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CASALBAGLIANO

Lo storiografo Carlo Avalle ci fa sapere che una certa famiglia Bagliani era in Palestina,
antica regione storica della Turchia asiatica, e vi aveva sede circa mezzo secolo prima che
sorgesse Alessandria (Alessandria sorse una trentina di anni prima il 1200). Di quei tempi,
gli Ascalonesi, cio gli abitanti della citt palestinese di Ascalon, i pi turbolenti della zona,
si trasferirono a Roma per certa loro propaganda di culto. A reprimere ogni cosa, quelli di
Palestina, fecero sorgere un castello nella pianura romana, come vedetta a luogo di
azione. Lo diedero alla custodia a certo Bagliano il Vecchio, mandato espressamente
dallAsia in Italia. E costui svolse, con valore e autorit, il suo compito. Quando mor, il
castello pass a suo figlio Bagliano il Giovane. Dalla famiglia di questi, si origin poi la
ricchissima famiglia dei Bagliani alessandrini, che diede sviluppo verso il 1280, ai casolari
sparsi fuori dellantica Porta Genova, per costituire il cos detto Casale dei Bagliani.
I casolari sparsi prima del 1200, quasi tutti, erano non troppo lontani gli uni dagli altri, sulla
riva destra del Tanaro, lungo una via che andava alla romana Villa del Foro.
Quellagglomerato abitato veniva chiamato Casale della Fontana, e, come Cantalupo, era
in mezzo ad una fitta boscaglia. Gli Alessandrini vi si recavano per una via che
costeggiava il fiume, seguendone le curve capricciose. Aveva inizio alla porta Sottella
(oggi scomparsa, in fondo a via Tiziano, al sottopassaggio della strada ferrata per Asti-
Torino).
Ora, quella detta strada dellAsfalto, perch lungo essa esisteva, un tempo, una
rudimentale fabbrica di asfalto. Qualche secolo dopo, per evitare i frequenti allagamenti
del Tanaro sulla strada dellAsfalto, si pens ad una nuova arteria di collegamento. Questa
lattuale strada Cristo-Casalbagliano-Villa del Foro.
Abbiamo detto che Bagliano il Giovane venne dalla Palestina (pare dalla citt di Casata)
con abbondanti ricchezze. Fu prima nella campagna romana; poi tra i boschi del Casale
della Fontana. Superbo delle sue ricchezze, ordin che si costruisse un ricchissimo
castello per dimora della propria famiglia e per una eventuale difesa della vicina
Alessandria. Infatti, fu baluardo fortissimo che non permise alle truppe di Francia, quando
cercavano di forzare il passaggio nel fervore delle guerre del 1643 e del 1657. Era dunque
quel castello ancor forte e minaccioso, dopo quasi quattro secoli che fu costruito. E
quando il marchese Carlo Inviziati di Branciforte constat verso il 1800, la sontuosit e
fortezza di quel castello antico, lo restaur dalle ingiurie dei secoli e ne fece dimora
degnissima per s e i suoi, circondandolo di un vasto parco ed arricchendolo, con ogni
sontuosit possibile, di quadri, di sculture, doggetti darte preziosissimi. E fu luogo aperto
e signorilmente ospitale a cittadini di cultura altissima, quasi cenacolo di incoraggiamento
e di protezione allArte pura e alla Scienza.
Oggi, quel castello, che conobbe fasti e splendori di meraviglia, un rudere in fondo al
paese, verso Villa del Foro. Pare che dallo sventramento e dalle crepe dei suoi muri; dalle
occhiaie vuote delle sue finestre; dai massi e dai rottami sparsi ai piedi dellantica fortezza;
dalla torre smozzicata e mutilata; dal tetto che ora non copre pi nulla, - pare che
provenga un tedio ed un rimpianto senza nome per la perduta austerit del tempo che fu e
per le devastate ricchezze e splendori del passato remoto e del passato recente. A far pi
desolato il luogo, oggi si attorcigliano gli sterpi inutili e le erbacce prepotenti, nella loro
espressione di miseria e dinvadenza.
Casalbagliano non ha una storia vera e propria. Lo stesso annalista Girolamo Ghilini, lo
nomina appena due volte.
Una volta si dice del castello, con queste parole: << In questo luogo mantengono in un
certo modo il loro antico possesso i Bagliani, havendovi li fratelli Valerio e Commissario
Generale di Cavalleria Raimondo dellistesso cognome un bello e comodo palazzo, che
con giudiziosa et elegante architettura fabricato, rappresenta la forma di un Castello; e
molti de Bagliani, che per la variet de tempi e per le mutazioni di stato, come anche per
causa delle guerre sono a povert ridotti, vi continuano la loro antica abitazione >>.
Unaltra volta si parla della resistenza di quel castello nel 1653, con queste altre parole: <<
Alli 9 (del mese di giugno) poi, li Francesi, che dimoravano parte in Annone et parte in
vicinanza di essa, tragettarono sopra dun posticchio ponte di barche di qua del fiume
Tanaro, havendo per sicurezza di esso innalzata dalluna e dallaltra parte del fiume una
trinciera da sufficiente soldatesca guardata e scorsero il paese, con haver dellistesso
tempo mandata una grossa truppa di Cavalli a fare la discoperta, e battere le strade; ed
essendo questi arrivati alle 16 hore incirca alla Boida, cassina discosta dAlessandria un
miglio, nel ritorno cessi fecero dera il grosso loro, entrarono nel Casale dei Bagliani, ma
non havendo ivi trovata cosa alcuna per depredare, saccostarono al palazzo de fratelli
Valerio e Raimondo Bagliani, gentiluomini di questa citt, il quale assai forte, per essere
insomma quasi dun piccolo castello, diede occasione a nemici di fare la chiamata per
volervi entrare; ma essendo dentro di quello molti paesani armati, li diedero la risposta
dalle finestre co i tiri di alcune archibugiate, che uccisero un Francese et un Cavallo >>.
Negli anni recenti della resistenza antinazifascista, Casalbagliano ha dato il suo contributo
di ardimento e di valore. Sono di Casalbagliano, appartenenti alla divisione << Matteotti
Marengo >> i seguenti cittadini:
Pietro Emanuelli (detto Marengo) fu Domenico, soldato e vice commissario; Aristide Lupoli
fu Aristide, partigiano, appartenente alle formazioni dallagosto 1944 al 18 maggio 1945,
arrestato il 3 novembre 1944, rilasciato lo stesso giorno per mancanza di prove, arrestato
poi nuovamente dalla brigata nera per ribellione; Pietro Emanuelli (detto Nino) fu
Domenico, intrepido e audace sempre.
Vi si annoverano i seguenti fatti darme:
22 aprile 1945. Dieci partigiani del distaccamento di Casalbagliano attaccano il presidio
tedesco alla locale polveriera. Per non essere accerchiati da un forte nucleo tedesco,
rinforzato dal subitaneo accorrere di unautoblinda e di fascisti, i nostri sono costretti a
ritirarsi, senza subire alcuna perdita. Il 25 aprile dello stesso anno, a tre giorni cio di
distanza dello stesso fatto, 16 uomini del distaccamento di Casalbagliano, procedono al
fulmineo attacco di un treno blindato, allo Smistamento, catturando un tedesco armato di
mitragliatrice. Le perdite nemiche non furono rilevate. I militi della Resistenza, non ebbero
perdita alcuna.
In paese, incastonata sul muro esterno della scuola, vi questa lapide: << Gloria eterna ai
Caduti per la patria, guerra 1940-45. Ser.Magg. Guala Domenico; capor. Magg.
Martinengo Angelo, Testa Vittorio e Ravera Adelio; soldati Guazzotti Spartaco, Zai Luigi,
Beltramo Elverio, Bocchio Aldo, Bobbio Luigi >>.
Sulla via Maestra, nei pressi del Rio delle Ossa, si erge un piccolo monumento ai
Partigiani con questa scritta: << Tu che passi, ricorda allItala gente che, rei di aver amato
la Libert, noi qui cademmo, vittime innocenti di unondata di follia che, fratello contro
fratello, port a lottare. N ci fu di conforto laspro pugnare ch, inermi e incatenati, qui
fummo recati e ferocemente massacrati. Non vendetta, ma giustizia noi chiediamo, perch
tanta ignominia non si abbia a replicare. Ten. Partig. Pasino Bruno; Partigiani Colonna
Giacomo, Caldana Osvaldo, Guiehab Maurizio. Notte del 3 gennaio 1945 >>. Lepigrafe fu
dettata dal cittadino del luogo Luigi Valfredi.
I due ricordi furono inaugurati nellagosto 1946, con discorsi di Luciano Raschio e Stefano
Ongarelli.
Questo sobborgo distante dalla Citt chilometri 5,900. E a 96 metri su livello del mare.
La sua popolazione era nel 1835 di 735 abitanti; nel 1931 di 1199; nel 1951 di 790; nel
1961 di 800 abitanti. Negli ultimi dieci anni ha subito un aumento di abitanti, pari all1,26
per cento.


(tratto dal libro di NICOLA BASILE: LA CITTA MIA. I NOSTRI SOBBORGHI E APPUNTI
DI FOLKLORISMO ALESSANDRINO)

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