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LEGGE 3 febbraio 1989, n. 39 (G.U. n. 33 del 09.02.

1989) - Modifiche ed integrazioni alla


legge 21 marzo 1958, n. 253, concernente la disciplina della professione di mediatore.
Entrata in vigore 24.02.1989 (comprensiva delle successive modifiche)

La Camera dei deputati ed il Senato della Repubblica hanno approvato;


IL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA
PROMULGA
la seguente legge:

Art. 1.

1. Le norme previste dalla presente legge si applicano ai mediatori di cui al capo XI del titolo III del libro
IV del codice civile, eccezion fatta per gli agenti di cambio, per i mediatori pubblici e per i mediatori
marittimi, categorie per le quali continuano ad avere applicazione le disposizioni attualmente in vigore.

AVVERTENZA: Il testo delle note qui pubblicato e' stato redatto ai sensi dell'art. 10, commi 2 e 3, del
testo unico approvato con decreto del Presidente della Repubblica 28 dicembre 1985, n. 1092, al solo fine
di facilitare la lettura delle disposizioni di legge modificate o alle quali e' operato il rinvio. Restano invariati
il valore e l'efficacia degli atti legislativi qui trascritti.

Testo in vigore dal 24.02.1989 al 19.03.1991

Art. 2.

1. Presso ciascuna Camera di Commercio, Industria, Artigianato e Agricoltura e' istituito un ruolo degli
agenti di affari in mediazione, nel quale devono iscriversi coloro che svolgono o intendono svolgere l'attivita'
di mediazione, anche se esercitata in modo discontinuo o occasionale.
2. Il ruolo e' distinto in tre sezioni: una per gli agenti immobiliari, una per gli agenti merceologici ed
una per gli agenti muniti di mandato a titolo oneroso, salvo ulteriori distinzioni in relazione a specifiche
attivita' di mediazione da stabilire con il regolamento di cui all'articolo 11.
3. Per ottenere l'iscrizione nel ruolo gli interessati devono:
a) essere cittadini italiani o cittadini di uno degli Stati membri della Comunita' economica europea,
ovvero stranieri residenti nel territorio della Repubblica italiana e avere raggiunto la maggiore eta';
b) avere il godimento dei diritti civili;
c) risiedere nella circoscrizione della camera di commercio, industria, artigianato e agricoltura nel
cui ruolo intendono iscriversi;
d) aver assolto agli impegni derivanti dalle norme relative agli obblighi scolastici vigenti al momento
della loro eta' scolare;
e) avere conseguito il diploma di scuola secondaria di secondo grado di indirizzo commerciale o la
laurea in materie commerciali o giuridiche ovvero aver superato un esame diretto ad accertare
l'attitudine e la capacita' professionale dell'aspirante in relazione al ramo di mediazione prescelto. L'accesso
all'esame e' consentito a quanti hanno prestato per almeno due anni la propria opera presso imprese
esercenti l'attivita' di mediazione oppure hanno frequentato un apposito corso preparatorio. Le materie e le
modalita' dell'esame sono stabilite dal Ministro dell'industria, del commercio e dell'artigianato, sentita
la commissione centrale di cui all'articolo 4;
f) salvo che non sia intervenuta la riabilitazione, non essere stati sottoposti a misure di prevenzione,
divenute definitive, a norma delle leggi 27 dicembre 1956, n. 1423; 10 febbraio 1962, n. 57, 31 maggio
1965, n. 575; 13 settembre 1982, n. 646; non essere incorsi in reati puniti con la reclusione ai sensi
dell'articolo 116 del regio decreto 21 dicembre 1933, n. 1736, e successive modificazioni;
non essere interdetti o inabilitati, falliti, condannati per delitti contro la pubblica amministrazione,
l'amministrazione della giustizia, la fede pubblica, la economia pubblica, l'industria ed il commercio,
ovvero per delitto di omicidio volontario, furto, rapina, estorsione, truffa, appropriazione indebita,
ricettazione, emissione di assegni a vuoto e per ogni altro delitto non colposo per il quale la legge commini
la pena della reclusione non inferiore, nel minimo, a due anni e, nel massimo, a cinque anni.

-1-
4. L'iscrizione al ruolo deve essere richiesta anche se l'attivita' viene esercitata in modo occasionale o
discontinuo, da coloro che svolgono, su mandato a titolo oneroso, attivita' per la conclusione di affari relativi
ad immobili od aziende.
Note all'art. 2:
- La legge n. 1423/1956 reca: "Misure di prevenzione nei confronti delle persone pericolose per la sicurezza
e la pubblica moralita'".
- La legge n. 57/1962 reca: "Istituzione dell'albo nazionale dei costruttori'".
- La legge n. 575/1965 reca: "Disposizioni contro la mafia".
- La legge n. 646/1982 reca: "Disposizioni in materia di misure di prevenzione di carattere patrimoniale
ed integrazioni alle leggi 27 dicembre 1956, n. 1423, e 31 maggio 1965, n. 575. Istituzione di una
commissione parlamentare sul fenomeno della mafia".
- Il testo dell'art. 116 del R.D. n. 1736/1933 (Disposizioni sull'assegno bancario, sull'assegno circolare
e su alcuni titoli speciali dell'Istituto di emissione, del Banco di Napoli e del Banco di Sicilia), come
modificato dall'art. 139 della legge 24 novembre 1981, n. 689, e' il seguente: "Art. 116. - E' punito con la
multa da lire cinquanta a lire cinquecento e nei casi piu' gravi anche con la reclusione sino a sei mesi,
salvo che il fatto costituisca reato punibile con pena maggiore: 1) chiunque emette un assegno bancario
senza averne avuto dal trattario l'autorizzazione; 2) chiunque emette un assegno bancario senza che presso
il trattario esista la somma sufficiente, ovvero, dopo averlo emesso e prima della scadenza dei termini
fissati per la sua presentazione, dispone altrimenti in tutto o in parte della somma; 3) chiunque emette un
assegno bancario con data falsa o mancante di uno dei requisiti indicati ai numeri 1), 2), 3) e 5) dell'art. 1 e
all'art. 11; 4) chiunque emette un assegno bancario contro le disposizioni dell'ultimo capoverso dell'art.
6. Nei casi piu' gravi la condanna per uno dei delitti previsti nei numeri 1 e 2 del comma precedente
importa, indipendentemente dall'applicazione dell'art. 69 del codice penale, la pubblicazione della sentenza
di condanna e del divieto di emettere assegni bancari o postali per un periodo da uno a tre anni. Se il
colpevole, nei casi preveduti nei numeri 2) e 3) fornisce al trattario la somma prima della presentazione
dell'assegno, la pena e' ridotta alla meta' e, qualora l'emissione sia stata compiuta per un fatto scusabile,
va esente da pena. La misura minima e massima della sanzione pecuniaria di cui al primo comma
dell'articolo soprariportato e' stata successivamente moltiplicata prima per due (D.L.L. 5 ottobre 1945,
n. 679), poi per otto (D.L.C.P.S. 21 ottobre 1947, n. 1250), quindi per quaranta con assorbimento dei
precedenti aumenti (art. 3 legge 12 luglio 1961, n. 603) e infine per cinque (legge 24 novembre 1981, n.
689, art. 113, primo comma). La misura attuale della sanzione e' quindi "da lire diecimila a lire un
milione". Si trascrive il testo dell'art. 69 del codice penale, richiamato nell'articolo soprariportato:
"Art. 69 (Concorso di circostanze aggravanti e attenuanti). Quando concorrono insieme
circostanze aggravanti e circostanze attenuanti, e le prime sono dal giudice ritenute prevalenti, non si
tien conto delle diminuzioni di pena stabilite per le circostanze attenuanti, e si fa luogo soltanto agli
aumenti di pena stabiliti per le circostanze aggravanti. Se le circostanze attenuanti sono ritenute prevalenti
sulle circostanze aggravanti, non si tiene conto degli aumenti di pena stabiliti per queste ultime, e si fa
luogo soltanto alle diminuzioni di pena stabilite per le circostanze attenuanti. Se fra le circostanze
aggravanti e quelle attenuanti il giudice ritiene che vi sia equivalenza, si applica la pena che sarebbe inflitta
se non concorresse alcuna di dette circostanze. Le disposizioni precedenti si applicano anche alle
circostanze inerenti alla persona del colpevole ed a qualsiasi altra circostanza per la quale la legge
stabilisca una pena di specie diversa o determini la misura della pena in modo indipendente da quella
ordinaria del reato". (Il testo originario dell'ultimo comma e' stato cosi' sostituito dall'art. 6 del D.L. 11
aprile 1974, n. 99, convertito, con modificazioni, nella legge 7 giugno 1974, n. 220).

Testo in vigore dal 24.02.1989 al 03.04.2001

Art. 3.

1. L'iscrizione nel ruolo abilita all'esercizio dell'attivita' di mediazione su tutto il territorio della
Repubblica, nonche' a svolgere ogni attivita' complementare o necessaria per la conclusione dell'affare.
2. L'iscrizione nel ruolo e' a titolo personale; l'iscritto non puo' delegare le funzioni relative all'esercizio
della mediazione, se non ad altro agente di affari in mediazione iscritto nel ruolo.

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3. Agli agenti immobiliari iscritti nell'apposita sezione del ruolo possono essere affidati incarichi di perizie
e consulenza tecnica in materia immobiliare da parte di enti pubblici.
4. Essi hanno titolo per essere inclusi nel ruolo dei periti e degli esperti, tenuto dalle camere di
commercio, industria, artigianato e agricoltura, nonche' negli elenchi dei consulenti tecnici presso i tribunali.
5. Tutti coloro che esercitano, a qualsiasi titolo, le attivita' disciplinate dalla presente legge per conto
di imprese organizzate, anche in forma societaria, per l'esercizio dell'attivita' di mediazione debbono
essere iscritti nel ruolo.

Testo in vigore dal 24.02.1989 al 11.08.2006

Art. 4

1. Presso il Ministero dell'industria, del commercio e dell'artigianato e' istituita la commissione centrale
per l'esame dei ricorsi degli agenti di affari in mediazione e per la definizione delle materie e delle modalita'
degli esami di cui all'articolo 2.
2. La commissione centrale e' nominata con decreto del Ministro dell'industria, del commercio e
dell'artigianato ed e' composta da:
a) un rappresentante del Ministero dell'industria, del commercio e dell'artigianato, che la presiede;
b) un rappresentante del Ministero del commercio con l'estero;
c) un rappresentante delle regioni, designato dalla commissione interregionale di cui all'articolo 13 della
legge 16 maggio 1970, n. 281;
d) un rappresentante del Ministero di grazia e giustizia;
e) un rappresentante del Ministero dell'agricoltura e delle foreste;
f) un rappresentante del Ministero dei lavori pubblici;
g) tre membri designati rispettivamente dalle organizzazioni piu' rappresentative, a livello nazionale, del
commercio, dell'agricoltura e dell'industria;
h) un rappresentante delle camere di commercio, industria, artigianato e agricoltura designato dalla
Unione italiana delle camere di commercio, industria, artigianato e agricoltura;
i) sette rappresentanti dei mediatori scelti tra le persone designate dalle associazioni sindacali nazionali
di categoria, per i mediatori immobiliari e per gli agenti merceologici.
3. La commissione dura in carica quattro anni; i membri svolgono il loro incarico in forma gratuita e
possono essere riconfermati.
4. La commissione nomina al suo interno un vicepresidente; le funzioni di segretario sono esercitate
da un funzionario del Ministero dell'industria, del commercio e dell'artigianato.
5. Per ciascun componente effettivo della commissione e' nominato un membro supplente con gli stessi
criteri stabiliti per la nomina dei membri effettivi.
Nota all'art. 4:
- Il testo dell'art. 13 della legge n. 281/1970 (Provvedimenti finanziari per l'attuazione delle regioni a
statuto ordinario) e' il seguente: "Art. 13 (Commissione interregionale). - I criteri di ripartizione tra le
regioni dei fondi di cui all'art. 9 e dei contributi di cui all'art. 12 sono determinati sentita una commissione
interregionale composta dai presidenti delle giunte delle regioni a statuto ordinario e speciale".

Testo in vigore dal 24.02.1989 al 03.04.2001

Art. 5.

1. Per l'esercizio dell'attivita' disciplinata dai precedenti articoli, compreso l'espletamento delle
pratiche necessarie ed opportune per la gestione o la conclusione dell'affare, non e' richiesta la licenza
prevista dall'articolo 115 del testo unico delle leggi di pubblica sicurezza, approvato con regio decreto 18
giugno 1931, n. 773.
2. La licenza di cui al comma 1 non abilita all'esercizio dell'attivita' di mediazione.
3. L'esercizio dell'attivita' di mediazione e' incompatibile:

-3-
a) con qualunque impiego pubblico o privato, fatta eccezione per l'impiego presso imprese o societa'
aventi per oggetto l'esercizio dell'attivita' di mediazione;
b) con l'iscrizione in altri albi, ordini, ruoli o registri e simili;
c) con l'esercizio in proprio del commercio relativo alla specie di mediazione che si intende esercitare.
4. Il mediatore che per l'esercizio della propria attivita' si avvalga di moduli o formulari, nei quali siano
indicate le condizioni del contratto, deve preventivamente depositarne copia presso la commissione di cui
all'articolo 7.
Nota all'art. 5:
- L'art. 115 del testo unico delle leggi di pubblica sicurezza, approvato con R.D. n. 773/1931, e' cosi'
formulato: "Art. 115. - Qualora, per l'esecuzione delle disposizioni contenute negli articoli 64 e 65
della legge, occorra una visita sopraluogo, questa e' eseguita, a spese della parte richiedente o ricorrente,
da uno o da tre periti incaricati dal prefetto o dal podesta' (ora sindaco, n.d.r.), secondo la rispettiva
competenza".

Testo in vigore dal 24.02.1989


Art. 6

1. Hanno diritto alla provvigione soltanto coloro che sono iscritti nei ruoli.
2. La misura delle provvigioni e la proporzione in cui questa deve gravare su ciascuna delle parti, in
mancanza di patto, sono determinate dalle giunte camerali, sentito il parere della commissione
provinciale di cui all'articolo 7 e tenendo conto degli usi locali.

Testo in vigore dal 24.02.1989 al 11.08.2006

Art. 7

1. Presso ciascuna camera di commercio, industria, artigianato e agricoltura e' istituita una commissione
che provvede alle iscrizioni nel ruolo ed alla tenuta del medesimo. La commissione e' nominata con
deliberazione della giunta camerale e dura in carica quattro anni.
Essa e' composta:
a) da un membro della giunta camerale;
b) da un rappresentante degli agricoltori, uno degli industriali e uno dei commercianti, designati
rispettivamente dalle organizzazioni a livello nazionale e scelti dalla giunta camerale sulla base della
maggiore rappresentativita';
c) da cinque rappresentanti degli agenti di affari in mediazione designati dalle organizzazioni di categoria
piu' rappresentative a livello nazionale.
2. Con le stesse modalita' si provvede alla nomina dei membri supplenti per lo stesso numero e le
medesime categorie.
3. La commissione nomina al suo interno il presidente ed un vicepresidente.
4. In caso di morte o di decadenza di un membro, la commissione e' integrata dalla giunta camerale con le
stesse modalita' previste per la costituzione.
5. Le funzioni di segretario della commissione sono esercitate dal segretario generale della camera di
commercio, industria, artigianato e agricoltura o da un funzionario da lui designato in servizio presso la
camera di commercio, industria, artigianato e agricoltura.
6. La commissione e' tenuta a denunciare all'autorita' giudiziaria coloro che esercitano abusivamente, anche
se in modo discontinuo, la professione di mediatore.
7. Le spese per il funzionamento delle commissioni sono a carico del bilancio di ciascuna camera di
commercio, industria, artigianato e agricoltura.

Testo in vigore dal 24.02.1989 al 31.12.2006

Art. 8.

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1. Chiunque esercita l'attivita' di mediazione senza essere iscritto nel ruolo e' punito con la sanzione
amministrativa del pagamento di una somma compresa tra lire un milione e lire quattro milioni ed e' tenuto
alla restituzione alle parti contraenti delle provvigioni percepite. Per l'accertamento dell'infrazione, per la
contestazione della medesima e per la riscossione delle somme dovute si applicano le disposizioni di cui alla
legge 24 novembre 1981, n. 689.
2. A coloro che siano incorsi per tre volte nella sanzione di cui al comma 1, anche se vi sia stato
pagamento con effetto liberatorio, si applicano le pene previste dall'articolo 348 del codice penale, nonche'
l'articolo 2231 del codice civile.
3. La condanna importa la pubblicazione della sentenza nelle forme di legge.
Note all'art. 8:
- La legge n. 689/1981 reca: "Modifiche al sistema penale".
- L'art. 348 del codice penale e' cosi' formulato: "Art. 348 (Abusivo esercizio di una professione). -
Chiunque abusivamente esercita una professione, per la quale e' richiesta una speciale abilitazione dello
Stato, e' punito con la reclusione fino a sei mesi o con la multa da lire mille a cinquemila". La misura
minima e massima della sanzione pecuniaria di cui all'articolo soprariportato e' stata successivamente
moltiplicata prima per due (D.L.L. 5 ottobre 1945, n. 679), poi per otto (D.L.P.C.S. 21 ottobre 1947, n.
1250), quindi per quaranta con assorbimento dei precedenti aumenti (art. 3 legge 12 luglio 1961, n. 603) e
infine per cinque (legge 24 novembre 1981, n. 689, art. 113, primo comma). La misura attuale della sanzione
e' quindi "da lire duecentomila a lire un milione".
- Il testo dell'art. 2231 del codice civile e' il seguente: "Art. 2231 (Mancanza d'iscrizione). - Quando
l'esercizio di un'attivita' professionale e' condizionato all'iscrizione in un albo o elenco, la prestazione
eseguita da chi non e' iscritto non gli da' azione per il pagamento della retribuzione. La cancellazione
dall'albo o elenco risolve il contratto in corso, salvo il diritto del prestatore d'opera al rimborso delle spese
incontrate e a un compenso adeguato all'utilita' del lavoro compiuto".

Testo in vigore dal 24.02.1989


Art. 9.

1. Le commissioni provinciali istituite ai sensi dell'articolo 3 del decreto del Presidente della Repubblica 6
novembre 1960, n. 1926, continuano ad esercitare la propria attivita' fino alla nomina delle commissioni di
cui all'articolo 7.
2. Nella prima applicazione della presente legge le commissioni provinciali provvedono ad iscrivere nel
nuovo ruolo tutti gli agenti di affari in mediazione che, all'atto dell'entrata in vigore della presente legge,
risultano iscritti nei ruoli costituiti in base alla legge 21 marzo 1958, n. 253.
3. Fino all'insediamento della commissione centrale di cui all'articolo 4 le materie e le modalita' di
esame sono stabilite dal Ministero dell'industria, del commercio e dell'artigianato, sentite le organizzazioni
sindacali nazionali del commercio, dell'industria, dell'agricoltura e delle categorie interessate.
Note all'art. 9:
- Il testo dell'art. 3 del D.P.R. n. 1926/1960 (Approvazione del regolamento per l'esecuzione della
legge 21 marzo 1958, n. 253, relativa alla disciplina della professione di mediatore), e' il seguente: "Art.
3. - Presso ogni camera di commercio, industria e agricoltura e' istituita una commissione consultiva per la
formazione e la conservazione dei ruoli indicati negli articoli 1 e 2. La commissione e' composta: a) dal
membro della giunta camerale scelto fra i commercianti, che la presiede; b) da un rappresentante per
ciascuna delle categorie degli agricoltori, degli industriali, dei commercianti e da tre rappresentanti dei
mediatori, tutti scelti e nominati dal presidente della camera di commercio, industria e agricoltura. Con
le stesse modalita' si provvede alla nomina dei membri supplenti per lo stesso numero e le medesime
categorie. La commissione dura in carica tre anni. Le funzioni di segretario della commissione sono
esercitate dal segretario generale della camera di commercio, industria e agricoltura o da un
funzionario da lui designato, di carriera direttiva in servizio presso la camera di commercio, industria e
agricoltura".
- La legge n. 253/1958, abrogata dall'art. 10 della legge qui pubblicata, disciplinava la professione di
mediatore.

Testo in vigore dal 24.02.1989

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Art. 10.

1. Sono abrogate la legge 21 marzo 1958, n. 253 , e le norme del relativo regolamento approvato con
decreto del Presidente della Repubblica 6 novembre 1960, n. 1926, incompatibili con la presente legge.
Note all'art. 10:
- La legge n. 253/1958 disciplinava la professione di mediatore.
- Il D.P.R. n. 1926/1960 approvava il regolamento per l'esecuzione della predetta legge n. 253/1958.

Testo in vigore dal 24.02.1989


Art. 11.

1. Il Ministro dell'industria, del commercio e dell'artigianato, sentite le organizzazioni nazionali dei


commercianti, degli industriali, degli agricoltori e dei mediatori, emana le norme regolamentari e di
attuazione della presente legge.
2. Il regolamento, che deve essere emanato entro tre mesi dalla data di entrata in vigore della presente
legge, puo' prevedere, per le infrazioni alle sue norme, sanzioni amministrative del pagamento di una
somma non inferiore a lire tre milioni, salvo che il fatto non costituisca reato ai sensi del codice penale e
salva l'azione civile dei danni agli interessati a termini di legge.
3. Per l'applicazione delle sanzioni amministrative si osservano le disposizioni della legge 24 novembre
1981, n. 689, e del decreto del Presidente della Repubblica 29 luglio 1982, n. 571.
La presente legge, munita del sigillo dello Stato, sara' inserita nella Raccolta ufficiale degli atti
normativi della Repubblica italiana. E' fatto obbligo a chiunque spetti di osservarla e di farla osservare
come legge dello Stato.
Data a Roma, addi' 3 febbraio 1989
COSSIGA
DE MITA, Presidente del Consiglio dei Ministri
Visto, il Guardasigilli: VASSALLI

Note all'art. 11:


- Per la legge n. 689/1981 si veda la precedente nota all'art. 8.
- Il D.P.R. n. 571/1982 reca: "Norme per l'attuazione degli articoli 15, ultimo comma, e 17, penultimo
comma, della legge 24 novembre 1981, n. 689, concernente modifiche al sistema penale".

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