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DISCIPLINARE TECNICO
INDICE
1. OBIETTIVI DEL DISCIPLINARE TECNICO..………..………………….……… pag. 3
3. DEFINIZIONI………………………………………………………………………… pag. 4
- Aree e contenitori per rifiuti urbani pericolosi e rifiuti non pericolosi allo
stato liquido………………………………………………………..………… pag. 11
- - Stoccaggio RAEE……...……………………………………….…………… pag. 12
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1. OBIETTIVI DEL DISCIPLINARE TECNICO.
Il presente disciplinare ha l’obiettivo di fornire indirizzi progettuali per la realizzazione
o l’adeguamento alla vigente normativa dei Centri di Raccolta dei rifiuti urbani raccolti
in maniera differenziata, in seguito definiti “Centri di Raccolta”, al fine di garantire su
tutto il territorio uguali standard di servizio, nonché progettuali.
I Centri di Raccolta hanno la funzione primaria di assicurare il conferimento dei flussi
delle varie frazioni di rifiuti urbani che per la loro natura, pericolosità o dimensioni,
ovvero per motivazioni economiche o di strutturazione del servizio, non sono
compatibili con le raccolte domiciliari, le raccolte con contenitore stradale o su
chiamata.
La gestione dei rifiuti deve essere svolta nel rispetto dei seguenti criteri generali:
- deve essere garantito il rispetto di tutte le norme vigenti in materia di tutela della
salute dell'uomo e dell'ambiente, nonché di sicurezza sul lavoro;
- le operazioni da effettuarsi non devono creare rischi per l'acqua, l'aria, il suolo, la
fauna e la flora, o inconvenienti da rumori e odori né danneggiare il paesaggio e i
siti di particolare interesse;
- lo stoccaggio dei rifiuti deve essere realizzato in modo da non modificare le
caratteristiche del rifiuto compromettendone il successivo recupero;
- deve essere rispettato il decoro urbano.
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3. DEFINIZIONI
Ai fini del presente Disciplinare, sulla base di quanto stabilito dall’art. 183 del D.Lgs.
152/06, si assumono le seguenti definizioni:
- “rifiuto”: qualsiasi sostanza od oggetto di cui il detentore si disfi o abbia l’intenzione
o abbia l'obbligo di disfarsi;
- “rifiuto pericoloso”: rifiuto che presenta una o più caratteristiche di cui all’allegato I
della parte quarta del D.Ls. 152/06;
- “oli usati”: qualsiasi olio industriale o lubrificante, minerale o sintetico, divenuto
improprio all’uso cui era inizialmente destinato, quali gli oli usati dei motori a
combustione e dei sistemi di trasmissione, nonché gli oli usati per turbine e comandi
idraulici;
- "rifiuto organico" rifiuti biodegradabili di giardini e parchi, rifiuti alimentari e di
cucina prodotti da nuclei domestici, ristoranti, servizi di ristorazione e punti vendita
al dettaglio e rifiuti simili prodotti dall’industria alimentare raccolti in modo
differenziato;
- “produttore di rifiuti”: il soggetto la cui attività produce rifiuti (produttore iniziale) o
chiunque effettui operazioni di pretrattamento, di miscelazione o altre operazioni che
hanno modificato la natura o la composizione di detti rifiuti;
- “gestione”: la raccolta, il trasporto, il recupero e lo smaltimento dei rifiuti, compresi
il controllo di tali operazioni e gli interventi successivi alla chiusura dei siti di
smaltimento, nonché le operazioni effettuate in qualità di commerciante o
intermediario;
- “raccolta”: il prelievo dei rifiuti, compresi la cernita preliminare e il deposito, ivi
compresa la gestione dei centri di raccolta di cui alla lettera “mm”, ai fini del loro
trasporto in un impianto di trattamento;
- “raccolta differenziata”: la raccolta in cui un flusso di rifiuti è tenuto separato in base
al tipo ed alla natura dei rifiuti al fine di facilitarne il trattamento specifico;
- "trattamento": operazioni di recupero o smaltimento, inclusa la preparazione prima
del recupero o dello smaltimento;
- “recupero”: qualsiasi operazione il cui principale risultato sia di permettere ai rifiuti
di svolgere un ruolo utile, sostituendo altri materiali che sarebbero stati altrimenti
utilizzati per assolvere una particolare funzione o di prepararli ad assolvere tale
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funzione, all'interno dell'impianto o nell'economia in generale. L'allegato C della
parte IV del D.Lgs. 152/06 riporta un elenco non esaustivo di operazioni di recupero.;
- “riciclaggio”: qualsiasi operazione di recupero attraverso cui i rifiuti sono trattati per
ottenere prodotti, materiali o sostanze da utilizzare per la loro funzione originaria o
per altri fini. Include il trattamento di materiale organico ma non il recupero di
energia né il ritrattamento per ottenere materiali da utilizzare quali combustibili o in
operazioni di riempimento;
- “smaltimento”: qualsiasi operazione diversa dal recupero anche quando l’operazione
ha come conseguenza secondaria il recupero di sostanze o di energia. L’Allegato B
alla parte IV del D.Lgs. 152/06 riporta un elenco non esaustivo delle operazioni di
smaltimento;
- “stoccaggio”: le attività di smaltimento consistenti nelle operazioni di deposito
preliminare di rifiuti di cui al punto D15 dell'allegato B alla parte quarta del D.Lgs.
152/06, nonché le attività di recupero consistenti nelle operazioni di messa in riserva
di rifiuti di cui al punto R13 dell'allegato C alla medesima parte quarta;
- “deposito temporaneo”: il raggruppamento dei rifiuti effettuato, prima della raccolta,
nel luogo in cui gli stessi sono prodotti, alle seguenti condizioni:
1) i rifiuti contenenti gli inquinanti organici persistenti di cui al regolamento (CE)
850/2004, e successive modificazioni, devono essere depositati nel rispetto delle
norme tecniche che regolano lo stoccaggio e l’imballaggio dei rifiuti contenenti
sostanze pericolose e gestiti conformemente al suddetto regolamento;
2) i rifiuti devono essere raccolti ed avviati alle operazioni di recupero o di
smaltimento secondo una delle seguenti modalità alternative, a scelta del
produttore dei rifiuti: con cadenza almeno trimestrale, indipendentemente dalle
quantità in deposito; quando il quantitativo di rifiuti in deposito raggiunga
complessivamente i 30 metri cubi di cui al massimo 10 metri cubi di rifiuti
pericolosi. In ogni caso, allorché il quantitativo di rifiuti non superi il predetto
limite all'anno, il deposito temporaneo non può avere durata superiore ad un anno;
3) il “deposito temporaneo” deve essere effettuato per categorie omogenee di rifiuti e
nel rispetto delle relative norme tecniche, nonché, per i rifiuti pericolosi, nel
rispetto delle norme che disciplinano il deposito delle sostanze pericolose in essi
contenute;
4) devono essere rispettate le norme che disciplinano l'imballaggio e l'etichettatura
delle sostanze pericolose;
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5) per alcune categorie di rifiuto, individuate con decreto del Ministero dell'ambiente
e della tutela del territorio e del mare, di concerto con il Ministero per lo sviluppo
economico, sono fissate le modalità di gestione del deposito temporaneo;
- “scarichi idrici”: qualsiasi immissione effettuata esclusivamente tramite un sistema
stabile di collettamento che collega senza soluzione di continuità il ciclo di
produzione del refluo con il corpo ricettore in acque superficiali, sul suolo, nel
sottosuolo e in rete fognaria, indipendentemente dalla loro natura inquinante, anche
sottoposte a preventivo trattamento di depurazione.;
- “inquinamento atmosferico”: ogni modificazione dell'aria atmosferica, dovuta
all'introduzione nella stessa di una o di più sostanze in quantità e con caratteristiche
tali da ledere o da costituire un pericolo per la salute umana o per la qualità
dell'ambiente oppure tali da ledere i beni materiali o compromettere gli usi legittimi
dell'ambiente;
- “gestione integrata dei rifiuti”: il complesso delle attività, ivi compresa quella di
spazzamento delle strade, volte ad ottimizzare la gestione dei rifiuti;
- “circuito organizzato di raccolta”: sistema di raccolta di specifiche tipologie di rifiuti
organizzato dai Consorzi di cui ai titoli II e III della parte quarta e alla normativa
settoriale, o organizzato sulla base di un accordo di programma stipulato tra la
pubblica amministrazione ed associazioni imprenditoriali rappresentative sul piano
nazionale, o loro articolazioni territoriali, oppure sulla base di una convenzione-
quadro stipulata tra le medesime associazioni ed i responsabili della piattaforma di
conferimento, o dell’impresa di trasporto dei rifiuti, dalla quale risulti la destinazione
definitiva dei rifiuti. All’accordo di programma o alla convenzione-quadro deve
seguire la stipula di un contratto di servizio tra il singolo produttore ed il gestore della
piattaforma di conferimento, o dell’impresa di trasporto dei rifiuti, in attuazione del
predetto accordo o della predetta convenzione;
Inoltre, sulla base di quanto stabilito dall’art. 1 del D.M. 08/04/2008, come modificato
dal D.M. 13/05/2009, si assume la seguente definizione:
Centro di Raccolta: area presidiata ed allestita ove si svolge unicamente attivita' di
raccolta, mediante raggruppamento per frazioni omogenee per il trasporto agli impianti
di recupero, trattamento e, per le frazioni non recuperabili, di smaltimento, dei rifiuti
urbani e assimilati […], conferiti in maniera differenziata rispettivamente dalle utenze
domestiche e non domestiche anche attraverso il gestore del servizio pubblico, nonche'
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dagli altri soggetti tenuti in base alle vigenti normative settoriali al ritiro di specifiche
tipologie di rifiuti dalle utenze domestiche.
Per ogni altra definizione si rimanda alla normativa vigente in materia di rifiuti.
4. ASPETTI PROGETTUALI
4.1 Realizzazione / adeguamento dei Centri di Raccolta
La realizzazione, o l’adeguamento, dei centri di raccolta e la loro regolamentazione è
affidata al Comune territorialmente competente, che dispone in merito con propri atti in
conformità con la vigente normativa urbanistica ed edilizia.
Il progetto dovrà essere sottoposto all’ASL territorialmente competente e all’ARPAC,
che si esprimono con specifico riferimento alle conseguenze ambientali..
Il Comune da comunicazione alla Regione e alla Provincia della realizzazione o
dell’adeguamento dei centri di raccolta.
4.2. Localizzazione
Per quanto attiene l’individuazione delle aree su cui realizzare i Centri di Raccolta,
spetta agli strumenti urbanistici comunali la scelta della localizzazione sulla base di
criteri previsti dalla normativa vigente in materia urbanistica ed edilizia.
La localizzazione del Centro di Raccolta deve essere indicata dal Piano Regolatore
Comunale (PRG), oggi Piano Urbanistico Comunale (PUC) all’interno delle zone F
“parti del territorio destinate ad attrezzature ed impianti di interesse generale” di cui
all’art. 2 del Decreto interministeriale 2 aprile 1968, n. 1444.
Laddove la localizzazione non risulta conforme alla pianificazione urbanistica vigente
del Comune, si provvederà alla variante urbanistica ai sensi dell’art. 19 del D.P.R. n.
327 dell’08/06/2001, secondo le prescrizioni dettate nel “Regolamento inerente
l’adozione di varianti semplificate ex art. 19 del DPR 327/2001”, approvato dal
Consiglio Provinciale di Napoli con deliberazione n. 97 del 29/11/2007.
È opportuno precisare che per la localizzazione, in quanto afferente al sistema della
raccolta e non ad impianti di deposito o messa in riserva di rifiuti, non occorre verificare
la classificazione del territorio provinciale in zone idonee e non idonee alla
localizzazione di trattamento e smaltimento di rifiuti urbani.
Il sito scelto deve comunque essere nella piena disponibilità del Comune e di norma,
non deve ricadere nelle aree soggette ai sottoelencati vincoli:
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a) Siti di Importanza Comunitaria, Zone di Protezione Speciale, come individuati
dai relativi provvedimenti istitutivi;
b) Aree a Rischio R3 e R4 e di Pericolosità P3 e P4 (o assimilabili), fasce fluviali A
e B, come individuate dai PAI redatti dalle competenti autorità regionali;
c) nei territori sottoposti a vincolo paesaggistico ai sensi del decreto legislativo
42/2004 e successive modifiche, salvo specifica autorizzazione regionale, ai
sensi dell'articolo 146 del citato decreto;
d) nei siti di bonifica di interesse nazionale, in assenza di interventi di
riqualificazione o di opere di bonifica;
e) in aree site nelle zone di rispetto di cui all'art. 94 e s.m.i.;
f) nelle aree sottoposte al vincolo idrogeologico di cui al R.D. n. 3267 del
30/12/1923;
Il Centro di Raccolta deve essere localizzato in aree servite dalla rete viaria di
scorrimento urbano per facilitare l'accesso degli utenti e dei mezzi pesanti per il
conferimento agli impianti di recupero e/o smaltimento.
Il Centro di Raccolta deve essere ubicato il più vicino possibile agli utenti, nelle
immediate vicinanze del principale centro abitato o comunque baricentrico rispetto
l'ambito territoriale servito.
Si consiglia di individuare collocazioni non troppo periferiche, privilegiando zone sulle
quali già insistono poli di attività, come:
- centri commerciali
- industriali-artigianali
- mercati settimanali;
- centri sportivi.
Il tutto nel rispetto delle prescrizioni della pianificazione urbanistica comunale e
sovracomunale, evitando di norma di realizzare i Centri di Raccolta all’interno di
comparti densamente abitati, onde evitare che l’attività possa recare eccessiva molestia
a causa di odori, polverosità e alla possibilità che si verifichino abbandoni di rifiuti per
la negligenza degli utenti.
La distanza di un Centro di Raccolta dai centri abitati, incluse le case sparse ed isolate,
rappresenta uno dei principali fattori di accettabilità da parte delle comunità locali.
D’altra parte risulta anche chiaro che notevoli distanze dal contesto urbanizzato
influiscono negativamente sulla fruibilità del Centro.
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Sull’argomento non esiste un limite stabilito dalla norma e può non avere un senso
assegnare, a priori, distanze soglia oltre le quali è possibile affermare con certezza che
non vi saranno, da parte dei candidati siti, impatti e disturbi ambientali sui possibili
bersagli d’indagine.
Se ne conclude che nelle fasi di localizzazione di dettaglio, si dovranno analizzare
attentamente le proposte di ubicazione, con la raccomandazione di valutare le varie
componenti ambientali (es. polveri, parti volatili, rumore, vibrazioni, odori) al fine di
riconoscere se le distanze tra il Centro di Raccolta e i possibili bersagli di impatto
possano giudicarsi adeguate, in funzione della potenzialità del Centro di Raccolta e la
tipologia di rifiuti previsti in progetto.
Nel caso in cui il sito individuato non abbia requisiti ottimali dovranno essere valutate
delle misure compensative da mettere in atto nelle fasi di realizzazione e gestione
dell’impianto per limitarne l’impatto sul tessuto urbano prossimo allo stesso (viabilità,
decoro, problemi di carattere igienico sanitario, etc ).
Deve essere redatto un piano di ripristino a chiusura dell'impianto al fine di garantire la
fruibilità del sito, in coerenza con la destinazione urbanistica dell'area.
4.3 Utilizzo
Il Centro di Raccolta è utilizzato per il conferimento delle diverse frazioni di rifiuto
differenziato, per fornire servizi, informazioni e materiali ai cittadini, utili alla raccolta
differenziata.
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conferiscono caratteristiche particolari: effetto antipolvere, impermeabilità ai liquidi,
resistenza chimica, resistenza all’attrito e agli urti.
La restante parte dell’area potrà essere pavimentata con conglomerato bituminoso.
La pavimentazione sarà dotata di idonee pendenze al fine di evitare la formazione di
ristagni d’acqua e consentire il convogliamento delle acque verso le caditoie di raccolta.
Al fine di evitare l’accesso al di fuori di orari di apertura, di scongiurare l’intrusione di
animali o persone ed il conferimento da parte di utenti non autorizzati, l’intera area
dovrà essere provvista di recinzione di altezza non inferiore a 2 m e ogni ingresso dovrà
essere chiuso con cancello.
Il Centro di Raccolta deve essere opportunamente integrato con l’ambiente circostante.
Ai fini sia dell’integrazione paesaggistica e naturalistica, che della costituzione di
un’idonea barriera frangivento, è necessario predisporre una fascia di vegetazione
preferibilmente costituita da specie arbustive ed arboree autoctone, ovvero schermi
mobili. Deve essere sempre garantita la manutenzione nel tempo.
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l’allontanamento e l’avvio a destino dei rifiuti raccolti. Ciò può essere ottenuto, per
esempio, con una precisa individuazione e delimitazione dei percorsi accessibili
all’utenza; laddove possibile è consigliata la realizzazione su più livelli.
Nel caso di raccolta dei rifiuti in cassoni scarrabili, se il Centro di Raccolta non è
realizzato su diversi livelli, è opportuno prevedere la presenza di rampe carrabili almeno
per il conferimento di materiali ingombranti o pesanti. Nel caso di impossibilità di
realizzare le rampe, si consiglia di prevedere cassoni a sponda bassa o con sponda
apribile, al fine di agevolare il conferimento da parte dell’utenza.
I contenitori possono essere: scarrabili, benne, cassonetti, bidoni, contenitori sigillabili
per RUP e/o medicinali, contenitori a tenuta stagna per gli oli (per i RUP, sono
necessari contenitori specifici e omologati e riparati da tettoia o in locale chiuso). I
cassoni scarrabili/contenitori possono essere anche interrati.
Per i rifiuti di maggiori quantità o dimensioni sono consigliabili scarrabili o benne
mentre per le restanti tipologie di rifiuto è sufficiente l'impiego di altri contenitori; in
tutti i casi, la dimensione dei contenitori dipende dalla quantità e grandezza del
materiale conferito oltre che dall' intervallo di tempo di svuotamento previsto.
Aree e contenitori per rifiuti urbani pericolosi e rifiuti non pericolosi allo stato
liquido
Il Centro di Raccolta dovrà prevedere un locale chiuso, o comunque coperto con tettoia,
attrezzato, con contenitori a tenuta per i rifiuti urbani pericolosi e i rifiuti non pericolosi
allo stato liquido.
I contenitori o i serbatoi fissi o mobili devono possedere adeguati requisiti di resistenza,
in relazione alle proprietà chimico-fisiche ed alle caratteristiche di pericolosità dei rifiuti
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stessi, nonché sistemi di chiusura, accessori e dispositivi atti ad effettuare, in condizioni
di sicurezza, le operazioni di riempimento, di travaso e di svuotamento.
I rifiuti liquidi devono essere depositati, in serbatoi o in contenitori mobili (p.es. fusti o
cisternette) dotati di opportuni dispositivi antitraboccamento e contenimento, al coperto.
Le manichette ed i raccordi dei tubi utilizzati per il carico e lo scarico dei rifiuti liquidi
contenuti nelle cisterne devono essere mantenuti in perfetta efficienza, al fine di evitare
dispersioni nell'ambiente. Sui recipienti fissi e mobili deve essere apposta apposita
etichettatura con l'indicazione del rifiuto contenuto, conformemente alle norme vigenti
in materia di etichettatura di sostanze pericolose.
Il contenitore o serbatoio fisso o mobile deve riservare un volume residuo di sicurezza
pari al 10%, ed essere dotato di dispositivo antitraboccamento o da tubazioni di troppo
pieno e di indicatori e di allarmi di livello.
I contenitori e/o serbatoi devono essere posti su superficie impermeabilizzata e dotata di
opportuna pendenza, in modo da convogliare eventuali sversamenti accidentali ad un
pozzetto di raccolta dedicato, a tenuta stagna; in alternativa ciascun contenitore
destinato al conferimento dei rifiuti liquidi pericolosi deve avere una vasca di
contenimento con capacità pari ad almeno 1/3 di quella del contenitore.
I contenitori devono essere raggruppati per tipologie omogenee di rifiuti e disposti in
maniera tale da consentire una facile ispezione, l'accertamento di eventuali perdite e la
rapida rimozione di eventuali contenitori danneggiati.
Il deposito di oli minerali usati deve essere realizzato nel rispetto delle disposizioni di
cui al D.Lgs. 95/1992 e succ. mod., e al DM 392/1996.
Stoccaggio RAEE.
Per i Rifiuti da Apparecchiature Elettriche ed Elettroniche (RAEE), lo stoccaggio deve
essere realizzato su un’area con superficie impermeabilizzata e con una pendenza tale
da convogliare gli eventuali liquidi in apposite canalette e in pozzetti di raccolta a
tenuta. Tale area, dotata di copertura resistente alle intemperie, sarà suddivisa in settori
o provvista di adeguati contenitori per le principali categorie di materiali.
È necessario adottare idonee procedure per evitare di accatastare rifiuti di
apparecchiature elettriche ed elettroniche (RAEE) senza opportune misure di sicurezza
per gli operatori e per la integrità delle stesse apparecchiature. I RAEE dovranno essere
depositati almeno secondo i raggruppamenti di cui all'Allegato 1 del DM 185/2007:
- raggruppamento 1 freddo e clima;
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- raggruppamento 2 altri bianchi;
- raggruppamento 3 TV e monitor;
- raggruppamento 4 componenti elettronici;
- raggruppamento 5 sorgenti luminose.
(vedi Allegato A al presente Disciplinare)
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4.8. Sistema di raccolta e trattamento acque reflue
In fase di progettazione dovrà prevedersi una rete fognaria separata per il
convogliamento delle acque di scarico dei servizi igienici e per la raccolta e la gestione
delle acque meteoriche di dilavamento o di lavaggio.
Tutti gli scarichi devono essere preventivamente autorizzati:
- dal Comune e/o dall’Ente d’Ambito se recapitano in reti fognarie;
- dalla Provincia se recapitano in corpo idrico o sul suolo o negli strati superficiali
del sottosuolo.
Per quanto riguarda gli scarichi in pubblica fognatura, dovrà essere assicurato il rispetto
delle norme stabilite dal Gestore del servizio idrico integrato dell'Ambito Territoriale
Ottimale.
In linea generale le acque meteoriche di dilavamento non sono considerate "scarico" ai
sensi delle definizioni contenute all’art. 74 del D. Lgs 152/2006.
Tuttavia, quando perdono la natura di acque meteoriche, perchè provengono dalle
superfici impermeabili scoperte per le quali vi sia il rischio di dilavamento di sostanze
pericolose o di sostanze che creano pregiudizio per il raggiungimento degli obiettivi di
qualità dei corpi idrici, le acque di prima pioggia sono sottoposte alla disciplina degli
scarichi industriali, nelle more dell’emanazione della disciplina regionale prevista
all’art. 113 del D.Lgs. 152/2006.
Si definiscono:
- Acque di prima pioggia: quelle corrispondenti, nella prima parte di ogni evento
meteorico, ad una precipitazione di 5 millimetri di acqua meteorica di
dilavamento uniformemente distribuita su tutta la superficie scolante servita dal
sistema di drenaggio. Per il calcolo delle relative portate si assume che tale
valore si verifichi in un periodo di tempo di 15 minuti;
- Acque di lavaggio: le acque utilizzate per il lavaggio delle superfici scolanti e
qualsiasi altra acqua di dilavamento di origine non meteorica.
Le acque di prima pioggia trattate e di lavaggio delle aree esterne devono essere
recapitate in ordine preferenziale:
a) in pubblica fognatura;
b) in acque superficiali a fronte dell’impossibilità dello scarico in pubblica
fognatura;
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c) sul suolo o negli strati superficiali del sottosuolo, in assenza di alternative
tecnicamente ed economicamente realizzabili anche in rapporto ai benefici
ambientali conseguibili.
In particolari situazioni di pericolo per l’ambiente, si può presentare la necessità che le
acque di prima pioggia e di lavaggio siano trattate come rifiuti, ai sensi della parte
quarta del D.Lvo 152/2006,
Lo scarico delle acque meteoriche di dilavamento in corpo idrico superficiale o sul
suolo è consentito a condizione che le acque di prima pioggia e di lavaggio, attraverso
l'installazione di appositi dispositivi (deviatori di flusso, vasche di accumulo), vengano
convogliate, per il volume delle acque calcolato secondo le definizioni precedentemente
riportate, e siano adeguatamente trattate.
A tale scopo, è da ritenersi necessario l'adozione di idonei sistemi di trattamento. I
sistemi di trattamento adottati dovranno essere conformi alle disposizioni ed alle
normative tecniche vigenti e dovranno essere realizzati od adeguati utilizzando le
migliori tecnologie disponibili.
Il recapito delle acque di seconda pioggia non è soggetto ad autorizzazione allo scarico,
salva diversa disciplina regionale.
E’ comunque vietato lo scarico o l’immissione diretta di acque meteoriche nelle acque
sotterranee.
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E’ auspicabile l’uso di energia alternativa per la produzione di acqua calda e
riscaldamento per gli uffici, a mezzo di pannelli solari, nonché l’uso di pannelli
fotovoltaici per la produzione di energia elettrica per l’illuminazione
5. ASPETTI GESTIONALI
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12. solventi (CER 20 01 13*)
13. acidi (CER 20 01 14*)
14. sostanze alcaline (CER 20 01 15*)
15. prodotti fotochimici (CER 20 01 17*)
16. pesticidi (CER 20 01 19*)
17. tubi fluorescenti ed altri rifiuti contenenti mercurio (CER 20 01 21)
18. rifiuti di apparecchiature elettriche ed elettroniche (CER 20 01 23*, 20 01 35* e 20
01 36)
19. oli e grassi commestibili (CER 20 01 25)
20. oli e grassi diversi da quelli al punto precedente, ad esempio oli minerali esausti
(CER 20 01 26*)
21. vernici, inchiostri, adesivi e resine (CER 20 01 27* e 20 01 28)
22. detergenti contenenti sostanze pericolose (CER 20 01 29*)
23. detergenti diversi da quelli al punto precedente (CER 20 01 30)
24. farmaci (CER 20 01 31* e 20 01 32)
25. batterie ed accumulatori di cui alle voci 160601* 160602* 160603* (provenienti da
utenze domestiche) (CER 20 01 33*)
26. rifiuti legnosi (CER 20 01 37* e 20 01 38)
27. rifiuti plastici (CER 20 01 39)
28. rifiuti metallici (CER 20 01 40)
29. sfalci e potature (CER 20 02 01)
30. ingombranti (CER 20 03 07)
31. cartucce toner esaurite (20 03 99)
32. rifiuti assimilati ai rifiuti urbani sulla base dei regolamenti comunali, fermo restando
il disposto di cui all'articolo 195, comma 2, lettera e), del decreto legislativo 3 aprile
2006, n. 152, successive modifiche
33. toner per stampa esauriti diversi da quelli di cui alla voce 08 03 17* (provenienti da
utenze domestiche) (CER 08 03 18)
34. imballaggi in materiali compositi (CER 15 01 05)
35. imballaggi in materia tessile (CER 15 01 09)
36. pneumatici fuori uso (solo se conferiti da utenze domestiche) (CER 16.01.03)
37. filtri olio filtri olio (CER 16 01 07*)
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38. componenti rimossi da apparecchiature fuori uso diversi da quelli di cui alla voce 16
02 15* (limitatamente ai toner e cartucce di stampa provenienti da utenze
domestiche) (CER 16 02 16)
39. gas in contenitori a pressione (limitatamente ad estintori ed aerosol ad uso
domestico) (CER 16 05 04* e 16 05 05)
40. miscugli o scorie di cemento, mattoni, mattonelle, ceramiche, diverse da quelle di
cui alla voce 17 01 06* (solo da piccoli interventi di rimozione eseguiti direttamente
dal conduttore della civile abitazione) (CER 17 01 07)
41. rifiuti misti dell'attività di costruzione e demolizione, diversi da quelli di cui alle
voci 17 09 01*, 17 09 02* e 17 09 03*(solo da piccoli interventi di rimozione
eseguiti direttamente dal conduttore della civile abitazione) (CER 17 09 04)
42. batterie ed accumulatori diversi da quelli di cui alla voce 20 01 33* (CER 20 01 34)
43. rifiuti prodotti dalla pulizia di camini (solo se provenienti da utenze domestiche)
(CER 20 01 41)
44. terra e roccia (CER 20 02 02)
45. altri rifiuti non biodegradabili (CER 20 02 03)
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Utilizzare contenitori (scarrabili/cassonetti/campane) dello stesso colore per singolo
raggruppamento di rifiuti.
Rifiuto Colore
Organico+Sfalci di erba……….…… Marrone
Carta e cartone…………………….. Bianco
Vetro………………………………. Verde
Plastica ……………………………. Giallo
Metalli……………………………… Rosso
Ingombranti………………………… Arancio
RAEE………………………………. Grigio
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C) Superficie occupata circa 3.500 mq;
Dotazione minima di attrezzature per la raccolta:
- N. 12 scarrabili da 2.50 x 6.00 x 2.00 (H) mt;
- N. 2 scarrabili da 2.00 x 3.80 x 1.50 (H) mt;
- N. 6 contenitori per R.U.P. (Rifiuti Urbani Pericolosi);
- Apparato di pesatura L= 8 mt.
(vedi Allegato B – Schema Tipo di un Centro di Raccolta)
Napoli, lì 30/12/2010
L’istruttore Il Dirigente
Arch. Umberto La Manna Ing. Maria Teresa Celano
20
ALLEGATO A)
Raggruppamento 3 - TV e Monitor.
21
Fax.
Telex.
Telefoni.
Telefoni pubblici a pagamento
Telefoni senza filo
Telefoni cellulari
Segreterie telefoniche e altri prodotti o apparecchiature per trasmettere suoni,
immagini o altre informazioni mediante la telecomunicazione
Apparecchi radio
Videocamere
Videoregistratori.
registratori hi-fi.
Amplificatori audio
Strumenti musicali
Altri prodotti o apparecchiature per registrare o riprodurre suoni o immagini,
inclusi segnali o altre tecnologie per la distribuzione di suoni e immagini diverse
dalla telecomunicazione
Aspirapolvere.
Scope meccaniche
Altre apparecchiature per la pulizia
Macchine per cucire, macchine per maglieria, macchine tessitrici e per altre
lavorazioni dei tessili
Ferri da stiro e altre apparecchiature per stirare, pressare e trattare ulteriormente
gli indumenti
Tostapane
Friggitrici
Frullatori, macina caffé elettrici, altri apparecchi per la preparazione dei cibi e
delle bevande utilizzati in cucina e apparecchiature per aprire o sigillare
contenitori o pacchetti
Coltelli elettrici
Apparecchi tagliacapelli, asciugacapelli, spazzolini da denti elettrici, rasoi
elettrici, apparecchi per massaggi e altre cure del corpo
Svegli, orologi da polso o da tasca e apparecchiature per misurare, indicare e
registrare il tempo
Bilance
Utensili elettrici ed elettronici (ad eccezione degli utensili industriali fissi di
grandi dimensioni)
Trapani
Seghe
Macchine per cucire
Apparecchiature per tornire, fresare, carteggiare, smerigliare, segare, tagliare,
tranciare, trapanare, perforare, punzonare, piegare, curvare o per procedimenti
analoghi su legno,metallo o altri materiali
Strumenti per rivettare, inchiodare o avvitare o rimuovere rivetti, chiodi e viti o
impiego analogo
Strumenti per saldare, brasare o impiego analogo
Apparecchiature per spruzzare, spandere, disperdere o per altro trattamento di
sostanze liquide o gassose con altro mezzo
Attrezzi tagliaerba o per altre attività di giardinaggio
Treni elettrici e auto giocattolo
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Consolle di videogiochi portatili
Videogiochi
Computer per ciclismo, immersioni subacquee, corsa, canottaggio, ecc.
Apparecchiature sportive con componenti elettrici o elettronici.
Macchine a gettoni
Apparecchi di radioterapia
Apparecchi di cardiologia
Apparecchi di dialisi
ventilatori polmonari
Apparecchi di medicina nucleare
Apparecchiature di laboratorio per diagnosi in vitro
Analizzatori
Congelatori
Altri apparecchi per diagnosticare, prevenire, monitorare, curare e alleviare
malattie, ferite o disabilità
Rivelatori di fumo
Regolatori di calore
Termostati
Apparecchi di misurazione, pesatura o regolazione ad uso domestico o di
laboratorio
Altri strumenti di monitoraggio e controllo usati in impianti industriali, ad
esempio nei banchi di manovra
Distributori automatici, incluse le macchine per la preparazione e l'erogazione
automatica o semiautomatica di cibi e di bevande:
a) di bevande calde;
b) di bevande calde, fredde, bottiglie e lattine,
c) di prodotti solidi.
10.2 Distributori automatici di denaro contante.
10.3 Tutti i distributori automatici di qualsiasi tipo di prodotto ad
eccezione di quelli esclusivamente meccanici.
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ALLEGATO B)
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ALLEGATO B
SCHEMA TIPO DI UN
CENTRO DI RACCOLTA
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