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GESTIONE DELLA PAZIENTE CON PAP


TEST ANORMALE
Linee Guida Edizione 2006
Organo Ufficiale della a cura della Società italiana di Colposcopia e Patologia Cervico Vaginale
Società Italiana
di Colposcopia
e Patologia
Cervico Vaginale
Indice
ANNO XXI – N. 1
DICEMBRE 2006 Capitolo I Referto citologico ....................................... Pag. 5
Capitolo II HPV-TEST.................................................... Pag. 6
Comitato di Redazione Capitolo III Esame colposcopico e bioptico................... Pag. 7
Coordinatore Scientifico
Capitolo IV Trattamento della neoplasia cervicale
Vecchione Aldo (Roma)
intraepiteliale, cervicale e vaginale ............ Pag. 9
Capitolo V Valutazione del cono cervicale................... Pag. 10
Comitato Scientifico
Carinelli Silvestro (Milano) Capitolo VI Gestione della paziente
Cattani Paolo (Verona)
Chiossi Giuseppe (Modena) con Pap test anormale ................................ Pag. 11
Fidelbo Melchiorre (Catania)
Gallia Laura (Asti) Capitolo VII Gestione della paziente
Marello Giovanni (Firenze)
Montanari Gioia (Torino) gravida con Pap test anormale.................... Pag. 14
Ricci Maria Grazia (Siena)
Stellato Giovanni (Napoli) Capitolo VIII Gestione della paziente
Tortolani Francesca (Modena)
HIV positiva con Pap test anormale ........... Pag. 16
Coordinamento Editoriale Capitolo IX Esame colposcopico e trattamento:
Perino Antonio (Palermo)
Peroni Mario (Ascoli Piceno) consenso informato e aspetti
Piccoli Roberto (Napoli)
medico-legali .............................................. Pag. 18
Direttore Responsabile Capitolo X Controllo di qualità ed accreditamento
Fausto Boselli
in colposcopia ............................................ Pag. 18
Redazione
41041 Casinalbo (Mo)
Via Brescia, 5
Allegato 1 Bethesda System 2001................................ Pag. 20
Tel. 059 551685
Fax 059 5160097
Allegato 2 Classificazione Colposcopica
Autorizzazione del Tribunale Internazionale IFCPC 2002 ....................... Pag. 21
di Ascoli Piceno
Iscr. al Reg. Stampa n. 196 Allegato 3 Scheda colposcopica .................................. Pag. 22
del 14-03-1983
Allegato 4 Scheda di consenso informato per
Stampa/Pubblicità l’esame colposcopico ed i trattamenti ........ Pag. 23
Artioli Editore
Poligrafico Artioli S.p.A.
41100 Modena
Via Emilia Ovest, 669 Tabella I Diagnosi citologica: ASC-US....................... Pag. 12
Tel. 059 827181
Fax 059 826819 Tabella II Diagnosi citologica: SIL di basso grado
o ASC-H...................................................... Pag. 13
Proprietario
Società Italiana di
Tabella III Diagnosi citologica: SIL di alto grado/
Colposcopia e Patologia
Cervico Vaginale
carcinoma squamocellulare ........................ Pag. 14
Via dei Soldati, 25
00186 Roma
Tabella IV Diagnosi citologica: cellule
ghiandolari atipiche/adenocarcinoma ........ Pag. 15
Finito di stampare nel mese di
Dicembre 2006
Bibliografia ................................................................... Pag. 24
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Società Italiana di Colposcopia e Patologia Cervico Vaginale


affiliata alla International Federation for Cervical Pathology and Colposcopy (IFCPC)

Consiglio Direttivo
Presidente
Aldo Vecchione

Vice Presidenti
Maggiorino Barbero Daria Minucci Giancarlo Mojana

Segretario Generale Tesoriere


Fausto Boselli

Segretario Aggiunto
Stefano De Martis

Consiglieri
Massimo Capodanno Andrea Ciavattini Antonio Frega
Brunella Guerra Carlo Penna Francesco Sopracordevole

Revisori dei Conti


Marco Palomba
Andrea Amadori Paolo Scirpa

Revisori dei Conti Supplenti


Maria Antonietta Bova Melania Caruso

Comitato Scientifico Permanente


Coordinatore Referente per gli screening
Antonio Perino Gioia Rita Montanari

Referenti per i protocolli terapeutici


Carcinoma invasivo
Mauro Marchionni
Neoplasia Intraepiteliale
Roberto Piccoli Claudio Zanardi

Forum per le attività didattiche e la formazione


Alberto Agarossi Gaetano Garozzo Bruno Ghiringhello

Referente per la patologia vulvare


Mario Preti

Forum per le linee guida


Paolo Cristoforoni Carlo Liverani Giovanni Miniello
Gaetano Nardo Massimo Origoni Fabio Parazzini
Sebastiano Pace Paolo Procaccianti Sergio Votano
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PRESENTAZIONE

Le linee guida sono uno strumento importante per lo specialista; sono “punti fermi” per
la sua attività, ma possono e devono essere regolarmente aggiornate, in relazione alle
nuove tecnologie ed alle evidenze che le stesse hanno determinato. Siamo così giunti alla
terza edizione, dopo quella del 1997 e quella del 2002. Coerentemente, le nostre racco-
mandazioni iniziano là dove finisce il primo livello dello screening, quello citologico, sia
esso programmato, che spontaneo. Questa edizione si diversifica soprattutto per l’opzio-
ne HPV-Test, nell’ASC-US e nel follow up post-trattamento. Nel capitolo del trattamento
siamo entrati un po’ di più nella gestione dell’Adenocarcinoma in situ e del carcinoma
microinvasivo; ma il lettore troverà anche indicazioni per il trattamento della VaIN. Anche
per quest’ultimo aspetto, vogliamo ribadire quello che lo specialista del secondo livello
deve fare di fronte a lesioni vaginali in pazienti con o senza utero, indipendentemente da
quelle che sono le raccomandazioni dello screening per le pazienti isterectomizzate.
Infine accenniamo, in questa presentazione, alla novità di questi ultimi mesi e cioè, molto
probabilmente, l’avvento dei programmi di vaccinazione verso l’HPV, per la prevenzione
del cervico-carcinoma. Dobbiamo prepararci a questo nuovo periodo, per gestirlo al
meglio e nella speranza di vedere realmente ridursi il numero dei cervico-carcinomi, ma,
ora, i programmi di screening devono continuare la loro attività ed, anzi, dove ancora non
sono presenti, si dovrà cercare di realizzarli, nella speranza che in futuro possano testimo-
niare la diminuzione delle lesioni cervicali. La stesura delle Linee Guida è frutto del con-
tinuo lavoro dei membri del Consiglio Direttivo e del Comitato Scientifico della nostra
Società e del costante confronto con i nostri numerosi ed attivi soci. Speriamo, anche con
questa edizione, di dare un buono strumento di lavoro a tutti i nostri soci e comunque a
tutti coloro che si occupano di prevenzione.

ALDO VECCHIONE FAUSTO BOSELLI


Presidente SICPCV Segretario Generale SICPCV
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Gestione della paziente


con Pap test anormale
LINEE GUIDA
Edizione 2006

Capitolo I anatomo-patologo e clinico, confermando che il refer-


REFERTO CITOLOGICO to citologico è un atto medico; tuttavia le raccoman-
dazioni al clinico non sono obbligatorie come nei pre-

P
er redigere le linee guida per la “Gestione della cedenti TBS, ma opzionali, a discrezione del patologo.
paziente con Pap test anormale” è indispensabi- La realtà statunitense è molto legata a problemi medi-
le iniziare con la stesura e il commento della co-legali, per cui la scelta è spesso quella di esporsi il
classificazione citologica attualmente adottata e cioé meno possibile, tendendo a non interferire con la re-
il sistema Bethesda (TBS). sponsabilità del clinico. I suggerimenti al clinico devo-
Molte critiche sono state sollevate al sistema di Bethe- no riguardare procedure terapeutiche utili a chiarire un
sda la cui prima versione è del 1988 1 e la seconda del quadro citologico incerto, metodiche di prelievo che
1991 2; tali critiche sono riportate nel forum sul Lesio- possano migliorarne la qualità, l’identificazione delle
ne Squamosa Intraepiteliale (SIL) di basso e SIL di alto pazienti che necessitano di ulteriori provvedimenti,
grado del Bethesda System del 2001 3. senza consigliarli esplicitamente. Ciò non avviene
La prima critica riguarda la collocazione del CIN II nello Screening per cervico-carcinoma, nel quale è il
(displasia moderata) nelle lesioni squamose di alto Laboratorio di Citologia che decide se inviare la donna
grado (HSIL). Infatti, per alcuni clinici, il trattamento al controllo standard triennale o al secondo livello. Nel
di pazienti con diagnosi citologica di CIN II o displa- TBS 2001 viene inoltre data l’indicazione di non inter-
sia moderata dovrebbe essere diverso da quello a cui ferire con il clinico nel rapporto con la persona che si
sottoporre le pazienti con CIN III (displasia grave, car- è sottoposta al Pap test. Nello Screening per cervico-
cinoma in situ). La seconda critica riguarda proprio la carcinoma questo non avviene perché spesso è il Pato-
storia naturale del CIN II che sarebbe più vicina a quel- logo, su richiesta della donna, che le consegna e spie-
la del CIN I che a quella del CIN III. Infatti, secondo ga il referto citologico, quando la risposta generica del
Mitchell 4, il 43% dei CIN II non trattati regredisce Programma di Screening non viene considerata esau-
spontaneamente. La regressione riguarda anche il 57% stiva dall’interessata o dal suo medico.
dei CIN I non trattati e il 32% dei CIN III non trattati. Nel TBS 2001, il Pap-test viene definito, in un’ottica
La persistenza della CIN II non trattata è pari al 35%, cautelativa, test di “screening”, perché contribuisce ad
che diventa il 32% per la CIN I non trattata e il 56% una diagnosi e, quindi, non è considerato un test dia-
per la CIN III non trattata. Ecco perché si ipotizza che gnostico vero e proprio. Diversamente, in uno scree-
il trattamento dovrebbe essere lo stesso per il CIN I e ning organizzato, il test di screening è per sua natura
CIN II anziché per il CIN II e CIN III; nel Bethesda un test dicotomico, che non fa diagnosi, ma invia o
System, invece, il CIN II è sempre accorpato al CIN meno al II° livello (nel nostro caso la colposcopia )7.
III. Tuttavia, l’uso di una terminologia binaria compor- Nello screening la risposta è semplificata perlopiù po-
ta un alto grado di riproducibilità della diagnosi cito- sitiva o negativa ed il controllo è triennale. Altre varia-
logica e la diagnosi di CIN II è poco riproducibile 5, 6. zioni del Bethesda 2001, che lo semplificano rispetto
Lo scopo del Sistema Bethesda (TBS), dichiarato nel- al precedente, sono invece utili per gli screening orga-
l’introduzione di ogni versione della classificazione nizzati: l’eliminazione della categoria “adeguato ma
(1988-1991-2001), è promuovere la comunicazione limitato da…”, delle modificazioni cellulari benigne
effettiva e chiara nel riportare i risultati patologici ai come categoria a sé stante, la nuova suddivisione delle
clinici, dando loro gli opportuni suggerimenti per de- anomalie squamose con eliminazione, presente anche
cidere gli ulteriori provvedimenti di diagnosi e tratta- nell’AGUS, del “versus reattivo” 3.
mento 7. Concludendo sono necessari e sono già iniziati incon-
Nel TBS 2001, viene ribadita l’intenzione, già manife- tri europei sul Bethesda System 2001, per adattarlo alle
stata dal 1988, di instaurare un miglior rapporto tra esperienze europee e alle esigenze degli screening per
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cervico-carcinoma mediante Pap-test. AGC (anomalie ghiandolari cellulari). Viene eliminato


Nello specifico, riportiamo i punti salienti della nuova l’AGUS-R cioè quello reattivo ma viene introdotto
classificazione TBS 2001 (Allegato 1). l’AIS (adenocarcinoma in situ). Molte diagnosi di AGC
evidenziano nella biopsia lesioni squamose e non
Valutazione dell’adeguatezza ghiandolari: in genere si tratta dell’interessamento da
È stata proposta l’eliminazione della categoria “adegua- parte della lesione squamosa delle cripte ghiandolari
to ma limitato da”. L’eliminazione della categoria “ade- cervicali.
guato ma limitato da” negli screening per cervico-carci-
noma permette la programmazione dicotomica dei ri- Cellule Endometriali Normali
chiami (adeguato a tre anni e inadeguato da ripetere). La loro presenza va sempre riportata nel referto citolo-
gico in donne in menopausa o in quelle di almeno 40
ACR (MCR e BCC) Anomalie Cellulari Reattive ed anni, se non si conosce lo stato menopausale. Viene
infezioni comunque suggerito di aggiungere nel referto anche:
La categoria ACR (anomalie cellule reattive) viene abo- negativo per cellule squamose maligne.
lita e i casi vanno riferiti come normali. Viene ribadito
che non si deve fare diagnosi solo della Chlamydia
solo citologica, col Pap test, in quanto la sua riprodu- Capitolo II
cibilità è estremamente bassa. HPV TEST
LSIL e HSIL (Lesione Squamosa Intraepiteliale di Le evidenze che il Papillomavirus umano (HPV) rap-
Basso e Alto Grado) presenta probabilmente la causa determinante nell’in-
Per ciò che riguarda tali categorie diagnostiche, si ri- sorgenza e nella progressione del carcinoma della cer-
badisce che la presenza di effetti citopatici da virus vice uterina, hanno significativamente implementato
HPV viene assimilata al LSIL. Quando si sospetta le modalità di interpretazione e di gestione diagnosti-
un’invasione in una diagnosi di SIL di alto grado, che co-terapeutica di questa malattia, soprattutto nelle fasi
non può essere dimostrata con certezza, si usa “HSIL- preinvasive della sua storia naturale.
l’invasione non può essere esclusa”. Sia dal punto di vista epidemiologico che clinico, infat-
ti, non è più possibile attualmente prescindere da que-
ASCUS (Anomalie Squamose di Incerto Significato) sto dato di fatto; di conseguenza, il ruolo e l’importan-
Nel TBS 2001 la categoria viene mantenuta con la ter- za dell’introduzione delle metodiche di identificazione
minologia ASC (anomalie squamose cellulari) ma, ri- dell’HPV nel triage della patologia preneoplastica cer-
spetto al TBS 1991, viene suddivisa in ASC-NOS e vicale sono oggi ritenuti ausili di prioritaria utilità.
ASC-H. Viene eliminato l’ASCUS-R, cioè l’ASCUS Recenti evoluzioni, in termini di metodica, applicabi-
reattivo che viene assimilato al negativo ACR. lità e riproducibilità, hanno progressivamente spostato
L’ASC-H è l’ASC versus HSIL e non deve superare il 5- l’utilizzo di questa metodologia dall’iniziale ambito
15% delle ASCUS, e il suo valore predittivo positivo puramente speculativo e di ricerca ad una più ampia
per le lesioni ≥CIN II deve essere del 40-67%. e diffusa pratica quotidiana sul piano clinico 8.
L’ASC-NOS è in realtà l’ASC versus LSIL. Si ribadisce Molte delle iniziali diffidenze e dei giustificati scettici-
il concetto, già presente nel Bethesda 1991, che la per- smi circa la reale dimensione dell’utilità di queste me-
centuale di ASC nei laboratori deve essere sotto il 5% todiche sono state ridimensionate da innumerevoli dati
e il rapporto ASC:SIL deve essere di 2:1. Tali precisa- della recente letteratura.
zioni sono molto utili nello screening per cervico-car- Numerose sono le evidenze pubblicate negli ultimi anni
cinoma così come è importante adottare le raccoman- che dimostrano come, in relazione ai vari utilizzi del
dazioni del TBS 2001 per minimizzare la percentuale test, i costi sociali di questa strategia, pur ovviamente
di diagnosi di ASC in un Laboratorio di Citologia, cioè: incrementati se considerati singolarmente, in termini di
monitorare la percentuale di ASC, monitorare il rap- valore aggiunto non risultano significativamente aumen-
porto ASC/SIL, comparare la percentuale di ASC di tati. Uno degli studi più autorevoli, pubblicato recente-
ogni singolo lettore con quella del laboratorio, esegui- mente dal Dipartimento di Politica Sanitaria dell’Uni-
re un follow-up cito-istologico e correlare con i risul- versità di Harward 9, prendendo in considerazione due
tati dell’eventuale test HPV ad alto rischio. modalità di utilizzo del test per l’HPV – screening pri-
mario e triage della citologia borderline – in Gran Bre-
AGUS (Anomalie Ghiandolari di Incerto Significato) tagna, Francia, Paesi Bassi e Italia, conclude che entram-
Viene mantenuta questa categoria con la terminologia be le scelte in tutti questi Paesi presentano vantaggi in
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termini di salute pubblica a fronte di costi accettabili, questo proposito è d’obbligo fare riferimento ai risul-
in confronto con le attuali strategie adottate nei singoli tati dello studio ALTS (ASCUS Low SIL Triage Study) 11.
paesi. Questi dati, evidentemente non conclusivi, anche A questo sono seguiti altri studi analoghi che ne hanno
se altamente significativi, indicano che il problema dei ricalcato il disegno, giungendo a risulati sovrapponi-
costi non appare più, attualmente, motivo di prioritaria bili. L’unicità dello studio ALTS sta nel fatto di essere
esclusione del HPV-DNA test dai programmi clinici. l’unico studio clinico controllato randomizzato, che
Poiché oltre il 97% dei carcinomi cervicali riconosce ha reclutato 3488 pazienti, suddivise nei tre bracci di
la presenza di HPV ad alto rischio (HPV-HR), il razio- trattamento: colposcopia immediata, ripetizione della
nale per l’introduzione dell’HPV-DNA test nello scree- citologia in fase liquida e HPV-DNA test. Consideran-
ning primario viene riconosciuto nell’alto Valore Pre- do globalmente i risultati degli 8 studi pubblicati ad
dittivo Negativo (NPV) di questo test in associazione oggi, si conclude che la sensibilità e specificità del-
alla citologia tradizionale (99.7-100%). Ad oggi sono l’HPV-DNA test vs. CIN2-3 (96.3% e 49%) sono supe-
stati pubblicati numerosi studi di screening primario in riori a sensibilità e specificità della ripetizione citolo-
cui il test per L’HPV è stato utilizzato da solo o in asso- gica su fase liquida (85.3% e 45%). I risultati longitu-
ciazione al Pap test, per un totale di circa 80.000 casi dinali dello studio ALTS 12 dopo 2 anni di follow up in-
distribuiti in 11 paesi di 4 continenti. La sensibilità del- dicano la superiorità in termini di sensibilità dell’HPV-
l’associazione HPV test-Pap test è sempre risultata mag- DNA test anche nei confronti della colposcopia. Sulla
giore a quella di ciascun test considerato singolarmen- base di questi dati, negli Stati Uniti, l’American So-
te e, come era attendibile, il NPV dell’associazione dei ciety for Colposcopy and Cervical Pathology, indica
test è risultata nella maggior parte dei casi del 100% 10. oggi l’HPV-DNA test come opzione ottimale per il tria-
Questi risultati sono estremamente interessanti e indi- ge del Pap test ASCUS.
cativi della tendenza attuale. Ovviamente le realtà lo- Il razionale circa l’utilizzo dell’HPV-DNA test come
cali sono enormemente diversificate, i programmi di test di cura nel follow up dei casi sottoposti a tratta-
screening non sono tutti identici e di conseguenza que- mento escissionale di lesioni di alto grado (CIN 2-3)
sti dati non possono essere assimilati ovunque nello per determinare il rischio di persistenza o di recidiva
stesso modo; per questo motivo appare ancora prema- della CIN, è riconducibile all’evidenza che in assenza
turo codificare ufficialmente l’utilizzo dell’HPV test in di HPV-DNA identificabile esiste un rischio quasi nullo
uno screening primario; si aprono tuttavia interessanti di presenza di CIN di alto grado. Questa ipotesi è stata
scenari in prospettiva, l’elemento predominate dei pressoché completamente confermata dai risultati di
quali è sicuramente la garanzia della negatività dello circa 10 studi pubblicati negli ultimi anni. Conside-
screening con l’associazione dei due test 8. rando infatti globalmente i risultati di questi studi, il
La gestione del Pap test ASC-US e ASC-H e delle Low 97% dei casi di CIN 2-3 identificati nel corso del fol-
Grade SIL (LSIL) citologiche è stata recentemente og- low up post trattamento risultavano HPV-positivi. La
getto di un notevole interesse a livello internazionale, sensibilità e il NPV complessivi dell’HPV-DNA test
e numerosi sono stati gli studi clinici che hanno af- sono risultati del 96.5% e del 98.8% rispettivamente,
frontato la questione nelle sue varie sfumature. La pro- in tutti gli studi superiori a quelle della citologia in fase
blematica emergente è stata sicuramente quella relati- liquida. In quest’ottica appare giustificato affermare
va a quale deve essere, in questi casi, la più opportu- che l’associazione dell’HPV-DNA test alla citologia
na delle scelte di triage diagnostico. Come sappiamo, nel follow up post trattamento delle lesioni di alto
tradizionalmente le opzioni previste in questi casi pre- grado presenta un significativo vantaggio in termini di
vedono principalmente l’invio diretto alla colposcopia sensibilità e di esclusione della persistenza/recidiva
oppure, in alcune circostanze, la ripetizione dell’esa- della malattia 8. In un prossimo futuro risulterà interes-
me citologico. Ovviamente, a monte di tutto il pro- sante valutare il ruolo del test per HPV E6/E7 mRNA e
blema, sta l’indicazione perentoria, ormai fatta propria p16, con alta sensibilità e specificità nell’individuare
da tutte le Società di Colposcopia, che la prevalenza pazienti con attiva espressione oncogenica 13
di refertazione citologica ASC debba essere il più pos-
sibile contenuta entro percentuali ridotte, con il limite
ottimale del 2%, circa, per un buon centro di citodia- Capitolo III
gnostica. Il triage del Pap test dubbio è sicuramente ESAME COLPOSCOPICO E BIOPTICO
uno degli argomenti in cui l’introduzione dell’HPV-
DNA test ha ottimizzato le scelte di gestione clinica. La colposcopia è l’esame di secondo livello nella dia-
Infatti il suo utilizzo in questi casi viene attualmente gnosi precoce della neoplasia cervicale, essendo il
riconosciuto in molte Linee Guida internazionali. A pap-test l’esame di primo livello; è la guida alle tera-
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pie cervicali che mirino a conferire caratteri di norma- dio del canale cervicale.
lità alla cervice uterina; viene altresì impiegata nell’ac- Con il rapido sviluppo degli studi sulla patologia cer-
certamento diagnostico su pazienti sintomatiche e vico-vaginale in questi ultimi decenni e con l’acquisi-
asintomatiche quale necessario complemento all’esa- zione di nuove conoscenze in campo epidemiologi-
me ginecologico, e nella diagnostica delle infezioni a co, si è resa necessaria una riorganizzazione delle
trasmissione sessuale 14-15. varie terminologie usate dalle diverse comunità scien-
Per un adeguato esame, importante è lo strumentario. tifiche internazionali. Nel 1987 fu istituito, al 6° Con-
Sono stati prodotti diversi tipi di colposcopio; tutti si gresso mondiale della International Federation for Cer-
basano sui principi dell’ingrandimento ottico, di solito vical Patology and Colposcopy (IFCPC) a San Paolo del
variabile tra le sei e le quaranta volte, coadiuvato da Brasile, un comitato per la terminologia, con lo scopo
un’adeguata illuminazione allo scopo di visualizzare di sviluppare una classificazione colposcopica che de-
la cervice. Le moderne sorgenti luminose sono rappre- scrivesse le osservazioni fatte durante l’esame colpo-
sentate di solito da lampade al tungsteno, alogene o scopico, osservando la cervice, la vagina, prima e
da un cavo a fibre ottiche. Il colposcopio è abitual- dopo l’applicazione di acido acetico e della soluzio-
mente montato su un sostegno completamente mobi- ne iodo-iodurata. Al 7° Congresso mondiale di Patolo-
le, ma in alternativa può essere fissato ad un lato del gia Cervicale e Colposcopia tenutosi a Roma nel 1990,
lettino da esame oppure ad una parete o al soffitto il comitato per la nomenclatura dell’IFCPC, dopo tre
della sala di colposcopia. La distanza focale del col- anni di studio, raggiunse un accordo su una classifica-
poscopio varia in genere tra 200 e 250 mm ed è dota- zione che è stata poi approvata dal comitato esecutivo
to, inoltre, di un filtro verde interposto tra la sorgente della IFCPC.
luminosa e la lente dell’obiettivo, che assorbe la luce Al Convegno internazionale della IFCPC di Barcellona
rossa per cui i vasi diventano molto più scuri rispetto (2002) si sono discusse alcune modifiche rispetto alla
alla restante mucosa. terminologia di Roma 1990, che riportiamo nell’Alle-
La tecnica colposcopica “classica o allargata” è quella gato 2 16.
di più ampio impiego. Prevede: detersione della cervi- Nel refertare l’esame colposcopico si consiglia quindi
ce con soluzione fisiologica per consentire l’osserva- di utilizzare la terminologia proposta e riconosciuta
zione dei vasi e lo studio, nei minimi particolari, del- dalle società scientifiche specifiche, evitando tutte le
l’angioarchitettura subepiteliale; applicazione di acido iniziative personali che potrebbero creare confusione
acetico al 3 o al 5%, lasciato in sede per circa 15 se- ed errori di interpretazione dei quadri colposcopici.
condi. Questo determina il rigonfiamento del tessuto, Per ottenere risultati omogenei e confrontabili, è ne-
in parte dell’epitelio colonnare, ma soprattutto di quel- cessario lavorare secondo standard diagnostici e tera-
lo anormale, che apparirà biancastro, più o meno peutici tali da consentire l’effettuazione del controllo
ispessito (epitelio aceto bianco). di qualità e cioè: adozione della stessa terminologia;
Dopo l’impiego di acido acetico, si applica la soluzio- stessa scheda colposcopica (Allegato 3); effettuazione
ne iodata (soluzione di Lugol) per il test di Schiller. Si di un numero minimo di colposcopie per anno; sog-
rimanda, ovviamente, ai testi di colposcopia l’inter- giorno in centri di secondo livello; partecipazione a
pretazione dei quadri colposcopici. corsi di formazione con “slide seminar”. Inoltre è im-
La colposcopia presenta delle limitazioni diagnosti- portante che il colposcopista abbia conoscenze di isto-
che: la principale è costituita dall’impossibiltà di valu- logia e citologia della cervice normale e anormale, e
tare l’endocollo, sia quando la lesione esocervicale ri- che possieda una grande familiarità con la terminolo-
sale nel canale cervicale, sia quando la lesione è in gia utilizzata dall’istopatologo.
sede esclusivamente endocervicale. Nelle donne in età Va ricordato che la colposcopia, normalmente, non
fertile e in premenopausa il problema non è in verità deve essere considerata una tecnica di screening ma
molto frequente in quanto la giunzione squamo-co- un importante ausilio per la localizzazione e la deli-
lonnare (GSC) risulta visibile in colposcopia nell’85- mitazione dei precursori della neoplasia cervicale in
90% dei casi, anche grazie all’aiuto di adeguate pinze donne con esame citologico cervico-vaginale anorma-
come quella di Kogan. Dopo la menopausa invece, le. In presenza quindi di uno striscio anormale, prima
dato che la giunzione squamocolonnare risale verso di adottare una terapia, è necessario localizzare col-
l’interno, la valutazione colposcopica può essere in- poscopicamente il sito da cui provengono le cellule
soddisfacente. In queste pazienti pertanto ed in tutte anormali, valutare l’estensione e quindi ottenere la
le pazienti con pap-test anormale, ed in cui non sia diagnosi istopatologica sulla base di biopsie mirate
visibile la giunzione squamocolonnare, si rende ne- eseguite sotto guida colposcopica. Una biopsia cervi-
cessaria l’integrazione diagnostica con accurato stu- cale effettuata senza guida colposcopica, comporta il
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rischio di una diagnosi istologica falsamente negativa mente di tipo escissionale per riconoscere un eventua-
in oltre il 20% dei casi. Il colposcopista dovrà, quan- le carcinoma microinvasivo (presente in circa il 6-12%
do necessario, cercare altre localizzazioni di lesioni dei casi con biopsia CIN3) o francamente invasivo
non visibili sull’esocervice e cioè a livello vaginale, (fino al 2% dei CIN3); solo in casi particolari, per pic-
endocervicale o endometriale. La colposcopia confe- cole lesioni osservabili completamente sull’esocollo e
risce un’altissima accuratezza diagnostica alla biop- con GSC interamente visibile, è possibile adottare un
sia. La sensibilità dell’esame colposcopico è di circa il trattamento distruttivo dopo adeguata biopsia rappre-
90% e la sua specificità può arrivare all’85% 17. sentativa della lesione.
Per biopsia cervicale si deve intendere unicamente: Il trattamento distruttivo può essere impiegato, dopo ade-
“biopsia mirata sotto guida colposcopica” così come guata biopsia, nel caso di CINI con GSC completamen-
recitato nel decreto ministeriale del 13 maggio 1997 te visibile, in assenza di discordanza cito-istologica.
(cod. 67.19.1). Vi sono molti tipi di pinze: nella scelta In caso di CIN1 con GSC non visibile, di incongruenza
è importante la lunghezza, meglio tra 20 e 30 cm, ed cito-istologica, di sospetto, anche colposcopico, di mi-
il tipo di morso. croinvasione il trattamento deve essere escissionale.
La profondità di un buon prelievo bioptico dovrebbe In letteratura è dimostrato come non ci sia una diffe-
comprendere almeno 3-4 mm di chorion ed avere una renza di invasivi al follow-up in caso di CIN1 trattato
dimensione complessiva di almeno 5-6 mm 17. In alcu- o meno. Tali lesioni, sia da HPV-HR che da HPV a
ni casi può essere necessario eseguire un esame biop- basso rischio (HPV-LR), regrediscono nella maggior
tico, a fini diagnostici, impiegando l’ansa diatermica a parte dei casi spontaneamente in pochi anni soprattut-
radiofrequenza. A tale scopo può essere utile l’impie- to in donne giovani. Al di sotto dei 35 anni è preferen-
go di piccole anse circolari o rettangolari di 5 mm di zialmente indicato solo il follow-up; al di sopra dei
larghezza. Per il sondaggio del canale cervicale si può 35 anni preferenzialmente il trattamento in caso, so-
impiegare la stessa ansa diatermica o la curette. È im- prattutto, di lesioni persistenti; di lesioni colposcopi-
portante, in tutti i casi, l’impiego del brush endocervi- che ampie, ed, in ogni caso, di bassa compliance
cale per un accurato sondaggio dell’endocollo. Infine socio-economica al follow-up.
va comunque ricordato che sia il brush che la curette In genere il trattamento deve essere conseguente alla
sono gravati da una discreta percentuale di falsi nega- citologia e all’istologia su biopsia colposcopicamente
tivi 18. Si possono affiancare agli esami precedentemen- mirata. Il “see and treat” non viene raccomandato per
te descritti in base all’esperienza degli operatori di l’alta percentuale di sovra e sottotrattamenti, se non in
quel centro, anche l’endocervicoscopia 19 o la micro- donne con bassa compliance ai protocolli diagnosti-
colposcopia 20, 21. co-terapeutici.
Può accadere, occasionalmente, che un prelievo biop-
tico risulti terapeutico con negatività nell’istologia
Capitolo IV della successiva escissione 27, 28, 29.
TRATTAMENTO DELLA NEOPLASIA Tutti i trattamenti debbono essere colposcopicamente
CERVICALE INTRAEPITELIALE (CIN), guidati, al fine di essere radicali sulla lesioni e conser-
DELL’ADENOCARCINOMA IN SITU (AIS), vativi sui tessuti sani. Il trattamento conservativo è indi-
DEL CARCINOMA MICROINVASIVO cato anche nelle recidive di lesioni di alto grado. Nei
CERVICALE E DELLA NEOPLASIA trattamenti escissionali il cono deve essere ottenuto con
INTRAEPITELIALE VAGINALE (VaIN) margini in sano, possibilmente in un unico pezzo. In
caso di margine o apice positivo per lesione squamosa
Obiettivo primario del trattamento è l’eliminazione di in situ non è indicato il reintervento ma solo il follow-
lesioni potenzialmente evolutive (CIN2-3 e AIS) ed il up: un reintervento sarà indicato solo con follow-up po-
riconoscimento di lesioni eventualmente già invasive, sitivo 30. Il trattamento deve consentire il ripristino di una
al fine di abbattere la mortalità da tumori invasivi della nuova GSC accessibile al follow-up cito-colposcopico.
cervice uterina 22, 23, 24. Recenti metanalisi hanno dimostrato che il trattamen-
a) Trattamento della CIN. to escissionale può essere eseguito sia con il Laser
Il trattamento della CIN può essere distruttivo o CO2, che con l’ansa diatermica, che con l’ago a radio-
escissionale, in ogni caso deve essere conservativo frequenza 31, 32; il trattamento con bisturi a lama fredda
quindi, senza altri validi motivi, non si giustifica l’i- raggiunge risultati paragonabili alle tecniche prece-
sterectomia nel trattamento della CIN di qualsiasi denti, quando eseguito sotto guida colposcopica e
grado 22, 23, 24, 25, 26. senza punti introflettenti 33. La vaporizzazione o l’elet-
Il trattamento della CIN II/III deve essere preferenzial- trofolgorazione del letto chirurgico dopo l’escissione
10

può far diminuire il tasso di recidive. quanto è alta la frequenza di regressione spontanea.
I trattamenti debbono essere di norma eseguiti in ane- Le lesioni di alto grado (VaIN2-3) vanno trattate con
stesia locale, in regime ambulatoriale o di day surgery, terapia escissionale o combinata escissionale/distrutti-
contenendo i costi e favorendo la compliance della va, dopo adeguate biopsie rappresentative, in quanto
paziente 34, 35, 36 ,37. possono nascondere fino al 10-12% di lesioni già ini-
b) Trattamento dell’AIS zialmente invasive22, 49.
Nel sospetto di AIS è indicata la conizzazione o cilin- Le tecniche distruttive sono preferenzialmente quella
drizzazione diagnostica. Anche se da alcuni Autori laser CO2 o l’elettrochirurgia a radiofrequenza.
viene suggerito di usare la lama fredda, non esistono L’escissione locale può essere eseguita con laser CO2,
in letteratura prove definitive sulla superiorità di una lama fredda, ago a radiofrequenza, LEEP. Si tratta di
metodica rispetto alle altre nel trattamento conservati- interventi che debbono essere riservati a operatori
vo dell’AIS. Si raccomanda una stretta collaborazione esperti, potendo essere gravati da importanti compli-
con il proprio patologo 38. canze. Con il laser e con la lama fredda è possibile
Il riscontro di AIS è in gran parte inaspettato nel cono anche la colpectomia parziale per via vaginale; se ese-
asportato per CIN; in presenza di margini negativi, in guita con la lama fredda può essere maggiore l’accor-
età fertile, il trattamento conservativo può essere con- ciamento della vagina. La frequenza di recidive è co-
siderato definitivo dopo consenso informato; in queste munque alta anche con interventi parzialmente o to-
condizioni la presenza di apice o margine positivo per talmente demolitivi.
AIS richiede una ulteriore conizzazione; in donne che In caso di recidive di VaIN3 ricorrenti sulla cupola va-
hanno finito il percorso riproduttivo e in menopausa il ginale dopo isterectomia è indicata la colpectomia
trattamento di elezione dell’AIS è, allo stato attuale parziale superiore per via addominale, al fine di aspor-
delle conoscenze, perferenzialmente l’isterectomia, tare eventuali nidi anche già invasivi occulti nella ci-
per la scarsa affidabilità del follow-up, dopo cilindriz- catrice della precedente isterectomia. La colpectomia
zazione diagnostica 39, 40, 41, 42, 43. totale trova indicazione solo in casi selezionati, in pa-
c) Trattamento del carcinoma microinvasivo zienti con diffuse lesioni recidivanti; se non operabili
Per carcinoma microinvasivo si intende lo stadio può essere indicata la radioterapia endocavitaria 50, 51, 52.
FIGO IA1 e IA2 secondo la stadiazione di Montreal
1995. La diagnosi di carcinoma microinvasivo può
essere posta solo sul pezzo istologico di conizza- Capitolo V
zione (o di isterectomia) e non può essere formula- VALUTAZIONE DEL CONO CERVICALE
ta su biopsie 44.
Il trattamento conservativo del carcinoma microinvasivo La storia della diagnosi e della terapia delle lesioni
è possibile solo se la stadiazione è affidabile e comple- della cervice uterina ha visto notevoli cambiamenti
ta, e necessita di stretta collaborazione con il patologo. passando da interventi demolitori e mutilanti ad inter-
Nel caso di diagnosi sul cono di Stadio IA1, in assen- venti sempre più limitati, eseguiti in regime ambulato-
za di infiltrazione degli spazi linfovascolari (ISLV), la riale, volti all’escissione della lesione.
conizzazione deve ritenersi trattamento definitivo, al- La “conizzazione” rappresenta l’intervento attualmen-
meno nelle donne in età fertile, dopo consenso infor- te più eseguito, al tempo stesso diagnostico e terapeu-
mato. In presenza di ISLV il trattamento conservativo è tico, sia per le lesioni squamose sia per quelle ghian-
proponibile nella donna in età fertile, desiderosa di dolari, anche se va ricordato come la lesione ghian-
prole, dopo studio dei linfonodi pelvici mediante lin- dolare comporta ancora oggi dei problemi perché
foadenectomia (anche laparoscopica) allo stadio IA1 troppo poco si sa della sua storia naturale e perché,
(raccomandabile) e allo stadio IA2 (mandatario). In diversamente dalla lesione pavimentosa, è spesso ca-
presenza di positività linfonodale è indicata l’asporta- ratterizzata dalla multifocalità.
zione dei parametri (trachelectomia radicale sec Dar- Il termine, impiegato in maniera generica, comprende
gent o isterectomia radicale). In assenza di positività vari tipi di escissione, in blocco unico o sottoforma di
linfonodale il trattamento definitivo demolitivo è co- prelievi multipli, eseguiti con varie tecniche.
stituito dall’isterectomia semplice (non sono presenti Su tali reperti, compito del patologo è fornire le se-
dati in letteratura a sostegno della demolizione dei guenti risposte 53, 54:
parametri allo stadioIA) 22, 45, 46, 47, 48. 1. Tipo di escissione
d) Trattamento della VaIN 2. Dimensione del prelievo
La diagnosi di VaIN è istologica. Le lesioni di basso 3. Diagnosi di lesione (intraepiteliale; invasiva;
grado (VaIN1) vanno trattate solo se persistenti, in ghiandolare; squamosa)
11

4. Sede della lesione tra gli altri fattori sono presi in considerazione anche
5. Estensione lineare della lesione l’entità dell’interessamento delle cripte ghiandolari e
6. Interessamento delle cripte ghiandolari di più quadranti, l’epoca della diagnosi, l’età della pa-
7. stato dei margini di resezione ziente e la sede della giunzione squamocolonnare .
8. presenza di embolizzazione vasculo-linfatica Molti lavori sono stati basati su follow up di pazienti
9. volume tumorale sottoposte a conizzazione per periodi variabili da
10. Altre lesioni associate pochi mesi fino ad un massimo di 30 anni. Le dimen-
11. Codifica SNOMED TNM. sioni del cono non sembrano avere alcun significato
Di questi 11 punti le risposte da 1 a 8 sono da ritener- nella previsione di persistenza o di recidiva della le-
si irrinunciabili; l’embolizzazione (evidente o non evi- sione . La sede endocervicale della lesione displastica
dente) va sempre riportata anche nei carcinomi mi- anche in presenza di microinvasione stromale ha cer-
croinvasivi in quanto fa variare il tipo di trattamento tamente un significato statisticamente più importante
chirurgico. Gli altri parametri seppure importanti pos- nella previsione di positività del margine di resezione
sono essere ritenuti opzionali. endocervicale e di conseguenza nella previsione di
Per raggiungere questi obiettivi il patologo deve essere persistenza o di recidiva della lesione. Questo fattore
in grado di gestire l’ampia variabilità della forma e delle si collega direttamente ad un altro parametro che è
dimensioni dei prelievi e l’inevitabile presenza degli l’età della paziente, infatti, in donne non più giovani
artefatti termici tessutali, deve seguire dei protocolli nel la naturale tendenza della giunzione squamo-colon-
campionamento e nella fase diagnostica, protocolli de- nare a spostarsi all’interno del canale cervicale deter-
rivanti dalle richieste dei ginecologi, e deve impegnar- mina una maggiore probabilità di localizzazione alta
si a mantenere omogeneità e coerenza nella termino- della lesione e di conseguenza una maggiore possibi-
logia non trascurando mai il colloquio con il ginecolo- lità di osservare l’interessamento del margine apicale.
go. In breve, il patologo deve cercare di formulare sem- Un discorso analogo non può essere fatto per le lesio-
pre una diagnosi, evitando di considerare il materiale ni ghiandolari non invasive. Esistono in letteratura dati
non idoneo. I prelievi vengono sottoposti ad osserva- discordanti: secondo alcuni autori non si dimostra per-
zione (nella maggior parte dei casi irrilevante) e a mi- sistenza di lesione residua su isterectomia postconiz-
surazione: vengono forniti i due assi trasversali corri- zazione, secondo altri il margine di resezione endo-
spondenti alla base del cono (diametri antero-posterio- cervicale indenne e il curettage postconizzazione ne-
re e latero-laterale) e la lunghezza dall’orifizio uterino gativo non assicurano la radicalità dell’intervento e
esterno (OUE) al margine di resezione endocervicale. non esimono dal considerare l’opportunità di un inter-
La conizzazione effettuata tradizionalmente con lama vento radicale. Una distanza del margine di resezione
fredda rappresenta per il patologo l’optimum perché endocervicale dalla lesione ghiandolare superiore ai
egli dispone di prelievi di discrete dimensioni, facil- 10 mm pare che non dia evidenza di lesione residua
mente orientabili, maneggiabili con facilità e senza al- su isterectomia post-conizzazione. Non va dimentica-
terazioni tessutali. A proposito della validità di un me- to in ogni modo che la lesione ghiandolare può “sal-
todo rispetto ad un altro sono stati condotti molti studi tare” zone d’epitelio normale e che cripte ghiandolari,
di comparazione tra le varie tecniche chirurgiche ed situate più profondamente rispetto all’escissione coni-
elettrochirurgiche e tutti concludono che sono mag- forme, possono rappresentare la sede di una lesione
giori i vantaggi che portano a preferire le tecniche elet- che rimane misconosciuta perché non determina des-
trochirurgiche a fronte dell’unico svantaggio rappre- quamazione superficiale.
sentato dagli effetti termici sui tessuti .
Un altro problema è rappresentato dalla valutazione
dell’estensione della lesione displastica e dello stato Capitolo VI
dei margini di resezione. Questi parametri sono im- GESTIONE DELLA PAZIENTE CON PAP
portanti dal punto di vista prognostico in termini di TEST ANORMALE
probabilità di recidiva e di persistenza di lesione. Già
sui primi studi effettuati sulle conizzazioni chirurgiche Gestione della paziente
questi parametri erano ritenuti fondamentali. Dal con- con diagnosi citologica: ASC-US
trollo della letteratura esistente dagli inizi degli anni Le pazienti con diagnosi di ASC-US hanno una previ-
‘90 ad oggi, risulta che l’interessamento del margine sione di circa il 5÷17% di avere una diagnosi istologi-
di resezione endocervicale, associato al grado della ca di CIN II CIN III . Quelle con ASC-H possono giun-
lesione displastica, rappresenta il fattore maggiormen- gere ad una diagnosi istologica di CIN II CIN III nel
te predittivo di persistenza o di recidiva della lesione; 24-94% dei casi. Con la diagnosi di ASC la possibilità
12

Tabella I – Diagnosi citologica: ASC-US

Esame colposcopico *

carcinoma invasivo: positivo: positivo: negativo


protocollo oncologico biopsia positiva biopsia negativa

CIN 1 CIN 2/3 GSC visibile GSC non visibile


(sondaggio
c.c. negativo)

GSC visibile: GSC non visibile: trattamento controllo a 6 mesi


controllo controllo a 6 mesi
a 6 mesi o trattamento
o trattamento escissionale

negativo positivo

trattamento
ritorno a escissionale
screening o controllo a 6 mesi

* L’alternativa all’esame colposcopico immediato può essere l’impiego dell’HPV-test (vedi Cap. VI)

di giungere ad una diagnosi istologica di carcinoma è glia un trattamento escissionale diagnostico.


di circa dello 0.2% 54. In aggiunta a quanto sopra riportato riteniamo, attual-
Fatte queste premesse, la raccomandazione per queste mente, ugualmente valida l’opzione, per il solo ASC-US,
pazienti è: inviare all’esame colposcopico (Tab. I). Se dell’invio immediato alla esecuzione del test per l’HPV,
l’esame colposcopico conduce ad una biopsia mirata con esecuzione dell’esame colposcopico nel solo grup-
con diagnosi di CIN I, si possono prevedere due per- po di pazienti risultate positive per HPV ad alto rischio.
corsi. Il primo è quello in cui la GSC è visibile: in que- Le pazienti con HPV-test negativo possono essere in-
sto caso possiamo rivedere la paziente dopo sei mesi viate a controllo citologico a 12 mesi; se risultano ne-
o, in alternativa, in accordo con la paziente, è possi- gative, ritornano a screening. Una nuova positività per
bile fare un trattamento. Se la GSC non è visibile è pos- ASC-US o superiori rinvia direttamente a colposco-
sibile non trattare la lesione e rinviare ad un controllo pia 9, 10,11, 12, 13, 55, 56.
a sei mesi: se fosse ancora positiva si consiglia un trat-
tamento escissionale. In questo caso si raccomanda di Gestione della paziente con diagnosi citologica:
modulare il procedimento escissionale che deve esse- SIL di basso grado (L-SIL) e ASC-H
re il più possibile conservativo, auspicando, quindi, La diagnosi citologicoa di L-SIL è correlata, secondo i
l’impiego dell’ansa diatermica o del laser CO2. dati della letteratura, con circa il 15-30% di diagnosi
Se la diagnosi istologica fosse di CIN II/III si deve pro- istologica finale di CIN II-CIN III 54.
cedere al trattamento. Al contrario se al primo controllo Con questa diagnosi al Pap test, la paziente deve esse-
l’esame colposcopico fosse negativo, si raccomanda un re inviata ad esame colposcopico (Tab. II). Se la dia-
attento studio del canale cervicale e della vagina. Se la gnosi definitiva istologica è di carcinoma invasivo si
negatività è confermata si rimanda ad un controllo col- deve procedere secondo il protocollo oncologico ine-
poscopico e citologico a sei mesi e se fosse ancora ne- rente lo stadio di quella neoplasia. Nel caso di diagno-
gativo la paziente si rinvia a screening. Nelle donne in si istologica fosse quella di CIN II/III occorre eseguire il
post-menopausa con ASC-US, senza controindicazioni, trattamento. In caso di CIN I alla biopsia, si può atten-
può essere utile un controllo dopo trattamento estroge- dere e rimandare ad un controllo a sei mesi oppure, in
nico topico. In questi casi l’esame citologico va esegui- considerazione di quanto discusso con la paziente, si
to dopo una settimana dalla fine del trattamento. Per le può considerare l’ipotesi del trattamento. Come per
pazienti che dopo un primo controllo colposcopico ne- l’ASC, anche per il L-SIL e ASC-H se dopo il primo con-
gativo, risultassero, dopo sei mesi, ancora positive all’e- trollo colposcopico non si evidenziasse alcuna lesio-
same citologico, in assenza di lesioni vaginali, si consi- ne, si rimanda ad un controllo colposcopico e citologi-
13

Tabella II – Diagnosi citologica: SIL di basso grado - ASC H

Esame colposcopico

carcinoma invasivo: positivo: positivo: negativo


protocollo oncologico biopsia positiva biopsia negativa

CIN 1 CIN 2/3 GSC visibile GSC non visibile


(sondaggio
c.c. negativo)

GSC visibile: GSC non visibile: trattamento controllo a 6 mesi


controllo controllo a 6 mesi
a 6 mesi o trattamento
o trattamento escissionale

negativo positivo

trattamento
ritorno a escissionale
screening o controllo a 6 mesi

co a sei mesi e poi, se si conferma la negatività, la pa- gnosi di CIN dal 9 al 54%; di un AIS dallo 0 all’8% e
ziente ritorna a screening. Al contrario se al secondo di carcinoma invasivo dall’1 al 9% 54.
controllo fosse positivo l’esame citologico, si procede Per la paziente con questa diagnosi citologica si rac-
ad un trattamento escissionale diagnostico. comanda l’esame colposcopico (Tabella IV).Ancor più
che per altre categorie, per questa è raccomandato un
Gestione della paziente con diagnosi citologica: accurato esame dell’endocollo.
SIL di alto grado (H-SIL) o carcinoma squamocellulare Un altro aspetto importante è l’età della paziente: in
Sicuramente la paziente con SIL di alto grado, o posi- post menopausa si deve porre maggiore attenzione
tività citologica per sospetto carcinoma, deve essere alla patologia endometriale ed alla possibilità di una
inviata ad esame colposcopico 54 (Tab. III). Se la dia- neoplasia endometriale. Quindi, si deve, in alcuni
gnosi istologica conferma un carcinoma la gestione casi, ricorrere all’isteroscopia, all’endocervicoscopia
dovre essere quella del protocollo oncologico secon- e/o all’esame ecografico.
do lo stadio. Invece, se la diagnosi istologica è CIN II Se dopo il primo esame colposcopico non si eviden-
o CIN III si procede al trattamento. In caso di CIN I al- ziano lesioni, si rimanda ad un secondo controllo, col-
l’istologia, si può riinviare la paziente ad un secondo poscopico e citologico, a 6 mesi ed, infine, se anche
controllo dopo tre mesi, ma solo se la GSC è visibile. il terzo controllo fosse negativo, si rimanda la pazien-
Se, al contrario, non è visibile, in considerazione della te a screening.
iniziale diagnosi citlogica di H-SIL, si raccomanda un Se ad un controllo colpocopico negativo, l’esame ci-
trattamento escissionale. Infine se al primo controllo tologico endocervicale si conferma positivo, si racco-
colposcopico nessuna lesione è ritrovata si rimanda ad manda un trattamento escissionale diagnostico.
un secondo controllo colposcopico e citologico a tre Se all’esame istologico risulta una diagnosi di carcino-
mesi. Anche in questo caso viene raccomandato un ma squamoso o adenocarcinoma, si procede secondo
accurato studio del canale cervicale. Con GSC non vi- i protocolli oncologici.
sibile, colposcopia negativa, ma Pap test ancora posi- Se la diagnosi istologica è di CIN II-CIN III o AIS si pro-
tivo, viene raccomandato un trattamento escissionale cede con un trattamento escissionale.
diagnostico. Se la diagnosi istologica è di CIN I, con GSC non visi-
bile, si procede con un trattamento escissionale; se la
Gestione della paziente con diagnosi citologica: GSC è visile, allorché risultassero ancora positivi l’e-
AGC-AIS o adenocarcinoma same citologico e/o istologico, si consiglia un tratta-
La paziente con AGC presenta un rischio di una dia- mento escissionale diagnostico e/o terapeutico.
14

Tabella III – Diagnosi citologica: SIL di alto grado/carcinoma squamocellulare

Esame colposcopico

carcinoma invasivo: positivo: positivo: negativo


protocollo oncologico biopsia positiva biopsia negativa

CIN 1 CIN 2/3 GSC visibile GSC non visibile


(sondaggio
c.c. negativo)

GSC visibile: GSC non visibile: trattamento controllo a 3 mesi


controllo trattamento
a 3 mesi escissionale
o trattamento

negativo positivo

trattamento
controllo dopo escissionale
6 mesi diagnostico

Controllo post trattamento Capitolo VII


Il controllo post trattamento deve essere inteso come GESTIONE DELLA PAZIENTE GRAVIDA
controllo colposcopico e citologico. CON PAP TEST ANORMALE
Riteniamo ancora valida la raccomandazione di ese-
guire un controllo ogni 6 mesi per 2 anni, dopo il trat- L’aumento dell’età media della prima gravidanza,
tamento distruttivo o escissionale. Trascorso questo pe- compresa oggi tra i 25 ed i 35 anni, ha determinato in
riodo, normalmente viene consigliato il ritorno a questi ultimi anni un incremento dei casi di patologia
screening e, quindi, ad un controllo citologico ogni 3 neoplastica diagnosticata in gravidanza. Fino a pochi
anni. Il Centro di riferimento può, comunque, ritenere anni fa, questo tipo di patologia rimaneva miscono-
opportuno un controllo annuale per altri 5 anni, con- sciuta pertanto poco studiata; oggi, invece, è una eve-
siderando che la paziente trattata per CIN ha, anche nienza clinica che si osserva nello 0.03% -1% dei casi
dopo il trattamento, un rischio maggiore di sviluppare con valori fino all’1.3% per le lesioni preneoplastiche
nuovamente una CIN o un carcinoma invasivo 24. Sarà della cervice uterina 57.
cura del Centro di riferimento accertarsi che le pazien- La gravidanza può e deve, pertanto, rappresentare un
ti si sottopongano ai controlli. Infine, prima di 3 mesi momento importante di sensibilizzazione all’esecuzio-
dal trattamento, è sconsigliato un prelievo citologico ne periodica e regolare del Pap-test.
perchè risulterebbe falsato dagli esiti del trattamento Tutto questo suggerisce l’opportunità del Pap-test come
stesso. screening per la patologia neoplastica del collo dell’u-
Alla luce dei dati della letteratura è attualmente rite- tero in gravidanza e pone quindi il problema della ge-
nuta, oggi, valida anche un’altra scelta, oltre a quella stione delle pazienti gravide che abbiano avuto un ri-
sopra esposta, che potrà essere: scontro di anomalia citologica 58.
colposcopia, citologia e HPV-test dopo 6 mesi: La diagnosi di citologia anormale in gravidanza, viene
a- se negativi controllo (Pap-test e HPV-Test) a 12 confermata nel postpartum in circa il 68% - 76% dei
mesi e poi (se negativi) ritorno a screening; casi, con una percentuale, tra queste, di HSIL del 3%
b- se colposcopia e/o citologia fossero positivi: per- - 7%; percentuale, quest’ultima, sovrapponibile a
corso secondo grado della lesione; quella osservata per le non gravide. Circa il 30% delle
se colposcopia e/o citologia fossero negativi, ma donne con diagnosi di ASC-US in gravidanza e post-
HPV positivo: controllo a 6 mesi. partum, presentano SIL ad una successiva biopsia; per-
Ci sarà un ritorno a screening dopo due controlli ne- centuale sovrapponibile a quella osservata per le non
gativi consecutivi 8, 9, 10, 11, 12, 13, 55, 56. gravide. Inoltre, il 75% - 87% dei quadri colposcopici
15

Tabella IV – Diagnosi citologica: cellule ghiandolari atipiche

Esame colposcopico

carcinoma invasivo: positivo: negativo:


protocollo oncologico biopsia positiva valutazione endocervicale/endometriale

CIN 1 AIS - CIN 2/3

GSC visibile: GSC non visibile: trattamento negativo positivo


controllo trattamento
a 3 mesi escissionale
o trattamento controllo dopo trattamento
escissionale 6 mesi

sono corrispondenti al risultato della citologia anor- zione colposcopica venga eseguita da personale me-
male in gravidanza. dico esperto nel riconoscere colposcopicamente le al-
Tutte le donne in gravidanza in assenza di un esame terazioni indotte dalla gravidanza 62, 63.
citologico recente, dovrebbero essere sottoposte ad In presenza di reperto colposcopico positivo o sospet-
una valutazione citologica di screening. Tale esame è to per lesione cervicale è raccomandato l’approfondi-
preferibile che venga effettuato nel corso del primo tri- mento diagnostico con l’esecuzione di una biopsia mi-
mestre, in modo tale da permettere l’approccio più ot- rata 64. La biopsia cervicale in gravidanza presenta un
timale alla risposta citologica. rischio di emorragia dello 0.6%, nonostante l’aumen-
La gestione della donna gravida con Pap-test anorma- tata vascolarizzazione della cervice stessa. Questa
le non è sostanzialmente diversa da quella della non percentuale risulta sovrapponibile a quella osservata
gravida e prevede la valutazione colposcopica seguita per le donne non gravide e dovrebbe rassicurare gli
dalla eventuale biopsia mirata. L’esame colposcopico operatori timorosi di emorragie incontrollabili.
rimane un momento determinante nell’iter diagnosti- Dal momento che una colposcopia non diagnostica può
co, ed è segnalata una buona correlazione tra caratte- trasformarsi con il proseguire della gravidanza in una
ristiche colposcopiche della lesione e diagnosi istolo- colposcopia diagnostica, viene raccomandata per le
gica anche in gravidanza, raggiungendo una accura- donne con colposcopia insoddisfacente la ripetizione
tezza diagnostica del 99%. dell’esame colposcopico nell’arco di 6-12 settimane.
Se la colposcopia, seguita dalla biopsia mirata rappre- La diagnosi istologica di CIN in gravidanza fa emerge-
senta lo strumento diagnostico più importante nella re il problema riguardo il management. Il trattamento
gestione delle pazienti che presentano lesioni ASC-H viene procrastinato a 6-12 settimane dopo l’espleta-
e SIL di qualsiasi grado 59, 60, 61, l’impiego dell’HPV-DNA mento del parto, che può essere effettuato per via va-
test può rappresentare una valida opzione alla colpo- ginale, previa rivalutazione colposcopica della pazien-
scopia nella gestione delle gravide con lesione ASC- te 65,66. Questa condotta di attesa, caratterizzata tuttavia
US. In caso di lesione ASC-US ed HPV-DNA test ne- da controlli seriati citologici e colposcopici ogni 12
gativo per alto rischio si rimanda al controllo citologi- settimane, è giustificata alla luce del fatto che la gravi-
co a 8-12 settimane dopo il parto che può essere ese- danza non modifica in alcun modo la storia naturale
guito per via vaginale salvo diversa indicazione oste- della lesione. Inoltre la lesione displastica diagnosti-
trica; in caso di HPV-DNA positivo per alto rischio si cata in gravidanza può scomparire dopo il parto, pro-
invia all’esame colposcopico . babilmente per una perdita traumatica dell’ epitelio
Anche in caso di citologia positiva per AGC, sia AGC- patologico 67, 68.
NOS sia AGC “favor neoplasia” in gravidanza è racco- L’indicazione all’approccio escissionale in gravidanza
mandata la colposcopia, mentre il curettage endocer- si ha in casi particolari, di lesione di alto grado che ri-
vicale nelle donne gravide è ritenuto inaccettabile. salga il canale cervicale ed in cui non può essere
Nelle donne in gravidanza è preferibile che la valuta- escluso un carcinoma invasivo preclinico. In questi
16

casi l’approccio escissionale è necessario per differen- Capitolo VIII


ziare le pazienti con stadio Ia1 secondo F.I.G.O., da GESTIONE DELLA PAZIENTE HIV
quelle con carcinoma francamente invasivo. POSITIVA CON PAP TEST ANORMALE
In caso di diagnosi istologica di carcinoma cervicale
microinvasivo in gravidanza è indicata la conizzazio- Mentre l’HIV continua a diffondersi in tutte le regioni
ne dopo il primo trimestre (fino alla 20° settimana) per del mondo, un numero sempre maggiore di donne in-
l’esclusione di una lesione francamente invasiva. fette è in grado di vivere più a lungo, e meglio, grazie
Diversi fattori debbono essere considerati nella scelta alle nuove terapie antiretrovirali e ai trattamenti delle
di un eventuale trattamento escissionale in corso di infezioni opportunistiche.
gravidanza che riguardano la sede ed estensione della L’infezione da HIV e la relativa immunodepressione
lesione, le settimane di gestazione, le dimensioni del sono associate ad una maggior persistenza e ad una
cono, l’abilità dell’operatore. Tuttavia le complicazio- minore risoluzione spontanea della infezione da HPV.
ni come emorragia e aborto spontaneo correlate al Proprio questa persistenza potrebbe spiegare l’aumen-
trattamento sono frequenti, soprattutto nella conizza- tato rischio di SIL genitali nelle donne HIV infette.
zione chirurgica, e l’altezza del cono appare essere di- La prevalenza dell’infezione da HPV è aumentata di
rettamente proporzionale alle complicazioni 69, 70, 71. almeno 2 volte rispetto alle donne non infette, con il
In conclusione possiamo riassumere la gestione della più frequente riscontro di ceppi virali ad alto rischio,
paziente gravida con pap test anormale nei seguenti di infezioni multiple, di tipi virali rari o nuovi .
punti: In letteratura viene riportata: una prevalenza di SIL cer-
- ogni donna all’inizio della gravidanza, ove non vicale dal 20 al 60% (vs 3-10% nelle donne HIV ne-
abbia eseguito un Pap-test con esito negativo, come gative); una incidenza di SIL di alto grado fino a
da programma di screening, deve essere sottopo- 4659/100.000/anno; una minore regressione sponta-
sta, oltre ai comuni esami ostetrici, ad una valuta- nea (27-31%), con persistenza fino al 46% e progres-
zione citologica di screening mediante Pap-test; sione dal 8 al 38% delle lesioni di basso grado. È se-
- tale valutazione citologica è preferibile che venga gnalato fino al 13% di interessamento plurisettoriale
eseguita nel corso del primo trimestre della gesta- del basso tratto genitale .
zione in modo tale da permettere l’approccio più Questi parametri si sono dimostrati correlati alla gravi-
ottimale a qualsiasi risposta; tà della malattia da HIV, come indicato dai livelli di
- la valutazione citologica, ed eventuale colposco- linfociti T CD4, viremia, stadio clinico.
pia, in gravidanza devono essere effettuate da per- Nel 1993 il cervicocarcinoma è stato incluso nel siste-
sonale medico esperto nella valutazione delle alte- ma di classificazione dei CDC come patologia che de-
razioni citologiche e colposcopiche indotte dalla finisce lo stato di AIDS, tuttavia le evidenze di una sua
gravidanza; aumentata incidenza come conseguenza della epide-
- l’uso dell’HPV-DNA-test può trovare indicazione mia da HIV non sono univoche (RR 1 ÷ 15.5).
alla gestione delle pazienti gravide con lesione Il cervicocarcinoma nelle donne HIV infette si presen-
ASC-US, quale alternativa alla colposcopia imme- ta mediamente ad una età più giovane, circa 10 anni
diata; prima; ad uno stadio clinico più avanzato e con una
- la categoria delle lesioni AGC è associata ad un au- prognosi peggiore per più frequenti recidive dopo le
mentato rischio di neoplasia cervicale rispetto alla usuali terapie.
categoria delle lesioni ASC o LSIL, ma in gravidan- La mancanza di un chiaro aumento dell’incidenza del
za è di difficile gestione; carcinoma cervicale nelle pazienti HIV infette può es-
- per le lesioni ASC-H e SIL, la biopsia sotto guida sere dipeso dall’alta incidenza e mortalità per le altre
colposcopica è necessaria per definire la diagnosi patologie AIDS-correlate. Il miglioramento dell’aspetta-
ed escludere una neoplasia invasiva; tiva di vita, legato alla diffusione delle nuove terapie an-
- la gravidanza non determina un aggravamento tiretrovirali di combinazione altamente attive (HAART),
delle lesioni displastiche della cervice; potrebbe portare in futuro ad una aumento significativo
- la sola indicazione alla conizzazione in gravidan- di tale patologia.
za è il sospetto di carcinoma invasivo preclinico; Attualmente non esistono dati univoci sul possibile ef-
- la citologia e la colposcopia post partum sono pro- fetto dell’HAART sulla patologia cervicale, in conse-
cedure fondamentali nel follow-up post partum, da guenza del recupero immunitario da questa prodotto:
effettuarsi a partire da 6-12 settimane dal parto 71. alcuni autori hanno riportato una minore progressione
ed una maggiore regressione nelle donne che assumo-
no tale terapia, al contrario di altri che non hanno os-
17

servato alcun effetto sulla patologia HPV-correlata. male, anche per anomalie di lieve entità.
Tale discrepanza è biologicamente plausibile per la Il test per la tipizzazione virale non è utile, pur con la
possibile persistenza dell’HIV nelle mucose genitali sua elevata sensibilità, nel triage della citologia ASC a
(compartimentalizzazione) con conseguente deficit causa dell’elevata percentuale di positività anche nelle
dell’immunità locale anche in una parte delle donne pazienti con citologia normale. Il suo impiego può
con risposta immunologica sistemica alla terapia anti- permettere di selezionare le pazienti soggette a svilup-
retrovirale (20%). pare la patologia cervicale e quindi meritevoli di una
Sulla base dei precedenti dati tutti gli autori concor- sorveglianza intensiva e, viceversa, ridurre la frequen-
dano sulla necessità di un monitoraggio più frequente za dei controlli nelle donne HPV-negative 76.
del tratto genitale inferiore nelle donne HIV positive, Il controllo cito-colposcopico sembra essere più effi-
ma sulla strategia ottimale di screening non vi è anco- cace rispetto alla sola citologia per il follow-up delle
ra consenso unanime . lesioni di basso grado 77.
Poichè la sensibilità e specificità della citologia cervi- Nonostante sia un grosso problema clinico rilevante
cale sono sovrapponibili a quelle riscontrabili nella l’alta percentuale di recidive dopo terapia adeguata
popolazione generale, i CDC di Atlanta hanno racco- (fino ad oltre il 60% dei casi nelle donne fortemente
mandato per lo screening un Pap test annuale dopo 2 immunocompromesse), l’unica limitazione al tratta-
citologie semestrali negative. mento delle SIL genitali, quando indicato, è rappresen-
L’efficacia dello screening citologico nella prevenzio- tata da una bassa aspettativa di vita (AIDS terminale).
ne delle forme invasive è sostenuta dai risultati di uno Il tasso di recidive non sembra dipendere dalla moda-
studio su 1661 donne HIV-positive seguite con Pap test lità terapeutica utilizzata, tranne che per la crioterapia
semestrale per circa 7 anni che ha riportato una bassa che ha dimostrato una minore efficacia.
incidenza di carcinoma invasivo, non diversa da quel- Ciò significa che molte pazienti possono essere sotto-
la osservata nel gruppo di controllo di donne HIV-ne- poste a più interventi ablativi o escissionali e che, in
gative 72, 73, 74. casi selezionati, l’isterectomia può diventare la solu-
Uno studio multicentrico internazionale condotto su zione “definitiva” quando ulteriori resezioni non siano
1500 pazienti HIV-infette (Management of Abnormal più tecnicamente possibili.
Cytology in HIV-1 infected women - MACH-1, in pub- Il management di queste pazienti deve in definitiva es-
blicazione) ha osservato una elevata accuratezza della sere modulato sulla situazione immunitaria, sulla vire-
citologia nella diagnosi della CIN di alto grado in con- mia, sulle condizioni cliniche generali, sulla terapia
fronto alla colposcopia (sensibilità 94%, specificità antiretrovirale assunta dalla paziente e, non ultimo,
65% vs 98% e 63% rispettivamente), confermando sulla sua compliance al follow up.
quanto riportato da Branca et al. In particolare, nes-
sun caso di H-CIN era associato ad una citologia nor- Sembra, pertanto, corretto suggerire il seguente proto-
male 72, 75. collo
Altri Autori raccomandano l’impiego routinario della
colposcopia in associazione alla citologia nello scree- • Prima visita.
ning di primo livello, considerando l’elevata sensibili- 2 Pap test semestrali ovvero
tà della metodica, la possibilità di effettuare conte- Pap test e colposcopia ovvero
stualmente l’esame degli altri segmenti del basso trat- Pap test, HPV test ± colposcopia (esame dell’intero
to genitale e, in casi selezionati, la possibilità di pro- basso tratto genitale, perineo e periano).
cedere all’immediato trattamento delle lesioni (ad es.
pazienti poco disponibili al follow-up). • Follow-up
Si deve però considerare che l’alta prevalenza di pato- a. Citologia normale ± reperto colposcopico normale
logia cervicale in presenza di infezione da HIV com- i. paziente immunocompetente (CD4+ >500 cell/ml
porta un basso valore predittivo negativo del Pap test e carica plasmatica di HIV-RNA <100.000
con un numero significativo di SIL che possono sfug- copie/mL): citologia annuale.
gire alla diagnosi. ii. paziente immunodepressa (CD4+ <500 cell/ml
Per questo motivo, altri autori suggeriscono di esegui- o carica plasmatica di HIV-RNA >100.000
re Pap test semestrali e molti altri concordano sull’uso copie/mL): citologia semestrale.
estensivo della colposcopia dell’intero basso tratto ge- iii. paziente immunodepressa con HPV test negati-
nitale già al primo livello dello screening vo: citologia annuale.
L’esame colposcopico ed eventualmente bioptico è b. Citologia anormale (≥ ASC-US)
comunque mandatario in ogni caso di citologia anor- i. Esame colposcopico
18

c. SIL di basso grado istologicamente accertata al paziente;


i. donne immunocompetenti e disposte al follow il consenso espresso è sempre revocabile;
up: l’osservazione cito-colposcopica può essere la raccolta del consenso dovrebbe avvenire non prima
proposta per piccole lesioni. delle 24-48 ore precedenti l’inizio del trattamento;
ii. donne immunodepresse, lesioni estese o persi- deve riportare la firma del paziente e congiuntamente
stenti nel tempo: trattamento preferibilmente la firma del medico, indicazione della data e possibil-
escissionale. mente in presenza di testimoni;
d. SIL di alto grado istologicamente accertata il modulo deve prevedere una dichiarazione esplicita
i. trattamento preferibilmente escissionale, come della paziente sulla completezza , chiarezza e adegua-
nelle donne HIV negative tezza delle informazioni ricevute;
ii. follow-up dopo terapia: esame citologico e col- il consenso deve contenere informazioni adeguate
poscopico semestrale, HPV test annuale. anche su terapie alternative e/o integrative;
deve contenere informazioni adeguate sulla appropria-
tezza del trattamento proposto.
Capitolo IX Nel caso della day-surgery, al momento della dimis-
ESAME COLPOSCOPICO E TRATTAMEN- sione, devono essere fornite alla paziente informazio-
TO: CONSENSO INFORMATO ED ASPET- ni esaurienti relative alle modalità di comportamento
TI MEDICO-LEGALI sulle prescrizioni mediche da attuare dopo la dimis-
sione. In presenza di controindicazioni si dovrà attua-
Il consenso informato si articola in due fasi: re un regime di degenza tradizionale.
informazione del paziente e consenso del paziente Nell’ipotesi in cui la paziente dovesse effettuare una
medesimo 78. lunga terapia farmacologia dovrà entrare in gioco la fi-
Il consenso per essere valido deve essere consapevole; gura del medico di medicina generale. Spetterà a que-
per essere consapevole deve essere informato. st’ultimo identificare periodicamente le condizioni cli-
L’informazione è il primo dovere del medico verso il niche della paziente e vigilare sulla corretta adegua-
paziente. tezza delle prescrizioni specialistiche.
Il compito del medico è quello di informare e non di La responsabilità professionale potrebbe rilevarsi per
imporre l’informazione. non aver preventivamente verificato la possibilità di
L’informazione deve essere onesta, cioè prestata con una idonea prosecuzione del regime di cura a domi-
chiarezza e comprensione di linguaggio, con essen- cilio o per aver delegato la cura e/o la custodia della
zialità dei contenuti, per una decisione consapevole paziente a familiari incapaci a rispettare il piano tera-
del malato nei confronti della diagnosi; della prognosi peutico.
e per le possibilità e gli strumenti terapeutici (Allegato
4). Deve contenere eventuali alternative terapeutiche;
benefici e rischi; decorso postoperatorio e tempi di de- Capitolo X
genza; incidenza del trattamento sulla qualità della CONTROLLO DI QUALITÀ ED ACCREDI-
vita; strutture sanitarie più idonee allo scopo; rischi in TAMENTO IN COLPOSCOPIA
caso di rifiuto della cura.
Il consenso non è un atto formale, da chiedere “una La colposcopia è un’indagine diagnostica per le neo-
tantum”, ma un processo continuo fatto di ben precisi plasie intraepiteliali e invasive della cervice uterina ed
contenuti sottoposto a verifica periodica. è soggettiva, richiede quindi abilità e competenza, af-
È necessario informare già al momento del primo in- finché le sue potenzialità possano essere realizzate.
contro. Di seguito viene riportato il decalogo per un Per una diagnosi colposcopica ed un successivo tratta-
corretto consenso informato: mento adeguati sono necessari non solo una corretta
il consenso deve essere scritto (vedi allegato); formazione, ma anche la possibilità di attingere casi
il consenso deve comprendere una parte generale ed da un sufficiente bacino d’utenza, cioè lavorare o con-
una specifica in relazione alla patologia da trattare; frontarsi in un ambiente clinico che preveda una casi-
il linguaggio deve essere comprensibile; stica di casi sospetti e positivi per mantenere adeguata
la formula deve includere una frase che specifichi l’in- e accrescere l’esperienza del Colposcopista. È neces-
dicazione delle procedure diagnostiche e/o terapeuti- sario inoltre adottare una classificazione uniforme (Al-
che impiegate; legati 2 e 3).
i benefici/rischi che si possono verificare; La formazione deve avere una componente teorica ed
rispetto della riservatezza delle informazioni relative una pratica 54, da eseguire sotto guida di un supervisore,
19

e deve comprendere nozioni sulla fisiologia e patologia è stabilire dei percorsi e delle procedure specifiche per
cervicale, vaginale e vulvare e sui relativi quadri colpo- ogni tipo di situazione patologica, poi seguono le pro-
scopici, sull’esecuzione di una corretta biopsia e di un cedure di “Controllo di qualità” che sovente nell’ambi-
corretto trattamento. to colposcopico sono interne alla procedura stessa (rap-
Il Colposcopista preparato deve anche saper documen- porto fra diagnosi colposcopica – citologica – istologi-
tare i quadri colposcopici evidenziati: nella accurata re- ca) ma infine bisogna trovare un momento di confronto
gistrazione dei reperti colposcopici devono essere in- e di verifica della propria preparazione e della propria
cluse: cultura specifica. Questa verifica, del tutto volontaria e
• La visualizzazione o meno della giunzione squamo- spontanea, trova nell’Accreditamento di Eccellenza la
colonnare; sua naturale esplicazione. La necessità di ripetere pe-
• La presenza o meno di una lesione visibile; riodicamente questa esperienza servirà sicuramente da
• Il giudizio colposcopico finale e le indicazioni al stimolo all’aggiornamento e al mantenimento di elevati
trattamento. livelli qualitativi nell’attività colposcopica.
Il Colposcopista inoltre deve saper comunicare con la Il significato dell’Accreditamento di Eccellenza in col-
donna e partecipare ad esperienze di audit, almeno con poscopia e fisiopatologia del tratto genitale inferiore
il Clinico ed il Patologo. non sta solo nel fatto di potersi distinguere, in maniera
La SICPCV ha studiato la possibilità di fornire a tutti i positiva, rispetto ad altri operatori che non hanno fatto
suoi iscritti una procedura per l’Accreditamento di Ec- questa scelta, ma consente di ottenere una certificazio-
cellenza per gli operatori in colposcopia e fisiopatolo- ne di raggiungimento degli standards qualitativi definiti
gia del tratto genitale inferiore e a tale proposito ha ela- dalle Linee Guida della Società, certificazione che at-
borato un manuale specifico 54, 79, 80. tualmente ha solo una valenza qualitativa ma in un
Questa iniziativa è diventata particolarmente importan- prossimo non lontano futuro potrà costituire la base, il
te in questo momento nel quale la Società e tutti i soci substrato su cui organizzare la propria attività lavorati-
vivono il periodo “post-attuazione delle Linee Guida” e va, sia in ambito privatistico, sia nel pubblico.
in molte Regioni d’Italia vengono largamente praticati i La SICPCV si è fortemente impegnata nella definizio-
programmi di screening organizzati per il cervicocarci- ne di un percorso per offrire al colposcopista che lo
noma. desideri la possibilità di ottenere l’accreditamento pro-
Infatti il primo passo per innalzare il livello qualitativo fessionale. A tal fine ha definito le modalità per con-
di una qualunque prestazione diagnostica o terapeutica seguirlo54.
20

Allegato 1. - Bethesda System 2001 3

ADEGUATEZZA DEL PREPARATO


• Soddisfacente per la valutazione (segnalare la presenza/assenza di cellule cilindriche
endocervicali / di componenti della zona di trasformazione)
• Insoddisfacente per la valutazione (specificare la ragione)
• Rifiutato e non sottoposto a colorazione... (specificare la ragione)
• Insoddisfacente per la valutazione di anormalità delle cellule epiteliali a causa di…
(specificare la ragione)

CLASSIFICAZIONE GENERALE
• Negativo per lesioni intraepiteliali o maligne
• Anormalità delle cellule epiteliali
• Altro

INTERPRETAZIONE/RISULTATO
NEGATIVO PER LESIONI INTRAEPITELIALI O MALIGNE
Organismi
• Trichomonas vaginalis
• Microrganismi fungini morfologicamente suggestivi di specie di Candida
• Presenza di flora suggestiva di “vaginosi batterica”
• Batteri compatibili con Actinomiceti
• Modificazioni cellulari compatibili con Herpes simplex virus
Altre modificazioni non neoplastiche (opzionale: la lista non è esaustiva)
• Modificazioni cellulari reattive associate a:
• Infiammazione (compresa la riparazione tipica)
• Radiazioni
• Dispositivi intrauterini (IUD)
• Presenza di cellule ghiandolari dopo isterectomia totale
• Atrofia
ANORMALITÀ DELLE CELLULE EPITELIALI
Cellule squamose
• Cellule squamose atipiche (ASC) di incerto significato (ASC-US) non si può escludere l’H-SIL
(ASC-H)
• Lesioni intraepiteliali squamose di basso grado includenti:
HPV/displasia lieve/CIN 1
• Lesioni intraepiteliali squamose di alto grado includenti:
displasia moderata e grave /CIN 2 e CIN 3/CIS
• Carcinoma squamocellulare
Cellule ghiandolari
• Cellule ghiandolari atipiche (AGC) (specificare se endocervicali, endometriali o non
specificabili)
• Cellule ghiandolari atipiche suggestive di neoplasia (specificare se endocervicali, endometriali
o non specificabili)
• Adenocarcinoma endocervicale in situ (AIS)
• Adenocarcinoma
Altro (lista non esaustiva)
• Cellule endometriali in donne ≥ 40 anni di età
21

Allegato 2 - Classificazione Colposcopica


Internazionale IFCPC 2002 16

I REPERTI COLPOSCOPICI NORMALI


• Epitelio pavimentoso originario
• Epitelio cilindrico
• Zona di Trasformazione Normale

II REPERTI COLPOSCOPICI ANORMALI


• Epitelio aceto-bianco piatto
• Epitelio aceto-bianco ispessito*
• Mosaico regolare
• Mosaico irregolare*
• Puntato regolare
• Puntato irregolare*
• Area parzialmente iodocaptante
• Area iodonegativa*
• Vasi atipici*

III QUADRO COLPOSCOPICO SUGGESTIVO


PER CARCINOMA INVASIVO

IV COLPOSCOPIA INSODDISFACENTE
• Giunzione squamo-colonnare
non visualizzata
• Infiammazione grave, atrofia grave,
trauma
• Cervice non visibile

V REPERTI MISCELLANEI
• Condiloma esofitico
• Cheratosi
• Erosione
• Infiammazione
• Atrofia
• Deciduosi
• Polipi

* Grado 2 (modificazioni maggiori)


22

Allegato 3 - Scheda colposcopica (in accordo con Barcellona 2002: modificata)

CONCLUSIVO: giunzione squamocolonnare (GSC)  visibile esocervicale


 visibile endocervicale

INSODDISFACENTE PER:  GSC non visibile  flogosi intensa


 cervice non completamente evidenziabile  atrofia grave

QUADRO COLPOSCOPICO NORMALE


Epitelio originale:  trofico Epitelio cilindrico:  fino a 1/3
 atrofico  fino a 2/3
 superiore a 2/3
Zona di trasformazione normale (ZTN):  incompleta  sbocchi ghiandolari
 completa  cisti di Naboth

QUADRO COLPOSCOPICO ANORMALE


Trasformazione anormale Grado 1 (G 1):  epitelio bianco sottile
 mosaico regolare
 puntato regolare
Trasformazione anormale Grado 2 (G 2):  epitelio bianco ispessito
 mosaico irregolare
 puntato irregolare
 sbocchi ghiandolari ispessiti
 vasi atipici
 sospetta neoplasia invasiva

REPERTI MISCELLANEI
 Condilomatosi florida
 Leucoplachia/Cheratosi  Esiti di trattamento  Erosione/ulcera
 Colpite (…………………………………)  Endometriosi  Vescicole/bolle
 Area iodochiara, non acidofila  Deciduosi  Cupola vaginale
 Superficie micropapillare non acidofila  Polipo  Tessuto di granulazione

TEST DI SCHILLER
 Captante ..................................................................
 Non captante ..................................................................
 Parzialmente captante ..................................................................
..................................................................
..................................................................
23

Allegato 4

DIPARTIMENTO DI ......................................................................................................................................
UNITÀ OPERATIVA DI .................................................................................................................................
Responsabile dott. ........................................................................................................................................
UNITÀ DI DAY SURGERY e/o C.A. Responsabile dott. ...........................................................

Atto di consenso, previa informazione,


ad esame: .......................................................................................................................
intervento chirurgico/procedura invasiva in regime di day-surgery: ................................

Io sottoscritta ................................................................................
1. dichiaro di aver ricevuto le informazioni orali e scritte necessarie a comprendere l’esame /
l’intervento che i Chirurghi di questa Unità giudicano utile per il trattamento della mia malattia e di
aver avuto tempo e modo di valutarle ai fini del presente atto di consenso;
2. mi sono resa conto delle caratteristiche della mia malattia, delle finalità dell’atto operatorio o delle
eventuali alternative di cura in ricovero ordinario;
3. sono stata informata del fatto che in relazione all’intervento si potranno verificare complicazioni
anche gravi, la cui entità e probabilità di incidenza mi sono state spiegate in modo chiaro e per me
comprensibile, così come mi sono state rese note le possibilità di successo;
4. ho preso atto:
• dei criteri di selezione per l’intervento propostomi in day surgery,
• della scelta di metodologia chirurgica e di tecnica anestesiologica riservatami,
• dell’eventuale necessità di conversione del trattamento in day surgery a ricovero ordinario,
• della possibilità, dopo la dimissione, di comunicare con il medico della day surgery (reperibile
24 ore al giorno),
• del dovere, da parte mia, non solo di segnalare preventivamente le malattie, i traumi e le terapie
pregresse, nonchè le allergie ed intolleranze presentate, ma di sottoporsi, prima e dopo
l’intervento, agli esami necessari e di attenersi con scrupolo alle prescrizioni ed ai controlli
prescrittimi,
• della possibilità della recidiva della patologia trattata.
5. do atto che mi sono state spiegate, in termini che ho capito, caratteristiche e modalità di esecuzione
dell’intervento sopra specificato, compresi i rischi, e che ho ricevuto dai medici soddisfacenti
informazioni e risposte:
6. acconsento all’intervento chirurgico/procedura invasiva che mi viene proposto come alternativa
migliore, consistente in: ...................................................................

Data ...............................

Firma della paziente ....................................................................................................................................


Firma del rappresentante legale ...................................................................................................................
Firma del familiare o rappresentante legale .................................................................................................
Firma del familiare o persona di fiducia ......................................................................................................
Firma del medico che ha raccolto il consenso .............................................................................................
24

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