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Contabilità

penitenziaria

La contabilità generale dello Stato è


valida per tutte le Amministrazioni
pubbliche, compresa quella penitenziaria;
la contabilità penitenziaria, però, per il
tipo di utenza cui si rivolge (la
popolazione detenuta), e per la
complessità delle attività, delle misure e
degli interventi rivolti al recupero
(attraverso un percorso rieducativo) del
condannato, necessita di essere
integrata da una contabilità speciale,
legata per l'appunto al soddisfacimento
delle specifiche esigenze di queste
strutture, degli operatori che in esse sono
presenti e dei detenuti che stanno
espiando la pena loro inflitta.

Cos'è la contabilità
penitenziaria?
La contabilità penitenziaria abbraccia
tutte quelle attività che sono legate alla
gestione del fondo dei detenuti e degli
internati, dei materiali, degli spacci, delle
mense, dei tabacchi e dei valori bollati,
degli automezzi, del vitto dei detenuti, il
servizio scolastico ed i corsi
professionali, i servizi di assistenza, il
servizio di automazione e di informatica,
il servizio telefonico, quello
infermieristico, ossia regola l'insieme di
quelle attività che le normali norme di
contabilità di Stato non potevano
prevedere e regolamentare perché non
rientranti nell'ordinario funzionamento di
un'amministrazione pubblica.

Ultima, ma non per questo meno


importante, finalità cui è rivolta la
contabilità penitenziaria, e l'Ordinamento
Penitenziario in genere, è quella di
assolvere a tutte quelle incombenze, o
adempimenti, diretti ad assicurare
l'ordine e la sicurezza interna degli
Istituti, garantendo, nel contempo, la
piena soddisfazione delle esigenze di
difesa sociale, che hanno attraversato e
condizionato l'attività normativa del
legislatore degli ultimi anni, in particolare
negli anni '90, sotto l'influenza delle
emozioni e dell'allarme sociale causati
dalle esecuzioni mafiose di quegli anni
che condussero, con la legge 7 agosto
1992, n. 356 a modifiche urgenti al nuovo
codice di procedura penale e
provvedimenti di contrasto alla
criminalità mafiosa.

Fonti normative
Il primo regolamento emanato per gli
stabilimenti carcerari del Regno di
Italia fu il Regio Decreto 1º febbraio
1891, n. 260, composto da tre parti
essenziali, rispettivamente:
Parte I recante L'ordinamento degli
stabilimenti carcerari e dei
riformatori;
Parte II recante Il trattamento dei
detenuti e ricoverati;
Parte III Amministrazione
economica e contabilità.

Le prime due parti del Regio Decreto


risultano ad oggi interamente abrogate.
Ciò è essenzialmente dovuto alla mole di
riforme che hanno interessato gli Istituti
di pena nell'ultimo secolo e che hanno
condotto all'emanazione della legge 26
luglio 1975, n. 354 concernente Norme
sull'ordinamento penitenziario e sulla
esecuzione delle misure privative e
limitative della libertà, legge che ha
recepito sia le norme internazionali in
materia di diritti umani, sia il precetto
dell'articolo 27, comma 3, della
Costituzione, che ha il merito di impedire
che le pene inflitte ai detenuti possano
trasformarsi in trattamenti contrari al
senso di umanità, e di ribadire che gli
stessi trattamenti devono tendere al
recupero del reo ed al suo successivo
reinserimento all'interno della società
civile. La terza parte dello stesso, invece,
è stata interamente sostituita dal Regio
Decreto 16 maggio 1920, n. 1908
recante Regolamento generale degli
stabilimenti carcerari, entrato in vigore il
1º luglio 1920 e ancora vigente.

Il quadro normativo di riferimento è


stato poi arricchito dal Regio Decreto
18 novembre 1923, n. 2440 recante
Nuove disposizioni sull'amministrazione
del patrimonio e sulla contabilità
generale dello Stato, fino ad arrivare
alla formulazione del Regio Decreto 23
maggio 1924, n. 827 recante
Regolamento per l'amministrazione del
patrimonio e della contabilità generale
dello Stato.
Tra le fonti legate alla
regolamentazione della contabilità
penitenziaria vanno annoverate sia la
citata legge 26 luglio 1975, n. 354 sia
il Decreto Presidente della Repubblica
30 giugno 2000, n. 230 contenente il
Regolamento recante norme
sull'ordinamento penitenziario e sulle
misure privative e limitative della libertà,
nonché tutte le agevolazioni che il
legislatore ha voluto concedere a
quelle imprese che assumono detenuti
o internati presso Istituti penitenziari
ovvero ammessi al lavoro all'esterno.
Ci si sta riferendo alla legge n.
193/2000 (cosiddetta Legge
Smuraglia) emessa in applicazione
delle agevolazioni previste dalla legge
n. 407/1990 per le imprese che
assumono, con contratto a tempo
indeterminato, lavoratori disoccupati
da almeno 24 mesi.

Fonti
A. ANGELONI, C. BRUNETTI, P.
CORRADO, S. LA MONTAGNA, U.
VALBOA, Contabilità Penitenziaria,
Edizioni Scientifiche Italiane, Napoli,
2006;
C. BRUNETTI - M. ZICCONE, Diritto
Penitenziario, Simone, Napoli, 2010.

Voci correlate
Ergastolo
Polizia Penitenziaria
Prigione

Collegamenti esterni
Dipartimento dell'Amministrazione
Penitenziaria , su giustizia.it.
Diritto penitenziario , su
dirittopenitenziario.it.
Polizia penitenziaria , su polizia-
penitenziaria.it.

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