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Questo e-book contiene la tesi di laurea intitolata "Antico e moderno in Pasolini.

La religione del mio


tempo su e-book."
Indice
INTRODUZIONE
PRIMAPARTEUNASMANIOSAEPOPEA: la biografia di Pier Paolo Pasolini
LARELIGIONE DEL MIOTEMPO
I sezione
II sezione
III sezione
CONCLUSIONE
SECONDA PARTE
DALL'INFORMATICAUMANISTICAALL'OEB
Html
Xml
INTRODUZIONE AGLI E-BOOK
Come si realizza un e-book?
I dispositivi software per computer
I dispositivi software per palmari
I dispositivi hardware dedicati
Il problema dei diritti... Digital Right Management
Perch un e-book?
LA RELIGIONE DEL MIO TEMPO su e-book
BIBLIOGRAFIAPASOLINIANA
Poesie
Narrativa
Teatro
Sceneggiature e testi per il cinema
Epistolari
Saggistica
Altri contributi
Opera omnia
Filmografia
BIBLIOGRAFIAESSENZIALE SUPIER PAOLOPASOLINI
E-BOOK: BIBLIOGRAFIAESSENZIALE
Bibliografia web
Ringraziamenti
Antico e moderno in Pasolini. La religione del mio tempo su e-book
INTRODUZIONE
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L'idea di questo lavoro presente gi da un po' di tempo. L'amore per la letteratura italiana, e una
grandissima curiosit nei confronti dell'informatica e dei nuovi media, hanno portato chi scrive a cercare
vari punti di contatto tra questi settori: dalle teorie dell'informatica umanistica, si poi arrivati a piccole
prove pratiche con veri e propri linguaggi di codifica, in particolare XML. L'idea era quella di realizzare
un ipertesto digitale, a partire da un testo cartaceo, cercando di sfruttare al massimo le potenzialit
informatiche, a livello di grafica, ma anche di strutturazione interna delle informazioni. La spinta decisiva
arrivata da un testo valido, ma soprattutto molto stimolante:Frontiere di rete . Il terzo capitolo,E-book,
la rivoluzione della lettura , scritto da Fabio Ciotti, un trattato molto interessante e intelligente, una
vera e propria rampa di lancio verso il mondo del libro digitale. Parimenti utile stato un articolo di Gino
Roncaglia, reperito fortunosamente sul Bollettino AIB, volume 41 . Anzi, proprio da tale articolo nata
l'idea di realizzare un e-book, leggibile da tutti, indipendentemente dal sistema operativo, utilizzando il
linguaggio standard formale: l'OEB.
La scelta del testo stata molto pi semplice e istintiva. L'unica premessa stata la volont di trovare
un'opera in versi, perch, in un certo senso, gi fornita di una codifica interna, e quindi, seppur
minimamente, pi vicina ad una lettura non lineare.La religione del mio tempo , di Pier Paolo Pasolini,
stato reputato il testo adatto a questo lavoro per la variet formale interna, sempre coerente a livello di
contenuti, che presenta: dal lirismo pi puro della prima sezione, agli epigrammi veloci e audaci della
seconda, alla poetica impoeticit della terza. Indubbiamente, inutile negarlo, i gusti letterari personali
hanno contribuito a far ricadere la scelta su questo autore.
PRIMA PARTE
UNA SMANIOSA EPOPEA: la biografia
di Pier Paolo Pasolini.
Pier Paolo Pasolini, grandissimo intellettuale, pi volte frainteso, oltraggiato, temuto, da pochi adorato e
innalzato a bandiera, dai pi odiato e considerato osceno, denunciato centinaia di volte e portato in
tribunale 33 volte dal 1949 (viene accusato di corruzione di minori e atti osceni in luogo pubblico: i noti
fatti di Ramuscello ) al 1975, anno della sua morte; arrivato stanco alla fine, deluso e soprattutto
arrabbiato, e desideroso di calma e riposo ma quasi arreso, tanto da pensare di non aver pi niente da
dire... difficile scriverne, difficile quanto necessario. Ci si trova davanti ad un personaggio per cui ogni
parola scritta ha radici profonde e concretamente riscontrabili; ogni opera pasoliniana legata a doppio
filo con sua vita privata, ed da questa imprescindibile. Ci si trova davanti ad una sete di passione che
anche razionalit, ad una visceralit cosciente, ad una persona estremamente contraddittoria e amante
delle contraddizioni. Scrivere di Pasolini, soprattutto per chi lo ama cos tanto e profondamente, significa
avere il terrore di scivolare nella banalit, nella mediocrit, significa riflettere mille volte prima di premere
un tasto per poi affidarsi all'istinto. E poco finora stato scritto, troppo poco. Non si pu negare che le
sue opere siano pi o meno presenti nelle librerie e nelle biblioteche; sono anche state pubblicate, fra
l'altro, presso i Meridiani Mondadori: un riconoscimento non indifferente. Per quanto riguarda i suoi film,
la situazione un po' pi triste: sono trasmessi occasionalmente il 2 novembre, nell'anniversario della
morte, ad orari buoni per storielle sentimentali di seconda mano. Neppure nei programmi delle scuole
superiori rientrano le opere di Pasolini, se non per sporadiche iniziative dei singoli docenti. In ogni caso, si
tratta per lo pi di una sorta di fantasma, che saltuariamente compare in vari ambiti, pi come nome o
stereotipo, che non come artista da affrontare e conoscere. Tutto ci potrebbe anche essere considerato
normale se Pasolini non avesse prodotto, in poco pi di vent'anni, 22 tra filme cortometraggi, 7 pices
teatrali (peraltro quasi sconosciute), 8 romanzi, moltissime opere di poesia, non sempre confluite in
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raccolte vere e proprie, e un'infinit di saggi, recensioni, articoli giornalistici, critiche letterarie e
cinematografiche. Valido persino come pittore, ballerino e sportivo, riuscito a lasciare un segno
pressoch in ogni campo potenzialmente definibile come artistico. Franco Citti disse di lui: Sta sempre a
fare qualcosa, se lo vedi che non fa niente devi subito pensare che malato. Ed rimasto, tuttavia, un
personaggio di nicchia, conosciuto da pochi, amato o detestato, senza vie di mezzo. Forse questo non
casuale, ma risponde ad una delle sue splendide contraddizioni: il cercare di parlare a tutti con la
consapevolezza (e forse un'intima, velata compiacenza) di non poter essere capito da tutti; la necessit di
descrivere una realt, di affannarsi per arrivare alla verit, sapendo che a molti questo sar indifferente.
Ovviamente non si ha qui la pretesa di dire tutto ci che non stato detto, e queste pagine, fatta salva un
po' d'ingenua indignazione, sono pi che altro orgogliosamente umili, non presuntuose. Lo scopo di chi
scrive non quello di raggiungere una verit da confezionare. Si tratta invece di una ricerca, di una
raccolta per cos dire, in un modo considerato consono all'argomento, nella speranza che si arrivi ad un
dibattito costruttivo e non banalizzante, magari su larga scala.
In questa sede risulta piuttosto difficile soffermarsi quanto sarebbe giusto sulla sua biografia, eppure
qualche accenno si rende necessario, proprio perch, come gi stato detto, la vita e le opere di
Pasolini, risultano strettamente collegate. La parola "vita", gi non semplice, da intendere in questo caso
in senso lato: non solo la sua esistenza, o le esistenze dei suoi familiari e amici o nemici, ma, letteralmente,
ogni cosa: ogni cosa detta o sentita dire, ogni cosa fatta o sentita fare, ogni cosa vista viene da lui
interiorizzata e rielaborata. Basta un fiore di campo, apparentemente insignificante, magari brutto, di quelli
che comunemente si pestano perch naturale che siano l, perch fanno parte del suolo, perch non li si
vede, per far nascere in lui una tempesta di parole e di immagini, che poi non pu non scrivere, non pu
non rappresentare, non pu non esteriorizzare. Senza tregua. Nel 1943, a 21 anni, scrive ad un amico:
Tu non crederai, ma se, come pensi, Schopenauer avr avuto momenti di stasi (mangiare, prender
moglie), io tali momenti non li ho. Ogni immagine di questa terra, ogni volto umano, ogni battere di
campane, mi viene gettato contro il cuore ferendomi con un dolore quasi fisico. Non ho un momento di
calma, perch vivo sempre gettato nel futuro: se bevo un bicchiere di vino, e rido forte con gli amici, mi
vedo bere e mi sento gridare, con disperazione immensa e accorata, con un rimpianto prematuro di
quanto faccio e godo, una coscienza continuamente viva e dolorosa del tempo.
Pier Paolo Pasolini nasce il 5 marzo 1922 a Bologna, da Susanna Colussi di Casarsa (Pn) e Carlo
Alberto Pasolini, di origini ravennate. Insegnante elementare lei, tenente di fanteria lui, per alcuni anni
sono costretti a frequenti traslochi, di citt in citt, per seguire i trasferimenti di Carlo Alberto. Pier Paolo,
dopo il ginnasio e il liceo classico, si iscrive alla facolt di Lettere a Bologna, dove studia col professor
Roberto Longhi; pensando inizialmente di laurearsi in storia dell'arte (l'argomento da lui proposto era: "
Intorno alla Gioconda ignuda di Leonardo"), concluder invece gli studi nel novembre 1945, con
una tesi dal titolo:Antologia della lirica pascoliana (Introduzione e commento) .
Nel 1941, durante il consueto soggiorno estivo in Friuli, Pasolini inizia a scrivere la sua prima opera,
Poesie a Casarsa, pubblicata a sue spese nel 1942 e favorevolmente recensita da Gianfranco Contini.
Nell'inverno 1942-1943, mentre Carlo Alberto prigioniero in Kenya, Susanna costretta a sfollare coi
figli Pier Paolo e Guido nel suo paese, e da qui a Versuta, frazione in aperta campagna a pochi chilometri
da Casarsa. Indubbiamente gli anni friulani sono fondamentali per la formazione, culturale e non, di
Pasolini, e oltremodo ricchi di avvenimenti. Senza perdere i contatti con gli amici di Bologna (Roversi,
Serra, Leonetti) scrive poesie in friulano, dipinge, e, insieme alla madre, assume con piacere il compito di
dare lezioni quotidiane ai ragazzi del paese, che, causa la guerra, non possono andare regolarmente a
scuola. Vive le prime esperienze omosessuali coscientemente e in modo relativamente tranquillo: nelle
parole dei suoi diari non si trovano sgomento o preoccupazione, ma curiosit e passione. Nel febbraio
del 1945 fonda, insieme agli amici friulani, compreso il cugino Nico Naldini, l'Academiuta de lenga
friulana: "friulanit assoluta", libert, fantasia, ingenuo e dolce desiderio di poesia ne erano i punti
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cardine, "Il Stroligt" ne era la voce.
Solo alla fine di maggio arriva la notizia della morte del fratello Guido, partigiano ucciso da partigiani
comunisti, legati ai reparti di Tito, a Porzs, risalente al 10 febbraio.
Nel 1947 Pier Paolo si iscrive al partito comunista, e, sempre in quell'anno, inizia a lavorare come
professore di Lettere presso la scuola media di Valvasone, a 12 chilometri da Versuta. Continua a
scrivere poesie, che saranno raccolte in volumi pi tardi, e collabora alla redazione di alcuni giornali.
Diventa segretario della sezione comunista di San Giovanni di Casarsa, e presto nasce il personaggio del
letterato, politicamente impegnato, difficile, passionale, arguto; amato da amici, compagni, alunni,
detestato dagli avversari politici (un prelato di Udine arriva a dirgli che, se non avesse smesso con la sua
attivit politica, avrebbe fatto il possibile per rovinarlo). Nell'ottobre del 1949, il crollo: viene denunciato
dai carabinieri di Casarsa per corruzione di minori e atti osceni in luogo pubblico. In poco tempo viene
espulso dal partito comunista, e perde il posto come insegnante.
Lascia il Friuli nel gennaio 1950, insieme con la madre, per recarsi a Roma, dove inizialmente sar
ospitato dallo zio. I primi tempi nella capitale sono decisamente difficili; Susanna trova lavoro come
governante e Pier Paolo continua a scrivere, febbrilmente, fino a dieci ore al giorno; la notte, passeggia
per Roma, innamorandosene sempre di pi. Raccoglie appunti perRagazzi di vita , ma, pi in generale,
raccoglie spunti, immagini e impressioni per tutta la sua successiva produzione letteraria e
cinematografica.
Nel 1951 anche il padre arriva a Roma, dove, fino alla morte, nel 1958, far da segretario al figlio.
Sempre nel 1951 Pasolini, dopo due anni da disoccupato disperato, di quelli che finiscono suicidi,
inizia a collaborare alla rivistaBotteghe oscure e a molti quotidiani, con articoli e recensioni,
compatibilmente al nuovo lavoro di insegnante in una scuola privata. Il suo nome inizia a comparire
sempre pi frequentemente nei quotidiani nazionali e nelle riviste letterarie, nonch nelle sceneggiature di
alcuni film. Si occupa incessantemente dell' antologia dellaPoesia dialettale del Novecento , lavoro che
esce alla fine del 1952, suscitando molte recensioni, spesso positive (tra cui quella di Montale sul
Corriere della Sera del gennaio 1953). Nel frattempo rincorre vari concorsi letterari, facendosi
raccomandare da chi pu; scrive le poesie che poi inserir nelleCeneri di Gramsci . Nel 1953 pubblica
Tal cur d'un frut , volumetto di versi friulani, presso l'editore Ganda. Nel dicembre dello stesso anno
avviene lo storico incontro fra Pasolini e Livio Garzanti, a proposito diRagazzi di vita : incontro che
segna l'inizio di un lungo e fruttuoso rapporto editoriale. Nel giugno del 1954 esceLa meglio giovent ,
l'intero corpus delle poesie friulane, dedicato a Gianfranco Contini; mentre nel 1955, dopo alcuni
ripensamenti moralistici da parte dell'editore, e alcune pseudo-autocensure, Garzanti pubblicaRagazzi di
vita . Le vendite sono eccellenti, cos come le recensioni di molti letterati; ciononostante, Pasolini riceve
pungenti critiche e accuse da parte dei critici della stampa comunista, con argomenti spesso simili a quelli
degli accademici reazionari, e subisce un ulteriore processo per il carattere pornografico del romanzo.
Nello stesso tempo, prende il via l'esperienza diOfficina , un fascicolo bimestrale di poesia che vede in
redazione, oltre a Pier Paolo, i due amici bolognesi Roberto Roversi e Francesco Leonetti. La rivista
rappresenta un tentativo quasi eroico di revisione della cultura italiana, attraverso un superamento del
neorealismo e di un eccessivo sentimentalismo novecentesco, alla ricerca di una metodologia critica, nel
campo strettamente letterario, e in una maggiore razionalit. Tra i collaboratori si segnalano Italo
Calvino, Mario Luzi, Attilio Bertolucci, Carlo Emilio Gadda. Ma Pasolini , almeno fisicamente, piuttosto
lontano daOfficina , e per questo dovr rispondere sempre pi frequentemente alle accuse di
disinteressamento da parte dei suoi compagni. Lavora invece alle poesie che poi verranno raccolte inLe
ceneri di Gramsci (la lirica da cui prende il nome la raccolta verr pi volte polemicamente attaccata da
Carlo Salinari, dalle pagine delContemporaneo , periodico culturale comunista. Anche in questa
occasione Calvino difender Pasolini, non tanto per i contenuti della poesia, quanto per la sua bellezza ed
efficacia in vista dell'auspicabile apertura di una discussione profonda nella sinistra italiana. Io sono
convinto che con Le ceneri di Gramsci si apre una nuova epoca della poesia italiana, scrive Calvino sul
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Contemporaneo ), ai primi capitoli diUna vita violenta , e alla sceneggiatura di vari film, tra cuiNotti di
Cabiria di Fellini. in questo periodo che letteratura e cinema iniziano a formare un solido binomio,
destinato a protrarsi nel tempo, cosa piuttosto naturale se si considera quanto entrambi siano
profondamente motivati da un grande amore per la realt (Si detto che ho tre idoli: Cristo, Marx,
Freud. Sono solo formule. In realt, il mio solo idolo la Realt.), non naturalisticamente intesa, ma
trasfigurata, mitizzata, interiorizzata, rielaborata, filtrata da Pasolini... e in questo caso, come si diceva
prima, impossibile scindere la persona dalla figura dell'intellettuale.
Nel 1957 esceLe ceneri di Gramsci , una raccolta di undici poemetti che ottiene il premio Viareggio ex
aequo con due volumi di poesie di Sandro Penna e Alberto Mondadori. Questo volume ricalca il
successo (e il dibattito critico) diRagazzi di vita : in un solo mese viene esaurita un'intera edizione.
Compone le prime liriche che successivamente saranno inserite nella raccoltaLa religione del mio tempo
, mentre assiste ad una svolta che chiude la prima fase diOfficina : causa le poche vendite, la scarsit di
mezzi e la necessit di una maggiore diffusione, si impone la decisione di rivolgersi a un editore. Bompiani
accetta di pubblicare la rivista. Il primo numero della nuova serie esce nel febbraio del 1959; al suo
interno si trova ancheUmiliato e offeso , una serie di epigrammi di Pasolini (raccolti poi anch'essi nella
Religione del mio tempo ). Nonostante il legale dell'editore avesse assicurato che si trattasse di
materiale inoffensivo, l'uscita della rivista provoca uno scandalo: Bompiani viene persino ammonito dalla
gerarchia ecclesiastica. Inevitabilmente cade l'appoggio concesso alla redazione diOfficina , la quale,
ormai divisa da insanabili conflitti interni, e forse privata del coraggio iniziale, rifiuta le offerte di altri
editori e dichiara l'inevitabile fine della rivista.
Nel dicembre del 1958 muore Carlo Alberto Pasolini che, malato di cirrosi epatica, aveva sempre
rifiutato di curarsi: Pier Paolo vedr in questo rifiuto una sorta di disprezzo nei propri confronti, giudizio
ingiusto e fin troppo emotivo, visto che il padre passa gli ultimi anni della sua vita lavorando per il figlio,
con orgogliosa devozione. Solo pi tardi riuscir a penetrare a fondo la figura paterna, in un certo senso
recuperandola: Per molto tempo ho pensato che l'insieme della mia vita erotica ed emozionale fosse il
risultato del mio amore eccessivo, quasi mostruoso verso mia madre. Ma abbastanza di recente mi sono
reso conto che anche il rapporto con mio padre stato importantissimo. [...] mi sono accorto che, in
fondo, gran parte della mia vita erotica ed emozionale non dipende da odio contro di lui, ma da amore
per lui, un amore che mi portavo dentro fin da quando avevo circa un anno e mezzo.... Tutto quello
che c' nelle mie opere di ideologico, volontario, attivo e pratico dipende dal rapporto con mio padre...
lo devo a lui. [...] Per esempio il mio rapporto con lo stato (che rappresenta il padre) fecondo perch
mi obbliga a essere contestazione vivente, e fonte di poesia, di pensieri, di ideologia, di vita..
Nel maggio del 1959 esceUna vita violenta , l'ennesimo successo. Partecipa al "Premio Viareggio", al
"Premio Strega" (dove si qualifica terzo), e infine vince il "Premio citt di Crotone". Tanto per la cronaca,
anche quest'opera verr accusata di oscenit, ma i giudici archivieranno la denuncia in seguito alla perizia
estetica affidata a Alessandro Cutolo, e al suo parere positivo dell' "oggettivit artistica" del romanzo.
Riordina i versi per il volumeLa religione del mio tempo , ma per il resto si occupa incessantemente di
lavori cinematografici. Dal maggio 1960 collabora alla rivistaVie nuove , tenendo una rubrica intitolata
"Dialoghi con Pasolini": la collaborazione durer sino al settembre del 1965. Nell'estate del 1960 lavora
con Sergio Citti alla sceneggiatura diAccattone , scritta in un certo senso attorno alla figura di Franco
Citti, fratello di Sergio. Pasolini intende girare il filmcon la massima chiarezza e semplicit, con
l'abbondanza di primi e primissimi piani e l'assoluta prevalenza delle persone sui paesaggi: pensa a Giotto,
a Masaccio, alla grande tradizione figurativa italiana del Tre-Quattrocento. Pasolini spiega cos la sua
scelta di interpreti alle prime armi, o totalmente nuovi al mestiere: Io preferisco lavorare con attori scelti
nella vita [...] per quanto mi sembrano esprimere a loro insaputa: con non professionisti. L'attore
professionista ha fin troppo l'ossessione del naturale e del ghirigoro. Ora, io odio il naturale (che del resto
viene per lo pi esagerato dall'attore per paura di non rendere le sfumature), detesto, in arte, tutto ci che
attiene al naturalismo. Fellini, che ha fondato una societ produttrice cinematografica, non si dimostra
convinto del materiale esaminato; sar Alfredo Bini a produrre fiduciosamente il film, senza tra l'altro
pretendere di intervenire in alcun modo. I lavori iniziano nell'aprile del 1961; in extremis, si riesce a
inviare il filmalla Mostra del Cinema di Venezia. Solo alla fine di ottobre, dopo due mesi di attesa,
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Accattone ottiene il visto della censura amministrativa, sia pure col divieto ai minori di diciotto anni.
Negli ultimi giorni del 1960 Pasolini parte con Alberto Moravia ed Elsa Morante per l'India, per poi
proseguire in Africa. Questo viaggio, come si vedr pi avanti, avr una grande importanza, sia culturale
che emozionale, per Pasolini.
Nel maggio del 1961 esce la raccolta di versiLa religione del mio tempo , opera vincitrice del "Premio
Chianciano"; mentre Pasolini gi si occupa, sempre insieme a Sergio Citti, della sceneggiatura del suo
secondo film. Nel gennaio dell'anno seguente parte da solo per un viaggio di un mese in cui visiter
Egitto, Grecia, Sudan e nuovamente Kenia. Ad aprile iniziano le riprese diMamma Roma : protagonista
ne Anna Magnani. Anche questo filmviene presentato alla Mostra del cinema di Venezia: ottiene un
successo caloroso, la consueta denuncia per oscenit (l'archiviazione sar velocissima, in questo caso,
per l'infondatezza palese dell'accusa), e gli altrettanto consueti e tristi tafferugli da parte di giovani fascisti
per le strade del Lido.
In seguito alla lettura del Vangelo di Matteo ha l'idea, meglio dire l'illuminazione, di un filmche ricalchi,
senza alcun tipo di intermediario, queste pagine del Nuovo Testamento: la sceneggiatura dovrebbe
essere, n pi n meno, il Vangelo di Matteo. Il produttore Bini ne affascinato, ma propone di farlo
precedere dalla realizzazione di un filma episodi, che successivamente verr intitolatoRogopag dalle
iniziali dei registi: Roberto Rossellini, Jean-Luc Godard, lo stesso Pasolini e Ugo Gregoretti. Il
mediometraggio presentato da Pasolini La Ricotta ; una ricostruzione della Passione di Cristo; il
protagonista Orson Welles, doppiato, per l'occasione, da Giorgio Bassani. L'accoglienza del pubblico
nei confronti del film piuttosto fredda, anche se molti critici vedono in questo lavoro il traguardo pi alto
di Pasolini. Il filmviene presto sequestrato con l'accusa di "vilipendio alla religione di stato", per quanto
da parte cattolica non sia espressa alcuna condanna.
Compie un terzo viaggio in Africa, da cui nascer la sceneggiaturaIl padre selvaggio , mista all'amarezza
di non poter realizzare il filmafricano tanto desiderato (dopo l'ultima condanna, perLa Ricotta , banche e
istituti pubblici gli negano ogni finanziamento).
Intensifica i contatti con la sezione cinema della Cittadella di Assisi, alla ricerca di un appoggio tecnico,
filologico, ma anche un appoggio ideale per la realizzazione deIl Vangelo secondo Matteo . Il
problema principale nella scelta dell'attore che interpreter Cristo. Dopo essersi rivolto, senza risultati,
ad alcuni suoi amici poeti, lo trover casualmente in uno studente spagnolo, di passaggio a Roma,
Enrique Irazoqui. Gli interpreti sono contadini, sottoproletari, ma anche amici (Natalia Ginzburg, Enzo
Siciliano, di nuovo Elsa Morante); Maria Susanna, la madre di Pier Paolo. Per la prima volta fa la sua
apparizione Ninetto Davoli. Le riprese sono ambientate in Meridione: in Lucania, Puglia e Sicilia trova i
paesaggi consoni alVangelo . Ho lavorato cinque mesi in una tensione che nessuno poteva immaginare.
Si trattava di svegliare, momento per momento, la componente poetica del racconto, il quale tratta di
cose infinitamente semplici, concrete. Bastava un soffio e finiva la magia: bisognava ricominciare...
risponde Pasolini a un giornalista. un'opera di poesia che voglio fare, dichiara. Il 4 settembre 1964 il
filmviene presentato alla Mostra di Venezia. Con grande delusione e amarezza del regista, seppure
accolto dall'ovazione del pubblico, il Leone d'Oro assegnato aDeserto Rosso di Antonioni;il Vangelo
per riceve il premio speciale della Giuria, nonch il Premio dell' "Office Catholique International du
cinema (Ocic)", e altri premi minori. Il filmavr un grande successo in tutta Europa e negli Stati Uniti.
Durante la lavorazione delVangelo , per occupare i tempi morti e i ritardi, si occupa della realizzazione di
un film-inchiesta sulla sessualit degli italiani negli anni '60, a diversi livelli sociali e territoriali, che verr
intitolatoComizi d'amore . Nel giugno del 1964 esce anche il libro di poesiePoesie in forma di rosa :
pubblicazione piuttosto distratta in un certo senso, essendo Pasolini completamente preso dalla
realizzazione del film.
Nel 1965 lavora al nuovo film,Uccellacci e uccellini : gli interpreti sono Tot, Ninetto Davoli e un corvo
ammaestrato, doppiato da Francesco Leonetti. Si tratta in un certo senso di una favola, comica per
quanto ideologica, sulla crisi del marxismo. Il regista accompagna l'uscita del filmcon una lettera aperta ai
critici: [...] Una favola che, come tutte, consiste in una serie di prove attraverso cui gli eroi devono
passare. I miei eroi, nella fattispecie, dopo simili prove, non sembrano per ottenere nessun privilegio: n
regni n principesse. Non resta loro, dopo quelle prove, che affrontare altre prove. Il film, di scarso
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successo in Italia, viene invece molto apprezzato all'estero (per esempio al Festival di Cannes), in
particolare negli Stati Uniti. Nello stesso periodo esceAl dagli occhi azzurri , una raccolta narrativa che
contiene quattro sceneggiature nella parte centrale (La notte brava,Accattone ,Mamma Roma eLa
Ricotta ). La prima e l'ultima parte raccolgono testi scritti all'inizio degli anni '50, e, infine, racconti "non
fatti", comeIl Rio della grana eLa Mortaccia . Divenuta rara e occasionale la scrittura di pagine
narrative e poesie, Pasolini intensifica le rubriche sui giornali, e la produzione di saggi critici, recensioni,
articoli. Inizia a scrivere il trattamento di altri due film,Teorema e soprattuttoEdipo Re , per il quale
comincia a compiere sopralluoghi in Marocco. Franco Citti interpreta Edipo, Silvana Mangano la madre.
Il film, pur con prologo ed epilogo moderni, si ispira alla tragedia di Sofocle. InEdipo racconto il mio
complesso di Edipo. Racconto la mia vita. Ma essendo il mio filmpi autobiografico, quello che
considero con pi distacco, perch quello che racconto per me un'esperienza conclusa. Il film
proiettato per la prima volta nuovamente a Venezia, il 3 settembre 1967: pubblico e critica italiani sono
disorientati, mentre ottiene un grande successo all'estero, in particolare in Francia e in Giappone.
Nel 1968 esce il libroTeorema presso Garzanti: l'idea iniziale si divaricata in due diversi prodotti:
questo testo, e la sceneggiatura del film. La societ industriale si formata in totale contraddizione con
la societ precedente, la civilt contadina [...], la quale possedeva in proprio il sentimento del sacro. [...]
Il sentimento del sacro era radicato nel cuore della vita umana. La societ borghese l'ha perduto. E con
che cosa l'ha sostituito, questo sentimento del sacro, dopo la perdita? Con l'ideologia del benessere e del
potere.. Si tratta di una "storia religiosa": un Dio che arriva in una famiglia borghese: bello, giovane,
affascinante, con gli occhi celesti. E ama tutti: il padre (Massimo Girotti), la madre (Silvana Mangano), i
due figli, e la serva, che Laura Betti. Il Dio interpretato da Terence Stamp, e rappresenta il
messaggero del Dio impietoso, di Jehovah che attraverso un segno concreto, una presenza misteriosa,
toglie i mortali dalla loro falsa sicurezza. il Dio che distrugge la buona coscienza, acquisita a poco
prezzo, al riparo della quale [...] vegetano i benpensanti. Il filmviene presentato a Venezia: Laura Betti
vince la Coppa Volpi per la miglior interpretazione femminile, e il filmriceve il premio dell'Ocic; ci non
evita le proteste, che si concluderanno nuovamente in un processo per oscenit, da cui Pasolini uscir
assolto. Dal 1968 al 1970 collabora al settimanaleTempo illustrato , una rubrica di contatto col
pubblico che ricalca l'esperienza diVie nuove . Nel 1969, dopo le consuete vacanze alla scoperta
dell'Africa, si reca in Francia per l'uscita diTeorema : un successo grandioso, la stampa annuncia che
c'est l'anne de Pasolini, e il film accolto con grande calore da tutti: critici, spettatori, religiosi.
Al ritorno dal viaggio iniziano le riprese diPorcile : film(o meglio, episodio metastorico) povero, girato
in un mese, con un budget irrisorio, tra molte difficolt: ma con un grande spirito d'avventura. Alla Mostra
di Venezia giudicato sgradevole e incomprensibile, mentre Moravia sostiene che si tratti del miglior film
di Pasolini, dopoAccattone eLa Ricotta .
Subito dopoPorcile , realizzaMedea : la trama (liberamente ispirata alla tragedia di Euripide) lo scontro
tra un mondo arcaico, religioso, lunare, e un nuovo mondo laico, borghese, intrecciato alla vicenda di
amore, vendetta e morte tra la figlia del re della Colchide, Medea appunto, e Giasone. Il film girato in
Turchia, gli attori sono Massimo Girotti, Giovanni Gentile, saltatore olimpionico, e soprattutto Maria
Callas: Ho pensato subito a Medea sapendo che il personaggio sarebbe stato lei.
Durante la lavorazione del filmcompie un viaggio in Africa, dove gira un documentario per la televisione
italiana:Appunti per un'Orestiade africana (Orestiade africanasarebbe stato il filmche Pasolini aveva
in mente di realizzare dopoMedea ). Con Maria Callas instaura una profonda amicizia, confusa dai
rotocalchi per amore (si vocifera persino di matrimonio!): nel consueto viaggio in Africa nel gennaio 1970
c' anche lei, oltre a Moravia e a Dacia Maraini.
Durante la lavorazione diMedea ha l'intuizione di realizzare un filmtratto dalDecameron di Boccaccio, il
primo della "Trilogia della vita". Le riprese iniziano nel settembre del 1970, a Napoli; gli attori sono per lo
pi ragazzi napoletani, come di consueto presi dalla strada, o attori di commedie e farse dialettali. Recita
anche egli stesso, su suggerimento di Sergio Citti, nella parte di Giotto: l'interpretazione era stata offerta
ad alcuni amici (Sandro Penna, Paolo Volponi), che per avevano rifiutato. Il filmottiene un successo
clamoroso, sia in Italia che all'estero, e l'apoteosi (culminata nel secondo premio al Festival di Berlino)
condita, scontato dirlo ormai, da un'immensa serie di denunce per oscenit: quasi ottanta in questo caso.
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Nell'aprile del 1971 esceTransumanar e Organizzar , una raccolta di poesie; la prima edizione
esaurita in pochissimo tempo, eppure Pasolini non vede quell'interessamento che avrebbe desiderato:
sento che dall'editore questo libro non stato protetto e amato come la mia patologica ansia
desiderava.
Nell'aprile del 1971 scrive la sceneggiatura del secondo filmdella "Trilogia":I racconti di Canterbury ,
dove egli stesso interpreta l'autore del libro, Chaucer. Oltre ai soliti non- professionisti, nel film
compaiono Ninetto Davoli, Hugh Griffith e Josephine Chaplin. Dopo le nove settimane di riprese in
Inghilterra, il lavoro pi faticoso ma gratificante quello del doppiaggio: mi piace elaborare una voce,
combinarla con tutti gli altri elementi di una fisionomia, di un comportamento... Amalgamare... Sempre la
mia propensione per il pastiche, probabilmente! E... il rifiuto del naturale. Il filmvince l'Orso d'oro al
Festival di Berlino.
Nell'aprile del 1972 esceEmpirismo eretico , una raccolta di saggi e recensioni riguardanti cinema,
letteratura, lingua, gi comparsi su alcune riviste: ovvero quei saggi che pi avevano alimentato polemiche
e discussioni. La reazione della critica a questa pubblicazione risulta piuttosto fredda e distaccata: ci
contribuir in maggior misura all'allontanamento, gi ben visibile, di Pasolini dalla letteratura. Riprende
per la collaborazione con alcune riviste, per esempioTempo illustrato , per cui scrive settimanalmente
delle recensioni librarie. Dal 1973 al 1975 collabora anche alCorriere della sera , con una rubrica
intitolataTribuna Libera .
Insieme a Dacia Maraini, scrive la sceneggiatura deIl fiore delle mille e una notte . Il film ambientato
in Yemen, sotto il sole bollente, e nel Nepal (scelto in sostituzione dell'India, visto che le autorit
governative non hanno rilasciato i permessi necessari). Nel settembre del 1973 presenta alcune scene del
filmalle "Giornate del cinema italiano" di Venezia, e nel dibattito seguente la proiezione, essendo stato
accusato di essere l'iniziatore di un filone erotico-pornografico, Pasolini risponde: Sono fierissimo di
essere stato un caposcuola (come dicono) di filmpornografici: sempre meglio un filmpornografico che
una trasmissione televisiva; c' materialmente pi realt in un brutto filmpornografico che in tutte le
trasmissioni di un intero anno di televisione. Il filmviene insignito del premio speciale della Giuria al
Festival di Cannes del 1974.
Ma Pasolini ha in mente di concludere la carriera di regista e sceneggiatore, e pensa agli ultimi film: uno su
San Paolo, progetto che coltiva da alcuni anni, e che vorrebbe intitolareBestemmia , e un film,
Porno-teo-kolossal , viaggio attraverso tre citt simboliche (Roma per Sodoma, Milano per Gomorra,
Parigi per Numanzia). Lavora anche ad un romanzo, che uscir postumo col titoloPetrolio .
Nel 1970 ha comprato la Torre di Chia, il resto di un castello medievale che sorge lungo la strada che da
Viterbo conduce a Orte, dove, in futuro, pensa di sistemarsi per sempre. Dal 1972 in poi si reca sempre
pi spesso in questa fortezza cos lontana da luci e rumori. La solitudine la cosa che amo di pi,
risponde a un'intervista di Enzo Biagi.
Da un'idea di Sergio Citti nasce il progetto di una trascrizione cinematografica del romanzo di De Sade,
Le 120 giornate di Sodoma , con un senso quasi dantesco (la sceneggiatura divisa in gironi...), eppure
oltremodo moderno: De Sade trasportato nel 1944, a Sal.
Il nuovo filmprocede di pari passo con l'Abiura della "trilogia della vita"; il motivo portante ci che
diventato il sesso: obbligo e bruttezza. Primo: la lotta progressista per la democratizzazione
espressiva e per la liberazione sessuale stata brutalmente superata e vanificata dalla decisione del
potere consumistico di concedere una vasta (quanto falsa) tolleranza.
Secondo: anche la "realt" dei corpi innocenti stata violata, manipolata, manomessa dal potere
consumistico: anzi, tale violenza sui corpi diventato il dato pi macroscopico della nuova epoca umana.
[...] Non si accorgono che la liberalizzazione sessuale anzich dare leggerezza e felicit ai giovani e ai
ragazzi, li ha resi infelici, chiusi, e di conseguenza stupidamente presuntuosi e aggressivi. Il sesso, inSal
, l'opposto di ci che era nella "Trilogia": non pi gioia e vita, ma orrore, violenza, mercificazione del
corpo: Quello che ha fatto Hitler brutalmente, cio uccidendo, distruggendo i corpi, la civilt
consumistica l'ha fatto sul piano culturale, ma in realt la stessa cosa. Nel luglio del 1975 il film
pronto. Pasolini passa l'estate con la madre e altri parenti nella casa che s' fatto costruire con Moravia a
Sabaudia. Amet ottobre si reca a Francoforte, alla Fiera del libro, e, tornando a Roma il 10 novembre,
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passa da Parigi per controllare l'edizione francese di Sal. La notte tra l'1 e il 2 novembre muore
assassinato, all'idroscalo di Ostia.
LA RELIGIONE DEL MIO TEMPO
Pasolini, ad uno spettatore diMedea , che chiedeva in che senso andasse inteso tale filmcome moderno,
rispose: Un autore fa sempre lo stesso film, per almeno un lungo periodo della sua vita, come uno
scrittore scrive sempre la stessa poesia. Si tratta di varianti, anche profonde, dello stesso tema. Il tema
come sempre nei miei film una specie di rapporto, ideale e sempre irrisolto, tra mondo povero e
plebeo, diciamo sottoproletario, e mondo colto, borghese, ovvero l'identificazione di giovinezza -
innocenza - passato - mondo contadino e la loro contrapposizione a maturit - peccato - presente -
mondo industriale o cittadino. Rapporto che non conduce a scontri diretti, ma ad una antitesi che, nelle
intenzioni del poeta, dovrebbe essere perpetua, e sempre tesa, viva, sempre elevata alla massima
potenza, di fronte all'evidente e profonda differenza tra due realt. Tra le immagini colorate ed espressive
che Pasolini ci propone, tra le sue lacrime, la rabbia (parola cos ricorrente all'interno della raccolta), e i
primi timidi sogni d'Africa nasce la poesia, capace di assumere, di volta in volta, soluzioni estremamente
delicate e raffinate, o reazioni violente, distruttive e forse ancora pi autodistruttive, perch mosse da un
senso di amore.
Ma se questo tema ricorre nei filmdi Pasolini, altrettanto si pu affermare per la sua produzione poetica.
Il mondo sottoproletario, il caso di aggiungere, non solo povero e pre-industriale, ma anche
religioso. Ha il senso del divino, del sacro. Aci il mondo laico sostituisce la ragione: la ragione il
centro della civilt borghese, piccolo-borghese (come sostiene Pasolini, rispondendo ad una successiva
domanda all'interno del dibattito sul filmMedea ).
In questa sede si cercher appunto di portare alla luce questa antitesi, profonda quanto necessaria, e la
disperazione del poeta quando essa viene a mancare, assorbita da una dilagante omologazione: il mondo
laico, che non ha religione se non quella di imporne una legale / con le sue regole, contrapposto ad una
realt che invece ancora riesce a conservarsi intatta, a mantenere la propria essenza di alterit. Questo
concetto fondamentale in Pasolini, personalit poetica in cui, come gi detto, il pubblico e il privato
sono sempre strettamente congiunti, e torna frequentemente nelle sue opere. La diversit una
condizione vitale e va perseguita, esaminata, e non solo accettata ma vissuta: nella visceralit di Pasolini
c' anche la testimonianza di uno scandalo individuale che vuol essere lacerazione pubblica, di un'alterit
che data dal nudo fatto di esistere [...] L'esibizione delle viscere pu essere ostentazione (o ricerca) di
un'irriducibilit. Scandalo oggettivo, dunque, rappresentato da un lato dalla vita privata del poeta (e
dalla sua omosessualit), e dall'altro dalla contraddizione sociale di un mondo irrimediabilmente e
auspicabilmentealtro rispetto alla normalit borghese. Le due tematiche si fondono, inscindibili, fino a
diventare una cosa sola, a volte velata ma sempre presente.
La religione del mio tempoesprime la crisi degli anni sessanta... la sirena neo- capitalistica da una
parte, la desistenza rivoluzionaria dall'altra: e il vuoto, il terribile vuoto esistenziale che ne consegue. La
raccolta divisa in tre sezioni: della prima fanno parteLa ricchezza ,A un ragazzo eLa religione del mio
tempo ; alla seconda corrispondono i gi citati epigrammi diUmiliato e offeso , iNuovi epigrammi eIn
morte del realismo ; infine, la terza sezione contiene lePoesie incivili .La religione forse l'opera che,
all'epoca della sua pubblicazione, fece pi scalpore. Nelle liriche qui raccolte, Pasolini lancia un duro
attacco alla Chiesa, alla borghesia, alla societ occidentale, al consumismo, ma anche, e soprattutto, al
partito comunista, reo di avviarsi irrimediabilmente a fare propri quegli stessi valori borghesi contro cui
avrebbe dovuto lottare, prestandosi quindi al gioco del neocapitalismo teso a promuovere un'aspirazione
generale all'imborghesimento di massa. Quasi tutte le opere qui raccolte erano gi state pubblicate,
almeno in parte; in particolare, per quanto riguardaLa ricchezza , le sezioni 2 e 3 inParagone , marzo
1958; i vv. 22-49 della sezione 5, in terzine e col titolo Vicoli diTrastevere , inL'Unit , Roma, 30
ottobre 1956; la prima parte della sezione 1, la sezione 3 e i vv. 1-21 della sezione 5 inIl
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Contemporaneo , 31 agosto 1957: qui, l'inizio della sezione 5 era preceduto dai versi e io sempre rso,
dentro, nell'indagine / sempre nuova, sopra una storia che mai/ ha inizio, magica / certo la consistenza
che mi lega ai gai / fatti e dolori del mondo, se un diverso / legame non mi trovo: uno nel viavai / notturno
casuale, ignoto, perso / nei rigurgiti e le pause dell'anonima / folla che sosta, si disperde, va verso / le sue
case, coi suoi poveri sogni.Ad un ragazzo appare la prima volta suBotteghe oscure , nell'aprile del
1958 ; i vv. 1-224 deLa religione del mio tempo , sono pubblicati inOfficina , nell'aprile del 1958 , e l'
Appendice, senza titolo e con l'indicazione "DaLa religione del mio tempo ", suPalatina ,
gennaio-marzo 1961 .Umiliato e offeso , come gi detto, viene pubblicato suOfficina , presso
Bompiani, nel marzo-aprile 1959 (il terzo epigramma, inizialmente intitolatoAi radicali , viene poi mutato,
neLa religione del mio tempo , inAd alcuni radicali ) ; gli epigrammi I, III, IV, IX, XI deiNuovi
epigrammi compaiono inL'Europa letteraria , nel 1960, mentre il VI, il VII, e l'VIII inL'Almanacco
del Pesce d'oro , nel dicembre del 1959 .
In morte del realismoappare nelPaese sera del 29 giugno 1960, col titoloPer la morte del realismo.
Orazione alla maniera di Antonio ;La reazione stilistica si trova inNuovi argomenti ,
settembre-ottobre 1960, cos comeLa rabbia .
I Sezione
La raccolta si apre conLa ricchezza , poema diviso in sei capitoli, e composto tra il 1955 e il 1959.
Sono gli anni che precedono l'attivit di regista propriamente detta, eppure il racconto del viaggio
implicito in questo componimento ha gi molto di cinematografico. Si potrebbe dire, rischiando la
banalit, che la costruzione deLa ricchezza ricalchi un'impostazione fisica del discorso vissuto. L'opera
trasmette un certo senso di movimento, ottenuto sempre tramite spostamenti concreti in prima persona, e
mediato dal flusso della narrazione, che interseca luoghi, pensieri ed emozioni. Dall'azione, sia pure quella
di osservare, nasce il racconto: interpretato, mai realistico, talvolta quasi onirico, e rivestito dalla
riflessione, dal pensiero (il Posso pensare! con cui irrompe il poeta all'inizio deIl privilegio del
pensare , quarto componimento del secondo capitolo, quasi un vivo grido di gioia, un'esclamazione
stupita e quasi infantile, che rievoca la sacralit e l'importanza di ogni singolo gesto). Aci, in ambito
cinematografico, corrisponde il montaggio, col medesimo scopo di smentire l'apparente naturalezza della
natura, dei corpi, del tempo e dello spazio: in Pasolini, ci troviamo di fronte ad unpastiche di larghe
panoramiche, campi e controcampi, e primi piani.
Proprio con un primo piano si apre il capitolo iniziale dell'opera: il volto di un operaio, col suo minuto
cranio, le sue rase / mascelle; timido e pio di fronte agli affreschi di Piero della Francesca, il ciclo
pittorico dellaLeggenda della croce , nella chiesa di San Francesco ad Arezzo, e umiliato e ardimentoso
nel guardare gli altri visitatori. Si tratta di gente che ne padrona, tra i quali il poeta stesso. E questa
l'inconsapevole ricchezza che si attribuisce Pasolini: la cultura, la possibilit di conoscenza, a prescindere
dalle possibilit finanziarie. Mi appartenevano, invece, biblioteche, / gallerie, strumenti d'ogni studio:
c'era / dentro la mia anima nata alle passioni. La quiete del primo componimento, rappresentata infine
dalSogno di Costantino , presto investita dallo schiumeggiare della vita presente all'esterno della
chiesa. La parola "schiuma" torna pi volte all'interno del secondo componimento. La ripetizione ha
l'effetto di accentuare, ritmicamente, la presenza quasi tangibile della vita, in questi luoghi persi nel cuore
/ campestre dell'Italia, dove ha peso / ancora il male, e peso il bene, dove i bambini sono pieni di puro
ardore, dove i ragazzi sono virilmente offesi dall'umiliante prova del sesso, e gli uomini ancora possono
credere realmente in qualche fede. Queste pagine, dense d'amore e di poesia, brillano ancora di pi se
confrontate con i componimenti intitolatiPoesie incivili , e posti alla fine della raccolta: i colori, i desideri,
i fermenti assumono tonalit pi vive se come controparte c' il grigiore del mostro senza storia deIl
glicine , divoratore di passioni e avido corruttore.
Nel secondo capitolo, si passa dall'Appennino toscano al paesaggio umbro; Pasolini in macchina con
Bassani , il "tu" dell'interlocutore a cui si rivolge. Subentra immediatamente una sorta di coraggiosa
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autoanalisi, che impedisce il vittimismo e blocca la richiesta di espiazione, per mostrare uno spettacolo
di seppur gioiosa distruzione: l'io che brucia [...] impotente, / cieco, prigione dell'eccesso / della
visione. Non solo la carne a bruciare, in preda a una desiderio disperato d'amore, in grado di sentire e
vedere solo amore nelle voci e nelle azioni dei giovani ragazzi incontrati; il cuore, per via di un dolore
troppo interiore e misero per non vergognarsi a parlarne. Il paesaggio ora quello romano, visto
quotidianamente nel percorso dalla casa alla scuola media di Ciampino, dove lavora dal 1951, e ad esso
si mescola il desiderio, ugualmente misero e interiore, di poter contare / sul pane, almeno, e un po' di
povera lietezza. Anche il mattino brucia, nel risveglio della periferia, e la inonda di una luce pura come
uno sguardo divino: di nuovo, tutto sacro. In questo secondo componimento del secondo capitolo,
compare un primo accenno alla contrapposizione tra la finta vivacit dei borghesi, dignitosi e seri, come a
seguire un malcelato copione e le file di operai, disoccupati, ladri [...] biechi e gai.
Il viaggio in autobus verso il luogo di lavoro continua e il poeta, accanto al finestrino, guarda il paesaggio
e pensa a se stesso: Bestia vestita da uomo - bambino / mandato in giro solo per il mondo, / col
cappotto e le sue cento lire, / eroico e ridicolo, tra la nebbiolina che investe il suo mondo e le sfuriate di
sole, che, come un vento dorato, splendono su alcuni ragazzi a cavallo che sembrano ancora pi
giovani, e non sanno / che luce nel mondo intorno a loro. Sono versi malinconici, in cui le piccole
vicende quotidiane vengono cristallizzate e rese assolute da scelte lessicali che raggiungono toni di
altissimo valore lirico e poetico. Questo maggiormente vero nel terzo capitolo deLa ricchezza ,
costituito da un solo componimento intitolatoRiapparizione poetica di Roma . E nessun titolo sarebbe
pi azzeccato: le immagini della mattinata romana sono ricoperte e deformate dalla nebbia, coltre
silenziosa [...] velame di galleggianti, sudice / foschie, attorcigliate in pallide / vene , e delle fantasie di
fiamme resta solo un fuoco di malinconia, il fumo, simbolo di uno sfacelo del presente: c' da stupirsi
nel sentire l'innaturale quiete interrotta da aliti di vita: i rintocchi delle campane, o il festoso chiasso dei
bambini.
Il quarto capitolo ha nuovamente inizio con un movimento, inaspettatamente veloce: Pasolini cammina in
fretta, ossesso, come / ti aspettasse il lavoro, per le strade di Roma, nel primo dopocena. Il mondo
borghese riappare, come venti di calde miserie familiari, come un universo in cui l'unica ambizione sia
quella di accontentarsi: Nel quartiere borghese, c' la pace / di cui ognuno dentro si contenta, / anche
vilmente, e di cui vorrebbe / piena ogni sera della sua esistenza. Davanti a ci Pasolini sente e sospira la
propria diversit, e, continuando a camminare, trova un'altra diversit: quella delle prostitute, di vecchi
ubriachi, di branchi sbandati di ragazzi, lasciando sui muri e per le strade impure tracce / umane che,
umanamente infette, / son l a dire, violente e quiete, / questi uomini, i loro bassi diletti / innocenti, le loro
misere mete. indicativo che Pasolini consideri "innocenti" i piaceri di questi personaggi in un certo
senso emarginati rispetto alla civilt: non necessariamente positivi, ma in una qualche misura puri, originali,
non corrotti.
Se cronologicamente siamo ancora lontani dalla "Trilogia della vita", idealmente non cos. Il
componimento centrale del capitolo intitolatoSesso, consolazione della miseria . Il sesso presente in
Pasolini come gioia, vita, emozione, ed incredibile l'intensa vitalit che queste pagine riescono a
suggerire. Verso le Terme di Caracalla, luogo affollato di magnaccia (silenziose carogne di rapaci) e
soprattutto di prostitute, vanno giovani amici in moto, alla scoperta delle loro prime pulsioni sessuali; va
il pastore migrato / undicenne [...] malandrino e giulivo, che porta ancora in s il calore vitale delle
nate / chine appenniniche; va il vecchio padre di famiglia, disoccupato, ubriaco, che ha perso la
giovinezza, e ne conserva l'ultima traccia nel mozzicone della sigaretta. La prostituta, nella notte, diventa
una regina, sporca e feroce / come un'antica madre: difende / il suo possesso e la sua vita, bambina
sordida [...] innocente vecchia; ogni miserabile, nella facilit del sesso, si sente uomo; ogni ragazzo
spietato, leggero, senza speranze, diventa pieno di piet, forza e speranza. Questo perch nei rifiuti del
mondo, nasce / un nuovo mondo.
Anche il poeta va verso le Terme di Caracalla, e, nella solitudine che si sente addosso, nel desiderio di
evadere da una prigione di miseria, si lascia andare a piccoli, umili desideri, e sogna e descrive la sua
abitazione, cos come la vorrebbe. Di nuovo un sogno piccolo, umile, personale, tanto da rendere pi
chiare, quasi sfuocate, le malinconiche tinte del racconto: tutto svapora e si fa fioco. Continua la
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passeggiata del poeta, animata da una sempre crescente ansia di capire la vita, anche se la vita quasi un
diabolico perseverare, recidiva monotonia, vizio / del ricadere e del cieco risentire.., fino ad arrivare
ai quartieri proletari, dove, attraverso le loro grida, nuovamente si avverte la presenza di giovani ragazzi,
maschi ancora teneri. Se nel primo capitolo del quarto componimento Pasolini si era soffermato sulle
serate borghesi, piene di misera pace, nella seconda poesia del quinto capitolo si passa alle riserve /
fatte di vicoli, muretti, androni e finestrelle, alle abitazioni dei proletari (il termine "riserve", di per s
indicativo, sta nuovamente a sottolineare l'estraneit di proletari e sottoproletari all'universo borghese).
Nasce un immediato senso di somiglianza, di partecipazione, nei confronti di questi uomini, educati / ad
altra vita che la mia: frutti / d'una storia tanto diversa, e ritrovati, / quasi fratelli, qui, nell'ultima forma /
storica di Roma. La vera comunione tra il poeta e i proletari trovata nella speranza ossessa, nel
desiderio di ricchezza: estetizzante per Pasolini, anarchico per loro: Al raffinato e al sottoproletario
spetta / la stessa ordinazione gerarchica / dei sentimenti: entrambi fuori dalla storia, ignorati da ogni
storia. Pasolini, scandalo di mitezza, santit / ridicola, buono come sua madre, improvvido / e
animoso, mostruosamente / timido, sente l'esistenza di un forte rapporto con ogni proletario, sordido,
umile ma rissoso, privo di pudore come un rapace che sorvola la preda. Ed un rapporto che si fonda
sul senso di alterit, sulla profonda diversit che entrambi manifestano e testimoniano nei confronti del
mondo borghese.
La serata romana prosegue, e termina, nella visione diRoma, citt aperta di Rossellini. Nel paesaggio
neorealista, [...] nelle disperate panoramiche si svolge il filme si dissolve il presente, mentre Pasolini si
trova chiuso nelle scure / vie della memoria, nelle stanze / misteriose dove l'uomo fisicamente altro, / e
il passato lo bagna col suo pianto.
Il tema del pianto, delle lacrime, qui appena accennato, sar il motivo portante del sesto e ultimo capitolo
deLa ricchezza , quattro componimenti struggenti e carichi di pathos in cui il poeta ripercorre la propria
adolescenza, la Resistenza e la morte del fratello: il dolore personale, misto a quello ideologico, non pu
avere esito se non in un pianto dirompente. Ma sono lacrime forse necessarie, ad alto valore catartico, se
non offuscano la vista dell'autore, e gli consentono poi, nellePoesie incivili , di irrompere in critiche,
tanto lucide nei contenuti, quanto incisive nella forma poetica.
L'eccessiva bont che Pasolini riconosce in s adolescente, ormai trasfigurata in evidente segno di
scandalo [...] ed era destinata a farsi vizio. Neanche sufficiente una rinnovata purezza nell'amare il
mondo: il mio / non che amore, nudo amore, senza / futuro. E non c' purezza nella Lingua ufficiale,
la quale non che un inganno, un'illusione; lascia mute le labbra del poeta, poich non sa rappresentare i
primi affanni / di un bambino, le preumane passioni. Da questi presupposti si muovono i primi passi alla
ricerca di un' espressione pi chiara, limpida, con la follia ed i tpoi / dell'eleganza che possa in un
qualche modo compensare la mancanza di fede della nuova e gi grama borghesia, [...] classe
morente. Questo tutto ci che afferma di conoscere Pasolini, allora poco pi che ventenne, della
Resistenza: uno stile che luce, e non pu sfiorire. Ma la luce sempre uguale ad altra luce, e quella
luce era speranza di giustizia. Se nel secondo componimento deLa ricchezza abbiamo ravvisato una
ripetizione quasi ritmica della parola "schiuma", qui ci troviamo di fronte ad un'analoga iterazione, ottenuta
mediante la parola "luce". Luce lo sfollamento a Versuta da Casarsa con la madre; il fratello che parte
per i monti e l resta, partigiano, con la pistola nascosta in un libro; la madre, che guarda verso quei
monti, gi conscia del destino; la gloriosa vita di perseguitato / dagli atroci editti del poeta. La luce
di tragedia vitale muta, e diventa alba, per espandersi sui campi friulani, e illuminare la lotta dei
braccianti. La proteste dei contadini erano a favore dell'applicazione del lodo De Gasperi, un
provvedimento rivolto a garantire posti di lavoro ai disoccupati, e risarcimenti ai mezzadri che avessero
subto delle perdite durante la guerra. Questi avvenimenti segnano la nascita della fede politica di Pasolini:
ci che mi ha spinto ad essere comunista stata una lotta di braccianti friulani contro i latifondisti, subito
dopo la guerra. Io fui coi braccianti. Poi lessi Marx e Gramsci, ma, pur appartenendo ad un passato non
remoto (1948-1949), sono ormai state trasfigurate dalla realt degli anni Cinquanta. Ci che resta
scritto, con dolore e profonda tristezza, negli ultimi versi del componimento conclusivo del poemaLa
ricchezza , intitolato, molto indicativamente,Lacrime : il doloroso stupore / di sapere che tutta quella
luce, / per cui vivemmo, fu soltanto un sogno / ingiustificato, inoggettivo, fonte / ora di solitarie,
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vergognose lacrime.
A un ragazzo il secondo poema della prima sezione deLa religione del mio tempo . Scritto nel
1956-1957, dedicato al figlio dell'amico e poeta Attilio Bertolucci, Bernardo, ora bravissimo poeta lui
stesso. Il componimento, che raggiunge traguardi non comuni di dolcezza espressiva, tutto giocato
sulla contrapposizione tra il "tu" riferito al ragazzo, e il "noi", che Pasolini attribuisce a s stesso, a Attilio e
agli altri amici adulti. Il tema della "luce" nuovamente presente e lega il precedente poema con questo,
ed espressamente dedicato alla luce l'incipit dell'opera: se il giovane nuovo alla luce di questi mesi
nuovi, ci non si pu dire per gli amici adulti, i quali sono ormai ancorati a una luce d'altri tempi. Luce
ci che ha il ragazzo: una luce d'aprile, che non sa esprimere, n Pasolini pu ricordare; una luce che
porta coscienza della vita, non ancora della storia. Ma il ragazzo, a cui l'autore riserva una serie di
aggettivi e locuzioni estremamente delicati, motivati da un affetto tenero, pudico, quasi paterno (tu, con
fresco pudore, e ingenuamente senza / piet [...] col sorriso confuso di chi la timidezza / e l'acerbit
sopporta con allegrezza [...] vergognandoti quasi del tuo cuore festoso [...] parli, con i modi gi acuti /
dell'ilare, paterna e precoce saggezza. Esprimi, orgoglioso, la tua debolezza), vuole sapere. Vuole
conoscere la Resistenza, l'eroismo, la parte di vita che noi abbiamo spesa / disperati ragazzi in una patria
offesa. Il suo dolce, pudico ma ardente desiderio di sapere resta muto, silenziosamente rivolto in
particolare a Pasolini, per via dell'episodio che ha coinvolto il gi citato fratello, Guido Alberto: penso a
quel serio, candido / ragazzo, il cui silenzio nella tua domanda. / Certo soltanto lui ti potrebbe
rispondere, / se fu in lui, com' in te, pura speranza il mondo. I versi qui citati credo siano altro che una
contrapposizione tra un ragazzo del passato e un ragazzo invece proiettato al futuro: piuttosto, un'unione
sottile tra i due, illuminati dalla medesima luce, dalla stessa purezza.
Torna quindi il ricordo del fratello, e della madre in attesa; ricordo incorniciato nella descrizione poetica
della campagna di Versuta, fino all'apparire di una nuova consapevolezza: la volont, la gioia di
conoscere di Bernardo , per gli amici adulti, amarezza di sapere, incomunicabilit di una luce che non
possono pi vedere n dire. Eppure, il ragazzo ad essere nel giusto, ormai suo il mondo: ha ragione
la vita che in te: la morte, / ch' nel tuo coetaneo e in noi, ha torto. / Noi dovremmo chiedere, come fai
tu, dovremmo / voler sapere, col cuore che si ingemma. Bernardo, in quanto giovane vede le vicende
degli adulti come un sogno di cui curioso; non esistono, o esistono solo per quel poco che possono
valergli. Nel poeta invece trova spazio l'ombra, che guadagna sempre pi terreno, e nel tempo, di cui
padrona, si allunga, allentando ogni legame con la vita.
La religione del mio tempo , componimento eponimo, a chiudere la prima sezione, legandosi sia al
sentimentalismo di alcuni brani gi discussi, ma riuscendo altres a proiettarsi verso una svolta "incivile"
della poetica pasoliniana. palese, qui piuttosto che altrove, la crisi ideologica dovuta alle conseguenze in
ambito politico della morte di Stalin, nel 1953, e soprattutto ai fatti d'Ungheria del 1956, aggravata dallo
sviluppo repressivo e democristiano del neocapitalismo nazionale. Divisa in sei capitoli, con l'aggiunta
di un'appendice dedicata alla madre, stata composta fra il 1957 e il 1959. Se perLa ricchezza si
poteva parlare di "discorso vissuto", qui le cose cambiano notevolmente. Pasolini non cammina, non
passeggia per le vie di Roma. Non c' movimento, se non nella seconda met del quinto componimento;
in questo caso, si tratta di un ricordo, una riapparizione, e a testimoniarlo ci sono i tempi dei verbi, tutti
usati all'imperfetto, nel raccontare un'uscita col regista Federico Fellini, avvolta in un'aura quasi magica e
sfuocata.
Il poeta a letto, con la febbre, e l'unico rimedio alla sua irrequietezza la finestra, da cui guarda la
strada, e i due ragazzi che in quel momento passano, come se i suoi occhi fossero una telecamera; si
sofferma su alcuni particolari: i pantaloni scoloriti, e soprattutto i capelli, fradici / [...] d'una beata crosta /
di brillantina, frutto di lunghi lavori del pettine / sul ciuffo a strisce bionde e sulla scrima. La visione dei
ragazzi l, all'esterno del caldo nido in cui l'autore momentaneamente costretto, in un mondo cos
moderno / ormai che mi sembra di non poterlo pi - / capire, gli riporta alla mente le immagini della
propria adolescenza, e, in un sottile impulso di invidia quasi infantile, resta ad osservare i due, piangendo
come un bambino che non geme per ci che non ha avuto solo, / ma anche per ci che non avr. Le
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misteriose / mattine di Bologna o di Casarsa tornano, perfette e ancora, dolorosamente, presenti; il
ricordo sfocia in un'esclamazione vagamente vittimistica quanto appassionata: non ho mai peccato: sono
/ puro come un vecchio santo, ma / neppure ho avuto. La chiusa del secondo componimento mostra la
distanza, evidente motivo di sofferenza, che Pasolini sentiva di avere nei confronti degli altri ragazzi : i
giovinetti / antichi, essi solo vivi, se pieni / della primavera ebbero i petti / nelle et pi belle, erano
insieme / sogni del sesso e immagini bevute / dalla vecchia carta del poema / che di volume in volume, in
mute / febbri di novit suprema, / [...] faceva d'ogni mia fibra un sol tremito. Il tema della diversit (io,
bambino in altro modo), in questo caso, assume tonalit lontane dagli esiti consueti: pi delicate, e
intimistiche, tanto da ricordare i versi di Saba adolescente (Mamma, non io cos, mai. La mia culla / io la
penso tagliata in strano legno. / Tese l'animo mio sempre ad un segno / cui non tesero i miei dolci
compagni).
La recriminazione della propria diversit diventa il pianto di un bambino, che ha accesso al mondo solo
attraverso i sensi, e percepisce la storia, la propria famiglia, la Chiesa infine, attraverso il profumo. E se il
mondo odore, e lo sono anche i fantasmi delle ossessioni, lo stesso si pu dire della religione: la mia
religione era un profumo. Eppure, il poeta ricorda di essersi avvicinato, ardentemente, alla Chiesa, di
aver dato alla religione tutto se stesso, la propria purezza: io davo a Cristo / tutta la mia ingenuit e il mio
sangue. Alla breve passione segue una scottante, quanto pi vile, delusione: la Chiesa si rivela essere
niente pi che lo spietato cuore dello stato, incapace di dare, ma anche di accogliere, le vere passioni
degli uomini. E quindi guai a chi con vitale dolore / si dona a una causa che nulla vuole / se non difendere
la poca fede ancora / rimasta a dar rassegnazione all'uomo: la Chiesa non sa offrire se non una modica
pace a basso prezzo, e questa fede cristiana tipicamente borghese, coi suoi privilegi, le rinunce, le
servit quotidiane. L'infuocata invettiva contro le autorit ecclesiastiche, in cui Pasolini irrompe in queste
pagine, sa unire un'amara delusione personale ad una presa di coscienza di stampo ideologico. La Chiesa
sembra avere l'unico scopo di ridurre luci e tenebre in un orribile, animale grigiore, che inghiotte,
ferocemente, passione, innocenza e diversit, e rilascia fedi meschine, preconfezionate, e tutte uguali.
I toni sembrano calmarsi nel quarto componimento, nel cui incipit Pasolini torna ai due ragazzi, pieni / di
passione nella miscredenza, limpidi / nella confusione, figli di poveri e ugualmente poveri, consci del loro
destino ma sempre alla ricerca di nuove avventure che il mondo possa offrire, immersi nel dolce
disordine / del male e del bene quotidiano, e da questo pensiero ne nasce, per analogia, un altro:
rivedo, con le larghe e dure / facce contadine, l'occhio bruciante / di celeste, le tozze e sicure / membra
di atleti dalle basse anche, / altri adolescenti.... Si tratta di ragazzi russi, modesti, dagli sguardi pudichi e
affannati, in cui l'aria di novit si mescola al vecchio odore dell'Asia, raccolti a migliaia nella Piazza
Rossa, a renderla viva e luminosa coi loro giochi: sono questi i figli / della fame, i figli della rivolta, / i figli
del sangue, sono questi i figli / dei pionieri che hanno solo lottato, / degli eroi senza nome, i figli / del
lontano futuro disperato!. Loro, s, conoscono e soprattutto vivono la religione: l'ardore che riempie le
loro anime, le pupille dei loro occhi, testimone di un senso di sacralit ancora intatto. E sacra altres la
diversit, l'esaltante / pluralit, la magica stranezza / vivace, le misteriose mescolanze che Pasolini
stavolta riafferma gioiosamente, nella certezza che ogni creatura sia una delle infinite branche della pianta
/ che frondeggia alla semplice vita. Da ci nasce lo sforzo di capire ogni cosa, di penetrarne l'essenza,
rendendo irriducibile la propria separazione da ogni possibilit di uniformazione (il mi voglio diverso del
poeta assume in questo contesto un valore molto forte, di orgogliosa denuncia del proprio essere),
sfuggendo alla norma che vuole uguali: / a non capire, a capire senza mai perdersi. Da una
considerazione sulle diverse vie tramite cui si pu amare la realt, nasce il ricordo soffuso di una
passeggiata per Roma in compagnia del gi citato Fellini , di cui Pasolini rievoca il passato, l'affermazione
di s condotta come una vera e propria lotta per l'esistenza, circondato dal branco dei lupi ben adulti, /
loro s, pronti, aggiornati sul prezzo / della vita. La camminata si conclude di fronte al mare, impetuoso e
quindi sensuale, bianco e lucente: un vero e proprio Dio. Esistono, prosegue il poeta, altri dei: meno pazzi
e splendidi, dotati di santi e sacerdoti: nient'altro che impiegatucci, funzionari, leve / di un Partito, in
grado di desiderare solo la fine del mese, per il possesso di qualche lira. All'assoluto biancore /
dell'estetico dio del mare, Pasolini avvicina il rosso / dell'altro Dio, talmente carico e infuocato da
arrossare ancora di pi il sangue dei giorni di Stalin. La riflessione politico-ideologica che segue,
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concludendo il sesto capitolo deLa religione del mio tempo , , al tempo stesso, rabbia e
rassegnazione, tristezza e lucidit, inutile ricerca negli occhi altrui di un fuoco ancora vivo e sgretolamento
quasi apocalittico, mentre uno squallido grigiore, cos vicino aiRhinocros di Ionesco, invade ogni cosa e
persona. Pasolini pu trovare, tra i propri amici e conoscenti, individui vivi / nel mio tempo, a me vicini o
non lontani, solo lo spasimo / di interna ferita: che rende esanimi, / accidiosi, scontenti, spinge a uno
sciopero / dei sentimenti, a una colpevole stasi / della coscienza, ad una pace insana, / che vuole i nostri
giorni tragici e grigi. L'unico "fossile di sentimento" ora presente e possibile la vilt, che toglie forza e
calore a cuore e ragionamento, che rende tutti irreligiosi, impauriti e per questo motivo sempre prudenti,
come un filtro che si frappone tra ogni uomo e gli altri, modificando i rapporti, le azioni, e infine le anime.
Se la fonte di questa vigliaccheria risiede in un'atavica insicurezza, soprattutto economica, la
consolazione, misera pace borghese, viene cercata nel possesso: ogni possesso uguale, perlomeno nelle
intenzioni, e di conseguenza uguale in tutti la vilt: / com' alle grigie origini o agli ultimi / grigi giorni di
ogni civilt.... Nessuno pi in grado di sentire la vera passione: ogni sua luce subito s'oscura / come
per rassegnazione o pentimento / in quella antica vilt, in quell'ormone / misterioso che si formato nei
secoli. / Lo riconosco, sempre, in ogni uomo. L'Italia stessa ormai solo empiet, sacrilega irreligiosit,
a governare chi non crede in nulla, e la gerarchia ecclesiastica stessa composta solo da individui che
non credono in nulla, pur professandosi cattolici, incapaci di provare rimorso nell'essere spietatamente in
torto. Non la fede che interessa, ma solo il potere secolare, il controllo e l'uniformit delle anime: per
ottenere questo risultato, la Chiesa, tramite i suoi volgari sicari, vuole uccidere ogni forma di religione. Al
poeta resta solamente l'amore per la natura, in cui del resto effuso / solo il fascino della morte, e il
rifiuto della vita. Tutto da dolore a Pasolini: questa gente / che segue supina ogni richiamo / da cui i suoi
padroni la vogliono chiamata, / adottando, sbadata, le pi infami / abitudini di vittima predestinata. il
trionfo del grigio: grigi sono i vestiti, grigie le strade, grigi i giorni, grigi i gesti del gregge che brulica
attorno ad un benessere illusorio. Investita dall'ondata di feroce volgarit, la citt esplode, si sgretola,
come l'espansione di una lebbra / che si bea ebbra di morte sugli strati / dell'epoche umane: uno
spettacolo terribile, di distruzione totale e agghiacciante, in cui nulla pu salvarsi. Tutto travolge e
polverizza la volgare fiumana / dei pii possessori di lotti: / questi cuori di cani, questi occhi profanatori, /
questi turpi alunni di un Ges corrotto / nei salotti vaticani, negli oratori, / nelle anticamere dei ministri, nei
pulpiti: / forti di un popolo di servitori. Che fine pu aver fatto in mezzo a questo sfacelo l'antico
Usignolo della Chiesa cattolica? molto, troppo lontano, e non pu essere oggi se non un ricordo;
morto d'amore deluso e di rabbia, e, tragicamente, insieme a lui morta un'epoca della nostra esistenza,
/ che in un mondo destinato ad umiliare / fu luce morale e resistenza. Appartiene al passato l'Usignolo,
cos come la luce; al passato appartiene il mondo friulano, le campagne, i piccoli e umili fiori, i braccianti
in lotta, le passioni, gli entusiasmi, i sentimenti. Al presente resta una desolazione sconsolante, ancora pi
in quanto travestita da benessere; e se il passato conosceva i colori, tutti i colori, al presente resta solo il
grigio. Questo grigio per investito da una luce nell'Appendice alla "Religione" , una luce che, sola,
tiene viva la speranza nella disperazione: la madre. Del rapporto di Pasolini con la madre si potrebbe dire
molto; non sar cos in questa sede, dal momento che un'esposizione specifica dell'argomento esula dalle
nostre intenzioni e dai temi qui trattati. Abbiamo gi visto che Pasolini accompagn l'uscita del proprio
filmEdipo Re con l'affermazione Edipo sono io: questo film la mia vita. Il complesso edipico non
superato rifluisce in un amore totale, onnivoro nei confronti della madre: ho un'infinita fame / d'amore,
dell'amore di corpi senza anima. / Perch l'anima in te, sei tu, ma tu sei / mia madre e il tuo amore la
mia schiavit. Da questo troppo grande amore nasce la consapevolezza che solo la madre pu essere
un'ancora di salvezza, ma nasce altres una profonda amarezza, una sorta di atavico senso di colpa e di
inferiorit nei suoi confronti, e un affetto che valica ogni limite. La madre, povera donna, mite, fine, / che
non ha quasi coraggio di essere,/ e se ne sta nell'ombra, come una bambina, una luce: di bene, di
religione, di sacralit. Questa poesia una vera e propria ode d'amore alla madre Susanna, eroica nella
propria capacit d'amare e nell'aver dato tutto per il proprio "essere madre". Pasolini prova una piet
cos grande, sconvolgente, che gli stringe il cuore, e vorrebbe urlare, sfogare in qualche modo questo
immenso amore che sente dentro. Tutto intorno ferocemente muore, / mentre non muore il bene che in
lei; e lei ignora quanto il figlio si senta impuro, vile nei suoi confronti, quanto dolore e quanta vergogna
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possa provare di fronte a quei / suoi gesti angustiati, quei suoi sospiri / nel silenzio della nostra cucina. Il
desiderio di morire, e di essere sepolto accanto alla madre, nel cimitero di Casarsa, dove anche il
corpo del fratello Guido, quasi una speranza di liberazione. Mentre la passione tiene ancora in vita il
fratello, non lasciandolo soccombere al gelo della pace, per Susanna e Pier Paolo ci sar un'altra fine:
non sar una quiete / la nostra, ch si mescola in essa / troppo una vita che non ha avuto meta. /
Avremo un silenzio stento e povero, / un sonno doloroso, che non reca / dolcezza e pace, ma nostalgia e
rimprovero, / la tristezza di chi morto senza vita. Ma non c' mai / disperazione senza un po' di
speranza: la "speranza" il ritorno della madre, in ogni alto o misero / segno di vita, a portare purezza
al mondo.
II Sezione
stato detto che il nucleo della raccoltaLa religione del mio tempo sarebbe da collocare nella prima
sezione, mentre la seconda e la terza sarebbero solo una sorta di corollario alla pregnanza espressiva
dei [...] poemetti iniziali. Solitamente proprio la sezione che ci proponiamo di affrontare ora la pi
ignorata: ingiustamente, a parere di chi scrive. Indubbiamente un paragone quantitativo vedrebbe vincente
la prima sezione, molto pi estesa. Ma per quanto riguarda la qualit, opportuno rendersi conto che si
tratta di due opere completamente diverse, che in quanto tali non consentono un vero e proprio
confronto. Se le tematiche sono le stesse, cio quelle tipiche pasoliniane, evidente come il cambiamento
principale sia nella forma, nelle soluzioni espressive.
L'autore esprime, neiNuovi epigrammi , in quelli antecedenti diUmiliato e offeso , e nel componimento
In morte al realismo , una forza polemica lucida e corrosiva, che non giunge a risvolti drammatici, ma,
oltre ad un'ironia piuttosto amara, paradossalmente sa conservare una speranza che sembrava
abbandonata.
Gli epigrammi diUmiliato e offeso , prima parte della seconda sezione, risalgono al 1958; come
abbiamo gi visto, vennero pubblicati nella prima e ultima nuova edizione di Officina, nel febbraio 1959.
Le critiche pi dure vengono rivolte ai cattolici, ai critici letterari, e, in generale, allo squallore del mondo
moderno.
Una veloce invettiva ai cattolici presente nel settimo epigramma,A un figlio non nato , dove,
nell'incipit, sono accusati di aver portato a termine i lavori di costruzione di un ponte solo per non
smentire i fascisti. Ma la critica pi feroce, e, al tempo stesso, quella che raggiunge maggior intensit
espressiva, nella semplicit non avvilente ma limpida del linguaggio, si trova nel dodicesimo e ultimo
epigramma,A un papa , dedicato a Pio XII. Alui l'autore si rivolge direttamente, raccontando, per prima
cosa, la morte di un uomo travolto dal tram, Zucchetto, deceduto solo qualche giorno prima del
pontefice, nel 1956. Zucchetto era uno / della tua grande gregge romana e umana / un povero
ubriacone, senza famiglia e senza letto, / che girava di notte, vivendo chiss come. / Tu non ne sapevi
niente: come non sapevi niente / di mille e mille cristi come lui. Cos comincia un'accusa durissima, che si
conclude con la sentenza: non c' stato un peccatore pi grande di te, poich peccare significa non
tanto fare il male, quanto non fare il bene. Il pontefice colpevole di non aver mai fatto niente per la
gente che vive in condizioni di miseria estrema, di povert totale, tanto da abitare in baracche molto pi
simili a porcili che non a case: sarebbe bastato un piccolo gesto, che per non stato fatto.
Ai cattolici, anche in veste di critici, rivolta un'ulteriore denuncia:
il primo epigramma, intitolato appuntoAi critici cattolici , un'amara reazione di Pasolini a chi non sa
capire e, senza sforzo, condanna il poeta che sa accusarsi e compiere analisi lucide, che per troppo
amore esagera il proprio odio, la propria ingenuit, il proprio pudore.
Altri critici vengono attaccati: Gerola, fino a ieri [...] uno dei cento poeti incerti, ora presuntuoso
stilistico, e Barberi Squarotti, reo di approfittare della sincerit e della mania d'analisi del poeta per
mettersi in vista e dimostrare il proprio valore.
In contrapposizione a questi critici va letto il propositivo epigramma dedicatoAi redattori di Officina
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(Roman, Roversi, Scalia, Leonetti e Fortini): dall'iniziale ammissione di essere stato poco presente nella
vita della rivista, Pasolini, felicemente alienato, lieto di essere diverso dai rappresentanti della societ
borghese come un morto fra i vivi, o un vivo fra i morti, suggerisce la necessit di un nuovo impegno, a
pensare e cercarsi pi di ogni altra cosa, ad essere donchisciotteschi e duri, nel tentativo di creare una
nuova lingua, ancora ignota. Dopo il pianto, che bagnava le guance del poeta nel finale de La ricchezza e
in alcune pagine deLa religione del mio tempo , arriva una forza, seppur confusa, a dire che inizia un
nuovo tempo, e ci si deve rinnovare.
Opera indubbiamente difficile, donchisciottesca appunto, soprattutto negli scenari della cultura e politica
italiana contemporanea. Una forte critica rivoltaAd alcuni radicali , talmente accecati dalla mondanit,
e soprattutto dalla sostituzione della ragione alla piet, da non saper vedere quanto siano ormai
diventati coscienze serve della norma e del capitale. tutto il mondo ad essere crudele, se ai poveri
toglie il pane, ai poeti la pace, tanto che, rivolgendosi a un figlio non nato, nell'omonimo epigramma,
Pasolini dichiara: non ho dolore / che tu non possa mai esser qui, in questo mondo. Ma se la societ
profondamente colpevole, e solo riesce a disprezzare chi diverso, e a omologare gli altri, il poeta si
rende perfettamente conto che nessuno pu essere considerato assolto: il pi colpevole sono io,
inaridito dall'amarezza.
INuovi epigrammi , composti tra il 1958 e il 1959, pur mantenendo la forma gi collaudata inUmiliato
e offeso , presentano alcune variazioni non indifferenti. Persistono, vero, le accuse ai cattolici: vengono
attaccati i nobili del Circolo della caccia, responsabili di aver ammonito Bompiani dopo l'uscita del primo
numero della nuova edizione diOfficina (parallelamente, ancheA Bompiani viene dedicato un
epigramma, teso a mostrare che i nobili papalini, ciechi e avidi che non sanno speranza, difendono il
male e non la realt), e, infine, Urbano Barberini. Ad entrambi viene rivolto lo stesso epiteto, nella
sostanza: non siete mai esistiti, ai primi; sei cadavere di morto, al secondo. Pasolini, nel gi citato
epigrammaAi redattori di Officina , manifesta la propria diversit, affermando di sentirsi come un
morto tra i vivi, o un vivo tra i morti. Evidentemente, neiNuovi epigrammi , preferisce la seconda
soluzione proposta, visto che tale accusa torna pi volte: inA Costanzo , sei un cadavere; inAlla mia
nazione , non esisti; infine, nell'ultimo epigramma,A uno spirito : solo in questo assurdo stato / [...]
regna la morte. Proprio inAlla mia nazione Pasolini da sfogo a tutta la propria rabbia nei confronti di
uno stato che diventato una caserma, un seminario, una spiaggia libera, un casino!, gremito di milioni
di piccoli borghesi come milioni di porci. L'Italia cattolica ignora la propria incoscienza, non vede come
il proprio male sia la fonte di ogni altro male, e l'augurio finale dell'autore al proprio stato quello di
sprofondare nel mare, liberando cos il mondo dalla propria ormai inutile e nociva presenza.
Rispetto aUmiliato e Offeso , persistono altres le invettive ai critici letterari, Titta Rosa e nuovamente
Gerola prima di tutti; per, inAi letterati contemporanei , i toni si calmano, lasciando spazio al distacco,
ad una presa d'atto della distanza che separa questi da Pasolini: non possiamo pi realmente essere
d'accordo. Ma la principale novit deiNuovi epigrammi che la rabbia e il desiderio non lasciano
spazio a malinconici abbandoni, ma tengono aperta la porta alla speranza, vissuta anche solo come
un'ipotesi, o come il proposito di un impegno individuale; come qualcosa di non conosciuto: qualcosa che
si deve tentare. Gi dai due epigrammi iniziali,A Krusciov eAlla bandiera rossa , trapela qualcosa di
quanto detto, sotto forma di auspicio: al primo, che ormai rappresenta un ideale, una speranza appunto,
chiesto di essere il Bruto, che non uccide un corpo ma uno spirito; la seconda invece invitata a
tornare uno straccio, cos che possa essere sventolata dai pi poveri, e per poter essere di nuovo
conosciuta, almeno coi sensi, perch per chi conosce solo il tuo colore, bandiera rossa, / tu devi
realmente esistere, perch lui esista. Il quarto epigramma dedicato all'amico Attilio Bertolucci: dopo
una dolce quanto felice descrizione della campagna e della sua sacralit, Pasolini afferma tristemente che
tutto ci verr presto eliminato, per non esistere pi. Chi non la conoscer, questa superstite terra, /
come ci potr capire?. Eppure, Pasolini trova una luce nell'impegno, per s e, in senso lato, per tutti
coloro, a partire dall'amico, che sono stati in contatto con questo mondo ormai arcaico: siamo noi che
dobbiamo capire lui, / perch lui nasca.
InAlle campane di Orvieto Pasolini contrappone la miseria della Chiesa al suono delle campane, denso
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di intima e imperitura dolcezza, nuovamente aprendosi ad una speranza: vuol dire che nel fondo dello
spietato potere / c' una paura vitale, in fondo alla rassegnazione / un potere misterioso, e felice, di vita?.
Infine, il sedicesimo e ultimo epigramma, in cui il poeta si rivolge ad uno spirito, ormai morto e gi
abbandonato, presenta una promessa che frantuma ogni desiderio di pace o di resa: non deve regnare la
morte, ci ormai accade solo in Italia, ma io non sono morto, e parler. Frase che degnamente, e a
proposito, conclude iNuovi epigrammi ; un impegno che il poeta vuole assumersi fino in fondo,
conscio delle difficolt ma reso forte dall'impossibilit di rimanere a guardare senza intervenire.
L'opera che chiude la seconda sezione,In morte del realismo , era gi stata letta pubblicamente, in
occasione della presentazione dei finalisti del "Premio Strega" del 1960. Pasolini presentavaIl Cavaliere
inesistente di Calvino e, venuto il momento di prendere la parola, tir fuori un pacchetto di fogli
dattiloscritti, e inizi a recitare il testo davanti ad un pubblico stupito quanto affascinato .In morte del
realismo quindi un componimento nato per essere letto pubblicamente, ed in quest'ottica lo si deve
analizzare, perch mai mancano riferimenti a personaggi conosciuti, e frequenti accenni agli uditori. Si
tratta di un'orazione che ricalca nei moti metrici e metaforici l'orazione funebre di Antonio sul cadavere
di Giulio Cesare, nella tragedia di Shakespeare; nella farsa, Pasolini interpreta Antonio, mentre Bruto
Cassola, finalista al "Premio Strega" col romanzoLa ragazza di Bube . Giulio Cesare il realismo
italiano, stile misto, / difficile, volgare, appena assassinato: l'autore si propone di seppellirlo. Cassola,
sempre apostrofato come un rispettabile scrittore, come del resto tutti i neo-puristi (e con una certa
ironia da parte dell'autore), sosteneva che il realismo fosse uno stile "ambizioso", mentre Pasolini tenta qui
di dimostrare come la verit sia ben diversa: il realismo ha saputo offrire nuove parole, nuovi apporti di
realt; rifiutando ogni onore ufficiale, riusciva ad esprimere il dolore del proletario, / piangendo col suo
pianto. Pasolini, ammettendo di non essere imparziale, tanto affezionato a quello stile da esserne
compromesso, si rivolge alla platea, e chiede perch nessuno rimpianga il realismo: tutti lo hanno amato,
tanto ha saputo dare, ma nessuno ora vuole capirlo. Era la lingua che nasceva dalla Resistenza, dal
sangue dei partigiani e dalla passione dei marxisti, dall'epoca in cui il fascismo era vinto, / pareva vinto il
Capitale: tanto pi brutale il suo omicidio se ad infliggere il colpo mortale Cassola, un socialista. Lui,
e gli altri "rispettabili scrittori" vogliono ridurre anche la lingua al grigiore dello stato: istituzione che,
insieme alla Chiesa, si vorrebbe incendiare, se si sapessero tutti i meriti del realismo. Eppure, questo stile
qualcosa lascia: Moravia, Levi, Bassani, Elsa Morante, qualche giovane / che spera in un futuro non
servile, / e una piccola Officina bolognese. E soprattutto lascia Calvino, al cui elogio dedicata la chiusa
del componimento; Pasolini ne mette in luce l'estro, la creativit, la fantasia, la semplicit, la chiarezza non
presuntuosa n tediosa, e lo splendido amore per il mondo / lievitato e contorto della favola.
Un'eredit, incancellabile, che sopravvive al realismo e che i neo- puristi non possono annientare. Tale
la sua forza....
III Sezione
L'ultima sezione deLa religione del mio tempo presenta le cinquePoesie incivili , tutte composte
nell'aprile del 1960, esemplari per la loro "impoeticit" sempre musicale e contaminata, trionfo della lingua
sullo stile. La rabbia il motivo portante dei componimenti, in un crescendo d'intensit e di fervore
sempre lucido, spesso accompagnato dal desiderio della morte.
La reazione stilistica, che apre la sezione, una sorta di prosieguo del componimento precedente,In
morte del realismo ; eppure una polemica pi limpida, assoluta, slegata da un'occasione particolare
quale la finale del "Premio Strega", e non rivolta direttamente ad un personaggio pubblico come Cassola.
Pur essendo una controversia imperniata su questioni linguistiche, frequentemente il poeta allarga il
campo, toccando tematiche sociali ed ideologiche. I neo-puristi, cattolici servi, sono accusati di essere
puri solo nella lingua, e di nascondere un'anima sporca. Credono che la morte porti all'uguaglianza, ma
non cos: proprio perch attorno ad essa vortica la vita, la morte caos: disgrega, corrode, torce,
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distingue. Questi letterati hanno paura della morte, della confusione che implica, e usano l'unilinguismo
come arma di difesa. Ma, sostiene Pasolini, la lingua deve essere oscura, perch infiniti sono i dialetti, le
varianti, le pronunce; infiniti come le forme della vita, che non vanno taciute ma possedute. La ragione,
inversamente, deve essere limpida: tutto il contrario di ci che vorrebbero i neo-puristi, in servile
ossequio della volont di Stato e Chiesa. Il poeta si rivolge quindi agli amici Gadda e Moravia, e li invita
a non cedere alle lusinghe di questi superbi / monopolisti della morte. La mia penna al servizio della
mia anima, scrive Gadda tre anni prima, nel 1958. La lingua, specchio del totale essere, e del totale
pensiero, viene da una cospirazione di forze, intellettive o spontanee, razionali o istintive, che promanano
da tutta la universa vita della societ, e dai generali e talora urgenti e angosciosi moti e interessi della
societ.
Il plurilinguismo il rispetto della storia, di quella storia che sar e che i neo- puristi non vogliono. Per
questo la lingua sa e deve essere libero mistero, ricchezza / infinita; deve spezzare ogni forma lecita,
essere libera di superare ogni limite istituito, dal momento che non possibile prevedere di quali vere
passioni bruceranno i cuori, n quali suoni nuovi potranno assumere le parole. Vorrebbero ridurre
l'uomo alla purezza, loro / che sono il caos! Ah, si apra / sotto i loro piedi la terra, e parlino / il loro
esperanto all'inferno: Pasolini rifiuta interamente ogni possibilit linguistica costruita a tavolino; ogni
soluzione di uniformit, ogni purezza linguistica che, in quanto tale, si distacca dalla realt. Lo stile che
vorrebbero quello dell'uomo borghese, che si spinge / alle nuove conquiste, vecchio e brutto / nel
cuore e perci in grado solo di esprimere la storica miseria umana. Di nuovo Gadda: la lingua dell'uso
piccolo-borghese, puntuale, miseramente apodittica, stenta, scolorata, tetra, eguale, come piccoletto
grembiule casalingo da rigovernare le stoviglie, va bene, concedo, pure lei una lingua: un "modo"
dell'essere. Ma non pu diventare la legge, l'unica legge. Ripudio un tale obbligo e una siffatta legge,
quando dettata dall'ortodossia degli inesperti o dei malati di pauperismo.
Ritorna in auge la lingua di un tempo che sembrava vinto e lontano, e invece torna ad essere presente e
padrone di versi e cuori: la lingua del capitale, gi padrone / un'altra volta, e disposto al perdono: la
soluzione migliore, afferma il poeta, abbandonarsi alla morte. Ilcupio dissolvi dell'explicit potrebbe
apparire fuorviante, e stonare con la forza della polemica pasoliniana nei confronti del nuovo-vecchio
stile, come una resa dichiarata proprio nel culmine dell'impeto. Ritengo sia pi giusto considerare gli ultimi
versi come una ricaduta del poeta nel mare di amarezza che costantemente accompagna le sue pi lucenti
e corrosive analisi: un paradosso, ma volto a testimoniare la disperazione di chi ha combattuto contro un
mostro senza storia, credendo di poterlo eliminare, ed ora lo vede trionfatore assoluto.
Al Sole un componimento che vede nuovamente protagonista l'autore, secondo la tecnica frequente e
narcisistica dell'osservazione della realt, da cui trarre spunto per i propri pensieri. L'occasione
rappresentata da una giornata di nebbia: Pasolini si rivolge al Sole, assente, per fargli sapere quanto lui
manchi soprattutto ai pi poveri, ai sottoproletari che vivono tra baracche e sterri / prati zeppi di canne e
d'immondezza, trascinandosi come muti, impotenti carcerati. Il poeta con loro; li percepisce,
brulicanti di vita, attorno a s, e pur essendo presente, avverte qualcosa che li separa: io sono qui, nel
loro / mondo (ma sempre al mio impoetico livello d'uomo colto). Eppure, sente nel cuore quanto anche
a lui manchi il sole; proprio in questa buia assenza che individua una ragione di unione con questi
uomini, nell'ingiustizia: per essi, che son senza / vestiti e casa, per me, che soffro mistica / degradazione.
Nella consapevolezza, Pasolini colpito da un dolore senza nome, sconosciuto eppure antico e quindi
mitico. il dolore di chi non sa orientarsi in un mondo che cambia vertiginosamente, di chi non sa pi
cosa fare: se restare nel rudere / del dopoguerra o imparare i modi / della contemplazione, / all'ombra di
una nuova lotta. Il problema che, dopo ogni impegno, dopo ogni conflitto, c' il vuoto; mentre gli
amici, i conoscenti, tutti sono pieni di luce e convinti delle proprie decisioni, il poeta continua a percorrere
la strada incerta / della conoscenza nell'ombra-luce della storia.
Della propria giovinezza Pasolini ricorda solo la luce del Sole, alta e calda sulle campagne del Friuli, sui
partigiani e sui braccianti: eri l'acerba luce della Resistenza. / In un tempo che mai al mondo fu pi scuro/
eri l'acerba luce del futuro. Proprio nella luce del sole era conservato il simbolo della lotta, della
speranza. Negli anni Cinquanta del Novecento per qualcosa cambiato; quella luce, allora cos
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brillante, si spenta, tanto da pensare che fosse solo un lume illusorio. Il sole splende sopra i sogni, in
ambientazioni oniriche ben lontane dalla voglia di conoscenza, dal lucido desiderio di sapere che
contraddistingue l'autore. cambiato il senso dell'esistenza, e Pasolini, conscio del proprio invecchiarsi,
guarda con disprezzo le nuove giovent, non riuscendo pienamente a credere che il proprio momento sia
finito. Non pu sottrarsi al rancore, ad un'indistinta rabbia verso le nuove generazioni, vedendo
contaminata / ognuna d'esse da un'uguale miseria.
Il Frammento alla morte, componimento centrale della sezione, spesso considerato come l'opera
migliore dellePoesie incivili , dedicato dall'autore all'amico Franco Fortini. Indubbiamente, un
componimento che cambia i toni finora utilizzati, accennando per la prima volta al riscontro pubblico delle
opere, ma soprattutto della personalit, di Pasolini: tema che sar poi ampliato neLa rabbia . Si tratta in
sostanza di una presentazione di s davanti alla morte; di un racconto poetico della propria vita, di ci
che ha ottenuto e di ci che ha dovuto dare, e delle cicatrici che ha in s per le molte ferite.
Il sentimento della morte presente nel poeta fin dalla nascita, e lo resta nel corso degli anni. Nella
smaniosa epopea della propria vita Pasolini ha sempre fatto i conti con la certezza della propria fine, e
soprattutto intorno a questa consapevolezza si svolta la sua esistenza: ho camminato alla luce della
storia, / ma, sempre, il mio essere fu eroico, / sotto il tuo dominio, intimo pensiero. Pasolini conscio di
aver sempre, troppo temuto la morte, e per questo ora, estinta la paura (sostituita dall'amara delusione
delle proprie passioni), la morte stessa l'unica a dargli la certezza della vita. E adesso, / accusino pure
ogni mia passione, / m'infanghino, mi dicano informe, impuro / ossesso, dilettante, spergiuro: tutto ci
non pu pi essere fonte di preoccupazioni, perch ben altra sicurezza ha in s il poeta! Con questa
nuova consapevolezza, si propone di tornare alla morte, proprio come un emigrante torna al paese
d'origine e tiene un bilancio di ci che ha vissuto nel periodo d'assenza. Il poeta cita i propri successi in
ambito intellettuale; il raggiungimento di un'antica felicit; la propria buona salute, nonostante la nevrosi; e
una sorta di profonda e amara soddisfazione: ho avuto tutto ci che volevo, ormai / sono anzi andato
anche pi in l/ di certe speranze del mondo. E la rabbia, questo resta, pi di ogni altra cosa: una nera
rabbia di poesia nel petto. Una pazza vecchiaia di giovinetto. Ed una rabbia immensa, oscura, che fa
paura: perch in essa racchiusa la morte, cos vicina da poterla quasi toccare. Ma non tutto finito. La
pseudo- rassegnazione che sembra trapelare dalla certezza di avere gi avuto quanto si potesse
desiderare spazzata via dagli ultimi, famosissimi, versi: e ora... ah, il deserto assordato / dal vento, lo
stupendo e immondo / sole dell'Africa che illumina il mondo. / Africa! Mia unica alternativa.... Il sole
dunque non spento; c' ancora la possibilit di trovare le luci e le tenebre che si diversifichino dal
grigiore delle societ borghesi occidentali. Dal primo viaggio, nel gennaio del 1960, Pasolini non
mancher, ogni anno, di recarsi in Africa, e in altri paesi del terzo mondo, nel sud dell'Asia. L'Africa
una grande madre, che sa tenere aperto il contrasto fino all'estremo, rendendolo irriducibile, assoluto e
incolmabile. Che non sia stata l'unica alternativa nell'opera pasoliniana ormai un dato di fatto;
probabilmente l'odore dell'Africa stato invece sempre uno stimolo, stata una certezza da cui partire,
nel tentativo donchisciottesco di riuscire a salvare qualcosa anche in Occidente.
La rabbia, oltre ad essere, come abbiamo gi visto, il leit-motiv dellePoesie incivili , anche il titolo,
estremamente indicativo, del quarto componimento. Pasolini nel proprio giardino, un paradiso di
paesana / tranquillit dietro cui svettano le gialle facciate degli imponenti edifici costruiti in epoca
fascista. Il giardino, luogo chiuso, raccolto in s stesso, sembra un'oasi di sentimento, dove prevalgono i
colori chiari, sfumati: la stagione cos acerba: ori / leggeri di luce, e verdi, tutti i verdi. Ma tra queste
tinte, cos lievi e delicate, spicca un po' di rosso, torvo e splendido: una piccola rosa, dimessa, umile,
tanto da sembrare nuda e indifesa. Il poeta ne annusa il profumo, e a questo semplice atto segue una
stretta al cuore, ancora pi angosciante poich inesprimibile a parole: il profumo della rosa racchiude in
s tutta l'esistenza di Pasolini: l'odore della mia vita: l'odore di mia madre.... Eppure a questa
rivelazione non sa reagire; non riesce neanche a tremare, di fronte ad un sentimento troppo grande, e
questo perch in me ormai chiuso il demone / della rabbia. Un piccolo, sordo, fosco / sentimento che
m'intossica. Niente pi come prima: la rabbia un filtro che muta i sentimenti e le impressioni
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dell'autore, rendendolo diverso e quasi alienato da se stesso, e nei momenti di abbandono prende forma
propria, diventa un essere autonomo: si stacca da me, vortica per conto suo. Una volta non era cos:
Pasolini si sentiva invincibile, tutto racchiuso fra i petali dell'umile rosa, come fossero il ventre materno,
una casa, una rosa, una passione affannosa. Da questo involucro protettivo ha lottato per uscire, e
infine ha trionfato. Ma a che prezzo? La mia esistenza privata / non pi racchiusa tra i petali d'una rosa
[...] pubblica. Come il poeta si dato al mondo, il mondo gli si imposto, brutalmente, e ora non pu
fingere di non conoscerlo; non pu fingere di sapere come il mondo lo vuole, e quanto il mondo riesca a
condizionarlo. La rabbia, il senso di frustrazione e la delusione di tutte le passioni lo rendono pieno di un
arido furore / che impedisce al mio cuore / di reagire a un profumo. Posseduto da questo "demone",
Pasolini si sente improvvisamente nuovo, come un giovane che si accanisce col vecchio mondo; senza
alcun pudore o timore, rivela il proprio stato nel verso conclusivo dell'opera: non avr pace, mai.
Achiudere lePoesie incivili c' lo splendido componimento intitolatoIl glicine , qui gi citato pi volte
per la lucidit e la forza espressiva. forse l'opera pi polemica e carica d'odio della raccolta, e forse per
questo da considerare lo scritto che maggiormente esprime la delusione delle passioni del poeta, la
disillusione dell'immenso amore che Pasolini ha per la realt e la gente. L'odio, qui, non parte mai
dall'indifferenza; non sterile polemica, ma piena coscienza di una svolta irrimediabile avvenuta
all'interno del mondo occidentale, e un senso di profonda crisi, che coinvolge Pasolini come individuo, ma
soprattutto come poeta; la scoperta del nesso esistente tra la distruzione di un mondo popolare e di
un'intera civilt, in seguito al boomeconomico, e il logoramento di un modo d'essere intellettuale e di una
funzione poetica.
La poesia si apre con una domanda, ero morto?, questione ripresa poco dopo senza interrogativi: il
poeta ha la certezza di non esistere pi. Si trova in un quartiere romano agiato e borghese, tomba d'ogni
passione, quando colpito dai glicini, che, spiccando viola nel viola delle nuvole e dei viali, ricoprono
ogni muro, ogni superficie. Ma neppure i glicini sono veri e vivi: non sono vergini / alla vita, sono dei
calchi funerei, un'imitazione di qualcosa che un tempo stato, di qualcosa che in futuro sar. Il poeta
maledice i propri sensi, abili ma non troppo, se restano cos colpiti dai bui / festoni dei glicini; maledice
i sensi altrui, dei vivi, per cui un giorno torner aprile, e torneranno i glicini, sempre uguali anno dopo
anno; maledice i loro cuori, che pure tanto ama, perch ancora sono ignari della vita. La vita vera quella
che verr: solo per i nascituri il glicine conserva vergine il proprio fascino. C' la percezione di qualcosa
che crolla, che va in rovina: i glicini, nelle profondit dell'animo del poeta, sono simbolo di caducit, e gli
recano una gioia mista a dolore, che lo porta al pianto. Pasolini torna in s e si accorge che qualcosa
cambiato; si vede triste, straziato di fronte al pallido viola dei fiori, e se la prende con se stesso, perch la
sua reazione contraria a quanto ha finora predicato. Il fantasma del glicine lo avvolge in un pesante
senso di sconfitta, lo fa sentire vittima d'una storia apocalittica, / non di questa storia. Mi contraddico. /
Rendo ridicola ogni mia passione / di verit e ragione. E la passione non se non lo spazio tra il corpo e
la storia, dove si trova una musicalit che stona, / stupenda; l'abissale e tortuoso confine da cui nasce
ogni sensualit. Pasolini sente quasi invidia del glicine, suo gemello vegetale, che solo amore e non
altro, che prepotente, feroce, impone la propria presenza, e riesce a far crollare le difese del poeta. E
basti tu, col tuo profumo, oscuro, / caduco rampicante, a farmi puro / di storia come un verme, come un
monaco: / e non lo voglio, mi rivolto arido / nella mia nuova rabbia: il glicine riporta il poeta in un mondo
barbarico, prenatale, un mondo di solo amore, senza storia, senza ragione (ma possibile amare / senza
sapere cosa questo vuol dire?), in cui si sente completamente perso. E vorrebbe morire, non avendo pi
gioie, compensi, vitalit; considerando vana ogni volont di capire, e sentendosi infine stanco, e incapace
di sopportare ancora. Qualcosa ha fatto allargare / l'abisso tra corpo e storia, m'ha indebolito, /
inaridito, riaperto le ferite; un abisso che non pu pi essere colmato dalla parola di Marx, perch solo
non-ragione. Nella chiusa, una vera e propria apoteosi, magnifica, il poeta spiega chi sia responsabile di
questo violento distacco: un mostro senza storia / feroce della ferocia barbarica / che compie le sue
persecuzioni / nella stampa libera, nei miti confessionali, / che brucia passioni, purezza, dolori [...] che non
ha religione / se non quella d'imporne una legale / con le sue regole, che non ha amore / se non quello che
vuole / tutti uguali, nel bene e nel male, / che non conosce piet. Il mostro del Capitale, supremo
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pontefice deLa religione del mio tempo , ci che Pasolini ha trovato nascendo, e se tutto ci era
all'inizio fonte di un dolore glorioso, dell'eroica speranza della rivoluzione, della certezza che l'amore
avrebbe potuto cambiare le cose, ora restano solo amarezza, delusione e rabbia. Il mondo cambia
vorticosamente, sfugge ad ogni tentativo di comprensione, e contamina ogni cosa, ogni persona. Non
esistono pi gli allegri ragazzi delle borgate romane, pieni di vita; le splendenti miserie dei sottoproletari
sono ormai ricordi del passato; non esiste pi la diversit: gli uomini sono tutti uguali, o, per quieto vivere,
aspirano ad esserlo. Altre mode, altri idoli, / la massa, non il popolo, la massa / decisa a farsi
corrompere / al mondo ora si affaccia, / e lo trasforma, a ogni schermo, a ogni video / si abbevera, ora
pura che irrompe / con pura avidit, informe / desiderio di partecipare alla festa. / E s'assesta l dove il
Nuovo Capitale vuole.. Cambia il senso delle parole, ne cambia il valore, e chi non parla viene
dimenticato, abbandonato; mentre chi ha parlato finora, con speranza e passione, resta indietro,
tremendamente invecchiato, e non serve, per ringiovanire, questo / offeso angosciarsi, questo disperato /
arrendersi. Pasolini si rivolge ora al desiderio di morte, portatore di un'antica e mitica sensualit, rinato
dalla dolcissima furia della natura, capace di sconvolgere il poeta perch gi stroncato da un'esistenza di
lotta ora rivelatasi inutile, mentre ilcupio dissolvi sembra sporgersi su di lui, profumarne le ferite e gli
abissi. Senza pi forze, senza pi razionalit, l'esistenza del poeta scompare nella religiosa caducit del
glicine, disperata tanto per la ferocia del mondo, quanto per la propria rabbia.
CONCLUSIONE
Tutto finito?
Tutto finito, sissignore. Oforse no..
Nel 1970 Pasolini cura personalmente una raccolta di poesie, tratte daLe ceneri di Gramsci (1957),La
religione del mio tempo (1961) ePoesie in forma di rosa (1964) . Su richiesta dell'editore, Livio
Garzanti, l'autore scrive anche una breve introduzione, molto significativa, intitolataAl lettore nuovo . Da
La religione del mio tempo include i capitoli IV, Ve VI deLa ricchezza , brani deLa religione del mio
tempo , l'epigrammaA un papa , daUmiliato e offeso , eIl glicine . Costruisce insomma un iter che
tocca tutta la raccolta, sezione dopo sezione, stupendosi egli stesso della compattezza e dalla coerenza
che tale percorso dimostra, e trovando presto l'elemento di coesione: un diffuso senso di scoraggiante
infelicit: un'infelicit facente parte della lingua stessa, come un suo dato riducibile in quantit e quasi in
fisicit. Questo senso (quasi un diritto) di essere infelice, talmente predominante, che la stessa felicit
sensuale (di cui del resto il libro pieno ma come con colpa) ne offuscata; e cos l'idealismo civile. Ci
che colpisce ancora, rileggendo questi versi, rendermi conto di quanto fosse ingenua l'espansivit con
cui li scrivevo.
La religione del mio tempo non solo una raccolta di poesie composta in sei anni; e non neanche un
insieme di diversi componimenti uniti da esigenze editoriali. un viaggio, che sfiora non solo diversi luoghi
reali (Roma innanzitutto, ma anche il Friuli, la Toscana, l'Umbria, Mosca), ma soprattutto diversi luoghi
dell'anima, fra memoria e utopia, fra razionalit e viscerale passione, fra puro amore per soggetti impuri e
amorevole odio per i troppo puri. La distanza che separa alcuni brani deLa ricchezza daIl glicine non
poi cos grande come a prima vista possa sembrare. Ci sono effettivamente pi leit-motiv che
attraversano il testo: la gi citata infelicit; ma anche un amore eccessivo, che ha risvolti, questi s,
differenti (dolcezza e lirismo nei primi versi, disperazione e feroce amarezza negli ultimi); la volont di
essere e testimoniarsi altro; l'amore per la natura, ultima testimone del sacro e del fascino della morte.
Pasolini convive in ogni istante con l'alto sentire dei sensi, fonte di gioia, e con le lucide analisi del
raziocinio; con il corpo e con la storia: una condizione esistenziale, una condanna (o autocondanna)
irrinunciabile per scelta.
Simili amyricae i primi versi, pi tendenti asatura gli ultimi e nonostante ci le tematiche pasoliniane sono
coerentemente immutate, pur giungendo ad esiti anche molto differenti, grazie a geniali varianti nel
linguaggio e nei toni.
Le prime pagine sono s caratterizzate da poesia e bellezza, dal fertile schiumeggiare della vita, ma gi
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presente il rimpianto, una tacita amarezza, la sensazione che qualcosa sia andato perso per sempre.
proprio neLa ricchezza che appare una tremenda e brutale consapevolezza: tutta quella luce, / per cui
vivemmo, fu soltanto un sogno / ingiustificato, inoggettivo, fonte / ora di solitarie, vergognose lacrime,
destinata a produrre effetti ben evidenti nelle pagine successive: innanzitutto un pianto profondo,
sconcertante ma "vergognoso", piccolo eppure custode di un'epoca di luce e promesse disattese, di
illusioni e disillusioni. Sottilmente il germe cresce in alcune parti diA un ragazzo , col distacco che il
poeta, appena trentacinquenne, sente dalla giovinezza, impersonificata in Bernardo Bertolucci. Pasolini
percepisce la morte dentro di s, si sente avvolto da un'ombra sempre pi grande, eppure ancora
un'amara forza/ a vivere e capire invano ci conforta.... NeLa religione del mio tempo visibile quanto
dolcezza e passione siano valori attribuibili solo ad un passato s lontano, ma non abbastanza da impedire
la nascita di un dolore atroce: il passato, nella memoria, come se fosse presente, ma non lo , e qui
nasce la disperazione.
INuovi epigrammi , nonch quelli diUmiliato e offeso , sono piccole perle lucide, caustiche nell'ironia e
dirette nel riferirsi ai chiamati in causa; lo stesso pu dirsi perIn morte del realismo . passato il
momento delle lacrime e del sentimentalismo, arrivato il momento di attaccare e difendersi: da chi non
vuol capire, da chi parla senza sapere il peso delle proprie parole, da chi rinnega le proprie origini, da chi
vuole ignorare l'esistenza di un mondo che altro rispetto al proprio. E negli epigrammi, in particolare, si
percepisce una presa di posizione molto forte, un distacco fra s e una realt che sfugge, ottenuta tramite
la consapevolezza e l'amore della propria diversit. Sebbene ancora fermo nei suoi propositi, e conscio
di aver ancora molto da fare (io non sono morto, e parler), un'accusa Pasolini vuole rivolgerla anche a
se stesso: il pi colpevole sono io, inaridito dall'amarezza. L'amarezza non tarder a sfociare in
qualcosa di ben pi forte, e terribile: la rabbia. "Rabbia" proprio la parola che torna pi frequentemente
nella terza sezione, e, oltre ad essere esplicita, la si sente scorrere sotto le pagine, incandescente come un
fiume di lava. Rabbia e desiderio di morte camminano insieme, guadagnando sempre pi spazio
nell'animo del poeta: ed meglio morire inLa reazione stilistica ; ogni strada finita, anche la mia,
inAl sole ; mi fai ora davvero paura, / perch mi sei davvero vicina, inclusa / nel mio stato di rabbia in
Frammento alla morte ; in me ormai chiuso il demone / della rabbia. Un piccolo, sordo, fosco /
sentimento che m'intossica inLa rabbia ; e, infine, inIl glicine , decaduta si insabbia [...] la mia vita,
disperata che abbia / solo ferocia il mondo/ la mia anima rabbia.
SECONDA PARTE
DALL'INFORMATICA UMANISTICA
ALL'OEB.
Il binomio letteratura-informatica desta spesso qualche perplessit, come se si trattasse di due campi del
sapere completamente distinti, e, insomma, inconciliabili. Eppure l'informatica, scienza giovane che gi si
imposta all'attenzione generale, uno strumento valido in molte occasioni, anche per gli umanisti. Il
termine stesso, a prescindere dalle molteplici definizioni a cui stato sottoposto, richiama due diversi
ambiti: ricalca infatti un'analoga parola francese,informatique , coniata come composto diinformation e
automatique . Secondo l'Organizzazione Internazionale per la Standardizzazione (ISO), l'informatica
l'insieme delle discipline scientifiche e delle tecniche, specificamente applicabili al trattamento dei dati,
effettuato con mezzi automatici. Attualmente, scontato sottolinearlo, il mezzo automatico
principalmente usato e abusato il computer, intendendo con ci, in senso fin troppo lato, l'insieme dei
dispositivi che lo compongono: non solo l'hardware, ma anche le varie periferiche di input e output
(tastiera e schermo, per fare un esempio molto banale e, ormai, anche molto restrittivo); ancora, il
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sistema operativo che ci consente di interagire con l'elaboratore elettronico, e infine i vari software. Il
computer una macchina programmabile, in grado quindi di svolgere varie funzioni a seconda delle
istruzioni fornite dall'utente in un linguaggio specifico. Il tema del linguaggio ci riporta a discipline
umanistiche, ad esse correlate, come la semiotica, la scienza dell'informazione e quella della
comunicazione. L'informazione, ad ogni livello, non consiste solo nel contenuto, ma anche, e talvolta
soprattutto, nella codifica dei dati, che cos diventano messaggio e possono essere comunicati. Di
conseguenza, la rappresentazione dell'informazione dipende anche dalla possibilit del codice, che va
quindi scelto accuratamente, in modo da influenzare positivamente la comunicazione. Il computer pu
essere, anche per gli umanisti, fonte d'informazione e strumento di analisi e comunicazione. Aproposito di
analisi, esistono programmi appositi che consentono di eseguire accurate indagini su un dato testo: per
esempio, i programmi di concordanze permettono la creazione di elenchi, secondo vari ordini, delle
parole contenute in un testo, eventualmente accompagnate dal loro contesto, o da annotazioni che ne
facilitino la localizzazione. Oppure, i programmi di lemmatizzazione, in grado di riconoscere, a partire da
una forma basilare, le diverse forme grammaticali di una parola (strumento che pu diventare molto utile
in varie circostanze: per esempio, nel caso in cui si sia interessati a sapere quante volte la parola amore
sia citata da Dante nellaDivina Commedia : sicuramente, la prospettiva di effettuare il conteggio a mano
non delle pi entusiasmanti!). Naturalmente occorre qui ricordare che prima di effettuare qualsiasi
operazione su un testo digitale, occorre averlo memorizzato sul computer. Escludendo la possibilit di
trascrivere manualmente il testo, l'operazione pu essere affidata ad uno scanner tramite opportuni
software, denominati OCR (Optical Character Recognition), in grado di interpretare il testo di
riferimento come tale, e non, invece, come un'immagine. Dopo aver scelto il formato in cui si vuole
salvare il testo, sar necessario controllare il documento, e correggere gli eventuali errori d'interpretazione
del software OCR.
Aprescindere da indici, concordanze e lemmatizzazioni, strumenti molto utili, ma, com' facile
comprendere, piuttosto di nicchia, esistono molti programmi a noi familiari, in origine utilizzati per ragioni
di comodit e velocit, eppure fautori di un evidente cambiamento nelle nostre abitudini: per esempio,
nella scrittura.
Iword processor , programmi di video-scrittura (Microsoft Word l'esempio pi diffuso), consentono di
scrivere e correggere file di testo, di prepararne il formato per la stampa (quindi dimensioni, tipologia, e
colore dei caratteri, nonch le possibilit di adattamento della pagina alle esigenze dell'utente), e molto,
molto altro: correzioni automatiche, dizionari e thesauri, traduzioni simultanee, inserimento di immagini e
link a pagine web sono solo alcune delle potenzialit offerte. La stesura di un testo, anche molto
complesso, pu diventare incredibilmente semplice e rapida, avendo familiarizzato col programma, ma il
risparmio di tempo e il miglioramento del risultato nascondono ovviamente qualche limite. Un dato
programma potr offrire una serie anche vasta di potenziali operazioni da compiere sul nostro testo, ma
non certo illimitate, per cui c' il rischio di accontentarsi di ci che viene offerto, senza pensare che altre
soluzioni potrebbero essere possibili, o magari auspicabili. Inoltre, un documento prodotto da un
determinatoword processor sar leggibile solo con quel programma, e di conseguenza avr una
portabilit notevolmente limitata. Questo perch le modifiche che apportiamo sono visibili ai nostri occhi
solo come risultato finale; mentre il programma, per poterle eseguire, applica delle codifiche alle parti di
testo interessate; codifiche in un certo senso private, cio interpretabili solo da quel particolareword
processor . Concretamente, se creo un documento con MS Word e lo salvo, otterr un'icona col
simbolo del programma e la dicitura "nome.doc". Rinominando il file in "nome.txt" otterr un documento,
leggibile dal Blocco Note di Windows, completamente diverso da quello da me creato, con l'aggiunta di
caratteri apparentemente strani e incomprensibili. Questo perch il Blocco Note appartiene alla famiglia
deglieditor , cio quei programmi che rendono esplicita ogni marcatura, ogni codifica, e di conseguenza
visualizzano solo elementi visibili, e che siano specificamente inseriti. Infatti, gli editor non aggiungono
nulla che non appartenga ai caratteri, visibili sullo schermo, del codice ASCII . Se con MS Word mi
basta spingere un pulsante per ottenere la parolamela scritta in corsivo, col Blocco Note dovr
contrassegnare manualmente la porzione di testo che m'interessa: ipoteticamente, "<corsivo> mela
</corsivo>", dove "<corsivo>" iltag (ovvero il segnale) di apertura, "mela" la parola da marcare, e
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"</corsivo>" iltag di chiusura. Alla parola racchiusa tra itag sar attribuito quanto indicato daitag
stessi. Perch questa complicazione? Perch MS Word, e iword processor in genere, appartengono alla
categoria dei linguaggi cos detti WYSIWYG, abbreviazione diWhat You See Is What You Get : ci che
vedo sullo schermo, ci che otterrei stampando il documento. Se la principale virt di questi linguaggi
la semplicit, come abbiamo visto ne risente la portabilit, e anche l'accuratezza. Ma esiste un'altra
categoria di linguaggi: imark-up language , che consentono la creazione di documenti a partire da un
qualsiasieditor , e quindi, in formato nativo, possono essere letti da qualsiasi computer,
indipendentemente dal sistema operativo. Il capofamiglia di questa categoria SGML, sigla perStandard
Generalized Mark-up Language , linguaggio solitamente poco conosciuto, per via dell'eccessiva
complessit che implica, eppure molto efficace. Da SGML nascono per, per semplificazioni opportune,
due linguaggi molto noti e diffusi: XML(eXstensible Mark-up Language) e HTML (Hyper-Text
Mark-up Language).
HTML
L'HTML nasce al Cern di Ginevra come linguaggio col quale creare documenti in grado di accedere ad
altri documenti, presenti nel proprio computer, ma anche nell'ambito della rete locale o in Internet. Si
tratta quindi, come la definizione stessa suggerisce, di ipertesti, ovvero di documenti che permettono la
consultazione rapida di altri file, o di altre parti dello stesso documento. Il fatto che HTML abbia
un'enorme diffusione sul Web (tramite l'ormai noto http, acronimo perHyper-Text Transfer Protocol ),
implica che i collegamenti non siano fatti solo verso altre porzioni di testo, ma anche, e soprattutto, verso
contenuti multimediali: immagini, suoni e animazioni, per citarne alcuni. Esiste una categoria specifica di
programmi in grado di visualizzare documenti HTML, ovvero quella dei browser, strumenti comunemente
usati appunto per la navigazione in Internet. Un documento HTML un testo ASCII caratterizzato dalla
presenza di diversi comandi, rappresentati da tag specifici, che il browser riconosce ed esegue:
l'inserzione di immagini, per esempio, o comandi di rappresentazione dei dati in modi particolari (tabelle
ed elenchi puntati o numerati), oppure ancora specifiche degli attributi del testo in questione. I
collegamenti del documento ad altri avvengono tramite tag particolari, detti link, che permettono al lettore
di saltare agevolmente ai luoghi di maggior interesse, preventivamente definiti: tramite la sintassi URL(
Universal Resource Locator), possibile localizzare il documento che si vuole visualizzare, ed
accedervi. In pratica, se scrivo, all'interno del documento,
<a href="www.alice.it"> Alice </a>
"Alice" diventer unahot-word , su cui possibile cliccare per accedere alla pagina da me indicata.
facile a questo punto intuire le cause di una cos grande diffusione dell'HTML; si aggiunga a ci che
un'altra virt di questo linguaggio l'estrema semplicit di creazione dei documenti. possibile creare
documenti in formato HTML partendo da un qualsiasieditor di testo ; possibile, ma non sempre
semplice, soprattutto se ci si trova di fronte a testi estremamente complessi, dal momento che
l'inserimento manuale dei tag richiederebbe un tempo eccessivo. Esistono quindi programmi specifici,
detti editor HTML (Microsoft FrontPage e Netscape Composer, per citare i pi noti), che consentono di
produrre rapidamente pagine di buona qualit, anche a chi non abbia eccessiva familiarit con le
specifiche HTML. Resta un dato di fatto che sarebbe buona norma conoscere dettagliatamente il
linguaggio, per poter intervenire manualmente sul documento sorgente ogni qualvolta sia necessario.
Se semplicit, chiarezza e buona resa esteriore sono innegabili virt dell'HTML, altrettanto innegabile la
totale mancanza di una strutturazione interna, che non risponda a logiche di visualizzazione
dell'informazione; XML, al contrario, si occupa principalmente della descrizione della struttura dei dati.
XML
Si tratta di un metalinguaggio realizzato a partire da SGML, con alcune modifiche che lo rendono molto
pi semplice e snello, ma anche pi rigoroso, ottimizzato per l'utilizzo sul Web. Un documento XML
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valido anche un documento SGML valido. XML include XLL (eXstensible Linking Language), per
lo schema dei collegamenti ipertestuali, e XSL (eXstensible Stylesheet Language), una specifica per i
fogli di stile, molto utile per ottenere una gradevole visualizzazione del documento.
Contrariamente a HTML, XML un linguaggio di mark-up generico, ovvero consente agli autori di
definire, di volta in volta, i propri set di tag. I documenti cos prodotti possono definirsi autodescrittivi: la
struttura logica dei documenti in formato XML indica quali elementi includere, e in che ordine, mostrando
quindi le relazioni gerarchiche tra i vari elementi; di conseguenza, ogni documento considerato valido
contiene un set di regole a cui conformarsi.
Il primo elemento di un documento XML ilprologo , che a sua volta include unadichiarazione xml ,
per esempio
<? xml version= "1.0" ?>
e ladichiarazione del tipo di documento , per esempio
<! DOCTYPE Collezione SYSTEM"Libri.dtd">
che indica le regole grammaticali o la definizione del tipo di DTDutilizzato per una particolare classe di
documenti. La DTD(Document Type Definition, ovvero definizione del tipo di documento) funge da
regolamento, e consente agli autori di creare documenti dello stesso tipo e con le stesse caratteristiche di
base; pu essere esterna al documento XML (come "Libri.dtd" nell'esempio precedente), oppure interna,
ma pu anche essere costituita da due parti: una interna ed una esterna. La DTDelenca una serie di
definizioni di tipi di elemento, attributi e notazioni, e dichiara quali di queste sono lecite all'interno del
documento, e in che punto.
Ammettiamo di voler creare un piccolo data-base per una collezione interna: quale potrebbe essere il
modello di DTDinterna per questa occasione?
<!DOCTYPE COLLEZIONE [
<!ELEMENT COLLEZIONE (LIBRO*)>
<!ELEMENT LIBRO (AUTORE*, TITOLO, ANNO_DI_EDIZIONE,
CASA_EDITRICE, PAGINE, COMMENTO_PERSONALE?,
COMMENTO_CRITICO?, CITAZIONE?, ACQUIRENTE*, COSTO?>
<!ELEMENT AUTORE (#PCDATA)>
<!ELEMENT TITOLO (#PCDATA)>
<!ELEMENT ANNO_DI_EDIZIONE (#PCDATA)>
<!ELEMENT CASA_EDITRICE (#PCDATA)>
<!ELEMENT PAGINE (#PCDATA)>
<!ELEMENT COMMENTO_PERSONALE (#PCDATA)>
<!ELEMENT COMMENTO_CRITICO (#PCDATA)>
<!ELEMENT CITAZIONE (PROSA? | POESIA?)>
<!ELEMENT PROSA (#PCDATA)>
<!ELEMENT POESIA (TITOLO_POESIA, STROFA*)>
<!ELEMENT TITOLO_POESIA (#PCDATA)>
<!ELEMENT STROFA (VERSO+)>
<!ELEMENT VERSO (#PCDATA)>
Generatedby ABCAmber LITConverter, http://www.processtext.com/abclit.html
<!ELEMENT ACQUIRENTE (#PCDATA)>
<!ELEMENT COSTO (#PCDATA)>
]>
Vediamo ora qualche piccolo accenno alla sintassi XML. L'elemento DOCUMENT (in questo caso
"COLLEZIONE") contiene tutti i dati di un documento XML, inclusi quindi tutti i sottoelementi nidificati e
le entit esterne; seguito dalroot element , in questo caso "LIBRO", a cui sono riferiti tutti i successivi
elementi.
Nella DTDsono presenti alcuni simboli, relativi alla struttura, di importanza fondamentale:
-le parentesi ( ) racchiudono un gruppo di elementi;
-la virgola , identifica l'ordine in cui gli elementi vengono visualizzati (nel nostro esempio, "AUTORE,
TITOLO" significa che il titolo va sempre posto dopo il nome dell'autore);
-la barretta | separa gli elementi in un gruppo di alternative: quindi, "PROSA| POESIA" nell'elemento
"CITAZIONE" significa che il brano potenzialmente citato sar in prosa o in poesia, ma non entrambi;
-il punto interrogativo ? segnala che l'elemento pu apparire una volta sola o non apparire affatto;
-l'asterisco * indica che l'elemento a cui riferito pu essere visualizzato una volta, molte volte o nessuna.
Per esempio, nel caso di "AUTORE*", potrei indicare un solo nome, pi nomi, o addirittura ometterlo;
-il segno di addizione + significa che l'elemento deve essere visualizzato uno o pi volte (nel caso io voglia
inserire nel documento la citazione di una poesia, devo sempre scrivere almeno un verso);
-il solo testo , come nel caso di "TITOLO", implica solo che l'elemento deve venire visualizzato.
Esistono alcune parole chiave, non presenti nel nostro documento ma ugualmente interessanti: "EMPTY"
dichiara che un elemento non pu avere contenuto, mentre "ANY" dichiara che l'elemento a cui riferito
pu avere un qualsiasi contenuto, nel rispetto della DTD. La stringa "#PCDATA", pi volte utilizzata qui,
dichiara che il contenuto dell'elemento sar una successione di caratteri alfanumerici. Vediamo ora
concretamente come prosegue il documento XML, ammettendo, per ragioni di semplicit, che la nostra
collezione consista in un solo testo.
<COLLEZIONE>
<LIBRO>
<AUTORE> Pier Paolo Pasolini </AUTORE>
<TITOLO> La religione del mio tempo </TITOLO>
<ANNO_DI_EDIZIONE> 1995 </ANNO_DI_EDIZIONE>
<CASA_EDITRICE> Garzanti </CASA_EDITRICE>
<PAGINE> 165 </PAGINE>
<COMMENTO_PERSONALE> Bellissimo!!
</COMMENTO_PERSONALE>
<COMMENTO_CRITICO/>
<CITAZIONE>
<POESIA>
<TITOLO_POESIA> Il glicine </TITOLO_POESIA>
<STROFA>
<VERSO> Il mondo mi sfugge, ancora, non so dominarlo </VERSO>
<VERSO> pi, mi sfugge, ah, un'altra volta un altro... </VERSO>
</STROFA>
</POESIA>
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</CITAZIONE>
<ACQUIRENTE> Io </ACQUIRENTE>
<COSTO> 12.000 </COSTO>
</LIBRO>
</COLLEZIONE>
XML, come possibile vedere, richiede sempre il tag di apertura e di chiusura, per esigenze di chiarezza
e maggiore strutturazione dei dati. Nel caso in cui un elemento non abbia contenuto, si inserisce il tag di
elemento vuoto, per esempio, come sopra, "<COMMENTO_CRITICO/>".
intuitivo notare come la semplicit non sia l'arma vincente di XML, soprattutto se si considera la
prospettiva di creare un documento XML piuttosto complesso a partire da un sempliceeditor . Esistono
quindieditor XML speciali che contengono tutte le funzioni, in grado di facilitare notevolmente il mark-up,
ma piuttosto complessi per i principianti, sempre considerando che sarebbe opportuno ritoccare
manualmente il risultato, rendendolo pi consono alle proprie esigenze. Una valida soluzione potrebbe
consistere nell'utilizzo diword processor con estensioni XML, semplici da usare ma parecchio costosi.
Dopo la stesura, sarebbe buona norma validare i documenti tramite unXML parser , programma che
verifica se il prodotto strutturato conformemente alle regole definite nella DTD.
Si scelto di introdurre il discorso dei linguaggi di mark-up, e di XML in particolare, prima dell'elaborato
sugli e-book, perch da esso deriva il linguaggio standard per la creazione di libri elettronici, detto OEB.
La sintassi la stessa, di conseguenza un documento OEBvalido anche un documento XML valido,
mentre non sempre vero il contrario. La differenza principale che OEBsostituisce, per la resa grafica,
i fogli di stile CSS (Cascading Style Sheet) al gi citato XSL. Si parler diffusamente dell'OEBdopo
una necessaria introduzione al vasto, per quanto giovane, universo degli e-book.
INTRODUZIONE AGLI E-BOOK.
La prima ovvia domanda a cui tentare di rispondere : "che cos' un e-book?". La definizione pi estesa
comprende in questa categoria tutti i testi scritti (purch sufficientemente lunghi) leggibili in formato
digitale. E-book, da questo punto di vista, potrebbe quindi essere un documento word, un file txt
ottenuto da un blocco note, un testo in formato web, e molti altri. Ma occorre restringere il campo
notevolmente. L'e-book s un testo scritto in formato digitale, ma comporta caratteristiche specifiche, e
precise modalit di lettura, ovvero tramite opportuni dispositivi hardware e software, e deve essere
considerato in s per s un prodotto finito e non intermedio, da leggere, sottolineare e in sostanza
utilizzare come un'unit a s stante, e non un semplice testo da stampare.
Insomma, si pu definire e-book un testo elettronico, esteso e compiuto, opportunamente codificato e
quindi leggibile tramite dispositivi hardware specifici, solitamente e preferibilmente portatili, e interfacce
software che consentano sia una lettura comoda e agevole, che una possibilit di interazione e
organizzazione del testo, pari a, o (perch no?) migliore di quella che attualmente pu offrire un libro
stampato. La prima difficolt che si riscontra (e la prima critica mossa a questa definizione) proprio la
scomodit di leggere un testo sullo schermo di quello che oggi chiamiamo computer, sia per ragioni di
visualizzazione, che per ragioni, diciamo cos, fisiche: un computer da scrivania non ha certo la stessa
maneggevolezza di un libro! il caso di ricordare, a questo proposito, che l'informatica una scienza
sostanzialmente molto giovane, e ancora pi giovane l'universo del web, fenomeno di massa da non pi
di dieci anni. Certo, le origini delProgetto Gutenberg , il pi noto archivio testuale presente su internet,
risalgono al 1971; e gi dalla fine degli anni Ottanta erano accessibili prodotti di editoria elettronica
commerciale tramite cd rom, ma ci non toglie che una certa attenzione sia stata rivolta all'universo
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dell'e-book propriamente detto solo a partire dagli ultimi anni. L'anno zero dell'era degli e-book stato
senza dubbio il 2000, affermazione suffragata da una serie di avvenimenti che hanno coinvolto editori e
autori, ma anche produttori di hardware e software. Se difficile e forse superfluo citarli tutti, il caso di
segnalare l'avvenimento considerato simbolico per la diffusione dei libri elettronici: nella primavera del
2000, uno degli scrittori pi letti al mondo, ovvero Stephen King, ha pubblicato un proprio racconto,
Reading the Bullet , in formato e-book: l'opera stata scaricata, in un solo giorno, da oltre 500.000
utenti. facile pensare a quanto questo avvenimento possa aver influenzato tanto i giganti dell'editoria e
della distribuzione (in primo luogo le grandi imprese americane, tra cui McGraw-Hill e Barnes &Noble),
quanto i produttori di software: inutile dirlo, Microsoft in testa.
Si tratta, evidentemente, di eventi vicinissimi nel tempo, di conseguenza, se gi possibile trovare
strumenti software discreti, non si ancora arrivati a soluzioni hardware soddisfacenti. Eppure almeno
due passi avanti di stampo tecnologico per arrivare ad una modalit di lettura comoda, semplice ed
esauriente sono stati fatti: la cosiddetta "informatica mobile" e la tecnica cosiddetta disub-pixel font
rendering .
Si parla di "informatica mobile" a partire dai primi portatili, ma la vera svolta stata l'avvento dei
computer palmari. Il primato in questo campo detenuto dalla PalmPilot, che controlla i tre quarti del
mercato, con un proprio sistema operativo, denominato PalmOs. La Microsoft ha da poco dato vita al
sistema operativo per palmari Pocket Pc, di cui recentemente uscita la versione 2002. I computer
palmari hanno il vantaggio di essere portatili, maneggevoli, e di piccole dimensioni; le batterie
garantiscono una certa autonomia, e in ogni caso si tratta di oggetti utilizzabili a prescindere da una
precisa postazione. Con un computer palmare, o, meglio, con i dispositivi dedicati di cui parleremo oltre,
quindi possibile leggere e-book ovunque.
La tecnica disub-pixel font rendering si basa sul fatto che ogni pixel (cio ogni punto della fitta griglia
che corrisponde alla risoluzione dello schermo) composto da tre sub-pixel uno per ogni colore: Red,
Green e Blue (RGB). Controllando indipendentemente ogni sub-pixel, si pu triplicare la risoluzione dello
schermo: ma solo per schermi a cristalli liquidi, dove i sub-pixel sono tre rettangoli adiacenti in senso
orizzontale. Questo fatto implica una visualizzazione pi precisa, e meno faticosa per gli occhi rispetto a
quella dei tradizionali monitor a tubo catodico. Una trattazione pi complessa ed esauriente
dell'argomento sarebbe qui fuori sede, ma, a ragione della sua importanza, sembrato necessario questo
piccolo accenno.
Di fatto, ora come ora, i libri hanno una diffusione notevole, assolutamente non paragonabile a quella di
nicchia degli e-book, ed comunque ancora difficile trovare prodotti di questo tipo degni di sostituire, o
comunque di confrontarsi con gli amati libri. Solitamente, i testi digitali maggiormente visitati sono quelli
collocabili nell'ambito scientifico, della ricerca, dell'informatica. Ma qualcosa si gi mosso, e
sicuramente col passare del tempo si arriver a risultati migliori, e pi facilmente accessibili a tutti.
Come si realizza un e-book?
Attualmente esistono solo due linguaggi in grado di generare e-book: il primo il famosissimo formato
PDF di Adobe, leggibile dal software Acrobat Reader e da pochi altri. Non si tratta di uno standard
formale, bens di uno standard di fatto. Un documento PDF pu essere prodotto da qualsiasi programma
di word processing, per poi essere tradotto in formato PDF da un ulteriore programma, Acrobat
Distiller.
Uno standard formale stato invece elaborato dall' Open e-Book Forum, un'associazione privata
internazionale, senza scopi di lucro, a cui fra l'altro partecipano varie societ produttrici di hardware e
software, fra cui Microsoft, Nokia, Adobe, Ibm, e alcune case editrici, fra cui McGraw-Hill, Random
House e l'italiana Mondadori.
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La sintassi di questo linguaggio di codifica, denominato OEB, quella di XML, con l'aggiunta di fogli di
stile CSS, per avere una buona resa grafica. OEBper ora supporta due formati di immagini: jpg e png.
Un documento OEBnativo leggibile da uneditor (per esempio il blocco note di Windows); non un
formato proprietario e non viene di norma usato come formato finale, bens come formato intermedio,
cosa che garantisce una grande portabilit in linea di principio, almeno all'origine. Poi per, a partire da
OEB, si pu arrivare ad e-book in formato proprietario; quindi, mentre il file nativo pu essere letto da
tutti, i formati finali possono essere letti solo tramite alcuni software specifici. In questi casi anche
possibile raggiungere soluzioni multimediali molto pi complesse, per esempio con l'inserimento di suoni,
filmati, animazioni non altrimenti supportati dalla lettura "standard" dei pacchetti OEB. Concretamente,
possibile trovare, soprattutto sul web, alcuni programmi o consigli per pubblicare un e-book (anche se
molto pi semplice, attualmente, trovare informazioni inerenti ai software che consentono di creare e-
book in formati proprietari, ovvero il gi citato pdf di Adobe e il lit della Microsoft).
I dispositivi software per computer
Per i cosiddetti computer da scrivania, quelli a noi pi noti e familiari, sono stati progettati alcuni
dispositivi software in grado di visualizzare e-book, offrendo una lettura di tipo pi o meno interattivo.
Prendiamo qui in esempioMicrosoft Reader eAdobe Acrobat Reader .
- MICROSOFT READER il prodotto realizzato dalla Microsoft. Il formato di file lit. Si tratta di un
formato proprietario costruito a partire dall'OEB, tradotto tramite un apposito programma, chiamato
READERWORK. Tramite un modulo aggiuntivo, MICROSOFT READERADD-IN, possibile
generare e- book in formato MS Reader a partire da Word. MS Reader valido per due ragioni: per
l'ottima grafica, e per la possibilit di adattare dinamicamente il flusso di pagine in base alle dimensioni e
alla risoluzione dello schermo. La schermata iniziale si presenta come una biblioteca, nella quale sono
presenti tutti i libri dell'utente, ordinabili secondo vari criteri. Mentre si legge un testo, il menu offre varie
funzioni: segnalibro, evidenziazione, annotazione, ricerca di termini... I criteri di visualizzazione sono
personalizzabili; per impossibile stampare parti di testo. Esiste anche una versione di Microsoft
Reader per palmari. L'inconveniente di maggiore peso costituito dal Digital Right Management (DRM),
una sorta di copyright per e-book, che vincola strettamente l'e-book acquistato alla piattaforma
hardware di partenza. Attualmente, arrivati alla versione 2.0, possibile cambiare piattaforma fino a
quattro volte, dopodich si perde l'e-book: banalmente, come se si perdesse un libro dopo averlo
spostato quattro volte.
- ADOBE ACROBAT READER il programma di lettura standard per i file in formato pdf. Non
presenta ancora una versione per palmari. Si accede ai documenti tramite il comando "Apri" del menu
"File"; dopo aver scelto ci che si vuole visualizzare, la finestra si divide in due parti: a sinistra c' l'indice
dell'e- book, a destra il testo vero e proprio. possibile stampare il testo ed eseguire ricerche per
termini, mentre non possibile inserire note o evidenziare il testo, come non possibile adattare la
visualizzazione alle dimensioni e alla risoluzione del monitor, se non tramite il comando "Zoom". Anche il
modulo DRMper Acrobat Reader richiede informazioni univoche sull'hardware, di modo che gli utenti
siano vincolati a usare sempre lo stesso dispositivo.
I dispositivi software per palmari
Ci proponiamo qui una rapida panoramica all'universo dei programmi di lettura per e-book destinati ai
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computer palmari, molto importanti, in quanto, come abbiamo gi visto, per ragioni di comodit e non
solo, di molto preferibile la scelta di dispositivi hardware portatili.
- PALMREADER il lettore ufficiale di e-book per palmari col sistema operativo PalmOs. In questo
caso la DRM particolarmente interessante perch utilizza come chiave il numero di carta di credito e il
nome dell'utente, e permette quindi di duplicare, o comunque trasferire potenzialmente ovunque gli e-
book (dipende da quanto l'utente sia disponibile a divulgare il proprio numero di carta di credito!).
Purtroppo il formato di codifica un formato proprietario (PLM), molto lontano da OEB.
- APORTIS, interessante perch mette a disposizione una biblioteca di oltre 4000 testi gratuiti.
- MOBYPOCKET legge e-book e anche i canali news da varie fonti giornalistiche. Presenta
un'interfaccia semplice, e ha un programma per creare e-book.
- PEANUTPRESS legge gli e-book forniti dalla PeanutPress, che ha a disposizione un enorme catalogo.
Fornisce anch'esso un programma in grado di generare e- book.
- TOMERAIDERgestisce documenti testuali, ma anche dati strutturati.
I dispositivi hardware dedicati
Esistono altres dispositivi hardware destinati unicamente alla visualizzazione di libri elettronici.
Indubbiamente la monofunzionalit pu essere un limite per coloro che tentano solo un timido approccio
con l'universo degli e-book; per gli "addetti al lavoro", invece, pu essere uno stimolo per tentare di
raggiungere soluzioni sempre migliori. Si considerano, in questa sede, solo i lettori GEMSTAR-RCA, gi
presenti sul mercato dall'autunno 2000.
REB1100 (300 dollari, indirizzato prevalentemente alla fascia bassa del mercato, pesa mezzo
chilogrammo). Ha lo schermo in bianco e nero, una diagonale di 5 pollici, 8 MBdi memoria (che pu
per essere estesa a 72 MB, cio quanto serve a contenere e visualizzare circa 70000 pagine di testo).
La capacit della batteria di venti/quaranta ore. Gli e-book vengono visualizzati una pagina per volta;
l'interazione possibile tramite una pennatouch screen e due pulsanti collocati sul bordo. anche
provvisto di un modeminterno per collegarsi alla rete.
REB1200 (dedicato ai professionisti visto il prezzo particolarmente esoso: 700 dollari per un
apparecchio monofunzionale; pesa un chilogrammo). Ha lo schermo a colori con una diagonale di 8
pollici, la batteria ha un'autonomia di cinque ore. dotato di un modeme di una scheda di rete per
collegarsi, acquistare e trasferire e-book. La copertina rigida, e ruota di 360 gradi; le funzionalit di
lettura sono le stesse del REB 1100.
Con la DRM, utilizzando questi lettori si possono solo leggere e-book distribuiti dalla Gemstar.
Il problema dei diritti...Digital Right Management .
Anche nell'ambito degli e-book si propone il problema del copyright, ovvero il famoso insieme di norme
che regolano i rapporti economici e giuridici tra autori, editori e utenti, basandosi sul concetto che
un'opera per cos dire intellettuale sia un vero e proprio prodotto, il cui sfruttamento pu essere
accordato a terzi, ovviamente a pagamento. Se la situazione pu essere considerata relativamente
semplice per quanto riguarda i libri cartacei, ci sono invece varie complicazioni per quanto riguarda i libri
elettronici. Un oggetto digitale pu essere agevolmente copiato un'infinit di volte, senza logoramento o
perdita d'informazione, e pressoch gratuitamente. La riproduzione, anche illegale, di prodotti culturali in
formato digitale si infatti diffusa molto rapidamente: un esempio sotto gli occhi di tutti il fenomeno dei
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Cd audio masterizzati. Qual la situazione per gli e-book? Ci si trova, come di frequente, di fronte a due
posizioni contrapposte: da una parte, c' chi sostiene che sia inutile quanto dannoso applicare i diritti
d'autore anche ai documenti digitali, vista l'estrema facilit di riproduzione e circolazione; inoltre, una
libera fruizione dei testi vista come un incentivo alla crescita quantitativa e qualitativa dei lettori. Al
contrario, molti autori, pressoch tutti gli editori e gran parte delle aziende tecnologiche sostengono che la
legittimit del copyright sia indipendente dal supporto utilizzato, e pretendono, anche in questo campo, un
riconoscimento economico. Attualmente, le tecnologie per la tutela dei diritti d'autore e di copyright si
basano su tecniche di cifratura a doppia chiave. Il produttore del contenuto (editore o autore) riceve da
un'autorit di certificazione una chiave protetta con cui crittografare il file che contiene l'opera protetta. Il
file viene inviato ai distributori, i quali hanno un server che interagisce col client dell'utente finale. Questo
server autentica l'utente, verifica che le condizioni di distribuzione, prima tra tutte il pagamento, siano state
ottemperate, e infine produce e spedisce all'utente una chiave di decifrazione, che include una chiave
privata assegnatagli univocamente (per esempio, il numero d'identificazione del disco rigido o del
processore). L'uso di meccanismi di protezione che rendono illeggibile il libro elettronico dopo un certo
numero di cambiamenti nel dispositivo di lettura o di reinstallazioni del relativo software [...] scoraggia il
lettore dall'investire soldi nella costruzione di una propria biblioteca. In definitiva, dunque, anche questa
impostazione danneggia le prospettive di sviluppo del settore. Quindi, la prassi di cifrare l'e-book con
chiavi legate ai dispositivi hardware potrebbe diventare estremamente controproducente. Sarebbe molto
pi appropriato, nonch consono alla democratizzazione che facile, quantunque ancora un po' illusorio,
scorgere nell'universo degli e-book, trovare altre chiavi che identifichino l'utente, a prescindere dal
dispositivo hardware utilizzato: una soluzione pu essere quella proposta da PalmReader: la chiave il
numero di carta di credito dell'utente, che pu in questo modo conservare la propria biblioteca digitale
pur cambiando palmare anche pi volte, ma presumibilmente non diffonder n riprodurr gli e-book
acquistati, a meno di non voler divulgare certi dati personali solitamente molto riservati. In questo modo
possibile salvaguardare i diritti d'autore, e, al tempo stesso, al lettore data la possibilit di conservare i
testi acquistati e scaricati senza controindicazioni, e di poterne usufruire in modo libero e non vincolato
(proprio come un libro, che pu essere prestato, regalato, scambiato).
Un'altra questione da tenere sempre presente quella del prezzo. L'editoria elettronica ha costi di
produzione notevolmente inferiori a quella tradizionale, e il risparmio dev'essere ben visibile anche agli
occhi dell'acquirente. Soprattutto ora che i libri sono molto pi diffusi degli e-book, se si vuole veramente
che questa nuova tecnologia si sviluppi e diffonda quanto sarebbe giusto, le spese per gli utenti
dovrebbero essere contenute. Aparit di prezzo, nessun lettore al momento attuale preferirebbe un libro
elettronico ad un libro tradizionale. I colossi editoriali dovrebbero cercare di dimostrare un po' di
lungimiranza: indubbiamente, non sar possibile avere immediatamente enormi guadagni, ma la forza,
anche economica, degli e-book sta nel fatto che le spese di riproduzione sono praticamente inesistenti,
mentre la diffusione (anche e soprattutto per questioni economiche) potrebbe essere sensibilmente
maggiore di quella dei tradizionali libri cartacei. Quindi, pi saranno onesti i prezzi proposti da autori e
case editrici, maggiore sar la possibilit di guadagnare, e maggiore anche la felicit degli utenti di fronte
alla possibilit di acquistare almeno tre e-book al prezzo di un solo libro tradizionale.
Perch un'e-book?
Sar forse necessario, in questa carrellata introduttiva, soffermarsi sulle motivazioni che hanno spinto chi
scrive a decidere di realizzare un'e-book.
There will be no village in India or Africa too poor to have a library equivalent to the greatest universities
in the world: cos si espresso Dick Brass, il vice presidente della divisione sviluppo tecnologico della
Microsoft. Affermazione affascinante, che infonde un grande entusiasmo, con le dovute riserve, ma che
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pu essere considerata veritiera. Potenzialmente, con un adeguato sviluppo delle tecnologie informatiche,
in ogni angolo del mondo basterebbe un computer, ma soprattutto un collegamento in rete, per trovarsi
davanti ad una libreria virtuale di enormi dimensioni, con ovvi vantaggi, a partire da quelli economici per
finire a quelli ecologici. Gi da tempo alcuni autori, come Roberto Vacca, consci delle possibilit messe a
disposizione dagli e-book, hanno deciso di non pubblicare pi copie cartacee delle proprie opere,
preferendo inviare documenti elettronici su richiesta, solitamente in formato pdf. Oltre ad avere costi
molto minori, l'editoria digitale riesce ad evitare il problema delle giacenze in magazzino, e dei vari abusi a
cui la carta soggetta.
Ci si trova davanti ad una nuova tecnologia, ancora poco esplorata, da non accettare come un dono dal
cielo, ma neppure, ritengo, da rifiutare aprioristicamente, in nome di un conservatorismo che in questo
caso difficilmente pu portare a qualcosa di positivo per la cultura. Credo che chi si accinge a realizzare
e-book, personali o inerenti opere altrui, si senta inevitabilmente come uno scrivano dell'Alto Medioevo,
che dai rotoli di papiro trascriva un testo su fogli di pergamena. L'informazione non deperibile: lo il
supporto, e da questo punto di vista tra carta e cd romc' poca differenza: nessuno dei due pu durare
in eterno. Una sequela di bit, al contrario, inalterabile, e non risente degli effetti del tempo. Non si vuole
con questo dire che l'epoca della carta sia finita: finir, ma non ora. Penso che sia un processo ancora
lungo, che non possibile quantificare in termini di anni o decenni; ci che ritengo per lo meno
auspicabile ora la compresenza di queste tipologie di lettura, visto che di fatto l'una non esclude l'altra,
ma, anzi, possono ancora proficuamente interagire. Ci che cambia, come gi detto, solo il supporto, e
non i testi, i contenuti, che, in quanto oggetti comunicativi astratti, non vedranno certo diminuire il proprio
valore: casomai il contrario.
L'utilizzo ragionato delle tecnologie informatiche in campo umanistico potrebbe aprire la strada a nuove
forme espressive, spesso viste con terrore dagli occhi pi conservatori. Il libro elettronico potr
prevedere l'uso di contenuti ipertestuali e multimediali, con risultati molto distanti dalla rigida linearit del
testo scritto a cui siamo per lo pi abituati. Nasceranno nuove figure nell'ambito intellettuale e letterario;
"e-writers" capaci di intersecare un testo con immagini, filmati, suoni, e altre soluzioni ancora
inimmaginabili, quanto fantasiose. Si tratta, ritengo, di una possibilit espressiva non indifferente, che non
mette a rischio l'incolumit di quanto stato finora scritto, ma che pu ampliare i confini dell'arte e
abbattere limiti finora considerati insuperabili. In fondo, non una novit cos sconvolgente; esistono
autori, come Queneau e Breton, esempi splendidi, che sembrano ignorare l'idea di linearit, o, meglio,
partendo da quella base, riescono a sbizzarrirsi in prodigiose acrobazie linguistiche. E, passando ad
esempi pi vicini, poche persone possono dire di aver lettoLa Divina Commedia senza consultare note
e bibliografie: si tratta pur sempre di lettura ipertestuale. Le opere di Gadda e i romanzi dello stesso
Pasolini sono spesso corredati da note o glossari per facilitarne la lettura. E i dizionari, gli atlanti, le
enciclopedie ed altri strumenti di studio si possono considerare ottimi antecedenti. I fumetti, col testo
scritto nei consueti balloons, costituiscono un ulteriore prova della nostra familiarit con l'ipertestualit, o
meglio l'ipermedialit.
In senso stretto, il termine "lineare" non pu essere attribuito a nessuna opera a noi conosciuta, perch in
ogni contesto intervengono altre informazioni, i metadati, che indirizzano e influenzano la nostra lettura: il
nome dell'autore, la sua et, il suo sesso, la sua biografia, o le foto talvolta incluse; l'epoca in cui l'opera
stata composta, le vicende politiche, sociali, economiche di quel periodo; il titolo e gli eventuali sottotitoli,
le illustrazioni di copertina, le note, gli indici, la divisione in capitoli e i loro eventuali titoli: tutto ci, e
molto altro, fornisce al lettore un apparato inscindibile dal testo, pur non essendone compreso. Anche a
ragione di quanto detto, auspicabile e non temibile la nascita di nuove forme di testualit, in modo da
sfruttare appieno le possibilit offerte dalle nuove tecnologie. La definizione di e-book non pu limitarsi
alla trasposizione digitale di un testo cartaceo, pur mantenendone inalterate le potenzialit espressive e di
utilizzo da parte dell'utente: sarebbe alquanto limitativo. L'informatica pu offrire molto di pi. L'"e-writer"
potrebbe proporre al lettore un testo scritto con un certo sottofondo musicale; potrebbero anche essere
presenti hot-words su cui cliccare per accedere a immagini, filmati, o altre pagine di testo, creando una
sorta di labirinto letterario dagli innumerevoli esiti. L'azione stessa della lettura avrebbe esiti molto diversi
da quelli attuali, se gli utenti potessero giocare un ruolo attivo, seguendo vari percorsi all'interno del testo,
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reiventandolo e modificandolo. La possibilit di "libri ibridi" basati sull'assemblaggio di contenuti
multimediali e su strutture interattive e ipertestuali offrir un campo nuovo alla ricerca e alla
sperimentazione, anche letteraria; produrr probabilmente opere valide e inevitabilmente- molta
spazzatura, ma non uccider la cultura del libro: sia perch continueremo a scrivere e a leggere opere
molto pi tradizionali, sia perch gli stessi libri "multimediali" non potranno non riprendere (proprio nello
svilupparli e nel modificarli) elementi e caratteristiche propri della nostra tradizione testuale. Neppure
queste potenzialit sono destinate a sostituire la narrazione lineare, o presunta tale, a cui siamo ormai
abituati; il posto dei nuovi media accanto ai "vecchi" media, in un rapporto di collaborazione e
arricchimento reciproco, con un potenziale grande vantaggio per la cultura in genere. Forse, viene da
pensare, sarebbe stato meglio procedere inversamente: partire, spinti da entusiasmo e soprattutto molta
fantasia, e tentare di creare qualcosa di nuovo e solo per computer, caratterizzato prima di tutto dalla
multimedialit, da unpastiche di contenuti digitali di varie tipologie, testo compreso ovviamente. E poi,
con l'abitudine, col perfezionamento dei dispositivi software e, soprattutto, hardware, proporre anche
soluzioni valide per testi letterari, finora solo cartacei. In ogni caso, la situazione della lettura sotto gli
occhi di tutti, e continui sondaggi non fanno che mostrarlo: si legge poco, pochissimo. Ed spesso sotto
gli occhi di tutti quanto bambini e ragazzi abbiano maggiore facilit con lo schermo del computer che non
con la carta. Gli e-book nascono per amore della cultura e della lettura, includendo ovviamente fini
economici, molto pi prosaici, ma comunque gi presenti nell'universo dei libri cartacei. Possono e
devono essere uno stimolo alla lettura, alla conoscenza, all'informazione. Ritengo sia molto pi produttivo
cercare di saperne di pi, e occuparsi attivamente di questo settore, piuttosto che arroccarsi con
controproducente intransigenza su posizioni estremamente chiuse.
LA RELIGIONE DEL MIO TEMPOSU
E-BOOK.
Abbiamo visto come il primo passo da compiere, nella creazione di un e-book, sia quello di ottenere il
testo in formato elettronico. Ci possibile attraverso uno scanner, tramite opportuni software,
denominati OCR(Optical Character Recognition). Nella fattispecie, il programma qui utilizzato,
OmniPage Pro, in grado di riconoscere i caratteri scritti a macchina: dattiloscritti, o prodotti da una
stampante laser. Dopo l'acquisizione della pagina, vedremo il testo comparire sullo schermo del
computer; sar quindi necessario selezionare la porzione di testo che interessa (operazione importante,
perch consente di evitare al software l'infelice compito di interpretare come testo parti irrilevanti:
appunti, sottolineature, macchie d'inchiostro o ombreggiature della pagina), e quindi sottoporla ad una
prima verifica. In una finestra che compare in alto a destra, il programma segnala volta per volta ci che
non riesce a riconoscere: si pu trattare di errori d'interpretazione del software stesso, ma anche di
termini o espressioni inconsuete nel linguaggio comune, e quindi non presenti nel vocabolario associato
all'OCR, di licenze poetiche, o di veri e propri errori di stampa; quindi buona norma avere sempre
sottomano il testo, durante la correzione. Di volta in volta, consigliabile salvare la pagina acquisita e gi
corretta: nel caso della versione utilizzata di OmniPage Pro, il documento viene automaticamente salvato
in formato Word 1997. Naturalmente l'acquisizione, e la preliminare correzione, di un libro vero e
proprio, sono operazioni che richiedono un po' di tempo: in questo caso, sono state necessarie sei - sette
ore per le 143 pagine di testo ottenute. Successivamente, si dovr controllare nuovamente il testo:
innanzitutto, per correggere tutto ci che il software non ha interpretato correttamente, e, in secondo
luogo, per arrivare ad una corretta impaginazione e disposizione del testo, esigenza prioritaria nel caso di
una raccolta di poesie. Otterremo quindi un file Word che contiene, in poche centinaia di kilobyte, tutto il
nostro testo opportunamente disposto.
Avendo optato per la creazione di un e-book in formato aperto, e quindi leggibile a prescindere dal
sistema operativo utilizzato, necessario preliminarmente conoscere le specifiche OEB, nonch avere un
po' di familiarit con i fogli di stile CSS. In teoria, esistono programmi in grado di convertire
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automaticamente file Word o tipo txt in formato OEB, ma non si sono dimostrati, alla prova dei fatti,
assolutamente soddisfacenti. Per esempio,eText explorer converte file txt in documenti OEB, ma, a
quanto risulta, i file convertibili sono solo quelli della biblioteca del Progetto Gutenberg, o dell'italiano
Progetto Manuzio. Anche ilLogictran RTF Converter non ha dato alcun aiuto valido, dal momento che
propone una codifica piuttosto sporca e ridondante. Dopo molti, purtroppo infruttuosi, tentativi, si
deciso di procedere manualmente. Il primo passo stato quello di inserire, gi nel documento in formato
Word, il marcatore
, ovvero quello utilizzato nei file OEBcome interruzione di linea: occorre una sostituzione automatica del
segno di paragrafo (identificato da Word con ^p) col suddetto tag. Successivamente, necessario
salvare il documento, avendo cura di scegliere, alla voce "tipo file", la riga "Testo Normale (*.txt)".
Il testo cos ottenuto leggibile dal Blocco Note di Windows, o da WordPad, e, soprattutto,
modificabile con Dreamweaver (programma utilizzato per l'elaborazione di ipertesti). quindi necessario
sostituire alcuni caratteri, che potrebbero essere erroneamente interpretati, o non interpretati del tutto, dal
programma di lettura, restituendo cos un messaggio di errore. Le entit, presenti anche in XML, sono, in
sostanza, parafrasi di caratteri non concessi: tutte le lettere accentate, maiuscole o minuscole; le
virgolette, e via dicendo. LaOpen eBook Publication Structure , in particolare, fornisce una guida
dettagliata di tutte le entit utilizzabili nei documenti OEB; solo per fare un esempio, la "" va sostituita
con la stringa "&#232;", operazione molto semplice se automatizzata dal comando "Sostituisci", presente
nel menu "Modifica". Dopo aver effettuato queste sostituzioni, si dovr procedere alla redazione della
dichiarazione OEBe di quella del tipo di documento, operazione quasi immediata, poich possibile
copiare entrambe le dichiarazioni da varie fonti: dal sito dell'Open eBook Forum, per esempio, oppure in
base alle indicazioni messe a disposizione dall'OEB-validator della Brown University. In ogni caso, sono
le seguenti:
<?xml version="1.0" encoding="UTF-8"?>
<DOCTYPE html
PUBLIC "+//ISBN 0-9673008-1-9//DTD OEB 1.0 Document EN"
http://openebook.org/dtds/oeb-1.0/oebdoc1.dtd>
Segue l'indicazione della lingua utilizzata, ovvero, nel nostro caso:
<html lang="it">
Nell'intestazione, contrassegnata dal comando di apertura <head> e dal rispettivo comando di chiusura
</head>, convergono tutte le informazioni volte a identificare il contenuto del documento; in questo caso:
<head>
<meta http-equiv="Content-Type" content="text/html"
charset="iso-8859-1" />
<title>La Religione del mio tempo</title>
<style>
Generatedby ABCAmber LITConverter, http://www.processtext.com/abclit.html
h1
{text-align:left;
margin-bottom:1em;}
h2
{text-align:left;
margin-bottom:1em;}
h3
{text-align:left;
margin-bottom:0.25em;}
h4
{text-align:left;}
h5
{text-align:left;
margin-bottom:0.25em;}
p
{text-align:justify;
text-indent:2em;}
.first
{text-indent:0em;}
.last
{Page-break-after:always;}
.lastright
{Page-break-after:always; text-align:right;}
</style>
</head>
Oltre alle indicazioni relative al documento, come il titolo o l'insieme di caratteri utilizzati, riveste
un'importanza particolare il tag <style>, che racchiude un vero e proprio foglio di stile, con informazioni
sulla resa grafica della pagina. In HTML, per designare le dimensioni dei caratteri, abbiamo a
disposizione sei diverse grandezze, contrassegnate dal comando <h> unito a un numero. <h1>
corrisponde al carattere pi grande, <h2> ad un carattere un po' pi piccolo, e via dicendo, fino ad
<h6>. Ci non sufficiente nell'OEB; anzi, il semplice inserimento di tali marcatori, senza apposite
indicazioni, considerato deprecated: il tag sconsigliato e, probabilmente, verr eliminato nelle
prossime versioni del linguaggio. quindi necessario relegare al foglio di stile le problematiche relative
alla visualizzazione. In questo caso, non avendo la necessit di mettere in atto particolari accorgimenti
grafici, ci si soffermati solo sui rientri, sui margini e sull'allineamento del testo. Fatto questo, si pu
iniziare a lavorare sul corpo vero e proprio del testo, ovvero quello racchiuso fra il tag di apertura
<body> e quello di chiusura </body>: in sostanza, tuttaLa religione del mio tempo . necessario
inserire i vari segni di paragrafo, <p> e, naturalmente </p>, ogni volta che lo si ritiene corretto, nonch
segnalare il testo in corsivo, marcandolo con <i> e </i>, e, soprattutto, identificare con un nome
opportuno determinate parti del testo, per le quali si attiver poi un collegamento ipertestuale a partire
dall'indice. Quanto detto finora infatti relativo solo ad una parte del "pacchetto OEB" vero e proprio: si
tratta s del documento principale, ma da solo completamente inutilizzabile ai fini dell'e-book (pu
invece essere letto da qualsiasi browser come un documento html, di cui presenta anche l'estensione, ma
ci esula dai nostri scopi).
L'OEB package, infatti, deve contenere altri documenti: ogni informazione sul libro elettronico, ovvero il
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titolo; il nome dell'autore e quello delpublisher (editore), il creatore dell'e-book; un breve sommario
dell'opera e un indice, auspicabilmente dettagliato, dal quale accedere al testo. Ma pu anche contenere
delle immagini, o altre informazioni, per cos dire, secondarie, come l'indicazione del copyright, o una
panoramica delle precedenti edizioni cartacee.
L'aspetto pi importante, com' intuitivo notare, che tutte queste informazioni siano collegate e ordinate,
soprattutto ai fini di una corretta visualizzazione del contenuto. Per realizzare ci, e anche per far s che
questo insieme di documenti diventi un vero e proprio e-book, occorre un file particolare, contraddistinto
dal formato OPF, e di cui si segnalano qui le principali componenti:
- l'elemento PACKAGE IDENTITY, posto immediatamente sotto alla dichiarazione del tipo di
documento, richiede una stringa in grado di identificare univocamente la pubblicazione;
- l'elemento METADATAmostra una serie di metainformazioni relative alla pubblicazione: il titolo; il
nome dell'autore o degli autori del testo, ma anche degli autori dell'introduzione, dei traduttori, o di altri
collaboratori; una descrizione del contenuto dell'OEBpackage; una parola-chiave per indicare il soggetto
del libro; la data di pubblicazione; il genere, il formato, la lingua e le fonti della pubblicazione, ecc.;
- l'elemento MANIFEST la lista di tutti i file che contengono il pacchetto OEB;
- l'elemento SPINE provvede a stabilire un ordine di lettura dei file;
- l'elemento TOURS facoltativo, e segnala altri possibili percorsi di lettura, utilizzabili per scopi
differenti;
- l'elemento GUIDE, ugualmente facoltativo, infine, contiene la lista dei file, per cos dire, ausiliari alla
lettura: l'indice, la bibliografia, e quant'altro.
Finalmente, il pacchetto OEBcos predisposto contiene: il documento principale col testo deLa religione
del mio tempo , appositamente marcato, con estensione htm; altri tre file, sempre con estensione htm,
contenenti l'indice, le metainformazioni della pubblicazione, e la notifica del copyright; l'OEBPS Package
file, in formato opf, che presenta i vari documenti presenti nel pacchetto, e ne specifica l'ordine di lettura
e le relazioni interne.
I programmi specifici di lettura per e-book in formato aperto sono, al momento, solo tre, tutti disponibili
gratuitamente: Flipbrowser, utilizzabile per solo su sistemi operativi Windows; Mentoract Reader, della
Globalmentor Inc., ed eMonocle, realizzato dalla IONSystem, entrambi utilizzabili da tutti i sistemi
operativi, purch dotati di supporto per Java 1.3.
In questa occasione, si scelto di lavorare con eMonocle, programma molto semplice, ma con una resa
grafica piuttosto elementare, e purtuttavia con qualit di estrema portabilit su ogni piattaforma. Sar utile
sottolineare che tale programma stato essenziale anche come vero e proprio OEB validator, nel senso
che la lettura viene bloccata se nei file del pacchetto OEBviene riscontrato il bench minimo errore;
purtroppo, il programma segnala la presenza di un errore, ma non ne dichiara n il tipo, n la
localizzazione nella pagina. Occorre quindi prestare grande attenzione ad ogni passaggio, ad ogni
marcatore inserito: la mancata lettura dell'e- book potrebbe dipendere anche solo da un banale errore di
digitazione. All'apertura del programma, cos appare la finestra: nella parte sinistra collocata lalibrary ,
ovvero l'elenco dei testi posseduti, ordinabili secondo vari criteri, mentre nella parte destra viene
visualizzato l'e-book prescelto. Nell'aprire per la prima volta una pubblicazione, i documenti vengono
visualizzati in base all'ordine precedentemente assegnato, all'interno dell'elementospine : in questo caso,
compare una pagina che, oltre al nome dell'autore, al titolo del testo, alla data di realizzazione, alla
sommaria descrizione dell'opera e al nome delpublisher , offre un link all'indice dell'e-book. Cliccando,
si apre l'indice vero e proprio, che stato realizzato seguendo, il pi possibile fedelmente, il modello
dell'indice cartaceo deLa religione del mio tempo . Da qui possibile raggiungere ogni poesia della
raccolta, semplicemente cliccando sul titolo desiderato. Per visualizzare un'altra poesia, possibile sia
sfogliare manualmente le pagine in avanti o indietro fino al punto desiderato, che, pi rapidamente,
cliccando un apposito bottone, che far comparire un'ulteriore finestra, contenente l'indice. In questo
modo sar chiaro come un e-book possa s essere consultato come un ipertesto, ma anche letto
linearmente, pagina dopo pagina, come un libro vero e proprio. Il testo si adatta dinamicamente alle
dimensioni della pagina, garantendo varie possibilit di lettura e visualizzazione; possibile copiare parti
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del testo (e quindi inserirle in altri documenti) e stamparle senza limiti, per quanto, come sostiene Gino
Roncaglia, l'e-book dovrebbe essere cos strutturato da non far sorgere il desiderio di stampare su carta
ci che si sta leggendo.
In conclusione, la creazione di un e-book in formato aperto un'operazione molto stimolante, ma ancora
piuttosto complessa, pionieristica, quasi, soprattutto se confrontata con l'estrema semplicit necessaria
alla creazione di e-book in formati proprietari. Purtroppo, tali difficolt iniziali potrebbero facilmente
scoraggiare molti tentativi, e spostare l'attenzione dei potenziali interessati verso soluzioni pi semplici, ma
lontane da un'idea democratica e libertaria della cultura. quindi auspicabile, nell'ottica di sviluppare e
diffondere tali tecnologie, che al pi presto vengano creati strumenti, realmente validi, per la creazione e
la lettura di libri digitali, a prescindere dal sistema operativo adottato.
Bibliografia pasoliniana
Poesie
Pier Paolo Pasolini,Poesie a Casarsa , Bologna, Libreria Antiquaria Mario Landi, 1942
Pier Paolo Pasolini,Diarii , Casarsa, Pubblicazioni dell'Academiuta, 1945
Pier Paolo Pasolini,I pianti , Casarsa, Pubblicazioni dell'Academiuta, 1946
Pier Paolo Pasolini,Dov' la mia patria , Casarsa, Edizioni dell'Academiuta, 1946
Poesia dialettale del Novecento, a cura di M. Dell'Arco e Pier Paolo Pasolini, Parma, Guanda 1952
Pier Paolo Pasolini,Tal Cur di un frut , Tricesimo, Edizioni di lingua friulana, 1953
Pier Paolo Pasolini,Dal diario 1945 1947 , Caltanissetta, Edizioni Salvatore Sciascia, 1954
Pier Paolo Pasolini,La meglio giovent , Firenze, Sansoni, 1954
(nuova edizione:La nuova giovent. Poesie friulane 1941-1974 , Torino, Einaudi, 1975)
Pier Paolo Pasolini,Il canto popolare , Milano, Edizioni della Meridiana, 1954
Canzoniere italiano. Antologia della poesia popolare, a cura di Pier Paolo Pasolini, Bologna,
Guanda, 1955, poi Garzanti, Milano, 1972 e 1992
Pier Paolo Pasolini,Le Ceneri di Gramsci , Milano, Garzanti, 1957, poi Einaudi, Torino, 1981
Pier Paolo Pasolini,L'usignolo della Chiesa Cattolica , Milano, Longanesi 1958, poi Einaudi, Torino,
1976
Pier Paolo Pasolini,Roma 1950, diario , Milano, All'insegna del pesce d'oro di V. Scheiwiller, 1960
Pier Paolo Pasolini,Sonetto primaverile , Milano, All'insegna del pesce d'oro di V. Scheiwiller, 1960
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Pier Paolo Pasolini,La religione del mio tempo , Milano, Garzanti, 1961
Pier Paolo Pasolini,Poesie in forma di rosa , Milano, Garzanti, 1964
Pier Paolo Pasolini,Poesie dimenticate , Udine, Societ Filologica Friulana, 1965
Pier Paolo Pasolini,Transumanar e organizzar , Milano, Garzanti, 1971
Pier Paolo Pasolini,Le poesie , a cura di Nico Naldini e Andrea Zanzotto, Milano, Garzanti, 1975
(nuove edizioni: Garzanti, Milano, 1999, e Garzanti, 2001: pubblicazione con cd:Sandro Lombardi
legge Pier Paolo Pasolini )
Pier Paolo Pasolini,Bestemmia. Tutte le poesie , a cura di Graziella Chiarcossi e Walter Siti, Milano,
Garzanti, 1993
Pier Paolo Pasolini,Poesie scelte . Acura di N. Naldini e F. Zambron, Milano, TEA, 1997
Pier Paolo Pasolini,20 poesie , Milano, Mondadori, 1997
Pier Paolo Pasolini,Poesie rifiutate 1968/69 , Roma, Castelvecchi, 2000
Narrativa
Pier Paolo Pasolini,Ragazzi di vita , Milano, Garzanti, 1955, poi Einaudi, Torino, 1979: in appendice,Il
metodo di lavoro eI parlanti , di Pier Paolo Pasolini
Pier Paolo Pasolini,Una vita violenta , Milano, Garzanti, 1959
Donne di Roma, introduzione di Alberto Moravia, con sette storie di Pier Paolo Pasolini, fotografie di
SamWaagenaar, Milano, Il Saggiatore, 1960
Pier Paolo Pasolini,Il sogno di una cosa , Milano, Garzanti, 1962
Pier Paolo Pasolini,Al dagli occhi azzurri , Milano, Garzanti, 1965
Pier Paolo Pasolini,Teorema , Milano, Garzanti, 1968
Pier Paolo Pasolini,La Divina Mimesis , Torino, Einaudi, 1975
Pier Paolo Pasolini,Amado mio, Atti impuri , Milano, Garzanti, 1982
Pier Paolo Pasolini,Petrolio , Torino, Einaudi, 1992
Pier Paolo Pasolini,Romns , Parma, Guanda, 1994
Pier Paolo Pasolini,Storie della citt di Dio: racconti e cronache romane 1950/1966 , Torino,
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Einaudi, 1995.
Teatro
Pier Paolo Pasolini,Caldern , Milano, Garzanti, 1973
Pier Paolo Pasolini,I Turcs tal Fril , Udine, Edizioni Rivista ForumJulii n. 2, 1976
(Pier Paolo Pasolini,I turchi in Friuli , traduzione e introduzione di Giancarlo Boccotti, testo originale a
fronte. Monaco, Istituto Italiano di Cultura, 1980)
Pier Paolo Pasolini,Affabulazione Pilade , Milano, Garzanti, 1977
Pier Paolo Pasolini,Porcile Orgia Bestia da stile , Milano, Garzanti, 1979
Pier Paolo Pasolini,Appunti per un'Orestiade africana , a cura di A. Costa, Copparo (Fe), Quaderni
del centro culturale di Copparo, 1983
Pier Paolo Pasolini,Teatro , Milano, Garzanti, 1988
Pier Paolo Pasolini,Affabulazione , nota di G. D. Bonino, Torino, Einaudi, 1992
Pier Paolo Pasolini,La sua gloria: dramma in tre atti e quattro quadri , in Rendiconti: rivista
quadrimestrale di ricerca letteraria, n. 40, a cura di R. Roversi, Bologna, Pendragon, 1996.
Sceneggiature e testi per il cinema
Pier Paolo Pasolini,Accattone , prefazione di Carlo Levi, Roma, edizioni FM, 1961
Pier Paolo Pasolini,Mamma Roma , Milano, Rizzoli, 1962
Pier Paolo Pasolini,La (Ri)cotta , inL'Unit , 6 dicembre 1964
(ripubblicato inLinea d'ombra n. 4, febbraio 1984)
Pier Paolo Pasolini,Il Vangelo secondo Matteo , Milano, Garzanti, 1964
Pier Paolo Pasolini,La comare secca , in Filmcritica XVI, 161, ottobre 1965
Pier Paolo Pasolini,Uccellacci e uccellini , Milano, Garzanti, 1966
Pier Paolo Pasolini,Edipo Re , Milano, Garzanti, 1967
Pier Paolo Pasolini,Che cosa sono le nuvole? , in Cinema e Film, inverno primavera, Milano, 1969
Pier Paolo Pasolini,Ostia , Milano, Garzanti, 1970
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Pier Paolo Pasolini,Medea , Milano, Garzanti, 1970
Pier Paolo Pasolini,Il padre selvaggio , Torino, Einaudi, 1975
Pier Paolo Pasolini,Trilogia della vita (Il Decameron, I racconti di Canterbury, Il fiore delle mille e
una notte) , Bologna, Cappelli, 1975, poi Mondadori, Milano, 1990, a cura di Giorgio Gattei; Garzanti,
Milano, 1995, con prefazione di Gianni Canova
Pier Paolo Pasolini,San Paolo , Torino, Einaudi, 1977
Pier Paolo Pasolini,I morti di Roma , inIl cavallo di Troia n. 10, 1989
Pier Paolo Pasolini,Il Vangelo secondo Matteo, Edipo re, Medea , introduzione di Morando
Morandini, Milano, Garzanti, 1991
Pier Paolo Pasolini,Accattone Mamma Roma Ostia , Milano, Garzanti, 1993
Epistolari
Pier Paolo Pasolini,Lettere a Franco Farolfi , in Nuovi Argomenti, nuova serie, gennaio marzo 1976
Pier Paolo Pasolini,Lettere agli amici (1941 - 1945) , a cura di L. Serra, Parma, Guanda, 1976
Massimo Ferretti,Lettere a Pier Paolo Pasolini e altri inediti , a cura di Massimo Raffaeli, Chiaravalle
(An), Centro culturale polivalente del Comune di Chiaravalle, 1986.
Pier Paolo Pasolini,Lettere 1940 1954 , a cura di N. Naldini, Torino, Einaudi, 1986
Pier Paolo Pasolini,Lettere 1955 1975 , a cura di N. Naldini, Torino, Einaudi, 1988
Pier Paolo Pasolini,Vita attraverso le lettere , a cura di N. Naldini, Torino, Einaudi, 1994
Saggistica
Pier Paolo Pasolini,Nove domande sul romanzo , in Nuovi Argomenti, maggio agosto 1959
Moravia Pasolini.Dialogo sul romanzo , in Paese Sera, 23 24 marzo 1960
Pier Paolo Pasolini,Otto domande sulla critica letteraria in Italia , in Nuovi Argomenti, maggio agosto
1960
Pier Paolo Pasolini,Passione e ideologia , Milano, Garzanti, 1960
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Pier Paolo Pasolini,L'odore dell'India , Milano, Longanesi, 1962, poi Guanda, Parma, 1990
Pier Paolo Pasolini,Empirismo eretico , Milano, Garzanti, 1972
Pier Paolo Pasolini,Scritti corsari , Milano, Garzanti, 1975
Pier Paolo Pasolini,Volgar'eloquio , Napoli, Athena, 1976, poi Editori Riuniti, Roma, 1987, a cura di G.
C. Ferretti
Pier Paolo Pasolini,Lettere luterane , Torino, Einaudi, 1976
Pier Paolo Pasolini,Le belle bandiere , a cura di G. C. Ferretti, Roma, Editori Riuniti, 1977
Con Pier Paolo Pasolini, a cura di E. Magrelli, Roma, Bulzoni, 1977
Pier Paolo Pasolini,Descrizioni di descrizioni , a cura di G. Chiarcossi, Torino, Einaudi, 1979
Pier Paolo Pasolini,Il cinema in forma di poesia , a cura di L. de Giusti, Pordenone, Edizioni
Cinemazero, 1979
Pier Paolo Pasolini,Il caos , a cura di G. C. Ferretti, Roma, Editori Riuniti, 1979
Pier Paolo Pasolini,Corpi e luoghi , a cura di Michele Mancini e Giuseppe Perrella, Roma, Theorema,
1981
Pier Paolo Pasolini, il sogno del centauro, a cura di J. Duflot, Roma, Editori Riuniti, 1983
Stroligut di c da l'aga (1944) Il Stroligut (1945 1946) Quaderno Romanzo (1947), Padova, Circolo
filologico linguistico padovano, 1983
(nuova edizione col titolo:L'Academiuta friulana e le sue riviste , a cura di N. Naldini, Vicenza, Neri
Pozza, 1994)
Pier Paolo Pasolini,Un paese di temporali e di primule , a cura di N. Naldini, Parma, Guanda, 1993.
Dialogo con Pasolini : scritti 1957-1984, introduzione di Gian Carlo Ferretti, a cura di Alberto
Cadioli, Roma, L'Unit, 1985
Pasolini e il Corriere, a cura di Federico Roncoroni, Milano, Corriere della Sera, 1986
Pier Paolo Pasolini,Il portico della morte , a cura di C. Segre, Quaderni Pier Paolo Pasolini, Milano,
Garzanti, 1988
Pier Paolo Pasolini,Le regole di un'illusione: i film, il cinema , a cura di Laura Betti e Michele
Gulinucci. Roma, Fondazione "Fondo Pier Paolo Pasolini", 1991
Pier Paolo Pasolini,I dialoghi , a cura di G. Falaschi, Roma, Editori Riuniti, 1992
Pasolini su Pasolini, a cura di J. Halliday, Parma, Guanda, 1992
(trad. it. diPasolini on Pasolini , a cura di O. Stack, pseudonimo di J. Halliday, London NewYork,
1969)
Generatedby ABCAmber LITConverter, http://www.processtext.com/abclit.html
Pier Paolo Pasolini,Antologia della lirica pascoliana : introduzione e commenti , a cura di M.
Bazzocchi, con un saggio di M. Bazzocchi e Ezio Raimondi. Torino, Einaudi, 1993
Interviste corsare sulla politica e sulla vita: 1955-1975, a cura di Michele Gulinucci. Roma, Liberal,
1995
Pier Paolo Pasolini,I film degli altri , a cura di Tullio Kezich, Parma, Guanda, 1996
Altri contributi
Leonardo Sciascia,Il fiore della poesia romanesca : Belli, Pascarella, Trilussa, Dell'Arco , premessa
di Pier Paolo Pasolini, Caltanissetta, Edizioni Salvatore Sciascia, 1952
Le italiane si confessano, a cura di Gabriella Parca, presentazione di Pier Paolo Pasolini, prefazione di
Cesare Zavattini, Milano, Feltrinelli, 1960
Guido Cavani,Zebio Ctal , prefazione di Pier Paolo Pasolini, Milano, Feltrinelli, 1961
Scrittori della realt dall'VIII al XIX secolo, introduzione di Alberto Moravia, commenti ai testi di Pier
Paolo Pasolini, commenti alle illustrazioni di Attilio Bertolucci, Milano, Garzanti, 1961
Pier Paolo Pasolini,La resistenza negra , prefazione aLetteratura negra. La poesia , a cura di Mario
De Andrade, Roma, Editori Riuniti, 1961
La violenza. Ventiquattro disegni di Ugo Attardi, Ennio Calabria, Fernando Farulli, Alberto Gianquinto,
Piero Guccione, Giuseppe Guerreschi, Renato Guttuso, Lorenzo Vespignani, presentati da Antonio Del
Guercio, Dario Micacchi, Duilio Morosini, con 12 ballate di Pier Paolo Pasolini. Roma, Editori Riuniti,
1962
Leda Muccini,Uomini , prefazione di Pier Paolo Pasolini. Milano, Longanesi, 1962
Lieta Harrison,Le svergognate , prefazione di Pier Paolo Pasolini, Roma, Edizioni di Novissima, 1963,
III. ed.
E venne un uomo : un filmdi Ermanno Olmi, redazione di Giacomo Gambetti e Claudio Sorgi, versi e
note d'occasione su Giovanni XXIII di Pier Paolo Pasolini, Milano, Garzanti, 1965
Alexander Kluge,Gli artisti sotto la tenda del circo: perplessi; L'incredula; Progetto C; Detti di
Leni Peickert , presentazione di Pier Paolo Pasolini, traduzione di B. Bianchi, E. Filippini, Milano,
Garzanti, 1970
Evgenij Evtusenko,Le betulle nane , a cura di Giovanni Buttafava, introduzione di Pier Paolo Pasolini,
Milano, Mondadori, 1974
Alexandros Panagulis,Vi scrivo da un carcere in Grecia , prefazione di Pier Paolo Pasolini, Milano,
Rizzoli, 1974
Generatedby ABCAmber LITConverter, http://www.processtext.com/abclit.html
Cesare Padovani, Ivano Spano,Handicap e sesso: omissis : elogio della disobbedienza sessuale , con
la collaborazione di M. Giovanna Milani, interventi di Pier Paolo Pasolini et al., Verona, Bertani, 1978
Jean-Luc Godard,Il cinema e il cinema , presentazione, scelta dei testi e traduzione di Adriano Apra,
premessa di Pier Paolo Pasolini, Milano, Garzanti, 1980
Biagio Marin,La vita xe fiama e altri versi, 1978-1981 , a cura di Claudio Magris, prefazione di Pier
Paolo Pasolini, Torino, Einaudi, 1982, I ed. accresciuta.
Nettore Neri,Poesie in dialetto romagnolo : 1932-1965, a cura di Giuseppe Bellosi, prefazione di
Renzo Cremante, con una lettera inedita di Pier Paolo Pasolini, Ravenna, Longo, 1983
Giorgio Caproni,Tutte le poesie . Contiene: Quattro scritti sulla poesia di Caproni / Giuseppe De
Robertis, Pier Paolo Pasolini, Giovanni Raboni, Pietro Citati, Milano, Garzanti, 1985, III ed.
Dario Bellezza,Il carnefice , con uno scritto di Pier Paolo Pasolini, Milano, ES, 1996
Gaetano Carlo Chelli,L'eredit Ferramonti , introduzione e curatela di Toni Iermano, con uno scritto di
Pier Paolo Pasolini, Cava de' Tirreni (Sa), Avagliano, 2000
Lalla Romano,L'ospite , a cura di Antonio Ria, postfazione di Pier Paolo Pasolini, Milano, Mondadori,
2000
Opera omnia
Pier Paolo Pasolini,Tutte le opere , edizione diretta da Walter Siti, Milano, Mondadori, 2001.
Contiene:
- Pier Paolo Pasolini,Per il cinema , a cura di Walter Siti e Franco Zabagli, con due scritti di Bernardo
Bertolucci e Mario Martone ed un saggio introduttivo di Vincenzo Cerami, cronologia a cura di Nico
Naldini. Milano, Mondadori, 2001. 2 vv.
- Pier Paolo Pasolini,Romanzi e racconti , volume primo, 1946/1961, a cura di Walter Siti e Silvia De
Laude, con due saggi di Walter Siti, cronologia a cura di Nico Naldini, Milano, Mondadori, 1998
- Pier Paolo Pasolini,Romanzi e racconti , volume secondo, 1962/1975, a cura di Walter Siti e Silvia
De Laude, Milano, Mondadori, 1998
- Pier Paolo Pasolini,Saggi sulla letteratura e sull'arte , a cura di Walter Siti e Silvia De Laude, con un
saggio di Cesare Segre, cronologia a cura di Nico Naldini, Milano, Mondadori, 2001. 2 vv.
- Pier Paolo Pasolini,Saggi sulla politica e sulla societ , a cura di Walter Siti e Silvia De Laude, con
un saggio di Piergiorgio Bellocchio, cronologia a cura di Nico Naldini, Milano, Mondadori, 1999
- Pier Paolo Pasolini,Teatro , a cura di Walter Siti e Silvia De Laude, con due interviste a Luca Ronconi
e Stanislas Nordey, cronologia a cura di Nico Naldini, Milano, Mondadori, 2001
Filmografia
Generatedby ABCAmber LITConverter, http://www.processtext.com/abclit.html
1961
Accattone. Soggetto e sceneggiatura di Pier Paolo Pasolini, collaborazione ai dialoghi di Sergio Citti,
musiche di Carlo Rustichelli, regia di Pier Paolo Pasolini. Distribuzione: Cino del Duca; 116 minuti; b/n.
Interpreti: Franco Citti, Franca Pasut, Silvana Corsini. Riprese: aprile-luglio 1961. Produzione Arco Film
(Roma) / Cino Del Duca (Roma).
1962
Mamma Roma. Soggetto e sceneggiatura di Pier Paolo Pasolini, collaborazione ai dialoghi di Sergio
Citti, musiche di Carlo Rustichelli, regia di Pier Paolo Pasolini. Distribuzione: Cineriz; 105'; b/n. Interpreti:
Anna Magnani, Franco Citti, Ettore Garofolo. Riprese: aprile- giugno 1962. Produzione Arco Film
(Roma).
1963
La ricotta. (Quarto episodio del filmRoGoPaG . Gli altri episodi sono:Illibatezza , di Rossellini;Il
nuovo mondo , di Godard;Il pollo ruspante , di Gregoretti). Soggetto e sceneggiatura di Pier Paolo
Pasolini, musiche di Carlo Rustichelli, regia di Pier Paolo Pasolini. Distribuzione: Cineriz; 35'; b/n e
colore. Interpreti: Orson Welles, Mario Cipriani, Laura Betti. Riprese: ottobre-novembre 1962.
Produzione Arco Film(Roma), Cineriz (Roma), Lyre Film(Paris).
La rabbia. (Prima parte a cura di Pier Paolo Pasolini; seconda parte a cura di Giovannino Guareschi).
Soggetto, sceneggiatura e regia di Pier Paolo Pasolini, musiche di Pier Paolo Pasolini e Giovannino
Guareschi. Distribuzione: Warner Bros; 53'; b/n. Riprese: gennaio- febbraio 1963. Produzione Opus
Film.
1963/64
Comizi d'amore. Soggetto e regia di Pier Paolo Pasolini, musiche a cura dell'autore, intervistatore e
commentatore Pier Paolo Pasolini. Distribuzione: Titanus; b/n. Speaker Lello Bersani, con interventi di
Oriana Fallaci, Peppino di Capri, la squadra di calcio del Bologna, Giuseppe Ungaretti. Riprese:
marzo-novembre 1963. Produzione Arco Film(Roma).
Sopralluoghi in Palestina per Il Vangelo secondo Matteo. Regia e musiche di Pier Paolo Pasolini;
interventi di Pier Paolo Pasolini e don Andrea Carraro; b/n, 52'. Riprese: giugno- luglio 1963.
Produzione Arco Film(Roma).
1964
Il Vangelo secondo Matteo. Scritto e diretto da Pier Paolo Pasolini, musiche originali di Luis E.
Bacalov. Distribuzione: Titanus; 137'; b/n. Interpreti: Enrique Irazoqui, Margherita Caruso, Susanna
Colussi, Ninetto Davoli. Riprese: aprile-luglio 1964. Produzione Arco Film(Roma), Lux Compagnie
Cinmatographique de France (Paris).
Generatedby ABCAmber LITConverter, http://www.processtext.com/abclit.html
1965
Uccellacci e uccellini. Soggetto e sceneggiatura di Pier Paolo Pasolini, musiche originali di Ennio
Morricone, regia di Pier Paolo Pasolini. Distribuzione: CIDIF; 88'; b/n. Interpreti: Tot, Ninetto Davoli.
Riprese: ottobre-dicembre 1965. Produzione Arco Film(Roma).
1966
La terra vista dalla luna. (Terzo episodio del filmLe streghe ; gli altri sono:La siciliana di Rosi;Senso
civico di Bolognini;La strega bruciata viva di Visconti;Una serata come le altre di De Sica).
Soggetto e sceneggiatura di Pier Paolo Pasolini, musiche originali di Ennio Morricone, regia di Pier Paolo
Pasolini. Distribuzione: Dear Film/ United Artists Europa; 31'; colore. Interpreti: Tot, Ninetto Davoli,
Silvana Mangano, Laura Betti. Riprese: novembre 1966. Produzione: Dino De Laurentiis
Cinematografica (Roma) / Les Productions Artistes Associs (Paris).
1967
Che cosa sono le nuvole?(Terzo episodio del filmCapriccio all'italiana . Gli altri sono:Il mostro della
domenica di Steno;Perch di Bolognini;Viaggio di lavoro di Pino Zac;La bambinaia di Monicelli;La
gelosa di Bolognini.) Soggetto e sceneggiatura di Pier Paolo Pasolini, musica originale (Che cosa sono le
nuvole?) di Modugno-Pasolini, cantata da Domenico Modugno, regia di Pier Paolo Pasolini.
Distribuzione: Dear Film/ United Artists; durata complessiva: 95'; colore. Interpreti: Tot, Ninetto
Davoli, Laura Betti. Riprese: marzo-aprile 1967. Produzione Dino De Laurentiis Cinematografica
(Roma).
Edipo re. Tratto daEdipo Re eEdipo a Colono di Sofocle. Soggetto, sceneggiatura, coordinazione
musicale e regia di Pier Paolo Pasolini. Distribuzione: Euro International Films; 104'; colore. Interpreti:
Silvana Mangano, Franco Citti, Carmelo Bene. Riprese: aprile-luglio 1967. Produzione Arco Film
(Roma), con partecipazione della Somafis, Marocco (Casablanca).
1967/1968
Appunti per un film sull'India. Scritto, diretto, fotografato e commentato da Pier Paolo Pasolini.
32'40''; b/n. Riprese: dicembre 1967 gennaio 1968. Produzione Rai Radiotelevisione Italiana.
1968
Teorema. Soggetto e sceneggiatura di Pier Paolo Pasolini, musiche originali di Ennio Morricone, regia di
Pier Paolo Pasolini. Distribuzione: Euro International Films; 98'; colore. Interpreti: Terence Stamp,
Silvana Mangano, Massimo Girotti, Laura Betti. Riprese: marzo- maggio 1968. Produzione Aetos Film
(Roma).
La sequenza del fiore di carta. (Terzo episodio del filmAmore e rabbia . Gli altri episodi sono:
L'indifferenza , di Lizzani;Agonia , di Bertolucci;L'amore , di Godard;Discutiamo, discutiamo , di
Bellocchio). Soggetto, sceneggiatura, coordinamento musicale e regia di Pier Paolo Pasolini.
Distribuzione: Italnoleggio cinematografico; 10'28''; colore. Interpreti: Ninetto Davoli, Pier Paolo Pasolini,
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Rochelle Barbieri. Riprese: estate 1968. Produzione: Castoro Film(Roma) / Anouchka Film(Paris).
1968/1969
Porcile. Due episodi. Soggetto e sceneggiatura di Pier Paolo Pasolini, musiche originali di Benedetto
Ghiglia, regia di Pier Paolo Pasolini. Distribuzione: INDIEF; 98'; colore. Interpreti del I episodio: Pierre
Clementi, Franco Citti, Ninetto Davoli; interpreti del II episodio: Jean-Pier Laud, Ugo Tognazzi,
Margherita Lozano. Riprese del I episodio: novembre 1968; riprese del II episodio: febbraio 1969.
Produzione del I episodio: BBGcin s.r.l.; produzione del II episodio: IDI cinematografica (Roma), I film
dell'Orso, C.A.P.A.C. Filmdis (Paris).
Appunti per un'Orestiade africana. Soggetto e sceneggiatura di Pier Paolo Pasolini; musiche di Gato
Barbieri; regia di Pier Paolo Pasolini. Distribuzione: DAE; 72'; b/n. Commento di Pier Paolo Pasolini.
Riprese: dicembre 1968 febbraio 1969. Produzione: Gian Vittorio Baldi e IDI cinematografica (Roma), I
filmdell'Orso.
1969/70
Medea. Tratto daMedea di Euripide. Soggetto, sceneggiatura e regia di Pier Paolo Pasolini; commento
musicale di Pier Paolo Pasolini con la collaborazione di Elsa Morante. Distribuzione: Euro International
Films; 118'; colore. Interpreti: Maria Callas, Massimo Girotti, Laurent Terzieff, Giuseppe Gentile.
Riprese: maggio-agosto 1969. Produzione: San Marco S.p.a. (Roma) / Le Films Number One (Paris) /
Janus Films und Fernsehen (Frankfurt).
1970/1971
Il Decameron. Tratto dalDecameron di Giovanni Boccaccio. Soggetto, sceneggiatura e regia di Pier
Paolo Pasolini; musiche di Pier Paolo Pasolini in collaborazione con Ennio Morricone. Distribuzione:
United Artists Europa; 110'41''; colore. Interpreti: Franco Citti, Ninetto Davoli, Silvana Mangano, Pier
Paolo Pasolini. Riprese: settembre-ottobre 1970. Produzione: PEA(Roma) / Les Productions Artistes
Associs (Paris) / Artemis Film(Berlin).
Le mura di Sana'a. Documentario in forma di appello all'UNESCO. Regia e commento di Pier Paolo
Pasolini. 13'20''; colore. Riprese: domenica 18 ottobre 1970. Produzione: Rosima Amstalt.
1971/72
I racconti di Canterbury. Tratto daThe Canterbury Tales , di Geoffrey Chaucer. Soggetto,
sceneggiatura e regia di Pier Paolo Pasolini; musiche di Pier Paolo Pasolini con la collaborazione e
l'elaborazione di Ennio Morricone. Distribuzione: United Artists Europa; 110'; colore. Interpreti: Ninetto
Davoli, Franco Citti, Josephine Cahplin, Pier Paolo Pasolini. Riprese: settembre-novembre 1971.
Produzione: PEA(Roma).
1973/74
Il fiore delle mille e una notte. Tratto daLe mille e una notte . Soggetto e regia di Pier Paolo Pasolini;
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sceneggiatura di Pier Paolo Pasolini e Dacia Maraini; musiche di Ennio Morricone. Distribuzione: United
Artists Europa; 129'; colore. Interpreti: Ninetto Davoli, Franco Citti, Tessa Bouch, Ines Pellegrini.
Riprese: marzo-maggio 1973. Produzione: PEA(Roma) / Les Productions Artistes Associs (Paris).
1975
Sal o le centoventi giornate di Sodoma. Tratto da Le centoventi giornate di Sodoma di D. A. F. De
Sade. Soggetto e regia di Pier Paolo Pasolini; sceneggiatura di Pier Paolo Pasolini e Sergio Citti; musiche
di Ennio Morricone. Distribuzione:United Artists Europa; 116'; colore. Interpreti: Paolo Bonacelli,
Caterina Boratto, Sergio Fascetto, Giuliana Melis, Ines Pellegrini. Riprese: marzo maggio 1975.
Produzione: PEA(Roma) / Les Productions Artistes Associs (Paris).
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Roncaglia, Gino,Gli e book sono davvero dei libri? Otto tesi su cosa i libri elettronici non
dovrebbero essere, http://www.mediamente.rai.it/divenirete/010504/index.asp
The Official Stepen King Web Presence
http://www.stephenking.com
RINGRAZIAMENTI.
Nella certezza che nessun uomo un'isola, intero in se stesso (John Donne), provo un grande piacere
nel ringraziare tutti coloro che, in un modo o nell'altro (molto pi spesso nell'altro), hanno contribuito alla
stesura della mia tesi.
Ringrazio:
Elena, per la dolcezza e la pazienza; il prof. Maino, per questo, questo e quest'altro motivo; la
brillantissima prof.ssa Giovanelli; mia sorella, per il computer, e la mia famiglia, per tutto il resto; Maira,
Elisa e Silvia; le due "sbarbe dell'archivistico" superstiti; Davide e i suoi genitori, per l'ospitalit; Marco
Salvadori, il bibliotecario di Casarsa; Mirella Sama, insegnante alle scuole superiori, per avermi fatto
conoscere Pasolini; Gino Roncaglia, in particolare, per la gentilezza, e tutti quelli di "Liber liber" in
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generale, per ci che stanno cercando di fare; Roberto Vacca, per tutto quello che mi ha fatto capire;
Federico Meschini, per i preziosi suggerimenti; Maria Laura, della biblioteca "Pino Orioli" di Alfonsine;
Daniele Visparelli e Alfio Musumeci del Centro ENEA"Ezio Clementel" di Bologna.
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