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Background Amarantha Risk

Sono nata in una cittadina tranquilla, la mia villa sovrastava la piana, ricordo giardini pensili,
appezzamenti di terreni, le tante altre case dei popolani.
Mio padre, un nobilotto della zona, ammanicato con la politica del luogo e molto garbato e cortese
nei modi. Aveva un pugno duro, sapeva farsi rispettare ma nel contempo accontentava tutta la
popolazione.
Ricordo che molte persone venivano in casa, chiedevano udienza nel salone o studiolo, e restavano
ore chiusi a discutere.
Da piccola lui mi portava nelle sue riunioni e mi aveva fatto conoscere qualche personalità di
spicco, poi, col tempo, man mano che divenivo grande, mi allontanava dai suoi affari.
Questa cosa mi fece soffrire parecchio.
E così, per dispetto, iniziai a stringere amicizia con i ragazzi più poveri. Il fornaio era il mio
migliore amico. Si chiamava Luke. Mi faceva assistere alle trattative sulle varie farine, di nascosto
tra i sacchi di grano, mi spiegava come e cosa fosse il valore delle merci e quanto fosse importante
saper condurre delle buone trattative perché i nobili e la gente sono cattivi e vogliono solamente
prevaricare sugli altri.
Un giorno uno scagnozzo di mio padre scoprì le mie frequentazioni e si arrabbiò molto. Mio padre
mi spiegò alcune cose.
La gente lo rispetta perché lui non è diplomatico come d’apparenza ma colpisce i punti deboli e
sfrutta le paure degli altri, ricattandoli o ricordando loro di stare al loro posto.
Luke non era fatto per me, troppo buono, dovevo dimenticare il mio amico.
Contro la mia volontà fui messa in isolamento nelle mie stanze per capire i miei errori. Dopo alcuni
giorni mio padre mi portò con sé in una riunione. Si parlava di problemi politici ed altre cose che
non stavo ad ascoltare. Lui era seduto su uno scranno con i suoi soliti amici. Nel momento della
risoluzione del problema, mio padre non fece un guizzo, un solo impercettibile movimento della
mano e… bzzz uno degli amici uccise il tipo con una blaster. Ero sgomenta. E lui, a sangue freddo
mi disse “lui era venuto a conoscenza di troppe cose. Occorre trattare con il sorriso tutte le persone,
scioglierle per farle parlare ma non essere stupidi né avventati. Questa è la nostra vita.
Provaci da sola. Vai, parti per qualche mese, imbarcati su una nave e cresci, fai le tue avventure.
Poi, torna da me per riferirmi tutto quello che hai fatto. Ricorda però, io ho tante amicizie, se menti
me ne accorgerò e ti punirò.”
Impiegai alcuni mesi per prepararmi alla partenza, imparai il mio nuovo nome, Joy, gli amici di
papà mi stavano addestrando a parlare senza esprimere emozioni, essere veloce e rapida nei
movimenti, ingannare le persone, valutare le situazioni e le cose, usare le armi.
Tutt’ora non conosco il motivo del suo gesto, forse faccio parte di un piano che non conosco? O
vuole solo farmi divenire il suo braccio destro?

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