Sei sulla pagina 1di 3

“Credo in Gesù Cristo, il quale patì sotto Ponzio Pilanto, morì e fu sepolto, il terzo giorno

risuscitò”

Ogni volta che recitiamo il credo, prendiamo atto della sofferenza e della morte.
CI VUOLE CORAGGIO!
La prima domanda, che poi è anche quella dei bambini, è PERCHE?
Il perché… è per noi quasi scontato, PERCHE’ esiste qualcosa oltre la morte, Gesù infatti con la
sua vita ci ha “assicurato” che dopo la morte c’è la VITA, la vita eterna.
Questo però non esclude che in ognuna delle nostre famiglie, prima o poi, dobbiamo affrontare la
sofferenza (problemi, malattie..) e la morte.

DALLA VITA ALLA PAROLA.

Una “storia” plausibile, se non addirittura vera, un esempio.


MAMMA SEI SICURA CHE DOPO MORTI SI VA IN PARADISO?
Un discorso tra madre e figlio, sul senso della morte e sulla vita eterna.
Una madre che non si nasconde dietro a risposte vaghe, capisce che quella è una domanda
importante e infatti smette di fare quello che stava facendo per dare retta al figlio (quante volte
invece in famiglia questo non avviene? E non solo per queste domande importanti, ma anche per
quelle più futili).
Il figlio mette alla prova la mamma: domande scomode, domande “pesanti” “Come fai a dire che
c’è il paradiso se non sei mai morta? Come fai a dire che Gesù non si è inventato tutto?” fino ad
arrivare a dire “Sei sicura che Gesù sia mai esistito?”
La madre, per rispondere parte dall’esperienza del bambino, le chiede cosa sa i Gesù visto che ha
iniziato catechismo”, affermando nel contempo che vi sono le prove dell’esistenza di Gesù come
personaggio storico.
Il bambino, rassicurato sul fatto che Gesù è esistito, fa un percorso di fede, dalla propria
conoscenza, riconosce che se tutti facessero e amassero come Gesù, il mondo, la vita sarebbe
migliore… sarebbe “un paradiso” (come gli dice la mamma).
Quindi, se io credo a Gesù quando mi insegna che bisogna “voler bene e perdonare”, devo credere
anche quando mi dice di non avere paura della morte, perché lui ci sta preparando “il posto” e,
andando oltre quanto scritto, possiamo dire che Gesù ce l’ha dimostrato che la vita non finisce con
la morte.
Il bambino è quindi rincuorato… partito da un “Ma c’è davvero il paradiso”, finisce con un “meno
male”.

QUESTA E’ LA NOSTRA FEDE


Già. Meno male. Meno male che la morte non è la fine di tutto, che come nelle favole il “male”
viene sconfitto, che l’amore (di Dio) vince, perché questa non è una favola, è la verità.
Ritorniamo quindi a quello che abbiamo detto all’inizio… “Patì sotto Ponzio Pilato, fu crocifisso,
morì e fu sepolto e il terzo giorno resuscitò da morte” Ecco QUESTA E’ LA NOSTRA FEDE, lo
affermiamo ogni volta che diciamo il Credo… ma ci crediamo davvero?
Può venirci in aiuto il Card Biffi, che parlando ad un consiglio comunale alla periferia di Bologna,
afferma che:
“Gesù è un uomo eccezionale che dice di essere Dio. Una provocazione che noi dobbiamo cogliere.
Perché davanti a questa affermazione abbiamo 2 sole possibilità: o lo consideriamo pazzo e allora
non può avere la nostra stima, oppure gli crediamo e allora dobbiamo e inginocchiaci davanti a Lui.
Non basta dire che è un grande uomo, gli apostoli non sono andati a dire questo, ma il loro
messaggio è CHE E’ RISORTO ed è ancora vivo.. anche ora, anche oggi.”
Poi prosegue con un esempio di un maestra/catechista che come il bambino chiede se è vero? SI E’
VERO E IL CUORE DI GESU’ BATTE COME IL NOSTRO – allora devo andarlo a dire a mio
marito è la sua risposta.
DEVO ANDARLO A DIRE, non posso stare zitta, DEVO ANNUNCIARLO.
Ma il marito non crede… avrai capito male dice. La signora torna dal Cardinale, delusa –come tutti
noi quando non siamo creduti – A questo punto il Cardinale fa avere la registrazione alla signora,
che la fa sentire al marito che alla fine cede “se è così (se CREDO CHE GESU’ E’ FIGLIO DI DIO
e non è pazzo) cambia tutto, allora E’ VERO CHE E’ RISORTO.

Arriviamo quindi a rifare il percorso del bambino… dall’esperienza si forma la nostra fede.

Se è così tutto è diverso, per noi, per le nostre famiglie, cambia la scala dei valori, cambia il modo
di rapportasi, cambia il modo di affrontare il dolore e la morte.

Il confrontarci con la malattia, la sofferenza e la morte, oltre a fare nascere i nostri perché, ci
permette di “apprezzare” quello che abbiamo, la malattia per esempio fa risaltare valori come la
salute, la casa, la famiglia, gli amici e il lavoro.
Ci permette di cogliere dall’interno la realtà della dipendenza, della solidarietà tra gli uomini, di chi
si occupa di noi nei momenti di sconforto e sofferenza.

La malattia è la morte possono apparire come lo scandalo (LO SCANDALO DELLA CROCE),
scandalo del male ingiustificato e condurci a fare la domanda sbagliate del perché: “PERCHE’ DIO
PERMETTE LA SOFFERENZA E LA MORTE” portandoci quindi lontano da Lui.
La risposta ce la da la “GAUDUEM ET SPES” (concilio Vaticano II): Gesù soffrendo per noi non
solo ci ha dato l’esempio, ma ci ha indicato la via: se ci crediamo la vita e la morte diventano sante
e acquistano un senso nuovo (ricordate il marito? Allora cambia tutto!). E’ quindi attraverso Gesù e
in Gesù che si chiarisce l’enigma del dolore e della morte che se non viste “all’interno” del Vangelo
ci schiacciano. Cristo è resuscitato, ha vinto la morte e ci ha donato l’abbondanza della vita.
(Gaudium et Spes, n.. 22/1387 e 1390)
Il Cristianesimo si riassume in una persona, e tutta le fede nella persona Gesù Cristo si riassume in
un annuncio “E’ RISORTO”.

DALLE PAROLE ALLA VITA


2 frasi riecheggiano “PERCHE’ MI HAI ABBANDONATO?” “PADRE A TE AFFIDO IL MIO
SPIRITO”.
Il perché è umano, rappresenta il tormento che attraversa ogni sofferenza, il travaglio di non
comprendere il senso..
Perché il crocefisso? La sofferenza il male la morte fanno parte della nostra condizione umana, non
possiamo rassegnarci al dolore, fino a chiamare in causa Dio….chiedendo il perché?
(e si passa da perché il crocefisso a perché Dio permette….?)
Dio ci ha creato per la vita e la gioia, “Sono venuto perché abbiate la vita e l’abbiate in
abbondanza” ci dice Gesù.
Gesù nella sua vita pubblica non ha fatto altro che donare gioia, guarire, consolare, dare speranza, ci
ha insegnato a pregare “Padre nostro….liberaci dal male” per poi scegliere per se stesso la morte e
la morte in croce, facendosi carico di tutta la sofferenza umana (dal dolore, allo scherno, al
tradimento degli amici) per indicarci la via per vincere il mare e la morte: farne diventare uno
strumento d’amore.

Il perché di Gesù diventa “affido”… nelle tue mani ….

Gesù non ci ha spiegato il perché del dolore e della morte, le ha prese su di se e per se per superarle.
Bello dice che c’è una frase immensa che riassume la tragedia del creato al momento della
crocefissione :”si fece buio su tutta la terra” per 3 ore, dalle 12 alle 15. Ma questa non è la frase più
scura della Bibbia, forse è la più luminosa, perché il buio è racchiuso solo in quel lasso di tempo,
prima e dopo non c’è buio, dopo quel periodo non ci saranno più croci, non importa quanto lunghe
siano le tue “3 ore” di buio, alle 15 tornerà la luce.

LE DOMANDE DELLA FEDE


Si possono leggere e condividere, penso però che le principali siano quelle rivolte al gruppo
1) Come esprimiamo la vicinanza a chi soffre o a chi ha vissuto la sofferenza?
2) Quali difficoltà abbiamo nel parlare di questi argomenti?
3) Che significato ha per noi il crocifisso? Che posto ha nelle nostre case? Cosa pensiamo della
presenza della Croce nei luoghi pubblici?

PREGHIERA

VIVERE LA FEDE.
Viene proposto di creare un momento di incontro-confronto su questo argomento coi nostri figli, coi
parenti, con gli amici…

TRASMETTERE LA FEDE AI FIGLI

3 calici quali sono?


quello sulla tavola, quello immaginario e il terzo? E’ “il calice”… è la trinità stessa,… è Gesù che si
fa uomo, vive da uomo, soffre, muore ..raccoglie (come un calice) la sofferenza umana per andare
“oltre”.

Potrebbero piacerti anche