Documenti di Didattica
Documenti di Professioni
Documenti di Cultura
Fermi”
Mantova
NOZIONI DI
ANTINFORTUNISTICA
Organizzazione
Internazionale
del lavoro
L’INAIL è ente pubblico sottoposto alla vigilanza del
Ministero del Lavoro, del Tesoro e della Sanità,
gestore dell’Assicurazione obbligatoria.
Infortunio e malattia professionale
MALATTI
E
INFORTU
DECRETO LEGISLATIVO
N. 81/2008
OBBLIGHI DEL DATORE DI LAVORO
DOVERI DEI LAVORATORI
ORGANIGRAMMA DELLA SICUREZZA
DOCUMENTI DI VALUTAZIONE DEI RISCHI
MACCHINE
RUMORE
IMPIANTI
RISCHIO FISICO RUMORE
RISCHIO FISICO RUMORE
IL RISCHIO CHIMICO
IL RISCHIO CHIMICO
IL RISCHIO CHIMICO
IL RISCHIO CHIMICO
IL RISCHIO CHIMICO
IL RISCHIO CHIMICO
IL RISCHIO CHIMICO
IL RISCHIO CHIMICO
SICUREZZA ANTINCENDIO
Avviene tra
COMBUSTIBILE
COMBURENTE
E’ anche necessario un
INNESCO
affinché le molecole di combustibile e di comburente
si “incontrino” e reagiscano
La combustione con fiamma avviene per stadi, mediante una
reazione a catena
CATENA DI REAZIONE
PREVENZIONE
DELL’INCENDIO
Evitare che vi siano in contemporanea
combustibile, comburente, innesco
La più facile è quella di evitare l’innesco
INTERRUZIONE
DELL’INCENDIO
In modo naturale, l’incendio finisce per esaurimento del
combustibile, riduzione del comburente, abbassamento della
temperatura del combustibile
Si può agire su uno degli elementi del triangolo o del
tetraedro
COMBURENTE
pieno nebul
CLASSE INCENDIO
A Carbone, tessuti,
carta, etc X X X X NO X
B Vernici, benzine,
etc (non miscibili)
NO X X X X X
B Alcool, acetone, etc
(miscibili) X X X X X X
C Idrogeno, metano,
ossido di carbonio NO X NO X X X
D Sostanze chimiche
particolari NO NO NO NO NO X
App. elettriche in
tensione NO X NO X X X
ESTINTORI
PORTATILI
ESTINTORI
CARRELLATI
IMPIANTI FISSI DI ESTINZIONE
Impianto “Sprinkler”
NORME SUI MEZZI DI ESTINZIONE
Il rischio meccanico è
principalmente associato
all’utilizzo di macchine o
attrezzature di lavoro ed alle
lavorazioni meccaniche
Attrezzature di lavoro: definizione
Attrezzatura di lavoro: qualsiasi macchina,
apparecchio, utensile o impianto destinato ad essere
usato durante il lavoro;
Uso di una attrezzatura di lavoro: qualsiasi
operazione lavorativa connessa ad un’attrezzatura di
lavoro, quale la messa in servizio o fuori servizio,
l'impiego, il trasporto, la riparazione, la
trasformazione, la manutenzione, la pulizia, lo
smontaggio;
Le manutenzioni sono
comprese nell’uso così
come la messa in opera,
fuori servizio e la pulizia
• Zona pericolosa : qualsiasi zona
all'interno ovvero in prossimità di una
attrezzatura di lavoro nella quale la
presenza di un lavoratore costituisce
un rischio per la salute o la sicurezza
dello stesso;
Rischio Meccanico
Analisi dei pericoli
I principali pericoli meccanici delle macchine:
schiacciamento
cesoiamento
taglio o sezionamento
impigliamento
trascinamento o intrappolamento
urto
perforazione o puntura
attrito o abrasione
proiezione di un fluido ad alta pressione
proiezione delle parti (della macchina o pezzi lavorati)
perdita di stabilita (della macchina o di parti)
scivolamento, inciampo e caduta in relazione alla macchina
7
Il taglio o sezionamento può avvenire . . .
Pericoli dovuti alla rotazione del pezzo in lavorazione Pericoli dovuti al contatto con le
non adeguatamente fissato. pulegge del variatore dei giri.
Pericolo di proiezione di particelle di abrasivo
o altri materiali contro l’operatore o altre
persone presenti nelle vicinanze, con
particolare pericolo per gli occhi.
Le presse meccaniche
sono particolarmente
pericolose perché il
ciclo, una volta avviato,
non può essere fermato
e prosegue fino al suo
completamento.
Le parti delle macchine che presentano
temperature troppo alte o troppo basse
devono essere protette dal contatto
accidentale.
I dispositivi di allarme e
di sicurezza delle
macchine devono
essere ben visibili e le
relative segnalazioni
comprensibili senza
possibilità di errore.
I dispositivi di allarme e di sicurezza delle macchine
devono essere ben visibili
e le relative segnalazioni comprensibili senza
possibilità di errore.
Arresto di emergenza
Ogni macchina deve essere munita di un comando che
arresti tutti gli organi in movimento e la ponga in
condizioni di sicurezza.
Gestire il rischio meccanico
Il buon funzionamento dei dispositivi dipende dall'abilità e
dall’addestramento degli operatori
Le macchine devono essere manovrate e manutenute da
personale abilitato.
Non è possibile garantire che una macchina risulti sicura qualora:
sia utilizzata da un non addetto ai lavori
sia impiegata per operazioni per cui non è stata costruita
sia impiegata in modo non conforme alle prescrizioni del
costruttore, o azionata in condizioni di manutenzione insufficiente.
https://www.youtube.com/watch?v=mb6WKSRcfZc
•IL RISCHIO DA
CONTATTO
ELETTRICO
L’impianto elettrico
in
ambito scolastico
Rischio Elettrico
Quali sono i principali rischi di origine elettrica . . .
Ovviamente la sensibilità è
proporzionale alla tensione …
CONTATTO DIRETTO
Anche gl
apparecchi che i
utilizziamo
debbono essere
costruiti per
garantire la nostra
sicurezza…
MESSA A TERRA
PRESA
COLLETTORE
TERRENO
PICCHETT
O
SALVAVITA
& MESSA A
TERRA
RISCHI
O DANNO
• Nella necessità di
utilizzare lampade
elettriche portatili,
non improvvisare
collegamenti, ma
usare quelle con i
relativi sistemi di
sicurezza.
• Quando si ha finito di usare la
prolunga, staccare prima la spina
dal muro. Dopo aver spento un
qualsiasi dispositivo elettrico, per
prima cosa staccare la spina
collegata alla presa a muro, in
questo modo non rimarranno parti
di filo elettrico in tensione,
evitando inutili rischi.
• Inserire togliere le
afferrand
e spine
o
isolante, evitando
sempredi iltoccare
corpo
gli spinotti. Non fare mai tale
operazione con mani sudate o
bagnate.
• Non usare più prese collegate tra loro per
evitare corto-circuiti con conseguente pericolo
di incendio: utilizzare se necessario prese
multiple mobili facendo attenzione alle
rispettive portate.
SCALE Portatili, Fisse e Telescopiche
Prevenire le cadute dall’alto
ARGOMENTI
Classificazione delle scale portatili, fisse e sgabelli
2
LA NORMATIVA VIGENTE
La legge che regola la sicurezza nei luoghi di lavoro, espone nell’art. 113
D.lgs 81/08 le caratteristiche strutturali che devono possedere le scale fisse
adoperate in qualsiasi ambiente lavorativo, quindi non solo nei cantieri.
Elimina il disordine
Gli oggetti lasciati sui gradini sono una causa comune di
incidenti.
SCALE PORATILI,
FISSE e Telescopiche
La scala è un’attrezzatura d’uso comune per molte professioni.
L’applicazione di dispositivi
antiscivolo è inoltre utile ad
impedire eventuali scivolamenti.
… E NEI LUOGHI DI LAVORO?
REGOLE GENERALI PER L’UTILIZZO
DELLE SCALE PORTATILI
-Le regole per l’utilizzo delle scale portatili sono numerose (vedi
allegato «Documento_Buone_pratiche_ScaleATSBrianza») ma due
su tutte sono fondamentali:
-montanti
-gradini (o pioli)
-dispositivi di blocco nella posizione di massima apertura
-cerniere
- gommini antiscivolo alla base dei montanti
ERRATO TRASPORTO DELLA SCALA
Movimentare la
scala con cautela
considerando la
presenza di altre
persone onde
evitare di colpirle
accidentalmente
MODALITA’ DI TRASPORTO
MODALITÀ DI TRASPORTO ERRATA
Nel trasporto della scala a spalla non
inserire il braccio all'interno della scala fra
i gradini pioli
• ERRATO UTILIZZO
PERICOLI
•ELETTROCUZIONE
•NON utilizzare la scala in prossimità di
linee
•elettriche
•INSTABILITA’
La scala deve appoggiare
superficie piana e Solida.
SCIVOLAMENTO
Le calzature devono
consentireun sicuro appoggio del piede;
PERICOLI
CADUTE
NON posizionare la scala davanti a porte non
chiuse
PERICOLO DI CESOIAMENTO
NON mettere le mani nei pioli di una scala a sfilo quando
si
allunga e si accorcia
art. 181
art. 180
I PARAMETRI I PARAMETRI
SOGGETTIVI INDIVIDUALI
Convezione: processo di
propagazione del calore in
seno ad un fluido, dovuto alle
correnti che si generano
quando zone adiacenti hanno
diverse temperature e
densità.
Irraggiamento: trasferimento
di energia tra due corpi per
mezzo di onde
elettromagnetiche.
LA TERMODISPERSIONE
Respirazione
Escreti
Fisiologia
La condizione di benessere termico
corrisponde ad una situazione di
equilibrio termico tra soggetto ed
ambiente ottenuta mediante
un’attivazione minima dei
meccanismi di termoregolazione per
mantenere costante la temperatura
corporea intorno ai 37°C.
Valutazione
Per la valutazione gli indici più
comunemente utilizzati sono descritti
nella UNI EN ISO 7730:
-PMV (Predicted Mean Vote), indice di
comfort globale, che esprime una
condizione di neutralità termica nel caso
PMV=0.
Conservazione prodotti
alimentari Ta: -40 °C –
+10 °C
Norme tecniche…
La principale norma tecnica di riferimento per gli ambienti
moderati è la UNI EN ISO 7730:2006 (Ergonomia degli
ambienti termici – Determinazione analitica e interpretazione
del benessere termico mediante il calcolo degli indici Pmv e
Ppd e dei criteri di benessere termico locale).
https://www
.inail.it/cs/Satellite?c=Page&cid=2443085355447&d=68&pagename=Internet%2FPage%
2FpaginaFoglia%2Flayout#:~:text=Gli%20ambienti%20moderati%20caratterizzano%20in,vestiario%2
0indossato%20%C3%A8%20piuttosto%20uniforme.
-correnti d’aria,
-sbalzi termici
eccessivi.
Effetti e danni delle basse
temperature
• Intorpidimento delle estremità;
• Brividi;
• Effetti cutanei simili a scottature, geloni;
• Tachicardia;
• Trombosi, coma;
• Iperglicemia:
• A livelli profondi l’ipotermia può comportare danni al
pancreas,
assideramento, morte.
•Misurati
•Stimati (quelli legati al metabolismo e all’attività svolta).
Parametri Misurabili:
STAZIONE MICROCLIMATICA
Frequenti pause;
Sorveglianza Sanitaria
Areazione
• È costituita da radiazioni
elettromagnetiche di lunghezza
d’onda compresa fra 380 e 780
nm. La distribuzione dell’energia
tra le lunghezze d’onda
determina il colore e la tonalità
della luce. Il sistema visivo
umano è più sensibile ai colori
compresi tra 500 e 600 nm di
lunghezza.
Il fenomeno della visione si esplica nella sensazione
soggettiva prodotta dall’interazione di queste radiazioni
con l’apparato visivo. L’atto di vedere si manifesta
concretamente attraverso la percezione delle forme, del
colore, del rilievo e del movimento degli oggetti.
L’occhio è l’elemento ricevitore.
Scop
o
Migliorare le
prestazioni del
sistema e la
soddisfazione
complessiva dei
lavoratori,
tutelandone il
benessere, la
salute e la
sicurezza 2
«Ergonomia»…di cosa stiamo
parlando?
OBIETTI
VI
Quali
attività attività di movimentazione manuale
? dei carichi
sforzi fisici eccessivi
assunzione di posture incongrue
effettuazione di movimenti ripetuti
pause di lavoro insufficienti
vibrazioni.
D.Lgs. 81/08 e s.m.i.
TITOLO VII e ALLEGATO XXXIV
ATTREZZATURE MUNITE DI
VIDEOTERMINALI
DEFINIZIONI
Il piano di lavoro
•Bordi arrotondati
•Superficie opaca e colori neutri
•Altezza regolabile tra 70 – 80 cm circa
•Dimensioni sufficienti per permettere una disposizione flessibile delle
attrezzature
Lampada da tavolo
•Schermata e orientabile
•Non deve provocare riflessi
•Utile per soddisfare esigenze diversificate di illuminazione
Poggiapiedi
• necessari quando l’altezza minima del tavolo
o
eccessiva rimane
•dimensioni: 40x30x15 cm
•inclinazione: < 20°
•antisdrucciolo
Leggio Portadocumenti
• utile nelle inserimento dati e
battitura
operazioni di
• inclinabile
testi 70° rispetto al piano
30°
(orientabile) -
e stabile
•posizionato alla stessa distanza dello
schermo
(accomodamento)
Seduta
•Stabile
•Con 5 razze e ruote
•Girevole
•Regolazione in altezza
•Regolazione dell’inclinazione dello
schienale
UTILIZZO DI
VIDEOTERMINALI
Tastiera
•Inclinabile e separata dal monitor
•Distante 15 cm dal bordo del piano
•Con superficie opaca e di colore neutro
•Caratteri chiari
Monitor
• Orientabile e inclinabile
• Superficie antiriflettente
• Luminosità e contrasto
regolabili
• Assenza di sfarfallamento
• Pulito
Mouse
•Deve garantire un’impugnatura ergonomica
•Deve essere “manovrato” avendo cura di poggiare
l’avambraccio al piano di lavoro
UTILIZZO DI
VIDEOTERMINALI
La postazione di
lavoro
UTILIZZO DI
VIDEOTERMINALI
L’illuminazion
e • Valori ottimali: tra 300 e 500 lux
• Luce diffusa senza abbagliamento
• la luce proveniente dalle finestre non deve colpire
lo schermo direttamente; la condizione è
soddisfatta quando il piano dello schermo è
ortogonale a quello della finestra
POSIZIO
POSIZIONE NON NE
CORRETTA CORRETT
A
DISTURBI LEGATI ALL’USO
DEI VDT
SINTOMI
•bruciore oculare;
•arrossamento oculare;
•visione sfocata;
•cefalea;
•lacrimazione;
•fastidio per la luce;
•prurito;
•visione sdoppiata;
•ammiccamento frequente.
DISTURBI OCULO-
VISIVI
COME PREVENIRLI
inclinato
e orientato
DISTURBI OCULO-
VISIVI
COME PREVENIRLI
Inoltre l’operatore deve:
•posizionarsi di fronte allo schermo ad una distanza
compresa tra i 50 e i 70 cm;
•disporre il porta documenti alla stessa altezza e
distanza dagli occhi dello schermo;
•distogliere periodicamente lo sguardo;
•durante le pause non dedicarsiad
attività che richiedano un intenso
impegno visivo;
•curare la pulizia della tastiera del
mouse e del monitor;
•utilizzare i mezzi di correzione della vista se
prescritti.
DISTURBI MUSCOLO-
SCHELETRICI
SINTOMI
•disturbi muscolari;
COME PREVENIRLI
•assumere una posizione
corretta di fronte al video, con
i piedi ben poggiati a terra e la
schiena poggiata alla sedia nel
tratto lombare;
•posizionare lo schermo in
modo tale che gli occhi
dell’operatore siano sempre
ad una distanza compresa tra
i 50 e i 70 cm;
•durante la digitazione tenere
gli avambracci poggiati sul
piano di lavoro;
•se possibile eseguire esercizi
di rilassamento (collo,
schiena, arti superiori e
inferiori).
AFFATICAMENTO
MENTALE
•PRINCIPALI CAUSE
COME PREVENIRLO
CARATTERISTICHE AMBIENTE
DI LAVORO
ESIGENZE CONNESSE
ATTIVITÀ
POSIZIONI
DANNOSE
sollevamento
pesi
POSIZIONI
DANNOSE
spostamento
pesi
MANTENERE IL
CARICO DURANTE
IL TRASPORTO IL
PIÙ VICINO
POSSIBILE AL
CORPO
TENERE LA SCHIENA
DRITTA
POSIZIONI DANNOSE
spostamento pesi con
torsione
Tutti i lavoratori
potenzialmente esposti al
rischio di MMC sono soggetti
alla sorveglianza sanitaria
effettuata dal Medico
Competente
Il medico
competente
sottopone alle seguenti visite:
visite mediche preventive;
visite mediche periodiche.
Quali cause comporta un non
rispetto delle corrette modalità
di movimentazione dei carichi?
PATOLOGIE DA
SOVRACCARICO
BIOMECCANICO
DISTURBI
CUMULATIVI
TRAUMI
ACUTI
MISURE
PREVENTIVE
È possibile prevenire infortuni e malattie
eliminando o perlomeno riducendo i rischi
correlati alle operazioni
dispositivi di supporto)
Attività di informazione
IGIENE E SICUREZZA SUL
LAVORO
PROVVEDIMENTI SANZIONATORI
I PROVVEDIMENTI DELL’ORGANO DI
VIGILANZA
LA CONTESTAZIONE DI ILLECITO
AMMINISTRATIVO Legge 689/1981
LA CONTESTAZIONE DI ILLECITO
AMMINISTRATIVO (con
regolarizzazione) D.Lgs. 81/08 art.
301-bis
INOSSERVANZA ALLA
DISPOSIZIONE:
Punito dall’art. 11 D.Lgs 758/94: arresto
sino ad un mese o
ammenda fino a 413,17 Euro
ILLECITO
AMMINISTRATIVO
Legge 689/1981
“Comportamento fattuale od omissivo, punito
dalla legge con una sanzione amministrativa”.
DEFINIZIONI
ART. 19 COMMA 1 D. Lgs. 758/94
Il personale della P.A. con qualifica di U.P.G. (Ufficiali di Polizia Giudiziaria) hanno
il potere, ex art. 13 del D.Lgs 81/08, art.7 I° comma, del D.P.R. 520/55 e art. 55
c.p.p. ha il potere di accesso ai luoghi di lavoro in qualsiasi momento, anche di
notte se possibile: non è necessario alcun preavviso, né tantomeno un mandato
per poter dar luogo all’ispezione.
LA PRESCRIZIONE art. 20 D. Lgs. 758/94
comma 1
•Allo scopo di eliminare la contravvenzione accertata, impartisce al contravventore
un'apposita prescrizione, fissando per la regolarizzazione un termine non
eccedente il periodo di tempo tecnicamente necessario (max 6 mesi), prorogabile per
motivi non imputabili al contravventore di altri 6 mesi );
comma 2
•Copia della prescrizione viene notificata al legale rappresentante
comma 3
•L’organo di vigilanza può imporre specifiche misure atte a far cessare il pericolo (es.
disposizione e sequestro preventivo – art. 321 c.p.p.).
comma 4
•L’organo di vigilanza, riferisce la Notizia di Reato inerente la contravvenzione al
Pubblico Ministero ai sensi art. 347 c.p.p.
LA PRESCRIZIONE D.lgs 758/94 - Art. 20 D.Lgs.
758/94
SOPRALLUOGO ISPETTIVO
ESITO
«MIGLIORABILE» ESITO NEGATIVO
ADEMPIMENTO INADEMPIMENTO
COMUNICAZIONE AL P.M. E AL
AMMISSIONE AL PAGAMENTO
CONTRAVVENTORE ENTRO
IN SEDE AMMINISTRATIVA,
ENTRO 30gg, DI ¼ DEL 90GG. DAL TERMINE FISSATO
MASSIMO DELL’AMMENDA NELLA PRESCRIZIONE art.21
STABILITA art.21 co. 2 D.Lgs. co. 3 D.Lgs. 758/94
758/94
IL P.M. CHIEDE AL G.I.P. IL
COMUNICAZIONE AL RINVIO A GIUDIZIO
ENTRO 120gg P.M.
SCADENZA DEL DALLA
DELLA PRESCRIZIONE E
TERMINE
VERIFICA PAGAMENTO
SANZIONE art.21 co. 2 D.Lgs. PATTEGGIAMENT
758/94 O OBLAZIONE
DIBATTIMENT
O
IL P.M. CHIEDE AL G.I.P
L’ARCHIVIAZIONE IN QUANTO
NON LUOGO A PROCEDERE SENTENZA
ASSOLUZIONE CONDANNA I°
" Art. 589. Omicidio colposo " Art. 590. Lesioni personali colpose
Vediamo come…
DEFINIZIONE DI STRESS
LAVORO -
CORRELATO
«Lo stress lavoro-correlato si caratterizza per un
insieme di reazioni fisiologiche, cognitive, emotive e
comportamentali conseguenti al contenuto,
all’organizzazione e
all’ambiente di lavoro»
STRESS STRESS
NEGATIVO POSITIVO
(DISTRESS) (EUSTRESS)
Alcuni concetti più semplici presi da
studi scientifici (Modello transazionale
di Cox e Mackay):
Art. 28
D.lgs. 81/2008
IN CHE
MODO?
VALUTAZIONE STRESS LAVORO
CORRELATO
•-Richiede in modo particolare la collaborazione tra le persone
presenti in azienda (datore di lavoro, dirigenti, medico
competente, RSPP, RLS e lavoratori);
•-Deve essere preceduta e accompagnata da adeguata
•formazione finalizzata a saper rilevare criticità all’interno della
realtà
•lavorativa e gli indicatori di stress;
•-Ha lo scopo di trovare soluzioni di tipo collettivo, non
sull’individuo
•bensì sull’organizzazione aziendale.
VALUTAZIONE
PRELIMINARE
È costituita da 3 punti:
1. Eventi sentinella es:
indici infortunistici,
assenza per malattia,
turnover, procedimenti e
sanzioni, segnalazioni del
medico competente,
specifiche e frequenti
lamentele formalizzate
da parte dei lavoratori…
VALUTAZIONE
PRELIMINARE
2.Contenuto del lavoro es: ambiente di
lavoro e attrezzature, carichi e ritmi di
lavoro, orario di lavoro e turni,
corrispondenza tra le competenze dei
lavoratori e i requisiti professionali richiesti
3.Contesto del lavoro
es. ruolo nell’ambito dell’organizzazione,
autonomia decisionale e controllo, conflitti
interpersonali al lavoro, evoluzione e
sviluppo di carriera, comunicazione
VALUTAZIONE
APPROFONDITA
CHI SONO I
PROTAGONISTI
…?
… I PROTAGONISTI DEL
MOBBING SONO
Il MOBBER: colui che esercita il mobbing
I SIDE/CO-MOBBER:
Complici: favoriscono attivamente il mobbing
Spettatori: non intervengono rendendolo possibile
Oppositori: cercano una soluzione per aiutare la vittima,
ribellandosi al clima di tensione e conflitto
COSA È COSA NON È
MOBBING
•Attacchi a: MOBBING
Il mobbing è un fenomeno
•Possibilità di comunicare complesso costituito da
•Limitazione all’espressione, numerose azioni intenzionali,
gesti e
di tipo diverso, reiterate nel
•sguardi scostanti, rimproveri tempo. Non si limita a singole
frequenti
azioni quali:
•Immagine sociale Derisione,
lavori umilianti Qualità della
situazione professionale e •Un litigio/discussione
privata Lavori senza senso, •Un insulto
nessun compito, non a livello •Un pettegolezzo
della qualifica •Un trasferimento
•Salute •Il licenziamento
•Minacce, lavori pericolosi
•Relazioni sociali
•Trasferimento per isolare la
vittima, divieti di parlare
Qual è il rapporto tra stress e
mobbing?
Tra il fenomeno del mobbing e quello dello stress
intercorre
un rapporto di causa-effetto:
D.lgs. 81/2008
Il Datore di lavoro designa uno o più lavoratori incaricati
dell’attuazione
del primo soccorso.
CLASSIFICAZIONE
AZIENDE
Le aziende, ovvero le unità produttive, sono classificate (tenuto
conto della tipologia di attività svolta, del numero dei lavoratori
occupati e dei fattori di rischio) in tre gruppi:
12 ORE 16 ORE
4 ORE 6 ORE
FORMAZION
La formazione è svolta da personale medico, in
E
collaborazione, ove
possibile, con il sistema di emergenza del Servizio Sanitario Nazionale.
Nello svolgimento della parte pratica della formazione il medico può
avvalersi della collaborazione di personale infermieristico o di altro
personale specializzato.
Argomenti trattati:
Allertare il sistema di soccorso; Riconoscere un’emergenza sanitaria;
Attuare gli interventi di primo soccorso;
Conoscere i rischi specifici dell’attività svolta;
Acquisire conoscenze generali sui traumi in ambiente di lavoro;
Acquisire conoscenze generali sulle patologie specifiche in ambiente di
lavoro; Acquisire capacità di intervento pratico.
COMPITI ADDETTI
Attuare tempestivamente e correttamente, PS ricevuta, le
secondo la formazione
procedure di intervento e soccorso.
Conoscere il piano di Primo Soccorso previsto all’interno del piano di emergenza e i
regolamenti dell’azienda.
Attuare tempestivamente e correttamente, secondo la formazione avuta, le
procedure di intervento e soccorso.
Tenere un elenco delle attrezzature e del materiale di medicazione, controllandone
efficienza e scadenza (lista di controllo).
Tenersi aggiornato sulla tipologia degli infortuni che accadono, confrontandosi con
il Responsabile del Servizio di Prevenzione e Protezione della scuola.
COMPITI ADDETTI
PS sempre nel
Mantenere un comportamento coerente con il proprio ruolo, lavorando
rispetto delle norme di sicurezza.
Accorrere tempestivamente sul luogo dell’emergenza sanitaria. L’addetto è
esonerato, per tutta la durata dell’intervento, da qualsiasi altra attività di sua
competenza e, in particolare, deve sospendere ogni lavoro che stava svolgendo
prima della chiamata; quando possibile, l’addetto impegnato in un intervento di
primo soccorso deve essere temporaneamente sostituito da un collega nelle sue
normali attività.
Controllare la scena dell’infortunio e la pericolosità dell’ambiente circostante per
l’infortunato, per sé e gli altri lavoratori.
Controllare le condizioni dell’infortunato.
Se la causa dell’infortunio agisce ancora rimuovere ovvero allontanare
l’infortunato.
Valutare se la situazione necessita di altro aiuto oltre al proprio e, se necessario,
allertare il numero unico emergenza (112) ovvero predisporre il trasporto
dell’infortunato in ospedale con l’auto.
SCOPI PRINCIPALI
PS
NON NUOCERE E NON PEGGIORARE LA SITUAZIONE: ad es. imporre la
calma e silenzio, allontanare la folla dal luogo dell’incidente, evitare
interventi non adeguati da parte di colleghi non addetti al PS.
Valutare le cause;
Chiamare soccorsi.
SOCCORRER
E
Attivare le procedure di primo
soccorso.
CATENA DELLA
SOPRAVVIVENZA
La gestione dell’emergenza è incardinata in un processo
definito
“Catena Della Sopravvivenza”.
•Tale processo è costituito da anelli: i primi (chiamata dei soccorsi e
valutazione ed eventuale sostegno delle funzioni vitali);
•Gli altri (supporto avanzato alle funzioni vitali e trasporto del paziente
nell’ospedale adatto) sono di competenza del personale qualificato.
PRESIDI PRIMO
Nelle aziende o unità produttive di Gruppo A e SOCCORSO
di Gruppo B il datore di
lavoro
deve garantire le seguenti attrezzature:
Contenuti:
2
CAMPO DI APPLICAZIONE
IN TUTTI I SETTORI DI ATTIVITA’ PRIVATI O PUBBLICI E A TUTTE LE
TIPOLOGIE DI RISCHIO:
TUTELA DELLA SALUTE E PER LA SICUREZZA DEI LAVORATORI
DURANTE IL LAVORO
CAMPO DI APPLICAZIONE
IN TUTTI I SETTORI DI ATTIVITA’ PRIVATI O PUBBLICI E A TUTTE LE
TIPOLOGIE DI RISCHIO:
TUTELA DELLA SALUTE E PER LA SICUREZZA DEI LAVORATORI DURANTE IL
LAVORO
Mette a disposizione
attrezzature adeguate al
lavoro e idonee ai fini
sicurezza e salute