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Antica è questa credenza, o giudici, che persiste dall’antichissima letteratura dei Greci e dai ricordi, che
tutta l’isola di Sicilia è stata consacrata a Cerere e Libera. Poichè altre genti credono così, allora gli stessi
Siciliani si sono convinti di ciò tanto che sembra che sia innato e insito nella loro anima. Infatti si crede
che queste dee siano nate in questi luoghi e le messi siano state inventate in questa terra per la prima volta
,e che sia stata rapita Libera, che chiamano ugualmente Proserpina, e questo luogo ,poichè è situato al
centro dell’isola, è chiamato ombelico di Sicilia. Si dice che Cerere poichè voleva cercare e seguire le
tracce di questa, accendesse le torce con gli stessi fuochi che erompono dalla cima dell’Etna ;(si dice
che)queste viaggiassero per tutto il mondo (tra loro mentre lei stessa procedeva) Enna dunque dove si
ricordano esserci queste imprese che riferisco, si trova in un luogo altissimo e prominente , dove in cima
ci sono pianure di campagna e acque perpetue , è stata tutta limitata da ogni ingresso e conformata,
intorno al lago e al bosco ci sono numerosi e gradevolissimi fiori ,ogni periodo dell’anno ,lo stesso luogo
dove sembra che sia accaduta quel ratto della vergine di cui siamo venuti a conoscenza da bambini
Dopo che , come ho detto, il senato ebbe accolto la proposta di Catone , il console, deciso che (fosse)la
cosa migliore nel farlo la notte che stava per arrivare, affinché nulla in quel periodo cambiasse, ordina ai
triumviri preparare le cose che l’esecuzione richiede. Egli stesso, disposte delle guardie, condusse giù nel
carcere Lentulo; la stessa cosa fu fatta per gli altri pretori.C’è un luogo nel carcere, che è chiamato
Tulliano, dove si sale un poco al lato sinistro, sommerso circa dodici metri sotto terra. Delle pareti e
inoltre una volta collegata con pietre fornici lo fortificano da ogni parte; ma anche il suo aspetto è terribile
per la trascuratezza, le tenebre e l’odore terribile.Dopo che Lentulo fu fatto scendere in questo luogo , i
vendicatori di pene capitali, a cui era stato ordinato (ciò), gli tagliarono la gola con un cappio. Così quel
patrizio dall’illustrissima famiglia dei Corneli, che aveva avuto il potere consolare a Roma, incontrò una
morte degna dei suoi misfatti. La pena fu inflitta nello stesso modo a Cetego,Statilio, Gabinio , Cepiore.