Sei sulla pagina 1di 23

TRATTATI E METODI

Giacomo Merchi fu il primo a formulare il Primo Metodo per chitarra che si può
definire Moderno. Dove segna un punto di rottura con il passato e getta le basi della
nuova pedagogia strumentale.

Ovvero: - Le guide des écoliers de guitarre op.7


- Traité des agrémens de la musique exécutés sur la guitarre op.35

Prima la vera Scuola veniva considerata quando il maestro aveva il contatto diretto
con l’allievo, quindi dormendo , mangiando (come accadeva in Francia) e vivendo
con il maestro stesso.
Questo veniva fatto grazie ad un contratto eseguito dai genitori all’ insegnante
affinché oltre al mantenimento, egli provvedeva a trasmettere tutte le nozioni fino ad
un periodo stabilito.

Il concetto di Scuola viene capovolto da Merchi , dove l’apprendimento dell’allievo si


sposta dal lavoro di Bottega come abbiamo visto prima, ad incominciare a utilizzare
il Metodo inteso come esercizio per l’allievo, mentre il maestro interviene per
correggere o per consigliare.

FRANCIA LA SCUOLA PARIGINA da Merchi fino a Doisy

IL Metodo del 1761 (Le guide des écoliers de guitarre) di Merchi viene concepito per
la chitarra a cinque cori : Quinta e Quarta corda raddoppiate all’ottava superiore,
Terza e Seconda all’unisono e il Cantino semplice.

Con questa opera Merchi abolisce la vecchia intavolatura ponendo l’impostazione


delle due mani.

- Mano destra mette il Pollice sui bassi, Indice e Medio sulle prime due corde.
Introduce un punto di appoggio sulla tavola armonica ovvero l’anulare.

- Mano sinistra non mette il Pollice che era destinato a sorreggere il manico, la
diteggiatura era indicata con numeri arabi.

Nel Metodo di Merchi troviamo vari esercizi musicali come preludi, rondò minuetti e
trenta variazioni sull’aria della Follia di Spagna.
Merchi nel 1777 scrisse (Traité des agrémens de la musique exécutés sur la guitarre
op.35) un Metodo tutto sugli abbellimenti.

Egli sentì la necessità di scrivere un Trattato che portasse la chitarra ad un livello di


perfezione.

Al contrario di Merchi, alcuni facevano uso anche del dito anulare della mano destra
solo negli arpeggi a quattro corde.

Merchi definisce questa tecnica Antica ed è completamente in disaccordo.


Egli ribadisce come già detto nel 1761 che aggiungendo il pollice sui bassi da più
Effetto.

Ora da qui si apre un capitolo nuovo sulla Maniera di tenere la chitarra.

- La Mano destra appoggia l’anulare tra la rosa e il ponticello


- Il Pollice sinistro viene messo dietro il manico tra il primo e il secondo tasto
- Le dite della mano sinistra devono essere incurvate e premere a martelletto
Ancora nelle dita della mano destra non vi è l’uso delle unghie

Merchi in alcuni arpeggi prevede l’uso del Tocco Scivolato quindi dal basso verso
l’alto.
Questo movimento delle dita ci dà l'idea oggi del Tocco Appoggiato.

A Parigi oltre ai metodi di Merchi meritano di essere ricordati quelli di :

- Michel Corrette ( le dons d’apollon) e quello di un anonimo compositore dalle iniziali


B.D.C. Oggi noto come Metodo Bailleux, entrambi erano basati sulla doppia scrittura
intavolata e mensurale.

Michel Corrette è incentrato principalmente su nozioni basilari della tecnica e vi sono


alcuni brani per chitarra molto facili.

Metodo Bailleux si divide in due sezioni una dedicata alla teoria musicale e una
seconda alla tecnica chitarristica.
Negli anni anni Ottanta emergono i Metodi di Francesco Alberti e Pierre-Joseph
Baillon

Francesco Alberti (Nouvelle Méthode de Guitare) tratta per la prima volta in assoluto
l’argomento dei suoni armonici e la proposta di usare tutte e cinque le dita della
mano destra.

Pierre-Joseph Baillon rispetto alcuni maestri che montano la chitarra con le corde
semplici, lui consiglia l’uso del raddoppio ed è tra i primi ad avere una corretta
scrittura nella divisioni delle voci.

Il suo Metodo è rivolto alla realizzazione dell’accompagnamento ma ci sono anche


scale e brevi preludi.

Lyre-Guitare

Nel 18 secolo nasce un nuovo strumento la Lyre-Guitare, costruita sul modello


dell’antica lira e la particolarità è che la tastiera era più lunga e montava sei corde
semplici.

Essa contribuì ad accelerare l’uso della sesta corda, per tanto però per identificarla
sulle partiture era ancora di rito specificare Pour lyre ou guitare.

Nella produzione musicale per questo strumento possiamo ricordare alcuni autori :
- Pierre-François-Olivier Albert
- Jean-Baptiste Bérard
- Francois Corbelin
Charles Doisy

Il Metodo di Charles Doisy è il più significativo ed approfondito.

Fu pubblicato nel 1801, si presenta con criteri editoriali moderni, la trattazione viene
suddivisa in vari capitoli e comprende brevi nozioni sulla storia della chitarra.

Molto interessante è il capitolo 15 ovvero sulla Maniera di notare la musica per


chitarra
Cioè lui non vuole evidenziare le note del basso rispetto ad altre voci in un accordo
di accompagnamento, ma è a favore nel caso in cui una cantabile sia contrappuntata
con quella del basso.

Doisy scrisse il segno 8°sia per i bassi della sesta corda ma anche per l’ottava
superiore, utile per la Lyre-Guitare ed anche propose una scrittura su due righi.

Vi sono esempi di scale , arpeggi e accordi , ma l'assenza di esercizi musicali veri e


propri ci porta a definire questo metodo un primo esempio di Trattato.

GERMANIA La scuola viennese e germanica

Nella capitale austriaca operano Anton Diabelli , Venceslaus Matiegka, Leonhard


von Call.
Dopo la Lyre-Guitare si incominciò ad affermare sempre di più la chitarra a sei
corde.

Nel 1802 ricordiamo il breve Metodo di Heinrich Christian Bergmann.

Simon Molitor con il suo Metodo riprende alcuni concetti dei suoi predecessori.

Ovvero: Tocco del polpastrello per le dita della mano destra, mignolo appoggiato
sulla tavola armonica ma anche impiegato per gli accordi su cinque corde.
Il pollice della sinistra interviene sulla sesta corda e le note in scala sono eseguite
con legature o con note staccate con l'alternanza di pollice e indice.
Una citazione merita anche Franz Knize , dove nel suo Metodo definisce i punti di
appoggio e contatto che la chitarra deve avere rispetto al corpo dell’esecutore.

SPAGNA La scuola spagnola e portoghese

La penisola Iberica viene considerata patria della chitarra per antonomasia.

Nel 1799 vennero alla luce alcuni Metodi:

Antonio Abreu metodo un po antiquato e propone un alternativo uso dell’intavolatura

Fernando Ferrandière Metodo con 17 lezioni di brevi esercizi musicali

Juan Manuel Garcia Rubio approfondisce le regole dell’impostazione per esempio di


scivolare il mignolo della destra ,fisso sulla tavola armonica e trovo un punto di
appoggio più sicuro con l'avambraccio sul bordo dello strumento.

Federico Moretti è senza dubbio un chitarrista dalle basi più solide, per formare un
buon strumentista di accompagnamento.
La metodologia si basa perlopiù su scale in varie posizioni, regole cadenzale degli
accordi ed esercizi di arpeggi.

ITALIA La scuola italiana

Tra fine Settecento e inizio Ottocento spopola in Italia il Melodramma. L’editoria è


quasi inesistente ma nel 1809 viene pubblicato a Parigi un giornale per chitarra
Giornale d’Apollo grazie ad un anonimo parente dei fratelli Reycend che importano
musiche dalla Francia.

La scuola italiana è ad alto livello tecnico musicale ed infatti lo testimoniano alcune


composizioni ancora per chitarra a cinque corde di Luigi Molino e quelle di Paganini
e per chitarra a sei corde composte da Carulli e Giuliani.
I GRANDI METODI DELL’OTTOCENTO

FERDINANDO CARULLI pubblica a Parigi nel 1810 il suo primo Metodo op.27, così
finalmente incomincia ad esistere un Metodo per poter suonare qualsiasi musica
sulla chitarra e non limitarsi solo all’accompagnamento.

Una seconda edizione fu pubblicata nel 1817 e una terza nel 1822 ma fu completata
da una edizione di Studi speciali Supplément à la Méthode op.192.

Carulli senza stravolgere la tecnica di base, scrive pezzi musicali semplici, con
un’armonia a tre parti e con una conduzione perfetta delle voci, così l’allievo con
grande consiglio aveva una graduale conquista dello strumento con il sostegno del
maestro.

IL Metodo op.27 è diviso in tre parti:

- 1 PARTE contiene delle nozioni preliminari.

La chitarra secondo Carulli deve essere appoggiata sulla coscia sinistra.


La Scuola italiana preferiva l’appoggio sulla coscia sinistra con il piede alzato su uno
sgabellino, invece altri preferivano l’appoggio sulla coscia destra o oppure sostegni
meccanici.

La mano destra continua ad avere il punto di appoggio sulla tavola armonica ma


spostandosi lungo le corde per una varietà timbrica.
Nella mano sinistra interviene il pollice sulle corde gravi.

Carulli giunse a codificare le dita della mano destra così: Pollice su i tre bassi, Indice
sulla terza e seconda corda, Medio sulla prima.

- 2 PARTE Solo qui il Metodo permette all’allievo di esercitare l'alternanza di indice


e medio nelle scale.

Carulli riduce il numero delle posizioni a cinque come quelle moderne:


Prima,Quarta,Quinta,Settima e Nona
- 3 PARTE comprende Duetti e uno studio finale in tutte le posizioni che modulano
nelle varie tonalità

Carulli ad un certo punto dovette costringere il suo editore Carli a pubblicare un


nuovo Metodo nel 1825 ovvero Methode Complete op.241 perchè l’editore non era
molto d’accordo su questa scelta.

IL Metodo op.241 è diviso pure in tre parti:

- 1 PARTE contiene le regole dell’impostazione dell’accordatura, esercizi sugli


arpeggi , scale e brani in varie tonalità e da questo l’autore incomincia ad usare i
segni della diteggiatura moderna ovvero numeri arabi per la mano sinistra sinistra e
lettere alfabetiche per la mano destra.

- 2 PARTE comprende soltanto gli studi sulle legature e abbellimenti e esercizi in


posizione.

- 3 PARTE sono formulati Sei studi riassunti di tutta la tecnica.

Nel 1825 Carulli pubblicò l’Anti methode affidato all’editore Petit, una raccolta di
cinquanta studi disposti in ordine di difficoltà e due Capricci.

FRANCESCO MOLINO

Molino pubblicò una vasta serie di Metodi che si differenziano tra loro per il numero
di opera per l’ampiezza degli argomenti o per il numero di esercizi.

Tutti questi Metodi possono essere visti quindi come espressione del Metodo di
Molino.

Le differenze editoriali li raggruppano in due classi:

- la Nouvelle Méthode

- la Grande Methode
DIONISIO AGUADO

La sua produzione musicale è perlopiù dedicata ai Metodi.

La sua originalità si evidenzia nella produzione del suono, ottenuta mediante l’azione
polpastrello/unghia, per la quale ancora oggi è famoso.

Per questo riteniamo che il suo Methode Complete 1826, con traduzione dallo
spagnolo al francese, sia il più significativo nella scelta dei suoi Metodi.

L’opera è divisa in due parti ovvero 1 Teorico-pratica 2 Pratica ed infine termina con
un'appendice di De Fossa.

- 1 PARTE è costituita da nozioni di teoria musicale.

IL traduttore De Fossa spiega che tale trattazione può apparire eccessiva per il
pubblico francese giustificando l’utilità per il pubblico spagnolo al quale l’originale era
diretta in spagnolo.

Aguado suggerisce una posizione originale ovvero che l’esecutore è seduto su una
sedia larga da permettergli l’appoggio dello strumento sulla parte del sedile a fianco
alla coscia destra.

Questa sorta di punto di fisso estraneo al corpo dell’esecutore sarà qualche anno
dopo l’invenzione del Tripode ovvero un supporto meccanico che regge
autonomamente la chitarra.

Assolutamente proibito è l’uso del mignolo appoggiato sulla tavola armonica, perché
il punto di appoggio deve essere con il contratto dell'avambraccio destro sullo
strumento.

Ancora resta la tecnica del tocco con l’unghia, dove Aguado ne sostiene l’utilità per
avere un maggior volume e qualità del suono. Le unghie non devono essere né
troppo dure e né troppo fragili. La corda deve essere pizzicata dal dito in senso
obliquo e dovrà scivolare dal polpastrello verso l’unghia, per l’agilità delle dita.
- 2 PARTE Aguado scrive gli esercizi pratici applicando la teoria musicale alle
possibilità della chitarra. I primi esercizi sono semplici melodie che non oltrepassano
il 4 tasto, lo scopo è quello di allenare l’allievo nelle divisioni e suddivisioni del tempo
2/4,3/4, 6/8, segue una sezione di arpeggi e manca nel Metodo la diteggiatura della
mano destra.

La mancanza di una regolare diteggiatura moderna si incomincia a sentire quando


Aguado impegna quelli che chiama Equisoni ovvero suoni ottenibili su una corda
premuta con dito della mano sinistra anziché a vuoto sulla corda vicina.

Abbiamo studi sulle legature e sugli abbellimenti ai quali sono aggiunti dei suoni
come Étouffés il moderno pizzicato, da eseguirsi con la sola mano sinistra, l’effetto
Tambourin il moderno tambora e quello delle campanelas.

Completo è il capitolo sui Suoni armonici che si possono ottenere in tre maniere
diverse: suoni armonici naturali , artificiali e derivati dalla tecnica violinistica.

Il Metodo si occupa anche dello studio dell’armonia applicata alla chitarra, seguita da
una serie di trenta Studi pubblicati nella Collection de Estudios.

Per finire il Metodo termina con breve capitolo in cui soni riassunti tutti i concetti
estetici e gli ultimi consigli.

I numerosi Metodi pubblicati da Carulli, Molino e Aguado palesano una ricerca che
parte da poche ma solide basi andando dal primo Metodo di Carulli 1810 a quello di
Aguado 1826.

Di fronte a questa triade si pone davanti quella di Giuliani, Carcassi,Sor.


MAURO GIULIANI

Il Metodo di Giuliani si evidenzia principalmente sull’impostazione ed infatti


comprende esercizi pratici divisi in quattro parti:
- arpeggi per la mano destra
- scale e note doppie
- studi sugli abbellimenti e dodici lezioni progressive e riassuntive di tutta la tecnica

1 PARTE DEL METODO

Nella prima del Metodo Giuliani sviluppa una serie di centoventi arpeggi per la mano
destra, indicando la diteggiatura e servendosi di due battute ritornellate, con un
accordo di do maggiore e di sol settima.

Si risale dagli arpeggi di Giuliani a quelli di Federico Moretti, ma in realtà tra questi
due musicisti esiste una grande differenza di fondo ovvero che Moretti concepisce
l'accordo in funzione di accompagnamento, invece Giuliani se ne serve per
approfondire la meccanica della mano per destra che permettono di eseguire un
brano completo di melodia e armonia.

2 PARTE DEL METODO

Importante è pure la diteggiatura della mano sinistra nelle scale a note doppie per
terze, seste, ottave e decime, alla conoscenza completa delle tastiera.

3 PARTE Giuliani prende in esame alcuni elementi del discorso musicale :


- la tenuta del suono nelle parti polifoniche
- l’effetto dello smorzato
- l’esecuzione delle parti del canto con l'alternanza di indice e medio e in più gli
abbellimenti

4 PARTE Comprende Studi nelle tonalità più agevoli avendo un preciso scopo
didattico
MATTEO CARCASSI

IL Metodo di Carcassi risale al 1836 è molto semplice ma allo stesso tempo


completo ed è diviso in tre parti con una introduzione sulla teoria musicale.

La posizione che ha adottato Carcassi è molto simile a quella attuale ovvero con la
chitarra appoggiata sulla coscia sinistra.
La gamba sinistra è sollevata da uno sgabellino e quella destra è divaricata.

L’impostazione delle mani è quella che ha sperimentato di più:


- la mano destra appoggia il mignolo sulla tavola e si può spostare verso la buca per
variare il timbro

- Indice e medio possono salire fino alla quinta corda e il pollice può scendere fino
alla seconda.

Il pollice della sinistra può intervenire nella diteggiatura per le corde gravi
Le posizione della mano sinistra sono numerate come faceva Molino
Gli arpeggi per la mano destra richiamano quelli di Giuliani , ma Carcassi ne
aggiunge altri in diverse tonalità.

2 PARTE Spiega le legature e gli abbellimenti, e la per la prima volta troviamo


specificata la maniera di eseguire il pizzicato con il palmo della mano destra sul
ponticello per smorzare i suoni.

Abbiamo anche alcuni esercizi di scale a note doppie , quelli sull’effetto campanelas,
scale e preludi e suoni armonici .

3 PARTE Troviamo il punto più debole del Metodo ovvero i 50 Studi che non sono
così formati rispetto a quelli degli altri autori e non raggiunge un valore musicale,
tranne per i 25 Studi op.60 . XC
FERNANDO SOR

Nel 1830 Sor pubblica il suo Metodo, ma Sor aveva dato alle stampe i due terzi di
quella che sarebbe stata la sua intera opera per chitarra e aveva già pubblicato i
suoi Studi ,opere 6,29,31,35.

Egli fu un chitarrista che si è dovuto costruire da solo, studiando sulle modeste basi
dei Principi di Moretti.

IL suo più che un Metodo è un Trattato il primo nella storia della chitarra.

IL Metodo è diviso in tre parti:

1 PARTE Racchiude i capitoli dedicati allo strumento, alla posizione e a quella delle
mani, al modo di attacco della corda e alla qualità del suono.

Allo strumento dedica molta attenzione, alla funzione del ponticello, alla giusta
posizione che su esso devono avere le corde, alla ripercussione del suono sulla
tavola armonica.

Per la posizione dello strumento Sor trova un punto di appoggio sul ginocchio destro,
sollevando la gamba mediante uno sgabellino e appoggiando la fascia superiore
della chitarra sul bordo di un tavolo.

La mano destra di Sor trova la giusta posizione ponendo la punta delle prime tre dita
su una linea retta parallela al piano delle corde. Questa posizione permette al pollice
una grande mobilità senza spostare la mano.

L’uso del pollice della mano sinistra sulla sesta corda è considerato come retaggio di
una scorretta scrittura armonica. Ma Sor dice che la funzione di questo dito è che
deve agire solo dietro il manico per contrastare la pressione delle dita sulla tastiera o
fungere da perno per la mano.

Spiega pure il modo di come pizzicare le corde per ottenere una vibrazione delle
stesse parallela alla tavola armonica evitando suoni sgradevoli .

I volumi del forte e del piano vanno ricercati spostando la mano destra e con vari
modi di attacco.
Originale è l'esecuzione del pizzicato proposto da Sor:

Non impiega il palmo della destra per smorzare i suoni , ma le dita della sinistra
premute sulle barrette di divisione dei tasti. Una tecnica difficile ma l’unica secondo
Sor che produce i veri suoni Eutoffes.

2 PARTE Sono presi in esame la conoscenza della tastiera , i primi elementi della
diteggiatura e la posizione del gomito.

Per gli esercizi in arpeggio, Sor consiglia di limitarsi a quelli dove è sufficiente
l'impiego delle prime tre dita della mano destra: l’anulare è sconsigliato per la scarsa
forza.

Le scale sono eseguite con legature tecniche e non con note staccate.
L’impiego dello staccato con indice e medio è limitato alla prima corda e alla
seconda.

Anche la posizione esatta dell'avambraccio sinistro assume la sua rilevanza per una
corretta posizione a martelletto delle dita della mano sinistra.

3 PARTE è fondamentale per capire il processo che Sor impiega per la


composizione della musica.

Dopo un'analisi teorico pratica degli intervalli fra le corde a vuoto a quelli di terza e
sesta, Sor arriva a schematizzare la diteggiatura ponendo il primo dito lungo la prima
corda e trovando la posizione del secondo e del terzo sulle corde superiori, del
quarto quando è il caso eseguire un basso.

La gamma dei suoni armonici naturali ottenibili sul 5,7,12 tasto. Sor lì applica su
quelli meno praticati ovvero 2,3,4,9 tasto ottenendo una serie di suoni sufficienti da
poter fare a meno di quelli ottavati, chiudendo la terza parte con una considerazione
sull’anulare della mano destra.
I METODI E I TRATTI MODERNI

La moderna didattica chitarristica trae le sue origini dai Metodi dei migliori chitarristi
compositori della prima metà dell’Ottocento: Carulli,Molino, Aguado, Giuliani,
Carcassi, Sor.

Tra la fine del Settecento e l’inizio dell’Ottocento si verificano delle importanti


innovazioni strutturali che determinano la nascita della chitarra moderna, un nuovo
strumento a sei corde semplici in antitesi con la vecchia chitarra barocca a cinque
corde doppie, suonata in maniera diversa.

I METODI DELL’OTTOCENTO NELLE REVISIONI MODERNE

NAPOLEON COSTE

IL Primo a operare su uno dei testi sacri dei maestri classici fu il francese Napoleon
Coste.
Allievo e amico del famoso Fernando Sor.

Coste rielabora il lavoro del maestro, riducendolo ad un metodo pratico.


Tutta la trattazione teorica di Sor fu condensata in due brevi pagine dove sono
spiegate la posizione dello strumento, delle mani e dell’accordatura.

2 PARTE e 3 PARTE

Coste riprende dal maestro le lezioni sulla qualità del suono , della pulsazione e
nella terza parte gli esercizi sulle scale per terze e seste.

BENVENUTO TERZI

Notissima è la revisione del Metodo op.27 di Carulli curata dal chitarrista italiano
Benvenuto Terzi del 1955.

Terzi si limita a condensare la didattica carulliana nei primi due volumi, aggiungendo
nel terzo alcuni brani dello stesso autore tratti da una sua raccolta di 34 pezzi op.276
e proponendo una scelta di 12 duetti didattici.
ANTONIO SINOPOLI

Gode anche il Metodo di Aguado nella revisione del 1951 realizzata dal chitarrista
argentino Antonio Sinopoli.
Gli studi di Aguado sono disposti in progressione, con ampie didascalie e
diteggiature.
Nel Metodo e nell'appendice Sinopoli aggiunge brani di Tarrega, Sor, altri autori e
trascrizioni dai preludi Chopin e brani di Bach.

LO SVILUPPO DELLA TECNICA

Nell’evoluzione della tecnica chitarristica, a parte l’impostazione dello strumento è


importante il meccanismo delle mani.

Nella metodologia classici ottocenteschi la mano destra ha un saldo punto di


ancoraggio sulle prime tre corde dello strumento dove agiscono il pollice, l’indice e il
medio ed essa è tenuta ferma dal mignolo della cassa armonica.

Questa posizione sfrutta al massimo la mobilità del pollice sulle corde dei bassi.
Eccezionale risulta l’arpeggio su quattro corde con l’impiego dell’anulare.

Tale tecnica è funzionale per una musica scritta a tre parti dove il pollice esegue le
note del basso dalla terza alla sesta corda e l’indice e il medio svolgono la melodia.

La mano sinistra in questo momento compie movimenti di agilità ma non di forza,


solo con Sor che scrive in Stile polifonico a quattro parti , la mano sinistra è chiamata
a maggiori impegni.

L’evoluzione del periodo romantico comporta alcuni progressi che individuiamo nei
tre migliori autori di quell’epoca: Giulio Regondi, Napoleon Coste, Johann kaspar
Mertz.
Giulio Regondi prende forma la scrittura a parti late dove il chitarrista abbandona la
posizione con il mignolo fisso fisso sulla cassa armonica eseguendo gli accordi, con
la mano destra dove indice e medio o medio e anulare devono dilatarsi sulle corde.

I suoi arpeggi sono ancora scritti a parti strette ma l’anulare lavora come tutte le altre
dita, come avviene nell’esecuzione del tremolo, studio che Regondi porta al
perfezionamento.

Regondi ad un certo punto abbandonò la chitarra per dedicarsi alla concertina al


genitore della fisarmonica

Napoleon Coste usa una scrittura armonicamente molto densa, i suoi accordi
impiegano tutte le sei corde e le note di raddoppio hanno un valore polifonico.

Per la mano sinistra infatti comporta un maggiore sforzo e più indipendenza tra le
dita.

Johann kaspar Mertz Lo stesso avviene per Mertz con differenti combinazioni per i
modelli armonici di accompagnamento.

I Metodi della seconda metà dell’Ottocento e dei primi anni del Novecento

Il declino artistico della chitarra nella seconda metà dell’Ottocento impedì lo sviluppo
della metodologia moderna. Dopo il successo delle opere dei classici, la cultura
chitarristica si riduce a circoli regionali o cittadini.

Così tra la fine dell’Ottocento e gli anni venti del Novecento, artisti di sorprendente
capacità fioriscono dei facili Metodi basati su nozioni necessarie a mettere in grado il
chitarrista di accompagnare una canzone.

Viene ripubblicato nel 1914 il Manuale teorico pratico per lo studio della chitarra di
Agostino Pisani, volume considerato corretto e dignitoso che deriva da nozioni
teoriche del Metodo di Carulli.
LA SCUOLA DI TARREGA

Verso la fine dell’Ottocento alcuni liutai ,tra cui Antonio Torres , perfezionarono lo
strumento con dimensioni più ampie e un nuovo sistema di incatenatura capaci di
offrire maggior potenza sonora, più estese dimensioni e migliori possibilità timbriche.

Su questa nuova chitarra conduce varie esperienze Francisco Tarrega, dove arriva a
definire un suo proprio linguaggio dove pensiero musicale e accorgimenti tecnici
trovano un’ideale coerenza.

Ai suoi allievi Tarrega insegna la nuova impostazione delle mani insistendo sul tocco
appoggiato, sulla verticalità delle dita, esaltando le facoltà della nuova chitarra che
può far cantare la melodia anche sulla seconda e terza corda anziché sulla prima,
perfeziona la scrittura a parti late e concede di frequente ai bassi una funzione
melodica.

La sua intenzione di scrivere un Metodo rimase una idea. Anche il suo allievo Miguel
Llobet non scrisse Metodi ma nella sua notevole produzione musicale si vedono i
grandi progressi tecnici.

EMILIO PUJOL

Quello che si adoperò per diffondere la didattica tarreghiana fu Emilio Pujol.


Della sua opera di ricerca storico-tecnico- pedagogica Pujol aveva già dato un
saggio nel 1926 compilando la voce Guitare, dove troviamo definiti fondamenti
teorici che saranno alla base della sua Escuela razonada de la guitarra.

Il primo dei quattro volumi che compongono l’opera fu pubblicato nel 1933, poi
successivamente tutti gli altri fino ad arrivare all’ultimo nel 1971.

Scopo principale di Pujol è quello di sottomettere lo strumento alla completa volontà


dell’esecutore per arrivare alla migliore realizzazione artistica, attraverso la completa
conoscenza dello strumento, della meccanica della mani e delle facoltà intellettuali.

Questi tre punti si trovano già nel primo volume della Escuela con il capitolo
dedicato allo strumento.
Di notevole importanza risultano le dissertazioni sui criteri della diteggiatura , sulla
specificità del suono in ogni corda, sulla qualità del suono ottenute con l’unghia o
con il solo polpastrello e i consigli sul modo di studiare.

Le vere e proprie lezioni di meccanica dei movimenti iniziano nel secondo libro, con
esercizi graduali per le due mani, per il Barré, per l'esecuzione degli accordi, degli
arpeggi, delle scale ecc.

IL Terzo libro perfeziona il precedente con esercizi più impegnativi aggiungendo


l’esecuzione degli abbellimenti, la dilatazione il vibrato gli armonici ottavati.

IL Quarto libro affronta il problema della virtuosità l’agilità dei movimenti su una o più
corde con scale a note doppie con varie formule di arpeggi e via dicendo.

El dilema del sonido en la guitarra, un breve trattato che approfondisce alcuni


concetti già espressi nella Escuela.

Un grosso tema attorno al quale Pujol lavorò fu il tocco delle corde con il solo
polpastrello.
Le sue convinzioni erano però contrastante da quella di Segovia, sostenitore del
tocco con l’unghia, che diventò presto il modo di suonare a livello generale.

Fra altri didattici seguaci di Tarrega meritano di essere ricordati Pascual Roch e Julio
Sagreras.

PASCUAL ROCH

IL Metodo di Roch è in tre volumi da alcuni giudicati bene ed invece da altri


completamente no, invece di grande diffusione sono le Lecciones di Sagreras
completate dalla Tecnica superior de guitarra.

JULIO SAGRERAS

Le Lecciones di Sagreras sono divise in sei libri. L’autore dedica molta cura alla
mano destra che impara dalle prime lezioni l’uso del tocco libero e appoggiato.
ALTRI METODI E TRATTATI DEL PRIMO NOVECENTO

Fuori dall’area tarregiana emergono i nomi del francese Jacques Tessarech e del
tedesco Heinrich Albert e dello statunitense William Foden.

William Foden scriveva il Metodo per trarre maggiori incassi per la sua professione
di ricercato insegnante. I Due volumi del suo Metodo sono concepiti secondo i
vecchi schemi di Carulli e Carcassi.

Heinrich Albert si colloca nella tradizione austro-tedesca.


Egli scrisse un Metodo formato da 4 volumi e alcune raccolte chiamate
Etuden-Werk, Solospiel-Studien.

Jacques Tessarech emerge con tali novità e proposte originali tanto da far apparire
le sue opere eccezionali. Egli pubblicò L'Évolution de la guitare e la guitare
polyphonique che del primo libro è la continuazione e il completamento.

Egli esalta al massimo la potenzialità armonica dello strumento, usa tecniche


inconsuete nell’intreccio polifonico delle voci e mette degli effetti speciali con il
glissato della mano sinistra.

LA TECNICA DI SEGOVIA

Molta parte dei progressi artistici e tecnici compiuti nella prima parte del nostro
secolo sono stati dimenticati, ma tracciava un punto indelebile Andres Segovia.

L’operazione riuscì ad Egli che ebbe il merito di saper precorre i sentieri segnali dal
suo tempo ovvero era terminata l’epoca del chitarrista virtuoso-compositore, ora la
musica era nelle mani del musicista compositore al quale occorreva assidui solleciti.
Al grande Maestro toccò risolvere il problema di rendere eseguibili le composizioni
dei nuovi autori.

Segovia agì drasticamente scegliendo solo le musiche nelle quali poteva configurare
il suo ideale estetico e applicare la tecnica straordinaria.
Segovia incominciò ad avere una notorietà dopo gli anni Cinquanta e Sessanta.
Tenne corsi di perfezionamento all’Accademia Chigiana.

Egli fu Maestro a coloro che seppero studiare attentamente il suo repertorio,


ascoltare le sue lezioni o i suoi concerti.

Segovia non si premurò di lasciare testimonianza della sua arte didattica, solo nelle
famose Scale diatoniche maggiori e minori. Stupiva soprattutto in lui la potenza, la
profondità e la rotondità del suono.

Per coglierne i segreti molti studiarono attentamente la tecnica della sua mano
destra senza capire forse l’enorme influenza che il suono esercitava sulla mano
sinistra.

Segovia possedeva una mano sinistra veramente agile avendo una sincronia
perfetta con la mano destra.

Questo nuovo modo di concepire il suono travalicava la tecnica di tradizione


classico-romantica che designa l’emissione sonora alla sola mano destra aiutata
dalle risorse sonore delle corde a vuoto.

I METODI E I TRATTATI PIÙ RECENTI

Ricordiamo i Metodi di Karl Scheit, di Alice Artzt e via dicendo.

ABEL CARLEVARO

La Escuela de guitarra di Abel Carlevaro è un ampio Trattato corredato da disegni,


fotografie e qualche esempio musicale.

Fu il primo che indaga a fondo i criteri teorico- pratici dell'impostazione del suono.
Caposaldo del suo studio è la collocazione dello strumento che deve adattarsi al
corpo dell’esecutore e non viceversa.

La trattazione prende in esame le funzioni delle braccia e delle dita con frequenti
implicazioni psicologiche che intervengono nel momento in cui il movimento
meccanico deve essere pensato in funzione espressiva quindi artistica.
Non tutte le scuole sono d’accordo alla posizione del braccio destro che Carlevaro
vuole appoggiato sulla fascia della chitarra.

IL Metodo di Carlevaro risulta di grande utilità e segna una tappa fondamentale della
pedagogia moderna.

REGINALD SMITH BRINDLE

Egli è l’autore dei tre volumi che compongono il Guitarcosmos, altra opera che
s’impone all’attenzione per la sua originalità.

L’autore propone nei tre volumi un’ampia scelta di Studi in varie forme musicali e in
diversi stili moderni, partendo da facili modelli di scrittura e arrivando ai brani scritti
con i più aggiornati segni di scrittura della musica.

IL suo Metodo propone di completare l’esercizio dello studente nella musica


moderna, non ci sono indicazioni tecniche sullo strumento e sul modo di suonare.

Lo strumento dovrà possedere le principali nozioni tecnico-pedagogiche prima di


affrontare lo studio del Guitarcosmos che presenta brani tonali, atonali, bitonali e via
dicendo.

Il fine pedagogico è quello di portare l’allievo dai primi facili esercizi ai veri e propri
pezzi da concerto.

COLLABORAZIONE DI STEPHEN DODGSON CON HECTOR QUINE

Da questa collaborazione è nato il metodo Progressive Reading for guitarist che si


propone di togliere ai chitarristi l’incubo della lettura a prima vista mediante una serie
di cento brevi studi.

Per la facilità dei primi esercizi e per la progressione graduale delle difficoltà, questo
Metodo può essere affidato allo studio del principiante che ne trarrà benefici.
La caratteristica principale del Metodo è l’abbandono del tradizionale studio che
incomincia dalla conoscenza della tastiera a partire dalla prima posizione.
I primi esercizi sono infatti nella quinta posizione che risulta più centrale nell’ambito
della tastiera e più comoda per l'articolazione del braccio e della mano .

A mano a mano che lo studio procede la scrittura musicale si infittisce lo spessore


armonico e cresce l’impegno del solfeggio.
IL consiglio degli autori è quello di non cedere alla tentazione di diteggiare gli
esercizi perché obbliga l'allievo a ragionare sul concetto della posizione chitarristica
e a pensare ai movimenti delle dita non come nella lettura di una intavolatura ma in
termini più musicali e cioè per intervalli.

CHARLES DUNCAN

IL Metodo di Duncan è un volume suddiviso in otto capitoli.

Egli si assume il compito di riassumere per la prima volta alcuni aspetti teorici già
praticati in sede pedagogica da altri maestri ma non ancora emessi dalla stampa.

Gli aspetti che riguardano la tensione funzionale applicata alla coordinazione delle
articolazioni di ogni dito. L’agilità e l'indipendenza delle dita della mano sinistra
trovano ottimi esercizi nel secolo capitolo: legature, scale cromatiche per ottave,
passaggi a note doppie.

Il tocco della mano destra sempre fondato sulla preparazione cioè Il contatto
dito-corda prima dell’impulso avviene con l’unghia.

Tutte queste caratteristiche sono inserite nel discorso che comprende l’esame della
posizione, della curvatura delle dita, dell’angolazione del polso.

ANGELO GILARDINO

Tra i più recenti Trattati emerge la Tecnica della chitarra- fondamenti meccanici di
Angelo Gilardino.

Gilardina con la sua posizione vuole definire i criteri di una Scuola.

La lettura del suo Trattato non è impresa facile né per il buon conoscitore dello
strumento né per il diligente allievo che ha percorso tutto il cammino di un buon
Metodo. Occorre aver ben presente il fine che si propone lui.
Nel trattato Gilardino parla di musica solo all’inizio e alla fine.

All’inizio nel breve capitolo sulla Generalità della tecnica dove si dice che uno
strumentista deve sviluppare due tecniche: una musicale e un’altra meccanica e alla
fine nella conclusione dove si dice che la meccanica deve arrivare a trasfigurarsi nel
gesto sonoro.

Per Gilardino il motore d'avviamento è il suono anzi i suoni cioè lo strumento di quei
procedimenti che permettono di dare alla corda tutte le sfumature e le varianti
sonore.

La qualità del timbro è analizzata con precisione sotto ogni aspetto ovvero non c’è
la ricerca di un suono più bello che risulta noioso, ma la visione delle mescolanze
timbriche che costituiscono la chitarra.

Su queste premesse si fondano tutte le considerazioni sulla meccanica ovvero mano


destra,polso,forma delle unghie, tensione e rilassamento e via dicendo ,
concludendo con una trattazione di una breve capitolo sulla psicologia della tecnica.

LA DIDATTICA ITALIANA

Possiamo ricordare altre opere oltre a quelle di Gilardino, ricordiamo il Metodo di


Teresa De Rogatis, quello Mario Gangi in tre volumi con una equilibrata concisione e
rigore e numerosissimi esercizi e studi originali.

I Metodi di Mauro Storti e di Ruggero Chiesa, Bruno Tonazzi ecc..

Potrebbero piacerti anche