Documenti di Didattica
Documenti di Professioni
Documenti di Cultura
Trattati e Metodi
Trattati e Metodi
Giacomo Merchi fu il primo a formulare il Primo Metodo per chitarra che si può
definire Moderno. Dove segna un punto di rottura con il passato e getta le basi della
nuova pedagogia strumentale.
Prima la vera Scuola veniva considerata quando il maestro aveva il contatto diretto
con l’allievo, quindi dormendo , mangiando (come accadeva in Francia) e vivendo
con il maestro stesso.
Questo veniva fatto grazie ad un contratto eseguito dai genitori all’ insegnante
affinché oltre al mantenimento, egli provvedeva a trasmettere tutte le nozioni fino ad
un periodo stabilito.
IL Metodo del 1761 (Le guide des écoliers de guitarre) di Merchi viene concepito per
la chitarra a cinque cori : Quinta e Quarta corda raddoppiate all’ottava superiore,
Terza e Seconda all’unisono e il Cantino semplice.
- Mano destra mette il Pollice sui bassi, Indice e Medio sulle prime due corde.
Introduce un punto di appoggio sulla tavola armonica ovvero l’anulare.
- Mano sinistra non mette il Pollice che era destinato a sorreggere il manico, la
diteggiatura era indicata con numeri arabi.
Nel Metodo di Merchi troviamo vari esercizi musicali come preludi, rondò minuetti e
trenta variazioni sull’aria della Follia di Spagna.
Merchi nel 1777 scrisse (Traité des agrémens de la musique exécutés sur la guitarre
op.35) un Metodo tutto sugli abbellimenti.
Al contrario di Merchi, alcuni facevano uso anche del dito anulare della mano destra
solo negli arpeggi a quattro corde.
Merchi in alcuni arpeggi prevede l’uso del Tocco Scivolato quindi dal basso verso
l’alto.
Questo movimento delle dita ci dà l'idea oggi del Tocco Appoggiato.
Metodo Bailleux si divide in due sezioni una dedicata alla teoria musicale e una
seconda alla tecnica chitarristica.
Negli anni anni Ottanta emergono i Metodi di Francesco Alberti e Pierre-Joseph
Baillon
Francesco Alberti (Nouvelle Méthode de Guitare) tratta per la prima volta in assoluto
l’argomento dei suoni armonici e la proposta di usare tutte e cinque le dita della
mano destra.
Pierre-Joseph Baillon rispetto alcuni maestri che montano la chitarra con le corde
semplici, lui consiglia l’uso del raddoppio ed è tra i primi ad avere una corretta
scrittura nella divisioni delle voci.
Lyre-Guitare
Essa contribuì ad accelerare l’uso della sesta corda, per tanto però per identificarla
sulle partiture era ancora di rito specificare Pour lyre ou guitare.
Nella produzione musicale per questo strumento possiamo ricordare alcuni autori :
- Pierre-François-Olivier Albert
- Jean-Baptiste Bérard
- Francois Corbelin
Charles Doisy
Fu pubblicato nel 1801, si presenta con criteri editoriali moderni, la trattazione viene
suddivisa in vari capitoli e comprende brevi nozioni sulla storia della chitarra.
Doisy scrisse il segno 8°sia per i bassi della sesta corda ma anche per l’ottava
superiore, utile per la Lyre-Guitare ed anche propose una scrittura su due righi.
Simon Molitor con il suo Metodo riprende alcuni concetti dei suoi predecessori.
Ovvero: Tocco del polpastrello per le dita della mano destra, mignolo appoggiato
sulla tavola armonica ma anche impiegato per gli accordi su cinque corde.
Il pollice della sinistra interviene sulla sesta corda e le note in scala sono eseguite
con legature o con note staccate con l'alternanza di pollice e indice.
Una citazione merita anche Franz Knize , dove nel suo Metodo definisce i punti di
appoggio e contatto che la chitarra deve avere rispetto al corpo dell’esecutore.
Federico Moretti è senza dubbio un chitarrista dalle basi più solide, per formare un
buon strumentista di accompagnamento.
La metodologia si basa perlopiù su scale in varie posizioni, regole cadenzale degli
accordi ed esercizi di arpeggi.
FERDINANDO CARULLI pubblica a Parigi nel 1810 il suo primo Metodo op.27, così
finalmente incomincia ad esistere un Metodo per poter suonare qualsiasi musica
sulla chitarra e non limitarsi solo all’accompagnamento.
Una seconda edizione fu pubblicata nel 1817 e una terza nel 1822 ma fu completata
da una edizione di Studi speciali Supplément à la Méthode op.192.
Carulli senza stravolgere la tecnica di base, scrive pezzi musicali semplici, con
un’armonia a tre parti e con una conduzione perfetta delle voci, così l’allievo con
grande consiglio aveva una graduale conquista dello strumento con il sostegno del
maestro.
Carulli giunse a codificare le dita della mano destra così: Pollice su i tre bassi, Indice
sulla terza e seconda corda, Medio sulla prima.
Nel 1825 Carulli pubblicò l’Anti methode affidato all’editore Petit, una raccolta di
cinquanta studi disposti in ordine di difficoltà e due Capricci.
FRANCESCO MOLINO
Molino pubblicò una vasta serie di Metodi che si differenziano tra loro per il numero
di opera per l’ampiezza degli argomenti o per il numero di esercizi.
Tutti questi Metodi possono essere visti quindi come espressione del Metodo di
Molino.
- la Nouvelle Méthode
- la Grande Methode
DIONISIO AGUADO
La sua originalità si evidenzia nella produzione del suono, ottenuta mediante l’azione
polpastrello/unghia, per la quale ancora oggi è famoso.
Per questo riteniamo che il suo Methode Complete 1826, con traduzione dallo
spagnolo al francese, sia il più significativo nella scelta dei suoi Metodi.
L’opera è divisa in due parti ovvero 1 Teorico-pratica 2 Pratica ed infine termina con
un'appendice di De Fossa.
IL traduttore De Fossa spiega che tale trattazione può apparire eccessiva per il
pubblico francese giustificando l’utilità per il pubblico spagnolo al quale l’originale era
diretta in spagnolo.
Aguado suggerisce una posizione originale ovvero che l’esecutore è seduto su una
sedia larga da permettergli l’appoggio dello strumento sulla parte del sedile a fianco
alla coscia destra.
Questa sorta di punto di fisso estraneo al corpo dell’esecutore sarà qualche anno
dopo l’invenzione del Tripode ovvero un supporto meccanico che regge
autonomamente la chitarra.
Assolutamente proibito è l’uso del mignolo appoggiato sulla tavola armonica, perché
il punto di appoggio deve essere con il contratto dell'avambraccio destro sullo
strumento.
Ancora resta la tecnica del tocco con l’unghia, dove Aguado ne sostiene l’utilità per
avere un maggior volume e qualità del suono. Le unghie non devono essere né
troppo dure e né troppo fragili. La corda deve essere pizzicata dal dito in senso
obliquo e dovrà scivolare dal polpastrello verso l’unghia, per l’agilità delle dita.
- 2 PARTE Aguado scrive gli esercizi pratici applicando la teoria musicale alle
possibilità della chitarra. I primi esercizi sono semplici melodie che non oltrepassano
il 4 tasto, lo scopo è quello di allenare l’allievo nelle divisioni e suddivisioni del tempo
2/4,3/4, 6/8, segue una sezione di arpeggi e manca nel Metodo la diteggiatura della
mano destra.
Abbiamo studi sulle legature e sugli abbellimenti ai quali sono aggiunti dei suoni
come Étouffés il moderno pizzicato, da eseguirsi con la sola mano sinistra, l’effetto
Tambourin il moderno tambora e quello delle campanelas.
Completo è il capitolo sui Suoni armonici che si possono ottenere in tre maniere
diverse: suoni armonici naturali , artificiali e derivati dalla tecnica violinistica.
Il Metodo si occupa anche dello studio dell’armonia applicata alla chitarra, seguita da
una serie di trenta Studi pubblicati nella Collection de Estudios.
Per finire il Metodo termina con breve capitolo in cui soni riassunti tutti i concetti
estetici e gli ultimi consigli.
I numerosi Metodi pubblicati da Carulli, Molino e Aguado palesano una ricerca che
parte da poche ma solide basi andando dal primo Metodo di Carulli 1810 a quello di
Aguado 1826.
Nella prima del Metodo Giuliani sviluppa una serie di centoventi arpeggi per la mano
destra, indicando la diteggiatura e servendosi di due battute ritornellate, con un
accordo di do maggiore e di sol settima.
Si risale dagli arpeggi di Giuliani a quelli di Federico Moretti, ma in realtà tra questi
due musicisti esiste una grande differenza di fondo ovvero che Moretti concepisce
l'accordo in funzione di accompagnamento, invece Giuliani se ne serve per
approfondire la meccanica della mano per destra che permettono di eseguire un
brano completo di melodia e armonia.
Importante è pure la diteggiatura della mano sinistra nelle scale a note doppie per
terze, seste, ottave e decime, alla conoscenza completa delle tastiera.
4 PARTE Comprende Studi nelle tonalità più agevoli avendo un preciso scopo
didattico
MATTEO CARCASSI
La posizione che ha adottato Carcassi è molto simile a quella attuale ovvero con la
chitarra appoggiata sulla coscia sinistra.
La gamba sinistra è sollevata da uno sgabellino e quella destra è divaricata.
- Indice e medio possono salire fino alla quinta corda e il pollice può scendere fino
alla seconda.
Il pollice della sinistra può intervenire nella diteggiatura per le corde gravi
Le posizione della mano sinistra sono numerate come faceva Molino
Gli arpeggi per la mano destra richiamano quelli di Giuliani , ma Carcassi ne
aggiunge altri in diverse tonalità.
Abbiamo anche alcuni esercizi di scale a note doppie , quelli sull’effetto campanelas,
scale e preludi e suoni armonici .
3 PARTE Troviamo il punto più debole del Metodo ovvero i 50 Studi che non sono
così formati rispetto a quelli degli altri autori e non raggiunge un valore musicale,
tranne per i 25 Studi op.60 . XC
FERNANDO SOR
Nel 1830 Sor pubblica il suo Metodo, ma Sor aveva dato alle stampe i due terzi di
quella che sarebbe stata la sua intera opera per chitarra e aveva già pubblicato i
suoi Studi ,opere 6,29,31,35.
Egli fu un chitarrista che si è dovuto costruire da solo, studiando sulle modeste basi
dei Principi di Moretti.
IL suo più che un Metodo è un Trattato il primo nella storia della chitarra.
1 PARTE Racchiude i capitoli dedicati allo strumento, alla posizione e a quella delle
mani, al modo di attacco della corda e alla qualità del suono.
Allo strumento dedica molta attenzione, alla funzione del ponticello, alla giusta
posizione che su esso devono avere le corde, alla ripercussione del suono sulla
tavola armonica.
Per la posizione dello strumento Sor trova un punto di appoggio sul ginocchio destro,
sollevando la gamba mediante uno sgabellino e appoggiando la fascia superiore
della chitarra sul bordo di un tavolo.
La mano destra di Sor trova la giusta posizione ponendo la punta delle prime tre dita
su una linea retta parallela al piano delle corde. Questa posizione permette al pollice
una grande mobilità senza spostare la mano.
L’uso del pollice della mano sinistra sulla sesta corda è considerato come retaggio di
una scorretta scrittura armonica. Ma Sor dice che la funzione di questo dito è che
deve agire solo dietro il manico per contrastare la pressione delle dita sulla tastiera o
fungere da perno per la mano.
Spiega pure il modo di come pizzicare le corde per ottenere una vibrazione delle
stesse parallela alla tavola armonica evitando suoni sgradevoli .
I volumi del forte e del piano vanno ricercati spostando la mano destra e con vari
modi di attacco.
Originale è l'esecuzione del pizzicato proposto da Sor:
Non impiega il palmo della destra per smorzare i suoni , ma le dita della sinistra
premute sulle barrette di divisione dei tasti. Una tecnica difficile ma l’unica secondo
Sor che produce i veri suoni Eutoffes.
2 PARTE Sono presi in esame la conoscenza della tastiera , i primi elementi della
diteggiatura e la posizione del gomito.
Per gli esercizi in arpeggio, Sor consiglia di limitarsi a quelli dove è sufficiente
l'impiego delle prime tre dita della mano destra: l’anulare è sconsigliato per la scarsa
forza.
Le scale sono eseguite con legature tecniche e non con note staccate.
L’impiego dello staccato con indice e medio è limitato alla prima corda e alla
seconda.
Anche la posizione esatta dell'avambraccio sinistro assume la sua rilevanza per una
corretta posizione a martelletto delle dita della mano sinistra.
Dopo un'analisi teorico pratica degli intervalli fra le corde a vuoto a quelli di terza e
sesta, Sor arriva a schematizzare la diteggiatura ponendo il primo dito lungo la prima
corda e trovando la posizione del secondo e del terzo sulle corde superiori, del
quarto quando è il caso eseguire un basso.
La gamma dei suoni armonici naturali ottenibili sul 5,7,12 tasto. Sor lì applica su
quelli meno praticati ovvero 2,3,4,9 tasto ottenendo una serie di suoni sufficienti da
poter fare a meno di quelli ottavati, chiudendo la terza parte con una considerazione
sull’anulare della mano destra.
I METODI E I TRATTI MODERNI
La moderna didattica chitarristica trae le sue origini dai Metodi dei migliori chitarristi
compositori della prima metà dell’Ottocento: Carulli,Molino, Aguado, Giuliani,
Carcassi, Sor.
NAPOLEON COSTE
IL Primo a operare su uno dei testi sacri dei maestri classici fu il francese Napoleon
Coste.
Allievo e amico del famoso Fernando Sor.
2 PARTE e 3 PARTE
Coste riprende dal maestro le lezioni sulla qualità del suono , della pulsazione e
nella terza parte gli esercizi sulle scale per terze e seste.
BENVENUTO TERZI
Notissima è la revisione del Metodo op.27 di Carulli curata dal chitarrista italiano
Benvenuto Terzi del 1955.
Terzi si limita a condensare la didattica carulliana nei primi due volumi, aggiungendo
nel terzo alcuni brani dello stesso autore tratti da una sua raccolta di 34 pezzi op.276
e proponendo una scelta di 12 duetti didattici.
ANTONIO SINOPOLI
Gode anche il Metodo di Aguado nella revisione del 1951 realizzata dal chitarrista
argentino Antonio Sinopoli.
Gli studi di Aguado sono disposti in progressione, con ampie didascalie e
diteggiature.
Nel Metodo e nell'appendice Sinopoli aggiunge brani di Tarrega, Sor, altri autori e
trascrizioni dai preludi Chopin e brani di Bach.
Questa posizione sfrutta al massimo la mobilità del pollice sulle corde dei bassi.
Eccezionale risulta l’arpeggio su quattro corde con l’impiego dell’anulare.
Tale tecnica è funzionale per una musica scritta a tre parti dove il pollice esegue le
note del basso dalla terza alla sesta corda e l’indice e il medio svolgono la melodia.
L’evoluzione del periodo romantico comporta alcuni progressi che individuiamo nei
tre migliori autori di quell’epoca: Giulio Regondi, Napoleon Coste, Johann kaspar
Mertz.
Giulio Regondi prende forma la scrittura a parti late dove il chitarrista abbandona la
posizione con il mignolo fisso fisso sulla cassa armonica eseguendo gli accordi, con
la mano destra dove indice e medio o medio e anulare devono dilatarsi sulle corde.
I suoi arpeggi sono ancora scritti a parti strette ma l’anulare lavora come tutte le altre
dita, come avviene nell’esecuzione del tremolo, studio che Regondi porta al
perfezionamento.
Napoleon Coste usa una scrittura armonicamente molto densa, i suoi accordi
impiegano tutte le sei corde e le note di raddoppio hanno un valore polifonico.
Per la mano sinistra infatti comporta un maggiore sforzo e più indipendenza tra le
dita.
Johann kaspar Mertz Lo stesso avviene per Mertz con differenti combinazioni per i
modelli armonici di accompagnamento.
I Metodi della seconda metà dell’Ottocento e dei primi anni del Novecento
Il declino artistico della chitarra nella seconda metà dell’Ottocento impedì lo sviluppo
della metodologia moderna. Dopo il successo delle opere dei classici, la cultura
chitarristica si riduce a circoli regionali o cittadini.
Così tra la fine dell’Ottocento e gli anni venti del Novecento, artisti di sorprendente
capacità fioriscono dei facili Metodi basati su nozioni necessarie a mettere in grado il
chitarrista di accompagnare una canzone.
Viene ripubblicato nel 1914 il Manuale teorico pratico per lo studio della chitarra di
Agostino Pisani, volume considerato corretto e dignitoso che deriva da nozioni
teoriche del Metodo di Carulli.
LA SCUOLA DI TARREGA
Verso la fine dell’Ottocento alcuni liutai ,tra cui Antonio Torres , perfezionarono lo
strumento con dimensioni più ampie e un nuovo sistema di incatenatura capaci di
offrire maggior potenza sonora, più estese dimensioni e migliori possibilità timbriche.
Su questa nuova chitarra conduce varie esperienze Francisco Tarrega, dove arriva a
definire un suo proprio linguaggio dove pensiero musicale e accorgimenti tecnici
trovano un’ideale coerenza.
Ai suoi allievi Tarrega insegna la nuova impostazione delle mani insistendo sul tocco
appoggiato, sulla verticalità delle dita, esaltando le facoltà della nuova chitarra che
può far cantare la melodia anche sulla seconda e terza corda anziché sulla prima,
perfeziona la scrittura a parti late e concede di frequente ai bassi una funzione
melodica.
La sua intenzione di scrivere un Metodo rimase una idea. Anche il suo allievo Miguel
Llobet non scrisse Metodi ma nella sua notevole produzione musicale si vedono i
grandi progressi tecnici.
EMILIO PUJOL
Il primo dei quattro volumi che compongono l’opera fu pubblicato nel 1933, poi
successivamente tutti gli altri fino ad arrivare all’ultimo nel 1971.
Questi tre punti si trovano già nel primo volume della Escuela con il capitolo
dedicato allo strumento.
Di notevole importanza risultano le dissertazioni sui criteri della diteggiatura , sulla
specificità del suono in ogni corda, sulla qualità del suono ottenute con l’unghia o
con il solo polpastrello e i consigli sul modo di studiare.
Le vere e proprie lezioni di meccanica dei movimenti iniziano nel secondo libro, con
esercizi graduali per le due mani, per il Barré, per l'esecuzione degli accordi, degli
arpeggi, delle scale ecc.
IL Quarto libro affronta il problema della virtuosità l’agilità dei movimenti su una o più
corde con scale a note doppie con varie formule di arpeggi e via dicendo.
Un grosso tema attorno al quale Pujol lavorò fu il tocco delle corde con il solo
polpastrello.
Le sue convinzioni erano però contrastante da quella di Segovia, sostenitore del
tocco con l’unghia, che diventò presto il modo di suonare a livello generale.
Fra altri didattici seguaci di Tarrega meritano di essere ricordati Pascual Roch e Julio
Sagreras.
PASCUAL ROCH
JULIO SAGRERAS
Le Lecciones di Sagreras sono divise in sei libri. L’autore dedica molta cura alla
mano destra che impara dalle prime lezioni l’uso del tocco libero e appoggiato.
ALTRI METODI E TRATTATI DEL PRIMO NOVECENTO
Fuori dall’area tarregiana emergono i nomi del francese Jacques Tessarech e del
tedesco Heinrich Albert e dello statunitense William Foden.
William Foden scriveva il Metodo per trarre maggiori incassi per la sua professione
di ricercato insegnante. I Due volumi del suo Metodo sono concepiti secondo i
vecchi schemi di Carulli e Carcassi.
Jacques Tessarech emerge con tali novità e proposte originali tanto da far apparire
le sue opere eccezionali. Egli pubblicò L'Évolution de la guitare e la guitare
polyphonique che del primo libro è la continuazione e il completamento.
LA TECNICA DI SEGOVIA
Molta parte dei progressi artistici e tecnici compiuti nella prima parte del nostro
secolo sono stati dimenticati, ma tracciava un punto indelebile Andres Segovia.
L’operazione riuscì ad Egli che ebbe il merito di saper precorre i sentieri segnali dal
suo tempo ovvero era terminata l’epoca del chitarrista virtuoso-compositore, ora la
musica era nelle mani del musicista compositore al quale occorreva assidui solleciti.
Al grande Maestro toccò risolvere il problema di rendere eseguibili le composizioni
dei nuovi autori.
Segovia agì drasticamente scegliendo solo le musiche nelle quali poteva configurare
il suo ideale estetico e applicare la tecnica straordinaria.
Segovia incominciò ad avere una notorietà dopo gli anni Cinquanta e Sessanta.
Tenne corsi di perfezionamento all’Accademia Chigiana.
Segovia non si premurò di lasciare testimonianza della sua arte didattica, solo nelle
famose Scale diatoniche maggiori e minori. Stupiva soprattutto in lui la potenza, la
profondità e la rotondità del suono.
Per coglierne i segreti molti studiarono attentamente la tecnica della sua mano
destra senza capire forse l’enorme influenza che il suono esercitava sulla mano
sinistra.
Segovia possedeva una mano sinistra veramente agile avendo una sincronia
perfetta con la mano destra.
ABEL CARLEVARO
Fu il primo che indaga a fondo i criteri teorico- pratici dell'impostazione del suono.
Caposaldo del suo studio è la collocazione dello strumento che deve adattarsi al
corpo dell’esecutore e non viceversa.
La trattazione prende in esame le funzioni delle braccia e delle dita con frequenti
implicazioni psicologiche che intervengono nel momento in cui il movimento
meccanico deve essere pensato in funzione espressiva quindi artistica.
Non tutte le scuole sono d’accordo alla posizione del braccio destro che Carlevaro
vuole appoggiato sulla fascia della chitarra.
IL Metodo di Carlevaro risulta di grande utilità e segna una tappa fondamentale della
pedagogia moderna.
Egli è l’autore dei tre volumi che compongono il Guitarcosmos, altra opera che
s’impone all’attenzione per la sua originalità.
L’autore propone nei tre volumi un’ampia scelta di Studi in varie forme musicali e in
diversi stili moderni, partendo da facili modelli di scrittura e arrivando ai brani scritti
con i più aggiornati segni di scrittura della musica.
Il fine pedagogico è quello di portare l’allievo dai primi facili esercizi ai veri e propri
pezzi da concerto.
Per la facilità dei primi esercizi e per la progressione graduale delle difficoltà, questo
Metodo può essere affidato allo studio del principiante che ne trarrà benefici.
La caratteristica principale del Metodo è l’abbandono del tradizionale studio che
incomincia dalla conoscenza della tastiera a partire dalla prima posizione.
I primi esercizi sono infatti nella quinta posizione che risulta più centrale nell’ambito
della tastiera e più comoda per l'articolazione del braccio e della mano .
CHARLES DUNCAN
Egli si assume il compito di riassumere per la prima volta alcuni aspetti teorici già
praticati in sede pedagogica da altri maestri ma non ancora emessi dalla stampa.
Gli aspetti che riguardano la tensione funzionale applicata alla coordinazione delle
articolazioni di ogni dito. L’agilità e l'indipendenza delle dita della mano sinistra
trovano ottimi esercizi nel secolo capitolo: legature, scale cromatiche per ottave,
passaggi a note doppie.
Il tocco della mano destra sempre fondato sulla preparazione cioè Il contatto
dito-corda prima dell’impulso avviene con l’unghia.
Tutte queste caratteristiche sono inserite nel discorso che comprende l’esame della
posizione, della curvatura delle dita, dell’angolazione del polso.
ANGELO GILARDINO
Tra i più recenti Trattati emerge la Tecnica della chitarra- fondamenti meccanici di
Angelo Gilardino.
La lettura del suo Trattato non è impresa facile né per il buon conoscitore dello
strumento né per il diligente allievo che ha percorso tutto il cammino di un buon
Metodo. Occorre aver ben presente il fine che si propone lui.
Nel trattato Gilardino parla di musica solo all’inizio e alla fine.
All’inizio nel breve capitolo sulla Generalità della tecnica dove si dice che uno
strumentista deve sviluppare due tecniche: una musicale e un’altra meccanica e alla
fine nella conclusione dove si dice che la meccanica deve arrivare a trasfigurarsi nel
gesto sonoro.
Per Gilardino il motore d'avviamento è il suono anzi i suoni cioè lo strumento di quei
procedimenti che permettono di dare alla corda tutte le sfumature e le varianti
sonore.
La qualità del timbro è analizzata con precisione sotto ogni aspetto ovvero non c’è
la ricerca di un suono più bello che risulta noioso, ma la visione delle mescolanze
timbriche che costituiscono la chitarra.
LA DIDATTICA ITALIANA