta la mia vita mi sono
adeguata. Ma ora ho messo giù i piedi>>. E qui si mette a nudo: la famiglia
eccentrica,la droga, lo star system vecchio e ottuso, gli amori sbagliati. Con una
sparata finale :<< Anche una donna può eccitarmi>>
di Cesare Lanza "Capital"