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LUIGI CHIAPPETTA

IL CODICE
DI
DIRITTO CANONICO

Commento giuridico-pastorale

III
Libro VII e Indice Analitico
Seconda edizione
accresciuta e aggiornata

ED Edizioni Dehoniane - ROMA


IMPRIMATUR
Cosenza , 16 luglio 1986
~ Dino Trabal zini, Arci vescovo

ISBN 88-396 -0226-7

Tutti i diritti sono riservati - Edizioni Dehoniane - Roma


Introduzionc

LIBRO VII
I PROCESSI
PARTE I
I GIUDIZI IN GENERALE

IL VII LIBRO DEL CODICE


Contiene il diritto processuale, oss ia l'insieme delle norme istituite dalla Chiesa per 5051
l' amministrazione dell a giustizia, sia nel campo giudi ziario (processi in senso strett o),
che in quello ex trag iudiziario (proces si o piuttosto procedimenti amministrativi, nei
quali il " processo" ass ume un senso più ampio).

I) La ripartizione della materia 5052


Il VII libro del Co dice è diviso in cinque parti :
I. I gi udizi in gen erale: cann . 1400- J500
2. Il giudizioso contenzioso: cann. 1501-1670
- Ord inario: ca nn. 1501-1655
- Or ale: cann . 1656- 1670
3. Alcuni proc essi speciali: ca nn. 1671-1716
a) Processi matrimoniali: ca nn. 1671-1707
- Cau se per la dichi arazione di nullit à del matrimoni o: cann. 1671-1 69 1
- Ca use di separazio ne dei coniugi: cann . J 692 - 1696
- Processo per la dispe nsa circa il mat rimonio raro e non co nsumato : ca nn.
1697-1 70 6
- Pro cesso di morte presunta del con iuge: can. 1707
b) Cau se per la dichiarazione di nullit à dell a sac ra ordinazio ne: ca n. 1708-17 12
c) Modi per evit are i giudizi: cann. 171 3- 1716
4. [I processo pen ale: cann, 1717-1731
5. Procedure nei ricorsi amministrativi e nell a rimozione o nel trasferimento dei
parroci: cann. 1732- 1752
Nella suddett a ripartizione della materia, sono usati promiscuamente tre termini: causa, giu- 5053
dizio e processo. Sostanzialmente essi coincidono, per cui sono usati come sinonimi di un
medesimo concetto, considerato sotto aspetti diversi.
La causa è la vertenza o controversia che l' autorità competente è chiamata a risolvere median-
le l' applicazione della legge (il diritto sostantivo o normativo).
Il giudizio - dal verbo "giudicare" - è la decisione definitoria emessa dall'autorità che ha
trattato la causa.
2 LTBRO VB - I processi

Il processo - dal verbo "procedere" - è il giudizio nel suo svolgimento o sviluppo


(processus iudicii): indica l'iter ossia la serie degli atti, attraverso i quali il giudizio giunge alla sua
conclusione.
Il Codice parla anche di procedura: propriamente, essa è l'insieme delle norme (diritto
formale) che disciplinano il giudizio e che devono essere osservate nello svolgimento del processo.

5054 2) Significato e necessità del diritto processuale canonico


5055 Son note le diverse correnti o tendenze che si manifestarono negli anni post-con-
ciliari, in merito al processo canonico.
La prima, in una posizione nettamente estremista, contestava la legittimità di un diritto
processuale ecclesiastico - anzi di qualsiasi diritto normativo canonico - perché ritenuto contra-
rio alla natura e alla missione della Chiesa, alla essenza del messaggio evangelico.
Una seconda tendenza, per la verità utopistica, non rifiutava il processo canonico, ma
semplicisticamente intendeva svuotarlo d'ogni carattere giuridico, trasforrnandolo in un processo
esclusivamente "pastorale", libero da norme e formalità definite "giuridiche".
La terza tendenza infine, aperta alle nuove istanze maturate nel Concilio Vaticano Il, soste-
neva la necessità di conservare al processo la sua struttura tecnico-giuridica, ma nello stesso tempo
ne auspicava un opportuno rinnovamento, da attuarsi con una decisa semplificazione delle norme
e, soprattutto, con un chiaro senso di pastoralità.
Com'era logico aspettarsi, prevalse nella revisione del Codice questa terza tendenza, la sola
che mostrava saggia prudenza ed equilibrio.
5056 Scnza dubbio, nella società religiosa come in quella civile, il processo costituisce
sempre, in sé, qualcosa d'irregolare, di anomalo, poiché presuppone la trasgressione
della legge, la violazione dei diritti altrui, una situazione di conflittualità o almeno di
dubbio, d'incertezza, di fatto o di diritto, che occorre risolvere, chiarire. Il can. 1446,
§ I, esorta formalmente i fedeli a fare ogni sforzo perché, salva la giustizia, siano evitate
le liti in mezzo al popolo di Dio, e si compongano pacificamente al più presto. Fa inoltre
obbligo al giudice, con insistenza, di tentare la conciliazione delle parti mediante
un'equa soluzione della controversia (cann. 1446, § 2; 1676; 1695). Nel can. 1733, § 2,
si prevede infine l'istituzione di un ufficio o consiglio di conciliazione, allo scopo di
comporre equamente le vertenze che dovessero sorgere con l'autorità.
Ma poiché, purtroppo, le violazioni della legge e dei diritti altrui sono, in buona o
mal a fede, un fatto di esperienza quotidiana, il quale crea nella comunità una situazione
socialmente pericolosa, è necessario, con tutta evidenza, che l'ordine e la giustizia
vengano ristabilite secondo precise norme e formalità, a garanzia di una efficace tutela
del diritto.
5057 Il potere giudiziario, del resto, è una delle tre funzioni essenziali della potestà di
governo, che appartiene "iure proprio" alla Chiesa (can. 135, § I), istituita da Cristo
come comunità storica, socialmente organizzata (can . 204, § 2). Risulta da più testi della
Sacra Scrittura che tale potere è stato conferito espressamente alla Chiesa dal suo Divin
Fondatore: cfr. MI. 18, 17-18; I Cor. 4, 21; 5, 3-5, ecc.

5058 3) Principali innovazioni


Il libro VII del nuovo Codice si presenta notevolmente rinnovato di fronte al cor-
rispondente libro IV del Codice anteriore. Le più importanti innovazioni - richiamate
dallo stesso Gruppo di Studio, al quale venne affidata la revisione della materia
processuale (cfr. Communicationes, a. 1970, pp. 183-194; a. 1974, pp. 39-44; a. 1976,
pp. 185-200) - sono le seguenti.
Introduzione 3

1° Una netta semplificazione delle norme procedurali, che risulta dallo stesso num ero dei 5059
canoni del nuovo Codice: 353, di fronte ai 500 del Codice precedente', con una riduzione di ben
147 canoni. Ciò ha permesso di sopprimere molte norme ormai superate e altre superflue o com-
plicate, che nocevano alla chiarezza.
2° Una tutela più efficace della verità e della giusti zia, non solo atlraverso l'accennat o 5060
sistema procedural e più semplice e più chiaro, ma anche per il maggi ore potere discre zionale
conferito al giudice, che può perfino «supplire la negligenza (o l'imperizia) delle parti nel presen-
tare le prove e nell' opporre eccezioni, ogni volta che lo ritenga neces sario per ev itare una se ntenza
gravemente ingiu sta» (ean . 1452, § 2).
3° Una maggiore celerità nell'iler proccssuale, reso possibile con varie disposizioni, fra cui 5061
in particolare:
- La riduzione della durala massima delle cause a un anno, nei tribunali di prima istanza,
e a sei mesi nei tribunali di seconda istanza (can. 1453), ment re nel Codice anteriore i termini della
durata massima erano raddoppiati (can . 1620*);
- L' introduzione de l processo contenzioso orale, che , riducendo le formalit à di legge,
permett e di abbreviare considerevolmente i temp i richiest i dal processo ord inario (can. 1656 ss.),
4° La competenza sussid ia r ia riconosciuta al diritto particolare per cui, sa lva l'unità sostan- 5062
ziale del diritto processuale per tutta la Chiesa (can. 1402), richiesta dalla stessa struttura gerarchica
dci tribunali , si dà facoltà all'accennato diritto di emanare leggi e norme integrati ve (cfr. cann .
1470, § l, I56 l , 1714, ecc.), nelle quali si tenga conto, per quanto è possibile, delle esigenze locali
e dell'indole di ciascun popolo, su cui si riflette l'influsso delle leggi civili vigenti nel territorio
(Communicattones. a. 1974, p. 39, lett. b: a. 1976, p. 184, n. 2) .
È anche previ sto che i singoli tribunali abbiano un proprio regolamento, come delle norme
proprie in ordine alle spese giudiziarie e al gratuito patrocinio (cfr. cann . 1602. § 3; 1649).
50 L 'i stitu zion e di tribunali interdiocesani o regionali di prima e di seconda istanza, 5063
non so lo per le cau se di nullità matrimoniale. ma , con l' approvazione della Sede Apos tolica,
per tutte le cause o per dete rminati generi di esse (ca nn. 1423 e 1439 ; cfr. Commu nicati ones,
a. 1970, p. 184, n. 11).
6° La soppressione del processo o procedura per l'inflizione della sospensione ex informata 5064
conscientia (cann. 2186-2194, Codice 1917), non più comp atibile con la sensibilità moderna e
soggetto a possib ili grav i abusi e atti di arbitrio.
7° Una larga apertura ai laici , uomini e donne . che possono essere ass unti liberamente : 5065
Nell 'ufficio di notaio (cann . 483 e 1437), con l'eccezione prevista nel can. 483. § 2.
Di promotore di giustizia e di difensore del vincol o (cfr. can . 1435).
Di giudice istruttore o uditore (can. 1428, § 2).
Di assessore del giudice singolare (can, 1424).
Di giudice di merito, facente parte del collegio giudicante (can . 1421, § 2).

4) La terminologia 5066
Anche in questo settore sono stati introdotti vari cambiamenti. Così ad esempio:
I ° Nei giudizi contenziosi il termine reus non è più usato. Resta solo nell'ambito dei giudi zi 5067
penali, mentre nei primi si usa esclu sivamente parli conventa. Il termin e, infalli, ha assunto nel-
l'uso delle lingue moderne una connotazione negativa di persona colp evole di rea/o . ossia
d'infrazione alla legge, di delitto , che per sé è estranea nei processi contenziosi' .

I Da tale numero sono stati esclusi i 143 canoni riguard anti le cause di beatificazione dei

Servi di Dio, disciplinate da una legge a parte, promulgata da Gio vanni Paolo Il con la Costo Ap.
Divinus perfe ctionis Magister del 25 ge nnaio 1983: Enchir. Val.• vol. 8, pp. 466-4 99).
2 Etimologicamente, il termine reus, contrapposto ad actor, deriva da resoÈ la prestazione di
que sta " res", nel senso dcIIa parola latina , che l'att ore richiede va alla persona chiamata in giudizi o
ipars conventai.
4 LIBROVII- J pnc cssxj

5068 2° Le ca use conce rnenti i delitti, in ordine alla irrogazione o a lla dichi ara zione dell e pene
co mminate, non so no più dell e criminali, ma, co n ter mi ne pi ù attenuato in uso ormai presso
q uasi tutt i gli ord ina menti civi li, sono deno minate penali. L ' esp ressi one "ca usa c rimina le" è
rimas ta solo ne l ca n. 489, § 2, e l' uggettivo "c riminale " , unito ad "ac tio", è usato solo in tre
canon i: 1362, § I ; 1720, n. 3; 1726.
5069 30 I termini Offida le c Vlce-Offìcialc non sono soppressi (cfr. can. 1420. §§ I e 3). ma i
titolari della potestà giudiziaria istituiti dal Vescovo diocesa no nel territ orio di sua co mpetenza ,
ass umono la denominazione più propri a di Vicario giudiziale e di Vicario giudiziale aggiunto,
rientrando così nella nomenclatura e nella categoria dei "Vicari", i quali prestano la loro collabora-
zione al Vesco vo nel governo ordinario della diocesi ed ese rcita no le loro funzioni in nome c per
autorità dello stesso Vescovo : Vicario genera le, Vicario episcopale , Vicario giudizia le.
5070 4° I giudici non sono più detti sinodali o prosinodali (can. 1574, § l, Codice 1917) - «quod
nihil dicit relate ad vim rnuneris» (Communicationes, a. 1970, p. 85, n. 12) - ma diocesani (can,
1421. § 1).
5071 50 Il termine contumacia serve so lo, nel nuovo Co dice , per ind icare il manc ato rav-
vedi mento di una perso na co lpevo le di un de litto (c fr. cann. 1347, §§ 1-2 ; 1358. § 2; 1364,
§ 2) . La man cat a co mpar izio ne de lle part i in giudiz io è della se mplice me nte assenza
(ca nn . 1592 , § l , e 1595).
5072 6° Nel Codice precedente, l' appello e la querela di nullità era no denominali iuris remedia
con t r a sc nten tia m (t it. XIV, a nte ca n. 1878*) . Con terminc più prop rio, usato nel diri tto
proccssualc civi le, si parla nel nuovo Codice di impugnatio sententiae (IiI. VIII, ante can . 1619 ).
«l uris remedi a - avvertono i Consultori del Gruppo di Studio De iure proc essuali recognoscendo
- sapiunt aliqu atcnus medicamenta et ideo incongrue adhibentur relate ad sententiarn. Impugna/io
sententiae est optima latini tatis vox, et concinit cum formula legum civiliurn» (Communicationes,
a. 1970, p. 187, n. 2 1. li) .

5073 I GIUDIZI IN GENERALE (cann, 1400-1500)


La prima parte del VII libro d el C odi ce co ntiene le norme generali ci rc a i g iudizi
eccl es iast ici : un co m plesso d i 101 cano ni , di c ui i pr imi qu attro hanno ca ra tt ere in trodut-
tivo e gli altri, co nce rn e nti le nonne vere e proprie, sono d istribuiti in c inq ue titoli :
l° 11 fo ro co m pete nte : cann . 1404-1416
2° I diversi g ra d i e le di verse s pecie d i tribun al i; ca n n. 14 17- 14 45
3° La di sc iplina d a osserv a rs i ne i tribun al i; ca n n. 1446-1 475
4° Le parti in causa; ca nn. 1476-1490
50 Le a zio ni e le eccezioni : ca nn . 1491-1 500
5074 Si tratta dei cos iddett i presupposti processualì:
-- Giurisdizionali, relativi alla prerogativa sovrana della Sede Apostolica, alle cau se riserva te
al Romano Pontefice e alla Romana Rota , alla competen za dei giudic i di prima istanza, ai vari titoli
di tale competenza,
- Struttura/i, relativi ai dive rsi gradi e alle diverse specie di tribunali: tribunali di prima
istanza, di seco nda e di ulteriore istanza e tribunali della Sede Apostolica, tribunali dioce sa ni e
inte rdioeesani ; tribun ali dei religiosi; giudice unico e tribun ale collegia le.
- Personali, sia in rapport o ai mem bri del tribunale : giudice, uditore e re larore, promotore
di giustizia e difensore del vincolo, notaio; sia in rapport o alle parti in causa: l' attore e la parte
convenuta, la loro capacità di agire, eventuali tutori e curatori, procuratori ed avvo cati, azio ni ed
eccezioni.
- Disciplinari. relativ i alle norme da osservare e riguardanti l'ufficio dei giudici e degli altri
ministri del tribunale, l'ordine di tratta zione delle cause, i termini e le dilazioni, il luogo dci
processo, le persone da ammettere in aula, la redazio ne e la conservazio ne degli atti.
5075 11 giudizio ecclesiastico è definito nel Codice precedente: «L a legittima di scussi one
e d efini zi one, d in an zi a un tribunale ecclesiastico , di una controversia c irc a una m at e ria
nell a q ua le la Chiesa ha il d iritto di g iudicare » (can. 155 2, § 1*).
I giudizi in generale 5

CAN. 1400 - § 1. Obiectum iudicii § I. Sono oggetto di giudizio:


sunt:
1° personarum physicarum vel l ° i diritti di persone fisiche o giuridi -
iuridicarum iura persequenda aut che da perseguire o da rivendicare, o fatti
vindicanda, vel facta iuridica de- giuridici da dichiarare;
c1aranda;
2° delicta, quod spectat ad poe- 2° i delitti , per quant o concerne l'irro-
nam irrogandam veldeclarandam. gazione o la dichiara zione della pena.
§ 2. Attamen controversiae ortae § 2. Le controversie sorte da un atto di
ex actu potestatis administrativae potestà amministrativ a possono tutta via
deferri possuntsolummodo ad Su- esse re deferite solo al Superior e o al tribu-
periorem vel ad tribunal admìni- nale ammini strativo.
strativum.

I CANONI INTRODU1TLVI (cann. 1400-1403) 50 76

Si tratta di quattro ca noni, che enunzi ano alcuni principi e alcune norme di carattere
prelimin are.
Schem a
I. L ' oggett o dc i giud izio ecclesiastico 3. L ' unifor mità de lle norme pro ccssua li
2. L' a mbito de lla potestà giudiziaria de lla Chiesa 4. Le ca use di canonizzazione de i Sa nti

1. L'oggetto del giudizio ecclesiastico 5077

I) Il triplice oggetto
1400, § l (/552, § 2*) A norma del canone, sono ogge tto di giudizio da parte della
competente autorità ecclesiastica:
I ° I diritti delle perso ne fi siche e giuridic he (diritti soggettivi), di carattere spiri- 5078
tualc o te mporale, che siano stati lesi oppure siano sogge tti a controversia. A termine
del can. 221, § 1, tutti i fedeli hanno piena e libera facoltà di rive ndicare e di fendere
legittimamente i diritti di cui godo no nella Chiesa. presso il foro com pete nte, a norma
del d iritto.
2° I fatti giuridici de lle medesime persone, le quali intendono otte nere una dichia - 5079
razione legale da parte della pubbl ica auto rità. Fatto giuridico è qualsiasi fatto da cui si
determina l' acqui sizione, la modifica, la perdi ta di un diritto. Ta le, ad ese mpio, un
contratto, un matrimonio, una professione religiosa, ece .
3° I delitti - intesi come violazione esterna di una legge o di un precetto pena le, 5080
grave me nte imput abile per dolo o per colpa (can. 1321, § I) - in ordine alla imposi-
zione della pena o alla d ichiarazio ne della medesim a, quando si sia incorsi in essa per
il fatto stesso del deli tto che viene compiuto. L' imposizione si ha nelle pene "Ierendae
sententiae" (se ntenza condannatoria), la dichiarazione, nelle pene "Iatae sententiae"
(sentenza declaratoria).
È da notare che l'imposizio ne o la dichiarazione dc lla pena, oltre che per sentenza gi udiziaria . 5081
può e ffett uarsi , in deter min ati casi e circostanze , anche mediante decreto extragi udiziario (cfr. ca nn.
1342 c 172 0).

Si distingue pertanto - cano nicame nte e civil mente - in rapporto all'oggetto del 5082
giudizio un dup lice processo giudiziario: contenzioso e penale . Il processo contenzioso
6 LIBRO VII · I prnre sxi

tende alla rivend icazione o all'accertamento di un diritto ; quell o penale, detto precede n-
tement e "criminale" (n. 5068), alla imposi zion e o alla dichiarazione della pena (cfr. can.
1552, § 2. Codice 1917).

50S3 2) Le vertenze di carattere amministrativo


1400, § 2 (1601 *) 11 terzo tipo di processo considerato nel Codice è quello ammi-
nistrativo , che ha come oggetto le vertenze sorte da un atto di potestà ammin istrativa o
esecutiva
Già il can. 1601 del Codi ce del 1917 sta biliv a formalmente che contro i decreti degli
Ordinari non si dà appe llo o ric or so alla Sacra Rot a. e che la com petenza circa eventu ali ricorsi
spella esc lus iva mente all e Co ngreg azioni della Curi a Rom an a. Una rispo sta a ute ntica della
Pont. Com m . per l' interpret. de l Codice in dat a 22 ma ggio 1923. co nfermava tale princ ipio :
«Mens e st : ex clu sive compe tere Sa cri s Co ngrcgatio ni bus cogniti onem tum huiu srnodi
decretorum dispositio num , tum darnnorum, qua e qu is praetend at ex iis sibi illata esse » (X .
OCHOA. Leges Ecclesiae, I, n. 518. co l. 585).
5084 Ma questo non parve sufficiente alla Commissione per la revision e del Codice. e ne i Principi
direttivi ap provati dal Sin odo dci Vescovi svoltosi nell'ottobre del 1967, si affermò la necessità di
cos tituire dei particolar i tribunali amministrativi (una specie di T.A.R. ecclesiastici):
- Occorre dichiarare apertame nte iproclumari oportetv nel Diritto Canonico che il principio
della tutela giuridica dei diritt i va applicato aequo modo ai superiori e ai sudditi. sicch é sco mpaia
totalmente qualunque SOSpCllO di arbitrio nell'amministrazione eccle siastica... Ma. me ntre nel
Codice di Diritto Canonico i ricorsi e gli appelli giudiziari risult ano sufficientemente regolati
secondo le esigenze della giustizia. è parere comune dci canonisti che i ricorsi amministrati vi siano
invece abb astanza manch evoli nella prassi eccles iastica e nell'amm inistra zione della giustizia . Si
se nte pertan to dovunque la necessità di cos tituire nella Chiesa tribun ali amministrativi distint i per
gradi e specie , in modo che la difesa dei diritti abbia in essi una propri a procedura canonica. che
si sviluppi deb itamen te presso le autorità di vario grado. In base a questo princ ipio. dovrann o essere
chiaramen te distinte le diverse funzioni dell a potestà ecclesiastica, ossia della funzione legislativa.
am ministra tiva e giudiziaria, e occo rrerà insieme stabi lire opportunamen te quali organi debb ano
esercitare le dette singole funzioni (Enchir. Vat., voI. 2. pp. 1370-1 373, n. 1709 ).

5085 Venne così preparata dal Gruppo di Studio De processibus la normativa circa i
tribunali amministrativi terr itoriali, comprendente una trentin a di canon i. Ess a co mparve
costantemente nei vari Schemi e fece parte di quello definiti vo presentato al Sommo
Pontefice per la promulgazione. Ma negli ultimi giorni - alla vigilia della promulga-
zione del Codice - tale norm ativa venne soppressa, lasciando solo gli attu ali canoni
1732-173 9.
50R6 Re sta anche il presente can. 1400, § 2, che , riaffermando il principio che le
vertenze sorte da un atto amm inistrativo possono essere deferit e solo al Superiore
gerarc hico, aggi unge in altern ativ a: "o ppure a l tribunale ammini strativo" . Ma que sto
tribun ale di fatto non esiste nell 'attuale ordinamento canonico , tranne che si vog lia
intendere con esso il Tribunale Supremo della Segnatura Apostolica (can . 1445 , § 2).
Come però ognuno può rile vare, si tratta di un tribunale uni co per tutto il mondo
cattol ico , e quind i prati cam ente di un ' acce ssibilità molto limitata. La con seguenza è
che un effett ivo tribunale ammi nistrativo non esiste nella Chiesa: d i esso c'è so lo il
nome nei ca nn. 149, § 2, e 1400, § 2, per cui sarebbe stato preferibile sopprimere
anche questo',
Ritorneremo sull'argomento nell'esposizione dei ricorsi amministrativi (nn. 5907-
5910).

I Cfr. L. C HIA PPr-TIA. Dizionario del nllo\'o Codice di Diritto Canonico, lntroduzionc, p.
XV III.
I giudizi in generale 7

CAN. 1401 - Ecclesia iure proprio La Chiesa giudica per diritto proprio ed
et exclusivo cognoscit : esclusivo:
1° de causis quae respiciunt res 1° le cause che riguardano cose spiri-
spirituales et spiritualibus adn e- tuali e quelle connesse con cose spirituali;
xas;
2° de violatione legum ecclesia- 2° la violazione delle leggi ecclesiasti -
sticaru m deque omnibus in quibus che e tutto ciò che presenta ragion e di
incst ratio peccati , quod attinetad peccato, per quanto riguarda la determin a-
culpac definitionem et poenarum zione della colpa e l'irrogazionc delle pene
ecclesiastica rum irrogationem. ecclesiastiche.

2. L'ambito della potestà giudiziaria della Chiesa 5087


1401 (1553 *) Spetta alla Chiesa iure proprio et nativo il pote re giudiziario, una
funzione essenzi ale della potestà di governo (n. 5057). Ma qual è l' ambito di tale
potere ?
Riportando ad litteram il principio enunziato ne) ca n. 1553, § l , nn. 1-2, de l Cod ice
precedente, il can , 1401 del nuovo Codice afferm a che la Chiesa giudica per diritto
prop rio ed esclusivo (ime proprio et exclusivo):
IO Le cause che riguardano le cose spirituali (per es . la validità di un battesim o, di
un' ordinazione sacra, di un matrimonio; gli effetti di un voto), o anche cose tem porali
unite strettamente n cose spirituali (per es., il diritto di prese ntazio ne o di e lezio ne a un
ufficio ecclesiastico; quanto riguarda il patrimonio ecclesiastico, i legati pii, ecc.).
20 La vio lazione delle leggi canoniche - poiché sono sue legg i proprie - e tutto
ciò che presenta "ragione di peccato" , per quanto conce rne la determ inazione della colpa
e l' imposizione di pene ecc lesias tiche.
Per diritto proprio, poiché il potere giudiziario della Chiesa deriv a, in tali materie,
da lla sua stessa natura e dalla volontà de l suo Fondatore divino , e non da una conces-
sione o delega della società civile (cfr. n. 477 l).
Per diritto esclusivo, in quanto nelle dette materie la competenza è soltanto della
Chiesa. e nessun ' altra autorità ha potere su di esse, neppure in forma cumulativa.
La ratio peccati : tale espressio ne, riport ata anche nel Codice precedente (cnn. 5088
1553, § I, n. 2*), è derivata dal celebre eap. Nov it d' Innocenza III ( 1198- 12 16) e da lla
Dichiara zione fatta da Bonifacio VIII nel Concistoro de l 24 giug no 1302 (Denzinger-
Sc honmetzer, n. 869). Il "peccato" a cui si accen na non è il peccato in senso puramente
teologico, e quindi limitato al foro interno, ma il peccato in senso amp io, comprens ivo
cioè di tutto ciò che, in modo diretto o indiretto, positivo o negativo, rigua rda il bene
de lla religio ne. la missio ne e il fine della Chiesa.
Nel ca n. 1553 del Codice precedente. erano anche escluse dalla competenza civile le cause 5089
contenziose e penali conce rnenti le persone che godevano del privilegio del foro (§ l. n. 3):
chierici, religiosi . mem bri di socie tà di vita comune "sine votis" , Ma a tale privilegio, scad uto da
più tempo, non si fa più accenno nel nuovo Codice, per c ui è da considerarsi definitivamente
soppresso. Non si parla neppure delle cosiddette cause "mixti fori" (can.1553, § 2, Codice 1917),
di competenza sia dcIIa Chiesa che dell' autorità civile. e regolate dal principio della "prevenzione"
(Cnmmunicationes. a. 1978, p. 2 18). Tale materia è ora disciplinata da eventu ali accordi interve nuti
fra la Sa nta Sede e gli Stati.
Il principi o della competenza prop ria della Chiesa è riaffe rmara nel ca n. 1671. rela tiva mente
alle ca use di nullità del matrimo nio dei battezzati , Per le ca use circa g li effetti puramen te civili e
quelle di separazione dci coni ugi, cfr. cann, 1672 e 1692 .
8 LIBRO VII - I proce ssi

CAt"l. 1402· Ornnia Ecclesiae trio Tutti i tribunali della Ch iesa so no retti
bunalia reguntur canonibus qui dai ca noni seg ue nti, sa lvo le no rme pro-
sequuntur, salvis normis tribuna- prie dci Tribunali dell a Sed e Ap ostol ica .
Iiurn Apostolicae Sedis.
CAN . 1403 • § 1. Causae canoni- § I . Le ca use di cano nizzazio ne dei
zationis Servorurn Dei reguntur Se rv i di Dio sono regolate da una legge
peculiari lege pontificia. pontificia speciale.
§ 2. Iisdern causis applicantur § 2. Alle medesime cause si app licano
praeterea praescripta huius Codi- inoltre le dispo sizioni di questo Codice .
cis, quoties in eadern lege ad ius og ni volta che la delta legge rin via al d i-
uni versale rernissio fit vel de nor- ritto univer sale o si tratti di norme che .
rnis agitur quae, ex ipsa rei natura, per la loro stes sa natura. riguardano anc he
easdern quoque causas afficiunt. le ca use dei Santi.

5090 3. L 'uniformità delle norme processuali


1402 (1555*) Il diritto processuale costituisce una sezione importante del diritto
canonico, essenziale al retto ordinamento della Chiesa e alla efficace tutela della sua
disciplina. Come appare evidente, è necessario che si conservi un'unità sostanziale della
corrispondente normativa, a cui tutti i tribunali ecclesiastici devono attenersi, anche per
la loro struttura gerarchica (n. 5062) . Fanno eccezione i tribunali della Sede Apostolica,
che sono retti da norme proprie.
5091 l? Per il Supremo Tribunale della Segnatura Apostolica sono attualmente in vi-
gore le No rme emanate il 25 marzo 1968 tEnchir. Vat., voI. 8, pp. 522-58 7).
5092 2° Per la Rota Romana valgono attualmente:
- Relativamente alla disciplina procedurale le Norm e emanate il 29 giugno 1934,
tit, III, aru, 59- 185 (X. Ocnox, Leges Ecclesiae, I. n. 1233, colI. 1554-1 567).
- Relativamente alla struttura del tribunale e ai vari uffici, le Norm e emanate il
·16 gennaio 1982 (Enchir. Vat., voI. 8, pp. 32-75).
5093 3 Per il tribunale della Congregazione per la Dottrina della Fede, competente, fra
0

l'altro . per i delitti contro la fede e per il crimine di sollecitazione, cfr. M.P. Integrae
servandae di Paolo VI, 7 dicembre 1965 tEnchir. Vat.• vol. 2. pp. 492-499).
5094 Anche il tribunale della Penitenzieria Apostolica ha norme proprie. che regolano
la sua costituzione, le sue competenze e la procedura. Non si accenna ad esso nel can.
140 2, poiché si tratta di tribunale di foro interno (can. 64).
5095 La particolare proced ura per la dimissione di religiosi di voti perpe tui appartenenti ad ordine
religioso clerica le esente. di cui al can. [555, § 3, del Codice 1917, già abrog ata dalla Cong rega-
zione dei Rel igiosi con decreto del 2 marzo 1974, col nuovo Codice resta defin itivament e
soppres sa. Si applicano ora i cann. 694-703 .

5096 4. Le cause di canonizzazione dei santi


1403 ( 1999 ss. *) Nel Codice precedente, la normativa procedurale circa le cause di
beatificazione dei Servi di Dio e della canonizzazione dei Beati cra compresa nel IV
libro (cann. 1999-2141). Essa non fa più parte del nuovo Codice. ed è contenuta nella
particolare legge pontificia, emanata da Giovanni Paolo Il con la Cost. Ap. Divinus
Igiudiziin generale 9

perfectionis Magister del 25 gennaio 1983 tEnchi r. Val., voI. 8, pp. 466 -48 1 a cui r
seguirono il 7 febb raio successi vo le No rme integrativ e eman ate dalla Congregazi one
per le Cause dei San ti circa l'istruttori a da svolgere dai Vescovi diocesani, e un Decreto
della medesim a Congregazione co ntenente alc une nonne di carattere transitorio tEnchir.
Val., voI. 8, pp. 48 1-499).
Ovviamente non si tratta di cause propriamente giudiziarie. Viene tuttavia usato in
esse l' app aratus iudicialis, solo in quanto strume nto idoneo per accertare la verità dei
fatti.
Avve rte per altro il canone nel § 2, che alle cause di canonizzazione dei Servi di
Dio si applicano le disposizioni del Codice ogni volta che la legge specia le rinvia al
diritto universale o si tratti di nonne che, per la loro stessa natur a, riguardano le sudde tte
cause.

IL FORO COMPETENTE (cann. 1404-1416) 5097


Schema
I. Nozioni preliminari 5. I vari titoli di competenza
2. Una prerogativa della Sede Apostolica - Domicilio e quasi-domicilio
3. Cause riservate - Ubicaz ione della cosa
- AI Romano Pontefice - Contratto e obbligaz ione
- Alla Rota Roman a - Luogo del delitto
- Conseguenze - Amministrazione di beni, eredità e legati pii
4. Il foro per le cause non riservate - Connessio ne e prevenzione
6. Co nflitti di competenza

l, Nozioni preliminari

I) Foro. g iurisdizione e compe tenza 5098


Il term ine foro è usato nel linguaggio giuridico con un triplice sig nifica to. Può
infatti designa re:
- Il luogo in cui si svo lge il giudiz io, dall'u so greco e romano di amministrare la
giustizia nelle pubbl iche piazze, dette latinament e "fori".
- Il giudice o il tribun ale dotati della necessari a giurisdizione e co mpetenza.
- La stessa giurisdizione che la legge co nferisce al giudice .
La giurisdizione è il pubbli co potere posseduto dal giudice, in ordine alla trattazio-
ne e definizion e delle cause.
La competenza è l' amb ito della giurisdizione del giudice, ossia la sfera concreta del 5099
suo potere, determin ata non solo dal territori o (la giurisdizion e del giudice è per sé
territoria le), ma anche da vari altri elementi, quali l' oggetto o materia della causa, la
co ndizio ne de lle persone, il grado del tribun ale (su cui si fonda la cosiddetta "co mpe-
ten za funzionale"), e in particolare , nei giudici di prima istanza, i cosiddetti "t itoli d i
competenza", che sono la ragione giustificativa e la base giuridica del suo effettivo
potere su una determ inata causa .
In realtà il giud ice, pur fornito di giurisdizione, non ha competenza per tutte le
cause che vengono presentat e al suo trib unale, per cui è possibile l' eccezione d'i ncom-
petenza, nel caso che eg li sia sfo rnito de i titolo relat ivo (ca n. 1460).

2 La CostoAp. di Giova nni Paolo Il è stata preceduta dal M.P. Sanctitas clarior di Paolo VI.
19 marzo 1969 tEnchir. Val., vol. 3, pp. 488-497) .
IO LIBRO VII - I processi

Titolo I
Il foro competente
CAN. 1404- Prima Sedes a nemi- La prima Sede non è giudicata da nes-
ne iudicatur. suno.

5100 2) Incompetenza assoluta e relativa


Alla competenza si oppone l'incompetenza, ossia il difetto di potere giurisdizionale,
necessario per trattare e definire una determinata causa. L'incompetenza può essere
assoluta e relativa.
L'incompetenza assoluta, disposta principalmente e direttamente per il bene pub-
blico, incide sulla validità stessa del giudizio, che pertanto è ipso iure nullo di nullità
insanabile (can. 1620, n. l). Tale nullità può essere sempre opposta come eccezione
senza limiti di tempo, c come azione al giudice che ha emanato la sentenza entro dicci
anni a decorrere dal giorno della pubblicazione della sentenza (can. 1621). Il giudice
stesso che si riconosca incompetente d'incompetenza assoluta, è tenuto anzi a dichiarar-
la da sé in qualunque stadio della causa (can, 1461).
L'incompetenza relativa, disposta in modo primario e diretto per il bene privato,
riguarda invece principalmente la liceità. Si ha nel caso in cui il giudice di prima
istanza sia privo del titolo prescritto (can. 1407, § 2). In questa ipotesi, la sua sen-
tenza è valida - la legge dà al giudice la facoltà di respingere l'eventuale eccezione
d'incompetenza opposta dal convenuto, e la sua decisione non ammette appello (can.
1460, §§ 1-2) - ma contro di essa è possibile sia la querela di nullità che l'istanza
per la "restitutio in integrum" (ean. 1460, § 2): l'una e l'altra entro il termine utile
di tre mesi da quando si è avuta notizia della pubblicazione della sentenza (cann.
1623 e 1626).

5101 3) Foro necessario e libero


Il Codice precedente ammetteva tale distinzione poiché, per varie cause, il foro era
determinato dalla legge (can. 1560*). Nel nuovo Codice, il foro necessario è stato
soppresso, per cui, in prima istanza, si hanno soltanto dei fori concorrenti, fra i quali è
consentito scegliere con libertà, nei termini previsti dalla legge.

5102 2. Una prerogativa della Sede Apostolica


1404 (1556*) "Prima Sedes a nemine iudicatur". È una prerogativa che spetta iure
divino al Romano Pontefice, in forza del primato di giurisdizione che egli possiede ed
esercita su tutta la Chiesa: «una potestà ordinaria suprema, piena, immediata e univer-
sale» (can. 331), a cui tutti sono soggetti, i singoli fedeli, come le Chiese particolari e
i loro Pastori, e i raggruppamenti delle varie Chiese (can. 333, § I).
In virtù del suo ufficio, il Sommo Pontefice dispone, per diritto irrinunziabile, di
un potere sovrano, che non è soggetto in alcun modo al controllo, al giudizio, all'ap-
provazione di alcuna autorità umana, né ecclesiastica né civile. Contro le sue delibera-
zioni non si dà ricorso o appello (can. 333, § 3), neppure al Concilio Ecumenico o al
Collegio dci Vescovi (can. 1372). Dei suoi atti il Papa risponde solo a Dio e alla sua
coscienza. La sua immunità è assoluta.
I giudizi in ~·tmcr.llc Il

CAN. 1405 - § 1. Ipsius Romani § l. È diritto proprio ed esclusivo del


Pontificis dumtaxatius est iudican- Romano Pontefice giudicare nelle cause
di in causis de quibus in can, 1401: di cui al can. 1401:
1°eos qui supremum tenentcivi- l ° coloro che esercitano la suprema
tatis magistratum ; carica dello Stato;
2° Patres Cardinales; 2° i Padri Cardinali ;
3° Legatos Sedis Apostolicae, et 3° i Legati della Sede Apostolica e, nelle
in causis poenalibus Episcopos; cau se penali, i Vescovi;
4° alias causas quas ipse ad 4° altre cau se che il Romano Pontefice
suum advocaverit iudicium. abbia avocato al suo giudizio.
§ 2. Iudex de actu ve)instrumen- § 2. Nessun giudice può giudicare un
to a Romano Pontitice in forma atto o strumento confermato in forma spe-
specifica confirmato videre non cifica dal Romano Pontefice, senza un suo
potest, nisi ipsius praecesserit previo mandato.
mandatum.
§ 3. Rotae Romanae reservatur § 3. È riservato alla Rota Romana il
iudicare: giudizio:
1° Episcopos in contentiosis, fir- l ° sui Ves covi nelle cause contenziose,
mo praescripto can. 1419, § 2; salvo il disposto del can. 1419, § 2;
2° Abbatem primatem, vel Ab- 2° sull' Abate primate o sull' Abate su-
batem superiorem congregationis periore di una congregazione mon astica, e
monasticae, et supremum Mode- sul Moderatore supremo degl'istituti reli-
ratorem institutorum religioso- giosi di diritto pontifici o;
rum iuris pontificii;
3 ° dioeceses aliasve personas ec- 3° sulle diocesi e sulle altre persone
clesiasticas, sive physicas sive iuri- ecclesiastiche sia fisiche sia giuridiche, che
dicas, quae Superiorem infra Ro- non hanno un Superiore al di sotto del
manum Pontificem non habent. Romano Pontefice.

Atti del Pontefice non sono soltanto quelli emanati direttamente "per se ipsurn", ma anche
quelli emessi «per alias personas vel institutione s, quarum actus suos faciat per expressam
approbati onem vel acceptationern» t Communicatìones, a. 1978, p. 219, can.4; v. anche n. 4990 di
questo commento).

3. Cause riservate alla Sede Apostolica 5103


Si tratta di cause riservate personalmente al Rom ano Pontefi ce oppure al Tribunale
della Rot a Rom an a.

l) Cause riservate al Romano Pontefice 5104


1405, § 1 (1557, .§§ J e 3 *) Nelle caus e ecclesiastiche di cui al can . 1401, soltanto
al Pap a co mpe te per diritto prop rio ed esclusivo (iure propri o et exclusivo) il giudizio:
l O Su coloro ch e dete ngono la suprema magistratura dello Stato: i Cap i di Stato
(Re e Presidenti di Repubblica, e anche le loro con sorti ), non i loro figli o le loro figlie
o gli eredi al trono , co m' era disp osto nel can. 1557, § l, n. I, del Codi ce precedente.
e neppure. evidentemente, il Cap o del Gov erno, i Mini stri. i Sen atori o i Deputati.
12 LIB RO VII - I processi

CAN. 1406 • § l. Violato prae- § I. In caso di vio laz io ne del disp osto
scripto can. 1404, acta et decisio- del can. 14 04 , g li alt i e le deci si on i s i
nes pro infectis habentur. considerano come non av ve nuti.
§ 2. In causis, de qui bus in can. § 2 . Nelle cause di cui a l can . 1405,
1405, aliorum iudicum incompe- l'incom petenza degli altri gi ud ici è asso-
tentia est absoluta, lut a .

5105 Venne pro posto da alcuni di so ppri mere una tale nor ma, co me "vestigi urn aliquod
temporis medioe vali s" , e perché i casi del genere so no ormai mo lto rar i. I motivi , soprattu tto
il secondo, era no piutto sto fondati . Ma i Cons ultori de l Grup po di St udio De pr ocessibus
ritennero di conservare la norma : «Con sultores aut ern cense nt tales casus, etsi rarissimi, etia rn
nunc tcmp oris habe ri, qu i tarnen decet ut iudice ntur a Rom ano Pontifice , quia Ipsc ga ude t
suffi cienti independen tia, sec us ac tribunal loci in qua illi casus forte e ven ia nt» (Communicn -
tiones, a. 1978, p. 220 , can. 5, § I) .
5106 2° [Padri Cardinali, in ragione della loro alta dignità. dal momento della pubblica
proclamazione in Concistoro (can. 35 1, § 2).
Lo Schema dci 1980 compre ndeva anche i Patriarchi. Vennero esc lusi, in quan to il Codice
"una m tantum Ecclesiam latin arn respicit" , e nella Chiesa latina il titolo di Patriar ca " me re
honorificus est" tCo mmunìcationes. a. 1984, p. 53, can. 1357, § l, n. 2).
3° [ Legati della Sede Apostolica (can. 362 ss.).
4° l Vescovi. nelle cause penali: qualsiasi Vescovo - diocesano. titolare ed
emerito, consacrato o sem plicemente eletto - e anche i Presuli equiparati ai Vescovi
diocesa ni: Prelato e Abate territoriale, Vicario e Prefetto Apostolico, Amministratore
apostolico di amministrazio ne stabilmente eretta (cann. 368 e 38 1. § 2).
5° Le cause contenziose e penali che il Romano Pontefice abbia avoca to a sé: per
sua iniziativa o su istanza delle parti interessate.
AI diritto di "avocazione" da parte del Papa, corris ponde, infatti in ciascun fedele. il diritto
di cui al can. 1417.
Ovviamente. nelle suddette cause il Romano Pontefice di regola non eserci ta persona lmente
i I suo potere. ma attraverso giudici delegati, che agisco no in suo nome e per la sua autorità .

5107 1405, § 2 (1683 *) La disposizione del paragrafo è una conseguenza diretta del can.
1404. Esso stabilisce che nessun giudice può giudicare atti e strumenti confermati in
forma specifica dal Romano Ponte fice, senza un suo prcvio mandato.

5108 2) Cause riservate alla Rota Romana


1405, § 3 (1557, § 2*) Col nuovo Codice la competenza della Rota è stata alquanto
ampliata. Sono ad essa riservate. con escl usione di qualsiasi altro tribun ale:
I° Le cause contenziose dci Vescovi: diocesani, titolari. emeriti, ecc., come dei
Presuli equiparati ai Vescovi diocesani. tranne che si traiti dei diritti o dei beni temporali
di una persona giuridica rappresentata dal Vescovo (cfr. can. 1419. § 2).
2° Le cause contenziose e penali dell' Abate primate e dell ' Abate superiore di una
Congregazione monastica.
3° Le cause contenziose e penali dei Moderatori supremi degl'Istituti religiosi di
diritto pontificio: clericali e laicali, maschili e femminili . Restano esclusi i Moderatori
supremi degl 'Istituti secolari e delle Società di vita apostolica, tranne che rientrino nella
seco nda norma del numero seguente.
I giudi zi in generale 13

CAN. 1407 - § 1. Nemo in prima § l . Nessuno può e ssere co n ve n uto in


instantia conveniri potest, nisi co- giudizio in prima istanza, se non da vant i
ram iudice ecclesiasticoqui compe- a un giud ice eccl es ias tic o com pe te nte per
tens sit ob unum ex titulis qui in uno dei titoli de te rm ina ti nei can n. 1408-
cann. 1408-1414 detenninantur. 1414.
§ 2. Incompetentia iudicis, cui § 2. L 'incompetenza del g iud ic e non
nullus ex his titulis suffragatur, suffragata da alcuno di questi titoli, è det-
dicitur relativa. ta relativa.
§ 3. Actor sequitur forum partis § 3. L' attore segue il fo ro della part e
conventae; quod si pars conventa convenuta; se questa ha più fori, all' attore
multiplex forum habet, optio fori ne spetta la sc e lta.
actori conceditur.

4° Le cause relative alle diocesi e alle comunità ecclesiali ad esse equiparate


(pre lature e abbaz ie territoriali , vicariati e prefettur e apos toliche. amministrazio ni apo-
stoliche stabilmen te erette: can. 368), e inoltre tutte le persone fi siche e giuridiche
immediatame nte soggette all'autorit à del Roman o Pontefi ce (quae Superiorcm infra
Romanum Pont ificem non haben t).
Circa le dette cause. il tribunal e della Rota giuridi ca anche in second a ed in ulteriore istanza,
tranne che sia previsto altrimenti (cfr. " Pastor Bonu s", art. 129, § 2).
È da tener presente che la riserva stabilita nel can, 1405 ha luogo solo quando le persone 5109
menzionate in esso, son chiamate in giudizio, ossia quando sono "pars conventa" , non " pars actrix" .

3) Conseguenze giuridiche 5110


1406 (/558 *) Dalle prescrizioni dei cann. 1404 e 1405, deri va una duplice distinta
co nseg uenza :
I ° La violazio ne del can. 1404 provoca ipso iure il vizio insanabile di tutti gli atti
co mpiuti dal giudice e delle sue decisioni, che non sono soltanto "nulli" , ma sono
considerati del tutto "i nesistenti" (pro infect is habentur ), privi cioè di qualsiasi realtà
giuridica (nn. 889 -890).
2° La violazio ne del can. 1405 determina l'in comp etenza assolut a di tutti gli altri
giudic i, e la conseguente nullità insanabile dell' eventu ale sentenza (can . 1620, § l ).

4. Il foro per le cause non riservate 5111


È stabilito un duplice pri ncipio di carattere generale: il primo rigua rda il giudic e di
prim a istanza ; il seco ndo, l' attore e il convenuto .

I) Il giudice di prima istanza 5112


1407, §§ 1·2 (/559. §§ 1-2 *) La retta amministrazione della g iustizia c la compl es-
sa atti vità che essa comp orta, esigono l' istituzione di distinte circoscrizioni territoriali,
alle quali sono prepo sti i vari giudic i.
Salvo casi eccezionali, ciascuno di essi esercit a la sua giuri sdizione nel prop rio
territorio (giudice diocesano , interdioce sano, provinciale, ecc.), ma, attesa la diversa
natura delle caus e, il potere concreto del giudice di prima istanza è determ inato, com e
s'è già accennato, dai titoli di competenza, enumerati tassativamente nei ca nn. 1408-
1414. Se manca il "titolo", il giudice , pur munito di poter e g iurisdizionale, è incompe-
tente a trattare e defi nire la causa. La sua incomp etenza, tuttavia, non è assolut a ma
relativa. con gli effetti acce nnati al precedent e n. 5 J 00.
14 LIB RO VII- I processi

CAN. 1408 • Quilibet conveniri Chiunque può essere convenuto davanti


potest coram tribunali domicilii al tribunale del suo domicili o o del quasi-
vel quasì-domicilii. domicilio.
CAN. 1409- § 1. Vagus forum ha- § 1. Il foro del girovago è quello della
bet in loco ubi actu commoratur. sua dimora attuale.
§ 2. ls, cuius neque domicilium § 2. La persona di cui non si conosca né
aut quasi-domicilium neque locus il domicilio, né il quasi-domicilio, né il
commorationis nota sint, conveni- luogo di dimora, può essere convenuta nel
ri potest in foro actoris, dummodo foro dell'attore, purché non le spetti un
aliud forum legitimum non sup- altro foro legittimo.
petat.

5113 Una Co nfere nza Episco pale propose la sop pressione dei "titoli" , in modo che qua lsias i tribu-
nale sce lto de lle parti fosse co mpete nte a gi udica re la causa deferita al suo giudizio. Nat uralmente
la proposta non fu accol ta: «Propositio nimis singularis videt ur et periculosa pro recto ordine
iustitiae administrandae » (Communicationes. a. 1978, pp. 22 1-222 , can. 7).
5114 Da notare. Nel ca n. 1407 è co nsiderato solo il giudice di prima ista nza, che di regola è quello
diocesano (can. 1419) o interdi ocesano (can. 1423). Trattandosi di seco nda e terz a istanza , non ci
sono foti con correnti, che ammetta no una libera scelta nei limiti con sentiti dall a legge. Il foro in
queste ulteriori ista nze è necessario, poiché è determina lo dal diritto, a nor ma dei cann. 14 38-1439
e 1444 ; resta com unque salvo il can. 144 4, § l , n. I, circ a il diritto della Rota Roma na.
La co mpetenza per le cause matrimoniali è retta dal can. 1673.

5115 2) L 'attore e il convenuto


1407 , § 3 (1559, § 3 *) Come s' è già rile vato , nel giudizio di prim a istanza il foro
co mp etente è molte plice (fo ri co ncorre nti ). Ma la sc e lta, per motivi di eq uità
processuale, non è lasciata all'attore : per legge, egli deve rivolgersi al foro dell a parte
convenuta (actor sequitur forum part is co nventae ), tranne che questa abbia più fori
legittimi. In tale ipotesi, l' attore ha la faco ltà d i sceg liere fra i diversi fori del co nve nuto
quello che ritiene più opportuno .

5116 5. I va r i titoli di competenza in prima istanza


Il nuovo Codice ha semplifica to notevolmente i titoli previsti nel Codice preceden-
te. Complessivame nte si hanno sette titoli, di cu i i primi cinque hann o un riferimen to
territoriale (focus) .

I ) Il domicilio e il quasi-domicilio del convenuto


1408 (156/ *) È il titolo più comun e per determ inare il foro o tribunale competente
nel giudizio di prima istanza . Il domi cilio e il quasi-domicilio del conve nuto sono
individuati a norma dei ca nn. 102-104 . Per le persone giuridiche. si co nside ra il luogo
della loro sede. Per le associazioni sprov viste di personali tà giurid ica si tiene cont o de lla
sede dove svolgono la loro atti vità (cfr. anche art. 19, 2° comma, del Codice di proce-
dura italiano).
5117 Il can. 1562 del Codice anter iore prevedeva anche un foro sussidiario (quello del Vicariato di
Roma) per tutti coloro che erano pelleg rini nell a città "patria co mmunis" di tutti i cristian i. e anche
per quanti risiedevano nell' Urbe da un anno. Ta le norma, che pur co nteneva un profondo signifi-
ca to ide a le, è s ta ta so ppress a , po iché dava luogo a mol ti ab usi in num e ro c resce nte
tCammunicationes, a. 1978, p. 223, can. 8).
I giudizi in generale 15

CAN. 1410 • Ratione rei sitae, Per ragione della ubicazione della cosa,
pars conveniri potest coram tri- la parte può essere convenuta davanti al
bunali loci, ubi res litigiosa sita tribunale del luogo in cui è situata la cosa
est, quoties actio in rem directa oggetto del litigio, sempre che si tratti di
sit aut de spolio agatur. un'azione diretta alla cosa o di un'azione
di spoglio.
CAN. 1411 • § 1. Ratione contrae- § 1. Per ragione del contratto, la parte
tus pars conveniri potest coram può essere convenuta davanti al tribunale
tribunali loci in quo contractus del luogo in cui il contratto fu stipulato o
initus est vel adimpleri debet, nisi dev'essere eseguito, tranne che le parti
partes concorditer aliud tribunal abbiano scelto di comune accordo un altro
elegerint. tribunale .
§ 2. Si causa versetur circa obli- § 2. Se la causa verta su obbligazioni
gationes quae ex alio titulo prove- provenienti da altro titolo, la parte può
niant, pars conveniri potestcoram essere convenuta davanti al tribunale del
tribunali loci, in quo obligatio vel luogo in cui l'obbligazione è sorta o de-
orta est vel est adimplenda. v'essere adempiuta.

1409, § l (/563*) [] girovago non ha domicilio né quasi-domicilio (can. 100). Il 5118


suo foro è, pertanto , quello della sua dimora attu ale (ubi actu commoratur), seco ndo il
noto aforisma : «Ubi te invènero, ibi te iudicabo»,
1409, § 2 È un paragrafo nuovo, che con sidera il caso di una person a di cui non 5119
si conosce il domicilio o il quasi-domicilio e neppure il luogo della sua dim ora attuale.
In questa ipotesi, il convenuto può essere citato nel foro dell' attore (il foro in cui questi
ha il suo dom icilio o il quasi-domicilio c, se girovago. il luogo in cui egli si tro va di
fatto ), trann e che il convenuto dispon ga di un altro foro legittimo in rag ione degli altri
titoli, di cui ai canoni seguenti.

2) L 'ublca zione della cosa 5120


1410 (/564 *) Que sto foro è possibile solo quando l'azione è reale. non personale.
e di con seguenza anche nelle azioni di spoglio.
L'azione reale è quella che tende alla rivend icazione di una res, ossi a dei cosiddetti
diritti assoluti: proprietà, possesso , usufrutt o, un ufficio, un pri vilegio, ecc.
L'azione personale tende invece alla rivendicazione di un atto o presta zione, che
si ha diritto di ricevere da una persona: per es ., l'adempimento di un' obbligazione , il
saldo di un debito, la riparazione d i un danno, ecc.
L'azione di spoglio è diretta a ottenere la reintegrazione nel possesso di un bene ,
di cui si è stati privati .
Nelle azio ni reali , è previsto un foro concorrente (potest) nel tribunale del luogo in
cui è situ ato il bene, mobile o immobile, oggetto di vertenza. Nel Codice precedente, il
foro per le azioni di spoglio era un foro necess ario (can . 1560, n. 1*).

3) Il contratto 5121
1411 (1565 *) Per le obbligazioni derivanti da contratto, il foro competente può
esse re triplic e:
- TI tribunal e del luog o in cui il contratto è stato stipulato
16 LIBRO VII - I processi

CAN. 1412 - In causis poenalibus Nelle cause penali, l'accusato, anche se


accusatus, Iicet absens, conveniri assente, può essere convenuto davanti al
potest coram tribunali loci, in quo tribunale del luogo in cui il delitto è stato
delictum patratum est. commesso.
CAN. 1413- Pars conveniri potest: La parte può essere convenuta:
IO in causis quae circa admini- 1° neJJe cause vertenti su un' ammini-
strationem versantur, coram tri- strazione, davanti al tribunale del luogo in
bunali loci ubi administratio gesta cui l'amministrazione è stata esercitata;
est;
2° in causis quae respiciunt here- 2° nelle cause riguardanti eredità o le-
ditates vellegata pia, coram tribu- gati pii, davanti al tribunale deII'ultimo
nali ultimi domicilii vel quasi-do- domicilio o quasi-domicilio o dimora del-
micilii vel commorationis, ad nor- la persona la cui eredità o legato pio è in
mam cann. 1408-1409, iIlius de discussione, a norma dei cann. 1408-1409,
cuius hereditate vellegato pio agi- salvo che si tratti della semplice esecuzio-
tur, nisiagaturde meraexsecutione ne del legato, che va giudicata secondo le
legati, quae videnda est secundum norme ordinarie deJJa competenza.
ordinarias competentiae normas.

- Il tribunale del luogo in cui il contratto dev'essere eseguito


- Un tribunale diverso scelto di comune accordo dalle parti
Non è necessario che la scelta del tribunale avvenga nell'atto stesso della stipula-
zione del contratto (in actu contractus), come prescriveva il can. 1565, § 2, del Codice
precedente. La scelta può effettuarsi anche con una intesa successiva (Communicutiones,
a. 1978, p. 225, can. Il).
Il § 2 del canone prevede il caso che l'obbligazione, oggetto della vertenza, non
derivi da un impegno contrattuale, ma da altro titolo giuridico (per es., un testamento,
una sentenza, un danno colpevolmente arrecato). In questa ipotesi, il tribunale compe-
tente può essere quello del luogo in cui l'ohhligazione dev'essere adempiuta.

5122 4) Il luogo del delitto


1412 (/566*) Nelle cause penali, il foro relativo, concorrente con quello del domi-
cilio e del quasi-domicilio (Communicationes, a. 1978, p. 225, can. 12), è quello dci
luogo in cui il delitto è stato commesso, anche se l'imputato sia assente. In tale luogo
infatti, è possihile svolgere più facilmente l'istruttoria e si può conseguire più efficace-
mente la riparazione dello scandalo e il ristabilimento dell'ordine.
Il suddetto titolo comprende tutte le specie di delitti, che danno causa a un'azione penale:
consumato e non consumato, tentato o frustrato, colposo o doloso, concorso nel delitto. ecc. (nn.
3523-3525. 4852 ss.),

5123 5) Amministrazione dei beni, eredità e legati pii


1413 (/560, nn. 3-4*) Per tali cause, il Codice anteriore prescriveva il foro neces-
sario. Il nuovo Codice stabilisce invece un foro concorrente tCommunicationes, a. 1978.
p. 226, can. 13) con altri fori possibili, perché più opportuno. È pertanto disposto nel
canone:
I giudizi in generate 17

CAN. 14 14· Rationc conexionis, Per ragion e della conness ione. le cause
ab uno eodemque tribunali et in collegate fra loro devono es sere trattate da
eodem processu cognoscendae un so lo e medesimo tr ibunale e nello stes-
sunt causae inter se conexae, nisi so processo, tranne che vi si opponga il
legis praescriptum obstet. disposto della legge.
CAN. 1415 - Rationc praevcntio- Per ragione della pr even zione , se due o
nis, siduo velplura tribunalia acque più tribunali so no ugu almente com pete nti,
competentia sunt, ei ius est causa m il diritto di giudic are la causa spe tta a
cognoscendi, quod prius partem quello ch e per primo abbia citato legitti-
conventam legitime citaverit. mamente la parte convenuta.

IO Nelle cause vertenti sull'amministrazione, il foro che si può adire è anche


quello del luogo in cui l' amministrazione ha o ha avuto la sua sede. Il luogo in cui i beni
sono situati non ha alcuna inciden za. Se l'amministrazione ha più sedi, prevale quella
più importante ; fra le sedi "aequc principales", c'è facoltà di scelta.
2° Nelle cause riguardanti eredità o legati pii , il foro possibile insieme con altri è
quello del tribuna le dell'ultimo domicilio o quasi-domicilio del defunto, a norma dei
eann. 1408- 1409, salvo che si tratti della semplice esecuzione di un legato pio, che va
discussa secondo le norme ordinarie della competenza.
L'ultimo domicil io () q uasi-do micilio o dimora riteniam o che si debbano intendere quelli che
hanno preceduto immediatamente l'apertura della successione.

6) La connessione 5124
1414 (1567*) Si considerano le cause collegate fra loro non con connessione pu-
ramente soggettiva, in quanto le parti in causa, attore e convenu to, sono Ic medesime.
ma con connessione oggettiva, ossia in rapporto alla materia della vertenza (per es.,
un'azione contenziosa contro due debitori in solido. oppu re un'azione penale contro più
complici di uno stesso delitto).
Attesa la detta connessione, per cui due o più cause hanno alcuni elementi in
comune, la loro trattazione va fatta da un solo c medesimo tribunale e nel medesimo
processo , tranne che la legge disponga diversamente, come ad esempio si verifica nella
ipotesi che l'incompetenza del giudice per una delle cause connesse sia assoluta e che
la sua definizione spetti a un tribunale di grado superiore.
Il foro di connessione ha lo scopo di far risparmiare tempo e spese, e soprattutto
di evitare possibili decisioni contraddittorie. Per tale titolo, la legge estende la compe-
tenza del giudice a una causa, per la quale può non avere alcun titolo'.

7) La preven zione 5125


1415 (1568*) Non si tratta, propriament e, di un titolo di competenza, perché questa
si su ppone già nei giudici. Si tratta invece di risolvere il caso in cui la medesima
vertenz a sia stata deferita a due o più giudici ugualmente competenti a norma del can.
1407, § I.

I La connessione delle cause è considerata anche nell'art . 33 del Codice italiano di procedu ra

civile: «Le cause contro più persone che a norma degli articoli 18 e 19 dovrebbero essere proposte
davanti a giudici diversi, se sono connesse per l'oggetto o per il titolo possono essere proposte
davanti al giudice del luogo di residen za di una di esse, per essere decise nello stesso processo».
18 LIB RO VIl- I pn""""j

CAN. 1416 - Conflictus competen- I confli tti di competenza fra tribunali


tiae inter tribunalia eidem tribu- soggetti al medesimo tribunale di appello,
nali appellationis subiecta, ab hoc sono risolti da questo ; se non sono sogget-
tribunali solvuntur; a Signatura ti al medesi mo tribunale di appello, dalla
Apostolica, si eidem tribunali ap- Seg natura Aposto lica.
pellationis non subsunt.

Il disposto del can. 1415, che ha rispondenza col ca n. 1512, n. 5, è mo lto semp lice :
il giudice che per prim o inizia il processo ci tando "ad normam iuris" la parte con venuta,
ha il diritto di trattare e defin ire la ca usa , escludendo gli altri giudici.

5126 6. Conflitti di competenza


1416 (/6/ 2 *) In senso positivo, il co nflitto di competenza so rge fra due o più
tribuna li, che si dicono ugualme nte competenti e co n diri tto di trattare la cau sa . In senso
negativo sorge fra due o più tribunali che si dich iarano incompetenti.
Se i tribu nali in co nflitto so no sogg etti al medes imo tribuna le di appello, è a questo
che ne spe tta la deci sione, a c ui i tribu nali di pri ma istanza de vo no attenersi- Se in vece
i tri bun ali in co nflitto so no soggetti a tribunali di appello diver si , la dec isio ne spetta al
Supremo Tribunale dell a Segn atura (c fr. anche ca n. 1445, § I , n. 4). Null a però impe-
disce che «res dirimatur inter ipsos iudic es per profundiorem inve stigati onem iuridic arn»
(Communicationes, a. 1984, p. 54, can . 1368, § I).
La norma del corrispondente can, 1612 del Codice precedente è stata semplificata. ma. rirnet-
tendo in modo esclusivo la decisione alla competenza della Segnatura Apostolica, non si è forse
tenuto conto che questo può ritardare eccessivamente la soluzione del conflitto.

5127 I DI VERSI GRADI E LE DIVE RSE SPECIE DI TRIB UNALI


(c a n n. 1417- 1445)
Schema
l. Nozioni preliminari 3. Prospetto della materia
2. Canoni introduttivi

5128 l. Nozioni preliminari

l ) I diversi gradi dei tribunali ecclesiastici


Il grado di un trib unale è il posto che ess o occ upa nell a ge rarchia gi udiziaria . Sotto
tale aspetto, i gradi fond amentali dei tribunali ecc lesiast ici sono tre :
- T ribunale di primo grado : q uello diocesano o anche que llo rel igioso di cui al
can, 1427, §§ 1-2
- Tribu nale di secondo grad o: que llo di appe llo
- Tribun ale di terzo grado: quello della Sede Apostolica
I g radi dei tribunali coincidono di regol a co n le istanze:
- Tribunale di prim a istanza: giud ica ci rca le domande presentate in primo gr ado
- T ribu nale di seconda istanza : giudica circa le ric hieste proposte in secondo g rado
- T ribu nale di terza ista nza: ci rca le richieste prodotte in terz o grado
Sono previste anche ulteriori istanze (cfr. can. 1444, § l , n. 2) , finché non si ottenga la "rcs
indicata" (can. 1641) . Le ulteriori istanze si hanno in particolare nelle cause che non passano in
gindicato (can. 1643).
l giudil'i in generate 19

Titolo II
I diversi gradi e specie di tribunali
CAN. 1417 - § 1. Ob primatum § I. In forza del primato del Roman o
Romani Pontificis integrum est Pontefice. qualsiasi fedele può deferire al
cuilibet fideli causam suam sive giudizio della Santa Sede la propr ia causa,
contentiosam sive poenalem, in sia conten ziosa che penale, in qualsia si
quovis iudicii gradu et in quovis grado del giudizio e in qualunqu e stadio
Iitis statu, cognoscendam ad San- della vertenza, oppure d'introdurl a diret-
ctam Sedem deferre vel apud ean- tamente davanti alla medesima.
dem introducere.
§ 2. Provocatìo tamen ad Sedem § 2. Salvo per altro il caso di appello,
Apostolicam interposita non su- l'i stanza presentata alla Sede Apostolica
spendit, praetercasum appellatio- non sospende "esercizio della giurisdizio-
nis, exercitium iurisdictionis in iu- ne nel giudice che ha già iniziato a trattare
dice qui causam iam cognoscere la causa; egli, pertanto, pot rà proseguire il
coepit; quique idcìrco poterit indi- giudizio fino alla sentenza definitiva, tran-
cium prosequi usque ad definiti- ne che la Sede Apostolica gli comunichi
vam sententiam, nisi Sedes Apo- di aver avocato a sé la causa.
stolica iudici significaveritse cau-
sam advocasse.

2) Le diverse specie dei tribunali 5129


Riporti amo le principali distinzion i.
I o In rapport o all' autorit à giud icante: tribunali dei Vesco vi diocesani, degli Ord i-
nari religiosi e della Sede Apostolica (cann. 1419; 1420; 1427; 1438, n. 3; 1442-1445 ,
ecc.).
2° In rapporto al territori o: tribunali diocesani e metropoli tani (cann. 1419 e 1438),
interd iocesani (cann. 1423 e 1439), provinci ali, regionali e nazionali.
3° In rapporto alla istanza: tribunali di prima, seconda, terza e ulteriore istanza
(cann . 1419, 1438, 1444).
4° In rapporto al potere giuri sdizionale : tribun ali ord inari c delegati (cann. 1420 ;
1427, § 2; 1442).
5° In rapp ort o al numero dei giudici : tribun ali colleg iali e non coll egiali o
mono crati ci, con giudice unico (cann . 1424-1425 ).
6° In rapporto alla procedura: tribunali giudiziari e amministrativi (cann, 149, § 2;
1047: 1341 ; 1400, § 2).
7° In rapport o all'ambito della competenza: tribu nali per ogni ge nere di ca use o per
cause di una determinata categoria (can. 1423, § 2).

2. Canoni introduttivi

I) Il diritto di ogni f edele 5130


1417 (1569*) In forza del primato di giurisdizione , il Romano Ponte fice ha la
Facoltà e il diritto di avocare al suo giudizio qualunque causa, contenziosa e penale,
20 LIBRO VII - I processi

CAN. 1418 - Quodlibet tribunal Qualsiasi tribunale ha diritto di chiedere


iushabetinauxilium vocandialiud l'aiuto di un altro tribunale per istruire la
tribunal ad causam instruendam causa o per intimare gli atti.
vel ad actus intimandos.

introdotta dinanzi a qualsiasi tribunale ecclesiastico (can. 1405, § I, n. 4). In virtù dello
stesso primato, ogni fedele ha il diritto di deferire al giudizio della Santa Sede la propria
causa, sia contenziosa che penale, in qualunque grado del giudizio e in qualunque stadio
della vertenza, come anehe d'introdurla direttamente al giudizio della medesima. È
questo un principio non soltanto giuridico, ma anche teologico. enunziato formalmente
nel Il Concilio di Lione, Sesso IV, 6 luglio 1274. e confermato dal Concilio Vaticano
l, Sesso IV, 18 luglio 1870 (Denzinger-Schonmetzer, nn. 861 c 3063).
5131 Una tale domanda l presentata alla Santa Sede, non ha l'effetto sospensivo dell'ap-
pello. Essa lascia al giudice, che ha già iniziato a trattare la causa, il pieno e libero
esercizio del suo potere giurisdizionale, sì che possa proseguire il giudizio fino alla
sentenza definitiva, tranne che la Sede Apostolica gli comunichi di aver avocato a sé la
causa. [n tal caso, l'esercizio della giurisdizione del giudice resta sospeso "ipso iure".
La sospensione è radicale, poiché determina in lui una incompetenza assoluta, con gli
effetti previsti nel can. 1406, § l.
Una Circolare del Supremo Tribunale della Segnatura Apostolica del 13 dicembre t 977 av-
verte che l'avocazione pontificia deve risultare "ex authentico documento legitimae auctoritatis"
(X. OCHOA. Leges Ecclesiae, V, col. 7385).

5132 2) La cooperazione reciproca fra i tribunali


1418 (1570, § 2*) Si prescrive nel canone che qualsiasi tribunale ha diritto di
rivolgersi a un altro tribunale e chiedere il suo aiuto per l'istruttoria della causa (rela-
tivamente alla deposizione delle parti. all'interrogatorio dei testimoni, all'accesso in un
determinato luogo. all'ispezione di una cosa, ecc.), come per l'intimazione degli atti
(citazioni, comunicazioni, decreti. ecc.).
Tali richieste son dette rogatorie: esse costituiscono un mezzo molto utile, talvolta
anche necessario a motivo delle circostanze, quando non sia possibile l'applicazione del
can. 1469, § 2. A norma del can. 1418, le rogatorie sono un diritto di qualsiasi tribunale
(quodlibet tribunal), e il tribunale che le riceve non compie un atto di semplice cortesia.
Al diritto (ius) dell'uno corrisponde un vero obbligo giuridico nell'altro, anche sc questo
sia di grado superiore (Communicationes, a. 1978, p. 228. can. 17).

5133 3. Prospetto della materia


Il titolo Il, relativo ai diversi gradi e alle diverse specie dei tribunali, comprende tre
capitoli, di cui il primo è suddiviso in tre articoli.
Cap. I: Il tribunale di prima istanza (cann. 1419-1437)
Art. I: " giudice
Art. Il: Gli uditori e i relatori
Art. III: " promotore di giustizia, il difensore del vincolo. il notaio

l Provoca/io. non recursus, com'era detto nel Codice precedente(can. 1569, § 2*), poiché la

domanda rivolta nel caso alla Santa Sede non è diretta contro il deliberato del giudice subalterno
iCommunicationes. a. 1978, p. 228. can. 16, § 2).
I giudizi in generale 21

CAPITOLO I
IL TRIBUNALE DI PRIMA ISTANZA

ART. I
IL GIUDICE

CAN. 1419 • § 1. In unaquaque § l. In ciascuna diocesi e per tutte le


dioecesiet pro omnibus causis iure cause non eccettuate espressamente dal
expresse non exceptis, iudex pri- diritto, giudice di prima istanza è il Ve-
mae instantiae est Episcopus dioe- scovo diocesano, che può esercitare la
cesanus, qui iudicialem potestatem potestà giudiziaria personalmente o per
exercere potest per se ipse vel per mezzo di altri, a norma dei canoni se-
alios, secundum canones qui se- guenti .
quuntur.
§ 2. Si vero agatur de iuribus § 2. Se, tuttavia, si tratta di diritti o di
aut bonis temporalibus personae beni temporali di una persona giuridica
iuridicae ab Episcopo repraesen- rappresentata dal Vescovo, giudica in pri-
tatae, iudicat in primo gradu tri- mo grado il tribunale di appello.
bunal appellationis.

Cap. Il: Il tribunale di seconda istanza (cann. 1438-1441)


Cap. Ill: 1 tribunali della Sede Apostolica (cann. 1442-1445)

IL GIUDICE DI PRIMA ISTANZA (cann. 1419-1427) 5134


Schema
I. Il giudice ecclesiastico in genere 4. Tribunali collegiali e non collegiali
2. I giudici diocesani 5. 1 giudici religiosi
3. I giudici interdiocesani

1. Il giudice ecclesiastico in genere 5135


In senso proprio, è la persona o l'insieme di persone che, con l'autorità giurisdizio-
nale conferita loro dalla Chiesa, trattano e definiscono giudizialmente, secondo le pre-
scrizioni del diritto, le cause contenziose o penali di competenza della Chiesa stessa.
Il giudice assolve una funzione pubblica, non privata. Egli adempie il suo ufficio
in nome e per autorità della Chiesa, anzi di Dio: e "minister Dei" lo definiva formal-
mente S. Tommaso d'Aquino (Summa Theol., II-II, q. 60, ad 2) Con espressione stupen-
da, ricordata da Paolo VI (Discorso ai componenti della Rota Romana, II gennaio 1965:
X. OCHOA, Leges Ecclesiae, III, n. 3249, col. 4623) e da Giovanni Paolo II (Discorso
ai componenti della Rota Romana, 17 febbraio 1979: Leges Ecclesiae, VI, n. 4689, col.
7686), il celebre giurista romano Ulpiano (+228) definiva i giudici "Sacerdotes
iustitiae".
L'opera del giudice ecclesiastico è ordinata sempre, anche nelle cause d'interesse 5136
privato, al bene comune, alla salvezza delle anime.
- «L'amministrazione della giustizia nella Chiesa, afferma Pio XII, è una funzione della
cura delle anime, un'emanazione di quella potestà e sollecitudine pastorale, la cui pienezza e
22 LIBRO VII . J processi

universalità sta radicata e inclusa nella consegna delle chiavi al primo Pietro» (Discorso ai com-
ponenti della Rota. 3 ottobre 194 1: Discorsi e Radiomessaggi, voI. III. p. 209). Senza dubbio, ril eva
il medesimo Pontefice. «il giudice e i suoi collaboratori nel procedimento giudiziario non hanno per
ufficio proprio e dirett o la cura pastorale. Sarebbe però un funesto errore l' affermare che non si
trovino anche essi in ultima e definitiva istanza al servizio delle anime. Essi verrebbero così a mettersi
nel giudizio ecclesiastico fuori dello scopo e dell'unità di azione propria della Ch iesa per divina
istituzio ne; sarebbero come me mbri di un corpo, che non s'i nseriscono più nella sua totalità e non
vogliono più sottoporre e ordinare la loro azione allo scopo dell'intero organismo» (Discorso ai
componenti della Romana Rota, 2 ottobre 1944 : Discorsi e Radio messaggi, voI. VI. pp. 164 -165).
5137 Il compito esse nzia le de l gi udice è dup lice: accertare la verità oggettiva dc i fatti
e a pplicare fede lmente la legge. Della legge, infatti. eg li non è l'autore, ma l'esecu tore .
Ne è pure l'i nter prete, anche se non in senso strettamente a utentico (can. 16, § 2), poic hé
la sua pronunzia deci sori a ha forza di legge e carattere vincolante so lo nei co nfro nti
delle pers one, per le qu ali è stat a emessa e lim itatamente al ca so tratt ato (can. 16, § 3).
Sui doveri del giudice, e in particolare sulla sua fedeltà alla legge, cfr. l'I mportante Discorso
rivolto da Giovanni Paolo Il ai com ponen ti della Rota Romana il 4 febbraio 1980 (Insegnamenti.
voI. III. I. a. 1980, pp. 309-3 16).
5138 I gi udici si distinguono:
- [n diocesani e interdioce sani (cann. 1421 , § I ; 1423, § I ).
- [n giudici di prima istanza e di appello (cann. 1419, § I; 1628; 1634, §§ 1-2).
- In giud ici chierici, religiosi e laici (can n. 1421 e 1427 ).
- In principali e second a r i: il giudice pri ncipa le è quello di mer ito , a l quale
spe tta emettere la sente nza (ca nn. 1607-1 608 c 1611 ); il giudice seconda rio (giudice in
senso ampio) è l'u ditore, a cui è affidata l' istruttoria de lla causa (can. 1428 ).
- [n ordinari e del egati: giudice ordinario è il Vescovo diocesano (can . 39 1;
14L9, § I ), il Vicario giudiziale (can . 1420, § I ); giud ice dc Legato è, ad ese mpio , quello
cost ituito a no rma del ca n. 1427 , § 2, dal Moderatore supremo di un Istituto religioso
clericale di diritto ponti ficio (cfr. n. 987).

5139 2. I giudici diocesani

5140 I ) Il Vescovo diocesano


1419 (/572 *) Il gi udice di prima istanza " iure prop rio et nat ivo" è, nella diocesi.
il Vesc ovo del luogo, al quale spe tta di go vernare la Ch iesa part icol are affi da tag li, "con
potes tà ord inaria , propria c imm ediata" (ca n. 38 1, § I), co mprensiva della triplice fun-
zio ne legislativa, esecuti va e giudiziari a (can. 391 , § I). Egli esercita il potere giudizia-
rio a norma del diritto sia personalmen te che per mezzo di altri (per se vc1 per alios ).
Della medesima potestà dispongono i Presuli assimilati ai Vescovi diocesani, a termini dei
cann. 368 e 38 1, § 2: il Prelato e l' Abate territoriale, il Vicario e il Prefetto Apostolico, l' Ammi-
nistratore di amministrazione apostolica stabilmente eretta, e inoltre l' Amministratore diocesano
(can. 42 7. § I).

5141 La competenza del Vesco vo diocesano si este nde a tutte le ca use, conten ziose e
pe nali. Restano escluse so lo le cau se eccettuate espressa me nte dal diritto, univer sale o
particolare:
Le cause riservate al Rom ano Pon tefice o alla Ro ta (ca n. 140 5).
Le cause de i rel igiosi, di co m pete nza del proprio tribunale (ca n. 1427, §§ 1-2).
Le cause di competenza de l tribunale interdioc esa no, costituito a norm a de l ca n.
1423.
l giudizi in genera le 23

CAN. 1420· § 1. Quilibet Epìseo- § 1. Qualsiasi Vescovo diocesano è te-


pus dioecesanus tenetur Vicarium nuto a costituire un Vicario giudiziale o
iudicialem seu Officialem consti- Officiale con pot està ordi naria di giudic a-
tuere cum potestateordinaria iud i- re, distinto dal Vicario generale, tranne
candi, a Vicario generali distino che la rido tta estensione della diocesi o lo
ctum, nisi parvitas dioecesis aut scarso numero di ca use consigli diversa-
paucitas causarum aliud suadeat. mente.
§ 2. Vicarius iudicialis unum § 2. Il Vicario giudiz iale costi tuisce un
constituit tribunal cum Episcopo, unico tribunale con il Vescovo, ma non
sed nequit iudicare causas quas può giudicare le cause che il Vescovo si
Epi scopus sibi reservat. riser va.
§ 3. Vicario iudiciali dari poso § 3. Al Vicario giudiziale poss ono darsi
sunt adiutores, quibus nomen est degli aiuti, che sono dett i Vicari giudiz iali
Vicariorum iudicialium adiuncto- aggiunti o Vice-offic iali.
rum seu Vice-officialium.
§ 4. Tum Vicarius iudicialis tum ~ 4. Sia il Vicario giudiz iale che i Vica-
Vicarii iudiciales adiuncti esse de- ri giud iziali aggiunti dev ono essere sacer-
bent sacerdotes, integrae famae, doti. d'integra fama, dottori o almeno li-
in iure canonico doctores vel sal- cenziati in diritto canonico, di età non in-
tem licentiati, annos nati non mi- feriore ai trent' anni .
nus triginta.
§ 5. Ipsi, sede vacante, a munere § 5. Durante la vaca nza della sede, ess i
non cessan t nec ab Admini stratore non cessa no dall' ufficio né posso no venir
dioecesano amoveri possunt; adve- rimossi dall' Am ministratore diocesano ; ma
niente autem novo Epi scopo, indi- con la venuta del nuovo Vesco vo hann o
gent confirmatione. bisog no d'essere riconferm ati.

- Le cause di nullità matrimoniale, per le quali esistono in vari paesi, come in


Italia, particolari tribunal i a carattere regionale.
- Le cause concernenti i diritti e i beni tempo rali di una perso na giuridica rappre- 5142
sent ata dal Vescovo ; la diocesi (can. 393), la curia diocesana. l' organo di collaborazione
del Vescovo nel governo della diocesi (can. 469); la chiesa cattedrale e, dove sussista
ancora, la mensa episco pale (ca n. 1653, § I, Codice 1917); le persone giuridiche, sog-
gette all'a utor ità del Vescovo , nel caso previsto dal can. 1480, § 2; il seminario dioce -
sano, qualora il Vescovo ne abbia assunto personalmente la rapp resentanza (can. 238,
§ 2). Nei detti casi, il tribunale competente di prima istanza è il tribunale di appello.
Le cause personali del Vescovo come parte convenuta. se penali. sono riservate in modo
diretto ed esclusivo al Romano Pontefice (can. 1405. § I. n. 3); se contenziose. sono riservate alla
Rota Romana (can. 1405, § 3, n. I) .

2) Il Vicario giudiziale 5143


1420 (1573*) Per evide nti motivi di prudenza pastorale e anche di specializzazio-
ne, il Vesco vo diocesano non esercita personalmente il potere giudiziario, ma si serve
dell'opera de l Vicario giudiziale e dei giudici (can. 39 1, § 2).
1420, § 1 A norm a del diritto, l' istituzione del Vicario giudiziale, l' Officiale del
Codice precedente (n. 5069) è precettiva (tenetur constituere). Il suo potere giurisdizio-
nale è ordinario-vicario. Egli dev' essere distinto dal Vicario genera le (non dunque dal
Vicario episco pale), tranne che la limitatezza della diocesi o lo scarso numero di cause
consiglino diversamente.
24 LIBR O VII . I P"'''"'';

5144 1420, § 2 Il Vicario giudiziale costitui sce un unico tribunale con il Vescovo.
Con seguentcmente, contro una sua sentenza, non c' è appello al Vesco vo diocesano, né
questi ha la facoltà di riform are o modificare in alcun modo le sentenze pronun ziate dal
suo Vicario giudiziale.
Come si è già rilevato, il potere giurisdizionale del Vicario è ordinario, per cui si estende a
tutte le cause di competenza dci Vescovo, ad eccezione di quelle che il Vescovo abbia riservato
al proprio giudizio e - riteniamo - anche di quelle che egli abbia deciso di affidare a speciali
giudici delegati (n. 986).
5145 1420, § 3 Sc le circo stanze lo esigono, possono essere nominati anche uno o più
Vicari giudiziali aggiunti, col compito di coadiuvare il Vicario giudiziale. Fra gli uni
e l'altro, c'è ovviamente un rapporto di subordinazione.
5146 1420, § 4 A norma del paragrafo , sia il Vicario giudi ziale che i Vicari giudiziali
aggiunti de vono possedere i seguenti requi siti :
Essere sacerdote: né un laico né un diacono possono ricoprire tale ufficio.
- Godere integra fama.
- Essere fornito di un titolo accademi co specifico: la laurea o almeno la licenza
in diritto canonico . Non basta la laurea in sacra scrittura o in teologi a o la perizia nelle
dette discipline (sacra scrittura, teologia, diritto canonico), co me pur è consentito per la
nomina a Vescovo (can. 378, § l, n. 5). La dispensa da una tale norm a di carattere
processu ale è riservata alla Sede Apostolica (can. 87, § I; cfr . Communicationes, a.
1984, p. 55, can. 1373, § 3).
- Aver raggiunl o i trent'anni di età.
5147 1420, § 5 In ragione dcI loro ufficio , è opportuno che i Vicari giudiziali, sia titolari
che aggiunt i, godano di un'adeguata stabilità. Di conseguenza:
- Non sono più amovibili "ad nutum Episcopi" com' era disposto nel can. 1573,
§ 5. del Codice 1917: possono venire rimo ssi solo per una causa legittima e grave, come
si dirà nel can . 1422.
- Sede vacante , non cessano dal loro ufficio : nel caso che il Vicario giudiziale sia
anche Vicario generale, il titolare cessa dal secondo uffi cio (can. 481, § l ), ma co nserva
il primo . " Vicario giudi ziale non cessa dal suo ufficio neppure se venga eletto Ammi-
nistratore diocesano: la precedente disposizione del can . 1573. § 7*, è stata soppressa.
Egli può , ma non ha l'obbligo di nominare un nuovo Vicario giudiziale' ,
- Non posson o venir rimossi dali' Amministratore diocesano, nemm eno col con-
se nso del Colleg io dei Consultori .
Con la venuta del nuovo Vescovo, i Vicari giudiziali titolari e aggiunti hanno bisogno della
conferma da parte del medesimo. La conferma può essere implicita o tacita.
5148 Compiti propri del Vicario giudiziale. Il Vicario giudiziale ha la responsabilità e la direzio-
ne del tribunale diocesano; egli adempie il suo ufficio sotto l'autorità del Vescovo.
Il Codice enumera in particolare i seguenti compiti;
- Il vicario giudiziale presiede. per quanto è possibile, i tribunali collegiali (can. 1426, ~ 2).
- Affida ai vari giudici "ex ordine per turnum" la trattazione delle singole cause, «nisi
Episcopus in singulis casibus aliter statuerit» (can, 1425, ~ 3).
- Decide circa la ricusazione di un giudice, fatta dalla parte (can. 1449. ~ 2).

, «Q uia rnunus Adm in istratoris saepe sa c pius ad breve tempus protrah iter, non
opportunum videtur irnponere illi renuntiationern prioris offici i» (Communicationes , a. 1978 , p.
230, can. 19, ~ 6).
r giudizi in generale 25

CAN. 1421 - § l. In dioecesi con- § I. Nell a diocesi, il V escovo cos titu i-


stituantur ab Episcopo iudices sca dei giudic i diocesani , c he siano c hie-
dioecesani, qui sint clerici. rici.
§ 2. Episcoporum conferentia § 2 . La Conferen za Episcopale può
permittere potest ut etiam laici iu- permettere c he siano costituiti giud ici an-
dices constituantur, e qui bus, sua- che dei laici ; uno di essi, in cas o di neces-
dente necessitate, unus assumi po- sità, pu ò essere assunto nell a formazi on e
test ad collegium efformandum. di un co llegio .
§ 3. Iudices sint integrae famae § 3 . I g iud ic i sia no d 'integra fama e
et in iure canonico doctores vel d ottori o alm eno licenzi ati in d iritto ca no-
saltem Iicentiati. nico.

- Dà il suo consenso, nel caso previsto nel can, 1673, n. 4.


- Ha facoltà decisoria nel processo documentale di nullità matrimoniale (can, 1686).
- Procede alla notifica di cui al can. 1685.
- Ha diritto a partecipare al Sinodo diocesano (can. 463, § l, n. 2).
Compiti del Vica rio giudiziale ag giunto. Il suo compito specifico è quello di assistere e 5149
coadiuvare il Vicario giudiziale titolare (can. 1420, § 3). Ovviamente, lo sostituisce in caso d' im-
pedimento o di assenza, tranne che il Vescovo provveda diversa mente .
In particolare, il Vicario giudiziale aggiunto può avere la presidenza del tribunale collegiale
(ean. 1426, § 2).

3) I giudici 5150
1421 (1574*) Il Vescovo ha anche l' obb ligo di costituire i giudici diocesa ni, detti
precedent emente "gi udici sinodali" o "pro-sinodali" (n. 5070), sceglicndoli fra i chierici,
presbiteri e diaco ni, dci clero diocesano c religioso, e anche extradiocesano.
"Non plures qu am duodecim" , prescriveva il can. 1574, § l , del Codice precedente.
La norma non è stata confermata nel nuovo Codice, per cui il detto numero può esse re
anche supera to, se le esigenze della diocesi lo richied ano. Il numero minimo comunque,
co mpreso il Vicario giudiziale, non può essere inferiore a cinque, dal momento che nel
diritto si prevede un tribunale collegiale di cinque giudici (can. 1425, § 2).
All' ufficio di giudici possono essere assunti anche dei laici , ma è necessaria l' au- 5151
torizzaz ione della Conferenza Episcopale' . La loro funzione ha tuttavia dei limiti:

• Ovvia mente. l'assunzione di giudici laici non è limitata ai tribunali di prima istanza: si
estende anche ai tribunali di seconda istanza di cui al can. 1423.
Contro l'assunzione dei laici nei tribunali ecclesiastici furono mosse varie difficoltà. «Alii
(paucissimi tamcn) dubita verunt non solurn de opportunitate sed etiam de possibilitate conferendi
laicis iurisdictionern ac proinde de possibilitate promovendi laicos ad officium iudicis, Consultores
vero tenent laicos partern habere posse in exercitio potestatis iudicialis, q uia haec potestas non
innititur in ordine sacro et suarn sententiam probant argumentis sive ex historia sive ex doctrina
probatorurn theologorum desu rnptis. Quoad opportunitatem autem, non est locus dubitandi, quia
quac habentur ili canone iam vigent in Ecclesia, ope M.P. "Causas rnatrimonialcs" a Surnmo
Pontifice promulgato" (Comnwn icutiones. a. 1978, p. 23 1, can. 20, § I. cfr. anche a. J984, pp. 54-
55, can. 1373, § 2).
Della partecipazione dei laici alla potestà di gove rno, abbiamo già parlato preceden temente,
nei nn. 929-933 e 935.
Per l'It aliavale già la delibera n. 12 della CE! in data 23 dicembre 1983, in vigore dal 23
gennaio 1984 : «E concessa la facoltà di assumere nei tribunali ecclesiastici un laico con le funzioni
di giudice per la formazione del collegio, purché sia in possesso dei requisiti voluti dalla normativa
canonica» tEnchi r. CEI, voI. 3. p. 9 16, n. 1600).
26 LIBRO VII· I processi

CAN. 1422 • Vicarius iudicialis, Il Vicario giudiziale, i Vicari giudiziali


Vicarii iudiciales adiuncti et ceteri aggiunti e gli altri giudici sono nominati a
iudices nominantur ad definitum tempo determinato, fermo restando il di-
tempus, firmo praescripto can, sposto del can. 1420, § 5, né possono ve-
1420, § 5, nec rernoveri POSSUDt nir rimossi se non per causa legittima e
nisi e legitima gravique causa. grave.

- Non possono trattare cause in qualità di giudice unico tCommunicationes, a.


1978, p. 231, can. 20, § I).
- Possono far parte dei tribunali collegiali solo in caso di necessità (suadente
necessitate) - una restrizione che per la verità sembra inopportuna - e in numero non
superiore ad uno (unus assumi potest).
5152 Requisiti prescritti:
l ° Fama integra
2° Laurea o almeno licenza in diritto canonico"
Nulla è determinato circa l'età; è sufficiente che siano maggiorenni e dimostrino
un'adeguata maturità.
5153 Nel Codice precedente, la potestà dei giudici diocesani (sinodali e pro-sinodali) era detta
delegata (can. 1574, § I *). Nel nuovo Codice deve considerarsi ordinaria, poiché la qualifica di
"delegata" è stata soppressa. In effetti l'ufficio dei giudici è un vero ufficio ecclesiastico, stabil-
mente costituito (can. 145, § l), come si ricava dal can. 1422: «iudices nominantur ad definitum
ternpus», ed è all'ufficio che è annesso il potere giurisdizionale (can. 131, § I).

5154 4) La nomina
1422(1574, § 2 *) La nomina del Vicario giudiziale, del Vicario giudiziale aggiunto
e degli altri giudici, compete di diritto, come s'è già notato, al Vescovo diocesano (cann.
1420, §§ I e 3; 1421, § l). Tale nomina, tuttavia, non può essere fatta a tempo inde-
terminato, molto meno "ad beneplacitum nostrum", ma "ad definitum tempus". Alla
scadenza del termine stabilito nella lettera di assunzione, possono essere confermati
nell'ufficio. La loro necessaria stabilità esige inoltre che non possano venire rimossi se
non "ex legitima gravique causa" come s'è già rilevato (n. 5147), e salvo sempre il
disposto del can. 1420, § 5, per il quale:
Non cessano dal loro ufficio "sede vacante"
- Non possono venir rimossi dall' Amministratore diocesano
- Hanno bisogno della riconferma, esplicita o implicita, del nuovo Vescovo dio-
cesano, ma questo non è "ad valorem actuum", e finché il Vescovo non li rimuove in
modo formale o non li sostituisce con altri giudici, essi conservano il loro ufficio e i
poteri annessi.

4 Venne proposto da alcuni Padri Cardinali di aggiungere: «Saltern sufficienter seu vere
periti», «quia difficillime omnibus in regionibus doctores vel Iicentiati numero sufficientes
invcniuntur». Ma il suggerimento non fu ammesso: «Dignitas et ipsa efficacia officii iudicandi
postulant quod iudex ius canonicum bene calleat ideoque quod seriis studiis iuridicis operam del.
Secus gressus ex "vere peritus" ad imperitum facillime datur. Si tamen absolute impossibile sit
licentiatos invenire, recurratur ad Signaturam Apostolicam» (Communicationes, a. 1984, p. 55, can.
1373, § 3).
27

CAN. 1423- § 1. Pluresdioecesani § l. Con l'approvazion e dell a Sede


Episcopi, probante Sede Aposto- Apostolica, più Vescovi diocesani posso-
lica, possunt concordes, in locum no costituire di comune accordo nelle loro
tribunalium dioecesanorum de diocesi un tribunale unico di prima istan-
quibus in cann. 1419-1421, uni- za, in luogo dei tribunali diocesani di cui
cum constituere in suis dioecesi- ai cann. 1419-1421; in questo-caso, all'in-
bus tribunal primae instantiae; sieme degli stessi Vescovi o al Vescovo
quo in casu ipsorum Episcoporum da essi designato competono tutti i poteri
coetui vel Episcopo ab eisdem de- spettanti al Vescovo diocesano nei riguar-
signato omnes competunt pote- di del proprio tribunale.
statcs, quas Episcopus dioecesa-
nus habet circa suum tribunal.
§ 2. Tribunalia, de qui bus in § 1, § 2. l tribunali di cui al § l, potranno
constitui possunt vel ad causas essere costituiti per tutte le cause oppure
quaslibet vel ad aliqua tantum soltanto per determinate specie di esse.
causarum genera.
CAN. 1424 - Unicus iudex in quo- In qualsiasi giudizio, il giudice unico
Iibet iudicio duos assessores, cle- può associarsi come consulenti due as-
ricos vellaicos probatac vitae, sibi sessori, chier ici o laici, di vita irrepren-
consulentes asciscere potest. sibile.

3. I giudici interdiocesani 5155


1423 l tribun ali interdiocesani esistono da più tempo nella Chiesa. Costituiscono
comunque una novità rispetto al Codice del 1917. La loro istituzione intend e venire
incontro alle dioces i che , a causa della loro ristrettezza o per mancanza di persone
adatte, non sono in grado di avere un propri o tribunale. In que sto caso, le dette dioc esi
- apparte nenti sia a una medesima provi ncia ecclesiastica sia a province diverse -
pos sono (è una facoltà che si concede , non una imposizione che si prescrive) cos tituire
di comune intesa un tribun ale comune interdio cesan o di prima istanza , con competenza
ge nerale per tutte le cause, oppure limitata a determ inati generi di esse. Si richiede per
altro la previa approvaz ione della Sede Apostolica (probante Sede Apostolica).
L'organizzazione dei detti tribunali, con i poteri spettanti al Vesco vo diocesano
relativamente al proprio tribun ale, spettano all' insieme dei Vescovi intere ssati (che
dovranno agire collegialm ente) oppure al Vescovo da essi designato.
Per l' erezione di detti tribunali (interdiocesani, regionali e interregio nali), sono da tener pre-
senti le Norme emanate il 28 dicembre 1970 dalla Segnatura Apostolica tEnchir. vat., voI. 3, pp.
1742-175 3). Altre disposizioni sono contenute nella Circolare relativa (pp. 1730-( 743).

4. Tribunali collegiali e non collegiali 5156

1) Il giudice unico e gli assessori 5157


1424 (/575 *) L'ufficio degli assessori non ha alcun carattere o funzione giurisdi-
zionale. Il loro compito è solo di aiu tare e assistere il giud ice unico in qualità di con-
sulenti. La costituzione non è precett iva, ma è lasciata alla discrez ione del giudice
(potest), che se li associa se lo riterrà utile o necessario per la trattazione della causa.
Da notare: 5158
- Gli assessor i a carattere uffici ale son o uno o due al massimo .
28 LIBRO v n . I processi

CAN. 1425 - § 1. Reprobata con- § l . Ripro vata la co nsuetud ine con tra-
traria consuetudine, tribunali col- ria, al tribun ale collegiale di tre gi udic i
legiali triumiudicum reservantur: so no riservate:
l ° causae contentiosae: a) de l ° le ca use co ntenziose: a) sul vinco lo
vinculo sacra e ordinationis; b) dc della sac ra ordinazio ne; b) sul vinco lo de l
vinculo matrimonii, firmis prae- matrimon io, fer mo restando il dispos to de i
scri ptis cann. 1686 et 1688; cann. 1686 e 1688;
2°causae poenales:a) dedelictis 2° le cause penali : a) circa i delitti che
quae poenam dimissionis e sta tu possono comportare la pena di dimi ssione
clericali secumfer re possunt; b) dallo stato cler icale; b) circa l'irrogazion e
de irroganda vel declaranda ex- o la dichiarazione de lla scom unica.
communica tione.
§ 2. Episcopus causas difficilio- § 2. Le ca use pi ù di ffic ili o di maggio-
res vel maioris momenti commit- re import anza possono essere affi date da l
tere potest iudicio trium vel quin- Vescovo al giudizio d i tre o ci nque giu-
qu e iudicum. dici.
§ 3. Vicarius iudicialis ad singu- § 3. Per la trattazione di cia scuna ca usa,
las causas cognoscendas iudices il Vicario giudiziale des igni i giudic i ordi-
ex ordine per turnum advocet, natamente a turn o, trann e che il Vescovo
nisi Episcopus in singulis casibus abbia stabilito altro in singo li casi .
aliter statuer it.
§ 4. In primo iudicii gradu, si § 4. Nel primo grado di giudizio, qualo-
forte collegium constitui nequeat, ra non sia po ssibile la formaz ione di un
Episcoporum conferentia, quam- collegio, la Conferen za Ep iscop ale può
diu huiu smodi impossibilita s per- perme ttere, fin ché perdur i tale impossibi-
duret, permittere potest ut Episco- lità, che il Vescovo affidi le ca use ad un
pus causas unico indici elenco com- unico giudice chier ico, il quale, dove sia
mittat, qui , ubi fieri possit, assesso- possibile, si associ un asses sore e un ud i-
rem et auditorem sibi asciscat. tore.
§ 5. Iudices semel designatos ne § 5. Una volta che i giudici siano stati
su br oget Vicarius iudicialis, nisi designati, il Vicari o giudiziale non li so -
ex gravissima causa in decreto stituisca se non per una ragione molto gra-
exprimenda. ve, che dev' essere espressa nel decreto.

- Assistono il giudice unico, non il tribunale collegiale, che tuttavia può servirsi
de ll'opera di consulenti priva ti.
- Possono esse re chierici, religios i e laici; uomini e do nne indifferentemente
(Communicationes. a. 1978, p. 233, can. 23), purché di vita irreprensibile e di provata
esperienza.
- Il Codice precedent e faceva obbligo al giudice di sceglie re gli assessori fra gli
stessi giudici: tale norma non è stata confermata.
- L'ufficio degli assessori riveste un carattere pubblico (non sono infatti dei sem-
plici consulenti privati), per cui il loro nome dev'essere comunicato alle parti , che
possono anche ricusarli a termine del can. 1449.
- Nel procedimento penale amministrativo, è necessario "ad validitatern" l'inter-
vento di due assessori, che assista no l'Ordinario (can. 1720. n. 2).
Nei casi previsti dal can. 1448. gli stessi assessor i devono aste nersi dal lo ro
ufficio.
I giudizi in generale 29

- Gli assessori so no obbligati al segreto di uffici o (can. 1455), e prestano nell e


mani del giudice il giuramento "de munere rite et fideliter implendo" (can, 1454).

2) Il tribunale collegiale 5159


1425-1426 (1576·1577*) La co stituzio ne del tribunale co llegiale è in rapporto alla
gravit à e com ple ssità dell e ca use, le quali rich iedono un giud izio più approfondito , che
non può es sere lasciat o alla responsabilità del giudice un ico.
1425, § l Costituzione obbligatoria. Son o riservate al tribuna le colle giale di tre
giudici, "re proba ta contraria co nsuetudine":
I o Le cau se contenrios e concernen ti:
- Il vinco lo dell a sac ra ordin azione;
- Il vincolo matrimoni ale, fermo restando il prescritto dei cann. 1686 e 1688,
relativi al process o documentale.
2° Le ca use pena li ci rca:
- La pena de lla dim issione dallo stato c1ericalc (ca nn. 1364, § 2; 1367; 1370 § I;
1387; 1394, § I; 1395; 1397);
- L 'irrogazione o la dichiaraz ione dell a sc om unica : l' irrogazione rigua rda le sco-
mun iche "ferendac sententiae" (cann. 1378; 1388, § 2, ecc.); la dich iarazione . le scomu-
niche "latae sententiae" (cann. 1364, § I; 1367: 1370, § l ; 1378, § I; 1382; 1388, § I ;
1397; 1398).
Viene riprovata og ni consuetudine contraria. co n gli effett i di cui ai cann. S, § I,
e 24, § 2. Restano tuttavi a in vigore gli eventuali privilegi ottenuti dall a co mpetente
autorità, poiché la lor o revoc a, stabilita nel can . 1576, § l , de l Codice precedente . non
è stata confermata,
Una sentenza emessa da un numeru non legittimo - ossia inferiore - di giudici. contro il
disposto dci can. 1425, § I. è viziata da nullità sal/abile (can, 1622. n. I). Il Codice anteriore
stabiliva la nullità insanabile (can, 1892, n. 1+).
1425, § 2 L e cause più difficili o di maggior rilievo. Possono esse re affi da te dal
Vescovo diocesano (no n da l Vicario giudizia le) a un co lleg io di tre o cinque gi udici.
1425, § 3 La scelta dei giu d ici. È lascia ta al Vicario giudi ziale, il qual e. tutta via 5160
no n ha a tal riguardo un potere discrezion ale, ma è obbligato a seguire un ordi nato
criterio di turno o avvicenda mento, tranne che il Vesco vo stab ilisca diversa me nte in
singoli casi (non in man iera ge nera le). l giudici scelti per la trat tazion e delle ca use,
possono essere sostituiti da l Vicario giudizia le solta nto per moti vi graviss imi. La sosti-
tuzione va falla mediante decreto, nel qu ale devon o essere indicati in modo formal e i
motivi del provvedimento : l'indicazione de i motivi non è "a d validit atem " (cfr. Comm u-
nicationes, a. 1978. p. 23 1, ca n. 24. § 5).
1425, § 4 Un caso di eccezione. Qu alora non sia possibile in una diocesi la for- 5161
mazi one del tribunale colleg iale, prescritto dall a legge , il Vescovo del luogo può affi-
dare la ca usa ad un giudice unico, ma a determi na te co ndizioni:
IOIl Vesc o vo deve ottenere la previa auto rizzaz ione della Co nfe renza Episco pale' .

; Delibera della Conferenza Episcopale Italiana, 23 dicembre 1983, n. 13. in vigore dal 23
gennaio 1984: «È consentito al Vescovo diocesano, in caso di perdurante impossibilità a costituire
il collegio, di affidare la causa contenziosa (ma non matrimoniale. né penale, né per gli altri casi
previsti dalle norme canoniche) a un unico giudice ecclesiastico. il quale potrà associarsi un asses-
sore e un uditore» iEnchir. CEI. voI. 3. p. 916. n. 1601 ).
30 LIBROVII - I processi

CAN. 1426 - § 1. Tribunal colle- § I. Il tribunale collegiale deve proce-


gialecollegialiter procedere debet, dere collegialmente ed emanare le senten-
et per maiorem suffragiorum par- ze a maggioranza di voti.
tem sententias ferreo
§ 2. Eidem praeesse debet, qua- § 2. Tale tribunale, per quanto è possi-
tenus fieri potest, Vicarius iudi- bile, dev' essere presieduto dal Vicario
cialis velVicarius iudicialis adiun- giudiziale o da un Vicario giudiziale ag-
ctus, giunto.

2° Il giudice unico dev'essere chierico (presbitero o diacono) e, per quanto è pos-


sibile, deve associarsi un assessore e un uditore: chierici o laici, uomini o donne.
3° La sostituzione del tribunale collegiale col giudice unico è consentito solo nel
giudizio di primo grado, ed è limitato allo stretto periodo in cui non si possa fare
diversamente (quamdiu impossibilitas perdùret).
4° La costituzione del giudice unico può avvenire sia "ad actus" sia in modo
permanente: "finché perduri l'impossibilità'",
5162 1425, § 5 La sostituzione. I giudici scelti per la costituzione del tribunale colle-
giale possono essere sostituiti dal Vicario giudiziale soltanto per motivi gravissimi. La
sostituzione va fatta mediante decreto, nel quale devono essere indicati in modo formale
i motivi del provvedimento: l'indicazione dei motivi non è "ad validitatem" (cfr. Com-
municationes, a. 1978, p. 234, can. 24, § 5).
5163 1426, § l II modo di procedere. A parte quanto è di competenza propria del
presidente, dell'uditore e del ponente, il tribunale collegiale deve procedere collegial-
mente nell'adempimento degli atti processuali iCommunicationes, a. 1978, p. 235, can.
25, § 2), deliberando a maggioranza di voti.
5164 Spetta in particolare al presidente:
1° Accettare o ricusare il libello introduttorio della causa con un suo decreto (can. 1505, I).
*
Contro l'eventuale decreto di l'eiezione, si ricorre al tribunale collegiale (can. 1505, 4).
2° Designare l'uditore e il ponente (cann. 1428-1429).
3° Decidere circa la ricusazione del promotore di giustizia, del difensore del vincolo o di altri
ministri del tribunale (can. 1449, § 4).
4° Citare le parti per la contestazione della lite (can. 1507, § I; cfr. anche can. 1677, relativo
alle cause matrimoniali).
5° Decidere le questioni incidentali, qualora si tratti di decreto, su delega del tribunale col-
legiale (can. 1590).
6° Stabilire la riunione conclusiva dei giudici per la definizione della causa e dirigerne la
discussione (can. 1609, *§ I e 3).
5165 Compiti propri dell'uditore e del ponente: cfr. i prossimi cann. 1428-1429.
1426, § 2 La presidenza. Per quanto è possibile (quatcnus fieri potest), la presi-
denza del tribunale collegiale viene assunta dal Vicario giudiziale o dal Vicario giudi-
ziale aggiunto.

" Nello Schema era segnato "in singulis casibus" (Communicationes, a. 1978, p. 233, can. 24,
*4. Ma la detta limitazione, per il suggerimento pervenuto da più parti (secus norma difficulter in
*
praxim deduci potest), venne soppressa (p. 234, can. 24, 4). Successivamente, perché la "mens
canonis" risultasse più chiara, venne aggiunto: «quamdiu huiusmodi impossibilitas perdùret» (Com-
municationes, a. 1984, p. 57, can. 1377, § 4).
1 giudizi in genera le 31

CAN. 1427 - § 1. Si controversia § 1. Trattandosi di controversia tra re-


sit inter religiosos vel domos eius- ligiosi o case di uno stesso istituto religio-
dem instituti religiosi c1ericalisiu- so clericale di diritto pontificio. il giudice
ris pontificii, iudex primae instan- di prima istanza, salvo che le costituzioni
tiae, nisi aliud in constitutionibus dispongano diversamente, è il Superiore
caveatur, est Superior provincia- provinc iale c, nel caso di un monastero
lis, aut, si monasterium sit sui iu- sui iuris, l'Abate locale.
ris, Abbas localis.
§ 2. Salvo diverso constitutio- § 2. Trattandosi di questione contenziosa
num praescripto,si res contenti osa tra due province, giudicher à in prima istan-
agatur inter duas provincias, in za, salvo il diverso disposto delle costitu-
prima instantia iudicabit per se zioni, il Moderatore supremo personalmen-
ipse vel per delegatum supremus te o per mezzo di un delegato; se la
Moderator; si inter duo monaste- vertenza è fra due mona steri, giudicherà
ria, Abbassuperior congregationis l'Abate superiore della congregazione mo-
monasticae. nastica .
§ 3. Si demum controversia ena- § 3. Trattandosi, infine, di contro versia
scatur inter religiosas personas tra persone religiose fisiche o giuridi che
physicas vel iuridicas diversorum d'istituti religiosi diversi , o anche dello
instìtutorum religiosorum, aut stesso istituto clericale di diritto dioces a-
etiam eiusdem instituti clericalis no o dello stesso istituto laicale , oppure
iuris dioecesani vel laicalis, aut tra una persona religi osa e un chierico
inter personam religiosam et cle- secolare o un laico o una persona giuridi-
ricum saecularem vel laicum vel ca non religiosa, giudica in prima istan za
personam iuridicam non rellgio- il tribunale diocesano.
sam, iudicat in prima instantia
tribunal dioecesanum.

5. Giudici religiosi? 5166


]427 (/579 *) Il potere giudiziario viene concesso dal diritto soltanto agl'Istituti
religiosi (can. 607) clericali di diritto pontificio. Restano pertanto esclusi:
- Gl'Istituti laicali: can. 588
Gl'Istituti religiosi clericali di diritto diocesano: can. 589
Gl'Istituti secolari: can. 710
Le Società di vita apostolica: can. 731K

1 «Nonnulli suggesserunt ut supprirneretur iuris dictio spec ialìs pro religiosis, ita ut
etiam causae rcli giosorum videan tur in tribunalibu s dioe cesanis . Con sult ores unanirnit er
censent hunc can onem del eri non posse , quia cau sae quae sunt propri ae religiosorum
difficiliore modo so lvi possent in tribun alibus dioccesani s, nisi quis velit pro religiosis viam
tanturn adrnini strativarn, quod non videtur opportunum» (Communicationes , a. 1978 , p. 235.
can. 26) .
• Non si comprende il motivo della esclusione delle Società di vita apostolica clericali e di
diritto pontificio. Anch' esse dispongono della potestà di governo, e i Superiori maggiori sono
Ordinari a termini del can. 134, § l. Si tratta di una svista o di una "lacuna giuridica", da risolvere
positivamente col criterio dell' analogia?
32 LIBRO VII- I processi

ART . 2
GLI UDITORI E I RELATORI

CAN. 1428 - § 1. Iudex vel tribu- § l . Il giudice o il presidente del tribu-


nalis collegialis praeses possunt nale colleg ia le possono designare per
auditorem designare ad causae in- l'i struzione della causa un uditore, sce-
structionem peragendam, eum se- gliendolo o tra i giudici del tribunale o tra
Iigentes aut extribunalis iudicibus le persone approvate dal Vescovo per tale
aut ex personis ab Episcopo ad compito.
hoc munus approbatis.
§ 2. Episcopus potest ad audite- § 2. Il Vescovo può approvare per l'uf-
ris munus approbare c1ericosvel ficio di uditore chier ici o laici, che si di-
laicos, qui bonis moribus, pruden- stinguano per buoni costumi, pruden za e
tia et doctrina fulgeant. dottrina.
§ 3. Auditoris est, secundum iu- § 3. È compito dell'uditore, secondo il
dicis mandatum, probationes tan- mandato del giudice, raccogliere solo le
tum colJigere easque collectas iu- prove e, una volta raccolte, trasmetterle al
dici tradere; potest autem, nisi iu- giudice; può, tuttavia, se non osti il man-
dicis mandatum obstct, interim dato ricevuto, decidere nel frattempo qua-
decidere quae et quomodo proba- li prove debbano essere racco lle e in che
tiones colligendae sint, si fort e de modo, nel caso che dovesse sorgere una
hae re qua estio oriatur, dum ipse controversia a tal riguardo durante l' eser-
munu s suum exercet, cizio delle sue funzioni.

5167 Il canone distingue i segue nti casi :


l ° La controve rsia è fra religiosi o case di uno stesso Istituto: giudice di prima
istanza, salvo che le cost ituzioni dispongano diversa mente, è il Superiore provinciale
(Ordinario) ; nel caso di un mon astero "su i iuris", è l'Abate locale, consider ato anch'e gli
Superiore maggiore (can. 613 , § 2).
2° La controversia è fra due pro vince del medesimo Istituto: giudice di prima
istanza, salvo il diverso prescritt o delle costituzio ni, è il Moderato re supremo, "pe r se
ipse vel per delegatum".
3° La controversia è fra due monaste ri: giudic e di pri ma ista nza è ]' Abate supe-
riore della Con gregazio ne mo nastica, salva sem pre la di versa di sposi zio ne dell e co-
stituz ion i.
4° Giudice di prima istanza. a gara nzia d' imparzi alità, è il tribunale diocesano. se
la controve rsia:
- È fra perso ne religiose fisiche o giuridiche d'I stituti religiosi diversi;
- Fra persone religiose fisiche o giuridiche di uno stesso Istitu to clericale di
diritt o diocesano o di uno stes so Istituto laical e;
- Fra una persona religiosa e un chierico secolare;
- Fra una person a religio sa e un laico;
- Fra una persona religi osa e una persona giurid ica non religiosa.
La competen za del tribunale diocesano viene determinata a norma dei cann . 1407-1415.
I giudizi in generale 33

CAN. 1429· Tribunalis collegialis Il presidente del tribunale collegiale


praeses debet unum ex iudicibus deve designare tra i giudici del collegio il
collegii ponentem seu relatorem ponente o relatore, col compito di riferire
designare, qui in coetu iudicum de sulla causa nella riunione dei giudici e re-
causa referatet sententiasin scrip- digere in scritto le sentenze; il medesimo
tis redigat; in ipsius locum idem presidente può sostituirlo per giusta causa
praeses alium ex iusta causa sub- con un altro giudice.
stituere potest.

GLI UDITORI E I RELA TORI (cann. 1428-1429) 5168


Schema
I. Nomina e compiti del!' uditore 2. Nomina e compiti del ponente o relatore

1. Nomina e compiti dell'uditore 5169


1428 (/580- /583*) Nel diritto processuale canonico l'uditore è il giudice asse-
gnato all'istruttoria della causa. Per questa sua funzione, egli è denominato giudice
istruttore.
1428, § l La designazione dell'uditore spetta al giudice o al presidente del tribu-
nale collegiale , che lo scelgono volta per volta, in ordine a ciascuna causa, tra i giudici
del tribunale costituiti a norma del can. 1421, oppure tra le persone approvate dal
Vescovo diocesano per tale specifico compito.
La designazione è facoltativa (possunt), poiché la funzione istruttoria può essere
assolta personalmente dal giudice unico come dal presidente del tribunale collegiale .
L'eventuale sostituzione richiede una causa giusta e proporzionata, ed ovviamente deve
avvenire "citra partium praeiudicium " (can. 1583, Codice 1917).
In caso di ricusazione , si applica il can. 1449. Cfr. inoltre il can. 1448, § 2.
1428, § 2 L'approvazione del Vescovo. Gli uditori sono designati dal giudice o 5170
dal presidente del tribunale, ma sono appro vati - stabilmente o per una determinata
causa (can. 1580, § l , Codice 1917) - dal Vescovo diocesano . Tale approva zione li
abilita, ossia li rende idonei a svolgere giuridicamente la loro funzione nelle cause del
tribunale. L'approvazione del Vescovo è necessaria per la validità degli atti istruttori.
Possono essere approvati come uditori chierici e laici: questi, senza distinzione di
sesso tCommunicationes, a 1978, p. 236, can. 27).
Doti richieste: buoni costumi , prudenza e dottrina, in maniera particolarmente di- 5171
stinta (fùlgeant) .
Per diritto comune non è prescritta un'età determinata né occorrono titoli accade-
mici. Norme particolari possono essere stabilite nel regolamento interno del tribunale,
previsto nel can. 1602, § 3.
Per l'eventuale sostituzione dell'uditore, il can. 1583 del Codice del 1917 così disponeva:
«Auditor in quovis litis momento ab officio removeri potest ab eo qui eundem el ègit, iusta tamen
de causa et citra partium praeìudicium».

1428, § 3 Compiti. La funzione dell'uditore è essenzialmente istruttoria. Attenen- 5172


dosi al mandato del giudice, egli ascolta le parti e i testimoni, riceve i documenti relativi
alla causa e le eventuali perizie, raccoglie tutte le prove necessarie. Non ha alcuna
competenza giurisdizionale di merito in ordine alla decisione della vertenza, che spetta
esclusivamente all'organo giudicante. Assolto il suo incarico, l'uditore rimette l'istrut-
toria al giudice .
34 LIBROVII • I processi

ART. l
IL PROMOTORE DI GIUSTIZIA
IL DIFENSORE DEL VINCOLO E IL NOTAIO

CAN. 1430 - Ad causas contentio- Per Ic cause contenziose in cui possa


sas, in quibus bonum publicum in essere in pericolo il bene pubbli co, e per
discrimen vocari potest, et ad cau- le cause penali, si costituisca in dioce si il
sas poenales constituatur in dioe- promotore di giustizi a, che ha il compito
cesi promotor iustitiae, qui officio di tutelare il bene pubblico.
tenetur providendi bono publico.

In ordine alle prove, il diritto conferisce all'uditore un certo potere dec isionale, in
quanto, nel corso dell' istruttori a, egli può stabilire quali di esse debbano essere raccolte,
determinandone anche le modalità, nel caso che dovesse sorgere una controv ersia a tal
riguardo, sempre però che non osti il mandato ricevuto.
Eventuali ricorsi che s' intendono proporre contro l' istruttore. vanno present ati al
giudice monocratico che l'ha designato, oppure al colleg io giudica nte, nel caso che la
sua designazion e sia stata fatta dal presidente del collegio stesso.
Per commissione del tribunale - giud ice unico o tribunale co lleg iale - l'uditore
può risolvere con decreto una questione incidentale (can. 1590, § 2).

5173 2. Nomina e compiti del ponente


1429 (1584*) Il ponente è un giudice del tribun ale collegiale, scelto dal presidente
perch é faccia da relatore nella causa. La sua designazione è obbligatoria, ma non tale
da rendere nullo il proccsso e la sentenza. Sarebbe invece invalida la designazi one a
ponente di un giudice che non faccia parte del collegio giudicante.
Il ponente non è l'istruttore della causa, anche se la medesima persona può ade m-
piere l'una e l' altra funzion e: sotto un certo aspetto, è forse preferibile atte nersi in
pratica a questa norma.
Compiti specifici del ponente so no:
- Dedicarsi a uno studio attento e approfondito della causa e di tutti gli atti
relativi, traendone le deb ite oggetti ve co nclusioni.
- Riferir e dettagliatamente su di essa nella riunione dei giudici, di cui al can. 1609.
- Redigere per iscritto la sentenza, che, comunque, va sottopos ta all' approvazio ne
degli altri giudici (can. 1610, § 2).
Relativamente ai particolari compiti. chc possono essere esercitati dal ponente nei processi di
nullità matrimoniale. cfr. il can, 1677.
Nel corso della causa, il ponente può essere sostituito dal presidente del tribun ale
co n un altro giudice. qualora lo richieda una giusta e proporzionata causa.

5174 IL PROMOTORE DI GIUSTIZIA , IL DIFENSORE DEL VINCOLO E IL


NOTAIO (cann. 1430-1437)
Schema
I. La normativa circa il promotore di giusti- 2. Il notaio giudiziario
zia e il difensore dcI vincolo 3. Norme ulteriori
J giud il.i in generale 35

CAJ~. 1431 • § l. In causìs conten- § l. Nelle cause contenziose, spetta al


tiosis, Episcopi dioecesani est iu- Vescovo diocesano giudicare se il bene
dicare utrum bonum publicum in pubblico possa correre pericolo o no, sal-
discrimen vocari possit necne, nisi vo che l'intervento dci promotore di giu-
interventus promotoris iustitiae stizia sia prescritto dalla legg e o sia ev i-
lege praecipiatur vel ex natura rei dentemente necessario per la natura dell a
evidenter necessarius sit. controversia.
§ 2. Si in praecedenti instantia § 2. Se il promotore d i giustizia è inter-
intervenerit promotor iustitiae, in venuto nella istanza precedente, il suo
ulteriore gradu huius interventus intervento si presume necessario nel gra-
praesumitur necessarius. do ulteriore.

l. La normativa circa il promotore di giustizia e il difensore del vincolo 5175

I ) Costituzione e compiti 5176


Il promotore di giustizia e il difensore del vincolo sono due figure di rilievo nel-
l'ordinamento giudiziario canonico. Le loro funzioni possono dirsi analoghe a quelle dci
pubblico ministero dell'ordinamento giudiziario statuale'.
1430 (/586 *) Il promotore di giustizia. Il compito del promotore di giustizia è 5177
quello di tutelare ex officio il bene pubblico, il bene cioè della Chiesa, i suoi diritti e le
sue leggi, gl'int eressi della comunità. La sua costituzione stabile è precettiva per ogni
singola diocesi (constituatur), poiché il suo intervento è sempre necessario nelle cause
penali ed è richiesto nelle cause contenziose in cui sia o possa essere in pericolo il bene
pubblico.
1431 Bene pubblico e bene privato. Le cause penali interessano sempre il bene 5178
pubblico, poiché i delitti, che ne costituiscono I'o ggeuo, sono una violazione delle
leggi della Chiesa e una turbativa dell'ordin e e della disciplina. Le cause contenziose
riguardano per sé il bene privato, ma possono anche interessare il bene pubblico,
come ad esempio , le cause di separazione dei coniugi (can. 1696), quelle concernenti
le persone giuridiche, i pupilli, i dementi, ecc.' . Nei casi in cui l' intervento del

I L'i stituzione del promotore di giustizia nei giudizi ecclesiastici risale al Concilio Latera-
nense IV (a. 1215), convocato da Innocenzo III ( 1198- 1216). Egli era detto originariamente
promovens, ed avev a le funzioni di accusatore nelle azioni criminali. Può darsi, tuttavia, che la
riforma processuale d'lnnocenzo III sia stata preceduta dalla iniziativa di vari Vescovi, che avevano
già provveduto a nominare di propria autorità nelle loro diocesi il promotore episcopa le. Il
"prornovens" assunse nomi diversi, fra cui quello di promotor fisca lis, intendendo per "fisco"
l'insieme delle cose e dei diritti ecclesiastici.
L'i stituzion e del difensore del vin colo si ebbe propriamente nel sec. XVIII, ad opera di
Benedetto XIV. con la Cost. "Dei miseratione" dcl 3 novembre 174 1. Il suo comp ito era di tutelare
la validità del vincolo matrimoniale (precedente mente, q uesta tutela spettava allo stesso giudice),
per cui fu detto inizialmente defensor matrimonii. Pochi anni dopo, con la Cost, " Nimia m
licentiam" del medesimo Pontefice (18 maggio 1748), la sua competenza si estese al vincolo della
professione religiosa, e nel sec. XIX comprese anche il vincolo dell' ordine suddi aconale (Istr. della
Congregazione del Concilio , 7 maggi o 1838).
Il Codice del 1917 rese obbligatoria per diritto comune l'i stituzione del promotore di giustizia
e del difensore del vincolo in ciascuna diocesi (can. 1586*).
2 Anche le ca use di nullità matrimon iale interessano il bene pubblico (cfr. can. 1691). Per la
sua tutela, tutta via, è sufficiente il difensore del vincolo, per cui l'intervent o del promotore di
giustizia di rego la non è necessario. Interviene il promotore di giustizia nel caso previsto dal can .
36 LIBRO VI1- l processi

CAN. 1432 - Ad causas, in qui bus Per le cause verte nti sulla nullità dell a
agitur de nulIitate sacrae ordina- sacra ordin azion e oppure sulla nullità o
tionis aut de nullitate vel solutione sullo scioglimento del matrimonio, si co-
matrimonii, constituaturin dìoece- stitui sca in dioce si il difen sore del vinco-
si defensor vinculi, qui officio tene- lo, che ha il compito di presentare e di
tur proponendi et exponendi omnia esporre tutti gli argomenti che si possono
quae rationabiliter adduci possint addurre ragionevolmente contro la nullità
adversusnulIitatem velsolutionem. o lo scioglimento.
CAN. 1433 - In causis in quibus Nelle cause in cui è richiesta la presen-
promotoris iustitiae autdefensoris za del promotore di giustizia o del difen-
vinculi praesentia requiritur, iis sore del vincolo , nel caso che sia mancata
non citatis, acta irrita sunt, nisi la loro citazione, gli atti sono nulli , sa lvo
ipsi, etsi non citati, revera interfue- che, pur non citati, di fatto siano interve-
rint, aut saltem ante sententiam, nuti , oppure, esaminati almeno gli atti
actis inspectis, munere suo fungi prima della sente nza, abbian o potuto
potuerint. adempiere il loro compito.

promotor e non sia pre scritto dalla legge (cann. 1431, § 2 ; 1674 , n. 2; 1696) o non sia
evidentemente necessario per la natura stessa della controversia, spetta al Vescovo
diocesano (no n all'organo gi ud icante) de cid ere con autorit à se sia o non sia in peri-
colo il bene pubblico .
Ma chi decide sulla "evidente necessità ex ipsa natura rei" del promotore di giustizia? "
canune nun lu precisa Riteniamo che possa farlo lo stesso giudice.
5179 1431, § 2 La di spo sizione contenuta nel paragrafo è una norm a di coe renza : se il
promotore di giustizia è inte rvenuto nell a prim a istanza, si pres ume che debba inter-
venire anche in quelle ulteri ori.
5HIO 1432 (/586 *) Il difensore del vincolo. È così denominato, perch é il suo co mpito
è quell o di difendere la valid ità del " vincolo" nelle cau se di nullità dell a sacra ordina-
zione e di nullità o scio gl imento del matrimonio'.
La sua costituzione è precettiva in ogni diocesi, com e quella del prom otore di
giusti zia.
Nello svo lgimento del pro cesso, il difensore del vin col o - tutore anch'egli ex
offic io de l bene pubblico e dell a legge -
prop one e mett e in ev ide nza tutti g li argo me nti
e le pro ve che si possono oppo rre ragione volmente (rationabi liter) alla istan za di nullit à
o di scioglimento presentata in tribunale.
5181 1433 (/587 *) Un a citazione necessaria. La norma precedent e è stata se mplifica ta.
Il canone attua le pre scri ve che, nelle cause in cui è richiesta la presenza del promotore
di giu sti zia o del difensore del vinc ol o, ess i debb ano venire citati a norma di legge. Se
la citaz ione sia man cat a, gli atti so no nulli ipso iure , eccettu ati due soli casi :

1674, n. 2), ma in questa ipotesi egli interviene come "attore" (cfr. per analogia il can. 1721, § 2).
Il can. 1678 prevede per altro la possibilità che il promuture di giustizia intervenga nelle cause di
nullità matrimoniale nella sua funzione specifica. e non ai sensi del can. 1674, n. 2.
\ Dai verbali del Gruppo di Studio De processibus: «Secundum aliquos improprie sermo fit
in canone de defensore vinculi quoad ordinationem. Consultores censent locutionem non esse
imprupriam. quia ex sacra ordinatione exurgit vinculum aliquod. Ceterurn lucutio haec adest in
traditiune canonica inde a Benedicto XIV» (Communicationes, a. 1978. p. 238, can. 3 1).
I ~ iuJi zi in generate 37

CAN. 1434 - Nisi aliud expresse Se non è disposto altro espressamente:


caveatur: l ? ogni volta che la legge prescrive che
l Oquoties lex praecipit ut iudex il giudice asco lti le parti o una di esse,
partes earumve alteram audiat, devono essere ascoltati anche il promoto-
etiam promotor iustitiae et vinculi re di giust izia e il dife nsore del vinco lo, se
defensor, si iudicio intersint, au- intervengono in giudizio;
diendi sunt; 2 0 ogni volta che si richiede l'i stanza
20 quoti es instantia partis requi- della parte perché il giudice possa emette-
ritur ut iudex aliquid decernere re una deliberazione, l'i stanza del promo-
possit, instantia promotoris iusti- tore di giustizia o del difen sore de l vinco-
tiae vel vinculi defensoris, qui iudi- lo, che interven gono in giudizio, ha lo stes-
cio intersint, eandem vim hab et. so valore.
CAN. 1435 - Epis copi est promo- Spetta al Vescovo nomin are il pro moto-
torem iustitiae et vinculi defenso- re di giustizia e il difensore dci vincolo :
rem nominare, qui sint c1erici vel essi devono essere chierici o laici d'inte-
laici, integrae famae, in iure cano- gra fama, dottori o licenziati in diritto ca-
nicodoctores vel licentiati, ac pro- nonico e di provata prudenza e zelo per la
dentia et iustitiae zelo probati. giustizia.

IOChe, pur non citati , essi siano di fatto intervenut i di propria iniziativa:
20 Che, pur non citati né intervenuti di fatto, abbiano almeno (saltem) esaminato gli
atti prima de ll'emanazione della sentenza, in modo da poter asso lvere il loro compito.
1434 I medesimi diritti. Il canone riproduce testu alment e una prescrizione del 5182
diritto processuale orie ntale. emanato da Pio XII col M.P.So/licitudinem Nostram del
6 gennaio 1950: X. O CHOA , Leges Ecclesiae, Il, n. 2098, col. 2670, can. 64). Co n esso
si riconoscono al promotore di giustizia e al difensore del vincolo - tranne che sia
disposto dive rsamente - gli stessi di ritti delle parti:
- In ordine al loro asco lto da parte del giudice ogni volta che la legge prescrive
che si asco ltino Ic parti o una di esse;
- In ordi ne al diritto d' istanza spettante anche ad essi, ogni volta che si richiede
l'i stanza de lle parti perc hé il giudice possa emettere una de liberazio ne.
Ovviame nte, «numquarn ad promotorem iustitiae applica ri poterunt norma e de actoris
absentia, de partium interrogati onibus ac declarationibus, neque promotori iustitiae iusiurand um
ullurn deferri potest». Tale disposiz ione, che figurava nello Schema come secondo paragra fo dci
canone. fu soppre ssa perché ritenuta superflua (Communicationes. a. 1978, p. 239, can . 33, § 2).

2) La nomina 5183
1435 (/589 *) Competenza del Vesco vo e doti richieste . La nomina de l promoto re
di giustizia e del difensore del vincolo spetta al Vescovo diocesa no e ai Presuli ad esso
equiparati (cann. 368 e 38 1, § 2), i quali possono assumere ai detti uffici sia dei chierici
che dci laici, uomini e donne tCommunicationes. a. 1978, p. 239, can , 35. § I).
Doti richieste: 5184
- Fama integra
- Laurea o licenza in diritto canonico; non basta la compete nza personale
- Pr udenz a esperimentata
- Zelo per la giustizia
Il requ isito della la urea o de lla licen za in diritto ca nonico non è "ad
38 LIBRO vn. l processi

CAN. 1436 - § 1. Eadem persona, § l. L'ufficio di promotore di giustizia


non autem in eadem causa, offi- e di difensore del vincolo può essere affi-
cium promotoris iustitiae etdefen- dato alla medesima per sona, ma non nella
soris vinculi gerere potest. mede sima cau sa.
§ 2. Promotor et defensor con- § 2. Il promotore di giustizi a e il difen-
stitui possunt tum ad universi- sore del vincolo possono essere costituiti
tatem causarum tum ad singulas sia per tutte le cau se in generale, sia per
causas; possunt autem ab Episco- cause singole; possono esse re rimo ssi dal
po, iusta de causa, removeri. Vescovo per una giusta causa.
CAN. 1437 - § 1. Cuilibet proces- § l. In qualunque processo intervenga il
sui intersit notarius, adeo ut nulla notai o, così che debbano considerarsi nul-
habeantur acta, si non fuerint ab li gli atti, se non siano stati da lui sotto-
eo subscripta. scritti.
§ 2. Acta, quae notarii conti- § 2. Gli atti che i notai redigono fanno
ciunt, publicam fidem faciunt. pubblica fede.

validitatem" per il conferimento dcII' ufficio di promotore di giustizi a o di difen-


sorc dcI vincolo, poiché nel can . 1435, parimenti che nel can . 1420 , § 4, per la
medesima nomina del Vicario giudiziale, non è disposta alc una co ndizio ne
inva lida nte. La norma comunque va oss ervata, e se il Vesc ovo di oces ano non
dis pone di per son a fornita del titol o prescritto, deve rivol ger si alla Segn atura
Apos to lica per la nece ssari a autorizzazi one.
A termine del can, 1589, § 2. dci Codice 1917. nei tribunali dei religiosi il promotore di
giustizia doveva essere membro del medesimo Istituto. Tale norma è stata soppressa iCommunica-
tiones, a. 1978. p. 239. can, 35. § 2).

5185 1436 (1588 e 1590*) Modalità della nomina. L'ufficio di prom otore di giustizia
c quello di difen sore del vincolo non so no incompatibili tra di loro, per cui la mede sim a
persona può ricoprire l'uno c l' altro. O vviamente , trattandosi dell a medesima cau sa, i
due uffic i de vono essere assolti da due persone diverse, poiché diverse sono le funzioni,
e queste possono essere anche co ntrastanti, co me nel caso che la nullit à del matrimonio
venga propo sta dal promotore di giustizia (can. 1674, n. 2), ment re al d ifensore del
vincolo tocca difenderne la valid ità.
Tanto il promotore di gius tizia qu ant o il difensore del vinco lo possono essere
cos titui ti sia per tutt e le ca use in genera le, sia per un deter minato ge nere di esse,
sia anc he per le singole caus e (§ 2). La loro rimozione, co me la nom ina , è di
competenz a del Vescovo diocesano, naturalmente "iusta de cau sa" ; non è prev isto
alcun proc edimento. Mancando la giusta causa, la rimozione è illecita, ma non
inval ida.
5186 Riteniamo che, sede vacante. il promotore di giustizia e il difensore del vincolo non possano
essere rimossi dall' Amministratore diocesano. Come i giudici, essi hanno bisogno della conferma
da palle del nuovo Vescovo (can. 1420, § 5). Cfr. can. 1590, § l, Codice 1917.

5187 2. Il notaio giudiziario


1437 (/585 *) Il notaio - dett o anche attuario dal compito che eg li ha di redigere
in iscritto gli atti giudiziari - è una figu ra indi spens abile per la tratt azione de lle ca use .
I giudi:lj in generale 39

Senza la sua sottoscrizione personale, gli atti sono nulli ipso iure; né basta la firma del
giudice". D'altra parte , gli atti compilati dal notaio fanno pubblica fede .
Relat ivamente alla prima norm a, più ch iara la dispo sizi one del Codice precedente : sono null i
gli alti «si actuarii rnanu non fuerint exarara, vel sa ltem subscri pta» (can. 1585, § I O).
Il can. 1437 non cont iene a!tre prescri zioni, per cui è necessario ricorrere alle norme generali 5188
riguard anti i notai della Curia dio cesana .
A termine di esse :
- La nomina dei notai diocesani è di co mpetenza del Ve scov o (can . 470). Natura lmen te , nei
tribunali reli giosi, il notaio è nom inato dal Superiore maggio re (cfr . ca n. 695 , § 2).
- l notai posso no esse re cos tituiti per tutti gli alti gi udiziar i o anche pe r gli alti di una
determi nata ca usa (can, 4 83, § I).
- Dev ono esse re d'integra riput azione e al di so pra d' ogn i sospe tto, ma non si rich iedono
particolari tito li e qualità (can, 483, § 2) . Non so no escl use le donne (Communicationes, a. 197R,
p. 240 , can , 36).
- Nelle ca use in cui può essere in discussione il buo n nome di un sacerdote, il notaio
dev'essere sace rdo te (can. 483 , § 2) .
- Posson o venire rimossi dal Vescov o diocesano e, col conse nso del Collegio dei consultori .
anche dali' Am ministratore diocesano (ca n, 485) .
- È co mpito dei notai verbalizzare gli atti, pred isporre i decret i, le ordina nze, ecc . (can.
486) .
- La loro scrittura o firma fa pubbli ca fede (can. 483, § I), poiché so no " testi qu alificati".
- Il ca nce lliere e il vice-cancell iere di Cu ria so no " vi offi cii" anche notai. sia per le pratiche
amministrat ive, che pe r le ca use giudiziarie, contenziose e pen ali (can, 482, § 3).
- Il gi ud ice è tenu to a sceglie re il notaio tra qu elli costituiti dal Vescovo, «nisi ipse
(Episco pus) aliqucrn pro ea ca usa designav erit» (ca n. 1585, § 2, Cod ice 19 17), Fall a per ò la scel ta.
il giudice non può propri amente rimu overe il notaio o sospenderlo da ll'ufficio; può invec e sosti-
tuirlo con un altro "iusta de ca usa" .
- Il notaio è respo nsabi le de ll' accu rata c ustodia deg li alt i e dei docu menti del processo (can.
482. § l ).
Da n otare. Il Codi ce preced ente parlava anche dei "cursori", per l' intimazione dcgl i alti 5189
giudiziali , e degli "a ppar itores" . in ordine all'esecuzio ne delle sente nze e dei dec reti de l gi udice
(can. 1591, § I ), Le due figu re sono sco mparse nel nuovo Codi ce, ma nu lla vieta che ne lle diocesi
vengan o nomin ati anche dei curs ori e deg li apparitori.

3. Norme ulteriori 5190


Semp lice richiamo dei canoni attinenti.
l ) Norme comuni per il promotore di giustizia e per il difensore del vincolo 5191
I ° L' inter vento del di fenso re del vincolo e del prom otore di giu stizia nelle que stioni di
ricusazione: can. 1451, § I
2° L'e ventu ale loro ricusazi one: ca n. 144 9. § 4
3° La present azione deg li artico li per l' interroga torio delle parti : can. 1533
4° Doman de ai testimo ni: can. 1561
5° 11 diritto di assis te re all'esame delle parti , dei tes timoni e de i periti: can . 167 8, §
6° Il dir itto all' ultima repli ca, tranne che nei proce ssi penali: cann. 1603 e 1725
7° Il dir itto di appe llo contro la se nte nza: can. 1628

" Il canone, redatt o ne lla seduta del 15 marzo 1978, venne così formulato : «Cuilibet processui
intersi t notarius, adeo ut nu lla habeantu r acta, si non 'f ucrint ab co vel saltcm a iudice subscrip ta»
(Communicationes, a . 1978, p. 240 , can. 36). Suc cessivamente il "ve l salte rn a iudice " venne
soppresso iCom municationes, a. 1984, p. 57, can. 1389, n. 2) .
40 LIBRO VII - I processi

8° La rinunzia: can. 1636, § 2


9° L'interposizione della querela di nullità: can. 1626, § I
10° Divieti per l'imparziale amministrazione della giustizia: can. 1447.

5192 2) Norme proprie per il promotore di giustizia


I ° Necessità dell'istanza da parte della persona interessata o del promotore di giustizia per
l'introduzione della causa: can. 1501
2° Attribuzioni e compiti del promotore di giustizia nei processi matrimoniali:
- L'impugnazione del matrimonio nelle cause di nullità: can. 1674
- Diritti vari: can. 1678, § I
- L'intervento nelle cause di separazione dei coniugi: cfr. can. 1693, § I
3° Compiti e funzioni nei processi penali:
- La presentazione del formale atto di accusa: can. 1721, § 1
- La funzione di attore: can. 1721, § 2
- La rinunzia all'istanza: can. 1724
- Il diritto di appello: can 1727, § 2
- L'ascolto da parte dell'Ordinario: can. 1722

5193 3) Norme proprie del difensore del vincolo


IO L'intervento del difensore del vincolo nei processi per la dispensa "su per rato": can.
1701, § l
2° Nel processo documentale di nullità matrimoniale: cann. 1686-1688
3° Voto e osservazioni nei processi "super rato": can. 1705 § 1
4° Diritti e doveri nelle cause di nullità della sacra ordinazione: can. 1711

5194 4) Norme per il notaio


1° Il ricorso a un notaio pubblico: can. 1528
2° In caso di appello: can. 1724, § I
3° Norme varie circa l'assistenza e l'opera del notaio:
- Rilascio di atti e di documenti: can. 1475, § 2
- In caso di domanda orale nel giudizio contenzioso ordinario: can. 1503
- Nella escussione dei testimoni: cann. 1561; 1567, § I; 1568; 1569
- Nel caso che una parte o un testimone non possa o non voglia firmare: can. 1473
Nel dibattimento orale: can. 1605
- Nell'appello fatto a viva voce: can. 1630, § 2
- Nel processo contenzioso orale: can. 1664
- La firma nella sentenza: can. 1612, § 4'

, Compiti del notaio, richiamati nella lstr. "Provida Mater Ecclesia" del 1936, relativamente
alle cause di nullità matrimoniale (Congregazione dei Sacramenti):
- Art. 73: «È compito del notaio:
1° Mettere ogni cosa in ordine con diligenza e fedeltà;
2° Raccogliere e custodire gli atti con cautela, ordine e scrupolosità;
3° Aver cura che gli atti non pervengano nelle mani di estranei, soprattutto quelli da conser-
vare sotto segreto;
4 ° Far fede su tutti gli atti e firmarli tutti, insieme col Presidente;
5° Tenere il libro o "protocollo" delle cause, debitamente compilato;
6° Essere presente ogni volta che un giuramento viene prestato a norma di diritto;
7° Sottoscrivere le citazioni e segname l'avvenuta notifica;
8° Essere presente alla istruttoria e alla discussione del processo;
9° Attestare la fedele concordanza delle copie con l'originale;
100 Provvedere alla esecuzione dei rescritti, dei decreti, delle deliberazioni;
Il ° Notificare alle parti il dispositivo della sentenza;
12° Sottoscrivere gli originali delle sentenze e far fede circa le loro copie (X. OCHOA, Leges
Ecclesiae, I, n. 1347, col. 1748).
41

CAPITOLO II
IL TRIBUNALE DI SECONDA ISTANZA

CAN. 1438 - Firmo praescripto Fermo rest ando la norma del can. 1444.
can. 1444, § 1, n. 1: § l , n. 1:
l ° a tribunali Episcopi suffra- I o dal tribunale di un Vesco vo suffraga-
ganei appellatur ad tribunal Me- neo si appella al tribunale del Metropolita,
tropolitae, salvo praescripto can, salvo il disposto del can. 1439;
1439;
2° in causis in prima instantia 2° nelle cause trattate in prim a istanza
pertractatis coram Mctropolita fit davanti al Metropolita, si appella al tribu-
appellatio ad tribunal quod ipse, nale design ato stabilmente dall o stesso
probante Sede Apostolica, stabilì- Met ropol ita, con l'approvazione della Sede
ter designaverìt; Apostolica;
3° pro causis coram Superiore 3° per le cause discusse da vanti al Su-
provinciali actis tribunal secundae periore pro vinciale, il tribunale di sec onda
instantiae est penes supremum istan za è quello del Moderatore supremo;
Moderatorem; pro causis actis co- per le cause trattate davanti all ' Abate lo-
ram Abbatc locali, penes Abbatem cale , quello dcIl'Abate superiore della Con-
superiorem congregationis mona- gregazione monastica.
sticae.

IL TRIBUNALE DI SECONDA ISTANZA (cann . 1438-1441 ) 5195


Schema
I. Norme circa la competenza per " appello 3. Norme ulteriori
2. r tribunal i interdiocesa ni

l. Norme per l'appello 5196


1438 (/594 *) I tribunali di seconda istanza sono istituiti per ricevere gli appelli
contro le sentenze di primo grado, a fine di riesamin are il giudic ato e ripararne gli
eventuali difetti, errori, vizi, ingiustiz ie, o di confermarne la validità. Nei tribunali ec-
clesiastici. come in quelli civili, c'è anche la possibilit à di una terz a e ulteriore istanza
per assicu rare una più imparziale ammini strazione della giustizia e una più oggettiva
tutela dei diritti. Civilmente, tuttavia , il giudizio di "me rito" esauri sce il grado di appel-
lo: l'ultimo g rado di giudizio concerne la "legittimità". e non più il merito .
Ovviamente, c'è un ordine da osservare negli appelli, che risponde alla gerarchia 5197
dei tribunali. In con sideraz ione dell a struttura più unitaria data alle provinc e ecclesiasti-
che e alla scomparsa delle dioce si immediatamente soggette alla Santa Sede prevista nel
can. 431, § 2 (n. 1927), l'ordine degli appelli ha subito nel nuovo Codice un' importante
modifica .
Ferma restando la possibilità di un appello diretto alla Rota Romana (can. 1444,
§ l ), nell a determinazione dei tribunali ordinari di appello si applicano le seg uenti
norme:
IO Dal tribunale diocesano di un Vescovo suffr aganeo, si appella al tribunale del
Metropolita, salvo il disposto del can. 1439.
20 Dal tribunale del Metropolita, relativamente alle cause trattate in esso in prima
42

CAN . 1439 - § 1. Si quod tribunal § l. Se , a norma del ca n. 1423 , sia stato


primae instantiae unieum pro plu- costituito per più dio cesi un uni co tribu-
ribus dioecesibus,ad normam can. nale d i prima istanza, con l'approvazione
1423, constitutum sit, Episcopo- della Sede Apostolica la Conferenza Epi-
rum conferentia debet tribunal scopale deve costituire un tribunale di
secundae instantiae, probante Se- seconda istanza, tranne che le diocesi sia-
de Apostolica, constituere, nisi no tutte suffraganee dell a mede sima
dioeceses sint omnes eiusdem ar- archidiocesi.
chidioecesis suffraganeae.
§ 2. Episcoporum conferentia § 2 . Con l' approvazione dell a Sede
potest, probante Sede Apostolica, Apostolica, la Conferenza Episcopale può
unum vel plura tribunalia secun- costituire uno o più tribunali di seconda
dae instantiae constituere, etiam istanza, anche oltre al caso di cui al § l.
praeter casus de quibus in § 1.
§ 3. Quod attinet ad tribunalia § 3. Rispetto ai tribunal i di se conda
secundae instantiae, de quibus in istanza, di cui ai §§ 1-2, la Conferen za
§§ 1-2, Episcoporum conferentia Episcopale o il Vescovo da es sa desi gna-
vel Episcopus ab ea designatus to hanno tutti i poteri c he co mpeto no al
omnes habent potestates, quae Vescovo diocesano nei riguardi del pro-
Episcopo dioecesano competunt prio tribunale.
circa suum tribunaI.

istanza, si appella al tribunale designato stabilmente (stabiliter) dallo stesso Metropolita,


con l'approv azione della Santa Sede.
3° Dal tribunale religioso di prima istanza, in corrispondenza al can. 1427, § I. si
appella:
- AI Moderatore supremo dell'Istituto, per le cause definite dal Superiore pro-
vinciale
- Ali' Abate superiore della Congregazione monastica, per le cause discusse di-
nanzi all' Abate locale
Il canone non considera le cause decise in prima istanza dal Moderatore supremo
dell'I stituto o dali' Abate superiore della Congregazione monastica, a termine del can.
1427, § 2. Naturalmente il giudizio di appello spetta a un tribunale di grado superiore,
che sarà o la Rota Romana o altro tribunale determinato nelle costituzioni, con l' appro-
vazione della Santa Sede.
5198 Ma qual è il tribunale di appello, nella ipotesi che la causa sia stata definita in prima istanza da
un giudice delegato dal Vescovo diocesano (n. 986) o da un Superiore religioso (can, 1427, § 2)'1
La discussione che c' era a tal riguardo fra i canonisti, non è stata decisa dal nuovo Codice.
L' appello va fatto al tribunale ordinario del delegant e, sostenevano alcuni: altri invece ritenevano
che si dovesse ricorrere al giudice di grado superiore. Un appello fatto al giudice delegant e sarebbe
in aperto co ntrasto col principio della gerarchia giurisdizionale, poiché delegato e deleg ante sono
soltanto persone diverse, ma del medesimo grado.
Questa seconda sentenza sembra la più fondata, anche perché il Codice non prevede come
tribunale d'appello quello dci delegante .

5199 2. I tribunali interdiocesani


]439 Il can. 1423 prevede l'i stituzione di tribunali interdiocesani di prima istanza
(n. 5155). In rispondenza a tale possibilità, l'att uale canone prescrive le seguenti norme
in ordine ai tribunali di appello:
I giudizi in generale 43

CAN. 1440 - Si competentia ratìo- Se non si o sserva la comp eten za in ra-


ne gradus, ad normam cann, 1438 gione del g ra do a n orma d ei cann . 14 3 8 e
et 1439 non servetur, ìncompeten- 14 39 , l'incompetenza del gi ud ice è asso -
tia iudicis est absoluta. lu ta.
CAN. 1441 • Tribunal secundae II tribun ale di seco nda ist anza d eve es-
instantiae eodem modo quo trìbu- sere costitu ito allo stesso modo d el tri b u-
nal primae instantiae constitui de- n al e di p rima is ta nza. Se tu ttavia nel p ri-
bet. Si tamen in primo iudicii gra- m o grado di gi ud iz io. a norma del can.
du, sccundum can.1425, § 4, iudex 14 2 5 , § 4, la sente nza è stata e manata da
unicus sententiam tulit, tribunal un giudice un ico , il tribun al e di sec o nda
secundac instantiae collegialiter is ta nza proce da co llegia lmen te .
proc eda t.

l ° Se il tribu nale interdi ocesano di prim a istanza è cos tituito per più diocesi suf-
fraganee dipendenti dal medesi mo Me tropolita, il tribunale di appel lo è il trib unale
metrop olitano .
2° Se invece le diocesi suffraganee, che han no istituito il tribunale co mune di prima
istanza, appartengo no a prov ince ecclesiastiche dive rse. per cui dipe ndono da diversi
Metropoliti, spetta alla Co nfere nza Episcop ale istituire, con la previa appro vazione dell a
Sa nta Sede. un tribu nale di seconda istanza, competente a ricevere gli appelli.
L'i ntervento della Santa Sede e della Con ferenza Episco pale è giustificato dal fatto che nel
caso "derogatur iuri Metropolitae" (Communicutinnes. a. 1984, p. 58. can . 1392).
3° Indipend entemente dal caso preced ente, è in facoltà dell a Con ferenza Episcopale
istituire, con l'approvazione della Santa Sede, uno o più trib unali di seconda istanza per
i tribun ali di primo grado esiste nti nel proprio territorio, delimitando accuratamente
l' ambito territoriale di cia scuno di essi. Con una tale norma, non s'intende esautorare i
tribunali metropolitani, poiché essa è facoltativa, non precettiva (Co nfere ntia potest...).
«Facu ltas qu ae datur est ad co nsulendum necessitati quor undam regionum» (Commun i-
cationes , a. 1978, p. 243, can . 40, § 2).
Venne proposto da alcuni di consentire la costituzione di tribu nali di terza istanza nelle 5200
singo le regioni. salvo sempre il diritto di ricorrere alla Rota Romana. Ma il suggerimento non
venne acco lto: «Hoc modo - risposero i Consu ltori del Gruppo di Studio De processibus -
cvacueret ur tribu nal Apos rolicum, per quod asscq uitur bon um non parvi mo menti, scilicct
uniform itas iurisprudentiae pro tota Eccle sia. Ceterum huiusmodi propositio superar fa culrares
Coetu s aliquid in hac materia decerne ndi» (Commun icutiones. a. 1978, p. 243, can. 40).
La proposta venne rinnovata successivamente dal Card. Franz Kònig, Arcivescov o di Vienna
il quale fece presente che i tribunali di terza istanza esistevano già in vari paesi. La Commissi one
rispose: «Non èxpedit. Agitur dc exce ptione de qua non est in lege unive rsali cavendum» (Reiiuio
1981, p. 314 : v. anche Commun icationes, a. 1984, p. 59, can. 1397, 3).*
4 ° Rispe tto ai tribuna li di seconda ista nza ist ituiti dalle Conferenze Episcopali ai 5201
sen si de i §§ I e 2, la Conferenza stessa o il Vescovo da essa des ignat o han no tutti i
poteri che competo no al Vescovo diocesano in ordi ne al proprio terri to rio.

3. Norme ulteriori 5202

1) VII prin cipio di comp etenza


1440 È un canone nuovo, che stabilisce il prin cipio di competenza gera rchica de i
tribunal i. Og nuno di essi , infatti, deve gi udicare ne ll'ambito de l proprio grado, per cui,
44 LIBRO vn . I processi

CAPITOLO III
I TRIBUNALI DELLA SEDE APOSTOLICA

CAN. 1442 - Romanus Pontifex Il Romano Pontefice è il giudice supre-


pro toto orbe catholico iudex est mo per tutto l' orbe catto lico. e giudica o
supremus, qui vel per se ipse ius personalmente o per mezzo dei tribunali
dicit, vel per ordinaria Sedi s ordinari della Sede Apostolica, o per mez-
Apostolicae tribunalia, vel per zo di giudici da lui delegati.
iudices a se delegatos.

salve le eccezioni previste dall a legge. un tribunale di prima istanza non può defi nire una
causa di seco nda istanza, come. d' altra parte, un tribunale di seco nda istanza non può
defi nire una causa di prima istanza. L'in osservanza del principio di competenza "ra tio ne
gradus" stabi lito nei cann. 1438 e 1439 , comporta l'incompetenza assoluta de l giudice.
con la consegue nte nullità insanabile della sentenza (can. 1620. n. 1).
Per le eccezioni a tale principio, cfr. cann. 1419. § 2, e 1683.

5203 2) La costituzione del tribunale di seconda istanza


1441 (1595 -1596*) Dev'essere identica a que lla del tribu nale di prima istanza per
cui se la ca usa è stata definita in primo grado da un tribunale collegia le, con l'i ntervc nto
de l promotore di giustizia o del difensore del vincolo o di ambedue, in appe llo si
richiede , similmente, un tribunal e collegiale, al quale devono associars i allo stesso modo
il promo tore di giustizia o il difensore del vincolo o ambed ue.
Circa le cause di nullità matrimoniale. si richiama il can. 1682, § 2.
È possibile tuttav ia che, nel giudizio di primo grado. una ca usa riservata a un
tribunale colleg iale (can. 1425, § l) sia stata affidata dal Vescovo diocesano a un
giudice unico a norma del can. 1425, § 4. In questo caso. l' eccez ione non è più conse n-
tita e la causa dev'essere riesaminata e definita da un regolare tribunale collegia le.

5204 I TRIBUNALI DELLA SEDE A POS TOLICA (cann. 1442-1445)


Schema
l . Il Giudice supremo 3. La Segnatura Apostolica
2. La Rota Romana

5205 1. Il Giudice supremo


1442 (/597*) Il Romano Pontefice è al vertice della Gerarchia ecclesiastica. In
forza del primato di giurisdizione, che possiede co me Successore di Pietro, egli è l' au-
torità suprema della Chiesa (titolo dell a I sezione. parte Il, libro Il del Cod ice).
La voce "supremo" associata ripetutamente alle prerogative proprie del Papa:
è

- Egli è il Pastore e Dottore supremo: cann. 333. § 2. 353. § l ; 749. § I


- Il Legislatore supremo: cfr. cann. 135. § 2, 34 1
- Il Superiore supremo degl' Istituti di vita consacrata: can . 590. § 2
- Il supremo Amministratore e Dispensatore dei beni ecclesiastici : can. 1273
Il can. 1442 afferm a il carattere supremo della potestà giudiziaria del Papa. defi-
J giudizi in generale 45

CAN. 1443- Tribunal ordinarium Il tribunale ordinario , costituito dal Ro-


a Romano Pontifice constitutum mano Pontefice per ricevere gli appelli, è
appellationibus recipiendis est la Rota Romana.
Rota Romana.

nendolo Giudice supremo per tutto l'O rbe cattolico. È questo non solo un principio
giuridico, ma anche teologico , definito dal Concilio Vaticano I nella Cost. dogm.
Pastor Aeternus del 18 luglio 1870, Sesso IV: «Et quoniam divino Apostolici primatus
iuce Romanus Pontifex universae Ecclesiae praeest, doeemus et declaramus eum esse
iudicem suprernum fidclium et in omnibus causis ad cxamen ccclesiasticum spectantibus
ad ipsius posse iudicium recurri» (Denzinger-Schonmetzer, n. 3063).
Il potere giudiziario può essere cd è effettivamente esercitato dal Papa: 5206
- Per se ipse, ossia personalmente, ma questo avviene molto di rado
- Tramite i tribunali ordinari della Sede Apostolica, come ha luogo normalmente
- Per mezzo di giudici direttamente delegati, qualora sia richiesto da particolari
circostanze e motivi
I tribunali ordinari della Sede Apostolica di foro esterno sono propriamente due: 5207
la Rota Romana e la Segnatura Apostolica. La Penitenzieria è un tribunale di foro
interno (cfr. can. 64).
Il tribun ale del Vicariato di Ro ma non è un tribunale della Santa Sede, ma della diocesi di
Roma. Similmente, la Rota di Madrid, pur istituita dal Papa (Cleme nte XIV, 26 marzo 1771),
appart iene alla Nunziatura Aposto lica di Spagna. ed è un tribunale locale per la Spagna.
La potestà dei tribunali della Santa Sede è urd ìnaria-vicaria. Essi sono retti da
norme proprie (can, 1402; V. commento relativo). Per le cause riservate personalmente
al Romano Pontcfiee e le conseguenze giuridiche che ne derivano, V. cann. 1405, §§ 1-
e
2, 1406, § 2, 1417. § l , e commento.

2. La Rota Romana I 5208

I ) La sila fu nzione 5209


1443 (1598 *) La Rota Romana è il tribun ale ordinario della Sede Apostolica,
istituito da l Romano Pontefice per riceve re gli appelli giudiziari da persone ed enti
di lUtta la Chiesa. È cos tituito da un Co llegio di Prelati Uditor i, presieduto dal De-
cano, "primus inter pares", che viene nomin ato dal Papa per un determin ato periodo
di tempo. scegliendolo fra gli stess i giudici (Cost. Ap. "P astor Bonus", 28 giugno
1988, art. 127).

I L' origine della Rota risale alla Cancelleria Apostolica del sec. XII, ossia ai cosiddetti
Cappellani del Papa, che ebbero da Lucio III (1 181- 1185) il compito d' istruire le cause che egli
non intendeva tratta re di persona o rimettere ai Cardinali .
Nel sec. XIII, sotto il pontificato d'Innocenzo 1II (1 198·1 216) e soprattutto di Gregorio X
(1272- 1276), tali Cappellani formarono un collegio stabile di veri giudici. assumendo il titolo di
Cappellan i della Sede Apostolica e Uditori del Sacro Palazzo. Ebbero una compiuta organizzazione
e una propria sede nel 133 1, con lo speciale regolamento emanato da Gio vanni XXII. Sembra che
la denominazione di "Rota", diffusasi dall' inizio del sec. XIV, derivi dal fatto che i Cappell ani dci
Papa giudicavano alternativamente . secondo un turno stabilito. Alcuni pensano a un sostegno
girevo le, dett o "rota", su cui si ponevano i fascicoli delle ca use.
46 LIBRO VII • I processi

5210 L a R ota Romana ha god uto sempre ne lla C hie sa di un gra nd e prestigio. L e sue
decisioni han no influi to notevolmente , specie ne i nos tri temp i, sullo svi luppo e su l
progresso de lla dottrina giuridica ecclesiast ic a. Esse cos tituisc o no un a fon te preziosa per
l' int erpretazion e dci diritto cano nico, so prattutto in mat eria ma trim on ial e. Con la sua
attivi tà, la Ro ta - a ffe rma auto revol mente l' art . 126 dell a Cost , A p. " Pas tor Bon us" del
1988 - «tutela i diritti dell a Chie sa, pro vved e all 'uni tà dell a gi urisprude nza e. att rav er-
so le proprie sente nze, è di aiuto ai Tribunali di grado inferi ore».
Il T ribunale della R ota è rett o da un a propri a le gge co nte nuta nell e N orme del 20
giugno 1934, riordinate in parte il 25 ma g gio 1969 e il 16 gen na io 1982: cfr. X. OcHOA ,
Leges Ecclesiae , l, n. 1233, co li . 1547-15 67; IV "n. 375 1, colI. 5550-5558; V I, n. 4894,
co lI. 8356-8370; En chi r. V at ., vo I. 8, pp . 32-83. E per altro in corso di approvazio ne da
parte del Som mo Pontefi ce un a nuova legge o "No rm e" de lla Rot a , in adegu amento sia
a l Codic e vige nte (so pratt utto per la parte proce ssuale), sia alla ri forma dell a C uria
Roman a, avvenuta co n la "P asto r Bon us" del 28 giug no 1988. La pu bblicazion e non
do vrebbe tardare",

5211 2) La competenza
1444 (/599-1601 *) A parte la compe tenza esclusiva per le cause ind icate nel can.
1405 , § 3, la Rota Roman a giud ica :
IO In seconda istanza, le ca use definite dai tribunali ordi nari di primo gr ado e
deferite alla Santa Sede mediante leg ittimo appello.

La competenza propria della Rota venne stabilita con accurat ezza da Benedetto XIV, con la
Cost, Ap. "I ustitiae et Pacis" del 2 ottobre 1747 .
Nel secolo seguente, la sua autorità fu estesa da Pio VIII nel 1821, in sede di appello, alle
cause commerciali dello Stato Pontificio, c nel 1834. per un editto di Gregorio XVI, essa comprese
tutte le cause civili dello Stato.
Con la cessazione dello Stato Pontificio (a. 1870), cessò anche gran parte l' attività della Rota.
Il tribunale fu ricostituito nel 1908 da San Pio X, che due anni più tardi (a. 19 10) ne regolò il
funzionamento con una "Propria Lex",
1 Riportiamo in nota gli articoli della Costituzione Ap. "Pastor Bonus".
Art. 126: «Questo Tribunale funge ordinariamente da istanza superiore nel grado di appello
presso la Sede Apostolica per tutelare i diritti della Chiesa, provvede all' unità della giurisprudenza
e, attraverso le proprie sentenze, è di aiuto ai Tribunali di grado inferiore».
A rt. 127: <<I Giudici di questo Tribunale, dotati di provata dottrina e di esperienza e scelti dal
Sommo Pontefice dalle varie parti del mondo, costituiscono un collegio; al medesimo Tribunale
presiede il Decano nominato per un determinato periodo dal Sommo Pontefice, che lo sceglie tra
gli stessi Giudici».
Art. 12 f1: «Questo Tribunale giudica:
IO In seconda istanza, le cause giudicate dai Tribunali ordinari di prima istanza e deferite alla
Santa Sede per legittimo appello;
2 0 In terza o ulteriore istanza, le cause già trattate dal medesimo Tribunale Apostolico c da
qualunque altro Tribunale, a meno che esse non siano passate in giudicato».
A rt. 129. Ii 1: «II medesimo, inoltre, giudica in prima istanza:
l" I Vescovi nelle cause contenziose, purché non si tratti dci diritti o dci beni temporali di
una persona giuridica rappresentata dal Vescovo;
20 Gli Abati primati, o gli Abati superiori di Congregazioni monastiche e i Superiori Generali
di Istituti Religiosi di diritto pontificio;
3 0 Le diocesi o altre persone ecclesiastiche, sia fisiche sia giuridiche, che non hanno un
superiore al di sotto del Romano Pontefice;
40 Le cause che il Romano Pontefice abbia affidato al medesimo Tribunale.
li 2. Giudice le medesime cause, se non sia previsto altrimenti, anche in seconda ed ulteriore
istanza».
Ari. 130: <d i Tribunale della Rota Romana è retto da una sua propria legge».
l giudizi in generale 47

CAN. 1444- § 1. Rota Romana iu- § I. La Rota Romana giudica:


dicat:
1° in secunda instantia, causas I° in seconda istanza le cause che siano
quaeab ordinariis tribunali bus pri- state giudicate dai tribunali ordina ri di
mae instantiae diiudicatae fuerint prima istanza e poi deferite alla Santa Sede
et ad Sanctam Sedem per appella- per legittimo appello;
tionem legitimam deferantur;
2° in tertia vel ulteriore instan- 2° in terza e ulteriore istanza, le cause
tia, causas ab ipsa Rota Romana già trattate dalla stessa Rota Romana e da
et ab aliis quibus vis tribunalibus qualsiasi altro tribunale, tranne che vi sia
iam cognitas, nisi res iudicata ha- la cosa giudicata.
beatur,
§ 2. Hoc trìbunal iudicat etiam § 2. Questo tribunale giudica anche in
in prima instantia causas de qui- prima istanza le cause di cui al can. 1405,
bus in can. 1405, § 3, aliasve qua s § 3, come pure altre cause che il Romano
Romanus Pontifex sive motu pro- Pontefice, sia motu p ropri o sia ad istanza
prio, sive ad instantiam partìum delle parti, abbia avocate al suo tribunale
ad suum tribuna! ad vocaverit et e affidate alla Rota Romana; se nel re-
Rota e Romanae commiserit; eas- scritto di commissione non sia disposto
que, nisi aliud cautum sit in diversamente, queste cause sono giudicate
commissi muneris rescripto, ipsa dalla stessa Rota anche in seconda ed ul-
Rota iudicat etiam in secunda et teriore istanza.
ulteriore instantia.

2° In terza e ulteriore istanza, le cause trattate già in appello dalla stessa Rota o
da altro tribunale eccles iastico, tranne che siano passate in giudica to (can. 1641), le
q uali, come tali, non possono essere impugnate direttamente (can. 1642, § I) e ammet-
tono solo la "res titutio in integrum" (can. 1645, § l ).
La co mpete nza in terza istanza non è esclusiva della Rota Romana. Per speciale privi legio 521 2
essa appartiene anche ad altri tribunali locali di vari paesi: Spagna (Rota di Madrid), Ungheria
(tribunale de l Primate), Ger mania (Monaco. Friburgo in Brisgovia, Co lonia), Austria, Polonia, ecc ..'

La Rota è per sua natura un tribunale di appello. Giudica tutta via anche in prima 5213
istanza:
- Le cause che le sono riservate a termine del can . 1405, § 3 (n. 5108);
- Quelle che, avocate a sé dal Romano Pontefice, motu proprio o ad istanza delle
parti, il medesimo Pontefice de liberi di affidar le: se nel rescritto di assegnazio ne non è

, La Rota di Madrid o di Spag na fu istituita ufficialmente da Clemente X IV presso la


Nunziat ura di Spagna. come trib unale di appello di seco nda e ulteriore istanza. co n il Breve
..Administrandae iustitiae zelus" del 26 marzo 1771 . Aveva tuttavia funzio nato in preceden za come
tribunale specia le fin da l 1500.
Ebbe una gra nde importanza, ed era rico nosciu ta da llo Stato (Dec reto di Car lo III de l 26
otto bre 1773). che dava a tal riguardo la sua sovvenzione. Fu soppressa da Pio XI il 2 1 giug no
1932, per i gravi rivo lgimen ti polit ici accad uti in Spag na in quel periodo (X. OCHOA. Leges
Eccle siue , I, n. 1185, co lI. 1510·1 511 ; Il, n. 1923, col. 24 13, Introdu zione),
Fu ricostituita co n nuove norme da Pio XII, con Motu Propri o del 7 apri le 1947 (cfr. Leges
Ecclesiue, Il , coli. 2413 -24 17). È dello in tale Motu Propri o: «Quae Rota Apostolicae Nuntiaturae,
a civitate piene recog nita ac sustentata , iudicibus ex variìs catholicae nationis hispanicae provinciis
acque delectis , quorum plures magnam assec uti sunt famam, diu viguit et floruit » (i ntroduzione) .
48 LIBRO VII ·1 processi

CAN. 1445 - § 1. Supremum Si- § 1. Il supremo Tribunale della Segna-


gnaturae Apostolicae Tribunal co- tura Apostolica giudica:
gnoscit:
1° querelas nullitatis et petitio- 1° le querele di nullità e le istanze di
nes restitutionis in integrum et restitutio in integrum, e altri ricorsi contro
alios recursus contra sententias le sentenze rotali;
rotales;
2° recursus in causisde statu per- 2° i ricorsi nelle cause sullo stato delle
sonarum, quas ad novum examen persone, che la Rota Romana abbia rifiu-
Rota Romana adrnittere renuit; tato di ammettere a nuovo esame;
3° exceptiones suspicionis alias- 3° le eccezioni di sospetto e le altre cause
que causas contra Auditores Rotae promosse contro gli Uditori della Rota
Romanae propter acta in exercitio Romana, per atti da essi posti nell'eserci-
ipsorum muneris; zio del loro ufficio;

stabilito diversamente, tali cause sono giudicate dalla Rota anche in seconda ed ulteriore
istanza',
5214 La competenza della Rota ratione territorii è universale. Si tratta di un tribunale
istituito per tutta la Chiesa latina, senza alcuna limitazione.
Ratione materiae si estende ad ogni genere di cause ecclesiastiche, contenziose e
penali.
Restano escluse:
- Le cause riservate personalmente al Romano Pontefice (can. 1405, § I);
- Le cause riservate alla Congregazione per la Dottrina della Fede (n. 5093);
- Le vertenze di carattere amministrativo (ean. 1400, § 2);
- Le cause di foro interno, riservate alla Penitenzieria Apostolica (n. 5094).
Naturalmente, sono escluse ratione personarum le cause spettanti ai tribunali
delle Chiese Orientali cattoliche, tranne che, con speciale provvedimento, siano af-
fidate alla Rota dal Romano Pontefice oppure dalla Congregazione per le Chiese
Orientali.
5215 Da notare. A norma dell'art. 7 del M.P. "Quo civium" del 21 novembre 1987, la Rota
Romana è sede di appello per il Tribunale Ecclesiastico della Città del Vaticano (Enchir. Vat., voI.
IO, n. 2329).

5216 3. La Segnatura Apostolica


1445 (1602-1605*) È il supremo tribunale ecclesiastico, che presenta una certa
analogia con la Corte di Cassazione dell'ordinamento giudiziario italiano.
L'origine della Segnatura è affine a quella della Rota. [ referendari pontifici, che avevano il
compito d'istruire le istanze inviate alla Sede Apostolica e di riferirne al Papa, col tempo si
trasformarono in un collegio stabile, munito di poteri giurisdizionali in ordine all'amministrazione

4 «Sacra Rota ius dicit aut per singulos turnos trium auditorum, aut videntibus omnibus, nisi
aliter pro aliqua causa Summus Pontifex constituat» (can. 1598, § 4, Codice 1917). Tali turni sono
considerati come altrettanti tribunali indipendenti fra loro, per cui una causa trattata e definita da
uno di essi in prima istanza, passa a un altro in seconda, terza e ulteriore istanza. Ciascun turno
è presieduto dall'Uditore più anziano di nomina, che di regola ne è anche il Ponente o Relatore (cfr.
Normae S. Romanae Rotae Tribunalis, 16 gennaui 1982, artt. 17-23: Enchir. Val., voI. 8, pp. 42-
47, nn. 29-35).
l giudizi in generale 49

4° conflictus competentiae de 4° i conflitti di competenza di cui al can.


quibus in can. 1416. 1416.
§ 2. Ipsum Tribunal videt de § 2. Lo stesso Tribunale esamina le
contentionibus ortis ex actu pote- contese sorte da un atto di potestà ammi-
statis administrativae ecclesiasti- nistrativa ecclesiastica, ad esso legittima-
cae ad eam legitime delatis, dc mente deferite, e altre controversie ammi-
aliis controversiis administrativis nistrative che gli vengano rimes se dal
quae a Romano Pontifice vel a Ro- Romano Pontefice o dai dicasteri della
manae Curiae dicasteriis ipsi de- Curia Romana, e i conflitti di competenza
ferantur, et de conDictu compe- tra gli stessi dicasteri.
tentiae inter eadem dicasteria.
§ 3. Supremi huius Tribunalis § 3. Spetta inoltre a questo supremo
praeterea cst: Tribunale :
l ° rectae adrninistrationi iusti- l" vigilare sulla retta amministrazione
tiae invigilare et in advocatos vel della giustizia e, se necessario, procedere
procuratores, si opus sit, animad- contro gli avvocati e i procuratori ;
vertere;
2° tribunalium competentiam 2° prorogare la competenza dei tribu-
prorogare; nali;
3°promovere etapprobare eree- 3° promuovere e approvare l'erezione
tionem tribunalium, de quibus in dei tribunali , di cui ai cann. 1423 e 1439.
cann. 1423 e 1439.

della giustizia. Il tribunale della Segnatura sorse probabilmente nel secolo XIII, ma la sua affer-
mazione si ebbe sotto il pontificato di Eugenio IV (1431-1447), che demandò agli stessi referendari
la firma di varie suppliche. Il nome del tribunale deriva forse dalla firma o segno (signatio) che in
origine il Papa apponeva alle istanze, dopo l'esame fatto dai referendari .
L'ordinamento della Segnatura variò più volte dopo la sua istituzione, in particolare sotto Pio
IV ( 1559- 1565), Sisto V (1585- 1590), Clemente IX (1667-1669) , Benedetto XIV (1740-1758) , Pio
VII ( 1800- 1823), Pio X (Riforma del 1908), Paolo VI (Norme del 25 marzo 1968).
Secondo l'attuale ordinamento, il Supremo Tribunale della Segnatura è costituito da 5217
dodici Card inali, nominati dal Sommo Pontefice. A capo di esso è il Prefett o (uno dei
Cardinali), coad iuvato dal Segretario, dal Promotore di Giustizia, dal Difensore del
vincolo e dal Sottosegretario (Norme, art. I, § l : Enchir. Vat.• voI. 8. p. 522).
Divisa in due sezioni (art. l , § 2), la Segnatura ha una triplice competenza: giudi-
ziaria, contenzioso-amministrativa e amministrativa disciplinare.
1445, § l In materia giudiziaria, essa giudica: 5218
- Le querele di nullità e le istanze di "restituti o in integrum " contro le sentenze
rotali
- Altri ricorsi contro le medesime sentenze
- I ricorsi nelle cause sullo stato delle persone , che la Rota abbia rifiutato ammet-
tere a nuovo esame
- Le eccezioni di sospetto contro gli uditori rotali
- Le cause promos se contro gli uditori della Rota, per atti compiuti nell'esercizio
delle loro funzioni (violazione di segreto, danni colpevolmente arrecati, ecc.)
- I conflitti di competenza fra tribunali soggetti a tribunali di appello diversi. di
cui al can. 1416 (cfr. art. 122 della Cost. Pastor Bonus di Giovanni Paolo 11).
1445 , § 2 In materia contenzioso-amministrativa, il tribunale della Segnatura 5219
giudica:
50 LIBRO VII - I processi

- Le controversie sorte da un atto di potestà amministrativa eccles iastica, ad esso


legittimam ente deferite
- Altre vertenze amministrative che gli vengano rimesse dal Romano Pontefice o
dai Dicasteri della Curia Romana
- I conflitti di competenza fra gli stessi Dicasteri (cfr. art. 96 delle Norme ; Enchir.
Vat., voI. 8, p. 567)
Si discute fra i canonis ti sulla effettiva portata della competenza della Segnatura come tribu-
nale amministrativo .
5220 Precisazioni della Cost , Ap. "Pastor Bonus" di Giovanni Paolo Il, art. 123:
- § I: «Inoltre (il Supremo Tribun ale della Segnatura Apostolica) gi udica dei ricorsi prese n-
tati entro il termine perentorio di trenta giorni utili, contro i singoli atti amministra tivi sia posti da
Dicasteri della Curia Romana che da essa approvati, tutte le volte che si discuta se l'atto impugnato
abbia violato una qualch e legge, nel deliberare o nel procedere»,
- § 2: «In questi casi, oltre al giudizio di illegittimità, esso può anche giudicare, qualora il
ricorrente lo chieda, circa la riparazio ne dci da nni recati contro l'atto illeg ittimo».
- § 3: «Giudica anche di altre controversie amministrative, che sono ad esso deferite dal
Roma no Pontefice o anche dai Dicasteri della Curia Romana, come pure dei con tlitti di competenza
tra i medesimi Dicasteri».

5221 1445, § 3 In materia amministrativa disciplinare , la Segnatura:


- Vigila sulla retta amministrazione dell a giustizia nei vari tribun ali ecclesiastici
- Proc ede, se necessario, contro gli avvoca ti e i procur atori , qualora si rend ano
co lpevoli di abusi o di corr uzione
- Giudica circa le dom ande present ate alla Sede Apostolica per otte nere il
defe rimento della causa alla Rota Romana
- Proroga la compete nza dei tribunali di grado inferiore
- Promuove ed approva l' erezione dei tribunali interdiocesani di prima istanza
(can. 1423) e di appello (can. 1439)
5222 Norme ulteriori
l" Inappellnh ilit à delle sentenze. A termin e del can. 1629, § l, co ntro le dec isio ni e ma-
nate dall a Segnatura Apostol ica. che è il supremo tribunale de lla Chiesa. non è ammesso
giuridicamente alcu n appello o ricorso. Si pot rà solo presen tare una partico lare s upplic a al
Romano Ponte fice. perch é venga benevolmente co nside rata e accolt a.
2° Consultori e votanti . Fanno parte della Seg natura Aposto lica anche i Prel ati vota nti e
refere ndari , di cu i all' art. 3 delle No rme specia li ap prova te da Pao lo VI il 23 ma rzo 1968
tEnchlr. Var., vol. 8, p. 525). Relat ivamente agli uni e agli altri, so no stabiliti i seg uent i
art ico li:
- A ri. 12. § I : <d votanti hann o la funzi one di co nsultori : design ati nei singo li casi dal
Prefetto, ess i ste ndo no il voto seco ndo veri tà da present are ai padri Cardinali . Posso no chiede re
una disc ussione ora le, alla quale assistono: su mandato de l Ca rdinale Pre fe tto, lino di loro
red ige le motivazioni de lla decisione e la sottoscrive».
- A ri. 13: « I referendari hann o il compito di rife rire in fatto e in di ritto circa le petiz ioni
per do ma ndare co mmissioni e altri rescri tti. Su incarico del Pre fetto, redigono la relazion e,
posson o chiedere una discussione orale e assister vi, hanno voto consultivo nell a di scussione ;
cessano dall' incarico a 75 anni».
Le loro faco ltà e att ribu zioni sono determinate negli artI. CX VIIl -CXLVI della Cost , "Ad
increm entu m" di Pio XI, in data 15 agosto 1934: cfr. X. O CHOA, l.eg es Ecclesiae, l, n. 124 0.
coll, 1587-1590.
30 Decreto di esecu tività . A norm a dell 'art. 8, n. 2, del nuovo Accordo stipulato il 18
febbraio 1984 tra la Santa Sede e la Rep ubbli ca Italiana per " esecuzione civi le dell e sentenze
di nullit à mat rimon iale e manate dai trib unali eccle siasti ci, è necessario il relativo decreto da
parte de lla Segnatnra Aposto lica, che è, nel caso , il superiore orga no ecc lesia stico di co ntro llo .
I giudizi in generale 51

Titolo III
La disciplina da osservarsi nei tribunali
CAPITOLO I
OBBLIGHI DEI GIUDICI E DEI MINISTRI DEL TRIBUNALE

CAN. 1446 • § 1. Christifideles § 1. Tutti i fedeli, ma in primo luogo i


omnes, in primis autem Episcopi, Vescovi , facciano ogni sforzo perché,
seduloannitantur ut, salva iustitia, salva la giustizia, si evitino per quanto è
Iites in populo Dei, quantum fieri possibile le liti in mezzo al popolo di Dio
possit, vitentur et pacifice quam e si compongano pacificamente al più
primum componantur. presto .
§ 2. Iudex in Iimine Iitis, et etiam § 2. All' inizio della lite, e anche in
quolibet alio momento, quotie- qualsiasi altro momento, sempre che si
scumque spem aliquam boni exitus prospetti una qualche speranza di buon
pcrspicit, partes hortari et adiuva- esito , il giudice non tralasci di esortare e
re ne omittat, ut de aequa contro- di assistere le parti, perché si studino di
versiae solutione quaerenda com- cercare di comune accordo un'equa solu-
muni consilio curent, viasque ad zione della controversia, indicando loro le
hoc propositum idoneas ipsis indi- vie idonee per raggiungere tale scopo e
cet, gravibus quoque hominibus servendosi anche , a tal fine, della media-
ad mediationem adhibitis. zione di persone autorevoli.
§ 3. Quod si circa privatu m par- § 3. Se la lite verta su interessi privati
tium bonum Iis versetur, dispiciat delle parti, il giudice consideri se la con-
iudex num transactione vel arbi- troversia possa aver fine utilmente median-
trorum iudicio, ad normam cann. te la transazione o il giudizio arbitrale, a
1713·1716,controversia finem ha- norma dei cann. 1713-1716 .
bere utiliter possit.

LA DISCIPLINA DA OSSERVARSI NEI TRIBUNALI 5223


(cann. 1446-1475)
Schema
l. Obblighi dei giudici e dei ministri del tri- 4. Il luogo del processo
bunale 5. Le persone da ammettere in aula; la reda-
2. L'ordine di trattazione delle cause zione e la conservazione degli atti
3. I termini e le dilazioni

II III titolo tratta della disciplin a da osser varsi nei tribun ali. Contiene in concreto
una serie di norme stabilite dal legislatore per la retta amministrazione dell a giu stizi a.
II titolo comprende cinque capitoli . Rispondono ad essi i cinque numeri dell o
schema .

1. Obblighi dei giudici e dei ministri del tribunale 5224

II capito lo primo stabilisce i principali obblighi (officium) di tutti coloro che fanno
parte dei tribun ali (min istri), e soprattutto dei giudici, su cui gravano le maggiori respon-
52 LIBRO VII - I processi

CAN. 1447 - Qui causae interfuit Chi ha preso parte ad una causa come
tamquam iudex, promotor iusti- giudice, promotore di giustizia, difensore
tiae, defensor vinculi, procurator, del vincolo, procuratore, avvocato, teste o
advocatus, testis aut peritus, ne- perito, non può in seguito, in una ulteriore
quit postea valide eandem causam istanza, definire validamente la medesima
in alia instantia tamquam iudex causa come giudice né svolgere in essa
definire aut in eadem munus as- l'ufficio di assessore.
sessoris sustinere.

sabilità . Sono obblighi giuridici. ma non pochi di essi sono anche e anzitutto d'ordine
morale.

5225 I) L'impegno per un 'equa composizione delle parti


1446 (1925, § l *) La concordia, la pace e l'amore dovrebbero sempre regnare fra
gli uomini, soprattutto fra i cristiani. e non mancare mai d'informare le loro relazioni .
Le liti dovrebbero scomparire, poiché sono un male: per l'individuo, per la società
civile, per la società relig iosa (n. 5056). L 'insegnamento di Cristo, pur nei suoi termini
paradoss ali propri dello stile ebraico, è significativo al riguardo:
- Mettiti d'accordo con il tuo avversario... Non vogliate resistere al malvagio, e
a chi ti dà uno schiaffo sulla guancia destra, presentagli anche l'altra, e a chi vuoi
chiamarti in giudizio e toglierti la tunica, lasciagli anche il mantello, e se qualcuno vuoi
costringerti a fare con lui un miglio, tu va ' con lui per altri due (MI. 5. 25.39-41 ).
- Jl male si vince col bene (Rom. 12, 21).
Tutti i cristiani - ammonisce pertanto il canone nel § l - devono far di tutto
(sedulo annitantur). perché, salva la giustizia, si evitino per quanto è possibile le liti in
mezzo al popolo di Dio, e si compongano pacificamente al più presto.
5226 Un tale dovere è soprattutto dei Vescovi. pastori e padri del loro popolo . Esso è
anche ufficio del giudice, che, all'inizio della lite come in qualsiasi altro momento,
sempre che si prospetti una qualche speranza di buon esito , ha l'obbligo di adoperarsi
fattivamente per indurre le parti a un'equa composizione dell a controversia, servendosi
anche, a tal fine, della mediazione di persone autorevoli. Trattandosi d'interessi privati
delle parti, la soluzione della vertenza può aver luogo utilmente mediante la transazione
o il giudizio arbitrale, a norma dei cann . 1713-1716.
L'obbligo del giudice di tentare la conciliazione delle parti è richiamato anche Ilei
cann. 1676 e 1695, in relazione alle cause di nullità matrimoniale e di separazione dei
coniugi.

5227 2) Cautele per l'imparziale amministrazione della giustizia


1447·1448 (15 71 e 1613*) L'imparzialità è un dovere essenziale del giudice, una
esigenza assoluta dell 'amministrazione della giustizia. La legge intende garantirla con
un duplice divieto.
IO Chi ha preso parte ad una causa in qualità di giudice. promotore di giustizia.
difensore del vincolo, procuratore. avvocato. teste o perito. non può assumere in una
ulteriore istanza le funzioni di giudice e definire la medesima causa . né svolgere in essa
l'ufficio di assessore.
Il divieto del can. 1447. più esteso e più severo di quello contenuto nel can . 1571
del Codice precedente, è perentorio: comporta la nullità della sentenza. La nullità è
l giudizi in gene rale 53

CAN. 1448• § 1. Iudex eognoscen- § l . Il giudice non assuma la trattazi o-


dam ne suscipiat causam, in qua ne di una causa nella quale possa avere
ratione consanguinitatis vel affi- qualc he interesse per vincoli di consan-
nitatis in quolibet gradu Iineae guinei tà o di affinità in qualunque grado
rectae et usque ad quartum gra- della line a rett a e fino al quarto grado
dum lineae collateralis, vel ratione dell a linea collaterale, o per ragioni di
tutelae et curatelae, intimae vitae tutela e di cura tela, d' intima amic izia o
consuetudinis, magnae simultatis, di grande avversione, oppure di un even-
vel lucri faciendi aut damni vi- tuale profitto da ottenere o di un dann o
tandi, aliquid ipsius intcrsit. da evitare.
§ 2. In iisdem adiunctisab officio § 2. Nelle medesime circostanze, devo-
suo abstinere deb entiustitiae pro- no astener si dal loro ufficio il promotore
motor, defcnsor vinculi, assessor di giustizia, il difen sore del vincolo, l' as-
et auditor. sesso re e l'uditore.

insanabile, po iché in sosta nza il d ivieto de termina l'incompetenza assol uta del giudice
(can, 1620, n. I). Q uesto, ov viamente, vale non solo per il giudice unico. Se invece si
tratta di un tribun ale colleg iale, e uno solo dei giudici fosse nella illegitt imità prevista
nel can . 1447, la nullit à della sentenza sarebbe sanabile, in applicazione del can. 1622,
n. l °.
2 0 Il giudice non può assumere la trattazione di una causa, nella qual e possa avere 5228
qualche interesse: ha l' obbl igo di astenersi.
Le ipotesi sono moltepli ci:
- Il vincolo di consanguineità o di affi nità in qualunque grado della linea retta,
ascendente o discend ente, e fino al quarto grado della linea colla tera le
- Un rapporto di tutela o di curatela
- Il fatto di un'intima amicizia o di una grande avversione. personale o familiare
- Un particolare interes se, personale o familiare, per un vantagg io da ottenere o
un da nno da evitare
L' elenco non ha carattere tassativo, ma solo esemplificativo, per cui, se, nel caso concret o,
ricorrano altre situazioni o circostanze che non consentano al giudice la necessaria imparzialità, egli
è obbligato all' astensione (cfr. art . 5 1 del Codice di procedu ra civile vigente in Italia. che contiene
altri esempi utili. applicabili anc he all' ordiname nto canonico).
Nelle medes ime circost anze - aggiunge il § 2 del can. 1448 - devono aste nersi
dall'esercitare il loro uffcio:
[] promo tore di giustizia
[] difensore del vincolo
L'assessore
L'uditore
Il divieto non concerne gli altri addetti al tribun ale, poiché il loro intl usso nella
defi nizio ne de lla causa è irrilevante.

3) Norme circa la ricusarione 5229


1449-1451 (16 /4 - /6 /6 *) All ' obbligo dell' astensione da parte del giudice e delle
altre persone indicate nel can . 1448, § 2, corrispon de nelle parti in causa - le parl i
priva te: l' attore e il convenuto; le parti pubbliche: il promotore di giustizia e il difensor e
del vinco lo, prese nti nel giudizio (cfr. can. 1434) - il diritto di ricusarli , mediante
54 LIBRO VII - ! proce ssi

CAN. 1449· § 1. In casibus, de qui- § l. Nei casi di cui al can. 1448, se il


bus in can. 1448,nisi iudex ipse ab- giudice non si astiene da sé, può ess ere
stineat, pars potest eum recusare. ricusato dalla parte.
§ 2. De recusatione videt Vica- § 2. Circa la ricusazione decide il Vica-
rius iudicialis; si ipse recusetur, vi- rio giudiziale; trattandosi dello stesso Vi-
det Episcopus qui tribunali praeest. cario giudiziale, decide il Vescovo che è a
capo del tribunale.
§ 3. Si Episcopus sit iudex et § 3. Qualora il giudice sia lo stess o
contra eum recusatio opponatur, Vescovo e la ricusazione sia opposta con-
ipse abstineat a iudicando. tro di lui, si astenga dal giud icare perso-
nalment e.
§ 4. Si recusatio opponatur con- § 4. Se la rieusazione è opposta contro
tra promotorem iustitiae, defenso- il promotore di giustizia, il difensore del
rem vinculi aut alios tribunalis vincolo o altri ministri del tribunale, deci-
administros, de hac exceptione vi· de su questa eccezione il pres idente del
det praeses in tribunali collegiali tribunale collegiale o il giudice stesso, se
vel ipse iudex, si unicus sit. è unico.
CAN. 1450 - Recusatione admis- Ammessa la ricusazione, le persone de-
sa, personae mutari debent, non vono essere sostituite, senz a però mutare
vero iudicii gradus, il grado del giudizio.

ricorso motivato o eccezione di sospetto, qualora i medesimi di fatto non si siano


astenuti. La ragione è evidente: «Nihil gravius, nihil periculosius quam litigare sUD
iudice suspecto» (lnnocenzo !II ). Di regola, l'eccezione va proposta prima della conte-
stazione della lite (can. 1459, § 2), e naturalmente non può essere risolta dallo stesso
giudice. poiché non si tratta di una questione oggettiva, come può essere quella d' Incom-
petenza (can. 1460, § l), ma di una questione soggettiva, che riguarda personalmente lo
stesso giudice. se è questi che viene ricusato.
5230 1449 Le norme del Codice precedente, piuttosto compli cate, sono state opportuna-
mente semplificate.
I ° Circa la ricusazione del giudice, decide il Vicario giudiziale.
2° Circa la ricusazione del Vicario giudiziale o del Vicario giudiziale aggiunto,
decide il Vescovo che è a capo del tribunale.
3° Circa la ricusazione del promotore di giustizia, del difensore del vincolo o di
altri ministri del tribunale, decide il giudice: il giudice unico o il presidente del tribu-
nale collegiale.
4° Qualora il giudice della causa sia lo stesso Vescovo e la ricusazione sia opposta
contro di lui, egli ha l'obbligo di astenersi dal giudicare personalmente.
Il canone non considera la ricusazione del giudice delegato. Applicando il can, 1614. § I. del
Codice del 1917, occorrerà dire che, se si tratta di un giudice unico o della maggior parte dei
giudici delegati componenti il tribunale collegiale, decide il delegante ; se si tratta invece dell'uno
o dell'altro dei giudici delegati o anche dello stesso presidente del tribunale collegiale. decidono
gli altri giudici delegati non sospetti.

5231 1450 La ricusazione sospende il processo, finché l'autorità competente non abbia
deciso circa l'eccezione di sospetto. Accolta la ricusazione, la persona considerata so-
spetta dev'essere sostituita, ma il grado del giudizio resta immutato.
I giudizi in generale 55

CAN. 1451 • § 1. Quaestio de re- § 1. La questione circa la ricusazione


cusatione expeditissime definien- dev'essere definit a con la massima solle-
da est, auditis partibus, promo- citudine. dopo aver sentito le parti, il pro-
tore iustitiae vel vinculi defenso- motor e di giustizia o il difensore del vin-
re, si intersint, neque ipsi recusati colo, se hanno parte nel giudizio e non
sint. sono essi stessi ricusati.
§ 2. Actus positi a iudice ante- § 2. Gli aui posti dal giudice prima della
quam recusetur, validi sunt; qui sua ricusazione, sono validi; quelli invece
autem positi sunt post proposi- posti dopo la richiesta di ricusazione, de-
tam recusationem, rescindi de- vono essere annullat i, se la parte lo chieda
bent, si pars petat intra decem entro dieci giorni dall' ammissione della
dies ab admissa recusatione. istanza.
CAN. 1452 - § 1. In negotio quod § I . In una ques tione che verta unica-
privatorum solummodo interest, mente su interessi privati, il giudice pu ò
iude x procedere potest dumtaxat procedere solo ad istanza di parte. Ma
adinstantiam partis. Causa autem quando la causa sia stata introdott a legit-
legitime introducta, iudex proce- timamente, il giudice può e deve procede-
dere potest et debet etiam ex officio re anche d' ufficio nei processi penali e in
in causis poenalibus aliisqu e, qua e tutte le altre ca use co ncernenti il bene
publicum EccIesiae bonum aut pubbli co della Chiesa o la salvezza delle
animarum salutem respiciunt. anime.
§ 2. Potest autem praeterea iu- § 2. Il giudice inoltre può supplire la
dex partium neglegentiam in pro- negligenza delle parti nel presentare le
bationibus afferendis vel in excep- pro ve o nell 'opporre eccezioni, ogni volta
tionibus opponendis supplere,quo- che lo ritenga necessario per evitare una
ties id necessarium ceuseat ad vi· sentenza gravemente ingiusta, fermo re-
tandam graviter iniustam senten- stando il disposto del can. 1600.
tiam, firmis praescriptis can.1600.

1451, § l La questione della ricusazione dev'ess ere definita con la massima sol- 5232
lccitudine (expeditissime), ascoltando le parti. il promotore di giustizia e il difensore dcI
vincolo se hanno parte nel giudizio e non sono essi stessi ricusati.
Contro la detta decisione, positiva o negativa, non c'è appello a non na del can.
1629, n. 5.
1451, § 2 Si risolve con la disposizione contenuta nel paragrafo una questione 5233
discussa nel diritto precedente. Gli atti posti dal giudice prima della sua ricusazione,
sono validi, né possono essere annullati. Quelli invece posti dopo l'i stanza di ricusa-
zione, sono validi, ma rescindibili a richiesta della parte, che deve prese ntare la sua
domanda entro dieci giorn i utili dall'ammissione della sua istanza.

4 ) Iniziative supp letive del giud ice 5234


1452 (/ 618-1619 *) Il canone riporta in sintesi le precedenti disposizioni contenute
nel Codice del 1917, ampliando le facoltà del giudice, con evidente vantaggio dell' og-
gettività del giudizio.
1452, § l Si conferma il principio che in una questione la quale verta unicamente
su interessi privati, il giudic e non può proced ere di sua iniziativa, ma solo ad
instantiam partis. Quando però la causa sia stata introdotta legittimamente. egli pu ò e
deve procedere ex officio :
56 LIBRO VII - I processi

CAN. 1453· Iudices et tribunalia I giudici e i tribunali provvedano che ,


curent ut quam primum, salva iu- salva la giustizia, tutte le cause siano con-
stitia, causae omnes terminentur, cluse al più presto, e che non si protragga-
utque in tribunali primae instan- no oltre un anno nel tribunale di prima
tiae ultra annum ne protrahantur, istanza, e oltre sei mesi nel tribunale di
in tribunali vero secundae instan- seconda istanza.
tiae, ultra sex menses.
CAN. 1454· Omnes qui tribunal Tutti coloro che costitui scono il tribu-
constituuntaut eidemopem ferunt, nale o prestano in esso la loro opera , de-
iusiurandum de munere riteet fide- vono prestare giuramento di adempierne
liter implendo praestare debent. debitamente e fedelmente l'ufficio.

- Nelle cause penali


- [n tutte le altre cause, che riguardino il bene pubblico della Chiesa o la salvezza
delle anime: tali sono in particolare le cause penali e quelle di nullità del matrimonio
o della sacra ordinazione.
5235 1452, § 2 Nelle stesse cause d'interesse privato, può (potest) il giudice procedere
anche (praeterea) di sua iniziativa, supplendo l' inettitudine o la negligenza delle parti
nel presentare le prove o nell'opporre eccezioni, ogni qualvolta (quoties) egli lo ritenga
necessario per evitare una sentenza gravemente ingiusta, fermo restando il prescritto del
can. 1600, che vieta per sé la presentazione di nuove prove dopo la conclusione in causa.
5236 Una tale faco ltà può dar luogo ad abu si, ma risponde ad e videnti motivi di equ ità. Non
si può sacrificare la giustiz ia per ragioni di formalità proce ssuali: ne sarebbe frustrata la fun-
zio ne stessa dei tribun ali, che hanno lo scopo di accertare la verità dei fatti e di difendere i
diritti . D'altra parte, la facolt à concess a non è lasciata all' arbitrio del giudice, poiché , nel caso ,
egli può supplire alla negligenza o inettitudine delle parti solo per evitare una sentenza grave-
mente ingiu sta. Si tratta infine di facoltà non di obbligo. Due consultori proposero di stabilire
un vero obblig o giuridico, ma il Relatore e gli altri consultori furono di parere contrario : «Id
gravamen valde onerosum esset , quod anxietates magnas in animo iudi cis inferret» (Commu -
nicationes, a. 1978, p. 253, can. 53, § 2). Resta tutta via l'obbligo morale .

5237 5) Norme ulteriori


1453 (1620 *) La durata del processo. Si muove spesso l'a ccusa di eccessiva
lentezza ai tribunali sia ecclesiastici che civili, e il lamento non è infondato. Il canone
fi ssa il Umile massimo della durata dei processi, riducendo a metà quello stabilito nel
can. 1620 del Codice precedente:
- Un anno, nel tribunale di prima istanza
- Sei mesi, in quello di seconda istanza
Resta per altro il principio che tutte le cause, salva la giustizia, che può esigere
anche dei ritardi, siano concluse al più presto, nell'interesse delle parti e della stessa
giustizia, come del prestigio del tribunale. Dice un antico aforisma: lust ùia retardata est
iustitia denegata.
È diritto delle parti opporsi a ritardi non giustificati, ma è anche un dovere del
promotore di giustizia e del difensore del vincolo.
5238 1454 (/621 *) n giuramento "de munere rite et tideliter implendo". È un giu-
ramento precettivo per quanti costituiscono il tribunale (il giudice, l'assessore, l'uditore,
il promotore di giustizia, il difensore del vincolo, il notaio) o prestano in esso la loro
opera (periti, interpreti, avvocati ex officio, ecc.).
I giudizi in generale 57

CAN. 1455 - § 1. In iudicio poenali § 1. Nel giudizio penale sempre, e nel


semper, in contentioso autem si ex contenzioso se la rivelazione di qualche
revelatione alicuius actus proces- atto proce ssuale possa essere di pregiudi-
sualis praeiudicium partibus obve- zio alle parti, i giudici e gli addetti al tri-
nire possit, iudices et tribunalis bunale san tenuti ad osservare il segreto
adiutores tenentur ad secretum of- d'ufficio.
fidi servandum.
§ 2. Tenentur etiam semper ad § 2. Sono anche tenuti sempre a osser-
secretum servandum de discussio- vare il segreto sulla discussione che ha
ne quae inter iudices in tribunali luogo tra i giudici nel tribunale collegiale
collegiali anteferendamsententiam prima di emettere la sentenza, come pure
habetur, tum etiam de variis suffra- sui vari suffragi e i vari pareri ivi espressi ,
giis et opinionibus ibidem prolatis, fermo restando il disposto del can . 1609,
firmo praescripto can. 1609, § 4. § 4.
§ 3. Immo, quoties natura causae § 3. Anzi, ogni volta che la natura della
vel probationum talis sit ut ex ac- caus a o delle prove sia tale che, dalla di-
torum vel probationum evulgatio- vulgazione degli atti o delle prove, sia mes-
ne aliorum fama periclìtetur, vel sa in pericolo la buona fama altrui , o si
praeheatur ansa dissidiis, autscan- dia occasione a dissid i, o possano sorgere
dalum aliudve id genus incommo- scandali o altri inconvenienti del genere,
dum oriatur, iudex poterit testes, il giudice può imporre con giuramento
peritos, partes earumque advoca- l'obbligo di mantenere il segreto ai testi,
tos vel procuratores iureiurando ai periti, alle parti e ai loro avvocati e pro-
astringere ad secretum servandum, curatori.

Per quanti rivestono un ufficio stabile, è sufficiente il giuramento prestato all' inizio
dell' assunzione dell' ufficio stesso.
1455 (1623*) L'obbligo del segreto. Il segreto giudiziario è un segreto di ufficio, 5239
che importa per sé un obbligo grave. Esso riguarda i giudici e i ministri del tribunale
(§§ 1-2). i testi, i periti, le parti, gli avvocati, i procuratori (§ 3).
1455, § l Il paragrafo distingue tra giudizio penale e giudizio contenzioso:
- Nel giudizio penale, il segreto dev'e ssere osservato dai giudici e dai ministri del
tribunale, poiché una rivelazione dei fatti accertati, degli atti processuali e dei provve-
dimenti deliberati comportano sempre un danno alla buona fama a cui ha diritto lo stesso
imputato, e non raramente anche al bene pubblico.
- Nel giudizio contenzioso, il segreto è d'obbligo qualora la rivelazione di qual-
che atto processuale possa essere di pregiudizio alle parti.
1455, § 2 Un segreto particolare viene imposto ai giudici del tribunale collegiale. 5240
circa la discussione, i suffragi e i pareri espressi nella riunione "di consiglio", prescritta
per la deliberazione della sentenza, a tenni ne del can. 1609. Esso va sempre mantenuto,
ferma restando la facoltà concessa al giudice dissenziente di esigere che le sue conclu-
sioni siano trasmesse al tribunale superiore, in caso di appello.
1455, § 3 Il paragrafo costituisce una estensione dell'obbligo del segreto a persone 5241
che non fanno parte del tribunale. Ogni volta che la natura della causa o delle prove è
tale che, dalla divulgazione delle prove stesse o degli atti:
- Sia messa in pericolo la buona fama altrui
- O si dia occasione a dissidi
- O possano sorgere scandali o altri inconvenienti del genere
58 LIBRO VII - l processi

CAN. 1456 - Iudex et omnes trìbu- In occasione dello svolgimen to de l giu-


nalis ad ministri, occasione agendi dizio, è vieta to al giudice e a tutti gli ad-
iudicii, dona quaevis acceptare detti al tribun ale accettare doni di qualsia-
prohibentur. si genere .
CAN. 1457 - § l. Iudices qui, cum § l. I gi udici che, pur competenti in
certe et evidenter competentessint, modo certo ed ev iden te, si rifiutano di
ius reddere recusent, vel nullo suf- amministrare la giustiz ia, o al co ntrario,
fragante iuris praescripto se com- se nza alcun titolo giuridico, si dichiarino
petentes declarent atque causas co- co mpe tenti e tratti no e defini scano le
gnoscant ac definiant, vel secreti cause , oppure violin o la legge de l seg reto
legem violent, vel ex dolo au t gravi o, per dolo o neg lige nza grave, arrechino
neglegentia aliud litiganti bus dam- altri da nni alle pa rti, posson o essere pu-
num inferant, congruis poenis a niti dall'auto rità co mpetente co n pen e
competenti auctoritate puniri pos- adeg uate, non esclusa la pri vazion e de l-
sunt, non exclusa officiipri vatione. l'ufficio.
§ 2. Iisdem sanctionibussubsunt § 2. Sono soggetti alle medesime san -
tribunalis ministri et adiutores, si zioni i mini stri e gli aiutanti de l tribunale,
officio suo, ut supra, defuerint; che manch ino simi lmente al loro ufficio ;
quos omnes etiam iud ex punire tutti costoro possono esser e puniti anche
potest. dal giudice.

il giudice può impo rre con giura mento l'obbligo del segre to ai testi, ai periti , alle parti
e ai toro avvocati e procuratori.
È una prescriz ione che va applicata specialmente nei processi di nullità matrimo-
niale, attesa la particolare delicatezza e riservatezza di tali cause.
5242 1456 (1624 *) Un divieto giustificato . Si tratta della proibizio ne fatta al giud ice e
a tutti i ministri del tribunale, di accettare, in occas ione dello svo lgimento del giudiz io,
doni di qualsiasi genere ed entità.
Le ragioni di un tale divieto sono intuitive. I doni destano sempre sospetto e pos-
sono intlui re sull' animo di chi li riceve, anche senza volerlo. Costituiscono spesso un
vero tentativo di corru zione.
Il tribunale deve godere di un' assoluta imparzialità.
5243 1457 (1625 *) Sanzioni per reati vari. Il primo paragrafo del canone riguard a i
giudici; il secondo, i ministri e gli addetti al tribunale.
1457, § 1 Sono co nsiderati i seguenti reati:
- Giudici che, pur forniti di compe tenza certa ed evide nte, si rifiutano arbitraria-
mente di amministrare la giustizia.
- Giudici che al contrario, senza alcun titolo giuridico, si dichiarano com petenti
c definiscono illegittimamente la causa'.

I Il Codice precedente faceva espresso obbligo al giudice di accertarsi mediante un attento

esame, prima di ammettere la causa, sia della sila competenza che della capacità dell' attore di stare
in giudizio (can. 1609, §§ 1-2). Il medesimo obbligo è rinnovato, sia pure in forma accidentale, nel
can. 1505, § l, del Codice attuale. Nel dubbio veramente positivo e probabile "supp lct Ecclcsia"
l'eventuale mancanza di competenza, poiché anche il potere giudiziario è sostanzia lmente un potere
esecutivo (can. 144. § l ). È per altro da tener presente il can. 1461: «Il giudice che, in qualunque
stadio della causa. si riconosce incompetente d'i ncompetenza assoluta, è tenuto a dichiarare la sua
incompetenza».
I giudi zi in generale 59

CAPITOLO II
L 'ORDINE DI TR ATTAZIONE DELLE CA USE

CAN. 1458 • Cau sae cognoscen- Le cause devono essere trattate nell' or-
dae sunt eo ordine quo fuerunt dine di presentazione e d'i scrizione nel-
proposita e et in albo inscriptae, l' albo, salvo che qualc una di esse esiga
nisi ex iis aliqua celerem prae una trattazione più sollecita rispetto alle
ceteris expeditionem exigat, quod altre; ma questo dev'essere stabilito con
quidem peculiari decreto, ratìo- uno speciale e motiv ato decreto.
nibu s suffulto, statuendum est.
§ I. I vizi dai quali può seguire la nul-
CAN. 1459 - § 1. Vitia, qui bus seno lità dell a se nte nza, po sson o essere
tenti ae nullitas haberi potest, in eccepiti e anche dichiarati d'ufficio dal
quolibet iudicii sta tu vel gradu ex- giudice in qualunque stadio o grado del
cipi possunt itemque a iudic e ex giudizio.
officio declarari. § 2. Oltre ai casi di cui al § I, le ecce-
§ 2. Praeter casus de quibus in zioni dilatorie , soprattulto queIle che ri-
§ 1, exception es dilatoriae, eae guardano le persone e le modalità del giu-
praesertim quae respiciunt per- dizio, devono essere proposte prima della
sonas et modum iudicii, proponen- contestazione della lite, salvo che siano
dae sunt ante contesta tionem Iitis, emerse dopo che questa abbia già avuto
nisicontestata iam lite emerse rint, luogo; tali eccezio ni devono essere defin i-
et quam primum definienda e, le al più presto.

- Giudici che violano la legge del segreto .


- Giudici che. per dolo o negligenza grave, arrecano danno alle parti.
I giudici che, per ques ti reati e per altri, manchino gravemen te al loro ufficio,
possono essere puniti dall' autorità competente con pene adeguate, non esclusa la priva-
zione dell' ufficio.
1457, § 2 Per i medesimi reati, sono passibili delle stesse pene i ministri del
tribunale (promotore di giustizia, difensore del vincolo. assessore, uditore, notaio) e altri
che prestano in esso la loro opera.
La pena può essere inflitta dallo stesso giudice.

2. L'ordine di trattazione delle cause 5244


Il cap. Il circa l' ordine da osservarsi nella trattazione delle cause deferite ai tribu-
nali ecclesiastici, riporta sostanzialmente la normativa del Codice precedente. La mate-
ria è stata per altro semplificata, ricevendo una migliore strutturazione.

I) La norma generale 5245


1458 (/627*) È una norma di corretta amministrazione. La trattazione delle cause
di regola deve seguire l' ordine di precedenza rispondente alla data di presentazione
delle relative istanze da parte degli attori: presentazione, non ammissione, di cui al can.
1505, § I. A tal fine, esse devo no essere regolarmente protocollate dal notaio e iscritte
all' albo.
La norma tuttavia non può essere sempre osservat a. Vi sono cause che per la loro
60

CAN. 1460 - § 1. Si exceptio pro- § J. Se è proposta una eccezione con tro


ponatur contra iudicis competen- la competenza del giudice, su di essa deve
tiam , hac de re ipse iudex videre decidere lo stesso giudice.
dehet,
§ 2. In casu exceptionis de in- § 2. In caso di eccezione d'i ncompeten -
competentia relativa, si iudex se za relativa, se il giudice si dichiara com-
competentem pronuntiet, eius de- petente, la sua decisione non ammette ap-
cisio non admittit appellationem, pello, ma non sono escluse la querela di
at non prohibentur querela nulli- nullità c la restitutio in integrum .
tatis et restitutio in integrum.
§ 3. Quod si iudex se incornpe- § 3. Se il giudice si dichiara incompe-
tentem declaret, pars qua e se gra- tente, la parte che si ritiene danneggiata
vatam reputat, potest intra quin- può ricorrere al tribunale di appello entro
decim dies utiles provocare ad quindici giorn i utili.
tribunal appellationis.
CAN. 1461 - Iud ex in quovis sta- Il giudice che, in qualunqu e stadio della
diocausaeseabsoluteincompeten- causa, si rico nosca incompe tente d ' in-
tem agnoscens, sua m incompeten- competenza asso luta, è tenu to a dich iarare
tiam declarare debet. la propria incompetenza.

natu ra - ad esempio, le cau se penali e que lle di nullità del matri monio o de lla sacra
ordinazione - o anche per particolari circos tanze . rich iedo no una defi nizione più sol-
leci ta. Il giudice può trattarle prima , ma deve stabilirlo con uno speciale decreto deb i-
tam ente moti vato.

5246 2) Le eccezioni di nullità


1459, § l Dur ante lo svolgi me nto de l processo . le parti? possono proporre varie
eccezioni: fra lo ro e anc he nei co nfronti del giudice c di altri compone nti del tri bunale.
Di esse si tratterà nc! titolo V (cann. 1491-1500). II tito lo att uale sta bilisce inta nto anche
per esse l'ordine di trattazi one e, di co nseguenza, i ter mini della loro presentazione.
di stinguend o tra eccezioni di nullit à. eccezioni dil ator ie ed eccezioni pere nto rie. So no
infine considerate anche le ca use con nesse (can. 1464).
Q uanto alle eccezio ni di nu llità, il can. 1459, § I, che non esisteva nel Codic e
precedente. stab ilisce che qu alsiasi vizio da cui pos sa seguire la nullità. sanabi le o
insa nabi le, de lla sen tenza (ca nn. 1620 e 1622), può essere eccepi to dall e parti in qu a-
lunque stadio o grado del giudizio.
Lo stesso giudice ha la faco ltà (potes t) di dichiarare il vizio ex officio, se lo ritie ne
opportuno. A termin e de l canone. c he no n fa alcuna distinzion e, q ues ta facoltà di scre-
zio nale rig uarda anche i vizi che comportano la nullità insa nabile de lla se nten za . In
questo caso. tuttav ia, sarebbe stato più op port uno impo rre al gi udice un vero obb ligo .
in corrisponde nza al can, 1461 .

5247 3) Le eccezioni dilatorie


1459, § 2 (1628*) So no proposte in part icol are da l co nven uto . Hanno l'effetto di

~ Non soltanto le parti. Anche il promotore di giustizia c il difensore del vincolo, presenti nel
giudizio, hanno gli stessi diritti (cfr. can . 1434).
l giudizi in generale 61

CAN. 1462 - § 1. Exceptiones rei § l . Le eccezioni di cosa giudicata, di


iudicatae, transactionis et aliae pe- transazione e altre eccezioni perentorie
remptoriae quae dicuntur litis fio litis finita e, devono essere propo ste e de-
nitae , proponi et cognosci debent cise prima della contestazione della lite;
ante contestationem lìtis; qui se- se qualcuno le sollevasse più tardi, non
rius cas opposuerit, non est reicien- sono da respingere, ma l'interessato sia
dus, sed condemnctur ad expensas, condannato al pagamento delle spese , sal-
nisi probet se oppositionem mali- vo che dimostri di non aver differito l'op-
tiosc non distulissc. posizione ad arte.
§ 2. Aliae exceptioncs perempto- § 2. Le altre eccezioni perentorie devo-
riae proponantur in contestatione no essere proposte nella contestazione della
litis, et suo temporc tractandae lite e trattate a suo tempo , secondo le
suntsecundum regulas circa quae- norme delle questioni incidentali .
stiones incidentes.

ritardare la trattazione della causa, sospendendo lo svolgimento dell' azione o i suoi


effetti. Riguar dano soprattutto le persone (il giud ice e altri componenti del tribunale, i
procuratori, gli avvocati, ecc.) e le modalità del giudizio (la costituzione del tribun ale :
giudic e unico o collegio; uso illegittimo del processo ora le: can. 1656. ecc.). Tali ecce-
zioni devono essere proposte prima della contestazione della lite. tranne che siano
emerse dopo che quest a abbia avuto luogo. La loro definizione deve effettuarsi al più
presto (quam primum ).
Anche l'ec cezi one di sospetto è una eccezione dilatoria. Di essa si è trattato precedentem ente,
nei cann. 1449-1451. Tale eccezione può essere detenni nata anche dal comportamento fazioso del
giudice. In questo caso può essere proposta in qualsiasi stadio del processo. quando su tale com-
portamento non ci siano dubbi.

4) Le eccezioni relative alla competenze del giudice 5248


1460 (1610*) Costitu iscon o una particolare categoria delle eccez ioni dilator ie.
Possono essere opposte non solo dalle parti, ma anche dal promotore di giustizia e dal
difensore del vincolo. nelle cause di loro competenza. Lo stesso giud ice. come si dir à
nel can. 1461. ha dei precisi obblighi in ordine alla sua eventuale incompetenza di
carattere assoluto.
Le norme sono le seguenti:
I ° L'e ccezione d'incompetenza relativa, in quanto eccezi one dilatoria. dev'essere
proposta per sé prima della contestazione della lite. tranne che sia emersa dopo che
questa abbia avuto luogo (can. 1459, § 2).
2° L'eccezione d'incompetenza assoluta può essere proposta in qualunque stadio o
grado di giudizio, poiché tale incomp etenza, a termin e del can. 1620, n. I, co mporta la
nullità insanabile della sentenza (cfr. can. 1461).
] 0 L'eccezione d 'incompetenza, sia assoluta che relativa, va proposta al giudice.
che decide su di essa (can. 1460, § l ).
4° Se la decisione rigetta il ricorso e il giudic e si dichiara competente:
- Trattandosi d'in competenza relativa, il decr eto è inappell abile . ma si può pre-
sentare la querela di nullità o l'i stanza per la " restitutio in integrum'' (can. 1460. § 2);
- Trattandosi d'i ncompetenza assoluta, si può ricorrere contro la decis ione al
tribunale di appello (can. 1460, § 2, a sensu contrario). entro quindici giorni utili dalla
comunicaz ione del decreto (cfr. ca n. 1460, § 3).
62 LIB RO V II • I process i

CAN. 1463· § 1. Actiones re con- § I. Le azioni ricon ve nzion ali po ssono


ventionales proponi valide ne- essere proposte validam ente solo entro
queunt, nisi intra triginta dies a trent a gio rni dell a con tes taz ione dell a
lite contestata. lite.
§ 2.Eaedemautemcognoscantur § 2. Le medesime sia no trattate insieme
simul cum conventionali actione, con l' azione convenzionale, ossia di pari
hoc est pari gradu cum ea, nisi eas grado con essa, tranne che sia necessario
separatim cognoscere necessa- discuterle separatarnente o il giudice lo ri-
rium sit aut iudex id opportunius tenga più oppor tuno.
existimaverit.
CAN. 1464 · Quaestiones de cau- Le questioni relative alla cauzione da
tione pro expensis iudicialibus prestare per le spese giudiz iarie o alla
praestanda aut de concessione gra- concessione del gratuito patrocini o rich ie-
tuiti patrocinii, quod statim ab sto fin dall'inizio, e altre simili, di regola
initio postulatum fuerit, et aliae devono essere risolte prima della conte-
huiusmodi regulariter videndae stazione dell a lite.
sunt ante Iitis contestationem.

50 Se la decisione accog lie il ricorso e il giudice si dichiara incompetente, d'incom-


petenza sia assoluta che relativa, la parte che si ritiene danneggiata può ricorrere al
tribunale di appello entro quindici giorni utili (can, 1460. § 3).

5249 1461 (/6 Jl *) Ne l caso d'incompetenza assoluta, il giudice che ne ha la certezza,


ha l'obbligo di dichi ararla in qual unque stadio della causa. Non così, qualora si tratti
d'incompetenza relativa, poiché questa non comporta la nullità della se nte nza (cfr. cann,
1460, § 2, 1620 c 1622).

5250 5 ) Le eccezioni perentorie


1462 (/629 *) Le eccezioni pere ntorie tendono ad infirmare del tutto l'azione o a
impedirne per sempre l' eserc izio. Sono di due specie: litis finitae e comuni.
Nelle eccezioni litis finitae, si oppo ne il fatto che la lite è orma i concl usa de fi-
nitivam ente in modo leg itti mo : a motivo della "res iudic ata " (can. 1641 ss .), di un a
transazione, di un compro mess o (ca n. 1713 ss.), o di altro atto del genere, ch e non
eo nsc ntono di riap rire la lite ed escl udo no sia l' az ion e che q ua lsiasi processo. Tal i
eccezio ni devono essere proposte e deci se prim a della contestazio ne de lla lite . Se
venissero solleva te più tardi. sono da accogliere ugu almente, ma chi le ha prom osse
vie ne co ndannato al pagamento dell e spese, tranne che dimos tr i di non ave r di fferit o
l' opposizion e ad arte .
Le eccezioni perentorie com uni escludono l' azione allo stato attuale, ten tando
d'i nvalidare qualcuno dei suoi elementi essenziali, ma non escludono la co ntrove rsia,
che sosta nzialme nte continua a sussistere . Queste eccezioni litis non finitae de vono
essere proposte nella contestazione della lite e trattat e a suo tempo , secondo le norme
proprie delle ques tioni incidentali (can. 1587 ss.).

525] 6) Le azioni riconvenzionali


1463 (1630 *) Hanno lo scopo d'infirmare , in tutto o in parte, la dom anda dell 'at-
tore: ad submove ndam vel ad min uendam actoris petitionem (can. 1494).
l giudizi in generale 63

CAPITOLO III
I TERMINI E LE DILAZIONI

CAN. 1465 • § 1. Fatalia legis § 1. I cosiddetti fatalia legis, cioè i ter-


quae dicuntur, id est termini peri- mini stabiliti dalla legge sotto pena di
mendis iuribus a lege constituti, perenzione dei diritti, non possono essere
prorogari non possunt, neque va- prorogati; non possono neppure essere va-
lide, nisi petentibus partibus, coar- lidamente ridotti, se non a richiesta delle
ctarì, parti.
§ 2. Termini autem iudiciales et § 2. I termini giudiziari e convenzionali,
conventionales, ante eorum lap- invece, prima della loro scadenza potran-
sum, poterunt, iusta intercedente no essere prorogati dal giudice intervenen-
causa, a iudice, auditis vel petenti- do una giusta causa, dopo aver udite le
bus partibus, prorogari, numquam parti o a loro richiesta; ma non potranno
autem, nisi partibus consentienti- mai essere validamente ridotti se non col
bus, valide coarctari. consenso delle parti.
§ 3. Caveat tamen iudex ne nimis § 3. Eviti, tuttavia, il giudice che la lite
diuturna lis fiat ex prorogatione. si protragga troppo a lungo a causa della
proroga.

Possono essere proposte validamente solo entro 30 giorni dalla contestazione della
lite (il Codice anteriore consentiva di presentarle "quovis iudicii momento, ante
sententiam"). La loro trattazione è eseguita dal giudice di pari passo (pari gradu) con
l'azione convenzionale, tranne che a suo giudizio sia necessario o più opportuno esami-
narle separatamente.

7) Questioni connesse 5252


1464 (1631 *) Si tratta della richiesta di cauzioni per le spese giudiziarie, della
concessione del gratuito patrocinio richiesta subito da principio (statim ab initio) e di
altre questioni simili (aliae huiusmodi). Di regola devono essere risolte prima della
contestazione della lite.
Di altre cauzioni si parla nei cann. 1498; 1499; 1647, § 2; 1650, §§ 2-3.

3. I termini e le dilazioni 5253

I) Nozioni
I termini processuali sono lo spazio di tempo entro il quale dev'essere posto o
compiuto un determinato atto giudiziario .
In rapporto alla fonte, i termini sono:
- legali, se stabiliti dalla legge (fatalia legis)
- giudiziari, se fissati dal giudice "auditis partibus"
- convenzionali, se concordati dalle parti e ammessi dal giudice
In rapporto alla stabilità, sono:
- prorogabili e improrogabili, secondo che sia consentita o esclusa una dilazione
In rapporto all'efficacia sono:
64 LIBRO VII • I processi

CAN. 1466 • Ubi lex terminos Quando la legge non fissa termini per il
haud statuat ad actus proeessua- compimento di atti processuali, deve sta-
Ies peragendos, iudex ilIos prae- bilirIi il giudice, tenendo conto della natu-
finire debet, habita ratione natu- ra di ciascun atto.
rae uniuscuiusque actus.
CAN. 1467 - Si die ad actum iudi- Se nel giorno assegnato per un atto
ciaIem indicto vacaverit tribunal, processuale, il tribunale sia rimasto chiu-
terminus inteUegitur prorogatus so, il termine s'intende prorogato al primo
ad primum sequentem diem non giorno seguente non festivo.
feriatum.

- perentori, se stabiliti sotto pena di decadenza (perenzione) dei diritti


- semplici. se pur trascorso il termine, il diritto non si estingue).

5254 2) Norme
1465, § l (/634, § J*) I termini perentori stabiliti dalla legge non sono mai
prorogabili. Possono però essere ridotti (e quest a è una di spo sizione nuova), ma so lo a
richiesta delle parti (petentibus partibus). La condizione è " ad valid itatem" .
Ovviamente, la perentorietà deve risultare espressamente dalla legge. Esempi:
- Call. 1630. § I : interposizione dell'appello entro il termine di quindici giorni utili. da
quando si è avuta notizia della pubblicazione della sentenza (cfr. anche can. 1460. § 3).
- Can. 1621: presentazione della querela di nullità come azione entro dieci anni, a decorrere
dal giorno della pubblicazione della sentenza.
- Can. 1734. § 2: richiesta di revoca o di modifica di un decreto amministrativo, entro dieci
giorni dalla legittima notifica del decreto stesso.
- Call . 1737. § 2: presentazione del ricorso contro un decreto amministrativo al Superiore
gerarchico di chi lo ha emesso, entro quindici giorni utili; ecc.
5255 1465, § 2 (1634, § 2*) I termini giudiziari e convenzionali possono essere pro-
rogati dal giudice, ma alle seguenti condi zioni :
- Che ciò avvenga prima dell a loro scadenza
- Che sussista una giu sta cau sa (giusta, anche non gr ave)
- Che siano ascoltate le parti o a loro rich iesta (l'ascolto delle parti esige solt anto
la richiesta de l loro parere, non il loro consenso)
I detti te rmini possono essere anch e ridotti, ma si richiede "ad validitate m" il
consenso delle parti.
5256 1465, § 3 (1634, § 3 *) Una norma per il giudice. I termini giudiziari e conven-
zionali possono essere prorogati dal giudi ce alle condizioni stabilite dalla legge. È però
suo do vere evitare che la lite si protragg a troppo a lungo (nimis) a causa della pro roga .
5257 1466 Termini giudiziari. Nei casi di maggiore importanza, i termini per la posi-
zione de gli atti processuali sono stabiliti dalla legge. In mancanza dei term ini legali, la
competenza è dci giudice, che, evidentemente, non può agire arbitrariamente. Fissando
i termini , egli deve tener conto della natura dell' atto e delle relative circostanze.
Il can one è nuo vo.

) I termini semplici sono denominati "ordinatori" nel diritto processuale italiano (art. 152,
Codice di procedura civile.
65

CAPITOLO IV
IL LUOGO DEL PROCESSO

CAN. 1468 - Uniuscuiusque tribu- Ciascun tribunale abbia, per quanto è


nalis sedessit, quantum fieri potest, possibile, una sede stabile, che sia aperta
stabilis, quae statutis horis pateat. ad ore determinate.
CAN. 1469 - § 1. Iudex e territorio § 1. Il giudice, espulso con la violenza
suo vi expulsus vel a iurisdictione dal suo territorio o impedito di esercitare
ibi exercenda impeditus, potest ex- in esso la sua giurisdizione, può esercitare
tra territorium iurisdictionem tale giurisdizione fuori di esso cd emanare
suam exercere et sententiam ferre, una sentenza , dopo averne tuttavia infor-
certiore tamen hae de re facto Epi- mato il Vescovo diocesano.
scopo dioeeesano.
§ 2. Praeter casum de quo in § 1, § 2. Oltre al caso di cui al § 1, il giudi-
iudex, ex iusta causa et auditis ce, per giusta causa e udite le parti, può
partibus, potest ad probationes anche recarsi fuori dci proprio territorio
aequirendas etiam extra proprium per acquisire delle prove, ma con licenza
territorium se conferre, de Iieentia del Vescovo diocesano del luogo nel qua-
tamen Episcopi dioecesani loei le deve recarsi, e nella sede designata dal
adeundi et in sede ab eodem desi- Vescovo medesimo.
gnata.

1467 (1635 *) Una proroga necessaria. Se nel giorno stabilito per la posizione di 5258
un atto processuale, il tribunale sia rimasto chiuso, il termine s'intende prorogato al
primo giorno seguente non festivo. Da ciò risulta (risulta chiaramente anche dal can.
1247), che nei giorni festivi l'attività del tribunale è per sé interrotta, «tranne che motivi
di necessità, di carità cristiana o di bene pubblico richiedano diversamente» (can. 1639,
§ I, Codice 1917).

4. II luogo del processo 5259


/I cap. IV contiene due soli canoni: il primo, circa la sede del tribunale; il secondo,
circa l'esercizio del potere giudiziario fuori del proprio territorio.
1468 (1636 e 1638*) La sede del tribunale. Per il prestigio del tribunale e soprat- 5260
tutto per il corretto suo funzionamento, è necessario che, per quanto è possibile, esso
disponga di una propria adeguata sede stabile, aperta ad ore stabilite, per la comodità
degli interessati.
L'orario di apertura è stabilito nel regolamento (cfr. can. 1602, § 3),

1469, § 1(1637*) Un caso di eccezione. /I potere giurisdizionale del giudice ha per 5261
sé carattere territoriale: «Iudicialis potestas tam ordinaria quam delegata exerceri
nequit.. extra territoriurn» (can. 201, § 2, Codice 1917). Fa eccezione quanto è stabilito
nel can. 1469, § l, che riporta testualmente la disposizione del Codice precedente (can.
1637*). Per esso, il giudice espulso con la violenza dal proprio territorio o impedito di
esercitarvi la sua giurisdizione, può esercitare il potere fuori di esso, informandone
tuttavia il Vescovo del luogo.
66 LIBRO VII • I processi

CAPITOLO V
LE PERSONE DA AMMETTERE IN AULA
E IL MODO DI REDIGERE E CONSERVARE GLI ATTI

CAN. 1470 • § 1. Nisi aliter lex § I. Sa lvo che la legge part icolare di-
particularis caveat, dumcausae co- spo nga diversamente, durante la trattaz io-
ram tribunali aguntur, ii tantum- ne della causa dinanzi al tribun ale, siano
modo adsint in aula quos lex aut ammesse in sala solo le persone che la
iudex ad processum expediendum legge o il giudice stabiliscano essere ne-
necessarios esse statuerit. cessarie allo svolgimento del processo.
§ 2. Omnes iudicio assistentes, § 2. Il giud ice può richiamare al loro
qui reverentiae et oboedientiae trio dovere, anche mediante co ngrue pene, tut-
bunali debitae graviter defuerint, te le persone presenti al giudiz io, che man-
iudex potest congru is poenis ad of- chino graveme nte al rispett o e all' ubbi-
ficium reduce re, ad vocatos praete- die nza dovuti al tribunale; può inoltre so-
rea et procuratores etiam a munere spe ndere gli avvocati e i procur ator i an-
apud tribunalia ecclesiastica exer- che dall'eserciz io del loro ufficio dinanzi
cendo suspendere. ai tribunali ecclesiastici.

Il giudice conserva tutti i suoi poteri, non solo in ordine alla istruttoria della causa, ma anche
in ordine alla emissione della sentenza. D'altra parte, il Vescovo del luogo non deve concedere
alcuna autorizzazione o licenza, né può opporsi in alcun modo. Dev'e ssere semplicemente infor-
mato (ccrtiorc facto).
5262 1469, § 2 Un secondo caso. La disposizione è nuova . Dà facoltà al giudice di
reca rsi fuori del territorio soggetto alla sua giurisdizione , ma solo per compiervi alc uni
atti istruttori (ad probationes acquirendas). Sono esclus i i decreti e la senten za.
Il giudice si avva le di tale facoltà , quando lo ritenga necessario o utile. Nei cas i
normali si applica il ca n. 141 8, per cui si può ric hiedere l' opera de l tribun ale dci
luogo.
Occorre per altro:
- Una causa giusta: non necessariament e gra ve
- L' ascolto delle parti: non il loro consenso
- La licenza del Vescovo del luogo, al quale spetta anche desig nare la sede
Riteniamo che la licenza del Vescovo diocesano non sia "ad validitatcrn" e che possa anche
presumersi " rationabiliter". Non è col potere delegalo del Vescovo che il giudice compie gli atti
istruttori. Egli esercita, nel caso, la potestà ordinaria o delegata che già possiede, sia pure col
consenso del Vescovo del luogo.
5263 Nel Codice precedente, erano stabilite norme anche circa il tempo e i giorni dello svolgimento
del giudizio (cann, 1638-1639*). Sono state omesse opportunamente e lasciate così al diritto parti-
colare e al regolamento interno di ciascun tribunale.
Quanto ai giudici religiosi (can. 1427, §§ 1·2), essi svolgono il processo nelle proprie case.
Gli atti posti fuori di esse sono tuttavia sempre validi, poiché la loro giurisdizione non ha carattere
territoriale, ma personale.

5264 5. Le persone da ammettere in aula - La redazione e la conservazione


degli atti
Col cap. V si conclude la normati va circa la disci plina da osservarsi nei tribunali
ecclesiastici.
I t!iudi/.i in generale 67

CAN. 1471 • Si qua persona intero Se un a pe rsona da interrogare us i un a


roganda utatur lingua iudici vel lin gu a sconosciuta al gi ud ice o a lle parti ,
partibus ignota, adhibeatur intero si ricorra ad un interpret e giuralo , de si-
pres iuratus a iudice designatus. gn ato dal gi udice . Le dichiarazio ni , tutta-
Declarationes tamen sc ri p to redi- via, sia no redatt e in iscritto nell a lingua
gantu r lin gua originaria ettransla- origi na ria , aggi unge ndovi la tra duzione .
tio ad dat u r . Interpres etiam adhi- S i rico rra anc he all'interprete, qualora si
beatur si su rd us vel mutus ìnterro- debba interrogare un sordo o un mulo ,
ga ri debet, nisi forte malit iudex tranne che il giudi ce p referisca eventual-
quaest ionibus a se d a tis scripto m ente che eg li ri sp on da pcr iscritto alle
respondeatur. dom ande rivol tegli.

I ) Le persone da ammettere 5265


1470, § 1 (1640, § l *) La norma generale. Perché il processo giudiziario abbia
le sue opportune gara nzie contro possibili frodi e, d' altra parte, non si dia occasione a
dubbi e a sospetti, è necessario che il suo svolgi mento abbia una forma pubblica. Negli
ordinamenti civili, la pubblicità è di regola assoluta e totale, per cui, dura nte il dibat-
timento sono ammesse nella sala di udienza non solo le persone interessate (parti,
procuratori, avvocati, testimoni , periti, ecc.), ma anche gli estranei, che, pur non avendo
un interesse diretto nella causa, desiderano assistervi, tranne che la natura del giudizio
o motivi di ordine pubblico, di moralità o di decoro, a giudizio del giudice esigano la
loro esc lusione",
Nell'ordi namento ecclesiastico, la pubblicità è limitata , sia per la natura delle cause
che vi si trattano e che esigono quas i sempre molta riservatezza (in particolare le cause
di nullità di matrimonio o di sac ra ordinazione, le cause penali, ecc.), sia anche per il
fatto che dall'ammissione dci pubblico potrebbero sorgere gravi inconvenienti, e i giu-
dici ecclesiastici non hanno, come i giudici dello Stato, gli adeguati poteri coattivi per
prevenirli e reprimerli.
Conseguentemente, il can. (470, § l , stabilisce (con maggiore larghezza del corri-
spondente can. 1640, § l , del Codice anteriore) che, salva disposizione contraria dcI
diritto particolare, durante la trattazione della causa dinanzi al tribunale, siano ammesse
nell' aula solo le perso ne la cui presenza sia necessaria, per disposizione di legge o a
giudizio del giudice, allo svolgimento del processo. .
Ulteriori norme circa l'ammissione delle persone nell'aula del tribunale sono stabilite nei
cann. 1559: 1560, § I : 1663, § 2; 1678, §§ 1-2.
Ovviamente hanno diritto di assistere allo svolgimento del processo il promotore di 5266
giustizia e il difensore del vincolo nelle cause in cui è richiesta la loro presenza, e il
giudice ha l' obbligo di citarli (cfr. can. 1433). Importante è il can. 1559, che permette
agli avvocati e ai procuratori delle parti di assistere all'esame dei testimoni (oltre che
alla deposizione delle parti: can. 1534), salvo che il giudice, per circos tanze di cose o
di persone, decida che la loro esc ussione abbia luogo in segreto , Resta così salva la
pubblicità essenziale dei giudizi ecclesiastici, a garanzia del loro retto funzionamento.

1470, § 2 (I640 , § 2*) Eventuali sanz ioni. Al tribunale è dovuto il debito rispetto 5267
e la debita ubbidienza. Mancare a tali norme costituisce reato, e il giudice:

4 Cfr. gli artt. 423·426 del Codice di procedura civile italiano. che prescrive la pubblicità dei

processi penali "a pena di nullità" (art . 423. IO comma).


68 LIBRO VII- I processi

CAN. 1472 • § 1. Acta iudicialia, § I. Gli atti giudiziari, sia quelli che
tum quae meritum quaestionis re- riguardano il merito della questione, ossia
spiciunt, seu acta causae, tum quae gli atti della causa, sia quelli concernenti
ad formam procedendi pertinent, la procedura, ossia gli atti del processo,
seu acta processus, scripto redacta devono essere redatti in iscritto.
esse debent.
§ 2. Singula folia actorum nume- § 2. I singoli fogli degli atti siano nu-
renturet authenticitatis signo mu- merati e autenticati.
niantur.

- Può richiamare al dovere le persone che se ne rendessero colpevoli


- Può anche punirle, se necessario, con adeguate sanzioni
- Può anche sospendere gli avvocati e i procuratori dall'esercizio del loro ufficio
dinanzi ai tribunali ecclesiastici
La mancanza di rispetto e di ubbidienza ovviamente dev'essere grave.

5268 1471 (1641 *) L'intervento dell'interprete. È necessario nel caso che una persona
da interrogare (parte, testimone, perito, ecc.) usi una lingua sconosciuta al giudice o alle
parti. Tale interprete:
- Dev'essere designato dal giudice: non è però prescritto che egli ascolti previa-
mente le parti, ma queste, se sussiste un grave motivo, possono ricusarlo chiedendone
la sostituzione
- Deve prestare il regolare giuramento "de munere rite et fideliter implendo" (cfr.
can. 1368)
- Le dichiarazioni della persona interrogata devono esere comunque redatte in
iscritto nella lingua originaria, aggiungendovi inoltre la traduzione.
Questa ultima disposizione offre certamente una maggiore garanzia, ma può rendere oltre-
modo difficoltoso e lento l'interrogatorio. Era forse sufficiente la sola traduzione, e anche
prescrivendo la verbalizzazione nella lingua originaria, si poteva aggiungere una clausola
attenuativa: "nei limiti del possibile".
L'intervento dell'interprete è anche necessario per sé nell'interrogatorio di un sordo
o di un muto, tranne che il giudice preferisca che egli risponda per iscritto alle domande
rivoltegli .

5269 2) La redazione degli atti giudiziari


1472, § l (1642, § l *) La redazione scritta. Tutti gli atti giudiziari, sia quelli che
riguardano il merito della vertenza, sia quelli concernenti la procedura, devono essere
redatti in iscritto'.
I primi son detti atti della causa (acta causae): dichiarazioni delle parti, deposizioni
dci testimoni, documenti, perizie, prove di qualsiasi genere, difese e repliche dei patroni,
del difensore del vincolo e del promotore di giustizia, sentenza. I secondi sono denomi-
nati atti del processo (acta processus): contestazione della lite, citazioni, intimazioni,
notifiche, verbali di accettazione di documenti, pubblicazione di sentenza. La differenza
fra gli uni e gli altri è di essenziale importanza, non solo sotto l'aspetto teorico ma anche
sotto quello pratico: cfr. a tal riguardo il can. 1528, relativamente agli effetti della

, Per l'uso del magnetofono, v. cann. 1567, § 2, e 1569.


I ~ ìud i/.ì in generale 69

CAN. 1473 - Quoties in actis iudi- Ogni vo lta che negl i att i g iud iz iari s i
cialibus partium aut testium sub- richieda la so ttoscrizio ne dell e parti o de i
scr ip tio requiritur, si pars aut te- testimoni , se un a p art e o un teste non pos-
stis subscr iber e nequeat vel nolit, sa o non voglia firmare , lo si annoti negl i
id in ips is actis adnotetur, simul- atti stessi; nel medesimo te mpo, il giudice
que iudex et notarius fidem faciant e il notaio facc ia no fed e che l' att o stesso
actum ipsum d e ver bo ad verbum è stato letto paro la per p arol a alla p arte o
parti aut testi perlectum fuisse, et al teste, e c he questi non han potuto o
partem aut testem vel non potuisse voluto appor re la loro firma.
vel noluisse su bscri be re.

perenzione, che estingue gli alli dci processo ma non gli atti della causa. Bisogna
pertanto porre attenzione alla espressione usata dalla Icgge, tenendo presente che gli
"acta causae" e gli "acta processus" sono quelli indicati con la propria espressione, e che
gli "acta iudiciaria" in genere abbraccia no gli uni e gli altri",
Circa la lingua da usare nella redazio ne degli atti giudiziari, il can. 1642, ~ 2, del Codi ce 5270
precedente dava la seguente dispos izione: «Tranne che una giusta ca usa consigli dive rsame nte, si
usi, per quanto possibile, la lingua latina; tuttavia le domande rivolte ai testimoni e le loro rispost e
e altri alti simili de vono redigersi nella lingua del paese».
Tale norma non è stata ripresa nel nuovo Codic e, per cui l'uso del latino o delia lingua
nazionale resta libero e opzionale, tenendo per altro presente il can . 1471, relativo all'uso dell' in-
terprete.

1472, § 2 (1643, §§ 1-2*) Numerazione e autenticazione dei fogli. Non basta la 52 71


compilazione in iscritto deg li atti giudizia ri. I singoli fogli vanno debitamente numerati
e autenticati (authenticitatis signo muniantur), perché diano pieno affidame nto e faccia-
no pubblica fede.
Il can. 1643, § l , del Codice prece dente prescriveva sia la firma dell'attuario sia
l'apposizione de l sigillo del tribunale. A norma del canone attuale. è sufficiente per
diritto comune l'una o l' altro. Non sembra però che la norma sia "ad validi tatern"
degli atti.
A cura del notaio, tutti gli atti e documenti relativi alle singole cause vanno ordinati
e raccolli in un proprio fascicolo , da custodire con cura.

1473 (/643, § 3*) La mancata sottoscrizione dell e parti o dei testimoni. Nei 5272
singoli atti giudiziari occorre segnare debitamente il luogo e la data (giorno. mese e
anno), e apporre le fi rme necessa rie. La sottoscrizione personale del notaio dà valore
all'a tto e ne fa pubblica fede.
Può tuttavia accade re che una parte o un testimone non possa o non voglia apporre
la sua firma, prescritta dalla legge, su un atto giudiziario (contestazione della lite, de-
posizione, interrogatorio, intimazione di un decreto o della sentenza, ecc.), Tale impos-
sibilità o rifiuto dev'essere annotato nell' atto stesso. Nel medesimo tempo, il giudice e
il notaio devono far fede che l'alto è stato letto per intero, parola per parola, alla parte
o al teste, e che questi non han potuto o si sono rifiutati di firmarlo.
Tutte quest e forma lità non sarebbe ro per sé necess arie, poiché, a term ini del can. 1437, ~ 2,
basterebbe l'attestato dci notaio . La legge le richiede a maggior garan zia, attesa la particolare
importanza che può avere nella valuta zione delle prove la mancata firma della parte o del teste nella
dichiarazione o deposizione da essi resa.

(, È però da lamentare che nel ca n. [705, ~ 3, sia stata usata impropriamente l' espressione
"acta processus" : bisognava dire "acta iudicii".
70 LIBRO Vll- I processi

CAN. 1474 - § 1. In casu appella. § l. In caso di appello, una copia degli


tionis, actorum exemplar, fide fac- atti, autentic ata dal notaio, sia trasme ssa
ta a notario de eius authenticitate, al tribunale superiore.
ad tribunal superius mittatur, § 2. Se gli atti furono scritti in una lin-
§ 2. Si acta exarata fuerint lin- gua sconosciuta al tribunale superiore,
gua tribunali superiori ignota, devono essere tradotti in altra lingua che
transferantur in aliam eidem trio sia nota al suddetto tribun ale, usando le
bunali cognitam, cautelis adhibi- dovute cautele affinché ne sia assicurata
tis, ut de fideli translatione constet. la fedele traduzione.
CAN. 1475 • § l. Iudicio expleto, § I. Portato a termine il giudi zio, i do-
documenta quae in privatorum cumenti appartenenti a privati devono es-
dominio sunt, restitui debent, re· sere loro rest ituiti, conservandon e però un
tento tamen eorum exemplari. esempl are.
§ 2. Notarii et cancellarius sine § 2. È vietato ai notai e al cancelliere
iudicis mandato tradere prohìben- rilasciare senza mandato del giudice copia
tur exemplar actorum iudicialium degli atti giudiziari e dei documenti ac-
et documentorum, quae sunt pro- quisiti al processo.
cessui acquisita.

5273 1474 (/644 *) La trasmissione di copia degli atti al tribunale di appello. In caso
di appello, una copia degli atti (degli "acta causae" e degli "acta processus"), regolar-
mente autenticata dal notaio, va trasmessa al tribunale superiore. Non è prescritto di
trasmettere gli originali, né è prudente farlo, poiché potrebbero andare smarriti. In casi
particolari, il tribunale di appello potrebbe però richiederli, e il tribunale inferiore è
tenuto a trasmettcrli, con le dovute cautele.
Nel caso che gli atti siano scritti in una lingua sconosciuta al tribunale superiore,
essi vanno tradotti in una lingua nota al medesimo a cura del tribunale inferiore. Alla
traduzione, eventualmente può provvedere direttamente lo stesso tribunale superiore.
Quello che importa è di assicurare una traduzione esatta e fedele, che non lasci alcun
dubbio.
5274 1475, § l (/645, § J*) La restituzione dei documenti appartenenti a privati.
Portato a termine il giudizio, tali documenti devono essere restituiti agl' interessati, che
li richiedono. Occorrerà tuttavia conservarne un esemplare. II fascicolo va custodito
diligentemente nell'ar chivio di Curia: pubblico o segreto, secondo la natura del processo
(can. 1645, § 2, Codice 1917).
Il giudizio s'intend e concluso, non col termine della istanza, ma col passaggio in
giudicato della sentenza definitiva, oppure con la fine della lite mediante legittima
rinunzia all' azione, transazione, compromesso, giudizio arbitrale, debitamente attuati.
5275 1475, § 2 (/ 645, § 3*) Necessario il mandato del giudice. Gli atti giudiziari e i
documenti acquisiti al processo vanno conservati non solo con cura, ma anche con riscr-
vatezza. Non possono i notai, e neppure il cancelliere di Curia, rilasciarne copia nemmeno
alle parti o ai loro procuratori e avvocati, senza l' espresso mandato del giudice.

5276 LE PARTI IN CAUSA (cann. 1476-1490 )


Schema
I. L'attore e il convenuto 2. l procuratori e gli avvocati
- Nozioni - La costituzione
I giudil i in genera le 71

Titolo IV
Le parti in causa
CAPITOLO I
L'ATTORE E LA PARTE CONVENUTA

CAN. 1476 - Quilibet, sive baptì- Chiunque, sia battez zato sia non battez-
zatus sive non baptizatus, potest zato, può agire in giudizio; la parte legit-
in iudicio agere; pars autem legi- timamente convenuta in giudizio, ha l'oh-
time conventa respondere debet. bligo di rispondere.

- Il principio genera le - Un solo procuratore e più avvoca ti


- La compariz ione personale - Doti richieste
- L' istituzione del tutore o curatore - Il mandato
- Le persone giuridiche - Ulteriore mandato per il procuratore
- Eventuale revoca e rimozione
- Divieti e sanzioni
- Patrocinatori stabili
- Innovazioni di rilievo

1. L'attore e il convenuto 5277


Insiem e co l g iudice, so no le compon ent i essen ziali d' ogn i gi ud izio, c he no n si può
attuare se nza di essi (cfr. ca n n. 1501 e 1620, n. 4).

l ) Nozio ni 5278
L'attore è co lui c he prende l' iniziativ a del pro cesso, dando inizio all'azio ne.
Il convenuto, detto pre cedent emente " reo" (n. 50 67), è la person a ch iam ata in
giudiz io d all ' att ore e co ntro la qu ale viene fatta la ca usa . Ne l caso ch e il co nve nuto
propon ga co ntro l'atto re un ' azion e riconvenzio nale, d iventa anch 'egli pa rte attrice li-
mitatament e a quell' azione: reus excipiendo fi t actor.
" Ncmo iudex sine ac tore ", dice un 'antico adagio giurid ico . Il pr incip io è acco lto nel 5279
ca n. 150 I , in cu i si di spon e ch e «il g iudice non può procedere a11'esa me di alc una ca usa.
se non sia stata prese nta ta, a norma dci ca no ni, la relativa dom and a da par te dell a
person a interessata o del pro mo tore di gi ust izia». Co nsegue nte me nte un a sentenza
emanata in un g iud izio in cui sia mancata una tale for male domanda, è nulla di nullità
insanabile (ca n. 1624, n. 4) . L 'intervento dell' att ore è pertanto indisp en sabil e in qu al-
siasi tipo di giudizio; non così qu ello del con venuto, che in alcuni pro cessi può anc he
mancare del tutt o , co me avviene, ad ese mpio, in una causa di nullità matrimoni ale , in
cui la valid ità del vincolo viene impugnata da tutt'e due i coniugi. In tal caso la verte nza
non si ha fra l' attore e il convenuto, ma fra i 'coniugi e il difensore del vincol o, che è
tenuto ex offi cio a tutelare e difendere la validità del matrimonio.
Nei processi penali , l'attore è il promotore di giustizia (cfr. cann. 1501; 1721, §§ 1-2), che 5280
può esserlo anche nei processi di nullità matrimoniale (can. 1674, n. 2).
Nelle cause di nullità della sacra ordinazione, la validità può essere impugnata non solo dal
chierico interessato, ma anche dall'Ordinario da cui egli dipende o nella cui diocesi eg li è stato
ordinato (ca n, 1708).
72 LIBRO VII - t processi

Parte in ca usa a titolo pubbl ico, come s' è già acc ennato, può con siderarsi anche il
difensore del vincolo nei processi in cui è richiesto il suo intervento (cfr. ca n. 1434 ). Cfr.
Communicatio nes , a. 1979, p. 128, can. 243 .

5281 2) Il principio gene rale


1476 (/646*) Qu alsiasi persona, battezzata o non battezzala, possiede nella
Ch iesa la ca pac ità di agire in giud izio : per se ipsa, se è in grado d i farlo; con la
medi azione di altre persone (tutore o curatore) se le sue condizioni non glielo con-
se nto no.
Occorre pertanto dist inguere tra capacità giuridica e capacità di agire. La prima
è l' attitudine a esser e soggetto di di ritti e di obblighi giuridici ; la seconda è la
capacità di porre in esse re alt i g iuridici (n . 673). La ca paci tà processual e fa parte
della capacità di agire.
5282 Anche le persone giuridiche sono soggetti di diritti e di obbligazioni e , pertanto,
hann o la capaci tà g iuridica. Ma in ordine all a ea paci tà pro ce ssuale e in genere alla
ca paci tà di agi re, hann o bisogno dell ' opera di per sone fis iche , oss ia de i loro leg ittimi
rappre sent anti (n. 8 16).
Il ius agendi in iudicio è un d iritto facoltati vo, che o vv iamente si può non
esercitare . Per il convenuto, invece, c 'è l'obbligo di rispondere , se rice ve una legit-
tima citazione da parte del giudice competente.
5283 Il prescritto del can. 1476 contiene una profonda innovazione rispetto al diritto prece-
dente.
Secondo l' ordinamento anteriore, soltanto i cattolici possedevano nella Chiesa la capacità
processuale , Ne erano escluse sia le persone non battezzate, sia quelle battezzate che facessero
parte di una Chiesa o comunità ecclesiale non cattolica. Conseguentemente l'Istruzione
Provida Mater Eccle sia della dei Sacramenti del 15 agosto 1936 - in conformità con la
Risposta del S. Ufficio. 27 gennaio 1928 (X. OCHOA. Leges Eccles iae, I, n. 814, col. 930) -
disponeva nell' art. 35, § 3, che tutti gli acattolici, battezzati e non battezzati, non potessero
esercitare le funzioni di attore nelle cause matrimoniali (non avessero cioè il "ius accusandi
matrimonium" ), e che per farlo in particolari circostanze, bisognava ricorrere "in singulis
casibus" alla Congregazione del S. Ufficio i Leges Ecclesiae, I, n. 1347. coli. 1743 1744). Agli
acattolici erano equiparati gli apostati (S. Ufficio, 15 gennaio 1940: Leges Ecclesia e, I. n.
151 3. col. 1950). Per gli scomunicati. vigevano varie limitazioni (cfr. can, 1654, Codice 1917;
cfr. anche can. 162R, § 3*).
5284 In conformità col nuovo spirito affermatosi nel Concilio Vaticano Il (cfr. in particolare il
n. 29 della Cost. Gaudium et Spes), la Commissione per l' interpret. dei Decreti del Concilio
Vaticano Il dichiarò in data 8 gennaio 1973 che la Risposta del S. Ufficio e la conseguente
disposizione della C. dei Sacramenti relativamente alle cause matrimoniali erano da conside-
rarsi abrogate: amplius non vigère tLeges Ecclesiae, V. n. 4162 , col. 6441). Il nuovo Codice
di Diritto Canonico ha esteso la Risposta della Commissione per l'i nterpret. dei Decreti del
Concilio Vaticano Il a tutti i processi (Communicationes, a. 1978, p. 265. can. 82), per cui. a
norma del can. 1476, tutti coloro che posseggono la capacità giuridica - battezzati e non
battezzati. cattolici e non cattolici. apostati e scomunicati - hanno nella Chiesa la capacità
processuale, ossia la capacità di agire in giudizio, per se vel per alios, senza alcuna discrimi-
nazione. Sono rimaste, ovviamente. le limitazioni circa l'impugnaz ione del matrimonio e
l'acc usa della validità dell'ordinazione sacra, riservata la prima ai coniugi e. in determinati
casi. al promotore di giustizia (can. 1674), e la seconda al chierico interessato c all' Ordinario
(can. 1708).
La ca pacità processual e - la "capacitas sta ndi in iudicio" - è essenz iale per la
validità della sentenza: senza di essa la sentenza è viziata da nullit à insanabile (ca n.
1620. n. 5).
73

CAN. 1477 - Licet actor vel pars Benché l ' attore o la parte convenuta
conventa procuratorem vel advo- abbiano costituito un loro procuratore o
catum constituerit, semper tamen avvocato, sono se m pre tenuti a presentarsi
tenetur in iudicio ipsemet adesse personalmente in giudizio, se lo imponga
ad praescriptum iuris vel iudicis. la legge o il giudice .
CAN. 1478 - § 1. Minores et ii, qui § I . l minori e coloro che so no p rivi
rationis usu destituti sunt, stare in dell 'uso di ragione, possono stare in g iu-
iudicio tantummodo possunt per dizio solo per mezzo dei loro genitori op-
eorum parentes aut tutores vel pure dei loro tutori o c ura to ri, s a lvo il di -
curatores, salvo praescripto § 3. sposto del § 3 .
§ 2. Si iudex existimet minorum § 2. Se il giudice ritenga che i diritti dei
iura esse in contlictu cum iuribus minori sia no in conflitto con i diritti dei
parentum vel tutorum vel curato- genitori, dei tutori o dei curatori, o che
rum, aut hos non satis tueri posse questi non possano tutelarne sufficiente-
ipsorum iura, tunc stent in iudicio mente i diritti, in tal caso essi s tia no in
per tutorem velcuratorem a iudice giudizio mediante un tutore o un c ura to re
datum, assegnato dal giudice.

3) La comparizion e personale 5285


1477 (1647*) Le parti possono cost ituirsi liberamente un proprio procur atore o
avvocato (can . 1481 , § J), che li assis tano e tutelino i loro interessi. Ma questo non li
esime dall'obbligo di presentarsi personalmente in giud izio, quand o lo impon ga la legge
o il giudice.
Cfr. a tal riguardo i cann. 1446, § 2; 1524, § 3; 1530-1531; 1560, § 2; 1676, ecc.

4) L 'istituzione del tutore o curatore' 5286


Com e s'è già accennato, non tutte le persone fisiche sono in grado di agire per se
ipsae in giudizio. A motivo della loro condizione, hanno bisogno di un tutore o curatore.
Tali sono le persone minorenni, quelle prive dell'uso di ragione, gl'interdetti dall' am-
ministr azione dei propri beni e coloro che non si trovano in uno stato di suffi ciente
sanità di mente .
1478, §§ 1-2 (1648. §§ 1-2*) Le persone minorenni o prive dell'uso di ragione. 5287
Le persone minorenn i sono coloro che non hanno compiuto diciotto anni (ca n. 97, § I).
Non avendo la maturità necessaria, anche se abb iano l'u so di ragione, sono sottop oste,
per disposizione di legge , alla potestà dei genitori e dei tutori nell'esercizio dei loro
diritti (can. 98, § 2; v. n. 700) . Di conseguenza, possono stare in giudizio - come attori
e come convenuti - solo per mezzo dei loro genitori , tutori o curatori. La stessa norma
vale per coloro che , pur avendo compiuto diciotto anni , sono privi abitualmente dell'uso
di ragione, anche se abb iano dei "lucidi intervalli" (cfr. can. 99 ; v. nn. 708-710).

I Manca nell'ordinamento canonico, come in vari ordinamenti civili, una chiara distinzione

fratutore e curatore, e i due termini sono spesso usati promiscuamente. Sembra che il tutore si dia
alle persone che, per la loro età o per le loro condizioni, manchino del tutto di capacità di agire:
il minore non emancipato, il maggiorenne incapace, l'interdetto in stato d'incapacità assoluta. Il
curatore, invece, si dà alle persone che hanno una capacità di agire limitata. non piena: il minore
emancipato e quindi non più soggetto alla potesta dei genitori, il maggiorenne che non si trovi in
uno stato di sufficiente sanità mentale, il semplice inabilitato.
74 LIBRO VII • I processi

§ 3. Sed in causis spiritualibus § 3. Nelle cause spirituali e in quelle


et cum spiritualibus conexis, si co nness e con le sp irituali , se i minori han-
minores usum rationis assecuti no raggiunto l'uso di ragione, possono agi-
sint, agere et respondere queunt re e rispondere senza il co nsenso dei ge-
sine parentum vel tutoris consen- nitori o del tutore; e qu esto , di per sona se
su ,et quidem per se ipsi, si aetatem hanno compiuto quattordi ci anni di età, al-
quattuordecim annorum expleve- trimenti mediante un cur atore costituito dal
rint; secus per curatorem a iudice giudice.
constitutum. § 4. Gl' interdetti dali' amministrazione
§ 4. Bonis interdicti, et ii qui mi- dei beni e coloro che si tro vano in uno
nus firmae mentis sunt, stare in stato di insuffi cien te sanità di mente, pos-
iudicio per se ipsi possunt tantum- sono stare in giudizio personalmente so lo
modo ut de propriis delictis re- per rispondere dei propri delitti o per or-
spondeant, aut ad praescriptum dine del giudice; negli altri ca si, devon o
iudicis; in ceteris agere et respon- agire e rispondere per me zzo dei loro cu-
dece debent per suos curatores, ratori .
CAN. 1479 - Quoties adest tutor Ogni volta che vi è un tutore o un cura-
aut curator ab auctoritate civili tore costituito dall 'autorità civile, può es-
constitutus, idem potest a iudice sere ammesso anche dal giudice ecclesia-
ecclesiastico admitti, audito, si fie- stico, sentito, se è possibil e, il Vescovo
ri potest, Episcopo dioecesano diocesano di colui al qual e egli è stato
eius cui datus est; quod si non ad- assegnato; se per altro un tale tutore o
sit aut non videatur admittendus, curatore non esista o non si ritenga di do-
ipse iudex tutorem aut curatorem verlo ammettere, il giudice stesso designerà
pro causa designabit. un tutore o curatore per la detta causa.

5288 Può accadere tuttavia:


- Che i diritti della persona minorenne o priva di ragione siano in conflitto con
i diritti dei genitori (i tutori nati) o del tutore o curatore assegnato loro a termini di
legge;
- Oppure che le dette persone non siano in grado di assistere sufficientemente i
loro protetti. o di ratto non li assistano sufficientemente.
In tali ipotesi. uno speciale tutore o curatore in ordine al processo viene assegnato
ex officio dal giudice.
5289 1478, § 3 (1648, § 3*) Una eccezione. Nelle cause spirituali o in quelle connesse
con le spirituali (per es. una vertenza concernente il diritto di presentazione o di elezione
a un uflìcio ecclesiastico) i minori che hanno raggiunto l'uso di ragione possono agire
e rispondere senza il consenso dei genitori o del tutore. E questo:
- Di persona. se hanno compiuto quattordici anni di età
- Per mezzo di un curatore costituito dal giudice, se sono d'età inferiore
5290 ]478, § 4 (1650*) Interdetti dall' amministrazione dei propri beni e persone prive
di sufficiente sanità mentale. I primi possono essere tali sia per un provvedimento
dell'autorità ecclesiastica, che di quella civile. I secondi sono da distinguere dalle per-
sone prive di ragione, come i dementi, di cui al § l. Gli uni e gli altri possono stare in
giudizio solo per rispondere dei propri delitti (cause penali) o per mandato del giudice.
In tutti gli altri casi, concernenti vertenze contenziose, possono agire (come attori) e
rispondere (come convenuti) solo per mezzo dei loro curatori.
I giudizi in generale 75

CAN. 1480 - § 1. Personae iuridi- § I. Le persone giuridic he stanno in


cae in iudicio stant per suos le- giudizio mediante i loro legittimi rappre-
gitimos repraesentantes. sentanti.
§ 2. In casu vero defectus velne- § 2. Nel caso che il rapprese ntante man-
glegentiae repraesentantis, potest chi o sia negligente, l'Ordinario stesso, per-
ipse Ordinarius per se vel per sonalmente o per mezzo di altri, può stare
alium stare in iudicio nomine in giudi zio a nome delle persone giur idi-
personarum iuridicarum, quae che soggette alla sua autorità.
sub eius potestate sunt.

Da notare . A termine del can. 1652 del Codice precedente. la capacità di stare in giudizio dei 5291
religiosi, sia come attori che come convenuti. era per sé condizionata "ad validìtatern'' dal consenso
del Superiore. Tale disposizione è stata soppressa.
1479 (165 1*) Tutori e curatori costituiti dall'autorità civile. Possono esse re 529 2
ammessi dal giudice ecc lesiastic o, dopo aver consultato, se è possibile (si fieri potest),
il Vescovo diocesano delle persone alle quali sono stati asseg nati. Ma se essi non
esistano oppure, per giusti motivi, non sia opportuno ammetterli, il giudice stesso li
designerà ex officio per la caus a che deve trattare.

5) Le persone giuridiche 5293


1480 (/649 e 1653, § 5*) Le persone giuridic he ecclesiastic he, come le persone
fisiche, so no nella Ch iesa soggetti di diritti e di doveri (can. 113, § 2; cfr. 667) .
Naturalmente tali pers one , per la loro stessa natu ra, non posso no agire da sé, e hanno
bisogno de ll'opera di perso ne fisic he, che agisca no in loro nom e e ne tutelino gl'i n-
teressi (n. 8 16). In ordi ne ai processi, le persone giurid iche stan no in gi udiz io me-
diante i loro legittimi rapp resent anti, determ inati dalle leggi o dagli stat uti (nn. 8 17-
8 19 e 5282).
Gl ' interessi dell e persone gi uridiche stanno per altro a cuo re dell a C hiesa , che 5294
ha con fer ito loro la per sonalità giuridica . Di con seguenza, nel caso che ess e manchi-
no di un pro prio rapprese ntante o che il rappresentante di dir itto non sia in grado o
trasc uri di ade mpiere il suo co mpito, la loro ra pprese ntanza processuale può essere
ass un ta - pe r se vel per a lium - d all 'Ordin ar io da cu i dip en don o
giurisdizionalmc nte. L'i nterven to dell'Ordinario è anche giusti fica to nel caso di con -
flitto d'in teressi tra la persona giuridica e il suo rappresent ant e legale (cfr. ca n. 1649,
Codice 1917).
Nell'a pplicazione del cnn. 1480, è da tener presente il cnn. 141 9, § 2. relativo al tribunale
competente nel dello caso .

2. I procuratori giudiziari e gli avvocati 5295


I procuratori "ad litcs'' e gli avvocati prestano la loro assisten za alle parti in causa.
I procuratori ne assumono la rappresentanza, gli avvoca ti la difesa. In genere, le due
funzioni sono affidate a una medesima persona, a cui è dato il nome di "patrono" , nel
linguaggio corre nte forense canonico. L'i stituzione degli avvocati risa le al diritto roma-
no e in più città (po leis) a nche al diritto greco. Ulpian o ne definiva l' uffi cio:
«Desiderium suum vel amici sui apud eU I11 qui iurisdictioni praeest exponere vel altcrius
desiderio contr adicere » (D. 3, I, 1).
76 LlBRO VII • I processi

CAPITOLO II
I PROCURATORI GIUDIZIARI E GLI AVVOCA TI

CA N. 1481 - § 1. Pars libere potest § I. La parte può liberamente costituir-


advocatum et procuratorem sihi si un avvocato e un procuratore; tuttavia,
constituere; sed praeter casus in §§ oltre ai casi stabiliti nei §§ 2 e 3, può
2 et 3 statutos, potest etiam per se anche agire e rispond ere personalmente,
ipsa agere et respondere, nisi iudex tranne che il giudi ce ritenga necessaria
procuratoris vel advocati ministe- l'assistenza del procuratore o dell ' avvo-
rium necessarium existimaverit. cato .
§ 2. In iudicio poenali accusatus § 2. Nel giudizio penale, l' accusato deve
aut a se constitutum aut a iudice aver sempre un avvocato, o scelto perso-
datum semper habere debet advo- nalmente o assegnato dal giud ice.
catum.
§ 3. In iudicio contentioso , si § 3. Nel giudizio co ntenzioso, se si
agaturde minoribus aut de iudicio tratta di minori o di una causa attinente
in quo bonum publicum vertitur, al bene pubblico, fatta eccezione per le
exceptis causis matrimonialibus, cause matrimoniali, il giudice assegni
iudex parti carenti defensorem ex d'ufficio un difensore alla parte che ne
officio constituat. sia priva.

5296 I ) La costituzione
1481 (1655*) La costituzione del procuratore e dell'avvocato spetta per sé alla
parte, che tuttavia non è obbligata a farlo, in quanto essa può anche agire e rispondere
personalmente in giudizio, tranne che l' assistenza del procuratore e dell' avvocato sia
prescritta dalla legge o sia disposta dal giudice, nel caso che si renda necessaria. Natu-
ralmente, dispongono della facoltà di nominare il procuratore e l' avvocato le persone
che hanno la capacità processuale. Relativamente ai soggetti che ne sono privi (persone
minorenni o prive dell'uso di ragione, interdetti dall'ammini strazione dei beni. persone
giuridiche: cann. 1478-1480), la nomina del procuratore e dell'avvocato viene fatta dal
tutore o curatore c, trattandosi di persone giuridiche , dal legittimo rappresentante .
5297 L'assistenza dell'avvocato è prescritta dalla legge:
- [n tutte le cause penali, per cui egli o sarà scelto dalla parte o sarà assegnato
"ex officio" dal giudice ;
- Nelle cause contenziose concernenti i minori o tali da poter avere conseguenze
negati ve sul bene pubblico: in tali cause, fatta eccezione per quelle matrimon iali, il
giudice assegnerà ex officio un difensore alla parte che ne sia priva.
5298 Il Card . Corrado Bafile propo se la sopp ressione dell'inciso "exceptis causis matrimonialibus",
per tutelare meglio i diritti della parte, priva di un proprio avvocato. «Non admitt itur - decise la
Comm issione per la revisione del Codice. - Non potest simile onus Ecclesiae imponi. Propositio
non habet rationem realis conditionis maioris partis dioecesium praesertim ad capacitatem
oecon omi cam quod attinet- (Relatio 1981, p. 315, can. 1433, § 3; v. anche Communicationes , a.
1984, p. 6 1, can . 1433. § 3). Ne viene di conseguenza che nelle cause matrim oniali. pur interessanti
il bene pubblico, non è per sé obbligatoria l' assistenza dell'avvocato (Commun icationes , a. 1978.
p. 26 8, can. 87, § 2). In effetti. il bene pubblico e anche i legittimi interessi delle parti sono tutelati
sufficientemente nelle cause di nullità matrimoniale sia dal difens ore del vincolo sia dal tribunal e
co mposto di tre giudici (can. 1425, § I, n. I).
J giudizi in generale 77

CAN. 1482 - § l. Unicum sibi quis- § I. O gnuno può costituirsi un solo


que potest constituere procurato- procuratore, il quale non può farsi sos ti-
rem, qui nequit alium sibimetsub- tu ire da un altro, se non ne abbia av u to
stituere, nisi expressa facu ltas ei- e spressa facoltà.
dem facta fuerit. § 2. Se tuttavia , per un a gi us ta cau sa ,
§ 2. Quod si tamen, iusta causa un a medesima persona costituisca pi ù
suadente, plures ab eodem consti- procuratori, quest i sian o d e s ign ati in
tuantur, hi ita designentur, ut de- modo che tra di loro s i di a luo go all a pre-
tur inter ipsos locus praeventioni. venzione.
§ 3. Advocati autem pluressimul § 3. È po ssibile , invece, co stituire insie-
constitui queunt. mc p iù avvocati .

La presenza deIl' avvocato o del procuratore è disposta dal giudice (§ I ), quando


essa risulti necessaria per evit are una tutela manchevole ai dir itti e agl' interessi delle
parti.
L'assistenza del procuratore c dell'avvocato è consentita anche nei ricorsi amministrativi(ean.
1738), ma non nei processi amministrativi di rimozione c di trasferimento dei parroci. In tali
processi, tuttavia, "nihil vetat quod parochus privatim advocat um consulat" (Communica tiones. n,
1979, p. 292, ean. 442) . Si vieta soltanto ehc l'avvocato assista ufficialmente il parroco nelle
udienze.

2) Un solo procuratore e più avvoca ti 5299


1482 (1656 *) La diversa prescrizione contenuta nel canone deriva dalla distinta
funzione del procuratore e dell'avvocato. Quella del procuratore è di carattere rappre-
sentativo, per cui è opportuno che il procuratore - il quale impersona il suo cliente,
come se ne fosse l' alter ego - sia unico. Nel caso che la parte nomini più procuratori
in solido, il primo di essi che agisca come tale, esclude ipso iure gli altri", Qualora la
nomina di due o pi ù procuratori avvenga con mandati distinti successivi (diverso
tempore), vale ovviamente il primo, tranne che il secondo revochi il primo, il terzo
revochi il secondo e così di seguito.
La funzione dell'avvocato è invece di carattere tecnico-giuridico, e questo non
impedisce che siano in più a difendere la stessa causa, apportando ciascuno la propria
competenza e rendendo anzi più efficace la difesa.
Il can. 1656. § 4, dcI Codice anteriore, consentiva che la medesima persona svolgesse per lo 5300
stesso cliente e nella stessa causa il duplice compito di procuratore e di avvocato '. La norma è stata
tralasciata nel nuovo Codice solo perché ritenuta superflua. «Superflua videtur cum nullibi
prohibeatur cumulatio muneris procuratoris et advocati» (Communicat iones. a. 1978, p. 269. can.
88. § 4).

Il procuratore non può farsi sost ituire da un altro nell' assolvimento del suo incarico, 5301
tranne che ne abbia avuto facoltà espressa dal mandante.

, Contrariamente alla norma canonica, la pluralità dei procuratori è ammessa in genere negli
ordinamenti processuali civili.
J "Utrumque munus, procuratoris et advocati, etiam in eadem causa et pro eodem cliente
eadem persona exercere potest" (can, 1656. § 4*) .
78 LIBRO VII • I processi

CAN. 1483 • Procurator et advo- Il procuratore e l'avvocato devono esse-


catus esse debent aetate maiores re di maggiore età c di buona fama ; l' av-
et bonae famae; advocatus debet vocato, inoltre, de v'es sere cattolico, tran-
praeterea essecatholicus, nisiEpi- ne che il Vescovo diocesano permetta al-
scopus dioecesanus aliter permit- trimenti, e dottore in diritto canonico o, in
tal, et doctor in iure canonico, vel caso contrario, veramente esperto, ed ap-
alioquin vere peritus et ab eodem provato dal medesimo Vescovo .
Episcopo approbatus.
CAN. 1484- § l. Procurator et ad- § l. Prima di assumere il loro incarico,
vocatus antequam munus susci- il procuratore e l'avvocato devono deposi-
piant, mandatum authenticum tare in tribunale un mandato autentico .
apud tribunal deponere debent.
§ 2.Ad iuris tamen extinctionem § 2. Per impedir e tutta via l' estinzione
impediendam iudex potest procu- di un diritto , il giudice può ammettere un
ratoremadmittereetiamnonexhi- procuratore anche senza che abbia pre-
bito mandato, praestita, si res fe- sentato il mandato , esigendo , se è neces-
rat, idonea cautione; actus autem sario, una idonea cauzione; l'atto però
qualibet vicaret, si intra terminum resta privo d'ogni valore se, nel termine
peremptorium a iudice statuen- perentorio stabilito dallo stesso giudice,
dum, procurator mandatum rite il procuratore non esibisca regolarmente
non exhibeat. il mandato.

5302 3 ) Doti richieste


1483 (/657-1658*) Doti comuni richieste per il procuratore e per l'avvocato :
- L' età maggiore (ma sono da vvero sufficienti i 18 anni compiuti?)
- Una buona fama di ca rattere mor ale
Doti proprie richi este per l'avvoc ato : - L ' appartenenza alla Ch iesa ca ttolica, tran -
ne che il Vescovo dioc esano permetta diversam ente (può ammettere anche un a persona
non batt ezz ata ).
- La laurea in diritto canonico, che tutt av ia per diritto comune può essere supplita
da una effettiva competenza in tale disciplina (alioquin vere peritus),
5303 - L' approvazione da part e del Vesc o vo che è a capo del tribunale, tranne che si
tratti di avv oc ati del Concistoro o della Rot a Romana, i quali possono esercit are il loro
uffic io in tutti i tribunali, salvo un a eventuale esclu sione da parte del Vesco vo della
diocesi, per particolari moti vi' .
Trattandosi di una caus a che si svolg a dinanzi a un giudice delegato dalla Sant a
Sede, l'approvazione spetta allo stes so giudice : è una norm a del can. 1658. § 3, del
Codi ce preced ente , che non è stata riprodotta nel nuovo Cod ice. ma che ovviam en te
rest a ex se in vigore.

4 Relativamente al procuratore non si esige, per diritto comune, che sia cattolico né che sia
laureato in diritto canonico: "ve! alioquin vere peritus''. Non è neppure richiesta l'appr ovazione del
Vescovo che è a capo del tribunale. Si rileva inoltre la soppressione del can. 1657. § 3. del Codice
1917. che consentiva al religioso di svolgere il compito di procuratore o di avvocato "in causis
tantum in quibus vertitur utilltas suae religionis". Ai sensi del nuovo codice. egli può assumere i
detti uffici in qualsiasi causa, ovviamente "de licentia Superioris" ,
I giuùili in generale 79

CAN. 1485 - Nisi speciale manda- Senz a avere avuto un mand ato speciale,
tum habuerit, procurator non po- il procuratore non può rinun ziare valida-
test valide renuntiare actioni, in- mente all' azione. all'istanza o agli atti
stantiae vel actis iudicialibus, nec giudiziari , né fare transazi ani , patti, com-
transigere, pacisci , compromìtte- promessi arbitrali e in genere gli alti per i
re in arbitros et generatim ea age- quali il diritto rich iede un mand ato spe-
re pro qui bus ius requirit manda- ciale .
tum speciale.

4) Il mandato 5304
1484 (1659-1661 *) Per assumere validamente il loro incarico , sia il procuratore
che l' avvocato devono ricever e e depo sitare in tribun ale il mandato autentico . Il man-
dato del procuratore dev' essere specifico : ad lites, ossia per la rappresentanza in giudi-
zio. Non è sufficiente la cosiddett a "procura generale", conferita per tutti gli affari o
nego zi del mandante. La mancan za di un autentic o mandato procuratori o "ad lites"
dete rmin a la null ità insanabile della sente nza (can. 1620, n. 6).
Perché il mandato sia auten tico è necessar io che sia firmato personalm ente dal mandante 5305
e regolarmente datat o: la data deve contenere l'in dicazione del gio rno. mese e anno. Se il
mandante non sa ppia o non sia in grado di apporre la sua firma, occorre annotarlo nello stesso
mandato. che va sottoscritto dal parroco o da un notaio di Curia o anche da d ue testimoni (can.
1659, Cod ice 1917). Si può co nferi re il mand ato anche oralmente, dich iarand o la propria
volon tà al notai o del tribu nale, a cui spetta nel caso stendere il relat ivo verbale, da conserv are
agli alli.
È sufficiente anche un mandato procuratorio "ad lites" fatto a norma del diritto civile (cfr. per
analogia il can. 1105, li 2, relativo alla procura matrimoniale).
La disposizion e del § 2 è nuova, e risponde a motivi di equità. Nel caso tassativo 5306
che stia per estinguersi il diritto di una parte, attore o con venuto, i quali ne sarebbero
grave mente danneggiati, per ev itare tale est inzio ne il giudice può amm ettere provviso-
riamente il procuratore anche senza la presentazione del relativo mandato , esigendo, se
necess ario, un ' adeguata cauzio ne. L' atto. però, resta privo d' ogni valore se, nel termin e
stabilito da llo stesso giudice, il procuratore non esibirà il regolare mandato.
Il mandato ciel procuratore e dell ' avvocato va conservato negli atti della causa (cfr. cann. 1660
e 1661. Codice 1917).

5) Necess ità di un mandato integrativo per il procuratore 5307


1485 (/622*) Il mandato autentico che la parte co nferisce al proc urato re (ca n.
1484, § l ), lo abilita a rappresentarla e a porre in esse re tutti gli atti necessari allo
svolgimento de lla causa . Alcuni atti tuttavia, i quali rivestono una particolare importa n-
za, richiedono "a d valid itatem" un mandato specifico integrativ o, che può essere con-
ferito a parte ulteriorm en te o inseri to fin da ll' inizio nello stesso mandato "ad lites". A
termini del canone, tali atti sono:
- La rinunzi a all'azione, all 'istanza o agli atti giudiziari
- La stipulazio ne di patti, transazioni, co mpromessi arbitrali
- Tutti gli alti per i quali il diritto, uni versale o particol are, richieda un mandat o
specia le
l-la pure bisogn o di un mand ato sp ecifico per la rinunzia all'a ppello, ma non per
inter por lo, poich é questo, co me si dirà nel ca none seg ue nte , § 2, fa par te del suo
ufficio.
80 LIBRO VII . I proce ..;

CAN. 1486 - § l. ui procuratoris § l . Perché la rimozione del procuratore


ve)advocati remotio effectum sor- o dell'avvocalo abbia effetto, è necessario
tiatur, necesse est ipsis intimetur, che sia loro notificata, e, se è già avvenuta
et, si Iis iam contestata fuerit, iu- la contestazione della lite, che siano infor-
dex et adversa pars certiores facti mati della rimozione il giudice e la parte
sint de remotione. avversa.
§ 2. Lata definitiva sententia, ius § 2. Emanala la sentenza definitiva, il
et officium appellandi, si mandans procuratore ha il diritto e il dovere di ap-
non renuat, procuratori manet, pellare, se il mandante non si opponga.
CAN. 1487· Tum procurator tum Tanto il procuratore quanto l'avvocato
advocatus possunt a iudice, dato possono venir rimossi dal giudice median-
decreto, repelli sive ex officio sive te decreto, sia d'ufficio che ad istanza
ad instantiam partis, gravi tamen delle parti, ma per una causa grave.
de causa.

5308 6) Eventuali revoche e rimozioni


1486·1487 (/663-1664 *) La parte che ha proceduto alla costituzione del procura-
tore e dell'avvocato, è libera di revocare il suo mandato, se, per sue ragioni, così ritiene
opportuno (il rapporto fra l'assistito e il patrono, procuratore o avvocato, è strettamente
fiduciario ). Ma perché la revoca abbia effetto, dev'essere notificata agl'interessati, e se
è già avvenuta la conte stazione della lite, occorre informarne sia il giudiee che la parte
avve rsa, la quale può opporre contro i nuo vi mandatari l'eccezione di sospetto, se ha
moti vi sufficienti per farlo: per esempio, se il procuratore o l'avvocato fossero legati al
giudi ce da strctra amicizia o da vincoli di parentela o affinità (Communicationes, a.
1978, p. 269, can. 89, § 3).
5309 Mancando la revoca, l'avvocato e il procuratore assolvono il loro compito fino
all'emanazione della sentenza definiti va. Poi cessano dal loro incarico e, per poter
assistere il loro cliente in sede di appello, come in ulteriori istanze , hanno bisogno di un
nuovo ulteriore mandato, tranne ehe questo sia stato già previsto e inserito nel mandato
conferito per la prima istanza.
Spetta per altro al procuratore il diritto e il dovere di appellare, tranne che il
mandante si opponga (can. 1486).
Il procuratore e l' avvocato possono venir rimossi anche dal giudice mediante de-
creto, sia d'ufficio che ad istanza della parte, ma si richiede un moti vo gra ve (can.
1487). Non basta la "iusta caus a" (Communi cationes, a. 1978, p. 271, can. 97).
5310 Il procuratore e l'avvocato possono essere sostituiti dal mandante e rimossi dal giudice. ma
possono anche. ovviamente, rinunziare all'incarico ricevuto, com'è previsto formalmente nell' art.
85 del Codice di procedura civile italiano: «La procura può essere sempre revocata e il difensore
può sempre rinunciarvi, ma la revoca e la rinuncia non hanno effetto nci confronti dell'altra parte
finché non sia avvenuta la sostituzione del difensore».

5311 7) Divieti e sanzioni


1488-1489 (/665-1666*) È severamente vietato al procuratore e all'avvocato:
- Comprare la lite: la emptio litis consiste nella convenzione tra la parte e il suo
procuratore o avvocato, mediante la quale, col versamento di una somma spesso irriso-
ria, questi ottengono la cessione dei diritti su cui è sorta la vertenza giudiziaria, e di cui
diventano i beneficiari in caso di vittoria (cfr. art. 1261 del Codice civile italiano).
I giudizi in generale 81

CAN. 1488· § 1. Vetatur uterque § 1. È vietato ad entrambi comprare la


emere Iitem, aut sibi de immodico lite ovvero pattuire a proprio favore un
emolumento vel rei Iitigiosae par- compenso eccessivo o pretendere come
te vindicata pacisci. Quae si fece- gratifica una parte della cosa oggetto del
rint, nulla est pactio, et a iudice litigio. Se lo facessero, il patto è nullo, e
poterunt poena pecuniaria mulc- potranno essere puniti dal giudice con una
tari. Advocatus praeterea tum ab pena pecuniaria. L'avvocato, inoltre, può
officio suspendi, tum etiam, si re- essere sospeso dall'ufficio e, in caso di
cidivus sit,ab Episcopo, qui tribu- recidiva, può anche essere cancellato dal-
nali praeest, ex albo advocatorum l'albo degli avvocati dal Vescovo che è a
expungi potest. capo del tribunale.
§ 2.Eodem modo puniri possunt § 2. Allo stesso modo possono essere
advocati et procuratores qui a puniti gli avvocati e i procuratori che, in
competentibus tribunalibus cau- frode alla legge, sottraggono le cause ai
sas, in fraudem legis, subtrahunt tribunali competenti, perché siano definite
utabaliisfavorabiliusdefiniantur. in modo più favorevole da altri tribunali .
CAN. 1489· Advocati ac procura- Gli avvocati e i procuratori che, ricor-
tores qui ob dona aut pollicitatio- rendo a doni o a promesse o qualsiasi al-
nes aut quamlibet aliam rationem tro mezzo, abbiano prevaricato dal loro
suum officium prodiderint, a pa- ufficio, siano sospesi dall'esercizio del
trocinio exercendo suspendantur, patrocinio e puniti con multa pecuniaria o
et mulcta pecuniaria aliisve con- con altre pene adeguate .
gruis poenis plectantur.

- Pattuire un compenso eccessivo, senza tener conto degli onorari stabiliti dal
tribunale a norma del can . 1649, n. 2 (pactum de palrnario). - Pretendere come gra-
tifica, per l'eventuale esito favorevole dell a lite una parte della cosa oggetto della lite
ipactum de quota litis).
Tali patti sono nulli ipso iure, e il procuratore, come l'avvocato, potranno essere
puniti dal giudice con una pena pecuniaria. L'avvocato, inoltre, potrà essere sospeso
dall'ufficio; in caso di recidiva, è prevista la cancellazione dall 'albo degli avvocati da
parte del Vescovo che ha la direzione del tribunale.
Gli avvocati e i procuratori possono similmente essere puniti, qualora, in frode alla 5312
legge, sottraggono le cause ai tribunali competenti, adoperandosi perché siano trattate da
altri tribunali in modo da ottenere una sentenza più favorevole al loro cliente. La dispo-
sizione è nuova, e intende porre rimedio a vari abusi verificati si in questi ultimi decenni.
A questa "fuga di cause", provocate mediante l'artificiosa creazione di domicili o dimo -
re fittizie . accennò Paolo VI nel discorso rivolto alla Rota Romana il 28 gennaio 1978
(Insegnamenti, voI. XVI, pp. 75-76).
Nel can. 1489 si prescrive infine che gli avvocati e i procuratori , i quali , ricorrendo 5313
a doni , promesse o altri mezzi illeciti, si siano resi colpevoli di subornazione o di altri
reati. siano sospesi dall'esercizio delle loro funzioni e puniti inoltre con multe pecuniarie
o con altre pene adeguate.

8) Patrocinatori stabili 5314


1490 È una norma nuova, connessa col § 3 del can . 1481. Si dispone che, per
quanto è possibile, si costituiscano in ciascun tribunale dei patrocinatori stabili ,
stipendiati dal tribunale stesso, i quali possano esercitare l'ufficio di avvocato o procu -
82 L1HRO VII - I processi

CAN. 1490 - In unoquoque tribu- In ciasc un tribunale, si costituiscano,


nali, quatenus fieri possit, stabiles per quanto è possibile, dei patroni stabili,
patroni constituantur, ab ipso tri- stipendiati dallo stesso tribunale, che pos-
bunali stipendium recipientes, qui sano esercitare l'ufficio di avvocato o di
munus advocati vel procuratoris procuratore, spec ialmente nelle cau se ma-
in causis praesertim matrimonia- trimoni ali, in favore delle parti che prefe-
Iibus pro partibus quae eos selige- riscano servirsi della loro opera.
re malint, exerceant,

ratorc, specialmente nelle cause matrimoniali, in favore delle parti che intenda no servirsi
dell a loro opera.
Questo, tuttavia, non significa la concessione generalizzata del gratuito patrocinio.
Per tale concessione , è necessaria una istanza motiva ta, che viene esaminata di regola
prima della contestazione della lite (can. 1464), attenendosi ai criteri stabiliti da l Vesco -
vo che è a capo del tribunale (can. 1649, § l ).
L' istituto del patroci nio stabile è già in uso da più anni presso alcu ni tribunali e
sembra che offra molti vantaggi.

5315 9) Innovazioni di rilievo


La normativa de ll'attuale Codice circa gli avvoca ti e i compi ti loro assegnati o
riconosciuti nei giudizi eccles iastici, presenta notevoli innovazioni, che so no state ap-
prezzate positivame nte dagli stessi interessati, ma non hanno soddisfatto appie no i loro
desideri e le loro aspettative.
Se nza d ubb io - afferma no - la funzione dell ' avvocato ha av uto una ma ggi ore
valorizzazione nel nuovo ordinamen to processuale. Sostanzialmen te, la sua posizione è stata equi-
parata a quella del difensore del vincolo e del promo tore di giustizia, poiché, come loro, egli ha
la facoltà e il diritto di assistere all' esame delle parti, dei testimoni e dei periti tnisi iudex propter
reruni el personurutu adiuncta censuerit secreto esse procedendumi e. similme nte, di prendere
visione degli atti giudiziari e di esa minare, anche prima della loro pubblicazione, i documenti
prodotti dalle parti. negli stessi processi di nullità matrimoniale (can . 1559 e 1678, § l) . T utto
questo - si rico nosce - metterà in grado il patrono di tutelar e con maggiore effica cia gl' intere ssi
de l suo assistito. Tuttavia - si aggiunge - sussistono ancora nei giudizi ecclesiast ici molte
limitazioni e preclusioni, che risentono di un ce rto senso di sfiducia e di sospetto nei riguardi dei
patroni, che si sarebbe dovuto superare. Il rilievo maggiore è per l'esclusione dell'avvocato da i
processi di dispensa "su per rato", nel quale, in caso di particolare diffico ltà e con l' autorizzazione
del Vescovo diocesano, è ammessa solo l' ass istenza esterna di semplice consiglio, di consulente
lega le (can . 170 I, § 2).

Non si può negare che, riferito al vecchio ordinamento processuale, molte delle
suddette critiche appaiono fondate. Il nuovo Codice ha inteso rimediare a una situazione
orma i superata, ma nello stesso tempo ha dov uto tener conto della particolare delicatez-
za dei processi ecclesi astici , in cui, per motivi vari, non è possibile ammettere il prin-
cipio della pubblicità assoluta come esiste nei giudizi civili. Relativamente ai processi
"supcr rato" è poi da rilevare che l' esclusione dell' avvocato risponde alla loro natura:
si tratta essenzialmente di processi di grazia e non di giustizia, poich é con essi non si
tutelano dei diritti, ma si accer tano le condizioni per la concess ione di una dispensa, un
atto di assoluta liberali tà. Comun que è riconosciuta al consu lente legale la facoltà di
prendere visione degli atti del processo (can. 1705, § 3), e questo costituisce senza
dubbio un fatto di grande rilievo, che dimostra l' effettiva fiducia e apprezza mento del-
l' autorità ecclesiastica verso l'opera dei legali.
83

LE AZIONI E LE ECCEZIONI (cann. 1491-1500) 5316

Schema
I. Le azion i e Ic ecc ezio ni in ge nere 2. Azio ni ed eccezioni in partico lare
- Nozion i - Azio ni ca utelari
- Distinzi oni - Azioni possessorie
- Il principio genera le
- La durata delle az ioni e dell e eccezioni
- Il cumulo
- Le az ioni riconvenzionali

La normat iva sulle azioni ed eccezioni giudiziarie ha subito nel nuovo Codice una
netta ridu zione. Il til. V del Codice preced ente co mprendeva sette capitoli e 39 ca noni;
il titolo attuale co mprende due soli titoli e lO ca noni. Le stesse norme co nservate sono
state note volm ente semp lificate.
I motivi della ridu zione sono stati moltepli ci : 5317
IO Varie azioni ed eccezioni sono state tralasciate, perché ritenute supe rflue, anzi s uperate :
"quasi reliquiae temporis acti ", poiché in effetti da moltissimo tempo non si presentan o più o solo
eccezionalme nte nei tribunali ecclesias tici tCommunìcutiones , a. 1979 , p. 67) .
2° Alcune sono state trasfe rite in altre parti del Codice:
- L' azione per la nullità degli atti (cann. 1679-16 87, Codice (917 ), è prevista nei ca nn. 125-
126 (nullità degli atti giuridici in genere) e nel can. 1621 (querel a di nullit à contro una sentenza
giudiziaria) .
- Alle azio ni rescissorie si acce nna, similmen te, nei citati cann. 125·1 26.
- La "restitut io in int egrum" è considerata co me me zzo d' impug naz io ne dell a se nte nza
passata in giud icato nell a seconda part e del lib ro De processibus: sez. I, ti t. I X, cap. Il , ca nn.
1645-1 648.
3 0 Le azioni possessorie sono infine rimesse al diritto civile: can. 1500.

1. Le azioni e le eccezioni in genere 5318

l ) Nozio ni
L'azion e giudiziaria è il tema centrale del d iritto proce ssuale. Essa è la facoltà
riconosciut a dalla legge alla persona, di chiedere giudizialmente la tutela dei propri
diritti legittimi. È in sos tanza la defini zione del diritto romano-giustinia neo: /II S pe tendi
iudicio quod sibi debetur (lnst.; IV, 6 pr.).
L'eccezione è co rrelativa all'azione. Co n essa , il convenuto si oppo ne alla pretesa 5319
dell 'attore, adducendo c ircos tanze e diritti che o la eli minano totalmente e definit iva-
mente (ec cez ione perentoria: cfr. n. 5250), o ne diminuiscono la consistenz a, fac endol a
cadere in part e, oppure ne impediscono temporaneamente l'att uazione (eccezione
dilatoria, n. 5247) .
Relativamente all'azione, occo rre distinguere in essa un triplice ess enziale eleme nto : 5320
- I soggetti giuridici: qu ello atti vo. della person a a cui co mpete la difesa dei suoi diritti;
quello passivo, della pers ona contro la quale s 'i ntende ese rcitare la propria azio ne.
- La cm/su o lUI/O giuridico, che cos tituisce il titolo o fondame nto dell ' azione, la "ratio
petendi".
- L'oggetto della dom and a, ossia il bene concreto (petitum), di cui si chiede al giudice la
legittima tutela.
Triplice è anche la condizione per poter esercitare l' azione e otte nere dal gi udice un provve -
dimento favorev ole:
84 LIBRO VIl - I processi

- L'e sistenza di un reale interesse o utilità, che l' attore si propone di conseguire attraverso
il ministero del giudice.
- L'esistenza di una norma di legge da far valere a tutela del proprio diritto o vantaggio.
- La legittimazion e ad agire ossia la capacità processuale dell'attore (la Iegittimazione at-
tiva) e del convenuto (legittimazione passiva ossia la "capacitas respondendi").

5321 2) Distinzioni
Può essere oggetto d i un' azion e giud iziaria qu alsiasi "diritto" leg ittimo. Le categ o-
rie so no pert an to moltepl ic i e si di stinguono tradi zionalm en te secondo i vari rappo rti.
La prima e fo nda me nta le distinzione è fra azio ne contenziosa e criminale: l' azione
co ntenziosa tende alla riv endicazione o all 'acc ert amento d i un diritto ; quella criminale,
all a imposizione o alla dichiarazione della pen a.
Si distinguono inoltre:
azion i principali e accessorie
reali e personali
immobili ari e mohiliari
pet itorie e po sse ssorie
tra sm issib ili e non trasm issib ili
prescritti bili e non prescritt ibil i
di condanna e di accertamento
costitutive e resci ssorie o di annullamento
cau telari. riconvenzion ali , ecc.
5322 IO L'azione reale verte direttamente su un bene, mobile o immobile (proprietà. usufrutto,
eredità. ecc.). Quella personale ha per oggetto un diritto di credito. ossia il diritto di ricevere da
una persona - che ne ha l' obbligo giuridico - una determinata prestazione: in genere di fare o
non fare una cosa. di darla o restituirla (obligatio dandi, fac ìendi. omittendi aliquid).
L'azione petitoria (can. 1688, Codice 1917) è diretta a rivendicare la titolarit à di un diritto
di proprietà o di un diritto reale in genere. Quella possessoria ha lo scopo di ottenere, prescindendo
dall' accertamento del diritto, la restituzione di un bene di cui si è stati spogliati (azione di reinte-
grazione o di spoglio). oppure la cessazione di molestie e turbative recate a un bene o a un diritto
che si possiede (azione di manutenzione, secondo l' art. 1170 del Codice Civile Italiano).
L'azione costitutiva ha lo scopo di ottenere dal giudice la cessazione o la modifica di una
precedente situazione giuridica, quale. ad esempio, la separazione personale dei coniugi.
L'azione riconvenzlonale è l'az ione proposta dal convenuto contro l' attore, nell'ambito dello
stesso giudizio, allo scopo di neutralizzare in tutto o in parte la domanda dell' attore (can. 1690,
Codice 1917).
5323 20 L'eccezione può essere sostanziale e processuale, dilatoria e perentuale.
L'eccezione sostanziale riguarda il merito della causa: per es.. "exceptio rei iudicatae" (can.
1624, § 2). Quella processuale riguarda la procedura del giudizio: per es., l'eccezione d' incompe-
tenza, quella contro la composizione del tribunale giudicante, costituito contro il disposto del can.
1425, § I.
L'eccezion e dilatoria ha l'effetto di ritardare la trattazione della causa, sospendendo lo svol-
gimento dell' azione o i suoi effetti: tale è, ad esempio, l'eccezione di sospetto contro il giudice,
l'ecce zione d'in competenza, la contestazione dell'u so illegittimo del processo contenzioso orale
(can. 1656). L'eccezione perentoria tende ad infirmare del tutto l'azione o ad impedirne per
sempre l'eserci zio. Sono di due specie: lltis finitae e comuni.
Nelle eccezioni lltls finitae si oppone il fatto che la lite è ormai conclusa definitivamente in
modo legittimo: a motivo della "l'es iudicata" (can. 1641 ss.), di una transazione, di un compromes-
so (can, 1713 ss.), o di altro atto del genere. che non consentono di riaprire la lite ed escludono
sia l'a zione che qualsiasi processo. Le eccezioni perentorie ~omuni escludono l'azione allo stato
attuale, tentando d'in validare qualcuno dei suoi elementi essenziali, ma non escludono la contro-
versia, che sostanzialmente continua a sussistere.
I giudi 7.iin gcnen•.lI~ 85

Titolo V
Le azioni e le eccezioni
CAPITOLO I
LE AZIONI E LE ECCEZIONI IN GENERE

CAN. 1491 - Quodlibet ius non Qualsiasi diritto è mun ito non solo di
solum actione muni tur, nisi aliud azione, sal va una espressa disposizione
expresse cautum sit, sed etiam contraria, ma anche di eccez ione.
exception c.
CAN. 1492 - § 1. Qua evisactio ex- § I. Qualsiasi azio ne si est ingue per
tinguitur praescriptione ad nor- prescrizione a norma del diritto, o in altro
mam iuri s aliove legitimo modo, legittimo modo; sono ecce ttuate le azioni
exceptis actionibus de sta tu per- co ncernenti lo stato delle persone, che
sonaru m, quae numquam extin- non si estinguono mai.
guuntur.
§ 2. Exceptio, salvo praescripto § 2. L'eccezione, salvo il disposto del
can. 1462, semper comp etit et est can. 1462, può essere sempre opposta, ed
suapte natura perpetua. è per sua natura perpetua.

Da notare. L'eccezione non nega il diritto sostantivo dcll'anore. ma si oppone contro l'istan-
za. contestandone, in modo definitivo o temporaneo. totale o parziale, l'a ttuazione.

3) Il principio gene rale 5324


J49J ( / 667* ) Per o vvio prin cipio di eq uità e di giustizia. qualsiasi diritto sogget-
tivo è munito non solo di azione, ma anche di eccezione. Ciò significa che la legge tutela
imparzialmente gl' interessi di tutti, e co me [' attore può promuovere le sue azioni per
tutelare giudizial me nte i suoi interessi legittimi, così anche il convenuto ha il diritto di
dife ndersi da queste azio ni, oppo nendo co ntro di esse le sue eccezioni.
Pe r l' azione tutt avia c' è un limite: salva una espressa disposizione co ntra ria
(nisi aliu d ex pres se cautum sit) , L ' esempio class ico di un diritto privo di az ione
è que llo derivante dalla promessa di matrim oni o: da tale promessa, non si dà
azione per esigere la ce lebrazione del matrimo nio - dich iara fo rma lme nte il can .
1062, § 2 - ma so lo per chiedere il risarci me nto di event uali dan ni co lpevo lme n-
te arrecati.

4) La durata delle azioni e delle eccezioni 5325


1492 , § l (/667 e /70 /*) Le azioni. Qualsiasi azio ne è soggetta ad estinzione,
tranne che si tratti di azio ni con cernenti lo stato delle persone, com e ad esempio le cause
circa la sac ra ordinazio ne, lo stato religioso , le ca use matrimonia li.
L' estinzione dell'azione è la perdita o cessazione del diritto di chiamare in giudizio
una persona in una determinata causa. Ciò può avven ire per la perdita o cessazione dello
stesso diritto sos tantivo , su cui si fonda l'azione . Può anche avvenire che il diritto
sosta ntivo co nti nui a sussistere e che s i esti ng ua solo la faco ltà di pe rseg uirlo
giudizialme nte. Per ragio ni di sicurezza giuridica, infatti , il ius agendi , legato al diritto
86 LInRO VII . I processi

CAN. 1493· Actor pluribus simul L 'attore può convenire la parte avversa
actionibus, quae tamen inter se con più azioni insieme, che tuttavia non
non contligant, sive de eadem re siano in conflitto tra di loro, tanto sulla
sive de diversis, aliquem conveni- stessa cosa quanto su cose diverse, purché
re potest, si aditi tribunalis com- non eccedano i limiti della co mpe te nza
petentiam non egrediantur. del tribunale che viene ad ito.

sostantivo, non può essere perpetuo, e la legge ne limita opportunamente la durata nel
tempo, salvo che si tratti, come s' è già detto, di azioni riguardanti lo stato delle persone,
che, per la loro importanza. esigono una particolare tutela.
5326 Ai termine del § I, le azioni si estinguono per prescriz ione, a norma del diritto,
o un altro modo legitt imo: per es. per rinunzia. La prescrizi one è il fattore più
importante.
IO In materia contenziosa - a parte le azioni dell a Santa Sede e delle persone
g iuridiche pubbliche, c he rich iedono rispettivamente per la loro matur azione lo spazio di
100 e 30 anni (can . 1270) - per le azioni in genere si applica la legge civile della
rispett iva nazione (can , 197).
2 0 In materia penale, l'azione si estin gue con la morte del reo o col condono da parte della
competente autorità (ean. \702, Codice 1917); per abrogazione della legge o della sanzione penale,
ai sensi dci can. 1313, § 2; per prescrizione, a termini dei cann. 1362-1 363.

5327 1492, § 2 (/667*) Le eccezioni invece - salvo il prescritto del can. 1462, relativo
alle eccezioni perentorie (n. 5250) - non si estinguono mai. Sono infatti perpetue per
la loro natura (suapte natura) e possono sempre opporsi.
La differente norma stabilita per le azio ni e le eccezioni appare giustificata da una semplice
cons tataz ione. L'a zione è in piena facoltà dell'attore, c he è libero d' introdurla quando e co me
crede, nei limiti prescritti dalla legge. L'eccezione invece può essere opposta da l co nvenuto so ltan-
to dopo che l' azione sia stata proposta contro di lui. È giusto pertant o che egli si serva anche delle
eccezioni per difende rsi contro le pretese del suo avversario.
E videntemente anche l' eccez ione può cessare per rinunz ia, e cessa anche per disposizione
della legge, ai sensi del citato can. 1462, che disci plina la presentazione delle eccezioni perent orie
ai tini di un ordin ato svolgimento de l processo.
5328 Da notare. Anche il giudice può proporre ex officio delle eccez ioni, nei limiti del can. 1452
(cfr. anche can, 1459, § I ).

5329 5) Il cumulo delle azioni


1493 (1669-1671 *) L' attore può proporre insieme (sirnul) più azioni nel medesimo
processo contro il medesimo convenuto, sia "de eàdem re", per diversi titoli, sia "dc
diversis rebus", per titoli diversi o anche per lo stesso titolo.
Ciò è possibile a una duplice condizione:
IOChe le dette azioni non siano in conflitto fra di loro, escludendosi a vicenda,
come, ad esempio, sarebbe nel caso che s'impugnasse il matrimonio "ex capite metus"
e insieme "ex capite sirnulationis consensus'', Non è però escluso che due azioni in
contrasto si presentino insieme in via subordinata e alternativa, in modo che, se non sia
eftic ace l'una, si passi all'altra.
20 Che le diverse azioni non eccedano i limiti di competenza del tribunale che le
esamina. In caso d'incompetenza assoluta, si cadrebbe nel disposto del can. 1620, n. l;
in caso d'incompetenza relativa, si applica per analogia il can. 1495 (proroga della
competenza).
I gludizi in generale 87

CAN. 1494 - § l. Pars conventa § l. Il conv enuto può proporre un'azio-


potest coram eodem iudice in ne riconvenzionale contro l' attore davanti
eodem iudicio contra actorem vel allo stesso giudice e nello stesso giudi zio ,
propter causae nexum cum actione o per la connessione dell a ca usa con
principali vel ad submovendam l'azione principale, oppure per respingere
velad minuendam actoris petitio- o limitare la domanda dell' attore.
nem, actionem reconventionalem
instituere.
§ 2. Reconventio reconventionis § 2. Non è ammessa la riconvenzione
non admittitur. della riconv enzione.

Il cumulo è consentito anche per le eccezioni, ma alle medesime condizioni disposte per le 5330
azioni. La facoltà di presentare insieme eccezioni contrarie, concessa al convenuto dal can. 1669.
§ 2, del Codice precedente, è stata abolita, per porre convenuto e attore su un piano di parità
(Communicatìones. a. 1979. p. 70, can. 104, § 2).

6) Le azion i rlconvenzionali 5331


1494·1495 (/690 e 1692*) Sono, come s'è già rilevato. le azioni proposte dal
convenuto contro l' attore, nell'ambito dello stesso giudizio.
1494, § 1 Un duplice tipo. Il paragrafo prevede due tipi di azioni riconvenzionali: 5332
l " Azioni riconvenzionali , connesse con l'azione principale, ossia co n la dom anda
dell'attore: è una ipotesi nuova, non contemplata espressamente nel Codice precedente
(can. 1690, § I, Codice 1917).
2 0 Azioni riconven zionali propo ste allo scopo d'invalidare o di limitare la dom anda
dell' attore.
Ovviamente, anche il primo tipo di azioni riconvenzionali persegue sostanzialmente
lo scopo del second o tipo. D'altra parte, anche le ricon venzion i del seco ndo tipo sono
connesse similmente con la dom anda dell'attore. Il giudice, infatti, non può accettare
qualunque azion e del convenuto, ma solo quelle che per il loro contenuto sono ordinate
"ad submovendam vel minuendam petitionem".
Esiste una certa affinità tra l'azione riconvenzionale e l'eccezione. Nella eccezione, il conve- 5333
nuto tenta di eliminare, in modo definitivo o provvisorio, l' azione della parte avversa, contestandone
direttamente la validità. Nella riconvenzione, invece. il convenuto propone una sua azione. che ha
un suo proprio oggetto. allo scopo di neutralizzare in tutto o in parte la domanda dell'attore.
In effetti, contro l' azione del suo avversario, il convenuto può assumere un triplice atteggia-
mento:
- Limitarsi a negare il diritto dell' attore, adducendo prove contrarie.
- Riconoscerne il diritto, ma contestarne l'azione (il "ius agendi"), con delle eccezioni di
carattere difensivo.
- Opporre contro l' azione dell'att ore un'azione riconvcn zionale, a carattere potremmo dire
controffensivo.

1494, § 2 La riconvenzione della riconvenzione. È vietata nel nuovo Codice, 5334


com'era vietata in quello precedente: con gli stessi termini (can. 1690, § 2*). Il motivo
è d'impedire nei processi una catena interminabile.
Ex natura rei, non sono amm esse le azioni ricon venzionali :
IONelle cau se penali, eccetto che si tratti di mutu a compensazione di offe se (can .
22 18. § 3, Codice 1917).
88 LIBRO VII - I proce ssi

CAN. 1495 - Actio reconventiona- L 'azione riconvenzionale de v ' essere


Iis proponenda est iudici coram proposta presso il giudice davanti al quale
quo actio prior instituta est, Iicet fu introdotta la prima azi o ne, anche se si
ad unam causam dumtaxat dele- tratti di un giudice delegato so lo ad
gato ve} alioquin relative incom- un'unica causa ovvero relativamente in-
petenti. competente per altri motivi .

2° In grado di appello, poiché vi si oppone il principio contenuto nel can.


1639, § I.
5335 1495 Il medesimo giudice. Comp ete nte a rice vere e a definire l'i stanza
riconvenzional e è il medesimo giudice a cui è stata deferita l' azione principale, e
questo sia che si tratti di un giudice delegato ad una sola causa, sia che si tratti di
un giudice relativamente incompetente in rapporto all' acuo reconventionalis. In que-
sti cas i, è la legg e che proroga , os sia estende la loro comp eten za all 'azi one
riconvenzionale.
Trattandosi d'in competenza assoluta, il giudice non può evidentemente definire la
detta azione.

5336 2. Le azioni e le eccezioni in particolare


II secondo capitolo si limita a due sole specie di azioni: le azioni cautelari (cann.
1496-1499) e quelle possessorie (can. 1500). Altre azioni ed eccezioni, come s'è già
rilevato (n. 5317). sono considerate altrove. Altre sono state tralasciate. ma non per
questo sono da ritenersi soppresse. Non sono state regolate specificamente nel Codice,
perché molto rare. Qualora si presentassero, il giudice potrà applicare il principio gene-
rale contenuto nel can. 1491 (Communicationes, a. 1979. p. 67, SessoIII; cfr. anche p.
74. can. 11); p. 76, cap. II; p. 77, cap. IV).

5337 I) Le azioni cautelari


Sono azioni dirette ad ottenere dal giudice un provvedimento provvisorio. a fine di
conservare nella loro integrità un bene patrimoniaIe in possesso della parte avversa o un
diritto detenuto e goduto dalla medesima. in modo che gl'interessi del richiedente. il
quale li rivendica come suoi. non ne siano pregiudicati. Tipiche azioni cautelari sono il
sequestro di una cosa e l' inibizione dell'e sercizio di un diritto.
5338 1496 (1672*) Presupposti e condizioni per i provvedimenti cauteIari. Occorre
dimostrare con argomenti almeno probabili:
l" Il cosiddetto fum us boni iuris (apparenza di buon odore): ossia un certo grado
di fondatezza delle proprie ragioni e quindi una certa probabilità dell' esito favorevole
della causa.
2 II peric ulum in mora: il fondato timore di subire un grave danno. qualora non
0

si adottino con provvedimento di urgenza le misure cautelari richieste.


5339 1497 (1673*) Altri casi di sequestro. Il sequestro di una cosa è ammesso anche
per garantire un credito, purché consti sufficientemente del diritto del creditore, e può
essere esteso sia ai crediti del debitore sia ai suoi beni che si trovino a qualunque titolo
presso terzi.
Nel § I è detto «dùmrnodo de creditoris iure satis constet»: è una espressione più
attenuata di quella usata nel Codice precedente: «dùmmodo de creditoris iure liquido
89

CAPITOLO II
LE AZIONI E LE ECCEZIONI IN SPECIE

CAN. 1496 - § 1. Qui probabilibus § I . Chi dimostra con argomenti alme-


saltem argumentis ostenderit su- no probabili di aver un diritto su una cosa
per aliqua re ab alio detenta ius se in possesso di altri e, insieme, di temere
habere, sibique damnum immi- un danno imminente se quella cosa non
nere nisi res ipsa custodienda tra- sia posta sotto custodia, ha diritto di otte-
datur, ius habet obtinendi a iudice nerne il sequestro dal giudice.
eiusdem rei sequestrationem.
§ 2. Insimilibus rerum adiunctis § 2. In circostanze simili, si può ottene-
obtinere potest, ut iuris exercitium re che venga inibito a una persona l'eser-
alicui inhibeatur. cizio di un diritto .
CAN. 1497 - § 1. Ad crediti quo- § l. Il sequestro di una cosa è ammesso
que securitatem sequestratio rei anche per garantire un credito, purch é
admittitur, dummodo de credito- consti sufficientemente del diritto del cre-
ris iure satis constet. ditore .
§ 2. Sequestratio extendi potest § 2. Il sequestro può essere anche este so
etiam ad res debitoris quae quoli- a cose del debitore, che si trovin o a qua-
bet titolo apud alias personas repe- lunque titolo presso terzi, e ai credit i del
riantur, et ad debitoris eredita. debitore.
CAN. 1498 • Sequestratio rei et Il sequestro di una cosa e l'inibizione
inhibitioexercitii iurisdecerni nul- dell ' eserci zio di un diritto non possono in
latenus possunt, si damnum quod nessun modo essere disposti, se il danno
timetur possit aliter reparari et che si teme possa essere riparato diversa-
idonea cautio de eo reparando of- mente e venga prestata a tal fine una ido-
feratur. nea cauzione.
CAN. 1499· Iudex potest ei, cui Il giudi ce può imporre alla parte in fa-
sequestrationem rei vel inhibitio- vore della qu ale concede il seques tro
nem exercitii iuris concedi t, prae- dell a cosa o l'inibi zione dell 'esercizio di
viam imponere cautionem de da- un diritto, una cauzione previa sui danni
mnis, si ius suum non probaverit, da risarcire, qualora non dimostri il suo
resarcìendis, diritto.

(con piena certezza) constet» (can. 1673, § I), e più esigente degli "argomenti almeno
probabili", a cui si accenna nel can. 1496, § l (cfr. Communicationes, a. 1979, p. 73,
can. 108, § I).
1498-1499 (/674 *) Eventuali cauzioni. Il sequestro di una cosa o l' inibizione 5340
dell' esercizio di un diritto sono subordinati al danno che il richiedente teme per i propri
interessi. Se tale eventuale danno può essere riparato diversamente, e sia offerta una
idonea cauzione da parte dell'avversario, i detti provvedimenti non possono essere di-
sposti in alcun modo dal giudice.
La possibilità del danno riguarda anche la parte avversa, e la legge, con senso di
giustizia, deve proteggere anche i suoi interessi. Vi provvede il can. 1499, che, acco-
90 LIBRO VII - I processi

CAN. 1500 - Ad naturam et vim Per quanto concerne la natura e gli ef-
actionis possessoriae quod attinet, fetti dell' azione possessoria, si osservino
serventur praescripta iuris civilis le disposizioni del diritto civile del luogo
loci ubi sita est res de cuius posses- in cui è situata la cosa, il cui possesso è
sione agitur. oggetto di controversia.

gliendo una norma usuale della giurisprudenza, consente al giudice d'imporre una cau-
zione anche al beneficiario del sequestro della cosa o dell'inibizione dell'esercizio del
diritto, per il caso che egli non dimostri in giudizio il suo diritto.

5341 2) Le azioni possessorie


1500 (1693-1700*) Per la nozione di "azioni possessorie", v. n. 5322. A tali azioni
il Codice precedente dedicava otto canoni. Nel nuovo Codice ce n'è uno solo, col quale
si dispone che in tale materia, sia per quanto riguarda la natura delle dette azioni, sia
per quanto attiene ai loro effetti, si osservino le disposizioni del diritto civile del luogo
in cui è situata la cosa, il cui possesso è oggetto di controversia'.
In Italia, le azioni a difesa del possesso sono disciplinate dagli artI. I 168-1170 dci Codice
civile. Circa i relativi procedimenti, cfr. gli artI. 703-705 del Codice di procedura civile.

5342 IL GIUDIZIO CONTENZIOSO (cann. 1501-1670)


Schema
I. La struttura della seconda parte del libro 3. Le fasi del processo
"De processibus" 4. L'applicazione delle norme procedurali
2. Lo schema del giudizio contenzioso ordi- del giudizio contenzioso ordinario in altre
nario cause e processi

5343 1. La struttura
La seconda parte del VII libro del Codice è dedicata al giudizio contenzioso. Co-
stituisce la parte dinamica del processo, mentre la prima De iudiciis in genere ne è la
parte statica, contenente i presupposti processuali: giurisdizionali, strutturali, personali
e disciplinari (n. 5074).
Comprende 170 canoni, di fronte ai 219 del Codice precedente. È per altro da
notare che il Codice del 1917 unificava le due parti, quella dinamica e quella statica,
facendone una sola sezione, col titolo De iudiciis. Alcuni avrebbero preferito che nel
nuovo Codice si conservasse la medesima struttura.
La parte dinamica del processo contiene le norme procedurali del giudizio, consi-
derato nel suo intero svolgimento: dall'introduzione della causa all'esecuzione della
sentenza. È divisa in due sezioni: il giudizio contenzioso ordinario e il processo
contenzioso orale.
Il giudizio contenzioso è quello che ha come oggetto e fine la tutela o la rivendi-
cazione dei diritti delle persone fisiche e giuridiche o la dichiarazione di fatti giuridici
(can. 1400, § l, n. I). Fanno parte di esso anche i processi matrimoniali e le cause di
nullità della sacra ordinazione, ma sono considerati a sé come processi speciali in ragio-

I Per la discussione svoltasi in seno al Gruppo di Studio De processibus circa le azioni


possessorie, v. Communicationes, a. 1979, pp. 78-80.
Il giudizio contenzioso ordinario 91

ne della materia (parte III). Segue la normat iva circa i processi penali (parte IV) e i
procedimenti di carattere amministrativo (parte V).

2. Lo schema del giudizio conte nzioso ordina rio 5344


Il giud izio contenzioso ordinario comprende undici titoli, generalmente suddivi si in
capitoli. Due capitoli del IV titolo, il Il e il m, sono divisi ulteriormente in a rticoli .
Ne presentiamo il prospetto:
I. L' introduzione della causa: cann, 1501-15 12
2. La contestazione della lite: cann. 1513-15 16
3. L'i stanza della lite: cann. 1517- 1525
4. Le prove: cann. )526- 1586
5. Le cause incidentali: cann. 1587-1597
6 La pubblicazione degli atti, la conclusione in causa e la discussione della causa: cann.
1598-1606
7. Le pronunzie del giudice: cann . 1607-1618
8. L'imp ugnazione della sentenza : cann. 1619- 1640
9. La cosa giudicata e la "restitutio in integrum": cann. 164 1-1648
IO. Le spese giudiziarie e il gratuito patrocinio : can. 1649
I I. L' esecuzione della sentenza: cann . 1650- 1655

3. Le fasi del processo 5345


Come risulta dal detto schem a, il processo si sviluppa attra verso cinque distinte
fasi:
I ° La fase in troduttor ia, che comprende la present azione del "libello" e la con-
testazione della lite, nella quale sono fissati i termini della controversia.
2° La fase istruttoria, in cui le parti contendenti presentano le loro prove (docu-
menti, testimonianz e, perizie, ecc.) e risolvono le cause incidenta li che dovessero even -
tualmente sorgere. Tale fase si chiude con la "conclusio in causa".
3° La fase dibattimentale, dedic ata alla discussione , in cui le parti in causa pre-
sentano le loro difese e le loro repliche, a cui si aggiungono le osservazioni e le repliche
del difensore del vincolo e de l promotore di giustizia. qualora essi siano intervenuti nel
giudizio. Alla discussione fatta per iscritto , può associar si, se il giudice lo ritiene oppor-
tuno, un moder ato dibattimento ora le (can. 1604 . § 2).
4° La fase decisionale, nella quale il giudice emett e la se ntenza, che definisce la
causa.
5° Infine la fase esecut iva, in cui la sentenza viene effettivamente applicata a
favore della parte vincente. Di regola , si procede alla esecuzione dopo che, definit e le
eventuali impugn ative presentate contro la deci sione del giudice (querela di nullità c
appello), la sentenza sia passata in giudicato (can . 1650).

4. L'appli cazione in altre cause e processi 5346


Il processo contenz ioso ordi nario è il proces so tipico , al quale tutti gli altri, servatis
servandis, devono richi amarsi. Esso si applica:
- Nel processo contenzioso orale : can. 1670
- Nelle cause di nullità matrimoniale: cann. 1690- 169 1
- Nel processo per la dispensa "super rato": cnn. 1702
- Nelle cause per la dichiarazion e di nullità della sacra ordinazione: can. 17 10
- Nel processo penale: can. 1728, § I
- Nelle cause di separazione dei coniugi: can. 1693
- Nelle cause incidentali di maggiore gravità: can. 1590, §
- Nelle querele di nullità: can, 1627
92 LIBRO VII - I processi

PARTE II
IL GIUDIZIO CONTENZIOSO

SEZIONE I
Il giudizio contenzioso ordinario

Titolo I
L'introduzione della causa
CAPITOLO I
IL LIBELLO INTRODUTTIVO DELLA LITE

CAN.1501-Iudexnullamcausam Il giudice non può procedere all'esame


cognoscere potest, nisi petitio, ad di alcuna causa, se non sia stata presenta-
normam canonum, proposita sit ta, a norma dei canoni, la relativa doman-
ab eo cuius interest, veI a promo- da da parte della persona interessata o dci
tore iustitiae. promotore di giustizia.

5347 L'INTRODUZIONE DELLA CAUSA (cann. 1501-1512)


Schema
l. Il libello introduuivo della lite 2. La citazione delle parti e l'intimazione o
- Il principio normativo notifica degli atti giudiziari
- La richiesta scritta o orale - La citazione delle parti
- Il contenuto del "libello" - Notifica del decreto di citazione
- L'accettazione o il rigetto - Notifica degli atti giudiziari
- L'accettazione "ipso iure" - Conseguenze della mancata legittima notifica
- Effetti della citazione

5348 L'introduzione della causa si ha con la formale domanda presentata dall'attore in


tribunale, e la citazione delle parti deliberata dal giudice e notificata "ad normam iuris"
agl'interessati.

5349 1. II libello introduttivo della lite

I) Il principio normativa
1501 La formulazione del canone è nuova, ma il principio affermato in esso fa
parte della dottrina e della prassi canonica tradizionale. Nemo iudex sine actore, dice
un antico adagio giuridico. Ciò significa che il giudice non può procedere all'esame
di alcuna causa, contenziosa o penale, senza la previa presentazione della relativa
domanda:
- Da parte della persona interessata, nelle cause di carattere privato (can. 1452,
§ l);
- Del promotore di giustizia nelle cause d'interesse pubblico, come ad esempio
11 giudizio contenzioso ordinario 93

CAN. 1502· Qui aliquem conveni- Chi intende convenire una persona in
re vult, debet libellum competenti giudizio, deve presentare al giudice com-
iudici exhibere, in quo controver- petente un libello, con l'esposizione del-
siae obiectum proponatur, et mi- l'oggetto della controversia e la richiesta
nisterium iudicis expostuletur. del ministero del giudice stesso.
CAN. 1503 - § 1. Petitionem ora- § l. II giudice può ammettere una do-
lemiudexadrnittere potest, quoties manda orale, ogni volta che o l'attore sia
vel actor libellum exhibere impe- impedito di presentare il libello scritto, o
diatur vel causa sit facilis investi- la causa sia di facile esame e di minore
gationis et minoris momenti. importanza.
§ 2.In utroque tamen casu iudex § 2. Nell'uno e nell'altro caso, tuttavia,
notarium iubeat scriptis actum il giudice faccia redigere dal notaio l'atto
redigere qui actori legendus est et per iscritto, che dev'essere Ietto all'attore
ab eo probandus, quique locum e da lui approvato, e che sostituisce a tutti
tenet libelli ab actore scripti ad gli effetti giuridici il libello scritto dall'at-
omnes iuris effectus. tore.

nelle cause di nullità matrimoniale, ai sensi del can. 1674, n. 2, e nelle cause penali, ai
sensi del can. Inl;
- Dell'Ordinario da cui il chierico dipende o nella cui diocesi è stato ordinato,
nelle cause di nullità della sacra ordinazione (can. 1708). Cfr. n. 5280.
Una sentenza che venisse pronunziata al termine di un giudizio svoltosi senza la domanda
giudiziaria di cui al can. 1501, sarebbe viziata "ipso iure" di nullità insanabile (can. 1620, n. 4).
La norma continua ad aver efficacia anche nel corso del processo e soprattutto nella dcfini- 5350
zione della causa, poiché il giudice non può giudicare ultra petita né decidere su cose non richieste
a termine del libello e della contestazione della lite.
In sostanza, a parte quanto previsto nel can. 1452, il giudice non ha alcun "ius agendi" né
"excipiendi", L'iniziativa è delle parti.

2) La richiesta scritta o orale 5351


1502-1503 (1706-/707*) Per poter convenire una persona in giudizio , occorre
presentare una formale domanda al tribunale competente.
I suoi elementi essenziali sono due:
I ° L'esposizione dell' oggetto della controversia
2° La richiesta dell'intervento o ministero del giudice
Di regola la domanda è fatta in iscritto, mediante il cosiddetto libello, dal latino 5352
"Iibellus", piccolo scritto .
Il giudice può ammettere anche una domanda orale, ma soltanto in due casi:
- Se l'attore, per un qualsiasi impedimento (analfabetismo, mutilazione delle
mani, paralisi o altra infermità) sia nella impossibilità di compilare il " libello"
- Se la causa sia di facile trattazione e non abbia molta importanza
In questi casi, tuttavia, la domanda orale dovrà essere debitamente verbalizzata dal
notaio del tribunale. Il relativo atto, letto e approvato dal richiedente , sostituisce il
libello scritto a tutti gli effetti.
94 LI BRO VlI - I processi

CAN. 1504· LibeIIus, quo lis in- Il libello col quale s' introduce la lite:
troducitur, debet: 1° deve indicare il giudice dinanzi al
l ° exprimere coram quo iudice quale s' introduce la causa, che cosa si
causa introducatur, quid petatur chied e e la persona con tro la quale la do-
et a quo petatur; manda è rivolta;
2° indicare quo iure innitatur 2° deve precisare il diritt o su quale si
actor et generatim saltem qui bus fonda l' attore , esponendo almeno somm a-
factis et probationibus ad evin- riamente i fatti e le pro ve che servo no a
cenda ea quae asseruntur; dimostrare quanto afferm a;
3° subscribi ab actore vel eius 3° dev'essere sottoscritto dall'attore o
procuratore, appositis die, mense dal suo procur atore, con l' apposizione del
et anno, necnon loco in quo actor giorno, del mese e dell' anno , e l'ind ica-
vel eius procurator habitant, aut zione del luogo in cui l' attore o il suo
residere se dixerint actorum reci- procur atore abitano o dieon o di risiedere,
piendorum gratia; per ricevere gli atti;
4° indicare domicilium vel 4° deve indieare il domi cilio o il quasi-
quasidomicilium partisconventae. domicilio della parte convenuta.

5353 3) Il contenuto del libello


1504 (/708* ) Il libell o, che ha come scopo ed effe tto d ' introdurre la cau sa giudi-
ziaria, deve ris pondere ai requisiti prescritti dalla legge.
J° De ve anzitu tto indicare il giudice d a cui si richie de la difesa dei propri diritt i,
- l' oggett o dell a domand a (quid petatur), - la persona co ntro la quale la do man da
è dirett a (a qu o petatur).
2° Deve preci sare il fo ndamento o titolo giuridico dell a richi esta (ca usa petendi ),
es ponendo alme no so mma riame nte (generatim) i fatti e le ragion i dirette a co m pro-
varla.
3° Dev' essere sottoscritta dall ' attore o dal suo procu ratore, co n l'apposizione de l
giorno, del mese e dell ' ann o. Se firma il pro curatore, occ orre presentare nell a ca nce lleria
del tribun ale anche il mand ato procu ratorio autentico (can. 1384).
4° Deve indicare il luogo in cui l'attore o il suo procuratore abit ano o afferm ano
di risiede re, per poter ricevere gli atti giudiziari. Se si tratta di person e giur idiche, va
riport ata l'esatta ind icazione dell a loro sede legale.
5° Dev e similmente indicare il do micilio o il quasi -domicilio della parte con venuta,
che hanno una grande importanza in ordine alla deterrni azione della competenza del
giudice (can . 1408).
Il libell o prese ntato in tribun ale viene ricevuto e protocoll ato dal nota io, anc he ai
fini dell'orda cognitionis, di cui al ca n. 1458.

5354 4 ) L 'accetta zione o il rigetto


1505 (1709*) Spettano al giudi ce unico o al presidente del tribunale collegiale: non
quindi al Vicario giudiziale, tranne che sia lui a presiedere il tribunal e co llegiale di turno
(ca n. 1425, § 3). Da qu i la necessità di co stituire il tribunale collegiale prima dell ' esame
del libell o,
5355 Ess i devono anz itutto accertars i d i due fatti essenziali:
- Che la causa sia di loro co mpet enza, a norma di legge
II giudizio contenzioso ordinario 95

CAN. 1505· § 1. Iudex unicus vel § l . Il giudice unico o il presidente del


tribunalis collegialis praeses, posto tribunale collegiale, dopo essersi accertati
quam viderint et rem esse suae che la causa è di loro competenza e che
competentiae et actori legitimam all'attore non manca la legittima capacità
personam standi in iudicio non di stare in giudizio, devono al più presto
deesse, debent suo decreto quam ammettere o respingere il libello con un
primum Iibellum aut admittere proprio decreto.
aut reicere. § 2. Il libello può essere respinto sol-
§ 2.Libellus reici potest tantum: tanto:
1°si iudex veltribunal incompe- l ° se il giudice o il tribunale siano in-
tens sit; competenti;
2° si sine dubio constet actori 2° se risulti senza alcun dubbio che
legitimam deesse personamstandi manca all' attore la legittima capacità di
in iudicio; stare in giudizio;
3°si non servata sint praescripta 3° se non siano state osservate le dispo-
can. 1504, nn. 1-3; sizioni del can. 1504, nn. 1-3;
4° si certo pateat ex ipso libello 4° se dallo stesso libello si rilevi con
petitionem quolibet carere funda- certezza che la domanda è priva di qual-
mento, neque fieri posse, ut ali- siasi fondamento, senza alcuna possibilità
quod ex processu fundamentum che un qualche sostegno possa emergere
appareat. durante il processo.
§ 3. Si Iibellus reiectus fuerit ob § 3. Se il libello sia stato respinto a causa
vitiaquae emendari possunt, actor di difetti che è possibile emendare, l'atto-
novumlibellum rite confectum po- re può presentarne al medesimo giudice
test eidem iudici denuo exhibere. uno nuovo, debitamente compilato.
§ 4. Adversus libelli reiectionem § 4. Contro il rigetto del libello, la parte
integrum semper est parti intra ha sempre il diritto d'interporre ricorso mo-
tempus utile decem dierum recur- tivato entro il termine utile di dieci giorni,
sum rationibus suffuItum interpo- o al tribunale di appello o al collegio, se
nere vel ad tribunal appellationis il libello sia stato respinto dal presidente;
velad collegium, siIibellus reiectus la questione del rigetto dev'essere definita
fuerit a praeside; quaestio autem con la massima celerità.
reiectionis expeditissime definìen-
da est.

- Che l'attore possegga la legittima capacità di stare in giudizio: personam standi


in iudicio',
Solo dopo l'accertamento di questi due presupposti pregiudizi ali, si potrà procedere
all'ammissione o al rigetto del libello, mediante decreto, debitamente motivato (can.
1617), da emettere al più presto (quam primum), e, naturalmente , praehabito voto
defensoris vinculi, nei processi in cui è richiesta la sua presenza.
L'eventuale decreto di rigetto, come s'è già accennato, dev'essere regolarmente motivato: 5356

I Communicationes, a. 1979, p. 84, can. 141, § l: «De sententia alicuius organi consultationis,

iudex videre deberet legitimarn personam standi in iudicio non deesse non solurn actori sed etiam
parti conventae. Consultores respondent ad finem adrnittendi vel reiciendi libel1um, quod est ratio
huius canonis, nihil referre utrum pars conventa habeat vel non capacitatem standi per se in
iudicio»,
96 LIBRO VII • I processi

CAN. 1506 • Si iudex intra men- Qualora il giudice, entro un mese dalla
sem ab exhibito libello decretum presentazione del libello, non abbia emes-
non ediderit, quo libellumadrnittit so il decreto di ammissione o di rigetto
vel reicit ad normam can, 1505, del medesimo a nonn a del can. 1505, la
pars, cuius interest, insta re potest parte interessata puo sollecitare il giudice
ut iudex suo munere fungatur; perché adempia il suo compito; se, ciò
quod si nihilominus iudex sileat, nonostante, questi continui a tacere, tra-
inutiliter lapsis decem diebus a scorsi inutilmente dieci giorni dalla pre-
facta instantia, Iibellus pro ad- sentazione dell'istanza, il libello si consi-
misso habeatur. deri ammesso.

"adiectis reiectionis causis" (can. 1709, § l. Codice 1917). Cfr. de l resto il can. 16 17. il quale
prescrive in genere che tutti i decreti. che non siano puramente ordinarori, ossia di carattere
meramente processuale, non hanno valore se non sono motivati almeno sommariamente oppure
rimandino a motivazio ni contenute in altro decreto. Il decreto di rigetto ha poi una importanza
particolare: è un decreto con valore di sentenza definitiva, poiché, ai sensi del can. 1618, impedisce
l'introduzione del giudizio.
Se poi il libello viene ammesso, non è necessario che nel relativo decreto siano indicati i
motivi dell'am missione. Essi sono impliciti, poiché il fatto stesso dell 'ammissione riconosce che il
libello risponde ai requisiti di legge.
5357 Il § 2 precisa tassativamente i casi in cui il libello può e deve essere respinto:
IO Per la mancanza di presupposti processuali:
- Se il giudice unico o il presidente del tribunale collegiale riconoscano la propria
incompete nza;
- Se risulti senza alcun dubbio che manca all'attore la legittima ca pacità di stare
in giudizio .
20 Per difetti circa il contenuto e La f orma: - Ossia se, nella compilazione del
libello, non siano state osserv ate le prescrizo ni del can. 1504, nn. 1-3 (indicazio ne del
giudice "corarn quo", dell ' oggetto della domanda, del suo titolo giuridico; sottoscrizio-
ne, ecc.).
3° Per una ragione essenziale di merito:
- Ossia se dallo stesso libello risulti con certezza (certo) che la domanda dell'at-
tore manca di qualsiasi fondamento, né si prospetti alcuna possibilità che qualche fon-
damento possa emergere in seguito, nel corso del processo.
5358 Il § 3 considera il caso di un libello respinto per motivi di carattere formale più che
sostanziale. Se i difetti rilevati sono emendabili, l'attore può presentare al medesimo
giudice un nuo vo libello , debitamente riveduto, ehe sarà di nuovo esaminato e accettato
o respinto con un secondo decreto, motivato anch'esso.
l! libello dev' essere rigettato anche nel caso che l' attore risulti privo della capaci tà
di stare in giudizio (can. 1505, § 2, n. 2). Ma il difetto è "emendabile" : la domanda potrà
essere ripresentata dal tutore o curatore legittimamente costituito.
5359 Contro il rigetto del libello, l'attore ha il diritto d'interporre ricorso (motivato)
entro il termine utile di dieci giorni:
- Al tribunale di appello, se la domanda sia stata respinta dal giudice unico:
ovvia mente il ricorso va presentato al giudice a qua (cfr. can. 1360, § I)
- Al tribunale collegiale, se il libello sia stato respinto dal suo presidente
La questione del ricorso contro il decreto di rigetto dev' essere definita dal tribunale
Il gilldiljO con tenzioso nnfinario 97

CAPITOLO II
LA CITAZIONE E L'INTIMAZIONE DEGLI ATTI GIUDIZIARI

CAN. 1507 - § 1. In decreto, quo § l . Nel decreto di ammissione del li-


actoris Iibellus admittitur, debet bello dell ' attore, il giudice o il presiden-
iudex vel praeses ceteras partes in te de ve chiamare in giudizio ossia cit are
iudicium vocare seu citare ad Iitem le altre parti per la contestazione della
contestandam, statuens utrum eae lite , stabilendo se debbano rispond ere
scripto respondere debeant an co- per iscritto o presentarsi dinanzi a lui
ram ipso se sister e ad dubia con- per la co ncordanza dei dubbi . Se dalle
cordanda. Quod si ex scriptis re- risposte scritte rilevi la necessità di con-
sponsionibus perspiciat necessita- vocare le parti , può sta bilirlo co n un
tem partes convocandi , id potest nuovo decreto .
novo decreto statuere.
§ 2.Si libellus pro admisso ha be- § 2. Se il libello si considera ammesso
tur ad normam can. 1506, decre- a norma del can. 1506, il decreto di cita-
tum citationis in iudicium fieri zione in giudizio deve venire emesso en-
debet intra viginti dies a facta tro venti giorni da quan do fu fatta l'i stan-
instantia, de qu a in eo canone. za di cui nel predetto ca none.
§ 3. Quod si partes litigantes de § 3. Se le parti contendenti di fatto si
facto coram iudice se sista nt ad presentino dava nti al giudice per la tratta-
causam agendam, opus non est zione della causa, la citazione non è ne-
citatione, sed actuarius significet cessa ria, ma l' attuario metta agli atti l'av-
in actis partes iudicio adfuisse. venuta loro comparizione in giudizio.

collegiale con la massima celerità (exped itissime), né per questo sono da ascoltare la
parte ricorrente, il promotore di giustizia e il difensore del vincolo, com'era pur richiesto
nello Schema (Communicationes, a. 1979, p. 85, can. 141 , § 4). La decision e del tribu-
nale collegiale non ammette ricorsi né appelli, a termine del can. 1629, n. 5.
Può accadere che il pre sidente del tribu nale collegi ale chieda che l' esame del 5360
libello, per la sua complessità o per altri motivi, venga fatto fin da ll' inizio collegial -
mente. II diritto non glielo vieta . In questa ipotesi, se il decre to di rigetto viene
emesso dall'intero co llegio , può l' attore ricorrere al tribu nale di appe llo? Riteniamo
di sì, poiché questa fu la " mens" del legis latore . Fu proposto infatti che, tratta ndo si
di trib unale co lleg iale, l' esam e avve nisse se mpre co llegi almente "a d vita ndos
recursus". Ma i consultori del Gruppo di Studio De proce ssibu s furono di parere
contrario: «Consultoribus propositio non pIacet, quia etiamsi libellus recusetur a
collegio, non potest negari recursus adve rsus reiectionern» (Communicationes, a.
1979, p. 84, can . 141, § I). È anc he da tener prese nte l' Istruzione Provida Mater
Ecclesia, 15 agos to 1936, art. 66, § I, per il quale il libello di una ca usa di nulli tà
matrimoniale era ammesso o respinto direttamente dal tribunale collegia le (art. 61),
e il ricorso era previsto "ad superius tribunal ".

5) L 'ammissione "ipso iure '' 5361


1506 (/7 /0 *) È una norma diretta ad evitare ritardi e negligenze da parte del
tribunale, a cui spetta esami nare il libello deII'attore. Qualora il tribunale, entro un mese
dalla presentazione del libello, non abbia emesso il decreto di ammissione o di rigetto
98 LIBRO VII ~ I processi

a norma del can. 1505, la parte interessata, cioè l'attore, può sollecitarlo, e se nonostante
il sollecito, il tribunale continui a tacere, trascorsi inutilmente dieci giorni dal sollecito,
il libello s'intende ammesso "ipso iurc'",
A termine del can. 1710 del Codice precedente, contro il silenzio dci giudice, la parte inte-
rcssata, trascorsi cinque giorni dal sollecito, poteva solo ricorrere all'Ordinario del luogo e, nel caso
che questi fosse il giudice, al tribunale superiore «ut vel iudex ad definiendam causam adigatur ve!
alius in eius locum subrogetur».

5362 2. La citazione delle parti e l'intimazione degli atti giudiziari

l) La citazione delle parti


1507 (17 JJ *) All'ammissione del libello segue da parte del giudice unico o del
presidente del tribunale collegiale la citazione delle parti, per la contestazione della lite.
La citazione (vocatio in ius) concerne in particolare il convenuto o i convenuti, che
hanno il diritto di conoscere le pretese dell'attore, per potersi difendere opportunamente.
Essa viene inserita nel decreto stesso di ammissione del libello presentato dall'attore, e
il convenuto o i convenuti dovranno, secondo quel che avrà prescritto il giudice:
- O dare una risposta scritta
- O presentarsi in tribunale per la concordanza dei dubbi
Qualora le risposte scritte non risultino sufficienti e si renda necessaria la presenza
delle parti il giudice dovrà deliberarne la convocazione con un nuovo decreto (§ l). Nel
caso che l'ammissione del libello sia avvenuta ipso iure, a termine del can. 1506, il
decreto di citazione dev'essere emesso entro 20 giorni dalla data del sollecito fatto
dall'attore dopo il mese d'inutile aspettativa, e quindi entro IO giorni dall'accettazione
determinatasi ipso iure (§ 2).
Se poi le parti contendenti si presentino da sé dinanzi al giudice per la trattazione
della causa, la citazione non è necessaria, poiché lo scopo della citazione è raggiunto. È
compito per altro del notaio mettere agli atti l'avvenuta comparizione in giudizio (§ 3).
La citazione delle parti è, nel processo canonico, un atto giurisdizionale del giudice.
Nel processo civile, invece, è un atto proprio dell'attore, che chiama in giudizio il
convenuto presso il tribunale competente: la relativa notificazione viene fatta alla con-
troparte dall'ufficiale giudiziario (cfr. art. 163 del Codice di Procedura Civile Italiano).

5363 2) Notifica del decreto di citazione


1508 (1712 1713 e 1715*) Il decreto di citazione emesso dal giudice dev'essere
notificato immediatamente (statim) alla parte convenuta e a tutti gli altri che devono
comparire in tribunale: l'attore e, se la loro presenza è necessaria a termini dei cann.
1430-1432, anche il promotore di giustizia e il difensore del vincolo (§ I).

, La norma può sembrare severa. ma a parere della Commissione per la revisione del Codice,
"ex una parte ius fideles protegit et ex alia tendit ad cursum iustitiae celeriorem reddendum"
tRelatio 1981, p. 317, can. 1458; cfr. anche Communicationes, a 1979, pp. 87~88, can. 142).
Dall'accettazione automatica (ipso iure) del libello possono derivare molti inconvenienti, sì da
creare delle situazioni di grave imbarazzo. È possibile, infatti, che il libello sia del tutto infondato,
che l'attore non possegga la legittima capacità di stare in giudizio, che il giudice stesso sia privo
della necessaria competenza, ecc. Che cosa bisognerà fare allora? Ritengo che nei detti casi-limite
l'ammissione "ipso iure" non si regga, e che "andito vinculi defensore" il giudice possa annullarla
con un suo decreto prima della citazione o almeno prima della contestazione della lite. In ogni caso,
egli è tenuto a risarcire gli eventuali danni causati dalla sua negligenza (can. 128).
Il giudizio contenzioso ordinario 99

CAN. 1508 • § 1. Decretum cita- § I. Il decreto di citazione in giudizio


tionis in iudicium debet statim dev'essere notificato immediatamente alla
parti conventae notificari, etsimul parte convenuta; nello stesso temp o de-
ceteris, qui comparere debent, v'essere notifica to a tutti gli altri che han-
notum fieri . no l' obbli go di comparire.
§ 2. Citationi libellus Iitis intro- § 2. Alla citazio ne si aggi unga il libello
ductorius adiungatur, nisi iud ex introduttivo della lite, tranne che il giudi-
propter graves causas censeat li- ce, per cause gravi, ritenga che la parte
bellum significa ndum non esse non debb a conoscerne il contenuto se non
parti, antequam hae c deposuerit dopo la sua deposiz ione giudiz iale.
in iudicio.
§ 3. Si Iis moveatur adversus § 3. Se la lite venga intcntata contro chi
eum qui non habetliberum exerci- non ha il libero ese rcizio dei suoi diritti o
tium suorum iurium, vel libera m la libera amministraz ione delle cose og-
administrationem rerum de qui- getto della verte nza, la citazio ne dev' esse-
bus disceptatur, citatiodenuntìan- re notifi cata, secondo i casi, al tutore , al
da est, prout casus fcrat, tutori, curatore, al procuratore speciale, oppure a
curatori, procuratori specia li, seu chi è tenuto a norm a del diritto ad assu-
ci qui ipsius nomine iudicium su- mere il giudizio in suo nome.
sciperc tenetur ad normam ìuris,

Alla citazione del convenuto deve unirsi il libello presentato dall' attore, tranne che 5364
in casi particolari, per motivi gravi (propter graves causas), si ritenga necessario che egli
non ne debba conoscere il contenuto se non dopo che avrà reso la sua deposizione
giudiziaria a termini dei cann. 1530-1538 (§ 2). Cfr. Communicationes, a. 1984, pp. 62-
63, can. 1460, § Il.

, Da una im portante Deci sione de lla Segnat ura Apostolica, in data 6 ap rile 197 1. La Decisio-
ne riguarda una cau sa matr imon iale, ma vale per qua lsiasi gi udizio:
- Libell us, quo ca usa matrimon ialis introd ucitur, praeter alia, haec tria exp rimere debet: I)
petitum , id est, ut iudex matrimonii nullitat em deelaret; 2) causam petendi, id est ca put nullit ati s,
quod potes t esse impcdimen tum diri mens non dispe nsatum , vitium ex. parte co nsc nsus vel defe ctus
ex parte form ae : 3) p robationes , generatirn saltern expositas ...
- Porro, duo priora e lcrnenta, id est pet itum et causa pcte ndi, sunt essentinlia, et debe nt
notificari eti arn part i con ventae simul curn scheda c itatori a, ut iam a li mine iudicii aeq ualitas inter
partes se rvetur et ut pars co nventa con tradic torium instituere possi t. Tertiu rn vero e lementum, id
est probationes generati rn ex posi tae. exigitur solumrnodo ut Co llegi um iudiciu m ferre possit su per
ad rnissione ve l reieetione libelli, pro ut libellu s bono iure fulcitus vel q uov is fundame nto man ifesto
destitutus appare t.,
- Perp eram patronus partis con venta e as serit quod , si non noti ficantur libellu s et alia acta
per citationern ve! saltem in sede litis contestationìs, funditus de leret ur co ntradietor ium et ius
defe nsionis, q uae, ipsa lege natu rali dietante , sunt ad substantia m proccssus, Ete nim, ut supra
dictu m est, rario nes generati m in libello e xposi tae requi runtur ut Coll egi um iud icium possit
Iibelìum adrn ittere vel reicere; aliae autem probati ones per instru menta seu docu men ta ve! pe r
praesumptiones exiguntur, ut in tuto ponan tur,
- Ce rer um , ut pars eon venta po ssit eontradic to rium exereere se u pe tit ioni ac to ris e t
processa i sese oppo nere , sufficit ut cognosca t pe titum et ca usam petendi seu cap ut aut capita
nulli tatis mat rimon ii, q uae ab actore indicantur. lus autem defe nsion is, quod proc ul d ubio suppo nit
cognitionem omnium pro bationum ex parte actoris, non potest exerceri in sede litis con testatione ,
quia libellus non probat, sed probandu s est, probatio a utem loeum habet in peli odo instr ucto riae,
quae incipit post litis con testa tionern...
100 LIBRO VlJ· I proces si

CAN, 1509 - § 1. Citationum, dc- § 1. La notificazione delle citazioni, dei


crctorum, scntentiaru m aliorum- decreti, delle sentenze e di altri atti giudi-
que iudicialium actorum notifica- ziari, dev'e sser fatta per mezzo dei pub-
tio facienda est per publicos tabel- blici servizi postali, o in altro modo del
larios vel alio modo qui tutissimus tutto sicuro, osservando le norme stabilite
sit, servatis normis lege particulari con legge particolare.
statutis, § 2. Dell' avvenuta notificazione e del
§ 2. De facto notificationis et de modo in cui essa è stata fatta, deve risul-
eius modo constare debet in actis. tare agli atti.

Nel caso che il conve nuto manchi della capacità di stare in giudizio personalmente,
la citazione va notificata, secondo i casi, al tutore, al curatore, al procuratore speciale
e, trattandosi di persone giuridiche, al rapprese ntante legale (§ 3)4.

- Decisio . In Congressu diei 6 aprilis 197 1. prop osito dubi o: «An ius habeat pars co nvc nta ,
per proc uratorem legiti me in iudicio iarn constitutum, cognoscendi libellum partis ac tricis ante litis
contestationem», Supremus Tribunal Sig naturae Apostolicac respondendum censuit : «Nega tive, id
est, purs conve nta non hab et ius cog nosce ndi lib ellum partis ac trici s nec quan do acci pit
citutionem. nec in ipsa sede litis contestationis» (X. OCHOA, Leges Ecclesi ae , IV. n. 3963 . coli.
5988 ·5989).
Alla luce dell 'attuale canon e 1508. § 2, che fa obbligo al giud ice di a llegare alla citazione del
convenuto "nisi .,.". il diritto che seco ndo la Decisione del Supremo Tribu nale de lla Seg natura no n
spetta a lla parte co nve nuta. è da intendersi come diritto asso luto, valid o ossia inde rogabil e in ogni
caso. Un diritto spetta. ma è solo relativo. poic hé esso cede in parti colari circo stanze in cui motivi
di prude nza. a parere del giudice, esigano altro .
4 La scheda di cita zione. Rich iam iamo i cann. 17 15- I716 del Cod ice di Diritto Ca nonico de l

1917.
- Can. 1715, § l : «Si notifich i la citazione per mezzo di una scheda, che co ntenga l'ordine
di comparizione dalo dal giudice al convenuto. ind icando cioè da q uale giudice , per quale ca usa
espressa almeno in forma ge nera le. e da quale attore. il medesi mo. desig nato co nve niente mente co l
suo nome c cognome. sia chiamato in giudizio, e precisando nell o stesso tem po co n cura il luogo
e il tempo . ossia l'anno . il mese e il giorn o dell a co mparizio ne stab ilita ».
- Can. 1715, .~ 2: «La cita zione. timbrata col sig illo del tribun ale. dev'essere sottoscritta dal
giudice o dal suo uditore e dal notaio».
- Can. 1716 : «La citazio ne si faccia in duplice scheda. di cui una sia rimessa al con venuto ,
e l' altra si con servi agli atti" .
L'a n . 163 del Codice di Proced ura C ivile Italiano: «L' atto di citazio ne deve co ntenere :
I ) l' indicazione dcI trib unale dava nti al quale la domanda è proposta:
2) il nome, il cog no me e la residenza o il dom icilio del con venuto e delle persone che
rispettivam ente li rapprese ntano o li assistono. Se attore o co nve nuto è una persona giuridica.
un'associazio ne non ricon osciut a o un comi tato, la citazio ne deve conte nere la de no minazio ne dell a
ditta. con l' indicazione dell' organ o o ufficio che ne ha la rapprese ntanza in gi udizio :
3) la dete rmin azione dell a cosa ogg etto della dom anda;
4) l'e sposizione dei fatti e deg li eleme nti di diritto costituenti le ragioni della dom anda. co n
le relative concl usioni;
5) l'indicazione specifica dei mezzi di prova dei quali l'attore intend e valersi c in particolare
dei doc ume nti che offre in comuni cazione:
6) il nome e il cognome del procuratore e " indicazione della procu ra. qualora questa sia stata
già, rilasciata;
7) l'i ndica zione del giorno dell'udienz a di co mparizione; l'invito al co nvenuto di cos tituirsi
nel termine e nelle forme stabilite dall ' art . 166, e di comparire. nell'udien za indicata. dinanzi al
giudice istruttore che sarà desi gn ato ai sensi dell ' art. 168-bis.
L'atto di citazione, sottosc ritto a non na dell ' art . 125. è conseg nato dalla parte o da l procura-
tore all' ufficiale giudiziario, il quale lo notifica a norma degli artico li 137 e seg uenti ».
Il giudizio comcnvìoso onìinario 101

CAN. 1510 - Conventus, qui cita- II convenuto che si rifiuti di ricevere la


toriam schedam recipere recuset, scheda di citazione, oppure impedisca
vel qui impedit quominus citatio che la citazione pervenga nelle sue mani ,
ad se perveniat, legitime citatus sia considerato come legittimamente ci-
habeatur. tato .
CAN. 151 I - Si citatio non fuerit Qualora la citazione non sia stata legit-
legitime notificata, nulla sunt acta timamente notificata, gli alti dcI processo
processus, salvo praescripto can. sono nulli, salvo il disposto del can. 1507,
1507, § 3. § 3.

3) La notifica degli atti giudiziari 5365


1509-1510 (17/8-/722 *) La notifica della citazione, dei decreti , delle sentenze e di
altri atti giudiziari, va fatta di regola per mezzo di pubblici servizi postali (occorre la
raccomandata con ricevuta di ritorno, non basta la raccomandata semplice), sempre che
diano il necessario affidamento. Può essere effettuata anche in altro modo, purché il
mezzo sia assolutamente sicuro (tutissimus). La determinazione concreta è lasciata al
diritto particolare e, in mancanza di norme, allo stesso giudice. Si potrà quindi ricorrere
ali' opera del cursore, nei tribunali in cui egli esista ancora .
Il canone non considera il caso di una persona da citare, di cui non sia possibile identificare 5366
il luogo di residenza . Il Codice precedente prescriveva in tale ipotesi d'irreperibilità la citazione del
convenuto "per edictum" (can. 1720*), ma, per la sperimentata inefficacia di un tale mezzo, il
nuovo Codice non vi fa più alcun accenno . Non è più dunque obbligatorio, ma non è neppure
escluso. Toccherà al diritto particolare o al giudice provvedere in merito (Commun lcationes. a.
1984, p. 63, can. 1461, e can . 1462).
La notificazione di un atto giudiziario riveste processualmente una grand e impor- 5367
tanza, e il suo difetto può determinare conseguenze molto gravi (cfr. can. 1511). Il § 2
del can. 1509 prescrive che dell 'avvenuta notificazione e del modo in cui essa è av ve-
nuta deve con stare agli atti.
Il convenuto che si rifiuta di ricevere la scheda di citazione oppure impedisce che essa
pervenga nelle sue mani, è considerato citato legittimamente a tutti gli effetti (can. 1510).

4) Conseguenze della mancata legittima notificazione 5368


1511 (/723 e /894, § / *) Salva la disposizione del can. 1507, § 3, per il quale, se
le parti si presentino spontaneamente al giudice per la trattazione della causa , la loro
citazione non è più necessaria, la citazione che non sia stata notificata legittimamente,
a norma di diritto, e z fortiori se la notifica sia mancata del tutto, produce la nullità degli
"acta processus" (non degli "acta causae" (v.n. 5269) , e, di conseguenza, la nullità della
sentenza, qualora, per effetto della detta inosservanza. si siano determinate le seguenti
sostanziali irregolarità:
- Che il giudizio sia stato istituito contro una parte non convenuta (can. 1620, n. 4);
- Che la parte convenuta sia rimasta senza difesa (can. 1620, n. 7).

5) Effetti della citazione 5369


1512 (1725 e /854*) Con la legittima notifica della citazione o con la comparizio-
ne spontanea delle parti a norma del can. 1507, § 3, s'instaura fra l'attore e il conv enuto
e fra le parti e il giudice il rapporto giuridico processuale, da cui derivano i seguenti
effetti:
102 LIBRO VII - I pncc:..\j

CAN. 1512· Cum citatio legitime Quando la cit azion e si a stata legitti -
notificata fuerit aut partes coram mamente notificata o le parti si siano pre-
iudice steterint ad causam agen- sentate dinanzi al giudice per la trattazi o-
dam: ne dell a causa:
1° res desinit esse integra; l ° la cosa cessa di essere integra;
2° causa fit propria iIIius iudicis 2° la causa diventa propria di quel giu-
aut tribunalis ceteroquin cornpe- dice o di quel tribunale, sempre che sia
tenti s, coram quo actio instituta compe tente. davanti al qual e l'azione è
est; stata introdotta;
3°in iudice delegato firma reddi- 3° si consolid a la pote stà del giud ice
tur iurisdictio, ita ut non expiret delegato, in modo che non cess a col venir
resoluto iure delegantis; meno del diritto dcI delegante;
4° interrumpitur praescriptio, 4° s'interrompe la prescri zione , salvo
nisi aliud cautum sit; dispo sizione contraria;
5° lis pendere incipit; et ideo 5° la lite comincia ad essere pend ente,
statim locum habet principium per cui si applica immedi atamente il prin-
«lite pendente, nihil innovetur». cipio: «lite pendente, nihil innovetur» ,

I ° La "res" - bene o diritto - cessa di essere integra, ossia non è più "pacifica" ,
ma diventa "litigiosa", oggetto di contestazione giudiziaria. La sua sorte dipenderà
dall'esito del giudizio.
2° Si determi na la cosiddetta perpetu atio iurisdi ctioni s (stabilità della giurisdizio-
ne), per cui, supposto illegittimo titolo di competenza a norma dci cann. 1408-141 4, I<J
causa spetta ormai di diritto al giud ice che, con la citazione, ha iniziato a trattarla.
Conseguentem ente , "ratione praeventionis", restano esclusi tutti gli altri giudici ugual-
mente competenti (can. 1415).
3° Si conv alida la potestà del giudice delegato, sì che su di essa non ha né può
avere alcuna incidenza l'eventuale cessa zione del diritto del delegante .
4° S'interrompe la prescrizione sia acquisitiva che estintiva, salvo disposizio ne
contraria per diritto ecclesiastico o per diritto civile (il diritto civile era richiamato
espressamente nel can. 1725, n. 4, del Codice 1917). Non s'interrompe tuttavia la buona
fede: la sua cessazione avv iene dopo la contestazione della lite (can. 1515; cfr. Comlllu-
nicatlones, a. 1979, p. 91, can. 153).
5° Ha inizio la lùisp endenza. che vieta qualsi asi mutazi one della "res" oggetto di
litigio, da cui gl' interessi della parte potrebbero rimanere danneggiati: lite pendente.
nihil innovetur.
5370 Nel Codice precedente. la viol azione della liti spendenza era co nsiderata allenta to (can .
1854*), co n le conseguenze disposte nei cann. 185 5-1857 *. Tali canoni «rogantibus plur ibus
Organi s co nsultationis suppress i sunt , iuxta criterium si mplifica tionis . Attent ata de ccrcro
nihil aliud sun t nisi casus peculiares ca usae incidenti s» (Communicationes , a. 1984 , p. 67 ,
can . 1549).

5371 LA CONTESTAZIONE DELLA LITE (cann. 1513-1516 )


Schema
I. Conce tto e modalità 3. Effetti sostanziali e processuali
2. L'e ventu ale modifica dei termini fissati giudizialmente 4. Norme ulteriori
Il gi udizio conten zioso ord inario 103

Titolo II
La contestazione della lite

CAN. 1513 - § 1. Contestatio Iitis § l . Si ha la contestazione della lite,


habetur cum per iudicis decretum quando, con decreto del giudice, si defi-
controversiae termini, ex partium niscono i termini della controversia,
petitionibus et responsionibus de- desunti dalle domande e dalle risposte
sumpti, definiuntur. delle parti.
§ 2. Partium petitiones respon- § 2. Le domande e le risposte delle parti,
sionesque, praeterquam in libello oltre che nel libello introduttivo della lite,
litis introductorio, possunt ve) in possono venire espres se o nella risposta
responsione ad citationem exprimi alla citazion e o in dichiarazioni fatte oral-
vel in declarationibus ore coram mente dinan zi al giudice; nelle cause più
iudice factis; in causis autem dif- difficili le parti devono essere convocale
ficilioribus partes convocandae dal giudice per concordare il dubbio o i
sunt a iudice ad dubium ve) dubia dubbi, a cui si dovrà rispondere nella sen-
concordanda, quibus in sententia tenza.
respondendum sit.
§ 3. Decretum iudicis partibus § 3. Il decreto del giudice dev'essere
notificandum est; quae nisi iam notificato alle parti ; se queste non siano
consenserint, possunt intra decem già state consenzienti, possono ricorrere
dies ad ipsum iudicem recurrerc, entro dieci giorni allo stesso giudice, per-
ut mutetur; quaestio autem expe- ché venga modificato; la questione dev 'es-
ditissime ipsius iudicis decreto di- sere definita con decreto dello stesso giu-
rimenda est. dice con la massima celerità.

1. Concetto e modalità 5372


1513 (/ 726; 1729, §§ 1-3 *) La contestazione della lite è un atto essenziale del
processo sia contenzioso che penale, si tratti di azione principale o incidentale (cfr. cann.
1590, § I, e 1661, § I), poiché è in base ai termini in essa definiti che s' Istruisce la causa
e si emette la sentenza.
La contestazione della Iitc - detta un tempo "lapis angularis et fundamentum
iudicii" - è derivata all' ordinamento canonico dal diritto giustinianeo. Con essa si fissa
giudizialmente "oggetto della controversia, ossia le richieste dell'attore e le opposizio-
ni del convenuto. Attesa la loro importanza, i termini della vertenza sono stabiliti dal
giudice mediante decreto. ma sono desunti:
- Dalle domande formulate dall' attore nel libello introduttivo della lite (can.
1502)
- Dalle risposte scritte presentate dalle parti, su richiesta del giudice, a norma del
can. 1507. § I
- Dalle eventuali dichiarazioni orali, fatte dalle medesime parti ai sensi dei §§ 1-
2 del deuo can. 1507
La presenza formale delle parti non è pertanto sempre necessaria. L'obbli go 5373
s'I mpone quando le risposte scritte non risultino sufficienti (can. 1507. § I). e nelle
cause più difficili (in causis difficilioribus), le quali richiedono ulteriori chiarimenti.
104 LIBRO VII- I processi

CAN. 1514· Controversiae termi- I termini della controversia, una volta


ni semel statuti mutari valide ne- stabiliti, non possono essere validamente
queunt, nisi novodecreto, exgravi mutati se non mediante un nuovo decreto,
causa, ad instantiam partis et au- emesso per grave motivo, ad istanza di
ditis reliquis partibus earumque parte e dopo aver sentito le altre parti e
rationibus perpensis. averne vagliate le ragioni.

In tal modo il nuovo Codice da una parte ha conservato un istituto necessario "ad
determinationem terminorum controversiae", dall'altra ha reso più agile e più sempli-
ce lo sviluppo del processo (Communicationes, a. 1979, pp. 92-93, tit . II).
5374 Il decreto del giudice dev'essere debitamente notificato alle partii, le quali, se
non sono consenzienti, possono ricorrere entro dieci giorni utili allo stesso giudice,
chiedendone la modifica. La questione va definita dal giudice con decreto e con la
massima celerità: expeditissime. Contro di esso non è ammesso ricorso, a termine del
can. 1629, n. 5.

5375 2. L'eventuale modifica dei termini


1514 (/729, § 4: 1731, n. 1*) I termini della controversia, fissati giudizialmente
mediante decreto, non possono per sé essere modificati. Per una eventuale modifica, si
richiede "ad validitatem":
I ° Un motivo grave.
2° La richiesta di parte: dell'attore, del convenuto ed eventualmente del difensore
del vincolo o del promotore di giustizia, a termine del can. 1434, n. 2 (cfr. can. 1729,
§ 4, Codice 1917)2.
3° L'ascolto di tutte le parti interessate. È sufficiente l'ascolto dello stesso conve-
nuto: non è più richiesto il suo consenso, com'era prescritto nel can. 1731, n. I, del
Codice precedente (reo consentiente).
4° Un nuovo formale decreto emesso dal giudice, a cui spetta vagliare attentamente
i motivi addotti dal richiedente, i pareri e le ragioni fornite dalle altre parti, c tutti gli
elementi di cui dispone.

l Tale notifica è necessaria «ut partibus iuridice constet de obiecto iudicii, quod in libello non

scmper clare et exactis verbis et terminis iuridice praesentatur» (Communicationes, a. 1984, p. 64,
can. 1465, § 3).
, Si esclude, con tale disposizione, che il giudice possa modificare i termini di sua iniziativa,
ex officio? A nostro parere, occorre distinguere tra casi d'interesse pubblico e privato.
Nella prima ipotesi, relativa ad esempio alle cause matrimoniali, è da ritenere che, in appli-
cazione del can. 1452, § I, il giudice possa agire ex officio, informandone le parti (compresi il
difensore del vincolo e il promotore di giustizia, presenti in giudizio), a cui resta il diritto di
opporsi, ricorrendo ai sensi del can. 1513, § 3. Nelle Norme particolari, emanate per i Tribunali
degli Stati Uniti d'America in data 28 aprile 1970, è disposto espressamente: «Entro un mese
dell'accettazione del libello, il giudice, consultati i patroni delle parti e il difensore del vincolo,
determinerà il capo o i capi di nullità da esibire e i testimoni da escutere. Nel corso del processo,
egli potrà aggiungere un altro o altri capi di nullità» (Documenta recentiora circa rem
matrimonialem, a cura di I. Gordon e di Z. Grocholewski, Pont. Università Gregoriana, Roma 1977,
p. 249, art. 11). La detta norma è stata applicata anche presso altri tribunali.
Trattandosi, invece, di cause di esclusivo interesse privato, le facoltà del giudice sono eviden-
temente più limitate, ma questo non impedisce che, anche in questo caso, egli possa agire ex officio
per gravi e giustificati motivi: per esempio, "quoties id necessarium censeat ad vitandam graviter
iniustam sententiam» (can. 1452, § 2),
Il giudi1ìo contenzioso ordinari" 105

CAN. 1515- Lite contestata, pos- Contestata la lite, il possessore di una


sessorrei alienae desinitesse bonae cosa altrui cessa di essere in buona fede,
fidei;ideoque, si damnatur ut rem per cui, se viene condannato a restituire la
restituat, fructus quoque a conte- cosa, deve anche restituire i frutti a decor-
stationis die reddere debet et rere dal giorno della contestazion e e a ri-
damna sarcire. sarcire i danni.
CAN. 1516 - Lite contestata, iu- Dopo la contestazione della lite, il giu-
dex congruum tempus partibus dice assegni alle parti un congruo spazio
praestituat probationibus propo- di tempo per la presentazione e l'espleta-
nendis et explendis. mento delle prove.

Dal can. 1731, n. I, del Codice precedente: Termini contro versiae non censetur
mutati. si coarctetur aut mutetur probationi s modus, si facti adiunct a pridem posita ila
iIIustrentur, ut compleantur aut emendentur, ut contro versiae obiectum idem remaneat.
Relativamente alle cause di nullità matrimoniale, è necessario che i capi di nullità
rimangano i medesimi.

3. Effetti sostanziali e processuali 5376


1515·1516 (/731. nn. 2-3*) Dalla contestazione della lite derivano effetti sostan-
ziali e processuali.
Effetti sostanziali: 5377
- L'interruzione della buona fede nel possesso di una cosa rivendicata dalla parte
avversa, poiché il detto possesso non è più pacifico e la cosa diventa oggetto di vertenza
giudiziaria.
- In caso di condanna, il possessor e sarà tenuto non solo a restituire la cosa, ma
anche i relativi frutti, a decorrere dal giorno della contestazione della lite. Avrà anche
"obbligo di risarcire i danni che ne fossero derivati.
Effetti processuali: 5378
- La immodifica bilità sostanziale (can. 1731, n. I, Cod ice 1917) dci terrrum
della controvers ia, fissati dal giudice medi ante decreto , ai sensi del disposto del
canone precedente.
- La preclu sione, in linea di massim a, della presentazione di eccezion i peren-
torie, a norma del can. 1462 (le eccezioni dilatorie vanno per sé proposte prima della
contestazione della lite : can. 1459, § 2).
- L' apertura della fase istruttoria del proce sso, per cui il giudice dovr à asse-
gnare alle parti un congruo spazio di tempo, per l'esib izione e l' espletam ento dell e
prove (can. 1516).
Questi termini , essendo giudiziari, possono essere prorogati "iusta intercedente causa. auditis
vel petentibus partibus", purché la Iitc non si protragga troppo a lungo a causa della proroga (can,
1465: v. commento relativo).

4. Norme ulteriori 5379


Sono da tener presenti i seguenti canoni:
- Can. 1592 : mancata comparizione del convenuto
- Can. 1594 : mancata comparizione dell'attore
- Can . 1639 : la co ntestazione della lite nel tribunale di appello
106 LIBRO VII -l processi

Titolo III
L'istanza della lite
CAN. 1517 - Instantiae initium fit L'inizio della istanza ha luogo co n la
citatione; finis autem non solum citazione; la fine si ha non solo co n la
pronuntiatione sententiae definiti- pronunzia della sentenza definitiva, ma
vae, sed etiam aliis modis iure prae- anche in altri modi stabiliti dal diritto.
finitis.

- Cann. 1459. ii 2. e 1462. ii I : eccezioni che per sé devono essere presentate prima della
contestazione della lite
- Cali . 1462 ii 2: eccezioni che vanno proposte per sé nella stessa conte stazione della lite
- Cali . 1463: azioni riconvenzionali che è possibile proporre entro 30 giorni dalla co ntesta-
zione della lite
- Con. 1464: la cauzione per le spese giudiziarie e la con cessione del gra tuito patrocinio
(prima della contestazione della lite)
- Clll! . 1677. .9* 2-4: la co ntestazione della lite nelle cause di nullità matrimoniale

5380 L'/STANZA DELLA LITE (cann. 1517-1525)


Schema
I. L' inizio e la fine dell' istan za 4. La rinunzia
2. La sos pensio ne 5. Norme ulterior i
J . La peren zione per inattività de lle parti

5381 1. L'inizio e la fine dell'istanza giudiziaria


1517 (1732 *) L'istanza della lite è l'in sieme degli atti mediante i quali si esercita
l'azione giudiziaria, a tutela dci propri diritti. In termini scolastici. l'i stanza giudiziaria
è l'actio iII actu secundo, ossia l'effettivo perseguimento dei propri diritti in giudizio.
L'azione giudiziaria può richiedere più istanze e può anche esaurirsi in una sola di esse.
Nel Codice precedente, l' istanza giudiziaria aveva inizio con la contestazione della
lite (can. 1732*). Nel nuovo Codice, l'inizio è stato fissato più logicamente alla citazio-
ne. È con questa che anche civilmente s'istitui sce il rapporto processuale fra attore e
convenutol o
5382 La fine dell'istanza, considerata come grado dci processo, ha luogo per sé con
l'emi ssione della sentenza definitiva, a cui segue eventualmente l'appello e quindi una
istanza ulteriore. Può avvenire anche in altri modi previsti dalla legge:
- Giudiziari, quali la perenzion e e la rinunzia
- Extra giudi ziari come la transazione e il compromesso arbitrale e la stessa rico n-
ciliazione (cann. 1713-1716)
In quest i casi, la sentenz a ovviamente non ha luogo.
L'istanza può anche restare sospesa per un determinato periodo di tempo . [J Codice
precedent e usa il termine interruzione, che è forse meno proprio, in quanto l' interru-
zione può essere sia sospensiva, cioè provvisoria, che definitiv a.

l È dalla citazio ne che ha inizio pertanto la durata di una causa in prima istanza e di sci mesi
in seconda istanza (can, 1453).
Il giudizio contenzi oso ordinario 107

CAN. ] 518 - Si pars litigans mo- Se un a de lle parti co ntenden ti muoia, o


riatur aut statum mutet aut cesset cam bi stato, o ce ssi da ll' ufficio in rag ion e
ab officio cuius ratione agit: del qu ale agisce:
l ° causa nondum conclusa, in- l ° se la causa no n è anco ra co ncl usa,
stantia suspenditur donec heres l' istanza rest a sospesa finc hé l' ered e del
defuncti aut successor aut is,cuius defun to , o il suc cessore, o la persona che
intersit , litern resumat; ha interesse riassuma la lite ;
2° causa conclusa, iudex proce- 2° se la ca usa è già co ncl usa, il gi ud ice
deredebet ad ulteriora, citato pro- deve procedere ag li a tti ulteri ori, c ita ndo
curatore, si adsit, secus defuncti il proc uratore, se vi sia, altri me nti l'erede
herede vel successore. del de funto, o il successo/e.
CAN. 15] 9 • § l. Si a munere cesset § l. Se cessi da li ' incarico il tuto re o il
tutor vel curator vel procurator, cura tore o il procuratore che s ia necessa-
qui sit ad normam can. 1481 , §§ 1 ri o a no rm a de l can . 14 8] , §§ I e 3,
et 3 necessarius, instantia int erim l' istanz a nel frattempo è sos pe sa .
suspenditur.
§ 2. Alium autem tutorem vel § 2. Il gi ud ice , tu tta via, costituisca al
curatorem iudex quam primum pi ù presto un altro tu to re o curatore; pu ò
constituat; procuratorcm vero ad an ch e costituire un procu ratore per la
litem constitu erc potest, si pars lit e, se la parte abbia tra scurato d i fa rlo
neglexerit intra brevem termi- entro il breve term ine stabilito da l gi udi-
num ab ipso iudice statutum. ce stesso .

2. La sospensione dell'istanza 5383


1518· 1519 (/ 733 e 1735 *) Viene pros pettata una duplice ipotesi: la prima è in
relazione diretta con le parti contendenti; la secon da, co n il loro rispettivo tutore,
curatore o procuratore e, relativamente alle persone giuridiche, con il rappresentante
legale.
1518 Pr ima ipotesi. Può risultare da tre diversi capi o circostanze: 5384
I° Che una delle parli muoia.
2° Che cambi stato o situazione, per cui si modifica la sua capacità di stare in
giudizio. Per es., una persona che perde la ragione o viene interdetta, un minore che
raggiunge la maggiore età, conseguendo la piena capacità di agire " per se ipsurn".
3° Che cessi dall' ufficio in ragione del quale agisce. Per es., il rappresentante di una
persona giuridica, il quale cessa dalla sua carica.
In tali circostanze: 5385
a) Se, a termine del can. 1559, la conclusione in causa non è stata ancora stabilita
con formale decreto del giudice e l'i struttoria è ancora in corso, l'istanza resta sospesa
finché la lite sia ripresa:
- Dall'er ede del defunto;
- Dal successore di chi sia cessato dall' ufficio
- Da chi possa avere interesse nella causa: una espressione tecnica usata anche
nel can. 150 l (non esisteva nel Codice precedente), chc ha ormai nella giurisprudenza
un significato ben preciso.
b) Se invece la causa è formalmente chiusa, il giudice deve procedere agli atti
ulteriori, fino alla sentenza definitiva, citando:
108 LIBRO VII · I processi

CAN. 1520 - Si nullus aetus pro- Se, pur nell'assenza d 'impedimenti ,


eessualis, nullo obstante impedi- nessun atto processuale venga posto dalle
mento, ponatur a partibus per sex parti per lo spazio di sei mesi, l'istanza
menses, instantia perimitur. Lex cade in perenzione. La legge particolare
particularis alios peremptionis può stabilire altri termini per la peren-
terminos statuere potest. zione.
CAN. 1521 - Peremptio obtinet La perenzione ha effetto ipso il/re e
ipso iure et adversus omnes, mi- contro tutti, anche se minori o equiparati
nores quoque aliosve minoribus ai minori; deve per altro essere anche di-
aequiparatos, atque etiam ex offi- chiarata d'ufficio, salvo restando il diritto
cio declarari debet, salvo iure pe- di chiedere un indenni zzo contro i tutori ,
tendi indemnitatem adversus tu- i curatori, gli ammini stratori , i procurato-
tores, euratores, administratores, ri, i quali non dimostrino di non averne
proeuratores, qui culpa se caruis- avuto colpa.
se non probaverint.

- Il procuratore della parte defunta o che abbia cambiato stato o sia cessata
dall'ufficio, qualora esista;
- Altrimenti l'erede del defunto o il successore di chi sia cessato dall'ufficio.
Il disposto del can. 1518 si applica anche alle cause di nullità matrimoniale, "si coniux
rnoriatur pendente causa" (can. 1675, § 2).
5386 1519 Seconda ipotesi. Qualora ces si dall'incarico il tutore o il curatore , l'i stanza
nel frattempo resta sospesa, finché i detti incarichi non siano affidati ad altre person e.
Resta similmente sospesa l'i stanza nel caso che cessi dall 'incarico il procuratore, ma
solo nel caso che si tratti di procuratore necessario a norma del can. 1481 , §§ I e 3.
Nei detti casi, affinché la sospensione non si protragga troppo a lungo, il § 2 dà
facoltà al giudice di costituire al più presto (quam primum) un altro tutore o curatore.
Può anche costituire un procuratore giudiziario (ad Iitem), se la parte abbia trascurato
di farlo entro il breve termine stabilito dal giudice stesso.

5387 3. La perenzione dell'istanza per inattività delle parti


1520-1523 (1736-1739 *) Con la sos pensione, s'interrompe temporaneamente
l' istanza; con la perenzione, essa si estingue . Si perime per altro l'istanza, non l'azione,
che resta in facoltà dell'attore e potrebbe essere proposta in un nuo vo giud izio", tranne
che la perenzione abbia luogo nel grado di appello , poiché in questo caso si determina
la "cosa giudicata" (can. 1641, n. 3), che impedisce l' esercizio dell' azione, salvo che si
tratti di cause concernenti lo stato delle persone (can. 1643).
5388 1520 I termini dell'inattività. Per diritto comune, l'inattività che dà luogo alla
perenzione, deve protrarsi per l'intero spazio di sei mesi, e questo tanto per la prima
istanza che per quelle ulteriori. La legge particolare può stabilire altri termini: più ampi
o più ristretti.

, AI quesito : «Utrum finita instantia per perernptionern vel per renuntiation cm, si quis velit
causarn denuo introducere vel prosequi, ea resumi debeat apud forum quo primum pertractata est,
an introduci possit apud aliud tribunal iure compctens ternpore resumptionis», la Commis sione per
l' interpr. dcI Codice ha dato la seguente risposta: «Negative ad primam partem; afflrmutive ad
altemm » ( 17 maggio 1986). Cfr. Communicationes, a. 1986, p. 409 .
Il ~ i ooizi u contenziose ordinario 109

CAN. 1522 - Peremptio exstinguit La perenzione estingue gli atti del pro -
acta processus, non vero acta cau- cesso , ma non gli atti della causa; questi
sae;immohaecvimhaberepossunt ultimi, anzi possono aver valore anche in
etiam in alla instantia, dummodo un 'altra istanza, purché la causa si svolga
causa inter easdem personas et tra le medesime persone e sullo stesso
super eadem re intercedat; sed ad oggetto; per quanto riguarda gli estranei,
extraneos quod attinet, non aliam tali atti non hanno altro valore che di do-
vim obtinent nisi documentorum. cumenti.
CAN. 1523 - Perempti iudicii ex- Le spese del giudizio caduto in
pensas, quas quisque ex litigan- perenzione siano a carico delle parti con-
tibus fecerit, ipse ferat, tendenti, nella misura in cui sono state
effettuate da ciascuno.
CAN. 1524- § Un quolibetstatu et
gradu iudicii potcst actor instan- § l. L'attore può rinun ziare all'istanza
tiaerenuntiare; item tumactortum in qualunque stadio e grado dci giudizio;
pars conventa possont processus parimenti , tanto l'attore quanto la parte
actis renuntiare sive omnibus sive convenuta possono rinunziare agli atti del
nonnullis tantum. processo , sia a tutti che ad alcuni soltanto.

Ovviamente l'inattività :
- Dev'essere stata completa . in modo c he nel detto periodo non sia stato posto
alcun atto proccssuale, valido o invalido che sia.
- Dev'es sere dipesa dalle parti: così precisa opportunamente il nuovo Codice.
L'eventuale inattività del giudice non ha alcuna incidenz a.
- Dev'essere stata volontaria, ossia causata da negligenza, per cui, in caso di
legittimo impedimento, l'inattività è giustific ata. Un impedimento più che legillimo è la
sospensione prevista nei preced enti cann. 1518-1519.
Lo scopo della suddetta norma di diritto positivo è d'impedire che i processi durino troppo
a lungo, con grave pregiud izio delle parti , e anc he del bene comune (Communicationes, a. 1979,
p. 96, can. 161; a. 1984, p. 64, can. 1472 ).

1521 Efficacia della perenzione. La perenzionc si compie per legge: ipso iure, ed 5389
ha effetto contro tutti, non esclu si i minori e gli equiparati ai minori e le persone
giuridiche, salvo il diritto di agire contro i tutori, gli amministratori , i procuratori , i quali
non dimostrino di non averne colpa, per il risarcimento dei dann i. La legge pertanto
presume la colpa: la mancanza di responsabil ità dev'essere provat a.
Il decreto a cui si accenna nel canone, è precettivo per il giudice e qu indi dev 'e ssere e messo
ex officio, ma ha solo carattere dichiarativo. La perenzione si determina ex se. ipso iure.

1522 Effetti. Occorre distinguere fra gli acta processus e gli acta causae (n. 5269). 5390
La perenzione estingue i primi non i secondi. Gli "acta causac " possono aver efficacia
in un'altra istanza, ma a due cond izioni:
- Che la causa si svolga tra le medesime parti
- Che verta sullo stesso oggetto
Relativamente agli estranei, gli " acta causae" hanno sempl ice valore documentale.

1523 Le spese del giudizio caduto in perenzione per inatt ività delle parti sono 5391
a carico delle parti stesse, nella misura in cui ciascuno le ha effettuate o determinate.
110 LIBRO VII- I processi

§ 2. Tutores et administratores § 2. I tutori e gli amministratori delle


personarumiuridicarum, ut renun- persone giuridiche, per poter rinunziare
tiare possint instantiae, egent con- all'istanza, hanno bisogno del parere o
silio vel consensu eorum, quorum del consenso di coloro il cui concorso è
concursus requiritur ad ponendos richiesto per la posizione di atti ecceden-
actus, qui ordinariae administra- ti i limiti dell'ordinaria amministrazione.
tionis fines excedunt.
§ 3. Renuntiatio, ut valeat, pera- § 3. La rinunzia, per essere valida, de-
genda est scripto, eademque a par- v'essere fatta per iscritto, e anche firmata
te vel ab eius procuratore, speciali dalla parte o dal suo procuratore munito
tamenmandato munito, debetsub- di mandato speciale; dev'essere inoltre
scribi, cum altera parte communi- comunicata all' altra parte e da essa ac-
cari, ab eaque acceptari vel saItem cettata o almeno non impugnata, e am-
non impugnari, et a iudice admitti. messa dal giudice.
CAN. 1525 - Renuntiatio a iudice La rinunzia ammessa dal giudice produ-
admissa, pro actis qui bus renuntia- ce, relativamente agli atti ai quali si è ri-
tum est, eosdem parit etTectus ac nunziato, gli stessi effetti della perenzione
peremptio instantiae, itemqueobli- dell'istanza; obbliga inoltre chi rinunzia a
gat renuntiantem ad solvendas ex- pagare le spese degli atti a cui ha rinun-
pensas actorum, quibus renuntia- ziato.
tum fuit.

5392 4. La rinunzia
1524·1525 (/740-1741*) Il Codice distingue tra rinunzia alla istanza della lite e
rinunzia agli atti del processo.
5393 1524, § l Facoltà dell'attore e del convenuto. L'attore può rinunziare all'istanza in
qualunque stadio o grado del giudizio. Nel secondo ed ulteriore grado, la rinunzia può
essere presentata anche dal convenuto, qualora abbia appellato (can. 1636, § I); ma in
questo caso, oltre al resto, si determina la "cosa giudicata", a norma del can. 1641, n. 3.
Similmente, tanto l'attore che il convenuto possono rinunziare agli atti del proces-
so: a tutti o ad alcuni soltanto. La rinunzia a tutti gli atti equivale per sé alla rinunzia
alla istanza.
5394 1524, § 2 I tutori e gli amministratori delle persone giuridiche possono rinun-
ziare alla istanza solo col parere o col consenso di coloro, il cui concorso è richiesto per
la posizione di atti eccedenti i limiti dell'ordinaria amministrazione. Una tale rinunzia
può essere infatti causa di molti danni e pregiudicare gravemente gl'interessi della
persona giuridica o di colui che è sotto tutela.
5395 1524, § 3 Condizioni per la validità della rinunzia. Nella rinunzia, da chiunque
sia fatta, occorre osservare "ad validitatem" le seguenti prescrizioni:
l° Dev'essere redatta in iscritto e firmata dalla parte o dal suo procuratore, munito
di mandato speciale. Se essi non siano nella possibilità di firmare, può applicarsi per
analogia il disposto del can. 1503.
2° La rinunzia va comunicata alla parte avversa, che può anche non accettarla; basta
comunque che non si opponga. Se invece si oppone, la rinunzia non ha effetto, e il
giudice prosegue "ad ulteriora", fino all'emissione della sentenza.
3° Si richiede infine l'ammissione da parte del giudice, mediante decreto.
5396 1525 Gli effetti giuridici della rinunzia, relativamente agli atti a cui si è rinunzia-
to, sono identici a quelli previsti per la perenzione. Sul rinunziante gravano inoltre le
Il giudizi o contenziose ordinario 111

Titolo IV
Le prove
CAN. 1526 - § 1. Onus probandi § I. L'onere della prova spetta a colui
incumbit ei qui asseri t. che asserisce.
§ 2. Non indigent probatione: § 2. Non hanno bisogno di prova:
I? quae ab ipsa lege pr aesu- IO le cose presunte dalla stessa legge;
muntur;
20 facta ab uno ex contendenti- 20 i fatti asseriti da uno dei contendenti
bus asserta et ab altero admissa, ed ammessi dall' altro, tranne che, ciò no-
nisiiure vela iudice probatio nihi- nostante, la prova sia richiesta dal diritto
lominus exigatur. o dal giudice.

spese degli atti compresi nella rinunzia . È comunque da tener presente che la rinunzia
alla istanza non comporta per sé la rinunzia all'azione (v.n. 5387).

5. Norme ulteriori 5397


- Can. /485: rinunzie del procuratore, che hann o bisogno di un mandato speciale
- Clln. 1594: rinunzia presunta, per la mancata comparizione dell ' attore nel giorno e nell' ora
fissati per la contes tazione della lite
- Can. 155/ : rinunzia alla escussione di un testimone
- Can. 1636: rinunzia all'a ppello da parte del difensore del vincolo o del promotore di
giustizia dello stesso tribunale d'appello
- ClIll . /724: rinunzia alla istanza nel processo penale, da parte del promotore di giustizia
e necessità dell'assenso dell' imputato

LE PRO VE (cann, 1526-]586) 5398


Schema
I. Struttura del titolo 2. Principi c norme di carancre generale

l. Struttura del titolo 5399


Il titolo IV De probationibus, dedicato alla fase istruttoria , costituisce la parte
centrale del processo, poiché in essa si acquisiscono le prove circa la sussistenza dei
diritti avanzati dalle parti, la veridicità delle loro affermazioni, la realtà dei fatti su cui
si fondano le loro pretese. Da essa trae il giudice la sua intima convinzione per pronun-
ziare la sentenza, che definisce la lite (can. 1608).
Le prove sono di vario genere. Nella loro enumerazio ne, il nuovo Codice segue 5400
l'elenco tradizionale, tralasciando per altro il "giuramento delle parti", ammesso nell' or-
dinamento anteriore (can n. 1829-1839, Codice 1917).
II titolo IV co mprende pertanto sei capitoli, preceduti da quattro canoni che servono
da introduzione.
I. Le dichiarazio ni delle parti: cann. 1530-1538
2. La prova documentale: cann. 1539-1546
3. La prova testirnoniale: cann. 1547- 1573
4. I periti: cann. 1574·1 581
5. L' accesso c l'i spezione giudiziaria: cann. 1582·1583
6. Le pres unzioni: cann. 1584-1586
112 LIBROVll- I processi

CAN. 1527 - § 1. Probationes § l. Possono essere addotte prove di


cuiuslibet generis, quae ad causam qualunque genere, che si ritengano utili
cognoscendam utiles videantur et all' istruttoria della causa e siano lecite.
sint Iicitae, adduci possunt. § 2. Se una parte insista perché sia
§ 2. Si pars instet ut probatio a ammessa una prova respinta dal giudice,
iudice reiecta admittatur, ipse lo stesso giudice definisca la questione con
iudex rem expeditissime definiat. la massima celerità.

5401 Le prove , come risulta, sono disposte in ordine d'importanza. Propriamente, tuttavia, né le
dichiarazioni delle parti né le presunzioni sono vere prove. Sono comprese fra le prove. poiché le
prime servono al giudice "ad veritatem aptius eruendarn " (can . [530) , e le seconde fissano dci
criteri che guidano lo stesso giudice nell 'assolvimenlo del suo compilo delicato. E per altro da
notare che le dichia razioni delle parti assumono o possono assumere valore di prova, quando si
tratti di "confessione" in senso proprio (cfr. can . 1535 ss.), e che le presunzioni, secondo la
tradizione dei grandi Commentatori, sono classificate fra le prove "indirette" .

5402 2. Principi e norme di carattere generale (cann. 1526-1529)


Sono contenuti nei quattro canon i introduttivi. Riguardano non solo il giudizio
contenzioso ordinario, ma qualsiasi tipo di processo ecclesiastico.
1526, § l (1748*) L'onere della prova. Per un principio che ris ale al diritto
romano, l'onere della prova spetta a colui che afferma: Affirmanti incumbit probatio.
La norma vale soprattutto per l'attore, per cui aetore non probante, reus absolvitur
(can. 1748, § 2, Codice 1917). Ma si applica anche al convenuto, che opponga le sue
eccezioni alle pretese del suo avvers ario: excipiendo reus fù actor' ,
Ovviamente sono i fatti costituenti il fondamento dei propri diritti che occorre provare, non
le norme giuridiche (che vanno soltanto richiamate), tranne che si tratti di Icggi o decreti particolari
o di consuetudini: iura novit curia.
5403 1526, § 2 (1747 *) Cose e fatti che non hanno bisogno di prova. Sono di due tipi :
IO Le cose presunte dalla stessa legge . Di conseguenza, «chi ha a suo favore una
presunzione di diritto, è liberato dall'onere della prova, che ricade sull a parte avversa»
(can. 1585). Una presunzione di diritto è, ad esempio, quella stabilita nel can. 1101, §
l: <<I I consenso interiore dell'animo si presume conforme alle parole o ai segni usati
nella celebrazione del matrimonio».
2° I fatti asseriti da uno de i contendenti ed ammessi dall'altro, tranne che, ciò
nonostante, la prova sia richiesta dal diritto o dal giudice. L 'affermazione concorde
dell'attore e del convenuto dà luogo, sostanzialmente, a una particolare presunzione
circa la verità dei fatti dichiarati. Ma questo, evidentemente, può valere relativamente
ai fatti di carattere privato, non a quelli che, direttamente o indirettamente, interes-
sino il bene pubblico, quali sono le cause di nullità matrimoniale, o riguardino diritti
irrinunziabili .
Il Codice anteriore enumerava tra i fatti che non necessitano di prova anche i fatti notori.
notorietate iuris e notorietate facti (can. 1747, n. I, e 2197, nn. 2-3). Il Gruppo di Studio De
processibus ha giudicato opportuno tralasciarli, poiché non tutti i fatti ritenuti notori sono veri.
D'altra parte, essi «deleri possunt sine ullo incommodo, quia, si facta sunt notoria, facilior erit
eorum probatio» (Communicationes, a. 1979, p. 98, can. 167).

l Tali principi sono affermati anche nel Codice civile italiano: «Chi vuoi far valere un diritto
in giudizio deve provare i falli che ne costituiscono il fondamento . Chi eccepisce l'inefficacia di
tali fatti ovvero eccepisce che il diritto si è modificato o estinto deve pro vare i fatti su cui l'ecce-
zione si fonda » (art . 2697) .
Il ~ iud i z i() contenzioso ordinario 113

CAN. 1528 - Si pars vel testis se si- Se una parte o un testimone si rifiutino
stere ad respondendum coram iu- di comparire per rispondere davanti al
dice renuat, licet eos audìre etiam giudice, è consentito ascoltarli anche per
per laicum a iudice designatum aut mezzo di un laico designato dal giudice,
requirere eorum declarationem co- oppure richiedere che facciano la loro de-
ram puhlico notario vel quovis alio posizione dinanzi a un pubblico notaio o
legitimo modo. in qualsiasi altro modo legittimo.
CAN. 1529· Iudex ad probationes Il giudice non proceda alla raccolta del-
colligendas ne procedat ante Iitis le prove prima della contestazione della
contestationem nisi oh gravem lite, se non per una grave causa.
causam.

1527 (/749 *) La legalità delle prove. Con tale espressione intendiamo dire che 5404
la presentazione delle prove in giudizio non è né può essere lasciata all'arbitrio delle
parti, ma deve seguire le norme stabilite dalla legge, anche in ordine alle formalità
procedurali.
Di conseguenza, sono consentite le prove di qualsiasi genere (cuiuslibet generis).
ma a condizioni ben precise :
- Che siano lecite e pertinenti alla causa
- Che siano ammesse dal giudice
Nel caso che il giudice respinga una determinata prova. la parte interessata può far
ricorso perché sia ammessa. La questione va risolta dallo stesso giudice "e xpeditissirne",
per cui contro la sua decisione non c'è possibilità di un ulteriore ricorso al tribunale
superiore (can. 1629, n. 5), ma la questione può essere riproposta se e quando ci sarà
un giudizio di secondo grado .
Il Codice precedente ammoniva espressamente il giudice a non ammette re le prove addot -
te pretestuosarnente a scopo dilatorio : «quae ad moras iudicio nectendas postular i videntur»
(can. 1749*).
1528 Un canone nuovo. ispirato all'art. 5 delle Norme procedurali emanate dalla 5405
Congregazione per la Dottrina della Fede in data 6 dicembre 1973, circa le cause di
scioglimento del matrimonio "in favorem fidei" (Enchir. Vat., voI. 4, p. 1793). Con esso,
per un senso di rispetto alla libertà di coscienza di persone che non intendono comparire
dinanzi al giudice ecclesiastico, ma anche per altri motivi di carattere pratico, si consen-
te che una tale persona , parte o testimone:
- Sia ascoltata per mezzo di un laico designato dal giudice
- Oppure faccia la sua deposizione dinanzi a un pubblico notaio o in qualsiasi
altro modo legittimo
Applicando la suddetta norma, il giudice valuterà attentamente i motivi per cui la
parte o il testimone si rifiutino di presentarsi dinanzi al giudice eccle siastico .

1529 (/730 *) Una prescrizione per il giudice. È la conte stazione della lite che 5406
apre la fase istruttoria del processo (can. 1516). Di conseguenza, prima di essa, non è
consentito al giudice procedere alla raccolta delle prove. se non per una grave causa . È
il caso, ad esempio. di un testimone che versi in pericolo di morte o che debba recarsi
per molto tempo in un paese lontano . La causa dev 'essere grave: la semplice "iusta
causa non sufficit " (Commun icationes, a. 1984, p. 64, can. 1481). Se il testimon e si
ristabilisce oppure ritorna dal suo viaggio mentre è ancora in corso l'istruttoria, il giu-
dice può interrogarlo nuovamente, qualora ciò si renda necessario. E se fra la prima e
114 LIBRO VII -I processi

CAPITOLO I
LE DICHIARAZIONI DELLE PARTI

CAN. 1530· Iudex ad veritatem Allo scopo di stabilire meglio la verità,


aptius eruendam partes interro- il giudice può sempre procedere all'inter-
gare semper potest, immo debet, rogatorio delle parti; anzi deve farlo ad
ad instantiam partis vel ad pro- istanza di parte o per provare un fatto su
bandum factum quod publice in- cui è di pubblico interesse eliminare ogni
terest extra dubium poni. dubb io.

la seconda depos izione ci sia del co ntrasto sostanziale, tocca al giudice accertare la
verità dei fatti, vagliando attentamente tutti gli elementi e le circos tanze de l caso .
Simil mente, posto termine alla fase istruttoria o probatoria con la conclusione in
causa (can. 1599), essa non può essere riaperta dal giudice se non per motivi grav i e nei
casi previsti dal diritto (can. 1600).
Il can. 1529 proibisce di raccogliere /e prove (escutere ad esempio i testimoni). non di
indicar/e. La segnalazione delle prove, con l'i ndicazione dei testimoni di cui s'i ntende chiedere
l'escussione. va falla anzi, almeno sommariamente (generatim), nello stesso libello introduttivo
della lite (can. 1504). Né è vietato allegare dei documenti nel dello libello o esibirli nella conte-
stazione della lite (cfr. Communi cationes, a. 1979, p. 99, can. 170).

5407 LE DICHI ARAZIONI DELLE PARTI (cann. 1530-1538)


Schema
I. L' interrogatorio delle part i 3. Condizioni di validità della confessione delle
2. Confessione giudiziale ed extragiudiziale parti e di qualsiasi altra loro dichiarazione

5408 La normativa circa l' attuale capitolo presenta delle importanti innovazioni sia di
struttura che di contenuto.
Nel Codice precedente, l' interrogato rio delle parti e la confessione giudizia le o
ext ragi ud izia le da e sse resa , cos ti tu iv a no due sezio ni disti nte ( tit . IX , De
interrogationibus partibus in iudicio fac iendis , cann. 1742- 1746, cap. I del tit. X, De
confessione partium , cann. 1750- [753). Nel nuovo Cod ice, tutto è stato co mpreso più
logicamente in un solo capitolo: De partium declarati onibus. Si è seg uita in questo
l' Istr. Provida Mater Ecclesia della Congregazione dci Sacramen ti in data 15 agos to
1936, circa la trattazione delle cause di nullità matrimoniale: " capi tolo del IX titolo,
De partium depositione, artI. 11 0-1 17 (X. O CHOA, I, colI. 1752-1753).
Ma le innovazioni di maggior rilievo riguardano le norme. Te nendo conto del
progresso dell a dottrina processuale, tali norme sono state rese meno severe. Alcuni
autori hanno detto che sono state "urnanizzate". AI giudice, inoltre, è stato conferito un
maggior potere discrezionale nella valutazione delle prove.

5409 1. L'interrogatorio delle parti


1530 (/ 742 *) Facoltà ed obbligo dci giudice. Come s'è già rile vato, la deposizio-
ne delle parti non ha per sé valore di prova (n. 540 1). Il suo scopo è di stabilire meglio
la verità ogge ttiva dei fatti, a cui sia l' attore che il convenuto si appellano per dimostrare
la validità de i loro diritti . Perciò il ca none parla di faco ltà e di obbligo.
Il giudizio conte nzioso ordinario 115

CAN. 1531 - § 1. Pars legitime in- § I. La parte legittimamente interrogata


terrogata respondere debetet veri- è tenuta a rispondere, dichiarando inte-
tatem integre fateri, gralmente la verità.
§ 2. Quod si respondere recusa- § 2. Se rifiuta di rispondere, spetta al
verit, iudicis estaestimare quid ad giudice valutare che cosa se ne possa de-
factorum probationcm exindc erui durre per la prova dei fatti.
possit.
CAN. 1532 - In casibus, in quibus Quando è in causa il bene pubblico, il
bonum publicum in causa est, iu- giudice deferisca alle parti il giuramento
dex partibus iusiura ndum de veri- di dire o almeno di aver dello la verità,
tat e diccnda aut saitem de veritate tranne che una grave causa consig li diver-
dictorum deferat, nisi gra vis cau- samente; negli altri casi, la prestazione del
sa aliud suadeat; in aliis casibus, giuramento è lasciata alla prudenza del
potest pro sua prudentia. giudice.

La fa coltà d'interrogare le parti è un potere irrinunziabi!e del giudice , c he può


esercitarlo sempre (semper), in qualsiasi causa come in qualsiasi mome nto del processo.
per poter scoprire la verità.
Il potere è anche un dovere a cui il giudice è tenuto ex officio:
- Se l' interroga torio è chiesto da lle parti, oppure dal difensore dcI vincolo o dal
promotore di giustizia, qualora prendano parte anch'e ssi al giudizio (cfr. can. [434) .
- Se il fatto da accertare sia d' interesse pubblico, e tale interesse in qualche modo
esiste sempre se l'i nterrogatorio delle parti costit uisca un mezzo determinante per sta-
bilire la verità e da esso dipe nda la decisione della vertenza. La retta amministrazione
della giustizia, che è il dovere e il compito specifico del giudice, è una esigen za essen-
ziale del bene comune anc he nelle cause d' interesse privato.
L'interesse pubblico si verifica sempre nelle cause di nullità matrimo niale. Conseguentemente
l' art. 11 0 della Istr. Provida Mater Eccles ia del 1936 disponeva in forma preccttiva: "Lite conte-
stata, instructor partes interrogct" .

1531 (1743 *) Il do vere d ell'interrogato. Alle domande rivolte da l giudice o da lle 5410
persone a cui il diritto concede questa facoltà (cfr. cann. 1528 e 1561), la parte ha
l'obbligo di rispo ndere, dic hiarando integralmente (integre) la verità. Ne è escl uso, nei
processi penali, l' imputato, che, per legge naturale oltre che per diritto posit ivo, non è
tenuto per sé a confessare il proprio delitto (can. 1728, § 2).
Il canone parla d'in terrugatorio fallo legittimam ent e (legitimc). Se nun fosse tale, sia per il
contenuto che per le modalità delle domande - se queste ad esempio , contro il disposto del can.
1564, fossero subdole, capziose, suggestive, offensive o non pertinenti - l' interrogato non avrebbe
alcun obbligo di rispondere.
Nel caso che la persona, pur interrogata legittimamente, si rifiuti di rispondere,
spetta al giudice valutare con molta prudenza le ragioni del silenzio (§ 2), che non è
sempre una confe rma tacita del fatto, poiché può essere determinato da motivi vari.
Sono comunque abolite le sanzioni previste nel can. 1743, § 3. del Codice precedente,
ma si può provvedere media nte un precetto penale.

1532 (1744*) Il giur a me nto. Nel Codice anteriore, relativame nte alle parti, si 5411
parlava solo del giuramento "de veritate dicenda", Nel nuovo Codice si accenna anche,
in alternativa, al giuramento "dc veritate dictorum ". La norma conte nuta nel cano ne
116 LIBRO VII • I processi

CAN . 1533 - Partes, promotor iu- Le parti, il promotore d i gius tizia e il


stitiae et defensor vinculi possunt difensor e del vincolo possono presentare
iudici exhibere articulos, super al giudice articoli per l'interrogatorio del-
quibus pars interrogetur. la parte.
CAN. 1534 - Circa partium inter- Nell'interrogatorio delle parti , si osser-
rogationem cum proportione ser- vino con i debiti adattamenti le norme
ventur, quae in cann. 1548, § 2, n. stabilite per i testi nei cann . 1548, § 2, n.
l, 1552 et 1558-1565 de testibus I, 1552 e 1558-1565.
statuuntur.

distingue opportunamente fra deposizioni in cui è in causa il bene pubblico (per es. la
deposizione in una causa penale o di nullità matrimoniale) e deposizioni in cui è in causa
solo il bene privato.
- Nelle prime, il giudice ha l'obbligo di deferire (dèferat) alle parti il giuramento
di dire la verità (tutta e sola la verità), tranne ehe una grave ragione consigli diversa-
mente.
- Negli altri casi, la prestazione del giuramento "de veritate dicenda" o "de
veritate dictorum" è lasciata alla prudente decisione del giudice stesso.
5412 È ovvio che, nelle cause penali, nessun giuramento può essere imposto all' imputato (can.
1728, ~ 2).
È da notare che, nel nuovo ordinamento processuale, il giuramento non costituisce un mezzo
di prova. È solo una garanzia di maggiore o minore valore, che dipende dalla sensibilità religiosa
e morale di eolui che giura di dire tutta e sola la verità.
Per l'eventuale giuramento "de secreto servando", cfr. can. 1455, li 3.

5413 1533 (1745, § J*) Gli articoli o posizioni. Per diritto comune, le parti come i
testimoni sono interrogati dal giudice o da un suo delegato o uditore (can. 1561 ). È
tuttavia in facoltà sia delle parti e dei loro avvocati (Communicationes, a. 1984, p. 65,
can, 1485) ehe del promotore di giustizia e del difensore del vincolo, i quali prendano
parte al giudizio, presentare al giudice una serie di articoli circostanziati da servire per
l'interrogatorio giudiziario.
Tali articoli, detti anche posizioni, devono essere formulati in modo legit-
timo, a norma del can . 1564. Di regola sono presentati prima dell'interrogatorio ,
ma possono essere proposti al giudice (can. 1654) nel corso della stessa udien-
za, per contestare quel che la persona interrogata afferma o per chiarire le sue
deposiz ioni.

5414 1534 (1745, § 2*) Le modalità dell'interrogatorio. L'interrogatorio delle parti


deve svolgersi ad normam iuris , osservando con gli adattamenti del caso (cum
proportione) le disposizioni prescritte per l' interrogatorio dei testimoni.
Si richiamano formalmente i cann. 1548, § 2, n. 1, 1552 e 1558-1565, che saranno
esposti a suo luogo.

5415 2. La confessione delle parti


Si considera nel Codice sia la confessione giudiziale, fatta dinanzi al giudice com-
petente, sia la confessione extragiudiziale, resa allo stesso avversario o ad altre persone
"extra iudicium".
Il giudizio contenzioso ordinario Il7

CAN. 1535 - Assertio de aliquo La dichiarazione circa qualche fatto


facto,scripto velore, coram iudice resa da una parte contro di sé dinanzi al
competenti, ab aliqua parte circa giudice competente, per iscritto o a voce,
ipsam iudicii materiam, sive spon- spontaneamente o su domanda dello stes-
te sive iudice interrogante, contra so giudice, sulla materia stessa del giudi-
se peracta, est confessio iudicialis. zio, è confessione giudiziale.
CAN. 1536 - § l. Confessio iudi- § 1. Se si tratta di una questione privata
cialis unius partis, si agatur de ne- e non è in causa il bene pubblico, la con-
gotio aliquo privato et in causa fessione giudiziale di una parte libera le
non sit bonum publicum, ceteras altre parti dall'onere della prova.
relevat ab onere probandi.
§ 2. In causis autem quae respi- § 2. Nelle cause che interessano il bene
ciunt bonum publicum, confessio pubblico, la confessione giudiziale c le di-
iudicialiset partium declarationes, chiarazioni delle parti che non abbiano
quae non sint confessiones, vim carattere di confessione, possono avere
probandi habere possunt, a iudice forza probante, da valutarsi dal giudice in-
aestimandam una cum ceteris cau- sieme con le altre circostanze della causa,
sae adiunctis, at vis piena e proba- ma non si può attribuire loro forza di pro-
tionis ipsis tribui nequit, nisi alia va piena, se non si aggiungano altri ele -
accedant elementa quae eas omni- menti capaci di avvalorarle sotto ogni ri-
no corroborent. guardo.

1) La confessione giudiziale 5416


1535 (1750*) Concetto. Secondo la definizione contenuta nel canone, la confessio-
ne giudiziale in senso proprio è l'assertio de aliquo facto, scripto vel ore, coram iudice
competenti, ab aliqua parte circa ipsam iudicii materiam, sive sponte sive iudice inter-
rogante, contra se peracta.
La definizione è completa in tutti i suoi eIcmenti e modalità:
I° Il soggetto attivo: una delle parti contendenti, sia l'altare che il convenuto.
Si discute nella dottrina se la confessione giudiziale debba essere fatta personalmente dalla 5417
parte, o possa farla anche, a suo nome, un procuratore munito di mandato speciale. In genere, si
ritiene valida anche la confessione resa dal procuratore entro i limiti del mandato, poiché - si
osserva giustamente - non risulta alcun impedimento o divieto a tal riguardo né "ex parte rei" né
"ex parte iuris". La confessione "per procuratorern" è ammessa anche dal diritto civile: cfr. art.
2731 del Codice civile italiano .
2° L'oggetto: sono i fatti attinenti alla causa (circa ipsam iudicii materiam), e che 5418
hanno rilevanza per la decisione della controversia.
3° Condizione: la confessione giudiziaria è tale solo se resa dinanzi al giudice
competente o al suo delegato o uditore (can. 1561).
4° Modalità: la confessione può esser fatta sia in iscritto che oralmente, per inizia-
tiva del giudice o anche spontaneamente.
5° Nota caratteristica essenziale : la confessione è una dichiarazione che la parte fa
contro se stessa (contra se).

1536 (1751*) Valore ed effetti. II canone distingue tra questioni d'interesse priva- 5419
to e pubblico.
11 8 LI BRO VII - I processi

CAN. 1537 - Quoad extraiudicia- Rel ativam ente all a con fe ss ion e
lem confessionem in iudicium de- extragiudiziaria prodotta in giudizio, spet-
ductam, iudicis est, perpensis om- ta al giudice, considerate tutte le circo -
nibus adiunctis, aestimare quanti stanze, giudicare quale valore le si debba
ea sit facienda. attribuire.
CAN. 1538 - Confessio vel alia La confessione, come qualsiasi altra di-
quaevis partis declaratio qualibet chiarazione della parte, è priva di qualsia-
vi caret, si constet eam ex errore si valore, se consti che sia stata effettuata
facti esse prolatam, aut vi vel me- per un errore di fatto o che sia stata estor-
tu gravi extortam, ta con violenza o con timore grave.

a) Se la q uestion e ha carattere es cl usivame nte pri vato e no n è in ca usa, né dirett a-


ment e né indirettame nte, il bene pub blico, la confessione giudiziaria di un a parte libera
le a ltre dali' on e re dell a pro va.
Alcuni ne traggono la conseguenza che una confessione di tal genere ha valore di "prova
piena" a favore della parte avversa. Ma questo non sembra che si possa dedurre dal fallo che la
parte avversa sia giuridicamente liberata dall'mllls probandi. La prova non è ex se pienamente
efficace. La confessione, anche se falla contro se stesso, può infatti essere fittizia, e il giudice ha
il dovere di accertare la verità. tenendo presente che una eventuale rinunzia ai propri diritti è lecita
solo a condizione che si tratti di diritti disponibili' e che la rinunzia non sia di danno ai diritti c
agl'i nteressi di terzi.
È signifi cativo che, nel testo del canone 1535, si parli solo di "asscrtio contra se peracta" ma
si è omesso "pro adversario", com'era nel can. 1750 del Codice precedente.
b) Nelle cau se ch e interessano il bene pubblico, tant o la confessio ne gi udiziari a che
le di ch iar azi on i non a ve nti ca rattere di co nfessio ne posso no ave re forza probante , ma
tocca al giudice valuta rne l' effett ivo valo re, con sideran do le altre cir costanze dell a cau -
sa. Non si pu ò co m unq ue att ribu ire lo ro la forza di pro va pien a (vis plcn ae prob ati on is).
se non si aggi ungono altr i ele me nti ca paci di avval ora rle sotto ogn i rig uardo .

5420 2) La confess ione extragiudiziale


1537 (1753 *) La co nfes sione res a fuori del processo - "s ive scri ptis, si ve oretenus,
ipsi me t adv ersario aut al iis" (ca n. 1753, Codi ce 197 3) - non ha lo stesso valore de lla
co nfessione g iudiziaria. È un a probatio probanda, dic e vano gli antichi aut or i. Prodotta
in giudizio, de v' essere debi tamen te dim ostrata co n sc ritti o testimon i. Il suo effe ttivo
valore è lasci ato all'apprezzamento de l giudice, che dovrà co nsiderare atte nta me nte tu tte
le c ircostanze de l caso .
5421 Per il suo carat tere generale, la norma contenuta nel can. 1537 è applicabile anche alle cause
di nullità matrimoniale (cfr. can. 1691), per cui resta modificato l'art, 11 6 della lstr. Provida Mater
Ecclesia, che parlava solo di "ammennicoli di prova": «Confcssio extraiudicialis coniugis, quae
adversus matrimonii valorem pugnet, prolata ante matrimonium contrac turn vel post matrimonium,
sed tempore non suspecto. probationis adminiculum constituit a iudice recte aestimandum».
Si può anzi ritenere che, nelle cause di nullità matrimoniale, la confessione extragiudiziale
delle parti, fatta in tempo non sospetto. ha o può avere maggiore forza della confessione giudiziale,
com'è riconosciuto dalla stessa giurisprudenza.

, Anche il Codice civile italiano dispone che la confessione resa in giudizio non ha efficacia
se «verta su fatti relativi a diritti non disponibili» (art. 2733, 2° comma). Ma in questo caso si tratta
di questione che non ha carattere privato.
Il giudizi o conte nzioso unJinario 119

CAPITOLO II
LA PROVA DOCUMENTALE

CAN. 1539 - In quolibet iudicii ge- In ogni genere di giudizio , è ammessa


nere admittitur probatio per docu- la prova per mezzo di documenti , sia pub-
menta tum publica tum privata. blici che privati.

3) Condizioni di validità 5422


1538 (/752 *) Sono condizio ni che riguardano non solo la confessione giudiz iale o
extragiudiziale delle partì. ma qua lsiasi altra dichiarazione resa da esse. Confessione o
dichiarazione, prodotte in giudizio, non hanno alcun valore se risulti:
- Che siano state effettuate per un errore di fatto
- Che siano state estorte con la violenza o col timore gra ve e. ovviamente, anche
se siano state determinate da doto -,
Si tratta di un'applicazione specifica dei principi circa i vizi degli atti giuridici.
considerati nei ca nn. 125-126 (nn. 87 1-884).
L'errore di fatto può essere determinato da cause varie : da una conoscenza
inesatta (l' errore propri amente detto), da ignoranza, da inavvertenza. malinteso.
mancan za di scienza prop ria, dimentican za, do lo, ecc. Per que sto non si parl a di
"dolo" nel can . 1538: è compreso anch' esso nell 'errore di fatto tCommunicati ones,
a. 1979, p. 104, can. 179).
Il Codice precedente considerava anche la ritrattazione della propria confessione , distinguen- 5423
do fra ritrattazione immedia ta (in continenti) e successiva (can. 1752*) . Ln disposizione è stata
tralasciata nel nuovo Codice, ma permane ex se.
La possibilità della ritrattazione Immed iata è compresa nel can. 1569, in cui si prescrive che.
al termine di ogni interrogatorio , si devono leggere alla parte o al testimone le deposizio ni da essi
rese e verbalìzzate dal notaio, concedendo loro In facoltà di fare aggiunte, soppressioni, corre zioni.
variazioni (data facultate addendi, supprimendi, corrigendi , variandi). Per una tale ritrattazione , non
c'è necessità di prova, com 'è riconosciuto dalla giurisprudenza.
Nella ritrattazione successiva, falla cioè dopo un certo tempo , è necessari o invece che il
dichiarante dia le ragioni della sua revoca. dimostrand o che realmente la sua confessione o dichia-
razione è stata viziata da errore di fatto, da violenza o timore grave, ossia che. in sostanza, gli sia
mancata la necessaria libe rt à e consapevolezza. Nel caso che tutto questo sia noto al giudice non
per ritrattazione del dichia rante, ma da altra fonte. egli è tenuto a dichiara re ex officio l' invalidità
della confessione o dichiarazione. poiché tale invalidità è stabilita dalla stessa legge, come risulta
espressamente dal can. 1538 (qualibet vi caret). Naturalmente, egli ha il dovere di accertare debita-
mente il vizio, in modo che non ci siano dubbi né contestazioni al riguardo .

LA PROVA DOCUMENTALE (cann. 1539-1546) 5424


Schema
l. Il principio normativo 4. La presentazione in giudizio
2 Le varie specie di documenti 5. Norme ulteriori
3. Il valore

, «Mentio doli non videtur necessaria quia de ipso ratio implicite habctur cum dicitur ex
errore jacti» iCommunicatlones, a. 1979. p. 104, can. 179).
120 LIBRO VII · l proce ssi

ART. 1
LA NATURA E IL VALORE DEI DOCUMENTI

CAN.1540· § 1.Documenta publi- § l . Sono documenti pubblici ecclesia-


ca ecclesiastica ca sunt, quae per- stici quelli redatt i da una persona pubblica
sona publica in exercitio sui mune- nell'esercizio delle sue funzioni nella
ris in Ecclesia confecit, servatis Chiesa, con l'osservanza delle formalità
sollemnitatibus iure praescriptìs. stabilite dal diritto .
§ 2, Documenta publica civilia § 2. Sono documenti pubblici civili quelli
easunt,quaesecundumuniuscuius- riconosciuti come tali dal diritto, secondo
que loci leges talia iure censentur, le leggi di ciascun paese.
§ 3. Cetera documenta sunt pri- § 3. Tutti gli altri documenti sono pri-
vata, vati.

La prova documentale è quell a costituita da documenti. Nel Cod ice precedente essa
figurava al qu into posto fra le prove giudiziarie. Per l'importanza ch'essa rive ste , il
nuovo Codice l'ha collocata più opportunamente subito dop o le dichiarazioni delle parti,
prima di tutte le altre prove.

5425 1. Il principio normativo


1539 (/8 /2 *) Il ca none riproduce ad litteram il testo del Codice preced ente. Con
esso, si ammette la prova per mezzo di documenti in qualsiasi genere di giudizi:
co ntenziosi e penali , peti tori e possessori , nei processi speciali come nei procedimenti
ammini str ativi, nelle azioni e nelle eccezion i.
5426 Il Codice non dà la definizione di documento , e alla richi esta fatta da alcuni, il
Gruppo di Studio De processibus rispo se che "definitiones in iure vitand ae sunt" (Com-
municationes, a. 1979, p. 105, can. 180). Nella dottrina , il documento in senso proprio
è una scrittura oppure una registrazione sonora o visiva, dirette a provare in giudizio la
verità di un'asserzione, la legittimità di un diritto, l'esistenza di un fatto di natura e di
contenuto giuridico.
In questo senso, la tradizione canonistica, seguita anche dal Codice dci 1917, usa promiscua-
mente come sinonimi i termini documento e strumento . Nel nuovo Codice si è preferit o il termine
"documento" tCommunicutiones, a. 1979, p. 105, can. 180), che pertanto viene a comprendere solo
le scritture regolarmente sottoscritte.

5427 2. Le varie specie di documenti


1540 (/813 *) La divisione fond amentale rich iamata dal Codi ce è in rapporto a lla
fonte da cu i promanano. Sotto questo aspetto, i documenti si distinguono:
- In pubblici, ecclesiastici o civili
- E in privati
1540, § 1 I documenti pubblici ecclesiastici. Sono i documenti che presentano
unitariament e le seguenti essenziali caratteristiche:
l ° La redazione da parte di una persona pubbli ca: ad esempio, il Vescovo, il
parro co, il rettore di un sem inario, il cancelliere della Curi a, il notaio del tribun ale , ecc.
2° Nell' esercizio delle specifiche fun zioni affidategli dalla Chie sa.
3° Con l'osservanza delle formalità prescritte dalla legge .
Il giudiziu contenzio so ordinario 121

CAN. 1541 • Nisi contrariis et evi- I documenti pubblici fanno fede su tutto
dentibusargumentis aliud evinca- ciò che in essi è direttamente e principal-
tur, documenta publica fidem mente affermato , tranne che si dimostri il
faciunt de omnibus quae directe contrario con argomenti opposti ed evi-
et principaliter in iis affirmantur. denti.

Documenti pubb lici ecclesiastici so no pertanto un attesta to di battesimo o di matrim onio


rilascia to dal parroco; un attestato di ordinazione sac ra rilasciato dalla Curia diocesana ; uno stru-
mento redatto da un notaio eccle siastico, ecc. Il can . 18 13 del Codi ce 1917 dava una lunga
enumerazione esempl ificativ a dei detti documenti , che il nuovo Codice ha ritenut o più opportuno
di omettere.

1540, § 2 I documenti pubblici civili. Il paragrafo si limita a definire tali quei 5428
documenti riconosciuti co me pubblici nel diritto di ciascun paese.
A termin e dell ' art, 2699 del Codice civile italiano, docum ento pubblico è «il documento
redatto, con le richieste formalità, da un notaio o da a ltro pubbli co ufficiale autoriz zato ad attrib uir-
gli pubblica fede nel luogo dove l' atto è formato».

1540, § 3 I documenti privati. Costitu iscono una categoria quanto mai varia e 5429
molteplice, per cui nel § 3 del canone è detto, in forma negativ a, che sono privati tutti
i document i che non sono pubblici.

3. Il valore dei documenti 5430


Altro è il valore dei docum enti pubblici, che hanno la garanz ia della legge, altro il
valore dei documenti privati legati solo all' autorità personale di chi li ha redatti o
sottoscritti.

1541 (/814-1816*) I documenti pubblici. Giuridicamente, i document i pubblici 5431


civili sono equiparati ai documenti pubblici ecclesiastici. Gli uni e gli altri fanno fede
nei giudizi ex se e contro tutti , ma solo:
IOIn quelle cose che sono affermate direttamente e principalmente:
- Direttamente, in quanto form ano l' oggetto specifico del documento;
- Principalmente, in quanto si riferiscono alla sostanza del negozio o dell ' atto
giuridico, di cui il documento tratta, non ad elementi secondari o accessori, che senza
dubbio possono essere utili, ma che per sé hanno o possono avere soltanto valore
indiziario.
Così, un certificato di battesimo attesta direttamente e princ ipalmente l'avvenut o battesimo di
una persona, non la data di nasc ita, che pure è riportata in esso. Similmente, un certi ficato di
matrimonio attesta direttam ente e principalm ente l' avvenuta celebrazione nuzia le: tutti gli altri dati
sono accesso ri.

2 0 È ammessa la prova contraria, ossia l' impugnazione dell' autent icità dci docu- 5432
mento, della veridicità dci suo contenuto, della legalit à dell a sua form a, dell a sua inte-
grità, ecc. Ma tutto que sto dev 'es sere dimo strato con argom enti opposti ed evidenti. Se
tali prove non vengono fomite e l' oppo sizione è servita solo a gettare un'ombra di
dubbio sul documento, questo conserva il suo valore, poiché la "praesumptio iuris" è per
la sua validità, "fi no a prova contraria".
La legge italiana dice con maggior severità: " fino a querela di falso" (art . 2702 del Codic e
civile).
122 LIBRO VII - I processi

CAN. 1542 - Documentum priva- Il documento privato, tanto quello rico-


tum, sive agnitum a parte sive re- nosciuto dalla parte che quello ammes so
cognitum a iudice, eandem pro- dal giudice, possiede, nei confronti di chi
bandi vim habet adversus aucto- lo ha redatto o sottoscritto e degli aventi
rem vel subscriptorem et causa m causa, il medesimo valore probativo della
ab iis habentes, ac confessio extra confessione extragiudiziale; nei confro nti
iudicium facta; adversus extra- degli estranei, ha lo stesso valore delle di·
neos eandem vim habet ac par- chiarazioni delle parti, che non siano con-
tium decIarationes quae non sint fessioni, a norma del can. 1536, § 2.
confessiones, ad normam can.
1536, § 2.
CAN. 1543 - Si ab rasa, correcta, Se dal loro esame i documenti risult ano
interpolata aliove vitio documen- cancellati, corretti, interpol ati o altrimenti
ta infecta demonstrentur, iudicis difettosi , spetta al giudice valutare se e
est aestimare an et quanti huius- quale valore debba esser loro attribuito.
modi documenta sint facienda.

5433 1542 (/817*) l documenti privati. Perché un document o privato facci a fede,
dev 'essere riconosciuto dalla parte contro la quale è stato esibito o ammesso dal giudice .
In questo caso:
- Nei confronti di chi lo ha redatto o sottoscritto e degli aventi causa, esso pos-
siede la medesima forza probativa della confessione extragiudiziale, per cui è compito
del giudice giudicarne l'effettivo valore "perpensis omnibu s adiunctis" (can. 1537).
- Nei confronti degli estranei al giudizio, il documento privato. a differenza di
quello pubblico . ha lo stesso valore delle dichiarazioni dellc parti. che non abbiano
carattere di confessione, a norma del can. 1536, § 2.

5434 1543 (/818*) Documenti difettosi. I difetti possono derivare da più fattori: cancel-
lature. correzioni. interpolazioni, e anche deterioramenti dovuti a cause naturali. Tocca al
giudice, in questo caso. esaminare il documento nel suo stato concreto. chiedendo se
necessario o utile l'opera di un esperto. Deciderà quindi "pro sua conscientia" se e che
valore gli si possa attribuire, secondo che i difetti riscontrati siano di carattere sostanziale
o accessorio. totale o parziale. formale o materiale, prodotti ad arte o accidentali.

5435 4. La presentazione dei documenti in giudizio


1544 (1819-1820*) Modalità. Perché i documenti abbiano valore probatorio in
giudizio:
l ? Devono essere deposit ati presso la cancell eria del tribunale, sì che possano
essere esaminati dal giudice e dalla parte avversa, la quale potrà fare le eccezioni che
riterrà opportun e,
Il tempo utile per la produzione dei documenti è per sé il periodo istruttorio, che va dalla
contestazione della lite alla conclusione in causa: cfr. cann. 1599, § 2. c 1600,
2° Devono essere esibiti in originale o in copia autentica, in modo che non ci siano
dubbi sulla loro genuinità ed integrità,
5436 Oggi sogliono accettarsi come autentiche anche le fotocopie. ma il giudice può richiedere, se
lo ritiene opportuno, che vengano autenticate anch'esse dal notaio del tribunale, dopo la debita
collazione con l'originale. È sufficiente l'autenti cazione di un notaio civile.
Il giudizio contenzioso ordinarin 123

ART . 2
LA PRODUZIONE DEI DOCUMENTI

CAN. 1544 - Documenta vim pro- I documenti non hanno valore di prova
bandi in iudicio non habent, nisi in giudizio, se non siano esib iti in origin a-
originalia sint aut in exemplari au- le o in copia autentica e depo sitati presso
tbentico exhibita et penes tribunalis la ca ncelleria del tribunal e, affinché pos-
canceDariam deposita, ut a iudice sano essere esamin ati dal giudice e dalla
et ab adversario examinari possint. parte avversa .
CAN. 1545 • Iudcx praeciperc po- Il giudice può disp orre che sia prodotto
test ut documentum utrique parti in giudizio un documento comun e ad e n-
commune exhibeatur in processu. trambe le parti.
CAN. 1546 - § 1. Nemo exhibere te- § l. Nessuno è tenuto a produ rre docu-
netur documenta, etsi communia, menti , anche se comuni, la cui esibizion e
quae communicari nequeunt sine non possa avve nire senza pericolo di dan-
periculo damni ad normam can. no a norm a del can . 1548, § 2, n. 2, o
1548, § 2, n. 2 aut sine periculo senza peric olo di violazione di un segreto
violationis secreti servandi. da mantenere.
§ 2. Attamen si qua saltem do- § 2. Se tuttavia sia possibile trascriv ere
cumenti particula describi possit almeno una parte ridotta del documento
et in exem pla r i exhiberi sine me- ed esibirla in copia senza gl'incon venienti
moratis incommodis, iudex decer- accennati, il giudice può ord inarne la pro-
nere potest ut eadem producatur. duzione.

1545 (1822 *) Può accadere che un documento sia comune alle parti contendenti: 5437
per es. un testamento o un contratto che interessino entrambe le parti. A termine del
canone, il giudice può disporre con decreto che la parte in possesso del documento lo
presenti in tribunale, salvo il prescritto del canone seguente.
Il nuovo Codice non acce nna all' actio ad exhibendum (cfr. can. 1822, Codice 1917). Essa
figurava nello Sche ma de l 1976, ma nella seduta del 3 1 novembre 1978 il Grup po di Studio
De processibus deli berò di sopprìmerla (Com mun ìcationes, a. 1979, p. 107, can. 187), esse ndo
sufficiente la norma del can. 1545 (cfr. anche il can . 1391, n. l : "documentum verum...
occultar") .

1546 (1823 *) Documenti che non si è tenuti a produrre. Nell'eserci zio del suo 5438
potere giudiziario, la Chiesa non si preoccupa soltanto di rendere giustizia, ma anche di
evitare danni alle persone. Attenendosi ai principi d'ordine morale, dispone pertanto
giuridicamente che nessuno è tenuto a produrre in giudizio documenti, anche se comuni
c richiesti dal giudice, se la loro esibizione:
- Sia o possa essere causa d' infamia, di vessazioni o di altri gravi danni a sé, al
proprio coniuge o ai consanguinei e affini più stretti (can. 1548, § 2, n. 2);
- Oppure ci sia pericolo di violare un segreto che si ha l' obbligo di mantenere.
Ma anche la giustizia ha le sue esigenze, per cui se è possibile trascrivere una
parte ridotta del documento ed esibirla in copia, evitando gl' inconvenienti accennati,
il giudice può ordinarne la produzione in giudizio. e la parte è obbligata ad eseguire
l'in giunzione.
124 LIBR O VII • J proc essi

CAPITOLO III
I TESTIMONI E LE TESTIMONIANZE

CAN. 1547 • Probatio per testes in La prova testimo niale è ammessa in


quibuslibet causis admittitur, sub qualsiasi genere di causa, sotto la direzio-
iudicis moderatione. ne dcI giudice.

5439 Il nuovo Codice non considera il caso in cui la parte si rifiuti arbitrariamente di esib ire il
doc umento che è in suo possesso . Il Codice anteri ore prescriveva le seg uenti norm e, con tenute nel
can. 1824*:
- Se la parte si rifiuti, il giudice, su istanza della parte avve rsa e chiesto , se
necessario, il parere del promotore di giustizia o del difensore del vincolo , disponga con
sentenza interloc utoria se e in che modo il documento debba essere esib ito (§ l ).
- Se la parte persista nel suo rifiuto, spetta al giudice valutare il fatto e trame le
de bite co nsegue nze (§ 2).
- Se infine la parte affermi di non possedere più il doc umento, il giudice potrà
convoc arla e chiedere le opportune spiegazion i, esigendo se del caso un for male giura-
mento (§ 3).

5440 5. Norme ulteriori


- Can. 14 75. .~ I : la rest ituzione dei doc umenti al termine de l gi udiz io
- Can. 1600. § 2: la presentazio ne di nuovi docume nti dopo la conclusione in causa
- Can. 1639 . .~ 2: la prese ntazione di nuovi docum en ti in ap pello
- Can. 1645: do cume nti scoperti dopo che la sentenza è passata in giudicato, e relativa
azione di "restitutio in integrum"
- CO l!. 1658. § 2: la presentazione dei documenti nel processo contenzioso orale
- Cann. 1686-1688: il processo documentale per la dichiarazione di nullità matrimoniale

5441 LA PRO VA TESTlMONIALE (cann. 1547-157 3)


Schema
I. Norm e previe 6. L'ulteriore esc ussione
2. La capacità testi rnoniale 7. La debita indennità
3. La presen tazione e l' esclusione dei testimoni 8. La val utazio ne delle testimon ianze
4. Il luogo dell'esame e l'assistenza di altre persone 9. Norme ulteriori
5. Le modalit à dell'esam e

La prova testimoniale è quella costituita dalle testimonianze rese in gi udizio da


persone riconosciute idonee dal diritto. E la prova più complessa, che richiede magg ior
impegno e lavoro da parte del tribunale. Il Codice attuale vi dedica 27 canoni, distribuiti
in 4 articoli, mentre nel Codice precedent e i canoni era no 38 e gli artico li 7.
Varie norme , troppo minuzio se, sono state soppresse o tralasciate, attribuen do al
giudice maggiore libertà d'i niziativa.

5442 1. Norme previe


Sono contenute nei cann . 1547 e 1548.
5443 1547 (/ 754 *) Il principio normativo. Come la prova doc ume ntale, anche quel -
la testimoniale è amm essa in qualsiasi ge nere di cause (n. 5425). Pot rebbe sembra re
Il giudil_iu co ntenzioso onJinariu 125

CAt"l. 1548 - § l. Testes iudici Iegi- § I. I testimoni, legittimamente inter-


time interroganti veritatem fateri rogati, devono dichiarare al giudice la
debent. verità.
§ 2. Salvo praeseripto can, 1550, § 2. Sal vo quanto dispone il ca n. 1550,
§ 2, n. 2, ab obligatione respon- § 2, n. 2, sono esenti dall 'obbligo di ri-
dendi eximuntur: spondere:
IO clerici, quod attinet ad ea IO i chierici , per quanto sia stato lor o
quae ipsis manifestata sunt ratione confidalo in ragione del sacro ministero;
saeri ministerii; civitatum magi- i magistrati civili, i medici, le ostetriche,
stratus, medici, obstetriees, advo- gli avvocati , i notai e altri tenuti al segre-
eati, notarii aliique qui ad secre- to di ufficio anche in ragione del consi-
tum officii etiam ratione praestiti glio dato, per tutto ciò che cade sotto
eonsilii tenentur, quod attinet ad questo segreto;
negotia huie seereto obnoxia;
2 0 qui ex testifieatione sua sibi 2 0 coloro che dalla propria testimonian-
aut coniugi aut proximis consan- za temono per sé o per il con iug e o per
guineis vel affinibus infamiam, pe- i consanguinei e gli affini più stretti, in-
rieulosas vexationes, aliave mala famia, pericolose vess azioni o altri gravi
gravia obventura tìment, danni .

superfluo l'attuale canone, considerando il disposto del precedente can. 1527, che
consente la presentazione in giudizio di qualsiasi genere di prove, purché siano lecite
e si ritengano utili alla causa. Ma la conferma è stata necessari a, soprattutto a causa
del can. 1290, poiché con essa si esclude ogni limitazione, al contrario di quanto
avviene in molte legislazioni civili, le quali non ammettono l'uso della prova testi-
moniale in ogni caso: cfr. art. 2722 ss. del Codice civile italiano (Communicationes ,
a. 1979, p. 108, can. 189).
Nell'o rdinamento canonico, la prova testimoniale resta solo esclusa ex natura sua
dal processo documentale di nullità matrimoniale, di cui nei cann. 1686-1688.
La prova testimoniale si svolge sotto la direzione del giudice , secondo le modalità
stabilite dalla legge. Il suo fondamento è la presunzione, in linea di principio, della
veracità del teste, chiamato a deporre su un fatto che è a sua diretta conoscenza. Spetta
al giudice accertarsi che la testimonianza resa sia sincera e oggettiva, e che non sia stata
alterata da mala fede, da passione, da faziosità o astio, da interessi di parte, da inetti-
tudine, o da altri fattori. Sono questi possibili inconvenienti, che rendono la prova
testimoniale meno certa e sicura della prova documentale.
1548, § l (1755, § l *) Il dovere dei testimoni. Legittimamente interrogati, i 5444
testimoni hanno il grave obbligo, morale e giuridico, di rispondere e di dire la verità.
L'interrogatorio è legittimo a due condizioni:
- Che sia fatto dal giudice competente o da un suo delegato o da un uditore, o
dalle persone a cui il diritto concede questa facoltà (cann. 1528 e 1661 ).
- Che si svolga in piena osservanza del prescritto del can. 1564.
L' obbligo che grava sul testim one di rispondere alle legittime domande del giudice, si fonda
sulle esigen ze del bene comune, della giustizia e della vita sociale. Un eventuale giuramento fallo
da una persona di aste nersi dal rispondere al giudice, sarebbe nullo pcr se stesso - dicono i
moralisti - perché «contra bonum publicum, contra bonos mores. contra caritatem ».
1548, § 2 (1755, § 2*) Persone che non hanno l'obbligo di rispondere. "para- 5445
grafo presenta un duplice motivo: "ratione officii" e "ratione damni".
126 LIBRO VII - [processi

ART . I
CHI PUÒ ESSERE TESTE

CAN. 1549· Omnes possunt esse Tutti possono essere testimoni, tranne
testes, nisi expresse iure repellan- che , in tutto o in parte, siano esclusi
tur vel in totum vel ex parte. espressamente dal diritto.
CA N. 1550 - § 1. Ne admittantur § l. Non siano ammessi a testimoniare
ad testimonium ferendum minores i minori al di sotto dei quattordici anni e
infra decimum quartum aetatis i deboli di mente; potranno tuttavia essere
annum et mente debiles; audiri ascoltati per decreto del giudice, che ne
tamen poterunt ex decreto iudicis, dichiari in esso l'opportunità.
quo id expedire declaretur.

IORatione offlCii sono esentati dall' obbligo di rispondere al giudice, anche se le


sue domande siano formulate legittimamente :
- I chierici (Vescovi, presbiteri, diaconi ), relativamente a quel che sia stato loro
co nfidato in ragione del sacro ministero
- I funzionari civili, i medici, le ostetriche, gli avvocati, i notai, e tutti gli altri
tenuti al segreto di uftìcio o al segreto professionale anche in ragione del cons iglio dato,
per tutto ciò che cade sotto questo segreto.
20 Ratione damni sono parimenti esentati dal rispondere tutti coloro che temono
infamia. pericolose vessazion i o gravi dann i:
Per se stessi
- Per il coniu ge
- Per i consangu inei e gli affini più stretti
S'era chiesto al Gruppo di Studio De processibus di determinare l'ambito del grado di con-
sanguineità c di affinità, come pur faceva il can. 1755, § 2, n. 2, del Codice precedente. Ma i
Consultori - unanimiter fere - furono del parere che ciò si dovesse lasciare alla discrezione del
giudice (Communicationes, a. 1979, p. 109, cnn. 190, lett. c).

5446 2. La capacità testimoniale


1549 (/756*) n principio generale. La capacità testimonial e fa parte dei diritti
della persona, per cui - salvo il diritto e il dovere del giud ice di valutarne la credibilità
- tutti possono essere testimon i in giudizio. tranne che , in tutto o in parte, siano esclu si
espressamente dalla legge.
- In tutto, come coloro che hanno meno di quattord ici anni, esclusi per sé da
qualsiasi giudizio.
- In parte, come le persone tenute al segreto di ufficio, relativamente alle cose
soggette a tale segreto.
L'esclusione può derivare dal diritto positivo ecclesiastico, ma anche dal diritto naturale (il
caso degli ebeti o dei dementi), o dallo stesso diritto divino (il caso dei sacerdoti, relativamente a
cose ascoltate in confessione).
5447 1550 (/ 757*) I non ammessi e gl'incapaci "ex iure". Sono le due categorie
pre viste dal nuovo Codice. La categoria dei "sospetti", considerata nel Cod ice preceden -
te (sco municati, infami, indegni ), è stata soppressa.
Il giudizi o co ntenzioso ordinario 127

§ 2. Incapaces habentur: § 2. Si considerano incapaci:


lO qui partes sunt in causa, aut l " le parti in causa e coloro che stanno
partium nomine in iudicio consi- in giudizio a loro nome, il giudice e i suoi
stunt, iudex eiusve assistentes, ad- assistenti, l' avvocato e gli altri che presta-
vocatus aliique qui partibus in ea- no o hanno prestato assistenza alle parti;
dem causa assistunt velastiterunt; 2 0 i sacerdoti, per quanto sia venuto loro
20 sacerdotes, quod attinet ad a conoscenza dalla confessione sacramen-
ea omnia quae ipsis ex confessione tale, anche nel caso che il penitente chie-
sacramentali innotuerunt, etsi da che lo rivelino ; anzi, tutto ciò che da
poenitenseorum manifestationem chiunque e in qualsiasi modo sia stato udito
petierit; immo audita a quovis et in occasione della confes sione, non può
quoquo modo occasione confessio- essere recepito neppure come indizio di
nis, ne ut indicium quidem verita- verità.
tis recipi possunt.

IONon SOIlO amm essi a te stim oni are , tranne che il giud ice d isponga co n particol are
decreto che siano asco lta ti:
- I min ori al di so tto dei qua ttordici ann i I
- I deboli di ment e
La debolezza di mente non è da confondere con l' ebetismo o la demenza. Essa indica 5448
l' immaturità o l'i nsufficienza delle facoltà intellettive o volitive, che possono dipendere da vari
fattori ed avere espressioni diverse (ritardati mentali, oligofrenici parziali, sernifatui, amnesiaci,
iperemotivi, ccc .), Nel dubbio, il test e dev'essere ammesso.
20 Sono con siderati incapaci a termine del secondo paragrafo : 5449
- Le pa rti in cau sa e coloro che stanno in giudizio a loro nom e (procuratori , tutori ,
cu ratori, rappresentanti legali), poiché, avendo un particolare int eresse nell a ca usa , dif-
ficilm en te potrebbero re ndere la loro deposizione co n pien a oggettiv ità"
- L ' avvocato e tutt i gli altri che pre stano o hann o prestato la loro assistenza alle
part i: per ragion i analoghe.
- Il giudice e i suoi assi stenti (assessore, istruttore o uditore ), per garantire la loro
imp arzialità oltre che la loro lib ertà.
- I sacerdoti per qu anto sia venuto loro a conoscen za dall a co nfess ione sacramen-
tale, anche nel cas o che il pen itent e ne chieda la rivel azione. Il di vieto va anche più
oltre, poiché pe r es pressa di spo sizion e del can on e, tutto ciò c he da c hiunque e in qu al-
siasi modo sia stato ud ito in occasione della co nfess ione, non può essere recepito in
giudi zio neppure come ind izio d i verità .
È stata soppressa l'incapacità stabilita nel Codice precedente (can. 1757, § 3, n. 3*) per il 5450
coniuge, i consanguinei e gli affini (Communiauiones, a. 1979, p. 11 0, can. 193). Deciderà il
giudice che cosa fare in questi casi , "attentis omnibus circum stantiis", Resta per essi solo l'e sonero
dall'obbligo di deporre, nel caso previsto dal can. 154 8, § 2, n. 2. I consanguinei e gli affini erano
comunque ammessi nelle cause matrimoniali (cfr. can. 197; cfr. anche l'art . 122 della lstr, Provida
Mater Ecctesia del 1936.

l Ovviamente i detti minori, superata l'e tà di 14 anni, non sono più soggetti al divieto, anche
nel caso che la loro testimonianza riguardi fatti avvenuti prima.
1 Alcuni avrebbero voluto ammettere le "parti in causa", «sive quia adest tendentia in iuribus
civilibus audiendi partes ut testes, sive quia in can. 177, § 2 (l'a ttuale can. 1536, § l ) dictum est
declarationes partium vim probandi habere posse». Ma il suggerimento non venne accolto (Com-
municationes, a. 1979, p. 110, can. 192, § 2, n. I).
128 LIBRO VII - I processi

ART. 2
LA PRESENTAZIONE E L'ESCLUSIONE DEI TESTIMONI

CAN.1551-Pars,quaetestemin- La parte che ha presentato un testimone,


duxit, potest eius examini renun- può rinunziare alla sua escussione; ma la
tiare; sed adversa pars postulare parte avversa può domandare che il teste
potest ut nihilominus testis exa- sia interrogato ugualmente.
minetur.
CAN. 1552- § 1. Cum probatio per § l . Quando si chiede la prova per testi-
testes postulatur, eorum nomina et moni, siano indicati al tribunale i loro
domicilium tribunali indicentur. nomi e il domicilio.
§ 2. Exhibeantur, intra termi- § 2. Si esibiscano, entro il termine stabi-
num a iudice praestitutum, articuli lito dal giudice, gli articoli degli argomen-
argumentorum super quibus peti- ti sui quali si chiede l'interrogatorio dei
tur testium interrogatio; alioquin testimoni; altrimenti, si ritenga abbando-
petitio censeatur deserta. nata la richiesta.
CAN. 1553 - Iudicis est nimiam Spetta al giudice limitare l'eccessivo
multitudinem testium refrenare. numero di testimoni.

5451 3. La presentazione e l'esclusione dei testimoni


I testimoni possono essere presentati dalle parti contendenti, dal promotore di giu-
stizia e dal difensore del vincolo se prendono parte al giudizio (cfr. can. 1434, n. 2; cfr.
anche Communicationes, a. 1979, p. III, can. 194), dallo stesso giudice "ex officio" a
termine del can. 1452. I testimoni che si presentino spontaneamente in genere non danno
molto affidamento; la loro ammissione dipende comunque dal giudice (cfr. can. 1760,
Codice 1917).

5452 1551 (1759*) In caso di rinunzia. La parte che ha presentato un testimone, può
anche rinunziare alla sua escussione per particolari motivi sopravvenuti successivamen-
te. A tale rinunzia può opporsi il giudice, se non la ritiene sufficientemente giustificata
ed ha gravi sospetti a tal riguardo. Ma può opporsi anche la parte avversa, a cui il diritto
concede la facoltà di chiedere che il teste sia interrogato ugualmente.

5453 1552 (1761 *) Gli articoli per l'interrogatorio. È un canone che riguarda anzitutto
le parti, ma anche il promotore di giustizia e il difensore del vincolo (cfr. can. 1533),
"et ipsi pars in causa". Occorre indicare i nomi dei testi e il loro esatto domicilio,
affinché possano essere individuati e citati. È anche necessario presentare in tribunale,
entro il termine stabilito dal giudice, gli articoli o posizioni in ordine al loro interroga-
torio.L'Inosservanza di tale disposizione viene considerata come una rinunzia tacita alla
escussione dei testi.

5454 1553 (1762*) Testimoni eccessivi. La presentazione dei testimoni è fatta libera-
mente dalle parti. Ma se il loro numero risulti eccessivo, il giudice ha il diritto e anche
il dovere (ius et obligatio: can. 1762, Codice 1917) di disporne con decreto la limita-
zione, affinché il processo si svolga con la necessaria sollecitudine e siano evitate spese
e ritardi inutili.
La parte interessata può ricorrere contro il provvedimento, e il giudice deve ernet-
Il ,giudi7.iO co ntenzioso ord inario 129

CAN. 1554 - Antequam testes Prima che i testimoni siano interrogati,


examinentur, eorum nomina cum si rendano noti i loro nomi alle parti ; se
partibus communicentur; quod si questo, a prudente valutazione del giudi-
id, prudenti iudicis existimatione, ce, non sia possibile senza una grave dif-
fierisine gravi difficultate nequeat, ficoltà. lo si faccia almeno prima della
saltem ante testimoniorum publi- pubblicazione delle testimonianze.
cationem fiat
CAN. 1555 - Firmo praescripto Fermo restando il disposto del can ,
can. 1550, pars petere potest ut 1550, una parte può chiedere l'esclusione
testis excludatur, si iusta exclusio- di un testimone, se, prima della sua
niscausa demonstretur ante testis escussione, dimostri che v'è una giusta
excussionem. causa per escluderlo.

tere un nuovo decreto "expeditissime" , che, come tale, non ammette ulteriore ricorso
(cfr. cann. 1527, § 2, e 1629, n. 5), salva sempre la possibilità di riproporre la questione
nell'eventuale ulteriore grado di giudizio.

1554·1555 (1763-1764*) Notifica ed esclusione. Ciascuna parte ha il diritto di 5455


conoscere i nomi dei testimoni presentati dalla parte avversa (come dal promotore di
giustizia e dal difensore del vincolo e dallo stesso giudice), affinché possa esercitare il
diritto di chiederne l'esclusione. Di regola, questo deve avvenire prima della loro
escussione, tranne che. a prudente avviso del giudice , lo impedisca una grave difficoltà.
In tale caso, la notifica dei testimoni dovrà aver luogo almeno (saltem) prima che siano
pubblicate le loro deposizioni.
Ncl Codice preceden te, la notifica era fatta reciprocamente dalle stesse parti (partes
debent sibi invicem nota facere testium nomina). Di fatto , per ò, spesso vi provvedeva diretta-
mente il giudice. Nel nuovo Codice , volutamente, non si è precisato se la notifica debba
avvenire ad opera delle parti o ex officio ad opera del tribunale (Communica tiones , a. 1979.
p. 112, can. (97) . Lo stabilirà pertanto il giudi ce, se non esiste a tal riguard o una dispo siz ione
del diritto particol are.
Fermo restando il prescritto del can. 1550 (testimoni non ammessi o dichiarati 5456
"incapaci" dalla stessa legge), l'esclusione dei testimoni è soggetta a due condizioni:
- Che la richiesta sia motivata da una giusta causa (iusta causa), la quale dev'es-
sere dimostrata
- Che sia fatta prima della escussione
Si noti che l' esclusione ) può riguardare sia i testi presentati dalla parte avversa
(come dal promotore di giustizia e dal difensore del vincolo e dal giudice "ex officio"),
sia i testi presentati dalla stessa parte a propria difesa. In questo secondo caso l'esclu-
sione, se accettata dal giudice , ha un effetto maggiore della rinunzia, poiché priva la
parte avversa del diritto di richiedere che i testi siano ascoltati ugualmente (can. 1551).
È anche da notare che, mentre nel Codice precedente era consentita tanto la reprobatio 5457
personae testis (can. 1764, § 2*), quanto la reprobatio testlmoniorum, ossia delle testimonianze
rese (cann. 1782-1786), nel nuovo Codice la formale "reprobatio testimoniorum" è stata soppressa
(Communicalione s, a. 1979, pp. 118-119, cann. 214-217), poiché dava luogo a notevoli difficoltà .

.\ L'esclusione del testimone fatta dalle parti è detta nel Codice reprobatio testis (can. 1764,
§ 2*). mentre Vexclusio è un atto proprio del giudice (can. 1764, § 1*). Il termine. che contiene
una certa durezza . non compare nel nuovo Codice.
130 LIBRO VII • I processi

CAN. 1556 • Citatio testis fit de- La citazione del testimone viene fatta
creto iudicis testi legitime notifi- con decreto del giudice, legitt imamente
cato. notificato all' interessato.
CAN. 1557- Testis rite citatu s pa- Il testimone debitamente citato è tenuto
reat aut causam suae absentiae iu- a comparire o a comunicare al giudice la
dici nota m faciat. causa della sua assenza.

Resta com unque se mpre la facoltà d ' impu gnare la deposizione di un teste , sia richiede ndo che egli
venga di nuovo asco ltato a termine del can. 1600 . § I. sia opponendo delle prove contrarie a norma
del medesim o canone.

5458 1556-1557 (/765-/766*) La citazione da parte del giudice. La citazion e del te-
stimo ne richiede un duplice atto da parte del tribunale:
- Il dec reto del giudice, con l' indicazione del giorno, dell'ora e del luogo di
comparizione
- La debita notifi ca all'i nteressato, a norma dei cann . 1509-1510
Il testimone debitamente citato ha l' obbligo di comparire dinanzi al giudice e di fare
la sua deposizione. In caso d'impedimento, è tenuto ad inform are il tribunale della sua
asse nza e indicarne i motivi.
5459 Contro i testimoni assenti ingiustifieati o che si rifiutassero di rispondere alle legittime do-
mande dci giudice, il can . 1766, § 2, del Codice precedente preved eva delle sanzio ni. Nel nuovo
Codice esse sono state tralasci ate. ma da questo non si può dedurre che siano state soppresse. In
linea di diritto. il giudice può ancora rico rrere a congrue pene cont ro i testimoni che si rifiutino di
comparire comminandole mediante un precetto penale. Ma, in linea di fallo , egli dovrà rinun ziarvi,
cercando piuttosto d' indurre il teste, diretta mente o per mezzo di altra perso na (il parroco ad
ese mpio) a presentarsi in tribu nale e deporre, perché la giustizia possa avere il suo corso . Ne l caso
che il rifiuto sia persistente, il giudice valuterà il fatto, considera ndone le concrete circosta nze (cfr.
can. 1531, § 2).

5460 4. Il luogo dell'esame e l'assistenza di altre persone

1) Il luogo dell 'esame


1558, § 1 (]770, § 1*) La norma comune. Per sé, l' interrogatorio dei lesti, come
delle parti, deve svolgersi nella sede del tribunale (can. 1468), tranne che - si aggiunge
nel nuovo Codice - il giudice, per motivi di opportunità, stabilisca un altro luogo
5461 idoneo nel territorio di sua competenza.
Si può asco ltare un teste per telefono? Una proposta del gene re venne fatta da un Consu ltore
nella sedu ta del 22 novembre 1978: «Addatur norma qua edicatur iudicialem depositio nem , ob
grave m ca usarn, reeip i posse per te lephonium, dummodo iud e x ve l no ta rius de ei usde rn
deposi tion is authenticitate fidem faciat». La proposta non fu accolta dagli altri Cons ultori del
Gruppo di Studio De processibus: «Quia talis norma occasionem praeb eret abusibus et dubia haberi
possent de identitate testìs, de eius libertate, etc.», Si tenne comunque a far presente che il canone
non escl ude del tullo (non reprobatu r) la possibilità di ricevere una deposizione per telefono, se
fosse ve ramente necessario in un caso partic olare iCommunicutiones, a. 1979, p. 113, can. 202).
5462 1558, § 2 (/770, § 2, n. 1*) Testimoni di speciale riguardo. È un' attenzione che
fa parte della prassi canonic a. In ragione della loro dignità o del loro ufficio, devono
essere ascoltati nel luogo da essi prescelto:
l Cardinali
- I Patriarchi
Il giudizio contenzioso ordinario 131

ART. 3
L'ESAME DEI TESTIMONI

CAN. 1558 - § l. Testes sunt exa- § I. I testim oni devono essere esamin ati
mini subiciendi in ipsa tribunalis nella stessa sede del tribun ale, salva di-
sede, nisi aliud iudici videatur. versa decisione del giudi ce.
§ 2. Cardinales, Patriarchae, § 2. I Cardinali, i Patri archi , i Vescovi
Episcopi etii qui, suae civitatis iu- e quelli che, secondo il diritto del loro
re, simili favore gaudent, audian- .paese, godono di una simile distinzione,
tur in loco ab ipsis selecto. siano ascoltati nel luogo da ess i prcscelto.
§ 3.ludex decernat ubi audiendi § 3. Stabilisca il giudice do ve debb ano
sint ii, qui bus propter distantiam, essere asco ltati coloro ai quali, per ragion i
morbum aliudve impedimentum di distanza, di malatti a o di altro impedi-
impossibile vel difficile sit trìbu- mento , sia impo ssibile o diffi cile recarsi
nalis sede m adire, firmis prae- nella sede del tribunale, ferme restand o le
scriptis cann. 1418 et 1469, § 2. disp osizion i dei cann. 1418 e 1469, § 2.
CAN. 1559· Examini testium par- Le parti non possono ass istere all 'esame
tes assistere nequeunt, nisi iudex, dei testim oni , tranne che il giudice, spe-
praesertim cum res est de bono cialmente quando la cau sa è d'interesse
pri vato, eas admittendas censue- privato, ritenga di dov erl e ammettere.
rit, Assistere tamen possunt earum Possono invece assistervi i loro avv ocat i e
advocati vel procuratores, nisi in- i procuratori, sa lvo che il giudice, per cir-
dex propter rerum et personarum cos tanze di cose e di persone, giudich i
adiuncta censuerit secreto esse opportuno che si debb a proce dere in se-
procedendum. greto.

- l Vescovi, consacrati o semplicemente eletti, diocesani, emeriti e tito lari


- Tutt e le persone che , seco ndo il diritto del loro paese, godo no di una simile
distinzione
1558, § 3 (1770, § 2, nn. 2-4 *) Testimoni lontani, infermi o comunque impe- 5463
diti . Ferme restand o le prescri zioni dei ca nn. 1418 e 1469 , § 2, l'ascolto dei testimo ni
ai quali - per ragio ne di dista nza, di malatt ia o di altro impedi me nto, fisico o morale
- sia imposs ibile o difficil e recarsi nella sede del tribun ale, si svo lge ncl luogo
stabilito dal giudice.
Restano salvi, si è detto. i cann, 1418 e 1469, § 2. Di conseguenza, se il testimone risiede in 5464
un territorio al di fuori della competenza del giudice, e non può o non vuole presentarsi alla sede
del tribunale:
l° Per sé dev'essere ascoltato per rogatoria (can. 14 IR). Naturalmente, il giudice ad quelli
dovrà seguire esattamente le istruzioni e gli articoli trasmcssigli dal giudice li qua.
2° Può essere ascoltato anche dal giudice che tratta la causa, il quale si recherà a tal fine nel
territorio di residenza del teste, ma alle condizioni stabilite nel can, 1469, § 2 :
- Che sussista una giusta causa
- Che si ascoltino prima le parti, e, similmente, il promotore di giustizia c il difensore del
vincolo, se prendano parte al processo
- Che si chieda la licenza dci Vescovo del luogo (Id quelli
- Che l' escussione abbia luogo nella sede design ata dal medesimo Vescovo
Riteniamo che le disposizioni contenute nei eann. 14 18 c 1469 § 2, debbano essere osservate
sostanzialmente anche nei casi di cui al can. 1558. § 2 (testimoni di speciale riguardo).
132 LIBRO VII - l prccesst

CAN. 1560 - § 1. Testes seorsim § I. l singoli testimoni devono essere


singuli examinandi sunto esaminati separatamente l'uno dall ' altro.
§ 2. Si testes inter se aut cum § 2. Qualora i testimon i siano discor-
parte in re gravi dissentiant, iudex di fra loro o con la parte in cosa grave ,
discrepantes inter se conferre seu il giudice può mettere insieme a con-
comparare potest, remotis, quan- fronto quelli che sono in contrasto, evi-
tum fieri poterit, dissidiis et scan- tando, per quanto è possibile, dissidi e
dalo. scandalo.

5465 2) L'assistenza di altre persone


1559 (/77/ *) Si tratta in concreto dell'assistenza dell e parti, degli avvocati e de i
procuratori , del difenso re del vinco lo e del pro motore di giustizia.
IONe l processo con tenzioso ordinario le parti non posson o assistere all'esame de i
testimo ni, tranne che il giudice, specialme nte se la ca usa è d 'i nteresse privato , riten ga
di doverle ammettere".
L ' assistenza de lle parti ha senza dub bio dei vantaggi, soprattutto perché in tal modo
esse possono dife nde re meglio i loro diri tti. Ma può anche de termi nare gravi inconve-
nienti, poiché la loro presen za può essere caus a di alterchi e può anche intimidir e i tes ti,
togli endo loro la necessari a serenità e libertà.
Circa l'assistenza delle parti alla escussione dei testi nei processi di nullità matrimo niale, cfr.
can. 1678. § 2. e relativo commento.
5466 20 Gli avvocati e i pro curatori - e ovviamente il difensore del vincolo e il pro-
motore di giustiz ia - possono invece assistere all'esame delle parti, dei tes timon i e dei
peri ti. trann e che il giudice, per ci rcosta nze di cose e di persone, decida che l'escussione
deb ba svo lgersi in seg reto (cfr. anche ca n. 1678, § I, n. 1). L ' escl usione è possibile
anche nei riguardi del difen sore del vincolo e de l promotore di gius tizia iCommunica -
tiones, a. 1979, pp. 262 -263, can. 342), come risulta dallo stess o testo del can. 167 8, §
I, n. I. Ma questo sembra ad alcuni in co ntrasto con la figura de l difensore del vincolo
e del prom oto re di giustizia, i qu ali es erci tano una funzion e pub blic a a tutela del pub-
blico interesse; sembra anc he in co ntrasto formale col can . 1433. Diverso, tuttavia, fu
il pare re dei Co nsultori de l Gru ppo di Studi o "De iure matrimo nia li", i quali riten nero
che, in alcuni casi ecc ez ionali, la prud enza può esige re che sia no escl usi dall ' assistere
agli inte rrogator i anche il di fen sore del vincolo e il prom otore di giust izia .
A norma del can. 1678, § l, n. 2, relativo alle cause di nullità matrimoniale, ai patroni delle
parti (avvocati e procuratori: can. 1559l spetta pure il diritto di prendere visione degli alti giudiziari
(acta causac e acta processus) presso la cancelleria del tribunale, anche prima della loro pubblica-
zione (can. 1598, § Il. e similmente di esaminare i documenti prodotti dalle parti. Un tale diritto
spetta anche alle parti. poiché il dello can. 1678, § 2, non consente .010 che assistano agli esami
di cui al § I.

5467 5. Le modalità dell 'esame


1560, § 1 (/772, § J*) Una misura di prudenza. I singoli testimon i devono essere
esaminati sep aratamcnte l' uno dall ' altro , in mod o da evit are che abbiano ad influenzarsi
a vice nda, e co noscendo in anticipo le domande, possano dare una risposta men o im-
mediata e spo ntanea (cfr. Communicationes, a. 1979 , pp. 114-115, ca n. 204 , § I).

4 L' assistenza delle parti è invece consentita senza limitazioni nei processi contenziosi orali
(can. 1663, § 2).
Il giudizio conte nzioso ord inario 133

CAN . 1561 - Examen testis fit a L'esame del testimone, a cui deve assi-
iudice, vel ab eius delegato aut au- stere un notaio, viene fatto dal giudice, o
ditore, cui assistat oportet nota- da un suo delegato o da un uditore; di con-
rius; quapropter partes, vel pro- seguenza, se le parti, o il promotore di giu-
motoriustitiae, vel d efens or vin cu - stizia, o il difensore del vincolo, o gli av-
li, vel advocati qui examini inter- vocati presenti all'interrogatorio, abbiano
sint, si alias interrogationes testi altre domande da fare al testimone, non de-
faciendas habeant, has non testi, vono farle direttamente al testimone stesso,
sed iudici vel eius locum tenenti ma proporle al giudice o a chi ne fa le veci,
proponant, ut eas ipsedeferat, nisi perché sia questi a rivolgerle, salva dispo-
aliter lex particularis caveat. sizione diversa della legge particolare.

1560, § 2 (/772, §§ 2-3) Il confronto dei testi. È il particolare esame di due o più 5468
testimoni. messi in contraddittorio fra loro , allo scopo di chiarire le loro rispettive
deposizioni diverse o contrastanti e accertare la verità dei fatti.
Tale confronto - che può avvenire anche fra i testimoni e le parti o fra lo stesso
attore e il convenuto - è ammesso nel nuovo Codice con minore severità che nel
Codice precedente. È stata infatti soppressa la disposizione limitativ a del can. 1772, §
2, n. 2*: «Si nulla alia facilior ad veritatem detegendam suppetat via» (cfr. Communi-
cationes, a. 1979, p. 115, can. 204, § 2), e si è attenuata la condizione del n. 3 con un
"quantum fieri poteri t".
Rimane comunque il carattere eccezionale del detto confronto. A termini del nuovo
canone:
- Il confronto non è un diritto delle parti, ma una facoltà discrezionale del giud ice
(potest)
- Può essere dispo sto dal giudice sia ad istanza delle parti che "ex officio"
- Può aver luogo solo se i testimoni siano discordi fra loro o con la parte in cosa
grave, attinente alla sostanza della eausa
- Devono essere evitati, per quanto è possibile, scandali, dissidi e soprattutto
alterchi, ehe ledono il prestigio del tribunale
Non è superfluo notare che, in genere, i confronti sono di scarsa o di dubbia efficacia , e non
è raro che l'effetlo sia del tutto negativo a pregiudizio della verità, che ne risulta più offuscata di
prima. Alcune volte, tuttavia, il confronto dei testi può essere un aiuto prezioso per l'accertamento
della verità dei fanì. In questo caso , il giudice non mancherà di esperire anche questo mezzo:
ovviamente con la necessaria prudenza e accortezza'.

1561 (1773 *) Un esame riservato per sé al giudice. Per diritto comune, 5469
l'escussione dei testi è di competenza esclusiva del giudice o del suo delegato o uditore .

, Il confronto dei testimoni nel Codice Italiano:


- Ari. 254 del Codice di procedura civile: «Se vi sono divergenze Ira le deposizioni di due
o più testimoni. il giudice istruttore , su istanza di parte o d'ufficio. può disporre che essi siano
messi a confronto ».
- Art. 211 nel nuovo Codice di procedura penale: «11 confronto è ammesso esclusivamente
fra persone già esaminate o interrogate , quando vi è disaccordo fra esse e su falli e circostanze
importanti».
- Art. 212: « I. Il giudice, richiamate le precedenti dichiaraz ioni ai soggetti tra i quali deve
svolgersi il confronto . chiede loro se le confermano o le modificano, invitandoli, ove occorra. alle
reciproche contestazioni».
«2. Nel verbale è falla menzione delle domande rivolte dal giudice. delle dichiarazioni rese
dalle persone messe a confronto e di quanto altro è avvenuto durante il confronto ».
134 LIBRO VII - I processi

CAN. 1562- § 1.Iudex testi in men- § 1. Il giudice ricordi al testimone il


tem revocet gravem obligationem grave obbligo di dire tutta e sola la verità.
dicendi totam et solam veritatem.
§ 2. Iudex testi deferatìuramen- § 2. Il giudice deferisca al testimone il
tum iuxta can. 1532; quod si testis giuramento a norma del can. 1532; se il
renuat iIIud emittere, iniuratus testimone si rifiuti di prestarlo, lo ascolti
audiatur. senza che abbia giurato.
CAN. 1563• Iudex imprimis testis Il giudice si accerti anzitutto della
identitatem comprobet; cxquirat identità del testimone; domandi quale sia
quacnam sit ipsi cum partibus la sua relazione con le parti . e. quando lo
necessitudo et, cum ipsi interro- interroga specificamente sulla causa,
gationes specificas circa causam s'Informi anche sulle fonti di quanto è a
defert, sciscitetur quoque fontes sua conoscenza e sul tempo preciso in
eius scientiae et quo definito tern- cui egli è venuto a conoscere quello che
pore ea, quae asserit, cognoverit. afferma.

Né le parti né i loro avvocati e neppure il promotore di giustizia o il difensore del


vincolo possono rivolgere domande ai testi direttamente. Devono proporle al giudiee o
a chi ne fa le veci, e saranno questi a indirizzarle agl'interessati .
In vari paesi, tuttavia, vige la prassi che le domande siano fatte direttamente ai
testimoni dalle parti o dai loro avvocati. Per questo il nuovo Codice rimette al diritto
particolare la concreta decisione in merito. Sarebbe per altro opportuno e auspic abile
che. nell'ambito di eiascun paese, si adottasse una norma comune, in modo da evitare
difformit à da tribunale a tribunale, che non sono certo apprezzabili .
5470 1562 (1767*) La prestazione del giuramento. Il giuramento serve ad avvalorare
la deposi zione del teste (cfr. commento al can. 1532). È per sé obbligatorio, in alterna-
tiva, il giuramento "de veritate dicenda" (giuramento promissorio) o almeno "de veritate
dictorum" (giuramento assertorio ). Esso va preceduto da un formale ammonimento del
giudice, il quale richiami a ciascun teste il grave obbligo di dire tutta e sola la verità .
Il giuramento ha in sé un valore non soltanto morale, ma anche giuridico, e il nuovo
Codice , rispettoso della libertà di coscienza, consente che il teste, il quale si rifiuti di
prestare giuramento, venga ascoltato ugualmente",
5471 Le risposte del teste devono limitarsi alla verità dei fatti. Non gli è consentito
esprimere giudizi o apprezzamenti personali, né il giudice deve permetterlo, «salvo che
non sia possibile scindere tali apprezzamenti dalla deposizione sui fatti» (art. 349 del
Codice di procedura penale italiano). Le illazioni valutative di quanto egli afferma o
nega spettano esclusivamente al giudice.

5472 1563-1565 (1774-1776*) L'interrogatorio formale. L'interrogatorio dei testi ha


lo seopo di accertare la verità dci fatti. Ma questo richiede anzitutto l'identificazione dei
testi medesimi. Il giudice chiederà pertanto a ciascuno di essi le proprie generalità:
nome, cognome, paternità. luogo e data di nascita, domicilio, condizione sociale , ecc .
Domanderà inoltre :
- Che rapporti egli abbia con Ic parti: rapporti di semplice conoscenza, di amici-
zia, parentela , affinità, dipendenza, ecc .

" Per l'eventuale giuramento "de secreto servando", cfr. can. 1455, § 3.
lIl!iudi1jo co ntenzi oso ordinario 135

CAN. 1564· Interrogationes bre- Le domande siano brevi, adattate alla


vessunto, interrogandi captui ac- capacità dell'interrogato, non abbraccino
commodatae, non plura simul più questioni insieme, non siano capziose
complectentes, non captiosae, o subdole, né suggestive di risposta; rifug-
non subdolae, non suggerentes gano da qualsiasi offesa e siano pertinenti
responsionem, remotae a cuiusvis alla causa in discussione.
ofTensione et pertinentes ad cau-
sam quae agitur.
CAN. 1565 - § 1. Interrogationes § 1. Le interrogazioni non devono esse-
non sunt cum testibus antea com- re comunicate in precedenza ai testimoni.
municandae. § 2. Se, tuttavia, i falli su cui si deve
§ 2. Attamen si ea quae testifi- testimoniare sono così lontani nella me-
canda sunt ita a memoria sint re- moria, da non poter essere affermali con
mota, ut nisi prius recolantur cero certezza dal testimone senza che prima gli
to affirmari nequeant, poterit ìu- siano in qualche modo richiamati , il giu-
dex nonnulla testem praemonere, dice potrà prevenirlo su qualche particola-
si id sine periculo fieri posse ceno re, se ritenga che ciò possa farsi senza pe-
seat. ricolo.

- Quali siano le fonti delle sue deposizioni : conoscenza diretta dei fatti o indirett a
per sentito dire .
- In quale tempo preci so egli sia venuto a cono scenza di quello che afferma.
Tutto questo può avere e in genere ha effettivamente molta importanza in ordin e
all' attendibilità del teste e delle sue deposi zioni .
Quanto alle domande, il can . 1564 prescrive per ovvi motivi : 5473
- Che siano brevi e semplici , ordinate e che non abbraccino più questioni insieme:
le domand e semplici, lineari, facilitano la comprensione e le risposte, mentre quelle
complesse e complicate possono disorientare e confondere il teste, determinando rispo-
ste incompl ete o inesatte.
- Che siano adattate alla capacità dell'interrogato: alla sua età, alla su a cultura ,
alla sua mentalità, al suo temperamento. ecc., altrimenti si corre il rischio di avere delle
risposte erronee o false.
- Che non siano capziose o subdole: vale a dire. oscure , ambigue, insidiose,
tendenti a trarre in inganno.
- Chcnon siano sugge stive, tali cioè che , direttamente o indirettamente, sugge-
riscano la risposta da dare, in un senso o in un altro .
- Che siano aliene da ogni offesa: verso le parti, verso coloro che prendono parte
al processo, verso lo stesso teste, di cui occorre rispettare la dignit à e la personali tà.
- Che siano infine pertinenti alla causa in discuss ione , ossia all' oggetto della
controversi a.
L'efficacia di una deposizione testimoniale dipende molto dalle domande formulate
dal giudice, il quale ha pertanto il grave obbligo di condurre l' interrog atorio con grande
avvedutezza e assolut a imparzialità, al solo scopo di rendere giustizia .
La disposizione del can. 1565, che vieta di comunicare in precedenza ai testi le 5474
domande che saranno loro rivolte, è una misura di cautela legale , diretta a garantire la
sincerità e la spontaneità dell e loro deposizioni, evit ando che sia no pre venuti o
136 LIBRO VII - l proce ssi

CAN. 1566 - Testes ore testimo- I testimoni rendano la loro testimonian-


nium dicant, et scriptum ne Iegant, za oralmente, senza leggere note scritte,
niside calculo et rationibus agatur; salvo che si tratti di calcoli e di conti; in
hoc enim in casu, adnotationes, tal caso, essi potranno consultare gli ap-
quas secum attulerint, consulere punti portati con sé.
poterunt,
CAN. 1567· § l. Responsio statim § 1. La risposta dev'essere immediata-
redigenda est scripto a notario et mente posta in iscritto dal notaio , ripor-
referre debet ipsa editi testimonii tando le stesse parole con cui il testimone
verba, saltem quod attinet ad ea si è espresso, almeno per quanto concerne
quae iudicii materiam directe at- direttamente la materia del giudizio.
tingunt.
§ 2. Admitti potest usus machi- § 2. Si può ammettere l'uso del magne-
nae magnetophonicae, dummodo tofono, purché le risposte vengano succes-
dein responsiones scripto consì- sivamente trascritte e firmate, se possibi-
gnentur et subscribantur, si fieri le, da coloro che hanno deposto.
potest, a deponentibus.

subornati. Trattandosi per altro di fatti accaduti da molto tempo , se il teste ha difficoltà
nel ricordarli, il giudice può richiamargli alla memoria qualche particolare, purché ciò
non costituisca un pericolo per l'oggettività della deposizione. La detta disposizione è
gravemente precetti va, ma non è "ad validitatem", poiché non vi è anne ssa alcuna
clausola del genere .
5475 1566-1569 (/777-1780*) Le risposte del teste. Anche in questo occorre osservare
esattamente le prescrizioni della legge.
1566 La testimonianza dev 'essere resa oralmente: una risposta appoggiata a scritti
e a note sarebbe una risposta preparata, contro il disposto del can. 1565, § I. È per altro
con sentito che il teste consulti gli appunti portati con sé, qualora si tratti di calcoli e di
conti. sui quali sarebbe facile cadere in errore affidandosi alla sola memoria. Forse lo
stesso può valere, almeno in qualche caso , quando si tratti d'indicare con precisione
molte date.
Va da sé che le risposte del leste devono essere chiare e precise. Le deposizioni espresse in
forma dubitativa: "credo - ritengo - se non sbaglio" ecc., non hanno alcun valore.
5476 1567, § 1 Le risposte del teste devono essere verbalizzate immediatamante
(statim ) dal notaio. Esse vanno riport ate con le stesse parole con cui il medesimo si è
espresso, almeno per quanto concerne direttamente l'oggetto del giudizio. Per il resto,
è sufficiente una verbalizzazione riassuntiva, sostanzialmente compiuta e pienamente
fedele?

7 Dalle Norme della Istr. "Provida Mater Ecclesia" del 1936.


- Art. 103. § 2: «Le risposte della parte, del testimone e del perito devono essere immedia-
tamente (ex continenti) redatte in iscritto dal notaio, non solo per quanto riguarda la sostanza, ma
anche con le stesse parole della deposizione resa, se sembrerà necessario o opportuno all'istruttore.
o se lo richiederanno le parti. i testimoni, i periti (cfr. can, 1778)" .
- Art. 129 : «Le risposte dei testimoni alle domande formulate secondo gli articoli, siano
messe agli atti dal notaio sotto dettatura dell'istruttore, integralmente e con assoluta fedeltà, restan-
do però salvo l'art . 103, § 2, in modo che nulla venga tralasciato di ciò che può aver rilievo. Si
rifugga pertanto sia da una verbalizzazione eccessivamente ampia , sia soprattutto da una
verbalizzazione sommaria, così da evitare le riSpOSI, latte a monosillabi" .
Il giudiz io con tenzioso ord inario 137

CAN. 1568 - Notarius in actis Il notaio faccia menzione, negli atti , del
mentionem faciat de pr aestito, re - giuramento prestato, rimesso o rifiutato,
misso aut recusato iu rei urando, della presenza delle parti e di altri , delle
de par tium alio rumque praesen- interrogazioni aggiunte d'ufficio, e, in
tia, de interrogationibus ex officio genere , di tutto ciò che sia eventualmente
additis et generatim de omnibus accaduto durante l'escussione dei testi , e
memoria dignis quae forte accide- che meriti di essere ricordato.
rint, cum testes excutiebant ur,
CAN. 1569 - § 1. In fine examinis, § l. Al termi ne dell'interrogatorio, si
testi legi debent quae notarius de devono leggere al testimone le deposizio -
eius depositione scri pto redegit, ni da lui rese e messe in iscritto dal nota-
vel ipsi audita facere quae ope io, oppure fargli ascoltare le deposizioni
magnetophonii de eius depositione registrate al magnetofono, concedendogli
incisa sunt, data eidem testi facul - la facoltà di fare aggiunte, soppress ioni,
tate addendi, supprimendi, corri- correzioni, variazioni .
gendi, variandi.
§ 2. Deniq ue actui subscrìbere § 2. Infine, l'atto dev 'essere sottoscritto
debent testis, iudcx et notarius, dal testimone, da l giudice e dal notaio.

1567, § 2 È consentito espressamente l'u so del magnetofono, ma a condizione che 5477


le risposte registrate vengano regolarmente trascritte e firmate, se possibile, dalle per-
sone che hanno deposto, in modo che resti escluso ogni pericolo di falsificazione (cfr.
Communicationes, a. 1978, p. 263, can. 78).
La trascri zione dell e rispo ste è necessar ia: «ut iuridice constet de dcpo siti onc in ordine ad
examen ca usae etiarn in gradu appellationis et in gen ere cum dubium exsurgat de sub stanti a ipsa
depositionis. Incisio magnetophonica facile falsificari potest, idco que in iure fidem non facit»
(Communicationes. a. 1984, p. 66. can. 1519). La sottosc rizione del teste è co ndizionata : "si fieri
potest", «q uia non sernper possibile est qu od testes, don ec transcripti o facra sit. expectent»
(ibidem).
L'u so del magnetofono fu permesso espressamente per la prima volta nei processi con l'I str,
Dispensationts mutrlm onii dalla S. Congregazi one per la disciplina dei Sac ramenti del 7 marzo
1972. n. Il. d tEnchir. Vat.• voI. 4. p. 100 1, n. 1585)' .

1568 Le formalità prescritte nel canone hanno la loro importanza, e il notaio deve 5478
attenersi ad esse fedelmente nella redazione degli atti.
In tali atti occorre fare espressa menzione:
- Del giuramento prestato. rimesso o rifiutato dal teste
- Della presenza delle parti e di altre persone (promotore di giustizia, difensore
del vincolo, procuratori, avvocati, ecc.)
- Delle interrogazioni aggiunte d'ufficio o ad istanza di altri che ne hanno facoltà
(cfr. can. 1561)
- In genere di tutto ciò che sia eventualmente accaduto durante l'e scussione e
meriti di essere rilevato

, Si accenna all 'us o de lla stenografia nei verbali trasmes si dal Card. Pericle Felici il 20 aprile
1972 alle Conferenze Epi scopali e ai Dicasteri della Curia Romana:
- «Tamquam adiutorium scripturae, in hac forma orali, admittitur usus stenographiae ve!
usu s ma ch in ae magnetophonicae, dumrnod o dein re spon siones scr ipto consi gnentur el
suhscribantur a dep onentibus» iCommunicutiones. a. 1972 , p. 63. n. 8, l).
138 LIBROVI! . • processi

CAN. 1570 - Testes, quamvis iam I testimoni, benché siano stati gra esa-
excussi, poterunt parte postulante minati, potranno, ad istanza di parte o
aut ex officio, antequam acta seu d' uffic io, essere nuovamente interroga ti
testificationes publici iuris flant , prima della pubblicazione degli atti o del-
denuo ad examen vocari, si iudex le testimonianze, se il giudice lo ritenga
id necessarium vel utile ducat, necessario o utile, purché non vi sia alcu n
dummodo collusionisvelcorrupte- pericolo di collusione o di corruzione.
lae quod vis ab sit periculum.
CAN. 1571 - Testibus, iuxta ae- Ai testimoni, secondo un'equa tassazio-
quam iudicis taxationem, refundi ne del giudice, devono essere rifuse sia le
debent tum expensae, quas fece- spese sostenute sia il guadagno perduto
rint, tum lucrum, quod amiserint, per recarsi a testimoniare.
testiticationis reddendae causa.

Relativamente al teste che parli una lingua sconosciuta al giudice o alle parti. occorre tener
presente il can. 147 1.
5479 1569 Si pre scrive di legger e al teste , al termine dell 'interrogator io , la de posizi o-
ne da lu i res a e messa in iscri tto dal no taio , oppure di fargli ascoltare la de posizi o ne
registr ata al magnetofono, concede nd o gli am pia facoltà di agg iun gere , so pprime re,
correggere, vari are quanto e come ritie ne opportuno . Anche questo deve risultare nel
ver bal e",
Infine l'atto va rego lar me nte sott oscritto dal tes te, dal gi ud ice e da l not aio. Nel caso
che il teste non possa o si rifi uti di firm are, va le il dispos to de l can. 1473.

5480 6. L'ulter iore escussione dei testi


1570 (/78/*) Di regola, l' escu ssion e dei testi te rm ina co n la loro deposizione. Se
tuttavia, prim a dell a pu bb licazione degli atti o delle testim o nian ze, il gi udice riten ga
nec essario o util e interrogarli nuo vam ent e. può farlo sia ad istanza di parte c he d i
ufti cio, purch é non ci sia alc un peti co lo d i co llus ione o di subornazio ne.
Propriamente, la collusione è un accordo illecito fra il teste e la parte avversa. che ottiene così
una deposizione favorevole o meno compromettente. La subomazione è la corruzione del teste
mediante l'offerta o la promessa di danaro. di doni, di favori, ecc. (cfr. can. 1386).
L ' event uale nuova escussione dei testi do po la co nclusione in ca usa è soggetta a
particolari condizioni: cfr. can, 1600 , § l .

') Sono prescritte "ad validiratem" queste formalità? Risponde con molta precisione Mario F.
Pompedda, Uditore della Rota Romana:
- Che il verbale debba essere riletto all' interessato, ciò è prescritto formalmente; che lo sia
"ad validiratern" dall' atto. ciò non è detto. Di fatto, nella prassi. si omette la lettura a richiesta
dell' interrogato, il quale dichiari di aver seguito tutta la verbalizzazione e di ricordare ciò che ha
deposto.
Il problema potrebbe sorgere quando, su esplicita richiesta dell'in terrogato che esige la
rilettura per poter eventualmente correggere o modificare o aggiungere o togliere qualcosa, il
giudice nega tale facoltà. In tal caso avremmo un atto del quale si può dubitare che emani dalla
persona interrogata. E quindi potrebbe sorgere il dubbio sulla validità dell' atto. Ma allora non
sarebbe questione della rilettura in sé, quanto piuttosto della redazione di un allo che indebitamente
si vuole attribuire ad una persona».
Il giudizio contenzioso ordinario 139

ART. 4
IL VALORE DELLE TESTIMONIANZE

CAN. 1572 - In aestimandis testi- Nel valutare le testimonianze, il giudi-


moniis iudex, requisitis, si opus sit, ce, richieste, se necessario, le lettere testi-
testimonialibus Iitteris, eonsideret: moniali, consideri:
1° quae condicio sit personae, I ° quale sia la condizione della persona
quaeve honestas; e quale la sua onestà;
2° utrum de scientia propria, 2° se testimoni di scienza propria, so-
praesertim de visu et auditu pro- prattutto de visu e de auditu, o se esprima
prio testifieetur, an de sua opinio- una sua opinione, una diceria, o notizie
ne, de fama, aut de auditu ab aliis; sentite da altri;
3° utrum testis eonstans sit et 3° se il teste sia costante e fermamente
firmiter sibi eohaereat, an varius, coerente con se stesso, oppure volubile,
ineertus vel vaeillans; incerto o vacillante;
4° utrum testimonii eontestes 4° se abbia contestimoni su quanto ha
habeat, aliisve probationis ele- deposto, e se le sue dichiarazioni siano
mentis eonfirmetur neene. confermate o no da altri elementi di prova.

7. La debita indennità 5481


1571 (1787-/788*) Il teste che ha deposto ha diritto ad essere indennizzato, sia in
rapporto alle spese sostenute (spese di viaggio, di soggiorno, ecc.) sia in rapporto al
guadagno perduto o al danno subito a causa della deposizione. È quel che suole indicarsi
con l'espressione: «danno emergente e lucro cessante».
L'indennità è stabilita dal giudice secondo un'equa valutazione, in cui si deve tener
conto anche delle norme stabilite al riguardo dal Vescovo che è a capo dci tribunale (cfr.
can. 1649, § I, n. 2).

8. La valutazione delle testimonianze 5482


Costituisce il lavoro più delicato e più impegnativo del giudice, il quale deve
esaminare attentamente le prove testimoniali che gli sono state fornite, e giudicarne
l'attendibilità e la forza probatoria con alto senso di responsabilità, e questo esige delle
particolari cautele. Interrogare un testimone e soprattutto interpretarne rettamente le
deposizioni, entrando nella sua personale psicologia - in rapporto all'indole, alla pro-
fessione, alla cultura, al momento giudiziario - non è sempre facile: occorre molta
avvedutezza e prudenza, per stabilire l'oggettivo fondamento delle sue asserzioni.
Com'è ovvio "ex natura rei", la valutazione delle testimonianze è rimessa al libero
apprezzamento dci giudice, che ha come guida la sua coscienza (cfr. can. 1608, § 3),
sorretta dai criteri logici obiettivi richiamati opportunamente dalla legge e che, come
tali, importano un vero obbligo giuridico, oltre che morale.
1572 (1789*) Criteri di valutazione. Riguardano da un lato la persona del teste 5483
e la fonte delle sue dichiarazioni, e dall'altra aleuni elementi o circostanze significative,
che hanno contrassegnato la sua deposizione.
lO Anzitutto il giudice deve considerare con piena oggettività la persona del teste:
la sua condizione (l'età, la cultura, la mentalità, il temperamento, la capacità, ecc.), e in
particolare la sua rettitudine (honestas), che è alla base della sua credibilità. A tal fine,
140 LIB RO VII - l proce ssi

CAN. ]573 - Unius testis depositio La deposizione di un solo testimone


plenam fidem faccre non potest, non può far piena fede , salvo che si tratti
nisi agatur de teste qualificato qui di un testimone qualificato, il quale de-
deponat de rebus ex officio gestis, ponga su cose fatte d'ufficio, o che Ic cir-
aut rerum et personarum adiuncta costanze di cose e di persone suggerisca-
aliud suadeant, no altro.

si richiederanno di ufficio, se necessario , a persone degne di fede e capaci di fornirle (in


genere al parroco proprio) opportune informazioni (litterae testimoniales) sulle qualit à
religiose e morali del teste stesso e sulla sua credibilità. Purtroppo è da lamentare che
le suddette informazioni spesso sono vaghe e generiche, sì da costituire una pura for-
malità priva di valore.
5484 2° Un secondo importante criterio è lafonte delle affermazioni del teste, per cui
è necessario che risulti se egli abbia deposto per scienza propria , ossia se abbia riferito
cose vedute e udite personalmente (de visu et auditu), oppure si tratti di dicerie, di
notizie apprese da altri o di opinioni personali.
3° Occorre inoltre tener presente se, nella sua deposizione , il teste abbia mostrato
sicurezza e costanza, oppure volubilità, perplessità, indecisione, incoerenza.
5485 4° È infine da considerare ulteriormente se la deposizione resa dal medesimo teste
sia rimasta isolata, oppu re vi siano state più persone ad affermare lo stesso fatto -
contestimoni - e se essa risulti confermata da altri elementi di prova.

5486 1573 (/791*) Il valore del teste unico. Testis unus, testis nullus, dice un'antica
massima giuridica, ispirata al Deuteronomio, c. 19, 15, e al Digesto giustinianeo, I.
XII, t. 5. fr. 12, che la Chiesa tuttavia non applica con rigore formali stico . Nel nuovo
Codice, come in quello precedente, la deposizione di un teste unico non fa ex se pien a
prova, ma neppure è da ritenersi a priori priva di qualsiasi valore. A termine del
Codice del 1917, fa piena fede in un solo caso : che si tratti di un testimone quali-
ficato (un Cardinale, ad esempio, o un Vescovo, un parroco, che , al di sopra di ogni
sospetto ed eccezione, deponga su cose fatte d'ufficio (can. 1791, § I *). Il nuovo
Codice conferma questo caso, ma con maggiore comprensione ne aggiunge un secon-
do: che , pur trattandosi di un testimone non qualificato, le circostanze di co se e di
persone suggeriscano diversamente. È una formula ampia, che conferisce al giudice
di poter giudicare il caso concreto del teste unico con maggiore libertà, considerando
non solo le condizioni soggettive del teste qualificato, ma anche, relativamente al
testimone non qualificato, le circostanze oggettive di altre prove e indizi, da cui gli
sia possibile dedurre quella certezza morale necessaria per poter decidere "tuta
conscientia" (cfr. can. 1608, §§ 1_2)10.
5487 Nella valutazione delle prove testimoniali , come di altre prove - è stato detto
giustamente - il giudice non dev 'essere né credulo né scettico, ma serenamente
oggettivo. come richiede il suo ufficio. E questo esige, fra l'altro. un «grande equi-
librio psicologico. una rettitudine e una imparzialità a tutta prova, ed una cono scen za
affinata dal diritto e dalla giurisprudenza» (Card. Pericle Felici, Communicationes, a.
1977, p. 180).

IO Sentenze rotali fondate sulla deposizione di un testimone unico: coram Mattioli, 7 novem-
bre 1951; - coram Mattioli, 9 luglio 1956; - coram Bejan, 27 aprile 1966; - coram Rogers, 14
novembre 1967. ecc.
Il giudizio con tenzioso ordinario 141

CAPITOLO IV
I PERITI

CAN. 1574 - Peritorum opera Si deve ricorrere all'opera dei penti


utendum est quoties ex iuris vel ogni volta che, per disposizione del diritto
iudicis praescripto eorum examen o del giudice, si richiede il loro esame e il
et votum, praeceptis artis vel loro parere, fondato sui principi della tec-
scientiae innixum, requirunturad nica o della scienza , per comprovare un
factum aliquod comprobandum fatto o per determinare la vera natura di
vel ad veram alicuius rei naturam una cosa.
dignoscendam.

9. Norme ulteriori 5488


Canoni da tener presenti:
- Can. 1447: teste di prima istanza che, in una istanza ulteriore, non può svolgere l'uffici o
di giudice né di assessore
- Catl. 1471: il ricorso all'Interprete
- Catl. 1528: teste che si rifiuti di testimoniare dinanzi al giudice del tribunale ecclesiastico
- Cann. 1663-1666: testimoni nel processo contenzioso orale
- Can. 1678: persone ammesse ad assistere all'e same dei testimoni nelle cause di nullità
matrimoniale, e persone escluse

ALTRE PROVE GIUDIZIARIE (cann. 1574-1586) 5489


Schema
I. Periti e perizie 3. Le presunzioni
2. L'accesso e lispezione 4. Nonne ulteriori

Anche in questo particolare settore, il Gruppo di Studio De processibus ha operato


una netta riduzione . I canoni sono quasi dimezzati : 24 nel Codice precedente , 13 nel
nuovo. Come s'è già rilevato in precedenza (n. 5401), le presunzioni non sono propria-
mente vere prove.

1. Periti e perizie 5490


La perizi a è una prova giudizi aria apparsa piutto sto tardi vamente nel diritto
processuale . La sua importanza è cresciuta molto nei nostri tempi, per il progresso dcIIe
scienze e della tecnica, capaci di dare anch' esse un contributo prezioso alla retta ammi-
nistrazione della giustizia.
Il perito è una figura intermedia fra il teste e il giudice, ma non è né l'uno né l'altro 5491
poiché il suo compito non è quello di attestare la verità oggettiva di un fatto accaduto
sotto i suoi occh i o di una cosa sentita con i propri orecchi, né di pronunziarsi sul merito
della causa. Egli è solo un esperto, designato d'ufficio, che, nella sua veste qualificata,
presta al tribunale la sua collaborazione, fornendo un parere tecnico sulla esistenza e
sulla natura di un fatto a cui in genere egli è estraneo, e su altre cose particolari che il
giudice ha ritenuto necessario o opportuno sottoporre al suo giudizio professionale . In
sostanza, il perito è un consulente tecnico, ausiliare del giudice.
1574 (1792 *) Principio generale. Si deve ricorrere alla prova periziale tutte le 5492
volte che, per disposizione del diritto o del giudice, l'oggetto del processo sia tale da
142 LIBRO VII - I processi

CAN. 1575- Iudicis est peritos no- Spetta al giudice nominare i periti, dopo
minare, auditis velproponentibus aver ascoltato le parti o su loro proposta,
partibus, aut, si casus ferat, rela- oppure, se sia il caso, assumere relazioni
tiones ab aliis peritis iam factas già fatte da altri periti.
assumere.
CAN. 1576 • Easdem ob causas Anche i periti sono esclusi o possono
quibus testis, etiam periti exclu- essere ricusati per gli stessi motivi con-
duntur aut recusari possunt. cernenti i testi.

richiedere l'esame e il parere di una persona esperta, fondato sui principi della scie nza
e della tecnica, per comprovare l'oggettività di un fatto o per determin are la vera natura
di una cosa.
L' esame e il parere sono i due compiti specifici del perito, mentre i principi dell a
scienza e della tecnica sono i criteri a cui egli si attiene in modo esclusivo. L'intervento
dei periti è previsto in particolare nel can. 1680, relativamente alle cause di nullità
matrimoniale.
5493 1575 (/ 793 *) La nomina dei periti. Possono essere designati uno o più periti
giudiziari, secondo l'importanza della causa e la difficoltà dell' esame da compiere, ma,
atteso il loro carattere ufficiale, la nomina è di esclusiva competenza del giudice, che
tuttavia, prima di emettere il relativo decreto , ha l'obbligo di ascoltare le parti co nten-
denti e anche il difensore del vincolo e il promotore di giustizia, nelle cause in cui è
richiesta la loro presenza . Tale nomina può esser fatta dal giudice anche "partibus
proponenti bus". Egli ha pure la facoltà, se il caso lo richieda , di assumere relazio ni
extragiudiziali, fatte già da altri periti.
Ai sensi del can. 1797, § l, del Codice precedente, i periti giudiziari erano tenuti a prestare il
giuramento "de munere fideliter implendo". Nel nuovo Codice, non si fa più menzione espressa di
questo obbligo, ma non c'è dubbio ch'essi vi siano tenuti ugualmente in forza del can. 1454. l periti
stabili lo prestano solo all'inizio dell' assunzione del loro ufficio; quelli occasionali, volta per volta.

5494 1576 (/795-/796*) L'eventuale esclusione o ricusazione. L'esclusione o


ricusazione dei periti segue le stesse norme stabilite per i testi. In sostanza anche il
perito è un teste: non certo un teste "de visu et de auditu", ma "de arte et de scientia":
un teste tecnico. Si applicano pertanto i cann. 1550 e 1555 (cfr. il relativo commento).
Motivi validi per la ricusazione sono, per analogia col can. 1448, § I:
- Il vincolo di consanguineità o di affinità con le parti
- Il rapporto di tutela o curatela
- La stretta amicizia o l' aperta avversione
- Un particolare interesse, personale o familiare, per un vantaggio da ottenere o
un danno da evitare (cfr. n. 5228)
5495 Si discute nella dottrina se possa essere ricusato come perito "ex officio" una persona che
abbia già redatto privatamente la medesima perizia per conto di una delle parti . Forse è anche
questo un motivo valido, di cui il giudice deve tener conto. Gli è però consentito, a termine del can .
1575, assumer e questa perizia di parte e ordinare ehe sia messa agli atti.
5496 È da notare che si può ricusare, per motivi adegu ati, un perito designato di ufficio - cosa
che per sé non dovrebbe accader e, considerato ehe la sua nomina è fatta dal giudice "a uditis
partibus" - ma non si può ricusare la sua perizia, quando la sua designazione sia avve nuta
legittimamente, senza alcuna opposizione. Si può tuttavia conte stare la validità di tale perizia,
sollevando motivate eccezi oni sia relativamente al suo contenuto che rispetto alla sua redazione,
soprattutto se non siano state osservate le formalit à prescritte nel can. 1578, § 2.
Il giudizio contenzi oso ordinario 143

CAN. 1577 - § 1. Iudex, attentis iis § 1. Il giudice. tenendo conto di quanto


quae a litigantibus forte deducan- abbiano addotto eventualmente le parti
tur,singula capita decretosuo defi- contendenti, defini sca con un suo decreto
niatcirca quae periti opera versari i singoli punti sui quali deve vertere
debeat. J'opera dei periti.
§ 2. Perito remittenda sunt acta § 2. AI perito devono essere consegnati
causae aliaque documenta etsubsi- gli acta causae e gli altri docum enti e
dia qui bus egere potest ad suum sussidi, di cui può aver bisogno per adem-
munus rite et fideliter exsequen- piere correttamente e fedelmente il suo in-
dum. carico.
§ 3. Iudex, ipso perito audito, § 3. Il giudice, udito lo stes so per ito,
tempus praefiniat intra quod exa- stabilisca il tempo entro il quale questi
men perficiendum est et relatio debba portare a termine il suo esame e
proferenda. presentare la sua relazione.
CAN. 1578 • § 1. Periti suam qui. § I. I per iti stendano ciascun o la propri a
sque relationem a ceteris distin- relazione, separatamente l'uno dall'altro.
ctam conficiant, nisi iudex unam a tranne che il giudice disponga una perizia
singulis subscribendam fieri ìu- firmata da tutti ; in que sto caso, se vi sono
beat: quod si fiat, sententiarum disparità di pareri, devono essere annotate
discrimina, si qua fuerint, dilìgen- accuratamente.
ter adnotentur.
§ 2. Periti debent indicare per- § 2. Nella loro relazione, i periti devono
spicue quibus documentis vel aliis indicare con chiarezza di quali documenti
idoneis modis certiores facti sint o altri mezzi idonei si siano serviti per
de personarum vel rerum vel lo- accertare l'identità delle persone. delle cose
corum identitate,qua via et ratione o dei luoghi; quale metodo e criterio ab-
processerint in explendo munere biano seguito nell'espletare il compito loro
sibi demandato et qui bus potìssi- affidato, e, su quali argomenti si fondino
mum argumentis suae conclnslo- principalmete le loro conclusioni.
nes nitantur.
§ 3. Peritus accersiri potest a iu- § 3. Il perito può essere con vocato dal
dice ut explicationes, quae ulterius giudice per fornire quelle spiegazioni, che
necessariae videantur,suppeditet. sembrino ulteriormente necessarie.

1577, § J (/ 799. § / *) L'oggetto della perizia . È determin ato anch'es so dal giu- 5497
dice. che definirà con decreto i singoli punti da sottoporre al giudizio dei periti, tenendo
conto di quanto abbiano addotto in giudizio le parti contendenti e di quel che abbiano
proposto il promotore di giustizia e il difensore del vincolo, intervenuti nella causa.
1577, § 2 La consultazione di atti e di documenti. È un paragrafo nuovo. ovvio 5498
ex se. Se il perito ha bisogno di con sultare gli atti della causa e tutti gli altri documenti
e sussidi relativi all' oggetto della perizia richiestagli, per poter adempiere debitament e
il suo incarico. il giudice ha l'obbligo di metterglieli a disposizione.
1577, § 3 (1799, § 2*) Il termine della presentazione della perizia. È fissato dal 5499
giudice. d'intesa con lo stesso perito. Tale termin e può essere anche prorog ato. ma
"auditis partibus" (cfr. can. 1465, § 2).
1578 (180/-/802*) La stesura della relazione: modalit à e contenuto. I risultati 5500
dell'esame fatto dai periti sono raccolti in una relazione. denominata perizia o con sulen-
144 LIBRO VII • I processi

CAN. 1579 - § 1. Iudex non peri- § 1. Il giudice faccia una valutazione


torum tantum conclusiones, etsi attenta non solo delle conclusioni dei pe-
concordes, sed cetera quoque cau- riti, sia pure concordi, ma anche di tutte le
sae adiuncta attente perpendat. altre circostanze della causa.
§ 2. Cum reddit rationes deci- § 2. Esponendo i motivi della sua deci-
dendi, exprimere debet quibus mo- sione, egli deve indicare da quali ragioni
tus argumentis peritorum conclu- sia stato indotto ad ammettere o a respin-
siones aut admiserit aut reiecerit. gere le conclusioni dei periti.

za tecnica d'ufficio. È in facoltà del giudice richiedere, secondo i casi, una perizi a
collegiale oppure perizie separate. In quella collegiale, bisognerà annotare accuratamen-
te le eventuali divergenze. Trattandosi di perizie separate, è ovvio che tra i periti non
deve esserci nessuno scambio d'informazioni e di giudizi: "alter alteri examinis exitum
ne pandat" (Istr. Provida Mater Ecclesia, a. 1937, art. 148, § I).
La perizia va presentata in iscritto. e ovviamente va anche regolarmente firmata. Nel Codice
precedente, si accennava alla possibilità di una perizia fatta "orètenus, coram iudicc", e vcrbalizzata
immediatamente dal notaio. Il nuovo Codice non ne fa cenno, poiché in effetti non sembra oppor-
tuna, per più ragioni. Ma non per questo è da ritenersi esclusa, Nella seduta del 23 novembre 1978,
un Consultore propose di prescrivere che il perito presentasse la sua relazione in iscritto (rclatio
scripto proferenda) . L'aggiunta non fu accettata dagli altri membri del Gruppo di Studio De
processibus (Communicationes . a. 1979, p. 122, can. 227, § 3).
La relazione dovrà essere completa in tutti i suoi aspetti: nel giudizio come nelle
sue motivazioni. Occorrerà pertanto che i periti annotino in essa:
- Di quali documenti o altri mezzi idonei si siano serviti per accertare l'identità
delle persone, delle cose o dei luoghi
- Quale metodo e quali criteri abbiano seguito nell'espletare il compito loro
affidato
- Su quali argomenti si fondino principalmente le loro conclusioni
È in facoltà del giudice convocare in tribunale i periti, se abbia bisogno di
chiarimenti.
5501 La nomina del "superperito". È prevista nell'art. 153 della Istr, Provida Mater Ecclesia del
1936: «Se i periti dissentono fra di loro, il presidente (del collegio giudicante) potrà nominare... il
cosiddetto superperito, che esprima e confermi il suo parere a norma degli artt. 148 c 152".
Del peritior c peritissimus parla anche l'BIt. 20 della Circolare 20 dicembre 1986 della
Congregazione dci Sacramenti (Enchir. Var., vol. IO, n. 1034).

5502 1579 (/804*) La valutazione delle perizie. I periti sono dei semplici consulenti
tecnici, c il loro giudizio non è vincolante per il giudice, tanto più che, per la decisione
definitiva, egli dovrà tener conto di tutti gli elementi di prova addotti neI1a causa. Egli
ha il dovere di valutare attentamente le perizie, maè pienamente libero nelle sue riso-
luzioni. Secondo un antico aforisma è il peritus peritorum. Può accettare le conclusion i
dei periti oppure respingerle, anche se concordi. Nell'un caso e nell'altro egli è tenuto
ad esporre i motivi della sua decisione, indicando nella sentenza le ragioni che l'hanno
indotto in un senso o nell'altro.
5503 Criteri indicati da sentenze rotaiI. Il giudice, come s'è dello , è il perito dei periti .
Interpreta pertant o e valuta con una sua responsabilità le osser vazioni e i pareri periziali ,
ispirand osi non tanto a criter i clinici, propri del perito, quanto a criteri giurid ici propri della
sua competenza. In effetti, tali criteri non sempre coincidono e possono anche essere in con -
trasto . Così, ad esempio, la "discrezione di giudizio" richiesta per il matrimon io, secondo Ull
Il giudizio contenz ioso ordinario 145

CAN. 1580· Peritis solvenda sunt Ai periti devono essere liquidati le spe-
expensae et honoraria a iudice ex se e gli onorari, che il giudice deve deter-
bono et aequo determinanda, ser- minare secondo equità, osservando il di-
vato iure particulari. ritto particolare.
CAN. 1581 - § l. Partes possunt § I. Le parti possono designare dei pe-
peritos privatos, a iudice proban- riti privati, che devono essere approvali
dos, designare. dal giudice.
§ 2. Bi, si iudex admittat, pos- § 2. Tali periti, se il giudice lo consenta,
sunt acta causae, quatenus opus possono consultare, nella misura in cui sia
sìt, inspicere, peritiae exsecutioni necessario, gli acta causae, e assistere alla
interesse; semper autem possunt esecuzione della perizia di ufficio; hanno
suam relationem exhibere. sempre facoltà di presentare una propria
relazione .

criterio clinico è maturità piena. equilibrio psichico completo, libertà perfetta: secondo il cri-
terio giuridico invece è solo maturità proporzionata alla importanza del negozio matrimoniale,
e non necessariamente maturità piena.
Cfr.. fra gli altri: Coram Sabattani, lO aprile 1959: Monitor Ecclesiasticus, a . 1959. IV, p.
621 : - Coram Sabattani, 15 maggio 1964: S. Romanae Rotae Decisiones, 56. p. 399.

1580 (1805*) Il debito compenso. I periti hanno diritto di ricevere una giusta 5504
rimunerazione per il loro lavoro. Essa è teterminata ex bono et aequo dal giudice, che
terrà conto anche delle spese sostenute. attenendosi alle disposizioni emanate dal diritto
particolare (cfr. anche can. 1649, § I, n. 2).

1581 I periti privati. Sono una figura nuova del Codice attuale, poiché in quello 5505
precedente si parla solo dei periti pubblici, nominati con decreto dal giudice. Tali periti ,
designati dalle parti, devono tuttavia essere approvali dallo stesso giudice, che in tal
modo conferisce loro una certa nota di ufficialità.
Per tale approvazione non c'è bisogno di ascoltare l'altra parte. È forse invece
necessario sentire il difensore del vincolo e il promotore di giustizia nelle cause in cui
si richiede la loro presenza.
r periti hanno facoltà di presentare una propria relazione, e se il giudice lo consente:
- Possono consultare nella misura in cui sia necessario (quatenus opus sit) gli atti
della causa
- Possono anche assistere all'esecuzione delle perizie fatte di ufficio
Non possono invece:
- Né esaminare le relazioni dei periti di ufficio
- Né assistere all'eventuale interrogatorio di detti periti, di cui al can. 1578, § 3
(Communicationes. a. 1979, p. 124, can. 233 bis).

2. L'accesso e l'ispezione 5506


1582-1583 (1806-J8JJ *) Tali mezzi istruttori, previsti nel V capitolo, hanno lo
scopo di consentire al giudice di prendere cognizione diretta di luoghi e di cose aventi
attinenza con la causa e che egli ritiene necessari o opportuni per la definizione della
vertenza .
Per quanto riguarda i luoghi. l'ispezione non può avvenire che attraverso l'accesso.
L'ispezione di cose può svolgersi sia nella sede del tribunale che altrove.
146 LIBRO VII- I processi

CAPITOLO V
L'ACCESSO E L'ISPEZIONE GIUDIZIARIA

CAN. 1582 - Si ad definitionem Se, per la definizione della causa, il giu-


causae iudex opportunum duxerit dice ritenga opportuno l'accesso in un de-
ad aliquem locum accedere vel terminato luogo o l'ispezione di una de-
aliquam rem inspicere, decreto id terminata cosa, 10 stabilisca con decreto,
praestituat, quo ea qua ein accessu nel quale, udite le parti, indichi somma-
praestanda sint, auditis partibus, riamente che cosa debba esser fatto nel
summatim describat. corso dell' accesso.
CAN.1583· Peractae recognitionis Compiuta l'ispezione, se ne deve redi-
instrumentum conficiatur. gere l'atto.

CAPITOLO VI
LE PRESUNZIONI

CAN. 1584 • Praesumptio est rei La presunzione è la congettura probabi-


incertae probabilis coniectura; le di una cosa incerta; v'è la presunzione
eaque alia est iuris, quae ab ipsa iuris, che è quella stabilita dalla stessa
lege statuitur; alia hominis, quae legge; e la presunzione hominis, supposta
a iudice conicitur. dal giudice.

Il giudice stabilisce l'accesso o l'ispezione con decreto, auditis partibus, indicando


in esso sommariamente che cosa debba esser fatto nell'uno e nell'altra. Essi sono effet-
tuati personalmente dal giudice o per mezzo dell'uditore o di un delegato (can. 1807,
Codice 1917). Se è necessario, si chiamano dei periti a prestare la loro opera (can. 1808,
Codice 1917). Compiuto l'accesso o l'ispezione, bisogna redigerne il regolare verbale,
con l'indicazione del giorno e dell'ora e delle persone che sono intervenute, e con la
firma del notaio, del giudice e degli eventuali periti.
L'accesso e l'ispezione giudiziaria sono di largo uso nei tribunali civili. Nei tribunali eccle-
siastici avviene raramente che si debba ricorrere ad essi; nelle cause di nullità matrimoniale e nei
processi "super rato" è prevista l'ispezione, che per altro è lasciata ai periti.
5507 Da notare. Nel Codice precedente, l'accesso e l'ispezione erano limitati al luogo e alla cosa
oggetto di controversia. Nel nuovo, essi si estendono a qualsiasi luogo e a qualsiasi cosa connessi
con la causa (Communicationes, a. 1979, p. 125, can. 234).

5508 3. Le presunzioni
1584 (/825*) Definizione e specie. La presunzione è definita nel Codice; La con-
gettura o supposizione probabile di una cosa incerta. Essa è il risultato di un procedi-
mento logico attraverso il quale, in base alla comune esperienza o alle probabilità, da
fatti e circostanze oggettivamente certe si traggono illazioni circa fatti che in sè sono
dubbi o controversi.
5509 Le presunzioni si distinguono in legali o di diritto e semplici, dette hominis. Nel
Codice precedente le presunzioni di diritto erano ulteriormente distinte in presunzioni
Il giudizio contenz ioso ordinario 147

CAN. 1585 -Qui habet pro se iuris Chi ha a suo favore una presun zione di
praesumptionem, lìberatur ab diritto, è libe rato dall 'onere del1a prova,
onere probandi, quod recidit in che ricade sul1a parte avversa.
partem adversam.

iuris tantum seu simplicùer e in presun zioni iuris et de iure . Contro le prime era
ammessa una prov a sia diretta che indiretta; co ntro le sec onde solo una pro va indiretta,
impugnante il fatto posto a loro fond amento, mentre quell a diretta, med iante la qu ale si
cont estava la stes sa presunzione, era del tutto esclusa.
D i fat to . però , nel Codi ce de l 1917 era pre vist o un so lo caso di pre sun zion e iuri s
et de iure , rel ati va alla co sa giudica ta : «Res iudi ca ta - sta biliva il ca n. 1904 , § 1*
- praesumptione iuris et de iur e habetur vera et iu sta nec impug nari directe potest ».
Alcuni cit an o anc he i ca nn . 188* e 1972 *, rel ati vi alla rinunzia implic ita a uffi ci
ecclesi astici e alla va lidità del matrimonio non impugnato di nullità "utroque co niuge
vive nte". Ne l nuov o Cod ice non esiste più alc un caso espressame nte dichi ar ato (ma
cfr. ca n. 1642, § l ), per cu i il Gruppo di Stud io De processibus de cise di eliminare
la dett a di stinzion e tCommunicationes, a. 197 9, p. 127 , ca n. 239), non av endo orma i
nell' ordinamento canonico ch e un va lo re dottrinale '. Con tale eli minazio ne, tutt e le
presunzioni previ ste nell ' attuale Codice son o iuris tantum, e contro di esse è possibile
opporre qu al si asi pr o va, diretta e ind irett a.
DlI notare. I) Le presunzioni previste nel Codice sono soltanto quelle giuridiche, dettate dalla 5510
legge. e quelle semplici, formulate dal giudice (praesumptiones nominis). Ad esse sono da aggiun-
gere le presunzioni della dottrina e della giurisprudenza , che hanno la loro importanza,
soprattutto nelle cause di nullità matrimoniale. Tale è. ad esempio, la presunzione circa l'esistenza
del timore, in una causa di nullità matrimoniale "ex capite vis et metus", se si accerti la reale
esistenza dell' avversione di un coniuge verso l'a ltro, soprattutto se chi ha patito il timore è la donna
e per giunta molto giovane.
2) Il concetto di presunzione giuridica è da distinguersi da quello di finzione giuridica. Nella 5511
prima, la legge considera vero, fino a prova contraria, quello che, in forza del calcolo delle pro-
babilità, fondato sulla esperienza comune, appare più verosimile. Nella seconda. invece, la legge
considera vero definitivamente, senza alcuna possibilità di opposizione, quello che in realtà non lo
è. Un esempio di "fictio iuris" si ha nella sanazione in radice relativamente agli effetti, che di regola
sono operanti retroattivamente fin dal momento in cui fu celebrato il matrimonio apparentemente
valido (nn. 425 1-4266).
1585 (/827 *) Efficacia d ella presunzione di diritto. L'effett o propri o dell a pre- 5512
su nzio ne d i diritt o o legale è di liberare il suo benefi ciario dall' onere dell a pro va, che
ricade pert ant o su lla part e avversa. Il benefi ciario è tenuto a dim ostrare so lo il fatto che
è alla base dell a pres unzi one sta bilita in suo favore . Così ad esempio, a termine de l ca n.
110 l, § l, nella cel ebrazione del matrimonio il co nsenso interiore de ll' animo si pre sum e
co nfor me al le parole o ai segni usati nella celebraz ione stessa. La parte che sos tie ne la
val idità del matrimon io deve solo dim ostrare l'avvenut a ce lebrazione nella form a pre-
scritta de lla Chiesa (il fatto -fond amento della presun zione), men tre alla part e avv ersa
tocca provare che il co nse nso interiore sia mancato nonos tante la ce lebrazio ne . e che
questa sia stata puramente fitt izia (prov a dirett a), oppure che il fatto dell a cel eb razion e
in realtà non sia mai avvenuto (prova indirett a). Se essa non riesce a dimo strare l'un a
o l' alt ra cosa, il matri mo nio di fronte alla legg e resta valido per presun zione di diritto,
anche nel caso che di fatto non lo sia.

I Le presunzioni iuris et de iure esistono nelle legislazioni civili. Cfr. 1'311. 2728 , comma 2°,
del Codice civile italiano.
148 LIBRO VII . l process i

CAN. 1586 - Praesumptiones, Se le presunzioni non sono stabilite


quae non statuuntur a ìure, iudex dalla legge, il giudice non vi ricorra, se
ne coniciat, nisi ex facto certo et non sulla base di un fatto certo e determi-
determinato, quod cum eo, de quo nato, direttamente connesso con l'oggetto
controversia est, directe cohaereat. della controversia.

5513 1586 (/828 *) Le presunzioni del giudice. Le presunzioni non legali sono rimesse
alla facoltà discrezionale del giudice. che tuttavia non può agire arbitrariamente , ma
deve sempre lasciarsi guidare da un alto senso di prudenza e di responsabilità . In con-
creto, egli deve attenersi a due condizioni:
- Che il fatto su cui si basa sia certo e determinato. sì da escludere ogni dubbio
o equivoco
- Che sia connesso direttamente, e non solo indirettamente, con l'oggetto della
controversia.
5514 Da notare
IO La prova fondata su una presunzione ha per sé carattere essenzialmente suppletorio:
di regola si ricorre ad essa qualora non esistano o non siano sufficienti le altre prove previste
dalla legge : documentale, testimoniale, periziale . Spesso, tuttavia, le presunzioni sono applicate
anche con valore rafforzativo di prove dirette , che hanno già una loro effica cia probante .
20 La presunzione è tanto più efficace quanto più numerosi sono i falti e le circostanze
su cui essa si fonda . Considerati singolarmente, tali fatti e circostanze possono essere anche
insufficienti, ma, presi nel loro insieme , acquistano una forza maggiore, che può dare piena
validità alla presunzione.

5515 4. Norme ulteriori


Circa le perizie
- Can. 1447: un divieto ''''ad validitatem"
- Can. 1455, § 3: l'eventuale giuramento "de secrcto servando"
- Can. 1663• .~ 2: l'assistenza delle pani e dei loro avvocati all'esame dei periti, nel processo
contenzioso orale
- Cann. /678 e /680: periti nelle cause di nullità matrimoniale

5516 Circa le presunzioni


- Cali . 76, § 2, e 78, § l : presunzione in ordine alla concessione e alla perpetuità di un
privilegio
- Can. 124. § 2: presunzione in ordine alla validità dell'atto giuridico
- Cali. 5/0. § 4: in ordine alle offerte fatte a una chiesa che sia contemporaneamente
parrocchiale e capitolare
- Cali. 1060: circa la validità del matrimonio, nel caso che si abbiano dubbi al riguardo
- Cali. 1061. § 2: circa la consumazione del matrimonio
- Cali. 1096: circa l'ignoranza della essenza del matrimonio dopo la pubertà
- Cali. / /0/ . § l : circa il consenso interno dell'animo
- Cali. 1107: circa il perdurare del consenso
- Can. 1138: circa il padre della prole e la legittimità dci figli
- Cann. 1321, § 3. e 1322: in ordine alla imputabilità
- Cali. 1594, nn. 1·2: in ordine alla rinunzia alla istanza giudiziaria, per mancata compari-
zione dell' attore
- Cali. 1632, § I: in ordine al tribunale di appello
- Cali. 1637. § 4: circa i capi della sentenza impugnata in appello
- Can. 1707: processo di morte presunta del coniuge
II giudil.iO contenzioso onlinario 149

Titolo V
Le cause incidentali
CAN. 1587 -Causa incidens habe- Si ha una causa incidentale ogni volta
tur ,quoties, incepto per citationem che, iniziato il processo con la citazione,
iudicio, quaestio proponitur quae, viene solleva ta una questione, che, pur
tametsi libello, quo lis introduci- non essendo contenu ta espressamente nel
tur, non contineatur expre sse, ni- libello introduttivo della lite , è tuttavia
hilominus ita ad causam pertinet così attinente alla causa, da dover essere
ut resolvi plerumque debeat ante normalmente risolta prima della questione
quaestionem principalem. principale.

LE CAUSE INCIDENTA LI (cann. 1587-1597) 5517


Schema
l. Le cause incidentali in genere 3. L'i ntervento in causa di un terzo
2. La mancata comparizione in giudizio delle parti

1\ titolo V del nuovo Codice, dedicato alle cause incidentali, corris ponde al titolo
XI del Codice precedente. La struttura è sostanzialmente la medesima. I primi cinque
canoni trattano delle cause incide ntali in genere. Seguono due capitoli su due particolari
tipi di cause incidentali, che sono le più comuni nei processi ecclesiastici.
Nel Codice precedente, i tipi considerati erano tre: la contumacia, l' intervento in causa di un
terzo e gli attentati"lite pendente". Il primo circa la contumacia ha assunto una nuova denomina-
zione meno seve ra e più propr ia: la «mancata comparizione delle parti" (de partibus non
comparentibus). Il terzo circa gli attentati "lite pendente" non ha più un capitolo a sé: se tali
attentati dovessero verificarsi nel corso del processo. saranno risolti secondo le norme generali
stabilite nei cann. 1587-159 1 (cfr. Cammunicationes, a. 1979. pp. 132- 133 art. 3: a. 1984. p. 67.
can. 1549).

1. Le cause incidentali in genere 5518


1587 (1837*) Nozioni. Le cause incidentali considerate nel cano ne, come in tutta
la normativa del V titolo, son quelle che sorgono durante lo svolgimento del processo,
che ha inizio con la citazione delle parti (can. 15(7) e termina con l'emanazione della
sentenza (can. 1607). Le cause incidentali proposte per sé prima della citazione sono
piuttosto delle cause incidentali preliminari, poiché riguardano ad esempio " incompe-
tenza del giudice, la sua eventuale ricusazione, la capacità processuale dell' attore , ecc.
(cfr. Communicationes, a. 1979, p. 128). Anche dopo l'emanazione della sentenza pos-
sono sorgere delle cause incidentali: per es. circa le spese giudiziarie, la correzione della
sentenza, ecc.
In senso proprio, la causa incidentale è pertanto la causa particolare:
- Che sorge dopo l'inizio formale del processo, che, come s'è rilevato, ha luogo
con la citazione
- Che riguarda una questione non contenuta espressamente nel libello introduttivo
della lite
- Che è comunque attinente alla causa discussa in tribunale
- Che per sé dovreb be essere risolta prima della questione principale , atteso il suo
carattere pregiudiziaIe
150 LIBRO VII -1 processi

CAN. 1588· Causa incidens pro- La causa incidentale si propone, per


ponitur scripto vel ore, indicato iscritto o a voce, davanti al giudice com-
nexu qui intercedit inter ipsam et petente a definire la causa principale, in-
causam principalem, coram ludì- dicando il nesso che intercede fra l'una e
ce competenti ad causam prìnei- l'altra.
palem definiendam.
CAN. 1589 - § 1. Iudex, recepta § 1. Il giudice, ricevuta l'istanza e sen-
petitione et auditis partibus, expe- tite le parti, decida con la massima celeri-
ditissime decernat utrum propo- tà se la questione incidentale proposta ri-
sita incidens quaestio fundamen- sulti fondata e connessa col giudizio prin-
tumhaberevideaturetnexumcum cipale, o se invece debba essere respinta
principali iudicio, an vero sit in li- fin da principio; nel caso che l'ammetta,
mine reicienda; et, si eam admittat, decida anche se la sua importanza sia tale
utrum talis sit gravitatis, ut solvi da dover essere risolta con sentenza
debeat per sententiam interlocuto- interlocutoria oppure con decreto.
riam vel per decretum.
§ 2. Si vero iudicet quaestionem § 2. Qualora il giudice ritenga che la
incidentem non esse resolvendam questione incidentale non debba essere
ante sententiam definitivam, de- risolta prima della sentenza definitiva,
cernat ut eiusdem ratio habeatur, decreti che di essa si tenga conto quando
cum causa principalis definietur. verrà definita la causa principale.

5519 1588 (/838*) La proposizione delle cause incidentali. Può essere fatta per iscrit-
to o anche a voce (scripto vel ore), davanti al giudice competente a definire la causa
principale, e al notaio, che deve redigere l'atto a norma dei cann. 484, nn. 1-2, e 1437,
§ l. Occorre per altro dimostrare, in rispondenza col can. 1587, il nesso esistente tra la
causa incidentale e quella principale.
5520 Possono proporre cause incidentali:
- Le parti contendenti
- Il promotore di giustizia e il difensore del vincolo, eventualmente presenti nella
causa principale, "quia et ipsi sunt partes" (Communicationes, a. 1979, p. 128, can. 243)
-- Il terzo intervenuto nel giudizio (cann. 1596-1597)
- Lo stesso giudice, ex officio (cfr. Communicationes, ibidem)
Va da sé che il giudice della causa principale può trattare la causa incidentale anche nel caso
che sia incompetente in rapporto ad essa, purché non si tratti d'incompetenza assoluta (cfr. can.
1414 e commento relativo).
5521 1589 (1839*) La decisione del giudice. Perché il giudizio non abbia a subire
ritardi, l'accettazione della questione incidentale dev'essere deliberata dal giudice con la
massima celerità (expeditissime). Egli deve esaminare attentamente l'istanza che gli è
stata presentata, per accertarsi sia della sua fondatezza che del nesso con la questione
principale. A tal fine ascolterà le parti contendenti, il promotore di giustizia e il difen-
sore del vincolo, presenti nella causa. Deciderà quindi "pro sua conscientia" se accoglie-
re o respingere la richiesta. Contro la sua deliberazione emessa con decreto, non c'è
possibilità di ricorso (cfr. can. 1629, n. 5).
La causa incidentale può essere risolta mediante decreto o sentenza interlocutoria,
secondo la sua importanza. La decisione spetta al giudice, che dovrà anche stabilire nel
medesimo decreto se la causa debba essere definita a parte, prima della sentenza defi-
nitiva, o insieme con essa.
11giudizio conte nzioso ordin ario 151

CAN . 1590 - § 1. Si quaestio inci- § l. Se la questione incidentale dev'e s-


dens sol vi debeat per sententiam, sere risolta mediante sentenza, si osservi-
serventur normae de processu no le norme del processo contenzioso ora-
contentioso orali, nisi attenta rei le, tranne che il giudice, attesa la gravità
gravitate aliud iudici videa tu r , della cosa, non disponga diversamente.
§ 2. Si vero solvi debeat per § 2. Se invece dev' essere risolta con
decretum, tribunal po test rem decreto, il tribunale può affidarne la que-
committere auditori vel praesidi. stione a un uditore o al presidente.
CAN . 1591 - Antequam finiatur Finché non sia portata a termine la cau-
causa principalis, iudex vel tribu- sa principale, il giudice o il tribunale pos-
nal potestdecretum vel sententiam sono, intervenendo una giusta causa, re-
interlocutoriam, iu sta interceden- vocare o riformare il decreto o la sentenza
te ratione, revocare aut reformare, interlocutoria, sia ad istanza di parte, sia
sive ad partis instantiam, sive ex d' ufficio, dopo aver udito le parti.
officio , auditis partibus.

1590 (/840*) La procedura prescritta . È prevista una duplice procedu ra, se- 5522
condo che la causa incidentale debba essere risolta mediante sentenza interlocutoria
o decreto.
Nel primo caso , sono per sé da osservare le norme del processo contenzioso orale
(can. 1656), tranne che il giudice, considerata la gravità della questione, stabilisca che
si seguano le norme del processo contenzioso ordinario.
Nel secondo caso, non sono prescritte particolari formalità e l' emissione del decreto
nel caso del giudice unico, può essere affidata all' uditore, e nel caso del tribunale
collegiale, al presidente. Anche il decreto, come la sentenza, dev'essere opportunamente
motivato (cfr. can. 1617).

1591 (/ 841 *) Revoca o modifica. La sentenza interlocutoria c il decreto hanno per 5523
sé carattere provvisorio, per cui, finché non sia portata a termine la causa principale, il
giudice unico o il tribunale collegiale (non il suo presidente) hanno sempre la facoltà di
modificare e anche di revocare sia l'una che l' altro, ad istanza di parte o di ufficio, a
due precise condizioni:
- Che il provvedimento sia legittimato da una "causa giusta" (iusta intercedente
ratione) ;
- Che siano udite le parti interessate e, di conseguenza, anche il promotore di
giustizia e il difensore del vincolo, presenti nel giudizio.
La sentenza interlocutoria e il decreto non possono passare in giudicato pri ma dell a defi nizio- 5524
ne de lla causa principale, né per sé può proporsi appello con tro di essi, se non insieme co n l' appello
dalla sentenza defin itiva, tran ne che l'una o l' altro abbiano valore definitivo, sì da porre fine al
gi udizio o a un suo gra do , nel qual caso il ricorso o l'app ello so no prop on ibili (cfr . ca nn. 161 8 e
1629. n. 4).

2, La mancata comparizione delle parti 5525

Nel Codice precedente (cann. 1842-1851), la mancata comparizione delle parti era
detta contumacia, un termine ritenuto troppo severo, per cui è stato sostituito con assen-
za (can. 1592). La nuova normativa, opportunamente semplificata, è contenuta nei cann.
1592-1595), costituenti il primo capitolo "De causis incidentibus".
152 LIBRO VII - I pnx'C.~,i

CAPITOLO I

LA MANCATA COMPARIZIONE DELLE PARTI

CAN. 1592 - § 1. Si pars conventa § 1. Se la parte convenuta, benché cita-


citata non comparuerit nec ìdo- ta, non si sia presentata né abbia fornito
neamabsentiae excusationem attu- una giustificazione valida per la sua as-
lerit aut non responderit ad nor- senza, oppure non abbia risposto a norma
mam ean, 1507, § 1, iudex eam a del can . 1507, § 1, il giudice la dichiari
iudicio absentem declaret et deeer- assente dal giudizio e disponga che la
nat ut causa, servatìs servandis, causa, osservando quanto è prescritto,
usque ad sententiam definitivam proceda fino alla sentenza definitiva e alla
eiusque exseeutionem procedat. sua esecuzione.
§ 2. Antequam decretum, dequo § 2. Prima che si emetta il decreto di cui
in § l, feratur, debet, etiam per al § l, occorre accertarsi, rinnovando se
novam citationem si opus fuerit, necessario la citazio ne, che que sta, fatta
constare citationem, legitime fae- legittimamente, sia pervenuta in tempo uti-
tam, ad partem conventam tem- le alla parte convenuta.
pore utili pervenisse.
CAN. 1593 - § l. Si pars eonventa § l . Se, in seguito, la parte convenuta si
dein in iudicio se sistat aut respon- presenti in giudizio o risponda prima della
sum dederit ante eausae definitio- defini zione della causa, può addurre con -
nem, eonclusiones probationesque clusioni e pro ve, fermo restando il dispo-
afferre potest,finno praescriptocan, sto del can . 1600 ; eviti però il giudice che
1600; caveat autem iudex, ne de in- il giudizio si protragga ad arte , con ritardi
dustria in longiores et non necessa- troppo lunghi e non necessari .
rias moras iudicium protrahatur.
§ 2. Etsi non comparuerit aut re- § 2. Anche se la parte convenuta non sia
sponsum non dederit ante causae comparsa né abb ia risposto prima della de-
definitionem, impugnationibus uti finizione della cau sa , può impugnare la
potest adversus sententiam; quod sentenza; se poi riesc a a provare di essere
si probet se legitimo impedimento stata trattenuta da un legittimo impedimen-
fuissedetentam,quodsinesuaculpa to, che. senza colpa. non le fu possibile
antea demonstrare non potuerit, dimostrare prima, può anche avvalersi della
querela nullitatis uti potest. querela di nullità.

5526 1592 (1842-1845*) L'assenza o il silenzio del convenuto . Se alla prima citazione
del tribunale (can. 1507), il convenuto non si presenti né fornisca una scusa valida per
la sua assenza, oppure non risponda a termine del detto canone, il giudice deve dichia-
rarlo (declaret) assente mediante decreto, disponendo nel medesimo (decernat) che la
causa segua il suo corso "servatis servandis", fino alla sentenza definitiva e alla sua
esecuzione. Sono comunque abrogate le pene ecclesiastiche "ad frangendam rei
contumaciam", previste nel can. 1845 del Codice 1917, potendosi sempre provvedere
mediante un precetto penale.
Ma la citazione può non essere arrivata nelle mani del convenuto e questi può
essere stato impedito dal presentarsi o dal rispondere o dal giustificare la sua assenza
o il suo silenzio. Si fa pertanto obbligo al giudice di accertarsi a tal riguardo, rinnovando
eventualmente la citazione.
Il giudi7io conte nzi oso ordinario 153

CAN. 1594· Si die et bora ad litis Se, nel giorno e nell'ora fissati per la
contestationem praestitutis actor contestazione della lite. l'attore non sia
nequecomparueritnequeidoneam comparso né abbia addotto una scusa ido-
excusationem attulerit: nea:
1° iudex eum citet iterum; 1° il giudice lo citi una seconda volta;
2° si actor novae citationi non 2° se l'attore non obbedisce a questa
paruerit, praesumitur instantiae nuova citazione, si presume che egli abbia
renuntiasse ad normam cann. rinunziato all'istanza a norma dei cann.
1524-1525; 1524-1525;
3° quod si postea in processu in- 3° qualora egli voglia in seguito inter-
tervenire velit, se rvetur can. 1593. venire nel processo, si osservi il can. 1593.

1593 (1846 -1848* ) Possibilità lasciate al convenuto. Si prospettano tre ipote si: 5527
l ° Il convenuto si presenta in giudizio o risponde prima della conclusion e in
causa: può addurre conclusioni e prove, po iché la fase istruttoria del processo è
ancora aperta.
2° Si presenta o risponde dopo la conclu sione in cau sa e prima dell a definizione
della causa: può addurre conclusioni e prove solo ai sensi del can . 1600, a condizione
che il giudizio non si protragga ad arte con ritardi troppo lunghi e non necessari.
3° Il convenuto non si presenta né risponde prima della definizione dell a causa:
- Conserva la facoltà e il diritto d'impugnare la sentenza (che gli dev' essere
debita mente notificata) mediante regola re appello, nei termini prescritti dalla legge (can.
1630), ovvero con uno degli altri possibili mezzi d'impugnazione ;
- Se poi riesca a provare di essere stato trattenuto da un legittimo impedimento
e di non aver avuto la possibilit à di dimostrarlo prima, può anche opporre la querel a di
nullità, di cui ai ca nn. 1622, n. 6, c 1623 (cfr. Communicationes, a. 197 9 . p. 131, ca n.
249, § 2).
Alcuni Consultori del Grupp o di Studio De processibus proposero che, nel caso, si concedesse 5528
al convenuto la " restitutio in integrum" , ma la proposta non fu accettata : la "restitutio in integrum "
fu ritenuta un favore ecce ssivo (Communicatìones, a. 1979, ibidem).

1594 (1849-1850 *) La mancata comparizione dell'attore. Anche in questo cano- 5529


ne si prospettano più ipote si:
l° L' attore non si presenta nel giorno e nell' ora fissata per la contestazione dell a
lite né adduce una scusa idonea: il giud ice deve citarlo una seco nda volta, dovendosi
supporre che vi sia stato qualch e motivo per la mancata presentazione .
2° Non si presenta né giustifica la sua assenza neanche dopo la seconda citazione:
si presume che egli abb ia rinun ziato alla istanza, e se questa è accettata dal co nvenuto
o almeno non è impugnata, l'i stanza ha termine con gli effetti di cu i al can. 1525.
3° Il convenuto non accetta la rinun zia e chiede che il proce sso continui fino alla
emiss ione della senten za: all'attore si applica il disposto del can . 1593, qualora egli
voglia intervenire in seguito nel proces so.
Riportiamo l'art . 181 del Codice di procedura civile vigente in Italia, per far notare le diffe- 5530
renze che esistono fra le norme canoniche e quelJa civile circa la mancata co mparizio ne delle parti.
- Art. 181: "Se nessuna delle parti comparisce nella prima udienza davanti al giudice istrut-
tore, questi fissa una udienza success iva, di cui il cancelliere dà comuni cazione alle parti costituite.
Se nessuna delle parti comparisce nella nuova udienza, il giudice, con ordinanza non impugnabile,
dispone la cancellazione della causa a ruolo .
154 LIBRO VII - I procc....si

CAN. 1595 - § l. Pars absens a iu- § l . La parte assente dal giudizio , sia
dicio,siveactor sive pars conventa , essa l'attore o il conven uto, se non dimo-
quae iustum impedimentum non stra di aver av uto un legittimo impedi-
comprobaverit, tenetur oblìgatìo- ment o, è obbli gata a pa gare le spe se cau-
ne tum solvendi Iitis expensas, sate dalla sua asse nza, e anche, se neces-
quae ob ipsius absentiam factae sario, a indenn izzare l ' altra parte.
sunt, tum etiam ,si opus sit, ìndem-
nitatem alteri parti praestandi.
§ 2. Si tum actor tum pars con- § 2. Se l' attore e la parte conve nuta sia-
venta fuerint absentes a iudicio, no sta ti assenti dal giudizio , so n ten uti in
ipsi obligatione expensas Iiti s solido al pagamento delle spese proces-
solvendi tenentur in solidum. suali.

CA PITOLO II
L 'INTERVENTO IN CA USA DI UN TERZO

CAN. 1596 - § 1. Is cuiu s interest § l . Chi ha interesse alla cau sa, può
admitti potest ad interveniendum essere ammesso a interv enir vi in qualun-
in causa, in qualibetlitis instantia, que stadio della lite, sia come parte che
sive ut pars quae proprium ius de- difenda un proprio dir itto, sia accessoria-
fendit, sive accessorie ad aliquem mente in aiuto ad una delle parti conten -
Iitigantem adiuvandum. dent i.
§ 2. Sed ut adrnittatur, debet an- § 2. Per essere ammesso, tuttavia, egli
te conclusionem in causa Iibellum de ve pres entare al giudice, prima de lla
iudici exhibere, in quo breviter con clusione in ca usa, un libello, in c ui
suumius interveniendi demonstret. dimostri brevem ente il proprio diritt o d'in-
§ 3. Qui intervenit in causa, ad- tervenire.
mittendus est in eo statu in quo § 3. Chi interviene nella causa, dev' es-
cau sa reperitur, assignato eidem servi ammesso nello stato in cui essa si
brevi ac peremptorio termino ad trova, con l' assegnazione di un termin e
probationes suas exhibendas, si breve e perentor io per la presentazion e
cau sa ad periodum probatoriam delle prove, se la ca usa sia giunta alla fase
pervenerit. prob atori a.

Se l' attore non comparisce alla prima udienza, e il convenuto non chiede che si proceda in
assenza di lui. il giudice fissa una nuova udienza, della quale il cance lliere dà comunicazione
all'attore. Se questi non comparisce alla nuova udienza, il giudice, se il convenuto non chieda che
si proceda in assenza di lui, ordina che la causa sia cancellata dal ruolo e dichiara l'es tinzio ne del
processo ».

5531 1595 (185/*) Le spese processuali in caso di mancata comparizione delle parti:
a) Se la parte assente in giudizio - attore o convenuto - non dimostri la legitti-
mità dell'impedimento, è obbligata sia a pagare le spese causate dalla sua assenza, sia
a risarcire i danni arrecati alla parte avversa.
b) Se sono rimaste assenti tutt' e due le parti, il pagamento delle spese processuali
grava solidalmente su di esse.
II giudir.io contenzioso ordinario 155

CAN . 1597· Tertium, cuius intero Nel caso che l'intervento di un terzo
ventus videatur necessarius, iudex, risulti necessario, il giudice stes so deve
auditis partibus, debet in iudicium chiamarlo in giudizio, dopo aver ascoltato
vocare. le parti.

3. L'intervento in causa di una terza persona 5532


1596 (1852*) Intervento volontario. Nell'ambito del giudizio, può accadere che
l'oggetto della controversia riguardi gl'interessi di una terza persona, estranea al giudi-
zio stesso. Essa ha il diritto d' intervenire nella causa in qualunque stadio della lite (can.
1852, § l, Codice 1917), sia che i suoi interessi s'identifichino con quelli di una delle
parti sia che si tratti d'interessi distinti e forse anche opposti, e che egli teme restino
pregiudicati. II can. 1729, § 2, prevede un caso in cui l'intervenuto dcI terzo è ammesso
solo nel giudizio di primo grado.
L'amm issione dev'essere richiesta mediante regolare istanza (libello), nella quale
occorre dimostrare il proprio diritto d'interveni re.
Nel § 3 si conserva il principio contenuto nelle Decretali: se la causa sia giunta alla
fase probatoria, il terzo viene ammesso nello stato in cui la causa si trova. Spetta al
giudice assegnargli un termine breve e perentorio per la presentazione delle prove.

1597 (1853*) L 'intervento coattivo. In alcuni casi, l'intervento del terzo può ri- 5533
sultare necessario per la retta amministrazione della giustizia, in quanto la sua presenza
apporti o possa apportare preziosi elementi chiarificatori in ordine alla vertenza. In
questa ipotesi, l'intervento è deliberato dal giudice sia ex officio sia ad instantiam partis,
e parte sono anche - come più volte si è rilevato - il difensore del vincolo e il
promotore di giustizia. In ogni caso, il giudice deve consultare previamente le parti
(auditis partibus).
Notando. I) L'intervento coattivo del terzo in causa, ordinato dal giudice, propriamente non 5534
ha carattere di azione, ma piuttosto di mezzo istruttorio. Di conseguenza, il terzo così intervenuto
non può considerarsi parte in causa, e la sentenza emessa alla fine del processo non lo tocca (Fel,
Cappello, Summa lur is Canonici, III, n. 311).
L'intervento del terzo in causa non è da confondere con il Iitisconsorzio. In questo si hanno 5535
piu attori (litisconsorzio attivo) o più convenuti (Iitisconsorzio passivo) fin dall' inizio del processo.
Nel primo invece, \'int ervento si ha durante lo svolgimento del processo, e l'intere ssato può assu-
mere una posizione distinta e anche opposta a quella delle parti contendenti. L' intervento del terzo
diventa litisconsorziale solo nel caso che egli faccia completamente sue le pretese dell'attore o le
opposizioni del convenuto , associandosi all' uno o all'altro come parte nella causa principale.
3) L'int ervento del terzo in causa è anche da distinguere dalla opposizione del terzo, di cui 5536
si trattava nei cann. 1898-1901 del Codice del 19t7 . Tale istituto, che è stato soppresso nel nuovo
Codice tCommunic ationes , a. 1979, pp. 160-161), era un rimedio straordinario contro la sentenza,
in forza del quale potevano impugnarla ed opporsi alla sua esecuzione coloro che dalla medesima
temevano di veder pregiudicati i propri diritti o interessi (v.n. 5592).
4) L' intervento del terzo in causa è infine da distinguere dalla successione nell'azione, che ha 5537
luogo quando una delle parti contendenti deceda o cambi stato. Diverso è anche il caso in cui la parte
cessi dall'uftici o in ragione del quale agiva in giudizio (can. 1518: cfr. anche can. 1675, § 2).

LA FASE DlBA7T1MENTALE (cann. 1598-1606) 5538


Schema
I. La pubblicazione degli atti 3. La discussione della causa
2. La conciusione in causa
156 LIBRO VII - I pr ocessi

Titolo VI
La pubblicazione degli atti,
la conclusione in causa e la discussione della causa

CAN. 1598 - § 1. Acquisitis proba- § l. Acquisite le prove, il giudice, sotto


tionibus, iudex decreto partibus pena di nullità, deve con decreto permet-
et earum advocatis permittere tere alle parti e ai loro avvocati di prende-
debet, sub poena nullitatis, utacta re visione presso la cancelleria dcI tribu-
nondum eis nota apud tribunalis nale degli atti che non sono ancora da essi
cancellariam inspiciant ; qui n conosciuti; anzi, agli avvocati che ne fac-
etiam ad vocatis id petentibus dari ciano richiesta, può essere anche data una
potestactorum exemplar; in causis copia degli stessi atti; tuttavia, nelle cause
veroad bonum publicum spectan- che interessano il bene pubblico, il giudi-
tibu s iudex ad gravissima pericula ce, per evitare pericoli gravissimi, può or-
evitanda aliquod actum nemini dinare che qualche atto non debba essere
manifestandum essedecerne repo- manifestato a nessuno, provvedendo per
test, cauto tamen ut ius defensio- altro che rimanga sempre integro il diritto
nis semper integrum maneat. della difesa.
§ 2.Ad probationes complendas § 2. Per completare Ic pro ve, le parti
partes possunt alias iudici propo- possono presentarne altre al giudice; ac-
nere; qui bus acqui sitis, si iudex quisite anche queste, se il giudice lo ritie-
necessarium duxerit, iterum est ne necessario, si dà nuovamente luogo al
locus decreto de quo in § 1. decreto di cui al § I.

Sono tre atti che precedono l'emissione della sentenza da parte del giudi ce, costi-
tuendone la preparazione immediata .

5539 1. La pubblicazione degli atti


1598 (1858-1859 *) Concetto e modalità. Termin ata la fase istruttoria con la rac-
colta delle prove, il giudice procede alla pubblicazione degli atti, autoriz zando con
decreto le parti e i loro avvoca ti a prenderne visione presso la cancelleria del tribunale.
Gli avvoca ti possono anche chiederne una copia',
La pubblicazione deg li atti ignorati dalle parti è un elemento essenziale de l proces-
so canonico, prescritt o sotto pena di nullità della se ntenza, poiché senza di essa le parti
non potrebbero preparare debitamente le loro difese. Questo vale per sé anche per i

I Gli avvocati, non le parti, come venne deciso nella seduta dell'II dicembre 1978 dal

Gruppo di Studio De processibus, mentre nello Schema esaminato la facoltà di chiedere copia degli
atti era stata concessa sia agli avvocati che alle parti (cfr. Communicationes, a. 1979, pp. 134- 135,
can, 257, § l). L' esclusione delle parti fu confermata nella Relatlo 1981: «In canone optime
distinguitur inter partes et advocatos, quibus tanturn licet - non autem partibus - exemplar
petere - (p. 323, can. 1550, § I; cfr. anche Communicat iones, a. 1984, p. 68, can . ISSO, § l).
Una tale norma, che dà facoltà agli avvocati di chiedere copia degli atti e non lo consente alle
parti, che pur possono prendere visione di questi medesimi atti presso la cancelleria dcI tribunale,
sembra ad alcuni contraddittoria. Il rilievo ha la sua fondatezza. e il canone era forse da formulare
più accuratamente, con un senso di maggiore realismo. Comunque è per sé vietato agli avvocati
consegnare ai loro clienti la copia degli atti ricevuti in tribunale .
157

CAN. 1599· § 1. Expletisomnibus .§ I . Espletati tutti gli atti concern enti la


quae ad probationes produeendas raccolta delle prove, si addiviene alla con-
pertinent, ad eonclusionem in cau- clusione in causa.
sa devenitur.
§ 2.Haee eonclusio habeturquo- § 2. Questa conc lus io ne ha lu ogo
ties aut partes declarent se nihil quando le parti dichi arano di non ave r
aliud addueendum habere, aut nient' altro da addurre, o sia scaduto il
utile proponendis probationibus tempo utile fissato dal giudice per la pro-
tempus a iudiee praestitutum duzione delle prove, oppure il giudice
elapsum sit, aut iude x declaret se stesso dichi ari di ritenere la ca usa suffi-
satis instruetam causam habere. cienteme nte istruita.
§ 3. De peracta conclusione in § 3. Sull' avve nuta co nclusione in ca usa,
causa , quoeumque modo ea aeci- in qualunque modo essa abbia luogo, il
derit, iudex deeretum ferat. giudice emetta il relativo decreto.

processi di nullit à matrim oniale. nel caso che qualche allo o doc ume nto sia rim asto 5540
segreto. In tal i processi, tutta via, il ca n. 1678 dà facoltà ai patroni delle parti (procuratori
c av vocati ) di assi stere all' esame delle parti , dei testimon i e de i periti (sa lvo il di spost o
del ean . 1559 ) e di prendere visione degl i atti giudiziari. anche quando non siano stati
anco ra pubbl icat i e di esaminare i documenti prod otti dalle parti.
Una facoltà lasciata al giudice. La pubbli cazione prescritt a nel ca n. 1598 si estende
a tutt i gli atti non ancora co nosc iuti inondum nota). C'è tuttavia una ecc ezione: trann e che.
nelle cause interessanti il bene pubbli co, co me ad ese mpio quelle di nullit à matrimon iale;
il giudice, per ev itare perico li grav issimi (reali, non imm aginari o semplice mente suppo-
sti), disponga che alcuni atti (non quindi tutti e neppure la maggior parte o gran parte)
riman gano segreti, facendo per altro in mod o che non ne resti pregiudicato il diritt o di
difesa. essenziale per la validità della sentenza (cfr. ca n. 1620 , n. 7).
Nello Sc hema del J976. questa clausola non esisteva. e il can. 257, § I (ris pondente all'attuale 5541
1598), disponeva senza alcuna limitazione la pubbli cazione di tutte le prove poste agli atti e rimas te
segrete, "sub pocn a nullitati s". Ma vari organi di consultazio ne fecero rilevare i gravi inco nve nienti
e pericoli a cui si andava incontro co n tale disposizione .
- Talis publicatio videt ur periculosa quia diffi ciliores reddit relati ones inter partes (quod
gravissimum est si co nside retur quod fere omnes causae sunt malrimonia les), quia etia m testibus
exinde da mna obvenire possunt , et qui a in regic nibus ubi iurisdic tio Ecclesiac non agnoscitur.
deferri possunt ad tribuna l civile, tamquam calumniosae, depositiones factac a parti bus vel a
testibus. Quandoque acta processus ecclesiast ici ad hibe ntur ad promovend um actione rn poenalem
contra parte m vel testc s apud tribun a! civile.
I rilievi mossi erano fondati . e il Gr uppo di Studio De p roce ssibus deci se di modificare
il cano ne, che as s unse pert anto l'attu ale for mulazion e (Commnnicutiones. a. 197 9, pp. 134-1 35,
can, 257 ).

Se mbra che. col divieto di co nseg nare alle parti co pia degli atti, si sia voluto ev itare il pcrieolo
che una di esse potesse servirsi della dett a copia presso i tribun ali civi li per querelarsi cont ro la
parte avversa. i testi e lo stess o tribun ale eccle siastic o. Ma sosta nzialmente il pericolo sussiste lo
stesso , dal moment o che si dà alle parti la facoltà di prendere visione degli atti nella sede del
tribunale. Dopo una tale visio ne. la parte potrebbe presentare ugu alment e la sua de nunzia al ma-
gistrato civile c chiedere il seq uestro del "co rpo dci reato", ossia degli atti in possesso della
cancelleria del tribunale ecclesias tico. Que sto. tuttavia. è molto difficile che possa acca dere in qu ei
paesi, co me l' Italia, in c ui lo Stato ricono sce la competenza dci tribunali ecclesiastici nell e cause
di nullità di matrimoni celebrati canonicamente e trascritti nei registri di stato civile.
158 LIBRO VII • J processi

CAN. 1600· § l. Post conclusionem § l . Dopo la co ncl us io ne in causa, il


in causa iudex potestadhuc eosdem giudice può riconvocare i medesimi testi-
testes ve)alios vocare aut alias pro- mon i o escuterne altri , oppure ordinare
bationes, quae antea non fuerint altre prove non richieste prima, ma questo
petitae, disponere tantummodo: so lo a lle se g ue nti condizioni :
l ° in causis, in quibus agitur de 1° nelle ca use conce rn e nti solo il bene
solo privato partium bono, si om- pri vato delle parti, se queste siano tutte
nes partes consentiant; consenzienti;
2° in ceteris causis, auditis parti- 2° nelle altre cause, dopo aver sentite le
bus et dummodo gravis exstet ratio parti c purché vi sia una grave ragione, e
itemque quodlibet fraudis ve) su- insieme venga rimosso ogni pericolo di
bornationis periculum removeatur; frode o di su bo rnazio ne;
3° in omnibus causis, quoties ve- 3° in tutte le cause , ogni qual vo lta s ia
risimile est, nisi probatio nova ad- probabile che, sen za l' ammissione della
mittatur, sententiam iniustam futu- nuova prova, si a vrebbe una sentenza in-
ram esse propter rationes, de qui- giusta per le ragioni di c ui al can . 1645,
bus in can, 1645, § 2, nn. 1·3. § 2, nn . 1-3.

5542 1598, § 2 Completamento delle prove. Se dall'esame delle prove risult asse che
l'istruttoria della causa sia manchevole e che occorre completarla, le parti potranno
presentare ulteriori prove nel termine stabil ito dal giudice. Anche queste prove integra-
tive dovranno essere regolarmente "pubblicate" con un nuovo decreto del tribunale.

5543 2. La conclusione in causa


1599 (/ 860 *) Concetto e condizioni. La conclusione in ca usa è la chiusura forma-
le della fase istruttoria del processo, deliberata da un appo sito decreto del giudice. Tale
dec reto è prescritto dal § 3 del canone. Tuttavia, secondo l' interpretazion e comune, esso
non è richiesto "a d validitatem", come il decreto della pubblicazione degli atti (cfr.
1598, § l ). È così prescrit to solo "ad Iiceitatem ", e questo può dar luogo alla "res titutio
in integrum".
5544 Nella Rota Romana, secondo le propri e Norme, non si em ana un form ale decreto
di conclusione in causa . Que sta ha luogo col fatto stesso che le parti si scambiano fra
loro le risposte: «Responsionibus exhibiti s, quas inter se parte s vcl partium patroni
defen sionum distributionem commutant, conclusum in causa habetur» (X . OCHOA, Leges
Ecclesiae, I. 1233 , col. 1460).
5545 La co ncl us ione in causa è subordinata alle segue nti condizioni del seco ndo pa-
ragrafo:
- Che le parti dichi arino di non aver nient'altro da addurre;
- Oppure che il tem po fissato dal giudice per la produ zione delle prov e sia sca-
duto;
- Oppure che il giudi ce stesso dichiari la causa sufti cientemente istruit a.
Trattandosi di un tribun ale collegiale, il decreto è eme sso dal presidente.
5546 1600 (/ 861 *) Il supplemento d'istruttoria. Dopo la conclusione in cau sa, non è
per sé consentito presentare ulteriori prove , tranne che si tratti di cause conc ernenti lo
stato delle persone, le quali non passano mai in giudicato (can. 1643). Nelle altre cause,
il giudi ce può procedere a un supplemento d'i struttoria, riconvocando i testim oni già
escussi o esaminandone altri, oppure ordinando altre prove non richieste prima , ma solo
alle seguenti condizioni :
Il giudiziu contenzioso ordinario ]59

§ 2. Potest autem iudex iubere § 2. Il giudice può anche ordinare o


veladmittere ut exhibeatu r docu- consentire che venga prodoLLo un docu-
mentum, quod forte antea sine mento , nel caso che, senza colpa dell'inte-
culpa eius cuius interest, exhibe- ressato, non sia stato possibile esibirl o
li non potuit. prima.
§ 3.Novae probationes publicen- § 3. Le nuove pro ve siano pubblicate, a
tur , servato can. 1598, § 1. norma del can. ]598, § l.
CAN. ]60] - Facta conclusione in Fatta la conclusione in causa, i] giudice
causa, iudex congruum temporis stabilisca un congruo spazio di tempo per
spatium praestituatad defensiones present are le difese e le osse rvazioni.
vel animadversion es exhibendas.

l ° Nelle cause di cara ttere strettamente privato. se le parti contende nti siano tutte
d' accordo e diano il loro con senso.
Relativamente al promotore di giustizia e al difensore del vincolo, intervenuti nella
causa, basterà chiedere il loro parere tranne il caso di un matrimonio impugnato dal
promotore di giustizia a norm a del ca n. 1674, n. 2, nel quale eg li è attore d'uffi cio in
senso proprio.
2° Nelle altre cause in modo tassativo (dùm modo) che vi sia un a grave ragione e
insieme (item) venga rimosso ogni perico lo di frode o subornazione; è anche necessario
sentire (audire) le parti: le parti contendenti e insie me il promotore di gius tizia e difen-
sore del vincolo, presenti nel processo (can. 1600, § I, n. 2).
3° In tutte le cau se di carattere sia pubblico che pri vato, ogn i qual volta (q uoties)
sia probabile che, senza l' ammissione delle nuove prove, si avrebbe una senten za
apertame nte ingiusta, per i moti vi accennati nel can . 1645, § 2, nn. 1-2 (cfr. anche
can. 1452, § 2).
Se il giudice lo ritiene o pportuno, può anche ordi nare o co nsentire che venga
prodotto un docum ento che, senza colpa dell 'interessato, non sia stato possi bile esibire
prima.
L'accettazione di un docum ento, dopo la conclu sione in caus a, è più facile che non
l'am missione di nuovi testi, poiché col documento il pericolo di frodi e di altri incon-
venienti è minore.
Le nuove prove dovranno essere regolarm ente pubblicate con ulteriore dec reto del
giudice, a norma del can. 1598 , § l .

3, La discussione della cau sa 5547


1601 (1862 *) Presentazione dell e difese. Chiusa definitivamcntc l'i strutt oria col
decreto della conclusione in causa, si apre la fase discussoria o dibattimentale, in cui è
data facoltà alle parti di presentare le proprie difese ed osservazio ni (le "comparse
conclusionali" dell ' ordinamento civile)' , entro il congruo spazio di temp o assegnato loro
dal giudice nel medesimo decret o.

, Le "difese", per sé, sono a sostegno delle proprie affermazioni: le "osservazioni" invece
tendono ad infirmare le argomentazioni della parte avversa. Possono anche tendere a segnalare
qualche irregolarità, ecc.
160 LIBRO VII · I processi

CAN. 1602· § 1. Defensiones et § I . Le difese e le osservazio ni siano


animadversionesscriptae sint, nisi fatte in iscritto, tranne che il giudice, col
disputationem pro tribunali se- co nsenso delle parti, ritenga sufficien te
dente iude x, consenti enti bus par- una discussione orale in una udienza del
tibu s, satis esse censeat. tribunale.
§ 2. Si defensiones cum praeci- § 2. Nel caso che le difese con i princi-
puis documentis typis impriman- pali documenti vengano stampati, si richie-
tur, praevia iudicis Iicentia requi- de la previa licenza del giudice, salvo, se
ritur, salva secreti obligatione, si vi sia, l'obbligo del segreto.
qua sito § 3. Per l'ampiezza delle difese, il nu-
§ 3. Quoad extensionem defen- mero degli esemplari e altri part icolari del
sionum, num erum exemplarium, genere, si osservi il rego lame nto del tribu-
aliaque huiu smodi ad iuncta, ser- nale.
vetur ordinatio tribunalis.
§ I . Scambiate recipro camente le difese
CAN. 1603· § 1. Communicatis vi- e le osserva zioni, l' una e l' altra parte pos-
cissimdefensionibusatque animad- sono presentare le loro repliche entro un
versionibus, utrique parti respon- breve termine di tempo, stabilito dal giu-
siones exhibere Iicet, intra breve dice .
tempus a iudice praestitutum. § 2. Questo diritto compete alle parti
§ 2. Hoc ius partibus semel tan- una volta sola, tranne che il giudice, per
tum esto, nisi iudici gravi ex causa una causa grave, ritenga necessario con-
iterum videatur conced endum; cederlo una seco nda volta; in tal caso, la
tunc autem concessio, uni parti fa- concessione fatta a una parte, s' intende
cta, alteri quoque data censeatur. estesa anche all'altra.
§ 3. Promotor iustitiae et defen- § 3. Il promotore di giustizia e il difen-
sor vinculi ius habent iterum repli- sore del vincolo hanno il diritto di replica-
candi partium responsionibu s. re nuovamente alle risposte delle parti.

Tale termine, stabilito dal giudice e non dalla legge, può essere prorogato dal medesimo
giudice, prima che scada, per una giusta causa "auditis vel petentibus partibus". Per una eventuale
riduzione, occorre il consenso delle parti (can. 1465, § 2; cfr. anche can. 1862, § 2. Codice 1917).

5548 1602 (1863-/864*) Modalità. Per sé, le difese e le osservazioni vanno presentate
in iscritto, tranne che il giudice ritenga sufficiente una discussio ne orale, durante la
seduta del tribunale", È però necessa rio che le parti contendenti e anche il difensore de l
vincolo e il promotore di giustizia, intervenuti nel processo, diano il loro consenso.
Tali difese possono presentarsi anche stampate, ma per la stampa si richiede la
previa licenza del giudice, salvo in ogni modo l'eventuale obbl igo del segre to.
Quanto all'ampiezza delle difese, il numero degli esemp lari e altri particolari del
genere, bisog nerà osservare le norme stabi lite nel regolamento del tribunale.

5549 1603 (1865*) Lo scambio delle difese e le repliche. Lo scambio delle difese e
delle osservazioni ha luogo, ovviamente, quando esse siano state present ate in iscritto.

4 Fu chiesto da un Consultore che le difese e le osservazio ni fossero di regola orali. "nisi


iudex aliud censeat", Ma gli altri Consultori furono del parere che di regola fossero scritte: «quia
hoc modo iudici commod um praebe tur ut illas attente ac maturius perpendat, anteq uarn ad
sententiam deveniat» (Commun ìcationes. a. 1979. p. 137. can. 261. § I).
Il giudizio comc roloso onl inario 161

CAN. 1604 - § 1. Omnino prohi- § l. È assolutamente proibito alle parti,


bentur partium vel advocatorum agli avvocati e anche ad altr i dare al giu-
vel etiam aliorum informationes dice informazioni, che restino fuori degli
iudici datae, quae maneant extra atti della causa.
acta causae.
§ 2. Si causae discussio scripto § 2. Se la discussione della cau sa sia
facta sit, iudex potest statuere ut stata fatta per iscritto, il giudi ce può stabi-
moderata disputatio fiat ore pro lire che si svolga un moderato dibattito
tribunali sedente, ad quaestiones orale durante la seduta del tribunale, per
nonnullas iIIustrandas. chiarire alcune que stioni.
CAN. 1605 • Disputationi orali, de AI dibattito orale , di cui ai cann . 1602,
qua in cann.1602, § l et 1604, § 2, § l , e 1604, § 2, ass ista il notaio, per poter
assistat notarius ad hoc u1,si iudex verbali zzare immedi atamente le di scu s-
praecipiat aut pars postuletetiudex sioni e le conclusioni, se il giudice lo or-
consentiat, de disceptatis et con- dini o lo perm etta ad istanza di parte.
clusis scripto statim referre possit.

A tali difese seguono le repliche , da presentars i entro un breve spazio di tempo , stabilito
dal giudice.
Il diritto di replica compete alle parti una volta sola, tranne c he il giudice, per una
causa grave (gravi ex ca usa), ritenga necessario concederlo una seco nda volta. Tale
concessione, anche se fatta a una sola parte, s'i ntende estesa per ciò stesso all' altra.
Alle repliche delle parti, il difensore del vincolo e il promotore di giustizia, che 5550
sono i tutori ex officio del bene pubblico, hanno il diritto di replicare ulteriorm ente.
Resta escluso il proce sso penale , in cui l'ultimo intervento, per iscritto o a voce, spetta
non al promotore di giustizia, ma all'imputato oppure al suo avvoca to o procuratore
(can. 1725).

1604, § l (1866, § J *) Un divieto comprensibile. In tutto il corso del processo, 5551


dev'e ssere garantita l' assoluta libertà e imparzialità del giudice. Di con seguenz a, né le
parti o i loro avvocati o altri possono dargli informazioni priv ate, sia in iscritto che
orali'. in ordin e alla causa, che restino fuori degli atti (informaz ioni private), né il
giudice può accettarle e neppure permettere che gli si diano. Sarebbe una prevaricazione
del ministero giudiziario. E questo il significato della " forma impersonale e generica"
usata nel paragrafo (cfr. Communicationes, a. 1979, p. 137, can. 263, § l).

1604, § 2, c 1605 (1866, §§ 2·4) Il moderato dibattimento orale . Si tratta di un 5552


dibattimento orale diverso da quello previsto nel can. 1602 § 1. La discussione di cui
al detto canone, § J, ha carattere suppletivo (supplisce la difesa scritta, pre vista nello
stesso canone). La discussione considerata nell' attuale canone, ha invece cara ttere
aggiuntivo, in quanto integra le difese scritte e serve a chiarire alcuni punti o questioni
della vertenza (non tutta la causa). Spetta al giudice stabilirlo di ufficio o ad istanza delle
parti o anche del difensore del vincolo o del promotore di giustizia, se ne vede la
necessità o l'utilità.
Nell'uno e nell'altro dibattimento - suppletivo o agg iuntivo - è necessaria la
presenza del notaio a fine di verbalizzare le discussioni e le concl usioni, se il giudice

, Strano che il can. 1866, § I, del Codice del 1917, parli solo d'informazi oni orali.
162 LIBRO VII- I processi

CAN. 1606 - Si partes parare sibi Se le parti trascurino di presentare in


tempore utili defensionem negle- tempo utile la lora difesa o si rimettano
xerint, aut se remittant iudicis alla scienza e alla coscienza del giudice,
scientiae et conscientiae, iudex, si questi, se dagli atti e dalle prove ritenga di
ex actis et probatis rem habeat avere una perfetta cognizione della causa,
piane perspectam, poterit statim potrà pronunziare immediatamente la sen-
sententiam pronuntiare, requisitis tenza, dopo aver però richiesto le osserva-
tamen animadversionibus promo- zioni del promotore di giustizia e del di-
toris iustitiae et defensoris vinculi, fensore del vincolo, se siano intervenuti
si iudicio intersint. nel giudizio.

lo ordini ex officio o lo permetta ad istanza di parte. La verbalizzazione è lasciata alla


facoltà discrezionale del giudice, ma forse, per motivi di prudenza, sarebbe stato prefe-
ribile renderla obbligatoria.
5553 1606 (/867*) Ultima norma. La presentazione delle difese e delle repliche da
parte dell'attore e dci convenuto o dci loro avvocati, non ha carattere obbligatorio, ma
facoltativo. Se pertanto le parti trascurino di presentare in tempo utile le loro difese o
vi rinunzino, rimettendosi alla scienza e alla coscienza del tribunale, il giudice potrà
procedere senz'altro all 'emissione della sentenza a una duplice condizione:
IO Che "ex actis et probatis" possa prudentemente ritenere di avere una piena
cognizione della causa.
2° Che richieda ed esamini attentamente le osservazioni del promotore di giustizia
e del difensore del vincolo intervenuti nel giudizio.
5554 Un caso ipotetico. Le "anirnadversiones" del promotore di giustizia e del difensore del vin-
colo sono precettive. E nel caso che tali "animadversiones" non fossero state presentate, il tribunale
può procedere alla emissione della sentenza?
Per sé non può, poiché il disposto della legge è chiaro: «requisitis tamen animadversionibus
promotoris iustitiae et defensoris vinculi, si intersint», e il requirere, nel caso, è da intendersi non
solo nel senso di "richiedere" ma anche di "ottenere". Qualora poi, in un caso ipotetico, il promo-
tore di giustizia e il difensore del vincolo continuassero a non consegnare le loro osservazioni, il
tribunale dovrà deferire il fatto al Vescovo moderatore del tribunale. Potrebbe però essere sufficien-
te che il promotore di giustizia e il difensore del vincolo dichiarino di non aver nulla da osservare,
tranne che il giudice le ritenga necessarie e insista nella sua richiesta. Comunque, poiché nel canone
non è apposta alcuna condizione invalidante, una sentenza emessa dal tribunale senza la richiesta
dcIIc osservazioni è da considerarsi valida.

5555 LE PRONUNZIE DEL GIUDICE (cann. 1607-1618)


Schema
I. Sentenze definitive e interlocutorie 5. Norme ulteriori
2. Il principio direttivo - La sentenza interlocutoria
3. Norma per il tribunale collegiale - La pubblicazione della sentenza
4. La stesura della sentenza - La correzione di eventuali errori
- I decreti
- Sentenze interlocutorie e decreti aventi valore
definitivo

Il tit. VII, rispondente al tit. XIII del Codice anteriore, ha una denominazione
nuova: De iudicis pronuntiationibus, e non più De sententia, poiché in esso non si tratta
solo delle sentenze, ma anche dei decreti decisori (cann. 1617-1618).
Il giudizio contenzioso ordinario 163

Titolo VII
Le pronunzie del giudice
CAN. 1607· Causa iudiciali modo L a ca usa, trattata in via giud iz iaria , se è
pertractata, si sit principalis, defì- principale, vien e de ci sa dal g iud ice co n
nitur a iudice per sententiam defi- sente nz a definitiva; se è incidentale, co n
nitivam ; sisitincidens, persenten- sentenza interlocutoria, fcnno restando il
tiam interlocutoriam, firmo prae- disposto del can . 1589, § l.
scripto can. 1589, § 1.

1. Sentenze definitive e intcrlocutorie 5556

1607 (/868 *) La sentenza è definita nel Codice precedente : La legittima pronunzia


mediante la quale il giudice definisce una causa proposta dai contendenti e trattata
giudizialmente in tribunale (can. 1868, § 1*).
La sentenza può essere definitiva e interlocutoria. La prima definisce la causa
principale, che verte su un oggetto autonomo; la seconda una causa incidentale (cann.
1587- 159 1), connessa con la principale.
La causa incidentale può essere decisa anche mediante decreto, a termine del can.
1589. § I.
La sentenza definiti va è l'atto conclusivo del processo. Ne è anche l'alt o culminan-
te, poiché con esso il giudice esercita la pienezza del suo potere giurisdizionale, appli-
cando il diritto oggettivo o normativo alla controversia sottoposta al suo giudizio. Con
la sentenza cessa anche il suo potere relativamente alla causa definita, la quale passa alla
competenza del giudice di appello, nel caso che la sentenza venga impugnata. La sen-
tenza interlocutoria, come s'è già rilevato, ha per sé carattere provvisorio : può essere
revocata o modificata alle condizioni stabilite nel can. 1591 (n. 5523).
Circa la natura della sentenza v'è nella dottrin a una dupli ce concezio ne: nella prima prevale 5557
l' aspetto intellcttua listico, nella seconda. que llo volonta r istico. Gli uni danno maggior rilievo
all'elemento logico e razionale: la sentenza è una specie di sillogismo, in cui la legge e il fatto
sottoposto all' esa me e alla definizione del giudice. sono le premesse (maggiore e minore). e la
sente nza è la co nseguenza inevitabile. Gli altri , invece, mettono in rilievo l' elem ento volitivo: la
sentenza è per essi primariament e un atto di autorità. che riso lve giuridicamente la vert e nza,
vincolando le parti con forza di legge.
È chiaro che i due aspetti non sono opposti fra di loro e neppure separati. Sono necessaria -
mente uniti, perché integrativi l' uno dell 'alt ro. Ma forse l' elemento volontaristico e autoritativo
(giurisdizionale) è quello maggiormente connotativo: è per esso. soprattutto, che la sentenza del
giudice acquista per le parti forza vincolante di legge, secondo la nota dctini zione di S. Tornrnaso:
«Sententia iudicis est quasi quaedam particulari s lex in aliquo particulari facto» tSumma Theol., 11-
Il, q. 67, ad l ).
Relativamente al loro contenuto decisorio, le sentenze sogliono distinguersi in declaratorie. 5558
condannat orie e costitutive.
Le declaratorie nei processi contenziosi si limitano a pronunziare un semplice accertamento
di diritto, in favore di una delle parti contendenti; nei processi penali , dichiarano la pena "latae
sententiae", in cui una persona sia incorsa .
Le sente nze condannalorie nei processi contenziosi condannano la parte soccombent e alla
restituzione di un bene, all 'adempimento di un impeg no contrattuale, al risarcimento di un danno,
ecc.; nei processi penali. inflig gono una pena all'i mputato riconosciuto colpevole di un delitt o,
ossia di una violazione esterna di una legge o di un precett o penale. grave mente imputabile per do lo
o per colpa (cfr. can. 132 1. § I).
164 LIBRO VII· I processi

CAN. 1608 • § 1. Ad pronuntiatio- § l . Per pron un zi ar e qu a ls iasi se nte nza,


nem cuiuslibet sententiae requiri- si ric hiede nell ' an im o del giudice la cer-
turin iudicis animo moralis certitu- te zza mo ral e s u quan to deve essere dec iso
docirca rem sententiadefiniendam. con essa.
§ 2. Hanc certitudinem iud ex § 2 . Il gi udice de ve des um ere q uesta
haurire debet ex acti s et probatis, certezza d agli att i e dall e p ro ve .
§ 3. Probationes autem aestima- § 3 . Il g iud ice de ve val uta re le pr o ve
re iudex debet ex sua conscientia, secondo la sua coscie nza, fe rme restando
firmi s praescriptis legis de qua- le d isposiz io ni dell a legge su ll'efficacia d i
rundam probationum efficacia. talune p rove.
§ 4. Iud ex qui eam certitudinem § 4 . Il giud ice c he no n abbia potuto
adipisci non potuit , pronuntiet non ra ggiunge re qu ell a certezza, pronu nzi c he
constare de iure actoris et conven- no n consta il di ritto de ll' a tto re e rimandi
tum absolutum dimittat, nisi aga- assolto il convenu to, salvo c he s i tratti di
tur de cau sa iuris favore fruente, una causa che goda del favore de l d ir itto ,
quo in casu pro ipsa pronuntian- nel q ua l caso si deve p ronunziar e a fa vore
dum est. della medesima.

Con la sentenza costitutiva, si mutano o si creano situazioni giuridiche, da cui sca turiscono
nuovi rapporti di diritto sostan tivo, in favore di una delle parti. Le sentenze penali eondannatorie
sono insieme anche costitut ive.

5559 2. Il principio direttivo


1608 (/869*) Nell ' emanare la sentenza, il giudice decide seco ndo il libero co nvin-
cimento de lla sua coscie nza. Ma la sentenza dev'essere giusta. e perché sia tale. è
necessario che eg li abbia la certezza che il suo con vincime nto sia retto c illu minato .
ossia fondato su motivi validi ,
Si tratta. ev ide nte mente , di una ce r tezza morale, che non ha né può avere
l' assolutezza di una certezza fisica o metafis ica. Essa non esclud e la possibil ità di un
errore: esclude ogn i dubbio serio e positivo. L'errore resta possibi le. ma non dev'essere
probabile .
5560 Una tale certezza deve avere un fondame nto ogge ttivo . Deve cioè ded urs i crit ica-
mente dall'insieme degli elementi emers i nel giudizio: dagli atti e dalle prove, com e
afferm a il § 2, secondo un antico principio giuridico. Le fonti extragiudiziali, come i
semplici convinci menti perso nali del giudice (convincimenti soggettivi ), non ha nno per
sé alcun valore. È pertanto compi to inderogabi le del giudice valutare le prove co n senso
di assoluta responsabilità c imparzialità: ex sua conscientia , secondo la sua coscienza,
tranne che sia la legge stessa a stabilire l' efficacia di alcune prove concrete. co me nel
caso de lle presunzioni giuridiche. contro le quali non sia stata opposta ness una prova
valida. diretta o indiretta (cfr. cann . 1526 e 1537).
5561 Tale valutazione dev' essere essenzialmente unitaria . Tutte le prove acquistate al
processo devono essere esamin ate attentamente nel loro singolo valore e nel loro insie-
me, poic hé ciascuna è in funzione delle altre, e il giudice che intende emettere la sua
decis ione con piena oggetti vità. deve fare un' appropriata sintesi di tutti gli elementi in
suo possesso, compresi quelli contenuti negli scritti dei patron i. oltre che del dife nsore
del vincolo e del promot ore di giustizia nelle cause che richied ono il loro interve nto.
5562 La certezza morale richiesta nel giudice è una condizione così inderogabile che. se
egli non sia riuscito a raggiungerla ex actis et probatis, ha l' obbligo di rimandare asso lto
Il giooi.fjoc:om~n /jos{) ordinario 165

il convenuto , secondo il noto principio : actore non probante reus absolvitur. A tale
norma fanno eccezione le cause che godono del favore del diritto, come quelle circa la
validità del matrimonio (can. 1060). In questa ipotesi, permanendo il dubbio, il matri-
monio dev'essere dichi arato valido anche nel caso che sia il convenuto a sostencrn e
l'in validità. La dichiarazione di validità è tuttavia indirett a, poiché, nel caso, la pronun-
zia dei tribunali non è "constare de validitate", ma "non co nstare de nullitate".
Il problema della certezza morale che si esige nel giudic e , è stato affronta to da Pio XII e da 5563
Giovanni Paolo Il in due Discors i rivolti alla Roma na Rota: I o ottobre 1942 e 4 febbraio 1980.
Attesa l'importanza dell' argomento, riportiamo con una certa ampiezza alcuni passi illumin anti .
- A norma del can . 1869, § I (Codice 1917 ). si richiede la certezza morale circa lo stato 5564
di fatto della causa da giud icare. accioc ché il gi udice possa procedere e pronunziare la sua sente nza .
Ora tale certezza, la quale si appogg ia sull a cos tanza dell e legg i e degli usi che gove rnano la vita
umana. ammette vari gradi.
- Vi è una certetz u assoluta, nella qu ale ogn i poss ibile dubbio circa la verità del fatto e la
insuss istenza del contrario è totalmente esclu so. Tale assoluta certezza però non è necessari a per
proferire la senten za. In molti casi raggiung erla non è possibil e agli uomini ; l'esigerla eq uivarrebbe
a richiedere cosa irragion evole da l giudi ce e dalle parti : importerebbe il gravare l' amministrazione
della giusti zia al di là di una tollerabile misura, anzi ne incepperebbe in vasta propor zione la via.
- In oppo sizione a questo supremo grado di certezza, il lingua ggio co mune chiama non di
rado certa una cog nizione che. strettament e parland o. non merita tale appell ati vo. ma deve qu ali-
ficarsi come una maggiore o minor e probabilità . perché non esclude ogni ragion evole duhbi o e
lascia sussistere un fondat o timore di errare . Que sta probabilità o quasi-cert ezza non offre una base
sufficiente per una sentenza giudizia ria intorn o alla obiettiva verità del fallo. In tal caso. qu ando
cioè la mancan za di certezza circa il fatto da giudicare imped isce di pronun ziare un gi udizio
positivo sul merito dell a ca usa. la legge . od in partic ola re l' ordiname nto dei processi. danno al
giudice regole obbligatorie sopra il modo di proceder e. nelle quali le prues umptiones iuris C i
favores iur is hanno una importanza decis iva. Di q ueste regole di diritto e di procedura il giudice
non può non tener conto...
- Tra la certezza asso luta c la quasi- certezza o probabilità sta. come tra due estre mi quella
certezza morale. della quale d' ordin ario si tratta nelle questioni sottoposte al vostro foro... Essa. ncl
lato positivo. è caratterizzata da ciò che esclude ogn i fondato o ragionevole dubb io. c. così co n-
siderata, si distingue esse nzia lme nte dalla menz ionata quasi -certezza; dal lato negativ o. lascia
sussistere la possibilità assoluta del contrario, e co n ciò si differenzia dall'assoluta certezza. La
certezza. di cui ora parliamo. è necessaria e sufficiente per pronunziare una sentenza...
- Talvolta la certe zza moral e non risult a se non da una quantità di indizi e di prov e, che
presi singolarm ente. non valgono a fondare una vera certezza . e soltanto nel loro insieme non
lasciano più sorgere per un uom o di sano giudizio alcun ragione vole dub bio. Per tal mod o non si
compie in nessuna guisa un passaggio dall a probabilit à alla certezza con una se mp lice somma di
probabilit à... Ma si tratta del ricono scimento che la simultanea prese nza di tutti questi sin go li indi zi
e prove può avere un suffi ciente fond ament o soltanto nell ' esistenza di una co mune sorgente e base.
dalla quale deri vano : cioè nella obietti va verità e realt à...
- Ad ogni modo. questa certe zza va intesa come certezza obiettiva cioè basata su motivi
oggettivi non come una certezza puramente soggettiva. che si fonda sul sentimento o sulla opini one
meramente sogge tti va di questo o di quello. forse anche su personale credulità. sco nsideratezza.
inesperienza (PIO XII. Discorsi e Radiome ssaggi, IV. pp. 220-222).
- Finita l'i struttoria inizi a per i singoli gi udici. che dovrann o defin ire la causa. la fase più 5565
impegnativa e deli cata del processo. Ognun o deve arrivare . se possibile, alla certezza morale circa
la verità o esist en za del fatto, poiché questa certezza è requisito indispensabile affin ché il Giudice
possa pronunziare la senten za: prima. per così dire . in cuor suo. poi dando il suo suffragio nell ' adu-
nanza del collegi o giudicante.
- Il Giud ice de ve ricavare tale certezza ex actis et proba tis. An zitutto ex actis, poiché si
deve presumere che gli atti siano fonte di verità. Perciò il Giudi ce. seg uendo la norma di Innocenza
III. "debet universa rimari ..... cioè deve scrutare accuratamente gli atti. senza che niente gli sfugga.
Poi ex probatis, perch é il Giudi ce non può limita rsi a dar credito alle sole affermazio ni; anz i deve
aver presente che. durant e l'istruttoria. la verità oggettiva pos sa essere stata offus cata da ombre
]66 LIBROVII • I processi

CAN. 1609· § 1. In tribunali colle- § 1. Nel tribunale collegiale, il presi-


giali, qua die et hora iudices ad dente del collegio stabilisca il giorno e
deliberandum conveniant, collegii l'ora in cui i giudici devono riunirsi per
praeses statuat, et nisi peculiaris deliberare ; se un particolare motivo non
causa aliud suadeat, in ipsa tribu- suggerisca diversamente, l'adunanza ah-
nalis sede conventus habeatur. bia luogo nella sede stessa dcI tribunale.
§ 2. Assignata conventui die, § 2. Nel giorno fissato per la riunione,
singuli iudices scriptas afferant ciascun giudice porti in iscritto le proprie
conclusionessuas in meritocausae, conclusioni sul merito della causa, con le
et rationes tam in iure quam in motivazioni sia in diritto che in fatto re-
facto, qui bus ad conclusionem lative alle conclusioni a cui siano perve-
suam venerint; quae conclusiones nuti; queste conclusioni , da mantenere
actis causae adiungantur, secreto sotto segreto, siano allegate agli atti della
servandae. causa.

indotte per cause diverse, come la dimenticanza di alcuni fatti, la loro soggettiva interpretazione,
la trascuratezza e talvolta il dolo e la frode. Compito arduo, perché gli errori possono essere molti,
mentre invece la verità è una sola . Occorre dunque cercare negli atti le prove dei fatti asseriti,
procedere poi alla critica di ognuna di tali prove e confrontarla con le altre , in modo che venga
attuato seriamente il grave consiglio di S. Gregorio Magno: «Ne temere indiscussa iudicentur»
(GI OVANNI PAOl.O Il, Insegnamenti, III, I, 312-313).

5566 Una questione controversa. Se un giudice, per scienza propria che esclud a ogni dubbio
(sempre che non si tratti di scienza acquisita in confessione), è del tutto certo che la deci sione della
vertcn za non può essere quella fondata sugli atti e sulle prove (ex acti s et probatis), quale dev 'es-
sere moralmente e giuridicamente il suo comportamento?
Il probl ema , particolarmenredelicato, non è di facile soluzione, e sia i moralisti che i canonisti
danno soluzioni di vergenti distinguendo tra cause penali e contenziose, tra contenziose di poco o
molto rilie vo. Senza dubbio il giudice ha il dovere di far di tutto perché la verità emerga, supplen-
do, se nece ssario , la negligenza o \'inettitudine delle parti (cfr. can. 1452 § 2, e co mmento relativo).
Ma per sé ha l'obbligo di atten ersi agli atti e alle prove della causa, tranne che la sente nza ingiu sta
che eventualmente ne derivi sia di particolare gravità, determinando irreparabili danni.

5567 Approfondimenti. Su un tale problema, relativamente alle cause di nullità matri-


moniale, il Card. Pericle Felici, Presidente della Commissione per la revisione del
Codice. in una lezione tenuta il 2 1 febbraio 1977 nell' Aula Magna della Cancelleria
Apostolic a così si espresse :
- Possiamo ipotizzare due casi . O il giudi ce co me persona privata è con vinto dell a validità
del matrimonio, mentre dagli atti processual i risulta che il matrimonio è nullo. Oppure, dopo aver
studiato il processo, il giudice com e persona privata è convinto c he il matrim oni o è nullo, ma
co ntro di lui è il formali smo stabilito dalla legge : co me nel caso in c ui il gi ud ice si forma la
convinzione che la deposizione della parte pro null ìtate sia assol utamente credibil e, ad es . per gli
invicta testimonia credibilitatis in favore della parte. ma gli è diffic ile pronunziarsi perché il diritto
non si contenta della deposizione della parte ed inoltre mancano altre valide prove a favore di essa.
- Orbene, nel primo caso, non manca modo ad un giudice accorto , di trovare prove giudi-
ziarie a favore della sua tesi, che tra l' altro gaudet favore iuris. Se proprio non riesce a trovare le
prove, pot rebbe almeno dubitare se la sua con oscenza sia veramente esatta e sarebbe quindi tenuto
ad abbandonarla per affidarsi alle risultan ze del giudizio in favore della nullità .
- Nel secondo caso i conflitti tra la libera valutazione delle prove e il formalismo sono per
lo più apparenti, perché come è una sola la verità oggettiva, così sopra una sola realt à dovrà vertere
la certezza morale. Per risolvere quindi i contrasti, il giudice sottoporrà la causa ad un esame più
accurato, rivedrà nel suo insieme gli elementi del processo, applicherà secondo la mente del legi-
slatore la normati va formale . di maniera che lo stesso giudice possa , sempre naturalmente pro sua
conscientia, gi udicare delle cose secundum quod sunt, secondo l'inci siva espr essione di S.
Tomm aso (S . Th ., 2, 2, 60, ad 2) (Commu nicatinnes. a. 1977 , pp. 179-1 80) .
Il giudizio contenz ioso ordinario 167

§ 3. Post divini Nominis invoca- § 3. Dopo aver invocato il Nome di Dio,


tionem, prolatis ex ordine singu- si espongono per ordin e le conclusio ni dei
lorum conclusionibus .secundum singoli giudici in ordine di precedenza, ini-
praecedentiam, ita tamen ut sem- ziando sempre per altro dal pon ente o
per a causae ponente seu relatore relatore della causa; si apra quindi la di-
initium fiat, habeatur discussi o scussione sotto la guida del presidente del
sub tribunalis praesidis ductu, tribunale, soprattutto per concordare insie-
praesertim ut constabiliatur quid me quel che si debba stabilire nella parte
statuendum sitin parte dispositiva dispositiva della sentenza.
sententiae.
§ 4. [n discussione autem fas § 4. Nel corso della discussione, ognu-
unicuique est a pristina sua con- no ha la facolt à di reced ere dalla sua pre-
clusione recedere. Iudex vero qui ced ente conclusione. Se, tuttavia, un giu-
ad decisionem aliorum accedere dice non ritenesse di accedere alla deci-
noluit, exigere potest ut, si fiat sione degli altri , può esigere che, in caso
appellatio, sua e conclusiones ad di appello, le sue conclusioni siano tra-
tribunal superius transrnittantur, smess e al tribunale superiore.
§ 5. Quod si iudices in prima § 5. Se, nella prima discussione, i giu-
discussione ad sententiam deve- dici non intendano o non siano in grado di
Dire aut nolint aut nequeant, dif- addivenire alla sentenza, la deci sione può
ferri poterit decisio ad novum con- essere differita ad una nuova seduta, da
ventum, non tamen ultra hebdo- tenersi tuttavia non oltre una se ttimana,
madam, nisi ad normam can.1600 tr anne ch e s ia ne ce ssario com ple tare
complenda sit causae instructio. l'istruttoria, a norma dci can. 1600.

3. Norme per il tribunale collegiale 5568


1609 (18 7/ *) Per la delib erazione della sentenza da parte del giudice unico, non
sono previste norm e particolari. Trattandosi invece di tribunale collegiale, formato da tre
o cinque giudici (cfr. can, 1425, §§ 1-2), sono da osservare le seguenti prescrizioni . che
valgono, servatis servandis, anche per le deliberazioni delle se ntenze interlocutori e,
mediante le quali si defin iscon o le cause incidentali , connesse co n le principali.
l ° Nel giorno e nell'ora stabilita dal presidente del collegio, i giudic i si riuniscono 5569
per delib erare sulla sentenza da emettere. La seduta ha luogo di regola nella sede stessa
del tribun ale. E esclusa la presenz a del notaio.
2° Ciascun giud ice deve portare con sé in iscritt o le propri e conclusioni circa il 5570
merito della causa, con le relat ive motivazioni in diritto e in fatto. Esse vanno allegate
agli atti della causa, ma restano sotto segreto, per cui è opportuno che sia no chiuse in
busta sigillata.
I giudici, pertanto, devono essere tutti presenti. Se qualcun o di essi, per infermit à o per altro 5571
legittimo impedimento, non potesse partecipare alla seduta. questa dev'essere rimandata ad altro
giorno. né, ovviamente, sarebbe sufficiente che il giudice impedito consegnasse o inviasse al
presidente le sue conclusioni in iscritto. L'intervento di tutti i componenti il collegio giudicante è
assolutamente indispensabile . In caso di morte o anche d'infermità inabilitante. il giudice deceduto
o reso inabile: dev'essere: subito sostituito con decreto del Vicario giudiziale.
3° Si apre la seduta co n la preghiera, invocando il Nome di Dio. Poi ciascuno 5572
secondo l' ordine di precedenza, legge oesprime oralmente le proprie conclusioni. ini-
ziando sempre per altro dal ponent e o relatore della causa. Segue la discussione sotto
la guida del presidente, soprattutto per concordare insieme quel che si debb a stabilire
nella parte dispos itiva della sentenza.
168 LIBRO VII - I processi

CAN. 1610 • § 1. Si iudex sit uni- § l. Se il giudice è unico, redigerà per-


cus, ipse sententiam exarabit. sonalmente la sentenza.
§ 2. In tribunali collegiali, po- § 2. Nel tribunale collegiale, la stesura
nentis seu relatoris est exarare sen- della sentenza spetta al ponente o relatore,
tentiam, desumendo motiva ex iis desumendo le motivazioni da quelle espo-
quae singuli iudices in discussione ste dai singoli giudici durante la discus-
attulerunt, nisi a maiore numero sione, tranne che i giudici stessi, a mag-
iudicum praefinita fuerint motiva gioranza, abbiano stabilito le motivazioni
praeferenda; sententia dein singu- da addurre; la sentenza deve quindi essere
lorum iudicum subicienda est ap- sottoposta all'approvazione dei singoli giu-
probationi. dici.
§ 3. Sententia edenda est non § 3. La sentenza dev'essere redatta non
ultra mensem a die quo causa de- oltre un mese dal giorno della definizione
finita est, nisi, in tribunali colle- della causa, salvo che i giudici, nel tribu-
giali, iudices gravi ex ratione lon- nale collegiale, abbiano stabilito per una
gius tempus praestituerint. grave ragione un periodo più lungo.

5573 4° La discussione serve per chiarire e approfondire in iure e in facto le conclusioni


dei singoli giudici. Ciascuno di essi ha piena facoltà di recedere dalla propria posizione.
Ma se un giudice non ritenesse di doversi associare alla decisione degli altri, può richie-
dere che, in caso di appello, le sue conclusioni siano trasmesse al tribunale superiore
(ovviamente in busta sigillata, che può essere aperta soltanto dai nuovi giudici).
5574 A termine del can. 1426, § I, la decisione in ordine alla definizione della causa va
presa a maggioranza assoluta dei voti: due su tre; tre su cinque.
E se, per un caso eccezionale, la maggioranza assoluta non potesse formarsi? Gli autori danno
diverse risposte. Riteniamo che si debba rimandare la decisione ad altra seduta, secondo il disposto
* *
del can. 1871, 5, del Codice del 1917, e dell'art. 198, 5, delle Norme della Congregazione dei
Sacramenti del 1936. E se anche questo espediente dovesse risultare inefficace, occorrerà applicare
il principio generale: Actore non probante reus absolvitur.
5575 Nella Rota Romana, si applicano gli artt. 140-141 delle "Nonne" del 29 giugno 1934:
- Art. /40: «Quoties in prima discussione iudices ad sententiam devenire nolint aut
nequeant, differtur iudieium ad novum conventum per rescriptum: "Resolutio dabitur in proximo
Auditorum conventu", aut sirnpliciter: "Dabitur in proximo", Dilatio vero comperendinari non
debet ultra hebdomadam, nisi forte vacationes Tribunalis intercedant».
- Art. /4/: «Si nec in altero Auditorum conventu haberi possit pars maior votorum neces-
saria ad decisionem, Ponens Rev.mo P. Decano significet statum quaetionis, ut provideat aut
augendo Auditorum numerum aut rem SS.mo deferendo'.
5576 SO Da tener presente il can. 1455, § 2: «Sono tenuti sempre a osservare il segreto
sulla discussione che ha luogo tra i giudici nel tribunale collegiale prima di emettere la
sentenza, come pure sui singoli suffragi e i singoli pareri ivi espressi, fermo restando il
disposto del can. 1609, § 4».

I La disposizione dell'art . 276 del Codice di procedura civile italiano circa la decisione

deliberata dai giudici in camera di consiglio: «La decisione è presa a maggioranza di voti. Il primo
a votare è il relatore. quindi l'altro giudice e infine il presidente. - Se intorno a una questione si
prospettano più soluzioni e non si forma la maggioranza alla prima votazione, il presidente mette
ai voti due delle soluzioni per escluderne una, quindi mette ai voti la non esclusa e quella even-
tualmente restante, e così successivamente finché le soluzioni siano ridotte a due, sulle quali
avviene la votazione definitiva» (30 e 4° comma).
JI giudizio contenzioso ordinario 169

CAN. 161I • Scntentia debet: L a se n tenza deve :


1°definire controversiam coram l° definire la c o ntrovers ia di scus sa d a-
tribunali agitatam, data singulis vanti al tri bunal e , dan do un ' ad e gu at a ri -
dubiis congrua responsione; sposta ai s ingoli dubbi;
2° determinare quae sint par- 2° determinare g li o bb lighi d ell e parti
tium obligationes ex iudicio ortae derivanti dal g iud izio, e le modalità de l
et quomodo implendae sint; lo ro adem pimento;
3 ° exponerc rationcs seu moti- 3° esporr e le ragioni o m otivi , sia in
va, tam in iure quam in facto, qui- diritto c he in fatto, s ui qual i si fo nda la
bus dispositiva sententiae pars parte dispositiva d ella se ntenza;
innititur;
4° statuere de litis expensìs, 4° deci dere circa le spe se d el p rocesso.

fiO Può accadere che una sola sedut a non bast i per co ncordare la decisione da 5577
adottare, e può anche avvenire che emerga la necessità di un supplemento d ' istruttoria.
Nel primo' caso , la deci sio ne viene differita a una nuova seduta, da tenersi non oltre una
settimana. Nel secondo, si procede al supp lemento d 'istruttoria, a norma del can . 1600.

4. La stesura della sentenza 5578


Le norme circa la redazione della se ntenza riguardano l' estensore, il termine da
osser vare, il contenuto esse nziale e integrativo, gli clem enti forma li.
)(;10 , §§ 1· 2 (18 72*) L'estensore della se nte nza . Se il giudice è unico, la reda-
zione de lla sentenza deve farla persona lmente , né può rimet terla all' udito re, che non ha
questo potere (cann. 1428, §§ l e 3), né il giudi ce può delegargliela (can . 135, § 3). Se
invece il trib unale è collegiale, la stesura spetta al ponente o relatore (can. 1429), il
quale desumerà le necessarie motivazioni da quelle espresse dai singoli giudici durante
la seduta co llegiale d i cui al ca n. 1609, tra nne che i giudic i in detta seduta abbiano
stabilito a maggioran za le motivazioni da riportare. La sentenza com pilata dal ponente
de v'essere sottoposta all'approvazione di tutti, che anche in ques to devono agire colle-
gia lmente (can. 1426, § I).
Dalle Norme dell a Istr. "P rovida Mater Ecclesia" del 1936:
- Art. 200, § 2: «La sentenza... dev 'essere co mpi lata dal pone nte, tra nne che,
durante la discussio ne, l'i ncarico per una giusta rag ione , sia stato affidato a un altro
giudice s' ,
1610 , § 3 (/ 870 *) n termine stab ilito dal canone per la redazione (no n la pubbl i- 5579
cazione) dell a sentenza è di un mese, a deco rrere dal giorno de lla definizion e de lla
ca usa. Tale norma vincola sia il giudice unico che il ponente del tribunale collegiale . È
tuttavia in facoltà del tribunale co llegiale stabilire. per una grav e ragione (gravi ex
ratione) un periodo più lungo , evitando natura lmente ogni ritard o eccessi vo.
1611 (18 73 *) TI contenuto della se ntenza. Son quattro gli elementi di merito, che 5580
la sentenza deve con tenere .
I ° La definizion e della controversia, discu ssa davanti al tribunale. È que sto un
elemento essenziale, senza il qua le Ja nullità della sentenza sareb be insa nabile (ca n.
1620, n. 8).

, È un caso possibile, qualora ad esempio il ponente non fosse in condizioni di piena sanità
fisica, oppure, avendo dissentito dal voto espresso dagli altri giudici, trovasse difficoltà a redigere
una sentenza in contrasto col suo personale convincimento.
170 LIBRO VII • I processi

CAN. 1612 - § 1. Sententia, post § l. La sentenza , dopo l' invocazione


divini Nominis invocationem, ex- del Nome di Dio, deve indicare per ordine
primat oportet ex ordine qui sit iu- il giudice o il tribunale, poi l' attore, la
dex aut tribunal; qui sit actor, pars parte convenuta, il procuratore di ciasc u-
conventa, procurator, nominibus no, precisandone il nome e il domicilio;
et domiciliis rite designatis, pro- infine il promotore di giustizia e il difen-
motor iustitiae, defensor vinculi, sore del vincolo, se abbiano avuto parte
si partem in iudieio habuerint. nel giudizio.
§ 2. Referre postea debet brevi- § 2. Deve quindi esporre brevemente la
ter facti speciem cum partium con- fattispecie, con le conclusioni delle parti e
c1usionibus et formula dubiorum. la formula dei dubbi.
§ 3. Hisce subsequatu r pars di- § 3. A questo segua la parte disposi tiva
spositiva sententiae, praemissis ra- della sentenza, premettendovi le motiva -
tionibus quibus innititnr, zioni su cui essa si fonda.
§ 4. Claudatur cum indicatione § 4. Si chiuda con l'i ndicazione della
diei et loei in quibus prolata est et data e del luogo in cui è stata emanata, e
cum subscriptione iudieis vel, si de con la sottoscrizione da parte del giudice
tribunalicollegialiagatur,omnium o, se si tratta di un tribunale collegiale, di
iudicum et notarii. tutti i giudici, e del notaio.

La defin izione deve dare una risposta chiara, non ambigua né co ndi zion ata . ai singoli d ubbi.
ossia ai term ini de lla controversia stabiliti dal giudice e acc ettati dalle parti, ai sen si dei ca nn. 1513-
1514. Di co nseg uenza, nella sente nza occor re deliberare, come suoi dirsi. iuxta perita, e non ultra
petita, né infra perita, né molto men o extra perita, appli cando fede lme nte la legge , di cui il g iudice
è, nel suo campo, l'e sec utore e l'interprete respon sabile.
La defini zione de lla causa, proposta al giudiz io de l tri bunale. è comunque obbligato ria in ogni
caso, sia ess a a favore de ll'attore o del co nve nuto, per cui il giudice non può lasciare la ve rtenza
inso luta, né egli può astenersi da l pronunziare la s ua sentenza nei casi in cui la legge fosse dubbia
o osc ura e non esistesse un' espressa disposiz ione. Si appl icano in tal ipotesi i principi generali
contenuti nei ca nn. 17- 19.

2° La determinazione degli obblighi, che, in conseg uenza della defi nizione della
causa, ricadono sulla parte socco mbente, e delle modalità circa il relativo ade mpimento.
Que sto secondo elemento è strettamente legato al primo.
5581 3° La debita motivazione "i n iure" e "in facto", su cui si fonda la parte dispositiva
della sentenza'. Senza tale motivazione, la sentenza (anche quella interlocutoria: cfr.
can. 1613) è vizia ta da nullità sanabile (cfr. ca n. 1622. n. 2)4.
La parte dispositiva della sentenza è precedu ta dalla parte espositiva del fauo co n-
trove rso, sotto posto a l giudiz io del tribuna le.
4 0 La deli berazione circa le spese processuali, un ele mento di cara ttere integrativo.
Co n essa si dispone giudizialmente su quale dei contende nti gra vino le dette spese . Il
loro ammo ntare (liquidazio ne) viene determi nato successivamente, dopo la pubblicazio-
ne della sentenza , tenend o presente il can. 1649, § I.

.' I moti vi in diritto e in fatto devono essere es pressi fo rmalm en te ne lla stessa se nte nza,
né è co nsen tito il rinvio ad altre sen te nze, come in vece è possibile, nei decr eti decisori, a norma
de l ca n. 1617.
4 So lta nto la Segn atura A posto lica non ha l' obbl igo g iuridico di motiva re le sue se ntenze,

a termini dell e Normae speciales de l 23 marzo 1968 (a rt. 55) . La medesim a nor ma è stab ilita
pe r le de cisioni in materia co nte nzioso-am ministra tiva , di competenza de lla Il Sessione: cfr.
art. 122. §§ 2- 3 ( X. O CHOA , Leges Ecclesiae, III. n. 3636, co lI. 5325 e 533 1).
Il giudi7.incontenziosoculinario 171

CAN. 1613- Regulae superius po- Le suddette regole concernenti la sen-


sitae de sententia definitiva, seno tenza definitiva, devono essere applicate,
tentiae quoque interlocutoriae ap- con i necessari adattamenti, anche alla
tandae sunt. sentenza interlocutoria.

Per l'eventuale ricorso, v. can. 1649, § 2. Quanto all'addebito di particolari spese


giudiziarie previste nel Codice, v. cann. 1462, § I, 1523, 1595.
1612 (1874 *) Gli elementi formali della sentenza . La decisione del tribunale 5582
deve anche osservare alcune formalità stabilite dalla legge e contenere secondo il se-
guente ordine :
IOL'inv ocazione dci Nome di Dio. La formula è: «In Nomine Dei. Amen». Un' al-
tra formula frequente: «In Nomine Domini. Amen».
Subito dopo, si suole seg nare il nome del Romano Pontefice e l'anno del suo Pontificato . Es.:
«Pio Papa XII feliciter regnante, Pontifica tus Suae Dorninationi s anno dccimo, die IO ianuarii
1951.. .».
2 0 L'indicazione "ex ordine":
- Del giudice o tribunale
- Dell'attore e del convenuto e dei rispettivi procuratori (il paragrafo non accenna
agli avvocati)
- Del relativo nome, cognome e domicilio
- DcI promotore di giustizia e del difensore del vincolo, qualora siano intervenuti
nel giudizio.
30 La breve es posizione della fattispecie, con le conclusioni delle parti e la formula
dei dubbi concordati a norma del can. 1513 (l'obbligo d' indicare la formula dei dubbi
non era prescritta nel Codice precedente , ma era in uso nei tribun ali).
4 0 La parte dispositiva della sentenza, con le motivazi oni su cui essa si fonda (can.
1622, n. 2).
50 L'indicazione della data (anno, mese e giorno) e del luogo. Senza queste indi-
cazioni, la sentenza è viziata da nullità sanabile (cfr. can. 1622, n. 4).
6 0 La firma del giudice o di tutti i giudici, se si tratta di un tribunale collegiale, e
del notaio. La mancanz a di tali firme determina la nullità (sanabile ) della sentenza (cfr.
can. 1622, n. 3).
Alle firma del giudice o dei giudici segue la firma del notaio , il quale appone sulla
sentenza anche il sigillo del tribunale.
Nclla sentenza e messa dal tribunale collegiale, non è sufficiente la firma del presidente del 5583
tribunale e del notaio (Pont. Comm . per l' interpret. del Codice, 14 luglio 1922: X. O CHOA, Leges
Ecclesiae, I, n. 439, col. 486, n. XJJI). Se qualcuno dei giudic i non possa firmare (per morte o
sopraggiunta infermità), se ne deve far menzione, sottoscritta dagli altri giudici, in calce alla
sentenza.

Soltanto la prassi della Rota Romana in casi simili: «La sentenza porta soltanto i
nomi dci giudici superstiti con la firma dcI notaio; questi invece appone una nota, in cui
dà atto della scomparsa di uno dei giudici, la cui firma manca, ed aggiunge copia del
dispositivo di sentenza, che appunto in data della decisione porta regolarmente le tre (o
cinque o sette) firme di tutti gli Uditori che vi presero parte» (Mario F. Pompedd a).

5. Norme ulteriori 5584


1613 (/875 *) La sentenza interlocutoria. È anch' essa una vera c propria senten-
za, anche se limitata nel suo ambito e nei suoi effetti. Il canone prescrive che nella sua
172 LIBRO VII - I processi

CAN. 1614 - Sententia quam pri- La se ntenza sia pubblicata al pru pr e-


mum publicetur, indicatis modis s to, con l'indicazione dei mod i co n i
quibus impugnari potest; neque quali pu ò essere impugnata; prima della
ante publicationem vim ullam ha- pubblicazione , essa non ha alcun effetto,
bet, etiamsi dispositiva pars, iudi- an ch e se la parte di sp ositi va, con l' au to -
ce permittente, partibus signifi- rizza zio ne del g iud ice, sia stata resa nota
cata sito alle pa rt i.
CAN. 1615 - Publicatio seu inti- La pubblicazione o intimazione della
matio sententiae fieri potest vel sentenza può farsi o consegna ndo ne una
tradendo exemplarsententiae par- copia alle parti o ai loro procuratori, op-
tibus aut ea r um procuratoribus, pure trasmettendo loro la detta co p ia a
vel eisdem transmittendo idem norma del can. 150 9.
exemplar ad normam can. 1509.

emanazione siano osservate, con gli opportuni adattamenti, le norme prescritte per la
sentenza definitiva (cann. 1608- 1612).

5585 1614-1615 (1876-/ 877*) La pubblicazione della sentenza . Consiste nella sua
intimazione o notifica, falla dal tribunale alle parti nel modo prescritto dalla legge.
La normativa è la seguente:
10 La sentenza dev'e ssere pubblicata al più presto nel suo testo integrale.
2 Deve indicare i vari modi con i quali essa si può impugnare. È questa una
0

disposizione nuova di grande importanza pratica.


3° È con la pubblicazione che la sentenza consegue i suoi effetti: la semplice
comunicazione della parte dispositiva. anche se fatta alle parti con l'aut orizzazione del
giudice. è priva di efficacia giuridica, avendo un puro carattere informativo' .
5586 4° La pubblicazione della sentenza ha luogo con la consegna alle parti o ai loro
procuratori di una copia autentica della medesima:
- Consegna personale agl' interessati. che si recano in tribunale per ritirarla, e
questo dovrebbe supporre la notifica alle parti ad opera del notaio "sententiarn esse pene
cancellariam tribunalis" (can. 1877, Codice 1917)6.
- Oppure trasmissione per posta (raccomandata con ricevuta di ritorno) o in altro
modo sicuro. osservando le norme stabilite per legge particolare (cfr. can. 1509).
Con la pubblicazione della sentenza, ha inizio il tempo utile concesso dal diritto per
l'impu gnazione della medesima:
- Can. 1621: querela di nullità insanabile (dieci anni)
- Can. 1623: querela di nullità sanabile (tre anni)
- Can. 1630, § I: appello (15 giorni)
- Can. 1682, § I: trasmissione d'u fficio. al tribunale superiore, della sentenza
dichiarante la nullità dci matrimonio ai sensi del can. 1682, § 2 (20 giorni).

, La pubblicazione della sentenza giudizia ria può paragonarsi alla pubblicazione o alla pro-
mulgazione della legge. poiché in realtà essa ha "virn legis" nei confr onti delle parti. E come la
legge "instiruitur cum promulgatur" (can. 7). così la sentenza pronun ziata dal giudice acquista
efficacia giuridica quando viene pubblicata, ossia debitamente notificata alle parti "ad normam
iuris" ,
(, In questo caso, spetta al giudice fissare un termine per il ritiro della sentenza. trascorso il
quale la sentenza sarà considerata notificata a tutti gli effetti .
Il :;iudil.ill contenzioso ordinario 173

CAN. 1616 • § l. Si in sententiae § I. Se nel testo della sentenza sia sfug-


textu vel error irrepserit in ealcu- gito un errore di calcolo o sia occorso un
lis, vel error materialis acciderit errore materi ale nell a trascrizione dell a
in transcribenda parte dispositiva parte dispositi va o nell' esposizione dei fatti
aut in factis vel partium petitioni- o delle domande delle parti, oppure siano
bus referendis, velomissa sint quae stati omessi i requisiti prescritti dal can.
can, 1612, § 4 requirit, sententia ab 161 2, § 4, la sentenza dev 'e ssere corrett a o
ipso tribunali, quod eam tulit, cor- co mpletata dal tribunale stesso che l'ha
rigi vel compleri debet sivc ad par- emanata, sia ad istanza di parte sia d'uffi-
tis instantiam sive ex officio, sem- cio, sentite per altro sempre le parti, e con
pertamcn auditis partibus etdecre- decreto apposto in calce alla sentenza.
to ad calcem sententiae appo sito. § 2. Qualora una parte faccia opposizio-
§ 2.Si qua pars refragetur, quae- ne, la questione incidentale si definisca con
stio incidens decreto definiatur. decreto.
CAN. 1617 - Ceterae iudicis pro- Le altre pronun zie del giudice, oltre alla
nuntiationcs, praeter sententiam, sentenza, sono dec reti, i quali, ecce llo che
sunt decreta, quae si mere ordina- siano meram ente ordinatori , non hanno
toria non sint , vim non habent, ni- valore se non sono motivati alme no som-
si saltem summarie motiva expri- mar iamente, oppure rimandino a moti va-
mant, vel ad motiva in alio actu zioni contenute in un altro allo .
expressa remittant.

Nel Cod ice anteriore era previsto anche un modo solenne di pubbli cazione, mediante la
formale lettu ra della sente nza, fatta dal gi udice "pro tribun ali sede nte" alle parti. Ma è stato
soppresso, poiché si trattava di una formalità, che aveva anche i suoi inconvenienti.
1616 (/878*) La correzione di eventuali errori. Si tratta di semplici errori ma- 5587
teriali, sfugg iti nella sentenza relativa mente alla trascrizione de lla parte disposi tiva o
all'esposizione dei fatti o alle domande delle parti, oppure di omissio ni di firme. della
data o del luogo. di cui a l can. 1612, § 4. L' istr, "Provida Mater Ecclesia" ricordava
espressamente:
- Sen tentia def initiva. eaque valida, etsi iud ices una nimiter consentiant,
retractari non potest (art. 205. § l).
La currezio ne o l' integrazione necessaria può essere effett uata. in questo caso, dallo
stesso tribun ale che ha emanato la sentenza : sia ad istanza di parte sia d' ufficio. ma
sempre "auditis partibus", media nte decreto appos to in calce alla sentenza. Per altre
correzioni di carattere sostanziale, il detto tribunale è asso lutamente inco mpetente, in
qua nto (compresi il promotore di giustizia e il dife nsore del vincolo. prese nti nel giu-
dizio), il suo potere sulla causa è cessato con la chiusura della istanza'.
Qualora una del le parti faccia opposizione, la questione incidentale che ne sorge va
definita al più presto dal medesimo tribunal e, mediante decreto debitame nte motivato,
poiché si tratta di un decre to decisionale, e non di semplice ordi nanza procedurale (cfr.
can. 1617).
È superfl uo notare che il Cali . 1616 riguarda escl usiva mente le sentenze definitive, non quelle
interlocutorie, alle quali il tribunale può apportare anche delle correzioni e modifiche sostanzia li
"iusta interveni ente ca usa", finché non sia portata a termine la causa principale (Cali . 159 1).

7 Apportate le correzioni o le integrazioni, bisognerà ovviamente co nseg nare alle parti una
nuova copia della sentenza, che sostituirà la precede nte.
174 LI BRO V II ~ I processi

CAN. 1618· Sententia interlocuto- La sentenza interlocutoria o il decreto


ria vel decretum vim sententiae de- hanno valore di sentenza definitiva, se
finitivae habent, si iudicium impe- impediscono l'introduzione di un giudizio
diuntvelipsiiudicioautalicuiipsius oppure pongono fine al giudizio stesso o a
gradui finem ponunt, quod attinet qualche suo grado, almeno nei confronti
ad a1iquam saItem partem in causa. di una delle parti in causa.

5588 1617 (1868, § 2 *) I decreti. È un can one in gran parte nuo vo, inte grativo de l ca n.
1607 . Con esso si pre cisa che tutte le pronunzie del giudice, che non siano sente nze
definitive o interlocutorie, sono decreti.
Tali decreti so no di due specie: ordina/ori, di semplice ca ratte re pro cessuale (or-
dinanze ), e decisori, mediante i quali si definisce una cau sa incidentale (cfr. can . 1589,
§ I ). I decreti decisori de von o essere motivati alm eno sommari amente. Tale moti vazio-
ne , necessaria "ad valid itatem", può essere contenuta sia nello stesso decreto, sia in un
altro a cui si faccia espresso richiamo.
5589 Cont ro que st'ultima disposizione , un organ o di cons ultazione fece present e ch'essa era in
contra sto con la Risposta della Comm. per l'interpr. dei Decreti del Concilio Vatican o Il in data
14 febbrai o 1974, che es igeva la motivazione nello stesso decreto (Communiauiones, a. 1974. p.
148). Ma il Gruppo di Studio De processibus rispose che non c' era un vero contrast o. «Ceterurn
- aggiunse - novus canon respicit ius cond endum, non ius conditum» (Cnmmuni cution es, a.
1979. p. 143. can . 275). La mancanza di motivazione causa co munq ue solo una nullità sa nabile
(can, 1622, n. 2).

5590 1618 (/880, n. 6*) Sentenze interlocutorle e decreti aventi valore definitivo. A
termine del canone, le sentenze interlocutorie e i decreti che decidono circa una causa
inc identale, hanno valore di senten za definitiva:
- Se impediscono l'introduzione di un giudi zio
- Se pongono fine al giudizio stes so o a qualche suo grado o istanza . almeno nei
co nfronti di una dell e parti in cau sa
La distinzione tra sentenze e decreti che hanno valore di sentenza definitiva e
sen tenze e decreti che non lo hanno, è importante in rapp orto al can. 1629, n. 4. I primi
so no app ellabili per se stes si; i secondi solo congi unt amente con l' appello dalla sente nza
definiti va.

5591 L 'IMPUGNAZIONE DELLA SENTENZA (cann. 1619 -1640)


Schema
I. La querela di nullità 2. L 'appello
- Il principio nuovo del canone introdutti vo - Il diritto di appell o
- Sentenze viziate da nullità insanab ile e sanabile - La presentazione dell'appello
- Il giudice competente - La prosecuzione
- Norme ulteriori - Appello deserto e rinunzia
- Effetti dell ' appell o
- Norme ulteriori

Anche il tit. vnr ha una nuova denomi nazione nell' attuale Codice: non più De iuris
remediis contra senteniiam , ma De impugnatione sententiae, una espre ssione più pro-
pria. in uso negli ordinamenti civili. «Iuris remedi a - rilevaron o i Consultori del Grup-
po di Studio De processibus - sapiunt aliquatenus med icament a et ideo incongru e
adhibentur relative ad sententiam» (Commun ìcationes, a. 1970 , p. 187, n. 21 , cfr. anche
1979 , p. 144, can . 276 ).
Il ~i udi 1jo contenzioso ordinarin 175

Titolo VII
L'impugnazione della sentenza
CAPITOLO I
LA QUERELA DI NULLITÀ CONTRO LA SENTENZA

CAN, 1619 • Firmis cann. 1622 et Fermi restando i cann. 1622 e 1623, le
1623, nullitates actuum, positivo nullità degli atti , stabilite dal diritto posi-
iure statutae, quae, cum essent tivo, che, pur essendo note alla parte pro-
notae parti querelam proponenti, ponente la querela, non sono state denun-
non sint ante sententiam iudici ziate al giudice prima della se nte nza, sono
denuntiatae, per ipsam sententiam sanate dalla sentenza stessa, sempre che si
sanantur, quoties agitur de causa tratti di cause concernenti l'interesse di
ad privatorum bonum attinenti. persone private.

La sentenza emanata dal giudice può essere valida, ma può anche essere viziata da 5592
nullità. La prima viene impugnata dalle parti mediante " appello ; la seconda con la
querela di nullità. Nel Codice precedente era prevista una terza forma d' impugnazione.
delta "opposizione di terzo", che consentiva a una persona non intervenuta nel processo
di contestare giudizialmente una sentenza lesiva dei suoi diritti e interessi. Questo terzo
mezzo straordinario, considerato nei cann. 1898-1901 dci Codice del 1917, è stato
soppresso nel nuovo Codice (n. 5536), perché ritenuto non necessario tCommun icatio-
nes, a. 1979. p. 161 , art. 3)1. Esso rimane in molte legislazioni civili, ed è previsto anche
nel Codice di procedura civile italiano (artt. 404-408).
L'impu gnazione della "res indicata" si ha con l'istanza della «restitutio in inte-
grurn, di cui ai cann. 1645-1648 del prossimo titolo. Essa può essere proposta anche da
un terzo, che ne abbia interesse (n. 5645).

l . La querela di nullità 5593


È il particolare mezzo d'impugnazione di una sentenza viziata da nullità, per un
grave difetto di sostanza o di forma.
La normativa circa tale istituto è preceduta da un canone introduttivo che stabilisce
un principio nettamente innovativo nel diritto processuale canonico.

I ) Il principio innovativo 5594


1619 È un principio ispirato a criteri pratici, che senza dubbio renderà più semplice
e più efficace l'amministrazione della giustizia. Con esso si dispone che - fermi restan-

I Ritengono alcuni che l'istituto dell'opposizione di terzo propriamente non sia stato soppres-
so, e che il nuovo Codice si limiti a non menzionarlo, per cui sarebbe tuttora proponibile. Ma non
sembra che questa sia stata la " mens" del Gruppo di Studio De process ibus, come risulta dalla
seduta del 16 dicembre 1978: «Ratio huius oppositionis (tertii) contra rcm iudicatarn, quod quis
nempe suorum iurium laesioncm veretur, non videtur ram cogens ut concedi debeat remedium
aliquod extraordina rium, praeter rcmedia ordinaria quae conceduntur per canones de intervcntu
tcrtii in causa. Praeterea ... ctiam tertio interesse habenti, patet petendi restitutioncrn in integrum »
(Cllfll l1lIl1IÙ.·lI1io /l es. a. 1979, p. 161, art. 3).
176 LI BRO VII· r processi

CAN. 1620 - Sententia vitio insa- La sentenza è viziata da nullità insana-


nabilis nullitatis laborat, si: bile:
l Olata est a iudice absolute in- . IO se è stata emessa da un giudice in-
competenti; competente d'incompetenza assoluta;
20 lata est ab eo, qui careat pote- 20 se è stata emes sa da un giudice privo
state iudicandi in tribunali in quo del potere di giudicare nel tribunale che
causa definita est; ha definito la causa ;
30 iudex vi vel metu gravi coac- 30 se è stata emessa da un giudice co-
tus sententiam tulit; stretto da violenza o da timore grave;
4o iudicium factum est sine iudi- 4 0 se il giudizio si è svolto senza la
ciali petitione, dequaincan.1501, domanda giudiziaria di cui al can . 1501, o
vel non institutum fuit adversus non è stato istituito contro una parte con-
aliquam partem conventam; venuta ;
50 lata est inter partes, quarum 50 se la sentenza è stata emessa tra par-
altera saltem non habeat perso- ti, di cui una almeno non aveva la capaci-
nam standi in iudicio; tà di stare in giudizio;
60 nomine alterius quis egit sine 6 0 se una persona ha agito in nome di
legitimo mandato; un' altra senza il legittimo mandato;
70 ius defensionis aiterutri parti 7 0 se all' una o all' altra parte è stato
denegatum fuit; negato il diritto di difesa;
So controversia ne ex parte qui- 80 se la controversia non è stata definita
dem definita est. neppure parzialmente.

do i ca nn. 1622 e 1623, riguardanti particolari vizi di sentenze nulle di nullit à sa nabile
- le nullit à degli atti processual i stabilite dal diritto positi vo (cfr. ad esempio cann.
143 7, § I, 1511, ecc .)", che potrebbero rendere nulla la sentenza, restino sanate dalla
sente nza stessa a due condizioni;
- Che le dette nullit à, pur essend o note alla parte proponent e la querel a, non siano
state denunziate al giudice prim a dell a em anazione della sentenza.
- Che si tratti di cau se concernenti interes si di persone private .
Trattandosi di cau se d 'interesse pubbl ico , come ad esempio le ca use di nullità
matrimoniale. la detta sanatoria non ha luogo tCommunicationes. a. 1984. p. 69, can,
1571). Le nullità di diritto positi vo con siderate nel can . 1622 seguon o una propri a
norm a. che le considera "san ate" se, entro il termine stabil ito, l'interessato non ha
interp osto la querela (can. 1623) né il giudice ha provveduto d 'ufficio a correggere il
vizio (ca n. 1626, § 2).
5595 In conseg uenza del nuovo prin cipio stabilito nel can. 1619, è stato soppresso il can. 1680,
§ 2, del Codice precedente, circa le nulli tà "derivate" , che si aggiungevano a quelle "origina-
rie" (Communic aliones, a. 1970, p. 186, n. 19, a ; a. 1976, p. 190. n. 41. a ).

5596 2) Sentenze viziate da nullità


Lo schema del nuovo Codice segue quello del Codice precedente : sentenze viziate da nullità
insanabile o sanabile, secondo la maggiore o minore gravità delle cause che hanno determinato tale
nullità. Prescindendo dalle nullità di diritto naturale o positivo, i Consultori del Gruppo di Studio
De processibus , nel distinguere i due tipi di nullità si sono attenuti a un criterio pratico, intendendo
per nullità insanabili quelle causate da un difetto radicale che le rende insuscettibili di sanatoria;

, Sono pertanto escluse le nullità derivanti dal diritto naturale.


Il giudizio contenzioso c nlinarin 177

CAN. 1621 - Querela nullitatis, de La querela di nullità per i casi di cui al


qua in can. 1620, proponi potest can. 1620, può essere proposta, come ec-
per modum exceptionis in perpe- cezione, senza limiti di tempo; come
tuum, per modum vero actionis azione, davanti al giudice che ha emana-
coram iudice qui sententiam tulit to la sentenza, entro dieci anni a decorre -
intra decem annos a die publica- re dal giorno della pubblicazione della
tionis sententiae. sentenza.

e per nullità sanabilì quelle determinate da un difetto meno gra ve, che non ne impedisce la sanatoria
allo scadere dei termini prescritti (Communicationes, a. 1979, p. 145, can. 277). .
Secondo l'interpretazione più fondata, i due elenchi hanno carattere tassativo.

1620 (1892 *) Sentenze viziate da nullità insanabile. l casi sono otto : cinqu e in 5597
più del Codice precedente.
La sentenza è radicalmente insanabile:
I ° Se sia stata emessa da un giudice incompetente d'incompetenza assoluta (cfr.
cann . J405-1406).
2° Se sia stata emessa da chi sia privo del potere di giudicare nel tribunale che ha
definito la causa.
3° Se sia stata eme ssa da un giudice costretto dalla violenza (cfr . can. 125. § I) o
da timore grave. Il timore grave per sé non rende nullo l'atto, ma la legge positiva può.
come fa qui, dichiararlo tale (cfr. can. 125, § 2: nn. 874-875).
4 o Se il giudizio si sia svolto senza la domanda giudiziaria, di cui al can . 150 I
(nemo iudex sine actore), o non sia stato istituito con tro una parte con venut a.
5° Se la sentenza sia stata emessa fra parti , di cui una almeno non aveva la capacità
di stare in giud izio.
6° Se una persona abbia agito in nome di un'altra senza il legittimo mandato.
7° Se all'una o all'allra parte sia stato negato il diritto di difesa.
8° Se la co ntroversia non abbia avuto una definizione neppure parziale.
Un ulteriore caso di nullità insanabile sembra previsto nei cann. 1656, § 2, e 1669.

1621 (1893 *) Nei detti casi, la querela di null ità: 5598


- Come eccezione. può essere proposta senza limiti di tempo (cfr. can . 1492, § 2).
- Come azione, dav anti al giudice che ha emanato la sentenza. entro dieci anni
a decorrere dal giorno della pubblicazione. Tra scorso questo termine senza che si sia
esercitato il diritto di azione, questa si prescrive anche se si tratt i di cause circa lo stato
di persone. per le quali, tuttavi a, si può sempre chiedere la revisione, a norma de i eann .
1643-1644.
Nello Schema originario esaminato il 14 dicembre 1978, non era stato stabilito alcun limite
di tempo neppure per l'azione, ma, a una riflessione approfondita, questo sembrò eccessivo e così
fu disposto il limite di dieci anni, contro i trenta del Codice precedente (can . 1893*).

1622 (/894*) Sentenze viziate da nullità sanabile. I casi sono sei: due in più del 5599
Cod ice precedente.
La se ntenza è sanabile:
l " Se sia stata emessa da un numero non legittimo di giudici, contro il disposto del
can . 1425, § I (nel Codice precedente, un tale difetto importava la nullit à insanabile: cfr.
can . 1892, n. I) .
178 LIBRO VII - I processi

CAN. 1622 • Sententia vitio sana- La sentenza è viziata solo da nullità


bilis nullitatis dumtaxat laborat, si: sanabile:
1° lata est a non legitimo nume- I ° se è stata emanata da un numero non
ro iudicum, contra praescriptum legittimo di giudici, contro il disposto del
can, 1425, § 1; can. 1425. § I;
2° motiva seu rationes decidendi 2° se non contiene le motivazioni o ra-
non continet; gioni della decisione;
3° subscriptionibus caret iure 3° se manca delle firme prescritte dal
praescriptis; diritto;
4° non refertindicationem anni, 4° se non riporta l'indicazione dell'an-
mensis, diei et loci in quo prolata no, mese, giorno e luogo in cui è stata
fuit; emessa;
5° actu iudiciali nullo innitatur, 5° se si basa su un atto giudiziale nullo,
cuius nullitas non sit ad normam la cui nullità non sia stata sanata a norma
can. 1619 sanata; del can. 1619;
6° lata est contra partem legi- 6° se è stata emanata contro una parte
time absentem, iuxta can. 1593, legittimamente assente a termine del can.
§ 2. 1593, § 2.
CAN. 1623· Querela nullitatis in La querela di nullità nei casi di cui al
casi bus, de quibus in can. 1622, can. 1622, può essere proposta entro tre
proponi potest intra tres menses a mesi da quando si è avuta notizia della
notitia publicationis sententiae. pubblicazione della sentenza.

2° Se non contenga le motivazioni o ragioni della decisione (cfr. can. 1611, n. 3).
Evidentemente, le motivazioni devono avere una certa fondatezza: se sono apertamente
inette o contraddittorie, la sentenza è nulla. Nel dubbio, "standum est pro validitate
senteruiae".
3° Se manca anche una sola delle firme prescritte dal diritto (can. 1612, § 4).
4° Se manchi la data (anno, mese e giorno) oppure l'indicazione dci luogo di
emissione (can. 1612, § 4), o se quelle segnate non corrispondono a verità.
5° Se si basi su un atto giudiziario nullo, che non sia stato sanato a norma del can.
1619.
6° Se sia stata emessa contro una parte legittimamente assente, a termine del can.
1593, § 2; a fortiori, se la citazione sia mancata del tutto. Nell'uno e nell'altro caso, la
parte sarebbe rimasta priva di difesa.

5600 1623 (/895*) Nelle dette ipotesi, la querela di nullità può essere proposta entro tre
mesi utili "a notitia publicationis sententiae", che, relativamente alle parti contendenti,
è da intendersi come nel can. 1621: "dal giorno della pubblicazione della sentenza". Il
termine è perentorio, né può essere prorogato dal giudice, poiché è stabilito dalla legge
(can. 1645, § I). Trascorso questo termine senza alcuna opposizione, la nullità della
sentenza - salvo il disposto del can. 1626, § 2 - s'intende sanata "ope legis", per cui
la querela di nullità non può essere più proposta né come azione né come eccezione: è
esclusa anche l'eccezione, perché la sentenza è da considerarsi valida, nel caso, ad ogni
effetto. Bisognerà in ogni modo completare la sentenza con l'aggiunta delle firme, della
data e dell'indicazione del luogo, qualora fossero state omesse (cfr. can. 1616)1.

.\ Non si comprende perché nel can. 1621 è detto che i termini per la presentazione della
querela di nullità decorrono "a die publicationis sententiae", e nel can. 1623: "a notitia publicationis
sententiae". Questa seconda formula si accordava col can. 1877 del Codice precedente, ma sembra
Il giudizio contenzioso ordinario 179

CAN. 1624 - De querela nullitatis Giudica sulla querela di nullità lo stesso


videtipsc iudex qui sententiam tu- giudice che ha emanato la sentenza; ma se
lit; quod si pars vercatur ne iudex, la parte tema che il giudice, il quale ha
qui sententiam querela nullitatis ema nato la sentenza impugnata co n la
impugnatam tulit, praeoc cupatum querela di nullità, abbia l' anim o preve nu-
animum habeat ideoque eum su- to e pertanto lo ritenga sospetto, può esi-
spectum existimet, exigere potest gere che gli sia sostituito un altro giudice
ut alius iudex in cius locum subro- a norma del can. 1450.
getur ad normam can, 1450.
CAN. 1625 - Querela nullitatis La querela di nullità può essere propo-
proponi potest una cum appellatio- sta insieme con l'appello, entro i term ini
ne, intra terminum ad appellatio- stabiliti per l'appello stesso.
nem statutum.

3) Il giudice competente 5601


1624 (1896 *) La qu erela di nullità, sa na bile o insan abile, non è un appello co ntro
il me rito de lla se nte nza, m a un ricorso co ntro la validità della mede sima. per cui essa
va trattata non da l tribunale di grado sup eriore , ma dall o stes so tribunale che l'h a
pro nunziata: dall o stesso tribunale , non necessa riam ente dall o stesso giudice.
Qu alora il querelan te te ma fondatamente che il gi udice ab bia l'ani mo prevenuto e
non sià suffi ciente me nte sere no, può opporre con tro di lui l' eccezione di sospetto cd
esigere (exigere potest) che sia sosti tuito, ma qu esto, a norm a del can. 1450, non cambia
il grado de l giudizio, che rima ne identico.
Il giudice che esamina la querela di nullità dovrà sentire non solo le parti , ma anche il
promotore di giustizia. pur nel caso che non sia intervenuto nel giudizio. poiché l'impugnazione
di nullità di una sentenza è sempre da considerarsi d'i nteresse pubblico. Dovrà similmente ascoltare
il difensore del vincolo, ma solo se abbia preso parte al giudizio.
Quanto alla caus a: 5602
IOSe egli riconosce che la sentenza è effettivamente nulla. si pronunzia di nuovo sul merito
della vertenza, e questa ulteriore pronunzia è soggetta regolarmente all' appello ed anche, eventual-
mente. a una nuova querela di nullità.
2° Se non riconosce la nullità della sentenza, questa rimane confermala. Contro il rigetto della
querela di nullità è per altro possibile il ricorso al tribunale di appello.
Le querele di nullità contro le sentenze TOtali sono di competenza dci Supremo Tribunale della
Segnatura Aposrolica (can. 144 5 § I n. I).

4) Norme ulteriori 5603


1625 (1895 *) La querela di nullità e l'appello. La querela d i nullità, sa nabi le o
insa nabile, può essere prop osta sia se paratame nte che ins ieme con l' appell o. In questo
caso, la q uere la è esam ina ta da l tribu nale di grado su periore, ma vie ne present ata insie -
me con l' app ell o al tribunale a qua. I termi ni da osservare so no qu elli più rido tti pre-
scritti per l'appell o : 15 gio rni utili " a notiti a publi cationi s se ntentiae" (can , 1630, § l ),
ossia, co me s'è già rileva to, "da l gio rno de lla pubblicazio ne dell a se nte nza".

esclusa dal can. 161 5 del nuovo Codice, per il quale la notizia della pubblicazione della sentenza
coincide. per le parti in causa. con la sua pubblicazione, ossia con l'effettiva consegna o trasmis-
sione della copia autentica della sentenza stessa.
180 Ll BRO VII- I processi

CAN . 1626 - § 1. Querelam nulli- § I. La querela di nullità può ess ere


tatis interponere possunt non so- proposta non solo dalle parti, che si riten -
lum partes, quae se gravatas pu - gono danneggiate , ma anche dal promoto-
tant, sed etiam promotor iustitiae re di giustizia o dal difensore del vincolo,
aut defensor vinculi, quoties ipsis tutte le volte che essi hanno diritto d'in-
ius est interveniendi. terven ire.
§ 2. Ipse iudex potest ex officio § 2. Il giudice stesso può , d 'ufficio, ri-
sententiam nullam a se latam re - trattare o emendare la propria se ntenza
tractare vel emendare intra termi- vizi ata da nullità, entro il termine stabilito
num ad agendum can, 1623 statu- per agire dal can. 1623, salvo che nel frat-
tum, nisi interea appellatio una tempo sia stato proposto appello insieme
cum querela nullitatis interposita con la querela di null ità, oppure la nullità
fuerit, aut nullitas sanata sit per sia stata sanata per la scadenza del termi-
decursum termini de quo in can. ne di cui al can. 1623.
1623.
CAN. 1627 • Causae de querela Le cause relative alla querela di nullità
nullitatis secundum normas de possono ess ere trattate secondo le norme
processu contentioso orali tractari del processo contenzio so orale.
possunt.

5604 Quanto alla causa


IOSe il giudice di appello riconosce la validità della sentenza impugnata, dichiara che la sua
nullità non consta, e procede al suo esame di merito, conseguentemente all' appello propos to.
2 0 Se invece riconosce la nullità della sentenza, secondo alcuni gli spetta anche di pronunziar-
si sul merito della causa; secondo altri, egli si trova di fronte a tre ipotesi:
- Il vizio di nullità. riconosciuto in sede di appello, riguarda la sola sentenza (emessa, ad
esempio, da un giudice costretto da violenza o da timore grave : can. 1620, n. 3): il tribunale a qua
si limita ad emanare una nuova sentenza, eventualmente ad opera di un altro giudice.
- Il vizio di nullità riguarda la nullità di tutto il processo (svolto, ad esempio, senza la
presenza del notaio: can, 1437) : bisogna rifare l' intero processo ed emettere una nuova sentenza.
- Il vizio di nullità riguarda parte del processo (nella fase dibattimentale, ad esempio, è
mancato al convenuto il diritto di difesa; can. 1620, n. 7): bisogna rifare il processo a partire dalla
detta fase ed emettere una nuova sentenza.

5605 1626, § l (/897, § I *) Gli aventi diritto. Possono proporre la querel a d i nullit à :
- Le parti contendenti , att o re e convenuto, che si ritengano danneggi at e ;
- L e parti che potrebbero definirsi legali : promotore di giustizia e difensore del
vincolo, qu alor a si ano intervenuti nel giudizi o. a norma di diritto.
A termine del can. 1593, li 2, può presenta re querela di nullità anche il convenuto che non
sia comparso in giudizio né abbia risposto prima della definizione della causa a condizione che
riesca a provare di essere stato trattenuto da un legittimo impediment o, che, senza sua colpa , non
gli fu possibile dimostrare prima.
Un ulteriore caso di proponibilità della querela di nullità è previsto nel can. 1460 li 2.

5606 1626, § 2 (/897, § 2 *) Ritrattazione o emendamento della sentenza "ex officio".


Il canone dà facoltà al g iudice di ritrattare o em endare di sua iniziativa la propri a
sentenza vizia ta da nullità (lo richi ede il ben e pubbli co ), ma a due co nd izio ni:
I o Che questo avveng a nel termine di tre me si dalla pubblicazione dell a se nte nz a,
Il giudizio comcnzicso ordinario 181

CAPITOLO II
L'APPELLO

CAN. 1628 • Pars quae aliqua sen- La parte che si considera dann eggiata
tentia se gravatam putat, itemque da una sentenza, e parim enti il promotore
promotor iustitiae et defensor vin- di giustizia e il difen sore del vincolo nelle
culiin causis in quibus eorum prae- cause in cui è richiesta la loro presen za,
sentia requiritur, ius habent a sen- hanno diritto di appellare contro la sen-
tentia appellandi ad iudicem supe- tenza al giud ice superiore, salvo il pre-
riorem, salvo praeseriptoean. 1629. scritto del can. 1629.

qualora si tra ni di nullità sanabile ai sensi del ca n. 1622. Trascorso infatti il detto
termine, la sente nza viziata da nullità resta sana ta "ex lege" (cfr. can . 1623).
2 0 Che nel frattem po non sia stato proposto appello insiem e con la querela di
nullità, ai se nsi del ca n. 1625.

1627 La procedura prescritta È un canone nuovo che, per facilit are l'esame delle 5607
querele di nullità, cons ente che esse siano trattate second o le norme del processo
contenzioso orale , disciplin ato dai ca nn. 1656-1670. Se per altro le parti, o anche una
sola di esse, pre feriscano la trattazione seco ndo le norme del processo contenzioso
ordinario, la loro richiesta dev' essere acco lta (cfr. ca n. 1656, § I).
Qua lora la querel a di nullità sia presen tata insie me con l' ap pello (can . 1625), il primo
co mpi to del tr ibunale (Ii appel lo è d i de fini re la que rel a d i null ità, c he ha cara trere
prcgiudiziale. Rico nosci uta la null ità dell a se nte nza impug nata , la causa vie ne rinvia ta per
competenza al tribunale a quo.

2. L'appello 5608
Canonicamente, l' appello è il mezzo legale ordinario con il quale la parte interes-
sata si rivolge al tribun ale superio re, per ottenere il riesame c co nseg uentemente la
revoca o la modifica di una sente nza valida, ritenut a ingiusta e lesiva dei propri inter essi.
L' appello è genera le quando s' impugnano le decision i della se ntenza nel loro co rnplcs-
so; parziale, se l'impugnazione riguarda solo alcuni punti' ,

1) Il diritto di appello 5609


1628 (/879*) Gli a venti diritto. La faco ltà di appello è un d iritto riconosciuto in
tutti gli ordinamenti giu ridici, ecclesiastici e civ ili. A termine dell' attuale canone, hanno
diritto di appe llare al giudice superio re contro una se ntenza emessa dal giudice di grado
inferiore:
- Per rag ioni d 'interesse privato , la parte in cau sa che ritiene di essere danneggia-
ta dalla detta sentenza;
- Per rag ioni d ' interesse pubbli co, il promotore di giustizia c il difensore del
vinco lo nelle ca use in cui sia stata necessaria la loro presenza.

• La defin izione dell' ap pello nel Codice pio-benedett ino: Provocatio "ab inferiore iudice qui
sententiam tulit, ad superiore m" (can. 1879).
182 LIBRO VII • l processi

CAN. 1629 - Non est locus appel- Non si dà luogo ad appello:


lationi:
l ° a sententia ipsius Summi l ° da una sentenza dello stesso Sommo
Pontificis vel Signaturae Aposto- Pontefice o della Segnatura Apostolica;
licae;
2° a sententia vitio nullitatis in- 2° da una sentenza viziata da nullità,
fecta, nisi cumuletur cum querela tranne che l'appello sia congiunto con la
nullitatis ad normam can. 1625; querela di nullità, a norma del can. 1625;
3° a sententia quae in rem iudica- 3° da una sentenza passata in giudicato;
13m transiit; 4 ° da un decreto del giudice o da una
4° a iudicis decreto vel a senten- sentenza interlocutoria, che non abbiano
tia interlocutoria, quae non ha- valore di sentenza definitiva, tranne che si
beant vim sententiae definitivae, faccia congiuntamente con l'appello con-
nisi cumuletur cum appellatione a tro la sentenza definitiva;
sententia definitiva; 5° da una sentenza o da un decreto in
5° a sententia vel a decreto in una causa per la quale il diritto prevede
causa de qua ius cavet expeditissi- che la questione debba essere definita con
me rem esse definiendam. la massima celerità.

5610 1629 (1880*) Sentenze e decreti inappellabili. Tutte le sentenze sono appellabili
ad eccezione di quelle escluse espressamente dal diritto.
A termine dell'attuale canone, sono escluse dall'appello:
5611 IO Le sentenze emanate direttamente dal Romano Pontefice, le cui decisioni di
"giudice supremo per tutto l'erbe cattolico" (can. 1442) ex ipso iure divino non possono
essere sottoposte al giudizio di nessuna autorità umana (can. 1404). L'incompetenza di
qualsiasi giudice è a tal riguardo assoluta (can. 1406, § 2). Un eventuale appello al
Concilio Ecumenico o al Collegio dei Vescovi contro una sentenza o un qualsiasi atto
del Romano Pontefice, costituisce un grave reato da punirsi con censura (can. 1372; cfr.
anche can. 333, § 3).
5612 2 0 Le sentenze emesse dalla Segnatura Apostolica, poiché è il tribunale supremo
della Chiesa. Contro di esse è possibile solo la presentazione di una supplica al Romano
Pontefice.
5613 3° Le sentenze viziate da nullità, poiché non si può revocare o modificare una
sentenza che giuridicamente non ha alcun valore. Contro di essa si può opporre soltanto
la querela di nullità. È consentito l'appello solo se ad esso si unisce la detta querela, a
norma del can. 1625.
5614 4° Le sentenze passate in giudicato (can. 1641), che, come tali, godono della
stabilità del diritto (can. 1642, § I). Contro di esse è proponibile l'istanza della
"restitutio in integrum", purché consti palesemente della loro ingiustizia (can. 1645,
§ 1)5.
5615 5° I decreti e le sentenze lnterlocutorie, che non abbiano valore di sentenza
definitiva (can. 1618), tranne che si appelli contro di essi congiuntamente all'appello
dalla sentenza definitiva. A termine del can. 1618, i decreti e le sentenze interlocutorie

, A termine del can. 1643, le cause sullo stato delle persone, come le cause di nullità matri-
moniale, non passano mai in giudicato, e quando abbiano ottenuto una duplice sentenza conforme,
neppure contro di essa è possibile presentare un appello vero e proprio. Si può soltanto chiedere
la "revisione della causa" (nova propositio causae) a norma del can. 1644.
Il giudizio conten zioso o rdinario 183

CAN. 1630 - § 1. Appellatio inter- § I. L'appello va proposto dinanzi al


poni debet coram iudice a quo sen- giudice che ha emanato la senten za, entro
tentia prolata sit, intra perempto- il termine perentorio di quindici giorni
rium terminum quindecim dierum utili, da quando si è avuta notizia della
utilium a notitia publicationis seno pubblicazione della sentenza.
tentiae.
§ 2. Si ore fiat, notarius eam § 2. Se l'appello è fatto oralmente, il
scripto coram ipso appellante re- notaio deve metterlo a verbale in presenza
digat. dello stesso appellante.
CAN. 163 1- Si q ua estio oria tur de Qualora sorga una questione sul diritto
iure appellandi, de ea videat expe- di appello, essa va risolta con la massima
ditissime tribuna) appellationis celerità dal tribunale di appello, secondo
iuxta normas processus conten- le norme del processo contenzioso orale.
tiosi oralis.

"hanno valore di sentenza definitiva, qualora impediscano l'introdu zione di un giudizio


oppure pongano fine al giudizio stesso o a qualche suo grado, almeno nei confronti di
una delle parti in causa".
6 Le sentenze e i decreti giudiziari concernenti questioni che per legge devono 5616
0

essere trattate con la massima celerità: expeditissime (cfr. cann. 1451, § l; 1505, § 4;
1513, § 3; 1527, § 2; 1589, § l ; 1631).
L'enumerazione è tassativa. I casi previsti nel Codice precedente sono stati ridotti quasi di
metà.

2) La presentazione dell 'appello 5617


1630, § l (/881 *) Il giudice e il termine prescritto. L'appello va proposto al
giudice che ha emanato la sentenza. Il termine è di 15 giorni, "a notitia publicationis
sententiae", ossia "a die pub1icationis sententiae" (n. 5600, e nota 2): termine perentorio
stabilito dalla legge, che, come tale, non può essere prorogato (cfr. can. 1465, § l ). È
tuttavia da tener presente il can. 1467, per il quale, «se nel giorno indetto per la posi-
zione di un atto processuale, il tribunale sia rimasto chiuso, il termine s' intende proro-
gato al primo giorno seguente non festivo».
Qualora l'appello non venga presentato entro il tempo utile, la sentenza passa in
giudicato (can. 1641, n. 2). Restano per altro escluse le cause circa lo stato delle persone
(can. 1463), per le quali, come s'è già notato, è sempre possibile la nova causae
propositio, a termini del can. '1644.
1630, § 2 (1882*) L'appello orale. Per sé l' appello va presentato in iscritto. Se viene 5618
fatto oralmente, il notaio deve metterlo a verbale in presenza dello stesso appellante.
In questa prima fase, l'i stanza di appello, scritta o orale, si limita a chiedere l'in-
tervento del tribunale superiore, senza accennare ai motivi che s'i ntendono addurre
(Communicationes, a. 1979, p. 150, can. 287).

1631 La questione circa il diritto di appello. Il canone , diretto ad impedire abusi 5619
e manovre moratorie, è nuovo in rapporto al Codice precedente. Completando l' art. 2 15.
§ 2, della Istr. Provida Mater Ecclesia del 1936, esso dà una triplice disposizione:
l? L' eventuale questione incidentale che dovesse sorgere sul diritto di appello, va
risolta dal tribunale di appello. Il motivo è chiaro: con l'emi ssione della sentenza, cessa
184 LIBRO V Il - I processi

CAN. 1632- § 1. Siin appellatione § l. Se nell'appello non è indicato il


nonindiceturad quod tribunal ipsa tribunale a cui esso è diretto, l'appello si
dirigatur, praesumiturfacta tribu- presume fatto al tribunale di cui ai cann .
nali de quo in cann. 1438 et 1439. 1438 e 1439.
§ 2. Si alia pars ad aliud tribunal § 2. Se una parte ricorre a un tribunale
appellationis provocaverit, de cau- di appello e l'altra a uno diverso, la com-
sa videt tribunal quod superioris petenza è del tribunale di grado superiore,
est gradus, salvo can, 1415. salvo restando il can. 1415.
CAN. 1633 • Appellatio prose- L'appello dev'essere proseguito, dinan-
quenda est coram iudice ad quem zi al giudice a cui è diretto, entro un mese
dirigitur intra mensem ab eius in- dalla sua proposta, tranne che il giudice il
terpositione, nisi iudex a quo lon- quale ha emesso la sentenza abbia conces-
gius tempus ad eam prosequen- so alla parte un tempo più lungo per la sua
dam parti praestituerit. prosecuzione.

il potere giurisdizionale del tribunale che l'ha pronunziata, tranne che si tratti di corre-
zione di semplici errori materiali (can. 1616) oppure di decisione circa una querela di
nullità (can. 1624).
2° La questione va definita con la massima celerità, poiché si tratta di una questione
pregiudiziale. L'avverbio expeditissime non consente di ricorrere o di appellare contro
la conseguente decisione (can. 1629, n. 5).
3° La questione è risolta precettivamente secondo le norme del processo
contenzioso orale (can. 1656 ss.).

5620 1632 Il tribunale di appello. Anche l'attuale canone è nuovo. Con esso s'intende
risolvere una eventuale concorrenza di competenza.
I ° Se nell'appello non è stato indicato il tribunale a cui esso è diretto, l'appello si
presume fatto al tribunale indicato nei cann. 1438 e 1439: il tribunale del Metropolita,
quello interdiocesano costituito dalla Conferenza Episcopale, ecc.
2° Se una parte ricorre a un tribunale e l'altra a un tribunale diverso, la competenza
è del tribunale di grado superiore (per es. al tribunale della Rota, rispetto al tribunale del
Metropolita o al tribunale interdiocesano). salvo però restando il diritto di prevenzione,
di cui al can, 1415 , che vale tanto nel caso che i due tribunali ugualmente competenti
siano dello stesso grado, quanto nel caso che essi siano di grado diverso, come risulta
dalla formulazione del canone fatta nella seduta del 14 dicembre 1978 (Communicatio-
nes , a. 1979, p. 151, can, 289 , § 2). Ciò significa che il criterio della prevenzione prevale
su quelle della gerarchia dci tribunali.
L 'app ello del/a Rota Romana . A termine del can. 1444, § 2, l'appello contro le sentenze
di primo grado può essere presentato direttam ente alla Santa Sede, in concreto al Tribunale
della Rota.

5621 3) La prosecuzione dell'appello


1633 (1883*) Il termine stabilito. Non basta l'introduzione dell'appello, di cui al
can. 1630. È necessaria anche la sua formale prosecuzione presso il giudice a cui
l'appello è diretto (il giudice ad quem). Il termine è di un mese a decorrere dalla detta
interposizione, tranne che il giudice il quale ha emesso la sentenza (il giudice a qua)
abbia concesso alla parte un tempo più lungo.
Il giuiJizio con tenzi oso ord inario 185

CAN. 1634 • § 1. Ad prosequen- § l . Per prose guire l' appell o, è necessa-


dam appellationem requiritur et rio e sufficiente che l' appell ante richieda
sufficit ut pars ministerium invocet l'opera del giudice superio re, affinché
iudicis superiori s ad impugnatae eme ndi la sentenza impugnata, allegando
sententiae emendationem, adìun- copia della sentenza stessa e indica ndo le
do exemplari huius sententiae et ragioni dell ' appello.
indicatis appellationis rationibus.
§2.Quodsiparsexemplarimpu- § 2. Qualora l' appellante non riesca ad
gnatae sententiaeintra utile tempus avere dal tribunale a quo la copia della
a tribunali a quo obtinere nequeat, sentenza impugnata entro il temp o utile, i
interim termini non decurront, et termini nel frattempo non decorrono, e
impedimentum significandum est l'impedimento va segnalato al giudice di
iudici appellationis, qui iudicem a appello, il quale deve ordinare con precet-
quopraeceptoobstringatofficiosuo to al giudice a quo di adempiere al più
quam primum satisfaciendi. presto il suo dovere.
§ 3. Interea iudex a quo debet § 3. Nel frattempo il giudice a quo deve
acta ad normam can. 1474 iudici trasmettere gli atti al giudice di appello, a
appellationis transmittere. norma del can. 1474.
CAN. 1635 - Inutiliter elap sis fa- Trascorsi inutilmente i termin i perentori
talibus appellatoriis sive coram o davanti al giudice a quo o davanti al
iudice a quo sive coram iudice ad giudice ad quem, l'appello si considera
quem,deserta censetur appellatio. deserto.

Una proroga a iure è prevista nel can. 1885 del Codice del 1917, nel caso che un a
delle part i muoia, o cambi stato , o cessi dall' ufficio in ragio ne del quale agisce (can .
J 733, Codice 19 17; can. 5 18, Cod ice 1983).

1634, § 1 (1884, § 1*) L'istanza dell'appellante. Per la prosecu zione de ll'appello. 5622
è necessario solo (requiritur et sufficit) :
- C he l' appellante, personalmente o per mezzo de l procu ratore, richieda nell a sua
istanza (Iibe llus appe llatorius) l' intervento del gi udice superiore per il riesame de lla
sentenza e la revoca delle relative decision i.
- Ch e alleg hi copi a aute ntica della sent enza impugnata.
- C he indichi almeno somm aria mente i motivi dell' appell o.

1634, §§ 2-3 (/884, § 2, e 1890 *) La copia della sentenza. Sembra strano il caso 56 23
prospettato da l paragr afo secondo, poiché in realtà , se la parte inte ressa ta (attore o
convenuto) ha presentato l' app ello, lo ha fatto perché ha già rice vuto la copia autentica
della sentenza secondo le mod alità previ ste dal can. 1615 (v.n. 560 0, nota 2). Si può solo
pensare che l'i nteressato abb ia perduto la co pia consegnatagli o trasmessagl i, e che ne
abbia chie sta un ' altra.
Comunq ue, q ua lora l'appella nte non riesca ad ave re da l tribun ale a qua la copia
dell a se ntenza im pugnata per pot er proseguire l' appe llo e ntro il tempo utile, i termini
- d isp on e il ca none - no n decorrono, e l'impedim ent o va seg na lato al gi udice di
appe llo , il quale ordinerà co n precet to al gi udice a qua di co nsegnare al più presto,
co m'è suo dov ere , la copia ric hiesta. Il giudice a qua ha d'altra parte l'obbligo di
tras me ttere al tribuna le di appello una co pia autentica degli atti gi udiziari relativi alla
cau sa, a norma del can. 1474 . C fr. anc he il ca n. 1682 , § l , rel ativam ent e all e cau se
di nulli tà matrimoni ale .
186 LIBRO VII· J processi

CAN. 1636 - § 1. AppeUans potest § I. L'appellante può rinunzi are all'ap-


appellationi renuntiare cum effec- pello, con gli effetti di cui al can. 1525 .
tibus, de qui bus in can. 1525.
§ 2. Si appellatio proposita sit a § 2. Se l'appello sia stato propo sto dal
vinculi defensore vel a promotore difensore del vincolo o dal promotore di
iustitiae, renuntiatio fieri potest, giustizia, la rinunzia può essere effettuata,
nisi lex aliter caveat, a vinculi de- se la legge non dispone divers amente, dal
Censore velpromotore iustitiae tri- difen sore del vincolo o dal promotore di
bunalis appellationis, giustizia del tribun ale di appello .
CAN. 1637 - § 1. Appellatio facta § l . L'appello proposto dall'attore, vale
ab actore prodest etiam convento, anche per il convenuto , e viceversa .
et vicissim.
§ 2. Si plures sunt conventi vel § 2. Se i convenuti o gli attor i sono più
actores et ab uno vel contra unum d'uno e la sentenza viene impugnata da
tantum ex ipsis sententia impugne- uno solo o contro un o so lo di essi ,
tur, impugnatio censetur ab omni- l' impugnazione si considera fatta da tutti
bus et contra omnes facta , quoties e contro tutti, ogni volta che la cosa recla-
res petita est individua aut obliga- mata sia indivisibile o che si tratti di ob-
tio solidalis . bligazione in solid o.

5624 4) App ello deserto e rinunzia


1635-1636 (/866 e 1880, Il. 9 *) L' appell o si considera deserto o abbandonato",
quando, nei termini prescritt i (fatali appellatori), la parte abbia trasc urato di presentare
al giudic e (l qua la formale istanza di appello a norma del can. 1630 (termi ne perentori o
di 15 giorni), oppure non abb ia proseguito l' appello dinan zi al giudice ad quem, a norma
del can. 1633 (per sé il termine di un mese). L' effetto precipuo dell'appello deserto è
indicato nel can. 1641, nn. 2-3: la sentenza passa in giud icato (tranne che si tratti di
sentenza circa lo stato delle persone , come nelle cause di nullità matrimoni ale : can.
1643). È anche da tener presente che , nelle cause di nullit à matrimoniale, non bas ta una
sola sentenz a per poter passare a nuove nozze, ma si richiedono due decision i afferma-
tive confo rmi (cfr. can. 1648, § I), tranne che si tratti di processo documentale.
Verificatasi la deserzione dell'appello, tocca al giudice dichi ararlo formalmente con
un decre to, perché il fatto risulti in modo legale nel foro esterno.
5625 Oltre che deserto , l'appello può essere anche rinunziato dalla parte interessa ta. Gli
ef fetti della rinunzia sono identici a quelli dell' appello deserto (cfr. can. 1641, n. 3). A
termine del can. 1525, il rinunziante ha anche l'onere delle spese causate con la sua
rinun zia. Per la validità della rinunzia, è indispen sabile ch ' essa sia accettat a o almeno
non impugn ata dalla parte avversa e che sia ammessa dal giudice (can. 1524, § 3).
5626 Qualora l' appello sia stato propo sto dal difensore del vincolo o dal promotore di
giustizi a del tribunale (l quo (can. 1628), l' e ventuale rinunzia, se la legge non dispone
diversamente, può essere effettuata solo dal difensore del vincolo o dal prom otore di
giustizia del tribunale di appello , poiché sono essi ormai ad avere la respons abilit à della
causa.

" Deserta censetur appellatio, dice il canone, ma non si tratta di presunzione, contro la quale
sarebbe ammessa la prova contraria. È una formale disposizione di legge che dichiara, nel caso,
l' appello deserto. con tutti gli effetti che ne derivano.
ll giudizio conte nzi oso onìinario 187

§ 3. Si interponatur ab una par- § 3. Se l'appello è propo sto da una par-


te super aliquo sententiae capite, te su qualche capo della sentenza, la parte
pars adversa, etsi fatalia appella- avversa, anche se i fatali appellatori siano
tionis fuerint transacta, potest su- scaduti per essa, può appellare incidental-
per aliis capitibus incidenter ap - mente sugli altri capi entro il termine pe-
pellare intra terminum peremp- rentorio di quindici giorni , a decorrere da
torium quindecim dierum a die, quello in cui gli è stato notificato l'appel-
quo ipsi appellatio principalis no- lo principale.
tificata est.
§ 4. Nisi aliud constet, appellatio § 4. Se non consti altro , l' appello si
praesumitur facta contra omnia presume fatto contro tutti i capi della sen-
sententiae capita. tenza.
CAN. 1638 - Appellatio exsecutio- L'appello sospende l'esecuzione della
nem sententiae suspendit. sentenza.

5) Effetti dell'app ello 5627


Riguardan o le part i, la senten za impugnata e la stessa lite.
1637 (1887-/ 888*) Le parti. Il canone conti ene quattro dispo sizion i. 5628
I° L' appello interp osto dall' attore vale anche per il co nvenuto, e vice versa.
2° Se i con venut i o gli attori sono in più, e la sentenza viene impu gnata da uno solo
o contro uno solo di essi, l' appello s' intende fatto da tutti e cont ro tutti , qualora la cosa
reclamata sia indi visibile o si tratti di obbligo in so lido . È il caso del litiscon sorzio
necessario.
3° Se l' appello è interpo sto da una parte - il convenuto o l' attore - su qualch e
capo della sentenza, la parte a vversaria può appell are incidentalmente sugli altri capi
entro il term ine perentorio di 15 giorn i, a decorrere da quell o in cui gli è stato notificato
l' appello principale. Non ha alcun rilie vo che i "fatali appellatori" di cui ai cann. 1630,
§ l, e 1633, siano già scaduti per lui.
L' appello incidentale è tuttavia legato a quello principale, per cui, se questo venisse dichiarato
inammissibile o improponibile, per es. perché non presentato nei termini prescritti, l' appello inci-
dentale resterebbe eo ipso inefficace e privo di valore. L' eventuale rinunzia all' appello principale
da parte di chi lo ha proposto, non pregiudica invece in alcun modo l'appello incidentale.
4° Se la sentenza co ntiene più cap i e l'appellante non ne ha determin ato nessuno,
l' appello - se non consti diversamente - si presume fatto contro tutti i capi della detta
senten za. Ma si tenga presente il can. 1634, § 1, sulla necessità d'indicare i motivi
dell' appello .

1638 (1889*) La sentenza. Nei riguardi della sentenza, l'appello ha un dupli ce 5629
effetto.
l° Devolutivo; in quanto la causa viene rimessa, per una sua ulteriore definizi one,
all'esame di un giudice di grado superiore.
2° Sospensivo , in quanto , in attesa della nuov a sentenza, l'esecuzione della prima
resta sospesa ipso iure. Conseguentemente rimane in pieno vigore il principio della
Iitispendenza: «Lite pendente nihil innovetur», L' effetto sospensivo è di netta deri vazio-
ne romana: «Appellatione interposita nihil novari oportets (D. 7, l, 49).
Per la facolt à del g iudice di deliberare, a dete rminate condizioni, l'esecuzione prov-
visoria di una sentenza, contro la qua le pende l'appello, cfr. can . 1650, § 2.
]88 LIBRO VII - J processi

CAN. 1639 - § 1. Salvo praescripto § l. Salvo il dispo sto del can. ] 683. nel
can. 1683, in gradu appellationis grado di appello non pu ò amme tte rsi una
non potest admitti nova petendi nuov a causa petendi. neppure sotto forma
causa, ne per modum quidem utilis di utile cum ulaz io ne; pertanto la contesta-
cumulationis; ideoque litis conte- zione della lite può vert ere soltanto s ulla
statio in eo tantum versari potest, conferma o sulla riforma, total e o parzia-
ut prior sententia vel confirmetur le , della sentenza precedente.
vel reformetur sive ex toto sive ex
parte.
§ 2. Novae autem probationes § 2. Sono ammesse nuo ve prove soltan-
admittuntur tantum ad normam to a norm a del can. ]600.
can.1600.
CAN. ]640 - In gradu appellatio- Nel grado di app ello , si deve procedere,
nis eodem modo, quo in prima in- con gli opportuni adattamenti, nello stes so
stantia, congrua congruis referen- modo che in prima istan za ; ma, salvo ch e
do, procedendum est; sed , nisi for- siano da completare le prove , s ubito dopo
te complendae sint probationes, la contestazione della lite fatta a norma
statim post litem ad normam can, del can. ]513, § 1, e del ca n. 1639, § l , si
1513, § 1 et can. 1639, § 1 con- addivenga alla discussione della causa e
testatam, ad causae discussionem alla sentenza.
deveniatur et ad sententiam.

Tali norme, evidentemente, non riguardano le sentenze di nullità matrimoniale.

5630 1639 (/ 891 *) La lite. Salvo quanto dispone il can. 1683, relativo alle cause di
nullità matrimoniale, nel grado di appello non è consentilo proporre una nuova cau sa
petend i. neppure sotto forma di utile cumulazione. Si avrebbero in tale ipotesi due
distinte cause: la prima di secondo grado e la seconda di primo grado, sulla quale
l' incompetenza del giudice è assoluta (cfr. can. 1440). Di conseguenza, la contestazione
della lite nel tribunale di appello non può che vertere sui seguenti punti:
- Conferma o revoca della sentenza precedente
- Modifica totale o parziale della medesima
Non è ammessa una nuova "causa petendi", ma possono ammcttersi III/ ave prove.
alle condizioni previste nel can. 1600 (le medesime stabilite per la presentazione di
nuove prove dopo la conclusione in causa).

5631 1640 La procedura. Il canone è nuovo. Con esso si prescrive che. nel grado di
appello, si deve osservare con gli opportuni adattamenti (congrua congruis referendo) la
stessa procedura usata in prima istanza, salvo che la legge disponga diversamente. come
può avvenire ad esempio nelle cause di nullità matrimoniale (cfr. can. 1682. § I ).
Un organo di consultazione aveva proposto che. in grado di appello . tutte le cause contenziose
fossero trattate con procedimento sommario. Ma il suggerimento non fu accolto (Communicationes,
a. 1979, p. 154, can. 296).
Il riesame della causa in appello deve in ogni modo essere effettuato con una
maggiore celerità che nella istanza di primo grado (cfr. can. 1453). Pertanto, se non si
debba procedere a un completamento delle prove, subito dopo la contestazione della lite,
fatta a norma dei cann. 1513, § l , e 1639, § l . occorre addivenire senz'altro alla
discussione della causa e alla deliberazione della sentenza.
Il giudiziu con tenzioso onìinari o 189

Titolo IX
La cosa giudicata e la "restitutio in integrum"
CAPITOLO I
LA COSA GIUDICATA

CAN. 1641 • Firmo praescripto Fermo res tando il disp osto del can .
can, 1643, res iudicata habetur: 1643, si ha la cosa giudicata:
l ° si duplex intercesserit inter 1° se fra le medesime parti sia inter ve-
easdem partessententia conformis nuta una duplice sentenza conforme circa
de eodem petito et ex eadem causa lo stesso ogge tto della domanda e per la
petendi; stessa causa pe tendi;

6) Norme ulteriori 5632


- L'appello nel proce sso contenzioso orale: cann. / 669-/ 670
- Nel proc esso di nullità matrimoniale : cann. 1682-1684
- Nel processo doc umentale: cann. /687- 1688
- Nelle cause di se para zione dei coniugi: can. 1693 ~ 2
- Nel processo per la dispensa "super rato": can. / 705. § 3
- Nel processo penale: caml. / 727; / 729. .~ l ; 1353
Altri canoni da tener presenti
- Can. 143 ~ 2: la sospensione della potestà ordinaria. nel caso che. contro la privazione o
la ri mozione dall ' ufficio. si propon ga legittimame nte appell o o ricorso
- Can. / 4 / 7: il deferimento della propria causa al Rom ano Pontefice : il diritto di ogn i fedele
(§ I ); l'e ffetto del ricorso (§ 2)
- Can. / 460. § 2: non si dà appe llo con tro la decisione del giudice che si dichiari compe-
tente, quando sia in questio ne solo l' incompetenza relativa
- Can. /644 § / : l'appello circa le cause sullo stato delle persone

LA "RES JUDICATA " E LA "RESTITU TIO IN INTEGRUM " 5633


(cann. 1641-164 8)
Schema
I. La "re s iudicata" 2. La "restitutio in integr um"
- I casi concreti - Co ndizio ne ess enz iale
- Gli effetti - La present azione de ll' istanza
- Le ca use circa lo sta to delle perso ne - Effetti

Nel diritto processuale, la "cosa giudicata" è la sentenza definitiva contro la quale 5634
non è più possibile proporre una impugnazio ne nei modi ordinari. Un tale istituto è una
esige nza essenzi ale del retto ordin amento della Chiesa come della società civile. L'esa-
me di una vertenza non può infatt i continuare indefinitivamente con una serie illimit ata
di sentenze. Con tale procedime nto, si avrebbe una permanente instabilità e incertezza
dei diritti, con gra ve danno dell'ordine soci ale oltre che delle parti co ntende nti, e con
gra ve pregiudizio dello stesso potere pubblico che amministra la giustizia. e sul suo
prestigio. E necessario che la legge ponga un limite alle azioni giudiziarie vertenti fra
le medesime parti, sullo stesso ogge tto contestato e per gli stessi motivi. Vi prov vede
con l'i stituto della "res indicata", derivata dal diritto romano.
190 LIBRO VlI - I processi

2° si appellatio adversus senten- 2° se non sia stato proposto appello


tiam non fuerit intra tempus utile contro la sentenza in tempo utile;
proposita;
3° si, in gradu appellationis, in- 3° se nel grado di appello l'istanza sia
stantia perempta sit vel eidem re- andata perenta o si sia rinunziato ad essa;
nuntiatum fuerit;
4° si lata sit sententia definitiva, 4° se sia stata emanata una sentenza
a qua non datur appellatio ad nor- definitiva, contro la quale non si dà appel-
mam can. 1629. lo a norma del can. 1629.
CAN. 1642 - § 1. Res iudicata fir- § l. La cosa giudicata gode della stabi-
mitate iuris gaudet nec impugnari lità del diritto, né può essere impugnata
potestdirecte, nisi ad normam can, direttamente, se non a norma del can.
1645, § 1. 1645, § 1.
§ 2. Eadem facit ius inter partes § 2. La cosa giudicata fa legge tra le
et dat actionem iudicati atque ex- parti e consente un'azione di giudicato e
ceptionem rei iudicatae, quam iu- un'eccezione di cosa giudicata, che il giu-
dex ex officioquoque declarare po- dice può dichiarare anche d'ufficio, per
test ad impediendam novam eius- impedire una nuova introduzione della stes-
dem causae introductionem. sa causa.

5635 1. La "res iudicata"

1) I casi concreti
1641 (/902*) A tennine del canone, la cosa passa in giudicato in quattro casi
tassativi.
I° Se fra le medesime parti sia intervenuta una duplice sentenza conforme, ne-
gativa o affermativa, circa lo stesso oggetto (petitum) e per lo stesso motivo (causa
petendi)'. Queste tre condizioni devono verificarsi congiuntamente, per cui se manchi
una sola di esse, non si ha la duplice sentenza formalmente conforme, richiesta dalla
legge.
Un esempio. Tizio ottiene la dichiarazione di nullità del matrimonio contratto con Caia: in
prima istanza, "ex capite vis et rnetus"; in seconda istanza, "ex capite impotentiae". Le parti in
causa sono le medesime; l'oggetto è lo stesso: la validità o l'invalidità del matrimonio; è però
diverso il motivo: la "causa petendi", e questo impedisce che si abbia nel caso la duplice sentenza
conforme.
2° Se non sia stato interposto appello contro la sentenza in tempo utile: quindici
giorni da quando si è avuta notizia della sua pubblicazione (can. 1630, § I).
3° Se nel grado di appello l'istanza sia andata perenta (cann. 1520-1523) o
si sia rinunziato ad essa (cann. 1524-1525). Rientra in questo caso la mancata
prosecuzione, in tempo utile, dell'appello dinanzi al giudice ad quem, di cui al
can. 1633.
4° Se sia stata emanata una sentenza definitiva inappellabile a norma del can.
1629.

I Nel diritto canonico antico (prima del Codice 1917), la "res iudicata" richiedeva tre sentenze

conformi.
Il giudizio contenziosoordinario 191

CAN. 1643· Numquam transeunt Le cause circa lo stato delle persone,


in rem iudicatam causae de statu comprese quelle di separazione dei coniu-
personarum, haud exceptis causis gi, non passano mai in giudica to.
de coniugum separatione.
CAt~. 1644· § 1. Si duplex senten- § l . Nelle cause circa lo sta to dell e
tia conformis in causa de statu per- persone, se so no state emanate du e sen-
sonarum prolata sit, potest quovis tenz e conformi, si può ad ire il tribun ale
tempore ad tribunal appeUationis di appello in qu alsia si tempo, adduce ndo
provocari, novis iisque gravibus nuove e gravi pro ve o argo menti entro il
probationibus velargumentis intra termine perentorio di trent a gio rn i da
peremptorium terminum triginta quello in cui fu proposta l'impugnazione.
dierum a proposita impugnatione Il tribun ale di appello, da parte sua, entro
allatis. Tribunal autem appel latio- un mese dalla presen tazione delle nuove
nisintra mense m ab exhibitis novis prove e dei nuo vi argom enti , deve stabi-
probationibus et argumentis debet lire medi ante decreto se l'ulteriore pro-
decreto sta tuere utrum nova causae pos izio ne dell a ca usa debba essere am-
propositio admitti debeat necne. messa o no.
§ 2. Provocatio ad superius tri o § 2. L' appello al tribun ale super iore per
bunal ut nova causae propositio ottenere la nuova proposizione della ca u-
obtineatur, exsecutionem senten- sa, non sospende l'esecuzione della se n-
tiae non suspendit, nisi aut lex ali- tenza, salvo che o la legge stabilisca di-
ter caveat aut tribunal appellatio- versamente, o il tribunale di appe llo ord i-
nis ad normam can. 1650, § 3 ni la sospensione a norm a del can. 1650 .
suspensionem iubeat. § 3.

2) Gli effetti 5636


1642 (/904*) Dalla "res iudicata" deriva un duplice effe tto: formale e sostanziale.
L' effetto formale cons iste nell a stabil ità giuridica dell a senlenza (res iudicata
pro veritate habetur), che non può esse re più imp ugna la dire ttamen te né co n la q ue-
rela di nullit à né co n l' app ell o ordinario, ma so lo media nte la ric hiesta de lla
"res titut io in integru m", a norma del can . 1645, § 1. Indirettam ente può esse re im-
pugnata, app lica ndo il can. 1645. § 2, n. I , dimostrando cioè che la sente nza si basi
su prove false .
L' effetto sostanziale consiste nella forza di legge che la sente nza acquista ed eser-
cita fra le parti, consentendo:
- Un' azione di giudicato, per ottenerne l' esecuzione a proprio favore (effetto
costitutivo):
- Un' eccezione di cosa giudicata (cfr. can. 1462), per impedi re una nuova intro-
duzione della medesi ma causa (effetto prec1usivo).
L'eccezione di cosa giudicata può essere dichiarata di ufficio da parte de l giudice.

3) Le cause circa lo stato delle persone 5637


1643·1644 (/903*) La normativa della "res iudicata" non si applica alle cause circa
lo stato delle persone, come ad esemp io il vincolo o la convivenza coniugale, comprese
le cause di separazione, la condizio ne di tiglio legittimo, lo stato clericale, religioso o
laicale, ecc. Trattandosi di diritti legati intimamente alla persona, le cause che vertono
192 LIBRO VII · I processi

CAPITOLO Il
LA " RESTI TUTI O IN INTEGRUM"

CAN. 1645 - § 1. Adversu s senten- § l . Contro la sentenza passata in giudi-


tiam quae transierit in rem iudica- cato, purché consti palesemente della sua
tam, dummodo de eius iniustitia ingiu sti zia, è amm essa la restit utio in
manifesto constet, datur restitutio integrum.
in integrum.

su di essi non passano mai in giudicato e sono sempre (quovis tcmpore) suscettibili di
nuovo esame: retracta tio', Anche su di esse , tuttavia, esercita una certa efficacia il
principio della duplice sentenza conforme , afferma tiva o negativa. sia in ordine alla
richiesta di revisione della ca usa (che è in sostanza un appello, anche se in senso
impro prio), sia in ordine alla esecuzione della sentenza.
Ten endo conto dei ca nn. 164 I- I644 . la revisione in senso proprio - nova
proposi/io causae - può defini rsi uno specia le mezzo impug nativo delle sentenze (sup-
poste valide) emanate nelle ca use riguardanti lo stato delle persone, e che, pur non
passando in giudicato, hanno conseguito una certa stabilit à, che non permette d' impu-
gnarle mediante l'appello ordinario.
5638 La revision e o "nova propositio causae" è possibile in questi casi solo a una do ppia
condizione:
I o Che si abbia no /Iuove e gravi prove o argomenti, che meritino di essere prese
in considerazione dal giudice e rendano possibile la riforma della sentenza. Ovviamente
queste nuove prove devono riferirsi al medesimo oggetto della sentenza (idem petitum i
e al medesi mo motivo (eadem causa), oltre alle medesime parti in causa.
Nuove prove, in quanto non siano state presentate prima o, se presentate. non siano state
accettate, oppure non siano state valutate debitamente o siano andate comunque falsate o distorte.
Prove gravi, ma non gravissime, precisa l'a rt. 2 17, § 3, della Istr, "Pro vida Mater Ecclesia"
del 1936: «Non si richiede che queste prove o documenti siano gravissimi, molto meno che siano
decisivi (deeretoria), tali cioè che esigano perentoriamente una definizione; il loro peso per la
revisione della causa da parte di un tribunale di terza istanza dev'e ssere valutato, sentito il difensore
del vincolo.
5639 2 0 Che le nuove prove siano addotte in tribunale entro il termine perentorio di 3D
gio rni a partire da quello in cui fu proposta la domanda per il riesame della causa. La
mancat a presentazione delle nuove e gravi prove entro il termine stabilito viene cons i-
derata come un abbandono della richiesta (deserta censet ur: can. 1635), che pertanto
viene archiviata mediante formale decreto.
Da parte sua, il tribunale di appello valuterà attentamente le nuo ve prove, ed entro
un mese dalla loro recezione, sentito il difenso re del vincolo se si tratta di ca usa di
nullità matrimoniale, stabilirà con decreto se l'ulteriore proposizione della causa debba
essere accolta o no.

, " nuovo esame può essere richiesto anche più volte. qualora, ad esempio, una prima doman-
da sia stata respinta oppure l'esi to del riesame sia stato sfavorevole. La condizione essenziale è che
l' interessato presenti nuovi e gravi argomenti a sostegno della sua richiesta (can. 1644, § I). - Si
ricordi poi che non passano in giudicato neppure le sentenze viziate da nullità insanabile.
Jl1!iudiz.iocoracn zloso ordinarie 193

§ 2. De iniustitia autem manife- § 2. Non si ritiene che consti della pa-


sto constare non censetur, nisi: lese ingiustizia se non nel caso:
1°sententia ita probatìenìbusln- 1° che la sentenza si basi su prove risul-
nitatur, quae postea falsae depre- tate successivamente false, sì che senza
hensae sint, ut sine iIIisprobationi- tali prove la parte dispo sitiva della senten-
bus pars sententiae dispositiva non za non possa più sostenersi ;
sustineatur;
2° postea detecta fuerint docu- 2° che succes sivamente siano venuti alla
menta, quae facta nova et contra- luce documenti che dimo strano senza al-
riam decisionem exigentia indubi- cun dubbio l'esistenza di fatti nuovi, i quali
tanter probent; esigono una decisione contraria;
3°sententiaexdolopartis prolata 3° che la sentenza sia stata emanata per
fuerit in damnum alterius; dolo di una parte a danno dell'altra;
4° legis non mere processualis 4 ° che sia stata apertamente trascurata
praescriptum evidenter neglectum una disposizione di legge non semplice-
fuerit; mente procedurale;
5° sententia adversetur praece- 5° che la sentenza sia contraria a una
denti decisioni, quae in rem iudica- precedente decisione passata in giudicato.
tam transierit.

Contro un eventuale rigett o, secondo l'interpretazione più fond ata, è ammesso l'ap-
pello al tribunale superiore, poiché è norma generale che contro qualsia si decisione
giudiziaria (sentenza o decreto) è consentito l' appello o il ricorso, tranne che sia esclus o
espressamente dalla stessa legge (cfr. can . 1629). Se invece la "nova cau sae prop ositio"
viene amm essa, la part e av versa non ha nessuna possibilità di ricor so (cfr. Rota Rom ana.
coram Mattioll. decr. 25 genn aio 1962: Monitor EccI. a. 1962, p. 478 ).
Il nuovo appello (appello in senso improprio), ossia la "nova causae propositio" non consegue
per altro l'effetto del primo, l'appello propriamente detto (can. 1638). Non sospende l' esecuzione
della sentenza, tranne che la legge disponga diversamente' o il tribunale di appello ordini la
sospensione a norma del can. 1650, § 3).

2. La "restitutio in integrum" 5640


L' impugnazione della sentenza passata in giudicato è possibile so lo con la richiesta
della " restitutio in integrum". Si suppone che la sentenza sia valid a: se fosse nulla,
dovrebbe proporsi, nei termini previsti (cann . 1621 e 1623), la "querela nullit atis" (cfr.
Communicationes, a. 1974, p. 158, can. 399, § l). La "restitutio in integrum" non si
esercita "ex se" neppure contro le sentenze che non passano mai in giudicato c sono
sempre suscettibili di un' ulteri ore revisione (cfr. cann . 1643-/644)4.

I ) Condizione essenziale 5641


1645 (1905* ) La condizione indispensabile (d ùmmodo) per la richiesta della
"restitutio in integrum" contro una sentenza passat a in giudicato. è che con sti aperta-
mente (manifesto) la sua ingiu stizi a (§ l) .

., Una tale disposizione, tuttavia, non esiste per diritto comune, ossia del Codice. C'è al
riguardo solo il disposto del can. 1864, § I.
4 Vari autori esprimono delle riserve per un'as soluta esclusione della "restitutio in integrum"

relativamente alle cause di nullità matrimoniale e in genere a tutte le cause circa lo stato delle
persone, che, a termini del can. 1643, non passano mai in giudicato.
194 LIB RO VII - l processi

CAN.1646 - § 1. Restitutio in inte- § I. La restitu tio in integrum per i


grum propter motiva, de quibus in moti vi di cui al can. 1645, § 2, nn . 1-3,
can, 1645, § 2, nn .1-3, petenda est dev ' esser e richiesta al giud ice c he ha
a iudice qui sententiam tulit intra emanato la sentenza, entro tre mesi a par-
tres menses a die cognitionis eo- tire dal giorno in cui si è venuti a cono-
rundem motivorum computandos. scenza dei detti moti vi.
§ 2. Restitutio in integrum prop- § 2. La restitutio in integrum per i moti vi
ter motiva, de quibus in can.1645, di cui al can. 1645, § 2, nn. 4 e 5, de v' es-
§ 2, nn. 4 et 5, petenda est a tribu- sere richie sta al tribun ale di appello, entro
nali appellationis, intra tres men- tre mesi da quando si è avuta noti zia della
ses a notitia publicationis senten- pubblicazione della sentenza; se poi , nel
tiae ; quod si in casu, de quo in can, caso di cui al can. 1645, § 2, n. 5, la no-
1645, § 2, n. 5, notitia praecedentis tizia della precedente decisione si abbia
decisionis serius habeatur, termi- più tardi , il termine decorre da questo
nus ab hac notitia decurrit. momento.
§ 3. Termini de quibus supra § 3. I termini suddetti non decorrono
non decurrunt, quamdiu laesus finché la persona lesa sia minor enne.
minoris sit aetatis.

Qu esto per altro, a termine del § 2, si verifica tassativamente in cinque ipotesi:


IOCh e la sentenza si basi su prove risult ate false successivamente, sì che senza di
ess e la part e dispositiva della sentenza non possa più sostenersi.
2 0 C he succ ess ivam ente (pos tea) siano venuti alla luce documenti che dimostrano
senza alc un d ubbio l' esistenza di fatt i nuov i, i qual i esigon o una deci sione co ntraria .
Successivamente. poiché se i dett i documenti fossero stati a co nosce nza pnm« dell'eman azio-
ne della sente nza, la richiesta di "restitutio in integrum" non potre bbe essere acco lta . dalo che vi
si può provvedere mediant e l'appe llo.
lndubitanter: deve trattars i di documenti ineccepibili e inequi vocabil i, che non lasc ino alcu n
dubbio .
3o Che la sentenza sia stata em essa a ca usa del dolo posto in atto da una part e a
danno dell ' altra .
Se il dolo fosse imput abile a un terzo, a cui la parte sia rimasta del tutto estra nea , no n si dà
luogo all' azione dell a " restitutio", trann e che il dolo del terzo abbia determin ato una situazione che
rientri nella prima ipotesi (per es. se fossero stati subornati i testimoni).

4 0 C he sia stata aperta mente trascurata una prescrizione di legge non semplice me n-
te processuale,
S i è così posto fine alla di scu ssione che avev a luogo nella dottrina circa l'esatta
inte rpretaz ione del prescritto del ca n. 1905, § 2, n. 4, Codice 1917 , che parl ava gene-
ricamente d'inosservanza dell a dis posizione di legge.

Da un punto di vista teorico, tali riserve hanno un loro fondamento, e in effetti non si vede
perché , in una causa che pur non passa in giudicato, la parte soccombente non possa proporre una
dom and a di "restitutio in integrum", se questo le sembri più opportuno. A tal riguard o, possono
citarsi delle sentenze rotaIi che hanno accett ato delle istanze del genere in processi matrimoniali :
ad ese mpio coram Massimi, 19 maggio 1921 ; coram Staffa, 7 ottobre 1949 ; corani Felici, 3
dicemhre 1949. Considerando tutt avia il diritto vigente, sembra che l'istitut o della "res titutio in
integrurn" non sia "e x se" appli cab ile alle cause di nullità matrimoniale, poiché il can. 1645 , I,
limita formalmente il dett o mezzo impu gnati vo alle sentenze passate in gi udicato .
*
Il giudizio contenzioso ordi nario 195

CAN. 1647 - § 1. Peti tio restitutio- § l . L a dom and a d i restitu tio in


nis in integrum sententiae exsecu- integrum sospe nde l'esecuzione della sen-
tionem nondum inceptam suspen- tenza, se tale esecuzione non ha av uto
dito ancora inizio.
§ 2. Si tamen ex probabilibus in- § 2. Se tuttavia, da probabili indizi, ci
diciis suspicio sit petitionem fac- sia il sos petto che la dom anda sia stata
tam esse ad moras exsecutioni nec- fatta per ritardare l'esecuzìone , il giudi ce
tendas, iudex decernere potest ut può ordin are che la sentenza sia mandata
sententia exsecutioni demandetur, ad esecuzione , assegnando per altro una
assignata tamen restitutionem pe- idonea ca uzione a favore di chi richied e la
tenti idonea cautione ut , si resti- restitutio in integrum, sì che questi non
tuatur in integrum, indemnis flat, subisca dann i se la restituzione gli venga
poi concessa .
CAN. 1648 - Conc essa restitutione Con cessa la restitutio in integ rum, il
in inte grum, iude x pronuntiare giudice deve pronunziarsi sul mer ito dell a
debet de merito causae . ca usa.

50 C he la se ntenza sia in co ntrasto con una precedente decision e passata in


giudicato.

2) La presentazione dell'istanza 5642


1646 (/906*) Le norme relative riguardano il giudice competente e i termini di
presentazione.
l ONelle tre prime ipotesi, indicate nel § 2 del canone precedente (pro ve risultate
false, documenti nuovi, vizio di dolo), l' istanza di "restitutio in integrum" va presentata
al giudice che ha emanato la sentenza - iudex a quo - entro tre mesi comp utabili dal
giorno in cui si è venuti a co noscenza dei detti motivi (§ I).
2° Nelle altre due ipotesi (inosserva nza di una prescrizio ne di legge non sempli ce-
mente procedu rale c contrasto co n una precedente decisione passata in giudica to),
l'i stanza va presentata al giudic e di appello - iudex ad quem - entro Ire mesi da
quando si è avuta notizia della pubhlieazione della sentenza. Relativamente all' ultima
ipotesi, se la notizia della precedente decisione passata in giudicato si abbia più tardi,
il termine decor re da questo momento (§ 2).
3° Tratt and osi di minorenni. i termini per la prese ntazio ne dell a istanza di
"restitutio in intcgrum" cominciano a deco rrere dal giorno in cui essi abbia no raggiunto
la maggiore età, ossia i 18 anni compiuti (can . 97, § I ).

3) Effetti della istanza 5643


1647-1648 (1907*) La richiesta della "restitutio in integrum" sospe nde l' esecuzione
della sentenza, ma solo nel caso che questa non sia stata iniziata (can . 1647, § I )'.
Exsecutionem nondum inceptam : una espressione riportata dal can. 1907, § l, del Codice
precedente, che sarebbe stato opportuno chiarire meglio, determinando ad esempio se gli alti
preparatori posti eventualmente in atto possono considerarsi una "exsecutio inccpta". E se l'e secu-
zionc non ha tratti successivi?

S L'effetto sospensivo della richiesta di "restitutio in integrum" è pertanto diverso da quello


derivato dall' appello vero e proprio (can. 1638), che ha carattere assoluto e si applica in ogni caso.
196 LIBRO VII • I processi

Se tuttavia il giudice, da probabi li indizi (ex probabilibus indici is) abbia il sos petto
che la richiesta sia stata fatta a scopo moratorio, può (potest) ordinare che la sente nza
sia mandata ad esecuzione, imponendo per altro al suo bene ficiario una idonea cauzione,
che possa servire a riparare eve ntuali dann i che ne deri vassero a chi ha chiesto la
"restitutio in integrurn", nel caso che gli venga effettiva mente concessa (§ 2).
5644 Il can , 1648 è nuovo . Esso fa obbli go al giudice che ha conc esso la "restitutio in
integrurn " di trattare il merito della caus a e di pronunziarsi su di esso. La norm a viene
da sé, perché l'effetto della concessione della "restitutio in integrum" è di annullare la
sentenza passata in giudic ato, riportando ogni cosa allo stato di prima, «sal vis iuribus
quae alii, bona fide, ante petitam restitutionem quae siverunt» (ca n. 1789, Codi ce 1917 ).
Ma il provvedimento va completato con la pronunzia del giudice sul merito dell a causa .
La nuova sentenza è sogget ta alla impu gna tiva ordin aria dell ' appello.
5645 La richiesta di "rcstitutio in integrum" può essere proposta non solo dalla parte in
causa socco mbente, ma anche da un terzo che si riteng a leso nei suoi dirit ti (Co mmu -
nicationes, a. 1979, p. 161, art. 3). La concessio ne viene deliberata mediante sentenza ,
poiché con essa si annull a quella precedent e.

5646 LE SPESE GIUDIZIARIE E IL GRA TUITO PATROCINIO


(ca n. 1649)
Schema
l . La competenza del Vescovo moderatore del tribunale 2. Norme ulteriori

5647 1. Il Vescovo moderatore del tribunale


1649 (/908-1916*) La norm ativa del Cod ice precedente co mprendeva no ve lunghi
canoni. Nel nuovo, invece, essi sono stati ridotti a uno solo, poiché la materia è stata
rimessa al diritto particolare, ossia alla com petenza del Vescovo che ha la direzione del
tribunal e (cfr. cann. 1423, § l , e 1439, § 3). È per altro opportuno che, nell' ambit o
territoriale della medesima Conferenza Episcopale, le norme sia no stabilite co n una
certa uniformità, a fine di evi tare diversità odiose, che spesso sono anche causa di
scandalo.
Alcun e delle norme precedenti posson o co munque servire di utile diretti va. Il prin-
cipio affer mato nel can . 914* è valido tuttora: «Pauperes, si in totum imp ares sint
cxpcnsis iudicialibu s sustine ndis , ius habent ad gratuitum patrocinium », Cfr. can. 1649,
§ I, n. 3.
A termine de l § 2, non si dà un appello disti nto contro la deliberazion c del giudice
circa le spese del processo, poiché tale deliberazione è compresa nella stessa sentenza
(can. 16 11, n. 4). Se poi l' appello non ha luogo , la parte interessata può far rico rso al
giudice che ha emanato la sentenza e che può, nel caso, modificare la tassazione.

5648 2. Norme ulteriori


Sono da tener presenti i seguenti canoni:
- Can. 1464: la definizione delle questioni circa le cauzioni per le spese processuali e circa
la concessione del gratuito patrocinio. di regola deve essere effettuata prima della contestazione
della lite.
- Can. 1523: le spese del giudizio caduto in perenzione
- Can. 1525: le spese in caso di rinunzia alla istanza delle lite
- Ctmn. 1571 e 1580: le indennità dovute ai testimoni e ai periti
- Call . 1595: le spese processuali in caso di assenza delle parti
- Can. 1611. n. 4: la definizione delle spese processuali nel testo della sentenza
Il !:!iudizio conten zioso ordi narie 197

Titolo X
Le spese giudiziarie e il gratuito patrocinio
CAN. 1649· § l. Episcopus, cuius § l. Spetta al Vescovo, che ha la dire-
esttribunal moderari,statuatnor- zione del tribunale, stabilire le norme:
mas:
1° de partibus damnandis ad l ° sul1a condanna delle parti al paga-
expensas iudiciales solvendas vel mento o alla compensa zione del1e spese
compensandas; giudiziarie;
2° de procuratorum, advocato- 2° sugli onorari da corrispondere ai pro-
rum, peritorum et interpretum ho- curatori, agli avvocati, ai periti e agl'in-
norariis deque testiumindemnitatc; terpreti , e sull e indennità dei testimoni;
3° de gratuito patrocinio vel ex- 3° sul1a concessione del gratuito patro-
pensarum deminutione conceden- cinio o del1a riduzione delle spese;
dis;
4°de damnorum refectione quae 4° sul risarcimento dei danni, dovuto da
debetur ab eo qui non solum in lu- chi non solo ha perduto la causa, ma ha
dicio succubuit, sed temere litiga- promosso la lite senza fondamento ;
viti
5° de pecuniae deposito vel cau- 5° sul deposito pecuniario o cauzione
tione praestanda circa expensas da effettuarsi per il pagamento del1e spese
solvendas et damna reficienda. e il risarcimento dei danni.
§ 2. A pronuntiatione circa ex- § 2. Contro la pronunzia circa le spese,
pensas, honoraria et damna refi- gli onorari e la riparazione dei danni, non
cienda non datur distincta appella- si dà un appello distinto; la parte, tutta via ,
fio,sed pars recurrere potest intra può ricorrere entro quindici giorni al mc-
quindecimdiesad eundem iudicem, desimo giudice, il quale potrà modificare
qui poteri t taxationem emendare. la tassazione.

3. L'aggiornamento periodico da parte della CEI 5649


Decreto generale del 5 novembre 1990:
- Art. 57: «La Conferenza Episcopale Italiana, sentiti i Moderatori dei tribunali
ecclesiastici regionali per le cause matrimoni ali, darà disposizion e in ordine all' attua-
zione del can. 1649, aggiornandole periodic amente.
In particolare , tali disposizioni indicheranno la misura minima e quella mas-
sima:
a) delle spese processuali, prccisandonc le voci;
b) delle spese per le rogatorie ;
c) degli onorari degli avvocati.
La stessa Conferenza Episcopale indicherà criteri uniformi per la conce ssione
alle parti dci gratuito patrocinio o della riduzione delle spese (cfr. Lettera dci Card.
Segretario di Stato al Presidente della CEI. 6 maggio 1983, prot. n. 107.893).
I fedeli che si rivolgono ai tribunali regionali invocandone il ministero di giusti-
zia siano resi chiaramente edotti delle disposizioni di cui sopra nonché di quelle
relativa ai doveri-diritti degli avvocati (cfr. cann. 1481-1490)>> (Enchir, CEI, voI. 4,
n. 2675 ).
198 LIBRO VII - I proce ssi

Titolo XI
L'esecuzione della sentenza
CAN. 1650 - § l, Sententia quae § 1. La sentenza passata in giudicato,
transiit in rem iudica tam, exsecu- può essere mandata ad esecuzione, salvo
tioni mandari potest , salvo prae- il disposto del can. 1647.
scripto can. 1647,
§ 2.ludex qui sententia m tul ìt et, § 2. Per la sentenza non ancora passata
si appellatio proposìta sit, etiam iu- in giudicato, il giudice che l' ha emanata,
dex appellationis, sen ten tiae, quae e se è stato proposto appello anche il giu-
nondum transierit in rem iudica- dice di appello, possono d'u fficio o ad
tam, p rovisoriam exsecutionem iu- istanza di parte, ordin arne l'esecu zione
berepossuntexofficioveladinstan- provvisoria - col versamento, se necessa-
tiam partis, idoneis, si casus ferat, rio di idonee cauzioni - qualora si tratti di
praest itis cautionibus, si agatur de provvisionali o prestazioni ordinate al ne-
provisionibus seu pra estationibus cessario sostentamento oppure intervenga
ad nece ssariam sustentationem or - un'altra giusta causa.
dinatis, vel alia iusta causa urgeat,

5650 L' ESECUZ IONE DELLA SENTENZA (cann. 1650-1655)


Schema
I. Principi normativi 2. La procedura dell'esecuzione
- Esecuzione dctinitiva e provvisoria della sentenza - L'autorità competente
- Facoltà del giudice di appello - Compiti e facoltà dell'esecutore
- Il decreto esecutivo del giudice - Azioni reali e personali
- Una questione incidentale

5651 L'esecuzione della sentenza è l'atto o il complesso degli atti con cui si dà attuazio-
ne al deliberato dell'autorità giudiziaria contenuto nella sentenza. Non tutte le sentenze
hanno però bisogno di esecuzione: tali, ad esempio, le sentenze assolutorie e quelle
condannatorie, con intlizione di censure, nelle quali la pena segue da sé. Nei giudizi
contenziosi. in cui il pronunziamento del giudice sia favorevo le all'attore, l'esecuzione
della sentenza diventa necessaria, perché egli possa entrare nel possesso dei suoi legit-
timi diritti e ne abbia di fatto il libero esercizio.

5652 l. Principi normativi


Riguardano l' esecuzione definitiva o provvisoria della sentenza , il decreto esecuti-
vo del giudice e l' eventuale previa definizione di una questione incidenta le.
5653 1650, § l (1917, § 1*) L 'e secuzione definitiva . È possibile solo per le sentenze
passate in giudicato, a norma del can. 1641. Restano escluse le sentenze passate in
giudicato e impugnate con la richiesta di "restitutio in integrum", purché l'esecuzione
non sia stata iniziata (can. 1647, § l).
5654 1650, § 2 (1917. § 2*) L'esecuzione provvisoria . Riguarda le sentenze non ancora
passate in giudicato. Può essere concessa, nonostante il disposto del can. 1638:
- Dal giudice che ha emanato la sentenza c, se sia stato proposto appello, anche
(etiam) dal nuovo giudice
- D'u fficio o ad istanza di parte
Il giudi,jn conte nzioso ordi narin 199

§ 3. Quod si sententia, de qua in § 3. Impugnata la sente nza, di cui al


§ 2, impugnetur, iudex qui de imo § 2, se il gi udice, che deve pronun zia rsi
pugnatione cognoscere debet, si su ll' imp ug nazione, riti en e che qu est a
videt hanc probabiliter fundatam abbia un cer to fondam ent o e che dall a
esse et irreparabile damnum ex esecu zione dell a sente nza potrebbe deri-
exsecutione oriri posse, potest vel vare un dann o irrep arabile, pu ò o so -
exsecutionem ipsam suspendere spe ndere l' esecuzione o so tt op orla a
vel eam cautioni subicere. cauzione.
CAN. 1651 • Non antea exsecutio- Non potrà aver luogo l' esecuzione pri -
nilocus esse poterit, quam exsecu- ma che il giudice abbia emesso il decreto
torium iudicis decretum habeatur, esecutivo, co l quale si ordi ni che la se n-
quoedicatursententiamipsamex- ten za stessa sia mand ata ad esec uz io ne ;
secutionimandari debere; quodde- tal e decreto , sec ondo la di ver sa natu ra
cretum pro diversa causarum na- delle cause, sia incluso ne l testo stesso
tura vel in ipso sententiae tenore della se ntenza oppure sia pubblicat o a
includatur vel separatim edatur. parte.
CAN. 1652 -Si sententiae exsecutio Se l' esecuzi one dell a sentenza es iga un
praeviam rationum redditionem previo rendiconto, si ha una questi on e
exigat, quaestio incidens habetur, incidentale, la cui deci sion e spetta al giu-
ab ilio ipso iudice decidenda, qui dice che ha emanato la sent enza da ese-
tulit sententiam exsecutioni man o guire.
dandam .

- Col versamento, se necessario, d'idonee cauzioni


- A condizione che si tratti di contribuzioni o prestazioni necessarie, ordinate al
sostentamento, o che vi sia un altro giusto motivo.
1650, § 3 Facoltà del giudice di appello . Impugnata la sentenza non ancora pas- 5655
sala in giudicato, se il giudice di appello ritenga che l'impugnazione abbia un certo
fondamento o che dall' esecuzione della sentenza concessa a norma del § 2 potrebbe
derivare un danno irreparabile, può:
- O sospendere l' esecuzione già concessa
- O sottoporla ad adeguata cauzione
1651 (/918*) Il decreto esecuti vo del giudice. La sentenza passata in giudicato 5656
costituisce il titolo che dà diritto ali' esecuzione. Ma perché questa possa essere effettua-
ta, è necessario giuridicamente un apposito decreto del giudice, che, secondo la natura
della causa c le circostanze, sarà incluso nel testo stesso della sentenza. oppure sarà
emanato a parte.
Si discute nella dottrina se nel nuovo ordiname nto le sentenze o i decret i di nullità matrimo- 5657
niale, di cui al can. 1684, abbiano bisogno del decreto esecutivo. Tale decreto cra prescritto
espressa mente dall ' art. 202, § 6, della Istr. Provida Mater Ecclesia della s.e. dei Sacramenti in
data 15 agosto 1936 (X. O CHOA, Leges Ecclesiae, l, n; 1347, col. 1762). Ma questo è stato omesso
nel nuovo Codice e dal testo del can . 1684, così com'è formulato, sembra risultare che la sentenza
o il decreto di nullità matrimoniale di cui al predetto canone, diventino esecutivi per se stessi non
appena la loro notifica sia stata ricevuta dalle parti, e che non ci sia bisogno d'a ltro.
1652 (/9/9 *) L'eventuale qu estione incidentale del " previo rendiconto". Può 5658
accadere che l'esecuzione della sentenza esiga un previo accertamento di conti. per
precisare la somma dovuta. La questione incidentale che ne sorge, è di competenza del
giudice che ha emanato la sentenza da eseguire.
200 LIBRO vn - I processi

CAN. 1653 - § 1. Nisi lex particu- § l. Tranne che la legge particolare sta-
laris aliud statuat, sententiam ex- bilisca diversamente, 1'esecuzione della
secutioni mandare debet per se vel sentenza spetta, personalmente o per mez-
per alium Episcopus dioecesis, in zo di altri, al Vescovo della diocesi in cui
qua sententia primi gradus lata est è stata emanata la sentenza di primo grado.
§ 2. Quod si hic renuat vel negle- § 2. Se questi rifiuti o trascuri di farlo,
gat, parte cuius interest instante l'esecuzione, ad istanza della parte inte-
vel etiam ex officio, exsecutio ressata o anche d'ufficio, passa all'autori-
spectat ad auctoritatem cui tribu- tà a cui è sottoposto il tribunale di appello
nal appellationis ad normam can, a nonna del can. 1439, § 3.
1439, § 3 subicitur.
§ 3. Inter religiosos exsecutio § 3. Trattandosi di religiosi, l'esecuzio-
sententiae spectat ad Superiorem ne della sentenza spetta al Superiore che
qui sententiam exsecutioni man- ha emesso la sentenza da eseguire o ha
dandamtulitautiudicemdelegavit nominato un giudice delegato.

5659 2. La procedura dell'esecuzione


1653 (1920*) L'autorità competente. Il decreto esecutivo mediante il quale si
ordina che la sentenza sia mandata ad esecuzione, è di carattere strettamente giudiziario,
e spetta al giudice che ha emesso la sentenza. Ma l'effettiva esecuzione, nell'ordinamen-
to canonico - al contrario degli ordinamenti civili - è di carattere amministrativo, per
cui non compete più al giudice, che con l'emissione della sentenza e del decreto ese-
cutivo ha esaurito il suo compito, ma è di competenza:
l ° Personalmente o per mezzo di altri del Vescovo della diocesi in cui è stata
emessa la sentenza di primo grado, tranne che il diritto particolare disponga diversa-
mente'.
2° Se il detto Vescovo rifiuti o trascuri di farlo, l'esecuzione, ad istanza della parte
interessata o anche d'ufficio, passa all'autorità a cui è sottoposto il tribunale di appello,
a norma del can. 1439, § 3.
3° Trattandosi di religiosi, il criterio è necessariamente diverso. L'esecuzione della
sentenza spetta al Superiore che ha emesso la sentenza da eseguire o ha nominato un
giudice delegato.
5660 Un organo di consultazione aveva proposto di lasciare l'esecuzione dellasentenza all'autorità
giudiziaria. come avviene nel diritto civile. Ma il suggerimento non fu accolto: «In nostro iure -
fu risposto - habetur exsecutio adrninistrativa, quae magis congrua videtur- tCommunicatlones,
a. 1979, p. 244, can. 310).
5661 1654 (192 J *) Compiti e facoltà dell'esecutore. Sono compiti strettamente esecu-
tivi, per cui, nel loro adempimento, l'esecutore deve attenersi fedelmente alle decisioni
contenute nelle sentenze, "sccundum obvium verborum significationem" (il primo cri-
terio d'interpretazione stabilito per la legge nel can. 17), tranne che la sentenza stessa
gli conceda poteri più ampi, lasciando qualcosa alla sua decisione discrezionale.
Nel § 2 sono riconosciute all'esecutore due particolari facoltà:

I Il diritto particolare può stabilire, ad esempio, che la sentenza emanata da un tribunale, sia

mandata ad esecuzione dal Vescovo della parte attrice o dal Vescovo del luogo in cui sia da
adempiersi l'obbligazione (Communicaiiones, a. 1979. p. 24 (can. 313, § I).
II giudizio contenzio so onlinario 201

CAN. 1654 - § 1. Exsecutor, nisi § I. L'esecutore deve procedere all'ese-


quid eiusarbitrio in ipsosententiae cuzione della sentenza seco ndo il signifi-
tenore fuerit permissum, debet cato ovvio delle parole, salvo che il tenore
sententiam ipsam, secundun ob- stesso della sentenza abbia rimesso qual-
vium verborum sensum, exsecu- cosa alla sua discrezione.
tioni mandare.
§2. Licetei videre de exceptìoni - § 2. All' esecutore è consentito giudica-
buscirca modum et vim exsecutìo- re dcIIe eccezioni circa le modalità e la
nis, non autem de merito causae; portata dell 'e secuzione, ma non circa il
quod si habeat aliund ecompertum merito della causa; nel caso che da altra
sententiam esse null am vel mani- fonte fosse certo della nullità o della ma-
feste iniustam ad normam cann. nifesta ingiustizia della senten za a norma
1620, 1622, 1645, abstineat ab dei cann. 1620, 1622 e 1645, egli si asten-
exsecutione, et rem ad tribunal a ga dall'eseguirla, e, informate le parti, rin-
quo lata est sententia remittat, vii la cosa al tribunale che ha emesso la
partibus certioribus factis. sentenza.
CAN. 1655 - § 1. Quod attinet ad § I. Per quanto concerne le azioni reali,
reales actione s,quoti es adiudicata tutte Ic volte che è stata aggiudicata all'at-
adori res aliqua est, haec adori torc una cosa, questa deve essergli conse-
tradenda eststatim ac res iudicata gnata non appena la causa sia passata in
habetur. giudicato.
§ 2. Quod vero attinet ad actio- § 2. Trattandosi di azio ni personali, se il
nespersonales, cum reus damnatus conv enuto è stato condan nato a conseg na-
est ad rem mobilem praestandam, re una cosa mobile, a versare una somma
velad solvendam pecuniam , velad di danaro o a dare o fare altro, il giudice
aIiuddandum aut faciendum,iudex nello stesso testo della sentenza, o l'ese-
in ipso tenore sententiae vel exse- cutore a sua prudente discrezion e, stabili-
cutor pro suo arbitrio et prudentia sca un termin e per l' adempim ento del-
terminum statuat ad implendam l' obbligo, che tuttavia non dev' essere in-
obligationem, qui tam en neque in- feriore a quindici giorni né superiore a sei
fra quindecim dies coarctetur ne- mesi.
que sex menses excedat.

IO Definire le eventuali eccezioni circa le modalità e la portata dell ' esecuzione


(circa modum et vim exsec utionis), senza però entrare nel merito della cau sa.
2° Astenersi dall'eseg uire la sentenza. nel caso che gli risultasse da altre fonti
(aliunde) la sua nullità o la sua manifesta ingiustizia, a norma dei cann. 1620 (nullità
insana bile), 1622 (n ullità sa nabile) e 1645 (ipotesi di rich iesta di "restitutio in
integrum") . In que sto caso, informate le parti, l' esecutore restituirà la pratica al trib unale
che ha emesso la sente nza, com unicando le ragioni della sua astensio ne.

1655 (/ 922*) Azioni reali e personali . Il canone regola l' ademp imento deg li 5662
obblighi imposti nella sentenza, distinguendo tra azion i reali e personali.
I° Se gli obblighi derivano da un'azione reale. la "res" , mobile o immobile, riven -
dicata dall'attore dev' essergli consegnata non appena la causa sia passata in giudicato.
Se la "res" non esiste sse più o non potesse essere consegnata, il convenuto dovrà versare
all'attore il prezzo corrispondente. secondo una legittima valutazione fatta da un esperto.
2° Se gli obblighi derivano invece da un'azione personale (obblighi "ad al iquid
202 LIBRO VII · I processi

faciendum , solvendum, praestandum" ), per cui - precisa il § 2 - c'è da versare una


somma di da naro o anche da consegnare una cosa mobile (che non è quella rivendicata
dall'attore) oppure da effe ttuare un 'altra prestazion e, il giudice stesso nel testo della
sentenza o l'esecutore a sua prudente discrezione (pro suo arbitrio et prudentia), stabi-
liranno un term ine per l'adempimento dell'ohbligo, che tuttavi a non dev'essere inferiore
a 15 giorni né superiore a 6 mesi.

5663 IL PROCESSO CONTENZIOSO ORALE (cann . 1656-1 670)


Schema
I. Premesse 4. Lo svolgimento dell'udienza
2. L' applicazione del processo contenzi oso orale 5. Norme ulteriori
3. Gli atti preliminari

566 4 1. Premesse
Il giudizio contenzioso ora le, a cui è dedicata l'attuale sez ione, rappresenta una
dell e più importanti novità introdotte nel diritto processua lc de lla C hiesa Lati na. Esso
s' ispira al di ritto processuale de lla Chiesa Orie ntale, emanato da Pio XII co l M.P.
Sollicitudinem Nostram del 6 gen naio 1950, can n. 453-467 (X . OCHOA, Leges Ecclesiae,
Il , n. 2098, colI. 2712-271 3). La fonte remota è la Cast. Saepe di Cle men te V del 13
dicem bre 1306 (Communi cationes , a. 1972 , p. 60, Il, 3, c).
5665 Per più secoli, com' è noto, i giudizi ecclesiastici si svolsero oralmente , secondo la
prassi dei Romani e del popolo Ge rman ico . Il primo docum ento in cui si presc risse la
form a scr itta risale al Concilio Late ranense IV del 1215. La nuova prassi, che si diffuse
sempre più nei secoli seg uent i, fu accolta nel Codice pio-benedettino dcI 1917, che
tuttav ia non esc luse l' esecu zione orale di vari atti (cfr. cann . 1609, § 3, 1728, 1866, §
2, ccc .). Co n il Codice si è ristabi lito, sia pure lim itatamen te, il proce sso ora le nella
nostra legislazione ca nonica .
Negli ordinamenti civili. l'introdu zione del processo orale , sostituti vo di quello scritto, affer-
matosi in modo costante nei secoli XII-XVIll, ebbe inizio nel seco lo scorso. Attualmente esso è
accolto universalmente in tutte le legislazioni moderne, compresa que lla dello Stato della Città del
Vaticano (Codice di procedura civile. a. 1946)
5666 La nuov a forma di processo è un vero giudizio contenzioso, che si dist ingue da
quello ordi nario per la sua semplificazio ne, resa possi bile da l suo carattere pre va lente-
mente ora le e da lla co ncentrazione degli atti processuali. Co n esso si è inte so veni re
inco ntro ai desideri espressi da più parti , perché anc he nella C hiesa Latina l' amministra-
zione della gius tizia avesse modo di effe ttuarsi co n maggiore spedi tezza, riducendo le
forma lità non necessarie, eh e spesso so no cau sa di eccessiva lentezza.
I vantaggi de l processo contenzioso orale sono notevoli . Le sue caratteristiche
essenziali sono:
- L ' imm ediatezza del rapporto fra il giudice, le parti, gli avvocati, i testi , ecc .
L' identit à del giudice duran te tutto lo svo lgimen to de l proces so
- Il ra pido sussegu irsi degli atti, co nce ntrati di regola in una sola udienza
- La riduzione dell a scrittura al minimo indispensabile
È chiaro per altro che il nuovo processo richiede dal giudice un magg io re senso di
responsabi lità e anc he una maggiore com petenza ed esperi enza professio nale.
5667 Il proce sso co ntenzioso ora le può esse re denominato speciale, ma no n "ratione
materiae", come quelli compresi nella 1II parte del diri tto proccss uale (cann. 1671-
1712) . È speciale so lo "ratione formae" tCommunicationes. a. 1972, p. 60, Il , 3, a ; a.
Il giudizio contenziose ordinario 203

SEZIONE II

Il processo contenzioso orale

CAN. 1656· § 1. Processu conten- § I. Col processo contenzioso orale, di


tioso orali, de quo in hac sectione, cui in questa sezione, possono essere trat-
tractari possunt omnes causae a tate tutte le cause non escluse dal diritto,
iure non exclusae, nisi pars pro- tranne che una delle parti chieda il proces-
cessum contentiosum ordinarium so contenzioso ordinario.
petat.
§ 2. Si processus oralis adhibea- § 2. Se si usa il processo contenzioso
tur extra casus iure permissos, orale fuori dei casi consentiti dal diritto,
actus iudiciales sunt nuIli. gli atti giudiziari sono nulli .

1974, p. 41). Negli Schemi preparatori era stato detto provvisoriamente "sommario":
l'aggettivo "orale" è più proprio e più connotante (cfr. Communicationes, a. 1972, pp.
60-61, Il, in particolare n. 4, c; a. 1979, pp. 246-247, sectio I).

2. L'applicabilità del processo contenzioso orale 5668


1656, § l La norma generale. Possono essere trattate col processo contenzioso
orale tutte le cause non escluse dal diritto, tranne che una delle parti richieda il processo
contenzioso ordinario (cfr. anche can. 1627, relativo alle querele di nullità: n. 5607). La
richiesta può esser fatta anche dal promotore di giustizia o dal difensore del vincolo,
intervenuti nella causa (cfr. can. 1434, n. 2).
Sono escluse per diritto comune': 5669
IO Espressamente, le cause di nullità matrimoniale (can. 1690).
20 Indirettamente, in quanto si prescrive il processo contenzioso ordinario:
- I processi per la dispensa "super rata" (can. 1702)
- Le cause per la dichiarazione di nullità della sacra ordinazione (can. 1710)
- I processi penali (can. 1728, § I)
- Le cause riservate "ex iure" al tribunale collegiale (can. 1425, § I; cfr. Com-
municationes, a. 1972, p. 62, n. 6, c)
- Le cause più difficili o di maggiore rilievo che il Vescovo deliberi di affidare
al tribunale collegiale (can. 1425, § 2)
Il motivo della esclusione delle dette cause è la loro particolare importanza, che
richiede le maggiori garanzie offerte dal giudizio contenzioso ordinario.
Cause e questioni in cui il processo contenzioso orale è per sé obbligatorio nisi.: 5670
a) Le cause di separazione dei coniugi (can. 1693, § I)
b) Le questioni incidentali, risolte mediante sentenza (can. 1590, § I)
Questioni in cui il processo contenzioso orale è sempre obbligatorio 5671
- Le questioni che vanno risolte "expeditissirne" (can. 1631)
1656, § 2 Conseguenze di una illegittima applicazione. Occorre distinguere tra 5672
cause in cui l'uso del processo contenzioso orale è escluso dallo stesso diritto: causae

l Anche il diritto particolare può escludere il processo contenzioso orale nella trattazione di

alcune cause: cfr. Communicatlones, a. 1972, p. 62, n. 6, c; a. 1979, p. 248, can. 318, § 2.
204 LIBRO VII • I processi

CAN. 1657 - Processus contentio- Il processo co nte nzioso ora le si svolge


sus oralis fit in primo gradu coram in primo grado dina nzi a un giudice uni-
iudiceunico,ad normamcan. 1424. co , a norm a del ca n. 1424.
CAN . 1658 - § 1. Libellus quo Iis § l . Il libell o introduttori o dell a lite ,
introducitur, praeter ea quae in oltre a qu anto è indica to nel ca n. 1504 ,
can. 1504 rec ensentur, debet: deve :
l ° facta qui bus actoris petitiones J o esporre in forma breve e co mp leta e
innitantur, breviter, integre et per- con chiarezza i fatti sui qu ali si fo nda no le
spicue exponere; domande dell'attore ;
2° probationes quibus actor fac- 2 ° indicar e le pro ve co n le qu ali l' attore
ta demonstrare intendit, quasque intende dim ostrare i fatt i e anc he quelle
simul afferre nequit, ita indicare che non può addurre insieme con l'i stan-
ut sta tim colligi a iudice possint. za, in modo che possano essere raccolt e
im medi ata me nte dal giud ice.
§ 2. Libello adnecti debent, sal- § 2. AI libello dev ono essere allegati ,
tem in exemplari authentico, do- alme no in co pia aute ntica , i documenti sui
cumenta quibus petitio innititur. quali si fonda la domanda.

a iure exclusae (can. 1669). e cause in cui è escluso per la richiesta delle parti, del
promotore di giustizia o del difensore del vincolo, che intendono avvalersi del processo
contenzioso ordinario.
l° Nel primo caso, l' illegittimità dell' applicazione del processo contenzioso
orale è asso luto, e comporta sia la nullità degli atti giudiziari che la nullità della
sentenza (can. 1699): ossia dell' intero giudizio, per cui il tribunale di appello che
riscontri tale irregolarità, deve dichiarare nulla la sentenza e rinviare la causa al
tribunale che l' ha emessa (can. 1669). La severità di una tale norma ha lo scopo
d'impedire possibili abusi: "Ut abusus praecaveantur" (Communicationes, a 1984, p.
7 1, can. 1608, n. 2).
2° Nel secondo caso, si avrebbe - a parere di vari autori - la nullità degli atti
a termine del can. 1656, pur restando la validità della sentenza a termine del can.
1669, che nel caso (qualora si traiti di causa concernente interessi di persone private)
sarebbe l'in validità degli atti giudiziari a norma del can. 1619.
5673 La prima pan e di tale interpretazione , tuttavia, non sembra fondata, poiché la nullità deg li alli
giudiziari per l'uso del processo contenzioso orale, escluso non per disposizione di legge (II iure)
ma per la richiesta contraria di una delle pan i, del promotore di giustizia o del difensore del
vincolo, non è dimostrala. e in effetti non è disposta in nessun canone . Si tenga presente che le
norme invalidanti devono essere formul ate in modo espresso (can, lO) e sono soggette a stretta
interpre taz ione (can . 18) . Di co nseg ue nza , nell a dell a ipotesi, l' appl icazione del processo
contenzioso ora le in contras to con una precisa richiesta ammessa dalla legge è certamente illecita,
ma a nostro parere non rende nulli gli alli giudiziari, come non rende nulla la se ntenza. Il richie-
de nte che vede disattesa la sua domanda può far ricorso anzitutto allo stesso giudice , che non ha
accollo la sua doma nda (si tratta di una eccezion e dilatoria), e in caso di decisione negati va può
ricorrere ulteriormente al tribunale superiore.

5674 1657 Il giudice unico. 11 processo contenzioso orale si svolge dinanzi al giudice
unico sia in primo grado (can. 1657), sia per sé in appello (can. 1441 , cfr. Conimuni -
cationes. a. 1972, p. 62, n. 7, c). È opportuno, tuttavia, che il giudice unico si associ
come consulenti due assessori, chierici o laici, ai sensi del can. 1424 (cfr. Communica-
tiones, a. 1972, p. 62, n. 7. b). I detti assessori possono partecipare alle udienze.
Il giudizio conten zioso ordinario 205

CAN. 1659 - § 1. Si conamen con- § 1. Quando il tentativo di conciliazione


ciliationis ad normam can. 1446, a nonna del can . 1446, § 2, sia risultat o
§ 2 inutile cesserit, iudex, si aesti- vano, se il giudice ritenga che il libello
met Iibellum aliquo fundamento abbia qualche fondam ento, entro tre gior-
niti, intra tres dies, decreto ad cal- ni, con un decreto apposto in calce al li-
cem ipsius libelli apposito, prae- bello stesso, ordini che una copia dell a
cipiat ut exemplar petitionis noti- domanda venga notificata alla parte con-
ficetur parti conventae, facta huie venuta, con la facoltà d 'inviare, entro
facultate mittendi, intra quìnde- quindici giorni, una rispo sta scritta alla
cim dies, ad cancellariam tribu- cancelleria del tribunale.
nalis scriptam responsionem.
§ 2. Haec notificatio effectus ha- § 2. Questa notifica zione ha gli effetti
bet citationis iudicialis, de quibus della citazione giudiziaria, di cui al can.
in can. 1512. 1512.

3. Gli atti preliminari 5675

Come s' è già notato, il processo contenzioso orale è un vero processo giudiziario,
che, pur nella sua forma semplificata, contiene tutti gli elementi essenziali del giudizio
ecclesiastico: azione dell'attore e opposizione del convenuto, eventuali eccezioni, for-
mulazione del dubbio o dei dubbi, raccolta delle prove, discussione, sentenza motivata,
notifica alle parti, ccc. (Communicationcs. a. 1972, p. 60, n. II, 4, a).
I cann. 165 8-1661 ne disciplinano gli atti preliminari.

1658 Il libello introduttorio della lite. Dev'essere più completo di quello richiesto 5676
nel giudizio contenzioso ordinario, poiché nel processo contenzioso orale è prevista
un'unica udienza, che, pertanto va preparata opportunamente. Di conseguenza. oltre a
quanto è prescritto nel can. 1504 (n. 535 3), il libello:
I ° Deve esporre in forma breve ma completa e con chiarezza i fatti sui quali si
fondano le richieste dell' attore.
2° Deve indicare le prove con le quali l'attore intende dimostrare i fatti e anche
quelle che non può addurre insieme con l'i stanza, in modo che possano essere raccolte
immediatamente dal giudice.
3° Al libello, infine, devono essere allegati in copia autentica i documenti su cui
si fonda l'i stanza.
La domand a orale di cui al can. 1503 non è esclusa, ma, considerate le maggiori esigenze del 5677
can. 1658, è forse da ritenere che, nel processo contenz ioso orale, la detta domanda è giustificata
solo da un impedi mento piuttosto serio.

1659 La notificazione alla parte convenuta. In rispondenza col can. 1446, § 2. 5678
il compito del giudice è anzitutto quello di tentare la conciliazione delle parti, mediante
un'equa composizione della lite. Risultato vano questo tentativo. se egli ritiene che il
libello, presentato nella debita forma (cann. 1504 e 165 8), abbia un certo fondamento
(il "fumus boni iuris"), entro tre giorni, con decreto apposto in calce al libello stesso,
ordinerà che una copia della domanda sia trasmessa alla parte convenuta, con la facoltà
d'in viare, entro 15 giorni, una risposta scritta alla cancelleria del tribunale con le osser-
vazioni che riterrà opportune. Nel detto decreto è implicita l' accettazione del libello. di
cui al can. 1505, § I, e la notificazione fatta al convenuto ha tutti gli effetti della
citazione giudiziaria, di eui al can. 1512. Ovviamente, prima di emanare il decreto, il
giudice dovrà accertarsi debitamente:
206 LIBROVII· I processi

CAN. 1660· Si exceptiones partis Qualora lo esigano le eccezioni solleva-


conventae id exigant, iudex parti te dalla parte convenuta, il giudice fissi
actrici praeflniat terminum ad alla parte attrice un termine per risponde-
respondendum, ita ut ex allatis re, in modo da aver chiaro , dagli elementi
utriusque partis elementis ipse addotti da entrambe le parti, l'oggetto del-
controversiae obiectum perspec- la controversia.
tum habeat.
CAN. 1661 - § 1. Elapsis terminis, § l. Trascorsi i termini di cui ai cann.
de quibus in cann. 1659 et 1660, 1659 e 1660, il giudice, esaminati gli atti,
iudex, perspectis actis, formula m proceda alla formulazione del dubbio;
dubii determinet; dei n ad audien- quindi citi per l'udienza, da tenere non ol-
tiam, non ultra triginta dies cele- tre trenta giorni, tutti coloro che devono
brandam, omnes citet qui in ea in- parteciparvi, aggiungendo per le parti la
teresse debent, addita pro partibus formula del dubbio .
dubii formula.
§ 2. Incitatione partes certiores § 2. Nella citazione, si avvertano le
flant se posse, tres saltem ante au- parti che possono presentare al tribunale,
dientiam dies, aliquod breve scrip- almeno tre giorni prima dell'udienza, un
tum tribunali exhibere ad sua as- breve scritto per comprovare le loro
serta comprobanda. asserzioni.

- Che la causa sia di sua competenza (can. 1505, § l)


- Che l'attore possieda la legittima capacità di stare in giudizio (ibid.)
5679 1660 Eventuali eccezioni. Contro le pretese dell'attore, il convenuto può opporre
le sue eccezioni (can. 1491) ed anche delle azioni riconvenzionali (can. 1494). In questo
caso, se risulti necessario, il giudice le notificherà all'uttore, concedendogli, per rispon-
dere, un congruo tempo. In tal modo, con gli elementi addotti da entrambe le parti, il
giudice potrà avere una cognizione chiara dell'oggetto della controversia. Dovrà anche
tener presente il can. 1590, relativo alle questioni incidentali e ricorrere al processo
contenzioso ordinario. se la questione sollevata presenti una certa gravità.
5680 1661 Formulazione del dubbio e citazione. Trascorsi i termini di cui ai cann.
1659 e 1660 (15 giorni per la risposta scritta del convenuto, e tempo congruo per la
replica dell'attore) , il giudice procede di ufficio alla formulazione del dubbio o dei dubbi
in base agli elementi in suo possesso. Segue la citazione "ad normam iuris" (can. 1509)
di tutte le persone interessate (attore, convenuto, testi, eventuali periti, e se necessari,
anche il promotore di giustizia e il difensore del vincolo), per l'udiellza, che dovrà aver
luogo non oltre i 30 giorni, aggiungendo per le parti, il promotore di giustizia e il
difensore del vincolo, la formula del dubbio.
Nella citazione: si avvertiranno le parti della facoltà che compete loro di presentare
al tribunale, almeno tre giorni prima dell'udienza, un breve scritto per comprovare le
loro asserzioni.

5681 4. Lo svolgimento dell'udienza


Il fulcro del giudizio contenzioso orale è l'udienza, che risponde simultaneamente
a tre distinte esigenze:
- La raccolta delle prove (dichiarazione delle parti, escussione dei testi, esame dei
documenti. perizie).
Il giudizio contenzioso ordinario 207

CAN. 1662 - In audientia primum Nell'udienza sono trattate an zitutto le


tractantur quaestiones de quibus questioni di cui ai cann. 1459-1464.
in cann. 1459-1464.
CAN. 1663 • § 1. Probationes col- § l . Le prove si raccolgono durante
Iiguntur in audientia, salvo prae- l'udien za , salvo il di sposto del c an. 1418 .
scripto can. 1418.
§ 2. Pars eiusque advocatus assi- § 2 . Ciascuna parte e il suo avvocato
stere possunt excussioniceterarum possono assistere all ' escussione delle al-
partium, testium et peritorum, tre parti, dei testimoni e dei periti.

- La pubblicit à delle medesime prove, che si raccolgono alla presenza delle parti
o dei loro avvocati, per cui non è necessaria la pubblicazione degli atti.
- La discussione della causa (dibattimento), che si svolge fra gli avvocati dinanzi
al giudice tCommunicati ones. a. 1972, pp. 60-61, Il,4, b; a. 1974, p. 41).
Segue di regola, nella stessa udienza, la decisione , limitata alla parte dispositiva.

1662 Le questioni preliminari da trattare. Sono quelle indicate nei cann. 1459- 5682
1464, ossia le varie eccezioni di nullità, sollevate eventualmente dalle parti, le eccezioni
dilatorie, quelle relative alla competenza del giudice . le eccezioni perentorie , le azioni
riconve nzionali, la richiesta di cauzione, la concessione del gratuito patrocinio , ecc. (nn.
4730-4735) .
Nel defin ire le dette questi oni , il giudice si consulterà opportunamente co n gli assessori , e
sentirà il promotore di giustizia presente all'ud ienza. Co ntro le relat ive deci sioni, non c'è ricorso,
perché da una parte il processo con tenzioso de ve procedere co n speditez za, e dall'altra le que stioni
acce nnate vanno in ge nere risol te expeditissinie a norma del can. 1629. n. 5.

1663 Le prove. Definite le questioni preliminari . si passa, nella medesima udienza, 5683
alla raccolta delle prove: dichiar azione delle parti, escussione dei testi", esame dei do-
cumenti. eventuale relazione dei periti, ecc. (cann. 1526-1581). Per quanto riguarda le
prove da raccogliere fuori del territorio diocesano, qualora richiedano l'aiuto del tribu-
nale del luogo (can. 1418), oppure l' accesso o l'ispezione giudizi aria (cann. 1582-1583),
bisognerà che questi elementi di prova siano già predisposti, l'accogliendoli prima del-
l'udienza.
Il § 2 contiene una importante novità: ciascuna parte, come il rispettivo procuratore 5684
e avvocato, può assistere all'interrogatorio delle altre parti, dei testimoni e dei periti. Nel
processo contenzioso ordina rio, invece, le parti non possono assistere all'esame dei
testimoni, tranne che il giudice, specialmente se la causa sia d'interesse privato . ritenga
di doverle ammettere; e gli avvocati e i procuratori possono assistervi, salvo che il
giudice , per circost anze di cose o di persone, decida ehe l'escussione si svolga in segreto
(can. 1559: n. 5465). Anche ilei processo contenzioso orale, il giudice conserva la
facoltà di escludere in casi particolar i le parti, e gli stessi avvocati, ma si richiede un
motivo adeguato (cfr. Communicationes, a. 1972, p. 63, n. 8, g).

1664 Il compito del notaio. La presenza del notaio è indispensabile come quella 5685
del giudice (can. 1437). E poiché la forma orale del processo è prevalente , ma non

, I testi non de vono ess ere numerosi: «Oportet refraenare excess ivum numerum testium»
(Commu nicationes. a. 1972, p. 63, n. 8, f, cfr. can. 1553 l.
208 LIB RO VII • I proc ess i

CAN. 1664 - Responsiones par- Le risposte delle part i, dei tes timoni , dei
tium, testium, peritorum, petitio- pe riti, co me pure le domande e le eccezio-
nes et exceptiones advocatorum, ni degli avvocati, devon o esser e redatte
redigendae sunt scri pto a notario, per iscr itto da l notaio, ma in modo som -
sed summa tim et in iis tantummo- mario e so lo per qua nto è pertine nte alla
do quae pertinent ad substantiam so stanza dell a co ntrovers ia; le persone
rei controversae, eta deponentibus che depon gon o, devono app orvi la loro
subsignandae. firma .
CAN. 1665 - Probationes, quae Le prove che no n sia no state addo tte o
non sint in petitione vel responsio- richi este nell a dom anda o nell a risposta,
ne allatae aut petitae, potest iudex possono venire am messe dal gi udice so lo
admittere tantum ad normam can, a norma del ca n. 1452 ; ma do po che si è
1452; postquam autem vel unus ascoltato anche un so lo teste, il gi udice
testis auditus est, iudex potest tan- può disporre l' accoglim ento d i nuo ve pro-
tummodo ad normam can. 1600 ve solo a norm a del ca n. 1600.
novas probationes decernere.
CAN. 1666 - Si in audientia pro- Se nell 'udien za non sia sta to possib ile
bationes omnes colligi non potue- raccogliere tutte le pro ve, si stabi lisca un a
rint, altera statuatur audientia. seconda udienza.
CAN. 1667 - Probationibus collec- Raccolte le prove, ha luogo nell a stes sa
tis, tit in eadem audientia discus sio ud ien za la discussione orale.
oralis.

esclusiva, il suo compito è di verbalizzare le risposte delle parti, dei testi, dei periti, e
similmente le richieste e le eccezioni degli avvocati in modo sommario, e solo per
quanto attiene alla sostanza della controversia. Le persone che depongono. devono
apporre la loro firma ali' atto.
La redazione scritta delle deposizioni, anche se sommaria, fornirà Ull materiale
molto utile al giudice per la stesura della sentenza. Gioverà in particolare al tribunale
di appello, che dovrà riesaminare la vertenza' ,
5686 1665 Prove ulteriori. Nel processo contenzioso orale, tutte le prove devono
essere addotte o richieste prima dell'udi enza: nel libello introduttorio della lite (can.
1658, § l, n. 2), nella risposta del convenuto (can. 1659, § I), nella replica dell' attore
(can. 1660), nell' ultimo scritto da presentare tre giorni prima dell'udienza (can. 160 l,
§ 2). Durante l' udienza, il giudice può ammettere prove ulteriori solo a norma del
ean. 1452, e dopo che si è ascoltato anche un solo teste solo a norma del can. 1600
(v. commento a tali canoni: nn. 5234-5236, 5546) .
5687 1666 Una eventuale seconda udienza. Il processo contenzioso orale dovrebbe
concludersi in una sola udienza. Ma se questa non sia sufficiente per raccogliere tutte
le prove, se ne terrà una seconda al più presto. nel giorno fissato dal giudice.
5688 1667 La discussione orale. Alla raccolta delle prove, segue il dibattimento o di-
scussione orale, nella quale gli avvocati esporranno dinanzi al giudice e alla presenza

.' « Ta mquam adi utorium scripturae, in hac forma orali. admittitur usus stenographiac vel usus
machinae magnetophonicae, du rnmodo dein responsio nes scripto consignent ur el subscribantur a
deponentibus» tCommu nicationes . a. 1972, p. 63. n. 8. I: v. anche a. 1979, p. 252 , can. 326 . § 2;
v. infine cann. 1567. § 2. e 1569, § I).
n ~iucJizio con ten zioso ordinariu 209

CAN. 1668 - § l. Nisi ex discussio- § I. AI tennine della discussione, se da


ne aliquid supplendum in causae ess a non sia emersa la necessità di un
instrnctionecomperiatur, velaliud suppleme nto d'i struttoria, e non sussista
exsistatquodimpediatsententiam altro impedimento alla regolare pronun-
rite proferri, iudex illico, expleta zia dell a sentenza, il giudice, concl usa
audientia, causam seorsum deci- l'udienza, proceda imm edi atament e da
dat; dispositiva sententiae pars solo alla decisione dell a ca usa; si legga
statim coram partibu s praesen- quindi immediatamente la parte dispo-
tibus legatur, sitiva della sentenza alle parti present i.
§ 2. Potest autem tribunal prop- § 2. Per la complessi tà della causa, tut-
ter rei difficultatem vel aliam iu- tavia, o per altro giusto motivo, il tribun a-
stam causam usque ad quintum le può differire la decisione fino al quinto
utilem diem decisionem differre, giorno utile.
§ 3. Integer sent en tiae te xtus, § 3. Il testo complet o della sentenza, con
moti vis ex p ressis, quam primum, le relative motivazioni, sia notificato alle
ordinarie non ultra quindecim parti al più presto. di regola non oltre quin-
dies , partibus notificetur. dici giorni.
CAN. 1669 - Si tribunal appella- Qualora il tribunale d'appe llo riscontri
tionis perspiciat in inferiore iudicii che nel precedente grado di giudizio sia
gradu processum contentiosum stato adottato il processo contenzioso ora-
oralem esse adhibitum in casi bu s a le in casi esclusi dal diritt o, dichiari la
iure exclusis, nullitatem sententia e nullità della sentenza e rinvii la causa al
declaret et causam remittat tribu- tribunale che l'ha emessa.
nali quod sententiam tulit,

delle parti, i loro argo menti in difesa dei propri assistiti, illustrando i motivi "in facto"
e " in iure" .
Nella discussione possono intervenire personalmente anche le parti, e, naturalmen-
te, anche il promotore di giustizia e il difensore del vincolo, presenti nella causa.
1668 La definizione della causa. Terminata la discussione, se da essa non sia 5689
emersa la necessità di un supplemento d'i struttoria, e non sussista altro impedimento, il
giudice dichiara conclusa l'u dienza e, consultatosi con i suoi assessori (can. 1657) in
camera di consiglio, procede immediatamente (illico) alla definizione della causa. Legge
quindi, nella stessa udienza, la parte dispositiva della sentenza dinanzi alle parti presenti
(§ I ).
Per la complessità della causa, o per altro giusto motivo, la decisione può essere
differita, ma non oltre il quinto giorno utile (§ 2).
Nell'udienza, il giudice formula la parte dispositiva della sentenza, ma la stesura 5690
della sentenza completa, opportunamente motivata, che richiede una maggiore riflessio-
ne, viene fatta successivamente. Va quindi regolarmente notificata al più presto (quam
primum) alle parti o ai loro procuratori. mediante consegna o trasmissione dj una copia
autentica, a norma del can. 1616: di regola (ordinarie) non oltre i 15 giorni. E da questa
notificazione che decorrono i termini per la presentazione di un eventuale appello (cfr.
cann. 1614 e 1630, § I ), che segue le norme generali del diritto (can. 1628 ss.).

5. Norme ulteriori
1669 L 'obbligo d el tribunale di appello. Il processo con tenzioso ora le è 5691
applicabile solo nei casi previsti dal diritto. Una sua applicazione illegittima rende nulli
210 LIBRO vn- I process i

CAN. 1670- In ceteris quae ad ra- In tutto il resto, per quanto rigu arda la
tioncm procedendi attinent, ser- procedura, si osservino le norme stabilite
ventur praescripta canonum de dai canoni circa il giudizio cont enz ioso
iudiciocontentiosoordinario. Tri· ordin ario. Il tribun ale tutta via, con un de-
bunal autem potest suo decreto, creto motivato, può derogare alle nonne
motivis praedito, normis proces- proce ssuali che non sono prescritte per la
sualibus,quaenonsintad validita- valid ità, allo scopo di ass icurare, salva la
tem statutae, derogare, utcelerita- giustizia, una maggiore celerità.
ti, salva iustitia, consulat.

gli atti giudiz iari (can. 1656). Di conseguenza, riscontrando una tale irregol arità, il
tribunale di appello, com e s'è già rilevato, deve dichiarare nulla la sentenza e rinviare
la causa al tribunale che l'h a emess a, poiché si tratta di nullità radicalm ente insanabile
(cfr. can. 1620).

5692 1670 Fa coltà del giudice circa le norme procedurali. A parte le norme prop rie,
co ntenute nei cann. 1656-1670, nello svolgimento del giudizio contenz ioso orale sono
da applica rsi, se rva tis servandis, le norme proc ed urali dis pos te pe r il giudizio
co ntenzioso ordinario nei cann. 1501-1655, e anche le disposizioni dei cann. 1400-1500,
che valgono per qualsi asi tipo di giudizio.
Si concede per altro al giudice un ' ampi a facoltà discrezionale per cui, allo scopo
di assic urare al giudizio contenzioso orale una maggiore celerità, egli può anche non
atte nersi alle norm e procedur ali prescritte sia per il processo co ntenz ioso orale che per
il giudizio contenzioso ordinario, ma a una triplice condi zione:
- Che non si tratti di norm e stabilite "ad validitatem"
- Che rest i salva la giustizia, poiché è questa che dev ' essere amministrata
- Che si stabilisca mediante un apposito decreto motivato
5693 L' istituto del processo contenzioso orale è nuovo, e la normativa risente ovviamente di qua l-
che incertezza . Essa passerà al vaglio della spe rimentazione, che ne metterà in evide nza gli
even tuali difett i, le deficie nze c Ic lacune, suggerendo le modifiche e le intcgrazioni che si rende-
ranno necessarie.

5694 LE CAUSE DI NULLITÀ MATRIMONIALE (ca nn. 1671-1691)


Schema
l. Introduzione 6. La sentenza e l'appello
2. Il foro compe tente 7. Il processo doc umentale
3. Il diritto d' imp ugnare il matrimonio 8. Norme di caratte re generale
4. Il com pito dei giudici 9. Tribunali regionali in Italia
5. Le prove IO. Normc concordatarie

5695 1. Introduzione
Ha inizio con l'attuale capitolo la terza parte del libro VII De processibus, dedicata
ai principal i processi speciali: processi matrim oniali e cause per la dic hiarazione di
nullità della sacra ordinazione. Due altri processi speciali sono trattati a parte : quello di
dimiss ione dei religiosi dall' Istituto, nei cann. 694-704 (cfr. anche ca nn. 729 e 746), e
quello di scioglimento del vincolo matrimoni ale in virtù del privilegio della fede, nei
ca nn. I 143-1 150.
Le cause di nullità matrimoniale 2 11

PARTE III
ALCUNI PROCESSI SPECIALI
Titolo I
I processi matrimoniali
CAPITOLO I
LE CAUSE PER LA DICHIARAZIONE DI NULLITÀ DEL MATRIMONIO

ART . I
IL FORO COMPETENTE

CAN. 1671 • Causae matrimonia- Le ca use matrimoniali dei batt ezzati


les baptizatorum iure proprio ad spettano, per diritto proprio, al giudice
iudicem ecclesiasticum spectant. eccle siastico.

I processi matrimoni ali co nsiderati nel tit. I sono qua ttro. Riguard ano: 5696
l ° La dichi arazione di nullità del matrimonio: cann. 1671-1 691
2° La separazione dei co niugi: ca nn. 1692-1 696
3° La dispensa circa il matrimon io rato e non con sum ato: can n. 1697-1706
4° La dic hiaraz ione di morte presu nta: can . 1707
Il pri mo dei detti processi è di carattere stre ttamente giudiziario . Nel seco ndo si può
adottare sia la for ma giudiziaria che quella ammi nistrativa (ca n. 1692, § I ). Nel terzo
e nel qua rto, si usa la forma amministrativa.
Relativamen te alle ca use di nullit à ma trimo niale, sono stati ema nati prima del l'at- 5697
tuale Codice due importanti documenti :
- L'lstr. Provida Mater Ecc/esia della S.c. dei Sacramenti, in data 15 agos to
1936 (X. OCHOA, Leges Ecclesiae, I, n. 1347, colI. 1739-17 68).
- Il M.P. Causa e matrimoniales di Paolo VI, in data 28 marzo 1971 (X . OCHOA,
Leges Ecclesia e, IV, n. 3960 , coli. 5983-5985; Enchir. Vat., vol. 4, pp. 2 10-221) .
Tali doc umen ti hanno cess ato di aver vigore. Nel secondo era detto espressamente che le sue
norme dovevano esse re osse rvate fino alla promulga zione del nuovo Codice di Diritto Canonico
(Introduzione, 5° cpv.). Sarà utile in ogni modo tenerli presenti, per una più esatta e comp leta
comprensione della presente materia.
Le ca use di nullit à matrimon iale hanno una speciale importanza de l diritto della 569 8
Chiesa, non solo per la loro natura e per le conseguenze mora li, socia li e giuridiche che
da esse de rivano, ma anc he per il fatto che tali processi cost ituiscono il maggior numero
dei giudizi che si svol gono da più tempo nel foro canonico.
«Le ca use matri moniali - scrisse Pa olo VI nella introduzione alle Norme procedurali ema-
nate il 28 marzo 1971 - sono state sempre oggetto di speciale sollecitudine da parte della Chiesa .
la quale si sforza con esse di tutelare la santità e la gen uina natura del sacro vincolo del matrimonio.
Il numero di tali cause. tuuavia , tende a crescere sempre più nel nostro tempo. e la Chiesa non può
fare a meno di guardare con grande preocc upazione a un siffatto fenomeno» (E nchir. Val., vol. 4.
p. 2 11, nn. 425-426): fenomeno allarmante. «segno caratteristico dell'i ndebo limento della sacralità
212 LIBRO VII - I processi

CAN. 1672· Causae de effectibus Le cause circa gli effetti pur amente
matrimonii mere civili bus perti- civili del matrimonio, sono di competenza
nent ad civilem magistratum, nisi del magistrato civile, salvo che, per diritto
ius particulare sta tu a t ea sdem particolare, sia stabilito che tali cause,
causas, si incidenter et accessorie qualora vengano trattate in maniera inci-
agantur, posse a iudice ecclesia- dentale ed accessoria, possono essere esa-
stico cognosci ac definiri. minate e definite dal giudice ecclesiastico .

della legge, su cui è fondata la famiglia, dell' inquietudine della vita moderna. della precarietà di
condizioni sociali ed economiche, in cui essa si svolge. e del pericolo che può minacciare la
saldezza . la vitalità dell'istituto familiare» (Discorso ai prelati della Rota Romana, 25 gennaio
1966 : Insegnamenti di Paolo VI, Tipografia Vaticana, voI. IV. p. 38).

Sarà pertanto nostro dovere studiare con particolare cura e interesse il diritto ma-
trimoniale sancito nella Chiesa non solo nella sua parte sostantiva, ma anche in quella
processuale. contenuta nei cann. 1671-1691 del Codice di Diritto Canonico.

5699 2. Il foro competente


1671 (/ 960*) Un principio teologico-giuridico. L' affermazione contenuta nel
canone è una conseguenza diretta del carattere sacro e religioso del matrimonio, elevato
da Cristo, per i battezzati, alla dignità di sacramento (can. 1055). In forza di tale carat-
tere, la Chiesa ha sul matrimonio dei cattolici, anche se uno solo di essi sia battezzato,
una competenza propria ed esclusiva (can. 1059). In forza del medesimo carattere, tutte
le cause matrimoniali dei battezzati spettano per diritto proprio, ossia originario, nativo.
al giudice ecclesiastico.
5700 Nel corrispo ndente can, 1960 del Codice precedente, questo diritto proprio era detto anche
esclus ivo . Tale aggettivo è stato omesso volutamente nel can. 167 1. perché - si disse - «illa
verba contentio nes dissentionesque sapiebant et parurn Oecumenismo conferebant» (Communica -
tiones, a. 1979. p. 256. can. 335). Per gli stessi motivi l' aggettivo non figurava neppure nel n. f
del M.P. Causas matrimonia les di Paolo VI tEnchi r. Val.. voI. 4. p. 2 13. n. 429). Ma non può dirsi
ch'esso sia del tutto scomparso. poiché nel can. 1401 è detto formalmente che la Chiesa giudica
per diritto proprio ed esclusiv o le cause che riguardano cose spirituali o connesse con cose spiri-
tuali, e tali sono senza dubbio le cause matrimoni ali che non riguardino gli effetti puramente civili,
di cui al can. 1672.
5701 Nel can. 12 " De sacramento rnatrimonii", il Concilio Tridentino, SessoXXIV dell' Il novem -
bre 1563. si limita ad affermare la competenza dei gi udici ecclesiastici circa le cause matrimoniali:
«Si quis dixerit causas matrimoniales non specta re ad iudices ecc lesias ticos, anathema sit»
(Denzinger-Schonmerzer, n. 1812).

5702 1672 (1961 *) Le cau se circa gli effetti puramente civili. Si è già accennato agli
effetti puramente civili del matrimonio (mere civiles matrimonii effectus) nel can. 1059,
e si è detto ch'essi sono di competenza dell ' aut orit à statale. Gli effetti puramente civili
son quelli che non toccano la sostanza del matrimonio né le sue proprietà o clementi
essenziali, come ad esempio il regime economico, la dote, le successioni, il nome, ecc.
(n. 5702) . Lc cause circa tali effetti, che appartengono all' ordine temporale, sono di
competenza del magistrato civile. Il giudice ecclesiastico potrà definirle solo a due
condizioni:
- Che ciò sia previsto nel diritto particolare;
- Che la questione sia trattata in forma incidentale e accessoria rispetto alla causa
principale di nullità.
Le cause di nullit à matrimoniale 213

CAN. 1673 - In causis de matri- Nelle cause di nullità del matrimonio,


monii nullitate, quae non sint Sedi che non siano riservate alla Sede Aposto-
Apostolicae reservatae, competen- lica, sono competenti :
tia sunt: l ° il tribunale del luogo in cui è stato
1° tribunalloci in quo matrimo- celebrato il matrimonio;
nium celebratum est; 2° il tribunale del luogo in cui la parte
2° tribunalloci in quo pars con- convenuta ha il domicilio o il quas i-domi-
venta domicilium vel quasi-do- cilio ;
micilium habet; 3° il tribunale del luogo in cui la part e
3° tribunal loci in quo pars ac- attrice ha il domicilio, purché entrambe
trix domicilium habet, dummodo le parti risiedano nel territorio della me-
utraque pars in territorio eiusdem des ima Conferenza Episcopale, e il Vica-
Episcoporum conferentiae degatet rio giudiziale del luogo di domicilio deIIa
Vicarius iudicialis domicilii partis part e convenuta, udita la mede sima, ac-
conventae, ipsa audita, consentiat; consenta;
4° tribunal loci in quo de facto 4° il tribunale del luogo in cui, di fatto,
colligendae sunt pleraeque proba- si debbano raccogliere la maggior parte
tiones, dummodo accedat consen- deIIe prove, purché vi sia il consen so del
sus Vicarii iudicialis domicilii par- Vicario giudizial e del domicilio della par-
tis conventae, qui prius ipsam in- te convenuta, la quale dev 'essere prim a
terroget, num quid excipiendum da lui interrogata se abbia qualcosa da
habeat. eccepire.

1673 (1962 e 1964*) Il foro competente in prima istanza. Le norme sono state 5703
modificate notevolmente. A termine dell'attuale canone - a parte le cau se riservate alla
Sede Apostolica' e quelle che il Romano Pontefice abbia avocato al suo giudi zio (can.
1405, § l , n. 4) - i tribunali competenti a tratt are e a definire le cau se di nullità
matrimoni ale in prima istanza e tra i quali l'attore ha lib ertà di scelta, sono quattro:
IO Il tribunale del luogo in cui sia stato celebrato il matrimonio.
2° Il tribunale del luogo in cui la parte convenuta abbia il domi cilio o il qua si-
dom icilio ca nonico (no n quell o ci vile), che possono essere tanto propri o per son al i.
quanto comuni co n l'altro con iuge .
3° Il tribun ale dc/luogo in cui la parte attrice abbia il domi cil io (no n ba sta il qu asi-
domicilio) , ma a una duplice co nd izione:
- Che entrambe le parti risied ano nel territori o dell a med esima Conferenza Epi-
sco pale
- Che il Vicario giudiziale del luogo di domi cilio della part e con venuta, udita la
mede sima, dia il suo con sen so?
Le dette limitazioni si spiegano. perché la nonna costituisce una deroga al principio tradizio-
nale actor sequitur fo rum rei seu partis conventae (can. 1407, § 3).

I Sono le cause matrimoniali dei Capi di Stato, di cui al cun, 1405, § l, n. I (n. 5104 ).

, Risposta della Pont. Comm. per l'interpret. del Codice di Diritto Canonico, 28 febbraio
1986:
- D. Utrum Vicarius iudicialis, cuius consensus requiritur ad normam can. 1673, 30 sit
Vicarius iudicialis dioceesis in qua domicilium habet pars conventa an Tribunali" interdioecesani,
R. Affirmative ad primam et ad mentem.
Mens autem est: si in casu particulari deficiat Vicarius iudicialis dioecesanus, requiritur
conscnsus Episcopi (Communicntiones , a. 1986, p. 408. I).
214 LIBR O VII -I processi

ART. 2
IL DIRITTO D'IMPUGNARE IL MATRIMONIO

CAN. 1674· Habiles sunt ad ma- Sono abili ad impugnare il matrimonio:


trimonium impugnandum:
10 coniuges; IO i coniugi;
20 promotor iustitiae, cum nul- 20 il promotore di giustizia, quando la
litas iam divulgata est, si matrì- nullità sia stata g ià divulgata e non sia
monium convalidari nequeat aut possibile o non sia opportuno convalidare
non expediat. il matrimonio.

4 0 Il tribunale del luogo in cui, di fatto, si debbano raccogliere la maggior parte


delle prove, ma anche a una duplice condizione:
- Che il Vicario giudiziale del domicilio (non del quasi-domicilio) della parte con-
venuta dia i I suo consenso dopo aver sentito la parte convenuta se abbia qu alcosa da eccepire
(non è necessario il consenso della parte convenuta, ma solo l'ascolto del s uo parere).
5704 Da tener presenti i seguenti canoni:
- CalI. 1425. § I . Il. I : fermo restando il disposto dei cann. 1686 e 1688. relativi al processo
documentale, le cause di nullità matrimoniale sono riservate a un tribunale collegiale di tre giudici.
- Cun. 1690: nelle medesime cause, non è consentito l'u so del processo contenzioso orale
(cann. 1656-1670): bisogna usare precettivamente il giudizio contenzioso ordinario (cann. 1501-
1655).

5705 3. TI diritto d'impugnare il matrimonio


1674 (1971 *) Gli aventi diritto. Considerato che, a termine del can. 1501. il
giud ice non può procedere all 'esame di alcuna cau sa senza la presentazione della rela-
tiva domanda: nemo iudex sine acta re (n. 5349), e c he, ai sensi del can. 1691, le cause
di nullità matrimoniale son cause interessanti il bene pubblico, hanno la facoltà e il
diritto d'impugnare il matrimonio:
IO Anzitutto i coniugi, le per sone direttamente interessate, che pos sono adire il
tribunale ecclesiastico, senza alcuna limitazione:
- Siano o no cattolici o battezzati (Risposta della Pont. Comm. per l'interpret. dei
De creti del Conco Vat. li, 8 gennaio 1973: Communicationes , a. 1973, p. 39 , Il).
- Abbiano o no dato causa all 'impedimento che ha determinato la nullità, a dif-
ferenza di quanto disponevano il can. 1971, § I, n. l . del Codice 1917, e l'art. 35 § I,
n. I. dell a Istr. Provida Mater Ecclesia della S.c. dei Sacramenti, 15 agosto 1936 (X.
O CHOA, Leges Ecclesiae, l, n. 1347. col. 1743)'.

.1 Communicationes, a. 1970, p. 189. La modifica della norma fu dettata da motivi di carattere

pastorale: «Nulla limitatio in iure impugnandi matrimonium. Etiam hic studendum est bono
animarum et insimul iuridicae c1aritati.
a) Omnes qui usum fori habcnt, sciunt difficultates fere insuperabiles inductas ab exclusione
coniugum, qui fuerint nullitatis "causa directa et dolosa" . Has angustias frequentes S. Sedis
declarationes auferre non potuerunt. Ex alia parte non potest exigi aliquem rnanere perpetuo in
concubinatu in poenarn malae fidei qua contraxit. Potuissent exigi resipiscentiae signa: sed de istis
iuridice constare non potest. Pastorali via cautiones hac de re requiri possunt et debent ante novas
nuptias, Proinde visum est limitationem nunc vigentem auferre».
Le cause di nullità matrimoniale 2 15

CAN. 1675 - § l. Matrimonium § 1. II matrim onio che non fu impugna-


quod, utroque coniuge vivente, non to mentre erano in vita entrambi i coniu gi,
fuit accusatum, post mortem alte- non può essere denun ziato dopo la morte
rutrìus velutriusque conìugisaccu- di uno di essi o di entrambi, eccetto che la
sari non potest, nisi quaestio de va- questione della sua validità sia pregiudi-
liditate sit praeiudicialis ad aliam ziale per la soluzione di un' altra contro-
solvendam controversiam sivc in versia sia nel foro canonico che in quello
foro canonico sive in foro civili. civile.
§ 2. Si autem coniux moriatur § 2. Se poi un coniuge muoi a nel corso
pendentecausa,serveturcan.1518. del processo, si osserv i il can. 1518.

- Anche se si tratti di sco municati, come risulta dalla soppressione dei cann .
1628, § 3, e 1654, § l.
A pane i casi previsti nel prossimo ca none, il diritto dei co niugi è esclusivo, poiché si tratta
del loro stato gi uridico personale, di cui soltanto essi possono chiedere la mod ifica. Il can . 1971,
~ 2, del Cod ice prece dente agg iungeva in modo formale: «Reliqui om nes, etsi consangui nei, non
habent ius mat rimon ia accusandi , sed tantum nullitatern matrimon ii Ordina rio vcl prom otori
iustitiae de nuntiandi ». Cfr. anc he Provida Mater Ecctesia del 1936, art. 35, ~ 2.

20 Il promotore di giu stizia, ma solo nel caso che la nullità del matrimonio sia stata
già divulgata e non sia possi bile o non sia opp ortun o convalidare il matrimo nio. Si tratta,
pertanto, di un intervento straordi nario, diretto ad eliminare un grave scanda lo (Commu -
nicationes, a. 1979, p. 259, can, 338, n. 2).

1675 (/972*) Due casi particolari. Il primo riguarda il matrimonio che non fu 5706
impugnato mentre i coniu gi erano in vita; il secondo una causa di nullità durante la quale
muoia uno dei coniugi.
]O caso: se il matrimonio non fu impugnato mentre i coniugi erano in vita, la sua
validità non può esse re impugnata direttamente, ossia mediante azione princi pale, dopo
la morte di uno di essi o di entram bi. L'impugnazione può essere solo indiretta, ossia
come quest ione pregiudizia le per la soluzione di un' altra con troversia pendente sia nel
foro canonico che in quello civile: per es. al fine di risolv ere una questione ereditaria.
Nel can . 1972 del Codice precede nte, non era ammessa per s é l'impugnazione del matr imonio 5707
"post mortem alterius vel utriusqu e coni ugis" , perchè era stabilita a tal riguardo la "praesumptio
iuris" circa la sua validità. La presunzione è ora scom parsa, e il canone si limita a prescrivere una
norma (Communicationes, a. 1979, p. 260 , ca n. 339).

2° caso: nel caso di morte di uno dei coni ugi nel corso del processo (pendente 5708
causa), bisognerà osse rvare il prescritto del can. 1518:
- Se la ca usa non è ancora concl usa, l'istanza resta sos pesa finché l'erede del
defunto, o il successore, o altra persona che abbia un interesse legittimo in ordine alla
causa (e questa è soprattutto il coniuge superstite) , riprenda la lite;
- Se la causa è già conclusa, il giudice deve procedere agli atti ulteriori, citando
il procuratore, se vi sia, altriment i l'erede del defunto, o il successore.
3° caso possibile , non considerato nel diritto: muore uno dei coniugi dopo un'un ica 5709
sentenza, che ha dichiarato la nullità del matrim onio. In un caso del genere, una sente nza
rotaie coram Sabattani de l 1961 ha così deciso:
- Unica sententi a pro nullitate, a qua nulla privata persona se gravatam sentiat,
potest exsecutioni mandari ab litem finitam , quando matrimon ium per mortem iam
solutum est... Quando nemo se gravat um sentit ab illa decisione, causa non potest
216 LIBRO VII - I processi

ART. 3
L'UFFICIO DEI GIUDICI

CAN. 1676 - Iudex, antequam II giudice, prima di accettar e una ca usa


causam acceptet et quotiescumque e ogni volt a che intraveda una speranza d i
spem boni exitus perspicit, pasto- buona riuscita, non manchi di adoperare i
ralia media adhibeat, ut coniuges, mezzi pastorali per indurre i coniugi, se
si fieri potest, ad matrimonium possibile, all'eventuale co n va lidazio ne
forte convalidandum et ad coniu- del matrimonio e al ristabilimento della
galem convictum restaurandum co nvivenz a coniugale.
inducantur,
CAN. 1677 • § 1. Libello accepta- § 1. Accettato il libello, il presidente o
to, praeses vel ponens procedat ad il ponente proceda alla notificazione del
notificationem decreti citationis ad decreto d i c ita zio ne a no rma del can .
normam can. 1508. 1508.

ulteriu s trahi, et iudex pote st pronunti are li tem [in itam ... Pra xis S. Rot ae
exsecutionem concedit unicae sententiae pro nullitate, quando matrimonium per
mortem solutum iam est el nemo se gravatum declarat» (S. Romanae Decisiones.
voI. 53, pp. 376, 377 c 378).
La ragione è ovv ia: a norma del can, )687*. la duplice dich iarazione di nullità di mat rimon io
è necessaria so lo perché i coniugi passino a nuov e nozze, ma, nel caso. il coniuge s uperstite ha
questa facoltà indipendentemente dalla dec isione giudiziaria, per il fatto stesso della so pravvenuta
morte della consorte. È per questo che nell 'art. 222, § 2, delle Norme della Istr. " Provid a Mater
Ecclesia" de l 1936 è disposto: «Vinculi autem defensori, mortuo alterutro vel utroque co niuge.
neque officium neque ius est appellationem interponen di vel prosequendi» (X. O CI/OA, Leges
Ecclesiae, I, n. 1347. voli. 1764-1765 ).

5710 4. Il compito dei giudici


1676 (/965*) Un tenta tivo pastorale doveroso. In rispondenza al can. 1446, re-
lativo ai giudizi in genere, si fa obbligo al giudice di tentare anzitutto la conciliazione
dei coniugi, salva sempre la giustizia (can. 1446, § l), ogni volta che (quotiescumque)
si prospetti una qualche speranza di buon esito. Ovviamente rimane esclusa, in questo
tentativo di composizione, ogni transazione o compromesso (cfr. can. 1715, § Il. La
conciliazione è possibile, nel caso, soltanto:
- Col ristabilimento della convivenza coniugale, se il matrimonio risulti realmen-
te valido
- Con la sua convalidazione, se la sua nullità sia certa o dubbia
Nel suo tentativo, il giudice userà tutti i "mezzi pastorali", che sono a sua dispo-
sizione.

5711 1677 È un canone nuovo. Disciplina la serie degli atti processuali che seguono
all' ammissione del libello fatta dal presidente del tribunale (can. 1505, § l ): la citazione

4 lstr . Provida Mater Ecclesia, S.C. dei Sacramenti, 15 agosto 1936, art. 3, § 2: X. O CHOA,
Leges Ecclesiae, n. 1347, col. 1740.
U cause d i nu llil.àmatri moniale 2 17

§ 2. Transacto termino quinde- § 2. Trascorso il termine d i q uind ic i gior-


cimdierum a notificatione, praeses ni dal1a notificazione, se ne ssuna dell e due
vel ponens, nisi alterutra pars ses- parti abbia richiesto l'udien za per la co nte-
sionem ad Iitem contestandam pe- stazione dell a lite, il presid en te o il pone nte
tierit, intra decem dies formulam determini d ' ufficio con un suo decreto, e ntro
dubii ve)dubiorum decreto suosta- di eci giorni, la form ula del dubbio o de i
tuat ex ofticio et partibus notificet. dubbi , not ificandol a al1e parti.
§ 3. Formula dubii non tantum § 3. L a formula del d u bbio non deve
quaeratan constetde nulIitate ma- lim itarsi a l fa tto se con sti , nel caso, dell a
trimonii in casu, sed determinare nullità del matrimonio, m a de ve anche spe-
etiam debet quo capite vel qui bus cificare p er qual e capo o p er quali capi
capitibus nuptiarum validìtas ìm- s' im p ug ni la va li di tà del1e no zz e.
pugnetur.
§ 4. Post decem dies a notifica- § 4 . D opo di e ci gi orni dall a not ifi cazi o -
tione decreti, si partes nihil oppo- ne de l decreto, se le parti non a bbiano fatto
suerint, praeses ve) ponens novo alcuna opposizione, il presidente o il po-
decreto causae instructionem di- nente dispo nga con un nu o vo decreto
sponat. l' ist ruttori a dell a causa.

della parte convenuta, la formu lazio ne del dubbio o dei dubbi, la relativa notificazione
alle parti, il dec reto per l'apertura della fase istrutto ria.
Relativamente alla presentazione del libello introduttorio della lite e alla sua ammissione o al
suo rigetto, si applicano, in forza del can. 1691, le norme contenute nei cann. 1501-1506.
1677 , § l Ammesso il libello, il presidente del tribunale o il ponente di cui al can. 5712
1429 deve procedere alla citazio ne della parte convenuta a norm a del can. 1508.
Nella seduta del 29 marzo J979, il Grup po di Studio De processibus discusse se confe r-
mare o no. per le cause matrimoniali, il disposto del can , 144, § 2 (l'a tt uale can. 1508, § 2) .
Dei nove consultori, cinq ue furon o favorevoli al can. 144, che di conseg uenza conserva il suo
valore anche in ordine alle cause matrimoniali : il libello introdutt orio della lite dev'essere
allegalo alla citazione, «tran ne che il giudice , per motivi gravi , ritenga che la parte non deb ba
conoscerne il contenuto se non dopo la sua deposizione gi udizia ria » (Communicationes , a.
1979, p. 26 1, can. 34 1). V. a tal rig uardo l'import ante Decisione della Scg natura Apos tolica .
6 aprile 1971 : n. 5364, nota 3.

1677 , § 2 T rascorsi 15 giorni dalla notifica della detta citazio ne, se nessu na delle 5713
parti abbia richiesto al tribunale la sess ione per la conte stazione della lite in form ale
contrad dittorio , il presidente o il ponente stabilirà di ufficio entro IO gio rni, media nte
decreto , la formula del dubbio o dei dubbi, notificandola subito alle parti. Co ntro la
formulazion e fatta dal giudice, le parti possono presentare le loro osservaz ioni e la
richiesta di modi fica entro IO giorni (can. 1513, § 3). Una volta stabiliti, i termini no n
possono essere valida mente mutati se non mediante un nuovo decreto, emesso per grave
motivo, ad istanza di parte e dopo aver sentito le altre parti e averne vagliate le ragioni
(ean. (514). Fra le altre parti , sono com presi il difensore del vincolo ed eventualme nte
il promot ore di giustizia (cfr. can. 1434).

1677 , § 3 Nei processi di nullità matrimon iale, la formu la del dubbio o dci dubb i 5714
non può limitarsi al fatto generico se consti, nel caso , della detta nullit à (an constet de
nullitate matri moni i in cas u), ma deve precisare per qual e eapo o per qu ali capi
s' intende impugnare la validità del matrim onio (causa petendi ). Tale precisaz ione è
necessaria perché si possa avere la duplice sentenza conforme, che consente di contrarre
21 8 LIBRO VII - I processi

ART. 4
LE PROVE

CAN. 1678 - § l. Defensori vincu- § I. Il difensore del vincolo, patron i


li, partium patronis et, si in iudi- delle parti e, se int erven ga nel giud izio ,
cio sit, etiam promotori iustitiae a nche il prom ot ore di gius tizia, hanno d i-
ius est: ritto:
I ? examini partium, testium et l Odi ass istere all' es ame de lle part i, dei
peritorum adesse, salvo praescrip- testimon i e dei periti , sa lvo il disp osto del
to can, 1559; can. 1559;
2° acta iudicialia, etsi nondum 2° di prender e visione degl i atti giudi-
publicata, invisere et documenta ziari, anche quando non sian o stati ancor a
a partibus producta recognoscere. pubbl icati , e di es am inare i do cumenti
prodotti dalle part i.
§ 2. Examini, de quo in § l , n. l , § 2. Le parti non posson o ass istere al-
partes assistere nequeunt. l'esame di cui al § l , n. 1.

nuove nozze (can. 1684). A termine del can. 1641, infatti, si ha la duplice sentenza
conforme quando nella prima e nella seconda la pronunzia dei giudici definisce la causa
inter easdem partes, de eodem petito et ex eadem causa.
[ capi di nullità, tuttavia, si possono cumulare (cfr. can. [677, § 3), formulandoli
sia in modo alternativo che in modo sussidiario o subordinato, e questo non solo per le
tre forme d' incapacità consensuale, ma anche per altri capi di nullità tratti, ad esempio,
dall'ignoranza (can. 1096), dall' errore (can. 1097), dal timore (can. 1103), ecc.
La duplice modalità. Co me risulta dai cann. l 5 l3 . § I . e 1677, § 2. nel nuovo ord inamento
processuale ecclesiastico , la formulazione del dubb io o dei dubbi è fatta "ex offici o" dal giudice
mediante decreto. in qualsiasi giudizio. seco ndo una duplice sosta nzia le modalità.
Io Il giudice procede alla fo rmulazione del dubbio senza la formale presenza de lle parti.
tenendo conto del libello dell' attore (ca n, 1502) e delle eve ntuali risposte scri tte present ate dalle
parti e richieste ai sensi del ea n. 1507. § l ). Il relativo decreto è notificato alle parti.
2 0 Il giudice procede alla formulazio ne del dubbio o dei dubbi alla presenza de lle parti. in
form ale contraddittorio. Ciò avvien e:
- Nelle cause più difficili: "in ca usis diffic ilioribus" (can, 1513, § 2)
- Quand o le risposte scritte presentate dalle parti non siano risultate sufficienti
- Quand o una delle parti abbia fatto espressa richiesta del contraddittorio (can. 1677 . § 3)
La formulazio ne del dubbio o dei dubbi richiede sempre il decreto del giudice .

5715 1677, § 4 Quando la formula del dubbio o dei dubbi sia stata accettata dalle parti.
trascorsi IO giorni dalla notificazione del decreto, il presidente o il ponente disporranno
con un nuovo decreto l'apertura dell'istruttoria della causa.

5716 5. Le prove
1678, § l Una disposizione nuova. Il canone riconosce ai patroni delle parti (av-
vocati e procuratori: can. 1559), oltre che al difensore del vincolo e al promotore di
giustizia "si in iudicio sint" (cfr. n. 5178, nota 2), il diritto:
l ODi assistere all' esame delle parti, dei testimoni e dei periti, salvo il prescritto del
can. 1559, che dà facoltà al giudice di escludere gli avvocati e i procuratori, qualora, per
Le ca use di nullità matrim oniale 219

CAN. 1679 - Nisi probationes Salvo che da altra fonte si abbiano pro-
aliunde plenae habeantur, iudex, ve di pieno valore, il giudice, per valutare
ad partium depositiones ad nor- a norma del can. 1536 le deposizioni delle
mam can.1536aestimandas, testes parti, si valga, se possibile, di testimoni
de ipsarum partium credibilitate, sulla credibilità delle parti stesse, come di
si fieri potest, adhibeat, praeter altri indizi e mezzi.
alia indicia et adminicula.
CAN. 1680 - In causis de impoten- Nelle cause d'impoten za o di difetto di
tìa vel de consensus defectu prop- consenso per infermità di mente , il giudi-
ter mentis morbum iudex unius ce si serva dell 'opera di uno o più periti,
periti vel plurium opera utatur, tranne che dalle circostanze la perizia ri-
nisi ex adiunctis inutilis evidenter sulti evidentemente inutile; nelle altre
appareat; in ceteris causis serve- cause, si osservi il di sposto del can.
tur praescrìptum can. 1574. 1574.

partic olari cir costanze di persone e di cose, ritenga che l'esame debba svolgersi in
segreto (ca n. 1559). L'esclu sion e è possibil e anch e nei rigu ardi del difenso re del vinco lo
e del promotore di giu stizia tCommunicationes, a. 1979, pp. 262-263, can. 342) .
2° Di prendere visione degli atti giudiziari (acta causae e acta processus), anche
prima della loro pubbli cazione (ca n. 1598. § l ), e similme nte di esamin are i docum enti
prodotti dalle part i.

1678, § 2 Le parti non possono assistere ai detti esami. C' è solo il divieto. né è 5717
stata riportata la clausola apposta al can . 1559: «tranne che il giudice riten ga di doverle
ammettere». Ma questo non sign ifica che il divie to sia assoluto, né si può ritenere che
l'attuale Codice sia più severo dell'Istr, Provida Mater Ecclesia dell a S.c. dei Sacra-
menti , 15 agosto 1936 , che nell' art. 128 così dispone va: «Regulariter examin i testium
neque partes nequ e earum procuratores aut advocati assistere possunt. Fit tamen facultas
per modum exceptioni s instructori vel partes vel earum procuratores aut advoc ato s
admittendi, si ca usae adiuncta pro suo prudenti arbitrio id suadere videantuo (X .
O CHOA, Leges Ecclesiae, I, n. 1347, col. 1754).

1679 (/975*) Accertamenti di credibilità. Non si tratta di una semplice diretti va, 5718
ma di un vero obb ligo, anche se attenuato dalla clausola "s i fieri possit", Eccetto che si
abbiano da altr a fonte dell e prove indubitabili, il giudice, per valutare a norma del ca n.
1536 le deposi zioni delle patt i, che non hanno per sé nelle cause matrim oniali forza di
prova piena (can. 1536, § 2), de ve valersi, se possibile, di testimon i di credibilit à delle
parti stesse, com e di altri indizi ed elem enti.
Nell' alt . 138, § I, della lstr, Provida Mater Ecclesia era prescritto fonn almente: «De ornnìbus 5719
testibus exquiratur ex officio testirnonium religiositatis, probitatis ed credibilitatis» (X. O CIIOA,
Leges Ecclesiae. I, co1.l755) , Il nuovo Codice non fa alcun accenno a tali "testimoniaii" , Ma non
c'è dubbio che la norma valga tuttora, se non per tutti i testi in genere, almeno per quelli sui quali
il giudice ritiene di avere qualche riserva.

1680 (1977-1982 *) L'intervento dei periti. II canon e distingue tra cau se di nullità 5720
"ex capit e impotcnti ae" o "ex defe ctu consensus" per infermità ment ale, e cause di
nullità per altri moti vi.
Nella prima ipotesi, l' interv ento dei perit i è obbligatorio per legge, e il giudice deve
valersi della loro opera, tranne che dall e circostanze risult i con evidenza (evidenter)
l'inutilità dell a perizia.
220 LIBRO VII -I P'OI.'Cs.,j

ART. 5
LA SENTENZA E L'APPELLO

CAN. 1681 - Quoties in instructio- Ogni volta che, duranteI 'istruttoria del-
ne causae dubium valde probabi- la causa, emerga un dubbio molto proba-
le emcrserit de non secuta matri- bile c he il m atrimonio non sia stato co n-
monii consummatione, tribunal sumato, il tribunale, sospesa la causa di
potest, suspensa de consensu par- nullità col con senso delle parti, può com-
tium causa nuIIitatis, instructio- piere l'istruttoria per la di spensa super
nem compiere pro dispensatione rato, e quindi trasmettere gli atti all a Sede
super rato, ac tandem acta tran- Apostolica in si eme co n la domand a di
smittere ad Sedem Apostolicam dispensa da parte di entrambi i coniugi o
una cum petitione dispensationis di uno di es si , e col voto del tribunale e
ab alterutro vel utroque coniuge del Ve scovo.
et cum voto tribunalis et Episcopi.

A termine del eanone, non sono più necessari due periti (can. 1979, §§ 1-2, Cod ice 19( 7 ). È
sufficiente anche un solo perito. Deciderà il giudice, nel caso concreto, se servirsi di uno o più
periti .
Nella seconda ipotesi, l' intervento dei periti è lasciato alla prudente discrezione
dello stesso giudice, ai sensi del can. 1574.

5721 6. La sentenza e l'appello


1681 (1963, § 2, e 1985 *) Dubbio circa la non consumazione del matrimonio.
Può accadere che. durante l'i struttori a giudiziaria di una causa di nullità matrimoniale
introdotta ad esempio "ex defectu con sensus" oppure "a b vim et merum", ecc., emerga
il dubbi o molto probabile che il matrimonio non sia stato consum ato. Il caso era stato
previsto nell' art. 206 della Istr. Provida Mater Ecclesia della S .C. dei Sacram enti. 15
agosto 1936, e nella I sezione, Iett. e, della Istr. Dispensationis matrimonii del mede simo
Dicastero del 7 marzo 1972 t Enchir. Vat., .vol. 4, pp. 994-997, nn. 1579-1580). Ispiran-
dosi a tali norme e integrandole opportun amente, l' attuale canone autorizza il passagg io
dalla via giudiziaria a quella amministrativa", disponend o che il medesimo trib unale.
sospesa col consenso delle parti la causa di nullità. possa compiere l'i struttori a per la
dispensa "s uper rato".
Portata a termin e l'istruttoria, gli atti sarann o trasmes si di ufficio alla Sede Aposto-
lica, allegando:
- La domanda di dispensa di entrambi i coniugi o almeno di uno di ess i, "quamvis
altero invito" (can. 1697)
- Il voto del tribunale e de l Vescovo

5722 1682, § l (1986 *) Una trasmissione di ufficio. Dichiarata la nullità del matrimo-
nio, il tribunale che ha deciso in tal senso per la prima volta - e può essere tanto il
tribunale di primo grado quanto quello di secondo grado - de ve trasmettere di IIfficio

, In forza di tale passaggio, il tribunal e non ha piti le funzioni di giudice, ma di semplice


istruttore. che agisce in nome della Sede Apostolica (cfr. can. 17(0) .
L0cause di nullità matrimoniale 221

CAN. 1682 - § 1. Sententia, quae § I . La sentenza che per la prima volta


matrimonii nullitatem primum de- abbia dichiarato la nullità del matrimonio,
claraverit, una cum appellationi- insieme con gli eventuali appelli e tutti gli
bus, si quae sint, et ceteris iudicii altri atti del giudizio, sia trasmessa d'uffi-
actis, intra viginti dies a sententiae cio entro venti giorni dalla sua pubblica-
pub licatione ad tribunal appella- zione, al tribunale di appello .
tionis ex officio transmittatur.
§ 2. Si sententi a pro matrimonii § 2. Se la sentenza a favore della nullità
nullitate pro lata sit in primo iudicii del matrimonio sia stata emanata nel pri-
gradu, tribunal appellationis, per- mo grado di giudizio, il tribunale di ap-
pensisanimadversionibus defenso- pello , esaminate attentamente le osserva-
ris vineuli et, si qua c sint, etiam zioni del difensore del vincolo e quelle
partium, suo decreto vel deeisio- eventuali delle parti, con un proprio de-
nem eontinenter eonfirmet vel ad creto o confermi senza indugio la decisio-
ordinarium examen novi gradus ne, oppure ammetta la cau sa all 'esame
eausam admittat. ordinario del nuovo grado .

al tribunale di appello , entro il termine di 20 giorni dalla pubblicazione della sentenz a,


effettuata a norma del can. 1615:
- La senten za e gli atti del giudizio
- Gli eventuali appelli delle parti e del difensore del vincolo
Da ciò risul ta: 5723
IOChe il difen sore del vincolo ha la facoltà e il diritto di presentare l' appello. ma non ne ha
l' obbl igo "v i offi cii", com 'era disposto nel can, 1986 del Cod ice 1917 e nell ' art . 2 12, § 2 della lstr.
"P rovida Mater Ecclesi a" del 1936 (Cfr. Communicationes, a. 1980, pp. 232 -233, n. VI, 4)".
20 Che, a parte gli eve ntuali appelli del difen sore del vincolo e delle parti, sussiste sempre -
secondo l'affermazione del Gruppo di Studio De processibus -l'appello "ex officio" del tribun ale
di I o di Il grado, che per la prima volta abbia eme sso la sente nza di nullità matrim oniale. L'appello
sarebbe implicito nel fatto stesso che il detto tribunale trasmett e la sentenza e gli alti del giudizio
al tribunale di grad o superiore , a termine del can. 1682, § I. Una tate norma è resa necessaria dal
principio che la dichi arazione di nullità matrimoniale, per poter essere esecuti va, ha bisogno for-
malmente di due conform i pronunzie dei giudici di grado diverso .
11 termine "app ell o", riferito al tribun ale che ha eme sso la sentenza di nullità matrimoniale,
è usat o , co m 'è acce nnato dal Gruppo di Studio De processibus: «Fere ornnes consultores
eoncordant ut appellatio fiat ex offi cio, ope ipsius tribunali S, salvo iure partium et defensoris
vinculi el ipsi appell andi» (Communicationes , a. 1979, p. 266 , 20 cp v.). È chiaro, per altro , che non
si possa parlare nel caso di "appello" in senso proprio, perché nessuno appella contro se stesso.
L' appell o propriamente detto è possibile ,010 da parte dell 'attore che ha introdotto la causa di
nullità e non ha visto l'accoglimento della sua domanda, o da parte del con venut o, che, assumendo
una posizione diversa, nel caso che il tribunale si pronunci per la nullit à del matrim onio ne impu gni
la sentenza.

1682, § 2 Il compito del tribunale di appello. Il paragrafo con sidera il caso che 5724
la sentenza di nullità matrimoniale sia stata emessa dal tribunale di primo grado o
istanza (o anche da un tribunale di secondo grado "tarnquam in prima instantia ", a
norma del can. 1683). In questa ipotesi - e soltanto in essa (non quindi se la sentenza

i, A term ine del can, 1987 del Cod ice precedente, il difensore del vincolo poteva non intcr -
porre appello "pro sua conscientia" solo contro la seconda sentenza co nforme di dichiarazione di
nullità.
222 LIBR O VII -I proc essi

CAN. 1683 - Si in gradu appella- Se nel grado di appello venga addotto


tionis novum nullitatis matrimonii un nuovo capo di nullità del matrimonio,
caput afferatur, tribunal potest, il tribunale può ammetterlo e giudicare in
tamquam in prima instantia, iIIud merito come se fosse in prima istanza.
admittere et de eo iudicare.

di nullità sia stata eme ssa da un tribunal e di seconda istanza) - il tribun ale di appello
ha la facollà di definire la caus a mediante decreto, che si limita a conferma re la deci-
sione del tribunale di prima istanza, oppu re mediante sentenza , emanata con la proce-
dura normale del processo contenzioso ordinario. In ogni altra ipotesi, il tribun ale di
appello deve attenersi alla procedura ordinaria e definire la causa mediante sentenza.
La pronun zia del tribunale dev'essere preceduta da un attento esame degli atti del
giudizio e in particolare delle osservazioni del difensore del vincolo che presta la sua
opera nel tribun ale medesimo , e di quelle eventuali delle parti. Per la motivazion e del
decreto, cfr. can. 1617 c relativo commento.
5725 Nella seduta del 30 marzo 1979, si discusse molto a tal riguardo in seno al Gruppo di Studio
De processibus. Due consultori proposero che qualsiasi sentenza di nullità matrimoniale "in
quocumquc gradu data", si potesse conferm are mediante decreto. Ma gli altri Consultori furono di
parere contrario, richiamandosi in particolare alla Risposta della Pont. Comm. per l' interpret. dei
Decreti dcI ConcoVal. Il, in data 31 ottobre 1973. Venne così deliberato a grande maggioranza (7
voti favorevoli e 2 contrari) che la definizione della causa mediante decreto fosse conse ntita " in
solis casibus quando instantia primi gradus matrimonii nullitatem declaraverit» (Communicationes,
a. 1979, p. 267. can. 347).
Per la Risposta della Pont. Comm, per l'interpret. dci Decr. del Conco Val. Il, cfr. Commu-
nicationes, a. 1973, pp. 173-174, n. II.

Da notare. Il dec reto di conferma emesso dal tribunale superiore ha lo stess o


effetto della seco nda sente nza: non consente un ulterior e appello e, nello stesso tem -
po, permette la celebrazione di nuo ve nozze, a term ine del can. 1684, § l . Resta per
altro possibil e una ulteri ore revisione del proce sso (nova ca usae propo sit io), a nor ma
del can. 1644, § I.

5726 1683 L'adduzione di un nuovo capo di nullità. È un canone nuov o rispett o al


Codice del 1917: la sua norma appare per altro nella Istr. Provida Mater Ecc/esia, art.
2 19, § 2, Derogando al princip io stabilito nel can. 1639, esso consente che, nelle cause
di nullità matrimoniale, si adduca un nuovo capo d'impugnazione in sede di appell o,
quando in questo la causa viene defini ta mediante sentenza. Naturalme nte, sui capi
d' impugn azione già addotti in primo grado, il tribunale di appello giudica co me tribu-
nale di seconda istanza. ma sul nuovo capo giudica come tribun ale di prima istanza.
Questo, comunque, è possibile solo quando il tribun ale di appello adotta la proce-
dura normale del processo co ntenzioso ordinario. che si conclude co n una sentenza, e
non quando di segue la procedura più semplice del decreto di conferma. È possibile
anche nella "nova propositio causae", chiesta a norma del can. 1644, § I.
5727 È possibile l'i ntroduzione di un nuovo capo di nullità in l'rima istanza?
Il nuovo Codice non ne parla espressamente, ma la risposta è senza dubbio affermativa,
tenendo conto del can. 1514, che permette qualcosa di più di un' aggiunta : la mod ifica dei termini
della controversia. Si richiedono per altro le condizioni prescritte nel canone citato:
- La richiesta di parte: ad instantiam partis
- L'ascolto dell'altro coniuge: al/dita altera l'arte
- L'a scolto del difensore del vincolo: audito vinculi defen sore, poiché si tratta di causa
matrimoniale, in cui è necessario il suo intervento
Le cause di nullità matrimoniale 223

CAN. 1684 • § 1. Postquam sen- § l . Dopo che la sentenza che ha dichia-


tentia ,quae matrimonii nullitatem rato per la prima volta la nullit à del matri-
primum declaravit, in gradu ap- monio, sia stata confermata nel grado di
pellationis confirmata est vel de- appe llo o con decreto o con una seco nda
creto vel altera sententia, ii, quo- sentenza, coloro il cui matrimonio è stato
rum matrimonium declaratum est dichiarato nullo possono contrarre nuo ve
nuHum, possunt novas nuptias nozze non appe na abbia no ricev uto la
contrahere statim ac decretum vel notifica del decreto o dell a seconda sen-
altera sententia ipsis notificata est, tenza, trann e che lo proibisca un divieto
nisi vetito ipsi sententiae aut de- apposto alla stessa sentenza o al decreto,
creto apposito vel ab Ordinario o che sia stato stabilito dall ' Ordinario de l
loci sta tuto id prohibeatur. luogo.
§ 2. Praescripta can. 1644 ser- § 2. Le disposizioni del ca n. 1644 devo-
vanda sunt, etiam si sententia, no essere osservate anche nel caso in cui
quae matrimonii nullitatem decla- la sentenza che ha dichiarato la nulli tà del
raverit, non altera sententia sed matrimon io sia stata co nfermata non co n
decreto confirmata sit. una seco nda sentenza, ma con decreto.

- L'esame accurato dei motivi addotti dal richiedente: rationibus perpensis


- L'emissione di un nuovo formale decreto: novo decreto
L' introduzione di un nuovo capo di nullità era previsto espressamente nella lstr, Provida
Mater Ecci esia del 1936:
- Art. 219, ii I : «Se, lite pendente, venga addotto un nuovo capo di nullità, occorre delibe-
rare se debba essere ammesso secondo le norme ordinarie di competenza; decretala l' ammissione,
bisognerà osservare le altre norme stabilite per l' istruttoria della causa».

1684 (1987*) Le nuove nozze d elle parti. Ne lle ca use matrimo nia li, la sente nza 5728
o il decreto di conferma d i nu llit à emesso a termini del ca n. 1682, § 2, hanno lo
stesso effetto giu rid ico . Tratt an dosi per alt ro di ca use circa lo stato de lle perso ne, no n
si determina la " res iudicata" (ca n. 164 3), ma qu esto non imp edi sce l' esec uzion e
dell a duplice co nfo rme pronunzia giudiziaria (ca n, 1544 , § 2) , per cu i dopo la sen-
tenza o decreto d i conferma, le par ti posson o co ntr arre nuove nozze, no n appena
(statim ac) ne abbi ano ricev uto la regolare noti fica", tra nne che si oppo nga un divieto
del tribuna le, ap posto alla stessa se nten za o decr eto (come accade ad esempi o nelle
cause " ex im pote ntia absoluta" ), ovvero una pro ibizione dis pos ta dall ' O rdinario de l
luogo.
A termine del ca n. 1684, si pu ò passare a nuove nozze so lo quando una se nte nza
declarator ia di null ità ma trimo niale sia stata co nfer mata da una nuova sentenza o da un
nuovo decreto, e messo a norm a del ca n. 1682, § 2. Nei processi documentali (cann.
1686- 1688), tutt avia, basta anche una sola sentenza, qualora co ntro di essa non sia stato
presentato appello né da lla parte che si riten ga da nnegg iata né dal difensore del vinco lo
(cfr. can . 1687, §§ 1-2).
Secondo alcuni autori, basta similmente una sola sentenza declaratoria di nullità nei casi
che l' appello sia stato omesso perché ritenuto manifestamente superfluo. Altri però, con mag-
giore fondatezza, richiedono anche in questa ipotesi una regolare senten za o un decreto a
termini del can, 1682.

7 Non c'è dunque più bisugno di attendere dieci giorni, secondo il disposto del Codice del
1917 (can. 1987*).
224 LIBRO VII - I processi

CAN. 1685 - Statim ac sententia Non ap p e na la se nte nza sia d ivenuta


facta est exsecutiva, Vicarius iudi- e secu ti va, il V ic ari o g iud izi a le de ve noti-
cialis debet eandem notificare Or- ficarla a ll' O rd inario del luogo nel qual e il
dinario loci in quo matrimonium m atrim onio fu celebra to . Questi , po i, de ve
celebratum est. Is autem curare provvedere perché la di chiara z io ne d i nu l-
debet utquam primum de decreta lità dci matrimonio e g li e ven tual i d ivie ti
nullitate matrimonii et de vetitis sia no an no ta ti al più presto ne i re g ist ri di
forte statutis in matrimoniorum m atrimonio e di battesim o .
et baptizatorum libris mcntio fiat.

572 9 n de creto esec utivo


Nei processi ordinari la sentenza passa ta in giudica to costituisce il titolo che dà
diritto all'esecuzione, ma perché questa possa esse re effet tuata, è nece ssario giur idica -
mente, a norma del can . 1651 , un apposito decreto del giudice stesso della sentenza,
oppure sarà emanato a parte.
Si disc ute nella dottr ina se nel nuovo ordinamento le sente nze o i decreti di nullità
matrim on iale, di cui al can. 1884, abbiano bisog no del decreto esecu tivo. T ale decreto
era prescritto espressamente nell 'art. 202, § 6, della Istr. Provida Mater Ecclesia della
Congregazione dei Sacramenti (15 agosto )936). Ma quest o è stato omes so nel nuovo
Codice, e nel testo del can . )684, così com' è formulato, sembra risultare che la sentenza
o il decreto di nullità matrimon iale di cui al predetto canone, diventino esecutivi per se
stessi, non appe na (s tatim ac) la loro notifica sia stata ricev uta dalle parti, e che non ci
sia bisogno d' altro.
Resta comu nque salvo, come s' è già rilevato, il can . 1643, in forza del qua le le
ca use matrimoniali non passano mai in giudicato assoluto, per cui, pur dopo due sen-
tenze co nformi, non ave ndo nuove prove o argomenti, si può sempre tquovis tempore y
chiedere la revisione del processo, ai sensi del can. 1644.
La prassi della Rota Rom ana. Secondo tale prassi, è «il Notaio (capo della Cancelleria) che
aggiunge alla sentenza una clausola esecutiva, arrestando che la sentenza è conforme ad altra
precedente e che quindi essa è esecutiva, ossia che le parti possono passare a nuove nozze. tranne
che sia stata apposta una mens o un vetitum ad una o ad entrambe le stesse parti. Tale clausola
esecutiva o attestato è posto in calce all' esemplare stesso della sentenza che si manda alla Curia
o Tribunale competente per l' esecuzione, come pure alle copie che vengono notificate ai patroni
delle parti o a queste medesime, se le chiedono (Mario F. Pompedda).

5730 1685 (/988 *) L'annotazione della sentenza . Nel libro dei battesimi dev 'essere
annotato co n cura tutto ciò che riguarda lo stato cano nico dei fede li (can. 535, § 2).
Spetta pertanto al Vicario giudiziale del tribunale che ha emesso la seco nda sente nza di
nullità matrimonia le (o il decreto), notifica rla all' Ordinario dci luogo nel quale il ma-
trimoni o fu celebrato , non appena la sentenza sia divenuta esecutiva. A sua volta, l'Or-
dinario del luogo provvederà che la dichiarazione di nullità e gli even tuali d ivieti siano
annotati al più presto nei registri di battesimo e di matrimonio. Cfr. Decr eto CE I, 5 nov.
1990 , n. 59.
L'Ordinario del luogo, non lo stesso Vicario giudiziale, come qualcuno aveva suggerito, «quia
Vicarius iudicialis non pollet potestate aliquid parochis irnponendi» iCommunicatìones. a. 1979, p.
268. can. 350, ultimo cpv.),

5731 7. Il processo documentale


Sono così denom inati nel nuo vo Codice i processi di nullità matri mon iale c he si
Le cause di nulli là matrimon iale 225

ART. 6
IL PROCESSO DOCUMENTALE

CAN. 1686· Recepta petitione ad Se da un documento, a cui non s i possa


normam ean, 1677 proposita, Vi· op porre aTeun a obiezione o ecce zi on e, ri-
carius iudicialis vel iudex ab ipso s ulti co n certezza l' es istenza d i un im pe-
designatus potest, praetermissis dimento dirimente o il di fetto di le gi ttima
soIlemnitatibusordinarii processus forma, purché co n p ari certezza s ia evi-
sed citatis partibus et cum ìnter- dente c he non fu concessa a lc una di spen-
ventu defensoris vinculi, matrimo- sa oppure c he il procuratore era sprovvi-
nii nullitatem sententia declarare, sto di un mand ato valido, il Vicario giud i-
siex documento, quod nulli contra- zi ale o il giudic e da lui designato , ricev uta
dictioni vel exceptioni sit obno- la domanda presentat a a norma de l can .
xium, certo eonstet de exsistentia 1677, può dichiarare con sente nza la nul-
impedimenti dirimentis vel de de- lità del m atrimon io , tral asci ando le fo rma-
feeto legitimae formae , dummodo lità del pro cesso o rdin ar io , m a ci tate le
pari eertitodine pateat dispensa- parti e con l'inte rv en to del dife nsore del
tionem datam non esse, aut de de- vincolo .
feetu validi mandati procuratoris.

fondano su un' unica prova: un documento inco ntrove rtibi le, da cui risulti senza alc una
possibilità di dubbio la nullità de l matrimonio.
Nel Codice del 19 17. essi son detti "cas us excepti" (cann. 1990-1992). La medesima deno -
minazione è nella Istr. Provida Mater Ecclesia della S.c. dei Sacramenti, 15 agos to 1936. artI.
226-23 1. mentre nel M.P. Causas matrimoniales di Paolo VI, 28 marzo 197 1, si parla di "cas us
speciales" (nn. X-XIII ).
Il processo docu mentale è un vero processo giudizia rio a carattere orale, estrema- 5732
mente semplificato, che si co nclude con una sente nza. La sua fonte preci pua resta il
Decreto del S. Ufficio del 5 giugno 1889. La ragione di tale processo è nell'aperta
evidenza della nullità del matrimonio che ne forma l' oggetto. Risultando questa in modo
indubitabile, sarebbe inutil e oltre che dannoso e ingiusto per le parti interessate sotto-
porre la causa alle form alità dilazionanti e costose del processo ordinario.
È per altro da notare che la trattazione della caus a di nullità matrimoniale mediante 5733
il proces so documentale è lasci ata alla prud ente discrezione del Vicario giudi ziale o del
giudice da lui de signato: «Vicar ius iudicialis vel iudex ab ipso design atu s potest,
praetermissis sollemnitatibus ordinarii processus...» , né alle parti è rico nosci uto a tal
riguardo alc un diritto o facoltà. Naturalmen te dalla decisione del gi udice dev' essere
esclusa ogni arbitrarie tà, per cui è opportuno, anche se il can. 1686 non ne fa obbligo ,
chiedere il parere del di fensore del vincolo.

I) Condizione e procedura 5734


1686 (1990 *) Un matrimoni o può ess ere null o a causa di un imp ed imento
dirimente, per la mancanza di un valido mandat o procu ratorio, per difetto di forma o per
difetto di consenso. Si considerano nel canone solo i primi tre casi. Si era chiesto di
tener conto anche della nullità "ex de fectu consensus", ma i Consultori del Gr uppo di
Studio De pro cessi bus furono contrari, temendo giusta mente che l' inclu sione del quarto
caso non solo avrebbe present ato serie difficolt à, ma avrebbe potuto dare occas ione a
gravi abusi (Communicationes, a. 1979, p. 269, can. 351).
226 LIBRO VII- I processi

Il processo documentale è possibile solo nel caso che sia stato celebrato il matrimonio secon-
do la forma canonica, ordinario o straordinario. Qualora la celebrazione sia avvenuta col semplice
rito civile o dinanzi al ministro acattolico, mentre i contraenti era no obbligati alla forma canonica,
non c'è bisogno del processo canonico per dichiarare la nullità del detto matrimonio, che è da
considerarsi del tutto "inesistente" . Bastano nel caso le investigazioni prematrimoniali, di cui ai
cann. 1066-1067. Cfr. Pont. Comm. per l' interpret. del Codice di Diritto Canonico, Risposta del 26
giugno 1984 (X. O CHOA, Leges Ecclesiae , VI, n. 5067, col. 8865). Cfr. anche Risposta n. 17 della
Pont. Comm. per l' interpret. del Codice, in data 16 ottobre 1919 tL eges Ecclesiae , I, n. 210, col.
232, e art . 232 della Istr. Provida Mater Ecc lesia , 15 agosto 1936.
5735 IO Il presupposto del processo documentale. Si tratta di un duplice essenziale
presupposto:
- Che da un documento autentic o, a cui non si possa opporre alcuna obiezione o
eccezione, risulti con certezza (certo constet) l' esistenza di un impedimento dirimente
o il difetto della legittim a forma canoni ca.
- Che "co n pari certezz a" consti che, nel caso , non fu concessa alcuna dispen sa
dall'i mpedimento o dall a forma canonica, e che l' eventuale procuratore non era prov-
visto di valido mandato.
Il documento, relativo all'esistenza dell'impedimento dirimente o al difetto della
legittima forma, può essere pubblico (can. 1546) o anche privato (can. 1542), ma tale
da offrire ogni garanzia di veracità.
5736 2 0 La procedura. Priva delle formalità del giudizio ordinario, la procedu ra del
giudizio docum entale ha un carattere sommario, che lo rende estremamente rap ido e
snello, ridotto agli alli essenziali. che si susseguono con ininterrolla continuità.
La parte interessata - che può essere anche il promo tore di giustizia. nel caso
previsto dal can. 1674, n. 2 - presenta la sua domanda (libello), a norma del can. 1502.
Un giudice unico - il Vicario giudiziale. non l'Ordinario , come disponeva il can. 1990
del Codice precedente , o un giudice da lui designato! - esa mina il libello, lo ammette
o lo respinge "audito defensore vinculi" mediant e decreto (can. 1505, § 1), e cita le parti
(cann. 1507, § l , e 1686). È necessario l'intervento e, ovviamente, si richiede anche
l' assisten za del notaio , che ha il compito di verbalizzare gli atti e di sottoscriverli , sotto
pena di nullità (can. 1437, § I).
Di regola. tutto si svolge in una unica udienza. Se il documento è autentico e su
di esso non sorgono contestazioni, il giudice, "auditi s partibus et defensore vinculi",
emana la sentenza declaratoria della nullità del matrimonio (non un decreto), motivan-
dola debitamente "i n facto" e "i n iure".
È necessaria la concordanza del dubb io ? La cosa è discussa fra gli autori. Attesa la particolare
natura del processo documentale, la concordanza del dubbio non sembra un alto essenziale di tale
processo. La sua opportunità tuttavia. almeno in alcuni casi, è forse innegabile.

5737 2) Da notare
l " L 'eventuale sentenza. Nel processo documentale di prima istanza, il giudice
procede alla emissione della sentenza solo ilei caso che debba dichi arare la nullità del
matrimonio. Se la dichiarazione non sia possibil e, perché il documento non è decisivo,
è il tribunale che dovrà traIlare la causa, se la parte insista. col proce sso contenzioso

• Il giudice designato dal Vicario giudiziale non può essere IIn qualsiasi chierico a cui venga
conferito l' incarico per delega (la delega del potere giudiziario non è consentita dal can. 135, § 3).
Egli dev'essere scelto "ad validitatem" tra i giudici stabili, membri del tribunale. La delega, tut-
tavia, potrebbe essere conferita dal Vescovo.
Le cause di nulli tà matrim oniale 227

CAN. 1687 - § 1. Adversus hanc § I. Contro questa dichiarazione , il di-


declarationem defensor vinculi, si fensore del vincolo , se prudentemente ri-
prudenter existimaverit velvitia de tenga che non costi con certezza dei vizi
quibus in can.1686 veldispensatio- di cui al can . 1686 o della mancanza di
nis defectum non esse certa, appel- dispensa, deve appellare al giudice di se-
lare debet ad iudicem secundae in- conda istanza, al quale sono da trasmette-
stantiae, ad quem acta sunt tran- re gli alli, avvertendolo per iscritto che si
smittenda quique scripto monendus tratta di un processo documentale.
est agi de processu documentali.
§ 2. Integrum manet parti, quae § 2. Alla parte che si ritenga danneggia-
se gravatam putet, ius appellandi. ta, resta integro il diritto di appellare.
CAN. 1688 - Iudex alterius instan- Il giudice di seconda istanza con l'inter-
tiae, cum interventu defensoris vento del difensore del vincolo e sentite le
vinculietauditis partibus, decernet parti , deciderà allo stesso modo di cui al
eodem modo, de quo in can, 1686, can. 1686, se la sentenza debb a essere
utrum sententia sit confirmanda, confermata o se piutto sto si debb a proce -
an potius procedendum in causa sit dere nella trattazione della causa secondo
iuxta ordinarium tramitem iuris; il tramite giuridico ordinario; in questo
quo in casu eam remittit ad tribu- caso , la rim anda al tribunale di prima
nal primae instantiae. istanza .

ordina rio . Di conseg uenza, una sentenza che dichiari la validità del matr imon io (senten-
za negati va) non ha mai luogo nel processo documentale di prima istanz a: la sentenza,
se viene emess a, non può essere che affermativa.
La stessa cos a è da dirsi relat ivamente al processo di seconda istanza, poich é l'al-
ternativa del giudice di appello è di conf ermare (con sentenza) la dichiarazione di nullit à
del giudice di primo grado , oppure di rinviare (con decreto) la pratica al tribunale di
prima istan za , a termini del can . 1688, affinché la caus a sia trattata e decisa seco ndo le
formalità del processo ordinario.
2° La competenza del giudice nel proce sso docum ent ale di nullit à matr imoni ale è
regolata dagli stessi titoli che determinano la competenza del tribunale ordinario. Si
seguono cioè le norm e stabilite nel can. 1673. I due proce ssi, infa tti, vertono sulla stessa
materi a: la nullit à o la validità dci matrim onio. Si distinguono solo per la procedura:
fo rmale, nel processo ordinario; sommario, nel proces so documentale.
3° In Italia, le ca use di nullità matrimoniale, anche quell e de finite mediante il
processo documentale, sono di competenza dei tribunali regionali. Di cons eguenza, il
Vicario giudi ziale di cui al can . 1686 non è l'Officiale propri o di cia scuna dioce si, ma
l'Officiale del tribunale regionale competente. Cfr. il "Responsum" della Segnatura
Apostolica in data 3 maggio 1972 (X. Ochoa, Leges Ecclesiae, IV, n. 4052, co l. 6265 ).
- V. ca n. 1673 e relati vo commento.

3) Gli appelli 5738


1687 (/991*) L' appello contro la sentenza affermativa di nullità matrimoniale
emessa dal giudice di prima istanza nel proces so documentale, può essere presentato dal
difensore del vincolo e dalla parte che si ritiene danneggiata, nel termine perentorio di
15 giorni utili , previ sti per ogni appello nel ca n. 1630, § I. Il difen sore del vinco lo ha
l'obbligo di appellare (appellare deb et) solo nel caso che , a suo prudente giud izio, non
risulti con certezza dal documento la nullità del matrimonio. «Idem ius competit promo-
tori iustitia e, si interfue rit» (ls t, Provida Mater Ecclesia del 1936. art. 229, § 2).
228 LIBRO VI[· I processi

ART. 7
NORME GENERALI

CAN. 1689 - In sententia partes Nella sentenza, si ammoniscano le parti


moneantur de obligationibus mo- sugli obblighi morali o anche civili, a cui
ralibus vel etiam civilibus, quibus eventualmente siano tenute l'una verso
forte teneantur, altera erga alte- l'altra e verso la prole, per quanto riguar-
ram et erga prolem, ad sustentatio- da il sostentamento e l'educazione che si
nem eteducationem praestandam. ha l'obbligo di prestare.
CAN. 1690· Causae ad matrimonii Le cause per la dichiarazione di nullità
nullitatem declarandam nequeunt del matrimonio non possono essere tratta-
processu contentioso orali tractari. te col processo contenzioso orale.

Se viene proposto l'appello, la sentenza e gli atti del giudizio sono trasmessi di
ufficio al tribunale di seconda istanza, con l'avvertimento formale che si tratta di un
processo documentale. Mancando l'appello, è sufficiente la sola sentenza di primo gra-
do, che nel caso è esecutiva "ex se", perché le parti possano contrarre nuove nozze. Per
questo, nel caso che non sia stato proposto nessun appello, né dal difensore del vincolo
né dal coniuge che sosteneva la validità del matrimonio, il giudice di prima istanza non
trasmette di ufficio al tribunale superiore, come previsto nel can. 1682, § I, la sentenza
e gli atti del giudizio.

5739 1688 (/992*) Il giudice di seconda istanza è, similmente, il Vicario giudiziale del
tribunale di appello o il giudice da lui designato e scelto fra i giudici dello stesso
tribunale (cfr. can. 1640).
Il suo compito è semplice. Attenendosi alla medesima procedura stabilita nel can.
1686 (processo documentale orale e sommario), con l'intervento del difensore del vin-
colo e sentite le parti, sentito anche eventualmente il promotore di giustizia, egli delibera
con decreto (cfr. cann. 1640 e 1682, § 2) se la sentenza debba essere confermata o se
piuttosto la causa debba essere trattata secondo la procedura giudiziaria ordinaria. In
questo caso, la pratica sarà rimandata al tribunale di prima istanza (il tribunale del
giudice a qua), e la sentenza emessa in precedenza dal Vicario giudiziale o dal giudice
da lui designato resta implicitamente revocata.

5740 8. Norme generali


1689 Un'ammonizione doverosa. Il canone è nuovo: fu aggiunto dal Gruppo di
Studio De processibus allo Schema esaminato nella riunione del 31 marzo 1979 (Com-
municationes, a. 1979, p. 272). Con esso si fa obbligo al giudice che dichiara la nullità
del matrimonio, d'inserire nella stessa sentenza una formale ammonizione che richiami
alle parti gli obblighi morali e civili a cui eventualmente siano tenute l'una verso l'altra
e verso la prole, per quanto riguarda il sostentamento e l'educazione a cui occorra
provvedere.
La detta ammonizione va riportata in ogni sentenza di nullità, emessa sia con
processo ordinario che con processo documentale.

5741 1690 Il divieto del processo contenzioso orale. Il divieto di usare il processo
contenzioso orale nelle cause di nullità matrimoniale risulta già dal can. 1425, n. I, b
(nn. 5668-5669). Il legislatore ha ritenuto opportuno rinnovare il divieto in modo for-
Le ca use d i nullità mat rimoniale 229

CAN. ]69] • In ceteris quae ad ra- In tutto il resto , per quanto concerne la
tionem procedendi attinent,appli- procedura, si de vono applicare, se non lo
candi sunt, nisi rei natura obstet, impedisca la natura della cosa, i ca noni
canone s de iudiciis in genere et de relativi ai giudizi in genere e al giudizio
iudicio contentioso ordinario,ser- contenzioso ordinario, osse rvando le nor-
vatis speciali bus normis circa cau- me speciali stabilite per le cause sullo sta-
sas de statu personarum et causas to delle persone e per quelle concernenti il
ad bonum publicum spectantes. bene pubblico.

male. Da tale divieto resta escluso per sé il processo documen tale (di cui ai cann. 16R6-
1688). che può esse re ora le, in quant o è detto espres samente che in esso si tralasciano
le form alità del processo ordinario: praetennissis sollemnitatibus ordinarii processu.~.
Alcuni organi di consultazione proposero di estendere l'uso del processo co ntenzioso ora le a 5742
tutte le cause matrimoniali, «salvo iure partiurn petendi processum contentiosum ordinarium». Fu
risposto: «Propositio non placet Consultoribus, sive qu ia fere o mnia organa consultationis, uti ex
consultatione ipsa constat o praeferunt processum contentiosurn ordinarium , sive quia processus
ccntentios us oralis nunc primo introducitur in usu nostrorum tribunalium et ideo periculosa videtur
in rc tanti momenti repentina tam gravis immutatio, sive tandem quia ratio asseq uendi cele riorcm
celebrationem processus non iam cogen s videtur cum in novissima revisione simpliciores factae
sunt normae de processu contentioso ordinario » (Communicationes, a. 1979, p. 271 , can. 354) , Alla
insisten za ult eriore de l Card. Gerald Emme t Car ter, si fece inoltre pres ent e : «Proce ssus
content iosus ora lis non dat satisdationes ("garanzie") , qu ae processui mat rimoniali propter
vinculum sacramentale necessar iae sunt» (Re/ario 1981. p. 332. can. (642 ) ,

1691 Rin vio ad altre norme. ] processi di nullit à matrimoniale sono process i 5743
contenziosi ordinari. Di conseg uenza, a parte le norme proprie specifiche. si applicano
ad essi, nisi rei natura obstet le norm e procedurali prescritte per i giudizi in genere
(cann. ]400-1 5(0) e per i giudizi co ntenziosi ordinari (cann. 1501 -1655), osservando
inoltre le norm e speciali disposte per le ca use circa lo stato canonico delle persone e
circa quelle riguardanti il bene pubbli co (cfr. ad ese mpio i can n. 1452, § J; 1536; 1643-
1644; 1715, § I, ecc.).

9. Tribunali regionali in Italia 5744


Col M.P. Qua cura di Pio XI. in data 8 dicem bre 1938 (X. O CHOA, Leges Ecclesiae,
l, n. 1547, colI. 1902-1904), entrato in vigore il 5 settembre 1940, la trattazione e la
defini zione delle cause di nullità matrimoniale sono state affidate in Italia a tribun ali di
carattere regional e. in rispondenza alle varie Regioni Conciliari Ecclesiastiche. Sono
stati così istituiti co l detto Motu Proprio 18 tribun ali di prima istanza e 9 di seconda
istanza, renna restando la libera facoltà di appella re alla Sacra Rom ana Rota. Tribunali
regionali per le cause matrimoni ali esistono anche in altri Stati : Isole Filipp ine (a. 1940),
Canada (a. 1952), Brasile (a . 1959 ); successivame nte, Francia, Alge ria, T unis ia,
Columb ia. Cile, ccc .
I tribunali di I istanza hanno sede nei seg uenti capoluoghi: 5745
I , Torino per il Piemonte
2. Milano per la Lomb ardia
3. Genova per la Liguria
4. Modena per l'Emilia
5. Venezia per il Veneto
6. Bologna per la Romagna
7. Firenze per la Toscana
8. Perugia per l' Umbria
230 LIB RO VII • I processi

9. Fermo per le Marche


IO. Roma (Vicariato) per il Lazio
11. Chieti per l'Abruzzo
J2. Bene vento per il Beneventano
13. Salerno per la Lucania e il Salernitano
14. Napo li per la Campani a
15. Bari per le Puglie
16. Reggi« Calabria per la Calabria
17. Palermo per la Sicilia
18. Cagliari per la Sardegna
5746 Tribunali di II istanza:
I. Benevento per i tribunali di Bari e di Chieti
2. Bologna per i tribunali di Firenze e di Modena
3. Firenze per i tribunali di Perugia e di Ferm o
4. Genova per il tribunale di Milan o
5. Milano per i tribunali di Torino e di Venezia
6. Napoli per i tribunali di Palermo , Reggio Calabria, Salerno e Benevento di
I istanza del Vicariato di Roma
7. Torino per il tribunale di Geno va
8. Venezia per il tribunale di Bologna

5747 Col M.P. So fliciti cura di Giovanni Paolo Il, in data 26 dicembre 1987, presso il
Vicariato di Roma sono stati istituiti due distinti tribunali di I e II istanza". AI tribun ale
di II istanza sono demandati gli appelli relativi alle cause trattate in I istanza:
- Dal tribun ale del Lazio , per le cause di nullità matrimoniale
- Dai tribun ali di Napoli e Cagliari, per le medesime ca use di nullità matrimoniale
- Dal tribun ale sia della diocesi di Rom a sia delle altre diocesi del Lazio per le
altre ca use
Ovviamente, "incolumi semp er manente facultate provocandi in secunda inst antia
ad Rotam Rom anam , iuxta can. 1444, § l , l ° (Communicationes , a. 1987, pp. 159-160).

5748 Le Norme esecutive


Al M.P. Qua cura di Pio XI seg uiro no il LO luglio 1940 le Nonne esec utive della
Congregazione dci Sacr amenti (X. OCHOA, Leges Ecclesiae , I, n. 1552, co lI. 1991 -1944).
T ali Norme son o state riformate co n maggiore compiutezza e organicità dall a Segnatura
Apostolica in data 28 dicembre 1970, e valgono sia per i tribunali regionali che per i
tribunali interdi occsani c interregionali, co me ris ulta dallo stes so titolo : «Normae pro
Tribunal ibus interdioeccsa nis vel regionalibu s aut inte rregio na libus crig end is et
ordinandis» , Il testo è riportato nelle Leges Eccles iae di P. X. Och oa (IV, n. 3936, co lI.
5949-5952) e nell ' Enchir. Vat. (III, pp. 1742-175 3).

5749 lO. Norme concordatarie


I) Il testo de/nuovo Accordo
Circa la esecutività nello Stato Italiano delle sentenze di null ità mat rim oniale em a-
nate dai tribun ali ecclesiastici, il nuovo Acco rdo stipulato tra la Sant a Sed e c la Repu b-
blica Italiana il 18 febbraio 1984, stabilisce neU'art . 8. 2 le seguenti norme:
- Le sentenze di nullità di matrimonio pron unciate dai tribunali eccl esiastici , che

.) Propriament e il tribunal e di Il istanza del Vicariato di Rom a ve nne istituito fin dal 1954
(Rescri tto Pontifi cio della Segreteria di Stato del 16 ottobre (954), a causa dell'eccessivo lavoro
gravante sulla Rota Romana.
Le causedi nullità matrimoniale 23 1

siano mun ite del decreto di esecutività del superio re organo eccl esiastico di co ntrollo
(che attualme nte è la Segnatura Apostoli ca), so no, su domanda delle parti o d i una di
esse. dich iarate e fficaci nella Repubblica Itali an a con sentenza dell a Corte d'Appello
co mpete nte, qu an do qu esta accerti :
a) c he il g iudice ecclesiastico era il gi udice co mpe te nte a conosce re dell a ca usa in
quanto matr imon io celebrato in conformità del presen te articol o;
b) che nel pro cedimento davanti ai tribunali ec cle siastici è stato ass ic urato alle parti
il diritt o di ag ire e di resistere in giud izio in mod o non difforme dai prin cipi fo nda me n-
tali de ll'ordina me nto itali ano;
c) ch e ricor ron o le altre condizioni richi este dall a legislazione itali an a per la dichi a-
razione di efficacia dell e se nte nze stran iere.
La Co rte d 'Appello potrà, nell a sent en za intes a a rendere esecuti va una se ntenza
ca no nica, statuire pro vvedimenti economici pro vvisori a favore di uno dei con iugi il cui
matrimonio sia stato dichiarat o null o, rim and ando le parti al gi ud ice compete nte pe r la
decisio ne sulla materia.

2) Norma del Protocollo addizionale 5750


- Art. 4, lettob: «Con riferimento al n. 2 (de ll'art. 8 dell'Accordo), ai tini dell' ap-
plica zione de gli articoli 796 e 797 del Codi ce Itali ano di procedura ci vil e, si dovrà ten er
conto dell a specificità dcI l' ordinamento ca nonico dal quale è regolato il vincolo matri -
moni ale, c he in es so ha avuto origine . In parti colare:
I . Si do vrà tener conto che i richiami fatti dalla legge italiana all a legge del luo go
in cui si è svo lto il giudizio s'intendono fatti al diritto ca nonico;
2. Si co nsidera se nte nza passat a in gi ud ica to la sente nza che sia divenu ta esecu tiva
secondo il d iritto ca no nico;
3. Si inte nde c he in ogni caso non si proc ederà al ricsarne del meri to
Il relativo Disegno di Legge n. 2252 è stato presentato in Senato il 6 marzo 1987. ma non
è stato ancora discusso. Le norme relative alle sente nze di nullità matrimon iale pronunziate dai
tribunali eccle siastici, sono contenute negli artt. 19-24. Il testo è riportato nel mio volume " Il
Matrimonio", Edizioni Dehoniane , Roma 1990, p. 60 1. Cfr. anche le pp. 102 55.

3) L 'esecutorietà civile 5751


Come appare dai testi riportati , il prin cip io dell a esecutorietà nello Stato Italia no
dell e se nte nze di null ità d i matrim oni canonici trascritt i nei regi stri de llo stato ci vile. è
stato con se rvato nel nuovo Accordo stipulato tra la Sa nta Sede e la Repubbl ica Itali an a,
ma le norme c he lo di scipl inano hanno subito profonde inn o vazion i.
l O L 'Accordo precedente. A termine del Concordato del 1929 , l'esecu zion e dell e 5752
sentenze definitive di nullità matrimon iale, pronunziate dai tribunali ecclesiastici, aveva
luogo co n un certo automatismo, e la Cort e d'Appello era considerata, sostanzia lme nte ,
come un "se mp lic e organo di registrazione". Non era previsto alcun giud izio di
delibazione, come avve niva per le senten ze pronunziate da giudici stranieri (a rt. 769 ss .
del Codice di procedura civile). Bastava trasmettere alla Corte di Appell o co mpe tente
per territo rio la se nte nza ecclesiastica con il relativo decreto della Segnatura Ap ostoli ca
attestante la sua legittimità (ossia l'osserv an za delle norme canoniche concernenti la
competenza del giudice ecclesiastico, la regol are cit azione delle parti , la loro legittima
rappesent anz a o l'eventuale contumacia), e la Corte di Appello - senza svolge re alcun
sindacato d i me rito e limitandosi ad accertare ch e il matrimonio su cui si er a pronunziata
"autorità ec cles iastica era un ma trimo nio cel eb rat o sec ondo le norme con cord atar ie (art.
34, commi )-3) - con semplice ordinanza emessa in camera di consiglio (ma c he la
232 LIBRO VII · 1 proce ssi

giurisprudenza equi parava ad una sentenza), rende va esecutiva agli effetti c ivili la sen-
tenza , e ne ordina va l'annotazion e nei registri dell o stato civile, a margine dell' atto di
matrimonio.
5753 2° Col nuovo Acco rdo (art. 8, n. 2) , è prescritta invece una formale istrulloria,
diretta ad accertare :
a) Che il matrimonio religioso , di cui s'è dichiarata la nullit à, è stato celeb rato e
trascritto agli effetti civili in con formit à con le norme conc ordatari e, e che, pertanto, il
giudice ecclesiastico, il quale ha emanato la sentenza, possedeva la necessaria compe-
tenza per trattare e definire la relativ a causa.
b) Che nel corso del procedimento svoltosi davanti ai tribunali ecclesiastici, è stato
assic urato alle parti il diritto di agire e di resistere in giudiz io in mod o non difforme dai
principi fond amentali dell 'ordinam ento italiano .
È il principio affermato nella Senten za del 2 febbraio 1982, n 18, della Corte Costituzionale,
che nel dispositi vo n. 2 ha dichiarato formalmente che «alla Corte di Appello, nell' atto di rendere
esecutiva la sentenza del tribunale ecclesiastico , che pronuncia la nullità de l matrimonio. spetta
accertare che nei procedimento innanzi ai tribunali ecclesiasti ci sia stato assicura to allc pani il
diritto di agire e di resistere in giudizio a dife sa dei propri diritti. e che la sentenza medesim a non
contenga disposizioni contrarie all' ordine pubblico italiano».

c) Che ricorrono le altre condizioni richieste dalla legislazione italiana per la dichia-
razione di efficacia delle sentenze straniere .
5754 Tali condizioni sono determin ate dall' art . 797 del Codice di procedu ra civile, richiamato
espre ssamente dall'art. 4, lettob. del Protocollo addizionale, firmato dal Card . Casaroli e dall'On .
Craxi. Col richiamo dell'art. 797, il procedimento seguito dalla Corte di Appello per rendere
esec utive in Italia le sentenze di nullità pronunziate dai tribunali ecclesiastici è assimilato al pro-
cedimento di delibazione previsto per le sentenze straniere.
Si tratta per altro di assimilazione, non d' identitlÌ, poiché com ' è detto espressa mente nel
medesimo art. 4, lett. b del citato Protocollo addizionale. "accertamento che viene eseguito dalla
Co rte di Appello deve tener conto della specificità propria dell'ordinamento canonico. da c ui è
regolato il vincolo matrimoniale che in esso ha avuto origine. È comunque escluso in ogni caso che
si possa procedere al riesame del merito della sentenza ecc lesiastica, com'è invece consentito per
le sentenze straniere nei casi previsti dall 'art. 798 del Codice di procedura civile. Un tale divieto
era stato posto nella sesta bozza dell ' Accordo di revisione del Concordato (a. 1983), su richiesta
degli stess i gruppi laici, che avevano notato l' incongruenza di un siffatto riesa me di merito . Un
esa me del genere avrebbe infatti significato il risorgere di un principio giurisdizionalista, lesivo
della sovra nità della Chiesa nel proprio ordine, riconosciuta dallo Stato Italiano e sancita formal -
mente null' art. 7, comma l°, della Costituzione.

5755 4) Norm e della Conferenza Episcopal e Italiana


Dal Decreto del 5 novembre 1990, nn.60-62 (Enchir. CEI , voI. 4, p. 1339).
5756 I ° La domanda delle part i interessate alla competente Corte di Appello: «I fedel i
che hanno celebrato il matrimonio canon ico assicurandone gli effett i civil i attraverso
la procedura concordataria e hanno ottenuto da un tribunale ecclesiastico una senten-
za di nullità del medesimo sono di norma tenuti, dopo che ne è stata decretata
l'esecutività dal Supremo Tribunale dell a Segnatura Apostolica, a proporre domanda
alla competente Corte d'Appello per ottenere la dichiarazione di efficaci a della stessa
nell'ordinamento dello Stato, ove ci ò sia possibile ai sensi dell'art. 8, n. 2, dcll 'Ac-
cordo di revisione del Concordato Lateranense e del relativo Protocoll o Addizionale.
Tale obbli go vie ne meno quando i fedeli interessati risultino liberi nell'ordinamento
dello Stato e l' espletamento delle procedure per l'effi cacia civile dell a sentenza com-
port i un grave incomodo» (n. 60).
Le ca use di se parazio ne dci cxm iu~i 233

CAPITOLO II
LE CAUSE DI SEPARAZIONE DEI CONIUGI

CAN. 1692 - § 1. Separatio perso- § l . La separazione personale dei coniu-


nalis coniugum baptizatorum, nisi gi battezzati , tranne che sia stato legitti-
aliterpro locis particularibus legi- mamente disposto in mod o diverso per
time provisum sit, decerni potest luoghi particolari, può essere deliberata
Episcopi dioecesani decreto vel iu- con decreto del Vescovo diocesano oppu -
dicis sententia ad normam cano- re con sentenza del giudi ce a norma dei
num qui sequuntur. canoni seguenti.
§ 2. Ubi decisio ecclesiastica ef- § 2. Do ve la dec isione ecclesiastica non
fectus civiles non sortitur, vel si ha gli effetti civili oppure si prevede una
sententia civilis praevidetur non sentenza civile non contraria al diritto di-
contraria iuri divino, Episcopus vino, il Vescovo della diocesi di dimora
dioecesis commorationis coniu- dei coniugi , co nsiderate attentamente le cir-
gum poterit, perpensis peculiari- costanze particolari, potrà concedere la li-
bus adiunctis, licentiam concede- cenza di adire il foro civile.
re adeundi forum civile.
§ 3. Si causa versetur etiam ciro § 3. Se la causa verta anche sugli effetti
ca ef1'ectusmere civiles matrìmo- puramente civili del matrimonio, il giudi-
nii, satagat iudex ut , servato prae- ce si adoperi che essa, con l'osservan za
scripto § 2, causa inde ab initio ad del § 2, venga deferita sin dali' inizio al
forum civile deferatur, foro civil e.

2° Il decreto di esecutività emesso dalla Segnatura Apostolica: «AI fi ne della 5757


propo sizione della domanda per la dichiarazione di efficaci a nell'ordinamento
dello Stato delle se ntenze canon iche di nullità matrimoniale, il tribunale eccle sia-
stico di cui al n. S9 del presen te decreto (= il tribunale che con sentenza o
decreto ha reso esec utiva la sentenza dichiarante la nullità del matrimonio) tra-
smette alle parti interessate il decre to di esec uti vità ricevuto dal Supremo Tr ibu-
naie dell a Segnatur a Apostolica» (n. 61 ).
3° La notifica all'Ordinario del luogo: <<I fedeli che hanno ottenuto dalla com- 5758
petente Corte d' Appello la dichiarazione di efficacia nell'ordinamento dello Stato
della sentenza cano nica di nullità, sono tenuti a notificarne copi a all' Ordinario del
luogo, perché questi possa disporne l'annotazione nei libri parro cchiali ».

LE CAUSE DI SEPARAZIONE DEI CONIUGI (cann. 1692-1696) 5759


Schema
I. Norme previe 3. La procedura giudiziaria
2. La procedura amministrativa

Nel Codice precedente non esisteva una normati va processu ale specific a per le
cause matrimoni ali di separazione de i coniugi. Era detto sempl icemente che per tali
cause, era possibile una dup lice via: amministrativa, mediante il decreto dell Ordin ario
del luogo. e giudi ziaria. mediant e la sentenza del giudice competente (cfr. cann. 11 30-
234 LIBRO VII - I processi

1131, Codice 1917)1 , e questi applicava la procedura ordinaria e gene rale del gi udizio
contenzioso. Il Gruppo di Studio De processibus intese colmare la lacuna, avvertita da
più parti (cfr. Communicationes, a. 1972, pp. 65-69, n. Il; a. 1974, p. 42).
Le norm c procedurali presuppongono quelle "sostantive", contenute ne i cann.
1151-1155 del De matrimonio concernenti il dovere e il diritto della convivenza coniu-
gale e i moti vi che giustificano la separazione sia perpetua che temporanea dei coniug i
(cfr. n. 4231-4242).

5760 1. Norme previe


1692, § 1 La duplice via. Con fermando la norm a del Codice anterior e, il nuo vo
Cod ice stabilisce che, salva una legittima di versa dispo sizione della leg ge particolar e
(legge conco rdataria o diocesana ), la separazione personale de i coniug i battezzati può
essere deliber ata:
- Tanto per via amministrativa, con decreto del Vescovo diocesano (e non del-
l'Ordinario del luogo, com'è pur detto per una svista nel can . 1153, § I)
- Qu anto per via giudiziaria, con senten za del giud ice competente
La via a mminis trativa è più semplice e richiede meno formalità per cui, in ge-
ner e, è da preferirsi a quella giudiziaria e vitando gl'inconvenienti dell a sua co mples-
sità e pubblicità. Contro il decreto del Ve sco vo, è possibile il ricorso a norm a dei
cann. 1732-1739.
Da notare. Le ca use di separazione dei coniugi riguardano il ben e pubblico. Di
con seguenza , non è poss ibil e per sé ris olverlc medi ante giud izio arbitrale (ca n. 1715 .
§ I), e l' eventuale transazion e privata delle parti non ha valo re.

5761 1692, §§ 2·3 Il ricorso al foro civile. Le cau se canoniche di separazio ne de i


con iugi sono molto rare nell a Chiesa, per cui alcuni organi di consultazione propo-
sero di sopprimere l'i ntero capitolo De causis separationis coniugum: «Coniuges -
dissero - numqu am de ferunt ad tribunal ecclesia sticum caus as separation is» (Com -
municationes, a. 1979 , pp . 272-273, ca n. 356) . La ragione di que sto co mporta me nto
dei fed eli sta nel fa tto che le decision i dei tribunali eccl es ias tici , in tale materia non
hann o alcun riconoscimento civile nella qua si tot alit à de gli Stati. I Consultori del
Gruppo di Studio De processibus ritennero tuttavia ad unanimità di non poter omet-
tere il dctto capitol o e lasciando in tal modo alla esclu siva competenza dello Stato le
ca use di sepa razione dei coniugi.
I o Anzitutto per un motivo di principio: la soppressione del capitolo. co l rinvio ai tribunali
ci vili sarebbe stato in contrasto col can . 1671 , nel qual e si affer ma se nza limitazioni che le cause
matrimoniali de i batte zzati spettan o iure proprio al giudice ecc lesias tico , Tali cause comprendono
anch e le separazioni dei coniugi, poiché la convivenza dei medesimi non è un effetto pur amente
civile del matrimonio, ma una conseguenza diretta del vincol o sacramentale, che incide in modo
determinante sulla vita degli sposi, l'educazione dei figli, l' attuazione della fam igli a cristian a .
20 Altri motivi messi in evide nza dai Consult ori :
- L 'e sistenza di matrimoni celebra ti nella so la forma can onic a, di c ui lo Stat o si disinteressa
- La diversità dci criter i che ispirano la legislazione civ ile in materi a di separazione con iu-
gale, con motivi che spesso sono in contrasto con la legge divina
- Il fall o che la se parazione ottenuta dall o Stato costituisce in genere la base giurid ica per
poter prop o rre la causa di di vorzio

I Cfr. Pont. Comm . per l' interp ret, dci Codi ce di Diritto Can onico, 25 giugno 1932 : X.
OCHOA , Leges Ecclesiae, l, n. 1102. col. 1400, III.
Le cause d i separazione dci co niugi 235

Per tutti questi moti vi, la Chie sa non può non affermare la sua competenza circa le
cause di se paraz ione personale dei coniugi: «Si co ntrarium statueretur, Eccl esia officium
et ius suum abdicaret» (Communicationes, a. 1972, p. 66, n. 12, A).
II Grupp o di Studio si rese conto per altro dci gravi inconvenienti di una "doppia 5762
giurisdizione", eccles iastica e civile (Communicationes. a. 1972, p. 66, n. 12, B), e dovette
anche riconoscere la legittima competenza dello Stato circa gli effetti puramente civili
della separazione coniugale, soprattutto di quelli economici. Decise pertanto di formul are
le norme con una certa flessibilità (Communicationes, a. 1972, p. 67, n. 12, C).
Prima norma: In quei paesi in cui la decisione ecclesia stica non con segue gli effetti
civili oppure si pre veda una sentenza civile non co ntraria al diritto divino, il Vescovo
della diocesi di dim ora dei coniugi, considerate atten tamente le circostan ze part icolari,
potrà con cedere la licenza di adire il foro civile.
A parere di alcuni, la licenz a co ncessa dal Vescovo potrebbe essere anche di ca rat-
tere ge nerale. Una tale interpretazione, tuttavia, non sembra fond ata: nel § 2 è detto
forma lmente: «pe rpensis peculi aribu s adiunc tis».
Seconda norma : Se la causa - come avviene qua si sempre - verte anche sugli
effett i pur amente civ ili del matrimonio, il giudice si adoperi che essa, nei termin i pre-
scritti al § 2, venga deferita sin dall 'ini zio al foro civile.
Norme conco rdatarie. In Italia, nell'art. 34 del Concordato del 1929 era detto espressamente: 5763
«Quanto alle cause di separazione personale , la Santa Sede consente che siano giudicate dall'au -
torità giudiziaria civile». E l'art. 19 della Legge 27 maggio 1929, n. 847, esecutiva delle norme
concordatarie relativamente al matrimonio , prescriveva: «Le disposizioni del Codice civile relative
alla separazione dei coniugi restano ferme anche per i matrimoni celebrati davanti a un ministro
del culto cattolico, quando siano stati trascritti». Di conseguenza, nell'art. 53 della Istruzione della
Congregazione dei Sacramenti in data lOluglio 1929 era così disposto : «Le sentenze e i provve-
dimenti relativi alla separazione dei coniugi. emessi dall' autorità civile, purché non contrari alla
legge divina o ecclesiastica, hanno valore anche nel foro canonico».
Nel nuovo Accordo stipulato Ira la Santa Sede c la Repubbl ica Italiana il18 fehhra io 1984 non
v'è alcun acce nno a queste norme precedenti, per cui sorge il problema se le dette norme siano state
soppresse o siano tuttora in vigore. Può darsi - e sarebbe auspicabile - che la materia sia trattata
nelle Norme esecutive circa il matrimonio, di cui si attende la pubblicazione.
Disposizioni de/In CE/: Art . 55 del Decre to Generale del 5 novembre 1990 (Enchir, 5764
CEI, vol. 4, n. 2673):
- Di norma le cause di separazione tra i coniu gi siano trattate avant i l' aut orit à
giud iziaria civ ile, fatto salvo in ogni caso il diritto dci fedeli di acced ere alla giurisd i-
zione ecclesiastica quando essi siano legati da vincolo soltanto religioso o quand o lo
richieda no ragioni di cos cienza.
In questi ulti mi cas i i co niug i interessati possono chiedere al Vescovo diocesa no
l'emanazione di un decret o (cfr. ca n. 1692, § I) oppure rivolgersi al tribun ale diocesano ,
il quale. costituito ordinariamente da un unico giudice, procederà co n l' intervento del
promotore di giustizia, ai sensi dei ca nn. 1693-1696 .

2. La procedura amministrativa 5765


La scelta dell a via amministrativa o giudiziaria dipende dalla deliberazion e del
Vescovo diocesano , ma anche dalla istanza presentata dal coniuge che chiede la sepa-
razione (cfr. Rispo sta della Pont. Comm. per l'interpretazione del Codice, 25 giugno
1932: X. O CIlOA, Leges Ecclesiae, I, n. 1102, col. 1400, III) .

I ) L 'istruttoria 5766
Decisa la via amministrativa, occorre proced ere alla istruttoria della ca usa, rac-
236 LIB RO VII · I processi

CAN . 1693 • § 1. Nisi qua pars ve) § 1. Salvo che una parte o il promotore
promotor iustitiae processum con- di giustizia richiedano il proce s so
tentiosum ordinariumpetant,proees- contenzioso ordinario, si segua il processo
sus contentiosus oralis adhibeatur. contenzioso orale.
§ 2. Si processus contentiosus or- § 2 . Se s i è seguito il proce s so
dinarius adhibitus sit et appellatio contenzioso ordinario ed è sta to proposto
proponatur, tribuna) secundi gra- appe llo, il tribunale di secondo grado pro-
dus ad normam can. 1682, § 2 pro- ceda a norma del can. 168 2 , § 2 , con i
cedat, servatis servandis. dovuti adattamenti.

cogliendo le prove necessari e per accertare la verità dei fatti esposti dalle parti. [ motivi
di una legittim a separazione sono determ inati nei cann . 1152 e 1153: adulterio, per la
separaz ione perpetua ; grave pericolo spirituale o corporale per l' altro coniuge o per la
prole, oppure fatti e circostanze che rendono troppo dura la vita comune, per la separa-
zione temporanea.
Nell' eseguire "per sé" o "per alium" l'i struttoria , il Vescovo diocesano ha molta
libertà, poiché nel Codice non sono stabilite norme partico lari per la procedu ra ammi-
nistrat iva della separazione coniugale (potrebbero essere stabilite per diritto particolare:
can. 1692, § l). C' è da osservare il can. 50, nel quale è disposto che , «prima di emettere
un decreto, l'autorità comp etente deve fornirsi delle informazi oni e della documentaz io-
ne necessaria». Sarà co munque opportuno attenersi, con i dovuti adattamenti, alle norme
stabilite per i processi contenziosi ordin ari e orali: ascolto delle parti, esame dei docu-
menti, escu ssione de i testimoni, ecc. (cfr. in particolare i cann . 1526-1586). Fra i testi-
moni da ascoltare sono i figli dei coniugi, se sono in grado di testimoniare. T rattandosi
di cause di interesse pubblico , oltre che privato, è necessaria la presenza del promot ore
di giustizia (can. 1696).

5767 2) Il decr eto di separazione


Dev' essere formul ato il! iscritto e contenere espressamen te i moti vi "in facto" e " in
iure" su cui si fonda (can. 5 1). Il termine massimo è di tre mesi a partire dal giorno in
cui si è ricevuta la Icgittima domanda (can. 57, § l). Trascorso questo termine, se il
decreto non sia stato emess o, la risposta si presume negativa ai fini della presentazione
del co nseguente ricorso (can. 57, § 2).
Il decreto va regolarmente notificato alle parti interessate, a norma del diritto (can.
54, § 2). Nel decreto - e similmente nella sente nza giudiziaria - bisognerà anche
provvedere debit amente al sostentamento e all' educazione dei figl i, a norm a del can.
1154 (cfr. anche can . 1689).
Contro il decreto del Vescovo si può ricorrere a norma dei cann. 1732- 1739, che
regolano i ricorsi contro gli atti amm inistrativi in genere , Resta o vviamente l'obbligo
imposto dal can. 1153. § l , in caso di separazione temporanea: «Cessando la causa di
separaz ione, si deve restaurare in ogni caso (in omnibu s casibus) la convi venza, tranne
ehe l' autorit à ecclesiastica stabilisca divers amente.
Riten gono alcuni che sia possibile canonicamente , l'omologazione di una se paraz ione
conse nsuale avvenuta tra gli sposi per un accord o privato, e risulta che alcuni tribunali di fatto la
concedono. Una omologazione del genere , tuttavia, sembra esclusa nell' ordinamento canonico.

5768 3. La procedura giudiziaria


1693 Processo contenzioso orale e ordinario. Nelle cause di separazione dci
coniugi, delibe rata la via giudiziaria , per sé è da seguire il processo contenzi oso orale
237

CAN. 1694 - Quod attinet ad trio Per quanto riguarda la competenza del
bunaIis competentiam, serventur tribunale, si osservino le disposizioni del
praescripta can. 1673. can. 1673.
CAN. 1695 - Iudex, antequam Il giudice, prima di accettare la causa e
causam acceptet et quotiescumque tutte le volte che intra veda una speranza
spem boni exitus perspicit, pasto- di buon esito, faccia uso dei mezzi pasto-
ralia media adhibeat, ut coniuges rali, per indurre i coniugi a riconcili arsi e
concilientur et ad coniugalem con- a ristabilire la convivenza coniugale.
victum restauranduminducantur.

(cann. 1656-1670), tranne che una delle part i o il promotore di giustizia rich iedano , per
maggiore garanzia, il processo co ntenzioso ordin ario (§ I ) (cann . 150 1 -16~5 ), né il
giudice può imporre di suo arbitri o la sua scelta, disattendendo tale richiesta'. E comun-
que da notare che, nelle cau se di separaz ione dei coniug i, non è nece ssario che la
sentenza di prim a istan za sia confermata da un tribunale superiore: pur non passand o in
giudicato a norm a del can. 1643, è esecutiva per se stessa la prima sentenza , se co ntro
di essa non vie ne propo sto appello (cfr. can. 1638).
La procedura da osservarsi iII sede di appello dipende dalla procedu ra seguita in 5769
prima istanza .
IO Se in prim a istanza si è seg uito il pro cesso cont enzioso orale. la med esim a
procedura sarà osservata in sed e di app ello.
20 Se invece in prim a istanza si è seg uito il processo contenzioso ordi nario, in sede
di appello si applicherà, servatis servandis, il can. 1682, § 2. Vale a dire, il tribunale di
appello:
- O confermerà con un proprio decr eto la decisione del tribun ale di prima istanza
- O ppu re, se lo ritiene opportuno o necessario , riesam inerà la ca usa secondo le
norme del processo co ntenzioso ordinario

1694 II tribunale competente. Nelle cause giud iziarie di sep arazione coniu gal e, il 5770
giudic e è unico, tanto se si applica il processo contenzioso oral e (can. 1657), qu anto
quello ordinario (can. 1425, § I), Egli potrà associ arsi utilmente due assessori, a norma
del can. 1424 (v. nn. 5157-51 58 ).
La co mpete nza del tri bun ale di prim a istan za viene determinata seco ndo le me-
desime norm e stabilite nel can . 1673 per le ca use di nullità. Tali norme sono da
osservarsi accuratamen te nell a procedura g iudi zia ria, e posson o se rvire da dirett iva in
quella am minis trativa, per la quale il Codice non pre scrive alcun criterio cir ca il
"Vescovo dio ce sano", al qual e bisogna rivolgersi. Riteniamo che il Vescovo più
indicato pa storalmente sia qu ello proprio dell e parti : Episcopus commorationis
coniugum (cfr. ca n. 1692, § 2; cfr. anc he ca n. IO?, § I).

1695 II tentativo di conciliazione. Nelle cause di separazione person ale dei coniu- 5771
gi, come in quelle d i nullità matrimoniale (ca n. 1676 ), tutte le volt e che (quoticsc umque)
si prospetti una speranza di buon a rius cita, il giudice deve far di tutto, valendosi dei
mezz i pastorali , per indurre le parti a ricon ciliarsi e a rist abili re la convivenza coniugale.

1 «Nonnulli s uggess erunt ut iudex , non obstant ibu s petiti onibu s partium , quae processum
content iosum ordinarium praefe rant , decemere possit ut adhibeatur processus conten tiosus oralis.
Proposit io non placet Con sultoribus» (Communicutiones. a. 1979, p. 273. can. 357).
238 LIBRO VII - I processi

CAN. 1696 • Causae de coniugum Le cause di separazione dei coniugi ri-


separatione ad publicum quoque guardano anche il bene pubblico; in esse,
bonum spectant; ideoque iis inte- pertanto, deve sempre intervenire il pro-
resse semper debet promotor iu- motore di giustizia, a norma del can.
stitiae, ad normam can, 1433. 1433.

Un tale obbligo, giuridico oltre che morale, grava anche - direi soprattutto - sul
Vescovo che tratta amministrativamente la causa di separazione dei coniugi.

5772 1696 L'intervento del promotore di giustizia. Le cause di separazione dei coniu-
gi non presentano soltanto un interesse privato delle parti. Incidono in maniera decisiva
sul bene della famiglia, di cui i figli sono parte essenziale, della Chiesa e della stessa
società civile. Sono cause d'interesse pubblico, per cui si richiede l'intervento del pro-
motore di giustizia, a norma del can. 1430, con la sanzione prevista al can. 1433. Tale
intervento è necessario anche nelle cause trattate con la procedura amministrativa.
Alcuni avrebbero preferito l'intervento del difensore del vincolo. Ma i Consultori risposero:
«in istis causis nullum dubium moveri de vinculo matrimonii, et ideo praesentiam vinculi
defensoris non esse ad rem» iCommunicationes, a. 1979, p. 274, can. 360).

5773 IL PROCESSO MATRIMONIALE DI DISPENSA "SUPER RATO"


(cann. 1697-1706)
Schema
I. Introduzione 4. La decisione della Santa Sede
2. Norme previe 5. Disposizioni ulteriori e chiarimenti
3. L'istruttoria del processo 6. Decreto Generale della CE!

5774 1. Introduzione
Come s'è già rilevato, il processo per la dispensa sul matrimonio rata e non con-
sumato è un processo di carattere amministrativo (n. 5696). Cfr. Istr. Dispensationis
matrimonii della S.c. per la Disciplina dei Sacramenti, 7 marzo 1972, I a.
In esso non v'è un attore, che chieda la tutela dei suoi diritti, ma un oratore
(cann. 1699, § l; 1701, § 2; 1703, § I), che presenta una supplica per ottenere una
grazia (can. 1697).
Non v'è un giudice, che decida circa una vertenza, ma un istruttore, che raccoglie
le prove necessarie per la concessione della grazia richiesta.
Non c'è necessariamente un contraddittorio fra le parti, poiché l'istanza può essere
presentata congiuntamente dai due coniugi (can. 1697), nel quale caso manca il conve-
nuto (pars conventa: cann. 1701, § 2, e 1703, § l), che figura soltanto nella ipotesi che
i due coniugi non siano d'accordo e l'uno presenti il suo libello (can. 1699, § l) contro
la volontà dell' altro: altero invito (can. 1697).
11 processo non si chiude con una sentenza, ma con una dispensa, che è essenzial-
mente un atto di grazia, non di giustizia.
Il concetto di matrimonio rato e non consumato risulta dal can. 1061, integrato dal can.
1084.
5775 È merito del Gruppo di Studio De processibus aver dedicato al processo matrimo-
niale "su per rata" un capitolo a sé anche se ha bisogno di essere opportunamente inte-
grato. Nel Codice precedente vi erano poche norme, inserite in genere, frammenta-
Il processo di dispensa "s uper ruto" 239

CAPITOLO III
IL PROCESSO PER LA DISPENSA SUL MATRIMONIO
RATO E NON CONSUMATO

CAN. 1697 - Soli coniuges, vel al- Soltanto i coniugi, opp ure uno di essi.
teruter, qu am vis altero invito, ius anche se l'altro sia contrario, hanno il di-
habent petendi gratiam dispen sa- ritto di chiedere la grazia della dispensa
tionis super matrimonio rato et sul matrimonio rato e non cons umato .
non consummato.
CAN. 1698 · § 1. Una Sedes Apo- § I. Soltanto la Sede Apostolica giudica
stolica cognoscit de facto incon- sul fatto della non cons umazione del ma-
summationis matrimonii et de ex- trimonio e su II' esis te nza di una gi usta
sistentia iustae cau sae ad dispen- ca usa per la concess ione della relativa di-
sationem concedend am , spensa.
§ 2. Dispensatio vero ab uno § 2. La dispensa è co ncessa esclusiva-
Romano Pontifice conceditur. mente dal Rom ano Pontefice.

riamente, nel titolo De ca usis matrimonialibus, prop rio dei processi di nullità matr imo-
niale (cann. 249, § 3; 1962; 1963, § I; 1966; 1967; 1968, n. 3; 1973; 1975, § l ; 1976;
1985*). La fonte immediata dell'attuale III cap itolo è la citata Istr. Dispensationis
matrimonii della S.c. per la disciplina dei Sacramenti, 7 marzo 1972 tEn chir. Vat., voI.
4, pp . 990- 1007), che nel suo co mplesso conserva il suo valore suss idiario, eccettuate,
com 'è ovvio, le disposizioni che siano in contrasto con le prescrizioni del nuovo Codice.
Documenti anteriori, aventi anch'ess i un carattere complementare: 5776
- L' lstr. /nstrllctionem " Quo fa cilius " della S.c. per le Chiese Orienta li, 13 luglio 1953 (X.
OCHOA, Leges Ecclesiae , Il, n. 236 1, coli. 3 155-3 159).
- L'l str. Quojacilius della medesima Congregaz ione, IO giugno 1935 (l.eges Ecclesiae , I,
n. 1273, colI. 1623- 1626).
- Le Norma e ad praecavendam dolosam personarum substitutionem, della S.c. dei Sacra-
menti, 27 marzo 1929 (Leges Ecclesiae. l, n. 893, coli. 1042-1044).
- Le Regulue servandae in processibus super matrimonio rato et non. COllS lI lII!' W to della
medesima Congrega zione, 7 maggio 1923 (Leges Ecclesiae, l, n. 5 13, colI. 555-581). E questo il
documento più importante e più completo . In appendice, riporta anche i formulari dei vari alti.
Un documento posteriore al Codice è la Circolare de lla Congregazione dei Sacra-
menti . in data 20 dicembre 1986. molto importante per l' applicazione delle norme
codiciali sul proce sso circa il matrimonio rato e non consumato (Enchir. Vat., vol. l O,
pp. 754-769).

2. Nor me previe 5777


1697 (l l 19 e 1973*) Soli coni uges. Il diritto di chiedere la grazia della dispe nsa
sul matr imo nio raro e non con sumato spetta solta nto ai coniugi. legati dal vincolo
matrimoniale. A ness un altro co mpete tale faco ltà, neppure al promotore di giust izia.
L' istanza può essere presen tata congi untame nte da tutt'e due le parti, e anche da un
solo dei coniugi, altero invito (cfr. anche can . 1142). In questo secon do caso, la doman-
da de v'essere esaminata con maggiore atte nzione, in diretto raffronto con i mot ivi di
oppo sizione addotti da lla comparte.
1698 (l 119 e 1962 *) L'autorit à esclusiva. [ pri ncipi do ttrinali sull' ass oluta 5778
indis solubi lità de l matrimonio rato e consu mato e sull'autorità del Romano Pontefice di
240 LIBRO VIl- I processi

CAN. 1699 - § 1. Competens ad § l. È competente a ricevere il libello,


accipiendum Iibellum, quo petitur col quale si chiede la dispensa, il Vescovo
dispensatio, est Episcopus dioece- diocesano del domicilio o del quasi-domi-
sanus domicilii velquasi-domicilii cilio dell'oratore; se egli ritiene fondata la
oratoris, qui, si constiterit de fun- domanda, deve disporre l'istruttoria del
damento precum, processus in- processo.
structionem dispone re debet.
§ 2. Si tamen casus propositus § 2. Se, tuttavia, il caso proposto pre-
specialeshabeatdifficultatesordi- senti speciali difficoltà di ordine giuridico
nis iuridici vel moralis, Episcopus o morale, il Vescovo diocesano consulti la
dioecesanus consulat Sedem Apo- Sede Apostolica.
stolicam.
§ 3.Adversus decretum quo Epi- § 3. Contro il decreto con cui il Vesco-
scopus libellum reicit, patetrecur- vo non accoglie il libello, è dato il ricorso
sus ad Sedem Apostolicam. alla Sede Apostolica.

sciogliere, per una giusta causa, il matrimonio rato e non consumato fra battezzati o
anche fra una parte battezzata e l'altra non battezzata, in virtù della pienezza della sua
potestà apostolica (potestà vicaria), sono contenuti nei cann. 1141 e 1142. La giusta
causa è necessaria "ad validitatem".
Il canone attuale stabilisce due norme giuridiche:
5779 l o Soltanto la Santa Sede - in concreto la Congregazione dci Sacramenti I -
giudica sul fatto della non consumazione del matrimonio e sull'esistenza della giusta
causa per la concessione della relativa dispensa (§ l) .
- Spetta esclusivamente alla Congregazione per la disciplina dei Sacramenti conoscere (ac-
certare e giudicare) il fatto della non consumazione del matrimonio contratto non solo da due
cattolici, appartenenti sia al rito latino che ai riti orientali, ma anche da una parte cattolica e da una
parte acattolica battezzata, come pure da parti battezzate acattoliche (Istr. Dispensationis
matrimonii, I, Introduzione).
5780 2 La dispensa viene concessa in modo esclusivo dal Romano Pontefice",
0

Alcuni organi di consultazione proposero che la facoltà di dispensare dal matrimonio rato e
non consumato venisse riconosciuta anche ai Vescovi. Ma il suggerimento non fu accolto:
«Opportunurn videtur - risposero i Consultori del Gruppo di Studio De processibus - ut
Romanus Pontifex ipse per se concedat talem dispensationem» iCommunicationes, a. 1979, p. 275,
can. 363).

5781 1699 La competenza del Vescovo diocesano. La domanda (supplex Iibellus)


mediante la quale si chiede la concessione della dispensa, va sempre diretta al Ro-
mano Pontefice, al quale tale concessione è riservata in modo esclusivo. Viene tut-
tavia presentata al Vescovo diocesano del domicilio o del quasi-domicilio dell'ora-

I La competenza della Congregazione dei Sacramenti si estende, in modo esclusivo, su tutta

la Chiesa, poiché comprende non solo i matrimoni di due cattolici di rito latino. ma anche di rito
orientale, e similmente i matrimoni fra una parte cattolica e una parte non cattolica o non battez-
zata, oppure fra due parti non cattoliche : sia nei territori di diritto comune che in quelli soggetti
alla Congregazione per l'Evangelizzazione dei Popoli (territori missionari). Tale competenza è stata
confermata dalla recente Cost. Pastor Bonus circa il riordinamento della Curia Romana, art. 67
iEnchir. Val., voI. Il, n. 899).
, In linea di diritto o solo di fatto? Cfr. n. 4202.
(I procc.xso di dispe nsa "supcr rato" 241

tore O degli oratori'. che, nel proprio territorio, dispone della facoltà d'istruire i
processi di matrimonio rato e non consumato, né ha più bisogno della particolare
autorizzazione della Santa Sede . Tale facoltà, in casi particolari, viene anche conces-
sa, su richiesta, al Vescovo del luogo, nel quale debbano raccogliersi la maggior parte
delle prove .
Sono equiparati al Vescovo diocesano il Prelato e l'Abate territoriale, il Vicario e
il Prefetto Apostolico, l'Amministratore di un'amministrazione stabilmente eretta (cfr.
cann. 368 e 381, § 2), l'Amministratore diocesano.
Circa la compilazione della domanda di dispensa, il n. 6 delle Regulae emanate 5782
dalla C. dei Sacramenti il 7 maggio 1923, dava le seguenti indicazioni:
- Il supplice libello deve contenere la completa e accurata esposizione della fat-
tispecie e indicare tutte le cause, che possono giovare per ottenere la richiesta dispensa;
occorre inoltre segnare in essa il giorno, il mese e l'anno, ossia la data della sua pre-
sentazione, c anche la diocesi in cui l'oratore o gli oratori dimorano . Si curi che il libello
riporti la genuina descrizione dei fatti, compilata in iscritto, se è possibile, dallo stesso
interessato e da lui firmata (n. 6, §§ 2-3).
Il primo compito del Vescovo diocesano è di esaminare attentamente il libello e 5783
accertarne la fondatezza e l'opportunità. È anche suo dovere promuovere , se possibile,
la riconciliazione degli sposi, com'è disposto nei cann. 1676 e 1695, per le cause di
nullità matrimoniale e di separazione dei coniugi.
Si prospetta quindi, fondamentalmente, una triplice ipotesi; 5784
l ° L'istanza - omnibus in Domino perpensis - risulta sufficientemente fondata
e precisa nei suoi contenuti : il Vescovo diocesano accetta con decreto il libello e dispone
l'istruttoria del processo (§ l).
Secondo la prassi in uso, per l'accettazione del libello non è necessario che il Vescovo emetta
un suo formale decreto: è sufficiente l'accettazione implicita, che si ha con la costituzione del-
l'istruttore, del difensore del vincolo e del notaio. Il decreto è invece necessario nel caso che il
libello debba essere respinto.

2° L'istanza presenta particolari difficoltà d'ordine morale c giuridico , che lasciano


una certa perplessità: il Vescovo deve consultare la Santa Sede e attenersi alle istruzioni
che riceverà (§ 2).
3° La domanda risulta priva di fondamento, per cui ogni indagine ulteriore si
prospetta inutile: il Vescovo respinge con decreto il libello e ne dà debita comunicazione
alla parte o alle parti interessate. Contro il decreto del Vescovo, esse possono far ricorso
alla Sede Apostolica, ossia alla Congregazione dei Sacramenti",
Ai sensi della nuova normativa, nell'eseguire quanto e prescritto nel can. 1699, e similmente
nel can. 1700, il Vescovo diocesano non agisce come delegato della Santa Sede, ma ex propria
potestate ordinaria. Può pertanto, in questi atti preliminari, agire per se vel per alium, servendosi
dell' opera di un sacerdote idoneo.

.1 «Non videtur congruum idem concedere Episcopo loci celebrationis (Instr. S.c. Sacr., 7

maii 1923, art. 8, § I) , quia hic non sumus in re iudiciali. et ideo non valet "forum contractus" ;
bene vero valer sedes oratoris, quia agitur de dispensatione » (Communicationes, a. 1972. p. 70, n.
18. li ).
• Si discute fra gli autori se, contro l'eventuale risposta negativa della Congregazione dci
Sacramenti, sia possibile un ulteriore ricorso alla Segnatura Apostolica. Riteniamo che non debba
esserci dubbio a tal riguardo .
242 LIBRO vn. (processi

CAN. 1700· § 1. Firmo praescrip- § 1. Fermo restando il disposto del can.


to can. 1681, horum processuum 1681, il Vescovo affidi l'istruttor ia di
instructionem committat Episco- questi processi, in modo stabile o nei sin-
pus, stabiliter vel in singulis casi- goli casi, al tribunale della propria o di
bus , tribunali suae vel alienae altra dioces i, oppu re a un sacerdote ido-
dioecesis aut idoneo sacerdoti. neo.
§ 2. Quod si introducta sit peti- § 2. Nel caso che, rispetto allo stesso
tio iudicialis ad declarandam nul- matrimonio, sia stata introdotta la doman-
litatem eiusdem matrimonii, in- da giudiziaria per la dichiarazione di nul-
structio ad idem tribunal com- lità, l'i struttoria dev'essere affidata al me-
mittatur, desimo tribun ale.

5785 3. L'istruttoria del processo


1700 (/963, § l , e 1966 *) L'assegnazione dell'istruttoria. È opportuno che
l'istruttoria del processo di dispensa "super raro" non sia eseg uita personalmente dal
Vescovo dioces ano. Con una scelta aperta a più possibilità, egli l'affiderà in modo
stabile o nei singoli casi, tenendo conto delle circostanze concrete:
- Al tribunale della propria dioce si, se dispone di giudici competenti ed esperti.
- AI tribunale di un' altra diocesi, se sia meglio organizzato (anche al tribunale
interdioccsano o regionale), oppure sia richiesto da particolari motivi (maggio re riser-
vatezza, prudenza pastorale, ecc.)
- A un sacerdote di sua fiducia (della propria o di altra diocesi , del clero dioce-
sano o anehe religioso), che offra tutte le garanzie (§ l).
Da questa ultima possibilità, risulta che il tribunale costituito per l' istruttoria del processo
"s uper rato" non è collegiale, com'è prescritto per le cause di nullità matrimoniale. Il giudice
istrutto re è unico: «unicus est iudcx instructor in inquisitione pro dispensatione super matrimonio
rato et non cons ummato » (can. 1966. Codice 1917).

5786 Nel paragrafo è detto: Fermo restando il prescritto del cali. 1681. Ta le ca none
prospetta l'ipotesi che , durante l' istrutto ria di una causa di nullità matrimoniale svolta
in tribun ale, emerga il dubbio molto probabil e della non consumazione del matrimonio.
In que sto caso, è il detto trihunale che, sospesa la causa di nullit à col con senso delle
parti, qualunqu e ne sia il capo d' aecusa , compie l'i struttori a per la dispensa "s uper rato"
e trasmette quindi gli atti alla Santa Sede (n. 572 1).
Può verificarsi un ' altra ipo tesi: che cioè l' istanza per la dispensa dal mat rimonio
rato e non consumato sia presentata insieme con la do mand a giudiziaria di nullit à o
anche success ivament e. Anche in que sto caso, l'istru ttoria dcI processo "super rato"
viene effe ttuata dal medesimo tri bunale c he tratta la ca usa di nullit à (§ 2). Le due
ca use si svo lgono parall elamente, ma con atti distinti e indipende nti, eosa che sup-
pone anche due diversi libell i: uno prese ntato al Vescovo de lla diocesi, l' altro al
tribunale co mpetente (Communicatio nes, a. 1979, p. 275, ca n. 364) . Terminate poi le
istrutt ori e, si proced erà so lo alla pubb licazione degli atti co ncerne nti la causa di
null ità (ca n. 1598, § I) . Relativamente alla istruttoria "s upcr rato" , si appli cheranno
i cann . 1704 e 1705, § I , nel caso che il tribunale abb ia istruito il processo per
commi ssione del Vesco vo.
È per altro da notare - come precisa Mario F. Pompcdda - che «nulla vieta, anzi
l' economia del processo lo suggerisce, che i due aspetti (nullità e non consumazione)
siano istruiti con unica istruttoria ». Termin ati gli atti relat ivi alla dichiarazio ne di nullità,
«si dà corso alla procedur a per la dispensa».
li processo di dispensa "super ratn" 243

CAN.1701-§1.Inhisprocessibus § l. In questi proc essi, deve sempre


semper intervenire debet vinculi intervenire il difensore del vincolo.
defensor.
§ 2. Patronus non admittitur, § 2. Non è ammesso il patrono, ma, in
sed, propter casus difficultatem, casi di particolare difficoltà, il Vescovo
Episcopus permittere potest ut può permettere alla parte oratrice o a quella
iurisperiti opera orator vel pars conve nuta di valers i dell ' ope ra di un
conventa iuvetur. giurisperito.

L 'Ist r utt oria Dispensationis matrimonii dell a C on greg azione d ei S ac ramenti d el 7 5787
marzo 1972 (l. e) pre vede va un a terza ipotesi : che d alla domanda d i dispensa del
ma tri m o n io ra to e non co nsu mato sorgesse u n du bbi o prudente circa la valid ità de l
ma trimonio ste sso . L ' ipo tesi è stata ri presa d all a C ircola re della me de sim a Cong regazio-
ne in data 20 dicembre 1986, che ha così disposto :
- Se dalla domanda di dispe nsa sul rato e non consumato emergesse anche un dubbio
prudente circa la validità del matrimonio, allora starà al Vescovo consigliare i coniugi ad adire il
tribunale, se l' altra parte vuole promuovere azione di nullità del matrimonio, oppure decidere che
si istit uisca il processo per inco nsumazione , purché consti del suo fondamento (n. 3: Enchir. Vat.,
voI. IO, n. 1117).
Precisa il n. 5 della detta Circo lare: «L 'istruttoria del processo per inconsumazione, sia che
preceda sia che seg ua l' azione eventualmente intentata per la nullità del matrimonio, dev'e ssere
sempre rimessa al tribunale compete nte per la nullit à (cfr. can . 1700, § 2). Per l' istruttoria di questo
genere di processo, il Vescovo l' affidi stabilmente o nei singoli cas i al tribunale della propria
diocesi o di un' altra, oppure a un sace rdote idoneo (cfr. can. 1700, § I), osserv ando le disposizion i
prescritte».

1701 Il difensore d el vincolo e il patrono. Nei process i di d isp en sa " su pe r ra to", 5788
deve inte rv en ire ovvia mente il notaio, pe r la ve rba lizzazione de gli att i (can. 1437). I
suoi co m p iti so no dete rmi na ti d al can. 484 . È a nc he richie sta la p rese nza d e l difensor e
del vincolo, co n la san zione pre vista ne l can. 1433' . Egli pu ò essere c hie rico o laico ,
uo mo o donna (can. 1435). H a il d ove re " e x officio" di presenta re e di esporre tu tto ciò
c he si po ssa addurre rag io ne vo lmente con tro lo sciogli mento del m a trimo nio (can.
1432). salva la rice rca d ell a verità oggettiva de i falli, c he è il fi ne d el processo",
VII caso eccezionale, pre visto nell ' art. 24, § 4 d elle "Rc gulae '' de lla Congregazione 5789
de i Sa cramenti, 7 m ag gi o 1923 :

, Trattandosi per altro di un processo di carattere amministrativo, i cui atti saranno di regola
sottopos ti all ' esame del Dife nsore del vincolo della Congregaz ione dei Sacramenti, sarà sufficiente
questo esame per sanare gli eve ntuali atti istrutto ri compiuti contro il disposto dcI can. 1433. Di
fatto, tuttavia, la Congregazione dci Sac ramenti esige l'esame del difensore del vincolo diocesano,
le cui osservazioni devo no essere trasme sse alla Santa Sede , a norma del can. 1705. § I. Qualora
queste manchino, la Congregazione le richiede d' ufficio, e il difensore del vinco lo dioce sa no è così
obbligato ad esamina re gli atti istrutto ri. se mai non lo abbia fatto prima , ed è con questo esame
che resta sanato l'e ventual e difetto determ inato con l'in osservan za del can . 1433.
(, «Defensoris vinculi ius esto: J) semper et quolibet causae moment o acta processus invisere ;
novos rerminos ad acta perficie nda f1agitare, prudenti iudicis arbitrio prorogandos: 2) de omnib us
probationibus vel allegatio nibus ita certiore m fieri , ut contradice ndi facultate ut ì possit: 3) petere
ut alii testes inducantur, vel iidem interum examini subiiciantur, processu etiam abso luto et clauso,
novasque animadversiones edere; 4) cxigere ut alia acta quae ipse suggesserìt, confic iantur, nisi
iude x dissentìat; quo in casu, si iudcx non sit ipsemet Ordi narius, ad hunc recurrere fas est vinculi
defcnsori. iRegulae de lla S .c. dei Sacra menti. 7 maggio 1923, n. 29).
244 LIBRO VII- I processi

- Se il delegato (l'i stru ttore delegato) non ha la pos sibilit à di assume re un


sacerdote nell'ufficio di difenso re del vincolo, lo annoti negli atti e faccia eg li
stess o le dom ande "ex officio" e le altre o sser vazi on i; si milme nte, se manchi , in
paesi molto o del tutto arretrati cu lturalmente, una per sona che s vo lga l'uffi cio di
notaio, fattane la debita annotazione negli atti, lo stesso gi udice rediga l'atto delle
dichiazi oni rice vuta con le do vute formal ità (X. O CIIOA. Leges Eccles iae, I, n.
5 13. co lI. 558-559).
5790 Nei pro ce ssi "super rato" non è consentito alle parti ave re un proprio patro-
no: pro curatore o avvocato. po iché , co me s'è già rilevato , non si tratta di tutel are
in es si dei diritti. In cas i di particolare difficoltà, possono in vece vale rsi. con
l' aut ori zza zione del Vesco vo . dcII' ope ra di un giurisperito di loro fiduc ia, eccle-
sias tic o o laico (anc he avvoc ato ), che le assis ta col suo co nsig lio. Circa tal i
consigl ieri, l'lstr. Dispensationis matrimonii del 7 marzo 1972 così prescri ve:
- «A differenza di qu anto avvie ne nell e ca use di null ità di matrimonio. ne i
processi di matrimonio validamente contra tto ma non co ns uma to, a moti vo dell a
loro pecul iare natura non si può richiedere la collaborazione di avvoca ti c procu-
rat or i. Tuttavia. venendo inc ontro ai vot i e ai desideri di alcuni Pasto ri d ' anime.
si stabilisce che nulla ost a a che le parti - se lo chiedano oppure il Vescovo lo
deliberi d'ufficio - si avv algano in que ste cause dell 'opera di cons ig lieri o esper-
ti, soprattutto ecclesiastici, sia per la compilazione della domanda dell a grazia di
dispensa, sia in ordine alla istruttoria del processo o al completamento degli atti
ist ruttori, allo scopo di favorire più efficacemente il bene dell e anime, assicurando
l' accertamento della verità circa la non consumazione del matrimo nio.
La de signazione dei dett i co nsig lie ri o esperti, sia scelti d'u fficio c he ad
ista nza d i parte, spetta al Ve scovo", che e metterà a tal fine un o speciale decreto,
dop o aver sentito il difen sore del vincol o, ed ammo nirà i medesimi consigl ier i o
es pe rti dell 'obbligo di con se rvare il segreto sotto giuramento, affi nché nessun o
estr an eo veng a a co nosce nza degli att i processuali» (Enchir. Vat., va l. 4, pp.
100 0-1003, n. 1586).
5791 Il n. 6 dell a Circolare dell a med esima Congregaz ion e, in data 20 di cembre
1986 :
«Il giurisperito, ammesso dal Vescovo a norma del diritt o (ca n, 170 1, § 2),
non può esercitare i compiti speci fici del patrono elen cati nelle cau se di nullità
(ca nn. 1481-1490; 1687), ma suo compito è solo quello di aiu tare le parti nell'in-
trodu zione della cau sa, nel racco gliere le prove e , nel caso di esito negativo dell a
ca usa , di proporla di nuo va osserva ndo le norme del diritto (can. 1705. § 3)>>
tEnchir. Vat., col. IO, p. 659 , n. 1020 )R.

, A norma del can. 170l. § 2. sembra che. quando il consulente legale non è dato "ex officio",
la sua designazione spetti alla parte. Al Vescovo tocca solo dare la sua approvazione. Anche la
Circolare della Congregazionedei Sacramenti. in dala 20 dicembre 1986, parla solo di "iurisperitus
adrnissus", non "designatus", ed è opportuno che sia così.
, L'assistenza legale del consulente, introdotta dall'Istruzione del 7 marzo 1972 e confermata
nel Codice, costituisce una innovazione di grande rilievo giuridico-processualc, anche perché la
stessa Congregazione dei Sacramenti era stata sempre contraria in precedenza a permettere alle
parti di avvalersi dell'opera di un giurisperito, per timore che ne derivassero inconvenienti soprat-
tutto in ordine al segreto istruttoriodi una causa così delivata e riservata. È questo medesimo timore
che ha indotto a limitare l'as sistenza del giurisperito ai casi più difficili e a non consentire gli egli
assista agli interrogatori.
245

CAN. 1702 - In instructione uter- Nell' istruttoria, si ascoltino entrambi i


que coniux audiatur et ser ventur, coniugi, osservando, per quanto è possibi-
quatenus fieri possit, canones de le, nella raccolta delle prove le norme pre-
probation ibus colligendis in iudi- scritte nei canoni concernenti il giudizio
ciocontentiosoordinario et in cau- contenzioso ordinario e le cause di nullità
sis de matrimonii nullitate, dum- matrimoniale. purché siano componibili
modo cum horum processuum col carattere proprio di questi processi.
indole componi queant.

1702 La procedura da seguire. L'istru ttoria del p ro cesso "su pe r rat o " ve rte essen- 5792
zial mente su un d u plice e le me n to :
IOIl fa tto ogg e tt ivo della non co nsu maz io ne d e l m atri m onio.
2 0 L ' esi sten za di un a causa gi usta, p roporz ionat amen te grave, pe r la co ncessione
de lla grazia .
In ta le is trutto ria, si ascoltano le parti e si ra ccolgono le prove. osservando, per
q uanto è po ssibil e (quate nus fie ri possit), le norme proced urali p rescritte pe r i gi udizi
conten ziosi ordinari e per le cause di n ull ità matrimo niale: ovviamen te servatis
servandis, ossia te nendo co nto de lla particolare natura d el processo "super rat o " , a l
quale le d e tte no nne de vo no essere op po rt u nam e nte adattate .
Le prove sono di carattere morale e fisico. 5793
Prove di carattere morale:
- La con fessione giurala e concorde delle parti, a c ui sono da agg iungere , «si fieri porest,
tesres de ipsaru m cred ibilitate , praerer alia indicia et adrninicu la» (can. 1679)').
- Le deposizioni giurate de i testimoni , con gli attestati di credibilità (ca n, 1572).
- Documenti sia pubblici che privati, come lettere e scritti degli stessi sposi o di altre
persone".
- Presunz ioni e indizi legittimi" .

La prova di cara ttere fisico è l' ispezione corporale dei con iugi : 5794
- Co rpora lis coniugum ins pec tio adhibe nda es t, si necessaria es t ad iurid ica m factl
inconsumrnationis probationem assequendam; si vero, iuxta Dccretum S. Congr. S. Officii diei 12
lunii 1942, atten ta partiu m el tes tiu m morali excellentia ac serio consideraris eo ru m ani mi
dispositionibus necnon ceteris admini culis aut argurnentis, plena, Episcopi iudicio, habetur probatio
asse rtae matrim onii inco nsummationis, tunc omitti potest inspec tio; caute vero perpendatur
antequa m ea m inutilern esse edica tur, Si mulier autern inspeetionem eorporalem recuset, tunc, iuxta
regulam per memoratum Decretum prolatam, "abs tinendum est ab urgenda inspcctione" ( lstr.
Dispensation is matrim onii de lla S .C . dei Sacrame nti, 7 marzo 1972, Il, c: Enchir. \'al., vol. 4, pp.
998- \000, n. 1584).

') «In causis inconsumrnationis matrimonii debet uterq ue coniux testes prod uce re qui ipso rum
coniugurn probirate rn et praesertim veridicentiarn circa asserta m rnatrim onii ineonsurnrnationem,
testificari possi nt; qu ìbus test ibus instrucror alios ex officio inducere valet. Pauci sufficere possunt
testes, dummo do eo rum eoncors testirnoniu rn valida m probatio nem atque morale m certitudine rn
afferre possit , quod quidcrn èvenit, si personae omn i exceptione maiore s sunt, inter se firmiter
cohaerent , testifieantur sub fide iuramenti : referentes quando, quomodo et quid a co niugibus aut
proximis propinquis de facto inconsumrnationis matrim onii audierint. Obliv iscendum non erit in
huiusmod i ca usis argu menlum morale permagni ponderis esse ad certit udinem moralem de
matrimon ii inconsummatione adipisce ndam» (lstr. Dispensationis matrimonii, 7 marzo 1972, Il, b :
Enchir. \'al ., vol. 4. p. 998, n. 1583).
II) Cfr. Regulu« S.c. dei Sacra menti. 7 maggio 1923. cap . XI, nn. 75-78: X. O CHOA . Leges

Eccle siae, l, colI. 564-565 .


" lbid., cap. X II, nn . 79·83: Leg es Ecclesiae, l, col. 565 .
246 LIBROVII - l processi

CAN. 1703 - § 1. Non fit publica- § l. Non si fa la puhblicazione degli


tio actorum; iudex tamen, si con- atti; tuttavia, se il giudice rilevi che a
spiciat petitioni partis oratricis vel causa delle prove addotte sorga un grave
exceptioni partis conventae grave ostacolo alla domanda della parte oratri-
obstaculum obvenire ob adductas ce o all'eccezione della parte convenuta,
probationes, id parti cuius interest ne informi con prudenza la parte interes-
prudenter patefaciat. sata .
§ 2. Parti instanti documentum § 2. Alla parte che ne faccia richiesta, il
allatum veltestimonium receptum giudice potrà mostrare un documento pro-
iudex ostendere poterit et tempus dotto o una testimoni anza raccolta, fissan-
pracfinire ad deductiones exhi- do un termine per la presentazione delle
bendas. sue deduzioni .
CAN. 1704 • § 1. Instructor, pe- § I. Compiuta l'i struttoria, l'istruttore
racta instructione, omnia acta cum rimetta tutti gli atti al Vescovo, con
apta relatione deferat ad Episco- un' appropriata relazione; il Vescovo, da
pum, qui votum pro rei veritate parte sua, esprima il voto pro rei veritate,
promat tum super facto inconsum- sia sul fatto della non consumazione sia
mationis tum super iusta causa ad sulla esistenza della giusta causa per la
dispcnsandum et gratiae opportu- dispensa, come sulla opportunità della
nitate. concessione della grazia .
§ 2. Si instructio processus com- § 2. Se l'istruttoria del processo sia sta-
missa sit alieno tribunali ad nor- ta affidata a un altro tribunale a norma del
mam can.1700, animadversiones can. 1700, le osservazioni a favore del vin-
pro vinculo in eodem foro confi- colo siano fatte nel medesimo tribunale ,
ciantur, sed votum de quo in § 1 ma il voto di cui al § 1 spetta al Vescovo
spectat ad Episcopum committen- committente, al quale l'I struttore trasmet-
tem, cuiinstructorsimul cum actis t:rà gli atti con una sua appropriala rela-
aptam relationem tradat. zione.

5795 1703 La pubblicazione degli atti. Il processo "su per rato" non è un proces so
giudiziario, per cui alla fine dell ' istruttoria non ha luogo la pubblicazione degli atti ,
di cui al ca n. 1598, § l tCommuni cationes, a. 1979 , pp. 277-278, can. 368). Tuttavia
allo scopo di accertare la verità dei fatti, è data all'istruttore una duplice facoltà
discrezion ale:
IO Informare con prudenza l'oratore o il convenuto degl i eventu ali grav i ostacoli
sorti dalle prove contro le loro rispetti ve posizioni, in modo che abbiano la possibilità
di contrapporsi ad essi o di chiar irli.
2 0 Mostrare alla parte che ne faccia richiesta un document o o una testimoni anza
raccolta, fissando un termine per la presentazione delle sue deduz ioni.
5796 Può il giurisperito delle parti, di cui al can. 1701, § 2, esaminare durante la fase istruttoria gli
atti del processo. com'è consentito al difensore del vincolo? Considerando che questo gli è con-
sentito dal can. 1705, § 3. dopo la decisione negativa della C. dci Sacramenti, riteniamo che, se
sussista un motivo adeguato, e possa farlo con l'autorizzazione dell'ist ruttore anche prima che si
chiuda il processo, in modo da poter adempiere con più efficacia il suo compito, collaborando
all'accertamento della verità dei fatti. Non si tratta comunque di un "diritto", ma di una "facoltà",
la cui concessione è rimessa alla prudenza e alla discrezione dell'istruttore.

5797 1704 La relazione dell'istruttore e il voto del Vescovo. Espletata la raccolta


delle pro ve, l'istruttore stabilisce con decreto la conclusione del processo, a norm a
Il processo di dispensa "super mio" 247

del ca n. 1599. Egli tutt av ia «processurn claus um ne decernat, ll1SI pr ius vinculi
defen sor decl ar av er it sibi nihil inqu irendum superesse, et eti am ad hoc aud itis
partibus» iReg ulae S.c. dei Sacrament i, 7 mag gio 1923, n. 96 , § l : X. OCHOA, Leges
Ecclesiae , I , col. 567).
Segue l' adempimento di un tripli ce obbligo: del d ifensore del vincolo, dell'istrut -
tore e del Vesco vo diocesano.
l ° Il difensore del vincolo, intervenuto nel processo a norma del can. 170l, § l , 5798
dev e esam inare att e nta me nte gli att i istruttori, preparare le su e os se rvazio ni
(animadversiones) sulle prove raccolte e sul merito dell'istanza, valut ando ogni cos a
criticamente, ma rifuggendo nello stesso tempo da ogni argomentazione sofistica", e
presentare solle citamente i suoi riliev i in iscritto al tribun ale.
2° L'istruttore, a sua volta, deve redigere un 'appropriata relazione sul lavoro svo l- 5799
to: «Instructor, in conficienda apta relatione, summari um totius processus expon at
eamque actibus adiungat» (Circolare della Con grego dci Sacramenti, 30 dico 1986, art.
2 1: Enchir. va.. voI. IO, n. 1035).
Può eg li esprimere il suo giudizio in merito? I Co nsulto ri del Gru ppo di Studio De
processibus furono quasi all'u nanimità di parere contrario: «Vitari debet - dissero - occasio
exprirnendi iudicium circa meritum causae, quod influxurn habere possit in votum Episcopi vel ipsi
voto Episcopi cont rad icat» tCommun icationes, a. 1971, p. 278, can. 370).
Un tale motivo non sembra molto convincente, e certo non può impedir e all 'istruttore d'in-
serire nell a relazione il suo parere, sc cosi ritenga opp ortun o. Nel canone non c 'è alcun a
disposizione che glielo vieti. E per la verità, una relazione senza "voto" ci sembra incompleta.

Gli atti dell' istruttoria e la relazione saranno rimessi al Vescovo diocesano, anche
nel caso che l' istruttoria sia stata effettu ata, per suo incarico , dal tribun ale di un ' altra
dioces i (can. 170 l , § I).
3° Il Vescovo diocesano ha anzitutto un compito di vigilanza sull'i ntero svo lgime n- 5800
to del processo "su per rato".
- L'o sservanza de lle norm e (c he disc iplinano il processo "super rato") è affi-
dato sopratt utto ag li Ordinari (ai Vesco vi), e ai mede simi spetta vigila re sui tribunali
da lo ro costituiti , affi nc hé non abb iano a deflettere da es se. È pert ant o un loro pien o
diritt o esaminare pro sua prudentia gli atti in qu alsiasi momento del processo, dare
agli ufficiali consigl i e avvertimenti, rimuoverli "g rav i de causa" , non escluso lo
stesso giudice delegato (l'istruttore), sentito per altro il difensore del vincolo. Qua-
lora sia no stati adott ati i detti pro vvedim enti, o abb iano avuto luogo altri incon ve-
nient i, sia inform ata di que sto la Sede Apostoli ca, quand o sarann o tras messi gli att i
(art . 100 della Regulae de lla Co ngregaz ione dei Sac rame nti, 7 maggio 192 3: X.
OCHOA, Leges Ecclesia e, n. 5 13, col I. 567-568) .
Attenendo si alla verità oggett iva dei fatt i (pro rei veritate ), il Vescovo formulerà
il suo "v oto" personal e - un vero c proprio parere moti vato, sia pure in forma
co ncisa - su un triplice dato :
- 11 fatto della non consumazione del matrim onio
- L'esistenza di una giusta causa, proporzionatamente grave , per lo scioglimento
del matrimonio
- L'opportunità della concessione della dispensa richiesta e l'assen za di un pos-
sibile scandalo o meraviglia da parte dei fedeli .

12 «Votum aut ern defensoris vinc uli... di ffic uItates moveat , qua e tum qu oad ord inem
processualem , tum quoad quaestionis meritum, refragantur, quarnvis sophisticis argumentationibus
non sit indulgendurn» tLeges Ecclesiae, I, col. 579, XXXIII).
248 LIBRO VII · I procc..si

CAN. \705 - § 1. Acta omnia Epi- § 1. Il Vescovo trasmetta alla Sede


scopus una cum suo voto et ani- Apostolica tutti gli atti del processo, insie-
madversionibus defensoris vinculi me col suo voto e con le osservazioni del
transmittat ad Sedem Apostoli- difensore del vincolo.
cam.
§ 2. Si, iudicio Apostolicae Se- § 2. Se, a giudizio della Sede Apostoli -
dis, requiratursupplementum in- ca, si richieda un supplemento d 'istrutto-
structionis, id Episcopo significa- ria, ciò sarà comunicato al Vescovo, con
bitur, indicatis elementis circa l'indicazione dei punti sui quali l'istrutto-
quae instructio complenda est. ria dovrà essere completata.
§ 3. Quod si Apostolica Sedes § 3. Nel caso che la Sede Apostolica
rescripserit ex deductis non con- risponda che, da quanto è stato addotto ,
stare de inconsummatione, tunc ìu- non consti della non consumazione, il
risperitus de quo in can. 1701, § 2 giurisperito di cui al can. 170 I, § 2, può
potest acta processus, non vero vo- prendere visione nella sede del tribunale
tum Episcopi, invisere in sede tri- degli atti del processo, escluso per altro il
bunalis ad perpendendum num voto del Vescovo, per valutare se si possa
quid grave adduci possit ad peti- ancora addurre qualche grave elemento,
tionem denuo proponendam. allo scopo di riproporre la domanda.

Tale voto spetta sempre al Vescovo a cui è stata rimessa l'istanza (il Vescovo del
domicilio o del quasi-domicilio della parte oratrice), anche se l'istruttoria sia stata ef-
fettuata dal tribunale di un'altra diocesi (cfr. Communicationes, a. 1979, p. 279, can.
370. § 3).

5801 Chiarimenti integrativi


L'art. 23 della Circolare 20 dicembre 1986 della Congregazione dei Sacramenti
(Enchir. Vat.. vol. lO, nn. 1035-1039).
- Circa il voto pro rei veritate si abbiano presenti le seguenti norme :
a) Il Vescovo rediga il voto personalmente; può tuttavia delegare generaiiter, con
speciale mandato, la facoltà di compilarlo al Vicario Generale o a un Vicario Episcopale
(cfr. can. 134, § 3)D. In questo caso il Vescovo faccia suo il voto del delegato, prima
di trasmetterlo a questa Congregazione (Risposta della Comm. per l'interpret. del Co-
dice, 21 febbraio 1984).
b) Nelle cause in cui si fa il passaggio dalla via giudiz iaria a quella amministrativa
(cfr. can. 1681), il voto pro rei veritate dev'essere formulato dal Vescovo del Tribunale
Regionale o Interdiocesano, che prima, tuttavia, dovrà consultare il Vescovo della parte
oratrice. almeno circa l'opportunità di concedere la dispensa (cfr. Istr. "Di spensationis
matrimoni i", Il f). Se invece la causa di nullità sia stata trattata pres so il Tribunale
Diocesano, il voto pro rei veritate sarà espresso dal Vesco vo competente.
c) Nel redigere il voto pro rei veritate, il Vescovo deve valutare attentamente il
fatto dell'asserita non consumazione e la giusta causa necessaria per la dispensa. Mosso
da ragioni pastorali. considera anche :

" È superfluo notare che il Vescovo. se può delegare al Vicario generale o a un Vicario
episcopale la compilazione del voto "pro rei ventate", nel redigerlo personalmente può anche
valersi della collaborazione di questi suoi stretti collaboratori e anche di altre persone.
li processo di dispensa "supcr rate' 249

l'opportunità della grazia


l' assenza di scandalo
la meraviglia dei fedeli e il danno di qualsiasi genere che potrebbero derivare
dalla concessione dell a grazia
- le conseguenze dell'indulto richiesto, in ordine al bene delle anime e alla pace
da restituire alle co scienze.
Di tutto questo si faccia un riferimento esplicito nel medesimo voto.

4. La decisione della Santa Sede 5802


1705, § l (1985 *) La trasmissione degli atti. Nei processi di dispensa "super
rato", ogn i decisione spetta alla Sede Apost olica. Tocca pertanto al Vescovo diocesano
trasmettere alla C. dei Sacramenti tutti gli atti del processo, insieme col suo voto, lc
osservazioni del difensore del vincolo e la relazione dell'i struttore!'.
Non occorre però trasmettere gli atti istruttori in originale, che vanno custoditi nell'archivio 5803
di curia o del tribunale, tranne che siano richiesti espressamente dalla Congregazione. S'inviano tre
copie anche fotostatiche, regolarmente autenticate (lstr. Dispensationis matrimonii, S.C. dei Sacra-
menti, 7 marzo 1972. Il g) . «Optandum est - si avverte nella medesima Istruzione - cum hoc
plurimum ad so llici tio re m expeditiorcmque causae definitionem valeat, ut omnium actorum
iudicialium necnon documentorum exern plaria dact yìographice exarentur, et singula processu s
folia, numerata atque in fasciculis conglutinata, actuarii vel notarii testificatione de eorum fideli
transcriptione , integritate et authenticitate muniantur» (ibid.: Enchir. Va/., voI. 4, pp. 1002, 1004,
n. 1588).

1705, §§ 2-3 , e 1706 La risposta di Roma. Esam inati gli atti istruttori ese gu iti in 5804
sede diocesana, la Santa Sede adotta, sec ondo i casi, una triplice decisione di versa.
I ° Richiedere al Vescovo diocesano un supplemento d'istruttoria, nel caso che gli
atti inviati non risultino sufficient i ed es iga no ulteriori integrazioni o chi arimenti. È
superfluo notare che il supplemento d'istruttoria comprende una rel azione dell'i stru ttore
sui nuovi atti, ulteriori "animadvcrsiones" del difensore del vincolo, un nuovo voto "pro
rei veritatc" da part e de l Vescovo.
Ar/. 26 della Circolare 20 dicembre 1986: «Se a giudizio della Congregazione si richiede un
supplemento d'istruttoria per provare l'asserita non consumazione, ne sarà data una comunicazione
al Vescovo. e insieme saranno indicati i punti sui quali dovrà vertere tale supplemento» tEnchir.
Va/.. voI. IO, n. 1042).

2° Respingere l' istanza, con una rispo sta del tutto negativa, in quanto l'uno o l'altro
dei presupposti essenziali per la concess ione della disp ensa - il fatto della non consu -
mazione o l'esistenza della giu sta causa o l'uno e l' altra - risultano insu ssistenti.
Co ntro un tale diniego formale non è poss ibile alcun ricor so né , di regola, è proponibilc
una nuova dom anda ai se nsi dci can. 1705, § 3, poiché qu asi certamente sarebbe se nza
effetto . Resta però in faco ltà dell a parte o delle parti , co me si dirà più ava nti, introdurre
liberamente presso i tribunali competenti la causa di nullit à matrim oniale o di riprender-
la nel caso che fosse rim asta sospesa a norm a del can . 1681.
3° Restituisce l' istanza co n una formula più attenuata: «Non exped ire - Non constare
de matrimonii incon summatione in casu », in quanto gli atti del proces so non offrono una
prova sufficiente. In questi casi, il consulente legale che assiste la parte ai sensi del can.
170 l, § 2, può prendere visione nella sede del tribunale degli atti processuali - escluso

14 Da notare: nel caso considerato nel can. 1681 . non è il Vescovo che trasmette alla Santa

Sede gli atti dell'Istruttoria, ma il tribunale stesso, allegando il proprio "voto" e quello del Vescovo
e inoltre la richiesta di dispensa di uno o di entrambi i coniugi.
250 LIBRO VII · I processi

CAN. 1706· Rescriptum dispen- II rescritto di dispensa viene rimesso


sationis a Sede Apostolica tran- dalla Sede Apostolica al Vescovo ; questi,
smittitur ad Episcopum; is vero a sua volla, lo notificherà alle parti e inol-
rescriptum partibus notifica bit et tre ordinerà al più presto tanto al parroco
praeterea parocho tum loci con- dci luogo in eui fu contratto il matrimo-
tracti matrimonii tum suscepti nio, ehe a quello del luogo in cui fu am-
baptismi quam primum manda- ministrato il battesimo, di annotare la con-
bit, ut in Iibris matrimoniorum et cessione della dispensa nei regi stri dei
baptizatorum de concessa dispen- matrimoni e dei battezzati,
satione mentio fiato

per altro il voto del Vescovo, che deve rimanere del tutto riservat o - e la parte interes sata
può riproporre l'istanza, sempre che sia in grado di addurre qualche nuovo elemento di
prova. È anche possibile la riproposizione della domanda in relazione al primo presuppo-
sto (insufficienza della "cau sa petendi"), se possano addur si nuovi motivi.
Una simile facoltà è co nfermata espressamente dall'art. 27 della Circolare della
Congregazione dei Sacramenti, 20 dicembre 1986 (cfr. Enchir. Vat., voI. IO, n. 1043).
Si noti: il giurisperito può solo prendere visione degli atti del processo nella sede stessa dci
tribunale, ma non trascriverne il testo, neppure parzialmente.
4° Concedere la grazia (di competenza diretta del Rom ano Pontefice), se nulla si
oppone a tal riguardo, né solto l'aspetto della legittimità. né sotto quello della opportunità.
In questo caso, il rescritto pontificio di dispensa viene rimesso dalla Sed e Apo sto-
lica al Vescovo, che, a sua volta , lo notific a alle parti e inoltre ordina al parroco del
luogo in cui fu celebrato il matrimonio e a quello della parrocchi a in cui fu amm inistrato
il battesimo . di far la debit a annotazione dello scioglimento del matrimonio nei registri
dei matrimon i e dci battesimi.

5. Disposizioni ulteriori e chiarimenti


5805 l) La decorrenza della dispensa
Il rescritto di dispensa "super rato" viene per sé concesso dalla Santa Sede in forma
graziosa, ossia senza esecutore (n. 440). Di conseguenza, a nonna del can. 62, esso
produce il suo effetto (lo scioglimento del matrimonio) nel momento ste sso in cui il
Romano Pontefice nell'ud ienza concessa al Pre fetto dell a C. dci Sacramenti , accorda la
grazia" .

5806 2) Due condizioni inderogabili


Ammon isce fonnalmentc l'Istr. Dispensationis matrim onii dell a Congregazione dei
Sacramenti del 7 marzo 1972:

I.' «Dispensatio super matrimonio rato et non consummato a Romano Pontific e direete
eonceditur, et expeditur per rescriptum in forma gratiosa, ab Em.mo Cardinali Praefecto Sacrae
Congregati onis de disciplina Sacrarnentorum, vel ab alio Em.mo Cardinali eius vices fungente , nec
non a R.P.D. Secrctario, aut a Subsecretario eiu sdem S.c. subsignatum.
Attenta eiusmodi forma. rescriptum effectum habet a ternporis momento quo in die audientiae
Summu s Pontifex dispen sationem concessit, dummod o tamen eo momento preces veritate nitantur,
tum quoad matrimonii inconsummationem, tum quoad dispensationis causam» (Regulae s .c. dei
Sacramenti, 7 maggio 1923, nn. 102-103: X. OcHOA. Leges Ecclesiae, I, col. 568).
Il proc esso di dispensa"supcr rate" 251

- Sappiano tutti coloro che sono interessati , che la grazia della dispensa non può
essere concessa. se non risultano con certezza due presupposti esse nziali: che realmente
il matrimon io non sia stato consumato e che sussista una causa giusta proporzionalment e
grave, per cui. manc ando l'una o l'altra delle suddette co ndizioni, il rescritto di grazia,
viziato da orrezione, non giova in alcun modo al richiedente. E pertanto evidente che,
in questi casi, la dispensa pontifi cia non può mai divent are una decisione definitiva, e
che il nuovo matrimonio. eventualmente contratto dopo la dispensa, può esse re sempre
dichiarato nullo, qualora il primo risultasse realmente rato e consumato (I, f: Enchir.
Vat., voI. 4 , n. 1581)16.

3) Eventuali clausole apposte al rescritto di dispensa 5807


Su tali clausole, che hanno lo scopo di assicurare la validità o almeno la liceità del
nuovo matrimonio , considerato l'e sito del precedente, l'I str. Disp ensationis matrimonii
dcIIa Congregazione dei Sacramenti in data 7 marzo 1972 così disponeva:
- Una volta concessa la dispensa pontificia sul vincolo del matrimoni o non co n-
sumato, i co niugi possono passare a nuove nozze, purché non venga loro vietato. Tale
divieto può essere espresso in due modi: con la clau sola "ad mentem" (e in tal caso la
"mens" può essere diversa e viene o pportunamente spiegata) o con la clausola "ve tito".
a) La cla usola es press a con le parol e ad mentcm, che è proibente, di so lito
viena aggiunta ogni volt a che il fatto della inconsumazione dip ende da cause di
mi nore imp ort anza : la sua revo ca viene lasciata al Vescovo, in modo che possa
provvedere più so llecita me nte alle necessità pastorali dei fedeli. Il Vescovo per altro
ammette a un nuo vo matrim oni o la parte che chiede la revoca dell a clausola so lo se.
dop o ave r osservato tutt e le disposizioni , essa risulta veramente idon ea a sos tenere gli
oneri mat rimoni ali e se prom ette di adempiere in avve nire con co ndotta onesta e
cristia na i doveri co niugali.
b) In casi particolari, quand o il motivo della inconsumazione fosse un difetto fisico
o psichico di maggio re importan za e gravità, può essere aggiunt o il vetito per altre
nozze. Se non è detto espressame nte nel rescritto, esso non è dirimente, ma solo proi-
bente, e la sua revoca è riservata alla Sede Apostolica. L' autorizzazione a contrarre
nuove nozze viene concessa se la parte oratrice, dopo aver adempiut o le co ndizioni
prescritt e, viene giudic ata idonea al retto esercizio degli oneri coniugali.
È lasciato al giudizio del Vescovo e alla sua pruden za pastorale informare la
parte. co n la qual e s' intende contrarre un nuovo matrimonio, dell 'una o dell ' alt ra
clausola appos ta al rescritto di dis pensa e poi revocata (n. III : Ench ir. Vat ., voI. 4,
nn. 1590-1592).

,r, L' ammonimento precedente, più completo, della Istruzione del 7 maggio 1923:
- Un'altra cosa deve imprimersi profondamente nell' animo dei giudici e dei testimoni, e
soprattutto delle parti che chiedono la dispensa: che cioè. se le cose asserite dai richiedenti sono
diverse da q uel che essi affermano, ossia se il matrimonio raro sia stato realmente consumato. e la
verità dci fatti non sia venuta alla luce per colpa o per incuria del tribunale oppure per frode o
trascuratezza delle parti e dei testimoni, la dispensa pontificia eve ntualmente ottenuta, poiché è
destituita d' ogni fondamento, non ha alcun valore. Di conseguenza, permanendo il matrimonio, che
si crede dispensato, nella sua validità, se le parti che si ritengono libere contraggono un nuovo
matrimonio in facie ecclesiue, questo è realmente invalido. e pertanto i supposti coniugi e i figli
eventualmente nati da tale unione. restano implicati in una serie quasi inestricabile di mali peggiori.
Questo solenne ammonimento dev'essere fallo dal giudice prima che si presti il giuramento pre-
scritto e questo dev' essere ben considerato da tutti quelli che prendono parte in siffatti processi,
soprattutto nel momento in cui le parti. i testimoni, i periti. rendono le loro deposizioni o testimo-
nianze e presentano le loro relazioni (X. OCHOA , Leges Ecclesiae , I. eol. 555. Decreturn, 7° cpv.).
252 LIBRO Vll- I processi

5808 Le suddette disposizioni sono richiamate dalla Circolare del 20 dicembre 1986 della mede-
sima Congregazione:
- Art. 24: «Se la revoca della clausola, apposta nel rescritto, è lasciata alla Congregazione,
e la parte a cui la detta clausola si riferisce, voglia passare a nuove nozze, il Vescovo deferisca la
cosa a questo Dicastero e voglia dare esecuzione alle sue istruzioni (cfr. Dispensationis matrimonii,
n. III, b)»,
- Art. 25: «Nel rimuovere questa clausola, la cui revoca è demandata al Vescovo, questi
riguardi attentamente le istruzioni annesse al rescritto di dispensa, e ammetta la parte a nuove nozze
solo se, dopo la visita periziale effettuata da un medico, risulti con certezza che essa è idonea a
compiere i doveri coniugali e prometta di adempierli debitamente» (ibidem: Enchir. Vat., val. IO,
nn. 1040-1041).

5809 4) Dispensa "super rata" e posteriore causa di nullità


Nella ipotesi che la domanda di dispensa "su per rato" non sia stata accolta dalla
Sede Apostolica, la parte o le parti interessate possono liberamente introdurre la causa
di nullità o riprenderla qualora sia stata sospesa a norma del can. 1681, né si richiede
alcuna autorizzazione della Santa Sede. Son libere di farlo anche nel caso che abbiano
ottenuto la dispensa "super rato" e intendano avere ulteriormente la dichiarazione di
nullità del loro matrimonio.
Risulta espressamente da una Comunicazione del Tribunale Supremo della Segnatura Aposto-
lica in data 25 giugno 1983: «Questo Supremo Tribunale ha sottoposto alla considerazione del
Santo Padre la questione dottrinale circa la necessità o meno dell'autorizzazione del Sommo Pon-
tefice per iniziare o proseguire una causa di nullità matrimoniale dopo dispensa dal matrimonio rato
e non consumato. Con lettera del l° giugno 1983, prot, n. 99.510, l'Em.mo Card. Segretario di
Stato ha comunicato alla Segnatura Apostolica che il Santo Padre «ha ritenuto che le parti possano
considerarsi libere di iniziare o proseguire una causa di nullità presso i tribunali competenti, senza
autorizzazione pontificia, anche dopo aver ottenuto la dispensa dal matrimonio rato e non consu-
mato» (cfr. X. OCHOA, Leges Ecclesiae, VI, n. 4980, col. 8646).

5810 5) Il can. 1689


È un canone che fa parte della normativa del processo matrimoniale di dichiarazio-
ne di nullità:
- Nella sentenza, si ammoniscano le parti sugli obblighi morali e anche civili, a
cui possono essere tenute l'una verso l'altra e verso la prole, per quanto riguarda la sua
applicazione anche nei processi "super rato".

5811 6) Dispensa "super rata" e Concordato


A termine dell'art. 17 della Legge 27 maggio 1929, n. 847 - esecutiva del Con-
cordato fra la Santa Sede e !'Italia dell' Il febbraio 1929, relativamente alla materia
matrimoniale - le Corti di Appello potevano rendere esecutivi civilmente anche i
provvedimenti di dispensa "super rato" emanati dall'autorità ecclesiastica. Una sentenza
della Corte Costituzionale in data 2 febbraio 1982, n. 18, ha dichiarato "incostituziona-
le" una tale norma, con la motivazione abbastanza pretestuosa che, trattandosi di un
procedimento amministrativo di carattere discrezionale, manca nel caso, secondo i prin-
cipi dell'ordinamento statale, una sufficiente tutela dei diritti di difesa delle parti.
Nei nuovi Accordi, stipulati fra la Santa Sede e la Repubblica Italiana il 18 febbraio
1983, non c'è alcun accenno alla detta dispensa, la quale pertanto non può avere in Italia
effetti civili. È comunque possibile ottenere ugualmente la cessazione degli effetti civili,
proponendo la domanda di divorzio, che in questo caso è pienamente lecita sotto l'aspet-
to morale, poiché si tratta di una semplice formalità, in quanto il matrimonio non
Il processo di scioglimento dd matrimonio a favore della fede 253

sussiste più canonicamente, in forza della dispensa otte nuta dal Rom ano Pontefice. La
domanda può essere presentata al tribunale in ogni tempo , prescindendo dalla separazio-
ne giudizia le o consensuale (Legge l O dicembre 1970 , n. 984, art. n. 3, 2 t) .

6. Decreto Generale della C.E.I. (5 nov, 1990) 5812


Riportiamo le disposizioni contenute nei nn. 63-66 del detto Decreto, in vigo re dal
17 febbraio 1991,
N. 63: «La situazione che si viene a creare tra i coniugi in caso di matrimonio rato e non
cons umato è spesso delicata e complessa e può legittimamente indu rre i medesimi alle condizio ni
prev iste dal diritto della Chiesa. a inolt rare domanda per la concessione della dispensa "s uper rato
e non consumato" ,
La cura pastorale di questi casi e per l'assicurazio ne di un' opportun a consulenza giuridica, ci
si attenga, per analogia, alle indica zioni dei nn. 56 e 58».
N. 64 : «Competente per rice vere la domanda e per svolgere l'i strut toria in vista del rescri tto
è il Vescovo diocesano della parte oratrice, che si avva le della collabora zione del tri bunale dioce-
sano o inre rdiocesano o regionale oppure di un sacerdote idoneo debita mente delegato.
Il voto conclusivo dell 'istruttoria dev'e ssere dato personalmente dal Vescovo, e deve riguar-
dare il fallo della non consumazione, l'e sistenza della giusta causa e l'opportunità della co ncess ione
della dispensa»,
N. 65 : «II Vescovo, a cui la Sede Apostolica trasmette il rescritto di dispensa, deve notificarlo
alle parti e nello stesso tempo dar mandato sia al parroco della parrocchia in cui fu ce lebrato il
matrim onio sia a quello della parrocchia in cui ciascuno deg li sposi fu batte zzato. di annotare la
concessi one della dispensa nel libro dei matrimoni e in quell o dei battezzati (cfr. can. 1706)>> .
N. 66: «La rimozione del divieto di passare a nuove nozze " inconsulto Ord inario" , contenuto
in un rescritto di dispensa "su per rato et non consummato" , s" intende di com petenza dell'Ordi nario
del luogo ne l quale viene istruita la pratica per la celebrazione del nuovo matrimonio . salva diversa
precisazione.
Per la regolari zzazione della situazio ne de lle parti interessate, ci si attenga a quanto indica to
nel n. 44. § 4. dci presente decretov'".

IL PROCESSO DI SCIOGLIMENTO DEL MATRIMONIO A FA VORE DELLA 5813


FEDE
Sch ema
I. Pre messa 3. Norme procedu rali
2. Nor me di cara ttere sos tantivo

1. Premesse 5814
[n virtù della pienezza apostolica (de apostolicae potestatis plcnitudin e), il Romano
Pontefice non solo può sciogliere, per motivi adeg uati, il matrimon io rato e non consu-
mato (matrimonio sacramento) di due persone battezzate, ma può anche sciog liere " in
favorem fidei" il matrimonio legittim o (privo di carattere sacramentale) contratto fra due
persone non battez zate o fra una person a battezzata e un' altra non battezz ata, anche nel
caso che esso sia stato consumato.

17 Testo del dello paragrafo relativamente alla dispensa dal matrimonio rato e non consumalo:
«Esse ndo certo che il provvedimento di dispensa non vie ne riconos ciuto agli effetti civili, la
richiesta può essere accolta Spetta all'Ordinario del luogo provvedere alla rimozione di eventuali
clauso le vincolanti apposte 01 rescritto di dispen sa e dare le indicaz ioni opport une perc hé si
provveda ad assicurare la rilevanza anehe civi le del matrimonio contratto in forma canonica ».
254 LIBRO VII · ) processi

La procedura per tali scioglimenti non figura nel Codice di Diritto C anon ico . Il IV
titolo De processu ad matrimonii solutionem, formulato dal Gruppo di Studio " Dc
processibus " cd esamina to nell a seduta del 15 maggio 1979 (Co mmunica tiones, a. 1979,
pp. 280-282), ve nne so ppresso nell 'ultima re visione del Co dice fatta nel 1982 dall a
Commission e ristretta pres ieduta personalmente dal Papa . Restan o pertanto in vigore le
Norme dell a Congregazione per la Dottrina dell a Fede con l'I str. " Ut notum es t" del é

dicembre 1973 (Enc hir. Vat ., voI. 4, pp. 178 6-1799).


La detta Istruzione è divisa in due parti. Nella prima sono contenute le norme di carauere
sostantivo circa lo scioglimento del matrimonio a favore della fede, "sive pars oratrix baptizctur aut
convertatur sìve non" ; nella seconda, le norme di carattere procedurale. Precedentemente erano in
vigore le Norme emanate dalla medesima Congregazione, denominata allora ..s. Ufficio". con
l'I struzione dci IO maggio 1934 (X. OCIIOA, Leges Ecclesiae, Il, n. 1220, coli. 3354-3355) . Oppor-
tunamente rivedute e integrate, esse sono state inserite nella recente Istruzione del 1973.
5815 Come il processo di d ispen sa "super rato '', anche il pro ce sso di sci oglimento del
matrimonio "i n favorem fid ei'' si svo lge in du e fasi:
- La fase istru ttoria , affidata all'Ordinario del luo go , nell a qu ale sono raccolti g li
elementi d i prova sull' esistenza de i requisit i necessari per la valida e lecita concessione
dell o sc iog limento del matrimonio "i n favo rem fidei".
- La fase decisoria, di competenza dell a Santa Sede, in cui sono esa mina ti e
valutati g li atti istruttori, in ordine alla pres entazione dell a sup plica al Sant o Padre.
L'indulto de llo scioglimento del matrimoni o viene infatti concesso personalmente dal
Papa.
5S1ti A I possibile scioglimento del matrimonio "in favorem fidei", si accenna nel Decreto Generale
della Conferenza Episcopale Italiana , 5 novembre 1990.
N. 47 : «I cattolici non possono essere ammessi al matrimonio con persone battezzate non
cattoliche né con persone non battezzate che siano legate da precedente vincolo con altro contraente
non cattolico, anche se il precedente vincolo fosse stato sciolto da qualche autorità religiosa non
cattolica o civile, ostandovi il can. 1085.
Nell' ipotesi che almeno una delle parti del precedente matrimonio non sia stato battezzato, si
consideri se convenga sottoporre il caso al competente Ordinario del luogo, perché valuti se ricor-
rono gli estremi e si diano serie ragioni per avviare una regolare procedura istruttoria volta a
inoltrare alla Santa Sede domanda di scioglimento di tale matrimonio "in favorern fidei".
L'O rdinario dci luogo può condurre personalmente l'istruttoria oppure affidarla a un sacerdote
delegato o al tribunale ecclesiastico diocesano o interdiocesano o regionale».

5817 2. Norme di carattere sostantivo

5818 I) Condizioni essenziali "ad validitatem " per lo scioglimento del matrimonio
" in fa vorem fidei " (Istr. Il. I)
Sono ind ispensabili un itar iamente tre condizioni:
l " La man canza di batt esimo nell 'uno o nell'altro co ni uge per tutto il tempo della
vita coniugale .
2 0 La non consumazione del matrimonio dopo l'eventuale battesimo della parte non
battezzata, poi ché in tal caso il matrimonio sarebbe "rata e consumato" c, come tale,
"assolutamente indissolubile" (can. 1141 ).
3 0 L 'impegno, con la debita garanzia (cautio), da parte del futuro coniug e non
battez zato o battezzato fuori della Chi esa Cattolica, di lasciare al co niuge ca tto lico la
libertà e la fac oltà (liberuuem fa cultatemque) di professare la propria reli gione e di
battezzare ed educare cattolicamente i figli c he nasceranno,
Il proccs.lìO di st: iu~limcnlo de l matrimonio a favore de lla Ielle 255

L 'es istenza di q ueste tre co ndizio ni dev'essere debit amen te acce rtata nell a is truttoria de lla
pratica. Quanto alla terza co ndiz ione, che pur è stata confermata da una Risposta de lla Co n-
gregazione per la Dott ri na de lla Fed e in data 18 feb braio 19 81 a Mon s. l .T . Daley di
Harrisgur g (X . O CHOA, Leges Eccle siae, VI, n. 483 1, co l. 814 1), c'è da do mandarsi se la s ua
prescrizi one "ad vali ditatern' ' sia da considerarsi in vigore, dal momento che la medesi ma
gara nzia, richi esta per la co nces sione della dispe nsa dall' impedimento di dis parità di c ulto è
stata soppressa nel nuovo Codice, poic hé sarebbe oggi "in contras to con i prin cipi di libertà
re ligiosa proc lamata dal Conc ilio" (Communicatlones. a. 1977 , p. 356, ca n. 3). Non c 'è d ubbio
che anc he la co ndizione conte nuta ne lla Istr. "Notum es t" de ve rite nersi ahrogata, almeno nel
suo as petto invalidante.

2) Requisiti complementari (Is tr. n . II) 5819


Si richi ede inolt re:
IO C he fra i coniu gi, legati da un valid o matrimonio, non vi sia alcuna poss ibilità
di restau rare la vita co niuga le, a ca usa di un rad icale e insanabile diss idio : " manente
dissi dio rad icali et insanabi li" (§ I ).
2 0 Che la co ncess ione dell' ind ulto non sia motivo di pub blico sca nda lo o di grave
merav iglia (§ 2) .
3 C he la part e oratrice no n sia stata ca usa co lpevole del fa llime nto de l matri-
0

mo nio, e la parte ca tto lica, con la qu ale si dev e co ntra rre o co nvalida re il nu o vo
matrimoni o, non abbia provocat o colpevolme nte la se pa razio ne o la di sco rdi a dei
\:()\\\\\~\ \~ ':I).
4° Che, possi bilme nte, venga interpellato l' altro coni uge de l precedente matrimo-
nio , e ragionevolm ente (ra tio nabiliter) non si opponga (§ 4).
5° Che la parte, la q uale chiede lo scioglime nto de l matrim on io , prenda cura del-
l'educazione re ligiosa de lla prole nata even tu alm en te dal preced en te matrim onio (§ 5) .
6° Che si pro vved a adeg uatamente, seco ndo le leggi de lla giustiz ia, al co niuge che
si lascia e alla prol e che si sia avuta (§ 6).
7° Che la parte cattolic a, co n la qu ale si contra rrà il nuov o matrimoni o. viva le
promesse battes ima li cd abbia cura della sua nuova famig lia (§ 7),
8° Che, tratt andosi di un nuovo matri monio da co ntra rre con un catec umeno. si
abbia la certezza mo rale del suo pro ssim o battesimo, q ualora no n sia possibile che si
battezz i prim a del mat rimo nio, co m'è in vece co nsigliabile (§ 8).
Si concede più facilmente lo scioglimento del matri monio, q uando, per altri motivi, sussistono
seri dubbi circa la sua va lidità (n. !li ).
Anche l'esistenz a dci detti requ isiti dev'essere oggetto di un accurato accert ame nto,

3) Matrimonio fra una parte cattolica e una parte non battezzata, contratto 5820
con dispensa dall 'impedimento di disparità di culto (n n . IV e V)
Anche questo mat rimon io può ess ere sciolt o , purch é si veri fic hino le co ndizio ni
stabilite nel n. I (condi zion i essenziali " ad va liditatem") e ne l n. Il (re q uis iti co mp le-
mentari), e co ns ti che la part e ca tto lica, per le particol ari ci rcos ta nze dell a reg io ne,
spec ialme nte per l' esiguo num ero di catt oli ci esi st en ti in essa, non abb ia potuto
evi tare il matrimonio né condurre una vita co nfo rme ai principi della reli gione cat-
tolica. È necessario inoltre che la Co ngregaziorle per la Dott rin a dell a Fed e venga
informata esatta me nte ci rca la pubblici tà del mat rim on io ce lebrato (n. IV ).
Lo sciogli mento di tale m atrimo nio non viene comu nque co ncesso, q ualora la parte
catto lica chieda di passare a nuove nozze co n un a persona non battezzata che non
inten de co nvertirsi (n . V).
256 LIB RO Vll - J processi

Non si concede neppure lo scioglimento di un matrimonio legitt imo con tratto o


convalidato dopo aver ottenuto lo scioglime nto d i un precedente matrim onio legitt imo
(n. VI).

5821 3. Norme procedurali

5822 l ) L 'autorità competente (art. l)


L'istruttoria del processo diretto ad ottenere la concessione dell'indulto di sciogli-
mento del matrimonio legittimo. viene eseguita dall'Ordinario del luogo (il Vescovo
dioces ano) competente a norma della Lettera Apostolica Causas matrimoniales di Paolo
VI (28 marzo 1971 ), IV, § I, personalment e o per mezzo di un eccles iastico da lui
dele gato. T ale delega o com missione deve risultare agli atti che vanno trasmessi alla
Sant a Sede.
Con l'entrata in vigore del nuovo Codi ce, il n. IV, § I, de lla Lette ra Apostolica è
sostituito dal ca n. 1673, e l'Ordinario competente è quello di uno dei quattro luoghi
indicati dal detto canon e:
Il tribun ale del luogo in cui è sta to celebrato il matrimonio
- Del luogo in eui la parte convenuta abbia il dom icil io o il quasi-dom icilio
- Del luogo in cui la parte attrice abbia il dom icilio, ma alle cond izioni stabilite
nel n. 3
- Del luogo in cui di fatto debbano raccogliersi la maggior parte dell e prove, ma
similmente alle condizioni stabilite nel n. 4
5823 Da notare
I° La domand a dell' indulto può essere presentata:
Dalla parte battezzata acattolica, anche se non si converta al cattolicesimo
- Dalla parte non battezzata, anche se non si battezzi
- Dalla parte cattolica o da quella non battezzata, che hanno contratto matrimooio con
dispensa dall'impedimento di disparità di culto
2° La delega può essere conferita dal Vescovo diocesano sia per una causa singola che per
tutte le cause del genere introdotte in diocesi: l'is truttore può esse re anche un diaco no.
3° È necessaria la presenza del difensore del vincolo, chierico o laico.
4° È necessaria anche l' assistenza del notaio, chierico o laico, per la verbalizza zione degli atti.

5824 2) Fatti e documenti (a rtt, 2-3)


I fatti su cui si fonda l' istanza non devono essere semplicemente asserit i. ma anche
provati. a norma delle disposizion i dci Diritto Ca nonico. sia con document i sia con
deposizioni di testimoni degni di fede.
I documen ti, present ati in originale oppure in esemplare autentico, devono essere
esa minati attentamente dallo stess o Ord inar io o dell'istruttore delegato.

5825 3 ) L 'esame delle parti e l'interrogatorio dei testimoni (a rt t. 4-5)


Nella preparazione delle domande da rivolgere alle parti e ai testimoni. bisogna
avvalersi anche dell'opera del difensore del vincolo o di altra persona delegata a tale
compito nei singoli casi. Anche di quest a dele ga si deve far menzione negli atti (4, l) .
I testimoni, prima di essere interrogati. devono giurare di dire la verit à (4, 2).
L'Ordinario o il suo delegato proponga le domande già preparate, e aggiung a quelle
altre che egli riterrà opportune per conosce re meglio i fatti, o che siano suggerite dalle
stesse risposte che vengono date.
Il processo di scioglimentodci matrimonio a favore del la fede 257

Quando le parti o i testimoni depongono circa i fatti di altri, il giud ice domand i
come e perché ne siano a cono scenza (4, 3).
Il giudi ce deve avere ogni cura perché le domande rivolte alle parti e ai testimoni,
e le risposte da essi date, siano trascritte con esattezza dal notaio e debitamente firmate
(4, 4).
Se un testimone acattolico si rifiuti di presentarsi e di deporre dinanzi a un sacerdote cattolico. 5826
si potrà acce ttare un documento che contenga la deposizione da lui resa a tal riguardo dinanzi a
un pubblico notaio o ad una persona degna di fede. Questa circostanza dev'essere annotata espres-
samente agli atti (5, I).
Per stabilire se a tale documento si debba prestar fede. il giudice ordinario o delegato citi dei
testimoni giurati , i quali conoscano bene il testimone acattolico e siano disposti e in grado di
testimoniare sulla sua veracità (5, 2).
Lo stesso giudice esprima inoltre il suo parere circa la credibilità da dare al detto documento
(5.3).

4) L'accertamento della mancanza di battesimo in uno dei coniugi (art. 6) 5827

La mancanza di battesimo in uno dei coniugi va provata in modo da elim inare ogni
dubbio prudente a tal riguardo (§ l ).
Il coniuge stesso, che dice di non essere battezz ato, sia interro gato, se possibile.
sotto giur amento (§ 2).
Si ascoltino inoltre dei testimoni , e sopr attutto i genitori e i consanguinei. e altri.
specialmente co loro che durante l'infanzia vissero con lui e con oscano bene lutto lo
svolgersi della sua vita (§ 3).
I testimoni devono essere inter rogati non solo circ a il fatto della mancanza di
battesimo , ma anche su quelle circos tanze da cui si possa dedurre co n fondata credibilità
e probabilità che il battesimo effettivamente non fu con ferito (§ 4).
Si devono anche controllare con cura i registri dei battezzati esistenti in quei luo-
ghi, in cui la parte, che dice di non essere stata battez zata, ha trascorso gli anni dell'in-
fanzia ; soprattutto i registri delle cbiese che essa ha frequentato per l'i struzi one religios a
o dcIIa chiesa in cui ha celebrato il matrimoni o (§ 5).

5) L 'accertamento della non consumazione del matrimonio, dopo l 'eventuale 5828


battesimo (artt, 7-9)
Se al tempo in cui si chiede l'indulto dello scioglimento, il coniuge che non era
battezzato all'atto del matrimonio, sia stato ammesso al battesimo, si deve istruire un
processo almeno sommario con l' intervento del difensore del vincol o. circa la consuma-
zione del matrimoni o dopo il battesimo così ricevuto (7, I).
Il coniuge stesso sia interro gato sotto giuramento se. dopo la separazione dall' altro
coniuge, abbia avuto delle relazioni con lui e di che tipo, e soprattutto se. dopo il
battesimo, abbia avuto con la comparte dei rapporti coniugali (7, 2).
Anche l'altra parte dev'e ssere interrogata sotto giurame nto, se possibile. circa la
non consum azione del matrimonio (7, 3).
I testimoni vanno scelti sopr attutto tra i consanguinei e gli amici, e devon o essere
ascolta ti, parimenti sotto giuramento, non solo circa quei fatti avvenu ti dopo la separa-
zione delle parti e soprattutto dopo il battesimo , ma anche circa la rettitudine e la
veracità dei con iugi, ossia circa la fede che meritano le loro depo sizioni (7, 4).
La parte oratrice, se si è convertita ed è stata battezzata, deve essere interrogata
circa il tempo e i moti vi da cui fu indotta a rice vere il battesimo e a convertirsi (art. 8).
258 LIBRO VII - I processi

Nel medesimo caso, il giudice interroghi il parroco e gli altri sacerdoti che lo
aiutano nell'insegnare la dottrina della fede e nel preparare la conversione, circa le
ragioni che indussero la parte oratrice a ricevere il battesimo (9, l).
L'Ordinario non trasmetta mai la sua istanza alla Congregazione per la Dottrina
della Fede, se prima non sia stato rimosso qualsiasi ragionevole sospetto circa la since-
rità della conversione (9, 2).

5829 6) La relazione da inviare alla Santa Sede (artt. 14-15)


L'Ordinario riferisca in modo espresso se, dall'eventuale concessione dell'indulto,
si debba temere qualche pericolo di scandalo, di meraviglia o d'interpretazione malevo-
la, sia tra cattolici sia tra i non cattolici, quasi che la Chiesa favorisca con la stessa prassi
il ricorso al divorzio. Si espongano anche le circostanze che possono rendere probabile
o escludere il detto pericolo nel caso concreto (art. 14).
L'Ordinario esprima in ciascun caso le ragioni che possano consigliare la conces-
sione dell'indulto - votum pro rei veritate - precisando sempre nello stesso tempo se
la parte oratrice abbia tentato in qualsiasi modo di contrarre un nuovo matrimonio o viva
in concubinato. Il medesimo Ordinario riferisca inoltre dettagliatamente se sono state
adempiute le condizioni per la concessione dell'indulto e se sono state prestate le ga-
ranzie di cui al n. I, c (ossia che la persona non battezzata o battezzata fuori della Chiesa
Cattolica lasci alla parte cattolica la libertà e la facoltà di professare la propria religione
e di battezzare ed educare cattolicamente i figli). Di queste garanzie dev'essere rimesso
un documento autentico (art. 15). Cfr. sopra II, I, 3 0 •

5830 7) La trasmissione degli atti e delle informazioni alla Congregazione per la


Dottrina della Fede (art. 16)
L'Ordinario trasmetta alla Congregazione per la Dottrina della Fede la domanda
della parte oratrice insieme con tutti gli atti e le informazioni in tre esemplari, sotto la
sua personale responsabilità.
A tali atti, l'Ordinario dovrà unire il suo voto "pro rei veritate", debitamente
motivato e le osservazioni del difensore del vincolo. - Cfr. n. 5801.
Le informazioni a cui si accenna nell' art. 16, riguardano secondo i vari casi:
- Le ricerche sull'eventuale battesimo ricevuto da una delle parti presso chiese o
comunità ecclesiali non cattoliche
L'eventuale rifiuto della parte convenuta o di testimoni a collaborare
La sincerità delle parti nelle loro dichiarazioni
La veracità delle deposizioni dei testimoni
L'eventuale esistenza di un concubinato o di un matrimonio attentato
L'atteggiamento della parte oratrice circa l'educazione morale e religiosa della
prole che avesse già avuto
- La sua disponibilità circa l'adeguato sostentamento del coniuge lasciato e dei
figli che fossero già nati
- L'eventuale scandalo che possa sorgere dalla concessione dell'indulto e la pos-
sibilità di evitarlo, ecc.
5831 Da notare
IO Nelle norme emanate dalla Congregazione per la Dottrina della Fede, si parla di processo
giudiriario. Ritengo, tuttavia, che con la pubblicazione del nuovo Codice, il processo debba svol-
gersi in via amministrativa, come il processo di dispensa "super rato". Ovviamente resta la
necessità dell'intervento del difensore del vincolo.
20 Attesa la stretta affinità fra il processo di dispensa "super rato" e il processo di dispensa
Il processo di rnonc presunta dd con iuge 259

"in favorem fidei", le Norme emanate dalla Congregazione per la Dottrina della Fcdc potranno
essere opport unamente integrate, "congrua congruis referendo", con le disposizioni contenute nei
cann. 1697-1706 "super rato" del Codice di Diritto Canonico .
~ o Ottenuto lo sciog limento del matrimonio, la parte oratrice c, similmente, l' altro coniuge,
sono liberi canonicamente di passare a nuove nozze, In genere, tuttavia, il matrimonio già contratto
rimane valido di fronte allo Stato, poiché lo scioglimento concesso dalla Chiesa non viene recepito
nell' ordinamento civile. Possono. in questo caso, i detti coniugi chiedere il divorzio civile? La cosa
non è solo possibile, ma consigliabile - anzi doveroso - relativamente alla palle cattolica, che,
celebrando il nuovo matrimonio religioso in uno Stato - come l'Italia - che ne riconosce la
validità agli effetti civili, elimina in tal modo l'ostacolo che impedirebbe tale riconoscimento. Nel
caso poi che il matrimonio religioso non sia riconosciuto civilmente nel paese in cui essa vive, gli
effetti civili potranno essere ottenuti ugualmente, facendo seguire o precedere il matrimonio cano-
nico da quello civile.
La stessa cosa può dirsi per lo scioglimento del matrimonio ottenuto canonicamente con la
"dispensa super rato" .

8) Dubbi sulla validità del battesimo 5832


È per altro da considerare che. anche provato il fatto del battesimo, possono sorgere
seri dubbi sulla sua validità, specialmente quando sia stato conferito in una comunità
cristiana non cattolica. In tal caso occorre indagare accuratamente circa la materi a e la
form a usate nell'amministrazione e circa l' intenzione del ministro battezzante e dello
stesso battezzato, se adulto (cfr. can. 869 , § 2),
II Direttorio pe r l'appli cazione della Decisi on e del Co ncilio Vatic an o Il 5833
sull'Ecumenismo, emanato dal Segretariato per l'Unione dei Cristiani in data 14 maggio
1967, nn. 12- 13 (Enchir. Vat., vol. 2, pp. 1014-10 17), dà le seguenti norme:
l° Non si può dubitare della validità del battesimo conferito tra i cristiani orientali (n. 12).
2° Per gli altri cristiani, talvolta possono sorgere dei dubbi:
a) Circa la materia e la [orma. Il battesimo amministrato mediante il rito della immersione,
o infusione, o aspe rsione, e con la formula trinitaria, è per sé valido. Una cena riserva può aversi
circa il battesimo conferito per aspersione, soprattutto se l' aspersione è collettiva (n. 13, a, e nota).
b) Circa lafede e l 'intenzione. Poiché alcuni ritengono che una insufficiente fede o intenzione
del ministro possa causare dei dubbi circa la validità del battesimo, occorre fare le seguenti con-
siderazioni:
- La fede insufficiente dei ministri non è mai per se stessa causa d'invali dità del battesimo
- Si deve per sé presum ere una intenzione sufficiente nel ministro che ha conferito il
battesimo, tranne che sussis ta un serio dubbi o circa la sua intenzi one di fare ciò che fanno i
cristiani (13, b).
c) Circa l'uppl icazione della materia. Nei casi in cui sorgo no dub bi circa l' appli cazione
della materia. iI rispetto del sacra mento e il riguardo verso il cara ttere eccle siale delle Co mu-
nità separate richiedon o che, pri ma di pronunz iarsi per l' invalidità del battesimo, si faccia
un'accurata indagine circa la prassi della Comunità in cui esso è stato amministrato, co nside-
randone tutte le circosta nze (13, c).

IL PROCESSO DI MORTE PRESUNTA DEL CONIUGE (can. 1707) 5834


Schema
I. Il principio 3. Norme ulteriori
2. Norme per il Vescovo diocesano

/I processo di morte presunta de l coniuge non figurava nel Codice precedente , ma


face va parte ugualm ent e del diritto processuale dell a Chies a, Era retto dall a lstr,
Matr imonii vinculo della Congregazione del S. Ufficio, in data 13 maggio 1868 . rimasta
in vigore anche dopo la promulgazione del Codice del 1917 (cfr. X. O CHOA, Leges
Ecclesiae, I, n. 304, co ll. 341-342).
260 LIBROVII - I processi

CAPITOLO IV

IL PROCESSO DI MORTE PRESUNTA DEL CONIUGE

CAN. 1707 - § 1. Quoties coniugis § 1. Ogni volta che la morte del coniuge
mors authentico documento eccle- non possa essere dimostrata con un docu-
siasticovelcivilicomprobari nequit, mento autentico, ecclesiastico o ci vile,
alter coniux a vinculo matrimonii l'altro coniuge non sia considerato sciolto
solutus non habeatur, nisi post de- dal vincolo matrimoniale se non dopo la
c1arationem de morte praesumpta dichiarazione di morte presunta, pronun-
ab Episcopo dioecesano prolatam. ziata dal Vescovo diocesano.
§ 2. Declarationem, de qua in § 2. La dichiarazione, di cui al § l, può
§ 1,Episcopus dioecesanus tantum- essere pronunziata dal Vescovo diocesano
modo proferre valet si, peractis op- soltanto se, fatte le opportune indagini,
portunis investigationibus, ex te- dalle deposizioni di testi, dalla voce pub-
stium depositionibus, ex fama aut blica o da indizi, egli abbia raggiunto la
ex indiciis moralem certitudinem certezza morale della morte dci coniuge.
de coniugis obitu obtinuerit. Sola La sola assenza del coniuge, per quanto
coniugis absentia, quamvis diutur- prolungata, non è sufficiente.
na, non sufficit.
§ 3. In casi bus incertis et imple- § 3. Nei casi incerti e complessi, il
xis Episcopus Sedem Apostolicam Vescovo consulti la Sede Apostolica.
consulat.

La sua inserzione nel nuovo Codice, richiesta da alcuni organi di consultazione,


venne deliberata opportunamente dal Gruppo di Studio De processibus, che intese in tal
modo colmare una lacuna (Communicationes, a. 1979, p. 282, Adunatio 16 maii 1979).
Per la morte presunta ad effetti diversi dal matrimonio (per es. per dichiarare la vacanza
di un ufficio), non sono stabilite norme speciali, per cui si applicano le disposizioni
generali del processo giudiziario.
La dichiarazione di morte presunta pronunziata dall' autorità ecclesiastica non è riconosciuta
agli effetti civili in Italia, che ha una sua propria normativa a tal riguardo.

5835 l. Il principio
1707, § l Perché una persona sposata legittimamente possa passare a nuove nozze,
è necessario "ex ipso iure divino" che il vincolo del matrimonio contratto nella forma
dovuta sia sciolto per la morte del coniuge (cfr. can. 1141) o per dispensa "super rato"
concessa dal Romano Pontefice (cfr. can. 1142), oppure si sciolga in forza del privilegio
della fede (privilegio paolino e petrino) a norma dei cann. 1143-1150. Lo scioglimento
del matrimonio per morte o dispensa deve risultare con certezza (can. 1085, § 2).
5836 Relativamente al caso di morte, il § I dell'attuale canone distingue fra morte certa,
dimostrata formalmente da un autentico documento ecclesiastico o civile (cfr. cann.
1540-1541), e morte presunta, in cui il decesso di una persona, non documentabile
giuridicamente, viene considerato dalla legge come avvenuto, in base a un'apposita
inchiesta, che rende il fatto moralmente certo o estremamente probabile, e non sempli-
cemente possibile.
5837 Il documento, ecclesiastico o civile, fa pubblica fede (can. 1541), per cui il parroco
competente, fatte le comuni indagini prematrimoniali di cui ai cann. 1066-1067, può
Il processo di morte presunta dci coniuge 261

proceder e liber amente alla celebrazione delle nuove nozze del coniuge superstite senza
particolari formalit à. Mancando invece il pubblico documento. la morte del coniuge
dev' essere previamente dichiar ata con speciale decreto amministrativo del Vescovo
diocesano.
Tale Vescovo è il Vescovo proprio del presunto con iuge superstite, in ragione del domicilio 5838
*
o del quasi-domi cilio (can. 107, I) . AI Vescovo diocesano sono equiparati il Prelato e l' Abate
territoriale . il Vicar io e il Prefetto apostolico, l'Amministratore apostoli co di un' amministrazione
stabilmente eretta , l'Amministratore diocesano (cfr. cann . 368: 370; 371 ; 38 1. § 2; 427, § I) .

2. Norme per il Vescovo diocesano 5839


1707, §§ 2-3 La legislazione eccl esiastica è più es ige nte di quella civ ile. Perché il
Vescovo dioce sano possa pronun ziare la dichiar azione d i morte presun ta, è necessario
che egli, attrave rso le opportune indagi ni, raggiun ga la certezza morale dell a effetti va
morte del coniu ge. Non basta la semplice probabilità, né, molto meno, la sola assenz a
del coniuge, per quanto prolung ata, com' è amm esso in genere per presun zione legale
negli ordi name nti statuali' . Sono criteri fondati su elementi negativi, che da soli cano-
nicamente non sono sufficienti e che la Chiesa, per fedeltà ai suoi principi , non può
condividere.
Per questi motivi, non pochi autori affermano che l'istituto della dic hiarazione di morte 5840
presunta non esiste propriamente nell'ordinamento canoni co, in cui, per la della dichiarazion e. si
richiede formalmente la certezz a morale della morte del coniuge. Ma è anche da tener presente che
la certezza ha i suoi gradi, e quella che la legge e la prassi della Chiesa esigono perché il superiore
o il giudice ecclesiastico possano pronun ziare la delta dichiarazione, è una certezza morale minima,
fondata almeno su indizi (ex indiciis), che diano la " massima probabilità" (lstr. Matrimonii vinculi
dd S. Ufficio, n. 6), c questo, riteniamo, consente di poter parlare di "dichia razione di morte
presunta" anche nell'ordinamcnto canonico, che pur si distingue nettamente dall' ordina mento ci-
vile. È pt:r la mancanza di "prova diretta" che la morte del coniuge, dichiarata in un processo
canonico a norma del ea n. 1707. è detta "presunta": presunta, perch é fondata solo su indizi. che
"nn ionabiliter" la fanno supporre, rendendola molto probabile.
La fonte dell e prove è tripl ice: 5841
- Le depo sizioni testimon iali (in casi particolari, è anche ammesso il teste unico,
assolutamente degno di fede : v. n. 5486)
- La pubbli ca opinione o voce
- Indizi forn iti da tutto un insieme di elementi e di circostanze, che fanno presu-
mere fondatamente il reale decesso del coniuge scomparso
Nei casi incerti c complessi, il Vesco vo ha l' obbli go di deferire il caso alla Santa
Sede, ossia alla Cong regaz ione dei Sacrament i (alla Co ngregazione per l' Evangelizza-
zione dei Popoli, trattandosi di terre di missione) c di attenersi alle sue decis ioni.

3. Norme ulteriori 5842


I) L' indagine circa la morte del coni uge può essere affi da ta dal Vescovo diocesano
al proprio tribun ale o anche a un sacerdote idoneo. Nel caso , il decreto può essere
emanato sia direttamente dal Vescovo, sia, per mandato speciale, dal tribunale dal °
sacerdote design ato.

I Per la legislazione italiana, cfr. l' art . 58 del Codiee civile: «Quando sono trascorsi dieci anni

dal giorno a cui risale l'ultima notizia dell'assente, il tribunale co mpetente secondo l'art. 48, su
istanza del pubbl ico ministero o di taluna delle persone indicate nei capoversi dell'art . 50, può con
sentenza dichiarare presunta la morte dell' assente nel giorno a cui risale l' ultima notizia».
262 liBRO VII- I processi

5843 2) Il processo circa la morte presunt a del con iuge ha cara ttere a mmi nist rativo.
Questo . tuttavia. non impedisce. come si ritiene com unemente. che, per decisione de l
Vescovo, esso si svo lga in forma giudiziaria, co me avv en iva nella legislazion e prece-
den te, e che termini con una sentenza, so prattutto quando si tratta di casi che presentano
una certa di fficoltà.
5844 3) Nei processi ci rca la presunt a morte del coni uge è necessaria la presenza del
n ot aio. per la verbalizzazione degli atti. È anche necessario l'i nterve nto de l promotore
di gius ti zia , poiché tali processi riguard ano il bene pubblico (cfr. ca n. 1430). No n è
prescr itto invece l' intervento del difen sore del vinco lo (cfr. Congregazio ne de l S. Uftì-
cio , 22 agosto 1890; Co ngregazione del Co ncilio. 14 dicem bre 1889; cfr. anc he COIll-
munica tiones. a. 1979. p. 282 , § 4), ma neppure è vietato.
Secondo alcuni, l'i ntervento del promotore di giustizia, pur richiesto da evidenti motivi di
opportunità, non sarebbe necessario "ad validitatem".
5845 4) Con tro il decreto de l Vescovo che respinga il libello presen tato da l coniuge
superstite o non pron unzi la dic hiarazione di morte presunt a, è possibile il ricorso alla
Congregazione dei Sacramenti, e, tratta ndosi di terre di missione, alla Congregazio ne
per l' Evangelizzazione dei Popoli. Ta le rico rso è regolato da l ca n. 1732 ss.
5846 5) Il decreto del Vescovo o la sent enza del giudice. che pronu nziano la dichiara-
zione di morte. si fondano su de lle presu nz ioni. che, per giun ta, ca nonicamente sono
sem plici " praesu mptiones hominis" e non "praesumption es iuris" , Esse non cam biano né
posso no camb iare la realtà dei fatt i. Di conseguenza, se il co niuge co nsiderato mor to
fosse ancora in vita, il nuovo matrim onio, pur celebrato nella forma cano nica prescritta,
sarebbe nullo "ipso ime", a non na del ca n. 1085 § l. e i due pres unti co niugi avrebbero
l'obbligo di separarsi, no n appena ave ssero la cert ezza de l fatto . Praesumptio cedit
veritati' , l figli nati da lla nuova unio ne sarebbero in ogni modo legitti mi, ai sensi del
can. 1137. salvo il caso di ma la fede di entrambi i co ntraenti.
5847 6) La trascrizione del matrimonio canonico : n. 45 de l Decreto Ge nerale de lla
Conferenza Episcopale Italiana , 5 nove mbre 1990:
- Nel caso di morte pres unta di uno dei due co niugi. il successivo matrimonio del
coniuge che ne ha chiesto la dic hiara zione può essere trascritto solo se celebrato dopo
che la se nten za civile dichiaran te la morte presunta è passata in giudicato (Cfr. art . 65
de l Codice Civile) .
Il parroco deve in ogni modo rich iedere al Vescovo diocesano la dichiar azione
canonica di morte presunta a norma del can. 1707, §§ I e 2.
Nei casi incerti e part ico larme nte co mplessi, il Vescovo diocesano consu lti la San ta
Sede (cfr. ca n. 1707, § 3).
5848 7) Nel Cod ice di Diritto Canonico, il processo di mor te presunta del coniuge è
previsto solo ag li effetti matri mo niali , in ord ine alla ce lebrazione di nuove nozze del
presunto co niuge vedo vo, e non pe r sé relativamente agli effe tti economici (successori,
patrimon iali, ecc .). Esse ndo pur amente ci vili, la compete nza dei relat ivi giudizi è prop ria
de llo Stato (cfr. ca nn, 1059 e 1672).

, Alt. 68 del Codice civile italiano: «11 matrimonio contratto a norma dell'art. 65 (a seguito
di dichiarazione di morte presunta) è nullo, qualora la persona della quale fu dichiarata la morte
presunta ritorni o ne sia accertata l'e sistenza. - Sono salvi gli effetti civili del matrimonio dichiaro
nullo. - La nullità non può essere pronunziata nel caso in cui è accertata la morte, anche se avvenuta
in una data posteriore a quella del matrimonio».
Nel diritto spagnuolo, la dichiarazione di morte presunta ha lo stesso effetto della morte c del
divorzio: scioglie il matrimonio, anche se la persona dichiarata per presunzione sia ancora in vita
(art. 85 del Codice civile. secondo la legge del 7 luglio 1981).
Le cause di nullità della sacrda ordinazione 263

Titolo II
Le cause per la dichiarazione di nullità
della sacra ordinazione
CAN. 1708 - Validitatem sa crae Hanno diritt o di acc usare la validità del-
ordinationis ius habent accusandi la sacra ord inazione sia il chierico stesso,
sive ipse clericus sive Ordinarius, sia l'Ordinario da cui il chierico dipend e,
cui c1ericussubest velin cuius dioc- o nella cui diocesi egl i fu ordinato.
cesi ordinatus est.

CAUS E DI N ULLITÀ DELLA SA CRA ORDINAZIONE 5849


(cann. 1708-17( 2)
Se/rema
I. Il " ius accusandi' 4. L'intervento del difensore del vincolo
2. La comp eten za dell a Sa nta Sede 5. La dupli ce se ntenza co nfor me
3. La procedu ra giudiziaria

Nel Codice preced ente, il tit. XXI della I parte del IV libro De processibus (cann. 5850
1993-1998) aveva una rubrica più ampia: De causis contra sacram ordinationem poic hé
si consideravano in essa due tipi di processi: l'uno contro la validità de lla sacra ordina-
zione, e l' altro co ntro gli oneri annessi, in particolare l' osservanza del celibato (can,
1993, § I, Co dice 19 17). Ne ll ' att uale tit olo, la rubrica è De causis ad sacrae
ordinationis nullitatem dec larandam, poiché soltanto d i queste tratta il libro VII del
nuovo Codice.
Il pr obl ema de gli o neri è stato og getto di ca noni precedenti:
- Can. 290 . 1111. 2 e 3: perdita de llo stato clericale per dim issi on e leg itt imamen te irro gat a
o per rcscritto dell a Sed e A pos tolica
- Can . 29 1: di spen sa da li' o bb ligo del ce liba to, di escl us iva compe te nza de l Rom an o
Pontefice
- CWI. 292 : e ffetti dell a perd ita dell o sta to clericale
In o rd ine alla di spen sa dall' ohhligo del ce li ba to, so no da tener presenti la Circo/are de lla
S.C . per la Dot tri na de lla Fede , 14 ottobre 19S0, e le Norme precedenti annesse (F.neMI". Vat .,
voI. 7, pp. 550-587 ).

1. Il " ius accusandi" 5851


1708 (/994, § I *) A te rm in e d el ca no ne , h anno di ri tto d'i mpugn are la va lidità
dell ' ordinazione :
,o " chier ico, che è la person a interessata in modo diretto c imm edi ato.
2° L'Ordinario, di oce sano o religioso, da cui il chierico d ipende o nell a cui
diocesi egli è stato ordina to, e c he ha il dovere e la res ponsabilità di tut el are il ben e
spirituale de i fedeli , ev itando i gr avissimi d anni che deriverebbero loro da un'ordi -
nazione invalida .
L 'O rdinari o dioce sano s' intende , ne l caso, il Vescovo del luogo o il Presule che gli è eq ui-
parato (ca nn. 368 e 38 1. § 2). Si discute nell a dottrina se il medesimo diritto spett i anche al
promotore di gi ustizia, e non poc hi dan no una ris posta positiva, richiamand o per an alogi a il ca n.
1674 , n. 2 (ca n. 1971. § I. n. 2° Cod ice 1917 ), relat ivo all' impugnazio ne del matrimoni o. Attesa
264 LIBRO VII . I processi

CAN. 1709- § 1. Libellus mitti de- § l. L' istanza dev'e ssere inviata alla
betad competentem Congregatio- Congregazione competente. la quale deci-
nem, quae decernet utrum causa derà se la causa debba essere trattata dalla
ab ipsa Curiae Romanae Congre- stessa Congregazione della Curia Romana
gatione an a tribunali ab ea desi- o da un tribunale da essa designata.
gnato sit agenda.
§ 2. Misso libello, cIericus ordi- § 2. Trasme sso il libello. è proibito al
nes exercere ipso iure vetatur. chierico ipso iure l'esercizio degl i ordini.

per altro la formulazione del canone e co nsiderata la cosa in sé, riteniamo che , per farlo, il pro-
motore di giustiz ia abbi a bisogno de l mandat o del Vescovo '.
5852 La nullità della sacra ordinazione può dipendere da varie cause:
- Per difetto sostanziale del rito. relativamente alla materia o alla forma usata dal
ministro
Per mancanza d 'in tenzione nel chierico ord inato
Per la sua inabilità (mancanza di battesimo o di sesso maschile )
Per difetto di potestà o d' intenzione nel ministro ordi nante. ecc.

5853 2. La competenza della Santa Sede


1709 (/993 e /997*) Le cause circa la nullità della sacra ordinazione sono di
escl usiva competenza della Santa Sede. in concreto della Congregazione dei Sac ramenti
e, se l' ord inazione sia impug nata per di fetto sostanziale del rito, della Congregazione
per la Dottrina della Fede , alla quale spetta «il compito di prom uovere e di tutelare la
dottrin a sulla fede ed i costumi in tutto l' orbc cattolico », per cui «è di sua com pete nza
tutto ciò che in qualunque modo tocca tale materia» (Co st. Ap. "Pa stor Bonu s", 28
giugno 1988. art. 48 2) . Ad esse. pertanto. va trasmessa l'i stanza (il libello). che sarà
trattata in via amministraliva o giudiz iaria, seco ndo la decisione dei medesimi Dicasteri.
Di regola si prefer isce la via amministrativa, in cui l' istruttoria viene affida ta in
genere all' Ordinario di cui al can. 1708, mentr e il decreto decis ionale resta riserva to alla
Congregazione.
Tratt ata per via giud iziaria. la causa è istruita e decis a con sentenza dal tribunale
designato dalla medesim a Congregazion e competente.
5854 Quanto al libello. è opportuno tener presente l' art. n. 4 delle Norme emana te dalla Congre -
gazione dei Sacramenti in data 9 giugno 193 P:
- Il suppliee libello, che dev 'es sere sempre diretto al Romano Pontefice, rife risca la piena
e acc urata specie del fatto e tutte le cause che possono condurre alla richiesta dichiarazione,

I Tutte le altre perso ne sono del tutto inabili ad impugn are la validità di una sac ra ordinazio-

ne. Se fossero certe della sua nullità o se avessero dci se ri dubbi su di essa, possono - ne hanno
anche l' obbligo - denun ziare il fatto alla competente autorità ecclesiastica, o anche al parroc o,
, Una tale riserva esclud e che le cause di nullità della sacra ordinazione possano essere
rrattate iure proprio dagli Ord inari . La loro incompet enza è, a tal riguardo, assoluta: comport a la
nullità degli alti c, in particolare, della sentenza, che sarebbe viziata da nullit à insanabile (cfr. can.
1620, n. I).
J Alle dette Norme sono uniti in appendice degli utili formul ari circa i vari atti del processo
di nullità de lla sac ra ordinazio ne: cfr. X. OcHOA . Leges Ecclesiae, I. colI. 1291-1300 . Le " Regulae
servandae in processibus super nullitate sacrae ordinationis" sono qu asi identiche mutati, rnutandis,
alle " Regulac servandae in processihus super matrim onio raro et non co nsumato" (v.n. 5776) .
Le cause di nullilà ddla sacrda ordinazio ne 265

CAN. 1710 - Si Congregatio cau- Se la Congregazione ha rimesso la cau-


sam ad tribunal remiserit, serven- sa a un tribun ale, si osservino, tranne che
tur, nisi rei natura obstet, canones sia escluso dalla natura stessa della cosa,
de iudiciis in genere et de iudicio i canoni circa i giudi zi in genere e il giu-
contentioso ordinario,salvis prae- dizio conten zioso ordin ario, salvo le di-
scriptis huiu s tituli . sposizioni di questo titolo.

segnando anc he il giorno il mese e l' anno de lla do ma nda , e la di ocesi di orig ine o q uella in cui
l'attore risie de attualmente. Occorre ino ltre chc il libell o contenga la fedele esposizione dci falli e
che sia redatto e so ttos cri tto dallo stesso attore . Anc he se è in facolt à de l medesimo rimettere il
libello all a Santa Sed e, co nviene tuttavia, e semp re bisogna consi gliarlo, che ciò sia fatto per il
tramite del proprio Or din ario , il quale deve aggi unge re le pro prie informazioni . L 'O rdi nario co m-
petentc è que llo della diocesi alla q uale è iscritto l' attore, e se si tratta di religiosi dimes si, è
l'Ordi nar io de lla diocesi di orig ine o di do mici lio (X . OcHOA, Leges Ecclesiae , I. co lI. 1282-1283).

§ 2 La tras missione del libe llo introdutti vo della causa di nullità della sac ra ordi- 5855
nazione alla Co ngregazione ha nei confronti del chier ico un effetto immediato: il divieto
ipso il/re de ll'esercizio degl i ordini. Si tratta, tuttavia, d i semplice proibizione, anche se
grave, non di sospensio ne, ossia di ce nsura (can. 1333), per cui la sua eventuale vio la-
zione non comporta le irregolarità di cui ai ca nn. 1041, n. 6, e 1044, § l , n. 3. [I div ieto,
ovviamente, non è soltanto di carattere giuridico, ma anche teologico. Un chierico.
soprattu tto se sacerdote, il quale abbia dei seri dubbi sulla validità della sua ordi naz ione,
non può ex ipso iure divino esercitare l' o rdine sacro, cele bra re ad ese mpio il sa nto
sacrificio , ascoltare la co nfessio ne de i fede li, poiché, nel caso che la sua ordinazione
sacerdotale fosse realme nte nulla, i suoi atti sareb bero invalidi.

3. La procedura giudiziaria 585 6


1710 Relativamente alla procedura g iudiziaria - tran ne che lo impedisca la natur a
stessa della cos a c «salvis praescriptis huius tituli » - sono da osservare nelle cause di
nullità della sac ra ord inazione le norme stabi lite per i giudizi in ge nere (cann . 1400-
1500) c per i giudizi co ntenziosi ordi nari (ca nn. 1501-1655). In partico lare è da tener
presen te il can . 1425. § l , n. I, che richiede un tribunale collegi ale di tre giudici .
Nella procedura ammi nistra tiva. l'istruttore è invece unico. Il suo compi to è di istruire la causa
rnccogl icndo tutte le prove circa la rea ltà ogge ttiva dei fatt i c di for mulare anche il suo " voto" circa
il merito della q uestio ne (Norme della Congregazione dc i Sacramenti. 9 gi ugno 193 1, art . 70 . § 2.
com ma 2: X. OCHOA, Leges Ecclesiae, l, n. 1032, co l. 1291)4. Co mpi uta l' istruttoria, «acta o mnia una
cum voto scrip to Ep iscopi. vel, sede vaca nte Vicari i Capitularis (oggi l'Amm inistrat ore diocesan o)
ve! Administratoris Apostolici. vel alteri us legitimc Episcopi vices gerentis, el defensoris sacrac
ordinationis, transmi uantur ad S. Congregatio ncm» (ibidem , col. 129 1. art . 71, § 4) .

4 Dalle Regulae del la Co ngregazione dei Sacramenti: «Iudicis erit, postqu am ci legitime
cornmissa fuerit processus instructio, inqu isitionc m iudiciaiem ins tituere super assorta nullitate
sacrae ordinatio nis ... iuxta reg ulas heic tradita s. Inq uisitio versati debet circa omnia. quae ea mdem
nullitate m ob inte ntionis defectum, ve l coactionem aut metum aut aliud consens us viti um probant,
vel huius mod i accu sati on i contra dic unt. Argument a autem ad deteg endam vcri tatem in istis cau si s
praecipu e sunt:
a) actoris iurata co nfess io ;
b) testes parentes ipsius el Semi nari i moderatores;
c) tcstcs ex officio ind ucti, ve! etiam ad instantiam actori s, pro uti l'e s ferat:
d) authentica documenta etiam extrai udicial ia, cuiusc umq ue generis, veluti Iitterae, et alia
quae ad rern faciant :
c) indicia ct praes umptiones» (X . OcHOA. Leges Ecclesia e, I, co l. 1284).
266 LIBRO VII· I processi

CAN. 1711 - In his causis dcfensor In queste cause , il difen sore del vinco lo
vinculi iisdem gaudet iuribus iis- ha gli stessi diritti e gli stessi do veri del
demque teneturofficiis, qui bus de- difen sore del vincolo matrimoniale .
fensor vinculi matrimonialis.
CAN. 1712 - Post secundam sen- Dopo la seconda sentenza di con ferma
tentiam, quae nullitatem sacrae della nullit à della sac ra ord inazio ne, il
ordinationis confirmavit, c1ericus chierico perde tutti i diritti propri dello
omnia iura sta tu i clericali propria stato clericale, ed è sciolto da tutti gli
amittit et ab omnibus obligationi- obbli ghi annessi.
bus liberatur.

5857 4. L'intervento dcI difensore del vincolo


1711 Le cause di nullità della sacra ord inazione non sono semplici cause d' inte res-
se privato del chierico, ma riguardano anche, e in modo diretto , il bene comune dei
fedeli e la salvezza delle anim e. Di conseg uenza, qualunqu e ne sia la procedura, giudi-
ziaria o ammin istrativa, è sempre necessario l' inter vento del d ifensore del vincolo, con
g li effetti previsti nel c a n , 143Y.

Nelle cause di nullità della sacra o rd inazione, il difensore del vincol o può ess er e anc he
un laico. in qu anto "dignitas ordinis sa cri in discrim cn minime po nitur" tR elat io / 981 , p . 333 ,
can . 1667) .
Il canone no n fa cenno al promotor e di giustizia, ma q uesto non significa che il suo intervento
sia esc luso. Dipenderà dalla natura de lla ca usa e dalla decisione dell'Ordinari o (cfr. can . 1431. ~ l ).

5858 S. La duplice sentenza conforme


1712 I processi circa la nullit à della sacra ordinazione riguardano lo stato delle
persone, per cui, a termini del can. 1643, le decisioni non passano in giudicato c, a
norma del can. 1644, si può sempre adire il tribunale superiore per un ries ame della
causa, qualora si sia in grado di addurre nuov e e grav i prove o argomentazioni a soste-
gno della propria istan za.

~ Il co mp ito dci difensore dci vincolo : «Defensoris sac rae ordinationis ius et offici um es t:
I) exami ni actoris et test ium adesse, exhibere iudici inter rogatoria ... ac to ri ac testibu s
proponenda; novasque intcr rogationes ab examine e mergentes iudici suggerere, ac pra esertim
co ntestar iones , q uac actori ve l eius testibus super depre hensis co utradicrionibus erunt faciendae ;
2) art icu los ab acrore prop ositos perpendere, eisqu e, q uatenus opus sit, co ntradicere; docu-
menta exh ibita recognosccre ;
31 an imad versiones circa assertum intenti oni s defect urn ve! coactione m au t ali ud vitium
con sensus sc ribere et allegare, eaq ue omnia ded ucere , quae ad sa cra m ordinationem tucnd am utilia
con suerit,
Defensori sacrae ordinationis ius esto:
I) sernper et quolibet causae mom en to act a proce ssus in visere, no vos tc rmi nos ad acta
perfi cienda flagitare, prud enti iudicis arb itrio prorogand os;
2) de ornn ibu s prob ationibus vel allegationibus ira se certi orem facere , III contrad iccndi
fa cult ate uti possi t;
31 percrc ut alii restes ind ucantur, ve l iidem iteru m cxa mi ni subiciantur, processu autem etiam
abso luto et c1auso; novasque anirnadve rsio nes edere ;
4) exigere IIt alia acta, quae ipse sugge sserit, co nfici antur, nisi iudex dissentiat, et hoc in casu,
si i udex non sit ipsemet Ord i nari us. ad hun c recurre re- iRegulae, nn. 19 e 3D: X . O cuox, L I'f{ I' .,
Ecclesiae, co l. 12!l5).
Modi ~ r evitare i i!iuuil:ì 267

Titolo III
I modi per evitare i giudizi
CA N. 1713· Ad evitandas iudicia- Per evitare le liti giudiziarie, si può ri-
Ics contentiones transactio seu rc- correre utilmente alla transazione o conci-
conciliatio utiliter adhibctur, aut liazione, oppure sottoporre la controversia
controversia iudicio unius vel plu- al giudizio di uno o più arbitri.
rium arbitrorum committi potest.

Intanto, la duplice sentenza conforme emes sa dai giudici ha la sua efficacia, e il


chierico, da una parte, perde tutti i diritti propri de llo stato clerica le, e, dall'altra, è
sciolto legalmente da tutti gli obblighi annessi, co mpreso quello del cel ibato (cfr. ca n.
291). Tali obb lighi, attesa la dichiarazione di nullità, propriamente non sono stati mai
contratti da l medesimo, se l'ordinazio ne sia stata effettivamente nulla.

MODI PER EVITARE I GIUDIZI (can n. 171 3-17 16) 5859


Sche ma
I. La transazione e il compromesso arbi- 3. Limiti e condizioni
trale: concetto 4. Norme particolari circa le sentenze arbitrali
2. Le norme da osservare 5. Norme ulteriori

Più volte si parla nel Codice dell'esigenza umana e cristiana di evitare i giudic i e
di comporre pacificamente le liti (v. nn. 5056 e 52 13-5226). La conciliazione delle parti
è uno dei primi dover i del giudice (cann. 1446. § 2; 1676; 1695). È anc he un preciso
compito pastorale dei Vescov i, posti a capo del Popolo di Dio (can. 1446, § l) . Nel can.
1446, § 3, si accenna anche a due concreti mezzi che possono servire utilmente per
risolvere le verte nze: la transazione e il giudizio arbitra le.
La normativa di quest i due istituti è stabilita nell'attuale titolo.

1. Concetto di transazione e di compromesso arbitrale 5860


1713 (1925, § l , e 192 9*) La transazione c il compromesso arhitrale, esistenti già
nel diritto romano, sono am messi non solo negli ordin amenti civi li, ma anche in quello
ecclesiastico.
La transa zione in senso pro prio è un con tra tto mediante il qua le due o più
perso ne. facendos i de lle reci proche co ncessioni, preve ngono una lite che stia per
sorgere fra loro, o pongo no fine a una lite. già iniziata (cfr. art. 1965 de l Codice civi le
italiano) . Le reciproche co ncessioni sono un ele mento esse nziale de lla transazione,
che, pertanto. è un con tralto oneroso , in cui ciascu na de lle parti dà e riceve (aliquo
dato aliquo retento). Se fosse una sola di esse a cedere sui propri diri tti e pretese,
senza avere alcu n co rris pettivo, si avre bbe una rinunzia o una confessione, ma no n
un accordo transattivo.
La transazione può essere giudiziaria ed extragiudiziaria . Quella giudiziaria ha luogo dinanzi
al giudice; quella extragiudiziaria avviene fra le parti privatamente.
Il comprome sso a r bitrale (compromissum in arbitros ) è invece il contratto in base 5861
al quale due o più persone stab iliscono di sotto porre la loro controversia alla definizione
di giudici privati. dett i arbitri.
268 LlHRO VIl - I proce ssi

CAN. 171 4 - Dc transactione, de Per la transazione, il compro mes so e il


compromisso, deque iudicio arbi- giudizio arbitrale, si osservino le norme
trali serventur normae a partibus scelte dalle parti oppure. in mancanz a di
selectae vel, si partes nullas selegc- esse, l' e ventu al e legge e mana ta dall a
rint, lexab Episcoporum conferen- Conferenza Ep iscopale . oppure la legge
tia lata, si qua sit, vellex civilis vi- civ ile vigente nel luog o in cui viene stipu-
gens in loco ubi conventio initur. lata la convenzione.
CAN. 171 5 - § 1. Nequit transactio § l . Non si può concludere validam ente
aut compromissum valide fieri ciro una transazi on e o un co mpromesso su
ca ea quae ad bonum publicum quanto attiene al ben e pubblico, né su
pcrtinent, aliaque dc quibus libere quelle altre cose di cui le parti non posso-
disponerc partes non possunt. no disporre liberamente.
§ 2. Si agitur de bonis ecclesia- § 2. Trattandosi di beni ecclesias tici tem-
sticistemporalibus,serventur, quo- porali, si osserv ino, og ni volt a ch e la
ties materia id postulat, sollemni- mater ia lo richieda , le formalità stabilite
tates iure statutae pro rerum eccle- dal diritt o per l' alienazione delle cose ec-
siasticarum alienatione. clesiastiche .

La differenza fra la transazio ne c il co mpromesso arbitrale risulta chiara. Nella transazione la


soluzione della vcrtcnza si effe ttua direttamente fra le parti mediante un accordo reciproco fra di
esse. Nel compromesso arbitrale. la soluzione è affidata alla decisione di terze persone. estranee
alla con troversia .

5862 2. Le norme da osservare


1714 (1926 e / 930 *) Nell ' attuazione dell a transazione e del co mpromess o arbitra-
le, occorre seguire delle norme . A termin e del canone tali norme:
IO Sono anzitutto quelle scelte liberamente dalle parti.
2 0 In linea sussidiaria, sono le norm e stabilite eventualmente dall a Conferenza
Episcopale del territorio, oppure la legge civile vigente nel luogo in cui viene stipulata
la convenzione. purché. naturalmente, essa non sia in contrasto con la legge divina o
ecclesias tica (ca n. 1926, Codice 1917 ).
5863 In Italia, co n delibera n. 14 del 23 dicembre 1983, la Conferenza Episcopale ha deciso di non
e manare una «propria normativa per le transazioni. i comprome ssi. gli arbitrati. e rinvia le parti alle
leggi civili , secondo il suggerimento del Codice di Diritto Canon ico" (Enchir. CEI, val. 3. p. 9 16,
n. 1602).
La legis lazione italiana tratta della transazione negli artt, 1965-1976 del Codice civile (v.
anche artt, 1350. n. 2; 2643. n. 14; 2684 , n. 4), e dell ' arbitrato negli arrr, 806-83 1 del Codice di
procedura civile.

5864 3. Limiti e condizioni


1715 (/927 e / 930 *) A term ine del ca n. 1446. § 3. la transazion e e il co m-
promes so arbitr ale sono ammess i solo nell e co ntrove rsie c he verta no sugl' interessi
pr ivati delle parti. Ad integraz ione della dett a norm a. l' attu ale canone sta bilisce
che sono esclu se da qua lsiasi tra nsazio ne o co mpromesso ar bitra le, sotto pena
d'i nvali dità:
Modi per evita re i giudizi 2 69

CAN. 1716 - § 1. Si lex civilis arbi- § I. Nel caso che la legge civile non
trali sententiae vim non agnoscat, riconosca alcun valore alla sentenza arbi-
nisi a iudice confirmetur, sen tcntia trale se non sia confermata dal giudice,
arbitralis de controversia eccle- perché una sentenza arbitrale in una con-
siastica, ut vim habeat in foro ca- troversia ecc lesiastica abbia valore nel
nonico, confirmatione indiget iu- foro canonico, è necessaria la conferma
di cis eccles ias tici loci , in quo lata del giudice ecclesiastico del luogo in cui è
est. stata emessa .
§ 2. Si au tem lex civilis admittat § 2. Se poi la legge civ ile amme tta
sententiae arbitralis coram civili l' impugnazione della se nte nza arbitra le
iudice impugnationem, in foro ca- din anzi al giud ice civile, la medesim a
nonico eadem impugnatio propo- impugnaz ione può essere propos ta nel foro
ni potest coram iudice ecclesiasti- cano nico dinan zi al giudice eccles iastico
co, qui in primo gradu com p et ens comp etente a giudica re la controversia in
est ad controversiam iudicandam. primo grado.

IO Le cause c le vertenze concernenti il bene pubblico: ad esem pio, le cause


matrimoniali di nullità, di scioglimento e di separazione , e quelle penali I .
20 Le stesse cause d' intere sse privato, qualora si tratti di soggetti che non hanno
la capac ità di disporre dei loro beni o diritti (per es. una persona priva dell' uso di
ragione; un minorenne senza l'i ntervento del tutore), oppure di beni e di dir itti sottratti
per loro natura alla disponibilità delle parti (per es., il diritto di scelta del proprio sta to
di vita).
Trattandosi infine di beni ecclesiastici temporali ai sensi del can. 1257, § l,
occor re osservare, ogni volta che la materia lo richieda, le formalità previste dal diritto
per l' alienazione delle cose ecclesiastic he (cfr. cann . 1291-1298 e inoltre cann. 638, 74 1
c 1190).
Da notare. Nel Codice anteriore, ca n. 193 1, era no escl usi da ll' ufficio di arbit ro: i laici nelle 5865
ca use ecc lesiast ic he , gli scomun ica ti e g l'infa mi « po sr se nte ntia m dec la ra tori a m vel
condemnaroria rn» (ad validitatem), e i rel igiosi senza il consenso de l loro Super iore (ad lice itatem).
Un tale divieto di diritto co mune, non riconferm ato nel nuo vo Codice, è da co nsiderarsi abro ga to.
I religios i devono tener co nto dcl le loro costi tuzioni .

4. Norme particolari per la sen ten za arbitrale 5866


1716 È un canone nuovo che, richiamandosi alla legge civile, stabilisce una duplice
norma relativamente alla conferma e alla impugnazione delle sente nze arbitrali.
l OLa confer ma. In quei paesi in cui la legge civile non riconosce alcun valore alla
sentenza arbitrale se non sia confermata dal giudice, una conferma simile è anche ne-
ccssaria da parte del giudice ecclesiastico perché una sentenza arbitrale in una contro-
versia ecclesi astica abbia valore nel foro canonico . Il giudice competente è, nel caso.
quello del luogo in cui la sentenza è stata emessa .
2° L 'impugnazione. In quei paesi in cui la legge civile ammette l'i mpugnazione 5867

I Tal i cause. per la 101'0 stess a natu ra non sono suscettibili di tra nsazion i e di com prome ssi

arbitrali . Tuttavia anc he ad essi si este nde l'obbligo giuridico ecclesiastico di esortare ed aiutare le
part i a ricercare un'e q ua so luzio ne della verte nza, "q uotiesc umque spe rn bo ni ex itus perspicit" (c fr.
ean n. 1676 e 1695). Ovviamen te per le dette cause è pos sibile inv ece la transazi one eirea il
risarcimento dei da nni provenienti "ex del icto" .
270 LI BRO V II- I processi

della sentenza arb itrale dinanzi al giudice, la medesima impugn azione può essere pro-
posta nel foro canonico dinanzi al giud ice ecclesiastico competente a giudicare la con-
troversia in primo grado .
La prescrizi one del can. 1716, come risulta dal suo cara ttere generico , si applica
non solo quando nel giud izio arbitrale siano state osservate le norme della legge civi le,
ma anche quando, ai sensi dcl can, 714 , siano state seguite le eventuali norm e eman ate
dall a Conferenza Episcopale o anche scelte dalle stesse parti.

5868 5. Norme ulteriori


- Le eccezioni di trans azione: can. 1462, § l
- Necessità di un mand ato spe ciale per il procuratore: ean . 1485

5869 IL PROCESSO PENALE (cann. 1717-1731 )


Schema
I. Introdu zione 4. L' azione per il risarc imento dei da nni
2. L ' indagin e pre via 5. Nor me ulterior i
3. Lo svo lgi mento del processo

5870 1. Introduzione
Il processo pen ale è il processo c he ha per oggetto i del itti canonici in ordi ne alla
imposizione o alla dich iarazi on e dell a pen a pre vista dall a legge (cfr. can. 1400, § l ,
n. I )1 . Nell a legislazion e anteriore, esso era dell o "c riminale" (n. 5068).
[n sen so can onico, il delitto è la violazione di una legge o di un prec etto
penale ecclesi astico, graveme nte imputabil e per dolo o per co lpa (cfr. can . 1321;
nn. 4772-477 3). O vviam ente, ogg etto del processo pen ale sono i d elitti pubblici.
co me afferm a va form alm ent e il can . 1933, § l , del Codice anterio re. La qu alifica
di " pubblico" è stata omessa nel nuovo Codice, ma resta implicita: «implicite
innuitur ex eo quod proc essus fieri nequit nisi acc edentibus prob ati onibu s;
prob ation es vero hab eri nequ eunt nisi deli ctum publicum sit » (Communicationes.
a. 1980, p. 189, lett. a) .
La pubblicità richiesta è pertanto la pubblicità di diritto, per cu i non basta la
pubblicit à di fatto. Il delitto oggello del processo penale ecclesiastico è il deli tto che
possa essere provato nel foro esterno , prescindend o dall a sua divulgazione o notori età
(n. 4775 ).
5871 Col nuovo Codi ce la norm at iva del pro cesso penale non è stata so lta nto sempli-
ficata (i ca noni attuali sono 15, contro i 27 del Cod ice preced ente). Essa si d istingue
per la maggiore precisi one terminologica e sopr allullo per l' alto sen so di co mpren-
sione verso i col pevoli e di rispett o delle person e e per la pre occup azion e costante
intes a a tute larne i dirit ti (cfr. in part icolare a tal rigu ardo i ca nn. 1724 , § 2: 1725;
1727; 1728) .
So no sta te ome sse completamente le norme circa la denunzia del reo (ca nn. 1935 - 1937 *). Ciò
non significa che l' obbligo della denunzi a sia stato abrogato: esso resta co me obbligo morale «ex
ipsa lege naturali oh fidei vel rel igionis pcriculum vel aliud imminen s publicu m malum» (ca n.
1935, § 2, Codice 1917 ).

I L'imposizione rigu arda le pene "ferendae sententiae": la dichiarazion e, le pene "latae


sententiae" (v. nn. 47 84-4 785).
Il processo penale 27 1

PARTE IV

IL PROCESSO PENALE
CAPITOLO I
L'INDAGINE PREVIA

CAN. 1717 - § l. Quoties Ordina- § I. Ogn i volta che l'Ordin ario abbia
rius notitiam, saltem veri similem, notizia , almeno vero simile, di un delitto,
hahet de delicto, caute inquirat, per co mpia, person alm en te o pe r mezzo di
se vel peraliam idoneam personam, una person a ido nea, una pru dente indagi-
circa facta et circumstantias et cir- ne s u i fatti e le ci rcosta nze e s ulla
ca imputabilitatem,nisihaecinqui- impu tab ilità, trann e che tale indag ine ap-
sitio omnino superflua videatur, paia del tutto superflua .
§ 2. Cavendum est ne ex hac in- § 2. Bisogn a ev itare che, con qu esta
vestigatione bonum cuiusquam no- indag ine, si metta in pericolo il buon nome
men in discrimen vocetur. di qua lsivoglia persona.
§ 3. Qui investigationem agit, § 3. Chi cond uce l'indagine ha gli stessi
casdem habet, quas auditor in pro- poteri ed ob blig hi che ha l'uditore nel
cessu , pote statcs et ohligationes; processo; eg li però non può svolgere le
idemque nequi t, si postea iud icialis funzioni di giudice nel processo giudizia-
processus promoveatur, in eo iudi- rio che possa essere aperto successiva-
cem agere, mente.

2. L'indagine previa 5872


Il processo pen ale ecclesi astico si svolge in due fasi legate fra loro, ma per fetta men-
te distinte.
La prima compre nde un'istruttoria preliminare (praevia invest igatio), di ca rattere
amministrati vo, diretta ad ,accertare in forma riservata la fondatezza degl' indizi di reato
grava nti su una person a. E una misura di prudenza, oltre che di giustizia, la qua le fa
parte anche degli ordinamenti civili.
La seconda fase co mprende il processo vero e proprio di cara ttere ammi nistrativo
o giudiziario , nel quale si svolge l'istrutto ria forma le e si emette il decreto o la se ntenza
di condanna opp ure di ass oluzio ne.

I ) L'esecuzione dell' indagine 5873


1717 (/939 ss. *) Il canone , div iso in tre parag rafi , dà le seg uenti norme circa
l' esecuzione dell a indagine preli minare.
l° L ' auto rità competente ad eseguire tale indagine è l'Ordin ario : l'Ordinario dio- 587 4
cesano per i fedeli dip endent i dalla sua autorità, e il Superiore magg iore di un Istituto
religioso o di una Società di vita apos tolica clerica li e di diritto pontificio, anc h'egli
"Ordinario" ai sensi del can . 134, § J, rela tivamente ai membri del pro prio Istituto o
della propr ia Società (cfr. Commun icationes. a. 1980, p. 189).
Il de tto Ord inario può co mpiere l'i ndagine sia personalmente che per mezzo di una
persona idonea , sce lta co n pru den za. Non sono escl use le do nne (cfr. Communicationes,
a. 1980, p. 189, ultimo cpv .).
272 LIBRO VII - I processi

CAN. 1718 - § 1. Cum satis collec- § l. Quando gli ele menti raccolt i risul-
ta videantur elementa, decernat tino sufficienti , l'Ordinario stabilisca con
Ordinarius: decr eto:
IOnum processus ad poenam ir- ] o se il pro cesso per)' irrogazion e o la
rogandam vel declarandam pro- dichiarazion e della pena possa venir e pro-
moveri possit; mos so;
20 num id, attento can. 1341, 2 0 se sia opportuno farlo, tenend o pre -
expediat; sente il can. 1341;

5875 L' inda gin e presuppone che gl' indiz i a carico di una persona abb iano una certa
consistenza' . Essa verte su un dupli ce essenzia le elemento d' ogn i delitto:
- L'el emento oggettivo: la real e violazi one esterna di un a legge o di un precetto
pena le ecclesiastico.
- L' elemellto soggettivo : la grave imput abilità per dolo o per colpa della persona
indiziata (c fr. ca n. 132 1, nn. 4773 e 48 11), tene ndo co nto delle circosta nze esi me nti,
attenuanti o agg rav anti, ec c., di cu i ai cann. 1323-1 330 (n. 4817 ss.).
L'i ndag ine viene omessa og ni volt a che, per la noto rietà dei fatti, essa appare del
tutto superflua (omnino superfl ua) .
Durant e la fase istruttoria non è necessario l'intervento del promotore di giustiz ia
tCommunicationes, a. 1984, p. 190, ca n. 38 1). Egli tuttav ia può essere present e. se
l'Ordinario lo ritiene op portun o.
5876 2° L'indagin e va eseguita co n mol ta prudenza e riservatezza - il Codice pre-
ceden te pa rlav a di «inq uisitio sec reta semper et ca utissi me du ce nda » (ca n. 1943 *) -
non solo per non compromettere l'esito della stes sa indagine. ma soprat tutto pe r non
dann eggiare l' indiziato. mett endone in peric olo la bu ona fam a a cu i egli ha pur
sem pre diritto.
5877 3° La persona che eseg ue l'indagine ha gli stess i poteri ed obblighi che compe to no
all' udi tore nel processo (ca n. 1428, § 3). Portato a termine il suo co mpi to. eg li trasmet-
terà le pro ve raccolt e e gli atti relativi all' Ordinario (ibid.), aggiungend o una sua appro-
priata relazione (cfr. ca n. 1946. § l, Codice 1917).
5878 Un divieto prudenziale, diretto ad assicu rare al processo pe na le una maggiore
imparzialità a favore dell 'imp utato: chi ha cond otto l'indagi ne preliminare non può "ad
validitatem" svo lgere la fun zioni di giudice nel procedimento giudiziario che possa
essere ape rto successi vamente.

5879 2) La decisione dell'Ordinario


1718 (1942, § l . e 1946 *) Esam inati g li atti dell' indagine co n gra nde se nso di
prud enza e di respon sabilità, l'Ordinario emetterà con decreto la deci sione ch e il cas o
esige.
So no possibili varie ipotesi :
5880 I ° Risulta dall'i struttoria l'innocenza dell 'indiziato: egli dev'essere prosci olt o da
ogni acc usa co n formul a pien a c la pratica va archiviata.

, Cl/n. 1942. § 2, Codice 1917: "Nihili facicndae sunt denuntiationes quac ab inimico mani-
festo. aut ab homine vili et indigno proveniunt , vel anonymae iis adiunctis iisque aliis ele menti,
carent cs, quae acc usationern forte probabil cm reddant" .
Il processo penale 273

3° utrum processus iudicialis sit 3° se si debba applicare il processo giu-


adhibcndus an , nisi lex vetet, sit diziario o si debba procedere, salvo il di-
procedendum per decretum extra vieto della legge, con decreto extragiudi-
iudicium. ziario.
§ 2. Ordinarius decretum, de § 2. 11 decreto di cui al § I dev' essere
quo in § 1, revocet vel mutet, quo- revocato o modificato dall'Ordinario tutte
ties ex novis elementis aliud sibi le volte che, in base a nuovi elementi, egli
decernendum videtur. ritenga di dover prendere una decisione
§ 3. In ferendis decretis, de qui- diversa.
bus in §§ 1 et 2, audiat Ordinarius, § 3. Nell'emanare i decreti di cui ai §§
si prudenter censeat, duos iudices 1 e 2, l'Ordinari o ascolti, se prudentemente
aliosve iuris peritos. lo ritiene opportuno, il parere di due giu-
§ 4. Antequam ad normam § 1 dici o di altri giurisperiti.
decernat, consideret Ordinarius § 4. Prima di emettere il decreto a nor-
num, ad vitanda inutilia iudicia, ma del § l , l'Ordinari o consideri se, ad
expediat ut, partibus consentienti- evitare processi inutili, sia conveniente, col
bus, velipse velinvestigator quae- consenso delle parti, che egli personalmen-
stionem de damnis ex bono et ae- te, o chi ha svolto l' indagine, dirima la
quo dirimat. questione dei danni secondo equità.

2° Sulla colpevolezza de ll' imput ato non si hann o prove sufficienti: anche in que sto 5RRI
caso, la prat ica si arch ivia, ma l'Ordinario - come prescri veva il can. 1946 § 2, n. 2,
de l Codice precedent e - ha l'obbligo pastora le di seg uire l' indiziato co n part icolare
vigilanza, e ricorrere eve ntualme nte a una form ale ammo nizione del med esimo ai sensi
dci can , 1339, § l .
3° Le acc use risult an o fondate e offro no valid o motivo per promuover e un regolare 5882
processo co ntro l'i mputato. Una tale de cision e tuttavia, a norma del can. 1341, può
esse re adotta ta «solo dopo ave r es perito che né con la correzione fraterna , né con la
ripren sione , né co n alt ri mezzi de ttat i dalla sol lec itudi ne pas torale, sia possibile riparare
suffic ienteme nte lo sca ndalo , ristabilire la giu stizia , ott enere l' em endamento del reo» .
4° Il comportament o dell'imputato c altre circostanze oggettive esig ono l'apertura 5883
dci processo per l'irrogazionc o la dic hiarazione della pena: spetta all' Ordinario stabilire
la procedura giudi ziaria o amministrativa, tenendo conto che alc une pe ne non possono
esse re imposte o dichi arate med iante il decret o ext ragiudiz iale (cfr. can. 1342, § 2)' .
Ulteriori norme de l cano ne: 5R84
- Prim a di emettere qual siasi decreto, è opportuno, e talv olta dov eroso, che l'Or-
dinario ascolti il pare re di due giudici o di altri giurisperiti di sua scelta (§ 3).
- Il decreto emanato dall'Ordinario può e dev 'essere revocato o modi ficato tutte
le volte che, in base a nuovi elementi , eg li ritenga di dover prendere una decisione
diversa (§ 2). Anche in qu esto sa rà utile con sultarsi co n i due gi udici o con altri
giuri spe riti (§ 3).
- Nel caso che dal delitt o di una persona sia no deriv ati dei danni. è conveniente,
a fine di ev itare processi inuti li. dirimere la que stione secondo equità (ex bono et aequo).

.\ Venne proposto da alc uni di dare all' imputato la facoltà di chiedere il processo giudiziario .
Ma il suggerime nto non fu accolto: «Suggestio non placet Consultoribus» (Communicationes, a.
1984, p. 191, IOcpv.).
274 I.IARlJ VII- I processi

CAN. 1719 • Investigationis acta Gli att i dell'indagine, in sieme con i


et Ordinarii decreta, quibus ìnve- de cret i dell'Ord inario c he l' aprono o la
stigatio initur velc1auditur, eaque c hiudono, e tutti i preced enti del l' ind agi-
omnia quae investigationem prae- ne stes sa, se non sono necessari al proccs-
cedunt, si necessaria non sint ad so pen ale , si conservino nell ' archi vio se-
poenalem processum, in secreto greto dell a c uria .
curiae archivo custodiantur.

CAPITO LO II
LO SVOLGIMENTO DEL PROCESSO

CAN. 1720 - Si Ordinarius cen- Se l' O rd inar io rite nga che si debba pro -
suerit per decretum extra iudicium cedere mediant e un de creto ex tragiud izia-
esse procedendum: rio:
1° reo accusationem atque pro- 1° rend a not e a ll' imputato l'accu sa e le
bationes, data facultate scsedefen- prove, da ndog li la possibilità di difender-
dendi, signiticct, nisi reu s, rite vo- si, tranne che l'imputato, legittimam ente
catus, comparere neglexerit; citato, abbia om esso di presentarsi:
2° probationes et argumenta 2° esam ini acc uratame nte co n l' assisten-
omnia cum duo bus asscssoribus za d i due assessori tutt e Ic prove e gli
accurate perpendat; argom enti rac col ti ;
3° si de delicto certo constet ne- 3° se co nsti co n certezza del del itto e
que actio criminalis sit extincta , l'azion e crim inale non sia es ti nta, emani il
decretum ferat ad normam cann , decret o a norm a dei cann. 1342- I 350,
1342-1350,expositis, breviter sal- esponendo in esso, almeno brevemen te, i
tem, rationibus in iure et in facto. moti vi in diritto e in fatto .

Ma queslo richiede il consenso delle parti interessate. Ottenuto tale consenso, la questio-
ne del risarcimento viene definita personalmente dall' Ordinario, oppure, per sua delega,
da colui che ha eseguito l'in dagine (§ 4).

SSSS 3) Gli atti dell'indagine


1719 (1946. § 2. 1111. 1-2*) Gli atti dell'indagine, insieme con i decreti dell' Ordi-
nario e tutti i precedenti dell' indagine stessa, vanno conservati nell' archivio segreto
della Curia, di cui al can. 489. Questo, naturalmente, nel caso che l'imputato non venga
sottosposto a giudizio. Se invece l'Ord inario decide di promuovere a suo carico il
processo giudiziario, gli atti istruttori necessari - come si dirà nel can. 1721, § 1 -
dovranno essere consegnati al promotore di giustizia. Gli atti non necessari al processo
penale saranno custoditi in archivio.

5886 3. Lo svolgimento del processo


Come s' è già rilevato, il processo penale può seguire una duplice via: amministra-
tiva e giudiziaria. L'amm inistrativa ha termine con un decreto; la giudiziaria, con una
sentenza.
Il proce sso penale 275

CAN. 1721 - § 1. Si Ordinarius de- § l . Se l'Ordinario abbia invece decre-


creverit processum poenalem iudi- tato che si debba iniziare un processo
cialem esse ineundum, acta inve- penal e giudiziario, rimetta gli atti dell'in-
stigationis promotori iustitiac tra- dagine al promotore di giustizia, perché
dat, qui accusationis Iibellum iu- presenti al giudice, a norma dei cann .
dici ad normam cann.1502et ] 504 1502 e 1504, il libello di accu sa.
exhibeat.
§ 2. Coram tribunali superiore § 2. Davanti al tribunale superiore, ha la
partes actoris gerit promotoriusti- funzione di attore il promotore di giustizi a
tiae apud iIIud tribunal constitutus. costituito presso quel tribunale.

JI P r o c e d i m e n t o a m m i n i s t r a t i v o 5887
1720 (1933, § 4 *) Le norme prescritt e nel ca none sono ridotte al minim o (Comnlll-
nicationes, a. 1980 , p. 192, IOcpv. ). Esse vanno integrate con le disposizi on i contenute
nei cann . 4R-58, relative ai decreti singolari in genere, e nel can. 1342.
A term ine del ca no ne, l'Ordinario che ha stabilito di seguire la via amministrati va,
ha un triplice obbligo:
IO Notificare all' imputato le accuse moss e a suo cari co e le prove relative (no n le
fonti d'informazione, che dev ono restare segrete) , dandogli la facoltà di produrre le sue
difes e, tranne che eg li, legi ttimamente citato, abbia trascura to d i pre sentarsi.
2° Esaminare attentamente. con l'assisten za di due assessori (cfr. can. 1424 ), tutte
le prove c gli elementi raccolti, e le difese dell'imputato. L'intervento degli assessori è
precetti va "a d validìtatem".
3° Emanare il decreto conda nnatorio o declaratorio, a norm a de i cann. 1344 -1350,
se sul delitto commesso non ci siano dubbi (si de del icto certo con stet) e l' azione
criminale non sia estint a ai sen si del can. 1362 (cfr. anche ca nn. 1313 e 1363). Il decreto
dev 'essere debitam ente motivato, espon endo in esso , sia pure in forma sommaria
(brev iter saltem), le ragio ni in diritto e in fatto.
Contro il decreto è ammess o il ricor so a norm a de i cann. 1732-17 39 . Tale ricor so
ha effetto sospensivo (cfr. can . 1353).

[I pr o ces so g i u d iz i a r i o 5888

I ) L'accusa f ormale del promotore di giustizia


172] (/ 934 e 1938 *) Perché il giudice proceda alla tratt azione di un a cau sa. è
neces saria la pre via istanza o domanda dell' attore: nenzo iudex sine actore (cfr. can.
1501; n. 5349 ). Nei processi penali , l'istanza è presentata dal prom otor e di giustizia.
mediante un particolare libell o di accusa , redatto a norma dei ca nn. 1502 e 1504 (nn.
5351 e 5353 ). «Actio se ll accusatio criminalis - avvertiva il can . 1934 del Codice
precedente - uni promotori iustitiae, ccteri s omn ibus exclu sis, reservatur»:'. Co nse-
guente mente, gli atti dell'indagin e preliminare devon o essergli co nsegnati. perch é l'ac-
cusa possa es sere debitamente formulata.

• «In cau sa iniuriarum aut diffamati onis - dispone va il can. J 938, § I, del Codice precedente
- ut actio criminalis instituatur, requiritur prae via denunt iatio aut querel a partis laesac» (ca n.
1938, § I, Cod ice t 9 J 7). La norma non è più in vigo re: è stata in parte modific ata. Il Codic e attuale
prevede infatti come figura specifica di delitto la diffamazione (can . J 390. § 2), ma non l'ingiuri a,
che tuttavia potrebbe essere prevista come delitt o in una legge particol are o in un precetto .
276 LIBRO VII ~ [processi

CAN. 1722 • Ad scandala praeve- Per evitare scandali, salvaguardare la


nienda, ad testium Iibertatem pro- libertà dei testimoni e tutelare il corso
tegendam et ad iustitiae cursum tu- della giustizia, l'Ordinario, sentito il pro-
tandum, potest Ordinarius, audito motore di giustizia c citato lo stesso accu-
promotore iustitiae et citato ipso sato, può in qualunque fase del processo
accusato, in quolibet processus sta- vietargli l'esercizio del sacro ministero o
dio accusatum a sacro ministerio allontanarlo da un ufficio o incarico ec-
vel ab aliquo officio et munere ec- clesiastico, imporgli o proibirgli di dimo-
clesiastico arcere, ei imponere vel rare in un determinato luogo o territorio,
interdicere commorationem in ali- anche escluderlo dalla pubblica partecipa-
quo loco vel territorio, vel etiam zione alla santissima Eucaristia; tutti que-
publicam sanctissimae Euchari- sti provvedimenti, venendo meno la cau-
stiae participationem prohibere; sa, devono essere revocati e cessano ipso
quae omnia, causa cessante, sunt iure al termine del processo penale.
revocanda, eaque ipso iure finem
habent, cessante processu poenali.

5889 Il libello accusatorio non viene presentato in tribunale da una persona privata ma da una
persona che riveste nella Chiesa un ufficio pubblico e che agisce per mandato dell'Ordinario,
il quale ha deliberato il processo con un suo decreto. Non è quindi in facoltà del giudice
respingerlo motivando il suo provvedimento col fatto che l'accusa sia destituita di fondamento.
Egli può soltanto non accettare il libello a causa di difetti di forma, esigendo ch'esso venga
rifatto debitamente.
Il promotore di giustizia ha nei processi penali la funzione di attore. Tale funzione passa
in sede di appello, al promotore del nuovo tribunale: il promotore di prima istanza ha esaurito
il suo compito.

5890 2) Provvedimenti di carattere prudenziale


1722 (1956-1958*) Si confermano sostanzialmente le disposizioni del Codice
precedente. Si tratta per altro di provvedimenti di carattere cautelare, non penale:
l " Hanno lo scopo di evitare scandali, salvaguardare la libertà dei testimoni e
tutelare il corso della giustizia.
2 0 Devono essere revocati, venendo meno la causa che li ha resi necessari.
3° Cessano "ipso iure" al termine del processo.
Tali provvedimenti possono essere deliberati dall'Ordinario (non dal giudice)
mediante decreto, in qualunque fase del processo, ma dopo aver ascoltato il parere
del promotore di giustizia e citato lo stesso imputato e solo per i motivi previsti.
5891 Essi sono:
Il divieto di esercitare il sacro ministero
L'allontanamento dall'ufficio o incarico ecclesiastico (non la destituzione)
L'imposizione o la proibizione di dimorare in un determinato luogo o territorio
L'esclusione dalla pubblica partecipazione alla Santissima Eucaristia
[ detti provvedimenti non hanno semplice carattere facoltativo, ma si rendono anche obbliga-
tori, se realmente servono ad evitare [o scandalo dei fedeli e ad impedire altri gravi danni. Contro
di essi non è ammesso il ricorso: "contra eadem non datur iuris remedium" (can . 1958, Codice
1917). È sempre però possibile ricorrere alla Santa Sede.
11 processo penale 277

CAN. 1723 • § 1. Iudcx reum ci- § I . Il giud ice, ci tando l'imputato, deve
tans debet eum invitare ad advoca- in vitarlo a costituirsi un avvocato a norma
tu m, ad normam can, 1481,§ l,in- del ca n. 1481. § l , entro un term ine fissa-
tra terminum ab ipso iudice praefi- to dallo stesso giudice .
nitum, sibi constituendum.
§ 2. Quod si reus non providerit, § 2. Se l' impu tato non vi abbi a provve-
iude x ante Iitis contestationem ad- duto, il giudice stesso, pr ima della co nte-
vocatum ipse nominet, tamdiu in stazione della lite, nomini un avvocato, che
munere mansurum quamdiu rcus rimarrà nell'incarico fin ché l'accu sato non
sibi advocatum non costituerit. se ne sia co stituito uno proprio.
CAN. 1724· § 1. In quolibet iudicii § I . In qualunque grado del giud izio, il
gradu renuntiatio instantiae fieri prom otore di giustizia può rinunziare al-
potest a promotore iustitiae, man- l' istan za, pe r mandato o co n il consenso
dante vel consentiente Ordinario, dell 'Ordinario che ha deliberato l'ini zio
ex cuius deliberatione processus del proc esso.
promotus est. § 2. Per la valid ità dell a rinunzia, è
§ 2. Renuntiatio, ut valeat, debet necessario che ess a sia acc ettata da ll' im-
a reo acceptari, nisi ip se sit a iudi- putato, trann e che eg li sia stato dichiarato
cio absens declaratus. assent e dal giudizio.

3) L'avvocato difensore 5892


1723 (1655*) In rispon de nza co l ca n. 1481, § 2, med iante il qu ale si prescrive
che, nei giudiz i pen ali . l' accu sato deve avere sempre a sua d ifesa un avvo cato sce lto
personal ment e o as segnato dal giud ice, il canone attu ale dispone che il g iud ice, ci-
tando l' imput ato, lo inviti a cos tituirsi un avv oca to di sua fidu cia entro un determi -
nato temp o (§ I ).
Se l'im puta to trascuri di farlo. il gi udice stesso ha l'obbli go di designare ex
offic io un patrono, c he conse rve rà l' incarico finché l' accusato non se ne co stituisca
uno prop rio ( § 2).

4) La rinunzia all 'accusa 5893


1724 (1740, § J *) Ne lla sua qu alità d' atto re (cfr. ca n. 172 1, § 2), il prom otore
di giustiz ia ha la faco ltà di rinun ziare alla istanza in qualun que grado del g iudizio,
ma solo per mandato o con il consenso dc II' Ordinario, poiché il g iudi zio è sta to
aperto medi ante un suo decreto.
A termin e del ca n. 1524. § 3, la validità della rinunzia è subo rd inata all'acce t-
tazione de ll'i mputato . tra nne che egl i sia stato di chiarato asse nte da l giudizio (cfr.
can. 1592); . Per la valid ità, è anc he nece ssario che la ri nun zia sia fatta in iscritto e
regolarmente firmat a, e sia accettata dal giudice con rego lare decreto. 11 g iudice,
tuttavia, non può non accettarla , poiché essa viene fatta pe r man dato o co l co nsenso
de ll' Ordinario.

., Si noti la maggiore severità del can. 1724, § 2. Il can. 1524, § 3. di carattere generale.
stabilisce che la rinunzia sia accettala dalla parte interessata, o almeno non impugnala.
278 LIBROVII · I process i

CAN. 1725 - In causa c discussio- Nella discussione della causa, sia c he


ne, sive scripto haec fit sive ore, essa si svolga per iscritto sia oralmente,
accusatus semper ius ha beat ut l'imputato abbia sempre il diritto di scri-
ipse vel eius advocatus vel pro- vere o di parlare per ultimo, personalmen-
curator postremus scribat vel lo- te o per mezzo del suo avvocato o procu-
quatur. ratore.
CA!"I. 1726 • In quolibet poenalis In qu alunque grado e fa se del proces so
iudicii gradu et stadio, si evidenter penale, se venga a risultare con evidenz a
constet delictum non esse a reo che l'imputato non ha commesso alcun
patratum, iudex debet id senten- delitto, il giudice deve dichiararlo con
tia declarare et reum absolvere, sentenza e assolvere l'accusato, anche se
etiamsi simul constet actionem risulti contemporaneamente l'avvenuta
criminalem esse extinctam. estinzione dell' azione criminale.
CAN. 1727 - § 1. Appellationem § l. L'imputato può proporre appello,
proponere potest reus, etiam si anche nel caso in cui la sentenza lo abbia
sententia ipsum ideo tantum dimi- prosciolto solo per il fatto che la pena era
serit, quia poena erat facultativa, facoltativa , o perché il giudice s' è valso
vel quia iudex potestate usus est, dei poteri di c ui ai cann. 1344 e 1345.
de qua in cann, 1344 et 1345. § 2. Il promotore di giustizia può appel-
§ 2. Promotor iustitiae appella- lare ogni qual volta ritenga che non si sia
re potest quoties censet scandali sufficientemente pro vveduto alla riparazio-
reparationi vel iustitiae restitu- ne dello scandalo o alla reintegrazione della
tioni satis provisum non esse. giu stiz ia.

5894 5) Il diritto dell'imputato


1725 Nei giudizi contenziosi, l'ultim a replica spetta di diritto al promotore di giu-
stizia e al difensore del vincolo (can. 1603, § 3; nn. 5549-5550). Nei processi penali
invece, per motivi di equità, l'ultim o intervento, per iscritto o a voce, spetta all'impu-
tato. personalmente o per mezzo del suo avvocato o procuratore.

5895 6) Il dovere morale e giuridi co del giudice


1726 L'accusato che con evidenza (evidentcr) risulti innocente del delitto attribui-
togli, dev'esse re prosciolto con sentenza da ogni accusa, in qualunque grado o fase del
processo. La sua innocenza dev'essere dichiarata formalmente anche nel caso che l'azio-
ne criminale per il delitto di cui è stato incolpato ingiustamente si sia estinta per diritto
(cfr. can. 1362). È un suo diritto inviolabile, poiché il fatto stesso dell'apertura a suo
carico del processo penale, ha leso la sua buona fama.
A termine del can. 1608. § 4. l' imputato va assolto anche nel caso in cui il giudice
"ex actis et probatis" non sia riuscito a raggiungere la certezza morale necessaria circa
il delitto commesso (elemento oggettivo) oppure circa la grave imputabilità (elemento
soggettivo): v. n. 5559 ss,

5896 7) L 'appello
1727 (/879*) La facoltà e il diritto di appello nei processi penali spettano sia
all'imputato che al promotore di giustizia.
L'imputato può interporre appello sia nel caso che sia stato condannato sia nel caso
Il proce sso penale 279

CAN. 1728 - § l. Sal vis praescrip- § L Salve le disposizion i de i ca non i di


tis canonum huius tituli, in iudicio que sto titolo, nel giud izio pe nale si de vo-
poenali applicandi sunt, nisi rei no appl icare. se non lo imp edisca la na-
natura obstet, canones de iudiciis tura dell a cosa, i canoni re lativi ai giudi zi
in genere et de iudicio contentioso in ge nere e al giudiz io co ntenzioso ordi-
ordinario, servatis speciali bus nor- nari o. osservando le nor me speciali stabi-
mis de causis quae ad bonum pu - lite per le ca use co ncerne nti il bene pub-
blicum spectant. blico.
§ 2. Accusatus ad confitendum § 2. L ' imputato non è tenuto a confes-
delictum non tenetur, nec ipsi ius- sare il prop rio delitto, né gli si può defe-
iurandum deferri potest. rire il giura mento.

che il giudice abbia riten uto di non condannarlo avva lendosi dci suo i poteri discrezio-
nali, ai sensi dei can n. 1343 (pene faco ltative) e 1344 (pene precetti ve diffe rite, sos pese,
mitigate. sos tituite con una penitenza o non irroga te affatto).
Ovviamente l'imputato può anche presen tare istanza di querela di nullità e di restitut io in
integrum, ai sensi dei can n. 1619- 1627 e 1645-164 8 (Commu n ìcationes , a. 1980, p. 198, can n.
394-395).

La facoltà di appello - e similmente l'istan za di querela di nullità e la stessa


restitutio in integrum (Communicationes, a. 1980, p. 194 , ca n. 395) - spetta no anche
al promotore di giustizia . Egli può appe llare og ni volta che ritenga non si sia sufficien-
temente provvedu to alla riparazione dello sca ndalo o alla reintegrazio ne de lla giustizia.

8) La procedura da seguire nel processo e un diritto dell' imputato 5897


1728 (/959 e / 744 *) 1\ processo penale ha norme proprie, richies te dal suo parti-
colare cara ttere. ma queste vanno oppo rtuname nte integrate - nisi rei natura obstet -
con le norm e prescritte per i giudizi in ge nere (cann. 1400-1500) e per il giudizio
contenzioso ordi nario (ca nn. 1501- 1655)". Vanno inoltre osservate le norme speciali,
disposte per le ca use concerne nti il bene pubbli co.
" diritto morale c giuridico dell 'imputato è du plice:
- Egli non è obbliga to ad acc usare se stesso
- Il giudice non può imp orgli il giuramento "de veritate dicenda" o "de verita te
dictorum"

(. La struttura del processo penale è pertanto simile a quella del giudizio contenzioso ordinario
(cfr. nn. 5344-5345). Esso si sviluppa secondo i seguenti atti fondamentali:
I. L'introduzione della causa, mediante il libello accusatorio del promotore di giustizia.
2. La costituzione del tribunale (giudice unico o tribunale collegiale nei casi previsti dal can.
1425, § I, n. 2).
3. La costituzione del reo. con la sua citazione forma le,
4. La conte stazione della lite, con la determinazi one dei capi di accusa.
5. L' istruttoria del processo: acquisizione delle prove, fornite dal promotore di giustizia nella
sua qualità di attore.
6. La pubblicazio ne del processo e la conclusione in causa.
7. La disc ussione della causa.
8. La sentenza
9. L'eventuale impugnazione da parte dell' imputato c del promotore di giustizia.
IO. L'e secuzione della sentenza passata in giudicato.
280 LIBRO VII . I processi

CAPITOLO III
L'AZIONE PER IL RISARCIMENTO DEI DANNI

CAN. 1729· § 1. Pars laesa potest § l. La parte lesa può esercitare nello
actionem contentiosam ad damna stesso processo penale, a nonna del can.
reparanda ex delicto sibi iIIata in 1596, l'azione contenziosa per il risarci-
ipso poenali iudicio exercere, ad mento dei dann i che le siano stati cagio-
normam can. 1596. nati dal delitto.
§ 2. lnterventus partis laesae, § 2. L' intervento della parte lesa, di cui
de quo in § 1, non amplius admit- al § l, se non sia avve nuto nel primo gra-
titur, si Cactus non sit in primo do del giudizio penale, non è più ammis-
iudicii poenalis graduo sibile.
§ 3. Appellatio in causa de da- § 3. Nella causa per il risarcimento dei
mnis fit ad normam cann. 1628- danni, l' appello si svolge a norma dei cann.
1640, etiamsi appellatio in poenali 1628- 1640, anche quando l'appello non sia
iudicio fieri non possit; quod si possibile nel processo penale; nel caso che
utraque appellatio, Iicet a diversis vengano proposti entrambi gli appelli. sia
partibus, proponatur, unicum fiat pure da parti diverse, si faccia un unico
iudiciumappellationis, salvo prae- giudizio di appello, salvo quanto dispone
scripto can. 1730. il can. 1730.

Il divieto è per una imposizio ne da parte del giudice, ma questo forse non impedisce
che l' imputat o, il quale lo desideri, presti il giuramento di sua libera c spontanea volontà.

5898 3. L 'azione per il risarcimento dei danni


L'attuale capi tolo riguarda i danni , che possono esse re derivati da l delitto . Com-
prende Ire ca noni.

5899 l ) L'intervento della pa rte lesa


1729 Il can . 128 prescrive in gene rale che qualsiasi perso na, la quale. co n un atto
giuridico , anzi con qualsiasi atto posto co n do lo o col pa, abbia cau sato illegi ttimamente
del danno a un altro, ha l' obbligo di prest arne il deb ito risarci mento. persegui bile anc he
per via giudiziaria.
L 'obbligo del risar ci mento è prev isto in tutti gli ordinamenti civili. An . 204 3 de l Codice ci vile
italiano : «Q ualunq ue fatt o doloso o co lposo. che cagiona ad altri un dan no ingiusto, obbliga co lui
che ha co mmesso il l'alto a risa rcire il danno" .

5900 Relativamente ai danni ca usati da de litto, la parte lesa ha una duplice possi bilità:
- Adi re diretta mente il trib unale, proponendo in via co ntenziosa una propria azio-
ne (azio ne principale)
- Intervenire, a norma del can. 1596, come terzo in cau sa nel processo penale
iniziato ad opera del promotore di giustizi a a carico dell' impu tato".

7 Interv enen do co me terzo in ca usa. la parte lesa ha il diritto di pren dere visio ne deg li alli del
giudizio, dopo la loro pub blicazione (cfr . ca n. 1598. § I). Come risulta dal verba le de lla riunio ne
dci Gruppo di St udio De processibus dci 28 febbraio 1980. «quida m dubi taverunt de opportunitare
Il processo penate 281

CAN. 1730- § 1. Ad nimias poena- § l . Per ev itare eccessi ve dilazioni del


Iis iudicii moras vitandas potest processo penale, il giudice può differire il
iudex iudicium de damnis differre giudizio sui danni tino a quando non avrà
usquedumsententiam dcfinitivam em anat o la se ntenza definiti va del gi udi-
in iudicio poenali protulerit. zio penale.
§ 2. ludex, qui ita egerit, debet, § 2. Il giudice che abbi a così agito , e ma-
postquam sententiam tulerit in poe- nata la sentenza nel gi udizio pen ale, deve
nali iudicio, de damnis cognoscere, giudicare la questione dei danni, anche se
etiamsi iudicium poenalc propter il giud izio pen ale sia ancora pendente per
propositam impugnationem adhuc una eventuale impugnazione proposta, o
pendeat , velreusabsolutussitprop- se l'imputato sia stato assolt o per un mo-
tercausam quae non auferatobliga- tivo che non lo es ime dall'obbligo di ri-
tionem reparandi damna. sar cire i danni.
CAN. 1731 - Sententia lata in poe- La se ntenza emanata in un giudizio pe-
nali iudicio, etiamsi in rern iudica- nale , anche se passata in giudicato, non
tam transierit, nullo modo ius facit co nferisce alc un d iritt o alla part e lesa,
erga partem laesam , nisi haec in- tranne che que sta sia inter venut a a norma
tervenerit ad normam can. 1729. dcI can. 1729.

Ma questo è possibil e so lo in prima istanza, per cui , se ciò non sia avve nuto , resta
escl uso og ni inter vento successivo nelle istanze ulterior i. L' intervento in prima istanza
è inoltre co nse ntito solo prima dell a co nclus ione in causa (c fr. ca n. 1596, § 2).
L ' a zi on e per il risarcimento dei dann i, a nc he se ca usati da de litt o , è di cara tte re 5901
conte nzios o, non penale . Di consegue nza, è possibile l'appell o a norma dei ca nn . 1628- 1640
anche qu ando nel processo pe nale non si sia prodotto appello: le due azio ni son o infatti distinte
e a utono me , e l'un a no n pregi udica l'altra. Ma qual o ra venga no pro po sti entrambi gli a ppe lli,
sia pure da part i diverse , il gi udizio di appello nel tribun ale superiore sarà uni co, salvo restan do
quanto sta bilisce il can . 1730 .

2) Il differimento del giudizio sui danni 5902


1730 A fine di evit are eccessive dilazioni nello svol gimento del proc esso pen ale è
consent ito al giudice di primo grado diffe rire il gi udizio sui danni fino a quando non
avrà emanato la sentenza de finitiva del gi udizio pen ale (§ I ).
Emessa tale se ntenza, egli giudica de lla questione dei danni , anche se il giudizio
penale sia anco ra pen dente a causa di un ' eventu ale impu gn azion e, o se l' imput ato sia
stato assolto per un mot ivo (ad esempio, l'esti nzione dell 'azione penale) , che tuttavia
non lo esima da ll' obbligo di rip arare i danni colp evolmente arrecati.

3) L'effi cacia della sentenza passata in giudicato 5903


1731 È un princ ipio gi uridico indiscu sso che la sentenza em anata dal giudice ha
forza d i legge e carattere vinco lante so[o nei con front i de lle per sone per le quali è sta ta

perrn ittend i ut acror ca usae de damn is (la parte lesa interv enuta come terzo in causa) accedat ad
acta process us crirninalis, qu ae sec reta manere debent ; publi catio enim actoru m fit tantu m in
favorem rei». Risposta dei Co nsultori : «Consultorcs ce nse nt norrnam mut ari non posse, qui a si
probatio nes non publicarent ur, iam de ficeret ratio processus iudi ciali s» tCommunicationes . a . 1980,
pp. 195-1 96).
282 LIBRO VII- ! processi

emessa e limitatamente al caso trattato (cfr. can. 16, § 3; n. 289). Di conseguenza, una
sentenza penale, anche se passata in giudicato, non conferisce per sé alcun diritto a una
terza persona che sia rimasta danneggiata dal delitto dell'imputato, tranne che sia inter-
venuta nel processo penale a norma del can. 1729, costituendosi, come suoI dirsi, "parte
civile".
E converso, nel caso che l'imputato per un qualsiasi motivo non sia stato condan-
nato dal giudice nel processo penale svoltosi a suo carico, la relativa sentenza - come
s'è già accennato - non estingue l'azione contenziosa di riparazione dei danni promos-
sa dal terzo leso e intervenuto in tempo nel processo (cfr. can. 1730, § 2).

5904 4. Norme ulteriori


Sono da tener presenti i seguenti canoni:
- Can.489, § 2: la distruzione dei documenti di cause criminali in materia di costumi
- Can. 1363, § l: la notifica al reo dcI decreto esecutivo della sentenza penale
- Can.1405. § l. n. 3: le cause penali concernenti i Vescovi
- Can.1412: il foro competente nelle cause penali "ratione delicti"
- Can. 1417. § I: il diritto d'ogni fedele di deferire le proprie cause anche penali al giudizio
della Santa Sede
- Can. 1425. § I. n. 2: il tribunale collegiale di tre giudici nelle cause penali che possano
comportare la pena della dimissione dallo stato clericale o in quelle relative alla irrogazione o alla
dichiarazione della scomunica
Can. 1430: l'intervento del promotore di giustizia nelle cause penali
Can. 1452: iniziative del giudice "ex officio" nelle cause penali
Can. 1455. § l: il segreto di ufficio da parte dei giudici e dei ministri del tribunale

5905 IL RICORSO CONTRO I DECRETI AMMINISTRATIVI


(cann. 1732-1739)
Schema
I. Introduzione 3. L'istanza previa
2. Norme preliminari sui ricorsi amministrativi 4. Il ricorso gerarchico formale

5906 1. Introduzione
La quinta ed ultima parte del libro VII De processibus è dedicata alle vertenze di
carattere amministrativo. È divisa in due sezioni:
l" Il ricorso contro i decreti (atti) amministrativi: cann. 1732-1739.
2 0 La procedura nella rimozione o nel trasferimento dei parroci: cann. 1740- 1752.
Non sono mancati i rilievi e le critiche da parte di coloro che, per ragioni tecnico-
sistematiche, avrebbero voluto una separazione netta fra la normativa giudiziaria e
quella amministrativa, le cui differenze di materia e di procedura sono a tutti palesi. Ma
da un punto di vista pratico, la Commissione per la revisione del Codice non aveva forse
altra scelta.
5907 La normativa circa i ricorsi contro gli atti amministrativi elaborata per la prima
volta in forma organica nella legislazione della Chiesa, merita un apprezzamento. Ma,
privata alla vigilia della promulgazione del Codice dei tribunali amministrativi, circa
i quali si era lavorato a lungo (nn. 5083-5086), essa appare troppo manchevole a giu-
dizio di molti. Dei tribunali amministrativi è rimasto per altro il nome in due canoni:
149, § 2, e 1400, § 2. La porta non è dunque chiusa. Si può sperare che, col maturare
dei tempi, i tribunali amministrativi vengano realmente istituiti per una più efficace
tutela della dignità e del diritto dei fedeli, chierici e laici, evitando per altro gl'incon-
venienti che possono derivarne.
Il ricorso cu ntru i decreti amministrativi 283

Son note le principali difficoltà mosse contro l'istituz ione dei tribun ali amministrativi e dc- 5908
rivate da motivi di carattere sia dott rinale che pratico.
- Sunt qui ipsam com patib ilitatem tribuna lium admi nistrat ivorum cum Ecclesiae indole in
dubio voce nt, vel saltem dubitent, num possit auctoritas episcoporum ita limitari ut submittatur
tribun alibus ad minis tra tivis , qua e non si nt nequ e Concilium Oec ume nicum nequ e Surnrn us
Pontifex.
- De opport unitate tribunaliurn adrn inistrativor urn dubia proposita sunt, praesert im propter
tirnorern ne actio pastoralis impediatur nimiis oppositionibus et co ntentioni bus, scd etia m propter
difficultatern ca cons tituendi in multis locis, et propter indolem potius patem am et pastoralern,
quarn iu ridicarn , qu am solent in permultis region ib us hab ere re lationes inte r auctoritatem
adrninistrativam et subdito s tCommunicationcs, a. 1973. p. 236, l ).
Il Card . Giuse ppe Siri. Arc ivescovo di Ge nova, temeva che. con l'introdu zione de i tribu nali 5909
amministrativi, si introducesse nell a Chiesa una "me ntalità legalistica", qu ale spesso si risco ntrava
nell' amm inistrazion e ci vile:
- Nullo modo expedit ut in Ecclesia rnentalitas illa legali stica, ut voc ant, qua ad rninistratio
civilis inform atur, introduea tu r. Clare igit ur definiantur na tura , fini s, sp ir itus pr ocedurae
admi nistra tivae ecclesiasticae. Ca veatur acc urate ne hui usm odi procedura ad vitam Ecclesiae
praediendam adhibcri possit, In tut o ponatur ius divinum Episcoporurn , qui non offi cialcs (" funzio -
nari"), sed veri Pastores sunt, quique "discretionalitate" ga udea nt oporte t (Re/mio / 9R/ , p. 334, ad
partem V ).

A giudizio di P. Jean B. Beyer, occorreva «evitare che, moltiplicando i ricorsi ai tribun ali
amministrativi , si alimentasse un clima di contras ti e di discussion i. che la Chiesa ha troppo spesso
conosci uto in altri tempi c che non si doveva far rinasce re in altri mod i>. (Dal Concilio al Codice,
Ed. Dehoniane, Bologna 1984. p. 100 ).

È da ricono scere che tali difficolt à avevano una loro fondatezza . ma forse potevan o 5910
e dove vano essere superate. dando ai tribunali amm inistrativi una opportun a struttura-
zione, rispondente alla natura e alle esigenze proprie della Chiesa. Questo non è avve-
nuto. deludendo le aspettative di quanti - ed erano molti - speravano in una profond a
riforma dell'amministrazione eccles iastica. Si lamenta pertanto che le cose sostanzial-
mente siano rimaste immutate. A parte infatti la compet enza attribuit a alla Segnatura
Apostolica (can. 1445, § 2). e dovuta non al Codice ma alla Cost. Ap. "Reg imini
Ecclesiae universae" di Paolo VI. 15 agosto 1967, nn. 106-107 (Enchir. Val., voI. 2, pp.
1332-1335. nn. 1646·1 647). le sole novità che possono rilevarsi nella normativa dei
cann. 1732-17 39, sono:
- La "petitio praev ia" diretta allo stesso au tore del prov vedimento amminis trativo. la qu ale
de ve precedere il ricorso formale (can, 1734, § I)': prim a si passava dire tta mente dal pro vvedimen-
to al ricorso (v. comu nque la prossima nota 4) .
- L'u fficio o co nsig lio di conciliazio ne, c he p ulÌ essere istit uito in ciasc una dioecsi (ean.
1733, §§ 2-3).
- Il di ritto di avvalersi dell'assistenza di un avvocato o procuratore (can , 1738).

Per il resto, tutto si svolge come prima. e l'unica possibilit à d'impugnat iva contro
gli atti amm inistrativi delle autorità locali resta di fatto, co me nel diritto precedente, il
ricorso alle Congregazi oni Rom ane.

I «Ne rninem latet - è scritto nelle "Animad versio nes" pubbli cate in Communicationes, a.
1972, p. 38, II - momentum huius norrnae ad tuen dum bonum regimen necn on auctoritatem
supcrioris». Ma per non pochi l'istanza preventiva (ricorso in opp osizion e ) non è che una semplice
e inutile forma lità (cfr. Relatio / 98/ , p. 335, lett. b).
284 LIBRO Vll ·1 process i

PARTE V

LA PROCEDURA NEI RICORSI AMMINISTRATIVI NELLA


RIMOZIONE O NEL TRASFERIMENTO DEI PARROCI
SEZIONE I

Il ricorso contro decreti amministrativi

CAN. 1732 - Quae in canonibus Le norme stabilite nei canoni di questa


huius sectionisde decretis statuun- sezione relativamente ai decreti , devono
tur, eadem applicanda sunt ad esse re anche applicate a tutti gli atti am-
omnesadrninistrativosactussingu- ministrativi singolari emessi in foro ester-
lares, qui in foro externo extra iu- no extragiudiziario, ad eccezio ne di quelli
dicium dantur, iis exceptis, qui ab emanati dirett ament e dal Romano Ponte-
ipso Romano Pontifice vel ab ipso fice o dal Concilio Ecumenico.
Concilio Oecumenico ferantur,

5911 2. Norme preliminari sui ricorsi amministrativi


5912 l ) L 'ambito di applicabilità
1732 A termine della rubrica, sono ogge tto di ricorso gerarchico, seco ndo le norme
stabilite nei cann. 1733-1739, i decret i amministrativi: Recursus adversus decreta
administrativa. Precisa però il canone che la normativa prescritt a relativamente ai de-
creti, si applica a lUtti gli atti amministrativi singolari emessi in foro este rno, ad ecce-
zione di quelli emanati direttamente dal Roman o Pontefice o dal Co ncilio Ecumenico.
Presupposto essenziale del ricorso è che l'atto amministrativo posto dal Superiore non
sia divent ato definiti vo.
Degli atti amministrativi singo lari si tratta nel t ìt , IV del I libro del Cod ice: eann.
35-93. Essi sono gli atti di gove rno posti in foro esterno dall a compete nte autorità
nell'esercizio delle sue funzioni , e dirett i a persone singole o anche a comunità in casi
concreti, particolari (n. 4 16 ss.j' . Tali atti hanno contenuto e forma varia: abbracciano
non solo i decreti e i precetti singolari (ca nn. 48-58), ma anche i rescritti i privilegi e
le d ispe nse, di cui ai cann. 59-93. Vi sono compresi anche gli alti amministrativi nega-
tivi, che si hanno quando il Superiore trascura di porre un atto o non intende compierlo
e non si pronunzia affatto : silen zio-rifiuto o silenzio- rigetto (cfr. ca n. 57, § 2f .
5913 Conseguentemente, le norme stabilite nei cann. 1733-1739 non si applicano:
- Agli alti posti dall'autorità ecclesiastica in foro interno, e concernenti i casi di coscienza.
- Agli alti legislativi: leggi e decreti generali a carattere legislativo (can, 29; nn. 386-391) .
- Ai decreti amministrativi generali, di cui ai cann. 30-3 3 (nn. 383-385; 392-402).
- Ai decreti giudiziari , di cui al can. 1617 .

, «Animadvertendum est solos actus vere admi nistrativos, sensu iuridico, id csr actus qui fiunt
in exercitio potestatis ecclesiastici regiminis in foro externo... nova lege regi minime autem
hortationes, consilia aliasque eiusm odi» (Communicationes, a. 1973, pp. 236-237).
.' «Actui adrninistrativo aequiparatur Supcrioris silentium, si per certum temporis intervallum,
petitione vel recursu recepto, non provideat, et in hoc persistat post specialem instantiarn: tunc enim
petitio ve1 recursus pro reiecto habetur» (Comm unicationes, a. 1970, p. 192, Principia generalia),
Il ricorso contro i dcx:n:ti amministrativi 285

CAN. 1733 - § 1. Valde optandum § I . Tutte le vo lte che qu alcuno s i ri te n-


est ut, quoties quis gra vatum se de- ga dan neggiato da un decreto , è vivamen-
creto putct, vitetur inter ipsum et te a usp icabile c he tra di lu i e l' au tore del
decreti auctorem contentio atque decret o si e viti o gni vertcn za, e c he di co-
inter eos de aequa solutione quae- mune accordo si abbia c ur a di ricercare
renda communi consilio curetur, un ' equa soluz io ne , ricorrendo ev e ntual-
gra vibus quoque personis ad me- men te all'opera di m ediazio ne di persone
diationem et studium forte adhibi- prudenti , in m odo da pre venire o co m por-
tis, ita ut per idoneam viam contro- re per via idon ea la contro versia.
versia praecaveatu r vel dirimatur,
§ 2. Episcoporum conferentia ~ 2 . La Co nfe re nza Episcopale può d i-
statuere potest ut in unaquaque sporre c he, in ciasc una di ocesi , si costitui-
dioecesiofficium quoddam velcon- sc a stab ilm e nte un uffi ci o o con sigli o , col
silium stabiliter constituatur, cui, compito di ricercare c s uggerire, seco ndo
secundum normas ab ipsa confe- norme emana te d all a ste ssa Conferen za,
rentia statuendas, munus sit ae- eq ue soluzio ni; se la Co nferenza no n ab -
quas solutiones qua erere et sugge- bi a di spo sto null a al rig ua rdo, il dell o uf-
rere; quod si conferentia id non ius- ficio o consiglio pu ò essere co s tituito dal
serit, potest Episcopus eiusmodi Vesc o vo .
consilium vel officium constituere.

Anche contro q uesti alli è ammesso il ricorso alla competente autori tà. ma secondo norme
diverse da quelle stabilite per i ricorsi amministrativi in senso proprio.
Il ricorso contro gli alli dci Romano Pontefice e del Concilio Ecumenico resta escl uso ex se.
poiché l'u no e l' altro sono nella Chiesa soggetto di suprema, piena e universale potestà (cfr. cann.
33 1,336,337; cfr. anc he eann. 333, § 3; 1404; 1629, n. 1). E per altro possibile relativamente al
Papa una nuova supplica: "nova petitio" .
Quanto agli atti dei Dicasteri della Curia Romana sono da tener presenti il can. 1445, § 2, del
Codice di Diritto Canonico, e gli artt, 100-107 della Cast. AI'. Regimini Ecclesi ue univcrsue , 15
agosto 1967 tE nchi r. VUI., voI. 2. pp. 1332-1335, nn. 1646-1(4 7).
Relativamente ag li alli amministrativi posti dai Superiori interni degl'Istituti religiosi e delle
Società di vita apostolica clerical i e di diritto pontificio, ritengono alcuni che essi non cadano sotto
la normativa dei eann. 1732-1739. ma che siano retti dal proprio diritto particolare (costituzioni).
salvo il ricorso alla Santa Sede. La cosa è discussa. Cfr. comu nque Comniunicationes , a. 1972, p.
37. penultimo cpv.; a. 1973, p. 239, IV.

2) L 'uffi cio O cons iglio di conciliazione 5914


1733 È vivo interesse e costante preocc upazione della Chiesa che sia evitata og ni
vertenza non solo tra i fedeli, ma anche tra questi e l'autorità costituita, secondo lo
spirito genui no del Vange lo e le esigenze della com unione ecclesiale. Per la pacifica
composizione delle vertenze private de i fedeli, sono propo sti due mezzi concreti: la
transazione e il giudizio arbitrale (cann. 1713- 1716). Ma è ev idente che nelle controver-
sie tra i fedeli e la pubblica autorità non si può ricorrere né alla transazione in senso
proprio né, 1110lto meno. al giudizio arbitrale, poiché questo porterebbe alla dissoluzione
dell' autorità ecclesiastica.
Si può e si deve ricercare un'e qua soluzione ricor rendo eventualmente anche al-
l' opera di mediazione di persone prudenti, in modo da prevenire o comporre opportu-
namente la controversia (§ l ).
Un aiuto efficace può essere prestato a tal fine dall'zif.ficio o consiglio di concilia- 5915
zione. costituito stabilm ente in og ni diocesi, seco ndo le norme emanate dalla Conferenza
286 LIBRO VII- I processi

§ 3. Officium vel consilium, de § 3. L'ufficio o consiglio, di cui al § 2,


quo in § 2, tunc praecipue operam svolga la sua opera soprattutto nel caso in
navet, cum revocatio decreti petita cui sia stata richiesta la revoca di un de-
est ad normam can. 1734, neque creto a norma del can. 1734, né siano spi-
termini ad recurrendum sunt ela- rati i termini per il ricorso; se poi il ricor-
psi; quod si adversus decretum re- so contro il decreto sia stato già presenta-
cursus propositus sit, ipse Supe- to, lo stesso Superiore che giudica su di
rior, qui de recursu videt, recurren- esso esorti il ricorrente e l'autore del de-
tem et decreti auctorem hortetur, creto, ogni volta che intravede una spe-
quotiescumque spem boni exitus ranza di buon esito, a ricercare tali solu-
perspicit, ad eiusmodi solutiones ZIOnI.
quaerendas.
CAN. 1734 - § 1. Antequam quis § 1. Prima di presentare il ricorso con-
recursum proponat, debet decreti tro il decreto, l'interessato deve chiederne
revocationem vel emendationem per iscritto la revoca o la modifica al suo
scripto ab ipsius auctore petere; autore; presentata questa istanza, s'inten-
qua petitione proposita, etiam su- de richiesta con ciò stesso anche la so-
spensio exsecutionis eo ipso petita spensione dell' esecuzione.
intellegitur.
§ 2. Petitio fieri debet intra pe- § 2. La domanda dev'essere fatta entro
remptorium terminum decem die- il terrnine perentorio di dieci giorni utili,
rum utilium a decreto legitime in- a decorrere dalla legittima notifica del de-
timato. creto.

Episcopale, in modo da avere una sostanziale uniformità nell'intero territorio (Commu-


nicationes, a. 1984, p. 87, can. 1693, § 2). L'istituzione dell'ufficio spetta in ogni modo
al Vescovo diocesano, che potrà provvedervi ugualmente di sua iniziativa, anche se la
Conferenza Episcopale non abbia disposto nulla in merito (§ 2).
5916 In Italia, la Conferenza Episcopale ha deciso di non costituire «almeno per ora alcun ufficio o
consiglio stabile per l'equa soluzione delle controversie sorte a motivo dei ricorsi contro i decreti
amministrativi e lascia la ricerca di strumenti per la composizione delle controversie alla sperimen-
tazione dei singoli Vescovi" (Delibera n. 15,23 dicembre 1983: Enchir. CEl, voI. 3, p. 916, n. 1603).
5917 L'ufficio diocesano di conciliazione presta la sua mediazione soprattutto nel caso
in cui un chierico o un laico chiede con istanza previa la revoca di un provvedimento
amministrati va, a norma del can. 1734. Se poi il ricorso formale sia stato già presentato
a termine del can. 1737, dev' essere cura del Superiore che lo esamina, adoperarsi con
impegno - ogni volta che intraveda una speranza di buon esito - perché tra il ricor-
rente e l'autore del provvedimento si addivenga a un'equa soluzione (§ 3).

5918 3. L'istanza previa


1734 Canonicamente, e anche civilmente, si distinguono tre specie di ricorsi am-
ministrativi: preventivo, gerarchico e straordinario.
Il ricorso preventivo, detto "ricorso in opposizione", è propriamente una istanza
rivolta alla stessa autorità che ha emanato il provvedimento, a fine di ottenerne la revoca
o la modifica',

4 Un tale ricorso è esistito sempre nella Chiesa. con varie denominazioni: supplicatio,
oppositio. remonstratio, beneficium novae audientiae. aperitio oris, ecc.
Il ricorse contro i d L'CI'Cli ammimstmtivi 287

§ 3. Normae §§ l et2 non valent: § 3. Le nonne dei §§ l e 2 non valgono:


l ° de recursu proponendo ad l ° per il ricorso che s'intende presenta-
Episcopum adversus decreta lata re al Vescovo contro i decreti eme ssi da
ab auctoritatibus, quae ei subsunt; autorità a lui soggette;
2° de recursu proponendo ad- 2° per il ricorso da presentare contro un
versus decretum, quo recursus hie- decreto che decide su un ricorso gerarchi-
rarchicus deciditur, nisi decisio co. tranne che la decis ione sia falla dal
data sit ab Episcopo; Vescovo;
3° de recursibus proponendis 3° per i ricorsi da proporre a norma dei
ad normam cann. 57 et 1735. cann . 57 e 1735.
CAN. 1735 - Si intra triginta dies, Se entro trenta giorni da quando gli è
ex quo petitio, de qua in can.1734, pervenuta la domanda di cui al can. 1734,
ad auctorem decreti pervenit, is l'autore del decreto emetta un nuovo de-
novum decretum intimet, quo vel creto col quale modifichi il precedente,
prius emendet vel petitionem rei- oppure decida di respin gere l'i stanza, i
ciendam esse decernat, termini ad termini per il ricorso decorrono dalla no-
recurrendum decurrunt ex novi tifica del nuovo decreto; se poi entro i
decreti intimatione; si autem intra trenta giorni non venga emesso alcun de-
triginta dies nihil decernat, termi- creto, i termini decorrono dal trentesimo
ni decurrunt e tricesimo die, giorno.

Il ricorso gerarchico è il ricorso indirizzato all'autorit à gerarchicamente superiore


contro il provvedimento emanato da un'autorità subalterna.
Il ricorso str aordinario, infine, è il ricorso diretto all'a utorità suprema: il Romano
Pontefice, in campo ecclesiastico; il Capo dello Stato, in campo civile.
A termine dell' attuale canone, il ricorso gerarchico formale dev'essere preceduto
dal ricorso preventivo, formulato in iscritto, e presentato allo stesso autore dell'atto
amministrativo. Con tale istanza si chiede la revoca o la modifica del provvedimento e
s'i ntende anche chiedere eo ipso la sospensione della sua esecuzione (§ I).
Il termine perentorio per la presentazione della "petitio" è di IO giorni utili, a 5919
decorrere dalla legittima intimazione del provvedimento (§ 2).
In alcuni casi, tuttavia , non c' è bisogno d'i stanza previa : 5920
- Quando s'intenda presentare il ricorso gerarchico al Vescovo diocesano contro il provve-
dimento emanalo da un suo subalterno : per es. il Vicario generale, un Vicario episcopale, un
ufficiale di Curia, un parroco, il presidente di un' associazione di fedeli, ecc. (§ 3, n. I). In questi
casi, si ricorre direttam ente al Vescovo. senza rivolgersi previamente con la "petitio" al Vicario
generale o episcopale, all' ufficiale di Curia, al parroco. Senza dubbio, prima di ricorrere al Vesco-
vo, si può anche (e forse è opportuno) tentare una intesa eon le dette autorità subalternc, ma non
vi si è tenuti da alcun obbligo giuridico.
- Quando s'inte nda ricorrere ulteriormen te contro un decreto ehe ha già deeiso un ricor-
so gerarchi co, tranne che si tratti di decisioni prese dal Vescovo nei confronti di autorità a lui
subordinate (§ 2. n. 2) . È il caso di un ricorso alla Segnatura Apostoli ca contro un decreto di
una Congregazione della Curia Romana, che ha confermato un provv edimento del Vescovo
diocesano .
- Quando si tratti di ricor si da presentare a norma dei cann. 57 (co ntro il mancato
provvediment o da emettere ent ro il termin e stabilito) e 1735 (contro il decret o emanato a
seguito di una domanda preventiva o contro la sua eventu ale man can za per silenzio ammini-
strativo) (§ 3. n. 3).
288 LIBRO VII · I processi

CAN. 1736 - § 1. In iis materiis, in § I. In quelle materie in cui il ricorso


qui bus recursus hierarchicus su- gerarchico sospende l' esecuzion e del de-
spendit decreti exsecutionem, creto, anche la dom anda di cui al can .
idem efficit etiam petitio, de qua 1734, produ ce lo stesso effetto.
in can, 1734.
§ 2. In ceteris casibus, nisi intra § 2. Negli altri cas i, se entro dieci giorni
decem dies, ex quo petitio de qua da quando gli è pervenuta la dom anda di
in can, 1734 ad ipsum auctorem cu i al can. 1734, l'autore del decreto non
decreti pervenit, is exsecutionem abbia deliberato di sospenderne l'esecu-
suspendendam decreverit, potest zione, la sospen sione può esse re rich iesta
suspensio interim peti ab cius Su- frattanto al suo Superiore gerarchico, che
periore hierarchico, qui eam de- per altro può concederla soltanto per cau-
cernere potest gravibus tantum se gravi ed evitando sempre che ne deri vi
de causis et cauto semper ne quid un danno alla salvezza dcIIe anime.
salus animarum detrimenti capiat. § 3. Sospesa l'esecuzione del decreto a
§ 3. Suspensa decreti exsecutio- norma del § 2, se poi venga presentato il
ne ad normam § 2, si postea recur- ricorso, colui che deve decidere in merito ,
sus proponatur, is qui de recursu deliberi con un suo decreto ai sensi del
videre debet, ad normam can. can . 1737, § 3, se la sospensione debba
1737, § 3 decernat utrum suspensio essere confermata o revocata.
sit confirmanda an revocanda. § 4. Nel caso che, nel termine stabilito ,
§ 4. Si nullus recursus intra sta- non venga presentato alcun ricorso contro
tutum terminum adversus decre- il decreto, la sospen sione della sua esecu-
tum proponatur, suspensio exse- zione che abbia avuto luogo nel frattempo
cutionis, ad normam § l vel § 2 a norma dcI § l o dcI § 2, cessa per se
interim effecta, eo ipso cessat. stessa.

5921 4. Il ricorso gerarchico formale

5922 I ) Il "dies a quo" per la presentazione


1735 Sono previsti due casi:
l ° Che l' autore dell 'atto am ministrativo, entro il term ine di 30 g iorni dalla recezio-
ne della istanza prcvia (ricorso in opposizione), emetta un nuovo prov vedim ento col
quale modifica quello precedente (in modo per altro che non soddisfi l'interessato) o
respinga la dom anda.
2° C he eg li non emetta alcun provvedim ento entro il termine prescritto (silenzio-
rifiuto).
Nel primo caso , il "dies a quo", per la presenta zione del ricorso gerarchico formale
decorre dal giorno dell a debita notifica del nuovo prov vedim ento.
Nel secondo caso, la decorrenza si ha allo scadere del 30° giorno.

5923 2) La sospensione dell 'esecuzione del decreto


1736 Il ricorso present ato alla competente autorità ha in gene re effetto devolutivo.
Ha effetto sospensivo solo in alcuni casi espressamente dete rminati:
- Can. 700 : decreto di dimissione di un religioso dall'Istituto
- Can. 729: dimissione di un membro d'I stituto secolare
Il ricorso COntroi dec reti amm inistrat ivi 289

CAN. 1737 - § l. Qui se decreto § 1. Chi si considera dan neggi ato da un


gravatum esse contendit, potest ad decreto , può ricorrere, per qualsiasi giusto
Superiorem hierarchicum eius, qui motivo, al Supe riore gera rchico di co lui
decretum tulit, propter quodlibet che ha emesso il decreto; tale rico rso può
iustum motivum recurrere; recur- essere presentato allo stesso autore de l
sus proponi potest coram ipso de- decreto, il qu ale è tenuto a trasmetterlo
creti auctore, qui eum statim ad immed iatame nte al Superiore gera rchico
competentem Superiorem hierar- co mpetente.
chicum transmittere debet,
§ 2.Recursus proponendus est in- § 2. La present azione del ricorso deve
tra peremptorium terminum quin- av venire entro il termin e pere ntor io di
decimdierum utilium,qui in casibus quindici gio rni utili, che, ne i casi di c ui al
de quibus in can. 1734, § 3 decur- ca n. 1734, § 3, decorrono da l gio rno della
runt exdiequodecretum intima tum notifica del dec reto, e negl i altri casi a
est, in ceteris autem casibus deeur- norma de l can. 1735 .
runt ad normam can. 1735.
§ 3. Eti am in casibus, in quibus § 3. Anc he nei casi in cui il ricorso non
recursus non suspendit ipso iure sospende ipso iure l' esecu zione del decre-
decreti exsecutionem ncquesuspen- to, né la sospensione è stata deliberata a
sio ad normam can. 1736, § 2 de- norma del can . 1736, § 2, può tuttavia il
creta est, potest tamen gravi dc Superiore, per una grav e ca usa, ordinare
causa Superior iubere ut exsecutio ehe l' esecu zio ne venga sospesa, evi tando
suspendatur, cauto tamen ne quid per altro che ne derivi un danno alla sal-
salus animarum detrimenti capiat. vezza delle anime.

- Can. 746: dimissio ne di un membro di Società di vita apostolica


-
- *
Can. 1353: decreto condannatorio o declaratorio di una pena
Cann. 1747. 3. e 1752: rimozione e trasferimento di un parroco
Se pertanto il ricorso gerarchico sospende l'e secuzione del provvedimento , la sospen-
sione ha luogo anche per effetto della presentazione del ricorso in opposizione o istanza
preventiva (§ 1). In tutti gli altri cas i, la sospensione non ha luogo eo ipso per il fatto
stesso della "petitio". Può essere però concessa dall' autore del provvedimento e, nel caso
che questi entro dicci giorni dalla recezione della suddetta "pctitio" non abbia ritenuto
opportuno concederla, l'interessato può rivolgersi - prima ancora della presentazione del
ricorso formale - al suo Superiore gerarchico, il quale deciderà "pro sua conscientia",
tenendo conto che la concessione può essere data solo per motivi gravi (gravibus tantum
de causis) ed evitando sempre che ne derivi un danno alla salvezza delle anime (§ 2).
Sospesa ai sensi de l § 2 l' esecuzione del provvedimento, qualora segua da parte 5924
dell'interessato il ricorso gerarchico a termine del can, 1737, il Superiore competente a
decidere circa tale ricorso. deve subito delibera re con un suo decreto se la sospe nsione
debba essere conferma ta o revocata (§ 3), in quanto la sua concessione aveva carattere
provvisorio.
Nel caso poi che, entro i termini prescritti (can. 1737, § 2), l' interessato non presenti
alcun ricorso, la sospensione che nel frattempo abbia avuto luogo sia "eo ipso" a norma
del can. 1736, § I, sia per concess ione a termini del can. 1736. § 2, cessa per sé stessa
(§ 4), poiché il provvedi mento, mancando il ricorso gerarchico , diventa definitivo.

3) La presentazione del ricorso gerarchico fo rmale 5925


1737 Il canone contiene varie disposizioni.
290 LIBROVII - J processi

CAN. 1738 - Recurrens semper Il ricorrente ha sempre il diritto di va-


ius habet advocatum vel procura- lersi dell' assistenza di un avvocato o di un
torem adhibendi, vitatis inutilibus procuratore, evitando però inutili ritardi;
moris; immo vero patronus ex of- anzi, se il ricorrente manchi di un patrono
ficioconstituatur, si recurrens pa- e il Superiore lo ritenga necessario, la
trono careat et Superior id neces- designazione del patrono sia [atta d'uffi-
sarium censeat; sempertamen po- cio; il Superiore, tuttavia, può sempre or-
test Superior iubere ut recurrens dinare la comparizione personale del ri-
ipse compareat ut interrogetur. corrente perché sia interrogato.
CAN. 1739 - Superiori, qui de re- Il Superiore che giudica del ricorso,
cursu videt, licet, proutcasus ferat, può, secondo i casi, non solo confermare
non solum decretum confirmare il decreto o dichiararlo nullo, ma anche
vel irritum declarare, sed etiam annullarlo, revocarlo o, se gli semhri più
rescindere, revocare, vel, si id Su- opportuno, modificarlo, sostituirlo, ahro-
periori magis expedire videatur, garlo.
emendare, subrogare, eiobrogare.

5926 I ° Il ricorso può essere presentato per qualsiasi giusto motivo (propter quodlibet
iustum motivum) da colui che si considera leso dal provvedimento del Superiore: motivi
di legittimità, motivi di merito, danni subiti, pericoli, ecc. (§ l).
5927 2° Va diretto al Superiore gerarchico dell'autore del provvedimento (§ l). Per la
sua presentazione, come per il suo esame, non sono stabilite particolari procedure.
Superiore gerarchico del Vescovo diocesano non è il Metropolita né la Conferenza Episcopa-
le, ma solo la Santa Sede, tramite la Congregazione Romana competente.
5928 3° Può essere presentato allo stesso autore del provvedimento, il quale è tenuto a
trasmetterlo senza indugio (statim) al Superiore gerarchico competente (§ l). Ovviamen-
te può essere presentato anche direttamente al Superiore gerarchico.
5929 4° Il termine di presentazione, stabilito per non prolungare i conflitti e risolverli
tempestivamente, è di 15 giorni utili, ma perentori, che:
a) Nei casi di cui al can. 1734, § 3 (casi in cui non si deve presentare previamente
il ricorso in opposizione), decorrono dal giorno della notifica del provvedimento (§ 2);
b) Negli altri casi, a norma del can. 1735, ossia:
- A decorrere dal giorno della notifica del nuovo decreto che ha modificato o
respinto l'istanza previa;
- A decorrere dalla scadenza dei trenta giorni prescritti, se entro questo termine
l'autore del provvedimento non abbia emesso alcun decreto (§ 3).
Spedendo il ricorso mediante lettera raccomandata con ricevuta di ritorno. la data di presen-
tazione è quella che risulta dal timbro apposto dall'ufficiale postale di partenza.

5930 4) L'assistenza di un avvocato o di un procuratore


1738 Il canone contiene una disposizione di grande importanza, a difesa dei diritti
del ricorrente. In tutto il corso della vertenza con la pubblica autorità, egli ha il diritto
(ius) di valersi dell'assistenza di un avvocato o di un procuratore, evitando per altro che
si determinino inutili ritardi. E se egli manchi di un patrono e il Superiore, considerate
le circostanze, lo ritenga necessario, tale patrono deve essergli assegnato d' ufficio (ex
officio), salvo restando in ogni caso la facoltà del Superiore di ordinare la comparizione
personale del ricorrente in ordine al suo interrogatorio.
La rimozionec il trasferimento dci parroci 29 1

5) Le fa coltà del Superiore che esamina il ricorso 5931


1739 IJ Superiore ge rarchic o, investito del ricorso, è anch' eg li un organo amm ini-
strativo, co ntro il quale si può ulter iormen te rico rrere ali' Autorità su periore.
Le sue facol tà nella materia tra ttata so no am plissime, in modo che possa ren dere
piena giustizia. Può in fatti , secondo i cas i:
- Co nferm are il decreto im pug nato
- Dichi ararlo null o
- Re scind erl o o annullarlo
- Revocarlo
- Mod ificarlo
- Inte grarl o
- Sos tituir lo con un altro
- Abro garlo
Può anche decid ere circa il risarcimento dei danni , cau sati dal provvedi mento
amminist ra tivo, co me può ricavarsi da lla Risposta della Co mm . per l'i nte rpret. de l
Codice , 22 maggio 1923 (X . OCHOA, Leges Ecclesiae, I, n. 518, co l. 585).

LA RIMOZIONE E IL TRASFERIMENTO DEI PARROCI 593 2


(cann . 174 0 - 17 5 2 )
Schema
I. Introduzione 3. La procedura per il trasferi mento
2. La proced ura per la rimoz ione

1. Introduzione 5933
È anzitutto da ril evare che la rim ozione o il trasferim ento dei parro ci co nside rati in
questa sez io ne, non hanno cara ttere penale, ma pastorale. La rimozion e pen ale , detta
propriamente " privazione" (nn. 1254 e 1276 ), è in pen a d i un de litto: può riguar da re
qualsia si ufficio ecclesias tico (cfr. ca nn. 196 e 1336, § l , n. 2). La pro ced ura da osser-
vare è co nte nuta nei ca nn. 1717 -17 31 (processo pen ale). La rimozio ne da un ufficio
ecclesiastico, compreso quell o parrocchia le, può avv enire anche "ips o iure" nei tre ca si
prev isti dal can. 194, § I:
- Perdita gi uridica dello stato clericale
- Pub blico abbando no de lla fede o dell a eo munione ecclesiale
- Atten tato di m atrimoni o anche so lo civ ile da parte di un chie rico (nn. 1264-
1269).
r procedimenti per la rimozione e per il trasferimento dei parroci son o procedimenti 5934
ammi nistrativi speciali, poiché l' iter stabilito a tal rigua rdo ha una propria norm ativa,
molto pi ù co mplessa di qu ella disposta per il rico rso co ntro i dec reti am ministrativ i in
ge nere. Essi era no previsti anche nel Co dice precedente : ca nn. 2 147-2 167*, cfr. inoltre
cann. 2 142-2 146* e 2 168-2 194*. M a le nuov e norme differ iscon o da lle precedenti in più
parti.
- È scompars a infatti la distinzione tra par roci amovi bili e inamovibili: la distin-
zione è stata abrogata dal Co ncil io Vat icano Il (n. 244 2).
- So no sta ti soppressi i partico lari procedi me nti co ntro i chie rici non residen ti,
contro i chie rici co ncubi nari, co ntro i parr oci neglige nti nell'adempiere i propri uffici
(ca nn. 2 168-2 185, Co dice 1917) e anche la sospensione "ex info rma ta eo nscientia"
(cann . 218 6-2 194, Co dice 191 7).
- Son o state riordinate le cause moti ve della rim ozione e del trasferimento.
292 LIBROVII - l proce ss i

SEZIONE II

La procedura nella rimozione e nel trasferimento dei parroci


CAPITOLO I
IL MODO DI PROCEDERE NELLA RIMOZIONE DEI PARROCI

CAN_1740· Cum alicuius parochi Quando il mini stero di un parroco, per


ministerium ob aliquam cau sam , una qualche ca usa, anche senza sua grave
etiam citra gravem ipsius culpam, colpa, sia divenuto dannoso o per lo meno
noxium aut saItcm inefficax eva- incflicace, può quel parroco venir rimoss o
da t, potc st ipse ab Epi scopo dioe- dalla parrocchia da parte del Vescovo dio-
cesano a paroecia amoveri. cesano.

- Ag li esaminatori sinodali (ca n. 2 152*) e ai parroci co nsultori (cann. 2153 e


2165 *) son o stati sosti tuiti i parroci designati da l Con siglio presbiterale su propos ta
del Vesco vo (nulla viet a che siano chi amati anch' essi "consultori" o " assessori" o
assistenti ").
5935 Le nor rne co ntenute nei cann . 1740- 1752 si app licano soltanto ai parroci '. Il Card . François
Ma rty propose di es tender le a tutt i i chieric i titolari di un ufficio eccle sias tico: «Satisdatio nes his
canonibus conren tae, in ordine ad iura paroc horurn rnel ius tuen da, extendantur ad alios mini stros
ordinatos. imm o et constitutos. Hoc pos tulat ipsa iustitia et defe nsio iuri um fundamcnralium ».
Rispo sta della Co mmis sio ne pe r la revi sio ne del Codice: " Procedura hacc spee ifice ad
paro chos ta nt um pro pte r morncnt um singulare huius off'icii re string itu r. No n potesr ideo
indiscrimi natim extendi. Pro cetc ris datur co mrnun is procedu ra adrninistrativa» iRelatio 198 1, p.
345 can. 1716 ss .).

5936 2. L a procedura per la rimozione

5937 1) La causa canonica e l 'autorit àcompetente


1740 (2 /4 7, § I, e 215 7, § 1*) La ca usa della rimozione di un parroco è essenzia l-
mente pa storale: l' ine fficacia del suo mini ste ro o il dann o proda Ilo alle anime
(minis terium noxium aut salte m ine flìeax) , anche se questo avvenga se nza grave colpa'
o senza colpa alcu na. Il provvedimen to è pertanto mo tivato da elemen ti oggetti vi, più
che soggettivi. Di cons eguenza , la rimozione ammi nistrat iva dei parroci, co me s'è già
rileva to, non rives te ca rattere pena le.

I È superfl uo notare che la normativa circa la rimozione dci parroc i è se mbrat a ad alcuni

tropp o severa. a danno dei parr oci. e ad altri tro ppo tollera nte. lesiva de ll'autorità dei Vescov i:
" Nonnullis procedura huiu s Schernat is in arnotione paroc ho rum videtur nim is co nce dere uucroritat i
E piscopi ita ut stabilitas parochi in uffic io detrim entu m capiat , E con trar io non desunt q ui vel lent
tribuere Episcopis facultatem amo vendi seu tran sfercndi parochos sine ulla procedura" . Risposta
del Grup po di St udio De proce ssibus: "Consult ol'es ce nsent no rmas huiu s Sch ematis plene
respo ndere spiritui Conci lii Oec umenici Vaticani Il: cfr. Chri stu s Dominus. n. 31" ( Colll llllm icll-
tiones , a. 1979, p. 286 , art. I).
, Il motivo de ll'aggi unta nel canone de ll'inciso : «etiam citra gra ve m ipsius c ulpam »: «ut
melius innu atur ratio nem praecipuam amotioni s esse salutern animaru m» (Cnmmu nicationes , a.
1979, p. 287, can, 43 1).
La rimozione c il trasfcrimenm dci parroci 293

CAN . 1741 - Causae, ob quas pa- Le cause, per le quali un parroco può
rochus a sua paroecia legitime esse re legitt imamente rimosso dalla sua
amoveri potest, hae praesertim parrocchia, so no prin cipalmente le se-
su nt : guenti:
1° modus agendi qui ecclesiasti- l ° un modo di agire che sia di grave
cae communioni grave detrimen- dann o o perturbament o alla comunione
tum vel perturbationem afferat; eccles iale;
2°imperitia aut permanens men- 2° l'inettitudine o la permanente infer-
tis vel corporis infirmitas, quae pa- mit à psichica o fisica, sì che il parroco
rochum suis muneribus utiliter non sia più in condizioni di assol vere util-
obeundis imparem reddunt; mente i suoi compiti;
3° bonae existimationis amissio 3° la perdi ta della positiva stima presso i
penesprobosetgravesparoecianos parrocchiani onesti e seri, o uno stato di
vel aversio in parochum,quae prae- avve rsione contro il parroco, che, a quanto
videantur non brevi cessaturae; si preveda, non cesseranno in breve tempo;
4° gravis neglectus vel viola tio 4° la grave trascur atezza o trasgressione
officiorum paroecialìum quae p ost dei doveri parrocchi ali , che co ntinui a
monitionem persistat; persistere dopo l' amm onizione;
5° mala reru m temporalium ad - 5° la cattiva amministrazione de i beni
ministratio cum gravi Ecclesiae temporali, con grave danno della Chiesa,
damno, quoties huie mal o aliud sempre che non sia possibile rimediarvi
remedium afferri nequeat. diversament e.

L' autorità competente è il Vescovo diocesano e i Presuli che gli sono equiparati:
il Prelato e 1'Abate territoria le, il Vicario e il Prefetto apostolico, 1'Amministratore di
amministrazione apostolica stabilmente eretta (cann. 368 e 381, § 2). A termin e del can.
134, § 3, il Vicar io generale ed episcop ale hanno bisogno di un mandato speciale.
Quanto ali' Amministratore diocesano, per analogia co l can. 525, n. 2, riteniamo che
possa procedere alla rimozione di un parroco solo quando la sede sia vacante o impedita
da un anno. Se il caso è urgente, egli deve rivolgersi alla Santa Sede (Co ngregazione
per il Clero).

2) Le cause motive concrete 5938


1741 (2147, § 2. e 2157, § 1* ) Le cause che possono determ inare l'in effi cacia del
ministero parrocch iale o procur are danno alle anime e richiedere di conseguenza la
rimozione dcI parroco sono varie. Il canone ne indica le più comuni (praesertim) per cui
l' elenco proposto non ha carattere tassativo ma esemplificativo. L' inefficacia o il danno
causato devono esse re in ogni caso gravi (cfr. can. 193). Come s' è già notato. si con-
sidera il fatto oggettivo. non la colpa del parroco, che può anche mancare del tutto, come
nel caso della "infirrnitas mentis ve1 corporis" (n. 2). Su altre possibili cause, giudicherà
il Vescovo. valutando le circostanze concrete.
Il nuovo Cod ice prevede cinque tipi di cause, che ovviamente devono essere
provate nel foro esterno' :
IO Il modo di agire del parroco che sia di grave dann o o turbamento alla com unione 5939
ecclesiale, che deve regnare nella comunità parrocchiale: è una causa nuova, che non
figurava nel Codice precede nte e che può verificarsi per moti vi politici e sociali oltre

.' È così scomparso il "crimen occultum", di cui al can. 2 147, § 2, n. 4 del Codice dci 1917.
294 LIBRO VII - I process i

CAN. 1742· § 1. Si ex instructione § 1. Se dall 'i stru ttori a eseguita a tal ri-
peracta constiterit ad esse causam guardo risulti l' esisten za dell a ca usa di
de qua in can. 1740, Episcopus rem cui al ca n. 1740, il Vescovo d iscuta la
discutiat cum duobus parochis e cosa con due dei parroci sce lti tra il grup-
coetu ad hoc stabiliter constituto a po stabi lmente design ato a tal fi ne dal
consilio presbyterali, Episcopo co nsig lio pre sbiteral e su prop osta del Ve-
proponente,selectis; quod si exinde sco vo stesso; se qui ndi egli ritenga che si
censeat ad amotionem esse deve- debb a addivenire alla rimozione, indicate
niendum, causa et argumentis ad al parroco ad validitatem la ca usa e le
validitatem indicatis, parocho pa- prove, cerchi di persuaderl o patern am ente
terne suadeat ut intra tempus quin- a rinu nziare all' ufficio nel termine di
decim dierum renuntiet. qu indi ci giorni.
§ 2. De parochis qui sunt sodales § 2. Per i parroci mem br i di un istituto
instituti religiosi aut societatis vi- religioso o di una società di vita apostoli-
tae apo stolicae ,servetu r praescrip- ca , si osservi il disposto del ca n. 682, § 2.
tum can. 682, § 2.

che religio si, quando il parroco, ad ese m pio, desse il suo appoggio a movimenti
progressisti o conservatori, o pre ndesse parte troppo attiva nei partiti po litici.
5940 2° L'i nettitudine (mancanza di do ti naturali, grave inesperienza, a cui non si possa
rimediare in breve tempo, ecc. ), o la perm anente infermità psichi ca o fisica (de menza,
paralisi, ceci tà, grave forma di sordità o di afonia, ccc .), che rend ano il parroco incap ace
o inadatto ad asso lvere convenientemente i suoi compiti. L'inett itud ine può essere sia
assoluta (pe r qu alsiasi parrocch ia) sia relativa (in rapporto alla parrocchia affidatagli) .
Il Codice precede nte (can. 2 147, § 2, n. 1*) aggi ungev a «si iudicio Ordinarii per
vicari um adiutorem bono animarum provideri nequeat»: nel nuovo Codice, la clausola
è stata omessa . L' infermit à dev' essere permanente, non passeggier a, e questo sia perché
inguaribi le sia perché duratura a lungo .
5941 3° La perdit a dell a stima presso i parrocch iani onesti e seri, o una diffusa avver-
sio ne cont ro il parroco, che, a quanto si preveda, non cesser anno in breve tempo. Si è
voluto precisare che la perdit a de lla stima deve veri fica rsi "p enes probos et graves
paroec ianos", per esc ludere casi di av versio ne provocati ad arte (Communicationes, a.
1979, p. 288, ca n. 437, n. 3). Q uanto all'a versio in parochum , essa è qu alcosa di meno
dell'odiwn plebis, di cui parlava il Codice precedente (ca n. 2 147, § 2, n. 2*), ma
co mpren de anche quest o (cfr. Communicationes, a. 1979, p. 288 , ca n. 437. n. 3).
5942 4° La grave trasgressione o trascuratezza dei doveri parrocc hiali, che co ntinui a
persistere pur dopo l'ammonizione da parte de l Vescovo. Nel Cod ice prece den te, le
dette ca use avev ano un titolo a sé: "Dc modo procedend i co ntra parochum in adim
plendis paroeciali bus offic iis negligente m" (ca nn 2 182-2 185*). L' am mon izione dev'es-
sere for male e risultare agli atti.
5943 5° La cattiva amm ini strazione dei beni parrocchiali - per inetti tudi ne o trascura-
tezza - con gra ve danno della Ch iesa, sempre per ò che non sia possibile rimediarvi
diversamen te, affidando per ese mpio l' am ministrazione ad un altro chierico o anche ad
un laico .
5944 Tre Padri Cardinali e un Vescovo proposero che si aggiungesse una sesta causa: il rifiuto del
parroco di lasciare la parrocchia per limiti di età, ai sensi del can. 538 § 3. Risposta della Com-
missione per la revisione del Codice: «Anirnadversio adrnitti nequit, etiam quia cnn. 477, § 3
(l'attuale can. 538. § 3) imrnutatus esi eo scnsu quod parochus, expleto septuagesimo quinto aetatis
anno. non arnplius obligetur ad renuntiationern ab officio exhibendam sed tantum, congrucnter cum
praescriptis Christus Dominus, 31, et Ecclesiae saflClile, I, 22, § 3, rogetur ut illam exhibeat-
(Re/a/io 1981 , p. 345, can. 171 7).
La rimozione c il trasfcrimcn tn dci parroci 295

3) Gli atti prevl del Vescovo 5945


1742 (2 148 e 2158 *) T al i att i comprendono l' acce rta m e nto dell a ca usa
giustificativa dci provvedimento di rimo zione, l' esame della que stione con due parroci
assessori, la notifi ca al parro co , l'invito a dim ettersi.
I ° Il primo atto da compiere è l'accertamento della suss istenza dell a causa cano- 5946
nica - che giustitichi la rimozione del parroco - mediante un a opportuna indag ine
(instruetio) fatt a dal Vescovo per sonalmente o per mezzo di altri (un sacerdote idoneo),
<misi haec inqui sitio omnino superflua videatur- (can. 1717, § I). L'indagine dev 'essere
condotta con molt a prudenza, ev itand o che «bonum cuiuscumque nomen in discrimen
vocetu r» (ean. 1717, § 2).
2° Accertata l' esistenza della causa canonica, il Vesco vo de ve co nsultarsi con due 5947
parroci assistenti , a cui si è acc ennato in precedenza (n. 59 34). Questo alto va regolar-
mente verb alizzato , ma non è nece ssaria la presen za del notaio (Communicationes. a.
1979, p. 290, can. 438). Può fun gere da segretario-attuario uno dei due parro ci.
Può il parroco per parti colari moti vi ricusare i parroci consultori, opponendo l'eccezione di 5948
sospetto? Durante i lavori di revisione del Codice fu avanzata una proposta in tal senso; fu anche
chies to che si concedesse ai parro ci assistenti il voto deliberativo. Fu risposto: «Consultores cense nr
tales suggestiones esse reiiciendas . (Cammunicationes. a. 1979, p. 290, can. 438) . Per la verità, la
risposta dei Consultori è stata troppo recisa. E se realmente uno dei parroci assistcntì nutrisse della
vera avversione contro il parroco da rimuovere, si può impedire al detto parroco di opporre contr o
di lui una ecce zione di sospetto? A me pare che quest o sia un suo ditino "ex ipsa legc naturac" ,
che il diritto positivo non può sopprimere.

3° I due parroc i hanno una semplice funzione co nsultiva e la decisione, negati va o 5949
positiva, spetta solo al Vesco vo " pro sua prudentia et con scientia".
Se l'esistenza della cau sa non risulta, la pratica va arch iviata. Se resta dubbi a, si
può anche delib erare un ulteriore accerta mento. Se la fondatezz a dell a causa è fuori
discussione c il Vescovo si vede co stretto a procedere alla rimozione del parroco, dev e
"ad validitatern" notificare all'interessato l'addebito che gli viene mosso e le relative
prove, cercando di persuaderlo patern amente (paterne) a rinunziare all' uffic io nel termi-
ne di 15 giorni. Di regola, la notifi ca e l'invito (invito formale, anche se paterno) si
fanno per iscritto, ma possono effettuarsi anche or almente, alla presenza di un uffici ale
di Curia che faccia da notaio, o di due testimoni , e redigendo un regolare verbal e, a
termini del can . 55.
Va da sé che trattandosi di un parroco affetto da infermità mentale, la notifica e l'invito non
possono aver luogo . Si constala il fatto e si procede senz'altro al dec reto di rimoz ione.
Nel § 2 del canone si preci sa che ai parroci membri di un Istitut o reli gio so o di una 5950
Società di vita apostolica si applica il ean. 682, § 2 (cfr. Communicationes , a. 1979, pp.
286-287). Non gode ndo ess i di particolari garanzie di stabilità , la loro eventuale rim o-
zione è "ad nutum" sia del Vescovo diocesano che del Superiore. né richi ede alcu na
procedura (n. 293 0) . Co ntro una event uale rimozi one illegittima, l'interessato può ricor -
rere amministrativa me nte a norm a. del can. 1732 ss. (ibidem).

4) La pro cedura successiva 5951


Dipende dall ' agire del parroco, che, di front e all a notifica del Vescovo e al suo
invito a dimettersi, può ass umere un tripli ce comportame nto :
- Aderisce all'i nvito del Sup eriore e presenta la sua rinunzi a
- Non dà alcuna risp osta o non intende rinun ziare
- Contesta la causa e le rag ion i che gli sono state notificate
296 LIBRO vn. I P""-""' ;

CAN. 1743 - Renuntiatio a paro- La rinunzia può essere fatta dal parro-
cho fieri potest non solum pure et co non so lo pu ramente e se m pliceme nte,
simpliciter,sed etiam sub condicio- ma anche sotto co ndizio ne, pu rch é qu e-
ne, dummodo haec ab Episcopo sta po ssa essere legittim am ente accetta ta
legitime acceptari possit et reapse dal Ve sco vo e venga effettivam ente ac-
acceptetur. cettata.
CAN. 1744 - § 1. Si parochus intra § I. Se il parroco, entro i termi ni stabi-
praestitutos dies non responderit, liti , non a bb ia d ato al cuna rispost a, il
Episcopus iteretinvitationem pro- Vescov o rinnovi il suo invito, prorogando
rogando tempus utile ad respon- il tempo utile per rispondere.
dendum.
§ 2. Si Episcopo constiterit paro- § 2. Se risulti al Ve scovo con ce rtezza
chum alteram invitationem rece- che il parr oco ha rice vuto il seco ndo invi-
pisse, non autem respondisse etsi to e che non ha risposto pur non essendo
nullo impedimento dctentum, aut trattenuto da alcun impedimento, o se il
si parochus renuntiationem nullis parroco, senza addurre alcun motivo, ri-
adductis motivis recuset, Episco- fiuti di pre sentare la sua rinun zia, il Ve-
pu s de crctum amotionis ferat. scov o eme tta il dec reto di rim ozione.

5952 L a r i n u n z i a
1743 (2 / 50* ) La rinunzia, perché sia valida. dev'essere fatta a norma di diritto.
ossia a termini del can. J89.
- Va presentata cioè al Vescovo diocesano, da cui la parrocchia dipende.
- Va fatta in iscritto oppure oralmente dinanzi a due testimoni.
5953 Dev' essere acce ttata dal Vescovo. a norma del can. 189. § 3? Forse è da distinguere. Se la
rinunzia è falla in forma condizionata. l'accettazione è necessaria. Se invece la rinunzia è fatta in
maniera pura e semplice. l' accettazione non sembra necessaria (è però preferi bile che ci sia, ad
evitare possibili contestazio ni), poiché essa ha luogo su invito del Vescovo. Nel primo caso (rin un-
zia farra "sub condicione") , finché l' accettazione non sia avven uta e non sia stata co municata al
rinunziatore, questi può revocare le dimissioni presentate (can, 189, *§ 3-4), determinando in tal
modo la procedu ra stabilita nel can . 1744 o 1745.
5954 La rinunzia - il cui atto va conservato in Curia - può esser fatta, come s' è già
accennato, in maniera pura e semplice o anche sotto condizione: per es. il trasferimento
a un altro ufficio. una congrua pensione, ecc. Ovviamente l'eventuale condizione de-
v'essere legittima e richiede l'a ccettazione del Vescovo.
5955 Rel ativamente alla rinunzia, sono stati omessi i §§ I e 2 del can. 2 150 del Cod ice 1917. Li
richiamiamo, perché valgono "ex se" tuttora:
- § I : "Si parochus paroeciae renuntiet, Ordinarius paroeciam ex renun tiationc vaca ntem
declaret».
- ii 2: «Potest vero parochu s. loco causae ab Ordinario invocatae, aliam ad renuntiandum
affc rre sihi minus molesta m vel minus gravcm , dummodo vera et honcsta sit, ex gr., ut obscq uatur
Ordinarii desideriis».

5956 S i Ie nz i o o r i f i u t o
1744 (2149 e 2161 *) Se entro il termine stabilito (i 15 giorni del can. 1742, § 1)
il parroco non dia alcuna risposta, il Vescovo deve rinnovare il suo invito, assegnando
un nuovo termine perchè il parroco risponda (§ I). Tale termine è lasciato alla prudente
discrezionalità del Superiore, ma, ovviamente, deve offrire all'int eressato la possibilità
La rimozione c il trasfc ri mcntn dci parroci 297

CAN. 1745· Si vero parochus cau- Se invece il parroco contesti la causa


sam adductam eiusque rationes notificatagli e le sue ragioni , allega ndo
oppugnet, motiva allegans quae motivi che al Vescovo sembrino insuffi-
insufficientia Episcopo videantur, cienti , que sti per agire validamente:
hic ut valide agat:
1°invitet ilIum ut, inspectis actis, l ° lo inviti a consegnare in iscritto, dopo
suas impugnationes in relatione aver preso visione deg li atti, le sue impu-
scripta colligat, immo probationes gnazioni, adducendo inolt re le eve ntuali
in contrarium, si quas habeat, prove in contrario di cui disponga;
afTerat;
2° deinde, completa, si opus sit, 2° quindi , co mp le tata se necess ario
instructione, una cum iisdem pa- l'i struttoria , esamini di nuovo attentamen-
rochis de quibus in can. 1742, § 1, te la question e insiem e con i due parroci
nisi alii propter iIlorum impossi- di cui al can. 1742, § I, tranne che, in
bilitatem sint designandi, rem per- caso d'i mposs ibilità, debbano essere so-
pendat; stituiti con altri;
3° tandem statu at utrum paro- 3° stabilisca infine se il parroco debba
chus sit amo vendus neene , et mox esse re rimosso o no, ed eme tta senz'aItro
decretum de re ferat. il decreto relativo.

di mat urare la sua rifless ione e anche di co nsig liarsi. Ricevuto il seco ndo invito . qualora
il parroco con tinui a non rispondere. pur non ess endo tratte nuto da alc un impedimen to
(e di questo occo rre acce rtarsi) , oppure si rifiuti di rin unziare al suo ufficio senza
addurre alc un mo tivo , il Vescovo può procedere senz'altro all'emissione del dec reto di
rimozione (§ 2) che ovv iamente, a norma del ca n. 51, dev' essere debitamente motivato .
•e a norma del can . 54, § 2 va notificato all'i nteressa to "ad norma m iuris' '.

o ppo s i z i o n e 5957
1745 (2 151-2153 e 2 159*) La terza procedura, prevista dall ' attuale ca none, riguar-
da il caso in cui il parroco contesti la causa e i motivi che g li sono stati notificati,
allegando rag ioni e argo menti a sua difesa .
Se ta li ragioni a giudizio del Vescovo non sono sufficienti, poiché og ni tentativo
di persuasione è stato inut ile si passa al contradditto rio form ale. co mprenden te "a d
validitatem" vari atti successivi".
I ° Si invita anzituIlo il parroco a prendere visione degli atti e a present are in iscritto
le sue impugnazioni, fornendo le prove che ritiene op portune. La facoltà di prendere
visione è un diritto inta ngibile del parroco , ai sensi del ca n. 1598, § I (cfr. Communi -
cationes, a. 1984, p. 90, ca n. 172 1, n. I).
2° Si co mpleta , se necessario, l' istrutt oria circa la causa ca nonica co n un acce rta-
mento più approfondito.
3° Si esamina di nuo vo attenta mente il caso co n i due parroci asco ltati in preceden-
za (can. 1742. § I ), tran ne che per mot ivi di necessità deb bano esse re sostituit i.
4° Infine il Vescovo decide "in Domi no" se il parroc o debb a esse re rim osso dall a
parrocchi a o lasci ato nel suo uffi cio,

• Fu richiesto da alc uni che, in ques ta fase, fosse co nces so al parroco d i farsi assiste re nell e
udienze da un avvocato. Ma i Con sultori del Gruppo di Studio De processihus si dim ostraro no
contrari. Aggiun sero per altro : «Nihil vetat quod paroch us privatim advocaturn consulat » (CO lII lIIll -
nicationes, a. 1979. p. 292 . can. 442) .
298 LIBRO VII - I processi

CAN. 1746· Amoto parocho, Epì- Alle necessità del parroco rimosso, il
scopus consulat sive assignatione Vescovo provveda con l'assegnazione di
alius officii, si ad hoc idoneus sit, un altro ufficio, se ne sia idoneo, o di una
sive pensione, prout casus ferat et pensione, secondo quel che il caso richie-
adiuncta permittant. da e le circostanze permettano.
CAN. 1747- § 1. Parochusamotus § l. Il parroco rimosso deve astenersi
debet a parochi munere exercendo dall' esercizio delle funzioni di parroco,
abstinere, quam primum Iiberam lasciar libera al più presto la casa parroc-
relinquere paroecialem domum, chiale, e far la consegna di tutto ciò che
et omnia quae ad paroeciam per- appartiene alla parrocchia, a colui al quale
tinent ei tradere, cui Episcopus il Vescovo l'abbia affidata.
paroeciam commiserit.
§ 2. Si autem de infirmo agatur, § 2. Trattandosi di un infermo, che dalla
qui e paroeciali domo sine incom- casa parrocchiale non possa essere trasfe-
modo nequeat alio transferri, Epi- rito altrove senza difficoltà, il Vescovo
scopus eidem relinquat eius usum gliene lasci l'uso anche esclusivo, finché
etiam exclusivum, eadem necessi- questa necessità perduri.
tate durante. § 3. Mentre pende l'eventuale ricorso
§ 3. Pendente recursu adversus contro il decreto di rimozione, il Vescovo
amotionis decretum, Episcopus non può nominare un nuovo parroco, per
non potest novum parochum no- cui, nel frattempo, provveda alla parroc-
minare, sed per administratorem chia per mezzo di un amministratore par-
paroecialem interim provideat. rocchiale.

5° Nell'un caso e nell'altro, occorre emettere subito (mox) il relativo decreto,


debitamente motivato, che va regolarmente notificato a norma dei cann. 54, § 2; 55 e
56: nn. 480-482.
5958 Ritengono alcuni che, se il parroco viene lasciato nella sua parrocchia. il decreto non sia
necessario e che basti nel caso archiviare la pratica, comunicando all'interessato l'avvenuta
archiviazione. Giuridicamente, tuttavia, sembra che il decreto debba emettersi in ogni caso, poiché
deve chiudere con esso il procedimento aperto a carico del parroco e che ha avuto il suo sviluppo,
c questa è anche la disposizione espressa del canone (mox decretum de re ferat). Cfr. anche can,
2152, § 2, Codice 1917.

5959 5) Il dovere del Vescovo


1746 (2154 e 2161*) In rispondenza col can. 195, il canone attuale fa obbligo al
Vescovo di provvedere convenientemente alle necessità del parroco rimosso. Non è solo
un obbligo giuridico, sancito dalla legge canonica, ma è anche morale, poiché si fonda
sulla legge naturale e sullo spirito della carità cristiana e della solidarietà ecclesiale.
Si può provvedere al parroco secondo le esigenze del caso e le possibilità offerte
dalle circostanze:
- Con l'assegnazione di un altro ufficio (anche un'altra parrocchia), se sia idoneo.
- Con una pensione.
- Con un contributo o un assegno, gravante sull'istituto speciale diocesano o sul
fondo comune, di cui al can. 1274, §§ I e 3.
Circa la rimunerazione e il sostentamento del clero, v. il can. 281; cfr. anche i cann. 269 e
1350.
La rimozi one c il traslerimcnto dci parroci 299

CAPITOLO II
IL MODO DI PROCEDERE NEL TRASFERIMENTO DEI PARROCI

CAN. 1748- Si bonum animarum Se il bene delle anime oppure la neces-


velEcclesiae necessitas aut utilitas sità o l'utilità della Chiesa richiedano che
postulet, ut parochus a sua, quam un parroco venga trasferito dalla sua par-
utiliter regit, ad aIiam paroeciam rocchi a. che pur re gge utilmente , ad
aut ad aliud officium transferatur, un'altra parrocchia o ad un altro ufficio, il
Episcopus eidem translationem Vescovo gli propon ga per iscritto il tra-
scripto proponat ac suadeat ut pro sferimcnto, consigliandogli ad accettare il
Dei atque animarum amore con- provvedimento per amore di Dio e delle
sentiat. anime.

6) Obblighi e diritti del parroco rimosso 5960


1747 (2156 e 2 /61, § 2*) Il dec reto di rimozione emesso legittimamente dal Ve-
scovo ha esecutività immediata, e il parroco rimosso, anche nel caso che abbia proposto
regolare ricor so al Superiore gerarchico competente:
- Deve astenersi dall' esercizio dei suoi compiti e attribuzioni di parroco: a norma
del can. 143, § 2, si tratta di "sos pensione", che, secondo l' opinione più fondata. è "ad
validitatern" (n. IO13).
- Deve lasciare libera al più presto; la casa parrocchiale, tranne che sia infermo
e non possa essere trasferito altrove senza difficoltà (sine incommodo ),
- Deve far la conseg na di lutto ciò che appartiene alla parrocchia a colui a l quale
il Vescovo l' abbia affida ta.
Contro il decreto di rimozione il parroco ha il diritto di ricorrere in via amministrativa a norma 5961
dei cann. 1732- 1739. L 'effetto del ricorso è sospensivo in ordine alla titolarità dell'ufficio, per cui
la parrocchia non si rende vacante, e il Vescovo non può nominare un nuovo titolare, ma solo un
amministratore parrocchiale (can. 539). Per il resto (astensione dall' esercizio dell 'u fficio di parro-
co, consegna della casa parro cchiale e di quanto appartiene alla parrocchia), l' effetto è solo
devolutivo (il decreto cioè nel frattempo si eseg ue, sia pure in linea provvisoria); né si applica il
can. 1353 (n. 4942 ), poiché, nel caso , il provvedimento di rimoz ione non ha caratte re penale , ma
amministrativo-pastora le.

3. La procedura per il trasferimento 5962

I ) Le cause giustifcative
1748 (2 /62 *) Anc he il motivo de l trasferimento ammin istrativo dci parroci ha
cara ttere esse nzialmente pastorale, ma in una forma oltremodo ampia: il belle delle
anime, c he il nuovo cano ne precisa maggiorm ente , aggi ungendo la necessità o l'uti-
lità della Chiesa. Tali motiv i posson o esigere che un parroco ca pace e zela nte, il

, Venne proposto da alcuni che si sostituisse il "quarn primum", con «intra tres rnenses, salva
prorogatione ab Ordi nario iusta de causa co ncessa». Ma i Consultori del Gruppo di Studio De
processibus preferirono lasciare "quam primum", «ita ut provideatur in sing ulis casib us iuxta
circumstantìas» (Communicationes . a. 1979, p. 244, can. 444),
300 LlRRO VI! - , processi

CAN. 1749 . Si parochus consilio Se il parroco non sia disposto a seguire


ac suasionibus Episcopi obsequi il consiglio e le esortazioni del Vescovo ,
non intendat, rationes in scriptis ne esponga i motivi per iscritto.
exponat.
CAN. 1750- Episeopus, si, non ob- Se il Vesco vo, nonostante le ragioni
stantibus allatis rationibus,iudicet addotte, ritenga di non do ver recedere
a proposito non esse recedendum, dalla sua decisione, insieme con due par-
eum duo bus paroehis ad normam roci scelti a nonna del can. 1742, § I,
can. 1742, § 1 selectis, rationes esamini attentamente le ragioni pro e con-
perpendat qua e translationi fa- tro il trasferimento; se quindi giudichi che
veant vel obstent; quod si exinde il trasferimento debba ess ere effettuato,
translationem peragendam ccn- rinn o vi al parro co le sue p aterne
seat, paternas cxhortationes pa- esortazioni.
rocho iterct.

qu ale regge fruttuo same nte una par rocchia, sia tra sferito ad un ' altra parrocch ia o ad
un alt ro uffici o', che hann o bisogno dell a sua opera.
La proce dura è più semplice. Il Vescovo scrive una lett era al parroco, in vitando lo
ad accettare il provvedimento "per amore d i Dio e delle anime" (pro Dei atq ue
animarum amore) .
5963 Deve indicarne anche i motivi ? Una proposta in tal se nso ven ne avanzata da alcu ni, ma i
Co nsulto ri del G ruppo di Studio De processibus ritenn ero che «in hoc stadio procedurae meliu s
esse si no n fiat obligatio Epi scopo indi cand i rationes» (Communirationcs , a. 197 9, p. 295 , can.
44 5). Qu esto. tu tta via, sembra poco realistico : com e fa il parr oco, che non intenda aderire a ll'i nvito
del Vescovo, present are le sue rag ioni, se non conosce i moti vi che hanno deter minato il pro vve-
dim ent o del S upe riore? Ed è corretto da parte del Vescovo invitare il parroco a una rinunzia. senza
indicargli i moti vi?

5964 2) Nel caso che il parroco non accetti e il Vescovo non receda dal SI/O
intendimento
1749-1750 (2164-2165 *) Se il parroco non sia disposto a seguire il con sigli o e
l'esortazion e del Vescovo, ha il diritto e l'obbli go di esporre le sue ragioni in iscritto.
Il Vescovo le valuterà attentame nte, a vend o presente che, pur disponendo in forza
del can . 1748 di un potere discre zionale amplissimo, egli è tenuto ad osservare il can.
190 . § 2. il qu ale richied e una ca usa grave (g ravis ca usa) per un trasfe rimento effettuato
co ntro la volontà del titol are dell'ufficio (n. 1242). In ogni mod o, se il Vescovo, nono-
stante le ragi o ni addotte dal parro co , riten ga per il ben e delle anime, la necessità o
l'utilit à dell a C hiesa, di non do ver mut are la sua deci sione. con vocherà. co m'è di sposto
nel can . 1742, § l , due parroci assessori e insiem e co n essi esaminerà il caso con grande
sen so di respon sabilità, vag liando con ogni attenzione le ragi oni pro e contro il trasfe-
rimento. Rinn over à quind i le sue paterne esort azion i al parroco. se la situazi one ne es iga
il trasferiment o.

(. Dai ver bali della riun ion e del Gruppo di Stu dio De pr ocessibus , 18 ma ggi o 1979:
«Nonnullis placcrc t hic agere tantum de tran slationc ad aliarn paroc ciam, non de tran slatione ad
aliud offi cium, qu ia translatio ad aliud officium impl icar a motione m a paroecia . Consultores non
ide m sentiunt, q uia a motio su pponit ades se causas ob qu as ministerium no xium aut salte m ine fficax
evadat: translat io ad aliud offi cium non implicat formalern amotionem a paroe cia» (Co l1llll unicu -
tiones, a. 1979. p. 294. can. 445 ).
La rimozione c il trnsfcrirncntc dd parroc i 301

CAN. 1751 - § 1. His peractis, si § l. Fatto questo, se il parroco persi sta


adhuc et parochus renuat et Epi- nel suo rifiuto e il Vescovo ritenga di
scopus putet translationem esse dover eseguire il trasferimento, questi ne
faciendam , hic decretum transla- emani il decreto, stabilend o che alla sca-
tionis ferat, statuens paroecìam, denza di un termine stabilito la parrocch ia
elapso praefinito tempo re, esse si renderà vacante.
vacaturam.
§ 2. Hoc tempore inutiIiter § 2. Tr ascorso inutilmente tale term ine,
transacto, paroeciam vacantem il Vescovo dichi ari vacante la parrocch ia.
declaret.
CAN. 1752 - In causis translatio- Nelle cause di tra sferimento, si appli-
nis applicentur praescripta cano- chino le di spo sizioni del can . 1747, osse r-
nis 1747, servata aequitate cano- vando l'equità ca nonica e avendo di mira
nica et prae oculis habita salute la salvezza delle an ime , che dev' essere
animarum, quae in Ecclesia su- sempre nella Chiesa la legge suprema.
prema semper lex esse debet.

3) 1/ decreto di trasferim ento e la vacanza della parro cchia 5965

1751-1752 (2167*) Di fronte alle nuo ve esort azioni del Vescov o, il parroc o " pro
Dei atque anirnarum amore" dovrebbe accettare , con senso di sacerdotale generosità, il
trasferim ento propostogl i. Ma se do vesse persistere nel suo rifiuto e la situaz ione non
permettesse altr a soluzio ne, il Vesco vo em anerà il decreto di trasferim ento, stabile ndo
un termin e, alla cui scad enza la parrocchia sarà dichiarata giuridi camente vacante. T ale
dichiarazione è neces saria anche per l' applicazione del ca n. 154 .
Co ntro tale decre to. il parroco ha il diritto di ricorrere ai sensi dei cunn. 1732- 1739, ma co n 5966
effetti identici a qu elli disposti per il ricor so contro it decreto di rimozione (can. J 747). Tenga per
altro prese nte che. considera ti gli ampi poteri discrezion ali riconosciuti al Vescovo dal can, 1748.
difficilmente l'esito del ricorso sarà a lui favorev ole.

Nelle cause di trasferimento - prescrive il can . 175 2 - son o da applicare le norm e 5967
stabilite nel ca n, 1747 in ordine alla rimozi one , ricordando per altro che, nell 'esercizio
del potere eccle siastico, non solo bisogna attenersi <II fedele adempimento della legge,
ma occorre anche e soprattutto osse rvare l'equità naturale e canonica - che sono alla
base dell ' ordin amento giuridico iChri stus Dominus , n. 31, 3) e sono anche più esigenti
della stretta giustizia - e ave r di mira la salvezza delle al/ime , che dev' essere sempre
nella Ch iesa la legge suprema .
Con queste significative parole, che esprimono un principio fondamenta le e insieme 5968
un chiaro ammonimento, circ a la "s alus anirnarum" , legge suprema della Chies a, si
chiud e il nuovo Codice di Diritto Canonic o, che, frutto ed espress ione dell'insegnamen-
to e dello spirito del Concilio Vaticano Il, «dev' essere con siderato come lo strumento
indispensabile per assicurare il retto ordin e sia nella vita individu ale e soc iale che
nell ' atti vità stess a della Chie sa» (G iovanni Paolo Il , Cost, Ap. Sacrae disciplinae leges,
25 gennaio 1983: Enchir. Val., vol. 8, pag o 50R, n. 627) ,
INDICE ANALITICO
ARTICOLATO
I NDI CE ANALITICO 305

A IURE - A B HOMI NE
- Potestà de legata a iure e ab homine 950, 959

ABATE
I. Abate di un ' abbazia territori ale 19 18
2. Abate local e 5167, l °, 5197, 3°
3. Aba te primate 2735 , 5 I08, 2°
4. Abate superiore di una co ngregaz ione mon astica 2735 , 5108, 2,° 5167, 3°
5. V. anche "Abbazia"

ABBA NDONO
l . Abbandono della fede cattolica, de lla comunione ecclesiale, della Chiesa cattolica: v.
"Defezione"
2. Abbandono di un Istituto di vita consacrata o di una Società di vita apostolica: v. "Uscita"

ABBAZ IA TERRITORIALE
I. Co ncetto di abbaz ia e di prelatura territoriale 1918 c nota 2
2. L' abbazia territoriale è assimilata alla diocesi 191 3
3. È retta dali' Abate territo riale "ad instar Episcop i dioe cesa ni", con potestà ordinaria
propri a 1918
4. V. anche "Abate territoriale"

ABILITÀ
- V. "Capa cità"

ABITANTE
- Abitante (incola) , in senso ca nonico 719

ABITAZIONE
I. L' abitazione de l Vescovo emerito 20 14,2°
2. L' abit azione del Vescovo emerito religioso 3000
3. L' abitazione c il sos tentamento del parroco dimissionario 2490
4. L' abita zione delle co munità religiose 2700
5. De i singo li religiosi 2893
6. Dei membri deg l' Istituti seco lari 3027
7. Dei membri delle Società di vita apostolica 3082
8. Il diritto di abitazio ne e il divieto penale 4896, 2°

ABITO
1- L 'abito ecclesiastico
l . L'obbligo di tutti i chierici, esclusi soltanto i diac oni perm anenti 1624
306 INDIC E ANALI TICO

2. Cenni storici 1625


3. Il valore e il signifi cato dell'abito eccle siastico : Lettera di Giovanni Paolo " al
Card . Vicario di Roma (8 setI. 1982) 1626
4. Norme della CEI 1627
5. Nessun obbligo relati vamente alla "tonsura" 1628
6. L'u so del clergyma n 1627 e nota 5
,,- L 'abito religioso
l. Obbligatorietà dell ' abito religios o, confezionato a nor ma del diritto proprio
2909
2. Valore e significato 2909
3. Istituti religiosi che non hanno un abito proprio: membri chierici e membri laici
2909
4. Norme della Congregazione dei Religiosi e deg l'Istituti Secolari 2909
5. L'abito del religio so esclaustrato 2953

AB IURA DELL' ERESIA


- I cristiani nati e battezzati in una comunit à ecclesiale separata, aderendo alla fede
cattolica non devono abiurare né essere assolti da alcu na scomunica, ma solo eme ttere la
professione di fede: Direttorio Ecumenico, J4 maggio J967 (Enc hir. Vat., voI. 2, n.
1212 )

ABNEGAZIONE
l . I novizi degl' Istituti religiosi e l' abnegazione di sé 2843
2. L' ob bligo di tutti i fede li 4558

ABOLIZIONE
I. La competenza esclusiva della Sede Apostolica circ a l' istituzione di nuovi sacra mentali o
la soppressione o modifica di quelli che già esistono 4284
2. L'abol izio ne o il trasferimento dci giorni festivi e penitenziali 4524 , 4532-4533
3. V. anche "Abrogazione" , "Soppressione"

ABO RT IVO
- Il battesimo dei feti ahortivi 3348

ABORTO
I. Concetto di aborto e distinzioni 5037-5039
2. Principi morali 5040
3. Sanzioni
- Scomunica " latae sentcnti ae" per l'aborto "effectu secuto", contro tutti coloro che si
rendono gravemente colpevoli di un così grave delitto 5041-5044
- Irregolarità per recezione e l'esercizio degli ordini sacri 3697 , 3702,3°, 504 6
- La dim issione dei membri d' Istituti religiosi , d' Istituti seco lari e di Società di vita
apostolica 2973 , 3056, 3086, 5045
4. E mbriotomia e feticidio 5045

ABROGA ZIONE
l . Concetto di abrogazione, deroga e obrogazione 33 1 e nota 8
2. Abrogazione e deroga espre ssa 332-333
3. Abrogazio ne tacita (per abrogazione ) 335
INDICE ANALITI CO 307

4. In caso di dubbio 335


5. L' autorità competente circa la revoca totale o parziale della legge 336-339
6. Revoca di legge particolare o speciale 340-342
7. Abrogazioni operate dal nuovo Codice di Diritto Canonico 162-163
8. Le convenzioni conco rdatarie 138
9. La modifica o l'abrogazione degli statuti capito lari 2366
IO. V. anche "Aboli zione" - "Revoca" - "Soppressione"

ABUSO
1- Abusi in genere
l. Il dovere di vigilanza da parte del Vescovo diocesano 1982
2. Del Metropolita 2095
3. Del parroco 2460
Il - Abusi particolari
I. Abuso di potere: la sanzione penale 50 J6
2. Abuso di potere : circostanza aggravante in ordine alla imputab ilità e
all' applicazione della pena 4847
3. Abuso di ordine sacro
- V. " Usurpazione"
4. Abuso di un privilegio 584-585
5. Abusi nella liturgia: il dovere del parroco 2490
6. Abusi da parte del Consiglio presbitera le 2332
7. Abusi nelle associazioni di fedeli 1704

ACATIOUCO
- V. "Non cattolico"

ACCEPT IO PERSONARUM
- V. "Pref erenza"

ACCESSO GIUDIZIARIO
L' accesso e l'ispezione giudizia ria nel giudizio contenzioso ordinario
l. Il decreto del giudice 5506-5507
2. Il verbale dell' accesso e dell' ispezione 5506

ACCETIAZIONE
I - Potestà delegata
l. La potestà delegata "a iure" 952
2. La potestà delegata "ab homine " 952
Il - Uffici ecclesiastici
I. La norma genera le per la provvista di un ufficio ecclesiastico 1043,4°, 927,
nota 2
2. L'accettazione dell'elezione al Sommo Pontificato Romano da parte dell'e letto
1776
3. L'accettazione da parte dell' eletto nell'elezione a un ufficio ecclesiastico 1170-
1174
4. L' accettazione da parte dci presentato 1094
5. L'accettazione da parte del postulato 1201-1202
308 IN DICE ANA L ITICO

6. L'accettazione della rinunzia a un ufficio ecclesi astico, da parte dell' autorità


competente, nel caso che la rinunzia abbia bisogno di accettazione 1230-1235
7. V. anche "Rinunzia"
III - Non hanno bisogno di accetta zione
I. L'eventuale rinunzia del Romano Pontefice 1203, 1777
2. La rinunzi a dell ' Amministratore diocesano 1203. 2075
I V - /11 particolare, hanno bisogno di accettazione
I. La rinun zia del Vesco vo diocesano e dci Presul i che gli so no giuridicamente
equ iparati 204 8, 2°
2. La rinunzia del parro co 2488
3. E la rinunzia dci ch ierici a un ufficio ecclesiastico legittimamente conferito?
1230
V - Rescrirti e p rivilegi
l. Il rescritto 510
2. Il privilegio 572-573
VI - L'accettazione della istanza giudiziaria
I . L' accettazione per de creto dci giudice 5354-5359
2. L'accettazione "ipso iure" 5361
VII - Accettazione nel senso di "ammissione"
- V. " Ammiss ione"

ACCLAMAZIONE
I. Esclu sa per di ritto comune (pos sibile per dir itto particol are o per norm a statutaria)
l'elezione a un ufficio ecclesiastico per acclamazione o ispi razione 1149
2. Gi à consentita nell ' elezio ne del Romano Pontefice 1149 e nota 5 bis , e 1774, 2, 7°

ACCOLITATO - ACCOLITO
I. V. "Letterato" - "Lettore"
2. V. anch e "Ministeri"

ACCUSA
I - L 'accusa dei peccati in confession e
l. L' accu sa de i peccati g ravi 3587-3589
2. L'accu sa dei peccat i veni ali 3590
3. V. "Sacramento della penitenza"
Il - L'accusa criminale
- La presentazione del libello di accusa da part e de l prom oto re di giu stizi a 58 88-
5889
III - Matrim onio e sacra ordinazione
- V. " Impugnazione"
IV - Auto- accusa dell 'imputato
- L'imputato non è obbligato ad accusare se stesso, né il giudice può imp orgli il
giuramento "de verit ate dicenda" o "de veritate dictorum" 5897
INDI CE AI'ALl Tlal 309

ACEFALIA
I. Un dupli ce caso d i acefalia. co ntro il disposto del can . 265 2967, nota 6, 2987
2. V. anche "Acef alo"

ACEFALO
I. Non sono ammessi chieric i "acefa li" o "vaganti" 1559
2. V. anche "Acef alia"

ACQUA
l . L' acqua da adopera re nel battesimo 3328
2. L' acqua da unire al vino, nel Sacrificio eucaristico 3252- 3253
3. L' acqua e il d igiuno eucaristico 3439

ACQ UISITO
- Diritti acquisiti: v, "Diritto quesito"

ACTA APOSTOLlCAE SEDIS


- La pubb licazione delle leggi ecclesiastiche universali ha luogo di regola negli "Acta
Apostolicae Sedi s" 189

ACTA CA USAE - ACfA PRO CESS US


- Nozione 5269

ACTORE NON PROB ANTE REUS ABSOLVITUR


- Principio giuridico che risale al diritto romano : can. 1748, § 2, Codice 1917

AD BENEPLACITUM
- Valore della formul a 579 e 1215

AD NORM AM CON ST ITUT IONUM - AD NORMA M IURIS PROPRII


- Due espressi o ni usate nel Codice relativa mente agl' Istituti di vita consacra la e alle
Società di vita apostolica : il loro diverso significato 2635

AD NUTUM
- Rimozion e "ad nutum" da un ufficio ecc lesiastico , conferito a un religioso 2930

AD PRUD ENTEM D1SCRETI ONEM AUCTORITATIS COMPETENT IS


- Ufficio co nferito a prudente discrezi one della compete nte autorità 1259 e 1262

ADTEMP US
- Espressione ricorrente in più canoni : 231, § 1,3 18, § 1,383, § 1,477, § 1,501, § 1,51 3,
§ l , 1077, § I

ADOTT IVO - ADOZIONE


I. 1\ rinvio alle leggi civili 766
2. Gli effe tti gi uridici
310 INDICEANALITICO

- La condizione giuridica dei figli adottivi 770


- Altri effetti morali e giuridici 771
3. L'annotazione in caso di adozione successiva 2475, b
4. Norme della CEI circa la compilazione del certificato di battesimo dei figli adottivi
2475, nota 12

ADULTERIO
In caso di adulterio di uno dei due coniugi
I. La parte innocente ha diritto di sciogliere la convivenza coniugale 4235-4236 e nota l,
4240
2. Il perdono tacito e la sua presunzione 4236,5°, 4237
3. La causa di separazione presso la competente autorità ecclesiastica 4238-4239
4. La rinunzia al diritto di separazione 4237
5. Esortazione al perdono 4247

ADULTO
1. La responsabilità pastorale del parroco per la formazione catecheti ca degli adulti, oltre
che dei giovani c dci fanciulli 3163-3164
2. Il battesimo degli adulti, riservato al Vescovo diocesano 3337
3. Norme per il battesimo degli adulti 3326, 3339-3342
4. La persona considerata adulta in ordine al battesimo 3327
5. Il particolare compito del padrino di un battezzando adulto 3350
6. Vocazioni adulte 1453 e nota 6

ÀDVENA
- Concetto di incola (abitante), àdvena (dimorante), peregrinus (forestiero) e vagus
(girovago) 719

AFFARI
- V. "Commercio"

AFFILIAZIONE
I . Concetto 3987
2. Affiliazione e parentela 3986

AFFINI - AFFINITÀ
I - Il vincolo di affinità
l. L'origine 761-763
2. Il carattere "ex se" perpetuo 763
3. L'ambito 764
4. Il computo 765
II - L'impedimento matrimoniale
l. Cenni storici 3967
2. Nel nuovo ordinamento canonico, l'impedimento di affinità dirime il
matrimonio soltanto nella linea retta, in qualsiasi grado 3692
3. Soppresso l'impedimento di affinità nella linea collaterale 3692
4. Soppressa anche la "moltiplicazione" dell'affinità 3968
5. L'impedimento è di diritto ecclesiastico 3969
INDICE ANALITI CO 311

6. Non è riservat o alla Santa Sede 3969


7. Nella legislazione italiana, l'impedimento di affinità nella linea retta è
co nsiderato "ind erogabile" 3971
8. Il diverso fondamento dell' affinità e della pubbli ca onestà 3966
III - Altri effe tti giuridici derivami dall' affin ità
I. L'esclusione dalla nomina a membri del Consiglio per g li affari economici per
gli affin i (oltre che per i consanguinei) del Vescovo dioce sano fino al quarto
grado 767, l°, 2283
2. Alcuni divieti in ordine alla vendita e alla locazion e di beni eccle siastici 767,
2°, 4728
3. Divieti di caratt ere gi udiziario 767, 2°, 5228
4. Una esen zione per testi giudiziari, in casi particolari 767,4°, e 5445, 2°

AGGIORNAMENTO
l . Corsi di agg iornamento per sacerdoti, in ordine alle scienze sacre e ai metodi pastorali
1609,4°
2. Il continu o aggiornamento dottrin ale e pedagogico dei catechisti 3 167
3. L' aggiorn ament o delle forme e dei metodi di apost olato 2136
4 . V. anche "Rinnovamento"

AGGRAVANTE
- Circostanze aggravanti, attenuanti, esim enti : v. "Circostanze del reato"

AGGREGAZIONE
I. Aggregazione, divisione, fusione, unione, soppressione, ecc. d'Istituti di vita consacrata e
di Società di vita apostol ica: concetto e norme 2621-2637
2. V. anche "lncorporazione"

AGG RESSORE
- La legitt ima difesa contro l'ingiusto aggressore: v. "Difesa legittima "

ALBO
I. L' albo dei Santi e dei Beati 4345
2. L' albo delle cause giudiziarie 4245
3. L'albo degli avvoca ti 5311

ALIENAZIONE
I - Alienazione mentale
- V. "A menza " - "D emen za"
Il - Aliena zione di reliquie insigni o d 'immagini molto venerate
I. Assolutamente illecita (nefas est) la vendita delle sacre reliquie 4351
2. Proibito anche il trasferimento perpetuo di reliqu ie insigni o di reliquie e
immag ini sacre particolarm ente venerate dal popolo 4352-4353
III - Alienazione di beni ecclesiastici in genere
l . Concetto di alien azione e suo ambito 4708
2. La necessità della debita licenza (a termine del can , (291) 4709-4710 e nota 5
(Precisazioni dell a CEI)
312 INDICEANALITICO

3. L' autor ità competente 4711-471 3


4. La somma mirnima e massima stabilita dalla CEI (in vigore da l 6 otlobre 1984)
4711 , nota 6
5. Norm e e formalità varie
- Alienaz ioni di beni indiv isibili 4714
- Il do vere delle persone a cui spetta dare il consenso o il parere prescritto
4715
- Alienazione d i beni il cui valore supera il limite massimo stabilito 4716-
4717
- Il prezzo dell' alienazione e l' impiego del danaro ricavato 471R-4720
- Estensione delle norme prescr itte nei cann. 1291-1 294 472 1
- Alienazioni canonicamente illegittime ma valide civilmente 4722 e nota 8
- La vendita o locazione di beni ecclesiastici ai propri am ministrator i o ai loro
co ngiunti 4728
- L' alienazi one di bcni ecclesiastici senza la deb ita autorizzazione: la sanzio ne
penale 4996
6. Richiami della CEI, Decreto IOaprile 1992 (nn. 56-57) 472 3-4726
IV - Alienazione di beni d 'Istituti religiosi
- Norme particolari 2799-2 804

ALTARE
I . Nozione e significato 4498
2. Altare fisso e mobile 4499
3. Il numero degli altari in una chiesa 4500
4. Il materiale da usare nella cos truzione degli altari 450 1
5. Disposizioni della CEI 4501
6. La ded icaz ione e la benedizione degl i altari e i relativi ministri 4502
7. Norme per la celebrazione del Sacrificio eucaristico 450 2
8. Il titolo degli altari 4503
9. Le reliquie dei Mart iri o di altri Santi e il significato teologico di questa antica prassi
4504
lO. La perdita della dedic azione o della benedizione 4505
J l. Proibito ogni uso profano dell' altare 4506
i 2. Cadaveri "s ubtus altare" e "prope altare" 4507
13. Cadaveri nel vano sottostante (cripta) 4507

ALTARE GREGORI ANO


- V. "Tricenario Gregoriano"

ALTERAZ IO NE
I. Vietata ogni sottrazione, dist ruzione o alterazione dei documenti de lla Curia diocesana
2073
2. Doeumenti alterati o comunque difettosi, prodotti in giudizio 5434
3. Il reato di alterazione (can. 1391) 5024
4. V. anche "Modifica" - "Mutam ento" - "Mutazione"

ALTO DOMINIO
- L'alto dominio del Romano Pontefi ce sui beni di proprietà di persone giuridiche
ecclesiastiche 4569
INDICE ANALITICO 313

ALUNNI
I. Gli a lunni del Sem inario: ammiss ione. formazione spirituale e dottrin ale, disciplinare.
ec(,;.
- Y. "Formazione dei chierici"
2. La confess ione dei propri alunni 3580
3. L' educazione religiosa e morale degli alunni delle scuole puhbli che: l'im peg no politico
dei cristiani 3200
4. La visita pastorale del Vescovo diocesano nelle scuole dirette da religiosi: esenti le scuole
riservate escl usiva mente agli alunni interni 293 1

AM BROSIANO
- Rito ambrosia no 773

AMEN Tl - AME NZA I


I. Gli ament i abituali e le leggi eccles iast iche 22 1
2. Gl i amen ti abituali e la responsabil ità dei prop ri atti 708-71 O
3. L' amen za costitui sce "irregolar ità" per la recezione degli ordini sacri e "impedimento"
per il loro esercizio 3694, 3703
4. La permanente infermità psichica o fisica del parroco. motivo di rim ozione dalla
parrocch ia 5940
5. " relig ioso divenut o dement e durant e il periodo dei vot i temp oranei 2959
6. Difett i psichici e consenso matrimonial e 4002
7. L'amenza del mand ante nel matrimonio per procura (ca n. 1105. § 4) 4055
8. Y. anche "Compos sui" - "Inf ermità" - "Psichico" - "Uso di ragione"

AMMA LATO
-- V. " Infer mo"

AMMEN DA
- V. "Multa"

AMM INISTRATIVO
I. Affa ri amm inistrativi de lla Curia dioces ana: il coordinamento da parte de l Moderatore di
Curia (can. 473, § 2) 2208
2. Per altre voci attine nti. cfr.
- " Atto amministrativo"
- "Dec reto singo lare"
- "Potestà amm inist rativa"
- "Procedimento am ministrativo"
- "Ricorso am ministrativo"
- "Trihunale amministrat ivo"

AMM INISTRAT ORE


Prospetto
I. Amministra tore aposto lico
2. Amm inistratore di beni ecclesiastici

I Il Cod ice non usa ma i la parola "dernentia", ma solo "a mentia" . Di co nseguenza l'amenza co mprende
anche la demenza. La giurispruden za distingue fra l'una c l' altra.
314 INDICE ANALITICO

3. Amministratore di cause pie


4. Amministrator e diocesano
5. Amministratore parrocchial e

AMMINISTRATORE APOSTOLICO
I. Regge in nome del Romano Pontefice un'amministrazione apostolica 1920
2. Equiparato al Vescovo diocesano 1913, 1956
3. Non è tenuto per sé alla "visita ad limina " 2007
4. Concede le lettere dimis sorie per le sacre ordin azioni 3662

AMMINISTRATORE DI BENI ECCLESIASTICI


I - L'amministratore supremo
-II Romano Pontefice, supremo amministratore e distributore di tutti beni
ecclesiastici 4635
Il - I compiti degli amministratori di beni ecclesiastici
I. Un compito da svolgere in nome della Chiesa e a norma del diritto 4684
2. Giur amento e inventario dettagliato 4685 -4686
3. La debita diligenza 4687
4. Principali doveri conseguenti 4688
5. Gli atti eccedenti l'amministrazione ordinaria 4682
6. La responsabilità di atti posti invalidamente 4683
7. La compilazione del bilancio preventivo annuo 4689
8. Donazioni a scopo di pietà e di carità 4690
9. L'osservanza delle norme sociali sul lavoro e la corresponsione di un 'equa
retribuzione ai dipendenti 4691
IO. La vendita o la locazione di beni eccle siastici agli amministratori o ai loro
consanguinei o affin i 4728
II. Il rendiconto annuale ali 'Ordinario del luogo 4692
12. La debita informazione ai fedeli sulle offerte fatte da essi 4694
13. Le vertenze dinanzi ai tribunali civili 4695
14. L'abbandono dell'incarico assunto 4696
15. V. anche "Ammin istrazion e di beni" - "Economo"

AMMINISTRATORE DI CAUSE PIE


- Gli oneri di Messe non soddisfatti entro l'anno 3511

AMMINISTRATORE DIOCESANO
I. La nomina dell' Amministratore dioce sano 2060-2063
2. Le norme per l'elezione 2064-2069
3. L'uflìcio dell ' Amministratore 2070-2075
Notanda
I. Il diritto di nomina 2058
2. L'eventuale devoluzione 2062, 2068-2069
3. L'elezione di un solo Amministratore, "reprobata consuetudine contrari a" 2065
4. L'incompatibilità tra l'ufficio di Amministratore e quello di Economo diocesano 2065
5. La procedura da seguire 2066
6. Doti e qualit à richieste nell'eletto 2067
7. Poteri e obblighi dell' Amministratore diocesano 2071 , 2074
8. Divieti formali 2073
INDICE ANALITICO 315

Val' i a
Relativamente all'Ammini stratore diocesano. occorre tener presenti anche i seguenti
canoni :
- Can. 272: licenz e di escardinazionc, d'incardinazione e di trasferimento in un'altra
Chiesa particolare 1582
- Can. 312, § I, n. 2: l'erezione di associazioni pubbliche 1720
- Can . 485 : la rimozione del cancelliere di Curia e degli altri notai 2050
- Can . 490 , § 2: l' apertura dell'archivio segreto 2266
- Can . 509 , § I: il conferimento dei canonicati del capitolo cattedrale o collegiale 2377
- Can . 520 , § I: conferimento di parrocchie a un Istituto religioso o a una Società di vita
apostolica 2438
- Can . 525 : l'i stituzione e la nomina dei parroci 2448
- Can. 552: la rimozione dei Vicari parrocchiali 2520
- Can . 1018, § l , n. 2, e § 2: il rilascio delle lettere dimissorie 3662
- Can. 1420, § 5: la rimoz ione del Vieario giudiziale, dei Vicari giudiziali aggiunti e dei
giud ici diocesani 5147
- V. anche il n. 2 10 , circa la limitata potestà legislativa dell' Amministratore diocesano

AMMINISTRATORE PARROCCHIALE
I. La nomin a dell' Amministratore parrocchiale, di competenza del Vescovo diocesano, è
previ sta:
- In caso di vacanza della sede parrocchiale o d 'impedimento del parroco 2494
- 1n caso di assenza del parroco 2494 e 2515
- In caso di rimozione o di trasferimento del parroco, qualora il parroco rimos so o
trasferito abbia interposto appello contro il provvedimento del Vescovo 2494,
5961 , 5966
2. Obblighi e diritti 2495
3. Prima dell a nomina dell ' Ammini stratore parroc chiale 2496

AMMINISTRAZIONE
Prospetto
I. Amministrazione apostolica
2. Amministrazione economi ca
3. Amministrazione dei sacramenti

AMMINISTRAZIONE APOSTOLICA
l . Con cetto di Amministrazione apostolica 1920
2. L'Amministrazione apo stolica stabilmente eretta è assimilata alla diocesi 1913
3. È retta dall' Amministratore apostolico "nomine Summi Pontificis", con potestà ordinaria
vicaria 1920
4. V. anche "Amministratore apostolico"

AMMINISTRAZIONE ECONOMICA
I. Amministrazione ordinaria e straordinaria
- Con cett o 279 9
- Esempi concreti 4669-4671
- Dispo sizioni della CEI 4673-4676
2. L'amministrazione dei beni ecclesiastici in genere
- V. "Beni temporali della Chiesa" , n. III
316 INDICEANALITICO

3. L'amministr azione dei beni dei singoli enti ecclesiastici


- V. "Beni temporali della Chiesa" , n. VI
4. L'amministrazion e delle pie volontà e dell e pie fondazio ni
- V. " Pia volont à"
5. La vigilanza del Vesco vo diocesano e dell'Ordinario 1982, 4667 -4668
6. I compiti e le attribuzion i del Con siglio dioce sano per gli affari econom ici
- V. "Consiglio per gli affari economici" , n. I
7. I compiti del Consiglio parrocehiale e per gli affari economici
- V. "C onsiglio per gli affa ri economici", n. Il
8. I compiti dell' economo diocesano
- V. "E conomo diocesan o"
9. La cattiva ammi nistraz ione dei beni parrocchi al i, una delle ca use prev iste dal diritto per
la rimozione d i un par roco 594 3
IO. L'amministra zione di ben i appartenenti a laici da parte di chierici 1634

AMMI NISTRAZIONE DEI SACRAMENTI


- V. " Sacramento" , n. Il

AMMISSIONE
I - L'ammissione ai sacram enti
l . AI battesimo 3340-3341
2. Agli altri sacramenti in genere 3303
3. Ag li altr i sacrame nti in particolare
- V. le voci dei si ngo li sac ramenti
4 . All a SS. Eucarist ia 3429, 3434
5. All a Prima Comunione 3430
6. Il rito liturgico per l' ammi ssion e ag li ordini sacri 3685
7. Un div ieto 1492
Il - L'ammissione all'ufficio di padrino
Nel battes imo e nell a co nfermazio ne
- V. " Padrino"
111 - L'ammissione in associa zioni, istituti e società
l. Nelle associazio ni dei fedeli in genere 1709
2. Nelle associazion i pubbliche 1727-1 733
3. Nelle assoc iazioni private 1750
4 . Nel Seminario maggiore 1494-1 498
5. Neg l' Istituti di vita co nsacrata 2666-2667
6. La riammission e in un Istituto religio so 2960
7. L'ammi ssione negl'Istituti secolari 3038-3040
8. L' ammissione nelle Società di vita a postolica 3074
lV - L ammissione a/ no viziato e alla prof essione religiosa
- V. "Noviziato religioso" - "Professione religiosa"
V - Amm issione nel senso di "accettazione"
- V. " Acc ettazione"
VI - Ammissioni varie nei giudizi
I. L' ammissione o acc ettazi o ne de l libello introduttivo dell a lite 5345- 5361
2. L' ammission e dell a istanza per la di spensa "super rato" 578 I
INIJICE ANALITICO 317

3. L' ammissione o accettazione del tutore o curatore costituito dall 'autorità civile
5292
· 4 . L'ammissione o accettazione pro vvisoria di un procuratore senza mandato
5306
5. L' ammi ssione dei testi 5446-5448
6. Testi "inc apaci" 5449-5450
7. L' ammi ssione in aula duran te lo svolgimento del process o 5265-5266, 5465
8. L' amm issione di un terzo in causa 5532
9. L' ammi ssione di una causa incidentale 5521
IO. L'ammissione di nuove prove in appello 5630

AMMOGLIATO
- V. "Coniugato"

AMMONIZIONE
I - L'ammonizione come rimedio penale
I. Il soggetto passivo 4917
2. Il documento scritto 49 19
II - Come sostitutivo penale
- Il soggetto passivo 4935
III - Come fo rmale diffida
I. A chiunque sia merite vole di censura 4934
2. A chi abusa delle faco ltà ricevute per privilegio 584
3. Al memhro di un'associazione pubblica , prima di deliberarne la dimissione
1728
4. Al religioso colpevole di gravi mancanze, per cui è prevista la dimissione
dall'Istituto 2977
5. A chi insegna una dottrina condannata dal Romano Pontefice o da un Conci lio
Ecumenico, ecc. 4989
6. A chi si rende colpe vole di disubbidienza verso la Sede Apostolica, l'Ordinario,
il propr io Superiore 4989
7. AI chierico che abbia attentato il matrimonio, anche solo civile 5028
8. AI chierico concubinario o che viva scandalosa mente 503 1, lett. a
9. AI parroco colpevole di grave trasc uratezza o trasgressio ne dei doveri
parrocch iali 5942
IV - L'ammonizione o correzione frat erna
- Prima di dar corso a quals iasi proced imento penale , giudiziario o
ammin istrativo 4923

AMMORTIZZAZIONE
- L'ammortamento o ammortiz zazione di un mutuo negl' Istituti religiosi 2806

AMNISTIA
- Non previsto tale istituto nell' ordinamento canonico 4944. nota 2

AMORE
l . L' amore verso la Chies a di Cristo negli allievi del Sem inario 1509
31 8 INDICE ANALITICO

2. L'amore verso la Chiesa e i suoi sacri Pastori nei novizi religiosi 2843
3. L'amore verso Cristo e la sua Chiesa nei neofiti 3180
4. Il grande significato del matrimonio cristiano 3790
5. L'amore è un elemento fondamentale del matrimoni o, ma non ne è l' elemento
costitutivo: l'elemento costituti vo è il "con senso" 3746-374 9 e nota 4
6. Lo spirito di fede e di amore nel consigl io evangelico dell'ubbidienza 2672

ANACORETA
- V. "Vita anacoretica"

ANALOGIA
Il principio di analogia nelle lacune legislative
I. ConceIlo 3 Il
2. Applicazione 313-324
3. Inapplicabilità 325-326

ANIMA
I. Lo zelo per le anime, un requisito essenzi ale per la nomina a Vescovo e a parroco 1945,
1°,2441,2°
2. Il duplice compito del confessore, ministro di giustizia e di misericordia 3569
3. Il bene delle anime, come motivo di trasferimento di un parroco 5962
4. La legge suprema nella Chiesa: la salvezza delle anime 5967-5968
5. Il dovere del giudice nelle cause concernenti il bene pubblico della Chiesa o la salvezza
delle anime 5234
6. La cura delle anime: v. "Cura d'anime"
7. I pastori d'anime: v. "Pastori d 'anime"

ANIMAZIONE
L'animazione cristiana dell' ordine temporale
I. L'impegno proprio, ma non esclusivo, dei laici 1400,2°, 1407-1408
2. Libertà di fronte allo Stato e legittima autonomia di fronte alla Gerarchia eccle siastica
1411-1413

ANNO
- Senso e valore del giorno, della settimana, del mese e dell ' anno nel diritto canonico: v.
"Computo del tempo"

ANNOTAZIONE
- V. "Registrazione"

ANNULLABILE
- Atto inesistente, nullo, annullabile e invalido 888-892

ANNULLAMENTO
I. Differenza tra "annullamento" e "dichiarazione di nullità" 886
2. V. "Rescissione"
INDICE ANALITI CO 319

ANNUNZIO
I - L'annun zio della Parola di Dio
1. Il dovere dei pastori d' anime 3152
2. Il dovere dei parroci 2459
3. Il dovere dei cappellani 2562
4. Dei Superiori religiosi 2732
5. Nei santuari 4441
6. V. anche "Parola di Dio"
Il - L'annun zio del Vangelo
- V. "Vangelo"

ANOMALIE PSICHICHE
- Anomalie psichiche e consenso matrimoni ale 3998-3999, 4002-4003

ANTECEDENTE
1. L'impotenza antecedente, perpetua e certa come impedimento matrimoniale 3884-3885
2. V. anche "Anteriore " - "Precedente"

ANTICHITÀ
- II restauro d'immagini preziose, insigni per antichità, arte o culto 4348

ANTICIPAZIONE
I. Della prima professione religiosa 2836,4°
2. Della professione perpetua 2869

ANZIANI - ANZIANITÀ
I . Concessioni in ordine al digiuno eucaristico 344 1
2. Conces sioni in favore di sacerdoti infermi, ciechi o di età avanzata, in ordine alla
celebrazione della S. Messa 3461
3. L'anzianità nelle elezioni 823, 835
4. Il presbitero più anziano, nella presa di possesso, da parte del Vescovo, di una dio cesi di
nuova erezione 1961
5. Nella prassi e nella dottrina della Chiesa, le persone anziane per sé sono considerate
"sterili", non "impotenti" 3890
6. V. anche "Vecchiaia"

APOCRISARIO
- I primi Legati dei Romani Pontefici 1883

APOSTASIA - APOSTATI
1. Apostasia , eresia e scisma: concetto 3114, 4977-4978
2. Le sanzioni previste
- La scomunica "latae sententiae" 3104, 3115, 4969, l °, e note 1-2
- La rimozione "ipso iure" da qualsiasi ufficio ecclesiastico 1266, 4979, 2°
- La duplice "irregolarità", relativamente alla recezione degli ordini sacri e al loro
esercizio, se, in questo secondo caso, il delitto sia pubblico 3695, 3702,2°, 4979,

320 INDIC E ANALIT ICO

- L a priv azione delle esequie ecclesia stiche, se prima di morire l'apostata, l'eretico, lo
sc isrnatico non abbiano dato alcun segno di pentimento 4336 , 4979, 4°
3. V. anche "Abbandono della fed e"

APOSTOLATO
I - L'ap ostolato nella Chiesa
l. Il d iritto di tutti i fedeli 1367-1 368
2. In virtù del battes imo e dell a confermazione 1405-1406
3. Il dov ere del Vesco vo diocesano 1986, 2928 , 2929
4. L' incremento e l'aggiornamento dell' apo stol ato , uno dei principali co mpiti
dell e Conferenze Episcop ali 2136
5. L'esercizio delle opere di apostolato e di carità, uno dei fini propri della Ch iesa,
ai qu ali sono ordinati i beni che essa possiede e amministra 796 , 4566, 3°
6. Gli alunni del Sem inario e l'arte dell' apo stolato 1546
7. Le associ azioni dei laici e l' apostolato loro propri o 1659
8. Il lavoro apostol ico dev e scatu rire da un'intima unione con Dio , con Cristo
291 9, 3033
9. La debita formazione e prep arazione 1418-1759
lO. La comunione con la Ch iesa 2719
II. Le opere di apostolato e l'Eucaristia 3399
12. Le opere di pietà, di apostolato e di carità son o fra gli scopi precipui delle
persone giuridi che ecclesiastiche e delle associazioni dei fedeli 769 , 1678
13. Il primo apostolato è quell o dell 'esempio: la testimonianza della vita cristiana
29 16
Il - L'apostolato degl'Istituti religiosi (cann. 673 -683)
I. L' apo stolato più im portante: la testimonianza della loro vita con sacrata 2916
2. Le dimensioni essenziali dell'apostolato religioso 2919
3. Fedeltà alla missione e alle opere proprie dell'Istituto e prudente aggiornamento
292 1
4. I rapporti co l Vescovo dioce sano 292 3
- Il principio dell a dipendenza 2924
- La reciproca inte sa tra Vescovi diocesani e Superiori religiosi 2926
- Collaborazione e coordinamento 2928
- Le opere affid ate dal Vescovo ai relig iosi 2929
- Uffici ecclesiastici conferiti ai religiosi 2930
- La visi ta canonica del Vescovo diocesano 2931
III - L'apostolato negl'Istituti secolari
l . Negl'Istituti seco lari l' attiv ità apostolica fa part e essen ziale e specifica dell a loro
consacrazi one 3022
2. Si svolge in una forma tutta particolare, in rispondenza alla loro "secolarità"
3022
3. I membri laici 3023
4. I membri chierici 3026
5. La formazione dei candidati 3043
IV - L'apostolato nelle Società di vita apostolica
1. La finalità apostolica è la nota specifica delle dette Società 3066
2. Ogni Società ha un fino apostolico suo proprio 3064
INDI CE ANA LI TICO 32 1

v- Cl 'Istituti di vita contemplativa


- Il loro posto eletto nel Corpo Mistico di Cristo, e l'apostolato fecondo, anche se
non di caratte re attivo 2918

APPARITORE
- Apparitori e cursori di tribunale: due figure scomparse nel nuovo Codice 5189

APPELLATORI
- I "fatali appellat ori" : v. "Termini processuali"

APPELLO GIUDIZIARIO
I - L 'app ello nei giudizi in generale
l . Concett o di appello 5592, 5608
2. Il deferimento della propria causa al Romano Pontefice
-Il diritto di ogni fedele 5130
-L'e ffetto del ricorso 5131
3. L'appello giudiziario dal tribunale di prima istanza: norme prescritte 5139-
5198
4. Non si dà appello né ricorso contro le decisioni del Romano Pontefice 178 1
5. Non si dà appello contro una sentenza del Romano Pontefice o della Segnatura
Apostolica 56 11
6. Non si dà appello contro la decisione del giudice che si dichiara competente nel
caso ehe si tratti d'incompetenza relativa 5248,4°
7. V. anche "Ricorso"
II - Nel giudizio contenzioso ordinari o
I. Gli aventi diritto 5609
2. Senten ze e decreti inappellabili 5610-56 J6
3. La presentazione dell ' appello
- Il giudice "a qua " e il termine prescritto 56 17
- L' appello orale 5618
- Appello e querela di nullità 5603-5604
- La questione sul diritto di appello 5619
- Il tribunale di appello 5620
4. La prosecuzione dell' appello
- Il termine prescritto 5621
- L'i stanza dell'appellante 5622-562 3
- La trasmissione degli atti 5623
5. Appello deserto e rinunzia, ed effetti relativi 5624-5626 e nota 6
6. Effetti dell' appello
- Rispetto alle parti 5627-56 28
- Rispetto alla sentenza 5629
- Rispetto alla lite 5630
7. La procedura da osservarsi nel grado di appello 5631
III- Nel processo contenzioso orale
I. Il compito del tribunale di appello , nel caso che il tribunale di prima istanza
abbia adottato illegittimamente la procedura del processo contenzioso orale
5691
2. Per il resto, valgono le norme del giudizio contenzioso ordinario: facoltà del
giudice 5692
322 INDICE ANALITlCO

IV - Nel processo di nullità mat rimoniale


Pro c e s so ord in ario
l. La trasmissione di ufficio della sentenza di nullità di primo grado al tribunale di
appello 5722-5723 e nota 6
2. Il compito del tribunale di appello 5724-5725
3. L' adduzione di un nuovo capo di accusa di nullità del matrimoni o nel grado di
appello 5726-5727
4. Le nuove nozze delle parti 5728
Process o do cum ent al e
I . L'appello del difensore del vincolo 5738
2. L'a ppello della parte che si ritiene danneggiata 5738
3. Il compito del giudice di seconda istanza 5739
V - Nelle cause di separazione dei coniugi
- La norma per i tribunal i di appello 5769
VI - Nel processo per la dispensa "super rato "
- In tali processi, com ' è evidente, non si dà appello contro la decisione della
Santa Sede. C'è solo la possibilità di una nuova istanza, nel caso che si possa
proporre qualche nuovo grave elemento 5804, 20
VII - Nel processo penale
I. Il diritto di appello dell' imputato 5896
2. Del promotore di giustizia 5896
3. Nell'azione per il risarcimento dei danni 5901
4. 11 principio della sospensione della pena 4942 e nota 9

APPOSITIO MANUUM
- Da parte della Santa Sede (can. 595, § l) 2656

APPROVAZIO NE
- V. anche "Licenza"
I - Approvazioni da parte del Romano Pontefi ce
È necessaria l'approvazione:
I. Delle deliberazioni del Concilio Ecumenico 1800, 4 0 , 1803-1804
2. Delle questioni che i Padri desiderano trattare in Concilio 1800, 5 0
,,- Da parte della Santa Sede
È necessaria l'approvazione:
l. Della nuova regolamentazione dei benefici ecclesia stici tuttora esistenti 4612
2. Dei catechismi preparati dalle Conferenze Episcopali per il proprio territorio
3 162
3. Della celebrazione del Concilio plenario di tutte le Chiese particolari della
medesima Conferenza Episcopale, e del Concilio pro vinciale i cui confini
coincidono col territorio della nazione 2109
4. Degli statuti della Conferenza dei Superiori Maggiori degl 'I stituti religiosi
3010
5. Di nuove forme di vita consacrata 2686
INDICE ANALITICO 323

6. Della soppressi one o del trasferimento alla domeni ca dei giorni fe stivi di
precetto, da parte della Co nfere nza Episcop ale per il propr io ter ritorio 4532
7. Dell'elezione del Presidente della Confe renza Episcopale 2 11 1
8. Dei regolam enti di forma zione sacerdotale, ema nati dalle varic Co nferen ze
Episcopali 1500 , 2°
9. Della cost ituzio ne di un santuario nazionale e dei suoi statuti 4438-4439
IO. De lla pubblicazione de i libri dell a Sacra Scrittura 3259
II. Dell a erezio ne di un Semina rio interdiocesano e dei suoi statuti 1478
12. Delle tasse sta bilite dai Vescovi di una prov incia ecclesiastica, per gli atti di
potestà esec utiva graziosa o per l'esecuzione dei rescritti de lla Sede Apostolica
515 5
13. Dell a istituzione di tribunali interdiocesa ni 5 155
14. Della istituz ione di Università e Facoltà ecclesiastic he c dei loro statuti e
ordiname nti 3240, l ° e 3°
III - Da pa rte della competente autorità della Chiesa
È necessaria l'approvazione:
I . Degl'Istituti di vita consacrata 26 14
2. Delle Costitu zioni o Codice fondamenta le di ciasc un Istituto 2633
3. Degli statuti di unità di persone o di cose, c he intendono ottenere la personalità
giuridica 814-815
4. Degli statuti di un ' associazione pubbli ca 1725
5. Degli statuti di un' associazione priva ta, che intende otte nere la perso nalità
gi uridica 1746
6. È necessar ia l' ap pro vazione del competente legislatore perc hé una consuetudine
ab bia forza di legg e 359-362
IV - Da parte delle Conferenze Episcopali
È necessaria l'approvazione:
I. Dell a costi tuzio ne d i un santuario nazionale e dei suo i stat uti 4438-4439
2. Dell a pubblicazione dei libri de lla Sacra Scrittura 3259
V - Da pa rte del Vescovo diocesano
È necessaria l' approvazione:
l . Degli statuti de l Capitolo di canonici 2365
2. Degli stat uti del Consiglio presbiterale 23 11
3. Delle cos tituzio ni degl'Istituti di vita consacrata di dir itto diocesa no e delle
eventuali modifiche successive 2656
4. Del regolament o de l Seminario diocesano 1502
VI - Da parte dell'Ordinario del luogo
È necessaria l'approvazione:
l . Dei catechismi e di tutti gli altri scritti dest inati all'istruzione catec histica 3261
2. Dei confessori ordinari di varie co munità 2767
3. Degl' insegnanti di religione nelle scuole 32 14
V II - Da pa rte dell' Ordinario
- È necessaria l'approvazione per la co llocazione de l denaro e dei beni mob ili di
un a pia fo ndazione, asseg nati a titolo di dote 4749
VIII - Negli atti collegiali
- Il principio giuridico: «Q uod omn cs uti singulos tangit, ab omnibus approbari
debet» 826-827
324 INDICEANALITICO

APPROVAZIONE DEI LIBRI


- V. "Libro"

ARBITRATO - ARBITRI
- V. "Transazione"

ARCHIVI ECCLESIASTICI
l. Introduzione 2256 e nota I
2. L'archivio comune della Curia diocesana 2257-2261
3. L'archivio segreto 2261-2269
4. L'archivio storico e gli altri archivi della diocesi 2270-2273
5. Documenti della Santa Sede sugli archivi ecclesiastici in Italia 2274-2275
6. L'archivio parrocchiale 2477-2480
Notanda
I. Cenni storici sugli archivi 2255
2. Gli archivi ecclesiastici, un patrimonio d'inestimabile valore in condizioni precarie
preoccupanti 2256
3. Norme della Santa Sede per la debita conservazione e tutela degli archivi ecclesiastici in
Italia 2274-2275
4. La Pont. Commissione per gli Archivi Ecclesiastici in Italia: compiti 2256 e nota I
5. La costituzione delI'archivio comune diocesano 2258
6. Norme di carattere generale 2259
7. Registri da custodire nell'archivio comune 2259
8. Copie di documenti e asportazione 2260-2261
9. La costituzione dell' archivio segreto 2263
IO. Norme precipue 2264-2268
Il. Documenti da distruggere anno per anno 2264
12. Registri e documenti da custodire nell'archivio segreto 2269
13. L'istituzione dell' archivio storico 2272
14. Compiti del Vescovo 2271, 2273
15. L'istituzione dell' archivio parrocchiale 2473
16. Libri, lettere e documenti da custodire 2477
17. L'ispezione da parte del Vescovo diocesano o di un suo delegato 2478
18. Il compito del Vicario foraneo 2479

ARCIPRETE
- V. "Vicario foraneo"

ARCIVESCOVO
- Y. "Metropolita"

ARTE
I. Il restauro d'immagini preziose, insigni per antichità, arte o culto 4348-4349
2. La debita custodia delle testimonianze votive dell'arte e della pietà popolare 4443
3 L'alienazione di cose preziose per valore artistico o storico 4713,3°
4 L'apprendimento dell'arte catechetica e omiletica da parte degli allievi del Seminario
1541
5. GI'insegnanti di religione devono distinguersi anche per l'arte pedagogica 3211
INDICE ANALITICO 325

ARTE SACRA
- L'osservanza dei principi e delle norme dell'arte sacra e della liturgia nella costruzione e
nella riparazione delle chiese 4410-4411

ARTICOLI
l. Articoli o posizioni per l'interrogatorio delle parti in giudizio 5413
2. Articoli per l'interrogatorio dei testi 5453
3. Articoli o punti per i periti 5497
4. La lettura degli articoli del Codice Civile Italiano nella celebrazione dci matrimonio
concordatario 4107
- È necessaria tale lettura? 4123
- E se la lettura non venisse eseguita? 4123

ARTICULUS MORTIS
- Non è necessario l'articulus mortis, perché vi sia pericolo di morte 3856

ASCRIZIONE
I . L'ascrizione alla Chiesa rituale: v. "Chiesa rituale"
2. L'ascrizione dei chierici in una diocesi o in un Istituto di vita consacrata o in una Società
di vita apostolica, o in una prelatura personale : v. "Incardinazione"
3. L'ascrizione dei fedeli in una pia associazione
- Nelle associazioni in genere 1709
- Nelle associazioni pubbliche 1728-1732
- L'esortazione della Chiesa 1769
4. L'ascrizione ad associazioni che tramano contro la Chiesa 4993-4994

ASSEMBLEA EUCARISTICA
- V. "Sinassi eucaristica"

ASSENTE - ASSENZA
I - Norme prescritte in caso di assenza
I. Nell'assenza del Vescovo diocesano 1991, 2028
2. Nell' assenza del Vicario generale e del Vicario episcopale 2225
3. Nell'assenza del parroco 2470,6°, 2515
4. Nell'assenza del ministro ordinario del battesimo 3335
II - L 'assenza per ferie
- V. "Ferie"
III - Assenze nei giudizi
I. L'imputato assente nelle cause penali 5122, 5893
2. Il teste assente 5458-5459
3. La mancata comparizione della parte convenuta 5526-5528
4. La mancata comparizione dell'attore 5529-5531
5. La sentenza emanata contro una parte legittimamente assente 5599, 6°
IV - Norme varie
I. Assenze di chierici dalla diocesi 1622
2. L'esercizio della facoltà di dispensa 638
3. Assenze nelle elezioni, per mancanza di convocazione 1125-1128
326 INDICEANALITICO

4. L'obbligatorietà delle leggi particolari fuori del territorio in cui esse hanno
vigore 234-237
5. L'assenza del coniuge nel processo di morte presunta 5839
6. L'assenza dei novizi dalla casa del noviziato negl'Istituti religiosi 2836-2 837
7. Assenze del parroco che superino la settimana 2470
8. L'esercizio della potestà esecutiva 993
9. Assenze dci religioso dalla propria casa 2893-2895, 2975,7°
IO. La remissione della pena a una persona assente 4966
lI . Assenze di membri di Società di vita apostolica 3082
12. Assenze del Vescovo diocesano
- Assenze permesse 1989
- In caso di assenza illegittima, prolungata per più di sei mesi 1991

ASSESSORE
I. Assessori-consulenti del giudice unico 5157-5158
2. Assessore e uditore associati al giudice unico, quando non sia possibile la formazione del
tribunale collegiale 5161, 2°
3. Assessori associati all'Ordinario nel processo penale 5887,2°
4. Un divieto per l'imparziale amministrazione della giustizia 5228

ASSICURAZIONE
I. L'assicurazione contro i danni. da parte degli amministratori di beni ecclesiastici 4687,
la
2. Assicurazione sociale: v. "Assistenza sociale"

ASSISTENTE ECCLESIAST[CO
I. La nomina del cappellano o assistente ecclesiastico nelle pubbliche associazioni di fedeli
1735-1736
2. La rimozione [740
3. Nelle associa zioni non clericali (Iaicali o miste), il cappellano o assistente ecclesia stico
non può assumere l'ufficio di presidente [737

ASSISTENZA
Prospetto
I. Assistenza al matrimonio
2. Assistenza alla Messa
3. Assistenza ai poveri
4. Assistenza sanitaria
5. Assistenza sociale
6. Assistenza spirituale

ASSISTENZA AL MATRIMONIO
l . Concetto di assistenza canonica 4071
2. Gli assistenti "vi officii" 4067-4068, 4076-4078
3. Parrocchie affidate in solido a più sacerdoti 2499
4. Gli assistenti "delegati": un sacerdote, un diacono e anche un laico 4081-4085
5. Funzione specificamente parrocchiali 2463
6. La parrocchia della celebrazione 4089-4090
7. Celebrazione di matrimoni che richiedono la licenza dell 'Ordinario del luogo 3808-
3820 e note
INDICEANALITICO 327

8. Un divieto in ordine alla celebrazione dei matrimoni misti 4152


9. Facoltà dell'assistente al matrimonio in ordine alla dispensa dagl' impedim enti
matrimoniali in pericolo di morte e' "cum iam omnia sunt parata"
- V. " Impedimenti matrim oniali", n. Il
IO. V. anche "Matrimonio", n. VI

ASSISTENZA ALLA MESSA


- Soddi sfa al precetto festivo chi assiste alla Messa dovunque sia celebrata 4535 e nota 2

ASSISTENZA AI POVERI
L'assistenza ai poveri e ai bisognosi
l . L'opera della Chiesa 1338
2. li dovere e l'impegno dei cristiani 1387, 1389
3. Il particolare do vere degl'Istituti religiosi 2808

ASSISTENZA ai PROCESSI
- L'as sisten za di altre persone allo svolgimento dei processi 5465-5466

ASSISTENZA SANITARIA
- Un diritto degli addetti , in modo permanente o temporaneo, ad un particolare servizio
della Chie sa 1427

ASSISTE NZA SOCIALE


l . Un impegno doveroso a favore dei chier ici 1616
2. 11 particolare dovere dci Vesco vo diocesano 1967
3. La creazione di un "Istituto" per la previdenza sociale del Clero , ad opera della
Conferen za Episcopale 4640
4. li diritto degli addetti a un particolare servizio della Chie sa 1427

ASSISTENZA SPIRITUALE
Occorre prestare una panico/are assistenza spirituale
I. Ai malati e ai moribondi, specialmente da parte del parroco 246 1
2. Ai giovani universitari , specialmente a cura del Vescovo diocesano 3229
3. AI co niuge cattolico, nei matrimoni misti 4154 -4155
4. Ai fedeli in ordine al matrimoni o e alla famiglia 3788-3794

ASSOCIAZIONE
Prospetto
l . Associ azione
2. Associazioni di fedeli in genere
3. Associazi oni di chierici
4. Associa zioni contro la Chiesa
5. Associ azioni dei genitori
6. Associazioni laicali
7. Associazi oni private
8. Associazioni pubbliche
9. Associazioni sindaca li
328 INDICEANALITICO

ASSOCIAZIONE
Il diritt o di associazione
l. La libertà di associazione e di riunione nel nuovo Codice di Diritto Canonico 1635,
1684
2. Il diritto di libera associazione , sancito anche nelle Costitu zioni civili 1366
3. Il dir itto di associazione spetta anche ai chierici secolari 1604
4. I chierici membri d'Istituti di vita consa crata o di Società di vita apostolica 1604
5. Associazioni raccomandate e associazioni incompatibili con lo stato clericale 1605
6. Dichiarazione della Congregazione per il Clero (8 marzo 1982) 1606
7. La massoneria 1607, 499 3

ASSOCIAZ IO NI DI FEDELI IN GE NERE


I - Introduzione
l. Il riordinamento della materia nel nuovo Codice di Diritto Canonico 1675
2. L' art. 2, par. 2, del nuo vo Accordo stipulato il 18 febbr. 1984 tra la Santa Sede e
la Repubblica Italiana 1676
Il - Nozioni pre vie
l. Con cetto e final ità delle associazioni 1678
2. Una esortazione 1679
3. Distinzioni 1680-1681
N ot anda
I. Le associazioni so no form ate sia da chierici, sia da laici. sia da chier ici e laici
insieme 1678, 20
2. Tendono a fini religiosi, rispondenti o connessi con la missione della Ch iesa
1678 ,3 0
3. La precipua distinzione delle associ azioni è in pubbliche e pri vate, una novità
dell' attuale Codice 1680 e nota 2
III - Norm e generali
l. Il diritto dei fedeli 1683-1691
2. Associazioni erette dall' Autorità ecclesiastica 1692-1695
3. Associazioni clericali e Terzi Ordini 1696-1698
4. Statuti e titolo 1699-1702
5. La competenza dell ' Autorità ecclesiastica 1703-1707
6. L' ammi ssione e la dimissione dei membri 1708-1710
7. L' attività delle associazioni 1711-1714
Not and a
l . Il riconoscime nto da parte della Chiesa. che può ass umere varie forme , è
nece ssario perché le assoc iazio m private erette dai fedeli acquistino un ca rattere
di eccl esialità 1686-1688
2. Tre specie di associazioni private 1689
- Associazioni del tutto private, sfornite di qual siasi riconoscimento da parte
dell' Autorità ecclesiastica
- Associazioni private semplicemente riconosciute
- Associazioni private costituite in persone giur idiche
3. Anche le associazioni del tutto private. mancanti di qual siasi ricon oscimento.
so no soggette alla vigilanza e alla giurisdizione del Vescovo diocesano 1690
4. La quali fica di "cattolica" 1691
INDICE ANALITICO 329

5. Associazi oni la cui erezione è riservat a alla competente Autorità 1693


6. Il criterio di distinzion e fra associazioni pubbliche e private: le pubbliche sono
erette dall' Autorità ecclesiastica ed operano "nomin e Ecclesiae" 1695, 1715
7. Associazioni clericali in senso giuridico 1696
8. La revisione degli statuti 1686, 1700
9. Statuti e regol amenti 170 I
lO. Le associazioni sia pubbliche che private sono sogge tte non solo alla vigilanza
dell' Autorità ecclesiastica, ma anche "ad normam iuris'' al suo potere
giurisdizionale 1704-1705
Il . Le competenze delle Conferenze Episcopali 1707 e note 3-4
12. La legittim a autonomia delle associa zioni di fedeli, private c pubbliche 1712
13. Il mandatario o procuratore delle associazioni prive di personalità giuridica
1713
14. Norme e dirett ive della CEI ( l ° aprile 1992) 1674, nota I

ASSOC IAZION I di CHIERICI


l. Associazioni clericali, laicali e miste 1678, 2°, 1680 , 2°
2. Il diritt o di associazione dei chierici secolari 1604
3. Associazion i racco mandate e associaz ioni incomp atibili con lo stato clericale 1605

ASSOCIAZIONI contro la CHIESA


- Le pene previste 4993-4994

ASSOCIAZIONI DEI GENITORI


- Le assoc iazioni dei genitori per la scuola 3 197

ASSOCIAZIONI LAICALI
I. Associazioni clericali, laicali e miste 1678, 2°, 1680, 2° 1690
2. Norme spec iali per le assoc iazioni laicali 1759

ASSOCIAZIONI PRIVATE
1. Autonom ia e personalità 1744-1749
2. Le nomine 1750- I752
3. L' amm inistrazione dei beni 1753
4. La cessazione delle associazioni private 1754- 1758
N o ta n da
l . Criteri di distinzione tra associazioni private e pubbliche 1685, 1695, 1715
2. Le tre specie di associazioni private 1689
3. La legittima autonomi a delle associazioni private, che tuttavia non esclude la vigilanza
dell ' autorit à eccles iastica e la dipendenz a "ad normam iuris" dalla medesima 1690,
1703-17 07, 1747-1749
4. La designazione del presidente e deg li ufficiali J75 1
5. La scelt a del consigliere ecclesi astico 1752
6. Il riconoscimento dell'associazione da parte della Chiesa e l'approvazione degli statuti
1686-1688
7. La concessi one della personalità giuridica 1746
8. L' associazion e priva di personalità giuridica 171 3
9. Estinzione e soppressione delle assoc iazioni private 1754-1757
IO. La destinazion e dei beni 1758
330 INDICE ANALITICO

ASSOCIAZIONI PUBBLICHE
I. L'erezione e la personalità giuridica 1716-1726
2. L'accettazione e la dimissione dei membri 1727-1733
3. Nomine e rimozioni 1733-1740
4. L'amministrazione dei beni 1741
5. La soppressione 1742
Notanda
I. L'erezione delle associazioni pubbliche è di esclusiva competenza dell'Autorità
ecclesiastica: della Santa Sede, della Conferenza Episcopale, del Vescovo diocesano,
non però dell' Amministratore diocesano 1717-1721
2. Il consenso del Vescovo diocesano (e l'Amministratore diocesano?) 1722-1723
3. Le associazioni pubbliche sono costituite in persona giuridica in forza dello stesso
decreto di erezione 1724
4. L'approvazione degli statuti 1725
5. La superiore direzione da parte della competente Autorità 1726
6. L'ammissione di pubblici peccatori, di catecumeni, di non cattolici 1729-1732 e note 6
e7
7. La designazione del presidente 1734, 1736
8. La nomina del cappellano o assistente ecclesiastico 1735-1736
9. L'eventuale nomina di un commissario 1739
IO. La rimozione del presidente e del cappellano 1740
Il. I beni delle associazioni pubbliche sono beni ecclesiastici a tutti gli effetti 1741

ASSOCIAZIONI SINDACALI
- Vietato per sé ai chierici di prendere parte attiva nei partiti politici e nella guida di
associazioni sindacali 1640

ASSOLUZIONE
I - L'assoluzione dei peccati
I. Condizioni per la valida assoluzione dei peccati da parte del ministro
- Si richiede e la potestà di ordine e la facoltà di esercitarla 3546-3547
- È valida l'assoluzione data per iscritto o con segni o per telefono? 3530
- Per il resto, v. "Sacramento della penitenza"
2. Condizioni per la valida recezione dell'assoluzione sacramentale 3585-3586
3. Norme per l'assoluzione in forma generale o collettiva
- Le condizioni prescritte per poter impartire una tale assoluzione 3535-3539
e nota I
- Condizioni e obblighi del penitente 3540
4. L'assoluzione del complice nel peccato contro il sesto comandamento: invalidità
e sanzione penale 3568, 4999-5000
5. L'assoluzione di un delitto di calunnia contro un confessore innocente per il
crimine di "sollecitazione" 3574
6. L'attentato di assoluzione sacramentale da parte di chi non ha il potere di
assolvere i peccati ecc. 5001
7. V. "Sacramento della penitenza"
Il - L'assoluzione dalle censure e dalle pene in genere
- V. "Censura penale" - "Sanzioni penali"
INDI CE ANALITICO 331

ASSOLUZIONI COLLETTIVE
- V. voce precedente, I, 3

ASTA PUBBLICA
- La vendita dei beni eccle sia stici mediante asta pubblica 4719

ASTI NENZA PENITENZIALE


- V. " Tempi sacri"

ATEISMO
- La pubb lica adesione a ideologie inficiate di mate rialismo o di ateismo è causa
sufficiente di dimissione di un religioso dal suo Istituto 2975 , 6°

ATTENTATO
l. L'attentato di celebrazio ne eucaristica da parte di chi non è sacerdote: le sanzioni penali
5001
2. L' attent ato di assoluzione sacramentale da parte di ch i non ha il potere di assol vere i
peccati, ecc. 500 1
3. L'attentato di matrimonio: v. "Attentato di matrimonio"
4. Attentato di delitto: v. "Tentativo di delitto"
5. Atten tato di " lite pendente" 5370

ATTENTATO DI MATRIMON IO
I - Attenta invalidamente il matrimonio chi è impedito
l . Dal vincolo di un matrimonio precedente 3894
2. Dall'impedimento dell' ordine sacro 3920-392 1
3. Da ll' impedimento del voto pubb lico perpe tuo di castità emesso in un Istituto
religioso 3949 ss.
4. Dall 'impedimento di crimine 3949 ss.
5. V. anch e "Impedimenti matrinoniali"
11 - La duplice irregolarit à
l. L' attentato di matrim onio, anch e solo civile , costitui sce una "irregolarità" per la
recezi one degli ordini sacri 3696
2. Costituisce anche una "irregolarità" per l' esercizio deg li ordini ricevu ti 3702
III · Sanzioni particolari per il chierico e per il religioso
l . La perdita "ipso iure", per il chierico, di ogni ufficio eccle siastico 1246-12 6R
2. La dimi ssione "ip so facto", per il religioso, dall' Istituto 2970
3. La sospen sione "latae sententiae", per il chierico 5028-5030
4. L'interdetto " latae sententi ae" , per il religioso non chierico di voti perpetui
5028-5030

ATTENUANTE
- V. " Circostanze del reato"

ATTESTATI
- V. " Certificato"
332 INDICE ANALIT ICO

ATII
Prospetto
I. Alti amministrativi in genere
2. Alti amministrativi singolari
3. Atti di amministrazione
4. Alli collegiali
5. Atti di culto
6. Atti della Curia
7. Arti giudiziari
8. Alli giuridici
9. Alto formale

ATII AMMINISTRATIVI IN GENERE


I. Il valore dell'allo amm inistrativo nell a interpretazione dell a legge 289- 291
2. Gli atti amministrativi si ngo lari: v. "Alli amministrativi singolari"
3. La facoltà del Vicar io ge nerale c dci Vicario ep iscopale 2230-2231

ATII AMMINISTRATIVI SINGOLARI


I - Nozioni
I. Concetto di atto amministrativo singolare 415-416
2. La triplice forma: decreto, precetto e rescritto 417-418
3. L'atto amministrativo nell 'ordinamento civile 419
II. - Norme comuni
I. L' autorità competente 420-421
2. I destinatari 422
3. L'interpretazione 423-425
4. L'estensione ad altri cas i 426-427
5. La forma scritta 428-4 3)
6. Part icolari cas i d 'in validità 432-436
7. Condizioni appo ste : in ordine alla licc ità o alla valid ità 43 7-439
8. All i amministrativi in forma graz iosa e commissoria 44 0-442
9. L'esecuzione dell 'atto ammini strati vo emanato in form a commiss oria 445 ss.
IO. L'esecutore laico 454
II. Errori nell 'esecuzione 457
12. Cessaz ione e revoca 458-45 9
13. Il ricor so contro gli alli amministrativi 460
III - Norme specifiche
- V. " Dec reti singolari " - " Precetti singo lari" - " Rescritto" - " Dispe nsa"

ATII DI AMMINISTRAZIONE
I. Atti di amministrazione ordinaria e straord inaria
- Concetto 2799
- Esempi concreti 4669-4671
- Dispo sizioni della CEI 4673 ss.
2. Il dove re del Vescovo diocesano circa gli atti di amministrazione di maggi or rili evo e gli
atti di amministrazione straordinaria 4672
3. La competenza delle Conferenze Episcopali 4669
4. Norm e per gli amministrator i di persone giuridiche 4682-4683
5. V. anche "Amministratore di beni ecclesiastici" - "Amministrazione economica"
INDICE ANALITICO 333

AlTI COLLEG IALI


La procedu ra
l . Le norme del nuovo Codice 82 1
2. Il "quorum" dei presenti 822
3. Il "quorum" dei suff ragi
- Trattandosi di elezione 823
- Trattandosi di altri negozi giuridici 825
- Trattandosi di cose che tocchino tutti singolarmente 826-827
4. Maggiora nze qualific ate in particolari elezioni 824
5. Ballottaggio nelle elezioni 823 e nota 5
6. Annotazioni e chiarimenti:
- Valore suppletorio e sussidiario delle norme canoniche: "nisi iure vel statutis aliud
caveat ur" 829
- I gravi inconvenient i del sistema precedente 830
- A stretto rigore, la procedura prescritta nel ean. 119 riguarda le persone giuridiche e
non gli enti privi di personalità 83 1
- Una traduzione errata di maggioranza assoluta: "la metà più uno" 832
- Il preside nte che ha la facoltà di dirimere col suo voto l' eventuale parità 834
- Parità per deliberazioni su altri negozi 835

AlTI DJ CULTO
I. La celeb razione degli atti di culto nelle chiese dedicate o benedette 44 16
2. Negli oratori legittimamente costituiti 4426-4427
3. Nelle cappelle private 4433
4. Titolo della Il parte del libro IV del Codice
- "Gli altri atti del culto divino" (cann. 1166-1204)
5. V. anche "Culto" - "Celebrazione" - "Celebrazioni sacre" - " Funzione"

AlTI DELLA CU RIA


I. Condizioni richie ste per la loro validità 22 11
2. Il compito del cancelliere 2243

AlTI GIUDIZIARI
I. La redazione deg li atti giudiziari 5269-5272
2. Atti della causa (acta causae) e atti del processo (acta processus): nozione 5269
3. Pcr la validità degli atti 5 181, 5 187
4. La perenzione della istanza della lite e gli atti giudiziari compi uti 5390
5. La rinunzia delle parti 5393 , 5396
6. La pubblicazione degli atti 5539-554 1
7. Nullità di atti sanata dalla sentenza 5594-5595
- V. anche "Querela di nullità"
8. Gli atti dell' istruttoria del processo di dispensa "super rata "
- La trasmissione al Vescovo diocesa no da parte del giudice istruttore 5799
- La trasmissione alla Santa Sede 5802-5803; cfr. anche 572 1
- Una facoltà del giurisperito delle parti 5804, 3°
9. V. anche " Processuale", n. l

AlTI GIURIDICI
I. Nozione di atto giuridico e distinzioni 856-862
2. Le condizioni essenziali 826-870
334 INDICE ANALITICO

3. I vizi degli atti giuridici 871-884


- Violenza, timore, dolo 872-880
- Ignoranza ed errore 881-884
4. Precisazioni e rilievi 885-892
5. Consenso e parere (consilium) 893-908
6. Il risarcimento dei danni 909-911
Notanda
l. Atto, negozio e fatto giuridico 856-859
2. Presunzione di validità 870
3. L'incidenza della violenza, del timore, del dolo, dell'ignoranza, dell'errore sugli atti
giuridici di un ceto o collegio di persone 885
4. Differenza tra dichiarazione di nullità e annullamento 886
5. Un problema di terminologia: atti inesistenti, nulli, inefficaci, annullabili o rescindibili,
invalidi 888-892
6. La differenza essenziale tra "consenso" e "parere" 899
7. Il consenso o parere di un collegio o di un ceto di persone, in quanto tali, va espresso con
atto strettamente collegiale 901
8. Il Vescovo diocesano non può dispensare se stesso dall'obbligo di chiedere il consenso o
il parere, quando essi siano imposti dal diritto 905
9. Il Vescovo diocesano non può dirimere l'eventuale parità di suffragi col suo voto 906

ATIIVITÀ
l. Attività apostolica. v. "Apostolato"
2. Attività missionaria: v. "Azione missionaria"
3. Attività pastorale: v. "Pastorale"
4. Attività vietate ai chierici
- Cose sconvenienti allo stato clericale o aliene da esso, attività commerciali, attività
politiche o sindacali, ecc. 1629-1644
- Esenzioni per i diaconi permanenti 1641
- Sanzioni penali per l'esercizio illegittimo di attività commerciali o affaristiche da
parte di chierici e di religiosi 5026

ATIO FORMALE
- Defezione della Chiesa con atto formale 3912-3913, 4098 e nota I, 4138

ATIORE
l - L'attore e il convenuto, come parti in causa
- V. "Parti in causa"
II - Norme varie
I. Il foro a cui è tenuto l'attore 5115, 5119
2. Il cumulo delle azioni 5329
3. Proibita all'attore la riconvenzione della riconvenzione 5334
4. La petizione orale 5352
5. La rinunzia all'istanza 5393
6. L'assenza in giudizio 5529-5531
7. L'appello 5628
8. Nei processi penali, è attore il promotore di giustizia 5889
9. Diritti dell'attore nell'esecuzione di una sentenza emessa a suo favore 5662
INDICE ANALITICO 335

ATTUARIO
l . Il compito dell' attuario nelle elezioni 11 59
2. II notaio del tribun ale è detto anche "attuario" dal co mpito che egli ha di redige re in
iscritto gli atti giudiziari 5187
3. V. anche "Notaio"

AUDITO - AUDITIS
- V. "Parere"

AUSILIAR E
- V. " Vescovo ausiliare"

AUTONOMIA
I. La legittim a auto nomia dei laici nell'organizzazione delle realtà tempora li 1411, 1413
2. La legittim a autonomi a interna degl'Istituti di vita consacrat a e delle Società di vita
aposto lica, sia di diritto pontifici o che di diritto diocesano 2628-2630
3. L'autonomi a delle associazioni private non le sottrae alla vigilanza e al potere
giurisdizionale della competente autorità ecclesiastica 1747-1749
4. L'autonomia scientifica delle Università Cattoli che e degli altri Istitut i di Studi Superiori ,
sempre nella fedele adesione ai principi della dottrina cattolic a 3224
5. L' autonomia interna delle seuole dei religiosi 2931 , 32 16

A UTONOMO
l . Case religios e autonome (sui iuris) di canonici regolari e di monaci 2713
2. Mona steri autonomi (sui iuris), maschili e femminili , soggetti alla particolare vigilanza
del Vesco vo dioces ano 27 15
3. Fondazioni autonome e non autonome 80 1, 4743

AUTORITÀ CIVILE
I. l Legati del Romano Pontefice, accreditati presso le pubbliche Autorità ci vili 1884,
1888-1889, 1897,7°
2. Diritti e privilegi di Autorità civili circa l' elezione, la nomina , la presentazione o
designazione all'ufficio ep iscopale
- Un voto del Concilio Vaticano Il, sancito nel nuovo Codice 1943
- I nuovi Accordi stipulati fra la Santa Sede e la Repubblica Italiana (18 febbr. 1984)
1944
3. Il diritto patrim oniale della Chies a indipendente dall' Autorità civile 4565
4. La compet enza dell ' Autorità civile circa gli effetti puramente civili del matrimonio
3757, 5702
5. Le cau se concernenti la suprema Autorità dello Stato, riservate al giudizio diretto del
Romano Pontefice 5104-5105
6. II tutore o il cura tore costituito dali' Autorità civile 5292
7. V. anche "Potere civile" - "Società civile"

AUTORITÀ ECCLESIASTICA
Norme varie
I. "Le Chies e part icolar i e l'autorità costituita in esse": è il titolo del Il Libro del Cod ice,
parte II, comprendente i cann . 368-430
2. Il ricorso a un' autorit à superiore (concorrenza di autorità) 1004
336 INDICE ANALITICO

3. Un ufficio conferito "ad prudentem discretionem auctoritatis competentis" 1262


4. Venendo meno il potere dell'autorità da cui fu conferito un ufficio 1210-121 I
5. La libera disponibilità dei luoghi sacri da parte dell'autorità ecclesiastica 4390-4400
6. La disobbedienza pertinace all'autorità ecclesiastica 4989,3°
7. Altri delitti contro le autorità ecclesiastiche (can. 1370 ss.) 4986 ss.
8. Il reato di abuso di autorità 5016
9. Abuso di autorità per commettere un delitto 4847

AUTORITÀ SUPREMA DELLA CHIESA


- V. anche "Romano Pontefice"
I - È in facoltà della suprema Autorità della Chiesa
I. Nominare membri del Concilio Ecumenico persone non insignite della dignità
episcopale 1658
2. Erigere delle Chiese particolari, distinte secondo il rito dei fedeli o altri criteri
(can.372) 1921
II - È di esclusiva competenza della suprema Autorità della Chiesa
I. L'erezione delle Chiese particolari 1922
2. La costituzione, la soppressione e la modifica delle province ecclesiastiche
2084
3. L'erezione, la soppressione e la modifica delle Conferenze Episcopali 2138
4. L'approvazione o la definizione dei requisiti essenziali per la validità dei
sacramenti 3302
5. La disciplina degl'impedimenti dirimenti del matrimonio 3843-3844
6. L'aggiunta di una clausola dirimente al divieto di matrimonio 3845
7. La disciplina dei tempi sacri comuni a tutta la Chiesa 4524
IH - Una dipendenza a titolo speciale
- La dipendenza degl 'Istituti di vita consacrata e dei singoli membri 2641-2643

AUTORIZZAZIONE
- V. "Facoltà" - "Licenza"

AVOCAZIONE
I. II diritto del Romano Pontefice di avocare al proprio giudizio qualsiasi causa,
contenziosa o penale, dei fedeli 5106,5°
2. Il diritto d'ogni fedele di deferire liberamente la propria causa al giudizio della Santa
Sede 5130-5131
3. La competenza della Rota Romana come tribunale di prima istanza per le cause che il
Romano Pontefice abbia avocato a sé e affidate al detto Tribunale 5213

AVVERSIONE
- Lo stato di avversione dei parrocchiani, uno dei motivi canonici per la rimozione di un
parroco 5941

AVVOCATO
Avvocati e procuratori
I. Avvocati e procuratori nelle cause giudiziarie: norme generali
INDICE ANALITICO 337

2. Norme ulteriori per gli avvocati


3. Avvocati e procuratori nei ricors i ammini strativi
N otanda
1- Avvocati e procuratori nelle cause giudiziarie: norme generali
1. La costituzione facoltativa o obbligatoria 5296-5298
2. La costituzione dell' av vocato o del procuratore non esim e la parte
dali' eventuale obbli go della comparizione personale 5285
3. Un solo procuratore e più avvo cati 5299-5301
4. Doti richieste 5302-5303
5. Il mand ato 5304-5306
6. L'obbligo del segreto 5239
7. Eventuali revoche e rimozioni 5308-5309
8. La cessaz ione dell'incarico al termine della istan za 5309
9. Divieti e sanzioni contro avvocati e procuratori colpevoli di suborna zione o di
altri reati 5311-5313
,,- Norme ulteriori per gli avvocati
I. Innovazioni di rilievo per gli avvocati nel nuovo Codic e 5320
2. La costituzione di " patrocinatori stabili " 5314
3. Prescritta l'assistenza dell'avvocato nelle cause penali e nelle cau se contenziose
con cernenti i minori o tali da poter avere con seguenze negative sul bene
pubblico, "exceptis causi s matrimonialibus" 5297-5298
4. Nei processi per la dispensa "s uper rato", è ammessa solo la consulenza di un
esperto, ma non l'assistenza di un avvocato 5790
5. L'avvocato, per sé, non può fare domande dirette ai testi 5469
6. Il diritto degli av vocat i - salva dispo sizione contraria del giudice - di
assistere all 'esame dei testi nel giudi zio contenzioso ordinario 5466
7. Il diritto degli avvocati di assistere all'esame delle parti, dei testi e dei periti
nelle cause di nullità matrimoniale, c di prendere visione degli atti giudiziari
5716
8. Teste incapa ce nella causa che difend e 5449
9. Un divieto 5227
IO. Interrog ati in giudizio, gli avvocati "tenuti al segreto di ufficio", sono esent ati
dall'obbli go di rispondere 5445
III - Avvocati e procuratori nei ricorsi amministrativi
- Il diritto del ricorrente di valersi dell' assistenza di un avvocato o di un
procuratore 5930

AZIONE
Prospetto
l. Azione "ad exhibendum"
2. Azione cautelare
3. Azione criminale
4. Azioneeducativa
5. Azione di giudicato
6. Azione giudiziaria
7. Azione d'inibizione di un diritto
8. Azione liturgica
9. Azione missionaria
IO. Azione per la nullità degli atti
338 INDIC E ANALITICO

Il . Azione pastoral e
12. Azione penale
13. Azione personale
14. Azio ne petitoria
15. Azio ne possessori a
16. Azione reale
17. Azione rescissori a (di annullamen to)
18. Azione riconven zional e
19. Azio ne per il risarcime nto dei dann i
20. Azio ne di sequestro
21. Azio ne di spog lio
22. Azione sullo stato delle persone

AZIONE "AD EXHIBENDUM"


- Relativa alla presentazione di un docum ento 5437

AZIONE CAUTE LARE


1. Nozione e fine 5337
2. Tipiche azio ni cautelari 5337
- Di sequestro di una cosa
- L'in ibizione dell 'esercizio di un diritto
3. Presupp osti e condizioni per i provvedimenti cautelari 5338
4. Eve ntuali garanzie 4340

AZION E CRIM INALE


l. Azione criminale e azione penale: differen za 477 1, nota I, 4970 e nota l
2. Es tinzione dell 'u na e dell ' altra per prescrizione 4971-4 973

AZ IONE EDUCAT IVA


I. V. le voci seguenti
- Educ azione
- Educazione ca ttolica
- Educazione cristiana
- Educazione morale
- Educazio ne religiosa
- Educaz ione sociale
2. Per l' azione educativa de lla Chiesa
- V. "Educazione cattolica"

AZIONE di GI UDICATO
- Azione ed eccezio ne di cosa giudicata 5636

AZ IONE GIUDIZIARI A
I - Le azioni e le eccezioni in genere
I. Nozion e di azione e di eccezione giudiziaria 53 18-532 0
2. Distinzioni:
- Azione conte nziosa e crimi nale 532 1
- Azione reale e persona le 5322
- Azione petitoria c possessoria 5322
- Azione costitutiv a e riconv enz ionale 5322
INDlCE ANAL m c o 339

- Eccezione sos tanziale c processua le 5323


3. li principio generale 5324
4. La durata delle azion i e delle eccezioni 5325-5328
5. Il cu mulo delle azioni 5329-5330
6. Le azioni riconvenzionali 5331-533 5
- V. "Azione rico nvenzio nale"
Il - Azioni particolari, considerate nei cann. 1496-1500
I . Le azioni cautelari 5337-5349: v. "Azione cautelare"
2. Le azioni possessorie 534 1
III - Al tre azioni ed eccezioni
I. La riduzione operata nel nuovo Codice 5316-5 317
2. Azion i trasferite in altre parti del Codice 53 17
3. Azio ni ed eccezioni da tener presenti:
- Azione di giud icato
- Azione per la nullità degli atti
- Azio ne rescissoria
- Azio ne per il risarcimento dei danni
- Azione di spog lio
- Eccezione di cosa giudica ta
- Eccezione d ilatoria
- Eccezione d' incompetenza
- Eccezione "litis finitae"
- Ecc ezione perentoria
- Eccezione process uale
- Eccezio ne di sospetto
- Eccezione sosta nziale
- Eccezione di vizi di nullità
V. le singo le voci
IV - Varia
l . L' azione contro un amministratore di beni eccl esias tici, che, con i suoi atti validi
ma illegittimi, abbia arrecato danni alla persona giuridica titolare dei beni
4683,2°
2. L' azione per un ' alienazione di beni eccles iastici, civ ilmente valida, ma priva
delle formalità canoniche 4722
3. L' azione di nulli tà di matrimonio "post mortem" 5706- 5707

AZIONE di INIBIZIONE DI UN DIRITIO


l . Una tipica fig ura di azione cautel are 5337
2. V. "Azione cautelare"

AZIONE LIT URGICA


l. Celeb razion e dell 'intero Popolo di Dio 3289
2. Azione essenzial mente comunitaria 3289
3. La particolare cooperazione dci laici 1420-1425
4. La Sinassi eucaristica 3400-3404
5. La normativa delle azioni litur giche 134-137
6. Per ulteriori norm e, v. "Lit urgia"
340 INDICE ANA LIT ICO

AZIONE MISSIONARIA
L'azione missionaria della Chiesa (cann. 781-792)
I . Principi e nonne di competenza 3 I70-3176
2. L'azione missionar ia 3177- 3180
3. Norme ulteriori 3181-3184
Notand a
I. Il Decreto "Ad gentes'' del Concilio Vaticano Il 3169
2. Il documento pastorale dell a CEI 3169
3. La Chiesa intera è per sua natura mission aria, per cui l' opera di evangelizzazione è un
do vere del Popol o di Dio e dei singoli fedeli 3 170
4. Il compito del Romano Pontefice, del Collegio dei Vesco vi, dei singo li Vescovi nella
propri a diocesi, delle Conferenze Epi scop ali 3170-3 173 e nota I
5. La speciale partecipazione degl'Istituti di vita consacrata 3 174
6. I missionari laici 3 175
7. I catec histi 3 176
8. L'azione missionaria propriamente detta: concetto e finalità 3177
9. L'opera dei missionari 317 8
IO. Precatecumenato e catecumenato 3179
I I. I neofiti 3180
12. La competenza del Vescovo diocesano nel territorio di miss ione 3 I81
13. La cooperazione missionaria nelle singole diocesi 3 I82
14. La cura pastor ale di student i e di operai immigrati nelle nostre reg ion i dalle terre di
missi one 3183
15. La form azione degli alunni del Seminario allo spirito missionario 3184

AZIONE per la NULLITÀ DEGLI ATT I


l. Nullit à di atti giuridici in genere (ca nn. 125-(26) 886
2. Nullità di sentenza giud iziaria: v. "Querela di nullità"
3. Azione di nullit à di matrimonio " post rnortem " 5706

AZIONE PASTORALE
- V. "Past orale"

AZIONE PENALE
- V. "Azione criminale"

AZIO NE PERSONALE
- V. "A zione reale"

AZIONE PETITORIA
- Azioni petitorie e possessorie e il loro diver so scopo 5322

AZIONE POSSESSORIA
I. Nozione 5322
2. La recezione delle nonne civili 5341
3. La legi slazione italiana 5341
INDICE ANALITICO 341

AZIONE REALE
I. Azione reale e personale: co ncetto e contenuto 52 10, 5322
2. Il foro competente in rapporto all' azione reale (foro concorren te) 5120
3. Azioni reali e personali nella esecuzione delle sentenze giudizi arie 5662
4. La prescrizione delle azioni reali e personali 4605
5. Azione reale e personale per un' alienazione di beni ecclesiastici fatta senza le debite
form alità canonic he 4722

AZIONE RESCI SSORI A o DI ANNULLAMENTO


1. Si accenna alle azioni rescissorie di atti giuridic i nei ca nn. 125-126
2. Il fine e l' effetto delle azion i rescissori c in ordine agli atti giurid ici in genere (cann. 125-
126) 877, 879 . 883, 886, 892

AZIONE RICONVENZIONALE
l. Concetto e fine 533 1-5332
2. li duplice tipo 5332
3. Azione ricon venzionalc ed eccezio ne: affinità 5333
4. Vietata la ricon venzione della riconvenzione 5334
5. La presentazione e la trattazione dell'azione riconven zionaIe 5335
6. Il giudice competente 5335

AZIONE per il RISAR CIM ENTO DEI DANNI


I - Risarcimento di danni causati da delitto
l . L'intervento della parte lesa come terzo in causa e norme relative 5899-5900 e
nota 7
2. In caso di appello 590 l
3. L'eventuale differimento del giudizio sui danni 5902
4. L'efficacia della sentenza passata in giudicato nei riguardi della parte lesa 5903
II - Risarcimento di danni dovuti ad altra causa
- V. "Risarci mento dei danni"

AZIONE di SEQUESTRO
I. Azione tipica cautelare 5337
2. V. "Azione cau telare"

AZIONE di SPOGLIO
- Concet to e fine 5120

AZIONE sullo STATO DELLE PERSONE


- Azione inestinguibile 5325

AZZIMO
L'u so del pane azzimo nella celebrazione eucaristica secondo il rito latino 3457

BALLOTTAGGIO
- Nelle elez ioni co llegiali, in caso di parità nel secondo scrutinio 823 e nota 5
342 INDICE ANALITICO

BAMBINO
l. Il bambino (infans) nell'accezione canonica 695
2. Non è considerato responsabile deIle sue azioni 705
3. Conseguenze giuridiche 606-607
4. Assimilati agl'infanti "usu rationis habitu carentes" 708-710: v. anche "Infante"
5. Il battesimo dei bambini
- Per sé entro le prime settimane di vita 3344 c nota l
- Condizioni 3345 e nota 2
6. Il luogo d'origine e il battesimo dei bambini esposti o trovatclli 71I-717 c nota 4
7. Esequie di bambini morti senza battesimo 4334

BATTESIMO
Il sacramento del battesimo (cann. 849-878)
l. Principi teologico-giuridici 3324
2. La celebrazione dci battesimo 3325-3334
3. Il ministro 3335-3337
4. Il soggetto 3338-3348
5. I padrini 3349-3355 - v. "Padrino"
6. Prova e registrazione del battesimo 3356-3362
7. Norme ulteriori varie 3363
Notanda
l. Natura, effetti ed elementi essenziali del battesimo 3324
2. Due altri canoni circa gli effetti del battesimo:
- L'incorporazione nella Chiesa e la costituzione della personalità ecclesiastica (can.
96) 675-680
- L'incorporazione a Cristo e la partecipazione al suo triplice ufficio: sacerdotale,
profetico e regale (can. 204, § l) 1320-1324
3. La debita preparazione del battesimo di un adulto e di un bambino 3326-3327
4. Battesimo per infusione, per immersione e per aspersione 3329
5. La delibera n. 29 della CEI 3330
6. Il luogo del battesimo: case private, ospedali, cliniche 3333-3334
7. Il fonte battesimale 3333
8. Il ministro del battesimo in caso di necessità 3335
9. Il battesimo degli adulti 3337, 3339-3342
IO. Il battesimo dei bambini: il compito dei genitori 3343-3345
Il. Le garanzie necessarie 3345-3346
12. In pericolo di morte è lecito battezzare un bambino anche contro la volontà dei genitori,
perfino se si tratta di genitori non cattolici 3345 e nota 2
13. Battesimi dubbi conferiti in una comunità ecclesiale non cattolica 3347
14. Bambini esposti e feti abortivi 3348
15. "Monstra et ostenta" 3348
I6. Le modalità della registrazione del battesimo 3358
17. Due casi particolari: il figlio di una madre nubile e il figlio adottivo 3360-3361
18. Norme ulteriori varie:
a) Vocazione battesimale
-A vivere una vita conforme al Vangelo (can. 217) 1369-1370
-All'apostolato (can. 225, § I) 1405
- Il dovere della testimonianza cristiana (can. 759) 3129
b) Certificato di battesimo, richiesto
- Per l'ammissione in Seminario (can. 241, § 2) 1496
INDICE ANALITICO 343

- Per l' ammissione al noviziato religioso (can. 645, § I) 2823


- Per l' ammissione in una Società di vita apostolica (can. 735, § 2) 3074
- Per la promozione al diaconato (can. 1050 n. 3) 37 12
- Per la celebrazione del matrimonio (can. 111 3) 4087
c) Canoni ulteriori
- Can. I l : l'obbligo dcIIe leggi ecclesiastiche 217-220
- Can. 111 : battesimo e ascrizione alla Chiesa rituale 774
- Can. 383, § 4: La cura dei non battezzati da parte del Vescovo diocesano 1966
- Can. 535: l' obbligo del registro dei battesimi nelle parrocchie c le annotazioni che
occor re apportar vi 2472·2 475
- Can. 889, § 2: la rinnovazione delle promesse battesimali nella confermazione
3382, 2 0
- Can . 996, § I: il battesimo e l' acquisto delle indulgenze 3604
- Can. 11 83, § 2: esequie di bambini morti senza battesimo 4334
- Can . 1366: genitori che danno i loro figli a battezzare o ad educare in una
religione acattolica 4981

BEATI
- II culto pubblico 4345

BENE
Prospetto
l . Bene delle anime
2. Bene della Chiesa
3. Bene comune
4. Rene privato
5. Bene pubblico
- V. anche " Ben,"

BENE DELLE ANIME


l. La legge suprema della Chiesa 5967-5968
2. Criterio e condizione per la costruzione di una nuova chiesa 4409, 2 0
3. Motivo per il trasferimento di un parroco 5962
4. Norme per il giudice 5234

BENE DELLA CHIE SA


I. Il dovere dei fedeli e il compito dell' autorità ecclesiastica (can. 223, § I) 1390-1 391
2. Condizione perché la compet ente autorità della Chiesa permetta a un chierico di prendere
parte attiva nei partiti politici o nella direzione di associazioni sindacali 1640
3. Norma per il giudice 5234
4. Motivo per il trasferimento di un parroco 5692

BENECOMUNE
I. II rispetto del bene comune nell' esercizio dei propri diritti 1390
2. Competenza dell 'autorità ecclesiastica 1393
3. Il principio della prevalenza del bene comune sul bene privato e sui diritti dei singoli
1391
4. Diritti assoluti , irrinunziabili, che, in caso di conflitto, hanno la prevalenza sullo stesso
bene comune 1391-1392
344 INDICE ANALITICO

BENE PRIVATO
li bene privato nelle cause giudiziarie
I. Confessioni c dichiarazioni delle parti 5419
2. Nullità di atti giudiziari sanati dalla sentenza 5606
3. Norme per il giudice 5234-5236
4. In ordine alla transazione o al giudizio arbitrale, per la composizione della lite 5226
5. V. anche " Bene comune" - "Bene pubblic o"

BENE PUBBLICO
I - Il bene pubblico e le persone giuridiche
- Il bene pubblico come fine perseguito dalle persone giuridiche pubbliche
ecclesiastiche 802
,,- Il bene pubblico nelle cause giudiziarie
I. Il compito del promotore di giustizia 5177-5178
2. Cause che riguardano il bene pubblico, per espressa disposizione di legge
- Le cause di nullità matrimoniale: cfr. can. 1691
- Le cause di separazione dei coniugi: cfr. can. 1696
- I giudizi penali: cfr. cann. 1430 e Inl
3. L'assegnazione del difensore d'ufficio 5297-5298
4. Il giuramento delle parti 5411
5. Confessioni e dichiarazioni delle parti 5419
6. Transazione e compromesso 5834
7. Norme per il giudice 5234
8. V. anche "Bene p rivato"

BENEDIZIONE
1- Nozioni
I. Concetto 4290
2. Benedizioni costitutive e invocative 4290
3. Benedizioni riservate 4290
,,- Norme
l . Il ministro delle henedizioni 4290
2. La benedizione dci luoghi sacri spetta all' Ordinario; la benedizione delle chiese
è riservata al Vescovo diocesano 4290
3. Facoltà dei diaconi 4293
4. I destinatari delle benedizioni: persone e cose 4294-4297
5. Catecumeni 4295
6. Scomunicati e acattolici 4295
7. Il carattere sacro delle cose destinate al culto divino mediante la consacrazione
o la benedizione costitutiva 4296
8. Rispetto e riverenza 4296
9. Disposizioni circa le cose sacre 4297
IO. V. anche "Cose sacre"

BENEDIZIONE APOSTOLICA
- La Benedizione Apostolica, con l'annessa indulgenza plenaria "in articulo mortis"
2463, 3609
INDICE ANALITICO 345

BENEDIZIONE EUCARISTICA
- [I ministro 3484

BENEFICIO ECCLESIASTICO
La riforma del sistema beneficiario
I. Deliberata in modo espresso dal Concilio Vaticano Il 4612
2. Disposta dal Codice in modo generico, che ne ha rimesso la normativa concreta alle
Conferenze Episcopali, d'intesa con la Santa Sede 4612
3. La riforma tocca i benefici propriamente detti 4613 e nota 5
4. Il nuovo Istituto diocesano per il sostentamento del Clero 4173
5. Rilievi e riserve sull'accentramento di tutti i beni patrimoni ali dei benefici ecclesiastici in
un unico Istituto 4614-46) 5

BENEPLACITO
- "Ad beneplacitum": valore della formula 579, 1211

BENI
Prospetto
l . Beni dei chierici
2. Beni culturali
3. Beni ecclesiastici
4. Beni fiduciari
5. Beni del matrimonio
6. Beni preziosi
7. Reni sacri
8. Beni spirituali
9. Reni superflui
IO. Reni temporali della Chiesa
Il . Beni temporali dei singoli enti ecclesiastici
- V. anche " Bene"

BENI dei CHIERICI


I. L'impiego dei beni provenienti ai chierici dall 'esercizio di un ufficio ecclesiastico 1620
2. Ibeni di un religioso elevato alla dignità episcopale 2996-2999

BENI CULTURALI
- Nozione 4574

BENI ECCLESIASTICI
I. Concetto 5471 e nota 4
2. Anche i beni di un'associazione pubblica sono beni ecclesiastici 1741
3. La normativa dei beni ecclesiastici: v. "Beni temporali della Chiesa"

BENI FIDUCIARI
I. Il dovere del fiduciario 4741
2. 1\ compito dell'Ordinario 4741
3. L'Ordinario competente 4742
346 INDICE ANALITICO

BENI del MATRIMONIO


l . La formula riassunti va di S. Agostino 3773-3774
- Bonum prolis
- Bonum fidei
- Bonum sacramenti
2. La conferma del Catechismo Romano 3775

BENI PREZIOSI
- V. "Cose preziose"

BENI SACRI
I. La custodia dei beni sacri e preziosi delle chiese 4417
2. Un reato soggetto a debite sanzioni 4495
3. V. anche " Cose sacre"

BENI SPIRITU ALI


I. Beni spirituali della Chiesa: il diritto dci fedeli (can. 213) 1362
2. Beni spirituali e materiali nelle fondazioni autonome 801
3. V. anche "Cose spirituali"

BENI SUPERFLUI
- L'esortazione ai chierici 1620

BENI TEMPORALI DELLA CHIESA


De bonis Ecc/esiae temporalibu s
I. Titolo del V Libro del Codice, comp rendente una parte introdutti va e quattro titoli 4560
2. Principali innovazio ni rispetto alla legislazione precedente 456 1 e nota 1
3. Lo spirito e la finalità della nuova normativa 4562
4. Tale normativa va integrata con numerose altre disposizioni sparse in varie altre parti del
Codice 4563
5. Le più importanti delle dette disposizioni 4563
Prospetto della materia
l. Principi e norme introdutti ve (cann. 1254-1258) 4564-4575
2. L' acquisto dei beni (cann. 1259-1272) 4576-6515
3. L' amministrazione dei beni ecclesiastici (cann. 1273- 1289) 4633-4698
4. I contratti (cann. 1290-1298) 4703-4729
5. Le pie volontà in genere e le pie fondazioni (cann. 1299-1310) 4730-4763
I - Principi e norme preliminari (cann. 1254-1258)
l. Il diritto nativo della Chiesa 4565-4566
2. I vari soggelli dei diritti patrimoniali e l'alto dominio del Romano Pontefice
4567-4569
3. Beni ecclesiastici e beni laicali 4570-4575
Notanda
l . Il diritto patrimoni aie della Chiesa: nativo, indipendente, pieno , valido anche
come diritto d'ordine naturale, fondato sul principio della libertà religiosa
4565 e note I e 2
2. I fini che giustificano l' esistenza del patrimonio ecclesiastico 4566 e nota 3
INDIC E ANALI TICO 347

3. I soggetti dei diritti patrimon iali


- La Chiesa universale e la Sede Apostoli ca 4567 , IO, 456 8
- Le Chiese particolari 4567 ,2 0
- Tutte le persone giuridiche ecclesiastiche, pubbliche e private 4567,3 0
4. L' alto dominio del Romano Pontefice, supremo amministratore e dispensatore di
tutto il patrimoni o ecclesiastico 4569
5. Distinzioni
- Beni ecclesiastici e non ecclesia stici 4570-4571 e nota 4
- Mob ili e immobili 4573
- Diritti reali e personali 4574
- Cose sacre, preziose, votive 4574
- Beni fiduciari 4574
- Beni culturali 4574
- Corporali e incorporali 4574
- Principali e accessori 4574
6. Una precisazione circa il senso del termine "Chiesa" nel libro V del Codice
4575
Il - L'acquisto dei beni (cann. 1259-1272)
I. Principi generali 4576
2. L'imposizione di particolari contributi 4582-4588
3. Raccolta di offerte e questue 4589-4592
4. Collette speciali 4593-4595
5. Offerte libere 4596-4600
6. La prescrizione 4601-46 08 - V." Prescrizione"
7. I bisogni della Santa Sede 4609-4611
8. La riforma del sistema beneficiario 4612-46 15 - V. " Benefic io ecclesiastico"
N o t and a
1. Il diritto della Chiesa di valersi di tutti i legittimi modi di acquisto, consentiti
agli altri 4577-3578
2. I contributi dei fedeli: il diritto della Chiesa, il dovere dei fedeli, il compito del
Vescovo diocesano 1383-1386, 4579
3. L'imposizione di contributi, ordinari e straordinari, da parte del Vescovo
diocesano per le necessità della diocesi 4583-4586 e nota 2
4. Le competenze dei Vescovi della provincia ecclesiastica circa le "tasse" e le
"o fferte" per atti di ministero e di potestà esecutiva 4587-45 88
5. Raccolta di offerte e questue: necessità di una licenza scritta 4589
6. Nonne e direttive della CEI 4590-4592, 4616 ss.
7. Collette speciali nelle chiese e negli oratori aperti abitualmente ai fedeli: il
diritto dell'Ordinario del luogo 4593-4595
8. Offerte libere a persone giuridiche ecclesiastiche
- La presunzion e di diritto 4596-4597
- Rifiuto e accettazion e di offerte fatte a persone giuridiche pubbliche 4598
- 11 rispetto della volontà degli offerenti 4600
9. I bisogni della Sede Apostolica e il dovere dci Vescovi diocesani 4609
III - L'amminis trazione dei beni ecclesiastici (cann. 1273-1289)
I. L'autorità suprema del Romano Pontefice 4635-4636
2. La costituzione di nuovi Istituti e Organismi 4637-4665
3. Compiti degli Ordinari 4666-4668
4. Amministrazione ordinaria e straordinaria 4669-4676
5. L'economo diocesano 4677 - V. "Econ omo diocesano"
348 IN DIC E ANALITICO

6. Il Consigl io per gli affari econom ici 2676 ss. - V. "Consiglio per gli affari
economici"
7. L'amministrazione dei beni eccl esia stici delle singole person e giuridiche 4678-
4683
8. Compiti e doveri degli amministratori 4684-4696 - V. "Amministratore di beni
ecclesiastici"
9. Le nuo ve norme con cord atarie 46 96-4698
N o ta n da
l. Amministrazione in senso proprio e in senso più ampio 46 34
2. Le competenze del Rom ano Ponte fice , «supremo amministratore e d ispensatore
dei beni de lla Chiesa», in virtù del suo prim ato di go verno 4 535-4 636
3. La costituzione di nuo vi Istituti e Organismi e norme relative
- L'I stituto diocesano per il sos tentamento del Clero 463R-4639
- L'Istituto per la previden za soc iale del Clero 4640
-II fo ndo co mune per le altre necessità della dio cesi 464 1
- La cooperazion e fra le varie dioce si 4642
- L'opportunità del riconoscim ento civile 4643
- L'istituto per il sostentamento del Clero nei nuov i Acc ordi fra la Santa Sede
e la Repubbli ca Italiana 4643
- L'amministrazione del fondo comune interdiocesano o na zionale 4665
4. Compiti e attribuzioni degli Ordinari
- Il dovere della vigil anz a 4667
- La regolamentazione dell a materia amministrativa 466 8
5. L'amministrazione ordinaria e straordinaria: nozione ed esempi co ncreti 4669-
4671
6. Dispo sizioni della CEI (Dec reto Generale IO aprile 1992 , nn. 58 -59) 4673 -
4676
7. Nece ssa rio per il Vescovo diocesano il parere o il co nse nso del Consiglio
dioce sano per gli affari econom ici e del Collegio dei Co nsultori
- Pare re relati vamente agli atti di amministrazione ordinaria di maggior rilie vo
4672
- Consenso per gli atti di amministrazione strao rdinaria 4672
8. Estensione dei compiti dell 'Economo diocesano 4677
9. L' amministrazione dei beni ecclesiastici delle singole person e gi uridiche
- Gli ammini strato ri 4679-468 0
- Il consiglio di arnfninistrazionc 4679 -4680
- Norme per gli atti eccedenti i limiti e le mod alità dell ' am mini strazione
ord inaria 4683
- La responsab ilità della persona gi uridic a 468 3
IO. Prin cipali disposizioni delle nuove norme concorda tarie 4697-4698
Il. Decreto Generale dell a CE\, ] 0 aprile 1992, nn. ]8-20 4699-4702
IV - J contraili (cann . 1290-1 298)
- V. "Contratto"
V - Le pie volontà in gene re e le pie fo ndazioni (eann. 1299-1 310 )
- V. "Pie volontà"

BENI TE MPO RALI DEI SINGOLI ENTI ECCLESIASTICI


I - Beni della Santa Sede
- Il tempo necessario per la prescrizione 4606
INDICE ANALITICO 349

II - Beni delle associazioni private


I. La proprietà dei beni delle associazioni private. mancanti di personalità
giuridica 1713
2. L'amministrazione dei beni 1753
3. La destinazione dei beni, in caso di estinzione 1758
III - Beni delle associazioni pubbliche
I . Sono "beni ecclesiastici" a tutti gli effetti 1741
2 . L'amministrazione e il rendiconto generale 1741
3. Il rendiconto particolare delle offerte ricevute 1741
IV - Beni di una chiesa
- L'obbligo del rettore 2556
V - Beni della diocesi
I. L'amministrazione dei beni della diocesi, sotto l'autorità dcI Vescovo diocesano,
è compito dell'Economo diocesano 2296
2. V. "Economo diocesano" - "Consiglio per gli affari economici"
VI - Beni degl'Istituti di vita consacrata
I. La dipendenza e la limitazione nell'uso e nella disponibilità dei beni, secondo lo
spirito della povertà evangelica 2671
2. La destinazione dei beni di un Istituto, in caso di soppressione 2627
VII - Beni degl'Istituti religiosi (cann.634-640)
I. Principi 2788-2791
2. Natura dei beni 2792-2794
3. Economi e rendiconti 2795-2798
4 . L'amministrazione ordinaria e straordinaria 2799-2803
5. Debiti e obbligazioni relative 2805-2807
6. Testimonianza di carità e di povertà 2808
Notanda
l. La personalità giuridica e la capacità patrimoniale degl'Istituti religiosi , delle
province e delle singole case erette legittimamente 2788-2789
2. Il riconoscimento civile nei nuovi Accordi stipulati tra la Santa Sede e la
Repubblica Italiana (18 febbr. 1984) 2790
3. I beni degl' Istituti religiosi sono beni ecclesiastici in senso proprio e beni
religiosi, per cui sono retti sia dalle norme del diritto comune (libro V del
Codice) che da quelle del diritto proprio 2804
4. L'obbligo del rendiconto annuale all'Ordinario del luogo da parte dei monasteri
"sui iuris" totalmente indipendenti (can. 615) e degl'Istituti di diritto diocesano
2798
5. Gl'Istituti e, similmente, le province e le singole comunità locali son tenuti a una
testimonianza collettiva di povertà e di carità 2808
6. Abusi da evitare 2791
VIII - Beni degl'Istituti secolari
- L'amministrazione 3032
IX - Beni delle Società di vita apostolica
- Capacità patrimoniale e amministrazione 3083
350 INDICE ANALITICO

x- Beni delle parrocchie


I . Il compito del parro co 2466
2. L'i stituzione del Co nsiglio parrocchi ale per gli affari economici 2482
3. La cattiva amministrazione da parte del parroco 5943
XI - Beni delle persone giuridiche in genere
l . In caso di unione 846
2. In caso di divisione 847-848
3. In caso di estinzione 849-851
4. Il tribunale competente in una causa sui beni e diritti di una persona giu ridica,
rappresent ata dal Vescovo diocesano 5142
XII - Le pie fo ndazioni
- V. "Pie volontà"

BESTEMMIA
- La pubblica bestemmia e altri reati 4984 e nota 2

BILAN CIO
l. La compilazione del bilancio preventi vo e l' appro vazione del bilancio co nsuntivo da
parte del Con siglio dioces ano per gli affari economici 2284, l Oe 2 0
2. La presentaz ione del bilancio delle entrate e delle uscite al Consigl io diocesano per gli
affari economici da parte dell 'economo 2296
3. Il bilancio pre venti vo da parte degli amministratori di beni ecclesiastici 4689

BINAZIONE
Norme per la binazione e per la trinazione
l. Per sé non è lecito al sacerdo te celebrare la S. Messa più di una sola volta al giorno 3412
2. E permesso celebrare più volte:
- Il Giovedì Santo
-A Pasqua
- Nel Natale del Signore
- Nella Commemorazione di tutti i fedeli defunti 3413
3. È consentit a una seconda Messa - non una terza - in ragione della concelebrazione,
nei casi dete rminati dal diritto 3414-3415
4. Facoltà dell 'Ordinario del luogo e cond izioni
- [n ordine alla binazione 3416
-In ordine alla trinaz ione 3417
5. Ordinario del luogo , e anche Ord inario (Superiore maggiore) di un Istituto religioso o di
una Società di vita apostolica clericali e di diritto pontific io, relativam ente ai propri
sudditi e alle proprie comunità 34 16
6. Norme per l'offerta 3504 e nota 3
7. Il digiuno eucaristico 344 1

BISOGNO
- V. " Necessi tà"

BONUM FlDEl
- Elemento essenziale del matrimonio 4026
INDI C E ANA LITI CO 35 1

BONUM PROLIS
- Altro elem ento essenziale del matrimon io 4026

BONUM SACR AMENTI


- È la particolare indissolubilità del matrimoni o cristiano (can. 1056) 4205

BUONA FAMA
l. Il diritto alla buona fama 1374-1375
2. La tutela da parte della Chiesa 1377-1378
3. La perdi ta della stima o della buona fama "presso i parrocchi ani onesti e seri", una delle
cause previste dal diritt o per la rimozione del parroco 5941
4. V. anche "Diffamazione" - " Infamia"

BUONAFEDE
l . Neces saria per la prescrizione 1284-1287
2. Interru zion e della buona fede nel possessore di una cosa altru i, nel giudizio co ntenzioso
ordinario 5377
3. La buon a e la mala fede nelle domande di dispensa da irrego larità e impedi menti
relativamente alla recezione degli ordini sacri 3709-37 10
4. La buona fede e il matrimonio "putativo" 3763
5. La buona fede e la sospensione che vieta di percepire i redditi , lo stipendio, le pensioni e
altre entr ate del genere 4897
6. V. anche "Malafede"

BUONI COSTUMI
l. Il pubblico vilipendio dei buoni costumi : sanzione penale 4984
2. V. anche "Costume"

CADAVERE
l . La proibizione di tumu lare cadave ri nelle chiese: ecce zioni 451 6-4517
2. Il divieto assoluto di seppellire cadaveri "subtus altare" e "prope altare" 4507
3. Cadaveri nel vano sotto stante (cripta) 4507
4. Esequie di un fedele deceduto fuori della propri a parrocchi a 4324
5. La cre maz ione dei cadaveri: v. "Cremazione"
6. V. anche "Esequie ecclesiastiche"

CALUNNIA - CAL UNNIATORE


I. La denun zia ca lunniosa di un confessore circ a il delitto di solleci tazione: le sa nzioni
penali 501 9-5021
2. La denun zia calunniosa di persone circa altri delitt i 5022
3. La congrua ripa razione 5023

CAMBIALE
- Fideiussione e ca mbiali, norm e per i chierici 1635

CANCELLIERE
I - 1/ cancelliere della Curia diocesana
1. L'i stitu zione obbli gatoria 2242
352 INDICE ANALITICO

2. Il principale compito 2243


3. Con ulteriori compiti , il cancelliere e, similmente il vice-cancelliere, sono "eo
ipso" notai e segretari 2245
4. Doti richieste 2249
5. Non sono esclusi da tale ufficio i laici c neppure le donne 2249
6. La libera rimozione da parte del Vescovo diocesano "iusta de causa", e da parte
dell' Amministratore diocesano "de consensu Collegi i consullorum" 2250
7. Norme ulteriori
- La sottoscrizione degli atti di Curia, aventi effetto giuridico 2211
- Il consenso del cancelliere per portar via documenti dall'archivio diocesano
2261
- La conservazione sotto segreto dell'elenco di cui al can. 413, § I 2043
- La verbalizzazione della presa di possesso canonico del Vescovo diocesano,
del Vescovo coadiutore, del Vescovo ausiliare 2252
Il - Il cancelliere de/tribunale
- Norma per il rilascio di copia degli atti giudiziari e dei documenti acquisit i al
processo 5275
III - Il Gran Cancelliere di Università
- V. "Gran Cancelliere"

CANONE EUCARISTICO
- Le preghiere del Canone nella Messa sono riservate al Sacerdote celebrante: v.
"Preghiera eucaristica"

CANONICATO
I. Il conferimento di tutti e singoli i canonic ati, di esclusiva competenza del Vescovo
diocesano 3277, 3279
2. Requisiti dei candidati 3278
3. V. anche "Capito di canonici"

CANONICO
I. Canonici di capitoli cattedrali, concattedrali e collegiali: v. "Capito di canonici"
2. Canonico penitcnziere: v. "Penitenziere"
3. Canonico decano: v. "D ecano"

CANONICO ONORARIO
- È possibile nominare canonici onorari col nuovo Codice '! 2371

CANONICO PENITENZIERE
- V. "Penitenziere"

CANONICO REGOLARE
- Casa "sui iuris" di canonici regolari 2713

CANONIZZAZIONE
l. Le eause di canonizzazione dei Servi di Dio 5096
2. Canonizzazione delle leggi civili: v. "Legge civile"
INDICE ANALITICO 353

CAPACITÀ
I - Capacità giuridica
I. Capacità giuridica e capacità di agire: concetto 673, 864-865, 5281
2. Capacità giuridica ecclesiastica delle persone fisiche 674-680
3. Il problema dei fratelli separati 681-685
4. Capacità delle persone giuridiche 674, 792
5. Limitazioni
- Soltanto le persone maggiorenni hanno il pieno esercizio dei loro diritti 698
- I minorenni e le persone assimilate 700, 708
Il > Capacità di agire
- Ai sensi del can. 97 ss. (persone fisiche), e dei cann. 118-119, 1480, § l
(persone giuridiche) 865, IO
III - Capacità patrimoniale
I. Nozione (ricavabile dal can. 1254, § I) 4565, 4567
2. La capacità patrimoniaie nativa, indipendente , piena della Chiesa Cattolica
4565-4567
3. I vari soggetti concreti
- La Chiesa universale e la Sede Apostolica 4567, IO, 4568
- Le Chiese particolari 4567,2°
- Tutte le persone giuridiche ecclesiastiche, pubbliche e private 4567,3°
- GI' Istituti religiosi 2788-2789
- Le Società di vita apostolica 3083
IV - Capacità processual e
I. La capacità processuale fa parte della capacità di agire 5281
2. Il "ius agendi in iudicio", personalmente o attraverso la mediazione di altre
persone (tutore o curatore), spetta nella Chiesa a tutte le persone, battezzate e
non battezzate 5281-5284
3. I minori e le persone prive dell'uso di ragione 5286-5288
4. Gl'interdetti e le persone che non si trovano in uno stato di sufficiente sanità
mentale 5290
5. Le persone giuridiche 5293-5294
V - Capacità sacramentaria
I. Battesimo 3338
2. Confermazione 3381
3. Ordine sacro 3669-3672
4. Unzione degl'infermi 3632-3635
5. Matrimonio 3746, 3750, 3752
VI - Capacità testimoniale
1. Il principio generale 5446
2. l non ammessi 5447, l °, 5448
3. Gli incapaci "ex iure" 5449-5450
VII - Altre particolari capacità
I. Per porre atti giuridici 862-867
2. Per l'elezione a un ufficio ecclesiastico: persone inabili a dare il proprio voto
1138-1143
3. Per esercitare la potestà di governo 925-928
354 INDICE ANALITICO

4. La cooperazione dei laici: una novità radicale 929-933


5. Per la nomina a un ufficio che richieda la potestà di ordine o di giurisdizione
1055-1056, 1590
6. Per l'assunzione ai ministeri di lettore e di accolito 1417, 1422
7. Per l'acquisto delle indulgenze 3604-3606
8. Per l'emissione dei voti 3656
9. V. anche "Incapacità" - "Incapace" - "Inabilità" - "Inabilitante"

CAPI DJ NULLITÀ
l. Capi di nullità di matrimonio nel relativo processo di prima istanza 5714
2. Nel grado di appello 5226

CAPI DJ STATO
- Possono essere giudicati solo dal Romano Pontefice 5104-5105

CAPITOLARE
- V. la voce seguente

CAPITOLO DJ CANONICI
l. Introduzione 2356-2358
2. Distinzione e compiti 2360-2363
3. Gli statuti 2364-2368
4. Gli uffici 2369-2375
5. Il conferimento dei canonicati 2376-2382
6. Capitolo e parrocchia 2383-2387
7. Compiti ulteriori del Capitolo cattedrale 2388
Notanda
l. L'origine dei capitoli e l'importanza istituzionale assunta dai capitoli cattedrali a partire
dal sec. XlI 2365
2. La riforma radicale dei capitoli cattedrali operata nel nuovo Codice 2357-2358
3. Il capitolo in genere 2361
4. Capitolo cattedrale, concattedrale e collegiale 2360
5. Le insegne canonicali 2368
6. La nuova struttura interna dei capitoli 2370
7. La presidenza 2372-2373
8. I canonici onorari 2371
9. I mansionari o ebdomadari 2374
lO. Il canonico penitenziere 2375
Il. L'esclusiva competenza del Vescovo diocesano nel conferimento dei canonicati e degli
uffici ausiliari 2377, 2379
12. Nomine "ad tempus" 2380
13. La presa di possesso 2381
14. Le parrocchie capitolari 2384
15. Rapporti tra parrocchia e capitolo nel caso che la chiesa sia unica 2385-2387
16. La facoltà della Conferenza Episcopale di affidare i compiti del Collegio dei consultori
al capitolo cattedrale 2346 e 2358, nota l
17. La delibera della CEI (23 dico 1983) 2346
INDICE AN ALITICO 355

CAPITOLO D'ISTITUTO DI VITA CONSACRATA


I - Istituti di vita consa crata in genere (can. 596)
- La potestà dei capitoli 2659-2664
II - Istituti religiosi (cann.63l-633)
I. Introduzione 2777
2. Il Capitolo generale 2778-2783
3. Gli altri Capitoli 2785
4. Il dovere degli organismi di partecipazione e di consultazione 2786
III - Società di vita apostolica
- Si applicano le norme stabilite per gl'I stituti di vita consacrata e per gl'Istituti
religiosi (cann. 732 e 734)
Notand a
I. Cenni storici sui Capitoli 2777
2. Concetto e composizione del Capitolo generale 2779, 278 1
3. Organo collegiale di autorità suprema nell'I stituto 2780
4. Carattere obbligatorio 2779
5. La potestà di governo, con funzione legislativa, amministrativa e giudiziaria , nei
Capitoli degl'Istituti religiosi e di Società di vita apostolica clericali e di diritto
pontificio 2780
6. Principali comp iti 2782
7. Capitoli particolari 2785
8. Norma generale sul funzionamento di tutti gli organismi di partecipazione e di
consultazione 2786

CAPPELLA CIMITERIALE
l . Giuridicamente è una cappella privata 4431
2. L'Ordinario del luogo può permettere in esse la celebrazione abituale di più Messe 443 1

CAPPELLA PR1VATA
l . Concetto di capp ella privata nel nuovo Codice 4430
2. La licenza dell'Ordinario del luogo 4430
3. Conveniente la benedizion e, ma non precetti va 4434
4. Ministro della benedizione è l'Ordinario del luogo o un suo delegato 4434
5. È solo con la benedizione costitutiva che la cappella privata diventa un luogo sacro
4390, 4433
6. Vietato ogni uso profano o domestico della cappella privata, anche se non sia benedetta
4434
7. Per la celebrazione della S. Messa e di altre funzioni sacre nella cappella privata. è
necessaria una particol are autorizzazione dell'Ordinario del luogo 4433
8. Nel caso che la celebrazione della Messa debba aver luogo con una certa frequenza e
sistematicità, la cappella dev'essere benedetta 4433
9. La conservazione della SS. Eucaristia 3472-3473
IO. La cappella privata dei Vescovi 4432
li . La cappella cimiteriale, eretta da comunit à. da famiglie o da persone private per la loro
sepoltura 4431
12. Istruzione CEI ( IO aprile 1992) 4434
356 INDICE ANALITICO

CAPPELLANO
I cappellani in genere (cann. 564-572)
I. Concetto c nomin a 2560 -256 1
2. La facoltà del cappellano 2562-2 563
3. Ca ppellani particola ri 2564 -2577
4. I rappo rti co l parro co 2578
5. L' eventu ale rimozio ne 2579
6. Norme ulteriori 258D
No ta n da
I. La nomina del cappellano è per sé di com petenza dell 'Ordinario del luogo 256 1
2. Le faco ltà del cappellano in forza de l suo ufficio 2562
3. Part icolari facoltà del cappellano di ospeda le, di carc ere, di mare 2563
4. Ca ppellani di una casa d' Istituto laicale 2563
5. Ca ppellani d i emigranti di nomadi, di naviganti . ecc . 2565
6. La Cost. Ap. Exsul fami lia di Pio XII (I o ago 1952) e l' Istr. Nemo est de lla
Co ngregazione per i Vesco vi (22 ago1969) 2566-2568
7. Altri Documenti della Santa Sede 2569
8. I cappellani militari
- Sono retti da leggi speciali 257 I
- Norme della Cost. Ap. "Spirituali militum" di Giovanni Paolo" (2 1 aprile 1986)
2572-2575
- Cappellani militari in Italia 2576
- V. "Ordinariato militare"
9. Norm e contenute in ulteri ori canoni: cann . 3 17-3 18, 911, 1179
I D. V. anc he "Assiste nte ecclesiastico" - "Consigliere ecclesiastico"

CAPZIOSO
- Vietate le domande "ca pziose" e "s ubdo le" nella esc ussione dei testi in giudizio 5473

CA RATT ERE SACRAMENTALE


I. I tre sacramenti che impr imono il carattere 33 I8
2. Il battesi mo "configura a Cristo con carattere indelebile" 33 18
3. La confermazi one impr ime il carattere di "testimone" di Cristo 3366
4. L' ordine sacro 3644-3645
5. Il carattere episcopale, distinto da quello presbiterale 1933

CA RD INALE
I. Il Colleg io dei Card inali 1830- 1836
2. La promozione alla dignità cardinalizia 1837-1842
3. La presidenza del Colleg io 1843-1845
4. I Concis tori 1846-1850
5. Norme varie 1852- 1862
N ot a nda
I. Cenn i storici 1830
2. I principali compiti del Collegio Cardinalizio 1832
3. I tre ordini 1834-1835
4. I Conci stori 1846-1850
5. Le dimi ssioni dagli uffici al 75 0 anno di età 1852-1853
6. Prerogative dei Cardinali 1858- I859
7. La potestà del Coll egio dei Cardi nali "Sede Apostolica vacante" 1861-1 862
INDICE ANAL mCO 357

CARDINALE "A LATERE "


- La missione 1860

CARITÀ
I - Il grande obbligo della carità
I. Del Vescovo dioc esano 1820, 1827
2. Del parroco 246 1
3. Degl 'I stituti di vita consac rata: Istituti religiosi e Istitu ti sec olari 2608, 2674,
269 2, 30 17
4. Delle Società di vita apostolica 3064, 3066
5. Dei catecumeni 1334
Il - Le opere di carità
I. Le o pere di carità e di penitenz a, UIl O dei mezzi con i quali la Chiesa adempie la
sua funzione santificatrice 3296
2. Le ope re di pietà. di apostolato e di carità
- Tra i fini propri della Ch iesa 1383. 4566
- Delle persone giuridiche ecclesiastiche 796
- Delle asso ciazioni di fedeli 1365, 1678
- Dei catechisti nelle terre di missione 3176
3. La Chie sa esorta i fedeli a compiere atti di pietà e di carità , specialmente nei
giorn i penitenziali 4548, 4559
4. Le opere di religio ne, d i pietà e di carità, fra le "penitenze" imposte
dall'Ordinario in foro esterno 4920
5. Le opere di carità e i beni dei chierici 1620
6. Esort azione ai religiosi 2808
7. Le opere di misericordia spirituale e corporale e gl' Istituti laicali 2920

CARNE
- L' astinenza dalle ca rni nei giorni penitenziali: v. "Tempi sacri"

CASA
Prospetto
I. Casa di Dio
2. Casa di noviziat o religioso
3. Casa parrocchi ale
4. Casa privata
5. Casa religiosa
6. Casa religiosa "s ui iuris"
7. Casa di Società di vita apostolica
8. Case particolari

CASA D I DIO
l. Il rispetto dovut o alla Cas a di Dio 2555
2. La cura per la Casa di Dio 4417

CASA di NO VIZIATO RELIGIOSO


l. L'e rezione , il trasferiment o, la soppress ione 2829
2. Necessaria per la validità del noviziato 2829-283 1
358 IN DICE ANA LI TICO

CAS A PARROCCHIALE
I. L'obbligo del parroco di risiedere per sé nella casa parroc chiale, in vicinanza della chiesa
2468
2. Vita comune tra parroco e vicari parrocch iali 25 17
3. La vigilanza del vicario foraneo, perch é la casa parrocch iale sia conserv ata co n la debita
diligenz a 2532
4. La casa parro cchi ale e il parro co rimosso 5960

CASA PRIVATA
I. Vietata, per sé, l' ammin istrazione del battesimo nelle case private 3334
2. Pro ibita, per sé, la conservazion e della 55. Euca ristia nelle case private 3474
3. La celebrazione del matrimonio, col perm esso dell'Ordinario del luogo 4101

CASA RELIGIOSA
I. La casa religiosa 2700
2. L'erezione 2705-27 12
3. Case religiose particol ari 271 3-2715
4. La soppression e 2716-2720
N otand a
I. La fonte e il centro dell a casa o comunità religiosa è la 55 . Eucari stia 2702
2. Il Superi ore della casa, un elem ento indispens abile della co munità religi osa 2702
3. Necessa ria "ad validitatem", per l'erez ione giuridic a di una casa religi osa, il conse nso
prev io del Vesco vo del luogo 2706, nota 1
4. Facoltà con seguenti al consenso del Vesco vo 2711
5. Può un Vescovo dioc esano vietare ai religiosi di avere una propria chies a o un prop rio
oratorio? 271 1, nota 4
6. Pers onalit à giuridica della casa legittimamente eretta 2708
7. Scomparsa nel nuo vo Co dice la distinzi one tra "do mus form ata" e "domus non formata"
27 10
8. La casa "sui iuris" di ca nonici regolari c di mon aci 2713
9. Monasteri "sui iuris", soggetti alla particolare vigilanza del Vescov o diocesano 27 15
IO. La soppressione dell'unica cas a di un Istituto religioso 2718
Il. La soppressione di un monastero femminile "sui iuris" 2720

CA SA RELIGIOSA "S UI IURIS "


J. Conc etto di casa "s ui iuris" 27 13
2. L'autorità del Superiore 2713
3. La nomina 2744
4. La soppression e della casa 27 I9
5. V. anche "Monastero" - " Moderatore o monastero sui iuris"

CASA cii SO CIETÀ DI VITA APOSTOLIC A


l . L'erezione 3072
2. La personalità giuridica c la capaeità patrimoniale 3083
3. La vita di comunità 3082, 3086

CASO
Prospetto
I. Caso di e mergenza
INDI CE ANALITICO 359

2 . Caso fortuito
3. Caso di necessità
4. Caso occulto
5. Caso perplesso
6. Caso pubblico
7. Caso riservato
8. Caso urgente

CASO di EMERGENZA
- Nella celebrazione del matrimonio 3861-3865

CASO FORTUITO
I. Concetto 4813, nota 2, 4821 c nota 2
2. Il caso fortuito è causa del tutto esimente dalla imputabilità e dalla pena 4821

CASO di NECESSITÀ
l - In caso di necessità
1. Il conferimento del battesimo: can . 861, § 2
2. La celebrazione eucaristica fuor i del luogo sacro: can. 932, § l
3. La Comunione sotto la sola specie del vino : can. 925
4. L'obbligo per ogni confes sore: can . 986, § 2
5. La delega dell a facoltà della conferma zione da parte del Vescovo diocesano:
can. 884, § l
6. La conservazione della S5 . Eucar istia nella propria casa, ecc.: can. 935
7. In caso d 'impossibilità: il giudice unico nelle cau se che richiedono per sé il
tribunale collegiale: can. 1425, § 4
8. L'assunzione di un laico nella formazione di un tribunale collegiale: can. 1421,
§2
9. L'osserv anza dei riti prescritti nella celebrazione del matrim onio: can . 1119
IO. La recezione dei sacramenti della penitenza, dell'Eucaristia e dell'unzione
degl'infermi da ministri non catt olici: can . 844, § 2
l J. La benedizione dell' olio degl'infermi: can . 999, n. 2
12. Il trasferimento di un parroco: can. 1748
13. L'amministrazione dell a unzion e degl'infermi con un 'unica unzione sulla
fronte: can. 1000, § I
14. L'amministrazione del Vialico: can. 911 , § 2
15. V. anch e " Caso urgente" - "Causa giustifi cativa" - "Impossibilità" - "Stato di
necessità"
Il - Soltanto in caso di necessità
I. L' apertu ra dell'archi vio seg reto diocesan o durante la vacanza dell a sede : can .
490, § 2
2. Il battesimo negli osped ali: can. 860, § 2
III - Eccetto il caso di necessità
l . L'acqua del battesimo : can , 853
2. Il luogo del battesimo: can . 857 , § I
3. L'amministrazione del battesimo nel territorio altrui: can . 862
4. L'assistenza al matrimonio senza la licen za dell'Ordinario del luogo, nei casi
prescritti : can. 1071 § J
5. L'uso dei vecchi oli nell'amministrazione dei sacramenti: can. 847, § l
360 INDICE ANALITICO

IV - In caso di grave necessità


I. L'assoluzione generale o collettiva: cann. 961-963
2. Il conferimento dei sacramenti della penitenza, dell'Eucaristia e dell'unzione
degl'infermi, da parte di ministri cattolici a cristiani che non sono in piena
comunione con la Chiesa Cattolica: can. 844, § 4
3. L'imposizione di un contributo a favore della diocesi, da parte del Vescovo: can.
1263
V - Eccetto il caso di necessità urgente
- L'amministrazione del battesimo con il rito essenziale: can. 850
VI - Soltanto in caso di gravissima necessità
- L'aggiunta di altre pene a quelle stabilite dalla legge universale: can. 1315, § 3
VII - Neppure in caso di estrema necessità
- Un duplice caso di consacrazione eucaristica del tutto illecita: can. 927
VIII - In pericolo di morte
- V. "Pericolo di morte"

CASO OCCULTO
I - Casi occulti e pubblici d'irregolarità
l. Casi riservati alla Santa Sede: can. 1047, §§ 1-3
2. La competenza dell'Ordinario: can. 1047, § 4
3. Nei casi occulti più urgenti: can. 1048
- Per il resto v. "Irregolarità"
Il - Casi occulti e pubblici d'impedimenti matrimoniali
Norme circa la dispensa
1. Concetto d'impedimento pubblico e occulto: can. 1074
2. In pericolo di morte: facoltà dell'Ordinario del luogo, del parroco e di altri
ministri sacri, del confessore: can. 1079
3. Un caso di particolare emergenza: can. 1080
4. La dispensa da un impedimento occulto ncl foro interno non sacramentale: can.
1082
- Per il resto v. "Impedimento matrimoniale"
III - Trasgressione occulta di una legge o di un precetto
- La penitenza non può essere pubblica: can. 1340, § 2

CASO PERPLESSO
- V. "Caso di emergenza"

CASO PUBBLICO
- V. "Caso occulto"

CASO RISERVATO
- Dispense e censure riservate alla Santa Sede: v. "Riservato"
INDICE ANALITIC O 361

CASO URGENTE
I. Facoltà del confessore di rimettere in un caso urgente, e limitatamente al foro interno
sacramentale, la censura "latae sentcntiae" di scomunica o d'interdetto, che non sia stata
dichiarata 4956 -4961
2. Un caso di particolare emergenza: «cum iam omnia sunt parata ad nuptias» (caso
perplesso) 3861-3865
3. L'amministrazione del battesimo col solo rito essenziale 3325
4. V. anche "Caso di necessità" - "Stato di necessità" - "Causa giustificativa"

CASSA PARROCCHIALE
- La norma circa le offerte ricevute dai fedeli per atti di ministero parrocchiale 2464

CASTITÀ
l . L'obbligo della castità perfetta e perpetua, vissuta dai chierici nel celibato 1600, 1602
2. 11 consiglio evangelico della castità, vissuta nel celibato negli Istituti di vita consacrat a
2670 e nota 4
3. Il consiglio evangelico della castità nelle Società di vita apostolica, nella vita anacoretica
c nell'ordine delle vergini 2678, 2680, 2684, 3064-3065
4. Il voto pubblico c perpetuo di castità, emesso in un Istituto religioso di diritto pontificio,
costitui sce un impedimento dirimente al matrimonio, la cui dispen sa è riservata alla
Sede Apostolica, escluso il pericolo di morte 3854, 3857, 3928-3935
5. Il dovere dei religiosi nell'uso dei mezzi di comunicazione sociale 2896
6. Sanzioni per l'attentato di matrimonio anche solo civile da parte di un chierico o di un
religioso : v. "Attentato di matrimonio"
7. Castit à e chierici concubin ari o altrimenti scandalo si 5031-5032
8. Il delitto di sollecitazione in confessione 5010-5012; v. "Sollecitazione"
9. V. anche "Celibato" - "Consigli evangelici"

CASUS EXCEPTI
- Denominazione dei "processi documentali " nel Codice precedente 5731

CATECHESI
L 'istruzione catechistica (cann. 773-780)
I. Introduz ione 3155-3156
2. Gli operatori della catechesi 3157-3165
3. Norme ulteriori 3 166-3 167
N otand a
I. Definizione della catech esi e sua differenz a dalla predicazion e 3155
2. Importanza e fine della catechesi 3155, 2 158
3. Documenti della Santa Sede e del Sinodo dei Vescovi 3156
4. Documenti della CE! 3156
5. L'impegno per la catechesi, come in genere per il ministero della Parola di Dio,
dev'essere di tutti i cristiani e dei genitori in particolare (catechesi familiare) 3159
6. 11 grave dovere dei pastori d'anime 3158
7.11 compito dei Vescovi diocesani e delle Conferenze Episcopali 3160
8. La catechesi parrocch iale differenziata: dei fanciulli, dei giovani. degli adulti, dei
minorat i fisici e psichici, catechesi sacramentale, ecc. 3163-3164
9. Il dovere dei Superiori d'Istituti religiosi e di Società di vita apostolica 3165
lO. L'uso dei sussidi didattici e degli strumenti di comunicazione sociale 3166
362 INDIC E ANALIT ICO

Il . La preparazione dei catechisti 3167


12. Evangelizzazione e sacramenti (can. 843, § 2) 3306 -3309

CATECH ETICA
- La preparazione eatec hetiea e om iletica degli alunni del Semi nario 154 1

CATEC HISMO
I. La pubb licazio ne di catechi smi da parte delle Conferenze Episcopa li per il proprio
territorio 3 162
2. Un catechismo può essere preparato anche dal Vescovo dioce sano, per la propria dioces i
3160

CATEC HISTA
l . La de bila preparazione dei catechisti e la loro formazione permanente 3167
2. Catechisti parrocchiali 3 163
3. Cate chisti in terra di missione 3176
4 . Ministro straordinario del battesimo 3335

CATECUMENATO
l . L' istituto de l catecumenato nei primi seco li della Chiesa 1332
2. La ricostit uzione del catecumenato ad opera de l Concilio Vaticano Il 1335
3. L' ordinamento concreto de l catecumenato, di com petenza de lle Conferenze Episcopali
1336
4. V. anche la voce seguente

CATEC UMENO
1. I catecumeni e le leggi puramente ecclesiastic he 218
2. II problema della loro perso nalità giur idica nella Chiesa 69 1
3. La particolare posizione dei catecumeni nella Chiesa, di cui tuttav ia non fanno parte
giuridicamente 1333-1334
4. L' ammi ssio ne dei catecu meni nelle pubblic he associazioni di fedeli 1731
5. L' acqui sto delle ind ulgenze 3605
6. V. anche "Catecumenato"

CATTEDRALE
- V. "Chiesa cattedrale"

C ATT EDRAT ICO


- Soppr esso nel nuovo Codice 1297

CATTOLICO
Alcune norme
1. Necessario il consenso della competente autorità, perch é una iniziativa, un' associazione,
una scuola, una università assumano il titolo o il nome di "cattolica" 1368, 1691,
3209, 3222
2. Il padrino del battes imo o della confermazione dev'essere catto lico 3353 , 3354 e nota
4, 3386
INDICE ANALIT ICO 363

3. Nei processi eccle siastici, l'avvocato dev' essere cattolico, tranne che il Vescovo
diocesano permetta diversa mente 5302
4. Il matrimonio dei cattolici, anche se una sola delle parti sia cattolica 3757-3760

CAUSA
Prospetto
I. Ca usa aggrava nte, attenuante, esi mente
2. Causa di ca nonizzazio ne
3. Cau sa co nten ziosa
4 . Causa crimi nale
5. Ca usa finale
6. Cau sa giust ificat iva
7. Causa inciden ta le
8. Causa mot iva
9. Ca usa di nullit à matri mo niale
IO. Cau sa di null ità dc IIa sacra ordinazio ne
Il . Ca usa pen ale
12. Causa petendi
n . Ca usa pia
14. Ca usa principale
15. Ca usa sullo stato dell e persone
16. Cause giudiziarie ecclesia stiche
17. Cause matrimo niali
18. Ca use riservat e

CA USA AGGRAVANTE, ATTEN UANTE, ESIMENTE


- In ordine alla imputabilità del reato e alla pena conseguente: v. "Circostanze del reato"

CA USA di CA NON IZZAZIONE


- V. "Canon izzazione"

CAUS A CONTENZIOSA
I . Causa contenziosa e causa penale 5080, 5082, 5870
2. Cause contenziose, per le quali è presc ritto un tribunale collegiale di tre giudici 5 J59, l °
3. Cause contenziose che richiedono l'intervento del promotore di giustizia 5177-5178
4. Per la procedura, v. "Giudizio contenzioso ordinario" - "Processo contenzioso orale"

CA USA CRIMINALE
I. I documenti delle cause criminali da distruggere anno per anno 2264
2. Per la procedura, v. "Processo penale"
3. V. anche "Causa penale"

CAUSA FINALE
Venendo meno la causa fina le, viene anche meno
J. La potestà delegata 101 0,4°
2. L' obbligo del voto 4363,4°
3. L'o bbligo del giuramento promissorio 4387, 3°

CAUSA GIUST IFICAT IVA


- V. anche "Caso di necessità" - "Stato di necessità" - "Caso urgente"
364 I rip ICE ANA LI TICO

I - Causa determin ata


l . Perché il Superiore m aggiore possa concedere a un religioso di vivere fuo ri della
propria casa "ultra annum" : can. 665, § J
2. Perch é un religioso di vo ti te mporanei possa non venire ammesso alla
rinn o vazion e della profession e o alla e miss ione dell a pro fessione perpetu a: ca n.
689 , §§ 2-3
3. Cau se di d im issione di un membro d'Istituto reli gioso o d' Istituto secolare:
cann. 694 ss e 729
4. Cau se di rim ozione o di trasferimento di un parroeo: cann. 1740-1741 e 1748
Il - Causa canonica
- Per vietar e a un dia co no la prom ozione al presb iterato: ca n. 1030
III - Causa dubbia
- Nell a concessione di una dispen sa dalla legge ecclesiastica: can. 90, § 2
IV - Invalida qualsiasi causa
- Per lo sciog limento del matrim on io rato e con sumato: ca n. 1141
V - Causa congrua o proporzionata
- Si richiede un a causa co ngrua e propor zionata per il trasferimento di oneri di
Me sse: can. 1309
VI - Causa legittima
- Si richiede un a ca usa legitt im a, perché i coniugi sia no sc usa ti dall' osservare la
co nv ive nza coniuga le: ca n. 1151
VII - Causa ragionevole
- Si richiede un a ca usa ragionevole per l' amministrazion e della unzione
degl' inferm i da parte d i qu al siasi sacerdo te: can. 1003 , § 2
VIII - Causa giusta
Precipui casi in c ui si rich iede una causa "g iusta"
I. Per l'alienazione di beni eccl esiastici , il cui valore sup era la somma minima
stabili ta : can. 1293, § I , n. I
2. Per la co ncessi one dell a binazione da parte dell 'Ordinario del luogo : can . 90 5, §
2
3. Pe r la d istribuzione dell a Comunione fuori dell a Messa: ca n. 91 8
4. Per asco ltare la confess ione sacramentale fuo ri del co nfessio nale: ca n. 964, § 3
5. Per la dimissione di un membro, regol armente isc ritto, da un 'associazione: can.
308
6. Per la dispensa dai voti pri vati, da pa rte dell 'autorità competente: can . 1196
7. Per la dispensa dall'obbligo dell'osserv anz a del g io rno festi vo o pen iten ziale:
ca n. 1245
8. Per la co ncessione del I' escardinazione: can . 270
9. Perch é si possa cel ebr are l' Eucaristia in una chiesa di fratelli se parati: ca n. 933
IO. Per lo scioglimento, da parte del Romano Pontefice, del matrim onio rato e non
consumato: ca n. 1142
II. Per l'amm issione di un pad rino che non abb ia co mpiuto i 16 anni prescritti :
can. 874 , § l , n. 2
12. Per l' ad empimento del precetto pasquale in altro tem po dell' ann o: can. 920, § 2
13. Per la presa di possesso del parroc o, se nza la formalità di rito : can. 527 , § 2
14. Per l'esclusione di un religioso dalla successiva professione: can. 689, § I
INDICE ANALITICO 365

15. Per la proroga dei termini giudiziali e conve nziona li da parte del giudice: can.
1465, § 2
16. Per la concessione a un religioso d i poter vivere fuori della casa dell' Istituto,
ma non oltre un an no: can. 665 , § l
17. Per la proroga di un rescritto scaduto: can. 72
18. Per la rimozione da un ufficio ecc lesiastico co nferito "a prudente discrezione"
de ll'autorità compete nte : ca n. 193, § 3
19. Per la rimozione del presidente di un' associazione pubblica: can . 3 18. § 2
20. Per la rimozione del rettore di una chiesa, da parte dell'Ordi nario del luogo:
can. 563
2 1. Per la rimozione di un Vicario fora neo : can . 554, § 3
22. Per la rimozione di un Vicario parrocchiale: can. 552
23 . Per la rimozione del promotore di giustizia o del difensore del vincolo: can.
1436, § 2
24. Per la rinun zia a un ufficio ecclesias tico: ca n. 187
25. Per l'esclusione di un teste nci processi : can . 1555
26. Per l'assenza de l Vescovo da lla diocesi " non ultra mensem": can. 395. § 2
IX - Causa giusta e ragionevole
Si richiede una caus a giusta e ragio nevo le
I. Per il conferimento della conf ermazione fuo ri dell a Messa e della chiesa: can.
88 1
2. Per la dispensa da una legge ecclesiastica: can. 90 , § I
3. Perc hé i fedeli possano scrivere «su giornali, opuscoli o fo gli periodici, che
sogliono attaccare apertamente la religione cattolica o i buoni costum i: ca n.
831.§ l
4. Per la licenza, da parte dell 'Ordi nario del luogo, della ce lebrazione di un
matrimonio misto , osservando per allro le condizioni prescritte: cali. 1125
5. Per la ce lebrazione della Messa senza la partecipazione di almeno qualc he
fedele : ca n. 906
X - Causa giusta e proporzionata
- Per l'accettazione, da parte de l Supe riore co mpetente, della rinunzia a un uftìcio
ecc lesiastico: can. 189. § 2
XI - Causa giusta e necessaria
I . Per la riduzione deg li oneri di Messe: can . 1308, § I
2. Per la riduzion e o la modifica dcgli oneri delle cause pie : can . 1310, § I
XII - Causa grave
Precipui casi in cui si ric hiede una causa grave
I . Per la nomi na di un co mmissario nelle associazioni pubbliche: can . 3 18. § I
2. Per la sop pressione di un'associazione pubblica : ca n. 320. § 2
3. Per l'amministrazione del battesimo nelle cas e private: can, 860, § I
4. Per la riduzione di una chiesa ad uso profano: can. 1222, § 2
5. Per la revoca dell a fa coltà di confessio ne, co ncessa " habitua liter": ca n. 974, § I
6. Relativa mente al tiro cini o dei giovani aspiranti al diaconato permanente: can.
236, n. l
7. Per vie tare al diacono, che non intenda più ess ere promosso al presbiterato ,
l' esercizio dell'ordi ne ricev uto: cali. 1038
8. Per la rid uzione di un diacono allo stato laicale: can. 290. n. 3
9. Per la dimissione di un religioso dall' Istituto: can. 696
IO. Per negare Yescardinazione a chi la richiede per motivi fondati : can . 270
366 INDIC E ANALITICO

11. Per negare l'esecuzione di un atto amministrativo, di cui si ha un semplice


compito esecu tivo: ean. 41
12. Perché l'Ordinario del luogo possa vietare, in casi particolari, il matrim onio di
determinate persone: can. 1077, § I
13. Per poter celebrare la santa Messa e accostarsi alla Comun ione senza
premettere la confessione sacramentale, in caso di peccato grave: can, 916
14. Per poter tralasciare l' omelia nell e Messe festive: can. 767 , § 2
15. Per la rimozione da un ufficio eccle siastico: ca n. 193, §§ 1-2
16. Per la rimozione dell'economo dioc es ano "durante mun ere" : ca n. 494, § 2
17. Per [a con ce ssione della sanazione in radice di un matrimon io: can. 1164
18. Per la mut azione dei termini della controversia in giudizio: can. 1514
19. Perché il giudice possa riconv ocare i testi , escuterne altri, ordinare nuove
prove, dopo la conc lus ione in ca usa : can. 1600, § l
20. Per il trasfe rimento da un uffic io contro la volo ntà del titolare: can. 190 , § 2
2 1. Per l'u so di uno stru mento nell a unzione degl'infermi: ca n. 1000, § 2
XIII - Causa grave e legittima
- Si ric hiede una causa gr ave e legittim a per la rimozione, "dura nte munere" del
Vicario giudiziale, dei Vicari giudiziali aggiun ti e degli altri giudici: ca n. 142 2
XIV - Causa grave e urgente
Si rich iede una causa grav e e urgent e
I. Perché l'inferiore s'i ntro metta in una qu estione deferita all'autori tà supe riore:
ca n. 139, § 2
2. Perch é il Vesco vo dioce sano resti assente dalla sua diocesi in alcuni gio rni
solenni dell 'anno: can. 395 , § 3
3. Per la celebrazion e segreta del matrimonio: can . 1130
XV - Causa gravissima
Si rich iede una ca usa gra vissi ma
I . Per l'intimazione orale di un decreto singolare: can. 55
2. Per la riduzione di un presbitero allo stato laicale : can . 290, n. 3
3. Perché un Vesco vo diocesano proibis ca a un religioso di dimorare in diocesi:
can. 679
4. Per la richiesta, da parte di un professo di vot i perpetui , dell 'indulto di lasciare
l'Istituto: can . 691. §§ 1-2

CAUSA INCIDENTALE
Le cause incidentali nel giudizio contenzioso ordinario (ca nn. 1587-1 597 )
l . Le cause incidentali in genere 551 8
2. La mancata compari zione delle parti 5525
3. L' inte rvento in causa di un terzo 55 32-55 37
N ot and a
l. Cause incidentali in se nso proprio 5518
2. La proposizion e 551 9-552 0
3. La dec isione del giud ice 552 1
4. La procedura prescr itta 55 22
5. Revo ca o mod ifica 552 3
6. L'assenza o il silenzio del convenuto 5526
7. Poss ibi lità lasciate al convenuto 5527-5 528
INDICE ANA LITICO 367

8. La mancata compari zione dell' attore 5529-5530


9. Le spese proce ssuali in caso di mancata comparizione delle parti 5531
lO. L' inter vento, volontario o coattivo, del terzo in causa 5532-5533
Il. L'intervento del terzo in causa e illitisconsorzio 5535
12. L'intervento del terzo in causa e l'opposizione del terzo 5536
13. L' intervento del terzo in causa e la success ione nell' azion e 5537

CA USA MOTIVA
I. Causa motiva e rescritt i 5 12-5 17
2. Cessazione della dispensa avente tratti success ivi, in caso di "certa e totale cessazione
della causa moti va" 643-645

CAUSA DI NULLITÀ MATRIMONIALE (ca nn. 167 1-169 l)


I. Introduzione 5695-5696
2. Il foro competente 5699-5704, 5740-5743
3. II diritto d'impugnare il matrimonio 5705-5708
4. Il compito dei giudici 5710-5715
5. Le pro ve 5716- 5720
6. La sentenza e l' appello 5721-5720
7.11 processo documentale 5731-5739
8. Norm e generali 5740-5743
9. Tribunali region ali in Italia 5744-5748
IO. Norme concordatarie 5749-5758
Not and a
I - lntroduzione
1. I processi matrimoni ali considerati nel Cod ice 5695
2. Documenti della Congregazione dei Sacramenti (15 ago 1936) e di Paolo VI (28
mar zo 1971) da tener presenti 5697
3. Particol are importanza delle cause di nullità matrimoniale nel diritto della
Chiesa 5698
Il - 1/fo ro competente (cann. 1671-1673)
1. La co mpetenza propria, nativa, della Chiesa circa le cause matrimoniali dei
batte zzati 3754 55., 5699-5701
2. Le cause circa gli effetti puramente civili 5702
3. [) foro competente in prima istanza nelle cause di nullit à matrim oniale 5703 e
note I e 2
4. Obbligatorio il tribunale co llegiale di tre giudici e l' uso de l processo
conten zioso ordinario 5704 , 5741, 5742
5. A parte le norme propric specifiche, nei processi di nullità matrimon iale si
applicano, "nisi rei natura obstet", le norme procedurali prescritte per i giudizi
in genere e per i giudizi contenziosi ordin ari 5743
IH - 1/ diritto d 'impugnare il matrimonio (cann . 1674-1675)
I. Spella soltanto ai coniugi e, in particolari circostanze, al promotore di giustizia
5705 e nota 3
2. L'impugnazione indiretta di un matrimonio che non fu accusato mentre i coniugi
erano in vita 5706-5707
3. Nel caso c he uno dei coniugi muoia "pendente causa" 5708
368 INDICEANALITICO

IV - Il compito dei giudici (cann. 1676-1677)


I. Un tentativo pastorale doveroso per indurre i coniugi, se possibile, a riconciliarsi
5710 e nota 4
2. Attribuzioni del presidente del tribunale o del ponente dopo l'accettazione dcI
libello (n. 5354)
- La citazione della parte convenuta 5711-5712
- La formul azione del dubbio o dei dubbi mediante decreto, c la relati va
notifica alle parti 5713-5714
- Il decreto per l'apertura della fase istruttoria 5715
V - Le prove (cann. 1678-1680)
I. 1\ diritto dei patroni delle parti (avvocati e procuratori) di assi stere ai vari esami,
di prendere visione degli atti giudi ziari, di esaminare i documenti prodotti
5716
2. L'esclusione delle parti 5717
3. L'accertamento della credibilità dell e deposizioni delle parti 5718 -5719
4. L'intervento dei periti 5720
VI - La sentenza e l'appello (cann. 1681-1685)
I. Nel caso che, dur ante l'i struttoria della causa di null ità matrimoniale, emerga il
dubbio molto probabile della non consumazione del matrimonio 5721 e nota 5
2. La trasmissione di ufficio della sentenza di nullità al tribunale di appello
(appello implicito "ex officio" ) 5722-5723 e nota 6
3. La facoltà del tribunale di appello di confermare mediante decreto la sentenza di
nullit à pronun ziata dal tribunale di primo grado 5588-5589, 5724-5725
4. La possibilità di addurre in appello un nuovo capo di nullit à matrimoni ale
5726-5727
5 . Le nuove nozze delle parti 5728-5729
6. L'annotazione della sentenza divenuta esecutiva nei registri di matrimonio e di
battesimo 5730
VII - Il processo documentale (cann. 1686-1688)
- V. "Processo documentale"
VIII - Tribunali regionali in Italia
I. L'istituzione da parte di Pio XI 5744
2. Elenco 5745 -5747
3. Le Norme esecutive 5748
IX - Norm e concordatarie
- Secondo il nuovo Accordo stipulato tra la Santa Scdc c la Repubblica Italiana
(18 febbr. 1984) 5749 ss,

CAUSA DI NULLITÀ DELLA SACRA ORDINAZIONE (cann .1708-1712)


l . La Circolare della Congregazione per la Dottrina della Fede (14 ott. 1980) e le Norme
procedurali annesse 5850
2. La facoltà d'impugnare la validità dell'ordinazione sacra spetta solo al chierico
interessato e all'Ordinario 5851-5852 e nota I
3. L'esclusiva competenza della Santa Sede 5853 e nota 2
4. Norme circa la compilazione della istanza (supplex libellus) 5854 e nota 3
5. Il divieto per l'istante di esercitare gli ordini 5855
6. La procedura amministrativa e i compiti dell' istruttore 5856 e nota 4
INDICE ANALITICO 369

7. L'eventuale procedura giudiziaria 5856


8. L'intervento del difensore del vincolo nella procedura sia giudiziaria che amministrativa
5857 e nota 5
9. Necessaria, giudizialmente, la duplice sentenza conforme 5858
lO. La causa di nullità della sacra ordinazione non passa mai in giudic ato 5858

CAUSA PENALE
l. Il foro competente "ratione delicti" 5122
2. Il diritto di ogni fedele di deferire la propria causa , contenziosa e penale , al giudizio della
Santa Sede 5130·5131
3. Il tribun ale collegiale in determinate cause penali 5159,2°
4. L'intervento del promotore di giustizia 5177
5. Procedimento "e x officio " del giudice 5234
6. Le cause penali concernenti i Vescovi 5106 , 4 0
7. V. anche " Causa criminale" - "Processo penale"

CAUSA PETENDI
I. Non è ammessa una nuova "causa petendi" nel grado di appello 5630
2. Sono eccettuate le cause di nullità matrimoniale, per le quali è consentito addurre in sede
di appello un nuovo capo di nullità 5726

CAUSA PIA
I. Cause pie ecclesiastiche e laicali : concetto e divers a normativa 4733, nota I
2. V. " Pie volontà"

CAUSA PRINCIPALE
- Causa principale e causa incidentale 5518-5521, 5556

CAUSA SULLO STATO DELLE PERSONE


I. L'inestinguibilità delle cause sullo stato delle persone 5325, 5637
2. Conseguenze 5637 ss.
3. La competenza della Segnatura Apostolica 5218

CAUSE GIUDIZIARIE ECCLESIASTICHE


I. V. " Processi ecclesiastici"
2. Tre sinonimi di un medesimo concetto: causa, giudizio e processo 5053

CAUSE MATRIMONIALI
- V. "Proce ssi ecclesiastici", n. 4 della seconda parte

CAUSE RISERVATE
I. Cause riservate in modo diretto ed esclusivo al Romano Pontefice 5104-5107
2. Cause riservate alla Rota Roman a 5108-5) 09
3. Incompetenza assoluta degl i altri giudici 51 IO

CAUZIONE
I. Cauzione per le spese processuali 5252
370 INDICE ANA LITICO

2. Cauzione per l' amm issione di un procuratore, che non è in grado di presentare il regola re
mandato 5306
3. Cauzione per impedire il sequestro di una cosa o l'inibizione di un diritto 5340
4. Cauzione per l' esecuzione provvisoria di una sentenza non ancora passata in giudicato
5654- 5655
5. Facolt à del giudice di prima istanza 5340, 5643
6. Facolt à del giudice di appello 5655
7. La norm ativa di competenza del Vescovo modera tore del tribunale (ca n. 1649 , § 1, n. 5)
5647

CECITÀ
- V. "Cieco"

CELEBRAZIONE PENITENZIALE
- Lo sco po delle celebrazioni penitenziali, previste nell'Ordo paenitentiae 3533

CELEBRET
- V. "Lettera commendatizia"

CELIBATO ECCLESIASTICO
1. La co nsacrazione totale a Dio e alla Chiesa "indiviso corde", attraverso il celibato 1600
2. Cenni storici sulla legge del celib ato 160I, 3920
3. L' educazione al celibato negli anni di formazione 1512-1513
4. L'u so dei mezzi ascetici e soprannaturali 1602
5. Prud enza e riser vatezza 1602
6. Nor me e sanzioni a tutela del celibato 1603
7. La pubbli ca assunzione dell ' obbl igo del celibato 3688
8. L' obbligo dci diacono perm anente non sposa to 3688
9. I diacon i permanenti che d iventin o vedov i 392 1
IO. Il ce libato negl'Istituti di vita co nsacra ta 2670
Il. Ce libato e impedimento dirimente 3920-3935
12. Celibato e attentato di matrimonio: v. "Attentato di matrimonio"
13. Celibato e chierici concubinari o altrimenti scandalosi 5031-5032
14. La dispen sa dal celibato, riservata al Rom ano Pontefice 620, 1653, 3924
)5. Norme della Congregazione per la Dottrina della Fede 1658
16. Perdita dello stat o clericale e obbligo del celibato 1653
- V. anche "Castità"

CE NSO RI
- I censori per l'esame dei libri e degli scritti riguardanti la fede e i cos tumi, destinati alla
pubblicazione: v. "Censura dei libri"

CENS URA DEI LIBRI


l . Il dovere e il diritto dei Pastori dell a Chiesa 3251
2. L'Ordinario competente 3256
3. La sce lta del censore 3666
4. Il compito 3267
5. La formulazione del giudizio in iscritto 3268
6. La concess ione o il dinieg o della licenza 3268
7. La dupli ce possibilit à in caso di diniego 3268
INDICE ANA LITICO 371

8. Ele nco o commissione di censori presso la Conferenza Episcopale 3266


9. Per il resto , v. "Libro"

CENSURA PENALE
I - Le censure in genere
I . Cenni storici 4863
2. Concetto di censura penale 4864-4867
3. Una enumerazion e tassativa 4862
4. Particolarità delle censu re 4868
Not an da
J. Gli ele menti essenziali della censura 4866
2. Il soggetto passivo 4865
3. I tre tipi di censure canoniche 4862
4. Nessu n legis latore part icolare può stabili re altre figure di censure 4862
5. Nel nuovo ordin ame nto ca nonico la censura è sempre ed essen zialmente una
pena medicinale 4868
6. Conseguenze giuridiche di tale principio 4868, 4934
Il - Le censure in particolare e i loro effetti (cann. 1331- J 334)
- V. "S comun ica" - "Interdetto" - "Sospensione"
III - Censure"latae sententiae "
- V. " Latae sententiae"
IV - Censure riservate alla Sede Apostolica
Rig uardano i seguenti delitti
I . La profanazione della SS. Eucaristia 4982
2. La violen za fisica contro la persona augusta del Romano Pontefice, oppure la
sua uccisione 4986 , 5035
3. L' assolu zione del complice nel peccato contro il sesto comandamento 4999
4. Il conferimento della con sacra zione episcopale da parte di un Vescovo , privo del
mandato pontificio 5005
5. La violazione diretta del sigillo sacramentale da parte del confessore 501 3
V - La sospensione delle censure per motivi pasto rali
l. I n per ico lo di morte 4902- 4903
2. Fuo ri de l pericolo di morte 4904
VI - La remissione delle censure
I. Il principio generale circa la "contumacia" 4962-4963
2. La faco ltà dell 'Ordinario e di qualsiasi Vescovo 4954
3. Le facoltà del canonico penitenziere 2375
4 . Dei capp ellani d i ospedale , di carcere, di mare 2563
5. Di qua lsiasi sacerdote, in perico lo di morte del penitente 3567
6. Del confessore in un partico lare caso del penitente 4956-4960
7. V. anc he "Sanzioni penali", n. XV

CENTENAR IO
I. Le consuetudini cen tenarie o immemorabili nella normat iva del Codice di Diritto
Canonico 158- 160, 370 , 365
2. Il possesso centenario o immemorabile di un privi legio 564
372 INDICE ANALITICO

CERTEZZA MORALE
l . Necessaria al giudice, "ex actis et probatis", la certezza morale, per poter pronunziare la
sua sentenza 5559-5565
2. Nel caso che la certezza manchi 5562
3. Actore non probante reus absolvitur 5562
4. Necessaria la certezza morale della effettiva morte del coniuge per la dichiarazione della
sua morte presunta : non basta la semplice probabilità né, molto meno, la sola assenza del
coniuge 5839
5. L'insegnamento di Pio XII e di Giovanni Paolo Il sulla certezza morale 5563-5566
6. Approfondimenti (Card. P. Felici) 5567

CERTIFICATO
I - Certificati prescritti
I. Per l'ammissione in Seminario 1496
2. Per l' ammissione al noviziato religioso 2823
3. Per l'ammissione agli ordini sacri 37 12-37 13
4. V. anche "Documento"
Il - Norme della CE!
- Circa la compilazione del certificato di battesimo dei figli adottivi 2475, nota
12

CESSAZIONE DELLA LEGGE


I. La cessazione o la modific a della legge "ab intrinseco" 329
2. La cessazione o la modifica "ab extrinseco"
- Per revoca diretta da parte del legislatore : abrogazione, deroga, obrogazione 330-
331
- Per consuetudine contraria 330
- Per desuetud ine 330
3. Norme circa la revoca 332-339
4. Revoca di leggi particolari o speciali 340-342

CESSAZIONE DALL'UFFICIO ECCLESIASTICO


Norme di carattere generale
I. I vari modi di cessazione 1206-1209
- Per lo scadere del tempo stabilito qualora l'uffi cio sia stato conferito a tempo
determinato
- Per il raggiungimento di limiti di età, definiti dal diritto : v. "Dimissioni
- Per la rinunzia del titolare: v. "Rinunzia"
- Per trasferimento: v. "Trasferimento"
- Per rimozione : v. "Rimo zione"
- Per privazione: v. " Privazione"
2. Gli effetti giuridici 1218
N o t anda
I. Il particolare caso del Vicario generale e del Vicario episcopale , in caso di vacanza della
sede episcopale e in caso di sospensione del Vescovo diocesano dal suo ufficio 1210
2. Uffici conferiti con la clausola "ad beneplacitum nostrum" o altra equivalente 1211
3. La notifica alle persone interessate 1212
4. Il titolo di "emerito" 1213-1214
INDICE ANALITICO 373

5. L'intimazione scritta, nel caso di cessazione dall'ufficio alla scadenza del tempo stabilito
o per limiti di età fissati dal diritto 1215
6. Cessazioni part icolari
- Del Legat o pontificio 1901
- Dell ' Amministratore dioc esano 2075
- Dci Vicario generale o episcop ale 1210, 2235·2238
- Del parroc o 2488-2492

CESSIONE DEI BENI


La cessione dei beni da parte dei religiosi
1. La ce ssione dell 'amministrazione prima d i emettere la prima profe ssione 290 3
2. La rinunzia completa 2907
3. Effetti dell a rinun zia completa 2908
4. l ben i acquisi ti dal religio so 2906
5. Per i membri di Società di vita apostolica, vale il ca n. 741, § 2 3083
6. Il religioso elevato alla dignità epi scopale 2996-2999

CETO DI PERSONE
I. Distinzione tra ceto di persone e collegio 894, nota 6
2. Norme: v. "Collegio di person e"

CHIAVE
I. La chiave del tabernacolo 3477
2. La chiave dell' arch ivio diocesano 2259, 5 0
3. La chiav e dell ' archivio segreto 2265

CHIERI CO
I - Ministri sacri o chierici (ca nn. 232-293)
I. Rub rica del III titolo della I parte del Il libro del Codice
2. Il titolo comprende quatt ro capitoli:
- La formazione dei chierici (cann. 232-264): v. "Form azione dei chierici"
- L'incardinazione (cann. 265-272): v. "Incardinazione"
- Gli obblighi e i diritti (cann . 273-289)
- La perdit a dello stato clericale (cann. 290-293 ): v. "Stato clericale", n. III
Il - Premesse
I . Concetto di chieri co 1438-1439
2. Lo stato clericale 1441-1443
N o ta n da
I. Identit à fra chierici e ministri sacri, a seguito dell a riform a co mpiuta da Paol o VI
1438-143 9, 1441
2. 1 due stati fondament ali esistenti nella Chiesa per istituzione divin a: stato
cleri cale e stato laicale 1441
3. J1 terzo stato dei religi osi è d'istituzione eccle siastica 1441
4. Fra chi erici e laici la distinzione è di carattere ontologico e non semplicemente
funzi onale 1337-1338
5. I due stati non sono opp osti cla ssisticamente fra loro , ma ordinati intim amente
l'uno all'altro 1339
6. Approfond imento circa la natura degli stati clericale e laicale 1442-144 3
374 INDICE ANALITICO

III - Obblighi e diritti dei chierici in genere


I. Introduzione 1584-1585
2. Rispetto, ubbidienza e disponibilità 1586-1593
3. Unione e collaborazione 1594-1595
4. Impegno di perfezione e di santità 1596-1598
5. L'obbligo dci celibato 1599-1603
6. Il diritto di associazione 1604-1606
7. La formazione permanente 1608-1610
8. La vita comune 1611
9. Rimunerazione adeguata e assistenza sociale 1612-16 I7
IO. Semplicità di vita 1618-1620
I I. Residenza e ferie 1621-I623
12. L'abito ecclesiastico 1624-I628
13. Divieti vari 1629-1644
14. Norme ulteriori 1645
Notanda
l. Differenze tra il nuovo Codice e quello precedente 1548-1585
2. Il principio affermato nel can. 274, § l, che soltanto i chierici possono ottenere
uffici, il cui esercizio richieda la potestà di ordine o di governo ecclesiastico
1590
3. Il riconoscimento e la promozione della missione propria dei laici nella Chiesa
da parte dei chierici 1595
4. La consacrazione a Dio e alla Chiesa "indiviso corde" attraverso il celibato
1600: v. "Celibato ecclesiastico"
5. Il diritto di associazione dei chierici secolari 1604
6. Norme della Congregazione per il Clero e della CEI circa la formazione
permanente 1610
7. Lo spirito di povertà, la semplicità di vita, i beni superflui 1618-1620
8. L'abito ecclesiastico: Lettera di Giovanni Paolo Il e Norme della CEI 1624-
1627 e nota 5
9. La tonsura 1628
IO. I pubblici uffici che comportano una partecipazione all'esercizio del potere
civile 1632-1633
II. Le attività affaristiche e commerciali 1636-1639
12. Le attività politiche e sindacali 1640-1641
Vari a
1. L'ordinata collaborazione tra Clero secolare e Istituti religiosi: can. 680
2. Divieto di scrivere, senza l'autorizzazione dell'Ordinario del luogo, su giornali,
opuscoli e fogli periodici, che sogliono attaccare apertamente la religione
cattolica o i buoni costumi: can. 831, § 1
3. Chierici in trasmissioni radio-televisive, concernenti la dottrina cattolica o la
morale: can. 83 I , § 2
4. Teste incapace, il sacerdote, per quanto riguarda il segreto della confessione:
can. 1550, § 2, n. 2
5. L'art. 4, n. 4, del nuovo Accordo tra la Santa Sede e la Repubblica Italiana
1505,7°
6. Sanzioni contro chierici colpevoli:
Can. 1364, § I 1375, § 2 1392
1367 1378, § 2 1394, § l
1370,§§1-2 1390,§1 1395,§1
7. Una censura che può colpire soltanto i chierici: la sospensione: can. 1333
INDICE ANALITICO 375

CHIERICO SECOLARE
Norme varie concernenti i chierici secolari
I. Il diritto di associazione 1604
2. Associazioni raccomandate e associaz ioni incompatibili con lo stato clericale 1605
3. Esortazio ne alla vita comune 1611
4. Il Vescovo proprio relativamente all'ordinazione diaconale e presbiterale 3659
5. Il diritto attivo e passivo di votazione, in ordine alla costituzione del Consiglio
presbiterale diocesano 3117
6. L'ordinata collaborazione tra Clero secolare c Istituti religiosi 2928
7. Le prelature personali formate da presbiteri e da diaconi del Clero secolare 1661
8. Il diritto ad un' adeguata retribuzione e alla previdenza sociale 1612-1617
9. Le ferie annuali 1623

CHIESA
Prospetto
I. Chiesa di Cristo
2. Chiesa come edificio sacro
3. Chiesa capitolare
4. Chiesa cattedra le
5. Chiesa Cattol ica
6. Chiesa non cattolica
7. Chiesa funerante
8. Chiesa Latina
9. Chiesa Orientale
IO. Chiesa parrocchiale
Il . Chiesa partico lare
12. Chiesa rettoriale
13. Chiesa rituale
14. Chiesa Roma na
15. Chiesa suburbicaria
16. Chiesa universale

CHIESA di CRISTO
I - Principi e norme fonda mentali
I. La Chiesa di Cristo, costituita e ordinata nel mondo come società, sussiste nella
Chiesa Cattolica : can. 204, § 2
- V. "Chiesa Cattolica"
2. L' incorporazione nella Chiesa mediante il battesimo: can. 96
3. Un vincolo più stretto attraverso la confermazione: can. 879
4. La comunione ecclesiale: v. "Comunione ecclesiale"
5. Le quattro note della Chiesa: can. 369
6. Chierici e laici nella Chiesa: can. 207, § I
7. I catecumeni. uniti alla Chiesa con un proprio particolare vincolo: can. 206, § I
8. La triplice funzione e potestà della Chiesa
- Di governo (munus regendi): v. "Potestà di governo"
- D'insegnamento (munus docendi): v. "Funz ione d' insegnare della Chiesa"
- Di santificazio ne (munus sanctificandi): v. "Funzione di santificare della
Chiesa"
9. La potestà punitiva e giudiziaria : cann. 1311, 140 I
l O. La mediazio ne della Chiesa nell' opera di salvezza: can. 992
Il . Fini propri della Chiesa: can. 1254, § 2
376 INDICE ANALITIC O

t 2. Una competenza esclusiva della Chiesa: la disciplina e l'ordinamento della


sacra Liturgia: can. 838, § I
13. L' azione missionaria: v. "Azione missionaria"
14. L' azione educativa
- Dovere e diritto educativo della Chiesa e dei Pastori: can. 794
- Il diritto della Chiesa di fondare e dirigere proprie scuole e il dovere dci
fedeli di favorirle e sostenerle: can. 800
- Il diritto della Chiesa d'istituire e dirigere Università di Studi proprie e altri
Istituti di Studi Superiori e anche Università e Facoltà Ecclesiasti che: cann.
807,8[5
- V. anche "Ed ucazione cattolica" - "Azione educativa"
15. Dovere e diritto esclusivo di provvedere alla formazione dei ministri sacri: can.
232
II - Norme ulteriori
l. La formazione degli alunni del Seminario e dei novizi religiosi all' amore verso
la Chiesa: can. 245, § 2
2. Occorre aver di mira il bene della Chiesa: v. "Bene della Chiesa"
3. La Chiesa e i beni temporali: can. 1529
4. Il dovere dei f edeli di promuovere la crescita della Chiesa e la sua santificazione:
can.210
5. La competenza esclusiva della Chiesa circa il matrimonio dei cattolici: can.
1059
6. Le necessità della Chiesa
- /I diritto della Chiesa: can. 1260
- Il corrispondente dovere dei fedeli e degl' Istituti religiosi: cann. 222, § I,
640,1261, § l , 1262
7. La pubblica testimonianza che i religiosi devono rendere a Cristo e alla Chiesa:
can. 607, § 3
8. Il pubblico vilipendio della Chiesa e della religione, e altri reati: can. 1369
9. V. anche "Missione della Chiesa"

CHIESA EDIFICIO SACRO (cann. 1214-1222)


I . Concetto di chiesa 4403-4406
2. L'erezione 4412
3. Norme varie 4416-4421
N o t a n da
l . La distinzione tra chiesa e oratorio nel Codice precedente 4403
2. La nuova classificazione 4404-4406
3. Le basiliche 4444
4. L' erezione della chiesa
- /I consenso espresso del Vescovo diocesano 4408
- Condiz ioni 4409
5. L'osservanza dei principi e delle norme della sacra Liturgia e dell'arte sacra 4410
6. Principi e criteri direttivi del Concilio Vaticano n 4411
7. Le norme più dettagliate della "Institutio Gencralis Missalis Romani" 4411
8. La dedicazione e la benedizione, e i ministri relativi 3996-3997
9. La personalità giuridica 4413
10. Norme concordatarie per l'I talia 4414 e nota 2
Il. Il titolo 4415
12. L'esercizio del culto 4416
INDICEANAt.lllCO 377

13. La cura per la Casa di Dio 4417


14. La custodia dei beni sacri e preziosi 4417
15. La conservazione e la tutela del patrimonio artistico 4418
16. Il libero ingresso durante il tempo delle sacre celebrazioni 4419
17. La riduzione ad uso profano 4420
Norme ulteriori
I. L'altare fisso delle chiese: can. 1235, § 2
2. La chiesa e l'oratorio, il luogo proprio del battesimo: can. 857
3. La chiesa, il luogo proprio della confermazione: can. 881
4. La chiesa e l'oratorio, il luogo proprio della confessione sacram entale: can, 964
5. Immagini sacre nelle chiese: can. 11 88
6. Predicazione di laici nelle chiese e negli oratori : can. 766
7. l rettori di chiesa: cann. 556-563
8. La tumula zione di cadaveri nelle chiese: ean. 1242
9. Vendita ed esposi zione di libri, opuscoli, riviste , ecc., nelle chiese e negli oratori: can.
827, § 4
lO. Il dovere del Vicario foraneo: can. 555, § l, n. 3
Il . La visita canonica del Vescovo diocesano: can. 683, § 1
l s t r u z i o n e C E I (I " aprile 1992)
l. Concetto e finalità delle chiese 4447
2. Funzione pastorale 4448
3. La competenza del Vescovo diocesano 4449
4. Norme canoniche 4450
5. Norme concordatarie 4451
6. La proprietà del sacro edificio 4452
7. L'eventuale convenzione 4453
8. La personalit à giuridica nell'ordinamento canonico 4454
9. L'ordinamento italiano 4455
IO. La responsabilità pastorale ed economica 4456
Il . La fabbricer ia 4457
12. Chiesa soggetto di personalità giurid ica 4458
13. Chiese parrocchiali che hanno perduto la personalità giuridica 4459
14. La classificazione delle chiese 4460

CHIESA CAPITOLARE
I. Cattedr ale, concattedrale e collegiale 2360
2. Capitolare e parrocchiale insieme 2385-2387

CHIESA CATTEDRALE
l . La solenne dedicazione 4412
2. Obblig atoria nella chiesa cattedrale la conservazione della SS. Eucaristia 3472
3. La presa di possesso canonica del Vescovo diocesano nella chiesa cattedrale 1962
4. Celebrazioni personali da parte del Vescovo 1975
5. Il conferimento degli ordini sacri 3652
6. Le celebrazioni del Metropolita 2098
7. Le esequie del Vescovo 4325
8. La tumulazione 4516-4517
9. I canonici della chiesa cattedrale e i loro compiti 2361
- V. anche "Capitolo di canon ici"
IO. Il canonico penitenziere
- V. "Penitenziere"
378 INDICE ANALITICO

Il. La chiesa che è insieme cattedrale e parrocchiale 2385-2387


12. Istruzione CEI (IO aprile 1992)
- Condizione giuridica 4461
- La forma tipica 4462
- La Chiesa cattedrale priva di personalità giuridica 4464
- Chiesa cattedrale con personalità giuridica 4463
- Concreta determinazione da parte del Vescovo diocesano 4465
- Capitoli cattedrali 4466

CHIESA CATTOLICA
I. L'incorporazione a Cristo e alla Chiesa si opera mediante il battesimo 1320-1321
2. Incorporati a Cristo e alla Chiesa, i cristiani costituiscono il Popolo di Dio 1322
3. Anche i battezzati non cattolici, incorporati a Cristo, sono costituiti in una certa
comunione con la Chiesa Cattolica, anche se in una forma non perfetta 1324
4. La Chiesa di Cristo, costituita e ordinata nel mondo come società, sussiste nella Chiesa
Cattolica 1325
5. La piena comunione con la Chiesa Cattolica e il triplice elemento su cui essa è fondata
1326-1327 e nota 2
6. La comunione non perfetta dei fratelli separati, che, pur congiunti alla Chiesa da
molteplici vincoli, non fanno parte del suo corpo sociale 1328-1329
7. Conseguenze della non appartenenza giuridica alla Chiesa 1330
8. Conseguenze della comunione ecclesiale sia pure in forma imperfetta 1331
9. La particolare posizione dei catecumeni 1332-1334
IO. La personalità morale della Chiesa Cattolica 792
Il. La piena capacità patrimoniale 4565
12. V. anche "Chiesa di Cristo"

CHIESA NON CATTOLICA


- V. "Comunità ecclesiale non cattolica"

CHIESA FUNERANTE
- V. "Esequie ecclesiastiche", n. 5 di "Notanda"

CHIESA LATINA
l. Il "Codex luris Canonici?" riguarda esclusivamente la Chiesa Latina 123 ss.
2. L'ascrizione alla Chiesa Latina: v. "Chiesa rituale"
3.11 titolo di "Patriarca" e di "Primate" nella Chiesa Latina 2103

CHIESA ORIENTALE
I. 11 Codice di Diritto Canonico, promulgato nel 1983, non riguarda le Chiese Orientali
Cattoliche 123 ss.
2. Il Codice di Diritto per le Chiese Orientali 93 ss. - V. "Codice di Diritto Canonico", n.
Il
3. Il "Codex Iuris Canonici" non ha per le Chiese Orientali neppure valore sussidiario o
suppletivo 132
4. Il "Codex luris Canonici" obbliga le Chiese Orientali unite a Roma solo nei canoni che
propongono verità di fede di carattere dommatico o che dichiarano il diritto divino,
naturale o positivo 129-131
5. Canoni che fanno espressa menzione degli orientali 133
INDICE ANALITICO 379

CHIESA PARROCCHIALE
1. Obbligatoria nella chiesa parrocchiale la conservazione della SS. Eucaristia 3472
2. Battesimo e fonte battesimale 3333
3. Celebrazione di matrimonio 4101
4. Esequie 4322
5. La chiesa che è insieme parrocchiale e capitol are 2385-2386
6. La solenne dedicazione 44 12
7. Istruzione CEI (I o aprile 1992)
- Chiesa annessa giuridicamente in senso proprio a una parrocchia 4484
- Parrocchie costituite o trasferite definitivamente in una chiesa già esistente 4485
- Parrocchie costi tuite o trasferite provvisoriamente in una chiesa già esistente 4486

CHIESA PARTICOLARE
I - Concetto e distinzioni 1904-1920
l. Un principio teologi co 1905-14912 e nota I
2. Le varie Chiese particolari 1913
3. La diocesi 1914-1917
4. La prelatura e l' abbazia territoriale 1918
5. Il vicariato e la prefettura apostolica 1919
6. L'amministrazione apostolica stabilmente eretta 1920
Il - La normativa essenziale 1921-1924
I. La circoscrizione territori ale 1921
2. L'erezione della Chiesa particolare, di competenza esclusiva del Romano
Pontefice 1922
3. La personalità giuridica "ipso iure" 1922
4. La divisione in parrocchie e in vicariati foranei 1923-19 24
III - Norme ulteriori 1925-1926
l . Chiese particolari 1925
2. Diocesi 1926
No ta nd a
I. La Chiesa particolare, una riscoperta e una rivalutazione del recente Concilio
1905
2. Rapp orti essenziali fra Chiesa universale e particolare 1906-1911
3. Elementi caratteriz zanti delle Chiese particolari 1912
4. Ricchezza teologica della definizione conciliare della diocesi 1914-1918
5. Chiese particolari assimilate giuridicamente alla diocesi 19 13
6. E le prelature personal i? 1666-1667
7. Il principio della territor ialità 1921
8. Chiese particolari di carattere personale 1921
9. Norme ulteriori circa le Chiese particolari 1925
Va ri a
I. La potestà ordinaria e immediata del Romano Pontefi ce sulle Chiese particolari
1779
2. La potestà del Vescovo Pastore della diocesi 1978-1980
3. I raggruppamenti di Chiese particolari: province e regioni ecclesiastiche, Concili
particolari , Conferenze Episcopali: cann . 431-459
- V. le singole voci
4. La struttura interna delle Chiese particolari: cann. 460-572
380 INDICE ANALITICO

5. I doveri dei fedeli verso la propria Chiesa particolare 1354


6. Chiese particolari che versano in gravi difficoltà per scarsezza di clero 1557-
1582
7. La capacità patrimoniale delle Chiese particolari 4567,2°
8. I beni temporali delle Chiese particolari 4571, 1°

CHIESA RETTORIALE
l. Istruzione CEI (1° aprile 1992)
- Chiesa rettoriaie con personalità giuridica: concetto e finalità 4467
2. L'ordinamento civile 4468
3. Le norme canoniche 4469
4. Il rettore e la sua responsabilità pastorale 4470
5. L'amministrazione 4471
6. Il soggetto giuridico 4472
7. La necessaria convenzione con l'eventuale proprietario della chiesa 4473
8. Chiesa rettoriale affidata a un Istituto religioso o a una Società di vita apostolica 4474

CHIESA RITUALE
I - Concetti previ
1. La pluralità dei riti esistenti nella Chiesa 772
2. Riti fondamentali: occidentale o latino e orientale 773
3. Ulteriori distinzioni relative alla Chiesa Latina: rito romano, ambrosiano,
mozarabico o visigotico 773
Il - Normativa
I. L'ascrizione alla Chiesa rituale prima dei 14 anni 774
2. Dopo i 14 anni 776
3. Il passaggio a un'altra Chiesa rituale 777-779
4. Una consuetudine giuridicamente irrilevante in ordine alla Chiesa rituale 780
5. Norme ulteriori 780

CHIESA ROMANA
I. Le prerogative apostoliche del Vescovo della Chiesa Romana 1766- I770; v. anche
"Romano Pontefice"
2. I Cardinali di Santa Romana Chiesa: v. "Cardinali"
3. Il significato del "pali io" concesso ai Metropoliti 2100-2101
- V. "Pallio"

CHIESA SUBURBICARIA
I. Assegnata in titolo dal Papa ai Cardinali dell' ordine episcopale 1835
2. Rapporti tra il Cardinale titolare e la Chiesa suburbicaria 1857
3. Elenco delle Chiese suburbicarie 1835

CHIESA UNIVERSALE
I. La Chiesa universale sussiste nelle Chiese particolari e dalle Chiese particolari 1905
2. Rapporti essenziali fra Chiesa universale e Chiese particolari 1906-1912
3. Il Pastore della Chiesa universale 1767,4°, 1779
4. Il governo della Chiesa universale durante la vacanza della Sede Romana 1783-1784
5. I doveri dei fedeli verso la Chiesa particolare e universale 1353-1354
INDICE ANALITICO 381

CHRISTrFIDELES
- V. "Fedeli di Cristo"

CIECO
- Il sacerdote cieco e la celebrazione della Messa 3461

CIMITERO
I. I cimiteri cristiani 4509
2. Il carattere sacro in senso proprio (se benedetti) 4390, 4513
3. Cimiteri propri della Chiesa per la tumulazione dci fedeli defunti o almeno spazi
particolari, compresi nei cimiteri civili 4511
4. La loro benedizione secondo il rito 4512
5. Il documento dell'avvenuta benedizione 4394
6. Cimitero proprio delle parrocchie e degl'Istituti religiosi (in senso largo): non c'è
bisogno dell'autorizzazione dell'Ordinario dci luogo 4514
7. Cimitero o sepolcro proprio delle persone giuridiche ecclesiastiche o di famiglie private
4514-4515
8. La tumulazione nelle chiese e negli oratori 4516-4517 e nota I
9. La disciplina dei cimiteri 4518
IO. Norme di carattere ecumenico 4519
Il . Questue nei cimiteri da parte dei religiosi 4520
12. La legislazione civile sui cimiteri 4521

CIRCOSTANZE DEL REATO


I. Circostanze esimenti 4818-4828
2. Circostanze attenuanti 4829-4839
3. Precisazioni 4840-4844
4. Circostanze aggravanti 4845-4849
5. Il diritto particolare 4850
Notanda
I . Concetto di circostanza esimente, attenuante, aggravante 4817
2. Le circostanze esimenti escludono giuridicamente non solo la punihilità, ma lo stesso
delitto 4818 , nota I
3. Cause e circostanze esimenti che, per diritto comune, escludono l'imputahilità e, di
conseguenza, la pena 4818-4828
4. Cause e circostanze attenuanti che, per diritto comune, diminuiscono l'imputabilità c,
conseguentemente, alleggeriscono la pena 4829-4839
5. Cause e circostanze aggravanti, che danno al giudice o al superiore la facoltà
discrezionale d'imporre una pena più grave di quella stabilita dalla legge 4847-4849
6. Relativamente alle pene "latae sententiae", le circostanze attenuanti sono del tutto
esimenti 4841
7. Tre particolari circostanze, prive giuridicamente di valore esimente o attenuante 4842-
4844
8. La recidiva come circostanza aggravante 4845
9. Circostanze aggravanti e pene "latae sententiae'' 4849
IO. Altre possibili circostanze esimenti, attenuanti o aggravanti, stabilite per legge
particolare o decreto 4850
382 INDICE ANALIT ICO

CITAZIONE GIUDIZIARIA
I - Nel giudizio contenz ioso ordinario
I . La citazio ne delle parti: v. "Giudizio contenzioso ordinario"
2. La reite razio ne della citaz ione
- Alla parte convenuta: can. 1592
- Alla parte attrice: can. 1594. n. I
3. L'i stanza della lite ha inizio con la citazione: cann. 15 17, 1587
4. La citazione dei testi: cann. 1556-1557
5. La mancata cita zione del promotore di giustizia o del difensore del vincolo : can.
1443
6. Il foro competente "ra tione praeventionis" , che per primo abbia citato
legittimamente la parte convenuta: ca n. 14 15
II - Nel processo contenzio so orale
I. La prima citaz ione per l' inizio del giudizio : can. 1659, § I
2. La seco nda citazione per l'udienza: can. 1661, § I
III - Negli altri processi
I. Nel processo documentale: can. 1686
2. Nella causa di nullità matrimon iale: can. 1677, § l
3. Nel processo penale: cann . 1722, 1723, § l

CITTÀ DEL VAT ICANO


- Istituti e orga nismi della Città del Vaticano: di mission i da essi da parte dei Padri
Cardinali 1852

CLAN DEST INO


l . Matrimoni cla ndesti ni soppressi dal Concilio di Trento (I l novembre 1563) 4063
2. Il Decreto definitivo disposto da San Pio X (2 agosto 1907) 4064

CLAUS OLE
l . Clausola proibitiva di consuetudini future 370-37 1 e nota 4
2. Clausola derogatoria in atti amministrativi singolari 434
3. Clausole cond izionali, espresse mediante le particelle si, nisi, d ùmmodo 438-439 e nota
2
4. La clausola ad beneplacitum nostrum nella concessione di privilegi 578-579
5. Divieto di matrimonio con clausola dirimente, non consen tita agli Ordin ari del luogo
3845 e nota 4
6. Clausole e condizi oni nelle pie volontà, in contrasto col diritto dell 'O rdinario. esecutore
nato di tutte le pie volontà 4740

CLAUSURA
La clausura religiosa
I. Funzione e valore: cenni storic i 2897-2898
2. Le varie specie di clausura: com une, costituzionale, papale 2899
3. La facoltà del Vescovo diocesano, relativamente ai monasteri femminili esistenti nella
sua diocesi con clausura papale o costituzio nale 2900
4. Quel che comp ete alla Superiora 290 1
JNDICE ANALITICO 383

CLERGYMAN
l . Abito talare o clergyman 1627
2. Descrizion e 1627, nota 5
3. V. "Abito", n. I

CLERICALE
l . Associazion i clericali di fedeli 1696
2. Istituto clericale: v. " Istituto clericale"
3. Società clericale: v. "Società clericale"
4. Stato clericale: v. "Stato clericale"

CLERO
l . Collaborazio ne tra clero secolare e religiosi- 2645
2. II decoro so sostentamento del clero (can. 1254, § 2) 4566
- Cfr. anche eann. 222, § I , 384, 1274, § I , 1350, § I
3. L' organizzazione dcIIa previden za sociale per il clero 4640
4. V. "Chierici" - "Chierici secolari" - "Sacerdoti" - " Diaconi"

CLINICHE
- L'amministrazione del battesimo nelle cliniche e negli ospedali 3334

COABITAZIONE
I. Il dovere e il diritto dei coniugi alla convivenza coniugale 4233-4234
2. La coabitazio ne dei coniugi e la presunzione giuridica della consumazio ne del
matrimonio 3675
3. La "pacifica coabitazione senza offesa al Creatore", nell' applicazione del privilegio
paolino 42 l2,2°e3°, 42 14, 4217
4. L'i mpossibili tà di ristabilire la coa bitazione coniugale nel privilegio della fede fondato
sulla potestà vicaria del Romano Pontefice 4228

COADIUTORE
I. Vescovo coadiutore: v. "Vescovo coadiutore"
2. Coadiutore parrocchiale: v. " Vicario parrocchiale"

CODICE DI DIRITIO CANONICO


Intr oduz i o n e
I - Jl Codice di Diritto Canonico Latino
I. Concetto di Codice l
2. Le collezioni del primo periodo 2-15
- [ Padri Apostolici
- Concili della Chiesa e atti del Romano Pontefice
- Principali Collezioni
- Collezioni peniten ziali, liturgiche e formulari
3. Il "Corpus Iuris Canon ici" 16-23
- Le Collezioni del "Corpus"
- Il "Decreto" di Graziano
- Le " Decretali" di Gregorio IX e il "Libro Sesto" di Bonifacio VIII
- Le Costituzioni Clementine e "Extravaganti"
4. Le fonti successive 24-35
384 INDIC E ANA LITICO

- Gli atti dei Concili di Trento e del Vaticano I


- Gli atti dei Romani Pontefici
- Le Congregazioni Romane e il Tribunale della Rota
5. Il Codice di Diritto Canonico del 1917
- Una necessità che s' imponeva da più tempo 37-39
- L' opera di Pio X e di Benedetto XV 40-42
- Caratteri e valore del Codice pio-benedettino 43-48
6. Il nuovo Codice dci 1983
- I "principi direttiv i" del 1967 54-55
- La "Legge fondament ale" della Chiesa 56
- Dati statistici e collegialità dell'opera 57-62
- La promul gazione di Giovanni Paolo II 63-65
- Caratteri e finalità 68-74
- Alcune riserve 75-89
- L' apertura ai laici 85-89
- l voti del Romano Pontefice 90-92
II - Il Codice di Diritt o Canonico per le Chiese Oriental i
I. La lunga preparazione
- I riti fondamentali delle Chie se Orientali Cattoliche 93
2. L'opera di Pio IX, di Pio XI e di Pio XII 95-98
3. I principi direttivi della Commi ssione Pontificia 99- 100
4. La promulgazione di Giovanni Paolo II IOI-I 04
5. Contenuto e struttura del Codice 105-107
6. Precipue caratteristiche 108-113
7. Voti e speranze 114-115

CODICE DI DIRlTTO CANONICO LATINO


r- Il Codice di Diritto Canonico 1917
l . Abrogato co n l' ent rata in vigore del nuovo Codice 162
2. Abrogate altre leggi 163
3. Leggi non abrogate 166
4. Altre leggi che restano in vigore 167
5. Il richiamo di leggi precedenti 168
II - Il Codice di Diritto Canonico 1983
I. I destinatari 123-133
2. Diritto Canonico e Liturgia 134-137
3. Le co nvenzioni concordatarie 138-147
4. Diritti ques iti e privilegi 148-157
5. Le consuetudini 158- 161
6. Effetti abrogativi 162-167
7. Il rich iamo di leggi precedenti 168
8. La recezione di leggi civili: v. "L egge civile"
III - Notanda
I. Leggi abrogate eol nuovo Codice 162-165
2. Leggi non abrogate né abrogabili 166
3. Leggi che restano in vigore 167
INDlC E A NALlTICO 385

CODICE FONDAMENTALE
- Codice fondamentale degl'Istituti di vita consacrata: v. "Cos tituzioni"

COGNAZIONE LEGALE
- V. " Parentela legale"

COLLATERALE
- V. "O bliquo"

COLLAZIONE
I - La collazione o conferimento degli uffi ci ecclesiastici
I. Concetto I069
2. Competenza
- Nomine proprie del Romano Pontefice o eventuale conferma 1070-1071
- Il diritto del Vescovo diocesano e presunzion e in suo favore 1072-1073
- Nomine proprie del Vescovo diocesa no 1074
- Nomine di competenza dell 'Ordinario del luogo 1075
- Nomine vietate ali' Amministratore diocesano 1076-1077
- Nomine condizion ate al parere o al consenso di determin ati organi o di
determinate persone 1078
3. Notanda
- L'obbli go dei chierici di accettare e di adempiere fedelmente gli uffici e
gl' incarichi affidati loro dal proprio Ordinario 1081
- Il conferimento di uffici ecclesiast ici diocesani a religiosi 2930 e note 3-4
- Il conferimento di parrocchie 2438-2440 e nota 8
- Può un Superi ore ecclesiastico nominar e se stesso a un ufficio ecclesiastico?
1069, nota I
Il - Il conferim ento degli uffici negl 'Istituti religio si
- Una norma per i superiori c per i religiosi elettori 2752-2754
III - Il confe rimento dei minister i
I. Il conferimento stabile a laici di sesso maschile 1422
2. Il conferimento tempor aneo a laici senza distinzion e 1424-1425
3. V. anche "Ministeri"

COLLEGI ALE - COLLEGIATO


l . Atti collegiali: v. "Alli collegiali"
2. Chiesa collegiale o collegiata: Capitolo collegiale o collegiato: v. "Capitolo di canonici"
3. Tribun ale collegiale: v. "Tribunale collegia le"

COLLEGIALITÀ
l . Il principio della collegialit à organica nella Chiesa 1788 e nota 4
2. In unione col Romano Pontefice, anche il Collegio Episcopale è soggetto di suprema e
piena potestà su tutta la Chiesa 1790
3. La " Nota esplicati va previa", annessa alla CoSI. Lumen Gent ium per mandato di Paolo VI
1791
4. Ulteriore approfondimento 1792-1797
386 INDICE ANALITICO

COLLEGIO
Prospetto
I. Collegio Apostolico
2. Collegio dei Cardinali
3. Collegio dei consultori
4. Collegio Episcopale
5. Colleg io giudicante
6. Collegio di persone
7. Collegio dei Vescovi

COLLEGIO APOSTOLICO
- Il Collegio Apostolico continua e si perpetua nel Collegio Episcopale 1763-1764

COLLEGIO dei CARDINALI


l . Cenni storici IS30
2. Funzione e compiti 1831
3. Princip ali attribuzion i 1832
4. L'indecisione di Paolo VI 1833
5. I tre ordini 1834-1835
6. Il diritto di opzione 1836
7. Senato del Papa? 1831
8. V. anche " Cardinali"

COLLEGIO dei CONSULTORI


I. La costitu zione 2336-2347
2. Competenze e attribuzioni 2348-2353
Notand a
I. Costituzione, composizione e durata in carica 2337-2342
2. I compiti 2058, 2343
3. La presidenza 2345
4. La facoltà della Conferenza Episcopale di affidare i compiti del Collegio dei consultori al
Capitolo cattedrale 2346, 2358, nota I
5. Competenze e attribuzioni del Collegio dei consultori
- Sede piena 2349-2350
- Sede impedita 2351
- Sede vacante 2352
6. Il governo della diocesi fino alla nomina dell'Amministratore dioce sano 2056, 3°,
2057
7. La presenza del Collegio dei consultori nella presa di possesso del Vescovo diocesano,
del Vescovo coadiutore e ausiliare in caso di completo impedimento del Vescovo 2353,

8. Norme della CEI (1 ° aprile 1992) 2354

COLLEGIO EPISCOPALE
- V. " Collegio dei Vescovi"

COLLEGIO GIUDICANTE
- V. " Tribunale collegiale"
INDICE ANALIT ICO 387

COLLEGIO di PERSONE
l . La persona giuridica collegiale 800
2. La procedura per gli atti collegiali: v. "Atti collegiali"
3. La procedura per l' elezione a un ufficio ecclesiastico: v. "Elezione a l/Il ufficio
ecclesiastico"
4. La procedur a per la presentazione: la medesima procedura prescritta per l' elezione 1092
5. La norma per la postulazione 1193

COLLEGIO dei VESCOVI


I - Il Romano Pontefice e il Collegio Episcopale
I. Il can. 330 e il suo contenuto dornmatico-giuridico 1673
2. Nel Collegio Episcopale continua e si perpetua il Collegio Apostolico 1763-
1764
3. Il Romano Pontefice, successore di Pietro, e i Vescovi, successori degli Apostoli:
carattere diverso della modalità di successione 1764
II - Il Collegio dei Vescovi
I. La potestà del Collegio Episcopale 1789-1797
2. L'esercizio della potestà 1798
3. Il Concilio Ecumenico : v. "Concilio Ecumenico"
4. Norme ulteriori 1805
Not a n da
l. Il principio della collegialità organica 1768 e nota 4
2. In unione col Romano Pontefice, anche il Collegio Episcopale è soggello di
suprema e piena potestà in tutta la Chiesa 1790
3. I Vescovi sono membri del Collegio Episcopale a una duplice condizione: la
consacrazione episcopale e l'effettiva comunione gerarchica con il Capo c con i
membri del Collegio stesso 1790
4. Non è sufficiente la consacrazione episcopale 1934
5. La "Nota esplicativa previa", annessa alla Cost. Lumen Gentium per mandato di
Paolo VI 1791
6. Ulteriore approfondimento 1792-1797
7. Principali nonne ulteriori relative al Collegio Episcopale (cann. 749. § 2, 752-
754, 1372) 1805

COLLETIE
I. Raccolta di offerte e questue
- Necessaria la licenza scritta del proprio Ordinario c dell'Ordinario del luogo 4590-
4592
- La competenza della Conferenza Episcopale 4590-4592
2. Collette speciali ordinate dall'Ordinario del luogo 4593-4595
3. V. anche "Gi ornate"

COLLETIIVO
l . L' assoluzione sacramentale in forma generale o collettiva
- Le condizioni prescritte 3535-3539
- Condi zioni ed obblighi del penitente 3540
2. La doverosa testimonianza "quasi-collettiva" di carità e di povertà da parte degl'I stituti
religiosi 2808
388 INDICEANALITICO

COLLEZION I CANON ICHE


Collezioni canon iche de l Diritto della Chiesa
I. Il primo periodo 3- 15
2. Il "Corp us luri s Cano nici" 16-23
3. Le fonti succe ssive 24-35

COL LUS IONE


l . Il perico lo di collusione nei giudizi e una norma per il giudice 5480
2. Differenza tra coll usione e suborn azione 5480

COLPA-COLPEVOLEZZA
I. Obb ligo di risarcire i danni arrecat i con dolo o colpa 909
2. La colpa o il dolo come condizione di punibili tà di reato 48 11 ,2 0
3. L'ignoranza co lpevole e non co lpevole: v. " Ignoranza"
4. Reato commesso in stato d'incoscienza colpevole 483 1
5. Danni arreca ti per negligenza colpevo le 50 16
6. V. anc he "Imputabilità pena le" - "Ri sarcimento dei danni"

COLPOSO
- Delitto colposo: v. "Delitto colposo"

CO MMENTATORE
- L'uffi cio di "com mentatore" nelle azion i liturgiche 1424

COMMERCIO
Le attività commerciali e affaristiche vietare ai chierici
l. Cenni storici sulla proibizione 1637
2. Differe nza tra " negolialio" e "mercatura" 1636
3. Conte nuto del divieto 1638
4. Estensione del divieto a tutti i religio si, chierici e non chierici 1639, 29 12
5. Esclus ione dei diaconi permanenti 1630
6. Sanzioni eontro i trasg ressor i 1637, 1639. 5026

COMM ISSA RIO


- La nomina di un Commi ssario nelle pubb liche associazioni di fede li da parte della
competente auto rità ecclesiastica 1739

COMM ISSIONE per gli ARCHIVI ECCL ESIASTICI D'ITA LIA


I. Istituita da Pio XII (a. 1955) 2256
2. Eretta in persona giuridica da Giova nni XXIII (a. 1960) 2256
3. Co mpiti della Commissione 2256 , nota l

COM MISSIO NE TEOLOGICA INTERNAZIO NALE


- Il documento: "Seize thèses de christologie sur le sacrem ent de mariage" (6 dico 1977)
3724

COM MISSORIO
- Atti ammi nistrativ i singo lari in forma com missoria e graziosa 440-442
INDICE ANALITICO 389

COMMORATIO MENSTRUA
- V. "Menstrua commoratio"

COMMO RATIO NON PRECARI A


- Soppresso il foro "ex commoratione non precaria", ammessa da Paolo VI: cfr. can. 1673

COMMUNICATIO IN SACRIS
I. Il problema della "cornmunicatio in sacris" con i fratelli separati e la norm a generale
33 10-33 12
2. Il div ieto della concelebrazione eucaristica 3420-3422
3. Il reato di "communicatio in sacris" 4980
4. Celebrazioni perme sse
- La celebrazione dell' Eucaristi a in chiese non cattoliche , con la licenza dell'Ordinario
del luogo 3469
- L'amministrazione e la recezionc di tre particolari sacramenti (la penitenza,
l'Eucaristia e l' unzione degl'infermi) in determin ate cireostanze 33 13-33 18
- La ce lebrazione del matrimo nio misto davanti a un ministro sacro ortodosso 4148 e
nota 6
- La celebrazione delle esequie 4335

COMMUTAZIONE
I. La commutazione dei voti: v. " Voto"
2. Dei giuramenti prom issori: v. " Giuramento"
3. Dell'obbligo dell ' osservan za dei tempi sacri: giorni festivi e peniten ziali 4526-4528
4. La commutazione della pena nei processi penali 4929, 4930,2°

COMPARIZIONE IN GIUDIZIO
I . Norma generale sull'obbligo della comparizione personale delle parti, prescritta dalla
legge o dal giudice 5285
2. La compariz ione delle parti, per la concordanza dei dubbi 5362, 5372-5373
3. La comparizione spontane a 5362
4. Comparizio ne mancata: v. "Mancata comparizione in giudizio"

COMPETENZA
Principi e no rme di ca rattere generale
1 - La competenza della Chiesa
I. La tripli ce funzione
- Di gove rno (munus regend i): v. "Potes tà di governo"
- D' insegnamento (munus docendi ): v. "Funzione d'in segnare dell a Chiesa"
- Di sant ificazionc (munus sanctificandi): v. "Funzione di santificare dell a
Chiesa"
2. La potest à punit iva e giudiziaria 477 1, 5087-5089
3. La disciplin a e l' ordin amento della sacra Liturgia 329 1
4. L' ascrizione de i Ser vi di Dio all'albo dei Beati e dei Santi 4345
5. La disciplina dei matrimoni dei cattolici 3757-3760
6. L'opera educativa 3 19 1
7. La formazione dei ministri sacri 1449-145 0
390 IND ICE ANALITICO

Il > La competenza dello Stato


I. La disciplina degli effetti puramente civili del matr imon io 3757
2. Le cause relative 5207
Il I - La comp etenza dei vari organi ecclesiastici
I. La co mpetenza de l Romano Pontefice 1766-1769, 1778- 1779
2. La co mpetenza de l Colleg io dei Vescovi 1790, 1798
3. La competenza del Collegio dei Card inali 1831-1832
4. La com petenza della Curia Rom ana c dci suoi vari organismi 1870-1877
5. La com pete nza delle Conferenze Episco pali 2 130-2 137
6. La com petenza del Metropolita 2093 -2099
IV - La competenza del Vescovo diocesano e dei vari organismi che prestan o la loro
opera
I . La competenza del Vescovo diocesano
- La potestà pastorale: ordinar ia, prop ria e immediata 1952-1955
- La trip lice funzione : legislativa, esecutiva e giud iziaria 1978-1980
2. La competenza dell' Amm inistratore diocesano 2071
3. La competenza de l Vescovo coadi utore e dci Vescovo ausiliare mun ito di facoltà
speciali 2028
4. Del Vescovo ausiliare semplice 2069
5. Del Vicario generale e del Vicario episcopale 2230-2232
6. Del Vicario giudiziale e dei giudici 1979
7. Del Vicario foraneo 2531 -2535
8. Del Co llegio dei consultori 2343 , 2348-2352
9. Del Consiglio per gli affari eco nomici 2284 -228 8
lO. Dell' Economo diocesano 2296 -2297
I l. Del Consiglio presbitcralc 2307-2308
12. Del Consigl io pastorale 2396
V - La competenza giudiziaria
I. La competenza della Chiesa
- Nei giudi zi in genere 5087-5 088
- Nelle cause matrimoniali dei battezzati 5699-570 1
2. La competenza de l Roma no Pontefice 5 130, 5205
3. Della Seg natura Apostolica 52 18-522 1
4. Della Rota Rom ana 5 108, 5209 , 521 1-52 14
5. La co mpetenza de l giudice nei giudizi in genere
- V. "Foro eccle siastico " - "Incompetenza"
- V. anche nn. 5098 -5099 : differenza tra "g iurisdizione" e "competenza"
6. La competenza nei processi matrimoniali
- Nelle cause di nullità matrimoniale: v. "Processo matri moniale di nullità"
- Nelle cause di separazio ne dei coniugi 5760-5763
- Nel processo per la dispensa "s uper rata" 5778-5781
- Nel proce sso di morte presun ta del coniuge 5837 -5838
7. La competenza nelle cause per la dichiarazione di nullità della sacra ordinazione
5853
8. I eontlitti di competenza fra i tribunali 5126
VI - Problemi d'incompetenza
- V. " Incompetenza "
INDICE ANALI TICO 391

COMPILATIONES ANTIQ UAE


- Le cinque collezioni più importanti di Decretali, raccolte fra il 11 87 e il 1272

CO MPLETAMENTO DELLE PRO VE NEI GIUDIZI


- Nel processo contenzioso ordinario: can. 1498, § 2 5542

CO MPLICE - COMPLIC ITÀ


1. L' assolu zione de l complice "in peccato turpi" 3568
2. La sanz ione penale 4999-5000 e note 1-3
3. Il divie to per il co nfessore d'i ndagare sul nome del complice 357 1
4. Compli ci di reato: v. "Concorso", n. 2

COMPOS SUI
l. Il fanciullo prima dei selle anni non è cons iderato responsab ile delle sue azioni (compos
sui): can. 97, § 2
2. Assimi late agl' Infami le persone destitui te abitualmente dell'u so di ragio ne: can. 99
3. Una condizione esse nziale per la rinunzia a un ufficio eccles iastico: can. 187
4. Norma in ordine al battesi mo: can. 852. § 2
5. L' a mministrazione del Viatico: can. 922
6. L' amministr azione dell'u nzione degl'infermi: can. 1006
7. Il co nsenso matri moniale: can. 1095
8. V. anc he "Amenza" - "Infe rmità" - " Psichico" - "Uso di ragione"

COMPROMESSO
I. Compromesso nelle elezioni
- Norme 11 61-1166
- PUÒ il com promis sario desig nare se stesso? 11 65
2. Compromesso arbitrale: v. "Transaz ione"

COMPUTO DEL TE MPO


l. L' incidenza giuridica del tempo 1301
2. L' applicazione delle norme relative al s uo computo 1302
3. Tempo continuo e tem po utile 1303
4. Il tempo utile co ncesso espressamente dal diritto 13 14
5. Il giorno, la settimana, il mese, l'anno 1305-13 IO
6. Il "dies a quo" e il "d ies ad quem" 1309-1 313

COMU NICAZIONE IN SAC RIS


- V. "Communicatio in sacris"

COMUN ICAZ IONE SOC IALE


- V. "Mezzi di comu nicazione socia le"

COMUNION E ECCLES IALE


l . La co munio ne ecc lesiale. carattere esse nziale del cristiano 680
2. Chi è nella piena comunione della Chiesa Catto lica 1326-1327
3. La posizione dei fratelli separat i 132R-133 l
4. La posizio ne dei catecumeni 1332- 1334
392 INDICE ANALITICO

5. La comunione vitale con la Chiesa, il primo dovere fondamentale del cristiano 1335-
1345
6. Lo scisma 3114
7. II senso della comunione parrocchiale, diocesana ed ecclesiale universale: il dovere del
parroco 2462
8. L'azione apostolica deve svolgersi nella comunione della Chiesa 2919
9. Cumunione ecclesiale e sacramenti 3101
IO. Necessità giuridica della comunione ecclesiale
- Per la promozione a un ufficio ecclesiastico: significato di tale comunione ecclesiale
1047-1050
- Per la conservazione di un ufficio ecclesiastico 1266
- Per la valida iscrizione in un'associazione pubblica di fedeli 1728
- Per far parte del Consiglio pastorale 2397
- Per poter dare validamente il proprio voto nelle elezioni a un ufficio ecclesiastico
1142
Il . Il turbamento della comunione ecclesiale in parrocchia, uno dei motivi di rimozione del
parroco 5939
12. V. anche "Comunione gerarchica"

COMUNIONE EUCARISTICA
I. Il diritto e il dovere d'ogni fedele 3429
2. Gli esclusi 3434
3. Lo stato di grazia 3435
4. L'obbligo della Comunione almeno annuale 3446
5. Esortazione alla Comunione frequente 3400,2°
6. La prima Comunione: v. "Prima Comunione"
7. La Comunione sotto forma di Viatico agl'infermi : v. "Viatico"
8. Esortazione ai religiosi 2889
9. La seconda Comunione nello stesso giorno 3436
lO. Durante la Messa e fuori della Messa 3437
1J. Per sé, sotto la sola specie del pane 3455-3456 c nota 2
12. Il digiuno eucaristico : V. Digiuno eucaristico
13. Comunione e matrimonio 3799
14. Per essere ammessi all'ufficio di padrino nel battesimo e nella confermazione 3353,
3°, 3386
15. Il ministro della Comunione 3424-3426
16. La recezione dell'Eucaristia da parte di ministri non cattolici , e l'amministrazione
dell'Eucaristia da parte di ministri cattolici a fedeli non cattolici 3312-3317
17. Per altre norme, v. "Eucaristia", n. III

COMUNIONE FRATERNA
l. Negl'Istituti di vita consacrata 2674
2. Negl 'I stituti secolari 3029
3. Nelle Società di vita apostolica 3064

COMUNIONE GERARCHICA
l . La comunione gerarchica tra il Papa e i Vescovi e tra i Vescovi stessi 1780, 1790
2. La "Nota explicativa praevia" , annessa alla Cost. Lumen Gentil/m per mandato di Paolo
VI 1791
3. Ulteriore approfondimento 1792-I 797
4. Il "pall io" dei Metropoliti 2100
INDICE ANALITICO 393

5. La comunione dei diaconi col Vescovo e col presbiterio (can. 757) 3 127
6. La com unione degl' Istituti di vita consac rata con la Sede Apostolica 2467

COMUNISTI
- Il matrimonio dei comunisti 38 15

COMUN ITÀ di BASE


- Cfr. Enchir. VaL, voI. 5. pp. 1077-108 1

COMUNITÀ CRISTIAN A
- Il dovere della comunità cristiana di favorire le vocazioni 1451

COM UNITÀ ECCLESIALE


- Comunità ecclesiali equiparate alle Chiese particolari (can. 134, § I) 1914, 1956

COMUN ITÀ ECCLE SIALE NON CATTOLICA


I. In relazione ai fratelli separati, il Codice fa distinzione tra "C hiesa" e "comunità
ecclesiale" 3317, nota 2
2. L'espressione "Chiese o comunità eccles iali che non sono in piena comunione con la
Chiesa Catto lica" ricorre in vari canoni: 364, n. 6, 463 . § 2, 874, § 2, 908, 933; 1124.
1183, § 3, ecc.

COM UNITÀ di FEDELI


- La denominazio ne ricorre in più canoni: 23, 25, 29, 38 1, § 2, 5 15, § I, 5 16, § I, 564.
1223, ecc.

COMUNITÀ RELIGIOSA
1. Concetto e condizioni 2700-270 1
2. L' erezione di una comunità locale 2706, 3072
3. Per il resto, v. " Istituto religioso"

CONATO DI DELITTO
- V. "Delitto consumato e non consumato"

CONC ELEBRAZIONE
I. La facoltà dei sacerdoti 3408
2. Il divieto di concelebrazione con sacerdoti e ministri di Chiese o comu nità ecclesiali, le
quali non sono in piena comunione con la Chiesa Cattolica 3420-3422
3. Norme relative all'offerta 3489, 3504 e nota 3

CONCERT I NELLE CHIESE


- Disposizioni giuridico-pa storali 4397, nota I

CONCESSIONE OR ALE
- Concessione di grazie e di facoltà fatta oralmente 508
394 INDICE ANALITICO

CONCILIARISMO
- Grave errore ecclesiologico circa l' autorità del Romano Pontefice e del Co ncilio
Ecumenic o 4990, nota 1

CONC ILIAZ IONE


I. Uno dei primi doveri del giudice: la composizione della lite e la conciliazione delle parti
- Nei giudizi in genere 5225 -5226
- Nelle cause di nullità matrimoniale 5706
- Nelle cause di separa zione dei con iugi 577 1
2. L'u fficio o co nsiglio di conciliazio ne, da istituire in ciasc una dioces i, a fine di comporre
equamente le vertenze che dovessero sorgere con l'autorità: v. " Uffi cio diocesano di
conciliazione"

CONCILIO
Prospetto
I. Conci lio ecume nico
2. Conci lio particolare
3. Conci lio provi nciale
4. Concilio regiona le

CO NC ILIO ECU ME NICO


1. La potestà del Romano Pontefice 1800
2. I membri del Co ncilio 180 1
3. La sospensione del Concil io Ecumenico "ipso iurc" 1802
4. Le del iberazioni collegiali dci Co rpo Episcopale 1803- 1804
5. Norm e ulteriori 1805
Notand a
I. I Concili Ecumenici nella storia 1799, noia 5
2. La convocazione de i primi otto Concili Ecu menici da parte de ll' Imperatore romano
i 800, noia 6
3. Mem bri di diritto e membri agg iunti 180 1
4. La con ferma delle delib erazioni conciliari da parte del Rom ano Pontefic e 1803-1804
5. Nonne ulteriori : cann, 749 , § 2,833, § l, 1371, 1372 , 1662
6. V. "Conciliarismo"

CaNCILla PARTICO LARE


I. Introduzione 2 105-2 106
2. Concetto e distinzio ni 2 107-2 108
3. L' iniziativa della celebrazione 2109-2 110
4. Poteri direzionali 2 11 1-2112
5. La parte cipaz ione 2 113-2119
6. Le de libera zioni 2 120-2 123
7. Norme ulteriori 2124- 2125
No ta n d a
I. Una istitu zio ne molto antica, a cui il Concilio Vaticano /I ha inteso ridare vigore 2 106-
2 107
2. Co neilio particolare plenari o e provinciale 2 108
3. La previa approvazione della Santa Sede 2 109
INDICE ANA LITICO 395

4. Membri di diritto e facoltativi , memb ri con voto deliberativo e con voto consultivo
2 113-2 117
5. Semplici osp iti 2118
6. Finalità e poteri del Conci lio particolare 2 121
7. La promu lgazione dei decreti conciliari c la "praevia recognitio" da parte della Santa
Sede 2122
Varia
l . La professione di fede dei partecipanti al Concilio: can. 833. n. I
2. Il doveroso ossequio da parte dei fedeli: can. 753
3. La dispen sa dalle leggi, emanate dal Concilio plenario o provinciale, da parte
dell'Ordin ario del luogo: ca n. 88
4. La determinazione dell' offerta per l'applicazione della Messa : can. 952
5. Può un Con cilio particolare o una Conferenza Episcopale abrogare o derogare una legge
em anata da un Vescovo diocesano che faccia parte del Concilio o della Con ferenza?
337

CONC ILIO PLE NARIO


I. Concilio plenario e provinciale 2 108
2. L'ini ziativa della celebrazio ne 2109
3. La previa approvazione della Santa Sede 2109
4. Co mpetenze della Co nferenza Episcopale 2 111
5. La partec ipazio ne dei membri 2113-2119
6. Poteri e de liberazioni del Concilio 2120 -2 122
7. La "prae via recogn itio" della Santa Sede 2122
8. Può la Conferenza Episcopale abroga re, derogare. modificare le norme emanate dal
Concilio plenario del proprio territorio? 2 123
9. V. anche "Conci lio particolare"

CONCILIO PROVINCI ALE


I. Conci lio provinciale e plenario 2 108
2. Concili provinciali che hanno bisogno della previa approvaz ione della Santa Sede 2 109
3. L'in iziativa de lla cele brazione 2109
4. Periodicità 2109
5. Divieto di convocare il Co ncilio provinciale durante la vacanza della sede metropolitana
2 109
6. Ncl caso che la vacanza sopravvenga durante la celebrazione del Co ncilio 2 110
7. Le co mpetenze de l Metropolita 2 112
8. Il valore del "con senso" di cui al can , 442, § l 2112
9. La parteci pazione dei membr i 2113-2 119
IO. Poteri e de liberazio ni del Co ncilio 2120-2 122
II . La "praevia recognitio" da parte della Santa Sede 2122
12. Può un Co ncilio pro vinciale abroga re, derogare, modificare le leggi emanate dai
Vescovi che fanno parte di esso 337
13. V. anche "Concilio particolare"

CONC ILIO REGIO NALE


I. Concili regionali in Italia 2125
2. V. anche "Regione conciliare"
396 INDICE ANALITICO

CONCISTORO
- Nozione e distinzione 1846-1850

CONCLAVE
- L'obbligatorietà del conclave nella elezione del Romano Pontefice (Concilio di Lione, a.
1274) 1771,3°

CONCLUSIONE IN CAUSA
l. La normativa nel giudizio contenzioso ordinario 5543
2. Il decreto della conclusione in causa chiude, per sé, la fase istruttoria, che può essere
riaperta dal giudice solo nci casi previsti dal diritto 5546
3. L'ammissione di un terzo in causa 5533
4. La presentazione delle difese e delle osservazioni 5547
5. In caso di morte di una delle parti, di cambiamento di stato o di cessazione dallo stato
5384-5385

CONCORDATO
- V. "Convenzioni concordatarie"

CONCORRENTE-CONCORRENZA
l . Concorrenza di competenza in autorità dello stesso o di diverso grado 1004
2. Foro concorrente nei tribunali di prima istanza 5101, 5114, 5120

CONCORSO
l. La legge del concorso alle parrocchie e ad altri uffici ecclesiastici
- Soppressa da Paolo VI 2445
- Il Codice non ne fa parola 2445
- Una norma del Direttorio dei Vescovi 2445
2. Concorso o complicità nel delitto
- Concetto e distinzioni 4856
- Concorso formale, ossia intenzionale, e non semplicemente materiale 4856
- La norma penale circa le pene "ferendae" e "latae sententiae" 4857-4858
- Nel caso concreto, occorre valutare la responsabilità soggettiva di ciascuno dei
complici 4859
3. Concorso o cumulo di reati 4933

CONCUBINARI - CONCUBINATO
l. Concetto di concubinato e sua distinzione dalla prostituzione, dal semplice adulterio c
dalla relazione saltuaria; non si richiede per altro la convivenza nella medesima casa
3975
2. Un concubinato notorio o pubblico dà origine all'impedimento dirimente di pubblica
onestà 3975
3. Pene contro i chierici concubinari 5031
4. Applicazione al religioso, al membro d'Istituto secolare o di Società di vita apostolica
5032

CONDANNA CONDIZIONALE
- Condanna condizionale e recidiva 4930, 30
INDIC E ANALIT ICO 397

COND ANNATORIO
- V. "Declaratori o"

CONDIZIO NE
I - Condizioni apposte
I. Negli atti amministrativi: clausole per la validità e norme per l' esecuzione 437-
439 e nota 2, 450
2. Negli atti giuridici, quando l'ignoranza o l' errore ricadano in una condizione
"sine qua non" 882
3. Nelle elezioni 11 54, 11 64, 11 66, 2°
4. Nel matrimonio
- Condizioni "de praeterito, de praesenti, de futuro" 4030 ss.
- Cond izione potestativa "de futuro" 4036
5. Nelle pie volontà (can. 1301, § 3) 4740
6. Nelle rinunzi a del parroco, invitato dal Vescovo a dimetters i 5954
7. Nel consenso dato dal Vescovo diocesano per l'erezione di una casa religiosa in
diocesi 27 11
8. V. anc he " Clausole"
Il - Atti posti ..sub conditione "
l . L' ammini strazione sotto condizione del battesimo. della confermazione e
dell' ordine sacro 33 18
2. L'amministrazione del battesimo in particolare 3347
3. La remissione dell a pena sotto condizione 4966
4. La cond anna cond izionale 4930. 3°
111 - Il venir meno della condizione nel voto e nel giuramento
- La cessazione del voto e del giuramento promissorio 436 3, 3°. 4383, 4°
IV - Condizioni nel senso di "requisiti "
- V. "Requisiti"

CONDIZIONE CANONICA
I . La condizione canonica delle persone fisiche: in rapporto all'età. al luogo, al vincolo
personale, al rito ecclesia le: v. " Persona fisica"
2. La condizione canonica del membro di un Istituto secolare 30 19

CONDO NO
1. Condono e giuramento promissorio 4383 , l °, 4385
2. Cond ono nel se nso di "perdono": v. " Perdono"

CONFEDERAZIONE
I. Aggregaz ione, divisione , fusione , unione, soppressio ne, ecc. d' Istituti di vita consacrata
o di Società di vita apostoli ca: concetto e norme 2621-262 7
2. La confed erazione di associazioni pubbliche 1724

CONFE RENZA EPISCOPALE (cann. 447-459)


1. 1ntrod uzione 2127-2129
2. La nuo va istituzio ne ecclesiale 2 130-2 150
3. La funzione legi slativa 2151 -2164
398 INDICE ANALITICO

4. Il Consiglio permanente e la Segreteria 2165-2166


5. I rapporti fra le Conferenze 2168-2170
6. Norme ulteriori 2171
Notanda
I. Cenni storici sulla istituzione delle Conferenze Episcopali 2127 e nota 2
2. Importanza e necessità 2128-2129
3. Concetto, fini e caratteri 2130-2136
4. L'ambito territoriale 2127
5. L'istituzione e la personalità giuridica 2138
6. Membri di diritto e facoltativi 2139-2142
7. La partecipazione del Legato pontificio 2142-2143
8. Il voto deliberativo o consultivo dei partecipanti 2148-2150
9. La funzione legislativa (decreti generali) e limiti, sia rispetto alle materie che alle
formalità 211, 2151-2160, 2162
IO. Può una Conferenza Episcopale abrogare, derogare, modificare norme emanate dai
Vescovi del proprio territorio? 337
Il. Le competenze delle Conferenze Episcopali circa la celebrazione del Concilio plenario
2111
12. Può la Conferenza Episcopale abrogare, derogare, modificare Ic norme emanate dal
Concilio plenario del proprio territorio? 2123
Elenco sommario
dei principali compili e delle principali attribuzioni della Conferenza Episcopale
I. Norme sull' abito ecclesiastico dei chierici: can. 284
2. La determinazione della "somma minima" e della "somma massima", in ordine alle
alienazioni dei beni ecclesiastici: can. 1292, § I
3. La determinazione degli atti di amministrazione straordinaria: can. 1277
4. Competenza della Conferenza Episcopale e del Vescovo diocesano in ordine
ali' assoluzione generale o collettiva: can. 961, § 2
5. La pubblicazione di catechismi, con previa approvazione della Sede Apostolica: can.
775, § 2
6. L'ordinamento del catecumenato: can. 788, § 2
7. Facoltà circa la costituzione del Collegio dei consultori: can. 502, § 3
8. La celebrazione del Concilio plenario: cann. 439, § I, e 441
9. Cooperazione delle Conferenze dei Superiori Maggiori Religiosi con le Conferenze
Episcopali: can. 708
IO. Le norme circa la sede delle confessioni: can. 964, §§ 2-3
11. Norme circa i Consigli presbiterali: can. 496
12. Norme circa il tirocinio degli aspiranti al diaconato permanente: can. 236
13. La determinazione della parte della Liturgia delle Ore, da celebrare dai diaconi
permanenti: can. 276, § 2, n. 3
14. Facoltà in ordine al digiuno e aIl' astinenza: cann. 1251 e 1253
15. In materia di ecumenismo: cann. 755, § 2, 825, §§ 3-5
16. La facoltà di prescrivere un' età superiore a quella stabilita dal diritto per il presbiterato
e per iI diaconato permanente: can. 1031, § 3
17. Facoltà in ordine alle feste di precetto: can. 1246, § 2
18. L'autorizzazione a costituire un giudice unico, quando non sia possibile costituire, a
norma del diritto comune, un tribunale collegiale: can. 1425, § 4
19. Norme per l'ammissione dei laici a predicare in una chiesa o in un oratorio: can. 766
20. L'autorizzazione ad affidare l'ufficio di giudice nei tribunali ecclesiastici a dei laici:
can. 1421, § 2
INDICE ANALIT ICO 399

2 1. La versione dci libri liturgici: can. 838, § 3


22. La norm ativa sulla locazione dei beni ecclesiastici: can. 1297
23. La vigilanza sui mezzi di com unicazione sociale: can. 823, § 2
24. Norme sull 'età e sulle doti dei laici, che possono essere assunti stabilmente ai ministeri
di lettore e di acco lito: can. 230, § l
25. La nom ina "ad tempu s" del parroco: can, 522
26. II sosten tamento e l' abitazione del parroco dimissionario: can. 538, § 3
27. La creazione di un " Istituto" per la previdenza sociale a favore de l Clero: ca n. 1274, § 2
28. La pu bblic azione dei Libri Sacri e delle loro versioni: can , 825, § 1
29. Norme sulle questue: can. 1265
30. Libri o registri da tener e in parrocchia: cann. 535, § I, e 895
3 1. La co mpilazione di un regolamento nazionale di formazione sacerdotale da approvare
dalla Santa Sede: can. 242, § I
32. Norme per la riforma del sistema benefi ciario: can. 1272
33. La versione delle Sac re Sc ritture in collaborazione con i fratelli separati: can. 825, § 2
34. L' erezione di un Semi nario interdiocesano e la redazione degli statuti: can. 237, § 2
35. L' elezione dei membr i da inviare al Sinodo dei Vescovi per ogni singola assemblea: can.
346, § I
36. Norme circa la partecipazione a trasmissioni radio-televisive: cann. 772, § 2, e 831, § 2
37. L'i stituzione di tribunali di seco nda istanza: can. 1439
38. L'istituzione di un Ufficio Catechistico Nazionale: can. 775, § 3
39. L'istituzione in ciascuna diocesi di un Uffi cio o Consiglio di Conciliazione: can. 1733, § 2
40 . Compe tenze in ordi ne alle Università Cattoliche e agI' Istituti Supe riori di Scienze
Religiose: cann. 809 e 8 10, § 2
41. Obblighi verso i Vescovi dimi ssionari: cann. 402, § 2, e 707 , § 2
In or di ne a l m a trim o n i o
I. Le modalità delle promesse di matrimonio: ca n. 1062, § I
2. Le nonne circa gli atti prelimin ari alla celebrazione de l matrimonio: can. 1067
3. L' età dei contraent i: can. 1083
4. L' assistenza ca nonica ai matrimoni da parte dci laici: ca n. 111 2,
5. Il rito per la celebraz ione del matrimonio: can. 11 20
6. La registrazione dell' atto matrimoniale: can. 11 21, § [
7. Le "dich iarazioni" e le "promesse" nei matrimoni misti: can. 1126
8. Norme e cri teri circa la co ncessione della dispensa dalla form a canonica nei matrimoni
misti: can. 1127, § 2

CONFERENZE DEI SUPERIORI MAGGIORI


I . Introd uzione 3004- 3006
2. Lo scopo delle Conferenze 3007-3008
3. Istituzione e norme generali 3009-30 10
4. Norme ulteri ori c chiarimenti 30 11-30 12
No ta n da
I. Co nferenze Episcopa li c Conferenze dei Superiori Maggiori 3004-3006
2. Il triplice essenziale scopo delle Con ferenze dei Superiori Maggiori 3007-3008
3. La diretta dipendenza dalla Santa Sede 3009
4. Compiti dei Legati pontifici 3011

CONFERIMENTO
- Co nferimento di uffici ecclesias tici e di ministeri: v. "Co l/azione"
400 INDICE ANALITICO

CONFERMA
I - Conferma da parte del Romano Pontefice
l. Conferma delle deliberazioni del Concilio Ecumenico: can. 134, § l
2. Conferma delle deliberazioni del Collegio Episcopale, emanate con alto
collegiale: can. 341, § 2
3. Conferma della eventuale elezione di un Vescovo: can. 377, § l
Il - Conferma di elezione a un ufficio ecclesiastico
I. La richiesta da parte dell'eletto: can. 179, § I
2. L'obbligo dell'autorità competente: can. 179, § 2
3. La forma scritta: can. 179, § 3
4. Effetto della conferma: can. 179, § 5
5. Atti non consentiti all'eletto prima della conferma: can. 179, § 4
III - Hanno bisogno a norma di diritto di espressa conferma
l. Il Presidente del Capitolo, eletto dai capitolari: can. 509
2. Il rettore di una chiesa e il cappellano assunti all'ufficio per elezione: cann. 565
e 577, § I
3. I superiori religiosi, a norma delle costituzioni: can. 625, § 3
4. L'indulto di lasciare l'Istituto di diritto diocesano, concesso dal superiore
generale a un religioso durante la professione temporanea: can. 688, § 2
5. Il decreto di dimissione di un religioso dal suo Istituto: can. 700 e 729
6. Il Vicario giudiziale, i Vicari giudiziali aggiunti e i giudici del tribunale
diocesano, con la venuta del nuovo Vescovo: can. 1420, § 5
7. L'elezione del presidente di un' associazione pubblica: can. 317
8. La scelta del consigliere spirituale, in un'associazione privata: can. 324, § 2
IV - Non hanno bisogno di conferma
I. L'elezione del Romano Pontefice: can. 332
2. L'Amministratore diocesano, eletto dal Collegio dei consultori: can. 427, § 2

CONFERMAZIONE (cann.879-896)
l. Il canone introduttivo 3365-3369
2. La celebrazione del sacramento 3370-3373
3. Il ministro 3374-3380
4. Il soggetto 3381-3384
5. I padrini 3189-3190 - v. "Padrino"
6. La prova e la registrazione 3389-3391
7. Norme ulteriori
Notanda
l. Natura ed effetti della confermazione 3365-3369
2. Il "carattere" di testimone di Cristo, che opera nel cresimato una più profonda
partecipazione alla dignità e alla funzione messianica del Cristo, e inserisce più
intimamente il cristiano nel mistero ecclesiale 3366, 3369
3. Il dono dello Spirito Santo 3368
4. Gli elementi essenziali 3370-3372
5. Il ministro ordinario o originario e il ministro straordinario 3374
6. Presbiteri che hanno la facoltà di amministrare la confermazione "ipso iure", nei limiti
prescritti 3375
7. Facoltà per eoncessione particolare
- Da parte della Santa Sede o del Vescovo diocesano, anche in modo abituale 3376
INDICE ANALITIC O 401

- Da parte del ministro presbitcro in singoli casi e per gravi motivi (associazione)
3377
8. L'amministrazione della cresima da parte del Vescovo nella propria diocesi e fuori di
essa 3379
9. Norme per il presbitero 3379
IO. ( luoghi "esenti" 3380
Il . Il soggetto capace di ricevere la confermazione e le condizioni prescritte 338 1-3382
12. L'et à richiesta: la delibera della CEI 3384
) 3. Le modalità della registrazione 3390
14. Una risposta dclla Cost. per il Culto Divino 3387-3388
Vari a
Da tener presenti i seguenti canoni
- Can. 144, § 2: Ecclesia supplet
- Can. 225, § I: confermazione e apostolato
- Can. 566, § l: facoltà dei cappellan i
- Can. 777, n. 2: la preparazione dei ragazzi al sacramento della confermazione, un dovere
particolare del parroco
- Can. 759: il dovere della testimonianza cristiana in virtù della confermazione
- Can. 1033: necessaria la recezione della confermazione, per l'ammissione agli ordini
sacri
- Can. 1065, § I: cresima e matrimon io
Documenti di battesimo e di cresima richiesti:
l . Per l'ammissione nel Seminario maggiore: can. 241, § 2
2. Per l' ammission e al noviziato religioso: can. 645, § I
3. Per l' ammissione in una Società di vita apostolica: can. 735, § 2
4. Per la promozione al diaconato: can. 1050, n. 3

CO NFESSIONALE
I. L'ascolto delle confessio ni sacramentali fuori del confessionale è consentito solo "iusta
de causa" 3541
2. La deliberazione della cm 3542
3. Struttura del confessionale c sua collocazione 3541

CONFE SSIONE EXTRAGIUDIZIALE


l. Valore della confessione ex.tragiudiziale delle parti, prodotta in giudizio 5420-5422
2. V. anche "Conf essione giudiziale"

CONFESSIONE GIUDIZIALE
I. La confe ssione delle parti nel giudizio contenzioso ordina rio 5416-5418
2. Valore ed effetti 5419
3. La confe ssione dell'imputato nei processi penali 5897
4. V. anche "Confessione extragiudiziale"

CONFESSIONE SACRAMENTALE
- V. "Sac ramento della penitenza"

CONFESSORE
I - Confessori in gene re
I. La potestà necessaria 3546
402 INDICEANALITICO

2. La necessaria idoneità 3557-3558


3. Le funzioni proprie del confessore 3569
4. La fedele adesione alla dottrina del Magistero e alle norme dettate dalla
competente autorità 3570
5. Prudenza e discrezione 3571
6. Il diritto del penitente ben disposto 3572
7. La penitenza sacramentale 3573
8. L'inviolabilità del sigillo sacramentale: v. "Sigillo sacramentale"
9. Facoltà di qualsiasi sacerdote in pericolo di morte del penitente 3567-3568
lO. Facoltà del confessore in caso urgente 4956-4961
11. Il dovere di ogni confessore in caso di necessità 3582
12. Facoltà del confessore in ordine al matrimonio, celebrato in pericolo di morte o
"cum iam ornnia sunt parata" 3860-3865
13. La denunzia calunniosa all'autorità ecclesiastica contro un confessore
innocente, e pena relativa 3574, 5019-5021
14. Il delitto di "sollecitazione" in confessione 50 IO-5012
15. Il confessore, teste "incapace" nei giudizi 5449
16. Libertà nella scelta del confessore 3592
17. Per ulteriori norme, v. "Sacramento della penitenza" 3593-3594
Il - Confessori particolari
l. Confessori in Seminario 1492
2. Confessori di comunità religiose 2765-2768

CONFINI
-Imprescrittibilità dei confini delle circoscrizioni ecclesiastiche 1293

CONFUTIO
1. Contlitti di competenza fra i tribunali 5126
2. Conflitti di competenza fra i Dicasteri della Curia Romana 5219
3. Contlitti di diritti di minori con i diritti dei genitori, dei tutori o dci curatori 5288
4. V. anche "Contrasto"

CONFRONTO DI TESTIMONI
l. La facoltà attribuita al giudice 5468
2. Norme del Codice italiano 5468, nota 5

CONGIUNTI
- V. "Consanguinei" - "Consanguineità"

CONGREGAZIONE della FEDE


- Delitti riservati 4971 e nota 2

CONGREGAZIONE MONASTICA
l. Il Superiore di una Congregazione monastica è Superiore maggiore 2735
2. Il giudizio sull' Abate primate o sull' Abate superiore di una Congregazione monastica è
riservato alla Rota Romana 5108, 2°
3. Nelle vertenze fra due monasteri, il giudice di prima istanza è l'Abate superiore della
Congregazione monastica 5167,3°
4. Il medesimo Abate superiore è giudice di seconda istanza nelle cause trattate davanti
all'Abate locale 5917,3°
INDICE ANA LITICO 403

CO NGREGA Z IONE RELIGIOSA


I. L' equiparazione giuridica nel nuovo Codice tra Congrega zione c Ordine religioso 2695,
2697
2. I nuovi termin i usati nel Codice: Istituto e Società 2697

CONGREGA ZION I ROM ANE


1. Fanno parte della Curia Rom ana 1870
2. Non hanno per sé alcun a competenza legislativa 205
3. Elenco delle Congregazioni Rom ane 1875
4. Il riordinamento di Giovanni Paolo Il 1872 ss,
5. Eventu ali conflitti di compete nza 5219

CON IUGI
I. Effetti del matrimon io tra i coniu gi 41 80-4181
2. Parità di diri tti e di doveri 41 82-4184
3. Domicili o e quasi-domicilio dei coniugi 736
4. Il passaggio ad un'altra Chiesa rituale 777-778
5. Il dir itto d' impugnare il matrimonio e di chiedere la dispensa "s uper rato" 5705 e nota
3, 577 7
6. L' ammi ssione al noviziato religios o "durante matrimon io" 2816
7. L' am missione alla prova inizia le negl 'I stituti seco lari 3039
8. 1coniugi crist iani, seg no e reale partecipazione al mistero di unità e di amore feco ndo tra
Cristo e la Chiesa: can. 1063, n. 3
9. Co niug icidio : impedi men to matrimoniale d irimente 3949 ss.
IO. L' assistenza al coniuge cattolico, nel caso di matri monio misto 4 154-4 155
11. La separazio ne dei coniugi: v. "Separazione dei coniugi"
12. Il dovere e il diritto della convivenza co niugale 4233-4234
13. Dichi arazione di morte presunta de l coniuge: v. "Processo matrimoniale di morte
presunta"
14. Il dovere dei laici coniugati per l' ed ificazione del Popolo di Dio 1409
15. V. anche "Coniugato" - "Genitori"

CON IUGICIDIO
I. Lo scopo dell' impedimento matrim onial e 3949
2. L' evoluzione storico-g iuridica 3950
3. La d iversa normativa dci due Codici 395 1
4. Le con dizion i richie ste 3952-3955
5. L'im pedimento del coniugicidio nella legislazione civi le 3953
6. L' impedimento di con iugicidio è di diritto ecclesiastico 3956
7. L' event uale dispe nsa in casi eccezionali è riservata alla Santa Sede 3956
8. In perico lo di morte e nei casi di eme rgenza 3956
9. Una dis posizio ne conco rdataria 3957

CONSACRAZ IONE
l - La consacrazione eucaristica
I. Una consacrazione del tutto illeci ta 3458
2. V. anche "Ce lebra zione", n. JlI, 11
/I - La consacra zione di luoghi e di cose
l . Concetto di co nsacrazione 4288
404 INDICEANALITICO

2. Consacrazione e dedicazione 4288


3. Il ministro delle consacrazioni e delle dedicazion i 4288 -4289
4. La riverenza dovuta alle cose consacrate o benedette 4296-4297
5. L'acquisto delle cose sacre, consacrate o benedette 4603
6. La consacrazione dei luoghi: chiese, altari: v. "Dedicazione"
7. La consacrazione degli oli 3320
8. La consacrazione del crisma da parte del Vescovo 3372

CONSANGUINEI - CONSANGUINEITÀ
I - Il vincolo di consanguineità
I. Il fondamento 753
2. Linee e gradi 754-757
3. Computo nella linea retta 758
4. Computo nella linea obliqua o collaterale 759-760
5. Scheda 760
,,- Impedimento matrimoniale
I. Cenni storici 3959
- Il diritto ebraico e il diritto romano
- Il successivo diritto della Chiesa
- Il nuovo Codice
2. Ragioni e finalità dell'impedimento matrimoniale 3958
3. Difficoltà genetiche circa le unioni endogamiche 3958, nota I
4. L'ambito nella linea retta e in quella collaterale 3961
5. La non moltiplicazione dell'impedimento 3962
6. Un impedimento da cui non è consentito dispensare 3963, 5°
7. In caso di dubbio 3963,4°
8. Le ragioni di tali norme 3964
9. Un rescritto di Paolo VI (21 genn, 1977) 3964, nota 2
IO. L'impedimento di parentela (consanguineità) nella legislazione italiana 3991
III - Altri effetti derivanti dal/a consanguineità
l. L'esclusione da alcuni incarichi cd uffici
- Dall'ufficio di Vicario generale ed episcopale per i consanguinei del
Vescovo diocesano fino al quarto grado 767, l °, 2227-2228
- Dalla nomina a membri del Consiglio per gli affari economici per i
medesimi congiunti del Vescovo diocesano 767, l°, 2283
2. Alcuni divieti in ordine alla vendita e alla locazione di beni ecclesiastici 767,
2°, 4728
3. Divieti di carattere giudiziario 767,3°, 5228
4. Una esenzione per testi giudiziari, in casi particolari 767,4°, 5445 ,2°

CONSENSO
I - Consenso o parere per atti giuridici del Superiore
1. Il principio 893
2. Norme circa il consenso 894-895
3. Norme circa il parere (consilium) 869-897
4. L'obbligo morale e giuridico delle persone chiamate ad esprimere il loro
consenso o parere 898
5. Precisazioni 899-906
6. Notanda:
INDICE ANALITICO 405

- La differ enza essenziale tra consenso e parere 899


-II consenso o parere di un collegio o ceto di persone 90 1
- Può il Vesco vo diocesano dispensare se stesso dall' obbligo di chiedere il
consenso o il parere, quando siano prescritti dalla legge'! 905
- PU() il Vescovo diocesano dirimere l' eventuale parità di suffragi co l suo
voto? 906
,, - Casi nei quali è sufficiente la richiesta del "parere" per diritto comune
- V. "Parere"
fii - Casi in cui è necessario, per diritto comune, il "consenso "
I. Dei Vescovi suffraga nei 907, l °
2. Del Collegio dei co nsultori 907,2 0
3. Del Collegio dei consultori e del Cons iglio per gli affari eco nomici 907, 3°
4. Dci proprio Consiglio di un Sup eriore d'I stituto religioso 907.4°
5. Di co loro che vantano legittimi diritti 907, 5°, 2758
IV - Consenso come autori zzazione, permesso. licenza, assenso
Preci pui cas i
I. Necessario il co nsenso del l'a utorità com petente
- Perch é una iniziat iva, un ' associazione, una scuola, una università di studi,
portin o iI nome di "ca ttolica": cann . 2 16, 300, H03. § l , 808
- Perché si possa no modificare le costi tuzio ni o "codice fondamentale" di un
Istituto di vita consacra ta, già regolarmen te approvate: can. 587. § 2
2. Necessario il consenso dei genitori, per il battesimo di un loro figlio (ecce ttuato
il pericolo di mort e): can. 868
3. Il consenso dell a moglie, per l' amm issione al diaconat o permanente di una
perso na sposa ta: can. 103 1, § 2
4. II consenso del rettore di chiesa, perché un presbitero o un diacono possano
predicare nella sua chiesa: can. 764
5. II suo conse nso, perché nella chiesa si celebr ino le esequie di un defu nto: can.
11 77 , § 2
6. Il conse nso del Vescovo d iocesano e de ll' Ordinario del luogo
- Per le aliena zioni fatte dagl' Istituti di diritto diocesa no e da particolari
monasteri femm inili: can. 638. § 4
- Per portar via dei documenti dall' archivio di curia: can . 488
- Per l' erezione in diocesi di un' associazione pubbli ca: can. 312 , § 2
- Per l' erezione di una casa religiosa : can. 609, § I
- Per la destinazione di una casa religiosa ad opere apostolic he diverse da
quelle per cui venne costituita : ca n. 612
- Per l'erezione in diocesi di una casa di Socie tà di vita apostolica: can. 733,
§I
- Per l' erezione di una chiesa nel territorio di sua co mpete nza: can. 1215
- Perché una prelatura personale possa eserci tare in diocesi le sue opere
pastora li e missionarie: can . 297
- Per la fondazio ne di scuole da parte d' Istituti religiosi : can. 80 1

CONSENSO MATR IMO NIALE


l. Incapacità di contrarre matrimonio 399H-4004
2. L'ignoran za dell'essenza dci matrimonio 4005 -4008
3. L'errore 4009-4017
4. La simulazione del consenso 40 18-4029
406 INDICEANALITICO

5. Il con senso condi zionato 4037-4046


6. Il caso di violenza o di timore 4037-4046
7. La manifestazione del consenso: can. 3703-3704
8. Il matrimonio per procura e l'intervento dell'interprete 4049-4060
9. Una presunzione circa il consenso 406 1
No t a n d a
I . Defin izione de l consenso matrimoniale 3997
2. Il consens o elemento costit utivo del matrimonio 3746-3447
3. Oggetto dei consenso matrimoni ale 3747
4. Persone incapaci di contrarre matri monio , perché incapac i di pres tare un con senso
valido
- Per ma ncanz a di un sufficiente uso di ragio ne, in modo permanente o temporaneo
3999-4000
- Per grave difetto di discrezione di giudizio 400 1
- Per gravi difetti psichici, che impedisc ono di assumere gli obb lighi esse nziali del
matrimonio 4002-4003
5. Possibili vizi di consenso per ignoranza o errore
- L' ignoranza dell'essenza del matrimonio 4006-4008
- L'errore di fatto sulla persona o su una sua qualità, inte sa direttamente e
principalmente 4009-40 IO
- L'errore doloso determina to da raggiri e inganni, posti in essere dal partner o da altri
"ad obtinendum consensum" 4011-401 2
- L' errore di diritto sulle proprietà essenzi ali del matrimonio (l'unità e
l' indi ssolubilità) o sulla sua dign ità sacra mentale 4013-4015
6. La simula zione del consenso
- V. "Simulazione de l co nsenso nel matrimonio"
7. Il consenso condizionato
- Invalidant i le condizioni "de futuro"
- Pos sibili quelle "de praeterito" o "de praesenti"
- Pos sibile anche la condizione potestativa "de futuro " 4030-4036
8. La violenza fisica 4037-4040
9. Il timore
- Gr ave, in senso asso luto o relativo
- Proveniente dall' esterno, dal part ner o da altra persona interessata
- Tale che non lasci al soggetto altra alternativa che la scelta del matri monio
- Non è necessario che il timore sia incus so intenzionalmente, per obbligare la persona
al matri monio (timore diretto) 4040-4046
lO. La debita manifestazione esterna del consenso
- La presenza fisica dei co ntraenti: personale o per mezzo di un legittimo procuratore
- La presenza simultanea
- La presenza attiva: cons enso esp resso co n parole o con segni equivalenti 4047-40 48
II . Il matri monio per procura : v. "Procura matrimoniale"
12. Per la des ignazio ne dell ' interprete non è 'necessaria alcuna form alità : è sufficiente che
dia garanzia di serie tà e di rettitudine 4060
)3. La presunzione circa il perdurare del consenso, anche nel caso che il matrimonio sia
stato celebrato invalidamente a causa di un impedimento o per difetto di form a 4061

CONS IGLI EVANGELIC I


I - La professione dei consigli evangelici negl 'Istituti di vita consacrata
I. Dono di Dio, affidato alla Ch iesa 26 13
2. La professione dei consigli evangelici è l'elemento essenziale della vita
co nsacrata 2613
INDICE ANALlTICO 407

3. I consigli eva ngelici, assunti mediante i voti o altri vincoli sacri, hanno valore
unitario e non sono fine a se stessi, ma via e strume nto per giungere alla
perfezio ne della carità 2668
4. Contenuto e valore della castità, povertà e ubbidienza 2669-2673
Il - l consigli evangelici nelle Società di vita apostolica
- Nelle Società di vita apostolica, l' emissione dei voti e la professione dei
consigli evangelici non sono un elemento esse nziale 2587, 3065
III - Nella vita anacoretica e nell 'ordine delle vergini
- Nella vita anacoretica o eremitica 2678
- Nell ' ordine delle vergini 2680 c nota 4

CONS IGLIERE ECCLESIASTICO O SPIRITUALE


I. La scelta del consigliere ecc lesiastico nelle associazioni private 1752
2. Tale consigliere può essere denominato anche cappellano o assistente spirituale 1752
3. V. anche "Assistente ecclesiastico" - "Cappe llano"

CONSIGLIO
Prospe tto
I. Consiglio
2. Consiglio per gli affari economici
3. Consiglio per gli affari pubblici della Chiesa
4. Consiglio di ammi nistrazione
5. Consiglio di conciliazione
6. Consiglio episco pale
7. Consiglio de lla Missione
8. Consig lio pastorale
9. Consiglio presbitera lc
IO. Consiglio dei Superiori
Il. Consiglio dei Vicari fora nei

CONSIGLIO
I. Consiglio, esortazione e legge 178
2. Consiglio o parere per atti giuridici del Superiore: v. "Pa rere"

CONS IGLIO per gli AFFARI ECONOMICI


I - Il Consiglio diocesano
I. Il Consiglio per gli affari economici e l' economo diocesano 2277
2. Costituzione e composizione del Consiglio 2279-2280
3. La nomina dei cons iglieri e la durala in carica 228 1-2282
4. Persone escl use 2283
5. Funzione e compili del Consiglio 2278, 2284, 2288
6. Casi in cui è richiesto il "parere" del Consiglio 2285-2286
7. Casi in cui è prescri tto il "consenso" 2287
8. Ulteriori compiti 2288
9. Richiami della CEI ( IOaprile 1992) 2289
Il - Il Consiglio parrocchiale
I. Istituzione obbligatoria in ciascuna parrocchia 2482
408 INDICE ANALITICO

2. Composizione, durata e attribuzion i del Consiglio , secondo norme emanate dal


Vescovo diocesano 2482
3. La presidenza del parroco 2482
4. La partecipazione attiva dei laici 2482
5. Norme della CEI 2483-2487

CONSIGLIO per gli AFFAR[ PUBBLICI DELLA CHIESA


- Fa parte della Curia Romana 1870

CONSIGLIO di AMMIN[STRAZIONE
l . Consiglio di amministrazione diocesano e parrocchiale : v. "Consi glio per gli affari
economici"
2. Consiglio di amministrazione delle persone giuridiche 4681

CONS[GLIO or CONCILIAZIONE
- V. " Uffi cio diocesano di conciliazione"

CONSIGLIO EPISCOPALE
I. Un organismo formato dai soli Vicari generali ed episcopali e presieduto dal Vescovo
2210
2. Possono farne parte altre persone ? 2210
3. L'istituzione facoltativa da parte del Vescovo 2210
4. Il Consiglio episcopale non ha come tale potestà ordinaria e svolge una semplice
funzione consultiva 2210

CONSIGLIO della MISS[ONE


I. La composizione 23 10
2. I compiti 2347

CONSIGLIO PASTORALE
I - Il Consiglio pastorale diocesano
I. Introduzione 2390-2392
2. La normativa 2393-2408
3. Norme ulteriori 2409
N otanda
l . Una istituzione del recente Concilio. fondato teologicamente nel principio di
"comunione" e di "partecipazione" del Popolo di Dio alle attività eccle siali
2390
2. Precettività condizion ata 2394
3. Le funzion i specifiche del Consiglio pastorale diocesano 2396
4. Il Consiglio pastorale, espressione della intera comunità diocesana 2397
5. La designazione dei membri e doti richieste 2397-2401 e nota 2
6. È possibile l'unificazione del Consiglio presbiterale e pastorale'! 2397, nota J
7. La decadenza del Consiglio pastorale "ipso iure" in caso di vacanza della sede
episcopale 2404
8. Il carattere consultivo del Consiglio. la convocazione e [a presidenza 2405
9. Problemi che possono essere affidati allo studio del Consiglio pastorale 2408
INDIC E ANALI TICO 409

II - Il Consiglio pastorale parrocchiale


I. L'i stituzione, lasciata al giudizio del Vescovo diocesano 248 1
2. Finalità del Consiglio 2481
3. Composizione e nonne 248 1
4. Presidenza dci parroco 248 1
5. Uno strumento operativo di grande importanza 2481
6. L'a tto di erezione 248 1

CONSIGLIO PRESBITERALE
I. Costituzione e finalità 230 1-23I I
2. I membri del Consiglio 23 12-2322
3. Il funzionamento 2323-2332
4. Norme ulteriori 2333-2334
N ot and a
I. Funzioni e compiti 230 1
2. [I nuovo "Senato" del Vescovo 2304
3. Organo consultivo del tutto particolare, per la sua natura c per il modo di procedere
2307
4. Il Consiglio nelle terre di missione 23 10
5. La desig nazione dei membri e il diritto di elezione 2313, 2316-232 1
6. Membri eletti, membri di diritto c membri nominati dal Vescovo 23 14
7. Competenze del Vescovo in ordine al funzionamento del Consiglio 2324
8. Il voto del Consiglio, per sé, è soltanto consultivo 2326
9. Può il Vescovo, di sua iniziativa, concedere al suo Consiglio presbiterale il voto
deliberativo in determinate materie e circostanze? 2326, nota 2
l O. L'ambito di collaborazione del Consiglio presbiterale 2328
J 1. Nihil sine Episcopo! 2329
12. La cessazione del Consiglio "ipso iure" in caso di vacanza della sede episcopale 2331
13. La consultazione del Consiglio presbiterale: casi previsti 2334
14. È possibile l' unificazio ne del Consiglio presbiterale e del Consiglio pastorale? 2397,
nota I

CONS IGLIO dei SUPERIORI


l. L' obbligatorietà c le competenze 2755
2. Il Consiglio negl' Istituti religiosi
- Necessario per diritto comune il "co nsenso" 2557
- Prescritto per diritto comune la semplice consultazio ne 2758-2759
- Un caso particolare: la dimissione di un religioso dall'Istituto 2879-2980
- [I "vo to" del Superiore generale e quello del suo Consiglio, nella trasmissione
all' autorità competente della istanza di un professo di voti perpetui, diretta ad
ottenere l'indulto di lasciare l' Istituto 2963
3. Il Consiglio negl' Istituti secolari
- Richiesto il "consenso" 3052, 3059
- Richiesto il "parere" 3051
4. Il Consig lio nelle Società di vita apostolica
- Prescritto il "conse nso" 3804, 3835, l "

CO NSIGLIO dei VICARI FOR ANEI


- Esistente in varie diocesi 254 1
410 INDICE ANALIT ICO

CONSUETUDINE (can n.23-28)


I - Le consuetudini vigenti all'e ntrata in vigore del Codice (can.55)
I. Consuetudini "contra ius", espressamente riprovate 159
2. Consuetudini "contra ius", non espressamente riprovatc 160
3. Consuetudini "praeter ius" 161
Il - La consuetudine. come fo nte di diritto: ius non scriptum (cann. 23-28)
l . Premesse 350-353
2. Concetto e distinzioni 354-357
3. Condizioni prescritte 358-373
4. Il valore della consuetudine 374
5. La cessazione 375
6. Consuetud ini espressamente riprovate 376-377
N ot an d a
I. La consuetudine, prima fonte, storicamente, del diritto 351-352
2. Funzione integrativa 355
3. Consuetudini "sec undum legem, praeter ìegem, contra legem" 355
4. L' approvazione da parte del legislatore competente 359-362
5. La comunità capace di creare una consuetudine di valore giuridico 365-367
6. Il tempo prescritt o 368-373
7. Consuetudo optirna legum interpres 374

CONSULENTE LEGALE
- Il "giurisperito" delle parti nei processi di dispensa "s uper rato" 5790-579 J

CONSULTAZIONE
I - Da parte del Vescovo diocesan o
I. In ordine alle questioni di maggiore importanza della diocesi: can. 407, § 2
2. Circa lo scioglimento dci Consiglio presbiterale: can. 501, § 3
3. Circa l' erezione di un Istituto di vita consacrata: can. 579
4. Circa l'i stanza di dispensa di matrimonio rato e non consumato, la quale presenti
particolari difficoltà: can. 1699, § 2
5. Nei casi incerti e complessi di dichiarazione di morte presunta: can. 1707, § 3
Il - Da parte del Vescovo della sede principale
- Circa gli affari più importanti di un Istituto di diritto dioce sano, diffuso in più
diocesi: can. 595, § I
III - Da parte dell 'Ordinario
I. Circa il conferimento degli ordini sacri: can. 1041, n. I
2. Circa l'esercizio degli ordini sacri: can. 1044, § 2. n. 2
3. Circa il restauro d'immagini preziose : can. 1189
IV - Da parte dell'Ordinario de/luogo
I. Circa la nomina del cappellano di una casa d'I stituto religioso: can. 567. § I
2. Circa la dispensa dall'osservanza della forma cano nica di un matrimonio misto:
can. 1127, § 2
3. Circa la remissione della pena stabilita per legge: can. 1355, § I. n. 2
INDICE ANALITICO 4 11

v- Da parte del Superiore religioso


I. Circa la soppressione di una casa legittimamente eretta: can. 6 16, § I
2. Circa la nomina di allri Superiori: can. 625, § 2
VI - Da pane del Superiore di una Società di vita apostolica
- Circa la soppressione di una casa o comunità locale: can. 733, § I
VII - Da parte del parroco
- Nel dubbio se deb bano concedersi le eseq uie ecclesiastiche : can. 1184, § 2
VIII - Consultazione reciproca
- Tra Vescovo diocesano e Vescovo coadiutore o ausiliare: can. 407, § l

CON SULTO RE
I. Collegio dei cons ultori: v. "Collegio dei consultori"
2. Parroci consultori (o assessori, assiste nti) nei procedimenti di rimozione o di
trasferime nto dei parroci: v. " Parroci consu ltori"

CONSUMATO
l . Matrimonio cons umato: v. "Matrimonio rato e non consumato"
2. Delitto non consumato: v. " Tentativo"
3. Delitto considerato come non consumato 4860
4. V. anche la voce seguente

CONSUMAZION E
l . Cons umazione del matrimo nio
- Presunzione 3765, 2°
- Causa di nullità matrimoniale e dubbio sulla non consumazione del matrimonio
572 1
2. Inconsumazionc del matrimonio: dispe nsa relativa
- V. " Processo matrimoniale"

CONSUNT IVO
- Bilancio consuntivo : v. "Bilancio"

CONTEM PLAZ IONE


- V. " Vita contemplativa"

CONTESTAZIONE DELLA LITE (cann. 1513-1516)


I . Concetto e modalità 5372-5374
2. L' eventuale modifica dei termini 5375 e nota 2
3. Effetti sostanziali e processuali 5376-53 78
4. Norme ulteriori da tener presenti
- Can. 1592: mancata com parizio ne dci conve nuto
- Can. 1549 : mancata comparizione dell' attore
- Can. 1639: la contestazio ne della lite nel tribunale di appello
- Cann. 1459, § 2, e 1462, § I : eccezioni che per sé devono essere presentate prima
della contestazio ne della lite
- Can. 1462, § 2: eccezioni che vanno proposte per sé nella stessa contestazione della
lite
412 INDICE ANALITICO

- Can . 1463: azioni riconvenzionali che è possibile proporre entro 30 giorni dalla
contestazione della lite
- Can. 1464: la cauzione per le spese giudiziarie e la concessione del gratuito
patroci nio (prima della contestazione della lite)
- Can . 1677, §§ 2-4: la contestazione della lite nelle cause di nullità matrimoniale

CONTESTO
l . Testo e co ntesto delle leggi ecc lesiastiche 298
2. L'espressione: "Nisi ex rei natura vel sermonis contextu aliud appareat" o "co nstct": cfr.
cann. 361 .606, 739,1258

CO NTINUO
- Tempo conti nuo e utile 1303-1304

CONTRAIUS
I. Concetto di consuetudini "contra ius" 355
2. Consu etudin i "contra ius", vigenti all'entrata in vigore del Codice
- Espre ssamente ripro vare 159
- Non es pressamente ripro vare 160
3. Nessuna consuetudine "contra aut praeter ius canonicum" può ottenere forza di legge, se
non è razionale 364
4. Revoc a di consuetudini "sive contra sive praeter legem" (can. 28) 375
5. Privilegi "co ntra ius" 555

CONTR ATTO
Norme da osservare nei contratti dagli amministratori di beni ecclesiastici (cann. 1290-
1298)
l . Norma generale sui contratti 4704-47 06
2. L'aliena zione 4707-4722 - v. "Alienazione"
3. La locazione dei beni ecclesiastici 4727-4729 - v. " Locazione"
Notand a
I. La recezion e delle leggi civili in materia sia di contratti in genere che di contr atti in
specie, "exclusis excludendi s" 4704-4705 e note 1-2
2. Nozione dei contratti in genere e dei singoli contratti, second o il Codice Civile Italiano
4706
3. La sanazio ne di un contratto invalido in virtù dell' autorità suprema del Rom ano
Pontefi ce 4728, nota 8
4. I contratti di lavoro stipulati dagli amministratori di beni ecclesias tici 4691
5. Il contra tto. titolo di competenza del giudice di prima istanza 5121
6. Richiam i della CEI ( ]o aprile 1992) 4710 , nota 5, 4723-4726 , 4729

CONTRATTO MATRIMONIA LE
Contratto e sacramento
l. Il matrimonio patto (foedus) e contratto (contraetus) 3731
2. Singolarità di tale contratto 3737
3. Contratto consensuale 3738
4. Il matrimon io è anche un sacramento per i battezzati 3735
5. Sacramentum pèrmanens (consacrazione permanente) 3739
6. Inseparabilità del contratto c del sacramento 3736
INDICE ANA LmCO 413

7. Conseguenze teologico-giurid iche di tale inseparabilità 4740


8. Errore e contratto matrim oniale (can. 1097. § 2) 4009 -40 10

CONTRIBUTI
l . Il diritto della Chiesa e il dovere dei fedeli 1383-1386, 4579-45 81
2. L' imposizione di particolari contributi 4582-4588 c note I e 2
3. Raccolta di offerte e questue 4589-4592 e note
4. Collette speciali 4593-4595 e note
5. V. anche "Tributi" - "Offerte" - "Sussidi"

CONTRIZIO NE
l. La contrizione nel sacramento della peniten za 3526, 3585
2. L'atto di contrizione da premettere all'assoluzione impartita in forma collettiv a 3540 ,2°
3. Quando manchi l' opportunit à di confessarsi e si è in stato di peccato grave 3540

CONTROVERSIA
- V. " Vertenza"

CONT UMAC IA
I. Il concetto di "con tumacia" nel nuovo Codice 507 l
2. Contu macia e censura 4864 , 4866, 4868
- Relati vamente alla irrogazio ne della censura 4934
- Relati vamente alla remissione 4962
3. La prolun gata cont umacia in alcuni delitt i (can. 1364, § 2) 4979, 5°
4 . V. "Manca ta comparizione delle parti"

CONVALI DA o CONVALIDAZIONE
- È possibile la convalida di una professione religiosa nulla? 2872

CONVALIDA DEL MATRIMONIO


[- La conva lida semp lice (cann. 1156-1160)
l . Introduzione 4250- 4253
2. Co nvalida di un matrimonio nullo a causa di un impedimento 4253-4258
3. Nullo per difetto di co nsenso 4259 -426 1
4. Nullo per difetto di forma 4262
N ot and a
I. Il proble ma de i matrimoni nulli e la duplice soluzione giuridica: la dichiarazione
di nullità opp ure la convalida 4248
2. Differenza tra la con valida semplice e la sanazione in radice 425 I
3. Il primo ese mpio di convalida matrimoniale 4252
Il - La sanazione in radice (eann. 11 61-1165)
I. Il canone introduttivo 4264
2. Sanazion e di matrim onio nullo a causa di un impedimento o per difetto di forma
4267-427 0
3. La concessione della sanazio ne in radice 4272-4276
N o t and a
I. Concetto ed effetti della sanazione in radice 4264-4266 e nota l
414 INDICE ANALIT ICO

2. Il presupposto del perdurare del consen so in tutta la sua valid ità: d ifettando il
co nsenso in entrambe le parti o anche in una sola di esse, la sanazionc in radice
del matrim onio è del tutto imp ossibile 4267
3. Il risch io della con valida di matrim oni in cris i 4267
4. La sop pressione del can . 1139, § 2, del Codice preced ente 4270
5. La "grave causa" necessaria per la concessione della sanazione in radice
all' insaputa di entrambe le parti o anche di una sola di esse 4273
6. La facoltà dci Vesco vo diocesano e limiti della medesim a 4274-4 275
7. La delega di tale facolt à 4275 ,7 0
8. Possib ile la sanazio ne in radice di un matrimon io contratto civilmente 4275, 70
III - La registrazione del matrimonio convalidato
- l " caso: convalida concessa nel foro esterno 4277
- 2 0 caso: con valida concessa nel foro interno extrasacramentale 4277
- 30 caso : convalida concessa nel foro interno sacramentale 4277

CONVALIDE CIVILI
- Convalide ci vili e con valide ecclesias tiche 4252, nota I

CONV ENUTO
I - Il convenuto e l'attore come parti in causa
- V. "Parti in causa"
Il - Norme l'arie
I. La citazione in giudizi o e la norm ale trasmis sione del libello: ca nn. 1508, §§ 1-
2, e 1510
2. Il dovere di chi è conve nuto in giudiz io: can. 1476
3. La pre valen za del fo ro del convenuto: can. 1407, § 3
4. La facoltà di un'azione riconvenzionale can. 1494, § I
5. La mancata comparizione: cann. 1592, 1593, 1595, § 2
6. L' appello : can. 1637, § I
III - Il convenuto ilei processo penale
- V. "Imputato"

CON VE NZIO NE
Convenzioni stipulate dal Vescovo diocesano
I . Col Vescovo "ad quern", in ordin e ai chierici della sua diocesi, che si rech ino in altre
regioni bisognose di Cle ro 1580, 2 0
2. Schem a di convenzione prepa rato dalla CEI 11 43, nota 3
3. Con i Superiori religiosi, per le opere affidate al loro Istituto 2929
4. Schema di convenzione 2929, nota 2
5. Per l'assegnazione di una parroc chia, a tempo determ inato o in perpetuo 2439 e nota 8
6. Schem a di convenzio ne 2439 e nota 8
7. Rispetto ai membri di una Società di vita apostoli ca, incardinati in dioc esi 3080
8. Nei terri tori di missione 318 1

CON VENZIONI CON CORDATARI E


I. Le convenzioni stipulate dalla Santa Sede con gli Stati o con altre società politiche,
continu ano ad aver vigore anche se in contrasto con le norm e del Codice 138
INDICE ANALITICO 415

2. Scopo delle convenzioni concord atarie e varie forme [39


3. La triplice teoria sulla natura dei concordati 140-142
4. Accuse infondate 143- [44
5. Concordati nella storia 145
6. Concord ati attuali 146
7.1 nuovi Accordi lra la Santa Sede e la Repubblica Italiana (a. 1984) 147

CONVIVENZA CONIUGALE
I. Dovere e diritto 4233-4234
2. In caso di adulterio 4235-4240
3. Situazioni pericolose o difficili 4241-4 243
4. Il dovere del giudice nelle cause di separazione dei coniugi 5771
5. Il medesimo dovere nelle cause di nullità matrimoniale 5710
6. Separazione consensual e e di fatto 4244

COOPERAZIONE DELITTUOSA
I. La cooperazione al delitto in genere 4856-4859
2. La cooperazione a due particolari delitti (omicidio volontario e aborto "effectu secuto") c
sanzione relativa 3697
3. V. anche "Concorso" , n. 2 (concor so nel delitto)

CORPO DI CRISTO
l - 1.Ll solennità del Corpo e del Sangue di Cristo
l. Festa di precetto 453 [, 4°
2. In essa il Vescovo diocesano non può allontanarsi dalla diocesi se non per grave
e urgente motivo 1990
3. La solenne processione eucaristica 3485
II - 1.Ll recezione del Corpo del Signore
- V. "Comunione"

CORPO DIPLOMATICO
l. I Legati pontifici , accreditati presso gli Stati, fanno parte del Corpo diplomatico J 884
2. In molti Stati, il Nunzio Apostolico è considerato i[ Decano del Corpo diplomatico )884

CORPO MISTICO DI CRISTO


l. La SS. Eucaristia, sacramento della edificazione della Chiesa, Corpo di Cristo, della sua
vita e della sua crescita 3399
2. La sacra Liturgia, esercizio del culto pubblico integrale di Dio da parte del Corpo Mistico
di Cristo 3279
3. Gl'istituti propriamente contemplativi nel Corpo Mistico di Cristo 2917
4. L'edificazione del Corpo di Cristo
- L'opera di tutti i fedeli 1352
- L'opera dei chierici in particolare 1594
- L'opera degl'Istituti secolari 3022

CORPORALE
- Il corporale nella celebrazione eucaristica 3468
416 INDlCE ANALITICO

CORPORAZIONE
- Le unità di persone o corporazioni: v. "Persona giuridica"

CORPUS DOMINI
- V. "Corpo di Cristo"

CORPUS IURIS CANONICI


- Concetto del "Corpus" e Collezioni che ne fanno parte 16-18

CORREZIONE
I - La correzione di atti e documenti
I. Cancellature, correzioni e interpolazioni in documenti presentati in giudizio
5434
2. La correzione del libello introduttorio della lite 5358
3. La correzione di una sentenza
- Correzione di errori materiali o formali 5287
- Ritrattazione o correzione della stessa sentenza 5606
4. La richiesta di revoca o di correzione di un decreto amm inistr ativo 5918
5. La facoltà del Superiore competente 5991
Il - La correzione di persone
I. La correzione fratern a, da adoperare prima di procedere all'applicazione della
pena contro il reo 4923
2. La correzione come "riprensione penale": v. "Riprension e"
3. V. anehe "Emendazione"

CORRESPONSABILITÀ
- V. " Partecipazione"

CORRUTIELA
I. II pericolo di corruttela o subornazione e una norma per il giudice 5480
2. V. "Sub ornazione"

COSA GIUDICATA
La cosa giudicata e la "restitutio in integrum"
I. Le ragioni dell'istituto della "restitutio in integrum" 5634
2. Casi concreti in cui sorge la "res iudicata" 5635 e nota 1
3. Gli effett i 5636
4. Cause che non passano mai in giudicato 5637
5. La revisione della causa 5637-5639
6. Contro una sentenza passata in giudicat o è possibile solo la richiesta della "re stitutio in
integrum" 5640
7. Condizione essenziale per la richiesta 5641
8. Casi previsti (tassativi) 5641
9. La present azione della istanza
- Le persone che ne hanno facoltà 5645
- Il giudice competente 5642, 1° e 2°
- I termini per la presentazione 5642 , 1° e 2°
- Una disposizione a favore dei minorenni 5642 , 3°
INDICE ANALITI CO 417

- Istanze di competenza della Segnatura Apostolica 5218


lO. Effetti della istanza di "restitutio in integrum", circa l'esecuzione della sentenza 5643
11. Compiti e facoltà del giudice che ha conce sso la "restitutio in integrum" 5644

COSCIENZA
I. Libertà di coscienza. come libertà religiosa 3102-3103
2. L'esame di coscien za
- L'esame giornaliero 2891
- L' esame da premettere alla confessione 4587
3. La dire zione della coscienza: v. "Direzione di coscienza"
4. La manifestazione della coscienza : v. "Manifestazione"
5. Pro sua con scient ia
- L'e secuzione del rescritto "in forma commissoria" 540; cfr. anche 448
- Il giudice nella valutazione de lle prove 5560
- Il giudice nell'applicazione delle pene 4929 -4930

COSE
Prospetto
I. Cose benedette
2. Cose immobili
3. Cose preziose
4. Cose sacre
5. Cose spirituali
6. Cose temporali
7. Cose votive

COSE BENEDETIE
l. La riveren za dovuta alle cose benedette o consacrate 4296
2. V. anche "Cose sacre"

COSE IMMOBILI
1. Obbligatorietà, anche per i forestie ri, delle leggi particolari che riguardin o le "cose
immobili " situate nel territorio 236
2. Il tempo per la prescrizion e della "cos e immobili" appartenenti alla Santa Sede 4605-
4606

COSE PREZ IOSE


l. La deb ita custodi a 4417-4418
2. L'accurato invent ario 4686
3. L'alienaz ione di cose preziose per valore artistico o storico 2802. 4574, 4713. 3°
4. Per la prescrizione dei ben i mobili prezio si appartenenti alla Santa Sede , si richiedono
cento anni 4605
5. /I restauro d'immagini preziose, insigni per antichit à. arte o culto 434 9

COSE SACRE
l. Concetto: ricavabile dal can. 117 1 4296
2. La riverenza dov uta alle cose sacre 4296
3. Le cose sacre e la prescrizione acquisitiva; illecito ogni uso profa no 4603
4. La profanazione di una cosa sacra 4996
5. La visita dci Vescovo dioce sano 1994, 3°
418 INDICE ANALITICO

COSE SPIRITUALI
l . La competenza propria cd esclu siva della Chiesa circa le cause concernenti cose
spiritu ali o connesse con cose spirituali 5087
2. La capacit à in giudizio dci minori nelle cause spirituali o connesse con le cause spirituali
5289
3. Cose spirituali e materiali nelle fondazioni autonome 801

COSE TEMPORALI
l . L'anim azione cristiana delle cose o realtà temporali da parte dei laici 1407-1408
2. L'organizzazione delle cose temporali secondo il disegno di Dio 3023, 3 149
3. La dannosa ammin istraz ione dei beni o cose temporali, uno dei moti vi canonici previsti
per la rimozione di un parroco 5943
4. Cose, ossia beni temporali: v. "Beni temporali"

COSE VOTIVE
- Cose date "ex voto": v. "Doni votivi"

COSTITUZIONE GERARCHICA
- Titolo della Il parte del Il libro del Codice : divisa in due sezioni, comprendenti i cann.
330-572 1760

COSTIT UZIONI
1- Le Costituzioni del Magistero della Chiesa
- La do verosa adesione e osservanza da parte dei fedeli 3 119
II· Le Costituzioni o Codice fo ndamentale degl'Istituti di vita consacrata e delle
Società di vita apostolica
l . Scopo c contenuto 2632
2. L'approvazione da parte della competente autorit à ecclesiastica 2633
3. L'armonizzazione degli elementi spirituali e giuridici 2633
4. Il Codice fondamentale e i Codici minori 2634-2635
5. Il diverso significato delle espressioni : "Ad normam constitutionum" e "Ad
normarn iuris proprii" 2635

CREDENTE
- V. "Non credente"

CREDIBILITÀ
- Testimoni di credi bilità relativamente alla deposizione delle parti: v. "Testimoni di
credibilità"

CREMAZIONE
l. La tradizione cristiana della inumazione delle spoglie mortali dei fedeli 4317
2. Le ragioni che hanno indotto nel passato la Chiesa a vietare la cremazione dei cadaveri
4317
3. La nuova dispo sizione di Paolo VI (5 luglio 1963) 4318
4. Nel caso che la persona abbia disposto la cremazione del proprio corpo per ragioni
contrarie alla fede cris tiana 4318, 3°, 4336, 2°
INDICE AN ALITICO 419

5. È consentito celebrare in chiesa i riti esequiali, presente l'urna contenente le ceneri


raccolte dalla cremazione del cadavere? 4319, nota 2

CRIMINE
I. Il "delitto" e il "crimine" nell'uso corrente e nel linguaggio giuridico 4771 , nota I
2. Il crimine di coni ugicidio: v. " Coniugicidio"
3. Il crimine di sollecitudine: la falsa denunzia : v. "Sollecitazione"
4. Il "crimine di falso": è il titolo IV della II parte del VI libro del Codice: cann. 1390-139 I

CRIPTA
- Tumulazione di cadaveri nella cripta delle chiese 4507

CRISMA
- Il crisma della confermazione 3372

CRISTO SIGNORE
I. L' incorporaz ione a Cristo e alla Chiesa del cristiano mediante il hattesimo: can, 204, § l
2. La configurazione a Cristo con carattere inde lebile: can. 849
3. La partecipazione ontologica e funzionale al suo ufficio sacerdotale, proletico e regale:
can. 204, § I
4. Anche i battezzati non cattol ici sono incorporati a Cristo 1324
5. Il sacerdozio di Cristo, partecipato ai presbiteri : can. 835, § 2
6. La Chiesa, Corpo Mistico di Cristo: cann . 674, 834, § I, 897
7. Il deposito della fede. affidato da Cristo alla Chiesa : cann. 747, § 1, 750
8. La sacra Liturgia, esercizio dell' ufficio sacerdotale di Gesù Cristo e culto pubblico
integra le reso a Dio dal Corpo Mistico di Cristo, cioè dal Capo e dalle membra: can. 834
9. 1 sacri Pastori, rappresentan ti di Cristo: can. 212. § I
IO. I ministri di Cristo, costituiti tali mediante il sacramento dell'ordine: can. 1008
Il . Il Vicario di Cristo in terra: can. 33 1
12. La presenza reale di Cristo nella SS. Eucaristia e la sua perenne offerta al Padre : cann.
897 e 899, § l
13. L' amore sincero verso Cristo c la sua Chiesa, a cui devono essere informati i neofiti:
can. 789
14. La partico lare sequela di Cristo negl' Istituti di vita consacrata: can. 60 I
15. Tale sequela è la regola suprema di vita per i religiosi: can. 662
16. L' obbligo della testi monianza a Cristo, in virtù del battesimo c della confer mazione:
cann . 879 e 892
17. La partico lare testimonia nza resa a Cristo dai laici nelle realtà tempora li: can. 225, § 2
18. Le testimonianze dei religiosi: can. 607. § 3
19. L'intimo rapporto con Cristo da parte degli alunni del Seminario: can. 244
20. Il Regno di Cristo nelle anime: can. 839, § l
21. V. anche "Corpo di Cristo"

CULTO
I - Il culto pubblico
I. Si attua nella sacra Liturgia 3278-3279
2. Gli elementi essenziali del culto pubblico 3280-3282
3. Il culto divino, uno dei principali scopi della Chiesa 1383, l °, 4566
4. I ministri del culto pubblico
- I Vescovi 3284
420 INDICE ANALITICO

- I presbit eri 3285


- I diacon i 3285
- Il C apitolo di canonici 3266
5. La partecipazione attiva dei fedeli 3286
6. Divi et i per gli scomunicati e gl' interdetti 4873-4874, 4890-4891
7. Il diritto di segui re il proprio rito 1364
8. Culto e fede 3288
9. I prin cip ali atti del culto divino: i sacrame nti: cann. 840 - 1165
lO. Gli altri atti del culto di vino: i sacra mentali, la liturgia delle ore, le esequ ie
eccle siastiche, il culto dei Santi , dell e imm agini sac re e dell e reliquie : cann.
1166-12 03
II . Il culto verso Dio nei giorni di festa: can, 1247
12. La fonte e il culmine dci culto e della vita cristiana 3399
13. Le cose sacre destinate al cult o divino 4296
14. I luogh i sac ri: cann. 1205, 1214. 1219 , 1223, 1226
15. La vigi lanza del Vescovo dio cesano 1982
16. La dipenden za dei religiosi e de i membri di So cietà di vita apostolica
dall' aut orit à dei Vescovi diocesani . nell'esercizio pubblico del cullo di vin o
2924. 3079
17. L'erezione di associ azioni che intendono promuovere l'incremento del culto
pubblico 2924, 3079
18 La formazione al culto degl i allievi del Seminario e dei novizi d'I stituti reli giosi
1541 , 2843
19. V. anche "A tti di culto"
Il - (( culto euca ristico
- V. " Euca ristia"
III - (( culto verso la Beata Vergine Maria
- V. "Maria Santissima"
IV - (( culto dei Santi, delle sacre immagini e delle reliquie
I. Il cuILo de i Santi
- Valore e finalit à 4342-4344
- La prestazione del culto pubblico 4345
2. Le imm agini sacre
- L' esposizione nelle chiese 4346-4347
- La restaurazione d'immagini preziose 4348-4349
3. Le reliquie
- Valor e reli gio so 4350
- Una vendita assolutame nte illecit a 435 1
- Re liqu ie in signi o part ico larmente venerate 4352
- L'esten sion e della norm a alle immag ini. che godono di una gra nde
venerazio ne da parte del popolo 4353
V - Le necessità del culto
- L'obbli go dei fedeli 1383, 4580-4581

C ULT UR A
I. Cultura cristia na
- La prom ozione dell a cultura cristiana da parte della Conferenza Epi scopale e dei
Vesco vi diocesani 3246
INDICE ANALITI CO 421

2. Cultura ge nerale
- L' acqui sizione di una cultura genera le, nella forma zione impartita ag li allievi dci
Semin ario 1515
3. Cultura religiosa
- Dovere e diritto dei laici di acquisire un ' adeguata cultura religiosa 141 8-1419
- V. anc he " Istruzione religiosa"

CUM IAM OMNIA SUNT PARATA AD NUPTIAS


- V. "Caso di emergenza"

CURA D' ANIME


I. Doveri pastorali di quanti hanno cura d' anime
-In ordine all'annunzio del Vangelo 3 127
- In ordine alle confessioni dei fedeli 358 1
- In ordine all'amministrazione del santo Viatico e dell'u nzione degl'i nfermi 3448,
3627 ,2°
2. La cura d' anime comprende anche i non credenti 3 152
3. La dipendenza dei religi osi e dei memb ri di Società di vita aposto lica dall'autorità dei
Vescovi diocesani in ciò che riguarda la cura delle anime 2924, 3079
4. Norme circa gli uffici che comportano la cura delle anim e o richiedono la potestà di
ordine o di gove rno 1055, 1057, 1219, 1159, 2441
5. V. anche "Pastori d'anim e" - "Cura pastorale"

CURA PASTORALE
I. La cura pastorale di una o più parroc chie affida ta in solido a più sacerdoti 2425 -2426,
2438 , 2497-25 0 1
2. Parroc chie affidate a diaconi e a laici, sotto la guida di un sacer dote moderato re 2428
3. La parteci pazione del diaco no alla cura pastorale, prima della ordinazione sacerdotale
3682
4. V. anche "Pastorale" - "Cura d 'anime"

CURATELA
- V. "Tutela"

CURATORE
- V. "Tutore"

CURIADIOCESANA
Norme genera li
I. Introdu zione 2 193-2 194
2. Co ncetto e finalità dell a Curia diocesa na 2 195-2 199
3. I titolari dei vari uffici 2200 -2206
4. Il coordinamento delle atti vità 2207 -2210
5. Gli atti di Curia aventi effetti giuridici 2211
N ot and a
I. Le origini remote della Curia diocesana 2 193
2. La funz ione essenz ialmente pastorale 2 196-2 197
3. Per sona giuridica? 2 199
422 INDI CE AN AL ITICO

4 . L' assegn azione degli uffici , di esclu si va competenza del Vesco vo diocesano 2201-220 2
5. L'eventuale rimozione 2203
6. Il coordinamento delle varie attività pastorali della dio cesi è compito personale del
Vesco vo 2207
7. La nomina dis cre zion ale del Moderatore di Curia 2208 -2209
8. Il Consigl io epis copale 22 10
9. La form a sc ritta "ad vali ditatern" degli atti di Curia ave nti effe tti gi uridici 22 11
IO. La dett a norma vale pe r g li atti em anati d irettamente dal Vesco vo diocesano? 221 1

CURIA ROM ANA


l. Cancell o 1846
2. Ce nni storici 1865
3. La riform a di Paolo VI 1866-1867
4. La normat iva del Cod ice 1868-1871
5. Il riordi namento di Giovanni Paol o" 1872-1877
6. La Santa Sede 1878-1879
7 Norme ulter iori 1880 -1 881
Notan da
I. La Cu ria Roman a, stru me nto ind ispensahile del Papa nel go verno della Chi esa 1864 e
nota 1
2. Critiche e contestazioni degli ultimi decenni 1866
3. La composizion e della Curia 187 0
4. L'espressione " Sede Apos to lica" o " Santa Sede" 1878
5. La Sed e Aposto lica, "persona morale " 1879
6. Il valore della giurisprude nza e della pra ssi dell a Curia Rom ana 323
7. Conflitti d i competenza fra i vari Dicasteri 5219
8. Congregazioni, Tribunali, Consigli della Curia Romana 1875-1877

CU RSO RE
- Curso ri e ap pari tori del tribunale: due figur e scomparse nel nuo vo Cod ice 5 189

DANNO
l. Il do vere degli a mministrato ri di ben i ecclesiastici: vigilare perché i beni non subisca no
dann i (ca n. 1284 , *
2, n. I) 4687
2. Il do vere dell' amministratore parrocchiale , per ché non sia no pre giudicati i diritti del
parro co né i beni parrocchi ali siano danneggiati 2495
3. Un mot ivo di rimozione del parroco: la cattiva amministrazione dei beni temporali della
parrocchia, con grave danno della Chiesa 5943
4. In pericol o di gra ve dann o: v. "Pericolo"
5. L'espul sione immediata di un reli gioso dall'Istituto, in caso di immine nte per icolo di un
gravissi mo dann o 2989-2990
6. Il ris arcim ent o dei danni : v. "Risarcimento dei danni"
7. Sequestro o inibizi o ne dell'eser cizio di un diri tto, moti vati dal timore d i un dann o
imminente 53 38, 5340
8. V. anc he " Pregiudizio"

DEBITI
I. Il do vere de gli amministrato ri di beni ecclesias tici: versare puntualmente g l' interessi
do vuti per mutu o o ipoteca, c c urare la resti tuzione dello stess o capitale 468 8,5 °
INDICE ANALITICO 423

2. Debiti e obbliga zioni contratti negl' Istituti religiosi 2805-2806


3. I debiti nella ripartizion e tra persone giuridich e sorte da di visione 847- 848

DEBlTORE
- Sequestro giudiziario sui beni del debitor e 5339

DECALOGO
- Ca noni concernenti il sesto precetto del Decalo go: v. "Sesto precetto"

DECANO
l. Il Decano del Collegio Cardinalizio
- La presidenza del Collegio 1844
- L' elezion e 1845
- La prerogati va dell'ordinazione episcopale del Pontefice eletto, qualora questi non
sia consacrat o Vescovo 1854
2. Il Decano del Corpo Diplom atico
- In molti Stati è il Nunzio Apostolico 1884
3. Il Decano del Capitolo di ca nonici
- I suoi comp iti a norma del nuovo Codice 2370, 2372-2373
4. Il Decano del distretto foraniale: v. "Vicario foran eo"
5. Decani delle Facoltà di Teologia e di Diritto Canonico
- L' invito ai Concili particolari 2 115, 3°

DECESSO
- v. "Morte"

DECLARATORIO
Sentenra o decreto penale condannatorio o declarat orio
l. Nel primo caso. la pena è inflitta o irrogata ; nel seco ndo è dichiarata, qualora si sia
incorsi in essa per effetto di una pena "latae sententiae" (can. 1400, § l , n. 2) 5080-
508 1
2. Particolari effetti giuridici della sentenza e del decreto decl aratorio 4783.4°

DECRETO
Prosp etto
1. Decreto ammini strativo
2. Decreto conciliare
3. Decreto delle Confere nze Episcopali
4. Decreto esec utivo
5. Decreto extragiudìziario
6. Decre to generale
7. Decreto gi udiziario
R. Decreto inappell abile
9. Decreto legislat ivo
IO. Decreto di lode
I l. Decreto singo lare

DECRETO AMMINISTRATIVO
I . Concetto di decreto in genere 383
2. Decreti legis lativi. amministrativi o esecutivi e giudiziali 383-385
424 INDICE ANALITICO

3. Decreti amministrativi vari


- Per l' erezione di una pubblic a associazione di fedeli: can. 313
- Per l'erez ione di un Istituto di vita consacra ta: cann. 579 e 589
- Per la riduzion e di un luogo sacro a uso profano: can. 121 2
- Per l' erezione o la soppressione della casa del noviziato religioso: can. 647, § I
- Per la conce ssione della personalità giuridica: ca nn. 114, § I, 116, § 2, 322, § I
- Per la costituzione o il conferimento di un ufficio ecclesiastico: can. 145, § 2
- Per la rimozione da un ufficio ecclesiastico: cann. J 92 e 193, § 2
- Ecc.
4. II ricor so contro i decreti amministrativi: v. " Ricorso amm inistrativo"

DECRETO CONCILIARE
I. Decreti del Concilio Ecumenico o di altre Assemble e dci Collegio dei Vescovi:
l'approvazione o conferma del Romano Pontefice 1800, 4 0 , 1803-1804
2. Decreti del Concilio particolare, plenario o provinciale: l' approvazione della Sede
Apostolica 2122
3. Decreti dcI Concilio provin ciale circa l'o fferta per la Messa 3506-3508

DECRETO DELL A CONFERENZA EPISCOPALE


I. Limit i circa i decreti generali 2154-2 160
2. Prescritt a una maggioranza qualifica ta 2156
3. La revisione da parte della Santa Sede 2156 e 2 164
4 . La promul gazione e l' entrata in vigore dei decreti 216 1
5. La com petenza propria di ciascun Vescovo 2162
6. V. anche "Decreto generale"

DECRETO ESEC UTIVO


l . Decreti legislativi, ammini strativ i o esecutivi e giudiziari 383·385
2. Decre ti esecut ivi generali: v. " Decreto generale"
3. Decreti esec utivi singolari: v. "Decreto singolare"
4. Decreti esecutivi giudi ziari 4973, 5656

DECRETO EXTRA GIUDIZIARIO


I. Per la dimissione di un religioso : cann. 699 e 700
2. Per la dimissione di un membro d'I stituto secolare o di Società di vita apostolica: cann.
729 e 746
3. Nelle cause di separa zione dei coniugi: can. 1692, § 1
4. Nelle cause di dichiarazione di nullit à della sacra ordinazione: cann . 290 , n. l , e 1709
5. Nei processi ammin istrativi per la rimozione o per il trasferimento dei parroci: cann.
1744, § 2,1745, n. 3,1751 , § I
6. Nei proces si penali
- 1\ decreto extr agiudizi ale penale 4925
- Pene escl use dal decreto extragiudiziario 4925
- Norme per il Superiore che intligga o dichiari la pena con decreto extragiudiziario
4927
- Norme per l'Ordinario 5887; cfr. anche nn. 5872-5885

DECRETO GENERAL E
I - Decreti generali a carattere legislativo
l. Gli element i essenziali 387
INDlCE ANALlTICO 425

2. Natura e disciplina 388


3. L'autorità co mpetente 389
4. Decreti legislativi e leggi 390
5. Decreti legislativ i ecc lesiastici e statuali 391, nota I
Il - Decreti generali a carattere esecutivo
I. Funz ione 393
2. L' autorità competente 394-395
3. La promul gazione' e la vacanza 396
4. I soggetti del\' obbligazione 397
5. Competenze dei Dicasteri della Curia Romana, dei Vicari generali ed episcopali,
degli O rdinari degl'Istituti religiosi e delle Societ à di vita apostolica clericali e
di diritto pontificio 398
6. Limit i del decreto amministrativo 399
7. I "Direttori" 40 1
8. La cessaz ione dei decreti generali esecut ivi 402
III - Decreti genera li della Conferenza Episcopa le
I. Lim iti rispetto alle materie 2155
2. Limiti rispetto alle formalità 2 156
3. Scopo di tali limit i 2156
4. Chiarimenti 2157-2159
5. Even tuali ricorsi 2160
6. V. anche "Decreto della Conferenza Episcopale"

DECRETO GIUDIZIARIO
I - Decreti giudiziari in genere
I . Decreti legislativi, amministrativi o esecutivi e giudiziari 383-385
2. Decreto e senten za 5556, 5588
3. Decreto ordinatore e decisori o 5588
4. Decr eto e sentenza interlocutoria con valore di sentenza definiti va 5590
5. Decreti del tribunale di appello, che, nelle cause di nullit à matrimoniale, hanno
lo stesso valore e gli stessi effetti della sentenza 5724-5725
Il - Decreti giudiziari particolari
I. Per l' ammissione o il rigetto del libello introd uttivo della lite, e per la citazione
in giudizio: cann. 1505, § 1,1 506,1507,1 508,1569, § 1, 1677
2. Per la contestazione della lite: cann. 1513, § l, 1514, 1677, § 2
3. Nel caso di manc ata comparizio ne delle parti: can. 1592
4. Per la citazione dei testi: can. 1556
5. Per la nomin a dci periti e la delimitazione dei loro compiti: cann. J 575 e 1577,
§1
6. Per l' accesso e l'i spezione giudiziaria: can. 1582
7. Per la pubblicazione degli atti: ca n. 1598
8. Per la conclusione in causa: can. 1599
9. Per la riconvo cazione dci testi, l'escussione di nuov i testi e l' ammis sione di
nuove prove dopo la conclu sione in causa: can. 1600
lO. Per la costituzione del difensore d'uffi cio: can. 1481, § 3
Il . Per la rimozione del procuratore o dell'avvoca to: can. 1487
12. Per la deci sione de lle cause incidentali in genere: cann. 1589, § I, 1590, § 2,
1591, 1592, 1616, § 2
13. Nel caso che si debba correggere o integrare una sentenza: can. 1616. §§ 1-2
14. Ecc.
426 INDICEA NALlTICO

III - Decreti giudiziari esecutivi


I. Senza un tale decreto, la sentenza giudiziaria non può essere eseguita 5656
2. Il decreto esecutivo è di carattere strettamente giudiziario e spetta al giudice che
ha ernc sso la sentenza 5659
3. La procedura dell'esecuzione 5659-5662
4 . Le sentenze c i decreti di nullità matrimoniale hanno biso gno dcI decreto
esecutivo? 5657

DECRETO di GRAZIANO
- La famosa raccolta del "padre" della scienza canonica 19

DECRETO INAPPELLABILE
Sono inapp ellabili a norm e di legge
I. I dec reti del Romano Pontefice 1781 , 4990-499 J
2. l decreti della Segnatura Apostoli ca 56 12
3. Particolari decreti del giudice 5615-5616

DECRETO LEGISLATIVO
- Decreto legislativo, am ministrativo o esecutivo e giudiziario 383-384

DECRETO di LODE
- Sufficiente, nell 'ordinam ento anterio re, perché un Istituto o Societ à religio sa di veni sse
di diritto pontificio: nel nuovo Codice il "decrcturn laudis" non è più menzionato 2639

DECRETO SINGOLARE
I. Concetto di decreto singolare 462-467
2. Norme comuni per tutti gli att i amministrativi singolari: v. "Atto amminis trativo
singolare"
3. Norme proprie dei decreti e dei precetti singolari 469-495
4 . Il ricorso cont ro i decreti e i precetti singolari : v. "Ricorso amministrativo"
No t a n da
l . Il prin cipio della legalità 466
2. La forma scritta e motivata 470-473
3. La decorrenza 479
4. Necessità della notifica 400-482
5. Il silenzio amministrativo 486-487

DEDICAZIONE
La dedica zione dei luoghi sacri
l . Dedi cazione e consacrazione 4288
2. Il mini stro della dedicazione dei luoghi sacri 4289, 4392
3. La perd ita della dedicazione 4398
4. La dedicazione delle chiese 4212
5. Documento in duplice esemplare 4394
6. La dedicazione degli alt ari 3468, 4502
7. La perdita della dedicazione degli altari 4505
8. La prova testimoniale dell'a vvenuta dedi cazione di un luogo 4395
INDICE ANALITI CO 427

DEFEZIONE
l. La defezione notoria dalla com unione della Chiesa
- Rende inabili a dare il proprio voto nelle elezioni a un ufficio ecclesiasti co 1138,
1142-1143
2. La defez ione notoria dalla fede cattolica
- Comporta la dim issione "ipso facto" del relig ioso dall'I stituto 2970
- Relativamente al matrimonio, richiede la licenza dell'Ordinario del luogo ed esige
che si osservino, con gli opportuni adattamenti, le norme stabilite nel can . 1125 circa
i matrimoni misti 38 14-3815 , 3821
3. La pubb lica defe zione dalla co munione dell a Chie sa o dalla fede cattolica
- Determina " ipso iure" la rimozione da un ufficio eccle siastico 1266 e 1268
- Impedisce la valida ammissione nelle associazioni pubbliche c comporta la
dimi ssione dell a persona iscritta 1727-1732
4. La defezione formale dall a Chie sa Catto lica
- Non esime per sé dalle leggi ecclesi astiche 219 e nota 3
- Particolari eccez ioni alla detta norma 223, 39 13, 4100

DEF UNT I
l . Obb ligatorio nelle parroc chie il libro dei de funt i 2472
2. L' app licazione delle indulgenze ai defunti, a modo di suffragio 360 I
3. Le esequ ie dei de funti: v. "Esequie ecclesiastiche"
4. L' appli cazione della Messa 3407
5. La registrazione 4330

DEGR ADAZ IONE


- Pena pre vista contro i chierici nei cann. 2298, n. 12, e 2305 del Cod ice del 1917

DELEGA - DELEGATO
- V. "Potestà delegata"

DELEGATO APOSTOLICO
- Rappre sentante pontificio , che, per sé, esercita le sue fun zioni solo presso le Chie se
loca li 1888

DELITTO
Pro spetto
I. Delitto in genere
2. Delitto abituale o permanent e
3. Delitto colposo
4. Delitto cons umato e non consumato
5. Delitto frustrato
6. Delitto pubblico, notorio e occullo
7. Delitto recidivo
8. Delitto tentato

DELITTO IN GENERE
I. Co ncetto e distinzioni 4772, 4774-4775
2. Gli clementi essenziali del delitt o 4773, 28 11
3. La punizione dci delitto
- Il diritto nativo e prop rio della Chiesa 4771
428 INDICEANALITICO

- Il principio dcIIa imputabilità: v. "Imputabilità"


- Le pene canoniche: v. "Sanzioni penali"
- Il giudizio sui delitt i: v. " Processo penale"
4. Delitti contempl ati nel Cod ice e relative sanzioni: v. "Sanzioni pen ali"
5. Delitt o e crimine : ncllinguaggio corrente e nel diritto canonico 426 9, nota I

DELITIO ABITUALE O PERMANENTE


l. Nozione 4972
2. La decorr enza della prescrizione dell' azione criminale nei delitti abituali D permanenti
4972

DELITIO COLPOSO
I. Il delitto colpo so, determin ato dalla omission e della debita diligen za, nel nuov o Codi ce
per sé non è soggetto a pena 48 I4 c nota 2
2. Vari tipi di delitti colposi 4814 , nota 2
- Pcr imprudenza
- Per negligen za
- Per imperizia
- Delitto colposo spe cifico
3. Un particolare caso del delitto colp oso, in cui l'omissione della debita dilig enza
costituisce una circostanza aggravante 4814 , 484 8

DELITIO CONSU MATO E NON CONS UM ATO


I Delitt o con sumat o c "conatu s delicti " 4852
2. Le varie cause da cui può dipendere la mancata consuma zione del delitto 4852
3. Dupl ice ipotesi di delitto non con sumato e norme relative
- Delitt o non consumato indipend entemen te dalla volontà di chi si propone va di
compierlo 485 3-4854
- Delitt o non consumato perché il soggetto desiste spontaneamente dal portarl o a
co mpimento 48 55
4. Delitti da considerarsi non consumati 4860

DELITIO FRUSTRATO
I. Il del itto frustrato in senso proprio 4852, 3°
2. La nuova norm a canonica 4R53. 4854

DELITIO PUBBLICO. NOTORIO E OCCULTO


Concetto e distinzioni
I. Delitto pubbli co per pubbli cità di fatto o di diritto 4775
2. Delitto notorio per notoriet à di diritto o di fatto 4775
3. Delitt o occulto mater ialmente e formalmente 4775
4. Applicazion i: 3702,2° (can. 1044, § I, n. 2); 3706 (can. 1047, §§ 2-3); 4336 (can.
I 184. § I, n. I), ecc.

DELITIO RECIDIVO
- V. "Recidiva"

DELITIO TENTATO
- V. "Tentativo di delitto"
INDICE ANALITICO 429

DEMENZA
- V. "Am enza"

DEMO NIO
I. Gli esorcismi sugli osse ssi, posseduti dal demonio 4298-4299
2. L' importan te documento storico-dottrinale, emanato dalla Congregazione per la Dottrina
dell a Fede sul tema "Fede cristiana e demo nologia" 3298, nota l

DENUNZIA
1. La falsa de nunzia di un confessore innocente
- Le pene "lat ae sententiae" 5019 e note 1-2
- La co ndizione per ottenere l' assoluzione sacramentale 3574
2. Altre denunzie calunniose 5022-5023
3. Denunzie giudiziarie
- Denunzia o impugnazione della validità del matrimonio 5705-5708
- Denunzia o impugnazione della validità de lla sacra ordi nazione 585 1 e nota 1
4. Denu nzia o accusa criminale da parte del promotore di giustizia 5888-5889
5. Denu nzie anonime 5875 , nota 2

DEPOSITO
l . Il "deposito della fede" , affidato da Cristo alla Chiesa"
- Con cetto di questa espressione dell ' Apostolo Paolo 3096
- Il dove re e il diritto della Chiesa circa il "deposito della fede" 3097-3898
2. Il depos ito cauziona le nei giudizi: v. "Cauzione"

DEPOSIZIONE
I. La deposizione delle parti in giudizio: v. "Parti in causa"
2. La depo sizione dei testi: v. "Testi giudiziari"
3. La depo sizione di un solo teste
- Norma genera le per le deposi zioni in giudizio 5486
- Casi extragiudiziari 3357. 3389, 4395

DEP UTATI PER IL SEMINARIO


- Il duplice "Coetus dcputatorum" prescri tto nel can. 1359 de l Codice precedente 1489

DEROGA
- Concetto e norme: v. "Abrogazione"

DEROGATORIO
- Clausola derog atoria in atti ammi nistrativi singolari 434

DESUETUDINE
La desuetudine circa la legge
- Nell'ordiname nto cano nico 330
- Nell 'ordinamento civile italiano 330

DETENZIONE
J. Un delitto contro la libertà della persona: la sua detenzione con la violenza o la frode
5035-5036
4 30 INDICE ANALITICO

2. Un impedimento dirimente: il rapim ent o o la deten zione di una donn a a scop o di


matrimonio 3937 55.
3. Deten zione nel se nso di " poss esso"
- Il possesso di una cosa altru i dopo la contestazione giudiziar ia della lite 5376-5 377
- L'azione pos sessori a 5341

DEVOLUTIVO
- V. "Effetto sospensivo e devoluti vo"

DIACO NATO
l. Il terzo de i tre grad i essen zial i degli ord ini sacri 3646
2. Un particolare effetto del diaconato: l' incardinazione 1566, 3648
3. Requisiti per l'ordinazione diaconale: v. "Ordine sacro"
4. L' ob bligo dell a profession e di fede 3273, 70
5. Il diaconato perm anente v. " Diaconato permanente"
6. V. anche " Diacono"

DIACO NATO PERMA NENTE


I - Premesse
l. Il diaconato permanente ristabilito nella C hiesa Latina da Paolo VI (18 giu gno
1967) 1471 e 1472
2. Ricostituito in Italia dalla CE! (8 dic. 1971 ) 1477
3. Prevista una duplice ca tegoria di candida ti 1473
4. Documen ti di Paolo VI e della Congregazione per l' Educazione Cattolic a 1471
5. Documenti della CEI 1477
Il - II tirocinio dei candida ci
l . Norme generali del Codice, ispirato a tre documenti della Sant a Sede 1470-
1476
2. Deliberazioni dell a CEI 1477
III - Norme per l' ordinazione
\. L'età prescritta 368 \
2. Il con gru o tempo di formazione, che per sé de ve avere la durata di tre anni
1470, 3682
3. L'obbl igo del celibato per il diacono non sposa to: la pubblica ass unzione 3688
4. Il diacono permanente che di venti vedovo 3921
5. Par ticolar i docume nti richiesti per il candidato spo sato 3712 , 50
IV - Norme ulteriori
l . L' obbli go dell a Li turgia dell e Ore 1598, 3°
2. Di vieti e obbli ghi dei chierici, a cui non son o tenuti per diritto com une i diaconi
perm an enti 1641
3. La rimunerazione dei diaconi con iugati, che si dedicano a tempo pieno al mini stero
eccl esiastico 1617

DIA CONO
I - Compiti e faco ltà e norme varie
l . Il diacono , ministro ordin ario del battesimo insieme col Vescovo e col
presbitero: ean. 86 1, § l
INDICEANALITICO 431

2. Ministro esclusivo della benedizione eucaristica insiem e col sacerdot e, e


ministro ord inario dell 'espo sizione del SS. Sacramento: ca n. 943
3. Mi nistro d i benedizioni de terminate: ca n. 1169, § 3
4. Que l che non è consentito al diacono e ai laici nella celebrazione eucaristi ca :
ca n. 907
5. Ministro ord inario della Comunione, insieme col Vescovo e col presbitero : ca n.
9 10, § l
6. Ministro del culto divino: can. 835, § 3
7. Faco ltà di dispensare
- Nor ma generale: can. 89
- In per icolo di morte: can . 1079, § 2
8. L' obb ligo della Liturgia delle Ore: ca n. 276, § 2, n. 3
9. L' assistenza ai matrimoni: cann . 1108, § I e 1111 , § l
IO. La partecipazione quotidiana alla S. Messa: ca n. 276, § 2, n. 2
Il. L'omelia nella Messa, riservata al sacerdote e al diacono: ca n. 767 , § I
12. Il ministero dell a Parola di Dio, a servizio dei fedeli: can. 757
13. La cura pastorale di una parrocchia, in caso di scarsezz a di sacerdoti: can. 5 17,
§2
14. La facoltà dei presbiteri e dei diacon i di predicare do vunqu e: can. 764
15. L'obbligo della professione di fed e din anzi al Vescovo dioce sano o a un suo
delegato, prima dell 'ordinazione: can. 833, n. 6
16. La parte cip azione ai ritiri spi rituali: ca n. 276, § 2, n. 4
Il - Norme ulteriori
l . Doveri e diritt i dei diacon i, com e chierici : v. "Chierici"
2. L' incard inazione: v. " Incardinazio ne"
3. La perdita dello stato clericale, per rescritto della S. Sede «ob graves tantum
ca usas» : ca n. 290,n. 3
4. Prim a di essere promo sso al presbiterato, il diacon o deve prendere parte alla
cura pastorale ed esercitare l' ord ine diaconale: ca n. 1032, § 2
5. Si può negare a un diacono la promozione al presbiterato solo per una causa
canonica: ca n. 1030
6. Il diacono che non intend a più ricev ere il presbit erat o: can. 1038
7. Diaconi permanenti : v. " Diacona to permanente"

DIAL OGO
- Dialogo coi non crede nti in Cristo 3178

DIB ATTIMENTO
- Dibattim ento in giudizio: v. "Discussione"

DICASTERI DELLA CU RIA RO MANA


I . Co ncetto, ce nni stor ici, riforma di Paolo VI, ccc. : v. "C uria Romana"
2. Rich iesta e concessio ne di grazie, faco ltà, ccc.: una norm a di correttezza 518-5 20 e nota
2
3. Co nflitti di co mpete nza fra i Dicasteri della Curi a Rom ana 5219

DICH IARAZIONE di MORT E PR ESUNTA


- V. " Processo ma trimoniale di morte presunta"
432 INDICE ANALITICO

DICHIARAZIONE di NULLITÀ
l. Differenza tra "dichiarazione di nullità" e "annullamento" 886
2. La dichiarazione di nullità matrimoniale
- V. "Causa di nullità matrimoniale"
3. La dichiarazione di nullità della sacra ordinazione
- V. "Causa di nullità della sacra ordinazione"

DICHIARAZIONE delle PARTI IN GIUDIZIO


- V. "Parti in causa", n. II

DIES A QUO - DIES AD QUEM


- Nella computazione dei termini 1311-I313

DIFENSORE DI UFFICIO
I. Assegnato dal giudice nel giudizio contenzioso 5297-5298
2. Assegnato nel processo penale 5297, 5892

DIFENSORE DEL VINCOLO


Cenni storici 5176, nota I
I - Norme comuni al Difensore del vincolo e al Promotore di giustizia
l. Costituzione e compiti
- Del Promotore di giustizia 5176-5179 e nota l
- Del Difensore del vincolo 5 I80 e nota 2
2. La nomina
- Competenza del Vescovo diocesano e dei Presuli che gli sono equiparati
5183
- Doti richieste 5 I84
- Modalità della nomina 5185
- Eventuale rimozione da parte del Vescovo, non però da parte
dell' Amministratore diocesano 5185
3. Una citazione prescritta sotto pena di nullità degli atti del giudizio, eccettuati
due casi 518 I
4. Spettano al Promotore di giustizia e al Difensore dci vincolo i medesimi diritti
delle parti 5182
5. L'eventuale ricusazione 5229, 5230,3°
6. L'intervento dci Difensore del vincolo e del Promotore di giustizia nelle
questioni di rieusazione, tranne che siano ricusati essi stessi 523 I-5233
7. La presentazione degli "articoli" per l'interrogatorio delle parti 5413
8. Gli articoli per l'interrogatorio dei testi 5453
9. Domande rivolte direttamente ai testi 5469
JO. 11 diritto del Difensore del vincolo e del Promotore di giustizia di assistere
all' esame delle parti, dei testi, dei periti, e di prendere visione degli atti
giudiziari 5465-5466
I l. II diritto all'ultima replica, escluso il processo penale 5549, 5894
12. 11 Promotore di giustizia e il Difensore del vincolo devono essere nominati
nella sentenza, se hanno preso parte al giudizio 5582, 2°
13. Il diritto di appello contro la sentenza 5609
14. La rinunzia all'appello 5625
INDICE ANALITICO 433

15. La presentazione della querela di nullità 5605


16. Divieti per l'imparziale amministrazione della giustizia 5227-5338
Il - Nonne proprie per il Difensore del vincolo
I. L'intervento del Difensore del vincolo nel processo documentale di nullità
matrimoniale 5736 c 5739
2. Nei processi di dispensa "su per rato" 5787
3. Anche le "osservazioni" del Difensore dci vincolo sono da trasmettere alla Santa
Sede 5798 e nota 12, 5802
4. Facoltà c diritto di appello nelle cause di nullità matrimoniale, ma non l'obbligo
"vi officii" 5723
5. Diritti e doveri del Difensore del vincolo nelle cause di nullità della sacra
ordinazione 5857 e nota 5

DIFESA
I - La difesa della fede e della dottrina cristiana
I . La dife sa della fede in virtù della confermazione: can. 879
2. I laici devono essere in grado di annunziare e anche di difendere, se necessario,
la dottr ina cristiana: can. 229, § I
Il - La difesa dei propri diritti ecclesiali
- Un dir itto che compete a tutti i fedeli : can. 221, § I
1/1 - La difesa in giudizio
l. Il diritto alla difesa deve rimanere sempre salvo: can. 1598, § I
2. La negazione di tale diritto all'una o all'altra parte vizia la sentenza di nullità
insanabile: cann. 1620, n. 7, e 1621
3. L'intervento di un terzo in causa per difendere un proprio diritto : can . 1596, § I
IV - Difese, osservazioni e repliche nel giudizio contenzioso ordinario
l . La presentazione delle difese e delle osservazioni: can . 1601
2. Modalità: can. 1602
3. Lo scambio delle difese e le repliche: can. 1603, §§ 1-2
4. Il diritto del Promotore di giustizia e del Difensore del vincolo : can. 1603, § 3
V - La difesa nel processo penale
I . Il diritto dell'imputato nel procedimento extragiudiziale: can. 1720, n. I
2. Il diritto dell 'imputato nel procedimento giudiziario: can. 1725
VI - La difesa nel processo di dimission e di un religioso dall 'Istituto
I . La piena facoltà del religioso di difendersi : can. 695, § 2, 697, n. 2
2. 1\ suo diritto di presentare direttamente le sue difese al Moderatore supremo :
can. 698
3. L'accurato esame delle proprie difese presentate dal religioso, sia da parte dci
Superiore maggiore che da parte del Moderatore supremo : cann. 697, n. 3, e
690 , § I
VII - La difesa nel processo di rimozione di Wl parroco
- Diritto del parroco a produrre ragioni e argomenti a sua difesa , contro il
provvedimento che il Vescovo intende adottare nei suoi riguard i, ma non di
farsi assistere nelle udienze da un avvocato (can. 1745) 5957 e nota 4
434 INDICE ANALITICO

Vili - La legittima difesa e l'imputabilità


I. Causa esimente 4324
2. Causa attenuante 4333

DIFFAMAZIONE
- V. "Calunnia" - "Buona fama" - "Infamia"

DIFFIDA
- V. "Ammonizione"

DIGIUNO
I - Digiuno eucaristico
1. Norme per i fedeli in genere 3439
2. Norme per i sacerdoti celebranti 3440
3. Concessione per le persone anziane o inferme e per coloro che le assistono
3441
4. Vi sono obbligati i fanciulli che ricevono la Comunione prima dei selle anni
compiuti? 3442
II - Digiuno penitenriale
- V. "Tempi sacri"

DIGNITÀ
I. L'uguale essenziale dignità di tutti i credenti in Cristo 1345-1352 e note
2. La dignità e la libertà della persona umana proposta dalla Chiesa, particolare oggetto
della predicazione della Parola di Dio 3149
3. La dignità dello stato matrimoniale 1513, 4180
4. La particolare dignità e autorità di una persona, circostanza aggravante dci delitti 4847
5. Dignità ed uffici puramente onorifici conferiti ai religiosi 2930, nota 3

DILATORIO
- Eccezioni dilatorie: v. "Eccezioni dilatorie"

DIMENTICANZA
1. Concetto d'ignoranza, errore, inavvertenza e dimenticanza 262
2. L'efficacia giuridica nell'ordinamento canonico 263 ss.

DIMISSIONE
I - Dimissione dal Seminario
l . Vietato chiedere il parere del direttore spirituale e dei confessori, in ordine
all'ammissione degli alunni agli ordini sacri o alla loro dimissione dal
Seminario 1492
2. Per l'accettazione di alunni dimessi da altro Seminario 1498
ll > Dimissione da un 'associazione
I. La giusta causa per la dimissione da un'associazione sia privata che pubblica
1710
2. Trattandosi di un'associazione pubblica 1728
INDICE AN ALITICO 435

III - Dimissione di un novizio religioso


I. Nel corso dcl no viziato 2848
2. AI termi ne del noviziato 2849
IV - Dimiss ione di un religioso dal suo Istituto (cann . 694-704)
I Introdu zione 2969
2. La dimi ssione "i pso facto" 2970 -2972
3. La dimissione mediante decreto, per delitt i specifici 2973-2974
4. La dimis sione medi ante decreto per altre cau se 2975-2976
5. Il decreto di dimi ssio ne 2977 -2988
6. L' espuls ione imm ediata 2989-2990
7. Ultima norma 299 1
No ta n d a
I . Il nuo vo Codice semp lific a la materi a e applica a tutti i religios i. per una
eve ntuale loro dimissione, la medesima procedu ra amministrativa 2969
2. Il dupli ce delitto che dà ca usa alla dimi ssione "ipso facto" : la defezione notoria
dalla fede cattolica e il matrim onio contratto o attentato anche solo civil men te
2970
3. I delitti previsti per la dimissione media nte decreto: la relativa istru ttori a,
costituen te la prima fas e del processo, è affidata al Superiore magg iore ,
assistito dal notaio , e gli atti vanno trasm essi al Mod erato re supremo 297 3-
2974
4. Altre cause di dimissione med iante decreto , purché grav i. esterne, imputabili e
giuridicamen te comprovate 2975
5. La dupli ce ammonizione del colpevole 2976
6. La seconda fa se del processo di comp eten za del Moderatore supre mo
dell'I stituto "c um suo consilio": si conclude col dec reto di dimi ssione o di
assolu zione 2977 e 2979
7. Il prov vedimento viene deliberato a votazione segreta e , per la conda nna, si
richiede la maggioranza dei suffragi: nella ipotesi di parità. l'imputato
dev 'essere assolt o 2980
8. La terza fase del processo: la con ferma del decreto da parte dell a co mpetente
au torit à gerarchica, ossia il Vesco vo diocesano se l'I stituto è di diritto
diocesano. la Santa Sede se è di diritto pontificio 2982
9. Contro il decreto di dimissione è amm esso il ricorso alla co mpetente autorità,
co n effetto sos pensivo 2983 e nota
IO. Gli effett i de lla dimissione 298 5
l I . Equità e carità 2988
12. Nella ipotesi che il religioso dimesso sia ordinato " in sacris" 2986-2987
13. L'espulsione immediata in casi di part icolare urge nza 2989 -2990
V - Dimissione di un memb ro d 'Istituto secolare o di Società di vita apostolica
- Le norm e prescritte 3056 -3058, 3084
VI - La dimissione dallo stato clericale
- V. "Stato clericale"

DIMISSIONI
Da Wl uffi cio ecclesiastico
l . Dimi ssioni propriamente delle e rinunzi a volontaria 1219
2. Dim issioni per lim iti di età. pre viste "iure co mmuni" a 75 anni co mpiuti
436 INDICEANALITICO

- Per i Cardinali preposti ai Dicasteri o ad altri Istituti stabili della Curia Romana o
della Città del Vaticano 1852-1853
- Per i Vescovi diocesani 2012
- Per i Vescovi coadiutori e ausiliari 2037
- Per i parroci 2490
- Obbligo morale, ma non strettamente giuridico 2492
- La cessazione dall'ufficio non è automatica: richiede l'intimazione scritta da parte
della competente autorità 1215
3. Dimissioni per infermità o altre cause che rendono inadatti all'adempimento dci propri
compiti
- Per i Vescovi diocesani 2013
- Per i Vescovi coadiutori e ausiliari 2037
- Per i parroci 5940, 5959, 5952-5955
4. Il titolo di "emerito" 1213-1214
5. V. anche "Rinunzia"

DIMORANTE
- Dimorante (àdvena) in senso canonico: v. "Incola"

DIOCESI
1. Concetto di diocesi 1914-1916
2. Diocesi, Chiesa particolare nella quale è operante la Chiesa di Cristo una, santa, cattolica
e apostolica 1917
3. Assimilate giuridicamente alla diocesi la prelatura e l'abbazia territoriale, la prefettura e
il vicariato apostolico, l'amministrazione apostolica stabilmente eretta 1913
4. E le prelature personali? 1665-1667
5. Diocesi territoriali e personali 1921 e note 3-5
6. Divisione in parrocchie e in vicariati foranei 1923-1924
7. Persona giuridica "ipso iure" 1922 e nota 6
8. V. anche "Vescovo diocesano"
Vari a
I. Il Pastore della diocesi: can. 381 ss.
2. Diocesi metropolitane e suffraganee: cann. 435-436
3. La scomparsa "pro regula" delle diocesi esenti: can. 431, § 2
4. Competenze e attribuzioni del Metropolita in ordine alle diocesi suffraganee: can. 435
ss.
5. Sede vacante: v. "Sede vacante"
6. L'unificazione delle diocesi in province ecclesiastiche: can. 431, § I
7. Sede impedita: v. "Sede impedita"
8. La rappresentanza giuridica della diocesi: can. 393
9. La competenza della Rota Romana relativamente alle diocesi: can. 1405, § 2, n. 3
IO. Il tributo per le necessità della diocesi: can. 1263
II. Le diocesi più ricche in favore delle diocesi più povere: can. 1274, § 4
12. Gli obblighi della diocesi verso il Vescovo emerito: can. 402, § 2

DIOCESI PERSONALE
I. L'erezione 1921 e note 3-5
2. La competenza del relativo Ordinario circa la celebrazione dei matrimoni 4074-4079
IKDICE ANA LITICO 437

DIR ETIORE SPIRITUALE


l . Il Dire tto re spirituale de l Semi nario: il problema de lla loro plura lità 1490 e nota 16
2. Il "Moderator vitae spiritualis" 149 1
3. Una racc omandaz io ne ag li alunni in ord ine alla scelta del pro prio Direttore di spirito
1510 .5°
4. Divieto assol uto di chiedere il parere dci confessori e de l Dirett ore spirituale
nell'ammissio ne degli alunni agli ordini sacr i o nell' even tuale loro di missione dal
Sem inario 1492
5. V. an che "Direzione di coscienza"

DIR ETIORI O
l . Co nce tto 40 l
2. Direttori ge nerali emanati dalla Santa Sede 401

DIREZ IONE DI COSCIENZA


I. Nei Semi nari 1510. 5°
2. Negl' Istituti religiosi 2766, ( 0, 2769
3. Negl' Ist ituti seco lari 3035
4. V. anc he "Direttore spirituale"

DIRIMENTE
- Impedimen ti matrimoniali diri menti: v. " Impedimenti matrimoniali"

DIRITIO
Prospetto
l . Diritto antico
2. Diritto canonico
3. Diritto civile
4. Diritto divino
5. Diritto ecclesiale
6. Diritt o ecclesiasti co
7. Diritto come facoltà soggettiva
ll. Diritto innato o nativo
9. Diritto internaz io nale
IO. Diritto natural e
J 1. Diritto co me norma oggettiva
12. Diritto partico lare
13. Diritt o patri moniale
14. Diritt o penale
15. Diritto perso nale e reale
16. Diritto di petizione
17. Diritto proccssuale
18. Diritto propr io
19. Diritto quesito o acqu isito
20. Diri tto spec iale
21. Diritto supp letivo

DIRITTO ANTICO
- Come intendere l' antico diri tto riportato nel nuovo Codice 168
4 38 INDIC E ANALITICO

DlRITrO CANONICO
l . Diritto Ca nonico e leggi civili: v. "Legge civile"
2. Diritto Canonico e Liturgia 134-137
3. Diritto Canonico e consuetudine: v. "Consuetudine"
4. L'in segnament o del Diritto Canonico nei Seminari 1525, 3°, 1533
5. Richies ta la laurea o la licenza in Diritto Canonico, o almeno una vera periz ia in questa
disciplin a
- Per la promozione all'episcopato 1945,5°, 1946
- Per la nomina a Vicario ge nerale o episcopale 2226
- Per poter esercitare l'uffi cio di avvocato nei giudizi ecclesiastici 5302
6. Richiesta la laurea o la licenza in Diritto Canonico
- Per la nom ina a Vicario giudiziale 5146
- Per la nomin a a giudice 5 I52, 2°, e nota 4
- Per la nomi na a Promot ore di giustizia e a Difensore del vincolo 5 183
7. Il matrimonio dci catto lici è retto da l Diri tto Canonico, oltre che da quello divino (can.
1059) 3760, 4°
8. Per le disposizio ni a favore delle "cause pie", è sufficiente la relativa capacità "ex iure
naturae et canonico" 4735
9. Il do vere degli amministratori di beni ecclesiastici: l'e satta osserva nza delle norme del
Diritto sia ca nonico che civile 4688, 3°
IO. I libri di Diritto Canonico , privi dell'autorizzazione della compet ente autorità eccle-
siastica, non possono essere adottati come libri di testo per l'i nsegnamento di detta
discipl ina 3262
I l . V. anche "Codice di Diritto Canonico"

DlRITrO CIVILE
J. I memb ri del Co nsiglio diocesano per gli affari economici devono essere esperti in diritto
civile 2280
2. Il rispetto de lle norme del diritto civile , in materia di rimun erazione del lavoro 1427
3. La costituzione degli speciali Istituti diocesani, di cui al can. 1274, in forma valida anche
nel diritto civil e 464 3
4. Validità della procura matrimoniale fatta con un documento autentico a norma de l diritto
civile 4052
5. Il dovere degli amministratori di beni eccl esiastici di osserva re le norme del diritto sia
canonico che ci vile 4688, 3°
6. L' osservanza, "si fieri possit'' , delle formalità prescritte dal diritto ci vile nelle disposi-
zio ni " mortis causa" a beneficio della Chiesa 4736-4737
7. Leggi civi li recepite o richiamate dal Codice di Diritto Canonico: v. "Legge civile"

DIRITrO DIVINO
l . Per lo stess o ordinam ento divino
- Alcuni fedeli sono cos tituiti nella Chiesa "ministri sacri" 1377
- Altri sono Vescovi, successori degli Apostoli e pastori della Chiesa 1929
- Per istituzione di vina, sussis te il Collegio dei Vescov i (can. 330) 1763
- La person alità mor ale della Chie sa Cattolica e della Sede Apostolica 692
2. Il matrimonio dci cattolici è retto anzitutt o dal diritto divino : can. 1059
3. Gl'i mpedimenti matrimon iali di diritto di vino 3843-3844
4. L' impedimento dirimente di diritto naturale o di diritt o divino positivo, c la sanazione in
radice dci matrimon io 4269-4270
5. Co nsuetudine e diritto divino 367
6. Leggi civili e diritto divino 347
INDICE ANA LITICO 439

7. Nonne civi li in materia di contratto e diritto divino 4705, J o


8. V. anche "Legge divina"

DIRITTO ECCLESIALE
I. Diritti ecclesiali propri de i cris tiani, origi nati da l battes imo 678-679
2. Per il resto, v. "Diritto come fa colt àsoggettiva"

DIRITTO ECCL ESIASTICO


l . La dispensa dagl' impedimenti matrimoni ali di diritto ecclesiastico concessa dall'Or-
dinario del luogo 3853-3855
2. In pericolo di morte 3856-3860
3. Nel caso di eme rgenza, "cum iam om nia sunt parata ad nuptias" 386 1-3865
4. Il rinnovo del consenso nella convalidazio ne del matrimonio , richiesto per diritto
ecclesias tico 4255
5. V. anche "Legge ecclesiastica"

DIRITT O come FACOLTÀ SOGG ETTIVA (Diritti)


I - Norme generali
I. I diritti ecclesiali originati dal battesimo 678-679
2. Sono soggetto di diritti, come di obblighi, non solo le persone fisiche, ma anche
quelle giuri diche (can. 113, § 2) 792
3. Le associazioni private, sfornite di perso nalità giuridica 1713
4. La dife sa dei propri diritti 1379, IO
5. Azione ed eccezione 5324
6. Diritti ed obblighi non soggett i a prescrizione 1288-1297
II - Diritti vari
l . I diritti della Chiesa
- Di predicare il Vangelo a tutte le ge nti e di proclamare sempre e dovunque i
principi dell'ordi ne morale e socia le: can. 747
- Di provvedere alla formazione dei ministri sacri: can. 232
- Di svolgere la sua azione educativa: can. 794, § l
- Di avere proprie scuole, anche a livello univer sitario: cann. 800 , § l , S07
- Di acquistare, conservare, amministrare e alienare beni temporali: can. 1254
- Di esige re dai fedeli quanto è necessario ai suoi propri fini: can. 1260
- D'infliggere sanzioni penali ai fedeli che violano le sue leggi: can. 1311
- Di sottoporre al suo giudizio le cause che hanno attinenza con la sua natura,
le sue funzion i, i suoi fini: can. 1401: cfr. anche can. 1671 (cause matrimo-
niali dei battezzati)
2. Princip ali diritti del Romano Pontefi ce
- Il libero esercizio nella Chiesa del suo primato di governo: can. 331
- L' erezione delle Chiese partico lari: can, 373
- La creazione de i Cardinali : can. 35 1
- La nomina o la con ferma dei Vescovi: can. 377, § I
- La convocazio ne e la presidenza del Concilio Ecumenico e del Sinodo dei
Vescovi: cann. 338 e 344
- La nom ina e l'i nvio dei suoi Legati presso le Chiese particolari e presso le
Autor ità civili: can. 362
- La riserva di alcune cause e processi al suo persona le ed esclusivo giudizio :
ca n. 1405, § 1
- V. anc he "Romano Pontefice"
440 INDICE ANALITI CO

3. Principali diritti della Sed e Apostolica


- La personalità morale : can. 113, § 1
- La prerogativa della immuni tà: can. 1404
- La piena capacità patrimoniale: can. 1255
4. Diritti comuni a tutti i fedeli
- V. "Fedeli di Cristo"
Diritto e dovere
- La diffusione del messaggio evangel ico: can. 2 11
- La co llaborazione con i Pastori della Chiesa: can. 212
5. l diritti propri dci chierici
- V. "Chierici"
6. I diritt i dei membr i degl ' Istituti religiosi
- Obblig hi e diritti hanno inizio con la professione: can. 654
- Il diritto di ricever e dall' Istituto quanto è necessario per co nseguire il fine
della propri a vocazione: can. 670
7. I diritti dei membri delle Società di vita apostolica : obbligh i e diritti sorgono
dalla incorporazione: can. 737
8. I diritti dei membri delle Prelature personali can . 295, § 2
9. I dir itti propri dei laici
- V. "Laici"
Diritto e dovere
- L'impegno missionario: can. 225, § I
- Una debita conoscenza della dottrina cristiana: can. 229, § I
IO. Il diritto dei genitori in ordine all'educazione dei figli: cann . 226, § 2,793.
1136
I l. I diritti fondamentali della persona umana: la competenza della Chie sa: can.
747. § 2

DlR ITIO INNATO O NATIVO


- V. "Nativo"

DlRITIO INTERNA ZIONALE


l. Il rispetto delle norme di diritto internazionale da parte della Santa Sede nella nomina,
nel trasferimento e nel richiamo dei Legati pontifici , accredit ati presso i Governi civili:
can.262
2. Lo svolgimento dei compiti dei detti Legati secondo le medesime norme: can. 365, § l

DlRITIO NATURA LE
l . Impedimenti matrimoniali di diritto naturale: cfr. can. 1075
2. L'impedimento di diritto naturale o di diritto divino positivo. e la sanazione in radice:
can. 1163, § 2, e 1165, § 2
3. V. anche "Le gge naturale"

DlRITIO come NORMA OGGETIIVA


l . L'applicazione dei principi generali del diritto 3 18-320
2. Le leggi nel dubbio di diritto o di fatto 24 1-247
3. La potestà esecutiva nell'errore comune di fatto o di diritto, e nel dubbio positivo e
probabile di diritto o di fatto 1015-1023
4. Limiti del legislatore inferiore 984
5. L'e spressione cano nica "ipso iure": v. " lpso iure"
6. V. anche "Legge ecclesiastica"
INDICE ANALIT ICO 441

DIRITIO PARTICOLARE
I - Norma generale
- Il diritto part icolare e la legge universale 340- 342
1\ - Prin cipali casi pe r i quali il Codice richiama il diritto particolare o si rimette ad
esso
l. Per la regolamentazione, da parte dell'Ordinario, dell 'intera materia concer-
nente l' amministra zione dei beni eccl esia stici: can. 1276, § 2
2. Per la determin azione dell a persona a cui spetta il compito dell' amministrazione
dei beni eccles iastici : can. 1279, § I
3. Per il differim ento del battesim o nei casi in cui manchi ogni spera nza che il
bambin o da battez zare sarà educato nella religione cattolica : ca n. R68, § I, n. 2
4. Circa il bilan cio preve ntivo dell'amministrazi one dei beni eccl esiasti ci : can.
1284
5. C irca l'ufficio e le facolt à dei cappellani: ca nn. 564, 566, § I
6. Circa le cose da cui i chierici devono astenersi: can. 285, § l
7. Circa la facolt à dei chierici di allontanarsi dalla propria diocesi: can. 283, § I
8. Circ a la procedura da osserv are, quan do il Superiore è tenuto a richiedere solo il
"co nsenso" o " parere" : ca n. 127 , § I
9. Circa l' obbli go di alc uni precetti o divieti , da cui i diaconi permanenti sono per
sé eson erati: ca n. 288
IO. Circa la dur ata dell e f erie annuali spettanti ai chierici: can. 283, § 2
Il . Ci rca la custod ia dei libri parrocchiali più antichi: ca n. 535 , § 5
12. Circa le cause sugli effetti puram ente civili del matrimoni o: can . 1672
13. Circa i compiti e i poteri speciali da attribuire, in particolari circostanze , al
Metrop olita : ca n. 436, § 2
14. Ci rca le doti richieste nei candidati all' ufficio di parroco: ca n. 52 1, § 2
15. Circa la nom ina dei parroci a temp o determinato: ca n. 522
16. Circa la rappresentanza delle persone giuridiche pubbliche: can. 11 8
17. Ci rca la costituzi one e l'accettazi one delle pi e fondazioni: cann . 130 3, § l,
1304, § 2
18. Per la rcgolamentazione delle promesse di matrimonio: can. 1062, § l
19. Ci rca la registrazione degli att i di morte : ca n. 1182
20. Circa il rendi cont o che gli amministratori di beni ecclesi astici dev ono
presentare ai fedeli relativ amente alle offert e ricevute dai medesimi : ca n. 1287 ,
§2
21. Circa la partecipazione dei chierici ai ritiri spi rituali: can. 276, § 2, n. 4
22. Circa le doti richieste nei candidati a un uff icio ecclesiastico: can . 149
23. Per la nomin a c la durata in carica del Vicario f oraneo, e le facoltà che gli
competono: ca nn. 553, § 2, 554, § 2
24. V. a nc he "Legge particolare"

DIRITIO PATRIMONIALE
- Diritti patrimoni ali della Chiesa uni versale e della Sede Apo stolic a, delle Chiese
particolari e di tutte le persone giuridiche ecclesiastiche 456 5-45 68

DIRITIO PENALE
I. Necessità e importanza del diritto penale dell a Chie sa 4776-4777
2. La profonda riforma operata nel nuovo Codice 4765
3. Principali innovazioni 4766
4. Relat ivam ente alle pene "latae sententiaex è stata effettuata una notevole riduzio ne, ma
442 INDICEANALITICO

non la completa abrogazione, come pur era stato chiesto da più parti 4767 -4768 e note
3-5
5. Perfezionamenti tecnici 4769 e nota 6
6. Diritto penale sost antivo e formale 4764, nota l
7. V. anche "Legge penale"

DIRITro PERSONALE E REALE


I. Concetto 4574
2. Diritti personali e reali della Santa Sede 4604-4606

DIRITIO di PETIZIONE
- Un diritto di tutti i religio si relativ ament e al Capitolo generale 2784

DIRITIO PROCESSUALE
I - Il Vlllibro del Codice
I. Concetto di diritto proce ssuale 5051
2. Significato e neces sità del diritto proces suale canonico 5054 -5057
3. Ripartizione della materia 5052
Il - Principali innovazioni
1. Semplificazione delle norme procedurali 5059
2. Tutela più efficace della verità e della giustizia 5060
3. Magg iore potere discrezionale conferito al giudice 5060
4. Maggiore celerità nell'iter processuale 5061
5. Ampliata la competenza sussidiaria del diritto particolare 5062
6. Istituzione di tribunali regionali e interdiocesani 5063
7. Larga apertura ai laici 5065
III - Innovazione nei termini
l . Nel giudizio contenzioso, il termine "pars conventa" sostituisce "reus" 5067
2. L'Officiale è detto anche , con maggiore proprietà, " Vicario giudiziale" 5069
3. I giudi ci "sinodali" sono detti "diocesani" 5070
4. La manc ata comparizione delle parti è denominata "assenza" 5071
5. L'appello e la querela di nullità sono detti "impugnationes sententiae" 5072

DlRITIO PROPRIO
I - Negl 'Istituti di vita consacrata
1. L'ammissione nell'Istituto e gli obblighi dei membri: cann. 597, § 1,598, § 2
2. La professione del consiglio di povertà: can. 600
Il - Negl'Istituti religiosi
Principali norme
l . Impedimenti e condizioni circa l'ammissione: can. 643, § 2
2. Criteri e indirizzi circa la formazione dei novizi : can. 650, § I
3. La durata della professione temporanea: can. 655
4. Condizioni per la validità della professione perpetua: can. 658
5. Contenuto e durata della forma zione dopo la prima professione: can . 659
6. Cause di dimissione dall' Istituto : can. 696
7. La celebrazione della Liturgia delle Ore : can, 663, § 3
8. La disciplina della clausura: can . 667, § J
INDICE ANALITICO 443

9. La nomina dei Superiori, la durata in carica, la rimozione e il trasferimento:


cann . 623 -624
lO. Norme per il "Consiglio" dei Superi ori: can . 627
Il . L'obbligo di residenza dei Superiori : can . 629
12. Il conferimento degli uffici e le elezioni da parte dei membri: can . 626
13. La composizione e i poteri del Capitolo general e e degli altri Capitoli dell'Isti-
tuto : can. 63 \-63 2
14. La nomina dell'economo: can . 636, § I
15. Gli atti di ammini strazione straordinaria : can. 638, § I
III - Negl'Istituti secolari
- Canoni da tener presenti : 712,716,717 , § 1,719 ,720,721 , § 2, 722, § 3, 723,
§§ 3-4, 724, § l, 729
IV - Nelle Sucietà di vita apostolica
- Canon i da tener presenti: 731, § 1,732, 735, 737, 740, 741, 742

DIRITIO QUESITO o ACQUISITO


l. Diritt o innato. legale e ques ito o acqui sito 149-152
2. Il Codice non revoca, per sé, i diritti legittimamente acquisiti 153
3. I fatti giuridici aventi tratti successi vi 154
4. Stretta interpretazione, in caso di dubbio, degli atti amministrativi che ledano i diritti
acquisiti di terzi 424 ,4°
5. Invalidità di un atto ammini strativo che leda un diritto acquisito da altri 433
6. Il rispetto dei diritti quesiti :
- Da parte dei rettori di chiesa: can. 562
- Nella dispensa dai voti: can . 1196
- Nei decreti di rimo zione da un ufficio ecclesiastico: can. 192
- Nella unione, nello smembramento o nella estinzione delle persone giuridiche: cann.
121-123
- Nella destin azione dei beni di una casa religios a soppressa: can. 616, § l
- Nella destin azione dei beni di un' associazione estinta: can. 326. § 2

DIRITro SPECIALE
1. Legge universale e diritto speciale: can . 20
2. La nomin a del cappellano: can. 565
3. V. anche "Legge spec iale"

D1RITIO SUPPLETIVO
l . Concetto 311
2. Applicazione 313-324
3. Inapplicabilità 325-326

DISCIPLINA ECCLESIASTICA
I. L'osservan za e il consolidamento della disciplina eccle siastica, una delle finalità del
Sinodo dei Vescovi 1811
2. Un dovere dei Vescovi diocesani : la promozione dell a disciplina ecclesiasti ca, e la
vigilanza perch é non s' introducano in essa abusi [981-1983
3. L'o sservanza, la promozione e la tutel a della disciplina ecclesiastica, una delle finalità
dei Concili particolari 2121
4. La vigilanza del Metropolita 2095
5. Criteri e finalità delle pene eccle siast iche 4796
444 INDICE ANALITICO

DISCIPLINE
Discipline d'insegnamento e di studio
l. Discipline ausiliari: can. 252, § 3
2. Discipline filosofiche: can. 250
3. Discipline filosofiche, teologiche e giuridiche: can. 253, § l
4. Discipline pedagogiche: can. 760
5. Discipline religiose e morali: cann. 827, § 2, 837, n. 7
6. Discipline sacre: cann. 218 e 248
7. Discipline sacre o connesse con le sacre: can. 815
8. Discipline teologiche: can. 812
9. Discipline teologiche e le altre riguardanti la cultura cristiana: can. 821
lO. Discipline varie: cann. 239, § 1,809,811, § 2

DISCREZIONALITÀ - DISCREZIONE
I - L età della discrezione
l. Per il conferimento della confermazione 3384
2. Per l'obbligo della confessione annuale 3591, 2°
Il - Il difetto della discrezione (discrezione di giudizio)
- In ordine al consenso matrimoniale 4001
III - Discrezione nel senso di discernimento e di prudenza
I. Saggia discrezione nell'istituzione e nell'uso degli organi religiosi di
partecipazione e di consultazione 2786
2. La necessaria discrezione nell'uso degli strumenti di comunicazione 2896
IV - Discrezione nel senso di discretezza
- Prudenza e discrezione da parte del confessore 3571
V - Discrezione nel senso di discrezionalità
l. Il conferimento di un ufficio "ad prudente m discretionem auctoritatis
competentis" 1259, 1262
2. Una esecuzione di rescritto in forma del tutto commissoria: "pro suo prudenti
arbitrio et conscientia" 448, 540
3. Facoltà discrezionale del giudice nell'applicazione della pena 4929-4932
4. V. anche "Facoltativo"

DISCUSSIONE DELLA CAUSA


I. Presentazione delle difese 5547
2. Modalità 5548
3. Scambio delle difese e repliche 5549-5500
4. Il divieto d'informazioni private 5551
5. Il moderato dibattimento orale 5552
6. Condizioni per la pronunzia dcIIa sentenza da parte del giudice 5553

DISPARITÀ DI CULTO
I - La disparità di culto come impedimento matrimoniale
I. Cenni storici 3910
2. Motivazioni e condizioni 3911
3. Persone soggette 3912-3914
INDIC E ANALITICO 445

4. La concessione della dispensa 3915-3918


- Rich iamo dei cann. 11 25-1126
- La giusta causa
5. Battesimi dubbi 39 19
Il - Norme ulteriori
I. La celebrazione dei matrimoni contratti con la dispensa dall'impedimento di
disparità di culto 4 156
2. L' assistenza spirituale da prestare ai coniugi e alla prole 4 154-4 155
3. L' eventuale dispensa sul matrimonio non consumato da parte del Romano
Pontefice 4204

DISPENSA
Prospett o
l . Dispensa in genere
2. Dispensa dalle irregolarità e dagl' impedimenti
3. Dispense matrimoniali
4. Dispense riservate
5. Dispense varie

DISPENSA IN GENERE
I. Concetto 593-605
2. Limiti 606-6 11
3. La competenza dei Vescovi diocesani 612-6 18
4. La competenza degli Ordinari in genere 6 19-623
5. Particolari competenze degli Ordinari del luogo 624
6. La facoltà dei parroci, degli altri presbiteri e dei diaconi 625
7. La "g iusta e ragionevole" causa 626-636
8. Sudditi e forestieri 337-640
9. L'i nterpretazione della dispensa 641-642
IO. La cessazio ne 643-645
I I. Norme ulteriori
- Dispense riserva te personalmente al Romano Pontefice 646
- Dispense riservate alla Santa Sede 647
- Dispense di competenza del Vescovo diocesano 648
Not a nd a
l . Dispensa cd eso nero 596
2. Dispensa e privilegio, epikèia , licenza, abrogazio ne, tolleran za, remissione 597-603
3. Cara ttere amministrativo della dispensa 604-605
4. La radicale modifica circa la facoltà dei Vescovi diocesani 6 12
5. Leggi escluse dal potere di dispensa dei Vescovi diocesani 6 14 e nota 2
6. Il ricorso al Superiore per telegrafo o telefono 621
7. La mancanza di una "giusta" causa 629-636
8. Dispensa a proprio favore 639

DISPENSA DALLE IRREGOLARIT À E DAGL'IMPEDIMENTI


Irregolarità e impedimenti relativamen te agli ordini sacri
I. [I diverso caso della irregolarità e dell' impedimento 3705
2. La competenza della Santa Sede e i relativi organi 3706
3. La competenza dell'Ordinario 3707
446 INDICE ANALITICO

4. La dispensa "ex lege" nei casi occulti più urgenti 3708


5. La formulazione della domanda e il valore della dispensa "generale" 3709-3710

DISPENSE MATRIMONIALI
I - Dispensa dallaforma canonica
I. Riservata per sé alla Santa Sede 4099
2. Limitata ai casi espressamente previsti la facoltà di dispensa da parte
dell'Ordinario del luogo 616, nota 2, 3857, nota 5, 4099
3. Facoltà del parroco, del ministro delegato, ecc. "urgente mortis peri culo" 3858-
3860
4. La debita annotazione 4111
Il - Dispensa dagl'impedimenti di diritto ecclesiastico
J. La competenza dell'Ordinario del luogo 3853
2. Impedimenti riservati alla Santa Sede 3854-3855
3. Il pericolo di morte
- Facoltà dell'Ordinario del luogo 3857
- Facoltà del parroco e di altri ministri sacri 3858-3859
- Facoltà del confessore 3860
4. Il caso di emergenza: "cum iam omnia sunt parata ad nuptias" 3861
- Facoltà dell'Ordinario del luogo 3862, 1°
- Facoltà del parroco e di altri ministri sacri 3862,2°
- Facoltà del confessore 3864
- Il caso di emergenza può ricorrere anche per la convalidazione del
matrimonio 3865
5. La dispensa da un impedimento occulto nel foro interno non sacramentale 3867
!Il - Dispensa dal matrimonio rato e non consumato
l. L'autorità esclusi va del Romano Pontefice 5778-5780
2. La procedura: v. "Processo matrimoniale di dispensa super rato"
IV - Dispensa dalle interpellazioni
- Nell'applicazione del privilegio paolino 4214

DISPENSE RISERVATE
1. Dispensa dal celibato ecclesiastico e dal relativo impedimento 1653, 3924-3925
2. Dal voto pubblico di castità emesso in un Istituto religioso di diritto pontificio can. 1078,
§ 2, l°
3. Dall'impedimento del crimine di coniugicidio can. 1078, § 2, 2°
4. La dispensa "super rato" can. 1142

DISPENSE VARIE
I. Dispensa per la consacrazione di un Vescovo da parte di un solo consacrante: can. 1014
2. Dispensa dalle Costituzioni degl'Istituti di vita consacrata di diritto diocesano: can. 595,
§2
3. Dispensa dall' età prescritta per l'ordinazione sacra: can. 1031, § 4
4. Dispensa dai giuramenti promissori: can. 1203
5. Dispensa da un impedimento canonico nelle elezioni a un ufficio ecclesiastico: v.
"Postulazione"
6. Dispensa dalle formalità della presa di possesso del parroco: can. 527, § 2
7. Dispensa dall'osservanza dei tempi sacri: can. 1245
INDICEANALITICO 447

8. La dispensa dai voti privati; can . 1196


9. Dispensa dai voti religiosi
- Illegittimo indulto di lasciare l'Istituto: cann . 691, § 2, 692

DiSPOSITIVO
- La parte dispo sitiva della sentenza: v. "Part e dispositiva"

DISPREZZO
- Il pubblico eccitamento al disprezzo della religione e della Chie sa 4984

DISSACRAZIONE
- Dissacrazione ossia riduz ione a uso profano di un luogo o di una cosa sacra : v.
"Ridu zione", nn. 1-3

DiSUBBIDIENZA
I. La disubbidienza pertinace all' autorità ecclesiastica: la sanzione penale 4989,3°
2. L'eccitamento alla disubbidienza 4992
3. «L'ostinata disubbidienza alle prescrizioni dei Superiori in materia grave», una delle
cause di dimissione di un religioso dal suo Istituto 2975, 3°
4. Disubbidienza in tribunale 5267
5. V. anche "Ubbidienza"

DIVIETO
I - Divieti connessi con la scomunica
- Con qualsiasi scomun ica 4872-4876
- Con la scomunica inflitta o dichiarata 4877-4882
Il - Divieti connessi con l'interdetto
l . Con qualsiasi interdetto 4890
2. Con l'interdetto inflitto o dichiarato 4891
III - Divieti connessi con la sospensione
- Divieti vari, ma che possono colpire soltanto i chierici 4895-4898
IV - Proibizioni come pene espiatorie
- Proibizioni previ ste nel Codice: cann. 1336-1338
V - Divieti e proibizioni proprie dei chierici
l. Divieti conseguenti allo stato clericale 1629-1644
2. Conseguenti alla perdita dello stato clericale 1652-1655
VI - Divieti e proibizioni varie
È vietato
l. AI chierico che ha presentato istanza per la dichiarazione di nullità della sacra
ordinazione, di esercitare gli ordini: can . 1709, § 2
2. Al conf essore di far uso delle conoscenze acquisite dalla confessione, con
pregiudizio del penitente, e d'indagare sul nome del complice: cann. 979 e 984,
§I
3. AI giudice e a tutti i ministri del tribunale di accett are doni di quals iasi genere ,
in occasione dello svolgimento del giudizio: can. 1456
448 INDICE ANA LITICO

4. Al sacerdote cattolico di concelebrare l'Eucaristia con sacerdoti e ministri di


Chiese D comunità separate: cann. 908 e 1365
5. AI procurat ore e all'a vvocato: la "ernptio litis", il " pactum de palmario", il
"pactum de quota litis", ecc.: cann. 4792-4794
6. AI Sup eriore religioso d'in durre i confratelli da lui dipenden ti a manifestargli la
propria coscienza: can. 630, § 5
7. Al Vescovo diocesan o d'ingerirsi nel governo della Chiesa affidatagli. prima del
possesso canonico: can. 382, § I
Altre proibi zi on i
l. Circa la cremazione: can. 1176 § 3
2. Circa le esequie ecclesiasti che: can. I 184. § l
3. Circa i luoghi sacri: can. 1210
4. Circa la celebrazione dei matrimoni misti: cann. 11 24 e 11 27. § 3
5. Circa la celebrazione di nuove nozze, pur dopo la duplice sentenza di nullità
matrimoniale: can. 1684, § l
6. Circa l' esercizio dell ' ordine sacro: can. 1338, § 2
7. Durante la vacanza della sede episcopale: can. 428
8. Durante la vacanza della parrocchia: can. 540, § 2
V Il - Norme ulteriori
l. Proibi zioni previste nel processo penale a carico dell'imputato. allo scopo di
prevenire scandali: can. 1722
2. Il divieto temporaneo di contrarre matrimonio, imposto dall' Ordinario del
luogo: can. 1077
3. Proibiz ione data dal Vescovo diocesano a un religioso di dimorare nella sua
diocesi: can. 679
4. Un divieto per il Vescovo che abbia conferito gli ordini sacri, senza le lettere
dimissorie: can. 1383
5. La persistente disobbedienza alle proibizioni della Sede Apostolica e di altre
legittime autorità: can. 1371, n. 2
6. La legge che proibisce le consuetud ini future: can, 26

DIVISIONE
l. La divisione della diocesi in parrocchie e in vicariati foranei 1923-1924
2. La divisione di un Istituto di vita consacrata in parti 2623
3. Norme circa la divisione di una persona giuridica 847-848

DIVISIONE dei POTERI


l. La "divi sione dei poteri", quale esiste negli Stati democratici moderni, è contra ria alla
costituzione della Chiesa, fondata da Cristo 976-977
2. La divisione dei poteri esiste nella Chiesa solo negli atti delle autorità inferiori 977
3. Il concreto potere del Papa e dei Vescovi esclude per altro ogni forma di assolutismo e di
arbitrio. per l' alto senso di equità, di servizio pastorale e di comunione da cui è ispirato
978-980

DIVORZIATI RISPOSATI
I. Documenti del Magistero 3900
2. L' insegnamento di Giovann i Paolo Il 3901-3907
3. Un caso particolare e l' autore vole parere di P. Haring 3908
INDICE ANALITICO 449

DIVORZIO
I. Il divorzio nell'antichità pagana e nello stesso popolo ebraico 3744
2. Presso i popoli germanici 3744
3. La dottrina cattolica 3744
4. L'errore protestante 3744
5. Il divorzio introdotto fra gli Stati cattolici dalla Rivoluzione Francese (25 ott. 1792)
3744
6. La piaga dei nostri tempi 3745
7. Il divorzio in Italia (lo agosto 1978) 3745

DOCUMENTALE
l. La prova documentale in giudizio: v. "Documenti", n. Il
2. Il processo documentale per la dichiarazione di nullità matrimoniale 5731 ss.

DOCUMENTI
I - La conservazione dei documenti
I. La diligente custodia dei documenti riguardanti la diocesi e le parrocchie: can.
486, §§ 2-3
2. L'archivio parrocchiale: can . 535, §§ 4-5
3. Principali norme circa l'archivio diocesano: cann. 480490
4. Un divieto particolare, riguardante la vacanza della sede episcopale: can . 428. § 2
5. Documenti e att i degli archivi delle chiese cattedrali, collegiate, parrocchiali e di
altre chiese della diocesi : can. 491, § I
II - La produzione dei documenti in giudizio
I . Il principio: can. J539
2. Le varie specie di documenti pubblici e privati. ecclesiastici e civili: can . 1540
3. Il valore: cann . 1541-1543
4. La presentazione in originale o in copia autentica: cann. 1544 e 1658, § 2
5. La presentazione di nuovi documenti dopo la conclusione in causa : can. 1600, § 2
6. La presentazione di nuovi documenti in appello: can. 1639, § 2
7. Documenti scoperti dopo che la sentenza è passata in giudic ato, e relativa
azione di "restitutio in integrum": can . J 645
8. Documenti che non si è tenuti a produrre in giudizio: can. 1546
9. La presentazione dei documenti nel processo contenzioso orale: can. 1658, § 2
IO. La restituzione dei documenti al termine del giudizio: can. 1745. § l
II. Un divieto per il notaio e per il cancelliere: can. 1475, § 2
12. Il processo documentale per la dichiarazione di nullità matrimoniale: cann.
1686-1688
III - Documenti e certificati prescritti
I. Per l'intimazione di un decreto singolare: can. 54, § 2
2. Documenti per l'incardinazione e l'escardinazione: can. 267, § I
3. Certiticati per l'ammissione in Seminario, per l'ammissione al noviziato di un
Istituto religioso, per l'ammissione agli ordini sacri: v. "Certificato", n. I
IV· Norme ulteriori
l . Atti da effettuare con documenti scritti: v. "Scritto"
2. Particolari documenti da conservare
- I documenti delle singole ordinazioni: can. 1053, § l
450 INDICE ANALITICO

- I documenti delle avvenute dedicazioni o benedizioni di chiese e di cimiteri:


can. 1208
- I documenti e gli strumenti dei diritti patrimoniali della Chiesa e degli enti
amministrati : can. 1284, § 2, n. 9
- Le tavole delle "pie fondazioni ": can. 1306
- Il documento scritto dell'ammonizione fatta dall'Ordinario a norma del can.
1339, § 3
3. Reati di falso in documenti ecclesiastici: la sanzione penale : can. 1391

DOLO
I - Il dolo come vizio del/' atto giuridico
I. Concetto 878-879
2. Definizione di Labeone 878, nota 4
3:11dolo considerato nel diritto penale 4811, nota I
4. Il dolo per sé non invalida l'atto giuridico, ma lo rende rescindibile 879
5. Particolari effetti invalidanti 880
- Circa il voto religioso: can. 1191, § 3
- Circa il giuramento promissorio: ean. 1202, § 2
- Circa il suffragio elettorale: ean. 172, § l, n. I
- Circa l'ammissione al noviziato religioso: can. 643, § l, n. 4
- Circa la professione religiosa: cann. 656, n. 4, 658
- Circa il consenso matrimoni ale, in casi determinati: can. 1098
- Circa la rinunzia a un ufficio ecclesiastico: can. 188
Il - Norme ulteriori
l . Dolo o frode nella presentazione di un rescritto 539
2. Dolo o negligenza nell'uso di un rescritto 534
3. Dolo nella trasmissione della postulazione da parte del presidente del colleg io o
del ceto 1198
4. L'interpretazione del giuramento, nel caso che la persona giuri con dolo 4386
5. Dolo o negligenza nei giudici 5243
6. Una sentenza emessa per dolo di una parte a danno dell'altra c la "restitutio" in
integrum" 5641,3°
7. Il dolo e l'imputabilità del reato 481 I

DOLORE
- V. " Contrizione"

DOMENICA
l. Il primordiale giorno festivo di precetto 4530
2. L'obbligo di assistere alla Messa c di astenersi da determinati lavori: v. "Tempi sacri"
3. Il trasferimento in giorno di domenica di alcune solennità di precetto, da parte della
Conferenza Episcopale 4532-4534
4. L'applicazione della Messa "pro populo" da parte del Vescovo diocesano e del parroco
1974, 2471
5. L'obbligo dell'omelia 3145
6. La binazione e la trinazione: v. "Binazione"
7. Domenica e battesimo 3332
8. Domenica e ordinazioni sacre 3652
INDICE ANALITICO 451

DOMICILIO
Domicilio e quasi-domicilio
I. Distinzioni: "incola - àdvena - peregrinus - vagus" 719
2. Domicilio. quasi domicilio e dimora nell'ordinamento canonico 720
3. Residenza. dimora e domicilio nell'ordinamento italiano 720. nota 7
4. L' acquisto e la perdita
- L'acqui sto del domicilio 721-728
- L'acqui sto del quasi-domi cilio 729-730
- La perdita 742-743
5. Domicilio e quasi-domicilio legale di persone particolari
- Religiosi e membri di Società di vita apostolica 731-734
- E i novizi? 735
- I minorenni 737-739
- Persone maggiorenni , sottoposte a tutela o a curatela 740
- I coniugi 736
- L'obbli go del Card. Decano e Sottodecano 741
6. Effetti giuridici
- In ordine alle qualifiche personali di "incola - àdvena - peregrinus - vagus" 744-745
- In ordine al parroco e all'Ord inario proprio 746-747
- Effetti ulteriori 748
7. La "menstru a commoratio" 749

DOMINIO
I. L'alto dominio del Romano Pontefice sui beni di proprietà di persone giuridiche
ecclesiastiche 4569
2. Dominio patrimoniale: v. " Proprietà"

DOMMA DI FEDE
- V. " Dottrina definita"

DOMUS FORMATA
I. La "domu s formata" e "non formata" nel Codice precedente 2710
2. A tale distinzione non si accenna più nel nuovo Codice 270 l, 2710

DONI
I. Il divieto al giudice e a tutti i ministri del tribunale di accettare doni di qualsiasi genere
5242
2. II reato di subornazione attiva e passiva 5009
3. Subornazione da parte di avvocati e di procuratori 5313

DONI VOTIVI
- Per la loro alienazione, è necessaria la licenza della Santa Sede 2803, 4713, 30

DONNA
l. La piena parità dell'uomo e della donna: v. "Sesso"
2. La cooperazione ecclesiale della donna , allo stesso titolo dell'uomo
-Casi previsti 781, 1416
- Preclusioni tassative 784, 1417
3. n matrimon io
452 IND ICE ANA LITICO

- Il patto matrimoniale 3729, 3748


- La donazione reciproca 3747
- L' età prescritta 3822, 3870 ss.
- Il rapimento di una donna a scopo di matrimonio 2937 ss.

DOTE
I. L'edu cazione dei fanciulli e dei giovani deve tendere allo sviluppo armonico delle loro
doti fisiche, morali e intellettuali 3192
2. Doti umane e morali, spirituali e intellettu ali, per l'ammissio ne degli alunni del
Seminario 1495
3. Le doti dei benefic i nella riforma del sistema beneficiario ecclesiastico 4612
4. Il denaro e i beni mobili asseg nati alle pie fondazioni a titolo di dote 4749
5. Do ti e qualità richieste a norma dci canoni: v. "Qualità - Requisiti"

DonORI
- Il parere comune e costante dci "dottori" (moralisti e canonisti) nelle lacune giuridiche
324

DOTfRINA
Prospetto
I. Dottrina cattolica
2. Dottrina della Chiesa
3. Dottrina condannata
4. Dottrina definita

DOT rRI NA CATIOLICA


I. L'insegnamento teologico dev' essere impart ito nei Seminari in modo che gli alunni
abbiano una conoscenza integrale della dott rina cattolica 1532, 20
2. L' istruzione catechetica ai fedeli deve metterli in grado di apprendere più com piutamente
la dottri na catto lica 3166
3. L'istruzione e l'educazione nelle scuole cattoliche devono fondarsi sui principi della
dottrina cattolica 3208
4. L'i nsegna mento nelle Università Cattoliche dev' essere impartito in conform ità con la
dottrin a cattolic a 3224
S. La vigilanza delle Conferenze Episcopali e dei Vescovi dioces ani, perché nelle
Università Cattoliche si osse rvino fedelmente i principi della dottrina cattolica 3226
6. Questioni riguardanti la dottrina cattolica o la morale nelle trasmis sioni radiofoniche o
televisive 3270

DOlTRINA della CH IESA


I. r Maestri della fede nella Chie sa: i Vescovi, Succe ssori deg li Apostoli: cann . 2 12, § l,
375 , § I , 749, § 2,753
2. Il Maestro supremo: il Romano Pontefice: can. 749, § 1
3. La dottrina di fede: can . 750
4. L' assenso religioso: can. 752
5. La dottrina infallibilmente definita: can. 749, § 3
6. Sanzioni: can. 1371, n. I
7. Un ammonimento: can . 227
8. L'obbligo degli annunziatori della Parola di Dio: can. 768, § 2
9. Il dovere dci confessore, quale ministro della Chiesa : can. 978 , § 2
INDICE ANALITICO 453

IO. Il dovere del censore ecclesiastico : can . 830, § 2


I I. La debita preparazione dei catechisti: can. 780
12. Ogni forma di vita spirituale dev'e ssere conforme alla dottrina della Chiesa: can. 214
13. Il compito dei genitori : can. 226, § 2
14. La soppressione di un'associazione di fedeli , la cui attività sia di grave danno alla
dottrina o alla disciplina della Chiesa: can. 326, § I
15. V. anche "Magistero della Chiesa"

DOTTRINA CONDANNATA
l . Il pertinace appoggio o la diffusione di dottrine condannate dal Magistero della Chiesa ,
motivo sufficiente per la dimissione di un religioso dall'Istituto 2975, 50
2. L'insegnamento pertinace di una dottrina condannata dal Romano Pontefi ce o da un
Concilio Ecumenico: un reato da punire "iusta poena" 4989, l o

DOTTRINA DEFINITA
l . Dottrina definita infallibilmente dal Magistero della Chiesa 3 I07-311 O
2. Il dovere di un assenso di fede divina e cattolica 3 I I I-3 I 13
3. Tre gravi violazioni: l'eresia, l'apostasia e lo scisma, e pene previste 3114, 4977-4979

DUBBIO
I - Dubbi sulla fede
- Il dubbio eretieo 3114 (eresia)
Il - Dubbi circa la legge
l. Concetto di "dubbio" e distinzione 242-245
2. La legge nel dubbio di diritto o di fatto 246-247
3. Le leggi di dubbio significato 300-303
4. Dubbio sulla revoca di una legge preesistentc 335
III - Particolari casi di dubbio
l . Circa la potestà esecutiva 249
2. Circa la validità di un rescritto 250
3. Circa la sufficienza della causa, nella concessione di una dispensa 251
4. Circa l'amministrazione del battesimo, della confermazione o dell'ordine sacro
252
5. Circa l'amministrazione della unzione degl'infermi 253
6. Circa l'idoneità di un aspirante agli ordini sacri 254
7. Circa l'esistenza dell'impedimento d'impotenza 255
8. Circa l'esistenza dell'impedimento di consanguineità 256
9. Circa la validità del matrimonio 257
IO. Circa l'applicabilità del privilegio della fede 258
11 . Circa la concessione delle esequie ecclesiastiche 259
12. Circa le pronunzie del giudice, il quale non riesca a raggiungere la certezza morale "ex
actis et probatis" 260
IV - La concordanza del dubbio nei processi giudiziari
I. Nel giudizio contenzioso ordinario 5372-5374
2. Nel processo contenzioso orale 5680
3. Nelle cause di nullità matrimoniale 5713-5715
454 INDICE ANALITIC O

DUBBIO POSITI VO E PROB ABIL E


- Il dub bio positi vo e probabile, di fatto o di diritto, e la supplenza della potestà esecuti va
da parte dell a Chie sa IO15-1O18
- V. "S upplet Eccles ia"

DUMMODO
- Il valore delle particelle si, nisi, dùmmodo, negli atti ammini strativi singolari 438

DURATA
Precipui casi di du rata, previsti dal Codice
I. Durata dell ' anno: ca n. 202 , § l
2. Assen ze
- Asse nza del Vescovo dalla prop ria diocesi: can. 395, § 2
- Assen za temporanea del parroco: can. 533, § l
- Assenza di un chierico senza ufficio residenz iale dalla propria diocesi : can. 283, § l
3. Cause giudiziarie nei tribun ali di prima e di seco nda istan za: ca n. 1453
4. Durata in carica del Collegio dei consultori : ca n. 502, § I
S. Durat a in ca rica del Consiglio diocesano per gli affari economici: ca n. 492, § 2
6. Del Consiglio pastorale: ca n. 513, § l
7. Del Consiglio presbiterale: ca n, 501, § 1
8. Tempo necessario perché una consuetudine acqu isti forza di legge: can. 26
9. Tempo necessario per l' acqui sto "di fatto" de l domicilio: can. 102, § 1
IO. Indult o di esclaustrazione di un religi oso di voti perpetui: can. 686, § 1
II. Ferie annuali spettanti
-Ai chierici in genere: can . 283, § 2
- AI parroco e ai vicari parrocchiali: cann . 533 , § 2, 550, § 3
- AI Vescovo dioc esano : can. 395, § 2
-Al Vescovo coadiu tore o ausiliare: can. 410
12. Durata della formaz ione
- De i giovani as piranti al sacerdozio in Semi nario: can. 235, § I
- Dei ca ndidati al diacon ato permanente: ca n. 236
- Dei religiosi: can. 659, § 2
13. Durata del giorno nel computo del tempo : ca n. 202, § 1
14. Tempo prescritto per l'in cardinazione "ipso iure" : can . 268 , § l
15. Dur ata della pro va iniziale e della prima incorporazione negli Istituti seco lari: ca nn.
722, § 3, 723, §§ 2-3
16. Durata del mese nel co mputo dci tempo: ca n. 202, § l
17. Dur ata del noviziato religioso: cann . 648 -649
18. Dur ata in ca rica del parroco: can. 522
19. Durata delle pene espiatorie: can. 1336
20. Durat a delle pe rsone giuridi che: can . 120, § 1
2 1. Tempo richi esto per la prescri zione
- Prescrizione di ben i ecclesiastici: can n. 1268-1270
- Estin zione delle azion i giudiziarie in ge nere: can. 1492, § J
- Pre scrizi one delle azioni criminali e pen ali: cann. 1362-1 363
22. Durata del privilegio: can . 78
23. Dur ata della professione tempo ranea negl'I stituti religiosi : can. 655
24. Temp o necessario per l' acqui sto "di fatto" del quasi-d omicilio: can. 102, § 2
25. Proroga dei rescritti della Sa nta Sede da parte del Vescovo diocesano: can. 72
26. Relati vamente alle Socie tà di vita apostolica
- Il peri odo di pro va e della prima incorpo razione: can . 735, § l
INDICE ANALITICO 455

- L' indult o di vivere fuori dell' Istituto: ca n. 745


27. Durata del co rso degli studi fi losofici e teologici nei Seminari : can. 250
28. Durata in carica dei Supe riori
~ Superiori d'I stituti religiosi: can. 624
- Supe riori d'I stituti seco lari: can . 7 J7, § I
- Superiori di Socie tà di vita apostolica: can. 734
29. Durata degli uffici ecclesiastici conferiti a temp o inde terminato o dete rmin ato o "ad
prudentem disc retionem auctoritatis cornpetentis": cann. 193, 522
30. Durat a della "vac atio legis": can. 8
31 . Durat a in carica del Vicario episcopale: can. 477
32. Del Vicario foraneo : can. 533, § 2
33. Del Vicario generale: can. 477 , § I
34. Del Vicario giudiz iale e dei Vicari giudiziali aggiunti: can . 1422

EBRIETÀ
- V. " Ubriachezza"

EBDO MAD ARI


- V. "Mansionari"

ECCEZIONE
Prospetto
I. Eccez ione
2. Eccezione di cosa giudicata
3. Eccezio ne dilatoria
4. Eccez ione di incompetenza
5. Eccezione "litis finitae"
6. Eccezione perentoria
7. Eccezione processuale
8. Ecce zione di sospetto
9. Eccezione sostanzia le
IO. Eccezione di vizi di nullità

ECCEZION E
I - Leggi che contengono un 'eccezione
- La stretta interpretazione 307
II - Eccezioni in giudizio
l. Nozio ne di eccez ione e di azione giudiziaria 5318, 53 19
2. Distinzione:
- Eccezioni sostanziali e processuali 53 19
3. Varie specie di eccezioni
- Eccezione di cosa giudicata
- Eccezione dilatoria
- Eccezione d'incom petenza
- Eccezion e "li tis finitae"
- Eccezione perentoria
- Eccezione di sospetto
- Eccezione d i vizi di nullità
V. le singo le voci
456 INDICEANALITICO

4. Il principio generale 5324


5. La durata delle eccezioni e delle azioni 5325-5328
6. Norme circa la presentazione e la definizione delle eccezioni 5246-5250
III - Eccezioni circa l'esecuzione della sentenza
- Eccezioni circa le modalità e la portata dell'esecuzione 5661

ECCEZIONE DI COSA GIUDICATA


- Azione di giudicato ed eccezione di cosa giudicata 5636

ECCEZIONE DILATORIA
I. Lo scopo e l'effetto 5247
2. La presentazione e la definizione 5247

ECCEZIONE di INCOMPETENZA
- Norme circa le eccezioni proposte contro la competenza , relativa o assoluta, dci giudice
5248-5249

ECCEZIONE "LlTIS FINITAE"


l . Nozione e scopo 5250
2. La presentazione e la definizione 5250

ECCEZIONE PERENTORIA
I. Lo scopo 5250
2. Distinzione: "litis finitae" e comuni 5250
3. Presentazione e trattazione 5250

ECCEZIONE PROCESSUALE
- Concetto 5319

ECCEZIONE di SOSPETTO
I. Le eccezioni di sospetto sono eccezioni dilatorie 5247
2. La ricusazione, per sospetto, del giudice, del promotore di giustizia , del difensore del
vincolo e di altri ministri del tribunale, dei testi e dei periti: v. "Ricusazlone"
3. Le eccezioni di sospetto contro gli Uditori della Rota Romana 5218

ECCEZIONE SOSTANZIALE
- Concetto 5323

ECCEZIONE di VIZI DI NULLITÀ


l . La presentazione e la definizione 5246
2. La querela di nullità come eccezione e come azione 5598

ECCITAMENTO
- V. "Istigazione"
INDICE ANALITICO 457

ECONOMO
I. Da nominare in ogni Seminario 1486,3 0
2. L'economo negl'Istituti religiosi
- Per l'Istituto, per le province, per le singole case 2796
- La presentazione dei rendiconti 2797
3. L'economo diocesano : v. "Economo diocesano"
4. Il Vicario economo: è la precedente denominazione, sostituita oggi con "Amministratore
parrocchiale": can. 473, Codice 1917
5. V. anche "Amministratore dei beni"

ECONOMO DIOCESANO
I. Il Consiglio per gli affari economici e l'economo diocesano 2277, 2290
2. Costituzione obbligatoria dell ' economo 2291
3. Nomina ed eventuale rimozione 2292. 2295
4. Doti richieste 2293
5. Durata in carica 2294
6. Funzioni e compiti 2290, 2297
7, Nel caso che l'economo venga eletto Amministratore diocesano 2065, 2297

ECUMENISMO
I. Lo scopo del movimento ecumenico 3120
2. Il compito del Romano Pontefice e dei Vescovi e l'obbligo dei fedeli 3120
3. Principali documenti della Chiesa sull'ecumenismo 3121
4. Norme varie contenute nel Codice 3122
- Can. 256, § 2: gli alunni del Seminario e i problemi ecumenici
- Can. 283, § 3: il particolare dovere del Vescovo diocesano verso i fratelli che non
sono in piena comunione con la Chiesa Cattolica
- Can. 463, § 3: invito al Sinodo diocesano
- Can . 825, § 2: la versione delle Sacre Scritture in collaborazione con i fratelli separati
- Can. 824: recezione e amministrazione dei sacramenti della penitenza , dell'Eucaristia
e dell'unzione degl'infermi
- Can. 874, § 2: divieto di far da padrino nel battesimo: solo testimoni
- Can , 908: divieto di concelebrazione eucaristica
- Can . 933: celebrazione eucaristica in una chiesa di fratelli separati da parte di un
sacerdote cattolico
- Can. 1183: esequie cattoliche
- Can. 1365: il reato di "communicatio in sacris"

EDIFICIO DI CULTO
- V. "Chiesa come edificio sacro"

EDUCATORI
l. Gli educatori e le vocazioni ecclesi astiche: can. 233, § l
2. V. anche "Educazione"

EDUCAZIONE
Prospetto
I. Educazione cattolica
2. Educazione cristiana
3. Educazione morale
458 INDICE ANALITICO

4. Educazione della prole


5. Ed ucazione religiosa
6. Educazione sessuale
7. Educazione socia le

EDUCAZIONE CATIOLICA
I. Il dovere e il diritto primario de i genitori 3 I87-3190
2. Il diritto e il dovere della Chiesa 3191
3. Fine e contenuto della vera educazione 3192-3193
N otanda
I. Docum enti della Chiesa sull'educazione cristiana e cattolica e sui principi che devono
informarla 3185
2. La prima responsabilit à dell'educazione grava sulla famiglia e sulla Chie sa: anche lo
Stato ha i suoi doveri a tal riguardo , ma la sua opera educativa ha propriam ente una
funzione sussidiaria 3189
3. Il diritto prioritario dei genitori, sancito form almente in Documen ti internazionali 3 J90
4. L' art. 30. IOco mma della Costituzione Italiana 3 190
5. La duplice motivazione, teologica e storico-sociale, del diritto dell a Chies a 3 191
6. Principi fo ndamentali affermati dal Concili o Vaticano Il circa il contenuto e il fine della
vera educazione 3192
7. Opportunità di una positiv a e prudente educazione sessuale 3193
8. L'azione educativa attraverso la scuola: v. "Scuola" - "Università Cattolica" "Univers ità
Ecclesiastica"

EDUCAZIONE CRISTIANA
l . L'educazione cristiana, un diritto e un dovere fondamentale del "christifidelis" 1369
2. L'insegnamento del Conci lio Vaticano Il 1369-1370
3. L' educazione cristiana dei figli: dovere primario dei genitori J409-141 O

EDUCAZIONE MORALE
- V. "Edu cazione religiosa" , n. 1

EDUCAZIONE della PROLE


- V. " Figli", n. Il

EDUCAZIONE RELIGIOSA
I. È do vere della società civile provvedere che nelle scuole s' impartisca agli alunni
l'edu cazione religiosa e morale, secondo la coscie nza dei genitori 3200
2. La co mpete nza dell'autorità ecclesiastica 32 11-32 14

EDUCAZIONE SESSUALE
- L'insegnamento del Concilio Vaticano Il 3193

ED UCAZIONE SOCIALE
I. L'educazione integrale dei figli co mporta anche l' educazi one di carattere socia le 4185
2. I fanciulli e i gio vani devono essere preparati a partecip are attivamente alla vita sociale
3192
INDICE ANALITICO 459

EFFECTU SECUTO
I. L'irrevocabilità di una rinunzia, dopo che ha sortito il suo effetto 1236
2. Irregolarità relativamente alla recezione degli ordini sacri per l'aborto "effectu secuto" e
scomunica "latae sententiae" 3697, 5037, 5041
3. Per l'irregolarità relativa all'esercizio degli ordini sacri 3702,3°, 3704,2°

EFFETTI DEL MATRIMONIO


I. Effetti riguardanti i coniugi
- Il vincolo matrimoniale, perpetuo ed esclusivo, di carattere giuridico 4180
- La consacrazione sacramentale 4180
- La particolare stabilità del matrimonio per i battezzati 4181
- Lo speciale rapporto di affinità 4181
- Parità essenziale di diritti e di doveri 4182-4284
2. Effetti riguardanti i figli
- L'educazione della prole: dovere primario ed essenziale di carattere integrale 4185-
4186
- La patria potestà: cfr. can. 98, § 2
- La Iegittimazione dei figli e le presunzioni della legge 4187-4192
3. Effetti civili
- V. "Trascrizione civile"

EFFETTI PURAMENTE CIVILI DEL MATRIMONIO


l. Concetto 3757, 5702
2. La competenza dello Stato circa la regolamentazione di tali effetti e le relative cause
giudiziarie 3757, 5702
3. Per il diritto particolare, tali cause possono essere trattate anche dal giudice ecclesiastico,
ma solo in forma accidentale e accessoria rispetto alla causa principale di nullità
matrimoniale 5702

EFFETTO SOSPENSIVO E DEVOLUTIVO


l. Effetto sospensivo del ricorso di un religioso contro il decreto di dimissione dall'Istituto
2983
2. Effetto sospensivo dell'appello o ricorso contro una sentenza o un decreto penale 4942
3. Una duplice particolarità
- In caso di appello o ricorso contro la privazione o la rimozione da un ufficio
ecclesiastico 1013
- In caso di ricorso contro il decreto di rimozione o di trasferimento amministrativo di
un parroco 5961, 5966
4. Effetto sospensivo dell'appello giudiziario in ordine alla esecuzione della sentenza 5629
5. In caso di sentenza passata in giudicato 5639
6. Effetto sospensivo della richiesta di "restitutio in integrum" 5643 e nota 5
7. Nessun effetto sospensivo
- Nel caso che uno si rivolga a un'autorità superiore 1004
- In caso di deferimento della propria causa al giudizio della Santa Sede 5131
8. Altri effetti sospensivi: v. "Sospensione"

ELEMENTI ESSENZIALI
1. Gli elementi essenziali del matrimonio
- Elementi e proprietà essenziali 4025-4026
- L'eventuale esclusione (can. 1101, § I) 4020 ss.
460 INDICE ANALITICO

2. Gli elementi essenziali del delitto


- L'elemento oggettivo 4773 , 4811, [ 0
- L'elemento soggettivo 4773, 48 [[ , 2°
- L'elemen to legale o giuridico 4773, 48 11,3°

ELEMENTO COSTITUTIVO
L 'elemento costitutivo del matrim onio
l . Non è l' amore, pur essendo un elemento fondamentale 3748-3749
2. Ma il consenso, legittimamente manifestato 3746

ELEMOSINE
- v. "Offerte"
ELETTORI
- V. " Elezione"

ELEZIONE
I - L' elezione a un ufficio ecclesiastico in genere
[. Concetto e norme previe 1115-112I
2. La convocazio ne degli elettori 11 22-1128
3. Gli elettori 1129-1 143
4. Elementi essenziali del voto 1J44-1154
5. La procedura prescritta I J 55-1168
6. L'el etto 1169-1175
7. L'eventuale conferma 1176-1183
Not and a
I. Il quorum dei presenti necessari per la validità della seduta 11 30
2. Eventuali omissioni e conseguenze giuridiche 11 25-1127
3. La possibilità di votare per lettera o per mezzo di un procuratore 11 30
4. Elettori estranei 11 34-1135
5. Presenza di estranei I 136
6. Persone inabili a votare 1138-1143
7. Caratteri esse nziali del voto: libero, segreto, certo, assoluto, determin ato 11 44-
1152
8. Votazione per alzata di mano o per acclamazione 1149 e nota 5 bis, 1155
9. Il voto dato a se stesso 1153
IO. Condizioni apposte al voto 1154
II . Procedure consentite: per scrutinio c per compromesso: v. "Compromesso"
J2. Le varie fasi della procedura 1156
13. Il compito degli scrutatori 11 58
14. La maggioranza prescritta 1167
15. Il candidato che entro il termine prescritto non accetta né rifiuta 1173-1174
Il - L' eventuale postula zione
- In caso d' impedimento canonico: v. " Postulazione"
III - Elezioni part icolari
1 L'el ezione del Romano Pontefice, riservata al Collegio dei Cardinali: cann. 332,
§ 1,349
INDICE ANALITICO 461

2. L'el ezione del Decano e del Sottodecano del Collegio Cardi nalizio: ca n. 352, §§
2-3
3. Dei Vescovi: can. 377 , §§ I e 5
4. Dell' Amministratore diocesano: can. 421
5. Del Presidente della Conferen za Episcopale, del Vice Presidente e del
Segretario: ca n. 452, § l
6. Del Pre sidente del Concilio plenario: can. 441, n. 3
7. Del Consiglio presbiterale: can. 497
8. Del Superiore generale negl'Istituti religiosi: can. 625 , § I
9. La nomina deg li altri Superiori: cann. 625, § 3, 626
IO. Eventu ale elezione del parroco , del rettore di chiesa, del cappellano: cann. 523,
557 , § 1,565

EMANCIPATO - EMANCIPAZIONE
-II domi cil io proprio del minore emanc ipato 738-739

EMERGENZA
- Caso di eme rgenza nella celebrazione del matrimonio 3861-3865 e nota 6

EMERITO
l Titol o onorifico
- Può essere co ncesso a chi lascia l'ufficio per limit i di età o per rinunzia accettata
1213
- Spetta di diritto al Vescovo dimissionario 1214
2. Il Vescovo emerito religioso
- La sce lta della residenza 3000
- Ritornando nel proprio Istituto, non riacqui sta il diritt o di voce attiva o passiva 300 1
- 11 congruo e decoroso sostentamento 3002
3. La partecip azione del Vescovo emerito al Concilio particolare, con voto deliberativo
2 116
4 . La tumulazione nelle Chiese dei Vescovi emeriti 4516-4517

EMIGRANTI
- La cost ituzione di cappell ani propri per gli emigranti, come per gli esuli, i profughi , i
nomadi, i naviganti 2565-2570

EMPTIO L1TIS
- Reato di procuratori e di avvocati, passibile di pena 5311

EPIKEIA
I. Concetto e funzion e 321
2. Epikèia e dispensa 599

EPISCOPATO
l . Il primo de i tre gradi esse nziali degli ordini sacri 3646
2. L'insegnamento dci Conci lio Vaticano II sull' episcopato 3647
3. Il "carattere sacramentale" proprio dell'episcopato, distinto da quello presbitcrale 1933
4. Requi siti per l'idoneità 1945-1946
5. Religiosi elevati all' episcopato (cann. 705-707 ) 2992-300 2
462 INDICE ANALITICO

ÉQUIPE
- Équipe parrocchiale: v. "ln solido"

EQUITÀ
l. Concetto e funzione dell'equità canonica 320
2. La definizione di Enrico da Susa 320, nota 7
3. L'insegnamento di Paolo VI 320, nota 7
4. L'osservanza del principio di equità
- Nella soluzione di controversie sorte da atti amministrativi: can. 1733, § I
- Nel richiamo in diocesi di un chierico passato legittimamente ad un'altra Chiesa
particolare, rimanendo incardinato nella propria Chiesa: can. 271, § 3
- Nella imposizione della esclaustrazione a un membro d'Istituto religioso: can. 686, § 3
- Nella dimissione di un religioso dall'Istituto: can. 702, § 2
- Nei giudizi: can. 221, § 2
5. Il rispetto del!' equità canonica
- Nell'applicazione dei principi generali del diritto: can. 19
- Nel trasferimento dei parroci: can. 1752
6. Giustizia ed equità "ex bono et aequo"
- Da parte del giudice, nel dirimere questioni di danni: can. 1718, § 4
- Da parte del giudice nel corrispondere gli onorari ai periti: can. 1580
- Da parte dell'autorità competente, nel ripartire i beni e i diritti patrimoniali, i debiti e
gli altri oneri, in caso di divisione di una persona giuridica: can. 122

EREDE
l. L'obbligo degli eredi di adempiere la volontà del defunto circa le disposizioni fatte in
favore della Chiesa 4736-4737
2. L'erede in una causa giudiziaria 5384-5385

EREDITÀ
- La citazione del convenuto nelle cause riguardanti eredità o legati pii 5124,2°

EREMITA
- V. "Vita anacoretica"

ERESIA - ERETICI
- V. "Apostasia"

ERRORE
I. Concetto 262
2. L'efficacia giuridica 263
- Circa la legge e la pena in genere 265
- Circa la legge irritante o inabilitante 264
- Circa i fatti personali e i fatti notori di altri 266
- Circa i fatti di altri non notori 267
3. Effetti dell'ignoranza, dell'inavvertenza, dell'errore, considerati nel Codice 268
- Relativamente agli atti giuridici: can. 126
- Relativamente agl'impedimenti e alle irregolarità concernenti gli ordini sacri: can.
1045
INDICE ANA LITICO 463

- [n ordine al consenso matrimoniale: cann. 1096, 1097, 1099


- In ordin e alla imputabilità e alla pena: cann. 1323, nn. 2 e 7, 1324, § l , nn. 8-9, 1325
4. Cas i vari di errori
- Errori nell ' esecuzi one di un atto amministrativo: can . 45
- Se mplici errori nei rescritti : can. 66
- Invalidità della rinun zia a un ufficio ecclesiast ico, determin ata da erro re sostanziale:
can. 188
- Errori nel testo di una sentenza giudiziaria : can. 1616

ERRORE COM UNE


- L'errore com une, di fatto o di diritto, e la supplenza dell a potestà esecut iva di governo da
parte dell a Chie sa: v. "Supplet Ecclesia"

ESAME
l. L' esame per la concess ione della facoltà di con fessione 3558
2. Per il conferimento di una parrocchi a 2241 , 3°
3. L'esame deg li spos i 380 1
4. L' esame o esc ussione de i testi nei processi: v. "Testi giudiziari", nn. IV-V[

ESAME DI COSCIENZA
I. L' esame d i coscie nza giornaliero negl 'I stituti religiosi 2891
2. L' esame di coscienza da premettere alla confessi one sacramentale 3587

ESAMINATORI SINODALl
- La soppressione degli esa minatori sinodali dell'ordinamento anteriore 2253

ESCARDI NAZ[ONE
- V. "Incardinazione"

ESCLA USTRAZ[ONE
I . Concetto di esclaustrazione e sua differenza dalla "se colarizzazio ne" 2946-29 48
2. L' esclaustrazione è per sé propria dei profes si di voti perpetui 2947 e nota 3
3. L' auto rità comp etente (il Mode ratore sup remo) 2949
4 . Condizioni 2949
5. E ventuali proro ghe 2950
6. L' esclaustrazione di monache 295 1
7. L' esclau strazion e imp osta 2952
8. Effetti dell'esclaustrazi one 2953
9. Il problema dell ' abito 2954

ESCLU S[O NE
I - Esclusioni "ex lege "
I. Dall 'ufficio di giudi ce o d i assessore in una ulteriore istanza dell a medesima
causa: can. 1447
2. Dall'uffi cio di giudice, prom otore d i giustizia, difensore del vincolo, assesso re,
uditore, in qualsiasi causa giudiziaria a motivo di determinati vincoli o rapporti:
ca n. 1448
3. Dalla funzion e di teste nei giudizi: can. 1550
4. Da membro del Consiglio diocesano per gli affari economici: can. 492 , § 3
464 INDICE ANALITICO

5. Dall 'u fficio di notaio nelle cause in cui può essere in discussione i! buon nome
di un sacerdote: can. 484, § 2
6. Dall'u fficio di Vicario generale o episcopale: can. 478, § 2
7. Dall'u fficio di canonico penitenziere: can. 478, § 2
8. V. anche " Incornpatibilitàs "
Il - Altre esclusioni
I. Proprietà ed elem enti esse nziali del matrimonio , che non possono esse re escl usi
dai contra ent i: cann. 1056, 1096, 1099, 1101, § 2, 11 25, n. 3
2. Una esclusione che non segue necessariamente: can . 1100
3. L' esclu sione di un religioso di voti temporanei dall a successiva professione: can.
689
4. L' esclu sion e di un memb ro d' Istituto seco lare dalla rinnovazione de i vincol i
sac ri: can. 726 , § I
5. L' esclusi one di un diacono dalla ordinazione presbit erale: can. 1040
6. L'esclu sione dalla Comunione: ca n. 915
7. Esclu sione dalle esequie eccles iastiche: cann. 1184-1185
8. V. anche " Privazione"

ESC USSION E
- L'escussione dei testi nei "processi" : v. "Testi giudiziari", nn. IV-VI

ESECUTIVO
I. La potestà esec utiva: v. "Potestà esecutiva"
2. Il decreto esec utivo: v. "Decreto esecuti vo"
3. Le istruzioni: v. "Istruzioni"
4. La sentenza esec utiva: esec uzione defini tiva e provvisoria 565 3-5655
5. Il decreto esec utivo de l giudice per l' esecuzione della sentenza 5656·5657
6. La sentenza esec utiva nelle cause di nullità matrimoniale 5657
7. V. anche "Esec uzione"

ESEC UTORE· ESEC UZIONE


I - L esecuzione degli atti amministrativi singolari
I È necessario , per sé, aver ricevuto prima il relativo mand ato (i! documento
scritto): can. 40
2. Trattandosi di semplice compito esecutivo, l'esecuzione per sé non può esse re
negata: can. 4 1
3. L' ademp imento delle condizioni prescritte: can. 42
4. La forma scritta: can. 37
5. La sostituzione dell' esecutore : can. 43
6. Il successore nell'u fficio: ca n. 44
7. [n caso di errore nell 'e secu zione : can. 45
8. L'effetto
- Il decreto singolare: can. 54, § 1
- Il rescritto: can. 62
9. Le facoltà del Vicario generale e dei Vicari episcopali circa l' esecuzione dei
rescritti della Santa Sede : can . 479 , § 3
11 - L 'esecuzione dei rescritti in particolare
- V. "Rescritto"
INDICE ANALITICO 465

III - L'esecuzione delle "pie volontà"


1 L'esecutore "ex iure" di tutte le pie volontà (l'Ordinario): can. 1301
2. Il suo compito di vigilanza: can. 1302, § 2
3. Nel caso che l'esecuzione degli oneri sia divenuta impossibile: can. 1310, §§ 2-3
IV - L'esecuzione delle sentenze giudiziarie
- V. "Giudizio contenzioso ordinario", n. XIII
V - La sospensione di detta esecuzione
1 L'effetto dell'appello contro la sentenza di prima istanza: can. 1638
2. L'effetto dell'appello contro la sentenza passata in giudicato nelle cause sullo
stato delle persone: can. 1644, § 2
3. In caso di richiesta di "restitutio in integrum" : can. 1647
4. La sospensione dell'esecuzione provvisoria, deliberata ai sensi del can. 1650, §
2: can. 1650, § 3

ESENZIONE
I. L'esenzione dei Cardinali dalla giurisdizione del Vescovo diocesano: can. 357, § 2
2. Esenzioni civili a favore dei chierici: can. 289, § 2
3. L'amministrazione della confermazione in luoghi esenti: can. 888
4. Diocesi esenti: can. 431, § 2
5. L'esenzione della Legazione pontificia dalla giurisdizione dell'Ordinario del luogo: can.
366, n. I
6. L'esenzione dalle leggi universali ecclesiastiche: can. 12, § 2
7. L'esenzione del minorenne dalla patria potestà in alcuni atti: can. 98, § 2
8. L'esenzione dalla pena per cause e circostanze "esimenti": can. 1323
9. L'esenzione del Seminario dalla giurisdizione parrocchiale : can. 262
IO. L'esenzione dall'obbligo di rispondere in giudizio come testimone: can. 1548, § 2

ESENZIONE RELIGIOSA
I. Concetto di esenzione e motivi che la giustificano 2645 e nota 2
2. L'esenzione non è un privilegio, ma un'esigenza ecclesiale che si colloca nella sfera del
servizio 2645
3. L'estensione dell'esenzione a tutti gl'Istituti di vita consacrata e a tutte le Società di vita
apostolica di diritto pontificio 2646 e nota 3
4. L'esenzione è limitata alla vita interna dell'Istituto o Società: governo e disciplina 2650-
2651 e nota 5
5. L'insegnamento del Concilio Vaticano Il sulla esenzione 2652
6. Le mutue relazioni tra Vescovi e Religiosi in un documento della Santa Sede 2653

ESEQUIE ECCLESIASTICHE
l. Norme introduttive 4314-4319
2. La celebrazione delle esequie 4320-4330
3. Persone ammesse o escluse 4331-4340
Notanda
I. La liturgia dei defunti è una celebrazione del mistero pasquale di Cristo 4312
2. Principali documenti della Chiesa 4313
3. Il significato e il fine delle esequie 4315
4. Sepoltura e cremazione: v. "Cremazione"
5. La chiesa funerante
466 INDICEANALITICO

- Di regola è la chiesa parrocchiale: la celebrazione delle esequie è una funzione


demandata in modo speciale al parroco 2463, 4322
- La scelta di un'altra chiesa: la duplice condizione 4323
- In caso di morte fuori della propria parrocchia 4324
- La chiesa per le esequie del Vescovo diocesano 4324
- La chiesa o oratorio per le esequie dei religiosi e dei membri di Società di vita
apostolica 4326
6. Il luogo della sepoltura 4327
7. Le offerte date in occasione dei funerali 4328
8. Esclusa ogni preferenza di persone 4329
9. Degne esequie celebrate per il parroco: il dovere del Vicario foraneo 2533
IO. La registrazione dell'atto di morte 4330
II. Persone ammesse
- II diritto d'ogni fedele 4314, 4332
- I catecumeni 4333
- I bambini morti senza battesimo: il particolare rito da celebrare per essi 4334
- Battezzati non cattolici 4335
12. Persone escluse, tranne che, prima di morire, abbiano dato qualche segno di pentimento
4336
13. La negazione delle Messe esequiali 4340
14. Carattere della privazione delle esequie nel nuovo ordinamento canonico 4340

ESERCIZI SPIRITUALI
l. Obbligo degli esercizi annuali per gli allievi del Seminario 1510, 6°
2. Obbligo di un corso di esercizi spirituali di almeno 5 giorni per gli ordinandi 3690
3. L'obbligo dei chierici 1598
4. Dci religiosi, dei membri degl'Istituti secolari e delle Società di vita apostolica 663, § 5,
1719, § l
5. Esercizi spirituali e sacre missioni al popolo: il dovere del parroco 3151
6. V. anche "Ritiro spirituale"

ESIMENTE
- Circostanze esimenti, attenuanti, aggravanti: v. "Circostanze del reato"

ESONERO
- Esonero e dispensa 596

ESORCISMO
l. Gli esorcismi, istituiti da Cristo stesso, fanno parte dei sacramentali 4282, 4298 e
nota I
2. Necessaria una speciale ed espressa licenza dell'Ordinario del luogo 4298
3. La licenza può essere concessa solo a un presbitero, fornito di opportune qualità 4299
4. Una Lettera della Congregazione per la Dottrina della Fede 4300

ESORTAZIONE
I. Esortazione, consiglio e legge 178
2. V. "Raccomandazioni"
INDICE ANA LITICO 467

ESPI ATORIO
Pene espiatorie
l . Pene medicinali e pene espiatorie 4778-4779 e nota 5
2. L' elen co del can . 1336 4781, 4906 e nota 2, 4907-4908 e notc 3-7
3. Limitazioni 4909-4910
4. La facoltà discrezionale del giudice 4930,3°, 4931
5. Per ulteriori norm e, v. "Sanzioni penali"

ESPLICITO
l . Espre sso esplicito ed impl icito 153, nota 4
2. La revoca implicita o esplicit a
- Dei decreti generali esecutivi 402
- Delle "istruzioni" 410
3. La facoltà, esplicita o impl icita, di dispensare 605
4. La fede esplicita e opero sa dei fedeli 3 158
5. La comminazione esplicita di dimi ssione dall'Istituto al religio so meritevole di tale pena.
in caso di mancato ravvedim ento 2976. 2° e 3°
6. L' espressione " nisi aliud iure explicite ca veatur" o "s tatuatur": cann. 135, § 2, e 157
7. V. anche "Espresso"

ESPOSI ZIONE
I - L'esposizione della SS. Eucaristia
l. L'esposizione con la pisside e con l' ostensorio: can. 941, § I
2. L' esposizione prolun gata: can. 942
3. Il ministro dell'esposizione e della bened izione: can. 943
4. Un divieto : can . 94 1, § 2
Il - L'esposi zione delle immagini sacre
- Una prassi da conservare, ma con retto ordine e moderazione: can. 1188

ESPOSTO
Bambini esposti
l. Il luogo d' origin e 714
2. Il batte simo dei bamb ini esposti o trovatelli 3348

ESPRESSO - ESPRESSAMENTE
l . Concetto
- Espresso e tacito 153, nota 4
- Espresso esplicito ed impli cito 153, nota 4
2. Norme
- Necessaria la concessione espressa: cann. 80, 89, 116, § 2, 137, §§ 3-4,995, § 2,
1169, § 3
- Necessario il consenso espresso: can. 1215, § l
- Necessari o il consenso espresso o almeno presunto : cann. 390 e 764
- Necessaria laf acoltà espressa: cann. 1310, § I, 1482
- Nece ssaria la licenza espressa: cann. 933, 11 24, 11 72, § I
- Necessaria una prescrizione espressa della legge: can. IO
- Necessa ria una proibizione espressa: cann. 60, 1549
- Necessaria una revoca espressa: cann. 4 e 28
468 INorCE ANALITICO

- L' espressione "nisi aliud expresse ca veatur" o "s tatuatur": cann. 5, § I, 6, § l , n. 2,


I I, 15, § l, 20, 46 ,1 32, § 2,1 37, § 1, 200 , 202,203, § 1,548, § 2, 635, § l , 11 61,
§ 2, 1257 § 2, 1351 , 1434, ecc.
- L'espressione "nisi contrarium expresse cave atur" o "statuatur": cann. 33, § 2,9 1

ESPULSIONE
l . Espul sione immedi ata di un religioso dal suo Istituto in casi di particolare gravi tà ed
urgenz a 2989
2. Il pro vvedimento disposto dal Superi ore locale o maggiore è solo un atto interlocutorio, a
cui deve seguire, se necessario , un regolare procedimento a norm a del diritto 2990
3. V. anche "Dimissione"

EST INZION E
I . L'estinzione di un'associazione privata di fedeli e la destinazione dei beni: can. 326
2. L'e stinzione delle azioni giudiziarie in genere: can. 1492
3. L'estinzione dell'azione criminale e penale: cann. 1362-136 3
4. Facoltà del giudice per impedire l' estinzione di un diritto : can. 1484, § 2
5. L' estinzione della istanza giudi ziaria della lite (perenzione) e i suoi effetti: cann . 1520-
1522
6. L'e stinzione di una persona giuridica ecclesiastica, e la destinazione dei beni e dei diritti
patrimon iali: cann. 120, 123
7. L' estin zione o cessazione della potestà delegata e ordinaria: cann. 142, § l, 143
8. L'estinz ione del privilegio personale o reale: cann. 78, §§ 2-3, 81
9. V. anche " Cessazione"

ESULI
I. Il parroco è tenu to a prestare una particolare assistenza agli esuli da lla patria 246 1
2. Per gli esuli dalla patria , come pure per gli emigranti, i profugh i, i nomadi, i naviga nti,
occo rre costituire dei cappellani propri 2565

ETÀ
I - La pe rsona e l 'età
1. Distinzioni
- Maggiorenne e minorenne 694-696
- Infante 695
2. Effetti giuridici 697 -703 , 705-707
3. Assimilato all'infante 708-710
,,- L 'età e l'imputabilità
1. Ca usa esimente l'età minore prima dei 16 anni compiuti 4819
2. Ca usa attenuante l'età minore dop o i 16 anni compiuti 4831
III · Limiti di età nella cessazione dall 'ufficio ecclesiastico
l. Uno dei vari modi di cessazione dall'ufficio 1209,2°
2. Per la cessazione effettiva, occorre l'intimazione scritt a della competente
autorità 1215
3. Dimissioni di Cardinali a 75 anni compiuti 1852-1853
4. Di Vesco vi diocesani 2012
5. Di Vescovi coad iutori e ausiliari 2037
6. Di parroci 2490
INDICE ANALITICO 469

7. Obbligo morale ma non strettamente giuridico 2492


8. Il titolo di "e merito" 1213
IV - Precipue norme circa l'età prescritta
Genericamente
I. L'età della discrezione
- Per l'obbligo della confe ssione annuale dei peccati gravi: can. 989
- Per l'ammissione alla prima Comunione: can. 914
- Per l' ammissione alla cresima: can. 89 1
2. L'et à maggiore
- Per l' inizio del digiuno: can. 1252
- Per la piena capacità processuale: can. 1478, § I
- Per la professi one religiosa temporanea: can. 655 , n. 1
- Per l'ammissione alla prova iniziale negl'Istituti secolari: can. 721, § I. n. I
In p art icol are
I. Per l' elezione all'ufficio di Amministratore diocesano, 35 anni compiuti: can.
425, § 1
2. Per l'obbl igo della legge dcll' astinenza, J4 anni comp iuti: can. 1252
3. Per il conferimento del diaconato, 23 anni compiu ti: can . 1031, § I
4. Per l' ammissione al diaconato perman ente, 25 anni compiuti : can. 1031, § 2
5. Per il conferimento del diaconato permanente a persona sposata, 35 anni
comp iuti: can. 1031, § 2
6. Per la fine dell'obbl igo del digiuno, il 60 0 anno iniziato: can. 1252
7. Per l'inizio dell 'obbl igo delle leggi puramente ecclesiastiche, 7 anni compiuti:
can.ll
8. Per essere maggiorenni , 18 ann i compiuti: can. 97. § I
9. Per la celebrazione del matrimonio da parte della donna 14 anni compiut i, e da
parte dell'uomo 16 anni compiuti: can. 1083. § I
lO. Per l' ammissione al noviziato negl'I stituti religiosi. 17 anni compiuti : can. 643,
§ l, n. I
11 . Per poter assumere l'u fficio di padrin o nel battesimo e nella cresima. 16 anni
compiuti : cann. 874, § l , n. 2, 893, n. I
12. Per la passibilità di una pena canonica, 16 anni compiuti : can. 1323, n. I
13. Per l' ammis sione al presbiterato , 25 anni compiuti : can. 1031. § I
14. Per la professione perpetua negl'Istituti religiosi, 21 anni compiuti: can. 658. n. I
15. Per la professione temporan ea, 18 anni compiuti: can. 656, n. I
16. Per poter essere ammessi come testi nei giudizi, 14 anni compiuti: can. 1550. § I
17. Per l'elezione a Vescovo , 35 anni: can. 378, § l, n. 3
18. Per la nomina a Vicario generale o episcopale. 30 anni: can. 478, § I
19. Per la nomin a a Vicario giudiziale e a Vicario giud iziale aggiunto, 30 anni: can.
1420, § 4

ET À MATRIMONIALE
I. Motiv i circa l'impedimento del difetto di età 3870
2. La legge rom ana e la posizione della Chiesa 3871
3. Il nuo vo Cod ice di Diritto Canonico (can. 1083)
- Il criterio dell a maturità biologica, suppost a quella psicologica 3873
- Perples sità e riserve 3874
- Interess anti rilievi dell a Corte Costituzionale Italiana 3875
470 INDICEANALITICO

4. Ulteriori norme e chiarimenti


- Facoltà delle Conferenze Episcopali 3876
- Matrimoni concordatari 3876
- Istruzioni della CEI (5 nov. 1990) 3877
- Natura dell'impedimento di età e computo degli anni 3878-3879
5. La cessazione dell'impedimento e la maturità sessuale 3880-3881

EUCARISTIA
I - La Santissima Eucaristia (cann.897-899)
I. Prospetto della materia 3394-3396
2. I canoni introduttivi 3397-3400
3. La celebrazione eucaristia 3401
Notanda
I . La trattazione unitaria della SS. Eucaristia nel nuovo Codice 3395
2. Un unico sacramento in una triplice dimensione: sacramento-sacrificio,
sacramento-comunione, sacramento-presenza (Giovanni Paolo Il) 3395
3. Principali documenti conciliari e post-conciliari 3396
4. Il più augusto dei sacramenti 3398
5. Significato e valore del Sacrificio eucaristico 3399
6. Il dovere dei fedeli e dei pastori d'anime 3400
7. La celebrazione eucaristica, azione di Cristo e della Chiesa 3402
8. Azione comunitaria del Popolo di Dio 3403
II - Il ministro della Eucaristia (cann . 900-911)
I. Il ministro della consacrazione eucaristica 3406
2. La normativa dei cann. 901-905 3407-3417
- L'applicazione della Messa 3407
- La concelebrazione 3408-3409
- L'ammissione di sacerdoti a celebrare in una chiesa 3410
- La celebrazione frequente 3411
- Binazione e trinazione 3413-3417 - V. "Binazione"
3. La normativa dei cann. 906-911 3418-3423
- La presenza dei fedeli 3418
- Un divieto per i laici e per gli stessi diaconi 3419
- La concelebrazione con i fratelli separati 3420-3422
- La preparazione e il ringraziamento al santo Sacrificio 3423
4 . Il ministro della Comunione 3424-3426
5. Il Viatico agl'infermi 3427
Notanda
I. Il ministro della consacrazione eucaristica è solo il sacerdote validamente
ordinato 3406
2. L'attuale normativa circa la concelebrazione 3408-3410
3. Il "cèlebret" 3410
4. Motivi teologici e prudenziali che non consentono la conceiebrazione della
Santa Messa con i fratelli separati 3420-3422
5. Il ministro ordinario e straordinario della Comunione 3424
6. Principali norme della Istr. "Immensae caritatis" della Congregazione dei
Sacramenti, 29 genn. 1973, circa il ministro straordinario 3425·3426
INDICE ANALITICO 471

III - La partecipa zione alla 55. Eucaristia (cann.912-923)


I. La normativa dei cann. 9 I2-9 I6 3429-3436
- II dovere e il diritto d'ogni battezzato 3429
- L'ammissione dei fanciulli 3430
- Il dovere dei genitori e del parroco 343 1-3432
- La previa confessione sacramentale 3433
- Gli esc lusi 3434
- Lo stato di peccato grave 3435
2. La normativa dei cann. 917-923 3436-3450
- La seconda Comunione nello stesso giorno 3436
- La Comunione durante la Messa e fuori della Messa 3437
- Il digiuno eucaristico 3438-3442
- La distrib uzione delle Sacre Specie: Istruzione della CE!, 19 luglio 1989
(possibilità di ricevere la Comunione nelle mani) 3443-3445
- L'obbligo della Comunione almeno annuale 3446
- L'amministrazione del Viatico 3447-3449
- Qualsiasi rito cattolico 3450
Not anda
l. Il giudizio definitivo sull'ammissione dei fanciulli alla prima Comunione spetta
al parroco 343 I , nota l
2. II parroco non può esigere che la prima Comunione si faccia in parrocchia,
anche se pastoralmente questo sia molto opportuno 3432
3. Con la prescrizione del Codice (can. 9 14), si chiude definitivamente ogni
discussione circa la previa confessione sacramentale dei fanciulli, ammessi alla
prima Comunione 3433
4. Gli esclusi dalla Comunione eucaristica per legge canonica 3434
5. Norme circa il digiuno eucaristico: v. "Digiuno", n. I
IV - Riti e cerimonie della celebrazione eucaristica (cann.924-930)
l. La normativa dei cann. 924-927 3452-3468
- La materia del santo Sacrificio 3452-3453
- La Comu nione per sé sotto la specie del pane 3454-3456
- II pane azzimo 3457
- L'inseparabilità della duplice consacrazione 3458
2. La normativa dei cann. 928-930 3459-3461
- Lingua latina e lingue nazionali 3459
- I sacri parament i 3460
- Concessioni in favore di sacerdoti ciechi o di età avanzata 346 1
Not and a
I. Le norme liturgiche circa la Comunione sotto le due specie 3454
2. Principi direttivi della Santa Sede 3455
3. Ulteriori norme della CE! 3456
4. Infermo che non è in grado di fare la Comunione sotto le specie del pane 3454
e nota 2
V - Il tempo e il luogo della celebrazione (cann. 931-933)
l . Giorno e ora 3464-3465
2. Il luogo sacro 3466-3468
3. La celebrazione in un tempio di Chiesa o comunità di fratelli separati 3469
472 INDICE ANALITICO

Notanda
I. Norme per iltriduo pasquale 3465
2. Facoltà dell'Ordinario relativamente alla celebrazione "in Cena Domini", il
giovedì santo 3465, nota I
3. La celebrazione della Messa in una cappella privata 3466, 4433
4. La celebrazione della Messa fuori di un luogo sacro 3466
5. Escluse, per sé, le camere da letto e quelle da pranzo 3467
6. La celebrazione di sacerdoti cattolici nel tempio di una Chiesa o comunità
ecclesiale di fratelli separati 3469
7. La celebrazione di fratelli separati nelle chiese e negli oratori cattolici 3469
VI - La conservazione e la venerazione della 55. Eucaristia (cann.934-944)
l. La normativa dei cann. 934-937 3472-3476
- La conservazione obbligatoria e facoltativa 3473
- Condizioni 3473
- Case private e viaggi 3475
- Case d'Istituto religioso c altre pie case 3475
- L'accesso ai fedeli 3476
2. La normativa dei cann. 938-944 3477-3486
- I1tabernacoIo 3477-3480
- La pisside e il rinnovo delle Ostie consacrate 3481
- La lampada 3482
- L'esposizione del SS. Sacramento 3483-3484
- Le processioni eucaristiche 3485-3486
Notanda
l . Lo scopo della conservazione della SS. Eucaristia 3471
2. Norme circa la struttura e la collocazione del tabernacolo eucaristico : v.
"Tabernacolo"
3. Il divieto di esporre il SS. Sacramento nel medesimo interno della chiesa o
dell'oratorio, in cui ha luogo la celebrazione della Messa 3483
4. In particolari circostanze, l'esposizione e la riposizione della SS. Eucaristia
possono essere affidate anche a un laico: la benedizione resta in ogni caso
riservata al ministro sacro, sacerdote o diacono 3484
VB - L 'offerta per la celebrazione della Messa (cann.945-958)
- V."Offerte di Messe"
VIII - Nonne ulteriori circa l'Eucaristia
- Can. 246, § I: la celebrazione della SS. Eucaristia, centro di tutta la vita del
Seminario
- Can. 276, § 2, n. 2: l'Eucaristia nella vita dei sacerdoti e dei diaconi
- Can. 528, § 2: l'Eucaristia, centro dell'assemblea parrocchiale dei fedeli
- Can. 608: l'Eucaristia e le comunità religiose
- Can. 719, § 2: l'Eucaristia e gl'Istituti secolari
- Can. 881: Messa e conferimento della confermazione
- Can. 1010: Messa e conferimento degli ordini sacri
- Can. 1065, § 2: Eucaristia e matrimonio
- Can. 1247: l'obbligo della Messa domenicale e festiva
- Can. 1367: la profanazione della SS. Eucaristia: le sanzioni penali
INDICE ANALmCO 473

EVANGELIZZAZIONE
l . Il dovere e il diritto nativo della Chiesa: «predicare il Vangelo a tutte le genti» 3095-
3098
2. L'opera di evangelizzazione: un dovere fondamentale del Popolo di Dio 3170
3. Dovere e diritto di tutti i fedeli 3158
4. L'impegno dei laici, particolarmente urgente in alcune situazioni 1405- J406, 3 J29
5. Il particolare obbligo del parroco 2459
6. Evangelizzazione e sacrame nti 3306-3309
7. V. anche "Messaggio evangelico" - "vangelo"

EX ACTIS ET PROBATIS
- Espressione giuridica che ricorre nel Codice (cann. 1606 e 1608, § 2) 5560-5561

EX BONO ET AEQUO
- V. "Equità", n. 6

EXCATHEDRA
- Il Papa che parla "ex cathedra" 3108, IO

EXOFFICIO
- Una espressione che ricorre, per sé, nel libro VII "De processibus", ed è riferita di regola
al giudice : cann. 1459, § 1, 148 1, § 3,1487,152 1,1568,1570,1573 , 1591,16 16, § J,
1626, § 2, 1642, § 2, 1650, § 2, 1653, § 2, 1677, § 2, 1688, § I , 1738

EX VOTO
- V. "Doni votivi" - "Testimonianze votive"

EXPEDITISSIME
I. Avverbio che ricorre più volte nel Codice : cann. 145 J, § l , J505, § 4, 15 13, § 3, 1527, §
2,1589, § 1, 1629, n. 6,1631
2. Suo valore in ordine ali' appello: can. 1629, n. 5

EXTRAVAGANT I
- Le Decretali rimaste fuori delle Collezion i 23

FACOLTÀ ABITUALI
I . Concetto 954
2. L'interpretazione ampia 954
3. Rientrano nell'ambito della potestà delegata e sono rette dalle medesime norme 954
4. Le facoltà abituali concesse a un Ordinario 955
5. Facoltà abituali concesse dal Vescovo diocesano 956
6. Competenza del Vicario generale ed episcopale 957

FACOLTÀ DI STUDI
I. Facoltà e Università cattoliche : v. "Università cattolica"
2. Facoltà e Università ecclesiastiche: v. " Università ecclesiastica"
3. La facoltà o la cattedra di teologia nelle Università cattoliche 3228
474 INDICEANALITICO

FACOLTATIVO
Pene facoltative
l. Norma per il giudice 4929
2. Un diritto dell'imputato 5896
3. Pene facoltative per legge universale e obbligatorie per legge particolare 4793

FALSIFICAZIONE
- V. la voce seguente

FALSITÀ - FALSO
I. Il falso nelle istanze dei rescritti (orrezione) 514-515
- V. "Orrezione" - "Surrezione"
2. Sentenza fondata su prove false e azione di "restitutio in integrurn" 5641, I o
3. Delitti di falso
- False denunzie al Superiore ecclesiastico e grave lesione della buona fama altrui
5018
- Vari reati di falso in documenti ecclesiastici 5024
- Per l'assoluzione del calunniatore di un confessore innocente 3574

FAMA
- V. "Buona fama"

FAMIGLIA
I. Il particolare dovere delle famiglie cristiane in ordine alle vocazioni ecclesiastiche 1451
2. Un particolare dovere degli annunziatori della Parola di Dio: proclamare l'insegnamento
della Chiesa «sulla unità e stabilità della famiglia e sui suoi compiti» 3149
3. La pastorale della famiglia : un dovere di tutti i pastori d'anime e specialmente dei parroci
e degli Ordinari del luogo 2461, 3788-3794
4. La promozione, da parte del parroco, di una catechesi "familiare" 3163
5. L'edificazione del Popolo di Dio "attraverso il matrimonio e la famiglia" J409-141 O
6. Il bene della famiglia: un motivo che, nella separazione dei coniugi, la parte innocente
deve considerare attentamente 4235
7. V. anche "Genitori" - "Matrimonio" - "Figli"

FANCIULLI
I. Il particolare obbligo del parroco in ordine alla formazione cattolica dei fanciulli e dei
giovani 2459
2. La formazione catechetica e sacramentale 3163-3164
3. L'educazione integrale 3192
4. La debita preparazione alla prima Comunione 3431-3433
5. L'obbligo della confessione annuale della comunione pasquale 3446, 3591
6. L'unzione degl'infermi 3633, 3637
7. V. anche "Infante"

FATALIA
I. Fatalia legis: concetto e norma: can. 1465, § I
2. Fatalia appellatoria: cann. 1630, § l, 1633, 1634, § l , 1635, 1637, § 3
3. V. "Termini processuali"
INDICE ANALITICO 475

FATIO
I. Nessuna presu nzione d'ignoranza o di errore circa i fatti personali o i fatti notor i di altri:
can . 15, § 2
2. L'errore comune di fatto o di diritto e il dubbio posit ivo e probabile di diritto o di fatto in
ord ine alla po testà esecutiva e alla celebrazione di tre sacramenti (co nfermazione,
assoluzione sacramentale, assistenza ai matrimoni): can. 144
3. Il dubbio di fatto o di di ritto
- In ordine alle leggi: ca n. 14
- Circa l'impedime nto d' impotenza: can. 1084, § 2
4. I fatti giuridici, oggetto di giudizio: ca n. 14 00, § l , n. I
5. Ragioni o motivi in diritto e in fatto
- Nella sentenza de l giudice: can. 1611, n. 3
- Nel decreto penale de ll'Ordinario: ca n. 1720, n. 3
6. lpso facto: v. "lpso facto"

FATIO G IUR IDICO


- Atto, negozio e fatto giuridico 856-859

FAVORE DEL DIR ITIO


I. La norma per il giu dice: can. 1608, § 4
2. Godono espressamente del favore del diritto
- Il matrimonio: can. 1060
- Il privilegio della fede: can . 1150

FAVORE DELLA FE DE
- n privilegio "paolino" e " petrino" in favore della fede: cann . 1143- 1150

FEDE
I - Il deposito della fede
I. Un deposito affidato da Cristo alla Chiesa : can. 74 7, § I
2. I Maestri, i Dottori e i G iudici della fede : i sac ri Pastori, rappresentanti di Cristo :
ca nn. 212 , § 1, 749, § 2, 753
3. Il Maestro supremo, al quale spetta confermare i fratelli nella fede: can . 749 , § I
Il - Doveri pastorali circa lafede
I. Il dovere dei pastori d'anime: fede e catechesi: can. 773
2. I pastori 'della Chiesa: can . 823, § I
3. Il Vescovo dioce sa no: ca n. 386
4. Il Metropolita: can. 436, § I, n. 1
5. I sacri ministri : fede e culto: can. 836
6. Il parroco: ca nn. 528, § 1. 777, n. 5
7. I missionari: can . 787, § 2
8. L'incremento dell a fede , una delle precipue finalità del Sinodo de i Vescovi e de i
Concili particolari: ca nn. 342 e 445
III - Lafede divina e cattolica
I. Verità di fede divina e cattolica: cann. 749-750
2. L'eresia: can. 75 1
476 INDICE ANALITICO

IV - Principi e norme varie


l. Fede e culto: can. 836
2. Fede e libertà di cosc ienza: can. 748, § 2
3. La professione di fede, uno dei vincoli della piena comunione della Chiesa
Cattolica: can. 205
4. Un obbligo essenziale: attuare un " intimo rapporto tra fede e vita": can. 327
5. Il particolare obbligo dci conferm ato: "diffondere e difendere la fede" : can. 879
6. La professione di fede secondo la formula approv ata dalla Sede Apostolica: v.
"Professione di fede"
7. I sacramenti della fede: can. 840
8. II privilegio della fede: v. "Privilegio della fe de"
V - Reati contro la f ede
I. L'eresia e l'apostasia: can. 751
2. Le sanzioni: cann. 1364, 1184, § l , n. l
3. Effett i del pubblico abbandono della fede cattolica
- La rimozione "ipso iure" da ogni ufficio ecclesiastico: can. 194, § I, n. 2
- La dim issione dalle pubbliche associazi oni di fedeli: ca n. 316
- La dimissione "ipso facto" dagl'I stituti religiosi e dalle Società di vita
apostolica: cann. 694, 746
- Relativamente al matrimonio: can. 1071
VI - Buona e malafede
- V. " Buona fede" - "Mala fede"
VII - Fede pubb lica
l. Atti di fede pubbl ica: gli atti compil ati dal cancelliere di Curi a e dai notai: cann.
483 , § 1,1437, § 2
2. Documenti di fcdc pubblica: cann. 1540-1541
VIII - Fede testimoniale
I. La valutazione delle testimonianze da parte del giud ice e il valore del teste
unico: v. "Testi giudiziari" , n. VIll
2. Il teste unico nella prova dell' avvenuto conferim ento del batte simo e della
confermazione, e dell' avvenuta dedicazione o benedizione di una chiesa: cann.
876,894, 1209

FEDECOMMESSO
- V. "Beni fi duciari"

FEDELI DJ CRISTO (Christifideles)


I - Titolo della / parte del l! libro del Codice "De Populo Dei "
Struttura
l . Norme previe: eann. 204-207
2. Do veri e diritti di tutti i fedeli : cann . 208-223
3. Do veri e diritti dei fedeli laici: cann. 224-231
4. I ministri sacri o chierici: cann. 232-293
5. Le prelature personali: cann. 294-297
6. Le associazioni dei fedeli: cann. 298-329
INDICEANALITICO 477

Il - Norme previe sui fedeli in genere (cann .204-207)


l. Concetto di fedele cristiano 1320-1324
2. La Chie sa Cattolica 1325
3. La piena comunione ecclesiale 1326- I33 1
4. I catec umeni 1332-1336
5. Chie rici e laici 1337-1339
6. La profes sione dei consigli evangelici 1340-1343
Not anda
l. Defin izione di fedele cristiano 1320
2. L'in corporazione a Cristo e alla Chiesa, in virtù del battesimo 1321
3. La costituzione in Popolo di Dio 1322
4. La partecipazione ontologica e funzionale a!l'ufficio sacerdotal e, profctico e
regale di Cristo 1323
5. La duplice struttura della Chie sa Cattolica 1325
6. Gli clement i essenziali e inseparabili della piena comuni one ecclesiale 1326
7. " problema dei fratelli separati 1324, 1328-1331
8. La ricostituzione del catecumenato degli adulti 1335-1336
9. La distinzione in chierici e laici è di diritto divino e di carattere ontolo gico, non
semplicemente funzionale 1337-1338
IO. Chierici e laici ordinati gli uni agli altri: nessuna oppo sizione classist a 1339
Il. I religiosi sono un fattore importante della vita della Chiesa, ma non fanno
parte dcIIa sua struttura giuridica 1340-1342
12. Chierici. religio si e laici costitu iscono tre stati strutturalmente reciproci e
co mplementari 1343
Hl - Obblighi e diritti comuni (cann. 208-223)
I. Una uguaglian za essenziale 1345-1352
2. La comunione ecclesiale 1353-1354
3. La santificazio ne personale e comun itaria 1355-1357
4. L'impegno missionario 1358-1359
5. Doveri e diritti nei rapporti con i sacri Pastori 1360-1363
6. Una duplice libertà, che spetta di diritto 1364
7. La libertà di associ azione e di riunione 1365-1366
8. La libertà d'iniziative apostoliche 1367-1368
9. L'educazione cristiana 1369-1370
IO. LeOscienze sacre : libertà di ricerca e di espressi one 1371- I372
Il . La libera scelta del proprio stato 1373
12. Il diritt o alla buon a fama e alla propri a intimità 1374- 13713
13. Diritti di carattere giudiziario 1379-1382
14. Le necessità della Chiesa 1383-1386
15. La promozione socia le e l'a ssisten za ai poveri 1387·1389
16. La promo zione del bene comune e il rispetto dei diritt i altrui 1390-1393
Not anda
1. Lo stato giuridico del cristiano 1346-1347
2. L'uguaglianza sostanz iale fra tutti i componenti del Popolo di Dio 1348-1349
3. L'unità dei due principi , gerarchico ed egualitario 1350-1352
4. " diritto di libera associ azione, sancito anche nelle Costituzioni civili 1366
5. Diritto originario di attività c iniziative apostoliche, pur sotto la vigilanza e la
guida dell a Gerarchi a 1367-1368
6. Teologi e Magistero ecclesiastico 1371-1372 e note 9-10
478 INDICEANALITICO

7. Il principio della legalità della pena 1379-1382 e note 12-13


8. Diritti assoluti, irrinunziabili, che, in caso di conflitto, hanno la prevalenza sul
bene comune 1391-1392

FEDELTÀ
I - Giuramenti di fed elt à e d 'impegno
I. Il giuramento di fedeltà verso la Sede Apostolica da parte del Vescovo, prima di
prendere posse sso del suo ufficio : can. 380
2. Il giuramento di adempiere fedelmente i propri compiti , da parte degli
amministratori di beni ecclesiastici: can . 1283, n. I
3. Il giuramento di adempiere fedelmente il proprio ufficio da parte di tutti coloro
che costituiscono il tribunale e prestano in esso la loro opera: can. 1454
Il - Promessa
- La promessa di adempiere fedelmente il proprio compito, da parte di tutti gli
addetti agli uffici della Curia diocesana: can . 471, n. I
III - Dovere di fedeltà
I. Fedeltà alla verità religiosa conosciuta: can. 748, § 2
2. Fedeltà alla propria vocazione
- Da parte dei novizi religiosi: can. 652, § 3
- Da parte dei membri degl'Istituti di vita consacrata: can. 587 , § I
- Da parte dei membri degl'Istituti secolari: can . 719, § l
3. Fedeltà alla propria cons acrazione, da parte dei membri degl'Istituti secolari:
can. 713, § 2
4. Fedeltà ai propri compiti ed uffici
- Da parte dei chierici : cann. 274 , § 2, 276 , § 2, n. I
- Da parte degli organi religiosi di partecipazione e di consultazione: can. 633 ,
§I
5. Fedeltà al patto coniugale da parte degli sposi : can. 1063, n. 4
6. Fedeltà del confessore alla dottrina del Magistero e alle norme emanate dalla
competente autorità: can . 978 , § 2

FEDERAZIONE
I. Aggregazione, divi sione. fusione, unione, soppressione, ecc ., d'Istituti di vita consacrata
o di Società di vita apostolic a: concetto e norme 2621-2627
2. La federazione degl 'I stituti diocesani per la previdenza sociale del Clero e per le
necessità della diocesi 4642

FERENDAE SENTENTIAE
l. Pene "ferendae sententiae" e "latae scntentiae" 4784-4785
2. Una norma per il legislatore: la pena, di regola, dev'essere "ferendae sententiae" 4785,
4797
3. Facoltà discrezionale del giudice, in caso di cumulo di pene "ferendae sententiae" 4933
4. Scomuniche "ferendae sententiae" previste dal Codice 4886-4887
5. Interdetti "ferendae sententiae": cann . 1373,1374,1380
6. Sospensioni "ferendae sententiae" 4901
7. V. anche "Latae sententiae"
INDICE ANALITICO 479

FERIE
1. Residenza e ferie per i chierici
- L'obbligo della residenza per i titolari di uffici residenziali 1622
- Il congruo periodo di ferie 1623
2. Ferie per i religiosi: vi hanno diritto? 2914
3. Durante il periodo di ferie degli allievi del Seminario: esercitazioni pastorali 1546

FERIMENTO
- Il reato di ferimento e altri delitti contro la vita e la libertà della persona: le sanzioni
penali 5035-5036

FERMENTO
- Il compito dei membri degl'Istituti secolari: essere fermento di spirito evangelico nel
mondo 5035-5036

FESTA - FESTIVO
1. I giorni festivi: v. "Tempi sacri"
2. L'assoluzione generale o collettiva in occasione di una grande festa, con affluenza di
fedeli (can. 961, § I, n. 2) 3537,3°

FETO ABORTIVO
1. Il battesimo dei feti abortivi 3348
2. "Monstra et ostenta" 3348

FIDANZAMENTO
- V. "Promessa matrimoniale"

FIDEIUSSIONE
- Fideiussione e cambiali: norme per i chierici 1635

FIGLI
I - Norme varie
l. Il luogo d'origine del figlio : can. IDI
2. Il domicilio del figlio minorenne: can. 105
3. L'ascrizione alla Chiesa rituale: cann. 111, 112, § 1, n. I
4. Figli legittimi: can. 1I37
5. La presunzione giuridica: can. 1138, § 2
6. I figli legittimati e gli effetti della legittimazione: cann. 1139-1140
II - L'educazione dei figli
l. L'educazione cristiana dei figli, dovere primario dei genitori: cann. 226, § 2,
744, § 2, 835, § 4
2. L'educazione cattolica: cann. 793, 798
3. La sanzione penale: can. 1366
4. L'educazione integrale: can. 1136
5. Il dovere dei genitori anche dopo l'eventuale separazione o dopo la dichiara-
zione di nullità dei loro matrimonio: cann. 1154, 1689
480 INDICE ANALITICO

III - I fi gli adottivi


- V. " Adottivo"

FILOSOFIA
l. La formazi one filosofica degli alunni del Seminario 1519-1522
2. Un intero biennio 1518
3. Gl' insegnant i: la nom ina c l'e ventuale rimozion e 1526-1534
4. La professione di fede dinanzi all' Ordinario del luogo o al suo delegato 3273,6 0

FINE
I - Fine nel senso di scopo
I. I fini propri dell a Chiesa, come proprietaria e ammin istratric e di beni temporali:
can. 1254, § I; cfr. anche can. 114, § 2
2. Il fine propr io degl'Istituti di vita consacrata: can. 573, § l
3. Il fine proprio degl'Istituti secolari: can. 7 10
4. II fine delle Società di vita apostolica: can. 731, § l
5. Il fine del movimento ecumenico: can. 775 , § l
6. I fi ni delle persone giuridiche ecclesiastiche: can. 11 4
7. I lini delle associazioni di fedeli : cann. 2 15, 298, § I
8. Associazioni che, a motivo di partico lari fini, richiedono l' intervento dell ' auto-
rità ecclesiastica: can. 301, § I
9. Il fine della legge, un element o per la sua interpretazione: can. 17
lO. I fini essenziali del matrimonio: ean. 1055, § J
11. Il fine delle pene ecclesiastiche (can. 2215, Codice 19 17) 4779
12. Il fine determ inato dai fedeli nelle loro offerte, dev' essere rispettato accurata-
mente: can. 1267, § 3
Il - Fine nel senso di termine, compimento
I. A fine d'anno
- La present azione del bilancio consuntivo da parte dell'economo diocesano:
can. 494 , § 4
- La compilazione del rendiconto amministrativo da parte di tutti gli
amministratori di beni ecclesiastici: can. 1284, § 2, n. 8
2. Al termine dell 'in carico : la presentazione di una relazione al nuo vo parroco da
parte dell' amministratore parrocchiale: can. 540, § 3
3. AI term ine
- Di tre mesi, si ha l' acquisizione del quasi-domicilio parrocchiale o
diocesano: can. 102, § 2
- Di tre anni, si prescrive l'azione criminale per i delitt i in genere e,
si milmente, l'azione penale: cann . 1362-1363
- Di cinque anni, si ha l' acquisizione del domicilio parrocchiale o diocesano:
can. 102, § l
4. AI compimento
- Di sette anni, si presume che il fanciullo abbia l'u so di ragione: can. 97, § 2
- Di quattordici anni, ha inizio l'obbligo dell'astinenza penitenziale: can. 1252
- Di diciotto anni, la persona è maggiorenne; ha anche inizio l'obbligo del
digiuno: cann. 97, § l, 1252
- Di settantacinque anni, è prevista la rinunzia dei parroci, dei Vescovi
diocesani, ecc.: cann. 354,40 1,411 , 538 , § 3

FINZIONE GIURIDICA
- Finzione giurid ica e presunzione di diritto 5511
INDICE ANALITICO 481

FIRMA
v. .. Sottoscrizione"
FONDATORI
I - Fondatori d'Istituti di vita consacrata e di Società di vita apostolica
- Fed eltà al loro pen sie ro e al loro intendimento: cann . 57S, 732
- Crescita e svil uppo secondo il loro spirito e le sane tradizioni : ca n. 576
Il - Fondatori di altre opere e istituzioni
1. Il rispetto della loro volont à
- Nella destinazione dei beni e nell' adempimento degli oner i delle persone
giuridiche, in caso di union e, divisione o estin zione delle persone stesse:
ca nn. 121, 122, 123
2. Nella destinazione dei beni di una casa religiosa, in caso di soppressione: can.
6 16, § I
3. Nell'osservanza delle norme statut arie , eome nell 'impiego dei beni e dei
proventi , da parte degli amministratori di beni eccl esiastici: can, 1284, § 2. nn.
3-4
4. Nell'eventuale ridu zione deg li oneri delle cause pie, nel caso che il loro
ade mpimento sia divenuto im possibile per la diminuzione dei redditi o per altra
caus a: can. 1310

FONDAZIONE AUTONOMA
I . Concetto 799 . SOl
2. Fondazion i pie autonome e non autonome 4743
3. Norme e dir etti ve della CE I ( l ? aprile 1992) 4759-4763

FONDAZIONE P IA
- V. " Pia volontà"

FONDO COMUNE
l. Il fondo comune diocesano: scopo della sua istituzione 464 1
2. Il fondo comune interdiocesano: l'istituzione e l'amministrazione 4642 -4643 , 4664 -
4665

FONTE BATTES IMALE


1. L' erezione del fonte batte simale in ogni chiesa parrocchiale 3333
2. In altre ch iese e oratori 3333
3. Riserv ata per sé al parroco la benedizione del fon te battes imale nel tem po pasqu ale (can .
530, n. 6) 2463

FONTI
Fonti de l diritto norma tivo canonico (prospetto) 119
- Fon ti di carattere legislativo
- Fonti di car atter e amministrativo

FORANEO
1. Vicariato foraneo : v. "Yicariato foraneo"
2. Vicario foran eo: v. "Vicario foraneo"
482 INDICEANALIT ICO

FORANIA
- V. "vicariato fo raneo"

FORESTIERO
J. Forestiero (peregrinus) in senso canonico : v. "lncola"
2. Il forestiero e le leggi ecclesiastiche 234-236
3. L'esercizio della potestà esecutiva verso i forestieri 994
4. La concessione di dispense 637-639
5. La particolare dispensa dagl'impedimenti matrimoniali e dalla forma canonica (cann.
1078, § I , e 1079) 3851 ss.

FORMA CANONICA DEL MATRIMONIO


l. Introduzione 4063-4065
2. La forma ordinaria 4066-4090
3. La forma straordinaria 4091-409 7
4. Norme ulteriori 4098 ss.
5. Trascrizione civile 4115-4126
6. Disposizioni della CET 4 127-4 134
Notand a
a) Cenni storici 4063-4064
b) La normativa circa laforma ordinaria
l. L'assistenza del ministro competente 4066
- L'Ordinario del luogo 4067 e nota 3
- TI parroco e i sacerdoti equiparati (escluso il rettore del Seminario) 4068-4069
- Cappellani militari e cappellani di emigranti 4079-4080
- Sacerdoti e diaconi delegati 4070-407 I
2. La presenza dei testimoni 4072-4074
3. La facoltà di assistere ai matrimoni non comporta alcun alto di giurisdizione o di
governo: il ministro sacro esercita solo le funzioni di teste qualificato o pubblico in
nome della Chiesa 4071
4. Territorialità della competenza "vi officii" 4076-4077
5. L'Ordin ario e il parroco di carattere personale 4078-4080
6. Possibilità di delega non solo a sacerdoti, ma anche a diaconi e, in circostanze
speciali, agli stessi laici 4081, 4084-4085
7. La delega, perché sia valida, dev' essere conferita espressamente e a persone
determin ate: non basta la delega tacita, presunta, interpretativa, generica 4082
8. Delega generale (in iscritto) e delega speciale 4071, 408 I, 2°, 4083 e nota 6
9. Supplet Ecclesia 4086
lO. La parrocchia della celebrazione 4089-4090
c) La normativa circa laf orma straordina ria
l. Celebrazione del matrimonio dinanzi ai soli testimoni, senza l' intervento
dell' assistente competente 4091, 4094
2. Condizioni per l'applicazione della forma straordinaria 4092-4093 e note 2-3
3. La manifestazione del consenso 4097
4. Nel caso che sia possibile l'intervento di un sacerdote o di un diacono privi di delega
4094-4095
d) Le persone sogge tte alla forma canonica
I. Una innovazione di grande rilievo, ma forse non sufficiente pastoralmente 4098 e
nota 2, 4100
2. La dispensa dalla forma canonica 4099
INDICE ANALIT ICO 483

3. La facoltà di dis pensa de ll' Ord ina rio del luogo è limi tata ai casi esp ressamente
previsti 6 16, nota 2, 3857, nota 5, 4099 e nota 3
4. Facoltà del parroco, del ministro delegato, ecc. " urgen te mortis periculo" 3858-3860
5. La debita annotazione 4 111
e) Norme ulteriori
l . Il luogo di ce leb razione 4 10 1-4 104 e note 4 e 5
2. Il rito prescritto e la co mpete nza dell a Conferenza Episcopale 4105
- Matrimonio fra due cattolici 4106, IO
- Matrimonio fra un catto lico e un battezzato non cattolico 4106, 2°
- Mat rimonio fra un cattolico e un non battezzato 410 6, 3°
- La lettura degl i articoli del Co dice Civile, riguardanti i diritti e i do veri dei
co niugi , ne lla celebrazione dei matrim oni co ncorda tari in Italia 4107
3. La registrazion e del matrim onio e annotazioni varie 4 108-4114
4. La trascrizione civile del mat rimonio ca nonico in Italia: v. "Trascrizione civile"
f) Disposizioni de lla CEI (Decreto Generale 5 nov. 1990) 41 27 ss.
1. L' obb ligo dei cattolici 4128
2. Effetti civili de l mat rimon io 4129
3. La redazione dell'atto di matrimonio 4 130
4. La trasmissione de ll' atto 4 131
5. La trascrizione per gli effetti civi li 41 32
6. La celebrazione del mat rimonio esclusivamente canonico 41 33
7. Matri mon io di persone già sposate ci vilm ente 41 34

FORMA GIURIDICA SACRAMENTALE E LITURGIC A DEL MATRIMON IO


- Concetto e distinzione 4066, nota 2

FORMAZION E
I - La formazione degli allievi del Seminario
- V. "Formazione dei chierici"
Il - La forma zione degli aspiranti al diaconato e al presbiterato
- Necessaria una formazione accurata: can n. 1027, 1032, § 2
III - La formaz ione permanente dei ministri sacri
- V. "Formazione permanente"
IV - Laformazione dei novizi religiosi
- V. "Noviziato religioso"
V - La fo rmazione dei religiosi
I . Il completa mento dell a formazione dopo la prima professione: can . 659 , §§ 1-2
2. La particolare formazio ne dei religiosi che si preparano a ricevere gli ordini
sacri : ca n. 659, § 3
3. Le qua lità e i car atteri della forma zione: can . 660
VI - La formaz ione nelle Società di vita apostolica
- Una for maz ione adeguata alla miss ione e alla vita della Società: can. 735
VII - La formazione di particolari laici impegnati
I. Di laici a cui sono affidati ministeri e servizi ecclesiali: can . 23 l , § I
2. Di laici ap parte nent i ad associazioni laicali: can. 329
484 INDICE ANALITI CO

VIll - La fo rmazione dei catechisti


l . Dei catechisti in genere: can . 780
2. Dei cat echisti in terr a di missione: can. 785
IX - La forma rione dei catecumeni e dei neofit i
I. Dei cate cumeni : ca n. 788, § 2
2. Dei neofiti : can. 789
X - La for mazione catechetica
1. La debita formazi one catechetica degli adulti, dei giovani e dei fanciulli da parte
del parroco: can . 776
2. Una form azione catechetica approfondila dei fanc iulli , dopo la loro ammiss ione
alla prima Comunione: can . 777 , n. 3
XI - l.a fo rmazione dei giovani nelle scuole
- Una formazi one che deve comprendere anche la loro educazione religiosa e
morale: ca n. 799
XII - La fo rmazione integrale della persona umana
- Lo scopo di ogni vera azione educativa: can. 795

FORMAZIONE degli ALUNNI DEL SEMINARIO


1. Introduzione 1445-1447
2. Prem essa teo logico-giuridica 1448-1454
3. Seminari minori e maggiori 1455-1483
4. La dire zione del Semin ario 1484-' 493
5. L' ammi ssione degli alunn i nel Sem inario maggiore 1494-149 8
6. I Regolamenti di forma zione sacerdotale 1499-1502
7. La form azione spiritua le 1503-1513
8. La formazione dottrinale 1514- 1525
9. I docenti 1526-1534
IO. Linee dirett ive 1535-15 38
II. La form azione pastorale 1539-1546
12. Norme varie 1547-1556
Notand a
I. La form azione dei giovani c deg li adulti. destinat i a minister i sacri, è un obbli go
primari o della Chiesa, un diritt o proprio, esclusivo, irrinun ziabile 1449-14 50 e nota I
2. La pastorale delle vocazioni 145 I- 1454 e note 2-5
3. Le voca zioni adulte 1453 e nota 6
4. Cenni storici sui Seminar i 1456-1459 e not a 7
5. La validità dei Seminari min ori: la loro finalità J46 1- J466 e note 8-9
6. Obbli gatorietà del Seminario maggiore: la finalità 1467-1469 e nota IO
7. Gli aspirant i al diaconato perma nente 1470- 1477
8. Seminari diocesani e interd ioce sani 1478-1480
9. La pers onalità giuridica 1481 e nota 13
lO. I Superiori disciplinari e i Docenti 1484-1489, 1493
II. Il Direttore spirituale e i Confess ori 1490-1493 e nota 16
12. Il "Regolamento" 1500-150 2
13. Un'armonica coordinaz ione tra formazion e spirituale e form azione dottrinale 1505-
1505
14. Tratt i ca ratteristici dell a formazione spiritu ale 1506-1509
INDICEANALmco 485

15. L' educazione al celiba to 1512-1513


16. La formazio ne filoso fica 1519-1522
17. La formazione teologica 1523- 1525
18. Lo studio delle lingue 1517
19. Il coordiname nto delle varie discipline 1536-1537
20. L' addestramento degli alunni 1538
2 1. Il corso di pastora le 1540
22. L'educazione a un profondo senso ecclesiale 1542-1546
23. L'esenzione del Seminario dalla giurisdiz ione parrocc hiale 1551-1554
24. Le necessità economiche 1555- 1556

FORM AZIONE PERM ANEN TE


I. La formazio ne permanente dei ministri sacri
- Una es igenza spirit uale, intellettua le e pastorale del Clero 1609
- Norme della Co ngregazio ne per il Clero e della CE I 16 IO
2. Dei relig iosi: sotto l'aspetto morale, spirituale, dottrinale e tecnico 2879
3. Dei mem bri degl ' Istituti secolari 3048
4. Disposizioni successive (2 febbraio 1990) 2880-2885

FORO
Prospetto
I. Foro civile
2. Foro concorre nte
3. Foro ecclesiastico
4. Foro esterno ed interno
5. Foro sacramentale

FORO CIV ILE •


I. La competenza dcI magistrato civile nelle cause sugli effetti puramente civili del
matrimonio 5702
2. Le cause di separaz ione dei coniugi 576 1-5764
3. Il ricorso al tribu nale civ ile per altre vertenze: l' autorizzazione dell' Ordinario per gli
am ministrator i di beni ecclesiastici 4595
4. Per adi re il tribuna le civi le, ha bisogno il chierico dcI permesso del proprio Ordinario?
1645, nota IO

FORO CONCORRENTE
- Foro conco rrente, ossia molteplice e libero "ad normam iuris", nei tribunali di prima
istanza 5 110, 5 114, 5 120

FORO ECC LES IAST ICO


I - Il f oro competente nei giudizi in genere (cann. 1404-1416)
lo Nozioni preliminar i 5098-5 IOI
2. Una prerogativa della Sede Aposto lica 5102
3. Cause rise rvate al Sommo Pontefice e alla Rota Rom ana 5103-5110
4. Il foro per le cause non riservate 5 111-5 115
5. I vari titoli di compete nza 5 116-5125
6. Confli tti di competenza 5124
486 INDICE ANALITICO

Not and a
I. Concetto di foro, giurisdizione e competenza 5098-5099
2. Incompetenza assoluta e relativa 5100
3. Foro necessa rio e libero: una distinzione soppressa nel nuovo Codice 5101
4. Il principio teologico-giuridico circa la prerogativ a sovrana della Sede Aposto-
lica, che non può essere soggetta al giudizio di alcuna autorit à ecclesiastica o
civile (immunità assoluta) 5102
5. Il diritto di ogni fedele di deferire la propria causa, contenziosa o penale. al
giudizio delIa Sede Apostoli ca 5130-51 31
6. Cau se riservate al giudizio del Romano Pontefi ce 5103-5107
7. Cause riservate alla Rota Romana 5 108
8. Conseguenze giuridiche di tali principi 5110
9. 11 foro per le altre cause
- La competenza del giudice di prima istanza dev'essere suffragata dal
relati vo titolo 5 113-5 114
- Mancando tale titolo, il giudice è incompetente d'incompetenza relativa
5112
- Un principio generale: "Actor sequitur forum partis conventae" 5 115
- La particolarità per le cause matrimoniali 5703
I O. I vari titoli di competenza in prima istanza
-Il domicilio o il quasi-domicilio: precisazioni circa il girov ago e il convenuto
di cui non si conosca il domicilio o il quasi-domicilio e neppure il luogo
delIa dimor a attuale 5) 16-5119
- L'u bicazione delIa cosa nelIe azioni reali o di spoglio 5 I20
- Il contratto 5 12 1
- 11 luogo del delitto nelle cause penali 5122
- Cause vertenti sull'amministrazione dei beni o concernenti eredità e luoghi
pii 5123
- La connessione oggettiv a 5124 t
- La prevenzi one 5125 (v. "Titolo di competenza giudizi aria")
Il. In caso di conflitto di competenza, la deci sione spetta secondo casi , al
tribunale di appello o alla Segnatura Apostolica 5126
,,- La competenza in particolari giudizi
l . Il foro co mpetente nelIe cause per la dichiar azione di nulIità matrimoniale
5699-5704
2. Il foro competente nelIe cause di nulIità della sacra ordinazi one 5703
3. La competenza nelle cause di separazione dei coniugi 5759-5763
4. La competenza nei processi per la dispensa "super rato" 5778-5781
5. La competenza nei processi di morte presunta 5838
6. V. "T itolo di competenza per cause particolari"

FORO ESTERNO ED INTER NO


l . Concetto c distinzioni 936-938
2. Gl i effetti 939
3. Norme ulteriori da tene r presenti 940
No tanda
). Foro es terno e foro interno , un duplice campo di un'unica potestà 936
2. Gli atti posti nel foro esterno hanno piena efficacia anche nel foro interno. ma non ha
sempre luogo la recipr ocità 939
3. Canoni ulteriori da tener presenti 940
INDICE ANALITICO 487

-Can. 37, 74, 142, § 2, 136 1, § 2


- Can. 225 1 Codice 1917

FORO SACRAMENTALE
l . Le facoltà del canonico penitenziere nel foro interno sacramental e 2375
2. Le facoltà di qualsiasi sacerdote in pericolo di morte 3567
3. Le facoltà del confessore in caso di particolare difficoltà per il penitente 4956-4961
4. Le facoltà del confessore in pericolo di morte , rispetto alla dispensa dagl' impedimenti
matrimoniali occulti 3860
5. La facoltà di qualsiasi Vesco vo in ordine alla remissione di una pena "latae sententiae"
non dichiarata. nell' ano di confessione sacramentale 4954, 3°

FORTUITO
- V. "Caso fortuito"

FORZA
Espressioni tipiche
l . In forza dell ' ufficio: "vi affidi - vi muneris"
- La Chiesa: can. 815
-II Romano Pontefice: cann . 331. 333, § 1,749, § I
- Il Vicario generale: can. 479 , § I
- Il canonico penitenziere: can. 508, § l
-Il parroco; can. 776
- Coloro a cui è affidata la cura della parrocchia: can. 536, § l
- Quanti hanno cura d'anime; can. 986, § l
- Il cappellano: can. 566, § I
- La facoltà di ascoltare le confessioni " vi officii": can. 968
- L' assistenza ai matrimoni "vi officii": cann . 1109-1110
2. In forza della consacrazione: ""i consecrationis"
- I Vescovi: can. 336
- I membri degl'Istituti secolari: can. 711
- I membri degl'Istituti di vita consacrata: cann. 758 e 783

FOTOCOPIA
- Copia scritta o fotostatica dei documenti pubblici esistenti nell'archi vio diocesano sullo
stato dellc persone (can. 487, § 2) 2260

FR ATELLI SEPARATI
l. I fratelli separati e le leggi puramente ecclesiastiche 2 16-2 19
2. Il problema della personalità giuridica ecclesiale
- Canonicamente anche i fratelli separati sono soggetto di diritto , anche se in maniera
limitata e parziale 681-68 3
- Le maggiori limitazioni 684
- Concessioni significative (cann. 844, §§ 2-3, 1127, § l, 1183) 685
3. I fratelli separati sono anch'essi incorporati a Cristo mediante il battesimo, ma non fanno
parte giuridicamente del Corpo sociale della Chiesa 1238-1329
4. Incorporati a Cristo, essi sono costituiti in una certa comunione con la Chiesa cattolica
1324
5. Conseguenze della non apparten enza giuridica alla Chiesa 1330
6. Conseguenze della comunione ecclesiale sia pure imperfetta 1331
7. V. anche "Ec umenismo"
488 INDICE ANALITICO

FRATERNO - FRATERNITÀ
I. Il doveroso vincolo di fraternità tra i chierici: can. 275, § I
2. La vita fraterna tra i membr i degl'I stituti di vita consacrata e delle Società di vita
apostolica: cann. 602, 607, § 2, 6 19, 716, § 2, 731, § l ; 732, 734
3. L'educazio ne alla fraterni tà degli allievi del Seminario: can. 245, § 2

FRODE
l . Frode o dolo nella presentaz ione di un rescritto all'esecutore designato 539
2. La detenzione di una persona con violenza o frode 5035
3. Reati di frode nei giudizi da parte di procuratori e di avvocati 5312
4. Purché vi sia una grave ragione e venga rimosso ogni pericolo di frode o di subornazione
(can. 1600, § I, nn. 1-2) 5546, 2 0

FRUSTRATO
- Y. "Delitto frustra to"

FUGGIT IVO
Il religioso "fuggitivo ", ossia assente illegittimamente dalla propria casa
I. Il dovere del Superio re 2895
2. La pena di dimissione, nel caso che l'assenza del religioso si protragga per un semestre
2975, 7 0

FUMUS SONI IURIS


- Espressio ne forense con la quale si indica che la domanda giudiziaria di un attore deve
presentare una certa fondatezza: cfr. can. 1505, § 2, n. 4

FUNERALI
- V. " Esequie"

FUNZIONE
I - Funzioni sacre, religiose o liturgiche
1. L'obbligo del rettore di chiesa: can. 562
2. Il dovere del vicario foraneo: can. 555, § I, n. 3
3. La facoltà del Metropolita: can. 436, § 3
4. Funzioni nelle chiese dedicate o benedette: can. 1219
5. Negli oratori: can. 1225
6. Nelle cappelle private: cann. 1227-1228
7. Il compito dei canonici nella chiesa cattedrale o collegiale: can. 503
8. La facoltà del rettore di chiesa: can. 559
9. La facoltà del ca ppellano: can. 567, § 2
lO. La partecipazione dei fedeli: can. 835, § 4
Il - Funzioni parrocchiali
1. Funzioni demand ate in modo speciale al parroco: can. 530
2. Funzioni parrocchiali e rettore di chiesa: cann. 558 e 560
3. Rapporti tra capitolo di canonici e parroco: can. 510, § 3
III - La triplice fu nzione della Chiesa
I. La funzione di governo: v. "Potestà di governo"
INDICE ANA LITICO 489

2. La funzione di magistero o d'in segnamento: v. "Funzione d'in segnamento"


3. La funzione di santificazione: v. "Funzi one di santificazionc"

FUNZIONE D'INSEGNAMENTO
De Ecclesiae munere docendi
- " titolo del III libro del Codice, dedicato alla funzione primaria della Chiesa 3089-309 0
- Divisione del libro in cinque titoli, preceduti da una introduzion e di carattere teologico-
giuridico 309 1
Pr o sp etto
l. Principi e norme introdutti ve: can. 747-755, nn. 3094-31 22
2. Il ministero della Parola : cann. 756-761 , nn. 3123-3133
3. La predicazi one della Parol a di Dio: cann. 762-772 nn. 3134-3153
4. L'istruzione catec histica: cann. 773-780 nn. 3154-3167
5. L' azione missionaria della Chiesa: cann. 781-792, nn. 3168-3184
6. L'educa zione cattolica: principi e norme introduttiv e: cann. 793-795, nn. 3 185-3 193
7. Le scuole: cann. 796-806 , nn. 3194-3217
8. Università cattoliche ed eccles iastiche: cann. 807-821, nn. 32 18-3245
9. Gli strumenti di comunicazione sociale : cann. 822-832, nn. 3247-3271
IO. La professione di fede: can.'833, n. 3274
1- Principi e norme introduttive
I. Il dovere e il diritto della Chiesa 3095-3099
2. Un obbligo morale e una libertà giuridica 3100-3105
3. " Magistero della Chiesa 3 106-3 122
Not and a
1. Il "deposito della fede" e la missione della Chiesa 3096-3097
2. Un dovere e un diritto nativo , indipendente, fondato sul mandato divino 3098
3. L'og getto della funzione magisteriale della Chiesa 3099
4. La libertà religiosa c i suoi contenuti 3100-3105
5. Il Magistero infallibile della Chiesa c l' obbligo dell' assenso di fede divina e
cattolica 3106-3 111
6. Il Magistero autentico non infallibile 3 116-3 119
7.11 movimento ecumenico 3 120-3 121
II - li ministero della Parola di Dio
- V. "P arola di Dio"
III - La predicazione della Parola di Dio
- V. "Predicazione"
IV - L' istruzione catechistica
- V. "Catechesi"
V - L'azione missionaria della Chiesa
- V. "Azione missionaria"
VI - L'educazione cattolica
- V. "Educazione cattolica"
VII - Le scuole
- V. "Scuola"
490 INDICEANALITICO

VIII - Università Cattoliche ed Ecclesias tiche


- V. "Un iversi tà Cattolica" - "Università Ecclesiast ica"
IX - Gli strumenti di comunicazione social e
- V. "St rumen ti di comunicazione socia le"
X - La pubblicazione di libri di carattere religioso o morale
- V. "Libro"
XI - La professione di fe de
- V. "Professione di fede"

FUNZIONE DI SANTIFICAZIONE
I - De Ecclesiae munere sanctificandi
I. Il titolo del IV libro del Codice, dedica to alla funzione più importante de lla
Chiesa, la santificazione delle anime 3276
2. Divisione del libro in tre parti 3276
- I sacra menti: cann . R40-1165
- Gli altri atti di culto: can n. 1166-1204
- I luoghi e i tempi sacri: cann. 1205-1253
3. Rilievi sul titolo del libro 3276, nota I
II - Canoni introduui vi (cann. 834-839)
I. Il mezzo precipuo dell'opera di santifieazione della Chies a: la sacra Liturgia
3478-348 1
2. Altri mezzi di santific azione: la preghiera e le opere di penitenza e di carità
3296
3. I ministri della santifie azione 3283-4287
- I Vescovi 3284
- I presbiteri 3285
- I diacon i 3285
- I semplici fedeli 3286
- I genitori 3287
4. Per quanto riguarda specificamente la sacra Liturgia, v. "Liturgia"

FUS IONE
I. Aggrega zione , divis ione, fusione, unione, soppressio ne, ecc. d'I stituti di vita con sacrata e
di Società di vita aposto lica: concetto e norme 262 1-2627
2. Fusione di persone giuridiche pubbliche 846

FUTU RO
l . Le leggi e il futuro (il principio della irretroatt ività) 193-198
- V. "lr retroattività"
2. La clausola proibitiva di cons uetudini future 370
3. Il matrimonio contratto "sub eondicione de futuro" 4033 , 4036

GARANZIA
- V. "Ca uzione" - " Fideiussione"
INDICE ANALITI CO 491

GE NITORI
I - La nascita e il battesimo dei fi gli
I. Il luogo d'ori gine: can. 101
2. Il co nferimento del battes imo: can. 867, § I
3. Necessità del consenso: can. 868
4. La chiesa del battesimo: can. 857, § 2
5. La designazione del padrino o della madrina: can. 874, § I, n. 1
6. Il divieto per i genitori di far da padrini ai loro figli: cann. 874, § l, n. 5, 893
7. La registrazion e del battesimo del figlio di una madre non sposata: can. 877, § 2
8. L' ascrizione alla Chiesa rituale: can. III , § I
9. Ge nitori che diano i loro figli a battezzare o ad educare in una religione acatto-
lica: la sanzione penale: can. 1366
lO. Paternit à presunta: can. 1138
11 - Il conferimento della conf ermazione
I. L' impegno: can. 890
2. La designazione del padrino: can. 893, § I
111 - L'a mm issione alla 55. Eucaristia
- I l compito dei genitori: ca n. 914
IV - L'educazione della prole
I. Il dove re primario di un'educazione cristiana: cann. 226, § 2, 744, § 2, 835
2. L'edu cazione cattolica: ca nn. 793, 798, 1366
3. L' edu cazione integrale: can. 11 36
4. Necessità di una stretta collaborazione tra genitori e maestri: can. 796, § 2
5. Il diritto dei genitori ad una effettiva libertà, ricono sciuta e garantita dallo Stato,
nella sce lta della scuola per i propri figli: can. 797
6. Il dovere della sce lta di scuole in cui s'i mpartisca l' educazione cattolica: ca n.
798
7. In caso di separazione dei coniugi: cann. 1154 e 1689
8. L' educazione al genuino spirito di penitenza: can. 1252
V - l fi gli minorenni
I. La soggezione alla potestà dei genitori nell' eserciz io dei loro diritti : can. 98
2. Il do micilio e il quasi-domicilio : can. 105, § 1
3. La rappresentanza in giudiz io: can. 1478, §§ I e 3
4. In caso di conflitto di diritti: can. 1478, § 2
5. Il matrimon io di un figlio minorenne "insciis aut invitis parentibus": can. 107 1,
§ l , n. 6
VI - Do veri dei pastori di anime e del parroco in particolare
I. Assistenza e catec hesi appropriata : ca n. 1063, n. I
2. Il particolare impegno del parroco: cann. 529, § l , e 776
3. In occasione dell' amm inistrazione del battesimo: can. 85 1, n. 2

GER ARCHIA ECCLESIASTICA


l. La gerarchia di ordine
- V. " Potestà di ordine"
2. La gerarchia di giurisdizione o di governo
- V. " Potestà di gove rno o di giurisdizione"
492 INDI CE ANALm CO

GESÙ CRISTO
- V. "Cri sto Signore"

GIORNALE
- Giornali, opu scoli e fogli periodici : un ammonimento per i laici e un divieto per i
chierici e per i membri d'Istituti religiosi 3296

GIORNATE
l . Giorn ate annuali in diocesi 4595
2. La Giornata " pro Seminario" 1556, 4595
3. La Giorn ata per le Missioni 3182, 4595

GIORNO
I - Il giorno cronologico
I. Senso e valore del giorno , dell a settimana, del mese e dell' anno nel diritto
1305-1 310
2. V. anche "Computo del tempo"
Il - l giorni f eriali
1. La facoltà di binazione: can. 905 , § 2
2. Le sacre ordin azioni : can . 1010
3. Una norm a per i tribunali : can. 1467
III - l giorni f esti vi
I. Il giorno festi vo inizia Iiturgicamente il vespro del giorno precedente: secondo
una fondata interpretazione "ab hora secunda post meridiern" 4535 e nota 4
2. I giorni festivi di precetto: v. "Tempi sacri"
IV - l giorni penitenziali
- V. "Tempi sacri "

GIOVANI
l . Il particolare obbligo del parroc o in ord ine alla formazione cattolica dei giovani e dei
fanciulli: can. 528, § I
2. L' imp egno per la form azione catechetica : can. 776
3. La catechesi matrimoniale: can . 1063, n. l
4. I matrimoni prematuri : can. 1072
5. L'impegno civico dei cattolici per l'educazione religiosa e morale dci giovani nella
scuola: can. 799
6. Lo sviluppo ar monico delle doti fisiche, morali e intellettuali, in una formaz ione
integra le dell a persona: ca n. 795

GIOVENTÙ
- V. "Gi ovani"

GIROVAGO
l . Giro vago (vagus) in senso canonico 719
2. Il giro vago e le leggi ecclesiastiche 239- 240
3. Il luogo d 'origine del figlio di genitori girovaghi 714
INDICE AI"ALrnCO 493

4. Il parroc o e l'Ordinari o propri del girovago 746


5. Il matrimo nio dei girovaghi 5 118
6. I chierici "girovaghi" o "acefali" 1559

GI UBILAZIONE
- L' indulto di giubilazione, di cui al can . 422 del Cod ice precedente, non è stato
co nfermato "ex iure co mmuni" nel nuovo Codice. Esso ritorna ad essere , co me lo fu per
più secol i, di diritto particolare

GI UDIC ATO
- La cosa passata in giudicato: v. "Cosa giudicata"

GIUDIC E
I - Il giudice ecclesiastico in genere
l . Coneetto e funzione 5135-51 36
2. Il suo compito esse nziale 5 137
3. Defin izione di Ulpia no e di S. Tommaso 5 135
II - Il giudice supremo
I. Giudice supremo nell a Chie sa è il Romano Pontefi ce, in forza del suo primat o di
giurisdizio ne o gove rno 5205
2. Egli esercita il potere giudiziario personalment e, tramit e i tribun ali ord inari della
Sede Apos tolica, per mezzo di giudici direttamente delegati 3206
3. La prerogativa della immunità asso luta della Sede Apostolica 5102
4. Cause rise rvate direttamente e in modo esclusivo al Rom ano Pontefi ce 5103-
5 107
5. L'incompetenza asso luta degli altri giudici 5 110
6. Il deferimento della propri a ca usa, conten ziosa o penale, al Romano Pontefice: il
dir itto d' ogni fedele e l'effetto del ricorso 5 130
7. l tribun ali ordin ari dell a Sede Apostolica 5207 ss.
- V. "Rota Romana" - "Segnatura Apostolica"
III - l giudici diocesani di prima istanza
I. Il Vescovo diocesano 5140-5 142
2. Il Vicario giudi ziale 5143 ss.
- V. "Vicario giudiziale"
3. Il Vicario giudiz iale aggiunto 5145 ss.
- V. "Vicario giudiziale aggiunto"
4. I giudici diocesani 5 150-5 15 1 e nota 3
5. Requisiti prescritti per il Vicario giudiziale, il Vicario g iudiziale aggiunto e i
giudici 5 145-5 152
6. La nom ina a temp o determ inato e l' eventu ale rimo zione 5153 e nota 4
7. Gli assessori 5 157-5 158
8. L'u ditore 5169-51 72
9. Il pon ente o relatore 517 3
lO. I giudic i laici 5151
IV - Il giudice di prima istanza nelle controversie tra religiosi e con religiosi
l . Il Superiore provinciale e l'Abate locale 5 166-5 167
2. Il Moderatore supremo e l'Abate superiore 5166- 5167
3. Il tribunale dio cesano 5154,4°
494 INDICEANALITICO

v- Il giudice di seconda istanza


- I vari casi 5 196-5 198, 5199-5201, 5211-52 12
VI - Il giudice unico e il tribunale collegiale
I. Le cause che richiedono il tribunale collegiale di tre giudici 5 159
2. Le cause più difficili o di maggior rilievo 5 159
3. La presidenza 5156
4. Nel caso che non sia possibile la formazione del tribunale collegiale 5161
5. Il ponente o relatore: v. "Ponente"
6. V. anche "Tribunal e collegiale"
VII - La competenza del giudice di prima istanza
I. Necessità della competenza 5 11 2-5114
2. I vari titoli di competenza: v. " Foro ecclesiastico", n. I, IO
3. La competenza per le cause di nullità matrimoniale
- Un principio teologico-giuridico 5699-5701
- Le cause circa gli effetti puramente civili 5702
- Il tribunale competente di prima istanza 5703
4. La competenza per altri particolari giudizi: v. "Foro ecclesiastico" , n. II
VIII - l compiti del giudice: principali nonn e
l . Il dovere del giudice in caso d'incompetenza assoluta: can. 1461
2. L'impegno per un'equa composizione delle parti: can. 1446, §§ 2-3
3. Cautele normative per l'imparziale amministrazione della giustizia: cann . 1447,
1448, § l
4. La ricusazione del giudice: cann. 1449 , § I, 1451, § I
5. Effetti della ricusazione: can. 1451, § 2
6. Interesse privato e bene pubblico: can. 1452
7. La durata dei processi: can. 1453
8. Il giuramento "de munere rite et fideliter implendo": una norma comune: can.
1454
9. Il segre to d'uffi cio: can. 1455, § I
lO. Il divieto di accettare doni di qualsiasi genere: can. 1456
II. Sanzioni per reati vari: can. 1457, § 1
12. L'esercizio del potere giurisdizion ale fuori del proprio territorio: can. 1469
13. Poteri punitivi del giudice: can. 1470, § 2
IX - Norme ulteriori
I. Necessità della istanza introduttoria: can. 1501
2. La raccolta delle prove: can. 1529
3. L'e same dei testi: can. 1561
4. Teste incapace nella medesima causa alla quale partecipa: can. 1550, § 2, n. I
5. La valutazione delle testimonianze: cann. 1572-1573
6. La valutazione delle eventuali perizie: can. 1579
7. La pronunzia della sentenza: la certezza morale "ex actis et probatis": can. 1608
8. Un tentativo pastorale doveroso nelle cause di nullità matrimonial e c di sepa-
razione dei coniugi: cann. 1676, 1695
X - Prescrizioni per il giudice nell'applicazione delle pene
I. Se la pena è determinata e facoltat iva: can. 1343
2. Se la pena è determin ata e precettiva: poteri discrezionali del giudice in par-
ticolari circostanze: cann. 1344-1345
3. Se la pena è una censura: condizione per la validità della inflizione: can. 1347
INDICEA NALlllCO 495

4. Se la pena è indeterminata : ean. 1349


5. Norme valevoli per il Superiore: can. 1342, § 3
XI - Il ministero della confessione
- Nel ministero della confessione, il sacerdote è giudice e medico: can. 978, § l

GIUDICI SINODALI E PROSINODALI


- Nel nuovo Codice son detti "giudici diocesani" 5070

GIUDIZIO
Prospe tto
I. Giudizi o arbitrale
2. Giudizio contenzioso
3. Giudizio contenzioso orale
4. Giudizio contenzioso ordinari o
5. Giudizio ecclesiastico in genere
6. Giudiz io penale
- V. anche "Processi ecclesiastici", in cui lo schema è completo
- Tre termini usati nel Codice promiscuamen rc: "causa - giudizio - processo" 5053

GIUDIZIO ARBITRALE
- V. "Transazione"

GI UDIZIO CONTENZIOSO
I. La normativa circa il giudizio contenzioso costituisce la Il parte dci VII libro "De
proces sibus" 5342-5343
2. È divisa in due sezioni 5343
- Giudizio contenzioso ordinario: cann . 1501-1655
- Giudizio contenzioso orale : cann. 1656-1670
3. Concetto di giudizio contenzioso 5082, 5343
4. Fanno parte del giudizio contenz ioso anche i processi matrimoniali e le cause di nullità
della sacra ordina zione 5343

GIUDIZIO CONTENZIOSO ORALE


- V. "Processo contenzioso orale"

GIUDIZIO CO NTENZIOSO ORDINARIO


a) Le cinque fasi essenziali
1. Fase introduttiva 5345 , IO
2. Fase istruttoria 5345 , 2°
3. Fase dibattimentale 5345, 3°
4. Fase decisionale 5345 ,40
5. Fase esecutiva 5345,5°
b) L' applic azione delle norme procedurali del giudizio contenzioso ordinario in altre cause
e proce ssi 5346
c) Prospetto della materia 5344
1- L'introduzione della causa (cann .1501-1512)
I. " libello introduttorio della lite 5349-536 1
2. La citazione delle parti e la notifica degli atti giudiziari 5362-5370
496 INDICE ANALlTlCO

Notanda
l. Il principio normativo: "Nemo iudex sine actore" 5349-5350
2. La richiesta scritta o orale e i suoi elementi essenziali 5351-5352
3. Il contenuto del libello: requisiti prescritti dalla legge 5353
4. L'accettazione o il rigetto da parte del giudice 5354-5355 e nota I
5. Motivi tassativi di rigetto
- Mancanza di presupposti processuali 5357, 1°
- Difetti di contenuto o di forma 5357,2°
- Carenza di qualsiasi fondamento 5357,3°
6. Difetti emendabili 5358
7. Il ricorso contro l'eventuale rigetto 5359-5360
8. L'accettazione "ipso iure" 5361 e nota 2
9. La citazione delle parti per la contestazione della lite 5362
IO. Notifica del decreto di citazione: alla citazione del convenuto, di regola, va
unito il libello dell' attore 5363-5364
II. Una importante decisione della Segnatura Apostolica 5364
12. La notifica degli alli giudiziari: importanza c formalità 5365-5368
13. Effetti della citazione 5369-5370
14. Norme circa la scheda di citazione 5364, nota 4
Il - La contestazione della lite (cann. 1513-1516)
I. Concetto e modalità 5372-5374
2. L'eventuale modifica dei termini fissati giudizialmente 5375
3. Effetti sostanziali e processuali 5376-5378
4. Norme ulteriori da tener presenti 5379
III - L'istanza della lite (cann.1517-1525)
l. Inizio e fine dell'istanza giudiziaria: l'innovazione circa l'inizio 5381-5382 e
nota I
2. La sospensione dell'istanza: una duplice ipotesi 5383
3. La perenzione dell'istanza per inattività delle parti 5387 e nota 2
- I termini della inattività 5388
- Scopo della perenzione 5388
- L'efficacia giuridica "adversus omnes" 5389
- Gli effetti 5390-5391
4. La rinunzia
- Alla istanza della lite e agli atti del processo 5392
- Facoltà dell'attore e del convenuto 5393
- Norma per gli amministratori delle persone giuridiche e per i tutori 5394
- Condizioni per la validità della rinunzia 5395
- Gli effetti giuridici 5396
5. Norme ulteriori da tener presenti 5397
IV - Le prove: fase istruttoria del processo (cann. 1526-1586)
- V. "Prove nei giudizi"
V - Le cause incidentali (cann. 1587-1597)
- V. "Causa incidentale"
VI - La pubblicazione degli atti (can. 1598)
l. Concetto e modalità 5539 e nota 1
2. Una limitazione prudenziale 5539-5541 e nota 2
INDICEANALITICO 497

VII - La conclusione in causa (cann. 1599-1600)


l . Concetto e condizioni 5543
2. Il supplemento d'Istruttoria 5546
V1I1 - La discussione della causa (cann. 1601-1606)
I. La presentazione delle difese e delle osservazioni , entro il congruo tempo
stabilito dal giudice 5547 e nota 3
2. Modalità 5548 e nota 4
3. Lo scambio delle difese e repliche 5549-5550
4. Il divieto di fornire al giudice informazioni private 5551 e nota 5
5. Il moderato dibattimento orale, con l'a ssistenza del notaio 5552
IX - Le pronunzie del giudice (cann.1607-1618)
I. Sentenze definitive e interlocutorie 5556
2. Sentenza declaratoria, condannatoria, costitutiva 5558
3. Il duplice aspetto della dottrina : intellettualistico e volontaristico 5557
4. Norme e direttive per il giudice
- La certezza morale "ex actis et probatis" 5559-5561
- La valutazione delle prove "ex sua conscientia", salve le prescrizioni della
legge 5560
- "Actore non probante reus absolvitur", fatta eccezione per le cause che
godono del favore del diritto 5562
- La "certezza morale" nell'insegnamento di Pio XII e di Giovanni Paolo II
5563-5565
5. Una questione controversa 5566-5567
6. Norme per il tribunale collegiale 5568-5577
7. La stesura della sentenza
- L'estensore 5578
- Il termine prescritto 5579
- Il contenuto 5580-5581
- Gli elementi formali 5582-5583
8. La pubblicazione della sentenza 5585-5586
9. La correzione di eventuali errori 5587
IO. I decreti
- Concetto e distinzione 5588
- Le motivazioni 5588-5589
11. Sentenze interlocutorie e decreti aventi valore definitivo 5590
X - L'impugnazione della sentenza (cann. 1619-1640)
- V. "Querela di nullità" - "Appello giudiziario"
XI - La cosa giudicata e la "restitutio iII integrum" (cann.I64I-I648)
- V. "Cosa giudicata"
XII - Le spese giudiziarie e il gratuito patrocinio (ean. 1649)
- V. "Spese giudiziarie"
X1I1 - L'esecuzione della sentenza (cann. 1650-1655)
l . L'esecuzione definitiva 5653
2. L'esecuzione provvisoria 5654
3. Facoltà del giudice di appello 5655
4. Il decreto esecutivo del giudice 5656
5. L'eventuale questione incidentale del "previo rendiconto" 5658
498 INDICE ANALITIC O

6. La procedura dell' esec uzione


- L' autorità competente 5659-5660
- Compiti e facoltà dell ' esecutore 5661
7. L' adempimento degli obblighi imposti dalla sentenza
- Obblighi derivanti da un'azione reale 5662, IO
- Obblighi deri vanti da un' azione personale 5662,2 0

GIUDIZIO ECCLESIASTICO IN GENERE


l . Norme introduttive: cann. 1400-1403
2. Il foro competente: cann. 1404-1416
- V. "Foro ecclesiastico"
3. I diversi gradi e le diverse specie di tribunali: cann. 14 17-1445
- V. "Tribunale ecclesiastico"
4. La disciplina da osservarsi nei tribunali: cann. 1446-1475
- V. "Tribunale ecclesiastico"
5. Le parti in causa: cann. 1476-1490
- V. "Parti in causa"
6. Le azioni e le eccezioni: cann. 1491-1500
- V. "Azione giudiziario" - "Eccezione", n. Il
Notanda
I. Definizione del giudizio ecclesiastico 5075
2. L'uso promiscuo di "caus a - giudizio - processo" 5053
3. L' oggetto del giudizio ecclesiastico: diritti, fatti giuridici, delitti 5077-508 1
4. Il giudizio contenzioso e il giudizio penale 5082
5. Le vertenze di carattere amministrativo 5083
6. La mancata istituzione dci "tribunali amministrativi" 5084-5086, 5907-59 10
7. Materie che per diritto proprio ed esclusivo spettano alla competen za giudiziaria della
Chiesa 5087-5089
8. Il senso della espressione "ratio peccati" 5088
9. A parte i tribunali della Santa Sede, tutti gli altri tribunali ecclesias tici devono attenersi
alle norme prescritte nel Codice 5090-5095
l O. Le norme proprie delle cause di canonizz azione dei Santi 5096
Il . Tmodi per evitare i giudizi: v. "Transazione"
12. Processi particolari
- Le cause per la dichiarazione di nullità matrimoniale : cann. 1690-1691
- Le cause per la dichiarazione di nullità della sacra ordinazione: can. 1710
- Le cause penali: can. 1728, § I
- Processo di dispensa matrimoniale "super rata": cann. 1698, 1702 ss.

GIUDIZIO PENALE
- V. " Processo penale"

GIURAMENTO
I - li giuramento in genere
l. Concetto e distinzione 4375-4377
2. Cond izioni di liceità 4378
3. Il giuramento canonico e la sua prestazione personale 4379
4. Spergiuri dinanzi all'autorità ecclesiastica 4379, 4983
5. Soppresso il giuramento come mezzo di prova 5412
INDICE ANA LITICO 499

II · Il giuramento promissorio
I. L' obb ligo specifico che ne deriva 4380
2. Nullità "i pso iure" di giuramenti estorti con dolo, violenza o timore grave 4381
e nota 2
3. In caso d'ignora nza o errore sostanzia le 4381
4. Caratteri e limiti del giurame nto promissorio 4382
5. La cessazione dell 'obbligo 4383
6. So ppressa la cessazione del giuramento per "irritazione" 4384
7 . Sos pe nsio ne, dispen sa e commutazio ne 4385
8. L' interpretazi one 4 386
III· Giuramenti vari previsti nel Codice
l . Il giurame nto di fede ltà verso la Sede Apostolica da parte del Vescovo, prima di
pren dere possesso del suo ufficio : can . 380 (formula: n. 1949, nota 8)
2. Il giuram ento di adempiere il prop rio incarico con cura e fedelt à, da parte degli
am mi nistratori di beni ecclesiastici : can. 1283, n. I
3. Il giura mento dei giudiei e dei min istri del tribu nale "dcrnunere rite et fideliter
impl end o»: ca n. 14 54
4. Il giura me nto "de sec reto servando": can. 1455
5. Il giurame nto delle parti in causa "de veritate dicen da" o "de ven tate dictorum":
ca n. 1532
6. Il giura mento dei testi: ca n. 1562
7. Il giura mento dell'i nterpre te: can . 1471
8. Vietata l'imposizione del gi uramen to all'accusato nel processo penale: can.
1728, § 2
9. Giurame nti testimon iaii
- Dell ' avven uta cele brazio ne de l battes imo: ca n. 876
- Dell'avven uto conferi me nto della confermazione: ca n. 984
lO. Matrimonio in pericolo di morte, e giurame nto delle part i sull' avvenut a
recez ione del battesimo e sullo stato libero: can. 1068
IV · Il giuramento di fede lt à
- A norma del ca n. 833 , nn. 5-8 3275

G IURISD IZIONE
l . Il significato prop rio de l term ine 924 e nota 6
2. V. "Potestà di governo"

GI USPATRONATO
- V. "Patronato"

GI URI SP ERITO
l. Ammesso come co nsulente de lle parti, nei proce ssi per la dispensa "super rata" 5790 -
579 1
2. La faco ltà de l giurisperito, nel caso che la rispos ta de lla Santa Sede sia negativa 5804 ,

3. La co nsu ltazione di due gi udici o di altri giurisperiti da parte dell 'Ordinario, nella
indagin e previa del processo penale 588 4
500 INDICEANALITICO

GIURISPRUDENZA
- Il valore della giurisprudenza e della prassi della Curia Romana nelle lacune giuridiche
323

GIUSTIZIA DISTRIBUTIVA
- Giustizia distributiva da parte dello Stato, nella tutela della libertà scolastica dci genitori
3198

GIUSTIZIA SOCIALE
I. Il particolare obbligo dei cristiani per la promozione della giustizia sociale 1387, 1389
2. L'obbligo pastorale del parroco di promuovere lo spirito evangelico, anche in ordine alla
giustizia sociale 2459
3. Il dovere dei chierici 1640
4. L'obbligo degli amministratori di beni ecclesiastici 4691
5. L'opera costante della Chiesa 1388

GRADO
I - Grado accademico
I. Il conferimento dei gradi accademici nelle Università e Facoltà ecclesiastiche:
can.817
2. Il diritto dei laici di conseguire tali gradi accademici: can. 229, § 2
3. La privazione dei gradi accademici non può essere compresa fra le pene
espiatorie: can. 1338, § 2
4. V. anche "Laurea" - "Titolo accademico"
II - Grado di consanguineità e di affinità
l . Il computo del grado: cann. 108 e 109, § 2
2. Gl'impedimenti matrimoniali: cann. 1078, § 3,1091,1092,1093,1094
3. Un divieto per il Vescovo, nelle nomina del Vicario generale ed episcopale e dei
membri del Consiglio diocesano per gli affari economici: cann. 478, § 2, 492,
§3
4. Un divieto per gli amministratori di beni ecclesiastici: can. 1298
5. Un divieto per il giudice, il promotore di giustizia, il difensore del vincolo,
l'assessore, l'uditore: can. 1448
III - Grado di gerarchia
I. Gerarchia di ordine: can. 1009, § I
2. Gerarchia di giurisdizione o di governo: can. 204, § 2

GRAN CANCELLIERE
- La professione di fede del Rettore di una Università Ecclesiastica o Cattolica dinanzi al
Gran Cancelliere: can. 833, n. 7

GRATA
- La grata fissa nei confessionali 3541-3542

GRAZIA
l. Grazia e rescritto: can. 59, § l: v. "Rescritto"
2. La concessione orale: cann. 59, § 2, e 74
INDIC E ANALITICO 50\

3. Il rescritto "Motu proprio": can. 63, § I


4. Grazia negata da un Dicastero della Curia Romana: can. 64
5. Grazia negata dal proprio Ordin ario: can. 65, § I
6. Grazia negata dal Vicario generale o da un Vicario episcopale: can. 65, §§ 2-3
7. Grazia negata dal Vescovo diocesano: can. 65, § 3
8. La grazia concessa in forma commissoria: can. 70
9. La grazia-privilegio: v. "Privileg io"
IO. Lo stato di grazia: necessit à: v. "Stato di grazia"
Il. La grazia sacramentale: can. 961, § l , n. 2

GRAZIOSO
I. Atti ammini strati vi singolari in forma grazio sa e commis soria 440-441
2. Le tasse per gli alli di potestà esecutiva grazios a (can. 1264, n. I) 4588

GRUPPO
- Gruppo o ceto di persone: v. "Colle gio di persone"

HANDICAPPATI
- Y. "Minorati"

IDEOLOGIA
- La pubblica adesione a ideologie inticiate di materiali smo o di ateismo, causa sufficiente
per la dim issione di un religioso dal suo Istituto: can. 696 , § ,

IGNORANZA
I. Con cetto 262
2. L'effi cacia giuridica 263
- Circa la legge e la pena in genere 265
- Circa la legge irritante o inabilitante 264
- Circa i fatti personali e i fatti notori di altri 266
- Circa i falli di altri non notori 267
3. Effetti dell'ignoranza , dell'inavvertenza e dell'errore considerati in particolare nel
Codice 268
- Relati vamente agli atti giuridici: can. 126
- Al tempo " utile": can. 20 I, § 2
- Agl'impedimenti e alle irregolarità concernenti gli ordini sacri: can. 1045
- AI co nsenso matrimoni ale: cann, 1096, 1097, 1099
- Alla imputabilit à: cann . 1323, nn. 2 e 7, 1324, § I, nn. 8-9, 1325

ILLEGALE
- Alti illegali e alli nulli: l'approfondimento d'Innocenza 111 199

ILLEGITTIMI
- Y. "Legittimi"

IMMAGINI SACRE
l . Il culto delle immagini sacre
502 INDICE ANA LITICO

- Legittimità di tale culto, alimento prezioso della pietà cristiana 4346


- La condanna delle deviazioni e degli abusi 4346
- L'ordinata esposizione dcIIc immagini sacre nelle chie se e la loro retta colloc azione
4347
- L'in coron azione delle immagini di Maria SS. 4347 , nota I
2. 1/ restauro delle immag ini preziose
- L'autorizzazione scritta dell 'Ordinario 4348
- La consultazione dei periti 4348
3. Norme ulteriori circa le immagini sacre considerate come "beni preziosi"
- La deb ita custodia 434 9
- L'accurato inventario 4349
- L'alienazione 4349
- La prescrizione 4353
-Immagini sacre particol armente venerate 4353

IMMEMORABILE
- V. "Centenario"

IMMERSIONE
- Battesim o per immersione o per infusione 3329-3330

IMMIGRATI
- Un impegn o pastorale delle Conferenze Episcopali: l'istituzione e la promozione di
opere e iniziative a favore di lavoratori e di studenti immigrati dalle terre di missione
nelle nostre regioni 3183

IMMOBILE
I. I " forestieri" e le leggi che riguardano le cose immobili, situate nel territorio: ca li. 13, § 2,
n. 2
2. Il tempo richiesto per la prescrizione di beni immobili e di beni mobili , ecc., appartenenti
alla Sede Apo stolica o ad altre persone giuridiche ecclesiastiche pubbliche: can. 1270
3. La compil azione di un accurato e dettagliato inventario di tutti i beni immobili e mobili
ecclesiastici, prima che i rispettivi amministratori assumano il loro incarico: can. 1283,
nll.2-3
4. L'obbligo d'informare l'Ordinario circa i beni mobili e immobili destinati a cause pie e
ricevut i fiduc iariamente: can. 1302, § I
5. La profanazione di una cosa sacra, mobile o immobile: can. 1376
6. V. anche "Mobile"

IMMU NITÀ ECCLESIASTICHE DEL CLERO


t. Sono i "privileg i del clero" di cui ai cann. 119-123 del Codice precedente
2. Tali "privilegi" sono stati opportunamente modificati o soppressi: cfr. cann. 289, § I,
285-287, 1370

IMPEDIMENTI
I - Impedimento canonico per l'elezione a un ufficio ecclesiastico
- V. "Po stulazione"
II - Impedimenti agli ordini sacri
- V. " Irrego larità e impedimenti"
INDICE ANALITICO 503

III - Impedimenti all'ammissione


l. Negl'Istituti di vita consacrata: can. 597, § 1
2. AI noviziato religioso: can. 643
3. Negl'Istituti secolari: can. 721
4. Nelle Società di vita apostolica: can. 735, § 2
IV - Impedimenti matrimoniali
- V. "Impedimenti matrimoniali"
V - Impedimento della Sede Apostolica e della sede episcopale
- V. "Sede impedita o vacante"
VI - Impedimenti vari
In caso d'impedimento
1. Del Decano del Collegio dei Cardinali: cann. 352, § I, 355, § 1
2. Del giudice, a cui non sia possibile esercitare la sua giurisdizione nel territorio di
sua competenza : can. 1469
3. Del Metropolita : can. 442, § 2
4. Del ministro ordinario del battesimo: can. 861, § 2
5. Del parroco: cann. 539,541, § 1
6. Del Presidente della Conferenza Episcopale: can. 452
7. Del Vescovo diocesano: cann. 396, § 1,400, § 2,404, § 3,405, § 2
8. Del Vicario generale o episcopale: can. 477, § 2
9. II dovere dei chierici: can. 274, § 2
VII - L 'impedimento-reato
- Violazioni varie delle libertà ecclesiastiche: can. 1375

IMPEDIMENTI MATRIMONIALI IN GENERE (cann. 1073-1082)


I. Concetto e distinzione 3837-3842
2. L'autorità competente 3843-3847
3. La competenza dello Stato 3848
4. II soggetto passivo degli impedimenti di diritto ecclesiastico 3849-3850
5. La dispensa 3851 55.
Notanda
l . Significato e scopo degl'impedimenti matrimoniali 3837
2. Concetto d'impedimento pubblico e occulto 3838 e nota 2
3. La potestà della Chiesa circa gl'impedimenti: dichiarativa per gl'impedimenti di diritto
divino, istitutiva per quelli di diritto ecclesiastico 3843-3844
4. Gl'impedimenti nel dubbio di diritto o di fatto 3844
5. La dispensa dagl'impedimenti ecclesiastici
- La competenza del Romano Pontefice 3852
. - La competenza dell'Ordinario del luogo 3853
- Impedimenti riservati alla Santa Sede 3854-3855
6. In pericolo di morte 3856
- Facoltà dell'Ordinario del luogo 3857
- Del parroco e di altri ministri sacri 3858-3859
- Del confessore 3860
7. Il caso di emergenza ("cum iam omnia sunt parata ad nuptias"), ecc. 3861
- Facoltà dell'Ordinario del luogo 3862, 1°
- Del parroco e di altri ministri sacri 3862,2°, 3863
504 INDICE ANALITICO

- Del confessore 3864


- Il caso di emergenza può ricorrere anche per la convalidazione del matrimonio 3867
8. La dispensa da un impedimento occulto, nel foro interno non sacramentale 3595
9. Da tener presente:
- Gli attuali impedimenti sono tutti dirimenti: gl'impedimenti impedienti della
legislazione anteriore sono stati soppressi o modificati 3836, 3869
- Gl'impedimenti di diritto divino non sono suscettibili di alcuna dispensa da parte
della Chiesa 3869
- Agl'impedimenti di diritto divino sono soggetti tutti gli uomini, anche quelli non
battezzati 3869
- Agl'impedimenti di diritto ecclesiastico sono soggetti soltanto i battezzati nella
Chiesa Cattolica o accolti nella medesima (non quindi i battezzati che fanno parte di
una Chiesa o comunità ecclesiale non cattolica ai sensi dei cann. Il c 1059) 3869

IMPEDIMENTI MATRIMONIALI IN PARTICOLARE


Premessa 3869
I. Il difetto di età 3870-3881
- Y. "Età matrimoniale"
2. L'impotenza "coéundi" 3882-3893
- Y. "Impotenza sessuale"
3. Il vincolo di un matrimonio precedente 3894-3909
- V. "Vincolo di un matrimonio precedente"
4. La disparità di culto 3909-3919
- Y. "Disparità di culto"
5. L'ordine sacro 3920-3927
- Y. "Ordine sacro"
6. Il voto pubblico perpetuo di castità, emesso in un Istituto religioso 3928-3936
- V. "Voto di castità pubblico e perpetuo"
7. Il ratto della donna a scopo di matrimonio 3937-3948
- V. "Ratto"
8. Il crimine di coniugicidio 3949-3957
- V. "Coniugicidio"
9. La consanguineità o parentela 3958-3965
- Y. "Consanguineità"
lO. L'affinità 3966-3971
- V. "Affinità", n. Il
Il. La pubblica onestà 3972-3980
- Y. "Pubblica onestà"
12. La parentela legale 3981-3991
- Y. "Parentela legale"
13. Principali differenze tra il Codice attuale e quello precedente
- Impedimenti soppressi 3992-3993
-Impedimenti modificati 3994
14. Una risposta della PCIC da tener presente relativamente agl'impedimenti soppressi o
modificati 3995

IMPEDIMENTI MATRIMONIALI CIVILI


- Considerati inderogabili in ordine alla trascrizione civile del matrimonio canonico 4122

IMPLICITO
l. Espresso implicito ed esplicito 153, nota 4
2. La richiesta implicita dell'unzione degl'infermi 3639
3. Per ulteriori norme v. "Esplicito"
INDICE ANALITICO 505

IMPOSIZIONE DELLE MANI


l . L'imposizione delle mani nel conferimento degli ordini sacri 3650
2. Nell'amministrazione della cresima 3370

IMPOSSIBILE -IMPOSSIBILITÀ
Principali casi d'impossibilità e norme relative
l . Impossibilità di ricorrere all 'Ordinario o alla Penitenzieria Apostolica, per l'assoluzione
da una irregolarità che impedisca l'esercizio del l' ordine sacro: can . 1048
2. Di fare la confessione individuale e completa: cann. 960-963
3. Di rimuovere delle consuetudini centenarie o immemorabili: can . 5, § l
4. Di ricorrere all'Ordinario del luogo per la dispensa in pericolo di morte, dall a forma
canonica del matrimonio o da eventuali impedimenti : can. 1079, §§ 2 e 4
5. Di celebrare il matrimonio alla presenza dell'assistente competente: can . 1116
6. Di differire il matrimonio a cui osti un impedimento dirimente, scoperto quando tutto è
già pronto per le nozze: can . 1080
7. Di adempiere integralmente gli oneri delle cause pie: can . 1310, § 2
8. Di conservare, senza pericolo di grave scandalo o d'infamia, una pena "latae senten-
tiae " non dichiarata né notoria: ca n. 1352, § 2
9. Di rivolgersi a un ministro cattolico per ricevere i sacramenti dell a penitenza, dell'Eu-
cari stia e dell'unzione degl'infermi: can . 844
lO. Di ascoltare i testi nell a sede del tribunale: can. 1558, § 3
l I. Di formare il tribunale collegiale nel giudizio di primo grado: can. 1425, § 4
12. V. anche "Caso di necessità" - "Stato di necessità"

IMPOTENZA SESSUALE
L'impotenza "coéundi" come impedimento matrimoniale
I - Premessa
l . Uno degl'impedimenti più discussi nella dottrina e nella giurisprudenza 3882
2. Impedimento di diritto naturale o di diritto positivo ecclesiastico? 3882 e nota I
1/ - Concetto e caratteristiche 3884-3886
I . L'impotenza dev'essere
- Antecedente al matrimonio
- Perpetua
- Certa: una impotenza dubbia non impedi sce il matrimonio, e d'altra parte , un
matrimonio celebrato con un a impotenza dubbia non può essere dichiarato
nullo finché sussista il dubbio
2. L'impotenza assoluta e relativa, organica e funzionale
1/1 - Approfondimento
l. Una dichiarazione del S. Ufficio (l o marzo 1941) 3887
2. Cause d'impotenza nell'uomo e nella donna 3888
3. La vagina artificiale 3888
4. La sterilità
- V. tale voce
IV - Una radicale innovazione
l. Il Decreto dell a Congregazione della Fede (13 maggio 1977) 389 I-3893
2. Valore del Decreto 3893
V - Necessaria, nelle cause d'impotenza, l'opera dei periti 1680
506 INDICE ANALITICO

IMPRESCRITIIBILITÀ
- Imprescrittibilità, a norma del can. 199, di alcune materie 1288-1298

IMPRIMATUR
- V. "Libro"

IMPUBERE
- Impubere e pubere nel Codice precedente 696

IMPUGNAZIONE
I. L'impugnazione della validità della sacra ordinazione 5851-5852
2. L'impugnazione della validità del matrimonio 5705-5708
3. L'impugnazione della sentenza nel giudizio contenzioso ordinario
- La querela di nullità: v. "Querela di nullità"
- L'appello giudiziario: v. "Appello giudiziario"
- La "restitutio in integrum": v. "Restitutio in integrum"
4. L'impugnazione di un decreto amministrativo: v. "Ricorso amministrativo"

IMPUTABILITÀ PENALE
l. Il principio della imputabilità 4811
2. Le conseguenze 4812-4814
3. Una particolare presunzione di diritto 4815
4. Una incapacità giuridica 4816
Notanda
l. Imputabilità giuridica e morale 4810
2. "Nulla poena sine crimine" 4811
3. [I triplice elemento essenziale del delitto 4773, 4811
- L'elemento oggettivo
- L'elemento soggettivo
- L'elemento giuridico
4. La duplice fonte della imputabilità: il dolo e la colpa 4811, nota l, 4812
5. [I delitto colposo, determinato dalla omissione della debita diligenza, nel nuovo Codice
per sé non è soggetto a pena 4814 e nota 2
6. Vari tipi di delitti colposi 4814, nota 2
- Per imprudenza
- Per negligenza
- Delitto colposo specifico
7. Un particolare caso di delitto colposo, in cui l'omissione della debita diligenza
costituisce una circostanza aggravante 4814, 4848
8. La presunzione circa l'imputabilità 4815
9. Incapacità giuridica e non semplice presunzione circa i soggetti privi abitualmente
dell'uso di ragione 4816
IO. V. anche "Circostanze del reato" - "Colpa" - "Dolo"

IMPUTATO
L'imputato nei processi penali: diritti.facoltà, obblighi
I. L'imputato ha diritto che, nella indagine previa, non si metta in pericolo il suo buon
nome 5876
INDICE ANALITICO 507

2. Ha diritto di conoscere l'accusa e le prove, in modo che possa difendersi 5886, IO


3. Può essere soggetto a provvedimenti di carattere prudenziale da parte dell'Ordinario
5890-5891
4. Dev'essere invitato a costituirsi un avvocato 5899
5. È necessaria l'accettazione dell'imputato per la validità della rinunzia all'istanza da
parte del promotore di giustizia 5893
6. L'imputato ha il diritto di scrivere o di parlare per ultimo nella discussione della causa
5894 .
7. Se risulta innocente, dev'essere dichiarato tale con sentenza 5895
8. Ha il pieno diritto di appello 5896
9. Non è obbligato ad accusare se stesso, né il giudice può imporgli il giuramento "de
veritate dicenda" o "de veritate dictorum" 5897
IO. L'eventuale riparazione dei danni 5902
Il. La competenza del tribunale del luogo in cui è stato commesso il delitto 5122
12. V. anche "Reo"

IN ARTICULO MORTIS
I. Il "pericolo di morte" e l'articulus martis 3856
2. L'indulgenza plenaria "in articulo mortis" 3909

INPECTORE
- Cardinali creati dal Papa con tale riserva: can. 351, § 3

IN SOLIDO
l. La delega in solido a trattare il medesimo affare 1006-I008
2. La cura pastorale di una o più parrocchie affidata in solido a più sacerdoti 2245-2427,
2497-2501
3. Il pagamento in solido delle spese processuali 5531

INABILE - INABILITÀ
1. Persone inabili a dare il voto nelle elezioni 1138-1143
2. Inabilità per la nomina a un ufficio che richieda la potestà di ordine o di giurisdizione, per
quanti non sono chierici 1590
3. Inabilità dci non presbiteri, per la nomina a un ufficio che comporta l'esercizio
dell'ordine sacerdotale 1055-1056
4. Effetto inabilitante dell'impedimento dirimente 3837
5. Una inabilità che rende irregolari relativamente alla recezione degli ordini sacri e
impedisce l'esercizio degli ordini ricevuti 3694, 3703
6. Le leggi inabilitanti o irritanti: v. "Inabilitante"
7. In caso d'inabilità del Vescovo diocesano
- La sede episcopale si considera "impedita" ai sensi del can. 412
- Per la normativa del caso, v. "Sede impedita o vacante"
8. In caso d'inabilità del parroco: la nomina dell'amministratore parrocchiale 2494
- V. "Amministratore parrocchiale"
9. V. anche "Incapacità" - "Capacità" - "Inettitudine"

INABILITANTE
I - La legge inabilitante o irritante
1. Concetto 184 e 200
2. Ordinamento canonico e civile 199
508 INDICE ANALmCO

3. Necessità di una norma espressa 200-201


4. Atto inesistente (legge inabilitante) e atto nullo (legge irritante) 202
5. L'ignoranza e l'errore circa la legge inabilitante 264
Il - Gl'impedimenti dirimenti
- Rendono la persona inabile a contrarre validamente il matrimonio 3837

INAMOVIBILE - INAMOVIBILITÀ
l. Abrogata dal Concilio Valicano II ogni distinzione tra parroci amovibili e inamovibili
2442
2. La struttura inamovibile del tabernacolo eucaristico 3478
3. Dell'armadio destinato all'archivio segreto della Curia diocesana 2263

INAPPELLABILE - INAPPELLABILITÀ
- Sentenze c decreti inappellabili a termine del can. 1629 5610-5616, 1781 (can. 333, § 3)

INAVVERTENZA
I. Concetto 262
2. Effetti dell'ignoranza dell'inavvertenza e dell'errore, considerati nel Codice 268
3. L'inavvertenza è equiparata all'ignoranza, circa l'imputabilità del reato e la passibilità
della pena (can. 1323, n. 2) 4820
4. V. "Ignoranza"

INCAPACE - INCAPACITÀ
I. Persone incapaci di contrarre matrimonio 3998-4004
2. Di fare da testi nei giudizi 5449-5450
3. Persone incapaci di atti umani, inabili a dare il voto nelle elezioni ad uffici ecclesiastici
1139
4. Persone considerate incapaci di commettere un delitto 1139
5. V. anche "Capacità" - "Inabilità" - "Inabilitante" - "Inettitudine"

INCARDINAZIONE
I - Premesse
l. Cenni storici sulla incardinazione e sua finalità 1560-1562
2. Il principio normativo: non sono ammessi chierici "acefali" o "vaganti" 1559
3. Un duplice caso di "acefalia", contro il disposto precedente 2967, nota 6, 2987
4. Chiese particolari, prelature personali, istituti e società, in cui i chierici possono
incardinarsi 1563
5. Distinzione: incardinazione originaria e derivata 1563
Il - Le varie forme d'incardinazione
I. L'incardinazione originaria mediante l'ordinazione diaconale 1566
2. L'incardinazione derivata formale, mediante la duplice lettera di cscardinazione
c d'incardinazione 1567-1568
3. L'incardinazione derivata "ipso iurc": previsto un triplice caso 1569-1573
III - Condizioni prescritte "ad liceitatem"
I. Per l'incardinazione 1575
2. Per l'escardinazione 1576
INDICE ANAUTICO 509

IV - Trasf erim enti in altre Chiese pa rticola ri che soffrano di scarsezz a di Clero
I. Un frutto del Concilio 1577
2. I principi enunziati nci documenti conciliari per una più adegua la distribuzione
del Clero 1578
3. Le norme prescritte 1580-1581
4. Le convenzioni stipulate tra il Vescovo "a quo" e il Vescovo ""ad quem" 1581, 2°
V - No rme ulteriori sull'incardinazione
I. L' incardin azione dei membri d'I stitut i secolari 3028
2. L' incardinazione dei membri delle Società di vita apostolica 3075, 3084
3. L'incardinazione nelle prelature personali 1662
4. Il Vescovo proprio relativamente all' ordinazione diaconale 3659
5. La facoltà di con fessio ne concessa dall'Ordinario del luogo d' incardinazione
355 1, 3563 , 3566
6. Le facoltà dell ' Amministratore diocesano circa l' escardinazio ne e l' incardi na-
zione 1582

INCARICO
I. Il dovere dci chierico di accettare e di adempiere fedelment e l'uffi cio o l' incarico
affidatog li dal proprio Ordin ario 1592
2. L' esercizio da parte dei chierici d'in carichi e pubblici uffici civili, alieni dallo stato
clericale 1644
3. V. anche " Ufficio pubblico" - "Ufficio secola re"

INCIDENTALE
- Cause e questioni incide ntali: v. "Causa incidentale"

INCOL A
- Co ncetto canon ico di incola (abitante), àd vena (dimora nte), peregrinus (forestiero) e
vag us (girovago) 7 19

INCOMODO
Il caso de l "grave incomodo"
I. Nel battesimo: can. 859
2. Nella co nfermaz ione: can. 1065, § I
3. Nella celebrazio ne dci matrimonio: can. 111 6
4. Nel reato: causa esimente e attenuante: cann. 1323, n. 4, 1324, § l , n. 5

INCOMPATJBILITÀ
I - Incompatibilità di uffici
l. Il divieto genera le per uffici che non possono adempiersi contemporaneamente
dalla mede sima persona: ca n. 152
2. Uffici "incompatibili"
- L'uffi cio di Ammi nistratore diocesano e di Economo della diocesi: can, 423.
§2
- L'uffi cio di Vicario genera Ic o episco pale e di canonico peniten ziere: can.
478, § 2
- Per sé, anche l'ufficio di Vicario gener ale e di Vicario giudi ziale: can. 1420,
§I
510 INDICEANALITICO

- L'ufficio di Superiore religioso e di economo: can. 636, § I


- L'ufficio di giudice o di assessore e altri uffici o incarichi svolti in altra
istanza della medesima causa: can. 1447
Il - Altre incompatibilità
I. Associazioni con fini e attività incompatibili con gli obblighi propri dello stato
clericale: can. 278, § 3
2. Il religioso elevato all'episcopato oppure esclaustrato e gli obblighi incompa-
tibili con la nuova condizione di vita: cann. 687 e 705; cfr. anche can. 745,
concernente il membro di una Società di vita apostolica
3. L'Ufficio di Vicario generale o episcopale e il rapporto di consanguineo del
Vescovo fino al quarto grado: can. 478, § 2
4. Per sé, l'ufficio di amministratore di beni ecclesiastici e la vendita o la locazione
dei detti beni ai propri congiunti o anche a se stesso: can. 1298
5. L'ufficio di giudice, avvocato, procuratore, ecc. e la funzione di teste nella
medesima causa: can. 1550, § 2, n. I

INCOMPATIBILITÀ DI CARATTERE
- Incompatibilità di carattere (caratteriopatia) e matrimonio 4004

INCOMPETENZA GIUDIZIARIA
I. Incompetenza assoluta e relativa nei giudici: nozione ed effetti 5100, 5110
2. Sanzioni contro il giudice incompetente 5243
3. Le eccezioni relative alla competenza del giudice 5248
4. Il dovere del giudice incompetente (can. 1461) 4732
50 Una sentenza emanata da un giudice incompetente d'incompetenza assoluta 5597, IO
6. V. anche "Competenza"

INCONSUMAZIONE
- Inconsumazione del matrimonio: v, "Consumato" - "Consumazione"

INCORONAZIONE
- L'incoronazione delle immagini di Maria SS. 4347, nota I

INCORPORAZIONE
L'incorporazione a Cristo e alla Chiesa
I. Si opera mediante il battesimo 1320-132 I
2. Incorporati a Cristo e alla Chiesa, i cristiani costituiscono il Popolo di Dio 1323
3. Dalla incorporazione a Cristo segue la partecipazione ontologica e funzionale del suo
ufficio sacerdotale, profetico e regale 1323
4. Anche i battezzati non cattolici sono incorporati a Cristo e di conseguenza sono costituiti
in una certa comunione con la Chiesa Cattolica, anche se in una maniera non perfetta
1324

INCORREGIBILITÀ
l. L' incorregibilità del religioso meritevole di dimissione 2976, 40
2. V. anche "Emendazione" - "Ravvedimento"
INDICE ANALITICO 511

INDAGINE
[- Le indagini da premettere alle sacre ordinazioni
- Tali indagini riguardano le qualità dei candidati 3713
li - Le indagini in ordine al matrimonio
I. Un accertamento necessario circa lo stato libero dei contraenti 3801
2. L'esame degli sposi 3801
3. Le pubblicazioni 3807
4. Il parroco a cui spettano per sé le indagini prematrimoniali 3804
5. [n pericolo di morte 3805
6. L'obbligo dei fedeli e del parroco che ha eseguito le indagini 3806-3807
7 Le indagini per il matrimonio da celebrare segretamente 4174
III - L'indag ine previa al processo penale
- V. "Processo penale"
IV - Altre indagini da eseguire opportunamente
I. Nella nomina dei parroci 2447,2°
2. Nel dubbio circa il conferimento del battesimo 3347,2°
3. Nei processi di morte presunta del coniuge 5839-5841

INDENNITÀ - INDENNIZZO
I. Indennità da corrispondere ai testi in giudizio : can. 1571
2. La competenza del Vescovo , che ha la direzione del tribunale: can . 1449, § I, n. 2
3. Indennizzo come risarcimento dei danni causati : v. "Risarcimento dei danni"

INDETERMINATO
Voce ricorrente in più canoni
I. Relativamente al tempo
- "Ad tempu s indeterm inatum" : can. 972
- "In tempu s indeterminatum": can. 1336, § I
- "Ad tempus indefinitum": cann . 193, § 1,522
- V. anche "Determinato" - "Tempo determinato"
2. Relativamente alle pene: determinate e indeterminate 4784, JO, 4785, 4791 c note 3-
4, 4793 , 4804

INDICE DEI LIBRI PROIBITI


I. Abolizione del suo valore giuridico e delle censure annesse 3253
2. Resta per altro integro il suo valore morale 3253

INDIFFERENTISMO
- Il pericolo d'indifferenti smo da evitare nella recezione dei sacramenti della penitenza,
dell 'Eucaristia e dell 'unzione degl'infermi da ministri non cattolici 3314

INDISSOLUBILITÀ
lndissolubilit àdel matrimonio
l. L'indissolubilit à e l' unità: proprietà essenziali del matrimonio, che escludono e il
divorzio e la poliginia o poliandria 3741-3745 e note 2-3 (v. "Divorzio" )
2. L'indissolubilità e l'unità in ordine al consenso matrimoniale (il caso dell'errore) 4013-
4015
512 INDICE ANALITICO

3. Eccezioni alla indissolubilità


- La dispensa dal matrimonio rato e non consumato: v. "Rata"
- Il privilegio della fede: v. "Privilegio della fede"
4. V. "Unità del matrimonio"

INDULGENZE
I. Concetto e distinzione 3597-3600
2. Norme generali 3601-3607
3. L'indulgenza plenaria "in articulo mortis" 3608-3609
4. Norme dal "Manuale" 3610-3613
Notanda
l. La Cost. Ap. "Indulgentiarum doctrina", 1° genn. 1967, di Paolo VI 3596
2. Il fondamento teologico delle indulgenze 3597
3. Il fine che la Chiesa intende raggiungere 3599
4. Il nuovo concetto d'indulgenza parziale 3600
5. L'acquisto c l'applicazione delle indulgenze 3601
6. L'autorità competente per la concessione 3602-3603
7. Condizioni per lucrare le indulgenze 3604 ss.
8. Catecumeni, peccatori privi dello stato di grazia, scomunicati 3605
9. Norme circa l'indulgenza plenaria in genere 3608

INDULTO
Indulti vari
I. Indulto di erezione di una pubblica associazione: can. 320, § 2
2. Indulto di secolarizzazione: can. 684, § 2
3. Indulto di esclaustrazione: can. 686, §§ 1-2
4. Indulto di lasciare l'Istituto: cann. 688, § 2,691, §§ 1-2,692,693,726, § 2, 727, § I,
728, 743
5. Indulto di vivere fuori della Società di vita apostolica: can. 745
6. Indulto di ordinazione: can. 1015
7. Indulto per concessione di lettere dimissorie: cann. 1019, § 2, 1021

INDUSTRIA PERSONAE
I. Espressione usata in più canoni: 43, 44, 132, § 2, 137, § 2,479, § 3
2. Valore dell'espressione 452,2 0

INEFFICACE - INESISTENTE
- Atto inesistente, nullo, inefficace, annullabile c invalido 888-892

INETTITUDINE
l. L'inettitudine del parroco, causa di rimozione dalla parrocchia: can. 1741, n. 2
2. V. anche "Inabilità" - "Incapacità"

INFALLIBILE - INFALLIBILITÀ
I. L'infallibilità del Romano Pontefice 3107-3108
2. Del Collegio dei Vescovi 3109
3. Una precisazione 3110
4. Il religioso ossequio dei fedeli a tutto il magistero autentico del Romano Pontefice e del
Collegio dei Vescovi 3116-3117
INDICE ANALITICO 513

INFAMIA
1. La sos pensione della irregolarità relativa all'esercizio dell' ordine, nel pericolo
imm inente di gra ve dann o o infamia 3708
2. La sospensione di una pena "latae sententiae'' (non dichiarata né notori a "in loco"), nel
peric olo di grave scandalo o d'infami a 4941
3. " timore d'in famia, di pericolose vessaz ioni o di altri gravi danni scusa dall'obbligo di
testimoniare in giudizio 4545,2°
4. L'i nfamia "iuris" soppressa nel nuovo Codice 4908 e nota 7
5. V. anche "Buona fam a"

INFANTE
1. L'infante in senso canonico 695
2. Cond izioni giuridi ca: "cen setur non sui cornpos'' 705
3. Co nseguenze in ordine all'osservanza delle leggi puram ente eccl esiastiche e agli atti
giuridici 706
4. L'ammissione alla Comuni one: l'obbligo della co nfessione annuale e della Comunione
pasqu ale, qualora il fanciull o abbia raggiunto l' uso della discrezione prima dei sette anni
70 7
5. Assimil ate agl'i nfanti le persone destituite abitualmente dell'uso di ragione 708-709
6. In caso di destituzione temp oranea 710
7. V. anche "Infan zia"

INFANZI A
I . " possibile do micilio e quasi-domicilio proprio del minorenne uscito dall'in fanzia 737-
738
2. La norm ativa per il battesi mo 3327
3. L' amministrazione dell a cresima per faco ltà concessa "ipso iure" (can. 883, n. 2) 3375,
n.2
4. V. anche "Infant e"

INFEDELE
- V. "Non battezzato"

INFERMO - INFERMITÀ
l. Gl'infermi di mente e la capacità processuale: can . 1478, § 4
2. Le cause di nullità matrimoniale per difetto di consenso determinato da infermità di
ment e: can. 1680
3. Con cessioni in favore d'in ferm i, in ordin e al digiuno eucaristico: can. 919 , § 3
4. L' elettore inferm o, presente nella casa in cui si svolge l'elezione: ean. 167, § 2
5. L'inferm ità psichica, causa d'irregolarità per la recezione degli ordini sacri, e
d' impedimento per il loro ese rcizio: cann. 1041, n. I, e 1044. § 2, n. 2
6. Gli ammalati di mente e l' incapacità di contrarre matrimon io: can. 1095 , n. 3
7. Concession i in favore di sacerdoti infermi, ciechi o di ctà avanzala, in ordine alla
celebr azione della S. Messa: can. 930
8. L'assistenza ai malati , soprattutto moribondi , un particol are dovere pastoral e del
parroco: can . 529. § I
9. Il parroco inferm o e la nom ina dell' amministrazion e parroc chiale : can. 539
IO. La permanente infermità fisica o psichica, causa di rimozione amministrativa del
parroco:can. 1741,n. 2
11. L'infermità fisica o psich ica contratta dal religioso: can. 689
514 INDICE ANALITICO

12.1 fedeli gravemente ammalati e l'u nzione degl 'infermi: v. " Unzionc degl' infermi"
13. Il Vescovo diocesano infermo, e la rinunzia alla diocesi: can. 401, § 2
14. Il santo Viatico agl' infermi : can. 922
15. Parroci gravemente infermi e il dovere del Vicario f oraneo: can. 555, § 3

INFLIZIO NE
- V. " Irrogazione"

INFORMATIVO - INFORMAZIONE
I - Principali norme circa le informazioni prescritte
I. Informazioni al Romano Pontefice da parte del Metropolita, circa eventuali
abusi che si verificassero in una diocesi suffraganea della sua provincia: can.
436, § l , n. I
2. Informa zioni alla Sede Apostolica: cann. 364, n. 1, 395, § 4, 4 13, § 2, 422, 5 15
3. AI Vescovo diocesano, in caso di vacanza o d'impedimento di una parrocchia:
can. 54 1, § 1
4. All'Ordinario, circa i beni ricevuti fiduciariamente e destinati a cause pie: can.
1302, § 1
5. All'Ordinario del luogo, da parte del parroco, del sacerdot e o del diacono, che in
pericolo di morte o in un caso urgente, abbiano dispensato in foro esterno da un
impedimento matrimoni ale (ai sensi del can. 1079, § 2): can. 1081
6. All'Ordinario proprio, circa la revoca della facoltà di confe ssione a un suo
sacerdote: can. 974, § 3
7. V. anche "Intimazione"
11 - Norme ulteriori
l. Richiesta d' informa zioni per l'ammissione di candidati al noviziato religioso:
can. 645, § 4
2. Richiesta d' informazioni per la promozione agli ordini sacri: can. 1051 , n. 2
3. Processo informativo sui candidati all' episcopato: il compito del Legato
pontificio: can. 364, n. 4
4. Una norma di prudenza nell' emanazione di decreti e precetti singolari: can. 50
5. Informazioni private al giudice durante il processo: can. 1604, § I

INFUSIO NE
- Battesimo per infusione o per immersione 3329-3330

INGERENZA
Ingerenze vietate
I. AI Cardinale: can. 357, § I
2. AI Vescovo promosso o trasferito: can. 382, § 1
3. All' autorità inferiore: can. 139
4. AI cappellano di un istituto o comunità: can. 567, § 2
5. All' eletto a un ufficio ecclesiastico: can. 179, § 4

[NGIURIA - INGIURIOSO
- V. "Offes a"

INGRESSO
- Il libero e gratuito ingresso nelle chiese, durante il tempo delle sacre funzioni: can. 1221
INDICE ANALITICO 515

INIBIZIONE
- L'azione di sequestro e d'inibi zione dell ' esercizio di un diritt o nelle cause giudiziarie: v.
"Sequestro"

INIZIAZIONE
I. Iniziazionc cristi ana
- I sacramenti della iniziazione cristiana 3304
- Valore teolo gico e norme giuridiche 3304
2. Il rito d 'iniziazione per il battesimo degli adulti 3326 , l °
3. II compito del padrino nel battesimo dell ' adulto 3350
4. L'inìziazione dei catecumeni al mistero della salve zza in terra di missione 3179
5. L'iniziazione degli alunni del Seminario alla pratic a pastorale l546

INN ATO
- V. "Nativo"

INQUISIZIONE
l . L'inquisizione o ind agine previa al proce sso pen ale: v. "Processo penale"
2. Un divieto per il confessore: can. 979
3. Inqui sizione nel senso d'indagine o ricerca: v. "Indagine" - "Ricerca"

INS ANABILE
I. La sentenza viziata da nullità insanabile , e la relativ a querel a di nullit à 5597-559 8
2. La sentenza viziata da null ità sanabile, e la relati va querela di nullit à 5599-5600
3. V. anche "Sentenza giudiziaria"

INSEGNAMENTO
I. L'insegnamento della Chiesa: v. "Fun zione d'insegnamento"
2. L' insegnamento catec hetico: v. "Catechesi"
3. L' inseg namento delle scienze sacre conferito ai laici 1419,2°, 3228, 2°
4. L'insegnamento di una dottrina condannata dal Magistero dell a Chie sa 4989 , l ?
5. L'insegnamento della religion e nelle scuole: v. "Insegnamento religioso"
6. Libert à di scuol a, per i genit ori 3198
7. V. anche "Insegnanti"

INSEGNAMENTO RELIGIOSO
L 'insegnamento della religione nella scuola
l. La dipendenza dall'autorità eccl esiastica 321 l
2. I compiti della Conferenza Ep iscopal e, dei Vescovi diocesani, degli Ordin ari dei luoghi
32 11
3. L'insegnamento della reli gione nelle scuole di Stato seco ndo i nuovi Accordi stipul ati tra
la Santa Sede e la Repubbl ica Italiana 3212
4. La nomina e l'approvazione degl'insegnanti di religione 3214
5. Norme della CE! (2 1 sett , 1990) 3215

INSEGNANTI
I - Gl'insegnanti del Seminario
l . I Seminari con scuole intern e: ca n. 239 , § I
516 INDICE ANALITI CO

2. La partecipaz ione alle respon sabilità del rettore: can. 239, § 3


3. Il coo rdinamento della formazi one spirituale e dell ' insegnamento dottrin ale:
can. 244
4. La sce lta degl' insegnanti: can. 253
5. La rimozione nel caso che manch ino gra vemente al loro uffi cio: ca n. 253, § 3
6. Il coo rdinamento delle varie discipli ne: ca n. 254, § J
7. L' addestrament o degli alunni al metodo scient ifico: ca n. 254, § 2
8. Tutti devono ubbidire al rettore nell'adempimento dci propri comp iti: can. 260
9. Il compito del rettore e del moderatore degli studi: can. 261, § 2
IO. La fedele osservanza delle norme del Regolamento di formazione sacerdotale e
del Regolame nto proprio dell'istitut o: can. 261, § I
I l. L'obbl igo della "professione di fede" degl'insegnanti di teologia e di 1ìlosofia,
all' inizio dell' assunzione dell'ufficio: can. 833, n. 6
12. Per altre norme e direttive : v. " Formazione dei chierici"
Il - Gl' insegnamenti nelle scuole
I. La stretta collaborazione tra maestri e genitori: can . 796, § 2
2. Qualità degl' insegnanti nelle scu ole catto liche: can. 803 , § 2
III - Docenti di Università e di altri Istituti di Studi Superiori
l. La scelta dei docenti nelle Univer sità Cattoliche: can. 8 10, § l
2. Il mandato della competente autor ità ecclesiastica per i docenti di discipline
teologiche: can. 8 12
3. La mutua collaborazione : can. 820
4. La "profess ione di fede": can . 833, n. 7
IV - Gl'insegnanti di religione nelle scuole
l. Il co mpito dell'Ordinario del luogo: cann. 804, § 2, 805
2. V. anche " Inseg namento religio so"
V - Insegnant i di teologia o di scienze sacre
I. L' espre ssione " insegnanti di teologia" co mprende tutti i docenti di "materie
teologiche " : S. Scrittura, Liturgia, Diritto Canonico, Storia eccl esiastica, ecc.
3273, nota I
2. Il mandato eccles iale per gl'insegnanti laici: cann . 229 , § 3, e 812

INSEGNE
l . Le insegne canonicali: can. 506 , § 2
2. La privazione delle insegne onorific he, come pena espiatoria: cann. 1336, § l , n. 2. 1338,
§ l

INSEPARABILlTÀ
I. La inseparabilità dell a dupli ce consacrazione eucaristica 3458
2. La inseparabilità, fra i battezzati, del contratto matrimonial e e del sacramento 3735-
3736
3. Conseguenze teologico-giu ridiche 3740

INTEGRITÀ
l. Il dovere e il diritto dei Pastori della Chiesa di vigilare sull a integrità delle verità di fede
e dei cos tumi: can. 822 , § l
2. La di fesa della integrit à e della unità della fede da parte del Vesco vo dioce sano: can. 386,
§2
INDICE ANALITI CO 517

3. La vigilanza sulla integrità della fede e dei costumi nelle associazioni dei fedeli da parte
dell'autorità competente: can. 305, § l
4. Integrità della confessione: cann. 960, 988 , § l
5. Per l'assoluzione in forma generale o colletti va: cfr. cann. 961-963

INTENZIONE
l . L'intenzione relativa alla recezione dei sacramenti
- Intenzione attuale e abituale, abituale esplicita e abituale implicita 3670 e nota l
2. L'intenzione relativa all'unzione degl'infermi 3639
3. Chiunqu e, in caso di necessità, può amministrare il battesimo, purché "sia mosso da retta
intenzione": can. 874, § l, n. l
4. La celebrazione della S. Messa secondo le intenzioni dei fedeli: cann. 945 e 948
5. La retta intenzione per l' ammissione in Seminario e per la promozione agli ordini sacri:
cann. 241, § 1,1029
6. L'intenzi one per l'acquisto delle indulgenze : can. 996 , § 2
7. L'interpretazione del giuramento: can. 1204

INTERDETTO
l . Concetto
- Definizione del Codice precedente 4889
- Affinità e ditferenze tra interdetto e scomunica 4889
- Soppresso nel nuovo Codice l'interdetto locale 4889
2. Effetti
- Effetti comu ni dell' interdetto 4887
- Effetti ulteriori dell'interdetto inflitto o dichiarato 4891
- Effetti ulteriori di carattere amministrativo 4892
3. Interdetti "latae" c "ferendae sententiae" 4893
4. Sospens ione e remissione dell'interdetto: v. "Censure penali" , nn. V e VI

INTERDIOCESANO
I - Il Seminario interdioces ano
l . L'erezione: can. 237 § I
2. L'approvazione della Sede Apostolica : can. 237, § 2
3. La redazione di un proprio regolamento: can. 243
4. Le norme concernenti la superiore direz ione e ammin istrazione : can. 259, § l
5. La doverosa sollecitudin e dei Vescovi interessati: cann. 259, § 2, e 263
Il - Il tribunale interdiocesano
l. La costitu zione di un tribunale interdiocesano di primo grado : can . 1423
2. Di second a istanza : can. 1439
III - Il fo ndo comune interdiocesano
- L'i stituzione e l' amministrazione 4642-4643, 4664-4665

INTERDIZIONE
- Gl'interdetti e la capacità processuale 5290

INTERIM
Ad interim
l . "Ordinari" anche le persone preposte "ad interim" a una Chiesa particolare o a una
eomunit à ad essa equiparata: can. 134, § l
518 INDICE ANALITICO

2. Il reggente "ad interim" di una d iocesi: v. "Reggente" . n. 2


3. Il reggente "ad interim" di una parrocchi a: v. "Amminist ratore pa rrocc hiale"

INTERLOCUTORIO
- V. "Sentenza interlocuto ria"

INTERNAZIONALE
1. Le Leg azioni pontificie e le norme del diritt o internazionale: v. "Di ritto intern azionale"
2. I Delegati c gli Osservatori de lla Sede Apo stolica presso gli Organismi internazionali
1890
3. Attività e iniziative delle Conferenze Episcopali a carattere internaz ionale 2168
4. Il Santuario interna zionale e i suoi statut i 4438 -4439
5. Il Sem inario internaz ionale delle Prelature personali 1662
6. L'erezione di associ azion i internaz ionali e l'eventuale soppress ione 1717-171 8, l °,
1742, l °

INTERNUNZIO
- Inviati stra ordinari e ministri plenipote nziari dci Roman o Pontefi ce 1888

INTERPELLAZION E
- Le "intcrpcll azìoni" prescritte nell'applicazione del privile gio paolino: v. " Privileg io
paolino"

lNTERPOLAZIONE
- Interpolazionc in docum enti presentati in g iudiz io 5434

INTERPRETAZIO NE
I - L'interpreta zione della legge in genere
- V. "Legge ecclesiastica"
Il - Interpretazioni varie
l . L'interpretazione dell' atto amministrativo singolare 423-427
2. Dei consigli evangelici 26 14
3. Della dispensa e della faco ltà di dispensare 641-643
4. Del giuramento promissorio 3843 -3844
5 . Degl' impediment i matrimoniali di diritto divino 3843 -3844
6. Della potestà esec utiva 1003
7. Del privilegio 565
8. Della riserva de lle pene alla Sed e Apos tolica 4950
9. Dei sacrame nta li 428 4

INTERPRETE
l . L' interprete nella confe ssione
- Possibilità e condizioni 3592
- L'obbligo del segreto 3576
- San zione penale per una eventuale violazione 5014
2. L'i nterprete nel matrimonio
- Possibilità e condizione 4060
3. L'interprete nei processi
INDIC E ANALITICO 519

- I casi previsti 5268


- L' onorario da corrispondere: can. 1649, § I, n. 2

INTERR UZIONE
I. L' interruzione nel computo del tempo 1302
2. L'interruzio ne del Concilio Ecumenico e nel Sinodo dei Vescovi, in caso di vacanza della
Sede Apostolica 1802, 1824
3. Il "mese continuo" o " interrotto" delle feri e annuali dei Vescovi diocesani e dei parroci
1989, 2469
4. L' interruzione della istanza giudiziaria
- L'interruzione sospensiva 5383-5386
- L'i nterruzione definitiva: v. "Perenzione" - "Rinunzie nei giudizi", n. I
5. L' interruzione del noviziato religioso 2836-2837
6. L'i nterruzione della prescrizione, con la citazione in giudizio legittimamente notificata
5369, 4°
7. L' interruzione del Sinodo diocesano, in caso di vacanza o d'impe dimento della sede
episco pale 219 1
8. V. anche "Sospensione"

INTERSTIZIO
I. L' interstizio tra diaconato e presbiterato 3681
2. Tra accolitato e diaconato 3686
3. Tra presbiterato ed episcopato 1945, 4°

INTERVALLO
- V. "Lucidi interva lli"

INTERVENTO IN CAUSA
I. L'intervento in causa di un terzo 5530-5537
2. L' intervento della parte lesa nei giudizi penali 5304-5306

INTER VIVOS
-Atti "intervivos"e "mortiscausa":cann. 1299,§§ 1-2, 1300, 1301, § l

INTESA
Intesa reciproca
1. Tra Vescovo diocesano e Vescovo coadiutore e ausiliare 2030-203 1
2. Tra Superiori religiosi maggiori e Conferenze Episcopali e anche singoli Vescovi
diocesa ni 3007,3°
3. Tra Superiori religiosi e Vescovi diocesani nell' organizzazione dell'a ttività apostolica
2923, 2926
4. Tra parroco e capitolo di canonici funzionanti nella medesima chiesa 2386
5. Tra parroco e vicari parrocchiali 25 14
6. Tra parroco e cappellano 2578
7. V. anche "Coordinamento"

INTIMAZIONE
L'intimazione o notifica di atti vari
I. L' intimazione degli atti giudiziari in genere: can. 1509
2. La notificazione della revoca di un atto amministrativo: can. 47
520 INDICE ANALITICO

3. L' intimazione della rimozione dell' avvocato: can. 1486, § l


4. Della cessazione da un ufficio ecclesiastico: cann. 184, § 3, 186
5. La mancata notifica della citazione: cann. 1510-151 1
6. Nonne circa l'intimazion e dei decreti amministrativi singolari: ca nn. 54-5 6
7. Ulteriori norme circa l'intimazione dci decreti amministrativi, in caso di ricorso con tro i
medesim i: cann. 1734 , § 2, 1735,1 737, § 2
8. L' intim azione del decreto esecutivo di una sentenza di cond anna penale: can. 1363
9. L' intim azione o pubbl icazione della sentenza: cann. 1614-1615, 1668, § 3
IO. L' intimazione della rimozion e da un ufficio ecclesiastico: can. 193, § 4

INTIMIDAZIONE
I. Il reato d' intimidazione 4995
2. V. anche "Timore"

INTUITU PERSONAE
- V. " Industria personae"

INUMAZIONE
- V. "Sepoltura"

INVALIDANTE
- Legge invalidante o irritante: v. "Inabilitante"

INVALIDITÀ
I. La previd enza sociale in favore del Clero, in caso di malattia, invalidità e vecchiaia: can .
281. § 2
- V. "Previdenza sociale"
2. Cause di nullità o invalidità della sacra ordinazione: v. "Cause di nullità della sacra
ordinazione"
3. Cause di nullità o invalidit à matrimoniale : v. "Causa di nullità matrim oniale"
4. V. anche "Nullità" - " Validità"
P r i n c i p a I i c a s i d'i n va l i d i t à
I. L' alienazione di beni eccle siastici, fatta contrò le nonne prescritte dai canoni: v.
"A lienazione"
2. La posizion e di atti di amministrazione, che eccedono i limiti c le modalità
dell'amministrazi one ordinaria, senza la do vuta autorizzazione: can. 1281
3. L' erezione di un'ass ociazione pubblica di fedeli , senza il co nsenso del Vescovo
diocesano: ca n. 3 12, § 2
4. L' amm issione in un' associazione pubblica di «chi, pubblicamente, abbia abbando nato la
fede cattolica o si sia allontanato dalla comunione ecclesiale oppure sia irretito da
sco munica inflitta o dichiarata»: can. 316, § l
5. L'assoluzione collettiva in condi zioni non previste dai canoni: cann . 96 1·962
6. L'assoluzione del complice nel peccato contro il sesto comandamento : ca n. 977
7. Gli atti di Curia destinati ad aver cffctto giuridico, non sottoscritti dall'Ordinario che li
ha e messi: can. 474
8. Alti giudiziari non sottoscritti dal notaio : can. 1437, § l
9. L'alto giuridico in contrasto con le condizio ni prescritte dalla legge: can. 124
lO. L'alto giuridico viziato essenzialmente da violenza, ignoranza o erro re: cann. 125-1 26
II . L' atto del delegato , che ecceda i limiti del mandato: can. 133
INDICE ANALIT ICO 521

12. La dispensa data senza una causa giusta e ragionevole da chi non ha emana to la legge o
non è il suo Superiore gera rchico: can. 90
13. Una elezione effe ttuata senza la debita libertà degli elettori: ca nn. 170, 172, § I, n. I,
1375
14. Una elezione nella quale sia mancata la segretezza del voto o nella quale il numero dei
vota nti sia stato superiore al numero degli elettori: cann. 172, § I, n. 2, 173, § 3
15. L' esecuzione di un atto amministrativo singolare - decreto, precetto o rescritto (can.
35) - senza l' adempim ento delle cond izioni esse nziali prescritte o l'os serva nza della
poced ura sostanziale: can. 42
16. L' uso illegittimo della procedura del giudizio conten zioso orale: can. 1656, § 2
17. La prestaz ione del giuramento canonico per mezzo di un procuratore: can. 1199, § 2
18. Un giuramento promissorio viziato da dolo, violenza o timore grave : can. 1200, § 2
19. La concessione di grazie o facoltà negate da altre autori tà competenti:
- Grazia o facoltà negata da un Dicastero della Curia Romana: can. 64
- Grazia o facoltà negata dal proprio Ordinario: can. 65, § I
- Grazia o facoltà negata dal Vicario generale o da un Vicario episcopale: can. 65. §§ 2
e3
19. L' alienazione o il trasferimento perpetuo altrove di immagini sac re partico larmente
venerate: can. 1190, § 3
20. Il matrimonio contratto con impedimento dirimente oppure con difetto di consenso o di
forma: cann. 1073 , 1108, § l
2 1. L' ammissione al noviziato religioso contro il disposto della legge: can. 643, §§ I e 3
22. La professione difede non emessa personalmente: can. 833
23. L' alienazione o il trasferimento perpetuo altrove di reliquie insigni o particolarmen te
venerate, senza l' autorizzazione della Santa Sede: can. 11 90
24. Una remissione penale viziata da timore grave : can, 1360
25. Il rescritto otte nuto mediante surrezione o orrezione: can. 63
26. La rinun zia ad un ufficio eccle siastico , viziata da timore grave, dolo, errore sostanziale.
simonia : can. 188
27. Gli atti di governo posti dopo una scomunica inflitta o dichiarata: can , 1331, § 2, n. 2
28. Atti o decisioni in contrasto col can. 1404, relativo alla Sede Romana : cann. 1404.
1406. § I
29. Sentenze viziate da nullità sanabile e insanabile: cann. 1619-1623
30. La provvista di un uffic io eccl esiastico che comporti la piena cura delle anime , fatte a
chi non sia stato ancora ordinato sacerdote: can. 150; cfr. anche can. 52 1, § I
3 1. La provvista di un ufficio eccle siastico fatta con simon ia: can. 149, § 3
32. Per altri casi d' invalidità o nullità: v. "NullitlÌ"

INVENTARIO
l. L' inventario o catalogo dei doc umenti custoditi nell'archivio diocesano 2259
2. Gl' inventari degli archivi della diocesi 227 1
3. L' invent ario dei beni ecclesiastici 4686

INVIATO SPEC IALE


l . Il Cardinale "inviato speciale": funzione e facoltà 1860
2. Alt ri "inviati speciali" del Romano Pontefice 1890

INVOCATIVO
- Benedi zio ne invocat iva e costitutiva 4290
522 INDICE ANA LITICO

IPOTECA
- Ipoteche sui beni ecclesiastici: il dovere degli amministratori 4688, 5°

IPSOFACTO
Formula canonica analoga ad "ipso iure ": alcuni esempi
I. La dimissione "ipso facto" di un religioso dal suo Istituto: can. 694, § l
2. Lo scioglimento "ipso facto" del matrimonio fra due persone non battezzate, in virt ù del
privilegio paolino: can. 1143
3. La pena "latae sententiae" : can. 1314
4. Una sospensione "ipso facto" dall'ordine sacro ricevuto: can. 1383

IPSO IURE
Formula tipica. come "ipso fa cto"
A lcuni esem pi
l . La sospensione "ipso iure" del Concilio Ecumenico o del Sinodo dei Vescovi, nel caso
che si renda vacante la Sede Apostolica: cann. 340 e 347, § 2
2. La facoltà di ammi nistrare la confermazio ne "ipso iure": can. 883
3. La facoltà di ascoltare la confessione dovunque "ipso iure": can. 967, § 1
4. L' incardinazinne "ipso iure" in un duplice caso: cann. 268, § I, e 693
5. La personalità giuridica "ipso iure": cann. 238, § 1, 373,432, § 2, 449, § 2, 515, § 3, 634,
§ 1, 741, § 1
6. La rimozione "ipso iure" dall' ufficio ecclesiastico : can. 194, § I
7. La sospe nsione "ipso iure" del Sinodo diocesano, in caso di vacanza o d' impedimento
della sede episcopale: can. 468, § 2
Atti nulli o invalidi "ipso iure ": esempi
I. La provvista simoniaca di un ufficio ecclesiastico : can. 149, § 3
2. L' elezione a un uffi cio ecclesiastico nel quale sia mancata la libertà degli elettori: can.
170
3. Il voto religioso emesso per timore grave e ingiusto o per dolo: ean. 1191, § 3
4. II giurame nto promissorio estorto con dolo, violenza o timore grave: can. 1200, § 2

IRREGOLARITÀ E IMPEDIMENTI
Relativamente agli ordini sacri
I. Concetto d' irregolarità e d'impedimento 369 1-3692
2. La loro costituzione è di esclusiva competenza del Romano Pontefice 3692
3. Irregolarità "ex defectu" ed "ex delicto" 3693
4. Irregolarità che impedisco no la recezione degli ordini sacri 3699
5. Semplici impedimenti che vietano transitoriamente la recezione degli ordini 3700
6. L'obb ligo dei fedeli di denunziare alla competente autorità le irregolarità e
gl'impedi menti, relativi alla recezione degli ordini sacri, di cui siano a conoscenza
3701
7. Irregolarità che impediscono l'esercizio degli ordini sacri 3702
8. Semplici impedimenti che si oppongono all'esercizio degli ordini 3703
9. Ignoranza e moltiplicazione delle irregolarità e degl'impedimenti 3704
lO. La dispensa 3705
- La competenza della Santa Sede e i relativi organi 3706
- La competenza dell 'Ordinario 3707
- La dispe nsa "ex lege" nei casi occulti più urgenti 3708
- La formulazione della domanda e il valore della dispensa "generale" 3709-3710
INDICE ANALITICO 523

IRRETROATIIVITÀ
L 'irretroattlvit à delle leggi ecclesiastiche
I. Un principio canonico e ci vile e sua motivazione 194
2. Gli effetti g iuridici 195
3. La materi a penale 196
4. Casi di penden za 197
5. Impedimenti matrimoniali: una risposta della Pont. Comm. per l'interpr. del Codice 198
6. V. "Retroattività'

No t a n da
- Il princ ipio della irretroattività non è assoluto: si ammette anche nell' ordinamento
canonico la retroatti vit à, ma solo nei cas i previsti dalla legge 194

IRROGAZIONE
L'irrogazione della pena
I. Condi zione per l'irrogazione o la dichiarazione della pena, mediante il procedimento
giudiziario o amministrativo 4923-4924
2. Co nd izione per l'irrogazione di una censura 4934
3. Poteri discrezionali del giudic e 4929-4931
4. L'irrogazione di pene ai chierici 49 37
5. Per ulteriori norme, v. "Sanzioni penali n. XIV

ISCRIZIONE
- V. "Ascrizione"

ISPEZIONE GIUDIZIARIA
- L'accesso e l'i spezione giudiz iaria nel giudizio contenzioso ordin ario: v. "Accesso
giudiziario"

ISPIR AZIO NE
- Elezion e per ispira zione o accla mazione: v. "Acclamazione"

ISTA NZA
- Nel senso di "domanda" o "petizione" : v. " Domanda"

ISTANZA GIUDIZIARIA
J - Il tribunale di prima istanza
I. Istanze e grad i di tribun ali 5128
2. Il giudice di prim a istanza nella dioce si 5140-5142
3. Il giudice di prima istanza nelle controversie tra religio si o con religiosi 5166-
5167 e note 7-8
4. La competenza del giudice 5112-5 113
5. Il tribunale interdiocesano di prima istanza 5155
6. La Rota Romana, qual e tribun ale di prima istanza 5213
7. La durata massima delle cause nei tribunali di prima istanza 5237
Il - Il tribunale di seconda istanza
l. La norma 5196-5198
2. In corris pondenza col tribun ale inte rdiocesano di prima istanza 5199-50 21
524 INDICE ANALrnCO

3. La competenza della Rota Romana in seconda istanza (can. 1444. § I, n. I)


52 11
4 . La durat a massim a delle cause nei tribunali di second a istanza 5237
111 - 1/ tribunale di terza e ulteriore istanza
I. La Rota Romana (can. 1444, § l , n. 2) 5211. 2°
2. Altri tribunali locali di alcu ni paes i, come la Rota di Madrid 5212
IV - Ad instantia m partis
I . Necessit à della "petitio" introduttiva della lite 5349-5350
2. L'is tanza del promotore di giustizia si ha nelle cause penali 5888

ISTANZA DELLA LIT E


- V. " Giudizio contenzioso ordinario" n. III

ISTIG AZION E
- Il reato d' istigazione 4984. 4992

ISTITUTO
Prospetto
I. Istituto cattolico di Studi Superiori
2. Istituto clericale
3. Istituto di diritto diocesano
4. Istituto di diritto pontificio
5. Istituto giu ridico
6. Istituto laicale
7. Istituto patrimoni ale diocesano
8. Istituto religioso
9. Istituto seco lare
IO. Istitut o Superiore di Scienze Religiose
Il. Istituto di vita consacrata
12. Istitut o di vita contempl ativa

ISTITUTO CATTOLIC O DI STUDI SUPERIORI


- V. "Università Cattolica"

ISTIT UTO CLERICALE


l. Istituti clericali e laicali: concetto secondo il nuovo Cod ice 2637-2638
2. Istituti clericali di diritt o pontificio: in tali Istituti (Istituto religioso o Società di vita
apostolica) i Superiori maggiori e i Capitoli dispongono di una vera potestà di governo ,
tanto per il foro interno quant o per il foro esterno. e i Superiori maggiori sono
"Ordinari" a termine del ca n. 134 2661-2663
3. Facoltà dei Superiori in detti Istituti
- In ord ine alla facoltà di confession e 3554-3556
- In ordine all'am missione agli ordini sacri 3679
- In ordine alle lettere dimissorie 3663-3 664
- In ordine alla dispensa dai voti privati 4368
- In ordine alla dispensa dai giuramenti promissori 4385
- In ordine alla dispensa dai tempi sacri 4528
- La riduzione degli oneri di Messe 4755
- Giudici in caso di controversia (ma solo negl'Istituti religiosi) 5 166-5167
INDICE ANALmCO 525

- Beni fiduciari 474 2


4. V. anche " Istituto laicale"

ISTITUTO di DlRITfO DIOC ESANO


l. Dipend en za e autono mia 2655
2. La com petenza del Vescovo della sede princip ale 2656
3. La dispen sa da lle Cos tituzioni 2657
N o t and a
I. Gl' Istitut i di diritto diocesano e di diritto pontificio 2639
2. Sia gli uni che gli altri hanno dir itto a una legittima autonomia 2628 -2630
3. L'autonomia non sign ifica " indipendenza" dal l'autori tà costituita 2630
4 . Il Vescov o non può con siderarsi un "Superiore interno" dell' Istituto o Società di diritto
diocesano, opera nte nella sua diocesi 2685 e nota l
5. Saggi riliev i d i P. Marco Said O. P., Rc latore del Gruppo di Stud io " De religiosis", 22 apro
1968 248 5, nota 2
Varia
I. L' elezione del Moderatore supre mo 2749
2. La visita pastorale del Vescovo diocesano 2762
3. Le sacre ordinazioni 3664-
4. Le alienazioni 2804
5. L'indulto di lasciare l' Istituto a un professo religioso di voti temporanei o perpetui 2956 ,
2964-
6. La dimissione di un religioso 2982, 2984
7. Il giudice in cas o di controv ers ia 5 166
8. V. anche "Istituto di diritto pontificio"

ISTIT UTO di DlR ITfO PONTIFICIO


l . Co ncetto 2639
2. L' immediata ed esc lusiva dipendenza dalla Sa nta Sede 2650
3. L'esenzione dalla giurisdizione deg li Ordinari diocesani: v. "Esen zione religiosa"
4. La visita pastorale del Vescovo diocesano 1995
5. I Superiori maggiori negl'Istituti reli giosi e nell e Società clericali 963
6. L' autorità dei Superiori e dei Capitoli nei medesimi Istitut i e Socie tà 266 1
7. Ulteriori faco ltà dei detti Superiori
- La concessio ne delle lettere dimissorie per le sacre ordinazioni 3663-3664
- La facoltà di co nfessio ne 3554, 3556
8. L'i ndulto di lascia re l'I stituto a un professo religioso di voti tempora nei o perpetu i
2956 , 2964-
9. La dimissione di un religioso 2982 , 298 4
IO. V. anche "Istituto di diritto diocesano"

ISTITUTO G IURIDICO
- Conc etto 609

IST ITUTO LAICALE


I. Istituti laicali e clericali: co ncetto del nuovo Codice 2637-2638
2. Facoltà del Supe riore maggiore relativa mente al can. 285, § 4 (can. 672) 29 12
3. La nomin a de l cappellano 2563
4. Il giudice in caso di co ntroversia 5 166
526 INDICE ANALITICO

5. La partecipazione alla missione pastorale della Chiesa 2920


6. V. anche " Istituto clericale"

ISTITUTO PATRIMONIALE DIOCESANO


I - Istitut o speciale per il sostentamento del Clero
I. Compiti e finalità 4638
2. Carattere obbligatorio 4638
3. Competenza dopo l' attuazione della riforma beneficiaria 4612, 4615
4. Eventuale diritto ai beni delle pie fondazioni non autonome 4744, IO
5. La costituzione di un fondo comune : v. "Fondo comun e"
,, - Istituto per la pre videnza socia le del Clero
- La creazione ad opera delle Conferenze Episcopali 4640
III - Cooperazione fra le varie diocesi e riconoscimento civile
I. Cooperazione e federazione 4642
2. Riconoscimento civile 4642-464 3

ISTITUTO RELIGIOSO
I - Gl 'Istituti religiosi : introduzione
I. Prospetto della materia 2691
2. La vita religiosa 2692
3. L'Istituto religioso 2693-2698
N ot and a
I. Definizione ed elementi caratterizzanti della vita religiosa 2692
2. Elementi specifici che distinguono l'I stituto religioso dall'I stituto secolare e
dalla Società di vita apostolica 2693
3. I voti pubblici 2694-2695 e note 2-3
4. La vita comunitaria 2696
5. La separazione dal mondo 2697
6. L' attuale diffusione degl'Istituti religiosi 2691
Il - Le case religiose: erezione e soppressione (cann.608-616)
- V. "Casa religiosa"
III - I Superiori e i Consigli (cann. 617-630)
- V. "Superiore d'I stituto religioso"
IV - I Capitoli (cann. 63 1·633)
- V. "Ca pitolo d'I stituto di vita consacrata", n. II
V - I beni temporali e la loro amministrazione (cann. 634-640)
- V. " Beni temporali dei singoli enti ecclesiastici", n. VII
VI - Il noviziato religioso (cann. 64 1-653)
- V. " Noviziato religioso"
VII - La prof essione religiosa (cann. 654-658)
- V. "Professione religiosa"
INDICE ANALITICO 527

VIII - La fo rmazione dei religiosi (cann. 659-661)


- V. "Formazione" , n. V
IX - Obblighi e diritti degl'Istituti e dei membri (cann. 662-672)
I. L'obbligo supremo 2887
2. La vita di pietà 2888-2890
3. La continu a conversione a Dio 2891
4. La vita comune 2892-2895
5. L'us o degli strumenti di comunicazione sociale 2896
6. La clausura 2897-290 1
7. La disposizione dei propri beni 2902-2908
8. Nonn e ulteriori 2909-29 14
Notanda
I. Il cap. IV sugli obblighi e sui diritti degl'I stituti religiosi e dei membri che ne
fanno parte, costituisce lo "statuto" dei religiosi 2886
2. L'obbligo supremo dei religiosi e la speciale sequela di Cristo 2615, 2887
3. Pratiche fondamentali, dirette ad aumentare e a sviluppare la vita spirituale
2890
4. Gli obblighi della vita comune 2892-2893
5. Assenze legittime e illegittime 2894-2895
6. Le varie nonn e circa la dispo sizione dei propri beni 2902-2908
- Cessione dell'amministrazione
- Disposizione dell'us o e dell'u sufrullo
- Testamento
- Beni acquisiti
- Rinunzia completa ed effetti relati vi
7. L'abito religio so 2909
8. Obbligh i e diritti dei chierici comuni anche ai religiosi 2912
9. Elenco degli ulteriori obblighi, diritti e norme 2913
IO. Ferie e assistenza sociale 2914
X - L 'apostolato degl 'Istituti religiosi (cann. 673-683)
- V. "Apostolato", n. Il
XI - 1/ passaggio ad altro Istituto (cann. 684-685)
- V. "Passaggio"
XII - L'uscita dall 'Istituto (cann. 686-693)
- V. " Uscita", n. I
XIII - La dimissione dall 'Istituto (cann. 694-704)
- V. "Dimi ssione", n. IV
XIV - Religiosi elevati all'Episcopato (cann. 705-707)
I. Effetti della promozione 2696-2993
2. La perdita, per diritto comune , della voce attiva e passiva 2994
3. Il voto di povertà e i beni temporali 2996-2999
4. Il Vescovo religioso "emerito" 3000-3003
XV - Le Conferenze dei Superiori maggiori (cann.708-709)
- V. "Conferenze dei Superiori maggiori"
528 INDICE ANALITI CO

ISTITUTO SECOLARE
I. Introduzi one 30 14-30 16
2. Elementi caratteristici 30 17-3029
3. [I governo degl'I stituti e l' amministrazion e dei beni patrimoniali 3030-3035
4. L' ammissione de i memb ri 3036-3 040
5. La prova iniziale 3041-3044
6. L' incorporazione e la formazione perman ente 3045-3049
7. La separazione dei membri 3050-3059
Notand a
l. Cenni storici 3014-30 15
2. La diffusione attuale degl'Istituti secolari 30 16
3. Concetto ed elementi caratte ristici 2586, 30 17-3027
- L' assunzione dci consigli evangelici (vita consac rata) mediante vincoli sacr i stabili
(non voti pubblici), determinati dalle Costituzioni
- La seco larità (in saeculo viventes, senza l'obbligo della vita comune)
- Un apostolato di anim azione, operante nel mondo soprattutto all' esterno di esso, a
modo di fermento
4. L'in cardinazione dei membri chierici 3028
5. I Superiori maggiori deglT stituti secol ari, anche se cleric ali e di diritto pontificio, non
dispongono di una potestà ecclesiastica di governo in senso proprio (potere
giurisdizionale) né sono "Ordinari" ai sensi del can, 134, § l 3031
6. I beni patrimoniali appartenenti agl'Istituti secolari sono beni ecclesiastici in senso
proprio 3092
7. Impedimenti per l' amm issione degli aspiranti 3039
8. Scopo , durata e modalità della prova iniziale 304 1-3044
9. Durata della prim a incorporazione o aggregazione 3046
J O. L' incor porazione perpetua o definitiva 3047
11 . Gli assoc iati 3049
12. Le di verse forme di separazio ne dall'Istituto 3050-3059

ISTITUTO SUPERIORE DI SCIENZE RELIGIOSE


I. Concetto 3246
2. La cura delle Conferenze Episcopali e dei Vescovi diocesani 3246
3. Direttive della CEI , 19 maggio 1985 3246

ISTITUTO di V[TA CO NSACRATA


[- Istituti di vita consacrata e Società di vita apostol ica: introd uzione
I. Una meravigliosa varietà di carismi c d' istituzioni 2582
2. Prospetto della materia 2583-2587
3. La nuova struttura 2488-2592
4. Principi direttivi 2593-2602
5. Fonti e documenti 2603-2 604
Not anda
I. Prospetto sintetico delle precipue differenze fra gl'Istituti religiosi, gl'I stituti
secolari e le Societ à di vita apostolic a 2484-2587
2. La dibattuta collocazione delle Società di vita apostolica 2590-2592
3. Lo spirito della nuova legislazione 2594
4. Aleuni principi base: autonomia, flessibilità e sussidiarietà, corresponsabilità,
uguaglianza fra Istituti maschili e femminili 2595-2602
I NDICE ANA LI TICO 529

,,- La vita consacrata (cann. 573-578)


I. Concetto e finalità 2437-2439
2. Lo stato di vita consacrata 2610-2611
3. I consigli evangelici 2612-2614
4. La sequela di Cristo 2615
5. Un patrimonio da custodire fedelmente 2616
No ta nda
l . Elementi teologici fondamentali della vita consacrata 2608
2. Elementi giuridici 2609
3. Lo stato di vita consacrata non fa parte della struttur a gerarchica della Chiesa,
ma è un fattore importante della sua vita, della sua organizzazione, della sua
santità: la vita consacrata costituisce una grande ricchezza nella Chiesa 1340-
1343
4. L'el emento essenziale della vita consacrata: l'assunzione dei consigli evange lici
26 13
5. Il patrimonio spirituale, dottrinale e culturale proprio di ciascun Istituto 26 16
III - Norme generali SI/gl'Istituti (cann. 579-589)
I. L'erezione 2618-2620
2. Aggregazione, divisione, fusione , unione, soppressione, ecc. 262 1-2627
3. La legittima autonomia 2628-2630
4. Costituzioni e norme ulteriori 2631-2636
5. Distinzioni 2636-2639
N o ta n d a
I. L'erezione canonica da parte della Chiesa è l' elemento costitutivo degl'I stituti
di vita consacrata 26 18
2. L'erezione è per sé di competenza del Vescovo diocesano e dei Presuli che gli
sono equiparati, previa consultazione della Santa Sede 2618
3. Il decreto di erezione comporta "ipso iure" il conferimento della personalità
giuridica ecclesias tica 2620
4. Erezione canon ica e riconoscimento civile 2620, nota 3
5. Concetto di aggregazione, fusione, unione, federazione, confederazione, ecc.
262 1
6. La legittima autonomia interna degl'Istituti di vita consacrata e delle Società di
vita apostolica sia di diritto pontificio che di diritto diocesano 2628-2630
7. Lo scopo, il contenuto e l'approvazione delle Costituzi oni o Codice
fondamentale da parte della competente autorità 2632-2633
8. Il diverso valore delle espressioni: "Ad normam constitutionum" - "Ad normam
iuris proprii" 2635
9. Istituti clericali e laicali: concetto 2637·2638 e nota 6
IO. Istitu ti di diritto pontificio e di diritto diocesano 2639
IV - Gl 'Istituti e la Santa Sede (cann.590-593)
l . Particolare soggezione e ubbidienza verso il Romano Pontefice 264 1-2643
2. L'esenzione dalla giurisdizione dell'Ordinario del luogo 2644-2646
3. La relazione da inviare alla Santa Sede 2647-2648 e nota 5
4. L'osservanza delle norme emanate dalla Santa Sede 2649
5. Gl'I stituti di diritto pontificio 2650
N o ta n d a
I. Giuridicamente il Romano Pontefice è anche Superiore supremo (Superiore
530 INDICEANALITICO

interno) di ciascun Istituto di vita consacrata e di cia scuna Società di vita


apostolica. per cui tutti i membri che ne fanno parte, compresi i Superiori son
tenuti ad ubbidirgli in forza dello stesso voto di ubbidienza o di altro vincolo
analogo 2642 e nota l
2. Concetto di esenzione e motivi che la giustificano 2645 c nota 2
3. L'esenzione non è un privilegio, ma un'esigenza ecclesiale, che si colloca nella
sfera del servizio 2645
4. Per altre norme sulla esenzione, v. "Esenzione religiosa"
V - Gl 'Istituti di diritto diocesan o (cann. 594-595)
- V. "Istituti di diritto diocesano"
VI· I Superiori interni (cann .596-602)
- V. "Superiore d'Istituto di vita consacrata"
VII - Ammissione, consigli evangelici e vita fraterna (cann .597-602)
1. Condizioni per l'ammissione 2666-2667
2. La determinazione dei consigli evangelici 2668
3. Castità, povertà e ubbidienza 2669-2672
4. La vita e la comunione fraterna 2674
Notanda
I. Per l'ammissione si presuppone anzitutto la vocazione divina 2666
2. Gli esclusi a termini del can . 316, § 1 2666
3. I battezzati non cattolici e i catecumeni 2667
4. I consigli evangelici, assunti mediante i voti o altri vincoli sacri, hanno valore
unitario e non sono fine a se stessi, ma via e strumento per giungere alla
perfezione della carità 2668
5. Contenuto e valore della castità, povertà e ubbidienza 2669·2673
VIII - La vita eremitica e l'Ordine delle vergini (cann.603-604)
- V. "Vita eremitica" . "Ordi ne delle vergini"
IX· Norme ulteriori (cann .605-606)
l. L'approvazione di nuove forme di vita consacrata 2686
2. La parità degl'Istituti maschili e femminili 2687-2688
3. Richiamo di ulteriori norme 2689
Notanda
l. L'approvazione di nuove forme di vita è riservata esclu sivamente alla Santa
Sede 2686
2. Il compito dei Vescov i diocesani 2687

ISTITUTO di VITA CONTEMPLATIVA


l. Tutti gl'Istituti di vita contemplativa hanno una dimensione apostolica, espressa
mediante la loro particolare testimonianza 2917
2. Gl'Istituti ordinati interamente alla contemplazione hanno un posto eletto nel Corpo
Mistico di Cristo: il loro particolare apostolato 2917

ISTITUZIONE CANONICA
l . Le varie forme di provvista canonica di un ufficio ecclesiastico 1043·1044
2. Presentazione e istituzione per un ufficio ecclesiastico in genere 1090-1092, 1104-
1107
lNDlCEANALlTlCO 531

3. Istituzioni particolari
- Del presidente di una pubblica associazione 1734
- Di un parroco 2498, 2°
- Del rettore di una chiesa 2546-2547
- Di un cappellano 2561
4. La facoltà dell' Amministratore diocesano 2448

ISTRUTIORE
l. L'istruttore nell'indagine prcvia del processo penale 5874
2. Poteri ed obblighi dell'istruttore: un divieto 5877-5878
3. L'istruttore nel processo per la dispensa matrimoniale "s uper rato" 5785-5786
4. La trasmissione degli atti al Vescovo 5797-5799
5. V. anche "Uditore" - "Istruttoria"

ISTRUTIORIA
I - Nel giudizio conten zioso ordinario
I. La nomina dell ' istruttore o uditore 5 169-5170
- V. "Uditore"
2. La normativa dell'istruttoria
- V. "Prove in giudizio"
II - Negli altri processi
l . L'istruttoria nel processo contenzioso orale 5683-5684
- V. " Processo contenzioso orale"
2. L' istruttoria nel processo di nullità matrimoniale 5716-5726
- V. "Causa di nullità matrimoniale"
3. Nella causa di nullità della sacra ordinazione 5856
- V. "Causa di nullità della sacra ordinazione"
4. Nel processo per la dispensa matrimoniale "super rato" 5781 , 5784 ss.
- V. "Processo matrimon iale di dispensa super rato"
5. Nelle cause di separazione dei coniugi 5768
- V. "Processo matrimoniale di separazione dei coniugi"
6. Nei processi di morte presunta del coniuge 5839-5843
- V. "Processo matrimoniale di morte presunta"
7. Nel proce sso penale
- L'indagine previa 5872-5878
- L'istruttoria vera e propria 5897 e nota 6, n. 5
- V. "Processo penale"
8. Nel processo amministrativo per la rimozione e il trasferimento di un parroco :
cann. 1742, § I, 1745, n. 2, 1749, 1750
- V. "Rimozione e trasferiment o amministrativo dei parroci"

ISTR UZIONE CATECHISTICA


- V. "Cat echesi"

ISTRUZIONE RELIGIOSA
- La necessità e il diritto dei fedeli a un'adeguata educazione e istruzione religiosa 1369-
1370, 1418-1419
532 INDICE ANALITICO

ISTRUZIONI
I. Concetto e fine 404-407
2. La normativa 40 8-41 2
No ta n da
I. Una voce nuo va nel Codice di Diritto Canonico 404
2. Le istruzioni non sono leggi 407
3. Carattere interno 412
4. Alcune rec enti " Istruzioni" dell a Santa Sede 404 , nota l

ITER AZIONE
I. La non iterazion e dci sacrame nti che imprimono il ca rattere 3318
2. La possibilità d i una seconda Comunione nello stesso giorno 3436 e nota 2
3. In peri colo di morte 344 8
4. La celebraz ione di più Messe: v. "Binazione"
5. L'iterazione dell' unzione degl'infermi 3636

ITERUM
- Signifi cato del termine nel can. 9 17 3436, nota 2

IURIS REMEDIA CONTRA SENTENTIAM


- Espressione del Codice precedente, sostitu ita co n maggiore proprietà con "Impugn atio
sententiac" 5072, 5591

IUS IN RE - IUS AD REM


- Il di verso sig nificato 1042, 1104, 1175, 2°

IUS CONNUBII
l . Un di ritto fondamentale della person a uman a 3750-3752
2. Conseguenze giuridiche 3753

LAC UNE LEGISLATIVE


l . Il problema delle lacune legislative e il "diritto suppletivo" 311-312
2 . Il principio di analog ia 3 13-32 J
3. Le fonti sussidiarie 322-324
No t a n da
I. An alogia legi s e analogia iuris 3 13-3 17
2. I principi generali dcI diritto civile 319
3. L'equità canonica 320 e nota 7
4. Inappl icabili tà del diritto suppletivo in materia penale 325
5. Altri casi d 'in applicabilità 326

LAI CATO CATTOLICO


l . La rivalut azione del laicat o catt olico operata dal Concilio Vaticano II e la norm ati va
giuridica del nuovo Codice 1395 -1398
2. L'Esort. Ap . "C hristi fidele s laici" di Giovann i Paolo II (30 dico 1988)
-Andate anche voi nell a mia vigna! 1429
INDICE ANALITICO 533

- Perché ne ve state oziosi? 1430


- Secolarismo e bisogn o religioso 1431
- I laici nella Chie sa 1432
- L'i ndole secolare dei fedeli laici 1533
- La partecipazione dci fedeli laici 1534
- L' ora della nuova evangelizzazione 1535
- L'appello concl usivo del Papa 1435
3. V. "LaicI"'

LAICI
I. Premesse 1395-140 I
2. Il canone introdutti vo 1402-1404
3. L' impegno apostolico e missionario 1407-1408
4. L'animazione eristiana de II'ordine temporale 1407-1408
5. Le persone coniu gate 1409-141 0
6. La necessaria libertà 1411-1413
7. La cooperazio ne dei laici 1414-141 7
8. La cultura religiosa e le scienze sacre 1418-14 19
9. Mini steri e servizi ecclesiali 1420-1425
l O. L'adeguata formazione 1426
Il . Il probl ema della rimunerazione 1427
N o t and a
l. La rivalutazione dellaicato eattolico 1395-1 398
2. Gli elementi caratterizza nti del laico cattolico 1399- 1401 e nota 3
3, Lo stato giuridico dei laici cattolici 1395-1396, 1403
4. Il part icolare compito delle persone coniugate come sposi e come genitori in ordine
all' edificazion e del Popol o di Dio 1409- J410
5. Libertà di fronte allo Stato e legittima autonomi a di fronte alla Gerarchia ecclesiastica
nell' organizz azione delle realtà temporali 1411-1413
6. La cooperazione ecclesiale dei laici ha una motivazione essenzi almente teologica 1414-
1415
7. Forme concrete di cooperazion e previste nel Codice 1416, 2428
8. La cooperazione delle donne 1417
9. La riorganizzazione dei ministeri eccles iali effettuata da Paolo VI 1421
IO. La cooperazione dei laici nell ' esercizio della potestà di governo 929
I l . Il problema teologico-giuridico di tale partecipazione 930-933
Var ia
1. Tra laici e chierici esiste una distinzione di diritto divino , di carattere ontologico e non
semplicemente funzionale 1337-1 338
2. I due stati non sono opposti classisticamente fra di loro, ma ordi nati l'uno all' altro 1339
3. I chierici hanno il dovere di riconoscere e di promuovere la dignità dei laici e il compito
speci fico che spetta loro nella Chiesa e nel mondo 1595

LAMPADA EUCARISTICA
- La lampada che deve ardere dinanzi al SS. Sacramento 3482

LATAE SENTENTIAE
I. Pene " latae" e " ferendae sententiae" 4794-4785
2. La definizione del Cod ice precedente: can. 2217, § l, n. 2*
534 INDICE ANALITICO

3. Ridotte - nel nuovo Codice - a pochi casi di eccezionale gravità le numerose pene
"Iatae sententiae" contenute nel Codice 1917 4767 e nota 3
4. La totale abrogazione di tali pene era stata chiesta da più parti 4768
5. La soppressione di qualsiasi pena "latae sententiae" prevista nel Codice di Diritto
Orientale 4767, nota 4
6. Le limitazioni del nuovo Codice 4786, 4797
7. Pene "Iatae sententiae" e scomuniche 4797
8. Pene espiatorie che possono essere "Iatae sententiae" 4909
9. La sospensione di una pena "latae sententiae" 4902-4904, 4939-4941
IO. Le circostanze attenuanti e aggravanti e le pene "latae sententiae" 4841, 4849
11 . In caso di complicità 4856, 4858
12. Scomuniche "Iatae sententiae" previste nel Codice 4885
13. Interdetti "Iatae sententiae" 4893
14. Sospensioni 4896
15. V. anche " Ferendae sententiae"

LAUREA
l . Richiesta la laurea o la licenza per l' insegnamento delle discipline filosofiche, teologiche
e giuridiche nei Seminari 1527-1528
2. Richiesta la laurea o la licenza o almeno una vera perizia
- Per la promozione all'episcopato 1945,5°, 1946
- Per la nomina a Vicario generale o episcopale 2226
- Per poter esercitare l'ufficio di avvocato nei giudizi ecclesiastici 5302
3. Richiesta la laurea o la licenza in Diritto Canonico
- Per la nomina a Vicario giudiziale 5145
- Per la nomina a giudice 5152 e nota 4
- Per la nomina a promotore di giustizia o a difensore del vincolo 5184
4. V. anche "Grado", n. I (grado accademico) - "Titolo accademico"

LAVORATORI DIPENDENTI
I. Il dovere degli amministratori di beni ecclesiastici 4691
2. V. anche " Lavoro" - "Rimunerazione"

LAVORO
l . Lavori e attività proibite nei giorni festivi 4534, 4539
2. Contratti di lavoro: il dovere degli amministratori di beni ecclesiastici 4691
3. Infermità fisica o psichica contratta da un religioso per lavori eseguiti nell'Istituto 2958
4. Immigrati nei nostri paesi dalle terre di missione, per ragioni di lavoro o di studio 3183
5. L'Eucaristia, sorgente della forza d'animo necessaria per il lavoro apostolico: can. 246,
§2

LEGALITÀ
Il principio della legalità
l. Nei decreti e nei precetti singolari 466
2. Nell'esercizio della potestà legislativa 982
3. Nell'esercizio della potestà giudiziaria 986, inizio
4. Nella presentazione delle prove in giudizio 5404
5. In materia penale 196, 1379-1382
6. L'attenuazione del can. 1399 5049-5050 e note 1-2
7. Aforismi del diritto penale
INDICE ANALITICO 535

- Nulla poena sine crimine


- Nulla poena sine lege
- Nullum crimen sine lege
- V. i detti aforismi all a prop ria voce

LEGATOP[O
l. [ legati pii in gen ere: v. "Pie volontà"
2. Legati di Mes se: v. "Onere di Messe"
3. La competenz a nelle cau se dei legati pii: can. 1413, Il. 2

LEGATO - LEGAZIONE PONTIFICIA


l . Int roduzi one 1883-1885
2. Il diritto del Rom ano Pontefi ce 1886-1 890
3. [I compito dei Legati 1891-1 898
4 . Norme particolari ulteriori 1899-1902
N ot and a
I. La nuova norm ativa di Paolo V[ e del Codice di Diritto Canonico 1884
2. Il diritto di lega zione del Pap a. diritto nati vo e indipendente, ricono sciuto anche dagli
Stati 1886-1887
3. L'ufficio propri o dei Legati pontifici presso le Chie se particolari e le pubbliche Auto rità
1888-18 89
4. Rappresentanti particol ari presso Org aniz zazioni di ca rattere internazionale, presso
Conferen ze e Congre ssi 1890
5. La Santa Sede e !'ONU 1890, nota l
6. Compiti ecclesiali del Legato pontifico 1892-1897
7. Compiti diplom atici del Nun zio 1898
8. L' esenzi one dell a Legazione pontificia dall a giurisdizione dell'Ordinario del luogo
1899
9. Il Legato pontifi cio, Ordinario della sua Sede , con potest à vicaria 1899
lO. Le facoltà del Legato in ordine alle celebrazioni liturgiche nelle Chiese della Legazione
1900
11. L' eventu ale foro giudiziario 190 2
12. /I Legato ponti ficio non fa parte "ex iure comrnuni" dell a Conferen za Epi scopale del
territorio della Legazione 2142
13. I compiti del Legato in ordine alle Conferenze Epi scopali 2142
14. V. anch e "Nunzio Aposto lico" - "Legato a làtere"

LEGATO A LATERE
- Cardinale con missione speci ale, "alter ego " del Romano Pontefice 1860

LEGGE
Prosp etto
l . Legge di astinenza
2. Legge canonica
3. Legge civile
4. Legge disciplinare
5. Legge divina
6. Legge ecclesiastica
7. Legge fondamentale della Chiesa
8. Legge di fondazione
536 IND IC E ANALIT ICO

9. Legge liturgica
IO. Legge naturale
II. Legge particolare
12. Legge penale
13. Legge personal e
14. Legge processunl e
15. Legge speciale o peculiare
16. Legge suprema
17. Legge universale

LEGGE di ASTINE NZA


J. L' obbli go della legge di astinenza e di digiuno 4554-4558
2. V. anche "Tempi sacri"

LEGGE CANONICA
J. Consuetudine e legge canonica: can. 26 - v. "Consuetudine"
2. Legge divina o canonica e sanzione penale: cann. 1315, § J, 1399
3. V. anche " Diritto Canonico"

LEGGE CIVILE
J. Il principio generale dci rinvio alle leggi civili e la sua ragione 343-346
2. La necessaria riserva 347
3. Elenco sommario delle leggi civili recepite o richiamate dal Codice di Diritto Cano nico
348

LEGGE DISCIPLI NARE


I. Un' abrogaz ione: can. 6, § I. n. 4
2. La facoltà di dispensa del Vescovo diocesano e dell'Ordinario : can. 87

LEGGE DIVINA
l . Un duplice obbligo "in forza della legge divina"
- La ricerca della verità religiosa, la sua accettazione e la cura nel custodirla, in forza
della legge divin a: can. 748, § I
- La penitenza: can. 1249
2. Legge divina e sanzione penale: cann. 1315, § I, 1399
3. Diritti imprescrittibil i: can. 98, § 2
4. V. ancbe "Diritt o divino"

LEGGE ECCLESIASTICA
I. Concetto di legge e distinzioni 170-186
2. La promulgazio ne della legge 187-189
3. La vacanza 190-192
4. La irretroattività 193-198
5. Leggi irritanti e inabilitanti 199-202
6. Gli organi legislativi 203-2 13
7. Il soggetto passivo della legge 214-240
8. Le leggi dubbie 24 1-260
9. L'ignoranza e l' errore 261-268
IO. L'interpreta zione della legge 269-293
Il . Criteri fondamentali 293-309
INDICE ANALI11CO 537

12. Le lacune legislative 310-326


13. La cessazione della legge 327-342
14. Le leggi civili 343-348
N ot and a
1. Proprietà essenziali della legge: stabilità, universalità, obbligazione, razionalità 174-
179
2. Elemento o cond izione: la promulgazione 180, 187-192
3. Leggi universali e particolari, generali e speciali, personali e territoriali, irritanti e
inabilitanti 181- J 84
4. Le compet enze delle Congregazioni Romane 205
5. La radicale innovazione del Codice circa il soggetto passivo delle leggi puramente
ecclesiastiche 2 16 ss.
6. Gli "habitualiter amentes" 221
7. I forestieri e i girovaghi 233-240
8. Lex dubi a lex nulla 246
9. L'interpre tazionc della legge: autentica, giudiziaria e amministrativa 27 1-272, 283-
29 1
IO. /I principio di analogia nelle lacune legislative 3 13-319
II . L'equità canonica 320
12. Nulla poena sine lege 325
13. Abroga zione, deroga, obrogazione 331 e nota 8
14. Possono i Concili particolari e le Conferenze Episcopali abrogare o derogare le leggi
emanate dal Vescovo diocesano? 337

LEGGE FONDAME NTALE della CHIESA


- Preparata dalla Commis sione di revisione del Codice, fu messa da parte da Paolo VI per
le difficoltà che essa incontrò per il suo carattere teologico e per il suo contenuto
giuridico , oltre che per la sua opportunità 56

LEGGE di FOND AZIONE


L 'osser vanza delle leggi di fo ndazione
l . Nella promozione a un ufficio ecclesiastico: can. 149
2. Nclla normativa degli statuti capitolari: can. 506, § l
3. Nelle celebrazioni liturgiche compiute dai rettori di chiesa: can. 559
4. Nella trasformazione di una casa religiosa: can. 612
5. Nella coopera zione prestata dagl'Istituti religiosi alle attività diocesane: can. 680

LEGGE LITURGICA
l. /I Codice di Diritto Canonico e le leggi liturgiche 134-137
2. L' osservanza delle leggi liturgiche nella celebrazione delle esequie dei defunti 4315

LEGGE NATURALE
l . Imprescrittibilità dei diritti e degli obbligh i di legge naturale 1280
2. V. anche "Diritto divino"

LEGGE PARTICOLARE
l . La promu lgazione e l'entrata in vigore delle leggi particolari 189, 2°, 190, 192
2. La territorialità delle leggi particolari 230-232
3. Conseguenze
538 INDICE ANALITI CO

- I forestieri 234-237
- I girovaghi 239-240
4. Una norma generale 340-342
5. Il nuovo Codice di Diritto Canonico e l'abrogazione delle leggi particolari contrarie alle
sue prescrizioni 163, 20
6. La legge penale particolare
- L'auto rità competente 4789
- Norme e direttive 4788-4793, 4795-4796
7. La legge particolare e la notificazione degli atti giudiziari 5369
8. La legge particolare e l'escussione dei testi 5469
9. La legge particolare e l'ammissione delle persone nell'aula del tribunale, durante lo
svolgimento del processo 5265
IO. La legge particolare e i termini per la perenzione della istanza 5388
Il . La legge particolare e l'esecuzione della sentenza 5659, l?
12. La legge particolare e il tempo per la prescrizione dell'azione 4971
13. La legge particolare e l'immissione in possesso del parroco 2455
14. V. anche "Diritto particolare" - "Legge universale" - "Legge speciale"

LEGGE PENALE
l. Norme introduttive 4783-4787
2. La legge penale 4788-4798
3. Il precetto penale 4799
4. La punibilità dei religiosi da parte dell'Ordinario del luogo 4807
5. Il soggetto passivo delle sanzioni penali 4808
Notanda
l. La duplice fonte istitutiva della pena canonica 4782
2. La stretta interpretazione della legge penale 305, 4782
3. Inapplicabilità del diritto suppletivo in materia penale 325, 4782
4. Disposizioni a favore del reo, in caso di modifica o di abrogazione della legge penale
4783
5. Le abrogazioni apportate dal nuovo Codice 165, 4783, nota I
6. La classificazione delle pene nel Codice precedente e nel nuovo 4784, 4787
7. Concetto di pena "latae" e "ferendae sententiae" 4784,4°
8. Principi e norme circa le pene "latae sententiae" 4785-4786; v. anche "Latae
sententiae"
9. I principi direttivi circa l'i stituzione delle pene per legge particolare 4788-4793
IO. Criteri da seguire
- L'uniformità delle pene disposte nel territorio del medesimo Stato o della medesima
regione 4794-4795
- L'effettiva necessità 4796
- Il carattere eccezionale delle pene "latae sententiae" e delle scomuniche 4797-4798
Il. Limiti e condizioni del precetto penale 4800-4805
12. Pene escluse dal precetto singolare 4804-4805
13. Norme direttive 4806
14. Il potere dei Vicari generali ed episcopali 480 l
15. Differenza terminologica tra precetto e decreto penale 4803, nota 5, 4924, nota 3
16. Norme comuni alla legge e al precetto penale
- L'aggiunta di circostanze esimenti, attenuanti e aggravanti (can. 1327) 4850
- La sospensione inabilitante (can. 1333, § 2) 4895
INDICEANALITICO 539

LEGGE PERSONALE
I. La legge personale obbliga gl'interessati anche fuori del loro territorio 235
2. Una presunzione 230-232

LEGGE PROCESSUALE
- Le leggi processuali non sono comprese nelle dispense di competenza del Vescovo
diocesano 616

LEGGE SPECIALE o PECULIARE


I - Sono oggetto di leggi speciali o peculiari
I. Le cause di canonizzazioni dei Servi di Dio: can. 1403
2. Le azioni e i riti liturgici: v. "Legge liturgica"
3. La concessione e l'uso delle indulgenze: can. 997
4. La costituzione e la competenza della Curia Romana: can. 360
5. Il governo della Chiesa durante la vacanza della Sede Romana o durante il suo
impedimento: can. 335
6. La potestà del Collegio dei Cardinali durante la vacanza della Sede Apostolica :
can. 359
7. L'elezione del Romano Pontefice: can. 349
8. La disciplina della "clausura papale": can. 667, § 3
9. La normativa circa i cappellani militari: can. 569
II - Una norma generale
l. La legge speciale, per sé, non è abrogata dalla legge universale: can. 20
2. V. anche "Diritto speciale"

LEGGE SUPREMA
- La legge suprema della Chiesa: la salvezza delle anime: can. 1752

LEGGE UNIVERSALE
l. La promulgazione e l'entrata in vigore delle leggi universali 189, l °, 190-191
2. L'obbligo comune 227
3. L'esenzione 228
4. Legge universale e diritto particolare o speciale 340-341
5. Legge universale e consuetudine particolare 375, 2°

LEGITIIMAZIONE
I. La legittimazione della prole 4191
2. Gli effetti canonici 4191-4192

LEGITIIMI
Figli legittimi e illegittimi
l. Concetto (can. 1137) 4187 ss.
2. La distinzione in figli legittimi e illegittimi è stata conservata nella Chiesa: motivi che
l'hanno determinata 4191, nota 5
3. La tendenza degli attuali ordinamenti civili è per la piena equiparazione dei figli legittimi
e illegittimi 4191, nota 5
4. Lo stesso principio è seguito sostanzialmente dalla Chiesa 4191, nota 5
- V. anche "Legittimazione" e "Legittimità dei natali"
540 INDIC E ANA LITICO

LEGITII MIT À DEI NATALI


- Non è più nel nuovo Codice una condizione per la promozione a Cardin ale, Vesco vo,
Abate e Prelato territor iale 1492; cfr. anche 1946

LESIONE
I. Lesioni fisiche: v. "Ferimento" - "Mutilazione
2. La lesione della buona fama: v. "Buona f ama"
3. La lesione dei diritti acquisiti
- Nell'atto amministrativo singolare: nullità dell' atto e stretta interpretazione: cann. 36,
§ I , e 38
- Nel decreto singolare: l'o bbligo dell'autorità prima di emanare un decreto : can. 50
- Nella dispensa dai voti privati: can. 1196
3. La parte lesa nelle azioni per la ripa razione dei danni: v. "Risarcimento dei danni"

LETIERA
I - Una duplice norma
l . Esc lusa, per sé, la votazione per lette ra nelle elezioni a un ufficio ecclesiastico
11 30
2. Amme ssa la consultazione per letter a del Cons iglio mission ario dei Vicariati e
delle Prefetture apostoliche 3310
Il - Prospetto delle voci seguenti
I. Lettera apos tolica
2. Lettera comm endatizia
3. Lettera dirnissoria
4. Lettera roga tori a
5. Lette ra testimoniale
6. Lett ere anonime

LETIERA APOSTOLICA
I. Di prom ozione all' episco pato: ca n. 379
2. Di promozi one a Vesco vo dioce sano: can. 382, §§ 2-3
3. Di nomina del Vesco vo coadiutore e del Vescovo ausiliare: cann. 404 , §§ 1-3, 405, § 1,
406, § 2

LETIERA COMMENDATIZIA
- Lettera commendatizia del proprio Ordinari o o del proprio Superiore, per la
celebrazione della S. Messa fuor i della diocesi (cèlebret) 3 140, 2 0

LETIERA DIMISSORIA
I. Ob bligatorietà delle letter e dimi ssorie 3656
2. La sanzione penale 3656, 5006
3. L' autorità competente
- Per l'ordinazione dci chierici secolari 3662
- Per l'ordinazione di membri d'Istituti religi osi o di Società di vita apostolica di diritto
pont ificio e clericali 3663
- Per l'ordinazione di membri di altri Istituti o Società 3664
4 . Cond izion i per la concessione 3665
5. Il contenuto 37 I5
6. Il Vesco vo destinatario 3665
INDICE ANALITICO 541

7. Il dovere del Vescovo ordinante 3666


8. Limitazioni e revoca 3667

LETTERA ROGATOR IA
- Il diritto d'ogni tribunale 5132

LETTERA TE STIMO NIALE


J. Richiesta dal Vescovo dioce sano o da l Superiore maggiore, per lo scrutinio degli
ordinandi 37 13, 20
2. Richiesta da l giudice, se necessario, in ord ine alla credi bilità dci testi 5483, IO

LETTERE ANONIME
- De nunzie anon ime di carattere penale 5875 , nota 2

LETTORATO - LETTORE
I ministeri stabili di lettore e di accolito
I. Rio rganizzati da Paolo VI 142 1
2. Le funzio ni 1421
3. Riservati ai laici di sesso masc hile 1422
4. Stabilita in Italia dalla CEI l' età minima di 25 anni 1422
5. Doti fondamentali richieste nei candidati 1422, nota 9
- V. anche "Ministero laica/e"

LEX DU BIA LEX NUL LA


- Un principio giuridico tradizionale 246-247

LIBELLO INTROD UTTORIO


1/ libello introduttorio della lite
l . Ne l giudizio contenzioso ordinario: v. "Giudizio contenzioso ordinario", n. l
2. Nel processo contenzio so ora le 5676 -5677
3. IIlibcllo per l' intervento di un terzo in causa 5532
4. Il Libe llo (supplex Iibellus) nei processi di dispensa matrimoniale "super raro' 578 1
5. Il libel lo nelle cause di nullità della sacra ordinazione 5854
6. Il libello di accusa del promotore di giust izia nelle cause penali 5888·5889

L1BER SEXTUS
- Il Libro Sesto di Bonifacio V II I 21

LIBERA CO LLAZIONE
- La libera co llazione degli uffici ecclesiastici da parte dell 'autorità competente: v.
"Collazione", n. I

LIBERTÀ
I - Libertà, elemento e condizione sostanziale
I. Del voto reIigioso: can. 119 1, § 3
2. Del giurame nto prornissorio: can . 1200 , § 2
3. Per l'ordinazione sacra : can. 1026
542 INDICE ANALITICO

4. Per l' ammissione al noviziato religioso o alla professione: cann. 643, § l , n. 4,


656, n.4, 658
5. Di un atto giuridico in genere: ean. 125
6. Dell'elezione o della rinunzia a un ufficio ecclesias tico: cann. 170, 188
7. Dci voto o suffragio: can. 172, § I, n. I
8. Della confessione o dichiarazione giudiziaria: can. 1538
9. Della sentenza emessa dal giudice: can. 1620, n. I
IO, Della remissione di una pena: can. 1360
Il - Libertà che spettano di diritto al cristiano
I: Libertà di ademp iere i doveri del proprio stato verso Dio, seco ndo le prescrizioni
del proprio legittimo rito 1364
2. Libertà di poter seguire una propria forma di vita spirituale, conforme per altro
alla dottrina della Chiesa 1364
3. Libertà di associazione e di riunione 1365-1366, 1384
4. Libertà d'iniziative apostoliche, pur sotto la guida e la vigilanza della Gerarchia
1367-1368
5. Libertà di ricerca e di espressione, nel rispetto e nella sottomissione dovut i al
Magistero della Chiesa 1371-1372
6. La libera scelta del proprio stato di vita 1373
III - Ulteriori libertà
l. La libertà di coscienza in materia religiosa: v. "Libertà religiosa"
2. La giusta libertà di ricerca e di approfondimento delle verità di fede: cann. 218 e
386, § 2
3. Il diritto dei genitori ad una effettiva libertà nella scelta della scuola per i propri
figli: can. 797
4. Il diritto dei laici alla debita' libertà nell'ordinamento delle realtà temporali
secondo lo spirito del Vangelo : can. 227
5. Delitti co ntro la vita e la libertà umana e relative sanzioni: cann. 1397-1398

LIBERTÀ di COSCIENZA
- V. "Libertà religiosa"

LIBERTÀ ECCLESIASTICA
1. Il diritto dell' autorità ecclesiastica al libero esercizio dei suoi poteri e delle sue funzioni
nei luoghi sacri 4399-4400
2. Sanzioni contro coloro che violano le varie libertà ecclesiastiche 440 I, 4995
3. Il diritto del Roman o Pontefice al libero esercizio della sua suprema universal e potestà
sulla Chiesa 1768
4. Sanzioni 4995

LIBERT À RELIGIOSA
I. Il diritto di ogni uomo di ricercare la verità religiosa e di seguirla, facendone la norma
della propria condotta 3100
2. Illecita ogni costrizione in materia religiosa 3102
3. La libertà religiosa è il presuppost o, la condizione, il principio e il fondamento di ogni
libertà. umana e civile 3102
4. L'in segnamen to del Concilio Vaticano Il sulla libertà religiosa 3103
5. La libertà di pensiero, di coscienza e di religione, affermata solennemente nella
INDICEANALITICO 543

Dichiarazione Universale dci Diritti dell ' Uomo approvata dall'ONU (IO dico 1948) c
nell' Atto finale della Con ferenza di Helsinki ( l ? ago1975) 3101
6. La libertà religiosa sancita espressamente nella Costituzione Italiana (art. 19) 3101

LIBRI
Prospetto
I. Libri curiali
2. Libri liturgici
3. Libri parrocchiali
4. Libri sacri
5. Libro (pubblicazio ne di libri di carattere religioso o morale)

LIBRI CURIALI
Libri o registri della Curia diocesana
1. Registri da custodire nell' archivio comune
- Il libro degli ordinati: can. 1053, § 1
- Il libro dei matrimoni celebrati con dispensa dalla forma canonica: can. 1121, § 3
- Eventualmente il libro dei cresimati: can. 895
2. Nell'archivio segreto
- Il libro dei rescritti della Penitenzi eria Apostolica, relativi alle dispense
dagl'impedimenti occulti concessi nel foro interno non sacramentale: can. 1082
- Il registro dei matrimoni segreti: can. 11 33
3. V. anche "Archivio diocesano"

LIBRI LITURGICI
I. La competenza della Sede Apostolica e delle Conferenze Episcopali: cann. 836, §§ 2-3
2. L' osservanza fedele dei libri liturgici nella celebrazione dei sacramenti: can. 846, § I
3. Richiamate le norme, le prescrizioni e i riti dei libri liturgici in vari altri canoni: 276, § 2,
n. 3, 850, 853, 880, § 1, 928, I J19, 11 68, 1205, 1211, 1229, ecc.

LIBRI PARROCCHIALI
l. Libri o registri prescritti per diritto comune 2472
2. Per diritto particolare (CEI) 2473
3. Libri obbligatori o raccomandati dalla CEI in Italia 2473
4. Altri registri obbligatori "i ure communi" 2474
5. Annotazioni nel libro dei battesimi 2475
6. V. anche "Archiv io parrocchiale"

LIBRI SACRI
- V. "Sacra Scrittura"

LIBRO
La pubblicazione di scritti di carattere religioso o morale
I. Il dovere e il diritto dei Pastori della Chiesa 325 l
- Vigilanza
- Censura previa
- Eventuale condanna
2. L'auto rità competente : la suprema autorità della Chiesa e i Vescovi 3252
544 INDICE ANALITICO

3. L'I ndice dei lib ri proibi ti: abo lizione del suo valore giuridi co e dell e censure an nesse
3253
4 . Term inologia usata nel Co dice
- Lihro: qua lsias i scritto destin ato alla pubbli ca divulgazio ne, in qu alunque modo es sa
avvenga 3258
- Licenza o approvazione : sig nific ato de ll' una e dell' altra 3257
5. L'Ordinar io a cu i di rego la spetta dare la suddetta lice nza o ap provazione 3256
6. La pubb licaz ione dei Libri Sacri nel testo origi nale o nell a loro versio ne 3259
7. I libri liturgici e di preghiera 3260
8. Catechismi ed altri scritti destinati alla istru zion e catec hetica 326 1
9. I tes ti di sc uola 3262
IO. Decreti e atti dell' aut orità ecclesias tica 3264
I l . Una presc rizio ne per le chiese e per gli oratori 3263
12. Il valore dell' appro vazione o della licenza co ncessa da lla co mpe tente au to rità 3265
13. I "censo ri" per l' esam e de i libri
- La scelta da parte dell'O rd inari o del luogo 3266
- Il co mpito del ce nsore 326 7
- La form ulazio ne del giudizio in isc ritto 3268
- La co nces sione o il dinie go de lla licen za 3268
- La duplic e possibilità, in casi di diniego 3268
14. La co lla boraz ione a giornal i, rivis te, fogli periodici, nei quali sistema tica me nte viene
attaccata la religione cattolica o il buon costume 3269
15. La partecipazione di chierici e di me mbri d'Istituti religiosi o di Società di vita
apos tolica a trasmissioni radiofoniche c televisive su questioni riguard ant i la dottrina
catto lica o la morale 3270
16. Per poter pub blicare scritti che tra ttino questioni relig io se o morali, i mem bri d 'I stitut i
religi os i hann o bisog no anche della licenza del proprio Superiore co mpete nte 327 1

LICEN Z A
Prospeno
I. Licenza accade mica
2. Licenza canonica (nel senso di a utorizzazione, permesso)
3. Licenza nel senso di "facoltà" : v. " Facolt à"

LICE NZ A AC CA DEMICA
- V. " Titolo accademico" - " Grado" , n. I (Grado acca de mico)

LIC ENZ A CANON ICA


Licenze varie
I . Pcr poter acc edere all' archivio diocesano: can. 487 , § l
2. Per l' alienazione o la locazione di beni ecclesiastic i: ca n. 1266
3. Per l' ere zione di una cappella privata: ca n. 1226
4. Per po ter ce lebrare in una cappella privata la S. Me ssa e altre funz ioni sacre : ca n. 1228
5. Per poter adire il tribunale civile nelle cause di separazione dei coniugi: ea n. l692, § 2
6. Licenze ai chierici
- Pe r assentarsi dalla propria di ocesi per un tempo notevole: can . 283, § l
- Per trasferirsi in una Chiesa particolare sprovvista di Clero: can. 271
- Per poter esercitare alcuni uffici , com piere alcuni atti : can. 285 , § 4
- Per poter esercitare alcune att ivit à, che per sé sono loro viet ate: can. 286
7. Per la cos truzio ne di una chiesa, anche da parte d' Istituti religio si: can . 1215
R. Per compiere esorcismi sug li ossessi: can . 1172
INDICE ANALIT ICO 545

9. Per poter conservare la SS. Eucaristia in chiese , oratori e cappelle , che non ne hanno per
sé il diritto: can. 934 , § I
IO. Per la restaurazione d'immagini sacre preziose: can. 1189
II. In ordine al matrim onio
- Per poter assistere al matrimonio di particolari persone : ca n. 1071
- Per poter celebrare il matrimon io in una parrocchia diver sa da quella prescri tta dal
diritto: can. 1115
- Per poter contrarre matrim onio con condizione "de praeterit o" o "de praesenti": can.
1102, § 3
- Per la celebrazione di un matrimonio misto: can. 1124
- Per la ce lebrazione segreta del matrimonio: cann. 11 30-1131
12. Licenze a membri d 'Istitut o religioso
- Per asse ntarsi dalla propria casa o comunità: can. 665, § 1
- Per poter assumere incarichi e uffici fuori del proprio Istituto : can. 67 1
- Per poter pubbli care scritti che trattano questioni di religione o di costum i: can. 832
- Per l'u so della facoltà di confessione conferita dall 'Ordinario del luogo: can. 969, § l
- Per poter contrarre dei debiti: can. 639
- Per poter modificare gli atti con i quali hanno disposto dei propri beni: ca n. 668
- Per la rinunz ia ai propri beni da parte del profe sso di voti perpetui : can. 668, § 4
- Per il passaggio ad altro Istituto : can. 684, §§ I e 5
13. Per l'erezione di un oratorio : cann . 1223, 1224
14. Per la pubblicazione di libri di carattere religioso o morale: v. "Libro"
15. Per la raccolta di offerte e per le questue: can. 1265
16. Per l' alienazione o il trasferimento in perpetuo di reliquie insigni o d' immagini
particolarmente venerate: eann . 1190, §§ 2-3
17. Lic enze a sacerdoti
- Per la celebrazione dell'Eucaristia nel tempio di una Chiesa o co munità ecclesia le,
che non sono in piena comuni one con la Chie sa cattolica: can. 933
- Perch é un sacerdote infermo o di età avanzata possa celebrare seduto, alla presenza
del popolo: can. 930 , § I
18. Per la pubblicaz ione delle Sacre Scritture: can. 825, § l
19. Per la versione delle Sacre Scritture in collabora zione co n i fratelli separati: can. 825,
§2

LIMI NA APOSTOLORUM
- V. " Visita ad limina"

LIMITI DI ETÀ
- Lim iti di età nella cessazione dagli uffici eccle siastici: v. " Età", n. IV

LINEA
- Linee e gradi nella consanguine ità e nell'affinità: v. "Grado " , n. Il

LINGUA
I . Lo studio accurato della lingua patria, della lingua latina e delle lingue straniere in
Semin ario 15I7
2. L' apprendimento della lingua del luogo da parte dei chierici che intend ano trasferirsi in
Chiese particolari di altre regioni 1545
3. L'u so della lingua latina o di altra lingua nella celebrazione eucaristica 3459
4. Parrocchie personali in ragione della lingua del rito ecc. 2429
546 INDICE ANALITICO

5. Il ricorso a un interprete, nel caso che la persona da interrogare in giudizio parli una
lingua sconosciuta al giudice o alle parti 5268
6. Le versioni dei Libr i Sacri , dei libri liturgici e degli atti giudiziari: v. "Versione"

LITE
Prospetto
I. Lite amministrativa
2. Lite giudiziaria
3. Lite pendente.
4. Liti sconsor zio
5. Litis contestatio

LITE AMMINISTRATIVA
- V. " Ricorso amministrativo"

LITE GIUDIZIARIA
I. L' introduzione della lite: v. "Lib ello introduttorio"
2. La contestazione della lite: v. "Contestazione della lite"
3. L'istanza della lite: v. "Giudizio contenzioso ordinario", n. III
4. La discussione della lite: v. "Dis cussione" - "Giudizio contenzioso ordinario", n. VIII
5. La definizione della lite: v. "Giudizio contenzioso ordinario", n. IX
6. Le spese della lite: v. "Spese giudiziarie "
7. L'impegno e i modi per evitare le liti giudiziarie: v. "Transazion e"
8. Necessaria la licenza dell'Ordinario perché gli amministratori di beni ecclesiastici
possano intentare o contestare liti dinanzi ai tribunali civili 4695
9. L'interpretazione stretta degli atti amministrativi singolari , che si riferi scono alle liti
424, IO
IO. V. anche "Giudizio" - " Processo ecclesiastico"

LITE PENDENTE - L1TISPENDENZA


- L' inizio e l'effetto 5369,5 0 , 5370

L1TISCONSORZIO
- Litisconsorzio attivo e passivo : concetto 5535

L1TISCONTESTATIO
- V. " Contestazione della lite"

L1TTERAE TESTIMONIALES
- V. "Testimoni di credibilità"

LITURGIA
I - La sacra Liturgia (cann. 834-839)
I. Il mezzo precipuo dell'opera santificatrice della Chiesa 3278-3282
2. I ministri della santificazione 3283-3287
3. Approfondimento circa il culto liturgico 3288-3289
4. La disciplina della sacra Liturgia 3290-3295
5. Altri mezzi di santificazione 3296
INDICEANALITICO 547

Not and a
I. Valore ed essenza della sacra Liturgia 3278-3279
2. Il culto liturgico 3280
3. Elementi o caratteri fondamentali 328 1
4. La funzione santificatrice dei Vescovi, dei presbiteri, dei diaconi 3283-3285
5. Il compito dei fedeli, in virtù del battesimo 3286
6. Il particolare compito dci genitori 3287
7. Culto e fede 3288
8. Le azioni liturgiche: celebrazioni dell'intero Popolo di Dio, azioni essenzial-
mente comunitari e 3289
9. La disciplina della sacra Liturgia sottoposta in modo esclusivo all'auto rità della
Chiesa 329 1
IO. La competenza della Sede Apostolica. delle Conferenze Episcopali, dei
Vescovi diocesani 3292, 3294, 3295
I l . Principali documenti della Santa Sede in materia liturgica 3293
12. Ulteriori norme circa la sacra Liturgia, contenute nel Codice
- Can. 2: le leggi liturgiche e il Codice di Diritto Canonico
- Cann. 252, § 3, e 253, § 2: l'in segnamento della Liturgia nei Seminari
- Can. 392, § 2: la vigilanza del Vescovo diocesano
- Can. 652, § 2: la sacra Liturgia nella formazione dei novizi religiosi
- Can. 760: Liturgia e ministero della Parola
II - La Liturgia della Parola
- Raccomandata vivamente la celebrazione della "Liturgia della Parola", nel caso
che, nei giorni festivi di precetto, non sia possibile la celebrazione eucaristica
4541-454 2

L1TURGrA DELLE ORE


I. Il significato e il valore 4303-4304
2. L'obbli go 4305-4308
3. L'invito ai fedeli 4309
4. II tempo della celeb razione 4310
Notand a
l. L'origine 4302
2. Principali documenti conciliari e post-conciliari 4302
3. Elementi caratteristici 4303, 20
4. La Liturgia delle Ore nell'insegnamento della Chiesa 4304
5. L'obbligo dei diaconi permanenti in Italia 4306
6. I membri non chierici degl' Istituti di vita consacrata e delle Società di vita apostolica
4309
7. La forma zione degli allievi del Seminario alla celebrazione della Liturgia delle Ore
4310
8. L'obbli go della celebrazione delle Ore per le persone che vi son tenute, è grave o lieve?
4308
9. La Liturgia delle Ore come preghiera di famiglia 4309
lO. L'inosservanza del tempo della celebrazion e è contraria allo spirito e al fine proprio
della Liturgia delle Ore 4310

LOCAZIONE
Locazione di beni ecclesiastici
l. La competenza delle Conferenze Episcopali 4727
548 INDICE ANA LITICO

2. La vendita e la loca zione di beni eccle siastici ai propri amministratori e ai loro congiunti
4728
3. Le norm e emanate dalla CEI in materia di locazion e 4729

LUCIDI INTERVALLI
l. Gli "am enti" abituali c le leggi eccle siastiche 221
2. Lucidi intervall i nelle persone prive abitualmente dell'uso di ragione
- Tali persone sono considera te "incapaci" di commettere un delitto 4816
- Per analogia, possono essere co nsiderati incapaci di contrarre matrimonio 4000

LUCRO
- Un ammonimento agl' Istituti religiosi, perché evitino qualsiasi apparenza di lucro
smodato 2791

LUOGHI- LUOGO
Prospetto
I. Luoghi esenti
2. Luoghi paralleli
3. Luoghi sacri
4. Luogo di origine
5. Luogo di residenza

LUOGHI ESENTI
I. I luoghi esenti e le leggi diocesane 238
2. La sede della Legazione ponti ficia , esente dalla giuri sdiz ione dell 'O rdinario del luogo
1899
3. Il Sem inario, esente dalla giurisdizione parrocchiale 1541-1542
4. L'ammini strazione della cresima anche nei luoghi esenti 3380
5. V. anche " Esenzione"

LUOGHI PARALLELI
- Il ricor so ai " luoghi paralleli" nella interpretazione delle leggi dubbie o oscure 301

LUOGH[ SACRI
[ - III/ aghi sac ri in genere (cann.1205-l2l3)
I. Co ncetto di luogo sacro 4390
2. Dedicazione e bened izione 4391-4395
3. Norm e varie 4396-4401
N otand a
l. Il dup lice elemento costitutivo del luogo sacro: la destinazion e stabile al culto
divino o alla sepoltura dei fedeli, e la dedicazione o benedizione rituale del
luogo stesso 4390
2. [I ministro della dedicazione o con sacrazione 4392
3. Il ministro della benedizione 4393
4. La benedizione di una chiesa. riservata al Vescovo diocesano 439 3
5. Il documento da redigere: formal ità 4394
6. La prova testimoniale 4395
7. L'uso dci luoghi sacri 4396
INDICE ANA LITICO 549

8. Concerti nelle chiese: norme giuridico-pastorali della Co ngregazione per il


culto Divino (5 nov. 1997) 4396, nota l
9. La violazione dei luoghi sacri 4397
lO. La perdita del car attere sacro 4398
Il . La libera disponib ilità da parte dell'autorità eccles iastica 4399
12. Le norme dci nuovi Accordi stipulati tra la Santa Sede c l'Italia ( 18 febbr,
1984) 4400
13. Norme ulter iori
- La visita canonica del Vescovo diocesano (can. 397. § l ) 1994
- Sanzioni pena li co ntro i profa natori di un luogo sacro (can. 1376) 4996
- Sanzio ni contro coloro che impedisca no il legittimo uso dei luoghi sacri
(can. 1375) 4995
Il - Luoghi sacri in particolare
I . Le chiese
2. Gli orato ri
3. Le cappelle private
4. I santuari
5. Gli altari
6. I cimiteri
- V. le dette voci

LUOGO DI ORIG INE


I. Il luogo di orig ine nell' ordinamento canonico 712-716
2. Effetti giuridici 717

LUO GO DI RESIDENZA
- Il luogo di " residenza" o di "dimora" nell' ordin amento canonico: v. " Domicilio"

LUSSO
- Un ammonimento agl' Istituti religiosi 2791

MADR E
I. Il luogo d' origine del figlio, nel caso che i genitori non abbia no lo stesso domicilio o
quasi -domicilio 7 13
2. La registrazione del battesim o di un figlio nato da madre non sposata 3360
3. La Madre di Dio e degli uomini 4343

MA DR INA
- V. "Padrino"

MAESTRO DEI NOV IZI RELIGI OSI


I. La piena ed esclusiva responsabil ità della formazione dei novizi 2839
2. Qualità richieste 2839
3. L' assegnazione di un Vice Maestro e. se necessario, anche di altri collabo ratori 2840-
284 1
4. Il co mpito dc I Maestro e dei suoi co llabo ratori 2842-2843
5. La collaborazion e dei novi zi e dei membri dell 'Istituto 2844
6. L' ascolto delle confess ioni dei propri alunni 3580
7. Il Maestro dei novizi può essere un religioso laico'! 2839. nota 4
550 INDICE ANALITICO

MAGGIORANZA
I - Gli atti collegiali iII genere
La maggioranza richi esta negli atti co llegiali in ge nere, «se non è disposto
diver samente dal diritto o dagli statuti"
l. Nelle elezioni a un ufficio eccle siastico 823
2. Previste maggioran ze qualificate 824
3. Nelle votazioni per altri affari o negozi giuridici 825
4. Trattandosi di cos a che tocchi tutti singol armente 826-827
,,- Tre casi particolari
I. La postula zione per un ufficio ecclesiastico 1193
2. Decreti generali em anati dalle Con ferenze Episcop ali 2 156, 2 158
3. Richiesta di "consenso" o di «parere" (ca n. 127, § l ) 893 ss.
III - La procedura del tribunale collegiale
- La maggioranza assoluta dei giudici (can. 1426, § I) 5 163

MAGGIORENNE
1. Le persone maggiorenni in senso canonico 695
2. Effelli giurid ici 697 ss,
3. Atti che richiedono un'età superiore 698
4. Sufficienti i diciotto anni compiuti 699
- Per la pien a capacità processuale: ean . 1476, § I
- Per la pro fessione religiosa temporanea: can. 655, n. I
- Per l'ammissione alla prova iniziale negl'Istituti secolari: can . 72 1, § I, n. I

MAGISTERO della CHIESA


l . II Magi stero infallibile del Romano Pontefi ce e del Collegio de i Vescovi 3107- 3110 ,
3 113
2. L'assen so di fede divin a e cattolica 3111-311 2
3. Tre gravi violaz ioni: l'eresia, l' aposta sia e lo scis ma e sanzioni relative 3 114-3 115
4. Il Ma gistero autentico non infa llibile c il reli gioso ossequi o ad esso dovut o dai fedeli
3116- 3118
5. Costituzioni e decreti: l'obbligo di osservarli 3119
6 L'ossequio dovuto al Magi ste ro della Chies a da coloro che si dedicano alle scien ze sacre,
pur nella Iibertà della ricerca 3 17 1-3 172 e note 9-10
7. Il particolare do vere del confessore 3570
8. La form azione teolo gica degli allievi del Seminario de v'essere illuminata dalIa fede e
guidata dal Magistero della Chiesa 1523, l O
9. Il Magi stero della Ch iesa sulla dignità e libertà della persona umana, sugli ob blighi
sociali degli uom ini, ecc . 3 149
lO. La dottrina socia le dell a Chiesa e il do vere de i laici 1413
Il . V. anche " Funzione d 'insegnamento" dell a Chiesa

MAGISTRATI CIVILI
l. Le cause sug li effetti puramente civili del matrimonio e la co mpetenza dei magistrati
civili 5702
2. Le cau se concernenti il supremo Magistrato dello Stato sono riser vate all' esclu sivo e
diretto giud izio del Romano Pontefice 5104-5105
3. Interro gati in giudizio, i magistrati civili «tenuti al segreto di ufficio» sono ese ntati
dall' obbli go di rispondere 5445 , l "
INDICE ANALlllCO 551

MAG NETOF ONO


- L'u so del magnetofono nell'interrogatorio dei testi 5477, 5479
2. V. "Stenografi a"

MAL A FEDE '


I. La buona e la mala fede nelle dom ande di dispensa da irre golarit à e impedimenti
relati vam ente alla recezione deg li ordini sacri 37 10
2. La mal a fed e nelle dom ande di remi ssione dell e cen sure 4964
3. V. anche "Buonafede" - "Orrezione" - "Surrezione"

MAL ATI
- V. "Infe rmi"

MANCATA COMPARIZIONE
l. La man ca ta comparizione dell e parti in giudizio
- Nel Cod ice precede nte (cann. 1842-1851), era detta contumacia, un ter mine troppo
severo, che è stato opportun amente sostituito 507 1, 5525
- Per le norm e, v. "Ca usa incidentale"
2. Una facoltà concess a al giudic e, qualor a una parte o un teste si rifiut ino di co mparire in
tribunale 4505

MAND ANTE
- Norm e per il mandato nella procu ra matrimoni ale: v. " Procura", n. I

MAND ATARIO
- II mandatario nel mandato procuratorio: v. " Procuratore"

MANDATO
I - Il manda to in ordine alla potestà di governo
l. Il mand ato per l' esecu zione di un atto amministrativo e l'osservanza de lle
condizioni es senzi ali e della procedura sosta nziale prescritt e in esso 450
2. Il mand ato di delega della potestà di governo e l'e ccedenz a dei lim iti da parte
del delegato 958
3. Mandati speciali al Vicario generale ed epi scopale 965, 2230-223 1
Il - Manda to pontificio per la consacrazione di un Vescovo
l . Necessi tà 2654
2. San zioni 5005 e nota 6
III - Mandato per l'insegnamento delle scienze sacre
I . Necessario il mand ato della co mpetente autorit à, perché chierici e laici possano
insegnare discipline teologiche in Istituti Cattolici di Studi Superior i 3228
2. Anche ai laici può essere conferi to dall a legittim a autori tà ecclesiast ica il
mandato d'insegnare "sci enze sacre" 1419,2°
IV - Il mandato procuratorio matrimoniale
- V. "Procura", n. I
V - Il mandato procuratorio "ad litem"
- V. "Procura", n. JI
552 INDICE ANALITICO

VI - Un mandato al promotore di giustizia


l . Per la presentazione della istanza penale (libello accusatorio) 5889
2. Per la rinunzia alla istanza 5893

MANO
I. L'imposizione delle mani nel conferimento degli ordini sacri e nell'amministrazione
della cresima
- V. "Imposizione delle mani"
2. L'un zione degl 'infermi, per sé, dev'essere fatta direttamente con la mano 3623
3. L" 'appositio rnanuum" da parte dcIIa Santa Sede (can. 595, § l) 2656
4. Una domanda e una dichiarazione che devono essere redatte e firmate di proprio pugno
(propria manu) 3685, 3687

MANSIONARI
J. Mansionari o ebdomadari nel capitolo cattedrale o collegiale 2374
2. Il conferimento di tali uffici ausiliari spetta esclusivamente al Vescovo diocesano 2374,
2379
3. Non è prescritto che i mansionari siano sacerdoti: basta per sé che siano diaconi 2379
4. Non si richiede per sé il parere del Capitolo 2379

MARE
- Facoltà speciale dci cappellani di ospedale, di carcere di mare, in ordine all'assoluzione
dalle censure "latae sententiae" non riservate né dichiarate 2563 e nota l

MARIA SANTISSIMA
I. La speciale e filiale venerazion e verso Maria Santissima, inculcata dalla Chie sa ai fedeli
4343 -4344
2. Una particolare devozione alla Madonna da parte dei chierici e dei religiosi 1598, 7°,
2890 ,4°
3. Gli allievi del Seminario e la devozione mariana 1510, 3°
4. La recita del Rosario 1510,3°, 2890 ,4°
5. Le due feste di precetto in onore della Vergine Santissima: !'Immacolata Concezione e
l'Assunzione 453 I, 6° e 7°

MARITTIMO
- V. "Mare"

MARTIRE
- Le reliquie dei Martiri o di altri Santi sotto gli altari fissi 4504

MASSA COMUNE
- La "massa comune" diocesana e interdiocesana: v. "Fondo comune"

MASSA PARROCCHIALE
- V. "Cassa parrocchiale"

MASSIMO
I. La somma massima e minima, stabilita dalle Conferenze Episcopali per l' alienazione dei
beni eccles iastici 4711, l°, e nota 4
INDICE ANALmCO 553

2. Trattandosi d'Istituti reli gio si. d'Istituti secolari c di Soci età di vita apostol ica 271 2
3. Y. anc he 4 7 13

MASSONERIA
I. Ma nca nel nuov o Codi ce di Diritto Canonico un riferim ento espli cito alla Masson eria
499 3
2. Dich iarazi on e dell a Cong regazione per la Dottrina della Fede (26 no v. 1983) 4993

MATERI ALISMO
- La pubblica ades ione a ideologie infici ate di materi alism o o di ateis mo, ca usa suffic iente
di dimi ssione di un religioso dal suo Istituto 2975 , 6°

MATERNITÀ
- L' ann otazion e dell a matern ità nell a registr azione del battesim o di un bambino nato da
madre non sposata 3360

MAT RIMO NIO


Prospetto
l . Matrim onio
2. Matrim onio attentato
3. Matri monio autorizzato dall'Ordinario del luogo
4. Matrim onio di battezzati non credenti
5. Matrim onio civile
6. Matrim onio cland estino
7. Matrimonio concordata rio
8. Matrim onio misto
9. Matrim onio morgan atico
lO. Matrimoni o per procura
Il . Matrim onio putati vo
12. Matrimonio rato e non consumato
13. Matrimonio segreto

MATRIMONIO
Principali documenti del Magistero
l. Docu men ti del Rom ano Pontefice e dell a Santa Sed e 3724
2. Documenti dell a Conferenza Epis copale Itali ana 3725
I - Concetto di matrim onio
l. Etimologia 372 8
2. Voci equ ival ent i: "co nnubium, nupt iae , co niugiurn, consorti um" 3728
3. Definizione 3729
4. La de finizione di Modestin o e di Ulpiano 3729, not a I
5. "Consortium totius vitae" 3729
6. L'unione matr imoniale si basa radicalm ente sulla di versità dei sessi e sulla loro
complementarità fisica e psicologica 3730
7. Il matrimonio come "patto - contratto· allea nza " 273 1
Il - Distinzioni
l. Matrimonio religioso o canonico e civile, legittimo e illegittimo 3761-3762
2. Matrimonio valido e invalido, putativo e attentato 376 3
3. Mat rimonio rato e co nsumato 3764-3767
554 INDICE ANALITICO

- V. "Matrimonio rato"
- V. "Matrimonio rato e consumato"
4. Matrimonio "in fieri" e "in facto esse" 3768
IJI - L'origine divina del matrimonio
I. Dio è l'autore dell'istituto matrimoniale
- Per legge di natura 3770
- Per legge positiva 3770
- Per la sua elevazione a sacramento di grazia 3771
2. I negatori dell'origine divina del matrimonio 3772
3. L'errore dei Protestanti 3772
IV - Fini del matrimonio
I. I fini oggettivi dell'istituto matrimoniale 3732
2. La distinzione tra fini primari e secondari del Codice precedente 3733
3. Scomparsa nel nuovo Codice la gerarchia dei fini 3733
4. I fini oggettivi del matrimonio non ne costituiscono l'essenza e neppure ne sono
proprietà essenziali: ne determinano la struttura, i valori e anche i diritti che ne
seguono per i coniugi 3732
V - Le proprietà essenziali del matrimonio
- V. "Proprietà essenziali del matrimonio"
VI - L'elemento costitutivo
- V. "Consenso matrimoniale"
VII - Contratto e sacramento
- V. "Contratto matrimoniale"
VIJI - ll " ius connubii"
l. Un diritto fondamentale della persona umana 3750
2. L'insegnamento della Chiesa 3751
3. Il solenne principio affermato dall'ONU (10 dicembre 1948) 3751
4. Conseguenze giuridiche del "ìus connubii" 3753
IX - La competenza della Chiesa in materia matrimoniale
1. Cenni storici 3755-3756
2. L'esclusiva competenza della Chiesa affermata nel can. 1059 e le sue
motivazioni 3757
3. Precisazioni per un'esatta interpretazione del canone 3758
4. Quattro diverse ipotesi 3759-3760
5. La competenza dello Stato circa gli effetti puramente civili 3757
X - Il principio del "favor iuris"
1. Un principio di lunga tradizione canonica, che oggi alcuni contestano 3779
2. Lo scopo della norma 3779
3. La conseguente prusunzione "iuris tantum" 3779
4. L'applicazione del "favor iuris" nei processi di nullità matrimoniale 3749
5. La prevalenza del "favor iuris" in caso di collisione 3780
XI - L'elemento costitutivo del matrimonio-contratto
I. Non è l'amore, pur essendo un suo elemento fondamentale 3478
2. È soltanto il consenso legittimamente manifestato 3746
INDICE A NA LI TICO 555

3. Definizione del consenso 3747


- V. "Consenso matrimoniale"
XII - Elementi costitutivi del matrimonio- sacram ento
I. La materia e la forma 3776-3777
2. II ministro
- Secondo la dottrina della teologia cattolica 3678
- Secondo la teologia ortodossa e la tesi, ormai superata di vari teologi e
canonisti cattolici 3778
X I II - La prepara zione del matrimonio e atti che richiedono la licenza
- V. "Preparazione del matrimonio"
XIV - La promessa del matrimonio
- V. "Promessa di matrimonio"
XV - Impedimenti matrimoniali in genere
- V. tale voce
XVI - Impedimenti matrimoniali in parti colare
- V. tale voce
XVII - 1/ consenso matrimoniale
- V. "Consenso matrimoniale"
XVIII - Laforma canonica del matrimonio
- V. "Forma canonica del matrimonio"
XIX - I mat rimoni misti
- V. " Matrimonio misto"
XX - Matrimon i celebra ti segretament e
- V. "Matrimonio segreto"
XXI - Gli effetti del matrimonio
- V. "Effetti del matrimonio"
XXII - La scioglimento del vincolo matrim oniale
- V. "Scioglimento del vincolo matrimoniale"
XXTIl - La separa zione dei coniugi
- V. "Separazione dei coniugi", nn. II-III
XXIV - La convalida del mat rimonio
- V. tale voce
XXV - Processi matrimoniali
Vedi
- "Causa di nullità matrimoniale"
- "Processo documenta le"
- "Processo matrimo niale di dispensa super rato"
- "Proce sso matrimo niale di morte presunta"
- "Processo di separazione dei coniugi"
- "Processo di scioglimento a favore della fede"
556 INDICE ANALITICO

MATRIMON IO AT rEN TATO


- Y. "Attentato di matrimonio"

MAT RIMON IO AUTO RIZZATO DALL'ORDI NARIO DEL LUOGO


- V. " Preparazione del matrimonio" , n. Il , 3-4

MATRIMONIO d i BATTEZZATI NON CREDENTI


- V. Direttive di Giovanni Paolo Il 4156 ss.

MATRIMONIO CIVILE
I. Matrimonio civile legittim o: il matrim onio civile "celebrato validamente tra persone non
batte zzate" : can. 1015, § 3, del Cod ice precedente
2. Matrimonio civile illegittimo: il matrimonio civil e attentato da persone tenut e alla forma
canonica. a nor ma del can. 1117
3. Nel nuovo spirito di tolleranza c di comprensione, il matrimonio civile contra tto da
persone soggette alla forma canonica, non è più equiparato da lla Chie sa al pubblico
concubinato 3978-3 980
4. Matrimonio civ ile e impedimento di pubbl ica onestà 3978
5. Può il Vescovo diocesano sanare in radice un matrimonio civile? 4275,7 0

MATRIMONIO CL ANDESTINO
l . Abroga to dal Concilio di Trento ( I l nov. 1562) 4063
2. Abrogazione definitiva di Pio X 4064

MATRIMON IO CONC ORDATARIO


- Il matri monio religioso. celebrato canonicamente, al quale lo Stato riconosce gli effetti
civili con la trascrizione dell'ano nei propri registri: v. 'Trascrizione civile"

MATRIMONIO MISTO
l. Introdu zione 4136-4137
2. Il divieto dei matrimoni misti 4138-4140
3. La competenza dell'Ordinario dcI luogo e le attribuzioni delle Conferenze Episcopali
4 141-4 145
4. La forma da usare nella ce lebrazio ne dei matrimoni misti 4 146-415 3
5. " dovere pastorale dell'Ordinario dcI luogo e dci parroco 41 54-4155
6. Matrim onio contratto con la dis pensa dall' impedimento di disparità di culto 4 156
7. Il matri mo nio dei batte zzati non credenti 4 157-4 160
R. Norme della CEI: Decreto 5 nov. 1990, nn. 48 -52
No ta n da
l. Il riordinamento della materia 4 136-4 137
2. Co ncetto di "matrimonio misto" 4 138 e nota I
3. Le ragioni pastorali del divi eto di tali matr imoni e della necessità della licen za espress a
(non disp en sa) da parte dell a competente autorit à 4139-4140 e nota 2
4. Condizioni per la concessione dclla licenza da parte dell'Ordinario del luogo 4141- 4 142
e nota 3
5. La gara nzia (cautio) prescritta dal Codice precedente 4 143 e nota 4
6. Le attribuzio ni de lle Conferenze Episcopali e le norme eman ate dalla CEI per l' Italia
4144- 4 145
INDICE ANALITICO 557

7. La forma da usare nella celebrazione dei matrimoni misti


- Per sé è prescritta "ad validitatem" la forma canonica 4147
- L'eccezione per i matrimoni misti contratti con i battezzati ortodossi 4148 e nota 6
- La possibilità di dispensa da parte dell'Ordinario del luogo in singoli cas i di gravi
difficoltà, salva per altro una qualche forma pubblica di celebrazione 4149 e nota 7
- Le norme emanate dalla CEI 4150-4151
- Divieti comprensibili e aperture ecumeniche 4152
8. La direttiva pastorale di Giovanni Paolo 11 in ordine al delicato problema del matrimonio
dei hattezzati non credenti 4157-4160
9. Norme della CEI (Decreto Generale 5 nov. 1990, nn. 48-52) 4162-4171

MATRIMONIO MORGANATICO
- Nell'età feudal e c nell 'età moderna 4178

MATRIMONIO per PROCURA


- V. "Procura matrimoniale"

MATRIMONIO PUTATIVO
l. Concetto 3763
2. Effetti giuridici (cann. 1137 c 1139) 4188 e 4191

MATRIMONIO RATO E NON CONSUMATO


I. Concetto 3764-3765 e note 6 e 7
2. Presunzione 3765
3. L'assoluta indissolubilità del matrimonio rato e consumato 4194-4196 e note l e 2
4. La motivazione 4197-4200
5. Lo scioglimento del matrimonio non consumato
- Cenn i storici 4201
- Le nonne canoniche 4202-4204
- La giusta causa e la dispensa 4205-4206
6. Il processo per la dispensa dal matrimonio rato e non consumato
- V. "Processo matrimoniale di dispensa super rato"

MATRIMONIO SEGRETO
La celebrazione del matrimonio segreto
I. La precedente denomin azione di " matrimonio di coscienza" 4172
2. Inconvenienti e pericoli di un tale matrimonio, conservato dalla Chiesa per venire
incontro a particolari situazioni 4172
3. La cau sa gra ve e urgent e 4173
4. È moti vo sufficiente la perdita della pensione civile 4173, nota 1
5. La debita licenza dell 'Ordinario del luogo 4173
6. In pericolo di morte e in circostanze straordinarie 4173
7. Il segreto da osservare 4174
8. La cessazione del segreto 4175
9. L' annotazione del matrimonio segreto 4176
IO. La registrazione di battesimo dei figli 4176
Il . L'eventuale trascrizione del matrimonio agli effetti civili 4177
12. Matrimoni clandestini e morganatici 4178
55R INDICE ANALITICO

MATURITÀ
I. La maturità della persona umana è tra i fini essenziali dell' educazione cristiana (can.
217) 1370
2. A tale maturità tende anche la formazione che gli allievi del Seminario ricevono nel pio
istituto 1505
3. Una qualità necessaria
- Per l'ammissione al presbiterato 3681
- Per l' ammissione al noviziato religioso 2812
- Per l'accettazione negl'Istituti secolari 3040
4. La maturit à biologica, di cui il legislatore canonico ha tenuto conto nel determin are l'età
minima per poter contrarre validamente il matrimonio 3873· 3875
5. L' adeguata maturità psicologica (discrezione di giudizio) richiesta per la prestazione del
debito consenso matrimoniale 4001

MEDICINA
- Le medicine e il digiuno eucaristico 3439

MEDICINALE
Pene medicinali
I. Pene medicinali ed espiatori e: concetto e fine 4277 e note 4-6
2. In concreto, le pene medicinali sono le "censure" (di cui nei cann. 1331-1333) 4864 ss.
3. La normativa: v. "Censura penale"

MEDICO
1. Nel ministero della confessione, il sacerdote è giudice e medico 3569
2. Interrogati in giudizio, i medici "tenuti al segreto di ufficio" sono esentati dall' obbligo di
rispo ndere 454 5, IO

MENDICANTI
- I religiosi mendicanti e la raccolta di offerte: le questue 4589· 4592

MENS LEGISLATORIS
- Il ricorso alla mente del legislatore, nella interpretazione di leggi con senso dubbio o
oscuro 303

MENSTR UA COMMORAT IO
- La "menstrua cornrnoratio" in ordine alla parrocchia di celebrazione del matrimonio
749. 4089 e nota IO

MENTALE
- L'orazione mentale: v. "Orazione"

MERCATURA
- V. "Comm ercio"

MERCIMONIO
I. Il divieto di ogni mercimoni o nelle offerte di Messe 349 1
2. Le sanzioni penali 5008
3. Un uso di alcune Case Editrici, che non sembra del tutto corretto 3492
INDICE ANALITICO 559

MER ITO
Il merito o sostan za delle cause
1. Distinzione tra "acta causae" e "acta processus" 5269
2. La redazio ne degli uni e degli altri 5269 e nota 5
3. Il compito di ciascun giudice nel tribunale collegiale 5570
4. L' ufficio di giudice nella "restitutio in integrum" 5644
5. Il compito dell'esecutore della sentenza 5661, IO

MESE
- Il computo del mese nel diritto canonico: v. "Computo del tempo"

MESSA
Prospetto
I. Messa
2. Messa esequiale
3. Messa fondata
4. Messa gregoriana
5. Messa "pro populo"

MESSA
I - Principi teologici
I. Essenza e valore del Sacrificio eucaristico 3398-3399
2. Azione di Cristo e della Chiesa 3402
3. Azione comu nitaria del Popolo di Dio 3403
4. I frutti della celebrazione 3404
I [- La celebrazione del Sacrificio Eucaristico
I. Un potere concesso solo ai sacerdoti 3406
2. Un attentato sacrilego: le sanzioni penali 500 1
3. Esortazioni alla celebrazione frequente, anzi quotidia na 1598, 20 , 34 11
4. Binazione e trinazione 3412-34 17
5. Il tempo della celebrazione 3464-3465
6. Il luogo dcIIa celebrazione 3466-3468
7. Per la celebrazione nelle cappelle private 4433
8. Per la celebrazione in un tempio di fratelli separati 3469
9. L' altare 3468
lO. Proibita la celebrazione della Messa su un altare, sotto il quale sia riposto un
cadavere 4507
Il . La materia del Sacrificio 3452-3453
12. Il pane azzimo 3457
13. L' inseparabilità della duplice consacrazione 3558
14. I sacri parament i 3460
15. La lingua e i testi liturgici 3459
16. Il digi uno eucaristico : v. "Digiuno", n. I
17. La presenza dei fedeli 3418
18. Concessioni in favore di sacerdoti infermi, ciechi o di età avanzata 3461
19. La preparazione e il ringraziamento al santo Sacrificio 3423
20. Celebrazione individuale e concelebrazione : v. "Con celebrarione"
21. Vietata la coneelebrazione con sacerdoti e ministri di Chiese e com unità
ecclesiali separate : le ragioni del divieto 3420-34 23
560 INDICE ANALITICO

22. Celebrazione della Messa ed esposizione del SS. Sacramento 3483


23. Un dovere pastorale del Vescovo diocesano 1975
24. Demandata in modo speciale al parroco la celebrazione eucaristica più solenne
nelle domeniche e nelle feste di precetto 3400
25. Messa e omelia 3143-3147
26. La celebrazione della Messa nei luoghi sacri in cui è conservata la SS.
Eucaristia 3473
27. Il registro delle Messe 3510
III - La partecipazione dei fedeli
I . L'esortazione della Chiesa 3400, 10 e 2 0
2. Una partecipazione attiva e fruttuosa 3404
3. Un divieto per i laici e per gli stessi diaconi 3419
4. La recezione della Comunione durante la Messa e fuori della Messa 3437
5. L'obbligo della Messa domenicale e festiva
- Il contenuto del precetto e l'adempimento 4534-4540
- In mancanza della celebrazione eucaristica 454 1-4542
6. La celebrazione eucaristica, centro di tutta la vita del Seminario 1510, IO
7. La partecipazione quotidiana dei religiosi e dei membri d'Istituti secolari 2889,
3034
IV - L'applicazione della Messa
1. La facoltà del sacerdote celebrante (can. 901) 3407
2. L'offerta per l'applicazione: v. "Offerte di Messe"
V - Messa e conferimento di cresima e di ordine sacro
l. Il conferimento della cresima 3373
2. Il conferimento degli ordini sacri 3652

MESSA ESEQUIALE
l. Gli esclusi dalle esequie ecclesiastiche 4340
2. Per la normativa delle esequie ecclesiastiche: v. "Esequie ecclesiastiche"

MESSA FONDATA
l. L'offerta per le Messe fondate 3507
2. V. "Oneri", n. III

MESSA GREGORIANA
- Le nuove disposizioni di Paolo VI 3515

MESSA pro POPULO


Un obbligo grave, personale e reale, imprescrittibile
l. Del Vescovo diocesano 1974
2. Dell'Amministratore diocesano 2074
3. Del parroco 2471
4. Dell' amministratore parrocchiale, ma non del vicario parrocchiale 2945, IO, 2515
5. L'obbligo di tutto il gruppo di sacerdoti, che ha ricevuto in solido la cura di una o più
parrocchie 2500
INDICE ANALITICO 561

MESSAGGIO EVANGELICO
l. 1 laici, testimoni del messaggio evangelico con la parola e con l'esempio di una vita
cristiana 3129
2. 11 messaggio evangelico ai lontani e ai non credenti 2459, 2152
3. L'opera dei missionari 3178
4. V. anche "Vangelo" - "Evangelizzazione"

MESSE COLLETIIVE
I. Un delicato problema teologico-pastorale 3496
2. 11 Decreto della Congregazione per il Clero (22 gennaio 1991) 3496-3503
3. Un utile commento del Segretario della Congregazione: L'Osservatore Romano, 23
marzo 1951, pago 5

METROPOLITA
I. Concetto 2093
2. Competenze e attribuzioni 2094-2099
3. L'insegna del pallio 2100-2101
4. Compiti ulteriori 2102
5. Patriarchi e Primati della Chiesa Latina 2103
Notanda
l . Compiti del Metropolita nelle diocesi suffraganee 2094-2099
2. Compiti in ordine al Concilio provinciale 2102
3. La devoluzione, in casi particolari, della nomina dell' Amministratore diocesano delle
Chiese suffraganee 2062
4. V. anche "Provincia ecclesiastica" - "Concilio provinciale"

METROPOLITANO
I. La determinazione o l'approvazione della sede metropolitana da parte del Romano
Pontefice 2093
2. In caso di vacanza della sede metropolitana
- Non può essere convocato il Concilio provinciale 2109-2110
- È devoluta al Vescovo suffraganeo più anziano per promozione l'eventuale nomina
dell' Amministratore diocesano 2062, 2068-2069
3. Il tribunale di seconda istanza delle diocesi suffraganee e della stessa diocesi
metropolitana 5197, l° e 2°
4. V. anche "Metropolita"

MEZZANOTTE
- L'inizio del giorno, nel computo del tempo 1306

MEZZI DI COMUNICAZIONE SOCIALE


- V. "Strumenti di comunicazione sociale"

MEZZI DI SANTIFICAZIONE
l. La sacra Liturgia: can. 834, § I
2. I sacramenti: can. 840, § I
3. La preghiera e le opere di penitenza e di carità: can. 839, § I
4. Il culto dei Santi: can. 1186
5. Esortazione ai chierici: can. 276, § 2, n. 5
562 INDIC E ANALITICO

MILITARE
I. La normativa speciale dei cappellani militari 2571-2575
2. II nuovo accordo stipulato tra la Santa Sede e l'Italia (18 febbr. 1984) 2576
3. Gl'impegni militari e i chierici o i candidati agli ordini sacri 1642
4. II nuovo accordo tra la Santa Sede e l'Italia 1643

MINACCE
- Eventuali delitt i comm essi da un chierico, co n violenza o minacce, contro il sesto
comandamento del Decalo go 5031

MINIMO
- V. "Massimo"

MINISTERO
Prospetto
I. Ministero ecclesiastico
2. Ministero laicale
3. Ministero della Parola
4. Ministero sacro

MINISTERO ECCLESIASTICO
I. La dichiarazione che i candid ati al diaconato e al presbiterato de vono conse gnare al
Vescovo dioce sano o al Superiore maggiore competente, circa il loro impe gno di
ded icarsi per sempre al ministero eccle siastico 3687
2. La debita rimun erazione dei chierici e dei diaconi coniugati, che si dedicano al ministero
ecclesiastico 1612-16 I7
3. Sanz ioni penali
- Per violenz a fisica contro un chierico o un religioso, per disprez zo contro il suo
ministero 4988
- Per violazione della libertà del ministero o della potestà ecclesiastica 499 5
- Per abuso di potere nel proprio ufficio o ministero ecclesiastico o per negligenza
colpevol e 5016
4. Divieto allo scomunicato 4875
5. V. anche "Ministero sacro"

MINISTERO LAICALE
Ministeri e servizi ecclesiali af fidati a laici
I. I ministeri stabili di lettore e di accolit o
- Doti fondamentali richieste nei candidat i 1422, nota 9
- Riorgan izzati da Paolo VI 1421
- Le funzioni 1421
- Riservati ai laici di sesso maschile 1422
- Stabil ita in Italia dall a CE! l'età minima di 25 anni 1422
2. Ministeri liturgici temporanei
- Possono essere affidati indistintamente a uomini e a donne 1424
-II conferimento non richiede l'i stituzione liturgica 1424
3. Ministeri di supplenza
- Esempli ficazione 1425
- Un chiarimento 1425
4. L'adeguata formazione
INDICE ANALITICO 563

- Preparazione dottrinale, morale, spirituale, liturgica, pedagogico-pastorale 1426


5. Il problema della rimun erazione 1427

MINISTERO della PAROL A


I. Il co ntenuto e il fondamento 3 131
2. I vari mezzi da usare 3132
3. La responsabilità dei Vescovi diocesani, moderatori del ministero della Parola nella
propria Chiesa particolare 1970-1 971 , 1982, 3126
4. Il dovere dei presbiteri - in particolare dei parroci - dei diaconi e dei membri
degl' Istituti di vita consacrata 2459, 3127, 3 128
5. La partecipazione dei laici 1425, 3129, 3141
6. V. anche "Catechesi" - " Funzione d 'insegnamento" - "Parola di Dio" - "Predicazione"

MIN[STERO SACRO
I. L' import anza e la nece ssità del ministero sacro: il dovere dei fedeli, dei sacerdoti e in
particolare dei Vescovi circa la pastorale delle vocazioni eccle siastiche 1451-1454
2. Il diritto proprio ed esclu sivo della Chiesa di provvedere dirett amente alla formazio ne dei
mini stri sacri 1449-1450
3. Tale form azione deve compiersi in Seminario, almeno per quattro anni 1467-1469
4. Gli aspiranti al diaconato permanente 1470-1477
5. L' attitudine all' esercizio del sacro ministero fa parte delle qualità richieste nel candidato
agli ordini sacri 3713
6. Inabilità al ministero sacro per demenza o altra infermità psichica
- Irregolarità rispetto alla recezione degli ordini saeri 3694
- Impedimento all'esercizio degli ordini ricev uti 3703
7. L' esercizio illegittimo di un ufficio sacerdotale o di un altro ministero sacro : la sanzione
penale 5007
8. La violazione de lla libertà del sacro ministero 4995
9. V. anche "Ministro sacro" - "Ministero ecclesiastico" - " Vocazione", n. Il

MIN[STRO
Prospetto
I. Ministro cattolico
2. Ministro non cattolico
3. Ministro dei sacramenti e dei sacra mentali
4. Ministro sacro

MINISTRO CATTOLICO
I. L' amministrazione dei sacra menti dell a penitenza, dell'Eucaristia e dell'u nzione
degl'i nfermi a cristiani che non sono in piena comunione con la Chiesa Cattolica
- Per sé l' amministrazione dei detti sacramenti va fatta soltanto ai fedeli cattolici 3312
- Condizioni per la lecita amministrazione a fratelli separati 3315
- [n pericolo di morte o di fronte ad altra grave necessità 3316
2. Un duplice divieto
- Circa la concelcbrazionc eucaristica 3420-3422
- Circa la celebrazione dei matrimoni misti 4152

MIN[STRO non CATTOLICO


I. La recezione dei sacramenti della penitenza, dell'Eucaristia e dell'unzione deg l' infermi,
da min istri non cattolici
564 INDICE AN AL ITIC O

- La norma generale 3312


- La concessione particolare 3314
2. Ministro non cattolico ortodos so nella celebrazione dei matrimoni misti co ntratti con una
parte non cattolica di rito orientale 4148 e nota 6
3. Un dupli ce divieto: v. il n. 2 della voce precedent e

MINISTRO dei SACRAMENTI e dei SACRAMENTALI


I - Norme generali
l. Venerazione profonda e accurata diligen za nella celebrazione dei sacra menti:
can.840
2. Il diritto dei fedeli : can. 843, § I
3. La debit a preparazione: can. 843, § 2
4. L' osservanza delle norme liturgiche: can. 846
5. L'uso degli oli sacri prescritti: can. 847
6. L' amm inistrazione dei sacramenti de lla penitenz a, dell' Eucaristia c deIl' unzione
degl'infermi a memb ri delle Chiese orientali e di altre comunità di fratelli
separati
- V. "Ministro cattolico" , n. I
Il - Il ministro dei singoli sacramenti
I. Il ministro del battesimo
- Il ministro ordinario: can. 861, § I
- Il ministro straordinario: ea n. 86 1, § 2
- Il battesimo degli adulti : can. 863
2. Il ministro dell a co nfermazio ne
- Il ministro ordinario: can. 882
- Il ministro straordinario: ca n. 882
3. Il ministro dell'Eucaristia
- Il ministro della consacrazione: can. 900, § I
- Il ministro della Comunione: ean. 910
- Il ministro della benedizi one eucaristica: can. 943
4. Il ministro del sacrame nto della penitenza: v. "Sacramento della penitenza", n.
III
5. II ministro dell 'unzione degl 'infermi
- Il ministro "ad validitatem": can. 1003, § I
- Il ministro "ex o ffici o" : can. 1003, § 2
- La benediz ione dell'olio: can. 999
6. Il ministro dell ' ordine sacro: can. 1012
7. I ministri del sacramento del matrimoni o: gli stessi contraenu, In quanto il
ministro sacro che vi assiste (l'assis tente può essere anche un sempli ce laico) è
solo un teste qualificato e pubbl ico, il quale esercita la sua funzion e in nome
della Chiesa: can, 1108, § 2; cfr. anche n. 3724
8. Per ulteriori norme sui ministri dei sacramenti, v. le singole voci
III - Il ministro dei sacramentali
I. Il ministro dei sacramentali in genere : can. 1168
2. Il ministro delle cons acrazioni e dedicazioni: can. 1169, § I
3. Il ministro delle benedizioni: can. 11 69, § 2
4. Facolt à del diacono : can. I 169, § 3
5. Il ministro della dedicazione dei luoghi sacri: can. 1206
6. Il ministro della benedi zione dei luoghi sacri: can. 1207
7. Il ministro degli esorci smi: can. 1172
8. V. anche "Sacramentali"
INDI CEANALlTIGJ 565

IV - Il problema delle offerte


I. Una nonna giuridica e pastorale: can. 848
2. La competenza dei Vescovi della provincia ecclesia stica: can. 1264, n. 2
3. Le offerte di Messe: v. "Offerte di Messe"
V - Reati contro i sacramenti e pene relative
1. li reato di simulazione : can. 1379
2. /I reato di simonia: can. 1380
3. Reati contro l'Eucaristia e il sacramento della penitenza: cann. 1378, 1387, 1388

MINORATI
- Anche i minorati fisici e psichici devono ricevere l' istruzione catechist ica, consentita
dalla loro condizione 3164

MINORENNE
La condizione giuridica
I. La person a minorenne in senso canonico 695
2. Effetti giuridici su li' esercizio dei diritti 700
3. La costit uzione dei tutori 70 1
4. Atti consentiti nell' età minore 702
5. /I domicilio e il quasi-domicilio dei minorenni 737
6. La rappresentanza in giudizio 5287-5289 , 5292
7. La responsabilità penale
-/I minore che non ha comp iuto 16 anni, è esente da pena 4819
- L'attenuante per il minore che ha compiuto 16 anni 4833
8. V. anche "Maggiorenne"
Nonn e ulteriori
I. La legge dell' astinenza e del digiuno 4554
2. li chierico che abbia abusa to di un minorenne 5031, 3°
3. li matrim onio dei minorenni 3808, 38 18-38 19, 3822, 3870 ss.
4. La capacità testimoniale 5447, l°, e nota I

MISSIO CANONICA
- La fonte radicale, antologica, dei poteri episcopali è la consacrazione sacramenta le, ma
per il loro esercizio è necessaria la "missio cano nica" da parte dell'autorità gerarchica,
ossia de l Romano Pontefice, Capo del Collegio Episcopa le e Pastore della Chiesa
universale 934, 1934

MISSIONARI
I. I missionari e il mandato della Chiesa: vocazioni varie con la partecipa zione di tutte le
componenti del Popolo di Dio 3175-3176
2. J missionari laici: nonne e direttive della "Ecclesiae Sanctae" di Paolo VI 3175
3. Il fine dell 'azione missio naria propriamente detta 3 177
4. L' azione e iI metodo 3178
5. La dipendenza dei missionari dal Vescovo diocesano 3184
6. Missionari e catechisti 3 176
7. La cooperazione missionaria nelle singole diocesi 3 182
8. Compiti delle Co nferenze Episcopal i 3173
9. V. anche "Azion e missionaria"
566 INDICEANALITICO

M[SSIONARIO
l. La Chiesa è essenzialmente missionaria 1358
2. Il dovere di diffondere il messaggio evangelico impegna tutti i cristiani 1358-1359
3. L'impegno missionario dei laici 1405-1406
4. Lo spirito missionario a cui devono essere informati i giovani alunni del Seminario
1506, l°, [507, 1543
5. La promozione delle vocazioni missionarie (can. 79 I, n. 2) 3182
6. Le Pontificie Opere Missionarie (can. 791, n. 2) 3182
7. La Giornata "Pro Missionibus" (can. 791, n. 3) 3182
8. Le opere missionarie nelle Prelature personali 1661, 1664

MISSIONE PONTIFICIA
- Le Missioni pontificie presso Consigli internazionali o presso le Conferenze e i
Congressi 1980 e nota 1

MISSIONI ESTERE
- V. "Missionari" - "Missionario" - "Azione missionaria"

MISSIONI INTERNE
- Esercizi spirituali e sacre missioni per il popolo: il dovere dei parroci 3151

MISTERO
1. I misteri di Dio
- Il Vescovo, principale dispensatore dei misteri di Dio 1973, 3284
- Dispensatori dei misteri, tutti i chierici 1597
2. I misteri della fede: [a [oro esposizione nell' omelia della Liturgia eucaristica 3143
3. Il mistero della salvezza: v. "Salvezza", n. II
4. Il mistero di Cristo nel ministero della Parola 3131
5. Il mistero pasquale
- La sua celebrazione nel giorno del Signore 4530
- L'impegno del Vescovo diocesano 1973
6. Il mistero redentore del Sacrificio eucaristico 3411, IO
7. Il mistero di unità e di amore fecondo tra Cristo e la Chiesa nel matrimonio cristiano
3790

MOBILE
I. Altare mobile e fisso
- Nozione 4499
- Norme relative: v. "Altare"
2. Beni mobili
- Donazioni dai beni mobili, che non fanno parte del patrimonio degli enti ecclesiastici
4690
- La collocazione del denaro e dei beni mobili di carattere dotale, assegnati alle pie
fondazioni 4749
3. Per altre norme, v. "Immobile"

MODERATORE
Prospetto
I. Moderatore di associazione
2. Moderatore di casa o monastero "sui iuris"
INDICE ANAL mco 567

3. Moderat ore di Curia diocesana


4. Moderatore parrocchiale
S. Moderatore degli studi
6. Modera tore di tribunal e
7. Moderat ore di Università
- V. anche "Superiore"

MODERATORE di ASSOCIAZIONE
- V. " Presidente" , n. Il

MODERATORE di CASA o MONASTERO "SUI IURIS"


I. Concetto di casa "sui iuris" 2713
2. L'autorità del Moderatore o Superiore locale 2713, 2734
3. L'elezione 2749
4. La durata in carica 2744
5. Monasteri "sui iuris" in particolari condizioni 2715
6. L' eventuale dimissione di un membro 2981

MODERATORE di CURIA DIOCESANA


l . Il compito 2208
2. Nomina rimessa alla discrezione del Vescovo diocesano 2208
3. Dev'e ssere sacerdote 2209
4. Per sé è lo stesso Vicario generale o uno dei Vicari episcopali 2209
5. Il Moderatore di Curia, distinto dal Vicario generale, resta per sé sottoposto alla sua
autorità 2209
6. Necessaria la sua autorizzazione e, insieme, del cancelliere, per poter accedere
all'a rchivio diocesano c portarne via, per breve tempo, dei documenti 2259. 6°. e
226 1

MODERATORE PARROCCHIALE
I. Concetto e istituzione 2425-2428, 2438
2. Un solo parroco c un solo moderatore 2451
3. La presa di possesso 2498, 3°
4. La direzione della cura parrocchiale 2499
5. La rappresentanza giuridica della parrocchia o delle parrocchie 2500
6. Nel caso che il moderatore cessi dall'u fficio 250 1

MODERATORE degli STUDI


- Moderatore o Prefetto degli Studi in Seminario: v. "P ref etto degli Studi"

MODERATORE di TRIBU NALE


l - I Moderatori di tribunali di prima e di seconda istanza
l. Nel tribunale diocesano, il Moderatore è il Vescovo della diocesi: cfr. can. 14 19
ss.
2. Nel tribunale interdiocesano, costituito con l'approvazione della Santa Sede, il
Moderatore è il gruppo dei Vescovi interessati o il Vescovo designato da essi
(can. 1423, § I) 5155
3. Nci tribunali di seconda istanza, costituiti dalla Conferenza Episcopale a norma
del can. 1439, §§ I e 2, il Moderatore è la Conferenza stessa o il Vescovo
designato 520 I
568 INDICEANALlTICO

II - Compiti e attribuzioni del Moderatore


A parte la cura e la vigilanza per il retto funzionamento del tribunale a cui è
preposto, e la nomina dei suoi componenti (Vicario giudiziale, Vicari giudiziali
aggiunti , giudici, uditori, promotore di giustizia, difensore del vincolo, notai:
cfr. cann. 1420, 1421, 1422, 1425, 1428, 1430, 1435, 1437), sono demandate
espressamente al Moderatore le seguenti attribuzioni:
I. Circa la ricusazione del Vicario giudiziale e del Vicario giudiziale aggiunto
5230,2°
2. Circa l'approvazione degli avvocati 5303
3. Circa la sospensione o la cancellazione dall'albo di un avvocato che mancasse
gravemente al suo ufficio 5311-5313
4. Circa le spese giudiziarie e il gratuito patrocinio: can. 1649
5. Circa l'esecuzione della sentenza 5659,2°

MODERATORE di UNIVERSITÀ
- Una particolare cura del Moderatore e dei Docenti (can. 820) 3244-3245

MOGLIE
l . Necessario il consenso della moglie, per la promozione al diaconato permanente di una
persona sposata 3681
2. Una persona che ha moglie, è impedito di ricevere gli ordini sacri, tranne che si tratti di
diaconato permanente 3700
3. Circa l'ammissione al noviziato religioso 2816
4. Circa l'ammissione in una Società di vita apostolica: la medesima norma, a termine del
can. 735, § 2
5. In caso di poligamia, nell'applicazione del privilegio della fedc fondato sulla potestà
vicaria del Romano Pontefice 4222
6. V. anche "Coniugi" - "Genitori" - "Matrimonio"

MOLTIPLICAZIONE
1. La moltiplicazione delle irregolarità e degl'impedimenti relativamente alla recezione o
all'esercizio degli ordini sacri 3704,2°
2. L'impedimento matrimoniale di consanguineità non è più soggetto, nel nuovo
ordinamento, a moltiplicazione 3962
3. Soppressa anche la moltiplicazione dell'impedimento matrimoniale di affinità 3968

MONACHE - MONACI
- V. la voce seguente

MONASTERO
I - Monasteri in genere
I. Casa religiosa "sui iuris" di canonici regolari o di monaci 2713
2. L'autorità di Superiore maggiore del Superiore locale 2713
3. Vero "Ordinario" negl'Istituti clericali di diritto pontificio 2713
4. Monasteri "sui iuris" soggetti alla particolare vigilanza del Vescovo diocesano
2715
II - Monasteri femminili
I. Per l'erezione di un monastero femminile, oltre che il consenso del Vescovo
diocesano, è anche necessaria la licenza della Sede Apostolica 2707
INDICEANALITICO 569

2. Concetto di "mon ache" (moniales) 2707, nota 2


3. La soppress ione di un monastero "sui iuris" 2720
4. Monasteri femminili associati a un Istituto maschile 27 14
III - Norme ulteriori
l. La nomin a del Superiore di una casa "sui iuris": can. 624, § l
2. La particol are dipenden za dal Vescovo diocesano del «monastero sui iuris che, a
parte il proprio Moderatore, non ha un altro Superiore maggiore, né è associato
ad un Istituto di religiosi, in modo che il Superiore di questo abbia su tale
monastero una vera potestà determin ata dalle costituzioni» (can. 615)
- Tale mona stero «è affidato a norma del diritto alla particolare vigilanza del
Vescovo diocesano»: can. 6 15
- È sogge tto alla visita pastorale del medesimo Vescovo: ca n. 628, § 2, n. I
- L' intervento del Vescovo nell'elezione dci Superiore: can. 625, § 2
- La conferm a dell' indulto di lascia re il monastero concesso a un suo memb ro:
can. 688, § 2
- Il decreto di dimissione: can. 699, § 2
- Il conse nso «per la validità dell' alienazione e di qualsiasi operazione da cui
la situazione patrimon iale del monastero potrebbe subire un danno» (638, §
3): ca n. 638, § 4
- La presentazione del rendiconto annuale: can. 637
3. La clausura degl 'I stituti contemplati vi
- In ge nere: can. 667, § 2
- La clausura papale: can. 667, § 3
- La facoltà del Vescovo diocesa no: ca n. 667, § 4
4. Il passaggio di un religioso ad altro Istituto: can. 684, § 3
5. La riammi ssione: can. 690, §§ 1-2

MONOPOLI O SCOLASTICO
- V. " Pluralismo scolastico"

MONSTR A
- Il battesimo dei " monstra" e degli "os tenta" 3348

MORA
- "Peric ulum in mora": cann . 87, § 2, 703, 1080. § 2,11 53, § l

MORIBONDI
I. L' assistenza ai malati, soprattutto ai moribondi, un particolare dovere dci parroco: can.
529, § I
2. V. "Pericolo". n. Il

MORTE
I. Il "memoriale" della Morte del Signore: ca n. 897
2. Cristo ubbidiente al Padre fino alla mort e: can. 60 1
3. In pericolo di morte: v. " Pericolo", n. Il
4. L' amm inistrazione dell'unzione degl'infermi in caso di morte dubb ia: can. 1005
5. La registrazione dci defunti nell' appo sito libro parrocchiale: can. 1182
6. Le esequie in caso di morte fuo ri della propr ia parrocchia : can. ! 177. § 3
7. Solo la morte può sciogliere il matrimonio rato e con sumato: can. 1141
570 INDICE ANALITICO

8. La dichiarazione di morte presunta; v. "Processo matrimoniale di morte presunta"


9. Atti "inter vivos" e "mortis causa": v. "Pie volontà"
lO. L'impugnazione del matrimonio dopo la morte di entrambi i coniugi o di uno di essi:
can. 1675, § l
Il. Nel caso che uno dei coniugi muoia nel corso del processo: can. 1675, § 2
12. La morte del Romano Pontefice
- Sospende "ipso iure" il Concilio Ecumenico eventualmente in corso: can. 340
- Sospende similmente l'eventuale Sinodo dei Vescovi: can. 347, § 2
13. La morte del Vescovo diocesano
- Rende vacante la sede episcopale: can. 416
- Sospende il Sinodo diocesano eventualmente in corso: can. 468, § 2
- Dev'essere subito comunicata alla Santa Sede: can. 422
- La validità degli atti del Vicario generale o episcopale: can. 417
- La cessazione dall'ufficio can 481. § 1
14. La morte per omicidio
- V. "Omicidio" - "Aborto"
15. La morte inferta al coniuge e l'impedimento "criminis": v. "Crimine"

MORTE APPARENTE
- L'amministrazione dell'unzione degl'infermi nella ipotesi della morte apparente 3638

MORTE PRESUNTA
- V. "Processo matrimoniale di morte presunta"

MORTIS CAUSA
- Atti "inter vivos" e "mortis causa": cann. 1299, §§ 1-2, 1300, 1301, § I

MOTIVAZIONE - MOTIVI
I. L'esposizione dei motivi nei decreti singolari 471
2. Le cause motive nei rescritti e nelle dispense: v. "Causa motiva"
3. I motivi "in iure" e "in facto" nel decreto di dimissione di un religioso dall'Istituto 2979
4. I motivi "in iure" e "in facto" nella sentenza giudiziaria 5582,4°
5. Sentenza viziata da nullità, se priva delle debite motivazioni 5599, 2°
6. L'esposizione dei motivi nelle altre pronunzie del giudice 5588-5589
7. Nel decreto derogatorio alle norme processuali non prescritte "ad validitatem", nel
processo contenzioso orale 5692
8. Le motivazioni nel processo di rimozione o di trasferimento di un parroco 5946, 5957
9. I motivi o ragioni addotte dal parroco a sua difesa 5957,]0, 5964
lO. Le ragioni del diniego della licenza di pubblicazione di uno scritto, da comunicare
all'autore 3268

MOTU PROPRIO
1. Il rescritto concesso "motu proprio" e la surrezione o reticenza del vero 515
2. Invalidità di atti amministrativi emanati anche "motu proprio" 433
3. Interventi "motu proprio" della Sede Apostolica 2155, 5213

MOVIMENTO ECUMENICO
- V. "Ecumenismo"
INDIC E ANALITICO 571

MOZARABICO
- Rito mozarabico O visigotico 773

MULTA
- Multe pecuniarie previste per procuratori e avvocati , che si rendessero colpevoli di
subornazione o di altri reati contro l'onestà e la giustizia 5311-5313

MUNUS DOCENDI
- De Ecclesiae munere docend i: v. "Funzione d 'insegnamento "

MUNUS REGENDI
- De Ecclesiae punere regendi: v. "Potestà di governo"

MUNUS SANCflFICANDI
- De Ecclesiae munere sanctificandi: v. "Funzione di santificazlone"

MUTILAZIONE
I. Le mutilazioni gravi e dolose compiute su se stesso costituiscono una "irregolarità" per la
recezione e l'esercizio degli ordini sacri 3698, 3702,3°
2. Il reato di mutilazione e altri delitti contro la vita e la libertà della persona umana: le
sanzioni penali 5035

MUTISMO - MUTO
I. L'escussione in giudizio di un testimone sordo o muto 5268
2. La manifestazione del consenso con segni equivalenti, nel caso di mutismo o sordità
degli sposi o di uno di essi 4048, 3°

MUTUAE RELATIONES
- Il Documento congiunto della Congregazione dei Religiosi e degl'Istituti Secol ari e
della Congregazione per i Vescovi (14 maggio 1978) circa l'intesa e la cooperazione tra
Vescovi dioce sani e Superiori religiosi 2926

MUTUO
- Mutui contratti da amministratori di beni ecclesiastici 4688, 5°

NASCITA
I. Il luogo di origine di una persona in rapporto alla nascita 712-716
2. Il conferimento del battesimo 3344
3. L' annotazione del giorno e del luogo di nascita nell'atto di battesimo 3358

NATALE DEL SIGNORE


l . Festa di precetto universale 4531, l °
2. In tale giorno , il Vescovo diocesano non può assentarsi dalla diocesi "nisi ex gravi
urgentique causa " 1990
3. L'offerta delle tre Messe di Natale 3504
572 INDICE ANALITICO

NATURA
I. Ex ime naturae 4734
2. La sola approvazione di un'associazione privata, non ne muta la natura 1746
Frasi tipiche
Natura sua: cann. 120, § l, 375, § 2, 781, 837, § 2, 1134, 1492, § 3, ccc.
Suapte natura: cann. 59, 588, § l
Ex ipsa eius natura: can. 1084, § 1
Ex natura rei: can. 427, § I, 606, ecc.

NAVIGANTE
I. Per i naviganti, come per gli esuli, gli emigranti, i profughi, i nomadi, occorre costituire
dei cappellani propri 2565
2. Facoltà dei cappellani 2562-2563

NECESSITÀ
I - Caso o stato di necessità
- V. "Caso di necessità" - "Stato di necessità"
Il - Necessità o bisogni
Della Chiesa
l. Il diritto della Chiesa e il dovere dei fedeli 1383
2. Particolari necessità della Sede Apostolica, della diocesi, del Clero, del
Seminario, ecc. 1383
3. Facollà impositive del Vescovo diocesano e dei Vescovi della Provincia
ecclesiastica 1385
4. Le libere donazioni dei fedeli 1386
5. Le disposizioni "mortis causa" 1386
6. Un'esortazione ai religiosi 2808

NEGLIGENZA
L Negligenza di amministratori di beni ecclesiastici: can. 1279, § I
2. Trascuratezza nella convocazione degli elettori per l'elezione a un ufficio ecclesiastico:
can.166,§§2-3
3. Negligenza da parte dei giudici, dei ministri e degli aiutanti dei tribunali: can. 1457
4. Facoltà del giudice, in caso di negligenza delle parti: cann, 1452, § 2, 1606
5. La negligenza colposa e l'imputabilità: causa aggravante: can. 1326, § I, n. 3
6. La grave trascuratezza dci doveri parrocchiali, possibile causa di rimozione di un
parroco: can. 1741, n.4
7. Negligenza in giudizio dei rappresentanti di persone giuridiche soggette alla
giurisdizione dell'Ordinario: can. 1480, § 2
8. Infermità di un religioso dovuta alla negligenza dell'Istituto: can. 689, § 2
9. La negligenza abituale degli obblighi della vita consacrata da parte di un religioso,
possibile causa di dimissione dall'Istituto: can, 696, § l
lO. La negligenza nell' LISO di un rescritto: can. 67, § 2
II. Sanzione penale per negligenza colpevole nell'esercizio della potestà o di un ministero
o ufficio ecclesiastico: can. 1389, § 2
12. Trascuratezza di un Superiore maggiore religioso in un caso part.icolare: can. 679
13 Negligenza di un Vescovo suffraganeo nel compiere la visita canonica nella propria
diocesi: can. 436, § l, n. 2
14. V. anche "Diligenza"
INDICE ANALITICO 573

NEGOZIO
- Negozio o comm ercio : v. "Comm ercio"

NEGOZ IO GIURIDICO
l . Alto, negozio e fatto giuridico 856-859
2. La rappresentanza nei negozi giuridici
- Della dioces i 1984
- Del semin ario 1482-1483
- Della parrocch ia 2465
- Della parrocch ia o delle parrocchie affidate in solido a più sacerdoti 2500
3. V. anche "A tti giuridici"

NEMO IUDEX SINE AerO RE


- Un antico effato giuridico 5279

NEOFITO
1. Concetto 3700, 30
2. La cura dei neofiti 3 180
3. Impedimento per la recezi one degli ord ini sacri, nisi.: 3700,3 °
4. lI luogo d 'o riginc 713

NISI
- Il valore delle particelle si, nisi, d ùmmodo negli atti amministrativ i singolari 438

NOMADE
- Per i nomad i, come per gli esuli, gli emigranti, i profughi, i naviganti, occorre costituire
dei cappellani propri 2565

NOME
1 - Il Nom e di Dio
L' in vocazione del Nome di Dio
l . Nel giuramento 4375-4376
2. Nelle sentenze giudizi arie 5582, IO
11 - Nomine Ecclesiae
Si compie " nomine Ecclesiae"
I. La prestazione del culto pubbl ico: can. 834, § 2
2. La celebrazione della Liturgia delle Ore: can. 246, § 2
3. L' accettazione del voto pubblico: can. 1192, § 1
4. L' azione apostolica degl'I stituti religiosi: can. 675 , § 3
5. L' attività delle persone giuridiche ecclesiastiche pubbliche: can. 11 6, § l
6. L'attivit à delle pubbliche associazioni di fedeli: can. 313
7. La richiesta e l'accettazione del consenso matrim oniale: can. IlOR, § 2
8. L' ademp imento dei compiti degli amministratori di beni ecclesiastici: can. 1282
ili - Norme varie
l. L' imposizione del nome al battesimo: can. 855
2. I nomi de i catecumeni nell'apposito registro : can. 788, § I
574 INDICE ANALITICO

3. Ogni associazione di fedel i, pubblica o privata. deve avere un titolo o un nome:


can . 304 , § 2
4. Vietato indagare in confession e sul nome del complice: can. 979
5. Per l'espressione "dare il proprio nome" : cann. 298, § 2, 307, § 3, 1374

NOMINE
I - Principali nomin e
I . La nomina dell 'Amministratore parro cchial e: cari, 539
2. La nomin a devolu tiva dell'Amministratore dioc esano da pane del Metropolit a:
can. 421 , § 2
3. La nom ina dei canonici: can. 509 , § I
4. La nomina dei cappellani: can. 565
5. Del cappellano di una pubblica associazione di fedeli : can, 317, § 1
6. Del cappellano di una casa d'I stituto religioso laicale: can . 567, § I
7. Dei Cardinali di Santa Romana Chiesa : can, 351, § I
8. Dei censo ri di libr i: can. 830
9. Dei membri del Collegio dei consultori: can. 502, § I
IO. Dei membri del Consiglio diocesano per gli affari economici: ca n. 492
I I. Dei membri del Consiglio presbiterale da parte dci Vescovo diocesano: can.
497
12. Degli addetti alla Curia diocesana: can . 470
13. Del difensore del vincolo : cnn. 1435
14. Dei docenti nelle Università Cattoliche: can. 810 , § l
15. Dell' economo diocesano : can . 494
16. Dei giudici del tribunale diocesano: can, 1421
17. Degl ' inse gnanti d i discipline filosofiche, teolo giche e giuridiche nel
Seminario: can. 253, § l
18. Degl'insegnanti di religion e: can . 805
19. Del Moderatore di Curia: can . 473, §§ 2-3
20. Del parroco: cann. 523-524
21. Dei periti nelle cau se giudizia rie: can . 1575
22. Del ponente o relatore del tribunale collegiale: can, 1429
23. Del procuratore "ad litem ": can. 148 l , § 1
24. Del promotore di giustizia: can. 1435
25. Del rettore di chiesa: can. 557, § I
26 . Del tutore di un min orc.can. 98, § 2
27. Dell 'uditore nei processi: can . 1428, § I
28. Dei Vescovi: can. 377
29. Del Vicario foran eo: can. 553 , § 2
30. Del Vicario generale o dei Vicari episcopali: can. 477
31. Del Vicario giudiziale e dei Vicari giudi ziali aggiunti: can , 1420
32. Dei Vicari parrocchiali : can. 547
33. Per le norme ulteriori
- V. le singole voci richiamate -,
Il - Nomine di competenza del Vescovo diocesano 2017

NON BATTEZZATO
l. Il non battezzato non può ricevere validamente gli altri sacramenti, finché non si battezzi
3303
2. In caso di batte simo dubbio 3347
INDICE ANALITICO 575

3. La cura dei non battezzati da parte del Vescovo diocesano (can. 383, § 4) 1966
4. L'im pedimento di disparità di culto 3909 ss.
5. Il matrimo nio contratto da due persone non battezza te e il priv ilegio della fede: v.
" Privilegio della fede "
6. Il problema della capacità giuridica dei non battezzati nella Chiesa: pareri dive rgenti
687-691
7. Capaci tà process uale dei non battezza ti nei tribunali ecc lesiastic i 5283-5284
8. È possibile affidare ai non battezzati uffici e incarichi di coope razione nell ' esercizio della
potestà di governo? 935
9. V. anche "Catecumeni" - "Non credente"

NON CATTO LIC O


1. La formazio ne degli alunni del Semi nario al dialogo con i non cattolici e i non credenti
1541
2. Norme relative al battesimo e alla confermazione
- Il battesimo di un bambino di genito ri non cattolici, i! quale sia in pericolo di morte
3345 e nota 2
- Persone battezzate in una comunità ecclesia le no n cattolica, e accolte poi nella Chiesa
Cattolica: i! problema della reiterazio ne del battesimo 3347,3°
- Una persona battezzata non cattolica non può far da padrino nel battesimo, e a norma
del can. 893, § l , neanche nella confermazione (i! divieto non riguarda i non cattolici
delle Chiese orientali) 3354 e nota 4
- Genitori che danno i loro figli a battezzare o ad educare in una religione acattolica
498 1
3. Recezione dei sacra menti della penitenza, de ll' Eucari stia e dell' unzio ne degl' infermi da
ministri non cattolici 3314
4. L' ammin istrazione dei medesimi sacramenti, da parte di ministri catto lici, a fratelli
separati 33 15-3316
5. Matrimo nio tra una parte cattolica e l'altra non cattolica, che faccia parte di una Chiesa o
di una comunità. la quale non sia in piena comunione con la Chiesa Ca ttolica: v.
"Matrimonio misto"
6. Esequie ecclesiastiche a defu nti battezza ti non cattolici 4335
7. L' ammissione dei non cattolici nelle pubbliche associaz ioni di fedeli 1592 e nota 7
8. L'ammissione negl'I stituti di vita consacrata 2667
9. Le "benedizioni" possono impartirsi anche ai non cattolici 4295
10. L' istituzione di centri uni versitari catto lici nelle Università non cattoliche 3229
I l . V. anche "Fratelli separati"

NON CRE DENT I


l. Sollecitudine pastorale per tutti , anche per i non credenti 3 152
2. La formazio ne degli alunni de l Semina rio al dialogo con i non cattolici e i non credenti
1541
3. [I dovere dei missionari 3 178
4. Il delicato problema del matrimonio dei battezzati non crede nti e le direttive pastorali di
Giovanni Paolo II 4156 ss.
5. V. anche "Non battezzato"

NON NOTORI O
l. La presun zione d'i gnor anza e di errore circa i fatti non notori 267
2. V. anche "Notorio"
576 INDICE ANALITICO

NOTA EXPLICATIVA PRAEVIA


- Unita per mandato di Paolo VI allo schema della Cost. Conco Lumen Gentium 934 e
1791

NOTAIO
I - Il notaio in genere
- Tutti i notai, ecclesiastici e civili, "son tenuti al segreto d'ufficio", per cui,
interrogati in giudizio, sono esentati dall' obbligo di rispondere 5445, l o
Il - Il notaio della Curia diocesana
l. I notai "vi officii": il cancelliere e il vice cancelliere 2245
2. L'istituzione di altri notai 2246
3. Il compito dei notai 2247-2248
4. Doti richieste 2249
5. Non sono esclusi i laici (salvo il disposto del can. 483, § 2) e neppure le donne
2249
6. La libera rimozione da parte del Vescovo diocesano "iusta de causa" e, da parte
dell' Amministratore diocesano, "de consensu Collegii consultorum" 2250
7. Norme ulteriori
- La controfirma del cancelliere e del notaio negli atti di Curia aventi effetti
giuridici: can . 474
- La presenza del cancelliere alla presa di possesso canonico (redazione del
relativo verbale) del Vescovo diocesano, del Vescovo coadiutore e del
Vescovo ausiliare: cann. 382, § 3,404, § 1,404, §§ 2-3
- La presenza del notaio nell'intimazione orale di un decreto singolare: can.
55
III - Il notaio della Curia religiosa
- L'intervento del notaio negli atti del procedimento penale di dimissione,
promosso dal Superiore maggiore contro un religioso colpevole dei reati di cui
ai cann. 1395, 1397 e 1398: can. 695, § 2

NOTAIO GIUDIZIARIO
I - Norme di carattere generale
l. Il can. 1437
- Necessità del notaio in qualsiasi processo: senza la sua sottoscrizione
personale, gli atti sono nulli "ipso iure" (§ l) 5187
- Valore degli atti compilati dal notaio: fanno pubblica fede (§ 2) 5187
2. Norme ulteriori, contenute in canoni precedenti 5188
3. Il divieto circa il rilascio di copia di atti giudiziari e di documenti senza il
mandato del giudice 5275
4. Il ricorso a un notaio pubblico civile 5405
Il - Norme varie circa l'assistenza e l'opera del notaio
I. In caso di petizione orale nel giudizio contenzioso ordinario : can. 1503
2. Nella escussione dei testi: cann. 1561, 1567, § l, 1568, 1569
3. Nel caso che una parte o un teste non possa o non voglia firmare: can. 1473
4. Nel dibattimento orale, di cui ai cann, 1602, § l, e 1604, § 2: can. 1605
5. Nell' appello fatto a viva voce: can. 1630, § 2
6. Nel processo contenzioso orale: can. 1664
7. La firma della sentenza: can. 1612, § 4
INDICE ANALIT ICO 577

1II - Compiti del notaio richiamati dalla Congreg odei Sacram enti
- An . 73 della Istr. "Provida Mater Ecclesia" 5194, nota 5

NOTE
- Le note della Chiesa Cattolica 19 J 7

NOTIFI CAZIONE
- La notific azione o intim azione di atti vari: v. "Intima zione"

NOTO RIO
\I()ci attin enti
I . La presunzione d' ignoranza o di errore circa i fatti notori e non notori 266-267
2. Il concubinato pubblico e notorio e l' impedim ento di pubblica onestà 3975
3. La separazio ne notoria dalla comun ione della Chiesa 1142
4. Apost ati, eretici e scismatici in modo notorio 4336
5. L' abbandono notorio della fede cattolica e la ce lebrazio ne del matrimonio 38 14-38 15
(can. 1071, § 2)
- V. anche " Defezione"
6. La sospensi one di una pena "latae sententiae", che non sia stata dichiarata né sia notoria
"in loco" 4941
7. Delitto pubblic o, notorio e occ ulto: v. "Delitto pubblico"

NOTTE - NO'ITURNO
l. La conservazione della SS. Eucaristia nelle ore notturne 3477
2. "Die noctuque degentcs"
- La facoltà di confess ione: cann. 967. § 3, 968, § 2, 969, § 2
- La facolt à di dispensare dai VOl i privati: can. 1196, n. 2
- La facoltà di dispensare dai tempi sacri: can. 1245
3. V. anche "Mezzano tte"

NO VA CAU SAE PROPOSITIO


- La revisione della causa: concetto e norme 5637-5639

NOV IZIATO RELIGIOSO


l. L'ammissione dei candidati 28 10-2824
2. Norme sul no viziato 2825-2837
3. La forma zione dei novizi 2838-2845
4. Norme ulteriori 2846-285 1
5. Norme e diretti ve della Santa Sede (2 febbr. 1990) 2852-2855
N ot and a
I. Qu alità richieste nei candidati 28 12-28 13
2. Impedim enti che rendono inva lida l' am missione 28 14-2820
3. L'ammissione di chieri ci secolari 2821
4 . Lo scopo del noviziato 2826
5. La sede 2829-2831
6. La dur ata ed eventuali assenze 2832-2837
7. Esercitazioni apostoliche dirette a completare la formazi one de i novizi 2833-2 834
8. Il maestro dei novizi e i suoi collaboratori 2839-2843
- V. "Maestro dei no vizi"
578 INDICEANALITICO

9. La collaborazione dei membri dell'Istituto e degli stessi novizi 2844


lO. La triplice ipotesi che può presentarsi al termine del noviziato 2849-2850
11. Norme e direttive della Congrego per gl'Istituti di vita consacrata e le Società di vita
apostolica (2 febbr. 1990)
- Scopo e contenuto del noviziato 2852-2853
- Caratteri ed elementi della iniziazione integrale 2854
- Condizioni da osservare 2855
- V. anche 2845

NOVIZIO RELIGIOSO
- V. "Noviziato religioso"

NOZZE
1. Le mistiche nozze delle vergini consacrate 2680
2. La benedizione delle nozze, riservata per sé al parroco 2463
3. La celebrazione di nuove nozze
- Dopo la duplice dichiarazione di nullità del matrimonio 5728-5729
- Dopo la concessione della dispensa "su per rato" da parte del Romano Pontefice: v.
"Dispense matrimoniali", n. III
- Dopo lo scioglimento del matrimonio in applicazione del privilegio della fede: v.
"Privilegio dellafede" - V. in particolare cann. 1143, § l, e 1146
4. V. anche "Matrimonio"

NULLA POENA SINE CRIMINE


- Aforisma del diritto penale 325, 1380, 5049, nota l

NULLITÀ
Schema
I. Il principio
2. Atti nulli "ipso iure" o ' ipso facto"
3. Sub poena nullitatis
4. Cause e processi di nullità
5. Nullità della professione religiosa
6. Nullità di "attentati"
7. Nullità nei giudizi
.- V. anche "Invalidità" - "Validità" - "Inabilitante"
Da tener presente
- Atto inesistente, nullo, inefficace, annullabile e invalido 888-892
- Differenza tra "dichiarazione di nullità" e "annullamento" 886
I - Il principio
- Un atto è nullo solo se è espressamente dichiarato dalla legge 200
Il - Atti nulli "ipso iure" o "ipso facto"
1. Gli atti dell'Amministratore diocesano, eletto contro il prescritto del can. 425, §
I: can. 425, §§ I e 3
2. L'elezione a un ufficio ecclesiastico, nella quale sia stata tralasciata nella
convocazione più della terza parte degli elettori, o nella quale sia mancata la
libertà o la segretezza del voto, oppure il numero dei voti sia superiore al
numero degli elettori: cann. 166, § 3, 170, 172, § l, 173, § 3
3. Il giuramento estorto con dolo, violenza o timore grave: can. 1200, § 2
INDICE ANAL ITICO 579

4. La postulaz ione per un ufficio eccle siastico, non trasmessa in tempo utile: can
182
5. La provvista di un ufficio non vacante di diritto: can. 153, § I
6. La p rovvista simoniaca di un ufficio ecclesiastico: can. 149. § 3
7. La rinun zia ad un uffic io ecclesiastico, viziata da timore, dolo o errore
sostanzi ale o simonia: can. 188
8. Il voto viziato da timore o da dolo: can. 11 91, § 3
9. Per altri casi di nullità o invalidità, v. " Invalidità"
111 - Sub poena nullitatis
l. Proibizioni espiatorie che non sono mai "sub pocna nullitatis": can. 1336, § l, n. 3
2. Un decreto del giudice "sub poena nullitatis": can. 1598, § 1
IV - Cause o processi di nullità
I. Della sacra ordin azione: v. "Ca usa di nullità della sacra ordinazi one"
2. Dci matrimonio: v. "Ca usa di nullità matrimoniale"
V - Nullità della prof essione religiosa
I. Della professione temporanea: can. 656
2. Della profession e perpetua : can. 658
VI - Nullità di "attenta ti "
I. Attentato di celebrazione eucaristica da parte di chi non è sacerdote: can, 1378.
§ 2, n. I
2. Attentato di assoluzi one sacrament ale da parte di chi non ha il potere di
assolvere i pecca ti: cann. 977, 1378, § 2, n. 2
3. Attentato di matrimonio: v. "Attentato di matrimonio"
VII - Nullità nei giudizi
l . Nullità della sentenza c querela di nullit à: v. "QuercIa di nullità"
2. Nullit à di atti, sanata dalla sente nza: can. 1619

NULLUM CRIMEN SINE LEGE


- Aforism a del diritt o penale 1380, 4773

NUNZIO APOSTOLICO
I. L' origine dci Nunzi pontifici 1883
2. In molti Stati, il Nunzio pontificio è conside rato "Dec ano" del Corpo Diplomatico 1884
3. La nuo va normativa di Paolo VI circa l'u fficio dei Nunzi 1885
4. Nunzi, Pro Nunzi e Internun zi 1888
5. Compiti diplom atici 1898
6. L' elenco delle facoltà 1897, nota 4
7. V. anche "Legato Pontificio"

NUPT IAS CONSE NSUS FACIT


- Un principio del diritto romano, che ha assunto un significato del tutto nuovo
nell ' ordin amento canonico 3746
580 INDICE ANALITICO

OBBUGATORIETÀ
- Carattere e proprietà della legge 177

OBBUGATORIO
La pena obbligatoria o precettiva
I. La pena precetti va e la facoltà discrezionale del giudice 4930-4931
2. Pena facoltativa per legge universale e obbligatoria per legge particolare 4793
3. V. anche "Facoltativo"

OBOLO DI SAN PIETRO


- Raccolta di offerte per i bisogni della Santa Sede 4610

OBREZIONE
- V. "Orrezione"

aBROGAZIONE
I. Concetto di abrogazione, deroga c obrogazione 331 e nota 8
2. Il verbo "obrogo" è usato in due soli canoni: 53 e 1739

OCCULTAZIONE
l. L'occultazione di un documento ecclesiastico 5024,2°
2. L'occultazione della verità in giudizio
- L'obbligo delle parti, legittimamente interrogate, di dichiarare integralmente la verità
5410-5412
- L'obbligo dei testi 5444-5445
3. Istanze viziate da surrezione: v. "Surrezione"
4. Il dovere dei religiosi, in occasione della visita canonica del Vescovo diocesano 2763

OCCULTO
l. Impedimento matrimoniale occulto c pubblico 3838
- Concetto 3838
- La dispensa: v. "Impedimenti matrimoniali"
- Convalida di un matrimonio nullo per impedimento occulto o pubblico 4257
2. Delitto pubblico, notorio e occulto
- V. "Delitto pubblico"
3. Dispensa da irregolarità derivanti da delitti occulti e pubblici, riservati alla Santa Sede
- V. "Irregolarità e impedimenti", n. IO
4. Trasgressione occulta e penitenza relativa 4921

ODIO
l. L'eccitamento all'odio e al disprezzo della religione c della Chiesa 4984
2. La provocazione di contrasti e di odi contro la Sede Apostolica o l'Ordinario 4992, l°

OFFERENTE - OFFERTE
I - Le offerte dei fedeli
I. Il rispetto della volontà degli offerenti: can. 1267, § 3; cfr. anche cann. 121, 122,
123,326, § 2, 616, § l, 1706, n. 3,1283, § 2, nn. 3-4,1310, § 2
2. Il rendiconto alla competente autorità ecclesiastica (can. 312, § I) da parte delle
INDICE ANALITICO 581

pubbliche associazioni di fede li «circa l'impiego delle offerte c delle elemosine


raccolte»: ca n. 3 19, § 2
3. Il rendicont o ai fede li da parte degli amministra tori di enti ecclesiast ici: can.
1287 ,§ 2
4. L' eventu ale rifiuto di offerte fatte a una persona giuridica eccl esia stica ;
l'accettazio ne di offerte e donazioni grava te da oneri mod ali o da condizioni :
ean . 1267, § 2
Il - Presunzioni
1. Circa le offe rte fatte a una chiesa che sia insieme parrocchiale e capit olare: ean.
510 , § 4
2. Circ a le offerte co nsegnate ai Superio ri o agli ammi nistratori di perso ne
giuri d iche ecclesiastiche: can. 1276, § I
III - Offerte e tasse per atti di ministero
1. La legittimità di tali offe rte 332 1
2. Una d irettiva del Sinodo dei Vescovi del 197 1 332 1
3. La co mpe tenza dei Vescovi della provi ncia ecclesiastica circa le "tasse" e le
"offerte" per att i di ministero e di potestà esec utiva 458 7-45RR
4. Offerte in occ asione dell'amministraz ione dei sacrame nti 3321
5. Offert e in occasione dci funerali 4328-4 329
6. Offert e fatte per un servizio parro cchiale e il loro versamento nella cassa della
parrocchi a 2464, 25 19
IV - Norme e direttive della CEI
Istruzione IOaprile 1992, nn. 24-38 , 42-4 3
I. Introd uzione 46 18-46 19
- L' obbl igo dei fedeli
- Le varie form e di offerte
3. Offerte rich ieste, determinate e di particolari giornate 4620-4622
4. Offerte occasionaii 4623
5. O fferte per il sosten tame nto del clero 462 4
6. Donazion i, eredità e legati, ccc . 4625-4627
7. Tribut i e tasse 462 8-4632
V - Raccolta di offerte e questue
I. Necess aria la licen za scritta del proprio Ordi nario e dell'Ordinario del luogo per
la racco lta di offerte e per le questue 4589
2. La co mpetenza delle Con ferenze Episco pali 4590-4592
3. Il partico lare Istituto diocesano, per il sostentamento del Clero 4638

OFFERTE DI MESS E
L'offerta per la celebrazione della Messa (eann. 945-958)
1. La normat iva de i cann . 945 -954
- Leg ittimità e fini dell ' offerta 3489-3490
- Vietato ogni mercimonio 349 1-3492
- Obbli ghi del celebrante 2493-3 495
- Un du plice divieto 3504-3505
- La determi nazio ne dell' offerta 3506 -3507
- Messe in ecc ede nza 3508
2. La normativa dci ca nn, 955 -958
- Trasm issione d 'intenzioni di Messe 3509-35 10
582 INDICIl ANALITICO

- Oneri di Messe non soddisfatti entro l'anno 3511


- La debit a vigilanza da parte dell ' autorità comp etente 3512
- I registri di Messe 35 13-35 14
- Norme ulter iori 3517
Not anda
I. Il delicato probl ema circa la legittim ità dell' offerta per l' appli cazione della Messa 3488
2. L' origine storica di tale prassi 3489, nota I
3. La soppressione del termine "s tipend iurn" 3488
4. Motivi di cara ttere teologico 3490
5. Sanzioni pre viste co ntro coloro che in tale materi a si rendesse ro co lpevo li di
mercimon io 3491
6. Un uso di alc une Case editrici , che non sembra del tutto corretto 3492
7. L' obbligo di eelebrarc la Messa, per la qual e si è ricevuta un'offerta, è obbli go di
giustiz ia 3493
8. Nel caso che l' offerta ricev uta vada smar rita 2393,2°
9. Nel caso che venga offerta una somma di danaro per l' applic azione di più Messe, senza
indicarne il numero 3494
IO. 11 sacerdote che celebra più volte nello stesso giorno , può trattenere per sé soltanto
l' offerta di una sola Messa, tranne che nella solennità dci Santo Natale 3S04
I l. La particol are retribuzione "a titolo estrinseco" 3504
12. La seconda Messa celebrata da chi è tenuto ad applicare la Messa "pro populo" 3505 e
nota 4
13. La co mpetenza del Concilio provinciale o dell' assemblea dei Vescovi de lla provincia
circa la determ inazione dell ' offerta 3506
14. Le Messe fondate 3507
I S. Imprescrittibilità delle of ferte e degli oneri di Messc 1294
J6. Le Messe gregoriane: la nuova disposizione di Paolo VI 35 15
17. V. "M esse collett ive"

OFFICIALE
I. L'Orticiale giudiziale
- Nel nuovo Codice è detto più propriamente "Vicario giudiziale" S069
2. Gli "officiali" delle assoc iazioni di fedeli e degl'i stituti religiosi: v. "Ufficiali"

OGGETII PREZIOSI
Oggetti prezi osi per valore intrinseco, artistico o storico
- Necessaria la licenza dell a Santa Sede per la loro alienazione 2803, 47 J 3

OLI SACRI
1. Norme circa i sacri oli, da usare nell' ammini strazione di alcuni sacramenti 3420
2. Il cris ma della confermazio ne 3372
3. L' olio degl'infermi
- La benedi zione 3620-362 1
- Lecito portarlo con sé 3629

OMELI A
L 'omelia ne lla celebrazione della Messa
l . Concetto di o melia 3 142
2. La sua importanza e il suo valore, in quanto essa fa parte della liturgia eucaristica 3 143
INOlCEANALTTICO 583

3. Riservata ai ministri sacri, con esclusione dei laici 3 143


4. Un chiarimento a tal riguardo 3 144
5. L'ohhligo dell'omelia nei giorni di domenica e nelle feste di precetto 3 145
6. Un' esortazione 3146
7. La cura attenta dci Vesco vi diocesani 1970
8. Il partico lare ohbligo pastorale del parroco 2459, 3 143
9. La responsabilità del parroco e del rettore di chiesa 3 147
1n. La prepara zione catechet ica e omiletica degli allievi del Semin ario 1541 , 3 143

OMIC'IDIO
I. L' omicidio volontario costituisce una "irregolarità" per la recez ione e l' esercizio degli
ordini sacri 3697, 3702,3°
2. L' eventuale molt iplicazione 3704,2°, 37 10
3. È causa di dimissione di un religioso da ll' Istituto 2973
4. L' uccisio ne de l coniuge: v. "Crimine", n. 2
5. Il reato di omicidio e altri delitti contro la vita e la libertà de lla persona umana 5035-
5036
6. V. anche "Aborto"

OMIL ET ICA
- La particolare preparazione degli alunni del Seminario 1541, 3142

ONE STÀ PUBBLICA


- L' impedimento relativo: v. "Pubblica onestà"

ONORARI
1. Onorari da co rrisponde re ai procuratori, agli avvoca ti, ai periti e agl'i nterpreti,
intervenuti nel giudizio: can. 1649, § I, n. 2, 1649, § 2
2. O norari eccessi vi richiesti dai procuratori e dag li avvoca ti 5311

ONORIFI CE NZE
- La privazione penale 4907. 2°

ONU
- La Santa Sede non fa parte deII'O NU: motivi 1890, nota I

OPER AI
- V. "Lavoratori dipendenti"

OP ERE PIE
- V. "Causa pia"

OPERE PONTIFI CIE


- L' impegno per le Pontificie Opere Missionarie: can. 79 1, 2 0

OPPOSIZIONE DEL TERZO


- Un istituto del Cod iee precedente, ammesso come rimedio straordinario contro la
sentenza giudizia ria e soppresso nel nuo vo Codice 5536, 5592 e nota 1
584 INDIC E ANALITI CO

OP US DEI
I. L'Opus Dei. fond ata dal Servo di Dio Josemaria Escriv à dc Balaguer ed eretto in
Prelatura personale il 28 ott. 1982 1668
2. Principali norm e 1668-1673

OPZIO NE
I. Il diritto di opzio ne de i Cardinali dell' ordine presbiterale e diaconale 1863
2. L' opzione o scelta del foro nei gi udiz i 5 115

OR A
l. L' ora e il giorno nel computo del tempo 1306
2. L' ora di digiuno eucaristico: v. " Digiuno eucaristico"
3. La Liturgia delle Ore: v. " Liturgia delle Ore"

ORALE - ORALME NTE


Voci attinenti
l. L' ammonimento scritto o ora le al religioso meritevole di dimissione da ll'Istituto: can.
697, nn. 1-2
2. La proposizio ne dell' appello giudiziario fatto oralmente: can. 1630 , § 2
3. La proposizione per iscritto o a voce delle cause incidentali: can. 1588
4. La confessione giudiziale delle parti fatta per iscritto o a voce: can. 1535
5. Dichiarazioni orali fatte da lle parti nella contestazione della lite: can. 1513, § 2
6. L'i ntimazione o notifica ora le di un decreto singolare: cann. 55-56
7. La deposizione dei testi de v' essere resa ora lmente: can. 1566
8. Disposizi one per i sordi e per i muti: can. 1471
9. La discussio ne orale dopo la conclusione in causa: cann. 1602 , § I
IO. Una grazia o fa colt à co ncessa oralmente (vivae vocis oracu lo): ca nn. 59, § 2, 74
Il . L'i stanza giudiziar ia ora le: can. 1503
12. Il processo contenzioso o rale: v. "Processo contenzioso orale"
13. La rinun zia orale a un uffici o ecclesiastico: can. 189, § I
14. V. anche "Scritto"

ORARIO
I. Ore di apertur a delle chiese, nelle quali si co nserva la SS . Eucaristia 3476
2. Ore stabilite per la confessione dei fedeli, a scopo di maggiore comodità dei medesimi
358 1
3. Orario di apertura del tribuna le 5260

ORATORE - ORATRICE
- Sono così denominati i coniugi che presentano la domanda di dispensa dal matrimoni o
rato e non co nsumato 5774

ORATORIO
I . Concetto di oratorio nel nuovo Codice 4424
2. La licenza de ll'Ordin ario per la sua erezione 4425
3. La benedizione: conveniente, ma non precettiva 4434
4. Privo di benedizione, l' oratorio non è un luogo sacro, ma soltanto un luogo pio 4424
5. L' orato rio non può essere dedicato 4434
6. Ministro della benedizi one dell'oratorio è l'Ordinario o un suo delegato 4434
INDICE ANALITICO 585

7. L'eventuale riduzione a uso profano 4425


8. L'esercizio del culto nell'oratorio 4426
9. Le celebrazioni consentite a nonna del Codice, "servatis servandis" 4427
I O. Nel caso che la celebrazione della Messa debba aver luogo "habitualiter" o con una
certa frequenza, l'oratorio dev'essere benedetto 4427, 4433
11. Vietato ogni uso profano dell'oratorio, anche se non sia benedetto 4434
12. Norme ulteriori
- L'oratorio delle case d'Istituti religiosi o di Società di vita apostolica: cann . 608,733,
§2
- La predicazione della Parola di Dio: cann. 763 e 765
- L'ammissione di laici, uomini e donne, a predicare nelle chiese e negli oratori: can.
766
- La visita canonica del Vescovo diocesano: can. 683, § 1
- Collette speciali prescritte dall'Ordinario: can. 1266
- L'esposizione e la vendita di libri: can. 827, § 4
13. Istruzione CEI (IO aprile 1992)
- Concetto di oratorio 4490
- Le celebrazioni sacre 4491
- L'Ordinario competente 4492
- L'oratorio è sempre privo di personalità giuridica propria 4493
- La responsabilità economica 4494

ORAZIONE
L'orazione mentale
1. Un dovere dei chierici 1599,5 0
2. L'orazione mentale nella formazione spirituale degli alunni del Seminario 1510,4 0
3. Esortazione ai religiosi 2890
4. V. anche "Preghiera"

ORDINARIATO MILITARE o CASTRENSE


I. È l'Ordinariato istituito dalla Santa Sede col particolare compito dell 'assistenza
spirituale da prestare alle forze annate, mcdiante l'opera dei rispettivi cappellani
- V. "Ordinario militare o castrense" - "Cappellano" n. 8 (Notanda)
2. Gli Ordinariati militari sono assimilati giuridicamente alle Diocesi: Cost. Ap. "Spirituali
militum" di Giovanni Paolo II, 21 aprile 1986, art. I, § I (Enchir. Vat., vol. IO, n. 348)
3. I militari e gli altri fedeli assistiti 2574
4. Gli Ordinariati militari fanno capo alla Congregazione per i Vescovi o alla
Congregazione per l'Evangelizzazione dei Popoli 2575
5. L'Ordinariato militare fu eretto in Italia con Decreto del 6 marzo 1926 2576

ORDINARIO
Prospetto
I. Ordinano in genere
2. Ordinano del luogo
3. Ordinano militare o castrense
4. Ordinario personale
5. Ordinario proprio

ORDINARIO IN GENERE
I - Concetto di Ordinario
l. L'Ordinario: can. 134, § 1
2. L'Ordinario del luogo: can. 134, § 2
586 INDlCEANALI TI CO

Il - A ttribuzioni e fa coltà
Prin cipali norme
I. Il compi to degli O rdinari ci rca l' ammin istrazione dei beni ecclesiastici: cann.
1276 ,1279 , 1283,n. I
2. La vigilanza sui beni fi ducia ri: can . 1302
3. Facoltà di disp ensa
- Dall e leggi , nel dubbio di fatto: can . 14
- Dalle leggi disciplinari, in casi parti colari, anche se la dispensa sia riserv ata
per sé alla Santa Sede: ca n. 87, § 2
- Dalle irregolarità e dagl'impediment i non riservati alla Santa Sede,
*
relativamente alla recezione e all' eserci zio degli ordini sacri: can . 1047, 4,
e 1048
4. Le f aco ltà abituali : ca n. 132
5. Co mpetenze sui luoghi sacri
- Le bened izioni : can. 1207
- La riduzione ad usi profani : can . 1212
6. Gli oneri di Messe
- La facoltà di riduz ione e di tra sferimento: cann . 1308, § 2, e 1309
- Gli oneri di Messe non soddisfatti entro l'anno: can. 956
7. Altri oneri: eventuale riduzi one , contenimento, modifica: can. 1310
8. L' appli cazione e la remissione dell e pene : cann. 1341 ss. c 1355-1356
9. Diritti e compiti circa le pie volontà: can . 130 l
IO. L'Ordinario e il peccat o penale: ca n. 1717 ss.
III - Occorre l' autorizzazione, la licenza o l'appro vazione dell'Ordinario
Norme principali
l. Relativ amente ag li amministratori di beni ecclesiastici
- Per gli atti che superino i limiti c le modalità dell'amministrazione ord inaria:
can . 1281
- Per le vertenze din anzi ai tribun ali civi li: ca n. 1288
2. Per la restaurazione di imma gini preziose : can. 1189
3. Per l'u so profano, "ad modum actu s", di un luog o sacro : can. 1210
4. Per la cos tituzio ne di un oratorio: ca nn. 1223 c 1224
5. Per la riduzione di un oratorio ad usi pro fani: can. 1224, § 2
6 . Relat ivament e alla facoltà di predicazione dci presb iteri e dei diaconi : ca n. 764
7. Per le questu e e le raccolte di dana ro in genere: ca n. 1265

ORDINARIO DEL LUOGO


I - Concetto di Ordinario del luogo
l . L'Ordinario: ca n. 134 , § I
2. L'Ordinario del luogo: can. 134, § 2
Il - Attribu zioni e fa coltà
Norme prin cip ali
I. La vigilanza sulle associa zioni pubbliche e private di fedeli: ca nn. 305 e 323
2. La conferma del "con sigliere spiritu ale", Iiberamcnte scelto da un' associazione
privata: can. 324, § 2
3. La sottoscrizione di alti di Curia ave nti effetto gi uridico : can. 474
4. La vigilanza su i beni fi duciari: can . 1302
5. La con cessio ne dell a facolt à di binazione c di trinazione: can . 90 5
6. La nomina dei capp ellani: ca nn, 565 e 567 , § l
INDICE ANALITI CO 587

7. La scelta dei censori per l' esame dei libri: can. 830. § I
8. La dispensa dalle leggi
- Dalle leggi disciplinari univer sali e partico lari. emanate dalla suprema
autorità della Chiesa (facoltà del Vescovo dioce sano): can. 87, § I
- Da altre leggi (l'Ordinario del luogo): ean. RH
9. La dispensa dai voti privati e dai giuramenti promissori: cann. 1196, nn. J e 3 e
1203
IO. La designazione del ministro straord inario dell'esposizione e riposizione della
SS. Eucaristia: can. 943
II . La nomina e l' approvazione deg l' insegnanti di religione: can. 805
12. La vigilanza sull' adempimento degli oneri di Messe: can. 957
13. Norme relati ve ai parroci
- L'immissione in possesso: can. 527, §§ 2-3
- La vita comune fra parroco e vicari parrocchiali : can. 550 . § 2
14. L'Ordinario del luogo riceve la professione di f ede di varie persone: can. 833,
nn.6-7
15. Pun ibilità dei religiosi: can. 1320
16. Norme relative ai rettori di chiesa: cann. 559 ,560,562, 563 , ecc.
17. Il decreto sulla separaz ione dei coniugi : can. 1153, § l
111 - Facoltà e compiti in ordine alla confessione
l. Nell' ambito della propria competenza, l'Ordinario del luogo ha "vi officii" la
faco ltà di ascoltare le confessioni dei fedeli; can. 968, § I
2. La potestà di delega : ean. 969, § 1
3. L' eventua le revoca del la concessione : can. 974
4. La concessione della facoltà abituale di confessione ad un presbitero dipendente
da altro Ordinario: can. 971
IV - Facoltà e compiti in ordine alla celebrazione del matrimonio
Norme princ ipali
l. L'Ordinario del luogo, insieme col parroco , è l' assistente " vi officii" della
celebrazione delle nozze nell'ambito della propria competenza: cann. I 108-
11 09
2. Necessaria la licenza dell'Ordinario de l luogo per la celebrazione di determin ati
matrimoni: can. 1071
3. La dispens a dag l' impedimenti non riservati alla Sede Apostolica: can. 1078
4 . In pericolo di morte e "cum iam omnia sunt parata" : cann. 1079-1080
5. Per la celebrazione del matrimonio con una condizione riguardante il passato o
il presente; can. 1102
6. La de lega a dei laici (facoltà del Vescovo diocesano): can. 1112
7. Facoltà e compiti particolari nella celebrazione dei matrimoni misti: cann. 1125,
1127, § 2, 1128, 11 29
8. L'autorizzazione del matrimonio segreto: can. 1130
9. Particolari facoltà e compiti nell'applicazione del privilegio paolino: cann. 1144
§ 2, 1145, § 1, 1147, 1148, § 3
IO. La sanazione in radice di un matrimonio nullo (facolt à del Vescovo dioce sano):
can . 1165
V - Prescritta l' autorizzazione, la licenza o l'approvazione dell'Ordinario del luogo
Norme principali
I. Per l' ammini strazione del battesim o nelle case private: can. 860
2. Per l' erezione di una cappella privata: can. 1226
588 INDICE ANALIT ICO

3. Per la celebrazione in una cappella privata del Sacrifi cio euc aristico e di altre
funzioni sac re: can . 1228
4. Per la pubblicazione di catechismi e di altri scritti destinati all'i stru zion e
ca techetica e all' inseg name nto nelle scuole: can. 827
5. Per la celebrazio ne dell e esequie ecclesiastiche di bambini morti senza
batte simo o di fratelli separati: can. 1183, §§ 2-3
6. Per l'esorcizzazione degli ossessi: ca n. J 172
7. Per la celebrazione dell'Eucaristia in una chiesa di fratelli separati: can. 933
S. Per la pubbli cazione di libri di car atter e religioso o morale: can. 823, § I; v.
anche "Libro"
9. Per la pubbli cazione di libri di preghiere: ca n. 826, § 3
IO. Per la raccolt a di offerte: can. 1265, § I
II. Per l' approva zione degli statuti di un santuario diocesano: can. 1232 , § J

ORDINARIO MILITARE o CASTRENSE


I. È l'Ordinario a cui è affid ata l' assistenz a spirituale delle forze arma te, mediant e spec iali
accordi inter venuti fra la Santa Sede e l'Autorità Civile 2574
2. Ca ratte ri e ambito dcIIa sua giurisdiz ione 2574
3. La "Vi sita ad Lim ina" 2007
4. V. anche "O rdinariato militare"

ORDINARIO PERSONALE
1. Chiese e parrocchie di ca rattere personal e: ca nn. 372 , § 2, e 518
2. La compete nza matrim on iale degli Ord inari e dei parro ci personali : can . 1110

ORD INAR IO PROPRIO


I - Nozioni previe
I. L'Ordinar io e il parroco proprio
- Dei fedeli in genere: can . 107, § I
- Del girova go (vagus): ca n. 107, § 2
2. Il parroco propri o di chi ha solo il domicilio o il quasi -domicilio diocesano : can .
107. § 3
II - Norme principali relative all'Ordinario proprio
I. Necessaria la licen za del prop rio Ordin ario, perché gli amministratori di beni
ecclesiastici possano intent are o contestare liti din anz i ai tribun ali civili: ca n.
1288
2. La persistente disobbedienza al proprio Ordinario o Superiore: ca n. 137 I, § 2
3. La richiesta di grazie ofacoltà negate dal propri o Ordin ario: can. 65
4. Nece ssari a la licenza del proprio Ord inario, oltre a quella dell'Ordinar io del
luogo, per la racco lta di offerte e per le questue: ca n. 1265
III - I chierici e il proprio Ordinario
l. L'obbligo di una particolare rive ren za e ubbidienza: can. 273
2. L' obbli go di accettare e di adempi ere fedelm ente l' ufficio o l'i nca rico rice vuto:
can. 274 , § 2
3. Il "celebret" per la celebrazione dell a Messa fuori dell a propria dio ces i: can . 903
4. La licenz a per poter assumere amministrazi oni di ben i appartenen ti a laici o
uffici secolari che comportino l'onere del rendic onto: can. 285, § 4
5. L'obbligo di consultare il proprio Ordinario. per poter fare da fideiussore. anche
con i propri beni: can. 285 . § 4
6. I chieric i e il servizio militare e incarich i civili: can. 289
INDIC E ANALITI CO 589

ORDINAZIONE SACRA
- V. " Ordine sacro"

ORD INE
Prospet to
I. Ordine giudiziario
2. Ordine puhhlico
3. Ordine religioso
4. Ordine sacro
S. Ordine sociale
6. Ordine tempora le
7. Ordine delle vergini
!I. Ordine dci Cardinali
9. Ordini terzi

ORDINE G IUDIZIARIO
L'ordine di trattazione delle cause
1. La norma generale 5245
2. Le eccezio ni di nullità 4266
3. Le ecce zion i dilatorie 424 7
4. Le ecce zioni relative alla competenza del giudice 4248-4249
5. Le eccezioni perento rie 4250
6. Le azioni rico nvenzionali 425 J
7. Qu estioni connesse 5252

ORDI NE PUBBLI CO
- Obbli gatoriet à, anche per i forestieri, delle leggi territoriali, che provvedono all'ordine
pubblico 236

ORDINE RELIGIOS O
I. L' equip arazione giuridica nel nuovo Codice tra Ordini e Congregazioni religiose 2695,
2697
2. I nuovi termini usati nell'attuale Codice: Istituto e Società 2698

ORDINE SAC RO
I - I canoni introduttivi (cann. 1008- J009)
I. Natura e finalità dell'ordi ne sacro 3644-3645
2. I tre ordini : episcopato, presbiterato e diaconato 3646-3649
3. Gli elementi costitutivi 3650
Nota nda
I. Il carattere indelebile dell'ordine sacro e le consegue nze teologico-giuridiche
che ne derivano 3645
2. L' insegnamento del Concilio Vaticano Il sull'episcopato 3647
3. L' incardinazione, effetto giuridico del diaconato 3648
4. La restaurazione del diaconato permanente 3648
5. La riforma di Paolo VI circa gli ordini d' istituzione eccles iastica ( 15 ago 1972)
1438, 3649
6. La materia de ll'ordine sacro detenninata in modo autentico da Pio XII (30 nov.
1947) 3650
590 INDICE ANALITICO

Il - La celebra zione e il minis tro dell' ordinazione (cann. 1010-1023)


1. La normativa dei cann. 1010-101 7
- " tempo e il luogo della celebrazione 3652
- Il ministro 3653
- La consacrazione del Vescovo 3654-3655
- L' ordinazione del presbitero e del diacono 3656-3660
2. La normat iva dei cann. IO18-1023
- La concessione delle lettere dimissorie 3661- 3664 : v. "Lettere dimissorie"
- Co ndizioni per la concessione e modalità 3565-3 667
N ot and a
I. Per legge posrtrva, rrnru stro dell a sacra ordinazione è soltanto il Vescovo
consac rato: la questione teologico-giu ridica rimane aperta 3653
2. Necessi tà del " mandato pontificio" per la consacrazio ne di un Vescovo 3654
3. La sanzione penale 5005
4. La consacrazione di un Vescovo va celebrata collegialmente da almeno tre
Vescovi. di cui uno funge da consacra nte principale 3655
5. I candidati al presb iterato e al diaconato devono essere ordinati ciasc uno dal
propr io Vescovo o con le sue lettere dimissorie 3656
6. Il Vescovo proprio per l' ordinazione diaconale e presbiterale 3659
7. Due atti della Congregazione del S. Ufficio, 8 maggio 1959 e 17 sett, 1976,
relativamente alle ordinazioni illegittim e di Vescovi e di presbiteri 3657- 3658
III - Il sogge tto del!'ordinazione (cann. 1024-1 062)
I. Condizio ni per la validità e per la liceità 3670-3674 e nota 2
2. Requ isiti negli ordinandi 3675-3682
3. Requisiti previ all'ordinazio ne 3683 -3690
4. Irregolarità ed altri impedimenti 369 1-3704
5. La dis pensa 3705-3710
6. Documenti e scrutinio 37 11 -3715: v. "Scrutinio"
N ot an d a
I. La "Dichiarazio ne" della Congregazione per la Dottrina dell a Fede
sull ' ord inazione sacerdotale riservata agli uomini (15 otto1976) 367 I-3672
2. Non è più richiesto, nel nuovo Codice , il titolo canonic o di ordinazione 3674
3. La vocazione divin a, primo requi sito fondamentale nei candidati agli ordi ni
sacri 3675
4. La debita libertà e la relativa dichiarazione giurata 3676, 3668, 3687 c nota 3
5. In caso di violenza o di timore grave 3677
6. L' eventu ale negaz ione del presbiterato a un diacono 3680
7. L' età prescritta 368 1
8. Il rito liturgico dell' ammissione 3685
9. La pubblica assunzione dell'obbligo del celibato 3688
IO. Il caso di un diacono che, per sue ragioni particola ri, non intenda più ricevere il
presbiterato 3689
II. L' obbligo del Vescovo, il quale ordina un candidato che non è suo suddito
3715
IV - L' annotazione e l 'attestato dell 'avvenuta ordinazione (cann. 1053-1054 )
I. L' annotazione 37 17
2. L' attestato 37 18
3. La comunicazione al parroco di battesimo 3719
INDICE ANA LIT ICO 591

v - Norme ulteriori circa l 'ordine sacro


I. L'o rdine sacro e la potestà di governo: can. 129
2. L' ordine sacro e il celibato: can. 277
3. L' ordine sacro imped imento dirimente al matrimonio, la cui dispensa è riservata
alla Sede Apostolica: cann. 1078, § 2, 1079 § l , 1087
4. Le cause di nullità della sacra ordinazione : cann. 1708- 17 12
5. L' acquisizione e la perdita dello stato clericale: ca nn. 266, § 1, 290-293

ORDINE SACR O E MATRIMONIO


1. L'i mpedi mento matrimoniale è con nesso con la legge del celibato 3920
- V. "Celibato"
2. I diaconi permanen ti sposati che di ventassero vedov i 3291
3. Il fondamento giuridico dell'i mpedimento 3922
4. L' eventuale di spe nsa 3923 -3925
5. Sanzio ni canoniche co ntro i chierici che alle ntassero il matrimonio anche solo civile
3926
6. L' impedi mento canonico e la legislazione civile 3927

ORDI NE SOCIALE
I . Il diri tto della Chiesa di proclamare i principi morali , anc he quelli di carattere socia le
3099
2. L' animazione cristiana de ll'o rdine socia le: v. la voce seguente

ORDI NE TEMPOR ALE


l. L'animazione cristia na dell' ordine tempor ale: l' impegno proprio, ma non esclusivo, dei
laici 1400, 1407-1408
2. Libertà di fronte allo Stato e legillim a autonomia di fronte alla Gerar chia ecclesiastica
1411-141 3
3. L'a nimazio ne cristiana dell'ordine temporale è uno dei fini particolari delle associaz ioni
dei fedeli 1638
4. L'impegno dei membri laici degl'I stituti seco lari 3023-3024
5. L' obbligo degli annu nzia tori della Parola di Dio 3 149
6. V. anche "Ordine sociale"

ORDINE delle VERG INI


1. Nozio ne e finalità 2676 , 2680
2. Il rico nosci mento forma le delle " vergini" nel nuovo Codice 2676
3. Co ndizion i per il riconosci mento ca nonico di una " vergine" 2680, nota 4
4 . Il rito della consacra zione e condizioni previste 2681-2682
5. Principa li compi ti delle "ve rgini" 2683
6. Vergini in forma isolata e associata 2684

ORD INI di CA RD INALI


- I tre ordini del Collegio Cardina lizio e il diritto d i opz ione 1834-1lD 6

OR DINI MINO RI
I. Opportuname nte soppressi da Paolo VI: M.P. "Mi nisteria quaedam" , 15 ago 1972 (Enchir.
Vat., val. 4, pp. 1106-1 117)
2. AI loro posto sono stati istituiti i "ministeri" del lettorato e dell'accolitato
3. V. "Ministero laicale"
592 INDICE ANALITICO

ORDINI TERZI
- V. "Terzi Ordini"

ORE CANONICHE
- V. " Liturgia delle Ore"

ORIGINALE
- La presentazione dei documenti in giudi zio in originale o in co pia autentica 5436

ORIGINE
- Il luogo di origine del figlio 711-717

ORNAM ENTI SACRI


- V. " Paramenti sacri"

ORREZIONE
- Orrezione e surrez ione nelle istanze dci rescritti 512-517

OSPEDALE
I. Facoltà speciale dei cappell ani di ospedali, di carceri , di mare 2563
2. Amministrazio ne dei battesimo negli ospedali 3334

OSSERVATORI
I. Osservatori e Delegati della Sede Apostolica presso Organismi , Congressi e Conferenze
Intem azion ali 1890
2. Osservatori nel Sinodo Diocesano, appartenenti a Chiese e comunità di fratelli separati
2182

OSS ESSI
- Esorcis mi sugli ossess i: v. "Eso rcismo"

OSTEN SORIO
- L' esposizion e della SS. Eucaristia con la pisside o con l'ostensorio 3483

OSTENTA
- Il battesimo degli "ostenta" e dei "rnonstra" 3348

OSTETR IC HE
- Interrogate in giudizio, le ostetriche, tenute al segreto di ufficio, sono esent ate
dall'obbligo di rispondere 5445 , IO

OSTIA
- La diocesi di Ostia assegnata in titolo al Cardinale Decano 1835

OSTIE CONSACRATE
I. La conservazione nella pisside 348 1
INDICE ANALITIC O 593

2. Il rinnovo frequente 3481


3. La profanazione 4982
4. V. anche "Specie consacrate"

PACE
La promozione del/a pace
I. Un impegno dei chierici 1640
2. Un compito particolare del Legato pontificio, nell'assolvim ento del suo ufficio 1897,5 °

PACTUM DE PALMAR IO
- Reato di procuratori e di avvocati, passibile di pene 23 11

PACfUM DE QUOTA L1TIS


- Altro reato di procurato ri e di avvocati 5311

PADRINO
I - Il padrino o la madrina in genere
- Una responsabi lità analoga a quella dei genitori 3159
Il - Il padr ino e la madrina del battesimo
I. La presenza del padrino o della madrina non è semp licemente facoltativa né
assolutamente precetti va 3350
2. Il compito 3350
3. La debita preparazione a cura del parroco 3326, 2°
4. Il numero dci padrini 3352
5. Le condi zioni prescritte 3353
6. Un batte zzato che appartenga a una comuni tà ecclesiale non cattolica, non può
essere ammesso se non insieme con un padrino cattolico e soltanto in qualità di
testimo ne del battesimo 3354
7. Tale disposizione non riguarda i non cattolici delle Chiese Orientali 3354, nota 4
8. Il chierico non ha più bisogno del permesso del proprio Ordi nario per far da
padrino 3355
9. Il religioso o la religio sa 3355
IO. Padrini e madrine troppo giovan i 3355
I l. La parente la spirituale tra battezzato e padrino o madr ina 3351
12. Il nome dci padrino nella registrazione dell'atto di battesimo 3358
III - Il padrino o la madrina del/a conf ermazione
I. Il compito 3385
2. Le condi zioni prescritte 3386
3. Nor me dci Codice precedente soppre sse 3386

PALLIO
l. Il significato del pallio 2100
2. La rich iesta al Romano Pontefice 2 100
3. L'u so 2100
4. In caso di trasferimento 2100
5. L'imposizione del pallio spetta al Cardina le Prato-Di acono 2100
594 INDICE ANALITICO

6. Le norme restritt ive di Paolo VI, che riserva il pallio ai Metropol iti e al Patriarca di
Ge rusale mme di rito latino 2100

PAOLO, Apostolo
I. La solennità de i Santi Apostoli Pietro e Paolo, festa di precetto per la Chiesa univ ersale
453 l , 9°
2. L'obbligo persona le dci Vescovi dioce sani di recars i ogni cinque anni a Ro ma, per
venerare le tombe dei Reati Apos toli Pietro e Paolo 2005 -2006 : v. " Visita ad limina"

PAPA
I. Il Codice non usa il termi ne "Papa", ma so lo "Rornanus Pontil'ex" o "Su mmus Pon tifcx"
2. V. "Romano Pontefi ce"

PARALLELO
- V. " Luoghi paralleli"

PAR AMENTI SAC RI


Obbligatori nella ce lebraz ione e nell' amm inistrazione della SS . Euca ristia 3460

PARENTEL A
l . La parentela d i consanguineità: v. " Consanguineità"
2. Il rapporto di affinità: v. "Affi nità"
3. La parentela di adoz ione: v. " Parentela legale"
4. Impedimenti matrimon iali conseguenti: v. "Impedimenti matrimoniali"

PARENTELA LEGALE
Impedimento matrimonial e
l . Concetto 3981
2. Ce nni storici 3982
3. La nor mativa dei Codici 3983 -3984
4. Motivi etici e sociali dell'i mp edim ento 3985
5. Si richiede un' adozione in senso stretto, fatta in forma legittim a 3986
6. Non basta la tute la e neppure l'affiliazione 3986 , n. 3, 3987
7. L'ambito dell'impedime nto e la dispensa 3988
8. La pare ntela spiritual e 3989
9. Altri effetti dell a "c ognatio legalis" 3990
1n. La legislazio ne italiana 399 1

PARENTE LA SPIRITUA LE
- Il vincolo che unisce il padrino e la madri na di battesimo o di conferm azione al suo
figlioccio 75 1-752

PARERE
l . Parere e consen so per atti giuridici del Supe riore: v. " Consenso" , n. I
2. Precipui casi nei qua li è necessario il "co nsenso" per diritto co mune: v. "Consenso", n.
III
3. Precipui casi nei qual i è prev ista la richiesta, obbligatoria o faco ltativa, del pare re o
consiglio
INDICE ANALITICO 595

- Da parte dell'Ordin ario 908, IO


- Dell' Ordinario del luogo 908 ,2 0
- Del Vescov o dioce sano 908,3°
- Del Super iore religioso 908, 4°, 2758-2 759

PARITÀ
1. Parità di diritti e di do veri fra i con iugi
- Un principio affermato form alment e nel can. 11 35 4 182
- Non si tratta tuttavia di un egualitarismo esas perato 4183
- L'insegn amen to di Paolo VI 4183
- La parità dei co niugi nel nuovo Diritto di Famiglia dell a legislazione italiana 4184
- V. anche "Sesso"
2. Par ità di su ffrag i
- In caso di parità di suffrag i nelle elezioni 823
- In altri negozi giuridici 825
3. V. anche "Uguaglianza"

PAROLA
I - La Parola di Dio
- V. " Paro la di Dio"
Il - Testimoni di Cristo e del Vangelo con la pa rola e con la vita
I. Il dovere di tutti i laici cristia ni: can . 759
2. Il particolare dovere dei genitori e dei padr ini: can. 774, § 2
3. La testim onian za dei missionari: ca n. 787, § I
4. Lo speciale obbligo derivante da lla co nfermazio ne: can . 879
III - Parola e matrim onio
I. L' espressione esterna del con senso matrimo niale: ca n. 11 04, § 2
2. La presunzione giuridica: ca n. 110 I

PAROLA DI DIO
1 - Il ministero della Parola di Dio (can n.756-76 1)
I. [ vari sogg etti 3 125-3129
2. Og getto e mezzi 3 130-3 132
3. Norm e ulteriori 3 133
N ot and a
I. Il ministero della Parol a di Dio coincide sostanzialmente co n l'annunzio del
Vangelo 3124
2. Carattere introdutt ivo dei cann. 756- 76 1 3 124
3. L' Esort. Ap. " Evangelii nuntiand i" di Paolo VI (8 dico197 8) 3 124
4. L'annunzio del Vangel o spetta a tutto il Popolo di Dio: al Rom ano Pontefi ce, ai
Vescov i, ai presbiteri, ai diaconi , ai mem bri degl'Istituti di vita co nsac rata e
delle Società di vita apostolica, ai fedeli 3 125-3 129
5. I mezzi da usare : in primo luogo la predicazione e l' istruzi one catec histica
3 132
6. Il ministero dell a Parola è uno dei doveri essenziali del Vescovo diocesano
1970-1 971
7. Norme ulterio ri da tener presenti
- La cura dei Vescovi dioce sani, perché siano osserva te scrupolosame nte le
prescrizioni dei canoni sul ministero della Parola: can. 386 , § 1
596 INDIC E ANALITICO

- La vigilanza dei mede simi Vesco vi, perché non abbiano ad introdursi abusi
nel detto ministero : can. 392
- Evangelizzazione e sacra menti: ca n. 843, § 2
Il - La predicazione della Parola di Dio (ca nn. 762-772)
- V. "Predicazione"
III - L'istruzione catechistica (cann. 773-780)
- V. "Catechesi"

PARROCCHIA
I. Introduzione 2411-24 13
- Import anza organ izzativa e pastorale della parrocchia 24 11
- La sua funzione insostituibile, ma anche la necessità di un suo rinnov amento nelle
strutture e nello spirito 2411, 2413
- L' insegnamento di Paolo VI 2412
2. Norme generali sulla parrocchia 2414-2431
- Con cetto di parrocchia 2415-241 8
- La competenza del Vescovo dioces ano 2419
- La perso nalità giuridica 2420-2421
- La quasi-parrocc hia 2422- 2423
- Altre possibi li forme di organ izzazion e pastorale 2424
- Parroc chie affida te in solido 2425-2427
- Parrocchie affida te a un diacono o a laici 2428
- Parrocchie terr itoriali e person ali 2429-2430
- Norme ulter iori 2431
3. Offerte e rappresentanza giuridica 2464-2466
- Offerte per alti di minis tero 2464
- La rappresentanza giuridica 2465-2466
4. I libri parrocchiali e l'arch ivio 2472-2479
- I libri o registri parrocchiali 2472-2475
- Il sigillo parrocchiale 2476
- L' archivio 2477 -2479
5. Organismi parrocchiali 2480-2482
- Il Consiglio pastora le 248 1
- Il Co nsig lio per gli affari economici 2482
6. Sede vacante o impedita 2493-2496
- La nomina dell'amministratore parrocchiale 2494
- Obblighi e diritti 2495
- Prima de lla nomina dell'amministratore parrocchiale 2496
7. Istruzione CEI l Oaprile 1992 , nn. 80-87
N ot anda
l . La divi sio ne della diocesi in parro cchie 1923
2. Gli elementi esse nziali dell a parrocch ia: la comunità di fedeli (elemento perso nale) c il
proprio pastore (l' elemento istituzionale) 2416
3. Il territor io, l'elemento integrante 24 17
4. La parrocchia, come la diocesi, è essenzialmente una comu nità 2417 e nota 7
5. La parrocchia è persona giuridica pubblica "ipso iure": di carattere corporativo o
person ale di tipo non collegiale 2420
INDICE ANALITICO 597

6. Nei nuovi Accord i fra la Santa Sede e l'Italia, l' ente-ch iesa viene assorbito dalla
parrocch ia 2421
7. La separaz ione della parrocchia dal Capitolo 2384
8. Registri prescritti o raccomandati dalla Conferenza Episcopale Italiana 2473
9. Annotazioni prescritte nel libro dei battesim i 2475
IO. Per l' archivio parrocch iale: v. "Archivi ecclesiastici", nn. 15-18
11 . Per il Consiglio pastorale: v. "Consiglio pastorale", n. Il
12. Per il Consiglio per gli affari economici : v. "Consiglio per gli affari economici", n. Il
13. V. anch e "Parroco"
14. Istruzione CEI l ? aprile 1992, co n riferimento al Concord ato tra la Santa Sede e la
Repubbl ica Italiana
- La soggettività giuridica della parrocchi a (nn. 80-82)
- La rapprese ntanza legale della parrocch ia e la responsabi lità amministrativa del
parroco (nn. 83-84)
- Il Co nsiglio parrocchiale per gli affari eco nomici (nn. 85-86)
- L' amministrazione della parrocchia (n. 87)

PARROCCHI A PERSONALE
I. L' erezione di parrocchie personali 2429
2. Parrocch ie per studenti 3229
3. L'assistenza ai matrimoni da parte degli Ordin ari e dei parroci personali 4078

PARRO CCHIA PROPRI A


I. Concetto 746 -747
2. La parrocch ia della celebrazione dei matrimoni 4089-4090
3. La parrocchia propria e la celebrazione delle eseq uie dei defunti 4322

PARROCC HIE di ISTITUTI RELI GIOSI e di SOC IETÀ DI VITA APOSTOLI CA


- Possibilità e norme: ean. 520

PARR OCCHI E " IN SOLIDO"


l . Possibilità di tali parrocchi e. sancita nel nuovo Codice: can . 5 17, § 1
2. Una dupli ce condizione: ca n. 5 17, § l
- La necessità pastorale
- La nomina di un parroco con le funzioni di "moderatore"
3. Parroci di pieno diritto a tutti gli effetti e allo stesso titolo : ca nn. 5 17, § l , 542
4 . Le qualità necessa rie e la nomina: can. 542, §§ 1-2
5. La presa di possesso da parte de l moderatore e la professione di fede da parte degli altri
parroci: can. 542, § 3
6. Compiti e attribuzioni: can. 543, § I
7. Residenza, Messa "pro populo" rapprese ntanza giuridica: can. 543, § 2
8. Cas i di cessazione dall'u fficio: can. 544

PARROCI ASSISTENTI o ASSES SORI o CONSULTORI


- Un ceto stabile da istituire in diocesi e da consulta re dal Vescovo nella rimozione c nel
trasferim ento di un parroco: cann. 1742, § I, 1745, n. 2, 1750

PARROCO
I. Non ne generali SI/lparroco 2432-2442
- Concetto di parroco 2433-2436
598 IND1CE ANALlT ICO

- Un divieto formale 2437-2440


- I requi siti prescritti 244 1
- La stabilità del parroco 2442
2. La nomina 2443-2457
- La co mpetenza del Vescovo diocesano 2444-2446
- La scelta del ca ndidato 2447
- Sede episco pale vacante o imped ita 244R
- Una sola parrocchia e un solo parroco o moderatore 2449-2451
- La presa di possesso canonico 2452-2457
3. Doveri essenziali 2458-2463
- Munu s docendi 2459
- Munu s sanctificandi 2460
- Munu s regendi 2461-2462
- Fun zion i specifica mente parrocchiali 2463
4. Due obblighi particolari 2467-247 1
- La residen za 2468-2470
- La Messa "pro populo" 247 1
5. La cessazione dall' ufficio 2488-2492
- Vari modi di cessazione 2488
- Un caso particolare 2489
- La rinunzi a per limiti di età 2490-2492
6. [parroci istituiti in solido 2497-2501
- Parroci di pieno diritto 2498
- Comp iti e attribuzioni 2499
- Residenza. Messa "pro populo" e rappresentanza giuridi ca 2500
- Casi di cessazione dall'ufficio 250 l
7. Norme ulteriori 2502-2505
8. I vicari parrocchiali 2506 ss,
- V. "Vicario parrocchiale»
N o t anda
1. La facoltà delle Con ferenze Episcopali di deliberare la possibilità di confe rire le
parrocch ie a tempo dete rminato 2442 e nota 9
2. La deliberazione della CEI 2442 e nota 9
3. La precedente legge del concorso 2445
4. La disposizione concordataria circa la nomin a dei parroci e di altri titolari di uffici
ecclesiastici 2446
5. La provvis ta delle parrocchie "sede episcopali vacante aut impedita" 2448
6. Di regola un sacerdote può essere titolare di una sola parrocch ia. ma per ragioni pastorali
il Vesco vo può anche conferirgli in titolo più parrocchie insieme 2449-2450
7. La presa di possesso canonico della parrocchia da parte del parroco ed eve ntuale
dispensa dell 'Ordinario dalle formalità di rito 2452-2456
8. La cassa parrocchiale 2464
9. L' obbl igo della residen za del parroco è un obbligo grave e personale: residen za formale.
e non sempl icemente materiale o passiva 2468
IO. L'obbligo della Messa "pro populo " è un obbligo grave . personale e reale insieme,
imprescrittibile 2471
Il . La rinunzi a per limiti di età è veramente precettiva? 2492
12. V. anche" Parrocchia"
N o r m e ult er iori
Principali disposizioni
I. Compiti e attribuzioni del parroco in ordine al battesimo
INDICE ANALITICO 599

- L'obbligo pastorale: can. 851, n. 2


- L'imposizione del nome: can. 855
- L'eventuale designazione del padrino: can. 874, § l, n. l
- La sollecita ed accurata registrazione: can. 877
- Il battesimo dei propri parrocchiani fuori del proprio territorio: can. 862
2. Compiti e facoltà in ordine alla celebrazione del matrimonio
- Il parroco, assistente "vi officii" della celebrazione delle nozze: cann. 1108-1109
- La delega ad altri, sacerdoti e diaconi: cann. 1108, § l, e 1111
- La pastorale matrimoniale in parrocchia: can. 1063
- Matrimoni per i quali occorre la licenza dell'Ordinario del luogo: can. 1071
- Facoltà del parroco in pericolo di morte: cann. 1079 e 1081
- Facoltà "cum iam omnia sunt parata": can. 1080, § l
- La debita registrazione: can. 1121, § I
3. L'organizzazione in parrocchia degli esercizi spirituali e delle sacre missioni al popolo:
can.770
4. La dispensa dai voti privati dai giuramenti promissori: cann. 1196, n. l, e 1203
5. La dispensa dall'osservanza dei tempi sacri: giorni festivi e penitenziali: can. 1245
6. La dispensa dalle leggi universali e particolari: necessaria una facoltà speciale: can. 89
7. La responsabilità del parroco circa l'osservanza delle norme sull' omelia: can. 767, § 4
8. Il particolare dovere del parroco per la promozione delle vocazioni ecclesiastiche: can.
233, § l
9. I parroci assistenti o assessori o consultori: v. "Parroci assistenti"
10. La cura del vicario foraneo verso i parroci infermi: can. 555, § 3

PARROCO PERSONALE
- V. "Parrocchia personale"

PARROCO PROPRIO
- V. "Parrocchia propria"

PARTE DISPOSITIVA
La parte dispositiva della sentenza
l. Parte essenziale della sentenza (can. 1611, n. l) 5580, I° e 2°, 5282
2. La motivazione 5581
3. La deliberazione nel tribunale collegiale 5568-5577
4. Errori nella trascrizione 5587
5. La lettura immediata nel processo contenzioso orale 5689
6. Con l'autorizzazione del giudice, la parte dispositiva della sentenza può essere resa nota
alle parti anche nel giudizio contenzioso ordinario, ma questo solo a scopo informativo
5585,3°

PARTELESA
l. Rescindibilità o annullamento, ad istanza della parte lesa, di un atto giuridico posto per
timore o per dolo 877
2. La parte lesa e il risarcimento dei danni nei processi penali
- V. "Azione per il risarcimento dei danni"
3. I termini prescritti per la presentazione della istanza della "restitutio in integrum" (can.
1646, §§ 1-2), non decorrono per la persona lesa minorenne 5642, 3°
600 INDI CE AN ALITICO

PARTECIPAZIONE AL DELI1TO
- V."Cooperazi one delittu osa"

PARTI IN CAUSA
1- Norme generali (cann. 1476- 1490)
I. L'attore e il con venuto (cann. 1476-1480 )
- Nozioni 5278-52 80
- I l principio generale 5281-5 284
- La co mparizione personale 52R5
- L' istituzione del tutore o c uratore 5286-5292, v. "Tutore" - "C uratore"
- Le persone giuridic he 4293
- V. anche "Attore" - "Convenuto"
2. I procu ratori giudiziari e gli avvocati (cann. 1481- 1490)
- V. " Avvocato" - "Procuratore", n. I
N Ol and a
l . Nozione di attore e di convenuto 5278
2. L'attore nei processi penali 5280
3. /I princip io generale circa la capacità processuale delle persone nei giudizi
eccle siastici 5281
4. La profonda innovazion e rispetto al diritto precedente 52R3
5. La capacità proce ssuale delle persone giuridiche 5282, 5293-5294
Il - Le dichiarazioni delle parti nel giudizio contenzioso ordinario (cann. 1530-15 38)
I. L'interrogatorio delle parti 5409-5414
2. Confessio ne giudiziaria ed extragiudizi aria 5415-5420
3. Cond izioni di validità della confessione delle parti e di qualsi asi altra loro
dichi arazione 5422-5423
N ot and a
I. Le innovazioni dell' attu ale Codice 5408
2. La facoltà del giudice e il dovere dell' interrogato 5409-54 10
3. L'eventuale rifiuto dell a parte di rispondere 54) 0
4. Il giuramento "de vcritate dicend a" o "de vcritate dictorum " 5411
5. Gli articoli o posizioni 5413
6. Le modalità dell' interro gatorio 5414
7. Valore ed effetti della confessione giudiziaria 5419
8. L' eventuale ritrattazione 5423
III - La mancata comparizione delle parti (cann. 1592-1595)
- V. "C ausa incidentale"
IV - L'intervento di un ferzo nella causa (cann. 1596-1597)
- V. "Ca usa incidentale"
V - Norme varie
l. La conciliazione delle parti: v. "Concili azione", n. I
2. L'assistenza delle parti all'esame dei testi nel giudizio contenzioso ordin ario:
can. 1559
3. L'ass istenza delle parti all' esame della comparte, dei testi e dei periti nelle cause
di nullità matrimoniale: can. 1678, § 2
4. Nel caso che, durante lo svolgimento del giudizio, una delle parti muoia , cambi
stato o cessi dall'ufficio in ragione del quale agisce: can. 1518
INDICE ANALITICO 60 1

5. Una dupl ice equi parazio ne del promotore di giustizia e del difensore del vincolo
alle parti in causa: can . 1434
6. Il valore de lla "cosa giud icata" per le parti: ca n. 1642, § 2
7. L'ammonim ento da inserire nelle sentenze di nullità matrimoni ale sugli obbli ghi
morali e civili, a cui possano esse re tenut e le parti: can. 1689
H. Gli attori in partico lari giudizi
- Nel processo di nullità matrimoniale : ca n. 1674
- Nelle cause di nullità della sacra ord inazione: can. 1708
- Nei processi penali: can. 1721

PART ICELLE
- Le particelle si, nisi, dùmm odo negli atti amministrativi singo lari 43H-439

PART IT I POLITI CI
l. Vietato , per sé, ai chierici e ai religiosi di pre ndere parte attiva nei partiti politici e nella
guida di assoc iazioni sindaca li 1640, 29 12
- I I divieto non riguarda per sé i diaconi permanenti 1640
2. Coloro che svo lgono funzion i direttive nei partiti politici, non posso no esse re ass unti
all' ufficio di presidente nelle assoc iazioni puhh liche di fedeli, ordinale diretta mente
all' eserci zio dell' apostol ato 173S

PASSAGGI O
/I passaggio ad altro Istituto (cann.684-685)
l . Introduzione 2933-2934
2 Prima ipotesi: il passaggio da un Istituto religioso ad un altro Istituto religioso 2935-
2938
3. Seco nda ipote si: passa ggio da un monastero "sui iuris" ad un altro mon astero dello stesso
Istituto o dell a stess a federa zione o confederazione 2939-29 43
4. Terza ipotes i: passaggio da un Istituto religioso ad un Istitut o secola re o ad una Società di
vita apostolica, e viceversa 2944
No ta nda
I. n passaggio può essere determinato da varie cause , ed è un diritto de l religioso se la
ca usa è legittima, una sua libertà. che la Chiesa rispetta e tutela 293 4
2. Le norme proprie di ciasc una delle tre ipotesi 2935-2939, 2944
3. Il periodo di prova e le mod alità relative 2936-2 937, 293 8
4. Effetti del passaggio 2938

PASSATO
I. Le leggi e il passato: v. "lrretroat tivit à'
2. Il matrimonio contratto "sub condicione de praeterito vel de praesenti" 4035
3. La retroaUività degli effetti canonici nella sanazio nc in radice 4266

PASSIONE
l . Il venerdì santo, dedicato alla Passione e alla Morte del Signore, è giorno di astinenza e
digiuno 4552
2. La passio ne e l' impu tabil ità
- Causa attenuante 4832
- Ness una atte nuante 4844, 3°
- Facoltà discrezionale concess a al giudice 4932
602 INDICE ANALIT ICO

PASTORA LE
1- La fo rmazione pastorale degli alunni del Semina rio
l. La preparazione degli alu nni all'esercizio de l mini stero pastora le (can . 245 , § l )
1506
2, Una formaz ione adatta ta alle necessità pastorali della propri a regione o
provincia 1500, 4°
3. L'iniziazione alla pratic a pasto rale nel corso stesso degli studi 1546
4. Lezioni di teologia pastorale 1525, 3°
5. Un particolare corso di pasto rale 1540
Il - La cura pastoral e della parrocchia
I. Affid ata al parroco: can . 5 15, § I
2. Affidata anc he ai vicari parrocchia li: cann. 545, § 1, 548. § 3
3. A più sacerdoti in solido, sotto l' autorità di un moderatore: can. 5 17, § l
4. A un diacono e anche a dei sem plici fedeli: can. 517 , § 2
III - La pastorale dei sacram enti
l . Dei sacramenti in genere: v. "Sacramenti" (passim)
2. Dei sacramenti in particolare: v. le singole voci
IV - Voci attin enti
Che posso no essere collaz ionate utilmente
1. Cons iglio pastorale diocesano
2. Consi glio pastorale parrocchiale
3. Cura pastorale
4. Ministero pastorale
5. Pratica pastorale
6. Teolo gia pastorale
7. Visita pastorale o canonica

PASTORI
Prospetto
l. Pastori di an ime
2. Pastori della Chiesa
3. Pastori propri
4. Pastori sacri

PASTOR I di ANIME
I - L'annunzio della Parola di Dio
I . Tale an nunzio da parte dei pastori d'anime, soprattutto dei Vescovi e dei parroci .
deve raggi ungere tutti , anc he i non creden ti 3152
2. L' obbligo de lla catechesi 3 158
3. 11 partic olare dovere di una catechesi sacramentari a (can. 843, § 2) 3306-3309
Il - Compiti e doveri pastorali nell 'amministrazione dei sacram enti
l. In ordine al battesimo: cann, 85 1, 855, 861, § 2
2. Re lativamente alla conferma zione: can. 890
3. Relativamente alla SS. Eucaristia
- La parteci pazio ne atti va dei fedeli: can. 898
- La prima Comu nione dei fanciulli : can . 914
4. In ordine al sacra mento della confessione
INDICE ANALITICO 603

- Il dovere d'ogni confessore: can. 978


- Il particolare dovere di coloro che sono in cura d'anime: can. 986, § l
5. In ordine alla unzione degl'infermi: can. 1001
6. In ordine al matrimonio
- La doverosa molteplice assistenza, di cui pastori d'anime hanno la
particolare responsabilità: can. 1063
- Il compito dell'Ordinario del luogo: can. 1064
- Il matrimonio dei giovani: can. 1072
- La cura perché il coniuge cattolico e i figli nati dai matrimoni misti abbiano
l'assistenza spirituale necessaria per l'adempimento dei loro obblighi: can.
1128
III - Compiti ulteriori
I. Il dovere c il diritto educativo della Chiesa e dei suoi pastori: can. 794
2. L'educazione dei minori d'età allo spirito di penitenza: can. 1252

PASTORI della CHIESA

I - Autorità e doveri
I. I sacri Pastori della Chiesa rappresentano Cristo (can. 212, § I) 1361
2. Sono costituiti dai Vescovi, successori degli Apostoli 1931
3. AI vertice è il Romano Pontefice, successore di Pietro
- Pastore supremo della Chiesa: cann. 333, § 2, e 353, § I
- Pastore e Dottore supremo di tutti i fedeli 3108, IO
4. V. anche "Pastori d'anime"
Il - Doveri e rapporti dei fedeli con i sacri Pastori
I. Il primo dovere è quello della cristiana ubbidienza e della docile adesione alloro
magistero 1360-1361
2. Ubbidienza, ma anche una filiale libertà 1362-1363, 1413
3. Una fattiva e molteplice collaborazione 1363, 1414-1417
4. Il diritto agli aiuti spirituali 1362

PASTORI PROPRI
I. Il pastore proprio della diocesi 1915
2. Di una prelatura o di un'abbazia territoriale (can. 370) 1918
3. Della parrocchia 2415-2416
4. Della quasi-parrocchia 2422

PASTORI SACRI
I. V. "Pastori della Chiesa"
2. Cfr. cann. 212, §§ I e 3, 213, 228, § 1,652, § 2

PATERNITÀ
1. Paternità presunta 4190
2. La registrazione del battesimo del figlio nato da madre non sposata, quando la paternità
del padre risulti da un pubblico documento o da una sua personale dichiarazione 3360

PATRIARCA
I. Patriarca d'Occidente: titolo particolare del Papa 1770
604 INDI CE AN ALITICO

2. Patriarchi Orientali elevati alla dignità cardinalizi a


- Fanno parte del Collegio dei Cardinali dell'ordine epis cop ale 1834
- Con ser vano in titolo la propri a sede patri arcale 1835
3. Patriarch i in Occident e: un titolo che per sé è soltanto onorifico 2 103

PATRIARCATO
- I quattro patri arcati d 'Oriente 124

PATRIMONIO
1. Patrimonio filosofico
- La formazio ne filosofica degli allievi del Seminario deve avere a suo fon damento il
pa trimonio filosofico perenn emente va lido, esistente nell a C hiesa 1520
2. Patrim onio spirituale degl'Istituti di vita consacrata
- Gl 'I stituti di vita con sacrata hanno ciascuno un proprio patrimonio da custodire
fedelmente 261 6 , 2782
- La sua tutela da parte del Capit olo general e 2782
3. Patrimonio artistico delle Chiese
- Norme em anate dalla Sant a Sede e dalla CEI per la sua conservaz ione e per la sua
tutela 441 8
4. Patrimonio economico
- L'alienazion e di hen i costituenti il patrimonio stabile di una pers ona giuridica
eccle siastica pubblica 47 I O
- L' annotazione delle eventuali varia zioni del patrimoni o di un ente ecclesiastico
46 86
- Una facolt à degli amministratori: don azioni a scopo di pietà o di carità, purché non si
tratti di beni imm obili né di heni mob ili facen ti parte del patrimoni o stab ile dell 'ente
46 90

PATROCINATORI STABILI
- Da co stituire. per qu anto è possibil e, in ciasc un tribunale 5314

PATROCINIO GRAT UITO


I. Norme circa la co ncess ione del gratu ito patroc inio (can. 1649, § I, n. 3) 5647
2. Le que stioni ci rca la concessione del gratuito patrocinio 5252

PATRONATO
- Il diritto di patron ato 1085, 1088

PATTO
l . Patti conco rdatari
- Y. "Co nvenzioni co nco rda tarie"
2. Patti nei giudizi
- Patti illeciti e nulli tra avvocato o procuratore e parte difesa o rappresentata in
giudizio 5311
- Patti sulla ca usa, che richiedono per il procuratore un mand ato speciale 5307
3. Patti simoniaci
- Y. "Simonia"
4. Il patto matrimonial e
INDICE ANA LITICO 605

- Un patto dirett o a costituire tra l'uomo e la donna il "consorzio" di tutta la vita,


ordin ato per sua natura al bene dei coniugi e alla procreazione della prole 3729
- Un "patto irrevocabile", col quale «l' uomo e la donn a si donan o e si accettano
reciprocamente» (can. 1057, § 2) 3747
- Un patto da osservare e custodire con fedeltà 379 1

PAZIENZA
- Una virtù raccomandata ai Superiori religiosi 2732

PAZZI A
- V. "Amenza"

PECCATI RATIO
- V. "Ratio peccati"

PECCATO
I. Peccati gravi e veniali (can. 988) 3587, 3590
2. Peccato mortale 3588
3. Peccati e battesimo 3324
4. Peccati e sacramento della penitenza 3526-3527, 3587-3590
5. Peccati e indul genze 3598-3 599

PECCATO GRAVE
I. Necessità della co nfessione individuale e completa 3534
2. L' assoluzi one in forma generale e collettiva 3535-3540
3. Materia necessaria della confessione sacra mentale 3587-3589
4. L'obbligo della co nfessione annuale 359 1
5. Lo stato di pecc ato grave e la celebrazione della Messa e la recez ione della Comuni one
3435
6. La persistenz a ostinata in un peccato gra ve mani festo vieta l'ammi ssione alla sacra
Comunione e il co nferimento della unzione degl' infermi 3434, 3640
7. Relativamente alle esequie ecc lesiastiche 4336 .
8. L' assoluzione in foro interno sacramentale di un penitente colpito da censura "latae
sententiae" di sco munica o d' interdetto non dichi arata, e al quale sia gravoso rimanere in
stato di peccato grave 4956

PECCATO RISERVATO
- Sco mparsa nel nuovo Codice la "riserva" dei peccati 3520, 3548

PECC ATO VENIALE


- Materia libera della co nfessio ne sacramentale 3590

PECCATORE MANIFESTO o PUI3I3LICO


1. Sono consid erati tali soprattutto in ordine all 'Eucaristia, all' amministrazione
dell' unzione degl' infermi e alle esequie ecclesiastiche: cann. 915, 1007, 11 84
2. I soggetti indic ati
- Gli apostati, gli eret ici e gli scismatici: can. 11 84, § l, n. 1
- Gli aderent i in modo notorio a ideo logie atee o materialistiche: can. 696. § l
- Gl' iscritt i ad associazioni che tramano contro la Chiesa: can. 1374
606 INDICE ANALITICO

- Coloro che abbiano disposto la cremazione del proprio corpo per ragioni contrarie
alla fede cristiana: can. 1184, § l, n. 2
- I pubblici concubinari: can. 1395, § l, ecc.

PELLEGRINAGGI - PELLEGRINI
I. Pellegrinaggi ai santuari 4435, nota l, 4436
2. Momenti forti di spiritualità, di meditazione e di conversione, che non possono essere
trasformati in semplici viaggi turistici 4441, nota 2
3. Concessione di particolari privilegi 4440
4. L'assoluzione generale o collettiva in occasione di pellegrinaggi con grande affluenza di
fedeli 3537,3°, e nota I

PENA
I - Pena canonica o ecclesiastica
l. Concetto di pena canonica 4778
2. Funzione e finalità essenzialmente pastorale 4779, 4923
3. Pene propriamente dette e rimedi penali e penitenze 4781, 49 l 5 ss.
4. Il principio della legalità della pena: v. "Legalità"
5. V. anche "Sanzioni penali"
Il - Nomenclatura delle pene
1. Pena congrua, adeguata: cann. 1457, § l, 1470
2. Pena determinata e indeterminata: cann. 1315, § 3, 1319, § 1, 1349
3. Pena dichiarata e irrogata o inflitta: cann. 1400, § 1, 1341, 1353, ecc.
4. Pena facoltativa e obbligatoria o precetti va: cann. 1315, § 3, 1343, 1344, 1727,
§ 1
5. Pena ferendae e latae sententiae: can . 1314
6. Pena giudiziaria ed extragiudiziaria: can. 1342
7. Pena giusta: cann. 1336, J 368, 1369, 1371, 1373, 1376, ecc.
8. Pena medicinale ed espiatoria: can. 1312, § 1
9. Pena pecuniaria: v. "Multa"
IO. Pena riservata e non riservata: cann. 508, § 1,566, § 2, 1355, 1357, § 3, 1367,
1370, § 1, 1378, § 1, 1382, 1388, § I
II. Pena sospesa
- Per ragioni pastorali: can. 1335
- Pena o condanna condizionale: can. 1344
12. Pena temporanea e perpetua: cann. 1336, § I, 1342, § 2, 1349
III - Espressioni tipiche
I. Sub poena nullitatis: v. "Nullità", n. III
2. Sub poena reincidentiae: v. "Reincidenza"

PENA ESPIATORIA
Le pene espiatorie (cann. 1336-1338)
I. Introduzione 4906
2. Le pene previste 4907-4910
3. Precisazioni 4911-4914
Notanda
1. Pene espiatorie e pene medicinali: differenze 4906
2. Pene perpetue, a tempo determinato e a tempo indeterminato 4906,3°, e nota 1
IN DICE ANALITICO 607

3. Le pene espiatorie previste per d iritto comun e 4907 e note 4 e 5


4. La particolare norm ativa circa la dimissione dallo stato clericale e delitti per i quali è
comminata la detta pena 4907,5°, e nota 6
5. Soppre sse nel nuovo Codice varie pene espiatorie, comminate nel Codice precedente
4908 e nota 7
6. Pene espiatorie che non posso no essere "latae scntcntiac" 4909
7. Ulteriori norm e circa le pene espiatorie 49 10
8. Precisazioni circa le pene espiator ie
- La proibi zione o l'ingiunzione di dimorare in un dato luogo o territorio 4911 c nota 8
- Il limi te della competenza 4912
- La potestà di ordine e i grad i accademici 4913
- La sospe nsio ne delle pene espiatorie per rag ioni pastorali 4914

PENA FERENDAE SENTEN T IAE


- V. " Ferendae sententiae"

PENA LATAE SENTE NTIAE


- V. "Latae sententiae"

PENALE
\lrlci att inenti
I. Azione penale
2. Causa penale
3. Diritto penale
4. Legge penale
5. Precetto penale
6. Processo penale
7. Rimedio penale
li . Sanzione penale
- V. le singo le voci

PEND ENTE
I. Lite pend ente: v. "Lit e pendente"
2. "Pe nde nte causa" 5708
3. " Pendente iud icio" 590 2
4. " Pende nte recurs u" 5960-5961

PENDENZA
- La non applica bilità dci principio d'i rretroattività nei casi di pendenza 197

PENE VENDICATIVE
- Erano così dette, con termi ne severo, le pene "espiatorie" (ca n. 2216 Codic e 19 17): la
nuova espressione è tratta da S. Agostino (De Civitate Dei, 21, 13) 4779

PENITENZA ASCETICA
La virtù della penitenza
I. Il precetto divi no dell a penitenza 4516
2. Il particolare obbligo dei relig iosi 29 16
608 INDICE ANAL ITICO

3. Le opere di penitenza e di carità: uno dei mezzi con cui la Chiesa adempie la sua
funzione santificatrice 3296
4. La penitenza prescritta della Chiesa: v. "Tempi sacri"

PENITENZA CANON ICA


l. Carattere e finalità 4915, 4920
2. In che cosa co nsiste 4920
3. La pen itenza pubblica 4921
4. Penitenze associate a rimed i penali 4921
5. V. anche "Rimedi", n. I

PENITENZA SACRAMENTALE
I. Parte integrante della con fessione 3573
2. Lo scopo 3573
3. Propo rzionata alla gravità e al numero dei peccati c adattata alla condizione del penit ente
3573
4. Da ade mp iersi personalment e 3573
5. L'insegnamento di Giovanni Paolo" sul significato della penitenza sacramentale 3573

I. L'ufficio del canonico penitenzi ere conc erne solo il foro sacramen tale 2375
2. La sua funzione comporta la faco ltà ordinaria, ma non delegabile, di assolve re da
determ inate ce nsure 2375
3. In diocesi anche gli estra nei, i diocesan i anche fuori del territorio della diocesi 2375
4. Incompatibilità di uffici 2375
5. Nel caso che una diocesi manch i di capitolo 2375

PENITENZIERIA APOSTOLICA
I. Tribunale di foro interno della Santa Sede. retto da proprie norm e 5 18 e nota 2, 5 18-
520, 5094, 5207
2. Il caso occ ulto urgente in cui. per la dispensa da irregolarità derivanti da alc uni del itti.
non si possa ricorrere alla Penitenzie ria Apo stolica ed esista il pericolo imminente di
grave danno o infami a 3708
3. Il rescritto di dispen sa da un impedimento matrimoni ale occulto , conce sso dalla
Penitenzieria Apostolica 3867

PE NSIONE
1. Della pension e di un religioso dispone, per sé, l'I stituto 2906
2. Pensi one ecclesiastica e scomunica inflitta o dichi arata: perdita della pensi one 411112
3. L' obbligo della restitu zione 4897
4. La perdita della pensio ne civile è motivo sufficiente per consentire la celebrazione di un
matrimonio segre to? 3796, nota l

PENTECOSTE
- Uno dei giorni solenni. in cui il Vescovo è tenuto ad essere presente nella sua diocesi
1990

PENTIMENTO
I. Elemento essenziale nella confessione sacramentale, per ricevere l' assoluzione dei
peccati 3585
INDICE ANALITICO 609

2. Condizione essenziale per ottenere la remissione della censura in cui si fosse incorsi
4934, 4962-4963
3. Necessario qualche segno di pentimento prima della morte, per poter conced ere le
esequie ecclesiastiche a una persona che per legge dovrebbe restarne priva 4336
4. Y. anche "Ravvedimento"

PERCOSSE
- Y. "Lesione"

PERDITA
I - Perdita ossia cessazione dall'ufficio ecclesiastico
- V. "Cessazione dall'ufficio ecclesiastico"
Il - La perdita dello stato clericale
- Y. "Stato clericale", n. III
III - La perdita della benedizione o della consacrazione
I. I luoghi sacri 4398
2. Gli altari 4505
3. Le cose sacre 4603
IV - Perdite varie
I. La perdita del diritto di presentazione a un ufficio ecclesiastico: can. 162
2. La perdita del diritto di elezione o di postularione: can. 182 § 2
3. La perdita del diritto proveniente da una elezione: cann. 177, § 2, 179, § I
4. La perdita di tutti i diritti propri dello stato clericale, conseguente alla seconda
sentenza di nullità della sacra ordinazione: can. 1712
5. La perdita del domicilio e del quasi-domicilio: can. 106
6. La perdita dellafacoltà di confessione: can. 974, §§ 2 e 4
7. Nel caso che vadano perdute Ic offerte di Messe: ean. 949
8. La perdita della potestà ecclesiastica
- Potestà delegata: can. 142
- Potestà ordinaria: ean. 143
9. La perdita di un privilegio: ean. 82
IO. La perdita della stima presso i parrocchiani, una delle cause previste per la
rimozione di un parroco dalla sua parroechia: can. 1741, n. 3

PEREGRINUS
- Coneetto di incola (abitante), àdvena (dimorante), peregrinus (forestiero) e vagLis
(girovago) 719

PERENTORIO
I. Le eccezioni perentorie: v. "Eccezioni perentorie"
2. I termini perentori nei giudizi e nei procedimenti amministrativi: v. "Termini
processuali"

PERENZIONE
La perenzione della istanza della lite
1. Concetto 5387
2. La causa che determina la perenzione 5388
610 INDICE ANALITI CO

3. Effic acia dell a perenzione 5489


4 . Effetti 5390
5. Le spese de l giudiz io cad uto in perenzione 539 1
6. La rinunzia alla istanza dell a lite ha gli ste ssi effetti della per enzione 5396

PERFEZIONE C R IST IAN A


l. L' impegno d i perfezione e di santità, un do vere part icolare dei chie rici 1597-15 98
2. La "perfezi one nella carità" negl'Istituti di vita consacrata e nelle Società di vita
apostolica 2608, 3017, 3066
3. Il dovere dei singoli membri 2668
4. La "perfezione eva ngelica" nei fedeli associ ati agl' Istituti seco lari 3049
5. Il com pito del maestro de i novizi 2842
6. Le as soci azioni che co nducono una vita spirituale e tend ono alla perfezione cristia na
(terzi ordini) 1697
7. La m aggio re pe rfezi o ne di vita nelle associaz ioni di fedeli in genere 1678
8. Y. anche "Sa ntit à"

PERI COLO
I - In pericolo di grave danno
1. La dispensa dalle leggi disciplinari, univ ersali e part icolari, da parte di qu al siasi
Ordinario, anche se la di spensa sia riservata alla Santa Sede: can. 87
2. L'esercizio dell'ordine sacro da parte di chi ne sia impedito da irre gol arit à nei
cas i occulti pi ù urgenti: ca n. 1048
3. La d ispensa dagl' imp edimenti matrimoniali : can, 1080
4 . La sos pe nsio ne di una pena "latae sente ntiae" : can . 1352, § 2
5. La separazione da l co niuge: can . 1553
6. L' espul sione imm edi ata di un religi oso: can. 703
7. La produzio ne di documenti in giu dizio: can . 1546
8. La deposizione di un teste: can. 1548, § 2, n. 2
Il - In pericolo di morte
1. Il do vere pastorale del parroco vers o i fedeli che versa no in pericolo d i morte:
can. 529, § l
2. L' amministrazione del battesimo: cann, 865, § 2, 867, § 2, 868, § 2
3. L' ammini strazione della cresima: cann. 883, n. 3, 891
4 . L' amministrazi one dell a Comunion e: ca nn. 9 13, § 2, 92 1, 922
5. L'amministrazione del sacramento del/a penitenza
- L' assoluzione in forma genera le o co llettiva : ca nn. 96 1, § 1, n. l . 962
- In pericolo di morte, qualsiasi sacerdot e può ass olvere q ualunque penitent e
da qu alsias i pecc ato o cens ura: ca n. 976
- Valid a anche l'assol uzione del comp lice: ca n. 977
- L' obbli go di qu alsiasi sacerdote: ca n. 986, § 2
6. L'amministraz ion e dell' unzione degl' infermi : can. 1004
7. L' amministrazione dci sacramenti dell a peniten za, de II' Eucaristia e dell ' un-
zione degl'infermi a cristiani che non sono in piena co munione con la Chiesa
Catto lica: can. 844, § 4
8. La celebrazione del matrimonio
- Sufficiente la dich iarazione giurata dei contraenti : can. 1068
- Facolt à dell'Ordinari o del luogo: ca n. 1079, § 1
- Facoltà del parroco e di altri min istri sacri, e do veri dei medesimi : ca nn.
1079 , § 2, e 1081
JNDl CE ANALI TICO 611

- Un chiar imento: ca n. 1079, § 4


- Facolt à de l co nfessore: ca n. 107 9, § 3
- All a pre senza dei so li testi moni : can. 1116, § I
9. La sospe nsio ne dell a censura, c he vieta la ce le braz ione dei sacrame nti e dei
sacrame ntali oppure l' esercizio degl i a tti di go vern o: ca n. 1335
IO. La sos pe nsio ne dell a pen a che vieti di rice ve re i sacra ment i o i sac rame nta li:
ca n. 1352, § I
III - Pericoli vari
I . Il per ico lo di abbandono dellafede nei m atrimoni mi sti: ca n. 1125, n. I
2. 1\ perico lo di corruzione delle specie eucaristiche: ca n. 924, § 2
3. 1\ perico lo di collusione o di corruzione in un nu ovo esa me dei test i: ca n. 1570
4. 1\ pericol o di fro de o di subornazione nell a riap ertura dell' istru ttoria di un
processo, dop o la co nclusio ne in cau sa: ca n. 1600, § I
5. V. anch e la voce segue nte

PERIC ULUM IN MORA


- Espression e usata in alcuni ca noni: 87, § 2, 703, 1080, 1153

PERIODICI
- Fogli periodici : v. "Giornale"

PERITI
I . Per iti nei Co nsig li ecc lesias tic i
- L' assunzione di laici come periti o co ns iglieri nei con sigli ecclesiastici : can . 228, § 2
- V. anche "Esperto"
2. Presc ritto il pare re de i periti
- Rel ativam ent e alla irregolarità per la recezione degli ordini sacri o all' imped imento
per il lo ro esercizio, in caso d i demenza o di altra grave infermità psich ica dci
soggetto: cann. 104 1, n. I , 104 4, § 2, n. 2
- Per il restauro d ' immag ini preziose : ca n. 1189
- Per la costruz ione o la rip arazion e di una chiesa: ca n. 121 6
- Per l' alienazione di ben i ecclesiastici : can . 1293, § l, n. 2

PERITI GIU DIZ IA LI


I - Periti nei giudizi in genere
I. Un div ieto "ad ca utela rn", per l'imparz iale a mminist raz ione de lla g iust izia : ca n.
1447
2. L' e ventuale giurament o "de sec reto se rva ndo": ca n. 14 55 , § 3
Il - Periti nel giudizio contenzioso ordinario
I . La figura del perito 54 91
2 . La norma generale circa il suo interv ento 5492
3. La nomina da parte de l g iudic e 5493
4 . Il gi uramento "de rnun ere fide liter irnplendo" 5493
5. L' eventuale esclusione o ricu sazione 5494-5497
6. L' oggetto della perizia 54 97
7. La co nsu ltazione di atti e di documenti 5498
8. Il termine di presentazion e dell a peri zia 5499
9. La stesura della rel azione: modalità e co ntenuto 5500
IO. L' e vent uale co nvoc azione del pe rito in tribunale, per chiari me nti 5500
612 INDICE ANALl T1CO

I l. La valutazione della perizia da parte dci giudice 5502


12. Il debit o compenso 5504
13. 1 periti privati 550 5
14. La nom ina del "s uperperito" 5501
III - Periti nel pro cesso contenzioso orale
I . La verhalizzazione de lle risposte: can, 1664
2. L'assistenza delle parti e dei loro avvocati: can . 1663, § 2
IV - Periti nelle cause di nullità matrimoniale
I. Obbli gatorio, per sé, l'intervento dei periti nelle cause di nullità "ex capite
impotcntiae" D "ex defectu consensus" per infermità mentale 5720
2. Rimesso alla prudente discrezione del giudice nelle cause di nullità per altri
motivi 5720
3. È sufficiente, per se, anche un solo perito 5720
4. L' assistenza all 'esame dei periti
- Consentit a per sé al di fensore del vincolo, al promotore di giustizia, ai
patroni dcIIe parti 5716, I o
- Non consentita per se alle parti 57 17

PERITIOR - PERITISSIMUS
- Termini usati anche di recente 5501

PERIZIA
I. Perizia in genere: v. " Periti" - " Esperto"
2. Perizia giudiziaria: v. "Periti giudiziari"

PERMESSO
- V." Facoltà" - " Licenza"

PERMUTA
- La permu ta degl i uffici ecclesi astici nell' attu ale ordinamento canonico 1125

PERPLESSO
- Il caso perpl esso o di emergenza «cum iam omnia sunt parata ad nuptias» 386 1 ss.

PERSO NA
Prosp etto
I. Persona Christi
2. Persona fisica
3. Persona giuridica
4. Persona morale
5. Persona umana

PERSONA CHRISTI
In persona Christi
I. I ministri sacri nella triplice funzione d' insegnare. di santificare c di governare 3644
2. Il Vesco vo e il presbitero nella celebrazione eucaristica 3403. 3406
INDICE ANAI.I T ICO fil3

PERSON A FIS[CA
I. Co ncetto di persona 671 -674
2. La persona nella Chi esa 675-68 0
3. Il prob lema dei fratelli se parati 6R1-686 e nota 2
4. [I pro blema dci non battezzati 687-69 1
5. Situazion i varie 692
6. L'età 693-703
7. L'uso di ragione 704-71 0
8. Il luog o di origi ne 711-71 7
9. Il luogo di residenza 718-749
IO. Il vinco lo di co nsa nguineità e di affinità 750-768
I I. La "cognatio legalis" 669-77 1
12. Il rito ecclesiale 772-780
13. Il sesso 78 1-784
14. Il diritt o di prece denza 785
N ot an d a
I. Perso na in senso filosofico e giu ridico 67 1-674
2. Person alità giuridica civile e religiosa 676-680
3. Maggiorenn e, minorenne, infante 694-696
4. " Usu rationi s habitu carentes" 708- 7 10
5. Bambin o esposto o trovatello 7 15
6. Incola, àdvena, peregri nus, vagus 719
7. Do mic ilio. quas i-do micilio, dimora 720
8. Residenza, dimora e do mici lio nell' ordinamento italiano 720, nota 7
9. Possibilità d i avere più domicili e più quasi-dom icil i 724, 729
IO. Dom icilio e quas i-do mici lio legale 73 1-740
Il. Parroco e Ordi nario prop rio 746-747
12. Co nsang uineità ed affinità, pare ntela spirit uale e legale 75 1-752
13. Il nuovo compu to della co nsangui neità secondo il sistema rom ano 758-760
14. A ffinitas non egreditur cop ulatos 764
15. La qua si-affinità 768
16. La nuo va nor mativa della "cognatio legali s" 769- 77 1
17. La pluralità dei riti nella Chiesa 772-773
18. La piena parità cii diritti e doveri per l' uomo e per la donna 78 1
19. Alc une prec lusio ni per motivi di co nvenienza e anc he di esigenza teo logica 784
20. La lacun a giurid ica circa l'ordine di preceden za 785

PER SO NA GI URIDI CA
I. Introdu zione 787-79 1
2. Pe rso ne morali e giuridic he 792
3. Gli eleme nti essenziali della persona giuridica 793 -797
4. La classificazione 798-797
5. La costituzione 806-8 13
6. L'appro vazione degli statu ti 8 14-8 15
7. La rappr esentan za giuridica 816-8 19
lì. La procedu ra neg li atti colleg iali 820 -83 5
9. Durata ed esti nzione 836 -844
IO. La des tinazione dei ben i e deg li oneri 845-853
Il . Nor me ulteriori lì45
614 INDICE ANALITICO

No tan da
I. L' ap porto ca no nico al concetto moderno di pe rso na gi uridica 787-790
2. Precipue teorie circa la na tura de lle pe rson e gi urid iche 791
3. Perc hé la Ch iesa Ca tto lica e la Sede Apos to lica sono dett e "pe rso ne mor ali" 792
4. De fini zio ne generica di per son a giuri dica 793
5. Elem e nto materi ale e for ma le 794- 795
6. Il fi ne de lle persone gi ur idic he ecc lesiastic he 796
7. Università di persone o corporazioni e un ità di cos e o fondazion i au to nome 799. 801
8. Persone co lleg iali e non co llegiali 800
9. Tres faciunt eo lleg ium 800
l O. Person e pub bliche e pri vate 802 -80 4
l I. Person e giurid iche pubblich e "ex ipso iuris praescripro" opp ure "ex speciali
eo mpete ntis auc tor itatis decreto" R05-R07
12. Persone giuridic he private: so ltanto per formale decreto della competente a uto rità R10-
81 1
13. II riconoscimento civile 8 12-8 13
14. Ca paci tà giuridica e capaci tà d i agire dell e pers o ne giuridiche 8 16
15. Ca paci tà proce ssu ale R19
16. Orga ni di ra pprese ntanza 817
17. La procedura degli atti coll egial i: v. "Atti collegiali"
18. La pe rso na giuridica è "ex se" perp etu a 836
19. La sopravv ivenza di un unico membro 843
20. La destina zion e dei beni dell e person e gi urid ic he
- In caso di fusione 846
-In caso di di vision e R47-R4R
- In caso di es tinzio ne 849-85 1
2 1. Nor me ulteri ori R54
- La ca paci tà patri moni ale de lle pe rson e giurid iche eccl es iastiche : can . 1255
- La pro prietà dei be ni: can . 1266
- I be ni de lle per son e g iuridiche pubblic he so no be ni ecclesiastic i a tutti gli effe tti: ca n.
1257, § 1
- I beni de lle persone gi ur idic he private : ca n. 1257, § 2
- La vig ilanza da parte de ll'Ordinario: ca n, 1276, § I
- Tempo ric hiesto per la prescri zion e di beni appar tene nti a perso ne giuridiche
ecclesiastic he pubblic he: can, 1270
Imposizion e di con tributi speciali da parte del Vesco vo d iocesa no alle pe rso ne
giuridic he ecc les ias tic he pub bl iche c private, per le necessità de lla diocesi : ca n. 1263

PER SON A MOR ALE


I. La Chiesa Ca tto lica e la Sede Rom ana 79 2
2. L' att rihuzione dell a personalità morale alla Chi esa Ca tto lica e all a Sede Ro mana intende
mettere in ev ide nza c he la loro personali tà sussis te " in virtù dello stesso ordi na me nto
divino" 792
3. Person a morale è da int end ersi anc he il Collegio dei Vesco vi, che es iste a nc h' ess o
"siatue nte Domino" (can . 330) 792

PERSONA STAND I IN lUDICIO


- Cap acità processuale : v. "Cap acità" , Il. IV

PERSON A UMANA
I. I diritti fon damen tali della person a um an a e il Magiste ro della Ch iesa 3090
INDICE ANALITICO 615

2. Il do vere degli annunziatori della Parola di Dio di far conoscere la dottrina della Chiesa
sulla dignità c sulla libertà della persona umana 3 149
3. La maturit à della person a umana è un fine essenzi ale dell ' educazione cristiana (can. 2 17)
1369-1370
4. Lo scopo de lla vera edu cazione: la form azione integrale della persona uman a 3192, IO
5. Tra i tìni perseg uiti dalle Università Cattoliche è quello di contribuire a una più compiuta
promo zione della persona umana 3220
6. Il rispett o della persona umana è fra i primi doveri dci Superiori religiosi (ca n. 6 18)
2730
7. Delitti contro la persona umana
- Lesioni della buona fama e della propria intimi tà 1374-1378; v. anche " Buona fa ma"
- "Calunnia"
- Delitti contro la vita e la libertà 5035-504 7
8. Y. anche "Uomo" - "Donna"

PERSONALITÀ ECC LESIALE


- L' atto cos tituivo de lla "perso na" nella Chiesa è il battesim o 677-67R

PER SONALITÀ GIURIDICA


I - ConceIlo e costituzione
l . Sogge tti di doveri c di diritti 792
2. "lpso iurc" o per concessio ne speciale med iante dec reto 795
3. V. anche "Perso na giuridica"
Il - Hanno la personalità giuridica "ipso iure"
I. I Semin ari legitti mamente eretti: ean. 238 , § I
2. Le Chiese particolari: diocesi, prelatu re territoriali e abbazie territ oriali, vicariati
aposto lici e prefettur e apostoliche, amministrazioni apostoliche (can. 368) : can.
373
3. Le province ecclesiastiche: ca n. 432, § 2
4. Le Conferenze Epi scopali: can . 449, § 2
5. Le parrocchie: can. 5 15, § 3
6. Gl'I stituti religio si, le province e le singole case, legittim amente erelle : can, 634,
§I
7. Gl' Istituti seco lari: can. 7 18
8. Le Socie tà di vita apostoliche e, se non è disposto diversamente da lle
costi tuzio ni, le loro parti e case : can. 74 1, § I
9. Le associazioni pubbliche ere tte da lla co mpetente autorità ecclesiastica: can,
3 13
III - P OSS O/I O avere la personalità giuridica per decreto
I. Le associazioni private. che tuttavia rima ngo no private: can, 322, § I
2. Le reg ioni eccle siastiche: can. 433, § 2
3. Le Con ferenze dei Superiori magg iori religiosi : can. 709
4. Le "p ie fondazioni autonome" : can. 1303, § I. n. I

PETIZIONE
I. Petizione nel senso di "domanda", "richiesta", " istanza": v. "Domanda" - " Istanza"
2. Il "diri tto di petizio ne", ossia il diritto delle comu nità religiose e delle singole persone di
prese ntare liberamente al Ca pitolo generale istanze. suggeri menti. proposte 2784
616 INDICE ANAI .ITICO

PIE CA USE o FONDAZIONI


- V. la voce seguente

PIE VOLONTÀ
I. Introduzi one 473 1-4732
2. Le pie volontà in gene re 4733 -4742
3. Le pie fond azioni 4743 -4751
4. Gli oneri relativi 4752-475 8
- V. anch e "Oneri"
5. Nonne e diretti ve della CEI, l Oaprile 1992 475 9-4763
N otand a
l . Princip ali innovazioni dell ' attuale Cod ice in materia di pie volontà e pie fo ndazioni
47 32
2. Pie volontà per atto "inter vivos" e "rnort is causa" 4733 e nota 2
3. Cau se pie a cui esse danno origine: ecclesiastiche e laieali 4733, nota l
4. Il diritto dei fedeli di disporre liberam en te dei propri beni in favore di cause pie,
supposta la ca pacità natur ale e canonica del soggetto 47 34-4735
5. L' osservanza, "si fieri possit" , delle for ma lità civili: l' obbligo deg li eredi 4736-47 37 e
nota 3
6. Il fedele ade mpimento 47 38
7. Compiti e att ribuzioni dell'Ordinario 4739-4740 e nota 4
8. I beni fiduciari 474 1-4742
9. Concetto di pia fon da zione 474 3
IO. Fond azioni autono me e non autonome 4743 e nota 5
Il . La temporaneità delle fondazioni non autonome 4743, 4745
12. L'ulteriore de voluzione dei beni delle fond azion i non autonome, allo scade re del tempo
stabilito 4744
13. Form alità da osserv are
-II documento scritto in dupl ice origin ale 4750
- La tabella degli oneri 475 1, 3 0
14. Norme dirett ive della CEI, IOaprile 1992, nn. 119-122 :
- Fondazioni autonome 4759-4760
- L'element o costitutivo 4761
- Fondazioni non autonome 4762
- Opere 47 63

PIETÀ
I - Le ope re di pietà, di apostolato e di carità
I. Tra i fini propri della Chi esa: cann. 222, § I, 1264 . § I
2. Delle persone g iuridiche eccl esiast iche: can. 114, § 2
3. Delle associazioni di fedeli: can n. 2 15, 298, § I
4 . L' esort azione della Chiesa a compi ere atti di pietà e di carità, spec ialment e nei
giorni pcnitenziali: ca nn. 1249, 1253
5. Le opere di religione , di piet à c di carità, fra le "penitenze" imposte
dall 'Ordinario in foro es terno: can. 1340, § 3
Il - Gli esercizi di pietà
I. Nei Se minari: can. 246
2. Neg l' Istituti rel ig iosi: ca n. 663
3. Negl' Istituti secolari: ca n. 7 19
INDICE ANALITICO 617

III - La pietà religiosa


Un req uisito prescritto
I. Per la promozione alla dign ità cardinali zia: ca n. 351 , § I
2. Per l'elezione a Vesco vo: ca n. 378. § I. n. I
3. Per l' amm issione ag li ordini sac ri: ca n. 1051, n. l
4. Per l' au torizzazi one ad eso rcizza re gli ossessi : can . 11 72 . § 2

PIETÀ POPOLARE
I. Il valore dell a pietà popol are nell'i nseg name nto di Paol o VI 4442
2. Ne i sa ntuari va favorit a la pratica della legittima pietà popolare 4442
3. La debita custodia delle testim onianze dell'arte e della pietà popolare 4443

PIETRO, Apostolo
I . Pietro e gli altri Aposto li cos tituisco no un unico co lleg io: ca n. 330
2. Piet ro. primo deg li Apos to li: ca n. 33 1
3. Il Romano Pont efi ce, successore di Piet ro: cann. 204 , § 1,245, § 2, 330 , 749, § 2
4. La solennità dei Santi Apo stol i Pietr o e Paolo, festa di precetto per la C hiesa uni versale :
can. 1246
5. L' obbligo personale dei Vescovi diocesani di recarsi ogni cinque anni a Roma, per
ve nerare le tombe dei Beati Apo stoli Pietro e Paolo: v. "Visita ad limina"

PIS SID E
I. L'u so de lla pissid e per la co nservazione dell e ostie con sac rate : can . 939
2. L' esposizione della SS . Eu caristia con la pissi de : ca n. 941, § 1

PLE NO IURE
I. Circa l' elezion e: cann. 178, 179, § 5
2. Circa la postul azionc: can. 183, § 3

PL UR ALI SMO SC OL AST ICO


I. In una sana dem ocr azia, la sc uola è di libera istitu zione né può essere mo nopolio dello
Stato 3202
2. Il plura lismo sco las tico è sancito form alme nte nella Co stitu zione Italiana (an . 33) 3204

POLI GA MI A
- Esc lusa la po liga m ia nell a duplice for ma di polian dria e di poli gin ia 374 1

PO LITI C A
I. Le attività politi che e i ch ierici 1640 e no ta 8
2. I religiosi (ca n. 672) 29 12

POLLICITA ZIONE
- Poll icitazioni illegittime: v. "Subornazione"

PONENTE
I. Nom ina e compiti del relatore o ponente nel trib un ale collegi ale ; l'eventu ale sost ituzione
51 73
2. La stesura dell a sen tenza 5173
3. Particol ari co mp iti nei pro cessi di null ità matrimoniale 57 11-57 15
6 18 IND ICE ANALI T ICO

PONTIF ICALI
I. Ce lebrazione di po ntifi ca li da parte dci Vescovo diocesano. in diocesi e fuori diocesi:
can. 390
2. La faco ltà de l Legato pon tificio: ea n. 366, n. 2
3. L'obbligo de l Vescovo coadi utore c del Vescovo ausiliare: can . 408. § I

PONTIFIC IE OPERE MISSIO NARIE


- L'impegno d 'ogni dioc esi: ca n. 791 , n. 2

POPOLO DI DIO
I. Tito lo del Il libro de l Codi ce
- Divisione del libro in tre parti 1315
- Raffro nto co l corri spo nde nte libro del Codice precedente 13 15- 1318
- Alla base del libro è l'ecclesiologia de l Concilio Vaticano Il 1318
2. \I Po polo di Dio cos tituito dai "c hristifi deles" 1322
3. Sig nificato e valore de lla espres sione "Popolo di Dio" 1322 e nota l

POSIZION I
- V. "A rticoli"

PO SSESSO
l . Il possesso centenario o immemorabile di un privi legio 564
2. Il possesso canonico di un ufficio ecclesiastico: v. " Possesso canonico"
3. Le azioni a tutela de l possesso : v. "Azione possessoria"
4. Rea li di possesso illegittimo di un ufficio ecc lesiastico: v. "Usurpa zione"

POSSESSO CANONICO
I. Concetto e modalità ed e ventua le dispensa 1040-104 1
2. Possesso de l Vesco vo diocesano 1959-1 962
3. Del Vescovo coadiutore e ausilia re 2024-2026
4. Dei canon ici : non è pi ù prescritto per diritto co mune 328 1
5. Dei parroci
- L'obbl igo de lla pre sa di posses so da parte del parroc o è "ad validitatem", ma non
quello della professione di fede 245 3-2454
- For malità e dis pe nsa 2455
6. Del moderato re parrocchiale e deg li altri sacerdoti nominati in solido
- Per il moderato re, sono prescritte le form alità di rito 249 8, 3°
- Per gli altri, la legittima profe ssione di f ede sostituisce la presa di possesso 2498, 3°

POSSESSORE DI BUONA FED E


- Interru zione de lla buona fede nel giudizio contenzio so ord inario 5377

POSSESSORIO
-'- Azion e possessoria: v. "Azione posse ssoria"

POSTULANTATO
I. Il nuovo Codice non fa più ce nno al postulant aro o postulato , ma questo non significa che
sia stato sop presso 2828
2. È anzi opportu no che sia conservato , come del resto han fatto molti Istit uti 2828
INDICE ANALlT1CO 619

POSTULAZIONE
1. Concetto e requisiti 1186-1190
2. Restrizioni varie J 191-1198
3. Norrne ulteriori I 199-1202
4. Postulazione ed elezione 1203-1205
Notanda
l. La causa: la maggiore idoneità del candidato, che s'intende prescegliere 1189
2. La postulazione è una facoltà degli elettori, non dei compromissari, che, per esercitarla,
hanno bisogno di un espresso mandato 1192
3. Formule: "postulo - c1igo vel postulo" 1194-1195
4. Il potere discrezionale dell' autorità competente 1199
5. Postulazione ed elezione: somiglianza e differenze 1203-1205

POTERE CIVILE
I. Vietato ai chierici di assumere pubblici uffici, che comportino una partecipazione
all'esercizio del potere civile 1632-1633
2. Il divieto si estende ai religiosi 2912
3. V. anche "Autorità civile" - "Legge civile"

POTESTÀ
Prospetto
I. Potestà amministrativa
2. Potestà delegata
3. Potestà dominativa
4. Potestà ecclesiastica
5. Potestà esecutiva
6. Potestà giudiziaria'
7. Potestà di giurisdizione
8. Potestà di governo
9. Potestà legislativa
IO. Potestà di magistero
Il. Potestà ordinaria
12. Potestà di ordine
13. Potestà propria
14. Potestà vicaria
- Y. anche "Facoltà"

POTESTÀ AMMINISTRATIVA
- V. "Potestà esecutiva"

POTESTÀ DELEGATA
I - Concetto di potestà delegala
l. La potestà di governo ordinaria e delegata (can. 131, § I) 941-943
2. Esclusa, per sé, dalla delega la potestà legislativa 983, 995
3. Esclusa anche la delega della potestà giudiziaria, ma solo da parte dei giudici e
dei collegi giudiziari 986, 995
Il - La delega della potestà esecutiva
I. L'istituto della delega ha un vasto campo di applicazione nell'ordinamento
ecclesiastico 995
620 INDICE ANAI.ITICO

2. Delega generale e particolare della potestà ordinaria 996


3. Si richiede l' accetta zione da parte del delegato? 952
4. La suddelega della potestà de lega ta
- Della potestà delegata dalla Santa Sede 1000
- Della potestà dele gata da un ' altra autorità avente potestà ordina ria 1001
- L'u lteriore sudde lega 1002
5. L' interpretazi one 1003
6. Concorrenza di competenza 1004
7. Una triplice form a di delega
- La delega in so lido 1006
- La delega collegiale 1007
- La delega a più persone in tratti successiv i 1009
- Una presunzion e 100S
R. Le facoltà abitu ali 954-957
1Il - Norme ulteriori
1. L' onere della prova 953
2. I limiti del mandato di dele ga 958
3. La cessazione della potestà delegata 10 10
4 . Un'eccezione per il foro interno 1011
5. La supplenza della potestà esecutiva , ordinaria e delegata, da parte della Chiesa:
v. "Supplet Ecclesia"
6. L'eventuale perdita dello stato clericale e sue conseguenze giuridiche in ordine
alla potestà ecclesiastica 1654

POT EST À DOMIN ATIVA


- Espressione de l Codice precedente (can. 501, § l), scomparsa nel nuovo Codice : la
potestà dei Superiori religiosi, anche se privi di potestà di governo in senso proprio , non
è semplice potestà domin ativa o domestica, ma vera potestà ecclesiale, pubbli ca 2660,
2664

POT ESTÀ ECCLESI ASTICA


l. La Chiesa è la continuazione di Cristo e della sua missione: i suoi poteri e le sue funzio ni
sono una dirett a espressione c partecipazione dei poteri e delle funzio ni di Cristo stesso
9 14
2. Il triplice esse nziale "mu nus" (funzio ne, ufficio, servizio): " munus docendi , sanctificandi
et rege ndi" 915-9 16
3. I detti " muncra" nel Codice di Diritto Canonico 9 17
4. L' unità del potere ecclesiastico 918
5. La potestà di ordine: v. " Potestà di ordine"

POTE ST À ESECUTI VA
I - La potestà esecutiva nella Chiesa
I. Una delle tre funzioni della potestà di governo 975
2. Vasto campo di applicazione 99 1
3. L'ambito del suo eserci zio rispetto ai sudditi e ai forestieri 993-994
4. La delega: v. "Potestà delegata"
5. Concorrenza di compet enza 1004
6. La supplenza da parte della Chiesa: v. "Supplet Eccle sia"
7. La cessazione dell a potestà esecutiva
- Della potestà delegata 1010-1 011
INDICE ANALmCO 621

- Della potestà ordin aria lO12


8. La sospensione della potestà esecutiva ordinaria 10 13
Il - I soggetti della potestà esecutiva
I . Le Co ngregazioni Romane 205
2. I vari "Ordinari" di cui al can. 134, § I 959-973
3. Organi diocesani
- Il Vescovo 1978-1979
- L'Amministratore diocesano 2071
- Il Vicario generale e i Vicari e piscopali 2230
- I Vicari foranei 2531-2535
- I parroci 2435-2436
III - Competenza e limiti di chi dispone della potestà esec utiva
I. Decreti generali legislativi cd esecutivi 389. 394-395 e nota 2
2. Istruzion i 409
3. Atti amministrativi singolari 420-421
4. Privilegi 560-561 e nola 2
5. Dispense 604-605
IV - Ricorsi
I. Il ricorso contro un alto di potestà esecutiva o amministrativa: il Superiore
gera rchico o il Tribunale amministrativo 5086
2. La Seg natura Apostolica 52 19

POTESTÀ GIUDIZIAR IA
I - La potestà giudiziaria della Chiesa
l. Una delle tre funzioni della potestà di gove rno 975
2. L'ambito 5087-5089
3. L'e sercizio "modo iure praescripto" (principio dell a legalità) 986
4. Può essere delegata? 986
Il - Cii organi giudiziari
l . Can. 1442: la potest à suprema e universale del Romano Pontefice
2. Can. 1417 : il diritro d' ogni fedele
3. Can. 1629. n. I: la inappellabilità delle sentenze e dei decreti emanati dal
Romano Pontefice
4. Cann . 391 e 1419: la potestà del Vescovo diocesano
5. Can. 1420: la potestà del Vicario giudiz iale diocesano
6. Can. 1421: la potestà dei giudici diocesa ni
7. Can n. 1427 e 1438, n. 3: la potestà giudiziaria negl'Istituti religiosi clericali di
diritto pontificio

POTE ST À di GIURI SDIZIO NE


- V. la voce seguente

POTE STÀ DI GO VER NO


I. La missione e i poteri della Chiesa 9 13-922
2. Pote stà di govern o o di giurisdizione 923-924
3. Norme fond ament ali 925-935
4. Foro esterno e foro interno 936-940 : v. " Foro esterno ed interno"
622 INDIC E ANALITI C O

5. Potestà ordin aria e delegata 94 1-958: v. " Potestà ordinaria" - " Potestà delegata"
6. Ord inar i e Ordin ari dci luogo 959-973
7. La triplice funzione della potestà di governo 974-990
- La potestà legislativa 981-985: v. "Potestà legislati va"
- La potestà esecutiva 99 1 ss.: v. " Potestà esecutiva"
- La potestà giudiziaria 986-988: v. " Potestà giudiziaria"
Notand a
l. La triplice essenziale funzi one della Chiesa: munus doccnd i, sauctificandi, rege ndi
914-917
2. L'unità dell a potestà ecclesi astica 918
3. Definizione della potest à di governo o di giuri sdizione 923-924
4. La potestà di gove rno sussis te nella Chie sa per istituzione divina 926
5. " sogge tto proprio della potestà di governo 927
6. Gli organi di governo nella Chiesa 928
7. La coop erazione dei laici 929
8. " problem a teologico giur idico della partecipazione dei laici all'esercizio della potestà
di governo nella Ch iesa 930-933
9. Necessità della " missio ca nonica" 934
IO. La division e dei poteri (legislativo, esecut ivo e giudiziario), propri a degli Stati modern i,
non esiste nella Chiesa per esigenze sue proprie : le tre funzioni sono per altro distinte e
opportunamente contemperate 976-980
Ulteriora
Sospensione e scomuni ca
I. Effetti della "sos pensione"
- Sempli ce divieto: ca n. 1333, § I, n. 2
- Divieto "ad validit atern": can. 1333, § 2
2. Effetti dell a "scomunica"
- Divieti "ad liceitatern", per la semplice sco munica " latae sententiae": ca n. 133 1, § I,
n. 3
- Divieti "ad validitate m": can. 1331, § 2, n. 2
Reati e sanzioni penali
I. L'abuso della potestà ecclesiastica: can. 1389, § l
2. La negligenza colpevole: can. 1389, § 2
3. Il disprezzo della potestà ecclesiastica, nel reato di violenz a fisica usata cont ro un
chierico o un religio so: can . 1370, § 3
4. Impedimenti alla libertà della potestà ecclesiastica: can. 1375

POT ESTÀ LEGI SLATIVA


I. Una delle tre funzioni della potestà di governo nella Chiesa 975
2. Le tre norm e fondamentali circa l'e sercizio della potestà legislativa (can. 135, § 2)
- " principio della legalit à: la potestà legislati va va esercitata " modo iure praescripto"
982
- L' esclusione per sé della delega da parte dei legislatori inferiori al Romano Pontefice
983
- Il principio della gerarchia dei poteri, per cui il legislatore inferiore non può emanare
validamente una legge contr aria al diritto superiore 984
3. È consentita per altro la delega
- Per l'emissione in casi particolari di decreti generali a caratt ere legislativ o (ca n. 30)
389 , 983
- Per l'interpretazione autentica della legge (can, 16, § l ) 286, 983
INDICE A:-IAU TI CO 623

4 . Gli organi legislativi


a) Delle leggi univers ali
- Il Romano Pontefi ce 204, 985
- Il Collegio dei Vescovi 207, 985
b) Delle leggi particolari
- I Vescovi diocesani e i Presuli equiparati 209, 985
- Le Conferenze Episcopali (limitatamente ai decreti generali) 211, 985
- [ Concili parti colar i 2 11, 985
- [ Superiori maggiori e i Capitoli generali degl'Istituti religiosi e delle Società di
vita apostolica clerica li e di diritto pontifi cio 2 12, 985
5. Le leggi penali (can. 1315, § I) 4789

POTE STÀ di MAGISTERO


- V. " Magistero del/a Chiesa" - " Funzione d 'insegnamento"

POTESTÀ ORDINARIA
I - Concetto e distinzione
l . La potestà di governo ordinaria e delegata 94 1-943
2. La potestà ordinaria propria e vicar ia 944-949
Il - I soggetti della potestà ordinaria
1. Anzitutto gli "Ordinari" in senso proprio, i quali dispongono di una vera potestà
di governo
- Gli "Ordinari" di cui al can. 134, § J 960-963
- Gli "Ordinari del luogo" (ean. 134, § 2) 964
- I Superio ri maggiori degl'I stituti religiosi c delle Società di vita apostolica
clericali c di diritto pontificio (can. 134, § I) 963
- [ Prelati di Prelatura personale 963 , nota 13, 969
2. Inoltre i titolari di uffici, a cui la potestà eccles iastica. anche se non di governo
in senso proprio. è annessa "ipso iure» (can. 13 1, § l): per es. i parroci c i
cappe llani 942-943
III - Non ne ulteriori
I. La ces sazione della potestà ordinaria 1012
2. La sospens ione 1013
3. La delega della potestà esecutiva ordinaria 995-996
4. L' interpretazione 1003
5. Co ncorrenza di competenza 1004

POT ESTÀ di ORDINE


I - Princip i teologici
l. Una potestà che esiste nella Chiesa per istituzione divina ed è annessa al
sacramento dell' ord ine 1337- 1339, 3644
2. Una potestà che non può essere mai invalidata e della quale nessuno può essere
privato 1647 , 3645,2 0 e 3°, 49 13
3. La potestà di ordine di diritto ecclesiastico 989-990
Il - I soggetti della potestà di ordine
l. Sono esclu sivamente i ministri sacri o chierici 1337-1339. 3364
2. Sono distinti in tre gradi: Vescovi, presbiteri e diaconi 3646-3647
624 INDICE ANALITI C O

III - Alcune I/o/me


I. Potestà di ordi ne e potestà di governo (can. 129, § I) 926-927 , 1055-1056,
244 1, IO
2. La cooperazione dei laici nell' esercizio della potestà di gove rno 929-933 e nota 7
3. Necessaria, ma non sufficie nte, la potestà dell'ordine sacerdotale per l'ammi-
nistrazione del sacra mento della penitenza 3546-354 7
4. Effett i dell a "scomunica" 4873-487 4, 4878
5. Effett i della "sospensione" 4895 , l O

POTE STÀ PROPRIA


I. Co ncetto 944- 946
2. Soggetti della potestà ordinaria propria 945

POTESTÀ VICARIA
I. Co ncetto 947-948
2. Sogget ti espressa mente indicati nel Codice
- I Vicari generali ed episcopali: can. 134, § I
- I Vicari giudiziali: can. 1420 , § I
- I Vicari forane i: ean. 553, § I
- I Vicari parrocchiali: can, 545
- I Vicari religiosi: can. 620
3. Altri soggetti di potestà vicari a
- La Cu ria Rom ana: can . 360
- Il Card inale Legato o Inviato speciale: ean . 358
- I Legati pontifici: cann . 362 -363
- Il Vicario e il Prefetto apos tolico e l'Ammini stratore di un' Ammin istruzione
stabilmente eretta: can. 37 1
- I Vesco vi coadiutori ed ausiliari: can. 403 ss.

POTESTATI VO
- La condi zione potestativ a "de futuro" nella celebrazione del matrimonio 40 36

POV ERI
I. L'imitazione di Cristo, il grande Povero, negl'Istituti di vita cons acrata 2671
2. L'a ssisten za ai poveri e ai bisognosi
- L'opera della Chie sa 1388
- Il dovere e l' impegn o dei cristiani 1387, 1389
- Il dovere pastorale del parroco 246 1
- Il particolare dovere degl'I stituti religiosi 2808
3. Poveri e amministrazione dei sacra menti 332 1
4. Poveri cd eseq uie 4329
5. Un'esortazione ai sacerdoti di celebrare, anche senza alcuna offerta, soprattutto secondo
le inten zioni dei poveri 3490
6. Il dover e delle dioce si più ricche a favore di quelle più povere 4641
7. V. anche "P overtà"

POVERTÀ
l . Lo spirito evangelico della povertà
- Un do vere di tutt i i cristiani, e in particol are dei chieri ci 1619
- I beni superllui dei chierici 1620
INLlICE ANALlTlCO 625

2. La povertà evangeli ca negl 'I stitut i di vita co nsacrata


- Con tenuto e valore 667 1
- Testimoni anza di povertà da parte dei singoli membri , ma anche testimoni anza
co llettiva di povert à e di ca rità 267 1, 2808
3. La povert à negl'I stitut i religiosi in particolare
- La forma di povertà, propria di cias cun Istituto 2794
- Abusi da evitare 279 1
- La dispo sizione dei propri beni 2902-2908
- Anche J'abito religio so è testim onianza di povertà 2909
4. Neg l' Istituti sec olari: amministrazione dei beni e povertà 3032
5. Nelle Societ à d i vita aposto lica: da tener presenti i ca nn. 731 e 73 2
6. Nella vita anacoretica: ca n. 603

PRAETERIUS
1. Concetto di con suetudine " praeter ius" 355
2. Le co nsue tud ini "praeter ius", vige nti all 'entrata in vigore del Codice, non so no state
sop presse 161
3. Ness una consuetud ine "contra aut praeter ius ca nonicum" può ottenere forz a di legge, se
non è razional e 364
4. Revo ca di con suetu dini "s ive contra sive praeter legem" (ca n. 28) 375
5. Privilegi "praeter ius" 555

PRA SSI
- Il valore suppletivo della giurisprudenza e della prassi della Curia Rom ana, in ord ine
alla legge e alle eve ntual i lacun e 323

PRATICA PASTORALE
- L'iniziazione degli alunni de l Seminario alla pratica pastorale 1516

PRECATEC UM ENATO - PRECATECUMENI


- V. "Ca tecumeni"

PRECEDE NZ A
I. Diritto di preceden za
- Nel nuovo Co dice non si parla più di tale diritto 785, I parte
- La co nseg uente lacuna giuridica 785, Il parte
2. Il diritto di precedenza del Cardin ale creato dal Romano Pont efice con la riserva " in
pectore" 1482
3. L' osservan za dell'ordine di precedenza nella trattazione delle ca use giudizi arie 524 5

PRECETrI VO
- V. "Obbligatorio"

PRECETTO
Prospetto
I. Precetto del Decalogo
2. Precetto festivo
3. Precetto pasquale
4. Precett o penale
626 INDICE ANALI T ICO

5, Precetto del Signore


6, Precetto singolare

PRECETIO del DECALOGO


li sesto precetto del Decalogo
I. Reati di un chierico contro il sesto precetto del Decalogo 5031-5032
2. L' assoluzione del compli ce nel peccato contro il sesto precetto 3568
3. Il crimine di sollecitazione 50 10-50 12
4. La falsa de nunzia contro un confessore innocente
- La pena pre vista 50 19-5021
- La condizione perché sia asso lto in co nfessione 3574

PRECETIO FEST IVO


- L'adempimento del precetto festivo: v. " Tempi sacri"

PRECETIO PASQUALE
l . Il contenuto del precetto 3446 , IO
2. II tempo prescritto 3446, 2°

PRECETIO PENALE
- V. "L egge penale"

PRECETIO del SIGNORE


- Il precetto di soccorrere i poveri (can. 222, § 2) 1387

PRECETI'O SINGOLARE
I. Concetto 467
2, Precetto e legge 178
3. Norme comuni per tutti gli atti ammin istrativi singolari: v. "Atti amministrat ivi singolari"
4. Norme proprie: son le medesime dei decreti singolari (can, 352): v. "Decreto singolare"
5. L'im posizione mediante un legittimo document o 494
6. La possibilità della notifica ora le in particolari circostanze 494

PREDICAZIO NE
La predicazione della Parola di Dio
I. Gli operatori della prcdicazione 3135-314 J
2. Norme sull' omelia 3 142-3 148
- V. " Omelia"
3. Co ntenuto e metodo della predicazione 3 149-3 150
4. Norme ulteriori 3151-31 53
No ta nda
I. Il diritto dei Vescovi di predicare dovunq ue 3137
2. La facoltà di predicare riconosciuta "ex iure" a tutti i presbiteri e ai diaconi, salve alcune
condizioni 3 I38-3140
3. La partecipazione dei laici (predicaz ione nelle chiese e negli oratori, esclusa l' omelia)
3 14 1 e nota 2
4. Esercizi spirituali c sacre missioni al popolo 3151
5. Sollccitudine pastorale per tutti, anche per i non credenti 3152
INDICE ANALlllCO 627

6. Norme di competenza delle Con ferenze Episcopali circa " esposizione della dottrin a
. cristiana nelle trasm issioni radiofoniche o televisive 3 153

PREFERENZA
Vietata ogni prefe renza di persone
I. Nel conferimento delle parrocchie da parte del Vescovo diocesano 2447, l°
2. Nell'esame dei libri, da parte del ce nsore ecc lesiastico 3267
3. Nella celebrazione delle esequie 4329
4. Negl' Istituti religiosi: da parte dei Superiori nel conferiment o degli uffici: da parte dei
membri nelle elezio ni 2752-2754

PREF E'ITO APOSTOLICO


I . Regge in nome del Romano Pontefice una prefettura apostolica 1919
2. È Ordin ario de l luogo, equiparato al Vescovo diocesano 948, 962, 1913 , 1956
3. Cost ituisce il Consiglio dell a Missione, a cui spettano anche i compiti del Co llegio dci
co nsultori 231 D, 2347
4. Concede le lettere dim issorie per i propri ordinandi 3662
5. Non è tenuto per sé alla "visi ta ad limina" 2007
6. V. anche " Pref ettura apostolica" - "Pro -Prefetto apostolico"

PREFETTO degli STUDI


11Pref etto o Moderatore degli Studi in Seminario
I. Il co mpito 1356- l 357
2. La vigilanza sugl ' insegnanti 1550

PREFETT URA APOSTOLICA


I. Concetto di prefett ura e di vicariato apostolico 1919
2. La prefettura apostolica è assimilata alla diocesi 1913
3. È retta dal Prefetto apo stolico in nome del Romano Pontefice, co n potestà ordinaria
vicaria 948, 1919
4. Il governo della prefettura apostolica "sed e vacante" 2059
5. V. anche "Pref etto apostolico"

PREGHIERA
I. La preghiera, uno dei mezzi con cui la Chiesa adempie la sua funzione santificatrice
3296
2. La preghiera, il primo ed essenziale dover e del religioso 2888, IO
3. La preghiera, alimento de lla vita co nsacra ta 29 16
4. Lo spirito di preghiera nella formazione degli alunni de l Seminario c dei novizi
degl' Istituti religiosi 15 10,4°, 2843
5. Nel caso che, nei giorni di festa, non sia possibile partecipare alla ce lebrazione
eucaristica 4541-4542
6. Nei giorni peniten ziali occorre attendere con maggiore impegno alla preghiera 4548
7. La preghiera dinanzi al SS . Sacramento 3476 , 3483
8. La preg hiera della Liturgia delle Ore: v. "Liturgia delle Ore"
9. Il dovere di vigilanza degli Ordinari dei luoghi 3296
IO. La pubblicazione de i libr i di preghiera 3620
Il . V. anche "Orazione"
628 INDICE ANALITICO

PREGHIERA EUCARISTICA
- Le preghiere della celebrazione eucaristica proprie del sacerdote celebrante 34 I9

PREGHIERA LITURGICA
l. La preghiera della Liturgia delle Ore: v. "Liturgia delle Ore"
2. La presidenza delle preghiere liturgiche esercitata da laici 1425
3. V. anche "Preghiera eucaristica"

PREGIUDIZIO
I. Non è consentito a una persona giuridica di rinunziare a un privilegio, qualora la rinunzia
sia di pregiudizio alla Chiesa o ad altri 577
2. Vietato, durante la vacanza della sede episcopale, ogni atto che possa recare pregiudizio
alla diocesi o ai diritti del Vescovo 2073
3. Vietato similmente, durante la reggenza dell'amministratore parrocchiale, ogni atto che
possa recare pregiudizio ai diritti del parroco o essere di danno ai beni parrocchiali
2495.2°
4. La sospensione del voto, nel caso che esso rechi pregiudizio o danno 4365
5. Invalidità di un giuramento promissorio, che rechi danno o pregiudizio 43R2,2°
6. La dispensa di un giuramento promissorio, la quale torni a pregiudizio di terzi, riservata
alla Santa Sede 4385
7. V. anche "Danno"

PRELATO
I - Prelato di prelatura personale
l. Ordinario, relativamente ai chierici che fanno parte della prelatura, ai sensi del
can. 134, § l 963, nota 13, 969, 1662
2. Per altre norme, v. "Prelatura personale"
Il - Prelato di prelatura territoriale
I. Regge la prelatura "a somiglianza del Vescovo diocesano, come suo proprio
pastore" 1918
2. È "Ordinario di luogo" 962, 964, 1913
3. È membro di diritto della Conferenza Episcopale 2140
4. V. anche "Prelatura territoriale"

PRELATURA "AD INSTAR"


- Eretta in Gerusalemme da Giovanni Paolo Il (13 dico 1978) 1918

PRELATURA NULLIUS
- Detta nel nuovo Codice "Prelatura territoriale" 1918

PRELATURAPERSONALE
l . Scopo e composizione 1661
2. Il governo 1662
3. La partecipazione dei laici 1663, [673
4. l rapporti con gli Ordinari del luogo 1664
5. Natura delle prclature personali 1665-1667
6. Norme ulteriori 1668-1673
INDICE A NALIT ICO 629

N o ta n da
I. Membri effettivi, solo presbiteri e diaconi del clero seco lare 1661
2. Memb ri aspiranti , gli alunn i del proprio Seminario 166 1
3. Coll aboratori esterni (uomini e donne , celihi o sposati), organ icame nte inseriti 1663
4 . A capo della prelatura, un Prelato in qualità di Ordinario proprio 963, nota 13, 969,
1662
5. L'Opus Dei eretta in Prelatura da Gio vanni Paolo Il il 28 nov. 1982 1668-1673

PRELAT URA TERRITORIALE


I. Co ncetto di prelature e di abbazie territ oria li 1918
2. La prelatura territoriale è assi milata giu ridicamente alla d iocesi 1913
3. È retta dal Prel ato territori ale "ad instar Episcopi dioeccsani" con potestà ordin aria
propria 1918
4. Le nuove norm e emanate da Paolo VI (23 ott . 1976) 19I8
5. Y. anche "Prelatura territoriale"

PREMED ITAZIONE
- La premeditazione de l delitto. nella passione volontariamente eccit ata o favorita e in
stato di perturbamento mentale provocato ad arte 4844

PREPARAZIONE DEL MATRIMONIO


I - Norme di cara ttere pastorale
I. Il compito dei pastor i d'anime e della comunità ecclesiale
- Preparazione gcncraIe 3789
- Preparazione persona le 3790
- Celebraz ione liturgica 3790
- La pastorale post-matrimonialc 3791
2. La pastora le matrimoniale nell'insegnamento di Giov anni Paolo Il 3792-37 93
- Prep arazion e remot a 3792
- Preparazione prossima 3792
- Preparazione immed iata 3792
- Preparazione liturgica 3792
- Lo zelo ecce ssivo da parte di alcuni pastori di anim e 3793
3. Il particolare comp ito dell 'Ordinario del luogo 3974
4. Compiti della Conferenza Episcopale 3795-3797
5. I sacramenti della confe rmaz ione, della penite nza e dell 'Eucaristia 3798-3799
Il - Norm e di carattere gi uridico
I. Un acce rtamento nece ssario 3801-3805
- Lo stato libero dci contr aenti 3801
- L' esame degli sposi e le pubblicazioni 380 1-3804
- Le pubbl icazioni 3803, 3830
2. L'obbl igo dei fedeli c dci parroco che ha eseguito le indagin i 3806- 3807
3. Matrimoni che richiedono la licenza dell' Ordinario dci luogo 3!W8 S5.
- Il matrimonio dei girovaghi c, similmente deg li emig ranti compresi
profughi. gli esuli. i turis ti. ccc . 3809-3810
- Il matrimon io che non può essere riconosciuto o ce lebrato a norma della
legge civile 38 11-38 12
- Il matrimoni o di chi sia legato da obb lighi naturali, sorti da unione
precedente . verso l'altra parte o i figli nati dalla detta union e 3813
630 INDICE ANALIT ICO

-II matrimonio di chi abbia abbandonato la fede cattolica 38 14-38 Il


- Il matrimonio di chi sia incorso notoriament e in una censura 38 16
- Il matrimonio dei peccatori pubbl ici o manifesti 37 17
- Il matrim oni o dei minor enni 3818 -38 19
- Il matrimoni o per procu ra 3820
4. Co ntraenti tropp o giova ni 3822
III - Il Decreto Generale della CEI (5 nov. 1990, nn. 12- I8)
I. La doverosa assi stenza della Chiesa e l' impegno pastorale dei Vescovi 3823-
3H25
2. L'istruttoria da parte del parroco 3836
3. Certific ati e documenti richiesti 3827
4. L'istruttoria de i nubend i, il loro esame e gl' incontri pastorali 3828-3829
5. Le pubblicazioni ca noniche e civili 3830-383 J
6. L' attestato dell 'uffi cio dello stato civile 3833
7. Ammini stratori parro cchiali e cappell ani militari 3834
8. Facolt à dell 'Ordinario del luogo 383 5

PREROGATIVE
I . La prero gativa della Sede Apostolica 5102
2. Prerogative dei Cardinali 1858-1859
3. La prerogativa d'onore dei Patri archi e dei Primati nella Chiesa Latina 2103
4. Prerogati ve proprie dei cristiani concesse dalla Chiesa ai catecumeni 1334 - v.
"Catecumeni"
5. La facolt à delle Con ferenze Ep iscopali circa le prerogati ve da ricono scere ai catecu meni
e altre norm e 3 179

PRES A DI POSSESSO
- V. " Possesso canonico"

PRESBITER ATO
I - L'ordine di istituzione divina
- I tre o rdini: episcopato, presbiterato e diaconato 3646
Il - Uffi ci e nomine che richiedono l'ordin e presbiterale
In g e ne re
- L'uffic io c he comporta la piena cura delle anime 1055
In p artic ol a re
Il presbiterato è richiesto es pressamente per le seg uenti nom ine:
I. A Cardin ale: can. 35 1, § I
2. A Vescovo: can . 378. § I, n. 4
3. Ad Amministratore diocesa no: can. 425 , § I
4. A Vicario gen erale , giudiziale ed episeopale: cann . 478, § I e 1420, § 4
5. A Moderatore di Cu ria: can. 473, § 2
6. A membro del Consi glio presbiterale: can. 495, § 1
7. A Vicario foraneo: ca n, 553
8. A ca nonico: can. 509 , § 2
9. A retto re di seminario : ca n, 262
lO. A parroco c a vicar io parrocch iale: cann. 521, § l , e 546
II . Ad amministratore parrocch iale: can . 539
INDI CE ANA LITICO 63 1

12. A re ttore di ch iesa : ca n. 556


13. A cappell ano: ca n. 564
IJJ - L'impedimento matrimoniale
l . Imp ed iment o dirime nte 3920
2. La dispensa dall 'I mpedi men to de rivante dall ' ordi ne de l presbiterato è riservata
esc lusivame nte al Ro mano Pon tefice: non può essere co ncessa da ll'Ordi nario
del luogo neppure in pericolo di morte 165 3, 3857, 3924

IV - Reati di usurpazione
l. L' attentato de ll 'azione liturgica del Sacrificio eucaristico da parte d i c hi non è
cos tituito ne Il' ordi ne sacerdo tale 500 I
2. L' attentato d i assolu zione sacramenta le, ecc. 50 0 1

PRESBlTER10
I. Il presbite rio assiste il Vescovo e presta la sua cooperazio ne al Pastore de lla d iocesi
so prattutto attraverso il Consiglio presbiterale, che ne è l' espressio ne rap present ativa
191 5, 2306, 23 13, 2322: v. " Consiglio presbiterale"
2. Particolari doveri del Vescovo d iocesano verso i sacerdot i del suo pres bite rio 1967-1968
3. La preparazione degli all ie vi del Se minario alla fraterna uni one col presbiterio diocesano
1509

PRESBITERO
- V. "Presbiterato" - " Presbiterio" - "Sacerdote"

PRESCRIZIONE
I - La prescrizione in genere (cann. 197-1 99)
l . Co nce tto l 281
2. Dist inzion i: prescrizion e acquisitiva (usucapione), esti ntiva, liberati va 1281
3. Ragion i e sco po de lla prescrizione 1280
4. La rccczion e in lin ea di massima delle leggi ci vili 1282-1283
5. Necessità de lla buon a fede 1284-1 287
6. Imp rescr ittibil ità d i alcune ma terie 1288- 1297

II - La prescrizione dei beni ecclesiastici (cann. 1268 - 1270)


I . Si conferma fa recezio ne di massima delle no rme civili 4602
2. La pres cr izione dell e co se sac re 4603
3. Il tempo ric hies to per la prescrizi one 4604-4606
4. Priv ilegi di alcuni Istituti rel igiosi 4607
5. I tempi di maturazione nell a legislazion e italian a 4608
IJJ - La prescri zione Ilei giudi zi contenziosi
l . L' estinzion e delle az ioni in genere , mediante pres crizi one 53 26 -5327
2. L' inte rruzione dell a prescrizione 5369 ,4°
3. Estinz ione de lle qu erele di nullità 5598, 5600
IV - La prescri zione in materia penale
I . Es tinzione dell' azion e cri mi nale 49 70 -4972
2. Est inzio ne dell 'azione penale 497 3
632 INDICE ANALITICO

PRESENTAZIONE
La presentazione a un ufficio ecclesiastico
1. Concetto 1083-1088
2. Modalità della presentazione 1089-1092
3. Norme circa il candidato 1093-1100
4. La perdita del diritto di presentazione 110 I-I 103
5. L'istituzione canonica 1104-1107
6. Norme ulteriori 1108-1113
Notanda
l. Presentazione ed elezione 1083- I 084
2. Il diritto di patronato e sua soppressione 1085-1088 e nota I
3. Voti e deliberazioni del Concilio Vaticano li 1085
4. Pluralità di candidati 1095
5. Il divieto di presentare se stesso 1096-1097
6. "lus in re" e "ius ad rem" 1104
7. Possibili diritti di presentazione o di elezione previsti nel Codice 1109-1110
8. La cessazione definitiva del diritto di presentazione 1112
9. La sospensione dell'esercizio 1113

PRESIDE - PRESIDENTE - PRESIDENZA


I - Il presidente {praeses) nelle riunioni per atti collegiali
Compiti precipui
I. La convocazione dei membri appartenenti al ceto o al collegio 1123-1124
2. Il controllo e lo scrutinio delle schede insieme con gli scrutatori 1158, 3°
3. La facoltà "post duo scrutinia" di dirimere col proprio voto l'eventuale parità,
ma solo se non si tratti di elezione ad un ufficio ecclesiastico 825
4. La firma degli atti 1159
5. La proclamazione dell'eletto (da parte del presidente del collegio o del ceto)
1168
6. La relativa notifica 1169
7. La trasmissione dell'eventuale postulazione all'autorità competente 1169
8. V. "Elezione"
Il - Il presidente (moderatori delle associazioni
A. p u b b l i c h e
l. La conferma o la nomina da parte dell'autorità ecclesiastica 1734, 1736
2. Norme per la scelta 1737-1738
3. La nomina di un commissario 1739
4. La rimozione del presidente 1740
5. L'ascolto del presidente per l'eventuale soppressione dell'associazione 1742,

A. P r i va t e
- La libera designazione del presidente e degli ufficiali, a norma degli statuti
1751
A. di laici
l. L'impegno dci dirigenti (can. 328) 1759
2. Il particolare impegno del presidente (can. 329) 1759
INDICE ANALITICO 633

III - Il presidente del tribunale collegiale


1. È di regola il Vicario giudiziale o uno dei Vicari giud iziali aggiunti 5165
2. Accetta o ricusa il libello introduttivo della causa con un suo decreto 5354
3. Designa l'u ditore c il ponente 4 169, 5173
4. Decide circa la rieusaz ione del promotore di giustizia, del difensore del vincolo
o di altri ministri del tribunale 5230
5. Cita le parti per la contestazione de lla lite 5362, 57 12
6. Decide le questioni incidentali con decreto 5522
7. Stabilisce la riunione conclusiva dei giudici del tribunale collegiale e ne dirige la
discussione 5569, 5572
IV - Presidenze varie
I. Il presidente dell' Assemblea eucaristica: can. 899, § 2
2. Il presidente del Capitolo dei canonici: can. 507, § 1
3. Il presidente dcI Collegio dei Cardinali: v. "D ecano"
4. La presidenza del Collegio dei consultori can. 502, § 2
5. La presidenza de l Concilio Ecumenico: can. 338
6. La presidenza del Concilio particolare plenario: can. 44 1, n. 3
7. La presidenza del Concilio provinciale: ca n. 442, § 2
8. Il presidente della COI!{erenZQ Episcopale : can. 452, § 1
9. Il presidente della Confer enza Episcopal e Italiana 2 146
IO. La presidenza del Consiglio pastorale diocesa no: can. 5 14, § l
11 . La presidenza dci Consiglio pastorale parrocchiale: can. 536, § I
12. La presidenza del Consiglio presbiterale: can . 500, § I
13. La presidenza di preghiere liturgiche affida ta a laici: can. 230 , § 3
14. La presidenza de lla provincia ecclesiastica: can. 435
15. La presidenza de l Sinodo diocesano: can. 462, § 2
16. La presidenza de l Sinodo dei Vescovi: can. 344, n. 5

PRESIDENTE de lla REP UBBLICA


- V. " Capi di Stato"

PRESULE
- Presuli eq uiparati giuridicamente ai Vescovi diocesani 1956- 1957

PRESUN TO - PRE SUNZIONE


[- Presunzioni giuridiche varie
l . In ordine alla validità dell' atto giuridico: can. 124, § 2
2. In ordine alla manca ta emissio ne di un decreto nel termine prescritto, da parte
de ll'autorità competente: can. 57
3. In ordine alla impu tabilità: cann. 132 1, § 3, 1322
4. In ordine alla legge, alla pena annessa, a unfatto: cann. 13, § l , 15, § 2, 2 1
5. In ordine alle offerte
- Fatt e a una chiesa che sia co ntemporane amente parrocchiale e capitolare :
ca n. 510 § 4
- Consegnate ai superio ri c agli amministratori di persone giuridiche
ecclesiastiche: can. 1267, § 1
- Fatte per l' applicazione di Messe: ean. 950
6. In ordine alla potestà esecutiva delegata a più persone: can. 140, § 3
7. In ord ine alla presentazione a un ufficio ecclesiast ico: can. 159
634 INDICEANALITICO

8. In ordine alla concessione e alla perpet uità di un privilegio : can. 76, § 2


9. Circa la necessità dell'intervento del promo tore di gius tizia nel grado ulter iore:
can, 1431, § 2
IO. In ordine alla responsabilità
- Del minorenne che abbia compiuto i sette anni: can . 97 , § 2
- Delle persone destituite abitualmente dell'uso di ragione: can. 99
Il - Presunzioni in ordine a/matrimonio
l . Circa la validità del matrimo nio, nel caso che si abbiano dubbi al riguar do: can,
1060
2. Circa la validità del matrimonio, nel dubbio sul battesimo di una delle parti: ca n.
1086, § 3
3. Circa il consenso interno de ll' ani mo: can. 1101, § I
4. Circa il perdurare del consenso: can. 11 07
5. Circa l'i gnoran za della essenza del matrimonio dopo la pubertà: can. 1096
6. Circ a la consumazione del matrimonio: can. 1061, § 2
7. C irca il perdono del coniuge colpevole, da parte del co niuge innoce nte: can.
1152, § 2
8. Circa il padre della prole e la legittim ità dei figli: can . 11 38
III - Licenze e consenso presunti
Li c enze
l. Perché un chierico si allontani per un tempo notevole dall a propria diocesi: can.
283
2. Perché il Vescovo possa amministrare la cresima in un ' altra diocesi a persone
che non sono suoi sudditi: can. 886 , § 2
3. Perché un presbitero religioso si avvalga della facoltà di confessione,
concessag li dall 'Ordinario del luogo: ca n. 969, § l
Cons e nsi
I. Perché un Vescovo ce lebri pontifieali fuori della propria diocesi: can. 390
2. Perché i presbiteri c i diaconi possano predicare in una chiesa: can. 764
3. Per l' ammin istrazione della unzione degl' infermi : can. 1003, § 2
IV - Morte presunta
- Dichiarazione di morte presunta: v. "Processo matrimoniale di morte presunta"

PRE SUNZIONI GIUDIZI ARIE


l . Definizioni e specie 5508-5509 e nota I
2. Presunzion i de lla dottrin a e della g iuris prudenza 55 10
3. Presunz ione giuridica e finzio ne giuridica 55 11
4. Efficacia della presunzi one di diritto 55 12
5. Le presunzioni del giudice 55 13-55 14
6. Tre particolari presunzioni su atti giudiziari
- [n ordine alla istanza, per manc ata comparizione dell'attore 5529, 2 0
- In ordine al tribunale di appell o 5620. IO
- Circa i capi delle sentenze impugnate 5628, 4°

PRES UPP OSTI PROCESSUALI


- Presup posti giurisdizionali, strutturali. person ali. disciplin ari del giudizio ecc lesiastico
5074
INDICE ANA LITICO 635

PRETE OP ER AIO
- Un ca none so ppresso, perché ritenuto troppo avan zato e alqu anto pericolo so 1640. nota 9

PREVENTIVO
- Bilancio preventi vo: v. "Bilancio"

PRE VE NZIONE
I . Il foro di prevenz ione nella co mpetenza dei tribun ali 5 I 25
2. La prevenzione nella designazione di più procuratori giudiziar i 5299
3. La prevenzione nella dele ga co nferita in solido a più persone 1006

PREVIDENZA SOCIALE
- V. "Assistenza soc iale"

PREVISIONE
- La pre vision e nei reat i 4821 c nota 2, 4848

PREZIOSO
VcJCi attin enti
I. Beni preziosi : la debit a custodia 4417-4418
2. Beni mob ili preziosi
- Il tempo necessario per la prescrizione 4605
- L'in vent ario dett agliat o 4686
3. Cose , oggetti preziosi (res)
- Nece ssaria, per la loro alienazione, la licenz a della Santa Sede 2803, 471 3, 3°
4. Imm agini prez iose
- Per la loro restaurazione, si richiede l'autorizzazione scritt a dell'Ordinario 4348

PR EZZO
- Il prezzo dell' alienaz ione dei beni eccl esiastici 4717-4719

PRIM A COMUNIONE
I. L' ammis sione dei fanciulli alla Comunione 3430
2. Il dovere dci genit ori, di coloro che ne fanno le veci e del parroco 3431 e nota I, 3 164
3. Non si può esigere dalle famiglie che la prima Comunione si faccia in parrocchia, anche
se pastoralmente sia molto opportuno 3423
4. La previa confess ione sacrame ntale 3433
5. L'approfondimento della for mazione ca techetica dopo l'ammissione alla prima Comu-
nione: can. 777 , n. 3
6. Il precetto pasquale 344 6

PRIMA ISTANZA
l . Il tribunale di prima istanza
- È il titolo di un cap itolo del Codice, comprendente i cann . 1419-14 37: libro VII, parte
I, titol o II, cap. r
- V. " Tribunale ecclesiastico", n. Il
2. Il giudice di prima istanza
- V. " Giudice" , nn. II e II!
636 INDICE ANALITI C O

PRIMASEDES
- Una prerogativa sovran a dell a Sede Apostolic a 5102

PRIM ATE
I. Prim ate d ' Italia : titolo particolare del Papa 1770
2. Il titolo di " Primate", per sé, nell a Ch iesa Latina è un sempl ice titolo onorifico 2 103

PRIMATO
- Il "primato" del Romano Pont efice 1766-1770

PRIN CIPIO
I. I principi della dottrina cattolica
- Su di essi deve fond arsi l' istruzione e l'educazion e imp artila nelle scuole ca tto liche:
ea n. 803, § 2
- L'o sser vanza dei medesimi principi nelle Università Cattoliche: can. 810, § 2
2. I principi generali del diritto
- Occorre tene r presenti tali principi , qualora manchi circa una dete rmin ata mate ria
un'espres sa disposizione di legge o una legittima con suetud ine: ca n. 19
3. I principi morali e sociali
- Il diritto della Chiesa di proclamare i princ ipi morali, anche quelli di carattere sociale:
can. 747 , § 2
- L' osserv an za dei princip i inseg nati dalla Chiesa in mate ria socia le, da parte degl i
amministratori di beni ecc lesiastici: can. 1286
4. I princip i della liturgia e dell' arte sacra
- Da osserv are nella costruzione e nella riparazi one degli edifici sacri: can. 1216

PRIVAZIONE
[- La pri vazione penale in genere
Una delle pene espi atorie prev iste dal d iritto
I. Contenuto della pen a 4907,2°
2. Modalità: la privazi one penale non può esser mai "Iat ae sententiae" 4909
3.1 limiti di competenza 4912
Il - La pri vazione dell'uffi cio ecclesiastico
l. La privazione , in senso proprio, di un ufficio ecclesiastico ha carattere pen ale
1254
2. Pri vazione o rimozione 1254
3. La privazione dell 'ufficio non può essere oggetto di pena "latae se ntentiae"
1275, 4909
4. La procedura da seg uire: " praescripta canonum de iure poenali" (cann. 1717-
1731) 1275-1276
5. Effetto sospensivo del ricorso contro un provvedimento di privazione 1276-
1277
6. Casi in cui è prevista per diritto comune la privazione dell'ufficio 1278
7. La privazione "ip so facto" per la perdita dello stato cleri cale 1654
8. L' effetto della scomunica inflitta o dichiarata (can. 1331, § 2, n. 4 ) 488 1, 4°
9. La ritenzione di un ufficio ecclesiastico, dopo una eventuale privazione 5004
IO. La privazione penale della sede epi scop ale ed e ffelti 2048, 2°
INDICE ANALITICO 637

III - Altre privazioni


I. Del diritto di elezione, presentazione o postulazione: cann. 162, 165, 182, § 2
2. Dell'eventuale diritto proveniente da una elezione: can. 179, § l
3. Delle esequie ecclesiastiche: can. 1184
4. Di un privilegio: can. 84
5. Privazioni indeterminate previste
- Contro il sacerdote colpevole del crimine di sollecitazione: can. 1387
- Contro il chierico che abbia attentato il matrimonio anche solo civile c,
ammonito, non si sia ravveduto e continui a dare scandalo: can. 1394, § l

PRIVILEGI DEL CLERO


I. I privilegi tradizionali del Clero nel nuovo Codice 1584 e nota l
2. V. "Immunità ecclesiastiche del Clero"

PRIVILEGIO
l. Concetto di privilegio 550-553
2. Principali distinzioni 554-558
3. La concessione del privilegio 559-564
4. L'interpretazione 565
5. La durata 566-569
6. La cessazione 570-585
7. L'accettazione 586
8. Norme ulteriori 587-590
Notanda
I. Un'accusa infondata contro la Chiesa 548
2. Le ragioni pastorali dell'istituto del privilegio 532
3. Il privilegio si distingue dalla legge, dal precetto singolare, dalla dispensa, dalla prescri-
zione, dal rescritto 533
4. Privilegio "contra" e "praeter ius": personale, reale e locale 555, 558
5. La concessione del privilegio è atto specificamente amministrativo 560 e nota l, 561 e
nota 2
6. Il possesso centenario o immemorabile 564
7. Il non uso del privilegio o l'uso contrario 572
8. La privazione a causa di un grave abuso 584
9. Privilegi revocati espressamente dal Codice 587
lO. Privilegi non revocati 155-157
Il. Privilegi non più concedibili in futuro 589
l 2. Scomunica e privilegi 591

PRIVILEGIO della FEDE


Il privilegio della fede in ordine al matrimonio
l. Il privilegio paolino: v. la voce seguente
2. La potestà vicaria del Romano Pontefice (il cosiddetto privilegio "petri no")
- Le Costituzioni di Paolo III (I" giugno 1537), di San Pio V (2 ago 1571) e di Gregorio
XIII (25 genn. 1585) 4220-4221
3. Il caso di poligamia 4222-4227 e nota I
4. Il caso di prigionia o di persecuzione, che impédisca la convivenza coniugale 4228
5. Lo scioglimento del matrimonio di una persona battezzata e di un'altra non battezzata,
contratto con la dispensa dall'impedimento di disparità di culto 4229
638 INDICE ANALITICO

6. Lo scioglime nto del matrimoni o "in favorem fidei" : v. "Processo di scioglimento del
matrimonio a favo re della fede"
7. Il "Iavor iuris" 4230

PRI VILEGIO PAOLI NO


l . Un privilegio "i n favorem t'idei", fond ato sull' insegnamento dell' Apostolo 4 207-4211
2. Il co ntenuto 4212 e note 1-3
3. Due casi d'in applicabilit à del pri vilegio 4213 e nota 4
4. Le inter pellazioni della parte non battezzata
- L' obbl igo di diritto positivo ecclesiastico 42 14
- L' oggett o e il tempo 4214 -4217
- La poss ibile dispensa da parte dell 'Ordinario del luogo 42 15
- La form a pubblica o pri vata 42 16
5. Il diritto a nuov e nozze della parte battezzata 4217-4218
6. Necessarie una grave causa e l' autori zzazione dell'Ordinario del luogo, perché la parte
battezzata passi a nuove nozze con una persona non cattolica, sia battezzata ehe non
battezzata 4219
7. Il " favor iuris" 4230

PRIVILEGIO PETRINO
- V. " Privilegio della fede" , n. 2 ss.

PRO SUO PRUDENTI ARBITRIO ET CONSCIENTIA


- Significato della detta espressione 448

PROCEDIMENTO
1. Proced imenti amministrativi: v. "Ricorso amministrativo" - "Rimozione e trasf erimento
dei parroci"
2. Procedimenti giudiziari: v. " Processi ecclesiastic i"

PROCED URA
- Processo e procedura 5053

PRO CESSI EC CLESIASTICI


De processibus
I. Titolo del VIi ed ultimo libro del Cod ice di Diritto Canonico, co ntenente il diritto
processuale della Chie sa, giudiziario e amministrativo, diviso in cinque parti 5051 -
5052
2. Il significato propri o di tre voci, usate promi scuamente com e sinonim i di un medesim o
co nce tto: ca usa, giud izio, processo 5053
3. La procedura 5053
4 . Sig nificato e necessità del diritto proce ssuale canonico: correnti e tende nze manifestatesi
a tal riguardo 5054-5057
5 . Princip ali innovazioni apportate nella detta materia 5058 e nota l
6. Mut amenti di termini 5056-5072
Prospetto della materia
Pr o c e s si giudiziari
I . Il processo ecclesiastico in genere (cann. 1400-1500): v. "Giudizio ecclesiastico in
genere"
lNDJCE ANALITICO 639

2. Il processo contenzioso ordinario (cann. 1501-1655): v. "Giudizio contenzioso ordinario"


3. Il processo contenzioso orale (cann. 1656-1670): v. "Processo contenzioso orale"
4. I processi matrimoniali (cann. 1671-1707)
- Dichiarazione di nullità (cann. 1671-1691): v. "Causa di nullità matrimoniale"
- Separazione dei coniugi (cann. 1692-1696): v. "Processo matrimoniale di
separazione dei coniugi"
- Dispensa circa il matrimonio rato e non consumato (cann. 1697-1706): v. "Processo
matrimoniale di dispensa super rato"
- Dichiarazione di morte presunta (can. 1707): v. "Processo matrimoniale di morte
presunta"
- Scioglimento del matrimonio "in favorem fidei": v. "Processo di scioglimento del
matrimonio afavore dellafede"
5. Il processo di nullità della sacra ordinazione (eann. 1708-1712): v. "Causa di nullità
della sacra ordinazione"
6. Modi per evitare i giudizi (cann. 1713-1716): v. "Transazione e compromesso arbitrale"
7. Il processo penale (cann. 1717-1731): v. "Processo penale"
Procedimenti amministrativi
l. Il ricorso contro i decreti amministrativi (cann. 1732-1739): v. "Ricorso amministrativo"
2. La rimozione e il trasferimento dei parroci (cann. 1740-1752): v. "Rimozione e
trasferimento dei parroci"
Prospetto delle voci che seguono
l. Processo contenzioso orale
2. Processo contenzioso ordinario
3. Processo documentale
4. Processo matrimoniale di dispensa "super rata"
5. Processo matrimoniale di morte presunta
6. Processo di nullità matrimoniale
7. Processo di nullità della sacra ordinazione
8. Processo matrimoniale di separazione dei coniugi
9. Processo penale
lO. Processo di scioglimento a favore della fede
Il. Processo sommario

PROCESSIONE
Processioni sacre
l. Demandata in modo speciale al parroco la guida delle processioni fuori della chiesa
2463
2. Le processioni eucaristiche 2485
3. La competenza del Vescovo diocesano 2486

PROCESSO CONTENZIOSO ORALE


l. Premesse 5464-5467
2. L'applicabilità del processo contenzioso orale 5668-5674
3. Gli atti preliminari 5675-5680
4. Lo svolgimento dell'udienza 5681-5690
5. Norme ulteriori 5691-5693
Notanda
l. Il processo contenzioso orale costituisce una importante novità introdotta nel diritto
processuale della Chiesa 5664-5665
2. Caratteristiche essenziali 5666-5667
640 INDIC E ANALITICO

3. Cause e processi nei quali l' applicabilità del processo contenz ioso ora le è esclusa per
diritto co mune 5668-5 671 e nota l
4. Facolt à delle parti, del promotore di giustizia, del difenso re del vincolo di richied ere il
processo contenzioso ordinario, anche quando è consentita la procedur a del processo
contenzioso orale 5668
5. Questioni in cui il processo contenzioso ora le è sempre obbligatorio 567 1
6. Conseguenze di una illegittima applicazione del processo contenzioso orale 5672 -567 3
7. II giudice unico, con facoltà di associarsi co me co nsulenti due assesso ri 5 157-5 J 58,
5674
8. Gli atti preliminari
- Il libello introduttivo della lite e i documenti relativi 5675-5677
- La notificazion e alla parte convenuta 5678
- Eventuali eccezioni 5679
- La formulazione del dubbio o dei dubb i da parte del giudice , citazio ne di tutte le
persone interessate per l'udienza 5680
9. Lo svolgimento dell'udi enza 5681
- Le questioni prelimin ari da trattare 5682
- La raccolta delle prove 5683 e nota 2
- L' assistenza delle parti e dci loro avvocati 5684
- Il compito del notaio 5685 e nota 3
- L' ammissione di prove ulteriori 5686
- Una eventuale seconda udien za 5687
- La discussione 5688
- La defi nizione dell a causa e la lettura della parte dispositiva della sentenza 5689
- L' eventuale differimento 5689
- Il testo co mpleto e motivato della sentenza 5690
IO. Norme ulteriori
- L' obbl igo de l tribun ale di appello, nel caso di una illegittima applicazione del
processo contenzio so orale 5691
- Facoltà disc rezionale dci giudice circa le norme procedurali 5692

PROCESSO CONTENZ IOSO ORDINARIO


- V. " Giudizio contenzioso ordinario "

PROCESSO DOCUMENTALE
1/ processo documenta le nelle cause di nullit à ma trimoniale
l. Co ncetto 5791-5733
2. Condi zione e procedura 5734 ss.
3. Gli appelli 5738
4. Il compit o del giudice di seconda istanza 5739

PROCESSO MATRIMONI ALE DI DISPENSA SUPER RATO


l . Introdu zione 5773- 5776
2. Norme prcvie 5777-5784
3. L' istruttoria del processo 5785-5 80 I
4. La decisi one della Santa Sede 5802-5804
5. Disposizioni ulteriori e chiarimenti 5805-58 11
Nota nda
l . Caratteri propri del processo di dispensa "super raro" 5774
2. Principali documenti em anati dalla Santa Sede prima dell 'attuale Cod ice 5775-5776
INDICE ANA LIT ICO 641

3. La facoltà di chiedere la grazia della dispensa "super rato" spetta solo ai coniugi 5777
4. L' esclusiva competenza del Romano Pontefice c della Congregazione dei Sacra menti
5778-5780 e note I c 2
5. Le attribuzioni del Vescovo diocesano 578 1-5784 e note 2 e 4
6. L' assegnazione dell' istruttoria da parte del Vescovo diocesano 5785
7. Una duplice ipotesi 5786
8. L'i nter vento del difensore del vincolo 5787 c nota 5
9. Ammess a solo la consulen za di un esperto, ma non l'assistenza di un patrono, procura-
tore o avvocato 5790
l O. La procedura da seguire 5792
Il . Le prove morali e di carattere fisico 5793-5794 c note 6-8
12. Esclusa la pubblicazio ne degli alti: facoltà discrezionale dell ' istruttore 5795-5796
13. La relazio ne dell'istruttore e il voto dci Vescovo 5797-5800 e note 9- 10
14. Chiarimen ti della Congregazione dei Sacramenti , 20 dico1986 (Enchir. Vat., voI. lO. nn.
]03 5-1039 ) 580 1
15. La trasmissione degli atti alla Sede Apostolica e la risposta di Roma: la triplice deci-
sione 5802-5804
16. La riproposizione della istanza in caso di decisione negativa 5804, n. 3°
17. Il compi to del Vescovo, se la grazia viene concessa 5804, 4°
18. La decor renza della dispensa concessa dal Romano Pontefice 5805 e nota 14
19. Un formale ammonimento 5806 e nota 15
20. Eventuali clausole apposte al rescritto di dispensa 5807-580 8
2 1. Dispen sa "s uper rato" e posteriore causa di nullità 5809
22. Dispensa "s uper rato" e Concordato, in Italia 58 11
23. Decreto Generale CEI, 5 nov. 1990 (nn. 63-66) 5812

PROCESSO MATRIMONIALE DI MORTE PRES UNTA


I. Morte certa, dimostrata da un autentico documento ecclesiastico o civile, e morte
presunta 5835-5836
2. La competenza del Vescovo diocesa no c dci Presuli che gli sono equiparati 5837-5838
3. Norme per il Vescovo diocesano 5839-584 1 e nota l
4. Da notare
- Il processo circa la morte presunta del coniuge ha per sé carattere amministrativo
5843
- Necessari la presenza del notaio e l'intervento del promotore di giustizia: facoltativo
l'intervento del difensore del vincolo 5844
- Il ricorso alla Congregazione dei Sacramenti contro l'eventuale decisione negativa
del Vescovo 5845
- Nel caso che il coniuge considerato morto fosse ancora in vita 5846
- La trascrizione del matrimonio canonico 5847
- La competenza dello Stato circa i processi di morte presunta trattati ai soli effetti
economici 5848

PROCESSO MATRIMONI ALE DI SEPARAZIONE DEI CONIUGI


I. Una lacuna giuridica colmata nel nuovo Codice 5759 e nota I
2. La duplic e via: amministrativa e giudiziaria 5760
3. Il ricorso al foro civile 5761-5 762
4. Norme concordatarie per l'Italia 5763
5. La procedura amministrativa e giudiziaria 5765-5769 e nota 2
6. Il tribunale competente 5770
7. Il tentativo di conciliazi one da parte del giudice 577 1
8. L' intervento del promotore di giustizia 5772
642 INDICEANALITICO

9. L' inestinguib ilità delle cause di separazione 5637, 5769

PROC ESSO di NULLITÀ MATRIMONIALE


- Y. "Ca usa di nullità matrimoniale"

PROCESSO di NULLITÀ DELLA SACRA ORDIN AZIO NE


- V. "Cau sa di nullità della sac ra ordinazione"

PROCESSO PENALE
l . Introduzi one 5870-5871
2. L' indagi ne previa 5872-5885
3. Lo svolgimento del processo 5886-5897
4. L' azione per il risarcimento dei danni 5899-5903
5. Norme ulteriori 5904
No ta n da
I. L'oggetto dei processi penali 5870 e nota I
2. Raffronti fra la nuova normativa e quella precedente 5871
3. Le due fasi del processo pen ale 5872
4. L'esecuzione dell'indagine: norme e diretti ve 5873-5878 e nota 2
5. Il succes sivo decreto dell'Ordinario, con la decisione che il caso esige 5879-5883 e
nota 3
6. L' ascolto di due giudici o di altri giurisperiti 5884
7. Gli atti dell'indagine 5885
8. Lo svo lgimento del processo: la duplice via, amministrativa e giudizia ria 5886
9. Norme per il procedimento amministrativo 5887
IO. Norme esse nziali per il procedimento giudiziario
- L' accusa formale da parte del promotore di giustizia 5888-5889 e nota 4
- Eventuali pro vvedimenti di carattere prudenziale 5890-5891
- La costituzione di un avvocato a difesa dell'imputato, scelto dall' interessato o
assegnato dal giudice "ex officio" 5892
- L'e ventuale rinunz ia all' accusa da parte del promotore di giustiz ia 5893 e nota 5
- Il diritto all' ultima replica da parte dell ' imputato 5894
- I l dovere morale e giuridi co dcI giudice verso l'imputato che risulti innocente 5895
- Il diritt o di appello dell'imputato e del promotore di giustizia 5896
- La procedura da seguire nel processo: la sua struttura essenziale 5897 e nota 6
- Due principi etico-giuridici a favore dell'accusato 5897
Il . L'az ione per il risarcimento dei dann i: v. "Azione per il risarcimento dei danni"
12. Norme ulteriori da tener presenti
- Can. 489, § 2: la distruzione dei documenti di cause criminali in materia di costumi
- Can . 1363, § l : la notifica al reo del decreto esecutivo della sentenza penale
- Can. 1405, § l , n. 3: le cause penali concernenti i Vesco vi
- Can. 1412: il foro competente nelle cause penali "ratione delicti"
- Can. 1417, § 2: il dir itto d' ogni fedele di deferire le proprie cause anche penali al
giudiz io della Santa Sede
- Can. 1425, § 2: il tribunale collegial e di tre giudici nelle cause che possano
comportare la pena della dimi ssione dallo stato clericale o in quelle relative alla
irrogaz ione o alla dichi arazione della scomunica
- Can . 1430: l'intervento del promotore di giustizia nelle cause penali
- Can . 1452: inizia tive del giudice "ex officio" nelle cause penali
- Can. 1455, § I: il segreto di uffic io da parte dei giudici e dei ministri del tribunale
INDICE ANALITICO 643

PROC ESSO di SCIOG LIMENTO DEL MATRIMONIO A FAVORE DELLA FEDE


I - Premessa
l. Il potere del Ro mano Pontefice sui matrimoni in virtù della pienezz a della sua
potestà apostolica 58 14
2. L' Istruzione "Ut notum est" della Cong regaz ione per la Dottrina della Fede,
eman ata il 6 d icem bre 1973, rimasta tuttora in vigore 5814
3. La dup lice fase de l processo, istruttoria e decisoria 58 15
4. L'art. 47 del Decreto Generale della CEI (5 nov. 1990) 58 16
Il - Nonne di carattere sostantivo
I . Co ndizio ni sostan ziali "ad validitatem" per lo sciogli mento del matrimonio "in
favorem fidei" 58 17-58 18
2. Requisiti compleme ntari 58 19
3. Matrimonio fra una parte catto lica e una parte non battezzata, contratto con
dispen sa dall'impedi mento di disparità di cu lto 5820
III - Norme procedurali
J. La domanda e l'autori tà comp ete nte ad eseguire l' istruttoria 5822-5823
2. La nomina dell'istruttore e la presenza del difensore del vinco lo e del nota io
5823
3. La raccolta delle prove
- Fatt i e doc umenti su cui si fonda l' istanza 5824
- L'esame delle parti 5825
- L' intervento dei testimo ni 5825 -5826
4. L' accertamento della mancanza di battesimo in uno dei con iugi 5827
5. L' accertamento della non co nsumazione del matrimo nio, dopo l' eventuale
battesimo 5828
IV - Atti successivi
1. La relazio ne da inviare alla Santa Sede 5829
2. La trasmissione degli atti e delle informazioni alla Co ngregazione per la
Dottrina della Fede 5830
3. Il voto "pro rei veritate" e le osservazioni del dife nsore del vincolo 5830
4. L' eventuale ind ulto da parte del Romano Pontefice 383 1,3°
5. Le nuove nozze delle parti 583 1,3°
V - Chiarimenti
l . Il processo di scioglimento del matrimonio a favore della fede ha cara ttere
amministrativo 583 1
2. In caso di dubbio de lla validità del battesimo 5832
3. Le norme del "Direttorio" emanato dal Segretariato per l'Unione dei Cristiani
( 14 maggio 1967) 5833

PROC ESSO SO MMA R IO


- Così den omi nato da alc uni il processo docum entale: v. tale voce

PROCURA
I - Procura matrimoniale
- V. voce a parte
644 INDICE ANALITICO

Il - Procura "ad litem"


1. Il deposito in tribunale 5304-5305
2. Un caso particolare 5306
3. La mancanza di un autentico mandato determina la nullità insanabile della
sentenza 5597,6°
4. Atti del procuratore, che richiedono un mandato speciale 5307
5. V. anche "Procuratore", n. I
III - Procura nei ricorsi amministrativi
- Il diritto del ricorrente 5990
IV - Procure in atti vari
- V. "Procuratore", n. IV

PROCURA MATRIMONIALE
1. Un istituto di lunga tradizione canonica nella Chiesa 4050
2. Formalità da osservare
- Necessità di un mandato speciale 4051, l "
- Designazione del procuratore fatta direttamente dal mandante 4051, 2°
- Esecuzione del mandato fatta personalmente dal mandatario 4051,3°
- Il conferimento del mandato dev' essere fatto in iscritto 4051,4°
- Le firme necessarie 4051, 5°
- Il mandato può essere redatto anche a norma del diritto civile 4052
- È necessaria la data? 4053
4. L'eventuale revoca del mandato 4054
5. In caso di sopravvenuta infermità mentale del mandante 4055
6. L'autorizzazione dell'Ordinario del luogo 4057
7. Norme e direttive della Congregazione dei Sacramenti (l ° maggio 1932 e lO settembre
1941) 3820, nota 6
8. Il matrimonio nullo per mancanza di una valida procura matrimoniale e il relativo
processo documentale di nullità (can. 1686) 5734
9. Il matrimonio per procura nella legislazione italiana 4059

PROCURATORE
I - Procuratori nelle cause giudiziarie
a) Norme generali, comuni con gli avvocati: v. "Avvocato", n. I
b) Norme ulteriori proprie
I. La sottoscrizione del libello introduttivo della lite 5353, 3°
2. Nel caso che, durante l'istanza della lite, una delle parti contraenti muoia, o
cambi stato, o cessi dall'ufficio in ragione del quale agisce 5384-5385
3. Nel caso che il procuratore prescritto dalla legge o dal giudice cessi
dali' incarico 5386
4. Atti giudiziari per i quali il procuratore ha bisogno di un mandato speciale
5307
5. Teste incapace nella causa in cui presta la sua assistenza 5449
6. li nome del procuratore nella sentenza 5582, 2°
7. La notificazione della sentenza 5586,4°
8. La sospensione dall'ufficio da parte del giudice 5267
Il - Procuratori nei ricorsi amministrativi
- Il diritto del ricorrente di farsi assistere e rappresentare da un procuratore 5930
INDICE ANALITICO 645

ili - Procuratori nei matrimoni


- V. "Procura matrimoniale"
IV - Procuratori in atti vari
Procuratore ammesso
1. Nei Concili particolari: can. 444, § 2
2. Nella presa di possesso da parte del Vescovo diocesano e del Vescovo
coadiutore: cann. 382, § 3,404, § l
3. Nella richiesta e nella recezione del pallio da parte del Metropolita: cann. 355, §
2,437, § I
4. Nella "visita ad limina" del Vescovo diocesano, in caso di impedimento: can.
400, § 2
5. Nella "visita ad limina" dci Vicario Apostolico: can. 400, § 3
6. Nell'esercizio dei diritti di un'associazione privata, sprovvista di personalità
giuridica: can. 310
Procuratore non ammesso
1. Nella prestazione del giuramento canonico: can. I 199, § 2
2. Nella emissione della "professione di fede": can. 833
3. Nel Sinodo diocesano: can. 464
4. Nelle votazioni per l'elezione a un ufficio ecclesiastico, "eccetto che sia disposto
diversamente negli statuti": can, 167, § I

PROFANAZIONE
I. La profanazione della SS. Eucaristia: le sanzioni 4982
2. La profanazione di una cosa sacra: sanzioni 4996
3. La grave profanazione di un luogo sacro, da riparare con un rito penitenziale 4397
4. La debita costruzione e chiusura del tabernacolo, a fine di evitare ogni pericolo di
profanazione della SS. Eucaristia 3478

PROFANO
- L'uso profano di luoghi e cose sacre : v. "Uso profano"

PROFESSIONALE
- La cura dci Vescovo diocesano per l'istituzione di scuole professionali e tecniche 3006

PROFESSIONE
I - La professione dei consigli evangelici
l. Elemento essenziale degl' Istituti di vita consacrata (Istituti religiosi e secolari),
ma non delle Società di vita apostolica 2585-2587, 2613, 2857, l", 3017,
3055
2. Elemento degli anacoreti e delle vergini, riconosciuti canonicamente 2678,
2680 e nota 4
3. V. anche "Consigli evangelici"
Il - La professione della fede
- Uno dci vincoli ecclesiali 1326-1327
III - La professione di fede prescritta dalla Chiesa
l . Concetto e significato 3272
646 INDICEANALITICO

2. Obbligo person ale. al quale non si può soddisfare mediante un procuratore o


da vanti a un laico 3272
3. Le persone obbligate e modalità della professione 3273
4. La formula prescritta 3274
5. La formula per il giuramento di fedeltà 3275

PROFE SSIONE RELIGIOSA


I. La professione religiosa in genere 2857-2559
2. La professione temporanea 2860-2867
3. La profe ssione perpetua 2868-2872
Not anda
l. Le tre componenti essenzi ali teologiche e giuridiche. d' ogni profe ssione religiosa,
temp oranea o perpetua 2857
2. Fanno parte della vita religiosa i voti pubblici. semplici o solenni, non bastano i sacri
legami (voti privati. promesse, giuramenti , ecc.), che sono propri degl'I stituti secola ri e
possono essere assunti dalle Società di vita apostolic a 2585, 2693-2694. 2858
3. Effetti della professione 2858
4. La durata della profes sione temporanea 286 1
5. Condi zioni di validità 286 2
6. La triplice ipote si che può verificarsi al termine della profes sione tempor anea 2866
7. Condizioni per la validit à della professione perpetua 2870
8. La co nvalida di una professione nulla 2872
9. La "sanatio in radice" 2872

PROFES SO RELIGIOSO
I. Norme sulla profe ssione religiosa : v. "Profes sione religiosa"
2. L'incardinazione del professo chierico 1566,3°
3. La formazione del profess o religioso, gli obhli ghi e i diritti. l'eventuale passagg io ad
altro Istituto , l'u scita, la dimi ssione , ecc.: v. "Istituto religioso" - "Religiosi"

PROFESSORI
- V. "lnsegnanti"

PROFETI CO
- La partecipazione dei fedeli all'ufficio sacerdotale. profetico e regale di Cristo, in virtù
del battesimo 1323

PROF UGO
- Per i profu ghi, co me per gli esuli gli emigranti, i nomadi, i naviganti. occorre costituire
dei ca ppellani propri 2564-2565

PROGRE SSO
- Uno dei precipu i compiti del Legato pontificio: promuovere con ogni sforzo la pace, il
progresso e la cooperazione tra i popoli 2564-2565

PROIBIZIONE
- V. " Divieto"
INDICE ANALI TICO 647

PROL E
1. La procreazione e l' educazione della prole, uno dei fini esse nziali del matri monio: ca nn.
1055, § 1,1 096
2. L' educazione della prole è un dovere gravissimo e un diritto primario dei gen itori : ca nn.
793, § I, 11 36: v. " Figli", n. Il
3. Il form ale impegno circa la prole nei matrimon i misti, da parte de l co niuge cattolico : can .
1125, nn. 1-2

PR OM ESSA
I - Promesse battesimali
- La rinnovazione delle pro messe battesimali nella co nfermaz ione 3382 , 2°
Il - Promessa di matrim onio
- V. la voce seg uente
III - Promesse varie
I. Le pro messe della parte ca ttolica nei matrim oni misti: ca n. 11 25, nn. 1-2
2. L' irrilevanza giur idica della promessa di un ufficio eccl esias tico: ca n. 153, § 2
3. La prome ssa "dc munere fideliter adimp lendo" da parte degli uffici ali e deg li
adde tti alla Curia dio cesa na: can. 471 , n. 1
4. La promessa nel voto religioso: can. 1191, § l
5. Il giurame nto prom issorio: ca n. 1200, § I
6. Sanzioni co ntro gli spergiuri dinanzi all'autorità ecc lesiastica : can. 1368
7. Prom esse a sco po di subornazio ne: ca n. 1368
8. Reati d i procu ratori c di avvocati: ca n. 1489

PR O MESSA DI MAT RIMON IO


I. Co ncetto 378 1
2. Promessa unil aterale e bilatera le 3782
3. Co ndizioni 3783
4. Effetti 3784
5. Norme del Codice Civil e Italiano 3786
6. L'eventuale sciog limento del fidanzamento 3786

PR OMOTIONE ANT IQ UIOR


- Valore de lla espress ione 2056,2°, 2062

PRO MOTORE DI G IUST IZ IA


I - Norme comuni al Promotore di giustizia e al Difensore del vincolo
- V. " Dife nsore del vincolo", n. I
Il - Norme proprie per il Promotore di giustizia 5192
1. Necessità dell 'i stanza (libellus aecusatoriu s) 534 9-5350
2. Attribu zioni e com piti del Promotore di giustizia nei processi matrimoniali
- L'impugnazion e, in casi partic olari, del matrimonio nelle cau se di nullità
matrimoniale 5280, 5705 , 2°
- Diritti vari 57 16
- L' inter vent o nelle cause di separazione dei coni ugi 5768, 5772
3. Co mpiti e funzio ni dci Promot ore di giu stizia nei processi penali
- La present azione dci formale atto di accusa 5888-5889
648 INDICE ANALITI CO

- La funzione di attore 5889


- La rinunzia all'i stanza 5893
- Il diritto di appello 5896
- L'ascolto da parte dell 'Ordinario, che intenda applicare all' imputato i
provvedim enti di cara ttere prudenziale (can. 1722) 5!ì90
4. L'inter vento del Promotore di giustizia nelle cause di nullità della sac ra
ord inazione 5!ì57
5. Sulla necessit à dell'intervento del Promotor e di giustizia nelle cause
contenziose, giud ica e decide il Vescovo diocesano 5178

PROMULGAZIO NE
I - La promulgazione della legge
I. Concetto 188
2. Atto di carattere esecutivo o legislativo? 188
3. La promu1gaz ione delle leggi uni versali 189
4. Delle leggi particolari 189
5. La vacanza della legge 190-192
6. La promulgazi one della interpret azione autentica, emanata in forma di legge
287
7. La promulgazione degli statuti aven ti forza di legge 663
11 - La pronudgazione dei decreti
I. Dei decreti genera li a ca rattere legislativo (can. 29) 388
2. Dei decreti generali a carattere esecut ivo 396
3. Dei decret i del Conci lio Ecumenico e del Collegio dei Vescovi 1803
4. Dei decreti dci Concilio particolare 2 122
5. Dei decreti della Con ferenza Episcopale 2 162
6. Dei decreti dci Sinodo diocesano 2 187

PRON UNZIE
- Le pronu nzie nel giudizio con tenzioso ordin ario: v. "Giudizio contenzioso ordinario". n.
IX

PRO NUNZ IO
- Rappresentante ponti ficio col grado di ambascia tore, ma senza il diritto di decananza nel
Corpo Diplomat ico 1888

PROPO SITIO NOVAE CAUSAE


- V. "Revisione della causa"

PRO-PREFETTO APOSTOLICO
I. Concede le lettere dimisso rie per le sacre ordin azioni col consenso del "consi glio" della
missione 3662
2. Non può conce dere le lettere dimissorie a coloro ai quali il Prefetto Apostolico ha negato
l' accesso agli ordini 3662
3. Il Pro-Prefetto Apostolico che, "sede vacante", assume il governo della prefettura
apostolica 2059
I NDI CE ANALmCO 649

PROPRIETÀ
1. La prop rietà dci bcni temp orali delle persone giuridiche ecclesias tiche 4569
2. L' alto domin io del Roman o Pontefice 4569
3. Il particolare dovere degli amministratori di beni eccles iastici, circa la tutela de lla
proprietà patrim oniale 4688,2 0
4 . La rin unzia de i re ligiosi in ordine all'amminis trazio ne e alla proprietà dei ben i temporali
2902- 2908
5. Norme per il religioso ele vato alla dignità epi scopale 2996- 2999
6. Le norme per i membri delle Società di vita aposto lica 3083
7. Le cose sacre di proprietà di privati 4296 , 4603, l ?
8. Le prop rietà esse nziali del matrimonio: v. la voce seguente

PRO PRIETÀ ESSE NZIALI DEL MATRIMON IO


l . L'unità e l' indissolubilità 3741
2. Concetto di unità 374 1
3. Co ncetto d'i ndissolubilità 3742
4. L'uni tà esc lude la poligami a, l'i ndisso lubilità il divorzio 3741 ss.
5. Ce nni sul d ivorzio 3744-3745
6. L' esclu sione de ll' unità o dell'i ndissolubilità da parte dei contraent i (anche di uno so lo di
ess i) renderebbe nullo il matrimonio 374 3, 4025
7. Nei batte zzati, l'unità e l'indissolubilità ricevono una partic olare stabilità e fermezza a
moti vo del sacra mento 374 3
il. Lo Stat o non ha alcun pote re di sciog liere i matrimoni civili sogge tti alla sua competenza
3742, nota 3

PROROGA
J. La pro roga della compe tenza dei tribunali da parte della Segna tura Apostolica: can.
1445, § 3. n. 2
2. La proroga de l Concilio plenario: can, 44 1, n. 4
3. Del Concilio provinciale: can . 442, § I, n. 3
4 . Dell' indult o di esclaustrazione di un religioso: can. 686, § I
5. Del novi ziato religioso: ca nn. 648. § 3, 653, § 2
6. Della potestà delegata in foro interno: can . 142, § 2
7. Della p rofessione temporanea: can, 657 , § 2
8. Dci rescritti della Santa Sede da parte del Vescovo diocesano: can, 72
9. La proroga dei termini giudiziari: can. 1465
IO. La proroga al primo giorno success ivo non festivo per la posizione di un atto
proccssualc, qualora il tribunale sia rimasto chiuso : can. 1467
I l. La proroga della potestà dci Vicari generali cd episco pa li, in caso di morte del Vescovo
diocesano: can. 417

PRO SUO PR UDENTI ARBIT RIO ET CONSC IENT IA


- Valore de lla espress ione 44 8

PROTO-D1ACONO
- Compiti del Cardinale Proto-Dia cono 1855

PROVA
I - L 'onere della prova
l . Relativamente alla potestà de legata 953
650 INDICE ANALITICO

2. Per l'uso in foro esterno di una grazia o facoltà che sia stata concessa oralmente
545
3. Nei giudizi 5402-5403, 5512
- V. anche "Prove nei giudizi"
Il - La testimonianza di un teste unico, in mancanza di un documento autentico
l. Dell'avvenuto conferimento del battesimo c della confermazione 3357, 3389
2. Della dedicazione o benedizione di un luogo 4395
III - Prove in ordine al matrimonio
I. L'accertamento e la prova dello stato libero dei contraenti 3801, 4087-4088
2. In pericolo di morte 4805
3. Impedimento pubblico e occulto 3838
4. Matrimonio di duhhia validità (can. 1060) 3779-3780 (favor iuris)
5. Presunzione della consumazione 3675, 2°
IV - "Nisi" o "donec contrariurn probetur"
l. Nisi contrarium probctur: cann. 78, § I, 1138, §§ 1-2
2. Donec contrarium probetur: cann. 15, § 2, 1060, 1061, § 2
3. Espressioni simili: cann. 179, § 1, 1086, § 3,1462, § I, 1541
V - Prove nei giudizi e nei provvedimenti amministrativi
- V. "Prove nei giudizi" - "Prove nei procedimenti amministrativi"
VI - Il periodo di prova prescritto in casi vari
l. Per un adulto che chiede il battesimo: can. 865, § I
- V. "Catecumeno"
2. Per i candidati al presbiterato c al diaconato: can. 1025, §
3. Per l'ordinazione di un neofito: can. 1042, n. 3
4. Il periodo di prova negl'Istituti religiosi (noviziato): cann. 646, 648, 653, § 2: v.
"Noviziato religioso"
5. Il periodo di prova negl'Istituti secolari: cann. 720,722,723, § 3
6. Il periodo di prova nelle Società di vita apostolica: can. 735
7. Il periodo di prova di un professo religioso di voti perpetui, che passi ad un altro
Istituto: can. 864
8. Il particolare periodo di prova di un novizio o di un professo religioso, usciti
legittimamente dall'Istituto e riammessi successivamente: can. 690, § 1
9. Il religioso chierico, che ottiene l'indulto di lasciare l'Istituto e viene ricevuto
"ad experimentum" da un Vescovo diocesano: can. 693
lO. In caso di dimissione: can. 701

PROVE NEI GIUDIZI


Nel giudiziocontenzioso ordinario
I. Principi e norme di carattere generale 5402-5406
2. La dichiarazione delle parti 5407-5423
3. La prova documentale 5424-5440
4. La prova tcstimoniale 5441-5448
5. La prova periziale 5489-5505, 5515
6. L'accesso e l'ispezione 5506-5507
7. Le presunzioni 5508-5514
8. Il completamento delle prove dopo la pubblicazione degli atti 5542
9. L'ammissione di nuove prove dopo la conclusione in causa 5546
INDICE ANALITICO 651

IO. La sentenza "ex actis et probati s" 5559 -5567


Il . Nuo ve prove nel grado di appello 5630
12. Nuove pro ve in un ulteriore appello su cosa giudicata 5638-5639
13. Nuove prove e " restitutio in integrum" 5641 , IO
N otand a
A) Principi e norme di carattere generale (cann. 1526- I529 )
l. L'onere dell a prova : "Affirmanti incumbit probatio" e "Actore non probante, reus
absolv itur" 5402 e nota I
2. Cose e fatti che non hanno bisogno di prove 5403
3. La legalità delle prove 5404
4. Nel caso che una parte o un teste si rifiutin o di comparire dinanzi al giudice 5405
5. La racco lta delle prove prima della contestazio ne della lite 5406
B) La dichiarazione delle parti (cann. 153- 1538)
l. L'interrogatorio delle parti
- Facolt à ed obbligo del giudice 5409
-11 dovere dell'interro gato 5410
- Qualor a la person a. legittim amente interrogata. si rifiuti di rispondere 54 10
- La prestazione del giuramento "de veritate dicenda" o "de veritate dictorum"
5411
- Gli articoli o posizioni delle parti o dei loro avvocati. del promotore di giustizia.
del difen sore del vincolo 5413
- Le modalità dell'interrogatorio 5414
2. La con fessione delle parti
- La co nfessione giudiziale: concetto 54 16-54 18
- Valore ed effetti 541 9
- La confess ione extrag iudizia le 5420
- Condi zion i di validità delle confessioni giudiziali ed extragiudizia li, e di qualsiasi
a ltra dichiarazione delle parti 5422
- L' e ven tuale ritratt azione: immed iata o success iva 5423
C) La prova documentale (ca nn. 1539-1546)
l. Amm essa la prova per mezzo di documenti, in ogni genere di giudizio 5425
2. Concetto di documento 5426
3. Le varie specie di docum enti: pubblici e priv ati, ecclesiastici e civili 5427-5 429
4. Il valor e dei documenti
- 1 documenti pubbl ici: equ iparazione dei document i civili a quelli ecclesiastici
5430-5432
- I documenti privati 5433
- [ documenti difett osi 5434
5. La present azione dei docum enti in giudizio
- Temp o utile e modal ità 5435-5436
- Docum enti comuni alle parti contendenti 5437
- Docum enti che non si è tenut i a produrre 5438
- Ncl caso che la parte si rifiuti arbitrariamente di esibire un doc umento che è in suo
possesso 5439
6. Norme ulteriori
- Can . 1475. § I: la restituzione dei documenti al termine del giudizio
- Can . 1600: la presenta zione di nuov i documenti dop o la conclusione in causa
- Can. 1639. § 3: la presentazione di nuov i documenti in appello
- Can. 1645 : docum enti scoperti dopo che la sentenza è passata in giudicato, e
rela tiva azione di " restitutio in integrum"
- Can. 1658, § 2: la present azione dei documenti nel processo co ntenzioso orale
652 INDICE I\NA\.ITICO

- Cann. 1686- 1688: il processo docum entale per la dich iarazione di nullit à
matrimo niale
D) La pro va testimoniale (cann. 1547- 1573)
- V. "Testi giudiziari"
E)Laprovaperiziale (ca nn.1574- 1581)
- V. "P eriti giudiziari"
F) L'a ccesso e t 'isp ezione giudiziaria (ca nn. 1582-1583)
I. Lo scopo di ta li mezzi istruttori 5506
2. Il decret o del giudice 5506
3. Il verhale dell'accesso e della ispezione 5506
G) Le presunzioni (can n. 1584- 1586)
- V. "Presunzioni giudiziarie"
In a ltri pr o c e s si
I. Nel processo contenzioso orale
- L'i ndicazio ne delle prove nel libello introduttivo della lite e l' allegazione dei
doc umenti: can. 1658
- La raccolta delle prove : cann. 1663, § l, 1666
- L'a mmissione di nuove prove: can. 1665
- V. "Proce sso contenzioso orale"
2. Nelle cause di nullità matrimoniale
- L' applicazione delle norme procedurali prescritte per i giudi zi in genere e per i
giudizi contenziosi ordinari: can. 1691
- L' accertamento delle credibilità delle parti : ean. 1679
- L'intervento dei periti nelle cause d'i mpotenza o di difetto di consenso per infermità
mentale: can. 1680
- V. "Causa di nullit à matrimoniale"
3. Nel processo di dispensa "super rata "
- L'is lrutto ria del proce sso: can. 1700
- La procedu ra da segu ire: can. 1702
- V. "Processo matrimon iale di dispe nsa super rato"
4. Nel processo di morte presunta
- Indagini e testimoni anze: can. 1707 , § 2
- V. "Processo matrimoni ale di morte presunt a"
5. Nel processo penale
- L'i ndagine previa da parte dell' Ordinario: can. 1717
- La proce dura prescritta nel processo vero e proprio: can. 1728

PROVE NE I PROCEDI MENTI AM MINI STRATIVI


I. La raccolt a delle prove nella dimissione di un religioso dal!' Istituto: cann. 694, §§ 1-2,
695 . § 2. 696. § I, 697, n. 1, 699
- V. "Dimissione". n. I V
2. Prove nei procedimenti penali per via cxtragiud iziaria
- L'indagine prcvia: can . 1717
- V. "Processo penale"
3. Prove attinenti al procedimento di rimozione o di trasferimento dei parroci: ca nn. 1742,
§ I, 1745, 1750
- V. " Rimozione e trasferim ento amministrativo dei parroci"

PROVENTI
- V. " Redditi"
INDICE ANALITICO 653

PRO- VICARIO APOSTOLICO


- Le mede sime norme stabilite per il Pro-Prefetto Apostolico: v. " Pro-Prefetto Apostolico"

PROVIN CIA ECCLESIASTICA


Province e regioni ecclesiastiche
I. Introduzione 20S0-20S 1
2. Le prov ince ecc lesiastiche 20S2-2085
3. Le regio ni 20S6-209 1
No ta n da
I. Strutture antiche e nuove, dirette a dare alla Chiesa un'o rganizz azione pastorale e
ammini strativ a rispo ndente ai tempi c alle moderne esigen ze 2080-208 1
2. Co ncetto e finalità delle province ecclesiastiche 2082
3. La scomparsa delle diocesi "esenti" 20S3
4. Personalità giuridica delle province "ipso iure" 20S5
5. La costituzione delle regioni 20S7
6. La regione non godc della personalità giuridica "ipso iure" 20S7 e nota 2
7. Finalità c co mpetenze delle region i eccles iastiche 20S8
8. Le regioni conciliari 2089-2090
9. Particolari competenze dei Vescovi della provincia ecclesiastica
- Ca n. 952 : la determinazione dell' offerta per l'applicazione della Messa
- Can. 1264: la determin azione delle "tass e" e delle "offerte" per atti di ministero c di
potestà esecutiva
- Can. 377, §§ 2-3: circa la nomina dei Vescovi

PRO VINCI A RELIGIOSA


l . Concetto 2736
2. Personalità giurid ica 634
3. Parti dell'Istituto equiparate alla provin cia 2738
3. Vicariati pro vinciali e Superiori relati vi 2738

PROV OCAZIO NE
I. La provocaz ione c l'imputabilità: causa attenuante 4836
2. "Provocatio" o "provoca re" nel senso di ricorso, deferimento, appello: cann. 141 7, 1460,
§ 3, 1632, § 2, 1644, §§ 1-2
3. Prov ocare nel senso di eccitare, istigare: can. 1373

PRO VVISTA
La provv ista dell'uffi cio ecclesiastico
I - Norme genera li
I. Necessità della provvista canonica 1039-1042
2. Le varie forme 1043-1044
3. L'autorità competente 1045
4. Co ndizioni 1046-1067
No tan da
I. Il dec reto di prov vista 1039
2. Considerata nel suo insieme, la provvista canonica comprende di regola tre atti
successivi 1040
654 INDICEANALITICO

- La designazione del titolare


- Il conferimento del titolo giuridico
- L'immissione in possesso
3. La triplice forma della provvista canonica 1043-1044
- Per libero conferimento
- Per istituzione
- Per conferma o ammissione
4. Prima condizione essenziale: la comunione ecclesiale 1047-1048
5. La provvista simoniaca 1054
6. Necessità dell'ordine sacerdotale per gli uffici curati 1055-1056
7. Uffici incompatibili 1058-1060
TI - Varieforme di provvista
I. Il libero conferimento: v. "Collazione"
2. La presentazione: v. "Presentazione"
3. L'elezione: v. "Elezione"
4. La postulazione: v. "Postulazione"

PUBBLICA ONESTÀ
Impedimento matrimoniale
l. Impedimento di diritto ecclesiastico, introdotto nel sec. XI 3972-3973
2. Motivi e condizioni 3974
3. L'impedimento sorge da un matrimonio invalido, a cui sia seguita la convivenza, oppure
da un concubinato notorio o pubblico 3974-3975
4. L'ambito e la cessazione 3976-3977
5. Il matrimonio civile 3978-3980
6. La dispensa dall'impedimento può essere concessa dall'Ordinario del luogo 3976

PUBBLICAZIONE della LEGGE


- V. "Promulgazione"

PUBBLICAZIONI
I - Pubblicazioni matrimoniali
I. La competenza delle Conferenze Episcopali 3803
2.Decreto CEl (5novembre 1990) 3830
Il - Pubblicazioni per la sacra ordinazione
- Lo scrutinio dei candidati agli ordini 3713,2°
III - Pubblicazioni giudiziarie
I. La pubblicazione degli atti
- Nel giudizio contenzioso ordinario 5539-5541 e nota I
- Nel processo di dispensa "super rato" 5795-5796
2. La pubblicazione della sentenza
- Nel giudizio contenzioso ordinario 5585-5586
- Nel giudizio contenzioso orale 5689-5690
3. Termini dal giorno della pubblicazione della sentenza o dal giorno che se n'è
avuta notizia: cann. 1621, 1623, 1630, § l, 1646, § 2, 1682, § I
IV - Altre pubblicazioni
I. La pubblicazione di libri, ecc., e la relativa censura: v. "Libro"
INDICE ANALITICO 655

2. La pubblicazione delle collezion i de i decreti o degli atti editi da un'autorità


ecclesi astica 3264
3. La pubblicazione delle dichiarazioni e dei decreti sinodali 2 185
4. La pubbl icazione degli atti del Consiglio pastorale 2408

PUBBLICITÀ
- Pubb licità limitata, per diritto comune, delle udienze del tribunale nell' ordinament o
processuale canonico 5265 -5266

PUBBLICO
HJci attinenti
I. Il pubbli co abbandono della fede cattoli ca e della comunione ecclesiale : cann. 194, § l ,
n. 2, 316, § I, 1071, § l , n. 4
2. La pubblica adesione a ideologie inficiate di materialismo o di ateismo, da parte di un
religioso: ca n. 696, § I
3. Associazioni pubblich e e private: cann. 299, 30 1, § 3
4. Il bene pubbli co e privato: v. "Bene pubblico" - "Bene privato"
5. Il culto pubbl ico: v. "Culto", n. I
6. La pubblica def ezione dalla fede cattolica e dalla comunione ecclesiale: v. "Defezione"
7. Il delitt o pubbli co, notorio e occulto: v. "Delitto pubb lico"
8. Documenti pubblic i e privati: can. 1540
9. Fede pubb lica: cann. 483, 1437, § 2
lO. Impedimenti pubblici e occulti 3838
II . L'impedimento di pubbli ca onestà: v. "Pubblica o nestà"
12. Obbli gatorietà, anche per i forestieri, delle leggi particolari che provvedon o all'ordin e
pubblico: can . 13, § 2, n. 2
13. Peccatori pubbli ci: v. "Peccatore pubblico" - "Peccatore manifesto"
14. L' imposizione di una penitenza pubblica: can. 1340, § 2
15. Le persone giuridiche pubblich e e private
- Conceu o 802-804
- La normativa: v. "Persona giuridica"
16. La pubbl ica profession e dei co nsigli evangelici nelle mani del Vescovo da parte
de ll'a nacoreta o eremita: can. 603, § 2
17. La pubblica testimonianza resa a Cristo e alla Chiesa dai religiosi : ca n. 607, § 3
18. Uffici pubb lici vietati ai chieri ci: cann, 285, § 3, 289, § 2
19. Voto pubbli co e privato: can. 11 92, § I

PUBERE
- Pubere e impubere nel Codice precedente 696

PUBERTÀ
- Una ignoranza che non si presume dopo la pubert à 4609

PUNIZIONE
- V. " Pena" - "Sanzioni penali"

PUTATlVO
- II matr imonio putativo : v. "Matrimonio putativo "
656 INDICE ANALITICO

QUALITÀ
I - Qualità e doti richieste a norma dei canoni
l. Per l'ammissione al Seminario maggiore: can. 241, § l
2. Per l'ammissione in un Istituto di vita consacrata: can. 597
3. Per l'ammissione al noviziato religioso o in una società di vita apostolica: cann.
642,735, § 2
4. Per la promozione al cardinalato: can, 351, § l
5. Per l'elezione a Vescovo: can. 378, § I n. I
6. Per il conferimento del presbiterato e del diaconato: cann. 1025, § l, 1029,
1051, n. l
7. Per l'assunzione di laici ai ministeri di lettore e di accolito: can. 230, § l
8. Per la concessione a laici della facoltà di amministrare alcuni sacramentali: can.
1168
9. Per il conferimento degli uffici ecclesiastici in genere: can. 149
lO. Per il conferimento di una parrocchia: can. 521, § 2
11. V. anche "Requisiti"
Il - Norme ulteriori
l. L'errore su una qualità di una persona, e la sua incidenza sulla validità del
matrimonio 4009-4010 e nota I
2. In caso di dolo 4011-4012

QUARANTORE
- Sempre raccomandabili, dove sia possibile farle 3483

QUARESIMA
l. Tempo penitenziale 4550
2. Una raccomandazione circa l'omelia 3146

QUASI-DOMICILIO
- Concetto e norme: v. "Domicilio"

QUASI AFFINITÀ
- Così detto il rapporto fondato sulla "pubblica onestà" 3972

QUASI-PARROCCHIA
l. 11 vecchio e il nuovo concetto 3422
2. La quasi-parrocchia, equiparata giuridicamente alla parrocchia, "nisi aliud iure caveatur"
2423
3. Altre possibili forme di organizzazione pastorale 2424

QUERELA DI NULLITÀ
I - La querela di nullità nel giudizio contenzioso ordinario
l. Concetto di "querela di nullità": sua distinzione dall'appello e dalla "restitutio in
integrum" 5592-5593
2. Un principio nuovo del Codice attuale: nelle cause d'interesse privato, gli atti
nulli "ex lege" s'intendono sanati dalla successiva sentenza 5594-5595
3. La querela di nullità contro una sentenza viziata da nullità insanabile 5597-
5598
4. La querela di nullità contro una sentenza viziata da nullità sanabile 5599-5600
e nota 3
5.11 giudice competente 5601-5602
IN DICEANALmco 657

6. Gli aventi diritto 5605


7. Querela separata o congiunta con l' appello 5603-5604
8. Ritrattazione o emendamento della sentenza "ex officio" 5606
9. La procedura prescritta nella trattazion e della querela di nulli tà 5607
Il - Tre casi particolari
I. La querela d i nullit à in caso di eccezio ne d'incompetenza relativa respinta dal
giudice 5248,4°
2. La querela di nullità da parte del convenuto, anche in caso di mancata
comparizio ne 5527 .3°
3. Il tribunale compe tente nelle querele di nullità contro le sentenze rotali 52 18

QUESITI
l . Diritti que siti o acquisiti: v. "Diritto quesito"
2. Ques iti o punti, determ inati dal giudice ai periti 4597

Q UESTI O NI GIUDI ZIARIE


I - Le questioni incidentali
- Concetto e nor me: v. "Ca use incidenta li"
,,- Questioni varie
l . La questione circa la ricusazione: can. 1451
2. La questione circa il rigetto del libello: ca n. 1505, § 4
3. La questione sul diritto di appello: can . 1631
4. La questione sulla esec uzione della sentenza: can. 1652
5. La questione dei danni nel giudizio penale: ca n. 1718, § 4

QU ESTUE
I. Necessaria la licenza seritta del proprio Ordin ario e dell 'Ordinario del luogo, per la
raccolta di offerte e per le questue 458 9 e note 3-4
2. La competenza de lle Confere nze Episco pali 4590
3. Nor me e direttive della CE! 4520, 4591

RACCOLTA
- Raccolta di offerte: v. "Colle tte" - "Questue"

RADI CE
- La sanazio ne in radice de l matrimonio: v. "Convalida"

RADI O
- Trasmission i radiofo niche : "Trasmissioni radio-televisive"

RAGAZZI
- V. "Fanci ulli"

RAGIO NE
I. L'u so di ragione: v. "Uso di ragione"
2. Ragione nel senso di mot ivo: v. "Motivi"
658 INDIC E ANALIT ICO

RAPIME NTO
1. Il reato di rapimento e altri delitti contro la vita e la libertà della persona: le sanzioni
penali 5035
2. V. anche " Ratto"

RAPPRESENTANTE
I - I rappresentanti di Cristo. del/a sua Persona
l. I sacri Pastori: can . 212, § I
2. I ministri sacri: can . 1008
3. Il sace rdote celebrante: ean. 900, § I
4. Il Vescovo e il presbitero che presiedono alla Sinassi eucaristica: ca n. 899 , § 2
1/ - I rappresentanti del Romano Pontefi ce e della Santa Sede
1. I Legati pontifici: can. 363, § I
2. Gl' incaricati di particolari missioni : can. 363, § 2
3. Il Cardinale Legato "a latere" e il Cardinale inviato specia le: can. 35lì
1/1 - I rappresentanti giuridici
- V. "Rappresentanza giuridica"
IV - I rappresentanti in giudizio
- V. "Rappresentanza in giudizio"
V - Altri rappresentanti
I. I rapp resentanti del presbiterio nel Con siglio Presbiterale : ca nn. 495, § 1,499
2. Il Capitolo genera le deve rappresentare l' intero Istituto religioso: ca n. 631, § l

RAPPR ESENTANZA in GI UDIZIO


I . Delle persone giuridiche 5293-5294
2. Dei minori e delle persone prive di ragione 5286- 5289
3. Degl 'int erdett i dall 'amministrazione dei propri beni e delle persone prive di suffic iente
sanità mentale 5290
4. Tutori e curat ori costituiti dall' autorità civil e 5292
5. I procuratori : v. "Procuratore" n. I

RAPPRESENTANZA GI URIDI CA
I. La rappresentanza delle persone giuridiche in genere 8 17
2. Della d iocesi 818, 1984
3. Del Semin ario lì1lì, 1482-1483
4. Della parrocchia 8 18, 2465 -2466, 2500

RATIO PECCATI
- Il senso di tale espressione, che risale a Innocenza III e a Bonifacio VIII 5088

RATO
- Matrimoni o rato e rato-con sum ato: v. "Matrimonio rata e non consumato"

RA1TO
1. Rapimento come del itto e come impedi mento matrimon iale 3937
INDlCE ANALIT ICO 659

2. Cenni storici 3938


3. Non si deve confondere il "ratto" col timore o la violenza 3939
4. La duplice forma di rapimento in senso proprio e di detenzione forzata 3940
5. Le condizioni del "raptus'' 3940-3943
6. La cessazione dell'impedimento 3944
7. Secondo l' opinione prevalente, l'impediment o è di diritto ecclesiastico 3954
8. L'eventuale dispensa in casi eccezionali 3945-3946
9. Sanzioni canoniche 3947
IO. La legislazione civile 3948

RAVVEDIMENTO
I. Ravvedimento e censura 4934
2. Mancato ravvedimento di un chierico reo di attentato di matrimonio 5028
3. Mancato ravvedime nto di un religioso meritevole di dimi ssione dall'I stituto 2976
4. V. anche "Emendazione" - "Pentimento"

RAZIO NALITÀ
- Carattere o proprietà essenziale della legge 179

REALE
- Voci attinenti: v. "Personale"

REALTÀ TEMP ORALE


- V. "Ordine temporale"

REATO
- V. "Co lpa" - "Crimine" - "Delitto"

RECIDI VA - RECIDI VO
l . Concetto di recidiva 4846
2. Circostanza aggra vante 4846
3. L'a vvocato recidivo(can. 1488,§ l) 53 11

RECOGNITIO
l. Valore g iuridico del termine "recognitio", usato nel Codice 3294, nota l, 2 122
2. V. "Revisione"

REDDITO
I. [ redditi beneficiari nella riforma del sistema beneficiario 4612
2. Quel che avanza ai chierici dai redditi ecclesiastici 1620
3. L' obbligo dei fedeli di sovvenirc alle necessità della Chiesa e di soccorrere i poveri con i
propri redditi (can. 222, § 2) 1387-1389
4. Il tributo per il Seminario imposto dal Vescovo diocesano, dev 'es sere "ge neraic",
proporzi onato ai redditi di coloro che vi so no soggetti 1556, 20
5. La medesima norma circa il contributo richiesto per le necessità della diocesi 4584, 20
6. I redditi dci beni ecclesiastici e il dovere degli amministratori 4688,4 0
7. I redditi propri del diacono coniugato 1617
660 INDICE ANALITI CO

REGALI
- V. "Doni"

REGGE NTE
I. La nomi na di un reggente, nel caso di totale impedimento della sede episcopale
- L'ordine da seg uire 2043
- L'informazione alla Santa Sede 2044
- Obblighi c facoltà del reggente 2045
2. Il governo dell a diocesi nel caso di vacanza della sede episcop ale
-Il reggente "ad interim" , fino alla nomina deII' Amministratore diocesano: l'o rdine da
seguire 2056
- J poteri del reggent e 2057
- Divieti formali 2073
- L' Ammini stratore diocesano: v. "Amministratore diocesano"
3. Il reggente "ad interirn" di una parrocchia: v. "Amministratore parrocc hiale"
4. V. anche "Interim"

REGIONE CONCILIARE
1. Regioni ecclesiastiche e regioni conciliari 2089
2. Regioni concili ari italiane 2090
3. V. "Con cilio regionale"

REGIO NE ECCLESIASTICA
- V. "Pro vincia ecclesiastica"

REGI STRATORE
- V. "Magnetofon o"

REGISTRAZIO NE - REGISTRI
1. La compilazione accurata e la diligente con servazione dei registri prescritti (can. 535, §
l) 247 3
2. Registri della Curia diocesana: v. "Libri curiali"
3. Registri parrocchiali: v. " Libri parrocchiali"
4. Registri delle Messe
- Il dovere di qual siasi sacerdote 3510, 35 14
- Parro ci, rettori di chiese o di altri luoghi pii 3513
- Messe trasmesse 35 IO
-II dovere dell 'Ordinario 35 13-35 14
5. Altri registri
- Dei catecumeni 3 179
- Di cont abilità, ossia delle entrate e delle uscite 4688,7°
- Degli oneri derivanti da eventuali pie fond azioni c del relativo ademp iment o 475 1,

REGOLA
l . La suprema rego la di vita per i religiosi: la sequel a di Cristo 2887
2. Le regole o norme dei "Regolamenti": v. "Regolamento" , n. I
3. L' espressione "pro rcgula ": eann. 372, § 1,431 § 2, 857, § 2
4. L' espressione "p ro regul a generali" o "regula gene rali": eann . 448. § 1, 475, § 2, 518
INDICE ANALITICO 661

REGOLAMENTO
I - Regolamenti di convegni e di altre celebrazioni
I. Regolamenti in senso proprio: concetto e scopo 665-666
2. L'obbligo dell'osservanza 667
3. Regolamenti emanati dalla Santa Sede 668
4. Rituali liturgici 669
II - Regolamenti dei Seminari
Regolamento di formazione sacerdotale
l . E da emanare dalla Conferenza Episcopale d'ogni singola nazione, sulla base
delle nonne stabilite dalla Sede Apostolica: can. 242, § 2
2. Obbligatorietà per tutti i Seminari, diocesani e interdiocesani: can. 242, § 2
3. 11 Regolamento proprio di ciascun Seminario: can. 243
4. La cura per la fedele osservanza, sia da parte degli alunni che da parte dei
Superiori e degl'Insegnanti: can. 261
5. Particolari contenuti del Regolamento: cann. 241, § 2, 249, 250, 252, § 3,260,
ecc.
111 - Regolamento di tribunale
- La facoltà di un proprio regolamento (can. 1602, § 3) 5548

REINCIDENZA
- "Sub poena reincidentiae" 4958

RELATORE
- V. "Ponente"

RELAZIONE
l. La relazione che, al termine del suo incarico, l'amministratore parrocchiale è tenuto a
presentare al nuovo parroco: can. 540, § 3
2. La relazione che, dopo ciascuna assemblea plenaria, la Conferenza Episcopale è tenuta a
trasmettere alla Santa Sede insieme con gli atti: cann. 456, 458, n. I
3. La relazione dell' istruttore nel processo "super rato": can. 1704, § l
4. La relazione che i Moderatori supremi degl'Istituti di vita consacrata e delle Società di
vita apostolica hanno l'obbligo di trasmettere alla Santa Sede, sullo stato e la vita del
proprio Istituto: cann. 704, 732
5. La relazione dei periti giudiziari: cann. 1575, 1577, § 3, 1578, 1579
6. La relazione dei periti privati: can. 1581
7. La relazione del ponente al collegio dei giudici: can. 1429
8. La relazione quinquennale del Vescovo diocesano alla Santa Sede sullo stato della
diocesi: can. 399
- V. anche "Visita ad limina"

RELEGAZIONE
I. Sede episcopale impedita, per relcgazione del Vescovo 2040-2041
2. Relegazione di un parroco e nomina dell'amministratore parrocchiale 2494

RELIGIO
l. Nel Codice precedente , il tenni ne "religio" veniva usato per indicare lo stato religioso: il
termine è scomparso nel Codice attuale 2697
2. È scomparsa anche la distinzione giuridica tra Ordine e Congregazione 2695, 2697
662 INDICE ANALITICO

RELIGIONE
I. Religione e voto: can. 1191, § I
2. Religione e giuramento promissorio: can. 1200, § I
3. Scritti concernenti la religione e la morale
- La prescritta licenza della competente autorità ecclesiastica per la loro pubblicazione:
v. "Libro"
- La loro esposizione, distribuzione e vendita nelle chiese e negli oratori: can. 827, § 4
4. Giornali, opuscoli e fogli periodici, che sogliono attaccare apertamente la religione e i
buoni costumi: can. 831, § 1
5. L'insegnamento della religione nelle scuole: v. "Insegnamento religioso"
6. Gl' insegnanti di religione: v. "Insegnanti" n. IV
7. Delitti contro la religione e sanzioni relative
- L'apostasia dalla fede, l'eresia e lo scisma: can. 1364
- La "communicatio in sacris": can. 1365
- Il battesimo e l'educazione dei propri figli in una religione non cattolica: can. 1366
- La profanazione della SS. Eucaristia: can. 1367
- Lo spergiuro dinanzi all'autorità ecclesiastica: can. 1368
- La pubblica bestemmia o il pubblico vilipendio della religione e della Chiesa e altri
reati: can. 1369
8. V. anche le voci che seguono

RELIGIONE ACATIOLICA
- Genitori che fanno battezzare o educare i propri figli in una religione "acattolica": can.
1366

RELIGIONE CATIOLICA
I. Una condizione per il battesimo di un bambino: can. 868, § l, n. 2
2. Giornali, opuscoli e fogli periodici, che sogliono attaccare apertamente la religione
cattolica: can. 831, § l

RELIGIONE CRISTIANA
- Il battesimo dell'adulto, che versa in pericolo di morte: can. 865, § 2

RELIGIONE NON CRISTIANA


- Relazioni con le religioni non cristiane: il compito dei Legati pontifici: can. 364, n. 6

RELIGIOSE
- Parità giuridica tra i religiosi e le religiose 2687-2688

RELIGIOSI
I - Premesse
l. I religiosi non costituiscono uno stato intermedio tra chierici e laici 1340
2. Non fanno parte della struttura gerarchica della Chiesa, pur essendo un fattore
importante della sua vita e della sua organizzazione 1340
3. Critiche e rammarichi per una tale affermazione 1341
4. Lo stato di vita religiosa secondo l'insegnamento di Pio XII è di origine
ecclesiastica 1342 .
5. Esiste pertanto nel Codice una bipartizione istituzionale e gerarchica fra chierici
e laici, fondato sul carattere ontologico e funzionale, e una tripartizione fra
INDICE ANALITICO 663

chierici, laici e religiosi, fond ata su diverse co ndiz ioni d i vita e su dive rse
finalit à 1343
6. Lo stato di vita consacrat a "suapte natura" non è né clericale né laicale 2637
Il - Principali obblighi e diritti
- V. " Istituto re ligios o", n. IX
111 - Religiosi elevati all 'Episcopato (cann.705-707)
- V. "I stituto religioso" , n. XIV

RELIGIOSITÀ POPOLARE
- V. " Pietà popolare"

RELIQUIE
l . Il culto delle reliquie: le ragioni di tale culto 4350
2. Le norme
- Una vend ita assolut amente illecit a (nefas est) 4351
- Reliquie insigni o partic olarmente venera te 4352
- Reliquie di Martiri o di Santi negli altar i fissi 4503

REMEDIA IURIS CONTRA SENTENTIAM


- V. "Rimedi", n. II

REMISSIONE
I . La remi ssione dei peccati: v. "Assoluzione", n. I
2. La remi ssione della pen a temp orale do vuta per i peccati: v. "Indulgenze"
3. La remi ssione delle ce nsure e delle pene in genere: v. "Censura penale" "Sanzioni
penali"
4. La rem issione di obbli gh i
- Dell ' obbligo del voto, per dispensa o commutazione : cann . 11 94 e 1195
- Dell 'obbli go del giuramento promissorio, per condono o dispen sa: cann. 1202-1203

REMOTO SCANDALO
- V. "Scandalo", n. IV

RE NDI CO NTO
l. L' obbli go del rendiconto annuale da part e delle pubbli che associa zioni di fedeli: can. 3 19
2. L' obbligo degli ammi nistratori di beni ecclesiastici: ca nn. 1284 , § 2, n. 8, 1287
3. Il rendicont o degli economi e deg li amministratori degl'Istituti religiosi : can. 636, § 2
4. Dei monasteri "s ui iuris" ; le cas e religiose di diritto diocesano : ca n. 637
5. Il rendi cont o de ll' amministratore parroc chi ale al nuovo parroc o: can. 540 , § 3
6. Il rendiconto all' Ordinario da parte degli esecutori di "pie volont à": can. 1301
7. Vietati, per sé, ai chierici e ai religiosi gli uffici secolari che co mportino l'onere del
rendiconto: cann. 285 , § 4, e 672
8. V. anche "Bilancio"

RENDITA
- V. "Reddito"
664 INDICE ANALITICO

REO
(. L' imputabilità del reo e l'a pplicazione della pena
- V. " Imputabilità" - "Sa nzioni penali"
Il - Norme varie
I. Il principi o della legalità de lla pena: v. "Lega lità", nn. 5-7
2. L' appl icazione della legge più favorevo le al reo 4783, IO
3. Il previo ammo nimento del reo. per la valida irrogazione di una cens ura 4934
4. Il reo che si è emendato e ha riparato lo scandalo 4930, 2 0
5. Il reo incensurato: la condanna cond izionale 4930, 3 0
6. Il reo di molteplici delitti (concorso di reati) 4933
7. Con tumacia del reo: v. "Contumacia"
8. L' imput ato asso lto dall'accusa o non punito 4935
9. Il reo e la pena
- Efficacia della pena 4938
- Il reo in pericolo di morte 49 39-4940
- Il pericolo di grave danno o d'infami a 494 1
lO. La d istruzione dei docum enti di cause criminali in materi a di cos tumi 2264
I I . V. anche "Imputato"

REO IN GIUDIZIO
- V. "Reus"

REPLI CH E
- Difese, osservazioni e repliche nel gi udizio contenzioso ordinario: v. "Difesa», n. IV

REPROB ATIO TESTIS


- Espressione usata nel Codice precede nte. modificata nel nuo vo, che parla solo di
"excl usio" 5457 e nota 3

RES IUDIC ATA


- V. " Cosa giudicala"

RES SITA
- Titolo di compe tenza del giudice: v. " Ubicazione della cosa"

RESCISSION E O ANNULLAMENTO
I . Rescissione di atti giudiziari , co me effetto della ricusazione del giudice 4233
2. Rescindibilità d i un alto giuridico
- Posto per timore o per dolo 877, 879
- Posto per ignoranza o per errore 88 1, 883
3. Rescindibilità di un decreto ammini strativo da parte del Superiore gerarchico . in caso di
ricorso dell 'interessato 5931
4. La rescissione di una elezione, nel caso che qualcuno degli aventi diritto non sia stato
convocato 1126
5. Rescind ibilit à della provvista di un ufficio ecclesiastico, fatto a una person a priva delle
qualità richieste 1051
6. V. anche "Az ione rescissoria"
INDICEANAlmCO 665

RESCRITrO
l. Concetto di rescritto e distinzioni 497-505
2. La normativa 506-508
3. I concess ionari 509-51 0
4. La decorrenza 511
5. Surrczion e e orrezione 5 J 2-5 J 7
6. Nonne di correttezza e di gerarchia 518-529
7. Errori nei rescritti 530-531
8. Rescritti in contrasto o di dubbia validità 532-636
9. Rescritti della Sede Apostolica 537-543
IO. La revoca del rescritto 544
Il. Foro interno e foro esterno 545
12. Rescritt i contenenti un privilegio o una dispensa 546
13. Norme ulteriori da tener presenti 547
N o tand a
I. La forma più comune per la concess ione di dispen se, privilegi e altre grazie e altri favori
da parte dell'autorità ecclesiastica 497
2. La struttura del rescritto : parte espositiva e dispositi va 50 1
3. Un problema discusso: l' applicabilità ai rescritti del can. 57, proprio dei decreti
amministrativi singolari 507
4. Concessioni di grazie, favori o facoltà "vivae vocis oraculo'' 508
5. Concessionari di rescritti : nessuno è per sé escluso 509
6. La decorrenza: rcscritti in forma graziosa e commissoria 511
7. La verità oggetti va della istanza 515
8. Le sei ipotesi relative ai cann. 64-65 5 18-528
9. L' uso del rescritto 54 1-542
IO. La proroga dei rescritti della Santa Sede che fossero scaduti: facoltà del Vescovo
diocesano 543
I l . Grazie c facoltà concesse oralmente 545
12. Facoltà del Vicario generale ed episcopale circa l' esecu zione dei rescritti della Santa
Sede 547, 2232
13. Tasse per l'esecuzione dci rescritti della Santa Sede 547, 4588

RESIDENZA
I. La residenza o dimora in ordi ne alla obbligatorietà delle leggi 228-229, 234-237
2. La residenza in ordine all' acquisizione del domicilio e del quasi-domicilio 72 1-730
3. La residen za in ordine al foro giudiziario 5123
4. L'obbligo della residenza canonica: v. "Residenza canonica"
5. La proibiz ione o l'ingiunzione della residenza in un determi nato luogo 49 11, 589 1

RESIDENZA CANONICA
L'obbligo della residenza canonica
I. Del Vescovo diocesano
- Residenza formale e non semplicemente materiale 1987
- Residenza personale 1988
- Assenze permesse 19R9
- Presenza del Vescovo in diocesi nelle maggiori solennità J990
- In caso di assenza illegittima 1991
2. Del Vesco vo coadiutore e ausiliare
- Allo stesso titolo del Vescovo diocesano 2036
666 INDICE ANALITICO

3. Dell' Amministratore diocesano 2074


4. Del parroco
- Residenza formale, non semplicemente materiale o passiva 2468
- Obbligo personale, grave 2468, I ° e 2°
- Residenza, per sé, nella casa parrocchiale, "prope ecclesiam" 2468,3°
- Ferie consentite: un mese l'anno 2469
- Assenze per un periodo superiore a una settimana 2470
- Assenze inferiori alla settimana 2370
- Durante l'assenza del parroco 2470,6°
5. Dci Vicario parrocchiale: il v.p. è tenuto per sé alla legge della residenza come il parroco
2516
6. Del superiore religioso
- Di tutti i superiori, qualunque sia il loro grado e la loro autorità 2764
7. Dei religiosi
- Residenza formale 2893
- Le assenze 2894
8. Le sanzioni penali 5033

RESTAURAZIONE - RESTAURO
I. Costruzione e riparazione delle chiese 4610
2. Il restauro d'immagini preziose, insigni per antichità, arte o culto 4348
3. La restaurazione della vita coniugale
- Il dovere dei coniugi, se cessi la causa della separazione 4242
- Il dovere e l'impegno del giudice per la riconciliazione dei coniugi e per il
ristabilimento della vita coniugale 5710, 5771

RESTITUTIO IN INTEGRUM
- La cosa giudicata e la "restitutio in integrum": v. "Cosa giudicata"

RESTITUZIONE
l. L'obbligo del chierico, privato con sospensione dei redditi, dello stipendio, delle
pensioni, ecc., di restituire quanto abbia percepito illegittimamente 4897
2. Un effetto della contestazione della lite 5377
3. La restituzione di documenti, presentati in giudizio, al termine della causa 5274
4. V. anche "Risarcimento dei danni"

RETICENZA
- Reticenza della verità: v. "Surrezione"

RETRIBUZIONE
- V. "Rimunerazione"

RETROATTIVIT À
l. La retroattività della legge: v. "lrretroattività'
2. La retroattività degli effetti canonici nella "sanazione in radice" del matrimonio 4266 e
nota I

RETTORE
l. Il rettore di chiesa: v. "Rettore di chiesa"
INDICEAN ALI1l CO 667

2. Il rettore di santuario: la sua autorità e i suoi compiti sono determin ati dagli statuti 4439
3. Il rettore di seminario: v. "Rettore di seminario"
4. Il rettore di università ecclesiastica o cattolica
- La professione di fede 4273. 8°
- La partecipa zione al Concilio particolare 2 115, 3°
5. II rettore di un istituto di educazione e l'ascolto della confessione dei propri alunni 3580

RETIORE DI CHIESA
l . Concetto 2544
2. Nomina 2545 -2548
3. Funzion i nella chiesa 2549-255 2
4. Attribu zioni ed obblighi del rettore 2553-2556
5. L'e ventuale rimozione 2557
6. Norme ulteriori 2558
N otanda
l . La chiesa rettoriaie 2544
2. La nomin a del rettore spetta al Vescovo diocesano 2546
3. 11 rettore di una chiesa appartenente a un Istituto religioso di diritto pontificio 2547
4. 11 rettore di una chiesa annessa al Semin ario o ad altro Collegio diretto da chierici 2548
5. La mutua intesa fra rettore di chiesa e parroco 2551
6. L'amministrazione dei beni della chiesa 2556
7. Norme contenute in ulteriori canoni: principali dispo sizioni
- Can. 570: il rettore di una chiesa annessa alla sede di una comunit à o di un gruppo
- Can. 767. § 4: la responsabilit à del rettore di chiesa in ordine all' osservanza delle
norme sull'omelia
- Can. 1220: la cura della Chiesa
- Can. 958: l' obbligo di uno speciale registro per le offerte di Messe
- Can. 1307: il registro degli oneri delle pie fondazioni
- Can. 764 : il consenso del rettore. perché presbiteri e diaconi predichino nella sua
chiesa
- Can. 1177. § 2: il consenso per la celebrazione delle esequie di un defunto
- Can. 903: l' ammissione di sacerdoti sconosciuti a celebrare l'Eucaristia
- Can. 397, § I: la visita canonica del Vescovo diocesano
- Can. 555. § l. n. 3: la vigilanza da parte del Vicario foraneo

RETIORE DI SEMINARIO
l . È a capo del Seminario 1485
2. L'obbligo della professione di fede. all'inizio dell ' assunzione dell 'ufficio 3273.6°
3. Partecipazione dei vari superiori, degl'insegnanti e degli stessi alunni alla responsabilit à
del rettore 1488
4. Tutti devono ubbidien za al rettore . nello svolgimento dei propri compiti 1550
5. Il rettore. in particolare. deve curare la fedele osservanza delle norme del regolamento di
formazione sacerdotale e del regolamento proprio del Semin ario 1550
6. 11 rettore e il moderatore degli studi (prefetto degli studi) devono curare che
gl'insegnanti adempiano debitamente il loro compito 1550
7. Il rettore ha nel seminario le funzioni di parroco. che si esercitano "pro omnihu s qui sunt
in seminario", esclusa la materia matrimoniale 1552-1553
8. Facoltà concrete del rettore 1554
9. Il rettore del seminario è per sé anche il rettore di una eventuale chiesa annessa
all' istituto 2548
668 INDICEANALITICO

IO. Ha la rappresentanza giuridica del seminario 1482-1483


II . L'ascolto della confessione dei propri alunni 1552, 2°, 3580
12. La partecipazione al Concilio particolare e al Sinodo diocesano 2115,4°, 2180
13. V. anche "Formazione dei chierici"

REUS
- Scomparso tale termine nei giudizi contenziosi: è usato esclusivamente "pars conventa"
5067

REVISIONE
I - Scritti di carattere religioso o morale
- TI previo esame e la licenza di pubblicazione: v. "Libro"
Il - Statuti di associazioni pubbliche
- L'approvazione da parte della competente autorità ecclesiastica: can. 314
III - Costituzioni d'Istituti di vita consacrata e di Società di vita apostolica (can. 732)
1. Il consenso della competente autorità della Chiesa per l'eventuale revisione o
modifica: can. 587, § 2
2. Le altre norme dell'Istituto: can. 587, § 4
IV - La competenza della Santa Sede
l. Circa gli atti dei Concili particolari: can . 446
2. Circa i decreti generali emanati dalle Conferenze Episcopali: can. 455, § 2
3. Circa altri decreti delle medesime Conferenze Episcopali: can. 456
4. Circa gli statuti: can. 45 I
5. Circa il rito del matrimonio, compilato da ciascuna Conferenza per il proprio
territorio: can. l 120
6. Circa la versione in lingua nazionale dei libri liturgici e del loro adattamento alle
esigenze locali: can. 838, § 3
7. V. "Recognitio"

REVISIONE DELLA CAUSA


- Concetto e norme 5637-5639

REVISORI
- I revisori o censori per l'esame di scritti di carattere religioso o morale: v. "Censura"

REVIVISCENZA
I. TI divieto di far rivivere consuetudini riprovate dal Codice 159
2. La "reviviscenza" di un privilegio locale 568

REVOCA
Principali disposizioni
I. La revoca dell'atto amministrativo: can. 47
2. La presunzione circa il perdurare del consenso matrimoniale "fino a quando non consti
della sua revoca": can. 1107
3. La revoca delle consuetudini "contra" o "practer legem": cann. 5 e 28
4. La revoca o modifica di un decreto amministrativo: cann. 1734 e 1739
5. La revoca di un decreto generale esecutivo: can. 33, § 2
INDICEANAJ.lTICO 669

6. La revoca o modifica di un decreto giudiziario: can . 1591


7. La revoca o modifica del decreto di procedimento penale: can. 1718, § 2
8. La revoca del decreto singolare: can. 58, § I
9. La revoca dei diritti quesiti: can. 4
IO. Dellafacoltà di confessione: can. 974
I l. Delle istruzioni: can . 34, § 3
12. Di una legge preesistente: non si presume in caso di dubbio: can. 21
13. Delle lettere dimissorie : can. 1023
14. Della potestà delegata di giurisdizione o di governo: can. 142, § I
15. Di un privilegio: can. 79
16. Dei privilegi concessi dalla Sede Apostolica: can. 4
17. "Revocato quolibet contrario privilegio": una espressione usata nei cann. 509, § I, e
526, § 2
IR. La revoca della "procura ad lites": can. 1486, § 1
19. Del rescritto: can. 73
20. Della rinunzia ad un ufficio ecclesiastico: can. 1894, § 4
21. La revoca o modi fica di una sentenza interlocutoria: can. 1591

RIAMMISSIONE
I. La riammissione nello stato clericale 1656
2. In un Istituto religioso 2960

RIBELLIONE
- V. "Disubbidienza"

RICONCILIAZIONE
I. Il sacramento della riconciliazione: v. "Sacramento della penitenza"
2. Riconciliazione con Dio e con la Chiesa, e anche con se stesso 3528
3. I membri degl'Istituti di vita consacrata e di Società di vita apostolica (can. 732),
esempio di riconciliazione universale in Cristo 2674
4. V. anche "Conciliazione"

RICONOSCIMENTO
I . Le associazioni clericali e il riconoscimento da parte della competente autorità della
Chiesa: can. 302
2. Una condizione per il riconoscimento delle associazioni private: la revisione dei loro
statuti da parte della competente autorità: can. 299, § 2
3. Istituti di vita consacrata clericali e laicali, riconosciuti come tali dalla Chiesa: can. 588
4. Istituti di vita consacrata c Società di vita apostolica (can. 732): il riconoscimento e la
tutela della loro legittima autonomia interna: can. 5R6
5. Il riconoscimento e la promozione della missione dei laici nella Chiesa e nel mondo, da
parte dei chierici: cann. 275, § 2, c 529, § 2
6. Il diritto dei laici al riconoscimento della loro legittima libertà nell'organizzazione delle
realtà temporali : can. 277
7. Il riconoscimento e l'approvazione di nuove forme di vita consacrata nella Chiesa,
riservati esclusivamente alla Sede Apostolica: can. 605
8. Il voto solenne riconosciuto come tale dalla Chiesa: can. 1192, § 2
9. V. anche "Approvazione" - "Revisione"
670 INDICE ANALITICO

RICO NOS CIMENTO AGLI EFFETTI CIVILI


Riconoscimento da parte dello Stato Italiano
I. Di en ti eccle siastici aven ti sede in Italia 8 12-8 13
2. Degl'Istituti universitari, dei Seminari, delle Accademie, ecc ., e dei titoli accade mici in
teolo gia e nelle discipline ecclesiastiche, determinate d'accordo tra le Parti 3241
3. Il rico nosc imen to del matrimoni o religioso, mediante la sua trasc rizione nei regis tri di
stato civile 4 115 ss.
- V. "Trascrizione civile"
4. Il riconosci me nto delle chiese , solo se aperte al culto pubb lico e non annesse ad altro ente
ecclesiastico 4414
5. Il rico noscime nto degl'I stituti, dioce sani o interdiocesani, per il sos tentamento del C lero
ed anche, eve ntualmente, per la previd enza socia le 466 3-4664
6. Il riconoscimento delle " fondazioni di culto" 4743, nota 5
7. II ricon oscimento dei matrim oni canoni ci: v. "Trascrizione civile"

RICO N VENZIO NE - RICO NVENZIO NALE


- V. "A zione riconvenzionale"

RICORDO
- V. " Memoria" - "Memoria le"

RICORS O
Principali norme
l . La proce dura dei ricors i amministrativi: v. "Rico rso amministrativo "
2. Il ricorso o l'i stanza per otte nere un decreto singolare dall' autorità comp etente : can, 57,
§l
3. I termi ni del ricors o del relig ioso co ntro il decreto di dimissione dall 'I stituto : effe tti del
ricors o stes so: ca n. 700
4. " rico rso cont ro una elezione da parte di chi non sia stato convocato e, pertanto, sia
rimasto assente: ca n. 166, § 2
5. Il ricorso co ntro il rigetto de l libello introduttivo della lite da parte del tribun ale: ca n.
1505, § 4
6. Pendente il rico rso del parroco rimosso o trasferito co ntro il provvedimento del Vescovo
diocesano: ca nn. 174 7, § 2, 1752
7. L' e ffetto sospensivo di una pena inflitta o dichiarata, nel caso di appello o di ricorso
con tro la relativa senten za o decreto: can. 1353
8. La sospensione dell a potestà ordinaria in caso di appello o di rico rso con tro la
priva zio ne di un ufficio ecc lesiast ico o contro la rimo zione dal medesimo: can. 143 , § 2
9. Il ricorso al Romano Pontefi ce per defe rire al giudiz io della Santa Sede la propria causa:
-II diritto d 'ogni fede le: ca n. 1417 , § I
- L'effetto del ricor so: ca n. 1417 , § 2
lO. Impropon ibilità dell ' appello o del ricorso co ntro le decisioni del Romano Pontefi ce e la
sanzione penale relativa: ca nn. 333 , § I, e 1372
II . Ricorsi giudiziari e ammin istrativi di co mpetenza della Segnatura Apos tolica: ca n. 1445
12. Ricorsi ord inari e strao rdina ri contro le sentenze giudiziarie: v. "Appello" - "Quere la di
nulli tà" - "Res titutio in integrum"

RICOR SO AMMIN ISTRAT IVO


I. Introduzione 5906 -5910
2. Nor me preliminari 5911- 5917
INDICEANALITICO 671

3. L'istanza previa 5918-5920


4. Il ricorso gerarchico formale 5921-5931
Notanda
1- Introduzione
l. La mancata istituzione dei tribunali amministrativi 5901-5910 e nota I
2. V. "Tribunale amministrativo"
II - Norme preliminari
I. La competenza circa i ricorsi amministrativi (can. 1400, § 2) 5083-5086
2. L'ambito di applicabilità dei ricorsi amministrativi e delle relative norme 5912-
5913 e note 2 e 3
3. Un dovere di comunione ccciesiaIe 5914
4. L'istituzione in ogni diocesi di un ufficio o consiglio di conciliazione 5915,
5917
5. La decisione della CE! (23 dico 1983) 5916
III - L'istanza previa
l. Le tre specie di ricorsi vigenti nell'ordinamento canonico c in quello civile:
preventi vo, gerarchico e straordinario 5918 e nota 4
2. Nell'attuale ordinamento canonico, il ricorso gerarchico formale dev'essere
preceduto dal ricorso preventivo, presentato allo stesso autore dell'atto
amministrativo nel termine perentorio di dieci giorni utili 5918-5919
3. Casi in cui non c'e bisogno della istanza previa 5920
IV - Il ricorso gerarchico formale
I. Il "dies a quo" per la presentazione 5923
2. La sospensione dell'esecuzione del decreto 5923-5924
3. La presentazione dcI ricorso formale, su cui deve decidere il Superiore
gerarchico competente 5925-5928
4. Termini prescritti 5929
5. L'assistenza di un avvocato o di un procuratore 5930
6. Le facoltà del Superiore che esamina il ricorso 5931

RICORSO IN SOSPENSIVO E IN DEVOLUTIVO


- V. "Effetto sospensivo e devolutivo"

RICUSAZIONE
l. Cautele per l'imparziale amministrazione della giustizia 5227-5228
2. Norme circa la ricusazione (eccezione di sospetto) 5229-5233
- La ricusazione del giudice 5230, l°
- Del Vicario giudiziale e del Vicario giudiziale aggiunto 5230, 2°
- Del promotore di giustizia, del difensore del vincolo e di altri ministri dci tribunale
5230,3°
- Del giudice delegato 5230, 5°
- In caso di ricusazione dello stesso Vescovo diocesano 5230,4°
- Effetti della ricusazione 5231
- L'eccezione di sospetto va definita "expeditissime", né consente appello 5232
3. Facoltà suppletive del giudice 5234-5236
4. La ricusazione dei testi: condizioni 5246
5. È possibile la "reprobatio testimoniorum"? 5457
6. La ricusazione dei periti 5494-5496
7. V. anche "Eccezione di sospetto"
672 INDIC E ANALITICO

RIDUZIONE
l . La riduzi one dei luoghi sacri ad uso profano 439lì
2. La rid uz io ne ad uso profano di una chiesa 4420
3. Gli altari 4505
4. La riduzi one de gli oneri di Messe e d i altri oneri di pie vo lontà o fondazioni : v. " Oneri"
5. La riduzione dell e spese giudiziarie (ca n. 1649, § l , n. 3) 5647
6. L a riduzione all o stato laicale 1646 ss.
- V. "Stato cleri cale " , n. Il

RIFORMA BE NEFICIARI A
- V. "Benefic io ecclesiastico"

RIGETIO
I. L' ammi ssione o il rigetto del libello int rodutt ivo della lite nel g iudiz io co ntenzioso
o rdi nario: v. "G iudizio contenzioso"
2. Il rico rso contro l'eventuale rigetto da parte del Vescov o dio ce sano della domanda di
di spensa "s upe r rato" 5784, J O
3. Le co nclus ioni perizial i accett ate o resp inte dal giud ice 5502

RIMEDI
I - Rimedi penali
l. Caratt ere e finalit à dei rim edi pen ali 49 15
2. Rimedi pe nali pre visti nel nuovo Codi ce 4916
- L' ammon izione 49 17
- La riprcnsione 4918
3. 11 documento scritto 4919
4. Ulte rior i norme da tener pre senti: ca nn. 1324 , 1326 , § 2, 1328 , § 2, 134 2, § I,
1343, 1344, n. 2, 135 8, § 2
5. V. anch e "Penitenza canonica"
Il - Remedia iuris contro sententiam
I . Espr ession e del Cod ice precedente, sos tituita con "i rnpug natio sc ntentiae"
5072
2. V. " Imp ugnazi on c" . n. 3

RIMOZIONE
La rimozione dall 'ufficio ecclesiastico
l. Co nce tto e distin zion e 1253-1255
2. La rimozione per de creto 1256- 1263
3. La rimozione "ipso iure" 1264-1269
4. Norme ulteriori 1270-1273
N ot and a
I . Rimozione e privazi on e 1254
2. Rimozione per decreto da uffici conferiti a tempo indeterm inato , a tempo determinato, a
prudente discrezione dell' autorità 1259-1262
3. L' intimazione scritta 126 3
4. I tre cas i ta ssat ivi dell a rimo zione "ipso iure" 1264-1267
5. Il soste nta mento del rimosso 1270
6. La rimozione dei parroci: v. "Rimozione e trasferimento amministrativo dei parroci"
INDICEANALITICO 673

7. Rimo zione da particolari uffici


- Amministratore dioce sano: can. 430. § 2
- Cancelliere di Curia : can . 4!l5
- Cappell ani in genere: can. 572
- Capp ellani di associazione pubblica: can. 3 18. § 2
- Difen sore dci vincolo: ca n. 1436, § 2
- Econ omo diocesano: can. 494, § 2
- Giudici diocesani: can . 1422
- Insegnanti di discip line filosofiche, teolo giche e giuridiche, in Seminario: can, 253,
§3
- Insegnanti di religione nelle scuole: can. 805
- Insegnanti nelle Università Cattoliche: can. 8 10. § 1
- Notai di Curi a: can. 485
- President e di un 'a ssociazione pubblica: can. 3 18. § 2
- Religioso a cui il Vesco vo abbia conferito un uftìcio eccle siastico in diocesi: can.
682. § 2
- Rettore di chiesa: can . 563
- Superiore religioso: can. 624. § 3
- Vicar io foraneo : can . 554. § 3
- Vicario generale o episcopale: can . 477 , § l
- Vicario giudiziale c Vicario giudiziale aggiunto: cann. 1420, § 5, e 1422
- Vicario parrocchiale: can . 552

RIMOZIONE E TRASFERIMENTO AMMINISTRATIVO DEI PARROCI


La normati va de/nuovo Codice (cann. 1740-1752)
I. Introduzione 5933-5935
2. La procedura per la rimozione 5936 -596 1
3. La procedura per il trasferimento 5962-5968
N ot anda
I - Introdu zione
I. Il carattere pastor ale de lla rimozione e de l trasfer imento dei parroci 5933
2. La differenza essenziale tra rimozi one amministrati va e rimozion e pena le:
diversa anche la procedura 5933
3. La rimozione "ipso iure" 5933
4. Raffronti tra la norm ativa del nuovo Codice c quella precedente 5934
5. La procedura dell a presente sezione è una procedura special e che si applica
soltanto ai parroci . né può essere estesa a titolari di altri uffici 5934 e nota l
,, - La procedura perla rimozione
l . La causa canonic a e l' auto rità competente 5937 e nota 2
2. Prin cipali cause di rimozione 5938-5944
3. Gli atti previ del Vesco vo
- L'a ccertamento della causa canonica giustificativa del provved imento
5945-5946
- L'esame della questione con due parroci assistenti o consultori 5947-5948
- La notifica della causa canonica e delle relative prove al parroco da
rimuovere 5949 -5950
4. La procedura successiva, rispondente a un triplice possibil e comportamento del
parroco
- Il parroco aderisce all' invito del Vescovo e presenta la sua rinun zia 5951-
5955
674 INDICE ANALITICO

- /I parroco non dà alcuna risposta o si rifiuta di rinunziare alla parrocchia


5965
- Il parroco con testa le cause e i motivi che gli sono stati notifica ti 5957 -5958
e nota 4
5. Può il parroco , in questa vertenza, farsi assistere da un avvocato ? 5957, nota 4
6. 1\ dovere ciel Vescovo cii provvedere alle necessità ciel parroco rimosso 5979
7. Obblighi e dir itti del parroco rimosso 5960 e nota 5
8. L' eventuale ricorso de l parroco e i suoi effe tti 569 1
1\I - La procedura per il trasf erimento
1. Le condiz ioni richieste per il trasferimento, e l'i nvito del Vescovo al parroco
5962 e nota 6
2. Nel caso che il parroco non accerti e il Vescovo non receda dal suo intcnclimcnto
5964
3. Il decre to di trasferi mento e la vacanza della parrocch ia 5965
4. L' eventuale ricorso del parroco trasferito 596 6
5. La legge suprema della Chiesa: la salvezza delle anime 5967-5968

RfMUNERAZIONE
l. L' adeguata retribuzione ciel Clero
- Le norme del Codice 16 13, 1615
- L'insegnamcnto del Concilio Vaticano [I 1613-1614
- L'I stituto per il soste ntamen to del Clero e per la previdenza sociale 463 8-4640
- La rimunerazione dci diaconi permanenti coniugati 1617
2. La rimunerazione degl' insegnanti del Sem inario 1555
3. La deb ita rimunerazione clei laici addetti in modo permanente o temporaneo ad un
particolare servizio clelia Ch iesa 1427
4. La giusta e dignitosa retribuzione ai lavoratori dipendenti, da parte degli amminis tratori
cii beni ecclesiastic i 469 1
5. La rimunerazione di chi viene trasferito da un ufficio ecclesi astico 1249
6. La rimunerazione ciel Vescovo trasferito 2054
7. V. anche "Sostentamento" - "Onorari" - "Salario"

RIN NOVAZIO NE
I. La rinnovazione del consenso matrim oniale nella convalida del matrimonio: ca nn. 11 56,
1157,1 158, 1161, § 1
2. La freq uente rinnovazione delle Ostie consacrate: ca n. 939
3. La rinno vazione della professione religiosa: can . 657. § I
4. La rinno vazione delle promesse battesimali: can . 889, § 2
5. La rinnovazione dei vincoli sacri negl'I stituti secolari e nelle Socie tà cii vita apostolica:
cann. 723, § 3, 726, § 1,735, § I
6. La rinnov azione dei voti religiosi: can. 607, § 2
7. V. anche " Rinnovamento"

R[NUNZIA
I. La rinun zia a un ufficio ecclesiastico: v. la voce seguente
2. Rinunzi e nei giudizi: v. "Rinunzie nei giudizi"
3. La rinunzia a un privilegio
- La rinunzia delle persone fisiche 572 , 575, 576
- La rinunzia delle persone giuridiche 572, 577
- Necessità dell'accettazione da parte dell'autorità compe tente 573
INDIC E ANALITICO 675

4. La rinun zia alla pote stà delegata


- Uno dci modi di cessazione della potestà dclegata 1010, 6°
- L' accettazione del delegante 885, 6°
5. La rinun zia dci religiosi ai propri beni : v. "Cessio ne dei beni"
6. La rinun zia al diritto di separazione da parte del co niuge innocente: un ges to auspicabile
4247

RINUNZIAA UN UFFICIO ECCLESIASTICO


I. Condizioni richieste per la Iiceità 1220- I221
2. Per Ia validità 1222-1225
3. La presentazione della rinun zia e gli effetti 1226-1236
No tan da
1. La giusta causa, fond ata su elementi sogge ttivi e ogge ttivi 1220
2. Rinun zia condizionata 1221
3. Rinun zia nulla e rinunzi a rescindibi1e 1222-1224 e nota I
4. Rinun zia simonia ca 1225
5. La rinunzia scritta e oral e 1227-1228
6. Rinun zia mediante un procuratore 1229
7. L'accettazione della rinun zia 1230- 1232
8. L'effetto giuridico 1233-1235
9. L'eventuale revoca 1236
IO. L'eventu ale rinunzia dci Romano Pontefice 1777
Il . Rinun zia e dimissioni propriamente dette 1219
- V. " Dimissioni"

RINUNZIE NEI GIUDIZI


I - La rinunzia alla istanza della lite e agli atti process uali
I. La facoltà dell' attore e del co nvenuto: ca n. 1524, § 1
2. La rinunzia de i tutori e degli amministra tori di persone giuridiche: can . 1524, § 2
3. Co ndizio ni per la validità dell a rinunzia: can. 1524, § 3
4 . Gli effet ti: can. 1525
5. Una rinunzia presunta: can . 1594, n. 2
Il - La rinun zia alla escussione di un teste
- Una rinunzia che la parte avversa può rend ere inefficace : can 1551
III - La rinunzia all'appello
1. La rinun zia della parte: ca n. 1636, § 1
2. La rinu nzia del di fensore del vincolo e del promotore di gius tizia: ca n. 1636, § 2
3. L' effetto della rinunzia: la cos a passa in giudica to: can. 1641 , n. 3
I V - Rinunzie da parte del procuratore
- Rinun zie e atti che hanno bisogn o di un mandato specia le: ca n. 148 5
V - La rinun zia alla istanza nei processi penali
l . La facoltà del promotore di giustizi a: can. 1724, § 1
2. L' assenso dell'imputato: can . 1724, § 2

RIPOSO
I. /I riposo festivo: il giusto riposo della mente e del corpo 45 39-4540
2. Le ferie annu ali: v. "Ferie"
676 INDICEANALITICO

RIPRENS IONE
I. La riprensione come rimedio penale 4918-4919
2. Prim a di procedere all'appl icazione della pena contro il l'CO, sono da esperire nei suoi
riguardi la cor rezione fraterna, la riprensione e altri mezzi dettati dalla sollec itudine
pastorale 4923

RIPROVAZIONE
l . La ripro vazione di consuetudini
- Una consuetudine "contra" o "praeter ius", espressamente riprov ata dal dir itto, non
può ottenere forza di legge 364
- La soppressione delle consuetud ini riprovate nel Codice di Diri tto Canonic o 159-
160
- Con suetudini riprovate espre ssamente 376-377
2. La riprov azione dei pri vilegi
- Riguardo al diritto del Vescovo dioce sano di scegl iere i chierici che preferisce, per
farsi accompagnare e aiutare nella visita canonica de lla diocesi 1993 ,3 °
3. La ripro vazione o condanna di scritt i dannosi alla fede o alla mora le, dovere e diritto dei
Pastori 325 1, 3°
4. Y. anche " Condanna"

RIP UTAZIONE
- V. " Buona fama"

RISARC IMENTO DEI DANN I


l . L'obbligo del risarcimento dei danni ingiu stamente arrecati , per dolo o per colpa, è un
principi o di diritto naturale prima che canonico o civi le 909
2. Tale principio è richiamato più volte nel Codice
- Ca n. 57, § 3: diniego illeg ittimo di un dec reto ammi nistrativo singolare
- Can . 128: atto giuridico do loso o col poso, con danno di una persona
- Can. 982 : falsa denunzia di un confe ssore innocente
- Can. 1062: rottura illegittima di promessa matrimoniale
- Can . 1281, § l: atti posti illegittimamente da ammi nistratori di beni ecclesiastici
- Can . 1289: arbitrarie dimiss ioni di un ammi nistratore di beni eccle siastici
- Can. 1389, § 2: negligenza colpevole e dannosa nell'esercizio della potestà
ecclesiastica o nell' assolvimento del proprio uftìcio o compito
- Can. 1457, §§ 1-2: colpe commesse da giudici o da altri min istri di tribunale.
nell'eserc izio del loro ufficio
- Can . 152 I: perenzione di una istanza giudiziaria, per colpa di tutori, cura tori,
procuratori , ecc.
- Can . 1649, § I, n. 4: lite giudiziaria promossa temerariamente
- Can. 1729, § l ; danni causati da delitto
3. L' azione per il risarci mento dei danni
- V. "Azione per il risarcimento dei danni"
4. Ripar azione di danni, come seg no di cessazione della contumacia 4934

RI SERVA - RISERVATO
I. Facoltà c poteri di esclusiva competenza del Romano Pontefice 1785
2. Facoltà e poteri di competenza della Sede Apostolica: v. "Sede Apostolica"
3. Facoltà e poteri di competenza dell'Ordinario, dell' Ordinario del luogo, del Vescovo
INDICEANALITICO 677

diocesano, dei Tribunali della Santa Sede (Rota Romana e Segnatura Apostolica), del
parroco, dei Superiori religiosi, ecc.
- V. le singole voci
4. Peccati riservati: scomparsa nel nuovo Codice la "riserva" dei peccati 3520, 3548
5. Censure riservate alla Sede Apostolica
- V. "Censura penale" n. IV

RISERVA IN PETTO
- Cardinali creati dal Papa con tale riserva 1842

RITIRO SPIRITUALE
I. L'obbligo dei sacerdoti e dei diaconi 1598,4°
2. L'obbligo dei religiosi 2890,5 °
3. Dei membri degl'Istituti secolari 3034
4. I giorni di ritiro annuale non sono computati nel mese di ferie concesso ai parroci 2469
5. V. anche "Esercizi spirituali"

RITO
I - Distinzioni
I. Rito cattolico: cann. 923 , 1248, § I
2. Rito latino: can. 1109
3. Rito liturgico: cann. 230, § 1,604, § 1,918, 1034, § I
4. Rito orientale: cann. 1015, § 2, 1127, § l
5. Rito pcnitcnzialc: can. 1211
6. Rito proprio: cann. 214, 846, § 2, 1120, 1127, § 3
7. Rito sacro: can. 206, § 2
8. Rito solenne: can. 1217, § 2
[l - Principali norme
I. Il Codice e i riti da osservare nella celebrazione delle azioni liturgiche: can. 2
2. La recezione della Comunione in qualsiasi rito cattolico: can. 923
3. L'erezione di diocesi personali distinte secondo il rito dei fedeli: can. 372
4. Riti e cerimonie della celebrazione eucaristica: v. "Eucaristia", n. IV
5. La cura dei fedeli di un altro rito, mediante sacerdoti e parroci del medesimo rito,
cd eventualmente anche con la nomina di un Vicario episcopale: can. 383, § 2
6. Il rito proprio della celebrazione dci matrimonio compilato dalle Conferenze
Episcopali: can. 1120
7. La partecipazione alla Messa in qualsiasi rito cattolico: can. 923
8. L'istituzione di parrocchie personali sulla base dci rito: can. 518
9. L'adempimento del precetto festivo: can. 1248, § I
lO. Il particolare "rito liturgico"
- Per il conferimento dei ministeri: can. 230 , § I
- Per l'ammissione degli ordinandi: can. 1034, § I
- Per la pubblica assunzione dell'obbligo del celibato: can. 1037
- Per la consacrazione delle "vergini": can. 604
II. Il rito penitenriale di riparazione per la profanazione di un luogo sacro: can.
1211

RITO ECCLESIALE
l . V. "Chiesa rituale"
678 INDICE ANALITICO

2. La libertà di poter adempiere i do veri del proprio stato secondo le prescrizioni del proprio
legittimo rito 1364

RITRATIAZIONE
l . La necessaria ritrattazione di chi ha accusato falsamente un confessore innocente 3574
2. La sanzione penale in caso di mancata ritrattazione da parte di chi inseg ni dottrine
conda nnate dall a Chiesa , o respinga pertinacemente dottrin e co ndannate dal Magiste ro
ecclesias tico 4989
3. La ritrattazione o l'emendament o di una sentenza nulla, da parte del giudi ce che l'ha
emanata 5606
4. La ritrattazione delle parti in causa e dei testi giudiziari 5423

RITUALE
l . Rituali liturgici emanati dalla Sant a Sede dopo il Concilio 669
2. Chiesa rituale: v. "Chies a rituale"

RIUNIONE
I. Regolament i di riunioni, conveg ni, celebrazioni, ecc. 665- 666
2. V. anche "Assemblea" - "Un ione"

RIVELAZIONE
I - La rivelazione divina
l . La rivelazione divina. fondamento della dottrina cattolica 1523, 2°
2. La missione della Chiesa circa le verità rivelate (can. 747 , § I) 3095-3098
3. La fede divina c cattolica 3 111-3 113
Il - La denunzia d'impedimenti canonici
I. Impediment i alla recezione degli ordini sacri 370 1
2. E per gl' impedimenti relativi all' esercizio degli ordini ? 370 1
3. Impedim enti a lla ce lebrazione del matrimonio 3806-3807
1II - La rivelazione dei segreti
I. L'obbli go del segreto d' ufficio, nel caso che la rivelazione di un atto processuale
possa essere di pregiudi zio alle parti 5239-5 241
2. L'imposizione del segreto con giuramento 5241
3. Sanzioni penali contro i giudici e gli altri ministri del tribunale. per violazio ne
del segreto d'uff ici o 5243
IV - Il segreto confessionale
- Inviolabilità e pene relative: v. "Si gillo sacrament ale"

RIVERENZ1 ALE
- Il timore "rive renziale" e il consenso matrimoniale 4040

RIVISTE
- V. "Giornale"

RIVOLTA
- V. " Disubbidienza"
INDICE ANALITICO 679

ROGATORIA
- Il diritto di rogatoria di cui può valersi qualsiasi tribunale ecclesiastico 5132

ROMA
- V. "Urbe"

ROMANO PONTEFICE
I - La suprema Autorità della Chiesa (can. 330)
I. Il can . 330 e il suo contenuto dommatico-giuridico 1763
2. Il Romano Pontefice, successore di Pietro, e i Vescovi, successori degli Apostoli:
il carattere diverso della loro successione 1764
3. Soggetto della suprema e piena autorità della Chiesa sono sia il Papa che il
Collegio dei Vescovi in comunione col Papa (can. 336) 1790
4. L'unità organica dci due soggetti "inadeguatamente distinti" 1792-1797
5. V. "Collegio dei Vescovi"
Il - Il Romano Pontefice (cann.331-335)
1. Il primato del Vescovo di Roma 1766-1770
2. Elezione cd eventuale rinunzia 1771-1777
3. Il governo del Romano Pontefice 1778-1784
4. Facoltà e poteri di esclusiva competenza del Romano Pontefice 1785
5. Norme ulteriori 1786-1787
Notanda
I. Per diritto divino, il Romano Pontefice è il Successore di Pietro, il Capo del
Collegio Episcopale, il Vicario di Cristo per la Chiesa universale, il Pastore di
tutta la Chiesa 1767
2. La sua potestà è ordinaria, suprema, piena, immediata, universale, libera nel suo
esercizio 1768
3. Il potere legislativo, giudiziario e amministrativo del Romano Pontefice 1769
4. Altri titoli del Papa : Patriarca d'Occidente, Primate d'Italia, Metropolita della
provincia ecclesiastica romana, Sovrano dello Stato della Città del Vaticano
1770
5. La Costituzione Apostolica di Giovanni Paolo II 1774-1775, 1861-1862
6. L'eventuale consacrazione episcopale 1776 e nota 2
7. La potestà ordinaria suprema del Romano Pontefice sulla Chiesa unive rsale c su
ciascuna delle Chiese particolari, come su ogni loro raggruppamento 1779
8. La funzione del primato 1779
9. Il suo esercizio: comunione e collaborazione 1780, 1782
10. Inappellabilità degli atti del Romano Pontefice 1781
11. Sede vacante aut prorsus impedita 1783-1784
12. Facoltà e poteri di esclusiva competenza del Sommo Pontefice 1785
Ulteriora
l . Il magistero del Romano Pontefice
- La funzione di tale magistero: confermare i fratelli nella fede 3108, IO
- L'infallibilità personale: condizioni e ambito 3107-3108
- Il religioso ossequio dovuto dai fedeli al magistero autentico del Papa e del
Collegio dei Vescovi, anche se privo di definizione dommatica 3116-3117
- V. anehe "Magistero della Chiesa" - " Infallibil ità ''
680 INDICE ANALITICO

2. Il governo
- Gli o rgani di governo dc I Papa: il co mplesso de lla C uria Rom ana: Segreteria
di Stato , Co ngregazioni. Tri bun ali, Segretar iat i, Co mmiss ioni, Co nsigli,
ccc . 1836 ss .
- Il Coll egio dei Card inali 1830-1 832
- I ra ppresentanti del Papa 1888 ss.
- II Sinodo dei Vescovi 181 1-1 816
- In virtù del primato di go ver no, il Romano Pontefice è «il sup remo
ammi nistratore e dispensa tore d i tutti i be ni ec clesiastici » 46 35-4636
3. La potestà giudiziaria
- Potestà supre ma c universale 5205
- [ Trihunali ord ina ri de lla Sa nta Sede di fo ro es terno: la Rota Rom an a e la
Segnatura Apos tolica 5208 ss.
- Il tribunal e di fo ro int erno: la Pen itcn zier ia A posto lica 5207
- Il d iritto d'ogni fede le d i deferire la propria causa, conte nziosa o penale. al
g iudizio dell a Sa nta Sede 5 130-5 131
- Cau se di esc lusiva com petenza de l Romano Po ntefice 5 104-5 107
4. L' esenzione dei religiosi
- Le rag ioni di ta le ese nzione 2645 e nota 2
- La di pend enza di rett a ed esclusiva da lla Sede Apostolica degl' Ist ituti e
Società di d iritto pontificio 2650-2652
5. Amore e ubbidienza al Papa
Specialmente da pa rte
- Dei c hierici 1587
- Deg li al lievi del Seminario 1509
- Deg l' Istituti di vita co nsacrata c dei loro singo li membri 264 1-264 2
- Dell e Società di vita apos tolica (can . 732) 3069
6. Delitti contro il Romano Pontefice
- Violenza fisica co ntro la per sona aug usta del Pa pa 4986
- II delitto di ass ass inio 5035
- Il ricorso al Con cilio Ec umenico o al Collegio Epi scopal e contro un atto de l
Ro mano Pont efice 4990
Il rifiut o formale de lla sotto missio ne al Ro mano Pont efice o dcIIa
comu nio ne con i me mbri de lla C hiesa a lui soggetti (scisma) 31 14-31 15

ROSAR IO MA R IA NO
I. La recita del ros ar io mari ano in Se mi nario 1510, 3°
2. Esortazione ai religiosi 2890,4°

ROTA DI MA DRID
- Rota dell a Nu nzi atura di Madri d, istituita nel 1771 5207, 5212, nota 3

ROTA ROM AN A
l . Trib unale ordi nario dell a Sede Apostolica per g li appell i 5209
2. Le origini storiche 5209, not a I
3. Il grand e prestigio 52 10
4. È retto da proprie nor me 5210
5. La competenza come trih una le di prima , di seconda, di terza ed ulteriore istan za 52 11
6. Ca use riservate alla R ota Rom an a (can. 1405, § 3) 5 108-5109
7. Cause esc lus e dalla compe te nza della Rot a " ratio ne rnateriae" e " ratio ne pe rson arum"
52 14
8. Cos I. "Pasto l' Bon us" , 28 giugno 1988 , artt , 126-130 5210, not a 2
INDICE ANALITI CO 681

RUBRI CHE
- Rubriche e vesti sacre (can. 929) 3460

SACERDOTE
I - La fo rmazione del sacerdote
- V. " Formazione dci chierici" - "Formazione permanente"
Il - Il sacerdote ministro
1. Min istro di Cristo nell' eser cizio dell a funzione sa ntificat rice della Ch iesa: can.
835, § 2
2. M ini stro ordinario del battesim o insiem e col Vesco vo e co l diac on o: can, 86 1,
§ I
3. Mini stro straordinario de lla confermazione : cann. 882, 883, nn. 2-3, 884, §§ 1-2
4. Mini stro dell ' Euca ristia
- Ministro esclusivo della consac razio ne: can. 900, § I
- Ministro ordin ario de lla Comunione , insieme co l Vesco vo c col diacono:
ca n. 9 10,§ l
- Ministro ordinario dell'esposizione e della riposizionc del SS. Sacram ento , e
ministro esclusivo della benedizione eucaristica, insieme col diac on o: can.
943
5. Mini stro esclusi vo dell a confe ssione sacram en tale: cann . 965,966, § l
6. Mini stro esclusivo de lla un zion e deg l 'infe rm i: can . 100 3, § 1
7 . Mini stro ordinario delle benedi zioni non riservate : can. 11 69 , § 2
8. Mini stro delegato de lla benedizione de i luoghi sac ri e de lle chiese: ca n. 1207
9 . Ministro dele gato delle consacrazioni e dedi cazioni: ca n. l J 69, § l
IO. La benedi zione dell' olio degl'inf ermi: can. 999
III - Co mpiti e [acolt à e norme l'arie
Precipu e disposizioni
I . Diritti e obblighi dci sacerdoti in genere, come chierici : V. "Chierico", n. III
2. L' incardinazione: can, 265 : v. "Incardin azione"
3. La ce lebrazione della Messa. la prin cip ale funzion e del sacerdote: can . 904
4. La facoltà del sacerdote in pericol o di grave danno o di mort e: v. "Pe ricolo" .
nn. I c ]]
5. San zioni contro parti colari reat i di sace rdoti: cann. 1378, § l , 1387. 1388, § 1
6. Incapacità testim oniale: can. 1550. § 2, n. 2
7. Solt anto al sace rdo te può essere con ferit o un uffici o ecclesiastico che co mporti
la "p iena cura delle anime " : can. 150: v. "Presbiterato " , n. Il
8. L' annunzio del Vangelo co mpito proprio dei pres biteri e dei diaconi : cann. 757 e
762
9 . I sacerdoti c il Vesco vo diocesan o: ca nn. 384 e 757
IO. Il dovere de l Vicario fo raneo : can . 555 , § 2, n. 2
Il. I sacerdoti e le vocazioni ecclesiastiche: can. 233

SA CERDOZIO
I. Il sac erdozio comune dei fede li, che si ese rcita nel culto cri stian o 3288
2. Il sace rdozio mini stcrialc o prcsbiterato: v. " Presbiterato"
3. Il pro blem a de ll' ammi ssion e delle donn e al sac erdoz io ministeri aie 367 1: V. " Ordine
sacro" n. III. I
682 INDIC E ANALIT ICO

SAC RA SCRITIURA
I. La Sac ra Scrittura, alime nto della vita spiritua le, soprattutto per i chierici 1598, 2°
2. La Sac ra Scr ittura, fondamento esse nzia le del ministero della paro la 3 131
3. L' inseg name nto della Scri ttura in Seminario 1525, IO
4. La lettura e la medita zione assidua della Sacra Scrittura negl' Istitu ti religiosi e
negl' Istituti seco lari 2843 , 2890, 3034
5. Requ isiti acca de mici per i candida ti all'Episco palo 1945, 5 0
6. La pubbli cazione dei Lib ri Saeri 3259
7. La versi one 325 9

SACRAMENTALI
I. Co ncetto 4280-4283
2. L' autor ità competente 4284-4286
3. Il ministro 4287 -4293
4. l destinatari delle benedizio ni 4294-4297
5. Gli esorc ismi sugli ossessi 4298-4299: v. "Esorcismo"
6. Norme ulteriori 430 1
Nota nda
I. I sacrament ali risa lgono ai primi témpi della Ch iesa 42 82
2. Distin zione in cos e e azion i 428 1
3. Lo scop o della benedizione d i crea ture irrazionali, di cose e oggetti 4282
4. Le ind ulgenze non so no un sacramentale 428 3
5. L'autori tà esclu siva del la Sede Apos tolica 4284
6. Co mpetenze della Co nferen za Episcopale 4285
7. Il mi nistro dei sacra mentali in ge nere 428 7
8. Il mi nistro delle co nsac razio ni e dedicazion i 4288 -428 9
9. Il ministro delle benediz ioni 4290
l O, Benedizioni costi tutive e invocarive 4291
Il . Be nedizio ni riservate 4292
12. La de terminazione delle offerte versate in occasione dell'ammi nistrazio ne dei
sacramenta li 43 10, 4587-4588
13. Sacrament ali c scomunica o interdetto 43 10, 487 1, 4890
14. La sosp en sione delle censure che vietan o la celebrazione dci sacramentali 430 I,
4903, 4904
15. La sospensio ne delle pene che viet ano la recezione dei sacra mentali 430 l , 4940-494 1
16. La vig ilanza dci Vescovo diocesano 1982
17. Nor me de lla Co ngreg o per la Do ttrina della Fede circa gli esorcismi (29 sett. 1985)
4300

SACRAMENTO
I - La Chiesa "sacramento di unità"
- Ca n. 837, § I 3289
Il - / sacramenti in genere
l . Introd uzione 329
2. I sac rame nti dell a Nuova Leg ge 3300-3309
3. Un problem a ec umenico 33 10-33 17
4. I sacramen ti non reitc rabi li 33 18
5. La celebrazione de i sacra menti e le offerte 33 19-3321
6. Principi e norm e ulteriori 3322
INDICE ANA LITICO 683

N ot anda
l . Natur a, fine, effetti dei sacramenti crist iani: religioso rispetto e diligenza
acc urata da parte dei ministri c dci fedeli che li rice vono 3300 -330 1
2. L'e sclu siva competenza della Chie sa circa la discipl ina dei sacramenti 3302
3. Il sacramento base, necessario per la valida recez ione degli altri sac ramenti
3303
4. I sacramenti della iniziazione cristi ana 3304
5. Sacramenti ed evangeli zzazione 3306
6. Due eccessi da evitare nell ' amm inistrazione dei sacram enti 3307-3309
7. Il problema della "communicatio in sacris" tra cattolici e fratelli separati"
nell' ordin amento anteriore e nel nuovo Codi ce, informato allo spirito del
Concilio Vaticano Il 33 10-33 11
8. Una norma di carattere generale per ministri e fedeli e moti vi che la giustificano
33 12
9. Esclusa in modo assolu to la "co ncelebrazione eucaristica" dei sacerdoti cattolici
con i ministri delle Ch iese e comunità separate: ragioni che non la consentono
33 12, 3420-3422
IO. Norme particolari per i sacramenti della peniten za, dell'Eucaristia e
dell 'unzione degl'infermi 3312-3317
Il . Sacramenti che imprimono il cara ttere e non possono essere ripetuti 33 18
12. [n caso di dubbio circa il loro effettivo conferimento o sulla loro validità 3318
13. La celebrazione dei sacramenti
- L'osservanza dei libri liturgici e del proprio rito 3319
- [ sacri oli 3320
14. Le offerte dci fedeli in occas ione dell'amministrazione dei sac ramenti
- Legittimità 3321
- La determ inazione da parte dei Vescovi della provincia ecclesiastica 3321,
45 87-4588
- Il dovere del ministro 332 1
15. Principi e norme ulteriori
- Can. 205: i sacramenti, uno dei vincoli della piena comun ione della Chiesa
Cattolica
- Cann. 255 e 256, § J: la celebrazione dei sacramenti nella preparazione degli
allievi del Semin ario
- Can. 392, § 2: la vigilanza del Vescovo diocesano
- Can. 56 1: la licenza del rett ore o di altro legittimo superiore per
l' ammini strazion e dei sac ramenti in un chiesa
- Can . 1331 , § l , n. 2: un divieto per lo scomunicato
- Can . 1332: per l'interdetto
- Ca nn. 1379 e 1380: de litti cont ro i sacramenti in genere: la simulazio ne de i
sacramenti, il con ferimento o la recezion e simon iaca

SACRAMENTO DELLA PENITENZA


[- /I sac ramento della riconciliazione e del perdono (cann.959-997 )
l . Prospetto della materia 3520-352 3
- La celebrazione del sacrament o
- Il ministro
- Il penitente
- Le indulgenz e
2. Il canone introdutti vo 3524-3530
684 INDICE ANALITI CO

N o t an d a
l . Principa li documenti post-concil iari della Santa Sede 3521
2. Documenti della CEI 3522
3. Il lungo processo della pratica del sacramento della penit enza 3523
4. La dimensione sociale e l' aspetto comunitario del sac ramento della penitenza,
mess i in rilievo da l canone introdu ttivo 3524
5. La struttura giudiziale del sacra men to 3525
6. ( tre atti esse nziali del penitente 3525 -3528
7. La riconc iliazion e con Dio, con la Chiesa, con se stesso 3528
8. La form a ora le dell'assoluzione 3530
9. È possibile per telefono'! 3530
Il - La celeb razione del sacramento (eann.960-964)
I. Il triplice rito 3532-3533
2. Norme teologi co-giurid iche 3534-3540
3. Norme liturgiche 3541-3 544
Nota nda
l . Il triplice rito per la celebrazione del sacramento della penitenza
- La riconcil iazione de i singoli penitenti 3532
La rico nciliazione di più penitenti con la confessione c l'assoluzione
individual e 3532
La riconciliazione di più peni tenti co n la confes sione c l' assoluzione
generale 3532
2. Necessi tà della confessione indiv iduale e comp leta, da cui si è scusati solo da
una impossibilità fi sica o morale 3534
3. L'assoluzio ne in torma genera le o collettiva
- È possibile solo in c'asi eccez ionali 3535-35 36
- Condizioni 3537 e nota l
- La responsabi lità del Vescovo diocesa no 3538
- La deliberazione della CE( 3539
- Co ndizion i ed obb lighi del penitente 3540
4. L'u so dci co nfessiona le 3541
5. Le delib erazio ni della CEI in ordine alla sede de lla confessione e alle vesti
liturgiche 3542, 3544
III - Il ministro (ca nn.965-986)
1. La normativa dci cann. 965 -975 3546-3566
- II ministro esclusivo 3546-3549
- I soggetti della facoltà "ipso iure" 3550 -3552
- I soggetti della facoltà "vi officii ' 3553-3554
- Concessione da parte de ll' autorità com petente 3555-3556
- Norme per la concessio ne 3557 -3560
- La cessazion e della facoltà di confessione 356 1-3566
2. La norm ati va dci cann. 976-986 3567-3583
- Penitente in pericolo di morte 3567-3568
- Alcun i gra vi doveri del confessore 3569-3572
- La penitenza sacramentale 3573 - v. "Penitenza sacram entnle"
- Una ritrattazione necessar ia 3574
- Il sigillo sacr ame ntale 3575-3579 - v. "Sigillo sacramentale"
- La confessione dei propri alunn i 3580
- Do veri pastorali e sacerdotali 358 1-3583
'.
INDICE ANALITI CO 685

No tan da
I. La potes tà di assolvere nella dottrina tradiziona le e nell' attuale Codice 3547
2. La nuova termino logia 3546-3547
3. Scom parsa nel nuo vo Cod ice la "riserva" dei peccati 3520, 3548
4. Una novità di grande rilievo: l'e sten sione "ubiquc ipso iure" della facoltà d i
confessione 355 I-3552
5. L' autorità competente a concedere la faco ltà d i confessione
- Gli Ordi nari dei luoghi 3555
- I Superiori maggiori e minori di un Istituto religioso o d i una Soc ietà di vita
aposto lica di diri tto pontificio e clericali, i quali dispongano a norma delle
costituzioni della potest à di governo 3556
6. Sagge direttive di Gio vanni Paolo II per l' efficace ade mpimento del ministro
della confessione 3558
7. La faco ltà abituale della co nfessione va data "ad liceitatem" in iscritto 3560.4°
8. Peniten ti in perico lo di morte 356 7-3568
9. L' amministrazione del sacramento della penitenza a fratell i separati 33 15-3316
IO. La recezione da un ministro non cattolic o 33 14
IV - Il penitente (can n.987-991)
I. Le disposizioni necessarie 3585-3586
2. La materia della confessione 3587-3590
3. L' ohhligo della confess ione annuale 359 1
4. L' uso dell'in terprete e la libert à di scelta de l co nfessore 3592
Not anda
I. L' atto fondamenta le del penitente nel sacramento della confessione: la sincera
conversio ne a Dio 3585
2. La particolare condizione dei divor ziati risposat i c di quanti vivono in situazioni
matrimoniali irregolari o diffic ili 3586
3. L' integrità della confessi one 3589
V - Norme ulteriori circa /a conf essione (3593-3594)
- Can. 144: la supplenza della Chiesa nell'errore comune di fatto o di diritto e nel
du bbio positivo o probabile, sia di diritto che di fatto
- Can . 508: le attribu zioni del canonico pcni tenz iere
- Can . 52S, § 2, e 777 , n. 2: doveri pastora li de l parroco verso i fedeli della sua
parrocchia in genere e verso i fanciulli in partico lare
- Can. 566 : facoltà dci cappellani
- Ca n. 630: la debita libertà dei religiosi e dei mem bri degl'I stituti secolari
- Ca n. 732: dei membri delle Società di vita apostolica
- Can. 6 14: la co nfessio ne sacramen tale da preme ttere alla prima Com unione dei
fanciulli
- Ca n. 1065: confessione e matrimo nio
- Can n. 1079, § 3, e 10SO, § I: facolt à del confessore in ordine a l matrimon io,
celebrato in perico lo di morte o "cum iam ornnia sunt parata "
- Can, 1234, § l : la celebrazione del sacramento della penitenza nci santuari
- Can . 1357 peniten te colpito da censura "latae sentcntiae" di scomunica o
d' interdetto non dic hiarata, al qual e sia gravoso rima nere in stato di peccato
grave
- Ca n. 137S, § 2, n. 2: l'attentato di assoluzione da parte di chi non ha il potere di
assol vere i peccati , ecc.
- Can. 1387: il delitto d i "so llecitazione" in confessio ne
686 INDICE ANALITICO

Esortazioni alla confessione frequente


- Ai chierici: can. 276, § 2, n. 5
- Ai religiosi e ai membri d'Istituti secolari: cann. 664 e 719, § 3
Confessori straordinari
- Di seminari e di comunità religiose: can. 240, § l,630, §§ 2-4
VI - Le indulgenze (cann.992-997)
- Y. "Indulgenze"

SACRIFICIO DELLA CROCE


- " Sacrificio della Croce "si perpetua nei secoli" nel Sacrificio eucaristico: v. "Sacrificio
eucaristico"

SACRIFICIO EUCARISTICO
l. " Sacrificio eucaristico, memoriale della morte e della risurrezione del Signore, culmine
e fonte di tutto il culto e di tutta la vita cristiana 3398-3399
2. Venerazione somma e partecipazione attiva dei fedeli 3400
3. La celebrazione quotidiana da parte dei sacerdoti 3411
4. L'attentato di Sacrificio eucaristico 5001
5. Y. "Eucaristia" - "Messa"

SACRILEGIO
- " sacrilegio della profanazione delle specie eucaristiche consacrate 4982

SALARIO
I. Il giusto e dignitoso salario da corrispondere ai lavoratori dipendenti: il dovere degli
amministratori di beni eeclesiastici 4691
2. La giusta retribuzione alle persone che sono al servizio dei chierici 1613,3°
3. Insistenza per il salario "familiare" 1247, 1617, 4691
4. Y. anche "Rimunerazione"

SALUTE
Necessario lo stato di buona salute fisica e psichica
I. Per l'ammissione in seminario 1495
2. Per l'ammissione al noviziato religioso 2812-2813
3. Per l'ammissione agli ordini sacri 3713

SALVEZZA
I. " messaggio di salvezza
- L'impegno di tutti i fedeli per una diffusione sempre maggiore del messaggio di
sal vezza nel mondo 1358-1359
- " dovere e il diritto dei laici, sia individualmente ehe riuniti in associazioni 1405-
1406
2. Il mistero della salvezza
- L'approfondimento dei misteri della salvezza nella formazione teologica degli alunni
del Seminario (can. 252, § 3) 1523 ss.
- L'iniziazione dei catecumeni al mistero della salvezza 3179
- La memoria del mistero della salvezza nella Liturgia delle Ore 3179
3. La salvezza delle anime, del mondo
INDICE ANA LI T ICO 687

- La suprema legge della Chiesa 5967- 5968


- La ragio ne esse nziale del suo magistero 3099
- La riparazio ne dell' onore divino c la salvezza delle anime nel ministero della
confessione 3569
- La necessità del battesimo "in re vel saltem in voto", in ordine alla salvezza eterna
3324,2°
- L' efficace contributo del le ope re di penite nza e di carità alla salvezza del mondo
3296
4. I mezzi di salvezza
- V. " Mezzi di santificazione" - "Mezzi di salvezza"

SAN ABILE
- La sentenza giudiziaria viziata da nullità sanabil e o insanabile, e la relativa querela di
nullità : v. " Insanabile"

SANAZIONE
I. Sanazione di un co ntratto nullo: la co mpetenza è esclusiva del Romano Pontefice 4722,
nota 8
2. Sanazion i giudiziar ie
- Sanazione di atti nulli 5594
- Sanazione di sentenza, viziata da nullità sanabile, per scadenza di termin i: cann.
1622,1 623,1 626

SANAZIONE IN RADIC E
l. La sanazione in radice del matrimonio nullo: v. "Convalida"
2. La sanazione in radice di una professione religiosa, da parte della Santa Sede 2872

SANITÀ
- V. "Salute"

SAN ITARIO
- V. "Assistenza sanitaria"

SA NTA SEDE
I. Il sens o della espres sione "Sed e Apostolica" o "S anta Sede", nel Cod ice di Diritto
Canon ico 1878
2. Persona morale 792, 1879
3. Capacità patrimoniale 1879, 4567
4. V. "Sede Apostolica"

SA NTI
J. Valore e final ità del culto dei Santi 4342-4344
2. Il culto pubbli co 4345
3. La vigilanza del Vesco vo diocesano 1982
4. Le reliquie dei Sa nti: v. "Reliquie"

SAN T IFICAZIONE
I - La santificazione delle anime
l . La funzione santilìcatrice della Chiesa : v. "Funzione di santifica zionc"
688 INDICE ANALITICO

2. Il dover e della sa ntificazione personale e com unita ria di tutti i fede li 1355-
1357 : v. a nche "Santità"
3. l mezzi d i sa ntificazio ne : v. " Mezzi d i sa ntifi caz ione"
Il - La santificazione della festa
I . L' aspetto positi vo 45 34-4538, 4540-45 42
2. L' aspetto neg ati vo 4539 -4540

SA NTI T À
I - La santità delle persone
I. L a vocazio ne alla sa ntità non è nell a Chiesa il pr ivilegio di determinate pe rso ne
o ca tegorie, ma è un dovere e un imp egn o di tutt i i cristia ni 1355, 1357
2. Sa ntità individuale, fam iliare e co munitaria 1356
3. L'impegn o di per fezio ne e di santità, un dovere part icolare dei c hie rici 1597
4 . L'impegno del Vescov o diocesano per la sa ntità propri a c de i fcdcli 1973
5. La debita prep arazion e dei fi dan zati all a sa ntità e agli o bbl igh i de llo sta to
matr imoniale 3790
6. La "sempre più santa e più pien a" vita cristiana degli sposi 379 1
7. V. anche "Santificazione" - " Per fezi one cristiana"
Il - La santità delle cose e dei luoghi
l. Rispetto e riverenza 4296, 4 396
2. La santità della C asa di Dio e il rispetto ad ess a dovut o: la c ura e la
resp onsabilità dci rettore 255 5
3. La profanazione di una cosa sacra 49 96
4 . In caso di gra ve profan azion e di un luogo sacro 43 97
5. V. anc he " Cose sacre" - "L uog hi sac ri"

SAN TU AR IO
I . Ca ncello e dis tinzio ne 44 36-4437 e not a l
2. No rme va rie 4439-4443
3. Le basiliche 44 44
Nota n da
I . I tre elementi cos titutivi del sa ntuario 44 36-4437
2. I santua ri diocesan i, nazionali c internazionali 44 38
3. G li s tatut i: approvazione e conte nuto 4439
4 . Co nce ssione di privileg i 4440
5. L' atti vità dci sa ntuari 4441
6. Nei sa ntua ri va favo rita la pratica dell a pietà pop olare nelle sue legittime form e 4442
7. P recau zio ni di sic ure zza 4 443
8. Le basil ich e e la loro norm ati va 44 44
9. Istru zione CEI ( I Oaprile 1992 )
- Concetto c fine dci santuario 4475
- L'autor ità competente 4476
- Fun zione pastorale 4477
- Cond izi one giuridica c statuto 4878
- La vigila nza da parte dell 'autorit à eccl esiastica 4479
- L' approv azione dello statuto 44 80
- Santu ario in sen so lato 44 81
- Sa ntua ri affidat i a Istituti rel igi osi e a Soc ietà di vita apostoli ca 44 83
- V. "Basilica"
I NDICE ANA LITICO 689

SA NZIONI PEN ALI


Prospetto
I. Sa nzioni penali in genere
2. San zioni penali per i singoli delitti
- V. anche " Pena"

SA NZ ION I PENALI IN GENERE


I - De sanctionibus in Ecclesia
I. Titolo de l VI libro de l Codice, diviso in du e parti: i de litti e le pene in genere, e
le pene per i singoli deli tti 47 64
2. II nuovo diritto penale della C hiesa e la sua pro fond a riforma 476 5
3. Principali innovazioni 4766
4. Rela tivamente alle pene "latae sententiae" è stata effettuata una notevole
rid uzio ne, ma non è stata acco lta la rich iesta avanzata da più part i di una totale
so ppressione 4767-4768 e note 3-5
5. Perfezioname nti tecn ici 4769 e nota 6
Il - La punizione dei delitti in genere (cann. 131 1-13 12)
l . Il diri tto nativo e proprio della Chiesa 4771
2. Co ncetto di delitto 4772- 4775: v. "Deli tto"
3. Necessità e imp ortanza del diritto penale della Chies a 4776-4777
4. Varie spec ie di sanz ioni canoniche 477R-478 1
Nota nda
I. Difficol tà musse contro il diri tto penale della Chiesa 4776
2. Il potere coattivo non è in con trasto con la natura della C hiesa né con la libera
adesione alla fede 4776
3. La struttura esterna e sociale de lla Chiesa esige un ordinamento giuridico in
se nso pie no, anche se informato a uno spirito e a una funzio ne essenzialmente
pastorale 4776
4. La finali tà delle sanzioni canoniche 4777 , 477 9 e nota 4
5. Anche la pena è uno stru men to efficace di com unione ecclesiale (Giovanni
Pao lo Il) 4777
6. Il princip io dell a legalità della pena 196, 1379- 13R2: v. "Legalità" nn. 5-7
7. Pene ecclesiastiche in senso prop rio, rimedi pena li e penitenze 4778-478 1
8. Una distinzione fondamenta le: pene medicinali o ce nsure e pene es piatorie
4779-47ROe note 5-6
9. Ulteriori dis tinzioni 4784-4787
III - La legge penale e il precetto pena le (cann. 1313-1320)
- V. "Legge penale"
IV - L'imputab ilità penale (cann. 1321-1 322)
- V. " Imputabilità pen ale"
V - Le circostanze del delitto (cann . 1323- 1327)
- V. "C ircostan ze del de litto"
VI - 1/ tentati vo del delitto e il concorso nel reato (cann. 1328-1330)
- V. "Tent ativo de l delitto" - "Concorso", n. 2
VII - Le pene medicinali o censure in genere (can n. 133 1-1335)
- V. "Cen su ra pe nale"
690 INDICE ANALITICO

VIII - La scomunica (can.133l)


- V. "Scomunica"
IX - L'interdetto (can. 1332)
- V. "Interdetto"
X - La sospensione (cann. 1333-1334)
- V. "Sospensione"
XI - La sospensione delle censure per motivi pastorali (can. 1335)
1. In pericolo di morte 4902-4903
2. Fuori del pericolo di morte 4904
XII - Le pene espiatorie (cann. 1336-1338)
- V. "Pena espiatoria"
XIII - I rimedi penali e le penitenze (cann. 1339-1340)
- V. "Rimedio penale" - "Penitenza canonica"
XIV - L'upplicarione dellc pene (cann.1341-1353)
I. Il principio normativo 4923-4924
2. La via amministrativa e giudiziaria 4925-4926
3. Il giudice e il superiore 4927
4. Norme circa l'irrogazione delle pene 4928-4937
5. Norme ulteriori 4938 ss.
Notanda
l. Funzione e finalità della pena canonica e sue conseguenze giuridico-pastorali
4779, 4923
2. Irrogazione e dichiarazione della pena 4924
3. Norma circa la scelta del procedimento giudiziario o amministrativo da parte
dell'Ordinario 4925-4926
4. La sentenza è emanata dal giudice, il decreto amministrativo dal superiore,
obbligato per sé ad attenersi alle medesime norme 4927
5. Norme circa l'irrogazione della pena
- In caso di pena facoltativa 4929
- In caso di pena precetti va 4930-4931
-In caso di circostanze attenuanti 4932
-In caso di più delitti 4933
6. Condizioni per l'irrogazione di una censura
- Il prcvio ammonimento 4934 e nota 5
- Il persistere della contumacia 4865, 4934
- Il concreto cessare della contumacia 4934 e nota 6
7. Imputato assolto o non punito: facoltà dell'Ordinario 4935
8. L'obbligo del giudice o del superiore, qualora la pena prevista dalla legge sia
indeterminata 4936
9. Nel caso che il reo da punire sia un chierico
- Occorre sempre provvedere al suo onesto sostentamento 4937
- Il dovere di carità e di equità verso il chierico dimesso dallo stato clericale e
veramente bisognoso 4937
- Verso il religioso che lascia legittimamente l'Istituto o legittimamente ne
viene dimesso 2988
IO. Norme ulteriori
INDICE ANALITICO 691

- L'efficacia della pena, che, una volta contratta, segue per sé il reo dovunque
si trovi o vada 4938
- La sospensione, in pericolo di morte , della pena che vieta di ricevere i
sacramenti e i sacramentali 4939-4940
- La sospensione di una pena " latae sententiae" non dichiarat a né notoria, nel
caso di grave pericolo di scandalo o d' infamia 4941
- L'effetto sospensivo dell'appello o del ricorso contro l' inflizione o la
dich iarazione della pena 4942 e nota 9
XV - La cessazione della pena (cann. 1354- 136 1)
l. Introduzione 4944
2. Norme generali sulla remissione 4946-4951
3. Le facoltà degli Ordina ri 4952
4. Partico lare facoltà del confessore nel foro interno sacramentale 4952-4961
5. Norm e per la remissione delle censure 4962-4963
6. Nor me ulteriori per la remissione delle pene 4964-4969
Notanda
I. I vari modi di cessazione delle pene nell'ordinamento ecclesiastic o e nella
legislazione italiana 4944 e note 1-2
2. La cessazione della pena per remissione e per prescrizione dell ' azione criminale
e pena le 4945, 4970 -4973 e nota I
3. La remissione delle pene medicinali o censure e la remissione delle pene
espiatorie: differenz a tra l'una e l'altra 4945
4. La terminologia usata nel nuovo Cod ice 4945
5. La remissione della pena è, propriame nte, un atto della potestà esecutiva 4946
6. L'autorità competente per la remissione della pena
- Il duplice principio di carattere generale 4948-4951
- Il compito del giudice è di applicare la legge: egli non ha alcun potere di
rimettere le pene legittimamente inflitte 4948
- Pene riservate alla Santa Sede e carattere di tale riserva 4447, 4885, 4950
- La riserva delle pene può essere istituita soltanto dalla Sede Apostolica
4885, nota 5
- La delega della facoltà di rimettere la pena 4949 e nota 5
7. La facoltà degli Ordinari 4952-4955
8. Faco ltà partico lari
- De l confessore ne) foro interno sacramentale 4956-496 1
- Del canonico penitenziere 2375 , 4956
- Del cappellano di ospedale, di carcere, di mare 2563 e nota l , 4965
- Di qualsiasi sacerdote in pericolo di morte del penitente 3567 , 4956
9. Il duplice principio in ordine alla remissione delle censure (restano escluse le
pene espiatorie) 4962 e nota 9
IO. Norme ulteriori circa la remi ssione delle pena
- Il caso di più pene 4964
- Invalidità di una remissione estort a con timore grave 4965
- Remissione a persone assenti o sotto condizione 4966 e nota lO
- La rem issione in foro esterno ed interno 4967 -4968 e nota Il
- La debita riservatezza 4969
XVI - La cessazione del/a pena per prescri zione (cann. 1362-1363)
I . Esti nzione dell' azione criminale 4970-4972
2. Estinzione dell' azione penale 4973
692 INDICE ANALITICO

SANZIONI PER I SINGOLI DELITII


1. Il "De poenis in singula delicta" forma l'oggetto della II parte del VI libro del Codice,
divisa in sei titoli 4974
2. Il criterio di scelta seguito nella revisione del diritto penale 4974 e nota 5
3. La notevole riduzione dei canoni e delle pene 4974
I - Delitti contro la religione e l'unità della Chiesa (cann. 1364-1369)
l. L'apostasia dalla fede, l'eresia e lo scisma 4977-4979 e note 1-2
2. La "communicatio in sacris" 4980
3. Il battesimo e l'educazione dei figli in una religione non cattolica 4981 e nota l
4. La profanazione della SS. Eucaristia 4982
5. Lo spergiuro dinanzi alI'Autorità ecclesiastica 4983
6. La pubblica bestemmia e il vilipendio dei buoni costumi, della religione, della
Chiesa, ecc. 4984 e nota 2
II - Delitti contro le autorità ecclesiastiche contro la libertà della Chiesa, contro le
cose sacre ecc. (cann. 1370-1377)
I. La violenza fisica contro il Romano Pontefice, un Vescovo consacrato, un
chierico, un religioso 4986-4988
2. L'insegnamento pertinace di dottrine condannate, il rifiuto di dottrine enunziate
dal Magistero ordinario della Chiesa, la disobbedienza ostinata 4989
3. Il ricorso al Concilio Ecumenico o al Collegio dei Vescovi contro un atto del
Romano Pontetice 4990-4991 e nota 1 (Conciliarismo)
4. Il puhhlico eccitamento alla rivolta, all'odio, alla disohhedienza contro la Sede
Apostolica o contro l'Ordinario 4992
5. L'iscrizione ad associazioni che tramano contro la Chiesa 4993-4994
6. Violazioni varie delle libertà ecclesiastiche 4995
7. La profanazione di una cosa sacra 4995 e nota 3
8. L'alienazione di beni ecclesiastici senza la debita autorizzazione 4997
III - Delitti relativi ai ministeri ecclesiastici (cann. 1378-1389)
I. L'assoluzione dcI complice nel peccato contro il sesto comandamento 4999 e
note 1-3
2. L'attentato di celebrazione eucaristica o di assoluzione sacramentale 5001 e
nota 4
3. La simulazione di altri sacramenti 5002
4. Il conferimento o la rccezione simoniaca di un sacramento 5003
5. L'usurpazione o la illegittima ritenzione di un ufficio ecclesiastico 5004
6. La consacrazione episcopale senza il mandato pontificio 5005 e nota 6
7. L'ordinazione diaconale o presbiterale senza le legittime lettere dimissorie
5006
8. L'esercizio illegittimo di un ufficio sacerdotale o di un altro ministero sacro
5007
9. Il mercimonio nelle offerte delle Messe 5008
IO. La subornazione attiva e passiva negli uffici e incarichi ecclesiastici 5009
II. Il delitto di sollecitazione 5010-5012 e nota 7
12. La violazione del sigillo sacramentale 5013-5015
13. L'abuso di potere e la negligenza colpevole 5016
IV - Delitti di falso (cann.1390-1391)
l. Falsa accusa di un confessore innocente del crimine di sollecitazione 5019-
5021 e note 1-2
INDICE ANALITICO 693

2. Falsa accusa contro una persona e grave lesione della sua buona fama 5022-
5023
3. Falsificazione di documenti ecclesiastici pubblici 5024
V - Delitti contro obblighi speciali (cann. 1392-1396)
l . L'esercizio illegittimo di attività commerciali o affaristiche da parte di chierici o
di religiosi 5026
2. La violazione di obblighi imposti penalmente 5027
3. L'attentato di matrimonio da parte di un chierico o di un religioso non chierico
di voti perpetu i 5028-5030 e nota 1
4. Reati vari contro il sesto comandamento da parte di un chierico 5030-5032 e
note 2-3
5. La violazione della residenza canonica 5033 e nota 4
VI - Delitti contro la vita e la libertà della persona (cann . 1397-1398)
l. Omicidio, rapimento, sequestro, mutilazione o ferimento grave di una persona
5035-5036
2. L'aborto "effcctu sccuto" 5037-5047 e note
VII - Delitti soppressi nel nuovo Codice
- Principali figure 5048
VIrI - Norma generale conclusiva (can. 1399)
l . Possibilità di punire , in particolari circostanze, la violazione esterna e
gravemente imputabile di una legge divina o canonica, anche quando non esista
alcuna legge o precetto penale 5049 e note 1-2
2. Una tale norma attenua il principio della legalità della pena: lo integra e non vi
contraddice 5049
3. Condizioni per l'applicazione della detta norma 5049
4. L'attuale canone fu oggetto di particolare discussione da parte del Gruppo dei
Consultori, a cui era stata affidata la revisione del diritto penale 5050
5. V. "Legalità della pena"

SCADUTO
- La proroga, da parte del Vescovo diocesano, dei rescritti concessi dalla Sede Apostolica
543

SCANDALO
I - La necessità di prevenire gli scandali e il dovere di evitarli
I. Una prudenza doverosa da parte dei chierici nei loro rapporti con le persone
1602
2. Facoltà dell'Ordinario nello svolgimento di un processo penale, a fine di evitare
scandali, tutelare il corso della giustizia, ecc. 5890-5891
II - La riparazione dello scandalo
I. La necessità di riparare lo scandalo
- Come condizione perché la violazione di una legge divina o di una legge
canonica non penale possa essere colpita da pena 5049-5050
- Come condizione perché l'Ordinario possa promuovere un procedimento
penale a carico di una persona 4923
2. La facoltà del giudice, nel caso che il reo si sia emendato e abbia riparato lo
scandalo 4930, 2°
3. Riparazione e contumacia 4934
694 INDICE ANALITI CO

III - Provvedimenti in caso di scandalo


I. La soppress ione di un'a ssociazione privata di fedeli, qualora sia di sca ndalo
1557
2. La dimissione di un religioso dall'Istituto, per il suo contegno grav emente
scand aloso 2975 , n. 4 0
3. L'e spul sione imm ediata in caso di grave scand alo estern o, con pericolo
imminente di un gra vissimo danno per "Istituto 2989-2990
4. Il chierico che co ntinui a dare scandalo con la sua condotta 5028
5. Le pene "Iatae sententiae" contro alcuni particolari delitti dolosi, che possano
esse re di maggiore scandalo 4797
IV - "Remoto scandalo "
I. Per la celebrazione in una chiesa di fratelli separati da parte di un sacerdote
cattolico 3469
2. Per la confessione tramite un interprete 3592
3. Per il confronto dci testi in giudizio 546R

SC IENT IFICO
I. Agl i alliev i del Seminario dev' essere impartita una formazione non solo religiosa, ma
anche urnanisti ca e scient ifica 1465
2. Gli allievi devono essere addestrati alle ricerche personali e a l metodo scientifico 1538
3. Anche nelle scuole cattoliche, l'istruzione che viene impartita deve distin guersi dal punto
di vista scientifi co 3217
4. L'autonomia scientifica delle Università Cattoli che 3224
5. La ca pacità scientifica e pedagogica dei docenti 3226
6. Scopo delle Università e delle Facolt à eccle siastiche è anche la form azione scientifi ca
degli alunni 3239
7. Il coo rdiname nto delle ricerche scientifiche nelle Università c nelle Facoltà
ecc lesiastiche 3244

SCIENZA
I. La "debita scienza", uno dei requi siti prescritti
- Per la prom ozione agli ordi ni sacri 3679
- Per il conferimento della facoltà di esorcizzare gli ossessi 4299
2. Evitare la "falsa scienza" (I Tim. 6,20): un dovere dcI chierico 1609, 30
3. L' att iva collaborazione delle Università e facoltà ecclesiastiche, per il maggiore
incremento delle scienze 3244
4. Le scienze sacre : v. la voce seguente

SCIENZE SA CRE o RELIGIOSE


l . L' insegnament o delle varie discipline in Sem inario: discipl ine moltep lici, ma un'unica
scienza 1536-15 37
2. Lo studio delle scienze sacre deve continuare anche dopo l'ordinazione sacerdotale
1609 , IO
- V. " Formazione permanente"
3. La legittima libertà di ricer ca e di espre ssione per coloro che si dedicano allo studio delle
scien ze sacre 1371-1472
4. Le scienze sacre e i laici
- 11 diritto di acqu isire una cono scenza approfondita delle scienze sacre 1419
- La possibilità d'i nsegnare tali scienze, con mand ato della legittima autorità
ecclesiastica 1419
5. L' incremento degl'I stituti Superiori di Scienze Religiose 3246
IND ICE ANALITICO 695

SC IOG LIM EN TO DE L VINCO LO MATRIMON IALE


I - L 'assoluta indisso lubilità del matrimonio rata e consumato
l . Il principio di tale indissolu bilità intrinseca ed estrinseca " praeterqua m morte"
4 194-4 196
2. Le ragio ni del la dottrina cattolica 4 197
3. Difficolt à da parte di non pochi ca nonisti e teologi 4 197
4. Conseguenze dell a loro dottrina: per motivi adeguati, il Papa potrebbe "e x
potestate vicaria" sciogliere anch e il matrimonio rato e cons umato 41 97
5. Il pro blema storico, dottrinale e giuridico 4198-4200
Il - Lo scioglimento del mat rimonio /10/1 consumato
I . Cenni sto rici : la Scuola d i Parigi e quella di Bologn a 4201
2. Le norme ca noniche 4202
3. La gi usta ca usa 4205
4. La causa sostanziale: " la salus animar um" 4205
5. Esempi 4205
6. Il particolare processo c la dispensa de l Papa 4205-4206
III - Il pri vilegio paolina
- V. tale voce
IV - Il privilegio petrino
- V. tale voce

SC ISMA - SC ISMAT IC I
- V. "Apo stasia"

SCOMUNICA
I. Concetto di scom unica 4870
2. Effetti dc IIa scomunica
- Carattere tassa tivo e indivisibile di tali effe tti 4 872
- Effetti com uni di qualsiasi scom unica 4 873
- Effetti ulteriori della scom unica inflitta o dic hiarata 4877-4882, 4884
- Effetti ulteriori dell a scomunica anc he semp lice mente incorsa 4883
3. Principi normativi
- Una norma per il legislatore: l'istituzione de lle cen sure , spe cia lment e della
scomunica, deve aver luogo co n la massim a moderazione e so ltanto co ntro i delitti
più grav i (can. 1318) 4295
- Prescritto il tribunale co llegia le di tre giud ici nelle cause pena li ave nti come oggetto
l'irrogazione o la dich iarazi one della scomunica (can. 1425, § l , n. 2) 5159,2 0
4. Scomuniche " latae se ntentiae"
- Riservate alla Sede Apostolica 4885
- Non rise rvate 4885
- Scom parse nel nuovo Cod ice la distin zione delle scom uniche riservate alla San ta
Sed e "simpliciter - speciali modo - speciali ssim o modo" 4885, nota 5
- Nel nuovo Codic e, la riserva delle ce nsure è di esclusiva competenza della Santa
Sede 4885, nota 5
- V. "Lata e sententiae"
5. Scomuniche "ferendae sententiae"
- Scomuniche com minate espressa mente 4 886
696 INDICE ANALIT ICO

- Censure " ferendae sententiac" che comp rendon o anche le sco muniche 4887
- V. " Ferendae sententiae"
6. Sospensione c remissione della scomunica: v. "Censura penale", nn. V-VI

SCONOSCI UTO
- V. " Ignoto"

SCONSACRAZIONE
- Scon sacrazion c ossia riduzione ad uso profano di un luogo o di una cosa sacra : v.
" Riduzione", nn. 1-2

SCR[TT[
- La pubbl icazione d i scritti conc ernenti la fede o i cos tumi: v. "Libro"

SCRIlTO
I - Atti da fo rmulare in iscritto: prin cipali norme
I. La licenza del Superiore religioso competente, per la validità delle alienazio ni:
can. 638, §§ 3-4
2. L'autorizzazione dell 'Ordinario per gli atti degli amm inistratori di beni
ecclesiastici, che eccedono i limiti e le modalità dell'amministrazione
ordinaria : can. 1281
3. L'aut ori zzazione dell'Ordinario perché i mede simi amministratori possano
adire i tribunali civili: ca n. 1288
4. L'atto amministra tivo riguardante il foro esterno : ca n. 37
5. Gli atti giudiziari: can . 1472
6. Il cons enso de l Vescovo dioc esano, per l'erezione di una casa religiosa in
diocesi: can. 609, § l
7. Il giudizio dei censori su uno scritto da pubblicare: can. 830 . § 3
8. Il consenso del Vescovo diocesano per la costruzione di una chiesa: can. 1215, § l
9. La conve nzione fra il Vesco vo diocesano e il Superiore competente, in ordin e
all' asseg nazione di una parrocchia a un Istituto religioso o a una Società di vita
apostolica, o per l'affidamento di particol ari opere : cann. 520, § 2, 681
lO. La concession e della facoltà abitu ale di conf essione : can . 973
Il . Il decreto singolare: cann. 51 e 55
12. L'istanza dell' aspir ante al diaconat o, per l' ascrizione tra i candidati, e [a
relati va accettazione da parte del Vescovo propri o o dci Superi ore co mpetente:
can. 1034, § I
13. La conferma di una elezione a 1111 ufficio ecclesiastico: can. 179, § 2
14. L'autorizzazion e dell' Ordinario per il restauro di immagini prezio se: can . 11 89
15. L'in timazione della perdita di un ufficio : can. 186
16. Le dele ghe genera li della faco ltà di assistere ai matrimoni , concesse
dall'Ordinario del luogo o dal parroco: can. 111 1, § 2
17. La licenza dell'Ordinario del luogo per la celebrazione di un matrimonio con
una condizione "de praeterito" o "de praesenti ": can. 1102, § 3
18. La stima di un bene ecclesiastico da alienare, da parte dei periti: can. 1293, § I
19. La licen za dell'Ordinario per l'a ccettazione di una pia f onda zione: can. 1304, § l
20. L'i stanza dell' aspirante al presbiterato per l' amm issione tra i candidati: can.
1034, § I
2 1. La provvista degli uffici ecclesiastici: can. 156
22. La licenza per la raccolta di offerte e per le questue: can. [265, § l
INDICE ANA LITICO 697

23. La remissione di una pena in foro esterno: ca n. 1361, § 2


24. La rimozione da un ufficio eccles iastico: can. 193, § 4
25. Il trasf erimento da un ufficio ecclesiastico: can. 190, § 3
26. L'espressione del voto nelle elezioni a un ufficio ecclesiastico: cann. 172- 173 e
167, § 2
Il - Possono essereform ulati sia oralmente che in iscritto
I. L'amm onimento al religioso meritevole di dimissio ne dall'Istituto: ea n. 697. n. 2
2. La proposizione dell' appello giudiziario: can. 1630
3. La proposizione di una causa incidentale: can. 1588
4 . La confessione giudiziale delle parti: can. 1535
5. La discussione della causa nel processo penale: ca n. 1725
6. L'istanza giudiziaria: cann. 1502-1503
III - Sono previste le risposte orali
l . Nelle dichiara zioni delle parti: cann. 1530-1531
2. Nelle deposizioni dei testi: cann. 1566, 1567, §§ 1-2
3. Per i sordi e i muti, si applica il can. 1471

SCRUTATORl
Il compito degli scrutatori nelle elezioni
l. La desi gnazione 1157
2. Il co mpito 1158
3. La firma degli atti 1159
4. Qualora un elettore , presente nella casa, sia ammalato 11 31
5. V. anche "Scrutinio"

SCRUTINIO
I - Nelle votazioni collegiali
I. In ordine alle elezioni 823
2. Per altri affari o negozi giuridici 825
3. II comp ito degli scrutatori: v. "Scrutatori"
II - Relativam ente alle sacre ordinazioni
I. Obbligatorietà 3673, lett ob
2. Le norme da osservare 37 13
3. L'obbligo del Vescovo ordinante 37 14
4. L'esplicita dichi arazione da porre nelle lettere dimissorie 37 15

SCUOLA
I. La seuola in genere 3195-3200
2. Le scuole cattoliche 320 1-32 10 - v. "Scuola cattolica"
3. L'i nsegn amento religioso 32 11-3214 - V. "Insegnamento religioso"
4 . Norme ulteriori 32 /6 -32 17
N otand a
l . L'importanza educativa della scuola 319 6
2. La scuola non sostituisce la famiglia: la sua funzione è soltanto sussidiaria 3197
3. L' indi spensabile coll aborazione reciproc a tra genitori e maestri 3197
4. Il diritt o dei ge nitori a una libera scelta della scuola per i loro figli, e il dovere dello Stato
di assicurare questa libertà mediante adeguati sussidi economici 3 190, 3198
698 INDICEANALITICO

5. Il dover e dell a sce lta di scuol e in cu i s' impartisca un'educazione cattolica 3 199
6. Un " Mo niturn" della Congregazio ne del S. Ufficio (28 luglio 1950) 3 199
7. L' impeg no politico dei cristiani 3200

SCUOLA C ATIO LIC A


l . Il d iritto della C hiesa d 'i stituire e diri ger e proprie scuole e il dovere dei fedeli d i
favori rle e sosten erle 3202
2. Tale diritto è anzitutto fond ato sulla sua missione divina e, pert ant o . esso è nativo e
originario 3202
3. È anche un diritto storico, per l' attività scolastic a che la Chiesa ha semp re eserci tato nel
corso de i secoli 3202
4. È infi ne un dir itto civile. perch é la sc uola no n può essere mon opoli o de llo Sta to 3003
5. Il pluralismo scolastico. sa nci to formalm ente nella Cos tituzio ne Italiana 3204
6. Le scuole ca ttoliche nel nuo vo Accordo stipulato tra la Santa Sed e e la Repu bbl ica
Italian a ( 16 fcbbr. 1984) 3204
7. L'impegno del Vescovo diocesano, perché nella sua diocesi siano istituite scuole
info rmate allo spirito cristiano 3206
8. Le sc uole miste 3207
9. Con cett o di scuola cattolica 3208
IO. Perch é una scuola porti il nom e di " scuola cattolica" è necessario l' assenso della
co mpetente autorità ecclesiastica 3209
II . Un duplice importante documento sulla scuola cattolica: il primo della Congregazione
per l' Educazione Cattolica (19 marzo! 96 7), il secondo della CEI (25 ag o 1983) 32 10
12. La co mpetenza del Vescovo dioce sano circa le scuole cattoliche esistenti nell a sua
diocesi 32 16
13. L' imp egno dei diri genti per il prest igio della sc uola 321 7
14. L' insegn am en to reli gioso: v. "Insegnamento religioso"

SC UOL A M ISTA
- La decisione ci rca la sc uo la mista di seco ndo grado è di competenza de l Vescovo
diocesano 3207

SC UOLE PROFESSIO N ALI E TEC NICH E


- La c ura del Vescovo dio ces ano, perché nella sua diocesi siano fo nda te anche scuole
professio nali c tecniche 3206

SECOL AR1TÀ
- La "secolarità" degl' Istituti secolari 30 18, 3027

SECOLARI ZZAZIONE
Secolarizzazione ed esclaustrazione
I. Differen ze 2945-2948
2. Normativa: v. "Uscita"

SEDE
Prospetto
I. Sede
2. Sede Apostolica
3. Sede impedita
INDICE ANALITICO 699

4. Sede piena
5. Sede vacante

SEDE
l . La Sede Apostolica: v. "Sede Apostolica"
2. La Sede Romana
- Lc prerogative apostoliche della Chiesa o Sede Romana 1766-1770
- "Sede Romana vacante aut prorsus impedit a" : ean. 335
3. Prima Sedes
- La prerogativa di sovranità 5102
- Le con seguen ze giuridic he 5 I l O, I O
4. La sede patr iarcale
- Il "titolo" dei Patriarchi orientali assunti nel Collegio Cardinalizio 1834
- La potest à dci Patriarchi e dei Primat i latini 2103
5. La sede metropolitana
- La sede metropolitana è determinata o approvata dal Romano Pontefice 2093
- L' obbligo del Metropolita trasferito ad un'altra sede metropolitana 2 100
- "Sede metropolitana vacante", relativamente alla celebrazione del Co ncilio
provinciale 2 109-2 1 JO
- V. "Metropolita" - "Metropolitano"
6. La sede episcopale
- La sede episcopale impedita: concetto e norm ativa : v. "Sede impedita", n. II
- La sede episcopale vacante: v. "Sede vacante" , n. III
7. La sede impedita
- V. " Sede impedita "
8. La sede vacante
- V. "Sede vacante"
9. La sede della Legazione pontificia
- Ese nte dall a giurisdizione dell'Ordinario del luogo 1899
lO. La sede del tribunale
- Una sede possibilmente stabile 5260
- L'orario di apertura 5260
- L' escussione de i testi 5460 -5464
Il. La sede per le confes sioni
- II luogo proprio delle confessioni 354 1

SEDE APOSTOLICA
I - Norme gene rali
l. Il senso dell 'e spressione "Sede Apostolic a" o "Santa Sede" nel Codice di Diritto
Canonico 1878
2. La person alità "mora le" ex ipsa ordinatione di vina 1879
3. La prerogativa della immunit à 5102, 5 110, IO
4. La capaci tà patrimoniaIe 1879, 4567
5. La Curia Romana 1863 ss. (v. "Curia Romana" )
6. I Tribun ali dell a Sede Apostolica: v. " Tribunali della Sede Apostolica"
7. I Legati pontifici : v. "Legato pontificio"
8. Gli "Acta Apo stolicae Sedis" : v. "Acta Apostolicae Sedis"
Il - Principali compiti e facoltà della Sede Apostolica
l . Le alienazioni di rilievo: ca nn. 638, § 3, e 1292, § 2
2. Le assoc iazioni pubblich e di carattere internazionale: eann. 312, § I, n. l , 319.
320, § 1
700 INDIC E ANALITICO

3. La rifo rma dei benefici ecclesi ast ici: ca n. 1272


4. L' erezione, l' innovazione e la sopp ressione dei Capitoli cattedrali: can. 504
5. L' approvazione dei catechismi nazionali, preparati dalle Confe renze
Epi scopali: ca n. 775, § 2
6. Cause e processi riservati alla Santa Sede
- Al Rom ano Pontefice , personalmente: ean. 1405. § 2
- AI tribunale della Rota Romana: ca n. 1405, § 3
- Al tribunale supremo della Segnatura Apos tolica: ca n. 1445
- Alla Congregazione co mpe tente: cann. 1698, 1709, § I
7. Censure riservate alla Sa nta Sede : v. "Censura penale" , n. IV
8. La rev isione degli atti c dci decret i dei Concili particolari: ca n. 446
9. La Santa Sede e le Conferenze Episcopali
- L' erezione , la so ppressio ne e la modifi ca delle Con fere nze: can. 449, § I
- La revision e degli statuti: ca n. 451
- I decreti emanati dalle Co nferenze: cann. 455-456
- Iniziative e attività di carattere internazionale: can. 459, § 2
- V. "Conferenza Episcop ale"
IO. Dispense riserva te alla Sede Apos tolica: cann. 291, 1698, § 2
I l . L' alienazione o il trasferimento definitivo di immagini sacre particolarmente
venerate : can. 1190, § 3
12. La concessione delle indulgenze: ca n. 995
13. La Santa Sede e gl' Istituti di diritto pontificio: v. "Istituti di diritto ponti ficio"
14. La disciplina e l'ordinamento dell a sacra Liturgia e la pubblicazione dei libri
liturgici: can. 838
15. Il proce sso in ordin e alla dispensa de l matrimonio rato e non consumato: ca nn.
1698 e1 699, § 3
16. La superiore dire zione de l mo vimento ecumenico: can. 755
17. L' istituz ione dcIIc Prelature personali e l'approvazione dei relativi statuti:
ca nn. 294 e 295, § I
18. La cos tituzione. la soppressione e la mod ifica delle province ecclesiastiche:
ca n. 431, § 3
19. L'i stituzione delle regioni ecclesiastiche: can. 433
20 . L' alie nazione o il trasferi mento defini tivo di reliquie insigni: ca n. I J 90 , § 2
2 I. L' autorità esclusiva circa i sacramentali: can. 1167
22. L' appr ovazione per l' erezione di un Seminario interdiocesano: ca n. 237, § 2
23. La riammi ssione nello stato clericale: can. 293
24. L'erezione o l' appro vazione delle Università e Facoltà ecclesiastiche: ca nn.
8 16-8 17
25. La nomina del Vescovo ausiliare, muni to di faeo ltà specia li: can. 403 , § 2
26. La nomina del Vesco vo coadiutore con diritto di successione: can. 403 , § 3
III - Norme ulteriori
I. I beni appartenenti alla Sede Apostolica (beni ecclesi astici): can . 1257, § I
2. 1 bisogni della Sede Apos tolica e il dov ere dei Vescovi dio cesani: ean. 1271
3. Le convenzioni concordatarie stipulate dalla Santa Sede e il Codice di Diritto
Ca nonico: can. 3
4. Il deferimento di caus e alla Sede Apostolica
- Il diritto d'ogni fedele: can. 1417, § l
- Gli etf etti: can. 14 17, § 2
5. Il giuramento difedeltà alla Sede Apostolica da parte dei Vescovi eletti : ca n. 380
6. Il contributo per le Missioni, che og ni diocesi deve versare alla Santa Sede: can.
79 1, n. 4
INDICE ANALIT ICO 70 I

7. La prescrizione dei beni appartenenti alla Santa Sede: can. 1270


8. La relazione quinquennale dei Vescovi diocesani: can. 399
9. La relazio ne dci moderatori d'I stituti di vita consacrata e di Società di vita
apostolica: cann. 592, § l , 705, 732
IV - Sede Apostolica vacante aut prorsus impedita
- V. "Sede impedita", n. I, e "Sede vacante", n. I

SEDE IMPEDITA
I - Sede Apostolica prorsus impedita
I. In caso di totale impedimento della Sede Romana, è vietata ogni modifi ca nel
governo della Chiesa universale 1783
2. Le norme da osservarsi 1784
,,- Sede episcopali impedita
I. Concetto di sede impedita 2039-2041
2. La nomina di un reggente 2042-2046
Nota nda
I. L'i mpedimento dev' essere totale e può derivare sia da una causa fisica d' ordine
esterno, sia da una causa di carattere personale 2040-2041
2. L' ordine da seguire nella nomina del reggente 2043
3. Obblighi e facoltà del reggente 2045
4. Nel caso che l'i nabilità del Vescovo provenga da una censura o pella canonica
2046
5. Norme ulteriori
- La presidenza del Collegio dei consu ltori: can. 502, § 2
- La provvista delle parrocchie: can. 525
- La sospe nsione del Sinodo diocesa no "ipso iure" : can. 468, § 2
III - Sede paroeciali impedita
l . La nomina dcII' amministratore parrocc hiale 2494
2. Obblighi e diritti 2495
- V. "Amministratore parrocchiale"
3. Prima della nomina dell 'a mministratore parrocchiale 2496

SEDEPLENA
- Espressione usata nel can. 409, § 2, relativamen te al Vescovo ausiliare 2025,2°

SEDE VACANTE
I - La Sede Apostolica
I. In caso di vacanza, come di totale impedime nto, della Sede Roman a, è vietata
ogni modifica nel governo della Chiesa universale 1783
2. Le leggi speciali da osservarsi 1783
3. La sospensione "ipso iure" del Concilio Ecumenico in allo 1803
4. La sospensione "ipso iure" del Sinodo dei Vescovi 1824
5. La potestà del Collegio dei Cardina li 1861- I862
II - La sede episcopale
\ . Le possibili cause della vacanza 2048
2. Gli effetti 2049
702 INDICE ANALI T IC O

3. Partic olari effetti del trasferimento 205 1-2054


4. Il governo dell a dioces i fino alla nomina dell ' Amministratore diocesano 2055-
2059
5. La nomina dell' Amministratore diocesano 2060
6. Le norm e per l' elezione 2064-20 69
7. L'uffi cio dell' Ammin istratore 2070 -2074 : v. "Amministra tore diocesano"
8. Disposizio ni particolari per il Vicario e la Prefettura apostolica 2059
9. Norme ulterio ri
- L'archivio segreto: can. 490, § 2
- La presidenza del Collegio dei consultori: can. 502 , § 2
- La decadenz a del Consiglio presbiterale e pastorale: cann. 501, § 2, e 5 13, § 2
- Licenze di cscardinazione , incardinazione e trasferimenti: can. 272
- La provvista de lle parrocchie: ca n. 525
- La sos pensio ne del Sinodo diocesano "ipso iure": ca n. 468, § 2
- Le facoltà del Vicario giudiziale, dei Vicari giudizia li aggiunti e dei Giudici
diocesani: can. 1420, § 5
III - La sede metropolitana
- Vietata, durante la vacanza della sede metropolitana, la convocazione dci
Co ncilio provinciale 2 I09-21 IO
IV - La parrocchia
I . La nomina dell' amm inistratore parroc chiale 2494
2. Ob blighi e diritti 2495
- V. "Amministratore parrocchiale"
3. Prima della nomin a dell' ammini stratore parrocchiale 2496

SEG NATURA APOSTOLICA


l. Tribun ale "supremo " della Chiesa, retto da norme proprie 509 1, 52 16
2. Le origin i storic he 521 6
3. La dupli ce sezione 5217
4. La co mpetenza in materia giudiz iaria 52 18
5. La competenza contenzioso-amministrativa 5219
6. La comp etenza in materia disciplinare 5221
7. 1nappell abilità delle sentenze emanate dalla Segnatura Apostoli ca 5612

SEG NO
I. r "segni sac ri"
- l sacra menti 3300
- I sacramentali 4280-4 28 I
2. La manifestazione del consenso matrimoniale con segni, se i contraenti non possono
parlare 404 8, 3°
3. Una presun zione giuridica 40 19

SEG RETERIA DI STATO


- L'organo più importante della Curia Romana 1870-1871

SEGRETO
I - L 'obbligo del segreto
I. Da parte degli addetti a lla Curia diocesana : can. 471 , n. 2
INDICEANALITICO 703

2. Da parte del confessore, dell'interprete, ecc.: v. "Sigillo sacramentale"


3. Sul matrimonio celebrato segretamente: v. "Matrimonio segreto"
4. Nei processi giudiziari: cann. 1445, 1609, § 2
5. Giudici e ministri del tribunale, che violassero la legge del segreto: can. 1457
6. Persone tenute al segreto d'ufficio ed esentate dall'obbligo di rispondere, anche
se interrogate, in giudizio: can. 1548, § 2, n. I
11 - Voci attinenti
l. L'archivio segreto della Curia diocesana v. "Archivio", nn. 9-12 di "Notanda"
2. Richiesta d'informazioni segrete
- Per l'incardinazione di un chierico: can. 269, n. 2
- Per l'ammissione di un candidato al noviziato religioso: can, 645, § 4
3. Il matrimonio segreto: v. "Matrimonio segreto"
4 . Il segreto confessionale: v. "Sigillo sacramentale"
5. La votazione segreta per la dimissione di un religioso dall'Istituto: can. 699, § I
6. Il voto "segreto" nelle elezioni a un ufficio ecclesiastico: can . 172, § I, n. 2

SEMEL CATHOLICUS SEMPER CATHOLICUS


- Valore di tale espressione 2 I9

SEMINARIO
I - I Seminari nella Chiesa
1. Lo scopo dei Seminari: l'adeguata formazione di coloro che sono destinati ai
ministeri sacri (can. 232) 1449-1450
2. Tale formazione è un dovere essenziale della Chiesa, un suo diritto proprio ecl
esclusi vo 1449-1450
3. Cenni storici sui Seminari 1456-1459
4. La personalità giuridica "ipso iure" 148 I
5. La "Ratio Iundarncntalis institutionis sacerdotalis" emanata dalla Congrega-
zione per l'Educazione Cattolica (6 genn. 1970) 1446
6. La "Ratio institutionis sacerdotalis" della CEI (IO giugno 1984) 150I, nota 19
7. Il "Regolamento" proprio di ciascun Seminario 1502
11 - I Seminari minori
I. La validità dci Seminari minori e la loro particolare funzione educativa 1461 e
nota 8
2. La finalità propria dei Seminari minori 1461
3. La conservazione e l'erezione dei Seminari minori o di altri Istituti del genere
1464
4. I ragazzi da ammettere 1462-1463
5. L'adeguata formazione: religiosa, umanistica, scientifica 1465
6. Il duplice documento della Congregazione per l'Educazione Cattolica sui
Seminari minori 1463, nota 9
III - I Seminari maggiori
l. Obbligatoria in ciascuna diocesi la loro erezione 1467 e nota lO
2. La finalità propria del Seminario maggiore 1467
3. La formazione specificamente sacerdotale degli alunni 1467,3°
4. La durata del tirocinio 1467,3°
5. Gli aspiranti al diaconato permanente 1470-1477: v. "Diaconato permanente"
6. L'ammissione degli alunni
704 INDIC E ANA LITICO

- Crit eri di selezi one 1495


- Dot i richieste 1495
- Documenti prescritti 1496
- Gio vani provenienti da un altro Seminario o da un Istituto religioso 149R
- Necessari a la " legittimità dci natali"? 1497
7. Sem inari interdioeesani 1478-1480
IV - La direzione del Seminario
I. I Superi ori discipl inari e gl' Insegna nti 1484-1488
2. Il Direttore spirituale e i Co nfessor i 1490-1492 e nota 16
3. La no mina da parte del Vesco vo dioce sano 1493
4. V. " Rettore d i Seminario" - " Insegnanti", n. I - " Direttore spir itua le"
V - Laformazione degli alunni
- V. "Formazione dei chierici"
VI - Norme ulteriori
I. La particol are responsabilità del Vescovo diocesano circa i suoi se minari, la su a
opera person ale, i suoi compiti 1548-1549
2. Compiti e attribuzioni dei Vescovi interessati , relativamente ai Seminari
interdiocc sani 1548- 1549
3. L' ese nzio ne del seminario dall a giurisdizio ne parrocchi ale 1551-1554
4. Le neces sità economiche 1555
5. La co lletta "pro Seminario" 1556 , l °
6. L'imposizion e d i un parti colare tributo 1556,2°

SE M INA RIST ICO


- V. " Tributo" pro Seminario

SEMPLICE
\!(wi attinenti
1. La co nva lida sem plice del mat rimonio : v. "C onvalida del matrimonio", n. I
2. Voto se mplice e solenne 43 57-43 58

SE NATO
l. Il Co nsig lio pre sbiterale , "Senato del Vesco vo diocesan o" 2304
2. 1 Cardin ali "Senato del Papa"? 1831

SENE CT US /PSAST MORBUS


- La nota massim a di Terenzio 3635

SENTENZA
Prospetto
I. Sen tenza amministra tiva
2. Sentenza arbitrale
3. Sente nza civile
4. Sente nza definiti va
5. Sent enza giudiziaria
6. Sentenza inappellabile
7. Sentenza interlocutoria
8. Sentenza penale
9. Sentenza resc issori a
IO. Sent enza viziata da nullità
INDICE ANALITICO 705

SEN TENZA AM MINIST RAT IVA


- Sen ten za emessa dal tri bun ale ammi nistrativo : ca n. 149, § 2

SENTENZA A RBITRA LE
- Il dupli ce caso in rapporto alla legge civile 5866-5867

SENT ENZ A CIVI LE


- Nelle cause di separazio ne dei coniugi: can. 1692, § 2

SE NTEN ZA DE FINITI VA
I. Se ntenza defi nitiva e interl ocutori a 5556
2. La struttura e il contenu to della se nte nza definitiva 5580-5583
3. Estensione de lle norm e alla sentenza interl oeuto ria 558 4
4. Sen tenze interloc utorie e dec reti, co n valo re di sente nza definitiva 5590
5. L' effett o dell a sente nza de finitiva sulla istanza de lla lite 5382
6. Il valore vinco la nte 289
7. Nullità di atti sa nata dall a sentenza 5594 -5595

SE NT E NZ A GIUDIZIARIA
I - Nozioni p revie
I. Co nce tto di sentenza gi udiz iaria (defi niz ione del Codice prece dente) 5556
2. Na tura de lla se nte nza : l' aspeu o intellettu alistic o e l' aspetto volontaristico 555 7
3. La differenza tra sentenza e decret o 5588
4 . Dist inzioni
- Sent enza defini tiva e intcrlocutor ia 5556
- Sen tenza decl aratoria, co ndan natoria e cos tit utiva 5558
- Se ntenza resc isso ria o annu llativa: v. " Sentenza rcsci ssori a"
Il - La sentenza nel giudizio contenzioso ordinario
- V. "Gi udizio cont enzi oso ordinario", nn. IX-XII
III - La sentenza nel processo contenzioso ora le
l . La deci sio ne dell a causa nella stessa udien za dell a di scu ssione o rale 5689
2. La lettu ra nella medesim a udienza dell a parte dispositi va della sen te nza 5689
3. Il testo completo e moti vato della sentenza 5689
IV - Nelle cause di nullità mat rimoniale
l . V. "Ca usa di nullit à matrim on iale" n. VI
2. V. anche ca n. 1686, rel ativamente al processo document ale
V - Nelle caus e di separa zione dei coniugi
l . La de finizione per decreto o per sentenza , da parte del Vescovo diocesano o del
giudice 5760
2. La procedura giudi ziari a 5768
VI - Nelle cause di nulli tà della sac ra ordinazione
I. La de finizio ne per de creto amministrativo o per sentenza giudiziaria, secondo la
deci sione della Cong regazione competente 5853
2. La procedura giudiziari a 5856
706 INDICE ANALIT ICO

VII - Ne i processi penali


- V. "Sentenza penale "

SENT ENZA INAPPELLABILE


- Sentenze e decreti inappellabili 178 1, 5610- 5616

SENTENZAINTERLOCUTORIA
I. Sentenza defin itiva e interlocuto ria 5556
2. La sentenza interlocutoria con valore d i sentenza definiti va 5590
3. Inappell abile una sentenza interlocutoria, che non abbia valore di sentenza definitiva,
tranne che si facci a con giunt amente con l'appello della sentenza definit iva 66 15
4. Contenuto c struttura della sentenza interIocutoria 5584
5. La revoca o la modific a della sentenz a interlocutoria, prima della conclu sione clelia causa
principale 5523-5524

SENTENZA PENALE
l . Il dupli ce procedimento: ammini strativo e giudiziari o 5872 , 5886
2. La procedura da seguire nel processo giudiziario 5897 e nota 6
3. La co nservazio ne delle sentenze penali nell'archivi o di Curia 2264
4. L' esecu zione della sentenza
- Necessità del decreto esecutivo del giudice 5656
- La possibile prescrizione dell ' azione penale, diretta alla esec uzione della pena 4973

SENTENZA RESCISSORIA
I. Segue a un' azion e rescissoria
2. V. "Azione rescissoria"

SENTENZA VIZIATA DA NULLITÀ


I. Nullità insanabil e 559 6
2. Nullità sanabilc 5599
3. La presentazione della "querela di nullità " nell'uno e nell'altro caso 559 8 e 5600
- V. "Querela di nullità"

SEPARAZIONE
I . Separa zione dal mond o
- Element o specific o degl'Istituti religiosi 2693
- Significato c valore 2697
- La separazione dal mondo fa anche parte, e in form a più rigorosa, della vita
anacoretica 2677
2. La separaz ione da un Istitut o di vita consac rata o da una Società di vita apostoli ca
- Per abbandono dell 'Istituto o Società: v. "U scita"
- Per dim issione: v "Dimissione" n IV
3. La separaz ione dei coniugi
- V. " Separazione dei con iugi"
4. La separazione della donna rapita dal suo rapit ore
- Perché cessi l'impedim ento matrimon iale di "ratto" 3944
5. La separazione delle parrocchie dai capitoli can onical i
- Un'esigenza pastor ale 2384
6. Separa zione nel senso di "defezione "
- V. " Defezione"
INDICE ANA LITICO 707

SEPARAZ IONE DEI CON IUG I


I - Separa zione dei coniugi. con scioglimento del vincolo (cann. 1141- 1150)
- V. "Sciogl imento del vinco lo matrimoniale"
Il - Separazione con pe rmanenza del vincolo (ca nn. 1151-1155)
I. Il dovere e il diritto della co nvivenza co niugale 4233-4234
2. La sepa razione Icgittima 4235- 4244
3. Il dovere verso la prole 4245-4246
4 . Un gesto auspicabile: il perdono e la riconciliazione 4247
No tan da
l . Le norme co ntenute nel presente articolo sono di carattere ge nerale, perc hé la
materia è anche d i competenza dello Stato 4232
2. Il dovere della convivenza coniuga le non è soltanto morale, ma anche giuridico
4233
3. Moltep lici cause della separazio ne con iugale, che può essere richiesta o
co nsigliata anche da motivi di carattere religioso e soprannaturale, salvo. in
ogni caso, il consenso della comparte 4234
4. L'ad ulterio, causa legittima di separazione totale e perpetua
- Co ndiz ioni richieste 4236
- Esorta zione al perdono 4235
- Perdono espresso, tacito e presunto 523 6-5237
- Il deferim ento della causa di separazione alla competente autorità
ecclesiastica entro il termine di sei mesi 4238
- Il deferimento al magistrato civ ile 4239
5. La separaz ione temporanea
- Cause valide 4241 e nota 2
- Necessaria per sé l' autorizzazione dell' Ordi nario del luogo 4242
- Cessando la causa di sepa razione 4242
- Casi di separazione nella legislazione italiana 4243
6. Il dove re solidale dei coniugi separat i relativamente al sostentame nto e
all'educazione della prole 4245
7. Il nuovo art. 155 del Codice Civil e Italiano 4246
JII - Le cause di separazione dei coniugi
- V. "Processo matrim oniale di separazio ne dci coniugi"

SE POLCRO
I. Il sepolcro degli Apostoli Pietro e Paolo in Roma e l' obb ligo qu inquennal e dei Vescovi
diocesani: v. " Visita ad limino"
2. La bened izione dei sepolcri cimiteria li 45 15 - v. anche la voce seg uente

SEPOLTURA
l . La sepoltura o inumazione: una pia consuetudine da conserv are 4317
2. La cremazione: le nuove norm e dettate da Paolo VI 4317-43 J9
- V. "Cremazione"
3. La tumul azione nelle chiese o negl i oratori 451 6-4517
4. Cadaveri sotto l' altare 450 7
5. Il ca rattere sacro dei luoghi destinati alla sepoltura de i fedeli 4390, 4513
6. La benedizione de i cimiteri e dei singoli tumuli 451 2
708 INDIC E ANA LI TICO

SEPOLTURA ECCLESIAST ICA


- V. "Esequie ecclesiastiche"

SEQUELA DI CRISTO
l. La sequela di Cristo è l' impegno primari o e fondamentale della vita consac rata, la regola
suprema della vita religiosa 2625, 2887
2. La sequela di Cristo ubbidiente fino alla morte 2674
3. La sequ ela di Cri sto nell' ordine delle vergini 2680

SEQU ESTRO
l . 1/ reato di sequestro
- Il sequest ro di una persona e altri delitti contro la vita e la libert à della persona umana
5035
- Il ratto o sequestro di una donn a a scopo di matrimonio : v. "Ratto"
2. L'azione di sequestro
- V. "Azione cautela re"

SERVIZIO
I. Servizi d i laici nella Chiesa: v. "Ministero laicale"
2. Lo spirito di servizio nei Superiori religiosi, nell'adempimento del loro ufficio e
nell' esercizio della loro autorità 2729-2 731

SERVIZIO MILITAR E
I. Il serv izio milit are e i chierici e i religiosi 1642, 2912
2. L'art. 4 dci nuo vo Accord o stipul ato tra la Santa Sede e la Repubbli ca Italiana 1643

SERVO DI DIO
l. 1\ cult o pubbl ico dei Servi di Dio 3445
2. Le cause di canonizzazione 5096

SESS O
l. La piena parità dell'uomo e della donna affermata nel Codice in vari canoni di car attere
generale e specifico 78 1
2. La parità dei co niugi per quant o riguard a la vita coniugale 78 1 - v. "Parità" , n. I
3. Alcune preclu sioni relativamente alla donna, per moti vi di con venienza e anche per
ragioni teologich e 784
4. Il serv izio della donna all'altare durante la celebrazione dci Sacri ficio euca ristico 784,
nota 14
5. Una duplice prescrizion e del Cod ice del 1917, non confermata nel nuovo Codice 784,
nota 15

SESSO E ORDI NAZIONE SACRA


l . La vivace discu ssione sona in questi anni negli stessi ambi enti cattolici 3671
2. L'intervento della Con gregazione per la Dottrina della Fede (15 ottobre 1976) 3671
3. L'accusa mossa contro la Chie sa 3672

SETTE MASSONICHE
- V. "Massoneria"
INDICE ANALITICO 709

SETIIMA MANO
- V. "Testimoni septimae manus"

SETrIMANA
I. Senso e valore del giorno, della settimana, del mese e dell 'a nno nel diritto canonico : v.
"Computo del tempo"
2. Il batte simo dei neonati entro le prime settimane di vita 3344
3. L' assen za dci parroco dall a parrocchia "ultra hebdomadarn " 2470
4. L'o melia nelle Messe celebrate "in fra hebdomadam" 3 146
5. " Non ultra hcbdornadam": una norma per la riunione di "cons iglio del tribunale
collegia le" per la deliberazione della sentenza 5577

SETIIMANA SANTA
- La presen za del Vescovo in diocesi durante i giorn i della Settim ana Santa 1990

SETTIMANA LI
- V. "Giornale"

SI
- Il valore delle particelle si, nisi, d ùmmodo negli atti amministrat ivi singolari 438

SICUREZZA
J. Gl i obbli ghi di previdenza e di sicurezza sociale: v. "Assisten za sociale"
2. La debita sicurezza nella custodia dei beni sacri e preziosi e delle testimonianze voti ve
dell ' arte e della pietà popo lare 4418-44 19, 4443

SIGILLO
I. Il sigillo parrocc hiale e la sua app licazione nei certifi cati e negli atti. a garanzi a della loro
autenticità 2476
2. Il sigillo de l tribu nale 527 1

SIG ILLO SAC RAMENTALE


I. Il "sigillo" e il "segreto" co nfessionale nella terminologia del nuovo Codice 3576, nota
4
2. L' assoluta invio labilità del sigillo sacramentale da parte del confessore 3575
3. Altre persone obb ligate al segreto 3576
4. L' uso delle conoscenze acqui site attraverso la confessione "cum pae nitentis gravamine"
3577
5. Un partico lare divie to per chi è costitui to in autorità 3577,2°
6. Incapacità testimoniale del confessore nei g iudizi 3578 , 5449
7. Il segre to confess ionale nel Codice Italiano di Procedura Civi le 3579
8. Nel nuovo Accordo tra la Santa Sede e la Repubblica Italiana 3579
9. La violazione, diretta o indiretta, del sigillo sacra mentale da parte del confessore: le
sanzioni penal i 5013
lO. La violazione del segreto confe ssionale da parte dell'in terprete e di altre person e, che in
qua lsiasi modo fossero venute a conoscenza di pecca ti accu sati in confessione 5014-
50 15
I l . Il reato di registrazione de lle confessioni 3579
12. La sco mun ica "latae sententi ae" : Decreto 23 setto 1989
710 INDICE ANALIT ICO

SILEN ZIO
l . Il silenzio nella solitudine della vita anacoretica 206 7
2. Il silenzio della parte non battezzata nelle interpellazioni relative al privilegio paolino
4216
3. Il silenzio dell' autorità competente, in materia amministrativa (silenzio amministrativo)
- Relativamente alla emissione del decreto singolare 486 -487
- Relativamente all'accettazione di una rinunzia a un ufficio ecclesias tico 1235
4. Il silenzio del giudice relativamente al libello introduttivo della lite presentato dall'a ttore
536 1

SIMONIA
I . Effetti invalidanti del reato di simonia
- Nella provvista degli uffici ecclesiastici: una norma del Codice precedente, tuttavia,
da considerarsi abrogata 1054 e nota 2
- Nella rinunzia a un ufficio 1225
2. Sanzioni penali contro il confer imento o la recezi one simoniaca di un sacramento 500 3

SIM ULAZIO NE
l . La simulazione (attentato) dci Sacrificio eucaristico e dell' assoluzio ne sacramentale
5001
3. La simulazio ne di altri sacramenti 5002

SIMULAZ IONE DEL CONSENS O NEL MATRIMONIO


I . Concetto di simulazione 40 18
2. La presunzione di diritto (can. 1101 , § I ) 4019
3. La simulazione totale e parziale (can. 1101, § 2) 4020
- L'esclusione dello stesso matrimonio (esclusione totale)
- L' esclusione di un suo elemento o di una sua proprietà essenziale (escl usione
parziale)
4. Necessità della sua esclusione con atto positivo della volontà (can. 1101, § 2)
5. Precisazioni e approfondimenti
- L'esclusion e della dignità sacramentale 4022-4024
- Le proprietà essenziali del matrimoni o 4025
- Gli clementi essenziali 4026
- Ius e usus iuris 40 27
- Perplessità su tale distinzione 4028- 4029

SINASSI EUCARISTI CA
l . La Sinassi eucaristica e il popolo di Dio 3403
2. La debita preparazione dei fanciulli ehe si accostano per la prima volta alla sacra Sinassi
3431

SINDACATO
- Le attività sindacali e i chierici 1640 e nota 9

SINODO DIOCESANO
l. Introduzione 2 173
2. Concetto e fin alit à dci Sinodo diocesano 2 174 -2 175
3. La con vocazione 2176-21 78
INDI CE ANA LITICO 711

4 . La partecipazione 2 179-2 183


5 . Lo svo lgi mento 2 184-2 191
No tan d a
J. " Sin od o diocesano, l'espressione più significa tiva dell a "comunione ecclesia le" di una
C hiesa partico lare : la riva!utazio ne auspica ta dal recent e Concilio 2 173
2. [I nuo vo co ncetto d i Sin odo, che non è più un ' assemb lea esc lusiva mente sacerdotale o
clericale 2 174
3. Nec ess ario il parere del Con siglio presbiterale, ma non del Co nsig lio pastorale 2177
4. La convocazione e la presiden za del Sinodo so no di esc lusiva e dire tta competen za del
Vescovo diocesano, co n esc lusio ne dello stesso Amministratore diocesano 2 178
5. Membri di diritto 218 0
6. Membri faco ltativi 2 181
7. Osservatori 2 182
8. La libera discu ssion e 2 184
9. L' unic o legislatore è ne l Sinodo il Vescovo c tutti quelli che vi parte cipano hanno
so ltan to volo consultivo 2 185 e nota 2
[O. È dunque il Sinodo una istituzi one inutile? 2186
l I. Eventuali rico rsi 2189
12. La sos pensio ne de l Sinodo "i pso iure" in caso di vaca nza o d'i m ped imento del la sede
episcopale 2 191

SINODO dei VESCOV I


I. Introdu zione 1807-1810
2. Norme fonda me ntali 1811-1 817
3. Le assemblee del Sinodo 1818- 1822
4 . Co ncl usio ne e sospensio ne del Sinodo 1823-1824
5. La Segreteria de l Sinodo 1825- 1827
6. Norme ulteriori 1828
No ta nda
I. Un organ ismo co mpletamente nuovo nella C hiesa Latina: la sua istituz ione da parte di
Pao lo VI 1807
2. Importanza de l Sinodo 1809
3. Il Re gol ament o 1808
4. La normativa de l Codice 1810
5. Co nce tto e finalità 18 11- J8 13
6. Sin odo dci Vescovi e Collegio dei Cardinali 18 14
7. Il carattere essenzialmente co nsultivo J8 15- 1816
8. Poteri riservati al Pap a 18 17
9. La sospe nsione ciel Si nodo "ipso iure" 1824
[ O. Segreteri a ge ne rale e spec iale 1825-1827

SOC IALE
I - Voci attinenti
I. Educazione soci ale
2. G iustizia soc iale
3. Orclinc soc iale
4 . Strumenti di co municaz ione soc iale
5. Vita soc iale
- V. le singo le voci
712 INDICE ANA LI T ICO

Il - Altre voci
I. Assisten za, pre viden za, sicurezza soc iale: v. " Assistenza socia le"
2. Probl emi soci ali: v. "Problema", n. I
3. Doveri sociali, richiamati dalla Chiesa 1387, 1389
4. L'opera sociale dell a Chi esa nel corso dei secoli 1388

SOC IETÀ
I. La Chi esa soc ietà 1326
2. Società giurid ica, ma soprattutto comunione, sacramento di salvezza: la più compiu ta
ecclesiologia del Conci lio Vaticano Il 1316-1 318

SOCIETÀ CHE TRAMANO CO NTRO LA CHIESA


- Sa nzioni previste 499 3-4994

SOCI ETÀ CIVILE


\. Il Codice di Diri tto Can onic o e le convenzion i stipulate dalla Santa Sede con le Società
politiche )38- )39
2. La rapp resentan za pontificia presso gli Stati e le pubbl iche Autorit à civ ili, e il co mpito
dei Legati 1886 ss,
3. V. anch e "Autorità civil e"

SOC IETÀ DI VITA APOSTOLIC A


I - Le Società di l' i la apostolica c gl' Istituti di vita consac rata
- V. "Istituto di vita co nsacra ta", n. I (Introdu zione )
Il - La normati va delle Socie tà di vita apostolica (ca nn. 73 1-746)
I. Introdu zione 306 1-3063
2. Concetto cd elementi car atteristici 3064-3067
3. Norm e co muni co n gl' Istituti di vita co nsacrata 306 8-3070
4. Nonne propri e 3071- 3087
5. Norme ulteriori 3088
Not and a
l . Ccnni storic i 3062
2. La diffu sione attuale delle Società di vita apostolica 3063
3. Concetto ed elementi car atteri stici 2587, 3064-3067 e nota l, 3082
- La manca nza in linea di principio della profe ssione dci consigl i evangelici e
dei voti sacri
- La vita fraterna vissuta in co munità
- La tensione verso la perfezione nella carità
4. Norme degl'I stituti di vita con sacrat a estese a tutte le Società di vita apostol ica
3096
5. Norm e degl ' Istitut i di vita consacrata estese alle Società di vita apos tolica , i cui
memb ri abbracc iano i consigl i e vangelici con un certo vincolo defi nito dalle
costitu zioni (can. 731, § 2) 3070
6. La norm ati va propri a dell e Società di vita apostolica circa l'erezione de lle case
e comunità, il governo dell' Istituto. l' am missione dci memb ri, il periodo di
prova.I 'incorporazione , la formazione, ecc. 307 1 ss.
7. L'incardinazi one dei membri chierici 3075
8. Obblighi co muni co n i chi erici 308 1
IND ICE ANA LIT ICO 713

9. Person alità giuridica e capacità patrim on iaie delle Società e, se non è disposto
diversamente da lle cos tituzioni, anche dalle pro vince e dalle case locali 3083
IO. L' uscita e la dimissione dei membri , il passaggio ad un ' altra Soci età o ad un
altro Istituto 3084-3085, 308 7
11. L'indulto di vivere fuori dell a comunità 3086
12. Princip i e norme ulteriori
- L' azione missionaria: can. 784
- Co llaboraz io ne nella catechesi parrocchiale: ca n. 776
- La facoltà di conf essione nelle Società cle rica li di diritto pontificio: cann.
968, § 2, e 969, § 2
- Il diritto attivo e passivo nella elezione del Consiglio prcsbiterale: can, 498,
§ l, n. 2
- Il domicilio e il quasi-domicilio dei membri: can . 103
- L'impegno de lla istruzione catechetica nelle propri e ehiese ed opere: can.
778
- La co ncess ione delle lettere dimissorie: ca n. l O19, § I
- L' obbligo dell a Liturgia delle Ore: can. 11 74, § I
- Ordinari, a norm a di diritto, nell e Società di vita aposto lica cle rical i di
diri tto ponti ficio, i Superiori magg iori e i loro vicari , i quali dis ponga no
alme no della potes tà esec utiva ordinaria: cann . 134, § 1, 620
- L' assegnazione di parrocchie e di altri uffici da parte del Veseovo diocesano:
ca nn. 520 , 682

SO DA LIZ IO DELLA DOlTRlNA CRIST IANA


- Da istituire in tutte le parrocchie 3 161

SO DD ISFAZ IO NE SACR AMENTALE


- V. "P eniten za sacramenta le"

SOGGETTI PASSIVI DELLA LEGGE ECCLESI ASTICA


l. Ri spett o alle leggi puram ent e eccles iast iche 2 15-226
2. Rispett o alle legg i universali 227-228
3. Rispett o alle leggi particolari 229
4. La territorial ità delle leggi parti colar i 230-232
5. l fores tieri e i girovaghi 233-240
Not anda
l . Una radical e innov azione 2 16
2. Person e esenti dalle leggi pura mente ecclesiastiche 2 18
3. Person e sogge tte 2 19
4. Gl i "habitualiter arnentes'' 22 1
5. Eccezioni 223
6. Leggi c he pro vved ono all'ordine pubblico 236 e nota 5
7. Leggi diocesane e luoghi ese nti 238

SOLENN ITÀ
I. So lennità co me forma lità prescritt e da lla legge: V. " Formalità"
2. Un dovere pastorale del Vescovo diocesano nelle feste di precetto e nelle altre so lennilà
19 75
3. La cessazione de ll'obhligo dell'astinenza nei vene rdì che co incido no con una so lennità
4551
714 IND ICE ANAI.ITICO

4. Solennità di precetto
- So no le più importanti e sign ificative dell' ann o liturgi co 4531
- La facoltà dell e Con ferenze Episcopali 4532
- Le dis pos izioni dell a CE I 45 33
- L' adem pime nto del precett o: v. "Tempi sacri"

SOLI DA LE
- C ura pastoral e solidale, ob bligazio ne solidale: v. "[n solido"

SO LIDO
v'cici attinenti
I. L'ac quisiz ione di una solida e ampi a con oscenza delle sc ienz e sacre da parte deg li allievi
dci Semi nario 1515
2. La "so lida dottrina" a cu i i chieri ci devono aderire 1609, 3 0
3. L'impiego di "solido materiale"
- Ne lla cos truzione del tabern acolo eucaristico 3478
- Nella cos truz ione dell ' altare 4501
4. " In solido": v. "[n solido"

SOLITUDIN E
1. La sol itudi ne della vita anacoretica 2677
2. Il dovere pastora le del parroco "di ess ere vicino, co n part icola re premura, a co loro che
sono soli" 246 1

SO LLEC ITAZ IO NE
I. Il delitto di "soll ecitazione": le sanzioni penali 50 10-501 2 e nota 7
2. La falsa acc usa co ntro un co nfessore innocente 5019-502 1. 502 3 (ca n. 1390, §§ l c 3)
3. Per l' assol uzione de l ca lunniatore 3574

SOMMA
l. So mma " minima" c "m assima" nelle alien azioni dci beni ecclesiastici : v. "Massimo "
2. Non è lecito al sacerdote chiedere una somma maggi ore di qu ella prescritta, per
l' appl icazion e dell a Messa o per l'amministrazione dei sacramenti in genere 332 1.
3006

SOPPRES S IONE
Norme prin cipali
l . Soppressione dell e pubbli che associazion i di fedeli : ca n. 320
2. Delle associazioni private: can, 326, § I
3. Dei benefici ecclesiastici: can. 1272
4. Dei capitoli ca ttedrali: ca n, 504
5. Di un istituto di vita co nsac rata o di una soc ietà di vita apostolica: ca nn. 582, 732
6. Dell ' unica casa di un istituto rel igioso : can . 6 16, § 2
7. Di un a Chiesa particol are: can. 373
8. Di una Conferenza Episcopale: can. 44 9, § 1
9. Dei giorni festivi e penitenziali: ca nn. 1244, § l , 1246 , § 2
l O. Delle parroc chie: ca n. 5 15, § 2
I l . Delle perso ne giuridiche: ca n. 120, § I
12. Di una provincia eccles iastica: ca n. 431, § 3
INDICEANALITICO 715

13. Di sacramentali: can. 1167, § I


14. Di uffici ecclesiastici: can. 148
15. V. anche "Abolizione" - "Abrogazione"

SOPRAVVIVENZA
- Nel caso che sopravviva un unico membro di una persona giuridica collegiale 843-844

SORDITÀ - SORDO
I. La prestazione del consenso matrimoniale da parte di un sordo o muto 4048,3°
2. L'escussione di un teste sordo o muto 5268

SOSPENSIONE
Principali atti di sospensione
l. La sospensione degli avvocati e dei procuratori da parte del giudice: cann. 1470, § 2,
1488, § I, 1489
2. La sospensione del Concilio Ecumenico: cann. 338, § 1, 340
3. La sospensione dci decreti e degli atti amministrativi prima e dopo la presentazione del
ricorso al Superiore gerarchico: cann. 1736 e 1737, § 3
4. La sospensione dei diritti e degli obblighi religiosi: cann. 685, § 1,687
5. La sospensione dell'esecuzione di una sentenza: cann. 1638, 1644, 1645, § I, 1647,
1650
6. La sospensione del giuramento promissorio: can. 1203
7. Nessuna sospensione della giurisdizione del giudice, in caso di deferimento della causa
alla Sede Apostolica: ean. 1417
8. La sospensione della istanza giudiziaria: eann. 1518 e 1519
9. La sospensione della pena
- Per provvedere al bene dei fedeli: can. 1335
- [n pericolo di morte del reo: ean. 1352, § I
- Per evitare il pericolo di grave scandalo o d'infamia: can . 1352, § 2
- [n easo di appello o ricorso eontro l'irrogazione o la diehiarazione di una pena: ean.
1353
lO. La pena della sospensione: v. "Sospensione penale"
II. Nessuna sospensione della potestà esecutiva, ordinaria o delegata, nel easo che uno si
rivolga a un'autorità superiore: can. 139
12. La sospensione del Sinodo diocesano: ean. 468
13. La sospensione del Sinodo dei Vescovi: eann. 344, n. 6,347, § 2
14. La sospensione del voto: can. 1195
15. V. anche "Effetto sospcnsivo" - "Interruzione"

SOSPENSIONE o CONDANNA CONDIZIONALE


- Sospensione condizionale e recidiva: can. 1344,3°

SOSPENSIONE "EX [NFORMATA CONSCIENT[A"


- Soppressa opportunamente nel nuovo Codice 5064

SOSPENSIONE PENALE
l . Concetto di sospensione penale
- Una delle tre censure o pene medieinali previste nel diritto della Chiesa 4862
- Il soggetto passivo: limitato ai chierici 4896 e nota l
716 INDICE ANA LIT ICO

2. L'oggetto della sospensione


- I divieti previsti 4895
- Tali divieti, per sé, sono "ad liceitatem" 4895
- Uffici, atti e diritti che non possono essere oggetto di sospensione 4896
- L' obbligo della restituzione 4897
- L' ambito effettivo della sospensione 4898 e nota 2
3. Sospensioni "latae sententiae''
- Una norma d i prude nza e di moderazio ne per il legislatore 4797
- Sosp ensioni " latac sententiae" contenute nel Codice 4898
- V. "L atae sententiae"
4. Sospensioni "ferendae sententiae "
- Sospensioni previste formalmente 4900
- Ce nsure "ferendae scntentiae", comprensive anche della sospensione 49 0 1

SOSPENSIVO
- Effetto sos pensivo: v. "Ef fetto sospensivo e devolutivo"

SOSPETTO
I. Il cance lliere e i notai di Curia "devono essere d' integra riput azione e al d i sopra d' ogni
sospetto" 2249
2. Eccezioni di sospetto in giudizio: v. "Ecce zione di sospetto" - "Ricu sazlone"

SOSTANZA - SOSTANZ IALE


1. L'osservanza della procedur a sostanziale. prescritta per l'esecuzione di un atto
amministrativo singolare: decreto, precetto o reseritt o (can. 35) 450
2. Un atto giuridico posto per ignoranza o per error e su ciò che ne costituisce la sostanza
88 1-884
3. La rinu nzia a un uffici o ecclesiastico, fatta per er rore sostanziale 1223
4. La mutazione sostanziale della cosa oggetto di un voto o di un giuramento promi ssorio
4363, 2°

SOSTE NTAMENTO
I. Il deco roso sostentamento dei ministri della Chie sa e l'obbligo dei fedeli 1383
2. La do vero sa preoccupa zione del Vesco vo diocesano 1967
3. La costituzio ne, in ogni diocesi, di uno specia le istituto amministrativo 4637: v.
"{sliIUIO patrimoniale diocesano"
4. L' adeguato e deco roso sostentamento de l Vescovo dimi ssionario 20 14,3°, e nota 9
5. Il sostentamento de l Vescovo religioso emerito 3002
6. L'adeguato sostentament o del parroco che rinunzia alla sua parrocchi a per limiti di età, o
che viene rimosso 2490 , 5959
7. II soste ntamento dei diaconi coniu gati 1617
8. Degli allievi del Seminario 1555
9. Anche nelle condanne penali, è necessario preoccuparsi del decoro so soste ntamento del
chierico co lpevol e 4937
lO. Il deb ito sostent amento e1ei tigli anche dop o la separazion e dei genitori 4244 , 574 0
II. Il soste ntamento dei poveri è un obbligo per gl' Istituti religiosi 2808
12. V. anche "Rimunerazione"

SOSTITUZIO NE
I. La sostituzione nell'esercizio di un atto amm inistr ativo 451-455
IND ICE ANALITICO 7 17

2. La facoltà della Conferenza Episcopale di sostituire il digiuno e l' astinenza con altre
forme di penitenza 4559
3. La sost ituzio ne dei giudici da parte del Vicario giudiziale 5 I62
4. La sostituzione de l relatore o ponente nel tribuna le co llegiale 5 173
5. La sostituzione della pena nel processo penale 4929, 4930, 2°
6. È necessaria una espressa facoltà, perehé il procur atore si faccia sostituire 530 1

SOTIODECANO
1/ Sottodecano del Collegio Cardinalizio
l . Coad iuva e sostituisce il Decano de l Collegio 1844
2. V. " Decano"

SOTIOMISSIONE
I. La sottom issione della propria volontà ai legittimi Superiori negl'Istituti di vita
consacrata e nelle Società di vita apostolica (can. 732) 2672 e nota 5
2. Il rifiuto de lla sottom issione al Rom ano Pontefice nello scisma 3 114: v. "Scisma"
3. V. anehe "Dipendenza" - "Soggezione"

SOTIOSCRIZIONE
Prescritta espressamente la sottoscrizione
l . Nella istanza e nella dichiarazion e che gli aspiranti al diaconato e al presb iterato devono
presentare prima della loro ordina zione : ca nn. 1034, § I, e 1036
2. Negli attestali rilasciati dal parroco e in tutti gli atti che possano aver valore giuridico:
can. 535, § 3
3. Neg li alli di Curia destina ti ad aver effetto giuridico: can. 474
4. Negli alli giudiziari : can. 1437
5. Nelle deposizioni delle parti, dei testi, ccc.: cann. 1473. 1567. § 2, 1569, 1664
6. Nel!' inventario dei beni ecclesiastici: can. 1283, n. 2
7. Nelle lettere di escardinazione e d 'incardinazion e di un chie rico: ean. 267, § l
8. Nel libello introduttivo della lite: can. 1504, n. 3
9. Nel mandato procuratorio matrimoniale: can. 1105, §§ 2-3
IO. Nelle perizie giudiziarie: ean. 1578. § 1
I I. Nella rinunzia alla istanza della lite: can. 1524, § 3
12. Nelle sentenze giudiziarie 5582,6°, 5599,3°

SOTIRAZIONE
I. Vietata ogni sottrazione di documenti dalla Curia diocesana 2073
2. La sottra zione di cause al tribunale da parte di avvocat i e di procuratori, in frode alla
legge 5312

SOVVENZION E
- V. "Sussidi"

SPEC IE
I. Le specie con sacrate: v. la voce seguente
2. L'accusa dei peccati gravi , secondo la specie e il numero 3589,2° e 3°
718 INDICE ANALITICO

SPEC IE CONS AC RATE


I. La sostanziale presenza di Cristo Sig nore nell'Eucar istia, so tto le specie de l pane c del
vino 3402
2. L'amministrazione dell a Co munione per sé sotto le spec ie del pa ne 3454-345 6 e note
1-2
3. L'i nseparab ilità dell a consacrazione de l pane e de l vino 2458
4. La pro fan azione delle specie consacrate 49H2
5. V. "Ostie consacrate"

SPE RG IURO
- Lo spergiuro di nanzi all 'autorità ecc lesias tica: sa nzio ne pen ale 4983

SPESE
I. Da evitare dal Vescovo diocesano le spese superflue nell e visite pastorali 1996 e nota 4
2. La semplicità di vita da osservarsi dai chierici 1619

SPESE PROC ESS UALI


I. L' autorità competente ch e ne stabilisc e le norme 5046
2. L' eventuale ricorso contro il provvediment o del giudice 5647
3. Il "d iritto" de i poveri, "in totUITI imp ares expensis iudicialibus sustincndi s" 5646
4. La defin izione delle questioni cir ca le cauzioni per le spese processuali e circa la
concessione del gratuito patro cin io (ca n. 1464) 5232
5. La definizione delle spe se processuali nel testo della se ntenza (ca n. 1611, n. 4) 5581 ,4°
6. Le spes e in ca so di rinunzi a alla is tanza della lite (ca n. 1525) 5396
7. In caso di asse nza delle parti (ca n. 1595) 553 1
8. Le spes e del giudizio caduto in perenzi on e (ca n, 1523) 539 1
9. Indenni tà dov ute ai testi e ai perit i (ca nn. 1571 e 1580) 548 I. 5504
IO. L'aggiornamento peri odico da parte della CEI 5649

SPETTAC OLO
- Pubblico spettaco lo graveme nte offensivo dci buo ni costumi , dell a reli gione, della
Chiesa 498 4

SPIRITO CRI STI ANO


I. An imare l' ordine te mporale med iante lo spirito cristiano è l' impegno delle assoc iazioni
di fedeli : ca n. 298 , § I
2. La necessità di sc uo le, nelle quali s' impartisca ai giova ni una educa zio ne info rma ta allo
spirito cristia no: ca n. 802 , § I
3. Lo spi rito cris tia no nella vita matrim oni ale: ca nn. 835 , § 4, 1063
4. Lo spirito umano e cr istiano nell' uso deg li strumenti di comunicazione socia le: ca n. 822,
§2
5. Il rito matrimoniale compilato dalle Co nfere nze Episcopali, tenendo cont o degli usi
locali ed etnici adattati allo spirito cristia no: can. 1120

SPIRITO EVA NGE LICO


l. La form azion e degli alunni del Seminario allo spirito evangelico : can. 244
2. Il dovere de l parroco di favori re le attività che promuovono lo spirito eva nge lico : ea n.
528 , § I
3. Il dovere dei laici: anima re le loro atti vità co n lo spirito evangelico: can. 237
INDICE ANALITICO 719

4. L'animazione dell'ordine temporale med iante lo spir ito evangelico è il dove re proprio dei
laici: can. 225 , § 2

SPIRITO SANTO
I. Il dono dello Spirito Santo nel sacramento della confermazione : can. 879
2. L'effusione dello Spirito Sa nto sui Vescovi, successori degli Aposto li: can. 375, § I
3. L' assistenza dello Spirito Sa nto alla Chiesa nella sua funzio ne magiste riale: can. 747, § I
4. La Chiesa particolare " in Spirit u Sancto congrega ta" : ca n. 369
5. L'a zione dello Sp irito Santo nella sequela di Cris to negl 'I stituti di vita consacrata: can.
573 , § I
6. I nuovi doni di vita co nsacra ta, aftìdati dallo Spirito Santo alla Chiesa: can . 605
7. Lo Spiri to Santo e i catecum eni: can . 206, § 1

SPOG LIO
- L' azione di spoglio 5120

S PONSA LI
- V. " Promessa di matrimonio"

SPOSI
I. La pastora le degli sposi in ordine al matrimonio 3789 -3794
2. L'esame degli sposi 380 1
3. Una particolare raccom andazione perché gli sposi, nella celehrazione del loro
matrimonio, si accostino ai sacramenti della penitenza e dell'Eucaristia 3799

STA BILE- STA BILITÀ


1. La stabilità, lino dei car atteri distint ivi o proprietà della legge 175
2. Il carattere stabile dell 'u fficio ecclesias tico in ge nere 1027, 3°, 1029, 3°
3. Il carattere stabile
- Dell a parrocchia 2416
- Della cappe llania 2560
- Dei "ministeri" propriamente dett i 1421
- Dell'Ufficio o Con siglio diocesano d i conciliazio ne 59 15
Del ceto dei parroci assistenti, istituito per prestare la loro opera al Vesco vo
d iocesano nei procedim enti ammi nistrativi di rimozione e di trasferimento dei
parroci can. 1742, § I
4 . L' Amministrazione aposto lica sta bilmente eretta, assimilata alla diocesi 191 3, 1920
5. Il carattere stabile della vita consacrata, mediante la professione dci consigl i evange lici
2609 , 26 14
6. La nomina stabile del parroco, per sé a tempo indetermin ato 2242 e nota 9
7. La particolare stabilità del matrimo nio cristiano, a motivo del sacramento 3743
8. L' unità e la stab ilità della famiglia umana, oggetto di partico lare attenzione degli annun-
ziatori della Paro la di Dio 3 149
9. Beni appartenenti al patrimonio stabile degli enti ecclesiastici 4710
IO. La cost ituzione di "p atroni stabili" nei Iribun ali 53 14
I I. La stabilità g iuridica della cosa passata in giudica to 5639

STAM PA
- V. "Libro" - "Pubblicazioni", n. IV
no INDICE ANA LITIC O

STATO
Significati vari
l . Stato in senso politico
- I Legati de l Rom ano Pontefice presso gli Stati e le pubbl iche Autorit à: ca n. 362
- I rapporti fra Chiesa e Stato: can . 365 § l . n. 2
- V. anche " Autorità civ ile" - "Società civile"
2. Stato canonico
- L'annotazione dello stato eanonico dei fedeli nel libro dei battezz ati: can. 535, § 2
- Gli attest ati: can. 535, § 3
3. Stato coniugale
- L'i mpegno dei laici, che vivono nello stato co niugale: can. 226. § I
- V. anche il prossimo n. 5 (stato matrim on iale)
4. Stato di grazia
- Neces sar io per poter eelcbrare la S. Mes sa e ricevere il Corpo del Signore: can. 9 I6
- Nece ssa rio per l' acqui sto delle indulgenze: almeno al termine delle opere prescritte:
ca n. 996, § l
5. Stato matrimoniale
- Il dovere dc i pastori d ' a nime: can . 1063
- L' assistenza co ncreta: can. 1063, nn. J-4
- La gra zia de l sacramento: ca n. 1134
- V. anche il n. 3 precedente (stato coniugale)
6. Stato di peccato
- V. n. 4 precedente (stato di grazia)
- Il caso dci penitente colpito da censura "latae sententiae", al quale sia gravoso
rimanere in stato di peccato: ca n. 1357, § I
7. Stato di salute
- Fra i certificati richiesti per la promozione agli ordini sacri. per l' amm issione al
noviziato religioso e in seminario, v'è anche quell o sullo "s tato di sa lute fisica e
psichica" del can didato o aspirante: ca nn. 24 1, § I, 642, 1051 , n. l
8. Stato di vita
- La libera scelta del prop rio stato di vita: ca n. 1219
Prospetto delle voci seguenti
I. Stato clericale
2. Stato giuridico
3. Stato laicale
4. Stato libero
5. Stato di necessità
6. Stato delle persone
7. Stato religioso
K. Stato di vita consacrata

STATO CLERICA LE
I - Stato clericale e stato religioso
I. Esistono nella Chiesa, per istituzione divina, due stati fondame ntali: lo stato
clericale e quello laicale 1441
2. Il terzo stato dei religiosi è d'istituzione ecclesiastica 1342, 1441
3. Fra chierici e laici , la distinzione è di carattere antologico e non sempl icement e
funzionale 1337- J338
4. I due stati non so no oppos ti classisticamente fra loro, ma ordinati intimamente
l'uno all'altro 1339
5. Appro fondi mento circa la natura degli stati cle rica le e laicale J442 - 1443
6. L'ascrizione allo stato clericale ha luogo media nte il diaconato 1348
INDI CE A NALITICO 721

7. l religio si non co stitui scon o uno stato intermedio fra chierìci c laici 1340
8. Non fann o part e della struttura ge rarchica della Chies a, pur essendo un fattore
importante dell a sua vita e della sua organizzazione 1340
9. Critiche e ramm arichi per una tale affermazione 1341
lO. Esiste pertanto nel Codice una bipart izion e istituzi on ale e gera rchica fra
chierici e laici, fon data sul carattere sac ramentale , e una tripartizione fra
c hierici , laici e religiosi, fo ndata su diverse condizion i di vita e su diverse
tì nalità 1343
I l . Lo stato di vita co nsacrala "suapte natura" non è né clerica le né laicalc 2637
\I - Doveri e diritti annessi al/o stato clericale
- V. "C hierico", n. III - "Ch ierico seco lare"
III - La perdita dello stato clericale
I. Il prin cipio do gm atico -giu ridico 1647
2 . Le mod alità dell a perdit a 1648- 1651
3. Effett i 1652-165 5
4. La riammis sione nello stato clericale 1656
5. Prescri zion i ulteri ori 1657
- Circa la dispen sa dall' obbli go de l celi bato 1658
- Ci rca la dim issione penale dallo stato cle ricale 1659
No t a n da
I. La perd ita de llo stato clerica le, detta precedentemente " riduzione allo stato
laicale" 1646
2. Stato cle ricale e ordine sacro: il primo è uno stato giuridico eccle siastico, che si
può anche perdere; il seco ndo è una co ndiz ione onto logico-s acra rnentale, co n
carattere indel eb ile, che non può mai veni r meno né essere annullata 1647
3. Le tre forme di verse di perdita dello stato cle ricale 1648-16 5 l
4. Effe tti in ordine al ce libato e ag li altri obblighi e d iritt i annessi allo stato
clerica le 1652- 1655
5. No rme disposte da lla Congreg azione per la Dott rina della Fede circa la dispensa
dall' ob bligo del ee libato 1658
6. Principali norm e circa la dimissi one penale dallo stato cle ricale 1659

STATO G IUR IDICO


1. Dei "ch ristifideles ", co n i loro obb lighi e di ritti fondamen tali 1346-1 347 e note 1-4
2. De i laici, a term ine de l nuovo Codi ce l 395- 139ll, 1403

STATO LA ICA LE
l. Lo s tato prop rio dei laici : v. "Stato clericale", n. I - "Laici"
2 . La riduz ione allo stato laicale: v. "Stato clericale" , n. III

STATO LIBERO
1. Il cert itic ato di stato libero, tra i docume nti prescritti per l' amm issione al noviziato
rel igioso 2823
2. L' accertamento dell o stato libe ro dei cont raenti in ord ine al matrimo nio 380 1-3805

STATO di NECESSITÀ
I. Lo stato di necessità e l' imputabilità
- Cau sa es ime nte 48 22, 48 24-4825
722 INDICE ANALITICO

- Causa attenuante 4834


- La facoltà del giudice 4831
2. Lo stato di necessità e l'osservanza di una pena "latae scntcntiac" 4941
3. V. anche "Caso di necessità" - "Causa giustificativa" - "Impossibilità"

STATO delle PERSONE


l. Le cause sullo stato delle persone
- L'inestinguibilità delle cause sullo stato delle persone 5637 ss.
- La competenza della Segnatura Apostolica 5218
2. L'osservanza delle norme prescritte per le cause sullo stato delle persone, nei processi di
nullità matrimoniale 5743
3. Documenti sullo stato delle persone 2260

STATO RELIGIOSO
I. Stato clericale, laicale e religioso: v. "Stato clericale", n. I
2. Lo stato religioso rappresenta la forma più compiuta della consacrazione a Cristo e alla
Chiesa 2691
3. Indicato nel Codice precedente col termine "religio" 2697

STATO di VITA CONSACRATA


- Non fa parte della struttura gerarchica della Chiesa, ma è un fattore importante della sua
vita, della sua organizzazione, della sua santità: la vita consacrata costituisce una grande
ricchezza nella Chiesa 1340
- V. anche "Vita consacrata"

STATUTO
l . Concetto di statuto 658-659
2. Le persone obbligate 660
3. Statuti con forza di legge 661
4. Statuti di enti e istituzioni varie 662-663
Notanda
l. Concetto, scopo c contenuto degli statuti in senso proprio 658-659
2. Origini e caratteri vari 663

STENOGRAFIA
L'uso della stenografia e del magnetofono nei processi ecclesiastici documentali 5477,
nota 8: v. "Magnetofono"

STERILITÀ
l. È la "impotentia generandi", da non confondere con la "impotentia coéundi" 3889
2. La sterilità non vieta né dirime il matrimonio, tranne che sia oggetto di dolo o di
condizione assoluta di consenso 3889, 3890
3. Il matrimonio delle persone anziane 3890

STERILIZZAZIONE
- Sterilizzazione e validità del matrimonio 4026, nota 3

STILE
Lo stile e la prassi canonica nella istanza dei rescritti 513
INOlCE ANA LITICO 723

STIMA
I. La perd ita della stima presso i parrocchiani, uno dei motivi previsti dal diritto per la
rimozio ne de l parroco 594 1
2. La stima dei beni ecclesiastici nell'inventario da compilare dag li ammi nistratori 4686
- V. " Inventario"
3. La sti ma perizia le per l' alienazione dei beni ecclesias tici 47 17-47 19
4. V. anche "Valutazio ne"

STIPENDIO
I. V. "Rimunerazione" - "Sa lario"
2. La perdita dello stipendio ecclesiastico, per effetto di una sco munica inflitta o dich iarata
4882
3. La sospensione dello stipendio, della pensione, ecc.. e l'obbligo de lla restituzio ne di
quanto sia stato percepito illecitamente, anche se in buona fede 4897
4. "S tipcndia Missarum": una espressio ne del Codice precedente
- V. "Offerte di Messe"

ST IPITE
l . Stipite e consang uineità 756 -759
2. Gli stipiti o base dell' altare 450 I

STORIA
I. L'i nsegnamento della storia ecclesias tica nei Semi nari 1525, 3°, 1533
2. Libri di storia eccles iastica pubb licati senza l' approvazione dcIIa competente autorità
ecc lesiast ica 3262
3. V. anche la voce seguente

STO RICO
I. La diligente e ord inata custodia dei documenti di valore storico nell' archivio diocesano
22 14
2. L' alienazi one di cose preziose per valore storico o artistico 2803 , 4713

ST RETTO
- V. "Restrittivo"

STR UMENTI DI COMUNICAZIONE SOCIALE


1. Documenti de l Conci lio Vaticano Il e della Santa Sede 3248
2. Documento della CEI (24 luglio 1975) 3248
3. Il dovere e il diritto della Chiesa di possedere ed usare propri mezzi di com unicazio ne
socia le in ordi ne alla prcdicazio ne del Vangelo 3098, 3249
4. La cura dei Pastori e la necessaria vigilanza 3249, 3251, 3252
5. L'impegno e la co llaborazione dei fedeli 3250
6. L'uso dei mezzi di comuni cazione sociale 3249
- Nell' annunzio della dottrina cristiana 3132, 5°
- Nella istruzio ne catechetica 3166
- Nella pastor ale mat rimonia le 3789
7. La co mpetenza dell'autorità ecclesias tica circa l' istruzione e l' educazione religiosa.
impartite anche con i vari mezzi di comunicazione socia le; una particolare attribuzio ne
delle Conferenze Episcopa li 3 153, 32 11, 3270
724 INDICE ANALITICO

8. Esor tazione ai religiosi circa l'u so deg li strumenti di com unicazio ne sociale 2896
9. Un reato da punire 4984
IO. La pubblicazio ne di libri e di altri scri ni di carat tere religioso o mora le: v. "Libro"

STRUTTURA GE RARC HICA


I . Y. "Costituzione gerarchica"
2. Gl' Istituti di vita cons acrata e la struttura gerarchica della Chie sa 1340-1343

STUDENT I
I. La particolare c ura pastorale del Vescovo diocesano per gli stude nti universitari 3229
2. La cura pastorale di stude nti ed opera i immig rati nelle nostre regioni dai paesi di missioni
3183 .
3. Lezioni di teologia anc he per studenti laici 322!l
4. Le Univer sità e le Faco ltà eccle siastiche, e la formazione deg li studenti, che si applic ano
alle disci pline sacre (can . 815) 3239

ST UDI SAC R I
I. Studi sacri in Seminario 15 14- 1525
2. Lince diretti ve 1535- 1538
3. La pro secuzione degli studi sacri, anch e dopo l'ordinazione sacerdotale (formazione
perman ente) 1608-1610
4. Gli studi sacri negl'Istitut i relig iosi. negl'I stituti seco lari e nelle Società di vita aposto lica
2874-2879 , 3074

SUB CON DIC IONE


- Y. " Condizione" . n. III

SUB POENA NULLITATIS


- V. " Nullità" , n. III

SUB POE NA REINCID ENTIAE


- V. "Rcincidenza"

SUBDOLO
- Nella escussione de i testi in giudizio, sono vietate le domande "s ubdole" c "capziose"
5473

SUBORNAZIONE
I. Differenza tra subornazione e collusione 5480
2. Il reato di subornazione atti va e passiva negli uffici ecclesiastici 5009
3. Subornazione nei giudizi , da parte degli avvoc ati e dci procu ratori 53 13

SUB REZ IONE


- Y. "Sur rezione"

SUBURBICAR IO
- Chiese suburbicar ie, assegnate in titolo ai Cardi nali dell'ordine episcopale: v. "Chiesa
suburbicaria"
INDICE ANALITICO 725

S UCCES SIONE
Il diritto di successio ne in caso di vaca nza della sede episco pale
I. Spett a so ltanto al Vesc ov o coadi utore, m a non al Vescovo au siliare 2020, 20 22
2. La successione "ipso facto" 2034, I o

SU D DELEGA
l . La sudd elega de lla potestà esecutiva de legat a dall a Santa Sed e 1000
2. La suddelega de lla potestà delegata da un ' altra auto rità avente potestà ordina ria 1001
3. Ulteriore sudde lega 1002

SLJDDlACONATO
- Ordin e d 'istituzione eccl esiastica (III se colo) soppresso da Paolo VI col M.P. "Ministeri a
quaedarn" del 15 ago 1972

SLJFFRAGAN EO
l . D iocesi suffraganee
- Co mpe tenze e a ttribuzio ni del Me tropo lita su lle diocesi suffraga nee : v. " Metropolita"
2. Vescovi suffraga nei: compiti e attr ibu zioni
- V. " Vescovo suffr aganeo"
- V. aneh e "Metropolita"

S UFFRAGIO
I . Il suffragi o co me voto : v. "Votazione"
2. Suffragi per i de funti
- L' appli cazion e dell a Messa 3407
- L' applic azion e delle ind ulgenze 360 l

SU I IURIS
- V. " Casa religiosa sui iuris" - "Mode ratore di casa o monastero sui iuris" - "Monastero"

SU IC ID IO DELIBER ATO
I. Il tentato suici dio costituisce una " irregolarità" per la rec ezion e e pe r l'esercizio degli
ordi ni sac ri 3698 , 37 02, 3 0
2. Sui cidi ed esequi e ecclesi astiche 433 8

SU PE RFLUO
- Qu el c he avanza dai redd iti eccl es iastici : una esortaz ione per i ehierici 1620

SU PE RIO RE
Prospetto
I. Superiore di casa "sui iuris"
2. Superiore ecclesiastico
3. Superiore d' Istituto o di Società clericale
4. Superiore d' Istituto religioso
5. Superiore d' Istituto secolare
6. Superiore d'I stituto di vita consacrata
7. Superiore di Società di vita apostolica
726 INDICE ANALITICO

SUPERIORE DI CASA "SUI IURIS"


- Y. "Moderatore di casa o monastero sui iuris"

SUPERIORE ECCLESIASTICO
l. Il Superiore ecclesiastico che, per porre degli atti giuridici, ha bisogno del "parere" o del
"consenso"
- Parere o consenso di un collegio o di un ceto di persone lì93-894, 896, 899-901
- Parere o consenso da parte di determinate persone come singole 895, 897, 899-
901
- Y. "Consenso" - "Parere"
2. Legislatore inferiore e superiore: limiti del legislatore inferiore 984
3. Ingerenza dell'inferiore in questioni deferite al Superiore gerarchico 1004
4. In caso di ricorso all'autorità superiore 1004
5. Il ricorso al Superiore gerarchico per un atto di potestà amministrativa 5083-5086
6. Il ricorso contro un decreto 5925-5928
- Y. "Ricorso amministrativo"
7. Divieti e pene espiatorie inflitte da un Superiore 4896, l°, 4912
8. False denunzie al Superiore ecclesiastico 5020,3°, 5022

SUPERIORE D'ISTITUTO O SOCIETÀ CLERICALE


- Y. "Istituto clericale", nn. 2-3

SUPERIORE D'ISTITUTO RELIGIOSO


I Superiori e i Consigli d'Istituto religioso
I. Precipui doveri dei Superiori 2722-2732
2. Superiori maggiori e minori 2733-2754
3. Il Consiglio dei Superiori 2755
4. La visita canonica 2760-2763
5. Norme particolari 2764-2769
6. Norme ulteriori 2770-2774
Notanda
1. I Superiori devono esercitare il loro ufficio non in modo arbitrario, ma "ad normam
iuris" e in spirito di servizio 2779-2731
2. Il triplice munus: docendi, sanctificandi, regendi 2725-2728
3. Il Superiore è un vero superiore: non è né può essere un semplice coordinatore o
esecutore 273 l c nota I
4. La costituzione di una comunità fraterna 2732
5. I Superiori maggiori in senso proprio e in senso equiparato 2734-2735
6. L'autorità del Moderatore supremo, del Superiore provinciale e del Superiore locale
2739
7. La designazione dei Superiori: modalità, durata dell'incarico, eventuale rimozione o
trasferimento 2740-2754
8. Carattere precettivo del Consiglio dei Superiori e competenze 2755-2756
9. Casi in cui è prescritto il "consenso" del Consiglio per diritto comune 2757
IO. Casi in cui è sufficiente la semplice consultazione (parere) 2758
II. Valore dell' espressione: "Superior cum suo consilio" 2758
12. La visita canonica dei Superiori interni 2761
13. La visita canonica del Vescovo diocesano 2763
l 4. Il dovere dei religiosi 2763
INDICE ANALITICO 727

15. Nonne particolari circa l' ob bligo della residenza, circa la co nfess ione e la direzio ne di
cosci enza de i reli giosi 2764 -2769
16. Norme ulteriori
- Circa le Faco ltà e i co mpiti dei Superiori in ge nere 2771
- Dci Moderatori suprem i 2773
- Dci Superiori magg iori 2773
- Dei Superior i locali 2774
- Licen ze varie 2775

SUPE RIORE D'I STITUTO SECOLARE


I - I Superiori in genere
I. Il ca rattere dell a potestà ese rcitata dai Superio ri d'I stituti seco lari nei confronti
dei mem bri 3031
2. La des ignazione e la durata in caric a 303 1, l "
3. Il particolare impe gno perché sia conserva la nell'I stitut o l'uni tà di spirito e sia
promossa l' att iva partecipazione dei mem bri 3031 ,3 0
4. La responsabilità per la formazione spirituale di tutti i "sodales" 3062
5. La cura per l'osser vanza de lle norme emanate dall a Sede Apostolica 2649
Il - Il Moderatore supremo o Superiore generale
I. Condizione per la nomina 3031 , 2°
2. La relazione da trasmettere alla Santa Sede sullo stato e sulla vita dell 'I stituto
264 7-2648
3. La co ncess ione a un membro di aggregazione temp oranea di lasciare l'I stituto
3052
4. La dimissione di un membro aggregato temporaneamente o anche in forma
per petua o definiti va 3056-3 058
5. L' aut orizzazion e per il passaggio ad un allro Istituto seco lare 3059 , 10
III - I Superiori maggiori
I . Competen za circa l' ammissione alla prova inizial e e all'assunzione dei sacri
vineoli (con l'assisten za del proprio Consig lio) 3037
2. Co mpete nza circ a l' esclu sione dal rinnovo dei vineoli sacri al termin e della
incorporazione temporanea 305 l

SU PERIO RE D'I STITUTO DI VITA CON SACRATA


I - L 'Autorità suprema
l . La dipendenza a titolo spec iale dalla suprema Autorit à della Chiesa 2641
2. Giur idicamen te, il Romano Pontefi ce è anche il Superiore supremo di ciascu n
Istituto, per cui tutti, Superiori e mem bri, son tenu ti ad ubbidirgli in forza dello
stesso sac ro vinco lo dell 'ubbidienza 2642-2 643
Il - I Super iori in genere
I. La duplice pote stà nel governo dell' Istituto : person ale de i Superiori, collegi ale
dei Capitoli, definita nel diritto universale e nelle costitu zioni 2659
2. Il Superi ore possiede una vera auto rità, né può consider arsi un semplice
esec utore dell'organo colleg iale: i due organi so no compl em ent ari e integrati vi
fra loro 2659
3. La potestà dei Superiori e dei Cap itoli, anche se privi di potestà giurisdizio nale,
no n è una se mplice potestà domin ativa 2600
728 IND ICE ANALIT ICO

4 . Alla potestà dei detti Superiori e Ca pito li si applica no le dispo sizi oni dei ca nn.
131, 133 e 137- 144 2664
5. Negl'I stituti di vita consacrata clericali e di diritto pontificio, co me nelle Società
di vita apostolica similme nte cleri cali e di di ritto pontifi cio , i Sup eriori e i
Ca pito li dispongono inoltre di una vera pote stà di governo, tant o per il fo ro
interno che per il foro este rno, e i Sup erior i maggior i sono " Ordina ri" a termine
del can. 13 I 266 I-266 3

SUPERIORE DI SOCIETÀ DI VITA APOSTOLI CA


I - J Superiori in gel/ere
I. Il gove rno della Soc ietà è dete rminata dal diri tto uni ver sale c da lle pro prie
cos tituzioni 3073
2. La dipendenza dci mem bri
- La norma d i carattere generale 307 8-3079
- La norma particolare per i membri incardinati in una dioce si 308 0
3. L'obbligo della professio ne di fede 32 73, 10°
4 . La vig ilanza e la cura per l'osservanza delle nor me e delle di sposiz ion i ema nate
dalla Sed e Ap ostolica 2649
5. La co mpetenza dci Su periori di Soc ietà di vita a pos to lica cle rica li e di diritto
pontificio
- V. la voce pre cedente: n. II, 5
Il - J Superiori maggiori
- "O rdi nari" a norm a di dirit to, nelle Società clerica li e di diritto pontificio 893,
970-97 1
III - Il Moderatore supremo () Superiore generale
Facoltà e attribuzioni
J. Circa l'uscit a dei membri dalla Società 308 4
2. Circa il passaggio ad un ' altra Società 3085 , l "
3. Circa l'indulto di vivere fuori de lla Società 3086
4 . C irca la dimi ssione di un membro incorporato in mod o definitivo 3087
5. La dim issione di un membro non anco ra incorporato definit ivam ente è retto dal
can, 742 3084 (prima ipotesi)

S UPE RPER ITO


- V. "Peritior" - "Peritissimus"

SUPPLEMENTO D'ISTRUTIORIA
I. Nel giudizio cont enzioso ordinario 5546
2. Nel pro cesso contenzioso ora le 56 89
3. Nel processo per la dispen sa "s uper rato" 5804, I o

LA SU PPLE NZA
I. La supplenza dell a pote stà di governo esecutiva da parte della Chiesa : v. la voce seguente
2. Co mpito del Vescovo coa diutore e del Vescovo ausiliare munito di facolt à speciali:
assistere il Vesco vo dioces ano e supplirlo in cas o di assenza o d'impedimento 2028
3. Il Vicari o parrocchi ale aiuta il parro co e lo sup plisce, a norma di diritto , in ca so di
necessit à 25 13
4. L'ammini str atore parrocchiale: «il sacerdo te che supplisce il parroco a norma del ca n.
540» 2494-2495
INDICE ANAl m CO 729

5. Vicario general e e Vicari episcopali "supplenti" 2225


6. Ministeri e servizi ecclesiali di supplen za 1425
7. Il consen so matrimoni ale "non può essere supplito da nessun potere umano" 3746

SUPP LET ECCLES IA


La supplenza della potestà di governo esecutiva da parte della Chiesa
I. Ragioni pastora li dell' istituto canonico della supplen za 101 5
2. Carattere e ambito 1016
3. L'estensione della norma fuori dell' ambito della potestà esecutiva 10 1lì
- Amministrazione della cresima
- Assoluzio ne sacramentale dei peccati
- Assi stenza ai matrimoni
4. Nel caso dell'errore comune, di fatto o di diritto IO 19- 1020
5. Il caso del dubbio positivo e probabile, di fatto o di diritto 1022- J023
6. È lecito provocare deliberatamente l'errore com une? W21
7. È sufficiente una ragione personale? 1021

SUPPUTAZIONE DEL TEM PO


- V. "Computo del tempo"

SURREZIONE
l . Surrezione e orrezione nelle istanze dei rescritti 5 12-517
2. La surrezione nelle istanze per la remissione di pene 4964
3. Nella istanza per la dispensa da irrego larità o da impedimenti relativi alla recezione o
all'esercizio degli ordini sacri 3709-3710

SUSSIJ) I
I. L' obbligo dei fedeli di sov venire alle necessità della Chie sa con i propri contribu ti e
sussidi 4580
2. Sussidi. pensioni e assicurazioni percepite dai religiosi 2906
3. Sussidi didattici nell'istruzione catechetica 3166
4. V. anche "Aiuto" - "Contributi"

SUSSIDI STATALI
- L' obbligo dello Stato di tutelare con adeguati sussidi il diritto dei genitori di scegliere
con libertà la sc uola per i loro figli 3198

TABELLA
- La tabe lla degli oneri delle pie fondazioni 4725 ,3 °

TABE LLE VOTIVE


- V. "Doni votivi"

TABERNACOLO
11 tabernacolo eucaristico
I. L'uso obbligatorio 3477
2. La conservazi one della Eucaristia fuori del tabernacolo solo per una grave causa 3477
730 INDICE ANALITICO

3. La struttura 3478
4. La co llocazione 3479
5. Unicità del tabernacolo 3479
6. La chiave del tabernacolo 3477
7. La lampad a che arda dinan zi al SS. Sac ramento 3482
8. Norme e direttive della Santa Sede 3480

TAC[TO
l . Tacito cd espresso 153, nota 4
2. [l perdono tacito o espresso del coni uge innoce nte alla com parte colpevo le. relativamente
alla separazio ne coniugale 4236, 50

TASSE
l. La competenza dei Vescovi della prov incia ecclesiastica circa le "tasse" e le "o fferte" per
atti di ministero e di potestà esecut iva 4587-458 8
2. Differenza fra "tasse" e "offerte" 4587
3. Tasse di ca ncelleria nella provvista deg li uffici ecclesi astici 1054
4. V. anche "Contributo" - " Tributo" - "Offerte"

TAVOLE DI FON DAZ IONE


l . Le tavole di fond azione de lle "cause pie" 4750, IO
2. La riduzio ne degli oneri di Messe. prevista da lle tavo le di fonda zione 4753

TECN ICO
- La cura de l Vescovo dioce sano per l'istituzione di scuole tecniche e professionali 3206

TELEFON O-TELEG RAFO


I. Telefono e telegrafo in ordi ne al ricorso alla San ta Sede per richies ta di dispen sa 62 1
2. Telefono o telegrafo in ordine al rico rso all'Ordinario per una dis pensa da impedime nto
matrimoniale 3859
3. È possibile l'assoluzione sacramentale per telefono ? 546 1
4. Si può asco ltare un teste per telefono? 5461

TE LEV ISIONE
- V. "Trasmissioni radio-televisive"

TE MP I PEN[TE NZI ALI


- Y. la voce seguente

TEMP[ SAC RI
Norme sui tempi sacri (cann. 124-1253)
l . [ tempi sacri in gener e 4523 -4528
2. I giorni di festa 4529-4543
3. I giorni di penitenza 454 4-4559
Nota nda
l . I tempi sacri considerati nel Codice 4523
2. La potestà della Chiesa
INDICE ANALITI CO 731

- La competenza dell'autorità suprem a 4524


- Dei Vesco vi dioce sani e dei Presuli ad essi equ iparati 4525
- Dispensa e comm utazione 4526-4528
3. ] giorni di fe sta
- La domenica. il giorno del Signore. e gli altri giorni festivi di precetto per diritto
universal e 45 30-4531
- Le facoltà delle Conferenze Episcopali 4532
- Disposizioni della CE] 4533
- Gli obblighi di ciascun fedele 4534
4. L' adempimento del precetto festivo relativo alla Messa
- Preci sazioni sull' assistenza 4535-4536 e noie 2-4
- Gravità dell ' obbligo 4537
- Esenzione dall 'obbligo per i ragazzi che non hanno compiuto i sette anni di età e
quanti, anche dopo tale età, non godono di un sufficiente uso di ragion e 4538
- In mancan za della celebra zione eucaristica (eso rtazione pastorale ) 4541
- Diretti ve de lla Congregazione dei Riti 4542
5. L' astensione dal lavoro
- Le nuov e norm e 4539
- L' obbligo dell'asten sione dal lavoro riguard a il solo giorno della domenica o della
solennità, decorrente dalla mezzanotte alla mezzanotte 4540
6. Doveri pastorali nei giorni festivi 4543
7. l giorni di penit enza
- Il riordinamento dcIIa disciplina penitenzial e 4544-4545
- L' obbligo universale della penitenza per legge divina 4546
- Ragione e finalità dei giorni peniten ziali 4545-4549
- Car attere comunitario delle penitenz e prescritte 4547
- Le varie forme di peniten za a cui la Chiesa in vita ed obbliga i fedeli 4548
- L'insegnamento di Paolo VI 4549
- Giorni e temp i di penitenza per dir itto comun e 4550
8. L'obbligo dell ' astinenza e del digiuno
- Le nonne comuni 4551
- Le nonne emana te dalla CE I 4552
- Precisazion i 455 3
- Le persone soggette all' obbligo dell ' astinen za e del digiuno, c il dovere dei pastori
d'anime e dei genitori 4554
- La gra vità dell 'obbligo 4556
- Cause che scusano 4556
- Lo spirito dell a legge 4557
- Lo scopo eminentemente caritativo del digiuno e dell'astinenza prescritta, oltre che
morale c intimo 455 8
9. Le facol tà delle Conferenze Episcopali 4559

TEMPIO NON CATTOLI CO


- La cele brazione dell' Eucaris tia nel tempio di una Chiesa o di una comunità eccle siale,
che non siano in piena comunione con la Chies a Cattolica 3469

TEMPO
I. Il co mputo del tempo: v. "Computo del tempo"
2. Il temp o continuo: v. " Tempo continuo"
3. Il tempo dete rmin ato e indeterminato: v. " Tempo determinato "
4 . ]] temp o di avvento e di quaresima
732 INDICE ANALIT ICO

- Una esortazione per l' omelia 3 146


5. II temp o pasquale
- Il precetto della comunione annuale 3446
- La benediz ione del fonte battesimale 2463
6. Il tempo penitenzial e: v. " Tempi sacri"
7. Il tem po utile: v. "Tempo continuo"
8. Norme varie
- Il tempo richiesto per la prescrizione dei beni ecclesiastici 4604-4608
- Il tempo richiesto per la prescrizione delle azioni crimi nale e penale 4970-4973
- Il tempo della celeb razio ne eucaristica e della distrib uzione della Comuni one 3464 -
3465
- Durate prescritte: v. "Durata"
9. Espressioni usate nel Codice
- Elapso tempore: cann. 83, § I, 142, §§ 1-2,607, § 2, 723, nn. I e 3, 1751, § 2
- Lapsu temporis: cann. 184, § l, 186, 194, 538, § I
- Expleto tempore: cann. 48 1, § 1,492, § 2, 688, § I, 689, § I, 788, § I, 1303, § 2

TEMPO CONTI NUO


1. Tempo continuo e utile I303
2. Casi concreti in cui il tempo "utile" è concesso espressamente dal diritto 1314
3. V. anche " Fatalia - "Termini processual i"

TEMPO DETERMINATO
Tempo determinato c indeterminato
Vanno fatt i o concessi a tempo determinato
I. La nom ina del Vicario episcopale, tranne che si tratti di un Vescovo ausiliare : ca n. 477 ,
§I
2. La nomin a dci Vicario giudiziale. dei Vicari giudiziali aggiunt i, dei Giudici: can. 1422
3. La nom ina del Vicario foraneo: can. 554, § 2
4. La designazione dei membri del Consiglio presbiteralc c del Consiglio pastorale: cann.
50 1, § r. 513, § 1
5. La cos tituzione dci Superiori religiosi: can. 624
6. La designazione di un commissari o per un' associazione pubblica: can. 318, § I
7. Il perme sso a un chierico di trasferirsi in un'altra Chiesa particolare, rimanend o
incardin ato nella propri a Chiesa: ean. 271, § 2
8. Il divieto, da parte dell'Ordinario del luogo, di contrarre matrimonio: can. 1077 , § 1
\illlno fa tte a tempo indeterminato
I . La nomina del Vesco vo ausiliare a Vicario episcopale: can. 477. § I
2. Per sé, la nomina del parroco: ca n. 522
Per un tempo sia determinato che indeterminato
I. I] conferimento degli uffici eccles iastici in genere: ean. 193, §§ 1-2
2. La faco ltà di ascoltare le confessioni: can. 972
In perpetuo o a tempo determinato
- L' assegnazione di una parrocchia a un Istituto religioso clericale o a una Società
clericale di vita apostolica: can. 520, § 2
In perpetuo, per un tempo determin ato ()anche per un tempo indeterminato
- L'irrogazione delle pene espiatorie previste dalla legge: ean. (336, § 1
In modo permanente o temporane o
- L'a ssegnazione di laici ad un particolare servizio della Chie sa: cann . 230-231
INDICE ANALITICO 733

TENTATIVO
l. Tentativo di suicidio: causa d'irregolarità per la recezione e per l'esercizio degli ordini
sacri: cann. 1041, n. 5,1044, § l, n. 3
2. Tentativo di conciliazione nei giudizi fra le parti contendenti : v. "Conciliazione"
3. Nelle vcrtcnze amministrative con l'autorità: v. "Ufficio diocesano di conciliazione"

TENTATIVO DI DELITTO
- V. "Delitto consumato e non consumato"

TEOLOGI - TEOLOGIA
1. Teologia e Magistero 1371-1372 e nota IO
2. Legittima libertà di ricerca e di espressione, ma non autonomia, che è una voce
equivoca, di sapore polemico 1372
3. La formazione teologica degli allievi nel Seminario maggiore
- La durata degli studi 1518
- Criterio e metodo 1523
- Le materie prescritte 1525
4. La prosecuzione degli studi dopo l'ordinazione sacerdotale 1609-1610
5. La facoltà o la cattedra di teologia nelle Università cattoliche 3228
6. Jl "mandato" della competente autorità ecclesiastica per l'insegnamento delle discipline
teologiche 3228
7. Gl' insegnanti di teologia nei Seminari
- La nomina da parte del Vescovo diocesano 1526
- Docenti distinti per le varie discipline 1533
- L'opportuno coordinamento 1536
8. Laurea c licenza in Teologia: v. "Laurea"
9. La fondazione d'Istituti Superiori di Scienze Religiose 3246
IO. V. anche "Scienze sacre" - "Studi sacri"

TEOLOGIA DOMMATICA
- L'insegnamento della teologia dommatica nei Seminari 1525,20

TEOLOGIA PASTORALE
l . La teologia pastorale fa parte della formazione teologica, che i chierici devono ricevere
in Seminario 1525, IO
2. L'istituzione di un corso di pastorale in senso proprio 1539-1541
3. V. anche "Pastorale" - "Pratica pastorale"

TERMINI
I - I termini nel computo del tempo
1. Il dies "a quo" 1312
2. Il dies "ad quem" 1:313
Il - I termini della controversia in giudizio
l . La definizione dei termini della vertenza nella contestazione della lite 5372-
5374
2. L'eventuale modifica dei termini, dopo la contestazione della lite 5375
III - I termini processuali
- V. la voce seguente
734 INDICE ANALITICO

IV - Termini vari
l. Per l'entrata in vigore de i decreti generali a carattere legislativo: can. 29
2. Per l'entrata in vigore dci decreti generali a carattere ese cutivo: can. 31, § 2
3. Per l' em issione di un decreto singolare prescritto dall a legge o rich iesto
dall' intere ssato: can . 57
4. Rel ativamente alla elezione a un ufficio eccles iastico: ca nn. 165, 166 , § 2, 177,
§§ 1-2, 179, § I
5. L'elezione dell ' Amm inistrat ore dioce sano: can . 421
6. Per l'entrata in vigore delle leggi universali: can . 8, § 1
7. Per l'entrata in vigore delle leggi parti colari : can . 8, § 2
8. Limiti d 'età per la cessazione dagli uffi ci ecclesias tici: v. " Età", n. IV
9. Per la prescr izione dei beni eccle siastici e dell e azion i criminal i e pen ali : v.
"Prescr izione", nn. II e IV

TERMINI PROCESSUALI
I - I termini e le dilazioni
I. I "fata lia legis" : can cello e norm a: can. 1465, § I
2. I term ini "g iudi ziar i" sta biliti dal giudi ce, e i termin i "convenzionali" con cordati
fra le parti : can. 1465, § 2
3. La faco ltà de l gi udice: ca n. 1466
4. Nel caso che il trihunale sia rim asto chiu so: can . 1467
II - I "f atali appellatori"
I . Il termine utile per la present azione dell' appello: ea n. 1630, § I
2. Il term ine per la pro secuzione dell 'appello : cann. 1633 e 1634, § I
3. L'appello deserto: can. 1635
4. Un caso parti colare : can. 1637, § 3
III - Termin i per atti vari
A ) Nel gi udizio contenzioso o rdi nario
l. Per l' accettazione o il rigett o del libell o introduttivo dell a lite: ca n. 1506
2. Per la presentaz ione del mandato procuratorio: can. 1507, § 2
3. Per la citaz ione delle part i in giudizio: can . 1507, § 2
4. Per la peren zione della istan za : can. 1520
5. Per la presentazione delle pro ve: eann. 1516, 1599, § 2
6. Per la presentazione dell e difes e e dell e osservazioni e delle succe ssive
repliche: ea nn. 160 l, 1603, § I
7. Per la pubblicazione della sentenza : ca n. 1610, § 3
8. Per la presentazione della que rela di nullit à: ca nn. 1621 , 1623 e 1625
9. Per la presentazione di nuove prov e ed argom enti in una ulte riore istanza di
appello nelle cause su llo stato dell e persone: can. 1644, § I
IO. Per la richiest a della "re stitut io in integrum" : ea n. 1646, §§ 1-3
Il . Per il ricorso cont ro la tassazione del giudice: can. 1649, § 2
B ) Nelle cause di nullità matrim on iale
I . Per la formulazione del dubbio o dei dubbi e la noti fica alle parti: can. 1677 ,
§2
2. Per l'emissione del decreto circa l'istruttoria della cau sa: can . 1677, § 4
3. Per la trasmi ssione della sentenza al tribun ale di appello, insieme con gli
eventuali appelli e gli altri atti del giudizio: ca n. 1682, § l
IV - Termini nei procedimenti amministrati vi
l . Nei ricorsi
INDICE AN ALITICO 735

- Per la presentazione della richiesta di revoca o di modifica di un decreto


amministrativo: can . 1734, § 2
- Per la presentazione del ricorso formale contro il decreto: can. 1737, § 2
- Cfr. anche cann. 1735, 1736, § 2
2. Nella rimozione e nei trasferimenti dei parroci
- Per la rinunzia proposta al parroco: can. 1742
- Per la proroga dei termini, nel caso che il parroco non dia aleuna risposta:
can, 1744, § I
- Per l'effettiva vacanza della parrocchia, dopo il decreto di trasferimento del
parroco: can. 1751, §§ 1-2

TERNA
- La "tema" per la nomina del Vescovo diocesano o coadiutore e del Vescovo ausiliare
1941-1942

TERRITORIALE - TERRITORIALIT À
I - Carattere territoriale
I. Della diocesi o di altre Chiese particolari 1921
2. La territorialità della diocesi è un elemento "determinativo", ma non
"costitutivo" 1921 e nota 5
3. Dioces i personali 192 1 e nota 4
4. Parrocchie territoriali e personali 2429-2430
5. L'ambito territoriale delle Conferenze Episcopali 2135-2137
6. Prelature territoriali e personali: v. "Prelatura personale" - "Prelatura terri-
toriale"
7. V. anche "Territorio"
Il - Territorialità delle leggi
J. Le leggi universali ecclesiastiche sono personali e territoriali insieme 227,
230, nota 4
2. Le leggi particolari
- Si presumono territoriali 230
- La loro territorialità può essere assoluta relativa e mista 232
3. Norma per i forestieri e per i girovaghi 238-240

TERRITORIO
I - Norme di carattere generale
I. Territorio e leggi: v. "Territoriale" - Tcrritorialità", n. II
2. Territorio e potestà esecutiva o amministrativa 992-994
3. Territorio e potestà giudiziaria 5261-5263
4. Territorio e dispense in genere 637-640
5. Territorio c Chiesa particolare, territorio e parrocchia, territorio e Conferenza
Episcopale v. "Territoriale - Territoriali tà'' , n. I
6. Territorio e provincia ecclesiastica 2082, 2085
7. Territorio e Concilio particolare 2121
8. Territorio e domicilio e quasi-domicilio 722, 729, 742
II - Norme ulteriori
I . L'amministrazione del battesimo: can. 862
2. L'estensione "ubique terrarurn" dellafacoltà di confessione: can . 967, § 2
3. La dispensa dagli impedimenti matrimoniali: cann. 1078, § I, e 1079, § I
736 IND ICE ANAL ITICO

4. L'as sistenza al matrimonio: can. 11 09


5. La facoltà del canonico penuenziere fuori del territorio della diocesi: can, 508, § I
6. La p roibi zion e o l'in giun zione di dimorare in un determinato luogo o territorio:
can. 1336, § I, n. I
7. La potestà del Vicario generale este sa a tutto il territorio della diocesi: can. 479 .
§ I
8. La potestà dei Vicari episcopa li: can. 479, § 2
9. V. anche "Territoriale - Territorialità"

TERZO ORDINE
1. Concetto e fine dei Terzi Ordini 1697
2. Le nuove norm e per i Terzi Ordini 1698
3. V. anche "Associazioni di fedeli in genere"

TESTAMENTO
I - Testamen to in senso bibli co
- I sacramenti del Nuovo Testamento: can. 840
,,- Testam ento civile
I. L' obbligo de l religioso di far testamento almeno prima della profe ssione
perpetu a 2905
2. Eventu ale modific a 2905
3. Testamento e ca use pie
- Il diritto dei fedeli 4734-47 35
- L' obbl igo deg li eredi 4736-4737
- L' adempimento scrupoloso 4738
- Le attribuzioni dell'Ordinario 4740
- Ben i fiduciari 4741 -4742
- Il foro competente 5 123, 2°
- V. anche "Pie volontà"

TESTATORE
- L' obbligo di adem piere la volontà del testatore 4738

TE STE UNICO
- I I valore del teste unico nell' ordina mento canonico 5486 e nota IO

TESTI GI UDIZIARI
I. Norme previe 5442-5445
2. La capacità testimoni ale 5446-5450
3. La presentazione e l' esclusione dei testi 5451-5459
4. Il luogo dell'esame e l'assistenza di altre persone 5460-5466
5. Le modalità dell' esame 5467-5479
6. L'ulteriore escus sione 5480
7. La debit a indennità 5481
8. La valutazione delle testimonianze 5482
Not a n da
I - Norme previe
I. Ammess a la prova testimoniate in qualsia si genere di giudizio 5443
INDICE ANALITICO 737

2. Il dovere dei testi di rispondere alle legittime domande de l giudice e di dire la


verità 5444
3. Persone che non hanno l'obbligo di rispondere "ratione offici i" o "rationc
damni" 5445
Il - La capacità testimoniale
I. Tutti posso no essere testi in giudizio, tranne ehe siano esclusi espressamente
da lla legge, naturale o positiva 5446
2. I non ammessi 5447-5448 e nota l
3. Gl'Incapaci "ex iure" 5449 e nota 2
III - La presentazione e l'esclusione dei testi
l . Testi "ad instantiam" ed "ex officio" 5451
2. In caso di rinunzia 5452
3. Gli artico li per l'interrogatorio 5453
4. Testi eccessi vi 5454
5. Notifica ed esc lusione 5455·5457
6. La citazione da parte del giudice 5458-5459
IV - Il luogo dell'esame e l 'assistenza di altre persone
l. Per sé, l' interrogatorio dei testi, come delle parti, deve svolgersi nella sede del
tribu nale 5460
2. Si può ascoltare un teste per telefono? 546 1
3. Testi di speciale riguardo 5462
4. Testi lontani, infermi o comunque impediti 5463-5464
5. L'assistenza de lle parti, degli avvocati e dei procur atori 5465 -5466
V - Le modalità dell'esame
l. L' interrogatorio separato 5467
2. Il confro nto dei testi 5468 e nota 5
3. Un esame riservato per sé al giudice 5469
4. Il giurame nto "de vcritate diccnda" o "de veritate dicto rum" 5470
5. La forma delle interrogazion i 5473-5474
6. La verbalizzazionc delle risposte 5475-5476, 5478
7. L'u so dci magnetofono 5477
8. Il ricorso all' interprete 5268
9. La lettura delle deposizioni rese e verba lizzate 5479 c nota 9
VI - L'ulteriore escussione dei testi
l . Prim a della conclusione in causa 4580
2. Dopo la conclusione 5546
VII - La debita indennità
- Stabi lita dal giudice 548 1
VIII· La valuta zione delle testimonianze
I. Criteri di valutazio ne 5483-5485
2. Il teste unico 5486

TES TIMON I
Prosp etto
I. Testimoni di credibilità
2. Testimoni di Cristo
738 INOICE ANA LIT ICO

J . Testimoni giudizia ri
- V. "Testi giud iziari"
4. Testimoni "septi mae manus"
5. Testimoni vari

TESTIMONI DI CREDIBILITÀ
I. L' accertamento della cred ibilità delle depo sizioni dell e part i nelle cause di nulli tà
matrimonial e, mediante idonei testimoni ed altri mezzi opp ortun i 5718-5719

TESTIMONI DI CRISTO
I. Testimon i di C risto e del messaggio evangelico, in virtù del batte simo e dell a conferma-
zione 3 129, 3366, 338 5
2. Testim oni per tutti dell a carità di Cristo i Vesco vi dio cesani (can. 383 , § 4) 1966
3. V. anch e "Testimonianza cristiana"

TESTIMONI "SEPT IMAE MANUS"


- Ness un obbl igo nel nuovo Codi ce di tali testimon i, di cui parl ava il can. 1975, § 2, del
Codice precedente: cfr. can. 1679

TESTIMONI VARI
I - Sono prescritti i testimoni
I. Nell' amministra zion e del battesimo: can. 875
2. Nell ' intimazione orale di un decreto singolare, di cui, per mot ivi grav issim i, non
sia possibile con segnare il testo scritto: can. 55
3. Nell a celebrazio ne del matrimonio
- Prescritti "ad validitatern" almeno due testimoni: can. 1108, § l
- Il matrimonio celebrato din anzi ai soli testimoni: can. Il 16
- L' an notazione del nome dci testimoni nel registro dei matr imoni : can. 1121,
§ J
4. Nella rin unzia a un uffici o eccl esi astico , fatta oralmente: can. 189, § I
li - Testimoni particolari
1. Un battezzato non cattolico può essere ammesso nell a celebrazione del
battesimo o della cresima soltanto come "testimo ne", non come "p adrino": can.
874. § 2
2. Suffic iente la dichiarazione di un solo testimone al di sopr a d'ogni sos petto
- Co me pro va dell' avvenuto battesimo e dell' avvenut a confermaz io ne: cann.
876, 894
- Come prov a dell'avvenuta ded icazione o benedizione di un luogo sacro: ca n.
1209
3. Dio stesso. invocato come testim one della verità nel giuramento: ca n. 1199 , § I
4. Il VescoI'o diocesano, testimon e della carità di Cristo davanti a tutti: ca n. 383,
§4

TESTIMONIANZA C RISTIANA
l . Tutti i laici so no testimon i del mes sag gio evangelico in virtù del batte simo e della
co nfermazione 3129
2. La co nfermazio ne ci fa "testimoni di Cri sto" a titolo speci ale 3366
3. Il part icolare obbligo dei laici di rendere testim onian za a Cri sto attr averso l'animazion e
cristiana delle realtà temporali (ca n. 225 , § 2) 1407
INDICE ANA LITICO 739

4. La testimo nianza dei religiosi


- La pubblica testimonianza a Cristo e alla Chiesa 2697
- La testimonianza collettiva di cari tà e di povertà 2808
- L' apostolato primario 29 16
5. La testimonianza dei missionari 3 178
6. La testimonianza di vita cristiana da parte degl'inseg nanti di religione nelle scuo le 32 1J
7. La pubblica testimoni anza di venerazione verso la SS. Eucaristia 3485

TE STIMONIANZE VOTIVE
- Le testimonianze votive dell ' arte e dcIIa pietà popolare 444 3

TESTI S UNU S, TESTIS NULLUS


l . Un'antica massima giuridica, che la Chiesa non applica con rigorismo formalistico 5486
2. Sentenze rotali fondate sulla deposizione di un testimone unico 5486, nota IO

T ESTO
I . I testi d'insegnamento in materia di Sacra Sc rittura, teologia, diritt o canonico, storia
ecclesiastica. discipline religiose e mora li. devo no avere l'approvazione della
competente autorità eccle siastica 3262
2. L' approvazione o la licenza concessa dalla comp etente autorit à eccle siastica, vale solo
per il testo originario 3265
3. Eventuali errori sfuggiti nel testo di una sentenza giudiziaria 5587
4. Processo contenzioso orale: lettura della parte dispositiva della sentenza, e successiva
notifi ca del testo compl eto 5690

T IMBRO
- V. "Sigillo", nn. 2-3

T IMO RE
I - Il timore e gli atti giuridici
I. Co ncetto di timor e 847
2. Defi nizione di Ulpi ano 875. nota 1
3. \I principi o normativ a: il timore, anche se grave. non rende nullo l'atto - tranne
che sia disposto diversamente dal diritto - ma ne con sente la rescissione da
parte del giudice 874, 876
4. Per espressa disposizione di legge, il timore rende nullo
- Il voto religio so: can. 1191, n. 3
- Il giuramento promissorio : can. 1200 , § 2
- L' ammi ssio ne al noviziato religioso: ean. 643, § l , n. 4
- La profession e religiosa: cann . 656, n. 4, 658
- Il suffragio elettora le: can. 172, § I , n. I
- La rinunzia a un ufficio ecclesiastico: can. 188
- Il matrimonio: can. I J03
- La confessione giudiziale e qualsiasi altra dichiarazione delle parti : can.
1538
- La sentenza emessa dal giudice: can. 1620, n. 3
- La remissione di una pena: can. 1360
1/ - Il timore e l 'imputabilità
I. Causa es imente 4822
2. Causa attenuante 4834
740 INDICE ANALITICO

TI MORE RI VERE NZI ALE


- Il timore "riv erenziale" e il consenso matrimoniale 4040

T IROC INIO
I. Il tirocin io degli aspiranti al sacerdozio, da compi ere in Semin ario
- La durata normale di sei anni 1468, 1518
-In particolari circostanze, "almeno per quattro anni" 1468
2.1\ tirocinio degli aspiranti al diaconato permanente 1470 ss.
3. 1\ tirocin io dei catecumeni 3179

TIT OLO
Prospetto
I. Titolo
2. Titolo accademico
3. Titolo canonico di ordinazione
4. Titolo di compet enza giudiziaria
5. Titolo di competenza per cause particolari

TITOLO
l. I titoli accademici: v. "Titolo accademico"
2. Il titolo assegnato dal Papa ai Cardinali: can. 350, §§ 1-6
3. Perch é un' associazione, una iniziativa, una scuola, una univer sità assumano il titolo o
nome di cattolica, occorre il consenso dell ' autorità competente: cann. 216, 803, § 3, 808
4. Il titolo delle chiese : ca n. 1218
5. 1\ titolo di emerito: ca n. 185
6. 1\ titolo estrinseco, che consente di ricevere un' offerta per la celebrazione di una seco nda
Messa: can. 95 1
7. La privazione penale dci titoli onorifici: cann. 1336, § l, n. 2, 1338, § 2
8. 1\ titolo di patriarca e di p rimate nella Chiesa Latina: can. 438
9. Nelle votazioni, spetta un solo voto o suffragio. anche se si hanno più titoli: can. 168

TITOLO ACCADEMICO
I. 1\ con seguimento dei titoli o gradi accademici nelle Univ ersità e nelle Facoltà
eccle siastiche, da parte dei laici 1419
2. 1\ consegu imento di titoli accademici civili ed ecclesiastici da parte dei religiosi 2877
3. Prescritta la laurea o la licenza per varie nom ine ad uffici ecclesiastici: v. "Lau rea", nn.
2-3
4. La privazione dei titoli accade mici non può essere co mpresa fra le pene espiatorie 49 10
5. V. anc he "Grado", n. I (Grado accademico) - " Laurea"

TITOLO CANONICO DI ORDI NAZIO NE


- Non più richiesto nel nuovo Codice 3674

TITOLO DI COMPETENZA GIUDIZIARIA


Nei tribunali di prima istanza in genere
1. I titoli sono tassativament e sette, stabiliti nei cann. 1408-1415
2. Primo titolo: il domic ilio e il quasi-domicilio del convenuto: cann. 1408-1409
- Determ inazione: cann. 102-104
- Il foro del girovago: ca n. 1409, § I
INDIC E ANA LIT ICO 741

- Di una persona morale: quello della sua sede


- Nel caso che si tratti di una persona di cui non si co nosca il domici lio o il quasi-
domicilio e nep pure quello della sua dimora attuale: can. 1409
3. Secondo titol o: l' ubicazi one de lla cosa, semp re che si tratti di un'azione reale °
di
un'azione di spog lio: can . 1410
4. Terzo titolo: il contratto, seco ndo un triplice rap porto: ca n. 14 11
5. Quarto titolo: il luogo del delitto, concor rente co n quello del dom icilio e del quasi-
domicilio: can. 1412
6. Quinto titolo: amministraz ione dei ben i, ered ità e legat i, conco rrente co n altri fori
possi bili: ea n. 14 13
7. Sesto tito lo: la connessione oggettiva della cause: ca n. 1414
8. Settim o titolo: la preve nzione (non si tratta, propria mente, di un titolo di competen za,
perché quest a si suppone già nei giudici): can . 1415
9. Contlitti di com pete nza: can , 1416

TITOL O DI COMPETENZA PER CA USE E PROCESSI PART ICOLA RI


I. Ca use di nullità matri moniale: competenza di prima istanza, a scelta dell'attore: c'In.
1673
- Il tribunale del luogo in cui sia stato celebrato il matri monio (n. I)
- Il tribunale del luogo in cui la parte co nven uta ha il dom icilio o il quasi-domicilio (n.
2)
- Condizionatame nte, il tribu nale del luogo in cui la parte attrice ha il domicilio (n. 3)
- Co ndiz ionatame nte, il tribu nale de l luogo in cui, di fatto debbano racco gliersi la
maggior parte de lle prove (n. 4)
2. Ca use d i separaz ione dei coniugi: cann. 1692 , 1694
3. P rocesso di dispensa "super rato"
- L' esclusiva competenza de lla Sede Aposto lica: can . 1698
- Il Vescovo diocesano : can. 1699
4. Processo di morte presun ta
- Il Vescov o proprio del presu nto co niuge superstite, in ragione dci domici lio e dc i
quas i-domici lio: ca n. 1707 , § 1
5. Ca use di null ità della sacra ordi nazione
- L' escl usiva com petenza della Sant a Sede: can . 1709 , § l

TOLLERANZA
- Co nsuetudini "co ntra legem " ce ntenar ie o immemorabili, tollerate 160

TOMMASO D ' AQ UINO, Santo, Dott ore della Chies a


- Proposto co me Maestro universale 1525 , 2°

TONSURA
I. Prima tonsu ra: abo lita da Paolo VI 1438
2. Abro gato per desuetudine l'ohh ligo della "tonsura" per i chierici 1628

TOVAGLI A
- La tovag lia dell'al tare 3468

TRADIZIONE
l . La sacra Tradizione
742 INDICE ANALIT ICO

- Un unico depo sito della Parola di Dio scritta o tramandata , affidato alla Chiesa 3111 ,

- Il ministero della Parola e la Tradizione 3131
- L'in segnamento dell a teologi a dommatica e la Tradizione sacra 1525,2°
2. Tradizione apostolica
- La tradizione apostoli ca del "giorno del Signore" (can. 1246, § I) 453 0
3. Tradizioni antiche
I. L'u so del pane azzimo nella celebrazione eucari stica 3457
2. La riposizione di reliquie di Martiri o di altri Santi sotto l'altare del sacri ficio
eucari stico 4504
4. La tradizione canonica
- Criterio interpretat ivo del Codice 168
5. Sane tradizioni da conserva re
- Negl'Istitut i di vita consacrata, secondo lo spirito dei fondator i 2614

TRAD UZIONE
- V. " Versione"

TRA NSAZIONE
Modi per evitare i giudizi (ca nn. 1713-1716)
l . La pacifica composizione delle liti
- Un do veroso impegno da parte di tutti c, in primo luogo, dei Vescovi 5225-5226
- Un particol are do vere dci giudice 5226
- V. anche "Co nciliaz ione"
2. La transazione e il compromesso arbitrale
- Concetto 5860-586 1
- Le norme da osservare 5862-5863
- Limiti e condi zioni dell 'applicabilità dei due istituti 5864 e not a I
-In materia di beni ecclesiastici 5864
- Div ieti del Codice precedente, soppressi nel nuovo 5865
- Nor me particolari per le sentenze arbitrali, con richiamo alla legge civ ile 5866-5867
3. Norm e ulterio ri
I. Necessità di un mand ato speciale per il procuratore 5307
2. Le eccezioni di transa zione 5250

TR ASCRIZIONE CIVILE
Trascrizione civile dei matrimoni canonici in Italia. secondo le norme concordatarie del J8
f ebbraio 1984
I. Significato e fine della trascrizione 4115
2. Condizioni 4116
3. Dichiarazioni consent ite nell'atto 4 117
4. Matrim oni non traserivi bili 4118
5. La pro cedura per la trascrizione 4119
6. Gli effetti civili 4020
7. Trascrizione tardi va 4121
8. Impedimenti ind erogabi li 4122
9. Probl emi conness i
- La lettu ra degli artic oli del Codi ce Civile 412 3, l °
- Particolari forme di matrimonio 412 3. 2°
- Matrimoni ce lebrati da citt adin i stranieri in Italia c da cittadini italiani all' este ro
412 3,3°
INDICE ANALITICO 743

TR ASCUR ATEZZA
- V. "Negligenza"

TR ASFERIME NTO
l - Trasf erim ento da l/n uffic io eccle siastico
I. Co ncetto e distin zione 1238-1239
2. Le norm e 1230-1 246
3. Gl i effetti 1247- 1249
4. Trasferimento. rimozione e pcrmuta 1250-1 251
No ta n da
l . Trasfe rimento libero e autori tativo , giudiziario e amminis trativo, penale 1239
2. Tra sfe riment o dei parroci da parte dell' Amministratore diocesan o: so lo dopo un
anno dall a vaca nza o dall 'imped iment o de lla sede episcopale 1240
3. Il trasferimento amministrati vo dei parroci 1243
- V. "Rimozione e trasferimento amministrativo dei parroci"
4. L'intimazione o notifica 1246
5. La vacanza dell 'ufficio 1247-1 248
li - Trasfe rimento di Vescovi diocesani
l . li raggiungimento della nuov a sede "intra duos menses" 2052
2. La vaca nza della diocesi a qua 2042
3. Facoltà ed obblighi del Vescovo trasferito 2053
4. Effetti per il Vicario gener ale cd ep isco pale 2050
5. La rimunerazione del trasferito 2054
III - Trasferimenti vari
I . Tra sfer imento di un chierico in un ' alt ra chiesa parti colare
- Mediante incardinazione: v. " Inca rdi nazione"
- Senza inca rdinazio ne 1580,3°
- Le nonn e relative 1580
- L'l str. "Pos tqua m Apost oli" del1a Co ngregaz ione per il C lero (25 mar zo
1980) 158 1
- Le faco ltà dell' Amm inistratore diocesano 1582
2. Il trasferim ento del Concilio Ecumen ico , di esclu siva co mpete nza del Rom ano
Pont efice 1809, 3°
3. Il trasferiment o del Concilio plenario, di co mpetenza de lla Co nferenza
Episco pale 2 111
4. li trasferimento del Concilio provinciale, d i co mpe tenza de l Metropo lita co l
co nse nso della maggioranz a dei Vescovi suffraganci 21 12
5 . Il tra sferimento o la soppress ione dei gio rni fe stivi o pcnitensiali
- La competenza dell a suprema Aut orit à della Chiesa 4524
- Le faco ltà delle Co nfere nze Epi scopali 4532
- Deliberazioni della CEl 45 33
6. Il trasferimento d' immagini sacre particolarmente venerate 4353
7. Il trasferimento o passaggio ad altro Istituto di vita con sacr ata o Società di vita
apos tol ica: v. "Passaggio"
8. Il trasferimento degli oneri di Messe 4756
9. Il trasferimento di reliquie i nsig nì o particol armente venerate 4352- 4353
IO. Il trasferimento del Sinodo dei Vescovi 1817
744 INDICE ANALITICO

TR ASGR ES SIONE
- V. " Vio lazio ne"

TRASMI SSIONI RADIO-TELEVISIVE


1. L' osse rvan za delle norm e emanate dall a Conferenza Epi scop ale per le trasmi ssioni di
caratte re rel igioso o morale 3 153
2. La partecip azion e di c hierici e di reIigios i 3153, 3270

T RIBUNA LE
Prospetto
I. Tribunale amministrativo
2. Tribunale di appello
3. Tri bun ale civile
4. Tribunale collegiale
5. Tribunale co mpeten te
6. Tribunale ecclesiastico
7. Triounale interdiocesano
8. Tribunale religioso
9. Tribunali regionali in Italia
IO. Tribunali della Sede Apostolica

TRIBU NALE AM MI NISTRATI VO


I. La mancata istituzio ne dc i tri bu nali a m min istra tivi, so ppress i all a vigi lia dell a
prom ulgaz ione de l Co dice 5084-5086, 5907-5910
2. La necessità di ta li tribunali affe rma ta nei "Principi di rettivi" , ap provati da l Sinod o dei
Vescovi (o tt. 1967) 5084
3. Dirtico ltà mo sse co ntro l' istituzione dci tribunali am ministra tivi 5908-59 JO
4. Dei de tti tribu nali resta nel Codice un semplice accenno nei ca n n. 149, § 2, e 1400,
§ 2, 5084 e nota I , 5907-5909 e not a I

T RIB UNA LE di APPELLO


I - La no rmat iva del tribunaie di appello come tribunale di seconda istan za
- V. "Tribuna le ecclesiastico", n. VI

Il - Norm e varie sui tribunali di appello


I . Il co nflitto di co mpete nza fra i tribunali soggetti al medesim o tribunale di
appello 5126
2. Il ricor so al tribunale di appe llo , se il g iud ice di primo g rado si dic hiari
inco mpe tente 5248, 5°
3. " ricorso co ntro il rigett o delli bcllo 5359
4. La questi on e sul di ritto di app ell o 5619
5. La ric hiesta dell a " restitutio in integr um" al tribunale di appel lo 5642, 2°
6. " co mpito e la competenza del tribu nale di ap pello nei processi di null ità
matrimoni ale 5724-5726
7. Il tri bunale di a ppe llo che g iudic hi in prim o g rado 5142, 5726

TRIB UNALE C IV ILE


- V. " Foro civile"
INDICE ANALITICO 745

TRIBUNALE COLLEG IALE


1 - La normativa dei tribunali ecclesiastici collegiali
I. Cause riserv ate al trib unale collegiale 5159
2. L' inosservanza d i tale norme de termina la nullità della sentenza (nullità
sanabile) 5159, 5599, l °
3. Le ca use più difficili o di maggior rilievo 5 159
4. La sce lta dei giudici 5 160
5. L'eventuale sostituzione 5 162
6. La collegialità della proced ura 5 163
7. La presidenza del co llegio giudica nte 5165
8. Particolari-compiti del presidente 5 164
9. Nel caso che in una diocesi non sia possibile la formaz ione del trihuna le
collegia le 5161 e nota 6
IO. La delibera della CEI (23 dico 1983) 5161 e nota 5
Il . La costitu zion e del ponente o relato re e i suo i compiti 51 73
- V. "Po nente"
Il - L 'emissione della senten za nei giudizi conten ziosi ordinari
I. La riunione collegiale delibera tiva e norm e relative 5568-5577
2. L'obbligo de l segreto 5240
3. La stesura dell a se ntenza da parte del ponente e l'approvazione dei singoli
giudici 5578
4. "Non ultra mcnsem" 5579
5. La firm a di tutti i giudici 5582 ,6°, 5583

TRIB UNAL E CO MPETEN TE


- V. "Titolo di competenza giudiziaria" - " Titolo di competenza per cause e processi
pa rticolari"

TRIBUNA LE ECC LES IASTICO


l dive rsi gradi e le diverse specie di trib unali c la disciplina da osservarsi in essi (cann .
1417- 1475)
l - Nozion i pre liminari e canoni introd uttivi (cann. 1417-141 8)
l . Co ncetto di "grado" e di "istanza" 5 128
2. Distinzioni 5129
3. L'A utorità supre ma della Sede Apostolica c il diritto d ' ogn i fedele di deferi re la
propria ca usa al suo giudizio 5 130
4 . L'effetto del deferimento 5131 e nota I
5. La cooperazione reciproca fra i tribunali 5132
Il - Il trib unale di pr ima istanza (can n. 14 19-14 27)
Il g i udice
I. Il giud ice ecclesias tico in ge nere 5 135-5138
2. I giudici diocesani 5139-5154
3. I g iudici intcrdiocesani 5 155
4. I tribunali collegiali e non co llegia li 5 156-5 165
5. I giudici reli giosi 5 166-5 167
No ta n da
I. La funzione pub blica del giudice c i suoi compiti essenziali 5 135
746 INDICE AN ALIT ICO

2. Distinzioni 5 138
3. li Vescovo diocesano
- Giudice di prim a istanza "iure pro prio et nativo" nella diocesi 5 140
- Ca use escluse dalla sua comp etenza per diri tto universale e particolare
5 141-5 142
4. li Vicario giud iziale 5 143 ss.
- V. "Vicario giudizia le"
5. Il Vicario giudizi ale agg iunto 5145 ss.
- V. " Vicario giud iziale aggiunto"
6. I giudici dioces ani
- Sce lti di regola fra i chierici (presb iteri e diaconi ) 5 150
- li numero 5 150
- Giudi ci laici 5 151 e nota 3
- Req uisiti prescri tti 5152 e nota 4
- La nomina a tempo determi nato 5 154
- Norme ulterior i 5 154
7. I giudici interdiocesani 5155
- V. "Tribunale interdi ocesano"
8. Trihunali co lleg iali e non collegia li 5 156-5 155 e note 5-6
- V. "Tribunale collegiale"
9. I giudici religiosi 5 166-5 167 e note 7-8
- V. "Tribunale reli gioso"
III - Gli uditori e i relatori o ponenti (cann. 1428-1429)
- V. "U ditore" - "Po nente"
IV - Il pro motore di giustizia e il difenso re del vincolo (ca nn. 1430-1436)
- V. "Promotor e di gius tizia" - "Difensore del vinco lo"
V - Il no/aio giudizia rio (can. 14 37)
- V. " Notaio giudiziario"
VI - li tribunale di seconda istanza (ca nn. 1438 - 144 1)
l. Norm e per l' appello 5 196-5 198
2. L'i stituzione dei tribun ali interdiocesani da parte della Conferenza Episcopale
5199-5 202
- V. "Tribunale interdiocesano "
3. Una inosse rvanza che determina l'a ssoluta incompetenz a del giudice di seco nda
istanza 520 2
4. La cos tituzio ne del trihunale di secon da istanza 5203
5. Ca use giudicate in seco nda ed ulteriore istanza dalla Rota Rom ana 52 J 1-5213
VII - I tribunali della Sede Apostolica (ca nn. 1442-1446 )
- V. "Tribunali della Sede Apostoli ca"
VIII - La Penitenzieria Apostolica
- V. "Penitcnzicria Apostolica"

TRIBUNALE INTERDIOCESANO
I. Tribun ali interdiocesani di prima istanza (can. 1423)
- Carattere facoltati vo della isti tuzione 5 155
- La previa approvazione della Sede Apostolica 5155
- Disposiz ioni dcIIa Segnatura Apostolica 5155
INDICE ANALITICO 747

2 . Tr ibunali interdi ocesani di seco nda istanza (ca n. 1439)


- Norm e 5 199 , 5201
- La proposta di co nsentire la costituzione di tribun ali di terza istanza nelle singole
diocesi 5200

TRIB UNALI REGIONALI IN ITALI A


I. Cos tituiti da Pio XI nel 1938, per la tratt azione e la defini zione dell e cau se d i null ità
matrimoni ale 5744
2. Elen co dei tribun ali di I e di )I istan za 5745-5747
3. Le Norm e esec utive 5748

TRIBUN ALI RELIGIOSI


I. Dispongon o dci potere giudiziar io soltanto gl'Istituti religios i clericali e di diritt o
ponti ficio 5 166 e nota 7
2. E le Soc ietà di vita apostolica pur esse cler ica li e di diritto pontifi cio? 5 166 e nota 8
3. Il gi udice di prim a istanz a ne lle controve rsie tra religios i e con religiosi
- Il Sup eriore pro vinciale e l' Ab ate locale 5167 , l °
- Il Moderatore supremo e l' Abate superiore 5 167, 2° e 3°
- Il tribunale dioce sano 51 67,4°
4. Il tribunale di sec ond a istan za 5197 , 3°
5. Cause riser vate al tribun ale della Rota Roman a 5108, 2° e 3°

TRIB UNALI dell a SEDE APOSTOLICA


I - Il Romano Pontefi ce (ca n. 1442)
l. Giudice supremo per tutto l'Orbe cattolico 5205-5206
2. Cause riservate person almente al Rom ano Pont efice 5 104
3. L'incompete nza asso luta degli altri giudici 5 110, 2°
4. Il diritto d ' ogni fedele di defe rire la propria cau sa al giudizi o della Sede
Apostoli ca 5 130-5 131
Il - I tribunali ordina ri della Sede Apostolica di/oro esterno (cann. 1443-1445)
l . V. " Rota Romana" - "S egnatura Apo stolica"
2. I detti tribun ali sono retti da norme proprie 5090-5092
3. La loro potestà e ordi naria-vicaria 5207
4. Il tribun ale della Con gregazione per la Dottrin a della Fede 5093
5. La Penitenzieria Apos tolica (tribunale d i for o interno) 509 4 - V. "Penitenzier ia
Apo stolica"

TRIBUTI ECCLESIASTICI
l . La facoltà de l Vescovo diocesano 1556, 2°
2. Le perso ne soggette 1556, 2°
3. Modalità 1556, 2°

TRICEN ARIO GREGORIANO


- Le nuo ve disposizio ni di Paolo VI 35 15

T RIDUO PASQUALE
- La celebrazi one e la distribu zione dell'Eucari stia nel triduo pasquale 346 5
748 INDICE ANA LITICO

TRINAZIONE
- V. "Binazione"

TROVATELLO
- Bambin o esposto o trovatello: v. " Esposto"

TU MULA ZIO NE
- V. "Sepoltura" - "Esequie ecclesiastiche"

T UMULO
- Tumuli cimiteriali 4511- 4512

T URB AMENTO
- V. " Perturbamento"

T URNO
- Il turno dci giudici nell' esa me delle cause 5 160

T UTELA
I. La tute la dei minori e dci maggiorenn i inca pac i: v. " Tutore"
2. "Inculpata tute la": v. "Difesa legittima"

TUTORE
Tutori e curatori
I - Nozioni
- Il valore e l'u so dci due termin i 5286, nota I
Il - Tutori e curatori per l' esercizio dei propri diritti in genere
I. Soltanto la persona maggiorenn e ha il pieno ese rciz io dei suoi diritt i 697
2. Nell' esercizio dei propr i diritti , la persona minore nne riman e per sé sottopos ta
alla potestà dei genitori e dei tutori 700
3. La situazione delle persone destituite abitua lmente dell' uso di rag io ne 70 8-710
4. La costitu zione del tutore 701
5. Il dom icilio e il quasi-dom icilio del minore 737-73 9
6. Il dom icilio c il qua si-dom icilio delle persone maggior enni affette da incap acità
740
ili - Tu/ori e cura/ori nei giudizi
I. Persone che hanno bisogno del tutore o curatore per poter agire in giudizio
5286-528 7
2. Cas i in cui il tutore o curatore sono assegna ti "ex officio" dal giudice 5288
3. Facoltà dei minori nelle cau se spirituali o co nnesse con le medesime 5289
4. Tutori e curatori costituiti dall' autorità civile 5292
5. In caso di cessazione dall' incarico 5386
6. Le citaz ioni del giudice 5364
7. L' e ventuale risarcimento dei danni , causati da tutori o cura tori, a moti vo di
peren zione dell 'istanza do vuta a loro colp a 5389
8. Per la rinunzia alla istanza da parte dei tutori 5394
IN DICE ANALITICO 749

UBBIDIENZA
1. Ri spetto e ubbidienza ver so i sacri Pastori , un do vere co mune di tutti i f edeli 1360-136 1
2. Rispetto e ubbi dienza verso l'auto rità pre posta al go verno della Chiesa, un do vere
fondamentale dei chierici 1587
3. [ I do ver e di accettare e di ade mpiere fedelmente gli uffici e gl' incar ichi rice vut i dal
proprio Ordinario 1592
4. Il consiglio di ubbidienza negl'I stituti di vita consac rata: contenut o e valore 2672 e nota
5

UB[CA Z [O NE
- Ubicazio ne dell a cosa, titolo di co mpetenza del gi udice di prim a istanza 5120

UBRIACHEZZA
l. L'ubri achezza e l'imputabi lità
- Cau sa atte nuante 483 l
- Nes suna attenuante. e possibile anche cau sa agg rava nte (ubriac hezza dolosa) 4831,
4844 , 2°
2. Potere discrezion ale de l giudic e 483 I

UCC IS[ONE
- Y. "Omicidio" - "Suicidio"

UDITORE G[ UDIZIARIO o PROCESSU ALE


I . La design az ione da pane del giudice o del president e del tribu nale co llegiale 5169
2. L' ap pro vazio ne del Vesco vo (se non sono giudici) 5 170
3. Doti rich ieste 5 17 1
4. Co mp iti 5172
5. Assesso re e uditore asso cia ti al gi udice unico, quand o non sia possib ile la forma zione del
tri bunal e co llegiale 51 61, 2°
6. Un diviet o per l' imparziale amminis trazione della giustizia 5228
7. Per commi ssione del tribun ale, l'uditore può risolvere una questione incidentale 5522
8. Y. anche " Istruttore"

UDlTO R[ ROTALI
- L' esame dell e eccez ioni di sos petto e delle altre ca use promosse co ntro gli Uditori rotali
è riser vato alla Se gnatura Apostoli ca 52 18

UFFIC [ALI
I . La desig nazion e degl i " ufficia li" nelle associazio ni de i fed eli 172 2
2. L' ascolt o degli uffici ali maggior i
- Nella nom ina de l ca ppe lla no o assistente ecc lesiastico e nella rimoz ion e del
presi dent e nelle assoc iaz ion i pubbl iche 1735 , 1740
- Per l'eventuale so ppressione di un'associ azione pubblica 1742,4°
3. Gl i " utTiciali" d 'I stituti religiosi (can. 638, § 2) 2801

UFF ICIO
Prospetto
I. Ufficio catec histico
2. Ufficio civi le
750 INDICE ANALITICO

J . Ufficio curalo
4. Ufficio diocesano di conciliazione
5. Ufficio divino
li. Ufficio eccle siastico
7. Ufficio profeti co
8. Ufficio pubblic o
9. Ufficio regale
ICl. Ufficio sacerdotale
Il. Ufficio secolare
- V. anche "Ex officio"

UFFICIO CATECHISTICO
I. L'istituzione dell'Ufficio Cate chistico Diocesano , per promuovere, dirigere c coordinare
tutta l' atti vità catechistica della dioce si 3 16 1
2. L'istituzione di un Ufficio Catechi stico Centrale, in seno alla Co nferenza Episcopale
3 16 1

UFFICIO CIVILE
- V. " Ufficio pubblico"

UFFICIO CURATO
I. Gli uffici curati, a cui è anne ssa la piena cura delle anime, possono essere conferiti solo ai
chierici insigniti dci sacerdozio 1055 e nota 4
2. Uffici curati e non curati, per i quali è richie sto espressamente l'ordine presbiterale 1056

UFFICIO DIOCESANO DI CONCILIAZIONE


l . La sua finalità e i suoi compit i 5914. 5915, 59 17
2. La decis ione della CEI (23 dico 1983) 5916

UFFICIO DIVINO
- V. "Liturgia delle Ore"

UFFICIO ECCLESIASTICO
[- Prosp etto generale
l . Conc etto e distinzioni 1025-1037
2. La provvista: norme general i: v. " Provvista"
3. Norme per le varie forme di provvi sta
- Il libero conferimento: v. "Collazione"
- La presentazione: V. "Presentazione"
- L' elezion e: v. "Elezione"
- La postulazione: v. "Postulazionc"
4. La cessa zione: norm e gener ali: v. "Ce ssazione dall'uffi cio ecclesiastico"
5. Norme per te varie forme di cessazione
- La rinunzia: v. "Rinunzia a un ufficio ecclesiastico"
- I l trasferimento: v. "Trasferimento da un ufficio eccle siastico"
- La rimozione: v. "Rimozione da un ufficio ecclesi astico"
- La privazione penale: v. "Privazione di un ufficio ecclesi astico "
Il - Concetto e distin zioni
I. L'ufficio ecclesiastico nel Codice pio-benedett ino 20 16- 1027
INDrCE ANALI T ICO 751

2. Nel nuo vo Codice 1031


3. Distinzioni 1031
4. Precisazioni e rilievi 1032- 1037
Nota n da
I. Importanza giuridica e pastorale dell' ufficio ecclesiastico, cardine della intera
organizzazione della Chiesa 1025
2. Elementi essenziali 1029
3. Il carattere pubblico 1034
4. Ufficio e beneficio 1035-1036
5. Ufficio e potestà di ordi ne 1037
III - Norme varie
I. L' assunzione di laici in uffici eccle siastici 14 14-1417
2. Gli uffici, il eui esercizio richiede la potestà di ord ine o di governo
ecclesiastico, possono essere conferiti soltanto ai chierici: valore del principio
1590
3. Un problema mollo discusso 930-933 e nota 7
4. Uffici ecclesiastici diocesani conferiti a religiosi 2940
5. Co nferimento di parrocchie 2930, nota 3
6. Co nferimento di dign ità e di uffici puramente onorifici 2930, nota 3
7. L'i mpiego dei beni provenienti dall' esercizio di un ufficio ecclesiastico 1620
8. L'u surpazione o la illegittima ritenzione di un ufficio eccle siastico: la sanzione
penale 5004
9. Il reato di abuso di potere e la negligenza colpevo le 50 16
lO. L' abuso della propria autorità o de l proprio ufficio: circostanza aggravante
nella imputabilità del reato e nell' applicazio ne della pena 4847
I l . Per altri reati co mmessi nell' ese rcizio di uffici e funzioni ecclesiastiche, cfr. il
titolo III de lla Il parte del libro VI del Codice di Diritto Ca nonico: can. 1378 ss,

UFF ICIO PROFETICO


- La partecipazione dei fedeli, in virtù del battesimo, all' ufficio profet ico di Cristo 1397

UFF ICIO PUBBLICO


I . Vietata ai chierici e ai religios i l' assunzione di pubblici uffici, che comportino una
parte cipazio ne all' esercizio del potere civile 1632-1633
2. La nor ma non riguarda i diaconi permanenti, "nisi ius particulare aliud statuat " 1632
3. So llecitata l' astensione dei chierici e dci religios i da incarichi e pubblici uffici civili ,
alieni dallo stato clericale 1644
4. V. anc he "Ufficio secolare"

UFFICIO REG ALE


- La partecipazione dei fedeli, in virtù dci battesi mo, all' ufficio regale di Cristo 1323

UFFICIO SACE RDOTALE


l . Il triplice ufficio di Cristo - sacerdotale, profetico e regale - c la partecipazio ne dei
fede li in virtù del battesimo 1323
2. I presbiteri "partecipi del sacerdoz io di Cristo" 3285
3. La sacra Liturgia, esercizio de ll' ufficio sacerdota le di Cristo 3279
4. L'e sercizio ilIcgittimo di un ufficio sacerdotale o di un altro ministero sacro : la sanzione
penale 5007
752 INDICE ANA LITICO

UF FIC IO SECOLAR E
l . Per l' ass unz ione di uffici secolari , che com ponino l' on ere del ren dicont o, occorre ai
chierici c ai relig iosi la licen za de l proprio Ordinario 1634
2. I di aconi perm ane nti, per sé, non so no tenuti a questa no rma 1641 , 3°
3. V. anc he "Ufficio pubblico"

UGU AG LI A NZ A
I. L'uguaglianza so stanziale esistente fra tutti i componenti del Popol o di Dio 134 R-1349
2. L'unità dei du e principi, gerarchico ed egualitario 1350-1351
3. L'u gua gli anza di diritti c di dov eri fra i coni ugi : v. "Parità", n. 1

UM ANIST ICO
- Ag li alliev i de l Seminar io de v' essere imparti ta una formaz ione non so lo religiosa, ma
anc he urnanistica e scie ntifica 1465

UN AN IM IT À
l . Nell e vo tazioni collegiali venenti su co se c he toccan o tutt i singo larme nte, si rich iede
l' approvazion e d i tutti R26-827
2. Necessaria l'unanimità del consenso da parte degli elettori per poter del iberare il
"co mpromesso" 1162, 2 0
3. Un caso in cui la Conferenza Episcopale ha bisogn o del consenso di tutti i Vescovi c he ne
fanno part e 21 62

UN ILAT ER ALE
- Caratte re un ilate rale e bilaterale de lla prom essa di matrimonio 3782

UN ION E ECCLESIALE
- Y. "Comunione ecclesia le"

UN ITÀ DEL MATRIMONIO


l. L'unità c l' indissolubilità: propri età essenziali del matrimonio, che escludono e il divor-
zio e la poli gini a o poliandri a: can. 1056
2. L'unità e l'indissolubilità in ordi ne al con sen so matrimoniale (il caso dell' errore di
diritto ): can . 1099
3. I co niugi cris tia ni "SO/IO segno del mistero di un ità e di amo re feco ndo tra C ris to c la
C hiesa, e realm ente vi partecip ano : ca n. 1063, 3°
4. Y. "lndissolubilit à"

UN ITÀ DI PERSONE E DI COSE


- V. "Persona giuridica", n. 7 di "Notanda"

UNIVERSALIT À
- Carattere e proprietà speci fica della legge 176

UNIV ERSITÀ CA1T OLl CA


l . Il d iritto dell a Ch iesa d'i stitu ire e diri gere prop rie Uni versità e Istituti di Studi Su periori
3220
2. Sco po e moti vazion i 3220
INDICE ANALITICO 753

3. L' opera determinante della Ch iesa nella istitu zione delle Università durante il Medio
Evo 322 1
4. Acc use infondate co ntro la validità delle Università Cattoliche 3223
5. La doverosa sollecitudine delle Co nferenze Episcopali per l'i stituzione di Università
Catto liche nel proprio territorio 3224
6. La cura per il loro retto funzionamento e il rispett o dell a loro legittima autonomia
scientifica 3224
7. L'accurata nomina dei docenti 3226
8. La cura e la vigilanza perché nelle Università Cattoliche siano osservati fedelmente i
principi della dottrina cattoliea 3226
9. L'insegn amento delle discipline teologiche: necessario il "m andato" dcl la competente
autorità eccles iastica 3228
IO. L'obbligo della " profess ione di fede" 3228
I l . La partec ipaz ione ai Con cili partico lari 3230
12. La cura pastor ale degli stude nti uni vcrsitari 3229
13. La Cost. Ap. "Ex corde Ecclesiae" di Giovanni Paolo Il (15 ago 1990) 323 1-3236

UN IVE RS ITÀ CA1T OLlCA DEL SACRO CUORE


l . Fondata in Italia da P. Ago stino Gemelli 3225
2. La nomina dei docenti nel nuovo Accordo tra la Santa Sed e e la Repubbli ca Italiana
3227

UN IVERSITÀ ECCLESIASTICA
Universit à e Facoltà Ecclesiastiche
l . La Cost. Ap. "Sapientia Christiana" di Giovanni Paolo Il ( 15 apr. 1979 ) 3237
2. Documenti preced enti della Santa Sede 3237
3. L'i stitu zione di Università e Facoltà Eccl esiastiche è un diritto, un do vere , una necessità
inderogabil e per la Chiesa 3239
4. Il ca mpo prop rio di tali Unive rsità e Facolt à e lo scopo moltep lice 3244
5. Co mpetenze proprie della Santa Sede 3240
6. L'art. lO, nn. 1-2, de l nuovo Accordo stipulato tra la Santa Sede e la Repubblica Italiana
3241
7. Norme comuni con le Unive rsità Cattoliche: riguardano
- La nom ina dci docenti : can. 810, § I
- La vigilanza delle Conferen ze Episcopali e dei Vescovi diocesani: can. 810 , § 2
- Il " mandato" della co mpetente autorità ecc lesias tica per l'insegnamento delle
d iscipl ine teologiche: ca n. 8 12
- La partico lare cura pastorale deg li studenti: ca n. 8 13
8. Altre norm e comuni
- L'obbligo della profes sion e di fede: can. 833, n. 7
- La partecipaz ione ai Concil i partico lari: ca n. 443, § J, n. 2
9. La mu tua co llabora zione 3244 -324 5
IO. L' invio di alunni sce lti 3243
l J. La frequ en za dei laici 1419
12. Gl 'Istituti Superiori di Scien ze Religiose 3246

UNI VERSITATES PERSONARUM AUT RERUM


- Cos tituite in perso ne giuridiche dalla competente autorità della Chiesa: can. 114, §§ 1 e 3

UNZ IO NE
- L'u nzio ne cris male nel sac rame nto della confermazione 3370
754 INDICE ANALITICO

UNZIONE DEGL' INFERMI


Il sacramento degl'infermi (cann.998-1007)
I. Premessa 3614-3617
2. Il canone introduttivo 3618-3619
3. La celebrazione del sacramento 3620-3626
4. Il ministro 3627-3631
5. Il soggetto 3632-3641
Notanda
I. Documenti post-conciliari emanati dalla Santa Sede 3615
2. Documenti della CEI 3616
3. Concetto c fine del sacramento 3618
4. Elementi costitutivi 3619
5. Secondo la sentenza più comune, l'uso dell'olio benedetto è prescritto "ad validitatem"
3621
6. In caso di necessità, qualsiasi presbitero può benedire l'olio degl'infermi, ma solo nella
stessa celebrazione del sacramento 3620 e nota l
7. Le unzioni vanno fatte direttamente con la mano (col pollice destro), tranne che una
grave causa consigli l'uso di uno strumento 3623
8. La celebrazione comunitaria per più infermi 3626
9. La recezione dell'unzione degl'infermi da un ministro non cattolico 3314
lO. L'amministrazione a fratelli separati 3315, 3316
II. La gravità della malattia richiesta per la valida amministrazione del sacramento 3634
12. La vecchiaia equiparata alla grave malattia 3635
13. Non basta l'età avanzata, ma si richiede un grave indebolimento delle forze, che faccia
temere per la vita di una persona 3625, nota 2
14. La reiterazione del sacramento 3636
15. Un triplice caso di dubbio 3637
16. La possibilità della morte apparente 3638
17. Una risposta della Pont. Accademia delle Scienze sull'effettivo momento della morte
(21 ott. 1985) 3638, nota 3
18. Il caso di pubblici peccatori 3640

UOMO
I. Cristo e l'uomo, nella sua vita terrena 2615
2. L'uomo e la verità: un dovere e un diritto primario 3100-3101
3. Il soggetto del battesimo 3338
4. La missione affidata da Dio alla Chiesa nei riguardi degli uomini 3191
5. Maria Santissima, costituita da Cristo Madre di tutti gli uomini 4343
6. Delitti contro la vita e la libertà dell'uomo 5034 ss.
7. La "praesumptio hominis" nei giudizi 5509
8. Y. anche "Persona umana"

URBE
L'Urbe per eccellenza, ossia Roma
- La "visita ad limina" dei Vescovi diocesani 2005

URGENTE
1. Caso urgente: v. "Caso urgente"
2. Causa grave e urgente: v. "Causa giustificativa", n. XIV
INDIC E ANALI TIC O 755

USCITA
I - L'uscita di un religioso dal proprio Istit uto (cann.686-693)
I . Introduzione 2945-2948
2. L'esclaustraz ione 2949-2954
3. L' ab bandono dell'Istituto da parte del religios o di voti temporanei 2955-2956
4. L' esclu sione del religioso dalla successiva professione 2957-2959
5. La riammissione nell'I stituto 2960
6. L' abbandono dell 'I stituto da parte del religioso di voti perpetui 2961- 2967
N ot an d a
I . Differenza fra esclaustrazione e secolarizzaz ione 2945-2948
2. L' abbandono dell' Istituto da parte de l religioso di voti temporanei alla scade nza
de lla professione 2955
3. Durante la professione temporanea 2956
4. La gius ta causa per l'esclusione del religioso dalla successiva professione 2957
5. Il caso d' Infermità fisica o psichica 2958
6. Il caso di demenza 2959
7. L' abbandono dell'Istituto da parte de l religioso di voti perpetui: l'autorità
co mpete nte e gli effetti dell'i ndulto 2964-2966
8. Il religioso chierico 2967
1\ - L 'uscita dagl 'Istituti secolari (cann. 726-728)
I . AI termine della ineorporaz ione temporanea 305 1
2. Durante l'incorporazio ne tempora nea 3052
3. Durante l' incorporazione perpetua 3053
4. II caso di un chie rico 3054
5. Effetti dell' indulto 3055
11\ - L'uscita dalle Società di vita apostolica (eann.742-743)
I. Membri non ancora aggrega ti definitivamente 3084
2. Membri aggregati definitivamente 3084
IV - Norme ulteriori
l. L'u scita delle monache di clausura per il tempo strettamente necessario: la
facoltà del Vescovo diocesano 2900
2. Il minorenne uscito dall' infanzia
- L' ammi nistrazione del battesi mo 3327
- L' acquisto del quasi-do micilio proprio 73R

USO DEI BENI TE MPOR ALI


1. Il cons iglio eva ngelico di povertà e l'uso dei beni temporali negl'I stituti di vita con-
sacrata 267 1
2. L'uso e l'amministrazione dei beni temporali negl'I stituti religiosi 2794
3. Quel che un religioso deve disporre circa i propri beni, prima di emettere la professio ne
2904-2905
4. Norme per i chierici 1619-1620
5. Sanzioni pena li per chi impedisce l'uso legittimo dei beni sacri o di altri beni ecclesiastici
4995

USO DI RAGIO NE
I - L'uso di ragione e l'obbligo dell 'osservanza delle leggi ecclesiastiche
1. L' obbligo suppo ne un "sufficiente " uso di ragione 22 1
756 INDICE ANALITICO

2. Gl i ebeti o idioti e gli "habitualiter arnentes" 221


3. Il cas o dei " lucidi interv alli" 221
4. Non basta tuttavia, per sé, l'uso di ragione , occo rre anche di regola l' età
prescritta, ossia i sette anni co mpiuti 222
II - L'u so di ragione e la condizione giuridica
1. L'uso di ragione è un elemento essenziale della per sonalit à giuridica 704
2. Il suo difetto. nelle for me più gravi, compromette irrep arahilment e la capaci tà d i
agi re 704
3. Il fanciull o prim a dei sette anni co mpiuti: "censc tur non sui compos" 705
4. Dopo il co mpimento dei sette anni: " usum ration is habere prae sumitur" 705
5. Le persone de stituite abitualme nte dell'uso di ragione: sono co nsiderate non
responsabi li delle loro azioni e so no assimilate in tutto agl'infanti 708, 7 10
III - L 'uso di ragione e l' imputabi lità
l. Una incapaci tà gi uridica 4816
2. Cau sa esimente 4827
3. Cau sa attenuante 4830-48 3 1
4. La facol tà del gi udice 4 831
IV - L'u so di ragione e la capacità p rocessuale
I. La capacità processua1e dei minori e delle persone prive di ragione: l'Ist ituzione
del tutore 5286-5289
2. Le persone prive di sufficiente sanità ment ale 5290
V - L 'li S O di ragione e i sacramenti
I . L' estensi one delle norme relative al battesimo degli adulti a tutti col oro che .
usci ti dall'infanzia, hanno raggiun to l'u so di rag ione 3327
2. L' amm inistrazione de lla cres ima 3382
3. La prim a Com unione dei fanciulli , con previa confess ione sacramentale 343 1,
343 3
4. L' obbligo della co nfessio ne annuale 359 1, 2 0
5. L' amm inistrazi one dell 'unzione degl ' inferm i 3632, 36 37
6. La mancanza dell'uso di ragione in ordine al mat rimon io 399 8-4000

USO PROFANO
l. Vietato adop erare cos e sacre pe r usi profani o non propri 4296
2. I luoghi sac ri 4 396
3. Gli oratori e le capp elle private 4396, 44 34
4. Gli altari 450 6-4507
5. Le cose sacre di propr ietà di pri vati 4603, l"
6. La riduzion e perm anent e di un luogo sacro ad usi profani 4 398
7. La riduzione ad uso profano di una chiesa o di un oratori o 4420, 4425
8. La riduzio ne ad uso profa no di un luogo sacro non tocca gli altari 4405

USUCAPIONE
1. Term ine proprio dell a prescriz ione acquisitiva 128 1
2. V. " Prescrizione"

US UFRUTIO
- V. cann. 122, n. 2, 668, § I, 706, n. I, 706, n. 2
IN[)ICE ANALm CO 757

USURPAZION E
I - L 'usurpazione di f acoltà e di poteri sacri
l. L'as soluzione del complice nel peccato contro il sesto comandamento 3568
2. L'attentato di celebrazione eucaristica da parte di chi non è sacerdote 5001
3. L'att entato di assoluzione sacramentale da parte di chi non ha il potere di
assolvere i peccati 500 1
4. Il conferimento e la recezione della consacrazione episcopale senza il mandato
pontifi cio 5005
5. Il conferimento e la recezione del diaconato o del presbiterato senza le legittime
lettere dimissorie 5006
6. L'es ercizio illegittimo di un ufficio sacerdotale o di un altro ministero sacro
5007
Il - L' usurpazione di Wlufficio ecclesiastico
l. La sanzione penale contro il reato di usurpazione 5004
2. La illegittima ritenzione 5004

USUS IURIS
- lus c usus iuris 4027-4028

UTILE
I. Tempo utile e tempo continuo 1303
2. Il tempo "utile" concesso espressamente dal diritto 1314

UTILlTÀ
Occorrono ragioni di utilità o di necessità
l. Per l'alienazione di beni ecclesiastici : can. 1293, § l, n. I
2. Per l'e rezione di una casa religiosa: can. 610, § I
3. Per la costruzione di una chiesa: can. 1215, § 2
4. Per la celebrazione del Concilio plenario: can. 439, § 1
5. Per l'in cardina zione di un chierico: can. 269, n. I
6. Per l' ammis sione di laici a predicare in una chiesa o in un oratorio: can. 766
7. Per la recezione dei sacramenti della penitenza, dell'Eucaristia e dell 'un zione degl' in-
fermi da ministri non cattolici: can. 844, § 2
8. Per il trasferimento di un parroco: can. 1748

UTILlTÀ COM UNE


l. L'utilità comune è da tener presente dai fedeli nei loro comportamenti ecclesiali (can.
212,§3) 1363
2. È in considerazione della comune utilità, che viene concessa agl'Istituti di diritto
pontificio l'esenzione dalla giurisdizione degli Ordinari dei luoghi 2645
3. V. anche "Bene comune" - " Bene pubblico"

UXORICIDIO
- Uxoricidio o coniugicidio: v. " Crimine" , n. 2

VACANT E- VACAN ZA
I. La vacanza delle leggi: v. "Vacazione"
758 INDICE ANALITI CO

2. La vacan za dcII'ufficio ecclesiastico in genere : v. "Cessazione dall'ufficio ecclesiastico"


3. La vaca nza della parrocch ia
- Cause moltepli ci 2488
- Parrocch ia affidata in solido a più sace rdot i 250 1
4. La vaca nza della sede epis copale
- I var i mod i 2048
- In caso di trasferimento 2048,3 0 , 2052
5. Sede vacante: v. "Sede vacante"
- La Sede Apostolica (n. l)
- La sede episcopale (n. Il)
- La sed e metropolitana (n. III)
- La parrocch ia (n. IV)
6. Nor me ulterior i
- La pro vvista di un ufficio non vacante di diritto 1061
La pro vvista di un ufficio vaca nte di diritto. ma occ upato iIIegittimamcntc da
qualcuno 1065

VACA NZA di LEGGI e di DECRETI


l . La vaca nza delle leggi ecclesiastiche, uni versali e partico lar i 190-192
2. Dei decreti generali esecutivi 396
3. Dei decreti dei Concili parti colari 2122,2 0
4. Dci decreti ge nerali delle Conferenze Episcopali 2161

VACANZE
- V. " Ferie"

VAGI NA - VAGINISMO
l . La mancanza della vag ina o la sua ristrettezza nella donn a 3888
2. Il vag inismo 3888
3. La vagi na artificia le 3888

VAG US
- Concetto di incola (abitante), àdvena (dimorante), peregrlnus (forestiero) e vagus
(girovago) 719

VALI DITÀ
I - Condizioni e requisiti prescritti "ad validitatem"
I. Per l'alienazione di belli ecclesiastici: v. "Alienaz ione"
2. Per la nomi na ad Amministratore diocesano: can. 425, § I
3. Per l' ammi ssione in un ' associazione pubblica: can. 316 , § I
4. Per l'emanazione dcgli atti di curia, destin ati per loro natura ad aver effetto
giuridico: can. 474
5. Per la posizione di un atto giuridico in genere: can. 124, § I
6. Per l'atto giuridico del Superiore, per il quale è prescritta la richiesta del
"conse nso" o del "p arere": can. 127
7. Per gli atti eccedenti i lim iti e le mod alità dell'amministrazione ordinari a di beni
ecclesiastici: can . 1281
8. Per l'irrogazion e di una censura: can. 1347
9. Per l' emanazione d i decreti generali da parte delle Co nfe renze Epi scopali: ca n.
45 5, § 2
INDICE ANA LI TICO 759

IO. Per la dispensa dalle leggi ecclesias tiche: can. 90


I l. Per l'alienazione di doni votivi, oggetti preziosi, ecc.: cann. 638, § 3, 1292, § 2
12. Per l' elezione a un ufficio ecclesiastico: cann. 166, § 3, 169
13. Per l' alienazione di immagin i sacre particolarmente venerate: can . 1190
14. Per l'in cardinazione di un chierico: can . 267
15. Per la ce lebraz ione del matrimonio: can. 1066
16. Per l' ammission e al noviziato religioso c per la validità del medesimo: ca nn.
643,647, § 2, 648 , § 1, 649, § l
17. Per la nomina ali' ufficio di parroco: can. 52 1, § 1
18. Per la presc rizione: can. 198
19. Per la professione religiosa: cann. 656 c 658
20. Per l'alie nazione di reliquie insigni: can. 11 90, § 2
2 1. Per la rinunzia a un ufficio ecclesiastico: cann. 188-189
22. Per la rinunzia del parroco: can. 538, § I
23. Per l'ammissione agli altri sacramen ti, a parte il battesimo: ca n, 842, § I
24. Per la nomina alI' ufticio di Superiore negl' Istituti religiosi: ca n. 623
25. Per il co nseguime nto di un ufficio ecclesiastico : can. 146
26. Per il con ferimento di un ufficio ecclesiastico: can. 149
27 Per il conferimento di un ufficio ecclesiastico, che comporti la piena cura dclle
anime: can . 150
28. Per la nom ina a vicario parrocchiale: can . 546
29. Per il voto o suffragio: cann. 171 e 172
II - Norme ulteriori
I. Una validità che non può venir mai meno: la sacra ordi nazione: can. 290
2. Le clausole condizio nali (si, nisi. dùmm odo) apposte agli alli amminis trativi
singolari, esse nziali per la loro validità: can . 39
3. La surrezione e l'orrezionc in ordine alla validità dei rescri tti: v. "Surrezione"
4. Errori nei rescrit ti: can. 66
5. Nel dubbio se il rescri tto sia valido o inva lido: can. 67, § 3
6. La concessione di grazie o faco ltà negate da altra autorità
- Graz ia o facoltà negate da un Dicastero della Curia Romana: can. 64
- Nega te dal prop rio Ordi nario: can . 65, § l
- Negate da l Vicario generale o da un Vicario episcopa le: can. 65, §§ 2-3
- Negate da l Vescovo diocesano: ca n. 65, § 3
7. Una pres unzione giuridica sulla validità del matr imonio, finché perd uri il dubbio
su di essa: can . 1060
8. La presunzione circa la validità dell' atto giuridico : can. 124,'§ 2
9. V. anche "Invalidità" - "Nullità"

VALORE
I. Valore ncl senso di "validità", "efficacia"; v. " Validità" - "Efficacia"
2. Il valore dei beni ecc lesiastici e la loro valutazio ne: v. "Sti ma", nn. 2-3
3. Il valore dei be ni ecclesiastici in ordine alle alienazioni
- Beni costituenti il patrim onio stabile di una persona giuridi ca pubblica: can. 1291
- Beni il cui valore è compreso tra la somma minima e quella mass ima stabilita dalla
Conferenza Episcopale: can . 1292, § l
- Beni il cui valore supera la somma massima stabilita: ca n. 1292, § 2
- Beni il cui valore supera la som ma minima stabilita: can. 1293, § 1
4. V. anc he "Valutazione"
760 IND ICE AN ALiTI CO

VALORE ARTISTICO
I. Il restau ro d' imm agini preziose, insigni per antichità, arte o culto 4348
2. L'alienazione di co se preziose per valore artistico o storico 4713, 3°

VALO RE STORICO
I. La debi ta custodia dei documenti aventi valore storico 2272
2. " resta uro d'immag ini preziose, insigni per antichità, arte o culto 4348
3. L'a lienazione di cose preziose per valore storico o artistico 4713,3°

VALUTAZ IO NE
I - Valuta::ione o stima di ben i economici
- V. "Stima". nn. 2-3
Il - Valutazione giudiziaria spettante al giudice
I. La valutazione delle deposizioni e delle dichi arazioni delle parti 541 9, b, 57 18
2. La valutazio ne delle co nfessi oni extragiudi ziali, prod otte in giudizio 5420
3. La valutazione del silenzio della parte, che si rifiuta di rispondere 541 0
4. La valutazione delle prove 5560
5. La valutazione delle testimonian ze 5482 -5487
6. Docum ent i difettosi 5434
7. Le presunzioni giudiziarie: v. "Presunzioni giudiziarie"
8. La valut azione dell a pena da appli care (can. J3 15, § 2) 47 91

VANGE LO
I - L 'annun zio del Vangelo
I. Il dovere c il diritt o nativo della Chiesa di predicare il Vangelo a tutt e le genti
3098
2. La missione che spetta principalmente al Roman o Pontefi ce e al Collegio dei
Vesco vi 3 126
3. La missione dei singoli Vesco vi 3 126
4. Uno de i prec ipu i do veri dei ministri sacri 3 [36
5. Il compito proprio dei presbiteri e dei diaconi 3127
6. Un particol are compito dei membri degl'Istituti di vita cons acrata 312 8
7. L' impegno dei laici 3129
8. L' annun zio del Vangelo ai lont ani e ai non credenti 2459, 3 [52
Il - Gli araldi del Vangelo
I. L'azione missionaria propriamente delta 3177
2. L' opera dei missi onari 3178
3. V. anche " Azione missionari a"
[Il - Vangelo e Chiesa pa rticolare
- Il Vangelo e l'Eucari stia sono fattori essenziali della Chie sa particolare 1916

VANITÀ
- Esorta zione ai chierici 1619

VASECTOMIA
- Non è causa d 'impotenza ma solo di steril ità 3892
INDICE ANALITICO 761

VATICANO
- La Città del Vaticano 1852

VECCHIAIA
I. Vecchiaia e previdenza sociale a favore dei chierici 1616
2. Vecchiaia e unzione degl'infermi 3635 e nota 2
3. V. anche "Anziani - Anzianità"

VEGLIA PASQUALE
- Veglia pasquale e battesimo 3332

VENDITA
I. La vendita o locazione dci beni ecclesiastici ai propri amministratori o ai loro congiunti
4728
2. Una vendita sacrilega 4351
3. La vendita o l'esposizione di libri o altre pubblicazioni nelle chiese e negli oratori 3263
4. V. anche "Alienazione"

VENERAZIONE
I. Il dovere di tutti i fedeli di una speciale e filiale venerazione verso la Vergine Santissima
4343
2. Esortazione ai ehicrici 1598, 7°
3. La venerazione e il culto dei Santi 4342, 4344, 4345
4. La venerazione delle sacre immagini 4346-4347
5. La venerazione delle reliquie 4350, 4352
6. La venerazione delle tombe dei Beati Apostoli Pietro e Paolo, in Roma, da parte dei
Vescovi diocesani 2055
7. La pubblica testimonianza di venerazione verso la SS. Eucaristia 3485
8. La celebrazione dei sacramenti dcv' essere compiuta con profonda venerazione e
diligenza 330 I
9. V. anche "Devozione"

VENERDI
I. I venerdì dell'anno: giorni penitenziali 4550-4552
2. Il venerdì santo: giorno di astinenza e digiuno 4551, 4552

VENIALE
- La confessione dei peccati gravi e veniali 3587-3590

VERGINE
- L'ordine delle vergini: v. "Ordine delle vergini"

VERITÀ
I - La verità
I. L'obbligo di tutti gli uomini di ricercare e custodire la verità religiosa 3100-
3101
2. Giuramento e verità 4378, l°
3. L'obbligo delle parti e dei testi in giudizio di dire la verità 4510, 5444
762 INDICE ANALITICO

4. Il gi ura mento "dc vcritate dicenda" o "de veritate dictorum" 451 1-451 2
5. L' imputato nel giudizio penale 5897
Il - La verità rivelata
I. La missione della C hiesa 309 7-3098
2. Le Università e le Facoltà ecclesiastiche. espressione di questa missio ne 3239
III - Le verità di fe de
l . L' obbIigo pastora le de l Vescovo di ocesano e del parroco 1970 , 2459
2. La cura dei missionari 3 I 78
3. Le veri tà da crede re co n fede divina e cattolica 3 111-3 112
4. L' eresia 3 114
5. L' app rofondimento delle verità relig iose nella gius ta libert à 1972
6. Perch é un adulto possa esse re battezzato 3340 -334 1
7. La cura dei ncotìti 3 180
IV - Le verità di fe de e dei costumi
I. Nel magistero autentico del Romano Pontetìce e del Co lleg io de i Vescovi 3 108,
20
2. La vigilanza da parte dei Pastori dell a Chiesa 325 I. IO
V - La verità nella istanza dei rescritti, ecc.
- V. "Orrezione'' - "Surrezione"
VI - Reati di f a/so
- V. " Falsità", n. 3

VER SIONE
I. La versione de i libri dell a Sacra Scr ittur a 3259
2. La versio ne dei libri liturgici in lingu a nazion ale 3260, 3292 , 3294
3. La trad uzione degli atti giudi ziari 5268, 5273

VERTENZA
I. Vertenza ammi nistrativa: v. "Ricorso ammin istrativo"
2. Vertenza giudiziar ia: v. "Lite giudiziaria"

VE SCO VO
Prospetto
I. Vescovo in genere
2. Vescovo ausiliare
3. Vescovo coadiutore
4. Vesc ovo dimissionario
5. Vescovo diocesa no
6. Vescovo emerito
7. Vescovo met ropolita
8. Vescovo moderatore del tribunale
9. Vescovo propri o
IO. Vescovo religioso
Il. Vescovo reside nziale
12. Vescovo suffraganeo
13. Vescovo tito lare
INDICE ANALITI CO 763

VESCOVO IN GENERE
1. I Vescovi nella Chiesa di Dio 1928-1935
2. La nomina dei Vescovi 1936-1946
3. Norme particolari 1947-1949
4. Norme ulteriori varie 1950
Notanda
I. Principi teologici 1928-1934
- I Vescovi sono i successori degli Apostoli "ex divina institutionc" 1764, 1929·1930
- Sono i pastori della Chiesa 1931
- Ricevono la loro potestà mediante la consacrazione, che è un vero sacramento con un
proprio carattere, distinto da quello presbiterale 1932-1933
- Necessità delIa "missio canonica " e della "comunione gerarchica" 1934
2. Distinzione: Vescovi diocesani e Vescovi titolari 1934
3. La nomina dei Vescovi
- Cenni storici 1937
- L'attual e procedura 1938
- Diritti e privilegi di autorità civili 1943
- Nuove norme concordatarie in Italia 1944
- Virtù umane richieste 1945 e nota 6
- La legittimità dei natali 1946
4. Norme particol ari
- La consacrazione 1947
- La professione di fede 1948
- Il giuramento di fedeltà verso la Sede Apostolica e formula 1949 e nota 8
5. Norme ulteriori varie (principali disposizioni ) 1950
- 1 Vescovi, maestri autentici dcIIa fede, ai quali i fedeli devono un religioso ossequio
dell 'intell etto e della volontà: can. 753
- Ministri della funzione santificatrice delIa Chiesa: can. 835, § I
- Il carism a della infallibilità collegiale: can. 749, § 2
- Necessit à del mandato pontificio per la consacrazione episcopale del candidato : cann.
1013,1382
- li Vescovo, membro di diritto del Concilio Ecumenico, con voto deliberativo: can.
339, § I
- Ministro ordinario del battesimo , insieme col presbitero e col diacono: can. 861, § 1
- Ministro ordinario della confermazione: can. 882
- Ministro esclusi vo della sacra ordinazione: can . 1012
- Ministro di benedizioni riservate: can. 1169, § 2
- Ministro delle consacrazioni e delIe dedicazioni : cann. 1169, § l , 1206
- La facolt à " ipso iure" di ascoltare dovunque le confessioni sacramentali dei fedeli:
can. 967, § l
- La facoltà in ordine alIa remissione delIe pene "latae sententiae" non dichiarate: can.
J335, §2
- La facoltà della cappella privata: can. 1227
- Conservazione delIa SS. Eucaristia nella detta cappella: can. 934, § l, n. 2
- Le cause contenziose dei Vescovi, riservate alla Rota Romana : can. 1405, § 3, n. I
- Le cause penali, riservate al Romano Pontefice : can. 1405, § 3, n. 3
- Il Vescovo teste in giudizio: can. 1558, § 2
- Sanzioni contro Vescovi colpe voli di particolari reati: cann. 1382-1383
- Sanzioni per violenza fisica contro un Vescovo consacrato, o per omicidio : cann.
1370, § 2, 1397
764 INDICE ANALITICO

VESCOVO AUSILIARE
- V. " Vescovo coadiutore"

VESCOVO COADI UTORE


Vescovi coadiutori e ausiliari
l. Concetto c nomina 20 19-2022
2. La presa di possesso 2023-2026
3. Attribuzioni e compiti 2027-203 7
4. Norme ulterior i 2038
Not anda
l . Vescovi ausiliari con facoltà comuni 20 19-2020
2. Vescovi ausiliari con facoltà speciali 2019, 2021
3. Vescovo coadiutore 2019 , 2022
4. Il diritto di successione del Vescovo coadiutore 2022 e nota 2
5. I compiti del Vescovo coadiutore e del Vescovo ausiliare munito di facoltà speciali
2028
6. I compiti del Vescovo ausiliare semplice 2029
7. In caso di vacanza della sede episcopale 2034
8. L' obbligo della residenza 2036
9. La rinunzia all' ufficio per limiti di età, infermità, ecc. 2037
lO. Norme ulteriori
- Il Vescovo coadiutore e il Vescovo ausiliare fanno parte del Consiglio Episcopale:
can. 473 , § 4
- Partecipano al Concilio Ecumenico e al Conci lio particolare con voto deliberati vo:
cann. 339. § 1, 443, § l,n . 2
- Alle assemblee della Confe renza Episcopale : ean. 454
- AI Sinodo diocesano, con voto consult ivo: cann. 463, § I, n. 1,466
- Conservano le loro facoltà, anche nel caso in cui il Vescovo diocesano sia sospeso:
can. 48 1
- Compet enze "sede impedita": can. 4 13
Il Vescovo ausiliare conser va le sue facoltà. anche in caso di trasferimento del
Vescovo diocesano : can. 4 18, § 2. n. I

VESCOVO DIMISS IONARIO


I. La rinunzia del Vescovo diocesano per limiti di età (rogalur) 2012
2. Per infermità o altra grave causa (enixe rogatur) 2013
3. Diritti del Vescovo dimissionario 2014
4. Norme particolari per il Vescovo religioso emerito 3000, 3002
5. La rinunzia del Vescovo coadiutore o ausiliare 2037

VESCOVO DIOCESANO
l. La potestà del Vescovo diocesano 1952- 1957
2. Il possesso canonico 1958- 1962
3. Principali obblighi pastorali 1963-1976
4. La potestà di governo 1977-1986
5. L'obbligo della residenza 1987-1991, 1992 ss.
6. La visita canonica 1992 ss - V. "Visita canonica" , nn. II e III
7. La relazione quinquennale alla Santa Sede e la visita "ad limina" 2001 ss.
8. Vescovi dimission ari 2011-2014 - v. "Vescovo dimissionario"
INDICEANALITICO 765

9. Nonne ulteriori 2015-2017


Notanda
l . La potestà del Vescovo diocesano è ordinaria, propria, immediata, salvo le materie
riservate al Romano Pontefice 1953-1954
2. La profonda innovazione del Codice: dal sistema delle concessioni al sistema delle
riserve 1955
3. Presuli equiparati ai Vescovi diocesani 1956-1957
4. Particolari doveri del Vescovo diocesano verso i sacerdoti del suo presbiterio 1967-
1968
5. La cura delle vocazioni 1969
6. Il ministero della Parola di Dio 1970-1971
7. La difesa della integrità e dell'unità della fede 1972
8. La Messa "pro populo" 1974
9. II triplice "munus docendi, sanctificandi, regendi" 1978
I O. La triplice potestà di governo: legislativa, esecutiva o amministrativa e giudiziaria
1979-1980
Il. La tutela della disciplina ecclesiastica 1981
12. Il dovere delIa vigilanza, specialmente contro gli abusi 1982-1983
13. La rappresentanza giuridica delIa diocesi 1984-1985
14. La promozione e il coordinamento delle opere di apostolato 1986
15. Principali atti normativi di competenza del Vescovo diocesano 2116
16. Precipue nomine riservate in diocesi alla sua autorità 2116

VESCOVO EMERITO
- V. "Emerito"

VESCOVO METROPOLITA
- V. "Metropolita"

VESCOVO MODERATORE DEL TRIBUNALE


- V. "Moderatore di tribunale"

VESCOVO PROPRIO
I. L'unione col proprio Vescovo, un dovere dei chierici secolari (can. 278, § 2) 1605
2. Gli allievi del Seminario devono essere educati a un attaccamento filiale al Papa e al
proprio Vescovo 1509
3. L'ordinazione diaconale e presbiterale per le mani del proprio Vescovo 3656
4. Il Vescovo proprio dell'ordinazione diaconale e presbiterale 3659
5. Il Vescovo proprio che concede le lettere dimissorie per la sacra ordinazione 3662
6. La richiesta degli Oli Sacri al proprio Vescovo 3320

VESCOVO RELIGIOSO
- V. "Istituto religioso", n. XIV

VESCOVO RESIDENZIALE
- Il termine in uso nel Codice precedente (can. 334, § I *), è stato sostituito nel nuovo
Codice con "Vescovo diocesano" 1935
766 INDICE ANALITICO

VESCOVO SUFFRAGANEO
I. La provincia ecclesiastica e i Vescovi suffraga nei: la scomparsa, come norma, delle
diocesi "esenti" 2082 -2083
2. I Vescovi suffraganei e la ce lebrazio ne del Co ncilio provinciale 2112, 2 113
3. La presidenza del Conc ilio provinciale, in caso d' impedimento del Metropolita 2 112
4. Dal tribunale diocesano del Vescovo suffraganeo si appella per sé al tribunale del
Metropo lita 5 197, l °
5. Il compi to del Metropolita, nel caso che un Vescovo suffraga neo trascuri la visita
canonica nella sua diocesi 2096, l °
6. Il compito del Vescovo suffraganeo più anziano per promo zione , in caso di assenza
illegittima prolung ata del Metropolita 1991
7. In caso di sciog limento di un Consiglio presbiterale 2332
8. Com pito sussidiario circa la nomina dell' Amm inistratore dioc esano 2062, 2069
9. 11 suffraga neo " prornotio ne antiquior" (cann. 415,425, § 3, 501 , § 3): valore dell'espres-
sione 2056,2°, 2062

VESCOVO TITOLAR E
l . Vescovo titolare e dioce sano 1935 e nota 2
2. La partecipazione al Concilio Ecumeni co con voto deliberati vo, come membro di diritto
1801
3. La partecipazione al Concilio partico lare 2114
4. La partecipazione alla Conferenza Episcopale 2139-2142
5. V. anche " Vescovo in genere"

VESPRO
l . Il gio rno festivo inizia liturgicamente il vespro del giorno precedente: secondo una
fondata interpretazione "ab hora secunda post meridiem" 4535 e nota 4, 4540
2. L' ademp imento del precetto festi vo in rapporto alla Messa 454 0

VESSA ZIONE
- Il timore di pericolose vessaz ioni o di altri gravi danni per sé, per il coniuge o per i
consanguinei e gli affini più stretti, esime dall'obbligo di rispondere alle domande del
giudice 5446, 2°

VESTE
- V. "Abito"

VESTI SACRE
- V. " Paramenti sacri"

VIAGGIO
l. Proibito. per sé, portare la SS. Eucaristia durante un viaggio 3274
2. L' olio benedetto per l'unzione degl ' infermi 3669

VIATICO
l . Demandata in modo speciale al parroco l' ammini strazione del Viatico, ecc. 2302
2. Facoltà dei cappellani 2562 , IO
3. li dovere del parroco , dei vicari parrocchiali, dei cappellani, ecc. 3427
4. L'obbligo dei Viatico 3447-3448
INDIC E ANALITICO 767

VICARÌA PARROCCHIALE
- Vicarìa o chie sa succursale 2424

VICAR IATO APOS TOLICO


I. Concetto di vicariato e d i prefettura apostolica 19 J9
2. Il vicar iato apostolico è assi milato alla diocesi 1913
3. È retto dal Vicario apo stolico in nome del Romano Pont efi ce, con potestà ordinaria
viearia 948, 1919
4. Il governo del vicariato apostolico "sede vacante" 2059
5. V. anche " Vicario apos tolico"

V ICA RIATO FOR ANEO


I. Una istituzione opport una, ma non prcccttiva 1924
2. Privo "iure eomm uni" di persona lità giuridica 1923 e nota 6
3. Lo sco po pastorale 1923
4. Le zone pastorali (distretti più ampi, co mprendenti più foranie) 2524
5. Criteri per l' erezione delle foranie e statuti 2537 -2539
6. Foran ie di carattere person ale 2525
7. V. anch e " Vicario foran eo"

VICARIATO di ROMA
l . Il Vicariato della Diocesi di Roma è retto , in nome e per autorità del Sommo Pontefice.
dal Cardinale Vicario: v. Annuario Pontificio
2. È sede di propri tribunali di I e di Il istanza 5747

VICAR IO
Prosp etto
I. Vicario apostolico
2. Vicario di Cristo
3. Vicario eco nomo
4. Vicario episcopale
5. Vicario foran eo
6. Vicario genera le
7. Vicario giudizia le
8. Vicar io giudizia le aggiunto
9. Vicario parrocchiale
IO. Vicario religioso

V IC ARIO APOSTOLICO
1. I3egge i n nome del Rom ano Pontefice un vicariato apostolico 1919
2. E "Ord inario de l luogo", equipara to al Vescovo diocesano 948 , 962, 1913
3. Costituisce il Consiglio del vicariato, a cui spettano anche i compiti del Colleg io dei
consultori 23 10, 2347
4. Concede le lettere dimissorie per i propri ordin andi 3662
5. La visita "ad limina" 2007
6. V. anche " vicariato apostolico" - " Pro-Vicario apos tolico"

VICARIO di CRISTO
I. Titolo riservato al Rom ano Pont etice, relativamente alla Chiesa universale J763, 30
768 INDICE ANALITICO

2. Titolo attribuito anche ai Vescovi dal Concilio Vaticano II, relativamente alla propria
Chiesa particol are 1767, nota 1

VICARIO ECONOMO
- È la denominazione del Codice precedente: oggi "Amministratore parrocchiale"

VICARIO EPISCOPALE
- V. "Vicario generale"

VICARIO FORANEO
I. Introduzione 2522-2525
2. Concetto e nomina 2526-2530
3. Compit i e attribu zioni 253 1-2535
4. Norme ulteriori 2536-2541
Notand a
1. Lo scopo pastorale delle foranie 1923
2. La potestà del Vicario foraneo, ordinaria-vicaria 2526
3. La nomina e la durata 2527-2529
4. "Ad nutum Episcopi" 2530
5. Compiti in genere 2532
6. Particol ari doveri verso i confratelli 2533
7. La visita delle parrocchie 2534
8. I Vicari foranei e i Consigli presbiterale e pastorale 2540
9. Il Consiglio dei Vicari foranei 254 1

VICARIO GENERALE
I Vicari generali ed episcopali
l. Introduzione 22 13-2215
2. L' istituzione 22 16-2228
3. La potestà 2229-2234
4. La cessazione e la sospensione dall'uffici o 2235-2239
5. Norme ulteriori 2240
N otand a
I. Cenni storici sul Vicario generale 2214
2. Il Vicario episcopale. una istituzione del recente Concilio 2215
3. Concetto di Vicario generale e sua istituzione preeettiva 2217
4. Concetto di Vicario episcopale e sua istituzione facoltati va 2218-2219
5. "Ad nutum Episcopi" 222 1-2222
6. La durat a dell'incarico 2224
7. Il Vicario generale può essere costituito anche dall' Amministratore diocesano 2223
8. I Vicari supplenti 2225
9. Qualità richieste 2226
IO, A termine del nuovo Codice, l'ufficio di Vicario generale ed episcopale è incompatibile
solo con l'ufficio di canonico penitenziere e con i consanguinei del Vescovo fino al 4°
grado 2228
11 . Potestà ordinari a del Vicario generale ed episcopale, limitata al campo amministrati vo,
escluso ogni potere legislativo e giudiziario e, similmente, la potestà d'infliggere pene
2230, 4801
IKDICE ANALITICO 769

12. Facoltà abituale e resc ritti 2232


13. Diritti onorifici 2234
14. No rme circa la cess azione e la sospens ione dall 'uffi cio di Vicario ge nera le ed episco -
pale 2235-2239
N o rme ulter i ori
1. Il Vicario genera le c i Vicari episco pali hanno il titolo e l'u fficio di "Ordinari del luogo" :
can . 134
2. Vicario ge nera le e Vicario giudiz iale: can. 1420, § I
3. Vicario genera le e Moderatore di Curia: ca n. 473. § 3
4. Vicari ge nerali cd episco pali e Co nsiglio episcopale: can. 473, § 4
5. Presiden za dell e singole session i del Sinodo dioc esano: can . 462, § 2
6. Facoltà, licenze e grazie in genere, negate dal Vicario generale o dal Vicario episcopa le:
ca n. 65, §§ 2-3
7. Nor ma per il caso di "sede imped ita": ca n. 4 13, § I
8. Sede vaca nte: ca n. 4 17
9. In caso di trasferimento del Vescovo diocesano: ca n, 41 8, § 2, n. I
IO. L' ob bligo dell a "profess ione di fede": ca n. 833, n. 5

V ICAR IO G IUDIZIALE
I - La costituzione
I. La potestà gi udiziaria nella diocesi spetta "iure proprio" al Vescovo , chc la
esercita a nonna del diri tto perso nalmente ovv ero servendos i dell'opera del
Vicario giudiziale c dci giudici diocesani 1978-1979, 5 140-5 141
2. L'is tituzione del Vicario giudiz iale è di caratte re precettivo 514 3
3. Il Vicario giud iziale costituisce un unico tribunale con il Vescovo: co nseg uenze
giuridic he 5144
4. La sua autorità è ordin aria-vic aria, tuttavi a il Vicario giudiziale non è "Ordinar io
del luogo" (can. 134, § l ) 968, 5 143
5. Requisiti prescritti 5 146
6. La nomina a temp o de terminato 5 154
7. L' even tuale rimoz ione da parte del Vescovo diocesano richiede una causa
"legittima e grave" 5 154
8. Sede vaca nte 5 154
- n Vicario giudizia le non cessa dal suo uffi cio
- Non può essere rimoss o dall' Ammini stratore dio cesano
- Ha bisogno, success ivame nte, della conferma, esplicita o implicita, del
nuovo Vescovo
II - Compiti part icolari
l . Il Vicar io giudiz iale presiede, per quant o è poss ibile, il tribun ale colleg iale
5~ 6 5
2. Affida ai vari giudici la trattazione delle singole cau se 5160
3. Per la loro sostituzione si richiede una "ca usa gravi ssima", che va espressa nel
reIati vo decreto 5162
4. Decide circa la ricu sazione di un giudice fatta dalla parte 5230 , l °
5. Cas i che richiedono il co nsenso del Vicario giudiziale 5703 , 2° e 4°
6. La co mpetenza del Vicario giudiziale nel proce sso docu mentale di nullità
matrim on iale 5736
7. La partecip azione al Sinodo diocesano 2 180
770 INDICE ANALITICO

VICARIO GIUDIZIALE AGGIUNTO


I. Il compito: coadiuvare il Vicario giudiziale 5145
2. Requisiti prescritti, nomina, eventuale rimozione da parte del Vescovo diocesano, il caso
di vacanza della sede episcopale
- V. "Vicario giudiziale", nn. 5-8
3. La presidenza del tribunale collegiale 5165

VICARIO PARROCCHIALE
l. L'istituzione 2507-2510
2. Obblighi e diritti 25 11-2518
3. Norme ulteriori 2519-2520
Notanda
I. Semplificata la complessa terminologia del Codice precedente 2506
2. Criteri di assegnazione 2507
3. Il previo ascolto del parroco? 2509 e nota l
4. La potestà del vicario, ordinaria o delegata? 2512
5. L'intesa necessaria fra parroco e vicario parrocchiale 2514
6. Obblighi del vicario durante l'assenza del parroco 2515
7. Residenza, vita comune e ferie annuali 2516
8. La rimozione per giusta causa 2520

VICARIO RELIGIOSO
l. I vicari religiosi dei Superiori maggiori sono superiori maggiori anch'essi 2734
2. Come superiori maggiori, i vicari religiosi sono "Ordinari" a norma di diritto, ma solo
negl'Istituti religiosi e nelle Società di vita apostolica clericali di diritto pontificio 963,
2732

VICE CANCELLIERE
- Il vice cancelliere di Curia 2243, 2245

VICE OFFICIALE
- Nel nuovo Codice è detto più propriamente "Vicario giudiziale aggiunto" 5069

VICE RETTORE
- Il vice rettore del Seminario 1485

VIGILANZA
I. La vigilanza degli amministratori di beni ecclesiastici sui beni loro affidati: can. 1284, §
2, n. I
2. La vigilanza del Metropolita sulle diocesi suffraganee: can. 436, § I, n. I
3. La vigilanza dell'Ordinario
- Sull'amministrazione di tutti i beni appartenenti alle persone giuridiche pubbliche,
soggette alla sua autorità: can. 1270, § l
- Sul fedele adempimento delle pie volontà: can. 1301
4. La vigilanza dell' Ordinario del luogo
- Su tutte le associazioni operanti in diocesi: cann. 305, § 2, e 323
- Sulla stessa amministrazione delle associazioni private: can. 325
- Sull' adempimento degli oneri di Messe nelle chiese del clero secolare: can. 957
INDIC E ANA LITICO 771

5. La vigilanza del par roco


- Sulla sacra Liturgia, "perché non s' insinuino abusi": can. 528, § 2
- Sull'ammissione dei fanciulli alla prima Comunione: can. 914
6. La vigilanza dci pastori d 'anime
- Per la tempes tiva amministrazione del Viatico agl' infermi: can. 922
7. La vigilanza dci Pastori della Chiesa
- Sull a pubblicazione di scritti concernenti la fede e i cost umi e sull' uso de i mezzi di
comunicaz ione sociale: can. 823, § l
8. La vigilanza della Sede Apostolica
- Sull'osservanza delle norme liturgich e in tutta la Chiesa: can. 838, § 2
- Sulle associazioni di qualsiasi genere: can. 305, § 2
9. La vigilanza della Segna tura Apostolica
- Sulla retta amministrazio ne della giustizia nella Chiesa: can. 1445, § 3. n. I
IO. La vigilanza de l Vescovo diocesano
- Sull'osservanza della disciplina ecclesiast ica e contro il sorgere di abusi: ca n. 392
- Sulla formazione degli alunni del Seminario e sull' insegnamento impartito: can. 259,
§2
- Sui monasteri "sui iuris" : can. 6 15
- Sulle Università Cattoliche esistenti nel suo territorio: can. 810, § 2
- Su tutte Ic scuole cattoliche: can. 806
- Sulla istruzione e sull'educazione religiosa cattolica impartita nelle scuole o realiz-
zata con i vari me zzi di comunicazione socia le: can . 804, § I
- Sull a pubb licazione di scritti concernenti la fede e i costumi : can. 823, §§ I
- Sull ' amm inistrazione dei beni ecclesiastici: ca n. 392, § 2

VIGILIA PASCH ATIS


- Y. "Veglia pasq uale"

VILIPENDIO
- Il pubblico vilipendio dei buoni costumi, della religione. della Chiesa, ecc.: penc
previste 4984 e nota 3

VINCOLO
I - l vincoli ecclesiali
I. l vincoli della piena comunione con la Chiesa Cattolica (can. 205) 1326- 1327
2. Il vincolo più perfe tto della Confermazione 3369
3. I vincoli di unità tra la Santa Sede e le Chiese particolari 1892
4. Il vincolo di unità e di carità che lega i Vescovi diocesani alla Sede Apostolica
46 11
5. Il vincolo della fraternità e della preghiera che deve unire i chierici 1594
II - Il vincolo della sacra ordinazione
I. Rende invalido qualsiasi matrim onio (attentato di matrimonio) 3920
2. Le cause circa il vincolo della sacra ordinazione: v. "Causa di nullit à della sacra
ordinazione"
III - l vincoli sacri delle pe rsone consacrate a Dio
Vinco li tempo ranei e perpetui o definitivi
I . Negl'Istituti religiosi e secolari e nelle Società di vita apostolica: cann. 207, § 2,
573, § 2, 587, § I, 603, § 2, 643, § l , n. 3, 712, 720, 721, § I, n. 1,722, 723, § I,
724, § I, ecc.
772 IND ICE ANALITICO

2. La cessazione di tali vinco li, mediante la legittima co ncessi one di lasciare


l'Istituto o la Società: ca nn. 692, 728, 743
3. Le ripetute violazio ni dei vincoli sacri, moti vo previsto per la dimissione di un
religioso dall'Istituto: can. 696, § l
4. Il vinco lo sacro dell 'u bbidienza anche e so prattutto nei riguardi del Ro ma no
Pont efice: can. 590, § 2
IV - Il vincolo del voto pubblico perfetto di castit à emesso in un Istituto religioso
- Rende nullo qualsiasi matrimonio (attentato di matri monio) 3928 ss.
V - Il vincolo matrimoni ale
I. L' impedim ento matrimoniale
- V. " Vinco lo di matrim onio precede nte"
2. Lo scioglimento del vincolo matrimoniale : v. "Scioglimento" , n. 5
3. La separazio ne dci co niugi, co n permanenza del vinco lo: v. "S eparazio ne dei
con iugi" .
V I - Il difensore del vincolo
- V. " Difensore del vinco lo"

VINCO LO DI MATRIMO NIO PRECEDENTE


l. L'impedimen to di diritto natur ale e di diritt o divino positivo, co nfermato dalla rive la-
zione 3894
2. Si fonda sulle propri età essen ziali del matrimoni o: l'indissolubilità e soprattutto la sua
unità 3894
3. La dupli ce co ndizio ne 3894
4. L'im pedim en to ha valo re anche per i non battezzati , e non è suscettibile di dis pensa
diretta 3894-3895
5. Nel dub bio circa la validità del matrimonio precedente 3894
6. Le seco nde nozze 3896-3897
7. L' attent ato di matrimoni o 3R99
8. Divorzi ati risposati : l' insegnamen to della Chiesa 3900-3908
- V. " Divorziati risposati"

VINO EUCARISTICO
- Il vino com e materia del Sacrificio eucaristico: v. "Pane eucaristico"

VIOLAZIONE di L UOGO SACRO


- Co ncetto semplifica to del nuovo Codice 4397

VIOL ENZA
I - La violenza causa di nullit à
l. Dell' atto giuridico in ge nere 872
2. Dell' amm issione al noviziato reli gioso 2818
3. Della professione religiosa 2864, 2870
4. Del matrimonio: v. " Vis et rnetus' '
5. Del giuramento 4381
6. Di una co nfessione o dichiarazion e giudiziaria 5422
7. Di una se ntenza giudiziaria 5597, 3°
Il - La violazione fisic a e l' imputabilità
- Ca usa esi mente 482 1
IND ICE ANA LITICO 773

111 - Delitti di violenza


I. Il delitto di viol enza fisica contro il Rom ano Pont efice, un Vescovo consacra to,
un chieric o, un religioso 4986-4988
2. Il delitto di chi rapisce o detiene con la viole nza o con la frode una persona
5035
3. Il delitto contro il ses to precetto del Decalogo co mmesso da un chierico con la
viole nza o con minacce 503 1, 3°

VIRT Ù UMANE
I. Da co ltiva re dagli allicvi del semi nario e dai novizi religiosi 1506, 2°, 1508, 2843
2. Tra le doti richieste nci can didati all'episco pato 19 15, l°, e nota 6
3. Princip ali virtù umane ISOli, 1945 e nota 6

V IS ET METUS (can. 1103)


I. Cenni stor ici 403R
2. Ragioni de lla norma tiva ca nonica 4039
3. Ma trimonio co ntra tto per violenza fisica o per timore graviss imo, che pri vi de ll'uso di
ragio ne
- Nullo "ex ipso iure nat urac" 4040
4 . Matrimonio co ntralto per timo re gra ve
- Null o per diritt o eccl esiastico 4040
5. Le co ndizioni del timore, co nsiderat o unitar iamente
- Ti more grave, in se nso assoluto o relativo 4040
- Pro veniente dall' esterno 404 1
- Tale che pregiudichi realmente il co nse nso matr imon iale 4042
- Non è necessario che il timo re sia incu sso intenzio na lme nte o che sia ingiusto 4043-
4044
6. II tim ore rive renzi ale 4040
7. Matr imo ni co nco rdati in fam iglia 4045

VISIGO T ICO
- Rito visig otico o moz ara bico 773

VISITA
Prospetto
I. La visita "ad lim ina" dei Vescovi diocesa ni: v. "visita ad limino"
2. La visita canonica: v. "Visi ta cano nica"
3. La visita del parroco allc famiglie, agli ammalati, ecc. 246 1
4. La visita del Superiore religioso ai con fratelli infe rmi 27]2
5. La visita del Vescovo diocesano ai propri sc minaristi 1549

VIS ITA AD LI M INA


I. Ce nni stor ici 2002
2. Le norm e ca nonic he 2003
3. La relazione sullo stato della diocesi 2004
4 . Nonne de l Dirett orio (Co ngregazio ne per i Vescov i, 29 giug no 1988) 2004
5. La visita "ad limi na" 2005-2006
6 . La visi ta dci Vicario, de l Prefetto e dell' Amm inistratore Aposto lico e dell' Ordinare
Militare 2007
7. Una co ncess io ne per il Vicario apos tolico 2007
8. Norme de lla Cost. Ap . "Pastor Bonu s" 2008
774 INDIC E ANALITICO

VISITA CA NONICA
I - lmp rescrittlbilit à
- Del diritto di visita e dell'obbl igo di ubbidienza 1296
Il - La visita pastorale del Vescovo diocesano
l . Obbli go giuridico e pastorale 1992
2. I con visitatori 1992, 3 0
3. L'estensione della visita 1994
4. Diligenza e discrezione 1996 c nota 4
5. Norme diretti ve del "Direttorio Pastorale dei Vescovi" 1997-2000
6. Gl'I stituti di diritto diocesa no e i monasteri totalm ente autonomi: il do vere dei
religi osi 2762-27 63
7. Gl'Istituti religio si di diritto pontificio
- Il principio della esenzione 1995
- Restano sogge tti a lla visita del Vesco vo diocesano tutti i luoghi e le ope re
riguardanti la cura delle anime, l' esercizio pubblico del cul to divino e le
ope re di apostolat o esterno 2924, 293 1
8. La visita alle associazioni dci fedeli 1704
9. Alle scuole cattoli che 32 16
lO. L'obbligo suppl eti vo del Metropol ita 2096, )0
Il. Dirett ive della Co ngregoper i Vescovi. 22 febbraio 1973, nn. 166. 168 e 169
- Natura e finalità della visita pastoral e 1997-1998
- Visita delle parrocchie 1999
- Preparazione dei fedeli 2000
III - La visita canonica dei Supe riori religiosi
l , È una visita interna alle case del proprio Istituto e ai membri che ne fanno parte
2760
2. Va comp iuta nei tempi e secondo le mod alità stabili te nel diritto proprio 276 1
3. Il dovere dei religiosi 2763
IV - La visita del vicarioforaneo
I. Una visita di vigilanza o di cont rollo. ma soprattutto di animazione c di
coordina mento pasto rale. che va fatta secondo le modalità stabilite dal Vescovo
diocesano 2534
2. La relazione da presentare al Vescovo 3534

VISITA PASTORALE
- V. "Visita canonica"

VISITATORE APOSTOLI CO
- Rappresentante pontificio con incarichi speciali sia presso le diocesi sia anche presso i
Governi civ ili 1889

VITA
l . La libera scelt a del propri o stato di vita 1373
2. Favorire l'intimo rapporto tra fede e vita (can. 327) 1759
3. La vita di fede, di speranza e di carità. che co ngiunge i catecume ni alla Chiesa (can. 206.
§ l ) 1334 .
4. La vita della Chiesa nel ministero della Parola 3 131
INDICE ANALITICO 775

Prospetto delle voci seguenti


l. Vita anacoretica
2. Vita comune
3. Vita consacrata
4. Vita contemplativa
5. Vita cristiana
6. Vita eremitica
7. Vita liturgica
8. Vita religiosa
9. Vita di santità
lO. Vita sociale
Il. Vita spirituale
12. Vita umana

VITA ANACORETICA
- V. "Vita eremitica"

VITA COMUNE
1. La vita comune vissuta in Seminario dagli allievi (can. 245, § 2) 1509
2. La vita comune raccomandata vivamente al Clero dal Concilio Vaticano Il 1611
3. Può un Vescovo imporre l'obbligo della vita comune ai suoi sacerdoti? 1611, nota 4
4. Vita comune tra parroco e vicari parrocchiali 2517
5. La vita comune negl'Istituti religiosi
- Il secondo elemento specifico dci detti Istituti 2585, 2693, 2696
- Che cosa comporta, che cosa vieta 2696, 2893
- Assenze legittime e illegittime 2894-2895
6. Negl' Istituti secolari 2586, 3027
7. Nelle Società di vita apostolica 2587, 3082
8. V. anche "Convivenza coniugale" - "Vita coniugale"

VITA CONSACRATA
l. Concetto e finalità della vita consacrata, mediante la professione dei consigli evangelici:
elementi teologici e giuridici 2607-2609
2. Uno stato che appartiene alla vita e alla santità della Chiesa, e che occorre sostenere e
promuovere 2610
3. Uno stato che, per sua natura , non è né clericale né laicale 2637
4. Necessaria una speciale vocazione 2610
5. L'Eucaristia, sorgente e forza della vita consacrata 3034
6. Maria Santissima, il modello e la patrona della vita consacrata 2890,4 0

7. La testimonianza della vita consacrata 2916


8. La negligenza abituale degli obblighi della vita consacrata può essere causa di dimis-
sione di un religioso dall'Istituto 2975, IO
9. Il dovere dci Vescovo diocesano di favorire le vocazioni della vita consacrata 1969
IO. Gl'Istituti di vita consacrata: v. "Istituto di vita consacrata"
Il. Lo stato di vita consacrata degli anacoreti e dell'ordine delle vergini 2678, 2680-2683
12. L'approvazione di nuove forme di vita consacrata 2684
13. V. anche "Stato di vita consacrata"

VITA CONTEMPLATIVA
I. Il primo dovere del religioso 2888, l "
2. GI'Istituti di vita contemplativa 2917
3. I monasteri di vita contemplativa e la clausura papale 2889
776 INDIC E ANALITI CO

VITA CRISTIANA
I. Il Sacri ficio e ucar istico, font e e culmi ne del culto e dell a vita cr istiana 3399
2. La pien ezza dell a vita cri stiana, fine de lla missione ed ucativa dell a Chi esa 3 19 1
3. I la ici . testim on i del me ssaggi o evange lico co n l' esempio di una vita c ristiana 3 129
4. Il particolare imp eg no del pa rroc o per l'in cr em ent o dell a v ita c ristia na nell e famig lie
(can. 529 , § I ) 25 6 1
5. La testi mo nia nza di vi ta cri stiana nel mondo da parte dei mem bri laici degl' Istitut i
seco lar i 3023
6. La testim o nia nza di vita cristia na da parte dc g l'i nscgnanti di reli gion e 32 11
7. La pratica della vita cristia na da parte de i genitori 3 159
8. Il co m pito de i pad rin i di battesimo e di cr esima 3350, 33 85
9. Il catccumenato, peri od o di pro va e di tirocini o di vita cristiana 3 179. 33 40

VITA E RE M IT ICA
La vita eremitica o anacoretica
I . Concetto 2676- 2677
2. La pri ma fo rma storica di vita co nsacra ta nell a Chiesa 2676
3. Il rico no scimento formale ne l nuov o Codice 2676
4 . Co nd izio ni per il rico noscimento ca no nico dell 'eremita 267 8

VITA LITURG ICA


l . I Vesco vi, i pro mo tori e i custod i dell a vita liturgic a ne lla C hiesa 3284
2. L'increm ent o della vita liturgi ca nei santua ri (ca n. 1234, § I ) 4441

VITA RELI GI OSA


I. Defini zione ed e lement i caratteri stici 2692
2. Gl' Ist ituti d i vita re ligiosa: v. " Istituto religioso"

VITA di SA NTI T À
I . L' im pegn o d i tutti i fedel i per una vita, per son ale e com u nitaria, di santità 1355- 1357
2. L' obbli go par ticolare dei chieric i 1597
3. V. anc he "Santità"

VITA SO C IAL E
I . I fa nc iu lli e i g iovani de von o essere prep ar ati a partec ipar e attivam e nte alla vita soc ia le
3 192, 3°
2. L' edu cazion e integrale dei fig li co mporta a nc he l' edu ca zione di carattere sociale 4 185
3. V. anche "Socialc"

VITA S PIR IT UALE


I . La libertà d 'ogni fede le di seguire un proprio metodo di vita spirituale 1364
2. Im prescritt ihilità de i di ritti e deg li obblig hi che si riferiscono dirett ament e alla vita
spiritua le 1292
3. Vita euca ris tica c vita spirituale in Se minario 1510, IO
4. La cura de lla vita spirituale de gli aspi ranti al di acon ato permanente (ca n. 23 6) 14 70
5. Form azion e teolo gica e vita spiritua le 1523. 3 0
6. L'alim ento de lla vita spiritua le alla du plice mensa della sacra Scrittura e dell 'Eucar ist ia
1598
INDICE ANA LITICO 777

7. La cura del Vesco vo diocesano. perc hé i suo i sacerdoti dis pongano dei mezzi necessari
pe r po ter alimentare deb itam ent e la lo ro vita s piritua le e inte llettuale 1967
8. Il Di re tto re dell a vita spiritua le: v. " Direttore spirituale" - "Di rezione di coscienza"

VITA UM ANA
I . Delitti co ntro la vita e la libert à dell a person a um ana 5034 ss.
2. Il suic id io e le "i rregolarità" conseguen ti: v. "Suicidio"

VIVAE VO C IS OR AC ULO
- La co ncessione di grazie, favori. faco ltà. licen ze, ccc . fatt a a viva voce 508

VIZIO
I - Difetti nell 'esecuzione di un atto amministrativo singolare
l . I d ife tti c he rigu ardan o le con dizioni esse nziali prescritte o la forma so stanz iale.
rendono in valida l' esecuz io ne 450
2. In caso d i erro re, occorre distin gu ere tra erro re sosta nziale ed errore accessorio
45 7
Il - Vizi negli atti giuridici (ean n. 125-126)
I. La violenz a 872 e nota l : v. "Violenza"
2. Il ti mo re 874-87 5 e note 2-3. 877: v. "Ti more"
3. Il dolo 878-880 e no ta 4 : v. " Do lo"
4 . L' ign oranza e l' error e 881-882: v. " Ig no ranza" - " Erro re"
5. L'i ncidenza de lla violenz a, dci timore, de l dolo, de ll'igno ranza e dell 'errore sugl i atti
g iurid ici di un ce to o co llegio di person e 88 5
6. L a sa na tori a di atti null i 887
III - Vizi o difetti nel consenso matrimoniale
l . V. "C onsen so matrimoni ale"
2. Vizi d i co nse nso e co nvali da zione del matrim oni o
- Co nva lidaz ione se mplice 4259-426 1
- San azio ne in radice 4267
IV - Vizi o difett i diforma nella celebra zione del matrimonio
l . Matrim oni o nullo per l'inosservanza dell a forma cano nica prescr itta (ca n. 11 08)
40 66 ss.
2. Vizi d i for ma e co nva lidaz ione del matrim onio
- Convalidaz ione se mplice 4262
- Sanazione in radice 4269
V - Vizi o difetti ne/libello introduttivo della lite
- Il ca so d i difetti eme ndab ili 5358
V I - Vizi o difetti nei documenti presentati in giudizio
- La valutazione è rimessa al giudice 54 34
VIl - Vizi nella sentenza
I. Vizi insa nabili 5597
2. Vizi sanabili 5599
3. Le relative qu erele di nullità 5598, 5600
4 . L' azion e "ex officio" del g iud ice 5246
778 INDICE AN ALlTlCO

VOCAZIONE
I - Le vocazioni dei fedeli laici
I. La vocazione d'ogni cristiano, in virtù del battesimo (cann. 204, § I, e 217)
1232, 1396-1370
2. La vocazione propria di ciascun fedele e l'impegno dcI Vescovo diocesano
1973
3. La vocazione propria dei laici che vivono nello stato coniugale (can. 226, § l)
1409
4. Associazioni di fedeli che si propongono l'incremento della vocazione cristiana
nel mondo (can. 215) 1365
Il - Le vocazioni ecclesiastiche
l . La pastorale delle vocazioni ecclesiastiche
- Un impegno dell'intera comunità cristiana 1451
- Grava in particolare sulle famiglie, sugli educatori, sui sacerdoti, sui parroci,
sul Vescovo diocesano 1451-1452, 1969
- Le vocazioni adulte 1453
2. Seminari minori e incremento delle vocazioni (can. 234, § l) 1461 ss.
3. Mezzi per consolidare la vocazione 1510,4°
4. La sensibilizzazione degli allievi del Seminario al problema delle vocazioni e ad
altri urgenti problemi della Chiesa 1543
5. La vigilanza del Vescovo diocesano sulla vocazione degli alunni del Seminario
1549
6. La vocazione divina è il primo requisito fondamentale di un candidato alla sacra
ordinazione 3675
III - Le vocazioni di vita consacrata
I. La vocazione alla vita consacrata è una vocazione speciale del Signore 2610
2. La cura del Vescovo diocesano per tali vocazioni 1969
3. Lo scopo del noviziato religioso, della prova iniziale negl'Istituti secolari e del
periodo di prova nelle Società di vita apostolica, è di accertare la vocazione
degli aspiranti e di coltivarla debitamente 2826, 3042, 3047
4. Il compito del maestro dei novizi e dei suoi cooperatori e l'impegno degli stessi
novizi 2842-2843
5. La cura dei Superiori anche per i colpevoli che si allontanano illegittimamente
dalla casa, affinché ritornino e perseverino nella loro vocazione 2895
6. I principali mezzi per rispondere fedelmente alla vocazione 3033-3035
7. Discrezione e prudenza nell'uso dei mezzi di comunicazione sociale, che po-
trebbero costituire una minaccia per la propria vocazione 2896
IV - Le vocazioni missionarie
I. La promozione di tali vocazioni nelle singole diocesi 3182
2. La particolare cura del Vescovo diocesano 1969

VOCE
I. A viva voce
- Concessione di grazie o favori, di facoltà, licenze, autorizzazioni, ecc. "vivae vocis
oraculo" 508
- Pie fondazioni fatte a viva voce 4750, I° e 3°
2. Voce attiva e passiva
- La perdita di voce attiva e passiva del religioso esclaustrato 2953
- Del religioso elevato alla dignità episcopale 2994
INDICE ANA LITICO 779

- La privazione "ipso iure " del diritto di voto nelle elezi on i 1141-114 2
- La privazione del dir itto di voto come pena espi atoria: è compresa nel can. 1336 (§ I,
n. 2) 4907,2° (cfr. can. 2291 , n. Il , de l Codi ce precedente)

VOL ONTÀ PIE


- V. " Pie volonta"

VOTAZIONE
1. Lo procedura negli atti collegiali
- V. "Atti collegiali", n. I
2. Lo votazione nelle elezioni a un. ufficio ecclesiastico
- V. "Elez io ne"
3. La votazione nella postulazlone
- Necessari i due terz i dc i voti 1193
- La formula 11 94-1 195
4. Alt re votazioni
- Per l'emanazione dei decreti generali da parte delle Con ferenze Ep isco pali 2 156
- Per la deliberazione dell a sentenza da parte de l tribun ale co lleg iale 516 3
- Per la dimissione di un relig ioso dall' Istituto 2979-2980
- Nei casi in cui il Superiore per porre determinati atti giuridici, è tenuto a chiedere il
"co nsenso" o il "pare re" a un co lleg io o a un ceto di persone 894, 896

VOTrV O
I . Don i votiv i: per la loro alienaz ione è necessaria la licenz a de lla Santa Sede 2803, 47 13,

2. Testim oni anz e votive dell' arte e della piet à popol are nei santuari: precauzion i di sicu-
rezza 444 3

VOTO
Prospe tto
I . Voto
2. Voto di cast ità pubbl ico
3. Volo cons ultivo
4. Voto deliberativo
5. Voto religioso fatto a Dio
n. Volo a se stesso
7. Votum pro rei veri tatc

VOTO
r- Il voto in senso religioso
- V. " VOlO religioso"
Il - Il voto come suffragio
- V. " Votaz ione"
III - Il voto come parere
l . Il voto che il Legato pontific io deve trasmettere alla Sa nta Sede, insieme co n la
"tema " de i cand idati alla nomina a Vescovo diocesano o a Vesco vo coa diutore
1941
780 INDICE ANALITICO

2. Il voto del tribunale e del Vescovo diocesano, da trasmettere alla Santa Scdc
insieme con gli atti dell'istruttoria compiuta, a norma del can. 1681, su un
matrimonio rato e non consumato 5721
3. Il voto che il Vescovo diocesano deve trasmettere alla Santa Sede insieme con
gli atti dell'istruttoria compiuta su una domanda di dispensa "su per rato"
5800-5803
4. Il voto della Conferenza Episcopale, perché il Vescovo diocesano ottenga dalla
Santa Sede la licenza di poter delegare dei laici ad assistere canonicamente ai
matrimoni 4084
5. Il voto dcI Moderatore supremo di un Istituto religioso, da trasmettere
all'autorità competente insicrnc con l'istanza del professo di voti perpetui, il
quale chiede di lasciare l'Istituto 2963
6. Il voto dci periti giudiziari 5492
7. Una proibizione relativa al direttore spirituale e ai confessori 1492
8. Voto o parere (consilium), necessario al Superiore per poter porre determinati
atti giuridici: v. "Parere"

VOTO di CASTITÀ PUBBLICO PERPETUO


l. Cenni storici 3929
2. Il fondamento e l'ambito dell'impedimento 3930
3. Definizione e condizioni del voto 3931
4. L'eventuale dispensa 3932
5. Sanzioni penali contro i religiosi che attentassero il matrimonio solo civile 3935
6. La professione religiosa di persone sposate 3936

VOTO CONSULTIVO
Hanno soltanto voto consultivo
I. I componenti del Sinodo dei Vescovi: can. 343
2. Le persone convocate ai Concili particolari, a termini dei cann. 443, §§ 3-5, e 444, § 2
3. Relativamente alle Conferenze Episcopali, occorre tener presenti i cann. 450, § l, e 454,
§2
4. Nel Sinodo diocesano, l'unico legislatore è il Vescovo diocesano, e tutti quelli che vi
partecipano, compresi i Vescovi ausiliari e lo stesso Vescovo coadiutore, hanno soltanto
volo consultivo: can. 466
5. A tutti i componenti del Consiglio presbiterale, del Consiglio pastorale diocesano e
parrocchiale, spetta solo il voto consultivo: can . 500, § 2, 514, § 1,536, § 2
6. I componenti del Consiglio episcopale (can. 473, § 4) 2210

VOTO DELIBERATIVO
Hanno diritto al voto deliberativo
l. Nel Concilio Ecumenico, per sé lutti e soli i Vescovi membri del Collegio Episcopale:
can.339 '
2. Nel Concilio particolare, plenario o provinciale, i Vescovi di cui nel can. 443, §§ 1-2
3. Per la Conferenza Episcopale, occorre tener presente il can. 454

VOTO RELIGIOSO FATTO A DIO


I - Il voto religioso in genere (cann. 1191-1198)
I. Concetto 4355
2. Il soggetto attivo e la sua capacità 4356
3. Nullità "ipso iure" dei voti emessi per violenza, timore grave e ingiusto o per
dolo 4356
INDICE ANALITICO 781

4. In caso d'ignoranza o di errore 4356


5. Distinzioni
- In rapporto alla forma: voti pubblici e privati, solenni e semplici 4357-4358
- In rapporto all'oggetto: voti personali, reali e misti 4359-4360
- In rapporto alla durata: voti temporanei e perpetui 4360
- In rapporto alla dispensa: voti riservati e non riservati 4360
6. Nell'attuale ordinamento, nessun voto privato è riservato 4360
7. L'obbligo personale del voto 4361
8. La soppressione del ean. 1310, § 2, del Codice precedente 4361
9. La gravità dell'obbligo 4362
IO. La cessazione del voto 4363
Il . Soppressa la cessazione del voto per "irritazione" 4364
12. La sospensione del voto 4365
13. La dispensa dai voti privati
-L'autorità eompetente 4367-4369 e nota l
- Condizioni 4371
14. La commutazione dei voti privati 4372
15. L'interpretazione dei voti 4370
16. I voti emessi prima della professione religiosa 4373
17. "Ex voto": v. "Doni votivi"
11 - Voti e vincoli di persone consacrate
l . Negl' Istituti di vita consacrata 2609
2. Negl'Istituti religiosi (professione religiosa) 2585, 2857-2858
3. Negl'Istituti secolari 2586, 2609, 3021
4. Nelle Società di vita apostolica 2587, 3064-3066
5. Nella vita eremitica 2678
6. Nell'ordine delle vergini 2680
7. Voti perpetui e temporanei 2694 e nota 2
III - Norme ulteriori
l. Il voto pubblico perpetuo di castità, emesso in un Istituto religioso di diritto
pontificio, costituisce un impedimento dirimente al matrimonio, la cui dispensa
è riservata alla Sede Apostolica, escluso il pericolo di morte 3928-3936
2. Il voto di ubbidienza del religioso e la particolare soggezione dovuta al Romano
Pontefice in virtù dello stesso voto 264 J -2642
3. Il voto di ubbidienza del religioso elevato all'episcopato 2993
4. L'effetto del voto di povertà nel religioso che ha rinunziato completamente ai
suoi beni 2907-2908
5. La cessazione dei voti o dei vincoli sacri, per l'indulto di lasciare l'Istituto o la
Società 2965-2966
6. La cessazione dei voti o dei vincoli per dimissione 2985-2986
7. In caso di passaggio ad altro Istituto 2985-2986

VOTO A SE STESSO
- Il divieto giuridico precedente di dare il voto a se stesso è stato abolito nel nuovo Codice
1153 e nota 5

VOTUM PRO REI VERITATE


l. Il "votum pro rei veritate" da parte del Vescovo, nei processi di dispensa "su per rate"
5800
2. Chiarimenti dcIIa Circolare della Congrego dei Sacramenti, 20 dico 1986 580 l e nota 13
782 INDICE ANALITICO

3. Il "votum pro rei veritate" nei processi di scioglimento del matrimonio "in favorem fidei"
5829-5830

ZELO PASTORALE
l . Lo zelo delle anime, tra le qualità richieste nei candidati all'episcopato 1945, l o
2. Nei candidati all'ufficio di parroco 2441, 2 0
3. Lo zelo per la giustizia nel difensore del vincolo e nel promotore di giustiz ia 5184
4. Zelo o sollecitudine pastorale
- Del Vescovo diocesano: v. "Vescovo diocesano ", passim
- Del Vescovo coadiutore e ausiliare: can. 407, § 3
- Del vicario foraneo: can. 555, § 2, n. 2
- Del parroco: can. 459
- Dei vicari parrocchiali: can. 545 , § l
- Del Superiore religioso: cann. 619,665. § 2
- Dei pastori d'anime: can. 771

ZINGARI
l . I Cappellani dei nomadi (can. 658) 2400
2. L'Opera di assistenza operante in Italia (OASNI): Enchir. CEI, voI. 3, pp. 681-70 I

ZONA PASTORALE
- Distretto più ampio, comprendente più foranie 2524
INDICE GENERALE

Libro VII
I PROCESSI

Il VII libro del Codice

Parte I: I giudizi in generale


lo Prospetto della materia 4
20 I canoni introduttivi (cann. 1400-1403) 5
3. Il foro competente (cann. 1404-1416) 9
4. I diversi gradi e le diverse specie di tribunali (cann. 1417-1445) 18
- Nozioni e canoni preliminari (cann. 1417-1418) 18
- Il giudice di prima istanza (cann, 1419-1427) 21
- Gli uditori e i relatori (cann. 1428-1429) 33
- Il promotore di giustizia, il difensore del vincolo e il notaio (cann,
1430-1437) 35
- Il tribunale di seconda istanza (cann. 1438-1441) 41
- I tribunali della Sede Apostolica (cann. 1442-1445) 44
5. La disciplina da osservarsi nei tribunali (cann, 1446-1475) 51
- Obblighi del giudice e dei ministri del tribunale (cann, 1446-1457) 51
- L'ordine della trattazione delle cause (cann. 1458-1464) 59
- I termini e le dilazioni (cann. 1465-1467) 63
- Il luogo del processo (cann. 1468-1469) 65
- Le persone da ammettere in aula (cann. 1470-1471) 66
- La redazione e la conservazione degli atti (cann. 1472-1475) 68
6. Le parti in causa (cann. 1476-1490) 70
- L'attore e il convenuto (cann. 1476-1480) 71
- I procuratori giudiziari e gli avvocati (cann. 1481-1490) 75
7. Le azioni e le eccezioni (cann. 1491-1500) 83
- Le azioni e le eccezioni in genere (cann. 1491-1495) 83
- Le azioni e le eccezioni in particolare (cann. 1496-1500) 88

Parte II: Il giudizio contenzioso


Introduzione
I - Il giudizio contenzioso ordinario (cann, 1501-1655) 90
l. L'introduzione della causa (cann, 1501-1512) 92
- Il lihell o introdutti vo dell a lite (eann. 150 1-1506) 92
- La citazione delle parti e l' intim azion e o no tifica degli alli giud i-
ziari (ea nn. 1507-151 2) 98
2. La co ntestazione della lite (eann. 1513-1516) 102
3. L'istanza (eann. 1517-1525 ) 106
4. Le prove (ca nn. 1526-1 586 ) III
- Principi e norm e di carat tere ge nera le (cann. 1526-1 529 ) 112
- Le dich iarazi oni dell e parti (ca nn. 1530-1 538) 114
- La prova docum entale (eann. 1539-1546) I 19
- La pro va testimoniale (eann. 1547-1573) 124
- Pe riti c perizie (eann. 1574-15 81) 141
- L' accesso e l'ispezi one (cann. 1582- 1583) 145
- Le presun zion i (cann. 1584-1 586) 146
5. Le ca use incidentali (ca nn. 1587-1597) 149
6. La fase dibattim ent ale (ca nn, 1598-1606) 155
- La pubbl icazione degli alli (ca n. 1598) 156
- La conclusion e in cau sa (cann . 1599-1600) 158
- La discussion e della causa (ca nn. 1601-1606) 159
7. Le pronunzie del gi udice (ca nn. 1607 -16 18) 162
8. L 'impugnazion e dell a sentenza (cann. 1619-1 640) 174
- La querela di nulli tà (cann. 1619-1 627) 175
- L'appello (ca nn. 1628-1640) 18 1
9. La "res indi cata" e la "rcstitutio in integrum " (ca nn. I64 I- 1648) 189
lO. Le spes e gi udiziarie e il gratuito patro cini o (ca n. 1649) 196
Il. L' esecuzione della se ntenza (cann. 1650-1 655) 198

II - Il processo contenzioso orale (ca nn. 1656-167 0) 202

Parte 111: Alcuni processi speciali


I - I processi matrimoniali (ca nn. 1671 -1707) 2 10
I . Le ca use per la dich iarazione di null ità del matrimon io (ca nn .
1671 -1691 ) 21 I
- Introduzione 2 11
- Il foro competente (cann . 1671-1673) 2 12
- Il diritto d'i mpugnare il matr imonio (ca nn. 1674-1675) 214
- Il co mpito dei giud ici (ca nn. 1676-1 677 ) 216
- Le pro ve (cann. 1678-1680) 2 18
- La se ntenza e l' appello (eann. 168 1-16 85) 220
- Il processo do cumentale (cann . 1686- 1688 ) 224
- Norme generali (cann. 1689-1 691) 228
- Tribunali reg ionali in Italia 229
- Norme co ncorda tarie 230
2. Le ca use d i se parazione dei co niugi (cann, 1692-1696) 233
3. Il processo matrimoni ale di dispensa "super rato" (ca nn. 1697-17(6) 238
4 . Il processo di sciog limento del matr imon io a favore dell a Fed e 253
5. Il processo d i morte presunta del coniuge (can, 1707) 259

II - Cause di nullit à della sacra ordinazione (ca nn. 1708-171 2) 263


- Il "i us accusandi " (ca n. 1708 ) 263
- La competenza della Santa Sede (can. 1709) 264
- La procedura giudiziaria (can. 1710) 265
- L'intervento del difensore del vincolo (can. 1711) 266
- La duplice sentenza conforme (can . 1712) 266
III - Modi per evitare i giudizi (cann . 1713-1716) 267

Parte IV: Il processo penale


l. Introduzione 270
2. L'indagine previa (cann. 1717-1719) 271
3. Lo svo lgimento del processo (cann. 1720-1728) 274
4. L'azione per il risarcimento dei danni (cann . 1729-1731) 280

Parte V: Procedure amministrative


I. Il ricorso contro i decreti amministrativi (cann. 1732-1739) 282
2. La rimozione e il trasferimento dci parroci (cann. 1740-1752) 291

INDICE ANALITICO 305

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