Legenda recensioni
Mediocre Sufficiente Buono Ottimo Capolavoro
I giudizi delle recensioni di Colonne Sonore si riferiscono a valutazioni artistiche assolutamente personali dei redattori e non vogliono in
alcun modo interferire da un punto di vista commerciale e discografico.
4 redazionale
Collaboratori:
in tutte le librerie della catena nazionale Luca Bandirali, Gianni Bergamino,
‘la Feltrinelli’ e in molti punti vendita in Susanna Buffa, Fabrizio Campanelli,
tutta Italia, tra cui: Piero Campanino, Andrea Chirichelli,
Luca Cirillo, Chiara Comerci, Gabrielle
LOMBARDIA Lucantonio, Roberto Pugliese,
CINEMA ANTEO - Libreria del Cinema - Via Milazzo 9 - MILANO Stefano Sorice, Marco Spagnoli, Chiara
BLOODBUSTER SNC - Via P.Castaldi 30 - 20124 MILANO Tafner, Maurizio Torretti, Stefano Tosi,
LA BORSA DEL FUMETTO - Via Lecco 16 - MILANO Jacqueline Valenti, Barbara Zorzoli
DISCO CLUB - Piazza Cordusio (Stazione MM) - 20123 MILANO
STRADIVARIUS - Via Pecchio 1 - MILANO Un sentito ringraziamento a: Doug Adams,
TAU BETA - Via Pavoni 5/b - 20052 MONZA (MI) Lukas Kendall & Joe Sikoryak di “FSM”
LIBRERIA DEL CINEMA - Via Mentana, 15/D - 22100 COMO
Alessandro Belloni, creatore della
PIEMONTE JW Italian Home Page - www.jwilliamsmusic.it
WIDESCREEN - Via San Secondo, 55 - 10128 TORINO
Antonio Alesci di Cineclick
VENETO
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FRIULI VENEZIA-GIULIA
CINECITY MULTISALA - Via Nazionale, 74/2 - 33040 PRADAMANO (UD) Remigio Truocchio del Ravello Festival
EMILIA ROMAGNA Stampa:
CASA DEL DISCO di FANGAREGGI & C. - L.go Muratori, 204 - 41100 MODENA Grafiche Sala - Novi di Modena
LIBRERIA ‘LA FENICE’ - Via G. Mazzini, 15 - 41012 CARPI (MO)
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DISCHI ‘L’ALLEGRETTO’ di MARY - Via Oslavia, 44 - 00195 ROMA
REVOLVER dischi-cd-dvd - Via S.Gherardi, 90-102 - 00146 ROMA Red Distribuzione - Modena
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SUPERNOVA RECORDS - Cinecittà Due - Via Palmiro Togliatti, 2 - 00175 ROMA
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tratta dal volume “Platea in piedi - Vol.1”
di Maurizio Baroni - Bolli Editore
NB: Le anticipazioni discografiche di queste pagine si basano sulle informazioni reperibili dai comunicati e dai siti ufficiali delle case di produzione e da fonti non ufficiali.
La stessa natura bimestrale della Rivista impedisce di garantire la fedeltà del mercato a tali annunci.
La redazione di Colonne Sonore, in seguito alle segnalazioni dei diretti interessati, pur ritenendo che il corretto e libero esercizio della cri-
tica discografica preveda - nell’interesse dello stesso mercato e dell’educazione all’ascolto – l’onesta possibilità di valutazioni negative,
porge le sue scuse a Warner Chappell Italia e Studio Riverrecords qualora i termini di alcune recensioni apparse sullo scorso numero del
periodico fossero apparsi eccessivi, se non addirittura offensivi o lesivi della dignità dell’etichetta, dei suoi artisti e dei suoi tecnici.
AD Michele Spera
CANDIDATURE 2005
• COLONNA SONORA ITALIANA • • COLONNA SONORA EUROPEA •
Le candidature per la Miglior colonna sonora e tema per la Fitcion TV italiana verranno comunicate a fine Luglio su
www.colonnesonore.net
Per informazioni e ospitalità: www.ravellofestival.it
E’ proprio il caso di dire che stavolta non si tratta del solito premio, bensì di una manifestazione ori-
ginale che vede l’assegnazione dei riconoscimenti dati dagli allievi delle principali scuole di formazione
di cinema, teatro e musica ai loro personaggi dello spettacolo favoriti.
Stiamo parlando del Premio Golden Graal 2005.
Un parterre di tutto rispetto si è alternato sul palco del teatro romano Ambra Jovinelli, fresco di
restauro, il 6 giugno scorso, attori del calibro di Luigi Lo Cascio, Sandra Ceccarelli, Giovanna
Mezzogiorno, Barbara Bobulova e Valeria Golino (solo per citarne alcuni) sono stati premiati ed hanno
animato la serata.
Ad essere coinvolti in questa edizione del Premio, gli studenti dell’Accademia Nazionale D’Arte
Drammatica Silvio D’Amico, del DAMS (Università di Bologna), la NUCT (Nuova Università di
Cinematografia e Televisione), dell’Istituto di Stato per la Cinematografia e la Televisione R. Rossellini,
del Conservatorio di Musica di Santa Cecilia, e dello ZELIG (Scuola di Documentario, Televisione e
nuovi media di Bolzano).
I premiati sono stati tanti e tutti meritevoli, vanno menzionate come miglior attrice (ruolo drammatico) un ex aequo, per due grandi giovani attrici del
panorama artistico nazionale, Barbora Bobulova per “La spettatrice” e Sandra Ceccarelli per “La vita che vorrei”.
Bravo e simpatico, d’impatto con il pubblico, Luigi Lo Cascio, vincitore del premio come miglior attore (ruolo drammatico), anche lui per “La vita che
vorrei”.
Un altro ex aequo per i registi David Greco che con “Evilenko” e Paolo Sorrentino con “Le conseguenze dell’amore” sono stati premiati con il Golden
Graal per la regia film drammatico.
Un riconoscimento è andato, in un ruolo che solitamente non rientra nel suo cliché, a Giovanna Mezzogiorno, come attrice brillante per il film “Il club
delle promesse”. Mentre nella stessa categoria è stato premiato Giorgio Casotti per “Dopo Mezzanotte”, e come regista ha vinto Giovanni Veronesi con
“Che ne sarà di noi”.
Premiati per il teatro Iaia Forte con “Medea”, Neri Marcorè per “L’apparenza inganna” e la regista siciliana Emma Dante con la sua opera teatrale
“MPalermu”.
Anche le colonne sonore hanno ottenuto due riconoscimenti: Pasquale Catalano per “Le conseguenze dell’amore” e Paolo Buonvino per
“Paolo Borsellino”. Come canzone originale Vasco Rossi (assente perché impegnato nella prima data del suo tour estivo) per Un Senso da
“Non ti muovere”.
Premiati come attori italiani all’estero, ex aequo, Raul Bova (anche lui non presente) con “Alien” e Valeria Golino “36”.
Riconoscimenti a due attori di fama internazionale: Penelope Cruz e Gael Garcia Bernal, di cui sono state mandate due interessanti video-intervi-
ste, data la loro assenza.
Una gradevole serata durata tre ore, ai premi si sono alternate esibizioni artistiche di varia natura, tra tutte va segnalata quella dell’attore Enzo De
Caro, che tornato piacevolmente alla musica, come al tempo della magnifica Smorfia, ha presentato in anteprima due brani inediti scritti insieme a
Massimo Troisi, al quale era dedicata la serata, accompagnato da tre percussionisti senegalesi.
Ad essere gratificati non solo i “grandi”, ma anche le nuove promesse con il Premio Imae (Istituto per i diritti degli artisti interpreti ed esecutori) con
una borsa che gli consentirà di continuare gli studi, i fortunati sono stati: Valeria Solarino e Fabio Troiano (per il cinema), Fausto Paravidino e
Massimo De Santiis (per il teatro).
info: www.goldengraal.it
• Giovedì 8 Ssettembre 2005 - ore 21.00 • Mercoledì 21 settembre 2005 - ore 21.00
OMAGGIO A JOHN WILLIAMS CENERENTOLA E LE PRINCIPESSE DISNEY
Le straordinarie invenzioni orchestrali di Star Wars, Harry Potter, Dai fratelli Sherman a Menken una serata piena di magia, per bambini
ET, Indiana Jones, Schindler’s List, etc... di tutte le età.
Violino Luca Santaniello • Direttore Giuseppe Grazioli Direttore Giuseppe Grazioli
• Lunedì 12 settembre 2005 - ore 21.00 • Lunedì 9 gennaio 2006 - ore 21.00
IL CINEMA ITALIANO SECONDO LUIS BACALOV LA CORAZZATA POTËMKIN
Dal compositore de Il postino una personale selezione dei La “seconda” mondiale della partitura originale di Edmund Meiselè
capolavori cinemusicali del nostro paese. ad accompagnamento della versione restaurata della celebre pellicola.
Direttore Luis Bacalov Direttore Helmut Imig
• Giovedì 15 settembre 2005 - ore 21.00 • Lunedì 23 gennaio 2006 - ore 21.00
SENZA RESPIRO: MAESTRI DELLA SUSPENSE MOZART COME NON L'AVETE MAI VISTO
Le straordinarie partiture di Herrmann, Rozsa e Waxman, Le note del genio salisburghese acquistano un inedita luce
da Psycho a Marnie, da Spellbound a Rebecca. dall’accostamento con la settima arte.
Direttore Antonio Ballista Clarinetto Raffaella Capponi - Direttore Ruben Jais
DVD jerry goldsmith 9
Film Music
Master
Ad un anno dalla scomparsa,
l’atteso DVD monografico su
Jerry Goldsmith
di Gianni Bergamino
Dopo aver visto gli oltre 70 minu- gliata dei registi che hanno arricchi- gnata controparte musicale dello
ti di documentario sull’arte creativa to le loro pellicole con l’inventiva del scienziato di La Casa Russia, con
e sulla vita di Jerry Goldsmith, dopo maestro: Joe Dante, Paul grande sgomento di Sandy De
aver ascoltato oltre due ore di inter- Verhoeven, Richard Donner, Curtis Crescent, fidata concertmaster
viste con persone che lo hanno Hanson e soprattutto il compianto delle incisioni di Goldsmith, che ha
affiancato professionalmente per Franklin J. Schaffner, che confessa dovuto rintracciare un solista capa-
oltre quarant’anni di carriera ed l’istintiva e quasi ultraterrena sim- ce di suonarlo per accontentare le
aver assistito ad una lunga sessio- biosi creativa che lo ha legato a richieste del maestro. La perpetua
ne di registrazione di alcuni brani Goldsmith per tanti anni. I produtto- ricerca di una perfetta fusione tra
dello score di The River Wild - Il ri delle case discografiche speciali- musica e scene. La quieta sotto-
fiume della paura (1995), ci si rende stiche, come Douglass Fake missione alle richieste del regista,
conto di aver avuto soltanto un dell’Intrada o Robert Townson della l’analisi puntigliosa dell’effetto otte-
accenno fugace del mistero che si Varèse, cresciute anche grazie al nuto, la riscrittura costante delle
cela dietro lo sguardo trasognato di potente richiamo delle opere del partiture per adattarle all’istante e
uno dei più amati ed ammirati com- compositore losangelino, che testi- armonizzarle con il fluire psicologi-
positori di musica per il Cinema. moniano l’inesauribile versatilità del co del racconto. Il prezioso dvd
L’esperienza quasi intima che si maestro. della MFM offre emozioni quasi ini-
vive in questi brevi istanti a contatto Molti episodi che compongono ziatiche non solo per il devoto di
con il “momento creativo puro” non un mosaico di vaste proporzioni, al Goldsmith. Viene confermata l’im-
fanno che acuire l’interesse per l’ar- centro del quale si colloca la gran- portanza di simili documenti, nobili-
cana magia che si compie nel de produzione di Goldsmith, i molti tati dalla regia esperta e puntuale di
momento della genesi musicale e il e diversissimi titoli della sua arte, di un artista del settore come lo scom-
desiderio di poter essere ammessi cui vengono mostrate le copertine parso Fred Karlin.
ancora a questo rito di divina e pri- delle edizioni su disco. Tante fugaci Sarebbe bello che simili iniziative
mitiva potenza. immagini che lasciano solo intuire il apparissero in modo più frequente,
Goldsmith adolescente, scherzo- quadro d’insieme. E molti interventi così come sarebbe magnifico che
samente sculacciato dal suo mae- del maestro stesso, orgoglioso e le etichette specializzate iniziasse-
stro Jacob Gimpel. Il mitico Miklòs schivo a un tempo, che racconta ro a documentare le sessioni di
Ròzsa, suo mentore e idolo, che ne l’emozione di creare musica per il registrazione delle partiture, alme-
tesse le lodi. La consegna dell’uni- Cinema, di penetrare con la sua no di quelle destinate a divenire
co Oscar ricevuto (nel 1976, per Il ispirazione nel cuore delle vicende. storia.
presagio), le commosse parole di Ci sono testimonianze che fanno
ringraziamento. L’ammirazione rabbrividire… La costante, inesauri-
MUSIC FROM
malcelata dei suoi orchestratori di bile esplorazione del suono. THE MOVIES
sempre, Arthur Morton e Alexander L’orecchio teso, le sopracciglia DVD Master
Courage, che raccontano buffi aggrottate, lo sguardo perso chissà Film Music
aneddoti: “ogni volta che sentivamo dove, come se architetture invisibili MFTMDVD01
un rumore, correvamo fuori a bloc- e divine potessero magicamente
care chi lo aveva prodotto: chissà apparire alla sua comprensione, Durata: 71’00”
oltre 2 ore di
mai che non servisse per la prossi- invisibili a chiunque altro. Il blaster materiale bonus
ma colonna sonora di Jerry”, dice beam creato da Craig Huxley, dia-
Courage, mentre Morton racconta bolico marchingegno la cui ghi-
come il nuovo set di pentole Inox gnante e ultraterrena voce si muta
comprato dalla moglie abbia dato nel canto gelido del V’ger di Star
origine alle aliene percussioni de Il Trek, fuso con l’orchestra sinfonica
pianeta delle scimmie. L’orgogliosa in una pagina praticamente unica Fred Karlin
partecipazione della moglie Carol e nella storia della musica. Il flauto Jerry Goldsmith (v.o. -1995/2005)
del figlio Joel, la gratitudine meravi- armeno duduk che diviene la rasse-
10 miklós rózsa
Miklós
Rózsa
(1907-1995)
Una
Filmografia
di Roberto Pugliese
Dieci anni fa Miklós Rózsa ci lascia- Partiture che in cinquant’anni hanno produzione strumentale e sinfonica, che
va. Uno dei compositori che hanno contribuito a fare della musica cine- da questo percorso è esclusa) rappre-
stampato più a fondo la propria matografica uno dei grandi generi musi- sentano un corpus sterminato e inestri-
impronta nella storia della musica del cali del ‘900, se non “il” genere musicale cabile. Si è allora optato, per i titoli di cui
XX secolo, applicata al cinema, ci offri- per eccellenza, testimoniando in Rózsa esista anche solo una parziale regis-
va in eredità un enorme patrimonio di una delle figure-cardine di passaggio fra trazione discografica, verso una scelta
partiture (“emanavano luce”, come “età d’oro” e “renaissance” della musica di indicazioni mirate sulle incisioni princi-
ebbe a dire Franco Piersanti durante hollywoodiana, in quanto uomo e artista pali relative ai singoli titoli e distribuite
una delle sue ultime visite a casa del fortemente radicato in una tradizione nei vari paesi. Per una filmodiscografia
Maestro), cinematografiche e non, musicale ancora tardo-ottocentesca, e completa non resta che rinviare a quel-
un’autobiografia, numerosi scritti e l’im- tuttavia profeta di soluzioni e invenzioni la curata da Doug Raynes, Daniel
magine di un piccolo uomo ungherese (timbriche, armoniche, melodiche) che Mangodt e Jean-Pierre Pecqueriaux nel
gentile e fermo, compatriota e allievo di pur senza possedere alcunché di “rivo- numero del giugno 1994 (vol. 13, no.
Kodály e Bartók, dallo sguardo vivacis- luzionario” (l’uomo non era di questa 50) di “Soundtrack! The Collector’s
simo e dai ricordi adamantini, esplicitati pasta…) avrebbero rappresentato mod- Quarterly”, il periodico belga edito fino a
in una colloquialità praticamente ello e sorgente per molti musicisti della qualche tempo fa da Luc Van De Ven
irrefrenabile, nella quale scorreva, come generazione seguente, a cominciare da (Astridlaan 171, 2800 Mechelen,
in un film, la storia di mezzo secolo di Williams e Goldsmith per arrivare a Belgium), ma soprattutto – per una
Hollywood. Il ricordo personale è legato Goldenthal, Kamen e Silvestri. maggiore e quasi assoluta completezza
a quello di una memorabile giornata La presente filmografia di Miklós – a quella aggiornatissima e rinvenibile
veneziana della primavera dell’82, Rózsa - che vuol essere un omaggio sotto la voce “Rózsa” nel fondamentale
allorché il Maestro venne in laguna per alla sua figura, ma anche una carrellata sito www.soundtrackcollector.com.
presentare un Quaderno della collana in quasi mezzo secolo di storia del cine- Per ogni titolo si è indicata la data di
comunale del Circuito Cinema a lui ded- ma hollywoodiano - è completa nell’e- uscita nel paese di origine, il titolo origi-
icato, e raccolse intorno a sé un piccolo nunciazione dei titoli ma selettiva nella nale (con doppio titolo, quando esista) e
stuolo di fans quasi stupefatti della sua loro evidenziazione; questo non solo il titolo italiano quando il film sia stato
“reale” esistenza: come se dietro quel per evitare il semplice elenco indiscrim- distribuito nel nostro paese, la nazional-
nome visto tante volte scorrere nei titoli inato ma anche perché si è ritenuto ità, la casa di produzione, il regista, il
di film come Ben-Hur, La fiamma del utile, laddove ce ne fossero gli elemen- cast principale, gli estremi discografici,
peccato, Io ti salverò, La vita privata di ti, sottolineare le caratteristiche dell’ap- un cenno di trama e una nota sulla
Sherlock Holmes, Il Re dei re, Fedora, porto di Rózsa ai singoli film in termini di musica (quest’ultima, come già detto,
Providence, si fosse celato in realtà un pathos drammatico, a volte addirittura di solo nei casi ritenuti più rilevanti da chi
fantasma, un’entità impalpabile. supporto diegetico. scrive).
Miklós Rózsa esisteva invece, ovvia- Il problema di una discografia L’elenco non comprende i numerosi
mente, nella sua grande carica di sim- rozsiana è, ovviamente, reso temibile film, soprattutto del periodo Universal
patia e di umiltà, che si trasmetteva da da una semplice e pressoché insor- ma anche casi successivi (il documen-
lui con la medesima facilità con cui la montabile questione di spazio. Le tario The Atomic Cafè dell’82), in cui –
passione, la tensione, il dinamismo, la ristampe, riedizioni, edizioni pirata, secondo una prassi corrente dell’epoca
potenza drammatica e tragica della sua nuove “cover”, antologie, riesecuzioni, – spezzoni di musica di Rózsa sono
ispirazione si trasmettevano dalle sue suites e miscellanee di titoli di Rózsa stati inseriti senza essere poi registrati in
partiture. (senza contare l’imponente mole della colonna sonora né accreditati nei titoli.
miklós rózsa 11
1937 • KNIGHT WITHOUT ARMOUR romanzo di A.E.W. Mason e portato più “Mille e una notte” e portata sullo scher-
(La contessa Alessandra, o L’ultimo volte sullo schermo dal 1921 al 2002, mo più volte, dal 1924 al ‘78) il musicista
treno da Mosca), GB-London una partitura ricca e colorata (celebre la si dispone su una tavolozza cangiante e
Films/Alexander Korda, regia di Jacques pagina che accompagna il viaggio sul onirica: chiama in causa la scala penta-
Feyder, con Marlene Dietrich, Robert fiume e quella, drammaticissima e larga- tonica orientale, scrive in stile arabeg-
Donat, John Clements. mente percussiva, in cui Ralph giante, cita lo Stravinski dell’Uccello di
Durante la Rivoluzione d’Ottobre, un Richardson viene accecato dal sole fuoco, ma attinge largamente anche a
contrabbandiere inglese salva una con- durante la scalata della collina), in perfet- materiale ungherese autoctono e a
tessa vedova dalla giustizia dei bolsce- to stile Korda, con un utilizzo cromatico melodie popolari dell’Europa centrale.
vichi. E’ la prima partitura cinematografi- dell’orchestra in sintonia col Technicolor Celebre la canzone di Sabu (“I Want to
ca di Rózsa, (ma il film fu distribuito dopo di Périnal e Cardiff. be a Sailor”) e sensazionale la caratteriz-
il successivo Thunder in the City) che fu • edizioni discografiche: zazione tematica di alcuni personaggi: a
raccomandato presso il produttore Sir RCA Victor 0911-2.RG cominciare dal minaccioso visir di
Alexander Korda dal direttore d’orches- Conrad Veidt, descritto attraverso l’inter-
tra Muir Mathieson. Sontuosamente ed 1939 • THE SPY IN BLACK vallo di quarta aumentata, il cosiddetto
esteriormente “russa”, ricca di riferimenti (La spia in nero; tit. USA “U-Boat tritono o – secondo gli antichi – “diabolus
popolari (è citata anche la celebre “O 29”), GB-Harefield/Alexander Korda, in musica”.
Jablotchka”) e molto movimentata, con regia di Michael Powell, con Conrad • edizioni discografiche:
evidenti influenze rimskij-korsakoviane. Veidt, Valerie Hobson, June Duprez. Elmer Bernstein Filmmusic Collection FMC8
Rózsa vi compare nei panni di un uffi- Negli anni della prima guerra mondiale, Colosseum CST 34.8044
ciale russo che suona il pianoforte. love story alle isole Orcadi tra il coman- RCA Victor 0911-2-RG
• edizioni discografiche: dante tedesco di un sottomarino che Silva Screen FILMXCD 187
Soundstage Records 610 deve distruggere una base inglese e una Polydor SUPER 2383 327
Polydor SUPER 2383 384 bella doppiogiochista.
Intrada MAF 7057D 1941 • THAT HAMILTON WOMAN
1939 • TEN DAYS IN PARIS (Lady Hamilton o Il grande ammi-
1937 • THUNDER IN THE CITY (tit. USA “Missing Ten Days” o raglio; tit. GB “Lady Hamilton”),
(La trappola d’oro), GB-Atlantic, “Spy in the Pantry”), GB-Columbia, USA-London Films/A. Korda, regia di
regia di Marion Gering, con Edward G. regia di Tim Whelan, con Rex Harrison, Alexander Korda, con Vivien Leigh,
Robinson, Lulu Deste, Ralph Karen Verne, Leo Genn. Laurence Olivier, Gladys Cooper.
Richardson, Constance Collier. Uno smemorato si risveglia a Parigi e La moglie dell’ambasciatore britannico a
Un pubblicitario americano s’innamora a scopre di essere invischiato in un intrigo Napoli s’innamora del giovane ammi-
Londra della sua giovane e squattrinata internazionale. raglio Orazio Nelson e scappa con lui.
cugina duchessa non senza aver prima Dopo la morte dell’ufficiale a Trafalgar,
contribuito, con il proprio pragmatismo 1939 • ON THE NIGHT OF THE FIRE rimane sola.
yankee, a salvare il patrimonio peri- (La notte dell’incendio; tit. USA Partitura intimista, sentimentale, delicata
colante della di lei famiglia. “The Fugitive”), GB-GFD/G & S, con uno dei temi d’amore più belli e svilup-
regia di Brian Desmond Hurst, con Ralph pati mai scritti da Rózsa, basato sul dialo-
1937 • THE SQUEAKER Richardson, Diana Wynyard, Romney go tra violino e viola soli. Ufficialmente il
(Il delatore; tit. USA “Murder on Brent. primo film americano di Rózsa.
Diamond Row”), GB-London Un uomo uccide, approfittando di un • edizioni discografiche:
Films/A. Korda, regia di William K. grosso incendio, il ricattatore che minac- Polydor 2383 440
Howard, con Edmund Lowe, Ann Todd, ciava la sua tranquillità coniugale; ma gli Varèse Sarabande VSD 5671
Sebastian Shaw. cedono i nervi e finirà abbattuto dalla Memoir Records MOIR 101
Un poliziotto di Scotland Yard, travestito polizia.
da vagabondo e con l’aiuto di un ladro Prima partitura di Rózsa in stile “noir”, 1941 • LYDIA
sfortunato, smaschera un ricattatore. Da con alcuni elementi (la spigolosità dei (id.), USA-Alexander Korda, regia di
un romanzo di Edgar Wallace, remake di temi, la brutalità dell’orchestrazione) che Julien Duvivier, con Merle Oberon, Joseph
un poliziesco girato sette anni prima con torneranno nel periodo americano. Cotten, Alan Marshal, Edna May Oliver.
la regia dello stesso Wallace per la Un’anziana signora rievoca la propria
British Lion, con Percy Marmont, Anne 1940 • FOUR DARK HOURS vita sentimentale, circondata dai suoi ex
Grey e Nigel Bruce. (Al pappagallo verde o La morte su un terrazzo di New York.
grigia; tit. USA “The Green Musica quasi esclusivamente pianistica, di
1938 • THE DIVORCE OF LADY X Cockatoo” o “Race Gang”), GB- sapore schubertiano e chopiniano. Un
(L’avventura di Lady X), GB- New World, regia di William Cameron miniconcerto per pianoforte e orchestra,
London Films/A. Korda, regia di Tim Menzies, con John Mills, René Ray, ricavato dal finale del film ma con l’aggiun-
Whelan, con Merle Oberon, Laurence Robert Newton. ta anche degli altri temi pianistici, fu rielab-
Olivier, Ralph Richardson. Un uomo vuol vendicarsi dei gangster orato nel 1947 da Mario Castelnuovo-
Una giovane inglese s’innamora di un che hanno ucciso suo fratello. Da un Tedesco per il film Time Out of Mind
avvocato e finge di rivolgersi a lui per soggetto di Graham Greene. (Prigionieri del destino; USA-Universal, tit.
divorziare. Quando la verità viene a GB “Illusions”) di Robert Siodmak, un melò
galla, è nato l’amore vero. 1940 • THE THIEF OF BAGDAD con Phyllis Calvert, Robert Hutton e Eddie
(Il ladro di Bagdad), GB-London Albert, e divenne popolare, anche attraver-
1939 • THE FOUR FEATHERS Films/A. Korda, regia di Michael Powell, so numerose edizioni discografiche, con il
(Le quattro piume), GB-London Ludwig Berger, Tim Whelan, con Sabu, titolo di “New England Symphoniette” o
Films/A. Korda, regia di Zoltan Korda, Conrad Veidt, June Duprez, Rex Ingram, “New England Concerto”.
con John Clements, June Duprez, Ralph John Justin, Miles Malleson. • edizioni discografiche:
Richardson. Un giovane principe con l’aiuto di un sim- Citadel Records CT-7010
Un ufficiale inglese accusato di codardia, patico ladruncolo sconfigge, grazie Varèse 704.260
per essersi congedato alla vigilia della anche al contributo fondamentale di un Varèse STV 81166
guerra, (le quattro piume sono appunto i Genio, il perfido visir che vuole sposare
simboli del disprezzo consegnatigli da tre la figlia del sultano. Iniziato a Londra e 1941 • SUNDOWN
commilitoni e dalla fidanzata) si riscatta finito a Hollywood a causa dello scoppio (Inferno nel deserto), USA-Walter
durante la campagna d’Africa salvando della guerra, è il primo autentico, grande Wanger, regia di Henry Hathaway, con
proprio i suoi ex amici. successo personale di Rózsa. Gene Tierney, George Sanders, Bruce
Per un soggetto avventuroso tratto dal All’insegna di una favola (tratta dalle Cabot, Dorothy Dandridge.
12 miklós rózsa
1943 • SAHARA
(id.), USA-Columbia, regia di Zoltan
Korda, con Humphrey Bogart, Dan
Duryea, Bruce Bennett, Lloyd Bridges,
Rex Ingram.
Nel giugno del ’42, un gruppo di soldati
alleati che sta scortando in un tank due
prigionieri difende nel deserto una pozza
d’acqua dall’attacco tedesco.
Il meglio di Rózsa è nei titoli di testa, con
un tema epico pesantemente accentato
e dal sapore di tragedia.
• edizioni discografiche:
RCA Victor GD 80422
• edizioni discografiche:
contro un ammutinamento.
Remake di un vecchio film muto. Alla par- perché ci fossero così tante disso- zio della fase di massimo successo
titura di Rózsa si aggiunge, nella seconda nanze nella mia musica. ‘Quali dis- della carriera cinematografica del
parte, circa un quarto d’ora di musica sonanze?’, gli domandai. ‘Beh, in musicista. Sono gli anni in cui, pur
addizionale composta da John Green. un punto i violini stanno suonando scrivendo anche per generi diffe-
• edizioni discografiche: un sol naturale e le viole un sol die- renti – ricordiamo due capolavori
Silva Screen FILMXCD 334
Prometheus PCD 131
sis. Non potrebbe scrivere anche come Madame Bovary (id., 1949) e
per le viole un sol naturale, giusto Brama di vivere (Lust for Life,
1953 • KNIGHTS OF THE ROUND per farmi un favore?’ Quando rifiu- 1956), entrambi di Vincente
TABLE tai, si infuriò: mai essere in disac- Minnelli – Rózsa diviene il “musici-
(I cavalieri della Tavola Rotonda), cordo con un produttore. sta kolossal” per antonomasia, fir-
USA-MGM, regia di Richard Thorpe, con Comunque, Billy Wilder corse in mando le colonne sonore tonitruan-
Robert Taylor, Ava Gardner, Mel Ferrer, mio aiuto e gli disse […] che avreb- ti e filologicamente accuratissime di
Stanley Baker. be fatto meglio a starsene nel suo leggendari film storici e biblici. La
La leggenda di Re Artù, Lancillotto e
Ginevra raccontata fra un amore proibito
ufficio e a lasciare che alla musica più importante fra queste produzio-
e il richiamo delle armi. ci pensassi io.” ni è naturalmente Ben-Hur (id.,
Primo Cinemascope della Metro, girato Il grande regista austriaco man- 1959) di William Wyler, che gli frut-
in Inghilterra. Partitura nella scia di tiene la promessa fatta al musicista ta il suo terzo ed ultimo Oscar.
Ivanhoe, ma più ariosa e solenne. Il e, l’anno seguente, chiama Rózsa Negli anni Sessanta, la carriera
tema dell’amore tra Lancillotto e Ginevra per le musiche del suo capolavoro di Rózsa imbocca un lento declino:
è intrigante e clandestino; la pagina più La fiamma del peccato (Double il sinfonismo turgido e drammatico
celebre è lo “Scherzo” brillante e saet- Indemnity, 1944) e nuovamente, della sua scrittura è ormai fuori
tante che commenta il volo del falco di nel 1945, per Giorni perduti (The moda e deve cedere il passo a
Lancillotto. Per questioni di diritti Muir
Mathieson diresse la musica nell’edi- Lost Weekend). musicisti e colonne sonore pop, in
zione inglese del film, Rózsa in quella Nel medesimo periodo, Rózsa si un decennio poco felice per la sto-
americana. guadagna il suo primo Oscar per ria del Cinema e della musica da
• edizioni discografiche: l’intensa partitura siglata a com- film americani.
RCA Victor 0911-2-RG mento del thriller romantico di Gli anni Settanta riservano le ulti-
Polydor SUPER 2383 327 Alfred Hitchcock Io ti salverò me fiere zampate del vecchio
Rhino Movie Music R2 75723 (Spellbound, 1945). Leone, con le partiture di La vita pri-
Film Score Monthly FSMCD Vol. 6 No.7 Successivamente, con le musi- vata di Sherlock Holmes (The
Varèse Sarabande STV 81128
che scritte per una manciata di gan- Private Life of Sherlock Holmes,
1954 • BEAU BRUMMEL gster movies – molti dei quali desti- 1970) dell’amico Billy Wilder e del
(Lord Brummel), USA-MGM, regia di nati a diventare dei classici (I gan- bellissimo Providence (id., 1977) di
Curtis Bernhardt, con Stewart Granger, gster – 1946, Forza bruta – 1947, Alain Resnais. Il suo ultimo lavoro
Elizabeth Taylor, Peter Ustinov, Robert La città nuda – 1948… fino a giun- per il cinema è una strampalata
Morley. gere a Giungla d’asfalto del 1950) – commedia demenziale con Steve
Vita del celebre uomo di Corte inglese, diviene il compositore di riferimento Martin – Il mistero del cadavere
maestro di stile e amico del Principe di del genere. E’ la celebre scrittura scomparso (Dead Men Don’t Wear
Galles futuro re d’Inghilterra, e per
questo al centro di invidie e odii. noir di Rózsa: brutale, ritmicamente Plaid, 1982) di Carl Reiner – per la
Partitura ufficialmente firmata da Richard irregolare e ricca di dissonanze. quale il Maestro si cimenta in una
Addinsell (l’autore del celebre Concerto Due anni dopo il primo Oscar, commovente rivisitazione degli ste-
di Varsavia per Dangerous Moonlight, Rózsa ne vince un secondo per l’in- reotipi musicali del gangster movie
1941, regia di B. Desmond Hurst), ma telligente commento musicale del- che lui stesso aveva inventato e
Sam Zimbalist, il produttore, insoddisfat- l’ormai dimenticato Doppia vita (A codificato.
to della musica dei titoli e del finale, chi- Double Life, 1947) di George Cukor La vita di questo straordinario
amò Rózsa per rimediare. Il contratto di e, nel 1949, accetta un contratto a artista giunge al termine il 27 luglio
questi con la MGM gli vietava di inter-
ferire nel lavoro di altri musicisti, ma per lungo termine con la MGM. E’ l’ini- 1995.
amicizia verso Zimbalist Rózsa fece
Questo nuovo disco pubblicato da FSM raccoglie le incisioni originali delle partiture di due
film prodotti dall’immaginoso George Pal (La guerra dei mondi, The War of the Worlds - 1953):
Atlantide, continente perduto (Atlantis: The Lost Continent, 1961), musiche di Russel Garcia,
e La forza invisibile (The Power, 1968) di Miklós Rózsa.
La partitura di Garcia – come già per L’uomo che visse nel futuro (The Time Machine, 1960),
un’altra produzione di George Pal – riesce a coniugare con efficacia una certa dose di
sperimentalismo musicale con una concessione generosa al sound hollywoodiano
tradizionale.
Le tre idee tematiche principali sono una fanfara per la ribellione ad Atlantide (“Main Title”),
un bel tema d’amore (“Love Scene”) - che nella seconda parte della melodia ricorda vaga-
mente la canzone “White Christmas” - e una marcia in minore per la tirannide di Atlantide R. Garcia / M. Rózsa
(“Atlantis”). Atlantis: The Lost
La forza invisibile è un bizzarro thriller fanta-politico, il cui soggetto anticipa sia Fury (The Continent
Fury, 1978) di De Palma, che Scanners (id., 1981) di Cronenberg. (Atlantide, continente perduto - 1961)
Dopo cinque anni in cui si era dedicato alla composizione di due concerti, uno per piano e The Power
l’altro per cello, Rózsa tornò al cinema con uno score di grande vigore ritmico e forza dram- (La forza invisibile - 1968)
matica (“Death in the Centrifuge”, “The Merry-Go-Round”), incentrato su un ipnotico tema FSM Vol. 8 No. 2
“zingaresco” (“Prelude”) affidato al timbro del cimbalom, strumento ungherese a corde per- 20 brani (46’19”) + 10 brani (29’39”)
cosse di grande suggestione. AC Durata totale: 76’04”
20 miklós rózsa
1956 • DIANE
(Diana la cortigiana), USA-MGM,
regia di David Miller, con Lana Turner,
Pedro Armendariz, Roger Moore, Marisa
Pavan.
Gli intrighi alla corte di Caterina de’
Medici coinvolgono la nobildonna
francese Diane de Poitiers, innamorata
di Enrico II.
Si ripropone la straordinaria capacità di
Rózsa di calarsi in qualsiasi humus musi-
cale a modo suo. Qui i riferimenti d’obbli-
go sono al Rinascimento francese, ma
non ci sono citazioni dirette di materiale
tematico. La contrapposizione principale,
che emerge nel celebre Finale, è tra il
romantico tema d’amore per cello di
Diane ed Enrico e il terrificante, angoloso
Marlon Brando in Julius Caesar
tema dei Medici, degno dei migliori “dark
un’eccezione, a patto che il suo nome 1954 • CREST OF THE WAVE motifs” del compositore.
non fosse incluso nei credits. Così, i titoli (Il siluro della morte; tit. GB • edizioni discografiche:
di testa e tutta la scena finale con l’addio “Seagulls Over Sorrento”), USA- MR-Collection 98-MR-04-17-6
di Brummel al Re morente, sono musi- MGM, regia di John e Roy Boulting, con Polydor SUPER 2383 327
cati da Rózsa. Gene Kelly, John Justin, Bernard Lee. Rhino Movie Music R2 75723
• edizioni discografiche: Su un’isola nei pressi delle coste inglesi si Film Score Monthly FSMCD Vol. 7. No. 3
Silva Screen FILMXCD 334 effettuano esperimenti su siluri caricati con
Rhino Movie Music R2 75723 un nuovo tipo di potentissimo esplosivo. 1956 • TRIBUTE TO A BADMAN
(La legge del capestro), USA-
1954 • MEN OF THE FIGHTING LADY 1954 • GREEN FIRE MGM, regia di Robert Wise, con James
(I valorosi; tit. GB “Panther (Fuoco verde), USA-MGM, regia di Cagney, Irene Papas, Lee Van Cleef,
Squadron”), USA-MGM, regia di Andrew Marton, con Stewart Granger, Stephen McNally.
Andrew Marton, con Louis Calhern, Van Grace Kelly, Paul Douglas. La compagna di un allevatore duro e vio-
Johnson, Walter Pidgeon, Keenan L’amore per una bella proprietaria terri- lento decide di lasciarlo a favore del
Wynn. era induce un avventuriero a desistere figliastro, ma cambia idea quando
Lo scrittore James A. Michener (sceneg- da una partita di diamanti in Bolivia. intravede nell’uomo un briciolo di umanità.
giatore del film, e interpretato da Musica interessante e spigliata, con una Raro excursus di Rózsa in una vari-
Calhern) deve scrivere un reportage sul canzone e suggestivi brani per chitarra. azione edipica del genere western, il
conflitto coreano e per farlo segue di per- • edizioni discografiche: meno frequentato da lui. Notevoli le
sona le azioni di una portaerei al largo Rhino Movie Music R2 75723 influenze da Aaron Copland e dalle parti-
della costa. Film Score Monthly FSMCD Vol. 6 No. 5 ture di Dimitri Tiomkin, in uno stile
Partitura di routine semidocumentaristica “Americana” che però si risolve preva-
ma con un momento a sensazione: la 1955 • MOONFLEET lentemente in semplificazione ritmica.
sequenza in cui il pilota Dewey Martin, (Il covo dei contrabbandieri), USA- • edizioni discografiche:
accecato durante una missione, viene MGM, regia di Fritz Lang, con Stewart Film Score Monthly FSMCD Vol. 5 No. 19
affiancato dai compagni ed aiutato ad Granger, George Sanders, Viveca Rhino Movie Music R2 75723
atterrare. La pagina ha la struttura di un Lindfors, Jon Whiteley. Soundstage Records 630
movimento sinfonico suddiviso in Nell’Inghilterra del ‘700, un orfanello
“Adagio-Allegro molto-Adagio” e trova il viene affidato alle cure di un losco con- 1956 • BHOWANI JUNCTION
proprio acme nella parte centrale, nel trabbandiere in combutta con un lord (Sangue misto), USA-MGM, regia di
pulsare incessante degli ottoni cui fa da senza scrupoli. George Cukor, con Ava Gardner,
contrasto un tema negli archi di per- Grande partitura descrittiva di atmosfere Stewart Granger, Bill Travers.
forante dissonanza. Certamente una e ambienti gotici: memorabile l’ouver- Una mezzosangue anglo-indiana è
delle cose linguisticamente più avanzate ture, pezzo di bravura con una linea divisa tra l’amore per un colonnello bri-
e moderne mai scritte da Rózsa. melodica ampia in stile di ballata popo- tannico e quello per l’indipendenza della
• edizioni discografiche: lare che si staglia su imponenti scale di sua terra.
Soundstage Records 630 archi e legni, a riprodurre l’effetto del Rózsa figura sostanzialmente in veste di
Polydor SUPER 2383 384 mare in tempesta. adattatore di musica originale indiana.
• edizioni discografiche: • edizioni discografiche:
1954 • VALLEY OF THE KINGS MR Collection 98-MR.04-175 Film Score Monthly FSMCD Vol. 6 No. 5
(La valle dei re), USA-MGM, regia di Polydor SUPER 2383 384
Robert Pirosh, con Robert Taylor, Rhino Movie Music R2 75723 1956 • LUST FOR LIFE
Eleanor Parker, Carlos Thompson. Film Score Monthly FSMCD Vol. 6 No. 20 (Brama di vivere), USA-MGM, regia
Nell’Egitto dei Faraoni avventure di una di Vincente Minnelli, con Kirk Douglas,
spedizione archeologica alle prese con i 1955 • THE KING’S THIEF Anthony Quinn, Everett Sloane, James
misfatti dei “tombaroli”. (Il ladro del re), USA-MGM, regia di Donald, Pamela Brown.
Una specie di antologia, o meglio di Robert Z. Leonard, con Ann Blyth, Biografia degli ultimi anni di vita di
repertorio “etnico” mediorientale e Edmund Purdom, George Sanders, Vincent Van Gogh, basata sul libro di
arabeggiante che servì a Rózsa da David Niven, Roger Moore. Irving Stone, dalla visita tra i minatori del
esercitazione per fatiche future, Nel ‘600, alla corte inglese di Carlo II, un Belgio sino alla follia e al suicidio.
comunque ben radicato in una “forma” nobile cospiratore elimina tutti i suoi Partitura fondamentale, che pur prece-
sinfonica accesa e instancabilmente avversari, ma viene fermato dalla figlia di dendo di pochi anni il successo e l’Oscar
dinamica. uno di essi. per il kolossal Ben-Hur rappresenta un
• edizioni discografiche: • edizioni discografiche: punto di svolta nell’itinerario di Rózsa.
Tickertape TT 3010 Film Score Monthly FSMCD Vol. 6 No. 7 Che qui fa i conti con il post-impressionis-
Rhino Movie Music R2 75723 Rhino Movie Music R2 75723 mo musicale di Ravel e Debussy (ma
Film Score Monthly FSMCD Vol. 7 No. 17 Marco Polo 8.223607 anche con Bizet prima e Auric poi), sia
miklós rózsa 21
pur retrodatandolo rispetto all’epoca di regia di Douglas Sirk, con John Gavin, mente nobile e fausto, viene stravolto e
Van Gogh. Ancora una volta le ricerche di Liselotte Pulver, Erich Maria Remarque, reso minaccioso quando questi e Ben
Rózsa, sia musicali che artistiche, sono Keenan Wynn, Klaus Kinski. Hur diventano nemici, ma il tema del-
capillari e il musicista si reca anche in aut- Un soldato nazista torna in licenza nella l’amicizia fra i due tornerà a risuonare
entici pellegrinaggi sui luoghi dell’artista; Berlino semidistrutta dai bombardamenti proprio quando Messala è agonizzante.
ma alla fine il risultato è del tutto person- e sposa una sua ex compagna di scuola Per situazioni particolari Rózsa piega
ale. Il tema di Van Gogh è faticosamente ma viene ucciso da una prigioniera russa l’orchestra a soluzioni per lui inedite (le
ascendente e febbrile, quello del fratello che aveva appena aiutato a salvarsi. Da dissonanze acute nella traversata del
Theo – affidato a celli e viole – severo e un romanzo di Remarque, che appare deserto, il tour de force di “accelerando”
complesso. Ma le pagine migliori sono anche nel ruolo del professor Pohlmann. e “ostinato” scandito dai timpani nella
quelle descrittive dove c’è il tentativo di Mirabile partitura tragico-lirica, dalle remata dei galeotti, le sonorità misteriose
Rózsa di ritrovare in musica la tavolozza tonalità opache e desolate e di segno della Valle dei Lebbrosi); la ricerca alle
di colori dell’artista, come nei “Girasoli” o sostanzialmente “negativo”, dove echi fonti sfocia in una pagina di musica
nella struggente Pastorale: l’orches- sussultori e sinistramente marziali si “romana” (la festa a casa di Arrio) ed in
trazione è sottile, i suoni tendono verso il alternano a squarci di disperazione vio- numerose melodie di origine ebraica (il
registro alto (legni, celesta, triangolo) e le lenta, pause quasi leggere a momenti di tema della madre di Ben Hur). Le “marci-
armonie si dilatano oltre la tradizionale altissima tensione, e dove s’impone il ae romanae” sono particolarmente
scala pentatonale del compositore. Il delicato tema d’amore basato su un lucide e violente, e la processione al
Rózsa “noir” fa capolino nella follia di Van lungo dialogo fra violino e clarinetto, ma Calvario, pesantemente scandita su un
Gogh, quando il suo tema viene distorto assurto in realtà a leit-motiv drammatico implacabile “ostinato” di due note ha il
e quasi dissociato nella guizzante ese- dell’intero film, con un impatto emotivo sapore di una inesorabile e dolorosa
cuzione del clarinetto solo. travolgente. marcia funebre.
• edizioni discografiche: • edizioni discografiche: • edizioni discografiche:
Decca/MCA VIM 7205 Varèse Sarabande VC 81507 Metro M-503
Film Score Monthly Vol. 5 No. 1 Polydor SUPER 2383 327 MGM Records S1E1
Rhino R2 7501 MCA Records VIM 7204 London Records 820 190-2 RH
Polydor SUPER 2383 384 Deutsche Grammophon 2584-013 Silva America SSD 1081
Varèse Sarabande VSD-5405 Prometheus PCD 122
1959 • THE WORLD, THE FLESH AND Telarc CD 80319
1956 • SOMETHING OF VALUE THE DEVIL Decca PFS 4394
(Qualcosa che vale), USA-MGM, (La fine del mondo), USA-MGM, Rhino R2 72197
regia di Richard Brooks, con Rock regia di Ranald MacDougall, con Harry Angel Records D 112465
Hudson, Sidney Poitier, Dana Wynter, Belafonte, Mel Ferrer, Inger Stevens.
Wendy Hiller. In una New York distrutta da un disastro 1961 • KING OF KINGS
Un nero e un bianco, amici sin dall’in- nucleare di cui sono i soli sopravvissuti, (Il Re dei re), USA-MGM, regia di
fanzia, vengono divisi dall’odio razziale due uomini e una donna ripropongono Nicholas Ray, con Jeffrey Hunter, Robert
nel Kenya delle rivolte Mau Mau. l’eterno triangolo di gelosia. Ryan, Siobhan McKenna, Harry
Musica “etnica” per coro, basata su fram- Alle prese con un genere che gli si confà Guardino, Viveca Lindfors.
menti Kikuyu di cui Rózsa riscrive per- poco, Rózsa gonfia l’orchestra cedendo La vita di Gesù ma anche le lotte nella
sonalmente i testi: “Spero che i Mau Mau qua e là all’enfasi, ma opta per linee Giudea di Tiberio contro l’oppressione
non vedano mai quel film, altrimenti non melodiche distese, quasi maestose, e romana, attraverso una parziale rivalu-
credo che avrebbero pietà di me” (dall’au- spesso interrotte da improvvisi silenzi, a tazione e un indubbio approfondimento
tobiografia Double Life, 1982, pag. 171). descrivere la desolazione del paesaggio delle figure di Barabba e Giuda.
postatomico. Quasi una sfida, a così breve distanza
1957 • THE SEVENTH SIN • edizioni discografiche: da Ben-Hur e sugli stessi argomenti,
(Il settimo peccato), USA-MGM, Film Score Monthly FSMCD Vol. 6 No. 15 addirittura con gli stessi tòpoi (la Via
regia di Ronald Neame, con Eleanor Rhino Movie Music R2 75723 Crucis). Musica molto meno imponente
Parker, Bill Travers, George Sanders. Varèse Sarabande VCD-47226 e gigantistica, e molto più moderna,
Una moglie adultera si redime in Cina anche se il Tema principale è pur sempre
durante un’epidemia di colera. 1959 •BEN-HUR in una prevedibile e trionfalistica scia bib-
Coprodotto in Inghilterra e girato a Hong (id.), USA-MGM, regia di William Wyler, lico-osannante e non mancano pagine
Kong, da un romanzo di Somerset con Charlton Heston, Stephen Boyd, apertamente chiesastiche (il Discorso
Maugham già portato sullo schermo nel Haya Harareet, Sam Jaffe, Jack Hawkins. della Montagna, il Paternoster ecc.).
‘34 (The Painted Veil, Il velo dipinto, Nella Giudea romana ai tempi di Tiberio, L’Adorazione dei magi, ad esempio,
regia di Richard Boleslawsky, con Greta il ricco e onesto Ben Hur viene condotto diviene una semplice ninna-nanna; la
Garbo, Herbert Marshall, George Brent, alla rovina, portato a scontrarsi con l’ex processione al Calvario perde
mus. Herbert Stothart). amico Messala e infine condotto sulla via qualunque facilità melodica ed è molto
• edizioni discografiche: della conversione al cristianesimo. più lugubre e desolata che in Ben-Hur; la
Film Score Monthly FSMCD Vol. 5 No. 17 “La madre” di tutte le partiture del perio- figura di Giuda è pedinata da una tema
MR Collection 98-MR-04-17-9 do di Rózsa, e non solo per il terzo Oscar ossessivo e contorto. Da segnalare una
e per la quantità sterminata di incisioni Danza di Salomé, orientaleggiante e rit-
1957 • TIP ON A DEAD JOCKEY discografiche. In realtà qui il composi- micamente irregolare, agli antipodi del
(Contrabbando sul Mediterraneo; tore, all’apice del periodo MGM, fa i conti celeberrimo modello straussiano, e la
tit. GB “Time for Action”), USA- una volta per tutte con il proprio coté scena della Tentazione nel deserto, in cui
MGM, regia di Richard Thorpe, con kolossal-biblico, liquidandone almeno Rózsa commenta le frasi del Diavolo uti-
Robert Taylor, Dorothy Malone, Gia una parte. Indubbiamente il dispiego lizzando nei legni, per la prima e ultima
Scala. sonoro è apocalittico (a cominciare dai volta nella sua carriera, una serie dode-
Un ex pilota d’aviazione pieno di proble- Titoli monolitici e dal tema accordale cafonica. Una scelta che fece ironizzare
mi psicologici ritrova se stesso sgomi- “Maestoso-Tutta forza” di Cristo, ormai più di qualcuno sulla considerazione
nando una banda di contrabbandieri. divenuto un marchio di fabbrica morale in cui il compositore teneva le
• edizioni discografiche: rozsiano), e non mancano momenti stuc- conquiste della Nuova Musica…
Tickertape TT 3011 chevoli (il coretto nell’Adorazione dei • edizioni discografiche:
Magi, l’Alleluja finale), ma prevalgono la Silva Screen FILMCD 170
1958 • A TIME TO LOVE AND A TIME pastosa ricerca del timbro e un’atten- MGM Records 13E2
TO DIE zione inedita per la differenziazione Rhino Movie Music/Turner Classic Movies R2 78348
(Tempo di vivere), USA-Universal, melodica. Il tema di Messala, inizial- Sony AK 52424
22 miklós rózsa
Sinbad il marinaio in lotta a colpi di magia 1978 • FEDORA tema finale vittorioso, all’insegna
con un perfido stregone per il possesso (id.), Ger/Fr-Geria/SFP, regia di Billy dell’“omnia vincit amor”.
di un prezioso amuleto. Wilder, con William Holden, Marthe • edizioni discografiche:
Un fiacco ritorno “low-budget” al mondo Keller, Hildegarde Knef, Josè Ferrer, Southern Cross SCCD 1014
de Il ladro di Bagdad, ma l’orches- Henry Fonda, Michael York. Entr’acte ERS-6517
trazione è opaca, i temi ripetitivi, l’ispi- Un anziano produttore tenta di riportare
razione scarsa. sullo schermo una grande diva da tempo 1981 • EYE OF THE NEEDLE
• edizioni discografiche: ritiratasi ma rimasta sempre bellissima. (La cruna dell’ago), GB-United
United Artists UA-LA 308-G Scoprirà che al suo posto c’è la figlia, il Artists/King Road, regia di Richard
Prometheus PCD 148 cui compito è perpetuare il mito materno. Marquand, con Donald Sutherland, Kate
United Artists UAS 29576 Il quinto ed ultimo capitolo della collabo- Nelligan, Christopher Cazenove.
razione Rózsa-Wilder si svolge all’inseg- Una spia nazista che ha fatto naufragio
1976 • PROVIDENCE na della nostalgia cinematografica, e in un’isoletta scozzese dove abitano un
(id.), Fr/Sviz-Action Film/FR3/Citel, regia della memoria metalinguistica. La musi- ex pilota inglese paralizzato e la sua
di Alain Resnais, con Dirk Bogarde, John ca ha sapori dolciastri e funebri, ma nello insoddisfatta moglie, seduce la donna
Gielgud, Ellen Burstyn, David Warner. stesso tempo molto salottieri, quasi frivo- solo per avere accesso alla postazione
Uno scrittore anziano e malato trascorre li. Il tema di Fedora è sottoposto a sol- radio ma viene travolto dal sentimento e
una notte insonne ad immaginare strane lecitazioni e variazioni psicologiche le più dalla determinazione di lei. Da un best-
e morbose storie che hanno per protag- ampie, dal romanticismo appassionato seller di Ken Follett.
onisti i membri della sua famiglia. all’isteria pura. E’ l’ultima grande partitura di Rózsa, che
“Musica della memoria”, o l’anti-Ben-Hur. • edizioni discografiche: contiene e sublima tutte le sue caratter-
Rózsa incontra il regista più intellettuale Varèse Sarabande VCL 8902.2 istiche: romanticismo sfrenato, violenza,
ed ellittico d’Europa, che gli chiede una Varèse Sarabande STV 81108 ritmi militari, suspense. In particolare
“musica grigia”, una partitura ancorata Intrada MAF 7057D degni nota il tema dell’Ago, sinistro e
con precisione alle atmosfere “dark” ed intrigante, e le esplosioni passionali ma
enigmatiche del miglior Rózsa anni ‘40 e 1979 • LAST EMBRACE inquietanti delle scene d’amore, che ven-
‘50. Il risultato è straordinariamente (Il segno degli Hannan), USA-United gono così caricate di una tensione psico-
decadente e declinante, notturno, Artists, regia di Jonathan Demme, con logica insostenibile.
oscuro. La strumentazione ha colori cupi Roy Scheider, Janet Margolin, Sam • edizioni discografiche:
e lividi, lontani da qualunque spettacolar- Levene, John Glover, Christopher Walken. Varèse Sarabande 302 066 460 2
ità, ma densi di pathos psicologico. Un detective della CIA di origine ebraica Varèse Sarabande STV 81133
Splendido un “valse crépusculaire” che diventa il bersaglio di una vendetta che Varèse Sarabande Club
diventa il motivo conduttore del film: colpisce sua moglie. Chi tira le fila è una That’s Entertainment TER 1010
memorabile anche la luminosa, liberato- ragazza decisa a punire i discendenti di Milan Records A 120136
ria pagina sinfonica che accompagna la una misteriosa associazione.
carrellata circolare finale nel giardino del Purissimo “nero” con implicazioni razziali 1982 • DEAD MEN DON’T WEAR PLAID
protagonista. e psicanalitiche, citazioni di musica (Il mistero del cadavere scompar-
• edizioni discografiche: ebraica e pagine d’azione, fra le quali so), USA-Universal/Aspen Film, regia di
CAM CSE 085 spicca il corrusco, concitato finale sulle Carl Reiner, con Steve Martin, Rachel
Pema Music 900.057 cascate del Niagara. Ward, Carl Reiner. Un detective
DRG Records CDSL 9502 • edizioni discografiche: imbranato riceve da una bella ragazza
Seven Seas FML 117 Varèse Sarabande STV 81166 l’incarico di ritrovarle il padre e scopre
Pathé 2C066-14406 Soundtrack Library CD 30 che dietro c’è un complotto nazista.
Varèse Sarabande VCL 9101.9 In questo esercizio virtuosistico e necro-
1977 • THE PRIVATE FILES OF J. filo di montaggio, nel quale Martin viene
EDGAR HOOVER 1979 • TIME AFTER TIME fatto dialogare con star del passato
USA-AIP/Larco, regia di Larry Cohen, (L’uomo venuto dall’impossibile), quali Barbara Stanwyck, James
con Broderick Crawford, José Ferrer, USA-Warner/Orion, regia di Nicholas Cagney, Ava Gardner, Humphrey
Michael Parks, Ronee Blakely. Meyer, con Malcolm McDowell, Mary Bogart, Veronica Lake, Alan Ladd,
Docudrama polemico sul potentissimo Steenburgen, David Warner. Lauren Bacall, Burt Lancaster ecc.,
capo dell’FBI e sui meccanismi stessi di Lo scrittore Herbert George Wells Rózsa svolge lucidamente la funzione
lavoro degli uffici federali. insegue Jack lo Squartatore che con una di un elemento in più per rievocare quel-
Inizia il periodo in cui Rózsa – come macchina del tempo è fuggito dalla l’atmosfera “noir” anni ‘40. Di con-
accadde anche a Bernard Herrmann – Londra dell’800 nella caotica San seguenza la musica assume un effetto
viene contattato da giovani registi cinefili Francisco dei giorni nostri. ancor più straniante in quanto seri-
che vedono in lui un esponente prezioso Un grandioso ritorno alla fantasy amente, compuntamente fedele a quel
e un testimone della Golden Age. romantica, con una inedita elabo- climax di filologica parodia dell’hard
Questo film è piuttosto sfortunato, per razione contrappuntistica dei temi, a boiled. Rózsa si congeda così con un’-
lungo tempo non fu distribuito negli Stati cominciare da quello principale, lungo e operazione metalinguistica e autoironi-
Uniti, ma Rózsa vi profonde una musica avviluppante. Curiosa la cantilenina ca alla quale non molti altri, della sua
in puro stile gangsteristico anni ‘40, con meccanica ricorrente che dà il senso levatura, si sarebbero facilmente
pagine spigolose e di un sinfonismo del tempo “bloccato”, relativo, seguita prestati.
moderno, di bruciante essenzialità. da un semplice disegno di quattro note • edizioni discografiche:
• edizioni discografiche: (due discendenti, due ascendenti). Prometheus PCD 126
Bay Cities BCD 1020 Superbe le pagine di inseguimento That’s Entertainment CDTER 1135
Citadel Records STC 77118 nella metropoli e l’enunciazione del Colosseum CST 8027-2
APPENDICE
Nel 1938 Rózsa avrebbe contribuito, non accreditato, alle musiche firmate da John Greenwood per The Drum (Il principe
Azim) di Zoltan Korda.
Nel 1942 è direttore musicale non accreditato di New Wine o The Great Awakening (L’Incompiuta) di Reinhold Schunzel, una
biografia di Franz Schubert basata su musiche del compositore.
Nel 1945 compone, sempre senza figurare per motivi contrattuali, tre brani della musica di Ministry of Fear (Il prigioniero del
terrore) di Fritz Lang, la cui partitura è firmata da Victor Young.
Nel 1948 compone due brevi brani per Edward, My Son (Edoardo, mio figlio) di George Cukor, musica di John Wooldridge.
24 ennio morricone
chiamato Al Piemonte [Insegne glorio- quattro pezzi cantati. Mi diede una fidu-
RAI: ASSUNZIONE E DIMISSIONI IN se; Notturno sulle Alpi; Macchine e cia enorme. Ero abbastanza stimato da
UN GIORNO SOLO (1958) cuori le fonderie della Fiat, 1940 – ndr]. lui per tutta la mia storia precedente e
Io riuscii ad entrare in Rai nel 1958 quindi feci questa trasmissione che fu
non mi ricordo per quale via. Ero già Morricone e Sanremo 2004. l’inaugurazione del secondo canale Rai
conosciuto e facevo gli arrangiamenti “Ho declinato l’invito del direttore di RaiUno [4 novembre 1961]. In seguito fu bissa-
per la Rai, per le orchestre di musica Fabrizio Del Noce di ricoprire l’incarico di direttore ta e ne facemmo altre 12 puntate.
leggera, per le canzoni. Ho lavorato artistico del Festival di Sanremo perché è da anni Chiamai a dirigere l’orchestra il mae-
che sono fuori dal giro. Tuttavia penso che la scelta stro Carlo Savina. Era diventato un
con tutti i maestri (Cinico Angelini, Lelio
di Tony Renis sia azzeccata. Cosa penso del
Luttazzi, Gorni Kramer, Guido Cergoli) caro amico anche perché, quando ero
Festival? Non lo seguo, ma non perché lo dis-
che sono passati a Roma e con i quali prezzi “. [agenzia ADN-Kronos]
disoccupato, mi aveva procurato del
ho fatto grande esperienza. Quando lavoro come arrangiatore. Gli fui molto
Angelini andò a Sanremo io lo seguii grato e con questa chiamata cercai
per svilupparne gli arrangiamenti. IL PRIMO PENSIERO PER IL anche di sdebitarmi della sua gentilez-
Voleva presentarsi con un complessino CINEMA za e premura. Savina arrivava in sala di
piccolo piccolo, quasi senza pretese, Non pensavo minimamente alle mie registrazione non sapendo cosa si tro-
ma io gli dissi: ‘Ma no, andiamoci con doti, ma solo a guadagnare. Ero anco- vasse davanti e non potendo fare nem-
un’orchestra come si deve e che ra studente di composizione con meno osservazioni, perché lì artistica-
suoni!’. Ho provato quindi a fare delle Petrassi quando cominciai a fare i primi mente avevo carta bianca. Gli avevo
elaborazioni un po’ più articolate e arrangiamenti di musica leggera per comunque preparato delle cose estre-
meno nello stile di Angelini che, per chi orchestre o festival, continuando anche mamente interessanti: dei pezzi ameri-
si ricorda, era Angelini e gli otto stru- mentre ero militare (1955). Al cinema cani fatti come se fosse un concerto, un
menti. Devo dire che quell’anno le cose pensavo fugacemente. Suonando trio di archi per una canzone america-
che lui fece funzionarono meglio, a dif- nelle orchestre di sincronizzazione dei na, il famoso tema de Il ponte sul fiume
ferenza di tutte le altre volte che avevo film, che eseguivano musica per il cine- Kwai (1957) arrangiato in una strana
ascoltato i suoi compiti. In generale il ma, sentivo delle schifezze enormi e mi maniera [che il maestro non si esime
lavoro di arrangiatore andava bene. dicevo: “Io studio composizione, forse dal canticchiare per il divertimento degli
Entrai così alla Rai come assistente potrei fare meglio”. Fu quello il mio ascoltatori, sempre più affascinati dalle
musicale ed il primo giorno il maestro unico pensiero verso il cinema, origina- sue parole – ndr]. Mi capitò, tra l’altro,
Carlo Alberto Pizzini, direttore del cen- to dalla mia reazione a composizioni un tenore americano, tale Peter Tevis,
tro di Via Teulada che in precedenza mi che sentivo brutte, anche se la maggior che cantò una canzone di quel periodo
aveva confessato la sua ammirazione parte erano quelle che giudicavo inte- abbastanza interessante [Pastures of
per i miei colori strumentali ed i prezio- ressanti e di gran valore. Mi piacevano Plenty di Woody Guthrie, 1962 – ndr].
si arrangiamenti, mi chiamò e mi disse Enzo Masetti, certamente Angelo Ne feci l’arrangiamento e, pensando
frasi che sono rimaste scolpite nella Francesco Lavagnino, Giuseppe che dovesse avere una tipologia diver-
mia memoria: “Dunque maestro, lei Rosati che ha fatto un film di Visconti sa e molto particolare, cominciai ad
deve sapere che è entrato alla Rai, ma [Ossessione (1942) – ndr], anche se in usare le incudini, le campane, la frusta,
rimarrà sempre un impiegato di secon- maniera un po’ folle per quei tempi, ed suoni di animali, grazie soprattutto alla
da categoria. Si ricordi che lei come altri che non mi vengono in mente. grande libertà artistica e creativa di cui
compositore non potrà mai essere ese- godevo in quel programma.
guito dalla Rai, perché c’è una circola- 1961: L’ESPERIENZA DEL PICCOLO
re di un precedente delegato della Rai, CONCERTO MODERNO ARRANGIATORE DI
tale Filiberto Guala, che dice che gli Ai tempi, la direzione Rai incaricò il MUSICA LEGGERA ALLA RCA
impiegati della Rai non possono esse- giornalista Vittorio Zivelli di inventare Quando mi chiamarono per fare l’ar-
re eseguiti nei concerti dalle orchestre”. una nuova trasmissione. Zivelli, curato- rangiamento de Il barattolo (1960) per
“Scusi, ma io sono un compositore. re del famoso programma radiofonico Il Gianni Meccia, la RCA era sull’orlo del
Vado a casa!” fu la mia risposta. “No, discobolo (1953), che lanciava e pro- fallimento. Aveva davvero poco ossige-
guardi, non vada a casa”. “No, io vado poneva nuovi dischi, mi chiamò no ed ancor meno risorse economiche,
a casa subito!”. “Ma no… ci pensi lasciandomi veramente carta bianca. così utilizzai una semplice base di chi-
bene, lei non può rifiutare un pezzo di Nasce così Piccolo Concerto (1961): tarra, batteria, contrabbasso e pochi
pane per tutta la vita!”. Così me ne una trasmissione in sei puntate con altri strumenti. Pur essendo un arran-
andai subito. Peraltro Pizzini è un com- orchestra in scena, per la regia del giamento di nessuna qualità, fatto con
positore e ha lasciato anche alcune povero Enzo Trapani e presentata da appena cinque strumenti durante l’in-
buone composizioni tra le quali un tritti- Arnoldo Foà. Fui libero di scegliere i tervallo di un turno di registrazione con
co sinfonico, anche molto eseguito, cinque pezzi per orchestra sola e i un orchestra più grande, mi fece perde-
26 ennio morricone
re un sacco di tempo. L’idea era di uti- idea, si trattasse di un comportamento produttori de Il federale, Isidoro Broggi
lizzare il suono del barattolo. Feci diverso o di un incipit particolare o altro e Renato Libassi, su consiglio di Salce,
costruire una specie di pedana discen- ancora. Credo che la chiave della mia ebbero invece il coraggio di affidarsi a
dente con i chiodi su cui lasciar rotola- esperienza fatta con i dischi sia stata Morricone e così scrissi le musiche
re questo barattolo, ma il suono assolu- proprio questa: il poter esprimere un tranquillamente, grazie alla grande
tamente non veniva fuori. Poi ne feci qualcosa che mi premeva personal- esperienza che già avevo. L’aver lavo-
realizzare un’altra con i sassi (un gran mente e mi vedeva coinvolto musical- rato agli arrangiamenti per la Rai, a
lavoraccio!) ma neanche questa fun- mente. Successivamente, alla RCA stretto contatto con le orchestre, e
zionava, anche perché il barattolo non cominciarono ad arrivare dischi ameri- l’ascoltare le realizzazioni che scrivevo
rotolava come dicevo io, ma come pre- cani a pile, da arrangiare come prodot- mi ha aiutato molto. Ero attento, mi cri-
feriva lui! Infine ebbi l’idea geniale, ma ti standard. Mi si chiedeva di imitare ticavo e imparavo tanto. Prendevo i
che in realtà è una sciocchezza, di pedissequamente quelle ritmiche: c’era miei rischi scrivendo anche cose
sbattere a tempo il barattolo per terra proprio la desolazione, mentre anche eccentriche, esperimenti clandestini,
con il microfono vicino, come se venis- nel rock di oggi si possono trovare degli che qualche volta sembravano troppo
se preso a calci da questo signore che arrangiamenti molto carini. Sottostetti a ardite per una canzone e non andava-
cantava: rotola, rotola per poi rallenta- queste indicazioni con Ogni volta no bene al maestro che dirigeva. Inoltre
re. L’ho creato con le mani, non potevo (1964), un pezzo di Paul Anka che avevo già fatto una serie di arrangia-
certamente farlo con la pedana scorre- andò a Sanremo e vendette un milione menti sperimentali che la Rai mi aveva
vole. Venne benissimo e fu un grande e mezzo di copie. In seguito cominciai commissionato e che trasmetteva alla
successo di Meccia. Ho lavorato con a lasciare perché tutto questo non mi radio da mezzogiorno all’una. Pezzi
cantanti importanti: Gino Paoli, i Dik Dik quadrava e l’altro lavoro mi premeva. musicali generici venivano arrangiati
e tanti altri che non ricordo nemmeno ed orchestrati secondo le proprie idee
perché sono talmente numerosi. Con IL DEBUTTO UFFICIALE NEL CINE- da bravi musicisti tra i quali ricordo
Rita Pavone non ci ho mai lavorato, ma MA: IL FEDERALE (1961) DI LUCIA- Mario Migliardi, uno dei più fantasiosi,
le ho scritto un pezzo, una semplice NO SALCE che purtroppo non c’è più e di cui mi
filastrocca per bambini [Pel di Carota Fu il mio primo film come colonna sono divertito ad ascoltare le creazioni.
del 1962 che il Maestro prova a cantic- sonora, ma avevo già lavorato come Dagli arrangiamenti ho capito che veni-
chiare “ta-ta-taa-ta-ta-taa” – ndr], tanto collaboratore clandestino (già dal vano fuori musicisti veri. Quindi d’espe-
qualsiasi cosa cantava, vendeva, 1955) con compositori o asini o pigri, o rienza ne avevo e Il federale non fu
anche l’Inno di Mameli. Vorrei sottoli- perché avevano troppo lavoro e si così terribile come debutto.
neare un fatto importante: non ho deci- facevano aiutare, quindi ero già pratico
so mai niente nella mia vita, salvo spo- del cinema. Luciano Salce mi aveva DUE VECCHI COMPAGNI DI SCUO-
sare mia moglie! Mi sono lasciato tra- apprezzato come arrangiatore in Le LA: ENNIO & SERGIO (1964)
sportare dagli eventi. Quindi, quando Canzoni di Tutti (1958), una trasmissio-
l’altro lavoro, quello del cinema, ha ne televisiva sulla storia della canzone Ispirazione per due.
cominciato a prendere il sopravvento, italiana curata da Salce ed Ettore Sergio Leone racconta: “Non gli chiesi di leggere il
piano piano ho lasciato gli arrangia- Scola, e mi chiese quindi di comporre copione. Gli raccontai la storia come fosse una
menti che mi avevano comunque per- le musiche originali per le opere teatra- favola. Poi spiegai i temi che volevo. (…) Ma io
messo di raggiungere una grande li di “La pappa reale” (1959) di Félicien parlavo alla romana, con molti aggettivi e paragoni
esperienza. Alla RCA ricercavano il Marceua e di “Il lieto fine” (1959), un (…). Poi lui lavorava alla composizione e mi porta-
successo assoluto. Certe volte arriva- suo lavoro sul mondo dello spettacolo va alcuni temi molto brevi (…). Me li suonava al
pianoforte… Questa cosa continuava, spesso
vano brani molto belli di cantautori stra- di cui fu anche regista. Poi Salce, di
anche a lungo, fino a quando non componeva un
ordinari, tipo Gino Paoli, mentre in altre ritorno dal Brasile dove aveva diretto brano che mi ispirava – perché ero io che dovevo
occasioni lavoravamo anche su vere due pellicole che non ho mai visto trarre ispirazione dalla musica, non Ennio!”“. [da De
schifezze, canzoni bruttissime che, [finanziate dalla società di produzione Fornari, Tutti i film di Sergio Leone, cit. pag. 165]
arrangiate come si deve, passavano Vera Cruz: Uma pulga na balança e
sul mercato discografico e vendevano Floradas na serra nel 1953 – ndr], mi Conoscevo già Sergio Leone per-
ugualmente, come brutte signore ma chiamò per il suo primo film italiano. Si ché avevamo frequentato entrambi la
ben truccate e vestite. Avevo un princi- trattava di Le pillole di Ercole (1960) scuola elementare dei Fratelli Cristiani,
pio nell’approntare gli arrangiamenti: prodotto da Dino De Laurentis che solo la terza classe perché poi lui cam-
volevo imporre, alla più o meno valida obiettò: “Chi è questo Morricone? biò istituto. Quando venne a casa mia
canzone in questione, una veste sono- Lascia stare, chiama un altro!”. Infatti, il per chiedermi di fare le musiche del
ra che avesse la possibilità di essere regista Salce scelse un altro [A. F. suo film, lo riconobbi subito per un par-
indipendente, proponendo una mia Lavagnino – ndr]. L’anno seguente, i ticolare fisionomico: aveva il labbro con
Riascoltare la colonna sonora scritta da Ennio Morricone per il primo film western di Sergio
Leone, Per un pugno di dollari (1964), è un’esperienza quasi proustiana: un improvviso e
nostalgico balzo nel proprio passato e, insieme, l’ingresso in una dimensione atemporale e
mitica, dove un “pugno” di melodie risuona apparentemente sin dalle Origini, come se quella
musica fosse parte del nostro patrimonio genetico. E’ il caso dei due temi principali della rivo-
luzionaria partitura del Maestro romano: “Per un pugno di dollari”, rielaborazione del Deguello
messicano, e “Titoli”, strumentato per fischio, chitarra acustica ed elettrica, coro di voci maschi-
li, campane, frusta… e tutto il celeberrimo armamentario di “spezie sonore” che Morricone ha
ampliato e perfezionato negli spaghetti-western successivi. Superato l’inevitabile (ed ingom-
brante) impatto di brani così famosi, è una piacevole sorpresa (ri)scoprire alcune pagine dello
Ennio Morricone score meritevoli di attenzione, come l’efficace tensione musicale di “Almost Dead” - un pezzo
Per un pugno di dollari peraltro già recuperato dal geniale “orecchio” di Quentin Tarantino, che l’ha inserito nel suo Kill
(aka A Fistful of Dollars – 1964) Bill - o la divertente divagazione (finto) folkloristica di “Square Dance”.
BMG 7930182171-2 Di tutte le partiture western di Morricone per i film di Leone, questa è forse la meno bella e
8 brani – Durata: 28’55” rifinita… ma il suo valore storico è imprescindibile: tutto è cominciato da qui. AC
ennio morricone 27
Il secondo capitolo della Trilogia del Dollaro è un film più riuscito del precedente, per alcu-
ni persino migliore del conclusivo Il buono, il brutto e il cattivo (1966). Quel che è certo è che
la colonna sonora di Ennio Morricone rielabora e migliora il materiale di Per un pugno di dol-
lari (1964), consegnando una partitura ancora più originale e personale, pur attenendosi alla
medesima formula musicale. L’inconsueta ricerca timbrica della sua scrittura western si arric-
chisce, ne “La resa dei conti”, di un carillon – il cui ruolo fondamentale all’interno del racconto
filmico approfondisce ulteriormente la sempre più stretta compenetrazione tra musica e imma-
gini nei film di Leone – e di un organo di bachiana memoria… senza dimenticare il geniale mar-
ranzano, quasi da cartoon, di “Per qualche dollaro in più”.
Altrove, il Maestro affina i suoi celebri brani di tensione, come nello “studio” per percussio-
ni di “Il colpo”, mentre con “Addio Colonnello” consegna una pagina di commovente lirismo, Ennio Morricone
nella quale il tema del duello con El Indio è mestamente intonato dall’oboe, e poi ripreso dagli Per qualche dollaro
archi, sul morbido vocalizzo del coro, punteggiato dai lievi rintocchi del carillon: un’oasi di sen- in più
tita e struggente malinconia, in uno score altrimenti giocato sulle corde dell’ironia se non addi- (aka For a Few Dollars More – 1965)
rittura del cinismo. AC BMG ND70391
12 brani – Durata: 28’31”
28 ennio morricone
fare tutti taglietti, passando intere, lun- del coyote diventa una parolaccia Con i fratelli Taviani non ci ho lavo-
ghissime giornate a montare il pezzo quando Eli Wallach si rivolge a Clint rato più e gliel’ho detto chiaro: non è
con tutti i taglietti. Insomma il marranza- Eastwood: “Sei un gran figlio di... aiaia- possibile obbligarmi al servilismo
no fece tutta la melodia con le diverse aaaaa!!!” e partono i titoli di coda. Ci fu creativo, a scrivere per forza certe
armonie, cosa impossibile per questo una bella collaborazione con Leone musiche, io non le faccio e basta!
strumento. Fu una cosa divertente ed che non rimase passivo a quest’idea Caso particolare fu quello di Pier
anche originale. Però il fischio c’era, del verso del coyote. Paolo Pasolini. Mi lasciò massima
come ha voluto Sergio. libertà, ma mi chiese per un suo film
Un coyote al microfono. (Uccellacci e Uccellini del 1965) di
El Indio uccide con Bach. “Quando dirigo il pezzo in concerto, gli ululati di coy- inserire, suonata da un’ocarina, una
Lo sceneggiatore Sergio Donati ci svela:” (…) ote che danno il ritmo ai titoli del film sono realizza- citazione di Mozart da non ricordo
Leone e Morricone erano seduti ad una moviola, ti di solito col clarinetto. Ma nella versione originale quale opera, forse un’aria del Don
(…) e ricordo esattamente quando [Leone] disse, adottai soluzioni più inventive. Due voci maschili Giovanni o del Flauto Magico. Non
nella scena di Volontè [El Indio che sfida la spia (Nino Dei ed Enzo Gioieni) cantavano sovrappo- voleva che imitassi Mozart, era una
Tomaso all’interno della chiesa sconsacrata apren- nendosi l’una all’altra, una gridando A e l’altra E. Gli sua forma di scaramanzia. Infatti
do l’orologio e dicendogli “Quando finisce la musi- AAAH ed EEEH dovevano essere eloquenti, per anche successivamente in Teorema
ca, spara… se ti riesce”], “Qui voglio qualcosa di imitare l’ululato dell’animale ed evocare la ferocia
(1968), chiese una citazione del
religioso”. E Morricone disse: “Johann Sebastian del selvaggio West.” (Brano “Il buono, il brutto, il
cattivo [Titoli]”). [da Viva Leone!, novembre 1989].
Requiem di Mozart. Dopo aver messo
Bach, eh?”. Sergio rispose: “Ma anche col deguel-
Bach ne L’accattone (1961), voleva di
lo sulla tromba, Ennio!”“ (citazione della Toccata e
Fuga in Re minore nel brano “La resa dei conti”, da
nuovo Mozart.
Per qualche dollaro in più). [da un’intervista di IL RAPPORTO CON I REGISTI E IL Così lo accontentai scrivendo un
Chris Frayling con Sergio Donati, 23 maggio 1998] ‘CITAZIONISMO’ pezzo dodecafonico, che non mi
Registi come Sergio Leone sono dif- aveva chiesto lui e quindi aperto a
ficili da trovare. Ci sono anche quelli qualsiasi decisione, in cui nascosi
IL BUONO, IL BRUTTO, IL CATTIVO che non vogliono sapere niente di Mozart suonato da un clarinetto, così
(1966) musica e dicono fai quello che ti pare: mimetizzato che lui stesso mi chiese
In un primo tempo Leone voleva quest’approccio non è per niente dove fosse la sua citazione portafortu-
ancora la stessa cosa, poi però abbia- buono, perché devo andare alla regi- na. Era difficilissima da scovare, ma
mo fatto un po’ diversamente. Come strazione coinvolgendo il regista in gliela misi perché era sempre una
suono tematico avevo progredito cer- quello che faccio, non posso spendere questione di scaramanzia. Chissà
cando di accorpare alla musica il suono i milioni dell’editore musicale senza mai perché… Forse per la stessa
degli animali. Mi sembrò naturale per- avere il consenso sulla strada che ho ragione per cui anch’io, qualche volta,
ché proprio Leone li metteva nel film. intrapreso, quindi casomai sono più negli arrangiamenti mettevo delle
L’urlo del coyote è curiosissimo, molto responsabilizzato. D’altro canto, ci citazioni d’opere da camera o sinfoni-
musicale. Ve lo faccio? Volete che ve lo sono anche registi che richiedono com- che. Per esempio, per Miranda
faccio? “Uhuhuhhhh!!” [naturalmente menti musicali ben precisi, e con quelli Martino che cantava Voce ‘e notte,
accompagnato da uno scrosciante non ci lavoro! inserii la citazione de Al chiaro di luna
applauso dell’entusiasta pubblico in di Ludwig van Beethoven [Sonata op.
sala! – ndr]. Ho scritto il tema del film [“Il Wagner per Il mio nome è Nessuno 27 n.2, 1802]. Era perfetto!
buono, il brutto, il cattivo (Titoli)” – ndr] “Non era un’idea completamente astratta [inserire Ecco gli esperimenti che mi diverti-
proprio partendo da quest’idea: le citazioni musicali dalla Cavalcata delle valchirie di vano. La cantante fu molto soddisfat-
prime note nascono dall’urlo del coyo- Richard Wagner ogni volta che compare il muc- ta, la casa discografica anche, perché
te, la parte più sfottente del tema e cor- chio selvaggio], ma creava un legame concreto la sonata del Chiaro di luna la cono-
rispondente un pò ai personaggi, per fra due elementi. L’idea era di fare un parallelo fra sceva tutto il mondo per cui non era
poi proseguire con questa sua melodia. le valchirie (…) e questi cavalieri. Mi sembrava difficile farla acquisire al pubblico. Fu
Per il cattivo il tema del coyote era un’analogia giustificata in una commedia che una trovata ben riuscita anche sotto
ricreato da due uomini che gridavano in aveva anche elementi di grottesco e di parodia. E l’aspetto commerciale. Tornando ai
maniera stonata, dissonante tra di loro; c’è un’altra cosa che non notò nessuno. Il tema registi, l’approccio migliore è discute-
per il buono c’era l’arghilofono che è delle valchirie era eseguito in quel momento da re con loro su cosa si deve fare e
una grande ocarina; per il brutto il flau- clacson di automobili. L’energia frenetica delle quale sia la scelta migliore, contri-
to dolce. Quindi questo fu già un pro- valchirie e del mucchio selvaggio mi sembrava buendo da entrambe le parti con le
gresso per l’aspetto musicale in un film bastasse a suggerire questa idea in un luogo proprie idee e consigli.
comunque bellissimo della cui lavora- dove il traffico urbano non esisteva.” (Brani
“Mucchio selvaggio” da Il mio nome è
zione ho molta nostalgia. Molto partico- Fine Parte Prima
Nessuno,1973) [da Viva Leone!, novembre 1989]
lare è anche il finale dove questo suono Continua sul prossimo numero
Un dovuto tributo alla storica collaborazione del compositore romano con l’indimenticato poeta -
regista Pier Paolo Pasolini (che quasi sempre - a parte un paio di parentesi con Rustichelli e Bacalov
- si servì dell’arte Morriconiana). L’apertura della raccolta con gli incredibili (e pubblicati per la prima
volta su CD) “titoli di testa cantati” dal grande Domenico Modugno su testo dello stesso Pasolini per
Uccellacci e uccellini (enunciati in sincrono col montaggio) vale da sola il prezzo del disco, con la
tagliente ironia della geniale, barocca, grottesca strumentazione. Il resto del materiale (se si esclude
una fischiatina di 33 secondi da I racconti di Canterbury) è tutto più o meno noto, ma l’accostamen-
to degli stili di scrittura, dei diversi organici, dei soggetti stessi dei film interessati ci presenta in tutta
la sua grandezza il talento di Morricone, capace di aderire alle esigenze di un autore certo non “como-
do”, trasformando la propria penna in modo esemplare. Ecco quindi che, passando da un brano loun-
Ennio Morricone ge ad un tema lirico ed appassionato per archi (sempre Uccellacci...), incontriamo sia luminose
...per Il cinema di Pier “Mandolinate” (da Le streghe) che oscuri cluster seriali tra voci, percussioni e orchestra (Teorema),
Paolo Pasolini (2004) sia magiche atmosfere tra arpa legni ed archi (Il fiore delle mille e una notte) che spigolosità pianisti-
GDM 2046 che (“Addio a Pier Paolo Pasolini” da Salò...). Molto particolare la chiusura con “Meditazione orale”
14 brani – Durata: 44’31” in cui Pasolini stesso recita i suoi versi sugli avanguardistici tappeti del Maestro Ennio. PR
Il buono, il brutto... 29
del suono
Lo
Lo score
score de
de IlIl buono,
buono, ilil brutto,
brutto, ilil
cattivo
cattivo come rielaborazione del
come rielaborazione del
genere,
genere, del
del tempo
tempo ee del
del compro-
compro-
messo
messo spettatore-cinema
spettatore-cinema
di
di Giuliano
Giuliano Tomassacci
All’arte cinematografica è stato rim- massima esemplificazione del compro- tato avventuriero restituirà la famiglia
proverato tanto e detratto ancora di più. messo spettacolare: l’accettazione da oltreché compiutezza alle dinamiche trai-
Non ci volle molto, dopo la prima proie- parte del fruitore di un romanticismo tal- nanti del genere. Il pubblico non disertò le
zione pubblica al Gran Café del volta spinto al logorio, di un manicheismo sale, ma al contrario riconobbe la portata
Boulevard des Capucines, perché il schematico ma appassionante e quanto rigenerante del cinema leoniano. Già nel
nuovo mezzo attirasse su di sé le feroci mai stimolante all’immedesimazione, di secondo lungometraggio della “Trilogia
critiche di chi non vi rintracciava i caratte- un universo verosimile insomma, ma del Dollaro”, Per qualche dollaro in più
ri della specificità e dell’esclusività. assolutamente iperbolico, tutt’altro che (1965), Leone avanzava però rielabora-
Senza le cruciali dipendenze dalla tecni- filologico nei riguardi di quello che in real- zioni narrative inconsuete, contrapponen-
ca fotografica, dalle strutture letterarie e tà il periodo in questione aveva rappre- do il personaggio di Mortimer (il resuscita-
teatrali indispensabili alla componente sentato nella storia americana. Torna to Lee Van Cleef) all’avventuriero
narrativa e a quella di messa in scena, il utile la considerazione che Alberto eastwoodiano e attivando un confronto
cinema non avrebbe avuto modo di esi- Moravia riportava in una sua recensione tra i due che esulava dalla cornice classi-
stere. Certo le teorie sul montaggio non de Il grande cielo di Hawks sulle pagine ca: il loro duellare non intacca la morale
tardarono ad individuare nel “taglio del de L’Europeo (ultimamente ristampata che regolava il filone, poiché a scontrarsi
negativo” il vero, unico e inconfutabile nello speciale hollywoodiano del bime- per il puro tornaconto economico sono
codice distintivo della nuova forma d’in- strale): “(…) il western nacque vecchio, due villain, una coppia di sicari che oltre-
trattenimento culturale, ma la natura deri- ossia già ai suoi inizi del tutto convenzio- tutto si associano contro un poco di
vativa dell’immagine proiettata a 24 foto- nale, con temi e soluzioni obbligate e lon- buono ancor più deprecabile (sempre
grammi al secondo non cessò mai di tane da qualsiasi realtà storica”1. Gian Maria Volontè, nel ruolo di El Indio).
essere evidenziata. Se è vero così che attraverso la All’interno del loro microcosmo – che
Anche il Western, in effetti, muoveva i Golden Age il genere proliferò, forte di un lascia ‘incolume’ il mondo degli sceriffi
suoi passi dalle leggende popolari legate regolamento interno chiaro e incontrover- protettori della legge e dei cowboy senza
al mito della Frontiera - vissuta come un tibile (che anche il pubblico cinematogra- macchia – l’autore poté efficacemente
Eden perduto e nostalgicamente rievoca- fico più disinibito reclamava), si può ascri- esternare la sua idea della mitologia di
to - dalle graphic novels e dalle pitture vere alla figura di Sergio Leone un ruolo fine ‘800, carica già da allora di sprezzan-
narrative, intitolate ai personaggi che di stratega rivoluzionario, capace di sov- te e corrosiva ironia, demistificazione di
incarnavano il bisogno degli Americani di vertire i dettami della narrazione, anche modelli ormai abusati e di preconcetti già
evocare un altrove eroico ed avventuro- violentemente, senza però rompere la annaspanti che infatti, proprio in quegli
so regolato dal positivismo delle gesta e segreta concordanza con le platee. anni, appesantivano la produzione statu-
dall’audacia delle imprese. Il cinema, Rivoluzionario perché, portando a matu- nitense fino al momentaneo collasso.
nella sua concretezza immaginifica, non razione un genere che in Italia si era L’apice della rielaborazione leoniana
poté che appagare una così profonda distinto, seppur timidamente, già da qual- si dimostra invece in tutta la sua straordi-
tensione popolare, visualizzando quel che anno, il regista romano sostituiva alla narietà nell’ultimo e più riuscito capitolo
mondo che in realtà non era mai esistito, figura dell’eroe fordiano à la John Wayne della trilogia, Il buono, il brutto e il cattivo
attraverso la sua insuperabile capacità di l’antieroe incarnato da Clint Eastwood e (1966). A questo punto il western all’italia-
“realizzare” il falso storico. In fondo, la introdotto in Per un pugno di dollari (1964) na, internazionalmente riconosciuto, ha
sua nascita coincise proprio con il tema assieme ad un’estetica semplicemente praticamente catalizzato le attenzioni di
dei cowboy a cavallo: già nel 1903, con impensabile. Inquadrato da focali corte un fruitore che aspira ad una nuova fre-
The Great Train Robbery di Porter, la esasperate nella loro funzionalità carica- schezza cinematografica, ad un’inventiva
Settima Arte stringeva un patto col suo turale, “l’uomo senza nome”, per quanto e ad una scaltrezza di racconto che il
genere più autentico, quello che André anomalamente cinico ed individualista, cineasta italiano, nonostante le innume-
Bazin arrivò a definire “il cinema america- portava ancora con sé gli elementi base revoli imitazioni generatesi a ridosso del
no per eccellenza”. E sempre di ‘patto’ è del cowboy edificante, almeno nel sub- suo precedente dittico, continua a domi-
necessario parlare per quanto riguarda il plot concernente la madre costretta dal nare. Conscio della lezione impartita con
pubblico e il grande schermo, alla luce di bandito Ramon (Gian Maria Volonté) alla i lavori precedenti (una lezione non solo
quello che in fin dei conti era e rimase la separazione dal figlio, cui proprio lo sfron- stilistica ma anche d’emancipazione dai
30 ...il cattivo
limitanti schemi fruitivi), Leone attua il simo epico e nostalgico che si allargava - all’opposto di questa, Morricone inserisce
suo ridimensionamento proponendo proprio come i corni ascendenti nell’inci- riferimenti ai modelli ‘tipici’ nell’economia
addirittura tre bounty killer totalmente pit tiomkiniano de La battaglia di Alamo - generale di un discorso arcaico. I tamburi
amorali che, sullo sfondo della Guerra di al vasto orizzonte, sul quale si stagliano dei nativi, volendo semplificare, domina-
Secessione, si arrovellano alla ricerca quegli eroi che sembravano cavalcare no il sinfonismo occidentale: il Western-
spasmodica di un ingente bottino. sospinti dal galloping degli archi di Elmer scoring all’inverso.
Collocati, ancora una volta, i protagonisti Bernstein (tra i più sensibili alla commi- Impossibile poi sorvolare, al di là del-
in un territorio decentrato rispetto stione folk) e la cui fiera missione veniva l’intenzione compositiva, sulla presa
all’evento storico (al quale però il regista sublimata dal rigoglio delle fanfare new- esercitata da una così trascinante novità
non risparmia graffianti critiche politiche) maniane. Vigeva insomma, anche per il musicale sul pubblico – un’evenienza su
e alla retorica di genere, la lotta senza Western, quell’approccio sinfonico e cui Morricone e Leone devono sicura-
quartiere dei tre banditi si consuma nella pieno che l’epoca dello studio system mente aver ragionato, se non proprio
totale libertà degli elementi sadici e vio- aveva glorificato, spesso a scapito del puntato – anche per non venire meno,
lenti, ma anche burleschi e autoironici, rapporto filologico con le immagini. nella musica come nel fotografico, a
con i quali il regista aveva solo anticipato Probabilmente fu la scelta migliore: come quella concordanza di domanda e offerta
la sua cifra espressiva nei passati lungo- in seguito per la fantascienza, sarebbe spettatore-cinema di cui si diceva.
metraggi. Ecco allora il Leone stratega, stato contraddittorio ricercare l’autenticità Già perfezionata e capace di una dia-
che trova il suo pubblico pronto ad accet- musicale, all’interno di un genere che lettica immagine-musica ragguardevole
tare un intrattenimento basato sull’inelu- prendeva le mosse da una mitologia di nel successivo Per qualche dollaro in più,
dibile enigmaticità che caratterizza il soli- massa oggettivamente artefatta. l’intesa dei due artisti raggiunge l’apice
tario Biondo/Eastwood (Il Buono), il bieco In tal senso il contributo musicale mor- proprio nel capitolo conclusivo dell’ideale
Sentenza/Lee Van Cleef (Il Cattivo) e il riconiano alla fantasia di Sergio Leone trilogia. Una convergenza totale che ben
picaresco, furbo e “chapliniano” (l’agget- s’impose da subito come un approccio si riassume nella richiesta del regista di
tivo è dello stesso Leone) Tuco, il perso- inconsueto, audace oltre ogni immagina- poter usufruire delle musiche già in pre-
naggio più definito e sfaccettato del trio, zione. Amico d’infanzia del regista, il com- produzione, così da proporle durante le
anche grazie ad una travolgente e accu- positore romano entrò in immediata sinto- riprese agli attori e alla troupe per meglio
ratissima interpretazione di Eli Wallach nia con il radicalismo di Per un pugno di assecondare lo spirito dell’opera. I livelli
(supportato dal capolavoro di doppiaggio dollari. In più occasioni si è parlato di una diegetici in Il buono, il brutto e il cattivo
offerto da Carlo Romano). I cartelli stessi concezione musicale rivoluzionaria, di sono al massimo della loro interazione e
che presentano i personaggi in apertura un’idea di scoring altamente innovativa lo score di Morricone subentra - convali-
di film e poi li congedano nell’epilogo tra- ed inventiva, tale da escludere qualsiasi dando a più riprese il principio di ‘suono
smettono, nella loro nuda semplicità, possibile riconducibilità ai traguardi cine- organizzato’ nel cinema, sostenuto da
tutto il senso sarcastico del Western leo- musicali raggiunti fino a quel momento. Edgar Varèse - “quando la parola ha rag-
niano: la grafia infantile avvisa dell’allar- All’aspro e arido scenario stilizzato da giunto i limiti della sua efficacia e quando
gato senso connotativo dei personaggi Leone, allo scarnificamento del surplus la precisione dell’immagine sembra ridur-
contrapposto alla schiettezza denotativa romantico in favore di personaggi-archeti- re il respiro della sua immaginazione”.3
delle titolazioni: solo un bambino, sem- pi i cui tratti somatici sono più eloquenti Ed è significativo che la definizione di
brerebbe ironizzare Leone, può credere degli stessi dialoghi, Morricone ha rispo- un concretista come Varèse si adatti così
che il brutto sia solo “brutto” e il buono sto con una ricerca timbrica e strumenta- bene alla prova del compositore, che
soltanto “buono”, imbattendosi in un le dal sapore concretistico-avanguardisti- proprio nel suo sostituirsi alla parola
fermo-immagine di Tuco che ha appena co di rara efficacia, mitigata dal ricorso a denota, affidandosi ad una mimica stru-
steso un drappello di uomini e del Biondo moduli contemporanei vicini al rock, dove mentale del verso del coyote, una spic-
che si accinge ad abbandonare il Brutto le pennellate orchestrali intercedono cata volontà avanguardista non solo
in mezzo al deserto. Per di più l’interven- forse per la prima volta a favore di un cinematografica (e in fondo le sue suc-
to musicale di Ennio Morricone sulle tre nuovo realismo. Se è vero infatti che le cessive prove cinematografiche, in parti-
presentazioni non può lasciare dubbi a spinte progressiste che animano il testo colare quelle legate al Western.4, e le
tal riguardo. Una musica che parla, come musicale individuano un volontà di com- sperimentazioni estreme sull’uso della
si vedrà, letteralmente da sé. mento teso al rinnovamento, l’elaborazio- voce con il gruppo Nuova Consonanza,
ne delle particolari soluzioni idiomatiche ne danno atto). L’elementare cellula
“Le Ballate del Vecchio West”, scrive- attinge dal passato e dal primitivo, dalla motivica in questione, la prima semifrase
vano Bazin e Rieupeyrout, “sono una volontà di fornire al genere quella specifi- in intervallo di quarta ascendente (La-
delle chiavi essenziali del Western, forse ca origine musicale che il folk non era Re-La-Re) di un soggetto tematico che
una delle più solide fonti d’ispirazione per bastato a compensare. Alla stregua di un costituisce il fondamento della partitura,
gli sceneggiatori se non dei musicisti Rozsa che, in mancanza dei necessari diventa infatti un logo all’apparire dei tre
specializzati in partiture destinate a que- riferimenti storici, concepisce patrimoni protagonisti (come già lo erano stati lo
sto genere di film.”2 melodici dell’antica romanità appoggian- zufolio di flauto e l’assolo di marranzano
E’ vero senza alcun dubbio che la tra- dosi alle culture musicali adiacenti, e rico- per i precedenti episodi) e per estensio-
dizione folk dei pionieri americani, le bal- struisce gli strumenti d’epoca non perve- ne uno stinger5 allargato, reiterato senza
late dei cowboy pervase di ritmiche coun- nuti sulla base del proprio senso artistico, misura nel definire lo stato d’animo o i
try e le square-dance così come le chan- Morricone plasma il linguaggio del riflessi caratteriali dei pistoleri: un’escla-
son de geste dei primi coloni fornirono Western scegliendo, per i sonnolenti mazione psicologica del copione che
copioso, sicuramente essenziale mate- paesi di frontiera, ritmi tribali e cori rituali- esalta l’interpretazione degli attori e
riale ai compositori hollywoodiani che stici, per la rudimentalità dei pistoleri, sopravanza la loro immagine (e la paro-
adattarono la scuola sinfonica della aerofoni primitivi e il fischio smargiasso di la che, appunto, “ha esaurito la sua effi-
Golden Age al genere di frontiera. Ma Alessandro Alessandroni, per le corse a cacia”6), un’invasione acutissima della
come dimostrano le floride pagine com- cavallo, il beat contemporaneo di chitarra colonna-sonora (il limite naturale della
poste da Jerome Moross per Il grande elettrica e batteria (che sostituisce il galop cellula tra melodia e rumore è labile)
paese e da Alfred Newman per La con- della tradizione passata). Per quanto nella colonna-visiva che sovrastruttura il
quista del West, o ancor prima la musica riguarda le sparse ma fattive ingerenze testo (anche oltre il necessario, visto che
di Victor Young e Dimitri Tiomkin, il com- dell’orchestra tradizionale, si possono il parossismo è chiaramente ricercato da
mento musicale più consono e funziona- ricondurre ad un appoggio alla tradiziona- Leone non solo nella messa in scena e
le alla materia si rifaceva alla grandezza lità del genere. L’approccio anomalo del nei dialoghi ma anche nella fotografia
del passo orchestrale, chiamato ad compositore arriva quindi a situarsi in evi- surrealista di Tonino Delli Colli).
accrescere e a suggellare quell’incante- dente antinomia con la lezione classica: Sebbene accomunato indistintamente al
Il buono, il brutto... 31
capitato, nel vedere i corpi dei cari a terra cannone – è priva di accompagnamento stenibile sotto i rintocchi di piano e chitar-
(sensazione visivamente tradotta dall’in- musicale. Morricone torna significativa- ra, fino all’esaurirsi finale sul familiare
certo panoramicare circolare della mac- mente in primo piano per commentare la piede della seconda semifrase del logo,
china da presa). Il logo del Cattivo suggel- visita di Sentenza ad un forte sudista, che infine si concretizza dopo reiterati
la il suo arrivo a casa del responsabile ormai improvvisato ricovero d’emergen- passaggi aumentati tra le fila degli archi.
della carneficina, per poi riapparire all’uc- za. Lo sconsolato arioso per tromba fa Tuco è pronto ad ultimare il suo avversa-
cisione di quest’ultimo preceduto da qui la sua prima comparsa. L’emergere rio, quando improvvisamente una carroz-
un’idea particolarmente efficace: un flut- progressivo di piccole fanfare trionfali, in za guidata da soli cavalli (i soldati a bordo
tuare incerto (affidato qui al fagotto) che contrappunto alla rassegnata melodia, sono tutti morti) solca il deserto. Il carro
servirà al compositore anche in seguito, favorisce come già detto, un’immagine non porta con sé soltanto la famosa ubi-
per tratteggiare le psicologie più bieche pietosa della guerra, che sembra toccare cazione del tesoro cercato da Sentenza,
dei protagonisti. persino l’animo di Sentenza, il quale che Carson, prima di spirare, confida ai
Per il Buono, la presentazione è solo cede una bottiglia allo sfortunato soldato due banditi (il nome del cimitero in cui è
anticipata dal logo che segue la liberazio- da cui ottiene maggiori informazioni su sepolta la cassa a Tuco, il nome della
ne di Tuco da un gruppo di manigoldi Carson. Il particolare riverbero del suono tomba in questione a Biondo), ma anche
intenzionati ad intascare la taglia sulla delle trombe, in questo brano, non può un nuovo dettaglio musicale, di grande
sua testa, ed è ufficialmente rimandata non richiamare un eccezionale tema importanza evocativa e simbolica: un
all’abbandono del compare nel deserto (i scritto da Jerry Goldsmith per il commen- vocalizzo femminile dal sapore mistico
due hanno appena rotto una società di to di un’altra pellicola di ambientazione ed avvolgente che aleggia intorno ad una
mutuo interesse, per la cui ultima azione bellica: Patton (1970) di F. Schaffner. Ma ripresa del tema del fortino. E’ il richiamo
una versione abbreviata dei titoli ha funto è altrettanto interessante notare come la tentatore dell’avidità, il canto della sirena
da perfetto galloping theme), quando il comunanza tra i due pezzi si esaurisca che da subito seduce e obnubila la
contrasto tra la sua faccia “angelica” (che all’effetto di “lontananza” degli ottoni: mente di Tuco.
Morricone aveva poco prima enfatizzato mentre Goldsmith ascrive all’echoplex Così per il Brutto ora la salvezza del
con un coro spirituale) e l’atrocità della utilizzato per le melodie marziali tutto il Biondo è di primaria importanza, in quan-
sua azione stimola la giusta ironia. compiacimento del protagonista, il cui to depositario di una metà del segreto
Sentenza è intanto sulle tracce di Bill rispetto per la guerra si estende oltre i circa l’ubicazione del tesoro. Sotto le
Carson, unico ancora in vita a conoscere suoi limiti temporali, Morricone sembra mentite spoglie del sudista Bill Carson,
l’ubicazione della cassa di dollari, e la invece affidare all’eco trombettistico il chiede asilo presso la Missione di San
sua ricerca lo porta fino alla donna del- senso di fatuità del conflitto e la tristezza Antonio, premuroso di affidare alla cure
l’uomo che, duramente percossa, con- tangibile per le vittime di un così sangui- dei frati il suo “compagno” malato. Per le
fessa di saperlo in viaggio con un repar- noso confronto. disperate condizioni in cui versano i sol-
to di cavalleria. Il trattamento morriconia- L’azione torna su Tuco, deciso a sod- dati nel ricovero, Morricone offre un
no per la scena è la prima di due delle più disfare la sua sete di vendetta e quindi assaggio strumentale de “La storia di un
marcate incursioni nell’atonalismo di sulle tracce del Biondo. La sua forsenna- soldato”, placido e assorto nel passare
questo score, e il potenziamento dram- ta ricerca a cavallo, di sigaro in sigaro, si dal corno all’oboe, fino ad un ponte
matico fornito da queste pagine alle vio- fregia di uno smagliante ritorno del main impressionistico in dialogo imitativo tra i
lente immagini di Leone ne giustifica title, praticamente esposto nella sua tota- legni che letteralmente degenera nel
pienamente l’utilizzo. Inoltre, conceden- lità, fino a quando il bandito non fiuta la logo completo del Brutto, probabilmente
do una coda che si avvale di nuovo del vicina presenza della sua preda. la punta massima dello scoring psicologi-
brano di tensione già ascoltato a seguito Morricone flette allora l’andamento del co improntato dal musicista: le adulanti
del primo omicidio di Sentenza, il brano recuperando il fluttuante motivo di moine di Tuco con i frati e la preghiera di
musicista non arrischia l’organicità della fagotto. L’appoggio ripetuto sui soffi di aiuto per rimettere in salute al più presto
partitura. arghilofono s’impone come un altro il Biondo scolorano nella frazione di un
Reduce dal deserto, Tuco entra stre- esempio di musica che sostituisce il dia- intervallo di quarta, palesando senza
mato in un paese, precipitandosi all’ab- logo, o meglio ancora la psicologia del possibilità di fraintendimento le già mal-
beveratoio dei cavalli per dissetarsi. personaggio: i sornioni registri bassi par- celate intenzioni dell’infimo ladruncolo.
Morricone introduce al suo arrivo un lano chiaro riguardo le vendicative inten- Qualche giorno dopo è già tempo per
arpeggio, affidato alla chitarra, che fun- zioni del Brutto. E infatti, di lì a poco, sco- i due compari (di nuovo in società) di
gerà in più occasioni da tema per i pas- vato il suo antagonista, Tuco non si rimettersi in cammino verso l’oro che li
saggi più opprimenti e tesi del lungome- risparmierà di gustare la sua vendetta aspetta, ma prima Tuco deve sistemare
traggio. (Nel montaggio definitivo lo sco- ancora calda, imponendo al Biondo di una “faccenda personale”: salutare suo
ring sfuma sul Brutto che inizia a bagnar- attraversare a piedi il deserto, senz’ac- fratello Pablo (Luigi Pistilli), ora sacerdo-
si la bocca, ma l’edizione discografica qua né riparo, fino a morte certa. E’ in te. L’incontro si tramuta però in scontro e
pressoché integrale della colonna sono- quest’occasione che Morricone propone una pagina per chitarra solista ed archi -
ra, pubblicata nel 2001 da GDM, ha por- l’intervento più anomalo dello score (non- ispirata evidentemente dall’origine mes-
tato alla luce una divertita continuazione ché il più lungo dopo il Triello), ricorrendo sicana dei fratelli, e straordinaria per eco-
del brano, dove la cellula melodica del ad una rarefazione orchestrale che nomia di mezzi e portata drammatica -
personaggio è protagonista di un gioco amplifica con subdola efficacia il pati- sigla l’incolmabile distanza che li separa.
imitativo delle vari sezioni d’orchestra, mento del Biondo. Impostando uno sce- L’oculatezza del contributo musicale e la
all’interno di una strumentazione di matri- nario prossimo alla periferia tonale, intro- sanguigna prestazione attoriale di
ce puntillistica – un piccolo scherzo dotto da una scrittura cromatica del pia- Wallach umanizzano Tuco agli occhi
orchestrale già sperimentato da noforte, il compositore sbriglia un dirada- dello spettatore – e a quelli del Biondo,
Morricone per alcune situazioni di Una to sfondo degli archi su cui vagheggiano che spia il confronto da un buco nel
pistola per Ringo). interventi prima dell’oboe solista, poi di muro. Il pistolero senza nome, nell’acco-
Con l’esclusione dei loghi d’occasio- una combinazione archi/legni e infine del gliere il Brutto sulla carrozza, solidarizza
ne, tutto il lungo segmento narrativo rela- corno, mentre il fondamentale affacciarsi con il dolore cocente del compagno –
tivo al Brutto che si rimette in sesto (in del motivo arpeggiato (stavolta al piano- mascherato con grandi lodi al fratello –
una sequenza, quella nella bottega d’ar- forte) interviene come un miraggio tradi- offrendogli un sigaro. Il sorriso spavaldo
meria, tra le più gustose del film) e alla tore. Man mano che la tortura si consu- di Tuco sembra accennare una liberato-
sua temporanea rivalsa sul Biondo – sco- ma e il Buono si avvicina al suo inesora- ria complicità, ma è già troppo tardi, i
vato nella stanza di una locanda, ma bile destino, con il sole alto nel cielo tempi di Leone sono perfetti, e Morricone
sfuggito all’impiccagione approntata da come i picchi estremi dei violini, l’incede- sbriglia il main title theme mentre il
Tuco per il provvidenziale colpo di un re si fa più sostenuto, inesorabile e inso- Biondo lancia la carrozza verso il bottino.
Il buono, il brutto... 33
1
Da “L’Europeo – Hollywood Racconta L’America”, n.3 – anno IV, 2005
2
A. Bazin, I.L. Rieupeyrout, 1957, “Il Western, ovvero Il cinema americano per eccellenza”, Cappelli, Bologna, pag.43
3
Edgar Varèse, “Il Suono organizzato. Scritti sulla musica” Ricordi-Unicopli, Milano, 1985
4
Tra i molti, Navajo Joe (1966, di S.Corbucci), La Resa Dei Conti (1966, di S.Sollima) e Two Mules For Sister Sara (Gli avvoltoi hanno fame, 1970, di D.Siegel).
5
Accento musicale che evidenzia la presenza nel girato di una persona, un oggetto o una determinata situazione.
6
Interessante a tal proposito il racconto di Morricone riguardo le indicazioni di recitazione impartite da Leone a Eastwood: “Leone mi confidò molti anni dopo che
per fare recitare Clint Eastwood in quel modo lo invitava a pensare un’invettiva pesante rivolta contro il suo antagonista. Quelle brutte parole (…) restavano ver-
balmente inespresse, ma Leone voleva che bruciassero dentro l’attore trasformandosi in grinta” (da Ennio Morriocne - Sergio Miceli, “Comporre per il cinema –
Teoria e prassi nella musica del film” Biblioteca di Bianco&Nero, 2001, pag.165). Un’espressività che forse trovava voce proprio nello strillo musicale.
7
Ennio Morricone, Sergio Miceli, “Comporre per il cinema”, Biblioteca di Bianco&Nero, 2001, pag.177
alessandro alessandroni 35
Fischi in sala
Alessandro Alessandroni
ha compiuto 80 anni
e non li dimostra.
Cinema intramontabile,
collaborazioni storiche,
e ancora voglia di comporre,
di esibirsi, di mettersi in gioco.
Citare il nome di Alessandro Alessandroni non significa soltanto rievocare il ricordo del “fischio” più famoso del
mondo, protagonista di rinomati episodi della musica da film italiana quali Per un pugno di dollari, Per qualche
dollaro in più e Il buono, il brutto, il cattivo. Vuol dire soprattutto ritornare alla fervida stagione della colonna sono-
ra italiana anni ‘60-‘70, quando il commento musicale del cinema di genere (in particolare quello del western
all’italiana) poteva fregiarsi di tali professionisti-artisti, colorando partiture la cui inventiva sembra oggigiorno un
miraggio d’altri tempi. Alessandroni il chitarrista, Alessandroni il demiurgo della voce, Alessandroni il direttore di
una compagine vocale, quella dei Cantori Moderni, che ha segnato una stagione cine-musicale e che, anche gra-
zie a lui e alla sua stretta cerchia di colleghi interpreti, esecutori, arrangiatori ed orchestratori, con la loro palpi-
tante prestanza e l’inesauribile attitudine alla sperimentazione, riuscivano a funzionare da ulteriore stimolo alla già
vulcanica ispirazione dei compositori, più che mai volenterosi di sondare nuove strade, di imporre identità perso-
nalissime.
Ad ottant’anni appena compiuti, Alessandroni è un musicista irrefrenabile, ancora diviso (ma non combattuto) tra
la dualità del suo estro: l’interpretazione e la composizione. Il suo fischio, com’era facile aspettarsi, non ne risente:
“L’intonazione è perfetta, il suono identico; giusto un po’ di vibrato, che prima era più aggressivo. Ma sto tentando di
recuperarlo”, conferma il musicista viterbese, che nella tranquillità della sua casa di Bagnaia, nella Tuscia, si conce-
de un momento di pausa dalle prove di uno dei tanti concerti in preparazione per l’estero, dove il compositore di
Trinity Goes East e Di Tresette ce n’è uno, tutti gli altri son nessuno non ha mai smesso di esibirsi.
“Proprio oggi aspetto gente che ha bisogno di alcuni pezzi che ho scritto nel ’75. E’ una cosa fantastica: è come
ricominciare la carriera…”
Proviamo a ripercorrere que- arrangiare. E tutto da autodidatta. vengono dal conservatorio hanno
sta ricca carriera. Come nasce Non ho nessuna invidia per quel- troppe distrazioni. Io suonavo con
l’Alessandroni musicista? li diplomati al conservatorio. altri chitarristi e ogni turno era una
Ho mosso i primi passi nella musi- sfida, una gara a chi faceva meglio.
ca a Soriano nel Cimino, il paese di Lei ha iniziato come turnista e
mia madre, dove venivo a passare le ha avuto a che fare con le orche- Ha sfruttato per la prima volta
vacanze. Qui tutti i negozi – il barbie- stre specializzate più apprezzate, il suo dono musicale con Nino
re, il sarto – avevano la chitarra e il come quella di Lavagnino, di Rota…
mandolino attaccati al muro, per Trovajoli e l’Unione Musicisti di Si, è vero. Eravamo alla FonoLux
suonare durante le pause di lavo- Roma. Che atmosfera si respira- a Cinecittà, io ero nell’orchestra
ro… che poi, non è che lavorassero va in quegli ambienti? come solista. Era un mambo e alla
moltissimo! Lì ho imparato il mando- Faccio prima a dire con chi non fine il Maestro dice: “Scusate, c’è
lino. Poi sono andato a Roma e ho lavorato! (ride)… Comunque qualcuno che mi può fare qualche
sono entrato in una banda: ero il l’Unione Musicisti era una bellissi- battuta di fischio?”. Nessuno
‘marinaretto’ dei fascisti e suonavo il ma orchestra: c’erano tutti i primi rispondeva e allora ho provato io,
sassofono. Alla fine mi sono messo violini, sezioni della Sinfonica della anche se non sapevo che ‘microge-
a studiare la chitarra, che è diventa- RAI, di Santa Cecilia – l’orchestra nicamente’ ero giusto per il microfo-
to il mio strumento principale. Però era veramente fantastica, basta no – il microfono rifiuta il vento, il
ho studiato anche il pianoforte e altri risentirla oggi per capire che quelli fiato. Ho fatto questa fischiatina e si
strumenti. Mi è servito moltissimo suonavano sul serio! E poi c’era è subito sparsa la voce nell’ambien-
conoscere molti strumenti, per competizione. Oggi i giovani che te… è diventata la mia arma!
36 alessandro alessandroni
Qual è la difficoltà tecnica di c’era chi pensava che il coro avuto l’istinto di capire quello che
registrare il fischio al microfono? fosse stonato… voleva: facevo dei suggerimenti per
Veramente è molto più difficile Io ho sofferto per più di un anno, il fischio, la chitarra, il canto – oltre
registrare la chitarra classica che il quasi due, perché ogni volta che alle mie parti dovevo provvedere
fischio. Infatti in seguito ho capito andavamo a registrare dicevano: “Il anche al mio coro dei Cantori.
che non bisogna fischiare dentro al coro cala”. Anche se ogni volta che Spesso era molto divertente, anche
microfono, ma di lato. Io poi ho una provavo senza orchestra era perfet- perché Ennio aveva bisogno di
peculiarità: di solito, quando fischi, to. Poi ho cominciato a capire che suoni vocali molto strani…
dalla bocca esce il 50% di fiato e il erano gli archi che salivano, e quin- Devo dire una cosa: Ennio non è
50% di suono, nel mio caso è 90% di il coro sembrava calare. Allora potuto venire al mio compleanno,
suono e 10% fiato. La difficoltà sta sono andato in studio e ho fatto ma mi ha mandato un filmato dove
forse più nel trovare il tecnico adat- tacere tutti gli strumenti – e il coro ha parlato di me in modo divino: il
to, come quello che avevo alla funzionava! E’ stata una bella rivinci- più bel regalo della mia vita è stato
RCA, Sergio Marco Tulli: un Dio! Ci ta. Ho scoperto anche che bisogna sentir dire, tra l’altro, “Alessandroni
vuole il riverbero giusto. Il tecnico togliere gli organi quando si registra sei un grandissimo interprete”. E’
può uccidermi o farmi grande. con il coro, perché i loro armonici stato veramente carino.
fanno a cazzotti con le voci.
Come è nato il coro de I Quando e perché ha deciso di
Cantori Moderni? Arriviamo all’exploit di Per un passare alla composizione?
Ho fatto le prime esperienze pugno di dollari, l’inizio della sua Un giorno, eravamo in quattro o
vocali con Nora Orlandi. Avevamo collaborazione con Ennio cinque, i migliori solisti di Roma,
un quartetto, 2+2. Poi sono andato Morricone per il trittico di Leone andiamo a casa di un Maestro che ci
all’estero perché mia moglie era e per molti altri western nostrani. dice: “Ragazzi, per quanto possiate
gelosa… la Orlandi era una bella Qual era di preciso il vostro rap- lavorare non guadagnerete mai
donna! Quando sono tornato ero a porto lavorativo? come un autore…” Ma come? Noi
capo di un altro quartetto, bravissi- Il fatto che il suo fischio fosse veniamo qui a lavorare per lui,
mi esecutori. Allora Franco Pisano, così personale e particolare la miglioriamo la sua musica… Da lì è
che era direttore d’orchestra in tele- chiamava ad intervenire anche scattato qualcosa. A quarant’anni ho
visione, mi ha detto: “Perché non ti nella composizione, magari cominciato a scrivere, a fare le prime
allarghi ?”. Così sono passato al improvvisando? colonne sonore, la ‘sonorizzazione’,
sestetto, poi ad otto interpreti, e a No. Ennio alle volte mi chiamava quella che io chiamavo “musica un
dieci. C’era bisogno di un nome e quando stava scrivendo le voci e mi tanto al chilo”. Alla RCA mi chiama-
ho pensato a “I Cantori Moderni”. chiedeva delle indicazioni, perché vano “il Morricone delle sonorizza-
La formazione completa variava a lui sapeva scrivere per le voci, ma zioni”, avrò fatto un migliaio di regi-
seconda delle esigenze, ma la base doveva sapere da me se andava strazioni… Oggi è ricominciato l’uso
era sempre 4+4 (quattro voci bene l’estensione. E’ stato un rap- di tutta quella musica che ho scritto
maschili e quattro femminili). Con porto strettissimo perché tra le durante gli anni ’60, ’70 e anche ’80.
Morricone ad esempio era un 6+6 o colonne sonore e i dischi ci vedeva- C’è un ritorno alla melodia…
un 8+8. Ho adoperato anche il coro mo praticamente ogni giorno alla
della Sinfonica – più i miei – quan- RCA. Comunque, a quanto dicono E Lei come definirebbe il suo
do ho lavorato per gli americani. tutti, se mancava Alessandroni il stile?
turno si rimandava. Io non ero un Influenzato dalle armonie america-
E durante le prime incisioni semplice tecnico, avevo sempre ne, da buon jazzista. Ma anche dalle
alessandro alessandroni 37
differenti, lui ha la sua orchestra, ma da rispettare. A mezzanotte avevo tutte le spese. Fortunatamente il mio
ci vediamo e ci sentiamo ancora. già scritto tutto e la mattina avevo amico direttore d’orchestra Diego
già registrato. Questo era l’estremo. Basso di Castelfranco ha una scuo-
Come compositore Lei è stato la, l’Accademia Musicale, e i ragazzi
protagonista soprattutto dell’ulti- Proprio in omaggio al filone, hanno risposto con entusiasmo. E
mo stralcio del western italiano, recentemente a Castelfranco poi c’erano anche Gianna Spagnulo
quando il genere era ormai pros- Veneto Lei ha riproposto il reper- e mia figlia Cinzia, le voci giuste.
simo al logorio, quando le troupe torio morriconiano nelle versioni
si mettevano in coda per lo stes- originali… (sul sito ufficiale di Cosa ricorda di quello straordi-
so set e i tempi di produzione Colonne Sonore troverete il nario periodo cinematografico?
erano ridotti all’osso. Leone reportage del concerto - NdR) Il divertimento. Io mi diverto sem-
stesso sentenziò: “Nel momento 45 elementi d’orchestra e 50 di pre con la musica, e vengo pagato.
in cui un titolo come Se incontri coro. Oggi come oggi, un’esperienza E’ il bello dell’essere musicista!
Sartana digli che è un uomo unica, che non sarebbe stata possi-
morto viene storpiato dal pubbli- bile se avessimo dovuto sostenere Foto: © Margaret Courney-Clarke
Mr. Whistle & Guitar, al secolo il grande Alessandro Alessandroni, ci regala l’ennesima par-
titura ricca di contenuti e spunti creativi. Trinity Goes East (1998, diretto da Robert Tai, con
Steve Tartalia e Roberto Lopez a scimmiottare Hill & Spencer) non è certamente un film
memorabile, anche se è apprezzabile il tentativo di fondere gli spaghetti-western (humor e
divertimento inclusi) con l’azione a tutto spiano dei kung-fu movie anni ’70, seppur con risulta-
ti incerti. La personalità e il talento di virtuoso polistrumentista emergono comunque distinta-
mente grazie all’estrema eleganza musicale ed alla sincera passione che nobilitano ogni
brano. Alessandroni compone, orchestra e dirige un’antologia musicale e strumentale unica nel
suo genere. Alterna dolci ballate a pezzi dai classici stilemi del western all’italiana (che contri-
buì a rendere grande), rarefazioni ambientali a melodie orientaleggianti.
Chitarra acustica, elettrica fender e dodici corde sposano sapientemente arghilofono, man- Alessandro Alessandroni
doloncello, clavietta, flauto e piano, tutti suonati dal Nostro. Non può certo mancare all’appel- Trinity Goes East (1998)
lo il leggendario ed evocativo fischio che ben si apprezza grazie anche alla decisa pulizia del Hexacord HCD-03 Limited Edition
suono. SS 26 brani – Durata: 56’18”
Il Western
secondo
Trinità e
Micalizzi
Scopriamo i segreti di Lo chiamavano Trinità… (CD & DVD) guidati dall’autore
della mitica colonna sonora: intervista al Maestro Franco Micalizzi
di
di Stefano
Stefano Sorice
Sorice
IL FILM: FAGIOLI VS. SPAGHETTI con Colizzi, anziché uno solo come consigliare all’amico Sergio la visione di
Deserto del sud-ovest. Sole a picco previsto in origine (1). La semplicità, la La sfida dei samurai (Yojimbo di Akira
su pietre e polvere. Un cavallo trascina naturalezza e l’immediatezza, sia della Kurosawa, 1961) da cui Per un pugno
una specie di travoy indiano. Cinturone storia che dei due attori, sono state le di dollari (1964) trasse ispirazione. E se
e stivali appesi. Vestiti sudici e impol- vere armi vincenti (oltre ai classici pugni Leone ebbe in Ennio Morricone l’ade-
verati. Il cappello calato sul viso. Sotto, e ceffoni!) che ne hanno fatto a tutti gli guata controparte musicale che subli-
un pigro e indolente pistolero solitario. effetti un cult movie per tre diverse mò i contenuti e la forma del suo
Un mitico fischio introduce il ritmo generazioni. Qualcuno ha parlato di western assoluto, mitologico e della
incalzante di “He’s the top of the West fagioli-western, quasi grottesco, infanti- memoria (il senso della lentezza, il
/ Always cool, he’s the best / He keeps le, pieno di humor, buoni sentimenti e suono per ricordare attraverso un uso
alive with his Colt 45”. Giunti alla sane scazzottate, in aperta contrappo- innovativo dei flashback), Enzo Barboni
locanda, nella prima scena del film, i sizione con il western all’italiana o spa- non poteva avere partner migliore del
cacciatori di taglie (e noi con loro) si ghetti-western, caratterizzato da violen- M° Franco Micalizzi per tirar fuori quel
chiedono: che sia “solo un animale za, sparatorie, sangue e sete di vendet- qualcosa in più da un personaggio
affamato?”, visto l’aspetto e la panta- ta, di cui il grande Sergio Leone fu come Trinità. Il bravo e talentuoso com-
gruelica abbuffata di fagioli (3:07-7:47, padre nobile ed indiscusso specialista. positore scrisse un’indimenticabile
cap. 1 del DVD). No, “Mi chiamano… Solo tra il 1964 e il 1968 furono prodot- colonna sonora.
Trinità”, la mano sinistra del diavolo! ti 240 western italiani: Duccio Tessari e
Quando Lo chiamavano Trinità… Sergio Corbucci tra i registi più impor- CD & DVD
uscì al cinema, nell’ormai lontano 1970, tanti; Ringo, Django, Sartana e Sabata Di recente immissione sul mercato
nessuno avrebbe mai creduto che alcuni dei personaggi. Gli incassi di discografico è la versione completa
diventasse un tale successo. Ha con- Trinità assestarono un duro colpo al della colonna sonora su CD edito da
quistato il mondo e il cuore di tutti quel- genere ed aprirono una piccola disfida Digitmovies, che con grande impegno è
li che l’hanno visto e rivisto più volte. tra due vecchi amici. Barboni, profon- riuscita ad arricchire l’album originale in
Oltre otto milioni e mezzo gli spettatori damente colpito dall’esperienza di ope- vinile con le versioni alternative mai
solo nelle sale italiane. Il botteghino ratore di macchina per l’Istituto Luce pubblicate prima e i brani della partitura
totalizzò cifre astronomiche sbaraglian- durante la II Guerra Mondiale, afferma: rifiutata: una vera rarità per intenditori.
do ogni tipo di concorrenza: oltre 3,2 “Ero stufo di tutta quella violenza che Nel dicembre 2003, la Medusa Home
miliardi di lire d’incasso (più di 45 milio- aveva invaso il genere e volevo prova- Entertainment pubblica su DVD l’edizio-
ni di euro rivalutati al 2002). Per non re a demistificarlo. (…) Il mio film stava ne realizzata dalla casa di produzione
parlare dell’enorme seguito nel resto raccogliendo cifre da capogiro e Sergio con video panoramico e possibilità di
del mondo. Quei pochi che all’epoca ci non l’ha mandata giù (2)”. Le parole di scegliere tra audio originale e rielabora-
scommisero sopra, accettandone tutti i Leone non hanno bisogno di interpreta- to in Dolby Digital 5.1. Purtroppo però
rischi, furono l’ideatore Enzo Barboni zione: “Quando sono andato a vedere non è la versione italiana integrale edita
(conosciuto con lo pseudonimo del il primo Trinità mi sembrava di essere precedentemente in VHS nell’ormai
cognome materno Clucher) che firmò un imbecille, tutti ridevano e io non introvabile cofanetto doppio della
anche soggetto, sceneggiatura e regia, capivo il perché (…). Barboni (…) ha Pentavideo (insieme a …Continuavano
il produttore Italo Zingarelli, dopo che capito che dalle esagerazioni dei a chiamarlo Trinità). Il DVD risulta così
molti suoi colleghi avevano rifiutato il western cretini alla comicità il passo era mutilato di ben 12 scene per un totale di
progetto (“Questo è pazzo, vuole fare il breve (3)”. Nel 1971 il secondo Trinità quasi 4 minuti, con grande disappunto
western comico!” (1)), e naturalmente i sferrò il colpo mortale: oltre 5 miliardi per tutti gli appassionati (i dettagli sul
due attori principali, reduci in coppia dal d’incasso contro i 2 di Giù la testa. sito ufficiale www.terencehill.it).
trittico western di Giuseppe Colizzi (Dio Leone volle pareggiare i conti produ-
perdona… Io no! – 1967, I quattro cendo il citazionistico Il mio nome è IL COMPOSITORE DI TRINITA’
dell’Ave Maria – 1968, La collina degli Nessuno, diretto dal suo aiuto regista in Franco Micalizzi (Roma, 21 dicem-
stivali – 1969): Terence Hill (Trinità) e Per qualche dollaro in più, Tonino bre 1939) è compositore, arrangiatore
Bud Spencer (Bambino). Quest’ultimo Valerii. Correva l’anno 1973 e l’epopea e direttore d’orchestra. Negli anni ’70
racconta di essere stato lui a proporre del western all’italiana si chiudeva defi- diventa l’icona musicale di un nuovo
che i protagonisti fossero due, sfruttan- nitivamente. Per ironia della sorte, fu genere cinematografico che si afferma
do l’onda del successo della coppia proprio Barboni alla fine del 1963 a prepotentemente, diventando quasi la
micalizzi & trinità 39
Spencer) e della rissa al saloon (capito- Brasil)”. Tutti i fan di Trinità si sono sem-
li 7, 8, 9, 10 del DVD), la musica si fa da pre chiesti perché Micalizzi non abbia
parte e lascia ampio spazio all’essenza lavorato anche al sequel: “Ci fu un
e al divertimento del film costituito da malinteso da niente col produttore
dialoghi, dall’azione e dai duetti comici Zingarelli, persona squisita, a cui sarò
tra i protagonisti: “Salve fratelli… – sempre grato. Fu un discorso ammini-
Gliel’hai detto tu che siamo fratelli? – strativo che coinvolgeva l’editore per gli
Io? E chi lo conosce!”, “E’ il Signore che Stati Uniti e i diritti. Una situazione poi
vi manda? – No, passavamo qui per risoltasi per il meglio e di cui non mi va
caso!” e “Quando ha detto che nostra molto di parlare. Nel sequel i fratelli De
madre era una vecchia bagascia. – Ma Angelis hanno fatto molto bene”. Per un
è la verità… – Sì, ma non è vecchia!”. Il piccolo mistero che si risolve, eccone
rischio sarebbe stato lasciarsi tentare un altro da svelare a proposito della par-
da una musica tappezzeria, preconfe- titura scartata: “Sul CD Digitmovies c’è
zionata, con assordanti ritmi nonsense, tutta la musica registrata per il film.
o un affollato e fuori luogo mickeymou- Devo però ammettere che le tracce
sing. Invece Micalizzi approntò un così chiamate “Trinity in Love” (26) e
accurato lavoro di cesello nel togliere “Trinity in Lounge” (27, 28 e 29) non
piuttosto che aggiungere, nel semplifi- Franco Micalizzi in una foto dell’epoca c’entrano niente con Trinità. Erano sui
care piuttosto che riempire. Il risultato è ti comici e ampliano la dimensione filmi- nastri che sono stati ritrovati, ma since-
essenziale, efficace e diretto. Le melo- ca. Per quanto riguarda il rapporto con ramente non ricordo neanche per cosa
die ben riuscite e di facile ricezione da l’abusato Morricone-style divenuto furono composti”. Ed effettivamente
parte del pubblico. Sono 25 minuti all’improvviso, dopo il successo di Per soprattutto il primo, impreziosito da una
intensi che marchiano a fuoco il film un pugno di dollari, imprescindibile Edda Dell’Orso più sensuale e impudi-
grazie al M° Micalizzi, che intaglia una componente di ogni spaghetti-western ca che mai, difficilmente potrebbe esse-
serie di ottimi temi giocosi e scanzona- prodotto, Micalizzi risponde così: re accostato a Trinità, se non per la sua
ti fortemente caratterizzanti per i vari “Credo di essermi scostato discreta- indubbia presenza sui nastri originali.
personaggi, mantenendo alta l’atten- mente dal genere epico, importante,
zione e la tensione narrativa che poi dove Ennio ha scritto cose magnifiche”. SENZA THE END
svanisce, in modo quasi liberatorio, La colonna sonora di Trinità è stata
all’improvviso, grazie alle gag dei due A BRIGLIE SCIOLTE la prima veramente caratterizzante
protagonisti. In molte scene prevalgono L’avventura di Trinità fu davvero spe- della coppia Hill-Spencer. A distanza di
i dialoghi asciutti ma umoristici, mentre ciale per Micalizzi. Una scommessa anni ci troviamo di nuovo, ancora, per
in altre la colonna sonora è formata da vinta che contribuì magnificamente al parlarne: “Finalmente mi ritrovavo
tutta la gamma di suoni slapstick che successo mondiale del film. Il maestro catapultato in quello che avevo sem-
arricchiscono e focalizzano l’attenzione non esita a ricordare: “Ai tempi domina- pre voluto fare: comporre per il cine-
sulla loro provenienza e causa. Così, va Sergio Leone con i film violenti, tru- ma. E con un film che ha avuto un suc-
grida e urla, botte e colpi, pugni e culenti, non adatti alla famiglia. Trinità cesso enorme in tutto il mondo. Ai
schiaffi, cadute, sedie e tavoli spaccati, era una commedia leggera destinata a tempi sentivamo notizie incredibili, voci
ossa frantumate sono la musicalità di tutta la famiglia che amò subito i suoi che arrivavano a cui non potevamo
epiche scazzottate, mentre fagioli personaggi. Ai tempi non c’erano molti credere: a Firenze hanno chiamato la
ingurgitati, vino a fiotti, posate che prodotti per quel target, mentre dopo ci polizia per la ressa ai botteghini, gente
armeggiano, espressioni di disgusto di si buttarono un po’ tutti. Non conoscevo seduta nei corridoi a Bologna, lo stes-
chi li osserva e rumori gutturali lo sono Spencer e Hill prima, anche se sapevo so a Milano. In seguito, ho avuto gran-
per le frequenti abbuffate di Hill e cosa avevano fatto. Li ho incontrati per de popolarità con i poliziotteschi. Ho
Spencer. L’eccezione è il brano (“C’è la prima volta sul set”. Il grosso merito di fatto anche Il giustiziere sfida la città
un tempo per vincere: i Mormoni alla quest’invenzione va sicuramente al (1975, di U. Lenzi) con Thomas Milian
riscossa”) che accompagna la resa dei regista E. B. Clucher (Roma, 10 luglio al suo primo film. Di quel periodo ho
conti finale (cap. 21 del DVD), diretta (a 1922) purtroppo scomparso nella sua buoni ricordi, nostalgia per il lavoro, le
tempo di balletto) dal maestro (d’armi) città natale il 23 giugno 2002. Anche soddisfazioni ed il successo. Oggi il
Giorgio Ubaldi, dove la giustizia divina Micalizzi non lesina parole di apprezza- cinema italiano è stato completamente
giunge per opera della mano destra e mento per il padre nobile del western deglutito dalla TV, mentre nel dopo-
sinistra del diavolo… conferendo al comico: “Era una persona molto diver- guerra per le persone della mia gene-
tutto un’aura di sacralità. La musica tente, umana, un grande personaggio razione era l’unica fonte di cultura.
racconta lo spirito e la forza dei pugni. con un background artistico di grande Forse proprio per questo è finito. Sono
Non è musica d’azione, ma quasi spiri- valore”. Barboni spaziò dai film di Totò stati momenti veri, positivi, creativi.
tuale, divina. Questa strada sarà per- alle produzioni americane di Comunque è rimasto un abbrivio lungo
corsa con successo anche dai fratelli Zinnemann, Walsh e al Ben-Hur di e più passa il tempo più me ne accor-
Guido e Maurizio De Angelis per la Wyler (1959), collaborando con Leone go e le cose migliorano maggiormente.
scena finale nel fortunatissimo seguito alle riprese della corsa delle bighe. Vorrei proprio concludere l’intervista
…Continuavano a chiamarlo Trinità Micalizzi ha poi lavorato ancora con così, con questo pensiero positivo”.
con il brano “Pace alla missione”. Barboni nel divertente Ciao nemico Da tutti noi: un grazie di cuore!
Continua il compositore: “Inoltre non (1982) con Johnny Dorelli, così come in E, dopo aver indirizzato un “tipico
c’erano grandi spazi musicali, non c’era Nati con la camicia (1983) e Non c’è sceriffo zoppo” sulle tracce di nostro
la lentezza voluta, le ampie scene da due senza quattro (1984) dove con i fratello e la sua banda (Faina e il
musicare”. Le uniche sequenze di que- testi e la voce di A. D. Meakin creò le Timido), ci sdraiamo sulla slitta…
sto genere corrispondono alle cavalca- due title song “In the Middle of All That abbassiamo il cappello… e fischiamo
te, che si inseriscono tra i vari momen- Trouble Again” e “What’s Goin’ On (in al cavallo: “In California!”.
1
Da Cine70 e dintorni, nr. 3 primavera 2003: Continuavano a chiamarlo Bud Spencer, intervista di Matteo Norcini e Stefano Ippoliti.
2
Da un’intervista di Marcello Garofalo del 23 giugno 1994.
3
Sergio Leone in L'avventurosa storia del cinema italiano 1960-1969, cit., p. 313, a cura di Franca Faldini e Goffredo Fofi, Feltrinelli, Milano, 1981.
micalizzi & trinità 41
La musica
nel primo
Kubrick
da Gerald Fried ad Alex North di
di Stefano
Stefano Tosi
Tosi
“Oggi il cinema opera su un piano cinema. L’incontro con il geniale regi- sono descritte da fraseggi ornamen-
molto più vicino alla musica e alla pit- sta fu felice e si prolungò a lungo, fino tali e ripetitivi degli archi, con inserti
tura che alla parola scritta, i film a quando Kubrick non decise di fugaci degli ottoni e note tenute dei
hanno la capacità di convogliare con- lasciare New York per trasferirsi in legni. Una monotonia sonora che
cetti e astrazioni senza il tradizionale Inghilterra. commenta l’attesa snervante del
ricorso alla parola.” Fried si spostò a Los Angeles nel duello.
In questa citazione di Stanley 1955, dove lavorò moltissimo in pro- Il brano di Fried “March of the
Kubrick è condensata la poetica di un duzioni a basso costo, soprattutto Gloved Gladiators”, di cui udiamo un
grande regista, che affida le prime horror (The Vampire, The Return of breve estratto alla fine del corto per
colonne sonore ad una persona Dracula, I Bury the Living), fra cui commentare la vittoria di Cartier nel
molto cara. spicca la sua collaborazione con duello decisivo, è una grande parata
Gerald Fried, amico di gioventù di Roger Corman (American d’alloro, un tributo sinfonico a tutti i
Kubrick e compositore, autore delle International Pictures, Allied Artists). Il combattenti del mondo. E’ una mar-
musiche di Day of the Fight, The suo stile musicale è basato sulle inu- cia che apre su un rullio di tamburi e
Seafarers, Paura e desiderio, Il suali sonorità degli archi, gli accenti in un tripudio pomposo e fluttuante di
Bacio dell’assassino, Rapina a mano marcati degli ottoni, la scelta di stru- ottoni, che imprecano acuti scanden-
armata e Orizzonti di gloria rivela a mentazioni insolite (a volte utilizza il do un motivo impattante e ripetitivo,
proposito del regista americano: clavicembalo). che si stabilizza in un andamento
“Quando eravamo ragazzi giù nel regolare con un marcato tono trionfa-
Bronx, lui era uno di noi, brillante, Day of the Fight (1950) è la crona- le, per poi svilupparsi in una sezione
nevrotico, pieno di talento, uno al ca di una giornata di combattimento centrale meno densa, contemplativa
quale piaceva giocare a softball e del pugile Walter Cartier: dal risveglio e rarefatta nel compartimento fiati,
rimorchiare le ragazze. A quei tempi a casa fino al combattimento vittorio- incisiva negli inserti dei tromboni,
non c’erano scuole di cinema, per cui so la sera. Una voce fuori campo rac- ansiosa nel suo evocare un senso di
imparavamo guardando i film. conta fatti e personaggi appartenenti attesa che sfocia nel rutilante finale.
All’uscita dalla sala si discuteva, al mondo della boxe e la musica Il secondo corto Flying Padre
anche se discutere voleva dire ascol- assume una funzione di commento (1951) è più semplificato e stereotipa-
tare Stanley prendere in giro il senti- nell’illustrare: “il primitivo, indiretto, to nel linguaggio musicale di
mentalismo privo di gusto della mag- viscerale brivido di vedere un anima- Nathaniel Shilkret, portavoce di un
gior parte dei film.” le sopraffare un altro.” jazz sinfonico che assume una fun-
Gerald Fried nacque a New York Sui titoli di testa si inalberano zione di puro commento alle immagi-
City e studiò alla Juilliard School negli festosi archi e ottoni da gran parata ni, mentre una voce fuori campo ci
anni‘40. Durante questo periodo militare. Il prologo (immagini di scon- narra la storia di due giornate nella
conobbe un giovane fotografo, tri di boxe) è commentato da un sot- vita del Reverendo Fred
Stanley Kubrick, un coetaneo che tofondo sfumato di archi. L’inizio della Stadtmueller, che copre la sua par-
aveva bisogno di una colonna sonora giornata di Cartier è annunciato dagli rocchia nella Contea di Harding con
per il suo documentario d’esordio interventi musicali cupi e sinistri degli un piccolo aeroplano monomotore
Day of the Fight. Appena Stanley ottoni, accompagnati da percussioni Piper Cub (da lui chiamato Spirit of
seppe che l’amico aveva frequentato regolari e ossessive che hanno un St. Joseph). Si notano solo alcuni fra-
la Juilliard lo arruolò per scrivere le incedere da marcia funebre. seggi di arpa, clarinetto e archi, e un
musiche. E’ da qui che partì la carrie- Le varie fasi della giornata del finale ridondante ed eccessivo.
ra di Fried come compositore per il pugile, che precedono il duello finale, Il corto The Seafarers (1953), che
stanley kubrick pt.1 43
templativi degli archi ad incursioni cace melodia: intenso, crepuscolare, The Killing (Rapina a mano arma-
agitate di percussioni ed ottoni, stem- sognante, swingato nella sequenza ta, 1956) presenta una colonna
pera le tensioni striscianti nella morbi- del ballo nel locale del gangster. La sonora scolpita ed estrema, divisa
dezza dei flauti. sua costante presenza descrive tra esplosioni fragorose e silenzi
“Madness” è molto più sperimenta- anche la routine, il trascorrere del inquietanti. Fried commenta con
le nell’impasto timbrico dei numerosi tempo nella sua circolarità più volte vividezza e puntualità, spesso ricor-
strumenti utilizzati. Un clarinetto inter- descritta sul piano figurativo. rendo a una tavolozza jazzistica, in
rogativo apre il brano dialogando con Il sogno di Davy, tunnel stradale una efficace alternanza di clima
i flauti, seguono interventi incisivi premonitore di 2001, sorge su archi informale e di marziale, ansiogena
degli ottoni, archi vibranti e stridenti e tesi, angosciati, acutissimi, fino a sfo- tensione.
un finale affidato alle corde di un vio- ciare nell’urlo di Gloria, alle prese con I titoli di testa (“Main Title/The
loncello. il delirante Rapallo. Robbery”) si aprono su un ippodromo
Entrambi i brani suggeriscono le Alla confusione mentale di que- che risuona di tamburi concitati, archi,
forme della paura, del dubbio e della st’ultimo sono associati sia interventi fiati e ottoni ansiogeni e imbizzarriti
morte presenti nella mente dei soldati. strumentali sincopati, dissonanti, che sfociano in una melodia cupa,
Nella sequenza tra il soldato improvvisati (pianoforte e fiati) sia un disperata, a tratti dissonante.
Sidney e la ragazza c’è un disegno brano vivace dalle sonorità samba. Il brano si sviluppa in un leitmotiv
musicale basato su un drammatico Nella sequenza del ballo di Iris la eccezionale: un tema epico e deca-
continuum sonoro, in cui compaiono musica assume funzione di sottofon- dente che viene associato al protago-
sinistri glissati degli archi e degli otto- do, con frammenti sporadici del “Love nista Johnny Clay, motivo ripreso più
ni modellati sulla scrittura di Bela Theme”. L’armonica a bocca di Oh, volte da differenti strumenti (tromba
Bartok: si anticipa il futuro ricorso alla Susanna, suonata da due strambi solista, archi, ottoni) in un meccani-
Musica per archi, percussioni e cele- personaggi dal cappello fascista, ha smo ritmico ossessivo e sincopato,
sta di Shining. un aspetto ironico e dissacrante nei colorato da un intenso tono dramma-
Il primo vero film di Kubrick è confronti di Davy, pugile fallito e tico dell’impianto armonico. Sul finale
Killer’s Kiss (Il bacio dell’assassino, schiavo dell’illusione amorosa. stonato e urlatissimo scocca il gong
1955), la storia di un pugile fallito che Rapallo insegue Davy su un tap- del destino.
si innamora di una ballerina sfruttata peto sonoro di tamburi ripetitivi e sin- La suite di Fried risulta tesa e pul-
dal suo datore di lavoro. copati, fino alla scena madre del sante, con un insieme di percussioni
La partitura di Fried, di ispirazione duello fra i due, ambientata nel tribali e corni squillanti che ne
jazz, è di altissimo livello. Sui titoli di magazzino di manichini femminili. Il sublimano l’impatto. Kubrick agisce,
testa lo sbuffo di un treno mima un commento sonoro è qui affidato al attraverso la musica, su un livello
ritmo di marcia, poco prima che abbia brano “Murder ‘mongst the mediato, vale a dire su quella mimesi
inizio il lungo flashback di Davy. Il Mannikins”, una passacaglia immer- soggettiva sonora, quella fonte
“Love Theme”, leitmotiv dell’amore sa in un’atmosfera plumbea, fra il musicale interiorizzata identificabile
fra Davy e Gloria, è tratto dalla canzo- miagolio degli archi, gli ottoni saltel- con un preciso personaggio.
ne Once di Norman Gimbel e Arden lanti e i fiati spaventati. Le sonorità La musica tratteggia la psicologia
Clar. E’ associato sia a Davy che a acutissime e isteriche, sostenute da dei caratteri. Si prenda per esempio
Gloria: a volte, quando i due sono fagotti e contrabbassi funebri, intro- la presentazione dei quattro soci
presentati da soli, la densità strumen- ducono un motivo tragico, fra gli archi nella rapina: si parte con il vigile scel-
tale decresce ed emergono gli stru- imbizzarriti e il prolungato tremolio di to Randy Kennan, la cui indole sicu-
menti solisti; quando invece sono una tromba. Il tutto è sostenuto da ra, protetta dalla divisa, viene inserita
presentati insieme la musica torna ad percussioni di tamburi sincopate e in un contesto musicale di soft jazz
un impianto sinfonico. ossessive. L’urlo mortale di Rapallo, ricamato dalle improvvisazioni del
Nel suo mood da soft jazz è il tema trafitto a morte, sfuma nel timbro pianoforte.
dell’amore sospirato e nostalgico, più acuto della sirena del treno. Dopo la La mente non troppo salda della
volte reiterato da diverse sezioni stru- ripresa del “Love Theme”, ecco l’ulti- rapina, Johnny Clay, si presenta su un
mentali (ottoni, archi, legni). Si pre- mo bacio fra Davy e Gloria in un tripu- solo di tromba spavaldo e tragico che
senta in diversi modi, forte di un’effi- dio trionfante di ottoni. incornicia il leitmotiv associato al per-
44 stanley kubrick pt.1
degli ottoni è insolitamente grande: introduce un tema drammatico che si gi: si illustra per esempio la crescente
sei corni, quattro trombe, due trombo- colora di sfida mortale. pazzia di Crasso, che viene descritta
ni, tre tromboni bassi, due tromboni “Goodbye My Life, My Love-End anche grazie a marce aspre, ritmicità
contrabbassi e due tube. Il “Main Title” Title”, che ascoltiamo quando Varinia sconnessa e armonie tortuose.
è gonfio di ottoni epici e scoppiettanti (Jean Simmons) dà l’addio al moren- “Headed for Freedom” è un incal-
che aprono trionfanti il brano, in un te Spartaco (Douglas) è la ripresa del zante brano dalla sintassi carica di
vortice di tamburi rullanti che si stabi- motivo principale del “Love Theme” accenti ritmici irregolari, molto sinco-
lizza in una marcia serrata e marziale. costruito su variazioni molto più dram- pato, a tratti quasi inceppato, calato in
Gli ottoni intervengono sintetici e matiche, meno denso nella strumen- uno sfondo armonico complesso,
spaventati: il loro trasalire altalenante tazione, contemplativo nel tratteggiare roboante nella prepotenza degli otto-
è a tratti dissonante, in altri momenti una scena madre di intenso dolore. ni e delle percussioni.
sfocia in una intensità urlata. Archi, Gli altri brani sono fra le melodie Nonostante la bellezza della musi-
ottoni e tamburi di guerra dialogano in più liriche che siano mai state scritte ca di Spartacus, la collaborazione tra
modo concitato, in un raffinato gioco per lo schermo. “Homeward Bound: North e Kubrick è destinata a durare
di incastri ritmici e sonori. On the Sea/Beside the Pool” è un poco. Infatti, qualche anno dopo, il
Pagine soliste di percussioni e brano dal tono vivace che riprende regista decide di sostituire all’ultimo
ottoni si fanno scarne, drammatiche e alcuni frammenti del “Main Title”, momento la colonna sonora di North
decorative, fino a quando non suben- spettacolare nella struttura, ricco nel- per 2001: Odissea nello spazio con
tra un motivo di poche note molto l’alternarsi dei timbri strumentali. “On una soundtrack di capolavori come
impattante, scandito in prima battuta to Vesuvius: Forward, Gladiators / “Also Sprach Zarathustra” e “On the
dagli ottoni, nel registro basso, e Forest Meeting” ha nelle percussioni Beautiful Blue Danube”. Il rapporto
ripreso poi nel registro acuto dagli di tamburi e ottoni un’espressività fra i due è compromesso.
archi fino al finale dissonante e tor- marcata; “Prelude to the Battle” è Lo stesso North disse: “Fu una
mentato. introdotta da un’ariosa melodia. grande, frustrante esperienza, e
Con un contrasto marcato, il Bella e selvaggia “Blue Shadows nonostante le discordanti e molteplici
“Love Theme” si inserisce nella and Purple Hills”, il tema d’amore di opinioni sulla musica, personalmente
migliore tradizione hollywoodiana e Spartaco e Varinia, mentre il brano ritengo che questo approccio vittoria-
offre una rottura evidente rispetto “Oysters and Snails”, che illustra nel no, con sfumature mitteleuropee,
alla magniloquenza possente e con- film la famosa scena del bagno con semplicemente non si addica alla bril-
flittuale del resto della colonna sono- Antonino (Tony Curtis) e Crasso lante concettualità di Clarke e
ra. Gli archi idillici e sognanti si libra- (Laurence Olivier) ci offre sonorità Kubrick.” La partitura bocciata di
no in volo, immersi in una frase inusuali ottenute con un Ondioline, North verrà incisa dall’amico Jerry
melodica raffinata e reiterata, rica- per la prima volta nella storia di Goldsmith venticinque anni dopo, su
mata da acuti ottavini e sostenuta da Hollywood. “Oysters and Snails” risul- un CD pubblicato da Varèse
robusti ottoni. ta essenziale, orientaleggiante, cripti- Sarabande.
Il tema cardine, di tre sole note, si ca, pregna di dettagli sonori che ricor- Nonostante le quindici nomination
sviluppa prima in una larga parentesi dano un piccolo carillon. all’Oscar e l’incredibile successo del
contemplativa e didascalica per poi North ci rivela che un Ondioline è suo brano più popolare, quella
planare su un andante romantico che “uno strumento elettronico che è simi- Unchained Melody rilanciata dal film
termina su una lunga nota tenuta. le ad un pianoforte in miniatura, è Ghost nel 1990, North dovette aspet-
Fra i brani migliori, “Gladiators suonato da una sola mano e produce tare il 1985 perché l’Academy gli con-
Fight to the Death”, un pezzo brillan- suoni non facilmente identificabili per- ferisse un tardivo premio alla carriera,
te che accompagna il duello fra Kirk ché simulano una combinazione di primo e (a tutt’oggi) unico mai tributa-
Douglas e il veterano Woody Strode: legni, mandolino e percussioni.” to ad un compositore.
sullo sfondo di tamburi rullanti una Grazie all’Ondioline si scava la
sezione fiati disorientata e in fuga complessità psicologica dei personag- (La seconda parte sul prossimo numero)
Questo prodotto della Silva Screen è interessante soprattutto per la qualità della registra-
zione riscontrabile nelle tracce di Gerald Fried e Alex North. Il resto sa di operazione commer-
ciale un po’ troppo pretenziosa. Si sondano e si reinterpretano vari brani da diversi film di
Kubrick, con risultati a volte buoni, a volte mediocri. Il CD è un’ambiziosa antologia che pre-
senta sia brani di compositori classici come Strauss e Haendel che brani di compositori di
musica per film come Alex North, Wendy Carlos, Gerald Fried e Laurie Johnson.
Paul Bateman, musicista e direttore d’orchestra poliedrico, capace di spaziare con disinvol-
tura dall’orchestrazione classica alla musica leggera, conduce la City of Prague Philarmonic
Orchestra in modo purtroppo non molto efficace. L’interpretazione di alcuni brani è buona, ma
ci sono troppe esecuzioni mediocri. Convincono le tracks di North da Spartacus: marziale e
cupo il “Main Title”, idillico e intenso il “Love Theme”. AA.VV.
Come si deve l’energia di “The Bomb Run” da Il dottor Stranamore, molto bene il “Blue 2001: Music from
Danube” di Strauss da 2001: Odissea nello spazio. Le pagine di Fried sono efficaci: la serrata the Films of Stanley
“The Robbery”, l’inquietante “Murder ‘mongst the Mannikins”, le contemplative “A Meditation on
War” e “Madness”, le percussioni di “The Patrol”, l’epica “March of the Gloved Gladiators”. Kubrick (2004)
Nulla affatto ottime le altre operazioni, alcune delle quali affidate all’esperto di musica elettro- Silva Screen SILCD 1176
nica Mark Ayres. La tragica “Sarabanda” e la bucolica “Women of Ireland” sono lente e scola- 18 brani – Durata: 75’44”
stiche, il “Main Title” di Shining è troppo denso di effetti, “Also Sprach Zarathustra” è poco vigo-
rosa nell’attacco e nello sviluppo, il valzer di Shostakovic diventa stucchevole, il “Love Theme”
di Lolita si fa manierista. Imbarazzante il missaggio dei brani tratti da Arancia meccanica e Full
Metal Jacket, che svilisce l’arte compositiva di Wendy Carlos e Abigail Mead. ST
46 debbie wiseman
Miss
Film Score
Intervista a
Debbie Wiseman
di Emmanuel Vanni
Debbie Wiseman è un’artista notevole, dalla vasta produzione di musica cinematografica e televisiva, il cui bril-
lante talento compositivo è ampiamente riconosciuto a livello internazionale.
Sono oltre cento le colonne sonore tra cinema e televisione nelle quali l’autrice, alle prese con una vasta
gamma di generi differenti, ha dato prova di grande versatilità e talento. L’inclinazione compositiva di Debbie
Wiseman è orientata al modello classico sinfonico-orchestrale entro il quale compone pagine di grande bellezza
e lirismo sulla base di splendide idee melodiche che catturano l’ascoltatore. Sul grande schermo la sua musica è
stata largamente apprezzata; tra i suoi lavori più noti spiccano Tom & Viv, Haunted, Wilde, Tom’s Midnight Garden,
The Guilty, Before You Go e il recente Arsène Lupin.
Sebbene siano numerosi i premi e i riconoscimenti lungo la carriera della musicista, una svolta importante si
colloca nel periodo di collaborazione con il regista inglese Brian Gilbert, per il quale compose lo score del film
Wilde: il disco conquistò immediatamente il cuore degli appassionati di colonne sonore, e valse alla Wiseman una
posizione di rilievo nel panorama mondiale della musica da film.
Attualmente Debbie compone, orchestra e dirige la sua musica nel Regno Unito, puntualmente eseguita dagli
eccellenti musicisti della Royal Philharmonic Orchestra e del Locrian Ensemble.
Colonne Sonore ha incontrato a Londra questa straordinaria musicista inglese per una lunga intervista.
Miss Wiseman, quando ha corso di musica da film ed imparare la ogni singolo strumento, a capire come
cominciato ad interessarsi alla tecnica. Ma per me fu differente. Ho ci si sente a suonare quello strumen-
musica per film? imparato qualcosa di nuovo ad ogni to e questo mi aiuta molto mentre sto
Mi piace molto scrivere musica per produzione ed è stato molto utile scrivendo una parte. In questo modo
immagini. Sono sempre stata molto incontrare quelle persone ed avere riesco ad esprimere ai musicisti ciò
ispirata dal cinema. Quando frequen- una prima opportunità. che voglio da loro e ciò che il regista
tavo il Conservatorio mi resi conto vuole. Si ha così una visione delle
che mi piaceva comporre musica Lei ha studiato alla Guildhall cose assai più completa. Capisco
melodica e il posto più giusto dove School of Music and Drama con benissimo perché i compositori di
avrei potuto esprimermi erano il cine- Buxton Orr, un compositore con- colonne sonore si avvalgono dell’aiu-
ma e la televisione, decisi così di temporaneo di musica d’avan- to di orchestratori: spesso è una que-
andare in quella direzione. Quando guardia. Quanto è stato importante stione di limiti di tempo. Se la scaden-
terminai il College, scrissi a molti regi- il suo insegnamento? za è molto stretta e bisogna comporre
sti televisivi e cinematografici, dicen- Fu un grande insegnante di com- 50 o 60 minuti di musica per grande
dogli che mi sarebbe piaciuto com- posizione, molto preciso e severo, orchestra, a volte non c’è altra solu-
porre musica per le loro produzioni. estremamente attento all’aspetto del- zione. Per Arsène Lupin ho dovuto
Dopo molti mesi di attesa, ricevetti l’orchestrazione ed è per questo che scrivere più o meno 110 minuti di
una risposta da parte di un regista a mi piace molto orchestrare la mia musica originale, un sacco di materia-
cui piacque molto un brano che musica. Mi ha insegnato che ogni le… ma per fortuna ho avuto molto
aveva ascoltato sul demo che gli volta che si scrive una melodia biso- tempo a disposizione e non mi sono
avevo spedito. Ci incontrammo, gna subito decidere quale strumento servita dei servizi di un orchestratore!
discutemmo e infine mi diede la pos- la eseguirà. Quando scrivo, penso
sibilità di scrivere la musica per il suo immediatamente in termini orchestra- Davvero tanta musica… Cosa ci
film: era una piccola produzione, ma li: se sto componendo un inciso può dire a proposito dell’edizione
è stata un’esperienza importante. potente e marcato, userò gli ottoni; se discografica di questa colonna
Quand’ero una studentessa non esi- sto lavorando ad un tema lirico e sonora? Quali parti ha scelto di
stevano corsi di specializzazione in dolce, userò gli archi o i legni e così inserire nel CD?
materia come accade oggi, dove si via. Buxton Orr mi ha insegnato a Sul CD ci sono tutti i brani principa-
può andare al Royal College of comprendere l’orchestra. Mi ha inse- li, circa 75 minuti di materiale… non
Music, ad esempio, e frequentare un gnato come eseguire una scala su proprio tutto direi, anche perché altri-
debbie wiseman 47
bisogno di un gran finale, ho dovuto finire la musica, lavoravamo gomito a tutte le altre attività quando scriviamo
riarrangiare un po’ il brano, riprenden- gomito. Registrammo nell’estate del musica. Sento che devo continuare a
do il tema principale in chiusura. 2002 a Grouse Lodge, in un incante- tenermi in forma e quindi cerco di scri-
vole studio situato nel cuore della vere più che posso tutti i giorni. Se sto
Le piacerebbe scrivere la musi- campagna irlandese. E’ stata una bel- lavorando ad un bel film, con dei bei
ca per un film d’animazione? lissima esperienza. personaggi, le idee mi vengono spon-
Ne ho già fatto uno, ma forse non taneamente. Il problema è quando mi
lo avete visto, non credo che in Italia Lei ha un grande talento melodi- trovo di fronte ad un film dal quale non
sia stato distribuito. Si intitola Oscar co. Come mantiene la sua vena riesco a trarre subito un’ispirazione,
Wilde’s Fairy Stories. L’animazione è creativa sempre originale? allora diventa più difficile trovare il giu-
bellissima, ho composto la musica Credo che uno dei grandi vantaggi sto linguaggio musicale o la strada da
prima di vedere il film terminato, come di essere un compositore di musica intraprendere. Quando mi succede mi
si fa di solito in questi casi, poiché i da film sia avere sempre un’ispirazio- fermo, vado a fare una passeggiata,
realizzatori hanno bisogno di montare ne da cui partire: il film, un personag- una nuotata o qualcosa di completa-
le immagini sulla musica definitiva. gio, l’ambiente. Questo è ciò che mente diverso, stando il più possibile
mantiene fresca la vena creativa e lontano dal pianoforte.
Ci parli meglio di questo pro- che dà l’ispirazione. Ad esempio, lo
getto… “Zio Silas” è un personaggio meravi- Quante volte Le capita di scrive-
E’ cominciato tutto quando il capo glioso, molto vivace e questo aspetto re ciò che veramente desidera?
della Warner Classics ascoltò la mi ha aiutato a comporre dei temi Ottima domanda. Credo che, per
colonna sonora per il film Wilde. Gli melodici. Solitamente comincio a certi versi, sia sempre necessario
piacque molto e gli venne in mente di lavorare creando un tema per il per- tener presente quali siano le esigen-
realizzare un album sulle favole di sonaggio principale o una linea melo- ze del film, perché aiuta a focalizzare
Oscar Wilde commentate dalla mia dica abbastanza solida che mi possa meglio il lavoro. Spesso mi dico: devo
musica, più o meno qualcosa nello aiutare a comporre l’intera partitura. scrivere in questo particolare stile
stesso spirito di “Pierino e il lupo”. Nel Una volta che questo è fatto, il resto perché è ciò di cui il film ha bisogno.
2000 registrammo due storie, della colonna sonora comincia a flui- Così non mi chiedo mai se mi piace-
“L’usignolo e la rosa” e “Il gigante re in maniera spontanea, ma per quel rebbe comporre qualcos’altro. Non
egoista”, con Vanessa Redgrave e che mi riguarda, tutto comincia da un sempre capita che ciò che penso sia
Stephen Fry come narratori. Il CD piccolo gancio, da quella piccola cel- giusto o perfetto per il film, lo sia
ebbe un grande successo e fu anche lula di tre o quattro note dal quale poi anche per il regista. In questo caso
nominato ai Grammy. In seguito Jan sgorga tutto il resto… devo ristrutturare il mio pensiero in
Younghusband (il direttore di base a ciò che il regista vuole, tentan-
Channel 4) ascoltò il disco e propose Scrive musica tutti i giorni? do di capire come tradurre le sue idee
di realizzare tre film d’animazione Si. Generalmente lo faccio per ciò a in termini musicali, e poi riformulare le
sulle favole di Oscar Wilde. cui sto lavorando. Mi piace continuare mie sensazioni su come la musica
Aggiungemmo così “L’amico devoto” a far scorrere la penna, mi aiuta a dovrebbe essere. Qualche volta l’ho
alla lista e io cominciai a scrivere tenermi sempre in forma. Se mi fer- dovuto fare, ma devo ammettere che
nello stesso momento in cui gli ani- massi per due settimane credo pro- molto spesso ciò che desidero scrive-
matori mi spedirono i primi schizzi e prio che avrei qualche problema al re è ciò che poi alla fine diventa la
gli storyboard. Composi “L’amico momento di ricominciare! Mi piace colonna sonora del film. Non in tutti i
devoto” partendo dal nulla e rielabo- mantenere un certo ritmo e scrivere casi, ma quasi. Questo è il meglio
rai poi le altre due partiture per adat- molto e, dal momento che amo scrive- che ci si possa augurare in quanto
tarle allo stile e all’atmosfera dell’ani- re musica, non è mai stato un proble- compositori di musica da film. Un
mazione. Ci volle quasi un anno e ma. Sono convinta che usiamo una giorno mi piacerebbe davvero poter
mezzo per completare l’animazione e parte specifica del cervello rispetto a scrivere qualcosa che sia autonomo,
E’ di Debbie Wiseman il commento musicale per Arsène Lupin diretto da Jean-Paul Salomé, trat-
to dal racconto di Maurice Leblanc. Un film dalle mille sfumature: azione, sentimento, mistero e
suspense s’intrecciano lungo una pellicola che ritrae un protagonista dai tratti spericolati alla Bond e
dall’indole avventurosa tipica di Indiana Jones. Data l’impronta d’azione e le differenti tematiche, il lun-
gometraggio esige un’estesa partitura d’eccezione, un matrimonio tra musica e immagini dall’impron-
ta herrmanniana e dal gusto williamsiano attraverso pagine estremamente dinamiche e dai forti con-
trasti. La Wiseman compone un’opera che risponde in modo eccellente all’esigenza cinematografica
e realizza uno score magistrale dallo sfondo imponente, venato di mistero e azione e che si avvale di
una massiccia sezione degli ottoni, un ampio ricorso agli archi e di una nutrita sezione di percussio-
Debbie Wiseman ni, mentre organo, armonica a vetro e cembalo guarniscono il delizioso cocktail sinfonico.
L’accompagnamento musicale è incentrato su un valido e originale impianto melodico: il meraviglio-
Arsène Lupin so tema di Lupin, introdotto dagli ottoni e affidato poi agli archi, ornato da un cembalo (Greg Knowles)
(inedito - 2004)
e da un pianoforte (Ian Jones) ed arrangiato in svariate miscele sinfoniche d’effetto, fra le quali spicca
EMI France 7243-8636282-7
l’abilità nell’orchestrare propria dell’autrice. Sovente gli ottoni infuriano sugli ostinati dei violini, e le parti
23 brani – Durata: 73’53”
gareggiano tra loro in una corsa mozzafiato, mentre il “treno” sinfonico sfreccia sui binari creativi del-
l’autrice e s’inerpica in numerosi crescendo che talvolta sfociano in un solenne momento corale. Oltre ad alcuni episodi dall’incalzante
ritmo marziale, la coinvolgente “Arsene et Beaumagnan” cattura lo spettatore grazie a una poderosa sezione ritmica scandita dagli otto-
ni, costruita su un’accattivante linea melodica. Non mancano parentesi più delicate che allentano la tensione tra frangenti romantici,
basati su uno struggente tema malinconico, ed episodi mondani: una danza che ricorda un bolero, e un valzer.
I 75 minuti del disco che vanta l’esecuzione della Royal Philarmonic Orchestra e la performance del Crouch End Festival Choir
mostrano senza ombra di dubbio la versatilità della Wiseman che si dimostra più che all’altezza di comporre una partitura per un
action-movie, firmando uno score decisamente in competizione con alcune delle migliori pagine hollywoodiane. EV
debbie wiseman 49
Lo stesso Oscar Wilde, che era ossessionato dall’idea della bellezza, sarebbe stato entusiasta
dell’eccellente commento musicale di Debbie Wiseman a corredo della pellicola di Brian Gilbert.
Wilde, il lungometraggio incentrato sulla figura dello scrittore (interpretato da Stephen Fry), ne
pone in risalto i tratti libertini e la personalità, nella gloria e nella decadenza, in una cornice che rie-
voca la società inglese di fine Ottocento. L’amore di Oscar per la moglie Constance e la passione
distruttiva verso Lord Alfred Douglas (Jude Law) sono gli estremi di un conflitto che necessita un’ade-
guata parafrasi musicale.
Lo sfondo musicale è dominato da una vasta sezione d’archi, a cui si affiancano i timbri di oboe,
flauto e pianoforte; ove richiesto vi sono brevi incursioni di corni e percussioni. Il superbo tema di
Wilde che apre il disco è malinconico, passionale, venato di drammaticità e magnificenza: dapprima Debbie Wiseman
introdotto da un oboe (Dick Morgan), viene eseguito in svariate esposizioni grandiose dagli archi,
mentre un inciso di pianoforte costruisce un eccellente ponte melodico tra le stesse. Su un piano
Wilde (id - 1997)
opposto si pone il motivo di Constance: dal tono più pacato ma estremamente toccante, descrive Music Collection International
MPRCD-001
l’amore senza riserve della donna nei confronti del marito, un sentimento che le note commentano 21 brani – Durata: 55’10”
con nobile poesia e calore attraverso una bellissima pagina che costituisce uno dei cardini attorno al
quale si sviluppa l’opera. Un adattamento di “Ah, Leave Me Not To Pine” di Sullivan, già nel film come canzone d’amore per Oscar e
Lord Douglas, aggiunge un’ulteriore sfumatura al quadro tematico.
Tali idee sono riproposte lungo il CD in diversi arrangiamenti, differenti tempi d’esecuzione e dinamiche, così talvolta compare il
timbro più meditativo di un piano o di un violoncello, altre volte l’intera orchestra esplode in episodi sinfonici d’effetto.
A parte una magnifica pagina stile Western che descrive i viaggi dello scrittore nel Nord America e una fanfara fine Ottocento, lo score
rimane incentrato su questa base tematica, ma tali sono l’intensità, il fascino lirico e la sua bellezza da regalare al film un meraviglio-
so e toccante accompagnamento musicale. EV
50 festival di cannes
apporto di valore che si sublima nel straordinaria la semplicità con cui que- grande Doyle consegnandogli un
magnifico risultato finale. sto signorotto, andando al piano, sonetto di Lord Byron, non uno qual-
Segue l’analisi della sequenza ini- suona le note, ricreando in tempo siasi, ma quello utilizzato in
ziale di Molto rumore per nulla (quella reale l’atmosfera vissuta nel film. Per Frankenstein da Kenneth Branagh.
in cui gli uomini a cavallo galoppano far ciò, prima vengono proposte le Allora il compositore, tra lo stupito e
verso il podere dove ritroveranno le sole immagini prive di audio, poi il l’interdetto, ricorda che Branagh cer-
proprie donne, che si preparano all’in- frammento completo. In Indocina cava un poema d’amore e, ritrovatolo
contro con bagni profumati, vesti fre- anche il movimento di macchina si fa in questo sonetto, voleva fosse tra-
sche e imbellettamenti vari). Branagh interprete delle emozioni. dotto in musica. La sua bellezza rie-
aveva chiesto a Doyle di ricreare È poi la volta di Brian De Palma e cheggia con le immagini di Doyle che
un’atmosfera sospesa tra “un misto di del suo Carlito’s Way. Le sequenze la ripropone al pianoforte.
testosterone e film romantico”. Ciò che scelte sono quelle di apertura e di chiu-
il regista desiderava era una composi- sura, considerate nella loro corretta E ora cosa faccio? Guarda, è lì, a
zione che rispecchiasse due mondi e cronologia (per chi non lo ricordasse, il un metro da noi… potrei avvicinarmi e
approcci in antitesi, l’universo maschi- film inizia con la sequenza finale, che fargli i complimenti… ma no, è banale.
le e quello femminile, destinati a ricon- ovviamente ritroveremo nella parte Allora potrei avvicinarmi e basta. Sì,
ciliarsi attraverso l’unione fisica. E que- conclusiva della pellicola). La simme- ma per cosa? No, non posso mica
sto, racconta Doyle, non è stato un tria tra la prima e l’ultima sequenza di farmi scappare un’occasione del
lavoro facile, considerando che l’ami- Carlito’s Way è caratterizzata dalla genere. “Carpe Diem!”. Mi avvicino
co Branagh è particolarmente esigen- delicatezza. Delicatezza intesa come con un sorriso che ho già stampato in
te e perfezionista. Considerate che approccio musicale, come impatto faccia da mezz’ora, con l’espressione
durante l’esposizione Doyle si alza della musica sullo spettatore, come del viso in bilico tra l’ammiccante e l’in-
spesso dalla poltrona e va al piano, accompagnamento all’immagine. Era genuo (appena collaudato con Benicio
proprio per far ascoltare, o meglio per importante, racconta Doyle, non esa- Del Toro, anche se a dir la verità mi
tradurre in musica ciò che vuol dire. gerare nei rumori, non distogliere e sono un po’ spaventata: è gigante-
Scorrono così veloci e si alternano non investire le riprese con sonorità sco!)… perché non si sa mai… se non
note “maschili” e “femminili”, mentre imponenti. A questo punto ha inizio va in porto l’approccio femminile alme-
sullo schermo prendono vita le imma- una serie di gag volte a dimostrare no posso far leva sul lato paterno/pro-
gini di una Toscana in esplosione quanto l’approccio musicale america- tettivo di ogni uomo. E, detto tra noi,
ormonale. Un lavoro certamente no sia “ridondante”, con tutta una serie sono pronta anche all’occhio lucido
arduo, in contrasto con la facilità di di esempi seguiti dall’imitazione dei pur di strappare una mini-intervista a
esecuzione del compositore. rumori, e quanto invece sia “delicato e questo ometto buffo, simpatico e
Dalla Toscana a… l’Indocina, per sensibile” l’approccio francese. Quasi autoironico come pochi… e sì, non rie-
l’analisi del film omonimo. Rievocando in cerca di consenso, il compositore si sco a crederci, colpisco e vinco, lui
il passato, Doyle scherza ricordando il rivolge al compositore della nouvelle sorride e via…
fascino di Catherine Deneuve, una vague per eccellenza, Antoine
donna che lo ha profondamente ispi- Duhamel, seduto in prima fila. Hai appena tenuto la Leçon de
rato per la stesura della musica della Tornando a Carlito’s Way, qui la musique. Quali sono le tue impres-
pellicola. Il compositore spiega come musica ha una valenza particolare, è sioni su Cannes?
effettivamente sia d’aiuto l’osservazio- “la carta d’identità del film”. Il suono E’ la prima volta che vengo a
ne delle movenze e della fisicità del- viene costruito a partire dal punto di Cannes. A dire il vero desideravo
l’attore. Adora assistere alle riprese, ed vista del personaggio. Con De Palma, venirci da molto tempo, magari per
è sempre presente “on location” per Doyle supera se stesso, facendo sì un’occasione speciale, ed eccola qui,
lasciarsi suggerire la giusta melodia che ogni frammento di film sia un lavo- è fantastico. Per me è stato un grande
dai sussulti corporei degli attori, dal ro grandioso, in termini di impegno e di onore essere invitato al festival. E poi
loro sguardo e dai tratti del viso che risultato. stamattina ero a Londra, oggi a mez-
mutano. L’austera e affascinante zogiorno ero su una terrazza al sole. È
Deneuve, figura perno di Indocina, ha Ma il tempo, si sa, è tiranno e il perfetto!
fatto sì che Doyle si facesse interprete presentatore Stéphane Lerouge si
dei suoi sentimenti. Il suo pare quasi appresta a chiudere. Temporeggia e Quale criterio hai seguito per la
un lavoro da interprete, e, credete, è rende pubblicamente omaggio al scelta dei lavori che hai presentato?
52 festival di cannes
Ho pensato che questi estratti da Enrico V. E così siamo partiti in que- pisce è che lui lavora molto partendo
Indocina di Régis Wargnier, da st’avventura. Ero semplicemente al proprio dalle musiche e dalle sonorità
Carlito’s Way di Brian De Palma, da posto giusto nel momento giusto. del mondo occidentale.
Molto rumore per nulla e Enrico V di
Kenneth Branagh fossero quanto di Stai componendo la musica del Dopo Indocina hai lavorato rego-
più adatto per far arrivare a tutti il mio quarto Harry Potter? larmente con Régis Wargnier, vero?
modo di lavorare. Volevo una lezione Sì, un lavoro molto interessante. La Be’, sai, lui ha scoperto la mia musi-
pratica e non teorica, e poi ho scelto i regia del film è di Mike Newell, con cui ca quando assisteva al doppiaggio in
registi ai quali sono particolarmente ho già lavorato per Donnie Brasco. francese di Enrico V. Il nostro primo
legato. Pensa che è stato Kenneth Questo episodio sarà molto più cupo incontro è stato molto strano. Ancor
Branagh a propormi di scrivere per la dei precedenti, vi stupirà. In questo prima di finire il nostro colloquio, lui mi
prima volta la musica di un film. momento sto scrivendo le musiche di ha detto: “Tu farai la musica di tutti i
As You Like, il prossimo film di miei film”. Da non credere! Io gli ho
Come vi siete conosciuti? Kenneth Branagh, adattamento da chiesto almeno di aspettare l’ascolto di
Kenneth ed io ci siamo incontrati Shakespeare. Dal momento che la quello che stavo scrivendo per lui. Ma
grazie ad un amico comune, John storia si svolge in Giappone ho guar- niente, non ne ha voluto sapere. E
Sessions. Kenneth cercava un com- dato i film di Akira Kurosawa per vede- aveva assolutamente ragione! La
positore per il teatro, alla fine mi ha re come utilizza insieme le musiche nostra ultima collaborazione per Man
proposto di scrivere la musica di occidentali e giapponesi. Ciò che stu- to Man è stata fantastica!
Qual è il tuo metodo di lavoro? musica iconoclasta. Per me è un viag- occuparsi di tutto in prima persona, ma
Vedi, dal momento in cui leggo un gio, è sempre un’avventura tentare di non si ha tempo di fare tutto, occorre-
copione, nella mia testa nasce sponta- capire cosa i personaggi stiano pro- rebbe più tempo. Ho una famiglia, dei
neamente della musica, canticchiabi- vando, pensando. Ma c’è una cosa figli, e quando non lavoro mi piace
le come dei motivetti, e poi adoro che mi aiuta più delle altre: è il movi- stare con loro.Sono stato malato, e ho
andare sul set per respirare l’atmosfe- mento del corpo. Quando compongo capito e imparato tante cose, soprat-
ra. Questo mi aiuta ad entrare in sinto- musica penso come un cantante: can- tutto a ripartire responsabilità e com-
nia con la storia, ad amalgamarmi con ticchio senza forzature una melodia, petenze.
le sensazioni e le emozioni dei prota- prima nata in testa (e intanto mentre
gonisti. E a volte capita che uno scriva parla canticchia! – NdA), perché le E quindi ci salutiamo. Anche que-
tutto di getto. Ogni location ha la sua idee migliori vengono velocemente. sta volta è andata bene, tanto bene da
magia, mi piace guardare il viso degli In alcuni casi è diverso; quando ho chiedergli, in modo assolutamente
attori, cogliere le mutazioni del volto, le visto Carlito’s Way per la prima volta “disinteressato”, un recapito di quel
tensioni, l’imbarazzo, insomma farmi sono rimasto sconcertato… come gran pezzo d’attore che è Kenneth
interprete dei sentimenti impercettibili. potevo scrivere una musica per un tale Branagh… non è mai detto, mi piace-
Tutto ispira, tutto è di aiuto per com- capolavoro? rebbe sentire anche la sua versione…
porre. Mi piace scrivere musica che Come dici? Vuoi sapere se ho il
ognuno può capire e in un certo senso Dirigi anche l’orchestra? suo numero… be’, questa è un’altra
condividere, per intenderci non amo la Sarebbe bello, ed è magnifico storia.
commento sonoro per la storia di Quando hai capito che anche la
Mickey Rourke, John Debney invece musica avrebbe fatto parte della
ha curato le sequenze con Clive tua vita?
Owen. E poi entrambi hanno utilizzato R: “Ho iniziato a fare film che ero un
il tema principale di Sin City, scritto da ragazzino. Suonavo il piano, la chitarra
me, quale raccordo e anello di con- e il saxofono. Poi la musica era di fami-
giunzione tra le storie.” glia, mio padre era un batterista jazz,
mia madre cantava e suonava la chitar-
Ma è vero che per avere i diritti ra spagnola. La cosa più bella nel fare
del film hai dovuto convincere un film è che posso dedicarmi ai miei
Miller che non avresti stravolto il hobby preferiti, vale a dire la musica, la
suo lavoro originario? fotografia, il disegno e la scrittura. Ho
R: “E’ verissimo, e devo ammettere anche un gruppo, i Chingon.”
che è stata dura! (ride) Comunque per
convincerlo l’ho messo di fronte al fatto Bene, anche questa volta siamo
compiuto: ho girato una scena, quella giunti ai saluti, ma, nel caso vi stiate
iniziale con Josh Harnett, per mostrare domandando se per riuscire a fare
a Frank come avrei “tradotto” il suo Robert Rodriguez a Cannes
tutto c’è un segreto, ebbene, pare pro-
stile. E sempre in questa fase ho com- prio di sì: lavorare di notte, quando
posto il tema iniziale, che poi è diven- R: “Fin dall’inizio volevo ricreare l’at- tutto tace, i figli dormono e non ci sono
tato il leitmotiv portante di tutto il film.” mosfera tipica dei film noir, magari distrazioni. E poi perché se si hanno
M: “…ma come vedi ci è riuscito arricchendola di nuove sonorità che dei figli è anche giusto passare del
benissimo, tanto che non vedo l’ora di ben si adattassero alla nuova tecnica tempo con loro, giocare, insomma fare
girare il seguito di Sin City… inizierei utilizzata per girarlo. Come dicevo, tutte quelle attività che sono fonte di
anche qui (siamo a Cannes) anche innanzitutto ho composto la musica per ispirazione, proprio come la fanciullez-
perché non manca nulla, il cast è quasi le sequenze iniziali, con saxofono e za stessa. “I miei figli non mi vedono
al completo!” allure dei film noir ma rivisitati in chiave mai lavorare perché lo faccio quando
moderna. E questa è stata la sfida di loro dormono. Poi faccio colazione con
Come hai scelto il tipo di musica tutto lo score, creare qualcosa di tradi- loro, e dormo quando sono a scuola”.
che avrebbe accompagnato il film? zionale e al tempo stesso innovativo.” Parola di Rodriguez.
Così come per tutti i suoi film, anche per l’ottimo Sin City, il regista “factotum” Robert Rodriguez
firma la partitura originale, ma questa volta in collaborazione con due compositori d’eccezione: John
Debney e Graeme Revell. Il conturbante e originalissimo approccio visivo del film (che replica in
maniera fedelissima le tavole del fumetto di Frank Miller da cui la pellicola è tratta) viene sottolineato
dai tre compositori secondo un approccio che rievoca le atmosfere noir dei film anni ’40 e ’50, ma fil-
trate da moderne pennellate elettroniche. Il trio si è suddiviso equamente i doveri di scoring: Rodriguez
firma dunque il tema principale (“Sin City”, tipica progressione noir con tanto di basso continuo e sax
“raucotico”) e le pagine che commentano l’episodio interpretato da Bruce Willis (“Hartigan”), mesco-
lando cupi tessuti sonori (“One Hour to Go”) a parentesi orchestrali herrmanniane (“Prison Cell”).
Graeme Revell si occupa invece del commento al segmento con Mickey Rourke (“Marv”), destreg- Robert Rodriguez /
giandosi abilmente tra sonorità percussive e interessanti tessuti elettronici (“Bury the Hatchet”, “The
Hard Goodbye”) e integrando gli ipnotizzanti assoli vocali di Rebekah Del Rio. John Debney è autore John Debney /
dell’episodio capitanato da Clive Owen (“Dwight”), inserendosi nella falsariga “neonoir” attraverso una Graeme Revell
più tradizionale scrittura orchestrale (“The Big Fat Kill”) ma spesso “sporcata” da colori jazz vicini al
Goldsmith di L.A. Confidential (“Tar Pit”), oppure filtrata da inserti elettronici, che richiamano talvolta gli Sin City (id - 2004)
stilemi di Elliot Goldenthal (“Old Town”). E’ infine presente un estratto di “Sensemaya”, bellissima pagi- Varèse Sarabande VSD-6644
na concertistica del compositore messicano Silvestre Revueltas (1899-1940), usata con grande effi- 24 brani - Durata: 58’13”
cacia nel film durante una delle sequenze finali. Insomma, una colonna sonora eterogenea e interes-
sante, che ben si sposa con l’estetica visionaria del film. MC
54 gioacchino angelo
Un “Angelo”
della musica
da film
Gioacchino
Angelo
Compositore e direttore d’orchestra
(Palermo 1899 – Roma 1971) di Cinzia Angelo
Molti sono i musicisti di cui si è ne con Felice Longo, giovane e interamente ricomposta per asse-
persa la memoria. E se in passato valente calabrese dalle buone doti condare il gusto melodico del pub-
una ragione poteva essere indivi- di strumentatore, giunto a Palermo blico italiano e salvaguardare
duata nella mancanza di mezzi di nel 1914 come direttore della “l’Italianità dell’arte”. Era un lavoro
registrazione che tramandassero le banda municipale, e con Francesco frenetico che richiedeva al compo-
opere in maniera immediatamente Cilea, ben più illustre calabrese sitore di vedere una pellicola e di
fruibile, per gli artisti del Novecento approdato in città l’anno prima in riscriverne le musiche nel giro di
l’oblio è legato più spesso a partico- veste di direttore del Conservatorio, pochissimi giorni.
lari vicende storiche, a fatti perso- per rimanervi sino al febbraio 1916 Sorretto da un solido mestiere,
nali, a pura casualità. (una nomina che premiò il suo Gioacchino Angelo resistette bene
Ingiustamente dimenticato è ad genio squisitamente italiano). a questi ritmi incalzanti, musicando
esempio Gioacchino Angelo, mio L’attività artistica di Gioacchino oltre trecento film. Il suo nome
padre, compositore e direttore d’or- Angelo si snoda quindi a cavallo spesso non figurava, ma fra i vari
chestra cui Palermo, città generosa delle due guerre mondiali, con tutte titoli ve ne sono alcuni che hanno
di musicisti, diede i natali nel pieno le difficoltà che poté comportare il fatto la storia del cinema americano
dei fasti mondani della belle épo- vivere e muoversi in una nazione del dopoguerra: Ombre Rosse,
que, il 9 agosto del 1899. Un perio- travagliata dagli eventi bellici. Uragano, Uno scozzese alla corte
do dalla ricca veste musicale, nel A soli vent’anni Pietro Mascagni del Gran Khan, Pigmalione, Il pri-
quale tenaci “pionieri” dell’esecu- lo volle collaboratore al Teatro gioniero di Zenda. Film celebri, con
zione quali Alberto Favara e Massimo, un’esperienza grazie alla musiche altrettanto famose …
Giacomo Baragli posero le basi quale maturò il trasferimento a L’impegno nel mondo del cinema
della moderna ricezione della musi- Roma. I musicisti con i quali venne non gli impedì in ogni caso di com-
ca, promuovendo lo svecchiamento a contatto furono infatti concordi nel porre anche musica sinfonica ed
del gusto e la conoscenza del consigliargli di lasciare Palermo, operistica, quest’ultima in collabo-
repertorio che si soleva allora defi- per valorizzare appieno le sue non razione con l’amico poeta e libretti-
nire “puro”, “classico”, “tedesco”: comuni qualità. Nella capitale sta napoletano Giuseppe Garofalo.
sinfonie beethoveniane, musiche di conobbe Riccardo Zandonai, che a Dei suoi lavori sinfonici, molti
Wagner, capolavori da camera di Palermo s’era fermato nel 1914 in sono conservati negli archivi
Haydn, Beethoven, Schumann o occasione del riuscito allestimento dell’EIAR, la vecchia RAI, che glie-
Brahms, in accurate interpretazioni. della “Conchita”, e Umberto ne commissionò più d’uno, trasmet-
Angelo compì il suo apprendista- Giordano, che gli affidò le orche- tendo poi parecchi concerti da lui
to tra gli ultimi bagliori di quella sta- strazioni delle musiche di film come stesso diretti. E diverse sono le
gione in apparenza dorata, cui la Fedora e Una notte dopo l’opera. composizioni registrate su etichetta
prima guerra mondiale diede un Per un giovane musicista con Cetra e Voce del Padrone di cui
brusco taglio. Al Conservatorio di “tanta voglia di lavorare” si aprirono occorrerebbe effettuare un’attenta
musica Vincenzo Bellini, già dalla così le porte dell’affascinante, ma ricognizione.
fine del secolo centro della vita per molti versi insidioso, mondo del Otto sono invece le opere teatra-
musicale cittadina e florido “vivaio cinema. Con il tramonto del muto e li: “Silvia”, “Il dono del sole”,
di musicisti”, studiò pianoforte e poi l’avvento del sonoro, tutti i film pro- “Fiamme barbariche”, “Mitsuoko”,
violino con Franco Tufari, uno sti- venienti dall’America vennero infat- “L’Avvoltoio”, “La Boccaccesca” -
mato professionista che contribuì ti doppiati, oltre che nel parlato, opera comica tratta da una novella
allo sviluppo della musica da came- anche nelle musiche, principalmen- del Decamerone - e “Frate Sole”,
ra con il Trio Siciliano e altre forma- te, ma non soltanto, per motivi tec- lavoro di carattere fortemente misti-
zioni. Si dedicò poi alla composizio- nici. Talvolta la colonna sonora era co tra i più importanti di Angelo,
gioacchino angelo 55
speranza che questa voce potesse Tuttavia mi sono proposto di con- per altre commedie tra cui “L’ajo
trovare una eco in ogni anima cri- servare, secondo la migliore tradi- nell’imbarazzo”, vecchio titolo doni-
stiana, e che la mia umile fatica zione lirica italiana, alle pagine di zettiano, che gli fu commissionata
potesse essere sorretta da quanti “Frate Sole”, quel carattere non dalla RAI e fu radiotrasmessa sotto
hanno a cuore la resurrezione spiri- solo moderno, ma anche e soprat- la sua direzione. Seguono “Le astu-
tuale dell’Italia e del mondo. Così, tutto melodico, atto a sottolineare la zie di Morgantina”, “Nuda più di
sia il poeta che io, abbiamo avuto figura serafica di Francesco e la Eva” e la “Bisbetica sognata”.
un motivo unico: quello di puntare dolcezza della sua parola di pace e Compose una messa a due voci
sulla suggestione che la vita del di amore.” maschili e molte canzoni napoleta-
Poverello ha operato in tutti i tempi Fu “La Coppa di Cipro” a offrire ne, testimonianza del suo amore
e in tutti i cuori, e di creare, sulla ad Angelo un bel momento di noto- per la città di Napoli e della forte
base di essa, un’opera nello stesso rietà: nell’arco di soli cinque anni – amicizia che lo legava al suo colla-
tempo drammatica, e quindi teatra- dal 1954 al 1959 – fu rappresentata boratore, amico e poeta napoleta-
le, che possa schiudere uno spira- quarantatré volte, con un successo no, Giuseppe Garofalo.
glio d’aria pura sulla caligine che di pubblico e di critica ben docu- Così Angelo, appassionato culto-
purtroppo ci avvolge! La musica mentato su giornali dell’epoca. re di Wagner – difficile non esserlo
non è più la veste armonica e melo- Accanto alle opere, la fitta produ- per un musicista nato nella Palermo
dica che accompagna il libretto, ma zione di Angelo comprende poi di fine secolo – ripropose nei suoi
essa stessa dramma e pathos. alcuni balletti, tra cui “Il trenino della lavori teatrali la tecnica del
Nella mia opera, l’azione drammati- neve”, “I denari incantati”, Leitmotiv, sviluppando un tema per
ca è trasportata dalla scena all’or- “Scandalo in paese” e “Leggenda ogni personaggio sino a creare una
chestra; ogni strumento, ogni effet- Satanica”, quest’ultima scritta su ricca tessitura armonica. Ed è così
to, ogni voce, ogni canto, è di per soggetto di Giulietta Raffaelli, mia che le critiche apparse sulla stampa
sé solo interpretazione e significa- madre, compagna per oltre tren- riferiscono di “una musica moderna
to. La musica non dipende dall’am- t’anni di Angelo e più volte citata sui ma, anche e soprattutto, dotata di
biente o dall’epoca, ma è essa che suoi manoscritti musicali come col- un respiro melodico ampio e sicuro
crea un ambiente o un’epoca. Da laboratrice e grande ispiratrice. che dimostra in Gioacchino Angelo
tenere presente per esempio il Angelo, uomo sensibile e colto, fecondità creativa non comune,
“Parsifal” di Riccardo Wagner: que- oltre a comporre musica, fu anche affiancate da esperienza tecnica e
st’opera sublime, della quale io scrittore di alcune novelle, e libretti- un autentico sentimento latino e
sono entusiasta, mi ha appunto sta di alcune commedie e riviste mediterraneo; musica melodica
ispirato nella composizione della musicali da lui composte quali “Una secondo la migliore tradizione ita-
musica di “Frate Sole”. Come nel testolina sventata”, “A Viareggio per liana, quella tradizione al cui culto
modello wagneriano, ogni perso- dimenticare”, “No, basta con gli l’aveva avviato Francesco Cilea.”
naggio ha il suo tema, e questi temi affari”, “La presunta attrice”, “Il gel- Dunque un compositore da
ho svolti e sviluppati, sì da compor- somino di Celestino”, “Le professio- “riscoprire” e riascoltare critica-
re la tessitura armonica dell’opera. ni inutili”. Inoltre compose la musica mente.
• Il Teatro Massimo di Palermo in data 19 settembre 2000 ha eseguito sotto la direzione del Maestro Donato Renzetti, la Seconda Sinfonia in mib. Minore che ha
ricevuto una calda accoglienza da parte dell’attento pubblico ed incontrato il favore della critica.
• Radio Vaticana in data 26 marzo 2003 ha dedicato uno spazio musicale al M° Angelo radiotrasmettendo la Seconda Sinfonia in mib. Minore.
• Radio Classica il 7 maggio 2003 e con replica la domenica successiva, ha dedicato il “Concerto Speciale di maggio” a Gioacchino Angelo radiotrasmettendo la
seconda sinfonia in mib. Minore e diversi brani tratti da musiche da film.
56 e xtra DVD
Spielberg
& Williams
in DVD
In contemporanea con l’uscita nelle sale
de La guerra dei mondi, Colonne
Sonore dà un’occhiata ai contenuti-
extra “cinemusicali” dei DVD dei film di
Steven Spielberg
di Maurizio Caschetto
Pochi registi al mondo possono all’argomento e, da bravo appas- dell’edizione speciale del 1980).
vantare un seguito di devoti appas- sionato di musica da film quale è, Come nel caso de Lo squalo, anche
sionati paragonabile a quello rac- riconosce l’importanza del ruolo del qui è presente un lungo “Making of”
colto da Steven Spielberg, nell’arco compositore (leggi: John Williams, nel quale John Williams e Spielberg
della sua ormai trentennale carriera ovviamente!) all’interno dei suoi parlano diffusamente della colonna
cinematografica. Va da sé dunque film. sonora. Gustoso l’aneddoto rac-
che i DVD – oramai oggetto princi- E allora vediamo un po’ più da contato da Williams a proposito
pe dei desideri di ogni cinefilo – dei vicino i contenuti di maggior inte- della nascita dello storico “segnale”
suoi film siano tra i più attesi e resse in questi DVD… di cinque note divenuto poi l’icona
richiesti dell’intero mercato. stessa del film.
Al momento, è possibile reperire LO SQUALO (Jaws, 1975) –
su questo supporto tutti i film del Universal Home Video 1941: ALLARME A HOLLYWO-
regista di Cincinnati, ad eccezione La pellicola che ha lanciato OD (1941, 1979) – Universal
de Ai confini della realtà (Twilight Spielberg nell’Olimpo hollywoodia- Home Video (edizione USA, solo
Zone: The Movie, 1983), lo sfortu- no è presentata in un’ottima edizio- d’importazione)
nato film a episodi co-diretto con ne a disco singolo. Tra i vari conte- Aspettando che questo titolo
Joe Dante, John Landis e George nuti extra spicca il documentario venga pubblicato prima o poi anche
Miller. Purtroppo sul mercato italia- “The Making of Jaws”, nel quale è in Italia, segnaliamo comunque
no sono assenti, come vedremo, intervistato anche il compositore l’edizione americana del film per-
anche 1941: allarme a Hollywood John Williams, che rievoca la sua ché, oltre al documentario sul back-
(1941, 1979) e L’impero del sole fondamentale esperienza in questa stage nel quale è presente un’inter-
(Empire of the Sun, 1987), regolar- storica partitura cinematografica. vista a John Williams, il DVD è cor-
mente usciti negli Stati Uniti da Proprio in questi giorni, è in uscita redato da una vera e propria chic-
diversi anni. una nuova edizione speciale de Lo ca: è possibile infatti vedere il film
squalo in occasione del trentesimo con l’opzione “Music-only Track”,
Le opere spielberghiane in DVD, anniversario del film, ma da quel ossia con la colonna musicale iso-
come accade ormai per ogni film che ci risulta, purtroppo non sono lata. Una vera manna per tutti gli
che si rispetti, sono impreziosite presenti contenuti speciali specifi- appassionati, che in questo modo
dalla presenza di numerosi e inte- camente a carattere musicale. possono essere testimoni dell’es-
ressantissimi contenuti extra, ai Un’occasione sprecata, soprattutto senza dell’arte cinemusicale.
quali spesso è dedicato un intero per la possibilità di integrare la trac-
disco aggiuntivo. cia musicale “isolata”. Trilogia di INDIANA JONES
Grazie all’apporto di Laurent (1981, 1984, 1989) – Paramount
Bouzereau - l’archivista/documen- INCONTRI RAVVICINATI DEL Home Video/LucasFilm
tarista “ufficiale” del regista - ogni TERZO TIPO (Close Encounters Le avventure dell’archeologo più
film è sviscerato e documentato of the Third Kind, 1977) – famoso della storia del cinema
con approfondite interviste a Columbia Home Video sono presentate in un elegante
Spielberg, al cast e agli elementi Un’ottima edizione a due dischi è cofanetto che racchiude tutti e tre i
chiave della troupe. L’interesse dedicata a uno dei capolavori di film, più un quarto disco dedicato
principale di questi DVD, per quan- Steven Spielberg, che per l’occasio- esclusivamente ai contenuti specia-
to ci riguarda, è la presenza in molti ne è stato anche rivisto nel montag- li. Tra questi ultimi spicca un gusto-
casi di una featurette o di un conte- gio di alcune sequenze. Spiccano sissimo documentario di 12 minuti:
nuto speciale a tema “musicale”. interessanti extra (tra cui molte “The Music of Indiana Jones”. John
Spielberg è sempre stato sensibile scene omesse e il finale “esteso” Williams racconta la sua esperien-
e xtra DVD 57
John Williams (Ken Wannberg alle sue spalle) durante una sessione di registrazione
za nel corso dei tre film, spiegando Shrine Auditorium. Assolutamente Nel corso dell’intervista Williams
anche il fondamento delle sue scel- da avere! rievoca anche il suo passato jazz,
te musicali (mentre Spielberg rac- genere nel quale ha mosso i suoi
conta la genesi del famosissimo SALVATE IL SOLDATO RYAN primi passi come pianista e arran-
tema principale, la “Raiders (Saving Private Ryan, 1998) – giatore.
March”). Durante il documentario Paramount Home Video
vengono inoltre mostrate immagini Dopo un’edizione abbastanza THE TERMINAL (id., 2004) –
girate in sala d’incisione durante le scarsa sul piano dei contenuti spe- DreamWorks Home
sedute di registrazione di Indiana ciali uscita nel 2000, qualche mese Entertainment
Jones e l’ultima crociata, una fase fa la Paramount Home Video ha La collaborazione numero 21 di
creativa sempre curiosa e interes- pubblicato un’ottima Edizione Spielberg e Williams viene celebra-
sante da vedere. Speciale del film arricchita da ta con l’ormai immancabile extra
numerosi extra, tra cui una breve dedicato alla colonna sonora del
E.T. L’EXTRA-TERRESTRE featurette (6 minuti circa) dedicata film in oggetto. In “The Music of The
(E.T. The Extra-Terrestrial, 1982) a John Williams e alla sua partitura Terminal”, il compositore racconta
– Universal Home Video per Ryan, nel quale ci viene la ragione delle sue scelte musicali
L’opera somma di Spielberg e mostrato anche un momento della (il clarinetto mitteleuropeo per
Williams è giustamente trattata con registrazione di “Hymn to the Viktor, il jazz per Amelia), mentre lo
onore. L’edizione DVD del film pre- Fallen”, il mesto e bellissimo tema vediamo all’opera sul podio dei
senta un documentario di 15 minuti principale del film. Sony Pictures Scoring Stages (con
circa, “The Music of E.T.: A l’orchestra che scoppia in un frago-
Conversation with John Williams”, A.I. - INTELLIGENZA ARTIFI- roso applauso alla fine della regi-
dove il compositore ci racconta in CIALE (A.I. - Artificial Intelligence, strazione del brano conclusivo!).
maniera dettagliata la genesi della 2001) – Warner Home Video
colonna sonora e lo sviluppo degli Come per Ryan ed E.T., anche Speriamo che in futuro anche i
indimenticabili temi musicali; nel in questo DVD troviamo un’intervi- titoli che non hanno goduto di uno
corso dell’intervista, vengono sta a John Williams, che parla della speciale trattamento (come Hook –
mostrate inoltre alcune inedite creazione della partitura di A.I. e Capitan Uncino, Always – Per sem-
riprese (effettuate dallo stesso della singolarità del progetto rispet- pre, Sugarland Express e Jurassic
Spielberg) realizzate durante la to a tutte le precedenti avventure Park), vengano nuovamente
registrazione della colonna sonora. spielberghiane. Peccato solo per la pubblicati in Edizioni Speciali, con
E’ presente poi un ottimo documen- brevità del segmento (5 minuti scar- tanto di bonus e featurette a tema
tario (20 minuti) che riassume la si) e per l’assenza di riprese in sala musicale.
storica proiezione “evento” con di registrazione.
l’esecuzione dal vivo della partitura E speriamo anche che un giorno
diretta da Williams, tenutasi a Los PROVA A PRENDERMI (Catch Spielberg e Bouzereau realizzino
Angeles nel marzo 2002, in occa- Me If You Can, 2002) – un DVD dedicato esclusivamente a
sione del ventennale della pellicola. DreamWorks Home Entertainment John Williams…
Infine, sul primo disco, è presente Anche questo DVD è stato gra-
una traccia audio 5.1 con la regi- ziato da una bella edizione speciale
strazione della medesima proiezio- ricca di documentari, backstage ed risorse web
ne “live”: in questo modo è possibi- interviste. Spielberg e Williams
le vedere il film ascoltando sono presenti nella featurette dedi- www.jwilliamsmusic.it
l’esecuzione orchestrale (comun- cata alla colonna sonora, che ci Il sito italiano “non ufficiale” gestitio da
que comprensiva di dialoghi, effetti mostra il duo al lavoro in sala di Alessandro Belloni, completo di un
vivace forum di discussione.
e rumori “di sala”) avvenuta allo registrazione.
58 l a m u s i c a d e i v i d e o g i o ch i
genere di musica sarebbe opportuno memoria disponibile. approccio diverso rispetto a quello uti-
inserire. La fase di composizione vera lizzato per una pellicola cinematografi-
e propria comincia raccogliendo idee Che ruolo ricopre la musica nei ca, a causa dell’interattività, tipica e
sul tipo di strumento da utilizzare. videogiochi? Pensi che l’accompa- caratteristica, dell’azione ludica che è
Durante lo sviluppo, ho la possibilità di gnamento sonoro debba essere invece assente nel caso di un film.
testare il mio lavoro su livelli o stage continuativo o che servano dei
già terminati e questo aiuta non poco il momenti di pausa? Quando potremo ascoltare un
processo creativo e la qualità dell’ope- Personalmente penso che la musi- tuo nuovo lavoro?
ra. Al termine del lavoro sopravviene la ca debba sposarsi all’azione di gioco Attualmente sto operando a tempo
frenesia tipica delle fasi finali e si solo in determinati frangenti, onde evi- pieno presso gli studi Factor 5 in
assembla tutto quello che è stato com- tare che venga a noia, alla lunga. Non California e c’è tantissimo lavoro da
posto rendendolo omogeneo con bisogna nemmeno sottovalutare l’im- fare.
l’azione ludica. portanza, nell’economia generale di
una partitura, del ruolo ricoperto dagli
Cosa ne pensi delle attuali colon- effetti sonori e ambientali, che incidono
ne sonore per videogiochi? molto sull’atmosfera di gioco e permet-
Oggi i compositori hanno molte tono di tenere desta l’attenzione anche
meno limitazioni di quelle che aveva- nei momenti più tranquilli. Il bilancia-
mo noi a metà degli anni ‘80. C’è da mento tra questi due elementi è fonda-
dire però che il chip sonoro presente mentale per creare un background
nelle prime console e computer aveva sonoro efficace e coinvolgente.
comunque un suo fascino particolare,
che mi manca parecchio. Attualmente Pensi che in futuro ci sarà una
gli acquirenti di un videogioco si maggiore partecipazione di compo-
aspettano un intrattenimento “holly- sitori “mainstream” alla realizzazio-
woodiano” sotto tutti gli aspetti, i musi- ne di partiture videoludiche?
cisti dispongono di mezzi tecnici e Certamente, soprattutto se gli auto-
risorse enormi e vedono le loro crea- ri non saranno impegnati in progetti
zioni suonate da prestigiose orchestre cinematografici! Tuttavia ritengo ci
sinfoniche… davvero non c’è confron- siano ancora delle barriere tra i due
to col passato, il limite è soltanto la mondi. L’implementazione della musi-
creatività, non più la quantità di ca in un videogioco richiede un Chris Huelsback
della musica composta negli anni ‘80 intendiamoci, ma temi che cambiano in casa”. Generalmente, se un passag-
invece era semplice, è vero, ma molto in base alla situazione che viene vissu- gio del brano originale è particolar-
più orecchiabile. Le limitazioni insite ta sullo schermo dal giocatore (una mente significativo, lo riproduciamo
nell’architettura del Sid erano una sfida sorta di Imuse ultra-mega potenziato senza variazioni, altrimenti cerchiamo
per gli autori che riuscivano comunque insomma – NdR). di mantenerci il più vicino possibile al
a creare temi che ancora oggi tutti suo spirito e sonorità. Un esempio cal-
ricordano, cosa che difficilmente si La scena “underground” dei zante in tal senso è la track “Hypa-
potrà dire in futuro riguardo alle com- remix videoludico-musicali è molto Ball/Mission AD Remix” contenuta nel
posizioni sinfoniche e multimiliardarie dinamica e raccoglie consensi una- CD Run/Stop Restore.
dei videogiochi dei nostri giorni. nimi dal pubblico internauta: a cosa
pensate sia dovuto questo enorme Avete mai suonato in Italia?
Qual è il vostro autore “storico” successo? Purtroppo no. Certo che se qualcu-
preferito? Alla base ci sono due fattori: la no ci pagasse il volo per venire…
Beh, ce ne piacciono tanti, ma il Re nostalgia (i computer su cui giravano i
della sid-music è sicuramente Rob giochi del tempo sono stati per moltis-
Hubbard, sia in termini qualitativi che sime persone il primo vero approccio
quantitativi. Tra gli altri, ci piace ricor- con la tecnologia) e, soprattutto, l’ec-
dare Martin Galway, Ben Dalglish e celsa qualità musicale raggiunta dai
Richard Jospeh. gruppi/artisti che lavorano in questo
settore di nicchia. Noi ci riteniamo for-
Qual è il futuro della musica per tunati a far parte attiva del movimento,
videogiochi? ma siamo ancora più contenti che ci
E’ davvero impossibile prevedere il siano sempre più artisti e gruppi coin-
futuro da questo punto di vista. In poco volti.
più di vent’anni si è passati dal sempli-
ce bip-bip a partiture suonate da Quali difficoltà comporta il pro-
orchestre sinfoniche internazionali. E’ cesso di svecchiamento dei brani
in atto una rivoluzione che porterà i che scegliete di remixare?
videogiochi ad essere sempre più Dipende. Il primo e più gravoso pro-
simili alle pellicole cinematografiche. blema nel creare un remix e suonarlo
Noi speriamo che a questa rivoluzione live col gruppo deriva dal fatto che il
tecnica si accompagni anche una Sid aveva solo tre canali, mentre la
maggiore volontà di sperimentare. Un band è composta da sei elementi.
fenomeno che ci incuriosisce molto, è Spesso quindi ci troviamo a dover rie-
quello della musica generata in tempo laborare i brani oggetto del remix
reale dal gioco stesso: non random, aggiungendo divagazioni sonore “fatte I Press Play On Tape in posa
60 fictionote
Dedichiamo questo spazio ad un genere che nel nostro paese sta riservando da diverso tempo
“Wuthering Heights” di Emily Bronte è un capolavoro della letteratura inglese, più volte tra-
scritto per il Cinema – le versioni più celebri sono quelle di William Wyler e Luis Bunel - e quasi
sempre modificato nella Lettera, quando non stravolto nello Spirito. La cosa non deve stupire,
trattandosi di un romanzo decisamente atipico nell’ambito della novellistica “romantica”
dell’Ottocento: il protagonista, Heathcliff, è un uomo per molti versi malvagio, quasi completa-
mente consumato dall’amore e dalla sete di vendetta, e della sua passione per Catherine – che
muore a metà libro – il lettore è testimone dei risvolti più tragici e morbosi.
Era dunque più che naturale non aspettarsi una grande “fedeltà” dalla fiction di Rai Uno
“Cime tempestose” – per la regia di Fabrizio Costa, con Alessio Boni e Anita Caprioli nei ruoli
principali – che semplifica l’intreccio, avvicinandolo forse eccessivamente ai gusti (televisivi)
del pubblico odierno. Una semplificazione rintracciabile anche nel lavoro, pur commendevo-
Stefano Caprioli
le, del compositore Stefano Caprioli. Cime tempestose (2004)
La partitura è giocata nell’alveo di una diligente aderenza alle esigenze del racconto, Warner Chappel Music
senza particolari guizzi inventivi (l’incipit un po’ ovvio di “Cime tempestose” con l’ostinato del 5050467-5968-2-5
pianoforte e i pedali degli archi), ma con misura e gusto nella scelta di una timbrica sommes- 11 brani – Durata: 30’48”
sa (“L’amore”), forse anche per ovviare – ma è pura illazione di chi scrive – alle limitate risor-
se di un’orchestra che, a tratti, pare campionata… AC
La celebre vicenda della monaca di Monza di manzoniana memoria è ritornata sullo scher-
mo grazie all’ottima riduzione televisiva firmata Alberto Sironi (che dopo i successi delle serie di
Montalbano è divenuto garanzia di alta qualità nel mare magnum della Fiction) ed interpretata
dalla brava – nonché splendida – Giovanna Mezzogiorno. L’attenzione storiografica degli auto-
ri ha evitato la trita scabrosità del soggetto, ricostruendo (a partire dai pochi atti ufficiali del vero
processo che ispirò il personaggio) il dramma di una giovane costretta dalla famiglia e da alcu-
ni eventi ad un triste destino, leggibile come moderna metafora sul libero arbitrio. Complice del
successo dell’operazione l’attenta tessitura orchestrale dell’eccellente Crivelli, come sempre
abile cesellatore dell’impianto strumentale e armonico delle sue partiture. Rifiutando l’approccio
strettamente filologico (se si esclude la presenza nell’organico di un liuto) il compositore roma-
no ci offre fin dalla prima traccia (la toccante aria per soprano “Virginia”) un commento di spes-
Carlo Crivelli
sore pucciniano, in cui a toccanti momenti cameristici si alternano slanci lirici, sempre però con Virginia la monaca di
un raro senso di controllo della materia e di trasparenza dell’orchestrazione di stampo neoclas- Monza (2004)
sico (oboe e fagotto intrecciati agli archi e ai soli del primo violino Diego Conti, con sapienti inter- SetteOttavi Music Fiction
venti d’arpa e rarefatte percussioni). Una colonna sonora certo non avvincente, ma tesa ed insi- / RaiTrade SORTF 012-004
nuante come solo Crivelli è capace di scrivere. PR 13 brani – Durata: 70’00”
Il feuilleton in costume di Rai Uno s’impone nuovamente come uno dei massimi campio-
ni d’ascolto della stagione televisiva appena trascorsa. Il bravo Stefano Mainetti, sul podio
della Bulgarian Symphony Orchestra, si riconferma autore attento e sensibile, realizzando
un’altra pregevole partitura fluente e ricca sia sul piano melodico che su quello timbrico. Il
romanticismo e la passionalità della vicenda sono garantiti dal lirico tema d’amore (“Per lei”),
centro nevralgico della composizione insieme al tema “Angela”, con il violino solista di Dorina
Marcova in primo piano.
Mainetti è sempre molto equilibrato, evitando inutili sbracamenti nel melodramma preve-
dibile e preferendo raffinate e pregevoli tessiture per archi e legni (“L’aurora del primo
amore”), nelle quali il suo talento melodico può esprimersi al meglio (“Il ricordo di una
madre”). Efficaci anche gli episodi meno sentimentali, dove il compositore si destreggia tra
Stefano Mainetti
ritmi irregolari (“La rivoluzione industriale”) e territori timbrici cupi e sospesi (“L’avvocato del Orgoglio – Capitolo
diavolo”). Non mancano inoltre parentesi lievi (il burlesque “Sasà e Co.”, con un fagotto sor- Secondo (2005)
nione) e di sapore popolare (“Festa contadina”). A nostro avviso, la penna di Mainetti conse- Warner Chappell Music
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gue i risultati migliori soprattutto nelle pagine liriche (“Angela – 2° versione”), grazie anche 18 brani – Durata: 40’12”
ad un’orchestrazione formalmente ineccepibile. MC
molte sorprese: le Colonne Sonore per le produzioni televisive. In una parola: FictioNote!
Ormai era solo questione di tempo: dopo svariati marescialli dei Carabinieri, corredati o
meno da sacerdoti umbri o veline, squadre e distretti di polizia, anche l’ultima Arma a man-
care all’appello ha avuto la sua Fiction. A rendere onore alla Guardia di Finanza con la mini-
serie Il Capitano (interpretato da Alessandro Elisa Di Rivombrosa Preziosi in compagnia di
Gabriella Orgoglio Pession) ci ha pensato il regista Vittorio Sindoni che ha affidato al vete-
rano Fabio Frizzi l’onere di tradurre con efficacia le adrenaliniche operazioni delle Fiamme
Gialle (comandate per l’occasione da Giuliano Gemma). Il compositore romano affida la sigla
(“Il Capitano”) ad una fisarmonica accompagnata da una convenzionale ritmica elettronica.
E la scelta techno segna un po’ tutto il percorso delle 35 (brevi) tracce del disco, di quando
in quando addolcito da alcune azzeccate scelte melodiche e dal bel love theme (“Barbara e
Fabio Frizzi Giulio”), vera perla di un’opera altrimenti discontinua, a causa, da un lato, dell’eccessiva
Il capitano (2005) frammentarietà dei brani, dall’altro per l’uso alternato (e non sempre efficace) di suoni reali
Warner Chappell Italiana o campioni di buona qualità (“Dopo l’agguato”, “Una storia complicata”) e di suoni troppo midi
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35 brani – Durata: 51’26”
(“Operazione Mandana”, “Margie e Giulio come allora”), certamente efficaci per le tipologie
dello sceneggiato e adatti alle numerose scene d’azione (ottimo l’incalzare di “Strategia
d’attacco”), ma a volte fastidiosi all’ascolto isolato. PR
La collaborazione fra Enzo Monteleone e Pivio e Aldo De Scalzi sembra proprio aver tro-
vato una salda e proficua personalità. Con Il tunnel della libertà i tre artisti tendono proprio
ad evadere dai binari della standardizzazione del metodo e da una prassi produttiva precon-
fezionata che nella realizzazione delle fiction di casa nostra spesso si corre il rischio di aval-
lare. I linguaggi appartengono forse più al cinema che alla televisione – per fortuna – e di
sicuro ciò che non manca nel fertile sodalizio è la tensione verso la sfida, il non appagamen-
to e la passione per le arti che manifestano di amare. Forse è proprio quello di cui noi tutti
abbiamo bisogno. I temi composti dal dinamico duo sono sentiti, sinceri e riconoscibili nello
stile melodico che ha caratterizzato in gran parte le loro produzioni. L’altro elemento stilisti-
co a loro caro, l’etnicismo, è emarginato, se non proprio accantonato in ragione di una scel-
Pivio e Aldo De Scalzi ta timbrica prettamente orchestrale che privilegia la scrittura per archi a scapito dei legni
Il tunnel della Libertà (compare, decontestualizzato, solo il santur) .
(2004) Le impressioni d’ascolto confermano la dichiarazione degli stessi Pivio e De Scalzi secon-
Edizioni R.T.I. ERE 0162482 do cui il trattamento musicale sonda e raffigura prevalentemente l’ambientazione claustrofo-
21 brani – Durata: 74’58” bica della storia, piuttosto che incentrarsi sulla psicologia degli stessi personaggi e sancisco-
no un’altra prova brillantemente superata. FC
Il commissario creato dal romanziere George Simenon è stato riproposto in una fiction
diretta da Renato De Maria. Un grande sforzo produttivo che ha visto oltre 40 attori, fra ita-
liani, spagnoli e cechi, ben 700 comparse e più di 70 persone della troupe impegnati per oltre
nove settimane di lavorazione.
Maigret, uno degli ispettori più noti della televisione italiana, per l’occasione, ha il volto di
Sergio Castellitto (anche se la sua interpretazione non passerà alla storia). Dell’immagine
classica restano le bretelle, il grande intuito, l’inseparabile pipa e il piacere per la buona tavo-
la. Per il resto ci troviamo di fronte ad un Maigret molto moderno. La colonna sonora è affi-
data a Nicola Piovani che ripropone le atmosfere malinconiche della Parigi anni ’50. Un ritmo
lento, riflessivo e rilassato che ci accompagna nel mondo della mala e dei bistrot parigini
Nicola Piovani riproposti dalla fiction. Lo score offre una serie di brani di commento, incisivi ma non memo-
Maigret (2005) rabili, che però contribuiscono a mantenere alta la tensione, come nel caso del pezzo “Fiati
R.T.I. ERE 0162472 sospesi”. L’atmosfera sonora, gradevole e raffinata, cede spesso il passo alla malinconica
18 brani – Durata: 54’43” come in “Le memorie di Maigret” e “Il cerchio si chiude”.
Un buon lavoro, ma il compositore de La vita è bella ci ha abituati ad un livello decisa-
mente superiore; basti pensare che negli Stati Uniti, una decina d’anni fa, la “International
Encyclopedia of Film” scrisse che Nicola Piovani era lo pseudonimo di Ennio Morricone. JV
Inauguriamo, a partire da questo speciale numero doppio estivo, la nuova rubrica dal titolo “Raccolte DOC”, dedicata a tutte le
antologie vecchie e nuove del vasto universo della musica da film, recensendo la “Raccolta delle Raccolte”: gli otto imperdibili CD,
su etichetta CAM, della serie Award Winning Titles, pubblicati e venduti singolarmente dal 1998 in tutti i negozi di dischi. Un com-
pendio antologico dell’Ottava Arte con 158 brani di colonne sonore che hanno vinto, o ricevuto la nomination, non specificatamente
per la migliore musica, con premi quali l’Oscar, il David di Donatello, il Nastro d’Argento, il Ciak d’Oro, il Cesar (l’Oscar francese), i
vari riconoscimenti al Festival di Venezia e così via. Oltre sette ore di musica per il grande schermo da pellicole italiane e francesi,
per la maggior parte pietre miliari della Storia del Cinema quali La dolce vita, Amarcord, Il postino, Il sorpasso, La battaglia di Algeri,
Otto e mezzo, Profumo di donna, Il Gattopardo e Rocco e i suoi fratelli. Una miriade di brani composti dai più celebri compositori
della musica applicata di ieri e di oggi: Morricone, Trovajoli, Rota, Piovani, Sarde, Rustichelli, Cicognini, Piccioni, Rozsa, Duhamel,
Lavagnino, Ortolani, Umiliani, Bacalov, Piersanti, Carpi, Crivelli, Petrassi, Nascimbene, De Sica, Fusco e Siliotto. E anche nomi meno
noti, ma altrettanto importanti e interessanti, come Gelmetti, Lucantoni, Sepe, Venosta, Lena e Salviucci Marini. La quasi totalità delle
tracce sono incisioni originali, tranne quelle contrassegnate da un asterisco che sono state ottimamente riarrangiate e dirette da
Gianluca Podio ed eseguite dalla Bulgarian Symphony Orchestra-Sif 309. Una nota di merito va ai brevi commenti introduttivi di Paolo
Prato ai singoli CD, tutti puntuali e accurati. La suddivisione delle otto soundtrack compilations è tematizzata in questo modo:
CD 1 “La dolce vita e la commedia Levi, Moravia e Goethe tra gli altri. Come Ortolani e Nino Oliviero a Una bella grin-
all’italiana” non lasciarsi trasportare dalle meraviglio- ta di Montaldo, i film raccolti in questo CD
Da La dolce vita di Fellini a C’eravamo se note di Carpi per il Pinocchio con Nino hanno come testimonial musicale canzo-
tanto amati di Scola, i film raccolti in que- Manfredi e Incompreso, di Rustichelli per ni interpretate sia da veri cantanti che da
sta antologia rappresentano alcuni fra i La lunga notte del ’43, di De Sica per Il attori improvvisatisi tali, con buoni risulta-
“pilastri” della migliore commedia nostra- viaggio e Petrassi per Cronaca familiare? ti in alcuni casi. Mina, Paola Turci, i
na dagli anni ’50 ai ’70, eccezion facendo Cantori Moderni di Alessandroni, Lena
per Luna e l’altra del 1996 (musiche di CD 4 “La notte di San Lorenzo e il Horne, Enrico Montesano, Aldo Fabrizi,
Siliotto) e La baraonda – Passioni popo- cinema civile” Johnny Dorelli, Gloria Guida e molti altri
lari del 1980 (musiche di Carpi, vincitrici Da La notte di San Lorenzo dei fratel- danno voce alle belle musiche di
del David di Donatello). Temi vivaci, li Taviani a Ogro di Pontecorvo, in questa Trovajoli (su tutte “Roma nun fa la stupi-
popolari, romantici e grotteschi dove pre- raccolta si parla di impegno civile, soprat- da stasera” da Rugantino), Morricone,
valgono le felici composizioni di tutto a partire dall’emblematico istante in Fusco, Umiliani, Bacalov, Pisano,
Rustichelli, Trovajoli (si ascolti la coinvol- cui gli italiani si unirono nella Resistenza. Lucantoni e Rustichelli.
gente tromba trasognata di La terrazza), Musiche di forte denuncia, crude, per
Rota e Carpi. nulla consolatorie, da autori importanti CD 7 “Il Gattopardo e il cinema da
come Piovani, Morricone, Bacalov, ballare”
CD 2 “Il postino e i drammi psicologici” Ghiglia, Piccioni, Ortolani, Piersanti e Da Il Gattopardo di Visconti a I maglia-
Da Il postino di Troisi e Radford, per cui Carpi. Un orecchio di riguardo alle com- ri di Rosi, una vera e propria compilation di
Bacalov ha vinto l’Oscar, il Globo d’Oro e posizioni di Gelmetti, avanguardista della musiche da ballo di ogni genere: tango,
il Nastro d’Argento per le migliori musiche, musica elettronica sperimentale in Italia, valzer, samba, rock ’n’ roll, can-can, polca,
a Dossier 51 di Deville, i film drammatici per Sotto il segno dello scorpione, Sierra foxtrot, tarantella e la più sfrenata musica
qui rappresentati sono stati tutti diretti da Maestra e Il sasso in bocca. da discoteca per pellicole quali Il vizietto,
grandi registi del nostro Cinema - Prova d’orchestra, Rocco e i suoi fratelli,
Antonioni, Olmi, Bellocchio, i fratelli CD 5 “Amarcord e il cinema visiona- Deserto rosso e Signore e signori. La
Taviani, Petri, Rosi e Tornatore - che rio” poliedrica arte compositiva di Morricone,
hanno saputo dare un’impronta notevole a Da Amarcord di Fellini a Telefoni bian- Rota, Ortolani, Piccioni, Rozsa,
storie ordinarie dove all’improvviso tutto chi di Risi, l’humus dei brani della raccol- Rustichelli, Fusco e Sarde viene fuori in
va male, con il supporto fondamentale di ta è onirico, visionario, fantastico e car- questa grande “scaletta” da ballo festoso.
compositori quali Fusco, Morricone, toonesco: infatti i film rappresentati sono Di una bellezza straniante il pianistico
Crivelli, Piccioni, Vandor e Nascimbene. quasi tutti felliniani, quando non si tratta “Valse crépuscolaire”di Rozsa per
Da segnalare il pop lirico delle musiche di Vip, mio fratello superuomo, Providence.
morriconiane, vincitrici del Globo d’Oro, Ratataplan, I magi randagi e Ninì
per Il lungo silenzio della Von Trotta. Tirabusciò la donna che inventò la CD 8 “Anonimo veneziano e i grandi
mossa. Temi clowneschi, sarcastici, bal- temi d’amore”
CD 3 “Pinocchio e i grandi libri al labili, lounge e jazzistici composti da Da Anonimo veneziano (Nastro
Cinema” Rota, Rustichelli, Bacalov, Mariano, d’Argento per le migliori musiche di
Da Le avventure di Pinocchio di Godi, Morricone, Lavagnino, Trovajoli, Cipriani) di Salerno a L’albero delle pere
Comencini a Il principe di Homburg di Piovani e Sarde, solo per citarne qualcu- della Archibugi, la Settima Arte si fregia di
Bellocchio, i film qui presentati, tratti da no. Da menzionare l’avvolgente sensua- struggenti, lirici, appassionati, indimenti-
romanzi, scritti filosofici e drammi teatrali lità vocale di Marie-France Garcia per cabili love themes italiani e francesi di
che, anche grazie alle musiche intimiste Barocco di Sarde e Rostaing. rinomati autori: Rustichelli, Cipriani (diffi-
di Morricone, Piccioni, Carpi, Crivelli, cile non commuoversi all’ascolto del suo
Rota, Bacalov, De Sica e Rustichelli, CD 6 “More e le canzoni sul grande celebre tema per il film con la Bolkan e
hanno tradotto in grande Cinema le indi- schermo” Musante, innamorati lagunari), Sarde,
menticabili atmosfere della letteratura Da Mondo cane di Jacopetti, Prosperi Piccioni, Venosta, Siliotto, Savina,
mondiale di Pirandello, Nietsche, Svevo, e Cavara con la premiata canzone di Riz Mannino e Cicognini.
AA.VV.
Award Winning Titles
CD 1: 18 brani – Durata: 55’35” CD 5: 22 brani – Durata: 65’43”
CAM 493064-2 CAM 493068-2
CD 2: 18 brani – Durata: 53’53” CD 6: 19 brani – Durata: 72’21”
CAM 493065-2 CAM 493069-2
CD 3: 22 brani – Durata: 54’40” CD 7: 24 brani – Durata: 53’56”
CAM 493066-2 CAM 493070-2
CD 4: 21 brani – Durata: 70’15” CD 8: 14 brani – Durata: 35’59”
CAM 493067-2 CAM 493071-2
tesori nascosti 63
Le solari ballate gaeliche, che tanta parte strada come compositore a tutto tondo. Eppure,
hanno avuto nel cinema degli ultimi vent’anni, si incomprensibilmente, il fluente balletto di flauti e
espandono alla perfezione come sfondo frivolo, tamburi, la contagiosa semplicità dei temi, la
effervescente e leggero di questo thriller avven- fine cura orchestrale non hanno ottenuto l’effet-
turoso realizzato nel 1992 dal veterano Peter to sperato. Ancora una volta il mestiere e la pre-
Yates (Krull), in cui la coppia Penelope Ann parazione volenterosa, che il giovane autore ha
Miller e Tim Daly resta invischiata in una folle ampiamente profuso nelle pagine di questo
caccia al tesoro, alla ricerca di una preziosa bot- delizioso lavoro, non sono bastati a spianargli le
tiglia di vino e degli inattesi spionistici misteri strade di Hollywood. Se si eccettuano alcune
che si nascondono dietro alla sua fama. Nel ‘92 partiture per Mel Brooks e ottimi lavori televisivi
la vibrante e luminosa partitura sinfonica del (tra cui spicca il serial P.T. Barnum), si direbbe Hummie Mann
film, piena di un brio contagioso, con veloci che anche Mann sia destinato a rimpolpare le Year of the Comet
brani d’azione (tra essi, esemplare l’“Helicopter schiere di eccellenti artigiani di cui il cinema (L’anno della cometa – 1992)
Chase”, con innegabili influssi dell’epicità americano contemporaneo non pare aver biso- Varèse Sarabande VSD-5365
muscolare di Poledouris) è stata l’elegante gno. La scarsa attività creativa di questi ultimi 16 brani - Durata: 35’15”
biglietto da visita di Hummie Mann, fino ad allo- anni dimostrano come il “momento magico” di
ra orchestratore di successo (collaboratore Mann, per ora, sia durato molto poco. Ed è un
fisso di Marc Shaiman), che si preparava a farsi vero peccato, viste le premesse. GB
di riferimento dello score: è chiaro negli ini- so Jeunet (e della musa Tautou) affronta
Sony Classical ziali interventi d’archi in diradamento sul- con piglio e sicurezza un’opera fonda-
SK 94419 l’orchestra (“Burning the Past”), nell’am- mentalmente sinfonica, coadiuvato dalle
piezza delle battute melodiche (“Saladin”) orchestrazioni e dalla conduzione di Phil
19 brani e, particolarmente, nei soprassalti tempi- Marshall. Il sentiero emotivo su cui
Durata: 62’12” stici delle pagine action (come “Better Badalamenti concentra il carattere com-
Man” o “Terms” – protagonista anche plessivo del lavoro si muove attraverso i
un’idea violinistica già fondante il tema di fattori chiave della speranza, del dolore,
Eris in Sinbad: Legend of the Seven della malinconia, ben racchiusi nel volto
Seas). Anche in tale derivazione si verifica sognante di Mathilde, il personaggio prin-
Harry Gregson-Williams un apporto fin troppo in soggezione nei cipale. I corni sono i protagonisti della
Kingdom of Heaven confronti dell’occasione cinematografica. strumentazione, che pone l’accento sui
Le Crociate avrebbe dovuto rappresenta- registri più gravi, sui movimenti di violon-
(Le Crociate – 2005)
re per Gregson-Williams un’importante cello e di basso e sulle tonalità minori,
Francamente, la notizia aveva lasciato prova di maturità ma, paradossalmente, la pur non deviando verso la retorica, senza
ben sperare. L’avvicendamento imprevi- troppa intensità del suo cimento e la sordi- ostentare e caratterizzare fino in fondo
sto tra Hans Zimmer e Harry Gregson- tà di un montaggio musiche discutibile ne temi che avrebbero forse potuto essere
Williams al timone musicale di Le Crociate hanno fatto la docile cornice musicale di sviluppati più apertamente, con meno
celava la possibilità di un tanto agognato un compositore accidentalmente innocuo timidezza. FC
rinsavimento di Ridley Scott, oramai e tentennante. GT
assuefatto da tempo alla spettacolarizzan-
te “esteriorità” della marca stilistica zim- New Line
DreamWorks Records, NLR
meriana. Già talento più che apprezzabile,
Records 39036
Gregson-Williams avrebbe potuto eserci-
tare un’influenza maggiormente costrutti- 13 brani
va e coraggiosa sul regista inglese, maga- 15 brani
(12 canzoni +
ri uno stimolo ricostituente, capace di 1 di commento) Durata: 42’58”
richiamare all’importanza del commento Durata: 50’38”
musicale l’autore di Alien e Il gladiatore.
L’esito non premia però le aspettative. E
stavolta le due controparti, tanto Scott Alexandre Desplat
quanto Gregson-Williams, escono AA.VV. Birth (id– 2004)
entrambe responsabili dell’insuccesso Shark Tale (id. – 2004)
della partnership. Fin da una prima visione
Pulsazioni nei timpani, cellule minimali-
dell’epico e imperfetto affresco storico è Ruffiana ma apprezzabile la colonna
ste dei fiati, diafani valzer del pianoforte e
difatti avvertibile un reciproco distacco, sonora di Shark Tale, film d’animazione
velature degli archi, filigrane d’arpa… Un
quasi come se i due artisti avessero agito della Dreamworks. La soundtrack di que-
universo sonoro nebuloso, onirico, vaga-
parallelamente e con tacita concordanza, sta parodia dei più famosi gangster
mente ossessivo. L’ennesimo racconto
ma senza la necessaria interazione crea- movies è una vera e propria parata di star,
che gioca con il soprannaturale: il dolore
tiva. Da un lato la narrazione di Scott non con brani che spaziano tra l’hip hop (che
incolmabile della protagonista, un miste-
aiuta ad accogliere organicamente lo ben si addice all’ambientazione urbana
rioso bambino che le si fa accanto, forse
score del compositore Media Ventures moderna) e il rhythm & blues, proponendo
reincarnazione dell’amore perduto, forse
che di suo – già contenuto nell’approccio successi internazionali del momento. E’ il
beffardo impostore. Siamo nel dopo Sesto
e nella strumentazione– denuncia a più caso di due idoli giovanili come Christina
senso, ma l’estroverso francese Desplat,
riprese timidezza, quasi sopraffatto dall’in- Aguilera e Missy Elliott che ripropongono
sempre più spesso chiamato a prestare
sicurezza stessa di un film affannato tra “Car Wash” (cover di un classico dei Rose
anche oltreoceano la sua verve creativa
aspirazioni storiografiche e necessità Royce). Nella variegata colonna sonora,
superiore alla media, si tiene lontano dal
spettacolari. Non bastasse, Scott ripropo- occorre citare almeno altri due duetti: Will
marchio sonoro che Newton Howard ha
ne il suo pessimo gusto per la mistificazio- Smith / Mary J. Blige e.Ziggy Marley e
impresso ai film di Shyamalan. Così
ne del commento originale, intaccando lo Sean Paul (che ripropongono “Three Little
facendo, perde di energia e di presa emo-
sforzo del nuovo collaboratore con l’inseri- Birds” di Bob Marley). Lo score si chiude
tiva: la sua musica è glaciale, claustrofobi-
mento di estratti dal repertorio cinemato- con la malinconica “Some Of My Best
ca, intimista, con rare esplosioni liriche
grafico (risultano ufficialmente inseriti Friends Are Sharks” di Hans Zimmer
(“The Kiss”, “Dav Out”), forse si prestereb-
brani dagli score de Il corvo di Revell e di (compositore delle musiche originali), che
be meglio ad una pellicola decisamente
Blade II di Beltrami, mentre spadroneggia avrebbe chiesto esplicitamente al produt-
più introspettiva e sperimentale. Lode
il possente “Valhalla” goldsmithiano de Il tore Jeffrey Katzenberg di poter fare un
all’originalità, che stavolta però non basta.
13° guerriero in uno dei climax finali della film d’animazione. In conclusione, Shark
La partitura, fuori dalle scene, è spesso
pellicola). Peccato, perché Gregson- Tale è l’ideale colonna sonora per una
troppo straniante e intellettuale, lascia un
Williams sembrava aver rintracciato effica- serata senza pensieri. JV
viscoso senso di monotonia. Un ascolto
cemente lo spirito più nobile del plot, come
comunque curioso e interessante, ancor-
dimostra l’ascolto autonomo della sua
Nonesuch ché algido. Ottima, come sempre, la
ispirata prova. Forse anche troppo, ver-
79880-2 London Symphony Orchestra. GB
rebbe da dire saggiando il fascino puro del
tema corale in “Swordplay”, o la misticità
33 brani
cristallina del tema di “Sybilla”: pagine che La-La Land
Durata: 47’32”
non a caso stentano ad emergere, se non records
sporadicamente e con notevole difficoltà, LLLCD 1025
vanificando anche il chiaro intento dell’au-
tore di non rifarsi puerilmente all’esigua 16 brani
lezione orchestrale zimmeriana (ma qual- Durata: 57’43”
che concessione emerge, soprattutto Angelo Badalamenti
nelle “dovute” commistioni etniche), strut- A Very Long Engagement
turando maggiormente le scritture più rac- (Una lunga domenica di passioni - 2004)
colte (“An Understanding”). Piuttosto
Gregson-Williams prende a modello il L’artista di Brooklyn è tornato. E al John Ottman
James Horner di Braveheart, vera matrice servizio dell’ultima pellicola del talentuo- Cellular (id. - 2004)
recensioni 65
Tanto riverbero per nulla, verrebbe da CD è una disgustosa canzone rap-gan- (“Destiny”, “Into the Light”, “Encountering a
dire. Abbonda eccome, ridondante, inesora- gsta-hip hop, cantata da Krs-One, che tutto Twin”) a pause di riflessione più romantiche
bile in gran parte delle tracce di questa fa, fuorché introdurre degnamente le atmo- (“Confession”), con qualche concessione
colonna e ne appiattisce la forma, già oscu- sfere del film, mettendo a dura prova il desi- all’evocativo andante (“Deo et Patri”) che
rata da uno schematismo convenzionale e derio dell’ascoltatore di proseguire per le sfocia quasi in una versione riveduta e cor-
dall’assenza di colpi di scena. Lo sviluppo tracce restanti. Fortunatamente, il pessimo retta della musica sacra più classica. I brani,
dei brani è abbastanza prevedibile, le pro- incipit è invece preludio ad una partitura di molto brevi, si susseguono a ritmo incalzan-
messe disattese sul più bello e lo score pare buon livello, capace di alternare momenti di te, mantenendo un’invidiabile compattezza
non voler uscire da una sorta di cerchio di elevata drammaticità ad altri di inaspettata e risultando efficaci anche ad un ascolto
autocompiacimento che ne avvolge la ste- delicatezza. Il talento e l’equilibrio di Revell separato dalla visione del film, cui peraltro,
sura e la realizzazione, nonostante l’inter- spiccano in “Masked Invaders”, “Burning aderiscono in maniera quasi perfetta, evo-
pretazione dello stesso, in diversi momenti, Man” e nella eccellente “Duvall candone le atmosfere e accompagnandolo
sia affidato ad abili mani soliste. Fra momen- Showdown”, tambureggiante e melodica al brillantemente. ACh
ti di discutibile gusto - l’incomprensibile “Ode tempo stesso. Decisamente un buon lavo-
to innocence” - e altri di più equilibrato spun- ro, per un film discusso e discutibile, come Varèse
to – “Modigliani suite” – non resta che tuffar- tutte le operazioni di remake del resto, ma Sarabande
si serenamente e lasciarsi cullare dalle non privo di una sua organicità e compat- 302 066 522 2
calde note della “Vie en Rose”, una sicurez- tezza sonora: elementi questi, capaci di
za per gli editori di colonne sonore… FC renderlo gradevole e meritevole di più
ascolti, anche senza il supporto visivo delle 15 brani
Durata: 45’41”
Varèse immagini su schermo. ACh
Sarabande
VSD-6645 Varèse
Sarabande Laura Karpman
19 brani VSD-6633 PR Taken (id. – 2005)
Durata: 37’46’’
21 brani Nell’universo “alieno” di Steven
Durata: 45’21’’ Spielberg, tra quelli buoni di E.T. e di Incontri
ravvicinati e quelli cattivissimi de La guerra
AA.VV dei mondi, ci sono i visitatori ambigui e uma-
Kung Fu Hustle (Kung Fusion – 2005) namente fallaci di Taken, miniserie geniale e
Christophe Beck intrigante scritta da Les Bohem.
Kung Fu Hustle, come molti film del Elektra - Score Album (id. – 2005) L’imponente commento musicale, per oltre
regista, ha una trama esilissima, quasi ine- quindici ore di spettacolo, è opera di una
sistente, mero pretesto per permettere a Il progetto Elektra nasce male e finisce sola autrice, Laura Karpman, che si è fatta
Chow di mostrare effetti speciali di ottima peggio. Dopo l’ascolto della partitura di carico di una moltitudine di temi e di artico-
fattura, personaggi e mosse spettacolari Christophe Beck, relativa al film interpreta- late illustrazioni sinfoniche per le varie fasi
assolutamente fuori parametro, combatti- to dalla bella Jennifer Garner, unico ele- del racconto, un dipanarsi di appassionanti
menti e scene d’azione caratterizzate da mento positivo dell’iniziativa, non possiamo episodi fantastici in parallelo a 50 anni di sto-
una demenzialità tipicamente orientale. La non assegnare una ideale “medaglia di ria americana. Equidistante dal colore tona-
colonna sonora che accompagna il film si piombo” alla terribile trimurti film-soun- le di Williams e dai gelidi sintetizzatori degli
pone quindi sulla stessa direttrice, offrendo dtrack-score album. Lo score di Christophe X-Files di Snow, l’autrice si destreggia disin-
brani molto eterogenei tra loro e affastellati Beck infatti è quanto di più anonimo, piatto volta con i registri intimistici (“Ride”), con
quasi senza un senso logico, in una gioio- e noioso ci sia capitato di ascoltare negli quelli corali ed epici (“Mothership Arrival”,
sa ed onnivora tensione all’accumulo di ultimi mesi. Mai un guizzo, un brano che “To the Rescue”), fronteggia con partecipa-
generi e sonorità diverse. Spazio quindi alla resti in mente anche dopo reiterati ascolti, zione i momenti di paura (“Implant Mania”),
tambureggiante “Kung Fu I”, alla classica mai un momento di vivacità sonora o di le pagine d’azione (“Romans”), le sue melo-
sonorità orientale di “Fisherman’s Song of creatività compositiva. I 21 brani del CD, die cantabili si frantumano in incubi disso-
the East China Sea”, alla famosa “Sabre alcuni davvero troppo brevi per poter espri- nanti e poi si ricompongono, lasciando inal-
Dance” di Khachaturian, al trittico compo- mere un giudizio valido, creano un flusso terata la rigogliosa scrittura orchestrale. Da
sto da Raymond Wong (“Midnight sonoro pastoso e ammorbante, che ottiene ascoltare con lo sguardo perso nelle profon-
Assassin”, “Night Club Band” e “Casino l’unico scopo (come il film del resto), di con- dità stellate del cielo. Peccato per la monta-
Fight”), che permettono a questa soun- durre velocemente l’ascoltatore tra le brac- gna di musica rimasta fuori dal disco. GB
dtrack di fregiarsi degli stessi pregi della cia di Morfeo. Solo per collezionisti, feticisti
pellicola: ironica follia e creatività. ACh del settore e insonni. ACh Silva Screen
Records
Varèse Varèse SILCD-1179
Sarabande Sarabande
12 brani
VSD-6634 PR 302 066 636 2 (9 canzoni +
16 brani 3 suite)
(14 di commento 24 brani Durata: 49’45’’
+ 2 canzoni) Durata: 51’03”
Durata: 42’31’’
AA.VV.
Graeme Revell Brian Tyler/ Klaus Badelt
Son of the Mask (The Mask 2 – 2005)
Assault on Precinct 13 Constantine (id. – 2005) La vocazione al suicidio (commerciale)
(Assalto al 13° Distretto – 2005) Ottima partitura per l’ennesima riduzione di alcuni produttori non conosce limiti: ecco
cinematografica di un fumetto di successo. così che qualche genio a Hollywood decide
Stupefacente la capacità delle case di Se la pellicola, pur stravolgendo molti di dare un seguito a The Mask senza Jim
produzione americane di banalizzare ogni aspetti dell’opera originale, mantiene un Carrey e Cameron Diaz. Risultato? Costato
cosa gli capiti a tiro. Si prenda ad esempio appeal discreto e nulla più, la colonna sono- 100 milioni di dollari ne incassa meno di 20.
questa suite di Greame Revell per il rema- ra di Tyler e Badelt introduce l’ascoltatore in E l’accompagnamento musicale?
ke del capolavoro di Carpenter (esso stes- un mondo misterioso ed affascinante, alter- Tristemente dimenticabile, purtroppo. La
so sublime musicista). Il primo brano del nando momenti di grande pathos sonoro compilation di brani proposta è decisamen-
68 recensioni
te molto più ispirata rispetto al film che Fuga dal Natale, per la regia di Joe Roth, è alla vita: Luka, ingegnere serbo, e sua
accompagna che ahimè, è invece uno dei uscito nelle sale cinematografiche italiane il moglie Jadranka si stabiliscono insieme
peggiori dell’anno. Nel novero dei brani 5 gennaio (una genialata): sceneggiatura al loro figlio Milos in un villaggio dove
spiccano, per qualità e rango i brani di Neil debole, ma una nota di merito va alla colon- dovrà sorgere una nuova ferrovia, ma la
Diamond (“Thank the Lord for the Night na sonora composta da canzoni natalizie guerra travolge tutto. Chi ama il cinema di
Time”), Paul Anka (“Puppy Love”) e famosissime rilette in chiave rock, pop e lati- Kusturica, conosce bene anche la sua
Chubby Checker (“The Twist”). Molto curio- na. L’album si apre con i Ramones, punk- passione per la musica. Insieme a Dejan
sa e piacevole la rilettura di un classico rock band con “Merry Christmas (I Don’t Sparavalo firma questa strepitosa colon-
ultracitato come “What a Wonderful World” Want To Fight Tonight)” e si chiude con Elvis na sonora che rende il film quasi un musi-
da parte di Stephen Bishop. Pressoché inu- e la sua personale interpretazione di “Blue cal: 17 brani (da segnalare la divertente
tile invece il contrappunto strumentale di Christmas”. Da segnalare la versione pop di “Who Killed the D.J.” e la struggente
Randy Edelman, limitato a tre soli brani, “White Christmas”, interpretata da Tina “Dying Song”) perfettamente interpretati
scritto evidentemente con la mano sinistra Sungandh, e la classica “Jingle Belle Rock” dalla sua No Smoking Orchestra. La
e atto a far racimolare qualche quattrino di Brenda Lee. Un CD piacevole e, a dispet- band, fondata 20 anni fa a Sarajevo, è
all’autore, che non si discosta minimamen- to del titolo, adatto per tutte le stagioni. JV sopravvissuta a tutte le tragedie della ex
te dall’archetipo classico del genere “com- Jugoslavia, raccontando in musica la tor-
media per famiglie con effetti speciali”. ACh Columbia /
mentata situazione dei Balcani. Kusturica
è membro della band dal 1986 (attual-
Sony Music
mente nel gruppo milita anche il figlio
Colosseum Soundtrax
Stribor) e durante i concerti il cantante e
519727 2
leader del gruppo, Dr. Nelle Karajlic, ha
16 brani 13 brani l’abitudine di presentarlo come “il mio
(14 di commento Durata: 49’14” regista preferito, Sergio Leone”. JV
+ 2 canzoni)
Durata: 42’14”
Hollywood
Records
AA.VV. 5050467-6819-2-7
Hitch (id – 2005) 14 brani
Evanthia Reboutsika (10 canzoni + 4
Hitch racconta la storia di Alex Hitchens
A Touch of Spice che nella vita aiuta gli uomini a rimorchiare
di commento)
(Un tocco di zenzero – 2003) le donne. Il protagonista del film è Will Durata: 53’15”
La pellicola, in parte autobiografica, del Smith (idolo indiscusso dell’hip hop) che
regista Tassos Boulmetis (Dream Factory) però non compare nella colonna sonora
è una fiaba che oscilla tra commedia e (se non come produttore esecutivo). Non ci AA.VV.
dramma, raccontando dei difficili rapporti sono nemmeno canzoni come “She Wants In Good Company (id – 2005)
tra greci e turchi negli anni Sessanta. In To Move (Mac & Toolz Remix)” cantata dai
questo film l’uso del cibo diviene mezzo di N.E.R.D. e “Yeah!”, duetto di Usher con Lil Come vi sentireste se all’improvviso vi
comunicazione e metafora dei piaceri della Jon & Ludacris, se pur presenti nel film. ritrovaste con un nuovo capo che ha la
vita come lo zenzero, che assume il ruolo Nonostante tutto ciò (e la presenza del tor- metà dei vostri anni, senza esperienza, e
di spezia necessaria per la vita. Un film che mentone “Turn Me On” di Kevin Lyttle), è che per di più si innamora di vostra figlia?
coinvolge tutti i nostri sensi e che è stato un disco piacevole con delle vere e proprie E’ quello che succede al protagonista di
scelto per rappresentare la Grecia agli chicche: una serie di brani che hanno fatto In Good Company di Paul Weitz, film gra-
Oscar (nel 2005) come Miglior Film la storia del pop, dalla cover di Stevie devole, e a tratti impegnato, ma sempre
Straniero. Lo score originale del film è affi- Wonder “Don’t You Worry About a Thing” con un tono ironico e leggero. Notevole
dato alla compositrice greca Evanthia eseguita da John Legend a “It’s Easy to Fall anche la colonna sonora. Si parte da ritmi
Reboutsika che parte da melodie tradizio- in Love” di Martha & The Vandellas. Per caraibici con David Byrne e la sua malinco-
nali della cultura turco-ellenica per propor- non parlare di “Love Train” (datato 1973) nica “Glass, Concrete & Stone” (pezzo ori-
ci una musica ammaliante, tanto toccante degli O’Jays. Nella colonna sonora di Hitch ginariamente scritto per i titoli di coda di
in “The Universe”, quanto nostalgica in sono presenti anche nuove promesse del Piccoli affari sporchi di Stephen Frears), un
“The Return”. Ha il passo lento ma ineso- rhythm & blues e hip hop, a partire dalla trionfo di timpani, conga e marimbas, per
rabile del tempo che passa, questa musica voce emozionante di Amerie con “I Thingh” poi passare al rock del gruppo svedese
che vuole “cogliere l’essenza delle cose” e e di Kelly Rowland (una delle Destiny’s Soundtrack of Your Lives.
che trova la sua massima espressione Child) e Sleepy Brown con il loro duetto in Vengono riproposti anche alcuni classi-
nella struggente “Aiche’s Dance”. JV “This Is How I Feel”. Non sarà la colonna ci come “Chain of Fools” di Aretha
sonora della nostra vita, ma tutto sommato Franklin, “Solsbury Hill” di Peter Gabriel
Hollywood
è un disco divertente, ideale per riprendersi (datata 1977, fa parte del primo album da
da una dura giornata di lavoro. JV solista dopo l’avventura con i Genesis) e
Records
“Besame mucho” in una struggente ver-
5046 76346-2
sione di Diana Krall. Una menzione spe-
12 brani Universal Music ciale va ai brani malinconici di “Iron and
(10 canzoni + Wine”, disarmanti nella loro semplicità e
17 brani
2 di commento) nella loro grazia, come nel caso di “Naked
(9 canzoni +
Durata: 37’08” 8 di commento) As We Came”. JV
Durata: 50’01”
Silva Screen
AA.VV. Records
Christmas With The Kranks SILCD1164
(Fuga dal Natale – 2004) 14 brani
Dejan Sparavalo & Emir Kusturica (10 canzoni + 4
Un paio d’anni fa, a Natale, uscì un furbo di commento)
romanzo di John Grisham, Skipping
Life Is A Miracle
(La vita è un miracolo – 2004) Durata: 38’28”
Christmas, che diventò un best-seller sfrut-
tando l’insofferenza per le festività, e i pro- “Amo il cinema che vuol essere più
duttori americani non si sono lasciati scap- grande della vita”, dice Kusturica regista
pare l’occasione di confezionare una “com- de La vita è un miracolo e questo film, Alex Heffes
media panettone”, all’insegna del già visto. ambientato in Bosnia, è proprio un inno Dear Frankie (id – 2004)
recensioni 69
Sogno e realtà. Questo il binomio su centro di questa divertente pellicola ad te sviluppate negli altri due film di Ozpetek
cui l’inglese Alex Heffes incentra la stesu- episodi, i quali s’intrecciano o si sfiorano (vedi “Trailer”, “I gabbiani” con la lirica voce
ra della partitura di Dear Frankie, muoven- l’uno con l’altro e dove il compositore sici- di Elga Ciancaleoni), infondendogli un clas-
do proprio dal mondo interiore del piccolo liano stende giocose girandole musicali a sicismo musicale memore di Bach e
protagonista per raccontare con un lin- base di salsa e tango argentino, tratteg- Chopin. Un plauso alle orchestrazioni dello
guaggio il più possibile semplice, intimo, giando le fasi del racconto cinematografi- stesso Guerra e di Luca Salvadori e alla
ma non eccessivamente fanciullesco, i co (l’innamoramento, la crisi, il tradimento direzione d‘orchestra di Gianfranco Plenizio
disagi di una dura realtà e il sogno di una e l’abbandono) a modo suo: ironico e sul podio della Czech National Symphony.
relazione con un padre immaginato e mai malinconico, senza mai scadere nel Bellissima la passionale canzone “Yo so
conosciuto. Il piano regge gran parte del melenso! La OST vanta, inoltre, la presen- Maria-Maria de Buenos Aires” di Piazzola
peso del lavoro, completato da un’asse- za di ben tre celebri canzoni di Franco con la performance di Julia Zenko. MP
condante stesura orchestrale gradevole Battiato: “Insieme a te non ci sto più”, “Se
ed equilibrata in una colonna sonora che mai” (cover di “Smile” di Chaplin) e
offre anche quattro interessanti canzoni “Ritornerai”, in un’esecuzione impeccabi- Silva Screen
(da notare l’accattivante “Reprise”). Fra le. Bravi i solisti Gilda Buttà al pianoforte e Records
sospensioni e costruzioni armoniche Fabio Ceccherini alla fisarmonica. MP SILCD 1173
archetipiche, costanti (e hollywoodiane) 15 brani
incursioni nel modo lidio, emerge l’ottima R.T.I. SpA / Durata: 66’54”
sensibilità di Heffes, un compositore di cui Backstage S.r.l. /
sicuramente sentiremo un bel dire. FC
Edel
Minus Habens 16 brani
(9 di commento +
Records 7 canzoni)
Aaron Zigman
MHSC001 The Notebook
20 brani (Le pagine della nostra vita - 2004)
Durata: 61’28” Le pagine della nostra vita di Nick
Andrea Guerra Cassavetes è un film che dimostra, dopo la
Tu la conosci Claudia? (2005) prova di John Q (id., 2002), che questo regi-
sta conosce i “ferri del mestiere” cinemato-
Andrea Guerra per la seconda volta, grafico ed è in grado di farne uso con peri-
Ivan Iusco dopo La leggenda di Al, John & Jack, pre- zia. Purtroppo la scelta dei soggetti, oltre ad
Mio cognato (2004) sta le sue doti compositive al trio comico un impianto narrativo solidamente (o stoli-
più famoso del nostro paese: Aldo, damente?) classico, non potrebbero allon-
Se c’è un merito da riconoscere a Ivan Giovanni e Giacomo. La colonna sonora di tanarlo maggiormente dal cinema iconocla-
Iusco, sicuramente quello che più si palesa Tu la conosci Claudia? è leggera (il tema sta del suo celebre genitore: John
osservando i suoi approcci al commento dei titoli di testa, che sentiamo variato più Cassavetes. Il racconto – tratto da un
sonoro è il possedere una rilevante efficacia volte nel corso del CD), a tratti nostalgica e romanzo di Nicholas Spark (lo stesso di “Le
comunicativa. Proprio nella sintesi audiovisi- distesa (“Adagio”, “Complici confidenze”), parole che non ti ho detto”) - è ambientato
va risiede la valenza di questa colonna con la presenza di alcune gradevoli canzo- negli anni Quaranta e narra della tormenta-
sonora che evidenzia nell’opera di Iusco ni, composte sempre dall’autore romagno- ta storia d’amore fra due ragazzi che la fami-
una buona gestione delle risorse. Per capi- lo, “Second Chance” (performance di glia di lei, prima, e la Guerra, poi, sembrano
re a fondo questo lavoro, infatti, è necessa- Ermanno Giorgetti) e “Ticket-tac Girl” intenzionati a separare per sempre. Le
rio focalizzare l’attenzione sugli elementi (interpretata da Stefano Magnanensi): immagini si giovano (si fa per dire…) delle
che fanno da sfondo alla vicenda narrata e quest’ultima sembra uscita dalla soun- musiche di Aaron Zigman, già responsabile
che “colorano”, per così dire, il retroterra dtrack della serie Un medico in famiglia, della colonna sonora del precedente film del
socio-culturale e la psicologia dei personag- peraltro scritta da Guerra. Sconclusionata regista: produttore, arrangiatore ed autore di
gi. Il registro è posto in bilico fra il grottesco la ninna nanna di Giovanni Storti “Dott. canzoni per svariati cantanti pop, Zigman è
e il drammatico, nel racconto di una sorta di Sirchioli”. Niente di nuovo sotto il sole, ma un acquisto relativamente recente della
training day barese, di un viaggio all’inferno pur sempre un piacevole ascolto! MP musica da film. Il tema principale dello score
che condurrà alla morte uno dei due prota- è una melodia malinconica fino al tedio, timi-
gonisti, Rubini e Lo Cascio, e che porterà damente accennata dal pianoforte (“Main
EMI
proprio quest’ultimo – nel CD – a cimentar- Title”), e quindi reiterata allo sfinimento dal-
07243 873565 2 8
si in un grazioso e surreale “addio” in chiave l’intera orchestra (“Overture”), con opportuni
di do. Innocente e grottesco, appunto. FC 16 brani climax dinamici sottolineati dai piatti! A dilui-
(13 di commento re l’eccesso di saccarina, interviene una
+ 3 canzoni) scelta di brani d’epoca, interpretati dai gran-
Columbia / Durata: 43’39”
Sony Music di protagonisti musicali di quegli anni: da
COL 519965 2
Billie Holiday a Duke Ellington, da Benny
Goodman a Glenn Miller. AC
20 brani
(14 di commento
+ 6 canzoni) Andrea Guerra Colosseum
Durata: 51’44” Cuore sacro (2005) CST 8100.2
Intimo, doloroso, ardente il percorso 20 brani
musicale di Andrea Guerra che segue il tor- (16 di commento
Paolo Buonvino mentoso viaggio esistenziale di una bravis- + 4 canzoni)
Manuale d’amore (2005) sima e intensa Barbora Bobulova (vincitrice Durata: 43’44”
del David di Donatello come miglior attrice)
La canzone “Noite e luar” (anche leit- nel film di Ferzan Ozpetek, bello ma forse
motiv del film), composta da Paolo non memorabile (la caduta di tono finale è
Buonvino, è il principale motivo d’interes- notevole!) quanto Le fati ignoranti e La fine- Cyril Morin
se di questa colonna sonora, carica di una stra di fronte. Per la terza volta il composi-
passione avvolgente che il timbro origina- tore romagnolo riesce ad imprimere una La fiancée syrienne
le della sua interprete (e autrice del testo rilevante forza espressiva alla pellicola del (The Syrian Bride – 2004)
in brasiliano), Patrizia Laquidara, sublima regista turco, seppur, a volte, cadendo in La fiancée syrienne, del regista israelia-
in autentica poesia sonora. L’amore è al alcune ripetizioni tematiche già ampiamen- no Eran Riklis, è uno sguardo sulla difficile
70 recensioni
vita delle donne in Medio Oriente, divise tra deprecabile, su tutta la composizione aleg- Ai tempi della prima gestazione della
famiglia, tradizione e voglia di modernità. gia forte la sensazione di déjà entendu. pellicola, il regista Volker Schlöndorff (pre-
La protagonista è Mona che abbandona il L’enfant des loups sembra infatti avere ben mio Oscar nel ’79 per Il tamburo di latta)
suo villaggio per sposarsi con Tallen, un più di un debito con la storica partitura di non aveva previsto interventi musicali, cre-
noto personaggio della televisione siriana, Conan il barbaro di Basil Poledouris, dalla dendo che avrebbero distratto dalla dram-
per accorgersi, una volta superato il confine quale riprende tutto il coté pseudomedieva- matica vicenda dell’abate Kremer, un
tra Israele e Siria, che non potrà più torna- le, ma senza possederne lo stesso vigore sacerdote imprigionato a Dachau.
re indietro e rivedere la sua famiglia. espressivo o la debordante potenza sono- L’acquisto dell’incisione della BIS del Primo
Lo score originale del film, in perfetto ra. Qua e là sbuca qualche momento più Concerto per Violoncello e Orchestra del
stile medio orientale, è affidato a Cyril interessante (l’iniziale “Prologue”, con un compositore Alfred Schnittke (1934-1998)
Morin, compositore francese alla sua bel tema per flauto, la lirica “Le cri des lo colpì a tal punto da fargli cambiare idea
seconda colonna sonora per il cinema loups”), ma in generale predomina il pasti- ed inserirlo a commento del film insieme al
(dopo Samara). Un soundtrack intenso e che di cori che intonano senza troppo Concerto Grosso n.1 (in un’alternanza di
intelligente che ben sottolinea i momenti più senso svariati dies irae e miserere nobis, brani ora accessibili e neoclassici, ora radi-
drammatici del film. Una menzione specia- misto a soluzioni orchestrali inclini al cliché. calmente atonali) con risultati – a suo dire –
le spetta all’intensa “Bride Theme” e alla Non aiuta infine la scadente qualità di regi- straordinari. Per l’occasione la casa disco-
malinconica “Two Sisters”. Tra i numerosi strazione, immersa in una fastidiosa nebbia grafica Finlandese ripubblica integralmente
premi vinti in giro per il mondo, la Fiancée di riverbero artificiale che schiaccia i suoni e quelle incisioni (e la sua prima “colonna
syrienne si è aggiudicato anche il “Best annulla le dinamiche. MC sonora”, anche se non originale). Una bella
Soundtrack” ai Cinematographic Meetings occasione per scoprire un grande composi-
of Cannes e all’Auxerre 2004. JV Varèse tore che (purtroppo) non scrisse mai uffi-
Madonna. www.cyrilmorin.com Sarabande cialmente per la Settima Arte. PR
Colosseum VSD-6606
CST 8097.2 Decca Records
32 brani 475 6367 DH
19 brani Durata: 57’30”
Durata: 43’20” 26 brani
Durata: 53’22”
Brian Tyler
Paparazzi (id. – 2004)
Stephan Zacharias
Diventa sempre più imbarazzante giu- Jocelyn Pook
Der Untergang (La caduta – 2004) dicare una nuova opera di Brian Tyler. The Merchant of Venice
Attivo in patria da una decina d’anni in L’incessante e sempre crescente prolifici- (Il mercante di Venezia – 2004)
produzioni televisive, il compositore tà a cui il giovane compositore è sottopo- Acclamata autrice della colonna sonora
Stephan Zacharias compie il salto nel gran- sto, ormai da un paio d’anni a questa dell’ultimo film di Stanley kubrick, Eyes
de mercato mondiale. Vi si affaccia con lo parte, sembra essere direttamente pro- Wide Shut, artista poliedrica e polistrumen-
score per il discusso film sugli ultimi giorni di porzionale alla mediocrità dei risultati tista virtuosa di violino, viola e pianoforte,
Adolph Hitler (interpretato dall’icona del musicali. Paparazzi non fa eccezione: Jocelyn Pook conferma la sua statura di
cinema tedesco Bruno Ganz), basato sulle questo risibile sottoprodotto di natura tele- compositrice per il cinema che la pone sullo
memorie della di lui segretaria Traudl Junge visiva diretto dall’hair stylist (!) di Mel stesso piano di altri suoi colleghi di lungo
(Alexandra Maria Lara). Rinunciando agli Gibson (che è produttore del film) è com- corso grazie soprattutto ad un grande
stereotipi bellici wagneriani, l’autore punta mentato da una partitura che più prevedi- senso del racconto cinematografico. “Una
su un lento (quanto convenzionale) incede- bile e banale non si può. L’atmosfera thril- musica potente e meravigliosa che rag-
re degli archi ora aspri, ora morbidi, ma ler è garantita dal solito e ben realizzato giunge vette poetiche e spirituali” ha scritto
sempre caratterizzati da profonda mestizia, corredo di archi cupi e drammatici, clu- di lei il magazine Time Out. Non sorprende,
affiancati in qualche episodio dal piano sters di corni e tromboni, pad elettronici e quindi, che in The Merchant of Venice,
dello stesso Zacharias. Diluito da qualche suoni campionati. Peccato che su tutto l’aspetto più caratterizzante sia una partitu-
brano d’epoca ed un paio di canti tradizio- pervada un pesantissimo senso di déjà ra di grande e sottile intensità e l’estrema
nali, l’impianto della soundtrack risulta certo entendu: fioccano come neve le pesanti varietà delle atmosfere proposte. Una
gradevole (e in qualche passaggio onesta- scopiazzature dai vari Howard, Elfman, miscela sonora eclettica e raffinata che
mente intenso e drammatico) oltre che effi- Ottman e Zimmer (uno dei temi principali fonde insieme pagine barocche e musica
cace sulle immagini, ma un po’ faticoso arriva dritto da La sottile linea rossa, solo sacra, che alterna melodie arabeggianti,
all’ascolto in CD. PR per fare un esempio), passando per Craig intensi richiami folclorici di matrice celtica, a
Armstrong e Graeme Revell e arrivando splendide performance vocali. Una grande
sino a Horner e Goldsmith. E’ davvero soundtrack dunque, alla quale le voci talen-
Lympia Records dura individuare una personalità forte o tuose di Hayley Westenra (“Bridal Ballad”)
LRCD-4101 anche solo una voce interessante (come e Andreas Scholl (“With Wand’ring Steps” e
30 brani si ostinano invece ad affermare molti col- “How Sweet The Moonlight”) contribuisco-
Durata: 76’29” leghi d’oltreoceano) dietro a questo muro no con limpida misura tecnica e impeccabi-
di banalità cinemusicale. MC le ricercatezza di stile. MT
assolutamente indegna la proposta morri- McCallum. Kendall e soci hanno sistemato Un piccolo film bellico del ‘54, affidato al
coniana, stancamente presentata negli sto- le oltre sette ore di musica ritrovata in tre regista cult Sam Fuller e realizzato più per
rici arrangiamenti di Henry Mancini). Alla album doppi, utilizzando (con reprensibile provare le qualità tecniche del
fine, paradossalmente, a soddisfare mag- furbizia commerciale) il nome di Jerry Cinemascope che per prendere posto negli
giormente sono le instant-recordings dell’ul- Goldsmith come traino promozionale dell’in- annali del cinema, offre al pluridecorato
timo Harry Potter e del recente premio tera collezione. Prova ne sia che i lavori di Alfred Newman un’occasione imperdibile di
Oscar Finding Neverland. Dunque un otti- Goldsmith, limitati a tre soli episodi, sono sperimentare terreni compositivi per lui
mo incentivo per i profani dell’Ottava Arte, stati frammentati e sparsi in tutti e tre i cofa- insoliti, senza intaccare la sua immagine di
ma da integrare scrupolosamente con le netti, anziché essere più organicamente e autore di smaglianti temi romantici e di
incisioni di riferimento, fortunatamente tutte logicamente condensati in un solo disco. colossali partiture epiche e celebrative. La
edite e di discreta reperibilità. GT Cuore vibrante dell’intera collezione è lo musica per Operazione mistero, scritta a
zoppicante ed indimenticabile tema princi- ridosso dell’enorme ed estenuante lavoro
GDM / Edel pale, che Goldsmith propose in un incon- per La tunica, con le sue molte sequenze di
GDM 0160592 sueto e bizzarro tempo di 5/4, uno di quei suspense sottomarina (siamo in corsa con-
CD 1: 16 brani tocchi di genialità che hanno reso impareg- tro il tempo per strappare il nucleare dalle
Durata: 60’42” giabile l’inventiva del compositore california- mani degli Stati canaglia dell’epoca), crea
CD 2: 17 brani no. Le pagine di Goldsmith contenute nei spazio per ritmiche sincopate e per agguer-
Durata: 61’04” sei dischi sono, in effetti, tra i momenti più rite figurazioni di un’orchestra insolitamente
CD 3: 17 brani stuzzicanti della serie, non tanto per il fluen- affilata e letale, nelle cui atmosfere – così
Durata: 60’24”
te e vivacissimo melange di jazz e di avan- vicine ad Herrmann – si colgono spunti per
guardia sinfonica (Goldsmith ha scritto mon- le celeberrime scorribande di Goldsmith e
tagne di partiture con questo suo eccellente per l’azione delle avventure williamsiane.
Ennio Morricone ibridismo formale), quanto per la quantità di Newman mette a riposo la sua florida
Ennio Morricone Gold minuscole e diaboliche invenzioni timbriche inventiva melodica, i temi del film sono tutti
Edition (2005) e ritmiche che zampillano a getto continuo riciclati: la marcia trionfale e classicheggi-
50 famose colonne sonore originali dal- dalle sue pagine. Tuttavia si farebbe un torto nate viene da un documentario bellico di
l’immenso patrimonio cinemusicale del ai molti prestigiosi autori che hanno collabo- dieci anni prima, il tema d’amore, per vole-
Maestro Ennio Morricone su un triplice CD rato alla serie se non si rilevassero i loro re di Fuller, dalla canzone francese
con oltre tre ore di musica indimenticabile. altrettanto stimolanti contributi. Tra gli altri “Mam’selle”. Ciò non toglie valore ad una
Questa la grande qualità dell’ultima compi- nomi di spicco, Lalo Schifrin (il celeberrimo partitura così all’avanguardia, scossa da
lation, in ordine di tempo, dedicata dalla autore di Mission: Impossible), al quale per una pulsione rabbiosa e da preziosismi
GDM a uno dei nostri più importanti capi- la seconda stagione è stato richiesto di sonori ben tramandati dall’ottima incisione
saldi dell’Ottava Arte, strapremiato e cele- arrangiare il tema di Goldsmith. Schifrin stereofonica. Ne sono testimonianza i com-
brato in tutto il mondo. Tre CD contenenti il modificò il tempo ad un più comune 4/4, con menti all’esplosione nucleare che apre la
meglio del meglio, forse già presente in il risultato di snervare il motivetto e privarlo pellicola o ai 25 minuti di combattimenti
tantissime altre raccolte del compositore della sua guizzante vitalità (e di attirarsi le ire abissali a metà del film, godibili finalmente
romano uscite finora, ma mai prima d’ora di Goldsmith). Una vera sorpresa, per l’in- liberi da dialoghi e rumori di sonar. GB
tutte nello stesso cofanetto. Temi celeberri- ventiva e la ricchezza di stile, sono le suite
mi per il grande e piccolo schermo: i leit- scritte da Walter Scharf (autore degli score Naxos 8.557699
motiv per i film di Sergio Leone e Giuseppe dei film di Jerry Lewis e di documentari di
Tornatore, i televisivi Gioco senza fine e Il Cousteau e del National Geographic) e da 37 brani
principe del deserto, i documentari Gerald Fried. Autori (come lo stesso Durata: 64’07”
Oceano, La scoperta dell’America e Invito Schifrin, Robert Drasnin, Morton Stevens)
allo sport, i classici Novecento, Metti una che prediligono una sofisticata scrittura jazz
sera a cena, Queimada, Mosca addio, gli e pop. In tutti i casi non si può che ammira-
argentiani Il gatto a nove code, L’uccello re la versatilità di questi compositori, capaci
dalle piume di cristallo e Quattro mosche di di musicare ogni puntata in meno di 10 gior-
velluto grigio, e via elencando. Una raccol- ni, con organici orchestrali ridotti (per econo-
ta imperdibile per chi ancora non conosce mia) dai 18 esecutori della prima stagione ai Dimitri Tiomkin
la musica sublime di Morricone e per chi meno di 10 della seconda. Nell’ultimo cofa- Red River (Il fiume rosso - 1948)
ne è un collezionista accanito! MP netto vengono proposte anche suite dalla
serie La ragazza dell’UNCLE, alle cui musi- Una volta, un giornalista domandò al
3 cofanetti che collaborò Dave Grusin, rielaborando compositore Dimitri Tiomkin com’era possi-
Film Score tematiche di Goldsmith. Una collezione inte- bile che un Russo fosse divenuto il principa-
Monthly ressante, divertente, vivace, specchio di le cantore del Selvaggio West al cinema. Il
un’epoca e di un pionieristico sistema di fare compositore rise e paragonò le lande del
musica per la televisione. Non solo per i suo paese natale alle sterminate praterie
“completisti” di Goldsmith, dunque. GB americane: “In ogni parte del mondo, la
Giudizio
complessivo steppa è sempre la steppa”. E’ un’esperien-
FSM Vol. 5 No. 18 FSM Vol. 6 No. 17 FSM Vol. 7 No. 14
za quasi commovente ascoltare questa
CD1: 11 br - 77:05 CD3: 18 br - 77:54 CD5: 18 br - 77:21
CD2: 14 br - 76:08 CD4: 14 br - 76:29 CD6: 13 br - 77:03
magnifica re-incisione della sua colonna
sonora per il capolavoro western Il fiume
Jerry Goldsmith e altri
rosso (Red River, 1948) di Howard Hawks.
The Man From U.N.C.L.E. La Moscow Symphony Orchestra & Choir,
(L’uomo dell’UNCLE – 1964-1968) Intrada Special
Collection Vol. 19 sotto l’abile direzione di William Stromberg,
Il fenomeno di valorizzazione delle gran- restituisce intatte la straordinaria ricchezza
di serie televisive del passato offre graditi 25 brani timbrica di una partitura in Technicolor e la
riflessi anche in ambito musicale: FSM Durata: 73’42” densità di una scrittura musicale tanto intri-
rispolvera dagli archivi della M.G.M. un’im- cata, quanto è lineare il racconto e classico
ponente quantità di registrazioni dagli episo- lo stile del regista. Lo score è una miniera di
di di L’uomo dell’UNCLE, da noi poco nota autentiche melodie dei pionieri e di bellissi-
serie spionistica che ha goduto invece di me canzoni originali - anche se la straordi-
estrema popolarità in patria. Iniziato nel naria abilità “mimetica” di Tiomkin rende dif-
1964, il telefilm segue le avventurose vicis- Alfred Newman ficile distinguere le une dalle altre – tutte per-
situdini di due super sofisticati agenti segre- Hell and High Water fettamente incorporate nel tessuto sinfonico.
ti con i volti di Robert Vaughn e David (Operazione mistero – 1954) La parte del leone è affidata a “Settle Down”,
74 grandi classici
tema fra i più memorabili del compositore, collana Film Music Classic della Naxos (già Ottimo recupero da parte di FSM di que-
che infatti ne farà un pezzo per Dean Martin foriera di molte soddisfazioni per gli appas- sta bella colonna sonora di André Previn
in Un dollaro d’onore (Rio Bravo, 1959): “My sionati di soundtrack storiche) la smagliante per il film tratto dal romanzo omonimo di
Rifle, My Pony and Me”. In definitiva, un colonna sonora del film Les Miserables (I Jack Kerouac. La pellicola – un tentativo
disco indispensabile per ogni appassionato miserabili, 1934, regia di Raymond Bernard) assai poco riuscito di “hollywoodianizzare”
che si rispetti, e un capitolo fondamentale composta da Arthur Honegger. Considerato l’estetica beatnik allora in voga – fu grazia-
nella storia della musica da film western… uno dei massimi classici francesi del ’900 ta da Previn con una splendida partitura
americana o russa che sia! AC (insieme agli amici Milhaud, Jolivet, Poulenc jazz che vanta la collaborazione di alcuni
ed Ibert) non esitò a “sporcarsi le mani” nel dei più grandi musicisti della West Coast,
FSM Vol. 8 No. 1 nuovo genere musicale sempre con risultati come Gerry Mulligan (sax baritono), Art
superbi (sue anche le musiche originali per il Pepper (sax contralto), Shelly Manne (bat-
13 brani (26’50”)
+
kolossal muto Napoleon di Able Gance del teria) e Art Farmer (tromba). Il poliedrico
23 brani (51’47”) ’26). Restituita in modo impeccabile compositore fonde abilmente questo gene-
dall’Orchestra della Radio Slovacca diretta re ad impasti ed echi più sinfonici (“Main
Durata totale: dall’elvetico Adriano (anche responsabile del Title”, “A Rose and The End”). La partitura
78’42” recupero della partitura integrale) la musica è un misto di brani di commento e pagine
emoziona con il suo spessore drammatico e diegetiche ed il CD presenta inizialmente la
una modernità di approccio stupefacente. scaletta dell’album originale, seguito poi da
Un disco raccomandabile (anche per il tipico materiale aggiuntivo finora inedito. Se le
Dimitri Tiomkin prezzo Naxos). PR bellissime source cues di stampo jazz
The Thing From Another (“Bread and Wine”, “Should I”, “Source No.
World (La cosa da un altro mondo – 1951) Marco Polo 1”) dimostrano tutta la destrezza di Previn
8.225149 in un genere a lui molto caro, non meno
Take the High Ground! stupore suscita la sua altrettanto raffinata
(Femmina contesa - 1953)
bravura in campo orchestrale. Non manca-
Un’altra inestimabile perla ripescata dai 22 brani no infatti improvvise impennate moderne
colleghi d’oltreoceano di Film Score Monthly: (“Look Ma! No Clothes!”) e pagine di gran-
l’incisione originale della colonna sonora Durata: 60’17”
de sapienza compositiva (“Trip to the
scritta da Dimitri Tiomkin per l’horror fanta- Moon”), che integrano sempre in maniera
scientifico La cosa da un altro mondo (The fluida gli assoli dei grandi jazzisti presenti.
Thing From Another World, 1951) di Un acquisto assai consigliato. MC
Christian Nyby, prodotto e supervisionato da Max Steiner
Howard Hawks per la RKO. Il film è un clas- The Treasure of the Sierra Film Score
sico del genere - anche se la sua fama è Madre (Il tesoro della Sierra Madre – 1948)
stata ingiustamente oscurata dal celebre Monthly
Uno dei punti salienti della musica di Max FSM Vol. 7 No. 20
remake che ne realizzò John Carpenter con Steiner e dei cambiamenti che essa ha por-
La cosa (The Thing, 1982) – e narra del ritro- tato nelle sfere della musica da film, è la sua 30 brani
vamento, al Polo Nord, di un disco volante e particolare adesione alle arti visive. Infatti,
di una creatura aliena congelata da milioni di Durata: 79’02”
quando il precocissimo compositore vienne-
anni che, ovviamente, seminerà morte e se emigrò negli USA, iniziò da subito a dedi-
distruzione tra i membri dell’équipe scientifi- carsi alla direzione d’orchestra per spettaco-
ca che l’ha recuperata. Tiomkin scrisse la li musicali a Broadway e alla composizione
partitura per il film nel medesimo anno in cui di commenti musicali e colonne sonore cult Lalo Schifrin
Bernard Herrmann siglava lo score per un per il cinema (Casablanca, Via col vento,
altro classico della fantascienza degli anni Kelly’s Heroes (Gli eroi di Kelly – 1970)
Tamburi lontani, Scandalo al sole), vincendo
Cinquanta: Ultimatum alla Terra (The Day tre Oscar e meritandosi il titolo di “indiscusso Gli amici di Film Score Monthly ripesca-
the Earth Stood Still, 1951) di Robert Wise. Il patriarca della moderna musica per film”. no un’interessante partitura dell’ottimo Lalo
loro lavoro non potrebbe però essere più dif- Composto per il regista John Huston, Il teso- Schifrin: Kelly’s Heroes, avventuroso e
ferente. Se si esclude il ricorso di entrambi al ro della Sierra Madre offre un’orchestrazione spassoso film con Clint Eastwood ambien-
theremin e ad un’orchestrazione inconsueta superba che assolve egregiamente alla fun- tato durante la II Guerra Mondiale. Il compo-
(per Tiomkin: una sezione aumentata di otto- zione di descrivere anche il più piccolo parti- sitore si trovò a sorreggere il delicato equili-
ni e legni, contrabbassi, doppio set di timpa- colare filmico, sottolineando con efficacia i brio della pellicola tra dramma bellico, com-
ni, flexatone, macchina del vento, due piano- motivi drammatici (“Main Title”, “Campfire”, media e avventura.
forti, tre arpe e un organo a canne), la tersa “Night”), quelli romantici (“The Journey Il brano d’apertura (“Kelly’s Heroes”) è
scrittura “minimalista” di Herrmann è qui rim- Commences”, “Cody’s Letter”), folclorici abbastanza eloquente in tal senso: su un
piazzata dal denso e stratificato virtuosismo (“Narange Dolce”, “El Desayuno”, “Packing rullare di tamburi militari, un ottavino e un
orchestrale tipico del compositore russo. Up-Indian Visitors”), paesaggistici e d’azio- coro di fischi presentano il sincopato tema
Ottima la qualità dell’incisione (considerato il ne. Dal punto di vista esecutivo, magnifica la principale, quasi una sorta di parodia della
mezzo secolo trascorso) e curioso l’abbina- prova della Moscow Symphony Orchestra & “Colonel Bogey March” de Il ponte sul fiume
mento con le musiche decisamente più leg- Chorus, condotta superbamente e con Kwai. Schifrin alterna pagine di pura tensio-
gere di Femmina contesa (Take the High intensità da Stromberg. Un’eccellente risco- ne che privilegiano percussioni e ottoni in
Ground!, 1953) di Richard Brooks. AC perta caldamente consigliata agli appassio- sordina (“Behind Enemy Lines”, “Ready for
nati del sinfonismo classico. MT the Ambush”, “Commando Prelude”, che
Naxos 8.557486 presagisce alcune delle tessiture percussi-
ve di Dirty Harry), ad interventi diegetici jazz
Film Score
(“Si Tu Me Dis”), country (“All for the Love of
17 brani Monthly Sunshine”) e rock (“Burning Bridges”),
FSM Vol. 7 No. 19 mescolando abilmente generi e stili differen-
Durata: 59’00”
24 brani ti; c’è anche spazio per una gustosa e bef-
farda citazione morriconiana (“Quick Draw
Durata: 79’56”
Kelly”). La pagina migliore è “Tiger
Tank/More Tiger”, brillante composizione
che replica musicalmente l’andatura mec-
Arthur Honegger canica e brutale di un carro armato. Il CD
Les Miserables (I miserabili – 1934) presenta in chiusura i brani dell’album origi-
André Previn
nale (quasi tutti riarrangiati nello stile pop
Già pubblicata qualche anno fa dall’eti- The Subterraneans dell’epoca). MC
chetta gemella MarcoPolo, esce ora sotto la (La nostra vita comincia di notte – 1960)
cult corner 75
GDM 2050
16 brani Bruno Nicolai Ennio Morricone
(15 di commento
+ 1 canzone) La coda dello scorpione (1971) Orient Express (1979)
Durata: 47’38” La cosa particolare di questo quarto Una miniserie televisiva francese in sei
CD della serie “Bruno Nicolai in giallo”, puntate dove storie d’amore e d’avventura
dedicato alla musica da film del composi- s’intrecciano a bordo del famoso treno
tore romano per il genere noir nostrano, è Orient Express tra il 1914 e il 1939. A com-
il tema d’amore “Foglie rosse” (che ritorna mentare questi intricati percorsi di amori
Benedetto Ghiglia un’altra sola volta nell’album), il quale contrastati ed eccitanti vicende giunge il
Starblack (1966) ricorda molto da vicino il celebre love bel tema “Che senso ha” (variato più volte
theme di Nino Rota per Romeo e Giulietta, nell’album, anche in versione cantata dalla
Un bizzarro spaghetti western che anche se il leitmotiv di Nicolai assume lirica voce di Maria Rigel Tonini), luminoso
mischia, senza alcuna logica, citazioni dai caratteristiche lounge alla Michel Legrand leitmotiv nello stile morriconiano più
cartoon e dai fumetti di supereroi, atmosfere nella sua esecuzione. classico.
da film dark e la grande frontiera, visto che il L’altro tema portante è “Vento Altresì, ricollegandosi al discorso fatto
protagonista indossa di notte una maschera d’Autunno”, anch’esso sorta di melodia nella recensione de Gli indifferenti,
per sgominare i cattivi del West. La musica d’amore dalle reminiscenze balcaniche Morricone usa il commovente tema (uno
del fiesolano Benedetto Ghiglia (classe per archi e mandolini, che si ripete, varia- dei più intimi del Maestro romano) compo-
1921) non si discosta minimamente dai trat- to più volte, nell’arco del CD. Il resto è spe- sto per il film Per le antiche scale nei “Titoli
ti distintivi delle colonne sonore per i film rimentalismo jazz dissonante e atonale di testa” di Orient express. Altra pecca del
western nostrani di quel periodo (“Main (come il Morricone dei thriller argentiani, CD è la reiterazione di quattro temi (tra cui
Theme”, “Sundown Whistle” con quel fischio per intenderci), ballate folk di matrice i due menzionati), che porta a una stan-
brioso), anche se qua e là affiorano citazioni greca, un tema principale ossessivo e chezza d’ascolto non trascurabile! Il tutto si
musicali hollywoodiane di compositori quali lento per chitarra elettrica, basso ed effetti risolleva con il brano “Le train”, dove la
Young, Tiomkin, Steiner e Newman, che sonori angoscianti e una romantica can- magnifica voce di Edda Dell’Orso rende le
hanno lasciato il segno nel genere pistole zone, “Shadows” (parole di Audrey N. note di Morricone pura magia sonora: il
fumanti e cavalcate al tramonto (“Blue Stainton), di bondiana memoria. MP vero punto di forza del CD! MP
76 cult corner
Scritto per il teatro dallo stesso De Sica insieme a Fausto Brizzi e Marco Martani, The Clan racconta la storia
di due meccanici, Franco e Dino (De Sica e Paolo Conticini), che decidono di andare a Las Vegas per partecipa-
re a un raduno mondiale di Harley-Davidson. Contano di vincere la ricompensa messa in palio per i partecipanti,
ma le cose non andranno per il verso giusto. Inseguendo il sogno americano, con il loro inglese zoppicante, sco-
prono che l’America è piena di italiani ancora più sfortunati di loro. Tra questi Sammy (Sebastien Torkia), un came-
riere di origine siciliana pieno di talento. Complice una sbornia, i tre si ritroveranno, solo virtualmente, nei panni
di Frank Sinatra, Dean Martin e Sammy Davis Jr.
Christian De Sica si racconta in un’intervista rilasciata negli studi di Rete All Music e parla dei suoi miti (Frank
Sinatra e Dean Martin) come “i Beethoven e i Mozart di questo secolo”, ma ci tiene a sottolineare più volte che
The Clan non è un musical (“noi italiani non li sappiamo fare”).
The Clan racconta la storia di 2 Perché clan era quello di Frank Rod Stewart, Robbie Williams,
meccanici che rincorrono il Sinatra e perché io credo nei clan! I Michael Bublè, ecc.
sogno americano: ma esiste leader non esistono! Tutti quanti noi
ancora il mito dell’America? facciamo, tutti insieme, il successo Come mai hai deciso di affida-
Per quanto riguarda la musica sì, di uno spettacolo. re la colonna sonora ai fratelli
perché forse la cosa che sanno fare Guido e Maurizio De Angelis,
meglio gli americani è cantare e Come nasce il tuo amore per mitici autori delle musiche dei
ballare, come dice Woody Allen. questo genere di musica? film di Bud Spencer e Terence
Per altre cose siamo meno d’accor- Quando ero ragazzo si ascolta- Hill?
do. The Clan è un film comico che vano i Beatles, i Rolling Stone, Jim Io li stimo moltissimo e sono
fa molto ridere, ma a differenza di Morrison, ma mio padre portò a me anche i produttori del film; era quin-
altre pellicole comiche questo ha 20 e a mio fratello, che fa il musicista, i di giusto che si occupassero anche
minuti di musica pazzesca e c’è un dischi di Sinatra e Sammy Davis e della musica. Inoltre mi hanno scrit-
pò di tutto: da Sinatra a Dean ci siamo subito innamorati di questo to una bella canzone che fa parte
Martin, a Sammy Davis. genere musicale. Allora mi chiede- della colonna sonora. Però gli
vano: “ma cosa è questa roba vec- arrangiamenti delle canzoni di
Perché hai scelto di chiamarlo chia?” Adesso i miei figli hanno Sinatra, Dean Martin e Sammy
“The Clan”? riscoperto questa musica attraverso Davis sono di Marco Tiso.
Nella colonna sonora di The Clan troviamo atmosfere retrò, classici dello swing americano,
per un tributo agli anni ‘50, ‘60 e soprattutto a tre nomi leggendari: Frank Sinatra, Dean Martin
e Sammy Davis Jr.. Christian De Sica dimostra, partendo dalla mitica “All the Way”, di essere
perfettamente all’altezza come interprete del repertorio di Sinatra.
Nella track list affiorano numerose le memorabili magie sonore del passato come “My
Sharona” dei Knack (tormentone del 1979 recentemente riproposto dai Metallica), interpretato
dai tre protagonisti del film: De Sica, Conticini, Torkia. Trovano spazio anche due classici di
casa nostra come “O sole mio” e “Maramao perché sei morto” (datato 1939). Mentre la malin-
conica “Lost in Your Heart”, cantata da Christian De Sica, è stata scritta da Guido e Maurizio
De Angelis (autori delle musiche originali del film), meglio conosciuti sotto lo pseudonimo di
Oliver Onions (hanno scritto oltre 300 colonne sonore dal 1970 ad oggi). L’arrangiamento dei Guido e Maurizio
brani è invece affidato a Marco Tiso, musicista e compositore specializzato in musica jazz. De Angelis
Tutto sommato, una bella raccolta di cover dei bei tempi andati, una riuscita full immersion The Clan (id – 2005)
nel repertorio classico della musica leggera americana, segno che i veri miti sono intramonta- Sony Music CREC 519805 2
bili, come diceva Sinatra (riprendendo l’ultimo discorso del grande generale MacArthur): “Old 20 brani
soldiers never die. They just fade away” (“Amici, i vecchi soldati non muoiono mai. Essi sfuma- (11 canzoni + 9 di commento)
no soltanto, i loro contorni svaniscono e si perdono all’orizzonte in quello che è il mare tempe- Durata: 45’50”
stoso del destino”). JV
78 filmografia