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I GIOVANI NEL MONDO DI OGGI

Oggi i giovani non vogliono sentirsi proporre delle domande sul loro futuro, ma vogliono da noi
delle risposte; risposte alle loro domande, ai loro interrogativi, ai loro perché. I giovani non sono
dei contenitori vuoti dove gettarvi tutte le frustrazioni di noi adulti, i giovani vogliono essere
propositivi, vogliono essere partecipi della costruzione del loro futuro, non vogliono trovarsi in un
mondo preconfezionato dove ci si deve adattare, ma un mondo costruito a misura di giovane
d’oggi per essere adulti domani. Quindi sintetizzerei in tre punti i problemi dei giovani di oggi:

 Rapporto con la famiglia: rapporto genitori-figli;


 L’importanza del gruppo: amicizie;
 Il lavoro: precarietà-mancanza di sicurezza.

Il rapporto con la famiglia. Da una parte molte volte il rapporto è conflittuale, dovuto a molti
fattori, accentuato se si è vissuto il dramma della separazione dei genitori. Il problema della
scuola, soprattutto negli adolescenti e nei primi anni di università, il giovane vive male la
dipendenza economica dai genitori, il vestirsi alla moda, gli accessori all’avanguardia iphone,
iphad, computer ecc., uscite serali e week-end con gli amici, passatempi costosi e lussuosi palestra
ecc., sono tutti fattori di continue discussioni e litigi in famiglia, per non parlare poi quando si
raggiunge la maggiore età e si pensa alla patente e alla macchina. Quindi il rapporto con la famiglia
diventa conflittuale nel maggiore dei casi, il giovane vuole la sua libertà, libertà anche di sbagliare,
di finire o meno la scuola, l’ultimo sondaggio dell’OCSE che è di questi giorni dice che il Italia il 30%
dei giovani non terminano la scuola. Il giovane vuole divertirsi, vuole la “movida”, vuole lo “sballo”
a tutti i costi e sono sempre di più i giovani che hanno problemi con l’alcool. Questo perché?
Invece che porre le domande ai giovani del perché sono alla ricerca di queste cose, perché non la
poniamo a noi questa domanda del perché abbiamo permesso ai giovani di arrivare a questo
livello? Noi, almeno la mia generazione, non abbiamo patito la guerra e quindi come diceva
qualche papà quando ero giovane“quello che è mancato a noi non posso farlo mancare ai miei
figli”; noi, i papà di oggi, siamo della generazione successiva, quella del sessantotto, quella degli
anni della liberalizzazione sessuale, degli anni settanta gli anni di piombo del terrorismo, degli anni
ottanta del boom economico, allora perché abbiamo lasciato che si arrivasse a questa situazione?
La risposta ai giovani dobbiamo darla noi. Dall’altra parte ci sono giovani che si impegnano nel
volontariato, nel voler dare un senso profondo alla propria vita, che rispondono alla chiamata di
mettersi in gioco per qualche valore fondamentale come, l’amicizia, il bene comune, la solidarietà,
il rispetto reciproco, l’amore che va al di là della sola attrazione sessuale. Tante volte le risposte ai
giovani le danno i giovani stessi, non noi dalla nostra cattedra di adulti e che ci facciamo chiamare
educatori, ma che prima di tutto non siamo stati educati noi stessi. Ecco allora che il rapporto in
famiglia non è più conflittuale ma comunicativo, ci si parla, si discute, si ragiona, si progetta il
futuro e si buttano le basi per la costruzione di altre famiglie. Portare i due mondi giovanili a
confronto, equilibrare le parti né una a favore dell’altra ne l’altra a discapito di quell’altra, ma
dialogo nel reciproco rispetto, delle proprie idee, dei propri bisogni e dei propri mezzi.

L’importanza del gruppo. Il gruppo è un elemento sociale importante. I giovani d’oggi credono
molto nell’amicizia; i membri di un gruppo hanno molte cose in comune, per questo si sentono
capiti e parlano molto dei loro interessi e dialogano tra di loro molto più che con gli adulti; ogni
gruppo ha una vita sociale a sé, ha i suoi interessi, ha il suo modo di parlare, di stare insieme, il
gruppo crea identità, crea visibilità, cosa che il singolo in se stesso non trova non ha. Nel gruppo
vivo la solidarietà, vivo la condivisione, le gioie e i dolori. Le amicizie che si creano nel gruppo sono
forti, durano anche tutta una vita, ti puoi perdere di vista ma quando ti ritrovi, ritrovi le tue origini.
Il gruppo se vissuto bene, cioè faccio la mia parte, non vivo da parassita alle spalle dei membri del
gruppo, non mi soffoca, non mi annichilisce, non mi ingloba, ma mi mantiene la mia identità mi da
la forza per emergere. Punto di riferimento del gruppo non sono le persone o una persona in
particolare, ma sono gli interessi comuni del gruppo che prevalgono, che lo rafforzano e che lo
fanno crescere in maniera solidale.

Il lavoro. Oggi il mondo giovanile vive una problematica molto profonda con il mondo del lavoro.
Oggi si da molta importanza alla formazione professionale, ma anche dopo molti anni di studio
molti giovani non trovano un posto di lavoro e questo è un problema grave. Quali sono i motivi di
questo disagio? Scarsa attenzione da parte delle forze politiche al problema, si parla solo di
pensioni, ma questi giovani ci arriveranno mai alla pensione? Si fa lo scarica barile, i politici
accusano i sindacati, i sindacati accusano le aziende, le aziende accusano i lavoratori e alla fine la
colpa è della crisi che stiamo vivendo, ma la crisi chi l’ha creata? Chi è che ci va di mezzo? I giovani.
Il problema deve essere risolto al più presto, i giovani che non trovano posto di lavoro sono
costretti, loro malgrado, a rimanere in famiglia fino a tarda età, circa 30 anni, non si sposano
perché non hanno i mezzi necessari di sussistenza, di conseguenza non comprano casa, risultato
l’accusa di essere bamboccioni o “sfigati”. La società ha il dovere di salvaguardare il suo
patrimonio e il suo patrimonio sono i giovani, ma se questi giovani non sono messi nella
condizione di produrre la nostra società è votata all’autodistruzione. Il lavoro per i giovani deve
essere una priorità assoluta per qualsiasi forza politica, per una qualsiasi forza sociale, per qualsiasi
azienda che voglia rilanciare la propria economia, i giovani devono o meglio sono la più grande
risorsa di ogni Paese, perché da questa risorsa il Paese ne possa attingere a piene mani. I giovani
non possono essere lasciati soli nella lotta per la ricerca di un posto di lavoro, perché il lavoro per
un giovane significa indipendenza, prestanza e personalità. Non togliamo ai giovani la possibilità di
vivere la propria vita, lasciamo che i giovani si creino il proprio futuro, si creino la propria vita
lavorando e producendo per la società che pian piano cercheranno di creare e di far crescere.

La famiglia, il lavoro, l’amicizia sono per il giovane di oggi fondamentali, quindi bisogna puntare ad
aiutare la famiglia prima di tutto ad avere una vita degna, di conseguenza i giovani che vivono in
famiglia siano posti nella condizione di vivere la propria vita auto-finanziandosi e così a loro volta
formare altre famiglie; l’amicizia aiuterà i giovani ad essere solidali in un mondo globalizzato che
pensa a se stesso dimenticandosi che l’uomo non è stato creato unicamente per se stesso ma per
vivere con altri suoi simili, nell’amore e nel rispetto reciproco, nella concordia e nella solidarietà.

NB. È una mia breve riflessione su una parte del mondo giovanile, non pretende di essere
risolutiva dei problemi che i giovani di oggi vivono, ma se può aiutare un poco sarò felice di aver
dato una mano. Don Achille.

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