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La convenzione internazionale dei ditti dei minori

La Convenzione sui diritti dell'infanzia rappresenta lo strumento normativo internazionale


più importante e completo in materia di promozione e tutela dei diritti dell'infanzia. È stata
approvata dall'Assemblea generale delle Nazioni Unite il 20 novembre del 1989 a New
York ed è entrata in vigore il 2 settembre 1990, a seguito degli sforzi compiuti in
cinquant'anni di difesa dei diritti dei bambini.
È uno strumento giuridico composto da 54 articoli.
La Convenzione riconosce gli obblighi di tutti i 194 stati della comunità internazionale nei
confronti dei diritti dell’infanzia e dell'adolescenza, proprio per tutelare la necessità ed il
diritto del bambino ad essere protetto e ricevere le cure dovute durante l’infanzia.
I 4 principi cardine sono: il diritto alla parità di trattamento, il diritto alla salvaguardia
dell'interesse superiore del minore, il diritto alla vita e allo sviluppo, il diritto all'ascolto e
alla partecipazione.
Nessun bambino deve essere discriminato a causa del sesso, dell'origine, della cittadinanza,
della lingua, della religione, del colore della pelle, di una disabilità o delle sue opinioni
politiche. Quando occorre prendere decisioni che possono avere ripercussioni sull'infanzia,
il benessere dei bambini è prioritario.
Un bambino ha il bisogno ed il diritto di vivere all’interno di un ambiente famigliare sereno,
essere protetto dagli adulti che lo hanno messo al mondo.
Un bambino, in quanto tale, non deve essere sottomesso a lavoro, sfruttato e in nessun modo
abusato, ma deve essere tutelato il suo diritto all’infanzia.
Tutto questo, secondo il principio di non discriminazione che riconosce il diritto senza
discriminazione di razza, sesso, colore, lingua e religione.
Ogni bambino ha il Diritto alla Vita, Sopravvivenza e Sviluppo; gli stati membri hanno
l’impegno di assicurare, con tutte le misure possibili, la sopravvivenza e lo sviluppo della
società. Il bambino deve inoltre essere ascoltato dagli adulti che, a loro volta, devono porre
la giusta attenzione ai suoi dubbi e le giuste domande senza influenzarlo nelle sue scelte
(valido per gli adolescenti).
Anche se questi elementi possono sembrare basilari, ci sono ancora paesi che sfruttano i
bambini facendoli lavorare in fabbriche industriali o piccole organizzazioni dove vengono
abusati e maltrattati.
Il 40% dei bambini sfruttati sono bambine, in età giovanile ed adolescenziale.
Le bambine vengono utilizzate prevalentemente nelle attività legate all’agricoltura,
svolgendo compiti nocivi per la salute come portare pesi, stare a contatto con sostanze
chimiche... oppure nelle attività domestiche, arrivando a lavorare fino a 20 ore continuative
ogni giorno. E poi c’è la violenza sulle donne, che inizia fin dalla più tenera età.
I bambini vengono usati, oltre che ai lavori forzati, anche come soldati, obbligati sotto
droghe a combattere in guerra ed ad uccidere persone che a volte possono essere addirittura
membri della loro famiglia.
Sono completamente in disaccordo con i maltrattamenti e lo sfruttamento infantile, contro
poveri bambini innocenti che invece di vivere felicemente la loro infanzia rischiano di
perdere la vita o di ammalarsi gravemente per arricchire l’economia del loro paese o per
dargli una vittoria in circostanze di guerra.
I bambini hanno il diritto di vivere la loro infanzia senza dover risparmiarla per del denaro
che manca alla famiglia o ad un obbligo del loro paese.
Alcuni tra questi bambini riusciti a fuggire hanno esposto i loro pensieri ed hanno
incriminato i colpevoli; ricordiamo Iqbal Masih un bambino che riuscì a far chiudere alcune
fabbriche di produzione di tappeti dove veniva maltrattato facendo capire che questo
problema continua a persistere.
I bambini che hanno subito questi atti, e che sfortunatamente hanno perso la vita, sono
grandi eroi che non devono essere mai dimenticati.

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