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Il trionfo di Mirandolina

1. Dal rigo 42 inizia a vedersi evidentemente la


gelosia del cavaliere, che invita Mirandolina a
smettere di chiamare a sé il suo servitore,
offrendole addirittura di chiamare il suo. La donna
reagisce rispondendo: “A Oh, questa è bella! Non
mi potrò servire della mia gente?”, chiedendo
quindi al cavaliere di non pretendere troppo in
quanto lei ha piena libertà.

2. La battuta al rigo 37: “E Mirandolina, non posso


più.” evidenzia l’arresa del cavaliere che
successivamente si sentirà svenire e implorerà
l’amore di Mirandolina;

3. Mirandolina per tutto il tempo della conversazione


con il cavaliere, lo schernisce e lo deride,
cercando di non dargli troppa confidenza e quindi
farlo sentire inopportuno e inadatto per la donna.

4. Un cavaliere arrivato in una locanda, viene


sedotto dalla locandiera Mirandolina. Prova a
scappare dai pericolosi effetti della passione, ma
il nuovo sentimento che stava sperimentando era
più forte di qualsiasi altra cosa. Per questo motivo
cerca di dichiararsi con Mirandolina, che per tutta
la durata della conversazione lo raggira e lo
allude. Sin dall’inizio, la donna, incomincia a
prendersi gioco dei complimenti, continuando a
stirare e quindi a non dare confidenza al
malcapitato. Il cavaliere, allora, chiede se la
biancheria che stava stirando fosse più
interessante del suo approccio. La donna
confermò il suo dubbio e allora il cavaliere sempre
più sottomesso chiede alla locandiera di smetterla
di vendicarsi. Allora volontariamente fa cadere il
manichino a terra e, il cavaliere, con gesto di
gentilezza, glielo porge implorando sempre di più
la donna a capire che il suo sentimento era vero e
naturale. La donna però, ironicamente, risponde
che non c’era bisogno di scomodarsi per aiutarla,
sottolineando il fatto che il cavaliere la prendeva
in giro. Il cavaliere, allora, finisce per arrendersi
fingendo di svenire, ma i sentimenti di Mirandolina
rimasero invariati, anzi rimprovera il cavaliere per
l’odio che aveva avuto fino al giorno del loro
incontro verso le donne. L’atto finisce con il
cavaliere che maledice il momento in cui l’ha vista
e si è innamorata di Mirandolina, adesso è caduto
nel tranello e non c’è più nulla da fare;

5. Alcune delle battute in cui emergono l’indifferenza


e l’ironia di Mirandolina sono:
 Rigo 10: “A Del re di spade, o del re di
coppe?”;
 Rigo 14: “A Oh perdoni! Mi preme
allestire4 questa biancheria per domani.”;
 Rigo 18: “A Certo. Perché di questa
biancheria me ne ho da servire, e di lei
non posso far capitale di niente.”;
 Rigo 25: “A Sì signore, glielo diremo8.
(stirando in fretta, si fa cadere un
manicotto)”;
 Rigo 35: “A Tenga il suo spirito di melissa.
(gli getta con disprezzo la boccetta);
 Rigo 38: “A Perdoni: non l’ho fatto
apposta.”;

6. Mirandolina continua a stirare per far capire al


cavaliere che non è interessata alla
conversazione, cercando di far notare, in modo
non brusco al cavaliere, che la sta disturbando in
quanto ella non è interessata a lui. Caduto il
manicotto alla donna, il cavaliere si china a
prenderlo porgendoglielo. Questo è simbolo di
gentilezza ma soprattutto dell’amor cortese,
ovvero, l'amore del poeta per la sua donna è
paragonabile all'omaggio del cortigiano alla sua
signora feudale, e promuove ed esalta la virtù di
chi ama. Ma in questo caso il gesto rimane
comunque vano.

7. Il ferro da stiro rovente ha come significato


simbolico un’arma di difesa. La scena incomincia
a farsi più tesa già dal rigo 40. Si culmina con la
battuta a rigo 50: “A Mi pare ch’ella si avanzi un
poco troppo, signor cavaliere. (si scosta dal
tavolino col ferro in mano)”, il cavaliere si avvicina
troppo la donna, che prende il ferro da stiro
rovente in mano, simboleggiando l’impugnatura di
una spada, per cercare di allontanare l’uomo.
L’uomo capisce la situazione e chiede perdono.

8. Ho individuato due punti del brano in cui sorgono


riferimenti alla misoginia del cavaliere:

 Rigo 21: “A Eh, che ella non può vedere le


donne.”
 Rigo 65: “A Un uomo che stamattina non
poteva veder le donne, oggi chiede amore
e pietà? Non gli abbado, non può essere,
non gli credo. (Crepa, schiatta, impara a
disprezzar le donne). (da sé, parte).
In quest’ultima parte Mirandolina celebra il suo
sprezzante trionfo sulla misoginia del Cavaliere.

9. Decisamente simpatizzo per Mirandolina. È


riuscita a tenere sotto il suo controllo il Cavaliere
e con il suo carattere indifferente è riuscita a non
farsi prendere dalle false parole e da ciò che egli
prometteva. Mirandolina si compiace anche di un
innato narcisismo che la spinge a desiderare di
essere servita e adorata e di esercitare il proprio
potere su tutti coloro che la circondano. Il rifiuto
del Cavaliere punge il suo orgoglio e la induce a
una seduzione che si configura come una sorta di
riscatto di genere (la donna trionfa sugli uomini)
ma anche di classe (il borghese ha la meglio sui
nobili). Simpatizzo per la donna per la grande
prova di forza, in quanto, anche una donna,
ritenuta all’epoca inferiore, è riuscita a prevalere
su un uomo nobile.

10. Il linguaggio del cavaliere è sicuramente


quotidiano, anche perché è sottomesso per tutta
la durata della conversazione. Diventa lo schiavo
della donna, alludendo così alla situazione sociale
degli schiavi dell’epoca, che utilizzavano un
linguaggio povero. Un esempio del linguaggio
utilizzato è: “E Vi preme dunque quella biancheria
più di me?”, tutt’altro rispetto a quello utilizzato
dagli acculturati.

11. La figura di Mirandolina è ben caratterizzata,


come del resto tutti i personaggi della commedia,
dal punto di vista sociale. Esponente del ceto
borghese, la locandiera incarna alcuni aspetti
positivi della sua classe sociale: la laboriosità,
l’orgogliosa e autonoma gestione dei propri
interessi economici e l’abilità nel servirsi del
proprio fascino per attrarre i suoi avventori senza
superare i limiti delle convenzioni sociali. Il
matrimonio non può però avvenire proprio per la
diversità di classe sociale. All’epoca, non era ben
visto il matrimonio di persone appartenenti a ceti
diversi e quindi una persona appartenente al ceto
borghese, non poteva avere un matrimonio con un
nobile. Mirandolina (come Goldoni) sa bene che le
gerarchie sociali non possono essere infrante, e
sceglie di tornare nel proprio ruolo, sposando un
suo pari e rinunciando al corteggiamento dei suoi
nobili pretendenti. Goldoni, un moderato
riformatore, in quanto si limitava ad auspicare un
equilibrio tra le classi sociali continuando però a
rispettarne l'ordine gerarchico, rispettava il
pensiero dell’epoca. Dunque, per motivi sociali, il
matrimonio sarebbe stato impossibile e Goldoni ha
preferito far finire la vicenda con il rifiuto del
Cavaliere.

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