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Filosofia e politica
Felicità e tramonto
Sul Frammento teologico-politico
di Walter Benjamin
Quodlibet
Prima edizione: dicembre 2019
© 2019 Quodlibet srl
Via Giuseppe e Bartolomeo Mozzi, 23 - 62100 Macerata
www.quodlibet.it
Stampa a cura di nw srl presso lo stabilimento di LegoDigit srl, Lavis (tn)
isbn 978-88-229-0431-7
Filosofia e politica
Collana diretta da Elettra Stimilli
Comitato scientifico: Emanuele Coccia, Dario Gentili, Federica Giardini, Paolo Napoli,
Judith Revel, Massimiliano Tomba
17 Walter Benjamin
Frammento teologico-politico
19 Sami Khatib
Il Frammento teologico-politico di Walter Benjamin. Messiani-
co o Messia, mistica o apocalittica?
33 Julia Ng
La matematicità di un’esperienza transitoria: a proposito di
due espressioni del Frammento teologico-politico
55 Luigi Azzariti-Fumaroli
“Notte celeste senza resurrezione”. Sulla restitutio in integrum
nel Theologisch-politisches Fragment
81 Damiano Roberi
La “natura messianica” come ricapitolazione
93 Antonio Roselli
Walter Benjamin e le politiche della passività
1 Per una critica a questa lettura tradizionale di Paolo rispetto alla Legge ebraica, si
veda: F. Dal Bo, Paul’s Definition of “Circumcision of the Hearth”. A Trans-Cultural Read-
ing of Rom 2:28-29, in W.M. Schniedewind – J.M. Zurawski – G. Boccaccini (ed. by), To-
rah: Functions, Meanings, and Diverse Manifestations in Early Judaism and Christianity,
SBL Press, Atlanta 2019 (in corso di stampa).
2 Per questa e le citazioni seguenti, si veda: W. Benjamin, Frammento teologico-poli-
tico, in Id., Il concetto di critica nel Romanticismo tedesco. Scritti 1919-1922, Einaudi,
Torino, 1982, pp. 171-172.
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3 Gli unici testi che effettivamente trattano temi messianici sono raccolti in poche
pagine del trattato Sanhedrin 96b-99a. Per una lettura particolarmente originale di queste
pagine, si veda: R.N. Levine, There is no Messiah and You are It. The Stunning Transfor-
mation of Judaism’s most Provocative Idea, Jewish Lights, Woodstock 2003.
«l’immediata intensità messianica del cuore» 141
Secondo questo principio, ogni legge ebraica è una “legge del tempo mes-
sianico” che va concepita come una delle idee più costitutive e profonde del
Talmud […] la Torah non può venire insegnata prima che sia realizzata – in
altre parole non può essere insegnata prima dei giorni del Messia4.
Per questo l’ordine del profano [Ordnung des Profanen] non può essere
costruito sul pensiero del regno di Dio, per questo la teocrazia non ha alcun
senso politico, ma solo un senso religioso. Aver negato con ogni intensità [mit
4 G. Scholem, Tagebücher: nebst Aufsätzen und Entwürfen bis 1923, Bd. 2, Jüdischer
aller Intensität] il significato utopico della teocrazia è il merito più grande dello
Spirito dell’utopia di Bloch [trad. modificata].
5 Per la trattazione dettagliata di questi temi, si veda: F. Dal Bo, La Legge e il Volto
di Dio. La Rivelazione sul Sinai nella letteratura ebraica e cristiana, La Giuntina, Firenze
2004.
«l’immediata intensità messianica del cuore» 145
lina del precetto per cui siamo «stranieri e pellegrini su questa terra»
(Eb 11:3). Da quesito punto di vista il Teologico deve restare princi-
palmente scollegato da qualsiasi “incarnazione” particolare.
Benjamin sembra invece declinare un ebraismo che può fare a
meno di un rapporto creativo con la Legge – in favore di ciò che
in una lettera ad un amico, qualche anno prima della stesura del
Frammento, aveva chiamato «Sionismo dello spirito [Zionismus des
Geistes]». Questa adesione ad un ideale sionista spirituale richiedeva
una tale «intensità» da non tollerare alcuna forma di «esteriorità»
fosse anche quella di «uscire» dal perimetro del tedesco, la lingua di
un «ebreo nazionale [Nationaljude]», per addentrarsi nello studio
dell’ebraico, da padroneggiare in pochi anni per poter essere invitato
ad insegnare all’Università Ebraica di Gerusalemme. A questo pro-
posito, Scholem notò con penetrante acume a quale altezza Benjamin
avesse posto questo impegno, poi naufragato, ammettendo che l’a-
mico si sarebbe imbarcato nell’impresa «non come un filosofo ben-
sì come un metafisico». È singolare infatti che Benjamin abbandoni
presto lo studio dell’ebraico così come l’idea di trasferirsi in Palesti-
na, quasi a significare la necessità di declinare il proprio messianismo
in una dimensione assolutamente più interiore6.
leggere i testi per la mediazione di terzi – ad esempio, Scholem – e il suo mancato trasfe-
rimento in Palestina, si veda: F. Dal Bo, Qabbalah e traduzione. Un saggio su Paul Celan,
Orthotes, Salerno 2019, pp. 136-137.
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se una freccia indica lo scopo verso il quale opera la Dynamis del Profano
e un’altra la direzione dell’intensità messianica, allora la ricerca della felici-
tà dell’umanità libera diverge certamente da quella direzione messianica, ma,
come una forza, attraverso la sua traiettoria, può favorirne un’altra diretta in
senso opposto, così anche l’ordine profano del Profano può favorire l’avvento
del regno messianico […] Mentre l’immediata intensità messianica del cuore,
del singolo uomo interiore procede, invece attraverso l’infelicità, nel senso del
dolore.