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CIBO CRUDO

e VEGAN
Tutto quello che devi sapere
per mangiar sano e vivere in forma

Consigli,ricette,piccoli
segretiincucinaedincosme
si
Finito di stampare nel mese di Agosto 2014 © 2014 by Theta Edizioni srl
edizioni
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Stampa e legatura _______________
Dedicato a tutti coloro che cercano di fare la differenza nel mondo

Desiderata
Procedi con calma
tra il frastuono e la fretta
e ricorda quale pace possa
esservi nel silenzio.
Per quanto puoi, senza cedimenti,
mantieniti in buoni rapporti con tutti.
Esponi la tua opinione, con tranquilla chiarezza,
e ascolta gli altri: pur se noiosi e incolti,
hanno anch’essi una loro storia.
Evita le persone volgari e prepotenti:
costituiscono un tormento per lo spirito.
Se insisti nel confrontarti con gli altri,
rischi di diventare borioso e amaro,
perché sempre esisteranno individui migliori e peggiori di te. Godi dei tuoi
successi e anche dei tuoi progetti.
Mantieni interesse per la tua professione,
per quanto umile: essa costituisce,
un vero patrimonio nella mutevole fortuna del tempo. Usa prudenza nei tuoi
affari, perché il mondo è pieno d’inganni. Ma questo non ti renda cieco a
quanto vi è di virtù: molti sono coloro che perseguono alti ideali e
dovunque la vita è colma di eroismo. Sii te stesso.
Soprattutto non fingere negli affetti.
Non ostentare cinismo verso l’amore, perché,
pur di fronte a qualsiasi delusione e aridità,
esso resta perenne come il sempreverde.
Accetta docile la saggezza dell’età,
lasciando con serenità le cose della giovinezza.
Coltiva la forza d’animo,
per difenderti nelle calamità improvvise.
Ma non tormentarti con delle fantasie:
molte paure nascono da stanchezza e solitudine.
Al di là di una sana disciplina,
sii tollerante con te stesso.
Tu sei figlio dell’universo
non meno degli alberi e delle stelle, ed hai pieno diritto d’esistere. E,
convinto o non convinto che tu ne sia,
non v’è dubbio che l’universo si stia evolvendo a dovere. Perciò sta’ in pace
con Dio,
qualunque sia il concetto che hai di Lui.
E quali che siano i tuoi affanni e aspirazioni,
nella chiassosa confusione dell’esistenza,
mantieniti in pace col tuo spirito.
Nonostante i tuoi inganni,
travagli e sogni infranti,
questo è pur sempre
un mondo meraviglioso.
Sii prudente.
Sforzati d’essere felice.
“Manoscritto del 1692 trovato a Baltimora nell’antica chiesa di San Paolo”
Prefazione
a cura di Valdo Vaccaro
Due magnifiche donne e due autrici di prestigio. Un onore per me
presentare la loro opera.

Carol Saito è una ricercatrice internazionale che non ha bisogno di


presentazioni. Il suo brillante curriculum attesta le sue posizioni e i risultati
conseguiti in concreto. Quando poi ci sono stati anche per lei dei problemi
di sovrappeso e di diabete, non ha esitato a rimettersi in discussione
dimostrando umiltà e apertura mentale, cercando soluzioni non tanto nel
referenziato mondo della medicina e nemmeno in quello non meno
blasonato della naturopatia, ma piuttosto nelle idee salutiste e
controcorrente di un autore privo di referenze, al di fuori di Alimentazione
Naturale, un testo fresco di stampa nel 2008.
Il recupero della forma psico-fisica ha comportato per Carol non solo una
drastica riduzione di peso, ma anche un surplus di energia mentale,
tradottosi nella voglia di scrivere un libro specifico destinato ad avere
successo.

Annamatilde Baiano è un’ imprenditrice motivata e altamente professionale


che ha saputo portare la sua attività al livello di prima azienda nazionale
operante nel settore del cibo crudo biologico, un azzardo economico ma
solo in apparenza, visto che si è rivelato scelta vincente sia per la salute in
famiglia, che per i tanti amici che la seguono sul sito www.cibocrudo.com

Non la tirerò alla lunga e non ruberò spazio al testo di Carol e di


Annamatilde con una noiosa prefazione. Dirò soltanto che il loro lavoro si
inquadra armonicamente in quel flusso di formidabili testimonianze che
arrivano via internet dalla parte sana dell’America, e che ognuno dotato di
minima familiarità con la lingua inglese può captare sul sito
http.youtu.be/U6LeiMbq31M.
Prefazione - Due magnifiche donne e due autrici di prestigio. Un onore per me presentare la loro
opera.

Oltre alle sbalorditive immagini di Annette Larkins, 70 anni suonati col


fisico e la grinta di una quarantenne in superforma, e alle imprese del
maratoneta ultracentenario indiano Singh, ci sono le interviste al Leonard
Coldwell, che vanta 67000 guarigioni generali e 35000 guarigioni di cancro
in Europa, record continentale ed imbattibile di successi, inclusi pazienti
presi “stile Max Gerson” dai reparti terminali, con prognosi disperate di
poche settimane di vita. Tolto lo stress e la paura, eliminate le fatiche
digestive e le ostruzioni metaboliche, reinserite la speranza e la
motivazione, i successi fioccano da soli. Interessante la sua filippica contro
i micro-onde, usati diffusamente dalla gente, disinformata e ignara che ogni
cibo cotto in quel modo diventa tossina e diventa causa prima di diabete,
per lo stress enzimatico a danno del pancreas.
Un dettaglio fondamentale è che Coldwell guarisce senza trattare la
malattia, senza mascherare il sintomo, ma andando alla Root Cause, ossia
alla radice della causa, stimolando il corpo, la mente e il sistema
immunitario. La famosa cura della non-cura, il tanto bersagliato e
contestato sistema valdiano.
Tanti pezzetti di verità che messi assieme finiranno per diventare mosaico
di verità e di coerenza terapeutica. Essere parte di questo mosaico ideale,
con le nostre parole, col nostro buon esempio e coi nostri scritti, significa
rispettare il nostro corpo, la natura e l’ecosistema.
Lo scopo non sta solo nella soddisfazione di essere nel giusto, di smentire le
falsità, i silenzi e le ipocrisie degli avversari, e di sentirci dire “bravo hai
vinto”; tutte cose ottime ma che potrebbero anche non bastare. Sta
soprattutto nella gioia indescrivibile del donare a se stessi e al proprio
sistema immunitario una valida motivazione per vivere meglio e per
reggere all’usura del tempo. Longevità costruttiva non significa affatto
vegetare e spegnere banali candeline, o diventare fenomeni da baraccone
che lasciano a bocca aperta gli increduli, ma significa piuttosto rendersi utili
alla causa fino all’ultimo istante e anche dopo.
Valdo Vaccaro

Free and Independent School of Behavioural and Nutritional Sciences


Scuola Libera e Indipendente sulle Scienze Nutrizionali e Comportamentali

Direzione Tecnica AVA - Roma


(Associazione Vegetariana Animalista) Direzione Tecnics ABIN - Bergamo
(Associazione Bergamasca Igiene Naturale)

CAPITOLO 1
CAPITOLO 2
CAPITOLO 3
CAPITOLO 4
CAPITOLO 5
CAPITOLO 6
CAPITOLO 7
CAPITOLO 8
CAPITOLO 9
CAPITOLO 10
CAPITOLO 11 CAPITOLO 12
Indice
Sappiamo davvero cosa comperiamo e quindi Pag. 17cosa mangiamo?
Gli additivi Pag. 25
Che cosa significa essere vegani o vegani Pag. 31crudisti?
Come conservare un cibo crudo e perchè Pag. 37
L’uomo nasce onnivoro, vegetariano, Pag. 43vegano o fruttariano?
Il Latte Pag. 51
Le uova Pag. 65
Consigli per rendere la transizione alla vita Pag. 69vegana facile e divertente
Il pH del nostro corpo e come influisce Pag. 83sulla nostra salute
Una scelta etica e per il “ben....essere” Pag. 87
Il consumo di carne e la fame nel mondo: Pag. 97quanto costa davvero la carne?
La diatriba sulla vitamina B12 Pag. 101 CAPITOLO 13 Gli Oligoelementi
Pag. 113
CAPITOLO 14 La leucocitosi digestiva Pag. 119
CAPITOLO 15 Perchè essere vegan? Pag. 123
CAPITOLO 16 I colori nel cibo sono importanti! Pag. 129
CAPITOLO 17 I bambini e le verdure. Aiutami a crescere! Pag. 133
CAPITOLO 18 Qualche alimento meno conosciuto, utilizzi in Pag. 137cucina e
in cosmesi
CAPITOLO 19 Spezie usate in cucina e proprietà Pag. 153
CAPITOLO 20 Alcuni “Superfoods” che troviamo nella nostra Pag.
157alimentazione mediterranea

CAPITOLO 21 Gli agrumi, le varietà, i nutrienti e... i detersivi!


Ecologia Applicata - Detersivi per la casa....fatti Pag. 161 in casa, Cosmesi
e “cure” naturali

CAPITOLO 22 Ricette vegane Pag. 180


CAPITOLO 23 Cosa mangia un crudista Pag. 201
CAPITOLO 24 La cucina dello Chef crudista Pag. 205
CAPITOLO 25 Ricette crudiste Pag. 208
*
Chi è vegano, vegano crudista, fruttariano o vegano tendenzialmente
crudista, spesso è costretto a sentire ridicole affermazioni da quelli che
solitamente conducono una vita da onnivori, che si è dimostrata tipicamente
malsana.

Ma è altrettanto vero che conosco alcuni vegani, crudisti, fruttariani, che


vogliono solo avere “un’etichetta” senza però fare i “sacrifici necessari”.
Di quali sacrifici sto parlando?

Ad esempio “perdere tempo” per leggere gli ingredienti sui prodotti che
acquistiamo abitualmente, il fatto che mangiare crudo suggerisca che gli
alimenti biologici siano sicuramente da preferire, ma che spesso biologico è
sinonimo per molti di “troppo costoso” e quindi diventa la scusa per non
ricercarli, ma semmai evitarli. Tuttavia, basta guardare il risparmio nel
nostro carrello della spesa dato dalla mancanza di salumi, carne, pesce,
uova, pollo, tacchino, formaggi, yogurt, latte, pane, prodotti della
panificazione contenenti strutto o grassi idrogenati, dolci e merende pronti,
pasta fresca all’uovo, gnocchi (quasi tutti quelli pronti contengono uova)
burro… tutti prodotti lavorati che fanno di molto lievitare la spesa!
Guardate un “normale carrello della spesa americano” (da
www.womenshealthmag.com)
Ora un carrello di spesa biologica per vegani crudisti:
Secondo voi, tra i due carrelli, chi ha speso di più, senza nemmeno fare
i conti con la calcolatrice?
Capitolo 1

Sappiamo davvero cosa comperiamo e quindi cosa


mangiamo?
*
Purtroppo la cultura, e l’industria alimentare ancora di più, ha inserito
prodotti artificiali e chimici in ogni dove.
Ad esempio quando comperiamo il pane, spesso troviamo un numero di
ingredienti esagerato, quando basterebbero acqua, farina, sale e lievito!

Andate a leggere le etichette del pane industriale la prossima volta che fate
la spesa e ci saranno ingredienti che vedrete e vi sorprenderanno, ma
soprattutto altri che non vedrete perchè sono i cosiddetti ingredienti nascosti
(e come tali rimangono perchè non hanno un peso degno di nota per essere
elencato).

Leggendo qui e là, mi sono fatta un’idea…anche se buono di sapore, il pane


industriale è, oltre la farina, un agglomerato di ingredienti che fanno
abbastanza paura...

La sin troppo ovvia necessità di trarre un profitto su un bene di prima


necessità come il pane, porta necessariamente ad uno scadimento notevole
della qualità, non soltanto perchè gli ingredienti di base sono di scarsa
qualità, a causa dell’aggiunta di additivi che servono per la preparazione
industriale, che deve avere tempi industriali e non artigianali e servono per
aumentare la conservazione non naturale del pane.

Se fosse solo un problema organolettico la cosa si potrebbe ancora, ancora,


tollerare. Purtroppo ci troviamo di fronte ad uno dei tanti casi in cui gli
ingredienti usati non sono propriamente in linea con i concetti di buona
salute nell’alimentazione. Ma entriamo nel particolare per far comprendere
come uno dei prodotti più usati può non essere salutare.

A volte il pane è gommoso, quasi ha la mollica umida e scommetto che non


sono l’unica che l’ha notato... ebbene, la cosa è dovuta all’uso nella
lievitazione di bacilli sporogeni (ad esempio il mesentericus vulgaris), che
di solito si origina da grano troppo umido o da lieviti contaminati.

Quante volte capita di leggere cose simili:


2012-12-13 – San Prisco di Giuseppe Perrotta; blitz dei Nas in un panificio
di San Prisco. Sequestrati 400 kg di pane (Redazione di noi.caserta.it).
Ma cosa ci troveranno mai in un prodotto che dovrebbe essere farina,
lievito, sale e acqua?

In realtà, non solo a San Prisco, ma ovunque si trova di tutto nella farina
impiegata per il pane: elevate concentrazioni di nitrati e di fosfati, muffe,
larve e parassiti, persolfato di ammonio, cloruro di benzoino, bromato di
potassio, perborato di sodio e altre sostanze chimiche usate per lo
sbiancamento della farina o per aumentare la fermentazione.

Dal presidente dei panificatori di Napoli arriva infine la segnalazione che in


Campania si sta diffondendo l’uso di copertoni di auto e di camion per
alimentare i forni a costi minori. Vi riporto questo a fianco. Sempre per
dovere di cronaca: il seguente articolo apparso su La Repubblica è a dire
poco agghiacciante. Riporto il testo intero per dovere d’informazione.

Copertoni e bare nei forni romeni: così cuoce il nostro pane low cost.
Alla manifestazione “Mangio e Bevo il mio Territorio” abbiamo conosciuto
Paolo Berizzi un giornalista del quotidiano “La Reppubblica” che a gennaio
in seguito ad una sua inchiesta sul pane venduto dalla grande distribuzione
alimentare e dalle mense, ha scoperto che la maggior parte del pane viene
prodotto in Romania. Appena cotto viene congelato, impachettato e spedito,
poi quando arriva a destinazione viene scongelato a temperature superiori a
200° e venduto. In alcuni casi ha scoperto che il pane viene cotto usando
legna che proviene da scarti di lavorazione delle bare e addirittura, come
nella più classica tradizione camorrista, usando dei copertoni. Questo è
veramente allucinante! Sarebbe stato utile se il giornalista nell’articolo
avesse citato anche le catene che lo vendono. Attenzione al pane che
mangiamo ed aggiungo attenzioni ai lieviti usati, ma di lieviti parleremo in
futuro.

Intanto vi proponiamo l’articolo per intero uscito il 22 gennaio 2012 su


“La Repubblica”:
<<NON è vero che per arrivare all’alba non c’è altra via che la notte: nei
forni della Transilvania, quando nasce il sole, il pane è già partito. Lo
sfornano, lo congelano, lo impacchettano. E lo spediscono in Italia. Tutti i
giorni.
A tutte le ore. Sui Tir frigoriferi e in aereo quello diretto a Nord (molto
Veneto e Friuli Venezia Giulia). Via Croazia, e poi attraverso l’Adriatico, se
va al Centro o a Sud. A San Marino importato dalla camorra per le mense
scolastiche. In Sicilia, in Abruzzo, nel basso Lazio. Altro che truffe
telematiche: è la baguette il nuovo miracolo romeno. Ma non si deve dire.
Perché con la globalizzazione, in certe filiere alimentari, l’ufficialità può
essere sconveniente. E così come in una favola ancora da scrivere il filone
di Dracula - costo: meno della metà di quello italiano; durata: due anni; giro
d’affari: 500 milioni - diventa un segreto di Pulcinella. Tutti lo sanno, ma è
più commerciale dissimulare. «Non abbiamo rilasciato licenze per esportare
pane in Italia», dice Grigore Onaciu, capo della direzione agricola di Cluj
Napoca. Intrigante la versione dell’associazione panificatori: «Non
sappiamo se qualche azienda vende in Italia». Sembrano cadere dalle
nuvole anche negli uffici della sanità alimentare: «Autorizzazioni? Boh...».
Come mai questa linea d’ombra se poi nei nostri super e ipermercati le
derrate di pane romeno precotto vanno alla grande e al Nord un filone su
quattro arriva da qui? «Può sembrare insensato, ma troppa pubblicità è
negativa», spiega un esportatore che lavora per quattro grandi forni sparsi
tra Timisoara, Bucarest e Cluj.
Nei periodi di crisi, la concorrenza, sleale, fa più paura. «Gli ipermercati
italiani mollerebbero, e calerebbero le ordinazioni. Ci paragonerebbero a
una piccola Cina, e invece siamo un Paese comunitario». Più che una
commedia degli equivoci pare un gioco delle parti. E dunque: il viaggio del
pane dell’Est conviene raccontarlo al contrario. Partendo dalla data di
scadenza, da quei numeri stampati su confezioni essenziali: contrappasso
perfetto del packaging ammiccante dei nostri marchi. Una sola scritta.
Impressa dalla grande distribuzione per rassicurare restando sul vago:
«Prodotto sfornato e confezionato in questo punto vendita». Mavalà.
Prodotto sfornato e confezionato qui, lungo il Danubio, nella gelida
Transilvania di cui Cluj è stata capitale (oggi con le sue università e la sua
azienda siderurgica è la terza e più evoluta città della Romania). E a
Costanza, e a Timisoara dove ormai ci sono più imprese italiane che
romene, e nella vecchia zona industriale di Bucarest. Immaginate una filiera
unica. Con due linee produttive. Una moderna, tecnologicamente
all’avanguardia. Come questo bestione inaugurato tre mesi fa a Campia
Turzii, mezz’ora di macchina da Cluj. La Lorraine. Una joint venture belga-
romena per un impianto modello costato 14 milioni (5 dall’Unione europea)
che viaggia a una velocità oraria di 1250 kg di pane. Tutto è automatizzato:
dall’impasto dei cereali al confezionamento. Cuociono a 205 gradi, poi una
botta a meno 25. I dieci operai sembrano tecnici dei Ris, la pulizia è
maniacale. Pensi ai disastri di Ceausescu e invece ti trovi davanti una
Cupertino del pane. Dice il viceconsole italiano, Radu Pescaru: «Loro sono
un gioiellino. Poi però ci sono anche realtà diverse». Già. A 440 chilometri
da Cluj, ecco le banlieues industriali di Bucarest. Nei forni a gestione
familiare - ma che immettono merce nei pochissimo snob binari dell’export
- filoni e baguette li cuociono replicando o forse ispirando certe abitudini
camorristiche napoletane: si utilizza legna di dubbia provenienza, scarti di
bare, residui di traslochi e scheletri di fabbriche dismesse (sono migliaia).
Persino pneumatici. Le celle frigorifere finiscono il lavoro. Un chilo di pane
costa 60-80 centesimi. Massimo, 1 euro. Qui come a Timisoara. A Venezia
ce ne vogliono 3,87. Il risultato sono i 4 milioni di chili di pane surgelato
prodotti ogni anno da queste parti. Dicono i consumatori di pane low cost
che dopo il ritorno in vita nel fornetto - otto minuti a 210 gradi, - fa la sua
figura. Il mercato ci crede. Più della metà dei filoni che mangiamo nelle
mense e nei bar vengono dai forni di Romania, Moldavia, Slovenia. «C’è
molta omertà - ragiona Luca Vecchiato, il più antico forno di Padova, già
presidente nazionale di Federpanificatori - la nostra denuncia e l’inchiesta
di Repubblica hanno scoperchiato un vaso di Pandora. Adesso si sono
chiusi tutti a riccio». Va detto, ed è questo che fa imbestialire i 24 mila
fornai italiani, che le importazioni sono perfettamente conformi alla legge.
Finché l’Europa non imporrà l’obbligo di indicare la provenienza del
prodotto in etichetta, chi fa arrivare pane da fuori può vivacchiare con quel
generico «sfornato e confezionato in questo punto vendita». Ben sfornati in
Romania.>>
fonte: La Repubblica

Insomma, il nostro caro pane che ho preso ad esempio per accendere in voi
la lampadina, sarebbe anche buono se lo facessimo con ingredienti e
procedimenti naturali ed usati da sempre.

Altro esempio: se invece comperate cereali tipo quelli per la colazione,


senza dire nomi e prendendo appositamente un’etichetta “X” qualsiasi di un
prodotto americano (che comunque importiamo) diamo un’occhiata agli
ingredienti di questi cereali a fianco.
Un elenco di additivi chimici da far rabbrividire chiunque! Ed è triste
sapere che questo è un cereale per la colazione comune che si trova nei
supermercati.

Chi sa leggere un pochino di inglese vedrà che ben SEI tra i primi otto
ingredienti elencati sono zuccheri! E la farina? Una “farina di frumento” o
“farina di grano arricchito” non è tecnicamente diversa dalla comune farina
bianca. I produttori semplicemente prendono il grano integrale, tolgono 11
vitamine e minerali, quindi aggiungono sostanze chimiche sintetiche che
rappresentano solo quattro vitamine e un minerale… insomma state attenti
anche quando leggete integrale, perché c’è integrale ed integrale!

Ecco la matematica nutrizionale: grano integrale - 11 nutrienti + 5 = grano


“arricchito”. Così facendo, i prodotti di grano”arricchiti” sono stati
depauperati delle vitamine naturali e minerali che si trovano in tutto il
grano!
Ciò significa anche che il 98% di questo alimento è farina raffinata,
zucchero, olio, e glicerina con un pizzico di vitamine, “qualche”
conservante, coloranti e aromi artificiali: che mix nutriente!!!

Andiamo avanti: cosa si trova in molte marche di gnocchi? Fiocchi di


patate, semola, uova, amido di mais, latte scremato, addensanti,
conservanti...quando per fare gli gnocchi bastano 3 ingredienti: patate,
farina e un pizzico di sale.

Ora prendiamo i grissini e ahimè, cosa possiamo trovare? Lo strutto! Se vi


faceste i grissini in casa ci mettereste lo strutto? Lo strutto (altrimenti detto
sugna), è il grasso derivato da diverse parti del maiale, e si ottiene fondendo
i suoi tessuti adiposi fino a una consistenza compatta. Io ci metterei, ma
anche molte massaie saranno della stessa opinione, l’olio extra vergine
d’oliva. E voi?

Non voglio citare la marca, anche se qualcuno la troverà se ha un occhio


allenato. Ma attezione: un vegano si illude di poter mangiare grissini se sul
fronte è dichiarato “con margarina vegetale” se poi sul retro si trova questa
dicitura:

GRISSINI TIPO 0 CON MARGARINA:


farina di grano tenero tipo “0”, margarina 7% (olio di palma 3,2%, olio di
soia parzialmente idrogenato 2%, strutto 1,8%) estratto di malto, sale,
lievito.
Vediamo anche cosa troviamo in alcune marche di cioccolato fondente:
burro anidro (burro o panna concentrato dove si elimina acqua e sostanze
solide per ottenere una sostanza pura al 99,8%). Il cioccolato fondente
dovrebbe contenere solo gli ingredienti caratteristici del cioccolato (pasta di
cacao, burro di cacao, zucchero), ma molte marche anche note, ci
aggiungono burro anidro.

E’ un po’ come quando i diabetici cercano cibi senza zuccheri: quasi


impossibile, anche perchè la conservazione stessa di molti prodotti richiede
aggiunta di zucchero.
Quindi dove sono i prodotti senza zuccheri? Quelli appunto...
Vogliamo parlare dell’ingannevole scritta “senza zucchero” in alcune
marche di vari prodotti? Dal Corriere della Sera 7 febbraio 2013
• Salute >
• Nutrizione >
• Alimenti «senza zucchero» denunciati all’Antitrust perché ingannevoli
• L’iniziativa di altroconsumo: Alimenti «senza zucchero» denunciati
all’Antitrust perché ingannevoli- Dalle merendine ai succhi di frutta, dai
biscotti al cioccolato: 40 prodotti nei supermercati che «illudono»
l’acquirente

Ma dello zucchero in particolar modo parleremo approfonditamente più


avanti.

Dopo una prima carrellata di prodotti molto comuni che spero sia stata utile
per capire che il nome del prodotto non indica né buona qualità né che gli
ingredienti inseriti siano solo quelli che ipotizziamo, voglio mostrarvi altri
esempi di sottoprodotti nascosti e non elencati o specificati.

Iniziamo.

Le caramelle possono contenere gelatina (addensante ricavato dalle ossa,


dalle pelli e dai tendini degli animali macellati): le caramelle gommose ai
frutti e quasi tutte le mentine contengono gelatina, pensateci prima di darle
ai vostri bambini! La gelatina può essere usata anche per confezionare
marmellate e dolci in genere. Per chi non avesse idea di come vengono fatte
le gelatine o la colla di pesce (che ha questo nome perchè inizialmente
prodotta in Russia partendo dalla vescica natatoria dello storione e/o pesci
affini e dalla cartilagine di pesce), voglio farvi vedere una bella immagine
che vi mostri da dove proviene il gelificante di quelle “gustose” caramelle
gommose, delle gelatine per le torte, delle marmellate…ecco l’immagine
che rende l’idea perfettamente!
Che resta da fare? Fatevi le vostre marmellate che sono facili e veloci da
fare (mettendo una mela o un limone avrete una pectina naturale) o
prendete quelle lavorate artigianalmente, o mangiate frutta fresca,
comunque aiuterete la produzione locale e vi farete un regalo salutare!
I chewing gum possono contenere glicerina animale (derivato del processo
di saponificazione dei grassi animali).
Le margarine dette vegetali possono contenere olio di pesce o di altri
animali marini, e molte contengono siero di latte in polvere, grassi
idrogenati (cioè chimici e quindi… evviva la salute!!!).
E qui, mi soffermo solo un attimo sulla margarina. Sappiamo tutti che
l’idrogenazione comporta la creazione di acidi grassi saturi. Tutto sommato
se vogliamo guardare dal punto di vista del nostro “ben...essere” meglio
evitarla o ridurla al minimo e solo ogni tanto, quando “lo sgarro” fa meglio
della privazione. Un consiglio: i dolci vengono bene o meglio anche con
l’olio.
Capitolo 2

Gli addittivi
*
Vi sono numerosi ingredienti di origine animale usati per la produzione
alimentare, spesso anche definiti nascosti dico io sotto forma di sigle
tecniche: sono i famosi additivi.

La definizione di additivo é:
“sostanza che viene aggiunta volontariamente ad un alimento per ottenere
un effetto tecnologico”, ad esempio il miglioramento della qualitá di
cottura, un colore e un sapore piú intensi, la facilitá di addensamento, una
scadenza piú lunga e molto altro. Sostanze che contaminano il prodotto e
che non sono originariamente intese per l’inserimento nel prodotto non
sono definibili come additivi.
Gli additivi devono essere ammessi dalla legge.
Alcuni ingredienti sono in realtà definiti come non-ingredienti, ad esempio
enzimi e sostanze ausiliari tecniche, che non devono necessariamente essere
inseriti nella lista degli ingredienti. La dichiarazione degli additivi nella
lista degli ingredienti dipende dallo scopo tecnologico che questi additivi
hanno. Ad esempio, se un succo di frutta viene prodotto con l’utilizzo di
uno o più tipi di frutta con l’aggiunta di conservanti, questi dovranno far
parte della lista degli ingredienti.
Se questo succo di frutta però viene utilizzato nella produzione di uno
yogurt, la quantità di conservanti non é sufficiente a conservare l’intero
yogurt. In tal modo il conservante perde il suo scopo tecnologico e non
necessita quindi di essere inserito nella lista degli ingredienti! Sembra una
beffa, ma questa è la legge.
Codice Nome Alimenti in cui è impiegato Informazioni
E100 Curcumina E101 Riblofavina

Mostarde, dadi per brodo, minestre pre confezionate, curry


Biscotti, dolci, prodotti del latte

E102 Tartrazina Dolci, sciroppi, bibite, conserve vegetali (non di pomodoro)

E104 Giallo di chinolina Caramelle, bibite, liquori, gelati

Giallo arancio S (hanno E110 medesimi effetti E122,


123, 124, 151, 180) Bibite, sciroppi, dolci, gelati, ghiaccioli
E120 Cocciniglia Aperitivi, liquori, yogurt (nominato nell’articolo)

E132 Indigotina Gelati, ghiaccioli, frutta candita

E150 Caramello Gelati, bibite tipo cola, liquori, dolciumi


Dati insufficienti su tossicità

Presente come vitamina B2


Controindicato per chi è allergico all’acido acetilsalicilico (aspirina) e per chi soffre di asma
Leggermente tossico
Controindicato per chi è allergico all’aspirina e per gli asmatici. Può provocare eruzioni cutanee
Colorante ottenuto per essiccazione di un insetto. In alcune persone può causare allergia
Leggermente tossico
E’ ottenuto trattando gli zuccheri con il calore e sostanze chimiche come ammoniaca. Possibile
effetto cancerogeno della variante E150D

Acido sorbico (hanE200 no medesimi effetti


E201,202,203)
Acido benzoico (hanno E210 E210
219)
Formaggi, burro, margarina, pane in cassetta, aceto, crema per pasticceria, gnocchi industriali

Bevande a base di succo di frutta, conserve di pesce


Conservante antimuffa, non tossico

Ha azione antimuffa . Ha presentato qualche rischio per eventuale ingestione di forti dosi

E220 Anidride solforosa

Sodio solfito (hanno meE221 desimi effetti E222, 223,


224, 226, 227, 228) Conserve di pesce, frutta secca, sott’aceto e sott’olio, marmellate, aceto, vini,
succhi di frutta, funghi secchi, fiocchi di patate
Conserve di pesce, frutta secca, sott’aceto e sott’olio, marmellate, aceto, vini, succhi di frutta, funghi
secchi, fiocchi di patate
Perdita del minerale calcio, distruzione della vitamina B1 e irritazione della mucosa intestinale

Mal di testa e reazioni di sensibilità, debolezza, respirazione faticosa, tosse e ansimazione

E249

Nitrito di potassio (ha medesimo effetto E250) Carne in scatola, insaccati crudi stagionati, insaccati
cotti
E251 Nitrato di sodio

Potenzialmente pericoloso perché può combinarsi con altre sostanze (ammine) generando
nitrosammine, sostanze ad effetto cancerogeno per molti animali

E450 Polifosfati Carne in scatola, insaccati crudi stagionati, insaccati cotti, carni preparate o
conservate
Latte in polvere, preparati per budini, patate in polvere, formaggio fuso, carne in scatola, insaccati
cotti, prosciutto cotto, prodotti impanati Nei lattanti e nei bambini piccoli può indurre
metaemoglobinemia (malattia del sangue)
Sottraggono minerale calcio all’organismo. Da evitare per i bambini

Glutammato Hanno meE620 o E621 desimi effetti (E627 ed


E631)
Salsa di soia, dadi da cucina e prodotti vari
Esaltatore di sapidità. Può scatenare cefalee da ipersensibilità, causare gonfiore, innalzamento della
pressione e si sospetta potere cancerogeno

Oggigiorno in Europa vengono utilizzati circa 300 tipi di additivi nella


produzione alimentare. Secondo la norma europea 95/2 sono ammessi 297
additivi: 43 coloranti, 41 conservanti, 15 antiossidanti, 32 addensanti e
gelatinanti, 27 emulgatori, 60 acidi e regolatori di acidità, 17 esaltatori di
sapidità, 14 lubrodistaccanti e glasse, 12 dolcificanti, 6 gas propellenti e 30
sostanze ulteriori.
Gli additivi vengono normalmente indicati con la sigla E- sulle confezioni
degli alimenti. La codificazione E- fa in modo che questi additivi siano
catalogati in modo emogeneo in tutta Europa. E- sta per “Europa” (alcuni
pensano erroneamente che stia per “edible”, mangiabile).
Ogni additivo fa parte di una categoria. Può però accadere che un additivo
abbia più di una caratteristica, come ad esempio l’anidride solforosa, che é
sia un conservante che un colorante.

Alcuni esempio di additivi E-:


E 100-199 coloranti
E 200-299 conservanti
E 300-399 antiossidanti
E 400-429 gelatinanti, addensanti e umidificanti
E 430-499 emulgatori
E 500-619 sostanze additive varie
E 620-633 esaltatori di sapidità
E 634 -949 sostanze additive varie
E 950-999 dolcificanti
E1450-1500 amidi modificati
Non tutti gli additivi sono così innocui come si potrebbe credere, dunque vi
voglio riassumere in una tabella quelli più comuni indicando con il colore
verde gli additivi sicuri, in giallo gli additivi sui quali ci sono dati
insufficienti o parziali su tossicità o danno alla salute, e indicando con il
colore rosso quelli che hanno o possono avere effetti tossici o altri effetti
dannosi per la salute.
Che cosa deduciamo da queste considerazioni? Meno additivi, maggiore
qualità.

Per riuscire ad evitare tutti questi additivi, si adotta un nuovo stile


alimentare!
Chi diventa vegano crudista, chi mangia solo frutta, chi è vegano con
intelligenza conservativa è forse da biasimare?
Qui, non si tratta di una moda, un nuovo stile che rende “fashion & trendy”,
non è una religione, non è una forma di settarismo o una faziosità come
molti pensano!

E’ uno stile di vita più sano per chi lo conduce e per il mondo in cui vive, è
l’unico modo per poter vivere in salute. Certo che in questa cultura richiede
impegno al 100%, sia per noi che per la nostra Terra.

Siamo vegani perchè il nostro corpo non è un cimitero!


Capitolo 3

egan
Che cosa significa essere vegani o vegani crudisti?
*
Che cosa significa essere vegani?

I vegetariani non mangiano carne, pesce o pollame, ma alcuni inseriscono


nella loro alimentazione latte, derivati del latte e uova. I vegani invece, oltre
a mangiare frutta e verdura, cereali e legumi come i vegetariani, non
utilizzano prodotti di origine animale e prodotti derivati come uova,
latticini, miele, pelle, pelliccia, seta, lana, cosmetici e saponi derivati, da
prodotti di origine animale.

Perché essere vegani?


I motivi principali per cui si sceglie di diventare vegan sono: per la salute,
per l’ambiente, e/o per motivi etici.
Ad esempio, alcuni vegani ritengono che l’alimentazione onnivora o anche
vegetariana, promuova l’industria della carne anche solo consumando uova
e latticini.

Cioè, una volta che le vacche da latte o le galline ovaiole sono troppo
vecchie o ammalate per essere produttive, vengono spesso vendute come
carne, e poiché i vitelli maschi non producono latte, di solito vengono usati
come carne o per fare altri prodotti, tipo pellami. Anche per quest’ultimo
motivo, i vegani hanno deciso di usare scarpe, vestiti, cappotti e altri oggetti
che non siano di pelle animale.

Non sempre, tuttavia, è facile trovare soluzione alle esigenze dei vegan,
specialmente nel settore dell’abbigliamento e nella scelta delle scarpe. Nel
sito www.tuttogreen.it si può trovare una vasta scelta di prodotti Made in
Italy, sia vestiario che scarpe ecc. e nel caso delle scarpe, si possono cercare
articoli realizzati in materiali sintetici come la Lorica o il Vegetan per
l’inverno, mentre le scarpe, borse ecc. di tela sono facili da trovare nel
periodo estivo.

Adesso la moda è in grado di interpretare anche le esigenze di avere a


disposizione nuove eco-soluzioni, attraverso capi d’abbigliamento
innovativi. Green à porter è ad esempio un progetto nato dalla
collaborazione tra la Regione Emilia Romagna e l’associazione Impronta
Leggera per la promozione di moda e sostenibilità, co-working, produzioni
a chilometro zero.

La stessa propone interessanti eco-soluzioni di riciclo e riuso di tessuti


destinati al macero e di materiali ecologici, che riducono i costi e l’impatto
sull’ambiente. Così, l’atelier ha lanciato una serie di capi green, creati da
giovani stilisti estrosi ed originali.

Queste a lato si trovano su www.ecouterre.com. Non vogliamo fare


pubblicità a nessuno, ma far capire che la moda, non deve necessariamente
essere come l’abbiamo sempre intesa. E’ possibile essere vegani e vestire
alla moda!

Molti scelgono questo stile di vita per promuovere un mondo più umano e
attento. Sanno di non essere perfetti, ma credono di avere la responsabilità
di cercare di fare del loro meglio.

Poi c’è la scelta nutrizionale. Una dieta vegana sana e varia comprende
frutta, verdura, un sacco di verdure a foglia verde, cereali integrali, noci,
semi e legumi.

La cottura degli alimenti quali cereali, patate, riso, legumi ecc. deve essere
“intelligentemente conservativa”: si usa prima l’ammollo e poi il vapore,
oppure il buon vecchio fuoco per abbrustolire, si fanno minestroni in modo
semplice e veloce (anche chi lavora in 15 minuti lo può preparare!), senza
quelle lunghe cotture che lasciano nella pentola solo fibra, cellulosa e
acqua, ma nessun nutriente.
La cottura a vapore ha un vantaggio rispetto ai metodi come la bollitura o la
sobbollitura in padella (come quando si vuole fare un soffritto senza grassi
ma con sola acqua), ed è quindi più delicata con tutti gli alimenti. Primo
perché non richiede di immergere il cibo nell’acqua, evitando la perdita
delle sostanze nutritive. Inoltre, i tempi di cottura sono relativamente brevi.

Ortaggi e legumi, patate e anche riso possono essere cotti a vapore. Alcune
verdure come broccoli e cavolfiori diventano solitamente mollicci quando
cotti; il vapore è un ottimo metodo di cottura alternativo.

Inoltre, cosa da non trascurare, la cottura a vapore delle crucifere e


brassicaceae, oltre a renderle più tollerabili per il nostro intestino
diminuendo drasticamente i gas intestinali provocati dalla loro ingestione,
mantiene intatti i composti volatili dello zolfo che aiutano le difese
immunitarie e proteggono in particolare le vie respiratorie (oltre ad essere
efficaci antitumorali).

Per cuocere a vapore non servono grandi cose. Di seguito, vi mostro come
sia semplice cuocere a vapore, usando vari attrezzi da cucina disponibili sul
mercato e che possono anche costare pochi euro. Da evitare quelli per
microonde.

Cosa significa essere Raw Vegan o Crudista?

Il RawVegan è un vegano che mangia il cibo (vegetale e frutta)


prevalentemente crudo, così come natura l’ha fatto, con delle varianti
consentite che sono le “ricette” fatte con cibo crudo.

Chiariamo innanzitutto che cosa è un alimento crudo


È un alimento che non ha subito trattamenti termici
Non ha subito pastorizzazione (60° - 85°)
Non ha subito sterilizzazione (100° - 140°)
Non ha subito frittura (130° - 170°)
Non ha subito tostatura (250° - 320°
È un alimento che non ha nulla di aggiunto per la sua conservazione
Non ha zucchero aggiunto
Non ha solfiti
Non ha nitrati
Non ha coloranti
Non ha acido ascorbico aggiunto
Non ha emulsionanti, non ha addensati, non ha altri additivi Non ha alcun
tipo di raffinazione
Capitolo 4

Come conservare un cibo crudo e perchè


*
La conservazione degli alimenti ha lo scopo di salvaguardare, per tempi più
o meno lunghi, la commestibilità, il valore nutritivo e le caratteristiche
organolettiche degli stessi, soprattutto quando siamo fuori stagione e
vogliamo comunque mangiare prodotti di “casa nostra” senza dover
ricorrere agli alimenti freschi importati da altri paesi.

Si possono conservare gli alimenti sfruttando metodi fisici (il caldo, il


freddo, la disidratazione, l’essiccamento, il sottovuoto o le atmosfere
modificate) oppure metodi chimici (con il sale, lo zucchero, l’olio, l’aceto).
Anche l’affumicamento e le fermentazioni possono raggiungere lo stesso
scopo.

Mangiare cibo crudo conservato comunque richiede determinati requisiti


importanti: solo con l’essiccazione al sole o a temperature al di sotto dei
42°! Lo si è fatto da migliaia di anni…fino all’avvento dell’energia
elettrica!
La fermentazione e l’uso della conservazione sotto sale o in salamoia
sono un’ottima alternativa.

Alcuni tipi di verdure possono essere egregiamente conservate sotto sale: il


sale infatti, grazie alla sua capacità di assorbire l’umidità, disidrata la
verdura e ne favorisce la conservazione.

E’ preferibile utilizzare il sale marino non raffinato, perchè ricco di


diversi elementi indispensabili al nostro organismo. Le verdure devono
essere sempre disposte nel contenitore a strati alternati con il sale e
sciacquate abbondantemente prima di essere consumate.

Conservazione in salamoia
Se intendete preparare una conserva di verdure miste sotto sale dovrete
per prima cosa pulire bene e tagliare le verdure a pezzetti non troppo
piccoli. Alternate strati di sale con strati di verdure in barattoli di vetro.
Infine coprite con un foglio di carta oleato e conservate in luogo fresco e
asciutto.

In alternativa alla conservazione sotto sale, si può scegliere la tecnica in


salamoia ovvero una soluzione in sottovetro di acqua e sale. Tipico è, per
esempio, il caso delle olive.

L’acqua salata, è a volte portata in ebollizione e versata, ormai raffreddata, a


ricoprire interamente la verdura, che potrà essere sciacquata sotto acqua
corrente al momento del consumo.

Preparare delle ottime zucchine in salamoia è molto semplice: mettete 1 kg


di zucchine a bollire in 1 l di acqua, sale e qualche aroma. Dopo aver
scolato le zucchine mettetele nei vasetti.

Versate una soluzione di acqua e sale sulle verdure, chiudete e sterilizzate.


Le verdure fermentate, una vera terapia per l’intestino

L’uso della fermentazione è infatti in continuo aumento, anche perché si


stanno via via dimostrando i numerosi vantaggi dal punto di vista
nutrizionale e di conseguenza della salute.
Il prodotto fermentato amplifica la componente vitaminica; dal punto di
vista terapeutico aiuta a mante nere una flora batterica equilibrata per
l’intestino, che sappiamo essere il necessario punto di partenza per un
sistema immunitario equilibrato. È infine molto gustoso e più saporito delle
materie prime di partenza. Il processo di fermentazione del cibo è un
sistema antico e serve per conservarlo meglio, renderlo maggiormente
digeribile e nutriente. Sfortunatamente questi cibi sono oggi quasi del tutto
scomparsi dalla dieta occidentale. Il cibo fermentato è di grande aiuto alla
nostra digestione e possiede una grande forza vitale.

La fermentazione consiste nel generare le circostanze adatte nelle quali gli


organismi naturali prosperano e proliferano.

Questi sono rituali antichi che gli esseri umani hanno praticato per molte
generazioni. E’ un po’ come entrare in una relazione con batteri e funghi e
portare nelle nostre tavole cibo e bevande preparati con una sorta di
processo alchemico e non con i macchinari.

Mangiando una discreta varietà di alimenti fermentati, siamo in grado di


promuovere la diversità fra le colture microbiche nel nostro corpo. Il nostro
corpo è un micro-ecosistema che può funzionare più efficacemente una
volta popolato da molte varietà di microorganismi.

Fermentando gli alimenti e le bevande con microorganismi presenti nel


nostro ambiente familiare, ci colleghiamo con le forze vitali del mondo che
sta proprio intorno a noi. Noi e l’ambiente ci fondiamo introducendo quelle
micro popolazioni che condividono la nostra casa, il nostro ambiente, il
nostro corpo.
La fermentazione è l’opposto di omogeneizzazione. Sandor Katz ama
definirla come una “scienza”, e la base della cultura umana. Le nazioni che
consumano cibi fermentati come la Francia con i suoi formaggi e i suoi
vini, il Giappone con miso, il natto e il kombucha, sono ovunque
riconosciute come nazioni che hanno una solida cultura di base.

“La cultura”, - afferma Sandor - “non viene dal teatro, o almeno non solo da
quello, ma proviene dalla fattoria, dall’artigianato e dall’agricoltura che
legano le persone alla propria terra”.

Perché mangiare crudo/vegan è meglio?


Mantiene intatte tutte le vitamine.
Mantiene intatti tutti i sali minerali.
Mantiene intatti gli enzimi per facilitare la digestione.
E’ l’unico cibo che è immediatamente riconosciuto dal cervello.
Ha un alto potere saziante (provate a mangiare 5 banane consecutivamente!
Eppure sono solo 900kcal, meno di una bella fetta di torta!).

Non ha nessuna controindicazione (tranne l’eccessiva magrezza e allora va


integrata con cereali e legumi consumati dopo una cottura conservativa, di
cui parleremo più avanti).

Perché inquina 10 volte di meno per produrre il cibo.


Perché aiuta a risolvere molte malattie.
Perché aumenta enormemente l’energia vitale in noi.
Perché l’alimento rimane vivo, mentre la cottura uccide l’alimento.
Perché l’uomo è nato crudista…chi cuoce il latte materno?
Perché si riscoprono nuovi sapori e nuove entusiasmanti ricette.
Perché non acidifica il corpo. Perché rispetta gli animali ed il nostro
pianeta, di cui siamo i capi, non i despoti!
Capitolo 5
Mimi Kirk

L’uomo nasce onnivoro, vegetariano, vegano o


fruttariano?
*
Partiamo da una piccola provocazione “fotografica”, che tanto piccola non
è, ma che inizia a farci subito riflettere.
Quella nella foto iniziale è Mimi Kirk, la foto è stata scattata circa un
anno fa. Ha 74 anni, è vegana crudista.

Questo è uno dei tanti…coi problemi ormai scientificamente provati


dati dall’essere onnivori.

Ecco che tocchiamo un tasto “dolente”, dove scienza, medicina


tradizionale, antropologia, medicina alternativa, nutrizionisti, dietisti,
naturopati, pare non riescano a trovare un accordo. Qui mi permetto un
pensiero, più che pensiero una metafora .
Prendiamo un accordo; a seconda degli strumenti che lo suonano può essere
una sinfonia oppure una bruttura di suoni mischiati tra loro senza senso
logico o estetico.

E spesso questa sinfonia di accordi e strumenti diversi tra loro, non ha


luogo perchè dietro le quinte c’è chi obbliga il “direttore dell’orchestra” a
non eseguire una corretta coordinazione dei musicisti fra loro, indicando il
tempo, i diversi ingressi e le dinamiche, ma ad andare in tutt’altra direzione.
“Scriverai ciò che ti verrà chiesto” - Grazie, notizie sociali” - “Non
potremmo controllare la gente senza di voi”

La meraviglia è che, lo dico spesso, il padreterno non è così gentile da


fulminare chi fa certe affermazioni, così poi nella memoria delle persone
restano impresse quelle e i dilemmi conseguenti.

Abbiamo un corpo fatto di trilioni di cellule che lavorano incessantemente


all’unisono per mantenerci in vita nel miglior modo possibile. Una
splendida armonia tra diverse funzioni chimiche, elettriche e
specializzazioni varie che oserei definire “un miracolo”.

Forse dirò cose note, che spesso sono fonte di polemica, ma a costo di
sembrare noiosa e ripetitiva, mi piacerebbe mettere giù dei concetti basilari.

Anche se alcuni storici e antropologi dicono che l’uomo è storicamente


onnivoro, i nostri denti, le mascelle che si muovono anche lateralmente, e il
nostro sistema digerente sembrano favorire una dieta senza carne.

La American Dietetic Association scrive che “la maggior parte degli uomini
per la gran parte della storia umana ha vissuto seguendo un’alimentazione
vegetariana o comunque quasi vegetariana.”

E gran parte del mondo vive ancora in questo modo. Anche nei paesi più
industrializzati, la storia d’amore che pare esserci con la carne, ha meno di
un secolo. Tutto pare sia iniziato con l’invenzione del frigorifero nel XX
secolo, durante il boom della moderna società dei consumi.
Anche nel ventesimo secolo, il corpo umano non si è adattato a mangiare
carne. L’eminente scienziato svedese Karl von Linné, al secolo Carl Nilsson
Linnaeus, divenuto Carl von Linné in seguito all’acquisizione di un titolo
nobiliare (Råshult, 23 maggio 1707 – Uppsala, 10 gennaio 1778), è stato un
medico e naturalista svedese, considerato il padre della moderna
classificazione scientifica degli organismi viventi. Egli afferma che, “La
struttura dell’uomo, esterna e interna, rispetto a quella degli altri animali,
mostra che le succulenti verdure e frutta costituiscono il proprio cibo
naturale.”

Osserviamo alcune cose assieme:


I carnivori hanno artigli.
Gli erbivori non hanno artigli.
Gli esseri umani non hanno artigli.
I carnivori non hanno pori sulla pelle e sudano attraverso la lingua o dai
polpastrelli.
Gli erbivori sudano attraverso i pori della pelle.
Gli esseri umani sudano attraverso i pori della pelle.
I carnivori hanno denti anteriori affilati per poter strappare il cibo, i loro
molari non sono piatti per macinare il cibo.
Gli erbivori non hanno denti anteriori taglienti, ma molari posteriori piatti
per macinare.
Gli esseri umani non hanno denti anteriori affilati, ma molari posteriori per
macinare e la mandibola che si muove anche in senso laterale.
I carnivori hanno il tratto intestinale che è solo 3 volte la lunghezza del
corpo in modo che la carne che si decompone velocemente possa transitare
rapidamente.
Gli erbivori hanno il tratto intestinale 10-12 volte la lunghezza del corpo.
Gli esseri umani hanno tratto intestinale 10-12 volte la lunghezza del corpo.
I carnivori hanno molto acido cloridrico nello stomaco per digerire la carne.
Gli erbivori hanno l’acidità nello stomaco che è 20 volte più debole di
quella di un carnivoro.

Gli esseri umani hanno l’acidità nello stomaco che è 20 volte più debole di
quella di un carnivoro.
I carnivori hanno ghiandole salivari in bocca che non contengono le stesse
sostanze dei erbivori e umani necessari per pre-digerire cereali e frutta.
Gli erbivori hanno delle ghiandole salivari ben sviluppate necessarie per
pre-digerire cereali e frutta.
Gli esseri umani hanno delle ghiandole salivari ben sviluppate necessarie
per pre-digerire cereali e frutta.
I carnivori hanno una saliva acida senza ptialina, enzima per pre-digerire
cereali.
Gli erbivori hanno una saliva alcalina con ptialina per pre-digerire cereali.
Gli esseri umani hanno una saliva alcalina (a volte quasi neutra a seconda
dell’igiene orale e dell’alimentazione) con ptialina per pre-digerire cereali.
Note bibliografiche: A.D. Andrews, Fit Food for Men, (Chicago: American
Hygiene Society, 1970)
Chiaramente se gli esseri umani avessero dovuto mangiare carne, non
avrebbero avuto così tante somiglianze con gli animali che sono erbivori.

Spesso sentiamo chi mangia carne dire che: “In natura, gli animali uccidono
altri animali per il cibo e questo fa parte della natura.”.
Prima di tutto, non viviamo nel selvaggio west. In secondo luogo, si può
facilmente vivere senza mangiare carne e senza uccidere viste le molteplici
alternative che abbiamo a disposizione. Infine, come già dimostrato, non
siamo fatti per mangiare carne. La carne va in putrefazione entro 4 ore dopo
il consumo e i residui rimangono attaccati alle pareti intestinali per 14-21
giorni. Se una persona soffre di stitichezza, la carne in decomposizione può
rimanere nell’intestino addirittura per mesi o anni.

Inoltre, la saliva nell’uomo è più alcalina, mentre nel caso dei carnivori o i
predatori, come descritto sopra, è chiaramente acida. La saliva alcalina non
agisce correttamente sulla carne e non riesce a pre-digerirla.
L’ultima cosa che vorrei fare notare è questa: tutti gli animali onnivori e
carnivori mangiano la loro carne cruda. Quando un leone uccide un
erbivoro per il cibo, si accanisce immediatamente nella zona delle viscere,
dove ci sono organi che sono pieni di sangue (nutrienti).

Mentre si mangiano lo stomaco, fegato, intestino, ecc, i leoni lappano il


sangue dell’animale morto. Anche gli orsi che sono onnivori mangiano
salmone crudo. Tuttavia, mangiare carne cruda con odore di sangue o
mangiare il pesce strappandolo a morsi risulta abbastanza disgustoso per
noi esseri umani. Ed è per questo che dobbiamo cucinare e condire la carne
per attenuarne il sapore.

Se un cervo viene bruciato durante un incendio nella foresta, l’animale


carnivoro non mangia la sua carne e nemmeno gli si avvicina. Tutti i
carnivori come ad esempio i felini mangiano solo carne cruda, solo a quelli
che abbiamo addomesticato cerchiamo di dare cereali, verdure e carne cotta
o scottata, anche se non sarebbe nella loro natura.

Quando un gatto esce di casa, se può scegliere tra i croccantini che gli
lasciamo nella ciotola o un bell’uccellino o topolino, quale credete
sceglierà?

Se gli esseri umani fossero nati come carnivori, allora mangerebbero la


carne cruda e sanguinolenta. Invece, il solo pensiero di mangiare carne in
quel modo fa rivoltare lo stomaco alla maggior parte di noi umani.

Cucinare la carne e condirla con sale, ketchup, maionese, senape, limone,


vino o altre salse, aiuta a mascherare il sapore stesso della carne. Non solo,
spesso mettiamo cose acide sulla carne proprio perchè solo così riusciamo a
digerirla meglio. L’acido citrico infatti, contenuto nel limone ad esempio, è
un ossidante e quindi facilita la metabolizzazione dei grassi.

E’stato sempre storicamente difficile per le persone accettare che siamo in


realtà solo un’altra specie di primati con origini africane che si differenzia
fisicamente solo di poco da alcuni degli altri primati e le somiglianze si
vedono in tutto il corpo.
Le scimmie africane e gli esseri umani hanno essenzialmente la stessa
disposizione degli organi interni, la stessa percentuale di ossa nella massa
corporea (anche se ovviamente un po’ diverse per forma e dimensione),
mancano della coda e hanno alcuni importanti sistemi di gruppi sanguinei in
comune. Inoltre, abbiamo anche molte delle stesse malattie. Gli esseri
umani e le scimmie africane hanno le mani con i pollici sufficientemente
separate dalle altre dita per consentire loro di essere opponibili per poter
manipolare gli oggetti con precisione.

Come tutte le grandi scimmie, gli esseri umani hanno un dimorfismo


sessuale - gli uomini sono circa il 5-10% più grandi in media delle donne, e
hanno un maggiore sviluppo muscolare nella parte superiore del corpo.

Condividiamo con gli scimpanzé e i bonobo (una grande scimmia


antropomorfa altrimenti nota come scimpanzé pigmeo o scimpanzé nano; è
stata riconosciuta come specie distinta dallo scimpanzé comune nel 1933 e
studi genetici successivi) più del 98% del patrimonio genetico: è quindi più
vicino a noi di quanto, ad esempio, la volpe sia simile al cane.

Si ritiene che la separazione tra la linea evolutiva degli umani e quella di


scimpanzé e bonobo sia avvenuta non più di otto milioni di anni fa. La
differenziazione tra scimpanzé e bonobo sarebbe poi avvenuta molto più
tardi, forse innescata dalla necessità dello scimpanzé di adattarsi ad
ambienti relativamente più spogli e più secchi [si veda: “East Side Story:
The Origin of Humankind,” di Yves Coppens, Scientific American, maggio
1994].

Fino a non molti anni fa, il babbuino della savana veniva considerato il
miglior modello vivente per gli antenati degli umani. Questo primate è
adattato per il tipo di condizioni ecologiche che i preominidi possono aver
fronteggiato una volta scesi dagli alberi. Ma alla fine degli anni Settanta gli
scimpanzé, che sono imparentati molto più strettamente con noi, divennero
il modello preferito.
Caratteri osservati negli scimpanzé - tra i quali la caccia di gruppo, la
condivisione del cibo, l’uso di strumenti, forme primitive di “politica” per il
potere e di guerra - erano assenti o pochissimo sviluppate nei babbuini. Nei
laboratori di ricerca le grandi antropomorfe sono state in grado di imparare
un linguaggio di segni e di riconoscersi allo specchio, indice di
consapevolezza di sé che non è mai stato dimostrato nelle altre scimmie.

La frutta è l’elemento centrale dell’alimentazione sia per i bonobo sia per


gli scimpanzé in libertà. I primi integrano la dieta con il midollo di piante
erbacee, i secondi aggiungono la carne. Anche se i bonobo mangiano
invertebrati e occasionalmente catturano e mangiano piccoli vertebrati,
mammiferi compresi, la loro dieta sembra contenere relativamente poche
proteine animali. A differenza degli scimpanzé, non sono mai stati osservati
cacciare piccole scimmie.

Mentre gli scimpanzé fanno uso di una ricca gamma di tecniche per
procurarsi il cibo - che vanno dall’uso di pietre per rompere i gusci di noce,
a quello di bastoncini per pescare formiche e termiti dai loro nidi - l’uso di
strumenti tra i bonobo sembra pochissimo sviluppato in natura (mentre in
cattività imparano a usarli molto

abilmente). Intelligenti, a quanto pare, quanto gli scimpanzé, i bonobo


hanno inoltre un temperamento molto più sensibile.

Durante i bombardamenti della città di Hellabrun, in Germania, nel corso


della seconda guerra mondiale, tutti i bonobo di uno zoo nelle vicinanze
morirono per lo spavento dovuto al fragore; agli scimpanzé non accadde
nulla.
Il cardiologo William C. Roberts, il quale proviene dallo stato del Texas,
famoso per il suoi allevamenti di bestiame, dice senza esitazione: “Gli
esseri umani non sono fisiologicamente progettati per mangiare carne”.

“Penso che le prove siano abbastanza chiare. Se guardate le varie


caratteristiche dei carnivori rispetto agli erbivori, non ci vuole un genio per
vedere dove stanno gli esseri umani nella fila”, dice Roberts, direttore di
The American Journal of Cardiology and medical director of the Baylor
Heart and Vascular Institute at Baylor University Medical Center in Dallas.
© Stephen Kroninger.

Il dottor Neal D. Barnard, fondatore e presidente di PCRM, sostiene che gli


esseri umani non hanno innanzitutto le capacità di essere buoni cacciatori.
“Non siamo veloci, come i gatti, falchi o altri predatori. E grazie all’avvento
delle punte di freccia, asce e altri attrezzi che uccidere e catturare le prede è
divenuto per noi possibile.”
Capitolo 6

Il latte
*
Un altro prodotto animale molto usato e ritenuto erroneamente necessario,
può essere invece problematico per le persone. È per questo che, in risposta
alla popolare campagna pubblicitaria “Got Milk?” l’organizzazione di
Barnard ha sponsorizzato i cartelloni con la scritta, “Got diarrea?”.

“I latticini non sono assolutamente parte naturale della nostra


alimentazione”, sostiene la nutrizionista e autrice Virginia Messina, che
risponde alle domande su questioni nutrizionali presso la www.VegRD.com.
“Abbiamo solo iniziato a consumarlo circa 10.000 anni fa, molto
recentemente rispetto alla nostra evoluzione.”

Tre adulti su dieci sono intolleranti al lattosio, nel senso che non possono
digerire lo zucchero del latte. Così probabilmente soffrono di gas o diarrea
quando il lattosio, non digerito, raggiunge l’intestino crasso, secondo un
rapporto pubblicato nel Nutrition Action Healthletter.

L’alto contenuto di proteine nel latte in realtà potrebbe “rubare” calcio alle
ossa, secondo il Dr. Walter Willett, della Harvard School of Public Health,
che parlando al HealthWeek program PBS ha dichiarato: “Il latte di mucca è
stato collegato alla carenza di ferro e quindi all’anemia nei neonati e nei
bambini, oltre che essere “campione mondiale” come causa di crampi e
diarrea in gran parte della popolazione mondiale e la causa di molteplici
forme di allergie”.
“Sono state sollevate questioni legate al latte che sostengono che lo stesso
può giocare un ruolo fondamentale sull’origine di aterosclerosi e infarti”,
scrive il Dr. Frank Oski, ex direttore della Johns Hopkins University
Dipartimento di Pediatria, nel suo libro, ‘Non bere latte!’

Perchè bere latte di mucca in realtà è dannoso per la nostra salute?


“LATTE”. Solo la parola stessa suona confortante! Come dire di no ad una
bella tazza di latte caldo, specie la mattina a colazione?

L’intera questione dell’alimentazione e in particolare quella del latte è


circondata da una grande importanza emotiva e culturale. Il latte è stato il
nostro primo cibo da neonati. Se abbiamo avuto fortuna, era latte materno.

Un legame d’amore, dato e preso, una stretta relazione tra mamma e figlio.
Era l’unica via per la sopravvivenza. Se il latte materno non c’era, c’era
comunque quello di mucca o latte di soia, oppure “latte in polvere” -
raramente in altre culture era di capra, cammello o di bufala.

Ora, siamo una moltitudine a livello mondiale di bevitori di latte. Quasi


tutti. Bambini, giovani, adolescenti, adulti e anche anziani. Beviamo decine
o anche centinaia di litri di latte all’anno e a questo si aggiungono anche
chili di prodotti lattiero-caseari come centinaia di tipi formaggio, burro,
panna e yogurt.
Ma come può esserci qualcosa di sbagliato in tutto questo? Vediamo
rassicuranti immagini di persone sane e belle proprio sui nostri schermi
guardando la televisione e veniamo bombardati da una miriade di messaggi
che ci assicurano che “il latte è buono per il nostro corpo “.

I nostri dietologi, nutrizionisti e medici insistono sul fatto che: “Se non bevi
il latte dove mai prenderai il calcio necessario per la tua crescita?”. In ogni
scuola dove i bambini fanno tempo pieno e mangiano nella mensa
scolastica, troveremo sempre qualcosa a base di latte (incluso ovviamente i
formaggi, formaggini, stracchini) e quasi ogni pasto in ospedale ha lo
stesso: chi non ha mangiato personalmente o visto un parente mangiare purè
e stracchino?

E se questo non fosse sufficiente, i nostri nutrizionisti ci hanno detto per


anni che i prodotti lattiero-caseari compongono un “gruppo alimentare
essenziale.” Guardate le varie piramidi alimentari, esposte con grafici
colorati che proclamano la necessità di latte. La conseguenza è che il latte
di mucca è diventato “normale”.

Eppure rimarreste sorpresi nell’apprendere che la maggior parte degli esseri


umani che vivono sul pianeta Terra oggi, non bevono o usano latte di
mucca. Inoltre, la maggior parte di queste persone non può proprio bere
latte, altrimenti sta male.

Ci sono studi sulla nutrizione umana che non supportano l’uso di latte
soprattutto per adulti. Ecco una citazione tratta dal Utne Reader Marzo /
Aprile 1991:

“Se davvero si vuole andare sul sicuro, si può decidere di aderire al


crescente numero di persone che stanno eliminando il latte e i suoi prodotti
dalla loro dieta. Anche se questo suona un po’ radicale, per noi che siamo
stati svezzati col latte, direi con tutta franchezza che la scelta può essere
vitale. Infatti, tutti i mammiferi, tranne gli esseri umani - e solo una
minoranza, principalmente caucasica - continua a bere il latte dopo la
prima infanzia”.

Ma chi ha ragione? Perché tutta questa confusione? Dove dobbiamo andare


per cercare risposte certe? Possiamo fidarci dei portavoce del settore
lattiero-caseari? I nutrizionisti ripetono semplicemente ciò che i loro
professori hanno insegnato loro anni fa? E dove mettiamo tutte queste voci
in continuo aumento che invece spingono alla prudenza?

Io credo che vi siano fondamentalmente tre fonti attendibili. La prima, e


probabilmente la migliore, è l’osservazione della natura. La seconda è
studiare a fondo la storia della nostra specie. Infine, dovremmo prenderci la
briga di leggere qualcosa che proviene dalla letteratura scientifica mondiale
a riguardo del latte.
Diamo un’occhiata alla letteratura scientifica prima. Dal 1988 al 1993 vi già
erano più di 2.700 articoli che trattavano l’argomento latte registrati negli
archivi della nostra ‘Medicina’. Ci sono circa 1500 testi aventi come
argomento di discussione il latte, di conseguenza non mancano certo le
informazioni scientifiche su questo argomento.

Cerco di riassumere una piccola parte di questi articoli che ho avuto


l’occasione di vedere, anche solo come titoli durante i miei 5 anni di
medicina (che ho comunque lasciato per diversi motivi, ma soprattutto
legati alla disinformazione e all’obbligo di tacere). Alcuni articoli
riguardanti il latte e non, se qualcuno conoscesse l’inglese possono essere
visti su www.notmilk.com

L’obiettivo principale delle pubblicazioni sembra essere principalmente


rivolto verso le malattie in generale quali: coliche intestinali, colon
irritabile, sanguinamento intestinale, anemia, reazioni allergiche nei neonati
e nei bambini, così come le infezioni, come salmonella.

Venivano trattate altre malattie più inquietanti come la leucemia bovina o


virus simili all’AIDS, così come preoccupazione per l’aumento del diabete
infantile. In questi articoli, salta all’occhio che viene presa in
considerazione la possibile contaminazione del latte da sangue e pus delle
vacche stesse, nonché da una serie di prodotti chimici e pesticidi.

I problemi pediatrici più comuni erano legati ad allergie, otiti e tonsilliti,


enuresi, asma, emorragie intestinali, coliche e diabete in età pediatrica.
Negli adulti i problemi sembravano incentrarsi sulle malattie cardiache,
l’artrite, allergie, sinusite, e le malattie più gravi come la leucemia, il
linfoma e il cancro.

Ma allora che cos’è il latte?

Il latte in definitiva è una secrezione prodotta dal seno di una donna in fase
di allattamento alla nascita del suo bambino, latte che per un breve periodo
di tempo (qualche mese) è in grado di nutrire in modo formidabile i nuovi
nati. Niente di più, niente di meno. Allo stesso modo, la femmina di tutti i
mammiferi da latte ai suoi cuccioli per un breve periodo di tempo dopo la
nascita.

Quando arriva il momento chiamato ‘svezzamento’, sia negli esseri umani


che nel mondo animale, viene introdotto un cibo adeguato per la crescita di
quella specifica specie di mammiferi. Un esempio banale è quello di un
cucciolo di animale.

La madre allatta il cucciolo solo alcune settimane e poi respinge l’animale


giovane e quindi insegna a mangiare cibi solidi e poi a procurasi il cibo da
soli.
Ma tutto il latte è lo stesso?

Alla fine, è solo una questione di dove possiamo reperire del latte in caso
mancasse ad un bambino. Abbiamo optato in passato per la mucca, con
molta probabilità per la sua natura docile, le sue dimensioni e la sua
produzione di latte abbondante. In qualche modo questa scelta ci è sembrata
“normale” e una vera “benedizione” della natura per la nostra cultura e i
nostri usi e costumi. Ma è davvero una cosa naturale? E’ saggio bere il latte
di un’altra specie di mammiferi?

Consideriamo per un momento, se fosse possibile, di bere il latte di un altro


mammifero che non sia una mucca, diciamo di un topo, no forse ne fa
troppo poco per le nostre esigenze...

Forse il latte di cane potrebbe essere più vicino ai nostri gusti. Forse latte di
cavallo o latte gatto. Sto rendendo l’idea? Beh, solitamente il latte di cane è
un latte per i suoi cuccioli, il latte di vacca per vitelli, il latte dei gatti per
gattini e così via. Chiaramente, questo è il modo in cui la natura l’ha
evidentemente inteso. Basta usare per un solo attimo la propria capacità di
giudizio.

Il latte non è solo latte. Il latte di ogni specie di mammiferi è unico e su


misura per le esigenze di ogni animale diverso. Per esempio, il latte vaccino
è molto più ricco in proteine del latte materno umano. Da tre a quattro volte
tanto. Ha da cinque a sette volte il contenuto minerale.

Tuttavia, è decisamente carente in acidi grassi essenziali rispetto al latte


umano. Il latte materno è composto di gran parte degli acidi grassi
essenziali, specialmente acido linoleico. Per inciso, il latte vaccino scremato
non ha acido linoleico. Infatti, semplicemente non è stato progettato per gli
esseri umani.

Il latte vaccino è almeno sicuro?


Cinquant’anni fa una vacca mediamente produceva 900 litri di latte
all’anno. Oggi i migliori produttori riescono a far fare alle vacche circa
22.000 litri di latte all’anno! Come è stato possibile? Farmaci, antibiotici,
ormoni, piani d’alimentazione forzata e l’allevamento specializzato: ecco
come!

La tecnologia d’assalto moderna, ha deciso di somministrare alle povere


mucche l’ormone della crescita GH. Questo farmaco si suppone stimoli
geneticamente la produzione di latte, ma, secondo la Monsanto, produttore
dell’ormone, non influisce sul latte o sulla carne.
Ci sono tre altri produttori: Upjohn, Eli Lilly, e American Cyanamid
Company. Ovviamente, ci sono stati studi a lungo termine sull’effetto
dell’ormone sugli esseri umani che bevono il latte di queste mucche. Alcuni
paesi hanno vietato l’uso dell’ormone GH a causa di problemi legati alla
sua sicurezza.
Uno dei problemi dati da questo ormone è che le molecole di solito si
trovano anche nel latte che producono le mucche.

Un altro problema conseguente a questa iper-produzione è dato dal marcato


aumento (da 50 a 70 per cento) delle mastiti in queste povere bestie.
Questo, ovviamente richiede una terapia antibiotica, ed i residui degli
antibiotici ce li troviamo nel latte!

Sembra che le persone abbiano espresso “disagio” riguardo questo


problema come dimostrato in un sondaggio, dove il 43% ha espresso il
dubbio che gli ormoni nel latte potessero rappresentare un rischio per la
salute.

Qualsiasi mammifero espelle le tossine attraverso il latte. Questo


comprende antibiotici, pesticidi, sostanze chimiche e ormoni. Inoltre, il latte
vaccino contiene anche sangue! Gli ispettori hanno semplicemente chiesto
di tenerlo sotto certi limiti.

Personalmente mi fa rabbrividire sapere che l’USDA (Dipartimento


dell’Agricoltura degli Stati Uniti d’America) permetta che ci sia nel latte da
uno a un milione e mezzo di globuli bianchi per millilitro.

Per chi non lo sapesse, mi dispiace dirvi che c’è solo un altro modo di
descrivere le cellule bianche che stanno dove “non dovrebbero”: pus.
Per arrivare al punto, il latte è puro (e la carne di conseguenza) o è un
cocktail chimico, biologico e di batteri?
Altri osservatori, hanno trovato il seguente dato: il 38% dei campioni di
latte in 10 città erano contaminati con sulfamidici o altri antibiotici. (Questo
dal Centre for Science in the Public Interest and The Wall Street Journal,
Dec. 29, 1989) .

Uno studio simile a Washington, DC ha trovato un tasso di contaminazione


del 20% (Nutrition Action Healthletter, April 1990).
MA....c’è di peggio!

Alla domanda: “Beh, almeno il latte materno umano è puro?”, la riposta è:


“No...”. E’ stato effettuato un grosso studio che ha dimostrato che il latte
materno in oltre 14.000 donne esaminate, aveva una contaminazione da
pesticidi!

Sembra che le fonti di pesticidi siano proprio la carne e - avete indovinato –


i prodotti lattiero-caseari.

Beh, perché no? Questi pesticidi sono un concentrato di grassi, idrocarburi


derivati del petrolio, residui di scampi e granchi. ecc. Interessante notare
invece che lo stesso esame fatto a un sottogruppo di madri vegetariane che
allattavano, presentava solo la metà dei livelli di contaminazione. Perchè?
Le prime assumevano esattamente il doppio del dosaggio di pesticidi delle
vegetariane!

Un recente rapporto ha mostrato un aumento della concentrazione di


pesticidi nel tessuto del seno delle donne con cancro al seno. Altri articoli
nella letteratura medica descrivono questi problemi. Basta cercare e leggere
questi titoli:
1.Cow’s Milk as a Cause of Infantile Colic Breast-Fed Infants. Lancet 2
(1978): 437
2.Dietary Protein-Induced Colitis in Breast- Fed Infants, J. Pediatr. I01
(1982): 906
3.The Question of the Elimination of Foreign Protein in Women’s Milk, J.
Immunology 19 (1930): 15

Ci sono molti altri studi. Ci sono decine di studi che descrivono la comparsa
rapida di allergia al latte vaccino nei bambini che sono stati esclusivamente
allattati al seno! Nel latte di mucca ci sono allergeni che entrano nel latte
materno e vengono trasmessi al neonato.

Non è tempo di smettere con questi esperimenti non controllati sulla salute
umana?
Altri problemi

Basti pensare ai problemi di contaminazione batterica. Le infezioni da


salmonella, E. coli, stafilococco possono essere fatte risalire al latte. La
tubercolosi in passato è stata un grande problema e alcune persone vogliono
tornare a quei tempi insistendo sul latte crudo sulla base del fatto che è
“naturale”. Questa è pura follia!

Uno studio condotto presso la UCLA ha mostrato che più di un terzo di tutti
i casi di infezione da salmonella in California, 1980-1983 possono essere
collegati all’assunzione di latte crudo.
Il Journal of American Medical Association (251: 483, 1984) ha riportato
una serie di infezioni causata da Yersinia enterocolitica nel latte intero
pastorizzato. Questo nonostante le precauzioni.

Il 18 aprile 1992, il British Medical Journal, ha svolto uno studio sulla


differenza nell’incidenza di diabete giovanile insulino-dipendente nei
bambini pakistani che sono emigrati coi genitori in Inghilterra.

L’incidenza è stata circa 10 volte maggiore nel gruppo inglese rispetto ai


bambini rimasti in Pakistan! Che cosa ha causato questo aumento altamente
significativo?
Gli autori hanno detto che “la dieta è rimasta invariata in Gran Bretagna”.
E ci vogliamo credere? Pensiamo davvero che la disponibilità di latte,
zucchero e grassi sia la stessa in Pakistan come in Inghilterra? Che un
negozio di alimentari in Inghilterra abbia gli stessi prodotti che si trovano in
Pakistan? Non credo.

Ricordate, non stiamo parlando di insorgenza del diabete di tipo II in età


adulta, che tutti sono d’accordo, è fortemente legato alla dieta e ad una
predisposizione genetica. Questo studio è un duro colpo per la credenza che
“è tutto nei vostri geni”.

Il diabete di tipo I è sempre stato considerato genetico o forse virale, ma ora


questo? Il latte può avere qualcosa a che fare con la malattia.

L’ultimo di questa lista notevole di studi, pubblicato sul New England


Journal of Medicine (30 luglio 1992), anche riportato nel Los Angeles
Times, viene dal Hospital for Sick Children di Toronto e da ricercatori
finlandesi. In Finlandia c’è “... il più alto tasso al mondo di consumo di
prodotti lattiero-caseari e più alto tasso al mondo di diabete insulino-
dipendente”.

Leucemia? Linfoma?
Il virus della leucemia bovina è stato trovato in circa l’80% degli
allevamenti da latte.
Sfortunatamente, quando il latte viene raccolto, una grande percentuale di
tutto il latte prodotto viene contaminato (90-95 per cento).

Naturalmente il virus viene ucciso con la pastorizzazione - sempre che la


pastorizzazione venga eseguita correttamente. Che cosa succede se il latte è
crudo? In uno studio di casi sono stati raccolti campioni di latte crudo ed il
virus della leucemia bovina è stato trovato in due terzi del latte esaminato.
(Science 1981; 213:1014).
Come già detto, il virus della leucemia viene inattivato con la
pastorizzazione. Questo è ovvio. Tuttavia, non dobbiamo sempre aspettare
un “Chernobyl” prima di renderci conto di ciò che ci sta attorno e
informarci.

Purtroppo, un incidente piuttosto grave ha avuto luogo nella zona di


Chicago nell’Aprile 1985. In un moderno stabilimento di lavorazione del
latte si è verificata una “contaminazione trasversale” accidentale tra latte
crudo e pastorizzato. La conseguenza? Si è verificato un focolaio violento
di salmonella, uccidendo 4 persone e facendo ammalare 150 mila persone.

Cosa accade ad altre specie di mammiferi, quando sono esposti al virus


della leucemia bovina? E’ una domanda lecita, ma la risposta non è
rassicurante. Praticamente tutti gli esposti al virus possono sviluppare la
leucemia. Questo include pecore, primati, capre, scimmie rhesus e
scimpanzé.

La via di trasmissione è l’ingestione delle cellule presenti nel latte. Non ci


sono ovviamente casi di tentativi di trasferimento agli esseri umani a scopi
sperimentali, ma sappiamo che il virus può infettare le cellule umane in
vitro.

In Norvegia, 1422 persone sono state seguite per 11 anni e mezzo. Quei 2 o
più bicchieri di latte al giorno hanno sviluppato 3,5 volte l’incidenza di
cancro degli organi linfatici. British Med. Journal 61:456-9, March 1990.

Non aspettatevi aiuto da parte del Dipartimento dell’Agricoltura o delle


Università. La posta in gioco è il denaro e le pressioni politiche sono troppo
grandi. Sei solo tu e tu da solo.

Ecco alcuni articoli per chi volesse approfondire.


1.Epidemiologic Relationships of the Bovine Population and Human
Leukemia in Iowa. Am Journal of Epidemiology 112 (1980):80
2.Milk of Dairy Cows Frequently Contains a Leukemogenic Virus. Science
213 (1981): 1014
3.Beware of the Cow. (Editorial) Lancet 2 (1974):30
4.Is Bovine Milk A Health Hazard?. Pediatrics; Suppl. Feeding the Normal
Infant. 75:182-186; 1985
Potrei andare avanti ancora ma credo di avere dato abbastanza spunti su cui
riflettere seriamente e a ciascuno la possibilità di prendere delle decisioni in
merito.
E che dire dei latticini ossia i prodotti
dal latte?

Si dice che i prodotti lattiero-caseari contengano nutrienti essenziale per la


vita, che ne abbiamo bisogno per crescere per rinforzare denti e ossa, e che
dobbiamo mangiarli per il calcio contenuto in essi per prevenire malattie
come l’osteoporosi.

Questa industria multimiliardaria ha convinto medici, governi e


consumatori che i prodotti lattiero-caseari sono necessari per una dieta sana,
addirittura tre porzioni al giorno secondo queste “false” piramidi. Tuttavia,
molti studi direbbero il contrario.

Una ricerca condotta ad Harvard, Penn State, Yale, e il Ministero per la


Salute ha determinato che l’elevato contenuto proteico del latte possa in
realtà essere una delle prime cause dell’osteoporosi.

Non solo, ha accertato che i latticini sono collegati a una serie di altri
problemi di salute, tra cui l’anemia, l’ansia e attacchi di panico, l’artrite,
l’acne, ADD, ADHD, IBS, scarsa funzione del sistema immunitario,
l’obesità, il diabete, l’autismo, il morbo di Crohn, cancro del seno e della
prostata e non ultimo, il carcinoma ovarico.
I prodotti lattiero-caseari contengono diossine, una delle sostanze più
tossiche che si trovano al mondo, e quando si consumano questi prodotti,
non solo introitiamo queste tossine, ma anche un bel cocktail di antibiotici,
steroidi e ormoni.

Alcuni studi hanno anche trovato particelle radioattive nei campioni di latte
e la Food and Drug Administration (FDA), ha rilevato che praticamente il
100% di tutti i prodotti caseari negli Stati Uniti ha residui rilevanti di
pesticidi.
Come detto in precedenza, il formaggio diventa “irrinunciabile” secondo
molti per motivi ben precisi che vanno oltre il piacere di mangiare
formaggi, yogurt, burro e bere latte.

Sono state rilevate tracce di morfina in molti campioni di latte di mucca. La


morfina notoriamente causa dipendenza, ma non solo... si sa bene che può
provocare edema polmonare, depressione e fallimento del sistema cardio-
respiratorio, coma, giusto per menzionare alcuni degli effetti collaterali
dannosi.

Non solo, tutti i tipi di latte, sia di mucca sia umano, contengono caseina
che è una proteina che, quando digerita provoca il rilascio di sostanze dotate
di proprietà antagoniste degli oppiacei.

I peptidi generati dalla caseina con proprietà che richiamano quelle degli
oppiacei in cui il più conosciuto è costituito da sette aminoacidi (Tyr-Pro-
Phe-Pro-Gly-Pro-Ile), provengono dalla porzione beta della caseina.

Il Dott. Reichelt in Norvega, il Dott. Cade all’Università di Florida, e gli


altri ricercatori, hanno trovato che i campioni di urina di persone affette da
autismo, PDD, malattia celiaca e schizofrenia contenevano alti livelli dei
peptidi di caseomorfina. Si sospetta quindi che questi peptidi possano anche
essere concausa di molti altri disturbi, come la sindrome da affaticamento
cronico, fibromialgia e depressione.

Il formaggio ha la più alta concentrazione di caseina. Questi prodotti


chimici sono necessari per i neonati per “sentirsi bene” garantendo un
legame tra madre e figlio.
Ma teniamo sempre conto che siamo gli unici mammiferi che bevono il
latte di un altro mammifero, e che questo provoca sempre lo stesso identico
“star bene” del bambino o dell’adulto, comportandosi a tutti gli effetti come
una qualsiasi droga.

Il formaggio contiene anche la feniletilamina (un alcaloide e un


neurotrasmettitore), che crea dipendenza e assuefazione (al pari di composti
imparentati come l’anfetamina), che è alla base dell’innamoramento e
dell’attrazione amorosa. Questi sono i veri motivi della dipendenza da
prodotti lattiero caseari.

I prodotti lattiero caseari possono causare malattie e allergie. Nel mondo


vegetale e con qualche piccola conoscenza culinaria, ci sono moltissime
alternative. Esistono “formaggi” di riso e soia, la scaglie di lievito
alimentare possono sostituire il parmigiano, esiste il burro di soia, o molto
più semplicemente olio extra vergine d’oliva, meno forte per dolci olio di
semi di girasole estratto a freddo, olio di canapa col suo gusto nocciolato,
burro di cocco e burro di cacao per dolci squisiti.
Formaggi cremosi da fare in casa con latte addirittura crudi ed erbette miste,
maionese vegana senza uova, ketchup crudo per la gioia dei bambini.

Quindi, una grande abbondanza di “gelati”, “dolci”, “cioccolatini”,


“formaggi” gourmet tutti senza caseina, completamente vegetali, alcuni fatti
solo di prodotti crudi e deliziosi.

Troverete nei capitoli successivi tante idee da servire, senza farsi mancare
nulla, aggiungendo solo salute sulle vostre tavole!
Capitolo 7

Le uova
*
Prima la salute

Il consumo di tuorli d’uovo è dannoso, in rapporto all’aterosclerosi, quasi


quanto il fumo. Una ricerca pubblicata di recente, condotta dal Dr David
Spence della Western University, Canada, dimostra che mangiare rossi
d’uovo accelera l’aterosclerosi in modo simile al fumare sigarette. Con
un’indagine svolta su più di 1200 pazienti, Spence ha scoperto che il
consumo regolare di tuorli provoca un danno pari a circa due terzi rispetto a
quello provocato dal fumo di sigaretta, per quanto riguarda l’accumularsi
della placca carotidea, un fattore di rischio per ictus e attacchi cardiaci. La
ricerca è stata pubblicata nella rivista “Atherosclerosis”, nel volume di
ottobre 2012. -EurekAlert, Egg yolk consumption almost as bad as smoking
when it comes to atherosclerosis, 13 agosto 2012
J. David Spence, David J.A. Jenkins, Jean Davignon, Egg yolk
consumption and carotid plaque, Atherosclerosis, Volume 224, Issue 2 ,
Pages 469-473, October 2012.

L’uovo è carne acidificante a tutti i livelli

Tutto quanto scoperto dal Dr Spence collima esattamente con quanto


affermo da anni. Le uova non sono un prodotto alimentare, ma un autentico
veleno per il corpo umano, al pari di ogni tipo di carne bianca, rossa e
grigia. L’uovo può essere un pulcino in formazione o un aborto di pulcino,
ma rimane sempre una proteina animale che acidifica la matrice cellulare
del corpo, provoca ritenzione idrica, apporta acido urico, provoca
putrefazione intestinale, provoca insufficienza epatica e renale, e mette a
repentaglio il rispetto del tetto proteico di 24 grammi/giorno.

Menzionare sempre l’omocisteina

Oltre al colesterolo va analizzata con cura anche la situazione


dell’omocisteina, e questo va sempre detto per avere il quadro completo
della situazione cardiovascolare (vedi mia tesina “Omocisteina barometro
funzionale del corpo umano”).
Gravi responsabilità diseducative del bidodicismo pediatrico

Le uova cotte complicano il tutto. I dolciumi, le merendine e i gelati


contenenti uova dovrebbero essere messi fuori legge. I cuochi hanno a
disposizione, come leganti alimentari per frittate e paste, ottime ed
innocenti farine di ceci. Come al solito c’è lo zampino degli ammazza-
galline e degli stritola-pulcini, supportati fedelmente da pediatri e medici
votati per sempre alle loro false e manipolate tabelle, ed alle eclatanti balle
sulla B12, vitamina da tenere ai minimi termini mediante vegancrudismo (la
B12 sta dappertutto inserita col gruppo-B) e mediante difesa accurata della
propria funzionalità intestinale. (Valdo Vaccaro)

Quando si mangia un uovo si sostiene l’uccisione di centinaia di milioni di


pulcini maschi ogni anno. Essi vengono uccisi a centinaia di migliaia ogni
giorno per essere gettati in un cassonetto e lasciati morire, gettati in
sacchetti di immondizia e soffocati o più comunemente nel tritacarne.
In realtà, è più redditizio uccidere i pulcini maschi a milioni perché i soldi
spesi per crescerli non darebbe il ritorno che ci si aspetta da un punto di
vista eco

nomico. Ci vuole un sacco di cibo, riparo e acqua per crescere un pulcino in


un pollo adulto e come se non bastasse... non sono in grado di produrre
uova.

Se i maschi muoiono relativamente rapidamente, le femmine vivono tutta la


loro vita in capannoni e gabbie giganti con altri centinaia di migliaia di
uccelli in batterie così piccole che non possono nemmeno allungare le ali.
Vengono trattate come delle macchine da deposizione di uova e
assolutamente nessun riguardo verso i loro bisogni biologici e
comportamentali di base.
Queste galline ovaiole sono sottoposte a periodi di digiuno completo che
può durare da un minimo di cinque giorni a ben quattordici giorni per
costringerle alla muta, che aumenterà la produttività di deposizione delle
uova.

La stragrande maggioranza delle uova consumate in tutto il mondo


provengono da galline allevate in condizioni come quelle di cui sopra. Le
galline solitamente hanno una vita media di 15-20 anni mentre questo
trattamento riservato loro per prendersi le loro uova a livello industriale,
riduce la loro vita media da 1 a 2 anni prima della macellazione quando
ovviamente cala la loro produttività. Questo è il ringraziamento che
ricevono, dopo tutto quello che abbiamo preso da loro. Dopo una vita di
abusi, i loro corpi sono così usati ed emaciati che la loro carne è solo in
grado di essere utilizzata in zuppe e cibo per animali.

L’ industria delle uova poi approfitta del vostro buon cuore e trae profitto
anche dalla vostra ignoranza. Infatti, le varie diciture “Biologiche”,
“Allevate a terra”, “Naturali” ecc. sono sistemi progettati per farvi sentire
meno in colpa per l’acquisto di un prodotto che è e resta sempre crudele.
Certo, il “livello di crudeltà” può oscillare leggermente ma per le galline,
crudele è sempre crudele.
Queste etichette sono state create per farvi pagare fino a tre volte di più per
le uova che sono quasi identiche alle altre che comperate a meno e senza
marca.

Avete ancora voglia di mangiare uova??


Capitolo 8

Consigli per rendere la transizione alla vita


vegana facile e divertente.
*
Tenete a mente le vostre motivazioni

Sappiate che state facendo la scelta giusta sia per la vostra salute sia per il
pianeta. Di rimando, sappiate che sia per voi sia per chi vi è vicino, c’è
sempre una ragione buona per andare contro la vostra decisione di essere
vegani.

Assicuratevi di avere delle motivazioni forti che possano essere facilmente


ricordatevi nel momento in cui (e questo vale soprattutto nei primi momenti
della transizione) potreste avere dubbi o venire assaliti da “pentimenti
culinari” dati da una scarsa varietà nella vostra alimentazione.
Ricordatevele le vostre motivazioni, soprattutto nei momenti cruciali in cui
potreste “subire pressioni” anche esterne.

Ricordare le proprie motivazioni è il modo migliore di cambiare le vostre


azioni e agire di conseguenza.
Perché è importante scoprire nuovi alimenti e combinazioni di alimenti

Provate alcuni prodotti alimentari per vegani. Trovate un buon ristorante


dove andare ad assaggiare nuove ricette, ormai esistono questi posti in ogni
città. Provate alcune nuove ricette ma sceglietene che assomiglino al vostro
stile di cucinare, non provate subito alimenti che non conoscete
assolutamente. Fatevi dei dolci.

Ricordate che ci sono buone versioni vegane della maggior parte delle cose,
cercate di scoprire quali sono.
Cercate le alternative a disposizione

Sia che si vada al ristorante sia a casa di amici, la cosa più semplice per non
mandare in crisi nessuno è chiedere una semplice pasta al pomodoro, un
risotto alle verdure (anche semplicemente ai funghi), una bella insalatona o
verdura in pinzimonio.
Al ristorante sono tutte cose che troviamo! Pasta, risotti, pasta e fagioli,
pasta e ceci, verdure grigliate, patate, crude e cotte. Non esiste ristorante in
cui non si possa andare con amici e sentirsi “diversi”.

Essere informati
Prime tre cose da leggere su (ovviamente oltre la vostra motivazione a
diventare vegani):
− Nozioni di base di nutrizione vegana
− Nomi degli ingredienti di origine animale comuni

− Dove mangiare fuori o fare un pranzo veloce, quando siamo di fretta o in


ufficio. Insalatone, frutta, pasta si trovano sempre anche a mezzogiorno.
Anziché il cornetto col cappuccino una bella spremuta d’arancia o
pompelmo è una valida alternativa alla nostra “merenda al bar”.

Fare il cambio d’alimentazione poco a poco se aiuta ma mantenere


sempre il vostro obiettivo finale in mente

Alcune persone in un attimo hanno un’evoluzione significativa che li


obbliga a diventare vegani dal giorno alla notte, come vedere il video di un
macello o filmati di animali d’allevamento, torture ad animali ecc. in TV.
Alcuni ritengono che una volta che hanno deciso di essere vegani, si deve
essere ‘tutto o niente’ per fare il passaggio a uno stile di vita vegana.
Per le altre persone, la decisione di diventare vegani diventa un
cambiamento graduale nella loro mentalità. Alcuni trovano che la
transizione lenta sia il modo migliore per consentire loro di mantenere uno
stile di vita vegano o vegano-crudista a lungo termine.

Abitudini alimentari che possono rendere la transizione difficile

Qualcuno potrebbe dire: “Non potrei mai essere un vegano o vegano-


crudista, mi mancherebbe troppo la pizza o il formaggio”. Quello che si sta
realmente dicendo è: “pizza e formaggio sono l’unica difficoltà che sento di
dover superare per vivere uno stile di vita vegano o vegano-crudista”.

Se questo siete voi, iniziate su altri aspetti dell’alimentazione vegana, e


affrontate questi punti per ultimi.
Dopo essere riusciti a fare altre modifiche e imparato di più sulle proprie
motivazioni per una vita vegana, l’ultimo “ostacolo” sarà meno difficile da
superare e rappresenterà meno una “sfida”.

Datevi un termine per iniziare


Quando si è pronti, magari darsi un “periodo di prova” potrebbe aiutare del
tipo: “Provo a essere vegano o vegano-crudista per un mese” o qualcosa del
genere.

Dopo questo periodo di prova, avremmo dimostrato a noi stessi che si può
vivere come vegani e vedrete che questo potrebbe essere sufficiente per non
tornare indietro. Inoltre, quando un organismo si disintossica, rimettere
dentro tossine ci farà sentire effettivamente quanto male ci facevano e
quanto eravamo ignari di questo nel marasma dei cibi tossici in generale.

Non lasciare che gli errori bussino di nuovo alla porta

Imparare a conoscere lo stile di vita vegano o vegano-crudista è un viaggio.


Dopo un po ‘diventa un’abitudine. Va certamente bene imparare
gradualmente, sempre che le vostre intenzioni siano “genuine” e non solo
un modo di fare un mesetto di “cure” e poi riprendere uno stile di vita del
passato. Altrimenti non ha senso.

Non preoccupatevi se accidentalmente entra un ‘ingrediente nascosto’ nel


vostro cibo di derivazione animale, non abbiamo l’abitudine di guardare
tutti gli ingredienti delle cose che comperiamo. Questo però potrebbe solo
essere il momento di iniziare ad essere consapevoli di ciò che mettiamo in
tavola.

Imparare a vivere con tranquillità la “pressione sociale”

Vivere in un modo che va contro la maggior parte delle persone intorno non
è il modo più semplice per vivere. Esiste una “pressione sociale” e
rendersene conto non può che farci crescere interiormente.

Tuttavia, nessuno ha il potere di impedirti di essere vegano o vegano-


crudista. Ricordate che nessuno può costringere nessuno a mettere in bocca
che non vuole mangiare. Un cortese ‘no grazie’ o ‘non per me, grazie’ è
tutto ciò che serve.

Parlare con altre persone

Trovare altri vegani per uno scambio d’idee, un consiglio, una nuova ricetta
è sufficiente a sapere che non siamo soli! Ricordati che sei parte di un
movimento molto grande di persone che vogliono fare la differenza nella
loro vita quotidiana.

Diventare vegani comporta fondamentalmente le seguenti quattro fasi:

• Cambiare mentalità
• Cambiare la vostra dieta
• Cambiare alcuni prodotti non alimentari per quelli cruelty free
• Imparare a trattare con le altre persone (onnivore) e / o la pressione sociale

Alcuni trovano che cambiare tutto in una volta sia sconvolgente, che la
transizione graduale sia l’unico modo per assicurarsi di poter sostenere uno
stile di vita vegano o vegano-crudista a lungo termine, o semplicemente
alcuni non hanno il tempo di fare un sacco di cambiamenti nella loro vita di
tutti i giorni, tutto in una volta.

Non c’è un unico modo ‘corretto’ o ‘migliore’ per la transizione. Scegliete


le azioni che vi aiuteranno personalmente a muovervi verso uno stile di vita
vegano o vegano-crudista e mantenerlo in modo sostenibile nel lungo
termine.

Un programma step-by-step
Se volete trovare un approccio più strutturato per diventare gradualmente
vegano o vegano-crudista, ecco qualche suggerimento per affrontare ogni
passo.
1) Iniziate con una fase di ‘preparazione’
a) scegliete la mentalità giusta verso ciò che state facendo b) iniziate la
transizione della vostra alimentazione nel seguente modo:

- scegliete alcuni piatti vegani, giusto per cominciare


- iniziate a rendere la cucina più vegana, introducendo mano a mano che
finite le scorte nuovi prodotti vegani; munitevi di una buona centrifuga, un
frullatore e qualche attrezzo per abbellire le verdure o la frutta. Più avanti
servirà anche un essicatore o germogliatore
- iniziate a inserire sempre più alimenti vegani nella vostra dieta

c) imparate alcune nozioni di base di nutrizione


2) decidete quando iniziare i vostri primi 30 giorni da vegani
a) mangiate vegano o vegano-crudista per 30 giorni
b) decidete come comportarvi con le altre persone. Siate chiari nelle vostre
motivazioni.
E’ davvero utile avere una chiara motivazione per andare ‘controcorrente’
anche se il motivo è ‘solo per vedere se riesco a farlo’, sapere che cosa è
aiuterà moltissimo.
Mantenete il vostro obiettivo finale in mente. Immaginate di vivere un
semplice, piacevole stile di vita vegano o vegano-crudista.

Mano a mano che si va avanti, prendere tempo per leggere e per conoscere
l’aspetto del veganismo che più vi interessa. Questo sicuramente serve a
capire le ragioni della nostra scelta per un nuovo stile di vita. Se vi piace
leggere, andate su internet e cercate tutto quello che potete. Iscrivetevi a
qualche gruppo vegano o vegano-crudista in facebook o forum.

Scegliere alcuni piatti vegani o vegano-crudisti per cominciare a


familiarizzare con i nuovi sapori e modi di “cucinare”.
1. Fate una lista di piatti che già mangiate che sono vegani o vegano-
crudisti.
2. Fate una lista di piatti che già mangiate che potrebbero essere facilmente
adattati per essere vegani o vegano-crudisti.
3. Scegliete alcune versioni vegane o vegano-crudiste di piatti familiari da
provare.

4. Se vi piace cucinare: sfogliate alcuni libri di ricette, blog o siti web e


raccogliete alcune nuove ricette da provare. Date un’occhiata alla pagina
dei prodotti equivalenti per avere una panoramica degli equivalenti vegani
di alcuni tipici ingredienti di origine animale.

Inizialmente imparate a sostituire il latte di mucca con quelli vegetali, anche


per i bambini, oppure sappiate che frullati e centrifugati possono avere gli
stessi valori nutritivi.
Usate olio d’oliva per i piatti salati, olio di cocco, burro di cocco per i dolci
finchè non saprete integrare i molti tipi di oli spremuti a freddo esistenti.

Imparate a fare una maionese o ketchup vegani o vegano crudisti per i


vostri bambini. Usate in qualche ricetta vegana o vegano crudista tofu,
anacardi, semi, fagioli, tempeh, al posto della carne. Per i bambini (e adulti)
si può fare il ragù senza prodotti animali che sia ugualmente gustoso.

Se il piatto richiedeva carne macinata: utilizzate soia macinata, lenticchie di


vario genere, fagioli.
Per un secondo con contorno provate salsicce vegan, polpette di fagioli,
polpette crude con anacardi e verdure tritate, cotolette di soia, affettati di
seitan.
Lo stesso vale se volete portarvi un panino sul lavoro: maionese vegana,
pomodori, insalata e un affettato affumicato di seitan è gustosissimo (le
varianti infinite!).
Prima dell’inizio di ogni settimana, durante la transizione:

- scrivete una lista di tutti i pasti vegani o vegano crudisti che vogliono fare
nella settimana;
- scrivete una lista della spesa con tutti gli ingredienti di cui si ha bisogno.

Ho bisogno di integratori?
No.
Nutrienti particolari per garantire:

Vitamina B12: vedi capitolo dedicato


Vitamina D: passare abbastanza tempo al sole poiché è prodotta dall’azione
della luce solare sulla pelle
Iodio: ottenetelo da piccole quantità di alghe marine commestibili
Omega 3: otteneteli da piccole quantità di olio di lino, semi di lino, olio di
colza o olio di semi di canapa al giorno

Le difficoltà nella vita sociale di un vegano


Troverete diverse reazioni quando annuncerete di essere diventati vegani.
La risposta migliore è sempre la calma, il non giudizio e la tolleranza.
I vegani o vegani crudisti che siano, hanno fatto scelte alimentari e non, sia
per motivi etici che per motivi di salute generali.

Potreste trovarvi davanti a problemi come la preoccupazione di genitori o


amici che non sanno cosa cucinare per voi, o che potrebbero preoccuparsi
per il vostro stato di salute perchè non sanno nulla sulla nutrizione a base
vegetale e comunque credono che per stare bene si debba integrare la
propria alimentazione con cibi di origine vegetale.

Con i genitori, si potrebbe provare a spiegare che vivere una vita da vegani
significa vivere in sintonia con i propri valori, come la compassione e così
via; questi sono i valori che ti hanno insegnato quando eri giovane. Spiegate
che la vostra decisione di diventare vegani non ha nulla a che vedere con
simpatia o antipatia di un qualche alimento, e non avete deciso di essere
vegani perchè non vi piace la loro cucina! Sottolineate che la vostra
decisione è stata presa per ragioni indipendenti.

Spiegate in modo semplice che il cibo di origine vegetale contiene tutti i


nutrienti di cui si ha bisogno per restare sani, in forma e che l’impatto
sull’ambiente circostante è benefico per tutti.

Se la persona in questione cucina per cinque, si potrebbe offrire di


condividere alcune ricette che avete trovato, o offrire di cucinare insieme la
prossima volta che si va in visita. Oppure offrirsi di cucinare una cena di
assaggi. Ricordate che potrebbe volerci un po’ di tempo prima che la
famiglia cominci a capire. Date loro il tempo di adattarsi.

Quando diciamo no a carne, pesce, latte e latticini come si deve fare?


Informazioni utili per prendere una decisione consapevole

Ora che abbiamo una panoramica migliore sul cosa significa cibo crudo e di
come siamo fatti anatomicamente, biologicamente e chimicamente
...vediamo come sia possibile il passaggio graduale e naturale verso
un’alimentazione naturale sempre più ricca di nutrienti, vitale e volta al
nostro benessere.

Prima di tutto bisogna essere “flessibili”, è difficile arrivare al crudo


cercando le soluzioni razionalmente, così si rischia solo di crearci ulteriore
confusione, soprattutto perchè i bombardamenti che si ricevono dai media
sono spesso fuorvianti. Iniziate con qualche ricetta semplice, nel frattempo
documentatevi il più possibile sui libri, anche attraverso l’esperienza di chi
vive già il crudismo come stile di vita.

Importante è fidarsi del vostro senso del gusto. Spesso veniamo traditi da
questo, pensando che non sia possibile trovare “buono e appetitoso” un
alimento che mangiamo cotto da quando siamo piccoli.

Risvegliate le vostre papille gustative ad esempio coi colori preparandovi


piatti colorati, si inizia a mangiare con gli occhi! Non andate in cerca di cibi
esotici difficili da reperire, non serve e soprattutto, meglio prodotti locali e
biologici, che scoraggiarsi perchè non troviamo i prodotti che alcune ricette
più complesse richiedono.

Di solito si arriva al crudo fondamentalmente per due motivi: uno stile di


vita etico, ecologico e salutare, oppure perchè vogliamo cercare di
affrontare una malattia quale diabete, pressione alta, colesterolo alto ecc.

Iniziate magari dalla primavera, l’inverno, per chi vive in posti freddi porta
al consumo di cibi caldi e cotti. Questo è normale all’inizio. Poi si impara
ad usare cibi che “riscaldano” ad esempio: spinaci, cicoria, broccoli, zucca,
ravanelli, zucchine, carote, aglio, cacao crudo (fondente...e qui potete
cimentarvi con qualche piccola ricettina), limoni, zenzero, peperoncino,
questi hanno la proprietà di velocizzare il metabolismo.

Va detto che un regime esclusivamente crudo non va bene per chi soffre di
eccessiva magrezza. Mi soffermo qui un attimo per meglio chiarire. Si parla
di magrezza primitiva (o costituzionale) quando non si è in presenza di
uno stato patologico, ma si ha una maggior dispersione di calore e quindi un
maggior consumo delle energie in cicli chiamati “inutili”, per cui a parità di
calorie introdotte si ha un maggior dispendio energetico.
In questi casi il metabolismo basale è normale e non si riscontrano
alterazioni ormonali. Ci si può trovare di fronte a due tipi di magrezza
costituzionale: quella con forza normale, in cui anche la muscolatura è
normale e l’unico difetto riscontrabile è la scarsità del tessuto adiposo
(magrezza stenica); quella con forza ridotta e uno scarso sviluppo
muscolare e scheletrico e a volte la presenza di ipotensione arteriosa
(magrezza ipostenica).

Si ha invece una situazione patologica in caso di magrezza secondaria,


quando cioè la magrezza eccessiva ha la sua origine in una causa precisa.
La presenza di una patologia digestiva: tutte le malattie che provocano un
malassorbimento delle sostanze nutritive causano magrezza, con
conseguenze simili a quelle dell’apporto alimentare insufficiente. Tra queste
la celiachia, l’alcolismo, le parassitosi e le pancreatiti.

Anche il diabete mellito di tipo 1 può essere alla base della magrezza,
perché la ridotta produzione di insulina provoca un’alterazione dei substrati
energetici che vengono assunti e quindi una minor produzione del tessuto
adiposo.

Il morbo di Addison, una malattia poco frequente causata dal mancato


funzionamento del surrene, provoca magrezza perché vi è assenza di
cortisolo e quindi una riduzione del tessuto adiposo.

Raro è anche il feocromocitoma, un tumore dei surreni, che determina un


aumento delle catecolamine (adrenalina) e del metabolismo e una
diminuzione del tessuto adiposo.

Anche l’ ipertiroidismo può causare una magrezza eccessiva poiché


l’aumento delle catecolamine collegato a questa patologia provoca una
riduzione della massa magra e spesso anche osteoporosi.

L’ipertiroidismo è una malattia piuttosto diffusa nel nostro Paese ed è stato


riscontrato un aumento di queste patologie tra le donne che abusano di
sostanze che possono aumentare la funzione tiroidea, quali farmaci
dimagranti e creme anticellulite che contengono T3 o iodio.

In questi casi, un sano regime al 60% crudo e 40% cotto è più indicato, ma
è anche più indicato per chi si approccia per la prima volta al crudismo.
Infatti, alcuni riescono subito, ma non ci si deve sentire “in colpa” se non lo
facciamo da un giorno all’altro. Persone con livelli di intossicazione
generale alti (da farmaci, prodotti animali inclusi uova, latticini ecc),
devono usare una “modalità” di transizione da un regime all’altro “più
tranquilla”.

La disintossicazione avviene per gradi nel nostro organismo, dal fegato


all’intestino, stomaco, reni e polmoni. Che cosa succede? Il muco, le
tossine, i farmaci ecc. che “intasano” il nostro organismo, cervello incluso,
devono essere espulsi.

Le fibre devono essere “riconosciute” dal nostro stomaco e intestino, quindi


il passaggio può avvenire per gradi, abituandoci al nuovo regime, senza
fatica, in modo semplice e naturale.
La disintossicazione psicologica è la più difficile: intendo ovviamente, non
chi soffre di disturbi psicologici, ma chi teme di “lasciare il vecchio per il
nuovo”. A volte si ha paura, senza motivo apparente di fare quasi “un salto
nel buio”. Non abbiate paura di scendere “a patti” con la vostra mente.

Iniziate, aumentando per gradi il crudo, arrivando ad un 70 crudo e 30


cotto, poi facendo il passo successivo assecondando il vostro organismo,
sperimentando e confrontandovi. Intanto, leggetevi le seguenti tabelle con
le sostituzioni possibili, quelle consigliate e quelle non consigliate.
1) - CIBI
Zucchero
Dolcificanti
No Meglio Migliore

Tutte le forme di:


- Destrosio
- Sciroppo di mais
- Sciroppo di riso
- Malto
Miele crudo
Zucchero di canna crudo Succo d’Acero
Succo d’Agave
Datteri
Zucchero di palma di cocco Sciroppo di Yacon

Tutte le forme di:


- Aspartame
- Ciclamato
Xilitolo Stevia
Vaniglia Cannella

Sale
Sale
Sale iodato Sale integrale di tutti i colori Sale vegetale: Sedano
Alghe

Farina

Farine raffinate di:


- Grano
- Mais
- Riso, etc.

Pane
Pasta
Da supermercato

Grano Germogli essiccati Farina di mandorle Farina di cocco

Pane germogliato (esseno) Involtini di lattuga


Farine integrali di:
- Farro
- Kamut
- Quinoa
- Grano saraceno
- Miglio
- Riso
- Avena
Fatto in casa
Negozi bio
Fatto con
lievito madre

Farro bio o
Grano saraceno Spaghetti crudi di zucchini Spaghetti di alghe

Grassi

Burro
Strutto
Margarina
Grassi insaturi Grassi animali Olio di cocco estratto a freddo Olio EVO
Olio di Canapa
Olio di Lino
Semi di canapa bio Semi di lino bio Frutta secca
Cocco fresco

Carne

Salumi
Carne
Tacchino Coniglio Pollame Seitan - Tofu Patè di frutta secca bio Polpette fatte di verdure e frutta
secca
Pesce tutti Involtini con alghe
Uova tutti

Sostituti vegan Esistono prodotti vegan che sono ottimi sostituti se non riusciamo a rinunciare
- Agar agar
- Semi di lino (gel)
- Fibra di psillio (gel)

Formaggio
Di mucca, pecora, capra, asino

Tofu, Riso Formaggi fatti con noci Formaggi fatto con semini

Latte & Yogurt

Latte, yogurt
da mucca, pecora, capra, asino
Latte di mandorla confezionato Latte di riso
Latte di cocco

Latte crudo di mandorle Latte crudo di frutta secca Latte di cocco crudo
Acqua di cocco cruda

2) - BEVANDE
No Meglio Migliore
Acqua
Di rubinetto non controllata

Acqua in bottiglie di plastica Acqua di fonte con basso residuo Acqua conservata in vetro
Acqua di rubinetto controllata

Tè Tè nero Tisane
Caffè
Caffè
Decaffeinato Caffè Ginseng

Orzo 5-10 Semi di cacao


Latte vegetale con cacao crudo

Bevande gassate
Bevande non gassate Bevande

confezionate
Succhi di frutta confezionati
Centrifugati freschi Succhi spremuti freschi
Frullati di frutta
Frullati frutta-verdura
Super food con acqua o altri succhi Acqua di cocco fresca
Smoothies
Limonata fresca con stevia
3) - CONDIMENTI E SALSE
No Meglio Migliore
Tomato Ketchup
Tomato ketchup
preso al supermercato Ketchup bio senza zucchero Ketchup crudo
Maionese Maionese confezionata

Fatta in casa con lecitina di soia – Fatta in casa con latte o yogurt di soia Maionese cruda fatta con
avocado o semi/frutta secca

Condimenti pasta

Condimenti confezionati Pomodoro in scatola Biologici: Pesto


Pomodoro Verdure
Crudi:
Pesto
Formaggio di noci
Salsa di pomodori crudi Salse di verdure crude frullate

Spalmabili sul pane

Salse di carne
Salse di tonno
Cioccolata spalmabile Formaggio spalmabile Burro di mandorle
Marmellata100% frutta Miele
Avocado
Pesto
Guacamole
Patè di frutta secca
Formaggi di frutta secca Burro di cocco

4) - SPUNTINI SPECIALI
No Meglio Migliore
Caramelle confezionate Barrette energetiche Caramelle

Barrette dietetiche Biscottini


Merendine varie Dai negozi bio:
- Caramelle
- Biscotti
- Merendine
- Popcorn
Barrette o ciccolattini con cacao crudo
Biscotti crudi
Dolci crudi
Frutta fresca
Frutta essicata
Chips e cracker da essicatore

Biscotti, Torte
Biscotti e torte confezionati
Biscotti e torte bio
Biscotti e torte vegan fatti in casa Torte e biscotti crudi Biscotti fatti in essicatore

4) - LINEE GUIDA GENERALI


No Meglio Migliore
Risorse
Ipermercati e supermercati

Negozi biologici Cibi fatti in casa con ingredienti biologici certificati

Coltivazione

Agricoltura convenzionale
Agricoltura bio
Senza pesticidi, erbicidi
o altre sostanze chimiche per fertilizzare
Produttori locali
Prodotti cresciuti selvaticamente in natura, propri orti, germogli, produttori locali e bio

Pre-confezionata Fast food


Cottura

Grigliato
Microonde
Fritto
A vapore
Saltato in padella
Cotture che non supera 47°-50°C Crudo
Spremuto Frullato
Essiccato

Troppi ingredienti Conservanti


Dolcificanti

Ingredienti Sostanze chimiche Additivi


MSG, insaporitori, etc. Pochi ingredienti “pronunciabili” Fatti in casa con tutti ingredienti freschi
Capitolo 9

Il pH del nostro corpo e come influisce sulla


nostra salute
*
Il pH è genericamente definito come misura dell’acidità di una soluzione, in
realtà è un valore di concentrazione degli ioni H+ presenti nella soluzione,
quindi la risposta di Lorenalo è piuttosto confusa: l’acqua è solo neutra, ed
il suo pH è sempre 7, quindi non esiste il calcolo del pH sull’acqua, ma solo
sulle soluzioni acquose di acidi e di basi.

Gli acidi si dissociano liberando ioni H+, la cui presenza impartisce il


carattere acido ad una soluzione, mentre il pH della soluzione è indice della
loro concentrazione [H+] pH = -Log [H+]

Gli alcali o le basi si dissociano liberando ioni OH- la cui presenza


impartisce il carattere basico ad una soluzione, mentre il pH in questo caso
è indice della loro concentrazione [OH-] pH = 14 - pOH e dove a sua volta
pOH = -Log[OH-]

L’acqua distillata da sola invece si scinde in: H2O -------> H+ e OH-


dove la concentrazione H+ è uguale a quella degli OH-, quindi la soluzione
è rigorosamente neutra.

Per quanto riguarda il corpo umano le cellule e tutti i fluidi dell’organismo


devono avere un pH costante di 7,4, quindi leggermente alcalino e questo
valore costante lo si ottiene grazie all’azione tampone di alcuni sali che
sono presenti nel sangue.

Una variazione di pH provoca disagi e perfino la morte.


Il pH della pelle invece viene influenzato dal contatto con agenti esterni
come saponi, liquidi da contatto, eventuali soluzioni usate, cibi, ecc.

La scala va da 0 a 14. Un pH di 7 è neutro, un pH di 0-7 è acido. Un pH di


7-14 è alcalino. Ogni unità di cambiamento rappresenta un cambiamento di
dieci volte l’acidità o alcalinità. Così la differenza tra pH 4 e 5 è molto
maggiore della differenza tra un 6 e 7.

Qual è l’importanza del vostro pH


Alcune persone conoscono la scala del pH dalla misurazione del pH nelle
piscine o etichette sulle bottiglie di shampoo. Nella dieta di cibi crudi lo
usiamo per altre due ragioni.

Il pH del vostro corpo è un indicatore della salute. Organi diversi hanno


diversi pH, ma nel complesso, il pH del corpo dovrebbe essere 7. Il pH del

sangue sano è 7.35. Così vedete è leggermente alcalino.

È inoltre possibile utilizzare la scala del pH per scoprire se un determinato


cibo è alcalino o acido dopo la digestione. Esiste già una lista di alimenti
con un basso pH (alimenti acidi) e gli alimenti con un pH elevato (alimenti
alcalini).

Scala pH e la salute

Le funzioni del corpo sono decisamente migliori quando il pH del sangue è


7.35. Se il pH del sangue scende al di sotto 7 o superiore 7.45, il corpo non
funziona più in maniera corretta.

A causa della nostra dieta occidentale ricca di zuccheri raffinati, prodotti


alimentari trasformati e proteine animali, la maggior parte delle persone
sono in “acidosi”. Se ci mettiamo sopra anche lo stress (molto acidificante)
e l’inquinamento ecco la ricetta perfetta per creare tutta una serie di
problemi.

I sintomi di una persona con pH basso (in acidosi)

Le caratteristiche tipiche di una persona in acidosi sono: basso consumo di


energia, poco entusiasmo, stanchezza, irritabilità e insonnia. Le persone in
acidosi sono spesso sensibili al freddo, hanno denti fragili, unghie deboli o
pelle secca. Il sistema immunitario si indebolisce e sono suscettibili a
infezioni e virus (raffreddore e influenza) e altre malattie ricorrenti
(bronchiti, infezioni delle vie urinarie).

Il bilanciamento del vostro pH

Quindi, vedete, è estremamente importante per il vostro corpo mantenere un


sano equilibrio acido - alcalino. Il sangue cerca immediatamente di
correggere anche il minimo cambiamento del pH.

Il corpo ha due modi per farlo:


− eliminare gli acidi dal corpo attraverso il sudore, l’urina, il respiro o
memorizzarli come grasso corporeo;
− neutralizzare gli acidi con minerali alcalini come il calcio.

Fortunatamente, è facile rimanere in buona salute e tornare ad una


situazione salutare seguendo un’alimentazione vegana o vegano crudista.
Una dieta equilibrata ricca di cibi crudi, o vegana con una alta percentuale
di crudo, è ricca di minerali alcalini quali calcio, sodio, silice, magnesio e
potassio.
Capitolo 10

Una scelta etica per il Ben.....Essere!


*
Questo capitolo non vuole offendere nessuno, né le scelte fatte da ciascuno
di noi, ma vorrei solo far riflettere sul fatto che forse, facendo entrare la
compassione nell’essere umano, il mondo non sarebbe come lo vediamo e
viviamo oggi.

48 miliardi ogni anno


131 milioni ogni giorno
5.500.000 ogni ora
91.000 ogni minuto
1.500 ogni secondo

Gli animali mangiati dagli uomini.


(Stime arrotondate per difetto - Fonte: U.N. Food and Agriculture
Organization – 2001)

“Se sei convinto di essere naturalmente predisposto a mangiar carne,


prova anzitutto a uccidere tu stesso l’animale che vuoi mangiare. Ma
ammazzalo tu in persona, con le tue mani, senza ricorrere a un coltello
o a un bastone o a una scure. Fà come i lupi, gli orsi e i leoni, che
ammazzano da sé quanto mangiano”. (Plutarco)

Ma perchè si mangia la carne? Beh, la carne si mangia perchè è buona e fa


bene! Mi dicono anche che è indispensabile per una dieta equilibrata, senza
la carne ci si ammala, la B12 non esiste nel regno vegetale, e poi insomma,
è irresistibile un bel panino con il prosciutto!

Niente di più sbagliato: è esattamente l’opposto! La carne è un’abitudine, la


carne non è buona, la carne è “buona” solo per le infinite spezie e
condimenti che ci mettono sopra per mitigare il suo vero sapore della carne;
ma non è nient’altro che un’illusione, un artefatto ingannevole per far
credere al nostro palato “assopito” che stiamo mangiando la cosa più buona
del mondo, ma non c’è niente di più sbagliato.

E’ indispensabile per una dieta equilibrata? Senza la carne ci si ammala?


No! E’ la carne che ammala, fino a prova contraria non ho mai sentito una
malattia derivante dal fatto di mangiare verdura o frutta; non prendiamoci in
giro, impariamo ad usare la testa, ragioniamo, non prendiamo per oro colato
tutto quello che ci dicono, perchè non è oro colato, è immondizia.
Finalmente pare che una parte della scienza medica sia dalla nostra parte!

Ma, andiamo per ordine.

In questo momento vorrei mettere una piccola pulce nell’orecchio, riguardo


all’impatto ambientale che ha la nostra insaziabile abitudine di cibarci di
carne. E’ una minaccia che incombe su tutti noi, ma non solo per l’aspetto
meramente salutistico è un pericolo anche per il nostro bellissimo pianeta.

L’allevamento di animali da carne ormai ha raggiunto livelli record; non


pensando e non ragionando sul fatto che la carne è uno dei prodotti più
dispendiosi in termini di risorse, basti pensare che il 50% della produzione
mondiale di cereali ed il 90% di quella di soia sono destinate al bestiame
come mangime.

Come se non bastasse, la produzione di carne si basa su un sistema


inefficiente, in termini più pratici basti pensare che in un solo anno in USA
sono stati prodotti 145 milioni di tonnellate di cereali e soia, dalla cui
trasformazione sono stati ricavati solo 21 milioni di tonnellate di carne, latte
e uova, togliendo la possibilità in fin dei conti, di assicurare un pasto
completo a milioni di abitanti della Terra.
Come se non bastasse, per produrre un solo chilo di carne di manzo, sono
necessari 16 mila litri di acqua. (Tratto dallo scritto dell’economista Frances
Moore Lappé “Diet for a Small Planet”, New )York, Ballantine Books,
1982, pp.69-71).

Sono danni ingenti, di proporzioni epiche, eppure chi di dovere non si


prende la briga di scrivere la verità, di scrivere che questa è una vergogna,
sfruttiamo un pianeta per abbuffarci di quell’alimento che si chiama carne.
O quello che si chiama latte. O uova. Non vi pare una scelta egoista?

Non solo per gli animali, che comunque hanno un peso non indifferente
sulla scelta di diventare vegani, anzi a volte è solo quello il motivo che
smuove le anime; ma anche per il bel pianeta che ci ospita! Ci ospita, non è
nostro.

Se si vuole vivere da ecologisti (quindi occuparci della Terra e impattarla il


meno possibile), purtroppo non basta fare la raccolta differenziata, usare
meno acqua possibile quando ci si lava i denti, oppure accendere le luci il
meno possibile.

Se mangiate carne annullate tutto ciò che fate giornalmente per rendere il
pianeta più bello e vivibile, lo inquinate, lo deforestate, lo macchiate di
sangue; sangue anche delle persone che moriranno, per questa deplorevole
abitudine, instillata nelle menti da chi lucra sulle spalle di povere anime,
che non hanno fatto niente di male, se non essere nati bovini, ovini, mucche
da latte, vitelli maschi o suini.
L’ingestione di quantità enormi di carne (specifico che per carne si intende
in generale pollo, tacchino, manzo, vitello, pesce, maiale, pecore, capre,
salumi... perchè spesso mi sono imbattuta in persone che NON sanno
nemmeno cosa viene considerata “carne” o comunque proteine animali) che
fa ammalare.

Pensiamo che mangiando carne, il contenuto di acido urico dell’urina


aumenta da tre a dieci volte. Alla luce di questo, è da ricordare che l’acido
urico, in combinazione con altre tossine, è considerato da molti ricercatori il
più attivo tra tutte le sostanze che producono malattie.
Inoltre la carne, si decompone nel nostro tratto di

gestivo (si proprio nel nostro povero intestino) e il veleno che ne risulta
viene assorbito dal nostro flusso ematico; questa è la prima causa che
predispone alle malattie “moderne” quali diabete, ipertensione,
ipercolesterolemia, ecc. (questa ormai è scienza e non fantascienza), stipsi e
altre malattie più o meno gravi.

...ma c’è anche l’etica....


“Auschwitz inizia quando si guarda a un mattatoio e si pensa: sono
soltanto animali”. Theodor Wiesengrund Adorno, filosofo

Dietro tutto ciò appena menzionato, c’è l’aspetto etico, uno degli aspetti che
stanno molto a cuore alle persone che hanno deciso di intraprendere la
strada del veganismo: dietro ad una bistecca, dietro ad un bicchiere di latte
o ad un uovo strapazzato c’è la sofferenza di miliardi di creature innocenti,
seviziate, torturate e uccise unicamente per il nostro palato.
Viene chiamato in gergo “olocausto animale”, l’orrore degli allevamenti
intensivi, l’orrore che giornalmente mette fine a milioni di vite; vite che
vengono al mondo, rinchiuse in un box per tutta la durata della loro
miserabile esistenza, messe all’ingrasso, prosciugate, maltrattate, umiliate,
derise e infine giustiziate; no, non sono dei criminali, non sono serial killer,
anzi, l’unica loro colpa è di essere venute al mondo sotto le sembianze di
“animali da carne”.

Con quale cuore e quale coraggio, un uomo dice di amare gli animali
davanti ad un filetto o davanti a una costina di maiale?

E’ un controsenso, non può essere vero! E’ vero, non uccide lui il maiale, la
mucca o il vitello, ma fa peggio! Mangiare la carne e latticini significa
essere il mandante dell’industria

della carne: senza il mandante o chi ne fa richiesta, questa avrebbe finito di


esistere.
E’ di questo che non ci si rende conto,”io non li uccido” oppure “tanto
sarebbero morti lo stesso”, semplicemente demandi il compito a terzi.

Quello che racconterò adesso non vuole essere una specie di racconto
macabro fine a se stesso e non vuole offendere nessuno, vuole dire la verità
a chi non sa esattamente cosa si cela dietro alla bistecca, all’ovetto o al latte
che tanto amorevolmente diamo ai nostri figli per farli crescere sani e forti.
Poi ad ognuno la propria scelta, senza giudizio.
Diamo ora una definizione al concetto “allevamento intensivo”: “Con
allevamento intensivo o allevamento industriale si intende una forma di
allevamento che utilizza tecniche industriali e scientifiche per ottenere la
massima quantità di prodotto al minimo costo e utilizzando il minimo
spazio, tipicamente con l’uso di appositi macchinari e farmaci veterinari
“(wikipedia).

Io penso che questa definizione sia emblematica, racchiude tutto ciò che c’è
di sbagliato in questa industria di morte. Infatti, i macelli, che una volta
erano ubicati proprio nei centri delle città, adesso sono migrati in zone
dove non passa nessuno, dove non si possano sentire le urla strazianti delle
povere creature che potrebbero turbare le coscienze della gente e potrebbero
urtare la loro grande sensibilità.

Perchè si nasconde, si cela lo scempio, si guardano bene dal farti vedere


nelle pubblicità dei wurstel come viene macellato un maiale con audio a
seguito. No, loro vi fanno vedere la famiglia felice e la bambina che
addenta tutta sorridente questo pezzo di roba marrone e vi fanno credere
che non c’è niente di male, che è normalissimo fare questo, vi fanno credere
che quello sia solo un wurstel, non era un animale che viveva e aveva occhi
per vedere, orecchie per sentire, e naso per odorare, no, è solo un pezzo di
carne inanimato...sempre che non sia una melma che mangiate che nulla ha
a che vedere con il maiale, ma scarti di ogni sorta.

Ma adesso capiamo bene cosa succede di così tanto mostruoso dentro questi
allevamenti intensivi.

Ci sono svariati documenti scritti e registrati su video che testimoniano le


disumane atrocità che si compiono dentro queste 4 mura di morte; per
esempio le galline, definite come gli animali più maltrattati sulla faccia del
pianeta, stipate in gabbie luride a decine di migliaia, tra i loro stessi
escrementi e altri simili morti per stress o infarto.

Alcuni esemplari, invece, muoiono di fame poiché non riescono a muoversi


a causa di un peso aumentato eccessivamente (per via degli antibiotici) e
non adeguatamente sostenuto dalla struttura ossea.

Inoltre, essendo rinchiuse in gabbie talmente piccole da non poter nemmeno


aprire le ali, queste vengono sottoposte a una pratica che si chiama
“debeccaggio” che consiste nel tagliare e smussare il becco in modo che
queste non si uccidano e non si becchino a vicenda per il troppo stress e per
le condizioni di vita non adatte a questa specie.

Questo tipo di “vita” è destinata anche e soprattutto alle galline ovaiole, che
vengono spremute e maltrattate fino a che non muoiono di stenti. I pulcini
maschi che nascono nell’industria delle uova, fanno una fine
inimmaginabile, semplicemente per il fatto che sono scarti, sono maschi,
non producono uova e non sono della razza giusta per diventare dei polli
“da carne” convenienti per l’industria; di conseguenza non servono a nulla.
I pulcini vengono dunque uccisi subito, gettandoli vivi in un tritacarne
oppure lasciati agonizzare rinchiusi in dei sacchi neri aspettando l’asfissia.

I bovini purtroppo, non se la passano meglio; infatti vengono sottoposti ad


una prima tortura attraverso la castrazione, il taglio delle corna (per evitare
che appunto si feriscano a vicenda) e la marchiatura, il tutto in assenza di
anestesia. Infine,dopo la loro breve e amara vita, vengono stipati in camion
in condizioni da brivido verso il macello.

Le mucche da latte se la passano decisamente peggio; anche se a dire il vero


non so cosa sia o come definire il peggio.
Le povere mucche, che in natura possono vivere fino a 20 anni, negli
allevamenti intensivi hanno una vita di più o meno 2 anni a causa delle
incessanti mungiture che provocano molto spesso mastiti e malattie
croniche.

Quando queste mostrano segni di patologie o debolezza, o diminuisce la


produzione di latte e la capacità di riproduzione viene giudicata non più
redditizia, vengono avviate al macello. Ovviamente con tutti gli antibiotici,
ormoni, pus a causa delle mastiti ecc. che finiranno inevitabilmente prima
nel vostro latte e poi nella carne.
Le mucche da latte sono difficoltose da trasportare, perché spesso sono
talmente debilitate o sofferenti da non riuscire nemmeno a camminare.
Un’infinità di elementi combinati assieme come: tecniche di allevamento
intensivo, la selezione genetica per ottenere un’elevata quantità di latte, i
problemi cronici alle zampe, le patologie, la paralisi da parto e altro, le
rendono molto vulnerabili.
Come se non bastasse, all’interno di questi veri e propri lager, quando una
mucca partorisce un vitello maschio, questo le viene subito strappato
appena nato, in modo che non succhi neanche una goccia del prezioso latte
destinato al genere umano, e, come scritto precedentemente, se il vitello è
maschio, non serve assolutamente a niente all’industria, è solo un costo, di
conseguenza viene nutrito con un surrogato del latte materno in modo che
diventi anemico per assicurare al consumatore la sua carne pallida e di color
avorio; poi, vengono macellati massimo a 18/20 settimane di vita.

Non va bene nemmeno ai maiali, soprattutto per le scrofe gravide, confinate


in box di grandezza assolutamente ridicola e costrette a stare sdraiate sul
fianco tutto il giorno per il troppo poco spazio e a debita distanza dai piccoli
cuccioli per la paura che possa calpestarli.

Le scrofe hanno il solo compito di generare una prole più numerosa


possibile, e spesso (come ci si può immaginare) questi parti continui
provocano una serie di infezioni all’apparato genitale, ferite purulente e
dolorose, che ovviamente nessuno provvede a curare; ammesso che vi siano
allevamenti un po’ più seri, ecco partire le dosi massicce di farmaci.

Ma non è tutto... i suini sono allevati in ambienti sovraffollati con pavimenti


completamente fessurati (per gli escrementi), questo tipo di pavimento è
presente anche nei box ridotti delle scrofe, dove i piccoli spesso si
incastrano e non riescono più ad uscire, e dove la madre non può fare nulla
per aiutarli.

I piccoli suini appena nati vengono prelevati dai box delle madri e vengono
praticate su di loro diversi tipi di mutilazioni, quali l’amputazione della
coda, la castrazione per evitare lo spiacevole sapore che la carne
assumerebbe se l’animale venisse ucciso dopo la pubertà e l’asportazione
totale dei denti. E quest’ultima viene fatta per il semplice motivo che in
quelle condizioni i maiali all’ingrasso si morderebbero a vicenda
provocandosi ferite letali.

Il tipo di alimentazione cui sono sottoposti i maiali, li rende carenti di


vitamina B6, provocando paresi agli arti posteriori, dermatite seborroica e
disturbi della locomozione.

Vi risparmio a questo punto come vengono uccisi, come soffrono ecc. Non
è una bella storia né sono belle scene, sappiate solo che purtroppo non è
nemmeno vicino a quello che potete immaginare.

Riesce difficile immaginare tutto questo, riesce difficile immaginare il


dolore e la morte così crudele di queste creature.

Io credo che la sofferenza sia uguale per tutti, cani, topi, umani, elefanti e
pesci. Il dolore è dolore, le emozioni sono emozioni, e credetemi, di
emozioni ne hanno tante, e non si esprimono poi tanto diversamente
dall’essere umano, solo perchè non hanno le nostre corde vocali per poterlo
dire con le parole.
Quindi perchè arrogarsi il diritto di allevare la vita e ucciderla? L’uomo si
crede l’animale più intelligente su questa terra, ma non sa che in fondo, la
vera bestia è proprio lui.
Capitolo 11

Il consumo di carne e la fame nel mondo... Quanto


costa davvero la carne?
*
Un chilo di carne equivale a 35 metri quadrati di foresta, 15.500 litri
d’acqua, 15 chili di cereali e 36 chili di Co2.
Il consumo di carne è responsabile in parte di un grosso problema che
affligge l’umanità: la fame nel mondo.
Un vitello, per esempio, per raggiungere un peso di 500 chili, deve
consumare oltre 1200 chili di cereali.
Quando l’animale ha raggiunto questo peso viene ucciso e eliminati tutti gli
scarti poco più della metà verrà usato per produrre carne, bistecche,
hamburger.

Parlando sempre di numeri, con 1.200 chili di cereali si ottengono quindi


250 chili di carne, ovvero circa 200 grammi di carne ogni chilogrammo di
cereali (questo rapporto è riferito alla carne da vitello e diventa ancora più
sfavorevole nel caso di carne di manzo o di vacca adulta).

Sfamare con la carne cosa comporta?


Chiediamoci quante persone possono essere sfamate con una sola bistecca e
quante invece con un chilogrammo di cereali? Il rapporto è circa di 10 a 1.
Una bistecca può saziare un solo individuo, con un chilogrammo di cereali
si possono nutrire una decina di persone.

Facciamo un altro esempio: un americano medio consuma in un anno 1.000


kg di cereali (di cui 800 indirettamente, sotto forma di carne), un africano
invece ne consuma solo 150 kg.

Come dovremmo sentirci noi occidentali?

I paesi della fame imbarcano verso di noi un’enorme quantità di cereali


oltre che di carne. La moderna zootecnia, l’industria della carne, ha bisogno
per sussistere, di zone da sfruttare.

Sempre la zootecnia europea importa 50 milioni di tonnellate di derrate


mangimistiche all’anno. Questo fa si che in altri paesi un’area
complessivamente pari a varie volte la superficie europea sia destinata a
produrre alimenti destinati alle stalle europee.

Queste terre vengono chiamate “terre fantasma”: milioni di ettari nel Sud
del mondo adibiti a produrre mangimi o bestiame per il consumo del ricco
Nord.

Su un ettaro di terreno si possono produrre:


1.000 kg di ciliegie
2.000 kg di fagiolini
4.000 kg di mele
6.000 kg di carote
8.000 kg di patate
10.000 kg di pomodori
12.000 kg di sedano
oppure…
50 kg di carne di manzo

La fame di carne e la fame nel mondo

Eliminare o iniziare a ridurre il consumo di carne per salvare la fame nel


mondo? Dirlo a parole è molto semplice, ma quanti sarebbero in grado di
attuare questo cambiamento?

Nella cultura occidentale è così radicata l’idea di mangiare carne che anche
solo parlarne può risultare difficile.

Le Nazioni Unite stimano che 854 milioni di persone, quasi il 13%


dell’intera popolazione mondiale (quasi due volte la popolazione
dell’Unione Europea) soffrano costantemente la fame. Il problema peggiora
così come è in crescita la fame di carne.

Gli allevamenti intensivi consumano ogni anno 157 milioni di tonnellate


leguminose, cereali e altre proteine vegetali, per ricavare 28 milioni di
tonnellate di proteine animali per il consumo umano.

Queste risorse preziose nonchè nutrienti a base vegetale potrebbero essere


usate per sfamare gli esseri umani e invece diventano mangimi per gli
animali.
Troppo impegnati a ingurgitare cibi animali non pensiamo invece a quanto
siano determinanti le nostre scelte alimentari, per gli animali stessi, per
l’ambiente e per tutti gli esseri viventi che popolano il pianeta.

Quando addenterete la prossima fettina di carne, pensate cosa ha


comportato: maltrattamenti, inquinamento e fame nel mondo.

Se si è veramente interessati a cambiare il mondo, il primo cambiamento


deve avvenire da noi stessi, migliorerà la nostra vita e quella di tutti gli altri
esseri viventi. Fonte parziale: La cucina etica di Emanuela Barbero,
Alessandro Cattelan, Annalaura Sagramora (Sonda)
Capitolo 12

La diatriba sulla vitamina B12


*
Per chiarire un po’ le idee a tutti

La vitamina B12 (cobalamina) è una vitamina solubile in acqua, con un


ruolo chiave nel funzionamento del sistema nervoso e del cervello, e per la
formazione di sangue. Questa vitamina è prodotta da batteri, non da animali
o piante.

Animali e/o prodotti di origine animale e alimenti vegetali non contengono


naturalmente B12.

La maggior parte degli animali prende questa vitamina dai batteri che
vivono nel loro intestino, mentre le piante ottengono la B12 da
“contaminazioni’’ come microrganismi che vivono sulla loro superficie, o
dal terreno circostante.

I batteri che producono B12 possono vivere in ogni luogo sporco, e possono
essere distrutti da fertilizzanti sintetici o altre sostanze chimiche, come
pesticidi (insetticidi, erbicidi, fungicidi, battericidi, ecc) e prodotti di
pulizia.

Il nostro intestino produce la B12 attraverso dei batteri in esso contenuti,


come altri frugivori / erbivori. Tuttavia, la maggior parte delle persone nei
paesi ricchi non ha stili di vita sani e diete che permettono una produzione e
assorbimento ottimale di questa vitamina.

Molti hanno stili di vita non salutari (fumo, poco esercizio fisico, dormire
nelle ore sbagliate e / o non dormire abbastanza, assunzione esagerata di
medicine e antibiotici, ecc) come: diete ricche di prodotti animali e di
derivazione e di alimenti trasformati, fast food e cibi spazzatura, bevande
gassate, alcool, caffè e questo non permette la naturale creazione della B12
nel proprio intestino.

In una dieta salutare bisognerebbe mangiare ogni giorno frutta fresca e


verdura, cereali integrali, legumi, noci, semi, ecc..
Shaolin e monaci buddisti, che sono noti per la loro dieta vegana e cruelty
free come stile di vita, non prendono nessun integratore e non hanno mai
nessuna carenza.

La maggior parte di loro non si ammala e vive una vita estremamente lunga.
Essi esercitano e praticano le arti marziali, anche quando sono vecchi. Se
vuoi puoi vedere i link qui sotto:

www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/19713187
www.youtube.com/watch?v=eZwmluSn_T0

Credo che questo la dica lunga.


E’ la migliore prova a dimostrare che un essere umano che ha uno stile di
vita veramente sano non ha bisogno di integratori o altre pillole per una
dieta a base vegetale!

Alcuni esperti ritengono che il fatto che la maggior parte di noi vive in
luoghi puliti ci evita la carenza di B12. Tuttavia, ci sono anche molti altri
fattori che dovrebbero essere presi in considerazione.

Il dottor Vivian V. Vetrano insiste sul fatto che il vero problema della
cosiddetta carenza di vitamina B12 è un fallimento di digestione e di
assorbimento dei cibi, piuttosto che una carenza di vitamina stessa.

www.roylretreat.com/articles/b12.html

È un fatto ben noto che la causa principale di carenza di vitamina B12 sia
data da problemi di assorbimento, a causa della mancanza di IF (fattore
intrinseco), i quali possono essere direttamente o indirettamente causati
dalla dieta e altri fattori.

www.localhealth.com/article/vitamin-b12-deficiency/symptoms
La carenza di vitamina B12 NON E’ SOLO UN PROBLEMA dei
vegetariani e/o vegani.
Purtroppo, molti mangiatori di carne hanno letteralmente paura di diventare
vegani, perché credono di poter avere carenza di vitamina B12.
Ma sarà davvero una dieta a base di carne a ‘salvare’ dalla carenza di B12?
Assolutamente no!
La maggior parte delle persone negli Stati Uniti e in Europa sono
mangiatori di carne, e gli studi dimostrano che oltre il 40% di tutti i
mangiatori di carne sono carenti di B12.
Sì, stiamo parlando di oltre 1,5 miliardi di mangiatori di carne che sono
carenti di vitamina B12.

Certamente anche un sacco di vegetariani e vegani ne sono carenti ma la


maggior parte delle carenze, tra cui B12 e carenze di ferro, sono comuni tra
le persone nei paesi ricchi dove c’è il maggior numero di mangiatori di
carne rispetto ai vegani e/o vegetariani.

Nei paesi poveri, dove la maggior parte delle persone sono vegetariane, ci
sono pochissime carenze di questa vitamina.
Vuol dire che tutti dovrebbero iniziare a prendere integratori di B12?
Certo che no!

Dopo tutto, gli integratori sono solo un modo per fare più soldi. Gli
integratori vanno presi sono nel caso in cui sia assolutamente necessario,
cioè, se le persone hanno i primi sintomi di carenza di B12 come: la lingua
liscia (glossite), stanchezza, formicolio alle estremità (mani e piedi);
mancanza di memoria, depressione, ecc, ma anche se qualcuno ha uno o più
di questi sintomi, non significa necessariamente che hanno carenza di
vitamina B12.

Effettuare delle analisi che confermino o no questa eventuale carenza,


sarebbe una grande idea, ma assicuratevi di fare il giusto tipo di test.
Il prelievo sanguigno che valuta il livello di B12 è un test inaffidabile per i
vegani, in particolare per i vegani che assumono alghe nella loro dieta.

Le alghe e alcuni altri cibi vegetali contengono B12-B12 analoghi (falsi)


che possono imitare la vera B12 nei test ematici, mentre in realtà
interferiscono con il metabolismo B12.

Le analisi che danno il numero di cellule ematiche sono inaffidabili poichè


alti livelli di folati sopprimono i sintomi di anemia tipici della carenza di
vitamina B12. L’ analisi del sangue che valuta l’omocisteina è più
affidabile. Il test più specifico per comprendere il livello di B12 è il test che
valuta l’acido metilmalonico (MMA). Se questo è nella norma nel sangue
(<370 nmol / L) o nelle urine (meno di 4 mg / mg di creatinina), il livello di
B12 è sufficiente.

Molti medici si basano ancora sui livelli ematici di vitamina B12. Questi
non sono adeguati, specialmente per i vegani’. (Fonte: veganhealth.org)
www.vegansworldnetwork.org/nh_b12.php
Se il test mostra che si dispone di una carenza di vitamina B12, avrete
bisogno di integratori, ma assicuratevi di avere i giusti integratori.

La maggior parte degli integratori di B12 sono in forma di cianocobalamina


- una comune forma sintetica di cobalamina, che non si trova in natura, non
risulta essere ben assorbita, ed è sostanzialmente inutile nella maggior parte
dei casi, ma la gente spesso sceglie quelli, soprattutto perché si trovano a
basso costo.

L’assunzione di integratori cianocobalamina in realtà è peggio in quanto


contiene una tossica, velenosa molecola di cianuro che il fegato deve
rimuovere.

La rimozione della molecola di cianuro da cianocobalamina da vampate di


calore al corpo richiedendo l’utilizzo dei “gruppi metile”, molecole nel
vostro corpo che sono necessari per combattere gli alti livelli di omocisteina
(che generalmente causa malattie cardiache).

Prendendo cianocobalamina con integratori di bassa qualità si sta


effettivamente affaticando il corpo. In questo caso il corpo ha un grande
consumo di sostanze come il glutatione, che spesso scarseggiano, e così
facendo peggiorano la vostra salute in generale, piuttosto che aiutarla.
(Fonte:naturalnews.com/032766_cyanocobalamin_vitamin_B-12.html)

Gli integratori che contengono metilcobalamina o hydroxycobalamin sono


molto meglio, ma sono più costosi.

Inoltre, se siete un vegan che ha bisogno di integratori di vitamina B12,


assicuratevi che gli integratori di vitamina B12 che acquisite siano vegan
certificati, poiché la maggior parte di questi, in particolare le capsule,
generalmente non sono vegan. Le capsule sono spesso a base di gelatina, e
alcune marche possono anche essere testate sugli animali.
Ripeto, i vegetariani e vegani è bene che non inizino a prendere tutti i tipi di
pillole, integratori, o anche iniezioni, solo per paura di sviluppare una
carenza di vitamina B12. E’ bene invece prestare attenzione ai sintomi
iniziali di carenza di B12 e / o di fare il test ogni anno.

Perchè vegetariani e vegani non dovrebbero iniziare a prendere integratori,


a meno che non ne abbiano veramente bisogno?

C’è il punto di vista, dagli oppositori della filosofia Vegan, che la dieta
vegan non può essere la corretta alimentazione per gli esseri umani e che gli
integratori vitaminici siano necessari per integrare “una dieta inadeguata”.

Se tutti i vegani assumessero integratori di vitamina B12 e folati, come


potremmo mai sapere se la dieta vegana è sufficiente per un normale essere
umano sano? La situazione ideale per il movimento Vegan sarebbe se
fossimo in grado di dire che, per esempio, il 50 per cento vegani sono stati
in grado di produrre e assorbire B12 nel tratto digestivo.

È noto che il corpo immagazzina una media di alimentazione sufficiente ad


avere una scorta di cinque anni di vitamina B12.

Durante questo periodo, si raccomanda che i vegani abbiano regolari esami


del sangue, diciamo una volta all’anno, per i livelli di vitamina B12, acido
folico e omocistina.’’ (Bill Westerman, ND)

www.vegansworldnetwork.org/nh_b12_homocystine.php

Quindi, come ho detto, assumete integratori di B12 solo se avete realmente


bisogno, cioè se il test dimostra chiaramente una carenza di vitamina B12.
Si deve comunque tenere conto che anche quando si riscontrano con il test
basse concentrazioni di vitamina B12, questo non significa necessariamente
carenza di vitamina B12.
La carenza di vitamina B12 causata dalla sola dieta è estremamente rara, (1
su un milione), nella maggior parte dei casi, non è necessariamente causata
da una dieta vegan in sé ma da una dieta povera in generale.
Non tollero quando qualcuno dice che il veganismo è una causa di carenza
di vitamina B12.
Non è così.
La maggior parte di quelle persone che soffrono di carenza di vitamina B12
sono mangiatori di carne.
Qualcuno potrebbe sviluppare una carenza di vitamina B12 se ha un
intestino danneggiato o a causa di problemi di fattore intrinseco o altri
problemi di assorbimento.
www.drmcdougall.com/misc/2007nl/nov/b12.htm
www.nealhendrickson.com/mcdougall/030200puVeganDietDamages.htm

A volte la carenza di vitamina B12 può anche essere causata da altri


problemi di salute come ad esempio l’anemia perniciosa, una malattia
autoimmune, in cui le cellule parietali dello stomaco, responsabili di
secernere IF (fattore intrinseco), sono distrutte.

Le persone che soffrono di anemia perniciosa non sono in grado di assorbire


la B12 da alimenti o integratori, così le iniezioni di vitamina B12 sono
ovviamente le opzioni più efficaci per loro di ottenere B12, come bypassare
il tratto digestivo e andare a destra del flusso sanguigno.

www.webmd.com/a-to-z-guides/vitamin-b12-deficiency-anemia-topic-
overview

I prodotti a base di carne e derivati animali, così come antibiotici e molti


altri farmaci possono distruggere i batteri che producono B12, mentre
alcuni alimenti come i prodotti di soia in particolare possono inibire
fortemente l’assorbimento della stessa.

Gli animali da allevamento intensivo sono alimentati con cereali fortificati


B12, siccome i batteri nei loro intestini sono stati distrutti dagli antibiotici e
ormoni artificiali che vengono loro somministrati.

Potete leggere in questo link elencato di seguito, per informazioni mediche


sulla B12, scritto da un esperto (Dr. Gina Shaw)!
http://libaware.economads.com/b12issue.php
Inoltre, potete avere altre informazioni in questi link:
www.adaptt.org/veganism.html
www.naturalnews.com/029531_vitamin_B12_vegan.html~~V
www.raw-food-health.net/VitaminB12Deficiency.html
Herbert V. La vitamina B-12..: Fonti vegetali, i requisiti e saggio Am J Clin
Nutr 1988; 48:852-8. Herbert ha riferito che un gruppo di “vegan”
iraniani coltivavano le loro verdure di notte.

Le verdure erano consumate senza essere accuratamente lavate e la quantità


di B12 assunta nutrendosi con quei vegetali è stata sufficiente per evitare
carenze. Tuttavia, per queste informazioni, Herbert cita: Halstead et al.
(1959) (Halsted JA, J Carroll, Rubert S. siero e la concentrazione tissutale
di vitamina B12 dentro certi stati patologici N Engl J Med 1959;... 260:575-
80), che non fanno menzione a questi iraniani nel loro articolo.

Herbert cita anche un articolo del 1960 di Halstead et al. (. Halsted JA, J
Carroll, Dehghani A, Loghmani M, Prasad A. Serum “concentrazione di
vitamina B12 in carenza alimentare” Am J Clin Nutr 1960 May-Jun;..
8:374-6), riferendo che alcuni abitanti dei villaggi iraniani che assumevano
pochi prodotti animali (latte una volta a settimana, carne una volta al mese)
avevano livelli normali di B12.

Nessuno è mai stato anemico.


Il loro livello medio di B12 era 411 pg / ml, considerato abbastanza alto per
la loro dieta.

Gli autori hanno ipotizzato che questo potrebbe essere perché la loro dieta
molto bassa di proteine, ha permesso ai batteri produttori di B12 di
ascendere nell’ileo dove sarà assorbita.

Ecco lo studio vero e proprio, indicante che la carenza di vitamina B12 può
essere causata solo da una dieta carente ed è molto raro!
www.ajcn.org/content/8/3/374.abstract~~V
CARENZA DI SOIA E B12

I prodotti della soia e di altri prodotti alimentari trasformati sono la


principale causa di carenza di B12 e di ferro tra i vegetariani e vegani, che
sono indotti a credere di aver bisogno di mangiare enormi quantità di soia e
altri prodotti alimentari trasformati, al fine di sostituire i prodotti di origine
animale. Non indispensabili visto che non siamo nati onnivori.
Non vi sembra incredibile come la maggior parte dei vegetariani e vegani
che ricevono tali carenze siano quelli che mangiano per lo più prodotti di
soia fortificati con B12 attivi?

La maggior parte dei vegetariani e vegani non dovrebbe avere carenza di


B12 o di ferro, dal momento che consumano un sacco di prodotti di soia
arricchiti in maniera regolare.

Ma, sorprendentemente, molti di loro sono carenti di ferro o B12. Come si


spiega? Beh, è facile: gli alimenti trasformati a base di soia e di altri
composti, contengono sostanze che possono inibire fortemente
l’assorbimento di nutrienti, tra cui la vitamina B12 e il ferro.

Questa è un’altra causa importante di carenza di B12: molti vegetariani o


vegani bevono molto alcool, bibite e caffè e/o fumano .
E’ un fatto ben noto che il fumo e il bere possono indurre una carenza di
vitamina B12, così come cancro ai polmoni e danni al fegato.
Bibite, caffè, zuccheri raffinati e prodotti alimentari trasformati sono anche
fortemente acidi, così come prodotti di origine animale.

Se ci si nutre di cibi o bevande fortemente acidi, questi influiranno


negativamente con il sistema digestivo e IF, e l’assorbimento B12,
diminuirà fortemente, ecco perché è necessario cibarsi dell’80% di cibi
alcalini e solo il 20% di cibi acidi.

Non si può essere grandi fumatori, bere molte bibite, caffè e alcol, mangiare
cibi per lo più raffinati, prodotti di soia e zuccheri, e, allo stesso tempo,
aspettarsi di essere super sani e non avere carenze, solo perché si mangia
cibo vegan.

Sì, una dieta a base vegetale è ovviamente la sola dieta sana e normale per
un essere umano; ma questa può anche essere malsana se i cibi non sono
naturali. Si possono mangiare cibi vegani trattati, o si può scegliere una
dieta di vegetali crudi o quasi crudi sulla base di un’ampia varietà di cibi
vegetali biologici e naturali, ed essere in salute.
E’ vero che i vegani scelgono il veganesimo per ragioni etiche, non per la
loro salute, ma se si sceglie di mantenere una dieta standard vegan,
assumendo prodotti trasformati e non biologici, allora non dovreste essere
sorpresi se si va incontro a carenze o malattie.

Io ho scelto di essere vegan per motivi etici, dopo aver visto una fattoria,
quindi in un primo momento non era di primaria importanza la mia salute.
Tuttavia, dopo aver fatto molte ricerche sulla nutrizione e la salute, sono
giunta alla conclusione che è molto importante prendersi cura della propria
salute.

La cura della propria salute è importante anche perché abbiamo bisogno di


vegani più sani, come grandi esempi, che potrebbero essere fonte di
ispirazione per non-vegani. Un non-vegan sarebbe ispirato da un vegan
malato?
Ovviamente no! I mangiatori di carne lo userebbero solo come argomento
contro il veganesimo.

MEDICINALI e carenza di B12

Antibiotici e altri medicinali sono tra le principali cause di carenza di


vitamina B12. Gli antibiotici possono seriamente danneggiare il sistema
digestivo di un essere umano, quindi se dovete prendere antibiotici o altre
medicine, è probabile che abbiate una carenza di vitamina B12.

In questi casi gravi, le iniezioni di vitamina B12 sono le opzioni migliori,


proprio come in quei casi di persone che hanno l’anemia perniciosa, o altre
condizioni simili.
Molti farmaci, come quelli elencati di seguito, possono inibire
l’assorbimento del B12 ed essere la causa di una carenza di vitamina B12.

- Inibitori della pompa protonica come omeprazolo (Prilosec ®) e


lansoprazolo (Prevacid ®), che vengono usati per trattare l’ulcera gastrica o
peptica, possono inibire l’assorbimento di vitamina B12.

- Metformina, spesso utilizzata per diabete di tipo II, può interferire con
l’assorbimento della vitamina B12 in certe persone.
- Antagonisti istamina, come cimetidina (Tagamet ®), famotidina (Pepcid
®), e la ranitidina (Zantac ®), utilizzato per curare l’ulcera peptica, possono
ridurre l’assorbimento della vitamina B12 rallentando il rilascio di acido
cloridrico nello stomaco. Gli antibiotici batteriostatici, come il
cloramfenicolo (Chloromycetin ®), possono interferire con la risposta di
globuli rossi per integrare la vitamina B12. Gli anticonvulsivi interferiscono
con la vitamina B12 e vitamina B9 (folato). Uno studio ha riscontrato che le
persone che assumono supplementi di folati e anticonvulsivi subiscono un
calo del 50% nei livelli di vitamina B12 nel sangue.

I cibi vegan possono o non possono contenere B12 (a seconda dei


contaminanti e del suolo).

Anche se i cibi vegetali non sono considerati fonti affidabili di vitamina


B12, mi raccomando di mangiare molti vegetali e succhi di frutta, bacche di
biancospino / Juice Berry Hawthorn, funghi biologici e lievito, lamponi,
ortiche, aloe vera e altre verdure naturali e biologiche lavate solo con acqua,
in quanto potrebbero contenere una buona quantità di vitamina B12 da
contaminanti del suolo.

Questi cibi sono essenziali per la salute in generale e contengono anche


molti altri nutrienti essenziali.

Poiché la carenza di vitamina B12 è causata da problemi digestivi, nella


maggior parte dei casi le bacche di biancospino e/o Hawthorn Berry Juice
sono alimenti altamente raccomandati (conosciuti per aiutare la digestione
in generale).

Essi sono inoltre ideali per il colesterolo alto e problemi cardiaci.


Contengono la vitamina C, complesso B, bioflavonoidi, ecc.
Anche l’aloe è ottima per curare problemi digestivi e favorire quindi
l’assorbimento della B12.
www.herbwisdom.com/herb-aloe-vera.html
Le bacche di Goji sono anche altamente raccomandate, in quanto sono tra i
cibi più alcalini, insieme all’erba di grano e ai limoni.
www.youtube.com/watch?v=40mvty0EM2o
B12 cereali fortificati e lievito B12 fortificato sono considerati fonti
affidabili di B12.
http://nutritionfacts.org/video/daily-source-of-vitamin-b12/~~V
http://nutritionfacts.org/video/safest-source-of-b12/~~V
Gli studi dimostrano che alcune alghe contengono vitamina B12 attiva, ma
non credo che sia una buona idea fare affidamento su questi alimenti come
fonte di B12, in quanto si ritiene che essi contengono anche analoghi della
vitamina B12, che possono interferire con l’assorbimento di B12 attivi.

Tuttavia, le alghe, in generale sono consigliate, in quanto sono ricche di


molti altri nutrienti, tra cui acidi grassi Omega 3 e Calcio, tra gli altri.
www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/19256490
Ci sono alcuni studi che mostrano che i vegani che hanno mangiato le alghe
hanno più alti livelli di B12 nel sangue rispetto ai vegani che non le
mangiano.
Alcuni studi dimostrano inoltre che non c’è alcun segno reale che la carenza
di B12 sia più frequente nei vegani, anche se i vegani di solito ne hanno
meno.

Evitare i prodotti di origine animale, prodotti alimentari trasformati,


bevande gassate, fumo, alcool, antibiotici, pillole, ecc…e se non è possibile
evitarli completamente, almeno provate a diminuirne l’assunzione,
aumentando invece l’assunzione di cibi vegetali sani e integrali.

Si dovrebbe anche mangiare meno aglio, cipolle e ravanelli, in quanto


contengono antibiotici forti, che possono anche distruggere la flora
intestinale, se non necessari. I monaci buddisti Shaolin non mangiano aglio
e cipolle e non hanno nessuna carenza di vitamina B12 pur essendo vegani,
quindi mi chiedo se l’aglio e le cipolle abbiano un effetto negativo sulla
produzione e l’assorbimento di B12 o no ...
Beh, quando si pensa a come sono salutari i loro stili di vita, non è così
sorprendente pensare che loro non abbiano carenze o malattie.
Capitolo 13

Gli Oligoelementi
*
Gli oligoelementi sono sostanze presenti nel nostro corpo in quantità molto
piccole, quasi infinitesimali e rivestono un’importanza vitale per la nostra
salute e il nostro benessere.

La scoperta del ruolo degli oligoelementi nel nostro corpo è molto recente.
Se le proprietà del ferro e dello iodio sono conosciute da tempo, soltanto in
questi ultimi decenni si è potuto stabilire il ruolo dello zinco nella crescita,
del manganese nella formazione delle cartilagini e del selenio nella lotta
contro i radicali liberi, come pure l’influsso del cromo sulla tolleranza al
glucosio (diabete).
La maggior parte degli oligoelementi non è ancora sufficientemente
conosciuta, la nostra alimentazione ne è più carente di quanto si possa
immaginare.

Per migliorare e mantenere la nostra salute impariamo a conoscere meglio


questi catalizzatori insostituibili delle reazioni biochimiche che si svolgono
nel nostro organismo.
Qual è la differenza esatta fra minerali e oligoelementi?

La differenza sta unicamente nella quantità. I minerali, chiamati pure


macroelementi, sono presenti in quantità relativamente importanti nel
nostro corpo (fino a 1,5 kg di calcio). Al contrario gli oligoelementi sono
presenti in piccolissime quantità (pochi milligrammi o microgrammi per un
peso totale di 8 – 10 grammi!); a dosi elevate sono veri e propri veleni.

Gli oligoelementi non sono tuttavia meno importanti dei minerali; a titolo
d’esempio 200 microgrammi di iodio sono altrettanto indispensabili di 800
milligrammi di fosforo.
Il nostro corpo è in grado di fabbricare gli oligoelementi?

Pur essendo presenti in tutti i tessuti e liquidi corporei (osso, muscolo,


cellula nervosa, denti, pelle, capelli, unghie, ecc.) gli oligoelementi come
pure i sali minerali sono sostanze inorganiche che il nostro corpo non è in
grado di sintetizzare; l’assunzione corretta tramite l’alimentazione è
pertanto assolutamente necessaria.

Come possono essere individuate le carenze?


Grazie al mineralogramma o i dosaggi nel sangue (effettuati dai laboratori
specializzati).
Quali sono le regole per un corretto ri-bilanciamento?

Gli oligoelementi possono essere assunti come cura a dosi ponderali (uguali
o superiori ai bisogni medi) o a dosi infinitesimali secondo il principio
dell’oligoterapia. Cerchiamo sempre l’oligoelemento nei nostri cibi prima
di ricorrere ad una integrazione!

Si noti che:
- l’assunzione errata di un oligoelemento a dosi basse è inefficace e senza
pericolo;
- l’assunzione di un oligoelemento a dosi infinitesimali non colma la
carenza, ma favorisce l’assimilazione e l’utilizzo da parte del nostro corpo
della sostanza in questione.

Oro Argento Rame


Indicazioni: sono indicati nei casi di indebolimento delle difese organiche,
infezioni virali e microbiche, turbe allergiche reumatiche. La sintomatologia
si identifica in una diminuzione nella risposta agli stimoli esterni, nella
perdita di slancio e vivacità, nella perdita di memoria e nel calo delle difese
immunitarie. Causa diretta è lo “stress cronico” che porta il soggetto a
prediligere l’isolamento dall’ambiente che lo circonda.

Manganese Cobalto
Indicazioni: disturbi cardiovascolari e circolatori, sclerosi, disfunzioni
digestive.

Zolfo
Indicazioni: può essere utile nel trattamento di artrite, affezioni respiratorie,
dermatosi, acne, eczemi, intossicazioni.

Cobalto
Indicazioni: può essere utile nei casi di squilibri del sistema
neurovegetativo, ansietà, nervosismo, emicranie nervose, spasmi vascolari.

Bismuto
Indicazioni: è indicato in caso di tonsilliti, faringiti, laringiti.

Zinco Rame
Indicazioni: sono indicati nei disturbi legati allo stress, difficoltà di
adattamento, alopecia seborroica, dismenorrea ed amenorrea funzionali.

Alluminio
Indicazioni: può essere utile nei disturbi nervosi (insonnia, depressione) e
sovraffaticamento cerebrale.

Zinco Nichel Cobalto


Indicazioni: possono essere utili nei casi di alterazione della funzionalità
delle isole del Langerhans e della regolazione glicemica, astenia pre-
prandiale. Lo stato è caratterizzato da stati depressivi, astenia pre-prandiale
e sonnolenza post-prandiale. A livello fisiologico si tratta di uno squilibrio
nella regolazione del tasso glicemico. L’oligoterapia interviene lungo l’asse
ipotalamo-ipofisi-isole del Langerhans, controllando in questo modo la
sintesi di insulina e del contro-ormone glucagone.

Zinco Cobalto
Indicazioni: sono indicati nei casi di alterazione della secrezione esocrina
del pancreas, steatorrea.

Ferro
Indicazioni: non è propriamente un oligoelemento in quanto il nostro
organismo ne contiene in media 5 g.

Fluoro
Indicazioni: può essere utile nel trattamento di alterazioni nel metabolismo
del calcio, affezioni ossee e dentali.

Fosforo
Indicazioni: può essere utile come coadiuvante nella cura di asma, pertosse,
osteoporosi.
Zinco
Indicazioni: può essere utile nei disturbi dell’accrescimento, disfunzioni
ipofisarie e tiroidee.

Selenio
Indicazioni: può essere utile nei disturbi dell’accrescimento, disfunzioni
ipofisarie e tiroidee.

Rame
Indicazioni: può essere utile nel trattamento delle infezioni, influenza,
infiammazioni.

Potassio
Indicazioni: è utile nel trattamento di disfunzioni del metabolismo
dell’acqua, squilibri surrenalici.

Nichel
Indicazioni: può essere utile nei disturbi digestivi, insufficienza pancreatica,
pesantezza post-prandiale.

Manganese
Indicazioni: può essere utile nelle affezioni allergiche, reumatiche,
cardiovascolari (palpitazioni).

Magnesio
Indicazioni: può essere utile in casi di debolezza del sistema immunitario,
fragilità di ossa, denti, unghie e capelli, palpitazioni, ansietà, insonnia.

Litio
Indicazioni: può essere utile nel trattamento della gotta, tassi elevati di urea
e acido urico nel sangue, turbe psichiche (nevrosi, schizofrenia).

Iodio
Indicazioni: può essere utile nel trattamento di disfunzioni tiroidee,
arteriosclerosi, ipertensione, affezioni reumatiche.

Manganese Rame Cobalto


Indicazioni: sono indicati nel trattamento di patologie vascolari, anemia.
Manganese Rame
Indicazioni: astenia fisica e mentale, ricettività nei confronti delle malattie
infettive. L’associazione Manganese-Rame è indicata per la seconda diatesi
o diatesi Ipostenica, secondo la tipizzazione di Ménétrier. Il soggetto
ipostenico è caratterizzato da astenia sia fisica che mentale, depressione,
pessimismo e, talvolta, mancanza di appetito. A livello patologico, tutto
questo si traduce in una certa ricettività nei confronti delle malattie infettive
a carico delle articolazioni, degli apparati respiratorio, urogenitale e
digestivo.
Capitolo 14

Leucocitosi digestiva
*
Sicuramente qualcuno di voi avrà sentito che i cibi cotti subiscono una
trasformazione durante la cottura o che mangiare cibi troppo raffinati, è
poco salutare. Ma chi sa perché mangiare troppo cotto o troppo raffinato
può fare male?

Certo la prima risposta che viene in mente è a causa dei conservanti,


coloranti e le altre sostanze chimiche presenti nei cibi più elaborati, ma cosa
c’entra la cottura e chi ha mai sentito parlare della leucocitosi digestiva?

Questo è un termine di cui molti di voi non ha mai sentito parlare e


purtroppo è direttamente collegata all’ingestione di cibi cotti e tra questi
mettiamo legumi, verdure e i cereali anche se biologici.

Nel 1930, presso l’Istituto di chimica clinica in Svizzera, il Dr. Paul


Kouchakoff ha condotto una ricerca per dimostrare gli effetti
sull’organismo e il sistema immunitario degli alimenti cotti e raffinati e gli
alimenti consumati crudi o cotti fino a una certa temperatura.

Era già noto alla scienza cosa succedeva dopo che una persona aveva
mangiato cibo cotto oltre certe temperature e a lungo e cioè che c’era un
aumento del numero di leucociti (globuli bianchi) nel sangue, e questo era
considerato un fenomeno naturale fino a quel momento, ma che ha portato
il gruppo di lavoro di Kouchakoff a una successiva scoperta significativa.

Kouchakoff ha diviso le persone del suo gruppo di studio in due gruppi e ha


somministrato al primo gruppo cibi poco cotti e crudi, al secondo gruppo
cibi cotti e raffinati.

Analizzando il sangue del primo gruppo, Kouchakoff scoprì che ingerendo


cibi crudi o cibi cotti a basse temperature, l’aumento dei leucociti era poco
significativo se non addirittura inesistente. Nel secondo gruppo, dopo
l’ingestione di cibi cotti oltre una certa temperatura e/o raffinati, l’aumento
di leucociti era significativo.
Il gruppo di Kouchakoff ha testato diversi tipi di alimenti e coerentemente
ha scoperto che quando vengono consumati crudi, cotti sotto certe
temperature o comunque quando non sono raffinati, il sangue non mostra
alcuna reazione. Mentre la risposta era completamente diversa per i cibi
cotti sopra certe temperature o raffinati. Il corpo trattata questi ultimi come
fossero invasori patogeni, e per proteggersi, aumenta i globuli bianchi. I
peggiori di tutti erano tutti gli alimenti raffinati, come la farina bianca, il
riso, cibi omogenizzati, pastorizzati e conservati.

Clinicamente, la “leucocitosi” è un aumento del numero di globuli bianchi


nel sangue, generalmente causata dalla presenza di infezione e di solito è
una situazione temporanea.

Nella “Leucocitosi digestiva” vi è un aumento del numero dei globuli


bianchi che si verifica dopo aver ingerito alcuni tipi di alimenti (in questo
caso cotti eccessivamente e/o raffinati). È una risposta al cibo che il corpo
tratta quale tossico o non digerito.

Una “Leucocitosi patologica” è una condizione anomala dei globuli


bianchi, che sono alti comunemente nei casi di infezione, intossicazione,
avvelenamento, quando si mangia cibo molto cotto o cibi eccessivamente
raffinati.

Gli enzimi presenti negli alimenti crudi vengono distrutti dal calore.

Gli enzimi ci aiutano a digerire il nostro cibo. Sono proteine e hanno una
struttura molto specifica tridimensionale nello spazio. Una volta riscaldati
sopra i 47°C gradi questa struttura può cambiare.
Se gli enzimi vengono esposti al calore, non sono più attivi e quindi si perde
la loro importante azione.

Pare che quindi i cibi cotti contribuiscano alla malattia cronica, perché il
loro contenuto di enzimi è stato alterato e al nostro organismo è richiesta
una grande fatica per digerire il cibo.

Gli enzimi sono essenziali per la digestione. Il corpo umano rende circa 22
differenti enzimi digestivi che sono in grado di digerire i carboidrati,
proteine e grassi. Verdure crude e frutta cruda sono fonti ricche di enzimi.
Rompono le molecole di cibo più grandi in molecole più piccole che
l’organismo assorbe come nutrienti. Il corpo umano produce in genere la
maggior parte degli enzimi digestivi abbiamo bisogno, ma sono presenti
anche nei cibi crudi. Differenti enzimi aiutano a digerire i diversi tipi di
cibo.

La digestione del cibo cotto richiede molta più energia rispetto alla
digestione del cibo crudo. In generale, il cibo crudo è molto più facilmente
digerito e passa attraverso il tubo digerente da metà a un terzo del tempo
rispetto al cibo cotto.

Se tutti i cibi crudi contengono enzimi, i più ricchi di enzimi sono i


germogli di semi, cereali e legumi. La germinazione aumenta il contenuto
di enzimi in questi alimenti di moltissimo.

La mancanza di alcuni di questi enzimi digestivi può essere un fattore di


rischio di allergie alimentari. Sintomi della mancanza o scarsità di enzimi
digestivi sono gonfiore addominale, eruttazioni, gas, disturbi intestinali,
crampi addominali, bruciore di stomaco e come già menzionato, allergie
alimentari.

Tutti noi perdiamo la nostra capacità di produrre enzimi digestivi quando


invecchiamo.
Nei casi in cui l’età diventa uno dei fattori della mancanza o scarsità di
enzimi digestivi, si può integrare esplorando le diverse combinazioni dei
cibi e cibi ricchi di enzimi.
Capitolo 15

Perchè essere vegan?


*
Perché non c’è assolutamente alcun motivo per utilizzare prodotti di origine
animale. La vitamina B12 era l’unico argomento “decente’’ che i mangiatori
di carne avevano contro il veganismo, ma è stato dimostrato che i
mangiatori di carne sono a rischio di sviluppare carenza di vitamina B12,
così come chiunque altro.

Gli onnivori hanno anche requisiti più elevati di vitamina B12 che i vegani.

Gli studi hanno dimostrato che la maggior parte delle carenze di B12 sono
tra i mangiatori di carne; inizialmente la carenza di vitamina B12 è stata
scoperta proprio tra i carnivori.

Pensate davvero che uccidere la mucca per la B12 che si trova nella sua
carne sia una scelta migliore che prendere un supplemento di B12?
Assolutamente no!
Ma, come ho già detto, i vegani non hanno nemmeno bisogno di assumere
integratori, a meno che non si ve ne sia la reale necessità.
Alcune persone possono decidere di assumere integratori di B12 comunque.
Dopo tutto, è una scelta.
Quindi ... Perché non essere VEGANI?
fonte: inmodonaturale.blogspot
La storia del crudismo

Fai che il cibo sia la tua medicina (Ippocrate)

Ippocrate nel 400 A. C. , non certo l’altro ieri, diceva: …”fa che il tuo cibo
sia la medicina, e che la Medicina sia il tuo cibo…”. E dove sono finite tutte
le stupende, inimmaginabili informazioni cliniche mediche di energetica
umana cinese, in riferimento alla nutrizione?
Come mai nessun testo universitario a tutt’oggi, ne riporta la più piccola
traccia? Semplicemente perchè se si applicassero tali segreti e regole della
Natura, tanta gente finirebbe per abbandonare gli inutili farmaci!

Maximilian Oskar Bircher-Benner, chi è costui? È lui il progenitore del


crudismo moderno.
Bisogna fare due distinzioni di crudismo:
1) il crudismo natale, che è preistoria, cioè prima dell’avvento del fuoco,
tutti gli uomini o ominidi, non potevano che mangiare crudo. Tuttora solo
gli animali continuano a mangiare crudo.

2) Il crudismo moderno, che è il risultato di studi e soprattutto di


sperimentazioni personali, che hanno portato molte persone, inclusa me, a
dire che ancora oggi, il cibo crudo è il nostro cibo naturale.

Uno dei primi dubbi che ci si pone sul crudismo è: come mai dall’avvento
del fuoco, l’uomo sembra aver allungato la propria vita?

Ponendo che ciò sia vero (non è facile essere sicuri di ciò che è accaduto
decine, se non centinaia di migliaia di anni fa), il motivo principale è
dovuto al fatto che l’uomo, dopo essersi spostato dalle sue terre natali, che
sono le zone tropicali, ha cominciato a mangiare carne cruda, perché frutta,
radici, bacche e semi scarseggiavano nei nuovi luoghi.

Mangiare carne è già spesso sconsigliato ai giorni d’oggi, ma mangiarla


cruda, magari dopo qualche giorno che era già in putrefazione, possiamo
immaginare le infezioni che creava!

Ai nostri giorni, il raw food è tornato, perché dopo millenni nei quali
l’uomo viveva più o meno 50 anni di media, è iniziato un benessere e
parallelamente condizioni igieniche, che permettevano una vita più lunga,
ma spesso anche con moltE più malattie dovute all’età.

Le ricerche sono state sempre a 360°, ma quasi sempre hanno trovato


rimedi agli effetti. Qualcuno ha pensato bene di capire quali fossero le
cause delle malattie, soprattutto quelle nuove, legate al benessere, all’avere
molto più cibo e molte più comodità e quindi meno movimento.
Questo nutrizionista svizzero, vide che mangiando frutta e verdure crude, si
riusciva a guarire da molte malattie. Fu così che inventò i muesli (altra roba
rispetto a quelli di oggi!): un misto di frutta crudo!

Dopo di lui, furono in molti a capire che la vitalità del cibo, contava molto
più delle calorie o dei valori nutrizionali presi a se stanti. Tra i ricercatori o
nutrizionisti più famosi, ci sono: Ann Wigmore, Herbert Macgolfin Shelton
(curiosità: anche candidato alla presidenza degli Stati Uniti), Norman
Walker.

Questi, insieme ad almeno altri 10 nomi, sono considerati gli apripista del
crudismo moderno, che però ha faticato moltissimo per arrivare ai giorni
nostri. Mai finanziato da ricerche governative e quindi fondato sempre da
esperienze personali, seppur di emeriti ricercatori.

In America, dove la libertà è certamente un valore, più che in altri paesi, ha


preso piede questa nuova forma di alimentazione, che ha dato vita ad un
settore oggi in fortissima crescita grazie ad internet che ha dato la
possibilità di far passare tra le persone, esperienze di vita vissuta con questa
dieta.

Nei paesi anglosassoni il forte sviluppo del crudismo è “vecchio” di 30


anni, mentre qui da noi è solo agli inizi. Basti pensare che già nel 1980 ci
sono i primi ristoranti crudisti in America e in moltissime catene di
supermercati si trovano prodotti crudi.

Sempre più chef si affacciano in questa nuova sfida dell’alimentazione e


quindi della cucina, molti per passione e molti per essere un passo avanti
agli altri; infatti essere uno chef crudista non è semplice, perché è
necessario reinventare la cucina, ma i piatti che ne vengono fuori sono
assolutamente innovativi e prelibati, per palati aperti ai nuovi gusti che sono
stati soffocati per secoli!

Non mancano moltissimi scrittori che narrano miracoli prodotti da questo


regime alimentare. A volte le cose sono così eclatanti che si stenta a
crederci, ma vale la pena provare…per credere! Anche i video fanno la loro
parte, con il famosissimo documentario Supercharge Me! 30 Days Raw, che
fa da contraltare a SuperSize Me.
Alla fine di questa brevissima storia del crudismo, ci accorgiamo che siamo
noi la storia, le persone che oggi credono in un’alimentazione vera che da
energia e non la toglie, un pugno di persone che con la propria esperienza e
testimonianza, sta dando indicazioni per il futuro.

Ci sentiamo parte di questo cambiamento, insieme ai tanti che ci scrivono e


si confrontano con noi, insieme a tanti altri che fanno un mestiere simile,
siamo tutti noi la storia nuova che porta un nuovo mondo.
Capitolo 16

I colori nel cibo sono importanti!


*
La cromocucina la conoscono in pochi, ma ciò che sappiamo è che ci sono
giorni in cui siamo attratti da colori diversi, sia nel vestire che nel mangiare.

Dovremmo cercare di integrare nella nostra alimentazione tutti i colori


offerti dalla natura, un po’ seguendo i principi della cromoterapia, un po’
perchè i cibi appartenenti ai vari gruppi di colori hanno decisamente
proprietà diverse.

Mangiare frutta e verdura è sicuramente importante. Ma ciò che non va


sottovalutato è l’importanza dei colori della frutta e verdura che si mangia.
Ogni colore esprime una varietà di diverse sostanze nutritive e benefici.
Mangiare un mix di colori ogni giorno significa godere di una dieta
equilibrata che aiuterà a mantenere la vostra salute. Non ho seguito il
classico significato dei colori secondo Goethe, ma secondo degli studi che
ho avuto il grande onore di fare assieme ad un pittore e scultore veronese: il
Maestro Maurizio Zanolli.

Rosso

Ciliege, mirtilli rossi, pompelmo rosa, melograno, pomodori, fragole,


anguria, rape rosse, arance rosse, peperoni rossi, rabarbaro, cipolle rosse,
ravanelli, patate rosse. Contengono licopene, acido ellagico, quercetina,
esperidina solo per citarne alcuni. Questi nutrienti riducono il rischio di
cancro della prostata e la crescita tumorale. Abbassano la pressione
sanguigna e livelli di colesterolo LDL. Inoltre eliminano i nocivi radicali
liberi e sostengono i tessuti nei casi di artrite.
Mangiamo rosso quando abbiamo necessità di movimento, alza la
pressione, stimola il sistema nervoso, insomma quando vogliamo fare.

Arancio e giallo

Arance, albicocche, pesche, cachi, zucca, mandarini, papaya, melone,


mango, carote, peperoni arancio, limoni, kiwi golden, fichi gialli, ananas,
peperoni gialli, pomodori gialli, mais.
Contengono beta-carotene, zeaxantina, flavonoidi, licopene, potassio e
vitamina C. Questi nutrienti riducono la degenerazione maculare e il rischio
di cancro alla prostata. Ottimi per il colesterolo LDL e la pressione
sanguigna. Promuovono la formazione di collagene e la salute delle
articolazioni. Combattono i radicali liberi dannosi e intervengono assieme
al magnesio e al calcio per costruire e mantenere ossa sane. Mangiamo
arancio quando abbiamo voglia di socializzare, quando abbiamo bisogno di
compagnia, quando cerchiamo una vena creativa. Rappresenta l’eros nel
senso più ampio, non solo la sessualità, ma il bisogno di abbracciare il tutto.
Colore preferito da giovani e bambini non a caso.

Blu e viola

Mirtilli, more, fichi, uva, melanzane, prugne, uvetta, cavolo rosso, carote
viola. Contengono sostanze nutritive che includono la luteina, zeaxantina,
reseveratrolo, vitamina C, fibre, flavonoidi, l’acido ellagico, e quercetina.
Questi nutrienti mantengono la salute della retina, abbassano il colesterolo
LDL, aumentano l’attività del sistema immunitario, aiutano ad avere una
sana digestione, migliorano l’assorbimento di calcio e di altri minerali,
combattono l’infiammazione.
I colori viola e blu rappresentano la nostra storia, il passato, la malinconia,
ma anche il nostro mondo delle idee. Il viola è un colore che cerchiamo
quando stiamo elaborando nuovi progetti, quando cerchiamo l’idea giusta.
Il blu quando per fare qualcosa dobbiamo analizzare anche il nostro
passato, quando siamo malinconici perchè da senso di tranquillità. Il blu è il
colore delle grandi profondità del mare, del principio femminile della
acque.

Verde

Uva, kiwi, lime, avocado, pere, carciofi, asparagi, broccoli, fagiolini,


cetrioli, insalata, valeriana, zucchini, sedano.
Le verdure verdi contengono clorofilla, fibra, luteina, zeaxantina, calcio,
acido folico, vitamina C, calcio, e beta-carotene. I nutrienti presenti in
questi vegetali riducono i rischi di cancro, abbassano la pressione sanguigna
e livelli di colesterolo LDL. Normalizzano il tempo di digestione.
Combattono i dannosi radicali liberi e stimolano l’attività del nostro sistema
immunitario.
Il verde è la nostra spiritualità, la porta mistica, il momento in cui
meditiamo e ci chiudiamo in noi stessi per fare un viaggio introspettivo. La
sacralità di gesti, parole e cose che facciamo. E’ associato al n.5 ed è il
colore delle fate. Il verde primaverile simboleggia l’immortalità, la crescita
dello spirito nell’uomo, la vita, il trionfo della vita sulla morte.

Bianco

Zenzero, rape, pere bianche, banane, nettarine bianche, finocchi, funghi,


topinambur, porri, cipolle, aglio, scalogno.
Contengono nutrienti come il beta-glucani, EGCG, SDG, e lignani che
forniscono una potente attività di potenziamento del sistema immunitario.
Questi nutrienti attivano cellule B e T killer naturali, riducono il rischio di
colonpatie e della prostata, ottimi per il bilanciamento dei livelli ormonali.
Il bianco è un non colore poiché riflette tutti i colori. Esprime un sentimento
puro e sincero. Viene utilizzato anche quando si attendono nuove notizie.
Capitolo 17

I bambini e le verdure. Aiutami a crescere!


*
Avvicinare i bambini al crudo o al vegano ... siamo noi genitori “choosy” o
semplicemente non ragioniamo come loro?

Importante è avere da subito sempre sul tavolo frutta e verdura. All’inizio i


bambini possono sembrare “sospettosi” delle vostre ricette, ma la cosa
importante è che sia sul tavolo. Mia esperienza personale è che non ho mai
dovuto “forzare” mia figlia... a tavola vedeva e mano a mano ha iniziato ad
assaggiare.

Un trucco è quello di ragionare come i bambini, cosa che noi


dimentichiamo.... dimentichiamo cosa ci piaceva e cosa non ci piaceva. Io
proverei a capire i loro gusti e fare di conseguenza cosa che possono
piacere.
Fate in modo che possano partecipare mentre preparate le cose, è più facile
che qualcosa scappi in bocca se si sentono coinvolti. Preparate carote
tagliate e fate con loro un pinzimonio.
Non mangeranno forse tutto crudo, ma anche una buona alimentazione
bilanciata vegana è ottima per loro che stanno crescendo! Non togliamo
cereali, ma variamo il più possibile. Un pasticcio di polenta, kamut e farro,
pane carasau al forno col pomodoro... ve lo insegno tranquilli!. Impariamo a
fare il ragu col seitan (frega qualunque onnivoro e prometto di
insegnarvelo), in un purè ci stanno anche zucchine (la parte bianca) e anche
fagioli bianchi e ceci (per avere un po’ di proteine).

Qualche altra idea?

Pizzette, fatte con l’ essicatore, con pomodoro (crudo o per avere più sapore
crudo e frullato assieme a pomodorini secchi), origano, sale e olio d’oliva;
se vi piacciono anche olive e capperi. Fatevi aiutare a fare le pizzette, se
vedete che non gradiscono i semi di lino fatti con l’essicatore, non abbiate
paura di abbrustolire delle fette di pane e assemblate le pizzette/bruschette
assieme.
Sugo di pomodoro crudo, pomodoro secco ammollato, olio, sale, basilico,
origano e zucchini frullati dentro: solo la parte bianca.
Un pesto con basilico, foglie di spinaci, pinoli, aglio, lievito alimentare, olio
d’oliva.
Budino al cioccolato: cacao crudo, datteri ammollati, succo d’agave,
vaniglia, avocado molto maturo, acqua q.b.

Burro di arachidi: io lo faccio mettendo le noccioline in ammollo. Frullate


con burro di mandorle e per rendere più cremoso aggiungete olio di semi di
girasole. Si può addolcire con succo d’agave oppure servire su dei cracker o
nel pane con una vostra marmellata, da buona americana è una delizia!

I frullati magari non piacciono ma i centrifugati messi nelle classiche


bottigliette le bevono! Potete aggiungere carote oltre alla frutta e
sbizzarrirvi con la fantasia a seconda della preferenza della frutta: arance,
limone carote per l’ACE, fragole, mela, mirtilli e succo d’agave.

Gelato al cioccolato: 3 cucchiai di cacao raw, 2-3 cucchiai olio di cocco, 2


cucchiai di succo d’agave. Mescolare bene e mettere in freezer. Se nel
mescolare diventa troppo asciutto aggiungere un pochino d’acqua oppure
succo d’agave o yacon.

Gelato alla banana: 1 banana (tagliata e messa prima in freezer), un pizzico


di vaniglia, succo d’agave. Frullare velocemente mescolando perchè la
banana tende ad attaccarsi alla parete (un pochino d’acqua se necessario,
ma pochissima), mettere in una vaschetta per gelati (ai bambini piace) e se
piace qualche granella, muesli oppure una salsa di cioccolata fatta con
cacao, olio di cocco e succo d’agave.
Ghiaccioli: frullate la loro frutta preferita oppure centrifugate con un po’ di
succo d’agave e mettete negli stampini, ghiaccioli di diversi colori
attraggono molto ve lo assicuro.

Dolcetto al cioccolato: frullate 1 avocado, 2 cucchiai di burro di cocco,


qualche mirtillo, 1 cucchiaio di succo d’agave, 3 cucchiai di cacao raw. Una
volta frullato mettere in frigo circa 3 ore e tagliate a quadrati.

Pop corn (lo so che non è crudo ma la cottura è conservativa) anche


ripassato velocemente in padella con succo d’agave come quello del cinema
e servito in bicchieroni: anche l’occhio vuole la sua parte!
Poi per le mamme che vogliono fare cotolette, polpette o “pollo” fritto con
salsa barbecue, mi riservo di svelare i miei segreti fra non molto!

Le patatine nell’essicatore o nel forno a bassa temperatura sono una delizia


e pure le carote fatte così. La frutta non sempre piace perchè i bimbi la
trovano “strana” essiccata, ma le patate sono sempre una scelta vincente.

Allora da queste poche idee, abbiamo capito chi è “choosy” in realtà?


Capitolo 18

Qualche alimento meno conosciuto, utilizzi in


cucina e in cosmesi

Burro di Cacao
*
E’ perfetto per fare deliziosi dolcetti al cacao. E’ possibile aggiungerlo ai
vostri dessert o gelati e si può fare una salsa sciogliendo del burro di cacao,
cacao in polvere amaro e sciroppo d’agave, usandola senza metterla in frigo
prima che diventi dura.

Tradizionalmente utilizzato anche come olio idratante e per massaggio. E’


particolarmente adatto per per i bambini in quanto ricco di vitamina E.

Perchè usare il burro di cacao:

Questo burro è ricco di acidi grassi essenziali Omega-6, che sono


importanti per la funzione del cervello. E’ un ricostituente per la pelle e i
capelli e aiuta a mantenere forti le ossa, regolando anche il metabolismo;
infatti assumendone un piccolo pezzetto ogni giorno, aiuta a regolare il
sistema ormonale.

Nel burro di cacao si trovano anche gli Omega-9 o acido oleico (che si
trova anche nell’olio d’oliva) e sono un toccasana per la salute del nostro
cuore. Abbassa i livelli di LDL ( colesterolo cattivo ) mentre alza i livelli di
HDL (colesterolo buono).

Il burro di cacao possiede anche una sostanza chimica naturale chiamata


pentamero o Ciclosilicone volatile pentamero 345* (olio condizionante,
emolliente), che può aiutare il corpo a combattere il cancro.

Secondo l’American Cancer Society, il burro di cacao e le sue proprietà


idratanti possono aiutare a lenire dolori in bocca che si sviluppano in alcuni
pazienti affetti da cancro.

Queste piaghe della bocca spesso insorgono dopo la chemioterapia, quando


la disidratazione e la malnutrizione sono comuni. Il burro di cacao può
anche aiutare ad alleviare il dolore delle ferite causate dal fumo o tumori
della bocca.
Può anche contribuire ad alleviare le labbra secche e la pelle attorno alla
bocca derivante da disidratazione cronica, screpolature da freddo.
E’ una ricca fonte di vitamina E, che lo rende ottimo per la vostra pelle.

Si consiglia l’uso del burro di cacao nella sua forma pura, coadiuvante nella
rigenerazione cellulare; un ingrediente ideale per la cura della pelle perché
viene assorbito velocemente e la lascia coperta di un velo soffice e
nutriente.

Nella vasca da bagno

Il burro di cacao è incredibile nella vasca. Si scioglie facilmente e pulisce


bene. E’ un modo semplice e divertente per applicarlo su tutto il corpo
corpo. Basta prendere un pezzo piccolo e buttarlo nella vasca mentre si fa il
bagno.

Se si è nella vasca da bagno o doccia, basta prendere un piccolo pezzo con


voi e l’acqua calda lo scioglierà sufficientemente; si può strofinare sulla
pelle, la vasca probabilmente funziona meglio, ma anche in doccia è
fattibile.

A seconda della consistenza del burro di cacao, si può facilmente strofinare


sulla pelle quando si esce dalla doccia, mentre la pelle è ancora calda.
Questo è uno dei momenti migliori per applicare qualsiasi prodotto per la
cura della pelle.
Tra l’altro la pelle assorbe moltissimo in questo momento perché il calore e
l’umidità hanno aperto i pori della stessa: ecco perchè bisogna prestare
particolare attenzione a quello che si sta utilizzando sulla pelle sotto la
doccia o in vasca da bagno, tra profumi, conservanti, additivi e tutte le
sostanze contenute nei nostri “normali” bagnoschiuma, saponi ecc!

E’ possibile sciogliere a bagno maria il burro di cacao, aggiungere qualche


goccia di olio essenziale (ad esempio lavanda, limone, arancia dolce per
rilassarsi, e d’estate eucalipto, basilico per rinfrescarsi, citronella o geranio
per avere la pelle morbida e allontanare anche le zanzare! ) e avrete
un’emolliente con azione anche aromoterapica....
L’avocado nell’alimentazione crudista e vegana

Forse molti evitano l’avocado perché hanno sentito parlare del suo alto
contenuto di grassi, altri perchè semplicemente non è loro abitudine. In
effetti, questo frutto cremoso ha la sua quota di grassi, ma è anche ricco di
sostanze nutritive che possono aiutare a mantenere in buona salute.

Ricco di grassi insaturi ed Omega – 3, contiene vitamine, minerali e molte


altre sostanze nobili per l’organismo, ad esempio i carotenoidi ed in
particolare la luteina ed il glutatione, un antiossidante molto efficace e
potente.

L’avocado fornisce almeno il 4 % del fabbisogno giornaliero di vitamine


A(7 volte più dell’ananas) C, E, B6 e K. Una porzione di avocado-1/5 di un
frutto - contiene anche una significativa quantità di folato alimentare (acido
folico detto anche vitamina M o vitamina B9 o folacina).

Evitare tutti i grassi nella vostra dieta non è solo inutile, ma non è salutare.
L’American Heart Association cita espressamente l’avocado come fonte
raccomandata di grassi monoinsaturi. Questi grassi aiutano a ridurre il
rischio di malattie cardiache e ictus, abbassando LDL (colesterolo cattivo) e
aumentando l’HDL (colesterolo buono).

Uno studio pubblicato sul Journal of Nutrition nel 2005 afferma che
l’aggiunta di avocado alla vostra insalata o salsa permette di assorbire più di
altri carotenoidi importanti proveneienti da altri tipi di frutta e verdura. In
altre parole, avocado aiuta a massimizzare il valore nutrizionale del pasto.
L’Avocado fornisce anche minerali come magnesio e potassio. Entrambe
sostanze nutritive che contribuiscono al corretto funzionamento delle
cellule, muscoli e organi.
Come usarlo? Il sapore tendenzialmente neutro e la consistenza cremosa
dell’avocado lo rende delizioso da mangiare assieme ad altri alimenti.
Meglio consumarlo quando è maturo, quindi leggermente molle al tatto
(poiché non si trovano così maturi, lasciateli qualche giorno fuori dal frigo).
Poi usatelo nell’insalata, nei frullati di frutta, nelle salse tipo guacamole o
altre.

Chi vuole stare attento al peso ne usi mezzo, chi invece ha problemi di
magrezza ne usi anche uno intero. Usatelo al posto dell’olio dato che è
considerato il “burro della natura”.

Una maschera per il viso? Frullate mezzo avocado, un cucchiaio di miele e


uno di olio di olive (o mandorle dolci) una o due gocce di olio essenziale di
lavanda (lenitiva).

Un consiglio per aprirlo: tagliatelo in senso longitudinale, girando le due


parti si stacca e si apre. Togliete il grosso seme con un cucchiaio e fate dei
dadini semplicemente facendo una “griglia” con un coltello appuntito
(tagliando in senso verticale e orizzontale), piegate la buccia all’infuori e si
staccheranno da soli i quadratini, altrimenti usate un cucchiaino.

Burro di cocco

La maggior parte della gente pensa che il grasso sia un cibo cattivo da non
includere nella dieta, in quanto può causare aumento di peso e livelli elevati
di colesterolo.

E’ vero, che alcuni grassi, come i grassi trans, dovrebbe essere evitati, ma ci
sono alcuni grassi naturali, come il burro di cocco, che effettivamente
hanno molti benefici per la salute, e vengono usati come supporto in
programmi di gestione del peso. Può sembrare strano usare il burro di
cocco che contiene tante calorie per dimagrire!

A differenza di molti grassi presenti nella nostra dieta, che contengono acidi
grassi a catena lunga, il burro di cocco contiene principalmente acidi grassi
a catena media (MCFAs). Il contenuto MCFA rende le proprietà fisiche e
chimiche del burro di cocco molto diverso da altri oli e grassi.
Invece di memorizzare MCFAs come grasso, il corpo tende a usarli subito
per l’energia, dato che aiutano a bruciare i grassi invece di aumentare di
peso. Sono anche facilmente digeribili.

Il cocco è una delle principali fonti di acidi grassi come l’antimicrobico,


acidi laurico e acido ottanoico. Gli antimicrobici acidi grassi sono quelli che
l’organismo utilizza per uccidere o disattivare i virus patogeni, batteri e
parassiti.

Quasi la metà degli acidi grassi del burro di cocco è costituita da acido
laurico. L’acido laurico è il precursore monolaurin, il lipide antimicrobico
attivo che agisce distruggendo le membrane lipidiche di organismi come
funghi, batteri e virus, distruggendoli.

L’acido laurico, il principale componente del burro di cocco, è fortemente


raccomandato in tutti i programmi di guarigione di anti-fungine, anti-
candida e anti-cancro . L’unica fonte che possiede tali alte concentrazioni di
acido laurico è il latte materno.

Il burro di cocco e il latte materno sono di gran lunga le più ricche fonti
alimentari di acidi grassi a catena media disponibili. Il burro di cocco
contiene acido caprilico, caprico e caproico, così come l’acido miristico,
utilizzato nel metabolismo per la stabilizzazione della proteina cellulare.

Quando comprate il burro di cocco noterete che in un barattolo di vetro c’è,


molta divisione con l’olio di cocco, che resta sulla parte superiore. Tutto
quello che devrete fare è immergere il vaso di vetro in poca acqua calda per
qualche minuto per ammorbidirlo, quindi mescolare bene per combinarlo.
Se si separa di nuovo, basta ripetere il processo.
Tanti chiedono cosa si può fare con il burro di cocco? ... giusta domanda,
infatti la noce di cocco cresce in paesi tropicali mica in Italia, quindi ora vi
consiglio come usare questo prezioso alleato della nostra salute e del nostro
palato:

1. si può mangiare direttamente dal barattolo


2. utilizzare un cucchiaio o due in un frullato per regalare consistenza,
gusto e un pò di grasso sano
3. delizioso è ammorbidito su frutti di bosco in una ciotola per un dessert
incredibile
4. frullare con il cacao per avere una salsa al cioccolato
5. sciolto come glassa sui dolci
6. spalmato sui cracker crudisti

Germogli

Facilissimi da preparare, economici, dai sapori gustosi e svariati, i germogli


sono una vera miniera di principi nutrizionali che, soprattutto nella nostra
società dove si mangiano molti cibi raffinati, sterilizzati, pieni di additivi di
ogni genere, costituiscono un fattore di prevenzione e di difesa dei processi
vitali dell’organismo. Il mantenimento ed il potenziamento delle difese
naturali dell’organismo, richiedono innanzitutto un’alimentazione

equilibrata e ricca di vegetali freschi e genuini.

I germogli costituiscono un esempio della straordinaria capacità della


Natura di produrre energia vitale. Essi sono ricchi di principi nutritivi come
vitamine, enzimi ed oligoelementi, e inoltre sono di facile digestione.

Fin dall’antichità molti popoli utilizzavano quale cibo rigeneratore e


terapeutico i grani germinati e i germogli e ce ne hanno tramandato l’uso.
Già nel “Pen Tsao” o “Grande Erbario della Medicina Cinese”, circa 2700
anni a.C., il germoglio crudo di soia veniva raccomandato per edemi, dolori
alle ginocchia, crampi, disturbi digestivi, polmoni “deboli”, macchie sulla
pelle e malattie del cuoio capelluto.

Sembra anche che i focosi cavalli di Attila ed i veloci destrieri arabi


venissero nutriti con semi di frumento germogliato, prima delle occasioni
importanti.

Nell’800 e nel 900, sono soprattutto i racconti dei missionari ad informarci


sull’uso dei germogli presso le popolazioni della Cina e dell’India. Alcune
popolazioni che vivono in Pakistan e nell’Himalaya, si nutrono
principalmente di vegetali, e utilizzano regolarmente i germogli. Essi sono
conosciuti per la loro longevità e resistenza alle malattie.

Contenuti nutrizionali

Con l’aumento dell’umidità alcune proteine che sono presenti nei vegetali
in forma inattiva, diventano dei veri e propri enzimi. Questi enzimi sono
appunto i responsabili della scissione delle proteine in amminoacidi,
fornendo così all’organismo micronutrienti indispensabili in una forma
prontamente disponibile e assimilabile.

Durante il processo di germinazione, il contenuto di vitamine e minerali


rispetto alla pianta adulta. Tutti questi sali minerali, inoltre, si legano agli
aminoacidi diventando maggiormente assimilabili. Inoltre, i germogli
contengono un’alta percentuale di fibre. Addirittura le vitamine contenute
nel seme attraverso il processo di germogliazione, aumentano fino al 100%
e addirittura di 1400 volte rispetto a quelle contenute nella pianta adulta.
Fonte: econote.it

Farina di cocco
Per quelli che non sanno bene come usarla, vi dico che può essere usata sia
cruda che cotta.... l’ho assaggiata anni fa nei tropici!

Senza glutine è un grande sostituto per chi ha problemi di intolleranze e


celiachia. Si usa assieme ad altre farine per fare il pane, muffin, dolci vegan
fino al 30%. Molti la usano senza aggiungere altre farine. Poiché contiene
zuccheri naturali, serve aggiungere meno dolcificanti ai dolci in generale.
Dolci e pane diventano molto più soffice!

Usatela negli smoothies come polvere piena di proteine. Si aggiunge un


cucchiaio colmo alla frutta congelata per fare gelati, alla frutta fresca,
assieme al latte crudo o con l’olio di cocco per fare cioccolatini col burro di
cocco una delizia!!! Basta aggiungere un po’ d’acqua e si ha una bibita
rinfrescante non dolce e se ne fa il latte.

Una ricetta veloce e molto tropicale


3 cucchiai olio di cocco, sciolto a bagno maria se è rappreso
1 cucchiaio farina di cocco
2 cucchiai di agave
1 grossa banana
1 tazza di pezzetti di ananas fresco
1 tazza di fragole fresche
2 kiwi
2 mango a cubetti
10-12 cubetti di ghiaccio, optional

Aiuta l’intestino per le fibre e ha un alto contenuto di proteine.

Un esfoliante veloce? Farina di cocco e olio di cocco, seguito da una


maschera super idratante con 5-6 acini d’uva bianca pestata (senza buccia e
semi) con un cucchiaio di miele: una maschera tutta da mangiare; per
l’effetto anti-age usate l’uva rossa.

Importanze delle olive nella dieta


La scoperta di una grande quantità di noccioli d’oliva sul relitto di una nave
di oltre 2000 anni fa ha fornito un importante indizio riguardo la dieta
seguita nel mondo antico.
Il relitto, datato circa al 400 a.C. e caricato principalmente con anfore di
vino di Chio e di altre isole dell’Egeo settentrionale, è stato scoperto a
grande profondità, al largo della costa meridionale di Cipro.
Gli scavi, iniziati nel novembre del 2007, hanno permesso di stabilire che
l’imbarcazione era una nave mercantile del periodo tardo-classico.
Secondo il dipartimento delle antichità di Cipro, “una interessante
testimonianza sulle condizioni di vita degli antichi marinai è costituita dal
gran numero di semi d’oliva trovati durante gli scavi; i semi infatti
dovevano costituire parte della riserva di cibo dell’equipaggio. Gli scavi
stanno facendo luce sulla navigazione a Cipro nell’antichità, sul commercio
tra l’isola e l’Egeo, e sulle dimensioni delle navi del periodo”. Le olive da
tavola possono essere nere oppure verdi. La differenza tra olive verdi e nere
è solo nella maturazione: le olive infatti sono tutte prima verdi (e
rimangono tali se si raccolgono verso la fine dell’estate) e poi diventano
nere se lasciate maturare (in questo caso si raccolgono in inverno, a
maturazione avvenuta).

Come detto ogni varietà di oliva ha caratteristiche differenti:


industrialmente questa viene selezionata in base alla destinazione di
utilizzo.
Le olive nere sono più digeribili di quelle verdi perchè contengono una
minore quantità di carboidrati, ma per contro hanno un maggiore contenuto
di lipidi.

Le olive in generale sono particolarmente ricche di acidi grassi


monoinsaturi che aiutano a tenere sotto controllo il colesterolo. Contengono
inoltre elevate quantità di potassio; per il loro contenuto di vitamine e di sali
minerali le proprietà terapeutiche delle olive sono rivolte principalmente al
fegato, per il quale costituiscono un ottimo drenante, anche attraverso
l’attività di stimolo alla produzione ed escrezione della bile. Le olive hanno
un’influenza benefica anche nella colite.

Le olive contengono polifenoli, sostanze chimiche naturali che riducono lo


stress ossidativo nel cervello. Mangiare una porzione al giorno di olive
migliora la memoria del 25% secondo la ricerca presso l’Università del
Massachusetts ad Amherst. Una tazza di olive coniene 4,4 mg di ferro. Il
ferro aiuta nella sintesi della carnitina, un amminoacido che trasforma il
grasso in energia.

Mangiare olive migliora l’aspetto delle rughe del 20% in quanto


contengono acido oleico, che mantiene la pelle morbida e sana. Inoltre, le
olive contengono vitamina E, un antiossidante eccellente per la salute della
pelle.

Mangiare 10 olive prima dei pasti riduce l’appetito del 22% secondo gli
studi in Italia. Gli acidi grassi monoinsaturi che contengono le olive
rallentano la digestione e stimolano l’ormone colecistochinina, un ormone
che invia messaggi di sazietà al cervello. Inoltre, questi acidi servono anche
stimolare la produzione di adiponectina, una sostanza chimica che brucia i
grassi per cinque ore dopo l’ingestione.

Una ricettina veloce per un antipasto o un contorno?


1 avocado
1 pompelmo
40 grammi di olive nere snocciolate
1 cipolla
succo di 1 limone
sale, pepe e olio extravergine di oliva

1. Sbucciate gli avocado, togliete il nocciolo, divideteli a spicchietti e


spruzzateli di succo di limone affinché non anneriscano.
2. Sbucciate i pompelmi e spellare gli spicchi.
3. Sbucciate la cipolla e tagliatela a rondelle.
4. Versate il tutto in una insalatiera, unite le olive, condite con olio, succo di
limone, sale, pepe.
5. Mescolate delicatamente e servite in tavola.

Papaya Formosa

Il frutto della papaya ha poche calorie (solo 39 calorie/100 g) e non


contiene colesterolo, tuttavia, è una ricca fonte di fito-nutrienti, minerali e
vitamine.

La papaya ha una polpa morbida, facilmente digeribile con una buona


quantità di fibra alimentare solubile che aiuta la motilità intestinale,
riducendo la stipsi.

Consumata fresca e matura è uno dei frutti con il più alto contenuto di
vitamina C (fornisce 61,8 mg o circa il 103% della dose giornaliera
consigliata, più di quella di in
arance, o limoni). Le ricerche hanno dimostrato che la vitamina C ha molte
funzioni importanti, come anti-radicali liberi, un ottimo aiuto per i sistema
immunitario, e azioni anti-infiammatorie.

E’ anche un’ottima fonte di vitamina A (fornisce 1094 IU/100 g) e


flavonoidi come ß-carotene, luteina, Zea-xantina e criptoxantina. La
vitamina A è necessaria per mantenere sane le mucose e per la pelle ed è
essenziale per la vista.

La papaya è anche ricca di molte vitamine del complesso B come l’acido


folico, piridossina (vitamina B-6), riboflavina e tiamina (vitamina B-1).
La papaya consumata fresca contiene anche una buona quantità di potassio
(257 mg per 100 g) e di calcio. Il potassio è un componente importante per
le cellule e i fluidi del corpo, aiuta a controllare la frequenza cardiaca e la
pressione sanguigna contrastando gli effetti del sodio.
La papaya si è dimostrata utile come rimedio naturale per molti disturbi.
Nella medicina tradizionale, i semi di papaia sono anti-infiammatori, anti-
parassitari, e analgesici, e sono usati per trattare le affezioni dello stomaco.

I semini sono abbastanza piccanti e a volte vengono usati al posto dei grani
di pepe nero.
Un gelato golosissimo Papaya e Lime

Svuotate la papaya e fate congelare nel freezer a pezzetti.


Il giorno seguente, frullate con poca acqua, un cucchiaio di farina di cocco,
2 cucchiai di succo d’agave e il succo di mezzo lime.
Riempiete la buccia facendone delle coppette, qualche pezzetto di papaya
come decorazione con delle striscioline di menta e...voilà!

Da buona giapponese, vi invito ad assaggiare questo Sashimi nel quale


anziché pesce crudo avremo della deliziosa frutta.

Sashimi di Frutta
• 1/2 mango maturo
• 150 gr di melone a fette
• 2-3 fette di ananas
• 1 kiwi
• 1/2 papaia
• 1 arancia (succo)
• 1 frutto della passione
• 2 cucchiai di agave
• 1/2 cucchiaino di cannella in polvere
• foglie di menta e scaglie di cocco per decorare

Tagliate tutta la frutta a strisce sottili (tranne per quelle di colore arancione
che dovrebbe essere tagliata in pezzetti).
Mescolate assieme mettendo sotto le strisce e sopra i cubetti e in una ciotola
a parte, fate un condimento con il frutto della passione, succo d’arancia,
agave e cannella. Sistemate la frutta, colate sopra il condimento e decorate
con foglie di menta e scaglie di cocco... che pranzo!!!

Il radicchio
Il radicchio è un alimento interessante, sia per le sue caratteristiche
organolettiche (il gusto amaro e la consistenza croccante), sia per i suoi
valori nutrizionali (elevato contenuto di acqua, poche calorie, molti sali,
vitamine e fibre).

Il tipico colore rosso del radicchio è un parametro importante estetico, ma è


anche importante per la nostra salute. Il colore è dato dalla presenza di
pigmenti vegetali particolari, gli antociani, che hanno la funzione di
assorbire i raggi ultravioletti.

Invece, il caratteristico sapore amaro è dovuto alla presenza di


“guaianolidi”, che funzionano da deterrente contro alcuni insetti fitofagi e
hanno proprietà antibatteriche, antimalariche e antinfiammatorie.

Il radicchio è anche ricco di fibre che rallentano l’assorbimento del glucosio


ed è un fattore di equilibrio per la flora intestinale in quanto favorisce la
crescita del “batterio bifidus”.

Il radicchio ha anche molte vitamine e sali come potassio, calcio, ferro,


selenio e cromo. Si può affermare che il radicchio rappresenta un alimento
importante nella nostra dieta, perché ci può proteggere dalle malattie,
contiene poche calorie, ed è ricco di microelementi e anti-ossidanti.

Buonissimo con mele, pere o finocchio proprio per mitigare il sapore


amaro, anche se ne esistono varietà che sono dolci.
Topinabur

Il topinambur, detto anche rapa tedesca o carciofo di Gerusalemme, pur non


avendo nulla a che fare con la famiglia dei carciofi, ha un sapore che
ricorda un carciofo dolce. La carestia che colpì l’Europa a fine 1700,
ricorda l’uso del topinambur come un ottimo alimento per sfamare i più
poveri.

Il topinambur è costituito principalmente da Glucidi per il 15%-20%


composti quasi esclusivamente dal polisaccaride inulina, Protidi 2%, Acqua
80%, Vitamina A (indispensabile per il meccanismo della visione, della
differenziazione cellulare, e per l’integrità dei sistema immunitario),
Vitamine del gruppo B (indicate negli stati di debilitazione generale, stress
psico-fisici intensi, anoressia, anemia, obesità, patologie neurologiche varie,
periodi post-operatori), Ferro, Potassio, Asparagina (aminoacido necessario
nel metabolismo dell’alcol),

Arginino (aminoacido immunostimolatore, che aiuta le ferite a rimarginarsi


e contri buisce alla rigenerazione del tessuto del fegato) e Colina (protegge
le cellule contro i danni da ossidazione e svolge un’azione protettiva contro
le patologie cardiovascolari). La presenza di sali potassici ne fanno un
alimento leggermente diuretico.

Controllate che non abbiano parti verdi (che vanno rimosse) e pulite
semplicemente strofonandoli sotto l’acqua; meglio non pelarli dato che la
maggior parte dei nutrienti si trovano proprio sotto la loro pellicina. Se
comunque qualcuno li vuole pelare, proprio come i carciofi, metteteli in
acqua acidulata con limone perchè tendono ad annerire.

Come si possono usare?


Crudi:
A fettine sottili aggiungono croccantezza all’insalata.
A fettine da soli in tutte le cruditè.
Grattuggiati e conditi con una maionese raw.
A fettine o grattuggiati e marinati in olio d’oliva, limone, sale e pepe.
Frullati assieme ad altre verdure nella preparazione di zuppe raw.

A pezzetti e cotti a vapore e conditi con olio, limone, sale e pepe, oppure a
pezzi grossi a vapore e schiacciati per farne un purè.
Per chi ha l’essicatore, dei chips ottimi da sgranocchiare!

Una salsa da aggiungere dove volete? Provate a grattugiare il topinambur e


spruzzateci sopra un po’ di limone, frullate senza ammollo delle noci pecan
non troppo finemente ma lasciandole un po’ grosslane, schiacciate a purea
mezzo avocado maturo. Mescolate assieme, aggiungete sale, pepe e olio
aromatizzato all’aglio (che vi siete fatti voi).

Un’insalata veloce ma elegante? Fate delle barchette con l’indivia, dentro ci


mettete un composto che avrete fatto con delle carote e topinambur
grattugiati, un avocado a dadini e prezzemolo tritato.
In un barattolino di vetro sbattete un po’di olio d’oliva, limone, sale e pepe
finchè non diventa un’emulsione cremosa e spargete sulle barchette... e chi
resiste??

Riso Venere Nero

Il riso nero, il Venere, una particolare varietà di riso così chiamato per la
sua caratteristica colorazione dovuta a pigmenti prodotti dalla pianta è
adatto a tutti i tipi di alimentazione. La caratteristica forse più importante
del riso è costituita dalla sua digeribilità, superiore a quella di qualsiasi altro
cereale. Il riso non contiene glutine, è quindi adatto alla dieta del

soggetto celiaco. Il consumo abituale di riso promuove le selezione di una


flora batterica intestinale di tipo fermentativo.

Esso è particolarmente indicato anche nella dieta del paziente diabetico in


quanto non provoca repentini innalzamenti della glicemia. Anche dal punto
di vista proteico il riso risulta vantaggioso: grazie al suo elevato contenuto
di lisina, possiede un valore biologico maggiore degli altri cereali. Questo
cereale anticamente veniva chiamato dai cinesi “Riso degli Imperatori” per
le sue proprietà nutrizionali.

L’elevato contenuto di acido linoleico e linolenico, acidi grassi essenziali


indispensabili per le normali funzioni di tutti i tessuti e organi, ne garantisce
il fabbisogno fisiologico. Il basso contenuto di sodio ed elevato di potassio
rende il riso utile per l’ipertensione arteriosa ed in tutte le patologie
caratterizzate da ritenzione idro-salina.

Il riso, particolarmente quello integrale come il Venere, contiene anche una


notevole quantità di silicio, oligoelemento utile nella formazione e nella
riparazione del tessuto osseo. Il riso Venere si differenzia dal riso comune
non solo per il profumo ed il gusto, ma anche per alcune sue peculiarità
organolettiche. In particolare, esso ha un contenuto di ferro quattro volte
superiore al riso comune ed il doppio del selenio (che svolge un’importante
attività antiossidante, utile per il miglioramento delle difese immunitarie, e
per ritardare l’invecchiamento). Venere inoltre ha un alto contenuto di
antociani, sostanze vegetali presenti anche nei mirtilli ed in altri vegetali,
capaci di catturare i radicali liberi ed evitare l’ossidazione, che conferiscono
al riso Venere proprio il suo caratteristico colorito nero.
Il basso contenuto di zuccheri lo rende un alimento ideale nelle diete
ipocaloriche. Utili e salutari anche i gusci dai quali si possono produrre
coloranti naturali al posto di quelli artificiali pericolosi per la salute. Se
tenete l’acqua di cottura è un ottimo colorante in cucina.

Usi e cottura
In cucina il riso nero viene impiegato per la preparazione di risotti,
minestroni, arancini e dolci. Ottimo il risotto, anche se consiglio la cottura
del riso a parte e di aggiungerlo solo gli ultimi 10 minuti di cottura degli
zucchini, zucca, asparagi ecc. perchè la cottura al dente del riso nero
avviene in 40 -45 minuti.
Capitolo 19

Spezie usate in cucina e proprietà


*
Sono piccole ma hanno carattere. Ne basta una manciata per fare la
differenza. Sono le spezie, universo misterioso e profumato d’oriente che,
se usato con sapienza in cucina, è in grado di cambiare sapore e aroma a un
piatto. Gli esperti di alimentazione consigliano di usarle in abbondanza,
perché non aggiungono calorie alle pietanze e sono alleate della nostra
salute.

Con l’avvento della medicina moderna il loro uso in campo medico, molto
comune in passato, è andato scemando, ma le spezie non hanno perso le
loro virtù medicinali. Le più recenti scoperte scientifiche confermano le
indicazioni tradizionali delle spezie e mostrano che il loro consumo
regolare costituisce uno straordinario mezzo per la prevenzione di numerose
malattie degenerative.

Vanno sempre conservate al buio e in contenitori ben sigillati. Per esempio,


la curcumina, il più importante principio terapeutico della curcuma, che ha
mostrato notevoli proprietà antiossidanti, si degrada velocemente alla luce.
Bisogna sperimentare e iniziare a conoscere e a osare anche nelle varie
combinazioni assieme alle nostre erbe più comuni usate in cucina. Una
salsina fatta di una crema di mandorle (oppure avocado maturo), pepe con
pepe rosa e pistilli di zafferano, poco sale e olio d’oliva, diventa un modo
diverso di condire una verdura con poco carattere come delle semplici
zucchine tagliate a rondelle: oltre al palato ci gode la salute!

Curry: si tratta in realtà di una miscela che contiene almeno dodici spezie
differenti, che possono dare sapori e colori più o meno forti. Ingredienti
sempre presenti in ogni miscela sono le foglie di curry e la curcuma.

Foglie di curry: sono le foglie di un albero tropicale, paragonabile


all’alloro e si possono anche mangiare intere. Sviluppano meglio il loro
aroma se usate fin dall’inizio della cottura e sono adatte per verdure e salse.
Hanno proprietà calmanti e febbrifughe.
Chili: è forse la spezia più forte che esista e la più usata nei paesi orientali
come in Africa. Contiene vitamine A, C, E e P, ha proprietà digestive e
antibatteriche e attiva la circolazione.

Curcuma: è una radice indiana, chiamata anche “zafferano indiano” perché


colora intensamente le pietanze di giallo. Ha proprietà antibatteriche (anche
usata su ferite), favorisce la digestione, disintossica il fegato, stimola la
secrezione biliare. È anche un ottimo colorante vegetale per tessuti.

Zenzero: è il rizoma di una pianta tropicale, dal sapore caldo e pungente. È


usato dai popoli orientali in condimenti, salse e dolci. In Africa vi si prepara
una bevanda fredda molto dissetante. Stimola le funzioni digestive ed è un
buon carminativo. Può essere usato in impacchi contro i dolori reumatici.

Cannella: la sua corteccia entra nella preparazione di dolci e salse. Ha


funzioni digestive, carminative e antisettiche. Come bevanda calda, aiuta a
combattere raffreddori e influenza.

Noce moscata: molto conosciuta ed apprezzata anche in occidente, la noce


moscata ha un aroma marcato e forte e si usa in piatti di patate, verdure,
pesce. Stimola la circolazione, attiva la digestione ed ha proprietà
carminative ed afrodisiache.

Pepe: forse la spezia più diffusa al mondo, con la quale ebbe inizio il
commercio delle spezie fra l’Asia e l’Europa, che in seguito portò guerre e
colonialismo in molti paesi asiatici. I grani di pepe nero sono le bacche
verdi, essiccate e fermentate, di una pianta rampicante tropicale ed hanno
un aroma forte e pungente. Stimola l’appetito e la secrezione dei succhi
gastrici, è carminativo e sudorifero.
Coriandolo: come l’anice ed il finocchio, è originario del Mediterraneo
orientale, ed era già conosciuto dai Greci e dai Romani, che lo usavano per
aromatizzare vino e frutta. I suoi semi sono molto utilizzati per preparare
dolci natalizi in Europa centrale e sono adatti anche per aromatizzare il
pane: basta aggiungere nell’impasto una parte di semi interi ed una di semi
macinati. I semi di coriandolo hanno proprietà digestive, diuretiche e
stimolano il sistema circolatorio. Come rimedio contro il raffreddore e il
mal di testa usare miele con coriandolo macinato, oppure un infuso di
coriandolo e zenzero con miele.
Chiodi di garofano: sono i germogli essiccati di un albero sempreverde
tropicale originario dell’Indonesia. Si usano in cucina per aromatizzare
bevande calde, creme, riso dolce, budini e biscotti. Hanno un’azione
antibatterica, stimolante, appetitiva, digestiva e benefica sul sistema
respiratorio. Masticare chiodi di garofano aiuta a lenire il mal di denti e
manda via l’alito cattivo. Un sacchetto di lino con chiodi di garofano messo
nell’armadio è indicato per prevenire le tarme.

Cardamomo: è chiamata in India “la regina delle spezie”. E’ infatti la


spezia tropicale più costosa. I piccoli baccelli triangolari sono i frutti di una
pianta della famiglia dello zenzero. Hanno un aroma caratteristico, caldo e
pungente, dovuto al loro olio essenziale. Da poco noto in Italia, il
cardamomo è utilizzato in Oriente e nei paesi anglosassoni per condimenti
aromatici, dolci e bevande. In Europa centrale viene usato soprattutto nella
preparazione di dolci e paté. Ha un alto contenuto di proteine, ferro e
vitamine A, B e C ed ha proprietà appetitive, digestive, antisettiche,
calmanti, anche per bronchite e raffreddore. Usato in parti uguali con
finocchio e cumino in polvere, ha forti proprietà digestive.

Citronella: è un’erba tropicale, utilizzata soprattutto in India, Indonesia e


Sri Lanka come spezia e sotto forma di essenza. Le foglie sminuzzate
emanano un odore simile a quello del limone: vengono usate in piatti di
verdure e in molti curries; aggiunte all’inizio della cottura sviluppano
pienamente il loro aroma. L’infuso di citronella rinforza lo stomaco, è
carminativo, diuretico, febbrifugo, sudorifero, e combatte mal di stomaco,
diarrea e dolori mestruali.

Cumino: i piccoli semi del cumino asiatico sono simili ai nostri, ma


presentano un aroma più forte e leggermente amaro. I Romani lo
utilizzavano dopo aver mangiato aglio e cipolla, in modo da allontanare
l’alito cattivo. In America e in Olanda il cumino viene utilizzato per
insaporire formaggi, insaccati, e conserve di carne. È appetitivo, aiuta la
digestione, calma lo stomaco, lenisce la diarrea. Si utilizza sul pane, per
insaporire verdure e tutte le pietanze grasse e di difficile digestione.
Capitolo 20

Alcuni “Superfoods” che troviamo nella nostra


alimentazione Mediterranea
*
Superfoods o “super alimenti” sono quei cibi ricchissimi di sostanze
nutritive che possono contribuire a combattere l’invecchiamento e le
malattie. Hanno elevate quantità di flavonoidi e micro e macro sostanze
nutritive pur essendo a basso contenuto di calorie. Questi sono i cibi che
permettono di rafforzare il sistema immunitario e aiutarlo a combattere
malattie che vanno dall’influenza all’invecchiamento.

Pomodori
Sono super: contengono licopene, un antiossidante che raramente si trova in
altri alimenti. Gli studi suggeriscono che potrebbero proteggere la pelle dai
raggi UV dannosi, prevenire alcuni tipi di cancro, e abbassare il colesterolo.
Inoltre, i pomodori contengono elevate quantità di potassio, fibre e vitamina
C. Il Licopene è il carotenoide a cui si deve il colore rosso del pomodoro
maturo e le sfumature gialle o rosse caratteristiche di alcuni frutti come il
cocomero, l’albicocca, il pompelmo rosa, l’uva e la papaia.

Mirtilli
Queste bacche sono piene di fitonutrienti che neutralizzano i radicali liberi
(agenti che causano l’invecchiamento e danni alle cellule). Gli antiossidanti
in queste bacche possono anche proteggere contro il cancro e ridurre gli
effetti di condizioni legate all’età come il morbo di Alzheimer o demenza.
Hanno un aroma intenso e devono il caratteristico colore blu-violaceo alla
presenza in grande abbondanza degli antociani, pigmenti ricchi di sostanze
antiossidanti, che conferiscono alle bacche anche quel retrogusto acidulo. I
mirtilli sono un vero toccasana per il nostro organismo, contrastano, infatti,
i radicali liberi, killer del tessuto cellulare, ma sono indicati anche per i
disturbi intestinali, rafforzano i capillari, combattendo anche i disturbi della
circolazione sanguigna, e favoriscono la produzione di una proteina
(rodopsina) che migliora la vista, anche quella notturna.

Cavolo nero
Il cavolo nero contiene un tipo di fitonutriente che sembra ridurre
l’insorgenza di una varietà di tumori, compresi seno e dell’ovaio. Anche se
gli scienziati stanno ancora studiando perché questo accade, ritengono che i
fitonutrienti stimolino il fegato a produrre enzimi che neutralizzano
sostanze potenzialmente cancerogene. Per la medicina naturale è uno dei
rimedi più efficaci contro diverse patologie. Vitamina C abbondantissima,
sali minerali, acido folico e composti solforati; questi i principali elementi
benefici. Gli scienziati sostengono che siano la chiave delle proprietà
antitumorali di quest’ortaggio “magico”. La sua capacità di scacciare la
malinconia inoltre era conosciuta già da tempi antichissimi e in epoca
romana era apprezzato ed utilizzato in particolare per la sua capacità di
liberare l’intestino dai parassiti.

Broccoli
Crucifere come broccoli contengono fitonutrienti che pare possono ridurre
il rischio di cancro. Una tazza di questa centrale di nutrienti vi fornirà la
vostra dose quotidiana di vitamina C e una grande percentuale di acido
folico dando una notevole spinta al vostro sistema immunitario.
I broccoli sono ricchi di vitamina C che si lega alla vitamina A, al
betacarotene, alle vitamine B3 e B5. Sono anche ricchi di acido folico,
fosforo, zinco, potassio, ferro e fibre. La presenza di carotenoidi e
antiossidanti vari fa sì che i broccoli siano utilissimi per chi deve perdere
peso. Aiutano inoltre a combattere i tumori, specialmente quelli al seno, al
colon e al polmone e sono ottimi per rafforzare il sistema immunitario.
Attenzione: i broccoli devono essere consumati con parsimonia dai soggetti
ipertesi, dai soggetti con ferro troppo alto rispetto alla media, da soggetti
che stanno seguendo terapie anticoagulanti e da chi è affetto da
ipertiroidismo.

Noci e frutta secca


Ricche di proteine, grassi salutari per il cuore, fibre, e contenuto di
antiossidanti. La chiave per godere appieno della frutta secca, è controllarne
le porzioni. “Tutta la frutta secca è salutare in piccole dosi, e gli studi
dimostrano che può riequilibrare i livelli di colesterolo e addirittura favorire
la perdita di peso. Molto importante anche la frazione proteica che è intorno
al 12 - 13 % per ogni cento grammi di alimento: pur non essendo proteine
nobili come quelle della carne o del pesce, sono pur sempre importanti e
rendono la frutta secca a guscio un alimento importante in un regime
dietetico di tipo vegetariano. Ancora, è molto ricca di vitamina B ed E (di
cui sono note le proprietà antiossidanti), anche se quest’ultima si denatura
con i processi di tostatura, per cui sarebbe meglio consumare noci, nocciole
ecc. non tostate. Essa inoltre è ricchissima di sali minerali come potassio,
rame, fosforo, ferro e calcio.

Germogli
I semi di cereali o legumi allo stato crudo sono immangiabili ed indigesti;
essi quindi devono essere cotti per renderli commestibili ed assimilabili: il
calore, infatti, trasforma gli amidi in carboidrati più semplici, le proteine in
frammenti più solubili, e così è possibile utilizzarli per la nostra
alimentazione. Con il calore però, la “vita” che è presente allo stato latente
nel seme, scompare: infatti, un seme dopo la cottura non è più capace di
germogliare.
Invece la germogliazione permette di mangiare crudi quegli stessi semi,
fornendo cibi ricchi, vitali e nutrienti, in cui l’energia “potenziale”
contenuta nel seme si libera e si trasforma in energia assimilabile
dall’organismo. Il germoglio infatti costituisce un alimento fresco, che si
presta ad essere mangiato crudo, ricchissimo di nutrienti quali vitamine,
enzimi, oligoelementi, aminoacidi essenziali; è facile da digerire, è privo di
scarti poiché si utilizza per intero, è gustoso, è facile da preparare e
conservare, ed è anche molto economico poiché dà un’ottima resa.
Capitolo 21

Gli agrumi, le varietà, i nutrienti e...i detergenti!

Ecologia Applicata - Detersivi per la casa…fatti


in casa e cosmesi naturale
*
Le specie, varietà e razze di agrumi coltivate sono in numero grandissimo in
tutto il mondo!

1. Il Mandarino, il quale presenta poche varietà e poco differenziate.


2. L’Arancio amaro, del quale si distinguono parecchie razze e varietà.
3. Il Chinotto. È affine al precedente.
4. L’Arancio dolce. Presenta varietà e razze numerosissime.
5. Il C. japonica Thunb. E’ il kumquat degli Americani, coltivato anche in
Europa. Con buccia di colore aranciato, spessa, dolce e aromatica,
mangiabile, e polpa acida o dolce; si mangia intero con la buccia crudi, o se
ne fanno eccellenti confetture.
6. Il Pompelmo
7. Il Cedro, con numerose varietà e razze.
8. Il Limone, il quale presenta varietà e razze numerosissime.
9. Il Bergamotto, pochissime varianti.
10. La Limetta, che ha parecchie forme, talune dolci e altre acide.
11. Il C. hystrix D. C. frutto piccolo, con polpa acida o insipida. È specie
delle Indie orientali.
Altri tipi di agrumi, quali i khattà, keonla, jambiri, ecc., molto coltivati in
India e con varie razze, sono ignoti negli altri paesi.
Ma oltre a ibridi naturali di antica ignota origine, ce ne sono anche parecchi
ottenuti di recente per fecondazione artificiale.
Non solo gli agrumi in questo gruppo eterogeneo sono deliziosi e
rinfrescanti, ma sono ricchi di diversi nutrienti, come i flavonoidi, che
hanno un’attività antiossidante.

Alcuni dei benefici attribuiti ai flavonoidi includono proprietà anti-


allergiche, anti-cancro, antiossidanti, anti-infiammatori e anti-virali. La
quercetina invece è nota per la sua capacità di alleviare la febbre da fieno,
eczemi, sinusiti e asma.

Studi epidemiologici hanno dimostrato che le malattie di cuore sono


inversamente proporzionali all’assunzione di flavonoidi e riducono il
rischio di sviluppo di aterosclerosi. Infatti, migliorano la fluidità del sangue
e quindi la formazione di coaguli e prevengono l’ossidazione di LDL
(“colesterolo cattivo”), che è un primo passo nella formazione di placche
arteriose.

Gli agrumi sono inoltre ricchi di vitamina C e una buona fonte di acido
folico e potassio. La vitamina C è un potente antiossidante e protegge il
corpo da radicali liberi. E’ necessaria per la sintesi del collagene, che aiuta a
guarire le ferite e aiuta a mantenere vasi sanguigni, tendini, legamenti e
ossa insieme.

L’acido folico contenuto negli agrumi è essenziale per la funzione di alcuni


enzimi coinvolti nel metabolismo degli acidi nucleici, che sono i mattoni
del DNA. Inoltre, l’acido folico è necessario anche per la sintesi della
metionina (un amminoacido molto importante).

Sicuramente ne conosciamo gli usi in cucina, ma quanti altri usi possono


avere?
Per pulire il rame, basta strofinare con un panno imbevuto di succo di
limone; si lucida dopo l’asciugatura.

L’ottone e l’alluminio possono essere lucidati facendo una pasta con succo
di limone e cremor tartaro. Un altro modo per lucidare l’ottone è mettendo
del sale su mezzo limone e sfregandolo sull’oggetto. Questo metodo
funziona pure sull’acciaio inox. Strofinare limone sui vostri rubinetti
rimuove il calcare, macchie d’acqua e residui di sapone. Funziona anche
sulla porcellana e ceramica.

Sbiancare scarpe da tennis senza usare candeggina? Fate una miscela di


succo di limone e bicarbonato e lasciate le scarpe in ammollo per mezz’ora
prima di lavarle...poi lasciatele al sole ad asciugare.

Aggiunto al detersivo del vostro bucato il limone lascia un buon profumo,


rende il bucato più bianco e rimuove le macchie di ruggine.

Per rimuovere le macchie d’inchiostro sui vestiti, applicare un bel po’ di


succo di limone sulla macchia prima possibile. Lavare l’indumento usando
un normale ciclo anche in acqua fredda.
Per togliere le anti-estetiche macchie di sudore dalle camicie e camicette,
lavate semplicemente con una miscela di succo di limone e acqua in parti
uguali, poi procedete con un lavaggio delicato.

Aggiungere mezzo limone al carico della lavastoviglie per avere stoviglie


scintillanti, pulite e senza macchie maleodoranti.

Fatevi una bottiglietta a spruzzo con la vostra soluzione detersiva naturale


per superfici mettendo due cucchiai di succo di limone, 1/2 cucchiaino di
sapone di Marsiglia liquido, 1/2 cucchiaino di bicarbonato e un cucchiaino
di polvere di borace in due tazze di acqua calda. Mescolare fino che non
siano completamente sciolti.

Una cera per i mobili? 1 parte di succo di limone e 2 parti d’olio d’oliva.
Mettere negli umidificatori 3-4 cucchiaini di succo d’arancia per profumare
l’ambiente.
Per rinfrescare l’odore in una stanza potete mettere delle bucce bollite in
una ciotolina assieme all’acqua di bollitura in un angolino.
Il buon vecchio sistema per pulire i vetri: sfregare direttamente il succo di
limone e lucidare con carta da giornale.
Bucce di limone e arance possono essere usate per rinfrescare i cassetti.

Fate un sacchettino con bucce d’arance secche e chiodi di garofano e


appendeteli agli appendiabiti negli armadi ottimo per profumare e per
scaccaire eventuali tarme. Una purea di bucce d’arancia in 1 tazza d’acqua
vicino ad un formicaio, obbliga le formiche a cambiare casa.

Le bucce fresche di arancia e limone sono ottime sulla pelle contro le


zanzare, moschini e moscerini!
Bagni col sale Himalaya con o senza oli essenziali

Il sale dell’Himalaya è un sale naturale di cristallo rosa che contiene oltre


80 minerali, che possono lenire le condizioni della pelle e le eruzioni e
rilassare muscoli dolenti. Durante un bagno di sale, la pelle assorbe i
minerali, ma ci vuole del tempo per riposare nella vasca e consentire ai suoi
benefici di influenzare la vostra pelle.
Un bagno non deve superare i 37-38 gradi per non avere spiacevoli
conseguenze, ma per ottenere il massimo dei benefici, bisogna restare in
ammollo e riposare, magari con dei cetrioli sugli occhi, per almeno 20-30
minuti.

I vostri punti deboli dal punto di vista bioenergetico verranno riequilibrati e


il flusso di energia del vostro corpo sarà nuovamente attivato. Mentre
chiunque può beneficiare di un bagno di sale, è particolarmente di aiuto per
quelli con:

- varie malattie della pelle;


- reumatismi e malattie articolari;
- un regime post-operatorio;
- malattie ginecologiche;
- infezioni ricorrenti;
- punture di insetti, vesciche o ferite;
- irritazioni cutanee dal veleno di qualche pianta come la quercia o l’ortica.

Dopo il bagno, non usare saponi e non risciacquare la pelle. Mettetevi


comodi nell’accappatoio per almeno 30 minuti, durante i quali continuerete
ad espellere tossine.

Idratatevi bevendo acqua prima e dopo il bagno e non lo fate se avete


problemi di pressione o problemi cardiocircolatori, se lo volete comunque
fare, consultatevi col vostro medico prima.

Abbiamo la possibilità di abbinare oli essenziali al sale a seconda degli


effetti che vogliamo ottenere, ma se non abbiamo gli oli, dei decotti con le
erbe fresche o essiccate, fanno la loro parte!

• L’olio di rosmarino promuove la vigilanza e stimola la memoria.


• Rosmarino / lavanda possono essere utilizzati per alleviare tensione e mal
di testa.
• Cajeput, salvia, basilico possono essere usati per combattere dolori
muscolari e mal di testa.
• L’olio di menta piperita viene usato da migliaia di anni per alleviare
problemi di stomaco.
• Camomilla, Lavanda, Neroli, Maggiorana, o olio di luppolo possono
essere utilizzati per aiutare a dormire meglio.
• Olio di Tea Tree e olio di lavanda possono aiutare la guarigione di ustioni
e infezioni della pelle.
• Olio di camomilla è calmante e rilassante.
• Tea Tree Oil è molto utile anche per il trattamento del piede d’atleta o per
il trattamento dell’acne.
• Olio di limone e olio di pino sono rilassanti e rinfrescanti.
• L’olio di cipresso aiuta ad aprire le stazioni linfatiche.
• L’olio di eucalipto e olio di arnica leniscono dolori.
• Anti cellulite un mix di rosmarino, ginepro, mirto e 4-5 cucchiai di alghe.

Si consiglia vivamente di imparare tutto il possibile sugli oli essenziali


prima di utilizzarli. Usare circa 5 gocce di olio per ogni bagno e per ogni
tipo diverso di olio. Ricordate che questi sono molto concentrati e non
devono essere utilizzati direttamente sulla pelle o internamente. Aggiungete
poche gocce per il bagno o ai sali.

L’olio essenziale di rosmarino è riscaldante e stimolante. Aiuta a dar


sollievo ai dolori muscolari ed è un grande aiuto per la depressione, ansia o
stanchezza mentale.
ATTENZIONE: Non utilizzare l’olio essenziale di rosmarino durante la
gravidanza, se si soffre di pressione alta, o in presenza di crisi epilettiche.
Piante che filtrano l’aria

Le piante che teniamo in casa non sono solo un abbellimento (o


compagnia), servono anche a promuovere e a mantenere l’aria pulita,
specialmente nei mesi invernali nei quali spesso teniamo chiuso. Se l’aria in
casa è buona possiamo anche combattere la stanchezza, lo stress, la gola
secca e mal di testa - a casa o in ufficio.

Avere una buona qualità dell’aria interna è molto importante, soprattutto


perché molti di noi trascorrono tanto tempo al chiuso. La NASA ha fatto
uno studio per scoprire quali piante riuscivano meglio a filtrare l’aria della
stazione spaziale, e le conclusioni dell’agenzia sono a disposizione di tutti.

Di seguito le migliori piante d’appartamento per restare in salute e quali


sono le migliori per filtrare l’aria (non solo la produzione di ossigeno da
CO2, ma anche la capacità assorbire il benzene, formaldeide e / o trielina.)
Lasciamo alcuni nomi in latino così semplifichiamo le cose, dato che alcune
piante cambiano nome coi dialetti.
Edera (Hedera helix)
L’edera è ottima per inibire la formaldeide presente in molti prodotti per la
pulizia della casa. Inoltre sembra che sia in grado di ridurre la diffusione di
particelle inquinanti trasmesse con le feci degli animali domestici.

Chlorophytum comosum
Se non avete un pollice verde invidiabile, il falangio è la pianta che fa per
voi. Molto resistente, poco soggetta a malattie, facile da allevare necessita
solo di molta luce. Grazie al suo fitto fogliame e ai fiori bianchi la pianta è
in grado di filtrare benzene, ossido di carbonio, formaldeide e xilene.

Spathiphyllum
Questo giglio richiede un’esposizione in penombra ed un’annaffiatura
regolare una volta la settimana per poter produrre i suoi candidi fiori
bianchi. E’ imbattibile nella lotta dei più comuni composti organici volatili,
quali il benzene, la formaldeide e il tricloroetilene, ma risulta efficace anche
con toluene e xilene.

Aglaonema
L’Aglaonema cresce anche in condizioni di scarsa luce e produce fiori e
frutti rossi. E’ in grado di filtrare diversi inquinanti atmosferici.

Palma di Bamboo - Chamaedorea sefritzii


Questa piccola palma cresce bene in zone d’ombra e spesso produce fiori e
piccoli frutti. E’uno dei migliori filtri naturali contro il benzene e il
tricloroetilene ma è anche capace di neutralizzare la formaldeide.

Sansevieria trifasciata
Nota anche come lingua di suocera, questa pianta da interni è una delle più
efficaci nel depurare l’aria. E’ in grado di filtrare e rendere inoffensiva la
formaldeide spesso presente nei prodotti per la pulizia, nella carta igienica o
nei tessuti per la cura personale. Sistematene una in bagno: saprà prosperare
anche in condizioni di luce scarsa.

Philodendron oxycardium, syn.Philodendron cordatum


Questa pianta rampicante non è indicata in quelle famiglie dove ci sono
bimbi piccoli o animali domestici, poiché risulta estremamente tossica se
ingerita. In compenso è ottima nel filtraggio delle sostanze inquinanti
volatili in particolare con la formaldeide.

Dracaena marginata
Grazie alle sue bordature di un rosso intenso, la dracena aggiunge
sicuramente un tocco di colore ai nostri ambienti ed il suo arbusto può
crescere per diversi metri. E’ l’ideale per combattere sostanze come lo
xilene, il tricloroetilene e la formaldeide, che come abbiamo già detto
possono essere presenti in lacche o vernici.

Dracaena deremensis
Può combattere gli agenti inquinanti contenuti in oli e vernici. Cresce in
modo rigoglioso anche in presenza di scarsa luce. Il suo fusto sottile è
sovrastato da una chioma di foglie allungate e può raggiungere un’altezza
sorprendente.

Ficus benjamina
Questa pianta molto diffusa può aiutarci a filtrare molti agenti inquinanti
come la formaldeide, contenuta nei tappeti e nei mobili di casa, ma anche il
tricloroetilene ed il benzene. Il ficus non è una pianta facilissima, ma se
scegliete una posizione in casa dove c’è la giusta esposizione solare ed
effettuate un’annaffiatura regolare, sarà molto longeva.

Gerbera jamesonii
La gerbera è una pianta da fiore ideale per rimuovere la trielina, spesso
presente nei capi d’abbigliamento lavati a secco. Ponetela nella vostra
lavanderia o in stanza da letto ma fate attenzione: ha bisogno di molta luce.
Di notte meglio rimuoverla dalle stanze in cui dormite.

Chrysantheium morifolium
I coloratissimi fiori del crisantemo oltre a donare una nota di vivacità alla
vostra casa o al vostro ufficio, vi aiuteranno a filtrare il benzene,
normalmente presente nei collanti, nelle vernici, nelle plastiche e nei
detersivi. Ricordatevi di collocarlo in un punto dove possa godere della luce
intensa del sole che farà germogliare i suoi fiori.

Alcuni antibiotici naturali


Limone
Ha un ottimo effetto antibiotico.
È indicato soprattutto per le infezioni intestinali.
Si prende in olio essenziale, per avere un effetto antibiotico sul cavo orale o
sull’intestino. In succo, per un effetto antiossidante, antianemico e
antinfiammatorio: si spreme un limone in mezzo bicchiere d’acqua.
Si può associare a un olio essenziale o anche ad altre piante.
È un’ottima cura preventiva soprattutto d’estate. Contro la paradentosi si
strofina la buccia su denti e gengive: 1 applicazione al giorno.

Camomilla
Ha notevoli proprietà antinfiammatorie e antibiotiche, perché uccide i
batteri. È indicata nelle infezioni del cavo orale, nelle congiuntiviti
batteriche e nelle infezioni vaginali.
Agisce molto bene soprattutto per via locale: sciacqui, gargarismi,
irrigazioni vaginali, bagni oculari , infusi (per renderli più potenti si
mettono 2 cucchiai di camomilla in 1 bicchiere d’acqua).
Si può associare a un olio essenziale o anche ad altre piante.
Al posto della camomilla comune meglio usare la romana (Anthemis
nobilis), più potente. Assicuratevi che siano presenti anche i capolini.

Oli essenziali
Uccidono i batteri o li rendono inoffensivi.
Sono indicati contro le infezioni dell’apparato digerente, del cavo orale,
dell’apparato respiratorio. Infezioni di naso, orecchie e gola, urinarie e
vaginali. In caso di infezioni ricorrenti è utile fare un aromatogramma, un
esame in cui si seleziona l’essenza più efficace mettendola a contatto con il
germe responsabile dell’infezione. Si prendono in gocce, su un cucchiaino
di olio extravergine d’oliva: dalle 2 alle 5 gocce a seconda della potenza
dell’olio e per 10-12 giorni. Si possono veicolare anche in creme o pomate
e vengono assorbiti per via cutanea. Per bagni aromatici, si versano poche
gocce nell’acqua della vasca. Per sterilizzare l’ambiente, metterne qualche
goccia nei diffusori o negli umidificatori.
Si possono associare a non più di tre oli essenziali.
Attenetevi rigorosamente alla prescrizione e controllate che si tratti
veramente di oli essenziali di alta qualità.
Echinacea
La sua efficacia di antibiotico non è dimostrata, ma è provato che aumenta
il numero dei leucociti e la densità dei macrofagi (cellule del sistema
immunitario), quindi rafforza la risposta difensiva nei confronti delle
infezioni.
È una pianta ad ampio spettro, ha effetto su vari apparati. Gli indiani
d’America la utilizzavano contro le ferite infette, ma è utile in caso di
infezioni delle vie respiratorie (tonsillite) e gastrointestinali.
La forma più efficace è l’estratto fluido: 20 gocce in poca acqua, tre volte al
giorno. In estratto secco si assume 1 compressa per tre volte al giorno.
Si può associare a un olio essenziale o anche ad alte piante.
Funziona molto bene (anche come prevenzione) nelle forme influenzali
accompagnate da tosse e mal di gola.

Uva ursina
Ha un’azione batteriostatica, in particolare nei confronti dell’Escherichia
coli, il batterio responsabile di infezioni intestinali, respiratorie e urinarie.
La molecola dell’uva ursina prende il posto dell’Escherichia coli sui
recettori delle mucose colpite. È molto efficace soprattutto in caso di cistite.
Si prende in infuso, 1 cucchiaio in 200 cc di acqua; in estratto fluido, 20
gocce in poca acqua per tre giorni; in estratto secco, una compressa per tre
giorni.
Funziona molto bene l’associazione dell’estratto fluido di uva ursina con
l’olio essenziale di eucalipto (4-5 gocce su mezzo cucchiaino di olio
extravergine d’oliva, 4-5 volte al giorno).
Durante la cura, bere molto per facilitare l’eliminazione dei batteri.
Assumere piccole dosi di bicarbonato allo scopo di alcalinizzare le urine.

Le cure caso per caso

Bronchite
In fase iniziale, gli oli essenziali più indicati sono quelli di eucalipto e di
pino: 4-5 gocce su mezzo cucchiaino di olio d’oliva, 4-5 volte al giorno.
Quando la situazione è acuta, con catarro e febbre, si utilizza un olio
essenziale di timo, che ha anche un effetto immunostimolante: 2-3 gocce,
tre volte al giorno per 8-10 giorni.
Infusi: si prepara una miscela con 25 g ciascuno di farfaraccio (Tussilago),
malva, altea e borragine, poi se ne mette un cucchiaio in una tazza; si fanno
bollire 250 cc di acqua, si versano nella tazza e si lascia in infusione per 10
minuti. Da bere 3-4 volte al giorno, dopo aver dolcificato con un po’ di
miele.

Tonsillite batterica
Limone OE, 5-6 gocce in mezzo cucchiaino di olio d’oliva, 4-5 volte al
giorno per una decina di giorni. In alternativa: Chiodi di garofano OE, 2-3
gocce (in olio), 3 volte al giorno per 7 giorni.
Localmente: spray a base di propoli, 2-3 spruzzi al giorno nel cavo orale.

Infezioni urinarie
Il rimedio fitoterapico d’elezione è l’uva ursina, 20 gocce di estratto secco 3
volte al giorno, prima dei pasti. Meglio se associata all’olio essenziale di
eucalipto, che è un antibiotico naturale ad ampio spettro: 4-5 gocce su
mezzo cucchiaino di olio d’oliva, 4-5 volte al giorno, per 10-12 giorni.
In caso di cistiti ricorrenti, fare una urinocoltura e un aromatogramma per
individuare l’olio essenziale più efficace.
Spesso le infezioni recidivanti sono legate a una disbiosi (una eccessiva
produzione di sostanze tossiche nell’intestino); in questi casi è molto utile
l’estratto fluido di mirtillo (20 gocce in poca acqua, 3 volte al giorno),
perché agisce bene sia sull’infezione sia a livello intestinale.

Ascesso dentario
Bardana EF, 20 gocce in poca acqua, 3 volte al giorno prima dei pasti
associata all’olio essenziale di limone (potente battericida), 5-6 gocce su
mezzo cucchiaino di olio extravergine d’oliva, 4-5 volte al giorno per una
decina di giorni.
Per chi non tollera gli oli essenziali e per i bambini il rimedio d’elezione è
omeopatico: Mercurius solubilis 30Ch, 10 granuli in un bicchiere d’acqua.
Meglio se si aggiungono gli oligoelementi Rame-OroArgento, 1 dose al
mattino.

Sinusite
Ottimi gli oli essenziali di eucalipto e pino, 4-5 gocce su mezzo cucchiaino
di olio extravergine d’oliva 4-5 volte al giorno. Gli stessi oli possono essere
utilizzati per fare delle inalazioni: si mettono 3-4 gocce sul fazzoletto e di
tanto in tanto si respira l’essenza. Oppure si possono diffondere nella stanza
con un umidificatore: oltre a profumare, sterilizzano l’ambiente.
Tra le piante, si può utilizzare l’estratto fluido di melaleuca (l’albero del tè),
20 gocce in poca acqua, 3 volte al giorno prima dei pasti, per un periodo di
un mese-40 giorni.

Otite
Per via interna: Calendula in estratto secco, 20 gocce in poca acqua, 3 volte
al giorno prima dei pasti. Localmente: tintura madre di Piantaggine, 1-2
gocce nel condotto uditivo.
Molto efficace anche l’olio essenziale di timo, 2 gocce in mezzo cucchiaino
di olio extravergine d’oliva, 4-5 volte al giorno, per 10 giorni. Se è presente
un’infezione purulenta, associare una dose (al mattino) di Rame-Oro-
Argento in oligoelementi.

D’obbligo il disclaimer.
Le informazioni raccolte sono di natura generale e a scopo puramente
divulgativo, pertanto non possono sostituire in alcun caso il consiglio di un
medico (ovvero un soggetto abilitato legalmente alla professione), o, nei
casi specifici, di altri operatori sanitari (odontoiatri, infermieri, farmacisti,
veterinari, fisioterapisti, etc.). Rivolgetevi sempre al vostro medico o altro
addetto del settore sanitario per qualsiasi quesito possiate avere in merito
ad una condizione medica.

Un semplice detox
Primavera, vegan o no, iniziamo una detox con frullati di frutta o verdura!
Se state cercando di aumentare il vostro livello di energia e il vostro
benessere generale, una disintossicazione del corpo può essere un favore
che vi fate. Adesso che iniziano ad arrivare verdure e frutta fresca, vi do
due ricette, a seconda che preferiate verdure oppure frutta e potete iniziare
una bella disintossicazione ed eliminare le tossine dal corpo. Se avete
malattie importanti o problemi di sottopeso, consultate sempre uno
specialista prima di iniziare a fare di testa vostra!
Secondo molti esperti, questi frullatoni, possono aiutarvi a riportare tutti i
sistemi in un sano equilibrio.

Detox Verde
Questa bevanda detox vegetale è costituita principalmente da verdure verdi
ed offre una pulizia efficace e naturale al corpo e al sistema digestivo. Si
può bere in più volte durante la giornata. Ovviamente va considerato un
sostituto dei pasti. Potete anche mangiarla in insalata, ma il beverone è
sicuramente meglio, anche centrifugato!

Per questa bevanda detox è necessario:

• 3 carote
• 3 foglie di cavolo verza
• 2 gambi di sedano
• 2 barbabietole
• 1 rapa
• ½ mazzo di spinaci
• ½ cavolo
• ½ mazzetto di prezzemolo
• ½ cipolla
• 2 spicchi di aglio

Mescolate tutti gli ingredienti con acqua e fate diventare una purea con il
frullatore.

Detox alla frutta


Poiché la frutta è ricca di fibre, di vitamine e minerali essenziali, questa
diventa una disintossicazione naturale meravigliosa per il corpo. Questa
ricetta comprende frutta, olio di lino e lecitina, per fornire acidi grassi
essenziali durante la disintossicazione. Anche questo potete berlo 2-3 volte
al giorno a seconda delle attività che fate. Nel frullatore mettete:

• 5 arance spremute
• ½ bicchiere di acqua
• ½ tazza di fragole e banane
• 1 pezzetto di 2 cm circa di zenzero
• 1 piccolo spicchio d’aglio
• 1 cucchiaio di olio di lino
• 1 cucchiaio di lecitina in granuli
• 1 cucchiaio di succo di limone appena spremuto
• 1 cucchiaio di spirulina

Erba di grano proprietà incredibili: agisce persino sui capelli bianchi!


Il consumo regolare di erba di grano può far ritornare i capelli del loro
colore naturale. Lo so che pare quasi miracoloso, ma che direbbero le
industrie che producono il colore per i capelli se questa notizia si
diffondesse?

Ma non serve solamente a fermare la crescita di capelli grigi. Questo


cereale giovane, quando è ancora un’erba verdissima, rallenta l’intero
processo di invecchiamento ringiovanendo le

cellule, disintossicando il corpo, elasticizzando la pelle.

Il bianco o il grigio dei capelli non è solo un segno dell’età che avanza.

L’antica Medicina Tradizionale Cinese (MTC) collega la pigmentazione dei


capelli alla qualità del sangue e la forza dei reni. Secondo la MTC, grigio
non vuol dire vecchio, quanto reni e sangue deboli.

Composto dal 70% di clorofilla, l’erba di grano, dalla pianta di frumento


triticum aestivum, ripristina la salute dei reni e del sangue. Inoltre le
problematiche legate alla tiroide pare possano influire sul colore dei capelli
(tiroidite di Hashimoto e ipertiroidismo).

La clorofilla aiuta ad ossigenare il sangue. È notevolmente simile


all’emoglobina, un composto che porta l’ossigeno al sangue. La clorofilla è
un pigmento verde presente in quasi tutte le piante, nelle alghe ed in alcuni
batteri; ha lo scopo di assorbire la luce necessaria alla sintesi dei
carboidrati, che avviene a partire dall’acqua e dall’anidride carbonica
(fotosintesi clorofilliana).

In natura esistono diversi tipi di clorofilla; le principali sono la A e la B, che


assorbono luce a differenti lunghezze d’onda. La clorofilla B, insieme ad
alcuni carotenoidi, trasferisce l’energia assorbita alla clorofilla A,
ampliando la gamma delle radiazioni luminose utilizzabili dalla pianta.

Esiste inoltre una clorofilla C, tipica di alcune alghe, ed un batterio


clorofilla o clorofilla D, tipica ovviamente dei batteri.
Un componente molto importante della molecola di clorofilla è il magnesio;
non ci stupisce, quindi, che il contenuto di questo minerale nei vegetali
verdi sia alquanto generoso.

Un nutrizionista di fama internazionale, il dottor Bernard Jenson, ha


scoperto che i succhi di erba di grano e altre verdure a foglia verde ad alto
contenuto di clorofilla sono in natura i migliori costruttori del sangue.
Nel suo libro, cita diversi casi in cui lui era in grado di aumentare la conta
dei globuli rossi nel giro di pochi giorni semplicemente per aver messo i
suoi pazienti in ammollo in un bagno di acqua e clorofilla. L’erba di grano
consumata regolarmente aumenta la conta dei globuli rossi ancora più
rapidamente.

L’erba di grano è costituita da una serie impressionante di sostanze nutritive


che rafforzano e ringiovaniscono tutto, dalle nostre cellule e tessuti, organi
e sistemi del corpo. In aggiunta, la sua composizione è: clorofilla 70%, 17
amminoacidi essenziali, 90 minerali, 13 vitamine e 80 enzimi. Il ricercatore
Dr. Earp-Tommaso dice che, “15 chili di erba di grano è l’equivalente di
350 chili di carote, lattuga, sedano e così via.”

L’erba di grano offre una linea di difesa impenetrabile contro le malattie.


Un disintossicante tutto naturale e potente, protegge il fegato e purifica il
sangue neutralizzando le sostanze tossiche come cadmio, nicotina, stronzio,
mercurio e cloruro di polivinile (PVC).

Rimedi casalinghi per l’acne


L’acne è il problema più comune degli adolescenti ma anche di molti adulti.
Acne e brufoli sono il risultato di cambiamenti ormonali e dieta impropria
in adolescenza. Per sbarazzarsi dell’acne, dobbiamo andare alla radice delle
cause.

E’ possibile fare piccoli cambiamenti nel vostro stile di vita e utilizzando


rimedi casalinghi ci si può sbarazzare di cicatrici dall’acne anche da casa.

Ho messo una bella lista lunga, proprio per includere più ingredienti
possibili che abbiamo in casa!

1. Lavare il viso con acqua più volte al giorno. Non usare sapone o
detergenti, ma lavare con acqua pura. Se lavate ogni volta con detergente
l’untuosità della pelle aumenta perchè l’extra viene secreto dalle ghiandole
a causa della perdita di umidità.

2. Bere acqua pura e mangiare frutta e verdura fresca.


3. Seguire una dieta ricca di vitamina A, vitamina E, niacina e zinco. Tutto
questo aiuta a curare l’acne internamente. Per la vitamina A le carote
(crude) sono ottime ogni giorno. È inoltre possibile applicare il succo di
carota sui brufoli per ridurli.
4. Esternamente ci sono molti rimedi domestici per il trattamento di
cicatrici da acne e acne. Un metodo è quello di applicare il succo di limone
su brufoli da 2 a 3 volte al giorno. Esso contribuirà a ridurre la dimensione
e l’intensità dell’acne e schiarirà le cicatrici acneiche.
5. La buccia d’arancia è anche un meraviglioso rimedio a casa per il
trattamento di cicatrici da acne e acne. Seccare la buccia d’arancia al sole e
macinare facendone una polvere. Fate una pasta di buccia d’arancia in
polvere con acqua e applicate sull’acne.
6. Strofinate del ghiaccio sul acne per 30 minuti, si può fare più volte al
giorno. Questo contribuirà a ridurre il gonfiore. Dopo applicate del
dentifricio e tenete tutta la notte sul brufolo.
7. Fate una pasta di tea tree oil, poca acqua e curcuma e applicate da 15 a 20
minuti. Dopo di che lavate con acqua tiepida. È possibile utilizzarla come
una maschera quotidiana. Utilizzando questa maschera si possono curare le
cicatrici da acne e acne sul viso in circa un mese.
8. Mescolate una parte di sale e due parti di burro di cocco. Aggiungete un
pò di succo di limone e fate una pasta. Utilizzate questa pasta come uno
scrub. Applicare per due minuti e poi lavate con acqua tiepida. Si può usare
regolarmente.
9. L’aglio è una pianta che fa miracoli su una pelle incline all’acne.
Applicate l’aglio crudo sui brufoli non è semplice se si esce, ma se siete in
casa...potete farlo e avere ottimi risultati! È inoltre possibile l’assunzione di
2-3 spicchi d’aglio a stomaco vuoto al mattino presto per 15 a 20 giorni.
Questo purifica il sangue: un sangue impuro è spesso la causa principale
dell’acne.
10.Un’altra erba che cura l’acne internamente ed esternamente è il fieno
greco. È possibile applicare foglie di fieno greco su brufoli, facendo una
pasta di foglie con l’olio. Lasciarla tutta la notte. Lavare il viso la mattina
seguente. Questo ucciderà i batteri che causano acne e brufoli, ridurrà anche
i punti neri.
11.Il cetriolo è anche molto efficace nella cura di brufoli e punti neri.
Schiacciare il cetriolo e applicare sul viso, intorno agli occhi (vi aiuterà a
ridurre le occhiaie) collo ecc. Il suo uso regolare consentirà di evitare l’acne
e anche di ridurre macchie e cicatrici da acne.
12. La combinazione di succo di coriandolo (nei negozi etnici si trova
fresco) e curcuma ha un effetto magico nel trattamento di acne e punti neri.
Applicare per 15-20 minuti e poi lavare il viso.
13. Usando la combinazione di cui sopra si può usare il succo di menta al
posto del succo di coriandolo.
14. Le foglie di Neem sono note per il loro effetto sui brufoli. Fate una
pasta di foglie (oppure olio) di neem e aggiungete un po’ di curcuma.
Applicate da 25 a 30 minuti e lavate con acqua tiepida. Questo è
considerato il rimedio antibatterico più efficace per il trattamento di
cicatrici da acne e acne.
15. Polvere di legno di sandalo mescolata con acqua di rose fanno un
meraviglioso rimedio per il trattamento di cicatrici da acne e acne. Inoltre,
migliora anche la texture della pelle.
16. Lavare il viso prima con acqua tiepida e poi con acqua fredda, aiuta.
Come l’acqua calda apre i pori e rimuove lo sporco e l’olio, il lavaggio con
acqua fredda successivo chiude i pori.
17. L’applicazione di una purea di papaya sulla pelle aiuta a sbarazzarsi di
cicatrici da acne e acne. Lavare il viso dopo 30 minuti prima con acqua
tiepida e poi con acqua fredda.
18. Mescolare 2 cucchiaini di farina d’avena con un cucchiaino di
bicarbonato di sodio. Aggiungere acqua per fare una pasta e applicare sulla
pelle. Questa è un’ottima pulizia.
19.È inoltre possibile utilizzare la buccia di banana per il trattamento di
acne. Strofinare la parte interna della buccia di banana sui brufoli e le
cicatrici.
20. Bere succo di erba di grano quotidianamente.
21. Bere una tazza di acqua con succo di limone ogni giorno come prima
cosa al mattino. Si purifica il sangue e cambia l’equilibrio del pH. Bere tè
verde è anche molto utile per rimuovere le tossine dal vostro corpo.

Pratica Ayurvedica del Oil Pulling

Avendo imparato diverse tecniche Ayurvediche, posso consigliare questa


perchè è un ottimo modo per liberarsi dal muco e pulire la bocca senza
usare dentifrici troppo aggressivi. Ho 18 anni di esperienza come igienista
dentale e sinceramente, soprattutto a chi mangiava molte cose acide e chi
aveva problemi d’igiene (dove si arrivava difficilmente), qualche volta lo
consigliavo. Si tratta di

qualcosa in più della normale igiene orale, che non va comunque


abbandonata.

E’ una pratica semplice, che da risultati notevoli. Qualcuno forse ne ha


sentito parlare, ma magari non lo ha mai effettivamente provato. Ma che
cosa è esattamente? Che cosa fa?

Prendete un cucchiaio di olio di cocco (il mio preferito), lasciatelo


sciogliere in bocca e iniziare a farlo girare in bocca come se fosse un
collutorio. In genere la cosa dovrebbe durare 20 minuti, ma può anche
durare meno.
Il processo attira e rimuove i batteri, tossine e parassiti che vivono in bocca
o addirittura nel sistema linfatico, togliendo eventuali congestioni di muco
tra la gola e i seni paranasali (se avete raffreddore o sinusite), il che è
incredibile! Con l’aiuto della saliva, muco, batteri ecc. si legano all’olio che
poi si sputa. Questo aiuta anche a re-mineralizzare i denti e rafforzare le
gengive con una pulizia a fondo.

Tradizionalmente veniva usato l’olio di sesamo estratto a freddo. La ragione


per cui io preferisco usare l’olio di cocco è perché ha proprietà
antimicrobiche, antinfiammatorie ed enzimatiche. Ciò fornisce il vantaggio
di uccidere tutti i batteri indesiderati che possono risiedere nella bocca,
lasciandovi nel contempo dei ceppi probiotici sani.

Mi raccomando l’olio non deve entrare in contatto con la gola, perché ora
trasporta materiale diciamo “tossico”, quindi niente gargarismi!

Una volta finito sputate nel cestino o dove volete ma non nel lavandino,
essendo olio di cocco potrebbe solidificare nelle tubature e intasarle. Infine,
sciacquate la bocca con acqua pulita due o tre volte, bevete un bicchiere
d’acqua e rilassatevi. Vi sentirete sicuramente molto bene!

E’ incredibile quanto velocemente la “pulizia” accada! Subito dopo il


risciacquo, vi troverete a soffiarvi il naso o a schiarirvi la gola. Ho lavorato
con persone alle prese con sinusiti croniche che hanno avuto un notevole
sollievo già dalla prima volta. Continuando, loro condizione è migliorata e
la congestione alla fine è andata via completamente.

Capelli sfibrati, che si spezzano e cadono: che fare?


Capelli sfibrati e secchi, capelli che cadono, deboli, aridi, spenti. Per
qualcuno non è una cosa nuova? Non preoccupatevi, spesso si tratta di una
fase transitoria dovuta a diverse cause, alcune di natura organica, come una
dieta dimagrante, un momento di debilitazione fisica, disturbi alla tiroide o
di origine ormonale, allergie o intolleranze non riconosciute o infine un
forte stress. Altre volte sono la conseguenza di trattamenti troppo aggressivi
e continui a cui magari li abbiamo sottoposti. Un caso per tutti: l’uso della
piastra lisciante. Ma non solo.

Anche alcuni prodotti “sbagliati” possono avere come conseguenza capelli


sfibrati e che non crescono. Ad esempio tinture a base di ammoniaca usate
troppo di frequente, stirature chimiche e permanenti, ma anche acconciature
innaturali come la coda di cavallo, alla lunga possono indebolire la nostra
capigliatura.

Curare i capelli con l’alimentazione


Cominciamo a tavola. Ebbene sì, i nostri capelli sfibrati possono migliorare
grazie all’alimentazione, perché non c’è dubbio che proprio la nostra
alimentazione ci possa fornire quelle preziose sostanze che vanno a nutrire
anche i capelli. Su quali alimenti puntare? A far la differenza sono i famosi
Omega 3 in quanto antiossidanti di primissima qualità che forniscono
“grassi” buoni che nutrono il bulbo pilifero rimediando ai danni dei nostri
maltrattamenti, e contrastano l’invecchiamento della pelle e,
conseguentemente, anche dei capelli.
In base a un nuovo studio apparso di recente sull’American Journal of
Clinical Nutrition è stato confermato che l’assunzione di omega-3 si può
ricavare più facilmente da fonti vegetali che da diete a base di pesce. Una
buona notizia per tutte le specie marine a rischio estinzione, ma anche per
chi ha scelto un’alimentazione vegetariana o vegana. È già noto da tempo
come gli omega-3 si possano ricavare molto più facilmente da fonti
vegetali, come noci, semi di lino e olio di semi di lino, piuttosto che dal
pesce (che ne contiene decisamente meno di quanto si crede), ma questo
nuovo studio rende ancora più evidente come la fonte privilegiata di questi
acidi grassi essenziali sia proprio quella vegetale.
Anche le verdure a foglia verde, e soprattutto le crucifere (cavoli e
broccoli), sono un semplice e gustoso rimedio naturale ai capelli sfibrati e
secchi, perché contengono sostanze che stimolano le difese immunitarie e
soprattutto mantengono in salute l’intestino, condizione fondamentale per
avere in salute anche le chiome. Via libera anche a semi (di zucca e
girasole, ad esempio), frutta secca e legumi o germogli dei legumi per chi
mangia crudo.

Rimedi naturali fai da te


Quali sono i rimedi casalinghi per i capelli sfibrati? Ecco qualche semplice
ricetta facile facile ma di sicuro effetto.
Per capelli sfibrati soggetti a caduta è efficace la lozione al basilico. Per
prepararla procuratevi 40 g di foglie (se avete anche i fiori aggiungete
anche quelli) e 500 g di acqua. Bollite le foglie e i fiori di basilico
nell’acqua per 20 minuti. Filtrate e aggiungete al liquido una quantità di
alcool a 60° pari al suo peso. Utilizzate ogni giorno alcune gocce della
lozione ottenuta per frizionare il cuoio capelluto

Nelle radici di Actea racemosa, erba perenne del Canada, e nell’Angelica


sinensis sono presenti fitoestrogeni capaci di ristabilire l’equilibrio
ormonale femminile, spesso compromesso dalla vita stressante,
dall’assunzione di contraccettivi, dalla menopausa o da cause ereditarie.

Per capelli sfibrati e asfittici, è ottima la lozione alla lavanda, che frizionata
sul cuoio capelluto riattiva la circolazione e rivitalizza il bulbo. Ecco cosa ci
serve: 30 g di fiori di lavanda, 150 g di alcool a 30°. Tenete al macero per 8
giorni i fiori di lavanda nell’alcool, muovendo il recipiente ogni giorno.
Filtrate e conservate la tintura in una boccetta di vetro con contagocce.
Utilizzatene poche gocce al mattino per frizionare il cuoio capelluto

Per curare i capelli sfibrati ma grassi, ecco la lozione detergente che fa per
voi, a base di ortica e sapone di Marsiglia. Vi servono 5 foglie di ortica, 1
cucchiaio di sapone di Marsiglia a scaglie e 150 g di acqua. Lasciate in
infusione l’ortica nell’acqua bollente per 20 minuti. Filtrate e aggiungete il
sapone fatto fondere precedentemente con poca acqua tiepida, a
bagnomaria. Mescolate energicamente il composto e utilizzatelo come
shampoo.

Nelle radici di Actea racemosa, erba perenne del Canada, e nell’Angelica


sinensis sono presenti fitoestrogeni capaci di ristabilire l’equilibrio
ormonale femminile, spesso compromesso dalla vita stressante,
dall’assunzione di contraccettivi, dalla menopausa o da cause ereditarie.
Un notevole apporto di estratto di Miglio dorato protegge e mantiene in
piena salute la pelle e gli annessi cutanei (capelli, ciglia, unghie). Contiene,
infatti, tutti quei nutrienti necessari per creare una ottimale irrorazione
sanguigna, una pelle elastica, capelli, ciglia e unghie sane e forti.

Capitolo 22
Ricette Vegane
A cura di Carol Saito

Antipasti pag.182
Primi piatti pag.184
Sughi per la pasta pag.188
Contorni pag.191
Secondi piatti pag.195
Dolci pag.197
Tramezzino ricco
mi ci ficco!

Asparagi crudi
marinati
Condire le carote e il cavolo cappuccio con la maionese, sale, pepe e
limone e i piselli con la maionese separatamente. Alternate le fette di pane:
uno strato con hummus e radicchio, uno con cavolo e carota, uno con piselli
e maionese. Ta gliate in quattro e tenete assieme con uno stecchino
Lavare e tagliare per lungo gli asparagi togliendo la parte finale più dura.
Mettere in una ciotola e condire con salsa di soia, olio EVO, pepe, limone e
una o due foglie d’alloro, poi infilare col succo in un sacchetto di plastica.
Lasciare circa 2 ore in frigo e servire come antipasto croccante con qualche
grissino o pane al sesamo.

INGREDIENTI

Fette pane tramezzino (senza latte) o pane fatto in casa


maionese vegana
carote grattuggiate
cavolo cappuccio grattugiato piselli
hummus di ceci
foglie di radicchio
sale, pepe, limone

INGREDIENTI

Asparagi giovani,
salsa di soia
limone
foglia d’alloro
pepe

Insalata russa con Hummus di ceci


majonese vegana

Tagliare a cubetti patate, piselli e carote


e mettere in acqua bollente salata. Atten
zione a non cuocere troppo!
Mettere in un contenitore la lecitina e
coprite con acqua tiepida. Dopo circa 10

minuti le palline di lecitina sembreranno


rosso d’uovo. Iniziate a mescolare con
una frusta aggiungendo olio a filo; quan
do sarà montata, aggiungete lo yogurt, il
succo di mezzo limone, sale e la panna
vegetale e montate con un minipimer.
Voilà, la maionese sarà pronta!
Aggiungete la maionese alle verdure a
cubetti quando raffreddate.
Frullate i ceci, un cucchiaio abbondante di tahini, uno spicchio d’aglio, lo
yogurt di soia, il succo di mezzo limone, sale. Aggiungete un’abbondante
trito di prezzemolo e mescolate e servite freddo facendo un buco centrale in
cui andrà dell’olio Evo e della paprika per dare colore, con pane arabo e
qualche bastoncino di verdura cruda.

INGREDIENTI

Carote
patate
piselli
Per la maionese:
3-4 cucchiai di lecitina di soia panna vegetale
yogurt di soia non zuccherato limone
sale

INGREDIENTI

Ceci cotti e scolati


tahini chiaro
yogurt di soia senza zucchero uno spicchio d’aglio
limone
prezzemolo
paprika dolce
olio EVO
sale

Vellutata di zucca Polenta pasticciata


e castagne ai funghi
Pulite bene la zucca, lavatela velocemente e ta
gliatela a cubetti. Fate soffriggere brevemente lo
scalogno e l’aglio, aggiungete la zucca tagliata
a cubetti e le castagne*, salate e pepate, copri

te con acqua chiudete la pentola a pressione e

fate cuocere per circa 8 minuti dal momento


del sibilo, oppure lasciate cuocere in pentola,
lentamente e a lungo. *per me il procedimen
to castagne è stato molto più veloce in quanto
ho una bella scorta di castagne sottovuoto (già
cotte). Se non le trovate già pronte fate lessare
250 gr di castagne, pelatele e aggiungetele alla
zucca. Una volta cotta, frullate con un mixer ad
immersione, aggiungete un po’ d’acqua se ne
cessario e servite con qualche fettina di castagna
(che avrete tenuto da parte), un cucchiaino di
battuto di rosmarino con olio e crostini di pane.
Al posto del battuto di rosmarino se è gradito
un cucchiaino di olio di tartufo oppure qualche
fettina di tartufo.
Tritare finemente la cipolla, mezza carota e l’aglio in una padella con olio
EVO. Quando sarà appassita, aggiungere i funghi freschi e lasciare
insaporire. Prima che inizino ad attaccarsi alla padella, aggiungere 1
bicchiere di vino bianco, sale, pepe e cuocere (aggiungete acqua se avete
usato funghi a più lunga cottura tipo finferli). Prima di spegnere, aggiungete
una bella manciata di prezzemolo tritato.
Aggiungere metà della besciamella nei funghi e iniziare a fare gli strati
alternando fette di polenta e funghi. L’ultimo strato mettere la besciamella
rimanente. Infornare a 180° per 25-30 min circa.

INGREDIENTI

800 g zucca
200 g castagne (cotte al vapore e sottovuoto) sale & pepe
olio EVO
1 scalogno a fettine
1 spicchio di aglio
crostini di pane
rosmarino fresco

INGREDIENTI

Funghi freschi misti,


1 conf. grande besciamella vegetale
1 bicchiere vino bianco
1 cipolla
mezza carota
1 spicchio d’aglio
sale
pepe
prezzemolo
olio EVO
1 conf. polenta pronta da fare a fette sottili

Riso Mille foglie diMessicano Pane Carasau

Bollire riso basmati dopo averlo lavato, oppure cuocere a vapore. Fare un
soffritto con la cipolla tagliata grossolanamente, aggiungere il peperone
giallo tagliato a listarelle, i fagioli rossi e le spezie ag

giustando di sale se necessario. Lasciar

cuocere fino a quando i peperoni non siano diventati croccanti. Condire il


riso con la verdura e i fagioli.

INGREDIENTI

Riso basmati
Cipolla rossa
Fagioli rossi
Peperone giallo
Pomodori freschi o pelati Spezie messicane
Olio EVO q.b.

Far trifolare le zucchine tagliate a rondelle fini in un soffritto di cipolla e


aglio, prepare la besciamella tenendola un pochino liquida perchè tenderà
ad indurire mentre si raffredda. Prendere una teglia da pasta al forno e
iniziare a fare (come fossero lasagne al forno) gli strati. Il pane Carasau va
bagnato (non lasciato in acqua, basta bagnare pochi secondi). Mettere un
velo di besciamella sul fondo, uno strato di pane Carasau, besciamella,
zucchine e andare avanti strato dopo strato. All’ultimo strato finire con solo
pane Carasau umido, mettere una manciata di lievito alimentare mescolato a
del pane grattugiato e un filo d’olio.
Infornare a 180 gradi finchè non si forma una bella crosticina leggermente
croccante. Servire caldo.

INGREDIENTI

Per la besciamella:
500 ml di latte di soia
50 g di farina 00
50 ml di olio evo
sale fino
1 pizzico di noce moscata tritata 500 gr di zucchine 1 spicchio d’aglio
una cipolla bianca sale e pepe
lievito alimentare
poco pane grattugiato

Fusilli al Vegù Pasta al forno con


versione veloce limone patate e prezzemolo
Cuocere la pasta e lavare con acqua fredda per fermare la cottura. Lavare e
pelare le Soffriggere un trito di carota, sedano e
cipolla, aggiungere gli hamburger di soia
o seitan fatti frullare a sembrare macina
to. Sfumare col vino e appena asciugato

il vino aggiungere i pelati tagliuzzati.


Mettere gli odori, salare e pepare. Non
essendo carne la cottura non sarà di ore e
ore, ma basterà una mezz’oretta e tutto si
amalgama alla perfezione.
patate, tagliare a dadini. Pelare gli spicchi di aglio, tritare finemente col
prezzemolo. Portare ad ebollizione acqua abbondante, salare e versarvi le
patate. Cuocere per 5 minuti circa. Mettere la pasta e le patate cotti in una
terrina. Nel frattempo, unire in una padella grande 2 cucchiai di olio
extravergine d’oliva e il trito d’aglio e prezzemolo aggiungere mezzo
limone spremuto e della buccia grattugiata. Buttare pasta e patate nella
padella del condimento e far saltare a fiamma vivace, girando di frequente
per qualche minuto. A fiamma spenta aggiungere la panna, rimescolare e
mettere in una teglia leggermente unta. Cospargere con una macinata
abbondante di pepe, pane grattugiato e lievito alimentare e infornare a
180°C finchè non sia dorata la superficie.

INGREDIENTI

Fusilli
Per il vegù:
soffritto di carota
sedano
cipolla
2-3 hamburger di soia oppure seitan frullato a sembrare carne tritata
vino per sfumare
pelati
rosmarino
origano
timo
sale
pepe

INGREDIENTI

Pasta di formato piccolo


2 patate medie
2 spicchi di aglio
3 mazzetti di prezzemolo mezzo limone spremuto poca buccia
grattugiata (panna vegetale optional) olio extravergine d’oliva pepe
sale
lievito alimentare
pane grattugiato

Malloreddus con
zafferano al pesto
di fave
Bollire gli gnocchetti sardi in acqua con sale e una bustina di zafferano in
modo che diventino un bel giallo. Tostare i pinoli in una pentola
antiaderente. Mettere

in un frullatore le fave cotte, aglio, basi

lico e frullare aggiungendo l’olio a filo. Aggiustare di sale, pepe e versare


sugli gnocchetti ancora caldi, mescolare bene e servire con una manciatina
di lievito alimentare e pinoli tostati.

INGREDIENTI

Malloreddus
1 bustina di zafferano
200 gr di fave
qualche foglia di basilico fresco
1 spicchio d’aglio
olio EVO
pepe
pinoli
lievito alimentare

Risotto Primavera
Pulire gli asparagi eliminando la parte legnosa del gambo, separare le punte
dai gambi, tagliare i gambi. Tagliare le zucchine e il peperone a cubetti.
Tritare finemente cipolla e spicchi d’aglio. In una padella grande, scaldare 2
cucchiai di olio extravergine d’oliva, farvi saltare gli asparagi, le zucchine, i
pomdorini e il peperone per 5-6 minuti mescolando di tanto in tanto.
Togliere dal fuoco e tenere da parte. In un tegame dal fondo pesante, far
scaldare 2 cucchiai di olio extravergine d’oliva, soffriggervi mescolando la
cipolla e l’aglio. Aggiungere il riso, fare tostare per 2-3 minuti, mescolando.
Versare sul riso un mestolo di brodo vegetale bollente, cuocere mescolando
fino a fare assorbire completamente. Conservandone 2 cucchiai, aggiungere
il brodo un mestolo per volta lasciando ogni volta assorbire; continuare per
15 minuti circa fino a quando il riso risulterà al dente e il brodo finito.
Unire al riso gli ortaggi e il brodo conservato, cuocere mescolando per altri
2 minuti. Insaporire con pepe e sale, aggiungere un poco di olio e il
basilico. Amalgamare bene e servire subito.

INGREDIENTI

Riso basmati
asparagi
zucchine
peperone rosso
qualche pomodorino 1/2 cipolla
1 spicchio di aglio
1 lt. di brodo vegetale
1 cucchiaio di basilico tritato olio extravergine d’oliva pepe
sale

Sugo alla zucca Sugo o contornoe pomodorini


secchi alla zucca o ceci

Mettere i pomodorini ad ammollare in


acqua calda. Tritare e rosolare la cipol
la con l’olio oliva, aggiungere la zucca

tagliata a dadini (aggiungere un po d’ac


qua per non fare seccare). A metà cot
tura, aggiungere i pomodorini strizzati
e tagliati a striscioline. Prima di servire
tostate i pinoli e aggiungete al sugo. A
chi piace aggiungere qualche oliva nera.
Mettere i ceci ad ammollare in acqua per 12 ore. Tritare e rosolare la cipolla
con l’olio oliva, aggiungere la zucca tagliata

a dadini (aggiungere un po d’acqua per

non fare seccare), aggiungere i ceci. Servire sulla pasta o come contorno
con timo fresco, pepe o peperoncino.

INGREDIENTI

1 cipolla
250 gr zucca
pinoli
5-6 pomodori secchi
olio EVO
sale e pepe (chi preferisce peperoncino rosso)

INGREDIENTI

1 cipolla
250 gr zucca
200 gr ceci ammollati
olio EVO
sale e pepe (chi preferisce peperoncino rosso) un po’ di timo fresco
Sugo con scarola Sugo di broccoli olive nere o
verdi, pomodorini e peperonicapperi rossi con
pinoli tostati

Lavare e tagliare abbastanza sottile la sca

rola e rosolare in padella con olio d’oliva


e l’aglio schiacciato (togliere l’aglio se

non piace trovarselo poi nel sugo). Appe


na appassita la scarola, aggiungere olive,
capperi, sale e pepe. Lasciare asciugare
l’acqua della scarola e servire sulla pasta.
Mondare il broccolo e tenere le cime con poco gambo, tagliare a pezzetti e
saltare in padella con 2 spicchi d’aglio e olio EVO e il peperone tagliato a
striscioline, sale e pepe. Tostare i pinoli. A cottura quasi avvenuta dei
broccoli aggiungere pomodorini tagliati a metà, basilico fresco e pinoli.
Servire sulla pasta con un po’ d’olio crudo, formaggio vegan grattugiato e
peperoncino.

INGREDIENTI

1 scarola medio-grossa
1 spicchio d’aglio
olive verdi o nere a seconda dei gusti
3 cucchiaini capperi
10 pomodorini
olio EVO
sale
pepe

INGREDIENTI

1 broccolo verde
pomodorini datterini
1 peperone rosso
pinoli
2 spicchi d’aglio
olio EVO
sale
pepe
peperoncino
basilico fresco o surgelato formaggio vegan da grattugiare

Sugo di ceci,
pomodorini e semi
di papavero
Fare un trito con la carota, cipolla e uno spicchio d’aglio. Aggiungere i ceci,
i pomodorini tagliati a pezzetti, far saltare nella padella non facendo
asciugare completamente il liquido e alla fine mettere una bella spolverata
di semi di papavero.

Crema
di melanzane

Lavare e affettare la melanzana in dischi alti circa 1/2 centimetro. In una


pentola a pressione unire le fette di melanzana con tre cucchiai di olio e
l’aglio sbucciato intero, salare e aggiungere 1/2 bicchiere di acqua fredda.
Chiudere la pentola col suo coperchio e lasciar cuocere per 4 minuti
dall’inizio del sibilo. Frullare le melanzane cotte, quindi unire alla crema
ottenuta il prezzemolo insaporendo con sale e pepe.

INGREDIENTI

Ceci ammollati e cotti


carota
½ cipolla
1 spicchio d’aglio
pomodorini
olio EVO
sale
semi di papavero

INGREDIENTI

1 melanzana grossa
1 spicchio di aglio
2 cucchiaini di prezzemolo tritato olio extravergine d’oliva
pepe
sale

Patate ripiene Fiori d’acacia


al forno fritti

Bollire le patate con la buccia dopo aver


lavato bene. Appena raffreddate, taglia
re a metà e scavare mettendo in un reci
piente la polpa delle patate. Aggiungete
erba cipollina, formaggio spalmabile alle
erbe, sale, pepe e dell’aglio in polvere.
Mescolare bene e poi riempire i gusci
delle patate che avrete lasciato in parte.
Spolverate con lievito alimentare e pane
grattugiato e poco olio EVO. Infornare a
180°C finchè non si forma una crosticina
dorata.

Prendere i fiori d’acacia. Lavate bene staccando i grappoli dai rami e


lasciate asciugare su un panno asciutto. Preparate una pastella con acqua
gassata, farina di riso, sale e pepe. Portate a temperatura l’olio per friggere,
passate i fiori nella pastella e buttate nell’olio bollente. Servire caldi.

INGREDIENTI

Patate
formaggio vegan spalmabile alle erbe aglio in polvere
erba cipollina fresca o essiccata sale
pepe
olio EVO
lievito alimentare
pane grattugiato

INGREDIENTI
Fiori d’acacia
farina di riso
acqua gassata fredda
sale
pepe
olio per friggere

Zucchini
alla scapece crudi Fagiolini ripassati
con salsa di soia

e semi di sesamo
Ammollate gli zucchini in acqua e aceto
(metà e metà), una volta ammollati, striz
zate bene, aggiungete sale, aglio tritato
fine, olio EVO e menta fresca tritata.
Mondare i fagiolini, sbollentare in acqua

e sale e scolare. Preparate in una padella olio ed aglio e buttate i fagiolini,


irrorando con salsa di soia. Tostate i semi di sesamo e servite freddi o caldi
con una manciata di semi di sesamo sopra.

INGREDIENTI

Zucchini essiccati al sole aceto bianco o di mele


acqua
sale
aglio
menta fresca o essiccata olio EVO

INGREDIENTI

Fagiolini
aglio
salsa di soia semi di sesamo pepe
olio EVO

Barchette
di indivia belga Cipolline in agrodolce
caramellate
Lavate le foglie più grandi dell’indivia e
lasciate asciugare. Preparate in una terri
na i pomodori tagliati a pezzetti con aglio
essiccato, sale, olive ripiene tagliate a
rondelle, ricotta vegana e poco olio d’oli
va. Riempite le barchette e servite freddi.
Dorare le cipolline con un po’ d’olio d’oliva. Mettere in un bicchiere grosso
aceto, zucchero, sale, pepe e acqua calda, sciogliere. Appena dorate,
aggiungere tutto il contenuto del bicchiere e lasciare cuocere fino ad
assorbimento del liquido....rimarrà solo il caramello!

INGREDIENTI

Indivia belga
pomodorini
olive ripiene
ricotta vegana
aglio essiccato
sale
olio EVO

INGREDIENTI

Cipolline bianche
mezzo bicchiere aceto di vino preferibilmente bianco
2 cucchiai colmi di zucchero di canna grezzo sale
pepe
olio d’oliva

I baccelli Salsa di piselli di avocado

Per
chi li vuole saltare in padella basta aglio, olio extra vergine, peperoncino,
sale e solo pochi minuti per insaporire. Togliere dal fuo

co e mettere una semplice spruzzatina di limone, un pizzico di semi di


papavero e l’olio della padella.
Per chi vuole fare una bella insalatona cruda, provate tagliando zucchini
con la mandolina, peperoni rossi a strisce sottili, e i baccelli o a strisce
sottili o ad anelli e qualche pisello fresco. Fate una vinaigrette con avocado
schiacciato con la forchetta, olio, sale, limone e qualche fogliolina di menta.
Chi vuole ci può mettere anche un cucchiaino di senape. Altra insalatona
semplicissima: baccelli tagliati ad anelli, ravanelli tagliati con la mandolina,
il tutto condito con una bella vinaigrette di olio, sale, aceto balsamico e
semini di sesamo.
Mettere nel frullatore l’avocado, l’aglio, il limone, sale e aggiungere mentre
si frulla l’olio a filo. Questa è una salsa da gustare in moltissimi modi.
Sull’insalata, nella pasta cruda di zucchini, nei sandwich vegani e anche
semplicemente su del pane abbrustolito.

INGREDIENTI

1 avocado maturo
aglio
olio EVO
succo di mezzo limone
sale

Polpette con risotto


avanzato al sugo

Come per quasi tutte le ricette c’è molta libertà nell’utilizzo degli
ingredienti e non ripetere due volte la stessa ricetta è normale quando si
usano gli avanzi e quello che c’è in casa. Questa ricetta viene bene con tutti
i tipi di risotto. Potete aggiungere olive, capperi, carne e verdure cotte a
vostro piacimento.
Aggiungete al risotto il pan grattato, il sale e il pepe e mescolate. Se il
composto risultasse troppo liquido aggiungete altro pan grattato. Formate
delle palline di risotto con le mani e passatele nella farina. Rosolate le
polpette in una padella con poco olio. Quando si sarà formata una crosticina
sulla superficie mettetele da parte. Fate rosolare lo spicchio d’aglio e
aggiungete la passata di pomodoro, un pizzico di zucchero, sale e pepe.
Lasciate cuocere circa 5 minuti a fiamma media e con il coperchio.
Aggiungete le polpette e lasciate cuocere altri minuti. Servite con un filo
d’olio extravergine d’oliva.
Torta salata
di carciofi

Cuocere i carciofi in olio con l’aglio, sale e pepe. Aggiungete acqua per
ammorbidire i carciofi fino a cottura. Una volta cotti, frullate i carciofi cotti
e poi mescolate in una terrina carciofi frullati e besciamella.
Mettere la pasta sfoglia in una teglia e aggiungere il composto. Cuocere
circa 20 min. a 180°.

INGREDIENTI

1 confezione pasta sfoglia vegetale


besciamella vegana
carciofi (anche surgelati) oppure 3-4 zucchini aglio
sale
pepe
olio EVO

INGREDIENTI

2 porzioni di risotto
1/2 bicchiere di pan grattato
1/3 bicchiere di farina
olio extravergine
1 spicchio d’aglio
1 bicchiere di passata di pomodoro sale e pepe
Bocconcini
di seitan fritti

Spezzatino di
bocconcini di soia
con polenta
Strappare il seitan a pezzetti grossolani,

asciugare in forno sulla carta forno con sopra una spennellata di salsa di
ketchup. Una volta asciugati e raffreddati, fare una pastella con farina di
riso e acqua, passarli prima nella pastella, poi nel pane grattugiato e infine
friggere. Servire con salsa ketchup.
INGREDIENTI

Seitan (preferibilmente fatto in casa) farina di riso


acqua
sale
pane grattugiato
ketchup
olio per friggere

Bollire in acqua e sale i bocconcini di soia per circa 10 minuti e scolare. Nel
frattempo preparare un trito di cipolla, sedano, carota. Rosolare in poco olio
d’oliva e mettere nel trito i bocconcini di soia, poi aggiungere 1 bicchiere di
vino e lasciare sfumare. Aggiungere i piselli, i pelati, sale e rosmarino. A
chi piace si possono mettere anche altre erbette. Lasciare cuocere almeno
un’oretta. Preparare una polenta morbida e quando è pronta servire con lo
spezzatino caldo.

INGREDIENTI

Bocconcini di soia disidratati carota


cipolla
sedano
1 bicchiere di vino rosso
pomodori pelati
piselli
rosmarino
sale
pepe
olio EVO

Nutella Crema vegana


Vegan cruda di cioccolato
Spezzettare il cioccolato. In una padella antiaderente, tostare leggermente le
nocciole senza aggiungere grassi. Mettere nel mixer, aggiungere il cioccolato spez

zettato e lo zucchero di canna, frullare fino a ottenere un composto molto


fine. Versare in una casseruola piccola, mescolando, cuocere a bagnomaria.
Quando il cioccolato inizia a sciogliersi, sempre mescolando, aggiungere
1/2 bicchiere scarso di latte di soia e l’olio di semi d’arachidi. Continuare a
cuocere mescolando fino a ottenere una crema liscia e omogenea. Travasare
la nutella vegan in un barattolo di vetro, lasciare raffreddare. Frullare tutto e
spalmare sul pane o sui dolci! Usare anche come topping su un dolce
vegano al cioccolato con frutti di bosco.

INGREDIENTI

30 gr. cacao amaro in polvere


2 avocado molto maturi
2 cucchiai sciroppo d’agave
1 cucchiaio zucchero di canna grezzo vaniglia

INGREDIENTI

100 gr. di cioccolato extra fondente


50 gr. di nocciole sgusciate
90 gr. di zucchero integrale di canna
1/2 bicchiere scarso di latte di soia
1 cucchiaio di olio di semi d’arachidi
Torta vegana di
kamut al limone

Spremere 5 limoni e filtrare il succo, in una terrina mescolare la margarina


sciolta e lo zucchero, aggiungere il succo di limone (non tutto), la farina e il
lievito. Versare in uno stampo unto e infarinato. Cuocere a 180° per 40
minuti
Crema: mescolare in un pentolino lo zucchero di canna, la farina e
aggiungere il latte di soia. Unire la margarina a pezzi e far cuocere a fuoco
basso finchè non si addensa.

Budino al
cioccolato anche
per diabetici

Mettere tutti gli ingredienti secchi nel pentolino e aggiungere il latte e la


stevia. Portare ad ebollizione, spegnere e versare negli stampini. Mettere nel
frigo e dopo 2/3 ore sarà pronto.

INGREDIENTI
300 gr. farina di Kamut
250 gr zucchero di canna
200 gr margarina
5 limoni spremuti
1 bustina lievito per dolci o cremor tartaro

CREMA
185 gr zucchero di canna (facoltativo)
40 gr farina di kamut
45 gr di burro di soia
250 ml latte di soia

INGREDIENTI

500 ml di latte di soia


1 cucchiaino di agar agar
1 e 1/2 cucchiai di amido di mais
1 bustina di vanillina
12 o 13 gocce di stevia oppure circa 1,5 gr di stevia in polvere
3 cucchiai di cacao in polvere

Vega-tiramisu

Preparare una crema pasticcera con 1 lt.

di latte di soia, un cucchiaio abbondante di fecola di patate, vanillina, scorza


di limone grattugiata, 50 gr. zucchero di canna. Lasciare raffreddare.
Montare la panna vegetale e quando la crema sarà fredda incorporare.
Intingere i pavesini nel caffè d’orzo e fare il primo strato, metterci sopra
uno strato di crema, altro strato di pavesini e poi di crema. Continuare
finchè sull’ultimo strato lasciate solo la crema che andrà spolverata con
cacao amaro.

INGREDIENTI

Pavesini
caffè d’orzo
zucchero di canna
panna vegetale da montare vanillina
fecola di patate
1 lt. latte di soia
scorza di limone grattugiata cacao amaro in polvere

Vega-sacher

Sciogliere a bagnomaria il cioccolato. Nel frattempo lasciar ammorbidire il


burro di soia a tocchetti e quindi unirvi metà dello zucchero. Amalgamare
bene fino a ottenere una crema omogenea Unire il cioccolato fuso un
cucchiaio alla volta, l’altra metà dello zucchero quindi la farina alternata al
latte di soia. Mescolare bene e versare in una teglia imburrata e infarinata,
poi in forno a 180° per 45 min. sfornare e lasciar raffreddare.Per la
copertura: sciogliere lo zucchero con un goccio d’acqua in un pentolino.
Togliere dal fuoco e aggiungere il cioccolato in scaglie, mescolando bene
finchè si scioglie. Rimettere sul fuoco per qualche minuto, e lasciar
rapprendere un po’, finchè gettandone una goccia nell’acqua fredda si formi
una pallina. Prima di ricoprire la torta spalmate sulla superficie uno strato di
marmellata sciolta in un pò d’acqua aggiungete la copertura e lasciate
raffreddare poi mettere in frigo.
INGREDIENTI

150g cioccolato fondente


150g burro di soia
140g zucchero di canna
200g farina
200g latte di soia
Per la copertura:
100g cioccolato fondente 70g zucchero di canna marmellata di
albicocche o prugne
Capitolo 23

Cosa mangia un crudista?


a cura di Annamatilde Baiano
*
Quando ho iniziato ad essere vegana le prima domande che tutti mi
ponevano erano: cosa mangi? Le proteine dove le prendi? E il calcio? Ti
ammalerai senza vitamina B12? Specialmente quando uscivo a cena in
compagnia di amici o a tavola con i parenti c’era sempre chi mi chiedeva:
puoi mangiare questo o quello? Io posso mangiare tutto, solo che scelgo
quello che secondo me può darmi energia, soddisfazione e nutrimento vero
e che non crei danni al resto del mondo o agli animali, perché siamo tutti
collegati nel cerchio della vita. Immaginate poi quando ho fatto “il salto di
qualità”, con la certezza che il cibo crudo è il più congeniale per il nostro
corpo. Siamo gli unici nel regno animale che cuociono il proprio cibo: una
cosa su cui riflettere!
Quindi, passata ad una dieta vegana-cruda mi sono sentita dire che ero
spacciata e che avrei resistito poco e avrei mollato subito, perché non c’è
nulla da mangiare da vegano, figuriamoci da crudista-vegano!
Senza l’“aiuto” del fuoco, secondo le persone, non c’è nulla che la natura ci
può offrire per il nostro sostentamento. Invece è tanto semplice, io non vivo
con strette regole alimentari, rigidi schemi ai quali non si può disobbedire,
ma con semplicità e naturalezza. Circa 5 anni fa navigando sul web in un
sito americano, ho letto un articolo che parlava di raw-food, il discorso
filava tutto, il mangiare crudo funziona, perché che con il calore si perdono
le vitamine, l’acqua organica che tutti i vegetali ed i frutti hanno ed i sali
minerali. Tutte sostanze fondamentali per il nostro organismo.

E spesso per rimpiazzarle dobbiamo prenderle con gli integratori artificiali,


ma non è una follia? Per non parlare della perdita dei preziosissimi enzimi,
che ci aiutano a digerire ed assorbire le sostanze vitali dei cibi.

Forse non tutti sanno che ogni alimento ha il proprio specifico enzima che
la natura ha creato nel corso dell’evoluzione e nulla è sostituibile a questa
fondamentale funzione! La mancanza di enzimi nel cibo può portare a
problemi digestivi, carenza di nutrienti, invecchiamento e aumento di peso.
Inoltre una dieta crudista-vegan ha un ottimo equilibrio acido-alcalino,
contiene meno grassi trans e grassi saturi rispetto alla tipica dieta
occidentale, è anche a basso contenuto di sodio e zucchero e ad alto
contenuto di potassio, magnesio, acido folico, fibre, vitamina A e si riesce
ad assumere tante più sostanze antiossidanti.

Queste sono informazioni che si sentono spesso, anche se non gli diamo
peso: il motivo per il quale mangiamo deve essere tenerci in salute e non
ammalarci! Quanti di voi hanno sentito il consiglio di mangiare 5 porzioni
di frutta e verdura crude durante il giorno? Di mangiare la frutta lontano dai
pasti? Di fare almeno 2 spuntini durante la giornata con della frutta? Alla
fine ho capito che non dobbiamo andare in America per trovare un corretto
stile alimentare, ma ascoltare veramente tutti i consigli preziosi che ci
girano attorno e seguire quello che ci fa stare meglio.

Quello che mangiamo noi vegan-crudisti sarebbe una lista troppo lunga
perché è tutto quello che ti offre la natura allo stato grezzo e secondo la sua
stagionalità; purtroppo l’industria alimentare ha selezionato per noi solo
alcuni dei migliaia di alimenti vegetali commestibili, tanto da farci
sembrare relativamente pochi gli alimenti da mangiare.

La nostra alimentazione è principalmente costituita da alimenti vegetali,


come frutta fresca e verdura, germogli, semi e noci, erbe aromatiche o
spezie, alghe, dolcificanti naturali, immancabile avocado e oli vari come
grassi o assunti come burri vegetali.

Ecco un elenco di cibi tipicamente consumati in una dieta di cibi crudi: a


colazione si può bere del latte vegetale, con cereali fioccati in casa con un
piccolo mulino e arricchiti di cacao o frutta secca o bacche; oppure budini e
dolci crudi vari,oppure semplicemente mangiare della frutta, o ancora,
prepararsi un frullato o un centrifugato, rigorosamente fatto con un un
estrattore.

Come spuntino vanno bene sia frutta fresca o disidratata di tutti le varietà,
oppure sgranocchiare dei semi oleosi ( mandorle, nocciole, pistacchi…).
A pranzo tanta verdura: tutte le varietà disponibili di stagione, quella che vi
pare, condita anche con varie salse o pesti di verdure. Le combinazioni sono
infinite. Oppure delle alghe come sostituto della pasta.
Allo spuntino del pomeriggio si mangia sempre frutta fresca o disidratata
oppure un bel frullato, anche una fetta di dolce “crudo”; a cena si rimangia
verdura cruda con un bel centrifugato come aperitivo.

Vi assicuro che vi sentirete dei leoni, svegli, energici e non avrete mai più
bisogno di alcuna medicina.

Frutta e verdura sono alimenti che danno veramente vita ai nostri corpi: con
la giusta dieta si può migliorare tanto, l’importante è mangiare quando si ha
fame e fermarsi quando si è soddisfatti, bisogna all’inizio rieducarsi allo
stimolo della fame, perché capita che a volte basta un bicchiere d’acqua e il
senso di fame passa; ricordiamoci che per la maggior parte, siamo fatti
d’acqua e bevendo molto aiutiamo anche l’eliminazione delle tossine. Io
mangio di frequente e piccole porzioni senza mescolare troppo gli alimenti,
in questo modo la digestione funziona anche meglio.

Questo è quello che faccio io e ognuno dovrebbe cercare di imitarlo, con la


propria unicità ovviamente e scegliendo quello che più è comodo con il
proprio lavoro, ritmo di vita e aggiustarlo a proprio gusto e piacere,
l’importante e che funzioni per voi.

Ma che sia assolutamente almeno per l’80% crudo!


Capitolo 24

La cucina dello chef crudista


a cura di Annamatilde Baiano
*
Ora parliamo dei ferri del mestiere. Vorrei sfatare un mito: tutti credono che
per iniziare a cucinare crudo bisogni spendere tanti soldi per l’attrezzatura.
Questo non è vero, perché prima si inizia a cucinare crudo e poi in base alle
proprie esigenze e gusti si sceglie l’attrezzo che ci risulterà più pratico e che
crederemo di utilizzare di più. Una domanda: tutti gli elettrodomestici,
forno, microonde, robot da cucina e altri che abbiamo nelle nostre cucine
quanto ci sono costati? A saperlo prima tutti quei soldi li avremmo investiti
direttamente per una cucina crudista. Un po’ per volta, non sono tantissimi
gli attrezzi che costano tanto e forse qualcosa già lo abbiamo. Poi se siamo
convinti del passo che stiamo facendo allora è il momento di iniziare
l’investimento: quando si tratta di facilità e successo nella preparazione dei
cibi crudi, una cucina ben attrezzata fa la differenza!
Se la nostra attrezzatura è buona e facile da usare, noi siamo molto più
propensi ad usarla e saremo più invogliati a cimentarci in ricette sempre più
difficili. Avere lo strumento giusto per il lavoro giusto può fare la differenza
tra un lavoro di routine o un piacere nel cucinare. Mangiare gli stessi cibi
ma lavorati con strumenti diversi vi aiuterà a poter creare sempre ricette
diverse.

Capitolo 24 - La cucina dello chef crudista

Per esempio una zucchina tagliata a spaghetti diventa una pasta, frullata
diventa una zuppa, essiccata diventa chips, tagliata in fette lunghe con una
mandolina diventa una lasagna, a julienne o tagliuzzata con una grattugia o
dadini serve per decorare piacevolmente le insalate. Tutte queste diverse
tecniche servono per aiutarci a realizzare una vasta gamma di divertenti
idee per sempre nuove ricette.

Ma veniamo alla pratica, ecco la lista della mia cucina:


1. Un buon coltello in ceramica da chef ben affilato è il primo attrezzo per
poter tagliare bene e veloce, senza sforzare troppo polso e mano perché è
più leggero e mantiene molto bene l’affilatura nel tempo. Come anche il
pelapatate, che deve essere di buona qualità.
2. Una mandolina. Io ne prenderei una professionale, vi permetterà di
tagliare in tanti modi diversi la frutta e verdura. Come anche una taglierina
a spirale che è davvero sorprendente, per preparare la zucca gialla, carote,
zucchine, e anche le mele come fossero spaghetti.
3. Un frullatore professionale: questo è un investimento che vale ogni
centesimo per vegani e crudisti! Senza scaldare gli alimenti, molte sono
ricette che possono essere realizzate con facilità, dal latte vegetale al green
smoothies. I frullatori migliori riescono a frullare frutta congelata, semi e
noci, rendendo tutto liscio senza aver paura che il motore si sforzi.
4. Un minipimer potente per piccole quantità e se serve da frullare una
salsa, un utensile più pratico e maneggevole.
5. Un estrattore di succhi a freddo. I succhi di frutta e verdura sono
importanti in una sana alimentazione e bisogna stare attenti a non scegliere
un estrattore che riscaldi il succo, ma che lavori a bassi giri. Escludere a
priori la centrifuga!
6. Un essiccatore. Queste macchine hanno un valore inestimabile per un
crudista, vi permettono di preparare dei cracker di semi, muesli, frutta
fresca e verdura e riscaldare il cibo in inverno senza cuocerlo tenendo
sempre sotto controllo la temperatura. Una volta comprato gli troverete una
miriade di usi.
7. Il germogliatore per far crescere i germogli a casa, in modo comodo e
pratico. Vi permette di avere accesso ad alimenti freschissimi, sani, nutrienti
e saporiti, per arricchire le insalate e aggiungere nei succhi.
8. Un robot da cucina. Fantastico per triturare e mescolare, in particolare
per gli alimenti che non devono essere frullati.
9. La fioccatrice è uno strumento di grande valore. Permette a noi di
mangiare i cereali sia integrali che crudi. La sua funzione è creare un
fiocco, ovvero un chicco di cereale schiacciato che permette alla nostra
specie di masticare e digerire in modo ottimale.
10. Un macinacaffè: sarà fondamentale per ridurre cereali e semi in farina.
11.Inserite mano a mano questi attrezzi e ne diverrete geloso per la loro
efficienza e qualità. Renderanno la vostra cucina, il vostro mondo
fantastico, dove immaginare e realizzare idee creative che sapranno
soddisfare anche i palati più esigenti. Il mio consiglio è sempre di attendere,
di mettere da parte soldi per comprare il meglio, piuttosto che prendere
attrezzi a buon mercato che spesso prendono la via del ripostiglio!
Capitolo 25
Ricette Crudiste
A cura di Annamatilde Baiano

Green Smoothies pag.210


Insalate pag.213
Zuppe pag.216
Primi piatti pag.223
Salse pag.226
Secondi piatti pag.228
Dolci pag.230
Banana e Lattuga

Avete mai sentito parlare di un frullato verde? Possiamo chiamarli


anche Green Smoothies, generalmente una miscela composta dal 60%
di frutta matura ed il 40% da verdura a foglia verde, possibilmente
sempre tutto biologico. Con mio grande stupore, la prima volta che ne
ho provato uno, mi sono resa conto che i frullati verdi sono qualcosa di
fantastico! Con i giusti abbinamenti, e non pasticciando con troppi
ingredienti, piacciono anche ai bambini, sono facili da preparare e sono
un ottima colazione o un comodo sostituto di un pasto. Vi consiglio
vivamente di provare un frullato verde; possono contenere bieta,
spinaci o cavoli, che mangiati così crudi non solo non hanno un sapore
forte, ma diventano squisiti se mescolati con altri frutti maturi e
aggiungendo qualche latte vegetale.

Preparazione
Tagliare la banana e lasciarla per 3-4 ore nel congelatore, lavare la lattuga,
inserire tutti gli ingredienti in un frullatore e frullare fino a quando non ci
saranno più nessun pezzetto.
Ingredienti per N°4 persone 1 banana grande congelata 6 foglie di
lattuga romana

3\4 di acqua o latte vegetale (potete scegliere tra riso, soia o anche
mandorle) 1 cucchiaino di vaniglia
semi di canapa sgusciati

Strumenti da usare: frullatore Difficoltà: Molto Facile


Tempo di preparazione: 10 minuti, 3 ore per
Bietolino

I green Smoothies sono incredibili, sono semplici da preparare, con


pochi e semplici ingredienti si ottiene un risultato strepitoso. Hanno
tutti un grande gusto e senza accorgervi aumenterete il consumo di
frutta e verdura nella vostra alimentazione, aumentando anche i livelli
di energia.
Molti non sanno che questi “tesori” possono aiutare a raggiungere
obiettivi come: la perdita di peso, la disintossicazione dell’organismo e
migliorare in generale il livello di salute.

Preparazione
Tagliare le mele e le pere a cubetti con la buccia (se sono bio) , lavare la
bieta, inserire tutti gli ingredienti in un frullatore e frullare fino a quando
non ci saranno più nessun pezzetto… Gustare immediatamente!

Ingredienti per N° 4 persone


2 tazze colme di foglie di bieta
2 mele
2 pere
1 cucchiaino di mix di spezie( Per preparare il mix di spezie, mescolare:
2 cucchiai di zenzero, 1 cucchiaio di cannella, 2 cucchiaini di chiodi di
garofano, 2 cucchiai di cardamomo, 2 cucchiaini di noce moscata, 1\2
cucchiaino di pepe bianco, mescolare tutte le spezie e conservare in un
contenitore chiuso ermeticamente) 4 cubetti di ghiaccio
2\3 di acqua o latte vegetale
Strumenti da usare: frullatore
Difficoltà: molto facile
Tempo di preparazione:10 minuti
Fichi e spinaci

Aggiungendo frullati verdi nella vostra alimentazione quotidiana


aumenterete la vostra salute in modo semplice e delizioso, perché i
frullati verdi sono ricchi di fibre, riescono a risolvere molti problemi
digestivi, e con una dieta adeguata, aiutano a dimagrire in modo sano.
Ricco di sostanze nutritive immunostimolanti, consumare green
smoothies è il modo più potente per il nostro corpo, di assumere
vitamine e minerali, con il loro colore verde, sono ricchi di clorofilla, un
pigmento pieno di sostanze nutritive che si trova in tutte le verdure a
foglia verde come spinaci, cavolo verde, sedano e lattuga, ed ha il
potere di pulire il corpo dalle tossine nocive, ossigena il sangue e aiuta i
livelli di energia.

Preparazione
Tagliare la banana e congelarla per 3-4 ore, lavare gli spinaci, inserire tutti
gli ingredienti in un frullatore e frullare fino a quando non ci saranno più
nessun pezzetto.
Servire e sorprendere!

Ingredienti per N° 4 persone 5 fichi tagliati a metà


1 banana congelata
1 tazza colma di spinaci
1 e 1\2 tazza di acqua o latte di canapa 1\2 cucchiaino di cannella
1 cucchiaino di polvere di carrubbe (facoltativa) Strumenti da usare:
frullatore Difficoltà: Molto Facile
Tempo di preparazione: 10 minuti; 3-4 ore per
Broccoli in salsa di pinoli

Un’ insalata insolita, con i broccoli crudi che sono buonissimi. Di solito
subiscono lunghe cotture e gli diamo la colpa di essere indigesti, invece
mangiati crudi evita la puzza che si sprigiona durante la cottura. Si
digeriscono meglio. E poi, sebbene poveri di calorie, i broccoli sono tra i
cibi più ricchi di sostanze nutritive.

Preparazione
Preparare il sugo con i pinoli, olio, sale, pepe e curcuma pestando tutto in
un mortaio, lavare i broccoli tagliandoli in piccoli alberelli, lavare e tagliare
in 4 anche i pomodorini, condire tutto con la salsa e lasciare insaporire
almeno 30 min. prima di servire.

Ingredienti per N° 4 persone


2 broccoli medi
10 pomodorini
30 g di pinoli
Sale
Olio extravergine d’oliva
Curcuma
Pepe
Strumenti da usare: mortaio
Difficoltà: Facile
Tempo di preparazione: 20 Minuti + 30 minuti di marinatura
Insalata estiva

D’estate la voglia di insalate è spontanea, ma anche d’inverno,


possiamo a volte provare il gusto di queste infinite varianti che hanno le
insalate. Io in queste mi sento un’esperta, perché credo che di
prepararne tante quanti sono i giorni dell’anno, sono il mio
nutrimento!
Vi propongo un’insalata ricca e carina da presentare, oltre che molto
semplice da preparare.

Preparazione
Lavare tutta la verdura, e tagliare con la mandolina a rondelle, cubetti e
julienne le verdure e comporre il piatto arricchendolo di palline di
formaggio di mandorle alle erbe. (Per il formaggio di mandorle, vedere la
ricetta del formaggio di macadamia che si trova nel cheescake).
Insalata semplice, ma che con il formaggio si esalta!

Ingredienti per N° 4 persone 2 cetrioli


16 pomodorini
2 peperoni gialli
2 zucchine
Polpettine di formaggio di mandorle alle erbe Sale
Olio extravergine
Limone
Strumenti da usare: mandolina Difficoltà: facile
Tempo di preparazione: 20 minuti
Insalata primavera

Un’insalata super verde! Semplicissima, ma ricca di gusto, ci si sente


rigenerati dopo averla mangiata come piatto unico, è ricca non solo di
vitamine, sali minerali ed enzimi, ma anche degli ottimi grassi
dell’avocado, che in primavera sta per chiudere il suo ciclo di vita.

Preparazione
Lavare tutte le verdure, e tagliare tutto con la mandolina, comporre
l’insalata sul piatto e arricchirla di semi vari.

Ingredienti per N° 4 persone Spinaci


Asparagi freschi
Fave fresche
Piselli freschi
Nocciole
Avocado
Fiori di tarassaco
Olio di nocciole
Semi di lino
Sale
Limone
Strumenti da usare: mandolina Difficoltà: Facile
Tempo di preparazione in minuti 35 minuti
Crema di asparagi

Le zuppe crude sono semplici da preparare basta avere un frullatore.


Non servono fornelli e non serve nemmeno sporcare la cucina; questa
zuppa di asparagi vi farà fare un figurone: proponetela anche nei
pranzi più difficili non vi tradirà. Gli asparagi crudi hanno un sapore
veramente fresco e leggero, capace di saziarvi senza neanche
accorgervene.

Preparazione
Lavare gli asparagi conservando le punte per la decorazione, lavare la
zucchina e ridurla in cubetti, sbucciare l’avocado e frullare tutto in un
frullatore fino a quando diventa cremoso, versare nelle scodelle e guarnire
con le punte d’asparagi, olio, prezzemolo fresco e pepe.
Fresco e vitale!

Ingredienti per N° 4 persone 2 tazze di asparagi


2 tazze d’acqua
1 tazza di zucchine
1 avocado
3 cucchiai di erba cipollina Prezzemolo
Pepe
Mezzo succo di limone Olio extravergine d’oliva Sale himalayano
Strumenti da usare: frullatore Difficoltà: Facile
Tempo di preparazione: 40Minuti
Gazpacho

Il gazpacho è una zuppa fredda originaria dell’Andalusia, una regione


a sud della Spagna, famosa per essere anche la patria del Flamenco, il
gazpacho è molto apprezzato d’estate specialmente nelle regioni calde,
perché dissetante e ricostituente. Gli ingredienti principali sono
tradizionalmente peperoni, pomodori, cetrioli e cipolla, arricchiti di
volta in volta con erbe aromatiche differenti. Il piatto si mangia
comunque freddo, talvolta addirittura con l’aggiunta di cubetti di
ghiaccio. Viene anche usato come aperitivo, servito in un bicchiere,
come energetico rinfrescante. Questo piatto ha origini contadine: grazie
alla sua freschezza, i braccianti lo portavano nei campi roventi e lo
consumavano come spuntino gustoso e rinfrescante. Il gazpacho è uno
di quei piatti che, grazie al turismo di massa, hanno oltrepassato la
fama regionale e superato i confini nazionali, per diventare il simbolo
di profumi e sapori di un paese che vanta una lunga tradizione
culinaria. Non vi resta che provarlo!

Preparazione
Lavare e tagliare tutte le verdure a pezzi, inserire tutto nel frullatore fino a
quando non diventa cremoso, poi servire con una dadolata di verdure a
pezzettini e erbe aromatiche fresche, se si gradisce anche con qualche
cubetto di ghiaccio.
D’estate esprime il suo massimo gusto.

Ingredienti per N° 4 persone


1 peperone
6 pomodori
1 cetriolo
1 cipolla
1 spicchio d’aglio
Succo di limone
Olio qb
Sale qb
Pepe qb
Acqua se serve
Strumenti da usare: frullatore Difficoltà: media
Tempo di preparazione: ½ ora
Zuppa d’avocado

Questa zuppa cruda è alcalinizzante e sana, è a basso contenuto di


zuccheri e semplicemente deliziosa, una zuppa morbida, cremosa e
rinfrescante... abbastanza robusta e soddisfacente, e super semplice da
fare. Tritare grossolanamente tutti gli ingredienti per rendere la
miscelazione più facile. Buon divertimento!

Preparazione
Preparare un latte di noce, frullando noci e acqua, sempre nel frullatore
inserire l’avocado pelato a pezzetti, i semi di zucca, tagliare la cipolla e
inserire anche l’aglio, lavare e togliere i fili del sedano, aggiustare di sale e
pepe, versare nella zuppa i semi canapa decorticati e poi guarnire con il
lievito alimentare.
Sembrerà una vellutata, che al primo assaggio vi saprà conquistare.

Ingredienti per N° 4 persone 4 avocadi medi


2\3 di tazze di acqua
1 cipolla
1 spicchio d’aglio
1\2 peperone giallo
2 coste di sedano
1\2 tazza di noci
2 cucchiai di semi di zucca 2 cucchiai di semi di canapa sgusciata
Lievito alimentare
Olio di oliva
Sale pepe
Strumenti da usare: frullatore Difficoltà: media
Zuppa di funghi

E’ favoloso scoprire che i funghi crudi sono buonissimi, poter mangiare


una zuppa di funghi “cruda” che ha un sapore unico, anche più forte
delle zuppe cotte. Usando acqua tiepida si riesce anche a dare un senso
di tepore in inverno. Buon divertimento!

Preparazione
Marinare i funghi in un cucchiaio di tamari, agave, e un cucchiaio d’ olio di
oliva, per 20 min circa, in un frullatore inserire i funghi ( lasciandone
qualcuno per decorare) le cipolle affettate, avocado sbucciato, pomodoro,
aglio aggiungendo 1\2 tazza d’acqua, assaggiare e aggiustare la consistenza
con altra acqua e se necessario aggiungere il sale. Versare nelle ciotole e
condire con pepe, olio d’oliva a filo e i funghi tenuti da parte e del
prezzemolo.
Il sapore di una zuppa della nonna, questo è ciò che ricorda!

Ingredienti per N° 4 persone 3 tazze di funghi porcini secchi 1 cipolla


Olio d’oliva extravergine 1 cucchiaio di agave
1 cucchiaio di tamari 1 avocado
1 pomodoro
1 spicchio d’aglio
2 tazze d’acqua
Sale
Pepe
Prezzemolo
Strumenti da usare: frullatore Difficoltà: media
Tempo di preparazione: 30 minuti +

marinatura
Zuppa di mais dolce

Le
zuppe sono ricette semplici, che possono sorprendere quando gli
abbinamenti sono insoliti, ma assolutamente azzeccati. Questa zuppa di
mais, è dolce e saporita allo stesso tempo. L’ho fatta più volte perché è
piaciuta anche ai miei bimbi.

Preparazione
Separare i chicchi di mais dalla pannocchia fresca, conservarne una
manciata per decorare, preparare il latte di mandorla (1 litro d’acqua, 200g
di mandorle pelate , 3-4 datteri); frullare tutti gli ingredienti insieme e
servire con dei chicchi di mais e mandorle come guarnizione.
Il sale da il giusto tocco di…zuppa!

Ingredienti per N° 4 persone 2 spighe di mais fresche (morbide)


2 tazze di latte di mandorla Sale rosa dell’ Himalaya un pizzico
Zenzero un pizzico
Cannella un pizzico
Vaniglia un pizzico
Strumenti da usare: frullatore Difficoltà: Medio
Zuppa di peperoni

Questa zuppa di peperoni rossi è deliziosa, semplice e veloce. I peperoni


contengono elevate quantità di vitamina C e di vitamina A. Una tazza
di peperoni rossi fornisce circa il 290% per cento della dose giornaliera
raccomandata di vitamina C e il 105 per cento della RDA di vitamina
A. I peperoni contengono anche quantità significative di la vitamina B
6 e fibra alimentare. Quindi per riuscire ad avere tutti i suoi benefici
meglio mangiarli crudi e biologici. Se cotti, nulla di tutto questo!

Preparazione
Lavare tutte le verdure tagliarle grossolanamente, tenere da parte qualche
listarella di peperoni per guarnire, e frullare tutti gli ingredienti fino a dargli
una consistenza cremosa. Una volta pronto e versata la zuppa condire con
olio a filo i peperoni a listarelle e a piacere aggiungere il peperoncino.
L’accostamento della zuppa con le parti intere, rende il piatto più gustabile.

Ingredienti per N° 4 persone 3 peperoni rossi


1\2 peperone giallo
1\2 peperone verde
Aglio secco in chips 1 cipolla tritata
Bieta rossa
2 pomodori maturi
1 cucchiaio di agave 1\2 cucchiaino di peperoncino 1\2 cucchiaino di
origano 1\2 o 1 cucchiaino di prezzemolo Olio d’oliva extravergine 1
cucchiaio di lievito alimentare 1-2 cucchiai di miso Strumenti da usare:
frullatore Difficoltà: media
Zuppa verde di spinaci

Le zuppe crude sono un modo meraviglioso per mangiare più cibi crudi
nella dieta di tutti i giorni, in quanto possono essere preparati e in poco
tempo. Inoltre, tutto ciò che serve è un frullatore e tanta fantasia. Se
poi è inverno basta intiepidire la zuppa nell’essiccatore e il gioco è
fatto!

Preparazione
Lavare tutte le verdure, sbucciare l’avocado e i cetrioli, inserire tutti gli
ingredienti nel frullatore fino a quando non assume una consistenza
cremosa, versare nelle ciotole e guarnire con pinoli e lievito alimentare.
Questo classico è buono in tutte le occasioni.

Ingredienti per N° 4 persone un mazzo di spinaci un mazzetto di rucola


1 scalogno
1/2 tazza di prezzemolo aneto
2 cetrioli
aglio
1 avocado
Strumenti da usare: frullatore Difficoltà: media
Paglia e fieno con pesto bianco

Questo primo è privo di glutine, molto soddisfacente il piacere di


arrotolare a mo’ di pasta delle verdure tagliate lunghe, e con un gusto
davvero buono.

Preparazione
Lasciare le mandorle sgusciate in ammollo per una notte, poi privarle della
pellicina. Lavare carote e asparagi, pelare le carote, poi sempre con il pela-
patate tagliare nel verso lungo sia le carote che gli asparagi in modo da
dargli la forma di fettuccine. Preparare il pesto bianco inserendo nel mix
tutti gli altri ingredienti tranne l’acqua che dovrà essere aggiunta un po’ per
volta. Alla fine impiattare le fettuccine condendole con il pesto bianco un
filo d’olio e una spruzzata di pepe e coriandolo.
L’effetto visivo è straordinario, ma il sapore supera quello!

Ingredienti per N° 4 persone 2 carote grandi


4-5 asparagi grandi
Pesto bianco
1 tazza di mandorle
1 tazza d’acqua
1 cucchiaio di aglio essiccato in chips 1 cucchiaio di funghi porcini a
pezzetti Sale
Limone
Olio
Coriandolo
Pepe
Paprica
Strumenti da usare: minipimer, pelapatate

o spiromat
Difficoltà: media
Tempo di preparazione: 1 ora + ammollo
Pappardelle alla panna acida

I primi crudi, sono davvero una novità che fanno sempre la loro figura
e che difficilmente non sorprendono per i loro sapori nuovi. Questo che
vi propongo è tra i più amati da mio marito perché la salsa ha un gusto
molto penetrante ed è indicato per chi non ama i gusti lisci.

Preparazione
Mettere a bagno mandorle (togliere la pellicina dopo), anacardi, pinoli e
macadamia per 2-3 ore, scolare, sciacquare bene e scolare di nuovo .
Frullare la frutta secca insieme al resto degli ingredienti fino a quando non
diventa un composto liscio e omogeneo, lasciare riposare in frigorifero per
3-4 ore. Ora che la panna acida è pronta, lavare e tagliare gli asparagi con
un pelapatate, e condirli con la panna acida e scalogno e erba cipollina
tritati finemente.
Sono un piatto che ha un gusto deciso per palati che non si accontentano!

Ingredienti per N° 4 persone Pappardelle


8 asparagi grossi
Panna acida
1 tazza di mandorle
1 tazza di anacardi crudi
1 tazza di noci di madacamia 1/2 tazza di pinoli
1 tazza di acqua, se necessario 2 limoni
2 cucchiai di lievito alimentare 1 cucchiaio di Nama Shoyu, Tamari Sale
Condimento finale
Erba cipollina
Scalogno
Strumenti da usare: minipimer, pelapatate Difficoltà: medio
Tempo di preparazione: 30 Minuti + 2-3 ore

di ammollo
Spaghetti di cetriolo

Gli
“spaghetti” di verdure si prestano bene come sostituto salutare della
classica pasta; questo è particolarmente indicato per chi ama le verdure
fresche, ma presentate in nuove e deliziose varianti.

Preparazione
Lavare il cetriolo, tagliare le estremità e tagliare nella taglierina a spirale e
mettere gli spaghetti su un piatto lasciandolo inclinato su di un lato,
mescolare tutti gli altri ingredienti per il sugo nel frullatore, scolare l’acqua
che nel frattempo e uscita dai cetrioli condire con il sugo e guarnire con le
erbe aromatiche.
Piatto semplice che non mancherà di sorprendervi.

Ingredienti per N° 4 persone per la pasta:


4 cetrioli medi
Per il sugo:
6 pomodori
1 peperone rosso
1 barbabietola rossa
Bieta rossa
Basilico
Origano
Maggiorana
timo
Olio extravergine di oliva
Sale hymalaiano
Strumenti da usare: frullatore, affettatrice

a spirale
Difficoltà : facile
Tempo di preparazione: 30 minuti
Ketchup Raw

Questa ricetta è abbastanza semplice e può essere fatta anche


immediatamente senza alcun ammollo, il risultato sarà solo più
granuloso. Questa ricetta del ketchup è impressionante perché ha un
sapore uguale al ketchup “normale”, anche se preparata con
ingredienti sani e ricchi di nutrienti. Questa versione cruda ha uno
splendido contrasto tra il dolce grazie ai datteri, che si combinano
molto bene con i pomodori che sono pieni di sali minerali come tutti i
cibi

crudi, e l’acido dell’aceto di mele, ricco di enzimi, che sono così benefici
per il nostro corpo. Per il ketchup che di solito preparo, come per tutto
il resto, uso solo i pomodori secchi e freschi biologici, infatti il ketchup
crudo ha un colore più chiaro, che può sembrare un po’ meno attraente
esteticamente, abituati al ketchup già pronto e cotto, ma questi prodotti
commerciali sono anche pieni di solfati che sono molto dannosi per la
nostra salute. Quando è possibile è sempre meglio scegliere di comprare
biologico. Naturalmente, si può servire questo ketchup crudo su
hamburger vegetali crudi o come salsa di accompagnamento alle
verdure crude! Il sapore è davvero perfetto, la prima volta che ho
provato a fare questa ricetta si è rivelata perfetta senza alcun ritocco.
Mi piace cercare di ricreare i vecchi cibi con nuove versioni di ricette
crude, che sono più gustose e sane, in modo da mostrare alla persone
che mangiare sano è divertente e saporito. Inoltre, vorrei dire che
questa è una ricetta che ogni mamma dovrebbe sapere preparare per i
propri bimbi!

Preparazione
Ammollare i pomodori secchi nell’acqua per 20 min, tagliare i pomodori a
cubetti senza gettare l’acqua di vegetazione o i semini, tagliare anche la
cipolla e i datteri a pezzetti, frullare tutto insieme aggiungendo l’olio a filo
fino a quando diventa una salsa omogenea, e senza lasciare grumi.
Servite in una ciotola bianca per offrire un bel contrasto…e non dite che è
ketchup raw, non lo riconosceranno!

Ingredienti per N° 4 persone 1 tazza di pomodori secchi 1 tazza di


pomodori
4 datteri
1 cucchiaio di aceto di mele ¼ di cipolla rossa
Sale qb
Paprica un pizzico
Olio extravergine d’oliva qb Strumenti da usare: minipimer Difficoltà:
Facile
Tempo di preparazione: 10 Minuti + 20

minuti di ammollo
Maionese di macadamia

Non sono mai stata un’amante della maionese, anche da ragazzina non
la mangiavo mai, perché non mi è mai piaciuto il sapore troppo grasso.
Ora invece avendo dei bambini ho dovuto cercare una ricetta sana da
poter proporgli con un buon sapore, e da mangiare senza rimorsi. Dopo
alcuni tentativi (e fallimenti), alla fine sono arrivata a questa ricetta di
maionese cruda… ne vale veramente la pena! Io consiglio di provare
questa ricetta di maionese, è un must specialmente quando si abbina
agli hamburger vegetali crudi o con le polpette vegetali crudi. La
maionese di noci di macadamia ha un sapore burroso, molto mite, con
un gusto molto ricco, leggero e soffice, forse ha un gusto “troppo” di
maionese. Questa ricetta di maionese ottiene un 10 sul sapore e
nutrizione! Le noci di macadamia sono il re dei frutti a guscio perché
contengono meno acidi grassi polinsaturi. Un consiglio se si desidera un
sapore un po’più intenso, basta aggiungere un cucchiaino di erbe
aromatiche e un po’ di pepe di Caienna, oppure emulsionare la
maionese con un po’di aglio (antimicotico e immunostimolante).

Preparazione
Lasciare in ammollo le macadamia per un ora, poi frullare il tutto fino ad
arrivare ad una consistenza liscia e spumosa, la stessa consistenza della
maionese , se si vuole si può aggiungere un pizzico di curcuma per donarle
il colore giallino come la maionese classica.
I vostri bimbi…e mariti golosi, saranno entusisti!

Ingredienti per N° 4 persone 3 tazze d’acqua


1 e ½ tazze di macadamia 3 cucchiai di olio
2 cucchiai di aceto di mele Pizzico di sale
1 cucchiaino di erbe aromatiche secche

(opzionale)
Strumenti da usare: minipimer
Difficoltà: Facile
Tempo di preparazione: 10 Minuti + un’ora
di ammollo
Hamburger Raw

I Raw hamburger vegani!? E’ facile chiedersi: come si può fare?


I Raw vegan hamburger sono fatti da una miscela gustosa di verdure e
di semi di girasole, chia o lino, per esempio che aiutano ad “incollare”.
L’impasto viene modellato in dischi e disidratato in un essiccatore.
Il panino? È possibile fare un pane o dei cracker con l’essiccatore
oppure avvolgere l’hamburger in una foglia croccante di lattuga
romana o verza, condita con maionese raw o ketchup raw.
Anche se questa ricetta ha tanti ingredienti, in realtà è veloce da
preparare visto che è praticamente il più del tempo lo passano
nell’essiccatore.

Preparazione
Frullare i semi fino a farli diventare farina, poi unire il resto e creare con
l’impasto dei dischi come hamburger, lasciarli nell’essiccatore per 5 ore
circa, girandoli di tanto in tanto.
Una variante di questa ricetta sono i hamburger ai funghi dove basta
aggiungere 2 tazze di funghi tagliati a pezzetti.
Ora il vostro super panino può essere anche nutriente!
Ingredienti per N° 4 persone
1\2 tazza di semi di canapa sgusciati
1\2 tazza di semi di girasole sgusciati 1\2 tazza di noci pecan
1\4 tazza di semi di lino
3 tazze di verdure ( tritate finemente: sedano, cipolla, prezzemolo,
rosmarino, carota) 2 cucchiai di semi di chia
Acqua qb
Il succo di 1\2 limone
Sale
Strumenti da usare: essiccatore, frullatore. Difficoltà: medio-facile
Tempo di preparazione: 35 minuti +5 ore per l’essiccatore
Polpette al ragu

E il tema più spinoso, le prime opzioni alimentari e di vita per i


“carnosi” che non credono di poter mangiare polpette crude e vegane!
Il mio progetto è quello di estendere le opzioni crude-vegane come
alternativa sana e di ampliare e sviluppare la cultura alimentare cruda
in modo che possiamo nutrire noi stessi con alimenti ricchi di enzimi,
vitalità, vitamine e sali minerali. Infatti le persone sono attirate di più
da ricette che gli ricordano alimenti già a loro familiari. Quando
guardiamo il cibo nei nostri frigoriferi, abbiamo già un bagaglio
culturale ricco che ci parla quasi istintivamente di come possiamo
nutrire noi stessi con ciò che è a portata di mano. Abbiamo una cultura
alimentare che ci viene della famiglia, la cultura televisiva, la cultura
del libro di cucina, la cultura della scuola, la cultura del ristorante ...
tutto questo è insito in noi. Quindi ... ecco una ricetta semplice di
“polpetta”, che può essere abbinata anche ad un piatto di pasta cruda,
Questa particolare polpetta mantiene la sua forma bene e sembra
proprio polpette “normali” .

Preparazione
Frullare le noci e i semi grossolanamente in un robot da cucina, unire il
tutto fino a formare le palline e lasciarle nell’essiccatore per 4-5 ore
girandole ogni tanto.
Nel frattempo preparare un ragù dove poggiare le polpette:
3 pomodori medi
1 peperone rosso
1\2 tazza di basilico
5 pomodori secchi
1 spicchio d’aglio
Olio extravergine di oliva
1 cucchiaio di erbe aromatiche italiane
Succo di 1 limone
Passare tutto in un robot da cucina.
Impiattare e dare ai “carinivori”!!!
Le preferiranno.- Pag. 231

Ingredienti per N° 4 persone 1 tazza di noci sgusciate


2 e 1\2 tazze di polpa di carote e sedano (avanzi dell’estrattore)
1-2 cipollotti
2 cucchiai di miso
Sale
1 tazza di semi di sesamo macinati 1\2 tazza di semi di lino macinati 1\4
tazza di prezzemolo
1\4 tazza di coriandolo fresco Olio di oliva
Strumenti da usare: estrattore, essiccatore,

robot da cucina.
Difficoltà: medio-facile
Tempo di preparazione: 1 ora +5 ore per

l’essiccatore
Biscotti anti-age

Spesso si crede che i biscotti non si possano avere per colazione nella
cucina crudista, perchè non si usa il forno! Invece non è impossibile
creare i biscotti! Con un po’ di pazienza e un essiccatore, i biscotti
possono far parte della vostra colazione. Questi biscotti ricchi di bacche
e frutti di bosco ti regalano la dose quotidiana di antiossidanti in modo
sano e naturale.

Preparazione
Con il frullatore ridurre le mandorle in farina, poi unire le farine con i semi
di chia, aggiungere il succo d’agave e infine unire anche tutto il resto,
stando attenti a non frullare le bacche di goji e i frutti di bosco. Formare dei
biscotti da disporre sui ripiani dell’essiccatore e lasciare essiccare per 7-8
ore.
I vostri biscottini crudisti sono pronti!

Ingredienti per N° 6 persone 2 tazze di mandorle( da ridurre in farina)


1 tazza di farina di cocco
1 tazza circa di succo d’agave 1\2 tazza di uvetta mista
1\2 tazza di bacche di goji
1\2 tazza di datteri medjoul
1\2 tazza di frutti di bosco misti 1\3 di semi di chia
Pizzico di sale
Strumenti da usare: frullatore, essiccatoreDifficoltà: media-difficile

Tempo di preparazione: 45 minuti + 7-8 ore per l’essiccatore


Cheesecake di formaggio di
macadamia con marmellata di fichi

Un dolce epico: “il cheesecake”. Immaginatelo ora con una crosta di


datteri, mandorle e carrube e con uno strepitoso formaggio di
macadamia, contornato dalla marmellata di fichi freschi. E’ il
momento di celebrare il dessert preferito di mezzo mondo. Se non hai
mai provato una versione raw questa ricetta è l’ideale per iniziare.

Preparazione
Inserire nel frullatore da cucina le mandorle , i datteri, la polvere di carrube
e la cannella, lavorare fino a quando non diventa un composto bene
amalgamato, stenderlo in una tortiera a cerniera già foderata, e lasciare il
composto in frigo.
Frullare tutti gli ingredienti del formaggio di macadamia in un frullatore ad
alta velocità, mettere il composto in un colino che è stato rivestito con
garza, lasciare il formaggio a temperatura ambiente per almeno 24 ore, ma
non più di 48 ore. Appena pronto il nostro formaggio, frullarlo insieme a
1\4 di tazza di succo d’agave e stendere il tutto sulla crosta, poi lasciare in
frigorifero per una notte. Prima di servire frullare una parte dei fichi con un
minipimer e stendere sul Cheesecake e servire, con qualche fico intero per
decorare.
La fatica sarà ripagata!- Pag. 233

Ingredienti per N° 6 persone 2 tazze di mandorle


1 tazza di datteri ammollati
1\3 di tazza di carrube
1\2 cucchiaino di cannella
Formaggio di macadamia
2 tazze di noci di macadamia 1 tazza di acqua
1 cucchiaino di probiotici
Strumenti da usare: frullatore, minipimer Difficoltà: media-difficile
Tempo di preparazione: 30 minuti + 8-12 ore

di frigorifero + 1-2gg per il formaggio


Crostata di gelsi

Chi non è cresciuto facendo merenda con la crostata anzi, con la


crostata della nonna magari! Questa versione raw è arricchita con
marmellata di more di gelso, ma le varianti possono essere infinite, è il
momento di guardare avanti e di presentarci noi alle feste con questa
ricetta ultra gustosa ma ultra sana, senza ammazzare il nostro cibo con
il calore!

Preparazione
Unire l’uvetta con le noci nel robot da cucina fino a quando non si
amalgama bene, poi versare in uno stampo a cerniera precedentemente
foderato e schiacciare bene su tutto il fondo e lasciare in frigo.
Nel frattempo frullare gli anacardi ,il succo del limone, vaniglia, olio
extravergine di cocco, agave,pizzico di sale e acqua qb fino a quando
diventa liscio, versare nella tortiera e rimettere in frigorifero per 4-6 ore.
Prima di servire lavare i gelsi, tenendoqualcuno da parte intero per
decorare, gli altri frullarli con il succo di mezzo limone, e stendere il
composto sul dolce decorare con i gelsi interi e servire.
La vostra crostata è fatta e pronta per i vostri ospiti!
Ingredienti per N°6 persone crosta
2 tazze di noci
2 tazze di uvetta mista ammollata Crema
1 tazza di anacardi ammollati Acqua qb
1\4 di cucchiaino di Vaniglia 2 cucchiai di agave
Succo di 1 limone
2 cucchiai di olio extravergine di cocco La marmellata
Una generosa ciotola di gelsi Strumenti da usare: frullatore Difficoltà:
medio-difficile
Tempo di preparazione: 30 minuti + 4-6h di

frigorifero
Torta Pan di Stelle

Questo dolce al
cioccolato è di una semplicità disarmante e l’abbinamento nocciole-
cioccolato, nonostante sia banale riesce sempre a stupire, bisogna
veramente provare.

Preparazione
Frullare prima le nocciole da sole fino a farle diventare burrose, poi
aggiungere il resto, diventerà una palla da stendere in un testo foderato di
carta pellicola, lasciare rassodare tutta la notte in frigorifero prima di essere
servita. Una leccornia!

Ingredienti per N° 6 persone 400g di nocciole


10 datteri medjool
2 cucchiai di cacao in polvere 1 avocado oppure olio di cocco Strumenti
da usare: frullatore Difficoltà: media
Tempo di preparazione: 45 minuti + 7-8 ore

per l’essiccatore
Delizia fondente

Gli appassionati di cioccolato saranno entusiasti di sapere che possono


mangiare una bella fetta di torta al cioccolato, uno degli alimenti più
familiari, confortanti e appaganti, ma che è stato demonizzato per la
linea! Non solo è possibile, ma è molto piacevole e salutare scoprire che
il cacao è un superfood, un sogno! Ciò che rende speciale questa ricetta
è una base che ben si scontra alla soffice mousse di cioccolato raw,
soffice grazie all’aggiunta di avocado che ben equilibra la consistenza
senza coprire il sapore del cioccolato.

Preparazione
In un robot da cucina tritare le mandorle, aggiungere i datteri e il pizzico di
sale, fino a quando non si amalgamano insieme, versare sul fondo di uno
stampo precedentemente foderato e premere fino a quando non sarà steso
uniformemente su tutto il fondo e lasciare in frigo. Ora frullare gli avocado,
agave, cacao e datteri e pizzico di sale fino a ottenere un composto liscio e
omogeneo, versare tutto sulla crosta precedentemente preparata , lasciare
una notte in frigo prima di servire, decorare con granella di cacao.
Ingredienti per N° 6 persone la crosta
1 tazza di mandorle
1 tazza di datteri
Pizzico di sale
La crema
1 tazza di datteri ammollati
3 avocado maturi
1\2 tazza di agave
1\2 tazza di cacao crudo in polvere Decorare con la granella di cacao
Strumenti da usare: frullatore, essiccatoreDifficoltà: media-difficile

Tempo di preparazione: 45 minuti + 8 ore di frigorifero


Tiramisù fruttariano

Con una lista di ingredienti così semplici, puri e genuini, come si può
non creare qualcosa di irresistibile? Basta vedere le ricette con la loro
giusta combinazione di sole ,di colori brillanti e bontà! Questo si che è
un dolce senza rimorso nè per la salute nè per la linea. Ma soprattutto
delizia il palato.

Preparazione
Lasciare in ammollo gli anacardi coperti di acqua per 4 ore, dopo averli
scolati e risciacquati, passare gli anacardi nel frullatore aggiungendo
vaniglia, cannella, e dell’acqua un po’ alla volta fino ad arrivare ad una
consistenza cremosa, sbucciare la frutta e tagliarla con la mandolina in
modo da avere delle fette dello stesso spessore ora comporre il tiramisù
alternando strati di frutta e crema, si può ottenere o un tiramisù unico e
grande oppure 4 monoporzioni piccoline. Alla fine spolverare con la
polvere di carrube. Lasciare 30 minuti in frigo per farlo rapprendere.
Il sapore è un mix di dolce e lievemente acido che viene dai kiwi.
Ingredienti per N° 4 persone 2 mele
2 banane
3 kiwi
2 pesche
Polvere di carrube
Crema di anacardi:
2 tazze di anacardi
Pizzico di vaniglia
Pizzico di cannella
Acqua
Strumenti da usare: frullatore, mandolinaDifficoltà: Facile

Tempo di preparazione: 30 minuti + 4 ore di ammollo


Torta Camilla

Una versione vegan e cruda della famosissima torta Camilla di cui


rimarrete impressionati per quanto è squisita! Questa torta,
eternamente elegante e sofisticata, crea un legame psicologico profondo
con determinati alimenti! Questa torta serve per soddisfare quelle
voglie di gusto dolce e buono che tutti abbiamo. Mangiare una dieta di
cibi crudi non significa dover rinunciare ai cibi che amiamo! Con un po
‘di creatività le ricette possono essere convertite in crude e le nostre
voglie soddisfatte in un modo molto più sano!

Preparazione
La polpa di carote si ottiene estraendo il succo di carote con l’estrattore e
conservando la polpa. frullare le mandorle riducendole in farina, passare nel
frullatore i datteri e l’uvetta e poi unire il resto, controllare la consistenza
dell’impasto e se è duro aggiungere il succo di arance. Poi mettere la forma
ottenuta ed inserita in uno stampo, nel frigo per circa 4 ore. Questa variante
è una sorpresa per molti, provatela.
Ingredienti per N° 6 persone 2 tazze di polpa di carote Una tazza di
uvetta mista

Una tazza di datteri


Due tazze di farina di mandorle Una tazza di cocco in granella

Un cucchiaino di cannella Un cucchiaino di vaniglia La buccia di 2


arance
Il succo delle arance se serve Un pizzico di sale
Strumenti da usare: frullatore, estrattore Difficoltà: media-difficile
Tempo di preparazione: 50 minuti
Torta al mango

Una sana alternativa fresca e deliziosa per il fine pasto. Questa torta
saprà conquistare anche gli amanti del cibo spazzatura pur essendo
vegan e cruda. Provate ad inviatarli! Si può aggiunge anche la granella
di cacao alla crosta, si otterrà una deliziosa variante di bontà. Questa
torta ha un sapore molto tropicale accentuato grazie al cardamomo che
vi stupirà. Non vi preoccupate leggendo gli ingredienti e il tempo,
perché alla fine il risultato è garantito!

Preparazione
Per la crosta unire tutti gli ingredienti in un robot da cucina e lavorare fino a
quando il composto non si tiene insieme, versare il composto in una tortiera
a cerniera precedentemente foderata schiacciare bene su tutto il fondo in
modo da renderlo omogeneo, e lasciare in frigo per tutta la notte. Sbucciare
i mango e tagliarli a cubettini in una ciotola, inserire in un frullatore la metà
dei mango con il resto degli ingredienti, per il ripieno versare nella ciotola
dove abbiamo conservato i cubetti di mango e amalgamarli con il cucchiaio
e versare il tutto sulla crosta, lasciare almeno 6 ore in frigorifero e prima di
servire cospargere di cocco in chips.

Ingredienti per N° 6 persone 2 tazze di cocco


1 tazza di mandorle
1 e 1\2 tazza di grano saraceno germogliato ed essiccato
pizzico di sale
12 datteri medjoul
Ripieno
2 manghi
2 cucchiai di semi di chia
Pizzico di sale
1 cucchiaio di cardamomo macinato 1\4 tazza di agave
1 cucchiaino di vaniglia
Succo di un limone
Per decorare cocco in chips Strumenti da usare: frullatore,
essiccatoreDifficoltà: media-difficile

Tempo di preparazione: 50 minuti + una notte in frigorifero

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