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Un tempo era uno dei castelli più noti tra le fortificazioni rupestri delle Alpi.
Era costituito da un castello superiore ricavato nella grande caverna sulle pareti a picco del versante
orientale della gola di Primolano e da uno sbarramento che chiudeva lo stretto passaggio sul
fondovalle e sul fiume sottostante.
La struttura inferiore comprendeva due cortine di mura rispettivamente verso Primolano e verso
Cismon e una catena di sbarramento attraverso il fiume.
Il castello superiore era articolato su almeno quattro livelli in parte scavati nella viva roccia.
Del castello inferiore rimane solo qualche lacerto di rudere e un tratto della antica strada postale
versi Cismon.
Il castello superiore (il Covolo) presenta ancora un insieme notevole di strutture importante e
affascinante.
In questo contesto assumono particolare importanza i due accessi fortificati della valle costituiti a
Nord dal dispositivo fortificato costituito del Covolo di Butistone, dalla Bastia e dal Castello di
Enego e dal castello della Scala di Primolano e a Sud dalla Torre di Solagna collegata con un muro
fortificato alla Bastia di Pove-Solagna sulla sommità del monte omonimo.
Una storia particolare avrà il passo forte del Covolo di Butistone
In una didascalia a una celebre stampa di S. Bodemerh (il vecchio) si legge: “ una fortezza in
caverna nel noto punto di frontiera dell’Arcicasa d’austria del Tirolo. Ha una parete a picco alta ben
50 tese. Al centro una grandissima cavita` nel cui interno e` costruito un castello che costantemente
e` tenuto da un comandante con alcuni soldati che hanno pure il compito di sbarrare il passo e la
strada maestra, tanto angusti che a malapena possono transitare due carri. Per salire al castello si
deve farsi titare su da una fune; sotto scorre con grandissimo frastuono il Brenta. Questa fortezza si
trova circa a 8 miglia sulla strada che da Trento porta a Venezia. “
E` uno dei punti chiave del sistema di difesa del Canale di Brenta e del Feltrino assieme alla Bastia
di Enego sul versante opposto della gola e al Castello della Scala tra Primolano e Fastro.
La caverna fortificata incombente sulla stretta gola montuosa e` il classico “passo forte” che
controlla la strada e il fiume, luogo di transito per merci, persone ed eserciti. di questa particolare
funzione abbiamo testimonianze documentate che vanno dal Medioevo intorno all’anno mille fino
alla prima guerra mondiale.
Sulla sua antichità possiamo dire solamente che all’interno del recinto del castello furono trovate
monete di varie epoche tra cui una con l’effigie di Aureliano e risalente quindi alla fine del III°
secolo d.C.1, epoca in cui sono testimoniati altri ritrovamenti nel Canale di Brenta. Nella caverna
caratterizzata da un carsismo attivo è presente acqua sorgiva per cui costituiva un luogo ideale di
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Cismon del Grappa. Covolo di Butistone. Materiale rinvenuto negli anni 1953-56 e 1919.
Materiale non rintracciato. Monete di varie epoche tra cui monete in bronzo definite del IIIsec. d.C..
rifugio. Possiamo quindi ipotizzare un insediamento romano del III° secolod.C. e, vista la natura del
luogo, anche più antico.
La storia documentata del Covolo incomincia negli anni tra il 1002 e il 1004 che vedono la lotta tra
Arduino marchese di Ivrea e l’Imperatore, per il regno d’Italia.
La partita fu vinta da quest’ultimo quando nella settimana santa del 1004 l’esercito imperiale
comandato dal cappellano Elingero superò la chiusa del Covolo permettendo cosi` all’Imperatore di
entrare nella pianura veneta a Bassano e , dopo che l’esercito di Arduino si sciolse, di essere
incoronato Re d’Italia in S.Michele di Pavia il 17 maggio dello stesso anno.
Dopo questo episodio il Covolo ne vide molti altri, elenchiamo quelli che ci sembrano più
significativi:
La gola di Primolano e del Covolo è anche un luogo che colpisce la fantasia: è la caverna sospesa a
metà della roccia con la pietra sporgente che incombe sulla Brenta stretta da due muraglie in una
gola profonda.
In cimbro, l’idioma un tempo dei Sette Comuni e Contrade Annesse, il nome del Covolo è da
intendersi come “piaga nella roccia”; dice il Bonato nella sua Storia dei Sette Comuni e Contrade
Annesse (Padova 1857,I, pp. 62-63): “Non sembra inverosimile che il vocabolo Butistone derivi
dall’antico dialetto del paese; e risulti dalle due voci bunta che vuol dire piaga; e stoon, plurale
stoone, che vuol dire sasso, scoglio, quindi significherebbe piaga degli scogli. E non senza ragione,
in quantochè l’apertura del Covolo offre anche adesso, a chi la guardi, l’apparenza di una piaga fatta
nella muraglia degli scogli. Bunta risponde al moderno tedesco wunde, e il plurale stoone al
moderno plurale steine”.
Anche per il Covolo si può dire che la sua storia coincide con quella della valle.
Negli anni tra la fine del 1800 e i primi del 1900 furono edificati, in sostituzione degli antichi
castelli, due moderni forti di sbarramento: il Tombion in sostituzione della chiusa del Covolo e le
due tagliate Fontanella e Scala in sostituzione dell’antico Castello della Scala a Primolano.
DESCRIZIONE DEL COVOLO
La più antica descrizione del Covolo che conosciamo è della seconda metà del 16002 ed è
fondamentale per capire e descrivere la situazione attuale.
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Risale all’erudito bassanese Mario Sale (1640 – 1682), fu copiata e citata da F. Chiuppani e costituisce l’antecedente
della famosa descrizione di A. Dal Pozzo; l’opera fu compilata negli anni 1658 – 1682.
La fortezza consisteva di due parti:
1- lo sbarramento inferiore tra la montagna e la Brenta
2 – la caverna fortificata a metà della parete rocciosa.
- Dello sbarramento inferiore è rimasto molto poco e il passaggio della superstrada ha contribuito
notevolmente a cancella re quanto rimaneva.
I due massi in mezzo alla Brenta verso Primolano a cui erano ancorate le catene di sbarramento che
servivano anche ad appoggiarvi eventuali passerelle, sono scomparsi con la costruzione delle
recenti gallerie stradali. Del recinto murario rimane un lacerto verso Cismon in precarie condizioni
statiche.
Verso Sud è riconoscibile in parte la vecchia strada e la fontanella descritta in alcune iconografie, in
particolare del 1600.
Verso Nord, a ridosso della parete rocciosa si può riconoscere il luogo dove era addossata la
casupola del posto di guardia vero Primolano. Dello strato archeologico del castello inferiore
rimane quindi ben poco.
- La caverna del castello superiore ha conservato, nonostante i passati e recenti saccheggi, molte
testimonianze. Sono riconoscibili quattro piani o livelli sui quali è costruita la fortezza.
Innanzi tutto verso valle è fondamentale la costruzione della muraglia merlata che chiude l’apertura
della grotta; quasi certamente questa, o un sistema analogo di difesa, fu la prima fortificazione. Lo
spazio tra il muro e la parete della caverna fu in parte riempito con materiale vario ricavato dalle
operazioni di scavo effettuate all’interno della grotta stessa. Attualmente questo spazio è occupato
da una galleria ipogea e da altri ambienti sotterranei.
Particolarmente interessanti sono i “graffiti” che sono presenti un po’ dovunque (anche sopra gli
affreschi) e che coprono un arco di anni che va all’incirca dal 1500 (forse anche prima) al 1991.
Sono in gran parte autografi di soldati di guarnigione, di visitatori occasionali e di cercatori di
“tesori”(che particolarmente infestano questi luoghi) e costituiscono una specie di prezioso registro
delle presenze lungo i secoli di esistenza del manufatto.
Il rilievo ha evidenziato come il monumento abbia subito una evidente distruzione allo scopo di
smantellarne le strutture militari e poi un successivo riadattamento parziale all’epoca della prima
guerra mondiale quando il forte fu riutilizzato come polveriera. Questo è particolarmente evidente
nelle attuali strutture esterne di accesso che videro la costruzione di una scala lungo la parete
rocciosa e la grande muraglia di sostegno che fu in parte scalpellata, fino a raggiungere una nuova
entrata ricavata presso una antica postazione in posizione diametralmente opposta all’antico
accesso.
Questo nuovo accesso è l’unico razionalmente praticabile e restaurabile a meno di ripristinare
l’antico argano a mano con una cesta o assicella appesa ad una fune…
Rilievo topografico in pianta e alzato del castello del Covolo. Atti della commissione austriaca e
veneta del 26 luglio 1753. Biblioteca Bertoliana di Vicenza, raccolta mappe, n° 284.
BIBLIOGRAFIA.
Nella fortezza superiore del Covolo sono già stati eseguiti importanti lavori di consolidamento e di
messa in sicurezza della via di accesso che risale agli anni della guerra 1915 – 18. In particolare è
stata sistemata la volta che sostiene il pavimento e le strutture restanti del secondo livello e tra
queste la cappella di San Giovanni decollato.
Tali lavori sono stati preceduti da studi storici, sulle caratteristiche peculiari della struttura
architettonica, da un rilievo topografico e da una campagna fotografica.
Questi studi e interventi sono stati fondamentali per la salvezza fisica del monumento.
Per una conoscenza più approfondita e per salvaguardare le informazioni che il monumento
contiene è necessario:
- Una nuova campagna di rilievi finalizzali a documentare in particolare affreschi,
graffiti e quanto eventualmente sia presente sia sulle strutture murarie che sulla roccia.
- Una rimozione del materiale non nel suo luogo originario condotta scrupolosamente
con criteri archeologici.
- E’ necessario procedere con il consolidamento immediato di tutto ciò che è a rischio
di crollo.
- Per quanto riguarda l’area al piede della roccia e pertinente a ciò che resta del
Castello inferiore è urgente un consolidamento per impedire crolli e smottamenti.
- Ciò che resta dell’antica strada imperiale-postale e della fontanella a Sud va
adeguatamente protetto. Sembra che proprio in questa area siano state rinvenute le monete antiche
sopra descritte.
Il monumento restaurato e recuperato parlerà di se stesso e della sua storia, sarà quindi aperto alla
visita e i suoi locali si presterebbero ad interessanti utilizzazioni culturali confacenti alla natura
stessa del luogo.
Il materiale ritrovato nel luogo stesso potrebbe trovare una adeguata sistemazione museale se sarà
possibile ricavare dei locali adeguatamente protetti.
E’ necessario notare che l’apertura al pubblico prevede, anche se minime, delle strutture igienico-
sanitarie.
L’area al piede della roccia è bene sia attrezzata ad accoglienza, a parco storico-naturalistico e con
un possibile collegamento con il Forte Tombion, “strada del genio” a ponte della Piovega.
Il monumento va reinserito nel suo antico contesto di collegamento con il dispositivo militare
costituito dal Castello della Scala dalla Bastia di Enego e dal ponte del Pedancino. Il tutto sarebbe di
una inedita e unica importanza storica e ambientale con notevoli ricadute turistiche.
E’ da ricordare che la suggestione del luogo e del monumento era tale da farlo considerare uno dei
punti caratteristici del paesaggio europeo.