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I giudizi delle recensioni di Colonne Sonore si riferiscono a valutazioni artistiche assolutamente personali dei redattori e non vogliono in
alcun modo interferire da un punto di vista commerciale e discografico.
4 redazionale
www.colonnesonore.net
Crediti immagini in copertina:
© Decca - © GDM / EMI - © Varèse Sarabande
© Universal Island Records - © Decò / Self
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Regione Lazio
La giuria
Valeria Golino, attrice • Enrico Lo Verso, attore • Enrico Magrelli, critico cinematografico
Paolo Mereghetti, critico cinematografico • Stefania Rocca, attrice • Paolo Sorrentino, regista
Marco Spagnoli, direttore artistico di Progetto Dvd - presidente • Alex Voglino, assessorato cultura regione lazio
La giuria al completo vota solo sulle prime cinque categorie. Navigazione, Cofanetto e Serie televisiva sono votate dal presidente, dai critici cinematografici e dai membri tecnici delle giurie degli anni precedenti.
Martin Scorsese e
Leonardo Di Caprio
sul set di The Aviator
Il grande volo
di Howard
Intervista esclusiva al compositore di The Aviator
di Maurizio Caschetto
Martin Scorsese è sempre stato della narrazione stessa e in tutto ciò che comprende inoltre numerose
un regista con le idee molto chiare a che queste implicano. Il suo selezioni jazz, ragtime e blues del
proposito della parte musicale dei approccio fluido e trasversale lo periodo tra la fine degli anni ’20 e gli
suoi film. Nonostante lo si ritenga rende un partner particolarmente anni ’40.
prevalentemente un genio visivo, indovinato per il cinema scorsesia-
Scorsese ha sempre curato con pre- no, al quale ritorna per la terza volta La partitura di The Aviator – vin-
cisione chirurgica e con lampi di dopo Fuori orario e Gangs of New citrice di numerosi premi, tra cui i
assoluta genialità anche la vita York. Il compositore – fresco dell’im- prestigiosi Golden Globes e il
sonora delle sue opere cinemato- menso successo e dai consensi Critics Choice’s Award, mentre è
grafiche. Dall’intossicante sax her- derivati dal suo eccellente lavoro risultata ineleggibile agli Oscar a
rmanniano di Taxi Driver, alle pul- sulla Trilogia de Il Signore degli causa dell’ennesimo cavillo del
santi dissonanze “synth” di Fuori Anelli – si è tuffato con rinnovata regolamento – porta nuovamente
Orario, passando per le rutilanti passione e devozione nel mondo di Howard Shore sotto i riflettori
compilation senza soluzione di Howard Hughes, scrivendo la parti- internazionali della musica da film,
continuità di Quei bravi ragazzi e tura di The Aviator ben prima di riaffermandone il talento e il
Casinò, Scorsese utilizza la musica vedere il film, basandosi unicamente vibrante estro creativo. Il composi-
sempre come originale contrappun- sulla lettura di biografie sull’eccentri- tore sta attraversando un periodo di
to al fotografico, trattandola come un co magnate e sulla sceneggiatura di grande felicità artistica ed è più
partner paritario e paritetico e mai John Logan. In tal modo, Shore ha attivo che mai: il tour internazionale
come una prevedibile subordinata. composto una serie di pagine che si della Sinfonia de Il Signore degli
situano in un confine assai sottile tra Anelli lo ha portato negli scorsi mesi
Howard Shore non è mai stato musica da film e musica assoluta, a dirigere prestigiose orchestre in
un musicista “prevedibile”. Una tratteggiando innanzitutto un ritratto tutto il mondo, mentre ora è al
delle sue peculiarità stilistiche è musicale di Howard Hughes e delle lavoro su molteplici progetti, tra cui
proprio quella di ricercare le pieghe sue macchinazioni mentali. Da una commissione della Juilliard
più profonde e nascoste del film, queste Scorsese ha potuto attingere School, una colonna sonora per un
entrando nel tessuto non solo per compilare, come al suo solito, un videogame e i nuovi film di David
dell’immagine, ma del racconto e affresco sonoro ricco e multiforme, Cronenberg e Peter Jackson.
howard shore 9
The Aviator è la prima colonna re scelta rappresenta molto bene Ho utilizzato questi colori
sonora che Lei realizza successi- i tormenti e le complessità della strumentali per evocare il periodo
vamente all’enorme esperienza geniale mente di Howard storico della California dei tardi anni
de Il Signore degli Anelli. Come Hughes… ’20 e dei primi anni ’30.
si è sentito a confrontarsi con un Esattamente, questa idea descri- Le influenze di carattere spagno-
soggetto così diverso dopo anni ve bene la nostra scelta di utilizza- lo inoltre si riallacciano a quelle
passati in mezzo a hobbit, elfi, re queste classiche forme di scrittu- dell’architettura californiana di quel
nani e maghi? ra, alle quali si aggiunge inoltre il periodo e alle dominanti culturali
Dopo tre anni passati nel mondo canone, rappresentando così i stesse, nonché alla concitazione rit-
della Terra di Mezzo – che mi ha complicati grovigli della mente di mica della musica e dei balli di
dato molte gratificazioni – sono fini- Hughes e anche la sua natura quegli anni. Ho provato a riflettere e
to nel periodo tra gli anni ’20 e gli “meccanica”, per così dire. a illustrare le caratteristiche e le
anni ’40. Ho apprezzato moltissimo influenze principali come se fossi
la possibilità di potermi confrontare E’ interessante… il contrap- vissuto in questo particolare perio-
con un periodo musicale così punto è quasi una specie di do storico.
interessante, e dunque di poter “conflitto” fra le linee musicali e
descrivere il passaggio dal cinema ciò sembra descrivere in modo Difatti l’ambientazione del film
muto a quello sonoro, nel senso di molto efficace il contrasto tra è molto ben rappresentata dalla
poter passare da uno stile più genio e follia del personaggio… parte musicale. Come Lei ha già
classico utilizzato per i film muti a Esatto, proprio così. notato, la partitura riflette l’esteti-
quello romantico del cinema degli ca musicale degli anni ’30, ma
anni ’40. Ci viene in mente un paragone direi che riflette altrettanto bene
con Shostakovich: la Sua musica le caratteristiche della musica da
Questa è la Sua terza collabo- sembra possedere la medesima film di quegli anni…
razione cinematografica con natura “incrinata” del composi- Esattamente. E’ interessante
Martin Scorsese. Come può tore russo. E’ come vedere osservare come la musica cinema-
descrivere il Suo rapporto con l’immagine riflessa in uno spec- tografica di quegli anni si rifacesse
questo geniale regista, che è chio incrinato in mille pezzi… soprattutto allo stile Romantico del
considerato quasi una sorta di La frammentazione musicale tardo Ottocento e del primo
leggenda vivente? presente nella partitura è l’illustra- Novecento. Ho voluto evocare quel
Lavorare con Marty e Thelma zione di quella della mente di tipo di sonorità nell’orchestrazione,
[Schoonmaker, la montatrice del Howard Hughes e del suo progres- nella performance ed anche nella
regista, ndr] è una vera gioia, sono sivo deterioramento. Direi inoltre mia direzione d’orchestra.
dei partner meravigliosi. Mi sono che rappresenta la distruzione dei
trovato molto bene in loro suoi sogni di aviatore, culminante C’è un passaggio che sembra
compagnia, sono buoni amici e per- nell’incidente dell’aeroplano HK-11: uscito dritto da un concerto per
sone di enorme talento. Il lavoro è da questo momento anche la sua pianoforte in stile romantico,
molto creativo, imparo sempre vita comincia a incrinarsi. mentre in un punto sentiamo una
molte cose da entrambi ogni fanfara in puro stile Hollywood…
qualvolta collaboriamo su qualche E’ presente un colore ispanico Le possiamo considerare le
progetto. nell’orchestrazione e vi sono “prove generali” per la colonna
anche lievi accenni jazz in alcune sonora di King Kong ?
La partitura di The Aviator è pagine. Come e perché ha inseri- (ride) Quasi… E’ un fatto curioso
basata prevalentemente sulla to queste peculiarità stilistiche che, in effetti, tutte le ricerche e gli
tecnica musicale del contrappun- nella struttura generale della studi che ho fatto nell’ultimo anno
to e della fuga. Questa particola- partitura? per The Aviator mi portino diretta-
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to annunciato con le edizioni di David Cronenberg (History of scatena la sua furia distruttiva a
integrali delle tre colonne Violence), una commissione New York. Io ho interpretato il ruolo
sonore. A che punto è il della Juilliard e persino una del direttore dell’orchestra del tea-
progetto? colonna sonora per un videoga- tro. Comincerò a breve a scrivere la
Sto lavorando proprio ora su me… che cosa ci può dire a pro- colonna sonora e sarò impegnato
questo progetto. Sto compilando le posito di quest’ultimo progetto? su questo per i prossimi mesi.
versioni complete delle partiture Si tratta di un videogioco on line
delle edizioni estese di tutti e tre i intitolato Sun: Soul of the Ultimate Si prospettano tempi davvero
film. Sto tentando di coordinare Nation, è stato sviluppato in Corea emozionanti per i Suoi ascolta-
l’uscita del cofanetto insieme alla e dovrebbe uscire questa primave- tori…
Warner Bros Records. Sarà pubbli- ra. E’ ambientato in un affascinante Proprio così…
cato insieme al libro dedicato alla e dettagliatissimo mondo antico, si
musica della Trilogia che sta prepa- tratta di un progetto creativamente Ci auguriamo di vederLa pre-
rando Doug Adams [collaboratore e molto stimolante. sto anche in Italia ad eseguire la
giornalista di Film Score Monthly]. sua “Sinfonia degli Anelli”!
Dopodiché mi piacerebbe poter C’è già molta attesa per il Lo spero anch’io!
incidere anche la Sinfonia… dun- prossimo film di Peter Jackson,
que credo che continuerò a fre- King Kong. Ha già cominciato a Colonne Sonore ringrazia Doug
quentare la Terra di Mezzo per altri lavorarci? Adams (Film Score Monthly), Chet
due o tre anni … Sono stato recentemente in Mehta (Chasen & Co.) e Alan Frey per
Nuova Zelanda per girare una delle il supporto e la collaborazione.
La scaletta dei Suoi impegni scene clou del film, ovvero la E naturalmente un ringraziamento
futuri è piena di impegni e com- sequenza in cui Kong è sul palco di sentito ad Howard Shore, per la sua
cortesia, disponibilità e simpatia.
missioni importanti: il nuovo film un teatro di Broadway, si libera e
“Non c’è grande genio senza una girato, appagandoli in pieno senza
qualche forma di pazzia”. Riferito al riserve e compromessi di sorta. Ecco
protagonista Howard Hughes, l’ada- allora gli immancabili brani d’ambien-
gio potrebbe calzare anche per il regi- tazione per il film su Hughes, scelti
sta Martin Scorsese. Perlomeno alla assieme al supervisore Randall
luce delle sue scelte musicali. Difficile Poster: dalle orchestre di Bing Crosby
infatti trovare un cineasta così dotato e Jimmy Grier (“Thanks”) a quelle di
di sensibilità audio-visiva capace di Artie Shaw (“Nightmare”), Harry
arrivare ad estremismi imprevedibili: il James (“Back Beat Bolgie”) e Glenn
AA./VV. licenziamento, a scoring avanzato, di Miller (“Moonlight Serenade”) – men-
The Aviator (id – 2004) un pilastro dell’Ottava Arte, oltreché tre impazza Vince Giordano (“Shake
Columbia / Sony Music Soundtrax paterno collaboratore, come Elmer That Thing”, “Yellow Dog Blues”,
COL 519467 2 Bernstein (l’incidente di Gangs Of “Stardust”). The Original Memphis
18 brani – Durata: 55’06”
New York brucia ancora) o la riduzio- Five e gli Ink Spots risuonano di aspro
ne del pregevole lavoro orchestrale di vinile, segno che Scorsese ha di
Shore per l’ultimo The Aviator in favo- nuovo messo mano alla sua persona-
re di un incessante repertorio jazz le collezione per far ballare la sua
anni’30. Ma è questa la temerarietà geniale follia sul rag-time delle “swing
che ne conferma la genialità. La bands” più indimenticabili. Senza
capacità di intuire i bisogni del suo sbagliare un passo. GT
Hair
L’era dell’acquario
di Barbara Zorzoli
Premessa: è banale puntualizza- to per il grande schermo da Milos commento sonoro, ma che tessono
re quanto in un musical sia impossi- Forman (Qualcuno volò sul nido del la sceneggiatura del film.Tra tutte le
bile scindere la colonna sonora dal cuculo, Amadeus), ottenendo un sequenze quella in Central Park,
film, poiché la pellicola stessa è grande successo (il filmaker vinse il sulle note di “Age of Aquarius”, è
musica e viceversa. David di Donatello del 1979 per il una delle più riuscite: fotografia,
Hair ha 35 anni, ma non li dimo- miglior regista straniero). montaggio, coreografia, attori, ma
stra. Manifesto hippie in origine Per fare di Hair un film, Forman soprattutto musica sono fusi,
musical teatrale, è tornato sul gran- si affidò allo sceneggiatore Michael amalgamati in un equilibrio spazio-
de schermo nel 2004 e, purtroppo, Butler, che rielaborò il materiale ori- temporale. Il mondo hippie dell’East
è passato quasi in sordina. ginale, per trarne un soggetto cine- Village di New York torna così in
Ma come sono nati Hair e la sua matografico convincente. Il regista, vita con tutte le sue icone: i capelli
musica? desideroso di dare risalto alle crea- lunghi, la rivoluzione sessuale, la
Il musical fu creato da due attori zioni musicali della narrazione, liberalizzazione delle droghe legge-
disoccupati, James Rado e gestì le splendide coreografie in re, la riscoperta della filosofia orien-
Gerome Ragni, fortemente motivati maniera libera e fantasiosa, predili- tale e il pacifismo.
ad arrivare a Broadway. Fu il pro- gendo ampi spazi d’azione che, Fu così che, mutatis mutandis, la
duttore Joseph Papp a suggerire ai come i giovani hippie, hanno tuttora creatura di Gerome Ragni, James
due di studiare una colonna sonora nella casualità la loro perfezione. Rado e Galt MacDermot regalò una
per la pièce. Galt MacDermot è il Tutto ha inizio in Central Park, delle più riuscite trasposizioni cine-
nome di colui che compose la quando il giovane Claude Bukowski matografiche, ed una delle più
leggendaria musica di Hair, che nel (John Savage) incontra un gruppo conosciute colonne sonore di tutti i
1979 vinse il David di Donatello per di hippie capeggiati da George tempi.
la miglior colonna sonora. Berger (Treat Williams) che tentano Per chi aveva visto il film nel
Finalmente il 17 ottobre 1967 il di dissuaderlo dall’arruolarsi nei 1979 e ne era rimasto affascinato,
musical debuttò al New York marines. Il tentativo apparentemen- per chi ha scoperto prima le
Shakespeare Festival Public te fallisce, ma un equivoco fa sì che canzoni, poi la pellicola e poi il
Theater. a partire per il Vietnam sia proprio musical…
Successivamente il produttore Berger anziché Bukowski. E pensare che proprio in questo
Michael Butler organizzò insieme a Ballato e cantato nella quasi momento Hair è attuale più che
Papp alcune serate alla discoteca totalità dei 121’ del film, lo score di mai.
Cheetah (situata tra la 45sima e la questo musical avvolge, coinvolge
46sima strada); Hair si stava avvici- e colora, stordisce e glissa renden-
nando a Broadway. In seguito ven- do felici i luoghi comuni su esercito,
nero accordate alcune modifiche a società, hippie e Vietnam. E non
testi e musiche. Tom O’Horgen importa che quella sia storia
accettò di diventare il nuovo regi- passata. Hair torna con tutta la sua
sta, mentre Butler insistette affinché prepotente carica di vita, con tutta
James Rado assumesse il ruolo di la sua innocenza, forte di una
“Claude”. colonna sonora “generazionale”, di
Lo show debuttò finalmente a musiche e testi che inneggiano Galt MacDermot
Broadway, sul palcoscenico del all’amore e alla pace, di canzoni
Baltimor Theater, il 29 aprile 1968. culto quali “Aquarius”, “The Flesh
Hair (id – 1979)
RCA / Ariola - BD83274(2)
Chiuse i battenti il primo luglio 1972 Failures (Let The Sunshine In)”,
CD1: 16 brani – Durata: 39’82”
dopo 1.742 repliche. “Hare Krishna” e “Donna”. Brani CD2: 11 brani – Durata: 35’37”
Nel 1979 il musical venne adatta- che non si esauriscono nel
14 piero umiliani
Ode a Piero
Dicembre 2004. Cosa accomuna suo modo di intendere il jazz. Per splendida “Mood Indigo” risuonata
un “piccolo” gangster-movie del capire bene lo “spirito” della musica negli anni ’70 con l’uso del moog.
1969, interpretato da Klaus Kinski e di Umiliani bisogna ascoltare Quel jazz è la novità negli anni ’50
Franco Citti, con un “grande” block- Ellington. Quando Umiliani fa Jazz, italiani.
buster-movie (attualmente nelle suona quel sound anni ’40 ibrido
sale) che vede protagonisti divi hol- che piace anche ai “bianchi” (deri- Umiliani in quel periodo è un vul-
lywoodiani come George Clooney e vato dal sound nero e cool, ma con cano sempre pieno di iniziative nel
Brad Pitt? Apparentemente nulla, sfumature “bianche”). E’ questa tentativo di affermarsi professional-
tranne un affascinante brano, nota rivoluzionaria per l’epoca che mente: suona con una sua band
“Crepuscolo sul mare”. I due film in lo rende al passo con i tempi, alla (con musicisti del calibro di Gianni
questione sono La legge dei gan- fine della seconda guerra mondiale, Basso e Attilio Donadio e Gil
gsters e Ocean’s Twelve e l’autore quando la musica delle grandi Cuppini!), fonda una sua piccola
del brano, presente in entrambi i orchestre americane invaderà edizione con cui pubblica spartiti
film, è Piero Umiliani. l’Europa liberata. Umiliani col per le orchestre, studia giurispru-
tempo si creerà una suo “suono” denza, ma un incontro con
Piero Umiliani nasce a Firenze jazz, ma quell’istinto primitivo di Armando Trovajoli lo farà trasferire
nel 1926. Studia pianoforte, prima Ellington rimane, seppur riassem- da Firenze a Roma, dove inizia la
privatamente e poi in conservatorio, blato in forme più originali come la sua carriera come arrangiatore inci-
diplomandosi in “Contrappunto e dendo nel 1954 “Dixieland in
Fuga” al “Cherubini” di Firenze.
Sono gli anni della guerra e in quel
Da grande vorrei Naples”, una “bizzarra sintesi” di
tradizioni USA/Italy.
periodo rimane folgorato dalla (Diario 1940-1943) Roma, con la sua industriosa
musica di Duke Ellington. “15 febbraio 1940 (giovedì). Sono macchina da film, Cinecittà, è la
Raccontava Umiliani: “Quando andato a lezione di armonia dal signor fucina di numerosi grandi composi-
Gigino; egli mi ha detto che se mi pro-
avevo 14 anni, nel 1940, vivevo tori che, proprio grazie al cinema
curo dei versi e mi viene in mente un
nella mia città. Un giorno, in un pic- motivo potrei, col suo aiuto, comporre italiano, potranno sfoderare le pro-
colo negozio trovai “Hot Duke”. qualche canzonetta e poi portarla da prie capacità spesso al di là di
All’epoca nessuno conosceva Duke un editore e farla pubblicare. Le prime schemi precostituiti, liberi di creare
Ellington ed era illegale ascoltare volte anche gratis e col tempo potrei soundtrack d’autore.
Musica Americana. Alla fine, quan- anche guadagnare; comporre musica Umiliani, Piccioni, Lavagnino,
do arrivarono a Firenze, le truppe mi piacerebbe e, se riesco, da grande, Trovajoli scrivono veri e propri gio-
americane portarono con se i “V- oltre alle altre mie occupazioni, questa ielli compositivi in quel periodo, nei
discs”. E’ così che ho scoperto il sarebbe quasi un divertimento e mi quali la soundtrack non si limita ad
ritmo e il sound di questa musica” apporterebbe, ripeto se riuscissi, un essere solo un accompagnamento
discreto guadagno.”
(Piero Umiliani, febbraio 2000 – sonoro (la cosiddetta “sonorizzazio-
Tratto da “Piero Umiliani - (Firenze, 1926-2001) - Da
dalle liner notes del CD Ode a Duke grande vorrei - diario 1940-1943” finalista 2004 al
ne”). C’è di più. C’è l’artista che
Ellington Ed. Right Tempo). Premio Pieve 2004 (presentato da Elisabetta Umiliani). spesso caratterizza il “tema” di un
La musica di Duke Ellington è (Dal sito www.archiviodiari.it “Fondazione Archivio film che senza quel brano, quel
una delle sfumature principali del Diaristico Nazionale”) sound, non sarebbe lo stesso. In
piero umiliani 15
Album che raccoglie le sperimentazioni elettroniche di Umiliani nel periodo che va dal
1969 al 1981.
L’album va considerato tra i capolavori degli sperimentatori elettronici del periodo come
Wendy Carlos (Arancia meccanica), Perrey & Kingsley (Pop Corn) e Dick Hyman (The
Minotaur). Grandioso groove il brano “Motore a ioni” con Umiliani e Roberto Pregadio a
inseguirsi entrambi all’Organo Hammond. “Gadget” con Umiliani al Moog, e con il solo
accompagnamento di basso e batteria, tracce di groove e rock progressive. “Delenda
Cartago” dalla colonna sonora de Il mondo dei Romani, con Umiliani che suona lo “shynti”,
eco indiane oggi tanto care a chi ascolta club music alla Talvin Singh.
In “Arabian Synthesizer” troviamo ancora lo “shynti” in passaggi arabeschi. “Caravan”, il Piero Umiliani
brano di Duke Ellington tra i più omaggiati dai grandi autori, qui in una splendida esecuzione Musica Elettronica
con un’orchestra comprendente ben 13 fiati tra trombe, tromboni, alto e tenor sax, Roberto Vol. 1 (1969-81)
Pregadio al piano e Umiliani che conduce e arrangia con il Moog puntualizzazioni elettroniche Easy Tempo ET 930
inaspettate in un classico jazz. Esecuzione unica nel suo genere, con passaggi tra Exotica, 15 brani - Durata; 46’
Big Band e acid-jazz. Anche solo per “Caravan” si dovrebbe avere questo capolavoro.
Appassionati di moog e dintorni, questo disco non può mancare nella vostra collezione!
18 piero umiliani
La foto
aneddoti tra le note
Siete “ganzi” di Luca “Luke” Cirillo – The Transistors aneddoti tra le note
Il 25 ottobre del 2000 i Transistors si esibivano per la drink in mano (in seguito avremmo collaborato con lui per il
prima volta dal vivo per presentare il singolo “Mission on remix proprio di “Mission on Venus”); accanto a lui scorgo un
Venus”. uomo maturo, seduto su una sedia con posa da gangster
La data per me aveva un sapore magico dato che sono (quindi con lo schienale della sedia rivolto verso il busto), con
nato proprio quello stesso giorno! tanto di coppola in testa e sguardo severo… è Piero
L’occasione fu il prestigioso “Rome Jazz Festival” che si Umiliani… e non era andato via per fortuna! (O purtroppo?).
svolgeva al “Classico” di Roma, un luogo storico della musi- Iniziamo il nostro mini show e il mio sguardo andava sem-
ca e quindi, giustamente, ci sentivamo “piccoli piccoli”. pre verso Piero, suonando a memoria le difficili parti di piano
Ancor più piccoli ci sentimmo al momento in cui la nostra jazz previste per il “solo” finale del brano.
casa discografica ci annunciò che saremmo saliti sul palco Umiliani è sempre in prima fila e sempre serissimo… ci
subito dopo l’esibizione di Piero Umiliani! scruta in ogni “passaggio”, guarda attentamente i movimen-
Malgrado le nostre paure ci preparammo bene e, dopo ti di ErMan con il suo theremin, annuisce ai vocalizzi di Ari e
aver gustato lo spettacolo del grande Maestro, aspettammo fissa di continuo le mie peripezie sui tasti del piano…
qualche minuto per il “cambio palco” e sinceramente, dentro Finita la nostra esibizione cerco di scappare e invece me
di me, speravo che in quei momenti di pausa Piero tornasse lo trovo di fronte… terrore!
di corsa a casa… così non avremmo avuto il “peso” di un Umiliani mi si avvicina dicendomi: “E’ tua l’idea di inseri-
eventuale giudizio negativo del Maestro nei confronti della re il Fender Rhodes su una base così elettronica?”
nostra performance! Io, tremante, abbozzo timido: “Sì”.
Tocca finalmente a noi. Saliamo sul palco tra gli applausi E il Maestro sorridendo (finalmente!) mi saluta calorosa-
del pubblico e mi accomodo al Fender Rhodes; la prima cosa mente con un: “Bravissimo! Siete ganzi! Continuate così, mi
che faccio è dare un’occhiata agli spettatori delle prime file e raccomando!”.
subito rimango colpito dalla presenza del celebre dj parigino E si allontana nel buio del locale con moglie e figlie.
Kid Loco, materializzatosi da chissà dove, in prima fila con un Fu l’ultima volta che vidi Piero Umiliani.
20 tesori nascosti
Ladyhawke
Andrew Powell visiona la partitura di
Ladyhawke in una foto d’epoca
A vent’anni dall’uscita di Ladyhawke, Andrew Powell ricorda l’esperienza di scoring per il fantasy con Rutger
Hauer e Michelle Pfeiffer diretto da Richard Donner. Tra soddisfazioni lavorative e incomprensioni della critica per
una partitura discussa.
Powell, a che punto della lavo- rifarci allo stile di qualche vecchio cavalieri escono dal castello mentre
razione di Ladyhawke fu contat- pezzo in particolare. Philippe è nel fiume – e rimasi
tato per scriverne il commento immediatamente impressionato
musicale? Ebbe modo di visitare Si trattò di una felice collabo- dalla bellezza delle immagini.
le location italiane? razione? Storaro è un maestro! Come detto,
Fui chiamato per la prima volta Molto piacevole e rallegrante: poi, c’erano delle grandi interpreta-
quando Dick [Richard – NdR] Dick è davvero divertente, un uomo zioni: apprezzai anche Leo McKern
Donner era già tornato a Los quasi sopra le righe dotato di un nel ruolo del monaco eccentrico; e il
Angeles per iniziare il montaggio; contagioso entusiasmo per tutto fatto che si trattasse di una buona
quindi non visitai nessuna location quello che fa – lo scoring e il storia mi aiutò ulteriormente.
del film. doppiaggio (nel quale fui coinvolto)
furono un vero spasso. Legammo Vista la particolare natura delle
Donner ha dichiarato di aver benissimo durante la lavorazione – musiche – orchestra mista ad un
pensato alla musica degli Alan e infatti andiamo ancora molto organico rock – le furono richie-
Parsons Project già durante la d’accordo! sti dei mock-up preparatori ?
pre-produzione del film: questo No: suonai alcuni estratti al pia-
ha portato a specifiche richieste Oltre all’appassionata regia di noforte per Dick nello studio di
riguardanti i suoi precedenti Donner, all’eccezionale fotogra- Abbey Road. Dimostrò grande fidu-
lavori orchestrali per il gruppo fia di Vittorio Storaro e al fonda- cia permettendomi di proseguire
(come il brano “Fall of the House mentale apporto dei protagonisti con la composizione.
of Usher”, dal primo album della Hauer, Pfeiffer e Broderick, ci fu
formazione)? una particolare ragione d’ispira- Nonostante le sue precedenti
Dick non mi chiese mai di zione che la spronò definitiva- esperienze cinematografiche –
copiare dai precedenti album degli mente alla composizione? come “ghost writer” e orchestra-
Alan Parsons Project. Discutemmo La prima parte di film che Donner tore – Ladyhawke rappresentò la
quali brani dovessero essere scritti mi mostrò quando lo raggiunsi a sua prima esperienza autonoma
per il gruppo e quali per l’orchestra, Los Angeles per discutere le musi- nel campo, alla quale si dedicò
ma in nessun momento consigliò di che fu il secondo rullo – dove i totalmente anche provvedendo
tesori nascosti 21
darsi sul facile richiamo delle adrenalini- di batteria e basso slappato. L’elaborata
che soluzioni rockeggianti (principale orchestrazione di Powell arriverà ad
difetto del primo LP Atlantic), la nuova impegnativi sviluppi del tema soprattutto
pubblicazione chiarifica come Powell in estratti come “Navarre’s Ambush” o,
abbia sensibilmente provveduto agli particolarmente, nell’infiammata conclu-
ulteriori bisogni filmici, sfruttando a sione di “Tavern Fight” (rappresentativa
fondo la London Philharmonic degli incontenibili tecnicismi dei legni e
Orchestra, l’affezionata formazione par- dei virtuosismi violinistici).
soniana e un’esperienza elettronico-sin- Rassegnati i brani di spiccata ritmici-
Andrew Powell tetica esclusiva, maturata a fronte di un tà, i titoli risolvono in una folgorante anti-
Ladyhawke (id – 1985) apprendistato stockhauseniano.
Il celebre “Main Title” sintetizza la
cipazione del tema svolto per Isabeau
(veramente tra i più bei temi d’amore
GNP Crescendo Records GNPD 8042
23 brani – Durata: 70’00”
nutrita partitura. Ad aprire è una morbida mai ascoltati) successivamente esteso
successione accordale d’archi che subi- al grande romanticismo (“Philippe
to astrae la pellicola in una dimensione describes Isabeau”, “She Was Sad At
mistica ed ancestrale, permeandola di First”) e infine rielaborato nel pieno
Come l’eclissi che nel finale del film un’infallibile atmosfera trasognante, orchestrale degli “End Titles” per incorni-
libera Navarre ed Isabeau da un’oppri- responsabile, insieme al successivo ciare il ricongiungimento dei due amanti.
mente maledizione, anche la colonna arpeggio variato, di avvolgenti sugge- Non tutto il carattere musicale del-
sonora di Ladyhawke rappresenta un stioni congeniali al continuo alternarsi di l’opera è certo raccolto nel brano inizia-
evento anomalo e straordinario. Non luce e tenebra. Rispettivamente ricondu- le. Ma anche nelle digressioni atonali e
tanto per aver favorito la prima esperien- cibili al limitante vincolo tra sole e luna e puntillistiche (“Cezar’s Woods”), nelle
za autonoma nella musica da film del alla maledizione del vescovo sui due vignettature orchestrali per il monaco
compositore inglese Andrew Powell, amanti, le due figure si uniranno infatti Imperius (“Turret Chase/The Fall”) e
quanto per l’impatto clamoroso prodotto ad oscillazioni elettroniche (“Navarre nell’estremo ricorso alla musica concre-
dallo score sull’ambiente cine-musicale Returns To Aquila”) e malleabili divaga- ta di “Marquet’s Death” è possibile
d’inizio anni ’80. Se la decisa coabitazio- zioni del sintetizzatore (“Pitou’s Woods”) riscontrare una cifra comune in grado di
ne di idiomi rock e tradizionali scritture nel concretizzare l’onirismo di “Navarre promuovere lo score ad elemento fon-
sinfoniche scandalizzò i puristi, tanto più and Isabeau’s Dual Transformation”, in damentale e definente del testo filmico –
una tale miscela offerta a commento di perfetto equilibrio con l’orchestra. Ma il che proprio nella forma musicale acqui-
una fiaba medievale infuriò la critica, miglior esempio di calibrazione sinfo- sta ragion d’essere e specificità: un fan-
nonostante la riuscita interazione dei rock è senza dubbio da rintracciare nelle tasy che nei suoi continui rimandi al
due linguaggi operata dal compositore – pagine d’azione, sviluppate attorno al magico e al soprannaturale non ambi-
già membro aggiunto degli Alan Parsons cardinale refrain per tastiera che sintetiz- sce in nessun modo a coerenze storio-
Project. A ridimensionare la situazione za con cavalleresco impeto lo spirito del grafiche, ma solo alla più pura sospen-
ha provveduto nel 1995 la specializzata film, servendo inoltre da duttile leitmotiv sione dell’incredulità.
GNP Crescendo con una presentazione per Navarre – una fanfara korngoldinana Ne deriva un ascolto ancora unico e
estesa dello score. Lungi dall’accomo- spiegata sulla propulsiva sezione ritmica travolgente. GT
ennio morricone 23
Senza soffermarci sulla bellissima esperien- Maestro romano sul podio dell’eccellente
za del concerto svoltosi all’Arena di Verona lo orchestra Roma Sinfonietta, con il supporto fon-
scorso 11 settembre, di cui questo album è l’ot- damentale del Coro Lirico Sinfonico Romano
tima registrazione live (potete leggerne un’e- diretto da Stefano Cucci. Seguendo una sorta di
sauriente reportage nella pagina degli extra del sottile fil rouge emozionale, si insinua tra le note
n° 9 all’interno del nostro sito ufficiale), la cosa il celebre capolavoro The Mission (“Gabriel’s
fondamentale da dire è che questa raccolta di Oboe”, “The Mission” e “In Heart as in Heaven”)
Ennio Morricone si differenzia da quella di Arena per una degna chiusura da lodi e applausi senza
Concerto (recensita sul n° 4), per il brano che le fine. La bacchetta morriconiana prosegue nel
dà il titolo, “Voci dal silenzio”, ma non solo. I due dirigere i mitici temi leoniani, già eseguiti in
CD sono suddivisi in quattro capitoli-suite, Voci Arena Concerto, con la sola differenza di Ennio Morricone
dal silenzio – Concerto contro tutte le stragi della “Cockey’s Song” da C’era una volta in America Voci dal silenzio (2004)
storia dell’umanità, The Mission, Modernità del (prima esecuzione live assoluta del brano) con Decò/Self DE 0401 CD
mito nel Cinema di Sergio Leone sul primo CD, un Ulrich Herkenhoff al flauto di pan da brivido. CD 1: 10 brani - Durata: 55’31“
Fogli sparsi (brani eseguiti per la prima volta in Fogli sparsi è una carrellata musicale di elevata CD 2: 12 brani - Durata: 42’42”
concerto) e 5 bonus tracks (di cui 4 non live) sul qualità artistica che dimostra, se ancora ce ne 22 brani - Durata totale: 98’13”
secondo. “Voci dal silenzio” (motivo predomi- fosse bisogno, quanto sia grande il genio com-
nante dell’acquisto del CD), è un incandescente positivo di Morricone (si ascoltino con attenzione
effluvio di atonali armonie della durata di 28’16”, H2S, Il clan dei siciliani, Queimada). La raccolta
cupo, dissonante, rarefatto, con un requiem ha il suo trionfale the end con l’inno corale a
corale finale da pelle d’oca e una voce che recita Sacco e Vanzetti “Here’s to You” (indimenticabile
la poesia di Richard Rive Dove termina l’ar- la versione cantata da Joan Baez): un bis con i
cobaleno, eseguito per la prima e unica volta dal controfiocchi! MP
24 franco piersanti
Il suono
Franco Piersanti e la sua Umbra
in un originale autoscatto
libero
La professione di musicista per film iniziata, com'è stato anche per altri, in maniera casuale grazie al fortuito
incontro con Nanni Moretti, al sostegno di Nino Rota nei primi anni, all'iniziale interesse per il sinfonismo dei grandi
compositori americani per il cinema. Poi le prime turnazioni come contrabbassista di sala con sul podio Morricone,
Miklòs Rozsa, Jerry Goldsmith: un crescendo di esperienze che ha portato alla prolifica attività degli ultimi anni.
Un modo di vivere ed apportare senso e contenuti al film intimo e poco allineato, un punto di vista sul cinema
correttamente critico e lucido, mai passivo, naturalmente incline ad un apporto personale.
Che tipo di formazione aveva il Vaticano, che voleva incontrarmi. Io ro composizioni assolutamente
venticinquenne Franco Piersanti ci ho ripensato tanto, non ho mai indifendibili o comunque lontane da
prima dell’incontro con Nino Rota? capito perché mi ha chiamato. Per qualsiasi cliché possibile; era
Ero uno studente del un ragazzo di quell’età era un bel anche un lavoro incosciente,
Conservatorio già diplomato in con- regalo. Forse aveva bisogno di me, rischioso, scrivere delle cose senza
trabbasso e studiavo composizione. ma credo ci sia sempre stato qual- seguire alcun modello. Da parte
La formazione era quella accademi- cos’altro dietro… è una storia stra- sua non ci fu però alcun giudizio
ca; avevo suonato per molto tempo na. Frequentandolo per quasi due che potesse paralizzarmi.
sia nell’orchestra sinfonica della Rai anni ho avuto modo di conoscerlo L’incontro ha la sua importanza per-
che in un gruppo di musica da abbastanza bene. Lo ha sempre ché certamente è stato unico, mi ha
camera, I solisti aquilani. L’idea era accompagnato qualcosa di magico, arricchito per le cose che ho avuto
quella di fare il compositore. Rota vi era costantemente immer- la fortuna di vedere, di ascoltare.
so. Era un appassionato di alchi- Un insegnamento reale, diretto non
Quindi non aveva concluso gli mia, di magia bianca, aveva anche c’è stato, né ce ne fu l’atteggiamen-
studi di composizione… una collezione notevole di testi anti- to, però non posso fare a meno di
No, tant’è vero che l’incontro con chi che ora sono all’accademia dei pensare a quanto familiare sia la
Rota avvenne proprio con un Lincei. È stato certamente un sua figura alla mia idea di musica,
esame di composizione che io incontro forte, anche se non c’era il al mio desiderio di comunicare, di
andai a fare a Bari, dove lui era rapporto tra maestro e allievo; è trovare una ragione in quello che
direttore (del Conservatorio, n.d.r.). stata la prima persona con cui ho faccio, senza aver paura dei giudizi.
Credo fosse il ‘71; l’esame andò parlato di lavoro. Quando mi capitò Questo perché Rota ne ha subìti,
così bene che Rota, bontà sua, si nel ‘76 di scrivere le musiche per il lavorando e operando anche nella
ricordò, non so come, di quell’in- film di Moretti (Io sono un autarchi- musica da concerto in anni in cui la
contro e nel 1975 fece sapere al co, n.d.r.), non conoscendo ancora musica contemporanea si chiama-
mio insegnante di composizione nulla del mestiere, feci vedere a lui va “moderna”; un compositore
che era un suo amico, Renzi, diret- per primo ciò che avevo scritto. come lui era un personaggio incom-
tore della Cappella Giulia in Adesso, ripensandoci, trovo fosse- prensibile, anche anacronistico.
franco piersanti 25
Dedichiamo questo spazio ad un genere che nel nostro paese sta riservando da diverso tempo molte
buone sorprese: le Colonne Sonore per le produzioni televisive. In una parola: FictioNote!
Con la programmazione televisiva ormai invasa da produzioni di fiction qualitativamente alter-
ne, è un grande piacere riscoprire questo titolo di ormai dieci anni fa, che vide la prima e felice col-
laborazione tra il regista Alberto Sironi (affiancato alla sceneggiatura da Giuseppe Tornatore) e
Franco Piersanti (con cui avrebbe poi dato “vita scenica e musicale” a Montalbano) a sostegno
dell’ennesima, straordinaria prova di Sergio Castellitto (presente nel CD con una prima toccante
traccia recitata). Come un grande attore, il compositore è stato capace di calarsi perfettamente
nell’ambientazione e nelle esigenze della messa in scena, attraverso una vasta tavolozza di gene-
ri e colori musicali, come suggerito anche dall’indicazione degli organici brano per brano (scelta
interessante, ndr), dove troviamo sia l’enfasi di orchestra e coro (ottima la performance delle ormai
consuete compagini bulgare) che una banda di paese, un complessino paesano così come un
Franco Piersanti pianoforte solo, in efficace successione di temi ora classici, ora minimali, ora impressionistici. Ed
Il grande Fausto (1995) è proprio questa varietà che, fin dai titoli di testa dall’emozionante pathos tardo-romantico, rende
CAM COS 700-027 l’ascolto del disco un’esperienza appagante e, a tratti, commovente. Negli anni Piersanti ci ha abi-
21 brani (1 recitato e 20 di commento) tuati ad una costante cura e complessità dei suoi lavori, ma in questa rievocazione di un monu-
Durata: 59’51” mento nazionale come Coppi traspare una diretta e sincera partecipazione. PR
E’ sempre un piacere ascoltare un disco di Franco Piersanti: il talento, il sapere musicale e la clas-
se sono i tratti salienti della sua scrittura, e sono davvero pochi i lavori ai quali il compositore roma-
no ha messo mano in cui tali doti non traspaiano. E' il caso di questa prima incisione (la seconda è
stata recensita nel numero 2 della nostra rivista) dedicata alle gesta del commissario Montalbano, il
celebre personaggio uscito dalla penna diAndrea Camilleri ed interpretato sugli schermi televisivi dal
sempre bravo Luca Zingaretti. Il CD della Image Music raccoglie una scelta di pagine musicali tratte
dalle colonne sonore di quattro episodi, selezionati tra le prime due serie: Il ladro di merendine, La
voce del violino, La forma dell’acqua e Il cane di terracotta. Molti brani sono percorsi da una sottile
ironia (“Fox”, “Circles”), costruiti su brevi percorsi melodici, sovrapposti a ritmiche irregolari e spez-
zettate, e orchestrati con finezza, affidandosi spesso al timbro di pochi strumenti (violino, pianoforte,
Franco Piersanti fagotto, …). In altre pagine, come ad esempio “Montalbano Noir Concertante”, Piersanti sembra
Il commissario invece abbandonarsi al piacere di un “pezzo chiuso” per orchestra di accattivante fascino melodico,
Montalbano (2000) nella sua andatura di tango malizioso e seducente. Di grande suggestione, infine, le atmosfere rare-
RTI - Image Music IMG 4988272 fatte e nostalgiche di “Double per chitarra”, “Tenderness” e “Reflections” che attingono ad una vena
17 brani - Durata: 74’20’’ pensosa e raccolta che è sempre feconda nel Maestro Piersanti. AC
Grazie a Rai Trade che ha deciso di pubblicare la colonna sonora di questa fiction con
Giuseppe Fiorello, nel ruolo dell’eroico carabiniere pronto al sacrificio contro i tedeschi
oppressori, abbiamo la possibilità di godere dell’ascolto di un piccolo grande lavoro compos-
itivo del raffinato Carlo Crivelli. Di lui abbiamo avuto l’occasione di conoscere la carriera nel-
l’intervista rilasciataci sul numero 3 del nostro bimestrale, che ci aveva fatto ampiamente
capire quanto originale e interessante fosse l’arte cinemusicale di questo compositore
romano, che ha collaborato con Marco Bellocchio per Il diavolo in corpo & Il principe di
Homburg e Michele Placido per Del perduto amore & Un viaggio chiamato amore. I suoi lavori
lasciano un’impronta fondamentale nella riuscita dei film che commentano, perché mai banali,
ricchi di una poetica intensità melodica che abbraccia l’essenza musicale romantica di
Carlo Crivelli Puccini, Verdi e Chopin, avvicinandosi, in alcuni casi, alle sottigliezze armoniche raveliane e
Salvo D’Acquisto (2004) schumanniane. Questo Salvo D’Acquisto non è da meno, con il suo profondo legame con le
Rai Trade FRT 406 opere pucciniane fin dalle prime note del bellissimo “Tema d’amore e d’amicizia”. Una straor-
12 brani – Durata: 57’30” dinaria performance dell’Orchestra Città Aperta e dei suoi solisti, sotto l’accurata direzione di
Crivelli, ci prende per mano accompagnandoci tra felici battibecchi dei legni, fiati e ottoni (“Il
litigio dei bambini”), una marcia funebre (“La banda”), exploit swinganti alla Glenn Miller
mischiati a motivetti popolari nostrani (“Il night club”, “La festa di paese e il nuovo amore”),
arabeggianti contorsioni dei fiati (“L’Africa”) e tristi rimembranze (“Tema dell’onore e della nos-
talgia”). Un plauso infine ai drammatici “L’antefatto” e “La fine di Salvo”. MP
Il regista Ciccoritti ha voluto affidarsi all’arte del decano Armando Trovajoli per commentare le
vicende di questa sorta di feuilleton popolare, interpretato da Sophia Loren e Sabrina Ferilli.
L’insuperabile musicista ha risposto con sincero entusiasmo e accompagna le vicende di questa
saga familiare con una composizione di elevata fattura, che mescola richiami popolareschi
dell’Italia meridionale ad una scrittura sinfonica eccellente. Trovajoli costruisce la partitura su tre
temi principali, tutti caratterizzati da un tono nostalgico e struggente. “Aspettanno a te” è quello che
colpisce maggiormente: una melodia sentita e crepuscolare (con un ottimo uso della voce di
Emanuela Loffredo) che restituisce molto bene il sentimento tipicamente “italiano” di tragedia e
nostalgia. Il secondo tema dipinge invece l’aspetto più drammatico e tragico della vicenda, attra-
verso una serie di buone variazioni (“Il dramma di Mario”, “La corsa nel tempo”), mentre il terzo è
Armando Trovajoli contraddistinto da una melodia solare e “contadina” (“La vita dei santi”). Il compositore affida al
La terra del ritorno suono caldo e accorato degli archi – coadiuvati inoltre da chitarre, mandolini e fisarmoniche – le
(2004) principali suggestioni delle radici “popolari” dei protagonisti (“Appunti di viaggio”, dove i tre temi ven-
RTI - Image Music IMG 5191572 gono modulati con grande sapienza), ma non rinuncia nemmeno a sottili timbri elettronici e ad una
17 brani – Durata: 47’56” scrittura più moderna (“Oltre la realtà”, “Morte di Cristina”, “Lo stupro e le conseguenze”) per com-
mentare i lati più cupi della vicenda. La pagina conclusiva (“La terra del ritorno”) chiude il disco con
un arrangiamento del tema di “Aspettanno a te”, dove Trovajoli intreccia un dialogo di rara raffi-
natezza tra la voce della Loffredo, chitarra, fisarmonica, violoncello e archi. MC
30 zemeckis - silvestri
Scene da un sodalizio
intenzionalmente la scoperta “di un dell’immortale fanfara eroica – tanto carriera) e i plausi che certo gli
padre da parte del figlio”, come in simile all’innesco melodico dei temi erano mancati per gli interventi
seguito sottolineato dallo stesso di Star Wars ed E.T. quanto canoni- radical-synth forniti alla quasi totali-
regista. Mirando al pieno sinfoni- co dello scoring epico sin dalla tà delle pellicole fino allora interpo-
smo, Silvestri rimpiazza i 55 stru- notte dei tempi (e in seguito auto- ste ai progetti zemeckisiani (anche
mentisti e i sei sintetizzatori di rialmente fisiologico della scrittura se al novero di tali commenti elet-
Romancing con una studio orche- silvestriana) – trascurando la tronici, come Flight of the Navigator
stra di 98 elementi, svolgendo un dirompente personalità delle orche- e Clan of the Cave Bear, vanno
tema principale talmente aderente strazioni, il gesto ritmico-melodico e incluse anche le prove per gli episo-
allo spirito della sceneggiatura da i consoni rimandi al vocabolario di diretti dall’affezionato collabora-
sublimare in poche battute il dina- musicale della fantascienza anni tore per le serie Amazing Stories e
mismo del protagonista Marty ‘50 alla Leith Stevens. Tales from the Crypt, rispettivamen-
McFly (Michael J. Fox) e risultare Ciò nonostante, per Zemeckis si te “Go to the Head of the Class”
allo stesso tempo come un encefa- tratta certamente di una felice con- (1986) e “And All Through the
logramma su spartito dell’eccentri- ferma, ulteriormente ribadita nel- House” (1989) – quest’ultimo
co scienziato Doc Brown. Per l’opera successiva, Who Framed costruito intorno ad una frase piani-
estensione, si può rapportare l’inte- Roger Rabbit (Chi ha incastrato stica foriera del tema composto da
ra partitura alla lunaticità del mad Roger Rabbit?, 1988), il cui ecletti- Howard per The Sixth Sense, sor-
scientist interpretato da Christopher smo formale (animazione mista ad prendentemente premiato con un
Lloyd: una scrittura sghemba e attori in carne e ossa) richiama Cable Ace Award nel 1990).
intermittente, fortemente esemplifi- Silvestri alla stesura di un commen- Apoteosi del tratto orchestrale
cativa del già prorompente talento to febbrile dove ai guizzi orchestrali silvestriano anni ’80, Roger Rabbit
ritmico del compositore, ma anche quasi khachaturianiani della si presenta come il manifesto del
capace di aprirsi a robusti e dram- London Symphony Orchestra, principio artistico che regola la coo-
matici indizi della maturazione impegnata nello stretto mickey- perazione della giovane coppia
melodica prossima a svilupparsi nel mousing dei cartoon, si contrappo- regista-compositore, un’intesa
tratto silvestriano. Nella memoria ne la sobrietà jazzistica degli eccel- bilanciata dall’imperante e costante
culturale, sarebbe comunque rima- lenti solisti Jerry Hey (tromba), Tom rispetto delle immagini, alle volte
sto vivido soprattutto il ricordo del Scott (sassofono), Randy Waldman bisognose dell’innalzamento emoti-
main theme – un’approssimazione (pianoforte, poi presenza ricorrente vo musicale (come nel lento piano
destinata ancora oggi a non rientra- dell’operato silvestriano), Chuck sequenza descrittivo con cui
re, vista la latitanza di una dignitosa Domanico (contrabbasso) e Harvey Zemeckis circonda l’ufficio di Eddie
rappresentazione discografica dello Mason (batteria), controparte sono- Valiant per raccontarne del fratello
score (alla quale ha solo parzial- ra del plot noir imbastito per gli atto- scomparso, affidato all’elegante
mente rimediato la reincisione ri live action. dialogo di tromba e sax proposto da
Varèse diretta da John Debney nel Finalmente favorito da una pub- Silvestri), altre sufficientemente
’99, sorvolando sull’increscioso blicazione degna del suo brillante autonome da reclamare poco più
bootleg attualmente in circolazione, lavoro a cura della Walt Disney che un underscoring occasionale,
capace di svilire ulteriormente la Records (recentemente ristampata ma esatto e puntuale. Sono i
partitura in un sound mix atroce). a seguito della rapida uscita di cata- momenti in cui il compositore si fa
L’impossibilità di un ascolto logo della prima edizione e il cui manieristico, magari meno ficcante
ragionato dell’intero lavoro costrin- unico difetto risiede nuovamente in e personale ma sempre coerente al
ge Silvestri alla stregua di un una versione accorciata degli “End discorso instaurato con il girato, al
ulteriore imitatore del Williams Titles”), il musicista statunitense cui unico servizio dichiarerà di porsi
d’annata, concentrando fin troppo guadagna il giusto riconoscimento continuamente attraverso la sensi-
le attenzioni della critica vigente sul di critica (lo score è tutt’oggi consi- bilità del cineasta molto più che con
famigerato intervallo di tritono derato tra le vette di un’intera quella del puro musicista.
32 zemeckis - silvestri
E proprio ricordando la terza col- Chiaramente prossimo ad un’in- lità musicale incisiva nella definizio-
laborazione con Zemeckis, sedici voluzione stilistica, Silvestri entra in ne del trattamento sinfonico silve-
anni dopo, Silvestri ufficializzerà la una nuova fase artistica presentan- striano, sebbene il compositore sia
permanente fiducia nel metodo: dosi al nuovo appuntamento sempre stato minuzioso nelle indi-
“Il più grande complimento che zemeckisiano sostanzialmente rin- cazioni di orchestrazione, con bro-
possa ricevere è che la musica si novato ed intonato ad una rinata gliacci comprendenti fino a quattor-
accordi perfettamente con le imma- voce autoriale. dici parti già sviluppate. Complice
gini: che non attiri inutilmente L’evoluzione propugnatrice di l’assistenza di Ross, la partitura di
l’attenzione su di sé, che sia effica- questo ingresso in una terza manie- Gump propone subito nuove ten-
ce e fornisca il contributo sperato ra (considerando quale prima il denze compositive: un morbido
ad un lavoro collettivo.” noviziato nelle produzioni low-bud- andamento armonico-melodico di
Risolti con validità i due sequel get degli anni ’70) avvolge clamoro- stampo americana diluisce elegan-
della saga di Back to the Future – samente l’estetica di Forrest Gump temente le precedenti grafie, dele-
con un superlativo pastiche fanta- (1994), sintonizzandosi con preci- gando nuove identità sonore ai
western per il terzo episodio, steso sione alle intenzioni di un Zemeckis legni e agli archi, i primi ritrattati in
sotto ispiranti influssi bernsteniani, a sua volta rigenerato con l’appros- vesti naturalistiche, i secondi svin-
debitamente premiato con un simarsi del nuovo millennio. In un colati dalle contrazioni ritmiche
Saturn Award (il secondo per significativo esempio di percorso della passata scuola e rilassati in
Silvestri, tre anni dopo quello per artistico simbiotico, i due cineasti parentesi di maggior respiro.
Predator) – la condotta cine-musi- metabolizzano le passate esperien- Ma è soprattutto il pianoforte a
cale dei due artisti si riconferma in ze linguistiche schiudendo nuovi suggellare la nuova stagione sinfo-
Death Becomes Her (La morte ti fa impulsi creativi verso la definizione nica, sciolto dalle incombenze per-
bella, 1992) (un secco commento di un’estetica maggiormente cussive filo-goldsmithiane e pro-
marziale aveva intanto punteggiato “ampia” e fluida, sotto alcuni aspet- mosso al protagonismo melodico
il breve “Yellow”, altro episodio fir- ti anche più permeabile alle urgen- (un’inclinazione già riscontrabile in
mato dal regista dell’Illinois per ze umane reclamate da una precisa lavori come Overboard / Una cop-
Tales from the Crypt nel 1991, poi poetica che andrà man mano pia alla deriva, del 1987 e
recuperato in Two-Fisted Tales / costruendosi. Importantissimi in Shattered / Prova schiacciante, del
Incubi). questo senso i cambi di guardia 1991). Al piano, Silvestri modella di
Elemento nodale di un commen- occorsi nei reparti creativi dei due getto il rinomato tema principale del
to ancor più aderente al girato, artisti: dove per Zemeckis è il film, a pochi minuti dalla prima
decisamente debole all’ascolto momento di concludere la lunga visione del montaggio provvisorio.
autonomo ma misuratissimo nel- partnership con il direttore della Organizzato circolarmente in aper-
l’ironizzare sull’ipocrisia dell’alta fotografia Dean Cundey, sostituito tura e chiusura della pellicola, il
società denudata dai protagonisti dal più plastico e intrusivo Don Tema della Piuma lascia spazio ad
(Meryl Streep, Bruce Willis e Goldie Burgess, per Silvestri è imperativo altri materiali tematici che danno
Hawn), è stavolta un dissacrante confermare il nuovo orchestratore modo al compositore di riempire il
motivo per violino affidato al solista William Ross (promosso in pianta testo con uno dei suoi score più inti-
Stuart Canin, delegato alla quasi stabile e all’occorrenza coadiuvato, mi e sentiti, che si lega senza forza-
totalità del fabbisogno tematico e od occasionalmente sostituito, da ture alle canzoni d’epoca scelte da
sparso metodicamente in un rincor- Conrad Pope, Mark McKenzie, Zemeckis.
rersi funzionale di soluzioni David Slonaker o da Silvestri stes- Sottovalutato dall’Academy - che
canoniche della sintassi silvestria- so), salutando definitivamente la pur conferendo la nomination al
na; una scrittura che indiscutibil- fruttuosa assistenza del fino ad denso lavoro del compositore lo
mente inizia ad evidenziarne l’insi- allora inseparabile James B. priva però della statuetta, sottostan-
stito abuso. Campbell – senza dubbio persona- do all’egemonia disneyana vigente
zemeckis - silvestri 33
Fin dai suoi esordi nel cinema indipen- registri di Sato. In apertura propone una
dente UCLA, e poi nei molti horror famosi cui mesta nenia cantilenante, ossatura melodica
ha collaborato (Hellraiser, La mosca 2, di tutta l’opera, esorcizzata poco dopo da un
Specie mortale), Young ha saputo catalizza- tema altrettanto scarno per l’eroina Karen. Il
re al meglio inquietudini striscianti e ombro- resto è una livida distesa di suoni aleatori,
se minacce, forte di una sua inalterata coe- addensati in otto suite intitolate semplice-
renza, che gli fa preferire contrasti di melodie mente JuOn, come il titolo giapponese del
malinconiche e disperate ed alienanti scrittu- racconto. Le melodie iniziali amplificano la
re atonali. A dire il vero, la tremenda storia di desolazione esistenziale della vicenda,
fantasmi urbani raccontata d a Tamashi prima di sprofondare in un pozzo claustrofo-
Christopher Young Shimizu nel remake americano di The bico di elaborate dissonanze, eseguite con
The Grudge (id – 2004) Grudge (con poche varianti rispetto alla pel-
licola originale) non avrebbe bisogno di ausi-
grande perizia, ma il cui ascolto senza
immagini risulta difficile ed iniziatico, a tratti
Varèse Sarabande 302 066 623 2
lio musicale per suscitare brividi e scossoni esasperante. Nelle spaventose battute con-
8 brani - Durata: 42’29” di paura. La versione nipponica aveva una clusive si ha un sommovimento della stasi
glaciale partitura sinfo-elettronica del com- sonora che riecheggia le scelte musicali del
positore Shiro Sato. Chris Young, pur fedele Kubrick di Shining. Un incubo fonico da avvi-
al suo dogma, non si allontana molto dai cinare con cautela. GB
Il massiccio investimento effettuato dai pro- “Manchester 1866”, l’autore riesce nell’intento
duttori per la nuova fatica di Otomo (180.000 di immergere lo spettatore nella realtà rappre-
storyboards, 20 milioni di dollari di costo, nove sentata sullo schermo. La partitura è aderente
anni trascorsi dall’inizio del progetto, un periodo al film come un abito cucito su misura ed alter-
di tempo prossimo all’infinito per qualsiasi regi- na fasi concitate, che seguono i numerosi inse-
sta, ma appena sufficiente per quei pochi, guimenti e scene spettacolari che Steamboy
attenti, scrupolosi artigiani dell’arte cinemato- offre, ad altre più rilassanti e meditative che sot-
grafica che passano questi giorni a cesellare la tolineano con toni cupi e bassi le necessarie
propria opera come orafi alle prese con un pre- pause che la pellicola si prende. Tra i brani,
zioso ed inestimabile gioiello) non è stato pre- vale la pena di segnalare almeno il “Ray’s
Steve Jablonsky miato ai botteghini giapponesi. Forse Otomo ha Theme”, allegro, orecchiabile, il classico pezzo
Steamboy (id – 2004) fatto con Steamboy il passo più lungo della
gamba, ma fortunatamente, i soldi spesi per
che resta immediatamente impresso nella
memoria dell’ascoltatore, “Fly in the Sky”, leg-
Mashroon / Steamboy commitee
Cas 8502.2 ingaggiare Steve Jablonsky (abituato ai “filmo- gera e briosa composizione che si libra nell’aria
17 brani – Durata: 60’57"
ni”, visto che nel suo carnet ci sono produzioni come le macchine volanti presenti nel film, e
come Bad Boys 2, La maledizione della Prima “Launch!”, vibrante ed emozionante. Forse
Luna e Tears of the Sun) come compositore questa soundtrack non è la migliore in assoluto
della soundtrack di accompagnamento non del compositore, ma di sicuro non evaporerà
sono stati versati invano. Fin dal primo pezzo, come l’elemento protagonista del film… ACh
No, proprio non ci siamo. Resident Evil: dello spettatore. Il compositore canadese ha
Apocalypse, da ogni punto di vista, non riesce partorito temi troppo convenzionali, già sentiti
a bissare il successo e l’efficacia del primo film fino alla nausea e ha aggiunto anche accenti
ispirato al famoso videogioco e questa colonna rock che c’entrano pochissimo con la trama.
sonora di Jeff Danna, dà il colpo di grazia allo Forse la necessità di centrare il presunto target
spettatore che coltivi la passione per le soun- del film, il giovane americano che si riempie la
dtracks. Troppo breve (nemmeno quaranta pancia di hamburger e Coca-Cola e che resta
minuti), assolutamente poco ispirata, come il basito e sbavante davanti alle grazie della
film del resto, banale e scontata in ogni suo Jovovich, ha sviato l’autore, ma oggettivamen-
passaggio, la partitura di Danna risulta fracas- te questa soundtrack sarebbe pessima anche
Jeff Danna sona in sala, ed eccessivamente ridondante e per una produzione televisiva di medio livello.
Resident Evil: ripetitiva in salotto. Resident Evil dovrebbe, in Ascoltando questa infelice partitura, sicuramen-
Apocalypse (id. - 2004) teoria, avere un fascino sinistro derivante dalla te una delle meno ispirate di questa stagione
Varese Sarabande VSD-6616 condizione di attesa e terrore che caratterizza cinematografica, viene da rimpiangere la colon-
18 brani – Durata: 39’46’’ ogni sua scena (nel gioco, almeno, è così). Qui na sonora del primo film e soprattutto, l’eccel-
una insopportabile cacofonia copre ogni azione lente lavoro svolto dai giapponesi sul videogio-
sullo schermo ed ogni emozione nell’animo co originale. Statene alla larga! ACh
recensioni 37
Con Ore 10: calma piatta (1989), Body of interpretato da Vin Diesel, Revell rispolvera
Evidence (1993) e Il corvo (1994), Graeme l’oscuro e martellante tema principale del
Revell aveva dimostrato d’essere un film originale per poi abbandonarsi, in brani
promettente autore di musica da film, ma ha quali “The Chronicles of Riddick” e “End
poi deluso le aspettative con gli anonimi sco- Credit – Final Chronicle”, alle cacofonie del
res per Lara Croft: Tomb Raider (2001), coro campionato e della Hollywood Studio
Daredevil (2003) e Freddy Vs. Jason (2003), Symphony, diretta dal fido Tim Simonec
privi di un seppur minimo guizzo di originali- (autore anche delle orchestrazioni).
tà, per non citare la piattezza di molte altre Muscolari e senza tregua gli action themes
sue composizioni. Ciò nonostante, per la di “Hunt for Riddick”, “One Speed”, “Helion
colonna sonora di questo The Chronicles of Attack Pt. 2”, “Hellhounds”, reali punti di Graeme Revell
Riddick, seguito meno riuscito del cult fanta- forza del CD. “Necromongers” ci presenta un The Chronicles of
horror Pitch Black (2000), il compositore
neozelandese pare ritrovare quella notevole
nuovo tema, quello dei villains del film, per-
cussivo e foriero di sventure. Nei restanti
Riddick (id - 2004)
impronta dark che aveva saputo conferire brani aleggia un’aura di mistero, pericolo e Varèse Sarabande VSD-6580
alle commendevoli musiche del primo episo- ferocia (“Furyan Energy” su tutti) che l’ottima 22 brani - Durata: 47’11”
dio. Innanzitutto, in questo secondo adrena- performance dell’orchestra traduce in pure
linico appuntamento con l’eroe tutto muscoli sferzate di energia fonica. MP
Penultima opera di Goldsmith, forse il suo Dig”), i suoi brevi temi d’azione, con gli
vero “canto del cigno”, Timeline è anche una immancabili intervalli ascendenti che danno
partitura che avrebbe dovuto essere modifi- slancio a lunghi ed irruenti meccanismi
cata per adattarsi ad un nuovo montaggio del ritmici, e gli altrettanto brevi temi sentimenta-
travagliato film di Richard Donner, su cui il li, che poderosi unisoni di ottoni trasformano,
compositore non si è più sentito di interveni- nelle fasi conclusive, in epici inni ed in glorio-
re, stremato dagli otto mesi di lavoro e dalla si epiloghi (“To My Friends”).
malattia che lo stava ormai consumando. Ma soprattutto si percepisce l’inestinguibi-
La Varèse recupera in edizione postuma le forza creativa di un genio della musica,
la musica inutilizzata di Goldsmith, un che ormai minato nel fisico non esita a gui-
poema sinfonico medievale memore di dare l’orchestra in oltre un quarto d’ora di Jerry Goldsmith
Lionheart e de Il primo cavaliere, che si rive- irrefrenabile musica da battaglia (“Victory to (Music Inspired by the Film)
la anche un eccezionale riepilogo della poe- Us”), una vera galoppata epica in cui l’irruen- Timeline (id - 2004)
tica espressa negli ultimi anni di produzione za sonora provoca brividi di partecipata com- Varèse Sarabande 302 066 600 2
del musicista. mozione. 14 brani - Durata: 48’04”
Si ritrovano le sofisticate sonorità elettro- Doverosa menzione per l’orchestrazione
niche che hanno reso questo decano della di Mark McKenzie, il cui apporto all’opera
composizone sinfonica uno dei disegnatori non deve essere stato secondario, visto lo
di suoni virtuali più all’avanguardia (“The stato di salute del compositore. GB
In poco tempo Michael Giacchino è diven- gante trittico “I’m So Promoted”, “I’m So
tato uno di quegli autori di cui si acquista, a Shrewed” e “I’m So Demoted”, o nel lungo ed
scatola chiusa, qualsiasi nuovo titolo. A mag- esplosivo “Do I Have to Do Another Eulogy?”).
gior ragione quando si tratta del secondo CD La maggior parte del disco è dominato dalla
dedicato alla serie televisiva Alias, dopo l’ap- generosità sinfonica dell’ispirazione del com-
prezzata profusione di invenzioni, ritmi e idee positore, che nelle liner notes si dice convinto
ascoltate nel primo disco. Nessuna delusione che l’anima musicale di un film, di un videogio-
in questa nuova ed effervescente antologia di co o di un serial risiede soprattutto nel vigore
stili e di generi, anche perché i momenti sinfo- espressivo della live performance. I molti
nici, in questo caso, prevalgono decisamente abbozzi melodici delineano i personaggio della
sui brani elettronici e techno. Alla seconda fiction in quadri malinconici e lirici (“Almost Michael Giacchino
specie appartengono l’arabeggiante (e un po’ Two Years”, “Emily’s Eulogy”, “Inferno”) e in Alias - Season 2 (Alias - 2004)
troppo trendy) “Rabat”, il pulsante “Over the velocissimi momenti di tensione (“Hitting the Varèse Sarabande 302 066 622 2
Edge”, i jazzati “Syd’s Best Alias Yet” e “Going Fan”). I tempi produttivi ridotti impediscono a 23 brani - Durata: 61’48”
Down?” (evocativi del folgorante score per The Giacchino di dedicare la cura della strumenta-
Incredibles). In alcuni episodi l’orchestra si zione mostrata altrove, ma il piacere di un
fonde mirabilmente ai ritmi elettronici (nell’intri- ascolto anche ripetuto è garantito. GB
L’originalità del formato del serial televisivo orchestrali. I moltissimi brani d’azione avreb-
“24” ha assicurato, alle prime tre “giornate” bero meritato un’esecuzione sinfonica, ma
finora prodotte, molti consensi di critica e pub- l’abile trascrizione per sintetizzatori di Callery,
blico. La musica scritta da Sean Callery per la in simbiosi con le immagini del film, funziona
serie ha di sicuro buona parte di merito per il benissimo e regala pulsazioni adrenaliniche
successo ottenuto. Peccato che la difficoltà di agli sviluppi del plot. Nel disco invece, dove il
assemblare in un solo compact un campiona- poco spazio a disposizione è stato riservato
rio rappresentativo, di oltre 70 ore di musica, soprattutto a compiacenti brani tecnho, ritmati
abbia richiesto scelte drastiche e (per noi) non e rockeggianti, le poche sequenze descrittive
condivisibili. Il prodotto finale si rivela povero e (“The Bomb Detonates” ad esempio) suonano
deludente, soprattutto per chi, memore del- fredde e piatte, come sempre accade quando Sean Callery
l’ascolto in scena, attendeva con ansia la pub-
blicazione dello score. Va detto che Callery,
si pretende di sostituire con i synth la timbrica
dell’orchestra. Ciò non impedisce di ammirare
24 - Twenty-Four (24 - 2004)
Varèse Sarabande 302 066 626 2
pupillo del compositore di X-Files Mark Snow, l’inventiva poliedrica dell’autore, evidente
19 brani - Durata: 51’25”
ha dovuto fare i conti con l’esigenza di rispar- tanto nelle parti melodiche (il tema principale,
mio dei produttori: nelle note di copertina spie- quelli di Salazar e di Palmer), quanto nelle
ga di aver dovuto comporre musiche non furiose pagine d’inseguimento. GB
38 recensioni
Davvero un’idea coi fiocchi quella della Jean che interpreta la canzone rock “Fortunate
Varèse Sarabande d’includere nello stesso CD Son” (anche in versione strumentale). Lo score
le colonne sonore del film Và e uccidi (1962) con di Amram è pubblicato per la prima volta e com-
Frank Sinatra protagonista e la regia del com- menta i fotogrammi del film del 1962 utilizzando
pianto John Frankenheimer e del suo remake, gli stilemi jazzistici tipici delle colonne sonore
The Manchurian Candidate (2004), dove nel anni ’50 e ’60, su tutte L’uomo dal braccio d’oro
ruolo che fu di “The Voice” troviamo Denzel di Elmer Bernstein, con largo uso d’interventi
Washington diretto magistralmente da Jonathan soffusi di sax, piano e corno francese. Le musi-
Demme. Due pellicole di ottima fattura e di che della Portman sono incisive nel descrivere le
sconcertante attualità, musicate nel primo caso cruente immagini della pellicola di Demme, ma
The Manchurian Candidate da DavidAmram (autore di oltre 100 lavori sinfo- si fa fatica ad ascoltarle separatamente, senza
Varèse Sarabande VSD-6603 nici e da camera, due opere e alcune partiture contare il fatto che nel brano “Black Helicopters,
David Amram (Va e uccidi – 1962) per film e teatro, è considerato ancora oggi in Secret Laboratories, Mind Drugs” si sente un’im-
16 brani America tra “i 20 più importanti compositori ese- barazzante citazione del tema de “L’uomo del-
Durata: 52’05” cutori di musica da concerto negli Stati Uniti”), e l’armonica” dal morriconiano C’era una volta il
Rachel Portman (id – 2004) nel secondo caso da Rachel Portman (vincitrice West chissà quanto involontaria! La compositri-
10 brani (1 canzone + 9 di
nel 1997 dell’Oscar per le migliori musiche con ce ha dato miglior prova di sé in lavori quali
commento) - Durata: 29'18" Emma) dove figura il cantante di colore Wyclef Smoke, Chocolat e La macchia umana. MP
Rammentate le atmosfere tetre, surreali, mor- bravo McDowell, è udibile nei brani “Evilenko’s
bose e sataniche, con sprazzi di lirismo enfatizza- Dark Fairy Tale” e “Inside the Lion’s Mouth”,
to dalle eteree performance vocali di Julee Cruise angoscianti passaggi sonori di ammonimento e
(soprattutto il “Laura Palmer’s Theme”) del serial follia. Meno male che a risollevare il cuore turba-
di David Lynch Twin Peaks? Ecco, le ritrovate to di chi ascolta interviene la canzone-guida del
tutte in questa nuova partitura composta ed ese- film, “Angels Go to Heaven” (le angeliche atmo-
guita alle tastiere dal compositore italoamericano sfere vocali della leader dei Cranberries, Dolores
Angelo Badalamenti. Collaboratore assiduo del O’Riordan, con il suo timbro particolare, quietano
regista di Velluto blu, qui Badalamenti presta le gli animi delle vittime del mostro), anche in versio-
sue doti alla direzione asciutta del giornalista e ne strumentale nel “Theme from Evilenko” e “full
Angelo Badalamenti scrittore David Grieco (alla sua opera prima nel mix” nel brano di chiusura del CD. Musica pura-
Evilenko (2004) cinema) e alla stupefacente interpretazione di mente di commento che all’ascolto risulta di non
Minus Habens Records MHSC004 Malcolm “Arancia meccanica” McDowell, nel facile digeribilità nella sua interezza, ma che ben
11 brani (2 canzoni e 9 di commento) ruolo del “comunista che mangiava i bambini” delinea la tremenda pellicola di Grieco, quindi
Durata: 45’16” Andrej Romanovic Cikatilo, detto il ‘Mostro di consigliabile ai veri cultori delle soundtracks di
Rostov’. Nella pellicola, il serial killer Cikatilo Badalamenti. Al compositore lynchiano preferia-
diventa Evilenko (da “evil”, il male) la cui voce, mo farvi accostare tramite le sue belle partiture
prestata al grande schermo assieme al volto dal per Una storia vera e The Beach! MP
Un film imprevedibile e geniale come Se mi Upon Waking”), Brion crea un panorama musi-
lasci ti cancello non poteva che ricevere un trat- cale alieno, allucinato, ma in realtà sorvegliatis-
tamento musicale altrettanto inusuale e obliquo. simo e infuso di una forte anima melanconica
Non stupisce infatti trovare sul podio il poliedri- che ben si sposa con le atmosfere candide e
co Jon Brion, che ha già regalato commenti cerebrali della pellicola di Michel Gondry. Il
musicali molto innovativi a film come Magnolia e talento maggiore del compositore è di riuscire a
Ubriaco d’amore. Il compositore mette in campo fondere un impianto di matrice minimalista con
soprattutto la sua abilità di creatore di suoni e di una sensibilità pop “colta” (evidente in tal senso
melodie sospese, eccentriche e malinconiche l’influenza dei Beatles di Sgt. Pepper e Magical
(la splendida “Theme”, “Row”), caratterizzate da Mystery Tour). Nonostante la brevità di molti
Jon Brion / AA.VV. un’orchestrazione cameristica (a cui collabora interventi, il disco funziona quasi come un con-
Eternal Sunshine of l’elfmaniano Steve Bartek) in cui spiccano pia-
noforte, arpa, legni e un ristretto gruppo di archi
cept album: le composizioni di Brion sono inter-
vallate da brani indie pop ad opera di Electric
the Spotless Mind (“Main Title”, “Elephant Parade”). Attraverso l’in- Light Orchestra (“Mr Blue Sky”), Beck
(Se mi lasci ti cancello – 2004) telligente utilizzo di distorsioni elettroniche, over- (“Everybody’s Gotta Learn Sometimes”) e The
Hollywood Records 5050467-2751-2-6 dub e campionamenti (“Collecting Things”, Willowz (“Something”), che comunque ben si
26 brani (16 di commento + 10 canzoni) “Showtime”, “Phone Call”) ed il ricorso a timbri integrano con l’atmosfera generale. Una colon-
Durata: 57’12” insoliti come il mellotron, l’organo elettrico e il na sonora molto bella ed originale, per uno dei
pianoforte scordato (“Peer Pressure”, “A Dream migliori film del 2004. MC
Il 2001 era l’anno del Diario di Bridget Jones, romantica “Misunderstood” alla coppia d’ecce-
prima divertente pellicola di successo delle zione Sting e Annie Lennox nel sempreverde
avventure della single insicura cronica e paffu- “We’ll Be Together”, carrellando tra Will Young
tella più famosa del mondo. Il 2005 vede il ritor- (“Your Love is King”), Jamelia (“Stop”), Kylie
no, dopo l’happy end del precedente capitolo, Minogue (“Can’t Get You Out of My Head”),
della ex single (una graziosa ed esilarante Barry White (“You’re the First, the Last, My
Renée Zellweger dal corpo a fisarmonica, vista Everything”), la bondiana Carly Simon (“Nobody
la facilità con la quale passa dalla sinuosa e Does It Better”), Beyoncé (“Crazy in Love”) e
sexy silhouette di Chicago a quella più che Jamie Cullum (“Everlasting Love”), solo per cita-
abbondante di questo film), ora innamorata re i più prestigiosi. L’unico brano originale pre-
AA.VV. pazza e fidanzata gelosa, nel sequel ultracomi- sente dello score è affidato alle abili mani di
Bridget Jones – co Che pasticcio Bridget Jones! con una colon- Harry Gregson-Williams, che ha preso il posto
The Edge Of Reason na sonora strepitosa, frizzante, incantevole e,
siamo certi, di enorme attrazione per gli appas-
di Patrick Doyle, autore della bella partitura per
il primo episodio: “Bridget’s Theme” è un moti-
(Che pasticcio Bridget Jones! – 2004)
Universal Island Records Ltd 986897-1
sionati di vecchi e nuovi hit del miglior panora- vetto romantico per archi e piano, che ci fa sup-
18 brani (17 canzoni + 1 di
ma pop internazionale. Si passa dalla classe di porre che il compositore si trovi più a suo agio
commento) - Durata: 67’28” un grande crooner come Robbie Williams con la tra Galline in fuga, orchi verdi e spy stories. MP
recensioni 39
“Poiché nel film la sofferenza è narrata dal rato di te”, “Senza fine”, “Vedrai vedrai”, “Sapore
punto di vista maschile, ho scelto soprattutto di sale”, “Se mi perderai”, “Legata a un granello
voci maschili. Contrariamente a quanto avviene di sabbia” e “Ho capito che ti amo”. Ozon rinca-
per le canzoni francesi, infatti, a mio parere le ra la dose ammettendo: “La scelta di queste
canzoni italiane più belle e più commoventi canzoni mi sembrava quella giusta, non solo
sono spesso interpretate da uomini”. Questa la dal punto di vista della storia in sé, poiché l’in-
motivazione data dal regista francese François contro avveniva in Italia, ma perché ogni istan-
Ozon per la selezione di nove celebri canzoni di te di una storia d’amore è spesso legato ad una
casa nostra, targate anni ’60 (tranne l’avvolgen- canzone, ad una melodia che ha la capacità di
te pop di “Sparring Partner”, del 1984, con la farci rivivere quell’attimo della nostra storia
sempre impeccabile performance di Paolo d’amore”. La parte musicale prettamente di Philippe Rombi / AA.VV.
Conte), a commento della combattuta love commento è stata affidata al compositore Cinq fois deux (Cinque per
story interpretata dall’attrice italiana Valeria Philippe Rombi, connazionale e collaboratore due – frammenti di vita amorosa - 2004)
Bruni-Tedeschi. Luigi Tenco, Bobby Solo, Gino abituale del regista, che è riuscito in cinque BMG / RCA 82876640852
Paoli, Nico Fidenco, il citato Conte e l’unica pre- brani a “…trovare la melodia giusta per questa 14 brani (9 canzoni e 5 di commento)
senza femminile Wilma Goich ci fanno ripiom- storia d’amore, con un’orchestrazione scrupolo- + bonus video: Movie Trailer - Durata: 39’16”
bare nella calda drammaturgia amorosa d’indi- sa sul cui sfondo risaltano la nudità di un flauto,
menticabili e nostalgici successi di una volta di una chitarra o di un pianoforte, eco della pro-
come “Una lacrima sul viso”, “Mi sono innamo- fonda solitudine dei personaggi”. MP
“Questa è una raccolta di canzoni che cattu- Again” (Spears), “White Flag (Scumfrog Remix)”
ra non solo i deliziosi ritmi comici e musicali dello (Dido), “Got To Be Real” (Cheryl Lynn), “Waiting
show, ma anche la totale, esuberante gioia che for the Night (Hex’s Momentous Radio Mix)”
noi quattro proviamo stando insieme ogni setti- (Lopez), “I Will Survive” (Gaynor), “You’re my
mana. Scommetteteci! ”. Questo affermano Best Friend” (Queen), “The Bitch is Back” (John)
goliardicamente i quattro personaggi principali e lo scatenato hit “Footloose” (The Bacon
del telefilm gay più divertente della storia della Brothers), dal film omonimo. Non sono da meno,
TV, Will & Grace, nel libretto a corredo del CD nel trascinarvi in un ballo scoppiettante, Will,
della colonna sonora. Grace, Jack e Karen (i protagonisti del serial) che
Più che un soundtrack, una compilation di prestano le loro doti canore alla canzone “He’s
canzoni straconosciute che può allettare i più gio- Hot! (Radio Edit)”, in realtà una pseudo-cover AA.VV.
vani ma non solo, dato che tra le note dell’album, version della nota “Holiday” di Madonna. Will & Grace – Let the
molto commerciale, fanno capolino stelle della Scanzonato il tema dei titoli di testa e di coda Music Out! (Will & Grace - 2004)
musica leggera, pop, rock e dance quali Jennifer “Theme from Will & Grace” di Jonathan Wolff, BMG 82876 64784 2
Lopez, i Queen, Cher, Gloria Gaynor, Dido, autore dello score della serie, con il quale si apre 15 brani (14 canzoni e 1 di commento)
Britney Spears, Elton John, Carly Simon e Tom il CD, come a simboleggiare l’inizio di uno dei Durata: 48’30”
Jones. Lasciatevi trasportare dagli sfrenati ritmi di molti episodi andati in onda dal 21 settembre
“It’s Not Unusual” (Jones), “Oops!… I Did It 1998 (in Italia dal 2003) in America. MP
Per quest’opera prima, una dolente storia testo e musica di Bob Dylan. Oltre a questa cer-
d’amore a tre ambientata negli anni ’60 con nita di eternal songs vi sono l’enfatico coro di
Colin Farrell, Robin Wright Penn e Sissy Spacek “Soave sia il vento” da Così fan tutte di Mozart
come protagonisti, il regista di Broadway nell’esecuzione dello Slovak Philharmonic
Michael Mayer ha selezionato dei veri hit senza Chorus & Cappella Istropolitana e il minimali-
tempo: canzoni famose quali “Wishin’ and smo ostinato di “Section VI from Music for 18
Hopin’” (scritta da Burt Bacharach e Hal David) Musicians”, composto da Steve Reich. Le musi-
nella frizzante performance di Dusty Springfield, che (orchestrazioni di Simon Hale) e le canzoni
“Because the Night” scritta da Bruce originali sono composte ed eseguite dal bravo e
Springsteen e Patti Smith e magistralmente giovane cantautore del New Jersey Duncan
interpretata da quest’ultima (brano noto anche Sheik, che ci trasporta tra le delicate note per Duncan Sheik / AA.VV.
come sigla del programma di Enrico Ghezzi chitarra, piano, percussioni, archi e voce di A Home at the End of
Fuori orario, in onda su Rai 3), il rock psichede-
lico di “Somebody to Love” dei Jefferson
“Something Somewhere”, “There’s a Home” (in
due versioni: cantata e strumentale), “Leaving”
the World
(Una casa alla fine del mondo - 2004)
Airplane, le sonorità elettroniche anni ’80 di e “Brothers” (dove alcuni passaggi rammentano Milan 301 702-9
“Only You” di Yaz, il rock frenetico anni ‘60 “Look lo stile sospeso di Thomas Newman). Musica 13 brani (8 canzoni e 5 di commento)
Out Cleveland” dei The Band e il trascinante introspettiva, di grande relax, da ascoltare sia on Durata: 41’49”
gospel-blues “I Shall Be Released” di Mack the road che quando ci si sente particolarmente
James & The Broadway Inspirational Voices su stressati! MP
Cosa succede quando una ricca famiglia cali- sti e malinconici di “Paint the Silence” dei South e
forniana decide di dare al problematico rampollo “Honey and the Moon” di Joseph Arthur per con-
primogenito, un “fratellino” di 16 anni (che sem- tinuare con “We Used to be Friends” dei The
bra un incrocio fra Russell Crowe e James Dean) Dandy Warhols dalle inflessioni tecno e metallich.
catapultandolo dall’area suburbana nell’Eden Dulcis in fundo la sigla del telefilm, il cui refrain è
dell’effimero, paradiso imperfetto di giovani di ormai diventato croce e delizia per molti degli
belle speranze? Semplicemente… nasce uno appassionati: “California (Here We Come)” dei
dei più importanti telefilm dell’anno, The O.C., Phantom Planet, divenuta a suo modo inno ado-
appena passato su un’emittente privata naziona- lescenziale e, nonostante la sua ossessiva ripeti-
le. La colonna sonora, una compilation di brani tività, hit internazionale. Nel suo complesso una
vecchi e nuovi, ricrea perfettamente le atmosfere compilation che compie il suo dovere e si presen- AA.VV.
del serial, nel quale patinati eventi mondani si ta di piacevole ascolto anche separata dalle Music fron O.C. Mix 1 (2004)
mescolano ai drammi adolescenziali senza solu- immagini del telefilm. In America, ovviamente, Warner Sunset 9362-48685-2
zione di continuità. Si passa quindi da sound alle- per battere il ferro finché è caldo, è già uscito il 12 canzoni – Durata: 51’55”
gri, freschi, giovani e modaioli di Spoon (“The secondo volume di quello che si prospetta come
Way We Get By”) a quelli più introspettivi, intimi- un progetto musicale a lungo termine. ACh
40 recensioni
Tra le innumerevoli compilation dedicate (Guns for San Sebastian, 1968) che ci rega-
al Maestro Ennio Morricone uscite fino ad la una “Overture” evocativa con il suo pos-
oggi, la maggior parte raccoglie sempre gli sente coro e la raffinata soprano solista, Gli
stessi temi tratti dalle pellicole più famose da avvoltoi hanno fame (Two Mules for Sister
lui musicate. Quest’ultima, realizzata dall’eti- Sara, 1969), sardonica marcia nel miglior
chetta inglese di James Fitzpatrick, la Silva spaghetti western style, L’esorcista II: l’ereti-
Screen, spicca principalmente per la presen- co (Exorcist II: The Heretic, 1977) dalla
za di alcuni brani difficilmente reperibili su cadenzata ninnananna del “Regan’s Theme”
CD o LP: titoli quali “The Harvest”, dalla e, dulcis in fundo, La cosa (The Thing,
colonna sonora – candidata all’Oscar nel 1982), dove la musica di Morricone ricorda
Ennio Morricone 1979 e vincitrice del British Academy Award molto da vicino i passaggi più oscuri dei temi
Once Upon a Time… - de I giorni del cielo (Days of Heaven, 1978) elettronici composti da John Carpenter (regi-
The Essential Ennio Morricone di Terrence Malick, Il virginiano (The Men sta della pellicola) per altri suoi cult movies.
Film Music Collection (2004) from Shiloh, alias The Virginian, 1970-71), Il resto della compilation è una carrellata di
Silva Screen SILCD1165 unica collaborazione ad un serial americano temi celebri eseguiti, non sempre egregia-
CD 1: 15 brani – Durata: 56’25” del compositore romano, con il suo tema mente, dalla nota accoppiata City of Prague
CD 2: 17 brani – Durata: 56’37” principale dominato da fruste, fischi e cam- Philharmonic Orchestra & Crouch End
pane alla Per un pugno di dollari (la vera Festival Chorus, sul cui podio si alternano
chicca del CD!), I cannoni di San Sebastian ben sei direttori. MP
Questo CD è una vecchia raccolta del Per le antiche scale, supportati dalle orche-
2002, rimessa in vendita con l’intento di stre Roma Sinfonietta e Accademia
sfruttare la scia del successo commerciale Nazionale Italiana – i brani sono stati riarran-
degli ultimi album del Maestro romano, giati dall’autore ed eseguiti da un quartetto
come Focus e Yo-Yo Ma Plays Morricone. di solisti d’eccezione: Gilda Buttà al piano-
Scorrendo l’elenco dei 16 pezzi che costi- forte, Paolo Zampini al flauto, Luca Pincini al
tuiscono il CD (Il maestro e Margherita, violoncello e Fausto Anselmo alla viola,
C’era una volta in America, Nuovo Cinema diretti da Morricone stesso.
Paradiso, Mission, Metti una sera a cena, tra Il virtuosismo di Buttà, Zampini, Pincini e
gli altri) è facile scambiare questo disco per Anselmo – in titoli quali Lolita, Romanza,
Ennio Morricone l’ennesima compilation di celebri melodie Gott mit uns, C’era una volta il West,
Io, Ennio Morricone - morriconiane, ma si tratterebbe di un errore L’eredità Ferramonti – getta una nuova luce,
Film Music (2002) di valutazione. se mai ce ne fosse stato bisogno, su alcune
eW / Milan 5050466 3000 2 7 Infatti - ad eccezione di C’era una volta in delle musiche più belle e memorabili del
16 brani – Durata: 55’50” America, Assassinio senza colpa?, Il mae- Maestro Morricone e giustifica ampiamente
stro e Margherita, Nuovo Cinema Paradiso e la pubblicazione di questa raccolta. MP
Il sottotitolo di questa inusuale raccolta del d’amore Mariù” in cui la celebre canzone
compositore romano, Erotica Morricone – una composta da Cesare Andrea Bixio viene
selezione sexy dei classici più caldi di arrangiata da Morricone in maniera sublime),
Morricone, tende a spiegare meglio quello da cori angelici (“Piume di cristallo”, “Sospesi
che è il suo titolo principale So Sweet So tra le nuvole” dove il delicato tocco morrico-
Sensual, perché questo CD altro non è che la niano raggiunge il top!), dal fischio etereo di
rappresentazione della geniale versatilità Alessandro Alessandroni (“Tramonto”) e dal
compositiva morriconiana per temi d’amore seduttivo e insuperabile flicorno di Oscar
finemente melodici e, in alcuni casi, alquanto Valdambrini (“Come un miracolo”, “L’attico
scabrosi ed eccitanti. Per commentare pelli- illuminato”, “Postludio d’amore”). 15 brani trat-
Ennio Morricone cole italiane di fine anni ’60 e buona parte ti dai film Forza G, Il gatto, Metti una sera a
So Sweet So Sensual degli anni ’70, che raccontano storie d’amori
impossibili, tradimenti, abbandoni, thriller
cena, La cosa buffa, L’assoluto naturale, 4
mosche di velluto grigio, L’uccello dalle piume
(2004)
Cinevox CD MDF 355 argentiani, improbabili avventure aeree e di di cristallo, Così come sei, Divina creatura e
15 brani – Durata: 43’40” guardie e ladri, il Maestro Morricone compone Anche se volessi lavorare che faccio? per
leggiadre armonie accompagnate dai langui- scoprire una musica davvero particolare e
di, trepidanti, incantevoli, magici vocalizzi di ricca di fascino, in un disco che si discosta
Edda Dell’Orso (“Mariangela e la seduzione”, dalle solite raccolte di temi arcinoti del grande
“Quella donna”, “Gocce di pioggia”, “Parlami compositore! MP
L’amore ritorna, e con esso la collabora- complesso l’attenzione del duo appare
zione Iusco-Rubini, con l’apporto di Pierluigi incentrata sull’evocazione sonora, sopra
Ferrandini per la stesura di una colonna tutto, forse un poco a scapito dell’impianto
sonora interessante, quantomeno diversa armonico dei brani, ma il sistema, nella sua
dal panorama ‘classico’ italiano. interezza, regge. Gli interventi sono ben
Le chiavi interpretative di tutto il lavoro calibrati e a volte ipnotici, l’impatto sonoro è
sono la sospensione e la rarefazione. E a morbido e evocativo, ma rimane forse un
quale modello rifarsi, se non a quello offerto rammarico, che può ‘suonare’ come un
da Thomas Newman? Alcune tracce pongo- augurio per i prossimi lavori del duo: il non
no in rilievo una ‘palese fedeltà’ alla linea aver potuto o saputo fare del ricorso alla let-
Ivan Iusco e newmaniana, riproponendone le strutture rit- teratura newmaniana un punto di partenza,
Pierluigi Ferrandini miche e melodiche. Altre tratteggiano atmo- anziché un punto di arrivo.
L’amore ritorna (2004) sfere sonore con una più spiccata persona- Certo, innovare sulla base di stilemi così
Warner Chappell 5050467-4420-2-3 lità interpretativa. Pianoforte e vibrafono caratteristici e personali è missione certa-
23 brani – Durata: 41’33” segnano le presenze più evidenti e impor- mente ardua, ma questo ‘piccolo’ passo è
tanti, col sostegno degli archi e il vasto proprio quello che aspettiamo per poter eva-
apporto di suoni sintetici a corollario. Nel dere dalla stretta cerchia nostrana. FC
recensioni 41
Volendo andare a fondo nella lettura delle che si coglie qualche pecca arrangiativa o
sensazioni che rimangono al termine della compositiva. Più in generale gli elementi di
visione del film di Eugenio Cappuccio, si base non mancano, ma l’impianto globale è
giunge inevitabilmente nella terra del contra- ancora piuttosto acerbo. Oltre al lavoro di
sto: è buono, ma sentiamo la carenza di Cerasi, appaiono tre inserti: “City” (Lucarelli),
qualche sviluppo ulteriore. Affronta temi forti, “Il dizionario” (Costantini) e “Freedom”
ma retrocede nel piano della freddezza. (Russo e Genovese, eseguito dai napoletani
Giusto, forse, non retorico, con qualche ele- Crisma 33), fra cui spicca proprio l’interes-
mento ancora da approfondire. Una linea sante sperimentazione del romano
dallo spessore sottile come breve è il passo Costantini. Alla fine, dunque, una colonna
ancora da compiere verso la maturità musicale che si pone come base di sviluppo Francesco Cerasi
espressiva. Il parallelo con la colonna sono- di un discorso, quello del barese Cerasi, che Volevo solo dormirle
ra del ventiquattrenne Francesco Cerasi è potrà evolvere sicuramente verso una più addosso (2004)
ora evidente. solida argomentazione sonora e che si Warner Chappell 5050467-5966-2-7
Gli spunti espressivi sono buoni, il film presta facilmente ad essere incoraggiata 19 brani - Durata: 54’34”
scorre abbastanza bene e con esso la linea anche come ricerca e rinnovamento di fonti
sonora, ma e’ al momento del puro ascolto creative per la musica da film. FC
Riding Giants è un documentario che rac- nalina con pezzi ad alto voltaggio.
conta le incredibili gesta dei migliori surfisti Particolarmente “marittima” è “Makaha
del mondo. Non è ancora stato distribuito in Waves” degli Screamin’ Jay Hawkins, men-
Italia, e forse mai lo sarà, visto il carattere tre non può mancare un accenno alla patria
peculiare della pellicola, ma la compilation del surf, le Hawaii, con la intrigante “Aloha
che lo accompagna è già nei negozi e, cosa Ka Manini”.
più importante, è piuttosto meritevole. Curiosa la presenza di “Rumble” dei Link
Stacy Peralta, il regista del film, ha scelto Wray: è il quarto film in pochi anni che acco-
un interessante mix di canzoni rockeggianti glie questo pezzo nella propria soundtrack,
che ben si conformano alla spettacolarità l’ultimo in ordine di tempo è stato
delle sequenze filmate e che permettono alla Independence Day, quindi si può proprio dire AA. VV.
OST di seguire il tracciato già battuto dai due
film più importanti del genere surfista: Point
che è un brano che va bene in ogni
occasione…
Riding Giants (id. – 1987)
Milan Records 301 700-8
Break e Un mercoledì da leoni. Perfetta come accompagnamento del 14 canzoni – Durata: 45’35”
Il via alle danze (si fa per dire…) lo danno film, la sequenza di brani si rivela ottima
i Waterboys con “This is the Sea”, mentre anche per un ascolto salottiero, magari in
Alice in Chains, Soundgarden, Pearl Jam attesa che qualche distributore abbia il
(gruppi che se oggi concedono qualcosa alla coraggio di mettere in circolazione questo
MTV-Generation, sicuramente hanno contri- film, già uscito in tutto il mondo da un pezzo.
buito alla storia del rock), aggiungono adre- ACh
42 grandi classici
La Varèse Sarabande ci dà una bella occa- ti scrisse solamente una canzone (“The Long
sione per confrontarci con il Williams meno Goodbye”, su testo del celebre Johnny
conosciuto e “nazionalpopolare”. Fitzwilly risa- Mercer), che nel film viene ogni volta presen-
le al periodo “leggero” del futuro compositore- tata in un arrangiamento diverso (ora cantata,
feticcio di Spielberg, ancora fortemente indebi- ora solo nella sua melodia) e sempre come
tato con gli stilemi di Henry Mancini e del jazz elemento diegetico (la sentiamo addirittura
anni ’60 (“Make Me Rainbows”, “Fitzwilly’s incorporata nel suono di un campanello o
Date”). Tuttavia qua e là fanno capolino i primi come sottofondo “muzak” in un supermerca-
abbozzi di uno stile sinfonico che solo qualche to), corredando in maniera eccentrica questa
anno più tardi avrebbe trovato un primo com- audace e ironica rilettura del classico di
John Williams pimento (“The Gimbel’s Robbery”, “The Xerox Raymond Chandler. Considerata la particola-
Fitzwilly / Crisis”). L’abilità contrappuntistica williamsiana
e la sua proverbiale perizia orchestrale già
rissima natura di questa colonna sonora, il CD
presenta sette diverse versioni del malinconi-
The Long Goodbye spiccano in maniera brillante (“Main Title”, co e bellissimo tema che furono registrate per
(Ladri sprint / Il lungo addio - 1967 / 1973) “More Theft”, in cui è presente un bellissimo il film, tra cui un paio eseguite dal trio jazz di
Varèse Sarabande VCL 0804 1030 assolo di tuba) e sembrano addirittura presa- Dave Grusin, una dal trombettista Jack
18 brani - Durata: 55’24” gire momenti di alcune sue celebri partiture Sheldon, una scritta in stile messicano (“Mario
future. Il lungo addio ci mostra invece un in Mexico”) e una “gitana” per violino, pianofor-
Williams davvero inedito e singolare. Per la te e sax (“Trio Version”). Molto ricco di note e
pellicola di Robert Altman, il compositore infat- informazioni il libretto accompagnatorio. MC
Come il segreto di un antico artigiano, desti- sospese in un limbo di attonita contemplazione di
nato a scomparire per sempre con il suo creato- fronte alla pervicace malevolenza dell’antieroe,
re, la sonorità eterea, fredda, irreale che permea interpretato da Burt Lancaster. Intrada propone la
le musiche western di Jerry Fielding ha un carat- versione integrale della partitura, già presente in
tere di unicità assoluto. Non c’è autore di film una suite promozionale della scomparsa etichet-
music che abbia saputo riproporre quegli schemi ta Bay Cities. Il suono perfettamente conservato
di raggelata violenza, di disumana solitudine che restituisce con glaciale trasparenza l’esecuzione
si calano sulle scene spietate del cinema di fron- dell’orchestra londinese. In apertura, con una
tiera dei primi anni ’70. Il racconto che è alla base dolorosa e dirompente lamentazione degli archi,
di questa sanguinaria pellicola di Michael Winner, sull’insistente moto perpetuo delle trombe, sim-
Jerry Fielding in cui uno sceriffo che nasconde dietro la sua bolo della caparbia determinazione del protago-
Lawman (Io sono la legge – 1971) cieca dedizione alla legge un animo feroce ed
assetato di morte e porta a compimento un’im-
nista, si ascolta uno dei più folgoranti “Main Title”
del western. Seguono brani brevi, sospesi tra
Intrada Special Collection Vol. 17
placabile condanna nei confronti di un gruppo di melodicità crepuscolare e tentazioni atonali. Un
16 brani - Durata: 31’31”
cowboy, riceve una potente iniezione di dramma- tassello importante nell’opera, tutta da riscoprire,
ticità dalle magnifiche musiche di Fielding, di uno degli autori più negletti di Hollywood. GB
Futureworld è il sequel del celebre film diret- timbri elettronici dei sintetizzatori ARP, Moog e
to da Michael Crichton Il mondo dei robot Yamaha C-5, senza dimenticare l’uso di violino
(Westworld, 1973). Il compositore Fred Karlin elettrico e di effetti analogici di delay (il cosiddet-
(1936-2004) tornò a occuparsi della colonna to “EchoPlex”, molto in voga negli anni ’70), cre-
sonora, proseguendo sulla medesima scia stili- ando un tappeto timbrico davvero singolare,
stica dell’angosciante e audace partitura del film secondo una scuola di pensiero vicina a quella
precedente: un calibratissimo ed efficace eser- di Jerry Goldsmith. Nonostante molti suoni pos-
cizio di musica elettronica d’avanguardia che sano risultare datati al giorno d’oggi, l’abilità di
contribuì non poco ad aumentare il senso di Karlin nel manipolarli e nel piegarli alle proprie
paranoia presente nel film (come ben dimostra esigenze drammaturgiche è ancora assai fre-
Fred Karlin la suite di 13 minuti che chiude questo CD). A sca e attuale. L’ascolto del disco è piuttosto
Futureworld differenza di Westworld, Karlin opta per un lin- impegnativo, soprattutto per l’assenza presso-
(Futureworld, 2000 anni nel futuro – 1976) guaggio meno radicale (“Main Title”, un baroc- ché totale di brani melodici e per la natura avan-
Reel Music Down Under RMDU 1001 cheggiante e drammatico tema principale), ma guardistica della composizione. Davvero note-
11 brani + 1 suite da ‘Westworld’
comunque sempre audace dal punto di vista vole infine la produzione del CD (realizzato dal-
timbrico (“Birth of a Clone”, “The Blue Door/Red l’etichetta australiana Reel Music, che Fred
Durata: 53’07”
Control”). E’ proprio quest’ultimo l’aspetto più Karlin contribuì a fondare), con libretto ricchissi-
interessante all’ascolto: Karlin unisce i tradizio- mo di informazioni, note e descrizioni molto
nali suoni orchestrali con una vasta gamma di accurate di ogni brano. MC
Varèse ristampa in edizione Club una deli- ombrosi dei bassi (non a caso Donaggio è
ziosa partitura fine anni ’70 del prolifico Pino stato anche uno dei compositori preferiti da
Donaggio, con l’insostituibile direzione di Brian De Palma per i suoi film hitchcockiani).
Natale Massara. La semplicità del tessuto sin- Punto di forza della colonna sonora di Piraña è
fonico, il solare ed avvolgente nitore dei temi certamente la sua quieta e riflessiva matrice
sembrerebbero mal conciliarsi con il racconto tematica, dominata dal cantabile “Lost River
di pesci assassini realizzato da Joe Dante, in Theme”, falsariga tonale di tutto il lavoro. Ai
palese emulazione dello Squalo di Spielberg. molti episodi di rilassata esposizione del tema
Ma per le sue prime pellicole horror (L’ululato e (“Summer Dreams”, “End Title”, in cui lo svilup-
Piraña) Joe Dante si è rivolto proprio al compo- po è sostenuto dal pianoforte), si intervallano
Pino Donaggio sitore veneziano, avendone apprezzato la par- molte sequenze di tensione (“Empty Tube”,
Piranha (Piraña – 1979) titura per l’inquietante A Venezia un dicembre
rosso shocking di Nicolas Roeg, in cui
“Beyond the Darkness”), banalizzate a volte da
ritocchi elettronici che hanno retto male il pas-
Varèse Sarabande VCL 0804 1031
Donaggio ha manifestato un’efficace inclina- sare del tempo. La masterizzazione ed il pac-
16 brani - Durata: 30’55”
zione per le atmosfere thrilling, con i suoi impa- kaging sono perfetti. Il titolo è già esaurito a
sti timbrici che assemblano in maniera herrma- pochi mesi dalla sua uscita ed è ormai un pre-
niana stridenti acuti dei violini ed accordi zioso esemplare da collezione. GB
grandi classici 43
Un’altra pietra miliare della storia del cine- Questo tema è divenuto, con gli anni, quasi
ma americano: Cime tempestose (Wuthering “proverbiale”, al punto di oscurare con la sua
Heights, 1939) di William Wyler e la sua ingombrante fama i molti pregi di una partitu-
bella colonna sonora, opera di Alfred ra ricca di spunti tematici e geniali squarci di
Newman, gigante musicale della Golden colore orchestrale.
Age di Hollywood. Sempre nel “Main Title”, si ascolti ad esem-
In questo disco della Membran ci viene pio la misteriosa figurazione degli archi, cui si
offerto un amplissimo stralcio delle registra- sovrappone, nei legni, un motivo che richiama
zioni originali della partitura, in un’incisione il celebre incipit della “Sinfonia Incompiuta” di
di sorprendente nitore. Il “Main Title” si apre Schubert: una pagina che pare associata al
con una plateale perorazione degli ottoni su trascorrere degli anni e al sapore quasi fiabe- Alfred Newman
una figura cromatica discendente degli archi, sco che assumono certi ricordi. Di squisita fat- Wuthering Heights
per poi esplodere nel celebre “Cathy’s tura, poi, gli spensierati divertimenti orchestra- (Cime tempestose – 1939)
Theme”: una melodia romantica e anelante, li di “Montage” e “The Children” o la sognante
Membran International GmbH 221856-207
che pare presagire nelle sue rassegnate apertura lirica di “I’ll Be Your Wife”, successi-
29 brani - Durata: 73’23’’
modulazioni il tragico destino cui si avvia la vamente spenta nella malinconica orchestra-
storia d’amore narrata da Emily Bronte. zione di “Lady Of The Manor”. AC
Un altro grande capolavoro della musica Salvador Dalì, il febbricitante incedere ritmi-
da film che, inspiegabilmente, nessuno ha co della corsa sugli sci (sostituito, nel mon-
ancora pensato di incidere nuovamente ed taggio definitivo, da un brano scritto da
integralmente: Spellbound di Miklós Rózsa. Waxman per Il Sospetto).
La colonna sonora scritta per il bel film di La partitura di Rózsa vinse un meritato
Alfred Hitchcock del 1945 – Io ti salverò è il premio Oscar e conobbe da subito una note-
didascalico titolo italiano – ospita fra l’altro vole popolarità, spingendo il musicista ad
alcune delle melodie più celebri del approntarne un rachmaninoviano arrangia-
compositore ungherese: dal romanticissimo mento per piano ed orchestra, pretenziosa-
“Love Theme” (tutto costruito su un mente battezzato “Spellbound Concerto”.
voluttuoso “botta e risposta” di archi ed otto- Questo disco della Membran, invece, Miklós Rózsa
ni) al minaccioso “Tema della Paranoia”, la
cui orchestrazione prevede l’uso del
propone alcuni estratti dalla colonna sonora
originale del film (ma sono ancora molte le
The Film Music of
Theremin, progenitore dei moderni sintetiz- pagine memorabili che mancano all’appello!) Miklós Rózsa –
zatori. oltre ad una lunga suite per voce recitante e Jungle Book &
Ma è impossibile tacere di altre stupefa- orchestra (sulla falsariga di “Pierino e il Spellbound (1942 / 1945)
centi sequenze musicali: lo “Scherzo” (del Lupo” di Prokofiev), arrangiata sempre da Membran International GmbH 221822-207
quale, su pellicola, sopravvivono poche bat- Rózsa a partire dalle belle musiche scritte 10 brani - Durata: 66’02”
tute), l’impressionismo inquietante ed evoca- per Il libro della giungla (The Jungle Book,
tivo a commento del sogno disegnato da 1942) di Zoltan Korda. AC
Poche settimane prima della scomparsa del Monicelli, Age e Scarpelli) e la complessa
maestro carpigiano, avvenuta lo scorso 13 colonna rumori. Rustichelli inanella inoltre alcu-
novembre 2004, la GDM/Edel ha pubblicato ne chicche diegetiche come il coro a quattro
(“in memoria di Vittorio Gassman” come indi- voci dei predoni, la canzoncina “Cuccurucù”
cato sulla copertina) quella che resta probabil- della vedova “appestata” (Maria Grazia
mente la sua colonna sonora più celebre, il cui Buccella), la solenne musica per le nozze di
tema principale è ormai patrimonio nazionale, Matelda o quella funerea per la morte di
cantata pure negli stadi da masse ignare del- Abacuc, ma soprattutto il tormentone “Pirulè”
l’identità dell’autore. (“Vade retro Satàn!”) dei seguaci del monaco
L’inconfondibile firma della marcia dei titoli di Zenone. Arcane modalità risuonano poi nelle
testa (realizzati da Emanuele Luzzati con una stanze dei Bizantini, ma è la “Marcia di Carlo Rustichelli
tecnica d’animazione stilisticamente modernis- Brancaleone” che la fa da padrone, costante- L’armata Brancaleone
sima per il 1966) con il suo suono bandistico mente variata a seconda delle circostanze (1966)
che accompagna il flauto dolce e il picaresco (interessante anche il trattamento “bachiano” al
GDM/Edel Italy 0156972
coro maschile, il fischio e il colpo di tamburo, clavicembalo nella scena del monastero) spes-
19 brani – Durata: 33’03”
inserisce lo spettatore in un clima grottesco e so con l’Armata che procede quasi “al passo”,
goliardico, senza il quale le prime sequenze del fino ad integrarsi completamente nel grido di
saccheggio del villaggio da parte dei barbari, battaglia dello stesso Brancaleone che si avvia
nella loro cruda e triviale violenza, farebbero alle crociate (passaggio conservato nella
pensare ad un film drammatico se non horror. bonus track di chiusura).
Questo costante senso di morte, miseria e Grazie all’attento restauro degli originali
fame (che può aprire un ulteriore livello di lettu- master monofonici, curato dal veterano
ra del film in chiave metaforica) dà l’opportuni- Claudio Fuiano (autore anche della povera
tà di inserire interventi musicali più tesi e densi, grafica e delle note inglesi di copertina, unica
in cui il compositore ci regala (più o meno evi- nota dolente di questa recente serie “carto-
denti) citazioni wagneriane, rivelandoci il suo nata” GDM) il disco propone la totalità degli
profondo amore per i grandi operisti e le sue interventi musicali e due chicche, tratte dai
origini di direttore di teatro musicale. L’abilità lati di un 45 giri, uscito all’epoca, riportando
del compositore sta, però, nell’abile parsimonia finalmente in vita (insieme alla recente sma-
di interventi, perfettamente incastonati tra la gliante edizione in DVD) un indimenticabile
rutilante “sinfonia linguistica” (creata ad hoc da pezzo di storia. PR Vittorio “Brancaleone” Gassman
Pino Donaggio ha conosciuto presto il suc- Nel frattempo, Donaggio ha lavorato con
cesso internazionale, scrivendo ed interpretan- molti altri registi - da Roberto Benigni a
do la celeberrima “Io che non vivo”, una delle Liliana Cavani, da Joe Dante a Dario
pochissime canzoni italiane a varcare l’oceano, Argento - affinando la sua tecnica compositi-
divenendo una grande hit di Elvis Presley: “You va e diversificando il suo stile.
Don’t Have To Say You Love Me”. Questo cd edito dalla francese Cinéfonia
Approdato quasi per caso al mondo delle raccoglie una serie di brani tratti da alcuni dei
colonne sonore, il compositore veneziano scri- film italiani più importanti siglati dall’autore
ve le affascinanti musiche di A venezia… un veneto, con il verosimile intento di sottrarlo dal-
dicembre rosso shocking (Don’t Look Now, l’immagine riduttiva di “musicista dei thriller di
1973), thriller di Nicholas Roeg, e attira l’atten- De Palma”. Ci pare che l’obbiettivo sia stato Pino Donaggio
zione del giovane Brian De Palma. Rimasto centrato solo in parte: a brani affascinanti e ben Pino Donaggio et le
orfano di Bernard Herrmann, il regista ameri- costruiti, quali il tema principale de I banchieri di cinéma italien (2004)
cano sceglie Donaggio per il suo Carrie, lo Dio, si alternano scoperte reminiscenze da Cinéfonia CFR 008
sguardo di Satana (Carrie, 1976), dando inizio lavori precedenti (“Gli ultimi minuti”, da Un eroe 24 brani – Durata: 66’25”
ad una collaborazione storica che, oramai da borghese, è quasi una parafrasi del celebre “In
alcuni anni, è in attesa di approdare al settimo The Museum” di Vestito per uccidere) e pagine
capitolo col sempre rimandato “progetto vene- pop-elettroniche francamente imbarazzanti
ziano” di De Palma. (“Peculiar Operation” da Cin Cin). AC
Libri
Se c’è una carenza nella letteratura che meramente musicale.
tratta l’audiovisivo, quella risiede proprio nel- L’analisi del sincronismo nel flusso
l’assenza di una sufficiente varietà di saggi suono-immagine viene, fra l’altro, effica-
che trattino approfonditamente il complesso cemente semplificata con l’aiuto di interes-
tema del linguaggio e della grammatica, del santi illustrazioni che permettono di ‘visualiz-
rapporto suono-immagine e delle caratteristi- zare’ i diversi picchi emotivi della pellicola e
che che si celano implicitamente in questo del suono, fornendo al lettore degli spunti
rapporto. validi per accostarsi in maniera più
Vincenzo Ramaglia prova a fare un po’ di consapevole ed appagante alla fruizione
luce con un lavoro in cui questa stretta rela- delle opere.
zione viene frantumata e analizzata nelle La bibliografia di riferimento rimanda al
sue componenti chiave, e dove l’autore capitale apporto di Chion, fondamento e
prova a rendere più comprensibili concetti e punto di partenza di ogni analisi scientifica
parole che spesso ricorrono (dieghesis, sull’argomento: apporto basilare, certo, per Vincenzo Ramaglia
anempatia) nelle analisi delle colonne sono-
re nella loro interezza. Attenzione: nella loro
ogni divulgazione degnamente formalizzata,
ma che forse dovremmo cercare in qualche
Il suono e l'immagine
interezza, riferendosi per questo a tutto l’or- modo di evolvere. 108 pagine - 2004 Dino Audino Editore
ganico sonoro, non solo all’apporto Come? FC
46 roberto pregadio
Amarcord
a Catania
Incontro con
Roberto Pregadio
di Anna Maria Asero
L’accoglienza è stata calorosa e vera. Catania ha abbracciato in modo profondo e sincero il suo Roberto
Pregadio. Un bagno di folla per questo “giovane” ottantenne direttore d’orchestra, commosso da tante attestazioni
d’affetto. Dopo le prove corriamo dall’Auditorium alla conferenza stampa, durante il tragitto parliamo e viene fuori
un’intervista, fatta di ricordi e di nostalgia.
Come si è avvicinato alla musi- Ciccio Ingrassia, per i quali ha Ho collaborato per tanti anni con
ca da film? composto le musiche di quattro il maestro Nascimbene, un’espe-
Facevo parte di una cooperativa a film? rienza lavorativa bellissima e ricca.
Roma che incideva le musiche da Il contatto diretto con gli attori era Ai tempi usavamo il sincrono.
film, tutti i maestri come Rustichelli e molto raro. Serbo dei ricordi di Adesso la moglie sta portando
Rota si rivolgevano a questa strut- quando andavo sul set, Ciccio era avanti una fondazione che si occu-
tura. E’ stata una grande esperienza, taciturno ed introverso, mentre pa delle composizioni dell’autore
ho iniziato come esecutore, poi Franco era una macchietta fuori e milanese.
come strumentista, arrangiatore ed dentro le scene.
infine direttore d’orchestra. Quali autori di musica da film
E il suo rapporto con i registi? contemporanea e del passato
Cosa ha significato nella sua Ai miei tempi non avendo com- ammira di più?
carriera musicare pellicole come i puter e altre diavolerie tecnologiche Dei meno giovani ammiro
“Mondo Movies” o gli erotici all’i- si usava solo ed esclusivamente il Trovajoli e Ortolani, delle nuove leve
taliana degli anni ’70? pianoforte. Si accennavano le Piovani, uno dei pochi ad essere un
Sicuramente è stata un’immensa prime note e il regista dava o nega- vero musicista compositore.
soddisfazione. Ma tutta la mia carri- va il suo consenso. Erano sicura-
era musicale è stata intensa, dai miei mente momenti di ansia ed appren- Cosa rappresenta per Lei la
esordi jazzistici nella città natale alla sione. E non era difficile incorrere in musica per immagini?
grande Orchestra di musica leggera casi di plagio, il più delle volte il reg- E’ sicuramente un elemento por-
della Rai, dove sono entrato come ista richiedeva delle musiche simili tante di un film, ma nello stesso
pianista e ho avuto la fortuna di a quelle di tale o tal’altro film e momento la buona colonna sonora
conoscere grandi direttori come spesso uscivano fuori composizioni non si deve notare, si deve percepire
Kramer e Canfora. Penso che forse i somiglianti. in maniera lieve e tenue. Mai cadere
ragazzi d’oggi non hanno più le pos- in una sonorità sbagliata.
sibilità che ho avuto io, il consiglio Lei ha diretto le musiche di
per tutti è quello di rischiare e avere molte colonne sonore e Ci racconti un aneddoto della
il coraggio di provare. composizioni extracinematogra- sua carriera musicale.
fiche del grande maestro Mario Quando feci ascoltare la musica
Che ricordo serba di due grandi Nascimbene, vuole parlarci di del film Il profumo dei papaveri, il pro-
siciliani come Franco Franchi e questo sodalizio musicale? duttore si mise a piangere.