Documenti di Didattica
Documenti di Professioni
Documenti di Cultura
94) C’era un tempio di Ercole presso gli Agrigentini non lontano dalla piazza, sacro e venerato presso loro. Lì
c’è una statua di bronzo dello stesso Ercole, della quale non facilmente potrei dire di aver visto qualcosa di più
bello - sebbene io non capisca molto in queste cose (arte) rispetto a molte che vidi - Oh giudici, a tal punto che
la sua bocca e il suo mento sono abbastanza consumati, poiché nelle preghiere e nei ringraziamenti non solo
sono soliti a venerarla ma anche a baciarla. Mentre costui (Verre) era ad Agrigento, sotto la guida di
Timarchide, all’improvviso a notte fonda accadde un improvviso accorrere e assalto di servi armati a questo
tempio. Dalle guardie e dai custodi del tempio si eleva un grido; ma essi mentre tentavano in un primo
momento di resistere e difendere, malamente malmenati con clave e con bastoni sono respinti. Poi [spezzati i
chiavistelli e diventi i battenti della porta] tentano di rimuovere la statua e di smuoverla con dei pali. Nel
frattempo dal clamore si sparse la notizia in tutta la città che i dei patri fossero assaliti, non per l’arrivo
improvviso di nemici, né per un assalto di predoni, ma che un manipolo di banditi fosse venuto equipaggiato
dalla casa e dalla corte pretoria.
95) Nessuno ci fu ad Agrigento nè di età tanto avanzata nè di forze tanto deboli che svegliato da quella
notizia in quella notte non balzò in piedi e afferrò il giavellotto (che la sorte offriva a ciascuno). Così in breve
tempo da tutta la città si accorre al tempio. Molti uomini ormai da più di un’ora si affannavano nel rimuovere
la statua; quella (la statua) nel frattempo vacillava da nessuna parte nonostante alcuni messi sotto dei pali]
cercassero di smuoverla, altri (tentavano) di inclinarla verso di sé dopo averla legata con delle funi in tutte le
membra. Ma all’improvviso gli Agrigentini sopraggiungono; ci fu una grande sassaiola; i soldati notturni di
questo famoso comandante (Verre) si danno alla fuga. Portano via tuttavia due statuette molto piccole, per
non tornare a mani vuote (lett. del tutto a mani vuote). Mai non va tanto male ai siciliani che non dicano
qualcosa spiritosamente e opportunamente come in questa faccenda dicevano che tra le fatiche di Ercole
occorreva che fosse incluso questo spietato porco non meno che quel famoso cinghiale di Erimanto.