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Miyamoto Musashi

IL LIBRO
DEI CINQUE ANELLI
A cura di Cesare Barioli

OSCAR MONDADORI
© 1993 Arnoldo Mondadori Editore S.p.A., Milano
Titolo originale dell’opera: Gorin-no-sho

I edizione Osca Piccoli saggi aprile 1993


I edizione Piccola Biblioteca Oscar giugno 1998
I edizione Oscar varia marzo 2000 HOKKAIDO
I edizione Oscar spiritualità gennaio 2009

ISBN 978-88-04-58658-6
. [Kashima-ji
lkatori-ji
2 Narita-ji
3 Hongwan-ji
Questo volume è stato stampato 4 Taisho-ji
presso Mondadori Printing S.p.A. 5 Hozoin-jì
6 Butokuden
Stabilimento NSM - Cles (TN) 7 Hara (Arima)
Stampato in Italia. Printed in Italy 8 Yayoi
9 Aso
10 Mukojima
[ Reigendo
11 kimpo
11 Uze
Anno 2009 - Ristampa 13 14 15 16 17 18 I Ugan-ji
12 Takayama

ECHiGO

(ZUMO

Shtmahara
SHIKOKU
BUZEN
HIZEN

Anake
HIGO

OCEANO PACIFICO
Introduzione

Il Giappone dei guerrieri

Alla line del Quaternario le terre che oggi formano l’ar¬


cipelago erano tutt’uno con il continente, come testimo¬
niano i residui fossili di mammuth e di elefanti, e il trat¬
to di mare chiamato Nihon-kai, o Mar del Giappone, era
probabilmente un lago.
Fu una migrazione di popolazioni siberiane la prima a
interessare quelle terre, portando i riti sciamanici che in¬
fluenzarono lo shinto1 e i miti più antichi e i costumi che
ancora si rintracciano nelle tradizioni popolari, testimo¬
niando così la grande vitalità protostorica delle popola¬
zioni nomadi dell’Asia centrale? Quel che è certo è che fin
dall’epoca Jomon2 ci sono testimonianze anche di popola¬
zioni sino-coreane oltre a quelle Ainu.3 Poi, con la nasci¬
ta della navigazione, si realizzò attraverso il tempestoso
Mar della Cina anche la migrazione meridionale e iniziò
il periodo Yayoi,4 caratterizzato da agricoltura e uso del
tornio. Ultimi giunsero gli Yamato, dall’Indocina, forse
facendo tappa in Malesia, e cominciò l’Impero.
Così in quelle terre si condensarono tutte le esperien¬
ze guerriere che l'homo sapiens aveva elaborato espan-

VII
dendosi sul continente: la lotta e le armi da gittata che Dall’introduzione ufficiale del buddhismo e dei mo¬
i cacciatori del nord, pesantemente vestiti, usavano nel delli cinesi a metà del VI secolo fino al pieno feudalesi¬
continuo inseguimento delle grandi migrazioni; il ba¬ mo durante l’epoca Muromachi,7 la storia giapponese è
stone e l’arte dell’equitazione dei pastori della steppa; le caratterizzata dalle rivalità dei clan attorno all’autorità
armi da taglio ideate dai contadini della pianura fertile; dell’Imperatore, dalla conquista del nord a discapito de¬
e persino l'arpione del pescatore di scoglio che si maneg¬ gli Ainu e soprattutto dalle lotte per estendere la proprie¬
gia senza scagliarlo lontano, da cui nasce lo yari, l’arma tà terriera. Il periodo propriamente feudale termina con
per eccellenza degli Yamato. l'unificazione stabile del paese sotto la dittatura militare
Questi, gli ultimi arrivati, cominciarono a sottomet¬ dei Tokugawa (1603-1868). Certo, i feudi resisteranno fino
tere i villaggi che si ritenevano presuntuosamente «pic¬ all’abolizione formale decretata dal Rinnovamento Meiji
coli regni». Al tempo dell'espansione Yamato, circa nel (1868-1912), ma saranno inglobati in un sistema unitario
VII secolo a.C. secondo la fantastica mitologia nipponi¬ in cui, obbedendo all’intuizione dei reggenti, i guerrieri
ca, ma da collocarsi attorno al V secolo d.C. secondo gli costringono il popolo a recuperare il ritardo storico nel¬
storici, risale l’uso delle «prove di forza» (chikara-kurabe) la formazione del sentimento di unità nazionale.
per stabilire senza massacro chi dovesse dominare, come Che la storia spingesse in direzione della formazio¬
nell’episodio a noi più familiare degli Orazi e dei Curia- ne dello Stato, i giapponesi se ne erano bruscamente ac¬
zi. È il tempo degli eroi, la concezione dei quali arrivava corti nel XIII secolo per grazia di Kubilay Khan. Fu una
dal sud, portata dagli Yamato assieme al loro «tesoro»; fortuna che non si ripeterono altri tentativi di invasione
lo Specchio (spiritualità), il Gioiello (senso estetico) e la durante i quattrocento anni di guerre intestine che im¬
Spada (virtù guerriera), i simboli del potere imperiale. posero l’unità; fortuna geografica di essere ai confini del
L’ideogramma bu (cinese wu) rappresenta una lancia mondo e fortuna economica di essere un paese povero.
e l'idea di controllare o maneggiare con abilità, in ac¬ E finalmente sotto i Tokugawa vennero chiusi i confini
cordo con la definizione del Mahabaratta, «guerriero è e completato il processo di unificazione militare fino a
colui che si oppone al caos», e con l’istituzione delle ca¬ che il Giappone si trovò con Meiji preparato alla concor¬
ste nella prima società organizzata, in cui l’uomo arma¬ renza con l’Occidente.
to doveva adempiere al mandato dei Grandi Legislatori Mille anni di storia, dunque, enfatizzano il ruolo di
(regalità di origine divina) sulle classi produttive di con¬ guerrieri che agiscono in un mondo contadino, povero,
tadini, artigiani e più tardi commercianti. ma pur fonte di ricchezza e di potere.
Se il primo guerriero giapponese è un eroe teso alla Secondo un modello cinese, nel VII secolo la terra era
conquista di una terra, subito dopo diventa il fedele ser¬ stata nazionalizzata e ripartita tra i contadini, sottopo¬
vitore del nobile. Troviamo l’uno descritto nel Kojiki e sti a un pesante sistema di tassazione (ritsuryo). Il siste¬
nel Nihon-ji,5 l'altro nel Genji e nell’Heike-monogatari.6 ma, già fallito in Cina, avrebbe anche potuto funzionare
Infine il guerriero diventerà condottiero e, tradendo il se le imposte non fossero state così forti e se non fosse
suo mandato, governante. Simbolica ne è la perdita del¬ stato successivamente modificato, permettendo la pro¬
la Spada imperiale a Dan-no-ura. prietà privata tanto delle nuove terre dissodate che di

vm IX
I

quelle strappate agli Ainu. La concorrenza tra le terre l’usurpazione di Ashikaga Takauji che ristabilisce il go¬
private e quelle statali favoriva le prime, e i Signori del¬ verno militare (epoca Muromachi, 1392-1490), aprendo
la Terra finirono per creare dei feudi ante-litteram, i co¬ un periodo incredibilmente violento in cui protagonista è
siddetti shoen, gestendo il loro popolo, allestendo eser¬ il potere feudale. Mai come negli eventi nipponici il cor¬
citi e finendo col disobbedire al potere centrale con la so della storia appare così concentrato ed evidente.
scusa delle difficoltà di comunicazione in quella geogra¬ La fine delle guerre civili si profila con l’epoca Momo-
fia fortemente accidentata. Il governo, sempre più po¬ yama (1573-1603) detta «dei dittatori», in cui si succe¬
vero anche per i costumi eccessivamente lussuosi della dono Oda Nobunaga, Toyotomi Hideyoshi e finalmente
Corte, ancora a imitazione della Cina, cominciò ad ap¬ Ieyasu Tokugawa, la cui dinastia regnerà in pace e nel
poggiarsi alle forze dei nobili delle campagne per seda¬ più completo isolamento fino aH’arrivo delle cannoniere
re le rivolte sulle sue terre e non potè quindi impedire americane nel porto di Uraga: il commodoro Matthew
che questi pretendessero più potere. Calbraith Perry giunse l’8 luglio 1853 con una flotta nel¬
I clan guerrieri dei Taira (o Heishi, o Heike) e dei la baia di Sagami, con un messaggio del presidente Mil-
Minamoto (o Genji), forti di parentele e appoggi uno lard Fillmore allo shogun Ieyoshi in cui si chiedeva l’aper¬
nell'ovest e l’altro nel nord, si affrontarono ferocemente tura dei porti al commercio degli Stati Uniti e ritornò
nella guerra Gem-pei (1180-1185) e la vittoria portò Mi- due anni dopo per la firma del trattato provvisorio che
namoto-no-yoritomo alla creazione del bakufu, gover¬ concedeva allo scopo Shimoda e Hakodate. La pressio¬
no militare del Seii-taishogun (generale in capo, comu¬ ne conseguente delle altre nazioni, Russia, Inghilterra,
nemente detto shogun). È l'epopea samurai che porterà Francia, Olanda e poi Prussia, provocò la crisi dello sho¬
il paese all’equilibrio attraverso quattro secoli di rivol¬ gunato e la restaurazione del potere imperiale.
te, guerre, rivalità incessanti e avventure militari di ogni
tipo. Questo periodo di disordine è chiamato «Medioe¬ La spada, in Orierite, nasce dagli attrezzi per mietere i
vo giapponese» ed è caratterizzato da repentine allean¬ cereali e trova impiego dapprima contro gli animali sel¬
ze immediatamente tradite e da continui cambiamenti, vatici e poi come arma da combattimento. Dovunque è il
concentrati in uno spazio e un tempo ristretti rispetto al simbolo del guerriero. In Giappone viene impiegata già
Medioevo europeo. Di certo l’organizzazione sociale del dagli Yamato, benché i primi eroi siano raffigurati ico¬
periodo è basata sull'unificazione del potere legislativo, nograficamente con l’arco e a cavallo; così lo spirito dei
giudiziario ed esecutivo in singoli soggetti. primi soldati delllmpero è riassunto nel Kyuba-no-michi,
L’epoca Kamakura (1185-1333) è condizionata dai due la Via dell'arco e del cavallo. Le prime spade giapponesi
tentativi d’invasione mongola, che esaurirono compieta- sono di modello cinese: diritte, a due tagli e con un po-
mente le risorse dello shogunato nello sforzo di convin¬ molo sull’elsa.
cere i samurai a combattere senza l'incentivo del bottino La nascita del modello autoctono8 risale al tempo del¬
finale. La Corte cerca di riprendere il potere (Restaura¬ la prima capitale fissa, Nara, in pieno VII secolo, quan¬
zione Kemmu), ma la lotta tra la Corte del sud, quella le¬ do ormai la struttura sociale si era ben consolidata. La
gittima per discendenza, e la Corte del nord finisce con tradizione lega le spade giapponesi all’opera del leg-

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gendario fabbro Amakuni. Il primo esemplare fu forse ta dal neoconfucianesimo e dal buddhismo, soprattutto
quello forgiato per l'Imperatore Mommu (704), che poi zen. Verso la metà del Settecento si affermano le prote¬
Shujaku-tenno donò attorno al 940 al fudo protettore di zioni e gli attrezzi da allenamento che risparmieranno
Narita-ji, come segno di gratitudine per la sconfitta di numerosissimi incidenti. Sono del periodo Tokugawa i
Taira Masakado; questa lama esiste tuttora. Amakuni maestri Itto Ittosai, fondatore di Itto-ryu; Yagyu Sekishu-
fabbricò anche la famosa Kojima-maru, che venne tra¬ sai Muneyoshi, fondatore di Yagyu Shinhage-ryu; Ono
mandata come eredità sacra nel clan dei Taira. Legger¬ Jerouemon Tadatsune; Yagyu Tajimanokami Munenori e
mente ricurva, a un solo taglio, poco variata nel tempo, Miyamoto Musashi, fondatore di Nìto-ryu. Oggi le scuole
quest’arma è un manufatto tra i più belli e tecnologica¬ di ken-jitsu sopravvissute si mantengono a fatica, men¬
mente avanzati che abbia creato in assoluto l’umanità. tre si è imposta all'attenzione del mondo la moderna di¬
Con essa cambia completamente la tecnica schermisti¬ sciplina sportiva del kendo che, pur rifiutando l’etica sa¬
ca, anzi nasce una scuola che lascerà ammirato il mon- murai, cerca di conservarne i valori educativi.
do. Fu l’Imperatore Kammu, in occasione del trasferi¬
mento della capitale da Nara a Heian (l’odierna Kyoto) Quando nasce Miyamoto Musashi (1586), il genera¬
nel 794, a volere la costruzione del Butokuden (Sala dei le Oda Nobunaga (1534-1582) è già morto e Hideyoshi
Valori del Combattimento) in cui si svolgeva lo studio (1536-1598) ne sta continuando l’opera di unificazione na¬
sistematico delle armi e vennero organizzate le prime zionale. Gli succede Ieyasu Tokugawa (1542-1616) come
competizioni di allenamento. figura egemone, che muore quando Musashi ha trenta-
Le successive epoche impongono sempre di più la spa¬ due anni e in seguito i meno importanti Hidetada (che
da come arma da battaglia e ne spingono la tecnica e lo abdica nel 1623) e Iemitsu (che morirà al potere nel 1651,
spirito al massimo grado di perfezione. Nascono nel pe¬ quando Musashi era scomparso ormai da sei anni).
riodo Muromachi le prime scuole (ryu-ha) registrate, Le battaglie del XVI secolo radunavano sovente centi¬
vengono sistematizzate le relazioni tra insegnante e al¬ naia di migliaia di uomini. Nello scontro di Sekigahara
lievo e si distingue il combattimento militare in armatu¬ (21 ottobre 1600), a cui prese parte anche Musashi, si schie¬
ra da quello personale a corpo libero. Di questo periodo rarono circa 250 mila samurai, facendoci supporre che
ricordiamo Jion, fondatore di Nen-ryu; Iizasa Choisai, fossero almeno un milione i guerrieri nel paese: circa il
fondatore di Tenshin Shodenryu; Aiso Iko di Kage-ryu; 5 per cento dell’intera popolazione.
Chujo Hyogonosuke Nagahide, fondatore di Chujo-ryu; Con l'instaurarsi progressivo della pace e dell’ordi¬
Tsukahara Bokuden di Bokuden-ryu; Kami-izumi Mu- ne nacque il problema di ridurre drasticamente il nu¬
sashino e Kami Nobutsuna di Shinkage-ryir, Toda Seigen mero di questi professionisti della guerra. Hideyoshi
di Toda-ryu e Kanemaki Jisai di Kanemaki-ryu. progettò la conquista della Cina e cominciò con l’inva¬
Nell’epoca Tokugawa (1603-1867) le classi sociali ven¬ sione della Corea; ma il tentativo di sfruttare i guerrie¬
gono strettamente definite e la spada (almeno quella ri inutili in patria per una conquista oltremare fallì e
lunga, da combattimento) diventa appannaggio esclusi¬ si interruppe con la sua morte. A questo periodo di di¬
vo dei guerrieri. Nasce una «cultura samurai» influenza- soccupazione e di crisi per la casta guerriera si riferi-

XII XIII
scono i film sui ronin (samurai senza padrone), come za tempestosa matura sullo sfondo delle violente cam¬
Rashomon, I Sette Samurai, Harakiri e altri. Divenne pagne unificatrici condotte da Hideyoshi.16
allora difficile sbarcare il lunario senza venir meno Alto e forte per la sua età, eccezionalmente violen¬
all’etica samurai: molti diventarono banditi; altri fon¬ to, Musashi uccide a tredici anni, nel suo primo duel¬
darono palestre aperte al popolo dove insegnavano, se lo, Arima Kihei, samurai noto per l’abilità con la spada e
non la morale, almeno la tecnica di combattimento. con lo yari, una sorta di lancia, della scuola Shinto. Fin
C’era un clima di grande frenesia e spesso nascevano dal primo momento il duello si trasforma in un corpo a
sfide e duelli in nome di non meglio precisate misti¬ corpo; e quando Kihei cade, Musashi lo colpisce selvag¬
che, di cui il vincitore deteneva i segreti per giungere giamente alla testa con il suo bastone: «morì vomitando
all’illuminazione. sangue». Musashi dimostra allora almeno sedici o dicias¬
Nel frattempo erano sbarcati i portoghesi (1542) con sette anni e usualmente l’ingresso nella casta guerriera
archibugi moderni (bombe e bocche da fuoco primor¬ avveniva a quindici anni.
diali erano conosciute fin dal tempo dei mongoli) e le Combatte il secondo duello a sedici anni contro Ta-
cose si complicarono... dashima Akyama, che ottiene un riconoscimento po¬
stumo da Musashi per il suo valore. Poi comincia un
pellegrinaggio senza meta in cerca di avventure e di af¬
Vita di Musashi fermazione personale. L’intero Giappone era percorso da
ronin che inseguivano imprese e gloria per farsi un nome
Ben-nosuke, che in età matura vantò il nome di Shinmen e non erano infrequenti le offerte, anche in denaro, di si¬
Musashi-no-kami9 Fujiwara-no-genshin,10 ma popolare gnori che desideravano annoverare tra le loro schiere un
come Miyamoto Musashi, nasce nel 1584 nel villaggio maestro d’armi di chiara fama. Nel secolo precedente il
di Miyamoto, nella provincia di Mimasaka.11 La sua fa¬ più famoso di questi era stato Tsukahara Bokuden, per¬
miglia proviene dal clan Arima12 di Kyushu;13 suo non¬ sonaggio che si spostava continuamente accompagnato
no, Hirada Shoken, fu vassallo di Shinmen Iga-no-kami da un centinaio di allievi.
Sudeshige,14 daimyo del castello di Takeyama, di cui sposò Musashi partecipa con gli Ashikaga alla battaglia di
la figlia acquisendo il diritto di portare il nome Shinmen Sekigahara, quando Ieyasu conquista lo shogunato: 210
che lo stesso Musashi usa nel firmare il libro. mila uomini in campo (80 mila di Tokugawa e 130 mila
Il padre Munisai, guerriero di professione, abbando¬ con il generale Ishida Kazushide per gli Ashikaga), 30 mila
nò per ragioni sconosciute il suo incarico al castello di i morti in battaglia a cui si aggiungono altre 40 mila vit¬
Takeyama per trasferirsi con la moglie a Miyamoto-mura, time nel successivo inseguimento e massacro. Musashi
dove nacque Musashi. All'età di sette anni il bambino si sopravvive a quei terribili tre giorni17 e alle feroci setti¬
trovò orfano di madre e abbandonato dal padre, adot¬ mane successive.
tato da uno zio materno sacerdote, da cui forse appre¬ A ventun anni si reca a Kyoto, probabilmente proget¬
se i rudimenti della scherma, mezzo volto a disciplinare tando una vendetta. Sappiamo che la famiglia Yoshioka
la violenta aggressività del ragazzo.15 Questa giovinez¬ dava tradizionalmente il maestro d’armi agli Ashikaga e

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che in seguito alla sconfìtta di questi ultimi Ieyasu ave¬ ne che avrebbe avuto nella vita l’imperativo categorico di
va proibito agli Yoshioka di esercitare il mestiere del¬ vendicarsi. Così il duello venne fissato in un boschetto di
le armi, tanto che divennero tintori (e lo sono tuttora). pini ai margini delle risaie. Contando sulla strategia del
Molti anni prima Munisai era stato invitato dallo shogun ritardo che Musashi aveva applicato nei due precedenti
Ashikaga Yoshitaki (l’ultimo della famiglia, 1537-1597) a scontri, il ragazzo giunse accompagnato da famigli arma¬
dimostrare la sua abilità come spadaccino ed esperto di ti, deciso a tendere un agguato all’avversario. Ma Musashi
jitte (una corta forca d’acciaio con cui si imprigionano e era nascosto sul luogo fin dal sorgere del sole e, ascoltati i
si infrangono le lame dell'avversario). Vinse due dei tre preparativi e i progetti, sbucò all’improvviso allo scoperto
duelli contro gli Yoshioka e non sappiamo se fu ucciso nel mezzo del gruppo impreparato uccidendo il giovane
o semplicemente battuto nell’ultimo. Yoshioka con la spada di legno, senza che questi avesse
La semplice presenza del figlio di Munisai in città era il tempo di sfoderare la spada. Poi affrontò con due spa¬
una provocazione, disonorava la famiglia e ne innervo¬ de le lance degli altri, respingendoli e uccidendone alcu¬
siva i componenti; così fu inevitabile la sfida del capo¬ ni finché, davanti agli archi degli avversari che cercava¬
clan, Seijiro. no di colpirlo a distanza, si diede alla fuga.18
Avvenne sulla collina, alle soglie della città. Musashi Divenne leggenda. Vaga per il paese e cronache e docu¬
arrivò in ritardo all’appuntamento e senza scusarsi at¬ menti ufficiali ne registrano alcune imprese fin nel pro¬
taccò con violenza, giungendo al corpo a corpo e buttan¬ fondo del Kyushu. La cifra di sessanta duelli che gli vie¬
do a terra l’avversario che era armato di una vera spada. ne attribuita è senz'altro inferiore alla realtà.19
Poi con un colpo del suo bokuto (spada di legno) lo colpì Subito dopo l'avventura con gli Yoshioka nel 1605, visi¬
al capo. Seijiro non morì, ma mentre veniva trasporta¬ tò il tempio di Hozoin nei quartieri meridionali della capi¬
to a casa su una portantina di fortuna si tagliò il codino tale. Volle sfidare Oku Hozoin, monaco Nichiren,20 allievo
simbolo della casta guerriera, palesando di essere stato del famoso bonzo zen Hozoin Inei, 21 che aveva creato la
disonorato al punto di non poter più combattere. sua scuola dopo aver studiato con Izumi Musashi-no-kami
La permanenza di Musashi in città costrinse quindi di Shinto-ryu.22 Usando la spada corta di legno contro lo
Denshichiro, fratello di Seijiro, a sfidarlo. Era un uomo yari dell’avversario, Musashi lo batté due volte in duelli in¬
di alta statura, che combatteva con un'arma lunga e pe¬ cruenti, cosa che gli permise di soffermarsi qualche tem¬
sante, ma non ebbe miglior sorte: arrivato ancora una po al tempio per studiare le tecniche dei preti e disputa¬
volta in ritardo all’appuntamento, come strategia per in¬ re la loro filosofia. È interessante osservare che la parola
nervosire l’avversario, Musashi lo stese morto con un osho, che nel Seicento significava «bonzo», anticamente
unico colpo del suo legno. valeva per «maestro di lancia».
L'adolescente Hanshichiro, figlio di Seijiro, non aveva Nella provincia di Iga, Musashi si scontrò Shishido
ancora l’età per essere considerato samurai e avrebbe an¬ Baikin, esperto di kusari-gama (un’arma composta da
che potuto evitare il duello se non fosse stato per le tra¬ una catena di oltre due metri alla cui estremità è fissata
dizioni dì famiglia. D'altro canto l'esperienza guerriera una falce). Come quello cominciò a roteare la sua arma
imponeva a Musashi di non lasciare alle spalle un giova¬ singolare per avvolgere la spada lunga di Musashi, ri-

XVI XVII
trarlo a sé e colpirlo con la falce, questi estrasse la spa¬ Nagaoka Sado Okinaga, e fissato, davanti a testimoni uf¬
da corta e mise a segno uno tsuki (un colpo di punta) al ficiali, per le otto del mattino seguente sulla spiaggia di
petto, facendolo stramazzare e avanzando per finirlo. Il Muko-jima, o Funa-jima (jima significa «isola»), a circa
duello si svolse davanti agli allievi di Baikin. I presen¬ quattro chilometri da Kogura, nel Kyushu, e a una di¬
ti attaccarono il vincitore e questi, con le sue due spa¬ stanza uguale da Shimonoseki, l'estrema punta di Hon-
de, li mise in fuga. shu.29 Il duello ebbe tanta rinomanza che oggi l’isola è
A Edo23 fu un guerriero di nome Muso Gonosuke24 a soprannominata Ganryu-jima.
richiedere un duello. Musashi era seduto a intagliare una L’accordo era che Ganryu si sarebbe recato all'appun¬
nuova arma nel legno e temporeggiò finché l’ebbe por¬ tamento su un battello del daimyo e Musashi sull’imbar¬
tata a termine, poi si alzò e si mise in guardia con le sue cazione del suo garante. Lo sfidante ringraziò con entu¬
due spade. Gonosuke attaccò per primo con il lungo ba¬ siasmo per l’opportunità offertagli, ma poi abbandonò
stone di cui era specialista; ma l’altro, avanzando dirit¬ l'ospitalità del vecchio allievo del padre, rendendosi irre¬
to, ne neutralizzò l’azione, dimostrando la sua superio¬ peribile. Corse voce che fosse fuggito finché non fu rin¬
rità. Gonosuke abbandonò il combattimento. tracciato nella casa di un commerciante amico, al di là
Nell’Izumo2- v’erano molti rinomati combattenti e dello stretto, nella città di Shimonoseki.30
Musashi chiese al signore Matsudaira26 di incontrare il Al mattino, all'ora fissata, Musashi dormiva tranquil¬
più forte dei suoi soldati. Venne scelto per il duello un sa¬ lamente. Giunse perfino un messaggero ufficiale a sol¬
murai che maneggiava un bastone esagonale lungo oltre lecitarlo. Ma Musashi fece ogni cosa con comodo, met¬
due metri e lo scontro avvenne nei giardini della libreria tendosi a intagliare la consueta arma di legno (che poi
del castello. Musashi usava due spade di legno. Strinse risultò di lunghezza superiore a quella di Ganryu). Ar¬
l’avversario contro i gradini, lo colpì al viso mentre saliva mato della spada corta e del bokuto che si era appena co¬
sul secondo di essi e poi sulle braccia mentre indietreg¬ struito, con indosso un kimono lungo e inadatto a com¬
giava. Straordinariamente lo stesso signore Matsudaira battere e per di più una sopravveste di cotone e con un
chiese di combattere con Musashi. Questi ripetè la me¬ fazzoletto alla cintura, Musashi si confezionò una cor¬
desima tattica, usando la mossa «scintilla della falce» per da di carta sulla barca che lo portava all'isola.
spezzare l’arma dell’avversario in risposta a un attacco Aveva due ore di ritardo. Davanti alla spiaggia si tolse
violento. Matsudaira si inchinò alla sconfitta e Musashi la sopravveste, legò con la corda le maniche del kimono
rimase qualche tempo presso di lui a istruirlo. perché non gli impacciassero i movimenti e si strinse il
Ma il duello più famoso avvenne nel diciassettesimo fazzoletto sulla fronte per contenere i lunghi capelli che,
anno di Keicho (1612) a Kogura27 nel Buzen, contro il contrariamente all’uso samurai, gli coprivano un’imper¬
giovane Sasaki Kojiro (Ganryu), famoso per la tecnica fezione del cranio. La folla che assisteva era trattenuta
tsubame-gaeshi (contrattacco a coda di rondine). Que¬ da un servizio d'ordine. Ganryu era tra gli arbitri ufficia¬
sto campione aveva la stessa fama di invincibilità di Mu¬ li indossando uno yukata (kimono corto) rosso, pantalo¬
sashi. Il permesso per il duello fu mediato presso il si¬ ni di cuoio e sandali di paglia. Quando lo scorse, sfode¬
gnore Hosokawa Tadaoki28 da un allievo di Munisai, tale rò irato la lama di Nagamitsu di Bizen,31 lunga oltre un

XVIII 1 XIX
metro, e manifestando la sua rabbia avanzò nell’acqua, Musashi era sempre vissuto scapolo, sporco e sifilitico.
gettando il fodero dietro di sé. Allora si tramanda che Scherzando si diceva di lui che fosse impossibile tentare
Musashi abbia gridato: «Hai perso, Ganryu. Nessun vin¬ di lavarlo finché aveva la spada al fianco... e la spada dor¬
citore getta via il fodero della sua spada». miva con lui. Attorno ai quarantanni adottò un ragazzo,
Si affrontarono con violenza sulla spiaggia; nel mede¬ MiyamotO Yori, con cui girovagò nel nord del Kyushu.35
simo istante la lama di Ganryu tagliò il fazzoletto sulla Poi il giovane trovò impiego presso il signore di Kogura e
fronte di Musashi e questi colpì in pieno la testa dell’av¬ Musashi dimorò in quella città per sei anni. Accadde che
versario. In quello che parve un momento lunghissimo, i cristiani di Shimabara36 tentarono una rivolta contadi¬
Ganryu si accasciò lanciando ancora un attacco di pun¬ na e il terzo shogun della dinastia Tokugawa, Iemitsu, la
ta che lacerò il kimono di Musashi all'altezza del ginoc¬ soffocò nel sangue e con le crocefissioni. Musashi e Yori
chio e questi colpì ancora di tsuki il petto del rivale: fu vi parteciparono distinguendosi per il loro valore.
il colpo di grazia. Subito Musashi balzò indietro, sfode¬ Nel 1640, quando aveva cinquattasette anni, Musashi
rando anche la spada corta e restando a braccia aperte, divenne maestro d’armi di Hosokawa Tadayoshi, signore
in segno di omaggio all’avversario; poi si avvicinò e si in¬ di Kumamoto. Per lui cominciò a scrivere, consegnan¬
ginocchiò per accertarsi col dito che non respirasse più. dogli un documento che riassumeva la sua esperien¬
Infine si inchinò agli ufficiali e tornò sulla barca. Di ri¬ za, intitolato Heiho Sanjugo Kaiho («I trentacinque pre¬
torno a Shimonoseki inviò una lettera di ringraziamen¬ cetti àeWheiho»). Ma il daimyo morì improvvisamente
to al daimyo. Sasaki Kojiro aveva diciotto anni.32 e Musashi ne soffrì a tal punto che il suo fisico comin¬
Entrava nel ventinovesimo anno di età (i giapponesi ciò a decadere. Si racconta che facesse fatica a solleva¬
contano già un anno alla nascita) e abbandonò i duelli re i piedi da terra per salire i gradini e che dovesse esse¬
per studiare l’applicazione della sua strategia al combat¬ re aiutato; tuttavia, il giorno in cui scoppiò un incendio,
timento tra eserciti. Un paio di anni dopo ci fu l'assedio lo videro collegare due tetti con una scala e corrervi so¬
di Ieyasu al castello di Osaka,33 per sedare la ribellione pra agilmente: nei momenti di pericolo ritrovava la fa¬
degli Ashikaga. Musashi combattè contro i suoi vecchi cilità d'azione.
commilitoni di Sekigahara. A sessantanni scrisse, sotto forma di lettera a un al¬
Poi ci furono altre opportunità di guerra e di assedio, lievo, il Gorin-no-sho, autoconfinandosi nella caverna
ma la sua attività durante la ventina d’anni che seguiro¬ Reigendo, che ancora oggi è meta di pellegrinaggio per
no è poco nota: mentre poteva restare documentato un i suoi seguaci.37
duello nelle cronache di un feudo, difficilmente c'erano Appena prima di morire gli viene attribuito il documen¬
registri militari negli eserciti in tempo di guerra. Come to Dokko-do («La Via che bisogna percorrere da soli»),
lui stesso dichiara, a cinquantanni giunse al termine del¬ composto da diciannove precetti:
la Via e si trovò improvvisamente senza nulla da fare se Non contravvenire alFimmutabile Via.
non applicare l'illuminazione ottenuta ad altre discipli¬
Evita i piaceri del corpo.
ne. Si dedicò all’arte: calligrafia, pittura, scultura, forgia
Sii assolutamente imparziale.
di tsuba (else di spade), poesia e saggistica.34
Non avere desideri. Note
I
Non avere interessi.
I
Non invidiare gli altri.
Non rattristarti nelle separazioni.
Resta esente da rancori e animosità.
Non avere desiderio d’amore.
Non avere preferenze.
Non ricercare la comodità personale.
Non concederti lussi.
Non possedere oggetti preziosi.
Non ritenere false credenze o superstizioni.
Non spendere denaro se non per la spada.
1 La religione più antica del Giappone, propria della Casa Imperiale, di
Dedicati totalmente alla Via, incurante della morte.
cui l'Imperatore è il massimo sacerdote. Tra le coincidenze tra i riti shin¬
Anche nella vecchiaia, disinteressati al possesso. to e quelli uralo-mongoli, citiamo: la Dea del Sole Amatcrasu, da cui di¬
Rispetta gli dei, ma non pregarli. scende la famiglia imperiale, e l'adorazione del sole: l’offerta di nusa (stri¬
sce di carta e tessuto) ai kami e le invocazioni scritte su lembi di stoffa dai
Non lasciare mai la Via deW’heìho. Mongoli; i sonagli rinvenuti in antiche tombe giapponesi e quelli usati da¬
gli sciamani; la divinazione per mezzo di una scapola di cervo esposta al
Secondo anno di Soho, il 12 maggio fuoco, citata nei sacri testi shinto, e in uso anche presso i Tungusi.
2 Periodo protostorico che va dal 10.000 a.C. fino al 300 a.C. Nel nord
Shinmen Musashi
del Giappone perdura anche oltre, presso le popolazioni Ainu. È carat¬
terizzato da una ceramica decorata a motivi cordati.
Forse quel giorno donò spade e sella, distribuendole tra 3 Forse i primi abitanti del Giappone, probabilmente protocaucasici, venne¬
gli allievi; consegnò il Gorin-no-sho a Terao Katsunobu ro sospinti verso est e nord a seguito delle migrazioni provenienti dall’Asia.
Ne sopravvivono oggi poche migliaia nello Hokkaido e a Sachalin.
(Magonojo) e una copia deìYheiho Sanjugo Kaiho a Terao 4 Periodo storico il cui nome deriva da quello della stazione della me¬
Nobuyki. Morì sette giorni più tardi, il 19 maggio, all'età tropolitana di Tokyo scavando la quale furono trovati i resti di una ce¬
di sessantadue anni. Lo prepararono con indosso la sua ramica al tornio e di una civiltà che conosceva l'agricoltura ed elemen¬
ti di metallurgia.
armatura e la cerimonia funebre venne officiata dal bon¬ 5 Kojikì e Nihon-ji sono testi sacri dello shinto che descrivono l’epopea
zo Shunzan di Taisho-ji. Si narra che, come terminò, un dell’Impero. Scritti, come pure l'insieme di documenti Fudoki, nellVIII
tuono a ciel sereno scosse il cielo e la terra: era Miyamoto secolo.
6 Genji-monogatari e Heike-monogatari sono romanzi dell’XI e del XIII
Musashi che abbandonava il corpo. La sua tomba è a sei
secolo. Il primo è pubblicato anche in Italia con il titolo: Storia di Genji,
chilometri da Kumamoto. il Principe Splendente (di Shikibu Murasaki, a cura di Adriana Mot¬
ti, Einaudi, Torino 1957); il secondo reperibile in francese nella versio¬
Cesare Barioli ne modernizzata di Eiji Yoshikawa (trad. Sylvie Regnault-Gatier, Albin
Michel, Paris 1968).
7 I cinesi suddividono i grandi periodi storici in «ere» che prendono il
nome dalle varie dinastie imperiali. I giapponesi non possono farlo scm-

XXII XXIII
plicemente perché la loro casa regnante ha una continuità ininterrotta la morte di Musashi, che è servita a Eiji Yoshikawa per il romanzo Mi-
per tutto il periodo della loro storia. Fissano quindi i nengo (periodi) e si yamoto Musashi, oggi tradotto negli Stati Uniti e da cui è stato tratto un
avvalgono, per una comprensione puramente colloquiale, dei fidai (ere), film nel 1955. Niten è il nome scelto da Musashi per la sua scuola e anche
che prendono il nome dai luoghi in cui risiede il potere, o dalla famiglia il suo pseudonimo nel firmare i disegni a china; significa «Due Cieli». Ki
che lo detiene effettivamente (di solito shogunati). Queste ere non sono vale per «biografia». In questi racconti si riferisce che Musashi sfotteva
fissate con precisione da un’autorità e spesso i vari autori le delimitano pesantemente il padre e che un giorno, mentre questi stava costruendosi
diversamente nel tempo; inoltre spesso si sovrappongono, o si suddivi¬ un kogai (stiletto per igiene personale collocato nel fodero della wakìzashi,
dono, seguendo le necessità di chiarezza di chi ne parla. Così abbiamo in o «spada da accompagnamento») ne provocò la reazione: lanciò la picco¬
G. Borsa (La Nascita del Mondo Moderno in Asia Orientale, Rizzoli, Mila¬ la asta metallica contro il figlio. Mancato il bersaglio, Munisai lo lanciò
no 1977): Yamato-no-jidai (300-645), era di Nara (710-784), era di Heian senza successo una seconda volta e poi scacciò il figlio di casa. Anche se
(794-1185), era dei Fujiwara (857-1 160), era di Kamakura (1185-1333), la storia è priva di fondamento, rivela che il sentimento popolare attri¬
era degli Ashikaga (1338-1573), era Azuchi-Momoyama (1568-1600) era buiva a Musashi un caratteraccio fin dalla più giovane età.
Tokugawa (1600-1867). A cui altri autori aggiungono; Sengoku-no-ji- 16 Morto nel 1582 Oda Nobunaga, vittima del tradimento di un vassal¬
dai o epoca dei Regni Combattenti (1467-1568), era Muromachi (1392- lo, il suo posto venne preso dal più capace dei suoi generali, Hideyoshi,
1490) e così via, ad libitum dell'autorità dello storico. Giuseppe Tucci (Il soldato di umili origini assurto all’alto grado in virtù delle sue sole doti.
Giappone, Bocca, Milano 1943) si prende l’arbitrio di congiungere esat¬ Costretti alla sottomissione gli Shimasu di Satsuma, questi estendeva il
tamente le ere: Periodo Mitologico, era Asuca (552-710), era Nara (710- suo potere a tutto il Giappone occidentale e tre anni dopo, conquistato
794), era Heian (794-1186), era Camacura (1186-1338), era Muromachi il Kwanto, ottenne anche la sottomissione delle regioni orientali e set¬
o Ascicaga (1338-1568), era Momoiama (1568-1615), era ledo o Tocu- tentrionali. Per risolvere il problema dell’eccessivo numero di soldati di
gava (1615-1867), era Meigi dal 1867 (la grafia dei nomi usata dal Tucci professione decise di iniziare un’impresa che aveva come obiettivo fina¬
è quella in auge durante il fascismo). Da notare, per esempio, che l’era le la conquista della Cina. Nel 1592 sbarcò in Corea con 160 mila uomi¬
Tokugawa può iniziare nel 1600 (battaglia di Sekigahara), nel 1603 (Ie- ni; ripetè il tentativo nel 1597, ma la morte lo colse l’anno successivo e
yasu shogun), o nel 1615 (presa del castello di Osaka), secondo gli au¬ offrì ai giapponesi l'occasione per ritirarsi quando ormai l’impresa era
tori. Dopo la restaurazione del potere imperiale si parla solo di periodi: fallita davanti allo schieramento unito delle truppe cinesi e coreane. Il
nengo di Meiji 1868-1912, di Taisho 1912-1926, di Showa 1926-... (esi¬ vuoto politico dovuto alla sua morte venne riempito dal suo vassallo più
stono altri due periodi Showa 834-848 e 1312-1317, da cui l'importanza importante, Ieyasu Tokugawa, che nel 1600 sconfisse la coalizione dei
di specificare gli anni). rivali a Sekigahara e quindici anni dopo riuscì a prendere con la forza
8 Sarebbe forse più appropriato chiamare «sciabola» la spada giappone¬ e con l’inganno il grande castello di Osaka, eliminando anche gli ultimi
se, ma il termine si è ormai imposto altrimenti. superstiti della famiglia di Hideyoshi. La sua ossessione divenne la crea¬
9 Musashi-no-kami significa «Signore di Musashi»: è una delle quindici zione di un sistema politico stabile e ci riuscì.
provincie del Tokaido (nome cinese: Bushu). Kami è il titolo di governa¬ 17 È scritto nel Niten-ki: «Musashi si distingueva tra gli altri; amici e ne¬
tore di una provincia; ma dal tempo degli Ashikaga (1338-1573) divenne mici lo conoscevano».
un titolo onorifico, senza necessariamente attribuire potere reale. 18 II Niten-ki fa ricordare a Musashi questo episodio negli ultimi anni del¬
10 Fujiwara-no-genshin significa «Sapiente dei Fujiwara». Chiamato anti¬ la sua vita: «È veramente difficile decidere l’azione in conseguenza de¬
camente Nakatomi, questo clan, discendente dai primi seguaci della dea gli avvenimenti. Una volta ero stato sfidato da Yoshioka Matashichiro (o
Amaterasu, fu per mille anni il più potente del Giappone. Hanshichiro) nel bosco di pini di Ichi-joji-mura nella periferia a nord di
11 Una delle otto provincie del San-yo-do. Kyoto, quando uno dei miei fedeli venne ad avvisarmi che mi era stato
12 Famiglia di daimyo che discende da Akamasu e pertanto dai Murakami- teso un agguato con diversi uomini armati. Perché io non andassi a mor¬
genji. te certa, proponeva che mi facessi accompagnare da alcuni allievi. Ri¬
13 L’isola meridionale tra le quattro principali dell’arcipelago. Le altre fiutai, perché una rissa di gruppo era severamente proibita dalle autori¬
sono: Honshu, Shikoku e Hokkaido. tà. Ma siccome l'anno precedente avevo applicato la strategia del ritardo
14 Altra provincia del Tokaido (nome cinese Ishu). Fra il XV e il XVII se¬ contro il padre e lo zio del ragazzo, decisi di sorprenderlo arrivando con
colo vi risiedeva una confraternita di ninfa, mercenari dediti allo spionag¬ largo anticipo. Al canto del gallo mi avviai da solo; uscendo da Kyoto mi
gio e alle imprese losche (un gruppo concorrente risiedeva in Roga). imbattei in un tempio ed ebbi la tentazione di fermarmi a pregare per la
1 Il Niten-ki è una raccolta di storie popolari scritta una generazione dopo vittoria, ma poi mi vergognai della tendenza dell'uomo a ricordarsi degli

XXIV xxv
dei nel momento del pericolo e tirai diritto. Mi nascosi nel luogo fissato vita all’avversario. Muso dedicò i successivi anni della vita a studiare una
e vidi giungere il gruppo avversario al lume delle lanterne. Mentre si ac¬ tattica per battere Musashi; si ritirò nel Kyushu sul monte Homan, sotto¬
cordavano sull’agguato, all’improwiso, gridando “Sono qui”, caricai nel ponendosi ad una severa disciplina atletica e cercando l'ispirazione divi¬
mezzo. Colpii lo Yoshioka che tentava di sfoderare e affrontai i più vici¬ na. Così arrivò ad alleggerire la sua arma (da bo, grande bastone, divenne
ni armati di lancia, mentre altri scagliavano delle frecce, una delle quali jo, un legno più maneggevole). Creò un kata (esercizio formale) di dodi¬
mi attraversò la manica; li disorientai e li misi in fuga. Tornando ripas¬ ci movimenti-base e aggiunse gli atemi (colpi a mani nude sui punti vi¬
sai davanti al santuario e d’improvviso compresi l’immobilità della posi¬ tali delFavversario) per il corpo a corpo. Si dice che anni più tardi batté
zione nel dinamismo della tattica che nasce dalle circostanze». Musashi, risparmiandogli la vita come questi aveva fatto con lui.
19 Nel Prologo Musashi dice di oltre sessanta vittorie riferendosi al pe¬ 25 Una delle otto provincie del San-in-do. In cinese: Unshu.
riodo vagabondo tra ventuno e ventinove anni. 26 Matsudaira è il nome di varie famiglie di stirpe Tokugawa a cui Ieyasu
20 Nichiren (1220-1282) è un celebre bonzo, fondatore del Nichiren-shu affidò feudi importanti dopo la sua ascesa allo shogunato.
nel 1253. La sua dottrina nasce dal sutra Myoho-renge-kyo (Saddharma 27 Kogura. Città della provincia di Buzen, con un castello costruito nel 1442
Pundarika sutra, in sanscrito) che si vuole contenga le ultime istruzioni del da Reizei Takasuke, vassallo degli Otomo. Nel 1587 Hideyoshi l’affidò a
Buddha, riassunte in tre segreti: adorazione (honzon), legge (daymoku) e Mori Katsunaga. Dal 1600 al 1632 è stato sotto i daimyo Hosokawa.
morale (kaidan); ma sono concetti così profondi che possono essere com¬ 28 Discendenti da Minamoto Yoshitsune, gli Hosokawa furono una fami¬
presi solo da un buddha (shaka) o dai più perfetti bodhisattva (bosatsu). glia molto potente dal XIV al XVI secolo. In particolare Tadaoki (1564-
Al di là della nobile dottrina predicata, i suoi seguaci hanno la fama 1645) sposò la figlia di Akechi Mitstuide e quando questi gli chiese di
di fanatici nazionalisti e al presente hanno fondato un partito politico ribellarsi a Nobunaga (che gli aveva dato il Tango in feudo) rifiutò con
(Sokkagakkai) particolarmente violento. indignazione e confinò la moglie in esilio a Osaka, dove venne battezza¬
21 Hozoin Inei (1521-1607) fu un bonzo di Nara, discendente dalla fa¬ ta, durante la guerra di Kyushu, col nome di Gracia.
miglia kuge (nobili di Corte) Nakamikado e fondatore della scuola d’ar¬ 29 L’Honshu, o Hondo, è la più grande isola del Giappone.
mi Hozoin-ryu, che usa lo yarì a forma di croce. Questa scuola esiste 30 Dal Niten-ki: «Sado era molto abbattuto e rimpiangeva l’azione intra¬
tutt’ora. I suoi primi discendenti: Inshun (1589-1648), Insei (1624- presa per combinare l’incontro. Ma riflettendo pensò che sarebbe stato
1689), Infu (1682-1731), Inken (1746-1808), tutti bonzi del medesimo molto irrazionale fuggire all’ultimo momento, quando la fama di Gan-
tempio, continuarono la tradizione di maestri d’armi. Il tempio di Kyo¬ ryu era ben nota a Musashi da molto tempo e decise di continuare le ri¬
to che Musashi visita doveva essere una filiale del quartier generale del¬ cerche dello spadaccino a Shimonoseki, da cui comunque questi avrebbe
la scuola a Nara. dovuto passare allontanandosi da Kogura. Lo rintracciò presso Koba-
22 II prestigio dello sfidato è sottolineato dal fatto che, sebbene capo di yashi Tarozaemon e ne ricevette le scuse, giustificate dal fatto che Mu¬
una succursale, è direttamente allievo del fondatore della scuola e ha an¬ sashi riteneva imbarazzante per Sado doverlo accompagnare con la sua
che il diritto (filiazione legale) di portarne il nome. Strano che apparten¬ barca al duello contro il campione locale».
ga alla setta Nichiren, tradizionalmente nemica dello Zen. 31 Un nome tra i più prestigiosi nel gotha dei fabbricanti di spade. Tre
23 Attuale capitale del Giappone con il nome di Tokyo, Edo era origina¬ artisti si firmano con questo nome: il primo (1222-1297) è valutato tra
riamente un villaggio di pescatori, vicino a cui Ota Sukenaga (Dokwan), i primi cinque artisti in assoluto; il secondo può essere annoverato tra i
vassallo degli Ueshugi (famiglia daimyo discendente da Fujiwara Yoshika- primi quindici; il terzo tra i cento migliori.
do) costruì un castello nel 1456. Questo possesso passò di mano in mano, 32 II Niten-ki riferisce che, quando negli ultimi anni della sua vita Musashi
finché Tokugawa Ieyasu ricevette come feudo il Kwanto (1590) e vi co¬ risiedeva al castello di Kumamoto presso il signore Hosokawa, questi,
struì il castello che fu residenza shogunale per 260 anni, durante i quali raccogliendo un pettegolezzo di malelingue, gli chiese se fosse vero che
vi si sviluppò attorno una delle più grandi città del mondo attuale. Ganryu lo avesse toccato per primo. Musashi portava i capelli lunghi
24 Muso Gonosuke è il fondatore del primo stile efficace di jojitsu (ba¬ come se volesse nascondere una ferita; prese una lampada e si avvicinò,
stone di media lunghezza) e della scuola Shindo-muso-ryu. Da giovane spiegando che da bambino aveva subito un incidente (forse un’infezio¬
aveva studiato Katori e Kashimo-ryu, conquistandosi una buona fama di ne) che gli aveva deformato la fronte. Ripetutamente chiese al signore di
combattente, essendo invitto fino al duello con Musashi. Bloccato da que¬ controllare che non c’era cicatrice, poi si ritirò. Più tardi il signore con¬
sti in juji-dome (le due armi di Musashi incrociate trattenevano quella di fessò che era stato il momento più imbarazzante della sua vita.
Muso) non poteva evidentemente svincolarsi senza esporsi a un sicuro 33 Osaka era la capitale della provincia di Setsu. Anticamente il luogo
contrattacco. Musashi rifiutò di sfruttare il suo vantaggio e risparmiò la si chiamava Namwa-no-tsu. Fu residenza imperiale sotto Nintoku (313-

m
XXVI XXVII
342), Kotoku (645-654) e Shomu (744-748) e continuò ad essere il por¬ mente. Naturalmente eseguirono insieme la sepoltura. Sotto un sorriso
to commerciale di Kyoto. Nel 1532 i bonzi di Hongwan-ji vi costruirono accattivante e simpatico il ragazzo nascondeva sangue freddo e deter¬
il castello, ma appena dieci anni dopo ne prese possesso Nobunaga. Nel minazione e Musashi si sentì molto affine a lui. Insieme bruciarono la
1583 Hideyoshi scelse questa città per residenza e ampliò grandemen¬ capanna e divisero per alcuni anni bene e male di una vita errabonda,
te il castello; qui comincia la prosperità di Osaka. L’assedio del 1615 di¬ durante la quale l'uomo istruì il ragazzo sulla Via deìl’heiho, finché non
strusse una gran parte delle strutture, ma risparmiò le opere fortificate. lo sistemò come giovane guerriero in un castello. Dopo aver preso parte
Sotto i Tokugawa divenne il maggior centro commerciale del Giappo¬ a una campagna militare, purtroppo Yori morì al suo primo duello (ri¬
ne e lo è tuttora. assunto dal Niten-ki).
34 Un rotolo dipinto da Musashi raffigura Hotei, la più popolare delle 36 Penisola meridionale di Hizen. Fu sotto i daimyo Arima fino al 1612,
sette divinità che compongono il gruppo Shichi Fuku-jin. D’origine ta- passando poi a Matsukara Shigemasa. Questi morì nel 1630 e suo figlio
oista, Hotei è considerato dai buddhisti come un’incarnazione di Miro- ebbe la mano pesante coi contadini. Nel 1637, 30 mila uomini di due
ku Bosatsu (Maytreya), il Buddha del futuro. La leggenda parla di Hotei clan, al comando di alcuni samurai veterani di Konishi Yukinaga, occu¬
come di un bonzo cinese nato nella provincia di Ming-chu, detto anche parono le rovine del castello abbandonato di Hara (o Arima) e si prepa¬
Putai, o Putai-no-san (Signore dal Sacco di Tela). Un’altra china mostra rarono all'assedio delle truppe governative. Il generale Itakura Shigemasa
Hotei (con il sacco sulla spalla) che guarda due galli combattenti. Vi sono fallì il primo attacco con 30 mila uomini, ma dopo due mesi di assedio
due chine con uccelli su rami e una con un cormorano su una parete roc¬ riuscì nell’impresa Matsudaira (Okochi) Nobutsuna con un esercito di
ciosa. Poi c’è un magnifico Damma (Bodhidarma) fatto con pochi trat¬ 100 mila uomini, che passò a fil di spada e crocefisse i 37 mila occupanti
ti essenziali secondo lo stile zen. Due paraventi mostrano gruppi di uc¬ (con le donne e i bambini) stremati dalla fame e dalle malattie. Gli stori¬
celli nella natura. Una famosa calligrafia rappresenta Senki (lo Spirito ci giapponesi presentano come causa della rivolta le persecuzioni ai cri¬
della Battaglia) con le parole: La Luna nel Freddo Torrente come uno stiani, ma i commentatori occidentali tendono a vedervi una reazione al
Specchio. Esistono due tsuba forgiate da Musashi: una rappresenta un malgoverno e alla crudeltà del daimyo.
pesce-gatto e l’altra due anelli incrociati; un kashira (terminale del ma¬ 37 A ovest di Kumamoto, verso la baia di Ariake si trova il monte Kimpo,
nico della spada); un menuki (amuleto posto sull’impugnatura) con una alto 666 metri. Dalla sua cima si scorge a est il vulcano Aso e a ovest,
scimmia dalla lunghissima zampa che cerca di afferrare il riflesso della oltre la baia, il monte Uze, oggi stazione di vacanza. I pendìi del mon¬
luna nell’acqua. Infine una scultura in legno del fudo Myoo, l'Inamovibi¬ te sono coperti di mandarini e a metà costa sorge Ugan-ji (il tempio di
le o l’Immutabile (indù: Akshobhya, o Achala), dio della saggezza, è uno Ugan). Dietro questo si trova la grotta Reigendo, in cui si venerano delle
degli otto patroni dell’astrologia giapponese e della vita umana. Sempre immagini di Kannon (o Kwannon). Tutt’attomo c’è una folta vegetazio¬
rappresentato tra le fiamme, con una spada in mano (simbolo di saggez¬ ne e la montagna ha un aspetto rude.
za per alcuni, per cacciare gli spiriti secondo altri), è il patrono delle ca¬
scate e lo si trova spesso nelle grotte vicino ad esse. In Europa i france¬
si hanno avuto il privilegio di ammirare il dipinto del cormorano nella
mostra: L'Audelà dans l’art japonaìs (Petit Palais, Paris, ottobre 1963, n.
74 del catalogo) e uno dei paraventi: Oche Selvatiche e Rovi, nella mostra
L'Art japonais à travers les siècles nel 1958 (n. 48 del catalogo).
35 In Dewa (una delle tredici provincie del Tosando; nome cinese: Ushu)
incontrò su un sentiero un ragazzo di tredici o quattordici anni che tra¬
sportava in un secchio dei pesci di poco pregio. Il samurai gliene chie¬
se uno e il ragazzo glieli donò tutti con un bel sorriso. Al tramonto del
giorno dopo Musashi ritrovò il ragazzo che viveva solo e miseramente
in una capanna. Sebbene si fossero riconosciuti, l’uomo ebbe difficol¬
tà a farsi ospitare. Cenarono con il thè e Musashi si rese conto che il ra¬
gazzo era denutrito. Nella notte i sensi acuti del guerriero lo avvertiro¬
no che qualcuno stava affilando una lama: sorprese il ragazzo che, non
avendo le forze per trasportare alla sepoltura il cadavere del padre, mor¬
to di stenti il giorno prima, voleva tagliarlo a pezzi per riuscirci più facil¬

XXVIII
Il libro dei cinque anelli
Per la prima volta voglio rendere testimonianza scritta
della mia esperienza nella Via1 durante molti anni e di
quel sentiero deìì’heiho2 a cui ho dato il nome di Niteri
Ichi-ryu ? Siamo nella prima decade del decimo mese del
ventesimo anno di Kanei.4 Sono salito sul monte Iwato,
nella provincia di Higo nel Kyushu, per rendere omaggio
al Cielo, pregare Kwannon e sedermi in Buddha.5 Sono
Shinmen Musashi-no-kami Fujiwara-no-genshin, nato
come bushi (guerriero) nella provincia di Arima, giunto
all'età di sessantanni.6
Fin da giovane mi sono dedicato al sentiero deìì’heiho,
combattendo per la prima volta all’età di tredici anni e
vincendo contro uno spadaccino di nome Arima Kihei
di Shìnto-ryu? A sedici anni vinsi un formidabile com¬
battente, tale Akiyama della provincia di Tajima. A ven-
tun anni sono venuto nella capitale per conoscere mae¬
stri darmi di ogni parte del paese; li ho affrontati in un
gran numero di duelli, in nessuno dei quali mi è sfuggi¬
to il successo. Poi ho vagato di provincia in provincia,
accettando la sfida degli esperti di varie scuole, senza
mancare di vincere in più di sessanta incontri. Questo
avvenne tra l’età di tredici e ventinove anni.
Allo scadere dei trentanni ho riflettuto sulla mia vita

5
r
passata e ne ho concluso che le mie vittorie non erano Note
dovute alla piena padronanza dei segreti dell’Arte: for¬
se avevo per essa una predisposizione naturale, o quel¬
la era la volontà del Cielo, o semplicemente era dovuto
al basso livello delle altre scuole di scherma. Allora ho
cercato di raggiungere una conoscenza più profonda e,
dedicandomici giorno e notte, ho realizzato in me stes¬
so l’essenza delYheiho all’età di cinquantanni.
Dopodiché ho passato il mio tempo senza più una Via
da ricercare. Ho applicato l'illuminazione raggiunta sui
princìpi delYheiho a varie arti e mestieri,8 senza senti¬
re la necessità di avere in tali campi alcun insegnante o
maestro.
1 «Via» è il termine con cui traduciamo l’ideogramma che si legge in ci¬
Ugualmente, per scrivere questo libro non mi ispiro nese tao e in giapponese michi o do (forma derivata dal cinese). Esprime
alla Legge del Buddha o agli insegnamenti di Confucio, il concetto dell’uomo che, attraverso la pratica, ascende all’illummazio-
né riprendo gli antichi libri di cavalleria e di tattica mi¬ ne, da intendersi come un’espansione della coscienza. Con sfumature di¬
verse è valido nel taoismo, nello shintoismo e nel buddhismo, sia Maha-
litare. Nella luce del sentiero del Cielo e di Kwannon, la
yana, o Grande Carro, quanto Hinayana, o Piccolo Carro. La forma do è
notte del decimo giorno, del decimo mese, all’ora del¬ usata come suffisso per arti, mestieri o discipline estetiche che pongono
la Tigre,9 semplicemente prendo il pennello e incomin¬ come fine la realizzazione dell’adepto.
2 È il Bugei, l’insieme delle pratiche del guerriero, inteso come Via per
cio a scrivere.
realizzare se stessi. È quel che correntemente, ma in modo non esausti¬
Shinmen Musashi vo, viene tradotto come «arte marziale».
3 Niten Ichì-ryu letteralmente significa «Due cieli, una scuola».
4 Nen-go è il periodo storico comprendente un numero variabile di anni,
determinato da avvenimenti calamitosi o fortunati (carestie, morti, ri¬
volte, guerre, terremoti, nascite). Come sistema di datazione fu istituito
dall’Imperatore Ko-toku nel 645, che lo importò dalla Cina (Nien-hao).
Go-daigo vide cambiare il nen-go otto volte durante il suo movimenta¬
to regno (1319-1338), mentre il nen-go Meiji durò quarantaquattro anni
(1868-1912). Musashi si ritira in eremitaggio nel ventesimo e ultimo
anno di Kanei (1624-1644) e termina il manoscritto nel secondo anno
di Shoho (1644-1947).
5 II Cielo, Kwannon e Buddha: rendere omaggio al Cielo è un delica¬
to riferimento allo shinto; Kwannon è una divinità indù (Avakìloteswa-
ra) introdotta dall’Amidismo (Hinayana) come incarnazione della cari¬
tà e della misericordia divina; sedere in Buddha è la pratica meditativa
(za-zen nello Zen).
6 I giapponesi calcolano l’età del bambino attribuendogli già un anno al
momento della nascita.
7 Le più antiche scuole di scherma registrate risalgono al XIV e XV se-

6 7
-

colo: Nen-ryu di Yoshimoto Sanashiro; Shinto-ryu di Iishino Yamashi-


ro-no-kami Ienao, meglio conosciuto come Iishino Choisaì; Aiso-kuge-
ryu di Aiso Kuge (1452-1538), maestro d’armi del clan Yagyu; Itto-ryw,
le scuole di Chugo Nagahide, Fukida Bunguro, In-ei e infine la scuola
esoterica Koto-eiri.
8 Come specificato nell'Introduzione, Musashi ha lasciato pregevoli ope¬
re artistiche, tutte realizzate dopo i cinquantanni.
9 II giorno giapponese era diviso in dodici intervalli (toki), ciascuno equi¬
valente a due ore nostre. La notte comprendeva ne-no-toki, l’ora del Topo,
dalle ventitré alluna; ushi-no-toki, l’ora del Bue, dall’una alle tre; tora-no-
toki, l’ora della Tigre, dalle tre alle cinque.

CHI-NO-MAKI
Libro della Terra1
Innanzitutto Yheiho è la Via della casta guerriera. Il co¬
mandante è colui che deve specificatamente metterla in
pratica, ma anche il semplice soldato deve comprender¬
la. Tuttavia al giorno d’oggi non c’è guerriero che abbia
con certezza raggiunto la comprensione del cammino
che conduce aWheiho.
Parlando della Via, troviamo quella indicata dal Buddha
per la salvezza di tutte le genti; quella di Confucio che
governa la vera conoscenza; quella dei medici per cu¬
rare le varie malattie; quella del waka2 dei poeti; quella
degli uomini raffinati attraverso la cerimonia del thè,3
l’ikebana,4 la musica e così via; quella degli arceri5 e al¬
tre arti e abilità. Ciascuno pratica di sua scelta secondo
la personale intuizione, ma pochi sono quelli portati a
dedicarsi alla Via deìYheiho.
È prerogativa del guerriero dedicarsi alla «Via del
pennello e della spada».6 Anche se non vi è naturalmen¬
te portato, ci si attende dal guerriero che vi si applichi
al meglio.
Si usa dire che la Via del guerriero consista nella «ri¬
soluta accettazione della morte».7 Ma il problema del¬
la morte non è di competenza solo dei guerrieri: i sa¬

li
cerdoti, le donne e i contadini devono saper decidere to se ci si limita a imparare a maneggiare le armi. È su¬
il quando e il come della loro morte, in considerazio¬ perfluo dire che un esperto di spada non può trascurare
ne dell’onore e del dovere. Piuttosto, per un guerriero i princìpi dell’heiho se vuol essere un guerriero.
che segue la Via deìi’heiho è necessario fissare la mente Guardandoci attorno nel mondo vediamo varie arti
nell’essenza dell’heiho) e così costruire uno spirito in¬ proposte, messe in vendita come merci. Uomini che si
domabile e una volontà di ferro, giungendo al punto di offrono come articoli di commercio. Tra gli esperti c’è
dimostrare queste doti in ogni sua azione. Con la vitto¬ la tendenza a inventare vari trucchi e a vendere questi
ria conseguita nel singolo duello, o nella battaglia che piuttosto che la propria reale esperienza. Questa manie¬
coinvolge le armate, il guerriero porta onore e gloria al ra di pensare è come separare il seme dal fiore e valu¬
suo daimyo8 e a se stesso. Questo è adempiere al pro¬ tare meno il seme del fiore. Li induce a vantare i propri
prio dovere neìYheiho. trucchi e a mostrarli in segreto; esaltando le scuole che
Alcuni ritengono che si possa padroneggiare Yheiho praticano una tecnica ben definita, cercano di trarre un
senza che le circostanze della vita ti portino a usarlo. guadagno proponendo e insegnando l’argomento alla
Ma il vero sentiero àeW’heiho è tale da potersi applicare moda. Per usare un proverbio: «una conoscenza parzia¬
in ogni momento e in ogni situazione. le è causa di sciagura». Questa è verità.
Quattro sono le caste11 principali a cui gli uomini ap¬
partengono per la vita: guerrieri, contadini, artigiani e
Heiho no michi to iu koto mercanti. Ciascuna di esse ha la propria Via.
Conoscere la Via dell ’heiho La Via del contadino, o del fattore: egli usa vari attrez¬
zi e passa la vita osservando i capricci delle stagioni. Tale
Coloro che praticano la Via dell’heiho sono conosciuti in è la Via del contadino.
Cina e in Giappone come maestri di combattimento e di Quella del mercante: il produttore di sake si procura
arti militari. Per essere guerrieri essi devono dedicarsi i vari ingredienti, li elabora e si guadagna da vivere ri¬
a queste cose. Ma in questi tempi ci sono degli uomini vendendoli con ragionevole profitto.
che vivono solamente perfezionandosi come spadaccini, Entrambe queste categorie hanno un compito adegua¬
essi inseguono semplicemente una tecnica di scherma. to alla loro posizione sociale e dedicano la vita all'idea
Ancor più recentemente i monaci dei templi di Kashi- di guadagnare. Così funziona il commercio.
ma e Katori9 della provincia di Hitachi, hanno fondato La Via del guerriero:12 egli compie il suo dovere cu¬
particolari scuole di scherma secondo gli insegnamenti rando le proprie armi, conoscendone ogni particolare e
degli dei e girano il paese insegnando alla gente. Questi addestrandosi al loro uso. Questa è la Via del guerriero.
sono avvenimenti recenti. Non sarebbe indice di una professionalità superficiale
In altri tempi la scherma era inclusa tra le Dieci Abilità che il guerriero non fosse abile nell’uso delle armi, o non
e le Sette Arti10 come una «pratica utile». In verità essa è ne sfruttasse pienamente le possibilità?
un'arte, ma la sua utilità non si limita solamente alla pura Infine, la Via dell’artigiano: per guadagnarsi la vita, un
tecnica. È difficile padroneggiare l’arte del combattimen- artigiano deve curare con attenzione la manutenzione di

12 13
vari attrezzi e impiegarli, quando è necessario, con la mas¬ Nell’edificare una casa vengono fatte delle scelte per
sima abilità. Deve progettare con misure accurate e realiz¬ il legname da costruzione. Tronchi diritti, nodosi e di
zare con precisione. Così egli si guadagna da vivere. bell'aspetto vengono usati per i pilastri esterni; tronchi
Queste dunque sono le quattro Vie: quella del guerrie¬ diritti, forti, ma con pochi nodi vengono usati come so¬
ro, del contadino, dell’artigiano e del mercante. stegno nei punti nascosti; legname che sia pure un po’
Spiegherò in cosa consista la realtà quotidiana del delicato, ma poco nodoso e di bell'aspetto viene impie¬
guerriero paragonandola a quella dell’artigiano. Pren¬ gato per gli infissi, gli architravi, le porte d'ingresso e gli
derò le mosse per la similitudine dall’uso comune della shojv,1A purché siano forti, tronchi nodosi e anche un poco
parola "casa”. Parlando diciamo «casa di nobili», «casa storti possono essere usati con discrezione nelle fonda-
di guerrieri», oppure «le Quattro Case»;13 case che rovi¬ menta: dopo un attento studio ogni legno trova il suo po¬
nano, case che fioriscono; e spesso noi diciamo «casa» sto e così la costruzione risulta solida e di lunga durata.
per indicare scuole, stili, professioni. Così mi ispirerò ai Perfino il legname molto nodoso, storto, o debole, viene
metodi del carpentiere per spiegare quelli del guerrie¬ impiegato nel ponteggio e alla fine per il fuoco.
ro. Questo paragone è ancora più valido perché la paro¬ Nell’impiegare i suoi uomini il maestro-carpentiere
la "carpentiere” si scrive con ideogrammi cinesi che si¬ deve tener conto del grado di abilità di ciascuno e affi¬
gnificano «grande progetto» e i princìpi dell’arte della dare gli incarichi di conseguenza: questi alla costruzione
guerra sono anch’essi un «grande progetto». Se tu pen¬ dei tokonoma,15 quelli ai vani delle porte e agli shoji, altri
si di studiare questi princìpi, leggi questo libro e medi¬ alle entrate, agli architravi e ai soffitti. Quelli di scarsa
talo profondamente. abilità a tagliare travi e quelli ancora peggiori a tagliare
Il maestro è l’ago e l’allievo è il filo. Tu devi pratica¬ zeppe. Insomma, si fa il miglior uso del personale di cui
re senza tregua. si dispone per svolgere il miglior lavoro possibile.
Per lavorare velocemente e bene, nulla è lasciato al
caso: occorre conoscere dove e come utilizzare cosa e
Heiho no michi daiku ni tatoetaru koto quando; se una certa cosa è utile o no; dare incoraggia¬
Paragonando ì’heiho alla Via del carpentiere mento e intuire i limiti di ciascuno. Così deve pensare
un maestro-carpentiere.
Se paragoniamo Yheiho alla carpenteria, il comandante L'heiho funziona allo stesso modo.
è il maestro-carpentiere che deve conoscere tutto riguar¬
do agli attrezzi che impiegherà, alla natura del terreno,
ai gusti particolari del padrone per cui sta costruendo Heiho no michi
la casa. Tale è il compito del maestro-carpentiere. Egli La Via dell'heiho
studia le proporzioni dei templi, i progetti dei palazzi e
costruisce le case del popolo. E questo vale per il mae¬ Il semplice carpentiere è come un soldato semplice. Per
stro-carpentiere come per il comandante di un gruppo esempio, egli si costruisce gli strumenti, ne cura la ma¬
di guerrieri. nutenzione e il trasporto; taglia con l’ascia colonne e tra-

14 15
verse, livella pavimenti e soppalchi, rifinisce con scultu¬ parte è chiamata Libro della Terra, come se fosse il trac¬
re e incisioni seguendo le istruzioni del suo capo. Egli ciato al suolo di una grande strada dritta avanti a te.
rispetta ogni misura e rifinisce accuratamente ogni par¬ Il secondo è il Libro dell’Acqua, in cui paragono lo spi¬
ticolare con abilità. Questa è l’arte del carpentiere. rito a questo elemento. L’acqua assume la forma del re¬
Cerca di comprendere il lavoro del carpentiere. Quan¬ cipiente che la contiene, che esso sia quadro o rotondo;
do poi sarai in grado di leggere bene i progetti, nel tem¬ oppure può diventare un rivolo, o un mare selvaggio.
po dovuto potrai diventare un capo. L’acqua ha un colore limpido, verdazzurro, e con la stes¬
Tra i compiti del carpentiere ce quello di avere uten¬ sa chiarezza ho scritto della mia scuola di heiho nel li¬
sili in perfetta efficienza, adatti a costruire zushi,16 piani bro ad essa dedicato.
per scrivere, tavole, lanterne di carta, taglieri e tappi per Se imparerai i princìpi della scherma fino a raggiun¬
orci. Tutto questo è molto simile all’attitudine che deve gere il livello in cui puoi, facilmente vincere un avversa¬
avere il soldato. Rifletti attentamente su questo. rio, avrai coscienza di poter battere con altrettanta faci¬
È dovere del carpentiere che il suo lavoro non si sver¬ lità ogni avversario al mondo: sconfiggere un avversario
goli, che le giunzioni non siano fuori linea, che l’attività è la stessa cosa che batterne migliaia, decine di miglia¬
si sviluppi ordinatamente e non a casaccio, in modo da ia. L’heiho di un comandante consiste nel prendere im¬
evitare difetti; l’opera deve non deformarsi in seguito. portanti decisioni in base a minimi particolari, cosa che
Se davvero ti accingi ad apprendere i princìpi dell’heiho, è come costruire una grande statua del Buddha parten¬
devi considerare attentamente tutte le cose che ho scrit¬ do da un piccolo modello. Mi è difficile scrivere queste
to e studiarle bene. cose in dettaglio, ma il principio dell ’heiho è che «cono¬
sciuta una cosa se ne conoscono diecimila». È nel Li¬
bro deir Acqua che sono raccolti i segreti praticati nel¬
Kono heiho no sho gokan ni shitatsuru koto la mia scuola.
Dei cinque libri di quest’opera suìi’heiho Il terzo è il Libro del Fuoco e tratta del combattimento.
Un fuoco può essere piccolo o grande, ma la sua carat¬
I cinque libri in cui si suddivide il mio testo hanno la loro teristica è di mutare improvvisamente e drasticamente:
ragione nella divisione deli’heiho in cinque parti, affron¬ così in quel libro prenderò in esame il combattimento su
tate separatamente in ciascun libro. Ognuno di essi indi¬ vasta scala. La strategia della battaglia è simile a quel¬
ca il suo contenuto nel titolo: Chi (terra), Mizu (acqua), la del duello individuale, o a quella di diecimila contro
Hi (fuoco), Kase (aria) e Ku (vuoto). diecimila; d'altro canto ogni singola situazione dovrà es¬
Prima di tutto nel Libro della Terra affronto in gene¬ ser presa in esame con acume e prudenza ed essere at¬
rale la Via dell’heiho e le basi del pensiero e della filo¬ tentamente valutata.
sofia della mia scuola. È impossibile percorrere la Via Le grandi cose balzano subito agli occhi, quelle picco¬
dell’heiho dedicandosi solo alla tecnica della spada: bi¬ le sono più difficili da osservare. Considera quanto sia
sogna arrivare a conoscere le cose piccole e quelle gran¬ difficile realizzare velocemente una manovra che coin¬
di, quelle superficiali e quelle profonde. Questa prima volga una massa di gente e quanto sia difficile prevede-

16 17
re le intenzioni di un individuo, dato che il suo pensie¬ tu avrai profonda familiarità con la Via deìì’heiho, sen¬
ro può mutare molto velocemente. Rifletti attentamen¬ tirai sorgere dentro di te una forza incredibile: l’azione
te su questi esempi. sgorgherà spontanea, come reazione naturale; sarai co¬
Così l’argomento principale del Libro del Fuoco riguar¬ sciente del ritmo del momento e affronterai l’avversario
da il cambiamento improvviso; nelle situazioni in cui senza esitazione, prendendo l’iniziativa nell’attacco. Que¬
ogni attimo è prezioso, la forza deW’heiho risiede nella ste considerazioni fanno parte del Libro del Vuoto.
capacità di agire che matura con la pratica l’allenamen¬
to costante. Per questo la tattica della vittoria in com¬
battimento è contenuta in quel libro. Kono ichìryu niten to nazukeru koto
Per quarto viene il Libro dell’Aria, o del Vento. Esso Perché ho scelto il nome: «Una scuola, due cieli»
non riguarda la scuola Ichi, ma le altre scuole. Il Libro
dell’Aria prende questo nome perché l’ideogramma kase Il nome Niten Ichi-ryu, «Una scuola, due cieli», nasce
appare in espressioni linguistiche come «vecchia ma¬ dall'usanza del bushi portare due spade, dal comandan¬
niera», «tradizioni correnti» e «aria di famiglia». Finché te militare al soldato di truppa appiedato. Una volta si
non si conoscono gli altri, non è possibile conoscere se prediligevano la spada lunga (tachi) e la spada (kata-
stessi: nell’andare da qualche parte c’è sempre la possi¬ na), oggi la spada e la spada d’appoggio (wakizashi).17
bilità di sbagliare strada. Se pur ci si applica duramen¬ Non starò a spiegare come e perché il bushi porta due
te alla pratica quotidiana, quando lo spirito è fuorviato spade in questo modo: in Giappone, quale ne sia la ra¬
non percorriamo una Via reale, anche se ne siamo fer¬ gione, è abitudine del bushi portare due spade. La mia
mamente convinti. Se non ti accerterai continuamen¬ scuola ha nome Niten per convincere dell’utilità di por¬
te e attentamente che la pratica sia aderente alla realtà, tare due spade.
le più piccole deviazioni iniziali tenderanno a portarti La picca, l'alabarda e le armi che da esse derivano usa¬
sempre più fuori strada. Quest’idea dev’essere scolpita no tattiche differenti dalla spada, o dalla spada d'appog¬
nel tuo cuore. gio. Nella mia scuola perfino i principianti hanno la spa¬
Nelle altre scuole esistenti, quando si parla di un com¬ da lunga in una mano e la spada corta nell’altra; quando
battente si dice: «abile nelle tecniche di spada»; questo si combatte per la vita, bisogna impiegare fino all'estre¬
avviene, ma è sbagliato. La filosofia della mia scuola è mo limite tutte le proprie armi: è stupido morire aven¬
completamente differente nella teoria e nella pratica da do a disposizione un'arma dentro al fodero. Inoltre, se
quella delle altre scuole. Proprio per marcare la differen¬ tieni la spada con entrambe le mani, è difficile cambia¬
za tra la mia scuola e le altre esistenti, ho raccolto nel re velocemente il fianco di guardia e così la scuola Niten
Libro dell'Aria ciò che riguarda queste ultime. preferisce tenere la spada lunga in una mano.
Quinto e ultimo è il Libro del Vuoto. Esso è dedicato al La picca, l'alabarda e le loro derivate sono evidentemen¬
Vuoto per indicare che neU’heiho non c’è inizio e non ce te delle armi grandi, ma sia la spada che la spada lunga
fine, non ci sono segreti nascosti. Anche quando ne rea¬ sono armi che possono essere maneggiate con una sola
lizza i princìpi, il praticante non è legato ad essi. Quando mano. È scomodo e imbarazzante tenere la spada lunga

18 19
con entrambe le mani quando si è a cavallo, o si corre, ne diecimila»: dedicandoti alla Via dell'heiho arriverai a
oppure in un luogo pietroso, o nelle risaie allagate, o al comprendere ogni cosa. Tutto ciò dev’essere compreso
centro di un gruppo di persone. Invece è molto comodo perfettamente.
tenere la spada lunga in una mano quando nell’altra si
stringe l'arco, la spada, o qualsiasi altra arma. Metter¬
si in guardia stringendo la spada lunga con entrambe le Heiho futatsu no ri o shiru koto
mani non rappresenta la massima efficienza; tuttavia, Il significato dei due caratteri con cui si scrive heiho
se dovesse essere difficile trafiggere il nemico con una
mano, occorre fare di tutto per usarne due: è una stra¬ Nel nostro ambiente si usa dire che un maestro nell’uso
tegia che non richiede un grande sforzo. Per imparare della spada lunga sia un heiho-sha,18
a maneggiare agilmente la spada lunga con una mano, Nelle altre arti militari, quelli che lanciano frecce sono
fin dall’inizio l’allievo viene abituato a tenere la spada chiamati arceri, quelli che usano armi da fuoco archibu-
nell'altra mano. geri, coloro che si dedicano allo yarì sono lancieri e i ma¬
La prima volta che ci si trova con la spada lunga in una estri di nagynata alabardieri. Secondo questo costume,
sola mano la si trova pesante e difficile da maneggiare, coloro che hanno seguito la Via del tachi o della katana,
ma tutte le cose all’inizio sembrano difficili. L’arco è dif¬ andrebbero chiamati «maestri di spada lunga», o «ma¬
ficile da tendere, l’alabarda da controllare... ma quando estri di spada». Dato che frecce, archibugi, picche e ala¬
ti sei abituato all’arma, essa diventa un prolungamento barde sono tutte armi classiche del guerriero, ognuna
del corpo. L’arco stesso sviluppa la tua forza nel tender¬ di esse è meritatamente una tecnica di heiho-, tuttavia ci
lo. Così, superate le prime difficoltà nel tenere in questo sono buone ragioni per identificare la pratica del tachi
modo la spada lunga e un volta appresa la tecnica, si di¬ con l'heiho stesso.
venta più forti e la si maneggia facilmente. Finché i valori della spada lunga governeranno il mon¬
Nell’uso della spada lunga, la velocità non è l’aspetto do e l’individuo, quella del tachi è la Via dell 'heiho. Se
essenziale. Questo aspetto è trattato nel successivo Libro arriverai a comprendere i poteri del tachi, potrai vince¬
dell’Acqua. Negli spazi aperti si dà prevalenza alla spa¬ re un duello contro dieci avversari; e se uno può vince¬
da lunga, in quelli ristretti a quella corta: questi sono i re contro dieci, cento potranno vincere contro mille e
dettami della mia scuola. In Niten Ichi-ryu si può con¬ mille contro diecimila. Così nell’heiho della mia scuola
cludere un combattimento tanto con il tachi che con la un nemico e diecimila nemici vengono trattati alla stes¬
katana; e in più, la lunghezza del tachi non è fissata. Lo sa stregua. L’insieme di queste considerazioni prende il
spirito è di vincere con qualsiasi arma e questo è l’inse¬ nome di heiho, ed è quanto il bushi deve conoscere: non
gnamento fondamentale della mia scuola di heiho. può limitarsi al solo uso della spada.
È meglio usare due spade al posto di una quando si Riguardo alla Via, esiste quella dei confuciani, quel¬
affrontano più avversari, o quando si deve prendere pri¬ la dei buddhisti, quella di raffinare lo spirito, quella del
gionieri; ma non è il caso che mi dilunghi su tali aspet¬ rito,19 quella degli attori del No, ma naturalmente esse
ti in questo libro. «Conoscere una cosa per conoscer¬ non riguardano il guerriero. Ma anche se esse non rive-
stono un interesse primario per chi combatte, conoscerle L’arma da fuoco20 non ha eguali quando si tratta di as¬
nella loro varietà è grandemente utile. Allarga la tua co¬ sediare una fortezza. Essa è valida anche in campo aper¬
noscenza: è necessario per sgombrare la tua strada. to, quando le schiere sono a distanza, ma è inutile quan¬
; do viene il momento del corpo a corpo. Uno dei vantaggi
dell’arco è che si può correggere il tiro seguendo la tra¬
Heiho ni bugu no ri o shiru to iu koto iettoria della freccia, mentre un punto debole dell’archi¬
Come sfruttare le armi neìi’heiho bugio è che non si vedono le palle. Tieni presente l’im¬
portanza di questo particolare.
Conoscere l’uso delle armi significa poterle impiegare nel I cavalli devono avere grande resistenza e pochi difet¬
modo migliore, sfruttando il momento e le circostanze. ti; parimenti le armi migliori sono quelle robuste e sicu¬
Il miglior impiego della wakizashi è in uno spazio ri¬ re. I cavalli devono essere forti e tenere un buon passo;
stretto, o nel corpo a corpo con l’avversario, ma la kata- la wakizashi, la katana, l’arco e il nagynata devono esse¬
na è un’arma sempre valida e utile in ogni circostanza. re equilibrati e in grado di penetrare in profondità. Ar¬
Sul campo di battaglia il nagynata è un poco inferiore chi e archibugi, in particolare, devono essere calibrati e
alloyari: con quest’ultimo si può intraprendere un’offen¬ precisi.
siva, mentre l’alabarda ò un’arma difensiva. Nel caso di Nelle armi come in ogni altra cosa non devi avere pre¬
due combattenti di pari abilità, però, il primo è un po’ ferenze: una cosa grande ne vale una piccola. Non se¬
più efficace del secondo. Yaiy e Nagynata hanno ciascu¬ guire la moda e l’esempio di altri: cura di avere un’arma
no il loro specifico impiego, ma nessuno dei due torna comoda da portare e adatta da usare. Sia per i coman¬
particolarmente utile in uno spazio ristretto: non ser¬ danti che per la truppa è pessima cosa avere preferenze
vono a far prigionieri e sono soprattutto armi da batta¬ o antipatie. Medita queste cose.
glia in campo aperto. Essi sono gli strumenti essenzia¬
li della fanteria.
Ricorda inoltre che apprendendo la tecnica accademi¬ Heiho no hioshi no koto
camente in palestra ci si perde in raffinatezze, dimenti¬ Il ritmo neW'heiho
cando l’essenza reale della Via. E questo non ti sarà mol¬
to utile nel combattimento per la vita. C’è un ritmo in ogni cosa. Ma nell 'heiho il ritmo non
Sul campo di battaglia l’arco è usato per coprire gli può essere padroneggiato senza una vasta esperienza
spostamenti tattici e può attaccare velocemente i fian¬ pratica.
chi della fanteria e ha anche altri impieghi. Ma è di poca È chiaro a tutti che nella Via della danza e in quella
utilità negli assedi, o quando il nemico dista oltre tren- dei suonatori di strumenti a fiato o a corda esiste un rit¬
tasette metri. Oggi sopravvivono molte arti di combat¬ mo che governa la buona esecuzione. Anche nelle disci¬
timento, tra cui il tiro con l’arco, che insistono molto pline guerriere esiste un ritmo e un tempismo nell’azio¬
sull’apparenza e concludono poco nella sostanza. Esse ne di archi e archibugi e nelle cariche di cavalleria. In
sono pressoché inutili nelle situazioni critiche. ogni destrezza e abilità esiste un tempismo.

22 23
Questo ritmo esiste anche nella mente vuota di un guer¬ Conoscere le varie professioni.
riero. Il bushi trova il ritmo dell'azione nella riuscita come Rispettare gli affari commerciali degli altri.
nel fallimento, quando raggiunge l'obiettivo come quan¬ Sviluppare il giudizio intuitivo e la comprensione.
do lo manca; nel suo fiorire e declinare, nell'armonia e Intuire le cose che non si vedono.
nella discordia. Tutte le cose implicano un tempo per cre¬
Essere accurato anche nelle inezie.
scere e uno per ritirarsi: anche nella Via del commercian¬
Non impegnarsi in operazioni inutili.
te c'è un ritmo nell'arricchire e nel perdere il capitale. Bi¬
sogna sensibilizzarsi su questo fronte; il momento in cui Si pratica Yheiho portando nel cuore questi princìpi
le cose progrediscono e quello in cui vanno male deve es¬ generali: non è possibile diventare un esperto senza rico¬
sere avvertito e compreso. Vi sono diverse considerazioni noscere la Verità grazie a un nobile carattere. Imparan¬
da fare al proposito neìl'heiho. All’inizio la cosa più impor¬ do e realizzando questo heiho non si conoscerà la scon¬
tante è conoscere il ritmo giusto e distinguerlo da quello fitta anche davanti a venti, a trenta avversari. Si può dar
che non è adatto, prendendo in considerazione l’impor¬ credito al fatto che, se ci si dedica con tutte le energie
tanza dei particolari, il momento giusto per agire, le di¬ a\Yheiho e con tenacia si persegue la Verità, si sarà in
stanze, le difficoltà dell’ambiente: insomma, tutto ciò che grado di vincere materialmente e di essere naturalmen¬
potrebbe interferire con il risultato. La tua conoscenza te superiori; che quando il corpo sarà pienamente ad¬
dell’heiho non sarà valida finché non capirai che il ritmo destrato con l'esercizio sarà anche fisicamente superio¬
con cui vuoi vincere deve sovrapporsi armonicamente a re; e ancora: che con uno spirito disciplinato, si avrà in
quello dell’avversario. più la superiorità psicologica.
L’heiho riserba la vittoria a chi combatte comprenden¬ Ancora, quando praticherai Yheiho a un certo livello,
do il ritmo del nemico, a chi lo attacca senza farsi antici¬ probabilmente avrai validi uomini sotto di te e li impie¬
pare e a chi ha compreso cos'è il «ritmo del Vuoto». gherai ragionevolmente, avrai buona cura di te stesso,
Il ritmo è l’argomento principale in ciascuno dei miei governerai una terra, ti prenderai cura della gente e por¬
cinque libri. Studia con amore quanto ho scritto: è mol¬ terai ordine ovunque. Da tutte queste occupazioni trar¬
to importante applicarsi a questo. rai la sensazione di non poter essere battuto, di diven¬
La Via dell’heiho prescritta dalla mia scuola allargherà tare sempre più forte, di accrescere il tuo buon nome.
la tua coscienza ed è questo il segreto per cui Yheiho è il Questa è la ricompensa che ti riserba Yheiho.
tutto e anche ciascuna delle sue parti. Per la prima vol¬ Nel dodicesimo giorno del quinto mese del secondo
ta questo appare scritto nei cinque libri che ho compo¬ anno di Shoho.
sto. Colui che desidera dedicarsi a studiare il mio heiho, A Terao Magonojo,
deve attenersi a quanto segue: Shinmen Musashi

Non coltivare cattivi pensieri.


Praticare costantemente la Via di Niten Ichi-ryu.
Interessarsi attivamente alle altre Vie.

24 25
1 Lo schema espositivo di Musashi inizia con un Prologo e prosegue con
cinque libri che ripetono la tradizionale partizione dell'universo in ele¬
menti (Terra, Acqua, Fuoco, Aria e Vuoto), nell’intento di presentarsi
come un sistema completo in se stesso.
2 Nell'epoca Tokugawa si tende a chiamane waka (poema giapponese) il
tanka (poema corto, contrapposto a choka, poema lungo), cioè una com¬
posizione di 31 sillabe disposte nel metro shichi-go-cho (cioè: 5, 7, 5, 7, 7
sillabe). Hhaiku è una composizione ancora più breve: 17 sillabe.
3 Cha-no-yu, cioè «cerimonia del thè». Questa pianta fu importata in Giap¬
pone verso l'805 e sperimentata con alterne vicende come medicinale
(secondo l’uso cinese). Verso la fine del XII secolo i monaci zen ne pro¬
mossero il costume tra la classe dirigente e successivamente tra il popo¬
lo, selezionando il koi-cha (foglie in polvere che producono una bevanda
verde e densa come un brodo di spinaci) per il rito cerimoniale e l’usu-
cha per il consumo comune.
4 Arte della disposizione dei fiori, tutt’altro che esclusiva femminile; ha
dato origine a diverse scuole.
5 La Via del tiro con l'arco giapponese, molto alto e asimmetrico, era det¬
to anticamente kyu-jutsu, e oggi kyu-do. Quest'arma è molto estetica nel¬
la forma e nell’uso, ma è nettamente inferiore nella gittata e nella preci¬
sione alle consorelle continentali.
6 Bambu-itchi, «Armonia tra spada e pennello (o penna)»: è un vecchio
detto del mondo guerriero adottato massicciamente dai nobili dell'epo¬
ca Tokugawa, quando si alternava lo studio delle armi con quello dei
classici cinesi.
7 La «risoluta accettazione della morte» è un concetto che riassume l’eti¬
ca del guerriero. Esaltata e resa popolare dall’opera teatrale Chu-shin-gu-
ra («Specchio dei fedeli vassalli»), che narra la storia dei quarantasette
ronin del 1702, e dal libro Hagakure di Yamamoto Tsunetomo (XVII se-

27
colo), che ispirò i militari Meiji (noto in Italia per il commento di Yukyo cui lama ha il nome del fabbro sul lato sinistro del codolo, guardando
Mishima: La Vìa del samurai, Bompiani, Milano 1983). il dorso. E la katana come un’arma che si portava infilata nella cintura,
8 Daimyo significa «Grande nome»: nobili, signori feudali (anticamen¬ con il filo verso l’alto e il nome dell’autore sul lato opposto. Luna arma
te: myoden). Ai tempi di Musashi vi erano diciotto kokushu-damyo, go¬ dei nobili, che la portano per decoro (sfoderare con il filo verso il basso
vernatori di una o più province, trentadue ryoshu-daimyo, governatori significa rovinarlo), l'altra prerogativa del guerriero, che la tiene pron¬
di territori minori, e duecentododici joshu-daimyo, comandanti di ca¬ ta all’uso. Ma questa è una concezione recente che risale all'epoca To-
stello. Avevano una rendita molto variabile e comunque superiore ai 10 kugawa. Nel periodo feudale il cavaliere portava un tachi lungo e sotti¬
mila koku di riso (un koku = 180,40 litri). Erano loro a pagare o man¬ le, adatto ad essere maneggiato con una mano (l’altra teneva le briglie)
tenere i guerrieri. e una katana più tozza e pesante alla cintura («spada lunga» e «spada»,
9 Kashima e Katori sono famosi templi shinto, molti dei quali sono lega¬ dice Musashi). Scemata l’importanza della cavalleria il guerriero solita¬
ti alla nascita delle prime scuole d’armi. La fondazione di Katori-ji è at¬ mente appiedato porta la katana e la spada di appoggio, più corta anco¬
tribuita a Jimmu-tenno, primo Imperatore e fondatore dell’attuale dina¬ ra, detta wakizashi (da maneggiare con una sola mano e, per esempio,
stia regnante (leggendariamente 660-585 a.C.). adatta agli interni).
10 Dieci Abilità e Sette Arti si trovano nell’etica confuciana. 18 Heiho-sha significa «Seguace dell’heiho». La frase di Musashi è iro¬
11 La nascita della prima società organizzata si basa probabilmente sul¬ nica perché anche se la scherma è necessaria al guerriero, questa prati¬
la divisione psicologica degli uomini in caste: i re-sacerdoti e Grandi Le¬ ca non è sufficiente.
gislatori, che si avvalgono dei guerrieri per tenere l'ordine tra le classi 19 La Via di raffinare lo spirito, quella del rito... La prima comprende
produttive dei contadini e degli artigiani, sopportando il male necessa¬ pratiche estetiche: calligrafìa, pittura, poesia, cerimonia del thè, compo¬
rio dei commercianti, che guadagnano senza produrre. Esclusi dai pri¬ sizioni di fiori, e via dicendo. La seconda è quella del sacerdote offician¬
vilegi degli «uomini liberi» i fuori-casta (parìa in India, età in Giappone, te, per esempio nello shinto.
schiavi in Occidente), i pazzi e gli asociali, o banditi. In seguito la divi¬ 20 Armi da fuoco rudimentali erano in uso da svariati secoli in Cina ed
sione in caste subisce delle trasformazioni e perde la sua efficacia, so¬ erano state impiegate in Giappone dai mongoli nel XIII secolo. Ma esse
prattutto diventando ereditaria. Musashi prende in considerazione le ca¬ dimostrarono la loro efficacia quando vennero introdotte dai portoghe¬
ste «popolari». si e dagli occidentali in genere nel XVI secolo.
12 La Via del guerriero, cioè Kyuba-no-michi (la Via dell'arco e del caval¬
lo) fino alla guerra Gem-pei (1180-1185), quando, conformemente alla
tradizione, il guerriero proteggeva il potere e ne eseguiva il mandato. Ma
nell'ultima battaglia di questa guerra, a Dan-no-ura, andò persa in mare
la Spada del tesoro imperiale (la virtù guerriera) e i guerrieri assunse¬
ro il potere, in un quadro di incessanti lotte intestine. Successivamente
viene detta bushi-do, propriamente «Via del guerriero». Poi, con l'unifi¬
cazione e la pace sopravvenne il concetto di bu-shi-do, «Suprema virtù
militare», che durerà fino alla fine della Seconda guerra mondiale (vedi:
Bushido di Inazo Nitobe e l’epopea kamikaze).
13 Le Quattro Case sono quattro rami della famiglia Fujiwara; anche le
quattro principali scuole di thè.
14 I pannelli scorrevoli composti da un'armatura di legno e dal piano di
carta, posti sia all’interno che all’esterno delle case giapponesi.
15 Una specie di alcova posta nella stanza principale dell’abitazione, il cui
pavimento sopraelevato è generalmente di legno tirato a cera. Luogo di
profondo rispetto che non deve essere profanato (tradizione shinto); l’ospi¬
te d'onore prende posto il più vicino possibile al tokonoma.
16 Piccoli altari.
1 ' Oggi si descrive il tachi come una spada lunga la cui montatura ha
degli anelli per portarla appesa al fianco, con il filo verso il basso, e la

28 29
MIZU-NO-MAKI
Libro dell’Acqua
Dedico un libro all’acqua perché la natura di quest’elemen¬
to è fonte di ispirazione per chi ricerca la vittoria attraverso
Yheiho di Niten Ichi-ryu.. Per quanto io mi sforzi, la parola
non basta a descrivere la Via, ma se anche le parole pos¬
sono tradirmi, il ricercatore sincero arriverà a compren¬
dere la Verità, che è autoevidente. Ricorda che tutti gli ar¬
gomenti trattati in questo scritto devono essere meditati
profondamente, parola per parola; una comprensione che
sia appena superficiale può portare a tragici errori.
Anche quando mi riferisco alla tattica del duello per
mostrare come giungere alla vittoria, sappi riportare i
miei esempi in termini di battaglia tra schiere opposte
di diecimila uomini. È essenziale saper vedere le cose
in grande.
In particolare, basta fraintendere di poco i princìpi fon¬
damentali della mia scuola di heiho, e confondersi, che
si finisce ampliamente fuori strada: non si può provare
il vero sapore deìl’heiho semplicemente leggendo un li¬
bro; non ci si può impadronire delle cose qui descritte
scorrendo le pagine e cercando di praticarle per imita¬
zione. Scoprirai il vero significato di molte cose ineren¬
ti alla Via solo esercitandoti senza tregua e praticando
molto duramente.

33
Heiho kokoromochi no koto Heiho no minari no koto
L’attitudine dello spirito nell 'heiho La posizione in combattimento

NeYYheiho l'attitudine dello spirito non subisce variazio¬ In merito alla posizione del corpo, tieni il capo eretto,
ni a causa delle diverse situazioni: nella routine di tutti i senza abbassarlo o alzarlo e tantomeno piegarlo sul fian¬
giorni come nei momenti eccezionali del combattimen¬ co. Non lasciare errare la vista, non aggrottare la fron¬
to, sarai esattamente la stessa persona. Solo stai attento te: concentra la tua attenzione tra gli occhi, ti si formerà
a percepire sempre la realtà da un punto di vista elevato. una piega della pelle alla radice del naso. Non devi bat¬
Affronta la situazione senza tensione, ma anche senza es¬ tere le palpebre e neppure muovere gli occhi, ma tieni¬
sere avventato: tieni la mente al centro, senza oscillazio¬ li appena più socchiusi del solito. Con espressione com¬
ni. Sii calmo di spirito e non ti distrarre assolutamente. posta, mantieni verticale la linea del naso e il mento un
Devi essere fluido e sensibile, libero e aperto. poco rientrato. Mantieni verticale anche la linea della
Anche se il corpo è tranquillo non rilasciare l'attenzio¬ nuca e metti forza nella coda dei capelli.2 Dalle spalle
ne, e quando il corpo si muove veloce non permettere in giù, trasmetti uno stato di attenzione, ma rilassato, a
alla mente di rallentarne il ritmo; non lasciare che il cor¬ tutto il corpo. Abbassa le spalle, tieni in dentro il sede¬
po venga influenzato dalla mente, o viceversa. Controlla re e non piegare in avanti le ginocchia. Metti forza nel¬
la mente e lascia libero il corpo. Fornisci ogni dato alla le gambe dal ginocchio alle dita dei piedi e trattieni l’ad¬
mente e non distrarti con particolari superflui. dome affinché le anche non ruotino.
Uno spirito esaltato è debole come uno spirito depres¬ C'è un ulteriore insegnamento che riguarda lo strin¬
so; non permettere al nemico di percepire il tuo spirito.1 gere il nodo della cintura e di premere l’addome contro
Gli uomini di piccola taglia devono comprendere lo spi¬ il fodero della spada corta, in modo che Yobi3 non sia
rito degli uomini grandi e questi devono comprendere lento. In tutte le discipline di combattimento bisogna
lo spirito degli uomini piccoli: per entrambi è necessa¬ fare della postura quotidiana una posizione da combat¬
rio essere ispirati dalla realtà della situazione e non ve¬ timento e viceversa. Questo argomento dev'essere stu¬
nire condizionati dai propri corpi. diato attentamente.
Aperto e libero di spirito, guarda le cose da un punto
di vista elevato. È essenziale usare giudiziosamente la
conoscenza e l’intuizione. Heiho no metsuke to iu koto
Amplia la tua conoscenza e riconosci la giustizia e l'in¬ Dove dirigere lo sguardo nell’heiho
giustizia del mondo; comprendi altrettanto Dio quanto
la peggiore delle cose; inoltrati sulla Via di varie arti e L’attenzione del combattimento richiede di tenere lo
abilità. Quando non potrai più essere deluso da nessu¬ sguardo a un alto livello di percezione tutt’attorno. La
no in assoluto, per la prima volta ti troverai nel cuore cosa più importante è il kan, e subito dopo viene il ken.4
del regno dell 'heiho. Dal punto di vista deìì’heiho è molto importante capire
a fondo la situazione anche da lontano e comprender-

34 35
ne il divenire attraverso gli avvenimenti vicini. Il primo rigidità è propria della mano morta e la morbidezza è
obiettivo deìi’heiho risiede nel valutare senza errore l’abi¬ della mano viva. Occorre comprendere pienamente que¬
lità del nemico senza venir distratto minimamente dalle sta condizione.
sue manifestazioni esteriori.
È necessario aver coscienza di tutto ciò e agire di conse¬
guenza. Studiare il nemico vale tanto nel caso di uno scon¬ Ashitsukai no koto
tro tra due persone, quanto nelle battaglie tra eserciti. Il movimento dei piedi
E anche importante avvertire quanto avviene sui fian¬
chi, senza muovere gli occhi:5 è un’abilità che si acquista Negli spostamenti, solleva leggermente le dita dei piedi
col tempo. Porta dentro di te sempre questi insegnamen¬ e appoggia solidamente i talloni. Tra le varie possibili¬
ti e comportati in questo modo in ogni circostanza, sen¬ tà vi possono essere balzi in avanti o piccoli passi, len¬
za variare l’attenzione. Devi allenarti duramente. ti o veloci, ma tutto viene eseguito con naturalezza: io
considero innaturali i tre tipi di spostamento che van¬
no sotto il nome di «piede volante», «piede fluttuante»
Tachi no mochiyo no koto e «piede inchiodato».7
Come impugnare il tachi NelYheiho si considera importante il «piede yin-yang»:s
significa non muovere mai un piede solo. In-yo consiste
Per impugnare il tachi, stringilo con leggerezza tra il pol¬ nel muovere sinistro-destro, o destro-sinistro, avanzan¬
lice e l’indice, con forza intermedia del dito medio e con do per colpire, schivando all'indietro, o parando l'attac¬
stretta energica dell’anulare e del mignolo. La spada non co. Non si deve mai muovere un piede solo.
deve aver gioco nella mano.
Se si estrae un’arma, è per l’intenzione di colpire il
nemico, quindi afferrala con decisione e direttamente, Goho no kamae no koto
così da non dover assestare la presa e senza permette¬ Le cinque posizioni di guardia
re alla mano di essere irrigidita e rattrappita. Facen¬
do forza per spostare lateralmente l’arma del nemico, Le cinque posizioni di guardia,9 sono: jodan, chudan,
o per controllarla, o per costringerla verso il basso, oc¬ gedan, migi-no-waki e hidari-no-waki. Pur essendo di¬
corre correggere leggermente la posizione del pollice verse tra loro, hanno in comune lo scopo di prepara¬
e dell’indice; ma ogni volta che afferri per sfoderare, re l’attacco e non ce ne sono altre valide aH'infuori di
la presa deve essere quella idonea ad attaccare il ne¬ queste cinque. Ma qualunque sia la posizione adotta¬
mico direttamente. ta, non devi pensare alla posizione, ma solo all’attac¬
Il problema di tagliare il corpo umano in un tameshigiri, co: le circostanze imposteranno la miglior posizione
non differisce da quello del kimeshiki.6 da assumere e ne determineranno l’ampiezza. Le pri¬
In generale sono contrario alla rigidità e alla tensio¬ me tre posizioni elencate sono fìsse, le due successive
ne trasmessa alla spada dalle mani che impugnano. La sono fluide: migi e hidari-no-waki vengono impiegate

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quando ci sono ostacoli in alto, o sul fianco opposto Itsutsu no omote no shidai, dai ichi no koto
alla posizione, cioè vengono adottate in base alle con¬ Omote dalle cinque posizioni di guardia: la prima
dizioni ambientali.
L’essenza della mia scuola consiste nel comprende¬ La prima guardia è chudan, o chudan-no-kamae. Stan¬
re che la guardia chudan è la più utile. Essa si pone al do di fronte all’avversario, indirizza la punta della spada
centro di ogni altra guardia e da essa si possono diretta- verso il suo viso. Quando egli avanza per attaccare, spo¬
mente raggiungere le altre quattro posizioni. Studia at¬ sta la sua lama e schiacciala in basso. Oppure, quando
tentamente quest’idea. l’avversario attacca, devia la sua lama schiacciandola e,
tenendo la tua arma dove viene così a trovarsi, colpisci
le sue braccia dal basso, mentre queste si sollevano per
Tachi no michi to iu koto preparare l’attacco successivo. Questo è omote.11
La Via del tachi Le cinque posizioni di guardia non si apprendono solo
leggendo. Le varie tecniche di tachi nascono e variano
Una volta padroneggiata la tecnica, saper maneggiare la partendo da esse per cui, conoscendole, si può pratica¬
spada significa poter fronteggiare anche due avversari re tutta la mia teoria sull’uso della spada lunga e anche
con l'arma che si porta abitualmente. Estraendola trop¬ comprendere le tecniche di attacco di ogni avversario.
po presto si commette un errore tattico e successivamen¬ Così non insegno altre posizioni di guardia all’infuori di
te si perde la possibilità di maneggiarla liberamente; per queste cinque. Praticale.
sfruttare correttamente la spada è necessario fare ogni
cosa al momento opportuno.
Se si pensa di usare il tachi con la velocità con cui si usa Omote no dai ni no shidai no koto
il ventaglio da guerra10 o la wakìzashi, si sta sbagliando Omote dalla seconda posizione
la tecnica del tachi e l’arma diventa inefficace. Ce lo sti¬
le che si chiama «colpire con la spada corta» e non lo si La seconda guardia del tachi è jodan-no-kamae, da cui
può applicare attaccando un nemico con il tachi. Quan¬ si colpisce l'avversario nell’attimo in cui attacca. Se que¬
do colpisci verso il basso con il tachi, devi risollevarlo sti sfugge al tuo primo colpo, colpiscilo dal basso, par¬
secondo una traiettoria naturale; se attacchi con un fen¬ tendo dal punto in cui viene a trovarsi la spada dopo il
dente laterale, torna in guardia secondo una traiettoria primo movimento. A una sua nuova iniziativa, rispondi
naturale. Allunga pienamente i gomiti e metti energia ancora con questi due movimenti.
nella punta della spada: questo è luso del tachi. Ci sono diverse sfumature di spirito e di ritmo in que¬
Imparando bene i passaggi tra le cinque guardie fon¬ sta scuola di scherma. Praticando queste tecniche secon¬
damentali della mia scuola di heiho, maneggiare il tachi do i dettami della scuola Niten e quindi basandosi esclu¬
diventerà naturale e sarà facile impugnare l’arma senza sivamente sulle cinque posizioni di guardia del tachi,
fatica. Ma occorre allenarsi molto. puoi vincere l’avversario in ogni occasione. Occorre la¬
vorare diligentemente.

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Ornote dai san no shidai no koto Queste posizioni di guardia con il tachi sono necessa¬
Omote dalla terza posizione rie per comprendere la tecnica dell’arma. Quando ti sa¬
rai abituato a maneggiare così una lama, sarai in grado
Per terza posizione abbiamo gedan-no-kamae. Sul suo di usare anche armi lunghe e pesanti.
attacco, colpisci l’awersario dal basso secondo il prin¬ Non intendo entrare nel dettaglio delle possibilità of¬
cipio dell’anticipo: all’inizio del movimento, attacca dal ferte dalle cinque posizioni di guardia. Dovrai familiariz¬
basso i suoi polsi. Se intuisce questa tattica, cercherà zare perfettamente con la mia idea di «essere in armonia
di controllare la tua spada tenendola bassa e in questo con la grande spada», percepire il ritmo generale e inol¬
caso attacca il suo braccio superiore orizzontalmente, tre padroneggiare gradualmente le cinque posizioni, per
avanzando in un movimento di incrocio dei corpi. Tut¬ conoscere in anticipo i movimenti della spada avversa¬
to questo significa che dalla «posizione bassa» attacche¬ ria. Superando le intenzioni del nemico con la tua padro¬
rai il nemico mentre lui stesso attacca. Incontrerai spes¬ nanza del ritmo e usando queste cinque posizioni, non ti
so gedan-no-kamae nella pratica tanto tra i principianti sfuggirà il successo. Considera tutto attentamente.
quanto a livelli superiori. Nella realtà la tecnica del tachi
risiede nella pratica assidua.
Kamae avite kamae nashi no oshie no koto
L’insegnamento della «guardia senza guardia»
Omote dai yon no shidai no koto
Omote dalla quarta posizione Quando dico che bisogna avere una guardia e non ave¬
re guardia, intendo che non è necessario avere posizio¬
Consiste nel prendere la guardia tenendo il tachi sul fianco ni fisse quando si maneggia il tachi.
sinistro e colpendo dal basso il polso deU’awersario non Naturalmente le posizioni esistono e soprattutto quel¬
appena si muove per attaccare. Come cercherà di control¬ le cinque che ho descritto, ma non devi pensare a esse:
lare la tua lama verso il basso, sfuggi al filo della sua spa¬ è meglio concentrarsi sulla maniera più immediata di
da e colpisci diagonalmente le sue braccia all'altezza delle attaccare il nemico, tenendo conto della situazione, del
spalle. Tale è la tecnica del tachi. Con essa vincerai contra¬ luogo e del momento. La situazione può richiedere che
stando la sua linea di attacco. Ricerca questo studio. jodan si abbassi a chudan, così come può accadere vice¬
versa; entrambe le guardie laterali possono trasformar¬
si in chudan, o gedan, se è necessario ritornare al cen¬
Omote dai go no shidai no koto tro. Così si può dire tanto che le guardie esistono, quanto
Omote dalla quinta posizione che non esistono. Tenendo in mano una spada la cosa
primaria è pensare a colpire il nemico: anche parando,
Nella quinta posizione, tieni il tachi lateralmente sul fian¬ schivando, deviando, o accompagnando il tachi dell’av¬
co destro. Rispondi all'attacco dell’avversario sollevando versario, devi essere concentrato sull'idea di colpirlo. È
l’arma velocemente e colpendo verso il basso. essenziale pervenire a questo stato mentale: quando si

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è attenti a parare, schivare, deviare, o accompagnare il Munen musho no uchi to iu koto
suo attacco, non si può essere concentrati sull’idea di Il colpo della «mente vuota»
attaccare. 1
In ogni circostanza devi pensare che tutto ciò che av¬ Quando sia tu sia l'avversario partite simultaneamente
viene offre una possibilità di colpirlo. Dedicati comple¬ per colpirvi, agisci con il corpo e concentrati sulla pura
tamente a questo. azione. L’attenzione è nell’accelerare il gesto naturale
delle braccia e nel colpire forte. Questa è la tecnica del
munen-musho,14 ed è molto importante: la incontrerai
Teki o utsu ni ichibyoshi no uchi no koto spesso. Devi impararla e praticarla.
Uccidere in un attimo12

«In un attimo» significa uccidere il nemico con l’azione Ryusui no uchi to iu koto
più veloce e diretta possibile: mettersi in guardia a di¬ L’acqua corrente
stanza di spada dal nemico e, prima che lui stesso abbia
deciso di muoversi, senza sprecare un gesto né un pen¬ Questa tecnica ha la sua opportunità nel risolvere un cor¬
siero, semplicemente colpire. po a corpo con l’avversario. Quando lui rompe il contatto
Il ritmo del colpo è: prima che il nemico possa deci¬ balzando improvvisamente all'indietro e respingendoti con
dere di sfuggire, parare, o attaccare a sua volta; questo la spada per impegnare la tua arma, seguilo dolcemente,
è «in un attimo». tanto con la forza che con lo spirito e colpiscilo con la spa¬
Dedicati a ottenere questo risultato, in modo da poter da con la stessa energia del suo movimento. Con calma,
colpire con il ritmo «di un solo attimo». seguendolo come se fra voi due non ci fosse lo spazio di un
capello,15 come le onde di un fiume profondo, colpendolo
con energia e fermezza. Essere padroni di questo colpo ti
Ni no koshi no hyoshi no koto renderà molto efficace. In tali occasioni è determinante
Il tempismo delle due anche saper valutare l’abilità e la forza dell’avversario.

C’è una situazione particolare in cui, quando si attacca


l’avversario, questi sfugge indietreggiando. Così si finta En no atari to iu koto
un attacco e poi, un attimo dopo che lui è balzato indie¬ Il colpo che tutto comprende
tro e proprio mentre rilascia l'attenzione, si colpisce ve¬
locemente. Questo è ni-no-koshi-no-utsu,13 Quando attacchi e l’avversario cerca di controllare il
È probabile che sia difficile afferrare questo principio tuo colpo e di pararlo, con un solo movimento mira al
solo avendolo letto in questo libro, ma con un minimo capo, alle braccia e alle gambe. Quando con un singo¬
di istruzione, lo si può capire. lo movimento della spada attacchi ogni bersaglio, que¬
sto è en-no-atari. Devi essere padrone di questa tecni-

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ca: è un colpo che si incontra di frequente. Lo si impara nazione tra il corpo e la spada: dapprima il corpo assume
dall’esperienza, studiandolo costantemente. la posizione per colpire, in relazione all’opportunità offer¬
ta dall’avversario, e solo successivamente la spada segue il
movimento, con un leggero ritardo. Di solito il corpo muove
Sekka no atari to iu koto per primo e l'attacco avviene sul finire di questo movimen¬
La scintilla della falce to, ma la tecnica che descrivo è una particolare circostanza
in cui l’attacco avviene quando il corpo ha già raggiunto la
Consiste nel fare forza senza caricare minimamente l’ar¬ sua posizione. Occorre studiare con attenzione e costante-
ma, quando siete nel corpo a corpo e le spade nude si mente per ottenere l’efficacia che questo colpo permette.
toccano. È un gesto rapido, che coinvolge braccia, cor¬
po e gambe; che non si può eseguire senza essere esperti:
occorre ripeterlo molte volte, per avere la forza necessa¬ Ut su to ataru to iu koto
ria a renderlo efficace e arrivare a staccarsi dal contat¬ Gli attacchi utsu e ataru
to troppo stretto.
Utsu è diverso da ataru}0 II primo consiste nel «colpire
con decisione e coscienza, secondo la giusta tecnica»; il
Momiji no uchi to iu koto secondo significa «attaccare senza preoccupazioni rela¬
L’acero rosso tive all’efficacia effettiva», tanto che esso diventa utsu
quando incidentalmente è tanto forte da uccidere istan¬
Consiste nello stringere verso il basso l’arma dell’avver¬ taneamente il nemico. Utsu comunque è un attacco con¬
sario, senza farla rimbalzare, con l’intento di controllar¬ scio. Differenzia queste due maniere di fare.
la. Quando l’avversario è in guardia di fronte a te, preso Usa inizialmente ataru per mirare alle braccia o alle
nel combattimento, abbassa la punta della sua lama con gambe del nemico per preparare il successivo utsu. In
il gesto di sekka, restando con la mente in munen mu- questo caso ataru vale per stabilire il contatto. Pratica
sho. Se riuscirai a mantenere un contatto stretto con la finché sei in grado di distinguere le due cose: bisogna
sua lama premuta verso il basso, quando vorrà necessa¬ che esse si verifichino istintivamente.
riamente risollevarla, sarà facile colpirlo mentre tenta
quest’azione. Esercitati molte volte in questo.
Shyuko no mi to iu koto
L’azione della scimmia cinese
Taciti ni kawaru mi to iu koto
Il colpo che usa il corpo al posto della spada Tale azione realizza l'idea di non distendere le braccia. Essa
! consiste nel muovere incontro all’avversario proprio nel mo¬
Potrebbe anche essere chiamato «la spada al posto del cor¬ mento in cui si accinge a colpire, tenendo la guardia chiusa
po». Nell’attaccare l’avversario devi trascurare la coordi- per non offrire il bersaglio delle braccia. Se spingi avanti le
I
44 45
braccia, per reazione il corpo tende all'indietro; invece muo¬ sua. L’idea di «appiccicare» la spada richiede di non
vi rapidamente il corpo verso l’avversario, restando chiuso cozzare con forza, ma di appoggiarla in modo che non
in difesa. Deve essere studiato con attenzione. possa essere facilmente respinta, stabilendo il contatto
con un gesto tranquillo. C'è questo essere appiccicoso e
morbidamente incollato e c’è il controllare con rigidi¬
Shìkko no mi to iu koto tà: il primo è fermezza, il secondo debolezza. Impara a
Il corpo di colla e di lacca distinguerli.

Lo spirito del «corpo di colla e di lacca» consiste nel pun¬


tare strettamente il corpo dell’avversario e mantenere il Mi no atari to iu koto
contatto, senza separarsi da lui. Avvicinato il nemico, Attaccare con il corpo
stringi fermamente a lui la testa, il corpo e le gambe.
Molti tendono ad avanzare, stabilendo contatto con te¬ Mi-no-atari significa trovare una breccia nella guardia
sta e gambe, ma tengono lontano il corpo. Tu dovrai te¬ dell’avversario e gettarvisi dentro per colpirlo con il cor¬
nere il corpo incollato al suo, che non ci sia spazio tra i po: piegando lateralmente la testa e sporgendo in avanti
due. Questo dev’essere meditato attentamente. la spalla sinistra, mira risolutamente a sfondargli il to¬
race. Usa tutta la tua energia nel raccoglierti, controlla
il respiro, sii solido come una roccia che precipita per
Takekurabe to iu koto spazzarlo via, e mira direttamente al suo torace. Diven¬
Confrontare l'altezza dei bambù tare abile in questa tecnica di caricare l'avversario signi¬
fica poterlo scagliare a quattro o cinque metri di distan¬
«Confrontare l’altezza dei bambù» significa che, quando za, arrivando talvolta ad ucciderlo.
sei stretto contro il corpo del nemico, non devi schiac¬
ciarti abbassando il corpo, ma piuttosto sforzare gambe,
tronco e nuca, pur tenendo il contatto con l’avversario, Mitsu no uke no koto
in modo da fronteggiarlo in una gara di altezza. Quan¬ Le tre parate
do pensi di aver vinto e di essere più alto di lui, colpisci
con forza. È una cosa che devi provare. Ci sono tre modi di parare un fendente al capo: quando
l’avversario avanza per colpirti, tenendo la guardia con
la punta della spada che mira ai suoi occhi, incontra la
Nebari o kakuru to iu koto sua lama e deviala alla sua destra; oppure intercetta la
La tecnica appiccicosa sua lama all'altezza del suo occhio destro come per fare
una finta al collo; in ultimo, se hai in pugno anche la wa-
Quando siete entrambi all’attacco e l’avversario inter¬ kizashi, trascura di parare con il tacili e colpisci l’avver¬
cetta il tuo colpo, con fermezza stringi la tua spada alla sario direttamente al viso con la prima.

46 47
Queste sono le tre parate, ma pensa sempre che è an¬ soluzione di applicare questo colpo deve essere accura¬
che possibile colpire con un pugno della mano sinistra tamente valutata.
al capo. Esercitati attentamente.
|
l
Katsu totsu to iu koto
Omote o sasu to iu koto Colpire gridando
La finta al viso !

Le grida katsu e totsu sono usate durante gli attac¬


L’opportunità della finta al viso è offerta quando le punte chi di taglio e di punta. Quando l’avversario è pronto
delle spade si toccano dalle rispettive posizioni di guar¬ a contrattaccare, da una posizione bassa, alza la spa¬
dia: allora si mira al viso dell’avversario con la punta del¬ da come per tirare una stoccata; l’altro sarà indotto ad
la spada, passando appena a fianco alla sua lama. Cre¬ attaccare a sua volta e tu restituirai il colpo di taglio.
dendo al tuo attacco al viso, schiverà il colpo muovendo Entrambi i tuoi movimenti dovranno essere esegui¬
il tronco e la testa e allora diventerà controllabile e of¬ ti con un ritmo rapido e deciso e vanno accompagna¬
frirà varie possibilità per il colpo definitivo. Bisogna es¬ ti da totsu o katsu, badando che quest’ultimo accom¬
sere pronti a questo. pagna la stoccata verso l’altro e il primo il movimento
Dal momento che la vittoria è certa quando nel com¬ di fendente. Questo ritmo viene usualmente impiegato
battimento l’avversario perde la sua posizione di guardia, in duello. La tecnica totsu-katsu è fatta con l'intenzio¬
indietreggiando per qualsiasi motivo, non dimenticarti ne di attirare l’avversario sul movimento che solleva la
del colpo della «finta al viso». Nell’allenamento occorre punta dell’arma, facendogli temere una stoccata, men¬
approfondire bene questa tecnica efficace. tre in realtà, con ritmo e decisione, la spada si alza per
colpire di taglio. Tutto questo dev'essere studiato e ri¬
petuto accuratamente.
Kokoro o sasu to iu koto
La stoccata al cuore
Hari uke to iu koto
Questa tecnica trova impiego in luoghi in cui manca lo Parare a schiaffo
spazio in alto e sui fianchi per usare l’arma di taglio,
così che resta solo la soluzione di attaccare l’avversario Se nella fase di un combattimento l’iniziativa si esauri¬
di punta. Con la punta mira a infilare il petto del nemi¬ sce e gli attacchi si succedono in maniera scontata, ap¬
co, senza far ondeggiare la lama nel gesto e volgendo il profittando di una sua azione offensiva percuoti la sua
filo verso l'alto, con traiettoria orizzontale e l’intenzio¬ lama facendola balzare di lato e attacca di taglio. Questo
ne che nulla possa deflettere la lama. Alla «stoccata al schiaffo dato con la lama non è forte e neppure ha la pre¬
cuore» si ricorre anche quando si è stanchi, o quando tesa di controllare la sua lama; in armonia con l'energia
la lama, per qualsiasi ragione, non taglia più, ma la ri¬ del suo attacco, dai uno schiaffo alla sua lama e concen-

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-

trati sul fatto di colpirlo con un gesto ancora più veloce. taccano in successione, respingili e colpisci forte, senza
È importante essere tesi all’offensiva mentre si respinge lasciare un attimo di tregua.
la sua lama e si colpisce subito. Non frutta nulla respingerli semplicemente quando
Se diverrai abile nel ritmo di questa parata, non avrà avanzano in gruppo. Altrettanto è senza senso aspetta¬
importanza la forza dell’attacco avversario, purché ci sia re di attaccarli man mano che uno si fa sotto, introdu¬
intenzione nel farlo rimbalzare via anche con un piccolo cendo degli attimi di attesa nella tua determinazione.
gesto: non ce la possibilità che la punta della tua arma Percepisci il loro ritmo di attacco e impegnati a rom¬
venga deviata. Tutto questo dev’essere studiato e messo perlo.
in pratica bene. Ogniqualvolta è possibile, raccogli molti avversari e al¬
lenati a respingere il primo in modo che si venga a tro¬
vare tra te e gli altri, in modo che uno, o dieci, o anche
Tateki no kurai no koto venti, siano la stessa cosa. Tutto questo dev'essere stu¬
L’ordine d’importanza degli avversari diato e allenato con cura.

Tateki-no-kurai conta quando una persona affronta più


avversari. Uchiai no ri no koto
Impugna sia il tachi che la wakizashi, tenendoli in L’essenza del duello
guardia aperta, orizzontalmente, ai lati del corpo; an¬
che se i tuoi avversari si distribuiscono su quattro lati, Non si può descrivere per iscritto come si ottiene la vit¬
l’idea è di costringerli, con il tuo movimento, a riunir¬ toria nell’heiho con il tachi: solo con una pratica atten¬
si in gruppo. ta si impara a vincere.
Quando essi avanzano per attaccare, giudica accura¬ La tradizione orale dice di praticare con la spada lun¬
tamente quale viene per primo e l’ordine in cui gli altri ga per entrare nella via dell'heiho.
succedono; colpirai per primo quello che attacca per pri¬
mo. Abbraccia con lo sguardo tutto attorno e percepisci
il ritmo complessivo degli attacchi; colpisci in modo da Hitotsu no uchi to iu koto
coprirti con l’alternato incrociarsi delle tue armi. Non La tecnica di un sol colpo
esitare mai: immediatamente riacquista la posizione di
guardia e senza fermarti attacca con forza il più perico¬ Per mezzo di «un sol colpo» si può essere certi di otte¬
loso, annientandolo, o respingendolo nella direzione da nere la vittoria. È impossibile comprenderlo senza aver
cui proviene l’attacco successivo, ripetendo questa tat¬ studiato attentamente heiho. Quando tale principio è ben
tica ancora e ancora. conosciuto, può essere impiegato a volontà e fruttare la
Fai qualsiasi cosa che possa riunire gli avversari come vittoria a piacimento, ma sarà impossibile senza la ne¬
un banco di pesci che si fiancheggiano l’un l’altro; e quan¬ cessaria esperienza.
do ti accorgi che la schiera è scompigliata e che essi at-

50 51


Jikitsu no kurai to iu koto Non ha importanza contro quanti awersari arriverai a
Lo spirito del «contatto diretto» vincere se userai mezzi estranei all’insegnamento di que¬
sta scuola, ottenendo la vittoria fuori dalla Via. Ma se
Il «contatto diretto» consiste nel dedicarsi alla vera Via lo spirito di questa disciplina è con te, avrai la capacità
di Niten Ichi-ryu senza intermediari e passarci attraverso. di combattere da solo contro parecchie decine di uomi¬
Bisogna praticare diligentemente e fare di questo heiho ni. Con la forza della spada si padroneggia l'heiho degli
una parte di te stesso. Questa è tradizione orale. eserciti e quello individuale.
Ciò che ho scritto in questo libro è l'essenza della tec¬ Praticare per un periodo di mille giorni vuol dire essere
nica dell’uso della spada nella mia scuola. sulla Via; praticare per diecimila giorni vuoi dire essere
Ai fini di vincere in duello con il tachi, per prima cosa esperti. Questo dev'essere meditato accuratamente.
devi imparare le cinque posizioni di guardia, per mez¬ Il dodicesimo giorno del quinto mese del secondo
zo dei cinque omote. Fatto questo imparerai le tecniche anno di Soho.
del tachi finché il corpo le esegue naturalmente, cono¬ A Terao Magonojo,
scendo il ritmo che regge corpo e spirito. Finalmente tu, Shinmen Musashi
l’arma e le braccia sarete coordinati e i movimenti del
corpo e delle gambe saranno l’espressione dello spirito.
Così raggiungerai gradualmente i diversi livelli di que¬
sta Via, affrontando dapprima un avversario, poi due; e
diventando capace di distinguere tra il bene e il male,
secondo l’etica dell 'heiho. Questo sarà raggiunto prati¬
cando ciò che è insegnato nell’intero mio testo, allenan¬
do singolarmente ciascun passaggio e applicandolo nel
combattimento.
Passo dopo passo coprirai la distanza di mille miglia,
percorrendo la Via, accumulando senza impazienza nel
cuore e nello spirito le esperienze della pratica continua
che è alla portata di tutti e in più la conoscenza ricava¬
ta dalla tua personale esperienza.
Armati di pazienza considerando che è dovere del bu-
shi intraprendere questa strada per vincere oggi il se stes¬
so di ieri, vincere domani contro uomini più deboli e in
seguito vincere contro un avversario più forte, esatta¬
mente come è esposto in questo testo, senza permette¬
re allo spirito la minima deviazione e alla mente la più
piccola divagazione.
1 Tatemae significa «ciò che mostri»; honne «ciò che pensi». Musashi in¬
vita a non rivelare honne.
2 II guerriero usava allargare la fronte rasandosi e raccogliere i capelli a
coda, come simbolo di casta.
3 Obi sta per «cintura».
4 Kan significa; «vedere l’essenza delle cose» e ken: «osservarle superfi¬
cialmente» rilevando solo i dati dei sensi. Nel combattimento e anche
nella vita kan consiste nel percepire honne dell'avversario e ken nel limi¬
tarsi al suo tatemae.
5 Senza muovere gli occhi. Il pericolo continuo sviluppava nell'uomo-cac-
ciatore (idealmente antenato del guerriero) la visione periferica per pre¬
venire gli agguati delle belve che provenivano più pericolosamente dai
fianchi. Questa dote serve ugualmente nel combattimento contro più per¬
sone. Studi moderni rivelano che i judoisti hanno una visione periferica
allargata rispetto a quella dell’uomo comune.
6 Tameshigìrì è la prova di taglio per la valutazione della lama, solitamen¬
te eseguita da testers professionisti. Ultimata l’opera del fabbro, la lama,
montata provvisoriamente in shirasaya, doveva tagliare senza rovinar¬
si tronchetti, o corpi di delinquenti, o anche vecchi elmetti. Kimeshiki:
«tagliare con kime» è un allenamento, o una dimostrazione di decisione
nel gesto, eseguita a vuoto, o su canne, o fasci di paglia. Kime è l’inten¬
zione in atto, lo spirito di decisione.
7 Sono tre posizioni che variano nella quantità di peso raccolta sul pie¬
de avanzato.
8 Yin-yang è la popolare espressione cinese per esprimere la filosofia del
negativo-positivo, componenti elementari dell’universo secondo il taoi¬
smo; In-yo è l’equivalente espressione giapponese. Nella scherma il passo
normale, avanzando un piede e poi sopravanzandolo con l’altro, è consi¬
derato composto di due movimenti. A contatto con l’avversario si avanza

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un piede allargando la divaricazione tra le gambe per poi tornare in po¬ 16 Nelle moderne discipline di combattimento i puristi disapprovano l’ec¬
sizione riportando alla giusta distanza il piede arretrato: questo è in-yo. cesso di ataru con cui gli agonisti attaccano, basandosi sulle capacità at¬
L’avanzare del primo piede è considerato positivo e riportare il secondo letiche: attacchi confusi, disordinati e contìnui, casuale ricerca di un ri¬
è la parte negativa del movimento. sultato parziale. Contrapposti alla perfetta azione ponderata e completa
9 Nella tecnica giapponese della spada non ci sono destri e mancini: il pu¬ di utsu, che mira alla vittoria definitiva.
gno destro è avanzato sul manico e guida il movimento; quello sinistro è
arretrato e dà forza all’arma. Vi sono tre posizioni con la lama sull’asse
centrale della figura umana: jodan con la spada alta, sopra la testa; chu-
dan, con la punta della lama all’altezza degli occhi dell’avversario; gedan
con l'arma abbassata all’altezza delle ginocchia. In caso di ostacoli, o si¬
tuazioni particolari la spada è tenuta in basso e lateralmente (migi e hi-
dari-no-waki, dove migi e hidari significano «destra» e «sinistra»).
10 L’uso del ventaglio come articolo di equipaggiamento militare è fin
dai tempi antichi un’esclusività del Giappone. È impiegato con scopi ri¬
tuali, come distintivo e insegna di comando e anche come arma di estre¬
ma difesa. Nell'epoca Tokugawa gli spadaccini di Yagyu-ryu hanno usato
con buona tecnica il tesseri (ventaglio da guerra) reso famoso dall'eroe
Yoshitsune del XIII secolo.
11 Omote è l’azione diretta, che generalmente avviene in linea retta, con¬
trapposta a ura, che sfrutta l’impeto e il movimento dell’avversario e usa
linee curve. Quest’ultima è praticamente inesistente nella scherma con
la spada.
12 «In un attimo»; suki è un’entità spazio-temporale, che misura in tem¬
po dazione la distanza che separa due oggetti (anche due avvenimen¬
ti). Secondo la filosofia buddhista, la mente crea continuamente lo spa¬
zio e il tempo: basta che questa si arresti che quelli non esistono più.
Così, all'idea di suki si lega il processo di non avere mente per un attimo
e ritrovarsi, quindi, quasi si verificasse un'interruzione nella continuità
dell’universo, in un altro luogo, nello stesso tempo.
13 Letteralmente «il colpo della doppia anca»; ma va interpretato nel rit¬
mo, nella scelta di tempo e nella psicologia della finta che all'avversario
pare reale. C'è un ritmo di: attacco-reazione che viene rotto dalla finta,
seguita dal vero attacco.
14 Munen-musho, «Senza scopo e senza idea», è il concetto buddhista
della «mente vuota», che si realizza appieno esercitando la concentra¬
zione e poi la meditazione (luna ha un oggetto, l’altra no). Tale stato è
pienamente aperto alle informazioni dei sensi, anzi è uno stato di tota¬
le attenzione e Musashi lo usa per invitare ad essere completamente nel
gesto. Una delle poesie che gli vengono attribuite dice: «Sotto la spada
che si alza / trovi la paura dell’Inferno / ma va oltre, al di là / e troverai
la Pura Terra».
15 «Senza che ci sia lo spazio di un capello» riecheggia le parole che Takuan
(1573-1645), una delle più grandi figure dello Zen nell'epoca Tokugawa,
scriveva a Yagyu Tajima-no-kami (morto nel 1646) per consigliarlo sul
tempismo di attacco e contrattacco nella scherma.

56 57
HI-NO-MAKI
Libro del Fuoco
Nel Libro del Fuoco, descrivendo l'essenza di Nito Ichi-ryu,
paragono il combattimento al fuoco. Gli argomenti che
riguardano la vittoria e la sconfitta trovano posto in que¬
sto libro.
Innanzitutto dirò che molta gente ha un’idea estrema-
mente ristretta di ciò che è heiho e resta colpita da par¬
ticolari insignificanti al riguardo.1 Essi ricercano l’effi¬
cacia correggendo il movimento delle dita, o studiando
il gioco del polso, che ha un’ampiezza di qualche centi-
metro, e immaginano che la vittoria dipenda dalla velo¬
cità di movimento degli avambracci, come se si stesse
maneggiando un ventaglio; o credono di porsi in vantag¬
gio con una posizione appena più solida dell’avversario,
quando maneggiano la shinai;2 infine si dedicano a per¬
fezionare nei dettagli il movimento di braccia e gambe,
per essere più veloci possibile.
La mia esperienza deìl’heiho studia come affrontare
un nemico nel combattimento reale, in occasioni in cui
si gioca la vita, affrontando il momento in cui si vive o si
muore; e anche come apprendere la Via della spada, fatta
di taglio e di punta, di giudizio immediato sulla forza di
un attacco e di intuizione. Tu non potrai avvantaggiarti
con dettagli tecnici quando indossi il Roku-gu? La mia

61
Via deìYheiho è un metodo valido per mirare alla vitto¬ l’avversario in basso e di conseguenza portati un poco
ria combattendo contro cinque e anche contro dieci av¬ più in alto. Per esempio la kamiza di una casa è strate¬
versari, adempiendo al principio che «se uno vince con¬ gicamente all’altezza giusta.5
tro dieci, mille possono vincere contro diecimila». Devi Quando stai già combattendo cerca di stringere l’av¬
tendere a ciò. Naturalmente non è possibile allenarsi quo¬ versario sul suo lato sinistro, ma è ancora più impor¬
tidianamente con mille, o diecimila uomini. Ma anche tante riuscire a farlo spostare in un punto disagevole e
praticando da solo con la spada gli aspetti mentali del a farlo indietreggiare tra gli ostacoli; quando l’avrai po¬
mio heiho puoi comprendere la strategia per vincere die¬ sto in simili difficoltà, devi impegnarlo per togliergli la
cimila avversari, allenandoti a indovinare la strategia del possibilità di guardarsi attorno a valutare dove si trova.
nemico, intuendo la forza del suo attacco e i punti de¬ All’interno, ugualmente, ricaccialo verso una soglia, sot¬
boli della sua tattica. to un architrave, in un corridoio, tra gli shoji, in una ve¬
Se tu cercherai di essere il migliore al mondo nel com¬ randa o contro i pilastri, dovunque trovi ostacoli, senza
prendere il mio heiho, se ti ci dedicherai giorno e not¬ lasciargli la possibilità di valutarli bene.
te perfezionandoti sempre di più, ti sentirai trascina¬ Incalza sempre il nemico verso punti dove troverà un
re al di là di te stesso verso la libertà, e realizzerai una cattivo appoggio di piede, ostacoli sul fianco e così via,
straordinaria capacità. Realizzerai tutto il tuo poten¬ scegliendo per te una posizione vantaggiosa da cui col¬
ziale di essere umano. Questo è in pratica il punto fina¬ pirlo. Devi studiare attentamente e allenare diligente¬
le deìì’heiho.4 mente tutto ciò.

Ba no shidai no koto Mitstu no sen to iu koto


Considerazioni sul luogo I tre metodi per prendere l'iniziativa6

È molto importante esaminare le condizioni ambientali La prima delle tre iniziative è ken-no-sen, quando attac¬
per trarne vantaggio. La prima considerazione è di ave¬ chi direttamente. La seconda è tai-no-sen, quando il tuo
re il sole alle spalle: prendi posizione con il sole dietro attacco sfrutta l’apertura del suo. L’ultima è taitai-no-sen,
di te. Se la situazione non lo permette, tienilo sul fian¬ quando entrambi attaccate contemporaneamente. In com¬
co destro. AH’interno, ugualmente, mettiti in modo da battimento non ci sono altri modi di prendere l’iniziati¬
avere l’ingresso di fronte, o alla tua destra; assicurati di va e neìYheiho è estremamente importante ricercare una
non avere ostacoli alla spalle e avere invece spazio per vittoria istantanea attaccando subito.
l’azione sul fianco sinistro; di poter avanzare, proteg¬ Sebbene il prendere l’iniziativa coinvolga diverse sfu¬
gendo il fianco destro con la guardia. Di notte, quando mature di condotta, non si può scriverne scendendo nei
il nemico può essere visto, come nella precedente situa¬ particolari: bisogna comportarsi sfruttando le particola¬
zione, prendi posizione con la luce alle spalle e la possi¬ ri circostanze di ogni situazione, intuendo le intenzioni
bilità di interferenze sulla destra. Devi cercare di avere del nemico e usando la conoscenza del mio heiho.
Primo: ken-tio-sen, quando decidi di attaccare per O quando l’avversario viene all’attacco in maniera
primo. Puoi assumere tranquillamente la posizione op¬ guardinga, muovendoti un po’ più velocemente di quan¬
portuna e poi esplodere improwisamente con un movi¬ to converrebbe, in modo di dare l’impressione di essere
mento veloce e la massima intenzione. Ma si può anche instabile e leggero, cogli l’occasione di lui che si avvici¬
agire in modo che l’attacco appaia molto violento e velo¬ na per squilibrarti con una finta, attaccando per la vit¬
ce, conservando tuttavia qualche riserva nell’intenzione, toria nello stesso momento della sua conseguente rea¬
per non spendere ogni energia nel primo attacco. zione. Questo è taitai-no-sen e sarebbe difficile scrivere
Ancora: avanza con la massima decisione e a contatto e spiegare altri particolari al riguardo.
con il nemico, muovi il piede un poco più velocemente
di quanto è richiesto per un attacco normale, sorpren¬ Ciò che è scritto in questo capitolo è semplicemente
dendolo e travolgendolo con quest’inganno. l’idea, essa viene pienamente afferrata solo con l’espe¬
Puoi anche mantenerti freddo e determinato, pren¬ rienza. La scelta di uno qualsiasi di questi tre metodi
dendo l’iniziativa e continuando a incalzare l’avversa¬ d'iniziativa dipende dalle circostanze e dalla situazione
rio con l’intenzione irremovibile di insistere fino alla e non è detto che convenga sempre attaccare per primi,
fine. Usa tutta la forza dello spirito per perseguire que¬ ma certo è genericamente preferibile prendere l’inizia¬
sta vittoria. tiva d’attacco e mantenere l’avversario in atteggiamento
Tutti questi attacchi sono ken-no-sen. difensivo. In ogni caso, che l’uno o l’altro portino il pri¬
Secondo: tai-no-sen. Quando l’avversario avanza ag¬ mo attacco, il principio di essere aggressivi e di prende¬
gressivamente, resta indifferente, fingendo debolezza; re l'iniziativa psicologica è fondamentale neM’heiho per
non appena è a portata di colpo, rompi la distanza in¬ guadagnare la vittoria.
dietreggiando e dando l’impressione di voler schivare
balzando di fianco. Colpisci violentemente con una bre¬
ve espirazione,7 sorprendendolo nel momento di pausa Makura o osayuru to iu koto
che gli è necessario per modificare il suo attacco. Que¬ Comprimere il cuscino
sta è una tecnica di tai-no-sen.
Altrimenti, quando l’avversario attacca con forza, con¬ «Comprimere il cuscino» significa non permettere all'av¬
trattacca con forza ancora maggiore, rompendo il suo versario di rialzare il capo. Nella Via dell’heiho è parti¬
ritmo d’azione e avvantaggiandoti del suo cambiamento colarmente negativo farsi aggirare sul lato sfavorevole,
per colpirlo. Questo è il principio chiamato tai-no-sen. o essere costretti sulla difensiva. Comunque vadano le
Terzo: taitai-no-sen. Questa maniera di fare ha luogo cose devi essere in grado di controllare l'azione e, in po¬
quando l'avversario avanza velocemente e tu rispondi che parole, di mantenere l'offensiva.
al suo attacco con tranquilla fermezza, cogliendo il suo Va da sé che entrambi mirate allo stesso risultato, ma
punto debole nel momento in cui rallenta l’azione per non ci si perviene senza riuscire ad intuire le intenzioni
colpirlo di sorpresa, coordinando una rapida espirazio¬ dell’altro. NeìYheiho, per «comprimere il cuscino» si in¬
ne e ottenendo la vittoria. tende: fermare il nemico nell'atto di colpire, controllare

64 65
ogni suo gesto, sfuggire il contatto quando cerca il corpo col vento in poppa e, quando le condizioni sono deci¬
a corpo. Colui che ha ben approfondito il mio heiho, in¬ samente sfavorevoli, remando per dieci o quindici chi¬
crociando le lame per un duello, deve intuire in anticipo lometri per entrare in porto.
l’azione deH’awersario e agire di conseguenza. Quando Per attraversare la vita è spesso necessario avere que¬
l’avversario attacca va compresso sulla lettera «a» di «at¬ ste qualità: vi sono circostanze in cui è richiesta volontà
tacco»; quando balza, sulla lettera «b» di «balzo»; quan¬ ed energia come per affrontare un viaggio.
do colpisce, sulla lettera «c» di «colpire». NeìYheiho e particolarmente in battaglia, l'idea di «com¬
È importante nell 'heiho comprimere le azioni valide piere un viaggio» è importante. Bisogna prevedere le dif¬
dell’avversario e permettere ogni suo gesto inutile, facen¬ ficoltà, valutare la forza del nemico e soprattutto la pro¬
dogli nascere il dubbio sulla validità delle sue azioni. Tut¬ pria, guadagnare la posizione favorevole, proprio come
tavia essere completamente assorbiti in questa tattica è un buon capitano porta la sua nave sul mare. Se calcole¬
un atteggiamento difensivo. Solo inizialmente, colui che rai attentamente ogni cosa, viaggerai sicuro. «Compiere
è abile neìYheiho, controlla l’avversario applicando tec¬ un viaggio» consiste nello studiare la posizione migliore
niche adeguate, ne smonta le iniziative e confonde i suoi per colpire il nemico nel punto più debole e questo è il
piani, ma successivamente prende il comando dell’azio¬ segreto della vittoria in battaglia; lo spirito di «compie¬
ne e conduce il combattimento. Una pratica costante ti re un viaggio» viene impiegato neìYheiho tanto nel com¬
porterà a questo. «Comprimere il cuscino» richiede at¬ battimento di massa che nel duello singolo. Questo deve
tenzione e lavoro accurato. essere valutato bene e con cura.

To o kosu to iu koto Keiki o shiru to iu koto


Compiere un viaggio Valutare le circostanze

«Compiere un viaggio» è un'espressione che implica «Valutare le circostanze» significa conoscere l'entità del
tanto l’attraversare un braccio di mare quanto affron¬ nemico in battaglia. È forte o debole? Qual è la sua con¬
tare cento miglia di mare aperto per giungere in por¬ dizione psicologica? Osservando queste cose e sceglien¬
to. Nel corso della vita umana vi sono delle situazioni do in base a esse il luogo migliore, potrai calcolare le
difficili che possono essere paragonate a «compiere un sue intenzioni e manovrare le tue truppe di conseguen¬
viaggio». Un viaggio si affronta sapendo pilotare, assu¬ za. È un principio di vittoria, che permette di attaccare
mendo informazioni circa la rotta, conoscendo le pos¬ da una condizione di vantaggio.
sibilità del nostro battello, conoscendo bene le condi¬ Analogamente in duello devi valutare l’avversario e at¬
zioni meteorologiche, rifornendosi di quello che può taccare avendo riconosciuto la sua scuola di scherma,
servire, senza contare troppo sull'appoggio di altri bat¬ intuito le sue doti, scoperto i suoi punti deboli e quel¬
telli che eventualmente ci accompagneranno; sfruttan¬ li forti. Usa tecniche differenti da quelle che si attende,
do il vento contrario per avanzare di bolina, o filando valutando il suo tempo e il suo ritmo e prendendo l'ini-

66 67
ziativa in accordo con esso. Questo significa avere una Kuzure shiru to iu koto
grande abilità nel vedere le cose come sono e se ti iden¬ Avvertire il cedimento
tificherai completamente neìì’heiho potrai facilmente va¬
lutare il nemico e avere la massima possibilità di vince¬ «Avvertire il cedimento» riguarda ogni cosa. Possono crol¬
re. Devi meditare molto su questo. lare le case, può declinare la salute; può cedere l’avversario,
perdendo il tempo e rompendo il suo ritmo d’attacco.
NelYheiho della battaglia è importante incalzare il ne¬
Ken o fumu to iu koto mico senza lasciargli l’opportunità di riprendersi. Se
Calpestare la spada mancherai di approfittare del suo momentaneo collas¬
so, avrà la possibilità di recuperare.
«Calpestare la spada» è un'azione comunemente usata NelYheiho del duello, ci sono dei momenti, nel corso
nell’heiho. Soprattutto in battaglia, quando il nemico pre¬ del combattimento, in cui il ritmo dell’avversario si al¬
para l’attacco con scariche di frecce e di fucileria, è peri¬ tera e inizia una crisi. Se non saprai riconoscere questi
coloso rispondergli con lo stesso mezzo e subirne l’attac¬ fatti al momento, lui potrà riprendersi e non ricascar¬
co mentre si è impegnati a caricare archibugi e incoccare ci più. Tieni d’occhio i segni di crisi del nemico, agendo
frecce. L’azione giusta è di attaccare velocemente mentre con forza nel tempo di un respiro. È necessario capire
ancora il nemico sta scaricando le sue armi, raggiungen¬ la determinazione di questo attacco, perché se perderai
do con decisione quella distanza in cui esse risultano inef¬ questa occasione, lo rimpiangerai. Devi capire come si
ficaci, arrivando al corpo a corpo quando ancora non si può abbattere il nemico con un gesto istintivo.
è preparato a questo. Così si para l’attacco con lo spirito
di calpestare l’azione offensiva dell’avversario.
Nell’heiho del duello, rispondendo colpo a colpo, con il Teki ni naru to iu koto
ritmo di to’tan, to’tan8 si rischia di non concludere nul¬ Diventare il nemico
la. Dovrai attaccarlo all’inizio della sua offensiva, ren¬
dendogli impossibile un secondo attacco, con lo spirito «Diventare il nemico» è assumere il suo punto di vista.
di calpestare le sue armi e impedirgli di risollevarle. Na¬ Per esempio: un ladro colto in flagrante e circondato in
turalmente questo concetto non si riferisce a calpestarle una casa viene considerato dalla gente come un essere
materialmente con i piedi: si calpesta con il corpo, con pericoloso; ma mettendoti al suo posto ti troverai solo
lo spirito e, naturalmente, con la spada lunga allo scopo contro tutti e piuttosto terrorizzato dal non vedere al¬
di impedirgli di attaccare ancora. Questo è in accordo cuna via d'uscita. Ci si sente braccati come un fagiano
con lo spirito di prendere l'iniziativa. Anche se ho parla¬ e quelli tutt'attomo sono falchi. È importante vedersi in
to di attaccarlo, non significa necessariamente che sarà questa situazione.
possibile eliminarlo con un colpo, ma che questa tecni¬ NeìYheiho di massa capita di ritenere molto forte il ne¬
ca deve portarti a una distanza efficace. Studia attenta¬ mico e di rimanere di conseguenza passivi, mentre non
mente tutto questo. c’è ragione di preoccuparsi se si dispone di buone trup-

68 69
I
pe, se si possiede bene la teoria deìYheiho e si ha l’abili¬ attaccare con grande energia e allora potrai conoscere i
tà di fare un piano per battere il nemico. suoi progetti. Così diventerà facile assicurarsi la vittoria
Quando Yheiho si applica individualmente, devi met¬ per mezzo di un adeguato comportamento.
terti al posto del nemico. Se ti perdi a pensare che hai Analogamente, in un combattimento individuale, se
davanti un maestro della Via, esperto nelle tecniche di l'avversario adotta una guardia con il tachi dietro, o sul
heiho, certamente verrai sconfitto. Pensaci bene. fianco e tu non puoi comprenderne le intenzioni, fai una
finta, fai il gesto di colpirlo: egli rivelerà le sue intenzio¬
ni attraverso la spada. Dalla sua reazione potrai certa¬
Yotsute o hanasu to in koto mente elaborare un’adeguata risposta per guadagnare la
Sciogliere le quattro mani9 vittoria. Tuttavia se stirai poco abile rischi di perdere il
ritmo dell'azione. Riflettici bene.
Quando entrambi avete le stesse idee e vi bloccate a vi¬
cenda senza fare progressi, «sciogliere le quattro mani»
consiste nell’abbandonare questa condizione, qualunque Kage o osayuru to iu koto
essa sia, e vincere con una nuova iniziativa. Soffocare l’ombra
Quando Yheiho riguarda molti combattenti, se ci si
infila in un vicolo cieco del tipo «mani intrecciate» e «Soffocare l’ombra» è la tecnica da usare quando è pos¬
la situazione ristagna, non è possibile arrivare a una sibile determinare lo spirito con cui il nemico attacca.
conclusione e le perdite diventano sempre più pesan¬ Nelle grandi battaglie, quando il nemico si accinge ad
ti. La cosa da fare è di abbandonare in fretta la tatti¬ impegnarsi in una tattica determinata, mostragli una
ca precedente per adottarne una che l'avversario non precisa volontà di fermarlo, in modo che la tua animo¬
si attende. sità lo convinca a cambiare tattica. Allora cambia tatti¬
NeìYheiho del duello individuale, devi modificare la ca anche tu, prendi l’iniziativa con la «mente vuota»10 e
tua tattica, valutando la situazione dell’avversario e cer¬ conquista la vittoria.
cando la vittoria con nuovi mezzi. Impara bene a giudi¬ Nel combattimento individuale, con il tuo ritmo met¬
care questo. ti alla prova le intenzioni dell’avversario, così troverai la
strada per prendere l'iniziativa e batterlo. Progetta accu¬
ratamente tutto ciò.
Kage o ugokasu to iu koto
Muovere l’ombra
Utsurakasu to iu koto
Se non riesci a intuire le intenzioni del nemico, allora Del contagio
puoi usare il metodo «muovere l’ombra».
Quando non hai alcun elemento utile per determinare In molti campi c’è la possibilità di influenzare per con¬
le intenzioni del nemico in una battaglia, mostra di voler tagio, comunicando per esempio il sonno o lo sbadi-

70 71
glio; allo stesso modo anche il ritmo può essere comu¬ Obiyakasu to iu koto
nicato. Intimorire
Nel combattimento tra eserciti, quando il nemico è in
stato di agitazione e mostra segni di impazienza, offri¬ Quando siamo di fronte a qualcosa di sconosciuto, spes¬
gli l’immagine di completa rilassatezza, come se nulla so sopravviene la paura.
potesse interessarti. Quando ritieni di averlo contagiato, Nelle grandi battaglie non è possibile spaventare il ne¬
potrai mirare alla vittoria attaccandolo repentinamente mico mostrandoci fisicamente, ma lo si può fare con un
con lo spirito del Vuoto. grande rumore, o ingannandolo perché uno sparuto ma¬
Nel singolo combattimento puoi vincere mostrandoti nipolo sembri un esercito numeroso e agguerrito, o at¬
rilassato nel corpo e nello spirito e cogliendo il momen¬ taccandolo improvvisamente sul fianco. Con tali mezzi
to in cui l’avversario si rilassa per contagio per attacca¬ si può indurre paura nel nemico e quindi vincere, avvan¬
re forte e veloce, mirando alla vittoria. taggiandosi della confusione e sfruttando la sua perdi¬
ta di ritmo.
Anche in duello si può spaventare l’avversario ricor¬
Mukatsukasuru to iu koto rendo al corpo, alla spada, o a un grido. Bisogna sor¬
Fare uscire di misura prenderlo con qualcosa che non si attende e sfruttare
il suo timore, per vincerlo. Occorre studiare con mol¬
Sono infinite le occasioni che si prestano a squilibra¬ ta attenzione.
re mentalmente, o a mandare in collera l’antagonista.
Una possibilità è quella di metterlo in serio pericolo;
un’altra di fargli credere che non ha possibilità; l’ulti¬ Mabururu to iu koto
ma è di sorprenderlo. È necessario studiare bene que¬ Immergersi
ste situazioni.
Soprattutto nella battaglia tra eserciti è necessario pro¬ Quando ti sembra di non poter giungere a una conclu¬
vocare scompiglio e collera nel campo avverso e appro¬ sione perché, vigorosamente impegnato con l’avversario
fittare per vincere attaccando improvvisamente e sor¬ nel corpo a corpo, vi bloccate reciprocamente, smetti di
prendendo il nemico prima che abbia la possibilità di contrastarlo e «immergiti» in lui, cogliendo l’occasione
riprendersi, sfruttando appieno il vantaggio con la mas¬ per passare dallo stallo a una tecnica decisiva.
sima energia e cogliendolo impreparato. Tanto in battaglia che nei contatti tra pattuglie, quan¬
Così, combattendo l’uno contro l’altro, affronta il tuo do i nostri sono dispersi tra i nemici, tutti, decisi a resi¬
avversario mostrando indolenza e sorprendilo con ener¬ stere senza trovare una strada per la conclusione, puoi
gia. Avvantaggiati della sua situazione di turbamento per battere gli avversari repentinamente mescolandoti a loro
incalzarlo senza respiro, in modo che non possa ritrova¬ e affrontandolo in tanti combattimenti individuali, co¬
re la sua giusta misura. Fai esperienza di questo. gliendo, in tale circostanza, l’opportunità di vittoria. Stu¬
dia questo moltó diligentemente.

72 73
Kado ni sawaru to iu koto re. Questa è l’essenza del combattimento e devi quindi
Insidiare i fianchi studiarla con cura.

È difficile attaccare direttamente un avversario forte e


in tal caso si comincia dalle ali. Mitsu no koe to iu koto
Nella battaglia di massa, fatta un’accurata valutazio¬ Le tre grida12
ne delle forze avversarie, si possono attaccare i punti de¬
boli dei suoi schieramenti laterali. Ottenuto il successo Le tre grida sono: sho, gridare prima; chu, gridare duran¬
contro un fianco o l’altro, la capacità dell’intero schiera¬ te e go, gridare dopo. La loro applicazione dipende dal¬
mento sarà minore. Ma anche dopo questo risultato re¬ la situazione. Il suono è una manifestazione della vita e
sta necessario colpire il centro e la sua vitalità per giun¬ noi gridiamo contro il fuoco, o per vincere il vento o le
gere alla vittoria. onde. Il grido manifesta l’energia.
Ugualmente nel combattimento individuale, attaccan¬ Nella grande strategia, gridiamo più forte possibile
do l’avversario dal fianco questi perderà forza gradual¬ all’inizio della battaglia. Nel corso del combattimento il
mente, e quando raggiungerà i limiti del collasso potrà tono è basso e sottolinea l’attacco, coordinando la for¬
essere facilmente battuto. Bisogna avere esperienza in za dell’addome. Infine, seguendo la vittoria, il grido si
questa tattica, che va applicata con attenzione. fa forte e alto.
Nel duello si grida all’inizio dell'attacco per disturba¬
re l’avversario e si colpisce sul finire del grido; mentre
Uromekasu to iu koto il grido che sgorga dopo averlo colpito è il suono della
Della confusione11 vittoria. Questi due sono chiamati sengo-no-koe, «le gri¬
da prima e dopo».
«Confusione» significa togliere al nemico ogni sentimen¬ Non si grida proprio nel mezzo del movimento di at¬
to di certezza. tacco e inoltre, per poter tenere il ritmo, le grida di com¬
Nei movimenti di massa sul campo di battaglia, de¬ battimento sono su un tono basso. Esercitati con cura.
termina le intenzioni del nemico e, grazie al potere
del mio heiho, confondi la sua mente in modo che non
capisca più se agirai qui, o là, se in questo modo o in Magiruru to iu koto
quest’altro, se lentamente o velocemente. Confondi¬ Il cambiamento
gli lo spirito con il tuo ritmo fino a trovare la via del¬
la vittoria. Quando gli eserciti si fronteggiano in una grande batta¬
Anche nel combattimento individuale cogli l’oppor¬ glia e tu osservi che il nemico è potente, attaccalo su un
tunità per alternare varie tattiche. Fingi un fendente, fianco e, quando lo vedi reagire, disimpegnati e affron¬
poi una stoccata, fagli credere di voler giungere al cor¬ ta un altro settore. Questo modo di fare ricorda quando
po a corpo e, quando è confuso, approfittane per vince¬ si scala una forte pendenza in montagna.

74 75
T
È una tecnica altrettanto importante quando da solo Sankai no kawari to iu koto
ti trovi davanti a più avversari. Avendone colpito uno, o Passare dal mare alla montagna
avendolo solo costretto a indietreggiare, mantieni il rit¬
mo attaccando immediatamente nel settore più impor¬ Impegnati in combattimento, «passare dal mare alla
tante. Il ritmo si accorda con il movimento da destra a montagna» significa che non bisogna ripetere frequen¬
sinistra o viceversa, e dipende da come si presentano temente la stessa tecnica: è tollerabile farla due vol¬
gli avversari. te, ma tre è inammissibile. Se un colpo fallisce la pri¬
Attaccare con determinazione senza indietreggiare, ma volta, ripetendolo non dovresti avere più successo
dopo aver valutato le capacità degli avversari, è un gran¬ di prima.
de segreto di vittoria. Ogni volta cerca una nuova strada per cogliere l’altro
Si usa questa tattica anche nel duello individuale, quan¬ di sorpresa. Se fallirai ancora, dovrai ricercare qual¬
do si è impegnati da un abile avversario. In questo caso cos’altro di nuovo.
il cambiamento consiste nell’incalzarlo continuamente, Così, se l’avversario si aspetta montagna, dagli mare;
mantenendo il contatto, senza indietreggiare. Devi com¬ se aspetta mare, dagli montagna. Prenderlo di sorpre¬
prendere pienamente tutto ciò. sa è il segreto dell’heiho. Questo dev’essere studiato di¬
ligentemente.

Hishigu to iu koto
Annientare Soko o nuku to iu koto
Andare fino in fondo
Considera che l’avversario sia debole e tu forte, annien¬
tandolo così con un sol colpo. Quando vinci un avversario e ti sembra che lui ne ab¬
Anche in una grande battaglia, se vedi che il nemico bia abbastanza, se il suo spirito di combattimento non è
è poco numeroso o, anche se numeroso, che è confu¬ stato distrutto nel profondo del cuore, egli non accette¬
so e timoroso, immediatamente concentra tutte le tue rà la sconfitta. «Andare fino in fondo» significa non ab¬
forze per annientarlo totalmente. Se sottovaluterai il bandonarti al sentimento di vittoria e uccidere totalmen¬
problema, potrà magari riprendersi: devi capire bene te il suo spirito di combattimento. Devi sconfiggerlo fin
il gesto di schiacciare qualcosa con un pugno e agire nel profondo dellanima ed essere molto sicuro di esser¬
analogamente. ci riuscito.
E nel caso del combattimento singolo, quando l'av¬ «Andare fino in fondo» significa colpire l’avversario con
versario ha meno capacità, o cede nel ritmo, o cerca di la spada, con la personalità e con lo spirito. È piuttosto dif¬
sottrarsi, bisogna schiacciarlo con un colpo, senza dar¬ ficile essere completamente sicuri di averlo ottenuto. Nel
gli il tempo di respirare, senza perdersi a guardarlo ne¬ caso in cui sia stato completamente sconfitto fino in fon¬
gli occhi. L’essenziale è prevenire che si riprenda. È im¬ do all’anima, non bisogna più prestargli la minima atten¬
portante prepararsi a questo con diligenza. zione; mentre, se non ne sei sicuro, è meglio tenerlo sem-

76 77
pre d'occhio: quando non fai più attenzione a lui potresti Sho sotsu o shiru to iu koto
essere sopraffatto. Il comandante conosce le truppe
Tanto in duello che in battaglia sii pronto a andare
fino in fondo. Sulla mia Via àeìYheiho questa regola è fondamentale in
battaglia. Usando la tua conoscenza militare, immagi¬
na di comandare le truppe nemiche: pensa di conosce¬
Arata ni naru to iu koto re le sue possibilità e di far piani per i suoi movimenti.
Del rinnovarsi Come se tu fossi il generale nemico e le sue truppe fos¬
sero le tue. Esercitati a fare i suoi piani.
Quando sei impegnato in combattimento e ti accorgi di
essere giunto a un punto morto, abbandona l’idea che
avevi precedentemente e crea una nuova tattica, cam¬ Tsuka o hanasu to iu koto
biando ritmo e assumendo uno spirito nuovo. Così fi¬ Lasciare l’impugnatura
nalmente troverai la vittoria. Rinnovarsi quando la si¬
tuazione ristagna significa cambiare lo spirito senza Questo ha diversi significati.
attendere che cambi la situazione e vincere con una Si può vincere anche senza la spada, come si può per¬
tecnica nuova. dere anche stringendola in pugno. Non si possono de¬
È importante applicare questo anche alla battaglia. scrivere tutte le sfumature di questo significato. Ma oc¬
Se si ha buona conoscenza delì’heiho si intuisce facil¬ corre una pratica continua per approfondirlo.
mente il momento opportuno per rinnovarsi e dare
un nuovo volto alla situazione. Dedicati a questo con
attenzione. Iwao no mi to iu koto
Il corpo come la roccia14

Soto goshu to iu koto Praticando la Via dell ’heiho, talvolta il corpo diviene
Testa di topo e collo di bue «come la roccia» e diecimila cose non riuscirebbero a
toccarti. Questo è «il corpo come la roccia». E tradizio¬
Se nel corso di un combattimento entrambi vi impegnate ne orale.
in finezze senza arrivare a conclusione, ricorda il prover¬
bio dell’heiho che dice soto goshu13 e sostituisci la cura
dei dettagli con grandi azioni risolutive. Cambiare idea Le cose che ho scritto maturano nella pratica costante
e modo di fare è uno dei segreti dell’heiho. deli’heiho secondo la mia particolare scuola Niten Ichi. È
Il bushi ha sempre questo in mente e lo applica conti¬ la prima volta che raccolgo la mia esperienza per giun¬
nuamente. Non dimenticare questa regola tanto in bat¬ gere a vincere in combattimento, cosicché essa è espo¬
taglia che in duello. E conoscila a fondo. sta senza un ordine particolare. D’altro canto è difficile

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scrivere su tale argomento. Ma questo libro può rappre¬ Note
sentare una guida spirituale per chi vuole incamminar¬
si sulla Via.
Mi sono dedicato fin dalla giovinezza alla Via deìl’heiho
e mi sono applicato con tutto il mio essere a educare
la mano, a temprare il corpo, a raggiungere l’attitudi¬
ne spirituale che richiede la spada. D'altro canto, quan¬
do ho osservato i campioni di altre scuole, ascoltando
le loro teorie e sperimentando le loro tecniche minuzio¬
se, pur riconoscendoli molto piacevoli da ammirare, ne
ho concluso che non hanno raggiunto la piena sinceri¬
tà dello spirito.
Naturalmente anche costoro si dedicano a uno stu¬
1 Una conseguenza della «pace Tokugawa» è la «nevrosi da spada» che
dio che sviluppa corpo e spirito, ma essi tradiscono la affligge il guerriero per la mancanza di occasioni in cui combattere. Di¬
Via deìYheiho e ne provocano la decadenza. Certe cose ventano frequenti i duelli programmati al fine della gloria, ne derivano
sono causa del declino dell’heiho e della prostituzione catene di vendette per l’onore e non mancano usanze particolari, come
la provocazione dovuta all’urto, accidentale o meno, di un fodero contro
della scherma.15 l’altro (saya-ate). D’altro canto i numerosi samurai disoccupati inventa¬
La vera Via della Spada consiste nel combattere e vin¬ no il mestiere di «maestro», aprendo sale idojo) per il popolo e insegnan¬
cere, e nullaltro. Se ti attirano i princìpi teorici del mio do, soprattutto alla nascente classe commerciale, la difesa personale, ar¬
mata o meno. L’ideale guerriero resta impenetrabile al grosso pubblico
heiho e se decidi di condividerne l'esperienza, non do¬ e l’insegnamento si sposta verso trucchi e abilità manuali di grande ef¬
vrai mai dubitare della vittoria. fetto e scarsa praticità.
Nel dodicesimo giorno del quinto mese del secondo 2 Attrezzo di allenamento che sostituisce il bokuto (bokken), la spada di
legno. Comincia ad affermarsi nel Seicento con modelli di giunco (qua¬
anno di Shoho.
rantanove canne raccolte in un involucro di pelle, ancora oggi in uso nel¬
A Terao Magonojo, la scuola dei Bastoni Bianchi) il cui peso si avvicina a quello dell'arma
Shinmen Musashi vera. Nel Rendo moderno è composto da quattro stecche di bambù e pesa
circa 450 grammi contro i 1.200 di una katana media.
3 Roku-gu, letteralmente: «sei pezzi», si riferisce all’armatura da batta¬
glia che non ha nulla a che fare con le protezioni da allenamento che co¬
minciano ad essere in voga nel XVII secolo.
4 Visione mistica dell ’heiho di Musashi, in parallelo con le scuole eso¬
teriche orientali: la concentrazione sulla pratica e la «mente vuota» du¬
rante il combattimento costituiscono il sistema di stati mentali che por¬
ta ad un allargamento della coscienza (illuminazione).
5 La Kamiza è il luogo della casa in cui risiedono i kami, o spiriti ance¬
strali. Di solito è una rientranza nella parete in cui è posto l'unico og¬
getto d'arte o d’antiquariato della stanza; è sollevata venti o trenta cen¬
timetri dal pavimento.
6 Tre modi di prendere l'iniziativa: il primo consiste nell’azione diretta;

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il secondo nello sfruttare l'attacco avversario; il terzo nell’attaccare con¬ di sferrare il colpo, Musashi lo ferma e, rivolto al principe, dice: «Que¬
temporaneamente. Si può fare un confronto con il Judo: sen, iniziativa; sto è il «corpo come la roccia».
go-no-sen, iniziativa sull'azione, o contrattacco; sen-no-sen, iniziativa su¬ 15 Musashi insiste nel dire che Yheiho consiste nel combattere e vincere
periore, o di anticipo. a ogni costo. Ma si riferisce al combattimento reale, quando è in gioco
7 Regolamentare la respirazione c essenziale in qualsiasi attività fisica la vita e la morte, in cui il vincere è una «via indiretta» per conquistare
(nella tradizione giapponese anche bere il thè e la calligrafia). In partico¬ l’illuminazione (come una meditazione di somma violenza). Questo con¬
lare il corpo è forte e stabile quando i polmoni sono vuoti per circa due cetto è ben lungi dall’idea di vincere a ogni costo sfruttando regolamenti
terzi; da cui la necessità, immediatamente prima dell’azione, di un’espi¬ di natura sportiva, avendo in palio solo onori e rinomanza, come si userà
razione per portare i polmoni a questa quota, sottolineata da un suono nei secoli successivi. Nel XVIII e XIX secolo, proprio per chiarire il con¬
dovuto alla contrazione violenta del diaframma, il kiai. cetto, si dirà che Yheiho «è la serena accettazione della morte», creando
8 To-tan sta per: parata c attacco, parata e attacco, con un ritmo mono¬ un abisso tra la vittoria sportiva e quella del combattimento reale.
tono.
9 Yotsu-te è la posizione di contatto, con i corpi ravvicinati e le armi che
premono una contro l’altra, toccandosi vicino all'elsa.
10 La «mente vuota» è anche purezza di intenti, senza considerazio¬
ni di vittoria (proiezione nel futuro), o timori di sconfitta (permanen¬
za nel passato).
11 Confusione è damashi\ iniziare l’attacco con un movimento che offre
due diverse possibilità e portare a termine proprio quella che il nemico
non s’attende. Molti insegnano che questa abilità dipende dalla velocità
con cui si cambia intenzione.
12 II grido è una manifestazione dell’energia interiore (giapponese ki, ci¬
nese chi, sanscrito prana) che ha un suo particolare uso nel combattimen¬
to e che si controlla attraverso il respiro. Nel grido «prima», l’energia si
raccoglie silenziosamente nella tensione del combattimento «attingen¬
do all’universo» e si manifesta con l’intenzione dell’attacco (può esserci
suono, ma nei grandissimi esperti può esserci il «grido silenzioso»). Il ge¬
sto e il risultato che ne derivano sono conseguenza e effetto della volontà
(come il contatto della boccia sui birilli è conseguenza di come abbiamo
tirato). Il grido «durante» è poco pratico e anche Musashi lo trascura.
Quello «dopo» è considerato l’emissione dell’energia residua (trattene¬
re l'energia è considerato nocivo). L’espressione giapponese kiai (unione
dell'energia) è meno chiara di quella cinese kia-I (concentrare l’energia,
manifestare l’energia) per spiegare questa tecnica.
13 Musashi raccomanda di alternare la finezza delle azioni del topolino
alla grossolana brutalità dei movimenti di un bue.
14 Gli ultimi due titoli accennano ad argomenti troppo difficili da espor¬
re per iscritto. Vincere senza spada è l’ideale propugnato dallo Zen e dal¬
le arti che ne risentono l’influenza. Musashi ne ammette la possibilità,
ma è molto cauto al riguardo: è ben lungi dal trattarlo come un princi¬
pio superiore in nome del buddhismo. Riguardo al secondo capitoletto
c’è da ricordare quanto è riferito nel Terao-kaki (cronache della famiglia
Terao): il principe chiede a Musashi come il «corpo come la roccia» e
quest’ultimo chiama il suo allievo Terao Ryuma Suke, ordinandogli di
colpirlo con la spada nel ventre. Ma proprio quando l’allievo è sul punto
KAZE-NO-MAKI
Libro dell’Aria
Dato che è importante familiarizzare con la visione delle
varie altre scuole, in questo testo intitolato Libro dell’Aria
parlerò delle altre tradizioni di heiho. È difficile com¬
prendere i princìpi di Ichi-ryu senza conoscere quello
che fanno le altre scuole.
Prendendo in esame gli altri heiho, ne vediamo al¬
cuni che predicano tecniche di forza, raccomandando
l'uso di spade molto lunghe;1 altre vantano la praticità
del kodachi;2 altre ancora promuovono un gran nume¬
ro di tecniche di tachi e insegnano in termini di omote
con la spada e di oku con la mente.3 In questo libro vo¬
glio dimostrare chiaramente perché esse non seguono
sinceramente la Via; i princìpi della mia Ichi-ryu sono
differenti.
Ciascuna delle altre scuole sfrutta Yheiho come mez¬
zo di sussistenza, ornandolo con raffinatezze come se
fosse una mercanzia che deve attirare il cliente; e così
tradiscono la Via. Ce ne sono che spacciano per heiho
una limitatissima scherma e pretendono di insegnare a
vincere abusando delle tecniche, promuovendo le doti
atletiche e curando i minimi particolari. In ogni caso
tutto questo non si addice alla vera Via.
Così prenderò in esame e spiegherò in modo particola-

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reggiato l'inganno a cui conducono le altre scuole. Devi fondamento. È vero che usando un tachi relativamente
meditare attentamente su questo per poter apprezzare corto si dovrà essere necessariamente sconfitti da chi ne
Niten Ichi-ryu e averne fiducia. usa uno lunghissimo? E quando la situazione è tale da
avere ostacoli in alto, o in basso, o lateralmente? O an¬
che in quelle situazioni in cui è difficoltoso estrarre, la
Taryu ni okinaru tachi o motsu koto preferenza per una lama molto lunga sottolinea un er¬
Uso di una spada più lunga nelle altre scuole rore mentale e una deviazione dalla Via. Infine c’è qual¬
cuno che non ha molta forza e una spada molto lunga
Tra le altre scuole ve ne sono alcune che raccomanda¬ non gli è congeniale.
no una spada molto lunga. Nella mia visione deìì’heiho Un vecchio proverbio dice: «grande e piccolo insie¬
questo è considerato un segno di debolezza. La giustifi¬ me». Così non è che io disprezzi per partito preso le spa¬
cazione di questa preferenza risiede nel fatto che sono de molto lunghe, ma disprezzo lo spirito che porta ad
lontani dal principio di «vincere usando tutto» e si limi¬ affidarsi a esse.
tano a colpire l’avversario che si trova alla distanza giu¬ Usare una spada molto lunga può essere paragona¬
sta per una spada eccezionalmente lunga; così danno la to al fatto di disporre di un grande esercito e usare una
preferenza a essa. spada relativamente corta a comandare solo un picco¬
Ce un detto che circola: issun te masari,4 ma vale per lo reparto. È impossibile per un piccolo reparto battere
chi proprio ignora Yheiho : esso mostra la povertà di mez¬ il grande esercito? Eppure in molti casi è successo. In
zi di uno spirito debole che dipende dalla lunghezza della Niten Ichi-ryu c’è disprezzo per questo spirito piccolo e
sua arma per tenersi lontano e colpire senza dover com¬ meschino. E ciò dev’essere considerato attentamente.
battere. La dottrina della spada molto lunga, predicata
dalla scuola in questione, può superficialmente convin¬
cere, ma messa alla prova in circostanze reali è poco ra¬ Taryu ni oite tsuyomi no tachi to iu koto
gionevole. Significa essere necessariamente sconfitti se La ricerca della forza nel tachi delle altre scuole
disponiamo di una wakizashi, in mancanza del tachi?
Se siamo a distanza ravvicinata con il nemico, tanto Non si dovrebbe parlare di cose come «la spada forte»
da essergli quasi a contatto, una spada eccezionalmente e «la spada debole».5 Il tachi maneggiato con violenza
lunga rende difficile l’attacco e addirittura impossibile è cosa volgare e avrai difficoltà a vincere se conti sulla
prendere lo slancio necessario a un colpo decisivo: essa forza bruta.
diventa quindi un ostacolo e si è svantaggiati nei con¬ Così, dovendo colpire concentrandosi sulla forza, ese¬
fronti di chi usa un’arma più corta. guendo il gesto con un eccesso di energia, può capitare
Anche se coloro che preferiscono una spada più lun¬ che si realizzi il contrario di ciò che si voleva e che si fal¬
ga del normale probabilmente adducono valide giustifi¬ lisca il bersaglio. Persino nel tameshigiri6 non è una buo¬
cazioni alla loro scelta, queste ragioni sono molto per¬ na idea affidarsi al colpo di forza. In un duello all’ulti¬
sonali. Dal punto di vista della vera Via esse non hanno mo sangue nessuno ha la considerazione di colpire con

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più o meno forza: quando attacchi per uccidere non ti pidi balzi improvvisi, o trattenendo l’avversario con una
passano per la testa pensieri come «devo colpirlo con mano, o approfittando dei tempi morti durante l’inerzia
forza» e tantomeno, naturalmente, «devo colpirlo de¬ del suo movimento fallito, basandosi sulla leggerezza del¬
bolmente»; piuttosto sei completamente assorbito nel la propria arma, è viziata e poco pratica.
gesto di uccidere. Sconsiglio quella mentalità che suggerisce di atten¬
Attaccando con troppa energia un avversario e metten¬ dere in difesa un difetto nella guardia dell'avversario,
do troppa forza nel gesto, rischi di perdere la stabilità sul subendo la sua iniziativa. Se poi si fronteggiano molti
rimbalzo dovuto alla sua parata, trovandoti in posizio¬ avversari, la tattica che sfrutta la leggerezza dell'arma
ne di svantaggio. Se colpisci il tachi dell’avversario con diventa assurda. Chi usa un tachi leggero sperando di
appena troppa forza, il tuo successivo movimento sarà confondere un avversario normalmente armato, resta
fuori dal giusto ritmo del combattimento. Così è senza passivo: si chiude in difesa aspettando l'opportunità di
senso insegnare che «vince chi ha più forza». colpire i nemici e si affida alle più incredibili acrobazie.
Anche nel caso deìl’heiho di massa, puntare tutto sul¬ Questo è inconciliabile con la Via deìYheiho. A parità di
la forza delle truppe e sull’estrema violenza del combat¬ condizioni è più sicuro adottare una guardia corretta,
timento, supponendo che il nemico farò lo stesso, porta forte e diritta, che offre le maggiori possibilità di tene¬
solo ad una battaglia feroce e incerta; mentre si può es¬ re a bada gli avversari, di scattare repentinamente, di
sere certi della vittoria affidandosi a princìpi corretti. imporre la condotta psicologica del combattimento.
La Via di Niten Ichi spinge a cercare la vittoria con Applica lo stesso principio nel combattimento su lar¬
gli strumenti più efficaci, senza ingannare proponen¬ ga scala: ferme restando tutte le altre considerazioni, lo
do tattiche disperate. È bene prendere partito su que¬ spirito dell’heiho mira ad attaccare con un esercito ag¬
sto argomento. guerrito, colpendo quando meno l'avversario se l’aspet¬
ta per travolgerlo e schiacciarlo.
La Via dell’heiho, che è una condotta rigida e one¬
Taryu ni mijikaki tachi o mochi iru koto sta, consiste nell’affrontare sinceramente il nemico con
L’uso del tachi accorciato nelle altre scuole un’azione pulita che s’ispira a princìpi corretti. A questo
bisogna dedicarsi con attenzione.
|
Cercare la vittoria usando un tachi più corto del norma¬
le non è la vera Via. Fin dall’antichità si è distinto tra ta¬ |

chi e katana, evidenziando la differente lunghezza della Taryu ni tachi kazu oki koto
lama. È naturale che un uomo forte possa maneggiare Diversi princìpi del tachi nelle altre scuole
un grande tachi come se fosse un’arma leggera, e pertan¬
to non è facile capire perché costui dovrebbe preferire La disinvoltura con cui le altre scuole enumerano una
un'arma più corta, quando ha una possibilità di scelta. grande varietà di tecniche con la spada è dovuta proba¬
Anzi, può decidere di sfruttare la lunghezza di uno yari, o bilmente alla natura commerciale dell'insegnamento che
del nagynata. La tattica che suggerisce di colpire con ra¬ porta a cercare di impressionare gli allievi con la prò-
pria immensa conoscenza di tante cose. Neìì’heiho que¬ a un forte assalto. Ma nel combattimento l’attenzione è
sto spirito è degno di disprezzo. posta nel prendere l’iniziativa e attaccare, e la posizio¬
È perfettamente inutile speculare su mille possibili¬ ne è solo il punto di partenza per l’attacco. È necessario
tà di colpire un uomo. Per cominciare, uccidere non è far propria questa idea.
un fatto umanitaria. Uccidere è sostanzialmente ugua¬ Disapprovo lo spirito difensivo che è inerente all’im¬
le tanto per il guerriero che per chi non lo è affatto, per portanza data alla posizione di guardia. Così si dice in
una donna, o per un bambino: è sempre e comunque to¬ Niten Ichi-ryu che «la vera posizione è non avere l’idea
gliere la vita a un altro. Possiamo scegliere tra colpire di della posizione».
taglio o trapassare di punta, ma non ce altro nella Via Nella strategia su vasta scala disponi le truppe in con¬
deìì’heiho che abbattere il nemico. siderazione delle tue forze, dell’entità del nemico e delle
Tuttavia, adattandosi al luogo e alle circostanze, per particolarità del luogo. Questo è l’inizio, ed è molto più
esempio quando l’arma è limitata nel movimento per difficile quando l’iniziativa è dell’avversario e non sei tu
ostacoli posti in alto e sui fianchi, si può scegliere tra le a condurre il gioco. Fissarsi sulla posizione con la spada
cinque posizioni di guardia. La vera Via comprende que¬ per respingere l’attacco nemico equivale a costruire un
ste cinque posizioni e non si occupa di strane torsioni di vallo difensivo irto di picche ed alabarde, ma per attac¬
braccia, di schivate con il tronco, di salti e contorsioni, care il nemico devi uscire dalle trincee, sia pure usando
che non mirano direttamente a colpire il nemico. le armi lunghe. Considera bene queste cose.
La mia Via deìì’heiho è diritta e sincera e mira a vince¬
re colpendo l’avversario quando perde compostezza per¬
ché è caduto in confusione, perché l’avrai dominato con Taryu ni metsuke to iu koto
lo spirito. Questo deve essere ben capito. La direzione dello sguardo nelle altre scuole
|'

Alcuni raccomandano di fissare lo sguardo sull’arma


Taryu ni tachi no kamae o mochi iru koto del nemico, altri sulle sue mani, altri ancora sul viso,
Uso delle posizioni di guardia nelle altre scuole sui piedi e così via. Ma scegliere un punto su cui fissare
l’attenzione comporta esitazione dello spirito e intralcia
È un errore concedere attenzione alle posizioni di guar¬ l’azione del combattimento. Un giocatore di palla7 è in
dia: lo si può fare solo quando il nemico è assente. Questo grado di sviluppare la sua azione anche senza guardare
avviene quando nella Via deìì’heiho ci si appella a «quan¬ la palla: non dipende necessariamente dagli occhi quan¬
to facevano gli antichi», o anche a idee come «questa è la do conosce il suo mestiere. Un giocoliere può tenere in
tecnica moderna», invece di sforzarsi a ricercare la vit¬ equilibrio un pannello sul naso, o giostrare con molte
toria sfruttando gli avvenimenti a nostro favore. spade, senza fissarsi su un punto particolare, perché ne
Avere una posizione di guardia significa essere equi¬ ha l’abitudine, e può avvertire gli oggetti e il loro movi¬
librati; così fortificare una posizione, o disporsi in ordi¬ mento senza concentrarsi su di essi.
ne di battaglia, dimostra l’intenzione di resistere anche Chi pratica ì’heiho può valutare automaticamente la ve-

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locità e la distanza del colpo dell’avversario, purché abbia Vi sono terreni su cui bisogna sapere come attacca¬
molta pratica alle spalle, e, se è padrone dell’essenza della re l’awersario: possono essere paludi acquitrinose, letti
Via, conosce le intenzioni dellawersario per intuizione. di torrente, pietraie e sentieri angusti, in cui non si può
Neìì’heiho ci si concentra sullo spirito dellawersario. saltare qua e là e neppure usare rapidi spostamenti. Tut¬
In battaglia il punto di attenzione è la forza del nemi¬ to questo non fa differenza nella mia visione dell’heiho:
co. Come ho spiegato riguardo a kan e ken, è importan¬ i movimenti sono gli stessi tanto in casi come quelli so¬
te considerare attraverso i dati a disposizione la mente pra descritti, quanto camminando tranquillamente per
del nemico, includendo tutta l’area del combattimento la strada. Adatta la posizione e il movimento al ritmo
e la situazione generale, valutando i punti deboli, con¬ del nemico, calmo o veloce, controllando il corpo nella
frontando la forza e la debolezza di entrambe le parti e giusta maniera.
finalmente mirando alla vittoria. Gli spostamenti sono importanti anche nella strate¬
Nel combattimento, tanto di massa che individuale, gia di massa, perché si può perdere il ritmo e mancare
non si fissa l’attenzione su un particolare. Come ho det¬ di vincere per un attacco troppo precipitoso, o trascu¬
to, facendo questo si trascura il quadro generale e si ri¬ rare di valutare il comportamento del nemico; o sposta¬
schia di essere colti di sorpresa, perdendo un’occasio¬ menti lenti possono precludere il vantaggio della sorpre¬
ne di vittoria. Analizza questi fattori mentali e curali sa facendo perdere la possibilità di una rapida vittoria.
particolarmente. È essenziale il tempismo che approfitta di confusione e
mancanza di controllo, togliendo ogni possibilità di ri-
organizzazione. Lavora bene in questo senso.
Taryu ni ashizukai aru koto
Gli spostamenti nelle altre scuole
Ta no heiho ni hayaki o mochi iru koto
Ci sono molti modi di muovere i piedi: il «piede fluttuan¬ L’idea di velocità nelle altre scuole
te», il «piede volante», il «piede che salta», «stampare il
piede», a «zampa di corvo», il «passo laterale».8 Tutti da Nella Via delYheiho non c’è la considerazione di essere
scartare nel mio heiho. veloci. La velocità è l'anticipo o il ritardo che bisogna re¬
Disapprovo il «piede fluttuante» che ti fa essere troppo cuperare quando il ritmo tra due è fuori sincronizzazio¬
leggero nel passo proprio quando ti serve al massimo un ne. I movimenti di un maestro di una Via non appaiono
solido ancoraggio al terreno. Non mi piace il «piede vo¬ necessariamente veloci. Vi sono corrieri che percorrono
lante» perché è facile prenderne l’abitudine: è un movi¬ cento, o centoventi chilometri al giorno, ma non si può
mento che non deve essere ripetuto due volte. Il «piede dire che corrano notte e giorno a gran velocità; e al con¬
che salta» è utile solo nell’aggredire e deve essere molto trario i poco esperti possono faticare tutto il giorno sen¬
veloce. «Stampare il piede» è un passo di attesa che mi za coprire una grande distanza.
è particolarmente antipatico. Oltre a questi vi sono altri Nella Via della danza i ballerini consumati possono
passi veloci, tra cui il «piede di corvo». cantare mentre si muovono, ma quando i principianti ci

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provano devono rallentare e diventano contratti. Quan¬ mento reale non si può mostrare una strategia palese e
do il suonatore inesperto si sforza di battere sul tambu¬ uccidere con una tecnica segreta. Quando insegno, co¬
ro di cuoio l’aria di un canto lento come Komatsu,9 sarà mincio ad allenare movimenti che il principiante possa
in ansia, nel dubbio di stare a tempo. Ci sono poi musi¬ facilmente comprendere e spiego la parte di teoria che
che veloci come Takasago che vengono tuttavia suonate è all’altezza della sua comprensione. Compatibilmente
con un ritmo troppo accelerato. Dice il proverbio: «Chi con i suoi progressi, proseguo affrontando i princìpi su¬
corre troppo inciampa». Il ritmo si perde quando si agi¬ periori e i movimenti più difficili. Ma siccome la cono¬
sce troppo in fretta. Naturalmente è male anche esse¬ scenza viene dall'esperienza, non faccio riferimento a se¬
re troppo lenti. L’azione di un maestro appare come un greti e ad allievi iniziati.
gesto semplice, pienamente inserito nel ritmo delle cir¬ Come in montagna, decidendo di proseguire e insisten¬
costanze. Qualunque cosa sia fatta da chi è particolar¬ do a andare avanti, si arriva alla fine sulla cima, in ogni
mente esperto non è affrettata. Questi esempi illustra¬ disciplina vi sono livelli che possono essere raggiunti solo
no l’essenza della Via. perseverando e altri che sono alla portata del principian¬
In particolare nell’heiho la velocità è un male, perché te. Così nell’heiho non si fanno distinzioni tra cose pa¬
molti luoghi fangosi o allagati impacciano i movimenti lesi e cose segrete e nel mio insegnamento non richiedo
e i rapidi spostamenti. Dato che un tachi non è maneg- giuramenti né minaccio punizioni. Insegno la vera Via
giaevole come un ventaglio o una wakizashi, capirai che giudicando l'intelligenza dell’allievo nel comprendere
in queste circostanze non puoi attaccare efficacemente questa disciplina, aiutandolo a riconoscere i difetti del¬
se sei assuefatto a movimenti veloci e rischi di mancare le altre scuole, facendolo penetrare gradualmente nello
il bersaglio. Considera bene questo fatto. spirito dell’heiho e togliendo ogni dubbio dal suo cuore.
È anche sbagliato mettere precipitazione nell ’heiho di Bisogna dedicarsi molto a questo.
massa. Ti aiuterà l’idea di dover comprimere un cuscino
di piuma, ma in modo da non essere troppo lento.
D’altro canto se l'avversario è impetuoso, è importan¬ Per concludere, ho descritto nelle nove sezioni del Li¬
te non farsi trascinare dal suo stato e restare calmo, evi¬ bro dell’Aria ì’heiho delle altre scuole senza tuttavia ad¬
tando di cedere al suo gioco. Occorre allenarsi molto per dentrarmi nei loro insegnamenti fondamentali o avan¬
affrontare simili avvenimenti. zati, e volutamente ho omesso il nome di queste scuole
e delle loro tecniche. Questo perché ogni scuola ha una
differente filosofia e anche perché le interpretazioni dif¬
Taryu ni oku, omote to iu koto feriscono all’interno di una stessa scuola, o si hanno dif¬
Il concetto di essoterico e di esoterico nelle altre scuole ferenti idee da una persona all'altra. Così non ho fatto
nomi per rispetto a quanto ci riserba il futuro.
Nell’heiho ogni cosa è palese e nulla è nascosto. Di cer¬ Comunque, ciascuna delle altre scuole è toccata in
te scuole poco conosciute si mormora che abbiano tra¬ queste nove sezioni e, assumendo un corretto punto di
dizioni segrete e «circoli interni».10 Ma nel combatti¬ vista, notiamo la tendenza popolare di preferire talvolta

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f

un’arma lunga, talaltra quella corta; alcuni sono per la Note


forza, altri per la finezza di esecuzione e tutti costoro si :

autolimitano considerando solo una parte del tutto, co¬


sicché mi sembra inutile entrare nei particolari minu¬
ziosi della loro concezione.
Nella mia scuola non esiste il concetto di tecniche es¬
soteriche e esoteriche attinenti l'uso della spada; non
ce preoccupazione per la posizione di guardia, ma solo
la ricerca sincera con tutto il proprio essere dei valori
dell’heiho.
Nel dodicesimo giorno del quinto mese del secondo
anno di Shoho.
A Terao Magonojo,
1 Jin-tachi era una spada tanto lunga e pesante che poteva essere maneg¬
Shinmen Musashi giata solo a due mani; la si portava sulla schiena, essendo quasi impos¬
sibile sfoderarla efficacemente dal fianco. O-dachi era una katana lun¬
ga da cinque a sei piedi (150-180 centimetri), anch’esso veniva portato
sulla schiena.
2 Kodachi è un termine generico per indicare una lama di lunghezza in¬
termedia tra katana e wakizashi. A questa categoria appartiene, per esem¬
pio, la chiì-sa katana, che veniva indossata da sola, senza spada di appog¬
gio (wakizashi) e che si associava ad accessori come il kozuka (coltellino)
e il kogai (stiletto per igiene personale). Questa spada subentra nell’uso
del saya-maki, o saya-maki-no-tachi dei tempi antichi.
3 Omote, realtà esterna, contrapposto a oku, realtà interna. Concetti dif¬
fusi in molte scuole, probabilmente nati dalle pratiche magiche taoiste
e propagandati dal buddhismo esoterico Shingon.
4 Letteralmente: «il vantaggio di un pollice». La differenza tra vivere e
morire qualche volta dipende da pochi centimetri.
5 «Spada forte o debole» si riferisce alle diverse concezioni di enfatizza¬
re la violenza, o viceversa i piccoli dettagli di precisione.
6 Tameshigiri non è un gesto che richieda forza eccezionale. Il Seikeì Shi-
rio ricorda un certo Goto, un kenshi (tester) tra i migliori, che quando
pioveva forte teneva l'ombrello nella sinistra e eseguiva il suo compito
con la destra, tagliando diversi uomini in pochi minuti, senza bagnare
la spada e tantomeno il vestito.
7 II gioco della palla era un gioco di Corte fin dall'anno Mille, come rife¬
risce il Genji-monogatari.
8 Le tecniche di spostamento nominate da Musashi sono attualmente
identificabili, tranne quella «a zampa di corvo», o «apiede di corvo». An¬
che il commentatore delle Edizioni Iwanami (Takayanagi Mitsutoshi) ri¬
conosce che l’interpretazione di quest’ultima è incerta.

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9 Komatsu Bushi è un’antica litania per flauto o strumenti a corda. Si
potrebbe tradurre come: «Il guerriero del vecchio pino». Takasago è una
canzone cantata nelle cerimonie di matrimonio, che racconta di due al¬
beri che invecchiano insieme.
10 «Tradizioni segrete»: oscure usanze derivanti dalle società segrete con¬
tinentali, che richiedono giuramenti, cerimonie di iniziazione e castighi
ai trasgressori. I «circoli interni», opposti ai «circoli esterni» a cui pote¬
vano essere ammessi tutti i postulanti, raccoglievano i fedelissimi pre¬
miandoli con un insegnamento riservato.

KU-NO-MAKI

Libro del Vuoto1

100
Espongo in questo Libro del Vuoto la Via dell’heiho di
Niteri Ichi-ryu.
Ku significa «vuoto»; ku è ciò che non si può conosce¬
re. Naturalmente il vuoto è il nulla. Praticando la forma,
si percepisce il vuoto. Questa è la natura del ku.
In gènere, quando non si può capire qualcosa, si tira fuo¬
ri il ku; ma questo non è veramente ku. È ignoranza.
Se un bushi sulla Via déìl’heiho non comprende il suo
dovere, questo è «non-ku». Quando si ha avuto un catti¬
vo insegnamento, o si seguono falsi princìpi e non si ri¬
esce a risolvere i problemi essenziali, chiamare questo
fatto ku non è far uso del vero significato.
Per un bushi, conoscere a fondo la Via deìì’heiho si¬
gnifica studiare le altre discipline, comprendere chiara¬
mente il proprio dovere senza coltivare ambizioni nel
cuore, affinare la saggezza e la forza di volontà, svilup¬
pare l’intuizione e il potere dell’attenzione, giorno e not¬
te, quando i veli dell’illusione sono scomparsi; allora av¬
viene la comprensione del vero ku.
Finché uno resta ignaro della vera Via è convinto di es¬
sere nel giusto perché crede nell’insegnamento di Buddha,
o in qualsiasi altra fede del mondo. Ma quando assume
il punto di vista della vera Via e vede la realtà del mon-

103
do dalla giusta prospettiva, si accorge quanto diverga¬ Note
no quelle vedute a causa dei pregiudizi dell’individuo e
delle errate posizioni di partenza.
Giungi alla corretta considerazione prendendo per
base la sincerità di spirito e l’onestà interiore; pratica
heiho quotidianamente; sforzati di percepire corretta-
mente e chiaramente la realtà. Fai di «ku» la tua Via e
che la tua Via sia «/cm».
Il dodicesimo giorno del quinto mese del secondo
anno di Shoho.
A Terao Magonojo,
Shinmen Musashi
1 Questo Libro del Vuoto di Musashi assurge alla solennità di un sutra
rituale, il cui insegnamento arriva per simpatia e per intuizione diret¬
ta, piuttosto che per comprensione razionale. Il concetto di ku, che è la
chiave di questa pagina e il punto d’arrivo di tutta l’opera di Musashi, va
rispettato per quello che è: ritrovarlo nelle immortali pagine di Lao Tzu,
o nel classico Hannya Haramita Singyo, o nelle mille altre occasioni of¬
ferte dalle opere dei pensatori d’Oriente, sarebbe solo sfoggio di nozio¬
nismo. Musashi ci anticipa dicendo che quando non si capisce, si tira
fuori il ku\ e così noi saremmo portati a tirar fuori un brano in cui non
si capisce nulla, per illustrare il ku.
Il ku appartiene alla sfera del satorì, dell'illuminazione e, come tutti i
segreti dell’universo, ha la caratteristica che chi lo conosce per esperien¬
za diretta lo comprende e chi non lo conosce non lo comprende ancora;
quindi è inutile parlarne sia tra coloro che appartengono alla prima ca¬
tegoria, sia tra quelli della seconda. Per tranquillizzare gli esseri razio¬
nali diciamo che il ku è un «prendere coscienza»: immaginate che gra¬
zie a un farmaco meraviglioso una scimmia acquisti per un momento
la coscienza di uomo, vivendone le emozioni, i sentimenti e gli scopi (le
scimmie mi perdonino la presunzione). Come potrebbe tornare dai suoi
simili e comunicare la sua esperienza?
Allora la differenza tra chi conosce il ku e chi non lo conosce è come
tra l'uomo e la scimmia? È più grande, ma non offendetevi: c’è la com¬
passione buddhista a mitigarla. D’altro canto l’ascesi è offerta a tutti e
basta allungare una mano per prenderla... scusate, basta percorrere la
Via e sarà vostra.
Questo commento rompe il ritmo delle altre note sullo scritto di Miya-
moto Musashi: è razionalmente inconcludente. È scritto come una stocca¬
ta improvvisa che rompe una situazione di equilibrio nel combattimento:
se la vostra ragione saprà pararla, si torna in posizione di stallo. Se inve¬
ce è stato un colpo decisivo, nell’universo brillerà una nuova stella.

104 105
Indice

VII Introduzione
di Cesare Barioli

IL LIBRO DEI CINQUE ANELLI

3 PROLOGO

9 LIBRO DELLA TERRA

Conoscere la Via deìì’heiho, 12 - Paragonando Yheiho alla Via


del carpentiere, 14 - La Via delì’heiho, 15 - Dei cinque libri di
quest’opera suYYheiho, 16 - Perché ho scelto il nome: «Una
scuola, due cieli», 19 - Il significato dei due caratteri con cui
si scrive heiho, 21 - Come sfruttare le armi neìYheiho, 22-1
ritmo neìYheiho, 23.

31 LIBRO DELL’ACQUA

L’attitudine dello spirito neìYheiho, 34 - La posizione in combat¬


timento, 35 - Dove dirigere lo sguardo neìYheiho, 35 - Come im¬
pugnare il tachi, 36-11 movimento dei piedi, 37 - Le cinque po¬
sizioni di guardia, 37 - La Via del tachi, 38 - Omote dalle cinque
posizioni di guardia: la prima, 39 - Omote dalla seconda posizio¬
ne, 39 - Omote dalla terza posizione, 40 - Omote dalla quarta po¬
sizione, 40 - Omote dalla quinta posizione, 40 - L’insegnamento
della «guardia senza guardia», 41 - Uccidere in un attimo, 42 -
Il tempismo delle due anche, 42 - Il colpo della «mente vuota»,
43 - L’acqua corrente, 43 - Il colpo che tutto comprende, 43 - La
scintilla della falce, 44 - L'acero rosso, 44 - Il colpo che usa il
corpo al posto della spada, 44 - Gli attacchi utsu e ataru, 45 -
L’azione della scimmia cinese, 45 - Il corpo di colla e di lacca,
46 - Confrontare l’altezza dei bambù, 46 - La tecnica appiccico¬
sa, 46 - Attaccare con il corpo, 47 - Le tre parate, 47 - La finta
al viso, 48 - La stoccata al cuore, 48 - Colpire gridando, 49 - Pa¬
rare a schiaffo, 49 - L’ordine d’importanza degli avversari, 50 -
L’essenza del duello, 51 - La tecnica di un sol colpo, 51 - Lo spi¬
rito del «contatto diretto», 52.

59 LIBRO DEL FUOCO

Considerazioni sul luogo, 62 -1 tre metodi per prendere l’iniziati¬


va, 63 - Comprimere il cuscino, 65 - Compiere un viaggio, 66 - Va¬
lutare le circostanze, 67 - Calpestare la spada, 68 - Avvertire il ce¬
dimento, 69 - Diventare il nemico, 69 - Sciogliere le quattro mani,
70 - Muovere l’ombra, 70 - Soffocare l’ombra, 71 - Del contagio,
71 - Fare uscire di misura, 72 - Intimorire, 73 - Immergersi, 73 -
Insidiare i fianchi, 74 - Della confusione, 74 - Le tre grida, 75 - Il
cambiamento, 75 - Annientare, 76 - Passare dal mare alla mon¬
tagna, 77 - Andare fino in fondo, 77 - Del rinnovarsi, 78 - Testa
di topo e collo di bue, 78 - Il comandante conosce le truppe, 79 -
Lasciare l’impugnatura, 79 - Il corpo come la roccia, 79.

85 LIBRO DELL’ARIA

Uso di una spada più lunga nelle altre scuole, 88 - La ricer¬


ca della forza nel tachi delle altre scuole, 89 - L’uso del tachi
accorciato nelle altre scuole, 90 - Diversi princìpi del tachi
nelle altre scuole, 91 - Uso delle posizioni di guardia nelle
altre scuole, 92 - La direzione dello sguardo nelle altre scuo¬
le, 93 - Gli spostamenti nelle altre scuole, 94 - L’idea di velo¬
cità nelle altre scuole, 95 - Il concetto di essoterico e di eso¬
terico nelle altre scuole, 96.

101 LIBRO DEL VUOTO

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