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PISINOTO
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AT T E N Z I O N E :
all’interno troverete la pagina centrale da staccare per ricavarne la scheda per la votazione del Consiglio
Direttivo con le istruzioni di voto, ed il bollettino postale per le Vostre donazioni. C'è anche una bella
foto del cortile del Castello Montecuccoli di Pisino, inviataci dal socio Francesco Chiesa, da Novara.
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vani pisinote, stavano su ogni tavola no per un giorno quell’atmosfera che se a volte le rispettive residen-
in buona compagnia con bibite va- che era comune in tutte le nostre ze sono lontane e vedo con gio-
rie ed immancabili vini. Viva Pisin la case e che in queste riunioni rina- ia che sono contenti di portare ai
patria del morbin sì, ma mi sembra sce spontaneamente. Un grazie nostri incontri i loro piccoli pisinoti,
anche del bon vin! a tutti i partecipanti che contiamo cioè il nostro futuro.
Tra i vari premi anche quel- di riabbracciare al prossimo radu- Un grazie sincero a tutti i pisinoti
lo assegnato alla famiglia giun- no di maggio a Rovigo. Ormai an-
ed arrivederci a presto!
ta da più lontano. In effetti, parec- che i giovani genitori, quelli della
chie sono state le persone giunte “seconda generazione”, hanno da
a Trieste per riassaporare alme- tempo stretto amicizia tra loro an- Adriana Defilippi Marzini
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artigiani (con premi di 100 fiorini) Passando alla seconda parte della
per celebrare l’evento con i miglio- festa, nella grande Sala Chersi del-
ri prodotti di ogni categoria, quello la nostra sede mancava quest’anno
per i pasticceri fu intitolato “Preis il tradizionale albero di Natale, ma
Princessin”, ovvero “Premio Princi- per far spazio ai Labari di tutte le
pessa”, e ne nacque il dolce omoni- Famiglie Istriane per la fase conclu-
mo a base di noci, cioccolato, uvet- siva – svoltasi la sera prima – delle
ta, pinoli, miele, burro e liquore, ben celebrazioni per i 65 anni dell’Unio-
presto amorevolmente storpiato dai ne degli Istriani. Con questo sfon-
Triestini col nome Presnitz. do più solenne, ma altrettanto caro,
Insomma le nostre pietanze tipiche il calore è arrivato comunque dai
sembrerebbero avere tutte origini nostri ormai immancabili accom-
nobili e celebri o legate ad eventi pagnatori musicali: Giulia Valli che
storici (a parte la Jota, cibo del “riu- – appena diplomatasi col massimo
so”, nella versione fissa da mangia- dei voti in pianoforte – ci ha diletta- gradito: un papargnacco! Io non
re quasi “col piròn” o in quella “sbro- ti prima con brani classici, per poi so se i papargnacchi che faccio io
dolaus”, per dirla alla Paolo Penso), “ingropparci” con il “Và pensiero” sono degni di questo nome, ho cer-
ma vera o no ‘sta storia, di sicuro il – inno spontaneamente cantato in cato di continuare la tradizione di
profumo aromatico del ripieno ben piedi da tutti i numerosi convenuti, mia mamma che li preparava appo-
bagnato di grappa (in anni recenti compreso il fotografo, che infatti sitamente per la lotteria e ogni anno
a casa mia sostituita col rum) ine- non immortala il momento – ; e poi il li porto con non poco pudore. Ma
briava la casa quando mia mamma giovane jazzista in erba Luigi Stoc- quando l’ultranovantenne Romanita
e mia nonna lo preparavano. Giorni co, che col suo sassofono ci ha ac- vedendo il pacchettino che le por-
fa, buttando via vecchie porcella- compagnati alla fase finale e gioco- gevo ha sgranato gli occhi e con
ne rotte, ho riconosciuto la grande sa della festa, quella dedicata alla una luce che le illuminava il volto ha
terrina in cui mia nonna Angelina, ricca lotteria dei premi. Come sem- gridato “un papargnacco!!!” non sa
seduta sulla panca del nostro tinel- pre tanta sana competizione per che è stata lei a far felice me, e non
lo, “missiava” il ripieno finché “no la accaparrarsi i coloratissimi pacchi il contrario, dando un riconosci-
se stancava i brazi”. Allora mi chia- della lotteria. Qualcuno non ha vinto mento di autenticità al mio prodotto.
mava per darle il cambio e per as- nulla (capita), ma tra questi c’è chi
saggiare se il gusto era buono. Mia è andato a casa con un premio di Federica Sassara
mamma invece mi consegnava, consolazione a suo dire ancor più (figlia di Mariuccia Cliselli)
con solennità e preoccupazione,
la terrina contenente l’impasto co-
perto da un canovaccio, da mettere
a lievitare sopra a un termosifone.
Ogni tanto poi andava a controllare
la lievitazione, e a volte – avendola
dimenticata per troppo tempo – la
si sentiva lanciare un urlo divertito
perché la pasta – gonfiatasi a di-
smisura col calore – iniziava a fuo-
riuscire dalla terrina.
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Scuola Primaria
Classe II.a
Biloslavo Thomas – Trieste
(mem. Ettore Motta)
Ferencich Federico – Muggia
(mem. Leo Marzini)
Senco Francesca – Brescia
(mem. Bruno Giacca)
Classe IV.a
Ferrari Pietro – Rovigo
(mem. Vanda Giacca)
Classe V.a
Stocco Luigi – Rovigo
(mem. Lucio Pesle)
Classe III.a
Strani Massimo – Trieste (mem. Giorgio Rustia)
Classe IV.a
Sassara Giulia - Udine (mem. Cliselli Mariuccia)
Marchi Carla - Gorizia (mem. Margherita e Enrico Ferencich)
Cogliati Nicola - Vicenza (mem. Livio Runco)
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Maturità Laurea
Valli Giulia Saveria - Mira Toniolo Silvia - Torino
(mem. Liana Runco) (mem. Bruna Delpiano)
Anno 1932: Renato Penso, Giovanni Toini, Tullio Bulian, Boris Premrù, Ferruccio Tromba, Maria Suplina, Nada Gortan, Luigi Brandis, Felice Eriani, Lino Ro-
slin, Bruno Fontanot, Nivio Bunicci, Giovanni Brighetti, Clemente Gianolla, Bruno Strolego,Giacomo Raunich, Erasmo Petronio.
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SABATO 9 MAGGIO
Ore 9.00 - Partenza da TRIESTE con
mezzi propri
Ore 12.30 - Arrivo a Rovigo, pranzo
libero
Sistemazione al Best Western HO-
TEL CRISTALLO,
viale Porta Adige 1, tel. 0425-30701
Ore 16.00 - Ritrovo nella hall dell’al-
bergo
Ore 16.30 - Visita della città
Ore 20.00 - Cena in HOTEL
DOMENICA 10 MAGGIO
Ore 10.00 - incontro con il Sindaco
Prof. Edoardo Gaffeo nel Palazzo del
Comune, Piazza Vittorio Emanuele
Ore 10.30 - Deposizione della coro-
na al Monumento ai Caduti presso la
Loggia della Gran Guardia - piazza
Vittorio Emanuele
Ore 11.00 - Santa Messa Chiesa San
Domenico – via 10 luglio 19 (par-
cheggio piazza Merlin)
Ore 12.15 - Ritrovo al Ristorante Le
Betulle, Viale Regina Margherita 6,
tel. 0425-361540
Ore 12.30 - Assemblea Generale Or-
dinaria e Elettiva
Ore 13.30 - Pranzo conviviale
Ore 17.30 - Saluti e ritorno a casa.
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Tra le tante ricette che Renato ha raccolto, in apertura d’anno vi proponiamo un piatto istriano
non ritrovabile nei ricettari di alcun altra regione: i “fusi”.
I Fusi
Scriveva Renato Penso:
"La mia amica carissima Ljuba Cerlenizza, figlia dell’ industriale Toni, “il re
della bauxite”, li preparava eccezionalmente ottimi, conditi con un delizioso sugo di
dindio, tacchino, di quelli nostrani di una volta, che non dovevano mai arrivare ai tre
chili. Più pregiate le femmine, le “dindiette”,con carne più tenera e delicata, generalmente
cucinate al forno ed usate per la carne. Per il sugo da condire la pasta si usavano i
maschi in “sguazzeto”, in umido, perché cuocendo più a lungo, danno di conseguenza il
sugo molto più saporito."
Ecco la ricetta per 4 persone che non seguono particolari
diete per indossatrici o top model:
- gr. 400 di farina, meglio “0” che “00”
- 2 uova;
- 2 cucchiai di olio di oliva;
- acqua e sale.
Setacciare la farina sulla spianatoia,
disporla a cono, fare un cratere al centro
come fosse un vulcano, mettervi le uova,
sbatterle con una forchetta e salare. Con
un po’ d’acqua formare un impasto (come
quando si prepara la pasta per le tagliatelle)
e lavorarlo vigorosamente con le mani. Dividerlo
successivamente in 4 pezzi, ed ogni singolo rilavorarlo
ancora. Poi, aiutandosi con un mattarello, formare una sfoglia sottile (come per
le tagliatelle), tagliarla in strisce di circa 4 cm. di larghezza, e con queste formare
dei quadrati di 4 cm. di lato. Piegare 2 angoli opposti del quadrato verso il centro
premendo perché si uniscano bene.
Cucinare i fusi in acqua bollente salata, scolarli con una schiumarola
assicurandosi che siano ben asciutti, versarli sul piatto di portata ben caldo,
condirli col sugo di tacchino, spolverizzare di grana fresco e …… buon appetito!
Si possono condire anche con altri sughi, goulash, gallo o gallina, ma la
ricetta classica vuole il tacchino.
Vini consigliati: Refosco Istriano
Tempo impiegato: un'oretta circa.
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do anche Renzo ed Etto Albanese litari e venne la guerra. Alcuni non corato. Bruno ebbe un occhio e una
che abitavano in piazza della Fon- ritornarono o ritornarono menomati. mano fuori uso; Nato, dopo sei an-
tana, accanto alla quale mettevamo Toni andò in Spagna, fu ferito e de- ni di prigionia in Africa, visse amma-
i secchi in lunga fila per l'ac- lato e pieno di incubi; al mio
qua che la siccità rendeva ritorno dall'Albania non vidi
preziosa; ma loro due, buo- più l'Istria ne mio papà fucila-
ni e simpatici erano di un'al- to nel ’43, ne gli amici disper-
tra categoria, quella dei “sio- si dall'esodo. La nostalgia del
ri”. Noi studenti ci recavamo passato, povero ma felice, mi
in gita sul Monte Maggiore prende spesso assieme al de-
col prof. Gravisi, o a S. Pietro, siderio di incontrare, finché sa-
o a Cas'cerga, in allegra bri- rà possibile la superstite mula-
gata. Diventammo avanguar- ria del Burai.
disti e la vita cambiò. Poi mi-
Giuliano Mattiassi, 1996
Prendevamo il sole …
Qualcuno potrebbe pensare a goglio, di malcelato campanilismo. questa era appena tagliata la tecnica
una forma di megalomania paesana Si cominciava col dire che a Pisino suggeriva di strisciare un po' la pian-
ma la sistemazione del “pozzo” cre- quasi tutti sapevano nuotare, benché ta del piede prima di appoggiarla.
ato dal torrente Foiba favorì una sa- non ci fossero il mare, ne le piscine, C'erano poi dei rami protesi sull'ac-
na, anche se modesta, evasione di ne i grandi laghi, come il Balaton de- qua, dai quali lasciarsi cadere, come
tanti giovani; lo specchio d'acqua gli ungheresi che stupivano il mondo Tarzan: mancavano soltanto le lia-
era lungo 180 metri, con una profon- vincendo le gare di nuoto. Tutti, ma- ne e i coccodrilli. Ma c'erano molte
dità che raggiungeva i 7 metri e ciò schi e femmine, avevano imparato a lucertole - le guscerize che prende-
consentiva ai più coraggiosi qualche nuotare in acqua dolce. II nostro ma- vano il sole come noi, e qualche bi-
tuffo spettacolare con tante nuotate. re - ecco la spiegazione - era il tor- scia d'acqua, che non ho mai visto,
La prima volta che tornai a Pisi- rente Foiba, chiamato in gergo il “po- ma che un giorno ho sentito sotto il
no dopo la guerra erano gli anni ses- tok”, che lungo il suo corso prima di piede nel pozzo dei Tre. Certo I'ac-
santa, credo, dopo che fu abolito il vi- inabissarsi nella cavità omonima for- qua non era cosi trasparente da po-
sto sul passaporto - chiesi all'amico mava delle vasche, grandi e picco- terla facilmente vedere, e il pozzo dei
Claudio, che guidava l'automobile, di le, per la gioia dei bagnanti. La valle Tre era anche più fangoso del poz-
fare una capatina fino al Lido. Si era che percorreva era aperta e soleg- zo dei Sassetti o del pozzo dei Ca-
d'estate e mi era venuto il desiderio giata. Prati e campi, alberi e cespu- vai o del pozzo dei Nudi. Questi nomi
di ripercorrere la strada che si faceva gli lo accompagnavano da Novac- ed altri ancora - la Picia, la Granda,
per andare “al bagno”. Ma fu una de- co verso Pisino. II tappeto verde dei la Tornina, Krof - si alternavano nel-
lusione. Arrivammo in un baleno: un prati talvolta scendeva fino alle sue la scelta delle giornate estive, quan-
po' di curve su strada bianca ed ec- sponde oppure si arrestava davanti do si doveva decidere dove andare
coci sul ponte del Lido. Sotto, in mez- ai massi rotolati nel suo letto, talvolta a bagnarsi. E alla sera o il giorno do-
zo ad una folta vegetazione di arbusti invece si fendeva in più alti e scosce- po ognuno aveva la sua piccola sto-
e rovi, stagnava un'acqua giallogno- si pendii di terra friabile che chiama- ria da raccontare, perché ogni pozzo
la, irriconoscibile. Vero che la memo- vamo “assel” e da cui sceglievamo le era immerso in un paesaggio diver-
ria gioca brutti scherzi, che la lon- scaglie da lanciare per farle saltella- so con elementi più o meno affasci-
tananza contribuisce a rievocare le re sullo specchio dell'acqua. Chi non nanti di contorno, come la frutta degli
cose ed i luoghi con i colori della fan- c'ha provato almeno una volta? Certi alberi vicini o le pannocchie di gra-
tasia, che il tempo trascorso aveva piattelli di pietra, ben levigati, lancia- noturco da abbrustolire fra le “pie-
dato tono e ricchezza indicibili a que- ti con abilità, riuscivano a fare sette, tre” o qualche sorgente di acqua fre-
sti colori... ma questo non era il Lido! otto salti, o anche di più, e spesso fi- sca potabile dove si beveva nel cavo
Quando ne parlavamo nei primi anni nivano in una scia d'acqua e di lute o della mano o, i più raffinati, nel cali-
dell'esodo, specie se vi erano degli addirittura raggiungevano la riva op- ce di foglie. La freschezza e la pu-
interlocutori estranei cui bisognava posta. Molte rive erano trampolini na- rezza dell'acqua dove bagnarsi era-
spiegare le cose, sentivo nei discorsi turali per i tuffi ed offrivano belle rin- no i piaceri più ricercati e variavano
dei vecchi pisinoti una punta di d'or- corse a piedi nudi sull'erba: quando di giorno in giorno da un pozzo all'al-
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tro. Non si parlava certo di inquina- cino una terrazza-solarium e le scale bra sotto il ponte. I più ardenti riusci-
menti, ma ci si chiedeva se era pio- per scendere dalla camionale, subi- vano a baciare le “mule” sotto acqua.
vuto a monte, perche la piena del to dopo il ponte, tutto in pietra bian- I più ardimentosi, ad ora tarda, si tuf-
torrente portava rami e foglie ed altri ca ed in cemento. E poi da una vi- favano nudi, magari solo per poterlo
detriti. Per la verità c'era anche qual- cina sorgente raccolse l'acqua in un raccontare. Non c'erano radioline, ne
cuno che inquinava talvolta le acque, serbatoio cubico, la “iazera”, nasco- chioschi di rivenditori rumorosi; sol-
andando a pescare con la “cocco- sto fra gli arbusti e munito di un pas- tanto il disturbo di qualche nube di
la”, una polvere che si comperava da so d'uomo dal quale i più spavaldi si polvere dalla strada al passaggio dei
Rovis in drogheria e che prima di get- calavano dentro per rinfrescarsi. Da rari veicoli. II luogo si raggiungeva a
tarla in acqua per stordire i pesci si lì fece scendere l'acqua con i tubi fin piedi per le stradine di campagna,
mescolava con la m... L'operazione sotto il ponte dove nella frescura si raramente per la strada di cui ho par-
era del tutto singolare, come si può poteva fare la doccia. Così i pisino- lato, che sembrava così lunga, pie-
immaginare, e richiedeva un volon- ti se la spassavano, pancia al sole, na di ghiaia e di curve. Rivedendola
tario che procurasse all'ora giusta la tra il profumo delle acacie e dell'er- dopo tanti anni questa strada mi par-
materia prima servita su un piatto di ba spagna e il ronzio di qualche ca- ve molto più corta. Ma il Lido era co-
pietra. Poi con una “sbizza”, cioè un labrone qualcuno diceva di qualche munque irriconoscibile: un rigagnolo
ramo secco, si facevano i lanci del- “zeIon”. - che succhiava il nettare dei brutto con le sponde mal disegnate e
le esche. I pesci si prendevano con papaveri e delle “cucuvize”. E dopo con le balaustre del ponte semidiroc-
le mani, perche erano addormenta- la nuotata e qualche tuffo - i più co- cate. Evidentemente il sito non servi-
ti. Quando il torrente era piuttosto in raggiosi si buttavano dal pilone del va più, alcuni opifici a monte aveva-
secca si potevano prendere i pesci ponte e il Tullio Ghersetti anche dalla no inquinato le acque, i nuovi pisinoti
con le mani, anche senza la “cocco- balaustra - risalivano dalle scalette di andavano al mare, quello vero, sul-
la”: era una prova di abilita non co- legno, con sussiego come nei bagni la costa di Parenzo, anzi di Porec,
mune, che consisteva nel costringe- imperiali di Abbazia, e consumava- a Plava Laguna. Che dire? Solo nel
re il pesce in “corner” da dove non no la merenda al sacco. Questo era il cuore dei vecchi pisinoti è rimasto un
poteva fuggire. Ma parliamo del Li- fascino del Lido il Lido di Pisino, per posto per il vecchio Jas e nel loro al-
do. Qualcuno in Comune pensò be- noi famoso come il Lido di Venezia - bum di fotografie c'é ancora un posto
ne di fare un argine per creare una frequentato non solo da giovanotti e per una vecchia cartolina con la dici-
piscina naturale nel posto più bello e da ragazze, ma anche da mamme e tura sul retro “tipografia Zanini” e sul-
più comodo per arrivarci lungo la ca- bimbi. I più fortunati ci arrivavano in la fronte “Lido di Pisino”.
mionale per Sarezzo. E ci costruì vi- bicicletta e la posteggiavano all'om- Renzo Cliselli, 1994
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Ci scrivono
Si è laureato il 31 Ottobre 2018, a 23 anni,
Eugenio Lorenzo Stefani presso l’Uni-
versità di Bologna, in Business and Eco-
nomics, con una tesi sulle blockchain di-
gitali.
Tra Pisa e Milano, la dinastia dei Mogorovich procede verso il futuro con le nuove
generazioni. Nella foto vediamo una giovane ultranovantottenne, la bisnonna Bruna
Chicco con in braccio l’ultimo bisnipotino nato a Milano, Samuele Mogorovich. Bru-
na è però già bisnonna di Achille ed Ascanio Mogorovich, nati a Pisa. Grazie alle sue
buone condizioni di salute, la bisnonna Bruna non ha problemi a spostarsi ogni tanto
da una città all’altra e può godere dei suoi piccolini sia a Pisa sia a Milano. Un augu-
rio affinché tutto proceda per il meglio ed un abbraccio a tutti: alla bisnonna, ai non-
ni, ai genitori ed ai piccolini!
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I nostri lutti
In vista del traguardo dei 100 anni, è scom-
parso a fine settembre Ennio Corradina, da
lungo tempo assiduo frequentatore dei raduni
e degli incontri tra Pisinoti. Da anni insediato-
si a Teglio Veneto, al confine tra Veneto e Friu-
li Venezia Giulia, dove è stato eletto sindaco
per più mandati, è stato anche professore di
materie scientifiche. Alla moglie e alla figlia le
più sentite condoglianze da parte della Fami-
glia Pisinota.
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Elargizioni e offerte
da Mario Trippari, Trieste, in me- da Fulvia Buttolo, Trieste, per il No-
ELARGIZIONI:
moria della mamma Anna Picot, €. tiziario, €. 15
da Federica Sassara, Udine, per 300
borsa di studio in memoria della da Ida Ferencich, Trieste, per il
da Fiorella Sindici, Cusano Mila-
mamma Mariuccia Cliselli, €. 100 Notiziario Pisinoto, €. 10
nino (MI), a ricordo della mamma
da Adriana Defilippi Marzini, Mug- Edda Angelini, deceduta il 5/7/19 da Fulvio Gasparini, Sesto San
gia (TS),per ricordare il marito Leo €.50 Giovanni (MI), rinnovo associazio-
Marzini, €. 50
da Cilla Marzini, Schio (VI), per ne, €. 20
da Adriana Defilippi Marzini, Mug- borsa di studio in ricordo del fratel-
gia (TS), in memoria dei suoceri At- da Gianna Kreissl, Castelfranco
lo Leo , €. 100
tilio e Mimi Marzini, €. 50 Veneto (TV), per la Famiglia, €. 50
da Lidia Sferco, Genova, in memo-
da Germana Simic Toccafondi,
ria della professoressa Nerina Fe- da Marino Marini, Lecco, per il No-
Gradisca d’Isonzo (GO), per borsa
resini, €. 30 tiziario Pisinoto, €. 70
di studio in ricordo dei propri cari
Toccafondi e Depiera, €. 100 da Eufemia Tosti, Marghera (VE),
da Anna Russo, Monza (MB), per
da Luisa Tuzzato, Mira (VE), in me- in ricordo dei genitori e delle sorel-
le Maria e Romana, €. 100 la Famiglia Pisinota, €. 100
moria di Livio Valli dalla moglie Lu-
isa, €. 100 da Anna Russo, Monza (MB), in da Fabio Velicogna, Abano Terme
da Giuliana Valli, Mira (VE), in me- ricordo dei defunti della famiglia (PD), per premi di studio, €. 30
moria dei nonni Rosina e Mario Val- Russo, €. 100
li, dalla nipote Giuliana, €.50 da Anna Russo, Monza (MB), in da Claudia Rabar, Ferrara, contri-
memoria di Edina Angelini, €. 50 buto per la Famiglia Pisinota, €. 30
da Oscar Bernes, Torino, in memo-
ria della mamma Maria Blascovich, da Fulvio Mizzan, S. Donà di Pia- da Ferruccio Sirotti, Trieste, pro Fa-
€. 30 ve (TV), a ricordo del papà Bruno, miglia Pisinota, €. 50
da Clorinda, Mario e Franco Clisel- €. 25
li, Udine, per borsa di studio in me- da Siria Cacciari, Pasian di da Flavio Cergna, Farra d’Isonzo
moria di Renzo Cliselli,€. 100 Prato,(UD), in memoria del dott. (GO), pro Notiziario Pisinoto, €. 50
da Dario Motta, Trieste, per borsa Gino Cogliati nel 27° anniversario da Bruna Miaschi, La Spezia, per il
di studio in memoria del papà Etto- della scomparsa, €. 50
re, €. 100 Notiziario Pisinoto, €. 20
da Mary Pesle, Trieste, in memoria OFFERTE: da Maria Almani, Gorizia, per la
dei cari defunti della famiglia Pe- Famiglia Pisinota, €. 97
sle, €. 50 da Arianna Sartori, Firenze, per la
da Gianfranco Quarantotto, Cervi- Famiglia Pisinota, €. 30 da Licia Colombo, Villotta di Chions
gnano (UD), in memoria della ma- da Silvana Ghersetti, Legnano (PN), per il notiziario della Famiglia
dre Clelia Cogliati, €. 100 (MI), per il Notiziario, €. 50 Pisinota, €. 100
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Rimpianto
Guardo le vece foto
del mio Burai scasado
e la caseta de l'infansia
che me fa lustri i oci
e de malinconia me oprime
Iera el mio nido, picio
ma de quei grandi e bei
che i stava in piasa
no gavevo invidia mai
De quel tempo lontan
rivedo el viale ombroso
che la mama povereta
ala sua amica de qua,
la ghe diseva, sincera,
che forse el somiliava
ai Campi Elisi parigini
Credo che de Pisin
la conosesi solo la contrada,
povera vecia mia
morta lontan de casa
consunta de dolor
per el papà fucilà per strada.
Vedevo bel el Corso streto
e la Piasa del Ginasio enorme!
La go rivista quarantani fa
svodada dela Scola e del Teatro
“Che picia” go pensado che la se!
Iera i oci de mulo fato grande
portado dala guera per el mondo.
Go pìanto amaro
e son scampà per l'ilusion provada
che gavevo rubado el sogno
Vivo in un logo bel, visin al mar azuro
ma penso ala mia Foiba,
ala mia cesa, al cimitero
dove riposa i nostri morti
che più no i pol patir.
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FAMIGLIA PISINOTA
BELLANI LUCA...................................................................................................................................................
GIANESELLI RICCARDO....................................................................................................................................
MARION FULVIO.................................................................................................................................................
MOTTA DARIO....................................................................................................................................................
REGOLAMENTO
2. Nelle righe tratteggiate a fianco degli elenchi gli elettori possono aggiungere altri no-
mi di candidati non suggeriti dal Comitato elettorale rimanendo sempre nel numero
massimo indicato al punto 1.
3. Si vota con una crocetta sul quadratino a fianco dei candidati proposti, oppure scri-
vendo il nome di un altro pisinoto.
5. La busta può anche essere spedita per posta, in busta chiusa, contenuta in un’altra
busta indirizzata alla Famiglia Pisinota, via Silvio pellico 2 – 34121 Trieste, con l’indi-
cazione del nome dell’elettore mittente sul retro della busta stessa.
6. La busta chiusa senza nome può contenere più schede purché vengano indicati sul-
la busta esterna, indirizzata alla Famiglia, il nome degli elettori mittenti.
9. Chi spedisce per posta ed ha bisogno di più schede, può fare più fotocopie in base
al numero degli iscritti alla Famiglia.