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PERICOLI (o fattori di rischio)

ORDINARI O ORGANIZZATIV
ERGONOMICI SPECIFICI DI PROCESSO I
GENERICI

Pericoli di Interferenze,
Sollevamento Presenza di confusione
rilasci agenti
manuale dei agenti chimici dei ruoli
chimici
Ambiente di carichi nell’ambiente
lavoro di lavoro
Carenza di
Pericolo di informazione/
incendio formazione,
Posture Presenza di addestramento
operative agenti fisici
(es.rumore) Carenza di
Macchine, Pericolo di
esplosione
procedure,
attrezzature istruzioni
impianti Presenza di
videoterminali P. di rilascio di
agenti
energia termica
Turno di
biologici /meccanica lavoro
Definizioni:
PERICOLO:“Proprietà o qualità intrinseca di una determinata
entità (per es. materiali o attrezzature di lavoro, metodi e
pratiche di lavoro) avente il potenziale di creare danni”
RISCHIO: “Probabilità che sia raggiunto il livello potenziale di
danno nelle condizioni di impiego e/o di esposizione, nonché
dimensioni possibili del danno stesso”

Quindi: si fa riferimento alla VALUTAZIONE DEI RISCHI come al


“ Procedimento di valutazione dei rischi per la sicurezza e la
salute dei lavoratori, nell’espletamento delle loro mansioni,
derivante dalle circostanze del verificarsi di un pericolo sul luogo
di lavoro”.

Il DATORE DI LAVORO è tenuto ad evitare o ridurre l’esposizione


dei lavoratori a sorgenti di pericolo nel luogo di lavoro.
Precisazioni:
Il principio di sostituire una sorgente di pericolo con qualcosa che
sia meno pericoloso per la salute umana è sempre valido purchè
ciò sia tecnicamente possibile, nelle condizioni ordinarie di lavoro.
In caso ciò non sia tecnicamente possibile, il DL deve provvedere
affinchè venga garantita la tutela della salute del lavoratore.
Le misure di mitigazione che devono essere attuate devono tenere
in considerazione la possibilità di:

1. SOSTITUIRE L’AGENTE PERICOLOSO CON UNO MENO PERICOLOSO;


2. SEPARARE L’AGENTE PERICOLOSO DAL LAVORATORE;
3. RIDURRE L’ESPOSIZIONE DEL LAVORATORE ALLA SORGENTE DI
PERICOLO;
4. DOTARE IL LAVORATORE DI DISPOSITIVI DI PROTEZIONE
INDIVIDUALE QUALORA NECESSARIO.
Gli agenti chimici pericolosi

In relazione alla valutazione del rischio chimico si deve tenere conto che
la normativa prevede che sia valutato il:

Rischio per la sicurezza del lavoratore che deve risultare BASSO;


Rischio per la salute del lavoratore che deve risultare IRRILEVANTE;

Pertanto in caso di valutazione del livello di rischio chimico occorre


conoscere in dettaglio la classificazione ed etichettatura di sostanze e
preparati pericolosi.

La CLASSIFICAZIONE delle sostanze viene effettuata in base alle


caratteristiche chimico-fisiche, tossicologiche ed ecotossicologiche in
base a metodi standard descritti nel D.Lgs 81/08 negli allegati tecnici.
Classificazione delle sostanze e preparati
pericolosi:
ESPLOSIVI: detonano, deflagrano rapidamente o esplodono
in seguito a riscaldamento in condizioni di parziale
contenimento;
COMBURENTI:provocano una forte reazione esotermica;
ESTREMAMENTE INFIAMMABILI:con punto infiammabilità
estremamente basso e punto di ebollizione basso;
FACILMENTE INFIAMMABILI:con punto infiammabilità
molto basso;
INFIAMMABILI: con un basso punto infiammabilità;
MOLTO TOSSICI: in piccolissime quantità possono essere
letali oppure provocare lesioni acute o croniche;
TOSSICI: in piccole quantità possono essere letali oppure
provocare lesioni acute o croniche;
NOCIVI: possono essere letali oppure provocare lesioni
acute o croniche;
CORROSIVI: a contatto con tessuti vivi, possono esercitare
un’azione distruttiva;
IRRITANTI: il cui contatto diretto, prolungato o ripetuto con
la pelle o con le mucose può provocare una reazione
infiammatoria;
SENSIBILIZZANTI: possono dar luogo ad una reazione di
ipersensibilizzazione;
CANCEROGENI:le sostanze e i preparati che, per
inalazione, ingestione o assorbimento cutaneo possono
provocare il cancro o aumentarne la frequenza;
MUTAGENI: sostanze o preparati che per inalazione,
ingestione o assorbimento cutaneo possono produrre difetti
genetici ereditari o aumentarne la frequenza;
TOSSICI PER IL CICLO RIPRODUTTIVO: per inalazione,
ingestione o assorbimento cutaneo, possono provocare o
rendere più frequenti effetti nocivi non ereditari nella prole
o danni a carico delle funzioni o capacità riproduttive
maschili o femminili;
PERICOLOSI PER L’AMBIENTE: qualora si diffondano
nell’ambiente, presentano o possono presentare rischi
immediati o differiti per una o più delle componenti
ambientali;

OGNI CLASSE DI PERICOLO E’ CONTRADDISTINTA DA UN


SIMBOLO

N.B.: Ogni produttore o esportatore deve dotare le singole


sostanze e i preparati di un’etichetta di pericolo e di una
scheda di sicurezza
ALCUNI SIMBOLI….
PPERICOLO SIGLA SSIMBOLO
ESPLOSIVO E

ALTAMENTE INFIAMMABILE F+
FACILMENTE INFIAMMABILE F

COMBURENTE O

MOLTO TOSSICO T+
TOSSICO T

NOCIVO Xn
IRRITANTE Xi

CORROSIVO C

PERICOLOSO PER L’AMBIENTE N


VALORI LIMITE DI ESPOSIZIONE (TLV)
Per talune sostanze chimiche pericolose vengono
stabili dei valori limite della loro concentrazione
nell’ambiente di lavoro, denominati TLVs
(Threshold Limit Value). Sono previste tre
categorie di TLVs:
1. TLV-TWA: concentrazione media ponderata nel tempo,
alla quale i lavoratori possono essere esposti ripetutamente
giorno dopo giorno senza effetti negativi;
2. TLV-STEL: concentrazione limite per brevi intervalli (max
15’)
3. TLV-Ceiling: limite invalicabile, concentrazione che non
deve mai essere superata durante l’attività lavorativa
nemmeno per un brevissimo lasso di tempo, limite stabilito
solo per poche sostanze.
Valori espressi in ppm (parti per milione) o mg/m3
RUMORE
Il rischio da rumore nell’ambiente di lavoro è valutato e
regolamentato dal Titolo VIII del D.Lgs 81/2008.

Definizione
Il rumore è una variazione di pressione che può essere percepita
dall’orecchio umano.

Il rumore, come il suono, è l’effetto di vibrazioni emesse da una


sorgente (sonora) e da questa trasmesse ad un mezzo (solido,
liquido o gassoso), che ne permette la propagazione sotto
forma di variazioni di pressione (onde sonore).

Per definizione suoni e rumori sono l’effetto sull’apparato


uditivo dell’uomo di vibrazioni dell’aria aventi frequenza
compresa tra 20 e 16.000 vibrazioni al secondo (Hz)
I fenomeni sonori si distinguono in suoni propriamente detti e
rumori.

I SUONI si caratterizzano da una o più oscillazioni sinusoidali


(si distinguono per una certa regolarità)

I RUMORI sono vibrazioni del tutto irregolari.

“Dal punto di vista medico, può definirsi RUMORE qualsiasi


suono o insieme di suoni che risulti sgradito o addirittura
nocivo per l’organismo umano”.
PERCEZIONE DEL RUMORE E
CARATTERISTICHE DELL’UDITO
La frequenza, ovvero il numero di vibrazioni nell’unità di tempo, dà l’altezza
del suono, ed è ciò che fa distinguere i suoni in: bassi, medi e alti. La
frequenza si misura in Hertz (Hz).
L’intensità del suono (livello di pressione sonora) deriva dal valore di
pressione meccanica esercitata dall’onda sonora e si misura in Decibel (dB)
Per essere udibili dall’orecchio umano è necessario che i suoni superino una
certa frequenza che viene indicato come “soglia di udibilità”:

L’ORECCHIO UMANOPUO’ PERCEPIRE SUONI SU UNA GAMMA DI


FREQUENZA DA 20 A 16.000 hZ
PERCEZIONE DEL RUMORE E
CARATTERISTICHE DELL’UDITO
SE L’INTENSITA’ AUMENTA LA SENSAZIONE UDITIVA PUO’ RISULTARE
SGRADEVOLE FASTIDIOSA DOLOROSA. VIENE STABILITA’ COSI’ ANCHE LA
SOGLIA DEL DOLORE.

ESEMPI DI LIVELLI DI PRESSIONE SONORA ESPRESSI IN dB(A)


130 dB (A) Soglia del dolore
115-120 dB (A) Martello pneumatico
100-110 dB (A) Clacson
80-90 dB (A) Officina meccanica
70-80 dB (A) Conversazione
50-60 dB (A) Ufficio
30-40 dB (A) Biblioteca
10-20 dB (A) Soglia di udibilità
CARATTERISTICHE DELL’UDITO
L’ORECCHIO UMANO
CARATTERISTICHE DELL’UDITO
L’ORECCHIO UMANO

L’orecchio è composto da tre parti:


1. L’orecchio esterno;

2. L’orecchio medio;

3. L’orecchio interno.
CARATTERISTICHE DELL’UDITO
L’ORECCHIO ESTERNO
L’orecchio esterno ha una forma semicircolare simile a una
conchiglia (padiglione auricolare). La parte inferiore è
sprovvista di cartilagine interna ed è quindi più morbida; si
chiama: " LOBO DELL’ORECCHIO ".
Dall’orecchio parte il condotto uditivo esterno, che si dirige
verso il capo.
È delimitato da una membrana di importanza fondamentale
nel processo uditivo: IL TIMPANO.
E' da qui che inizia l’orecchio medio.
CARATTERISTICHE DELL’UDITO

L’ORECCHIO MEDIO
L’orecchio medio comprende una piccola zona,
delimitata dal timpano e da un piccolo orifizio chiamato
finestra ovale, che lo mette in comunicazione con la
parte interna. L'orecchio medio è attraversato da tre
ossicini articolati fra loro a formare una catena: il
martello, l'incudine e la staffa, che collegano dal punto
di vista uditivo il timpano all'orecchio interno, pieno di
un liquido gelatinoso.
CARATTERISTICHE DELL’UDITO

L’ORECCHIO INTERNO
L'orecchio interno è formato da canali membranosi
alloggiati nella piramide dell'osso temporale e
comprende la chiocciola o coclea, il vestibolo e i tre
canali semicircolari. Tutti i canali sono comunicanti e
pieni di un liquido gelatinoso, detto endolinfa.
Dall’orecchio interno si dipartono vari cordoni nervosi
che si fondono nel nervo uditivo, o acustico, i quali
trasmettono al cervello due tipi di sensazioni: quelle
uditive e quelle che ci aiutano a stare in equilibrio.
EFFETTI DEL RUMORE
EFFETTI UDITIVI
Il rumore può essere fonte di un vero e proprio danno dell'udito. La sottoposizione
continuata a livelli di rumore elevati può determinare una compromissione più o
meno grave della capacità uditiva (otopatia) attraverso una lento innalzamento
della soglia di percettibilità.

Il suono infatti perviene all'orecchio esterno e, captato dal padiglione auricolare, attraverso
il condotto uditivo, raggiunge il timpano, che, vibrando, trasferisce l'informazione sonora
all'orecchio interno, attraverso il sistema degli ossicini (martello, incudine, staffa) presenti
nell'orecchio medio. Nell’orecchio interno è presente un liquido (perilinfa) in cui sono
immerse le cellule ricettive, le quali attraverso le cd. ciglia, situate sulla loro sommità,
hanno il compito di trasformare i segnali sonori pervenuti in impulsi elettrici, che mediante
i nervi acustici vengono trasmessi al cervello.
EFFETTI DEL RUMORE
EFFETTI UDITIVI
La sottoposizione continuativa a livelli elevati di rumore (> 85 dB) può determinare la
fratturazione progressiva delle ciglia, comportando una perdita di funzionalità dei
ricettori uditivi che si può manifestare con ipoacusia fino a degenerare nei casi più gravi
in sordità.
Tali effetti si manifestano soltanto a seguito di prolungata sottoposizione a rumori
intensi; pertanto si tratta di patologie a carico dell'orecchio che sono riscontrabili
soprattutto in un particolare ambiente lavorativo e riguardano principalmente quei
lavoratori che si trovano ad operare con macchine utensili e apparecchiature
appartenenti alla cd "industria pesante". L'ipoacusia da rumore è una delle principali
malattie professionali riscontrabili in ambito INAIL.
Tuttavia un quadro sintomatologico simile può rinvenirsi anche in chi si sottopone
volutamente e a lungo a livelli sonori elevati per ragioni ludico-ricreative: è il caso dei
frequentatori abituali delle discoteche.
EFFETTI DEL RUMORE
EFFETTI EXTRAUDITIVI
E' inquinamento acustico non solo quello da cui derivano danni uditivi o vestibolari,
ma lo sono anche tutte quelle emissioni sonore che incidono negativamente sul
benessere psicofisico dell'individuo in relazione all'ambiente in cui lo stesso opera e
alle occupazioni alle quali si dedica, sia in contesti lavorativi che in ambito domestico
anche per livelli di immissione db, in termini assoluti, non elevati. Tali effetti nocivi
sulla salute fisica e mentale, non interessando l'organo dell'udito prendono il nome di
effetti extrauditivi che a sua volta possono distinguersi in effetti non specifici e
annoyance (o disturbi psico-sociali).
EFFETTI DEL RUMORE
GLI EFFETTI PRINCIPALI DEL RUMORE
IL RUMORE HA VARI EFFETTI, LA CUI COMPARSA E INTENSITÀ CRESCONO
SOSTANZIALMENTE CON L'AUMENTARE DEL LIVELLO SONORO.
EFFETTI FISIOLOGICI DEL EFFETTI PSICOLOGICI DEL EFFETTI SOCIALI DEL EFFETTI ECONOMICI DEL
RUMORE RUMORE RUMORE RUMORE
PERDITA DI UDITO FASTIDIO OSTACOLI ALLA PREZZI D‘AFFITTO E DEGLI
DISFUNZIONI VEGETATIVE STRESS, NERVOSISMO, COMUNICAZIONE IMMOBILI
TENSIONE
GIUDIZIO SUGLI ALTRI COSTI DEL CONTENIMENTO
PROBLEMI ABBATTIMENTO DEL RUMORE
CARDIOCIRCOLATORI
MINORE DISPONIBILITÀ A COSTI SANITARI
AUMENTO DELLA PRESSIONE DISTURBO DELLA
PRESTARE AIUTO
DEL SANGUE COMUNICAZIONE
RIDUZIONE DELLA CALO DEL RENDIMENTO AGGRESSIONI PERDITE A LIVELLO DI
PROFONDITÀ DEL SONNO PRODUZIONE

MAL DI TESTA IRRITAZIONE ISOLAMENTO SOCIALE COSTI DI PIANIFICAZIONE


SINTOMI PSICOSOMATICI (GHETTI DEL RUMORE) DEL TERRITORIO
COME SI MISURA IL RUMORE?
IL RUMORE SI MISURA CON IL FONOMETRO
VALUTAZIONE DEL RUMORE
L’ESPOSIZIONE INDIVIDUALE AL RUMORE SI VALUTA
DISTINGUENDO DUE CASI:
1. RUMORE CONTINUO
2. RUMORE IMPULSIVO
La distinzione è necessaria per il fatto che i limiti previsti
dalla normativa differenziano l’esposizione al rumore tra:
Livello di esposizione medio giornaliero o settimanale;
Livello di esposizione alla pressione acustica
istantanea.
VALUTAZIONE DEL RUMORE
Nel caso di rumore impulsivo si può avere il
superamento dei valori di esposizione in modo
immediato e traumatico, occorrerà quindi in
qualche ambiente di lavoro eseguire valutazioni
preliminari per verificare l’eventuale presenza di
forti rumori impulsivi, prima di passare alla
valutazione del rumore continuo.
In questo caso il rischio dell’operatore esposto a
rumore è una combinazione tra livello di
rumorosità e tempo per il quale l’operazione
rimane soggetta ad esso.
VALORI DI ESPOSIZIONE

La normativa stabilisce i VALORI LIMITE DI ESPOSIZIONE da non superare e


i VALORI DI AZIONE.
Valori limite di esposizione
87 dB (A) come esposizione quotidiana personale al rumore;
140 dB (C) come valore di pressione acustica istantanea.
Valori superiori di azione
85 dB (A) come esposizione quotidiana personale al rumore;
137 dB (C) come valore di pressione acustica istantanea.
Valori inferiori di azione
80 dB (A) come esposizione quotidiana personale al rumore;
135 dB (C) come valore di pressione acustica istantanea.
GLI OBBLIGHI DI LEGGE
Obblighi di carattere • Valutazione ed eventuale misurazione del livello del rumore;
generale • Documentazione dell’avvenuta valutazione dei rischi e dei valori rilevati;
• Eliminazione alla fonte dell’esposizione al rumore o, se non possibile, riduzione al
minimo. In ogni caso non devono essere superati i valori limite di esposizione.

Valori inferiori di azione: In caso di raggiungimento o superamento dei limiti occorre


prendere le seguenti misure:
• 80 dB (A) o Formazione ed informazione dei lavori interessati e
• 135 dB (C) picco relativi rappresentanti sui rischi dell’esposizione al
rumore;
Obblighi legati ai o Messa a disposizione di DPI ai lavoratori;
o Sorveglianza sanitaria dei lavoratori.
valori di esposizione
Valori superiori di In caso di raggiungimento o superamento di tali valori,
oltre alle misure sopra menzionate:
azione: o Sorveglianza sanitaria dei lavoratori esposti;
• 85 dB (A) o Segnalazione o delimitazione dei luoghi e delle
• 137 dB (C) picco attrezzature di lavoro interessati;
o Elaborazione ed applicazione di un programma di misure
tecniche e organizzative per ridurre esposizione dei
lavori al di sotto dei valori superiori di azione;
o Uso obbligato dei DPI.

Valori superiori di Tali valori non devono mai essere superati.


Se ciò si verifica occorre:
azione: o Adottare le misure per riportare i valori nei limiti;
• 87 dB (A) o Individuare i motivi che hanno comportato il loro
• 140 dB (C) picco superamento;
o Adottare le misure per evitare che il fenomeno si
verifichi di nuovo.
MISURE DI PREVENZIONE E
PROTEZIONE
ABBATTIMENTO DEL RUMORE IN FASE DI PROGETTAZIONE E
DI COSTRUZIONE.
INTERVENTI PER RIDURRE LIVELLO SONORO SU IMPIANTI GIÀ
ESISTENTI, AD ES: SOSTITUZIONE DELLE TRASMISSIONI E DEGLI
INGRANAGGI METALLICI CON ALTRI DI MATERIALE
“SMORZANTE”, BUONA MANUTENZIONE E LUBRRIFICAZIONE
FREQUENTE E RAZIONALE, APPLICAZIONE DI SILENZIATORI AI
CONDOTTI DI SCARICO….
ABBATTIEMNTO DEL RUMORE MEDIANTE RIDUZIONE DELLA
SUA PROPAGAZIONE: INTERVENTI DI FONOASSORBIMENTO,
FONOISOLAMENTO.
INTERVENTI A BASSO COSTO: AD ES. BUONA MANUTENZIONE DI
MACCHINE, UTILIZZO DI SUPPORTI ANTIVIBRANTI E IN GENERALE
INTERVENTI PER CONTROLLARE IL RUMORE DI MACCHINE E
ATTREZZATURE.
MISURE DI PREVENZIONE E
PROTEZIONE

INSERTI AURICOLARI CON ARCHETTO

CUFFIE
I MEZZI DI PROTEZIONE
PERSONALE
CUFFIE CON ELMETTO

INSERTI AURICOLARI
LA SORVEGLIANZA SANITARIA
IL D.LGS. 81/2008 ALL’ART. 185, PREVEDE LA SORVEGLIANZA SANITARIA DA
PARTE DEL MEDICO COMPETENTE SULLA BASE DEI RISULTATI DELLA
VALUTAZIONE DEL RISCHIO.
IN PARTICOLARE (ART 196) IL DATORE DI LAVORO DEVE SOTTOPORRE A
SORVEGLIANZA SANITARIA I LAVORATORI LA CUI ESPOSIZIONE SUPERA IL
VALORE SUPERIORE DI AZIONE ( LEX 85 dB (A) E ppeak 137 dB (C) ).
TALE SORVEGLIANZA DEVE ESSERE EFFETTUATA PERIODICAMENTE, DI NORMA
UNA VOLTA ALL’ANNO O CON PERIODICITA’ STABILITA DAL MEDICO
COMPETENTE CON PARERE MOTIVATO RIPORTATO NEL DOCUMENTO DI
VALUTAZIONE DEI RISCHI.
LA SORVEGLIANZA SANITARIA PUO’ ESSERE ESTESA ANCHE PER ESPOSIZIONI
SUPERIORI A ( LEX 80 dB (A) E ppeak 135 dB (C) ) SU RICHIESTA DEL
LAVORATORE E QUALORA IL MEDICO COMPETENTE NE CONFERMI LA
NECESSITA’.
IL MEDICO COMPETENTE DEVE INOLTRE RIPORTARE NELLA CARTELLA
SANITARIA I DATI INERENTI LA SORVEGLIANZA COMPRESI I VALORI DI
ESPOSIZIONE INDIVIDUALE COMUNICATI DAL DATORE DI LAVORO.
MICROCLIMA
SI INTENDE LA COMBINAZIONE DI CONDIZIONI DI TEMPERATURA,
UMIDITA’, RICAMBIO D’ARIA, TALE DA CREARE SITUAZIONI DI
DISAGIO, SOPRATTUTTO NELLO SVOLGIMENTO DI ATTIVITA’
COMPORTANTI UNO SFORZO FISICO; TALE COMBINAZIONE CHE
PUO’ ESSERE SFAVOREVOLE E’ PRESENTE PER GLI ADDETTI
OPERANTI IN AREE CON ELEVATA DENSITA’ DI IMPIANTI IN
ESERCIZIO COME:
FORNI, TUBAZIONI CONTENENTI FLUIDI MOLTO CALDI…
OPPURE IN CONDIZIONI DI UMIDITA’ ELEVATA (TORRI DI
RAFFREDDAMENTO ECC…)
CAMPI ELETTROMAGNETICI (CEM)

Sono invisibili all’occhio umano ma sono presenti ovunque nel


nostro ambiente di vita (es; campi elettrici prodotti
dall’accumulo locale di cariche elettriche nell’atmosfera
durante i temporali)
Un campo magnetico si crea quando circola una corrente
elettrica: più alta è la corrente, maggiore l’intensità del
campo magnetico; quest’ultima varia con il consumo di
potenza, mentre l’intensità del campo elettrico rimane
costante.
In base alla frequenza o lunghezza d’onda si effettua la
classificazione del CEM.
CAMPI ELETTROMAGNETICI (CEM)

I RISCHI DI ESPOSIZIONE DA CAMPI ELETTROMAGNETICI


SONO REGOLATI DAL “CAPO IV DEL TITOLO VIII DEL D.Lgs
81/08”.
La gamma di frequenze interessate dalle suddette disposizioni
è quella compresa tra 0 e 300 GHz generata da campi
magnetici statici e campi elettrici, magnetici ed elettro-
magnetici variabili.
Ricerche e valutazioni recenti sui campi generati dalla linee ad
alta tensione hanno dimostrato però che i livelli di questi
campi sono molto bassi.
Il 30 aprile 2012 entrano in vigore le disposizioni per la protezione dai rischi da esposizione a
campi elettromagnetici.
VIBRAZIONI MECCANICHE
Le vibrazioni meccaniche
non sono tutte uguali:
alcune sono molto evidenti,
come quelle un martello
pneumatico!
Altre sono meno visibili,
come le vibrazioni degli
attrezzi che hanno un
funzionamento rotante.
VIBRAZIONI MECCANICHE
I rischi delle vibrazioni non
sono legati al danno
immediato ma alla
somma di svariate
esposizioni nel tempo.
L’utilizzo di utensili
vibranti può causare un
insieme di lesioni al
sistema mano-braccio
HAV Hand Arm Vibrations
VIBRAZIONI MECCANICHE
Anche i lavori a bordo di mezzi
di trasporto o di movimen-
tazione espongono il corpo
intero a vibrazioni…

WBV Whole Body Vibrations,


che possono essere dannose
se accumulate nel tempo.
VIBRAZIONI MECCANICHE
Perciò sono due i tipi di vibrazione da cui i lavoratori
devono essere protetti:
1. Le vibrazioni trasmesse al sistema mano-braccio, che
possono provocare disturbi vascolari, osteoarticolari,
neurologici o muscolari;

2. Le vibrazioni trasmesse al corpo intero, che possono


comportare, in particolare, lombalgie e traumi del
rachide.
L’esposizione dei lavoratori
Il Capo III del Titolo VIII del D.Lgs 81/08 obbliga i DL ad
effettuare una specifica valutazione dei rischi sulle
vibrazioni meccaniche e a rispettare valori di
esposizione e adottare specifiche misure di sicurezza da
realizzare nel caso del loro superamento.

La valutazione del rischio vibrazioni può anche essere


effettuata senza misurazioni, utilizzando appropriate
informazioni reperibili dal costruttore o dalle banche
dati accreditate:
ISPESL (INAIL), CNR, regioni.
MOVIMENTAZIONE MANUALE DEI CARICHI

Viene definita movimentazione manuale dei carichi


l’operazione di trasporto o sostegno di un carico,
eseguita da uno o più lavoratori, comprese le azioni
del sollevare, deporre, spingere, tirare, portare o
spostare un carico che per le sue caratteristiche o in
conseguenza delle condizioni ergonomiche
sfavorevoli, che comporta, tra l’altro, rischi di lesioni
dorso-lombari.
MOVIMENTAZIONE MANUALE DEI CARICHI

• Per patologie da sovraccarico biomeccanico si intendono


patologie delle strutture osteoarticolari, muscolotendinee e
nervovascolari.
• Per lesioni dorso-lombari si intendono le lesioni a carico delle
strutture osteomiotendinee e nervovascolari a livello dorso
lombare.
Le principali componenti chiamate in causa nell’aumentare il
rischio di lesioni dorsolombari durante la movimentazione
dei carichi sono:
• le caratteristiche del carico
• lo sforzo fisico richiesto
• le caratteristiche proprie dell’ambiente di lavoro
• le eventuali esigenze connesse all’attività
MOVIMENTAZIONE MANUALE DEI CARICHI
PUO’ COSTITUIRE UN RISCHIO QUANDO:
• il carico è troppo pesante (kg 30)
• è ingombrante o difficile da afferrare
• è in equilibrio instabile o il suo contenuto rischia di
spostarsi
• è collocato in una posizione tale per cui deve essere
tenuto o maneggiato a una certa distanza dal tronco o
con una torsione o inclinazione del tronco
• può, a motivo della struttura esterna e/o della
consistenza, comportare lesioni per il lavoratore, in
particolare in caso di urto
LO SFORZO FISICO PUO’ PRESENTARE
UN RISCHIO QUANDO:

• è eccessivo
• può essere effettuato soltanto con un movimento di
torsione del tronco
• può comportare un movimento brusco del carico
• è compiuto con il corpo in posizione instabile
LE CARATTERISTICHE DELL’AMBIENTE DI LAVORO
POSSONO AUMENTARE IL RISCHIO QUANDO:

• lo spazio libero, in particolare verticale, è insufficiente per lo


svolgimento dell'attività richiesta
• il pavimento è ineguale, quindi presenta rischi di inciampo o di
scivolamento per le scarpe calzate dal lavoratore
• il posto o l'ambiente di lavoro non consentono al lavoratore la
movimentazione manuale di carichi a un'altezza di sicurezza o
in buona posizione
• il pavimento o il piano di lavoro presenta dislivelli che implicano
la manipolazione del carico a livelli diversi
• il pavimento o il punto d'appoggio sono instabili
• la temperatura, l'umidità o la circolazione dell'aria sono
inadeguate
L’ ATTIVITA’ PUO’ COMPORTARE UN RISCHIO SE SI
VERIFICANO UNA PIU’ DELLE SEGUENTI ESIGENZE:

• sforzi fisici che sollecitano in particolare la colonna


vertebrale, troppo frequenti o troppo prolungati
• periodo di riposo fisiologico o di recupero insufficiente
• distanze troppo grandi di sollevamento, di
abbassamento o di trasporto
• un ritmo imposto da un processo che non può essere
modulato dal lavoratore
L’ ATTIVITA’ PUO’ COMPORTARE UN RISCHIO SE SI
VERIFICANO UNA PIU’ DELLE SEGUENTI ESIGENZE:

• sforzi fisici che sollecitano in particolare la colonna


vertebrale, troppo frequenti o troppo prolungati
• periodo di riposo fisiologico o di recupero insufficiente
• distanze troppo grandi di sollevamento, di
abbassamento o di trasporto
• un ritmo imposto da un processo che non può essere
modulato dal lavoratore
FATTORI INDIVIDUALI DI RISCHIO
Il lavoratore può essere esposto ad ulteriori cause
individuali di aumentato rischio
• inidoneità fisica a svolgere il compito in questione
(pregresse patologie del rachide dorso-lombare,
patologie ossee, pregresse fratture vertebrali, patologie
muscolari e dei dischi vertebrali, osteomalacia,
scoliosi...)
• indumenti, calzature o altri effetti personali inadeguati
portati dal lavoratore
• insufficienza o inadeguatezza delle conoscenze o della
formazione
L’IMPORTANZA DELLA
FORMAZIONE DEI LAVORATORI

Il Datore di lavoro assicura che ciascun


lavoratore, riceva una formazione
sufficiente ed adeguata in materia di
sicurezza con particolare riferimento al
proprio posto di lavoro e mansioni
specifiche.
L’IMPORTANZA DELLA
FORMAZIONE DEI LAVORATORI

La formazione deve avvenire in occasione:


dell’assunzione;
del trasferimento o cambiamento di mansioni;
dell’introduzione di nuove attrezzature di lavoro o di
nuove tecnologie, di nuove sostanze o preparati
particolari.

La formazione deve essere periodicamente ripetuta in


relazione all’evoluzione dei rischi presenti in azienda.
FINE

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