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sommario 3

Anno III In questo numero


n. 10 • In volo tra le note di Shore ......................... 4 • FictioNote: .................................................... 29
Gennaio/ di Anna Maria Asero recensioni dei CD di musiche per
Febbraio produzioni televisive
• Novità dal mondo della musica da film: .... 5
2005 news, case discografiche ed eventi • Scene da un sodalizio: ................................ 30
di Fabio D'Italia, Roberto Pugliese, il percorso creativo di Robert Zemeckis
Giuliano Tomassacci & Marco Spagnoli & Alan Silvestri
di Giuliano Tomassacci
• Il grande volo di Howard: ........................... 8
intervista esclusiva al compositore di • “Grand Theft Auto”: ..................................... 34
"The Aviator", ultimo film di Scorsese 5ª parte della storia della musica
di Maurizio Caschetto per i videogiochi
• Ode a Piero: .................................................. 14 di Andrea Chirichelli
navigando tra i ricordi dell'arte
• Recensioni CD: ............................................. 36
compositiva di Piero Umiliani
novità, riedizioni e grandi classici
di Luca Cirillo & Maurizio Mansueti
• Rubrica “Tesori Nascosti”: ......................... 20 • Recensione libri: .......................................... 45
intervista esclusiva a Andrew Powell, Il suono e l'immagine
compositore di "Ladyhawke" di Fabrizio Campanelli
di Giuliano Tomassacci • Amarcord a Catania: .................................... 46
• “Voci dal silenzio”: ...................................... 23 intervista a Roberto Pregadio e
breve intervista a Ennio Morricone reportage dal suo concerto siciliano
di Massimo Privitera di Anna Maria Asero
• Il suono libero: ............................................. 24 • Filmografie: .................................................. 47
intervista esclusiva a Franco Piersanti filmografie essenziali di Piero Umiliani
di Susanna Buffa & Chiara Comerci & Franco Piersanti

Le altre recensioni discografiche


• The aviator (song album) .... 12 • Alias - stagione 2 .................. 37 • Mediterraneo ......................... 41
di Giuliano Tomassacci di Gianni Bergamino di Fabrizio Campanelli
• The aviator (score) ............... 12 • 24 - Twenty four .................... 37 • Riding giants ......................... 41
di Gianni Bergamino di Gianni Bergamino di Andrea Chirichelli
• Hair .......................................... 13 • Và e uccidi & ......................... 37 • Ladri sprint & ........................ 42
di Barbara Zorzoli The Manchurian candidate Il lungo addio
• Svezia, Inferno e Paradiso .. 15 di Massimo Privitera di Maurizio Caschetto
di Luca Cirillo • Evilenko ................................. 38 • Io sono la legge .................... 42
• Musica elettronica vol. 1...... 17 di Massimo Privitera di Gianni Bergamino
di Luca Cirillo • Se mi lasci ti cancello .......... 38 • Futureworld, 2000 anni ........ 42
• Ladyhawke ............................ 22 di Maurizio Caschetto nel futuro
di Giuliano Tomassacci • Che pasticcio Bridget Jones!. 38 di Maurizio Caschetto
• Voci dal silenzio .................... 23 di Massimo Privitera • Piraña ..................................... 42
di Massimo Privitera • Cinque per due ..................... 39 di Gianni Bergamino
• Il grande Fausto .................... 29 di Massimo Privitera • Cime tempestose ................. 43
di Pietro Rustichelli • Will & Grace ........................... 39 di Alessio Coatto
• Il commissario Montalbano. 29 di Massimo Privitera • Quarto potere ........................ 43
di Alessio Coatto • Una casa alla fine del mondo. 39 di Alessio Coatto
• Salvo D'Acquisto .................. 29 di Massimo Privitera • Io ti salverò & Il libro ............ 43
di Massimo Privitera • O.C. ......................................... 39 della giungla
• La terra del ritorno ............... 29 di Andrea Chirichelli di Alessio Coatto
di Maurizio Caschetto • Once upon a time… the ...... 40 • Il capitano di Castiglia ......... 43
• Polar express ........................ 33 essential Ennio Morricone di Alessio Coatto
di Giuliano Tomassacci film music collection • Spettacolo di varietà ............ 44
• The grudge ............................ 36 di Massimo Privitera di Alessio Coatto
di Gianni Bergamino • Io, Ennio Morricone - .......... 40 • Gli spostati ............................ 44
• Anaconda: alla ricerca ........ 36 Film music di Alessio Coatto
dell'orchidea maledetta di Massimo Privitera • Tom Sawyer & ....................... 44
di Gianni Bergamino • So sweet so sensual ............ 40 Huckleberry Finn
• Steamboy ............................... 36 di Massimo Privitera di Pietro Rustichelli
di Andrea Chirichelli • L'amore ritorna ..................... 40 • Giulio Cesare ........................ 44
• Resident evil: apocalypse ... 36 di Fabrizio Campanelli di Alessio Coatto
di Andrea Chirichelli • Volevo solo dormirle ............ 41 • L'armata Brancaleone .......... 45
• The chronicles of Riddick ... 37 addosso di Pietro Rustichelli
di Massimo Privitera di Fabrizio Campanelli • Pino Donaggio et le ............. 45
• Timeline .................................. 37 • Viaggio d'amore .................... 41 Cinéma italien
di Gianni Bergamino di Pietro Rustichelli di Alessio Coatto
Legenda recensioni
Mediocre Sufficiente Buono Ottimo Capolavoro

I giudizi delle recensioni di Colonne Sonore si riferiscono a valutazioni artistiche assolutamente personali dei redattori e non vogliono in
alcun modo interferire da un punto di vista commerciale e discografico.
4 redazionale

In volo tra le note di Shore


Ogni essere umano a questo mondo ha snoda lungo una serie di ricordi amabilmen-
dei miti. Il sogno, per tutti, se questi sono te raccontati dagli amici e dai colleghi che
viventi, è quello di toccarli e di scambiare hanno lavorato con lui o semplicemente fre-
parole e pensieri. Forse qualcuno è riuscito quentato. Un’altra perla della rubrica “Tesori Anno Terzo, Numero 10
a raggiungere questo agognato scopo e nascosti” è l’intervista esclusiva a Andrew Gennaio / Febbraio 2005
magari nell’estasi dell’incontro ha scattato Powell, una maniera per esplorare il
qualche foto o semplicemente registrato in misterioso e medioevale mondo delle musi-
Registrazione al tribunale di Milano
video o in audio il beneamato. Ecco tutto che di Ladyhawke. n.356 del 03/06/2003
questo, o quasi, a noi è realmente accadu- Incontriamo Franco Piersanti, uno dei Poste Italiane Spa
to. Abbiamo toccato con un dito una leggen- compositori più brillanti del panorama con- Spedizione in A.P. - DL. 353/2003
da del mondo delle colonne sonore: Howard temporaneo italiano, attraverso una lunga (Convertito in Legge 27/02/04 n° 46)
Shore. Un compositore che vanta una polie- intervista che ci consentirà di conoscerlo art. 1 comma 1 DCB - Milano.
drica capacità di alternare partiture di una meglio: sue le belle colonne sonore dei film Abbonamento annuale per 6 numeri:
certa consistenza con altre più leggere. di Gianni Amelio e delle fiction di successo 25.00 € + 3.00 € di spese postali
Pluripremiato, ha raccolto premi e atte- come Il commissario Montalbano e Cuore.
stati di merito di tutto rispetto, dall’ultimo “Voci dal silenzio” ultimo emozionante cd del OttavaArte Edizioni
Golden Globe per il film di Martin Scorsese Maestro Ennio Morricone che racconta la di Massimo Privitera
Via Wildt n.5 - 20131 MILANO
The aviator alle due statuette per altrettante realizzazione di quest’opera discografica, Tel. 347.4072349 - Fax 02.26681884
pellicole della trilogia de Il signore degli anel- non tralasciando il sodalizio artistico traAlan redazione@colonnesonore.net
li di Peter Jackson. Silvestri e Robert Zemeckis, di cui ci siamo www.colonnesonore.net
Ma soprattutto è una grande soddisfa- occupati ampiamente. Infine, una rilassante
zione ricevere degli apprezzamenti, da un e simpatica intervista a Roberto Pregadio Direttore responsabile:
genio come Howard Shore, per ciò che sul suo apporto musicale ai film degli anni Anna Maria Asero
stiamo facendo nel campo della musica da ’60 – ’70, e soprattutto il ricordo della colla- Capo redattore: Massimo Privitera
film, quindi per l’iniziativa editoriale intra- borazione come direttore d’orchestra per
presa, il coraggio e la determinazione. l’indimenticabile Mario Nascimbene. Redazione:
Un ampio monografico lo abbiamo dedi- Non mancheranno, tantomeno, le recen- Maurizio Caschetto
cato al compositore toscano Piero Umiliani, sioni di cd vecchi e nuovi, dalle riedizioni di Alessio Coatto
scomparso nel 2000: l’articolo delinea i Quarto potere, Io ti salverò, Cime tempesto- Pietro Rustichelli
Giuliano Tomassacci
retroscena più interessanti e inediti del se a L’armata Brancaleone di Carlo
creatore della musica lounge. Il racconto si Rustichelli. Anna Maria Asero Art Director - Impaginazione:
Pietro Rustichelli
La rivista è reperibile o ordinabile Correttore di bozze: Fabio D'Italia
Dove trovate Colonne Sonore

in tutte le librerie della catena nazionale Collaboratori:


‘la Feltrinelli’ e in molti punti vendita in Luca Bandirali, Gianni Bergamino,
tutta Italia, tra cui: Susanna Buffa, Fabrizio Campanelli,
LOMBARDIA
Piero Campanino, Andrea Chirichelli,
CINEMA ANTEO - Libreria del Cinema - Via Milazzo 9 - MILANO
Luca Cirillo, Chiara Comerci, Gabrielle
BLOODBUSTER SNC - Via P.Castaldi 30 - 20124 MILANO Lucantonio, Roberto Pugliese,
LA BORSA DEL FUMETTO - Via Lecco 16 - MILANO Stefano Sorice, Marco Spagnoli, Chiara
DISCO CLUB - Piazza Cordusio (Stazione MM) - 20123 MILANO Tafner, Stefano Tosi, Barbara Zorzoli
STRADIVARIUS - Via Pecchio 1 - MILANO
TAU BETA - Via Pavoni 5/b - 20052 MONZA (MI) Un sentito ringraziamento a: Doug Adams,
Lukas Kendall & Joe Sikoryak di “FSM”
PIEMONTE
WIDESCREEN - Via San Secondo, 55 - 10128 TORINO
Alessandro Belloni, creatore della
JW Italian Home Page - www.jwilliamsmusic.it
VENETO Antonio Alesci di Cineclick
CINECITY MULTISALA - Via Sile, 8 - 31057 SILEA (TV) Daniela Zacconi di Film TV
FRIULI VENEZIA-GIULIA Roberto Zamori di Hexacord
CINECITY MULTISALA - Via Nazionale, 74/2 - 33040 PRADAMANO (UD) Remigio Truocchio
EMILIA ROMAGNA
CASA DEL DISCO di FANGAREGGI & C. - L.go Muratori, 204 - 41100 MODENA
LIBRERIA ‘LA FENICE’ - Via G. Mazzini, 15 - 41012 CARPI (MO) Stampa:
Grafiche Sala - Novi di Modena
LAZIO
DISCHI ‘L’ALLEGRETTO’ di MARY - Via Oslavia, 44 - 00195 ROMA Distribuzione:
REVOLVER dischi-cd-dvd - Via S.Gherardi, 90-102 - 00146 ROMA
MUSICARTE - Via Fabio Massimo, 35/37 - 00192 ROMA
SUPERNOVA RECORDS - Cinecittà Due - Via Palmiro Togliatti, 2 - 00175 ROMA Red Distribuzione - Modena
SICILIA 059.212792 - info@redonline.it
‘BROADWAY’ LIBRERIA DELLO SPETTACOLO - Via Rosolino Pilo, 18 - 90139 PALERMO La documentazione, le immagini, i marchi e quan-
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* I numeri arretrati esauriti saranno inviati in copia stampata digitalmente. Nessuna responsabilità viene assunta in relazio-
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news 5

Notizie dal mondo della musica da film


Case discografiche: nuove incisioni e riedizioni di grandi classici a cura di Fabio D’Italia
• Chandos Williams / Uno scapolo in paradiso, 1961 – morti, 1987), score ad alto contenuto di
E’ attesa per il 22 febbraio l’uscita del CD Henry Mancini; CD doppio). adrenalina per il poliziesco che ha visto di
antologico The Film Music of Clifton www.filmscoremonthly.com nuovo insieme il regista e l’interprete princi-
Parker, con estratti da Incantesimo nei pale del cult 48 ore, Walter Hill e Nick Nolte.
mari del Sud (rifatto nel 1980 con l’ancor • Intrada www.buysoundtrax.com
più noto Laguna blu musicato da Basil E’ da poco uscito il CD con l’integrale delle
Poledouris), L’isola del tesoro, Mare di musiche composte dal premio Oscar Bill Conti • Silva Screen
sabbia, La spada e la rosa, Affondate la per il thriller carcerario Lock Up (Sorvegliato E’ già disponibile il song album tratto dalla
Bismark!, La notte del demonio e diversi speciale, 1989), interpretato da Sylvester colonna sonora di Son of the Mask, segui-
altri pregevoli prodotti della cinematografia Stallone e Donald Sutherland. L’edizione è to del film fantasy – grande successo del
britannica. limitata a 1.200 copie. 1994 per la New Line – che ha lanciato alla
www.chandos.net www.intrada.com grande la faccia “di gomma” di Jim Carrey
e la bomba sexy Cameron Diaz.
• Digitmovies • Milan www.silvascreen.co.uk
Sono in fase di stampa i CD con le Sono già disponibili: Melinda e Melinda, I
musiche originali del cult Piedone Heart Huckabees, Criminal e 36 Quai des • Varèse Sarabande
l’africano (uno dei più grandi successi “in Orfèvre. Sono già disponibili: Assault on Precinct 13
solitario” di Bud Spencer) e di Eugenie – (Graeme Revell; dal remake del cult di John
De Sade 70. • Prometheus Carpenter Distretto 13: le brigate della morte)
www.digitmovies.it Sono già disponibili due titoli di sicuro inter- e Elektra (Christophe Beck; dal film con cui
esse per i numerosi fan del compianto Jerry Jennifer Garner si ritaglia una vetrina tutta per
• Film Score Monthly Goldsmith: Caboblanco (id., 1980; edizione sé dopo l’interpretazione in veste di “spalla”,
Sono già disponibili Valley of the Kings / rimasterizzata con gli stessi contenuti del con lo stesso personaggio, nel Daredevil del
Men of the Fighting Lady (La valle dei re, CD Promethus uscito un buon decennio fa), 2003). E’ atteso per il 15 febbraio Constantine
1954 / I valorosi, 1954 – Miklos Rozsa) e tratto dall’omaggio di Charles Bronson (Brian Tyler), dal thriller sovrannaturale con
Penelope / Bachelor in Paradise all’Humphrey Bogart di Casablanca e Keanu Reeves basato sulla graphic novel
(Penelope la magnifica ladra, 1966 – John Extreme Prejudice (Ricercati: ufficialmente Hellblazer. www.varesesarabande.com
NB: Le anticipazioni di queste pagine si basano sulle informazioni reperibili dai comunicati e dai siti ufficiali delle case discografiche e da fonti non ufficiali.
La stessa natura bimestrale della Rivista impedisce di garantire la fedeltà del mercato a tali annunci.

Franco Mannino (25 aprile 1924 - 1 febbraio 2005)


Il maestro Franco Mannino, compositore e direttore
d’orchestra, è morto a 80 anni in un ospedale romano.
Originario di Palermo, figura poliedrica, attiva su più
fronti, Mannino aveva studiato a Santa Cecilia con
Silvestri e Mortari e si era inizialmente affermato come
valente pianista,vincendo anche nel 1950 il premio
Columbus negli Stati Uniti. A questa attività aveva
affiancato, qualche anno dopo, anche quella di diretto-
re d’orchestra (per la quale vinse il premio Illica nel
1964) che lo aveva portato sui podii dei maggiori teatri
italiani e del mondo.
Talento irrequieto e ansioso, aveva svolto anche
una nutrita attività di compositore, lasciando un ricco
catalogo di opere liriche, sinfonie, concerti, sonate e Franco Mannino
serenate. Particolarmente interessante, sotto questo
profilo, la sua attività cinematografica, cui si accostò nell’immediato dopoguerra, componendo nuove musiche per i
film americani doppiati per il mercato italiano, secondo la discutibile prassi che vedeva rifare interamente anche la
parte musicale. Cominciano già in questi anni la sua collaborazione, e il suo sodalizio, con Luchino Visconti, a parti-
re da Bellissima (1951), per il quale adatta temi dall’Elisir d’amore di Donizetti; notevole la partitura per La provincia-
le (1952) di Mario Soldati con un «bellissimo concerto in cui il pianoforte solo, partendo da un pretesto esteriore - gli
esercizi di una dilettante - avviluppa gli interpreti in un clima di rarefatta suggestione, dove realtà e ricordo si alterna-
no senza fratture sensibili» (Comuzio).
Della sua attività di compositore per la settima arte si ricordano anche, a Hollywood, Il tesoro dell’Africa (1953) di
John Huston, Ai margini della metropoli (id.) di Carlo Lizzani, Madamigella di Maupin (1965) di Mauro Bolognini e
Identikit (1974) di Peppino Patroni Griffi, dove è nuovamente il piano a farsi strada.
Mannino fu in particolare "l’anima" musicale dell’ultimo periodo della creatività viscontiana, negli anni ’70, curando
gli adattamenti classici di Morte a Venezia (dove dirige, rendendolo celeberrimo, l’Adagietto della Quinta Sinfonia di
Mahler), Ludwig (basato su musiche wagneriane, compresa la riscoperta di un inedito), Gruppo di famiglia in un inter-
no (Mozart, Scarlatti, più la ripresa di un proprio concerto per violoncello e orchestra), e infine il canto del cigno
dell’Innocente, nel ’76, con pagine originali accanto a brani di Mozart, Debussy e Chopin.
Dopo la scomparsa di Visconti, Mannino era tornato a dedicarsi completamente alla composizione per concerto e
teatro e all’attività concertistica. RP
6 news

Italian DVD Awards a cura di Marco Spagnoli

Regione Lazio

Nominations per categoria


:: Miglior Dvd :: :: Miglior animazione ::
Il Signore degli Anelli – Il Ritorno del Re (cartoon)
L’Ultimo Samurai Alla ricerca di Nemo
Master & Commander Il gigante di ferro
Shrek 3D
:: Miglior Dvd italiano ::
Dopo mezzanotte :: Miglior serie televisiva ::
Evilenko 24
L’amore molesto Six Feet Under
Non ti muovere Star Trek - La serie classica
:: Miglior Classico :: :: Miglior cofanetto o edizione speciale ::
Casablanca Alien Quadrilogy
Quarto potere Star Trek - La serie classica
Spartacus Star Wars – La Trilogia
:: Miglior Classico italiano :: :: Miglior navigazione ::
Prima della rivoluzione Big Fish
Il vangelo secondo Matteo Harry Potter e il prigioniero di Azkaban
La grande guerra Star Wars – La Trilogia

La giuria
Valeria Golino, attrice • Enrico Lo Verso, attore • Enrico Magrelli, critico cinematografico
Paolo Mereghetti, critico cinematografico • Stefania Rocca, attrice • Paolo Sorrentino, regista
Marco Spagnoli, direttore artistico di Progetto Dvd - presidente • Alex Voglino, assessorato cultura regione lazio
La giuria al completo vota solo sulle prime cinque categorie. Navigazione, Cofanetto e Serie televisiva sono votate dal presidente, dai critici cinematografici e dai membri tecnici delle giurie degli anni precedenti.

Premi Speciali della Dvd Academy


:: Premio alla carriera :: :: Miglior collana di Dvd Musicali legata al cinema ::
Clint Eastwood The Blues di Martin Scorsese
Oliver Stone Dolmen Home Video
I premi verranno consegnati durante la prossima edizione del Taormina Bnl Film Festival
:: Innovazione tecnologica ::
:: Miglior documentario :: Medusa Home Entertainment
L’ultima sequenza Terra di Confine,
Mario Sesti/ Istituto Luce primo Dvd ad Alta Definizione realizzato in Italia

Premi Speciali abbinati a testate


Premio Primissima Premio Film Tv
All’ottimo Dvd del film di culto che ha saputo al dvd che ha saputo meglio sviluppare e
coniugare eccellenza artistica e incassi arricchire i contenuti di un film

Premio RockStar Premio nick


Al migliore Dvd musicale italiano e al migliore al dvd del film generazionale che ha meglio rap-
Dvd musicale straniero presentato la vita di oggi sul grande schermo

Premio Colonne Sonore


Al Dvd con il migliore extra riguardante
la composizione per il grande schermo

La serata di premiazione degli Italian Dvd Awards 2004 si terrà


il 16 Marzo 2005, ore 20 presso la
Casa del Cinema a Villa Borghese. L.go Marcello Mastroianni, 1
Ufficio Stampa Progetto Dvd: Studio Vezzoli - tel.026552781 - info@studiovezzoli.com
www.progettodvd.it - www.italiandvdawards.it
news 7

Premi a cura di Giuliano Tomassacci

• OSCAR - Academy Award 2005 “Zio” Oscar


Rese note lo scorso Gennaio le nomination agli Oscar 2005. John Williams colleziona una nuova can-
didatura agli Academy Awards (siamo ormai ben oltre le quaranta) con Harry Potter e il Prigioniero di
Azkban, terza incursione del compositore americano nei territori di J.K.Rowlings. Favorito già dalle nomina-
tion ai Golden Globe, guadagna l’ingresso in cinquina anche il sempre più apprezzato Jan A.P. Kaczmarek
per Neverland – un sogno per la vita. Reputati meritevoli anche Thomas Newman per Lemony Snicket’s A
Series of Unfortunate Events e John Debney (alla sua prima nomination) per l’acclamata partitura de La
Passione di Cristo. Chiude la rosa l’intenso score di James Netwon Howard per The Village, che definisce
un parterre interessante e ben assortito. Per le canzoni: Bruno Coulais e Christophe Barratier per “Look To
Your Path (Vois Sur Ton Chemin)” (da Les Choristes), Jorge Drexler per “Al Otro Lado Del Río” (da I Diari
Della Motocicletta), Glen Ballard e Alan Silvestri per “Believe” (da Polar Express), David Bryson, Adam
Duritz, David Immerglück, Matthew Malley, Dan Vickrey, Charles Gillingham, Jim Bogios per “Accidentally
In Love” (da Shrek 2) e il prevedibile Andrew Lloyd Webber, insieme a Charles Hart, per “Learn To Be
Lonely” (da Il Fantasma Dell’Opera). La cerimonia di premiazione è fissata per il 27 Febbraio.

• Golden Globes 2005


Il recente exploit artistico di Howard Shore non accenna a sopirsi. Dopo il trionfale riconoscimento tribu-
tatogli lo scorso anno dall’Academy (doppio Oscar per Il Ritorno Del Re, score e canzone), il 2005 non si apre
certo in tono minore: il suo eccellente contributo a The Aviator di Scorsese si è infatti aggiudicato il Golden
Globe nella categoria Best Original Score. Il canadese ha avuto la meglio su Kaczmarek (Neverland – un
sogno per la vita), Eastwood (Million Dollar Baby), Kent (Sideways) e Zimmer (Spanglish). A trionfare tra le
migliori canzoni è stato invece Mick Jagger con “Old Habits Die Hard”, dalla commedia Alfie.

• Nastri d’argento 2005


Avevano uno spiccato sapore partenopeo le cadidature ai Nastri D'Argento 2005 per le migliori musiche originali: gli Alammegretta per Certi Bambini, Luca
Persico Zulù (leader dei 99 Posse) per Fame chimica e Pasquale Catalano per Le conseguenze dell'amore si sono contesi infatti l'ambito premio italiano. Tra
i finalisti anche Teho Teardo per Lavorare con lentezza e la Banda Osiris per Primo amore, questi ultimi sono stati giudicati i migliori vincendo il premio. Di
notevole richiamo le nomination alla miglior canzone: Gianluca Grignani e Andrea Guerra per Che Ne Sarà Di Noi, Tony Renis per Christmas In Love, Marina
Rei per Fino A Farti Male e Vasco Rossi con Saverio Grandi e Gaetano Curreri, risultati vincitori con Un senso per il film Non Ti Muovere.

Mondo Soundtrack a cura di Giuliano Tomassacci

• David Newman omaggia ‘papà’ Alfred, Goldenthal si dà all’Opera


S’intitola “Songs of My Father” il tributo concertistico di David Newman per il padre Alfred. Il componimento omaggia la figura del grande patriarca
della musica da film hollywoodiana - scomparso nel 1970 - rielaborando alcuni dei suoi temi più celebrati dai film Bernadette, La tunica, La più grande
storia mai raccontata, Come sposare un milionario e Il capitano di castiglia.
Anche Elliot Goldenthal si è recentemente assentato dagli impegni cinematografici per dedicarsi alla stesura di un’opera tratta dal Beowulf, Grendel.
Interpretata dagli attori Eric Owens e Denyce Graves il lavoro verrà eseguito in prima mondiale in occasione del ventesimo anniversario della Los
Angeles Opera.

Concerti a cura di Giuliano Tomassacci

• Debbie Wiseman per il ‘Filmharmonic ’


Sarà Debbie Wiseman (autrice delle colonne sonore di Tom & Viv e Wilde) ad inaugurare quest’anno il tradizionale concerto Filmharmonic al Royal
Albert Hall, con una rassegna delle sue più recenti musiche da film. La bacchetta passerà poi a Paul Bateman che guiderà la Royal Philharmonic tra
le pagine musicali di classici passati e contemporanei: da La Grande Fuga a Il Signore Degli Anelli, passando per E.T. e La Mia Africa.
Londra (Uk), Royal Albert Hall - 5 Giugno 2005
- Concerto Filmharmonic (info: www.rpo.co.uk - 020 77898212)

• Nicola Piovani tra cinema e teatro


Nicola Piovani è protagonista di una stagione concertistica veramente ricca e variegata. Negli ambienti dell’Ambra Iovinelli di Roma, il compositore
presenterà a Febbraio, in anteprima nazionale, la “commedia fantastica in musica” Concha Bonita, scritta in collaborazione con Alfredo Arias e inter-
pretata dall’eclettica vocalist Catherine Ringer. Il 5 Aprile è invece programmato un nuovo “Concerto Fotogramma”, presso il Teatro dal Verme di Milano,
in occasione della quinta edizione della manifestazione “Suoni e Visioni” che vedrà inoltre il musicista impegnato in una serata “film e video” (proiezio-
ne di tre film e incontro con il compositore).
Per l’Istituzione Universitaria dei Concerti, di nuovo nella Capitale, Piovani dirigerà poi la prima esecuzione italiana della sua cantata L’Isola della
Luce, per voce femminile, voce maschile, voce recitante e orchestra (rispettivamente Noa, Pino Ingorsso, Omero Antonutti e I Solisti dell’Orchestra
Aracoeli accompagnati da Gil Dor alla chitarra solista) su testi originali di Vincenzo Cerami.
Roma, Ambra Iovinelli – dal 2 al 27 Febbraio 2005
- Concha Bonita
Milano, “Suoni e Visioni” 2005
Spazio Oberdan, Viale V.Veneto 2 - Lunedì 4 aprile, ore 18.30 - Ingresso libero
- Serata “Film e Video” con Nicola Piovani
Teatro dal Verme, Via S. Giovanni sul Muro 2 - Martedì 5 aprile
- Concerto Fotogramma
Università di Roma “La Sapienza”, Aula Magna – 16 e 17 Aprile 2005
Perugia (Fondazione Perugia Musica Classica) – 18 Aprile 2005
- L’Isola della Luce (info: www.nicolapiovani.it - www.concertiiuc.it - 06 3610051) Nicola Piovani
8 howard shore

Martin Scorsese e
Leonardo Di Caprio
sul set di The Aviator

Il grande volo
di Howard
Intervista esclusiva al compositore di The Aviator
di Maurizio Caschetto

Martin Scorsese è sempre stato della narrazione stessa e in tutto ciò che comprende inoltre numerose
un regista con le idee molto chiare a che queste implicano. Il suo selezioni jazz, ragtime e blues del
proposito della parte musicale dei approccio fluido e trasversale lo periodo tra la fine degli anni ’20 e gli
suoi film. Nonostante lo si ritenga rende un partner particolarmente anni ’40.
prevalentemente un genio visivo, indovinato per il cinema scorsesia-
Scorsese ha sempre curato con pre- no, al quale ritorna per la terza volta La partitura di The Aviator – vin-
cisione chirurgica e con lampi di dopo Fuori orario e Gangs of New citrice di numerosi premi, tra cui i
assoluta genialità anche la vita York. Il compositore – fresco dell’im- prestigiosi Golden Globes e il
sonora delle sue opere cinemato- menso successo e dai consensi Critics Choice’s Award, mentre è
grafiche. Dall’intossicante sax her- derivati dal suo eccellente lavoro risultata ineleggibile agli Oscar a
rmanniano di Taxi Driver, alle pul- sulla Trilogia de Il Signore degli causa dell’ennesimo cavillo del
santi dissonanze “synth” di Fuori Anelli – si è tuffato con rinnovata regolamento – porta nuovamente
Orario, passando per le rutilanti passione e devozione nel mondo di Howard Shore sotto i riflettori
compilation senza soluzione di Howard Hughes, scrivendo la parti- internazionali della musica da film,
continuità di Quei bravi ragazzi e tura di The Aviator ben prima di riaffermandone il talento e il
Casinò, Scorsese utilizza la musica vedere il film, basandosi unicamente vibrante estro creativo. Il composi-
sempre come originale contrappun- sulla lettura di biografie sull’eccentri- tore sta attraversando un periodo di
to al fotografico, trattandola come un co magnate e sulla sceneggiatura di grande felicità artistica ed è più
partner paritario e paritetico e mai John Logan. In tal modo, Shore ha attivo che mai: il tour internazionale
come una prevedibile subordinata. composto una serie di pagine che si della Sinfonia de Il Signore degli
situano in un confine assai sottile tra Anelli lo ha portato negli scorsi mesi
Howard Shore non è mai stato musica da film e musica assoluta, a dirigere prestigiose orchestre in
un musicista “prevedibile”. Una tratteggiando innanzitutto un ritratto tutto il mondo, mentre ora è al
delle sue peculiarità stilistiche è musicale di Howard Hughes e delle lavoro su molteplici progetti, tra cui
proprio quella di ricercare le pieghe sue macchinazioni mentali. Da una commissione della Juilliard
più profonde e nascoste del film, queste Scorsese ha potuto attingere School, una colonna sonora per un
entrando nel tessuto non solo per compilare, come al suo solito, un videogame e i nuovi film di David
dell’immagine, ma del racconto e affresco sonoro ricco e multiforme, Cronenberg e Peter Jackson.
howard shore 9

Leonardo “Howard Hughes” Di Caprio

The Aviator è la prima colonna re scelta rappresenta molto bene Ho utilizzato questi colori
sonora che Lei realizza successi- i tormenti e le complessità della strumentali per evocare il periodo
vamente all’enorme esperienza geniale mente di Howard storico della California dei tardi anni
de Il Signore degli Anelli. Come Hughes… ’20 e dei primi anni ’30.
si è sentito a confrontarsi con un Esattamente, questa idea descri- Le influenze di carattere spagno-
soggetto così diverso dopo anni ve bene la nostra scelta di utilizza- lo inoltre si riallacciano a quelle
passati in mezzo a hobbit, elfi, re queste classiche forme di scrittu- dell’architettura californiana di quel
nani e maghi? ra, alle quali si aggiunge inoltre il periodo e alle dominanti culturali
Dopo tre anni passati nel mondo canone, rappresentando così i stesse, nonché alla concitazione rit-
della Terra di Mezzo – che mi ha complicati grovigli della mente di mica della musica e dei balli di
dato molte gratificazioni – sono fini- Hughes e anche la sua natura quegli anni. Ho provato a riflettere e
to nel periodo tra gli anni ’20 e gli “meccanica”, per così dire. a illustrare le caratteristiche e le
anni ’40. Ho apprezzato moltissimo influenze principali come se fossi
la possibilità di potermi confrontare E’ interessante… il contrap- vissuto in questo particolare perio-
con un periodo musicale così punto è quasi una specie di do storico.
interessante, e dunque di poter “conflitto” fra le linee musicali e
descrivere il passaggio dal cinema ciò sembra descrivere in modo Difatti l’ambientazione del film
muto a quello sonoro, nel senso di molto efficace il contrasto tra è molto ben rappresentata dalla
poter passare da uno stile più genio e follia del personaggio… parte musicale. Come Lei ha già
classico utilizzato per i film muti a Esatto, proprio così. notato, la partitura riflette l’esteti-
quello romantico del cinema degli ca musicale degli anni ’30, ma
anni ’40. Ci viene in mente un paragone direi che riflette altrettanto bene
con Shostakovich: la Sua musica le caratteristiche della musica da
Questa è la Sua terza collabo- sembra possedere la medesima film di quegli anni…
razione cinematografica con natura “incrinata” del composi- Esattamente. E’ interessante
Martin Scorsese. Come può tore russo. E’ come vedere osservare come la musica cinema-
descrivere il Suo rapporto con l’immagine riflessa in uno spec- tografica di quegli anni si rifacesse
questo geniale regista, che è chio incrinato in mille pezzi… soprattutto allo stile Romantico del
considerato quasi una sorta di La frammentazione musicale tardo Ottocento e del primo
leggenda vivente? presente nella partitura è l’illustra- Novecento. Ho voluto evocare quel
Lavorare con Marty e Thelma zione di quella della mente di tipo di sonorità nell’orchestrazione,
[Schoonmaker, la montatrice del Howard Hughes e del suo progres- nella performance ed anche nella
regista, ndr] è una vera gioia, sono sivo deterioramento. Direi inoltre mia direzione d’orchestra.
dei partner meravigliosi. Mi sono che rappresenta la distruzione dei
trovato molto bene in loro suoi sogni di aviatore, culminante C’è un passaggio che sembra
compagnia, sono buoni amici e per- nell’incidente dell’aeroplano HK-11: uscito dritto da un concerto per
sone di enorme talento. Il lavoro è da questo momento anche la sua pianoforte in stile romantico,
molto creativo, imparo sempre vita comincia a incrinarsi. mentre in un punto sentiamo una
molte cose da entrambi ogni fanfara in puro stile Hollywood…
qualvolta collaboriamo su qualche E’ presente un colore ispanico Le possiamo considerare le
progetto. nell’orchestrazione e vi sono “prove generali” per la colonna
anche lievi accenni jazz in alcune sonora di King Kong ?
La partitura di The Aviator è pagine. Come e perché ha inseri- (ride) Quasi… E’ un fatto curioso
basata prevalentemente sulla to queste peculiarità stilistiche che, in effetti, tutte le ricerche e gli
tecnica musicale del contrappun- nella struttura generale della studi che ho fatto nell’ultimo anno
to e della fuga. Questa particola- partitura? per The Aviator mi portino diretta-
10 howard shore

mente nel mondo di King Kong,


poiché, come già saprete, il film è
ambientato nel 1933 e questo mi dà
la possibilità di esplorare ulterior-
mente le idee sviluppate nel film di
Scorsese.

La Sua partitura per The


Aviator convive all’interno del
film insieme a una notevole
quantità di musica diegetica o
pre-esistente, compilata secon-
do un gusto tipicamente scorse-
siano, direi. Come si è trovato a
rapportarsi con un panorama
sonoro così complesso e quanto
questo aspetto ha influenzato il
Suo lavoro?
Ho tentato di trasportare lo
spettatore direttamente nel mondo
e nel periodo rappresentato dal
film, come se ci vivesse dentro.
Volevamo far provare al pubblico la
sensazione di trovarsi esattamente Howard Shore sfoglia il mitico n.4 di Colonne Sonore
immerso in quello scorcio di vita
così affascinante, tramite l’aspetto timbro era proprio ciò che stavo Parliamo ora un po’ de Il
scenografico, i costumi, il look cercando per la colonna sonora di Signore degli Anelli. Questa espe-
visivo e ovviamente anche la The Aviator. rienza sembra aver lasciato un
musica. Abbiamo usato moltissima impatto molto profondo in tutte le
musica proveniente da quel periodo The Aviator sembra allontanar- persone che vi hanno partecipato,
storico proprio per dare questa si – come gran parte delle Sue Lei compreso. Quali sono le sue
sensazione. partiture cinematografiche – sensazioni ora che ha definitiva-
dalla natura descrittiva, “a mente lasciato la Terra di Mezzo?
La qualità dell’esecuzione programma” di gran parte della Beh, come ci si può immaginare,
orchestrale è davvero notevole. musica da film, diventando assai è sempre malinconico dover dire
Come mai ha scelto l’Orchestra più simile alla cosiddetta musica addio a molti amici, ma per quanto
della Radio Fiamminga? assoluta. mi riguarda la Sinfonia mi ha dato la
Andai ad Anversa lo scorso Ritiene che questo dipenda possibilità di poter entrare in
Aprile per eseguire dal vivo la maggiormente dal Suo stile per- contatto con il pubblico in maniera
Sinfonia de Il Signore degli Anelli sonale oppure si tratta di una molto profonda, nonché di poter
con questa orchestra e proprio in conseguenza del film al quale sta eseguire la musica del film in giro
quel periodo ero nel mezzo della lavorando? per il mondo in molti teatri, con
composizione di The Aviator. Dipende soprattutto dal soggetto orchestre e cori sempre diversi.
Mi trovai così di fronte a questa del film, direi. In questo caso, era Dunque, sento che Il Signore degli
orchestra durante le prove, a importante capire come dovesse Anelli è ancora una parte molto
Lovanio, una piccola città belga essere raccontata questa storia, importante della mia vita.
vicino a Bruxelles, in questo come potevo aiutare la narrazione
bellissimo e antico teatro e mi attraverso l’uso di sonorità e stilemi Molti nostri lettori vorranno
accorsi che quel tipo di suono e di tipici della musica classica. sapere quando uscirà il cofanet-

Martin Scorsese sulla musica e il cinema


“La musica e il cinema si sposano in maniera molto spontanea, poiché c’è una sorta di musicalità intrinseca
quando le immagini in movimento vengono montate insieme. E’ stato detto spesso che il cinema e la musica
sono due forme d’arte molto simili e io condivido questo pensiero. Prendiamo un regista come Kubrick: lui capi-
va immediatamente il potenziale ritmico di due immagini in successione. Aveva anche un intuito straordinario per
cogliere il tempo, il battito musicale di una certa scena. E inoltre sapeva benissimo che quando si aggiunge una
certa musica a una data sequenza, se è il giusto brano musicale in contrappunto alla scena giusta – ad esem-
pio la ‘Sarabanda’ di Handel in Barry Lyndon che commenta il funerale del ragazzino o la canzone ‘Surfin Bird’
dei Trashmen che dissolve sulla panoramica dei soldati nella seconda parte di Full Metal Jacket o anche il val-
zer ‘Sul Bel Danubio Blu’ in 2001: Odissea nello spazio – si sta dando a quella scena una nuova dimensione,
un senso di mistero, una vita che va al di là dei limiti dello schermo, che altrimenti non avrebbe avuto.
Ovviamente è molto difficile raggiungere un simile risultato, poiché richiede molta concentrazione. E’ probabile
che la musica diventi un mero elemento rassicurante, sia per il regista che per il pubblico. E’ deplorevole quan-
do viene usata solo per creare un sentimento nostalgico o quando deve dare alla scena una collocazione
temporale, ma non c’è niente di peggio di una musica che dice allo spettatore quali sentimenti provare.
Sfortunatamente, questo è ciò che accade sempre”.
(Cit. da “Sight & Sound”, Settembre 2004)
howard shore 11

Jude “Errol Flynn” Law e Cate “Katherine Hepburn” Blanchett

to annunciato con le edizioni di David Cronenberg (History of scatena la sua furia distruttiva a
integrali delle tre colonne Violence), una commissione New York. Io ho interpretato il ruolo
sonore. A che punto è il della Juilliard e persino una del direttore dell’orchestra del tea-
progetto? colonna sonora per un videoga- tro. Comincerò a breve a scrivere la
Sto lavorando proprio ora su me… che cosa ci può dire a pro- colonna sonora e sarò impegnato
questo progetto. Sto compilando le posito di quest’ultimo progetto? su questo per i prossimi mesi.
versioni complete delle partiture Si tratta di un videogioco on line
delle edizioni estese di tutti e tre i intitolato Sun: Soul of the Ultimate Si prospettano tempi davvero
film. Sto tentando di coordinare Nation, è stato sviluppato in Corea emozionanti per i Suoi ascolta-
l’uscita del cofanetto insieme alla e dovrebbe uscire questa primave- tori…
Warner Bros Records. Sarà pubbli- ra. E’ ambientato in un affascinante Proprio così…
cato insieme al libro dedicato alla e dettagliatissimo mondo antico, si
musica della Trilogia che sta prepa- tratta di un progetto creativamente Ci auguriamo di vederLa pre-
rando Doug Adams [collaboratore e molto stimolante. sto anche in Italia ad eseguire la
giornalista di Film Score Monthly]. sua “Sinfonia degli Anelli”!
Dopodiché mi piacerebbe poter C’è già molta attesa per il Lo spero anch’io!
incidere anche la Sinfonia… dun- prossimo film di Peter Jackson,
que credo che continuerò a fre- King Kong. Ha già cominciato a Colonne Sonore ringrazia Doug
quentare la Terra di Mezzo per altri lavorarci? Adams (Film Score Monthly), Chet
due o tre anni … Sono stato recentemente in Mehta (Chasen & Co.) e Alan Frey per
Nuova Zelanda per girare una delle il supporto e la collaborazione.
La scaletta dei Suoi impegni scene clou del film, ovvero la E naturalmente un ringraziamento
futuri è piena di impegni e com- sequenza in cui Kong è sul palco di sentito ad Howard Shore, per la sua
cortesia, disponibilità e simpatia.
missioni importanti: il nuovo film un teatro di Broadway, si libera e

Kate “Ava Gardner” Beckinsale


12 howard shore

“Non c’è grande genio senza una girato, appagandoli in pieno senza
qualche forma di pazzia”. Riferito al riserve e compromessi di sorta. Ecco
protagonista Howard Hughes, l’ada- allora gli immancabili brani d’ambien-
gio potrebbe calzare anche per il regi- tazione per il film su Hughes, scelti
sta Martin Scorsese. Perlomeno alla assieme al supervisore Randall
luce delle sue scelte musicali. Difficile Poster: dalle orchestre di Bing Crosby
infatti trovare un cineasta così dotato e Jimmy Grier (“Thanks”) a quelle di
di sensibilità audio-visiva capace di Artie Shaw (“Nightmare”), Harry
arrivare ad estremismi imprevedibili: il James (“Back Beat Bolgie”) e Glenn
AA./VV. licenziamento, a scoring avanzato, di Miller (“Moonlight Serenade”) – men-
The Aviator (id – 2004) un pilastro dell’Ottava Arte, oltreché tre impazza Vince Giordano (“Shake
Columbia / Sony Music Soundtrax paterno collaboratore, come Elmer That Thing”, “Yellow Dog Blues”,
COL 519467 2 Bernstein (l’incidente di Gangs Of “Stardust”). The Original Memphis
18 brani – Durata: 55’06”
New York brucia ancora) o la riduzio- Five e gli Ink Spots risuonano di aspro
ne del pregevole lavoro orchestrale di vinile, segno che Scorsese ha di
Shore per l’ultimo The Aviator in favo- nuovo messo mano alla sua persona-
re di un incessante repertorio jazz le collezione per far ballare la sua
anni’30. Ma è questa la temerarietà geniale follia sul rag-time delle “swing
che ne conferma la genialità. La bands” più indimenticabili. Senza
capacità di intuire i bisogni del suo sbagliare un passo. GT

cinema alla grande tradizione classi- lente un inseparabile motivo altale-


ca, adotta un linguaggio sinfonico nante di cinque note, una sorta di
estremamente colto, la cui scrittura anelito passionale ed ansioso.
pur non avara di emozioni bandisce i Vengono introdotti entrambi in “H 1
reboanti luoghi comuni del cinema Racer Plane”, dove i vividi colori degli
contemporaneo, ma anche per que- ottoni sono rilanciati dal febbrile fla-
sto esige massimo impegno di ascol- menco delle nacchere.
to e un’analisi non superficiale dei Oltre al continuo manifestarsi delle
suoi contenuti. La struttura narrativa due coppie di temi, sul cui dualismo si
Howard Shore si radica su quattro idee tematiche, consuma la sottile ambiguità espres-
The Aviator (id – 2004) quattro lucenti punti cardinali che ci siva con cui Shore ha delineato la
Decca 210 3579 introducono nell’oscura personalità personalità polare di Hughes, si
14 brani - Durata: 47’:28’’ dell’eroe del film, folle e geniale inven- ascoltano anche molti episodi isolati:
tore, smanioso precursore di un futu- l’elettrico florilegio degli archi in
ro ancora oggi lontano, talmente “Icarus”, simbolo del genio che sfida
impaziente da votarsi alla prematura vette impossibili prima dell’inevitabile
La studio della malattia mentale è consunzione delle sue elevate facoltà crollo; la desolazione di “Murified”,
materia abituale nel cammino creati- mentali. “Non esiste genialità senza che rimanda a Herrmann; la citazione
vo di Howard Shore: basta scorrere i qualche genere di follia”, suggerisce il del tema principale di “Hell’s Angels”,
titoli dei suoi film per ritrovare mania- titolo emblematico di uno dei brani ini- all’inizio di “Hollywood 1927”; la balla-
ci, depressi, esaltati ed assassini ziali del disco, in cui affiorano i primi ta per chitarra sola in “7000
seriali che hanno agito al suono delle due paradigmi melodici dell’opera: il Romaine”; il pianoforte rachmanino-
sue inusuali composizioni. Reduce “tema della follia”, un fraseggio inarre- viano in “Howard Robard Hughes jr.”.
dall’escursione nella Terra di Mezzo stabile e ossessivo, che ritorna anche Le scelte stilistiche di Scorsese
di Peter Jackson, un’esperienza nell’ombrosa trasfigurazione jazz di hanno consigliato un uso parco della
colma di sacrifici e di generoso impe- “Quarantine” o nel delirante ed ango- musica di Shore: per questo il disco
gno creativo, ma anche di premi e di scioso fugato di “Screening Room”, annovera, per buona parte, brani non
meritate celebrazioni, da cui riemerge dove l’acutizzarsi allucinato del moti- usati nella versione finale della pelli-
temprato e arricchito da una rafforza- vo evoca un’altra geniale e solitaria cola. Questa parsimonia ha dato il
ta sicurezza espressiva, trasformato follia, quella raccontata nel film La destro al music branch dell’Academy,
da laborioso artigiano di nicchia ad Mosca; e subito accanto il suo insepa- a soli due anni dall’ingiustificata
artista di prima grandezza, Shore si rabile controcanto, quasi una nemesi, esclusione di Le due Torri, di negare
accosta con sofisticata sensibilità alla il “tema della genialità”, una melodia nuovamente l’eleggibilità dell’opera di
biografia di Howard Hughes, l’enig- irrisolta, irrequieta, che prende dire- Shore come miglior colonna sonora,
matico ed affascinante tycoon di zioni diverse, si dibatte con frenetica nonostante la sua imperiosa influen-
Hollywood raccontato da Martin volubilità. All’inizio di “The Mighty za sulle scene del film. L’argomento
Scorsese ed incarnato da Leonardo Hercules” gli archi eseguono entram- addotto lascia sbalorditi: una misura-
Di Caprio. Il rigoglioso approccio sin- bi questi primi due temi in contrappun- zione ragioneristica della quantità di
fonico-avanguardistico di Shore guar- to tra loro. Ugualmente vincolate si musica che prescinde totalmente
da alla lezione della scuola russa, presentano anche le altre due melo- dalla sua prepotente qualità. A quan-
soprattutto alla desolata mestizia del- die dell’opera, il “tema del trionfo”, un to pare lo strano ed insondabile mer-
l’ultimo Shostakovich, su cui innesta, motivo esaltante e pugnace, che cimonio che ruota intorno alla conse-
con spregiudicata originalità, fraseggi dipinge i momenti di successo del gna degli Oscar impedisce ad
barocchi e neoclassici. potente ed egocentrico produttore, Hollywood di riconoscere per tempo il
The Aviator riconcilia la musica per invidiato ed odiato, a cui fa da propel- valore dei propri artisti migliori. GB
Un ringraziamento al M° Enrico Goldoni per la consulenza
musical evergreen 13

Hair
L’era dell’acquario
di Barbara Zorzoli

Premessa: è banale puntualizza- to per il grande schermo da Milos commento sonoro, ma che tessono
re quanto in un musical sia impossi- Forman (Qualcuno volò sul nido del la sceneggiatura del film.Tra tutte le
bile scindere la colonna sonora dal cuculo, Amadeus), ottenendo un sequenze quella in Central Park,
film, poiché la pellicola stessa è grande successo (il filmaker vinse il sulle note di “Age of Aquarius”, è
musica e viceversa. David di Donatello del 1979 per il una delle più riuscite: fotografia,
Hair ha 35 anni, ma non li dimo- miglior regista straniero). montaggio, coreografia, attori, ma
stra. Manifesto hippie in origine Per fare di Hair un film, Forman soprattutto musica sono fusi,
musical teatrale, è tornato sul gran- si affidò allo sceneggiatore Michael amalgamati in un equilibrio spazio-
de schermo nel 2004 e, purtroppo, Butler, che rielaborò il materiale ori- temporale. Il mondo hippie dell’East
è passato quasi in sordina. ginale, per trarne un soggetto cine- Village di New York torna così in
Ma come sono nati Hair e la sua matografico convincente. Il regista, vita con tutte le sue icone: i capelli
musica? desideroso di dare risalto alle crea- lunghi, la rivoluzione sessuale, la
Il musical fu creato da due attori zioni musicali della narrazione, liberalizzazione delle droghe legge-
disoccupati, James Rado e gestì le splendide coreografie in re, la riscoperta della filosofia orien-
Gerome Ragni, fortemente motivati maniera libera e fantasiosa, predili- tale e il pacifismo.
ad arrivare a Broadway. Fu il pro- gendo ampi spazi d’azione che, Fu così che, mutatis mutandis, la
duttore Joseph Papp a suggerire ai come i giovani hippie, hanno tuttora creatura di Gerome Ragni, James
due di studiare una colonna sonora nella casualità la loro perfezione. Rado e Galt MacDermot regalò una
per la pièce. Galt MacDermot è il Tutto ha inizio in Central Park, delle più riuscite trasposizioni cine-
nome di colui che compose la quando il giovane Claude Bukowski matografiche, ed una delle più
leggendaria musica di Hair, che nel (John Savage) incontra un gruppo conosciute colonne sonore di tutti i
1979 vinse il David di Donatello per di hippie capeggiati da George tempi.
la miglior colonna sonora. Berger (Treat Williams) che tentano Per chi aveva visto il film nel
Finalmente il 17 ottobre 1967 il di dissuaderlo dall’arruolarsi nei 1979 e ne era rimasto affascinato,
musical debuttò al New York marines. Il tentativo apparentemen- per chi ha scoperto prima le
Shakespeare Festival Public te fallisce, ma un equivoco fa sì che canzoni, poi la pellicola e poi il
Theater. a partire per il Vietnam sia proprio musical…
Successivamente il produttore Berger anziché Bukowski. E pensare che proprio in questo
Michael Butler organizzò insieme a Ballato e cantato nella quasi momento Hair è attuale più che
Papp alcune serate alla discoteca totalità dei 121’ del film, lo score di mai.
Cheetah (situata tra la 45sima e la questo musical avvolge, coinvolge
46sima strada); Hair si stava avvici- e colora, stordisce e glissa renden-
nando a Broadway. In seguito ven- do felici i luoghi comuni su esercito,
nero accordate alcune modifiche a società, hippie e Vietnam. E non
testi e musiche. Tom O’Horgen importa che quella sia storia
accettò di diventare il nuovo regi- passata. Hair torna con tutta la sua
sta, mentre Butler insistette affinché prepotente carica di vita, con tutta
James Rado assumesse il ruolo di la sua innocenza, forte di una
“Claude”. colonna sonora “generazionale”, di
Lo show debuttò finalmente a musiche e testi che inneggiano Galt MacDermot
Broadway, sul palcoscenico del all’amore e alla pace, di canzoni
Baltimor Theater, il 29 aprile 1968. culto quali “Aquarius”, “The Flesh
Hair (id – 1979)
RCA / Ariola - BD83274(2)
Chiuse i battenti il primo luglio 1972 Failures (Let The Sunshine In)”,
CD1: 16 brani – Durata: 39’82”
dopo 1.742 repliche. “Hare Krishna” e “Donna”. Brani CD2: 11 brani – Durata: 35’37”
Nel 1979 il musical venne adatta- che non si esauriscono nel
14 piero umiliani

Ode a Piero

Il mondo di Piero Umiliani


navigando tra i “solchi” della
sua immensa discografia
e i ricordi di chi lo ha conosciuto. di Luca Cirillo & Maurizio Mansueti

Dicembre 2004. Cosa accomuna suo modo di intendere il jazz. Per splendida “Mood Indigo” risuonata
un “piccolo” gangster-movie del capire bene lo “spirito” della musica negli anni ’70 con l’uso del moog.
1969, interpretato da Klaus Kinski e di Umiliani bisogna ascoltare Quel jazz è la novità negli anni ’50
Franco Citti, con un “grande” block- Ellington. Quando Umiliani fa Jazz, italiani.
buster-movie (attualmente nelle suona quel sound anni ’40 ibrido
sale) che vede protagonisti divi hol- che piace anche ai “bianchi” (deri- Umiliani in quel periodo è un vul-
lywoodiani come George Clooney e vato dal sound nero e cool, ma con cano sempre pieno di iniziative nel
Brad Pitt? Apparentemente nulla, sfumature “bianche”). E’ questa tentativo di affermarsi professional-
tranne un affascinante brano, nota rivoluzionaria per l’epoca che mente: suona con una sua band
“Crepuscolo sul mare”. I due film in lo rende al passo con i tempi, alla (con musicisti del calibro di Gianni
questione sono La legge dei gan- fine della seconda guerra mondiale, Basso e Attilio Donadio e Gil
gsters e Ocean’s Twelve e l’autore quando la musica delle grandi Cuppini!), fonda una sua piccola
del brano, presente in entrambi i orchestre americane invaderà edizione con cui pubblica spartiti
film, è Piero Umiliani. l’Europa liberata. Umiliani col per le orchestre, studia giurispru-
tempo si creerà una suo “suono” denza, ma un incontro con
Piero Umiliani nasce a Firenze jazz, ma quell’istinto primitivo di Armando Trovajoli lo farà trasferire
nel 1926. Studia pianoforte, prima Ellington rimane, seppur riassem- da Firenze a Roma, dove inizia la
privatamente e poi in conservatorio, blato in forme più originali come la sua carriera come arrangiatore inci-
diplomandosi in “Contrappunto e dendo nel 1954 “Dixieland in
Fuga” al “Cherubini” di Firenze.
Sono gli anni della guerra e in quel
Da grande vorrei Naples”, una “bizzarra sintesi” di
tradizioni USA/Italy.
periodo rimane folgorato dalla (Diario 1940-1943) Roma, con la sua industriosa
musica di Duke Ellington. “15 febbraio 1940 (giovedì). Sono macchina da film, Cinecittà, è la
Raccontava Umiliani: “Quando andato a lezione di armonia dal signor fucina di numerosi grandi composi-
Gigino; egli mi ha detto che se mi pro-
avevo 14 anni, nel 1940, vivevo tori che, proprio grazie al cinema
curo dei versi e mi viene in mente un
nella mia città. Un giorno, in un pic- motivo potrei, col suo aiuto, comporre italiano, potranno sfoderare le pro-
colo negozio trovai “Hot Duke”. qualche canzonetta e poi portarla da prie capacità spesso al di là di
All’epoca nessuno conosceva Duke un editore e farla pubblicare. Le prime schemi precostituiti, liberi di creare
Ellington ed era illegale ascoltare volte anche gratis e col tempo potrei soundtrack d’autore.
Musica Americana. Alla fine, quan- anche guadagnare; comporre musica Umiliani, Piccioni, Lavagnino,
do arrivarono a Firenze, le truppe mi piacerebbe e, se riesco, da grande, Trovajoli scrivono veri e propri gio-
americane portarono con se i “V- oltre alle altre mie occupazioni, questa ielli compositivi in quel periodo, nei
discs”. E’ così che ho scoperto il sarebbe quasi un divertimento e mi quali la soundtrack non si limita ad
ritmo e il sound di questa musica” apporterebbe, ripeto se riuscissi, un essere solo un accompagnamento
discreto guadagno.”
(Piero Umiliani, febbraio 2000 – sonoro (la cosiddetta “sonorizzazio-
Tratto da “Piero Umiliani - (Firenze, 1926-2001) - Da
dalle liner notes del CD Ode a Duke grande vorrei - diario 1940-1943” finalista 2004 al
ne”). C’è di più. C’è l’artista che
Ellington Ed. Right Tempo). Premio Pieve 2004 (presentato da Elisabetta Umiliani). spesso caratterizza il “tema” di un
La musica di Duke Ellington è (Dal sito www.archiviodiari.it “Fondazione Archivio film che senza quel brano, quel
una delle sfumature principali del Diaristico Nazionale”) sound, non sarebbe lo stesso. In
piero umiliani 15

alcuni casi, come nei film sexy anni


’60, è proprio la colonna sonora a
Le 10 migliori colonne sonore di Piero Umiliani secondo la
fare da traino al film, come in una nostra redazione, in ordine cronologico.
moderna clip di MTV. 1. Due marines e un generale in bilico tra stereotipi del “genere” e forte
(Cinevox) – 1967 personalità.
Il 1958 può essere considerato Il carattere giocoso della creatività di Brani migliori: “Roy Colt & Winchester
l’anno zero di quella che sarà una Umiliani fornisce la giusta inquadratura al Jack” (1 e 7)
lunga carriera sempre in bilico tra film dove il nostro dirige un’orchestra che
composizioni Jazz, Swing e Easy gioca tra fanfare militaresche, Debussy, 7. Questo sporco mondo meraviglioso
Listening condite da un pizzico di violini tzigani e ricordi di guerra… nel (Right Tempo/Easy Tempo) – 1971
segno dell’ironia. Vero e proprio “must” dell’easy listening
sperimentazione elettronica e tanta
Brani migliori: “Due Marines e un all’italiana.
ironia; ha inizio una lunga serie di Generale” (1) – “Dedicato a Buster” (9) Leggero e brioso al tempo stesso.
magistrali partiture che terminerà Con la partecipazione dei Cantori
solo all’inizio degli anni ’80, quando 2. Svezia Inferno e Paradiso Moderni di Alessandro Alessandroni e
problemi di salute obbligarono (Right Tempo/Easy Tempo) – 1968 chicche come “Mah Nà Cowboy’.
Umiliani a rallentare il suo lavoro. Vedi recensione Brani migliori: “Questo Sporco Mondo
Dicevamo del fatidico 1958... Meraviglioso” (1) e “Il Milione e La
Umiliani esordisce come autore di 3. La morte bussa due volte Gattina” (11)
musiche per il cinema con I soliti (Cinevox) – 1969
ignoti, bissando nel ’59 con Tra le tante uscite “Cinevox”, curate dagli 8. Il corpo
infaticabili Bagnolo & Fuiano, merita un (Right Tempo/Easy Tempo) – 1974
L’audace colpo dei soliti ignoti, riu-
posto in classifica questo album, arricchi- Vocalizzi femminili, fender rhodes e
scitissimo sequel. La leggenda to dalla presenza del brano “Bob and immancabile organo hammond… il
vuole che fu proprio il “talent scout” Hellen”, altro “must” riscoperto dalla mondo esotico di Umiliani è fatto di questi
Trovajoli a “passare la mano” per la “Cultura Lounge” contemporanea. elementi miscelati con saggezza a scate-
composizione del film, proponendo Bossanova, malinconia, swing, languidi nati loop elettronici e pre-sperimentalismo
alla produzione il giovane ma pre- vocalizzi… in una parola sola: Umiliani! ipnotico anni ’70.
paratissimo Umiliani. Brani migliori: “Continuità” (2), “Bob and Brani migliori: “Free Life - Vocal” (1) e
Fondamentale “guest” del suo Hellen” (12) “Tidal Stream” (2)
ensemble nei due film di Monicelli
fu il “mitico” (scusate il termine così 4. La legge dei gangsters 9. La ragazza fuori strada
(Right Tempo/Easy Tempo) – 1969 (Right Tempo/Easy Tempo) – 1975
usurato, ma è quanto mai d’obbli-
Ritornato in auge recentemente grazie al La ragazza fuori strada chiude la trilogia
go) Chet Baker alla tromba, che brano “Crepuscolo sul mare” (inserito in esotica (i precedenti furono “La ragazza
continuò una fruttuosa collabora- Ocean’s Twelve), un magistrale assolo di dalla pelle di luna” e “Il Corpo”) che vide
zione con Umiliani anche nel musi- chitarra acustica eseguito da Mario come affiatato team di lavoro Luigi
carello Urlatori alla sbarra di Piero Gangi, “La legge dei gangsters” è tra gli Scattini (regista), Zeudy Araya (protagoni-
Vivarelli (con Mina e Celentano), album più “scuri” di Umiliani. sta) e Piero Umiliani (compositore).
sempre del ’59, e il raffinato Smog Brani migliori: “Crepuscolo sul mare” (1), Funky e beat, fortemente contagiati da
del 1962 (regia di Franco Rossi), “Epilogo” (3) pura psichedelìa per una delle soundtrack
arricchito dalla voce ammaliante di che Umiliani amava maggiormente.
Helen Merrill; la collaborazione con 5. 5 bambole per la Luna d’agosto Brani migliori: “Volto di donna” (1) e “The
(Cinevox) – 1970 Party” (18)
quest’ultima nacque qualche anno
Strepitosa, eccellente, varia, movimenta-
prima grazie allo show televisivo ta, inquieta, maliziosa… 10.Bollenti spiriti
“Moderato Swing” (per la rubrica Contiene “Danza primitiva”, uno dei brani (vinile mai ripubblicato) – 1981
“Parole e musica”). più belli di tutto il suo repertorio… che L’ultima grande colonna sonora di
La RCA Italiana stampò nel 1961 altro dire… un piccolo capolavoro! Umiliani, tra waltz retrò, jazz da night club
lo splendido album “Parole e Brani migliori: “Luna d’agosto” (2) e e scatenati dixieland arricchiti da arran-
musica”, contenente i brani del sud- “Danza primitiva” (3) giamenti impeccabili.
detto varietà televisivo (arricchito Un saluto al mondo del cinema di gran
dai testi di Fernando Caiati); le 6. Roy Colt & Winchester Jack classe e con una immancabile dose di
sedute di registrazione videro la (Cinevox) – 1970 ironia. ”Bollenti spiriti” è probabilmente la
Poco riuscita incursione western per sound-track più sottovalutata di Umiliani.
presenza di “mostri sacri” quali
Mario Bava, maestro del genere gotico, Brani migliori: “Sophisticated Comedy” (1) –
Berto Pisano, Nino Rosso, Gino ma ottima soundtrack di Umiliani, sempre “Dixie Time” (6)
Marinacci, Enzo Grillini e Sergio
Per il film di Luigi Scattini sulla “moralità” e le abitudini delle giovani svedesi, un classico
del sexy cinerama, Umiliani sfodera una colonna sonora mozzafiato.
La soundtrack è ricca di guest stars come Edda Dell’Orso (alla quale sono affidati tutti i
backing vocals), Alessandro Alessandroni (che dà la voce all’originale di “Mah nà Mah nà“,
resa poi famosa soprattutto dal Muppets Show, dal Dave Pell Singers, dal Benny Hill Show,
e da molti altri…) e Gato Barbieri al tenor saxophone sui brani “La solitudine”, “Free in
Minore” e “Piano Bossanova”.
Voce solista in “You Tried to Warn Me” e “Sleep Now Little One” la celebre voce jazz di
Lydia McDonald.
Oltre al tormentone “Mah nà Mah nà“, troviamo lo scatenato beat di “Topless Party” e la Piero Umiliani
sperimentazione hippy di “Sequenza psichedelica”. Svezia, inferno e
In definitiva un album completo che va al di là dei semplici score da colonna sonora (un moti- paradiso (1968)
vo guida riproposto con arrangiamenti diversi), tra i più venduti nella discografia di Umiliani. Easy Tempo ET901
28 brani – Durata: 71’09”
16 piero umiliani

Conti, ovvero “Piero Umiliani e il di grosso successo popolare.


suo complesso”, ad accompagnare Brani come “Mah nà Mah nà”
la voce ricca di gusto jazzistico di oppure “Lady Magnolia”, sono
Helen Merrill. ancora oggi richiestissimi da radio e
Esempio lampante dell’elemento televisioni per spot pubblicitari o
“ironia” in Umiliani è senza dubbio il sonorizzazioni, ma sono diventati
brano “Mah nà Mah nà” (tratto da anche “classici” da remixare in
Svezia, inferno e paradiso di Luigi discoteca e nei club, a testimonian-
Scattini), vera e propria “croce e za di un’immediatezza senza egua-
delizia” con cui, troppe volte, viene li che, anche nel 2000, continua a
unicamente ricordato. portare nel mondo il nome di Piero
Dietro la “nascita” di quello che è Umiliani.
il jingle più riconoscibile della sua
intera discografia c’è un aneddoto Nel 1967 il sodalizio con Scattini
interessante: Umiliani amava produce un film divertente e fuori
ricordare che “Mah nà Mah nà” fu dagli schemi erotici ed esotici a cui
scritto quando la colonna sonora di eravamo abituati; l’opera in questio-
Svezia, inferno e paradiso era già ne è Due marines e un generale,
pronta… insomma un semplice parodia della seconda guerra mon-
riempitivo che non fu neanche diale ben interpretata da Franco
inserito nelle edizioni italiane della Franchi e Ciccio Ingrassia, i due
sua etichetta, la Omicron. Ma gli Marines, e da Buster Keaton nella
americani si accorsero di questo Piero Umiliani, Zeudi Araya e il regista Luigi Scattini parte del generale Von Kassler!
piccolo (ma efficace) motivetto, lo Umiliani firma un divertente accom-
battezzarono “Mah nà Mah nà” e blico italiano (ancora troppo pagnamento sonoro a metà strada
decisero di inserirlo nella colonna bacchettone), illustrando la libertà tra il bandistico e il “cinegiornale di
sonora, facendo la fortuna di un di costumi e sessuale della Svezia, guerra”, farcendo la colonna sonora
brano che in seguito sarebbe e il riscontro al botteghino di questa di grossi spunti classici (vedi
diventato indispensabile accompa- piccola opera erotica fu notevole Debussy) e al tempo stesso ironici,
gnamento per i varietà di Benny Hill (l’incasso superò il miliardo!). Il tenendo bene testa ai virtuosismi
e molti altri (ad esempio il “Muppets buon Umiliani ne approfittò per comici della coppia siciliana
Show”). poter affermare ancora una volta la Franchi/Ingrassìa e del “gigante”
Il film mirava a “scaldare” il pub- sua versatilità di musicista in un film Buster Keaton.

Ribollita, biscottini e vin santo


aneddoti tra le note

di Roberto Zamori – Hexacord Records


Gli incontri nostri (fra me e Piero, intendo) non avevano MAI E lui: “Meglio di Orff!”
per oggetto principale o motivazione i dischi, o i progetti disco- E poi Rustichelli, che diceva: “Io vengo dalla lirica, dal
grafici, o qualche concerto, nulla che riguardasse la musica... melodramma; il jazz come lo fai te non lo posso avere nel
Erano, questi, temi che venivano (anche se immancabil- sangue...”
mente) “dopo”... dove “dopo” vuol dire un inizio di primo E Piero: “Vai vai, Carlo... che te, bellino, sei un genio...
piatto di ribollita nella vecchia osteria di Firenze dietro piaz- hai fatto cose che io neanche mi sogno... Ma che vuoi che
za S. M. Novella (ora non c’è più), seguìto – altrettanto io sappia fare?”
immancabilmente – dal bollito misto con salsa verde prepa- E io, a tutti a tre, con sommo divertimento (alle due di
rata al momento. Poi, biscottini e vin santo, a chiudere. notte, verso il Ponte Vecchio): “Ma vi rendete conto che
Verso la fine del “desinare” (come lo chiamavamo noi), si sembrate – nelle vostre parole – tre musicisti da osteria,
cominciava a parlare di musica e di dischi... e non c’era volta invece che tre miti internazionali della musica nel mondo?
che Piero non dicesse, con sincera meraviglia: “Mah !... Che E loro: “Questa frase ci onora!”
vuoi che ti dica... per me hanno perso il cervello... dicono Piero: “Magari mi prendessero in osteria! Ribollita a vita!”
che sono dei capolavori... ma cosa vuoi che sia mettersi al Carlo: “Ti accompagno al piano volentieri, Piero !”
piano e fare un po’ di quelle cose lì...” Alessandro: “Metterei anche un violino, così, per tenerez-
(Nota bene: “quelle cose lì” erano le colonne sonore di za... !”
Svezia, inferno e paradiso, 5 bambole per la luna d’agosto, Non vado oltre. Perdonatemi la pochezza e la semplicità
Smog e così via...!!!) di questi piccoli ricordi, sicuramente non quello che si aspet-
E si chiacchierava fra noi dei tempi d’oro del cinema ita- tavano i lettori.
liano, gli anni Sessanta e Settanta, quando a suonare in sala Ma nella mia magica avventura nel mondo della musica
per le colonne sonore dei film i musicisti si divertivano dav- cinematografica italiana, ho potuto rendermi conto che i
vero fra di loro, così che – finito il turno – restavano là, anco- Grandi, quelli veri intendo, sapevano essere piccoli. Ed era
ra un po’, per suonare in sessions di improvvisazione. questa la loro vera grandezza, ineguagliabile. E la loro vici-
Piero mi dichiarava nuovamente il suo “amore” per nanza dava il calore, l’umanità e la sensazione inequivoca-
Antonello Vannucchi (quasi sempre solista di hammond nei bile di essere vicini all’artista, quello autentico.
suoi score), dicendomi che – se fosse stato una bella donna E’ stato così per Piero Umiliani, il cui ricordo mi accompa-
– davvero non gli sarebbe mancato più nulla!!! gnerà per sempre, mentre lo rivedo, con il suo cappottino di
Qualche sera, poi, al caffè delle “Giubbe Rosse”, in loden verde ed il basco, scendere le scale del suo apparta-
Piazza Vittorio, ci raggiungevano Cicognini e Rustichelli, ed mento in Piazza della Signoria a Firenze, sotto braccio i
allora sì che si tirava fino a tardi, parlando di tutto e di tutti, dischi che gli avevo chiesto, e che lui mi dava dicendomi:
e ripercorrendo – senza mai accorgersene – la storia mitica “Roberto, si vede proprio che fai il professore e che hai del
della musica e del cinema in Italia, dal dopoguerra ad oggi. tempo da perdere, per ascoltare questa roba... Tieni, te li do
E Piero chiedeva ad Alessandro: “Se non ti fossi occupato di volentieri, tanto io... li buttavo via!”
cinema, pensa un po’ quale grande musicista saresti potuto Caro Piero, i tuoi dischi, la tua musica, stanno sempre là,
diventare, tu e la tua immensa bravura e cultura musicale...” quel posto nello scaffale, lo stesso nel mio cuore.
piero umiliani 17

Lo stretto legame professionale


e di amicizia tra Luigi Scattini e
Piero Umiliani darà vita ad una
serie di film, oggi ricercati da tutti i
più accaniti cinefili come ultimi
esempi di un erotismo ricco di
“motivazioni” e notevoli ambien-
tazioni, oltre che di musiche
indovinate.
Ottimi furono i “mondo movies”
come Angeli bianchi… angeli neri
(1969) e Questo sporco mondo
meraviglioso (1971); nel primo
troviamo la partecipazione di un
cast di vere stelle quali Nora
Orlandi, Alessandro Alessandroni,
Edda Dell’Orso e Maria De Penha
Silva, oltre che musicisti come Edwige Fenech in Cinque bambole per la luna d’agosto di Mario Bava
Antonello Vannucchi e Franco De
Gemini. Registrato tra Roma e Rio viaggio all’interno del sottobosco “tardo mondo sexy movie”, uscito
De Janeiro (dove si aggiunse la delle prime produzioni “porno”. nel 1979. Diretto dall’infaticabile
preziosa partecipazione dell’Orche- Girato negli States, Blue Nude è Aristide Massaccesi, in arte Joe
stra di Wilson Das Neves), Angeli una pellicola (e una soundtrack) D’Amato, con cui Umiliani aveva
bianchi… angeli neri è un tripudio di ricca di momenti intensi e musical- già lavorato per l’erotico Eva Nera
suoni e stili, dal caraibico all’ipnoti- mente affascinanti. (con Jack Palance, Laura Gemser
co, in un mix che non appare mai e Gabriele Tinti), Follie di notte
sfilacciato. Si sa che spesso i grandi registi vede protagonista l’ambigua regina
Questo sporco mondo meravi- amano utilizzare per lunghi periodi della discomusic Amanda Lear che
glioso è, invece, un autentico capo- lo stesso compositore e, come si esibisce in alcuni classici del suo
lavoro dell’easy listening e quasi un Scattini, anche il grande Mario repertorio e, in perfetto stile
precursore del “movimento lounge” Bava decise che Umiliani faceva al “mondo”, accompagna metaforica-
che trent’anni dopo prenderà forma caso suo… mente gli spettatori in bizzarri locali
in Italia come in Giappone e negli Fu così che nacquero i poco notturni sparsi in tutto il continente;
USA e del quale Umiliani farà la riusciti La strada per Fort Alamo e proprio in questi siparietti (talvolta
parte (più o meno involontaria) del (1965), Roy Colt e Winchester Jack di un imbarazzante dubbio
più nobile tra i “fondatori”. (1970) e l’ottimo 5 bambole per la gusto…), troviamo gli score
Indimenticabile è infine la trilogia luna d’agosto (1970), thriller inquie- elettronici e giocosi di Umiliani,
interpretata da Zeudi Araya e tante interpretato da William Berger l’unica cosa da salvare dell’intero
comprendente La ragazza dalla ed Edwige Fenech. In quest’ultima film!
pelle di luna, Il corpo e La ragazza soundtrack, troviamo ancora la pre- Altri due film, accomunabili alla
fuori strada, film nei quali Umiliani senza dei Cantori Moderni di lista delle commedie “delle
spazia dall’esotismo più tribale alla Alessandroni, e un Umiliani in professioni”, sono La soldatessa
psichedelìa-beat sperimentale di forma smagliante che regala una alle grandi manovre (con un cast
inizio anni ’70. serie di tracce sensazionali in che va da Banfi a Vitali, da
Ultimo film del lungo sodalizio continuo slalom tra tensione e Montagnani a D’Angelo fino alla
con Scattini è Blue Nude (interpre- leggerezza. Fenech) e La soldatessa alla visita
tato da Gerardo Amato, Giacomo Non mancano nella ricca filmo- militare dove Umiliani, così come
Rossi Stuart e un’esordiente e grafia di Umiliani anche alcune tanti suoi illustri colleghi (in primis
bravissima figlia d’arte… Monica incursioni nei B-movies come ad Gianni Ferrio e Berto Pisano), si
Scattini), sorta di drammatico esempio Follie di notte, sorta di cimenta nel sottolineare con gusto

Album che raccoglie le sperimentazioni elettroniche di Umiliani nel periodo che va dal
1969 al 1981.
L’album va considerato tra i capolavori degli sperimentatori elettronici del periodo come
Wendy Carlos (Arancia meccanica), Perrey & Kingsley (Pop Corn) e Dick Hyman (The
Minotaur). Grandioso groove il brano “Motore a ioni” con Umiliani e Roberto Pregadio a
inseguirsi entrambi all’Organo Hammond. “Gadget” con Umiliani al Moog, e con il solo
accompagnamento di basso e batteria, tracce di groove e rock progressive. “Delenda
Cartago” dalla colonna sonora de Il mondo dei Romani, con Umiliani che suona lo “shynti”,
eco indiane oggi tanto care a chi ascolta club music alla Talvin Singh.
In “Arabian Synthesizer” troviamo ancora lo “shynti” in passaggi arabeschi. “Caravan”, il Piero Umiliani
brano di Duke Ellington tra i più omaggiati dai grandi autori, qui in una splendida esecuzione Musica Elettronica
con un’orchestra comprendente ben 13 fiati tra trombe, tromboni, alto e tenor sax, Roberto Vol. 1 (1969-81)
Pregadio al piano e Umiliani che conduce e arrangia con il Moog puntualizzazioni elettroniche Easy Tempo ET 930
inaspettate in un classico jazz. Esecuzione unica nel suo genere, con passaggi tra Exotica, 15 brani - Durata; 46’
Big Band e acid-jazz. Anche solo per “Caravan” si dovrebbe avere questo capolavoro.
Appassionati di moog e dintorni, questo disco non può mancare nella vostra collezione!
18 piero umiliani

le numerose e piccanti sequenze


filmiche. Ma in definitiva si tratta di
lavori su cui è inutile soffermarsi
ulteriormente perché nulla aggiun-
gono alla sua opera.

Discorso differente vale per gli


ultimi anni di lavoro per il cinema
che vedono nascere il sodalizio
Umiliani / Capitani, con un tris di
commedie deliziose ovvero
Aragosta a colazione del 1979,
Odio le bionde del 1980 e Bollenti
spiriti del 1981.
Proprio quest’ultimo film Due dischi di Umiliani: La legge dei Gangsters (ripreso in Ocean’s Twelve) e il tributo Ode to Duke Ellington
(interpretato da Johnny Dorelli,
Gloria Guida, Lory Del Santo, Lia
Tanzi e Alessandro Haber) vede Le raccolte “Musica Elettronica” tradizione che vedeva spopolare
una delle più riuscite composizioni e “To-day’s Sound” ci fanno scopri- autori come Dich Hyman, Perrey &
del “genio fiorentino”: un elegante re il suo lato sperimentale ed elet- Kingsley e Walter “Wendy” Carlos.
mix di jazz, swing e waltz e tronico, che è stato comunque un In queste raccolte, Umiliani si lascia
dixieland ricco di fiati e maliziosi elemento pregnante anche nelle affascinare, come un bambino
assoli di piano e organo per una composizioni più tradizionali e curioso, dal mondo “giocattoloso”
soundtrack semplicemente perfetta popolari. Ma stavolta siamo di delle “diavolerie elettroniche”
e senza età, assolutamente da fronte ad un’elettronica tout-court, (come amava chiamare i vari
riscoprire. figlia (o meglio sorella) della “moog”, “theremin”, “synth” ecc.),

La foto
aneddoti tra le note

di Maurizio “ErMan” Mansueti – The Transistors


Ciascuno di noi, appassionati di musica, ha nel cassetto Dicembre 2000. Qualche settimana dopo. Rocco mi
il ricordo di un evento, la registrazione di uno spettacolo live, chiama da Milano. “Chiama Piero per favore. Dice che hai
il biglietto di un concerto, una foto del proprio idolo. Il mio delle foto da dargli…”. Si era ricordato! Lo chiamo. “Buon
ricordo di Piero Umiliani è legato proprio ad una foto. giorno Maestro…”. “Dammi del tu Maurizio… “Sì…
17 dicembre 2000. E’ domenica mattina, sono circa le 11. Maestro… Le foto devo ancora svilupparle”. “Maurizio, ci
Non riesco ancora a capacitarmi, ma sono a casa di Piero sentiamo dopo le feste, va bene?”
Umiliani insieme a Gak Sato, dj e produttore di Right Gennaio 2001. Di ritorno a casa in macchina. Jole, la mia
Tempo/Temposphere a Roma per supervisionare le registra- compagna, mi chiama al cellulare. “Non ti immagini neanche
zioni del nostro album. La sera Gak sarebbe stato ospite da con chi ero al telefono!”. Era Umiliani, di nuovo. Fermai la
me ed il giorno seguente avrei dovuto accompagnarlo dal macchina per gustarmi le parole di Jole. Non mi aveva tro-
Maestro, perché, come al solito, il suo organo elettrico era vato, si era intrattenuto con mia moglie al telefono, e pren-
da resettare e il Maestro si fidava solo di Gak. Pensavo di dendola un po’ in giro per il mio poco tempo libero, curiosa-
accompagnarlo fino sotto al portone e di andare via in mac- va chiedendo a lei della mia musica, di me e di lei.
china, ma Gak mi chiede di aspettare Rocco Pandiani A casa, lo richiamo. E’ incuriosito dal fatto che uso il com-
(Managing Director di Right Tempo). Così mi invita a salire puter e il theremin. Stento a credere a quella conversazione.
da Umiliani. Il Maestro ci accoglie nel suo appartamento, Mi dice che negli anni ‘70 si era fatto costruire una “diavole-
che scopro poi essere il suo “rifugio”, perché la sua famiglia ria elettronica” da un ingegnere del suono in Inghilterra e
abita in un altro piano dello stesso palazzo. che si era divertito ad usare quei suoni spaziali in diverse
Ci riceve con un gran sorriso facendoci ascoltare la regi- sue composizioni. “Ma tu dove abiti?”. “Monteverde”. “Bene,
strazione di un concerto con una radio-lettore CD portatile. posso prendere un taxi!” Lo informo che spesso ci vediamo
E’ uno dei suoi recenti live, con la voce di Elena Paoletti che da me, con Luke e Ari e registriamo provini nel nostro Lab.
lo accompagna in trio. E’ in vena di scherzi, da buon tosca- In realtà la mia mente era già andata oltre, sognavo di avere
no, e prepara la traccia per l’arrivo di Rocco: vuol fargli cre- il Maestro come ospite nel nostro disco.
dere che ha una registrazione inedita di una cantante che lui Febbraio 2001. Vengo a sapere da Rocco e Gak della
non ha mai sentito! morte di Piero Umiliani. La famiglia Umiliani ha voluto cele-
Nel centro della stanza troneggia il piano, ma intorno c’è brare tutto in rigoroso riserbo. Sono stordito. Rocco e Gak,
il suo organo che lo accompagna nei live e altre tastiere e molto vicini alla famiglia, hanno rispettato il silenzio. Sento in
rack. Gak è già al lavoro e armeggia attorno all’organo in loro tutto il peso di due persone che hanno contribuito alla
rispettoso silenzio. Il Maestro è incuriosito dalla mia impac- rinascita di Umiliani, alla sua rinnovata carica vitale con cui
ciata presenza. Rompe il ghiaccio. Ricorda la serata in cui ha girato l’Italia negli ultimi dieci anni. La notizia fa il giro via
noi Transistors chiudemmo il suo spettacolo al 24° Roma Internet anche presso gli amici di LuxuriaMusic a Los
Jazz Festival… Allora gli dico che quella non è stata la prima Angeles che spesso passano le musiche di Umiliani.
la volta che ci siamo visti ma che ho a casa una serie di foto Marzo 2001. E’ domenica mattina, accompagno Gak
che avevo scattato per me al suo concerto al Brancaleone Sato a casa Umiliani. A pranzo è invitato dalla famiglia
(maggio 2000) durante un suo concerto. Umiliani, dove lo attende Rocco Pandiani. Sotto al portone.
Avete presente un bambino? Avevo davanti a me un Scendiamo dalla macchina. Rocco nota che indosso la stes-
uomo, che potrei definire affettuosamente un simpatico sa divisa utilizzata per il 24° Roma Jazz Festival. “Dove vai
nonno, con uno spirito innato e fanciullesco come il mio. in giro con i vestiti di scena?” “Abbiamo fatto delle foto per
Voleva a tutti i costi quelle foto, perché era lui stesso un col- l’album! A proposito, queste sono per la famiglia Umiliani.
lezionista delle sue “cose”, dei suoi “giocattoli”, dei suoi Dagliele te.”
“ricordi”. Ci scambiammo i recapiti. Non mi sembrava vero, Rocco scarta l’involucro, guarda le foto e con affetto
avrei avuto una nuova occasione per rivederlo. commenta “Il grande Piero…”.
piero umiliani 19

non disdegnando gli strumenti clas-


sici come l’amato organo hammond
e il fender rhodes, calati sempre in
una dimensione “stellare” che fa di
queste incisioni due autentiche
gemme nella sua discografia. In
particolare l’album “Musica
Elettronica” fu definito (alla sua
uscita nel 2000) il Manifesto della
“SABPM”, ovvero la “Space Age
Bachelor Pad Music“, genere
coniato dal musicologo americano
Byron Werner.
Con “Ode to Duke Ellington”
(anch’esso uscito nel 2000), ascol-
tiamo l’ennesima, straordinaria
conferma dell’amore del Maestro
per il “suo” Maestro; queste raccol-
te, uscite tutte per l’etichetta disco-
grafica Right Tempo di Milano, Piero Umiliani e il suo complesso durante un concerto nel 2000
hanno contribuito a far conoscere
integralmente “l’Umiliani-pensiero”, si trovava a far “conoscere” ai tanti riproponeva il meglio del suo
soprattutto a chi conosceva solo il “neo-loungiofili” d’Italia. repertorio in trio tastiere-tromba-
lato “filmico” del compositore Che si trovasse in un Teatro o in batteria più voce femminile (Piero
toscano. un Centro Sociale, Umiliani Umiliani, Aldo Bassi, Gegè Munari,
reggeva lo show con l’esperienza di Elena Paoletti) dialogando amabil-
Proprio il rapporto di stretta un veterano e la freschezza di un mente con il pubblico a cui regalava
amicizia con Rocco Pandiani (label ventenne e, proprio per questo, i aneddoti sulla sua carriera con la
manager di Right Tempo) ha fatto sì suoi spettacoli erano sempre abbi- sua verve tutta toscana.
che Umiliani calcasse nuovamente nati a dj-set di grandi artisti interna- Un esempio per tutti.
i palcoscenici italiani tra la seconda zionali (Brother Cleve, Gak Sato) o
metà degli anni ’90 fino a pochi gruppi emergenti dell’area lounge Maggio 2000, Roma, CS Il
mesi prima della sua scomparsa come i “nostri” Transistors o i Brancaleone (quella sera, c’erano
avvenuta nel febbraio del 2001. Un Balanco, quasi a voler testimoniare addirittura le sedie sotto al palco…
vero e proprio evento che i giornali una “tradizione” che con gli anni impensabile prima di allora in un
“di settore” non mancarono, non era andata persa, anzi… Centro Sociale!).
giustamente, di pubblicizzare. E proprio i più giovani affollavano Parlando di uno dei suoi brani
Con l’aiuto del dj-produttore Gak maggiormente i suoi spettacoli, presente in “Ode to Duke Ellington”
Sato, il Maestro rimise mano al suo scoprendo per la prima volta la e chiaramente “ispirato” al grande
repertorio, cercando di mantenere classe e il genio del Maestro, jazzista di Washington, Umiliani
inalterate le partiture originali, esattamente come accaduto per sentenziò con il suo immancabile
segno di un grosso rispetto per ciò artisti come Compay Segundo o il humor: “Vedete, basta cambiare
che di bello egli stesso aveva nostro Nicola Arigliano. una nota sul pentagramma, e la
composto tanti anni prima e che ora Nei suoi spettacoli, Umiliani SIAE non potrà dirvi nulla!”.

Siete “ganzi” di Luca “Luke” Cirillo – The Transistors aneddoti tra le note
Il 25 ottobre del 2000 i Transistors si esibivano per la drink in mano (in seguito avremmo collaborato con lui per il
prima volta dal vivo per presentare il singolo “Mission on remix proprio di “Mission on Venus”); accanto a lui scorgo un
Venus”. uomo maturo, seduto su una sedia con posa da gangster
La data per me aveva un sapore magico dato che sono (quindi con lo schienale della sedia rivolto verso il busto), con
nato proprio quello stesso giorno! tanto di coppola in testa e sguardo severo… è Piero
L’occasione fu il prestigioso “Rome Jazz Festival” che si Umiliani… e non era andato via per fortuna! (O purtroppo?).
svolgeva al “Classico” di Roma, un luogo storico della musi- Iniziamo il nostro mini show e il mio sguardo andava sem-
ca e quindi, giustamente, ci sentivamo “piccoli piccoli”. pre verso Piero, suonando a memoria le difficili parti di piano
Ancor più piccoli ci sentimmo al momento in cui la nostra jazz previste per il “solo” finale del brano.
casa discografica ci annunciò che saremmo saliti sul palco Umiliani è sempre in prima fila e sempre serissimo… ci
subito dopo l’esibizione di Piero Umiliani! scruta in ogni “passaggio”, guarda attentamente i movimen-
Malgrado le nostre paure ci preparammo bene e, dopo ti di ErMan con il suo theremin, annuisce ai vocalizzi di Ari e
aver gustato lo spettacolo del grande Maestro, aspettammo fissa di continuo le mie peripezie sui tasti del piano…
qualche minuto per il “cambio palco” e sinceramente, dentro Finita la nostra esibizione cerco di scappare e invece me
di me, speravo che in quei momenti di pausa Piero tornasse lo trovo di fronte… terrore!
di corsa a casa… così non avremmo avuto il “peso” di un Umiliani mi si avvicina dicendomi: “E’ tua l’idea di inseri-
eventuale giudizio negativo del Maestro nei confronti della re il Fender Rhodes su una base così elettronica?”
nostra performance! Io, tremante, abbozzo timido: “Sì”.
Tocca finalmente a noi. Saliamo sul palco tra gli applausi E il Maestro sorridendo (finalmente!) mi saluta calorosa-
del pubblico e mi accomodo al Fender Rhodes; la prima cosa mente con un: “Bravissimo! Siete ganzi! Continuate così, mi
che faccio è dare un’occhiata agli spettatori delle prime file e raccomando!”.
subito rimango colpito dalla presenza del celebre dj parigino E si allontana nel buio del locale con moglie e figlie.
Kid Loco, materializzatosi da chissà dove, in prima fila con un Fu l’ultima volta che vidi Piero Umiliani.
20 tesori nascosti

Ladyhawke
Andrew Powell visiona la partitura di
Ladyhawke in una foto d’epoca

Intervista a Andrew Powell


di
di Giuliano
Giuliano Tomassacci
Tomassacci

A vent’anni dall’uscita di Ladyhawke, Andrew Powell ricorda l’esperienza di scoring per il fantasy con Rutger
Hauer e Michelle Pfeiffer diretto da Richard Donner. Tra soddisfazioni lavorative e incomprensioni della critica per
una partitura discussa.

Powell, a che punto della lavo- rifarci allo stile di qualche vecchio cavalieri escono dal castello mentre
razione di Ladyhawke fu contat- pezzo in particolare. Philippe è nel fiume – e rimasi
tato per scriverne il commento immediatamente impressionato
musicale? Ebbe modo di visitare Si trattò di una felice collabo- dalla bellezza delle immagini.
le location italiane? razione? Storaro è un maestro! Come detto,
Fui chiamato per la prima volta Molto piacevole e rallegrante: poi, c’erano delle grandi interpreta-
quando Dick [Richard – NdR] Dick è davvero divertente, un uomo zioni: apprezzai anche Leo McKern
Donner era già tornato a Los quasi sopra le righe dotato di un nel ruolo del monaco eccentrico; e il
Angeles per iniziare il montaggio; contagioso entusiasmo per tutto fatto che si trattasse di una buona
quindi non visitai nessuna location quello che fa – lo scoring e il storia mi aiutò ulteriormente.
del film. doppiaggio (nel quale fui coinvolto)
furono un vero spasso. Legammo Vista la particolare natura delle
Donner ha dichiarato di aver benissimo durante la lavorazione – musiche – orchestra mista ad un
pensato alla musica degli Alan e infatti andiamo ancora molto organico rock – le furono richie-
Parsons Project già durante la d’accordo! sti dei mock-up preparatori ?
pre-produzione del film: questo No: suonai alcuni estratti al pia-
ha portato a specifiche richieste Oltre all’appassionata regia di noforte per Dick nello studio di
riguardanti i suoi precedenti Donner, all’eccezionale fotogra- Abbey Road. Dimostrò grande fidu-
lavori orchestrali per il gruppo fia di Vittorio Storaro e al fonda- cia permettendomi di proseguire
(come il brano “Fall of the House mentale apporto dei protagonisti con la composizione.
of Usher”, dal primo album della Hauer, Pfeiffer e Broderick, ci fu
formazione)? una particolare ragione d’ispira- Nonostante le sue precedenti
Dick non mi chiese mai di zione che la spronò definitiva- esperienze cinematografiche –
copiare dai precedenti album degli mente alla composizione? come “ghost writer” e orchestra-
Alan Parsons Project. Discutemmo La prima parte di film che Donner tore – Ladyhawke rappresentò la
quali brani dovessero essere scritti mi mostrò quando lo raggiunsi a sua prima esperienza autonoma
per il gruppo e quali per l’orchestra, Los Angeles per discutere le musi- nel campo, alla quale si dedicò
ma in nessun momento consigliò di che fu il secondo rullo – dove i totalmente anche provvedendo
tesori nascosti 21

alle orchestrazioni e alla direzio-


ne. Questa situazione creò pro-
blemi di tempo e di pressione
lavorativa?
In fase di scoring ci furono certo
momenti di pressione – come acca-
de spesso del resto! – ma ho sem-
pre considerato l’orchestrazione
come parte integrante della compo-
sizione: non posso immaginare di
avere tra le mani un brano che ho
composto orchestrato da qualcun
altro. Preferisco anche dirigere per-
sonalmente ciò che scrivo, quando
possibile. In tutti i casi, ci furono
problemi di tempo: avevo sei setti-
mane per scrivere ed orchestrare
circa 75 minuti di musica.

La partitura presenta una


robusta, eccezionale architettura Rutger Hauer e Michelle Pfeiffer, protagonisti di Ladyhawke
tematica. Ricorda quale fu lo svi-
luppo dei temi dalla prima visio- forse inciso più direttamente sulla tragga beneficio dalla musica.
ne del film alla stesura finale musica orchestrale. Qualche considerazione?
dello score? Ci fu del materiale Ricordo di aver sentito subito
che finì per venire scartato dal Quale parte del film le ha crea- queste critiche. Stavo rilasciando
montaggio definitivo? to maggiori difficoltà nello sco- un’intervista a Los Angeles per
Grazie per il complimento! Se ring? l’Hollywood Reporter, o Variety, e
ben ricordo, il tema di Isabeau fu il Probabilmente le due scene nel fui costretto a chiedere all’intervi-
primo ad essere scritto, seguito bosco, con Pitou e Cezar. In parte statore come fosse possibile per un
dagli accordi degli archi per i titoli di perché l’orchestrazione mi prese compositore far saltare il pubblico
testa (la musica del sole e della molto tempo: il segmento prevede sulle poltrone usando due flauti e
luna), poi il tema degli amanti (che infatti 24 o 26 parti individuali per un liuto. Penso che il termine “ana-
apre i titoli di coda) – la musica per violino. cronistico” sia inadatto in questo
Philippe e il materiale “rock” venne- caso visto che chi critica lo score in
ro in seguito. Mi piace sempre aver In queste due scene, Lei ha questo modo lascia intendere che
pronti i temi principali prima di inizia- scurito la scrittura prettamente avrei dovuto scrivere in stile kor-
re a lavorare sui brani individuali. melodica facendo spazio ad uno ngoldiano – il che sarebbe comun-
Durante le sessioni di registra- scenario dissonante ed atonale: que risultato fuori contesto di qual-
zione Dick rifiutò un solo brano dei una digressione nell’avanguar- che secolo. Solo meno del 15%
52 scritti (poiché pensava che la dia orchestrale che ebbe modo di della partitura si avvale del gruppo
scena funzionasse meglio senza studiare con Stockhausen e rock, mentre il resto è puramente
musica – e io fui d’accordo). Non Boulez? orchestrale e corale (scrissi qualco-
credo ci fosse molto altro che non Si, assolutamente. Alcune sa come 15 minuti di canto
compare nel film definitivo, a parte influenze di questa porzione di film Gregoriano per coro maschile)
la versione originale dell’insegui- arrivano anche da Ligeti, un altro oltreché, in alcune scene, arrangia-
mento sulla torretta, che però figura avanguardista con il quale ho avuto to proprio per flauti e liuto.
nel CD. Ci furono poi un paio di modo di studiare.
pezzi che riscrissi dopo il montag- Dopo Ladyhawke, Rocket
gio finale, perché i tempi di alcune Durante le sessioni, la partico- Gibraltar (1988) e qualche spora-
scene erano cambiati. Inoltre larità d’esecuzione della partitura dico lavoro televisivo, Lei è
alcune sequenze furono completa- causò dei problemi all’orchestra scomparso dalla scena della
mente rimosse. e ai membri del gruppo (più musica da film negli anni
prove, difficoltà nella sincroniz- Novanta, nonostante le musiche
Lo score mostra una notevole zazione con i click) ? per il film di Donner siano ancora
personalità stilistica. Ci furono Non direi: sia la Philharmonia vividamente ricordate e apprez-
comunque dei compositori cine- Orchestra che gli Alan Parsons zate. Il suo nome figura nella pre-
matografici che la influenzarono erano abituati a lavorare con i click. stigiosa Gramophone Film Music
durante la scrittura? Inoltre, i due organici furono regi- Good CD Guide, anche se corre-
Ovviamente ogni compositore è strati sempre separatamente. dato di un’unica recensione,
influenzato in qualche modo dalla quella di Ladyhawke per l’appun-
musica che ascolta, ed io ho sem- A ridosso dell’uscita del film, la to. Quali ragioni hanno contribui-
pre amato le musiche di Korngold, Sua musica fu oggetto di varie to a questa sua lunga assenza?
di Bernard Herrmann e diverse critiche, molte delle quali riguar- Sono stato contattato diverse
cose di Jerry Goldsmith, ma non danti l’uso anacronistico del rock volte per musicare altri film, sia a
potrei dire con certezza se ci furono in un racconto medievale. Ma il Los Angeles che a Londra, ma ogni
delle influenze dirette. Mahler, tempo rende giustizia e oggi è volta mentre ero già impegnato in
Richard Strauss e Stravinsky hanno abbastanza chiaro quanto il film altre cose – un CD degli Alan
22 tesori nascosti

Parsons o di Al Stewart, le registra- Lavorare con Donner e con


zioni con la Berlin Philharmonic o Stuart Baird (il montatore) è stata
durante la stesura di un concerto per veramente una grande esperienza,
la commissione dell’Arts Council. da loro ho imparato molto. In
Negli anni passati mi sono concen- precedenza avevo scritto solo brani
trato maggiormente sulla musica “da “occasionali” per alcune colonne
concerto” lavorando anche con sonore del mio amico Stanley
nuovi e stimolanti gruppi belga come Myers (come Janice, The
i Laïs e gli Yevgueni. Ho sempre evi- Apprenticeship of Duddy Kravitz e
tato insomma di chiudermi in una Caravan to Vaccares): è stato un
sola area musicale sia come compo- grande compositore da cui ho
sitore e arrangiatore che come diret- imparato molto su come strutturare
tore d’orchestra e strumentista. e misurare uno score.
Come ho già detto, Dick ha
Cosa ne pensa dell’attuale l’abilità di rendere divertente il
situazione della musica da film e lavoro più duro: il mio ricordo è
del predominante abbandono quello di un’esperienza di grande
della melodia in favore del ritmo Andrew Powell allegria! Penso ancora che
e del colore timbrico? Ladyhawke sia un film molto buono,
Non ho nulla da ridire sui compo- Comunque, per ogni grande con grandiose interpretazioni, ben
sitori che usano le recenti tecnolo- momento romantico ci sarà sempre diretto e splendidamente fotografa-
gie – io stesso lavoravo sull’elettro- una canzone come “Titanic”; sem- to: e in più, è anche una bella
nica “live” con Stockhausen già bra che il pubblico sia attratto molto storia.
negli anni ’60 – ma penso che più da questo che da qualsiasi Che ne dici di un sequel, Dick?
l’allontanamento della melodia dalla effetto speciale o musicale.
musica da film lasci un vuoto che
nessun uso intelligente della Concludendo con Ladyhawke, Si ringrazia lo staff del sito
AlanParsonsMusic.com, Debby van
tecnologia può riempire – ma forse nel ventesimo anniversario del
den Berg della MCPS-PRS Alliance e
questo è in qualche modo il risulta- film qual è il suo ricordo dell’inte- naturalamente Andrew Powell, per la
to dell’abbandono delle storie in ra esperienza e il suo personale disponibilità e la cortesia.
favore degli effetti speciali? giudizio della pellicola?

darsi sul facile richiamo delle adrenalini- di batteria e basso slappato. L’elaborata
che soluzioni rockeggianti (principale orchestrazione di Powell arriverà ad
difetto del primo LP Atlantic), la nuova impegnativi sviluppi del tema soprattutto
pubblicazione chiarifica come Powell in estratti come “Navarre’s Ambush” o,
abbia sensibilmente provveduto agli particolarmente, nell’infiammata conclu-
ulteriori bisogni filmici, sfruttando a sione di “Tavern Fight” (rappresentativa
fondo la London Philharmonic degli incontenibili tecnicismi dei legni e
Orchestra, l’affezionata formazione par- dei virtuosismi violinistici).
soniana e un’esperienza elettronico-sin- Rassegnati i brani di spiccata ritmici-
Andrew Powell tetica esclusiva, maturata a fronte di un tà, i titoli risolvono in una folgorante anti-
Ladyhawke (id – 1985) apprendistato stockhauseniano.
Il celebre “Main Title” sintetizza la
cipazione del tema svolto per Isabeau
(veramente tra i più bei temi d’amore
GNP Crescendo Records GNPD 8042
23 brani – Durata: 70’00”
nutrita partitura. Ad aprire è una morbida mai ascoltati) successivamente esteso
successione accordale d’archi che subi- al grande romanticismo (“Philippe
to astrae la pellicola in una dimensione describes Isabeau”, “She Was Sad At
mistica ed ancestrale, permeandola di First”) e infine rielaborato nel pieno
Come l’eclissi che nel finale del film un’infallibile atmosfera trasognante, orchestrale degli “End Titles” per incorni-
libera Navarre ed Isabeau da un’oppri- responsabile, insieme al successivo ciare il ricongiungimento dei due amanti.
mente maledizione, anche la colonna arpeggio variato, di avvolgenti sugge- Non tutto il carattere musicale del-
sonora di Ladyhawke rappresenta un stioni congeniali al continuo alternarsi di l’opera è certo raccolto nel brano inizia-
evento anomalo e straordinario. Non luce e tenebra. Rispettivamente ricondu- le. Ma anche nelle digressioni atonali e
tanto per aver favorito la prima esperien- cibili al limitante vincolo tra sole e luna e puntillistiche (“Cezar’s Woods”), nelle
za autonoma nella musica da film del alla maledizione del vescovo sui due vignettature orchestrali per il monaco
compositore inglese Andrew Powell, amanti, le due figure si uniranno infatti Imperius (“Turret Chase/The Fall”) e
quanto per l’impatto clamoroso prodotto ad oscillazioni elettroniche (“Navarre nell’estremo ricorso alla musica concre-
dallo score sull’ambiente cine-musicale Returns To Aquila”) e malleabili divaga- ta di “Marquet’s Death” è possibile
d’inizio anni ’80. Se la decisa coabitazio- zioni del sintetizzatore (“Pitou’s Woods”) riscontrare una cifra comune in grado di
ne di idiomi rock e tradizionali scritture nel concretizzare l’onirismo di “Navarre promuovere lo score ad elemento fon-
sinfoniche scandalizzò i puristi, tanto più and Isabeau’s Dual Transformation”, in damentale e definente del testo filmico –
una tale miscela offerta a commento di perfetto equilibrio con l’orchestra. Ma il che proprio nella forma musicale acqui-
una fiaba medievale infuriò la critica, miglior esempio di calibrazione sinfo- sta ragion d’essere e specificità: un fan-
nonostante la riuscita interazione dei rock è senza dubbio da rintracciare nelle tasy che nei suoi continui rimandi al
due linguaggi operata dal compositore – pagine d’azione, sviluppate attorno al magico e al soprannaturale non ambi-
già membro aggiunto degli Alan Parsons cardinale refrain per tastiera che sintetiz- sce in nessun modo a coerenze storio-
Project. A ridimensionare la situazione za con cavalleresco impeto lo spirito del grafiche, ma solo alla più pura sospen-
ha provveduto nel 1995 la specializzata film, servendo inoltre da duttile leitmotiv sione dell’incredulità.
GNP Crescendo con una presentazione per Navarre – una fanfara korngoldinana Ne deriva un ascolto ancora unico e
estesa dello score. Lungi dall’accomo- spiegata sulla propulsiva sezione ritmica travolgente. GT
ennio morricone 23

Voci dal silenzio

Foto Francesco Prandoni


Dichiarazione rilasciata dal M° Ennio Morricone durante l’incontro del 16/01/05 presso la Fnac di Milano
per la promozione del CD Voci dal silenzio, registrata e redatta da Massimo Privitera.
Devo dire, in generale, che la musi- a poco a poco ho sciolto le mie preoc- cantando gioiosamente, ma che
ca ha la qualità e la struttura fonda- cupazioni, nate dall’inserimento e con- appaiono quasi come grida terribili, c’è
mentale di essere compresa da tutti, taminazione nel brano di voci vere, un altro inserimento, pure arbitrario,
però c’è anche da sottolineare che selezionate tra le più di ottanta presen- che è costituito da un frammento di un
ognuno la può, e questa è la sua sfor- ti nella discoteca nazionale: “voci dal “Kyrie” di Perotinus da Notre Dame
tuna o fortuna, interpretare come silenzio” di tutto il mondo, ricavate dalle che rende ancora più chiaro il concet-
vuole. Il brano “Voci dal silenzio” limita registrazioni dei popoli del nostro to di tragedia, se ancora qualcuno
moltissimo la possibilità d’interpre- paese, del Nord e del Sud dell’Africa, avesse qualche dubbio. Infine, c’è
tazione dell’ascoltatore, perché nella degl’indiani d’America, dagli accadi- un’altra citazione verso la fine del
struttura della sua composizione ci menti tragici del Giappone, della Cina, brano che ricorda un’altra strage, quel-
sono dei fatti e degli avvenimenti che dell’India nel nostro passato e pre- la storica del 1750 nella quale i por-
non lasciano spazio ad un giudizio sente. Quasi tutte le popolazioni del toghesi e gli spagnoli ammazzarono gli
diversificato. Possiamo dire che mondo sono rappresentate. Sono voci indios del Centro America, di un film
ascoltando certe musiche una per- inserite in brevi frammenti dentro una che tutti, mi auguro, hanno visto, The
sona può provare un sentimento di musica che in genere non potrebbe Mission: il tema “Miserere”. Questi tre
allegria e un’altra di tristezza, in questo contenerle. E’ il primo caso, mi sono inserimenti che sembravano preoccu-
pezzo non vi è possibilità di scelta. reso conto, chiedendo a tanti altri parmi moltissimo, all’ascolto finale mi
Alcune esperienze musicali, anche amici, colleghi e musicologi, dove in sono parsi, già a Milano con Muti, poi
pericolose, che ho introdotto in questa una musica, che ha un suo discorso a Verona nella mia prima ed unica
partitura non lasciano equivoci, e quin- portato avanti con molta disinvoltura, esecuzione, molto soddisfacenti.
di, anche se ora ritengo questa com- chiarezza e semplicità, viene inserito Posso dire che è una delle mie compo-
posizione positiva, la stessa mi ha por- qualcosa che è al di fuori della poetica sizioni più importanti, per i rischi che mi
tato, durante la sua realizzazione, ad musicale. Era questo che mi preoccu- sono preso e che credo di aver super-
avere parecchi dubbi. Prima dell’ese- pava maggiormente, non tralasciando ato, e anche perché ci sono state delle
cuzione ufficiale di Riccardo Muti di un altro fattore: verso la metà di ques- lettere di consensi e approvazione che
“Voci dal silenzio” sono venuto qui a ta tragedia sonora, perché è di questo mi hanno consolato moltissimo dopo
Milano per le prove di questa cantata e che si tratta, dove certe voci ritornano le sue svariate esecuzioni.

Senza soffermarci sulla bellissima esperien- Maestro romano sul podio dell’eccellente
za del concerto svoltosi all’Arena di Verona lo orchestra Roma Sinfonietta, con il supporto fon-
scorso 11 settembre, di cui questo album è l’ot- damentale del Coro Lirico Sinfonico Romano
tima registrazione live (potete leggerne un’e- diretto da Stefano Cucci. Seguendo una sorta di
sauriente reportage nella pagina degli extra del sottile fil rouge emozionale, si insinua tra le note
n° 9 all’interno del nostro sito ufficiale), la cosa il celebre capolavoro The Mission (“Gabriel’s
fondamentale da dire è che questa raccolta di Oboe”, “The Mission” e “In Heart as in Heaven”)
Ennio Morricone si differenzia da quella di Arena per una degna chiusura da lodi e applausi senza
Concerto (recensita sul n° 4), per il brano che le fine. La bacchetta morriconiana prosegue nel
dà il titolo, “Voci dal silenzio”, ma non solo. I due dirigere i mitici temi leoniani, già eseguiti in
CD sono suddivisi in quattro capitoli-suite, Voci Arena Concerto, con la sola differenza di Ennio Morricone
dal silenzio – Concerto contro tutte le stragi della “Cockey’s Song” da C’era una volta in America Voci dal silenzio (2004)
storia dell’umanità, The Mission, Modernità del (prima esecuzione live assoluta del brano) con Decò/Self DE 0401 CD
mito nel Cinema di Sergio Leone sul primo CD, un Ulrich Herkenhoff al flauto di pan da brivido. CD 1: 10 brani - Durata: 55’31“
Fogli sparsi (brani eseguiti per la prima volta in Fogli sparsi è una carrellata musicale di elevata CD 2: 12 brani - Durata: 42’42”
concerto) e 5 bonus tracks (di cui 4 non live) sul qualità artistica che dimostra, se ancora ce ne 22 brani - Durata totale: 98’13”
secondo. “Voci dal silenzio” (motivo predomi- fosse bisogno, quanto sia grande il genio com-
nante dell’acquisto del CD), è un incandescente positivo di Morricone (si ascoltino con attenzione
effluvio di atonali armonie della durata di 28’16”, H2S, Il clan dei siciliani, Queimada). La raccolta
cupo, dissonante, rarefatto, con un requiem ha il suo trionfale the end con l’inno corale a
corale finale da pelle d’oca e una voce che recita Sacco e Vanzetti “Here’s to You” (indimenticabile
la poesia di Richard Rive Dove termina l’ar- la versione cantata da Joan Baez): un bis con i
cobaleno, eseguito per la prima e unica volta dal controfiocchi! MP
24 franco piersanti

Il suono
Franco Piersanti e la sua Umbra
in un originale autoscatto

libero

Conversazione con Franco Piersanti


di
di Susanna
Susanna Buffa
Buffa &
& Chiara
Chiara Comerci
Comerci

La professione di musicista per film iniziata, com'è stato anche per altri, in maniera casuale grazie al fortuito
incontro con Nanni Moretti, al sostegno di Nino Rota nei primi anni, all'iniziale interesse per il sinfonismo dei grandi
compositori americani per il cinema. Poi le prime turnazioni come contrabbassista di sala con sul podio Morricone,
Miklòs Rozsa, Jerry Goldsmith: un crescendo di esperienze che ha portato alla prolifica attività degli ultimi anni.
Un modo di vivere ed apportare senso e contenuti al film intimo e poco allineato, un punto di vista sul cinema
correttamente critico e lucido, mai passivo, naturalmente incline ad un apporto personale.

Che tipo di formazione aveva il Vaticano, che voleva incontrarmi. Io ro composizioni assolutamente
venticinquenne Franco Piersanti ci ho ripensato tanto, non ho mai indifendibili o comunque lontane da
prima dell’incontro con Nino Rota? capito perché mi ha chiamato. Per qualsiasi cliché possibile; era
Ero uno studente del un ragazzo di quell’età era un bel anche un lavoro incosciente,
Conservatorio già diplomato in con- regalo. Forse aveva bisogno di me, rischioso, scrivere delle cose senza
trabbasso e studiavo composizione. ma credo ci sia sempre stato qual- seguire alcun modello. Da parte
La formazione era quella accademi- cos’altro dietro… è una storia stra- sua non ci fu però alcun giudizio
ca; avevo suonato per molto tempo na. Frequentandolo per quasi due che potesse paralizzarmi.
sia nell’orchestra sinfonica della Rai anni ho avuto modo di conoscerlo L’incontro ha la sua importanza per-
che in un gruppo di musica da abbastanza bene. Lo ha sempre ché certamente è stato unico, mi ha
camera, I solisti aquilani. L’idea era accompagnato qualcosa di magico, arricchito per le cose che ho avuto
quella di fare il compositore. Rota vi era costantemente immer- la fortuna di vedere, di ascoltare.
so. Era un appassionato di alchi- Un insegnamento reale, diretto non
Quindi non aveva concluso gli mia, di magia bianca, aveva anche c’è stato, né ce ne fu l’atteggiamen-
studi di composizione… una collezione notevole di testi anti- to, però non posso fare a meno di
No, tant’è vero che l’incontro con chi che ora sono all’accademia dei pensare a quanto familiare sia la
Rota avvenne proprio con un Lincei. È stato certamente un sua figura alla mia idea di musica,
esame di composizione che io incontro forte, anche se non c’era il al mio desiderio di comunicare, di
andai a fare a Bari, dove lui era rapporto tra maestro e allievo; è trovare una ragione in quello che
direttore (del Conservatorio, n.d.r.). stata la prima persona con cui ho faccio, senza aver paura dei giudizi.
Credo fosse il ‘71; l’esame andò parlato di lavoro. Quando mi capitò Questo perché Rota ne ha subìti,
così bene che Rota, bontà sua, si nel ‘76 di scrivere le musiche per il lavorando e operando anche nella
ricordò, non so come, di quell’in- film di Moretti (Io sono un autarchi- musica da concerto in anni in cui la
contro e nel 1975 fece sapere al co, n.d.r.), non conoscendo ancora musica contemporanea si chiama-
mio insegnante di composizione nulla del mestiere, feci vedere a lui va “moderna”; un compositore
che era un suo amico, Renzi, diret- per primo ciò che avevo scritto. come lui era un personaggio incom-
tore della Cappella Giulia in Adesso, ripensandoci, trovo fosse- prensibile, anche anacronistico.
franco piersanti 25

Era davvero un grande musicista


ed andare dritto per quella strada,
senza aver paura di contaminare
ciò in cui credeva, era quello che
spesso avevo provato anch’io.

Quindi Rota la lasciava molto


libero di trovare la sua strada.
Il lavoro era lavoro, c’erano dei
compiti da svolgere, bisognava
guardare delle pagine di strumenta-
zione per metterle a posto, c’erano
delle direttive, io non avevo una
totale libertà. E comunque Rota è
stato così delicato, se qualche cam-
biamento c’è mai stato, da non far-
melo notare: questo è ciò che ho
sospettato perché andava sempre Laura Morante e Nanni Moretti in Bianca
tutto così bene...
“ma che succede lì?”. La capacità strano poi il risultato: sentire delle
Per quanto riguarda il suo di lavorare in queste situazioni è musiche che erano accademiche,
debutto con le musiche per il film una cosa che si acquisisce col però dovevano avere questo sapore
di Nanni Moretti, come si misurò tempo. un po’ più “basso”. Dal punto di vista
con il suo primo lavoro? musicale erano inconsistenti e ciò
Sicuramente in quegli anni desi- Anche Moretti, forse, non dava importanza all’ispirazione e
deravo scrivere musica, ma lo face- aveva le idee chiarissime… alla qualità, anche nei pezzi più
vo senza poterla eseguire se non Beh, anche lui era preoccupato brevi. Da un certo momento in poi mi
durante i saggi del conservatorio, per quelli che erano i suoi compiti. sono preso la responsabilità di dire
che costituivano l’unica occasione di no a quelle richieste.
in cui si poteva ascoltare quel che si C’erano richieste di sincroni?
era composto. Quindi avevo Sì, qualcosa del genere dev’es- Dei successivi film con Moretti
un’idea un po’ distante dalla realtà sere successo, ma sicuramente ce n’è qualcuno che ritiene parti-
della musica: ancora conservo sono state risolte: io non ho più rivi- colarmente riuscito – in cui la
delle partiture che mi sembrano sto quel film. Quando è stato realiz- musica sia davvero funzionale e
piene di coraggio, cose grosse, con zato il DVD, hanno cercato la colon- attraverso la quale sente di aver
l’orchestra, per eseguirle in un sag- na sonora che io stesso non avevo colto le intenzioni dell’autore?
gio di composizione. Quando ho più, era andata persa: sono stati Sicuramente Sogni d’oro e
incontrato Nanni, casualmente, per trovati soltanto dei nastri con musi- Bianca, che è del 1984: avendo
Io sono un autarchico, la mia è che di servizio, neanche quelle cominciato nel ‘76 avevo imparato
stata una partecipazione minima. principali, un peccato! Rivedendo il qualcosa in più, avevo anche mag-
Abbiamo usato praticamente tutta film sicuramente si capirebbe qual- gior confidenza con la poetica di
L’Histoire du Soldat di Stravinskj e cosa di più di quel lavoro. Nanni Moretti. Non era facile scrive-
io ho scritto solo due pezzetti – re musica per un genere che non
francamente, ripensandoci, mi Durante questi inizi di carriera, fosse una commedia italiana, ma
viene la pelle d’oca - registrati Lei dava un’importanza diversa che doveva al tempo stesso svilup-
anche male… e devo dire che non alla musica applicata rispetto a parsi su un fondo ironico, senza
ho capito nulla del montaggio. Non quella concepita per essere suo- però essere grottesca… Mi sono
siamo neanche passati attraverso nata, oppure avevano uguale reso conto di quanto fosse difficile
qualcosa che si potesse definire importanza? fare quel tipo di film.
“professionale”. Tutto questo non È una costante che ho sempre
ha fatto altro che confondermi dal avuto, quella di pensare che la Bianca è, dal punto di vista
punto di vista dei processi e della musica per il film dovesse stare in strettamente musicale, un lavoro
lavorazione. Poi, per il primo, vero piedi da sola. Che poi si lavori per riuscitissimo. Senza quella musi-
film, Ecce bombo, Moretti ha avuto farla entrare in quel tempo è un’al- ca sarebbe stato diverso…
una produzione tradizionale con tra cosa, ma la stessa energia, lo Sono stato anche più attento che
delle regole ed un editore musicale; stesso senso li trovo sia lì che nella in passato, perché Nanni preferiva
anche lì, però, mi sono trovato pro- musica fuori dal cinema. una presenza musicale non brutale,
iettato in qualcosa che non cono- ma che avesse qualche aggancio
scevo, che potevo controllare solo Quindi c’è l’intenzione di rea- con la musica leggera in senso lato.
fino al momento della registrazione lizzare qualcosa che sia fruibile Quello che io sentivo era di dover
e che poi dovevo lasciare tutto nelle anche al di fuori del film? far convivere diversi generi, anche
mani del montatore. Assolutamente sì, ma senza pre- se poi non è detto che fosse un mio
figgersi quest’obiettivo in modo compito. A me sembrava importan-
Quindi non ha partecipato alle cosciente; soprattutto all’inizio della te trovare lo spazio giusto per
fasi del montaggio, del missaggio? carriera mi si chiedeva una musica essere armonico. Sicuramente in
Sì, io sono stato lì ma ero impre- che doveva essere “leggera”, quindi quelle due esperienze ero più con-
parato, lo ammettevo senza timore, ritmica, nella quale io non mi sono sapevole, rispondevo meglio alle
forse avrò chiesto addirittura a Rota mai ritrovato pur scrivendola, ed era necessità del film.
26 franco piersanti

Quindi spesso i montatori inse-


riscono la musica in attesa che il
compositore fornisca le proprie?
Sì, ma a volte finisce che poi
restano quelle scelte dal montatore,
che le ha portate da casa, magari le
ha trovate allegate ad una rivista…
Morricone sicuramente ha molto
più di me da raccontare in proposi-
to. È un costume oramai: pensano
di avere tutto il diritto di farlo… è
come se io dicessi al regista come
deve girare.

Immagino ci siano dei casi, dei


registi con cui queste cose non
succedono.
Il fonico Marco Streccioni e il M° Piersanti a Sofia in una pausa delle sessione per Il grande Fausto di Alberto Sironi Non accade spesso, però pur-
troppo è un’abitudine che si sta dif-
Quali erano le richieste di un regista definire la musica che va fondendo. Io non ho terminato un
Nanni Moretti per i suoi film? nel film non è una cosa facile e spes- paio di film per questa ragione,
E’ sempre stato molto intransi- so per loro è traumatizzante trovarsi tanto mi mettevano di malumore…
gente, voleva avere un controllo in sala ed ascoltarla suonata da un Nasce subito un rapporto sbagliato.
completo sul film compresa la musi- organico completo. Anche se avevo
ca, su cui non poteva averlo, poiché passato un periodo con il regista a Dopo l’esordio con Moretti ha
altrimenti avrebbe senz’altro scritto lavorare sul pianoforte, è capitato lavorato con molti altri autori,
lui stesso le musiche. Cercava il più che qualcuno non riconoscesse le quindi ha un notevole bagaglio di
possibile di essere chiaro su quello musiche registrate e montate perché esperienza nel rapporto con i
che chiedeva pur non conoscendo non erano più così “contenute”. registi. Le chiedo di pensare glo-
la tecnica. Ricordo sedute este- Devono avere il tempo di abituarsi e balmente a quest’esperienza per
nuanti con me al pianoforte e lui di comprendere bene. Soprattutto, sapere se, secondo lei, i tempi
che cercava di capire; in seguito, sentono materializzato ciò che sono cambiati, se sono mutate le
anche in sala succedeva la stessa potrebbe dare – o non dare - una richieste, oppure se sia impossi-
cosa. spinta al film, creare una dinamica bile generalizzare perché ogni
nuova dove fino a quel momento non regista necessita di un proprio
Ritiene che a suo modo avesse c’era stato nulla. Il loro punto di riferi- rapporto con il compositore.
ed abbia una sensibilità musicale? mento è soltanto la musica preesi- Tradizionalmente direi che è tutto
Sì, sapeva quel che era meglio stente, quindi è chiaro che preferi- uguale, si inizia sempre con un col-
per il film. Poi in generale poteva scano far riferimento a qualcosa che loquio… possono esserci delle
anche non comprendere un certo hanno sentito e che arrivino a chie- richieste diverse, ma le tappe sono
tipo di musica, ma sicuramente dere “una musica come questa”, quelle. Certamente molto dipende
conosceva le esigenze di quelle togliendo il più delle volte anche la dalla preparazione culturale che ha il
atmosfere e credo sia rimasto con- possibilità di inventare pezzi che pos- regista, dal tipo di comunicazione
tento; siamo riusciti a far quadrare il sano andare oltre ed essere addirit- che si riesce ad instaurare con lui.
cerchio. Poi la nostra collaborazio- tura migliori. Sembra che si faccia Spesso la fatica maggiore tocca al
ne si è interrotta per motivi che non loro uno sgarbo non volendo rispet- musicista perché deve inventare un
avevano nulla a che fare con la tare questa indicazione. La cosa codice per intendersi con il regista.
musica, per ragioni caratteriali. peggiore è per me arrivare in movio- Quello degli esempi musicali preesi-
la e trovare delle musiche che spa- stenti è un codice, ma va interpreta-
Questo desiderio di mettere ziano da oggi al passato, musica da to in modo da non lasciare il rimpian-
così spesso pezzi di musica pop film, sinfonica, da camera, tutto. to di aver realizzato una cosa com-
può essere interpretato come un Purtroppo questa è ormai la tenden- pletamente diversa. Devono esserci
desiderio di controllare tutti gli za dei montatori che hanno bisogno delle motivazioni per spiegare le
aspetti del film? subito di musica per lavorare. proprie scelte, bisogna sempre con-
Da un lato erano sicuramente Questo non esisteva come modo di siderare il regista come l’interlocuto-
musiche che lui amava, inoltre crea- fare fino a quindici anni fa. Si trova il re fondamentale. Certo, qualcosa è
vano esattamente la dimensione film inzeppato di musica, oltretutto lo cambiato anche se spesso devo
entro cui voleva far sviluppare le fanno vedere per la prima volta al ricredermi. Ad esempio con il film di
cose: funzionavano meglio di qual- compositore già con una musica che Mazzacurati (L’amore ritrovato,
siasi altra musica. Motivazioni diver- poi lo perseguita. Io chiedo sempre n.d.r.) è successo che oggi - e non,
se portano i registi a scegliere delle di vederlo senza, affinché almeno il come avrei creduto più possibile,
musiche di repertorio, che siano o primo impatto sia tutto mio. Poi, la diversi anni fa – il regista mi ha chie-
no delle canzoni. musica di repertorio viene scelta, sto delle musiche molto liriche,
secondo me, anche per un fatto di molto “romantiche” - perché era una
In genere qual è la sua reazio- buona educazione: per non esser storia d’amore particolare. È stato
ne quando le chiedono di utiliz- cafoni, per non rischiare di apparire spiazzante per me scrivere dei pezzi
zare musica preesistente? come una persona che non ha voglia così conclusi: prediligo toni molto più
Non me lo chiedono: lo fanno. Per di comunicare, di sforzarsi. astratti, preferisco essere molto
franco piersanti 27

ambiguo anche sulle trovate, far


apparire un tema che viene negato
subito dopo. Mi ha sorpreso il dover
essere così chiaro e diretto, mi ha
fatto pensare un po’ anche ad un
lavoro antico. Però ci sono delle ten-
denze nuove; ad esempio, in questi
ultimi tempi ho lavorato tanto per la
televisione. Credo - e l’ho già detto
senza paura – di essermi allontana-
to dalle direttive e dai cliché che mi
erano stati proposti, proprio perché
erano lavori televisivi e quindi dove-
vano essere popolari. I contenuti lo
erano molto (sto parlando, ad esem-
pio, di Cuore e di tutti i film tv di quel
genere). Che poi ci fossero dei bravi
registi ad alzare il livello della qualità Kim Rossi Stuart e Andrea Rossi in Le chiavi di casa di Gianni Amelio
del prodotto televisivo è cosa certa.
Però anche io mi sono trovato a mio dove costa meno: Montalbano l’ab- che si tratti di tendenze diverse,
agio nel fare qualcosa di più difficile biamo fatto con la Sinfonica di filoni, e che parallelamente ci
del solito. Era l’unica ragione per cui Praga ed è stato un lusso. siano delle produzioni cinemato-
potevo sentirmi motivato a fare della grafiche che non hanno bisogno
televisione. A patto che questo fosse Lavora anche con organici di quel tipo di scelte musicali...
il risultato. diversi, quindi. Sono successe strane cose negli
Sì, più piccoli e magari devo ultimi due anni: partiture molto belle
A parte la necessità di tener scontrarmi col regista che vuole una sono state scartate perché si è pre-
conto del pubblico, che è grande orchestra. Magari scrivi ferito usare delle compilation, non
indubbiamente differente rispet- della musica difficile che poi va fatta tanto di canzoni ma di musica pree-
to a quello del cinema, lavorare con organici ristretti, ci vuole tempo sistente alla quale l’orecchio è più
sulla fiction televisiva implica un per provare, nascono una serie di assuefatto.
altro canale di comunicazione? complicazioni… E’ divertente risol-
Si ha a che fare con dei contenu- vere questi problemi. Questo è un Per lei musicalmente parlando
ti letterari molto noti come momento così strano, perché per la ci sono differenze sostanziali tra il
Cuore, I ragazzi della via Paal, prima volta mi sento fuori gioco, comporre musica per film, per ani-
Montalbano… completamente inutile. Vedo film mazione, per teatro, oppure c’è
Lì andavamo proprio verso i cli- che non hanno più una ragione così una base comune da cui partire?
ché, l’Ottocento… e devo dire espressiva. Fanno dei discorsi lon- La fase più importante rimane
c’erano anche delle richieste, forse tani dal senso che la musica può quella che la musica deve avere una
non da parte dei registi, in cui appa- avere nel film… mi capita di sentire sua autonomia, anche fuori dall’im-
riva evidente che si aveva paura di dei pezzi, anche belli e interessanti, magine. Detto questo, la musica per il
perdere la scommessa televisiva. scritti da musicisti bravi, ma li trovo film francese d’animazione di Corto
lontani dalla mia poetica che, per Maltese aveva tutte le caratteristiche
Si parla quindi della produzione? quanto possa modificarsi e cambia- di una pellicola drammatica, epica,
Sì, la produzione si raccomanda re nell’applicare la musica al film, d’avventura, ma è stata l’unica volta in
che tutto sia molto bello, facile, per- deve sempre restare in un percorso, cui mi è capitato di scrivere della
ché altrimenti dopo cinque minuti la una dimensione. Soprattutto, non mi musica così fortemente dissonante,
gente cambia canale. Con quel sento aggiornato dal punto di vista rivolta ad un Novecento tra il lirico e
“bello” si intende della musica fatta tecnologico e questo mi fa anche un l’esasperato, con riferimenti a Bartok,
bene, che sta bene in quella situa- po’ paura, sebbene io non ne senta a Prokof’ev, composizioni che con i
zione, che sia piacevole da ascolta- tanto il desiderio. Vivo, insomma, miei film “intimisti” non mi è accaduto
re. Eppure attraverso tutta la serie una sorta di spaesamento. Sto par- di scrivere. Comporre per il teatro,
di Montalbano, Cuore e così via, a lando del cinema italiano, dove si fa anche se è da molto che non lo fac-
parte l’aver avuto la possibilità di un uso ormai crescente di musica cio, è diverso: il teatro ha una cassa di
scrivere tanta musica, l’impegno soprattutto d’ascolto, canzoni… Se risonanza particolare, c’è un altro
era proprio di uscire fuori dai cliché. si usano le canzoni ci si pone di respiro. Ho avuto la fortuna di lavora-
Montalbano non ha niente di sicilia- fronte al film in un altro modo. Io re quasi sempre con musicisti dal vivo
no o di poliziesco, niente di niente, penso che sarebbe stato meglio e questo cambia molto: tutto si gioca
la colonna musica si sviluppa tutta farlo con musiche originali, compo- sulla simultaneità. Sicuramente il pen-
per conto proprio. La fortuna di quei ste appositamente per quella pelli- siero musicale non percepisce questa
film era che avevano le “spalle lar- cola, ma vedo che c’è la tendenza situazione, però c’è un ambiente, in
ghe” per reggere il discorso musi- ad escludere la musica “pensata parte anche un contenuto diverso; si
cale, anche se poi tutto diventa apposta” e questo mi spiazza molto. tiene conto del luogo, della distanza,
“piccolo” perché è in tv. Inoltre, per della sonorità… ogni volta è così ela-
i problemi di riduzione di budget, Non avevo mai pensato al stico, mentre nel film è tutto fissato e
bisogna correre, non si può regi- punto di vista del musicista che legato indissolubilmente a quella
strare chissà quanto - tant’è vero sente che il suo lavoro sta perden- scena. Io ho visto, perché ho suonato
che poi si va nei paesi dell’Est, do valore ed utilità. Credo però anche in spettacoli teatrali, che la
28 franco piersanti

Amelio, Le chiavi di casa: a cosa rife-


rirsi per scrivere la musica? E’ un film
che già senza musica va benissimo.
Perché la metti in un punto e non in un
altro? Non è Cuore, dove c’è una par-
tita di pallone e le occasioni sono più
facili da definire. Lì mi sembra che si
vada più sull’imponderabile, non c’è
tanta scientificità nella decisione degli
interventi. È più un sentire, c’entra
molto la sintonia, un legame ad esem-
pio com’è quello con Amelio, che è
stato affinato anche da tutti e due. C’è
l’idea di musica che entrambi amiamo
di più: che non sia smaccata ma quasi
impercettibile, che non sia tanta, addi-
rittura che non sia la musica per quel
Stefano Accorsi e Maya Sansa in L’amore ritrovato di Carlo Mazzacurati film, che sia pensata in maniera libe-
ra… Ci sono delle connessioni così
stessa musica si modificava per un L’audacia sarebbe di non mettere segrete tra la musica e il film… Per
baluginìo di una sera: magari per i la musica o di fare qualcosa di diver- questo io parlo di ispirazione, faccio
tempi diversi, per l’attore che interpre- so. Quando si dice “colonna sonora” si riferimento ad una forte emotività e
tava in modo differente. Forse in que- usa un termine improprio, perché la questo nella musica non si avverte
sto sta la diversità tra teatro e cinema. colonna sonora comprende il dialogo, tanto spesso: in genere si lavora sulla
gli effetti e la musica. In quel caso finzione.
Pensa al pubblico del teatro veramente si può parlare di colonna
come diverso da quello della sonora, perché spesso e volentieri la Le è mai stato chiesto di misu-
televisione o del cinema? Può partitura è così straordinaria da risulta- rarsi con della musica di livello
essere una chiave di approccio? re assolutamente allineata agli effetti interno, proveniente da fonti
No, non è ciò a cui mi riferisco nel sonori di una battaglia, è un raddoppio interne all’inquadratura?
comporre. Non ho mai saputo defini- di questi. Allora le differenze emergo- È dipeso dalle esigenze dei film. In
re bene questa diversità. Ad esempio no se si riesce ad isolare questi campi, Colpire al cuore di Amelio c’è un epi-
nei film d’animazione odierni si a mettere la musica in primo piano sodio del genere, con una musica
passa attraverso momenti topici perché ha una ragione in più, piuttosto che scelsi io, la “Pavana” di Fauré, i
delle situazioni; poi vedendo una pel- che far sentire gli effetti sonori. personaggi la ascoltano nella stessa
licola americana di genere si trova la stanza per due volte: la prima sento-
stessa visione delle cose e la musica Mi succede abbastanza spesso no il disco mentre parlano e la secon-
è sempre caratterizzata da un certo con lei di riconoscere dopo poche da volta un personaggio da solo, che
sinfonismo. Poche sono le composi- battute l’autore delle musiche; scopre una certa cosa, lo riascolta.
zioni belle e “diverse”. subito dopo so esattamente cosa Abbiamo montato la scena e fatto un
aspettarmi dal film. Questa è una taglio alla musica in modo che quella
Stiamo parlando di produzioni cosa difficilissima: come ci si rie- che lui mette casualmente fosse lì
americane. sce? Mi è capitato recentemente dal giorno prima. È risultato un com-
Sì, è sempre stata quella la loro con Preferisco il rumore del mare. mento molto forte, drammatico nella
cifra. Non so se sia una sua intenzio- sua scoperta. E tutto grazie ad un
ne… Brutalmente, come inizia a taglio interno musicale.
E in principio la nostra, la lavorare al film?
scuola era quella americana… Parlavo prima di film intimisti: Questa era un’intenzione del
Sì, certo. Amelio, Calopresti, Pozzessere, pelli- regista?
cole in cui la musica non deve fare Abbiamo trovato insieme che
Però i compositori americani scalpore, ma accompagnare. La sen- fosse più efficace e bello farlo avve-
dal punto di vista espressivo sazione di cui parli non ce l’ho così nire così, naturalmente, con quella
sembra siano rimasti legati al presente, so solo che di fronte ad un musica, visto che c’era il gesto di
sinfonismo dei musicisti europei. certo tipo di film devono esserci un mettere su il disco.
Sì, evolvendosi sicuramente sul rigore, una severità… soprattutto
piano tecnico… A me piacciono penso all’ispirazione… Scrivere una Invece, per esempio, ne Il ladro di
molto quelle partiture, è musica melodia è facilissimo ma non bisogna bambini, quando i tre protagonisti si
sempre avvincente. È quello che mi fermarsi lì, non darla per scontata, una fermano al mare, e c’è una musica di
aspetto da John Wiliams, così volta ottenuta bisogna lavorare sul suo livello interno e poi, quando sono in
come da certi compositori che lavo- contrario e pensare agli interpreti, si acqua si inserisce la musica di livello
rano in quella realtà. Mostrano i può anche cambiare tutto, persino esterno… lì non c’era alcun intento di
muscoli, ce li hanno! mascherarla. Si arriva ad essere così comunicazione?
lontani da un’idea prevedibile che No, non c’era l’idea di agganciar-
Il risultato appare un po’ unifor- quando si realizza ha una qualità si in qualche modo alla musica che
me, forse mancano di audacia? nuova. Ad esempio l’ultimo lavoro di si era ascoltata prima.
Sul nostro sito ufficiale www.colonnesonore.net, nei contenuti extra di questo numero, troverete un'analisi dettaglia-
ta di tutte le partiture di Piersanti per i film di Gianni Amelio, redatta da Chiara Comerci.
fictionote 29

Dedichiamo questo spazio ad un genere che nel nostro paese sta riservando da diverso tempo molte
buone sorprese: le Colonne Sonore per le produzioni televisive. In una parola: FictioNote!
Con la programmazione televisiva ormai invasa da produzioni di fiction qualitativamente alter-
ne, è un grande piacere riscoprire questo titolo di ormai dieci anni fa, che vide la prima e felice col-
laborazione tra il regista Alberto Sironi (affiancato alla sceneggiatura da Giuseppe Tornatore) e
Franco Piersanti (con cui avrebbe poi dato “vita scenica e musicale” a Montalbano) a sostegno
dell’ennesima, straordinaria prova di Sergio Castellitto (presente nel CD con una prima toccante
traccia recitata). Come un grande attore, il compositore è stato capace di calarsi perfettamente
nell’ambientazione e nelle esigenze della messa in scena, attraverso una vasta tavolozza di gene-
ri e colori musicali, come suggerito anche dall’indicazione degli organici brano per brano (scelta
interessante, ndr), dove troviamo sia l’enfasi di orchestra e coro (ottima la performance delle ormai
consuete compagini bulgare) che una banda di paese, un complessino paesano così come un
Franco Piersanti pianoforte solo, in efficace successione di temi ora classici, ora minimali, ora impressionistici. Ed
Il grande Fausto (1995) è proprio questa varietà che, fin dai titoli di testa dall’emozionante pathos tardo-romantico, rende
CAM COS 700-027 l’ascolto del disco un’esperienza appagante e, a tratti, commovente. Negli anni Piersanti ci ha abi-
21 brani (1 recitato e 20 di commento) tuati ad una costante cura e complessità dei suoi lavori, ma in questa rievocazione di un monu-
Durata: 59’51” mento nazionale come Coppi traspare una diretta e sincera partecipazione. PR

E’ sempre un piacere ascoltare un disco di Franco Piersanti: il talento, il sapere musicale e la clas-
se sono i tratti salienti della sua scrittura, e sono davvero pochi i lavori ai quali il compositore roma-
no ha messo mano in cui tali doti non traspaiano. E' il caso di questa prima incisione (la seconda è
stata recensita nel numero 2 della nostra rivista) dedicata alle gesta del commissario Montalbano, il
celebre personaggio uscito dalla penna diAndrea Camilleri ed interpretato sugli schermi televisivi dal
sempre bravo Luca Zingaretti. Il CD della Image Music raccoglie una scelta di pagine musicali tratte
dalle colonne sonore di quattro episodi, selezionati tra le prime due serie: Il ladro di merendine, La
voce del violino, La forma dell’acqua e Il cane di terracotta. Molti brani sono percorsi da una sottile
ironia (“Fox”, “Circles”), costruiti su brevi percorsi melodici, sovrapposti a ritmiche irregolari e spez-
zettate, e orchestrati con finezza, affidandosi spesso al timbro di pochi strumenti (violino, pianoforte,
Franco Piersanti fagotto, …). In altre pagine, come ad esempio “Montalbano Noir Concertante”, Piersanti sembra
Il commissario invece abbandonarsi al piacere di un “pezzo chiuso” per orchestra di accattivante fascino melodico,
Montalbano (2000) nella sua andatura di tango malizioso e seducente. Di grande suggestione, infine, le atmosfere rare-
RTI - Image Music IMG 4988272 fatte e nostalgiche di “Double per chitarra”, “Tenderness” e “Reflections” che attingono ad una vena
17 brani - Durata: 74’20’’ pensosa e raccolta che è sempre feconda nel Maestro Piersanti. AC

Grazie a Rai Trade che ha deciso di pubblicare la colonna sonora di questa fiction con
Giuseppe Fiorello, nel ruolo dell’eroico carabiniere pronto al sacrificio contro i tedeschi
oppressori, abbiamo la possibilità di godere dell’ascolto di un piccolo grande lavoro compos-
itivo del raffinato Carlo Crivelli. Di lui abbiamo avuto l’occasione di conoscere la carriera nel-
l’intervista rilasciataci sul numero 3 del nostro bimestrale, che ci aveva fatto ampiamente
capire quanto originale e interessante fosse l’arte cinemusicale di questo compositore
romano, che ha collaborato con Marco Bellocchio per Il diavolo in corpo & Il principe di
Homburg e Michele Placido per Del perduto amore & Un viaggio chiamato amore. I suoi lavori
lasciano un’impronta fondamentale nella riuscita dei film che commentano, perché mai banali,
ricchi di una poetica intensità melodica che abbraccia l’essenza musicale romantica di
Carlo Crivelli Puccini, Verdi e Chopin, avvicinandosi, in alcuni casi, alle sottigliezze armoniche raveliane e
Salvo D’Acquisto (2004) schumanniane. Questo Salvo D’Acquisto non è da meno, con il suo profondo legame con le
Rai Trade FRT 406 opere pucciniane fin dalle prime note del bellissimo “Tema d’amore e d’amicizia”. Una straor-
12 brani – Durata: 57’30” dinaria performance dell’Orchestra Città Aperta e dei suoi solisti, sotto l’accurata direzione di
Crivelli, ci prende per mano accompagnandoci tra felici battibecchi dei legni, fiati e ottoni (“Il
litigio dei bambini”), una marcia funebre (“La banda”), exploit swinganti alla Glenn Miller
mischiati a motivetti popolari nostrani (“Il night club”, “La festa di paese e il nuovo amore”),
arabeggianti contorsioni dei fiati (“L’Africa”) e tristi rimembranze (“Tema dell’onore e della nos-
talgia”). Un plauso infine ai drammatici “L’antefatto” e “La fine di Salvo”. MP

Il regista Ciccoritti ha voluto affidarsi all’arte del decano Armando Trovajoli per commentare le
vicende di questa sorta di feuilleton popolare, interpretato da Sophia Loren e Sabrina Ferilli.
L’insuperabile musicista ha risposto con sincero entusiasmo e accompagna le vicende di questa
saga familiare con una composizione di elevata fattura, che mescola richiami popolareschi
dell’Italia meridionale ad una scrittura sinfonica eccellente. Trovajoli costruisce la partitura su tre
temi principali, tutti caratterizzati da un tono nostalgico e struggente. “Aspettanno a te” è quello che
colpisce maggiormente: una melodia sentita e crepuscolare (con un ottimo uso della voce di
Emanuela Loffredo) che restituisce molto bene il sentimento tipicamente “italiano” di tragedia e
nostalgia. Il secondo tema dipinge invece l’aspetto più drammatico e tragico della vicenda, attra-
verso una serie di buone variazioni (“Il dramma di Mario”, “La corsa nel tempo”), mentre il terzo è
Armando Trovajoli contraddistinto da una melodia solare e “contadina” (“La vita dei santi”). Il compositore affida al
La terra del ritorno suono caldo e accorato degli archi – coadiuvati inoltre da chitarre, mandolini e fisarmoniche – le
(2004) principali suggestioni delle radici “popolari” dei protagonisti (“Appunti di viaggio”, dove i tre temi ven-
RTI - Image Music IMG 5191572 gono modulati con grande sapienza), ma non rinuncia nemmeno a sottili timbri elettronici e ad una
17 brani – Durata: 47’56” scrittura più moderna (“Oltre la realtà”, “Morte di Cristina”, “Lo stupro e le conseguenze”) per com-
mentare i lati più cupi della vicenda. La pagina conclusiva (“La terra del ritorno”) chiude il disco con
un arrangiamento del tema di “Aspettanno a te”, dove Trovajoli intreccia un dialogo di rara raffi-
natezza tra la voce della Loffredo, chitarra, fisarmonica, violoncello e archi. MC
30 zemeckis - silvestri

Scene da un sodalizio

Zemeckis (a sinistra) e Silvestri (destra) - Foto tratta da Soundtrack


Vent’anni dopo il primo
incontro artistico,
ancora affiatamento per
la rinomata coppia
Alan Silvestri-Robert Zemeckis:
un percorso cine-musicale
intenso e simbiotico.
di Giuliano Tomassacci
All’inizio non era convinto nean- nell’accostarsi a un commento così prova del televisivo Patrick Williams
che Spielberg. disinvolto, capace di contrapporre (guarda caso vicinissima alle sono-
Quando Robert Zemeckis, nel corposi stralci orchestrali (seppure rità abbracciate da Silvestri durante
1984, terminò il suo terzo lungome- ancora acerbi nel trattamento stru- il suo apprendistato nella serie
traggio, il primo a godere della mentale) a spoglie ritmiche drum & CHiPs) - sembra naturale rilevare
musica di Alan Silvestri, il mecena- bass e calypso dance programmati come in realtà i due artisti non si
te di Cincinnati sembrò non gradire sull’irrinunciabile Synclavier. siano in ultimo semplicemente
particolarmente il misto upbeat di Ma il successo del film confermò incontrati, bensì finalmente ‘trova-
synth e orchestra concepito che l’entusiastico score di Silvestri ti’(è ormai ben noto il primo, propi-
dall’allora trentaquattrenne compo- poteva funzionare. Nonostante la ziatorio appuntamento dei due arti-
sitore per le divertite scorribande di completa e fiduciosa apertura ai sti, trovatisi l’uno di fronte all’altro
Romancing the Stone (All’insegui- consigli dell’amico Spielberg, con lo stesso identico abito).
mento della pietra verde). Complice Zemeckis aveva insomma le idee Dopo i rinfrancanti fasti di
uno sbozzo di sceneggiatura ben chiare, e la scelta del giovane Romancing the Stone, iniziava per
ammiccante al neonato ciclo di compositore non era certo stata la neonata coppia un’escalation
Indiana Jones, Spielberg fece nota- affidata al caso, nonostante l’ap- artistica sempre più fruttuosa, scan-
re come un impianto orchestrale prossimarsi alla scadenza di conse- dita da successi professionali e di
maggiormente ‘williamsiano’ avreb- gna del film. Silvestri era stato infat- botteghino; progetti capaci di inci-
be forse giovato ulteriormente alle ti l’unico di una serie di musicisti dere indelebilmente la storia con-
immagini. provinati, a convincere il regista con temporanea del cinema statuniten-
Questo, almeno, da ciò che lo un demo preparato nottetempo. se e mondiale. Già l’anno seguen-
stesso Zemeckis, pungolato dal- Considerando poi l’assenza di te, il feeling creativo monta con il
l’amico e co-sceneggiatore Bob musiche originali nel lavoro d’esor- fantascientifico “di costume” Back
Gale, racconta nel Q&A posto a dio del regista (I Wanna Hold Your to the Future (Ritorno al futuro), per
running commentary nell’edizione Hand – 1964: Allarme a New York, il quale Zemeckis chiede letteral-
DVD del primo Back to the Future. arrivano i Beatles, 1978) e il trava- mente alla sua controparte musica-
Basta comunque un primo ascolto glio post-produttivo del successivo le di “aprire” il film, sovradimensio-
dello score di Silvestri per il film Used Cars (La fantastica sfida, nando la componente spettacolare
interpretato da Michael Douglas e 1980) – durante il quale una partitu- di un lungometraggio che sulla
Kathleen Turner per comprendere i ra di Ernest Gold finì addirittura pro- carta, nonostante le esigue tensioni
timori di uno Spielberg-produttore testata in favore di una funzionale da blockbuster sci-fi, rimaneva
zemeckis - silvestri 31

Christopher “Doc” Lloyd in Ritorno al futuro

intenzionalmente la scoperta “di un dell’immortale fanfara eroica – tanto carriera) e i plausi che certo gli
padre da parte del figlio”, come in simile all’innesco melodico dei temi erano mancati per gli interventi
seguito sottolineato dallo stesso di Star Wars ed E.T. quanto canoni- radical-synth forniti alla quasi totali-
regista. Mirando al pieno sinfoni- co dello scoring epico sin dalla tà delle pellicole fino allora interpo-
smo, Silvestri rimpiazza i 55 stru- notte dei tempi (e in seguito auto- ste ai progetti zemeckisiani (anche
mentisti e i sei sintetizzatori di rialmente fisiologico della scrittura se al novero di tali commenti elet-
Romancing con una studio orche- silvestriana) – trascurando la tronici, come Flight of the Navigator
stra di 98 elementi, svolgendo un dirompente personalità delle orche- e Clan of the Cave Bear, vanno
tema principale talmente aderente strazioni, il gesto ritmico-melodico e incluse anche le prove per gli episo-
allo spirito della sceneggiatura da i consoni rimandi al vocabolario di diretti dall’affezionato collabora-
sublimare in poche battute il dina- musicale della fantascienza anni tore per le serie Amazing Stories e
mismo del protagonista Marty ‘50 alla Leith Stevens. Tales from the Crypt, rispettivamen-
McFly (Michael J. Fox) e risultare Ciò nonostante, per Zemeckis si te “Go to the Head of the Class”
allo stesso tempo come un encefa- tratta certamente di una felice con- (1986) e “And All Through the
logramma su spartito dell’eccentri- ferma, ulteriormente ribadita nel- House” (1989) – quest’ultimo
co scienziato Doc Brown. Per l’opera successiva, Who Framed costruito intorno ad una frase piani-
estensione, si può rapportare l’inte- Roger Rabbit (Chi ha incastrato stica foriera del tema composto da
ra partitura alla lunaticità del mad Roger Rabbit?, 1988), il cui ecletti- Howard per The Sixth Sense, sor-
scientist interpretato da Christopher smo formale (animazione mista ad prendentemente premiato con un
Lloyd: una scrittura sghemba e attori in carne e ossa) richiama Cable Ace Award nel 1990).
intermittente, fortemente esemplifi- Silvestri alla stesura di un commen- Apoteosi del tratto orchestrale
cativa del già prorompente talento to febbrile dove ai guizzi orchestrali silvestriano anni ’80, Roger Rabbit
ritmico del compositore, ma anche quasi khachaturianiani della si presenta come il manifesto del
capace di aprirsi a robusti e dram- London Symphony Orchestra, principio artistico che regola la coo-
matici indizi della maturazione impegnata nello stretto mickey- perazione della giovane coppia
melodica prossima a svilupparsi nel mousing dei cartoon, si contrappo- regista-compositore, un’intesa
tratto silvestriano. Nella memoria ne la sobrietà jazzistica degli eccel- bilanciata dall’imperante e costante
culturale, sarebbe comunque rima- lenti solisti Jerry Hey (tromba), Tom rispetto delle immagini, alle volte
sto vivido soprattutto il ricordo del Scott (sassofono), Randy Waldman bisognose dell’innalzamento emoti-
main theme – un’approssimazione (pianoforte, poi presenza ricorrente vo musicale (come nel lento piano
destinata ancora oggi a non rientra- dell’operato silvestriano), Chuck sequenza descrittivo con cui
re, vista la latitanza di una dignitosa Domanico (contrabbasso) e Harvey Zemeckis circonda l’ufficio di Eddie
rappresentazione discografica dello Mason (batteria), controparte sono- Valiant per raccontarne del fratello
score (alla quale ha solo parzial- ra del plot noir imbastito per gli atto- scomparso, affidato all’elegante
mente rimediato la reincisione ri live action. dialogo di tromba e sax proposto da
Varèse diretta da John Debney nel Finalmente favorito da una pub- Silvestri), altre sufficientemente
’99, sorvolando sull’increscioso blicazione degna del suo brillante autonome da reclamare poco più
bootleg attualmente in circolazione, lavoro a cura della Walt Disney che un underscoring occasionale,
capace di svilire ulteriormente la Records (recentemente ristampata ma esatto e puntuale. Sono i
partitura in un sound mix atroce). a seguito della rapida uscita di cata- momenti in cui il compositore si fa
L’impossibilità di un ascolto logo della prima edizione e il cui manieristico, magari meno ficcante
ragionato dell’intero lavoro costrin- unico difetto risiede nuovamente in e personale ma sempre coerente al
ge Silvestri alla stregua di un una versione accorciata degli “End discorso instaurato con il girato, al
ulteriore imitatore del Williams Titles”), il musicista statunitense cui unico servizio dichiarerà di porsi
d’annata, concentrando fin troppo guadagna il giusto riconoscimento continuamente attraverso la sensi-
le attenzioni della critica vigente sul di critica (lo score è tutt’oggi consi- bilità del cineasta molto più che con
famigerato intervallo di tritono derato tra le vette di un’intera quella del puro musicista.
32 zemeckis - silvestri

Michelle Pfeiffer in Le verità nascoste

E proprio ricordando la terza col- Chiaramente prossimo ad un’in- lità musicale incisiva nella definizio-
laborazione con Zemeckis, sedici voluzione stilistica, Silvestri entra in ne del trattamento sinfonico silve-
anni dopo, Silvestri ufficializzerà la una nuova fase artistica presentan- striano, sebbene il compositore sia
permanente fiducia nel metodo: dosi al nuovo appuntamento sempre stato minuzioso nelle indi-
“Il più grande complimento che zemeckisiano sostanzialmente rin- cazioni di orchestrazione, con bro-
possa ricevere è che la musica si novato ed intonato ad una rinata gliacci comprendenti fino a quattor-
accordi perfettamente con le imma- voce autoriale. dici parti già sviluppate. Complice
gini: che non attiri inutilmente L’evoluzione propugnatrice di l’assistenza di Ross, la partitura di
l’attenzione su di sé, che sia effica- questo ingresso in una terza manie- Gump propone subito nuove ten-
ce e fornisca il contributo sperato ra (considerando quale prima il denze compositive: un morbido
ad un lavoro collettivo.” noviziato nelle produzioni low-bud- andamento armonico-melodico di
Risolti con validità i due sequel get degli anni ’70) avvolge clamoro- stampo americana diluisce elegan-
della saga di Back to the Future – samente l’estetica di Forrest Gump temente le precedenti grafie, dele-
con un superlativo pastiche fanta- (1994), sintonizzandosi con preci- gando nuove identità sonore ai
western per il terzo episodio, steso sione alle intenzioni di un Zemeckis legni e agli archi, i primi ritrattati in
sotto ispiranti influssi bernsteniani, a sua volta rigenerato con l’appros- vesti naturalistiche, i secondi svin-
debitamente premiato con un simarsi del nuovo millennio. In un colati dalle contrazioni ritmiche
Saturn Award (il secondo per significativo esempio di percorso della passata scuola e rilassati in
Silvestri, tre anni dopo quello per artistico simbiotico, i due cineasti parentesi di maggior respiro.
Predator) – la condotta cine-musi- metabolizzano le passate esperien- Ma è soprattutto il pianoforte a
cale dei due artisti si riconferma in ze linguistiche schiudendo nuovi suggellare la nuova stagione sinfo-
Death Becomes Her (La morte ti fa impulsi creativi verso la definizione nica, sciolto dalle incombenze per-
bella, 1992) (un secco commento di un’estetica maggiormente cussive filo-goldsmithiane e pro-
marziale aveva intanto punteggiato “ampia” e fluida, sotto alcuni aspet- mosso al protagonismo melodico
il breve “Yellow”, altro episodio fir- ti anche più permeabile alle urgen- (un’inclinazione già riscontrabile in
mato dal regista dell’Illinois per ze umane reclamate da una precisa lavori come Overboard / Una cop-
Tales from the Crypt nel 1991, poi poetica che andrà man mano pia alla deriva, del 1987 e
recuperato in Two-Fisted Tales / costruendosi. Importantissimi in Shattered / Prova schiacciante, del
Incubi). questo senso i cambi di guardia 1991). Al piano, Silvestri modella di
Elemento nodale di un commen- occorsi nei reparti creativi dei due getto il rinomato tema principale del
to ancor più aderente al girato, artisti: dove per Zemeckis è il film, a pochi minuti dalla prima
decisamente debole all’ascolto momento di concludere la lunga visione del montaggio provvisorio.
autonomo ma misuratissimo nel- partnership con il direttore della Organizzato circolarmente in aper-
l’ironizzare sull’ipocrisia dell’alta fotografia Dean Cundey, sostituito tura e chiusura della pellicola, il
società denudata dai protagonisti dal più plastico e intrusivo Don Tema della Piuma lascia spazio ad
(Meryl Streep, Bruce Willis e Goldie Burgess, per Silvestri è imperativo altri materiali tematici che danno
Hawn), è stavolta un dissacrante confermare il nuovo orchestratore modo al compositore di riempire il
motivo per violino affidato al solista William Ross (promosso in pianta testo con uno dei suoi score più inti-
Stuart Canin, delegato alla quasi stabile e all’occorrenza coadiuvato, mi e sentiti, che si lega senza forza-
totalità del fabbisogno tematico e od occasionalmente sostituito, da ture alle canzoni d’epoca scelte da
sparso metodicamente in un rincor- Conrad Pope, Mark McKenzie, Zemeckis.
rersi funzionale di soluzioni David Slonaker o da Silvestri stes- Sottovalutato dall’Academy - che
canoniche della sintassi silvestria- so), salutando definitivamente la pur conferendo la nomination al
na; una scrittura che indiscutibil- fruttuosa assistenza del fino ad denso lavoro del compositore lo
mente inizia ad evidenziarne l’insi- allora inseparabile James B. priva però della statuetta, sottostan-
stito abuso. Campbell – senza dubbio persona- do all’egemonia disneyana vigente
zemeckis - silvestri 33

in quegli anni nelle categorie


musicali - Silvestri si concentra
sulla nuova tappa zemeckisiana di
Contact (1997) approfondendo
ancor di più il taglio introspettivo
reclamato dalle immagini del colla-
boratore. Di nuovo, la piena condi-
visione d’intenti si concretizza in
pagine asciutte, partecipi alla ricer-
ca di fede della protagonista Ellie
Arroway (Jodie Foster) attraverso
un semplice ed avvolgente tema,
nuovamente pianistico, figlio natu-
rale del materiale gumpiano. Anche
il principio d’orchestrazione risulta
coerente alle intenzioni del prece-
dente lavoro, se non addirittura più
scarno e necessario.
Disattendendo facili aspettative,
infatti, il compositore evita
volutamente il confronto con il ricco
Una suggestiva immagine di The Polar Express
pathos fantascientifico (già ampia-
mente addomesticato due anni maturazione etica del protagonista dipingere, direttamente in CGI e
prima nell’eccellente prova per che sembra quasi poter finalmente performance capture, il suo ultimo
Judge Dredd / Dredd la legge sono avvertire, interiormente rinato e azzardo: The Polar Express.
io) in ottemperanza alla volontà del purificato, la mesta partitura E il nuovo intervento del compo-
regista d’indagare un viaggio di (orchestrata dallo stesso autore per sitore (una palpitante fioritura
fede piuttosto che una corsa agli archi, piano, oboe e corno inglese) orchestrale che nel rigonfiare
alieni. solo al congedo dall’isola. Al mare opportunamente l’atmosfera natali-
Nonostante l’esigenza di un con- che si infrange sulla spiaggia, zia della pellicola sembra accertare
tributo misurato e ristretto sia rin- Silvestri offre anche la chiusura l’avvenuto compimento della
tracciabile anche nel successivo degli End Titles, dopo aver letteral- passata fase creativa) unito al
What Lies Beneath (Le verità mente eliso il tema portante ‘scio- riepilogo tematico dello script
nascoste,1999), dove però le gliendolo’ nelle acque. Nulla di più zemeckisiano, assume il carattere
necessità del thriller impegnano emblematico avrebbe potuto esau- di un reset creativo per eccesso,
Silvestri in una scrittura spesso rire il percorso dei due cineasti alle che forse non tarderà a dissolversi
manipolativa di stampo herrman- soglie del nuovo secolo, conside- su nuove prospettive autoriali.
niano dagli esiti impeccabili, la rando anche la notevole disciplina A vent’anni esatti dall’inizio del
propensione all’essenzialità si di regia imposta da Zemeckis alla gratificante sodalizio.
compie straordinariamente in Cast messa in scena.
Away (2000). Acutamente, verificando il gene-
D’accordo con Zemeckis nel non rale bilancio della loro collaborazio- risorse web
musicare l’iniziatico calvario solita- ne, Robert Townson altro non pote-
rio del naufrago Chuck Noland va auspicare, nelle sue note al CD www.alan-silvestri.com
(Tom Hanks), Silvestri, in un mirabi- antologico Cast Away: The L'unico sito interamente dedicato al compo-
le esempio d’incremento dramma- Zemeckis-Silvestri Collection, se sitore americano di origini piemontesi.
turgico, interviene solo nell’ultima non una “tela bianca” di fronte ai Completissimo e aggiornato in tempo reale
mezz’ora di film, lasciando all’ocea- due autori. Sulla tela dello schermo comprende sezioni riguardanti biografia,
no il miglior underscoring per la Zemeckis arriva infatti oggi a discografia, news e un forum.

Poetico, traboccante ingenuo mistero e ad ampia intervallatura non risulti nuovo ad


senso di candida meraviglia, “Seeing is un certo melodismo silvestriano), acutizzata
Believing” è il climax melodico dell’ispirata dal frequentissimo posizionamento, spesso
partitura redatta da Alan Silvestri per il nata- ne squalifica l’innegabile efficacia. Dal fiabe-
lizio The Polar Express. Introdotto
^ dalla cele- sco motivo deriva “Believe”, ballata menke-
sta con un trattamento quasi caikovskijiano, niana affidata a Josh Groban che spunta tra
il brano glorifica il meditativo tema “dubitan- le sei canzoni scritte da Silvestri assieme al
te”(come descritto dall’autore) in una sussul- paroliere Glen Ballard, spazianti dal musical
tante scrittura per coro dispari di grande alla Berlin (“The Polar Express” e “Hot
espressività, lanciata poi nell’eccitata rilettu- Chocolate”, entrambe intonate da Tom
ra dei tradizionali “Jingle Bells” e “Deck the Hanks), alla tradizione disneyana dei fratelli Alan Silvestri / AA.VV.
Halls”. L’attenzione al genuino spirito natali- Sherman (“When Christmas Comes to The Polar Express
zio della pellicola emerge prepotentemente Town”). In chiusura d’album, un Silvestri in (id. – 2004)
anche nel giubilo vocale di “Spirit of the grazia sinfonica recupera il materiale temati- Warner Sunset / Reprise 9362-48897-2
Season”, ma l’intelaiatura tematica è chiara- co e canzonettistico nella sfolgorante “Suite 14 brani (11 canzoni e 3 di commento)
mente ancorata al fiabesco main theme – from The Polar Express”, sfoggiante una ver- Durata: 46’14”
anche se la plateale conformità all’Edward ticalità orchestrale veramente inusuale per
Scissorhands di Elfman (nonostante l’incipit gli standard dell’autore newyorkese. GT
34 musica per videogiochi

Grand Theft Auto

Pugni, pistole e musica di Andrea Chirichelli

La trilogia videoludica di Grand strade, no?) ma di permettere al Grand Theft Auto 3


Theft Auto ha ottenuto in questi giocatore di ascoltare una miriade
anni risultati commerciali incredibili. di pezzi molto diversi tra di loro, Liberty City, il posto più pericolo-
Milioni di copie sono state acquista- sintonizzando le autoradio delle so del mondo.
te da giocatori di ogni parte del macchine che il protagonista I programmatori di Rockstar
mondo che hanno potuto così intra- prende, per così dire, in prestito dai Games immaginano una città in cui
prendere, solo virtualmente per for- legittimi proprietari. L’area di gioco convivono mafia, triadi cinesi, yaku-
tuna, una rapida carriera criminale. è enorme; in San Andreas è stato za, racket di vario genere, prostitu-
Eh già, infatti, per i pochi che non ricreato un intero stato, e gli zione e amenità simili. Alla prima
conoscessero il gioco, è giusto spostamenti sono quindi parte pre- auto rubata dal nostro antieroe,
ricordare che in Grand Theft Auto, il ponderante dell’azione ludica. ecco la prima scoperta: ci sono una
protagonista è quasi sempre un Nonostante la varietà e la quantità dozzina di stazioni radio, una diver-
poco di buono, un villain, spesso di canzoni e temi utilizzati, ogni sa dall’altra! Si spazia senza solu-
costretto dalle circostanze a titolo della serie si è caratterizzato zione di continuità da quelle mono-
menare le mani, rubare, compiere per un’impronta musicale molto tematiche, dedicate al rap, all’hip
atti vandalici e, in ultimo, far fuori i personale e capace di rendere per- hop e al rock, a quelle ove sono
suoi nemici (che sono sempre più fettamente l’atmosfera del periodo presenti solo dialoghi, in stile talk
cattivi di lui). in cui è ambientato il gioco. show, che rendono più coinvolgen-
Al di là di ogni considerazione te e realistica l’esperienza ludica.
etico-sociale, peraltro inutile, visti i Purtroppo, a differenza dei
risultati di vendita e la calorosa capitoli che seguiranno, per GTA3
accoglienza ricevuta dalla stampa non è disponibile nessuna compila-
specializzata, uno dei motivi del tion “riassuntiva”, tuttavia un folle
grande successo del gioco è la pre- su Internet è andato a cercarsi, uno
senza di una colonna sonora splen- per uno, tutti i brani presenti nel
dida e perfettamente integrata al gioco e, nel caso vogliate reperirli,
periodo storico e all’ambiente in cui potete farlo a questo link:
si muove il protagonista. La trovata http://www.bunker306.com/
geniale dei programmatori - i talen- gta_music/gta3_music.shtml
tuosi Rockstar North che, seppur Detto ciò, ci piace ricordare, per
con nomi diversi, sono in circolazio- mero campanilismo (eh, bé, mica è
ne dalla metà degli anni ’80 - è stata una prerogativa dei francesi…) i
quella di non creare una soundtrack brani di musica classica “italiani” in
di sottofondo alle azioni di gioco rotazione sulla radio. “Non più
(del resto nessuno sente musica andrai farfallone amoroso” dalle
nell’aria quando cammina per le Le acrobazie dei personaggi Nozze di Figaro di Wolfgang
musica per videogiochi 35

Amadeus Mozart, interpretata da


Sesto Bruscantini e Teresa
Berganza con l’Orchestra e Coro di
Roma della RAI diretta da Zubin
Mehta ; “Chi mi frena in tal momen-
to” dalla Lucia di Lammermoor di
Gaetano Donizetti, interpretata da
Renata Scotto, Luciano Pavarotti e
Piero Cappuccilli con l’Orchestra
Sinfonica e Coro di Torino della RAI
diretta da Francesco Molinari
Pradelli; “Libiamo nei lieti calici” da
La Traviata di Giuseppe Verdi, con
le voci di Renata Scotto, Jose
Carreras e Sesto Bruscantini, diret-
ti da Nino Verchi; “Finch’han del
vino” dal Don Giovanni di Mozart e Un’altra schermata del gioco
cantata da Sesto Bruscantini,
Nicolai Ghiaurov e Alfredo Kraus Soul) – Hashim, More Than This - hip hop. Curiosità: uno dei deejay
con l’Orchestra e Coro di Roma Roxy Music, I Ran (So Far Away) - A delle radio è niente meno che Axl
della RAI, diretto da Carlo Maria Flock of Seagulls, I’ll Be Good - Rose, leader dei Guns ‘n Roses, i
Guilini; “La donna è mobile” dal René & Angela, Aguanile – Irakere, cui pezzi sono presenti assieme ad
Rigoletto di Giuseppe Verdi, inter- Too Young to Fall in Love, Rock Box altri capolavori rock firmati
pretata da Luciano Pavarotti con - Run-D.M.C., Owner of a Lonely Osbourne e Rage Against the
l’orchestra ed il coro del Teatro Heart – Yes, Broken Wings - Mr. Machine. Recentemente Rockstar
Comunale di Firenze diretti da Mister, Atomic – Blondie, Wanna Be Games ha annunciato la distribuzio-
Carlo Maria Giulini. Paradosso: i Startin’ Somethin’ - Michael Jackson, ne della colonna sonora di Grand
giovani utenti che probabilmente Mambo Gozón - Tito Puente, Theft Auto: San Andreas sul territo-
ascoltano per la prima volta pezzi di Maibatsu Thunder, Exploder - Jeff rio americano ed europeo. In
musica classica, lo fanno nel conte- Berlin. Nel caso si volessero ascolta- Europa, il doppio-CD e il set forma-
sto meno educativo possibile. Il re prima dell’acquisto i singoli pezzi, to da ben 8 album (ognuno dedica-
bello dei videogiochi… sono tutti disponibili al sito: to a una specifica stazione radio
http://www.vicecityradio.com presente nel gioco) è disponibile dal
Grand Theft Auto: Vice City 22 novembre scorso. La tracklist del
Grand Theft Auto: San Andreas primo cd comprende: The Theme
Benvenuti negli anni di plastica! From San Andreas, Rage Against
Eh, già, il secondo episodio della Inizio degli anni 90’. The Machine - Killing In The Name,
serie è ambiento in una finta Miami Il rap e l’Hip Hop spopolano in 2 Pac - I Don’t Give A Fuck, James
che ricorda non poco quella teatro America, ed il protagonista del gioco Brown - The Payback, Ronnie
delle gesta di Don Johnson ai tempi è, incredibile a dirsi, un nero. Hudson - West Coast Poplock Guy -
di Miami Vice (del resto, il sottotitolo Ovviamente la colonna sonora è Groove Me, Eddie Money - Two
del gioco è piuttosto indicativo). Dei infarcita di brani di quel genere. Tickets To Paradise, Cypress Hill -
tre episodi, questo è quello dotato Mancano gruppi fondamentali di How I Could Just Kill A Man, The
della colonna sonora, se non miglio- quel periodo come i Nirvana o i redi- Maytals - Pressure Drop, Slick Rick
re, sicuramente più varia. Rock, vivi Red Hot Chili Peppers, in quan- - Children’s Story, Rick James -
dance, sentimentale, new age si to la volontà dei programmatori è Cold Blooded, Raze - Break 4 Love.
mescolano senza soluzione di conti- quella di rimanere legati alla cultura Nel secondo disco troviamo Ohio
nuità e oltre a brani storici del perio- Players - Funky Worm, Heart –
do, possiamo riascoltare tante picco- Barracuda, Compton’s Most
le hits del tempo che oggi non si tro- Wanted - Hood Took Me Under, Lyn
vano nemmeno nelle compilation Collins - Think About It, Public
One Shot!. Dato l’enorme successo Enemy - Rebel Without A Pause,
del gioco e soprattutto la grande Faith No More - Midlife Crisis, Bell
pressione dei fans, Rockstar ha rila- Biv Devoe – Poison, Max Romeo &
sciato non solo una compilation The Upsetters - Chase The Devil,
generale e riassuntiva dell’intero tito- Eric B & Rakim - I Know You Got
lo ma ben otto album, acquistabili Soul, Willie Nelson – Crazy. La qua-
separatamente o in blocco a prezzo lità delle musiche è sensibilmente
speciale, ognuno dedicato ad ogni migliore rispetto agli episodi prece-
singola stazione radio. Giusto per denti, e la resa sonora varia da auto
darvi un’idea, ecco la tracklist della ad auto, mentre la sequenza delle
compilation generale: Theme from registrazioni non è più prefissata
Vice City, You’ve Got Another, Thing come in GTAIII e Vice City, ma dina-
Comin’ - Judas Priest, Out of Touch mica, così da ridurre la ripetizione di
- Hall & Oates, Al-Naafiysh (The Uno degli ambienti di gioco uno stesso brano più e più volte.
36 recensioni

Fin dai suoi esordi nel cinema indipen- registri di Sato. In apertura propone una
dente UCLA, e poi nei molti horror famosi cui mesta nenia cantilenante, ossatura melodica
ha collaborato (Hellraiser, La mosca 2, di tutta l’opera, esorcizzata poco dopo da un
Specie mortale), Young ha saputo catalizza- tema altrettanto scarno per l’eroina Karen. Il
re al meglio inquietudini striscianti e ombro- resto è una livida distesa di suoni aleatori,
se minacce, forte di una sua inalterata coe- addensati in otto suite intitolate semplice-
renza, che gli fa preferire contrasti di melodie mente JuOn, come il titolo giapponese del
malinconiche e disperate ed alienanti scrittu- racconto. Le melodie iniziali amplificano la
re atonali. A dire il vero, la tremenda storia di desolazione esistenziale della vicenda,
fantasmi urbani raccontata d a Tamashi prima di sprofondare in un pozzo claustrofo-
Christopher Young Shimizu nel remake americano di The bico di elaborate dissonanze, eseguite con
The Grudge (id – 2004) Grudge (con poche varianti rispetto alla pel-
licola originale) non avrebbe bisogno di ausi-
grande perizia, ma il cui ascolto senza
immagini risulta difficile ed iniziatico, a tratti
Varèse Sarabande 302 066 623 2
lio musicale per suscitare brividi e scossoni esasperante. Nelle spaventose battute con-
8 brani - Durata: 42’29” di paura. La versione nipponica aveva una clusive si ha un sommovimento della stasi
glaciale partitura sinfo-elettronica del com- sonora che riecheggia le scelte musicali del
positore Shiro Sato. Chris Young, pur fedele Kubrick di Shining. Un incubo fonico da avvi-
al suo dogma, non si allontana molto dai cinare con cautela. GB

La pellicola alla base del soundtrack è di e di sofisticazioni elettroniche, con tanto di


secondario interesse. Non solo per la modestia sampling ottenuto dal fior fiore della new age
del film, seguito ideale (e forse evitabile) del informatica e del sound designing. Nonostante
quasi omonimo monster movie del 1997, con tutto questo, il risultato è un noioso coacervo di
un cast che non vanta nemmeno quei due o tre rumori senza struttura, che non possiamo
nomi di spicco che aveva il precedente. Il com- nemmeno definire atonalismo o avanguardia,
positore chiamato in causa è Nerida Tyson- ma solo una giustapposizione di suoni, già pro-
Chew, un nuovo arrivato, con sussiego da posti da decine di autori diversi. Un lavoro che
primo della classe. Vanta studi con Goldsmith, per la sua anodina assenza di schemi si collo-
Mancini e Broughton, ma l’ascolto di questo ca a distanze trascurabili da un mero assem-
Nerida TysonChew suo primo impegno autorizza il sospetto che il blaggio di effetti speciali sonori. Non attraggo-
Anacondas (Anaconda: Alla nostro uomo si sia un tantino distratto, durante
le lezioni. Grande orchestra sinfonica, con con-
no gli sporadici sforzi melodici, né la spolvera-
ta ritmica dei momenti d’azione conclusivi. La
ricerca dell’orchidea maledetta– 2004)
torno di preziosismi strumentali (i crediti del colata inarrestabile di timbri esotici e di aggres-
Varèse Sarabande 302 066 607 2
disco esibiscono un menù esotico: percussioni sioni foniche rende il disco adatto solo a sono-
20 brani - Durata: 61’05” asiatiche, aerofono, kulingtang, eclectic per- rizzare filmini privati di catastrofi domestiche o
cussion, nobkan e – udite udite – shakuhachi!) a testare le casse dello stereo. GB

Il massiccio investimento effettuato dai pro- “Manchester 1866”, l’autore riesce nell’intento
duttori per la nuova fatica di Otomo (180.000 di immergere lo spettatore nella realtà rappre-
storyboards, 20 milioni di dollari di costo, nove sentata sullo schermo. La partitura è aderente
anni trascorsi dall’inizio del progetto, un periodo al film come un abito cucito su misura ed alter-
di tempo prossimo all’infinito per qualsiasi regi- na fasi concitate, che seguono i numerosi inse-
sta, ma appena sufficiente per quei pochi, guimenti e scene spettacolari che Steamboy
attenti, scrupolosi artigiani dell’arte cinemato- offre, ad altre più rilassanti e meditative che sot-
grafica che passano questi giorni a cesellare la tolineano con toni cupi e bassi le necessarie
propria opera come orafi alle prese con un pre- pause che la pellicola si prende. Tra i brani,
zioso ed inestimabile gioiello) non è stato pre- vale la pena di segnalare almeno il “Ray’s
Steve Jablonsky miato ai botteghini giapponesi. Forse Otomo ha Theme”, allegro, orecchiabile, il classico pezzo
Steamboy (id – 2004) fatto con Steamboy il passo più lungo della
gamba, ma fortunatamente, i soldi spesi per
che resta immediatamente impresso nella
memoria dell’ascoltatore, “Fly in the Sky”, leg-
Mashroon / Steamboy commitee
Cas 8502.2 ingaggiare Steve Jablonsky (abituato ai “filmo- gera e briosa composizione che si libra nell’aria
17 brani – Durata: 60’57"
ni”, visto che nel suo carnet ci sono produzioni come le macchine volanti presenti nel film, e
come Bad Boys 2, La maledizione della Prima “Launch!”, vibrante ed emozionante. Forse
Luna e Tears of the Sun) come compositore questa soundtrack non è la migliore in assoluto
della soundtrack di accompagnamento non del compositore, ma di sicuro non evaporerà
sono stati versati invano. Fin dal primo pezzo, come l’elemento protagonista del film… ACh

No, proprio non ci siamo. Resident Evil: dello spettatore. Il compositore canadese ha
Apocalypse, da ogni punto di vista, non riesce partorito temi troppo convenzionali, già sentiti
a bissare il successo e l’efficacia del primo film fino alla nausea e ha aggiunto anche accenti
ispirato al famoso videogioco e questa colonna rock che c’entrano pochissimo con la trama.
sonora di Jeff Danna, dà il colpo di grazia allo Forse la necessità di centrare il presunto target
spettatore che coltivi la passione per le soun- del film, il giovane americano che si riempie la
dtracks. Troppo breve (nemmeno quaranta pancia di hamburger e Coca-Cola e che resta
minuti), assolutamente poco ispirata, come il basito e sbavante davanti alle grazie della
film del resto, banale e scontata in ogni suo Jovovich, ha sviato l’autore, ma oggettivamen-
passaggio, la partitura di Danna risulta fracas- te questa soundtrack sarebbe pessima anche
Jeff Danna sona in sala, ed eccessivamente ridondante e per una produzione televisiva di medio livello.
Resident Evil: ripetitiva in salotto. Resident Evil dovrebbe, in Ascoltando questa infelice partitura, sicuramen-
Apocalypse (id. - 2004) teoria, avere un fascino sinistro derivante dalla te una delle meno ispirate di questa stagione
Varese Sarabande VSD-6616 condizione di attesa e terrore che caratterizza cinematografica, viene da rimpiangere la colon-
18 brani – Durata: 39’46’’ ogni sua scena (nel gioco, almeno, è così). Qui na sonora del primo film e soprattutto, l’eccel-
una insopportabile cacofonia copre ogni azione lente lavoro svolto dai giapponesi sul videogio-
sullo schermo ed ogni emozione nell’animo co originale. Statene alla larga! ACh
recensioni 37

Con Ore 10: calma piatta (1989), Body of interpretato da Vin Diesel, Revell rispolvera
Evidence (1993) e Il corvo (1994), Graeme l’oscuro e martellante tema principale del
Revell aveva dimostrato d’essere un film originale per poi abbandonarsi, in brani
promettente autore di musica da film, ma ha quali “The Chronicles of Riddick” e “End
poi deluso le aspettative con gli anonimi sco- Credit – Final Chronicle”, alle cacofonie del
res per Lara Croft: Tomb Raider (2001), coro campionato e della Hollywood Studio
Daredevil (2003) e Freddy Vs. Jason (2003), Symphony, diretta dal fido Tim Simonec
privi di un seppur minimo guizzo di originali- (autore anche delle orchestrazioni).
tà, per non citare la piattezza di molte altre Muscolari e senza tregua gli action themes
sue composizioni. Ciò nonostante, per la di “Hunt for Riddick”, “One Speed”, “Helion
colonna sonora di questo The Chronicles of Attack Pt. 2”, “Hellhounds”, reali punti di Graeme Revell
Riddick, seguito meno riuscito del cult fanta- forza del CD. “Necromongers” ci presenta un The Chronicles of
horror Pitch Black (2000), il compositore
neozelandese pare ritrovare quella notevole
nuovo tema, quello dei villains del film, per-
cussivo e foriero di sventure. Nei restanti
Riddick (id - 2004)
impronta dark che aveva saputo conferire brani aleggia un’aura di mistero, pericolo e Varèse Sarabande VSD-6580
alle commendevoli musiche del primo episo- ferocia (“Furyan Energy” su tutti) che l’ottima 22 brani - Durata: 47’11”
dio. Innanzitutto, in questo secondo adrena- performance dell’orchestra traduce in pure
linico appuntamento con l’eroe tutto muscoli sferzate di energia fonica. MP

Penultima opera di Goldsmith, forse il suo Dig”), i suoi brevi temi d’azione, con gli
vero “canto del cigno”, Timeline è anche una immancabili intervalli ascendenti che danno
partitura che avrebbe dovuto essere modifi- slancio a lunghi ed irruenti meccanismi
cata per adattarsi ad un nuovo montaggio del ritmici, e gli altrettanto brevi temi sentimenta-
travagliato film di Richard Donner, su cui il li, che poderosi unisoni di ottoni trasformano,
compositore non si è più sentito di interveni- nelle fasi conclusive, in epici inni ed in glorio-
re, stremato dagli otto mesi di lavoro e dalla si epiloghi (“To My Friends”).
malattia che lo stava ormai consumando. Ma soprattutto si percepisce l’inestinguibi-
La Varèse recupera in edizione postuma le forza creativa di un genio della musica,
la musica inutilizzata di Goldsmith, un che ormai minato nel fisico non esita a gui-
poema sinfonico medievale memore di dare l’orchestra in oltre un quarto d’ora di Jerry Goldsmith
Lionheart e de Il primo cavaliere, che si rive- irrefrenabile musica da battaglia (“Victory to (Music Inspired by the Film)
la anche un eccezionale riepilogo della poe- Us”), una vera galoppata epica in cui l’irruen- Timeline (id - 2004)
tica espressa negli ultimi anni di produzione za sonora provoca brividi di partecipata com- Varèse Sarabande 302 066 600 2
del musicista. mozione. 14 brani - Durata: 48’04”
Si ritrovano le sofisticate sonorità elettro- Doverosa menzione per l’orchestrazione
niche che hanno reso questo decano della di Mark McKenzie, il cui apporto all’opera
composizone sinfonica uno dei disegnatori non deve essere stato secondario, visto lo
di suoni virtuali più all’avanguardia (“The stato di salute del compositore. GB

In poco tempo Michael Giacchino è diven- gante trittico “I’m So Promoted”, “I’m So
tato uno di quegli autori di cui si acquista, a Shrewed” e “I’m So Demoted”, o nel lungo ed
scatola chiusa, qualsiasi nuovo titolo. A mag- esplosivo “Do I Have to Do Another Eulogy?”).
gior ragione quando si tratta del secondo CD La maggior parte del disco è dominato dalla
dedicato alla serie televisiva Alias, dopo l’ap- generosità sinfonica dell’ispirazione del com-
prezzata profusione di invenzioni, ritmi e idee positore, che nelle liner notes si dice convinto
ascoltate nel primo disco. Nessuna delusione che l’anima musicale di un film, di un videogio-
in questa nuova ed effervescente antologia di co o di un serial risiede soprattutto nel vigore
stili e di generi, anche perché i momenti sinfo- espressivo della live performance. I molti
nici, in questo caso, prevalgono decisamente abbozzi melodici delineano i personaggio della
sui brani elettronici e techno. Alla seconda fiction in quadri malinconici e lirici (“Almost Michael Giacchino
specie appartengono l’arabeggiante (e un po’ Two Years”, “Emily’s Eulogy”, “Inferno”) e in Alias - Season 2 (Alias - 2004)
troppo trendy) “Rabat”, il pulsante “Over the velocissimi momenti di tensione (“Hitting the Varèse Sarabande 302 066 622 2
Edge”, i jazzati “Syd’s Best Alias Yet” e “Going Fan”). I tempi produttivi ridotti impediscono a 23 brani - Durata: 61’48”
Down?” (evocativi del folgorante score per The Giacchino di dedicare la cura della strumenta-
Incredibles). In alcuni episodi l’orchestra si zione mostrata altrove, ma il piacere di un
fonde mirabilmente ai ritmi elettronici (nell’intri- ascolto anche ripetuto è garantito. GB

L’originalità del formato del serial televisivo orchestrali. I moltissimi brani d’azione avreb-
“24” ha assicurato, alle prime tre “giornate” bero meritato un’esecuzione sinfonica, ma
finora prodotte, molti consensi di critica e pub- l’abile trascrizione per sintetizzatori di Callery,
blico. La musica scritta da Sean Callery per la in simbiosi con le immagini del film, funziona
serie ha di sicuro buona parte di merito per il benissimo e regala pulsazioni adrenaliniche
successo ottenuto. Peccato che la difficoltà di agli sviluppi del plot. Nel disco invece, dove il
assemblare in un solo compact un campiona- poco spazio a disposizione è stato riservato
rio rappresentativo, di oltre 70 ore di musica, soprattutto a compiacenti brani tecnho, ritmati
abbia richiesto scelte drastiche e (per noi) non e rockeggianti, le poche sequenze descrittive
condivisibili. Il prodotto finale si rivela povero e (“The Bomb Detonates” ad esempio) suonano
deludente, soprattutto per chi, memore del- fredde e piatte, come sempre accade quando Sean Callery
l’ascolto in scena, attendeva con ansia la pub-
blicazione dello score. Va detto che Callery,
si pretende di sostituire con i synth la timbrica
dell’orchestra. Ciò non impedisce di ammirare
24 - Twenty-Four (24 - 2004)
Varèse Sarabande 302 066 626 2
pupillo del compositore di X-Files Mark Snow, l’inventiva poliedrica dell’autore, evidente
19 brani - Durata: 51’25”
ha dovuto fare i conti con l’esigenza di rispar- tanto nelle parti melodiche (il tema principale,
mio dei produttori: nelle note di copertina spie- quelli di Salazar e di Palmer), quanto nelle
ga di aver dovuto comporre musiche non furiose pagine d’inseguimento. GB
38 recensioni

Davvero un’idea coi fiocchi quella della Jean che interpreta la canzone rock “Fortunate
Varèse Sarabande d’includere nello stesso CD Son” (anche in versione strumentale). Lo score
le colonne sonore del film Và e uccidi (1962) con di Amram è pubblicato per la prima volta e com-
Frank Sinatra protagonista e la regia del com- menta i fotogrammi del film del 1962 utilizzando
pianto John Frankenheimer e del suo remake, gli stilemi jazzistici tipici delle colonne sonore
The Manchurian Candidate (2004), dove nel anni ’50 e ’60, su tutte L’uomo dal braccio d’oro
ruolo che fu di “The Voice” troviamo Denzel di Elmer Bernstein, con largo uso d’interventi
Washington diretto magistralmente da Jonathan soffusi di sax, piano e corno francese. Le musi-
Demme. Due pellicole di ottima fattura e di che della Portman sono incisive nel descrivere le
sconcertante attualità, musicate nel primo caso cruente immagini della pellicola di Demme, ma
The Manchurian Candidate da DavidAmram (autore di oltre 100 lavori sinfo- si fa fatica ad ascoltarle separatamente, senza
Varèse Sarabande VSD-6603 nici e da camera, due opere e alcune partiture contare il fatto che nel brano “Black Helicopters,
David Amram (Va e uccidi – 1962) per film e teatro, è considerato ancora oggi in Secret Laboratories, Mind Drugs” si sente un’im-
16 brani America tra “i 20 più importanti compositori ese- barazzante citazione del tema de “L’uomo del-
Durata: 52’05” cutori di musica da concerto negli Stati Uniti”), e l’armonica” dal morriconiano C’era una volta il
Rachel Portman (id – 2004) nel secondo caso da Rachel Portman (vincitrice West chissà quanto involontaria! La compositri-
10 brani (1 canzone + 9 di
nel 1997 dell’Oscar per le migliori musiche con ce ha dato miglior prova di sé in lavori quali
commento) - Durata: 29'18" Emma) dove figura il cantante di colore Wyclef Smoke, Chocolat e La macchia umana. MP

Rammentate le atmosfere tetre, surreali, mor- bravo McDowell, è udibile nei brani “Evilenko’s
bose e sataniche, con sprazzi di lirismo enfatizza- Dark Fairy Tale” e “Inside the Lion’s Mouth”,
to dalle eteree performance vocali di Julee Cruise angoscianti passaggi sonori di ammonimento e
(soprattutto il “Laura Palmer’s Theme”) del serial follia. Meno male che a risollevare il cuore turba-
di David Lynch Twin Peaks? Ecco, le ritrovate to di chi ascolta interviene la canzone-guida del
tutte in questa nuova partitura composta ed ese- film, “Angels Go to Heaven” (le angeliche atmo-
guita alle tastiere dal compositore italoamericano sfere vocali della leader dei Cranberries, Dolores
Angelo Badalamenti. Collaboratore assiduo del O’Riordan, con il suo timbro particolare, quietano
regista di Velluto blu, qui Badalamenti presta le gli animi delle vittime del mostro), anche in versio-
sue doti alla direzione asciutta del giornalista e ne strumentale nel “Theme from Evilenko” e “full
Angelo Badalamenti scrittore David Grieco (alla sua opera prima nel mix” nel brano di chiusura del CD. Musica pura-
Evilenko (2004) cinema) e alla stupefacente interpretazione di mente di commento che all’ascolto risulta di non
Minus Habens Records MHSC004 Malcolm “Arancia meccanica” McDowell, nel facile digeribilità nella sua interezza, ma che ben
11 brani (2 canzoni e 9 di commento) ruolo del “comunista che mangiava i bambini” delinea la tremenda pellicola di Grieco, quindi
Durata: 45’16” Andrej Romanovic Cikatilo, detto il ‘Mostro di consigliabile ai veri cultori delle soundtracks di
Rostov’. Nella pellicola, il serial killer Cikatilo Badalamenti. Al compositore lynchiano preferia-
diventa Evilenko (da “evil”, il male) la cui voce, mo farvi accostare tramite le sue belle partiture
prestata al grande schermo assieme al volto dal per Una storia vera e The Beach! MP
Un film imprevedibile e geniale come Se mi Upon Waking”), Brion crea un panorama musi-
lasci ti cancello non poteva che ricevere un trat- cale alieno, allucinato, ma in realtà sorvegliatis-
tamento musicale altrettanto inusuale e obliquo. simo e infuso di una forte anima melanconica
Non stupisce infatti trovare sul podio il poliedri- che ben si sposa con le atmosfere candide e
co Jon Brion, che ha già regalato commenti cerebrali della pellicola di Michel Gondry. Il
musicali molto innovativi a film come Magnolia e talento maggiore del compositore è di riuscire a
Ubriaco d’amore. Il compositore mette in campo fondere un impianto di matrice minimalista con
soprattutto la sua abilità di creatore di suoni e di una sensibilità pop “colta” (evidente in tal senso
melodie sospese, eccentriche e malinconiche l’influenza dei Beatles di Sgt. Pepper e Magical
(la splendida “Theme”, “Row”), caratterizzate da Mystery Tour). Nonostante la brevità di molti
Jon Brion / AA.VV. un’orchestrazione cameristica (a cui collabora interventi, il disco funziona quasi come un con-
Eternal Sunshine of l’elfmaniano Steve Bartek) in cui spiccano pia-
noforte, arpa, legni e un ristretto gruppo di archi
cept album: le composizioni di Brion sono inter-
vallate da brani indie pop ad opera di Electric
the Spotless Mind (“Main Title”, “Elephant Parade”). Attraverso l’in- Light Orchestra (“Mr Blue Sky”), Beck
(Se mi lasci ti cancello – 2004) telligente utilizzo di distorsioni elettroniche, over- (“Everybody’s Gotta Learn Sometimes”) e The
Hollywood Records 5050467-2751-2-6 dub e campionamenti (“Collecting Things”, Willowz (“Something”), che comunque ben si
26 brani (16 di commento + 10 canzoni) “Showtime”, “Phone Call”) ed il ricorso a timbri integrano con l’atmosfera generale. Una colon-
Durata: 57’12” insoliti come il mellotron, l’organo elettrico e il na sonora molto bella ed originale, per uno dei
pianoforte scordato (“Peer Pressure”, “A Dream migliori film del 2004. MC
Il 2001 era l’anno del Diario di Bridget Jones, romantica “Misunderstood” alla coppia d’ecce-
prima divertente pellicola di successo delle zione Sting e Annie Lennox nel sempreverde
avventure della single insicura cronica e paffu- “We’ll Be Together”, carrellando tra Will Young
tella più famosa del mondo. Il 2005 vede il ritor- (“Your Love is King”), Jamelia (“Stop”), Kylie
no, dopo l’happy end del precedente capitolo, Minogue (“Can’t Get You Out of My Head”),
della ex single (una graziosa ed esilarante Barry White (“You’re the First, the Last, My
Renée Zellweger dal corpo a fisarmonica, vista Everything”), la bondiana Carly Simon (“Nobody
la facilità con la quale passa dalla sinuosa e Does It Better”), Beyoncé (“Crazy in Love”) e
sexy silhouette di Chicago a quella più che Jamie Cullum (“Everlasting Love”), solo per cita-
abbondante di questo film), ora innamorata re i più prestigiosi. L’unico brano originale pre-
AA.VV. pazza e fidanzata gelosa, nel sequel ultracomi- sente dello score è affidato alle abili mani di
Bridget Jones – co Che pasticcio Bridget Jones! con una colon- Harry Gregson-Williams, che ha preso il posto
The Edge Of Reason na sonora strepitosa, frizzante, incantevole e,
siamo certi, di enorme attrazione per gli appas-
di Patrick Doyle, autore della bella partitura per
il primo episodio: “Bridget’s Theme” è un moti-
(Che pasticcio Bridget Jones! – 2004)
Universal Island Records Ltd 986897-1
sionati di vecchi e nuovi hit del miglior panora- vetto romantico per archi e piano, che ci fa sup-
18 brani (17 canzoni + 1 di
ma pop internazionale. Si passa dalla classe di porre che il compositore si trovi più a suo agio
commento) - Durata: 67’28” un grande crooner come Robbie Williams con la tra Galline in fuga, orchi verdi e spy stories. MP
recensioni 39

“Poiché nel film la sofferenza è narrata dal rato di te”, “Senza fine”, “Vedrai vedrai”, “Sapore
punto di vista maschile, ho scelto soprattutto di sale”, “Se mi perderai”, “Legata a un granello
voci maschili. Contrariamente a quanto avviene di sabbia” e “Ho capito che ti amo”. Ozon rinca-
per le canzoni francesi, infatti, a mio parere le ra la dose ammettendo: “La scelta di queste
canzoni italiane più belle e più commoventi canzoni mi sembrava quella giusta, non solo
sono spesso interpretate da uomini”. Questa la dal punto di vista della storia in sé, poiché l’in-
motivazione data dal regista francese François contro avveniva in Italia, ma perché ogni istan-
Ozon per la selezione di nove celebri canzoni di te di una storia d’amore è spesso legato ad una
casa nostra, targate anni ’60 (tranne l’avvolgen- canzone, ad una melodia che ha la capacità di
te pop di “Sparring Partner”, del 1984, con la farci rivivere quell’attimo della nostra storia
sempre impeccabile performance di Paolo d’amore”. La parte musicale prettamente di Philippe Rombi / AA.VV.
Conte), a commento della combattuta love commento è stata affidata al compositore Cinq fois deux (Cinque per
story interpretata dall’attrice italiana Valeria Philippe Rombi, connazionale e collaboratore due – frammenti di vita amorosa - 2004)
Bruni-Tedeschi. Luigi Tenco, Bobby Solo, Gino abituale del regista, che è riuscito in cinque BMG / RCA 82876640852
Paoli, Nico Fidenco, il citato Conte e l’unica pre- brani a “…trovare la melodia giusta per questa 14 brani (9 canzoni e 5 di commento)
senza femminile Wilma Goich ci fanno ripiom- storia d’amore, con un’orchestrazione scrupolo- + bonus video: Movie Trailer - Durata: 39’16”
bare nella calda drammaturgia amorosa d’indi- sa sul cui sfondo risaltano la nudità di un flauto,
menticabili e nostalgici successi di una volta di una chitarra o di un pianoforte, eco della pro-
come “Una lacrima sul viso”, “Mi sono innamo- fonda solitudine dei personaggi”. MP
“Questa è una raccolta di canzoni che cattu- Again” (Spears), “White Flag (Scumfrog Remix)”
ra non solo i deliziosi ritmi comici e musicali dello (Dido), “Got To Be Real” (Cheryl Lynn), “Waiting
show, ma anche la totale, esuberante gioia che for the Night (Hex’s Momentous Radio Mix)”
noi quattro proviamo stando insieme ogni setti- (Lopez), “I Will Survive” (Gaynor), “You’re my
mana. Scommetteteci! ”. Questo affermano Best Friend” (Queen), “The Bitch is Back” (John)
goliardicamente i quattro personaggi principali e lo scatenato hit “Footloose” (The Bacon
del telefilm gay più divertente della storia della Brothers), dal film omonimo. Non sono da meno,
TV, Will & Grace, nel libretto a corredo del CD nel trascinarvi in un ballo scoppiettante, Will,
della colonna sonora. Grace, Jack e Karen (i protagonisti del serial) che
Più che un soundtrack, una compilation di prestano le loro doti canore alla canzone “He’s
canzoni straconosciute che può allettare i più gio- Hot! (Radio Edit)”, in realtà una pseudo-cover AA.VV.
vani ma non solo, dato che tra le note dell’album, version della nota “Holiday” di Madonna. Will & Grace – Let the
molto commerciale, fanno capolino stelle della Scanzonato il tema dei titoli di testa e di coda Music Out! (Will & Grace - 2004)
musica leggera, pop, rock e dance quali Jennifer “Theme from Will & Grace” di Jonathan Wolff, BMG 82876 64784 2
Lopez, i Queen, Cher, Gloria Gaynor, Dido, autore dello score della serie, con il quale si apre 15 brani (14 canzoni e 1 di commento)
Britney Spears, Elton John, Carly Simon e Tom il CD, come a simboleggiare l’inizio di uno dei Durata: 48’30”
Jones. Lasciatevi trasportare dagli sfrenati ritmi di molti episodi andati in onda dal 21 settembre
“It’s Not Unusual” (Jones), “Oops!… I Did It 1998 (in Italia dal 2003) in America. MP
Per quest’opera prima, una dolente storia testo e musica di Bob Dylan. Oltre a questa cer-
d’amore a tre ambientata negli anni ’60 con nita di eternal songs vi sono l’enfatico coro di
Colin Farrell, Robin Wright Penn e Sissy Spacek “Soave sia il vento” da Così fan tutte di Mozart
come protagonisti, il regista di Broadway nell’esecuzione dello Slovak Philharmonic
Michael Mayer ha selezionato dei veri hit senza Chorus & Cappella Istropolitana e il minimali-
tempo: canzoni famose quali “Wishin’ and smo ostinato di “Section VI from Music for 18
Hopin’” (scritta da Burt Bacharach e Hal David) Musicians”, composto da Steve Reich. Le musi-
nella frizzante performance di Dusty Springfield, che (orchestrazioni di Simon Hale) e le canzoni
“Because the Night” scritta da Bruce originali sono composte ed eseguite dal bravo e
Springsteen e Patti Smith e magistralmente giovane cantautore del New Jersey Duncan
interpretata da quest’ultima (brano noto anche Sheik, che ci trasporta tra le delicate note per Duncan Sheik / AA.VV.
come sigla del programma di Enrico Ghezzi chitarra, piano, percussioni, archi e voce di A Home at the End of
Fuori orario, in onda su Rai 3), il rock psichede-
lico di “Somebody to Love” dei Jefferson
“Something Somewhere”, “There’s a Home” (in
due versioni: cantata e strumentale), “Leaving”
the World
(Una casa alla fine del mondo - 2004)
Airplane, le sonorità elettroniche anni ’80 di e “Brothers” (dove alcuni passaggi rammentano Milan 301 702-9
“Only You” di Yaz, il rock frenetico anni ‘60 “Look lo stile sospeso di Thomas Newman). Musica 13 brani (8 canzoni e 5 di commento)
Out Cleveland” dei The Band e il trascinante introspettiva, di grande relax, da ascoltare sia on Durata: 41’49”
gospel-blues “I Shall Be Released” di Mack the road che quando ci si sente particolarmente
James & The Broadway Inspirational Voices su stressati! MP
Cosa succede quando una ricca famiglia cali- sti e malinconici di “Paint the Silence” dei South e
forniana decide di dare al problematico rampollo “Honey and the Moon” di Joseph Arthur per con-
primogenito, un “fratellino” di 16 anni (che sem- tinuare con “We Used to be Friends” dei The
bra un incrocio fra Russell Crowe e James Dean) Dandy Warhols dalle inflessioni tecno e metallich.
catapultandolo dall’area suburbana nell’Eden Dulcis in fundo la sigla del telefilm, il cui refrain è
dell’effimero, paradiso imperfetto di giovani di ormai diventato croce e delizia per molti degli
belle speranze? Semplicemente… nasce uno appassionati: “California (Here We Come)” dei
dei più importanti telefilm dell’anno, The O.C., Phantom Planet, divenuta a suo modo inno ado-
appena passato su un’emittente privata naziona- lescenziale e, nonostante la sua ossessiva ripeti-
le. La colonna sonora, una compilation di brani tività, hit internazionale. Nel suo complesso una
vecchi e nuovi, ricrea perfettamente le atmosfere compilation che compie il suo dovere e si presen- AA.VV.
del serial, nel quale patinati eventi mondani si ta di piacevole ascolto anche separata dalle Music fron O.C. Mix 1 (2004)
mescolano ai drammi adolescenziali senza solu- immagini del telefilm. In America, ovviamente, Warner Sunset 9362-48685-2
zione di continuità. Si passa quindi da sound alle- per battere il ferro finché è caldo, è già uscito il 12 canzoni – Durata: 51’55”
gri, freschi, giovani e modaioli di Spoon (“The secondo volume di quello che si prospetta come
Way We Get By”) a quelli più introspettivi, intimi- un progetto musicale a lungo termine. ACh
40 recensioni

Tra le innumerevoli compilation dedicate (Guns for San Sebastian, 1968) che ci rega-
al Maestro Ennio Morricone uscite fino ad la una “Overture” evocativa con il suo pos-
oggi, la maggior parte raccoglie sempre gli sente coro e la raffinata soprano solista, Gli
stessi temi tratti dalle pellicole più famose da avvoltoi hanno fame (Two Mules for Sister
lui musicate. Quest’ultima, realizzata dall’eti- Sara, 1969), sardonica marcia nel miglior
chetta inglese di James Fitzpatrick, la Silva spaghetti western style, L’esorcista II: l’ereti-
Screen, spicca principalmente per la presen- co (Exorcist II: The Heretic, 1977) dalla
za di alcuni brani difficilmente reperibili su cadenzata ninnananna del “Regan’s Theme”
CD o LP: titoli quali “The Harvest”, dalla e, dulcis in fundo, La cosa (The Thing,
colonna sonora – candidata all’Oscar nel 1982), dove la musica di Morricone ricorda
Ennio Morricone 1979 e vincitrice del British Academy Award molto da vicino i passaggi più oscuri dei temi
Once Upon a Time… - de I giorni del cielo (Days of Heaven, 1978) elettronici composti da John Carpenter (regi-
The Essential Ennio Morricone di Terrence Malick, Il virginiano (The Men sta della pellicola) per altri suoi cult movies.
Film Music Collection (2004) from Shiloh, alias The Virginian, 1970-71), Il resto della compilation è una carrellata di
Silva Screen SILCD1165 unica collaborazione ad un serial americano temi celebri eseguiti, non sempre egregia-
CD 1: 15 brani – Durata: 56’25” del compositore romano, con il suo tema mente, dalla nota accoppiata City of Prague
CD 2: 17 brani – Durata: 56’37” principale dominato da fruste, fischi e cam- Philharmonic Orchestra & Crouch End
pane alla Per un pugno di dollari (la vera Festival Chorus, sul cui podio si alternano
chicca del CD!), I cannoni di San Sebastian ben sei direttori. MP

Questo CD è una vecchia raccolta del Per le antiche scale, supportati dalle orche-
2002, rimessa in vendita con l’intento di stre Roma Sinfonietta e Accademia
sfruttare la scia del successo commerciale Nazionale Italiana – i brani sono stati riarran-
degli ultimi album del Maestro romano, giati dall’autore ed eseguiti da un quartetto
come Focus e Yo-Yo Ma Plays Morricone. di solisti d’eccezione: Gilda Buttà al piano-
Scorrendo l’elenco dei 16 pezzi che costi- forte, Paolo Zampini al flauto, Luca Pincini al
tuiscono il CD (Il maestro e Margherita, violoncello e Fausto Anselmo alla viola,
C’era una volta in America, Nuovo Cinema diretti da Morricone stesso.
Paradiso, Mission, Metti una sera a cena, tra Il virtuosismo di Buttà, Zampini, Pincini e
gli altri) è facile scambiare questo disco per Anselmo – in titoli quali Lolita, Romanza,
Ennio Morricone l’ennesima compilation di celebri melodie Gott mit uns, C’era una volta il West,
Io, Ennio Morricone - morriconiane, ma si tratterebbe di un errore L’eredità Ferramonti – getta una nuova luce,
Film Music (2002) di valutazione. se mai ce ne fosse stato bisogno, su alcune
eW / Milan 5050466 3000 2 7 Infatti - ad eccezione di C’era una volta in delle musiche più belle e memorabili del
16 brani – Durata: 55’50” America, Assassinio senza colpa?, Il mae- Maestro Morricone e giustifica ampiamente
stro e Margherita, Nuovo Cinema Paradiso e la pubblicazione di questa raccolta. MP

Il sottotitolo di questa inusuale raccolta del d’amore Mariù” in cui la celebre canzone
compositore romano, Erotica Morricone – una composta da Cesare Andrea Bixio viene
selezione sexy dei classici più caldi di arrangiata da Morricone in maniera sublime),
Morricone, tende a spiegare meglio quello da cori angelici (“Piume di cristallo”, “Sospesi
che è il suo titolo principale So Sweet So tra le nuvole” dove il delicato tocco morrico-
Sensual, perché questo CD altro non è che la niano raggiunge il top!), dal fischio etereo di
rappresentazione della geniale versatilità Alessandro Alessandroni (“Tramonto”) e dal
compositiva morriconiana per temi d’amore seduttivo e insuperabile flicorno di Oscar
finemente melodici e, in alcuni casi, alquanto Valdambrini (“Come un miracolo”, “L’attico
scabrosi ed eccitanti. Per commentare pelli- illuminato”, “Postludio d’amore”). 15 brani trat-
Ennio Morricone cole italiane di fine anni ’60 e buona parte ti dai film Forza G, Il gatto, Metti una sera a
So Sweet So Sensual degli anni ’70, che raccontano storie d’amori
impossibili, tradimenti, abbandoni, thriller
cena, La cosa buffa, L’assoluto naturale, 4
mosche di velluto grigio, L’uccello dalle piume
(2004)
Cinevox CD MDF 355 argentiani, improbabili avventure aeree e di di cristallo, Così come sei, Divina creatura e
15 brani – Durata: 43’40” guardie e ladri, il Maestro Morricone compone Anche se volessi lavorare che faccio? per
leggiadre armonie accompagnate dai langui- scoprire una musica davvero particolare e
di, trepidanti, incantevoli, magici vocalizzi di ricca di fascino, in un disco che si discosta
Edda Dell’Orso (“Mariangela e la seduzione”, dalle solite raccolte di temi arcinoti del grande
“Quella donna”, “Gocce di pioggia”, “Parlami compositore! MP

L’amore ritorna, e con esso la collabora- complesso l’attenzione del duo appare
zione Iusco-Rubini, con l’apporto di Pierluigi incentrata sull’evocazione sonora, sopra
Ferrandini per la stesura di una colonna tutto, forse un poco a scapito dell’impianto
sonora interessante, quantomeno diversa armonico dei brani, ma il sistema, nella sua
dal panorama ‘classico’ italiano. interezza, regge. Gli interventi sono ben
Le chiavi interpretative di tutto il lavoro calibrati e a volte ipnotici, l’impatto sonoro è
sono la sospensione e la rarefazione. E a morbido e evocativo, ma rimane forse un
quale modello rifarsi, se non a quello offerto rammarico, che può ‘suonare’ come un
da Thomas Newman? Alcune tracce pongo- augurio per i prossimi lavori del duo: il non
no in rilievo una ‘palese fedeltà’ alla linea aver potuto o saputo fare del ricorso alla let-
Ivan Iusco e newmaniana, riproponendone le strutture rit- teratura newmaniana un punto di partenza,
Pierluigi Ferrandini miche e melodiche. Altre tratteggiano atmo- anziché un punto di arrivo.
L’amore ritorna (2004) sfere sonore con una più spiccata persona- Certo, innovare sulla base di stilemi così
Warner Chappell 5050467-4420-2-3 lità interpretativa. Pianoforte e vibrafono caratteristici e personali è missione certa-
23 brani – Durata: 41’33” segnano le presenze più evidenti e impor- mente ardua, ma questo ‘piccolo’ passo è
tanti, col sostegno degli archi e il vasto proprio quello che aspettiamo per poter eva-
apporto di suoni sintetici a corollario. Nel dere dalla stretta cerchia nostrana. FC
recensioni 41

Volendo andare a fondo nella lettura delle che si coglie qualche pecca arrangiativa o
sensazioni che rimangono al termine della compositiva. Più in generale gli elementi di
visione del film di Eugenio Cappuccio, si base non mancano, ma l’impianto globale è
giunge inevitabilmente nella terra del contra- ancora piuttosto acerbo. Oltre al lavoro di
sto: è buono, ma sentiamo la carenza di Cerasi, appaiono tre inserti: “City” (Lucarelli),
qualche sviluppo ulteriore. Affronta temi forti, “Il dizionario” (Costantini) e “Freedom”
ma retrocede nel piano della freddezza. (Russo e Genovese, eseguito dai napoletani
Giusto, forse, non retorico, con qualche ele- Crisma 33), fra cui spicca proprio l’interes-
mento ancora da approfondire. Una linea sante sperimentazione del romano
dallo spessore sottile come breve è il passo Costantini. Alla fine, dunque, una colonna
ancora da compiere verso la maturità musicale che si pone come base di sviluppo Francesco Cerasi
espressiva. Il parallelo con la colonna sono- di un discorso, quello del barese Cerasi, che Volevo solo dormirle
ra del ventiquattrenne Francesco Cerasi è potrà evolvere sicuramente verso una più addosso (2004)
ora evidente. solida argomentazione sonora e che si Warner Chappell 5050467-5966-2-7
Gli spunti espressivi sono buoni, il film presta facilmente ad essere incoraggiata 19 brani - Durata: 54’34”
scorre abbastanza bene e con esso la linea anche come ricerca e rinnovamento di fonti
sonora, ma e’ al momento del puro ascolto creative per la musica da film. FC

Oggi Andrea Guerra è l’autore più attivo mai potuti permettere.


nel panorama del cinema italiano, con una Il giovane Andrea dimostra fin dalle prime
vasta filmografia che spazia dalle commedie note una felicità melodica che lo avrebbe poi
di Aldo Giovanni e Giacomo alle pellicole reso celebre, anche se l’impostazione sono-
drammatiche di Ozpetek e Faenza. Esce ora ra è ancora fortemente legata alla tradizione
nella collana a basso prezzo della Warner la morriconiana ed è appena all’orizzonte la
prima edizione discografica di “Viaggio ricerca del sound personale e caratterizzan-
d’amore”, suo esordio sul grande schermo te di questi ultimi anni. Al bel tema sinfonico
datato 1990, dopo anni di gavetta televisiva. principale si alternano valzer e tanghi dalla
La giustamente dimenticata pellicola di classica strumentazione cameristica, diretti
Ottavio Fabbri, basata su un poemetto dia- con gusto da Vince Tempera. Peccato che Andrea Guerra
lettale di Tonino Guerra, padre del composi-
tore, narra di due anziani coniugi (Omar
l’ascolto sia a volte disturbato da un mix che
porta gli strumenti solisti a saturare il fronte
Viaggio d’amore (1990)
Warner Chappell 5050467-4422-2-1
Sharif e Lea Massari) che, non avendo mai sonoro, e che si riportino i titoli degli M
18 brani - Durata: 36’27”
visto il mare, decidono di partire pedibus cal- numerati come “Viaggio d’amore (1)” o
cantibus per fare il romantico viaggio di “Driana (3)”, ma è difficile chiedere di più a
nozze (ricco di vicissitudini) che non si erano un interessante recupero d’archivio. PR

C’è ben poco da scrivere riguardo ad un Lo Russo-Abatantuono) viene mandato a


film che è nei cuori di molte persone. Ci sono presidiare un’isoletta greca. I suoni che li
casi in cui i personaggi, la musica e la sem- accolgono e che li accompagneranno richia-
plice storia di un film vivono e acquisiscono mano naturalmente l’area mediterranea:
una personalità propria, autonoma. santur, bouzouki, percussioni e lira fra tutti.
E’ il caso, appunto, di Mediterraneo, del La musica proietta subito la guarnigione in
tenente Montini (Bigagli), del sergente Lo una dimensione esotica e lontana, nel tempo
Russo (Abatantuono), della regia di e nello spazio; e, al tempo stesso, intima,
Salvatores con lo script di Enzo Monteleone, trasversale rispetto agli orrori che altrove si
e della musica di Giancarlo Bigazzi. I temi, ai stanno consumando.
più, sono noti. E qualora la memoria giocas- Qualcuno conoscerà l’amore e scoprirà Giancarlo Bigazzi
se qualche scherzo, proviamo a delinearne
le caratteristiche principali.
nei profumi dell’Egeo le ragioni di questa vita
e noi con loro, con quello che preferisco
Mediterraneo (1991)
Cecchi Gori Music - GDM 2045
E’ il 1941 e un improbabile manipolo di identificare come il tema di Vassilissa, diste- 23 brani – Durata: 40’21”
soldati italiani (“E noi dovremmo spezzare le so e dolce, dolce come i cuori di un gruppo
reni alla Grecia con questi quattro deficienti di soldati italiani che la guerra proprio non
qua?”, si domanda lo sconsolato sergente l’avrebbero voluta fare... FC

Riding Giants è un documentario che rac- nalina con pezzi ad alto voltaggio.
conta le incredibili gesta dei migliori surfisti Particolarmente “marittima” è “Makaha
del mondo. Non è ancora stato distribuito in Waves” degli Screamin’ Jay Hawkins, men-
Italia, e forse mai lo sarà, visto il carattere tre non può mancare un accenno alla patria
peculiare della pellicola, ma la compilation del surf, le Hawaii, con la intrigante “Aloha
che lo accompagna è già nei negozi e, cosa Ka Manini”.
più importante, è piuttosto meritevole. Curiosa la presenza di “Rumble” dei Link
Stacy Peralta, il regista del film, ha scelto Wray: è il quarto film in pochi anni che acco-
un interessante mix di canzoni rockeggianti glie questo pezzo nella propria soundtrack,
che ben si conformano alla spettacolarità l’ultimo in ordine di tempo è stato
delle sequenze filmate e che permettono alla Independence Day, quindi si può proprio dire AA. VV.
OST di seguire il tracciato già battuto dai due
film più importanti del genere surfista: Point
che è un brano che va bene in ogni
occasione…
Riding Giants (id. – 1987)
Milan Records 301 700-8
Break e Un mercoledì da leoni. Perfetta come accompagnamento del 14 canzoni – Durata: 45’35”
Il via alle danze (si fa per dire…) lo danno film, la sequenza di brani si rivela ottima
i Waterboys con “This is the Sea”, mentre anche per un ascolto salottiero, magari in
Alice in Chains, Soundgarden, Pearl Jam attesa che qualche distributore abbia il
(gruppi che se oggi concedono qualcosa alla coraggio di mettere in circolazione questo
MTV-Generation, sicuramente hanno contri- film, già uscito in tutto il mondo da un pezzo.
buito alla storia del rock), aggiungono adre- ACh
42 grandi classici

La Varèse Sarabande ci dà una bella occa- ti scrisse solamente una canzone (“The Long
sione per confrontarci con il Williams meno Goodbye”, su testo del celebre Johnny
conosciuto e “nazionalpopolare”. Fitzwilly risa- Mercer), che nel film viene ogni volta presen-
le al periodo “leggero” del futuro compositore- tata in un arrangiamento diverso (ora cantata,
feticcio di Spielberg, ancora fortemente indebi- ora solo nella sua melodia) e sempre come
tato con gli stilemi di Henry Mancini e del jazz elemento diegetico (la sentiamo addirittura
anni ’60 (“Make Me Rainbows”, “Fitzwilly’s incorporata nel suono di un campanello o
Date”). Tuttavia qua e là fanno capolino i primi come sottofondo “muzak” in un supermerca-
abbozzi di uno stile sinfonico che solo qualche to), corredando in maniera eccentrica questa
anno più tardi avrebbe trovato un primo com- audace e ironica rilettura del classico di
John Williams pimento (“The Gimbel’s Robbery”, “The Xerox Raymond Chandler. Considerata la particola-
Fitzwilly / Crisis”). L’abilità contrappuntistica williamsiana
e la sua proverbiale perizia orchestrale già
rissima natura di questa colonna sonora, il CD
presenta sette diverse versioni del malinconi-
The Long Goodbye spiccano in maniera brillante (“Main Title”, co e bellissimo tema che furono registrate per
(Ladri sprint / Il lungo addio - 1967 / 1973) “More Theft”, in cui è presente un bellissimo il film, tra cui un paio eseguite dal trio jazz di
Varèse Sarabande VCL 0804 1030 assolo di tuba) e sembrano addirittura presa- Dave Grusin, una dal trombettista Jack
18 brani - Durata: 55’24” gire momenti di alcune sue celebri partiture Sheldon, una scritta in stile messicano (“Mario
future. Il lungo addio ci mostra invece un in Mexico”) e una “gitana” per violino, pianofor-
Williams davvero inedito e singolare. Per la te e sax (“Trio Version”). Molto ricco di note e
pellicola di Robert Altman, il compositore infat- informazioni il libretto accompagnatorio. MC
Come il segreto di un antico artigiano, desti- sospese in un limbo di attonita contemplazione di
nato a scomparire per sempre con il suo creato- fronte alla pervicace malevolenza dell’antieroe,
re, la sonorità eterea, fredda, irreale che permea interpretato da Burt Lancaster. Intrada propone la
le musiche western di Jerry Fielding ha un carat- versione integrale della partitura, già presente in
tere di unicità assoluto. Non c’è autore di film una suite promozionale della scomparsa etichet-
music che abbia saputo riproporre quegli schemi ta Bay Cities. Il suono perfettamente conservato
di raggelata violenza, di disumana solitudine che restituisce con glaciale trasparenza l’esecuzione
si calano sulle scene spietate del cinema di fron- dell’orchestra londinese. In apertura, con una
tiera dei primi anni ’70. Il racconto che è alla base dolorosa e dirompente lamentazione degli archi,
di questa sanguinaria pellicola di Michael Winner, sull’insistente moto perpetuo delle trombe, sim-
Jerry Fielding in cui uno sceriffo che nasconde dietro la sua bolo della caparbia determinazione del protago-
Lawman (Io sono la legge – 1971) cieca dedizione alla legge un animo feroce ed
assetato di morte e porta a compimento un’im-
nista, si ascolta uno dei più folgoranti “Main Title”
del western. Seguono brani brevi, sospesi tra
Intrada Special Collection Vol. 17
placabile condanna nei confronti di un gruppo di melodicità crepuscolare e tentazioni atonali. Un
16 brani - Durata: 31’31”
cowboy, riceve una potente iniezione di dramma- tassello importante nell’opera, tutta da riscoprire,
ticità dalle magnifiche musiche di Fielding, di uno degli autori più negletti di Hollywood. GB
Futureworld è il sequel del celebre film diret- timbri elettronici dei sintetizzatori ARP, Moog e
to da Michael Crichton Il mondo dei robot Yamaha C-5, senza dimenticare l’uso di violino
(Westworld, 1973). Il compositore Fred Karlin elettrico e di effetti analogici di delay (il cosiddet-
(1936-2004) tornò a occuparsi della colonna to “EchoPlex”, molto in voga negli anni ’70), cre-
sonora, proseguendo sulla medesima scia stili- ando un tappeto timbrico davvero singolare,
stica dell’angosciante e audace partitura del film secondo una scuola di pensiero vicina a quella
precedente: un calibratissimo ed efficace eser- di Jerry Goldsmith. Nonostante molti suoni pos-
cizio di musica elettronica d’avanguardia che sano risultare datati al giorno d’oggi, l’abilità di
contribuì non poco ad aumentare il senso di Karlin nel manipolarli e nel piegarli alle proprie
paranoia presente nel film (come ben dimostra esigenze drammaturgiche è ancora assai fre-
Fred Karlin la suite di 13 minuti che chiude questo CD). A sca e attuale. L’ascolto del disco è piuttosto
Futureworld differenza di Westworld, Karlin opta per un lin- impegnativo, soprattutto per l’assenza presso-
(Futureworld, 2000 anni nel futuro – 1976) guaggio meno radicale (“Main Title”, un baroc- ché totale di brani melodici e per la natura avan-
Reel Music Down Under RMDU 1001 cheggiante e drammatico tema principale), ma guardistica della composizione. Davvero note-
11 brani + 1 suite da ‘Westworld’
comunque sempre audace dal punto di vista vole infine la produzione del CD (realizzato dal-
timbrico (“Birth of a Clone”, “The Blue Door/Red l’etichetta australiana Reel Music, che Fred
Durata: 53’07”
Control”). E’ proprio quest’ultimo l’aspetto più Karlin contribuì a fondare), con libretto ricchissi-
interessante all’ascolto: Karlin unisce i tradizio- mo di informazioni, note e descrizioni molto
nali suoni orchestrali con una vasta gamma di accurate di ogni brano. MC
Varèse ristampa in edizione Club una deli- ombrosi dei bassi (non a caso Donaggio è
ziosa partitura fine anni ’70 del prolifico Pino stato anche uno dei compositori preferiti da
Donaggio, con l’insostituibile direzione di Brian De Palma per i suoi film hitchcockiani).
Natale Massara. La semplicità del tessuto sin- Punto di forza della colonna sonora di Piraña è
fonico, il solare ed avvolgente nitore dei temi certamente la sua quieta e riflessiva matrice
sembrerebbero mal conciliarsi con il racconto tematica, dominata dal cantabile “Lost River
di pesci assassini realizzato da Joe Dante, in Theme”, falsariga tonale di tutto il lavoro. Ai
palese emulazione dello Squalo di Spielberg. molti episodi di rilassata esposizione del tema
Ma per le sue prime pellicole horror (L’ululato e (“Summer Dreams”, “End Title”, in cui lo svilup-
Piraña) Joe Dante si è rivolto proprio al compo- po è sostenuto dal pianoforte), si intervallano
Pino Donaggio sitore veneziano, avendone apprezzato la par- molte sequenze di tensione (“Empty Tube”,
Piranha (Piraña – 1979) titura per l’inquietante A Venezia un dicembre
rosso shocking di Nicolas Roeg, in cui
“Beyond the Darkness”), banalizzate a volte da
ritocchi elettronici che hanno retto male il pas-
Varèse Sarabande VCL 0804 1031
Donaggio ha manifestato un’efficace inclina- sare del tempo. La masterizzazione ed il pac-
16 brani - Durata: 30’55”
zione per le atmosfere thrilling, con i suoi impa- kaging sono perfetti. Il titolo è già esaurito a
sti timbrici che assemblano in maniera herrma- pochi mesi dalla sua uscita ed è ormai un pre-
niana stridenti acuti dei violini ed accordi zioso esemplare da collezione. GB
grandi classici 43

Un’altra pietra miliare della storia del cine- Questo tema è divenuto, con gli anni, quasi
ma americano: Cime tempestose (Wuthering “proverbiale”, al punto di oscurare con la sua
Heights, 1939) di William Wyler e la sua ingombrante fama i molti pregi di una partitu-
bella colonna sonora, opera di Alfred ra ricca di spunti tematici e geniali squarci di
Newman, gigante musicale della Golden colore orchestrale.
Age di Hollywood. Sempre nel “Main Title”, si ascolti ad esem-
In questo disco della Membran ci viene pio la misteriosa figurazione degli archi, cui si
offerto un amplissimo stralcio delle registra- sovrappone, nei legni, un motivo che richiama
zioni originali della partitura, in un’incisione il celebre incipit della “Sinfonia Incompiuta” di
di sorprendente nitore. Il “Main Title” si apre Schubert: una pagina che pare associata al
con una plateale perorazione degli ottoni su trascorrere degli anni e al sapore quasi fiabe- Alfred Newman
una figura cromatica discendente degli archi, sco che assumono certi ricordi. Di squisita fat- Wuthering Heights
per poi esplodere nel celebre “Cathy’s tura, poi, gli spensierati divertimenti orchestra- (Cime tempestose – 1939)
Theme”: una melodia romantica e anelante, li di “Montage” e “The Children” o la sognante
Membran International GmbH 221856-207
che pare presagire nelle sue rassegnate apertura lirica di “I’ll Be Your Wife”, successi-
29 brani - Durata: 73’23’’
modulazioni il tragico destino cui si avvia la vamente spenta nella malinconica orchestra-
storia d’amore narrata da Emily Bronte. zione di “Lady Of The Manor”. AC

E’ ardua impresa tentare di scrivere qual- Scottish National Orchestra (Varèse


cosa di inedito sul film più celebre della sto- Sarabande, 1999). Ora, grazie alla meritoria
ria del cinema - Quarto potere (Citizen Kane, Membran, abbiamo l’opportunità di ascoltare
1941) di Orson Welles – e sulla sua colonna anche una scelta (non amplissima, in verità)
sonora, opera prima di Bernard Herrmann. delle registrazioni originali, sotto la direzione
Si tratta di uno score di grande modernità, dello stesso Herrmann: un reperto di inesti-
per l’approccio assolutamente anti-hollywoo- mabile valore storico. E pur dovendo rende-
diano della scrittura musicale e per la stretta re conto delle ovvie deficienze tecniche di
collaborazione tra il compositore e il regista: queste incisioni, l’impasto timbrico di brani
Welles infatti, caso senza precedenti nella quali “Prelude And Death Of Kane” non è
storia del mezzo, coinvolse Herrmann sin dai mai suonato tanto convincente. Bernard Herrmann
primi stadi della lavorazione del film. Una piccola chicca: il secondo brano del Citizen Kane
Dell’integrale di questa partitura esistono CD riproduce le musiche che accompagnano (Quarto potere – 1941)
già due ottime ri-esecuzioni: una incisa da le immagini del finto cine-giornale all’inizio Membran International GmbH 221829-207
Tony Bremner con la Australian del film… un gustoso patchwork musicale 10 brani - Durata: 29’22”
Philharmonic Orchestra (Preamble, 1992) e costruito assemblando brani pre-esistenti del
un’altra diretta da Joel McNeely con la Royal repertorio classico e cinematografico. AC

Un altro grande capolavoro della musica Salvador Dalì, il febbricitante incedere ritmi-
da film che, inspiegabilmente, nessuno ha co della corsa sugli sci (sostituito, nel mon-
ancora pensato di incidere nuovamente ed taggio definitivo, da un brano scritto da
integralmente: Spellbound di Miklós Rózsa. Waxman per Il Sospetto).
La colonna sonora scritta per il bel film di La partitura di Rózsa vinse un meritato
Alfred Hitchcock del 1945 – Io ti salverò è il premio Oscar e conobbe da subito una note-
didascalico titolo italiano – ospita fra l’altro vole popolarità, spingendo il musicista ad
alcune delle melodie più celebri del approntarne un rachmaninoviano arrangia-
compositore ungherese: dal romanticissimo mento per piano ed orchestra, pretenziosa-
“Love Theme” (tutto costruito su un mente battezzato “Spellbound Concerto”.
voluttuoso “botta e risposta” di archi ed otto- Questo disco della Membran, invece, Miklós Rózsa
ni) al minaccioso “Tema della Paranoia”, la
cui orchestrazione prevede l’uso del
propone alcuni estratti dalla colonna sonora
originale del film (ma sono ancora molte le
The Film Music of
Theremin, progenitore dei moderni sintetiz- pagine memorabili che mancano all’appello!) Miklós Rózsa –
zatori. oltre ad una lunga suite per voce recitante e Jungle Book &
Ma è impossibile tacere di altre stupefa- orchestra (sulla falsariga di “Pierino e il Spellbound (1942 / 1945)
centi sequenze musicali: lo “Scherzo” (del Lupo” di Prokofiev), arrangiata sempre da Membran International GmbH 221822-207
quale, su pellicola, sopravvivono poche bat- Rózsa a partire dalle belle musiche scritte 10 brani - Durata: 66’02”
tute), l’impressionismo inquietante ed evoca- per Il libro della giungla (The Jungle Book,
tivo a commento del sogno disegnato da 1942) di Zoltan Korda. AC

Il capitano di Castiglia (Captain from della Musica da Film.


Castile, 1947) di Henry King è un avvincente Per ora dobbiamo “accontentarci” di que-
film d’avventura con Tyrone Power, ambien- sto disco edito dalla meritevole Membran,
tato nel XV secolo, ai tempi della sanguino- che raccoglie una scelta delle registrazioni
sa conquista del Messico ad opera di Cortez. originali delle musiche, sotto la (leggendaria)
Al di là di uno sgargiante Technicolor e di direzione dello stesso Newman.
un piglio narrativo da “libro per ragazzi” La qualità dell’incisione è naturalmente
ancora oggi assai godibile, quest’opera quella che è, ma è facile dimenticarsene
rimane nella memoria soprattutto perché dopo pochi minuti d’ascolto, travolti dall’in-
diede modo ad Alfred Newman di scrivere credibile qualità ed intensità della musica.
una delle sue composizioni più belle e Due esempi su tutti: l’elettrizzante “Main Alfred Newman
memorabili. Title”, una spavalda melodia ascendente dei Captain from Castile
Una partitura quasi commovente per ric- corni, continuamente interrotta e segmentata (Il capitano di Castiglia - 1947)
chezza tematica, colore orchestrale e pathos da reboanti accordi di ottoni e percussioni, e Membran International GmbH 221832-207
drammatico e della quale si attende ormai da la celeberrima Marcia (“Cortez On The 19 brani - Durata: 75’07”
troppi anni una degna ri-esecuzione, che March”, “Montezuma”), pagina di sbalorditivo
renda finalmente giustizia ad un capolavoro vigore melodico e ritmico. AC
44 grandi classici

Il capolavoro di Vincente Minnelli mette a disposizione un’ottima incisione della


Spettacolo di varietà (The Band Wagon, partitura originale del film di Minnelli: canzo-
1953) si è da sempre conteso con il quasi ni, brani strumentali e persino due “numeri”
contemporaneo Cantando sotto la pioggia riproposti in versione demo. Fra le molte
(Singin’ in the Rain, 1952), di Stanley Donen pagine memorabili della colonna sonora, la
e Gene Kelly, la palma di miglior musical di parte del leone è naturalmente sostenuta
tutti i tempi. I due film hanno molto in comu- dalla celeberrima “That’s Entertainment!”,
ne: dalle allusioni auto-referenziali della vero e proprio manifesto musicale del genere
trama, incentrata sul rutilante mondo dello che, nella sua semplice ma indimenticabile
spettacolo (quello della Rivista, nel primo, e equiparazione tra vita e spettacolo, indica
AA.VV. del Cinema nel secondo), alla presenza una chiave di lettura per tutto il cinema holly-
The Band Wagon della bellissima ballerina e attrice Cyd woodiano classico. Il vero gioiello dello score
(Spettacolo di varietà - 1953) Charisse, passando per un virtuosistico bal- – oltre che la sequenza più bella del film – è
Membran International GmbH 221811-207 letto di oltre dieci minuti che impreziosisce il però il brano strumentale “Dancing in the
28 brani - Durata: 74’20”
finale di entrambe le pellicole. Dark”: una melodia incantata nello stile di
Questo bel disco edito dalla Membran Glenn Miller, di indicibile lirismo. AC
Gli spostati (The Misfits, 1961) di John film: una struggente danza in 4/4 per piano-
Huston è un film di culto per molteplici motivi, forte e orchestra che ha il compito di evoca-
non tutti di carattere propriamente artistico, re la fragilità del personaggio principale,
ma fra gli indiscutibili meriti cinematografici di Roslyn (Marilyn Monroe, alla sua ultima
quest’opera, il più sottostimato è sicuramente interpretazione). Questo tema viene ripreso
la colonna sonora del grande Alex North. In in altri brani del CD, come in “Love’s
questa sua prima collaborazione con il genia- Reverie”, nel quale è affidato al timbro caldo
le e sregolato regista americano – ne segui- e sensuale del sax tenore e dei celli.
ranno altre quattro - North dispiega tutta la Sono però pagine quali “Round-Up”,
sua maestria di musicista lontano dalle mode “Chase” e, soprattutto, “Resolved Part I”
Alex North e dai cliché hollywoodiani. E’ sufficiente porre (una doppia fuga basata, nuovamente, sulla
The Misfits (Gli spostati - 1961) attenzione alla strumentazione di questa par- melodia dei titoli) che rivelano il volto più
Varèse Sarabande VSD-6596 titura: nonostante il compositore avesse a moderno e “spigoloso” della scrittura di
14 brani - Durata: 48’11” disposizione un organico orchestrale di 67 North: un prodigio di ricerca timbrica e di
elementi, le differenti sequenze musicali si scienza contrappuntistica.
avvalgono di piccoli ensemble cameristici, Il disco della Varèse riproduce le incisioni
costantemente variati a seconda delle esigen- originali di questa colonna sonora, e si
ze drammatiche e psicologiche del racconto. segnala per il nitore del suono e per la cura
Lo score si apre con il “Main Theme” del del libretto. AC
L’inconfondibile marchio di fabbrica della tamento di un musical) e ormai prossimo a
premiata ditta “Sherman Bros.” caratterizza stringersi con Spielberg in un miracoloso
tutti i numeri di queste “Musical adaptations” sodalizio. La freschezza strumentale e le
dei romanzi di Mark Twain, rendendoli (con il timbriche à la Copland compensano la
loro marypoppinismo orecchiabile, al limite scrittura a volte davvero semplicistica degli
del banale) ancor più profondamente autori.
americani. L’eccellenza dell’apporto di Williams è
Il dettagliato libretto racconta come Tom resa ancor più evidente dal confronto impari
Sawyer abbia avuto una pre-produzione con l’inevitabile sequel Huckleberry Finn,
particolarmente felice, tanto che il film composto certo più frettolosamente, ma
Richard & Robert Sherman (grazie anche al cast e a Johnny Whitaker, il soprattutto arrangiato e diretto dall’esordien-
Arr. e dir. John Williams / Fred Warner mitico Jody di Tre nipoti e un maggiordomo, te Fred Warner (“ricordato” poi per gli score
Tom Sawyer / nel ruolo del protagonista) fece il botto al di Hazzard e La famiglia Bradford).
Huckleberry Finn (id. 1972-73) box-office. Gran parte del merito del succes- Il disco, pur non memorabile e dalla ripre-
Varèse Sarabande VSD 6601 so era altresì da attribuire al lavoro di sa sonora irrimediabilmente datata, scorre
Tom Sawyer: 11 brani - Durata: 33’03” arrangiamento e adattamento orchestrale comunque piacevolmente e, per l’ideale
Huckleberry Finn: 11 brani - Durata: 23’47” curato da un John Williams fresco del primo collezionista williamsiano, contiene diversi
Oscar (Fiddler on the roof, 1969, altro adat- passaggi degni di interesse. PR
Oggi il Giulio Cesare (Julius Caesar, anni Cinquanta, fase che culminò con lo score
1953) di Joseph L. Mankiewicz (Eva contro premio Oscar per Ben-Hur (id., 1959).
Eva, La contessa scalza) è soprattutto ricor- Sarebbe però una forzatura voler inserire
dato per la stupefacente interpretazione di Giulio Cesare all’interno di questo genere
Marlon Brando nel ruolo di Marco Antonio musicale. Priva della magniloquenza un po’
(“Amici, Romani, Compatrioti…”). Ciò nono- pompieristica di molte composizioni epico/sto-
stante, il film vanta innumerevoli pregi: una riche di Rózsa, questa partitura rinuncia
spettacolare compagnia di attori americani anche al tipico scrupolo filologico del musici-
ed inglesi – tra i quali spiccano James sta che qui non si preoccupa di richiamarsi
Mason nella parte di Bruto e il grande John alla musica romana dei tempi, ma scrive per
Miklós Rózsa Gielgud, considerato all’epoca il massimo un “dramma universale” e senza tempo.
Julius Caesar attore shakespeariano vivente, in quella di Il disco della FSM propone, al solito, un’ot-
(Giulio Cesare - 1953) Cassio – una regia sobria tutta al servizio del tima incisione delle registrazioni originali. Tra
FSM Vol. 7 No. 9 testo e, non ultima, una memorabile colonna i molti brani memorabili, ricordiamo perlome-
20 brani (11 + 9 bonus tracks) sonora di Miklós Rózsa. no “Caesar, Now Be Still” nel quale il marzia-
Durata: 68’05” Il compositore ungherese aveva appena le tema di Cesare, affidato a fiati e percussio-
aperto con Quo Vadis? (id., 1951) quella ni, si interseca in un elettrizzante contrappun-
lunga fase della sua carriera musicale dedica- to al riflessivo e tragico tema di Bruto, mesta-
ta in massima parte ai grandi kolossal degli mente intonato dagli archi. AC
grandi classici - libri 45

Poche settimane prima della scomparsa del Monicelli, Age e Scarpelli) e la complessa
maestro carpigiano, avvenuta lo scorso 13 colonna rumori. Rustichelli inanella inoltre alcu-
novembre 2004, la GDM/Edel ha pubblicato ne chicche diegetiche come il coro a quattro
(“in memoria di Vittorio Gassman” come indi- voci dei predoni, la canzoncina “Cuccurucù”
cato sulla copertina) quella che resta probabil- della vedova “appestata” (Maria Grazia
mente la sua colonna sonora più celebre, il cui Buccella), la solenne musica per le nozze di
tema principale è ormai patrimonio nazionale, Matelda o quella funerea per la morte di
cantata pure negli stadi da masse ignare del- Abacuc, ma soprattutto il tormentone “Pirulè”
l’identità dell’autore. (“Vade retro Satàn!”) dei seguaci del monaco
L’inconfondibile firma della marcia dei titoli di Zenone. Arcane modalità risuonano poi nelle
testa (realizzati da Emanuele Luzzati con una stanze dei Bizantini, ma è la “Marcia di Carlo Rustichelli
tecnica d’animazione stilisticamente modernis- Brancaleone” che la fa da padrone, costante- L’armata Brancaleone
sima per il 1966) con il suo suono bandistico mente variata a seconda delle circostanze (1966)
che accompagna il flauto dolce e il picaresco (interessante anche il trattamento “bachiano” al
GDM/Edel Italy 0156972
coro maschile, il fischio e il colpo di tamburo, clavicembalo nella scena del monastero) spes-
19 brani – Durata: 33’03”
inserisce lo spettatore in un clima grottesco e so con l’Armata che procede quasi “al passo”,
goliardico, senza il quale le prime sequenze del fino ad integrarsi completamente nel grido di
saccheggio del villaggio da parte dei barbari, battaglia dello stesso Brancaleone che si avvia
nella loro cruda e triviale violenza, farebbero alle crociate (passaggio conservato nella
pensare ad un film drammatico se non horror. bonus track di chiusura).
Questo costante senso di morte, miseria e Grazie all’attento restauro degli originali
fame (che può aprire un ulteriore livello di lettu- master monofonici, curato dal veterano
ra del film in chiave metaforica) dà l’opportuni- Claudio Fuiano (autore anche della povera
tà di inserire interventi musicali più tesi e densi, grafica e delle note inglesi di copertina, unica
in cui il compositore ci regala (più o meno evi- nota dolente di questa recente serie “carto-
denti) citazioni wagneriane, rivelandoci il suo nata” GDM) il disco propone la totalità degli
profondo amore per i grandi operisti e le sue interventi musicali e due chicche, tratte dai
origini di direttore di teatro musicale. L’abilità lati di un 45 giri, uscito all’epoca, riportando
del compositore sta, però, nell’abile parsimonia finalmente in vita (insieme alla recente sma-
di interventi, perfettamente incastonati tra la gliante edizione in DVD) un indimenticabile
rutilante “sinfonia linguistica” (creata ad hoc da pezzo di storia. PR Vittorio “Brancaleone” Gassman

Pino Donaggio ha conosciuto presto il suc- Nel frattempo, Donaggio ha lavorato con
cesso internazionale, scrivendo ed interpretan- molti altri registi - da Roberto Benigni a
do la celeberrima “Io che non vivo”, una delle Liliana Cavani, da Joe Dante a Dario
pochissime canzoni italiane a varcare l’oceano, Argento - affinando la sua tecnica compositi-
divenendo una grande hit di Elvis Presley: “You va e diversificando il suo stile.
Don’t Have To Say You Love Me”. Questo cd edito dalla francese Cinéfonia
Approdato quasi per caso al mondo delle raccoglie una serie di brani tratti da alcuni dei
colonne sonore, il compositore veneziano scri- film italiani più importanti siglati dall’autore
ve le affascinanti musiche di A venezia… un veneto, con il verosimile intento di sottrarlo dal-
dicembre rosso shocking (Don’t Look Now, l’immagine riduttiva di “musicista dei thriller di
1973), thriller di Nicholas Roeg, e attira l’atten- De Palma”. Ci pare che l’obbiettivo sia stato Pino Donaggio
zione del giovane Brian De Palma. Rimasto centrato solo in parte: a brani affascinanti e ben Pino Donaggio et le
orfano di Bernard Herrmann, il regista ameri- costruiti, quali il tema principale de I banchieri di cinéma italien (2004)
cano sceglie Donaggio per il suo Carrie, lo Dio, si alternano scoperte reminiscenze da Cinéfonia CFR 008
sguardo di Satana (Carrie, 1976), dando inizio lavori precedenti (“Gli ultimi minuti”, da Un eroe 24 brani – Durata: 66’25”
ad una collaborazione storica che, oramai da borghese, è quasi una parafrasi del celebre “In
alcuni anni, è in attesa di approdare al settimo The Museum” di Vestito per uccidere) e pagine
capitolo col sempre rimandato “progetto vene- pop-elettroniche francamente imbarazzanti
ziano” di De Palma. (“Peculiar Operation” da Cin Cin). AC

Libri
Se c’è una carenza nella letteratura che meramente musicale.
tratta l’audiovisivo, quella risiede proprio nel- L’analisi del sincronismo nel flusso
l’assenza di una sufficiente varietà di saggi suono-immagine viene, fra l’altro, effica-
che trattino approfonditamente il complesso cemente semplificata con l’aiuto di interes-
tema del linguaggio e della grammatica, del santi illustrazioni che permettono di ‘visualiz-
rapporto suono-immagine e delle caratteristi- zare’ i diversi picchi emotivi della pellicola e
che che si celano implicitamente in questo del suono, fornendo al lettore degli spunti
rapporto. validi per accostarsi in maniera più
Vincenzo Ramaglia prova a fare un po’ di consapevole ed appagante alla fruizione
luce con un lavoro in cui questa stretta rela- delle opere.
zione viene frantumata e analizzata nelle La bibliografia di riferimento rimanda al
sue componenti chiave, e dove l’autore capitale apporto di Chion, fondamento e
prova a rendere più comprensibili concetti e punto di partenza di ogni analisi scientifica
parole che spesso ricorrono (dieghesis, sull’argomento: apporto basilare, certo, per Vincenzo Ramaglia
anempatia) nelle analisi delle colonne sono-
re nella loro interezza. Attenzione: nella loro
ogni divulgazione degnamente formalizzata,
ma che forse dovremmo cercare in qualche
Il suono e l'immagine
interezza, riferendosi per questo a tutto l’or- modo di evolvere. 108 pagine - 2004 Dino Audino Editore
ganico sonoro, non solo all’apporto Come? FC
46 roberto pregadio

Amarcord
a Catania
Incontro con
Roberto Pregadio
di Anna Maria Asero

L’accoglienza è stata calorosa e vera. Catania ha abbracciato in modo profondo e sincero il suo Roberto
Pregadio. Un bagno di folla per questo “giovane” ottantenne direttore d’orchestra, commosso da tante attestazioni
d’affetto. Dopo le prove corriamo dall’Auditorium alla conferenza stampa, durante il tragitto parliamo e viene fuori
un’intervista, fatta di ricordi e di nostalgia.
Come si è avvicinato alla musi- Ciccio Ingrassia, per i quali ha Ho collaborato per tanti anni con
ca da film? composto le musiche di quattro il maestro Nascimbene, un’espe-
Facevo parte di una cooperativa a film? rienza lavorativa bellissima e ricca.
Roma che incideva le musiche da Il contatto diretto con gli attori era Ai tempi usavamo il sincrono.
film, tutti i maestri come Rustichelli e molto raro. Serbo dei ricordi di Adesso la moglie sta portando
Rota si rivolgevano a questa strut- quando andavo sul set, Ciccio era avanti una fondazione che si occu-
tura. E’ stata una grande esperienza, taciturno ed introverso, mentre pa delle composizioni dell’autore
ho iniziato come esecutore, poi Franco era una macchietta fuori e milanese.
come strumentista, arrangiatore ed dentro le scene.
infine direttore d’orchestra. Quali autori di musica da film
E il suo rapporto con i registi? contemporanea e del passato
Cosa ha significato nella sua Ai miei tempi non avendo com- ammira di più?
carriera musicare pellicole come i puter e altre diavolerie tecnologiche Dei meno giovani ammiro
“Mondo Movies” o gli erotici all’i- si usava solo ed esclusivamente il Trovajoli e Ortolani, delle nuove leve
taliana degli anni ’70? pianoforte. Si accennavano le Piovani, uno dei pochi ad essere un
Sicuramente è stata un’immensa prime note e il regista dava o nega- vero musicista compositore.
soddisfazione. Ma tutta la mia carri- va il suo consenso. Erano sicura-
era musicale è stata intensa, dai miei mente momenti di ansia ed appren- Cosa rappresenta per Lei la
esordi jazzistici nella città natale alla sione. E non era difficile incorrere in musica per immagini?
grande Orchestra di musica leggera casi di plagio, il più delle volte il reg- E’ sicuramente un elemento por-
della Rai, dove sono entrato come ista richiedeva delle musiche simili tante di un film, ma nello stesso
pianista e ho avuto la fortuna di a quelle di tale o tal’altro film e momento la buona colonna sonora
conoscere grandi direttori come spesso uscivano fuori composizioni non si deve notare, si deve percepire
Kramer e Canfora. Penso che forse i somiglianti. in maniera lieve e tenue. Mai cadere
ragazzi d’oggi non hanno più le pos- in una sonorità sbagliata.
sibilità che ho avuto io, il consiglio Lei ha diretto le musiche di
per tutti è quello di rischiare e avere molte colonne sonore e Ci racconti un aneddoto della
il coraggio di provare. composizioni extracinematogra- sua carriera musicale.
fiche del grande maestro Mario Quando feci ascoltare la musica
Che ricordo serba di due grandi Nascimbene, vuole parlarci di del film Il profumo dei papaveri, il pro-
siciliani come Franco Franchi e questo sodalizio musicale? duttore si mise a piangere.

Le emozioni del concerto “Viaggio in Sicilia”, 9 gennaio 2005


La Sicilia è un set cinematografico naturale e unico. Scrollandosi ematografia italiana, ambientanti e girati in Sicilia. Dalle coinvol-
di dosso i soliti stereotipi, questa isola travagliata viene raccontata genti note musicali di Morricone di Nuovo Cinema Paradiso e
attraverso un idealizzato percorso musicale messo in scena da Malena a quelle di Nino Rota del Gattopardo e de Il Padrino o
Etnafest, una manifestazione ricca di eventi organizzata dalla ancora alle affascinanti musiche di Sedotta e abbandonata di
Provincia regionale di Catania e dall’Azienda per il turismo etnea. Carlo Rustichelli o I cento passi di Giovanni Sollima. La scelta dei
Il concerto “Viaggio in Sicilia”, che si è tenuto nel gennaio scor- brani è stata sofferta, ma il successo della serata è stato garanti-
so all’Auditorium de Le Ciminiere (fortemente voluto dal vicepres- to dalla bravura dell’orchestra e dagli arrangiamenti tutti originali,
idente della Provincia Pippo Cutuli), con un’orchestra di oltre 35 firmati dal direttore d’orchestra siciliano. La sua impronta e for-
elementi magistralmente diretta dal maestro catanese Roberto mazione caratterizzata dagli stilemi esecutivi jazzistici erano evi-
Pregadio, è stata una piacevole immersione nella musica dei denti e tangibili, non sono mancati tantomeno momenti musicali
grandi maestri delle colonne sonore come, solo per citarne alcu- melodici e altri ancora folkloristici.
ni, Ennio Morricone, Nino Rota, Armando Trovajoli, Carlo E anche stavolta, non ci stancheremo mai di ripeterlo, il pubbli-
Rustichelli, Nicola Piovani e tanti altri autori e direttori d’orchestra, co è stato numeroso e partecipe come a sottolineare che la mag-
incluso lo stesso Pregadio. gior parte delle persone è desiderosa di ascoltare la musica da
Un programma che ha ripercorso i film più importanti della cin- film e concerti del genere. AMA
filmografie 47

Filmografia essenziale di Piero Umiliani


Compositore, arrangiatore, pianista e direttore d'orchestra. Firenze, 17 Luglio 1926 - Roma, 14 Febbraio 2001
Anno Titolo (Titolo originale) Regista
1958 I soliti ignoti Mario Monicelli
1960 Il vigile Luigi Zampa
1960 Audace colpo dei soliti ignoti Nanni Loy
1961 A porte chiuse Dino Risi
1961 A cavallo della tigre Luigi Comencini
1962 Smog Franco Rossi
1962 Boccaccio ’70 (episodio Renzo e Luciana) Fellini, Visconti,
De Sica, Monicelli
1963 Le più belle truffe del mondo Horikawa, Polanski,
Chabrol, Gregoretti
1964 Controsesso Rossi, Ferreri, Castellani
1964 I due pericoli pubblici Lucio Fulci
1964 La strada per Fort Alamo Mario Bava
1964 00-2 agenti segretissimi Lucio Fulci
1965 Due mafiosi contro Goldginger Giorgio C. Simonelli
1965 La Celestina P… R… Carlo Lizzani
1966 Due marines e un generale Luigi Scattini
1966 Due mafiosi contro Al Capone Giorgio C. Simonelli
1967 I barbieri di Sicilia Marcello Ciorciolini
1968 Svezia, inferno e paradiso Luigi Scattini
1970 Roy Colt e Winchester Jack Mario Bava
1971 La vendetta è un piatto che si serve freddo Pasquale Squitieri
1972 La ragazza dalla pelle di luna Luigi Scattini
1977 Pane, burro e marmellata Giorgio Capitani
1977 La soldatessa alla visita militare Nando Cicero
1978 La soldatessa alle grandi manovre Nando Cicero
1978 Io tigro, tu tigri, egli tigra Capitani, Pozzetto
1979 Aragosta a colazione Giorgio Capitani
1979 Follie di notte Joe D’Amato
1980 Odio le bionde Giorgio Capitani
1980 Quando la coppia scoppia Steno
1981 La cameriera seduce i villeggianti Aldo Grimaldi
1981 Bollenti spiriti Giorgio Capitani

Filmografia essenziale di Franco Piersanti


Compositore, arrangiatore e direttore d’orchestra. Roma, il 12 gennaio 1950
Anno Titolo (Titolo originale) Regista
1976 Io sono un autarchico Nanni Moretti
1976 Ecce Bombo Nanni Moretti
1981 Sogni d’oro Nanni Moretti
1982 Colpire al cuore Gianni Amelio
1984 Bianca Nanni Moretti
1990 Porte aperte Gianni Amelio
1992 Il ladro di bambini – David di Donatello / Ciak d’oro / Platea d’oro Gianni Amelio
1993 Il segreto del bosco vecchio Ermanno Olmi
1994 Lamerica - David di Donatello Gianni Amelio
1995 Il grande Fausto (film TV) Alberto Sironi
1996 Marianna Ucrìa – Grolla d’oro Roberto Faenza
1998 La parola amore esiste Mimmo Calopresti
1998 Così ridevano - Grolla d’oro Gianni Amelio
1999 Il commissario Montalbano - Il ladro di merendine (film TV) Alberto Sironi
1999 Il commissario Montalbano - Il suono del violino (film TV) Alberto Sironi
2000 Preferisco il rumore del mare Mimmo Calopresti
2000 Il commissario Montalbano - La forma dell’acqua (film TV) Alberto Sironi
2000 Il commissario Montalbano - Il cane di terracotta (film TV) Alberto Sironi
2001 Il commissario Montalbano - Gita a Tindari (film TV) Alberto Sironi
2001 Il commissario Montalbano - Tocco d’artista (film TV) Alberto Sironi
2001 Corto Maltese in Siberia (animazione) Pascal Morelli
2001 Cuore (film TV) Maurizio Zaccaro
2002 Il più bel giorno della mia vita Cristina Comencini
2002 Il commissario Montalbano - Il senso del tatto (film TV) Alberto Sironi
2002 Il commissario Montalbano - Gli arancini di Montalbano (film TV) Alberto Sironi
2002 Il commissario Montalbano - L’odore della notte (film TV) Alberto Sironi
2002 Il commissario Montalbano - Il gatto e il cardellino (film TV) Alberto Sironi
2003 I ragazzi della Via Pàl (film TV) Maurizio Zaccaro
2004 Le chiavi di casa Gianni Amelio
2004 L’amore ritrovato Carlo Mazzacurati

Consulta i contenuti extra sul sito ufficiale www.colonnesonore.net

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