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MECCANICA
APPLICATA3
per l'Istituto Tecnico Industriale
Indirizzo per la Meccanica
sulla base dei Programmi del 9 marzo 1994
Cappelli Editore
Copyright© 1996 GEM s.r.l. / Nuova Casa Editrice Cappelli
via Farini 14, 40124 Bologna
Ristampe: 5 4 3 2 O
Finito di stampare
nel 2000 1999 1998 1997 1996
TRASFORMAZIONI
E TRASMISSIONI
DEI MOTI ROTATORI
1.1. Manovellismi 1
1.2. Manovellismo ordinario (o di spinta rotativa) 4
1.2.1.Analisi cinematica del meccanismo biella-manovella 7
1.2.2.Metodi grafici per rappresentare le leggi cinematiche 16
Esercizio 1.1. 26
3.1. Manovelle 52
3.1.1. Esercizi sul dimensionamento di manovelle d'estremità 63
Esercizio 3.1. 63
VI INDICE
APPENDICE
Bibliografia 449
TRASFORMAZIONI
ETRASMISSIONI
DEIMOTIROTATORI
Trasformazione del moto
1.1 . Manovellismi
Asta fissa
\ ·,.....
~K:B;;/
·, ; ! ~
i //
---------~----
...·"
'
Figura 1.1.
2 1. TRASFORMAZIONE
DELMOTO
Il meccanismo sin qui illustrato (Figura 1.1) viene anche definito quadrila-
tero articolato, con ovvio significato dei termini, poiché è composto da
quattro aste non uguali tra loro in lunghezza; se rendiamo uguali le
lunghezze della biella e del supporto fisso e quello delle due manovelle
otteniamo un parallelogramma articolato (Figura 1.2).
AB=CD
-----~------
-----
-----
---------------·-z
D=========~~ C AD=BC
///~\ ----
'.
--------
A,~;
__
(=7\\___
:
_ w',~;B
\, K i
.'
./
\,___ ! _,,/
'-.. -. - . -~ --- ----
'
' '
'
' '
'
---1----
AB=CD e
AD=BC
Figura 1.4. Antiparallelogramma articolato
verso del
movimento
AD=r
BC=R
Figura 1.5. Quadrilatero di Galloway
moto rettilineo
a) b)
stantuffo
albero a gomiti
coppa
contrappeso lubrificante
parte superiore della biella (P) viene comunemente definita occhio di biella
ovvero, più diffusamente, piede di biella (dotato di moto rettilineo alterna-
tivo); la parte inferiore viene invece denominata testa di biella oppure, più
diffusamente, bottone di manovella a seconda che il punto centrale della
coppia rotoidale (B) venga considerato appartenente alla biella o alla
manovella rispettivamente. Il bottone di manovella e, quindi, la testa di
biella a esso accoppiata descrivono una circonferenza avente diametro pari
alla corsa effettuata dallo stantuffo. Il cilindro fa parte del blocco cilindri
(monoblocco) che a sua volta costituisce una parte del basamento (struttura
fondamentale del motore).
La parte superiore del cilindro è chiusa dalla testata (o testa) del motore
e il volume racchiuso fra la stessa e lo stantuffo costituisce la camera di
combustione ove viene bruciata la miscela aria-combustibile, ovvero il
fluido operante nella macchina motrice.
Nei motori che erogano grandi potenze e grandi coppie motrici (ad esem-
pio nei motori navali a ciclo Diesel anche a doppio effetto) il piede di
biella (punto P di figura 1.7) può non essere collegato direttamente allo
stantuffo ma a un pattino denominato testa a croce come viene evidenziato
nella figura 1.8. Successivamente dalla testa a croce si realizza il collega-
mento, indiretto, con lo stantuffo mediante un'asta denominata stelo.
6 1. TRASFORMAZIONE
DELMOTO
B __, ___
_
corsa= 2r
r· corsa= diametro 2·r
Figura 1.9.
w = costante
PME A
corsa= 2r
a =W•t
r
Figura 1.11.
= (l + r)-,---(lcos/3 + rcosa)
Sr = I + r - I cos f3- r cos a (1)
w = costante
PME
(
___ __. a =w·t
l cos f3 '
i rcosa
Figura 1.12.
1.2. MANOVELLISMOORDINARIO(O DI SPINTAROTATIVA) 9
Molto spesso la lunghezza della biella è un multiplo del raggio di manovella
e, conseguentemente, si può introdurre un rapporto fra le due lunghezze:
I
µ =- (2)
r
BH = rsena
BH = /sen/3
quindi:
r sen a = I sen /3
r sena
sen/3 =-sena= -- (4)
/ µ
ovvero:
1
cos/3 = -Jµz - senza (5)
µ
quindi:
IX=W· t (7)
se ix = O=>Sr (ix = O) = O
se ix = n =>Sr (ix = n) = 2· r
1.2. MANOVELLISMOORDINARIO(O DI SPINTAROTATIVA) 11
dSp
Vp=-
dt
Vp = :t{,[µ
+ 1 - cos(wt) - (µ2 - sen2 (wt))½]}
w· sen(2wt) ]
vp = r [ w· sen(wt) + J
2 µ 2 - sen (wt)
2
sen(2wt) ]
vp = w· r [ sen(wt) + J
2 µ sen 2 - 2 (wt)
(9)
12 1. TRASFORMAZIONE
DELMOTO
sen2a ]
Vp = wr [ sena + J
2 µ sen
2 - 2 a
(10)
sen(2wt)]
Vp = wr [ sen (wt) + 2µ (11)
e:
sen2a]
Vp = wr [ sen et + ~ (12)
wr
vp = wrsen(wt) + -sen(2wt) (11')
2µ
e:
wr
vp = wrsen et+ -sen2ct (12')
2µ
Come si evince dalle relazioni (11') e (12') la velocità del piede di biella in
ogni istante è determinata dalla somma delle velocità di due moti sinusoidali
(armonici) le cui pulsazioni sono rispettivamente:
w e 2w
1.2. MANOVELLISMO
ORDINARIO(O DI SPINTAROTATIVA) 13
wr
wr e
2µ
Le equazioni (11) e (12) rispetto alle equazioni (9) e (10) sono, come già
detto, un po' approssimate però sono sufficienti per consentire il calcolo
della velocità (vp) in ogni istante generico (t). Le suddette equazioni danno
valori coincidenti solo per le seguenti posizioni:
wr
-sen(2wt)
2µ
. wr
11m -sen(2wt) = O
µ--+oo 2µ
(14)
oppure:
(15)
w2r
ap = w 2 rcos(wt) + -cos(2wt) (14')
µ
e:
w2r
ap = w 2 rcosa + -cos2a (15')
µ
1. ap=oircos(wt) (16)
I
w2r
2. ap = -cos (2wt) (17)
II µ
w2r
lim -cos (2wt) = O
µ-+oo µ
(18)
2· C· n (19)
Vm=-6-0- (m/s)
16 1. TRASFORMAZIONE
DELMOTO
ove:
c = corsa dello stantuffo (in m);
n = frequenza di rotazione del motore (in giri/min).
L'importanza della velocità media è legata anche alla dinamica del mecca-
nismo e, come vedremo successivamente, coinvolge le forze d'inerzia e il
calore prodotto dal motore stesso.
(J)
diagramma
reale Vp
PP' = AO
corsa = 2r corsa = 2r
PME PMI
Figura 1.13. Diagramma reale della Vp in funzione dello spostamento Sp
Vp = W;· CP (20)
1.2. MANOVELLISMOORDINARIO(O DI SPINTAROTATIVA) 17
e:
VB= W;· CB (21)
Vp w.I · CP CP
(22)
.,...--..._ .,...--..._
Se consideriamo, ora, la similitudine fra i triangoli CPB e BAO (lasciamo
al lettore la giustificazione dell'affermazione precedente) possiamo scrivere
la seguente relazione di proporzionalità:
CP AO
(23)
CB = BO
quindi:
(24)
BO = r (raggio di manovella)
vB = w · r =w· BO (25)
AO -
Vp = w · r· - = w · AO (26)
r
wr
vp111l = 2µ · sen (2wt)
vp = wr sen(wt) + wr sen(2wt)
2µ
....
8
,I
,,
_,_
:
;
I '
vP(II) = w r sen (2wt)
2µ
· , 312n
o a =W•t
' (rad)
Figura 1.14. Diagramma reale della Vp in funzione dell'angolo e,; (owero del tempo t)
1.2. MANOVELLISMOORDINARIO(O DI SPINTAROTATIVA) 19
a
PMS diagramma reale
ap (parabola)
PMS
'
- •• __ J __ _
PD=KO
2r
a:.ssoluta
(P)
= arelativa
(P)
+ ~rascinamento
(P)
+ acomplementare
o di Coriolis (27)
(P)
ove:
- 2-(t) -
acomplementare - W /\ V relativa
o di Coriolis (P) (28)
(P)
Zz;.ssoluta
P
= a:.elativa
PB
+~ (29)
(30)
ma, essendo:
ne consegue che:
(31)
(32)
1.2. MANOVELLISMO
ORDINARIO(O DI SPINTAROTATIVA) 21
e conseguentemente il vettore risultante fra KJi, Hli e BO è il vettore KO
(Figura 1.15).
Se riportiamo il segmento KO in corrispondenza del punto P individuiamo
un segmento PD pari al valore dell'accelerazione di P nella posizione
considerata. Ripetendo la costruzione per diverse posizioni di P otteniamo
tanti punti D i quali, uniti fra loro, determinano il diagramma reale della
ap in funzione dello spostamento Sp.
Il diagramma così ottenuto è una parabola (Figura 1.15).
Riportiamo ora, in figura 1.16, il diagramma che rappresenta l'andamento
dell'accelerazione istantanea di P in funzione del tempo t (ovvero dell'angolo
rt. = w · t). Questo diagramma si può ottenere, anche graficamente, somman-
do a parità di ascissa le ordinate corrispondenti al termine del 1° ordine
delle accelerazioni:
w2r
ap(n) = -cos (2wt)
µ
2
ap = air cos(wt) +wµr cos(2wt)
ap 1 =w
2
r
r cos(wt)
2
~"'µ'cos(2rot)
,,
/
/
n 2n
....
I
"'a :::t
o / a=w·t
(rad)
Figura 1.16. Diagramma reale della Op in funzione dell'angolo ix (owero del tempo t)
22 1. TRASFORMAZIONE
DELMOTO
1. IX = O al PMS =
(33)
2. IX = n al PMI =
= aPMI = w 2 r ( cos n + tcos 2n) = w2r ( - 1 + t)
ovvero anche: (34)
Il punto V può essere più alto o più basso del punto H (come ad esempio
V' in figura 1.17) e ciò dipende dal rapporto caratteristico del manovelli-
smo (µ = l/r).
Ora, individuato il punto V e, conseguentemente, il triangolo KVHsi
procede al tracciamento della curva mediante il metodo dell'inviluppo delle
rette tangenti come viene evidenziato nella figura 1.17.
Come si evince dalla suddetta figura l'accelerazione ap si annulla in un
punto (L) corrispondente non all'angolo IX = n/2 ma all'incirca alla posi-
zione di quadratura fra biella e manovella (quindi IX< rc/2).
1.2. MANOVELLISMO
ORDINARIO(O DI SPINTAROTATIVA) 23
ap
"';I:t K
'=R
+
-=-- .... '=R
I
.... N
N
a
a -=--
....
N
PMS PMI a
o S, (a)
....
r:i N
....
"'al:t .................
H a
V
"';I:t
C/2
e
Figura 1.17. Costruzione diagramma ap(Sp) mediante inviluppo
2·r 2·r
B
.
O)
·--
1,Q
-------·--
j
--- _____..,
·+
X
aP(+) PMI x
x
a) moto di P
PMS aP(-)
·-·-----·--@-------~ , ,..,
___+
X
PMI x
x
b) moto di P
x
x
e) moto di P B
x
'
' x
d). moto di P s··----+----
,
Figura 1.18. Accelerazione del piede di biella in funzione dello spostamento dello
stantuffo
della posizione di quadratura (punto L di figura 1.17) e non per rx= n/2
come è già stato ricordato più volte. Il valore assoluto dell'accelerazione
aumenta sino a raggiungere il valore massimo (negativo) in corrispondenza
del PMI, ovvero a fine corsa (punto H di figura 1.17).
PMS
sp(2n)
o s"(a)
Figura 1.19. Diagramma della accelerazione del piede di biella in funzione dello
spostamento dello stantuffo [ap(Sp)]
26 1. TRASFORMAZIONE
DELMOTO
Esercizio1.1.
Un meccanismo biella-manovella ha le seguenti caratteristiche geometri-
che:
n n 4 n 2 5
a=::> -n· -n· -n
6' 3' 9 ' 2' 3 ' 6
l l l l l l
30° 60° 80° 90° 120° 150°
Soluzione
Iniziamo la risoluzione dell'esercizio determinando le seguenti grandezze:
I 240 mm
µ=-=---=4
r 60 mm
2n · n 2n · I 500 giri/min
w = -- = ------ = 157 rad/s
60 60 s/min
~ 60 fil++
s,m 1 - cos~ ~
-J16 -(sen~)')
= 9,92 mm
s,m =(s-cosi-)16-(seni)')
~ 60 ~
~ 35,7 mm
ESERCIZIO 27
S,(~·)~ 60 - cos~n
mm(5 )')~
-Jl6-(,e+
~ 56,97 mm
~ 60
s,m -Ji6
- cos~
mm(5 ~
-(sen~)')
= 67,62 mm
~
S,(¾•) 60 - cos~n
mm(5 )')~
-Jl6-(sen~n
~ 95,7 mm
~
S,(¾•) 60 -Jl6-(sen~n
- cos~n
mm(5 )')~
~ 113,84 mm
Per il calcolo della velocità istantanea del piede di biella applichiamo, ora,
l'equazione semplificata (12) riservandoci di effettuare, successivamente, il
confronto fra i risultati ottenuti applicando l'equazione (12) e l'equazione
(10) completa.
sen2-71:]
= 157 rad/s · 0,06 m sen ~ + --
Vp(~) [ 6 =
6 6 2· 4
~ 5,73 m/s
sen2-71:]
= 157 rad/s · 0,06 m sen ~ +
Vp(i) [ T =
~ 9,178 m/s
sen ( 2· -n
4 )]
[ 9
vp(~")
= 157 rad/s · 0,06 m sen:n + 8 =
~ 9,68 m/s
n sen n]
vp(i)= 157 rad/s· 0,06 m [ sen 2 + - 8- =
= 9,42 m/s
sen 2- -n
2 )]
(
[ 3
vp(¾")
= 157 rad/s · 0,06 m sen(In) + 8 =
= 7,138 m/s
28 1. TRASFORMAZIONE
DELMOTO
vp(¾") [
= 157 rad/s · 0,06 m sen (~n +
sen ( 2 · -n
5
6
)J=
8
= 3,69 m/s
Vediamo ora come si modificano i valori delle velocità istantanee del piede
di biella nel caso in cui si utilizzi l'equazione (10) completa.
sen2a )
= wr ( sena+ J
vp(~) =
6 2 µ - sen a
2 2
sen ( 2 · ~9 n) )
vp(~")
9
= 157 rad/s · 0,06 m
(
sen (~
9
n)+ 2 J 16 - (sen4/9n) 2
=
= 9,69 m/s
sen ( 2 · ?:) )
2
= 157 rad/s · 0,06 m ( sen?: +
vp(~)
2
J
2 16 -
2
(sen n/2) 2
=
=9,42 m/s
sen ( 2- -n
2 ) )
vp(~")
3
= 157 rad/s· 0,06 m ( sen~n
3
+
2
J 3
16 - (sen2/3n) 2
=
= 7,113 m/s
= 3,682 m/s
ESERCIZIO 29
Lasciamo allo studente il commento dei risultati ottenuti mediante l'appli-
cazione delle due relazioni (12) e (10) rispettivamente.
Per quanto riguarda la velocità media dello stantuffo possiamo scrivere:
ar(i)= alr[cosCi
+ tcos2Ci] = (157)2 · o,o6[cosi + }cos(2i)] =
~ 1465,67 m/s 2
= 554,6 m/s 2
ap(~")
= 157 2
• 0,06 [cosi n + lcos ( 2 · in)] =
= - 90,62 m/s 2
= - 369,735 m/s 2
~ - 924,34 m/s 2
~ - 1096 m/s 2
Dimensionamento
del meccanismo
biella-manovella
F"=tgfJ·F (1)
F= { F
F'=-- (2)
cosfJ
-
F"
Figura 2.1.
2.1. ANALISIDELLEFORZEAGENTISULMANOVELLISMO 31
si nota che esse hanno azioni contrastanti circa l'influenza sul moto del mano-
vellismo; considerandone l'equilibrio dinamico rispetto al polo O (Figura 2.3):
F' · b - F" · PO = O
dove:
F' · b è il momento motore Mm che provoca la rotazione della mano-
vella;
F" · PO è un momento resistente che causa vibrazioni al sistema (tende
a far ruotare il motore!).
Figura 2.2.
-
F'
Figura 2.3.
32 2. DIMENSIONAMENTO
DELMECCANISMOBIELLA-MANOVELIA
(5)
Fc = mm,#'rG = m;,.,#'r
' rG (6)
=mm=mm· -
r
In altre parole occorre considerare, nel calcolo, una massa inerziale fittizia
m;,.ridotta rispetto a quella effettiva della manovella, oltre a quella degli
elementi solidali al bottone di manovella @.
Figura 2.4.
2.1. ANALISIDELLEFORZEAGENTISULMANOVELLISMO 33
Per quanto riguarda l'entità e la variazione in funzione del tempo delle forze
attive o motrici esterne sullo stantuffo e quindi immaginate applicate diret-
tamente al piede di biella, occorre studiare i singoli specifici principi di
funzionamento dei motori:
a) motore idraulico (Figura 2.5): è il caso più semplice, in cui cioè la forza
esercitata dal fluido sullo stantuffo si può ritenere costante durante tutta la
corsa PMS-----+PMI:
F = y1 • h · A = p · A
ammissione scarico
manovella
,,, '
t'I
i:::
'Il
.
I
\
\
I
--
I
'11 I ~-n '
-~ .--":' ----+- I
::'.:
,,, '
L.- -' I
I
1,1'
I
ut:' \
\
\ I
I
,'
'- ...._____
Figura 2.5. Schema di un motore idraulico ad asse orizzontale
p
ciclo Otto ideale
Figura 2.6.
34 2. DIMENSIONAMENTO
DELMECCANISMOBIELLA-MANOVELLA
F=p·A stantuffo
{ (7)
s = V: A stantuffo
nel piano (F-s), tradotte nelle opportune scale secondo le relazioni (7), il
diagramma delle forze (Figura 2.7) risulterà rappresentato da:
s (d)
Figura 2.7.
2.1. ANALISIDELLEFORZEAGENTISULMANOVELLISMO 35
forza risultante (N = F + ~) moltiplicata per il raggio di manovella:
(8)
Sapendo che gli angoli a e /3sono fra loro dipendenti si opera nel seguente
modo:
sen (a + /3) sena cos /3+ cosa sen /3 sena~ cosa sen /3
cos /3 = cos /3 = ~ + cos /3 (IO)
sena I
--=-=µ
sen/3 r
si ricavano rispettivamente:
sena
sen/3 =--
µ
sostituendo si ha:
cos a sen /3
sen a + cos
/3 = sena
sen a
+ cos a---:;-
.,,,
· J µ2 -;Isen2 a
sen2a
= sena + ----=====
2Jµ 2 - sen2 a
per cui:
Figura 2.8.
ly
y) Ày = -:-- asse neutro y-y, asse sollecitazione x-x
ly
Mentre la flessione nel piano y-y, quella più probabile, è ben sopportata
dal tipo di sezione e dalla sua disposizione, quella nel piano x-x, pur
essendo più difficile a realizzarsi, trova un modulo di resistenza a flessione
Wfy « W1x·
Per valutare le lunghezze delle semionde di libera inflessione lx e ly si osservi
che nel piano del disegno P e B sono cerniere => lx = I, mentre nel piano
a esso perpendicolare P e B possono essere considerati come incastri, per cui
rigorosamente => ly = 0,51, ma per tener conto di eventuali possibili giochi
·,'
----- - - -- -- - -- - -- - --- -- .' -- -- - - - ---- - --
'
p
A;
~
y Sez. A-A
X X
scala ingrandita
y
Figura 2.9.
38 2. DIMENSIONAMENTO
DELMECCANISMOBIELLA-MANOVELLA
Figura 2.1 O.
Figura 2.11.
2.1. ANALISIDELLEFORZEAGENTISULMANOVELLISMO 39
Figura 2.12.
Figura 2.13.
dove:
mbiella = m = massa dell'intera biella= p · Vb = p · A· /;
I
m*
= lunghezza della biella;
= massa per unità di lunghezza della biella
(
7 )
= p·A .
R =0
{
~z(p) =O
Q = q·l/2
Figura 2.14.
qx qmax
p ~T l)(t'--------'----- B
Figura 2.15.
essendo:
si ha:
q z /
T=-· X -q- (12)
21 6
-R p
· x+(q·~)-
X2 ~3-M=O
2.1. ANALISIDELLEFORZEAGENTISULMANOVELLISMO 41
~ q· X X X q 3 ~
M= --x+--· -· -=-x --x (13)
6 I 2 3 61 6
. dM q ql qx 2 ql )
( venfica: T = dx = ffl..J'x 2 -
6 · lx
O
= 21 - 6 c.v.d.
i)--I-t~-
-6~G- - 9~- -~ ql'
IM1max l=+-l
J3 z ·--=-mwrl
mw2r J3 i
(14)
27 / 27
TiG!T
a)
Figura 2.16.
42 2. DIMENSIONAMENTO
DELMECCANISMOBIELLA-MANOVELLA
(supporto e cappello) che si serrano sul bottone di manovella con una coppia
di bulloni; questi devono essere dimensionati tenendo conto degli sforzi di
trazione a cui sono soggetti, in quanto la compressione viene «scaricata»
direttamente dal fusto della biella sul bottone di manovella. La situazione di
carico più pericolosa si ha in genere al PMS, all'inversione del moto dello
stantuffo, a opera (esclusiva) delle forze d'inerzia.
Esercizio2.1.
Un motore a combustione interna a 4 tempi e 4 cilindri segue il ciclo termico
rappresentato in figura 2.17 e ha le seguenti caratteristiche:
Dsi = 80 mm
l= 200 mm
r= 50 mm
n= 5 000 giri/min
mb= 0,500 kg
Pmax = 42 bar = 4,2 MPa
pressione (bar)
42
40
(bar)
30
20
20
10
3
volume (m)
Figura 2.17.
ESERCIZI 43
La biella ha sezione media a I evidenziata in figura 2.17. Eseguire la verifica
di resistenza della biella ritenendo che la massa degli elementi in moto
alterno sia pari a 1 kg.
Soluzione
Calcolo della velocità angolare:
I 200 mm
µ=-=---~4
r 50 mm
nD 2 n· 802 mm 2
s.r= -t- 4 ~ 5 026,55 mm 2
1
I X =-(15·
12 20 3 -7· 103 )mm 4 ::=::9417mm
-
4
1
I y =-(10·
12 83 +2· 5- 153 )mm 4 :::::3239mm
-
4
lx 9417 mm 4 3
wfx =- =----~ 941,7 mm
Ymax 10 mm
ly3239 mm 4
wfy = -- ----- ~ 431,87 mm 3
Xmax 7,5 mm
A= (5 · 15- 2)mm 2 + (8 · 10)mm 2 = 230 mm 2
flx 9417 mm 4
ix= -yj = 230 mm2 ~ 6,4 mm
3239 mm 4
230 mm2 ~ 3,75 mm
lx I 200 mm
}_x = -:--= -:--= 4 = 31,25 ~ (praticamente trascurabile l'influenza del
lx lx 6, mm · d"1 punta )
canco
44 2. DIMENSIONAMENTO
DELMECCANISMOBIELLA-MANOVELLA
aR 1300 N/mm 2 2
a = · =-------~1075N/mm
CR 1 + aÀ. 1 + 0,00015. 37,34 2
2
Fmax
amax =A~ aadm carico di punta
21111,51 N / 2
~ 107,5 N mm
_2_3_0_m_m_2_
I
tga = - =µ=>a= arctg(4) ~ 76° = 1,326 rad
r
di sollecitazione compressione.
Poiché:
),x = 31,25 => (si può trascurare l'influenza del carico di punta. Verifiche-
remo comunque la stabilità a compressione con la formula
di Rankine).
ESERCIZI 45
forze esterne (N)
21 111,51 ----------------
20 000
15 000 diagramma a)
10 000
5 000
o· --- e,<
n a (rad)
-5 000
aspirazione ~ .. compressione espansione scarico ___.,
----------------
17 134,8 diagramma b)
10000
a= 1,326 rad
posizione di diagramma c)
quadratura
Figura 2.18.
Fi(o)
PMS
= m 1 · w 2 · r (1 + !)=
µ
1 kg· (523,6 rad/s) 2 · 0,05 m (1 + !)
4
Fi(o) = 17 134,8 N (1 746,6 kgr)
PMS
Fi(1t)
p~
= m 1 · w 2 r(1 - !)
µ
= 1 kg(523,6 rad/s) 2 · 0,05 m(l - !)
4
~ 10280 N (1048 kgr)
F;<'lt>
PMI
46 2. DIMENSIONAMENTO
DELMECCANISMOBIELLA-MANOVELLA
y\ Sez. A-A
·-~--~
'
y '\
Figura 2.19.
j3
M 1max =-mb·
2
w rl=
27
_ N'
( _A (w)
M·fmax ) ~ -~ (J
(Jmax - + W1x -...::
(Jadm - a
F;
=-
<Imax ~ <Iadm (A"= area del nocciolo della vite)
2A"
F- 17134,8 N 2
F; = 1 746,6 kgr ~ 17 134,8 N =>A" = -'- ------ ~ 66 mm
2<Iadm 2- 130 N/mm 2
quindi:
Di conseguenza:
Fmax
(J max= A ~ (J admcaricodipunta
48 2. DIMENSIONAMENTO
DELMECCANISMOBIELLA-MANOVELLA
= 21111,51 N = 91, 8 N/ mm 2
(1max 2
230 mm
Quindi, poiché:
Esercizio2.2.
La biella di un motore a ciclo Diesel ha il fusto, che si suppone a sezione
costante, circolare e cavo e della lunghezza di 1 metro; il suo diametro
interno è pari ai 4/10 del diametro esterno.
Il motore ha i cilindri di diametro di 280 mm; la pressione massima
raggiunta dal fluido all'inizio della combustione è di 57 kgr/cm2 •
Si determini il diametro esterno del fusto della biella, dopo aver scelto
in modo opportuno i dati eventualmente mancanti nell'enunciato del
problema.
d
X= 0,4 = D
I= 1 m
Pmax = 57 kgr/cm 2 = 5 591 700 Pa
Dst = 280 mm
4!~······i·······t···
, Sez. A-A
'
'
01dln'
'
'
Figura 2.20.
ESERCIZI 49
Soluzione
n· 280 2 mm 2
4 ~ 61575,2 mm 2 (Area dello stantuffo)
Equazione di stabilità: ·
Fmax (lR
(lmax =A ::S;(Tadm =-;; (a = coefficiente di sicurezza dinamico)
770846,4 m~,...,,
= 17,06 mm
2648,54 m
I 1000mm .
A = - = ---- ~ 58,62 = esiste il carico di punta!
i 17,06 mm
Fmax (fCR
(Tmax =A ::S;Cladm =-;;-
~ aR _ 1300 N/mm 2 ,...,, 2
acR - 1 + IXA2
- 1 + 0,00015. 502 = 945,5 N/mm
4 · 3 641,74 mm 2
-----=--:::::. 74 3 m
n(l - 0,42 ) - '
1 457 680,8 mm 4 ~ 20 mm
3 641,74 mm 2
À= != 1 000 mm = 50
i 20 mm
D = 74,3 mm
d = xD = 0,4 · 74,3 mm~ 29,72 mm
D = 75 mm
{
d= 30 mm
Esercizio2.3.
Dimensionare la sezione media ad I del fusto della biella di un motore
a combustione interna lento, in base al momento quadratico minimo
e considerando le peggiori condizioni a carico di punta; assumere in
riferimento una sezione unificata da commercio.
Soluzione
Indichiamo solo la traccia della soluzione.
Considerando:
PcR = Padm. a
Padm = Fmax compressione
ESERCIZI 51
3.1. Manovelle
----~- --
Figura 3.1.
Mt(O) = F·O = o
equilibrio indifferente
mg infinite posizioni di equilibrio
B
a) b) c)
Figura 3.2.
54 3. ALBERIE MANOVELLE
w= cost
/---~---=::::::::::,,,,,_ e-----
___
Figura 3.3.
dette rispettivamente forze d'inerzia del primo ordine e del secondo ordine
(analogamente a quanto visto nell'analisi cinematica del meccanismo biel-
la-manovella per quanto riguarda velocità e accelerazioni istantanee sem-
pre del piede di biella). Consideriamole per comodità separate.
Figura 3.4.
Figura 3.5.
i)
Yw=cost
Figura 3.6.
3.1. MANOVELLE 57
b) Bilanciamento F;n: si tratta .delle forze d'inerzia più pericolose nei
manovellismi di spinta rotativa, non tanto per la loro entità, che risulta
comunque inferiore a quella delle F; 1, quanto perché rigorosamente non
sono bilanciabili per tutti i manovellismi! Il nocciolo della questione risiede
nella pulsazione con la quale tali forze variano periodicamente nel tempo,
che è doppia (2cv) (Figura 3.7) di quella della rotazione impressa alla
manovella principale. Anche in questo caso si tratta di un vincolo costrut-
tivo notevole, che può essere solo «aggirato» con varie soluzioni meccani-
che più o meno complesse, queste hanno però la comune prerogativa di
spostare i centri di rotazione delle masse (contrappesi) di bilanciamento
lateralmente rispetto al centro di rotazione O dell'albero motore, pregiudi-
cando l'equilibrio dinamico del sistema.
Figura 3.7.
N = N-co_s_(
ix_+_/3_)
r COS /3
pan a:
(9)
58 3. ALBERIE MANOVELLE
N,
'
'~J,
Sez. n-n
/· ....___
_
Figura 3.9.
sen(a + /3)
N 1 =N----
cos/3
pan a:
Mli= N 1 • (e+ c0 ) (10)
(11)
3.1. MANOVELLE 59
Figura 3.1 O.
N'=JN 2
r + N t2 (19)
Mentre:
(18)
60 3. ALBERIE MANOVELLE
si calcola:
(Mfo~ J M7+ 3/4M;) 2
(19)
Mfid (1R
(1id = -- ~ <1adm = -- (19')
Wfn nRdin
(1,d =<1
J 2
+ 3-r2 ~ a d = --
(1R
1 max a m nRdin
dove:
M11
<1=--
W1.
4N
't' =--
3 Av
b) Manovella: la figura 3.8 risulta oggetto, nella sua parte mediana, in cui
è possibile individuare le sezioni resistenti notevoli a n-n ed n' -n'
3.1. MANOVELLE 61
n-n n'-n'
1. momento flettente
nel piano (y-z): M 11 = N,· e M 1 , = N,· e (23)
2. momento flettente
nel piano (x-z): M1z=N 1 ·(r-z) M1z = N 1 • z' (24)
3 N1 3 N1
4. taglio: ·=-- ·=-- (26)
2A 2 A'
N, N,
5. compressione: (J =- (J =- (27)
A A'
N N- e <JR
<Jmax = A' + -W ~ <Jadm = -- (28)
f~ nRdin
-rMtmax
'rRmax
Figura 3.11.
( w1, = 1bh 2
) (29)
(31)
(32)
= uR ~ 650 N/mm 2
uR 650 N/mm 2 2
uadm = -- = 10 = 65 N/mm
nRdin
J3 = 65 N/mm
2
'Ladm =
uadm
J3 ~ 37,5 N/mm
2
Soluzione
N"
Figura 3.12.
64 3. ALBERIE MANOVELLE
N, = o I N
{
·Ni = N = cosfJ
(N = F F; ~ O)
r 1 145
tg fJ= - = - = ---
! µ 320 mm
fJ~ 24° 22' 35" = (24,376) 0
8800 N
Ni =·cos(24,376)o ~ 9661,3 N
N, = N' = N = F = 8 800 N
{
N1 = O
Dimensionamento albero.
.
i
N= N'=N r
i'
--- ~ ------- ----------•---------------
p B iO
'
'
'
'
Figura 3.13.
ESERCIZIO 65
M1 id = M2fy +IM2 =
4 t,
~ J(l,16
· 10' N ·mm)'+~(
1,4· 10' N · mm)'
se
~ 1 678 086 N · mm
n 3
W1 =-D
" 32
3 32Mh 3 32· 1678086 N- mm
=D= ' = --------=64mm~65mm
n· aadm n · 65 N/mm 2
4 Txy 4 9661,3 N 2
Txy = N 1 = 9661,3 N Tmax =- - =- 2 2 ~ 3,88 N/mm ( < Tadm)
3 Av 3 n65 mm
4
3. Verifica a flessione (PMS):
Txy = N, = 8 800 N
4 Txy 4 8 800 N -
Tmax - - - =- 2 2 = 3,54 < Tadm
3 Av 3 n65 mm
4
La verifica ha dato esito positivo.
5. Una volta calcolato il diametro dell'albero (D) fissiamo il diametro del
perno (d):
=D=65mm
d = D - 3 mm = 62 mm
66 3. ALBERIE MANOVELLE
aR 590 N/mm 2
2
Tadm= r:;= r:; ~ 34 N/mm
nR · v 3 10v 3
2M 2 · 1 400 888,5 N · mm
=>I~ . i. ------------,- ~ 59 mm
d · b · Tadm 70 mm· 20 mm· 34 N/mm 2
8. Proporzionamento manovella:
D= d + 3 mm = (70 + 3) mm = 73 mm
L ~ 1,1 · d = 1,1 · 70 mm= 77 mm (> 63 mm linguetta!)
Demozzo~ 1,8d + 20 = 1,8 · 70 mm+ 20 mm= 146 mm
albero
M 1z = 1400888,5 N · mm
M 1y = N 1 • i'= 9661,3 N(77 + 24)mm = 975791,3 N· mm
3 3
M1 id = 2
M1 y +-Mi=
4 z
2
(975791,3 N- mm)2 + 4(1400888,5 N· mm)2 ~
~ 1556931,3 N · mm
d) Taglio al PMS:
4 N, 4 8 800 N - 2
•max= - -2 = - . 2 2 = 3,8 N/mm < •adm
3ndn 3 n-62,5 mm
4 4
La verifica ha dato esito positivo.
b = b' ~ 0,8 · 34 mm ~ 28 mm
BC (146 - 75)
tga = AC = 145. 2 ~ 0,245
- - 75
FG = AG· tga =-·O
2 ,245 -~ 9 ,2 mm
68 3. ALBERIE MANOVELLE
B ç-------~----------------- --------
Figura 3.14.
h' = 75 mm + 2 FG ~ 93,4 mm
a) posizione PMS:
Verifica a pressoflessione sezione (n-n)
N, N,· 36 mm
O"max = -- + ----
b•h !b2. h
6
8 800 N 8 800 · 36
N · mm ,_ 24 8 N/ 2
------2 + ------- = ' mm < O"adm
28 · 110,3 mm !232. 110 3 mm3
6 '
La verifica ha dato esito positivo.
ESERCIZIO 69
Verifica a pressoflessione sezione (n' - n'):
N, N,· 36 mm
(J' max = b' . h' + 1
-b' 2 · h'
6
' -28 · 93 4 mm
2 3
6 ' .
b) posizione quadratura:
3 N1 3 9 661,3 N 2
1:T = 2 b· h= 2· 28 · 110,3 mm 2 ~ 4 ' 7 N/mm
-r = ~. N 1 • 36 mm = ~. 9 661,3 N · 36 mm ~ 18 1 N/mm 2
M, 2 b2 · h 2 28 2 · 1103 mm 3 - '
'
N 1 • AD 9661,3 N · 72 mm 2
aM = --- = ------ ~ 12 3 N/mm
1 1 1 - '
-b · h 2 - 28 · 110 Y mm 3
6 6 '
120
75 '
36 :
~1
'
(")
i: o
-r---- ·----- ------! ----- ----------------- ----- t-------------
~
~
l
'
146 77
Figura 3.15.
3.2. ALBERIA GOMITO 71
b e b
a= b+ C/2
N,
in Ei
---,---
·------------
--------------- ---~--- -------- --------------------
r
'
'
'
-
Ft. .:·~~-'
.•·
i '
A ---•---
L--+----1(
'
ia
Figura 3.16.
72 3. ALBERIE MANOVELLE
a)
MlY D E M fymax =M =M =
~
f-,,c f,,F
b
C F =R az · b=N,- -
2
b)
nFB
D E
N,
I TI =cost = Ray = -2
Tyl I 1$-11
A e .11$11
T
e)
TiGtT
Tz D E N,
C~lll I TI = cost = Raz = -
A
r11e11r
d)
r B
2
D E
M,,s = cost = N,- r
M 1Ac =0
--·____
nl I I I Il
A C F B
e)
M f:zD =M fzE
=M fzc
=M f-zF
=
Mft ......
A
__ D_.Fl
.....
e F
E-----•
..B
=R •Y
-b=N-- r 2
b
M fzmax =M fa
=R ay
· a=
f) = N,· a/2
3.2. ALBERIA GOMITO 73
MIY
~
M fyD =M
=R
fyE
·b=N·-
=M f yC
t
=M
b
fyF
=
M(Df
1
e
A F B
az
2
g)
M fymax =M fa
=R az
· a=
= Nt · a/2
Ty
•
A
DrE
e
,
h)
F
•
B
TYDG = cost
TYG, = cost
=
= -
R ay
R by
N,
2
= - -
N,
2
TiG!T
Tz D3J;PE
~ . TzvG = cost = - R az = --
N,
•
A e F B
2
i) N,
TZGE = cost = R bx =-
2
Mt
•
A
nrr
e
1)
F
•
B
M tnE =
=N·
cost
t
r
-
2
= R az · r =
D E
N,
-+-
N GN
~ H
N= cost = --
Ny 2
•
A e F
•
B TiG!T
m)
D E
Mt
• n LJ •
M, =
=N·
cost
r
=
b
-
2
R •• · b =
\of
A e F B
n)
74 3. ALBERIE MANOVELLE
T. r~E N,
TZen = cost = - R az = - -2
r----i17~ N,
o)
TZEF = cost = + R bz = + -2
Mfx
•
A
c/1tE• F B
Mf xma:it
=M
=R
f xD
=M
·r=N·-
f xE
=
r
az t 2
p)
D E Mf, = cost = R ay · b =
~
b
Mft =N · -
2
LJ
r
•
A e F
•
B
q)
(33)
3.2. ALBERIA GOMITO 75
Facciamo alcuni esempi.
LLL.i..J LLL.i..J
l7TT7 l7TT7
Figura 3.17.
a)
Figura 3.18.
Figura 3.19.
3.2. ALBERIA GOMITO 77
e) Motore a tre cilindri e a due tempi (Figura 3.20):
2
z=3 '[ = 2 => 9 = 120° = - n rad
3
CD
v1
120·
Figura 3.20.
4
z=3 '[ =4 => 9 = 240° = - n rad
3
CD CD-@=240°
@-(1)=240°
Figura 3.21.
78 3. ALBERIE MANOVELLE
n
z=4 -r=2 => 9 = 90° = - rad
2
Figura 3.22.
Figura 3.23.
'~ Fc ,, Fc
'f -
Fc Fc
Figura 3.24.
m2 r
Flii = m--·
I
COS20I'.
µ
m2 r
= m;-· cos2(0I'.+ n)
µ
80 3. ALBERIE MANOVELLE
Figura 3.25.
4
z=5 -r=4 ==>9 = 144° = -nrad
5
CD
Figura 3.26.
b)
Figura 3.27.
può non essere efficace: l'albero si può rompere non per il superamento
delle tensioni critiche interne, bensì per le eccessive deformazioni di torsio-
ne a cui è soggetto, data la notevole lunghezza. È necessario verificare (o
imporre) perciò che tali deformazioni siano contenute entro limiti tollera-
bili: ciò è realizzato limitando gli angoli di torsione a un quarto di grado
per metro di lunghezza; in formula analitica:
9 re re Mt Mt
I = 0,250/m = 720 rad/m = 720 000 rad/mm = G. lp =
G· ~d 4
32
4
d= 32· 720000· M 1
(35)
rc2 · G
do sia stato provveduto infatti a una perfetta finitura dei perni di banco
e di manovella l'operazione di equilibratura permette di lasciare grezze
o semilavorate le superfici delle maschette perché l'eccedenza di materiale
di alcune maschette nei confronti delle altre viene compensata con le
correlazioni eseguite nell'operazione di equilibratura.
La particolare distribuzione delle masse nell'albero a gomito a causa della
forma geometrica determina, in particolare negli alberi con molte manovel-
le, momenti interni che sono fra di loro bilanciati ma che sollecitano
a flessione l'albero stesso, tanto più quanto più elevata è la velocità di
rotazione.
L'albero è però generalmente sopportato nel suo basamento da un certo
numero di supporti che impediscono che si verifichi l'inflessione a causa di
questi momenti interni. Questa caratteristica degli alberi a gomito richiede
però particolari accorgimenti per le operazioni di equilibratura sulle mac-
chine equilibratrici che vengono più oltre precisati.
Caratteristiche dell'equilibratice
Dato che si tratta di corpi che si deformano sotto l'effetto della velocità,
se non sono costretti a mantenere il loro asse da uno o più supporti
intermedi oltre a quelli estremi, come avviene nel basamento della macchi-
na in cui lavorano, quando si esegue l'equilibratura appoggiandoli su due
soli supporti dell'equilibratrice, l'equilibratura deve essere fatta alla veloci-
tà più bassa possibile, cioè a una velocità alla quale le deformazioni
dovute ai momenti interni siano praticamente trascurabili.
In generale la velocità dovrà essere inferiore di almeno il 30% rispetto alla
prima critica flessionale, ma una velocità dell'equilibratrice ancora più
bassa consente di ottenere, sulle moderne macchine molto sensibili anche
a bassi giri una maggiore precisione dell'equilibratura.
Solo a velocità molto bassa l'albero si comporta infatti come se fosse
rigido e cioè alla stessa stregua di ciò che avviene sotto la costrizione dei
vari supporti del basamento.
Negli alberi di notevole lunghezza e flessibilità può assumere importanza
un altro fenomeno e cioè quello della inflessione per effetto del peso; la
linea elastica deformata per effetto del peso purtroppo non si mantiene
costante quando l'albero viene fatto ruotare lentamente e ciò per la diversa
rigidità che l'albero ha in corrispondenza di differenti piani assiali.
Questo fenomeno può produrre, anche nel caso che si operi a bassa
velocità, oscillazioni irregolari che rendono difficile o addirittura impossi-
bìle la ricerca degli squilibri dell'albero.
3.4. EQUILIBRATURA
DEGLIALBERIA GOMITO 85
Si può però spesso diminuire l'effetto dell'inflessione, sopportando l'albero
in corrispondenza di due perni di banco intermedi anziché in corrispon-
denza dei perni estremi.
Per sopportare l'albero in corrispondenza di due perni di banco intermedi
è necessario che l'equilibratrice abbia supporti così stretti che le manovelle
adiacenti non abbiano a interferire con essi durante la rotazione.
Una equilibratrice per alberi a gomito deve avere quindi, oltre a una velocità
minima molto bassa, anche supporti con ingrombro minimo nella direzione
assiale.
Per alberi eccezionalmente lunghi (per esempio l'albero di un motore a 16
cilindri a V) non è possibile generalmente ottenere buoni risultati con due
soli supporti. In questi casi si può ricorrere a un terzo supporto oscillante
intermedio che ha la funzione di semplice sostegno.
La soluzione tecnicamente più valida in questi casi è però quella di
appoggiare l'albero su di una speciale culla rigida, che avrà tre (o anche
più) supporti, che a sua volta sarà sostenuta dai supporti dell'equilibratrice
tramite un organo intermedio che assicuri la perfetta libertà di oscillazione
sotto l'effetto degli squilibri dinamici.
Con questa soluzione l'albero si viene a trovare in una condizione uguale
a quella in cui si trova nel basamento e non può deformarsi sotto l'effetto
della velocità di rotazione.
Le correzioni degli squilibri vengono fatte in corrispondenza dei contrap-
pesi delle manovelle quando esistono o sulle manovelle, facendo attenzione
che esse non debbano pregiudicare la resistenza dell'albero.
Per squilibri non molto elevati si eseguono asportazioni di materiale (per lo
più mediante foratura) sulle manovelle più prossime alle estremità
dell'albero. Quando la posizione angolare dello squilibrio indicata dalla
macchina equilibratrice non corrisponde alla posizione angolare della mano-
velle estreme si deve necessariamente passare alle manovelle intermedie.
Spesso la posizione angolare degli squilibri e quella delle manovelle obbliga-
no a correggere gli squilibri ripartendo la correzione su diverse manovelle.
Se lo squilibrio è prevalentemente statico (cioè la macchina equilibratrice
indica una medesima posizione angolare sui due supporti) ed è molto
forte, compatibilmente con la posizione delle manovelle si cercherà di
ripartire le correzioni su tutta la lunghezza dell'albero.
Per squilibri prevalentemente dinamici si devono invece cercare due posi-
zioni assiali le più lontane possibili fra di loro. Con questo accorgimento le
entità delle correzioni risultano le minime possibili.
Le moderne macchine equilibratrici sono in grado generalmente di effet-
tuare la decomposizione dello squilibrio secondo due direzioni prestabilite,
ciò agevola l'operazione di ripartire le correzioni fra manovelle adiacenti
quando lo squilibrio capita in una posizione angolare intermedia in cui
non si trova nessuna manovella.
86 3. ALBERIE MANOVELLE
Per avere una chiara idea sui problemi inerenti all'equilibratura degli alberi
a gomito è necessario fare i seguenti richiami teorici.
A) Manovellismo semplice
Metodo per determinare il peso della massa rotante e della massa alterna
della biella
e dell'altra parte si infila un tondino nel foro del cuscinetto di piede. Con
il tondino si sostiene il piede in modo che la biella si disponga orizzontal-
mente. Il peso che si legge sulla bilancia è quello della parte della biella
dotata di moto rotatorio.
Questo peso è sovente di circa due terzi il peso totale della biella.
Per avere un'indicazione precisa sarà opportuno interporre fra il piatto
della bilancia e la testa della biella un tassello di appoggio molto stretto
che dovrà essere disposto verticalmente al di sotto dell'asse del cuscinetto
della testa stessa.
Analogamente può essere fatta la misura del peso della massa alterna del
piede di biella, appoggiando questo sul piatto della bilancia, mentre la
testa è sostenuta a mezzo di un tondino infilato nel cuscinetto.
Riepilogando si possono considerare i seguenti casi base.
/
I
direzione assiale
<1.l
i:= <1.l
o-
·- c<j
N
<1.l·-Cll
... Cll
:.a~
,,
direzione / '
'
vibrometro ---------------- --~--------
trasversale
I '
I
'' /
Nei casi più frequenti in cui le rigidità della incastellatura sulla quale la
macchina deve essere fissata è uguale in tutte le direzioni, la condizione «ot-
tima» si ottiene riducendo a circolare il diagramma polare ellittico, cioè fa-
cendo in modo che le vibrazioni siano in tutte le direzioni uguali e minime.
Se si conosce invece il diagramma polare della rigidità della incastellatura
destinata a portare la macchina e questo non fosse circolare, risulta ancora
determinabile con sicurezza la condizione «ottima» di equilibratura, che
sarà rappresentata da un diagramma polare ellittico con gli assi proporzio-
nali agli assi del diagramma ellittico della rigidità.
3.4. EQUILIBRATURA
DEGLIALBERIA GOMITO 93
Notiamo che se la frequenza propria di vibrazione della incastellatura di
sostegno della macchina (motore, compressore, pompa, ecc.) è prossima ai
giri di funzionamento, anche con l'equilibratura «ottima» non si ha un
servizio sufficientemente tranquillo. In questo caso occorre modificare
l'incastellatura, allo scopo di irrigidirla. Con modifiche talvolta minime si
ottengono ottimi risultati.
L'equilibratrice speciale con attrezzatura per la prova del manovellismo
completo è quindi un utilissimo strumento per la messa a punto di un
prototipo; essa però può anche essere utilizzata per equilibrare gli alberi in
lavori di piccole serie nelle quali si vuole ottenere un'elevata precisione (ad
esempio elaborazione di motori spinti per competizione).
Facendo le correzioni su ciascun albero, provato assieme alla biella e al
pistone completo, si possono compensare oltre agli squilibri dell'albero
stesso (che se non ha tutte le superfici lavorate sono in genere rilevanti)
anche le piccole differenze di peso del pistone e della biella rispetto al
valore nominale.
In generale però per la produzione di grande serie, dopo aver messo
a punto il manovellismo prototipo con l'equilibratrice speciale si preferisce,
perché molto più rapido, equilibrare separatamente gli alberi su di una
normale equilibratrice dinamica, montando sul perno di manovella una
bussola compensatrice il cui peso deve essere tale da bilanciare l'albero del
prototipo già messo a punto.
Il peso della bussola compensatrice può essere determinato nei tre casi
base sopra descritti anche mediante un accurato calcolo, eventualmente
partendo dai dati dei pesi effettivamente misurati del pistone, del piede
e della testa di biella.
Quando nel lavoro di serie gli alberi a gomito vengono equilibrati separa-
tamente dalle altre parti del manovellismo, su di una normale equilibratri-
ce dinamica, occorre provvedere a pesare accuratamente le altre parti
(pistone, testa e piede di biella) provvedendo a correggere le differenze che
si trovassero nei confronti dei valori esatti previsti dal progettista.
Infatti anche con un albero perfettamente bilanciato si possono avere
vibrazioni anormali nella macchina quando detti pesi non sono esatti.
Motocicletta 190 cc
Tabella 3.1 Disposizioni manovelle e ordine di accensione dei motori a 4 tempi più usati.
n• Ordinedi r
Disposizione 9= 180·-
cilindri accensione
z
1-4
CD
2-3
4 in linea 1-3-4-2 180°
orizzontali
[Iilll 4 contrapposti 1-3-2-4 180°
lHliJ (boxer)
(segue)
96 3. ALBERIE MANOVELLE
n• Ordinedi r
Disposizione .9= 180--
cilindri accensione
z
1
@©® 6,(1\2
6 aVdi60° 1-4-3-6-5-2
Q)@G) 5'(1::/3 120°
4
1-8
lw@®@G)@G)@I 3-6EB4-5 8 in linea 1-6-2-5-8-3-
7-4 90°
2-7
1-5
Q)@®© 2-6EB3-7 8 aVdi90° 1-5-4-8-
7-2-6-3 90°
G)@G)@ 4-8
1-7
Q)@®©G)@ 6-12
12 aVdi60°
1-12-4-9-2-11
60°
G)@®@@@ 3-902-8
4-10 5-11
6-7-3-10-5-8
1-9 8-16
16 a V di 45° l-16-6-11-2-15-5-12
~
3-11EB4-12
6-14 5-13
Q)@@©G)@G)@ 2-107-15 8-9-3-14-
7-10-4-13
1-9 45°
®@@@@@@@ 16 aVdi90° l-15-2-16-4-14-3-l3
~/ 8-1~@7-15
2-10 3-11
. 6-144_125-13 l l-8-9-6-10-5-12-7
3.4. EQUILIBRATURA
DEGLIALBERIA GOMITO 97
Tabella 3.2 Alberi della 2• categoria che richiedono l'applicazione delle bussole (precisa-
zioni sui pesi delle bussole).
P = Pesodellebussoleper
Numero Angoli ciascunperno di manovella
delle fra le Disposizione Numero R = Pesomassarotante
manovelle successive dei cilindri dei ( di una testa di biella) Note
e schemi manovelle cilindri A = Pesomassaalterna
(di un cilindro)( •)
I compromessodel
1(F) P = R +-A(**) 50% per le forze
2 alterne
I compromessodel
2(G) 0-0 in linea 2 P= R +-A(**) 50% per le forze
2 alterne libere nel
p = R (**) piano dei cilindri
(es. FIAT Nuova
500)
I compromessodel
2(H) 0-180 in linea 2 P = R +-A(**) 50% per le forze
2 alterne
I compromessodel
P = R +-A(**) 50% per le forze
2 alterne
3 (L) 0-120-240 in linea 3
p = R (**) forze alterne libe-
re nel piano dei
cilindri
I compromessodel
P = R +-A(**) 50% per le forze
2 alterne
5(M) 0-72-144-216-288 in linea 5
p = R (**) forze alterne libe-
re nel piano dei
cilindri
(*) Il peso della massa alterna di un cilindro è il peso di: - piede di biella + pistone completo di
spinotto e di fasce elastiche.
(**) Il costruttore può stabilire le differenti percentuali per l'equilibratura delle forze alterne; in tali
casi per dimensionare le bussole è necessario interpellarlo.
98 3. ALBERIE MANOVELLE
Figura 3.29.
Equilibramento
e
J3
I:M=-F-2a=
2 e
J33a·F=f.0.e
4. Coppie dovute alle forze alterne del primo ordine. Essendo EMc =I O
segue = EM~ =I O. Nel caso dei 3 cilindri se 9 2 è un angolo qualsiasi
(posizione generica di studio!) della 2a manovella:
(F~2 non ha braccio rispetto all'asse mediano dell'albero, che coincide con
la propria retta d'azione!).
Quindi:
= non si bilancia!
NELCAMPO DELL'EQUILIBRATURA101
3.5. ALTREPOSSIBILITA
Sviluppo dimostrazioni
a) punto 4:
=maw 2 r· a· [1
+~+ 1
2J3sen9 2 -~+ 2j3 sen9 2 ] =
= m w 2 r· a· J·
---sen9
J3 =
a J 2
b) punto 5:
=0 (c.v.d.)
Esercizio3.2.
Dimensionare una manovella di estremità azionante una pompa a stantuf-
fo avente le seguenti caratteristiche:
di = (2 + 2,5) d Li = (1 + 1,2) D
l = 1,3d Di= 2D
li = 1,5d Z 2 = 3,5d
b = (0,8 + 0,9) d Zi~(/+b):2= 1,ld
D' = D - (2 + lO)mm
1"~
'
D':
D
Figura 3.30.
Esercizio3.3.
Un motore a 4 tempi con 4 cilindri contrapposti (ordine di accensione
1-3-2-4) ha le seguenti caratteristiche:
r=40mm lb = 160 mm
massa dello stantuffo e degli altri elementi in moto alterno: ma = 0,450 kg,
rotazione dell'albero motore: n = 5 000 giri/min. Calcolare le Fl e Fl1 per il
ESERCIZI 103
primo e il secondo cilindro e, ridotto il sistema al baricentro dell'albero,
determinare la forza e la coppia risultanti.
CD..------. @)
'
'
'
'
'
LLLLJ ------
-------f---------LLLLJ
_________
;_______
_______
i_______
' '
._LLLLJ
__ _
w
fTTT7 ' fTTT7 fTTT7
'
Figura 3.31.
w
LLLLJ LLLLJ LLLLJ
fTTT7 fTTT7
fTTT7 1-4 2-3
Figura 3.32.
104 3. ALBERIE MANOVELLE
3.6. Vibrazioni
n2
Fe = m · r · w2 = 1, 12p · r-106 (A)
( _ asse di rotazione
I o--------____
/
--------.,('w
e-------
...
___
Figura 3.33.
1. Resistenze statiche del materiale dovute alle forze elastiche; sono predo-
minanti quando un corpo vibra con frequenza al di sotto della frequenza
propria (condizione sotto critica).
2. Resistenze dovute a smorzamento ossia a dissipazione di energia e sono
predominanti quando il corpo vibra con frequenza propria (condizione di
risonanza).
3. Resistenze di massa dovute all'energia delle masse; sono predominanti
quando il corpo vibra con frequenza al di sopra della frequenza propria
(condizioni super critiche).
·-·-·-+-·-·-·-·-·-·-. ·-.-.-.-.-.-1---·-.-·
I l I I
I
r .....
--------------------,
apparecchio a coltelli '
'
'
'
' '
···1::::·:::::~ ') L :
..·····
..·······
.............
) +·····r : ..::+
Figura 3.34. Effetto di uno squilibrio statico
G
·-· ----------·-··-·····-·•···· ··-· ·-·-·-·-·-·-· -
apparecchie a dischi
(1)
I .
M 1max = F · -2 (Figura 4.2a)
{
/2 F /Z I
Mfmax = q· 2 = / · 2 = F· 2 (Figura 4.2b)
1 Grasso: adatto per meccanismi lenti (n « 300 giri/min); oppone una certa resistenza/viscosi-
tà al movimento. Olio: adatto per meccanismi veloci; funge da efficace elemento refrigerante.
112 4. PERNIE CUSCINETTI
A
F-
d
(
--------r--
1
F =q
I Figura 4.1. A
a)
Mi ([±J/ ~
b)
~
Figura 4.2.
Progetto a flessione:
d=3~
v-;;::;:: (2)
Verifica a taglio:
4 F 4 F
'tm;x - 3 A - 3 nd2 ~ 'tadm (3)
4
4.1. PERNIE CUSCINETTI 113
A= J" /rsena:da: = lr J" sena da= lr[- cosa]i = lr[- cosn - (- cos0°)] =
o o
F F
Pmax = A = [. d :::;:Padm (5)
'
..-----m-or--------------- /}/_ _____________
_
/ I
/ ;
// i
dA
. Figura 4.3.
perno
Figura 4.4.
si avrà:
Rattrito =f · F (6)
Ricordando che:
,lnn [giri/min] d ndn
v =wr=-----·-
P 60 7 60
si ha:
. f- F· ndn
Qattr. = 60 (7)
Tale potenza termica dissipata per attrito deve poter essere assorbita
efficacemente da un opportuno flusso di lubrificante, avente dunque azione
anche refrigerante. Dalla termodinamica si ricorda:
Qattr. = Qlubr.
ponendo l'espressione:
/ 1
60· C· ~T K
(10)
dimensionalmente:
[N] · [giri/min]
[mm]= .
[N/(mm · mm)]
1 Queste tabelle sono state tratte dal testo: C. Pidatella, M. Poggi, Meccanica applicata,
voi. 3°, Bologna, Zanichelli, 1986, pp. 80-81. Anche sul manuale. Malavasi si trovano valori
indicativi delle pressioni ammissibili.
4.1. PERNIE CUSCINETil 11 7
Tabella 4.1 Valori indicativi della pressione specifica ammissibile.
Tabella 4.2 Valori della costante (K) per il calcolo del calore dissipato dai perni.
Grado di Valori di K
lavorazione Lubrificazione Raffreddamento
del perno (N/mm min) (kgrfmmmin)
-
F
Figura 4.5.
(J _
M1.1dmax ~ (1
id - W '-" adm
f.
ove:
7t 3
M1 id = M2I +iM2
4 t e wf. =-d
32
quindi:
d=
3 32 JM 2
f
+ 3/4M t2 (11)
=>
1t(Jadm
'
'
ii perno
cuscinetto
d d,
Figura 4.6.
F F
Pmax=A= n 2 2
::,;;padm
4(de - dJ
ponendo:
120 4. PERNIE CUSCINETII
f F = Ratrr.
V
F
linee di
tensione
Figura 4.7.
·
Qattr. = J- (pmA) · VPm = J- F· (JJ
(de+2 di)· 21 =
=fF7nn [giri/min] (de + di). ~ =fF nn (de + dj (14)
60 2 7 120
impostando l'equazione che esprime il bilancio termico del sistema (14) e (15):
sostituendo:
f- F· nn(de + d;) = C· ~(d 2 -d~)- !::.T
120 4 e I
semplificando:
da cui:
f-F· n
(d -d-)=-- (16)
e 1
30C/::.T
Volendo far riferimento ai raggi, interno ed esterno, della sezione di spinta an-
ziché ai rispettivi diametri:
f 1
60C1T K
(18)
122 4. PERNIE CUSCINETTI
F F
P=-=--- (19)
Atot Z · Aralia
con:
z = numero ralle;
Arana = considerando la «rettificazione» della corona anulare che de-
genera (Figura 4.9) in un rettangolo di altezza b e base
n · dm( dm = di+ d2), SI. ha: Aralia = ndm · b.
2
TI--F·
-·-----·----
--------------
-----·-----------
--------------
------------ h
-.-----·-·-1-1-·-----
-----·-
-·-·---·
Figura 4.8.
4.1. PERNIE CUSCINETTI 123
,,.- -I,....--;;;;;--~"<----~
....
i'_'_~· ,\_
I l
\ I
' I
' ....
-
. ;
..--C.---~---~
"
Figura 4.9.
F
Pmax = n dm" b • z ~Padm (20)
b2 b
M 1max = p · -2 · nd m · z = F · -2 · nd m · z
·
(21)
poiché:
(F= p· b)
a)
b)
Figura 4.10.
in caso di progetto:
t
Pad m . dm . J b2. ~~
3dm· b2 · Padm
<1max = <1adm =
1 2 d1 · h 2
-Jid1 · h · /
(j
dalla quale si ricava:
h = b· (22)
4.1. PERNIE CUSCINETII 125
Con la relazione (22) è possibile dimensionare i perni in oggetto fissando
preventivamente d 1 e d2 , calcolando successivamente:
Esercizio4.1.
La girante di una turbina a vapore (Figura 4.11), éhe sviluppa 30 MW al
regime di 5 000 giri/min, pesa 50 000 N ed è sostenuta da due perni a
strisciamento posti alle due estremità dell'albero. Assumendo opportuna-
mente i dati mancanti nel testo e trascurando l'entità delle spinte assiali,
determinare il diametro (D) dell'albero e le dimensioni dei perni A e B.
p
3,00m 2,00m
P=50000N
Figura 4.11.
126 4. PERNIE CUSCINETTI
Soluzione
Ra -P+ Rb = O
{
@ P· 3 m-Rb· 5 m=0
P· 3 m 50 000 N · 3 m = 30 000 N
Rb=---
5 m 5m
p
-
Rb
Ra
A e B
A
Mfmax= 60 000 N•m
e
B \o)Ml
A e
B B]
M1 .. 57 296 N•m
Figura 4.12.
a) Perno A
(1R 2
aadm IO= 70 N/mm
128 4. PERNIE CUSCINETTI
A questo punto:
3 16 · 20 000 · 500
d= -----~90mm
n· 70
_ Ra _ 20 000 N - 2
Pmax - la. da - (500. 90) mm 2 = 0,45 N/mm
b) Perno B
Rb = 30000 N
anche in questo caso:
3 16 · 30000 · 750
db = ------ = 118 mm
n· 70
Rb 30000 N 2
P ----------034N/mm
max - h· db - (750- ll8)mm 2 = ,
Come si evince dalla figura 4.12 e dai relativi diagrammi delle azioni interne,
l'albero motore è soggetto a una sollecitazione composta di flessotorsione.
In particolare il momento torcente vale:
M1 id = M2 +iM2 1 =
fmax 4
= J(60000 N- m) 2 + ~(57296 N- m) 2 =
~ 77860 N- m = 77860000 N- mm
Applichiamo, ora, l'equazione di stabilità a flessotorsione assumendo come
tensione ammissibile sempre:
aadm = 70 N/mm 2
quindi:
O"max = w
Mfid
f.
= aadm
M1 77 860000 N · mm
W = ------1!! = · ~ 1 1123 · 106 mm 3
1• a adm 70 N/mm 2 - '
e poiché:
Wfn _!!:_D
- 32
3
albero
otteniamo:
3 32-1,1123-10 6
Da= ------ ~ 225 mm
7t
130 4. PERNIE CUSCINEITI
Esercizio 4.2.
Dimensionare i perni di un verricello (Figura 4.13), costituito da un
tamburo di ghisa (0 = 50 cm) pesante 8 000 N, che aziona una taglia
a 4 pulegge mobili al cui gancio è applicato un carico di 50 kN. Per il
calcolo delle sollecitazioni si ritenga che la fune traente sia disposta oriz-
zontalmente.
1,5 m
2,00m p
Figura 4.13.
Esercizio 4.3.
Una pompa centrifuga (Figura 4.14) compie 1 500 giri/min ed è atta
a elaborare 80 1/s di acqua imprimendole una prevalenza manometrica (H)
di 75 m; la girante, montata a sbalzo sull'albero, peso 1 500 N. Trascuran-
do l'eventualità di spinte assiali, dimensionare i perni su cui appoggia
l'albero ritenendo che essi siano del tipo a strisciamento.
Soluzione
q =A· Pacciaio · g
n(0,06 m) 2
q= 4 · 7 850 kg/m 3 · 9,80665 m/s 2 =
~ 218 N/m
ESERCIZI 131
) rr::"-:::_
-----------~)e ',
.··ijtqp··.. ---~-~~i
~-~~!'-~-
~·-
:.·.·.·.:
-~,)11
i
aspirazione
: maotlat~
:i
0,5m l,Om
b)
p q
Figura 4.14.
= 777,25 N · m = 777250 N · mm
44,145 kW
M = 9 549 3 · ----- '.:::'.
281 N · m
r ' 1 500 giri/min -
aR 600 N/mm 2 2
ad
a m
=-=----=60N/mm
10 10
possiamo scrivere:
M.
O"max -
-~ W -- (1 adm
fn
W _ Mfo _ 814500 N- mm 3
f. - aadm - 60 N/mm2 = 13 575 mm
Poiché:
n 3
w1 =-d
" 32
ricaviamo:
3
d=~= 32- ~575
d~ 52 mm
- P + Ra - Q - Rb = O
{
@ - P · 1,5 m +Ra· 1 m - Q · 0,75 = O
ove:
P· 1,5 m+ Q· 0,75 m
R---------
a - 1 m -
_ Ra _ 2495,25 N ,..., 2
PA - !A. dA - (62,5. 52)mm2 = 0,77 N/mm
valore accettabile.
'TC<J'
adm 'TC(J'adm
3 16 · 668,25 · 18
d8 = ----- = 10 mm
n· 60
Rb 668,25 N 2
PB = IB. dB = (18 · 10)mm2 = 3,712 N/mm
/8 = 30 mm
Il diametro diverrà:
3 16 · 668,25 · 30
d8 = ----- = 12 mm
n· 60
e la pressione specifica:
668,25 N 2
PB = (30- 12)mm2 = 1,85 N/mm
Esercizio4.4.
Un albero di trasmissione riceve e trasmette il moto tramite un sistema di
cinghie piane e pulegge (Figura 4.15); la puleggia motrice (P m) trasmette
all'albero una forza tangenziale di 3 000 N al regime di 1 000 giri/min.
Trascurando il peso dell'albero e quello delle pulegge, determinare le
dimensioni del perno intermedio (A).
ESERCIZI 135
i d 1 =50cm
E
u A
~
Il
~
'
'
'
'
'
'
'
'
F 1 = 3000Nj
0,6m 0,8 m 0,5m :
Figura 4.15.
Esercizio4.5.
L'albero motore di una nave trasmette all'elica una potenza di 8 000 kW al
regime di 150 giri/min ed è soggetto a una spinta assiale di 1 500 kN
derivante dall'azione propulsiva dell'elica stessa; la spinta assiale è soppor-
tata da un perno a ralle multiple con lubrificazione indipendente. Determi-
nare il numero (z) delle ralle e le dimensioni delle stesse ritenendo ammissi-
bile una pressione specifica di 6,0 N/mm 2 ; assumere opportunamente gli
altri dati mancanti.
Soluzione
È impossibile procedere al dimensionamento delle ralle senza avere un'idea
- almeno approssimata - del diametro dell'albero motore; dovremo perciò
valutare dapprima tale diametro (D) in funzione delle sollecitazioni cui
esso è sottoposto.
Tali sollecitazioni comprendono la torsione (dovuta alla potenza trasmes-
sa), lo sforzo assiale (dovuto alla spinta dell'elica), la flessione e il taglio
(derivanti dal peso dell'albero che non è trascurabile); poiché queste ultime
sollecitazioni sono difficilmente valutabili per mancanza di elementi più
circostanziati (posizione dei supporti), ci limiteremo a considerare soltanto
gli effetti prodotti dalla torsione, riducendo abbondantemente la tensione
ammissibile -radm per tener conto delle altre sollecitazioni.
Il momento torcente vale:
8000
M 1 =9549,3 · 150 = 509296 N · m
136 4. PERNIE CUSCINETTI
(ovvero x = 0,6)
n
-(D 4 -D~)I
32 e
n [D! - (0,6De)4] D! (1 - 0,6 4 ) n
Wr=-----
De 16De De 16
2
in definitiva:
"actm = 25 N/mm 2
si ottiene:
3 16 · 509 296 000
D = ------ = 492 mm
e n · 25 · (1 - 0,6 4 )
o00
8
I/") I/")
(S) (S)
Figura 4.16.
risulta:
b = d2 - di = 580 - 520 = 30 mm
2 2
e:
d = d2 + di = 580 + 520 = 550 mm
m 2 2
Dalla equazione (20):
ricaviamo:
1500000
z=-----=483
n· 550· 30· 6,0 '
Esercizio4.6.
Il rotore di un motore elettrico che compie l 500 giri/min pesa complessi-
vamente 15 kN ed è sostenuto da due cuscinetti a rotolamento; procedere
alla scelta dei cuscinetti suddetti, ritenendo che essi siano posti a eguale
distanza dal baricentro del rotore e prefissando una durata di funziona-
mento di 30 000 ore.
Soluzlone
Data la simmetria del carico rispetto ai vincoli, la ricerca delle reazioni
è superflua; ogni cuscinetto infatti deve sopportare un carico:
Q 15000 N
F=- =---= 7500 N
2 2
60 · 1 500 · 30 000 T . d. .
L = 1 000 000 = 2 700 m1 10m 1 gin
C=FLP
vale:
d= 60 mm C = 108000 N (SKF-6412)
d= 65 mm C = 119000 N (SKF-6413)
d= 70 mm C = 143000 N (SKF-6414)
Una scelta più precisa può essere effettuata solo conoscendo il diametro
del perno (!).
ESERCIZI 139
Esercizio4.7.
Procedere alla scelta del cuscinetto anteriore della pompa citata nell'eserci-
zio 4.3, supponendo che oltre al carico radiale di 2 500 N sia presente
anche una spinta assiale di 2000 N. Assumere la durata di funzionamento
intorno a 15 000 ore.
Esercizio4.8.
Un cuscinetto rigido a sfere avente d = 40 mm è soggetto a un carico di
4 000 N e ruota a 1 000 giri/min.
Si calcoli la prevedibile durata di funzionamento (in ore).
Regolazione del moto
Curva macchina
stabile
B
MmB I--------=:,,,-,...__
MmA >------+---
o n
Figura 5.1.
Curva macchina
instabile~
Mmc f--------------=--~c
M~f---------------.~tY.
o n
Figura 5.2.
(l)
(n2 - n 1 )(n 2 + n 1) n~ - nf n~ - nf
(2)
n n (n2 + n 1 ) n · 2n 2n2
Per essere funzionale un regolatore deve essere adatto alla macchina sulla
quale è installato; per caratterizzare i vincoli posti al regime di rotazione
del motore, onde assicurarne un corretto funzionamento, si definisce «gra-
do di irregolarità o di staticità» della macchina il rapporto:
(3)
n (nmax + nmin) n· 2n
2 2
nmax - nmin
(0,02 -:- 0,08) (4)
2n2
-F,·h+P·r=0
ma:
P=mg
Sostituendo:
da cui:
~ (5)
L:J
5.2. REGOLATORE
ELEMENTARE
TACHIMETRICO
DJWATT 145
/ '
'
'
'
'
' ';
.------?--,,, ,,--·\·-----,
p ' , ' I '
p
T------I------1------\-------)
\ --~.•
-
'-,, ,: i'-,_ ,:
''
l r
''
' a)
--·-·-·r-
' -----
tw(n)
''
''
''
''
' b)
-- --. --~'' ---- --
''
Figura 5.3.
Figura 5.4.
5.3. REGOLATORE
TACHIMETRICO
DI PORTER 147
Supponendo, per ipotesi, che esista una simmetria del sistema di leve
a pantografo, nonché vi sia il parallelismo delle aste, si scomponga Q lun-
go le direzioni delle biellette (Figura 5.4):
Con tale ipotesi, imponendo l'equilibrio alla rotazione di uno dei due
bracci rispetto alla cerniera V otteniamo:
(8)
ovvero:
mw 2 r· h=P· r+Q· r1
dividendo ambo i membri per (mw 2 r):
_JJWf'r P·/ Q· r1
--·h=--+--
_J}Wf'r mw3/ mw 2 r
s1 ncava:
h=- 1 ( Q· -+P
r1 )
mw 2 r
=- 1 ( Q· -+P
r1 )
p z r
-(J)
g
=- g
(J)2
(Q
-,
p
r1 ~
-+- f
r
=_!_(l + Q_ r1)
w2 p r
148 5. REGOLAZIONEDELMOTO
h~900( 1 +Q_r 1)
(9)
n2 P r
h ~ 900(1 + Q) (10)
n2 p
Figura 5.5.
5.3. REGOLATORE
TACHIMETRICO
DI PORTER 149
(P + Q + R) · r = Fc · h
(P + Q + R)· /= mw~/- h
S = vettore
spostamento
del collare
Figura 5.6.
150 5. REGOLAZIONE
DELMOTO
da cui:
P+Q+R
h---------
P+Q+R
- mw~ - P 2
-
-w2
g
= _!_
w~
(p+ + R)~ (p+ + R)
Q
p
900
n~
Q
p
da cui ancora:
2 ,..,
n2 = h
900 (p+ + R) Q
p (11)
h1 ~ h ~ costante.
P+ Q-IRI
S = vettore
spostamento
del collare
S:
- r
Figura 5.7.
5.3. REGOLATORE
TACHIMETRICODI PORTER 151
(P + Q - R) · r = Fc· h
(P + Q- R)·I= mwf/· h
da cui:
P+Q-R P+Q-R
h---------
- mw? - P 2
-
-· W1
g
(12)
n ~- 900( 1 + Q) (13)
h p
(14)
152 5. REGOLAZIONEDELMOTO
È chiaro che, come già esposto, affinché l'azione del regolatore sia efficace
dovrà risultare:
e< L\
{
hmax = / · COS OCo~ /
Smax = 2/ · COS OCo~ 2/
b) in una posizione di lavoro qualunque, caratterizzata da un angolo ocdi
semiapertura del. pantografo, le suddette interdistanze risultano ridotte
a (Figura 5.8b):
h =I· cosoc
{
s = 2/ · cosoc
w=O
V
a) b) "'
<1
e
Figura 5.8.
5.3. REGOLATORE
TACHIMETRICO
DI PORTER 153
~ w(n)
'
m
.. . ~
Figura 5.9.
154 5. REGOLAZIONEDELMOTO
2 T 3600 g
n =-·--·-
rP 4 n2
T
n 2 ~ 900· - (15)
rP
(discesa R
collare) 2
-...-...-...--.---(@
A-e-...-....-..-.... ............
.
_'t-------..:::-::.- o
(ascesa R
collare) 2
b
Figura 5.10.
dalle quali:
R
Fc =T+-- 2
sapendo che:
2nn [giri/min]
W=-----
60
R
--------- (18)
1-2; 2T
Figura 5.11.
Fmax ·
----~
D/2 d= 3 8 Fmax. D
I
(19)
1t 'r adm
!!_d3
16
relazione che consente di ricavare il diametro mm1mo del filo, fissando
opportunamente il diametro D d'avvolgimento. Eventualmente si esegue
una verifica di sicurezza a (taglio + torsione) (la -r:dm prima utilizzata
deve per quanto detto sopra essere ridotta rispetto alla usuale -radm!):
(20)
158 5. REGOLAZIONEDELMOTO
La forza massima da inserire nel calcolo (Fmax)è assunta come la forza centri-
fuga massima esercitata sulla molla dal contrappeso a regime n,, un istante
prima dell'intervento del regolatore stesso; per maggior sicurezza non si fa so-
litamente riferimento al campo d'intervento del regolatore determinato da e,
bensì al più ampio campo di variabilità del sistema non controllato indicato
da A, oltre il quale comunque il sistema non deve poter funzionare per inter-
vento, in caso di inefficienza del regolatore, di opportuni elementi di sicurezza.
Per quanto detto:
(21)
dove:
mi = massa del singolo contrappeso, comprensiva della molla m esso
alloggiata;
wmax= preferita a w 2 per le ragioni precedentemente illustrate;
r max = distanza, nelle suddette condizioni del baricentro delle masse iner-
ziali centrifughe mi dall'asse di rotazione dell'alberino del regolato-
re; dalla figura 5.12, supponendo la leva in posizione «retta» a re-
gime di normale funzionamento, si ricava:
s
rmax=b+ 2
indicando con s la corsa del collare.
s/2 s/2
s/2
s
s/2
Figura 5.12.
5.4. REGOLATORE
TACHIMETRICO
HARlUNG 159
Sapendo che:
2nn [giri/min]
w=-----
60
sostituendo:
p 4n 2n!ax
FCmax =-·
g
---·
3 600
r ~
max-
P900
· n!ax . (b+ :.)
2
(22)
s
r min= b - -2 ==>Fcmm. = m; · w!in · r min
P 41t2n!in
=-· ---· r.
g 3600 min
(23)
si può valutare la costante elastica delle molle, sapendo che esse debbono
determinare un'escursione massima pari a s in corrispondenza di una
variazione di carico:
llF=F Cmax
-F Cmin
da cui:
k ==
FCmax -F Cmin
(24)
s
per il calcolo del numero di sp1re attive delle molle stesse basterà ora
160 5. REGOLAZIONEDELMOTO
G· d4 · s G· d 4
Z= (25)
64· !1F- (~)3- (~)3 64- k-
RA ( = 6 000 N)
F
130
·-------·-----·- \[\_M,
-·-· ___ ________
_
A B
-
R R8 ( = 8 000 N)
Esercizio 5.2.
Determinare la massa dei contrappesi di un regolatore Hartung, conoscen-
do i seguenti dati caratteristici:
6.1. Volani
(1)
tachimetrico.
6.1. VOLANI 163
dove:
b = _w_2
_-_w_1
(3)
(J)
dove:
w2 e w 1 = velocità angolari massima e minima che si possono riscontrare
nell'arco di un ciclo macchina, o periodo completo;
w = velocità angolare a cui corrisponde rigorosamente l'uguaglian-
za: Mm = M, generalmente, per simmetria, è pari al valore me-
dio aritmetico delle precedenti:
I '° ~ w,;
w, (4)
Sulla base della relazione (4) deriva immediatamente una seconda possibile
espressione del grado di irregolarità nel periodo:
Wz - W1 (w1
() - ---· ----
+ Wz) - ---
w~ - wf
(5)
- w (w 1 + w 2 ) - 2w 2
M = N· ,(senoc 2=oc==)
+ !---,,=s=e=n= (6)
m 2 Jµ2- sen2oc
nonché la sua rappresentazione grafica nel piano (M, oc) (Figura 6.2).
Dallo studio della dinamica dei moti rotatori si ricava che il lavoro
sviluppato dalla rotazione di una coppia, considerando termini infinitesimi
(Figura 6.1), vale:
bL = 2· F- ds (7)
ma:
ds = rdoc (8)
M=Fd
da cui:
bL = 2Frdoc= F· d· doc= Mdoc (9)
F
Figura 6.1.
ne segue che l'area sottesa dal suddetto diagramma (Figure 6.2 e 6.3)
rappresenta un lavoro; più precisamente:
Mm
160
,....._
8
~ 120
~
B
o 80
8
B
r=
Q)
8o 40
8 a
o 3/2,r angoli
(rad)
-40
O 40 80 120
(N•m)
-80 scala dei momenti
Figura 6.2. Diagramma del momento di un motore a carburazione monocilindrico
a due tempi
160
120
80 lavoro eccedente
compressione espansione
3/2;r
o i2;r a
diagramma cilindro n. 1
b)
;r/2
o :2n a
diagramma cilindro n. 2
Figura 6.4. Diagrammi separati (cilindro per cilindro) di un motore bicilindrico a due
tempi
Lui
Lut = M medio · 2n => M medio = - (11)
· 2n
6.1. VOLANI 167
160
120
80
40
o TC
a
300
200
100
o a
Lu,
Lui = M medio · 4n => Mmedio = - (12)
4n
L'area sottesa alla curva Mm= f(a) posta al di sopra di Mmedio è denomi-
nata lavoro eccedente (Lecc) (Figura 6.11).
Nelle figure (dalla 6.2 alla 6.10) vengono riportati alcuni esempi dell'anda-
168 6. UNIFORMAZIONE
DELMOTO ROTATORIO
100
(13)
punto 1 ((Xi,w 1) = posto a termine della fase «passiva» del ciclo macchina,
è caratterizzato dalla velocità angolare minima dell'inte-
ro periodo; l'accelerazione angolare e1 è minima in
quanto all'albero motore sta per essere trasmessa la
massima potenza (lavoro eccedente);
punto 2 (('J.2 , w 2 ) = posto a termine della fase «attiva» del ciclo macchina,
è caratterizzato dalla velocità angolare massima dell'in-
tero periodo; la decelerazione angolare e2 è massima in
quanto all'albero motore è applicato un momento resi-
stente superiore a quello istantaneamente sviluppato (il
moto è conservato per inerzia).
La quantità di energia che, anziché essere sviluppata fra ('J.1 e ('J.2 , deve poter
170 6. UNIFORMAZIONE
DELMOTO ROTATORIO
Nm Nm
350 350
300
250
200
150
i.
2 cilindri
~
300
250
200
150
5 cilindri
Il
100 100
m ~ ~ ~ ~~ m
o o
m m
Nm Nm
ir~~
11111
350 350
6 cilindri
300 300
250
m 250 ~
200 200
150 150 ~ ~
~ ~
~ 11
100 100
m ~ ~ m
o ~
11 . 11 o
m m
Nm Nm
350 350 I 8 cilindriI
3cilindri1
300 300
250 250
~ ~
200 200
150 " ~
150
100 100
m m
o o
~ ~
N-m
2cilindri
350
300
250
200
150
100 ~~~~ ~~~ ~ ~ I= ~
50 11
o
50
(14)
6.1. VOLANI 171
(N•m)
160
120
80
momento motore medio (Mm)
40 ···················································
o 2:n:
a
-40
-80
Figura 6.11. Valutazione del lavoro eccedente per_il dimensionamento del volano
ma:
e quindi:
in tal modo si affida la uniformazione del moto nel periodo al solo volano
(condizioni di sicurezza); dall'espressione del grado d'irregolarità nel periodo
si ricava: cv~- cvf = 2cv2 · b; sostituendo nell'equazione del lavoro ecce-
dente prima ricavata (relazione 14):
(15)
(16)
Sez. A-A
A---.J
D s
Figura 6.12.
Figura 6.13.
174 6. UNIFORMAZIONE
DELMOTO ROTATORIO
(19)
(20)
Pu1[kW]
Lecc.= <p· Lp = 60 000 · <p· . . . (21)
. n[gm/mm]
6.1. VOLANI 175
e sostituendo nelle relazioni che consentono di valutare la massa volanica
necessaria, si ha:
Lecc. 60 000<p· P ut
m=--=-----
b· vPm
2 b· w 2 rm
2 · n
60 000<p· Put
60 000<p· P ut
}fn2 D2
b · -- · n2 · ~ · n
3 600 }f
3 600 · 60 000 <pPui
n 2 b- D; · n 3
b = (1,5 + 2,5) · s
sm = (0,4 + 0,5) · d + 10 mm
r
m
lD
=__m
2
r2
L = (1,5 + 2) · d
dFcy = p · A· vPm
2 senrxdrx (27)
6.1. VOLANI 177
b
N- N
rm = raggio medio
della corona
Figura 6.15.
N
crmJx -- -A -- p . v2Pm '-'~ cradm (31)
e informa che:
(32)
generalmente si assume:
+I--·
Figura 6.16.
6.1. VOlANI 179
Sempre nel caso di un volano a corona circolare e razze, anche queste
ultime vanno proporzionate in relazione alle sollecitazioni a cui sono
sottoposte (Figura 6.16):
da cui:
(33)
(34)
Dato che generalmente le razze hanno una sezione che va via via riducen-
dosi dal centro alla periferia, si verificherà la tenuta della sezione d'attacco
al mozzo a tensoflessione, mentre l'opposta sezione d'attacco alla corona si
verificherà a semplice trazione.
Nel caso, peraltro poco frequente, in cui un numero limitato di razze
(4-;- 8) siano insufficienti a sopportare gli sforzi di trazione in esse indotti
dalle forze centrifughe, compatibilmente con le dimensioni assegnate a co-
rona e mozzo, si può pensare di collegare questi ultimi per mezzo di un
sottile disco, eventualmente alleggerito con fori; l'area della sezione resi-
stente a trazione in corrispondenza sia della sezione d'attacco alla corona
che in quella d'attacco al mozzo sarà costituita dalla superficie laterale di
un cilindro, ovvero, se rettificata, da un rettangolo di base nd* = 2nr*
e altezza s*; impostando l'equazione di stabilità a trazione:
Nmax
(Jmax = -- ~ (Jadm
N A
180 6. UNIFORMAZIONE
DELMOTO ROTATORIO
'1
-H---- --H---
------
------+------- ------
Figura 6.17.
N max= FCmax = mw 2 r m
si avrà:
mw 2 r
s*=---- (35)
2nr*. G'adm
Tale relazione sarà applicata due volte in corrispondenza delle due sezioni
pericolose considerate. In figura 6.17 viene schematicamente rappresentata
la semisezione di un volano avente lo spessore interno di collegamento fra
corona e mozzo senza razze.
Esercizio 6.1.
Un regolatore di Hartung ha le seguenti caratteristiche:
Determinare:
Soluzione
1. Con la forza resistente agente sul collare R = 0,5 kgr e il grado di
insensibilità e= 0,001 si calcola la forza centrifuga a regime normale:
R
Fc = - = 250 kgr = 2452,5 N
o 2t:
si trova:
250
m = 20 942 . O 133 = 4,27 UTM ~ 41,9 kg
' '
Q = 4,27 · 9,81 = 41,9 kgr = 411 N
Di conseguenza:
e
r1 = /- 2= 100 mm
'
G
Figura 6.18.
ESERCIZI 183
dalla quale:
analogamente:
Fs = Fcs+ Q tg (t,
F. - Fi 233,6
K = -- = -- = 2,34 kgr/mm = 22,92 N/mm
r. - ri 100
Esercizio6.2.
Il volano di un motore funzionante con la frequenza di 250 giri al minuto
ed avente una fluttuazione massima di lavoro pari a 1000 kpm, possiede
un momento d'inerzia di 80 kp · m · s2 • Si determini:
Soluzione
1. La massima fluttuazione ciclica di lavoro, o «lavoro eccedente», è:
2nn
w = 60 = 26,2 rad/s
1000
b= -------,- = O 0182
80. 26,22 '
Q 2 D~ = 4gl 2
Q 2 D~ = 2 590 kpm 2 = 25 407,9 N · m 2
160
e= - = 2rad/s 2
80
dalla quale:
F; = 36 kgr = 353,16 N
n n
W = -d 3 = -50 3 = 12300 mm 3
32 32
31400 2 2
a-max=12 300 = 2,55 kp/mm ~ 25 N/mm
95
Figura 6.19.
Esercizio6.3.
Un alternatore trifase che sviluppa una potenza di 37 kW a 1500 giri/min
è azionato da un motore a 4 cilindri e a 4 tempi. Assumendo opportuna-
mente tutti gli altri dati occorrenti, si eseguano:
Soluzione
motore
diesel
alternatore
A
Figura 6.20.
Pertanto:
3
50,3
d= 154
3,5 · 1 500 = 32' 8 mm
J = 411000 <p~
bn
4gJC
Qe = - 2 = 124 kgr = 1216,44 N
D
188 6. UNIFORMAZIONE
DELMOTO ROTATORIO
Qc = AnDy
124
A=-----= 1,43 dm 2 = 143 cm 2 = 14300 mm 2
n · 3,82 · 7,25
2a2 = 14 300 mm 2
a= 84,5 mm b = 169 mm
circa metà del carico di sicurezza usato per la ghisa (1,2 kgr/mm 2 ).
50,3
M = 716 -- = 24 kgrm = 24000 kgrmm = 235440 N · mm
1500
dalla quale:
<p*P
Qc = 360c5v
2
ESERCIZI 189
Con b = 1/300, P = 50,3 CV, <p* = 3 500 000, v = 30 m/s, n = 1 500
giri/min, si ricava:
Qc = 108 kgr = 1059,48 N
60v
D=-=0,382m
nn
La sollecitazione a trazione è:
Fc 16500
a= 2A = 2 . 12400 = 0,665 kgr/mm2 = 6,52 N/mm 2
Trasmissione
del moto rotatorio
La trasmissione del moto rotatorio fra due assi geometrici, ovvero due
alberi in senso rigorosamente meccanico, posti a distanza e inclinazione
generica qualsiasi, può avvenire impiegando differenti sistemi di trasmissio-
ne. Schematicamente i vari metodi di trasmissione possono essere così
riassunti:
~ (1)
~
,--~ Fino a qualche anno fa si era soliti invece utilizzare il rapporto di
I trasmissione inteso come:
Wz ·-1
,=-=l (2)
W1
-------------·------
Per convenzione ora i membri motori sono identificati con numeri cardina-
li dispari, viceversa gli elementi condotti con numeri pari.
Supponendo di trascurare le dissipazioni di potenza che si manifestano per
attriti in tutte le trasmissioni e che si valutano introducendo opportuni
rendimenti (l'/trasmissione), in base a quanto detto si avrà che:
[m] [kpm]
[CV]= 75 [kp] · - = 75 -- (cavallo vapore)
[s] [s]
d) Sistema anglosassone:
[foot]
[HP] = 550 [lbfj · -
[s]
poiché:
1 [lbf] = 0,45359 [kp]
1 [foot] = 0,3048 [m]
7.1. GENERALITASULLA
TRASMISSIONE
DELMOTO 193
ne deriva:
7.2. Cinghie
-
s
I
Figura 7.1.
G) puleggia motrice;
G) puleggia condotta o mossa;
a 1 angolo d'avvolgimento sulla puleggia G);
194 7. TRASMISSIONE
DELMOTO ROTATORIO
. W1 n1 r2 d2 (T=l ·-1)
l=-=-=-=- (3)
CV2 n2 r1 di
- - ------------------------------------------ ·---·- - -
Mt2
( :)w,
-~.--- -
:
- - ------- ---
Figura 7.2.
i due rami della trasmissione sono soggetti alla stessa identica tensione di
trazione (Figura 7.1) determinata dal tiro S, in movimento un ramo (in
questo caso superiore) si allenta (ramo trascinato), mentre l'altro (nel
nostro caso inferiore) si tende (ramo traente).
Trascurando le perdite di energia dovute agli attriti, essenzialmente per
slittamento e valutabili nell'ordine del 2 7 3% della potenza trasmessa
(IJcinghie ~ 0,97), dall'uguaglianza fra potenza motrice e resistente (nomina-
li):
. W1 Mt2
l=-=- (4)
W2 Mt1
(5)
quindi:
(6)
y~
da
X T
fd.N
-
dN
da
T
- -
T+dT
Figura 7.3.
cos ( d2a) ~1
7.2. CINGHIE 197
pertanto il sistema può essere riscritto nella forma seguente:
d~ d~ d~
-dN+ T-+ T-+dT-=0 (7')
{ 2 2 2
fdN + T- T- dT = O (8')
dN= Td~
{
fdN= dT
dT
-=fd~
T
To O
~ (12)
~
Si è quindi dimostrato come le tensioni nei due rami di cinghia durante il
movimento, ovvero la trasmissione di potenza, non siano fra loro indipen-
198 7. TRASMISSIONE
DELMOTO ROTATORIO
(13)
(14)
quindi:
(15)
(16)
7.2. CINGHIE 199
Figura 7.4.
di= rde<
la relazione (16) diviene:
dF e = dmair =
= pdVair =
= p · A· di w 2 r =
= p · A· rde<w2 r (18)
ovvero:
dF e = m* · vp2 · de< (19)
200 7. TRASMISSIONE
DELMOTO ROTATORIO
che invece contribuisce decisamente a indurre nei rami della cinghia una
tensione di trazione aggiuntiva Te; occorre perciò valutarne la risultante
rispetto a tutti gli elementi infinitesimi di cinghia costituenti l'arco avvolto
sulla puleggia di diametro minore.
Operando per integrazione e considerando le condizioni peggiori rappre-
sentate da un arco di avvolgimento a 1 = n (teoricamente), si ha:
1t
= m* v;Jsen a da =
o
Te = m*vp2 (23)
7.2. CINGHIE 201
(24)
(24')
(25)
Figura 7.5.
Ovviamente tale sollecitazione sarà massima nei punti più distanti dall'asse
neutro della flessione considerata, per i quali:
E
(Jmax = - · Ymax (27)
M.r r
202 7. TRASMISSIONE
DELMOTO ROTATORIO
___ - =>-------------
7!__________________________
Il_________ ---------,
aMJ
Figura 7.6.
E· A· Ymax
T1=---- (28)
r
te si avrebbe):
h
A =b· h Ymax = '.2
n n
h
Figura 7.7.
s1 ncava:
E· b · h · h/J Ebh 2
TI=-----= -- (29)
d1 d1
J
(30)
Figura 7.8.
Ts
a b e d
Figura 7.9.
n
h
Figura 7.10.
206 7. TRASMISSIONE
DELMOTO ROTATORIO
dS = dNsen/3 · 2 (32)
dS
dN=-- (32')
2 sen f3
-
dS~
dN
a) b) e)
Figura 7.11.
7.2. CINGHIE 207
A parità di condizioni di trasmissione si comprende come per le cinghie
trapezoidali sia assicurato un coefficiente d'attrito radente fittizio:
(35)
I>- (di + d2 + d )
1/ 2 2 i
==> (36)
1rrun
Figura 7 .12.
verificando che rientri nei limiti previsti per il buon funzionamento della
cinghia;
7.2. CINGHIE 209
f) calcolare la lunghezza della cinghia L con la formula:
(d 2 d 1) 2
L = 21 + 1 57 (d + d2 ) + - (37)
' 1 4/
(38)
(valori tabulati);
i) calcolo della potenza effettiva trasmissibile dalla cinghia per unità di
larghezza:
(39)
(40)
I P, ~ C,· p I (41)
. W1 d2
l=-=-
W2 d1
(42)
7.2. CINGHIE 211
di d2
vP = w1 2 = w2 2
verificando che rientri nei limiti previsti per il buon funzionamento della
cinghia scelta;
g) calcolo della lunghezza della cinghia, con la:
(d2 d1) 2
L = 21 + 1, 57 (d 1 + d2 ) + -
4/ (43)
(44)
(45)
212 7. TRASMISSIONE
DELMOTO ROTATORIO
Esercizio 7.1.
Un motore a ciclo Diesel, 8 cilindri, 4 tempi, è collegato a un alternatore
trifase da 150 kW, avente due coppie di poli, che eroga corrente avente la
frequenza di 50 Hz.
Scegliendo opportunamente ogni altro dato occorrente si dimensioni il
volano del motore adottando come materiale la ghisa.
Esercizio 7.2.
Effettuare il proporzionamento di una trasmissione con cinghie trapezoida-
li, in servizio continuo, mediante le quali si vuole azionare, con un motore
a ciclo Diesel erogante una potenza N = 45 kW a 1 900 giri/min, un
generatore elettrico a corrente continua che deve ruotare al regime di
(circa) 670 giri/min.
L'interasse della trasmissione deve ritenersi pari a 1 000 mm.
Trasmissione del moto
mediante
ruote dentate cilindriche
e quindi:
. W1 n1 r2 d2
l=-=-=-=- (1)
Wz n2 r1 di
214 8. TRASMISSIONE
DELMOTO MEDIANTERUOTEDENTATE
CILINDRICHE
I'
I
Figura 8.1.
(2)
(3)
La forza motrice trasmessa:
M, p p
F=-1=--=-
r1 W1. '1 vP
R =f- S (4)
con:
f = coefficiente d'attrito «radente» (si tratta di uno scorrimento-stnscia-
mento se si considera la condizione limite per la quale le ruote tendono
a strisciare/scivolare l'una sull'altra); si riportano di seguito i coeffi-
cienti d'attrito desunti dall'esperienza per alcuni tipici accoppiamenti
fra materiali:
ghisa su ghisa-0,10 + 0,15
cartone pressato su ghisa- O,15 + 0,20
cuoio su ghisa- 0,20 + 0,30
legno su ghisa- 0,25 + 0,30
gomma su metallo-0,40 + 0,60
8.1. RUOTEDI FRIZIONE 215
I 1R1;,IFI (5)
M
s~-'-1 (6)
f- r1
s
* - - :!( p*adm
Pmax-b"" (7)
(8)
216 8. TRASMISSIONE
DELMOTO MEDIANTERUOTEDENTATE
CILINDRICHE
f'=_L (9)
sen/J
Figura 8.2.
(10)
punto (Figura 8.3), basandosi sempre sul notevole attrito reciproco esercita-
to da una opportuna forza premente (pressione di montaggio). In figura 8.3
è rappresentata schematicamente una trasmissione: gli assi di rotazione,
concorrenti nel vertice V, formano con la generatrice comune alle due ruote
gli angoli y1 e y2 di semiapertura dei coni (y = y1 + y2 ); dalla definizione
ormai nota del rapporto di trasmissione si avrà, ancora una volta:
. W1 n1 r2
l=-=-=-
W2 n2 r1
Figura 8.3.
. ~sen Y2 sen Yz
l==~-- (11)
~sen y1 sen Y1
218 8. TRASMISSIONE
DELMOTO MEDIANTERUOTEDENTATE
CILINDRICHE
y = Y1 + Y2
{
==> (A) . sen Y2
l=--
sen y1
MO 2 seny
sostituendo:
sen y isen y
----= (12)
icosy + 1 icosy + 1
i
da cui:
1
a) y = 90°=tgy 1 =-:- tgy2 = i
l
da cui:
(15)
D d
Figura 8.4.
220 8. TRASMISSIONE
DELMOTO MEDIANTERUOTEDENTATE
CILINDRICHE
P * --~b ~Padm
*
da cui, in caso di progetto:
(16)
D =2 (r + i sen
m y ') (17)
d= 2(rm
-isen y') (18)
I= b · cosy' (19)
Figura 8.5.
si ha pure:
_.,,,,,....._,_ ............... ......-..... ......-.....
BAD = BAN 1 - DAO 1 - O 1AN 1 =
= 180° - 90° - (90° - <X1)
=
= <Xz
Ne segue che:
Vn = VAi· COS <X1= W1· O1A · COS <X1
v" = VA 2 · cosa 2 = W 2 • 0 2 A· cosa 2
da cui:
si otterrà:
. 'o;Acosa 2 O2N2
z= O 1Acos a 1 = O 1N 1
si ha:
(22)
Figura 8.6.
Figura 8.7.
Figura 8.8.
8.2. RUOTEDENTATE
CILINDRICHEA DENTIDIRITII 225
Il passo di una dentatura, ovvero la distanza fra due punti omologhi
appartenenti a due denti consecutivi misurata sulla circonferenza pri-
mitiva (si tratta di un arco), risulta di difficile commensurabilità
per la presenza, nel membro di destra, del numero irrazionale n; per
questo si è posto più semplicemente:
[2][mm] (24)
~ Nel caso in cui rb > rJ i profili dei fianchi dei denti sono prolun-
gati all'interno di rb circa radialmente!
b)
Figura 8.9.
Affinché sia assicurato l'ingranamento fra due ruote dentate a denti diritti
8.2. RUOTEDENTATE
CILINDRICHEA DENTIDIRITil 227
. C.01 n1 r2 d2 Z2
l---------- (25)
C.02 n2 r1 di z1
Figura 8.1 O.
Q1 Q2 = linea di condotta;
AC = arco di accesso o di ingranamento, misurato sulla circonferenza
primitiva della ruota condotta;
228 8. TRASMISSIONE
DELMOTO MEDIANTERUOTEDENTATE
CILINDRICHE
(26)
'
'
-
Figura 8.11.
v, = w, · b = (w 1 + w 2 ) · b (27)
Figura 8.12.
bolimento dei denti della ruota costruita in materiale più tenero, può poi
essere causato anche nella fase di realizzazione della dentatura di una
ruota mediante impiego di una dentiera utensile. In particolari circostanze
si ha che, nel moto di rivoluzione relativo utensile-dentiera/ruota, nel corso
del taglio con il procedimento per inviluppo l'utensile realizza un sensibile
e dannoso sottointaglio alla base dei denti.
I suddetti inconvenienti si hanno fondamentalmente con ruote certamente
non proporzionate modularmente, caratterizzate da denti surdimensionati
rispetto ai relativi raggi primitivi!
Figura 8.13.
ma:
01C = '1
01S = 01N1. COSO(
sostituendo:
= r 1 (1 - cos2 oi)=
= r 1 sen2 oi
ricordando che:
mz1 2
ha= 2 sen oi
232 8. TRASMISSIONE
DELMOTO MEDIANTERUOTEDENTATE
CILINDRICHE
Z1 = 2 (27')
min msen Cl.
2;n 2
(28)
Z1 = 2 =--2-
min ;nsen Cl. sen Cl.
con a = 15° = z 1 = 30
con a= 22°30' (dentature rilassate, esempio Fellows)=z 1 = 13
:t 02
-J_J.
i W2
'
-!
n
'
~I W1
se= e
!+01
Figura 8.14.
(31)
M11 = T· 0 1 S
M 12 = T· 0 2 S
234 8. TRASMISSIONE
DELMOTO MEDIANTERUOTEDENTATE
CILINDRICHE
e poiché:
0 1 S = r1 +e
sostituendo:
1· 'B';s- r 1 (r 2 - e)· r 1
'1i = 1· 0 1 S · r 2 (r 1 +e)· r 2
manipolando opportunamente:
(r 2 - e) r1
r2 (r 1 + e)
e
sommando e sottraendo - al numeratore:
r1
e separando la frazione:
e e e e e
1 +----- -+-
r1 r1 r2 =I- r1 r2
e e
1 +- 1 +-
'1 r1
(32)
si può scrivere:
da cui:
- -- CG
e=CS=CH·-=-
CA
Figura 8.15.
Per un ingranaggio con una sola coppia di denti in presa (si dimostra
comunque che si ottengono le medesime conclusioni anche se le coppie di
236 8. TRASMISSIONE
DELMOTO MEDIANTERUOTEDENTATE
CILINDRICHE
denti in presa sono due), l'arco di condotta è pari al passo della dentatura,
per cm:
- 1
CH=-p
4
del resto:
CG
--==- = tg q>= f coefficiente d'attrito radente
CA
sostituendo:
1
e =-pf
4
e infine:
(33)
I"/; .
med,o
1 (1
= 1--·:Znf
ft'2
-+- 1)
= 1 (1
Z1
-±- 1)
Zz
1--nf
2 Z1 Zz
(34)
(35)
8.2. RUOTEDENTATE
CILINDRICHEA DENTIDIRITTI 237
8.2.3. Teorie per il dimensionamento degli ingranaggi
2
Pmax E1 · E2 · ( -1
= 0,35 · --- + -1 ) · -F (36)
E1 + E2 Pi P2 b
238 8. TRASMISSIONE
DELMOTO MEDIANTERUOTEDENTATE
CILINDRICHE
pmax
b)
Figura 8.16.
per cm:
2
Pmax=0,35•
7
-E ( -+-1 1)
F
-=0,175E
2/l P1 P2 b
( 1 1)-
-+-
P1
F
P2 b
(37)
P1 = N1A; P2 = NzA.
Figura 8.17.
dove:
d1
2 cosoc
non è altro che il raggio del cerchio di base rb 1 della ruota (Figura 8.17).
Ricavando:
F=-2_M~t1~
d1 cos OC
240 8. TRASMISSIONE
DELMOTO MEDIANTERUOTEDENTATE
CILINDRICHE
moltiplicando numeratore}
e denominatore per d 1 :
Pmax = (39)
(39')
per cm s1 ncava:
(40)
(41)
Figura 8.18.
242 8. TRASMISSIONE
DELMOTO MEDIANTERUOTEDENTATE
CILINDRICHE
Figura 8.19.
(42)
W2 it 02
~
'
'
'
' n
n '
'
'
AW1
:i 01
Figura 8.20.
M ~
O"max = -- fmax "'O"adm
W1.
in caso di progetto:
F· bF
O"max = = O"adm (44)
1 2
-Àm· s
6
da cui, in particolare:
T
F=-
coslll'.
244 8. TRASMISSIONE
DELMOTO MEDIANTERUOTEDENTATE
CILINDRICHE
sostituendo si ha:
6F· bF 6T· bF 6· 2- M 1 • bF
(Td = 2
= =
a m Àm · s Àm · s 2 · cos (X Àms 2 · d cos (X
d=z· m
s = k1 · m
bF = k 2 · m (47)
si ricava:
12 · k 2 • p1· M 1 12k 2 M 1
(T adm = 1 (k m )2 · mz · cos rx= 1 k2
3
(48)
A · p1· 1 AZm · 1 · cos rx
da cui:
Àzm 3 · kf · cos rx
Mt = 12k2 CTadm
(49)
Àzm 3 · kf cos rx
Mt = 12k 2 · CTadm · fv (50)
1 kf
y = - . - . cos (X (51)
6 k2
m= Jfv ·
2M t
(Tadm ·
(52)
8.2. RUOTEDENTATE
CILINDRICHEA DENTIDIRITTI 245
G= 3/2 (53)
Vyz
si ricava l'equazione finale:
m=G J fv ·
Mr
CTad
(54)
Nelle ruote dentate cilindriche a denti diritti i fianchi dei denti sono realizzati,
per inviluppo, da una serie di rette, dette direttrici, parallele all'asse della ruota
stessa, cosicché il profilo dei denti (evolvente) è formato perpendicolarmente
allo stesso asse; nelle ruote a denti elicoidali, invece, fermo restando il concetto
del profilo a evolvente di cerchio, le direttrici dei fianchi sono inclinate di un
angolo f3(Figura 8.21) rispetto alle corrispondenti di una ruota a denti diritti
e, giacenti su una superficie cilindrica, costituiscono delle eliche.
Pr /3
Figura 8.21.
(56)
ep = b· tg/3 (57)
C'
Figura 8.22.
r 1 = rid· cos /3
ma:
r = r 1 · cos/3
da cui:
r
r-d=-- 2 (58)
1 cos /3
z m1n
. = z.d
1 min
= 17
a,
/ i
/¼
/3 '
Figura 8.23.
250 8. TRASMISSIONE
DELMOTO MEDIANTERUOTEDENTATE
CILINDRICHE
osserva che gli angoli di pressione a essi relativi non sono certamente gli
stessi, ma:
X 1 COS /3
tg OCn= h = tg OC1 • COS /3 (60)
. r2id
l----·----
r2 cos3 /3 '2
r1id r1 cos3 /3 r1
.
z=-=----
r2 7· 1'14
· Z2 Z2
(61)
'1 7· 1'f4.Z1 Z1
-'.-·----,.-·i:_---
-------
-
...:.--
'
'
·-----!-
b
F" N
f3
b
Figura 8.24.
N = F· senrxn (64)
(65)
si ha inoltre:
A= T· tg/3 (66)
tg (Xn
N = T · tg rx1 = T · -- (67)
cos /3
T
F=---- (68)
cos (Xn COS /J
(69)
,' I ,
(70)
(71)
mentre gli altri coefficienti (Ce1., Ge1.,fv.) hanno il già noto significato
e differiscono ovviamente dai corrispondenti relativi alle ruote a denti
diritti, in particolare in funzione dell'entità dell'angolo d'elica /3.
Il procedimento di calcolo segue perciò la stessa metodologia a suo tempo
analizzata trattando le ruote dentate a denti diritti.
Esercizio8.1.
Per l'azionamento di un tamburo di un verricello, avente diametro
d = 0,3 m, si dispone di un motore che eroga una potenza di 16 kW al
regime di 720 giri/min.
Assunti, con opportuno criterio, i dati occorrenti si progetti il meccanismo
di trasmissione costituito da una coppia di ruote dentate cilindriche a denti
elicoidali da interporre tra motore e tamburo, con la condizione che la
254 8. TRASMISSIONE
DELMOTO MEDIANTERUOTEDENTATE
CILINDRICHE
massima velocità di sollevamento del carico sia pari a 0,6 m/s. Calcolare,
inoltre, il carico sollevabile alla suddetta velocità. ·
[All'interno di questo esercizio vengono citati valori e parametri dedotti
dal Nuovo Manuale di Meccanica, ESAC/Zanichelli, 1994.]
Soluzione
P. = 16 kW
d= 0,3 m
n 1 = 720 giri/min
, e ,
~ ·-·-
v = 0,6 m/s
\·-·-·-·- -!·-·-·-·-·'t·-·
..··-·-·-·-·\---~ ~- Dimensionare ruote elicoidali
' "1::!; F=?
n 1 = 720 giri/rnin
i V= 0,6 mfs
F
Figura 8.25.
Cù1
i=-= 18,84
Cù2
. .
.
. - -- . - --- ·-· -•-·- ---------- ----. ---·- -- . --- . ---- - ---- .
- . - . - . - - -----1----- ..
figura 8.26.
P= 16-1,5 =24kW
P 24000
M 11 = - = -- = 318 5 N · m = 318 500 N · mm
W1 2n720 '
60
Si assume per la costruzione delle ruote un acciaio da bonifica C40 UNI 7845.
Dal Manuale di Meccanica, relativamente all'acciaio adottato, troviamo
256 8. TRASMISSIONE
DELMOTO MEDIANTERUOTEDENTATE
CILINDRICHE
che:
Pam= 350 N/mm 2
Ce1.= 0,83C
Z1 14
Z1 =--=---~22
id cos /3 cos 3 30° -
3
2 18,84 u
Figura 8.27.
ESERCIZI 257
Procediamo pertanto al calcolo del modulo normale:
3 318 500
mn = 5,6 3502 . 25 = 2,6 mm
mn = 3 mm UNI 6586
mn 3
m 1 =--=---= 346mm
cos fJ cos 30° '
Z2
i= u = - = 18,84
Z1
s1 ncava:
d 1 = m 1 • z 1 = 3,46 · 14 ~ 48,44 mm
e ciò conferma che sarebbe stato opportuno l'uso di due coppie elicoidali
di ruote.
La larghezza della fascia dentata vale:
b = À· mn = 25 · 3 = 75 mm
913,44 + 48,44
~ 481 mm
2
mentre il dedendum:
J = h1 - ha= 0,75 mm
P P 24000
M =-=-=--=6031 N- m
12 w2 2nn 2 2n 38
-- --
60 60
da cui:
2M 1 2 · 6031
F=-=--= 40206 N = 4098 Kp
d 0,3
Esercizio8.2.
Eseguire il dimensionamento di massima di una coppia di ruote coniche
a denti diritti atte a trasmettere 3 kW tra alberi posti a 90° tra loro. Tale
coppia di ruote coniche deve ridurre il numero di giri n 1 = 600 giri/min
dell'albero motore a n 2 = 360 giri/min dell'albero condotto.
Esercizio8.3.
Si proporzioni una coppia di ruote cilindriche a denti diritti, in accia10
fucinato, che devono trasmettere, con rapporto di trasmissione i = 2,5, la
potenza N = 18 kW tra due alberi paralleli. L'albero motore ruota
a 1000 giri/min. Si ritenga la dentatura soggetta a sovraccarichi di media
entità e funzionamento pari a 16 h/giorno.
Trasmissionedel moto
mediante
ruote dentate coniche
Figura 9.1.
260 9. TRASMISSIONE
DELMOTO MEDIANTERUOTEDENTATE
CONICHE
I denti delle ruote sporgono e rientrano nei coni primitivi e hanno general-
mente dimensioni decrescenti verso il vertice dei coni (Figura 9.2); tuttavia la
porzione dei denti più prossima a questo viene soppressa, per cui la fascia
dentata ha larghezza comprendente parte della generatrice del cono primitivo.
La trasmissione di potenza è dunque permessa fra assi geometrici incidenti
o concorrenti in un punto, il vertice dei coni primitivi, i quali formano con
la generatrice comune i semiangoli d'apertura
. w1 senb 2
l=-=-- (1)
Wz sen <>
1
senb
tg <>1= . (2)
cosb + 1
isenb
tg<>z=---- (3)
icosb + 1
Il profilo dei fianchi dei denti degli ingranaggi conici è ancora a evolvente,
per assicurare continuità e costanza del rapporto di trasmissione, generata
nello spazio sulla superficie di una sfera; entro questa, sia un cono di base,
con vertice al centro di essa, e un cerchio «massimo» tangente al cono:
facendo rotolare tale cerchio sulla superficie del cono, il suo punto A d'ini-
ziale tangenza tra cono-cerchio-sfera, descriverà su quest'ultima una curva
detta evolvente sferica. Proiettando dal vertice V i punti dell'evolvente si
cono di
testa
cono di
piede
cono primitivo
Figura 9.2.
9.1. RUOTEDENTATE
CONICHE 261
Il profilo dei fianchi dei denti sarebbe tuttavia di non facile esecuzione per
via del necessario riferimento sferico; si attua perciò una semplificazione,
in base alla quale la calotta sferica di costruzione è sostituita con un cono,
detto cono complementare, tracciato a partire dal cono primitivo in direzio-
ne tangente alla calotta sferica; i due coni hanno perciò le generatrici
perpendicolari fra loro e la base in comune: l'angolo al vertice del cono
complementare è dunque il complemento 90° - c5 dell'angolo di semiaper-
tura del cono primitivo.
La superficie laterale del cono complementare può essere sviluppata in
piano; il settore circolare che ne risulta ha raggio:
(4)
Figura 9.3.
262 9. TRASMISSIONE
DELMOTO MEDIANTERUOTEDENTATE
CONICHE
------------------------- - --- ------ - ---------- --- - ---- - -- - -- - ------- - ---·--- --- --------------- - ------~-~ -
Figura 9.4.
did 2rid 2 r d z
zid - -;;; --;;; =m· cos{) - mcos{) - cos{)
(5)
ha
tg.9a =-
R (7)
hf
tg9f = - (8)
R
d
R=-- (9)
2 sen {)
9.1. RUOTEDENTATE
CONICHE 263
generalmente, a completamento del proporzionamento geometrico, si pone:
b = (0,25 -:-0,30) · R
~ (10)
~
-
T
Il -- / -------------
------
------ i f',:--
----
--- ------
---Il
Figura 9.5.
264 9. TRASMISSIONE
DELMOTO MEDIANTERUOTEDENTATE
CONICHE
'
'
- '-·- ·-•·- ·-·-·--·-·-
·-·-·
C2\
- - ·-·-·-.
Figura 9.6.
(11)
(13)
M 1 , =A· rm - N- 11 (14)
M 1y = T· 11 (15)
M fx =T· rm (16)
9.1. RUOTEDENTATE
CONICHE 265
con:
3
M1 id = M2fz +M2fy +-M2
4 lx (18)
_Mfid
<J·d -
1
--
W ~ (J a d m (19)
fn
Per quanto riguarda il calcolo delle ruote dentate coniche, non ci sono
sostanziali differenze con quello delle ruote cilindriche; semplicemente si
farà riferimento a un modulo medio mm della dentatura, nonché alle
dimensioni medie del dente (in corrispondenza cioè di metà larghezza della
dentatura) e infine a diametri e numeri di denti ideali. Le equazioni per
i progetti a usura (teoria di Hertz) e a resistenza meccanica dei denti
a flessione dinamica (teoria di Lewis), risulteranno perciò modificate:
(20)
m
m
= G J fv · (Jadm •
M1 (21)
ricordando che:
(22)
Z1
Z·d=-- (23)
1 cos od.
. . cos 01
l·d = l·-- (24)
1 cos 02
266 9. TRASMISSIONE
DELMOTO MEDIANTERUOTEDENTATE
CONICHE
Tenendo conto della disposizione a sbalzo di almeno una delle due ruote
e la conseguente maggiore deformabilità degli alberi di trasmissione, il
fattore di velocità J,,, calcolato in corrispondenza della velocità periferica al
diametro medio della dentatura, sarà da assumere opportunamente basso.
Gli ingranaggi con ruote coniche munite di denti a direttrici curvilinee
(spirale conica) presentano un angolo di condotta più ampio delle corri-
spondenti a denti diritti, per cui il relativo funzionamento, come già
analizzato trattando le dentature elicoidali per le ruote cilindriche, risulta
più silenzioso e assicura una più graduale variazione dei carichi sulle
porzioni dei denti impegnati nell'ingranamento. Lo studio della condotta
di una coppia di «ruote-spirale» coniugate si esegue, come per le ruote
cilindriche a denti elicoidali, sezionando la dentatura con piani normali
agli assi dei denti; si giunge cioè a definire, per ogni ruota, il numero di
denti ideale:
z
z.d = (25)
I COStJ • COS3 /3m
indicando con:
z = numero di denti reale;
{J = angolo di semiapertura del cono primitivo;
/3m
= angolo (medio) formato dal dente con la generatrice del cono primi-
tivo
I più comuni tipi di «ruote spirale» sono le ruote coniche Gleason e Klin-
gelberg. Per poter imboccare tra loro i denti delle «ruote spirale» coniuga-
te devono avere pari inclinazione e sensi opposti.
In conseguenza della conicità della ruota e per effetto dell'inclinazione dei
denti le spinte assiale e normale scambiate tra le ruote ingrananti variano
continuamente d'intensità, in particolare a seconda che il fianco di lavoro
del dente sia concavo o convesso (rispettivamente corrispondenti ai segni
algebrici superiore e inferiore nei binomi delle seguenti espressioni); le
equazioni già analizzate per le ruote coniche a denti diritti vengono così
modificate:
(26)
(27)
9.1. RUOTEDENTATE
CONICHE 267
(29)
mnm = Gei
·
· J
fv· (ladm
M1
·
(30)
Esercizio9.1.
Eseguire il dimensionamento di massima di una coppia di ruote coniche
a denti diritti atte a trasmettere 3 kW tra alberi posti a 90° tra loro. Tale
coppia di ruote coniche deve ridurre il numero di giri n 1 = 600 giri/min
dell'albero motore a n 2 = 360 giri/min dell'albero condotto.
Pn = 3 kW
n 1 = 600 giri/min
n 2 = 360 giri/min
J:= 90°
Soluzione
, n 1 = 600 giri/min
~
Figura 9.7.
s1 ncava:
b1 ~ 32°
b2 ~ 58°
la potenza di calcolo vale:
P = 3 · 1,5 = 4,5 kW
Detta formula non tiene conto dell'eventuale effetto negativo della velocità
periferica, in quanto tale effetto è già considerato nella valutazione di Pam
opportunamente ridotta!
Si assume per la costruzione un acciaio da bonifica C40 UNI 7845.
Per tale acciaio si adotta, dal Manuale di Meccanica:
Uid = 2,56
13,3 ----------------
12,4
1,6 2 u
Figura 9.8.
X - 12,4 2- 1,6
13,3 - 12,4 2-1
X - 12,4 0,4
0,9 1
X= Cc= 12,76
d 1m = mm· z 1 = 6 · 20 = 120 mm
dim
Rm = <5 = 113,22 mm
2sen 1
ESERCIZI 271
Figura 9.9.
b ~ 0,25Rm~ 28,3 mm
ha 6
tg9 =- = -- = o 05299=>9 = 3°2
I
a Rm 113,22 ' a
L'angolo di dedendum:
hf 7,2 I
tg9f = - = -- = 0,06359=> 91 = 3°38
Rm 113,22
272 9. TRASMISSIONE
DELMOTO MEDIANTERUOTEDENTATE
CONICHE
l
. Z2
= -=> Z2 = Z1 · l
.
= 32
Z1
tg 8=
a
m b => m = tg 8· (R+ ~)
a 2
= m
Rm +-2
~ tg (3,03) 0
( i
113,22 + 2 3) =
~ 6,74mm
ha, =m = 674mm
,
e il dedendum:
5 5
h
fe
= -m
4
= -4 · 6' 74 = 8' 425 mm
Infine, il diametro primitivo misurato sulla corona esterna della ruota vale:
( b)· senJ
dP1 = 2 Rm + 2 1
(
= 2 113,22 +-28,3)
2- sen32° ~ 135 mm
2
b)· senJ
dp = 2 (Rm + 2 2 = 2 (113,22 +-28,3)
2- sen58° ~ 216 mm
ESERCIZI 273
b 28,3
R = Rm + 2 = 113,22 + 2 = 127,37 mm
mm= 5,55 mm
si può assumere, tralasciando altre verifiche, alla base maggiore della ruota
sul cono complementare, il modulo unificato m = 6 mm.
Si procede quindi al proporzionamento delle ruote:
Figura 9 .1 O.
274 9. TRASMISSIONE
DELMOTO MEDIANTERUOTEDENTATE
CONICHE
dP2 = mz 2 = 6 · 32 = 192 mm
R =-d~P~1_
2sent51
b = À.• mm = 6 · 5,5 = 33 mm
ha= m = 6 mm
h1 = 1,2m = 7,2 mm
h = ha +h 1 = 13,2 mm
ha 6
tg 8
ai
= -R = --
113,20
= o' 0529 ==>8 al = 3°2'
ESERCIZI 275
L'angolo di dedendum:
hf 7,2
tg 9 = - = -- = o0636 => 9 = 3° 38'
Ii R 113 20 ' Ii
'
Il cono di testa ha angolo al vertice (pignone):
Pignone (D
Dimensioni in mm
Figura 9.11.
276 9. TRA5MISSIONE
DELMOTO MEDIANTERUOTEDENTATE
CONICHE
Ruota condotta @
Dimensioni in mm
3°2'
-
N
O'I
Figura 9.12.
Trasmissionedel moto
fra assi sghembi
Due rette nello spazio si dicono sghembe se non sono incidenti e nemmeno
parallele; già si intuisce che per realizzare tale tipo di trasmissione a mezzo
di ruote dentate si deve rinunciare alle dentature diritte, rendendosi neces-
sarie quelle elicoidali o, più raramente, spiroidali.
Una prima soluzione al problema prevede l'uso di ruote dentate cilindriche
a denti elicoidali, disposte come rappresentato nella figura 10.1, aventi
angoli d'elica concordi.
Individuati gli assi sghembi x 1 e x 2 (Figura 10.2) se ne individui la
normale comune 0 1 0 2 , ovvero il segmento di distanza minima a, che
coinciderà con l'interasse di trasmissione; i raggi primitivi delle ruote
cilindriche, disposte in corrispondenza rispettivamente di 0 1 e 0 2 , saranno
tali per cui:
r1 + r2 = a
La figura 10.2 rappresenta le due ruote in proiezione su un piano perpen-
dicolare a 0 1 0 2 , segmento quest'ultimo che degenera nel punto C di unico
contatto ideale fra le due ruote, intersezione «virtuale» fra le proiezioni
degli assi di rotazione x 1 e x 2 • In realtà il contatto è fatto estendere al
segmento e-e, asse longitudinale comune della coppia di denti in ingrana-
mento, risultanti inclinati rispettivamente degli angoli /31 e /32 d'elica in
relazione agli assi x 1 e x 2 •
Considerando il punto C di tangenza fra i cilindri primitivi della coppia di
2 78 1O. TRASMISSIONE
DELMOTOFRAASSISGHEMBI
X~--- .---·
'
'
'
'
I i
_____ l, ________ -------------
Xl
----
' :o
, i I
Figura 10.1.
Figura 10.2.
10.1. TRASMISSIONI
FRAASSISGHEMBI 279
ruote, le velocità periferiche delle stesse risultano:
(1)
ovvero dovrà essere nulla la velocità relativa in direzione normale alle su-
perfici di contatto; viceversa non è comunque assicurata l'assenza di stri-
sciamenti: esisterà sempre una velocità relativa tangenziale alle superfici di
contatto, causa di attriti (e quindi di usura):
(2)
(3)
tanto maggiore quanto più ampi sono gli angoli d'inclinazione delle eliche
delle dentature di entrambe le ruote.
Ritornando all'equazione prima scritta:
(4)
. W1 r2 COS /32
l=-=--- (5)
W2 r 1 cos/31
da cui:
7-·-·---/--
r2 cos/32 . z2
(9)
7 r1 cos /31 z1
280 10. TRASMISSIONE
DELMOTOFRAASSISGHEMBI
I p, + p, ~E I (10)
J; . r2
1) /31=/32=-= l=- (11)
2 r1
2) l:=90°=> /32= 90° - /31
. r2 sen/31 r2
cos/32=cos(90°-/3 1)=sen/3 1 = z=-· --=-· tg/31 (12)
r 1 cos/31 r 1
/31= 900 - /32
. r2 cos /32 r2
cos/31=cos(90°-/3 2)=sen/3 2 = z=-· --=-· ctg/32 (13)
r 1 sen/32 r 1
3) /31= /32
r 1 =r 2 = i= 1
/32
Figura 10.3.
. d2cos /32
l=--- (14)
d1cos /31
essendo nel caso in esame: .
/31= 90° - /32= cos /31 = cos (90° - /32) = sen /32
282 10. TRA.5MISSIONE
DELMOTOFRAASSISGHEMBI
Tabella 10.J Elementi di calcolo della coppia vite senza fine - ruota elicoidale.
ruota
senza
fine
(segue)
10.2. INGRANAGGIOA VITE 283
Tabella 10.1 (continua)
Addendum h . h =m n
•
Dedendum h1 h1 = (1,2-;- l,4)m.
sostituendo si ha:
(15)
analogamente:
/32= 900 - /31= cos /32 = cos (90° - /31) = sen /31
(16)
L'angolo dell'elica /32 della ruota può essere anche pensato come formato
dal filetto della vite con un piano perpendicolare al suo asse di rotazione
284 10. TRASMISSIONE
DELMOTO FRAASSISGHEMBI
Figura 10.4.
In simboli:
(17)
(18)
. d2 nd'i nd2
l=-·-=- (19)
Ài Pzl Pz1
dato che:
. Pt2. Zz Zz
l=---=- (20)
Pt2· Z1 Z1
i= (40 + 60)
Per quanto riguarda la geometria della vite senza fine, cilindrica a uno o
più filetti o principi (max 3 + 4), nella sezione eseguita con un piano con-
tenente l'asse di rotazione, il profilo dei filetti può avere forma approssi-
mativamente trapezoidale o curvilinea, a seconda di come esso è generato:
a) vite con profilo dei denti a evolvente di cerchio, in tutto analoga a una
qualunque ruota cilindrica a denti elicoidali, avente però angolo d'inclina-
zione dei denti notevole; ne segue che l'angolo di pressione trasversale
11 è notevolmente più grande dell'angolo di pressione normale C<n
C< 1:
tg C(n
tgC<t= __ !
1 sen y
(21)
I A~ T· tgy (23)
T e
-
F'.-=:-_.,__ _ __,,...~'-----.r
b)
-
F e)
a)
Figura 10.5.
La presenza di notevoli attriti nella trasmissione del moto dalla vite senza
fine alla ruota determina, a parità di forza tangenziale o periferica utile T,
un aumento della forza assiale A, indice di maggior dissipazione di ener-
gia; questo a causa dell'incremento dell'angolo formato nel piano orizzon-
tale fra F' e T a opera dell'angolo d'attrito <p (tg <p= lradenie).
Il momento di F rispetto all'asse della vite, determinato dalla componente
A, risulta il momento «motore»:
M 11 = A· r 1 = T· tg(y + <p)· r 1 (24)
10.2. INGRANAGGIOA VITE 287
M 10 = A 0 · r1 = T- tg y · r1 (25)
(26)
Ao
-=tgy (27)
T
A
T = tg(y + <p) (28)
da cui:
tgy
r, = (O,70 + 0,80) (29)
tg(y + <p)
m12 = 7,5 . J 2 M tz
Z2 · Padm ·
(30)
288 10. TRASMISSIONE
DELMOTO FRAASSISGHEMBI
nella quale:
m12 = modulo trasversale della ruota (mn2 = m12 • cosy)
M12 = momento applicato alla ruota, ricavabile come noto dalla potenza
in trasmissione valutata per eccesso introducendo un opportuno
fattore di servizio f. (Tabella 10.2);
z2 = numero di denti reale della ruota (40--;-60);
Padm = pressione ammissibile sopportabile dal materiale costituente la den-
tatura della ruota, che generalmente è assunto più debole di quello
della vite al fine di realizzare un'usura preferenziale pressoché uni-
laterale sul membro della trasmissione di più agevole sostituzione
e di relativo minor costo; si spiega perciò il motivo per cui la prima
fase del proporzionamento dell'ingranaggio riguarda la ruota, non
la vite;
). = rapporto tra la larghezza di contatto tra vite e ruota e il modulo
trasversale di questa: À = }!_ (6--;-7);
mtz
fw = fattore di velocità di strisciamento che tiene conto della velocità
angolare w 1 della vite (Tabella 10.3);
Tabella 10.3 Fattore di velocità fw. [Da G. Vianello, Meccanica delle macchine, voi. 3,
Firenze, Sansoni, 1986]
20 (0,08) 0,065
ESERCIZI 289
2. verificare la resistenza all'usura dei filetti della vite: per quanto detto
sopra generalmente tale verifica è in genere superflua; occorre tuttavia te-
ner presente che nel calcolo di m12 , di cui al precedente punto, si presenta
ancora lo stesso problema già affrontato nella progettazione di altri tipi di
ingranaggi, ovvero quello della valutazione di fw in base alla velocità di
rotazione della ruota a vite che non è nota a priori: si procederà, come già
esposto, fissando un fattore di velocità di strisciamento preventivo con il
quale impostare il calcolo (valore che verrà solo in seguito verificato una
volta stabilita la geometria dell'ingranaggio);
3. verificare la resistenza a fatica del nocciolo della vite: le tre componenti
che il dente della ruota esercita sulla vite (reazione) inducono nel nocciolo
sollecitazioni composte di flesso-torsione prevalentemente (trascurando ta-
glio e sforzo normale); assunta una distanza tra i supporti della vite pari a:
(31)
offset
/3m, = 45°-;- 50°
/3"'2 = 20° -;- 25°
z 1 =8+}2
Z 2 = 40 + 50
Figura 10.6.
290 1O. TRASMISSIONE
DELMOTOFRAASSISGHEMBI
Esercizio10.1.
Eseguire il dimensionamento di un ingranaggio a vite necessario per l'azio-
namento di un argano per montacarichi nel quale possono trovare posto,
al massimo, dieci persone.
Assumere i seguenti dati:
Soluzione
Calcoliamo, inizialmente, le velocità angolari rispettivamente dell'albero
motore e del tamburo (condotto):
2nn 1 2 · n · l 000
W1 = 60 = 60 = 104,72 rad/s
2v 2 · 0,80 m/s
w 2 = --- = ---- = 2 rad/s
D1amburo 0,80 m
ESERCIZI 291
CV1 104,72
i=-=--= 5236
W2 2 '
f.= 0,70
Sulla base della velocità angolare cv1 ( = 104,72 rad/s) la tabella 10.2 ci
fornisce un valore medio per il coefficiente di velocità fw
fw = 0,17
medio
3
1,12. 106
(52) 2 · 300· 6- 0,17
d2 = m 12 • z 2 = 10 mm· 52
d2 = 520 mm
Il diametro della vite si calcola con la formula empirica:
d1 0,080
w 1 ~ v 1 = c.v1 · 2 = 104,72 rad/s· - 2 - m ~ 4,2 m/s
25 30 40 50 60 2 3 4
5+ 6 5,5 -;-6,5 6,5 -;-7,5 7,5 -;-8,5 8,5 + 10 7 -;-8 8,5 -;-9,5 10 + 11 11 + 12
fw ~ 0,13
m · z1 10 mm· 1
tgy = ~t2~_
d1 80 mm
y = (7,125) = 7°07' 30" ~ 0,124 rad
0
RzA
T -
RzB
N
e RxB
l/2 l/2
Figura 1 O.7.
2 · 1 6 · 106 N · mm
' ~ 6154 N
520 mm
Avendo assunto:
<p= (2,5)0 = 2° 30'
294 10. TRASMISSIONE
DELMOTOFRAASSISGHEMBI
A 1043,63 N
RZA= RZB= 2= 2 ~ 521,8 N
di N 80 2240
R =T·-+-=6154---+--
YA 2. I 2 2 · 450 2
RYA = 1667 N
M 1e =(JR~ y
+ R~)z · ~2 = (J(l 667)2 + (521,8)2 ) · 225 =
= 3,93 · 105 N · mm
di
M 1 = A · - = 1 043,63 N · 40 mm
e 2
M 1e = 41 745,2 N · mm
_Mfid
O'id - -- ::;; O'adrn
W1.
ove:
dli= d 1 - 2,4· mn = 80 mm - 2,4· mn
mn2 = m 12 • cosy = 10 mm· cos · (7,125)0 ~ 9,923 mm
quindi:
dli= 80 mm - 2,4· 9,923 mm= 56,18 mm
Conseguentemente:
n
W1 =-(56,18 mm)3 = 17412,8 mm 3
• 32
tg y tg (7,125)0
17=---=-----=O 737
tg(y + <p) tg(7,125 + 2,5) '
P2 3200 W
P 1 =- =---~ 4444,5 W
17 0,72
Treni di ingranaggi
11.1. Ruotismi
a) ruotismi ordinari=> nei quali gli assi geometrici di tutte le ruote sono
fissi nello spazio;
b) ruotismi epicicloidali=> nei quali almeno un asse del ruotismo è mobile
nello spazio.
L
-----(ro, --( ___________
t
. _________
W3J---
Oz_3
i o, Wz
Figura 1.1.
ha ben poco in quanto lavora doppiamente rispetto alle altre ruote, essen-
do impegnata in due ingranamenti. ·
Il rapporto di trasmissione di un ruotismo è, per definizione, a prescindere
dal segno:
Q)motrice prima
i=-------'--- (1)
Q) condotta ultima
e, poiché:
(2)
da cui:
(3)
e perciò:
• C.01 Z4
l=-=-
C.04 z1
Figura 11.2.
11.1. RUOTISMI 299
no distinte e calettate sullo stesso albero:
. W1 Zz. Z4
1=-=-- (4)
W4 Z1. Z3
d1 d2 d3 d4
2+2=2+2= ...=a (5)
300 11. TRENIDI INGRANAGGI
LLLLLL/
<}--------
---
Figura 11.3.
ma:
d=mz
da cui:
(6)
. W1 -Q
lo= (6)
Wz -Q
I "
I
: ---------------
------------
-----
--1------------,-eQ
----
.
y
'
1. Ruotismo riduttore semplice con corona del treno planetario fissa (Figura
11.5): la corona, dentata internamente, è fissa, in modo che dall'albero mo-
tore la potenza utile sia trasmessa all'albero del telaio portatreno, evidente-
mente a esso allineato. Applicando la formula di Willis si mantenga fermo il
telaio portatreno e invece si liberi la corona, cosicché questa e la ruota solare
costituiscano le ruote d'estremità; il rapporto di trasmissione del ruotismo
reso ordinario risulta:
. W1 -Q
poiché di fatto: w 3 = O lo= (7)
-Q
302 11. TRENIDI INGRANAGGI
Sez. A-A
Figura 11.5.
da cui:
- Qio = W1 - Q
- Qio + Q = W1
Q(l - io)= W1
(8)
(8')
Il segno tiene conto del fatto che, a portatreno fermo, w 1 e w 2 sono neces-
sariamente discordi; dall'uguaglianza fra la soprascritta relazione e la formu-
la di Willis otteniamo:
z3 Q = w 1z i - Qz i
Z1
Q =----· C.01 (9)
(z1 + Z3)
. C.01 Z1 + Z3 .
z= - = --- = 1 - z0 (10)
Q Z1
(11)
(12)
(13)
Figura 11.6.
dalla quale:
io(W4 - Q) = - Q
- i0 Q + Q = - i0 w 4
. Q io
l=-=-- (14)
W4 io - 1
(15)
Figura 11. 7.
306 11. TRENIDI INGRANAGGI
ed essendo:
Z1=Z3=> i0 = - 1
W1 -Q
-l=---
W3-Q
-W3 + Q = W1 - Q
Q = _w_
1 _+_w_
3
(16)
2
coppia conica
di nduzione
semialbero
12.1. Oscillazioniflessionali
'
~ w=cost.
Figura 12.1.
12.1. OSCILLAZIONIFLESSIONALI 309
(1)
m
(2)
m
'
'----Jw=cost
Figura 12.2.
310 12. OSCILLAZIONIFLESSIONALI
E TORSIONALI
Fc = mw 2 r 0 = Jw 2 rdm (3)
m
Figura 12.3.
Figura 12.4.
ne segue che la freccia di flessione elastica, .determinata dal peso della strut-
tura, sommandosi al disassamento rilevato determina un aumento dell'ec-
centricità e, progressivamente, della forza centrifuga che assume il valore:
(4)
12.1. OSCILLAZIONIFLESSIONALI 311
Fc mw 2 (f + ra) mw 2f + mw 2 ra
K=-=-----=------ (6)
f f f
da cui:
K· f = mw 2f + mw 2 ra
(K - mw 2 )f = mw 2 ra
mw 2 ra ra
(7)
f= K-mw 2 = K
--1
mw 2
K- mw 2 =0=> K=mw 2
(8)
forma:
ra ra ra
f=, K (9)
--1 pf w;- 1- (Wc)z
-1
mw 2 p(w 2 w
J= h(w)
si osserva che (indicando con/ un valore generico costante):
!i!::h(w) - cl --
o
-1
o (10)
I
lim h (w) = 1+ - 1= + oo (11)
a,-+roc-
/
lim h(w) = _ = - oo (12)
ro--+roct-
e
1 - 1
. ra
hm h(w)=--= -ra (13)
ro--+ + CO o- 1
e
/
'i: t +oo
eccentricità ':' effetto di
:
i
' '--smorzamento
rG ...............................
j '
---
( .................................. '.'.'.. '.'.'.. '.".'.. '.".'.. '.'C'.. '.'C'.... .
-'o··························
iru~ru -oo I
. i: / ,,
Figura 12.5.
12.1. OSCILLAZIONIFLESSIONALI 313
d _ M 1 (x)· dx
<p- E· I (14)
n
Figura 12.6.
con:
In= momento quadratico d'inerzia di superficie rispetto all'asse neutro
(n-n) di flessione;
E= modulo di elasticità normale del materiale in esame.
314 12. OSCILLAZIONIFLESSIONALI
E TORSIONALI
Wc -
-J48E-In
m· /3
(18)
--+
Fc
Figura 12. 7.
(19)
Figura 12.8.
12.1. OSCILLAZIONIFLESSIONALI 315
(20)
(21)
(22)
(23)
(24)
.....
Fc
Figura 12.9.
K
1
±1
i=1 K;
(25)
316 12. OSCILLAZIONIFLESSIONALI
E TORSIONALI
1 n 1
w2c I
i=1
2
wi
FORMULA DI DUNKERLEY (26)
(27)
con:
IP= momento quadratico d'inerzia di superficie polare dell'albero, da non
confondere con il suddetto J;
G = modulo di elasticità trasversale del materiale costituente l'albero.
12.2. VIBRAZIONITORSIONALI 317
'
_;_
fr·K=M,
Figura 12.10.
(28)
M,
e=-
J
M,=Je (29)
M,= -K9 (30)
ne consegue:
=>le= - K9 (31)
318 12. OSCILLAZIONIFLESSIONALI
E TORSIONALI
e, quindi:
K
e= - -· 9 (32)
J
K
a1 =e· r= --· 9· r (33)
J
ma:
K
9- r=S= a1 =--·S (34)
J
cv = /K (36)
"v1
Conseguentemente il periodo e la frequenza d'oscillazione risultano:
(37)
f, = Wn = J_ . /K (38)
" 2n 2n VJ
12.2. VIBRAZIONI
TORSIONALI 319
Nel caso in cui più rotori siano calettati, possibilmente in prossimità dei
supporti per limitare le flessioni, su uno stesso albero (Figure 12.11
e 12.12) le oscillazioni naturali innescate risultano della stessa natura, ma
le deformazioni torsionali si manifestano lungo l'albero in maniera diffe-
renziata, con versi anche opposti, come illustrato nelle succitate figure .
.. -: ---~-------.
, . ------·---------------·-·
'
'
'
'
'
'
'
~.~~
ff2
Figura 12.11.
i tJ,2
Figura 12.12.
320 12. OSCILLAZIONIFLESSIONALI
E TORSIONALI
w n' =-
Wn
m
Esercizio12.1.
Un albero rotante, che trasmette una potenza di 100 kW al regime di
rotazione di 800 giri/min, porta in mezzeria un volano a corona circolare
costruito in acciaio (p = 7 850 kg/m 3 ).
Supponendo di conoscere le seguenti grandezze:
- dimensioni corona volano: b x s = 18 x 15 cm
- diametro medio della corona: Dm= 1 m
- distanza fra i supporti dell'albero: / = 1,5 m
Soluzione
Per risolvere il problema dobbiamo applicare l'equazione (8):
Pv = y · Volume= p · g · n · Dm· b · s
Pv ~ 6532 N
I
M f =P V ·-4
ovvero:
1,5 m
M 1 = 6532 N · - 4 - ~ 2450 N · m
possiamo ritenere:
O'R 2
aadm = 12 = 58,3 N/mm
quindi:
_ M 1id _ 2660000 N ·mm_ 3
W1 -----------45626mm
" aadm 58,3 N/mm 2
Ricordando che:
1t 3
W1 =-d
n 32
otteniamo:
3
d=:J32-nW 1• = 32-:5626
d= 77,46 mm
d= 80 mm
1t 1t
In = 64 d 4 64 · (80 mm) 2 010 620 mm 4
= 4 =
F Pv 6532 N
K = - = - = --- = 5 884 7 N/mm
f f 1,11 mm '
ESERCIZI 323
Sapendo che la massa del volano (mv) vale:
Pv 6532 N
m =-=---=66585kg
v g 9,81 m/s 2 '
60 · w 60 · 94
ne = __ e = -- ~ 898 giri/min
2- n 2-n
Esercizio12.2.
Determinare la velocità angolare critica (wc) di un albero rotante soggetto
a un carico uniformemente distribuito per tutta la sua lunghezza e di
valore pari a 1000 N/m (q). L'albero trasmette una potenza di 100 kW al
regime di 1 000 giri/min ed è sostenuto da due cuscinetti alle estremità
distanti fra loro di una quota pari a 1,5 m.
Soluzione
P= 100 kW
P 100 kW
M, = 9 549,3- = 9 549,3 · .. .
n 1000 gm/mm
M, = 954,93 N · m = 954930 N · mm
/2 (1 5 m) 2
M 1 =q 8 = l000N/m· ' 8 =281,25N· m
M 1 = 281 250 N · mm
324 12. OSCILLAZIONIFLESSIONALI
E TORSIONALI
MI id = (281,25)2 + 1(954,93) 2
M 1 id = 873,51 N · m = 873 510 N · mm
e quindi:
W _Mfo_873510 N-mm 3
In -
o-adm
- I 2 = 14 983 mm
58,3 N mm
Quindi:
3
d = J32 · wfn = 32 · 14 983
n n
d= 53,44 mm
d= 55 mm
n n
In = 64 d 4 = 64 · (55 mm) 4 = 449 180 mm 4
5 q. /4
f = 384 E· In
otteniamo:
5 1 · (1 500)4
f=-· -----=0712mm
384 206000 · 449180 '
ESERCIZI 325
K= !_= _pe_s_o
= _q·_I = _l,_5_m_
_lO_0_0_N_/m_·
f f f 0,712 mm
K = 2106,74 N/mm
Esercizio12.3
P 1 =6000N
P2 = 10000N
n = 500 giri/min
Figura 12.13.
Soluzione
Schematizziamo l'albero come evidenziato in figura 12.14.
326 12. OSCILLAZIONIFLESSIONALI
E TORSIONALI
P2
pi
,B e
A D
"
j
Pi · 0,5 m
Rv = ---------
+ P2 · 0,9 m
1,7 m
6000 N· 0,5 m + 10000 N· 0,9 m
Rv = ------------ ~ 7059 N
1,7 m
60
M 1 = 9 549,3 · - ~ 1146 N · m
500
ESERCIZI 327
Al solito assumiamo:
quindi:
d= 3
= 3
32· 98353,35
v~
~
n
d~ 100 mm
(26')
[1 =0,5 m l2 = 1,2 m
[ 1 =0,9 m l2 = 0,8 m
Figura 12.15.
( 1n = ~-
64 d = ~-
4
64 (100) :-:'.
4
-, 4 91 · 10 mm )
6 4
Quindi:
f 1 ~ 0,419 mm
Nel secondo caso:
p 2. lf. /~ 10 000. (900)2 . (800)2
h=----=----------
3. E· In· I 3· 206000· 4,91 · 106 • 1700
f2 ~lmm
Quindi:
9810
cve = --- ~ 83, 15 rad/s
0,419 + 1
60 · wc . ·; .
ne = -- = 794 gm mm
2-n
ESERCIZI 329
Esercizio12.4.
D 1m =80cm
l = l,5 m
D2 =40cm
Figura 12.16.
Soluzione
La formula necessaria per la soluzione del problema è la seguente:
Trascuriamo l'influenza delle razze e del mozzo; in tal caso la massa del
330 12. OSCILLAZIONIFLESSIONALI
E TORSIONALI
volano vale:
. (0,4)2
m V2 = 7 850 · n · -- 4 · O' 03 ~
- 29' 6 kg
w 2 = 2 21 · 10
n '
s( 1 + - 1)[1]
--
43,73 0,6 s2
w;= 373 387 (rad/s) 2
Cùn = M ~ 611 rad/s
60 · Cùn . . •
·nn =--~ 5835 gm/mm
2. 7t
[ I
!
Esempidi progettazione
per alcuni organi di macchina
Dati di progetto
Potenza da trasmettere P = 15 kW
Regime di rotazione del pignone n = I 500 giri/min
Rapporto di trasmissione i= 3
Soluzione
M = 9 549300 · Pc[kW]
11 n 1 [giri/min]
17,25
= 9 549 300 · 1 500 ~ 109 817 N · mm
M = 9549300· Pc[kW]
12 n 2 [giri/min]
17,25
= 9 549 300 · 500 ~ 329451 N · mm
aR
nRdin = (3 + 4) nRstatico = 1O==> aadm = -- = 70 N/mm 2
nRdin
•adm = j3
aadm"'
=
60 N/mm 2
7C 3
W=-D
1 16
si ha:
3 16 · 109 817 N · mm
D1 = = -------- ~ 24 mm
adm n · 40 N/mm 2
3 16· 329451 N- mm
D2 = = ------- ~ 34,7 mm
adm n · 40 N/mm 2
DI UNA TRASMISSIONE 335
1. DIMENSIONAMENTO
"adm = (J'adm
.j3 ~
35 N/ mm 2
7321 N
l= T -------- ~ 26 mm
"adm · b 35 N/mm 2 · 8 mm
ovviamente approssimata per eccesso al valore unificato più prossimo
(32 mm) salvo tener conto di modifiche derivanti dal proporzionamento
delle ruote dentate; si adotterà dunque provvisoriamente una linguetta:
A 8 x 7 x 32 UNI 6604-69
336 APPENDICE
D 2 = 40 mm
16475 N
l= T ------- ~ 39 mm
'radm · b 35 N/mm 2 • 12 mm
approssimato a:
l= 40 mm
A 12 x 10 x 40 UNI 6604-69
In pratica gli ingranaggi sono messi fuori servizio non tanto per la rottura
a flessione per fatica dei relativi denti, quanto perché l'usura (butteratu-
ra-«pitting») che si manifesta sui loro fianchi rende inservibile la trasmis-
1. DIMENSIONAMENTODI UNA TRASMISSIONE 33 7
sione; nel nostro caso, trattandosi di un ingranaggio cosiddetto «di veloci-
tà» e non «di forza», si procederà al dimensionamento delle ruote secondo
l'ipotesi di Hertz, per poi verificare, al termine del calcolo, anche la
resistenza meccanica mediante la teoria di Lewis.
Innanzitutto si valuta la potenza a cui fare riferimento nel calcolo, mag-
giorando la potenza nominale per effetto di un opportuno fattore di
servizio f.> l valutato in base all'applicazione in esame; supponendo un
servizio della durata di 16 h/giorno (2 turni lavorativi) di tipo continuo
con sovraccarichi brevi, ma frequenti (per esempio macchina utensile), s1
ricava da apposite tabelle:
P [kW] 19 5
M 1 = 9 549 300 · e = 9 549 300 · -'- = 124140 N · mm
1 n [giri/min] 1 500
b
À =- ~ 12
m
(J'R .
mm
= l 000 N/mm 2
(J'R · 2
(J'adm = -----1!!!!! = 100 N/mm
nRdin
Rapporto d'ingranaggioU = z2 /z 1
Z1 Pignone/ Ingranaggio
pignone Ingranaggioesterno
dentiera interno
1,33 2 4 00 4 2
dove C (Tabella 2), per ruote di acciaio con angolo di pressione a = 20°,
DI UNA TRASMISSIONE 339
1. DIMENSIONAMENTO
fv
0,75e-------_..,,_
? e--------+--_,,,_
5 6,283 10
Figura 1.
3
124140 N· mm
m = 12,1 -------- ~ 3 95 mm
0,7 · 650 2 N 2 /mm 4 • 12 '
d 1 = mz 1 = 4- 20 = 80 mm
Materiale Pam
Acciai da tempra superficiale
C 50 UNI 7845 1250-;- 1350
40 Ni Cr Mo 3 UNI 8551 1200 -;- 1 300
Acciai da cementazione
16 Cr Ni 4 UNI 7846 1200 -;- 1 300
20 Cr Ni 4 UNI 7846 1 300 -;- 1 400
18 Ni Cr Mo 5 UNI 7846 1 300 -;- 1 400
Acciai da nitrurazione
41 Cr Al Mo 7 UNI 8077 1 100 -;- 1 200
34 Cr Al Mo 7 UNI 8077 1200 -;- 1 300
b
Tipo di costruzione À. = -
m
Supporti su telai di ordinaria carpenteria 10-;- 15
montaggi di sbalzo o comunque poco rigidi
Supporti in scatola e casi analoghi 20 -;-25
Cuscinetti di esecuzione molto accurata, supporti e alberi rigidi 25-;- 30
3
124140 N · mm
m = 12,1 ·
O,72 · 6002 N 2 /mm 4 · 12 ~ 3' 92 mm
m=4mm
z G z G z G z G
eseguendo i calcoli:
3
124140 N- mm
m = 0,60 0,72. 100 N/mm2. 12 = 3,145 mm< 4 mm
di = mzi = 80 mm d2 = i· di = 240 mm
dal = di + 2ha ~ 88 mm da2= d2 + 2ha = 248 mm
d1i = di - 2h1 = 70 mm dli= d 2 - 2h1 = 230 mm
db1=di. COSO(= 75,175 mm db2 = d2 · cos O( = 225,526 mm
b = il · m = 48 mm
scala 1:1
Modulo m 4mm
Numero di denti z 20
Diametro primitivo di riferimento d 80mm
Dentiera di riferimento UNI 6587-69
Coefficiente di spostamento X o
Spessore del dente (scartamento) W3 30,642 mm
Grado di precisione 6 FL UNI 7890
Numero di denti ruota coniugata z 60
Interasse nominale di funzionamento a' 160 mm
Gioco normale dell'ingranaggio jn 0,05 mm
fra mozzo e corona con un disco pieno, eventualmente alleggerito con fori;
di seguito è riportato lo schizzo costruttivo.
Impostazione del ciclo di lavorazione del pignone: si prevede innanzitutto
che la produzione da realizzare costituisca una media serie, indicativamen-
te di circa 200 pezzi; avendo il pignone forma regolare, priva di sagomatu-
re, si scarta l'ipotesi di ottenere il grezzo per fusione o stampaggio a caldo,
lavorazioni certamente di notevole costo che possono essere evitate pen-
sando di ricavare i grezzi direttamente per taglio dalla barra, date le non
rilevantissime dimensioni esterne del pezzo. Consultando i manuali tecnici
si ricava che la norma di unificazione UNI 7620, riguardante tondi di
acciaio speciale laminato a caldo in barre, prevede tondi da commercio di
dimensioni 090± 1 , 2 e 095± 1 , 2 (grado di qualità unico - A): dovendo
ottenere un diametro esterno del pezzo finito di 0 88h8 , partire da un
tondo 0 90 consentirebbe al limite un sovrammetallo di otto decimi di
millimetro (8/10 mm), probabilmente troppo ridotto.
Si sceglie perciò di partire da un: ·
dei quali programmato per eseguire le lavorazioni che competono alle due
facce della ruota. Dovendo, infatti, essere il grezzo afferrato in un mandri-
no autocentrante a tre morsetti, essendo impensabile lavorare la barra dal
passaggio barra della macchina per poi troncarla, è necessario eseguire le
operazioni di tornitura in due fasi, ruotando di 180° il pezzo.
- centratura (profonda);
- foratura dal pieno 0 25 mm;
- allargatura interna a 0 29 mm;
- prefinitura interna a 0 29,7 mm e smussatura d'estremità;
- tornitura esterna a 0 88,5 mm;
- finitura esterna a 0 88h8 e smussatura in testa;
b) seconda fase: smontato lo spezzone dalla prima macchina e trasportatolo
alla seconda, si provvede a eseguirne la sfacciatura sul iato ancora grezzo,
tornendo a quota e sfruttando il riferimento costituito dalla battuta offerta
al pezzo in lavorazione dal mandrino autocentrante, quindi a completare la
tornitura esterna e infine eseguire gli smussi interno ed esterno.
L = 48 mm=>N~ 4
cosicché il passo fra due denti consecutivi risulta:
L 48 mm
p =- =---= 12 mm
N 4
Nmax ·
(1 ---~(1
max - A -.....::::
adm
con:
A =b X h
costruendo la broccia con un acciaio X90 Mn V Cr 8 UNI 2955 per il
quale:
aR ~ 1500 N/mm 2
aR l 500 N/mm 2 / 2
aadm = -- = 10 = 150 N mm
nRdin
346 APPENDICE
Pi 8000 N _
h = --- = ------- ~ 6,6 mm (minimo)
b· o-adm 8 mm· 150 N/mm 2
Utensili-attrezzi
N. Operazione Reparto-macchina
calibri
_ -54
-35
20 • sfacciatura • macchineutensili • torretta esagonale
-centratura • tornio semiautoma- • mandrino autocen-
• foratura 0 25 tico trante a 3 morsetti
io
00
• allargaturainterna 0 29 • punta da centri
& •tornitura interna 029,7H8 A IO UNI 3223
e smussatura1,2 x 45° • punta elicoidale:
• tornitura esterna 0 88,5 N25 UNI 5622mat.
smussoesterno I x 45• • finitura esterna 0 88h8 X82 W Mo 06 05
smusso interno1,2 x 45'
e smussaturain testa; KU TF (...)
UNI 2955
30 li} • sfacciatura a quota • macchineutensili • torretta esagonale
• tornitura esterna • tornio semiautoma- • mandrino autocen-
0 88,5h8 tico trante a 3 morsetti
e smussaturain testa • ut. piegato per sfac-
io • smussaturainterna ciatura UNI 4108
00
& • ut. diritto per pas-
sata UNI 4102
• ut. diritto per fini-
smussoesterno1 x 45'
tura UNI 4105
smussointerno1,2 x 45' • ut. specialeper
smussi x 2 (...)
Utensili-attrezzi
N. Operazione Reparto-macchina
calibri
D = 80mm
b = 126 mm
Fresa A 80 x 16 N UNI 3905
d= 27 mm
z = 16 denti
F, = O6
Ft ,
Soluzione
Schizzo d'insieme:
,·.···.·.·.······························~
....................................
---------------------------------------------------------------------~
'
'
027
080
Figura 3.
vt~ 12 m/min
va~ 60 mm/min
per una fresa in HSS con avanzamenti in contrapposizione, abbondante e
appropriata lubro-refrigerazione e durata dei taglienti:
1000-12 m/min . ·; . . ·; .
= ------~ 47,75 gm mm----1:48
gm mm
n· 80 mm
an[mmIgiro]=
. va[mm/min]
.. .
n[gm/mm]
60 mm/min .
·= ---- ~ 1,25 mm/giro
48 giri/min
an[mm/giro]
az[mm /d ente]=-----
z [denti]
1,25 mm/giro .
=-----~0,078 mm/dente (accettabile...)
16 denti/giro
352 APPENDICE
Figura 4.
occorre calcolare solo lo spessore s del truciolo; questo non è però costan-
te durante il taglio, come già visto, per cui solitamente se ne considera il
valore massimo smax ( condizioni peggiori); questo può essere calcolato
approssimativamente con la:
. risu 1tere
( lo spessore med10 . bb e mvece:
. sm = Smax /P )
2 = az · VD = 0,02 mm .
2. ESECUZIONEDI UNA SCANALATURA SU DI UN BLOCCO D'ACCIAIO 353
p tmax =K s · qmax
-K
- s(l) . q'max
dove:
si ha:
K s = K s(l) <,-1>
· qmax
ovvero:
K. ~ 4,5 · Rm (accettabile)
da cui:
p tmax =K s · qmax
= 3 225 N/mm 2 · 0,64 mm 2 = 2064 N
dalla dinamica:
N=F· V
354 APPENDICE
= 2064 N · 12 m/min ~ 0 42 kW
60000 - '
0,483 kW
N= N101:11=----~ 0,7 kW
0,7
Figura 5.
Rm ?: 1 200 N/mm 2
nR .
d1n
= (3 --;-4) nR stat ~ IO
Ne segue:
Per quanto detto l'albero portafrese è soggetto a una terna di forze Fr,F,,
F,,applicate all'estremità di esso a una distanza radiale pari al raggio della
fresa montata, come rappresentato in figura 6: la risultante di tali forze
è la forza di taglio massima P 1max precedentemente calcolata.
~
'
Figura 6.
2. ESECUZIONE
DI UNA SCANALATURA
SUDI UN BLOCCO D'ACCIAIO 35 7
F,
F,
Figura 7.
Per ipotesi si assume: Fa= O, per cm, operando nel piano, è possibile
scrivere:
F,
tga=-=06
Ft '
a = arctg (0,6) = (30,964)0
F, = P1max • sena
D .
M 1 = F1 • 2= 1 770 N · 40 mm = 70 800 N · mm
R 1 = F1 = 1770 N
R 2 = F, = 1 062 N
65
85
N 1111111111111 M,
r, 111111½1 I I I I I .-a1lIII[
rtG!r IM1I (D) IMtl
Tz 111111$111111 ~ MIY
Figura 8.
Ty, = R 1 = 1 770 N
Tz, = R2 = 1062 N
a) verifica a flessotorsione:
Mi
- ---1..M
- wif.
= 23,8 mm
M1
n
= R 2 · 65 mm= 69 030 N · mm M1 =
2
j M 12 + M 12 =
~ ~
134 170 N · mm
a) verifica a flessotorsione:
= M1id2
wln2
_ jM 2
lz + 3/4M lz2
n 3
32. <P2
b) verifica a torsione-taglio:
Mr2 4 T2
=--+-·-
n 3 3 n 2
16</J2 4<p
2
3. Sezione più interna ove sia presente l'intera cava per linguetta: si
considera come sezione retta circolare piena con diametro di nocciolo:
3 = (27 - 5)mm = 22 mm
</J
M 13 = M 1 = 70 800 N · mm
M 1 = R 1 · 50 mm = 88 500 N · mm
Z3
M 1Y3 = R 2 · 50 mm = 53 100 N · mm
M 1 3 = JM 12 Z3 + M 12 ~ Y3
103200 N· mm
TY3 = R1 = 1 770 N
TZ3 = R2 = 1 062 N
T3 = JT; + T;= 2064 N
3 3
a) verifica a flessotorsione:
wf "'
O'adm 59 N/mm2 z
"adm = J3 = j3 ~ 34 N/mm
362 APPENDICE
Padm = 70 N/mm 2
3 T
•max= 2· A~ •adm
3 5 245 N ,.., 2
= -· 2 = 20,4 N/mm
2 7 x 55 mm
Figura 9.
Per valutare la pressione specifica agente sui fianchi della linguetta è neces-
sario determinare le pressioni differenziate che si verificano:
M1 2 · 70 800 N · mm
a) T = -- = ------ ~ 6436,4 N
d 5 (27 - 5)mm
2 2
A = 5 mm x 53 mm = 265 mm 2
T 6436,4 N 2
p~b~ro= A = 265 mm2 ~ 24,3 N/mm < Padm
b) T = ~ = 2 · 70 800 N · mm ~ 4 882 8 N
d 2 (27 + 2) mm - '
2+2
A = 2 mm x 53 mm = 106 mm 2
_ T _ 4 882,8 N ,.., 2
Pmax - - - 2 = 46,1 N/mm < Padm
mozzo A 106 mm ·
Dati di progetto
Soluzione
a) calettamento forzato;
b) a mezzo chiavetta;
c) a mezzo linguetta;
d) con profili scanalati.
nima tra i supporti a ridosso del profilo scanalato, per quanto detto la
progettazione dell'albero dovrà necessariamente tener conto della sola
sollecitazione di torsione, peraltro notevole, trascurando gli effetti della
flessione, comunque certamente altrettanto preponderanti. Per la costruzio-
ne dell'albero si sceglie di utilizzare, data l'elevata potenza da trasmettere,
un acciaio legato da cementazione, che con successivi trattamenti termici
di cementazione, tempra e rinvenimento (bonifica) consenta di:
I 20 Cr Ni 4 UNI 7846
aR 1400 N/mm 2 2
aadm = -- = l0 = 140 N/mm
nRdin
(Jadm
"adm = J3
3. PROGETTAZIONE
DI UN PROFILOSCANNATO 36 7
da cui:
140 N/mm 2 2
•adm = j3 ~ 80 N/mm
n 3
W=-d
r 16
Pc[kW]
M 1 [N · mm] = 9 549 300 · [ . ·; .· ]
n gmmm
si ricava perciò:
140
M 1 =9549300 · 4000 ~ 334225,5 N · mm
e infine:
3 16 · 334225,5 ,N· mm
d= Ml 2 ~ 27,7 mm
n · 80 /",mm
368 APPENDICE
IL UNI 8953
supporto Sx ,,,.------------... supporto Dx
D- d ) D +d nd 3
Mi = ( -2- - 2c . t/1· z. L -4-. Pa<lm = 16. "adm
ponendo:
n d2
m=- Q = --------- k =Padm
2t/J z(D + d)(D - d- 4c) "adm
L m-Q
d k
dove:
Q è caratteristico della geometria del profilo;
m, k sono tabulati (secondo norme di unificazione) in relazione all'applica-
z10ne.
36 2
Q =---------~O 43
8 (42 + 36)( 42 - 36 - 4 · 0,3) - '
k = 1,10
370 APPENDICE
sostituendo si ha:
L 2,10 · 0,43
d 1 10 ~ 0,82
'
valore sicuratamente accettabile in quanto inferiore a 1,5 come consigliato
da normativa.
Con condizioni di carico variabile e presenza di vibrazioni invece si avreb-
be:
k = 0,85
da cui:
L _2,_1 ~ 1
o_-_o_,4_3
d 0,85 -
L ~ 30 mm
a) tornitura;
b) esecuzione profilo scanalato;
c) trattamento termico;
d) rettifica;
x~lmm
% efinale ~ 1%
(tot = fcem.
attiva
+ (diffusione
in modo da ottenere lo strato di cementazione desiderato, m termini di
profondità e concentrazione; dalla relazione:
2
t =t . (¾Cfin. - %Ciniz.)
cem. tot %C _ 01 C- .
O sat. IO 1n1z.
3. Rinvenimento di distensione
k = 12,25
135 min ij
• taglio spezzonidi barra
·-
&,
·-·-·-·-·-·-·-·-·-·-·-·-·-cr ,----~--- ----- ·-·
1//4 N • intestatrice centra- • punta da centri
trice punta 2,5 A UNI
7652
~ '
/
y materiale:
5,10 HS 6-5-2UNI 2955
-
- 132,5 min ~
• intestaturae centratura
30 V)
• macchineutentili • fresa in intestatura
@ "'
&, • intestatrice centra- • punta da centri
trice punta 2.5 A UNI
·-· - - - - . - - - - - - - - - - - - -- - - -- - - - r·-- +- - ... ·-·
~ 7652
/~
y / materiale:
5,10 HS 6-5-2UNI 2955
130min ~
• intestaturae centratura
40 • macchineutensili • utensile diritto per
-
I "l V)
' • tornio parallelo sgrossatura destro
.,.,..
o - ·-v- • contropunta, punta UNI 4247
·-· ·-· -
- - . - - - - - -- - - - - - - - -- . - . --------- .
& & "' e discomenabrida materiale:
, • torretta a cambio HS 18-10-1 UNI
rapido 2955
~ • calibro ventesimale
110 min \} a corsoio
Utensili-al/rezzi
N. Operazione Reparto-macchina
calibri
I&
, prefinitura 0 30,25x min 20
---8
1 sgrossaturadestro
UNI 4247
-- . - . - . - . - ·-. -- -
. . -- - .-
--!-1--- materiale:HS 18-1O-I
UNI 2955
, utensile piegato per
.,______.
20min I& finitura destro UNI
4250
materiale:HS 18-10-1
, sgrossatura0 30,5e finitura 0 30,25x min 20 UNI 2955
50
- l':_ 2
, macchineutensili
, tornio paraIIelo
, utensile a testa sai-
data per gole di
2 "- Gola UNI 4386
/E0,6x0,3 scaricoesterne
Utensili-allrezzi
N. Operazione Reparto-macchina
calibri
- 90 -
• finitura 0 42•11 x 90
·-·B-·-----
[J-
• divisoreuniversale stante) per esecuzio-
• contropunta e punta ne profilo UNI
8953 8 X 36 X 42
materiale:X 78 WV
18 I KU UNI 2955
04-1
• rettificacilindrica0 30k6
378 APPENDICE
Utensili-attrezzi
N. Operazione Reparto-macchina
calibri
04'
• rettificacilindrica0 30k 6
---B
-------------
-E-- sale profilo costante)per
rettificaesterna
• testa a dividere
4. Proporzionamento di un gancio
per apparecchio di sollevamento
Dati di progetto
Soluzione
da cui:
_(JR,.._, 2
aadm - -
nR
= 115
.
N/mm
Tadm = J3
(Jadm,...,
=
66 N/mm 2
FT 72 x 8 UNI 9471
4. PROPORZIONAMENTO DI UN GANCIO 381
(in alternativa, per una maggiore semplicità realizzativa, si potrebbe pensare
di adottare una equivalente filettatura metrica UNI 4535); la sezione minima
del gambo del gancio non è tuttavia determinata dal diametro di nocciolo
della suddetta filettatura, bensì dalla gola ricavata fra questa e la parte liscia
del gambo; per essa si importa l'equazione di stabilità a trazione semplice:
p
(JN
max
= --
n02 ~ <Ja d m
4
_ 100000 N,..., 2
- 2 2 = 35,4 N/mm < <Iadm
n60 mm
4
Figura 11.
382 APPENDICE
p
Pmax ---S::.p
- A---:: adm
Z·
P 100000 N
z=---= 2 2~4
A · Padm 854,5 mm · 30 N/mm
4 p
•max= 3· A~ •adm
con:
A= ndi- lui= n· 64 mm- 50 mm~ 10053 mm 2
da cui:
4 100000 N - 2
•max= 3. 10053 mm2 = 13,3 N/mm
Viene condotta separatamente per due sezioni notevoli del gancio, rispetti-
4. PROPORZIONAMENTO
DI UN GANCIO 383
1. sezione A-A
Ya =3
H(B
+ 2b)
B+b (xa = O)
115 112 + 2- 42
-------mm
3 112 + 42
~ 48,8 mm
scala 1:5
-
N
-115 mm
140mm
Figura 12.
384 APPENDICE
'
.....,.
___--- --
. . . -- --- . - . -- - . -- - . --- . - - --- --,.
'G - ----- -- --- --- --- -- - --
y
Figura 13.
_ P _ I 00 000 N ,..., 2
aN - - - ------- - 11 3 N/mm
A 115 - '
2 (112 + 42)mm 2
4. PROPORZIONAMENTO
DI UN GANCIO 385
- di trazione conseguente alla flessione del lato intradosso:
<-J_Mr(H-yG)_ll,13-10 6 N-mm·(115-48,8)mm~ /
(JM 1 ----''------ 6 4 = 77,3 N mm 2
In 9,53· 10 mm
(J 101
.
mtra d OSSO = (J N + (J (+)
M f
N QN
N
-L!J-
0 101
extrad
0 101
intr.
Figura 14.
386 APPENDICE
2. Sezione B-B
YG = ~(~ :
2
:) =
= 100(95 + 2 · 36)mm =
3 95 + 36
~ 42,5 mm
H
A= 2 (B + b) =
100
= 2 (95 + 36) mm 2 ~ 6 550 mm 2
95mm
§ §
-
00
-
8
l
Figura 15.
4. PROPORZIONAMENTO
DI UN GANCIO 387
zione in esame:
p
•max= C· A~ •adm
e~ 1,5
100000 N 2
•max= 1,5 · 2 ~ 22,9 N/mm < •adm
6550 mm
C 0 = 134 kN
P 0 = P = 100 kN
f.= 1
si verifica che:
--.c------
Ff72x8
063
-
00
R3
085
36
Sez.B-B
Sez. A-A
140
Soluzione
Traccia del ciclo di lavorazione della puleggia intermedia in oggetto: il
progetto-proporzionamento dell'organo meccanico in esame è stato svolto
tenendo presente che lo scopo è realizzare una trasmissione di riduzione
dell'albero d'uscita di un motore elettrico all'utilizzazione, per interposizio-
ne di un albero intermedio sul quale calettare la puleggia; assegnato il
rapporto di trasmissione i < 1 da realizzare complessivamente, SI Impo-
stano i rapporti di trasmissione intermedi tali che:
50 56
Figura 17.
N
o"?
- """-
'°
r-i
.....
'0- '0-
Il")
i--
'0-
Il")
"""
'0-
Il")
i--
'0-
--
"""
'0-
10·
0150
0156.6
0162.6i.2
Semilavorato di fusione
in sabbia in ghisa 0180
Tolleranza generali
UNI7078
per getti ordinari ' 0186.6
Tolleranze generali prodotto 38t±I" , I
UNI- ISO 2768 - m puleggia 6A UNI 5266
eliminare spigoli vivi
in testa alle gole
10 15±0· i
3 : 15±0·
3 : 10 materiale: ghisa
G20UNI5007
raggi di raccordo fondo
goleRI mm 50 50
(100)
Soluzione
Il cuscinetto Michell considerato in questa esercitazione è un cuscinetto
spingente (cioè sopporta carichi assiali mentre un cuscinetto portante sop-
porta carichi radiali).
Fra il pezzo, che rappresenta il carico, e i pattini orientabili del cuscinetto
Michell è interposto lubrificante.
La relazione fondamentale che lega il carico (per unità di larghezza)
sopportabile dal cuscinetto con la velocità di rotazione, viscosità e dimen-
sioni geometriche del cuscinetto è la seguente:
12
N= Aµ· v· h~ (1)
394 APPENDICE
dove:
N = carico sopportato per unità di larghezza
A = costante
µ = viscosità lubrificante
v = velocità di rotazione
l = lunghezza pattino
h 2 = h minima del meato
~+'
V
-- l
du
Sforzo di taglio = r=µ-
dz
(2)
Per risolvere il nostro problema si devono fare alcune ipotesi (alcune delle
quali non sarebbero, in effetti, completamente accettabili).
y
Figura 20.
2. Siamo in presenza di moto laminare (in realtà questa ipotesi risulta più
accettabile della precedente). Il numero di Reynolds è basso e non c'è
turbolenza.
5. Deve valere la legge di Petroff Deve cioè valere la relazione (2) in cui si
considera solo la componente orizzontale della forza viscosa. Un altro
396 APPENDICE
fatto importante da tener presente è che tutto viene calcolato con funzio-
namento a regime. Non consideriamo la turbolenza del fluido.
Vediamo ora come varia la pressione lungo il pattino (ovviamente la
pressione del fluido).
baricentro
delle pressioni
N = carico sopportato
dal cuscinetto
Figura 21.
//////1/~IIIIIIII
--------
~:P,
.......
/////////
P1 velocità dovuta alla pressione
////////
(P, < 1)
Figura 22.
V-
CD
Figura 23.
A A
0,153 0,559
X 0,565
0,159 0,571
Figura 24.
398 APPENDICE
0,012(0,159 - x) = (0,006)2
1,908 · 10- 3 - 0,012x = 3,6 · 10- 5
1,908 · 10- 3 - 3,6 · 10- 5
---------=X = A
0,012
Quindi:
A= 0,156 (3)
2nn 9 2n · 75
w = - = -- = 7 854 rad/s
60 60 '
l = 0,468 m (5)
Q 700000
N = - = ---= 127272 kg /m
teorico Z · b z(Re - RJ P
N· b I+ b
RN =-- dove: C=- b
cn n
N* = N· Cn
Quindi:
X= 1,9 = n
h1
Poiché: n = - ricaviamo il valore h1 :
h2
h1 - h2
tga =---
!
h1 - h2 4
a,ad ~ I = 1,10297 · 10- radianti
Cioè:
Q 700000
Pmedia = z · b · I= 10 · (R - R-) · O 468
e I '
700000
Pm = lO. O 468 . O 55 = 271 950,27 kgp/m 2
' '
x ~ 1,985 ~ k I
r
Jm = k
H = 1, 985
0,0035 · 6,48
127272
RT=f-
I RN=--;·f'=
Q 100000
10 · 3,7· 10-
3
C, = Q · f' · Rmedio
Quindi:
C·r w= WP
otteniamo:
Wp = K· S· 119
dove:
119= 9olio - 9ambiente
L
sez.
A-A
semi giunto
bullone rosetta
UNI5727-0A elastica
UNI 1751
Figura 25. Giunto a disco con anello distanziatore in due metà (SAPITserie R.F.D.)
404 APPENDICE
110 125 330 320 155 60 18 10 M 16 110 IO 1300 1500 4,7534 94,700
120 140 375 350 170 70 18 10 M 20 125 10 2000 1300 8,9242 136
140 160 425 410 200 80 18 IO M 24 140 10 3050 1200 16,402 196
Soluzione
Schema dell'accoppiamento:
or-
'Q -
8
G.
L=99
Figura 26.
A B
=---
(j
r 2 ,2
Se alle estremità del cilindro sono applicate delle forze si avranno anche
delle sollecitazioni assiali calcolabili, sotto le usuali limitazioni, con le
formule di de Saint-Vénant e Navier. In particolare per un tubo aperto
con pressioni soltanto dall'interno e basi aperte avremo le condizioni al
406 APPENDICE
Figura 27.
contorno:
a,(r = RJ = - p a
r
=~(R;
,2_1)
a2 - 1
ai =
(R;
7i"+ )
p
a2 - 1 1
dove:
andamento delle a
Figura 28.
7. ESEMPIODI TRASMISSIONE
MEDIANTEGIUNTOA DISCHI 407
d
dF = p · f - L d<p
2
Figura 29.
d2
dCum = pf 4 Ld<p
(1)
dove:
p pressione di contatto;
f coefficiente di attrito radente (di primo distacco);
408 APPENDICE
Nel nostro caso, nota Cmax= 2,0C ricaviamo dalla equazione (1) la pres-
sione minima di forzamento:
2Cmax
P ~---p
,_..,.
nfd2L - min
(2)
Introducendo nella equazione (2) i valori dati nel testo del problema otte-
niamo:
4. 105 kgp
Pmin = 3 44
n · O08 · (O07)2 · O099 = ' mm 2
' ' '
Re 50
a=-=-= 1428
R-I 35 '
per il mozzo:
a2 +1
atM = (r = R;) = p -2--1
a -
a,M = (r = Ri) = - p
per l'albero:
7. ESEMPIODI TRASMISSIONE
MEDIANTEGIUNTOA DISCHI 409
Da queste sollecitazioni si ricavano, in campo elastico, le deformazioni
diametrali:
A
Ll
dM-d-
- p (az+I
--+-
E a2 I -
I)
m
=
L'.ldA - d~(}
-~) (3)
Detto y lo scarto tra profilo reale e linea media, questa è definita dalla
relazione:
410 APPENDICE
Altre norme, DIN 4760, 4769, 4766 e BS 1134, definiscono anche altri pa-
rametri.
Anzitutto lo scostamento del profilo tecnico da quello ideale viene chiama-
to ondulazione, riservando il termine rugosità agli scostamenti microgeo-
metrici del profilo reale da quello tecnico.
Questa distinzione è significativa dal punto di vista meccanico: mentre la
«rugosità» è intrinsecamente legata al procedimento tecnologico adottato
(per esempio nella tornitura dipenderà dal raggio dell'utensile e dall'avan-
zamento dello stesso ogni giro del pezzo), la «ondulazione» è generalmente
dovuta a inconvenienti nel funzionamento delle macchine utensili, vibra-
zioni e altro.
Come parametri relativi alla rugosità, oltre alla media aritmetica, vengono
definiti:
(4)
ovvero:
P. 2a 2
·
lnecess.
=d mm
E --
a2 _ 1 + 2 (R PM + R PA) (4')
i -dpmin~ (4")
err. - E a2 - 1
a 1A = - p = 3,44 kgP/mm 2
a, A = - p = 3,44 kgP/mm 2
412 APPENDICE
(<J-
/'tf, = _!_
E t
_!__
m ,
<J ) (6)
deformaz. j
tangenziale modulo di Poisson
A noi interessa più che altro la variazione del diametro. Basta, a questo
proposito, dividere per ne otterremo:
L\CA
L\dA = -- (8)
/' n
variazione del diametro
dell'albero
n · 3 44· 70
L\CA = 2 ; 000 (0,3 - 1) = - 0,025 mm
7. ESEMPIODI TRASMISSIONE
MEDIANTE
GIUNTOA DISCHI 413
e dall'equazione (8):
L\CA
L\dA = - = - 0,008 mm albero
n
Per il mozzo:
1
e1 = 21 OOO
(10,06 - 0,3 · 3,44) = 0,00043
m-u6
Pmin 2a 2 3,44
i rr = d- -- = 70 · -- · 3 924 = O045 mm
e E a2 - 1 21 000 ' '
414 APPENDICE
Jn-t6
imax 0,097 2
Pmax = Pmin -. - = 3,44· -- = 7,415 kgp/mm
i.cc. 0,045
Figura 32.
7. ESEMPIODI TRASMISSIONE
MEDIANTEGIUNTOA DISCHI 415
Secondo il criterio di Huber-Hencky la sollecitazione di confronto è:
~-------- 3a4 +I R.
a'fI = Ja;M + a;M - a,M· a,M = Pmax a2 -1 -<- 11
2a 2 R
(J~ = a,M - a,M = Pmax -2--1 ~ ~
a - . 11
a) corsa pistone e= 65 mm
b) lunghezza della biella I= 107 mm
416 APPENDICE
Figura 33.
Inoltre, senza tener conto delle azioni direttamente dovute ai pesi, determi-
nare:
Soluzione
Richiami teorici sul concetto delle velocità relative:
A Conosciamo solo
w = costante
G0 (stantuffo)
Figura 34.
wmanovella = O
418 APPENDICE
traiettoria assoluta
--------,__
traiettoria relativa
X
traiettoria di trascinamento
Analizziamo solo due assi perché, nel nostro caso, il moto è piano.
Al solito, nel caso di moti relativi valgono i seguenti teoremi:
vass
p
= v'p + vtr.p
2. Teorema di Coriolis:
zrss.= a' + a + ac
p p
1
p p
dove:
ac = 2fil(G)
p
/\ V(r)
p
accelerazione
/
complementare o di Coriolis
I due teoremi precedenti sono validi solo per un ben preciso pun-
to, e qumdi dobbiamo definire:
1. il punto;
2. il riferimento mobile.
Figura 36.
Chiaramente le incognite non devono essere più di due per ogni equazione
vettoriale (siamo nel piano e quindi ogni equazione vettoriale equivale a
due scalari).
Determinazione velocità
anziché:
APPENDICE
VB=
-
VB -
_
V1u
-(r)
VB
+ "A
+ -(t)VB
> sono uguali
y'
traiettoria
relativa di B
(ù
traiettoria i
di A
./</traiettoria di
trascinamento
di B (se questo si
muovesse)
Figura 37.
vg>
Velocità assoluta relativa trascinamento
Modulo ? Cù • r
(rJ e 32,5
V =Cù·r=410·-=410•--
B 2 } 000
B
-----------------------------------------------------------------•-----------
Figura 38.
VB
assoluta
Vn = 15,834 m/s
assoluta
e sappiamo che:
Determinazione accelerazioni:
v
p = raggio di curvatura
Figura 40.
ove:
al'>=> vale in modulo Q/ ma non si conosce il suo valore
B
a<
n1> = 5 463 , 25 m/s 2
B
v<r) 8 34
Qb = T = o,'107 ~ 78 rad/s
Calcolata Qb avremo:
Figura 41.
424 APPENDICE
y'
grafico velocità
scala 1 mm = l/3 m/s
Figura 42.
8. ANALISIDELLEFORZEAGENTISULMECCANISMOBIELLA-MANOVELLA 425
Figura 43.
Va 1 = 13,5 m/s
y'
in generale
Figura 44.
426 APPENDICE
Figura 45.
In scala:
a(r)
n Qo a<r>;o
t ,
107
B B
-
dr) = 1/tglX= -. =
Q2
782
t
B
dr) 651
~
quindi: tg IX=-" = -- = O 1515
dr)
t
4 300 '
aBA = J (a~>)
B
+ (a~'>) =
2
B
2 4 349 m/s 2
A
scala accelerazioni:
1 mm= 100 rn/s 2
Figura 46.
aa 1 = 4 400 m/s 2
accelerazione
centripeta
w =cost. = w=O
e quindi l;m = O
Figura 47.
428 APPENDICE
c)
Per calcolare la coppia d'inerzia agente sulla biella bisogna tener conto
della massa della biella, del raggio giratorio d'inerzia e della accelerazione
angolare .Qb·
Sapendo che:
(r) 2 o o
a, = 4 300 m/s = Qb · l= Qb · 0,107
B
ricaviamo:
• 4300
Qb = O,l0 7 =40187 rad/s 2
quindi:
d) Mib = 12,558 N · m
8. ANALISIDELLEFORZEAGENTISULMECCANISMOBIELLA-MANOVELLA 429
(?) y
Figura 48.
Fgas = p· A
dove:
nd 2 n
A= - = -(O 06)2 = 2 827 · 10- 3 m 2
4 4 ' '
430 APPENDICE
w
Figura 49.
AG 1 = b = 0,035 m
AB= I= 0,107 m
MA=0=>Fg· /senl4°+R/cosl4°+
- F;b· b sen 60° - M;b = O
ovvero:
R = 244,5 N
y o
X
X
R
Figura 50.
cm- 2 200 sen 45° (0,035 cos 15° + 0,0325 cos 55°) +
+ 2 200 cos 45° (0,0745 sen 15°) - 12,558 +
- 244,5 (0,107. cos 15° + 0,0325 cos 55°) = o
Cm= 96,051 N· m
Calcoliamo ora le x e y.
x = R + Fibsen45° = 1800,13 N
trascuriamo i pesi
F;b (?) = incognite
Rp)
Rz(?)
: compare
'
f '
'
-0 _-- X !Q
_[777T,D~
'
'
a b
Figura 52.
=> R 1 = - 617,53 N
434 APPENDICE
R, ~- 938, 11 N I
y
cinghie trapezoidali
-K--:~~:
H
~:~:~:~:~:~:~:~:~:~:~
-----~-
:~~:---K--:~:~:~:~:~:
· H
---~- -~-------- ------------ -------------------
Ridut. ~----t motore
f f d
.........
··•····
·.·'1··•···•················
.
Figura 53.
9. ESEMPIODI CALCOLO DI UNA TRASMISSIONE
A CINGHIETRAPEZOIDALI 435
te assiale A (quest'ultima di verso opposto sulle due pale), nel nostro
caso IA I = IP I, nonché la componente radiale T'. A quest'ultima va
sommata la forza centrifuga T", ottenendo un valore complessivo
T = T' + T" = 0,20P.
Si proceda:
Soluzione
T.
I
~ T.
o
So T.
o
Figura 54.
Il) equilibrare appunto i momenti di torsione che agiscono sulle due ruote.
Per quanto detto al punto I è chiaro che anche se sulle due ruote non
agisce alcun momento di torsione, nella cinghia vi sarà uno sforzo di tra-
zione T 0 costante per tutta la lunghezza della cinghia stessa.
Tale sforzo T 0 , che viene instaurato nella cinghia durante il montaggio,
sollecita gli alberi, su cui sono calettate le pulegge, con due forze S0 ,
uguali e contrarie, dirette secondo la congiungente i centri delle pulegge
medesime. Tali forze hanno un'intensità pari a:
(2)
(3)
A CINGHIETRAPEZOIDALI 43 7
9. ESEMPIODI CALCOLO DI UNA TRASMISSIONE
Per effetto dello squilibrio tra T e t le spinte S che agiscono sugli alberi
saranno uguali e contrarie ma agiranno secondo due rette inclinate rispetto
alla congiungente i centri delle p1:1legge(Figura 55). Tali spinte, ovviamen-
te, sono sempre date dalla somma vettoriale di f e T.
M,,=Sm·X
M, 2 = Sm(X + /)
Figura 55.
T= T0 + 11T
t = T0 - 11T
438 APPENDICE
sicché:
(6)
T
- = efa (7)
t
dove:
e = base dei logaritmi naturali (numero di Nepero);
f = è il coefficiente di attrito tra cinghia e puleggia. Nel caso di cinghie
trapezoidali tale coefficiente sarà sostituito da/*;
et= angolo di avvolgimento (espresso in radianti) della cinghia sulla puleg-
gia mmore.
Di
M 11 = (T- t)· - 2
e:
Sm = (T- t)sen/3
S -M
(T
----
+ t) 2cos /3
o- t1 (T- t) Di
2M 11 (!+
t
1)
S0 = -D-i -(T--)cos/3
--1
t
9. ESEMPIODI CALCOLO DI UNA TRASMISSIONE
A CINGHIETRAPEZOIDALI 439
ricordando l'equazione (7) si ottiene infine:
2M 11 (efa + 1)
S0 = --D (. fa ) cos/3 (8)
1 e - 1
a) f (materiali diversi);
b) ix (mediante galoppini ecc.);
c) aumentare o diminuire il tiro.
Te =mv 2 (9)
dove:
m = massa per unità di lunghezza della cinghia;
v = velocità di traslazione della cinghia medesima.
dove:
S = altezza del cingolo;
D = diametro di avvolgimento del cingolo stesso.
Quindi, per il buon funzionamento di una trasmissione, a ogni tipo di
cinghia corrisponde un diametro minimo di avvolgimento.
Grandezze geometriche: angolo /3(Figura 54):
D2 -Di
sen/3 = 21 (11)
(15)
9. ESEMPIODI CALCOLO DI UNA TRASMISSIONE
A CINGHIETRAPEZOIDALI 441
J (D
1- ---2 -
2/
D 1) 2
+1-- 1
2
(D21 D
2 - 1) 2
sicché:
n (D - D ) 2 (D - D ) 2
L = (D 1 + D 2 )- + 2 i + 2/ - 2 i
p 2 21 41
quindi:
(D - D ) 2
L p = 21 + 1' 57 (D 1 + D 2 ) + 2
4/
1 (16)
• = n1 = 200 = 2 66 = ~
n2 75 ' i
10000
5000
Cl) V
s:: ...
·s g
=e:·s
3000
z /
/
2000 / A /
·-bO,_c<:I
·-
"O bO l,/
,I
B V V
o Cl)
~-"3 1000 /
.,J
V
/
e::, ..!:!
o.. / V / e/ ,I
V
500
z :g 300 ., /
V
/ / D
E
200
a)
/ V // /
VV
100
0,1 10 100 1000
Potenza corretta Pc in kW
b)
Potenza corretta Pc in kW
10000
,,
,, ,,
· 5000
Cl)
s:: ...
·sg 3000 ~ 3V /
=e:·s -- ----
2000 - "\)~_I"-"" /
·-bO,_c<:I
<P,,,, ~'b- /_ ~V
·-
"O bO <()~ ~ / /
,, ,,
o Cl) 1000 I
~ '3 V 'ì-', ,, /
e::, ..!:! 8V
/ ,, q)~~/
o.. ,,
500 \. ,, 'b-t>l V
Zo"O 300 / I ,, <()
'l,':,\) V
c)
200
100
/V , ,, y
1 10 100 1000
Potenza corretta Pc in kW
Figura 56. Scelta della sezione della cinghia: a) cinghia di tipo classico; b) cinghie
strette tipo SP;c) cinghie strette tipo V
9. ESEMPIODI CALCOLO DI UNA TRASMISSIONE
A CINGHIETRAPEZOIDALI 443
carico troviamo (Tabella 12 del manuale Kompattex):
cc= 1,1
16
Figura 57.
a= 1,27
444 APPENDICE
2nn 1 2n200
V= - · r = -- · O 100 = 2 09 m/s
60 60 ' '
(19)
quindi:
DP = 2,66· 197,46 = 526,56 mm
D = DP + 2a
D = 526,56 + 2 · 1,27 = 529,1 mm (20)
540
-r=-=27
200 '
I~ ---
(K+l)d
+d per 1 < -r < 3 (21)
2
quindi:
(2,7 + 1) 200
I = 2 + 200 = 570 mm
A CINGHIETRAPEZOIDALI 445
9. ESEMPIODI CALCOLO DI UNA TRASMISSIONE
(D d) 2
L = 2· I+ l,57(D + d). +---4· I
(22)
Quindi:
y = 180 - 57 (D - d) [gradi]
/eff
ovvero:
(540 - 200)
y = 180 - 57 601,25 = (146,222) = 2,57 rad
0
h) La prestazione attuale, che può dare una cinghia del nostro tipo 5 V
950, P0 è la potenza in CV che la cinghia trasmette nelle reali condizioni di
esercizio e si ottiene da:
(23)
dove:
P,, = prestazione base, cioè la potenza in CV trasmissibile teoricamente per
-r = 1; cioè D = d e y = 180°.
P,, = 2,98 CV
446 APPENDICE
Ricaviamo anche:
pd = 0,22 cv
che è la potenza che la cinghia trasmette in più per il fatto che r =faI.
C1 = tiene conto delle reali condizioni di esercizio (y < 180°) relativo al-
l'avvolgimento. C1 = 0,91 per y = 145°.
CL= condizioni di esercizio reali per la cinghia.
CL= 0,96.
Possiamo ora calcolare il tiro che si deve dare alle cinghie affinché esse
non slittino.
Supponiamo che l'insieme ruoti ma con potenza trasmessa nulla (cop-
pia = O) (Figura 54):
S0 = 2T 0 cos /3 (24)
(25)
S0 è influenzato da f e IX.
Per assicurare che la cinghia non slitti si può intervenire su questi due
valori oppure sul tiro cercando di diminuirlo il più possibile.
IX è un dato del problema;
f dipende dalle superfici e dalle forze che si scambiano cinghie e pulegge.
Figura 58.
FR = 2Rsen(9/2)
quindi:
f* =FA= 2/R
FR 2R sen (9/2)
f* = f (24)
sen 9/2
C( 146,222°
/3= 90- - = 90 - ---
2 2
= 16 531°
'
W 7 0,33 · 1 000
M =-=--=O 33 kJ =---= 3403 kg m
11 w 2n200 ' 9,81 ' P
60
Allora S0 diventa:
TABELLE
1. Tabella CNR-UNI 10011 del giugno 1988 relativa alle «costruzioni in acciaio».
2. Tabella CNR-UNI 10021 del dicembre 1973 relativa alle «strutture di acciaio
per apparecchi di sollevamento».
MANUALI