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Il rosario è una preghiera devozionale a carattere litanico tipica del rito latino della Chiesa cattolica. Le sue
origini sono tardomedievali: fu introdotto dall'ordine domenicano e diffuso, soprattutto dal Seicento, grazie
alla diffusione delle Confraternite del Santo Rosario, la prima delle quali risale al 1476. Fu approvata, a
nome del Papa, dal Cardinale Alessandro Nanni Malatesta, legato pontificio e Vescovo di Forlì. Non
essendo momento della liturgia della Chiesa, questa pratica ha subìto notevoli varianti nel corso dei secoli.
La preghiera consiste in cinque serie di dieci Ave Maria unite alla meditazione dei Misteri (eventi, momenti
o episodi significativi) della vita di Cristo e di Maria. Il nome significa "corona di rose", con riferimento al
fiore mariano per eccellenza, simbolo della stessa Ave Maria. La versione integrale della devozione, oggi
poco diffusa, prevede la contemplazione di tutti i venti misteri e quindi la recita, tra l'altro, di duecento
avemarie. La Madonna del Santo Rosario è venerata nel Pontificio Santuario di Pompei.
Si recita quindi:
• un Padre Nostro
• tre Ave Maria per richiamare le tre virtù teologali la fede, la speranza e la carità.
• un Gloria al Padre
oppure
• Dio, vieni a salvarmi. Signore, vieni presto in mio aiuto
• un Gloria al padre
Si recitano cinque decine, facendole precedere dal richiamo del mistero a cui è legata. Ogni decina è
composta da:
• un Padre Nostro
• dieci Ave Maria
• un Gloria al Padre
tipicamente, dopo il Gloria, si recita anche la preghiera della Madonna di Fatima:
«Gesù mio, perdona le nostre colpe, preservaci dal fuoco dell'inferno, porta in Cielo tutte le anime,
specialmente le più bisognose della Tua misericordia»,
oppure l'Eterno Riposo:
«L'eterno riposo dona loro(lui) o Signore, e splenda ad essi (a lui) la luce perpetua. Riposino (riposi)
in pace. Amen.»
se la preghiera è per uno o più defunti.
Durante la recita collettiva ciascuna di queste preghiere viene eseguita in forma responsoriale: per metà
dalla persona che guida la recita, per l'altra metà da tutti gli altri, tranne che per la preghiera di Fatima e il
Salve Regina che vengono iniziate dalla persona che guida la recita e proseguite da tutti.
Se è presente un sacerdote, a questo punto può impartire la benedizione. Si termina con il segno della
croce.
I Misteri
A seconda dei giorni della settimana, recitando il Rosario si meditano i misteri di quattro corone:
• la prima comprende i misteri gaudiosi (o della gioia), contemplati il lunedì e il sabato;
• la terza i misteri dolorosi (o del dolore), il martedì e il venerdì;
• la quarta i misteri gloriosi (o della gloria), il mercoledì e la domenica.
Con la lettera apostolica Rosarium Virginis Mariae del 16 ottobre 2002, Giovanni Paolo II ha introdotto i misteri
luminosi (o della luce), da contemplare il giovedì, e ha associato ad essi la seconda corona del Rosario,
interponendola quindi tra la corona dei misteri gaudiosi e quella dei dolorosi.
Misteri gaudiosi o della gioia (da recitarsi il lunedì e il sabato) Misteri dolorosi o del dolore (da recitarsi il martedì e
venerdì)
1. L'annunciazione dell'Arcangelo Gabriele a Maria
Vergine 1. L'agonia di Gesù nell'orto degli ulivi
2. La visita di Maria Vergine a Santa Elisabetta 2. La flagellazione di Gesù alla colonna
3. La nascita di Gesù 3. L'incoronazione di spine
4. La presentazione di Gesù al Tempio 4. Gesù è caricato della Croce
5. Il ritrovamento di Gesù al Tempio 5. La crocifissione e la morte di Gesù
Misteri luminosi o della luce (da recitarsi il giovedì) Misteri gloriosi o della gloria (da recitarsi il mercoledì e la
domenica)
1. Il battesimo di Gesù al fiume Giordano
2. Le nozze di Cana 1. La resurrezione di Gesù
3. L'annuncio del Regno di Dio 2. L'ascensione di Gesù al Cielo
4. La trasfigurazione di Gesù 3. La discesa dello Spirito Santo
5. L'istituzione dell'Eucaristia 4. L'assunzione di Maria Vergine al Cielo
5. L'incoronazione di Maria Vergine