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ISBN: 88-86842-26-o
e-mail: bonnard@tiscalinet.it
hnp://www.edizionibonnard.it
~i miei colleghi & amici
Prefazione 9
Sinossi storica 12
Lo gran disegno 17
A P P E N D 1c E E : Ricapitolazione 333
Postfazione 347
9
che percorrono il cuore della tradizione: strade che ciascuno di
noi è libero di seguire o meno, di imboccare e lasciare a piaci-
mento, l'importante è sapere che esse ci sono e avere idea di
dove conducono. Questa libertà ci è negata se la tradizione
viene obliterata o data per morta. L'originalità alberga ovun-
que, ma essa risulta in gran parte bloccata se il legame con le
Pre[azio11e scoperte passate viene reciso o si fa troppo opprimente.
Se usate questo libro come una guida, abbandonate senza
remare la strada quando volete. Questo è il modo corretto di
seguire una strada: raggiungere nuovi punti di partenza scelti
da soli. Rompete le regole, rompetele in bellezza, deliberata-
mente e bene. Sono fatte per questo.
La forma delle lettere muta continuamente, eppure si diffe-
renziano di poco, poiché sono vive. Anche i princlpi della chia-
rezza tipografica sono mutati in misura minima dalla seconda
metà del xv secolo, quando sono stati stampati i primi libri con
caratteri romani. Per la verità molti dei criteri di leggibilità e
progettazione analizzati qui erano già noti agli scribi egizi che
scrivevano su papiro con calamo e inchiostro usando la scrit-
tura ieratica mille anni prima di Cristo. Esempi di questi scritti
si trovano nei musei del Cairo, di Londra, di New York, ancora
vivi, misteriosi e perfettamente leggibili trenta secoli dopo.
l sistemi di scrittura cambiano, ma una bella pagina si rico-
nosce immediatamente, sia che provenga dalla Cina della dina-
stia Tang, dall'Egitto del Nuovo Regno o dall'Italia del Rinasci-
mento. l princìpi che unificano queste scuole cosi distanti si
basano sulla struttura e sulla scala del corpo umano -l'occhio,
la mano e l'avambraccio in particolare - e sull'invisibile ma
reale, esigente e sensibile anatomia della mente umana. Non mi
piace chiamare universali questi princìpi, poiché sono retaggio
di tutta la nostra specie. I cani e le formiche, per esempio, leg-
gono e scrivono attraverso modalità molto più chimiche. Tut-
tavia i princìpi sottesi alla tipografia sono abbastanza solidi da
attraversare qualsiasi moda o capriccio umano.
Di certo gli strumenti del tipografo stanno cambiando velo-
cemente e in modo drastico, ma questo non è un manuale con-
nesso all'uso di un particolare sistema o mezzo di composi-
zione. Presumo che la gran parte dei miei lettori componga i
propri testi in forma digitale, io però non ho alcuna preferenza
preconcetta a proposito di marche di computer, versioni e pro-
grammi. Gli elementi essenziali dello stile hanno più a che fare
con gli obiettivi che i tipografi si danno che con la mutevole
lO
peculiarità dei loro strumenti. In altre parole, la tipografia è
molto più indipendente dal dispositivo rispetto al linguaggio
PostScript, quello usato dai computer per visualizzare le lettere
e strutturare le pagine con un codice tipografico. Se sono riu-
scito in questo intento, questo libro dovrebbe essere utile sia ad
artisti e amanti delle tradizioni antiche, che compongono a
mano con i caratteri di piombo e stampano utilizzando torchi Prefazione
tipografici, sia a quanti verificano il proprio lavoro su uno
schermo o attraverso una stampante laser per poi trasferirlo a
un apparato ad alta risoluzione attraverso un disco ottico o una
linea telefonica.
La tipografia è l'arte di fornire il linguaggio umano di una
forma visiva durevole, e dunque di una esistenza indipendente.
Il suo nucleo centrale è la calligrafia, la danza, su un minuto
palcoscenico, della mano che vive e parla; le sue radici affon-
dano nel suolo fertile, e i suoi rami possono essere addobbati
ogni anno di nuove macchine. Finché le radici vivono, la tipo-
grafia rimane fonte di autentiche delizie, di vera conoscenza e
schietta sorpresa.
Come arte, la tipografia condivide una prolungata vicinanza
e sintonia di intenti da un lato con la scrittura e la redazione dei
testi e dall'altro con la progettazione grafica; ma la tipografia in
sé non appartiene a nessuno dei due ambiti. Questo libro da
parte sua non è né un manuale di stile editoriale né di design,
benché percorra anche questi ambiti. La prospettiva globale è
prima e soprattutto tipografica, e spero che il libro risulti utile
proprio per questo a quanti individuano il proprio centro di
interesse e di lavoro nei campi adiacenti.
Questo lavoro deve molto alle conversazioni e agli esempi,
accumulati nel corso degli anni, di molti amici e maestri- Kay
Amert, Stan Bevington, Crispin Elsted, Glenn Goluska, Vie
Marks e George Payerle- e allo studio di due artisti esemplari,
il compianto Adrian Wilson ed Hermann Zapf. Deve anche
molto, per altri versi, a un altro amico e collega, E.M. Ginger.
Artisti e studiosi di tutto il mondo hanno condiviso libera-
mente la loro conoscenza. James Mosley e il suo gruppo alla St
Bride Printing Library di Londra sono stati particolarmente
preziosi. Sono grato a tutti loro.
Devo ringraziare anche molti altri, per il loro contributo.
I loro nomi appaiono nella postfazione a pag. 347·
R . B.
11
Sinossi
storica
apertura: R l NASC l M E NTO (xv & XVI secolo): trani modulati; asse umanistico
la forma aperta (obliquo); tratti terminali vivaci che ricordano i tratti della scrittura; aper-
di lenere
come a, c, e, s ture ampie; corsivo indipendente dal tondo e di pari digniU.
Questi schemi
evidenziano
soprattutto
l'asse del tratto,
che corrisponde
aU'asse deUa
penna che
traccia le
lettere. Spesso
differisce
notevolmente
rispetto aU'asse
deUa forma
deUelettere. Un
pennino
inclinato in
direzione nord
ovest può
tracciare lettere BAROCCO (xvu secolo): tratto modulato; asse variabile; grazie e tratti
dirine o terminali modulati; apertura moderata; corsivo complementare al tondo
inclinate in
e ad esso strettamente legato. Spesso nelle lettere barocche si sviluppa
direzione
nord est. un asse secondario- ma l'asse primario del tratto è di norma obliquo.
12
Sinossi
storica
13
Sinossi
storica
abptee
RE A LISTA (x ox & xx s~colo): tratto costant~; asse v~rticale implicito;
aperture ridotte; grazie assenti o ad angolo di spessore ugual~ ai tratti
principali; corsivo assente o sostituito da un tondo inclinato.
abpfee~
abp[oe
MODERNISTA GEOMETRICO (xx secolo): tratto costante; occhielli
circolari (senza asse); aperture moderate; grazie assenti o di spessore
uguale ai tratti principali; corsivo ass~nte o rimpiazzato da un romano
inclinato. La modellazione è spesso più raffinata di quanto appaia.
14
Sinossi
storica
15
rigo Habraam numera
1 a mofaica lege(feptim
r)Ced naturalt fui t ratio
idi t enim Habraam de<
.
m quog1 genttum patr
~s oés gentes hoc utdeltc
m eft:cuius ille iuft1ti~
us eft:qui pof1 multas'
1mum omnium diuin<
) nafcerétur tradidit:U(
gnum:uel ut hoc quaf
Cuos imitari conaref':au
um nobis modo eft.Po
Carattere romano inciso nel1469 da Nicolas Jenson, un tipografo fran-
cese che lavoro a Venezia . L'originale è composto in un corpo prossimo
a 16, qui viene riprodotto in dimensione doppia. Questo carattere è il
modello del Centaur di Bruce Rogers, che si puO vedere a pag. 12, in alto.
16
LO GRAN DISEGNO
17
... tutte le dorme di qualsiasi età, rango, professione o posi-
ziolle, siano vergini, nubili o vedove, elle ... inganneranno, sedur-
ranno e co11trarrarmo matrimonio con qualunque suddito di Sua
Maestà grazie all'ausilio di profumi, belletti, ciprie cosmetiche,
de11ti artificiali, capelli posticci, lana spagnola, busti di ferro, cri-
noline, scarpe cor1 tacchi alti [o] jiar1chi imbottiti, incorreranno
Princìpi nelle per1e della legge contro la stregoneria ... e . . . il matrimonio,
fondamerrtali dopo condarma, sarà considerato nullo.
!8
Lo scopo originario del carattere da stampa era semplice-
mente quello di imitare la scrittura. Il lavoro del tipografo con-
sisteva nell'imitare la grafia dei copisti in modo da permettere
una riproduzione esatta e rapida. Venivano stampate dozzine
di copie, e poi centinaia e infine migliaia in un tempo minore di
quello che sarebbe stato necessario a uno scrivano per comple-
tare un'unica copia. Questa giustificazione per la composizione Lo gran
dei testi scritti in caratteri tipografici oggi non ha più senso. disegno
Nell'epoca della fotolitografia, della scansione digitale e della
stampa offset è altrettanto facile stampare direttamente un testo
manoscritto come un testo composto tipograficamente. Eppure
il compito del tipografo è mutato di poco. t ancora quello di
dare l'illusione di perfezione sovrumana e rigore, e di pazienza
e precisione sovrumane, alla scrittura.
La tipografia è proprio questo: scrittura idealizzata. Oggi gli
scrittori non hanno, se non raramente, l'abilità calligrafica degli
antichi copisti, tuttavia evocano innumerevoli versioni del testo
ideale con le loro voci differenti e i loro stili letterari. A queste
visioni vaghe e spesso invisibili il tipografo ha il compito di
rispondere in termini visibili.
In un libro mal progettato le lettere si accalcano e si fer-
mano come cavalli affamati in un recinto. In un libro composto
senza voglia stanno sulla pagina come gli avanzi raffermi del
giorno prima. In un libro ben fatto, dove il designer, il compo-
sitore e lo stampatore hanno fatto tutti la loro parte, non im-
porta quante siano le righe di testo e le pagine, le lettere sono
vive. Danzano al loro posto. A volte si alzano danzando sui
margini e negli spazi di passaggio.
Per quanto possa sembrare semplice, il compito di non
interferire con le lettere in modo creativo è una professione dif-
ficile e piena di soddisfazioni. Nelle condizioni ideali è tutto
quello che i tipografi sono chiamati a fare, ed è abbastanza.
19
aggraziato e vitale, mai banale. Questo significa una tipografia
che percorre territori familiari senza scivolare nella piattezza,
che risponde a situazioni nuove con soluzioni innovative, che
non irrita il lettore con la sua originalità alla ricerca auto-com-
piaciuta di un riconoscimento.
La tipografia sta alla letteratura come l'esecuzione musicale
Princìpi sta alla composizione: è un atto essenziale di interpretazione,
fondamentali che offre occasioni infinite di approfondimento o di banalizza-
zione ottusa. Buona parte della tipografia è ben lontana dalla
letteratura, poiché la lingua serve a molti scopi, compresi il
confezionamento dei prodotti in commercio e la propaganda.
Come la musica, può essere usata per manipolare compor-
tamenti ed emozioni. Ma non è in questo ambito che i tipografi,
i musicisti e gli altri esseri umani mostrano il loro lato migliore.
La tipografia, quando è ai livelli più alti si può definire come
una lenta arte dello spettacolo, che merita lo stesso apprezza-
mento consapevole che diamo talvolta alle esecuzioni musicali,
ed è capace di restituire in cambio un analogo nutrimento e
piacere. Si può usare lo stesso alfabeto e lo stesso schema di im-
paginazione per una biografia di Mohandas Gandhi come per
un manuale sull'uso e lo sviluppo delle armi biologiche. La
scrittura serve sia per le lettere d'amore che per le lettere mina-
torie, e le lettere d'amore stesse possono essere usate con inten-
zioni manipolatorie o ricattatorie quanto per deliziare il corpo e
l'anima.
È chiaro che non c'è nulla di intrinsecamente nobile e meri-
tevole di fede nel mondo della scrittura e della stampa, eppure
generazioni di uomini e donne si sono rivolti alla scrittura e alla
stampa per conservare e per condividere le loro speranze più
profonde, le intuizioni, i sogni e le paure.
È a loro, non ai profittatori e agli opportunisti, che il tipo-
grafo deve rendere conto.
1.2 TATTICA
20
1.2.2 Scoprire la logica esteriore della tipografia nella logica
interna del testo.
21
intersecano, lettere deformate e fuse, macchie di inchiostro, pit-
togrammi e un tipo di carattere diverso per ogni personaggio.
Nel lavoro di altri artisti, come Guillaume Apollinaire e Guy
Davenport, spesso i confini tra autore e progettista tipografico
svaniscono. La scrittura si fonde con la tipografia e il testo
diventa illustrazione di sé stesso.
Tattica Il tipografo deve analizzare e rivelare l'ordine interiore del
testo, come un musicista deve rivelare l'ordine interiore della
musica che esegue. Il lettore però, come l'ascoltatore, dovrebbe
essere in grado di chiudere gli occhi e vedere cosa si cela nelle
parole che sta leggendo. L'esecuzione tipografica deve rivelare
non sostituire il senso profondo della composizione. I tipografi
come altri artisti e artigiani - musicisti, compositori e anche
autori- devono, di regola, fare il proprio lavoro e scomparire.
22
1.2.4 Scegliere un carattere tipografico o un gruppo di caratteri
che valorizzino ed esprimano il carattere del testo.
23
La tipografia è l'arte e la capacità artigianale di maneggiare
questi bit di informazione doppiamente significativi. Un buon
tipografo li maneggia con intelligenza, coerenza e sensibilità.
Quando invece un carattere tipografico viene selezionato in
modo casuale, ciò che le parole comunicano sul piano lingui-
stico e ciò che le lettere connotano visivamente risulta disarmo-
Tattica nico, disonesto e stonato.
1.2.5 Dare una forma alla pagina e al blocco del testo così che
ogni elemento, ogni relazione fra i diversi elementi e ogni
sfumatura siano messi in rilievo e valorizzati.
24
1.2.6 Prestare la massima attenzione anche ai minimi dettagli.
1.3 SOMMARIO
25
NUMERO MEDIO DI CARATTERI PER LINEA DI TESTO
IO Il 14 16 18 20 11 24 26 28 )O p. 34 )6 38 40
Calcolo del Bo 40 48 56 6 4 72 Bo 88 96 104 112 IlO ll8 136 144 152 160
numero Bs 38 45 53 6o 68 76 83 91 9B to6 113 121 129 136 144 151
medio dì 90 )6 43 so 57 64 72 79 B6 93 100 107 115 122 129 1)6 143
caratteri per 95 34 41 4B 55 62 69 75 82 89 96 IO) 110 117 Il) 1)0 1)7
riga di testo. 100 33 40 46 53 59 66 73 79 86 92 99 106 112 119 125 1)2
Colonna 105 )2 )8 44 51 57 63 70 76 8l 89 95 101 108 114 120 127
di sinistra: 110 )O 37 43 49 55 61 6? 73 79 85 92 98 104 110 116 122
lunghezza 115 29 35 41 47 53 59 64 70 76 82 88 94 100 105 111 117
dell'alfabeto 120 28 34 39 45 so 56 62 67 73 78 84 90 95 101 106 112
minuscolo 125 27 )2 38 43 48 54 59 65 70 75 BI B6 91 97 102 IOB
in punti. 1)0 26 Jl )6 41 47 52 57 62 67 73 7B 83 88 93 98 104
Prima riga 135 25 JO 35 40 45 so 55 6o 65 70 75 Bo 85 90 95 too
in alto: 140 24 29 34 39 44 48 53 sB 63 68 73 77 82 87 92 97
giustezza 145 23 28 33 37 42 47 51 56 61 66 70 75 8o 84 89 94
del testo 150 23 28 )2 37 41 46 51 55 60 6 4 69 74 78 83 87 92
in righe '55 22 27 3' 36 40 45 49 54 5& 63 67 12 76 81 85 90
tipografiche. 16o 22 26 30 35 39 43 48 52 56 61 6 5 6g 74 78 82 87
165 21 25 30 34 38 42 46 51 55 59 63 68 72 76 Bo 84
170 21 25 29 33 37 41 45 49 S3 57 62 66 70 74 78 82
175 20 24 28 32 36 40 44 4B 52 56 6o 64 68 71 76 Bo
180 20 2) 27 )l 35 39 43 47 51 55 59 62 66 70 74 78
185 19 2) 27 )O 34 )8 42 46 49 53 57 61 65 68 72 76
190 19 22 26 )O 33 37 41 44 48 52 56 59 63 67 70 74
•95 18 22 25 29 32 36 40 43 47 50 54 ss 61 6s 68 72
2oo 18 21 25 28 32 35 39 41 46 49 53 56 6o 63 67 70
210 17 20 23 27 30 33 37 40 43 47 so 53 57 6o 63 67
220 16 19 22 25 29 32 35 38 41 45 48 51 54 57 6o 64
230 •s 18 21 24 27 30 33 36 40 43 46 49 52 55 58 61
140 15 17 20 23 26 29 )2 35 38 41 44 46 49 52 55 58
150 14 17 20 22 25 28 )l 34 )6 39 41 45 48 so 53 56
160 14 !6 19 21 14 27 )O )2 35 )8 41 43 46 49 51 54
170 13 !6 18 21 23 26 29 )l 34 )6 39 42 44 47 49 51
280 IJ 15 18 20 2) 25 28 )O 33 35 38 40 43 45 48 50
290 12 !5 17 20 22 24 27 29 32 34 37 39 41 44 46 49
)00 12 14 17 19 21 24 26 28 )l 33 35 38 40 42 45 47
)20 Il 1) !6 !8 20 22 25 27 29 )1 34 )6 )8 40 43 45
340 10 l) 15 17 19 21 23 25 27 29 )2 34 )6 38 40 42
360 10 12 14 16 18 20 22 24 26 28 )O )2 34 36 )8 40
26
RITMO & PROPORZIONE
2 .1 MOVIMENTO ORIZZONTALE
27
D
em c. 12
D
em c. 18
D
em c. 24
D
em c. )6
28
2.1.2 Scegliere una giustezza comoda.
29
40 volte il corpo del testo. Se, ad esempio, il testo è in corpo 10,
la giustezza potrebbe essere intorno a 30 x 10 = 300 punti, ossia
300/12 = 25 righe. La lunghezza media di un alfabeto minuscolo
per un carattere da testo in corpo 10 è 128 punti, e la tabella
dell'ingombro del testo ci dice che quel carattere composto su
25 righe tipografiche avrà circa 65 caratteri per linea di testo.
Movimento
orizzou tale 2.1.3 Comporre a bandiera se questa soluzione si adatta al testo
e al/a pagina.
30
difetti peggiori della giustificazione e della composizione a
bandiera eliminando le principali virtù di entrambe. A meno
che la giustezza sia terribilmente ristretta, è meglio di solito
comporre a bandiera senza sillabazione. Questo·significa
spazio fisso tra le parole, nessuna indicazione di lunghezza
minima per la riga di testo e nessun trattino se non quelli che
(anno parte integrante del testo. In una composizione a Ritmo &
bandiera siffatta possono essere suddivise parole come vice- proporzione
presidente e tendi-cinghia che richiedono comunque il trattino,
ma questo deve essere aggiunto manualmente in una parola
come pseudoconcetto, che non lo prevede.
31
dal 5o/o al w% del corpo del carattere. Con le font digitali è fa-
cile aggiungere spazio tra i caratteri maiuscoletti, in modo che
la spaziatura adeguata venga calcolata automaticamente. Di so-
lito la larghezza delle lettere maiuscole viene calcolata conside-
rando che esse vengono usate congiuntamente al minuscolo,
tuttavia la spaziatura può essere automatizzata comunque ri-
Movimento correndo alle tavole di crenatura (v. pagg. 35- 36).
orizzontale Nei titoli e nelle intestazioni spesso è auspicabile una spa-
ziatura più larga. Le righe di testo maiuscolo giustificate spesso
vengono composte inserendo tra le lettere uno spazio pari a
quello che si usa tra le parole (M/4. M/5). Ciò corrisponde a una
spaziatura dal 20% al :1.5% del corpo del carattere. Inoltre la
maggiore quantità di spazio tra le lettere richiederà anche mag-
giore spazio tra le righe di testo. Un tipografo del Rinascimento
componendo su più righe un titolo tutto maiuscolo spaziato
nel corpo del testo avrebbe di regola aggiunto del bianco fra le
righe: questo accorgimento del compositore a mano è l'equiva-
lente, sulla tastiera, del doppio a capo, o spaziatura doppia.
Non esiste in generale un valore ottimale per la spaziatura
delle maiuscole nei titoli e nelle intestazioni. Nelle iscrizioni
classiche e nei manoscritti posteriori la spaziatura varia dal so/o
alwoo/o della misura delle lettere. Più che la quantità di spazio
quello che conta è la sua distribuzione equilibrata. Gruppi di
lettere come LA o AVA possono non avere affatto bisogno di
spazio aggiuntivo, mentre gruppi come NN e H rH scongiurano
di essere distanziati.
WAVADOPATTIM M I LTL
WAVADOPATTIMMILTL
Sopra: maiuscole spazi ate; soUo: maiuscole crenate ma non spazi ate.
32
2.1.7 Non spaziare il minuscolo senza motivo.
affinità e differenze
Univers condensed bold minuscolo. sp•ziato dello%
33
rizzi e-mail e indirizzi web- Il la spaziatura si presta a dare il
suo aiuto, non importa se le lettere sono in maiuscolo, maiu-
scoletto o minuscolo.
Al di fuori del regno del carattere tondo e corsivo, la spazia-
tura del testo ha altre funzioni tradizionali. I caratteri gotici di
regola non prevedono neretto o corsivo, né maiuscoletto. l me-
Movimer1ro todi più semplici per creare differenziazioni consistono nel sot-
orizzontale tolineare o spaziare le lettere. Il primo era il metodo usato dai
copisti, mentre la spaziatura è più immediata per la stampa ti-
pografica. Nella tipografia digitale però sottolineare è altret-
tanto facile che spaziare e a volte è meno dannoso per la pagina.
Nel cirillico, il minuscolo abbonda di forme che ricordano il
maiuscoletto, per questo un maiuscoletto distinto è fuori que-
stione. Un tipografo russo ricorre alla pa3p111J.Ka (spaziatura
tra le lettere) in cirillico là dove con l'alfabeto latino si sarebbe
usato il maiuscoletto. Ma un vero corsivo cirillico (KypCUBHblil),
come un vero corsivo latino, non dovrebbe essere spaziato mai,
o quasi.
34
modi. Nelle font digitali gli avvicinamenti vengono definiti at-
traverso tavole di crenatura che stabiliscono possibili riduzioni
o ampliamenti della spaziatura per ogni possibile accostamento
di lettere, numeri o simboli. Grazie alle tavole è possibile incre-
mentare automaticamente la spaziatura in combinazioni come
HH e diminuirla per combinazioni come Ty.
Le tavole di crenatura prefabbricate sono una componente Ritmo &
di routine di tutte le font digitali realizzate con cura, tuttavia proporzione
esse richiedono comunque correzioni notevoli per adattarsi a
stili ed esigenze individuali. Se usate un programma di crena-
tura automatica, collaudatelo ampiamente prima di accettare le
sue decisioni e considerate la possibilità di dover correggere le
sue inevitabili manchevolezze.
In generale le tavole di crenatura sottraggono spazio da
combinazioni come Av, Aw, Ay, 'A, 'A, L', e tutte le coppie in cui
il primo elemento è T, V, W, o Y e il secondo è a, c, d, e, g, m, n,
o, p, q, r, s, u, v, w, x, y e z. Non tutte queste combinazioni sono To
presenti nella lingua italiana o inglese, però qualsiasi sistema di
crenatura dovrebbe poter funzionare a dovere per nomi come
Tchaikovsky, Tmolos, Tsimshian e Ysaye.
La tavola inoltre aggiunge di solito spazio a sequenze come
f', f), f), f? , f!, (f, [f, (J e [J. In alcune font corsive è necessario
(f"
uno spazio supplementare anche per i gruppi gg e gy. Se il vo-
stro testo comprende questi casi, anche altre coppie - gf, gj, qf,
qj, per esempio - possono aver bisogno di particolare atten- w,
zione. Soprattutto nei corpi maggiori è usuale crenare combi-
nazioni che comprendono virgole o punti, come r, l r. l v, l v. l
w, l w. l y,l y. Ma occorre prestare attenzione nel crenare com-
binazioni come F. l P. l T. l V.
Le maiuscole hanno bisogno di spazio ed alcune combina-
zioni sono facili da travisare. P.F. Didot potrebbe essere letto er-
roneamente come RE Didot esagerando l'avvicinamento.
1640-1842
A sinistra: numeri senza crenatura; a destra: numeri con crenatura.
35
modo da allineare le colonne di numeri. Molti caratteri com-
prendono una versione alternativa, più stretta, da usare nel te-
sto, del numero uno (il cosiddetto 'uno adattato'). Anche altre
combinazioni di numeri spesso necessitano di correzioni sottili,
e tutti i numeri hanno bisogno di una crenatura accurata in re-
lazione al trattino medio.
Movime11to Qualsiasi crenatura adoperiate, ponete attenzione a evitare
orizzontale collisioni fra lettere e accenti. Con la maggior parte dei carat-
teri, Wolfgang si presta a un avvicinamento maggiore rispetto a
Wolfflin e Tennyson più di Tete à-tete. Attenzione inoltre all'ef-
fetto complessivo delle crenature in sequenza. In combinazioni
come I:Hòtel e D'Artagnan gli apostrofi possono essere awici-
nati parecchio, ma in L'Anse aux Meadows, due crenature ser-
rate di seguito avrebbero come effetto una collisione.
Una tavola di crenatura studiata per una lingua ha bisogno
di piccoli adattamenti per essere efficace anche con una se-
conda lingua. In inglese, per esempio, è normale la crenatura
nelle combinazioni 'd 'm 'r 's 't che ricorrono normalmente
nelle contrazioni. In francese invece si ricorre alla crenatura per
le combinazioni 'a 'à 'e 'é 'è 'e 'o 'ò che compaiono nelle elisioni.
In ceco è opportuno crenare le combinazioni d'e t', usate come
awicinamento avvicinamento
Quando le lettere vengono maltrattate in questo modo, il
loro livello di leggibilità è insidiato. Non possono fare molto al-
tro che imbrogliare e brutalizzare il lettore.
37
m uni per distruggere tale opportunità consistono nel disporre
ampi spazi vuoti che l'occhio non riesce ad attraversare senza
l'aiuto della mano e comporre inutili file di punti che obbligano
l'occhio ad attraversare la larghezza della pagina come un pri-
gioniero sotto scorta verso la sua cella.
Gli esempi che seguono mostrano due tra i molti modi per
Movime11to risolvere una lista. Dividere i titoli dai numeri, allineare i primi
orizzolltale a sinistra e i secondi a destra, con o senza linee punteggiate, non
farebbe che appesantire le informazioni.
Introduzione 7
Capitolo 1 Il sesso dei Centauri n
Capitolo 2 Il sogno di Polifilo 43
Prologo pagina5
Punti di possibile intesa pagina 9
Divergenze inconciliabili pagina 11
Conclusione pagina 163
Indice pagina 165
questo è un esempio
di interlinea negativa
Un testo continuo viene composto di rado con interlinea
negativa, e solo pochi caratteri da testo sono ben leggibili se
sterlineati. Moltissimi caratteri da testo hanno bisogno di avere
un'interlinea positiva. Misure come 9/n, 10/12, 121!5 sono nor-
mali. Le giustezze lunghe richiedono maggiore interlinea di
quelle più brevi. Caratteri scuri richiedono maggiore interlinea
dei caratteri chiari. Disegni larghi necessitano di spazio mag-
giore rispetto ai disegni stretti. Caratteri come il Bodoni Bauer,
con notevole contrasto e asse verticale rigido, hanno bisogno di
maggiore spazio che non caratteri come il Bembo, che è di co-
lore chiaro e ha un asse basato su quello della scrittura a mano.
Un carattere lineare ha spesso bisogno di uno spazio maggiore
(o di una giustezza minore) rispetto a un carattere con grazie.
39
Un'interlinea extra è benvenuta anche laddove il testo si
espande per la presenza di ascendenti, deponenti, segni sopra-
scritti, espressioni matematiche o un uso frequente di lettere
maiuscole. Un testo in tedesco dovrebbe avere un'interlinea un
po' più abbondante dello stesso testo in latino o francese, solo
per la maggiore frequenza di lettere maiuscole.
Movimellto
verticale 2.2.2 Aggiungere e togliere spazio verticale per intervalli
misurati.
40
coincidere con multipli di 13: 26, 39. 52, 65, 78, 91, 104 e cosl via.
l sottotitoli in questo libro usano l'interlinea più semplice
possibile, una riga bianca (in termini di tastiera un doppio a
capo}. Avrebbero potuto anche essere spaziati in modo asim-
metrico, ad esempio con uno spazio maggiore sopra rispetto a
sotto, in modo però che la somma dei due spazi equivalesse a
un numero intero di righe di testo. Ritmo &
Nel caso di una composizione nl13,le possibilità per i sot- proporzione
totitoli comprendono, fra le tante, le seguenti:
41
2.) ELEMENTI FUORI TESTO & PARAGRAFI
42
Quale misura è opportuna per il rientro? La più comune
equivale a un quadratone (Wl em). Un altro valore standard è la
misura dell'interlinea. Se il testo è composto in corpo n/13 il
rientro potrebbe essere di 11 p t. (un e m) o di 13 p t. (la misura
dell'interlinea). Un quadratino (mezzo em) è in pratica lo spa-
zio minimo.
Ove la riga sia lunga e i margini ampi, un rientro di un em Ritmo&
e mezzo o di due em potrebbe apparire più adeguato, però rien- proporzione
tri superiori a tre em sono controproducenti. Righe brevi in
fine di paragrafo seguite da righe di inizio con un rientro ampio
rendono la pagina sfilacciata. I paragrafi a blocco si aprono alli-
neati a sinistra e separati verticalmente da quelli vicini con uno
spazio supplementare, di solito una riga bianca. Sono comuni
nelle lettere d'affari e nei memorandum, possono essere utili
anche per brevi documenti di altro tipo. Negli scritti più cor-
posi possono apparire anonimi e poco attraenti.
43
multiplo di 13, per riportare il testo in fase. Il multiplo di 13 più
vicino è 5 x 13 = 65. Lo spazio che avanza è 65 - 60 =5 e 5/2 =2,5
che non è abbastanza. Aggiungere 2,5 punti prima e dopo la ci-
tazione non basterebbe a fornire una separazione adeguata. Il
multiplo successivo è 6 x 13 = 78, che si presta decisamente me-
glio: 78- 6o = 18 e 18/2 = 9·
Elementi Aggiungendo nove punti prima e dopo la citazione, il testo
fuori testo & ritorna all'allineamento originale.
paragrafi
2.3.4 Le citazioni di versi devono avere un rientro o essere
centrate.
44
:2..4 GALATEO DELLA SILLABAZIONE & PAGINAZIONE
45
Hnrt'5 Rulcs for singole lingue dovrebbero essere seguite, nel migliore dei casi,
Compo5irors, 39•
ed., Oxford,
anche per singole parole straniere o brevi citazioni.
1983, include
una breve guida 2.4.6 Collegare insieme i termini di espressioni numeriche e
alle regole di
sillabazionc e matematiche brevi con spazi indivisibili.
punteggiatura
per molte
lingue europee.
La sola cosa che si vede sulla tastiera del computer per inserire
Tuttavia vale gli spazi è la barra spaziatrice, i tipografi però usano molti ca-
sempre la pena ratteri invisibili: spazio per parole, spazi fissi di diverse misure
di consultare un
manuale di stile (quadratone, quadratino, forte, medio, fino, etc.), e uno spazio
scritto nella indivisibile (no break space). Questo spazio si adatta, come ogni
lingua e per la
lingua che si spazio tra le parole quando la riga viene giustificata, ma non
sia usando ammette la divisione su due righe delle espressioni che collega.
(per il francese, Lo spazio in divisibile è utile per evitare gli a capo in espressioni
ad esempio, il
Lexique come 6,2 m m, 3 in., 4 x 4, o in frasi come pag. 3 e capitolo 5.
de> rtgles Quando è necessario spezzare espressioni algebriche e nu-
typogrnphiques
~~~ usageà
meriche più lunghe, come a + b = c, la divisione dovrebbe cor-
/'imprimerie rispondere al segno di uguale o a un'altra pausa logica evidente.
nntionnle,
Parigi, 1990 ).
2.4.7 Evirare di iniziare più di due righe consecutive con la
stessa parola.
47
ABCDEFGHIKL
MNOPQ_RSTV
XYZabcdefghil
mnopqrsfruvxyz
',";) .. 9
12 345 6 7 8 9° , . . . ,.--v-
lE~ a fffi Rcr lfG !l: lll3L
& aaàaçé é è ee~ 11ì 1·1 r
I uri5 puceptajùnt httc ~ H onefté 'Viuere ~ alterum
non lttdere, jùum cuiqi tribucre . H uùu ftudij dutt
jùntpojìtiones~ Publicum &priuatum. Publicum
i~U eft ~ quod adftatum rei RomanttJfeflat. Priua
tum ~ quod adJìngulorum 'Vtilitattm pertinet.
Dicendum eft igitur de iure priuato ~ qu6d triperti-
tum eft: colleflum eff enim ex naturalib~U prttcep-
t~, aut ge'tium aut ciuilib~U. I U5 naturale eft qudd
J.l MISURA
3
3.1.1 Non c'è composizione senza una scala.
a a a a a a aaaaaa
6 7 8 9 10 11 12 14 16 18 21 24
aaaa
32 48 6o 72
Alcuni esempi dei
molti nomi attri-
buiti in passato ai
corpi dei caratteri:
6: r~onpnriglia
;: migflotla
Questa serie è l'equivalente tipografico della scala diatonica. 8: testi"o o breve
9: bourgeois o
La tecnologia moderna rende però possibile comporre, in gal/iard
aggiunta a queste misure, anche con tutti i diesis, i bemolle e gli 10: garnmone
intervalli microtonali che li separano. I corpi 20, 22, 23 e 10,5 o lotrg primer
u :filosofia
sono tutti a disposizione. Il designer può scegliere una nuova o sma/1 piea
scala o intonazione per ogni lavoro. 11:pica
14: e11glish
Queste nuove possibilità sono utili, ma di rado lo sono tutte oaugu.stin
in una volta. Utilizzate la vecchia e familiare scala, o scale nuove 18: great primer
49
create appositamente, ma limitatevi, all'inizio, a un numero
moderato di intervalli distinti e correlati. Iniziate con un corpo
e procedete cautamente da qui. Con il tempo, le scale di misur-e
che sceglierete, come i caratteri, diventeranno elementi ricono-
scibili di uno stile personale.
50
Numeri minuscoli 1 2 34 56 7 8 9 o
51
volte più importanti delle idee, e i numeri non hanno paura di
mescolarsi con le parole su una base di parità.
~ anche vero che alcuni ~ccellenti caratteri da testo, sia con
grazie che senza grazie, sono stati messi in commercio privi dei
numeri minuscoli. Per esempio il Méridien di Adrian Frutiger,
il Gill Sans di Eric Gill, il Futura di Paul Renner, il Sintax di
Numeri, Hans Eduard Meier, il Comenius e I'Optima di Hermann Zapf,
maiuscole e il Carmina di Gudrun Zapf-von Hesse, e I'Amasis e il Calisto di
maiuscoletto Ron Carpenter. In molti di questi casi è possibile provare che i
numeri minuscoli facevano parte dell'idea originaria, o anche
del progetto definitivo, benché non siano poi stati realizzati. Per
ogni carattere da testo che manchi dei numeri minuscoli è il
caso di chiedersi se non abbia giocato un suo ruolo qualch~ tipo
di intimidazione o, di fatto, una censura commerciale.
Per quasi tutto il XIX e xx secolo nei paesi anglosassoni i nu-
meri maiuscoli sono stati definiti 'moderni' e quelli minuscoli
'old style.' Il Modernismo veniva predicato come un sacro do-
vere e i numeri, in un certo senso, venivano divinizzati. Il Mo-
dernismo non è nulla se non complessità, ma il suo vangelo era
semplidtà radicale. Sono stati fatti molti tentativi per ridurre le
lettere dell'alfabeto latino a un'unica forma. (Il telegrafo, il
telex, le insegne componibili all'ingresso dei teatri, con i loro
testi in tutto maiuscolo, sono un prodotto di quel periodo).
Questi tentativi sono completamente falliti con le lettere. Con i
numeri la quota di successo è stata maggiore. Le macchine da
scrivere furono dotate di lettere maiuscole e minuscole, ma di
numeri solo maiuscoli. E dalle macchine da scrivere sono deri-
vate le tastiere dei computer.
La civiltà tipografica sembra tuttavia determinata a proce-
dere. I numeri minuscoli fanno di nuovo parte integrante del
disegno tipografico, e possono, dopotutto, essere reintegrati a
posteriori ai caratteri che un tempo ne sono stati privati.
Questa è una buona regola, che vale quasi per ogni caso tranne
che con gli acronimi geografici di due letter~ e gli acronimi
usati al posto di nomi propri. Quindi: il IX secolo AD, la NATO
e l'oNu; ma }FK e Fr. }.A.S. O'Brien OMI; HMS Hypotesis e uss
Ticonderoga; Washington DC, e Mexico DF; J.S. Bach, Prelu-
dio e Fuga in Si~ minore, DWV 867.
52
Alcuni tipografi preferiscono usare il maiuscoletto per le
abbreviazioni postali (San Francisco, CA 94119) e per gli acro-
nimi geografici più lunghi di due lettere. Quindi gli USA, o in
spagnolo gli EEUU, e Sydney, Nsw. Tuttavia la necessità di coe-
renza entra in campo quando abbreviazioni lunghe e corte
capitano insieme. Dal punto di vista del tipografo è preferibile il
maiuscoletto nei caratteri con disegno fine e altezza media Armonia e
ridotta, mentre è preferibile il maiuscolo con caratteri di altezza contrappunto
media pronunciata e forme robuste.
Il maiuscoletto autentico non è semplicemente una versione
rimpicciolita del maiuscolo. Si differenzia per lo spessore dei
tratti, per l'avvicinamento tra le lettere, per le proporzioni in-
terne oltre che per l' altezza. Ogni maiuscoletto ben disegnato
viene progettato come tale fin dall'inizio. Inspessire, rimpiccio-
lire e schiacciare il maiuscolo con strumenti digitali può solo
produrre una parodia.
Il maiuscoletto inclinato- AB c o E F G -è stato disegnato e
inciso per un numero di caratteri relativamente ridotto nella
storia del disegno del carattere. Si può ottenere un falso grazie
alla tecnologia digitale, inclinando un maiuscoletto diritto, ma
è meglio scegliere un tipo di carattere che lo prevede (come ad
esempio questo, il Minion di Robert Slimbach), o farne a meno.
I numeri minuscoli inclinati (corsivi), d'altro canto, costitui-
scono parte dell'assortimento di base e sono inclusi nelle mag-
gior parte dei buoni caratteri da testo.
53
I logogrammi presentano un problema più complesso. Un
c.c. cumrnings: numero crescente di persone e istituzioni, da e.e. cummings a
Edward Estlin WordPerfect, si presentano al tipografo alla ricerca di un tratta-
Cummings
(1894-196>). mento speciale. Nei tempi andati erano i re e le divinità che esi-
pocta americano, gevano, attraverso i loro rappresentanti, che i loro nomi fossero
noto per il
suo uso non stampati più in grande o composti con un carattere particolar-
convenzionale mente decorato; ora sono le compagnie commerciali e i pro-
di sintassi.
ortografia e
dotti di largo consumo che richiedono un supplemento di
punteggiatura. maiuscole o un carattere proprio mentre i poeti supplicano, per
(N.d.T.) contrasto, di restare confinati alla quotidianità del minuscolo.
Ma il carattere tipografico è parola resa visibile: uomini e dei,
santi e peccatori, poeti e uomini d'affari ricevono lo stesso trat-
tamento. E il tipografo, in virtù del suo mestiere, onora l'inte-
grità dei testi e si oppone implicitamente al possesso privato
della parola.
Logotipi e logogrammi spingono la tipografia nella dire-
zione dei geroglifici, che tendono a essere guardati più che letti.
Essi inoltre la spingono verso il regno dei dolci e delle droghe,
che tendono a provocare reazioni di dipendenza, e lontano dal
regno del cibo che tende invece a sviluppare le condizioni per
un'esistenza autonoma. La buona tipografia è come il pane:
pronta per essere ammirata, apprezzata e sezionata prima di
essere consumata.
3·3 LEGATURE
54
progettata per comporre principalmente testi in latino, lingua
in cui le sequenze di lettere fb, fh, fj e fk non esistono, mentre le
sequenze ff, li, fl, fii, ffl sono frequenti. Lo stesso assortimento
di legature era un tempo sufficiente per l'inglese, e queste cin-
que legature sono di regola presenti nei caratteri tradizionali,
tondi e corsivi. Con il diffondersi in Europa dell'arte della tipo-
grafia, furono aggiunte nuove legature di uso locale. In Norve- Annoniae
gia e Danimarca erano necessari fj e re, per parole come jjeld, contrappunto
Jjord e nrer. In Francia era necessario re, e in Germania B (eszett
o sharfes s) insieme a vocali con accenti e umlaut. Lettere dop-
pie che si leggono come singole - come Il in spagnolo, ij in
olandese e_ch in tedesco - venivano fuse come lettere singole
per i mercati regionali. Vennero aggiunte nuove lettere come la
l polacca, la ii spagnola e la 0 danese e norvegese. In molti carat-
teri vennero anche aggiunte legature puramente decorative.
~re M éh EffJJfifflfijlft
yidiCJ? ffféb jhjìJlj}ffJlJ!ìjJlflfo 1M
LE CE ce ce ce ce g.fl ff fi fl ffi ffi jfijjì
B: §t él fl fh fi il {[ fr )hfi jlJ!fl
Nelle due righe ifl alto: l~ l~gatur~ di un caratt~re corsivo inciso intorno al
1650 da Christoffel van Dijck. Nelle due righe successive: le legature del
caratt~re Caslon Adobe tondo e corsivo, disegnato da Carol Twombly,
da modelli creati intorno al1750 da William Caslon. Si tratta di caratteri
barocchi: in quanto tali essi comprendono una serie di legature della f
ed altre formate dalla s lunga. La s lunga con le sue legature era in uso
comunemente nella tipografia europea fino al tardo XVIII secolo, benché
già verso il 1640 esistessero caratteri tipografici disegnati in modo da
farne a m~no.
55
caratteri composti e molte legature possono dì fatto bastare a sé
stessi. Non c'è necessità impellente dì una legatura fb creata
appositamente o anche dì una ~visto che le forme digitali pos-
sono essere sovrapposte con precisione e pulizia. I disegnatori
dì caratteri delle ultime generazioni, attenti a questi problemi di
multìlìnguìsmo legati all'alfabeto, lì hanno spesso risolti sem-
Legature plificando ulteriormente il problema: disegnando i caratteri in
modo tale che nessuna sequenza provochi il contatto fra lettere
adiacenti.
La separazione delle lettere t e i a volte è un problema cri-
tico. In turco i con il punto e 1 senza - o, nel maiuscolo i e I-
sono due lettere differenti. Per la lingua turca sarebbe quindi
inaccettabile un carattere la cui t minuscola annullasse la diffe-
renza fra le due forme dì i.
Tale questione sì lega a quella delle cinque legature latine. I
caratteri tipografici più antichi- Bembo, Garamond, Caslon,
Baskerville e altre creazioni eccellenti - sono fortunatamente
ancora in uso, sia come caratteri tradizionali in metallo che
nella forma digitale. Anche molti nuovi disegni perpetuano lo
spirito dì questi modelli antichi. Dì norma questi caratteri ven-
gono corredati dì routìne con le cinque legature fondamentali,
che sono ritenute necessarie. Inoltre i tipografi digitali hanno a
disposizione il software in grado dì ìnserìrle automaticamente.
ff fi fl ffi ffi
ff fi fl ffi ffl
Il carattere Bembo, composto con legature (sopra) e senza (sotto).
fi fl fi jifi fi
Sopra: il Caslon Adobe composto con la legatura }i (a sinistra)/+ i senza
punto (al centro) e con le due lettere che collidono (a destra). In carat·
teri come questo le legature sono fondamentali.
Sotto: combinazioni con e senza legature dei caratteri Sabon, Trump
Mediava!, Mendoza e Aldus. In caratteri come questi, le legature dellaf
non sono indispensabili, e in molti casi questi caratteri dispongono di
un assortimento di legature limitato.
fi fi fi fi fi fi fi fi
fi fi fi fi fi fi fi fi
3.3.2 Per evitare del tutto le legature, limitarsi a usare caratteri
che rzon ne hanno bisogno.
57
aggiungere al carattere un tocco di rifinitura, ma quando le
legature vengono tralasciate, non si di! luogo a spiacevoli colli-
sioni fra segni tipografici.
La scelta è ancora più ampia fra i caratteri lineari. Le lega-
ture sono importanti per caratteri come il Gill Sans di Eric Gill,
il Legacy Sans di Ronald Arnholm e lo Scala Sans di Martin
Alleanze Majoor per le caratteristiche del loro disegno, ma sono irrile-
tribali e vanti per molti altri tipi di caratteri lineari. (Legature fasulle,
famiglie che consistono in lettere separate sono comunque spesso pre-
senti nelle font per ragioni di comodità tecnica.)
59
Primo: tondo minuscolo 1.1
Secondo: Tondo Maiuscolo 2.1
TONDO MAJUSCOLETTO 2.2
numeri minuscoli: 123 2.3
corsivo minuscolo 2.4
Alleanze Terzo: J!utentico Maiuscolo Corsivo 3. l
tribali e numeri minuscoli corsivi: 123 3-2
famiglie MAIUSCOLETTO INCLINATO 3-3
Numeri Maiuscoli: 123 3 ·4
minuscolo nero 3 -5
Quarto: Maiuscolo Inclinato (Falso Corsivo) 4-1
Maiuscolo Nero 4-2
MAIUSCOLETTO NERO 4-3
numeri minuscoli neri: 123 4-4
corsivo minuscolo ner() 4-5
Quinto: Numeri Maiuscoli Corsivi: 123 5. l
Maiuscolo Nem Corsivo (Inclinato) 5-2
numeri minuscoli neri inclinati: 123 5-3
Numeri Maiuscoli Neri: 123 5 ·4
Sesto: Numeri Maiuscoli Neri Inclinati: 123 6.1
------ -------- ------------- --- -· ·-
60
tondo minuscolo Lo schema a
lato rappresenta
la mappa
grammaticale
-I.---l-Il
di una
Il.-----, I.---l
MAIUSCOLO corsivo MAIUSCOLETTO
convenzionale
famiglia di
caratteri ampia.
MAIUSCOLETTO
mmusco/o INCLINATO (l filetti più
spessi indicano
nn:;~~~~.'r~
l'estensione
deUa famiglia
nucleare.)
Il tipografo
può. muoversi
C~~3f~g7
direttamente
,R_O_ _ _ ___,, l . lungo qualunque
linea- ad
NE ner.o cors1vo & INCLINATE esempio dal
MAIUSCOLO mmuscolo
tondo minuscolo
IL--l - - jl .-,-----l
al nero tondo o
al maiuscoleno
o maiuscolo.
Uno scarto
brusco dal tondo
NERO INCLINATO minuscolo al
MAIUSCOLO nero maiuscolo
o al maiuscolo
inclinato equivale
a un'ellisse:
vale a dire un
3-4-3 Usare con moderazione il tondo inclinato e ancora meno il cortocircuito
rispetto alle
tondo inclinato in modo artificiale. regole della
grammatica
È vero che in gran parte gli alfabeti tondi sono verticali e queUi tipografica.
corsivi sono inclinati verso destra, ma è il_~\.t_IJ)._Q _(lu~f!.t(!, non
l'inclinazione, che davvero li differenzia. l corsivi hanno una
struttura più legata dei romani, ossia sono più simili aUa scrit-
tura a mano continua. Le grazie del corsivo di solito sono tran-
sitive, rappresentano tratti di ingresso e di uscita, indicando il
movimento di arrivo daUa lettera precedente e la sua uscita
verso la successiva. Le grazie del tondo, per contro, sono di
solito riflessive. Mostrano come la penna torni sui suoi passi al
termine del tratto per enfatizzarlo. Le grazie del corsivo ten-
dono dunque ad assumere l'inclinazione deUa mano che scrive,
tracciando il cammino da una lettera a un'altra. Le grazie del
tondo invece, specialmente suUa linea di base, tendono a essere
orizzontali, legando le lettere non una aU'altra ma a una invisi-
bile linea comune.
Alcuni corsivi sono più fluenti di altri, così come anche
61
alcune font di disegno tondo. Dato un qualsiasi corsivo, sarà di
regola più fluente del corrispondente tondo.
e el l m m u u
Alleanze Il carattere Baskerville tondo e corsivo. Il Baskerville ha minore Auidità
tribali e calligrafi~a rispetto a molti caratteri più antichi, ma nel corsivo le grazie
famiglie sono transitive e oblique come nei caratteri che lo hanno preceduto, e
suggeriscono il percorso della penna da lettera a lettera. Le grazie del
tondo sono riflessive e piatte, e collegano la base delle lettere a un'unica
linea di base.
62
piuttosto dei romani inclinati, chiamati altrimenti obliqui. E Oltre aUe famiglie
molti sono ibridi fra i due. di caratteri
composte da
Modificandosi in direzione del tondo inclinato, la forma romano diritto
delle lettere corsive ha mutato anche le sue proporzioni. Mol- e inclinato,
esistono oggi
tissimi corsivi (se pure non tutti) sono dals% al1o% più stretti anche famiglie
dei corrispondenti tondi, mentre moltissimi tondi inclinati di caratteri
composte da
(esclusi quelli disegnati da Eric Gill) sono altrettanto larghi, se corsivo diritto (o
non più larghi, dei tondi diritti corrispondenti. quasi) e inclinato,
I corsivi rinascimentali erano concepiti per la lettura conti- come lo Zapf
Cancery di
nua e i moderni corsivi che si basano su princlpi simili tendono Hermann Zapf
ad avere le stesse virtù. I corsivi barocchi e neoclassici erano (ne, 1979).
Il 'tondo' è un
concepiti per servire solo come variante alternativa e funziona- corsivo con una
vano al meglio se usati con questa funzione. l tondi inclinati, inclinazione di ~o,
gener_almente, sono ancora di più delle varianti sussidiarie. Ci il 'corsivo' è un
corsivo che ha
hanno accompagnato per almeno dieci secoli, ma di rado sono lettere maiuscole
riusciti a superare lo status di acrobazie calligrafiche o altera- con svolazzi e
una inclinazione
zioni passeggere del carattere romano diritto. di t4°. Un altro
esempio è il
adefmpru adefmpru
1 il M~ridien di Adrian Frutiger, tondo e corsivo; 2 Lucida Sans di Kris
Holmes & Charles Bigelow, tondo e corsivo; 3 Perpetua di Eric Gill ,
tondo e corsivo, che è un'ibridazione inclinata del tondo; 4 Univers di
Adrian Frutiger, tondo e obliquo (il corsivo non è che un tondo i nel i·
nato); 5 Romulus di )an van Krimpen, tondo e corsivo (di nuovo un
tondo inclinato).
A A AO O O
Il Caslon Adobe tondo, inclinato elettronicamente e l'autentico corsivo.
Le lettere corsive del Caslon hanno una inclinazione media di 20°.
aaa 0 0 0
Il Palatino tondo, lo stesso tondo inclinato elettronicamente e il vero
corsivo, che ha una inclinazione media di 9".
Armonia e
contrappunto
3 · 5 CONTRASTO
66
FORME & ELEMENTI STRUTTURALI
4.1 APERTURE
20 30 40 so
6o 70 8o 90 100
Testo retinato. l numeri indicano la percontualo di coportura di inchio-
stro permessa dal reti no.
68
stesse possibilità: può degradare in direzione di uno slum tipo-
grafico, o elevarsi a modello di grazia architettonica, brillante
per soluzioni tecniche ed economica semplicità.
Come le vuote distese suburbane anche gli ampi spazi di ac-
cesso tipografici possono apparire desolatamente vuoti oppure
accoglienti e aggraziati. Possono mostrare un autentico tesoro,
compreso il tesoro dello spazio vuoto, o essere riempiti di sou- Forme
venir e buone intenzioni. Veneri al bagno in cemento, funghi e ed elementi
nanetti da giardino hanno tutti i loro corrispondenti anche nel strutturali
mondo tipografico.
T curremus in odorem
unguentorum tuorum.
Introduxit me rex in
spiciens per cancellos. En
dilectus meus loquitur mihi.
URGE, propera, amica
cellaria sua; exsultabimus et
laetabimur in te, memores
uberum tuorum su per
S mea, columba mea,
formosa mea, et veni.
'l la m enim hiems transiit;
vinum. Recri diligunt te. imber ab iit, et recessit.
IGRA SUM,sed '1 Flores apparuerunt in
Estratti dal
Cantico dei
Cantici,
composti in
«
N formosa, filiae
lerusalem, sicut
tabernacula Cedar, sicut
[
terra nostra ....
VI PEDES MEOS,
quomodo inquina bo
Aldus pelles Salomonis. N alite me illos? '1 Dilectus meus
10/12x 10 righe. considerare quod fusca si m, misi t manum suam per
Capolettera
appoggiato in
quia decoloravi t me sol. Filii foramen, et v enter meus
CasteUar matris meae pugnaverunt intremuit ad tactum eius.
corpo 54· contra me.... >> '1 Surrexit ut aperirem
Capilettera
annegati IURO VOS , fiJiae dilecto meo; manus meae
composti in erusalem, per stillaverunt myrrham, et
Aldus corpo 42,
spaziato
capreas cervosque digiti mei pieni myrrha
riga per riga. camporum, ne suscitetis, probatissima. Pessulum
neque evigilare faciatis ostii mei. .. .
70
In italiano, se la lettera iniziale è una A, una E, una l oppure
una O, può nascere un problema: si tratta di una lettera iniziale
o di una parola? La risposta deve venire dalla spaziatura del testo
rispetto all'iniziale. Se, ad esempio, la prima parola del testo è
Amare, uno spazio eccessivo tra l'iniziale A e il resto della parola
potrebbe causare confusione.
Forme
4.1.5 Se il testo inizia con una citazione, inserire le virgolette ed elementi
con l'iniziale. sTrutturali
Titoli e
U giando nei boschi quotidianamente, per amore verso i
boschi, rischierebbe di essere considerato un fannul-
lone; ma se agisse tutto il giorno da speculatore, abbattendo
sottotitoli quei boschi e spogliando la terra di ogni cosa, verrebbe lodato
come cittadino industrioso e intraprendente.
72
Titolo principale
(di sezione)
Il Se DEVO ESSERE UNA VIA di transito,
preferisco che si tratti di un torrente di montagna, la corrente
del Parnaso, piuttosto che di una cloaca di città. .. Penso che la Forme
mente possa essere profanata in modo permanente dall' occu- ed elementi
parsi di cose indegne ... strutturali
73
4-2.2 Usare tanti livelli di titoli quanti ne servono, non di più e
non di meno.
4·3 NOTE
74
Le note alla fine del libro possono essere altrettanto parche
nell'occupare spazio, meno impegnative da impostare, veloci da
comporre e possono estendersi per qualsiasi lunghezza. Esse
inoltre lasciano la pagina pulita, tranne che per la guarnizione
sparsa di numeri esponenti di richiamo. Però obbligano il let-
tore serio a usare due segnalibri e a leggere tenendo occupate en-
trambe le mani cosl come gli occhi, saltando avanti e indietro tra Forme
la parte comune e quella speciale del testo. ed elementi
Le note a margine danno maggiore vita e varietà alla pagina, strutturali
e sono più facili da individuare e leggere. Se vengono allestite
con cura non richiedono né di allargare la pagina né di aumen-
tare i costi di stampa.
Le note a piè di pagina raramente necessitano di un corpo
superiore a 8 o 9 punti. L~ note alla fine del libro vengono com-
poste tipicamente in corpi di testo piccoli: 9 o 10 punti. Le note
a margine possono essere composte in qualsiasi corpo, anche lo
stesso del testo principale, in relazione alla loro frequenza, im-
portanza e al formato della pagina.
75
sono alti rispetto alla linea di base, è possibile la crenatura su una
virgola o su un punto, ma ciò può andare a detrimento della leg-
gibilità, specialmente nel caso in cui il testo sia composto con un
corpo piccolo.
77
fico di quei gesti. Ciò significa che gli elenchi dovrebbero essere
resi il più possibile chiari attraverso l'adeguata disposizione spa-
ziale e la segnalazione che viene fatta di solito mediante richiami
grafici, punti, lineette o altro. (Ci sono alcuni esempi in queste
pagine e altrove nel libro). Se i numeri vengono messi in evi-
denza grazie alla posizione (collocandoli sul margine) o alloro
Tabelle e rilievo grafico (componendoli con un carattere di contrasto)
elenchi non dovrebbe essere necessaria alcuna punteggiatura addizio-
nale: punti, parentesi o altro. Di rado le linee tratteggiate che ac-
compagnano l'occhio da una parola a Wl numero sono di aiuto.
8 98 998 9.75
9 99 999* IO
IO 100 1000 10,25
Il 101 1001 10,5
Aster 0,667 a= 2b
Valeriana 271:20 813x6o 13,550 6a = c
4-4·4 Per le tabelle con lettere e numeri scegliere gli allineamenti
più armoniosi e leggibili.
79
mancante o che non abbia una pagina per sé di solito è segno di
disperazione tipografica o mancanza di rispetto per il lettore.
So
SIMBOLI NON ALFABETICI
81
fa, quando veniva inciso nel marmo.
I calligrafi romani scrivevano le lettere sulla pietra da inci-
dere con un pennello a punta piatta tenuto nella mano destra. li
pennello piatto, grosso da un lato e stretto dall'altro, come il
pennino a punta tronca produce un segno modulato: lo spessore
NcHc scritture del segno varia in funzione della direzione. La lettera O ne è un
asiatiche come esempio. Dato che il pennello viene tenuto nella mano destra
in quelle
europee i tratti con l'inclinazione naturale della mano e del braccio rispetto alla
modulati superficie su cui si scrive, i segni tracciati in direzione nord-
terminano di
solito con grazie ovest -sud-est sono i più larghi. Utilizzando il medesimo pen-
mentre queUi a nello i calligrafi romani svilupparono l'abilità di realizzare le
spessore
grazie delle lettere imperiali mediante una raffinata coreografia
costante no.
Grazie transitive di rotazioni e movimenti del pennello alle terminazioni delle
tracciate a aste. Le lettere capitali romane hanno mantenuto per duemila
P"nnello sono
evidenti nel anni queste forme.
carattere
mi"cho, sopra,
disegnato da
Takaichi Mori.
La stessa Quando il punto centrato viene tracciato allo stesso modo e
coppia di segni
kanji e knna è con lo stesso strumento, diventa un piccolo cuneo curvato con
composta sotto una breve coda, frutto di una piccola rotazione del pennello in
con un carattere
lineare
senso orario. Scendendo fino alla linea di base questo piccolo
disegnato da punto caudato divenne la virgola. La medesima tradizione cal-
Yasubumi ligrafica ci ha lasciato altri segni utili come i due punti (:), la
Miyake:
l'espressione barra (/), il trattino (-) e il trattino di inciso (-).
Mincho katsuji,
scrillura della
dinastia Ming,
5.1.2 Usare i segni non alfabetici e diacritici che siano consoni
identifica alla font di riferimento.
lo stile grafico
corrispondente
al romano con Una normale font di caratteri comprende circa due dozzine di
grazie, ma nella forme mutanti degli antichi segni di interpunzione (punto, vir-
slrul!ura delle
grazie è più gola, due punti, virgolette, parentesi, trattini, etc.), circa una
corsivo. dozzina di segni diacritici (accenti acuto, grave, circonflesso,
tilde, ogonek, dieresi, etc.), alcuni logogrammi legali e commer-
ciali(@#$% o/oo etc.) e qualche simbolo aritmetico.
Nell'assortimento di caratteri latini standard ISO (le tabelle
per i caratteri definite dalla International Organization for Stan-
dardization e usate ora da moltissime fonderie digitali in Europa
e Nord America) i segni non alfabetici superano quelli dell'alfa-
beto latino in ragione di tre a uno.
In alcune font questi segni sono disegnati splendidamente,
in altre non sono affatto disegnati: spesso vengono semplice-
82
mente presi a prestito da altre font che possono anche essere di
stile e peso differente.
Molti segni non alfabetici sono noti per il disegno scadente,
per cui dovrebbero essere sempre controllati al momento di de-
cidere l'uso di una nuova font. Fra i segni problematici ci sono le
parentesi quadre [ ) , che spesso sono troppo scure; le parentesi
tonde (), spesso troppo simmetriche e smilze; l'asterisco •, i se- Simboli
gni di paragrafo '!" e sezione §, spesso rigidi e anonimi; il segno di non alfabetici
numero#, o octothorp, generalmente troppo grande per qual-
siasi uso che non sia la pubblicità di un negozio. Le font fornite
di versioni pregevoli di questi segni sono spesso costrette a pre-
starle a quelle che non ne dispongono. Ma non è detto che una
buona versione qualsiasi risolva il problema.
a*&§&';!?
123456tz
Sopra: segni non alfabetici neoclassici, da john Baskerville.
Solto: segni non alfabetici neo um a nisti, dal carattere Palatino di Her·
ma nn Zapf. l segni non alfabetici differiscono da carattere a carattere e
da un periodo storico a un altro cos) come le lettere.
a*&§&';!?
123456tz
Il Baskerville, un carattere neoclassico del XVIII secolo, ha
bisogno di un asterisco neoclassico, con un numero pari di
punte, ciascuna di forma simmetrica, a goccia. Invece un dise-
gno neo umanistico del xx secolo come il Pala tino, richiede un
asterisco calligrafico, più secco, con le punte leggermente asim-
metriche, in numero di cinque e non di sei, disegnate in modo
da rivelare le tracce dell'uso del pennino a punta tronca. Le font
realizzate con cura si distinguono attraverso particolari di que-
sto genere, nei punti interrogativi ed esclamativi, nelle virgolette
e nelle virgole. Nemmeno i punti sono liberamente intercam-
biabili. Alcuni sono ellittici, a forma di rombo o quadrati piut-
tosto che tondi; anche il loro peso e l'avvicinamento cambiano.
La visibilità invisibile dei segni di interpunzione, essenziale per la
loro funzione, dipende da questi dettagli. Cosi accade in senso
più ampio, anche per la visibilità invisibile del carattere tipogra-
fico.
86
tra le &asi, appartiene all'estetica imbottita e imbavagliata tipica
della tipografia Vittoriana.
Usato per separare una espressione - cosl- il trattino medio
viene composto con uno spazio su entrambi i lati.
Boas, Franz_ Primitive Art, Oslo, Aschehoug, 192.7. Rist. Cambridge, MA,
La barra, come il trattino, è più varia nella vita reale che nella ta-
stiera della macchina da scrivere. Ogni font prevede una barra
verticale e due barre con inclinazioni differenti. Quella più vi-
cina alla verticale viene detta alla francese virgule (!),è anche una
forma alternativa di virgola.
È utile per le date (616199 = 6·v1·99 = 6 giugno 99) e nei te-
sti in alternativa alle virgole o alle parentesi.
88
5.2.7 Usare i puntini di sospensione consoni al tipo di carattere.
5·3 PARENTESI
90
che in molte vecchie font venivano spaziate abbondantemente o
composte distanziando parecchio le parole all'interno. Le pa-
rentesi a forma di filetti modulati, più spessi al centro che alle
estremità, apparvero in epoca barocca, scomparvero poi in
epoca neoclassica e tornarono di moda insieme ai numeri alli-
neati nel XIX secolo. Molti fra i migliori caratteri da testo del xx
secolo (come il Centaur di Bruce Rogers o il Bembo della Mo- Simboli
notype Corporation) sono stati revival storici che hanno ripor- non alfabetici
tato alla luce l'antica forma della parentesi.
(abc) (abe)
Il Centaur Monotype e il Baskerville Monotype, sopra. Il Trump Media·
val Antiqua e il Berling di Kari-Erik Forsberg, sotto.
91
Questa regola è 5.3.2 Usare sempre le parentesi verticali (ossia pertinenti al
stata infranta disegno tondo del carattere) piuttosto che quelle inclinate, anche
più spesso di
quanto sia stata con il testo in corsivo.
osservata a
pani re dalla fine
del xv1 secolo. Parentesi tonde e quadre non sono lettere, dunque non ha senso
f: stata seguita parlarne in termini di tondo o corsivo. Ci sono parentesi verti-
più che infranta
dai primi
cali e parentesi inclinate, e nelle font corsive le parentesi sono
tipografi che quasi sempre inclinate; di regola sarebbero però da preferire le
composero libri parentesi verticali. Questo significa che è necessario prelevarle
ìn corsivo:
Aldo Manuzio, dalla font del tondo ed è possibile che abbiano bisogno di una
Gershom spaziatura supplementare qualora vengano usate con le lettere
Soncino,
johann Froben,
corsive.
Simon dc
Colines,
Roben Esliennc,
Ludovico degli
Arrighi e Hcnri
Esliennc 11.
(efg) (efg)
Le parentesi quadre inclinate che si trovano nelle font cor-
sive sono ancora meno utilizzabili di quelle tonde. Se, non sia
mai, esistesse un libro o un film intitolato La Vista dal Mio [sic]
Letto, le parentesi inclinate potrebbero servire a indicare che an-
che esse con il loro contenuto fanno parte a tutti gli effetti del ti-
tolo. Altrimenti si dovrebbero usare le parentesi verticali, a pre-
scindere dal fatto che il testo sia in tondo o in corsivo: "La Vista
dal Mio [sic] Letto" e "La vista dal mio [sic]letto:·
92
all'inizio di ogni riga di una citazione lunga. Allorché questi ele-
menti di distrazione furono alla fine aboliti, fu spesso mante-
nuto vuoto lo spazio che essi avevano occupato in precedenza.
Questa è l'origine della citazione fuori testo rientrata.
Nel Rinascimento le citazioni corpose venivano composte
con un diverso carattere ma con lo stesso corpo e la stessa giu-
stezza del testo. Simboli
Oggi sono in uso tre possibili forme di virgolette. Le virgole non alfabetici
ascendenti e invertite- "citazione" e 'citazione'- di uso comune
in Nord America e Gran Bretagna. Le virgole basse e alte ribal-
tate - , citazione" - sono usate ampiamente in Germania e
molti tipografi preferiscono dar loro la forma di primi inclinati
( .. - ") invece che virgole curve(,-"). Le virgolette basse- «ci-
tazione>> e <citazione>- dette anche caporali, guillemets, duck foot
quotation marks o virgolette ad angolo, rappresentano la forma
comune in Francia e Italia, e sono largamente usate anche nel
resto d'Europa. I tipografi francesi e italiani collocano le virgo-
lette basse con le punte verso l'esterno, «COSÌ» mentre i tipografi
di lingua tedesca di solito fanno »il contrario«. In ogni caso tra
le virgolette e il testo in esse contenuto è opportuno inserire uno
spazio sottile.
Le virgolette sono così integrate nel moderno linguaggio dei Una esauriente
simboli editoriali che è difficile, in molti tipi di testo, farne del storia della
punteggiatura è
tutto a meno. Molti scrittori dilettanti comunque ne abusano. I il libro di M.B.
bravi redattori editoriali e i tipografi possono ridurre al minimo Parkes, Pnuse
ar~d Effect,
la loro presenza, mantenendo solo quelle che hanno una reale Berkeley, 1993·
funzione informativa.
Quando si usano le virgolette (comprese quelle basse), si
pone una domanda: quante dovrebbero essere? La consuetudine
inglese dice di usare per prime le virgolette singole, all'interno
delle quali inserire quelle doppie. 'Quindi il termine "non alfa-
betico" significa proprio quello che penso?' disse lei, sospettosa.
Quando si segue questa convenzione, la gran parte delle virgo-
lette saranno singole, e quindi meno evidenti.
In America la consuetudine comune è opposta. "Quindi,"
disse lei, "il termine 'non alfabetico' significa proprio . .. ?" Que-
sta convenzione fa sl che gli indici delle citazioni spicchino con
evidenza. Però alcuni caratteri, come il Galliard di Matthew
Carter, hanno virgolette di dimensioni notevoli, mentre in altri
esse sono di forma più discreta. Di conseguenza conviene con-
siderare il disegno del carattere oltre al testo nel decidere quale
convenzione adottare per le virgolette.
93
5.4.2 Collocare le virgolette in modo coerente con il resto della
punteggiatura.
94
abbreviazione o, più raramente, a non metterlo mai. La prima
soluzione può rendere la pagina costellata di pallini da schioppo
e buchi di tarlo; la seconda può provocare confusione. La norma
stilistica di Oxford, molto seguita in Inghilterra, ha esaminato a
fondo la questione cercando una formula di compromesso. Il
criterio chiave è questo: usare il punto solo ove la parola si in-
terrompe prematuramente, omettere il punto quando la parola Simboli
abbreviata inizia con la sua prima lettera e termina con l'ultima. non alfabetici
Quindi: Mrs Bodoni, )oh n Adams )r, ma Prof. Czeslaw Mitosz,
S. Tommaso d'Aquino e Cap. James Cook. I punti sono super-
flui anche negli acronimi e in altre abbreviazioni scritte di solito
in maiuscolo o maiuscoletto. Quindi: Washington, DC e Città
del Messico, DF; Vancouver, BC.
Una frase come panini gelati è ambigua nella sua forma scritta,
ma ascoltata risulta perfettamente chiara se chi la pronuncia ne
conosce il significato. La tipografia traduce l'inflessione vocale
distinguendo tra panini gelati e panini- gelati. Nel delicato lin-
guaggio della scienza e della poesia i trattini possono essere poi
ancora più importanti. Un buon tipografo sarà in grado di ren-
dere visibili le più sottili differenze in modo altrettanto sottile.
95
tedesche, la scrittura francese, l'ebraico aschenazi e sefardita, il
greco tondo, corsivo e cancelleresco. I migliori tipografi del xx
secolo hanno seguito il loro esempio, tuttavia anche l'etnocen-
trismo e il razzismo tipografico negli ultimi cent'anni hanno co-
stituito una minaccia, e molta parte di questo atteggiamento di
chiusura mentale viene istituzionalizzato nelle procedure di la-
Segni voro delle macchine. Ancora oggi non è difficile trovare tastiere
diacritici e font non aggiornate né educate, arrogantemente incapaci di
comporre qualsiasi cosa che si distacchi dall'alfabeto anglo ame-
ricano più rudimentale.
La tecnologia digitale ha dato a ciascun tipografo la possibi-
lità di creare caratteri speciali per usi specifici, un lusso che dal
XVII secolo è stato precluso ai più. Esistono sul mercato font
preconfezionate disegnate in modo impeccabile, dotate di un
assortimento di caratteri sufficiente a comporre in qualsiasi lin-
gua europea e in molte lingue asiatiche, e il software per com-
porre e crenare questi caratteri è disponibile in ogni casa.
Eppure esistono, nel Nord America, anche giornali a larga
diffusione deliberatamente incapaci di comporre corretramente
perfino i nomi delle più grandi città, di compositori, governanti,
o l'elenco annuale dei vincitori del Premio Nobel, per la man-
canza di leuere come fio a. Né i tipografi né i loro strumenti do-
vrebbero mai lavorare contando sulla misera convinzione che
mai nessuno menzionerà in un testo crepes flambées o a'ioli, An-
tonin Dvofak, S0ren Kierkegaard o Chloe Jones, e nessuno mai
abiterà a Obidos o Arhus, a Kroméfizo 0ster Vra, a PrUhonice o
a Nagykoros Dalasysla, Kirkagaç o Koln.
97
Cntrl 6 (i f 6 o o
t :j: )(
Cnlrl 0 o é A p y u w y
'
6
Esempio di SHIFT Q w E R T y u o p a e
disposizione Normale q w e r t y u o p [ l
dei tasti per Ali 0 ii è ! p y ù ò ò il
una tastiera
estesa Cnlrl a § D A t oo L
SHIFT A s D F G H J K L
Normale a s d f g h k l
Alt à B ò a e b ii l d
Cnlrl A o ç N Il Jf,
SHIFT z x c v B N M (E
Normale z x c v b n m 0:
Alt à ò ç fi ae
6
6.1 CONSIDERAZIONI TECNICHE
99
I caratteri destinati alle tecnologie fotografiche per la stampa
offset vengono quindi disegnati con spessori e finiture diverse
rispetto a quelli progettati per la stampa in rilievo. E adattare un
disegno tipografico alla composizione digitale non è affatto un
compito facile.
Le font digitali tradotte dai modelli originali in metallo in
Considera- modo approssimativo sono a volte troppo scure, o leggere, o im-
ziorti tecniclte precise, o incostanti nello spessore dei tratti o infedeli nelle pro-
porzioni. A volte vengono private dei numeri minuscoli e di al-
tre componenti essenziali del disegno originale. Ma in alcuni
casi le traduzioni digitali possono anche essere troppo fedeli
all'originale. A volte mancano dei sottili aggiustamenti che sono
richiesti per il passaggio dall'impressione tridimensionale tipo-
grafica alla stampa bidimensionale offset.
100
6.1-4 Scegliere caratteri adatti alla carta su cui si intende
stampare, o carta adatta ai caratteri che si vogliono usare.
6 . 2. TIPOGRAFIA PRATICA
101
6.2..2 Scegliere caratteri che mettano a vostra disposizione tutta
la varietà che vi serve.
Se per cena ci sono solo fagioli, si può sempre ricorrere a una ci-
polla, pepe, sale e panna acida per insaporire il piatto, ma di so-
lito non aiuta fingere che i fagioli siano gamberoni o porcini.
Quando l'unico carattere disponibile è il Cheltenham o il Ti-
mes Roman, il tipografo deve dar fondo alle proprie capacità,
per quante siano le limitazioni. Se sono disponibili anche cor-
sivo, maiuscoletto e numeri minuscoli, essi aiuteranno immen-
samente, ma non ha alcun senso fingere che il Times Roman sia
il Bembo o che il Cheltenham sia I'Aldus camuffato.
Di norma un carattere di valore modesto dovrebbe essere
usato con grande discrezione e cura, seguendo le convenzioni.
Dovrebbe essere composto in corpi modesti (meglio ancora, in
un solo corpo) con le maiuscole ben spaziate, le linee di testo
ben interlineate, curando l'avvicinamento del minuscolo, man-
tenendo una crenatura moderata. La lunghezza delle righe di te-
sto dovrebbe essere quella ottimale e la pagina proporzionata in
modo impeccabile. In breve, l'aspetto tipografico dovrebbe es-
102
Baskerville roman
and its italic
Helvetica roman Scegliere e
accostare i
Palatino roman
and its italic
Times New Roman
and its italic
Il Baskerville è un carattere neoclassico inglese disegnato a Birmingham
intorno al1750 da John Baskerville. Ha un asse razionalista, simmetria La storia delle
origini del
costante e finiture delicate. TimesRoman
L'Helvetica è la revisione di un carattere realista tedesco della ~ne del riportata qui
è quella
XIX secolo realizzata in Svizzera nel xx secolo. Le prime versioni furono tradizionale,
disegnate nel 1956 da Max Miedinger, sulla base di un vecchio lineare ma auu.aJmcnte
della fonderia Berthold chiamato Akzidenz Crotesk. La linea pesante e è oggetto di
accese
non modulata e le aperture strette evocano una idea di energia non edu- polemiche.
cata, forza e tenacia. l colori più chiari realizzati negli ultimi anni hanno Mike Parker
ipotizza che il
contribuito molto a moderare l'aspetto grossolano del carattere, ma non tondo fu
sono serviti a migliorarne la leggibilità. disegna to negli
usA da Starling
Il Palatino è un carattere modernista lirico con una architettura neo
Burgess già nel
umanista; ciò vuoi dire che è scritto e non disegnato, e si basa su forme 1904. V. Mike
rinascimentali. È stato cre•to da Hermann Zapf nel 1948. Parker, Starling
Burgess. Type
Il Times Roma n, o più esattamente New Roma n, è un pastiche storico D~siim:r, in
disegnato da Victor Lardent per Stanley Morison a Londra nel1931. Ha '"Printing
History" 31/32,
un asse umani sta ma proporzioni manieriste, colore barocco e affilate~
1994, pagg.
niture neoclassiche. 52-108.
103
sere riccamente e superbamente ordinario, cosicché l'attenzione
venga posta alla qualità della composizione e non alla forma
delle singole lettere. Solo un carattere che regge a un esame ac-
curato dovrebbe essere composto in modo da invitare a questo
esame. Sfruttare al meglio ciò che sì ha significa quasi sempre
usare meno dì quanto è disponibile. Baskervìlle, Helvetìca, Pa-
Tipografia latìno e Tìmes Roman sono tra i caratteri più diffusi: quattro ca-
pratica ratteri che non hanno nulla da offrire uno all'altro se non la
pubblica disapprovazione. Nessuno di loro si accompagna bene
agli altri tre, poiché ciascuno ha le proprie radici in un diverso
concetto dì cosa costituisca una lettera. Se l'assortimento dispo-
nibile si limita a questi caratteri, la prima cosa da fare è sce-
glierne uno per il lavoro da eseguire e ignorare gli altri tre.
6 .3 CONSIDERAZIONI STORICHE
104
bastanza per un buon tipografo. Egli cerca di gettare luce sul te-
sto, per generare comprensione ed energia componendo ogni
testo con i tipi e nelle forme che gli appartengono. Non è che i
bravi tipografi si oppongano a mescolare secoli e culture. Molti
anzi si deliziano nel farlo, specialmente quando non hanno al-
tra scelta. Un antico testo ateniese, ad esempio, non può essere
composto con un'antica versione ateniese di un carattere ro- Scegliere e
mano, al suo posto è possibile usare un carattere disegnato in accostare i
Nord America negli anni Novanta del xx secolo. Anche testi caratteri
francesi del Seicento o testi inglesi del Settecento possono essere
composti con caratteri di disegno recente. Però un carattere che
davvero si adatta a un testo storico avrà probabilmente qualche
evidente componente storica in sé. Non esiste alcun carattere
ugualmente adatto a testi greci antichi, barocchi francesi e neo-
classici inglesi, tuttavia sono numerosi i caratteri ugualmente
inadatti a ciascuno di questi testi. Gli apparentamenti storici tra
i caratteri sono analizzati nei capitoli 7 e 10.
105
che del poeta ebreo americano Marvin Bell (xx secolo) sono
state composte, solo in virtù del nome, con il carattere Bell, che
è inglese, presbiteriano e del xv m secolo. Spiritosaggini di que-
sto genere sono un divertimento privato dei tipografi, ma se una
pagina tipografica è strutturata cosl bene da prendere vita di per
sé, si deve basare su qualcosa di più che un'arguzia.
Considerazioni Le lettere hanno carattere, spirito, personalità. I tipografi
culturali e imparano a distinguere queste caratteristiche attraverso anni di
personali esperienza a diretto contatto con le forme e con lo studio com-
p~rato del lavoro di altri designer del presente e del passato. A
una osservazione accurata, i caratteri tipografici rivelano molti'
indizi dell'epoca e del temperamento dei loro creatori, e persino
Ja loro nazionalità e il credo religioso. Caratteri scelti in base a
questi criteri restituiranno in cambio risultati più interessanti
che non caratteri scelti per pura comodità, o disponibilità, o
coincidenza di nome.
Se state componendo il testo di una autrice, ad esempio, po-
treste preferire un carattere disegnato da una donna. In passato
erano rari, se non del tutto assenti, ma oggi la scelta è vasta. Fra
questi Alcuin, Carmina, Diotima e Nofret, di Gudrun Zapf-von
Hesse; Elizabeth di Elizabeth Friedlander; Sierra, Lucida e Koli-
bri di Kris Holmes; Shannon di Kris Holmes e Janice Prescott
Fishman; Charlemagne, Lithos, Nueva e Trajan di Caro! Twom-
bly; il Journal di Zuzana Liéko; Hiroshige e Tiepolo di Cynthia
Hollandsworth, infine il Rhapsodie di lise Shiile. E si potrebbe
risalire anche al lavoro di Elizabeth Colwell, il cui Colwell Hand-
letter, prodotto nel1916 dalla ATF fu il primo carattere tipogra-
fico americano disegnato da una donna.
Un testo di autore francese, o un testo sulla Francia risulte-
rebbe migliore se composto con un carattere francese, senza ri-
guardo al sesso dell'autore del testo o del disegnatore del carat-
tere. La sc~lta comprende il Garamond, il Jannon, il Mendoza,
il Méridien, il Vendòme e molti altri, ma già questo elenco suc-
cinto include un'ampia varietà. Il Garamond, che annovera
molti revival recenti, fu disegnato a Parigi nel XVI secolo. Deve
molto alle forme italiane e appartiene al mondo del Rinasci-
mento cattolico. Il Jannon è ugualmente assai elegante ma non
conformista. Appartiene alla Riforma più che al Rinascimento,
e il suo disegnatore, Jean Jannon, che era francese e protestante,
subì per tutta la vita persecuzioni religiose. Il Vendòme, dise-
gnato da François Ganeau è un brillante disegno del xx secolo,
ispirato a Jannon. Il Mendoza, disegnato a Parigi nei1990, recu-
106
Garamond roman
and its italic
Jannon roman Scegliere e
accostare i
caratteri
and its italic
Mendoza roman
and its italic
Méridien roman
and its italic
Vendome roman
and its oblique
Il Garamond Stem pel è la replica della fonderia Stempel di un carattere
da tes to tondo e corsivo disegnato da Claude Garamond (c. 149o-1561).
(Cfr. l'esempio del carattere originale di Garamond a pag. 48) . li'Gara-
mond' Monotype 156 è l• revisione di un carattere disegnato da )ean )an-
non (158o-1658), il più grande incisore di caratteri del barocco francese.
Il carattere d i )annon veniva un tempo attribuito erroneamente a Gara-
mond e spesso viene ancora venduto con questo nome. Il Mendoza è
opera recente di )osé Mendoza y Almeida. Il Méridien, di Adrian Frutiger,
e il Vendòme d i François Ganeau sono stati entra mbi disegnati negli
anni Cinquanta del xx secolo. Ganeau, che ha lavorato come pittore,
scultore e scenografo più che come t ipografo- ha basato il Vendòme
sulle lettere di )annon, modificandole in modo giocoso nella direzione
del neoclassicismo francese.
107
pera le radici umanìstìche dalle quali germogliò il Garamond. Il
Mérìdien, creato intorno al1950, è più vicino allo spirito razìo-
nalìsta dell' industriai design svizzero del xx secolo, eppure in-
corpora un maiuscolo maestoso, quasi imperioso e un corsivo
molto aggraziato e agile. Questi cinque differenti caratteri invi-
tano a ulteriori differenziazioni nel disegno della pagina, nella
Considerazioni scelta della carta e della rilegatura tanto quanto testi differenti,
wlh1rali e proprio come strumenti musicali differenti invitano a fraseggi
personali diversi, tempi diversi, modi e tonalità diverse.
Anche nazioni come Grecia e Tailandia, che hanno alfabeti
propri, condividono una tradizione multinazionale nel disegno
dei caratteri. Ciò nondimeno alcuni caratteri sembrano più im-
pregnati di altri di un profumo nazionale. Frederic Goudy, ad
esempio, è considerato come il più ardentemente americano di
tutti i disegnatori di caratteri americani. Un tipografo sensibile
non sceglierebbe un carattere dì Goudy per comporre, diciamo,
il testo della Costituzione canadese o messicana.
Questa materia costituisce argomento di studio inesauribile,
e per i tipografi seri è fonte inesauribile dì scoperte e di soddi-
sfazioni. Verrà trattata molto più a fondo nel capitolo 10. L' ap-
pendice c (pag. 313) riporta un elenco di disegnatori dì caratteri.
108
mos, Praxis e Flora, una famiglia anche se manca di un nome
unitario. Ciascuna di queste serie comprende sia il tondo sia il
corsivo, con varianti di peso, forme con e senza grazie, e altre
possibilità. Restringendo la scelta ai caratteri che fanno parte di
una famiglia si possono avere al tempo stesso varietà e omoge-
neità: molte forme e misure ma un'unica cultura tipografica.
Tale approccio si adatta bene ad alcuni testi, poco ad altri. Na- Scegliere e
turalmente si possono anche mescolare a caso i caratteri, come accostare i
estraendoli da un cappello. Fra questi due estremi c'è la vasta caratteri
arena degli accostamenti meditati, in cui l'intelligenza tipogra-
fica spesso gioca il suo ruolo più creativo.
109
6.5.3 Considerare i caratteri neri per le loro qualità intrinseche.
110
sottotitoli ed elementi di richiamo. Si tratta di caratteri struttu-
ralmente differenti, con origini assai distinte. Tuttavia il Sabon
possiede il ritmo fluente e posato necessario per un testo, men-
tre lo Zapflntemational ha una vitalità che lo rende appropriato
per i titoli, e questa vitalità si mantiene anche nei toni più scuri.
Nella maggior parte dei casi, i caratteri strutturalmente più si-
mili al Sabon appaiono, d'altro canto, gonfi e deformati nella Scegliere e
variante nera. accostare i
caratteri
c coelacanth; d daffodil;4 Franciscan
Sabon tondo e Zapf lnternational bold
!Il
6.5.5 Accoppiare i caratteri con grazie e lineari in base alla loro
str11tn1ra.
112
6.6 MESCOLARE GLI ALFABETI
113
Y:rl:r AS THE SOUL /THE SOUL AS rNn:rl!.
1 Frag. 2. Compare Pythatoras' "boundless breath" outside the heavens, which is in-
haled by the world (Arist., Phys. 213b22), and Heraclitus' "divine reason," which
surrounds (lrfplÉXEI) us and which wc: draw in by mc:ans of respiration (Sext.
Emp., Adv. Math. vii.127).
2 De anima 408b1.
3 De anima 410025: Thosc who make soul consist of ali thc <lcmcnts, an d who hold
that like pcrccivcs and knows likc, "assume t ha t pcrcciving is a sort of being acted
upon or moved and that t h c: sa me is true of thinking :an d knowing" (TÒ 'h.' alcr8à-
vecr8al rrér:crxuv TI Ka\ KIIIEicr8a1 n8~acr1v· ÒfJOiwç 5~ Ka\ TÒ voEiv T E KaÌ
y1yvWcrKE1v).
114
Ali such action, rnoreover, was held to require a con-
tinuous vehicle or rnediurn, uniting the soul which knows
to the object which is known. Further, the soul and its ob-
ject rnust not only be thus linked in physical contact, but
they rnust be alike or aki11 ....
It follows frorn this principle that, if the Soul is to
Il testo di questo
know the world, the world rnust ultirnately consist of the due pagine è
sarne substance as Soul. Cllvat> and Soul rnust be hornoge- adauàto da
F.M. Corbford,
neous. Aristotle forrnulates the doctrine with great preci- From Rtligion to
sion: Philowphy: A
Sh•dy in the
Origins of
Oaot B' È7TÌ rò ytvWaKetv KaÌ TÒ aio8d.v€a8at TWv OvTwv, Western
oiìTot 3È Àiyouat ri}v r/JuxTiv Tàs dpxas, oi JLÈV TTÌ\€{ous Speculation,
London, 19u.
TTOlOÙvns, TauTa>, oi 3È Jltav, TaUT1)V, WC71T€p 'EJLTT€3oKÀijs Alcune deUe
JlÈv ÈK Twv aTotxdwv TTaVTwv, dvat 3€ Kal ÉKaaTov 1/JuxTiv citazioni greche
sono state
TOVTWV, ì--.iywv OVTWS ampliate e altre
spostate dalle
ya{n JlÈV yàp yaiav ÒTTCl:JTTafJ.EV, v3an 3' v3wp, note a piè di
pagina al testo
ai8f.pt 3' ai.8f.pa 3iav, aTàp 1TVpt1TÙp a"t3ryÌ\ov, principale. Ciò
C7Topyfl 3è C7Topyryv, VEiKO> SÉ T€ IJElKà. Ì\uypi!J. rende la prosa di
Cornford più
TÒV avTÒV 3è Tp01TOV Kal ilÀciTWV EIJ Ti!J T!JlQLW "T"TJv pedante e meno
lucida di quonto
r/Jux~v EK TWv aTotxdwv TTOtei· ytyvwaKea8at yàp Ti!J op.ol<p sia in realtà,
ma melle
TÒ op.otov, Tà 3€ 1rpayJlam iK Twv dpxwv €lvm. maggiormente
alla prova i
"Those who laid stress on its knowledge and percep- caratteri e allo
tion of ali that exists, identified the soul with the ultimate stesso tempo
permette una
principles, whether they recognized a plurality of these or esemplificazione
only one. Thus, Ernpedocles cornpounded soul out of ali tipografica più
compatta.
the elernents, while a t the sarne tirne regarding each one of
thern as a soul. His words are,
Wirh ecmh we see ecmh, wirh water wctter,
-wirh air brighe air, ravaging fire by fire,
lave by lave, and strife by gruesame srrife.
"In the sarne rnanner, Plato in the Timaeus constructs
the soul out of the elements. Like, he there maintains, is
known by like, and the things we know are cornposed of
the ultimate principles.... "~
115
Questi versi
sono tratli
Ho JI rrpeAyrrpe)I<AaiO nac,
dalla§ 5 di
B copoKoooM Ma ti avverto,
ro.ll)'di Anna
Achmatova.
qTO 5I )I<V1BY B IIOCAeAHMM pa3.
questa è la mia ultima esistenza
HM AacToqKoi1, HM KAeHoM,
Non come rondine, non come acero,
H M TIJOCTHMKOM M HM 3Be3AOM ...
non come giunco, non come stella ...
116
minuscolo (ç, usato a fine parola e a, usato negli altri casi), e tre
iota sottoscritti, posti al di sotto delle vocali lunghe con cui sono
usati ((l, fl, Q.J, ad esempio). Se si è fortunati, il carattere com-
prenderà anche una tavola di crenatura ben fatta e una disposi-
zione di tastiera razionale. Tutto ciò significa chiedere molto a
una industria in cui ufficialmente non c'è alcuna cultura se non
il mercato e nessun fine se non il denaro. E. chiedere molto, ma Scegliere e
di per sé non è abbastanza. In greco, come in ogni altro alfabeto, accostare i
i/ carattere si deve adattare al testo. Si deve anche accordare al caratteri
contesto, vale a dire essere tondo o corsivo.
Sul mercato delle font digitali esistono forse so.ooo caratteri
per l'alfabeto latino, che comprendono circa 6.ooo famiglie.
Forse il due per cento di questi caratteri è davvero utile per com-
porre testi, ma un centinaio di famiglie di caratteri è ancora un
numero alto, e i caratteri da testo disponibili coprono un ampio
panorama di stili. Pescando qua e là è possibile mettere insieme
qualche dozzina di font digitali in greco, ma, di nuovo, solo una
piccola percentuale di queste ha un potenziale d'uso reale come
carattere da testo. Per questo spesso è meglio scegliere per primo
il carattere greco e quindi il tondo e corsivo latino da mettergli al
fianco anche se nel testo da comporre sono presenti solo poche
parole in greco o un'unica citazione.
Alle pagine 114 e 115 vengono mostrati, nella loro incarna-
zione digitale, due caratteri da testo greci che vantano creden-
ziali impeccabili, il New Hellenic di Victor Scholderer, disegnato
nel1927, e il Por so n di Richard Porson, disegnato nelt8o6.
Il Porson greco fu commissionato in origine dalla Cam-
bridge University Press, ma divenne nel xx secolo il carattere
greco preferito a Oxford, mentre il New Hellenic di Scholderer
divenne il carattere greco preferito a Cambridge. Il New Helle-
nic in particolare rivela una eminente discendenza rinascimen-
tale, che verrà analizzata più avanti nel capitolo 10.
117
abyohi &pyo6t abyohi
abyohi &pyo6t abyohi
Mescolare gli
alfabeti abyohi &pyo6t abyohi
Il New Hellenic di Victor Scholderer accanto al Mendoza di )osé Men-
doza (sopra), insieme al Caecilia di Peter Matthias Noodrzij (al centro)
e con il )enson Adobe (sotto). Il Mendoza è un carattere che ha poco
contrasto (i tratti grossi e sottili hanno quasi lo stesso spessore). New
Hellenic e Cecilia hanno tratti non modulati, in altre parole non hanno
contrasto. New Hellenic e Jenson Adobe hanno compatibilità stilistiche
di tipo differente: entrambi sono derivati dall'opera di Nicolas Jenson,
che incise nel 1469 il padre di questo carattere romano e nel 1471 il
nonno di questo greco.
u8
abyohia~yo8~abyohi
abyohi af3yoe~ abyohi
abyohia~yo~Labyohi
Scegliere e
accostare i
caratteri
119
6.7 NUOVE ORTOGRAFIE
120
Per i lettori come per i tipografi,latino, cirillico e arabo sono
i punti di partenza più facili e meno si aggiungono segni a que-
sti alfabeti fondamentali, meglio è. Il sogno di una lingua co-
mune, imposto a molte culture di minoranza, si è dimostrato un
incubo. In un mondo in cui ci sono centinaia di lingue e lette-
rature arcaiche e classiche invece di una o due, le aspirazioni a
una rinnovata diversificazione spesso sostituiscono il sogno di Scegliere e
una scrittura comune. accostare i
caratteri
6.7.2 Aggiungere solo caratteri visivamente distinti.
121
comporre e soprattutto più difficile da confondere.
Nella lingua tlingit, parlata e scritta nel sud dell'Alaska, nel
nord della British Columbia e nello Yukon, vengono usati dei
trattini sotto alla lettera per segnalare le consonanti uvulari. La
cosa funziona per k e x. ma non cosl bene per g. Una forma
come g· o go g, benché meno coerente con le altre sarebbe più
Nuove concisa e, ancora una volta, più difficile da travisare. Il deside-
ortografie rio di congruenza non fu il solo fattore che portò i primi lingui-
sti a scrivere g invece di g. L'alfabeto tlingit fu sviluppato, come
molti sistemidi scrittura degli inizi del xx secolo, utilizzando
solamente la tastiera di una macchina da scrivere nordameri-
cana. Testi in tlingit pubblicati di recente vengono composti con
i computer utilizzando font di Palatino o Stone modificate, ma
la ferrea metafora della macchina da scrivere non ha ancora
mollato la presa.
In altri luoghi nel mondo la macchina da scrivere meccanica
e l'impressione tipografica sono ancora economicamente vive e
rappresentano prestigiosi strumenti sociali, e questo non deve
ostacolare il disegno di nuovi alfabeti. Il carattere pan-nigeriano
illustrato qui sotto fu inciso e fuso per la composizione a mano
nel1983. Macchine da scrivere che utilizzano una versione mo-
nospaziata di questo carattere sono entrate in produzione solo
nel1985.
.
àb6cdcfeeéfghiÌijkKl
.
AB'BCD'DE3,$FGHIIJJKKL
. .
MNÒOPRSSTÙÙVWYZ .
L'alfabeto pan-nigeriano disegnato nel 1983 da Hermann Zapf, con Vic-
tor Manfredi. Unifica le diverse ortografie missionarie utilizzate per
ha usa, igbo, yoruba, edo, fulfulde e molte altre lingue nigeriane.
lll
gni composti 4h e 4, [compresa la virgola) per trascrivere alcune
consonanti glottali. Le parole Quiché che significano sole e luna,
ad esempio, possono essere scritte k'ih e ic', o kkih e ice, o 3ih e Ì4,
e la parola sangue può essere scritta quit'z o quittz o qui4,.
Nell'ultimo caso, ma non negli altri, la virgola fa parte della pa-
rola e non è un segno di interpunzione.
Benché non sia pittoresca come i geroglifici Maya, questa Scegliere e
scrittura alfanumerica affascina alcuni studiosi e appassionati, accostare i
forse proprio per la sua stranezza. Sul piano tipografico ha biso- caratteri
gno di chiarificazione o attraverso la creazione di nuovi segni
non ambigui o attraverso il ritorno alle semplici vecchie lettere
latine (secondo la pratica oggi più diffusa).
ste sia in versione lineare sia con grazie). Il tipografo quindi si (itrtematio11al
phonetics,
trova di fronte a due possibilità: comporre l'intero testo con un fonetica
carattere che comprende i segni fonetici, in modo che le trascri- internazionale)
è inglese.
zioni fonetiche possano inserirsi nel testo a volontà in modo
inavvertito; o comporre il testo con un consono carattere di
contrasto e passare a quello fonetico (e al corrispondente carat-
tere da testo, se è il caso) quando questo è necessario.
Se vengono usati caratteri contrastanti per il testo e le tra-
scrizioni fonetiche, ciascuna parola o passaggio fonetico, non
solo il singolo segno, dovrebbe essere composta con il carattere
fonetico prescelto. La tipografia rappezzata, in cui alcune lettere
della stessa parola hanno provenienze diverse, è segno di falli-
mento tipografico. Forme come 'Graètona' e 'Usa5an', usate a
volte per rappresentare la scrittura di antiche lingue come l'ave-
stano, sono problematiche sul piano tipografico perché mesco-
hino due alfabeti in urJa singola parola. Tali mescolanze sono di
rado efficaci a meno che tutti i caratteri implicati non facciano
parte della stessa famiglia. (t il caso di questo esempio, dove
vengono usati un alfabeto latino e uno greco unificati.)
12)
6.8 COSTRUIRSI UNA BIBLIOTECA DI CARATTERI
Alcuni dei più grandi tipografi di tutti i tempi non avevano a di-
Costruirsi sposizione che un carattere tondo per volta, uno gotico e uno
una greco. Altri arrivarono ad avere cinque o sei tondi diversi, due o
biblioteca tre corsivi, tre gotici e tre o quattro greci. Oggi il tipografo può
di caratteri acquistare font a migliaia su compact disc e usare il telefono per
scaricarne altre migliaia: più caratteri di quanti un uomo potrà
mai usare, eppure non sarà mai una selezione completa.
Con i caratteri, come con la filosofia, la musica e il cibo, è
meglio avere poco del meglio che essere sommersi da prodotti
mediocri, grossolani e di repertorio.
I caratteri forniti con i programmi e con le stampanti sono
spesso numerosi, ma si tratta perlopiù di caratteri inadatti a
molti utilizzi e insoddisfacenti per molti utenti, inoltre molti
mancano di parti essenziali (maiuscoletto, numeri minuscoli,
legature, segni diacritici e importanti segni non alfabetici).
Cominciate acquistando un buon carattere o una famiglia, o
alcuni caratteri correlati, completi di tutte le componenti. E in-
vece di saltare arbitrariamente dall'uno all'altro, tentando di
provare ogni combinazione, rimanete fedeli alle scelte iniziali
abbastanza a lungo da imparare a conoscere le loro virtù e i loro
limiti, prima di passare a esplorare nuovi territori.
124
INTERMEZZO STORICO
125
forme, usate per le iscrizioni in tutto il mondo greco, servirono
da modello per la scrittura formale nella Roma imperiale. E
quelle stesse lettere romane, scritte con un pennello piatto te-
nuto con una angolazione precisa, come un pennino largo e
quindi incise nella pietra con scalpello e mazzuolo, sono servite
a loro volta come modelli per i calligrafi e i disegnatori di carat-
Le prime teri degli ultimi duemila anni. Hanno una apertura moderata,
forme di tratto modulato (un tratto il cui spessore varia in rapporto alla
scrittura direzione), e grazie piene e costruite ma vivaci.
AB C S PQ_R
Il Trajan, disegnato da Carol Twombly nel1g88, si ispira all'iscrizione po·
sta alla base della Colonna Traiana a Roma, incisa nel113 d.C.
126
Una pagina ben composta oggi non è diversa da come lo era
un tempo: una finestra sulla storia, sul linguaggio e sulla mente,
una mappa di quanto viene detto e un ritratto della voce che sta
silenziosamente parlando.
Nel tardo Medioevo e nel primo Rinascimento uno scrivano
europeo ben addestrato conosceva dagli otto ai dieci diversi stili
di scrittura. Ciascuno era definito con precisione come un ca- Intermezzo
rattere da stampa e come tale conservato nella memoria, desti- storico
nato a usi ben precisi. Testi sacri, documenti legali, letteratura,
commercio e corrispondenza personale richiedevano ciascuno
una scrittura appropriata, evocavano forme particolari e conte-
sti linguistici e regioni specifiche.
Quando sopraggiunse la tecnologia dei caratteri mobili, in
Europa coesistevano le scritture gotica, bizantina, romanica e
umanistica, insieme a molte forme più antiche. Tutte queste va-
rianti esistono ancora in qualche modo, ma la scrittura umani-
stica, basata sulla minuscola carolingia, è diventata la forma
principale: il minuscolo romano che si è evoluto in migliaia di
variazioni, deviazioni e ibridi, come il salice o la rosa.
127
buona tipografia non richiede solo la conoscenza del carattere in
sé, ma la comprensione delle relazioni tra le lettere e tutto il re-
sto dell'attività umana. La storia tipografica è proprio questo, lo
studio delle relazioni tra i caratteri e il resto dell'attività umana:
la politica, la filosofia, le arti, e la storia delle idee. Questa ricerca
può durare una vita, ma da subito si dimostra istruttiva e gene-
Le lettere rosa di soddisfazioni.
tipografiche
latine 7.2.1 Le lettere romane nel Rinascimento.
abcefgnopj
abcefgnopj
abcefgnopj
abcefgnopj
Quattro ricostruzioni del xx secolo di caratteri tondi rinascimentali.
Centiur (alto) , disegnato dal tipografo ~meric~no Bruce Rogers verso il
1914, si basa su un modello di Nicolas Jenson (Venezia, 1469) . Il Bembo
(secondo), inciso dalla Monotype a Londra nel1929. su modelli di Fran·
cesco Griffo (Venezia, 1499) . Il Garamond Adobe (t•rzo) è stato dise·
gnato da Robert Slimbach (San Francisco, 1988) da modelli di Claude
Garamond (Parigi, c. 1540). Il Van den Keere DTL è la ricostruzione com·
piuta da Frank Blokland di un carattere inciso per Christoph• Pianti n da
Hendrik van Keere (Anversa, 1575).
!28
Le lettere rinascimentali, cosl come la pittura e la musica
dello stesso periodo, sono perfette per la composta sensibilità ri-
spetto alla luce e allo spazio. Per cinque secoli sono servite come
pietre di paragone per la tipografia.
I più antichi punzoni o matrici di lettere romane giunti a noi
possono essere considerati quelli di Garamond, incisi a Parigi
intorno al1530. Dei caratteri più antichi non restano altre tracce Intermezzo
se non gli stessi libri stampati. La struttura e la forma base di storico
questi primi caratteri è chiara e fuori discussione, ma per ciò che
concerne i dettagli più sottili, tutte le repliche odierne dei carat-
teri italiani del xv secolo sono ricostruzioni ipotetiche. Come le
capitali romane lapidarie, le lettere minuscole rinascimentali
hanno tratti modulati (lo spessore varia in funzione della dire-
zione) e un asse umanistico. Ciò significa che la forma delle let-
tere .t~J1erata dal pennino piatto tenuto nella mano destra in
posizione di scrittura comoda e rilassata. I tratti spessi hanno di-
rezione No/sE, cioè l'asse formato dalla mano e l'avambraccio
di chi scrive. Le grazie sono nette, il tratto leggero e il contrasto
fra tratti larghi e sottili è generalmente assai modesto.
In sintesi, le caratteristiche delle lettere romane del primo
Rinascimento sono queste:
aste verticali
forme curve pressoché circolari
tratti modulati
asse umanistico evidente
contrasto modesto
altezza media modesta
grazie superiori nette e oblique (in lettere come ber)
grazie di base bilaterali secche, piatte o un po' sguanciate (r, l e p)
tratti terminali secchi, formati dalla penna in a, c, f e r
trattino obliquo nella e, perpendicolare all'asse dei tratti
la forma è unica (mancano il corsivo o il grassetto)
abcifgnopxyz
abcefgnopxyz
Due revival di caratteri rinascimentali corsivi. L'Arrighi Monotype (so·
pra) deriva dai corsivi disegnati da Frederic Warde (Londra e Parigi, 1925
- 29) su modelli di Ludovico degli Arrighi (Roma, 1524). Il Bembo Mo·
notype corsivo (sotto), inciso a Londra nel1929, si basa su modelli sia
di Arrighi che di Giovanni Antonio Tagliente (Venezia, 1524).
130
Le caratteristiche del corsivo rinascimentale possono essere
riassunte come segue:
r.~b1gjfglopfZJ
abefopabefop
Due caratteri recenti che interp retano la tradizione manierista. Il Poetica
(sopra) è un corsivo cancelleresco che si basa su modelli d•l XVI secolo.
È stato disegnato da Robert Slimbach (Adobe 1992). Matthew Carter ha
disegnato Galliard (sotto). prodotto nel1978 dalla Linotype. Si basa su
forme incise nel XVI secolo da Robert Granjon.
lJl
7.2.3 Le lettere manieriste
abefopabd(Jp
abefopabifop
abefopabefop
abefopabifòp
Quattro revival di caratteri barocchi. Il 'Garamond' Monotype (alto) si
basa su caratteri incisi in Francia da Jean jannon intorno al1621; I'Eize-
vir on (secondo) su caratteri incisi da Christoffel va n Dijck ad Amster-
dam intorno al166o.ll janson Linotype Text (terzo) su caratteri di Mikl6s
Kis (Amsterdam, circa 1685). Il Caslon Adobe, di Carol Twombly (basso),
su caratteri di William Caslon (Londra, circa 1730).
132
7.2.4 La lettere barocche
133
abcefgnopy
Le lettere
tipografiche
latine
CEFOTZ
abcefgnopy
Il Fleischman on. Notare le forme decorative di g, ye di parecchie maiu·
scole, e il contrasto esagerato della o. Questo contrasto esagerato è ti-
pico dei caratteri romantici incisi da Firmi n Didot e Giambattista Bodoni
dopo la morte di Fleischman nel1768. l caratteri romantici però hanno
un asse rigidamente verticale. L'asse principale dei caratteri di Fleisch-
man è obliquo. Dal punto di vista strutturale queste lettere apparten·
gono al barocco, ma la loro tendenza all'ornamentazione e all'esagera-
zione le distingue dai primi caratteri barocchi. Questo è jl motivo per cui
si definiscono rococò.
134
abefopabefop
abefopabifop Intermezzo
storico
abefopabefop
Tre revival di lettere ntoclassicht rtalizzati nel xx secolo. Sopra: il Four-
nier Monotype, basato sui caratteri incisi da Pierre Simon Fournier (Pa-
rigi, circa 1740). Al centro: il Baskerville Monotype, basato sui disegni di
john Basktrville (Birmingham, circa 1754). Sotto: Bt l! Monotype, basato
sui caratteri incisi a Londra da Richard Austin nel1788 per il fonditore di
caratteri ed editore john Beli.
135
imperturbabile purezza neoclassìca quanto il Campidoglio o la
Casa Bianca e molti altri edifici dì stato o federali. (Il Parlamento
a Londra e a Ottawa, che sono edifici neogotìcì anziché neoclas-
sìcì, evocano un diverso stile tipografico).
In breve,le lettere neoclassìche differiscono da quelle baroc-
che perì seguenti aspetti:
Le lettere
tipografiche predominanza dell'asse verticale sia nel tondo sia nel corsivo
latine inclinazione generalmente uniforme del corsivo, tra i 14° e i 16°
grazie generalmente digradanti, ma più sottili e piatte, più oriz-
zontali
136
sico. Usata con maggiore energia, produce un segno più pitto-
resco e romantico. Il contrasto accentuato, essenziale in gran
parte della pittura e della musica romantica, è essenziale anche
nel disegno dei caratteri romantici.
Le lettere romantiche possono essere straordinariamente
belle, ma mancano del ritmo solido e fluente proprio delle
forme rinascimentali. Questo ritmo invita il lettore a entrare nel Intermezzo
testo, a leggere. La forma statuaria delle lettere romantiche in- storico
vita invece il lettore a soffermarsi al di fuori del testo e guardarle.
abefopabefop
abefopabefop
abefop abefop
abefopabefop
Quattro revival di lettere romantiche. Il Bulmer Monotype (alto] si basa
su una serie di caratteri incisi da William Martin a Londra intorno al
1790. Il Didot Linotype (secondo] , disegnato da Adria n Frutiger. si basa
su caratteri incisi da Firmin Didot a Parigi tra il1799 e il1811. Il Bodoni
Berthold (terzo] si basa su caratteri incisi da Giambattista Bodoni a
Parma tra il1803 e il1812. Il Walbaum Berthold (basso] si basa su carat·
t~ri incisi da )ustus Erich Walbaum a Weimar, intorno al1805.
137
abcefgnop
Le leNere
tipografiche
farine
abcefgnop
L'Akzidenz Grotesk (sopra) è un carattere realista prodotto dalla fonde-
ria Berthold di Berlino nel1898. È il precedente immediato del Franklin
Gothic di Morris Ben ton (1903) e deii'Helvetica, prodotto dalla Haas nel
1952. Il Clarendon Haas (sotto) disegnato da Hermann Eidenbenz nel
1951, è il revival di un carattere realista, il primo Clarendon, inciso da
Benjamin Fox per Robert Besley (Londra, 1845).
abefopabefop
abefopabefop
abefopabefop
abefopabefop
Quattro caratteri neoumanisti o modernisti lirici. Lo Spectrum (alto) di·
segnato da J•n va n Krimpen in Olanda negli anni Quaranta del xx secolo
• prodotto sia da Enscnedé cne da Monotype nel1952. il Palatino (se-
condo) realizzato da Hermann Zapf a Francoforte nel 1948. il Dante
(ter2o) disegnato da Giovanni Mardersleig a Verona nel1952. il Pontifex
(basso) disegnato da Friedricn Poppi a Wiesbaden nei1974- Tutti, tranne
l' ultimo, sono stati incisi originariamente in acciaio, come i caratteri ri-
nascim•ntali.
139
Le grazie hanno lo stesso spessore dei tratti principali, o man-
cano del tutto. Ma molti tra i caratteri modernisti cercano la pu-
rezza più che il populismo. Alcuni rivelano lo studio di iscrizioni
arcaiche, altri prevedono i numeri minuscoli e simili sottigliezze,
ma la forma delle lettere è debitrice più alle pure forme mate-
matiche, il cerchio e la linea, che alle lettere scritte.
Le lettere
tipografiche 7.2.10 Modernismo lirico: la riscoperta delle forma umanistica
latine
Un'altra fase importante del modernismo nel disegno di carat-
teri è strettamente connessa alla pittura espressionista astratta. I
pittori del xx secolo hanno riscoperto i piaceri fisici e sensoriali
dell'atto del dipingere, e il piacere di creare forme organiche e
non meccaniche. In quegli anni i disegnatori di caratteri erano
parimenti impegnati a riscoprire i piaceri lega ti allo scrivere le
lettere invece che disegnarle. Riscoprendo la calligrafia riscopri-
rono il pennino largo, l'asse umanistico e la proporzione uma-
nistica delle lettere rinascimentali. Non c'è un confine netto tra
il disegno modernista e il revival rinascimentale.
abcefghijop
abefopabe(op
Due caratteri espressionisti: uno modernista e uno postmoderno. Il
Preissig fu disegnato a New York nel1924 dall'artista ceco Vojt~ch Preis-
sig e inciso e fuso a Praga n~l1925. Il )ournal di Zuzana Li~ko è stato di·
segnato a Berkeley nel1990 e prodotto in formato digitale da Emigre.
140
pinori come Vincent van Gogh e Oscar Kokoschka. Pittori e de-
signer più vicini ai nostri giorni, come Zuzana Licko, hanno for-
nito la prova che il genere è ancora ricco e fertile.
I disegnatori espressionisti utilizzano molti strumenti diffe-
renti. Koch e Preissig spesso intagliavano le loro lettere diretta-
mente nel metallo o nel legno. Menhart lavorava a penna su
carta ruvida. La Liéko ha sfruttato le limitazioni delle routine di Intermezzo
mappa tura digitale disegnando senza coltelli, lime o bulini ma storico
con linee digitalizzate.
abefopabefop
abefopabefop
Due caratteri postmoderni, l'Esprit (sopra) disegnato da Jovica v~ljovit
nel 1985 e il Nofret (sotto) disegnato da Gudrun Zapf von Hesse nel
1990. Entrambi cantano, mentre la maggior parte dei caratteri postmo·
derni si limita a squittire. Ma la canzon~ è elegiaca più che lirica.
141
abefopabefop
Le lettere
tipografiche
latine
abefopabefop
Due caratteri postmoderni geometrici: il Triplex Sans (sopra) e l'Officina
Serif (sotto). Il Triplex corsivo è stato disegnato da John Downer nel
1985. Le serie tonde che lo accompagnano- una con grazie e una senza
- sono state disegnate da Zuzana Lilko nel 1989-90; il mtnage à trois
completo è stato prodotto nel1990 da Emigre. L'Officina (1rc, 1990) è di
Erik Spiekermann, sia nella versione con grazie sia in quella senza.
142
L'arte postmoderna, come l'arte neodassica, è soprattutto
un'arte della superficie: un'arte della riflessione piuttosto che
della visione. ~ prosperata nel superficiale mondo della stampa
offset super veloce e del design digitale, dove il modernismo
boccheggia. Ma il mondo degli scrivani, in cui ha le sue radici il
disegno dei caratteri, era anch'esso un mondo di superficie. Era
il mondo dei pittori gotici, in cui ogni cosa era collocata su un Intermezzo
solo piano. Almeno da questo punto di vista post modernismo e storico
modernismo affrontano il medesimo compito di base con il
quale la tipografia iniziò.
7.3.1 La Linotype
143
dì digitalizzazione, per utilizzare la possibilità di crenatura delle
macchine digitali e recuperare l'indipendenza nelle proporzioni
tra il tondo e il corsivo.
7.3.2 La Monotype
Dalla metà del xv secolo alla metà del xx la gran parte delle let-
tere romane sono state stampate con una tecnica nata dalla scul-
tura. In questo processo ciascuna lettera viene incisa nella sua
dimensione reale all'estremità di un punzone dì acciaio. Il pun-
zone viene quindi impresso in una matrice di metallo più te-
nero, la matrice viene quindi fissata in uno stampo, da cui viene
fuso il carattere in lega di piombo, stagno e antimonio. I cara t-
144
teri vengono bloccati in una cornice e collocati sul piano di
stampa, dove vengono inchiostrati. La loro immagine viene
quindi impressa nella carta, producendo un'immagine tattile ol-
tre che visiva. Il colore e la lucentezza dell' inchiostro si uniscono
alla superficie liscia della carta premuta, le cui candide fibre si
indentano intorno alla forma delle lettere.
Un libro prodotto in questo modo è una iscrizione pieghe- Intermezzo
vole, una scultura flessibile a basso rilievo. La luce nera del testo storico
brilla dall'anima di una pagina ben stampata in rilievo. I tipo-
grafi rinascimentali si deliziarono nell'esplorare la profondità fi-
sica e le trame prodotte da questo metodo di stampa. Gli stam-
patori neoclassici e romantici invece, come Baskerville, spesso
adottarono un punto di vista diverso. Baskerville stampò tipo-
graficamente i suoi fogli, non vi era all'epoca un altro modo, ma
poi li faceva stirare per eliminare il rilievo di stampa.
Con lo sviluppo della litografia, alla fine del xv I I I secolo, la
stampa mosse ancora un passo indietro verso il mondo bidi-
mensionale degli serivani medievali. Dalla metà del xx secolo la
gran parte della stampa commerciale viene prodotta con un
processo bidimensionale, la fotolitografia offset: una immagine
fotografica o digitale viene fissata su una lastra, inchiostrata e
stampata su una superficie intermedia morbida, da qui si trasfe-
risce alla superficie di carta della pagina.
Nei primi tempi della stampa offset commerciale i caratteri
venivano ancora composti mediante le macchine Linotype o
Monotype e stampati tipograficamente; i fogli di stampa veni-
vano poi tagliati, montati e fotografati. I disegnatori di caratteri
vedevano il loro lavoro alterato da questo processo. Moltissime
lettere disegnate per la stampa tipografica appaiono più deboli
con la stampa offset. Ma lettere di altro tipo trassero giova-
mento da un tale cambiamento: le lettere geometriche, che evo-
cano il mondo dei disegnatori piuttosto che quello degli orefici,
e quelle decorate che richiamano l'eredità degli scrivani.
145
Le macchine che operano secondo questo procedimento
sono discendenti naturali delle macchine fotografiche e della
stampa offset. Furono progettate e brevettate verso il1890 eden-
e
trarono in uso per comporre frontespizi titoli dall925, ma solo
negli anni Sessanta giunsero a dominare il mercato.
Come all'apparire delle macchine per la composizione sem-
La brò perduta la sofisticata sottigliezza propria della composizione
composizione a mano, cosl i lenti perfezionamenti raggiunti con le macchine
meccanica Linotype e Monotype sembrarono essere spazzati via da questa
nuova tecnologia. Le fotocompositrici erano veloci, ma non sa-
pevano nulla dei piccoli cambiamenti di proporzione da corpo a
corpo. I loro caratteri mancavano di legature, numeri minuscoli
e maiuscoletto. I caratteri di produzione americana mancavano
persino delle più semplici lettere accentate. La scelta di caratteri
era scadente. E con la rapida diffusione dell'uso di queste mac-
chine complesse ma semplicistiche si arrivò al crollo finale
dell'antico mestiere tramandato dai tipografi.
Le fotocompositrici e i loro utilizzatori avevano appena ini-
ziato a trovare alcune risposte a queste lamentele quando com-
parve la tecnologia digitale. Sono stati disegnati alcuni eccellenti
caratteri per la fotocomposizione- dall'Apollo di Adria n Fruti-
ger ( 1962) fino al Trinité di Bra m de Does- ma in retrospettiva
l'epoca della fotocomposizione appare soltanto come un breve
interregno fra la composizione meccanica a caldo e l'era digitale.
L'importante innovazione del periodo non fu, dopo tutto, la
conversione dei caratteri dal metallo alla pellicola, ma l'intro-
duzione dei microcomputer per redigere, comporre e correg-
gere i testi e governare l'ultima generazione di macchine foto-
compositrici.
147
triei e i primi computer stavano quasi già profilandosi all'oriz-
zonte, nel1949-50.
La storia antica del disegno di caratteri è storia delle forme
create da singoli artisti e artigiani che iniziavano la loro carriera
come apprendisti e la terminavano come maestri indipendenti
e piccoli imprenditori. La scala di questa attività si ampliò nel
La xvu e xv m secolo, e problemi di moda rimpiazzarono sempre
composizione più i problemi artistici. Alla fine del XIX secolo le considerazioni
meccanica commerciali avevano modificato i metodi oltre che il sapore del
commercio. Punzoni e matrici venivano sempre di più incisi a
macchina usando lettere di grandi dimensioni come campioni,
e i modelli calligrafici erano quasi sconosciuti.
La riscoperta della storia e dei princìpi della forma tipogra-
fica avvenuta nel xx secolo non fu associata a una tecnologia in
particolare. Prese corpo presso gli studiosi e gli artisti che attra-
verso ogni mezzo possibile- fonderie tipografiche, fotocompo-
sizione, scuole d'arte e studi indipendenti- trasmisero e resero
fruibili le loro scoperte.
Nonostante le pressioni commerciali, le migliori tra le vec-
chie fonderie, come le migliori tra le nuove fonderie digitali,
sono state qualcosa di più che fabbriche guidate soltanto dal
mercato. Sono state istituzioni culturali, alla pari con le migliori
case editrici e gli studi di incisori, ceramisti, tessitori e liutai.
Quello che le rese tali fu la statura dei disegna tori di caratteri,
vivi e morti, sul cui lavoro si basavano- poiché i disegnatori di
caratteri sono, nei casi migliori, gli Stradivari della letteratura:
non solo creatori di prodotti vendibili ma artisti che disegnano
e realizzano gli strumenti che anche altri artisti usano.
È ancora troppo presto per tirare le somme della storia della ti-
pografia digitale, ma l'evoluzione della mappa tura digitale, delle
tecniche di adattamento e di dimensionamento hanno fatto
passi rapidissimi a partire dal primo sviluppo del mi crochi p agli
inizi degli anni Settanta del xx secolo. Allo stesso tempo,le vec-
chie tecnologie,liberate dagli obblighi del commercio, non sono
affatto morte. I caratteri di fonderia,la Monotype,la Linotype e
la stampa tipografica rimangono importanti strumenti artistici,
accanto a pennelli e scalpelli, matite, bulini e penne.
Lo stile tipografico non si fonda su una tecnologia di com-
posizione o di stampa, ma sul nucleo primario della sottile arte
dtlla scrittura. Le lettere derivano la loro forma dal movimento
della mano, costretto o amplificato da WlO strumento. Tale stru-
mento può essere complesso come una tavoletta grafica o una
tastiera appositamente programmata o semplice come un ba-
stoncino appuntito. Il significato risiede in entrambi i casi nella
fermezza e nell'eleganza del gesto stesso, non nello strumento
con cui viene tracciato. Intermezzo
storico
7·4 LA PLURALITÀ DELLA STORIA TIPOGRAFICA
149
Il carattere Lithos di Carol Twombly (1988), I'Herculanum (1990) e il Ru-
sticana (1991) di Adrian Frutiger sono caratteri basati sulle scritture di
antiche iscrizioni dell'area mediterranea. In questo esempio il Lithos è
stampato in nero, I'Herculanum (righe superiori) e il Rusticana (righe in-
feriori) sono reti nati.
DARE FORMA ALLA PAGINA
8
Un libro è uno specchio flessibile dell'anima e del corpo. La sua
misura e le sue proporzioni, il colore e l'aspetto della carta, il
suono che produce quando si girano le pagine, il profumo della
carta, della colla e dell'inchiostro, tutti concorrono, insieme alla
misura alla forma e alla dislocazione dei caratteri, a rivelare qual-
cosa del mondo dal quale è stato prodotto. Se il libro risulta solo
una macchina di carta, prodotto da altre macchine a loro mi-
sura, allora solo delle macchine vorranno leggerlo.
151
altrimenti no. Ma in un'arte come la tipografia, a prescindere da
quanto sia perfezionato il proprio istinto, è utile dotarsi di stru-
menti esatti di calcolo. A questo riguardo storia, scienze naturali,
geometria e matematica sono tutte discipline importanti per la
tipografia, e possono dare un aiuto.
I calligrafi e i tipografi, come gli architetti, danno forma allo
Proporzione spazio visivo da nùgliaia di anni. Determinate proporzioni sono
organica, ricorrenti nel loro lavoro, perché sono appaganti per l'occhio.e_
meccanica la mente, proprio come determinate dimensioni sono ricorrenti
&m11sicale perché particolarmente maneggevoli. Molte di queste propor-
zioni sono implicite in alcune semplici figure geometriche: trian-
golo equilatero, quadrato, pentagono regolare, esagono e otta-
gono. E queste proporzioni non solo sembrano soddisfare gli es-
seri umani attraverso i secoli e i luoghi, ma sono anche presenti
in natura, molto al di là dell'ambito umano. Si ritrovano nella
Due opere utili struttura di molecole, minerali, bolle di sapone, fiori, cosl come
relative alla forma
in quella di libri, templi, manoscritti e moschee.
e alla strullura
organica sono: Le tavole alle pagine 158-161 elencano una serie di propor-
D'Arcy zioni di pagina derivabili da figure geometriche semplici. Queste
Thompson,
Ot~GrowtiJ
proporzioni si ritrovano ripetutamente in natura e le pagine che
nndFom1, si basano su tali criteri sono ricorrenti nei manoscritti delle di-
Cambridge, t942 nastie Tang e Song in Cina, dell'antico Egitto, del Messico pre-
(cd. riveduta).
e Pctcr S. Stcvcns, colombiano e dell'antica Roma, e nei libri a stampa del Rinasci-
Parttmsi11 mento europeo. Sembra che la bellezza di queste proporzioni sia
Nnturc,
Boston, 1974. qualcosa che travalichi il gusto locale o la moda temporanea.
Esse sono utili per due ordini di motivi. Lavorare e giocare con
queste formule è un modo per sviluppare un buon istinto tipo-
grafico, inoltre esse valgono come modelli di riferimento per
analizzare e misurare progetti grafici vecchi e nuovi.
A titolo di paragone nelle tavole sono comprese anche altre
proporzioni. Esistono molti rapporti numerici semplici, molti
formati standard industriali e molte proporzioni legate a quat-
tro numeri irrazionali importanti per l'analisi delle strutture e
dei processi naturali. Questi numeri sono 1t = 3,14159 ... , che
corrisponde alla circonferenza di un cerchio di diametro pari a
=
uno; --/2 1,41421. .. , che corrisponde alla diagonale di un qua-
drato di lato pari a uno; e= 2,7182.8 ... , che è la base dei logaritmi
naturali; e <p= 1,61803 ... , un numero che sarà discusso in det-
taglio a pag. 163. Alcune di queste proporzioni ricompaiono
nella struttura del corpo umano, altre nelle scale musicali. Senza
dubbio uno dei più semplici sistemi per definire le proporzioni
di una pagina si basa sugli intervalli della scala diatonica. Le pa-
152
gine che incorporano queste proporzioni musicali di base sono
state di uso comune in Europa per più di mille anni.
Dimensionare e spaziare i caratteri, come comporre ed ese-
guire musica o disporre pennellate su una tela, ha a che fare in
larga misura con gli intervalli e le differenze. Mentre la trama
della superficie prende corpo, diventano percettibili la preci·
sione dei rapporti e le minime discrepanze. Stabilire le dimen- Dare forma
sioni globali della pagina è più una faccenda dì limiti e calcoli. alla pagina
In questo ambito di solito è sufficiente, e spesso meglio, se l'ar-
monia strutturale è implicita più che ostentata. Questo è uno
dei motivi per cui i tipografi tendono a innamorarsi dei libri. Le
pagine si flettono e girano, le loro proporzioni fluiscono e ri-
tluiscono sulla forma sottesa a tutte. Ma l'armonia di questa
forma sottesa non è meno importante, né meno facile da per-
cepire dell'armonia delle lettere stesse.
La pagina è un pezzo di carta. ~ anche una proporzione \'i-
~i_!>ile e tangibile, che suona silenziosamente il bordone del libro.
Su di essa sta il blocco di testo, che deve rispondere alla pagina.
Insieme i due- pagina e blocco di testo- producono una geo-
metria antifonale che da sola è in grado di legare il lettore alli-
bro. O, al contrario, può indurlo a dormire, o innervosirlo o di-
st~arlo. Anche l'aritmetica e la matematica a volte scoraggiano
alcuni lettori, e questo capitolo è condito con entrambe. I let-
tori possono benissimo chiedersi se tutto questo sia necessario,
solo per scegliere dove collocare delle lettere su un foglio di carta
e dove rifilare il foglio stesso. La risposta naturalmente è no. Non
è affatto necessario capire la matematica per eseguire le opera-
zioni che la matematica descrive. La gente cammina e va in bi-
cicletta senza compiere analisi matematiche di queste complesse
operazioni. Il nautilo e la lumaca costruiscono perfette spirali lo-
garitmiche senza bisogno di tavole logaritmiche, di regole o della
teoria delle serie infinite. Analogamente il tipografo può co-
struire bellissime pagine senza conoscere il significato di simboli
come 1t o <p, e anche senza saper fare somme o sottrazioni, se ha
un occhio ben educato e se sa quali tasti premere sulla calcola-
trice e sulla tastiera. La matematica non è qui per imporre sforzi
a nessuno, al con t rario, solo per il piacere. Per il piacere di quanti
amano riflettere su ciò che stanno facendo, o potrebbero fare o
hanno già fatto, forse con la speranza di farlo ancora meglio. Co-
loro invece che preferiscono agire sempre all'impronta e lasciare
ad altri l'analisi possono accontentarsi di studiare le figure di
questo capitolo, saltando il testo.
153
ottava, 1: 2
Scala
cromatica
delle
proporzioni
di pagina
ITJ[]J
7' maggiore, 8 : 15 7' minore, 9: 16
DJDJ
6' maggiore, 3 : 5 6' minore, 5 : 8
quinta giusta, 3
[[]
5' dim./4' ecced .. 1 : {2 quarta giusta, 3 : 4
rnrn
2 :
DJ[_[]
2' maggiore, 8 : 9 21 minore, 15: 16
unisono r l :1
154
PROPORZIONI DI PAGINA E INTERVALLI MUSICALI
s• dim. } l: {2 l : 1.414
j c- c> pagina
4•ecced. C- P l auto replicante
3• maggiore
3• minore
2• maggiore
4: 5
s:6
8:9
l :
l :
1.25
1.2
l : 1.125
c- E
c- El
c- D
l';,,;
larghi
- cp: 2
155
Proporzioni di pagina & testo Formati di esempio (in cm)
156
Proporzioni delle colonne Formati di esempio (in piea)
[Gli intervalli musicali elencati sulla colonna di destra sono gli inter·
110fli composti della scala cromatica. Ottava + 2 01 minore= 9a minore;
ottava+ 3' maggiore= 10° maggiore; ottava+ s· - 12', etc.]
157
Proporzione
organica,
meccanica &
musicale
p R
I fonnati Pagine derivate dal pentagono: F pagina pentagonale alta 1:1 ,701;
F,P,Ref
schema tizzano
H pagina pentagonale 1:1 , 5 3 9; J pagina pentagonale corta, 1: 1 ,376; M
doppie pagine; pagina pentagonale troncata, 1:1,176; P pagina pentagonale ruotata
i formaLi 1:1,051; R pagina pentagonale larga 1: o ,951; f ala pentagonale 1:2 ,753;
H,), M e m
schema tizzano m pagina pentagonale troncata doppia, 1:2,252. La pagina pentagonale
pagine singole. differisce del2% dal formato standard dei libri nordamericani, che corri-
. sponde alla metà di un foglio da corrispondenza. Nel pentagono si ri-
scontra anche un altro più nobile rapporto .di propor2ione, la sez ione au-
rea (v. a pag. 163). In natura la simmetria pentagonale è rara nelle forme
inanimate. l gruppi di bolle di sapone sembrano avvicinarla, ma senza
raggiungere lo scopo, e non esistono cristalli a struttura pentagonale. La
geometria del pentagono però è fondame n tale per molte forme viventi,
dalle rose e i non ti scordar di me ai ricci e alle stelle di mare.
rn. Dare forma
alla pagina
Pagine derivate dall'esagono: C pagina esagonale alta, 1:1 ,866; E pagina Tutti i formati
schematizzatì in
esagonale, 1: ,Jj = 1:1 ,732; N pagina esagonale ruotata, 1: 1,155; T pagina
questa pagina
esagonale larga, 1 :o.866; k ala esagonale, 1:2,309. L'esagono consis te di rappresentano
sei triangoli equilateri, e ciascuno di questi formati di pagina può essere doppie pagine.
derivato anche dal triangolo. L'esagono non fa altro che evidenziare la
loro esistenza come immagini speculari, come le pagine di un lìbro.
Strutture esagonali sono presenti sia nel mondo organico sia in quello
inorganico- nei gigli e nei nidi delle vespe, ad esempio, nei ~occhi di
neve, nei cristalli di sii ice. e nelle distese di fango cotte dal sole. Le pro-
porzioni della pagina pentagonale larga corrispondono al gg% a quelle
del rapporto naturale refe, mentre la pagina esagonale ruotata (che cor-
risponde all'esagono ruota lo di go•) si awicina al rapporto efrr.
(A pag. 6 viene analizzata la pagina esagonale usata per questo libro.)
159
8 D
Proporzione
organica,
meccanica &
musicale
b
h, i, i
160
Darefonna
alla pagina
Pagine derivate dal cerchio e dal quadrato: A pagina quadrata doppia, Tranne che per
1:2; Z pagina quadrata larga, pari allo standard ISO, 1:,!2=1:1,414; z,. tutti i formati
schematizzati in
Q quadrato perfetto; z Doppio ISO, 1:2,12 =l :2,828. La propor2ione 1:,12 questa pagina
è quella del lato del quadrato rispetto alla sua diagonal~. Un rettangolo rappresentano
doppie pagine.
di queste propor2ioni (e nessun altro) può essere dimezzato o raddop-
piato all'infinito e produrre sempre rettangoli con le stesse propor2ioni.
Per questo tale rapporto di propor2ione è stato scelto dall' IsO (Organiz-
zazione Internazionale di Standardizzazione) come criterio per definire
i formati della carta. Il foglio A4, ad ~sempio, è lo standard europeo per
la carta da lettere, 210 x 297 mm. Il formato ISO, o quadrato largo, non
è implicito solo nel quadrato, ma anche nell'ottagono.
161
AO
Proporzione
organica,
meccanica &
musicale
A2 Al
A4 3
A5
162
8.2 LA SI!ZIONI! AUREA
cp-l=I!q>
o . l . l . 2 . 3 . 5 . 8 . 13 . 21 . 34 . 55 . 89 . 144
2J3. 377. 610. 987. 1597 . 2584. 4181
6765 . 10-946. 17-711 . 28.657 . . .
La sezione
aurea
L•area retinata
rappresenta una
doppia pagina
in cui ciascuna
singola pagina
i~corpora la
sezione aurea.
L'origine della
spirale, che
corrisponde
al punto
ombelicale
della pagina, sta
neU'intersezione
delle diagonali.
Si tratta di una
struttura
rinascimentale:
calcolata e
strutturata con
esattezza ma
apena, senza
limiti. Come il
concetto di
mente secondo
Thoreau
(v. a pag. 72)
è ipetrale. G Sezione aurea, 1 :q>=1 :1,618 .... Il minore sta al maggiore come il mag-
(Cfr.la struttura
giore all'intero, ovvero s:c= c: (s +c). Quando due corde si intersecano,
medievale
a pag. 181, esse si dividono secondo la stessa proporzione: a : b= b:c, ove C= a+ b .
ugualmente Inoltre, b = s. Quindi a: s = s: c = c: ( s +c) = 1 :<p.
elegante ma
chiusa e la Una sequenza di figure in relazione che incorpori la sezione aurea defi-
struttura nisce anche lo sviluppo di una spirale logaritmica. Se le lunghezze dei lati
decisamente
delle figure vengono arrotondati al numero intero più vicino, il risultato è
lineare
a pag. 161.) una serie di numeri interi di Fibonacci.
In questa serie ciascun termine dopo i primi due corrisponde
alla somma dei due precedenti. E più si va avanti, più si arriva a
un'approssimazione accurata del numero <p. Quindi 5:8=1:1,6;
8:13=1:1,625; 13:21=1:1,615; 21:34=1:1,619, e cosl via.
Nel mondo della matematica pura la spirale di crescita, la se-
rie di Fibonacci, procede senza fine. Nel mondo degli esseri vi-
venti naturalmente la spirale si interrompe presto. Viene ripe- Dare forma
tutamente interrotta dalla morte e da altre considerazioni pra- alla pagina
tiche, ma è comunque individuabile nel breve termine. Versioni
abbreviate della serie di Fibonacci e la proporzione 1/cp sono vi-
sibili nella struttura dell'ananas, delle pigne, del girasole, del ric-
cio di mare, della chiocciola, del nautilo, come anche nelle pro-
porzioni del corpo umano.
Se convertiamo il rapporto 1: cp o 1:1,61803 in percentuale, La sezione aurea,
1:cp, si discosta
la parte più piccola è approssimativamente pari al 38,2% e la all'incirca
parte più grande il 61,8% del totale. Ma troveremo le propor- dell'uno per
zioni esatte della sezione aurea in molte figure geometriche sem- cento rispetto
all'intervallo di
plici, tra cui il pentagono, in cui sono relativamente ovvie, e il sesta minore
quadrato, in cui risulta maggiormente celata. nella scala
cromatica. La
La sezione aurea era molto ammirata dai geometri e dagli ar- proporzione 5:8,
chitetti greci, e dai matematici, dagli architetti e dagli scrivani del che corrisponde
Rinascimento, che la utilizzarono spesso nel loro lavoro. È stata al valore
aritmetico della
anche molto ammirata da artisti e artigiani, compresi i tipografi, sesta minore in
in età moderna. La collana inglese di libri tascabili Penguin Clas- musica, viene
usata spesso in
sics è stata prodotta per più di mezzo secolo nel formato stan- tipografia come
dard di 111 x 180 mm, che incorpora la sezione aurea. Il sistema approssimarionc
Modular dell'architetto svizzero Le Corbusier si basa sulla se- della sezione
aurea .
.?~wea. Se i corpi dei caratteri' vengono scelti' secondo la se-
zione aurea, il risultato è di nuovo una serie di Fibonacci:
(a) 5 · 8 · 13 · 21 · 34 ·55 · 89
(d) 6 . 8 . 10 . 13 . 16 . 21 . 26 . 34 . 42 . 55 . 68 ...
h Q b j
g d f
166
Dare forma
alla pagina
167
La sezione
aurea L •~' " ' " 'è" 'n<i~
lizzata per definire il rientro di questo paragrafo. Il rientro sta al
resto deUa linea di testo come il resto deUa linea di testo sta aUa
giustezza completa del testo. In questo caso la misura è di 21 ri-
ghe tipografiche e il rientro è pari al 38,2%, ossia 8 righe.
La quantità di bianco addizionale aUa
sommità deUa pagina è di 71inee di testo, qui pari a 7 righe ti-
pografiche). Aggiungendo una riga in più di bianco si ottiene un
quadrato di 8 righe di lato di spazio vuoto nell'angolo superiore
sinistro del blocco di testo.
Il corpo attribuito al capolettera a sua
volta è in relazione con la misura del rientro e del bianco supe-
riore. Otto righe sono pari a 96 punti, il 61,8% di questa misura
è pari a 59,3 punti. Ma le relazioni tra un carattere di 59 o di 6o
punti e un rientro di 8 righe sarebbero difficili da percepire per-
ché una lettera in corpo 6o non è visivamente alta 6o punti.
L'iniziale utilizzata ha invece un'altezza effettiva di 6o punti. In
funzione del disegno del carattere una lettera di questa misura
potrebbe essere teoricamente di corpo variabile tra 72 e 100
punti. In questo caso si tratta del carattere CasteUar corpo 84.
168
rente rispetto a un formato meccanico e la forma della pagina
stessa suscita determinate risposte e attese nel lettore, indipen-
dentemente dal contenuto del testo.
I71
di direzione e alla pagina vivacità ed equilibrio, è necessario
rompere questa monotonia e trovare un altro tipo di bilancia-
mento. Una parte dello spazio può essere più stretta in modo che
quella opposta sia più larga, una parte svuotata in modo da
riempirne un'altra.
Nel semplice schema che si trova a fianco, si ha l'esempio di
Il blocco una pagina le cui proporzioni sono 1:1,62 (sezione aurea) la
di testo quale reca un blocco di testo con proporzioni 1:1,8 (5 :9 ); la dif-
ferenza costruisce un accordo visivo primario che genera sia
energia che armonia. Questo è rafforzato da armonie secondarie
create dalle proporzioni dei margini e dalla collocazione del
blocco di testo, non al centro della pagina ma in alto e verso la
cucitura. Il blocco di testo in questo esempio è simmetrico ma
collocato in modo asimmetrico rispetto alla pagina. La pagina di
sinistra è speculare rispetto a quella di destra, ma l'immagine
speculare non funziona in senso inverso.
La doppia pagina è simmetrica in senso orizzontale -la di-
rezione di sequenza delle pagine, sia in avanti sia indietro, a se-
conda di come il lettore consulti il libro- ma è asimmetrica in
senso verticale -la direzione in cui la pagina si ritrova mentre gli
occhi del lettore compiono il loro percorso di lettura verso una
sola direzione: il basso.
Questa relazione intrecciata di simmetria e asimmetria e di
equilibrio e contrasto di forma e dimensione non era nuova
quando fu realizzato il libro schematizzato nella pagina a fianco
(a Venezia nel1501). I primi tipografi europei ereditarono due-
mila anni di esperienze su questi principi di impostazione gra-
fica dei loro predecessori, gli scriva n i. Nondimeno tali principi
sono così malleabili da lasciare spazio alla possibilità di disegnare
ancora innumerevoli nuove soluzioni tipografiche.
17)
8.5.3 Contrassegnare la strada de/lettore.
174
deve cercarli, quindi devono distinguersi in qualche modo dal
testo, ma non hanno un valore autonomo e quindi non devono
diventare una distrazione. ~ stata una pratica tipografica co-
mune a partire dal1501 comporli in maiuscoletto spaziato nel
corpo del testo o, se l'investimento lo permette, comporli con il
carattere del testo e stamparli con un secondo colore.
Dare forma
8.6 GRIGLIE DI PAGINA & SCALE MODULAR! alla pagina
175
68 68
Griglie
di pagina 55 55
54
e scale
modulari 51
46
445 45
42
37
34 34 34
33
30 30
27.5 28
27
26
22.5 23
21 21
20
19
l]
16
15 14·5
'4
13 13
IO I O.S 10 10
9
8 8
6 G.s 6 6
4 4 4 4-5 4·5
2.5 3
1.5 2
o.s o.s
A B c D
176
Dare forma
alla pagina
,---
'-------
Uso della scala modulare. Queste pagine e i blocchi di testo sono in pro·
porzione secondo la Scala modulare Half Piea. Il formato delle pagine è
di 52 x 55 piea, con margini di 5, 5, 5 & 8 piea. Il blocco di testo è un qua-
drato di 42 piea . Sono possibili migliaia di suddivisioni diverse. (Per al-
tri esempi v. Le Corbusier, Il Modular, Milano, 1974.)
177
8.7 ESEMPI
e - margine esterno
f- margine al piede
g= canalino tre le colonne
P- varia bi l~; T •1,75· Margini: l•hj12; f•1 ,5t; g•l/2 o 1/3· Frammento
d~l rotolo A (il Libro di Isaia), dalla grotta 1 di Qumran, sul Mar Morto.
t. colonna ha 29 lin~e di testo~ giustezza di 28 righe tipografiche, per cui
ogni lin~a ha circa 40 caratteri. In altre parti la larghezza della colonna va-
ria da 21,5 a 39 righ~ tipografiche. Ogni paragrafo inizia su una nuova li-
nea, senza ri!ntro- in sintonia con l'aspetto squadrato e vivace dei ca-
ratteri ebraici. Palestina, circa 1 s~colo a. C. Misure originali: cm 26 x 725.
179
Esempi
180
Dare forma
alla pagina
P=T=l.5 [2:3]; Margini: s=w{9; t=h{9; e=2s;f=2t.l margini sono in l copisti che
utilizzavano
proporzione s:t:e:f~2T4' 6. Si tratta di una fondamentale struttura me·
questo formato
dievale, armoniosa ed elegante, applicabile ad ogni proporzione di pa· spesso
gina e blocco di testo, finché questi mantengono un rapporto di unisono. strutturavano le
pagine in modo
l margini alla cucitura e superiore possono essere in qualsiasi propor· che l'interlinea
zione rispetto alla pagina, noni, decimi, dodicesimi. l dodicesimi danno del testo fosse
in proporzione
luogo ad una pagina più efficiente, con meno spazio bianco. Ma se la pro-
rispetto al
porzione della pagina è 2:3 e i margini di cucitura e superiore sono la margine di
nona parte, come in questo esempio, la consonanza fra formato della pa- cucitura. Se
i=s/3, l'altezza
gina e formato del testo si fa più stretta, poiché d-w, vale a dire che l'al- del blocco di
tezza del blocco di testo è uguale alla larghezza della pagina. Quindi testo sarà di 27
linee. Se i= s/4.
m :w-d:h-w:h~m:d=s:t=e:f~2:J. Il punto a, dove si incrociano la dia· l'altezza del
gonale della pagina e quella della doppia pagina si trova ad un terzo della blocco di testo
misura del blocco di testo e della pagina sia in orizzontale che in verti· sarà di 36 lin«.
cale. )an Tschichold, 1955, da Villard de Honnecourt, Francia, 1280. V. )an
Tschichold, The Form ofthe Book (1991).
PACINA A FIANCO: P=1,5 (2:3); T=2 (doppio quadrato). Margini: S=e
P · 1.414 (v2); T-1,62 (<p, sezione aurea). Margini: s-t •W/9; •·f•:lS.
Questo formato permette di collocare facilmente un blocco di testo di
proporzioni auree in una pagina formato standard ISO, legandole in-
sieme con i margini nelle proporzioni 1: 2. Due posizioni possibili per i
numeri di pagina sono indicate nella figura: nel margine esterno e (in al-
ternativa) nel margine inferiore, allineati al margine esterno del blocco di
testo. Vi~ anche spazio ampio per note a margine. Aumentando di w 18
i margini interni e superiori, mantenendo intatte le proporzioni del
blocco di testo, la relazione tra i margini diventa •·f·fis, ancora una se-
zione aurea.
PAGINA A FIANCO: P~ 1.1 ; T=0,91; c=wf6. Margini: S=W/14; e• 2s; t=3s;
f-3s/2; g-m/20. Le proporzioni del blocco di testo sono il reciproco
delle proporzioni della pagina: o,g1=1/1,1, cib s ignifica chela forma del
blocco di testo è uguale a quella della pagina, ruotata di go•. Tuttavia, se
si eliminano gli spazi tra le colonne e le quattro colonne vengono unifi-
cate in un solo blocco di testo, questo assume la stessa forma della pa-
gina e lo stesso orientamento. In altre parole, il blocco di testo è stato
ampliato a partire dalla forma della pagina a quella reciproca semplice-
mente con l'aggiunta di spazio bianco. Si tratta d i una Bibbia greca, ma-
noscritta in onciale, che ha circa tredici caratteri per riga. Non c'~ spazio
tra le parole, ma è presente la punteggiatura, e il testo è allineato a sini-
stra, mantenendo una sillabazione accurata delle parole. Questo raffinato
esempio di perizia è stato realizzato in Egitto nel1v secolo. Si tratta del
Codice Sinaitico, Add. Ms. 43725, conservato presso la British Library a
Londra. Misure originali: cm 34,5 x 38.
Esempi
185
spazi bianchi. Come regola generale è meglio precisare per primi
gli incrementi di misura nel testo e quindi risistemare i margini,
facendo maggiore attenzione nel secondo caso alle proporzioni
assolute che all'unità di misura più comoda. Quando lo spazio
viene misurato solo in punti, la tentazione di convertirlo in nu-
meri interi di righe si allenta miracolosamente.
Improvvi-
saziolli e 8.8.3 Mantenere il disegno della pagina abbastanza flessibile da
aggi11stamenti assicurare al testo uno spazio adeguato.
186
LO STATO DELL'ARTE
188
migliaia di caratteri è a disposizione da anni, ma uno standard
commerciale comune e le risorse tipografiche necessarie per
completarlo si sviluppano a rilento. La regola è: software tipo-
graficamente settario e culturalmente sottosviluppato.
l primi tipografi erano liberi di incidere un nuovo punzone
e fondere un nuovo carattere in qualsiasi momento. La libertà di
agire in questo modo esiste ancora, grazie al computer. Nel
mondo digitale però, trovare spazio per tutte queste lettere in un
alfabeto comune standard richiede il salto dai caratteri a otto bit
a quelli a sedici bit. Intraprendendo questo cambiamento, l'al-
=
fabeto cresce a 2 16 65.536 caratteri. La prima versione di un set V. T/re Unicode
di caratteri di questa entità, noto come Unicode, fu abbozzata Standard:World
wide Charact<t"
alla fine degli anni Ottanta e pubblicata nei primi anni Novanta Encoding,
del xx secolo. Come qualsiasi standard, è lontano dall'essere Versione 1.0 (2
voli., Reading,
perfetto ma fornisce un protocollo di lavoro per collocare un al- Mass., 1991-91);
fabeto latino allargato e la base per la coesistenza tecnologica di Versione 1.1
latino, arabo, greco, ebraico, cirillico, devanagari, thailandese, e (1993); Versione
1.0 (1996).
molti altri alfabeti, insieme al vasto numero dei caratteri cinesi,
giapponesi e coreani. Nella sua formulazione più recente (la ver-
sione 2.0, pubblicata nell'autunno del1996), l'Unicode definisce
38.885 caratteri, riserva 6.400 posizioni per uso personale e lascia
18.203 posizioni libere per una futura destinazione. l rimanenti
2.048 caratteri costituiscono un nuovo meccanismo di esten-
sione. Funzionano in coppie, per permettere di formulare altri
10242 = 1.048.576 caratteri da usarsi quando i primi 6o.ooo sa-
ranno stati utilizzati tutti.
Pochi compositori avranno bisogno, o vorranno mai tenere
a mente e saper rintracciare tutti i 40.000 o 6o.ooo caratteri, an-
che se in prospettiva non è il caso di escluderlo. I tipografi che la-
vorano usando il cinese Han maneggiano abitualmente 20.000
caratteri, ma autori, redattori, tipografi e normali cittadini che
vogliono semplicemente avere la possibilità di scrivere corretta-
mente Dvofak, Milosz, M'l-'ii o ai-Fàrabi, oppure citare un fram-
mento di Sofocle o Pushkin, o i Veda o i Sutra o i Salmi, o scri-
*
vere cp 1t, tutti sono potenziali beneficiari di un sistema così
completo. Cosl chiunque voglia mandare un messaggio via e-
mail usando un alfabeto diverso da quello latino o una lingua di-
versa dall'inglese.
Non esisterà mai una font di caratteri che contenga 6o.ooo
caratteri ben disegnati da un unico autore, però sono già sul
mercato buone font ricche di più di diecimila caratteri, proget-
tate per il sistema Unicode. Ci sono già anche alcuni sistemi ope-
rativi di computer in grado di supportarle. E, cosa forse più im-
portante, le font con assortimenti di simboli e alfabeti partico-
lari possono essere collegate e accordate una con l'altra in modo
da uniformare il colore,l'awicinamento e la proporzione. Que-
sto compito è diventato più facile grazie a un nuovo tipo di font,
che verrà descritto più avanti in questo capitolo, e quando le font
I:alfabeto di sono collegate in questo modo, il sistema Unicode può servire
sessantamila come meccanismo di coordinamento.
caratteri Naturalmente queste nuove risorse saranno molto più inci-
sive quando i software di composizione più diffusi e i nodi di co-
municazione saranno in grado di farne uso.
IS fORCED TO CHOOSE +
Lo stato
dell'arte
OR of THE- WORI<.. +
+ + ANO lf IT TAK.E THE
A H€AVENLY ffiANSJON,
191
variazioni di forma, spesso subliminali, potessero dare vigore
alla pagina. Chi componeva a mano pescava dallo scomparti-
mento delle e, ad esempio, la prima che gli capitava dal gruppo
di lettere tutte simili ma non identiche. Pochi lettori potranno
aver notato consapevolmente la differenza, eppure ciascuna di
queste minime variazioni contribuiva alla vitalità complessiva
della pagina. Dopo cinque secoli passati sullo scaffale di una bi-
blioteca, quella vitalità rimane intatta: frutto dell'arte dell'inci-
sore e di una prassi che ammetteva che il numero di glifi fosse
superiore a quello dei caratteri.
Per le origini del Il carattere Sophia di Matthew Carter, tanto per considerare
carattere
Sophia, vedi
un esempio recente, è un carattere tipografico digitale che con-
Stanlcy siste solo di lettere maiuscole, tuttavia comprende per molti ca-
Morison, ratteri diversi glifi. Ci sono quattro forme di T, tre forme di E,
Politics a11d
Script, Oxford, F, R, due forme di A, C, G, H, l, K e molte altre lettere. Alcune
1972, pagg. delle forme alternative sono indipendenti, altre sono elementi
98-103, e le creati per costruire legature personalizzate. Rispetto al numero
recensioni di
Sophia c di caratteri disponibili, lo spazio occupato dal Sophia è relativa-
Mantinia in mente piccolo, poiché non ha il minuscolo, ma la sua tavolozza
"Print" 48.2,
New York, 1994, di glifi è particolarmente ampia (e l'autore è stato sollecitato ad
pogg. 121-122. ampliarla ulteriormente).
Al di là di casi particolari come i caratteri Sophia e Poetica, la
gran parte delle font latine si limita a presentare un unico glifo
per carattere e pochi glifi addizionali come ff effi. A livello di fa-
miglia di caratteri, esistono invece diversi glifi per ogni carattere:
a, a, A, a, a, e talvolta molti di più. In italiano, come in inglese, le
regole per scegliere fra questi glifi sono sia di tipo editoriale sia
tipografico. Invece nell'alfabeto arabo è necessaria una molte-
plicità di glifi per ogni carattere e la scelta è dettata da semplici
regole di scrittura o da regole tipografiche. Nella scrittura araba
non esistono maiuscolo, maiuscoletto e corsivo, sono frequenti
le legature e una normale font tipografica contiene un centinaio
di glifi fondamentali per le 28lettere arabe, poiché quasi ognuna
di queste ha quattro forme differenti in funzione alla sua posi-
zione nell'ambito della parola o della frase: iniziale, mediana, fi-
nale e isolata.
193
native delle lettere in modo tale da non confondere il sistema
operativo. Le quattro T maiuscole, ad esempio, vengono richia-
mate dalla tastiera con i tasti T, t, u e \. Invece nel carattere di
Erik van Blokland e Just van Rossum battezzato Kosmik (Font-
Shop, 1993), ogni lettera, sia maiuscola che minuscola, ha tre
forme possibili, per questo sono necessarie tre font separate, e il
La font driver della stampante salta da una font all'altra ogni volta che
multi- un carattere viene ripetuto. Questo lavoro porta oggi molti si-
dimensionale stemi operativi al collasso nervoso dopo aver composto poche
righe di testo.
I caratteri Beowolf e BeoSans, opera degli stessi autori, si ba-
sano sul dispositivo di output per creare delle modifiche real-
mente casuali nella forma dei caratteri a partire da un unico di-
segno di riferimento, invece che scegliere a caso o a rotazione da
una serie di glifi predefiniti.
194
tratti ascendenti e discendenti, la forma delle terminazioni o la
formazione delle grazie. Con le limitazioni legate ai software di
composizione e ai sistemi operativi in uso nei primi anni No-
vanta del xx secolo, le font MM, benché molto versatili, risultano
scomode da usare. Ciascuna variante di peso o larghezza deve es-
sere trasformata in una font indipendente, dinamica rispetto alla
dimensione, ma statica rispetto a tutti gli altri parametri (come Lo stato
ogni altra font PostScript). Con i sistemi operativi più recenti dell'arte
queste font diventano dinamiche rispetto a qualsiasi asse di cam-
biamento previsto dal designer.
aaaaaaaaaa
Il Jenson Adobe MM è scalabile sia rispetto al colore che alla misura ot- Nella
tima! e. In questo caso una lettera di colore uniforme viene scalata da 6 terminologia
Adobe, l'asse
a 72 punti rispetto alla misura ottimale. Le forme sono state poi ridi- deUa misura
mensionate rispetto ad un'unica altezza media, per permettere il con- viene detto
ottico, non
fronto tra le forme e il colore effettivo. Se ciascuna lettere venisse ripor- misura otlimale.
tata alla sua misura si raggiungerebbe l'equilibrio ottico. Quello che
conta tuttavia è
la scala fisica,
Per gli scopi della tipografia, l'asse della dimensione ottirnale che risulta
è un parametro di somma importanza. I punzoni incisi a mano viscerale tanto
quanto ottica.
differiscono inevitabilmente per peso, proporzioni e finezza dei
dettagli da un corpo a un altro. Un corpo 7 ha un tratto più
scuro, spalle più ampie (un avvicinamento più abbondante ri-
spetto ai caratteri adiacenti) e spesso anche un occhio medio più
grande rispetto a un corpo 12. I corpi 24 e 48 saranno più leggeri
di tratto, più avvicinati, più precisi nei dettagli e spesso, se pure
non sempre, avranno un occhio medio più piccolo. In questo
modo titoli, testo e note a piè di pagina composte sulla stessa pa-
gina con lo stesso disegno di carattere appariranno ben bilanciati
per colore e forma. Questa raffinatezza diventò una eccezione
alla fine del XIX secolo, allorché molte fonderie smisero di inci-
dere i punzoni a mano e cominciarono a incidere direttamente
le matrici, a macchina, in molti corpi diversi partendo da un
unico disegno usato come modello. Le macchine che producono
matrici fotografiche, usando un solo modello di disegno per
tutte le misure, dal corpo 6 al corpo 360, non mantengono nean-
che una traccia sbiadita della profonda comprensione che J'in-
cisore di punzoni aveva della scala assoluta.
195
Con i primi caratteri digitali, quando ogni font era formata
da una mappatura a punti (bitmap) relativa a una misura pre-
determinata, riapparve momentaneamente un segno di rispetto
bpfi per la mutabilità delle proporzioni in rapporto alle dimensioni.
Ma a partire dai primi anni Ottanta del xx secolo, il termine ca-
bpfi rattere digitale è diventato sinonimo di carattere in forma sca-
labile, basato su un unico modello matematico per tutte le mi-
bpfi sure. Le font MM non danno alcun controllo sulla tavolozza dei
glifi per sé, ma recuperano, o possono aiutare a recuperare, una
Sopra: il Centaur armonia tipografica che fu elevata a livello di grande raffinatezza
Monotypc, 6 pt, intorno ali5JO, nel laboratorio di Simon de Colines.
8 pl c 12 pl
ingranditi aUil Un esempio più semplice ma altrertanto significativo di font
dimensione del adattabile è il carattere Mrs Eaves disegnato da Zuzana Liéko
corpo 24. Sotto: il
vero corpo 14· (Emigre, 1996). Questa famiglia di caratteri comprende cinque
membri fondamentali: tondo, corsivo, neretto tondo e due mi-
sure di maiuscoletto. Tondo, corsivo e neretto sono forniti di
bpfì una batteria supplementare di 71legature, alcune raffinate, altre
addirittura sfrontate. Un programma di supporto, messo a
punto ancora una volta da Just van Rossum, dà la possibilità di
decidere quali legature usare, dopodiché le inserisce nel testo
ogni volta che si presentano i corrispondenti gruppi di caratteri.
Così dovrebbero funzionare i sistemi informatici per adoperare
Quante sono le legature supplementari, e forse un giorno funzioneranno pro-
tante legature?·
Oggi un normale
prio in questo modo.
carattere latino
da testo ne
197
Dieses beinhaltet im wesentlichen
auch die Festlegungen und die
Due esempi di KHirungen solcher Begriffe wie
colonno di lesfD
digiomole.
zum Beispiel typographische
Schriftzeichen, Satz oder Text,
Il blocco di
Sachdarstellungen uber Schutz-
testo superiore
è stato gegenstand, die Schutz-
giustificato bestimmung, Grundbedingung
linea per linea
modificando lo auch fur einen umfassenden
spazio fra le Schutz sowie weitere wichtige
parole. Questi
spazi ora schriftbezogene Besonderheiten.
variano tra Mit Inkrafttreten des Schriftge-
M/3e3em.
setzes, das sich auf das Wiener Ab-
Il blocco di Dieses beinhaltet im wesentlichen
testo inferiore .
auch die Festlegungen und di e KHi.-
è stato
sottoposto rungen solcher Be griffe wie zum Bei-
alla regolazione spie l typographische Schriftzeichen,
finale del
programma HZ. Satz oderText, Sachdarstellungen
Gli spazi tra le uber Schutzgegenstand, die Schutz-
parole sono
fissati nella bestimmung, Grundbedingung auch
misura di M/5· fur einen umfassenden Schutz so-
Possono ancora
essere rifiniti
wie weitere wichtige schriftbezogene
per correggere Besonderheiten. Mi t Inkrafttreten
le piccole
irregolarità che
des Schriftgesetzes, das sich auf das
rimangono. Wiener Abkommen uber besonde-
ren Rechtsschutz typographischer
Schriftzeichen sowie deren interna-
può risolvere il fastidioso problema della spaziatura sbilanciata
prima e dopo le parole in corsivo in una riga di testo in tondo
(componendo a mano si impara presto a collocare uno spazio più
stretto prima di una frase in corsivo e più largo alla fine). Nell'am-
bito di un solo alfabeto, crenatura contestuale significa che, ad
esempio, ciascuno potrà avere le proprie lettere iniziali, persino
T.AV.A. Smith e V.V.T.V. Jones, spaziate correttamente una volta Lo stato
per tutte. dell'arte
Tutto questo può sembrare fondamentale come comperare
gli orecchini di diamanti per il cane, è bene però ricordare un
paio di cose. Primo, questi accorgimenti sono necessari per ogni
composizione tipografica dignitosa in molti alfabeti diversi da
quello latino. Secondo, oggi le lettere latine hanno meno biso-
gno di questi accorgimenti rispetto a quelle arabe o tibetane solo
perché l'alfabeto latino, dopo due secoli passati sotto una densa
cappa di fumo industriale, ha sviluppato una forma rigida e pu-
ritana. Ci sono motivi per credere che non appena possibile l'al-
fabeto prenderà altre direzioni. Penso a disegni calligrafici raf-
finati come i caratteri Zapf Renaissance, Poetica e Ex Ponto, a
scritture informali come il Mistral di Roger Excotfon; a celebra-
zioni della pura geometria come la prima versione del Futura di
Paul Renner e anche la sua successiva reincarnazione nell'Avant
Garde di Herb Lubalin; o a complessi disegni epigrafici come
Mantinia e Sophia, cosl come a creazioni nuove e compiaciute
quali Mrs Eaves.
199
di codice separati, offerti in vendita agli sviluppatori di software
per la composizione. Questo sistema ormai appartiene alla sto-
ria, come le macchine Monotype, Linotype e Lasercomp, ma
non è mai stato utilizzato da nessuno, esclusi i propri sviluppa-
tori, e la sua eredità deve ancora essere assimilata.
La dichiarata fonte di ispirazione del programma Hz non fu,
La giusti- per una volta, l'edizione di Eusebio di Nicolas Jenson né l'edi-
ficazione zione di Bembo o Colonna di Aldo Manuzio, ma la Bibbia delle
del copista 42.1inee di Gutenberg. E l'attenzione non fu posta sul carattere
usato in quel libro ma sull'impeccabile uniformità dei margini
e della spaziatura fra le parole, che Gutenberg raggiunse benché
il suo libro fosse composto su colonne assai strette. (La giustezza
è pari a 2.1 righe tipografiche, e il carattere è 18 punti, in media
ci sono 36 caratteri per riga, eppure in media solo una riga ogni
quattro termina con un trattino di a capo.)
Le componenti del programma Hz erano queste:
200
gramma Hz, alterare la larghezza di alcune lettere, corrisponde
a una pratica di routine nella tipografia ebraica e araba. Perciò
a volte viene chiamata 'giustificazione semitica'. Il primo tipo-
grafo che vi ricorse fu Gutenberg, che l'aveva imparata dai co-
pisti europei.
201
Is it east of the sun
and west of the moon - or
is it west of the moon
Nastro da
imballaggio e and east of the sun?
chewing gum
digitale Il Van Dijck Monotype digitale, prima e dopo la revisione della tavola di
crenatura. Nella sua forma standard, essa aggiunge 127 unit~ (millesimi
di em) nel tondo e 228 nel corsivo fra la lettera f e lo spazio di parola. La
versione corretta assegna 6 unità al tondo e nessuna al corsivo. Le due ri-
ghe in basso hanno avuto altre correzioni minori.
202
Quando il testo è visualizzato in modo grossolano, l'occhio va
alla ricerca di distrazioni, che lo schermo è perfettamente in
grado di fornirgli.
Lo schermo imita il cielo, non la terra. Bombarda l'occhio di.
luce invece di attendere per restituire il dono della visione. Non
è allo stesso tempo quieto e vivace, come un prato fiorito, o il
volto di un uomo intento a pensare, o una bella pagina tipogra- Lo stato
fica. Noi leggiamo lo schermo cosl come il cielo, a rapide oc- dell'arte
chiate, prevedendo il tempo che farà in base alla forma delle nu-
vole, o come gli astronomi, esaminando i dettagli di piccole por-
zioni ingrandite. Guardiamo a esso cercando suggerimenti e
rivelazioni più che saggezza. Ciò lo rende un luogo attraente per
pubblicizzare e dogmatizzare, ma non altrettanto buono per il
pensiero espresso attraverso la lingua scritta.
Lo schermo, in altre parole, costituisce una situazione di let-
tura ancora più effimera del giornale quotidiano. Frasi lunghe e
complesse ricche di termini poco familiari hanno poche possi-
bilità di essere ben comprese. Anche alle lettere di forma delicata
restano poche possibilità nelle dimensioni dei corpi da testo. Ca-
ratteri esponenti e deponenti, note a piè di pagina, note finali,
note a lato scompaiono. Nella luce cruda e nella grossolana ri-
soluzione dello schermo questi accessori letterari sono difficili da
distinguere; peggio ancora, spazzano via l'illusione della velocità.
Perciò, ecco i salti dei link ipertestuali a sostituirli. Tutti gliele-
menti di testo secondari possono essere della stessa misura, e ai
lettori spetta la libertà di saltare da testo a testo come bambini
che saltano fra i canali della TV. Quando la lettura assume que-
sta forma, sia le frasi che la forma delle lettere si limitano a una
opaca semplicità. Hanno maggiori probabilità di sopravvivere le
forme concepite per la stampa dozzinale e le insegne. I caratteri
da testo adatti per lo schermo di norma hanno poco contrasto,
contrografismi aperti, occhio medio grande, terminazioni ro-
buste e grazie piatte o nessuna grazia del tutto.
Se ha qualcosa di significativo da dire, un testo che scorre
lungo lo schermo ha ancora bisogno delle attenzioni del tipo-
grafo, come ogni testo a stampa. Può darsi che sarà il lettore, non
il tipografo, a scegliere di fatto il carattere tipografico. Ma il ti-
pografo esercita ancora un certo controllo su alcuni fattori legati
a ritmo tipografico, corpo del carattere, giustezza e interlinea.
Cosa più importante, egli dà forma alla pagina virtuale, deter-
minando la forma e la frequenza dei titoli, l'orientamento e la di-
sposizione delle illustrazioni, la disposizione di elementi e para-
20)
grafi. Il tipografo dà una forma esteriore visibile all'invisibile or-
dine interiore del testo. Ciò determina, in larga parte, chi leggerà
il testo e come.
204
migliore dei tipografi ha sempre qualcosa da imparare. E il cam-
mino che porta dal tavolo del redattore editoriale alla stampe-
ria è sempre irto di pericoli e sorprese. Il motivo è che si tratta
spesso di un viaggio fra due reami economici. Da un lato un og-
getto isolato, un manoscritto, si muove lentamente fra le mani
di alcuni esseri umani- autore, redattore, tipografo- che espri-
mono giudizi e prendono le loro decisioni una per volta, e sono Lo stato
liberi (per una volta almeno) di cambiare idea. DaU'altra parte dell'arte
un bene estremamente costoso (la carta) passa a gran velocità e
in modo irreversibile attraverso una costosissima macchina.
I metodi digitali hanno dato una mano a ricondurre la reda-
zione editoriale, la progettazione tipografica e il disegno dei ca-
ratteri alla situazione di interscambio stretto di cui godevano
nell'epoca d'oro della stampa tipografica. Tuttavia qualsiasi cosa
facciano l'autore, il disegnatore di caratteri, il redattore e il ti-
pografo, deve fare alla fine i conti con la bravura e i metodi di la-
voro dello stampatore, e mentre la stampa tipografica è ritornata
a una dimensione domestica, la stampa commerciale si è svi-
luppata verso una dimensione di grande industria pesante. An-
che la libertà assicurata daUa strumentazione hardware e software
a basso costo ha un prezzo. Questo prezzo consiste nel rischio di
una fiacca snervante monotonia in tutto il lavoro compiuto dal
tipografo. L'uso di anonime carte industriali e di macchine da
stampa e da legatoria standardizzate è in grado di obliterare ciò
che rimane del tocco personale del tipografo.
In ogni caso è la stampa il fine ultimo del lavoro del tipo-
grafo, e tocca a lui, anche se solo per mancanza di altri candidati,
colmare il vuoto che separa il mondo atte n to alla perfezione
della prova finale e quello delle repliche industriali. Nessun altro
opera così vicino a questa frontiera, e nessun altro ha più neces-
sità di comprendere ciò che accade da entrambe le parti.
I margini di un libro non possono essere calcolati con pre-
cisione finché non si è stabilito il tipo di legatura, e non possono
risultare corretti se non si segue il metodo stabilito. Non è pos-
sibile scegliere il carattere tipografico senza essersi orientati sul
tipo di carta su cui stampare, e il carattere non darà il risultato
voluto se la scelta della carta verrà modificata. Una differenza di
tre millimetri nello schema di piegatura o del formato rili.lato ba-
stano a rovinare una pagina proporzionata con cura.
Un altro modo per tradire il carattere è quello di stampare
con l'inchiostro sbagliato. Il controllo del colore è importante
anche se non si stampa a colori, poiché esistono molte varietà
205
di nero: alcune tendono al rosso, altre al blu. I neri rossastri si
adattano alla carta avariata. Se la carta ha un colore più vicino
al grigio o al bianco il colore dell'inchiostro dovrebbe tendere al
blu. Ma senza indicazioni precise sarà nero di quadricromia, se
si stampano insieme testo e illustrazioni, e il colore tipografico
sarà alla mercé delle regolazioni finali sul colore fatte dal capo
Pixel, bozze macchinista della stamperia.
c stampa La lucentezza dell'inchiostro è di rado un problema per le
carte opache. La brillantezza dell'inchiostro spesso non è con-
trollabile sulle carte patina te. Per favorire la leggibilità con luce
artificiale, gli inchiostri usati su carta patinata dovrebbero essere
meno riflettenti della carta, piuttosto che il contrario.
206
zione. Mantenere il sistema significa essere aperti alle sorprese
e ai doni del futuro; significa anche mantenere il futuro in con-
tatto con il passato. f. possibile arrivare a questo se sì riesce a
guardare con lo stesso ardore le cose vecchie e quelle nuove. Le
riproduzioni valgono naturalmente per quello che sono: non è
possibile rendersi davvero conto di cosa sia un manoscritto o un
libro a stampa del Quattrocento finché non si ha l'opportunità Lo stato
dì toccarne uno, annusarlo e tenerlo fra le mani. dell'arte
9.6.2. Curare sia gli aspetti più tecnologici sia quelli meno
tecnologici.
2.07
diacritici ampio (per l'alfabeto latino ciò significa tutti i carat-
teri elencati nell'appendice A). I sistemi di composizione do-
vrebbero permettere un accesso rapido a questo assortimento
completo di caratteri, come a un numero aperto di glifi speciali,
siano essi relativi a font addizionali o disegnati appositamente.
Il sistema di composizione dovrebbe anche dare la possibilità di
aggiungere con facilità su ogni lettera qualsiasi segno diacritico
o gruppo di diacritici, a qualsiasi altezza. Dovrebbe essere in
In ahcrnativa, le grado di sostituire, a discrezione del compositore, le corrispon-
font stesse
potranno presto
denti sequenze di lettere con qualsiasi legatura specificata. E,
essere dotale di naturalmente, dovrebbe permettere di collocare qualsiasi linea
queste capacilà. di testo o qualsiasi carattere comodamente in qualsiasi posi-
l tipografi
digitali, come zione: a destra, a sinistra, rientrato, sporgente, centrato o giu-
quelli che stificato. In breve un sistema di composizione computerizzato
compongono a
mano, potranno non dovrebbe avere limiti rispetto alla composizione a mano.
presto effeuuare Il secondo principio è quello della qualità. Un solo buon ca-
il loro lavoro di rattere tipografico è migliore e più utile di una moltitudine di ca-
microtipografia
direttamente ratteri scadenti. Qui, come sempre, buono significa molte cose.
con le fon!, Significa che la forma delle lettere è stata concepita con chia-
usando i
programmi di
rezza, tracciata con precisione e risulta del tutto convincente. Si-
composizione gnifica che le lettere possiedono un senso di completezza tacito
solo per le e definitivo per il corpo e per la mente. Significa anche che il ma-
impostazioni di
larga scala come teriale con cui sono fatte è di buona qualità. Se si tratta di tipi di
definire la fonderia; il metallo deve essere fuso a regola d'arte, resistente,
forma della
pagina; inserire i netto, privo di bolle o ammaccature e uniforme. Se si tratta di ca-
box di testo e ratteri digitali, significa che i glifi devono essere correttamente
fare scorrere il allineati con dimensioni definite in modo coerente, che le lar-
testo da un box
all'allro. ghezze e le coppie di crenatura devono essere accurate e precise,
che la font per la stampante e quella per lo schermo devono
combaciare esattamente. Una font GX in particolare è, o può es-
sere, un artefatto elettronico estremamente sofisticato: non solo
un capolavoro di design ma anche un pezzo intoccabile di mae-
stria artigianale impreziosito dal contributo spesso anonimo di
molti occhi e molte intelligenze.
Alcuni osservatori sono spaventati e altri eccitati dalla com-
plessità della strumentazione che gran parte dei tipografi utilizza
oggi. Alcuni sono eccitati e altri scoraggiati dall'evidente potenza
di tale strumentazione e dalla sua facilità d'uso. Eppure nelle pie-
ghe di questa complessità la tipografia si mantiene per quello che
è: la creazione di segni visibili, astratti, duraturi, significativi.
Quando il computer collassa, l'arte, le sue finalità, i suoi valori
e tutte le sue possibilità, restano.
208
SFOGLIANDO IL LIBRO DEGLI SPECIMEN
209
C4nclido,leggi4Jretto,crc<1ro gu.cnto;
C h~ c~p.ri4 netto .cuor~o,cr fre[che rof;
Ch1 V1tl1<1C mondo m4z (lJolciJtoglie.
Cofi h4ueflio Jel bel velo .cCtrct4nto.
O inconfi.mti4 de l'humtCne cofo.
Pur~ffo e'fimo; ~vié,ch'iomene Jtoglie .
Quattro
corsivi di ftro,(7 domino Ir{u Chrijto,Gr.cticts ctgo deo mro{rmprr pro
riferimento uobis dC' grctti<t dd,qu.e dcttctrjt uobis per Chrijtu Ir{um ,quocl
in omnibus ditetti C'jtis per ipfom,in omni{ermonr,(7 omni co1
gnitionr(quibus rr6us trftimonium u{u chrifti confirmcttu fuit
in uobis) dro ,ut no drftituctmini in uUo dono,rxprfl4trs rrue
210
consapevole del fatto che quello che acquista è la copia del dise-
gno originale di un preciso autore. Le copie autorizzate, munite
di licenza, sono preferibili a quelle non autorizzate per due im-
portanti ragioni. Primo, se l'autore del disegno è ancora in vita,
la licenza certifica che le font vengono vendute con il permesso
dell'autore, e i relativi diritti d'autore vengono pagati. Secondo,
la licenza fornisce qualche speranza, se pure non una garanzia, Sfogliando
che le font non vengano vendute in forma mutilata. il libro degli
specimen
10.1 NOMENCLATURA & SINONIMIA
211
de; il Pontifex di Friederich Poppi diventa Power, e cosi via.
Il problema non è nuovo. I caratteri romano e greco di Ni-
colas Jenson furono copiati da altri stampatori intorno al1470.
Cosi quelli di Griffo, Caslon, Baskerville e Bodoni ai loro tempi.
Cosi oggi; anche se oggi, dal momento che questi creatori sono
morti e il loro lavoro è di pubblico dominio, siamo liberi di rea-
Nomenclatura lizzare copie oneste e dare alle copie nomi onesti.
e sinonimia Una parte del problema sta nel fatto che per molte legisla-
zioni i disegni dei caratteri tipografici non sono tutelati dalle
leggi sulla proprietà intellettuale. I tribunali non distinguono tra
arte tipografica e plagio tipografico. I nomi però possono essere
registrati facilmente come marchi commerciali. I concorrenti
che producono copie plagiarie sono quindi costretti ad attri-
buire a queste dei nomi differenti. Nel mondo letterario la legge
opera sulla base di un criterio opposto: difende la sostanza e il
testo, non il titolo di un racconto, una poesia o un libro.
L'anomalia di questa legislazione provoca a volte anche altre
complicazioni. I primi corpi e le prime varianti del carattere Fu-
tura di Paul Renner furono realizzati dalla fonderia Bauer di
Francoforte nel1927. Il carattere ebbe subito successo, e presto
altre fonderie ne copiarono il disegno. Sol Hess ridisegnò il ca-
rattere per la Lanston Monotype, chiamandolo Twentieth Cen-
tury; la A TF commercializzò la sua versione come Spartan. Tut-
tavia il Futura realizzato dalla Bauer era solo una versione edul-
corata del progetto originale di Renner, che aveva disegnato
v realizzò per ogni lettera solo una versione, scegliendo la più con-
venzionale. Nel1993. quando David Quay e Freda Sack realizza-
rono una versione digitale dei disegni originali di Renner, presso
The Foundry a Londra,le regole del mercato impedirono loro di
chiamare Futura quel carattere. La loro versione,la più vicina al
primo modello noto del carattere Futura, se pure l'ultima a es-
sere portata a compimento, viene commercializzata con il nome
di Architype Renner. Benché non si tratti di un nome scelto
dall'autore, si tratta di una soluzione adeguata e utile per il tipo-
grafo serio, poiché non è ambiguo e riconosce i meriti dell'au-
tore del progetto originario.
Classificare i caratteri con intenti storiografici e dar loro dei
nomi con intenti commerciali sono attività ben distinte e forse
non del tutto compatibili. Esiste però almeno il caso di un ten-
tativo di integrare in un'unica classificazione i due criteri siste-
matici. La fonderia digitale Bitstream, fondata durante i primi
212
anni della tipografia digitale da un gruppo di professionisti ca-
paci ed entusiasti, ha affrontato l'impresa di razionalizzare la de-
nominazione di tutti i suoi caratteri digitali, la gran parte dei
quali era una riedizione digitale di caratteri che esistevano prima
in altra forma. La Bitstream rifiutò il comodo postulato secondo
il quale le reincarnazioni digitali e fotografiche dei caratteri in
metallo sono repliche equivalenti agli originali, stabilendo Sfogliando
quindi che le fon t digitali dovevano essere denominate in modo il libro degli
diverso. Per questo la loro versione del Gill Sans venne chiamata specimen
Humanist 5 21, la loro versione del Sintax divenne Humanist
531, e il Frutiger Humanist 777. Il Méridien è catalogato come
Latin 725, il Metro come Geometrie 415,l'Eiectra come Transi-
tional521, e il Perpetua come Lapidary 333. Secondo questo si-
stema di classificazione il Palatino diventa Zapf Calligraphic
801, mentre l'Optima diventa Zapf Humanist 601, e Melior
Zapf Elliptical 711. Consultare il catalogo Bitstream di conse-
guenza può diventare uno stimolante esercizio di identifica-
zione dei caratteri.
Il resto di questo capitolo è una litania di nomi. All'inizio di
ogni voce, viene indicata la tecnologia originaria legata al carat-
tere in questione, con una lettera di riferimento:
cordta ua[e
Ingrandimento di un carattere corpo 16 tondo inciso in Italia centrale nel
1466- 67, probabilmente da Konrad Sweynheym. Si tratta del secondo
carattere usato da Sweynheym e dal suo socio Arnold Pannartz, per i li-
bri stampati a Roma tra il 1467 e il 1473. Come il carattere Alcuin di Gu·
drun Zapf von H esse, disegnato cinque secoli più tardi, si rifà alla tra di·
zione della scrittura carolingia, che precede la separazione tra romano e
cor5ivo.
213
aa bb cc
La traduzione
digitale di Aldus
(a sinistra)
e Palatino
(a destra).
Disegnati da
H..rmann Zapf
ee ff gg
nel1948-53.
sono in
relazioni! tra
loro. Qui sono
affiancate
alcune lettere
nel corpo 72 e
nn oo tt
l' alfabeto minu-
scolo completo
nel corpo 18
(Aidus sopra,
Palatino sotto).
Da notare che
nessuno di
questi caratteri
è stato proget-
tato per essere
utilizzato
nel corpo 72.
l corpi grandi
CCHH
d ..l Palatino di abcdefghijklmnopqrstuvwxyz
fonderia sono
molto più abcdefghijklmnopqrstuvwxyz
delicati, e Aldus
è un carattere 1234567890
da t•sto che
non prevede 1234567890
corpi grandi.
Tuttavia gli ABCDEFGHIJKLMN
ingrandimenti
facilitano AB C D E F G H IJ K L M N
il paragone.
OPQRSTUVWXYZ
OPQ·RSTUVW XY Z
214
10.2 CARATTERI DA TI!STO CON GRAZIE
A O abcdefghijklmnopqrstuvwxyz
n
Alcuin D Carattere vigoroso e aggraziato di ascendenza caro-
lingia, disegnato da Gudrun Zapf-von H esse nel1991 e prodotto
dalla URW. In quanto sinceramente ispirato alla scrittura caro-
lingia,l'Aicuin non è di fatto né tondo né corsivo, né possiede o
ha bisogno di una forma corsiva complementare. Le sue forme
si basano su modelli di scrittura di sei secoli più antichi rispetto
all'epoca della separazione tra tondo e corsivo. Il carattere è co-
munque dotato di una serie completa di varianti di peso, con
numeri minuscoli e maiuscoletto . .t tutto quello che serve per
comporre un testo in modo eccellente. Non si dovrebbe usare
laddove la norma editoriale richiede l'uso del corsivo (v. anche
alle pagg. 126 e 213).
c
Aldus c Tondo e corsivo, disegnato nel1953 da Hermann Zapf
come carattere di formato testo per la composizione Linotype
da affiancare al suo nuovo carattere di fonderia, il Palatino. L'AI-
dus è più stretto del Palatino e l'altezza dell'occhio medio delle
lettere è minore . .t un carattere da testo inciso in modo asciutto
e compatto. Il maiuscoletto e i numeri minuscoli sono parti in-
215
tegranti dello spirito di questo carattere, però non necessita di
legature. La versione digitale mantiene la costanza della lar-
ghezza di composizione tra tondo e corsivo. I caratteri da titoli
che gli si affiancano sono il Pala tino, il Michelangelo e il Sistina,
mentre se è necessaria una variante nera si può ricorrere al Pa-
latino Bold. La variante più stretta prodotta dalla Linotype nel
Caratteri 1959, chiamata Enge Aldus, non esiste in forma digitale (v. anche
da testo pagg. 57, 70, no, 239 ).
co11 grazie
abcefghijop 12 3 A O abcejghijop
Baskerville M Tondo e corsivo, disegnato intorno al1750 da John
Baskerville e inciso da John Handy. Rappresenta l'epitome del
neoclassicismo e del razionalismo settecentesco nel disegno dei
caratteri, ed ebbe una fortuna maggiore nella Francia repubbli-
cana e nelle colonie americane che nell'Inghilterra del XVIII se-
g
colo, dove fu realizzato.
Molte delle versioni digitali in commercio con il nome di
Baskerville sono sufficientemente fedeli al disegno originale,
tuttavia spesso mancano del maiuscoletto e dei numeri minu-
scoli, essenziali per lo spirito del carattere e per l'uniformità gra-
fica del testo. La versione digitale presentata qui è quella della
Monotype. Esistono anche due versioni cirilliche prodotte dalla
Monotype e dalla ParaGraph su licenza della JTC (v. anche pagg.
13, 62, 83, 91, 103, 135).
216
abcefghijop 123 AO abcefghij'opy
Bembo M Il carattere Bembo fu prodotto dalla Monotype nel
1929, si basa su un carattere romano inciso da Francesco Griffo a
Venezia nel1495. Il disegno originale del xv secolo non preve-
deva un corsivo, per cui la Monotype considerò due possibili
corsivi da affiancargli: il Fairbank corsivo e il più soave Bembo
a
Il nome Bembo
corsivo, che viene presentato qui. Quest'ultimo è di fatto una re- si riferisce al
poeta e storico
visione del Blado (il corsivo inciso per il carattere Poliphilus), venaiano
con un occhio a un altro disegno di corsivo creato a Venezia in- Pietro Bembo
(1~7o-1547l.
torno al1520 da Giovanni Antonio Tagliente. Il Bembo romano poich~ il
e il corsivo sono più posati e distanti dai modelli originari ri- carattere
spetto al Centaure ali'Arrighi. Si tratta tuttavia di caratteri se- romano su cui~
basato fu usato
reni e versatili, dalla struttura genuinamente rinascimentale, che per la prima
hanno superato sostanzialmente indenni la transizione verso la volta per la
composizione
composizione digitale e le stampa offset. Numeri minuscoli e del De Aetna di
maiuscoletto sono parte integrante del carattere, mentre il ne- PiC"tro Bembo,
pubblicato da
retto e nero non partecipano affatto al suo spirito (v. alle pagg. Aldo Manuzio
56, 128, 130, 242). nel1~96.
e
Berkeley M È la revisione del carattere University of California
Old Style di Frederic Goudy, uno dei suoi capolavori. La ver-
sione ITC, disegnata da Tony Stan e pubblicata nel1983, con-
serva molti pregi dell' originale ma è carente in quanto a carat-
tere. Manca anche dei numeri minuscoli e del maiuscoletto,
previsti dal progetto originale. Dallo stesso modello sono stati
prodotti altri revival più fedeli, fra i quali il Californian di Font-
Bureau, tradotto in forma digitale da David Berlow (v. anche
pag. 220).
abcefghijopy~ AO abcefghijopy
Berling M Questo carattere, disegnato dal tipografo e calligrafo
svedese Kari-Erik Forsberg, è stato prodotto nel 1951 dalla fon-
deria da cui prende il nome, la Berlingska Stilgjuteriet di Lund,
1
in Svezia. Si tratta di un disegno neoumanista, con una pronun-
ciata modulazione del tratto. I tratti ascendenti e discendenti
sono più frequenti in svedese che in inglese, quelli disegnati da •
Forsberg sono fatti in modo da ostacolare il meno possibile il
fluire del testo, inoltre il disegno non richiede legature. Questo
217
carattere ha una precisa nettezza scandinava, caratterizzata dalla
forma a becco di f, j, y e! nella serie tonda. I numeri alti hanno
una bella forma, ma quelli minuscoli (omessi in tutte le versioni
digitali) sono ancora meglio (v. anche a pag. 91).
e
fici disegnatori di caratteri di tutti i tempi, corrisponde nell'am-
bito della tipografia a quelle di Byron e Liszt nei loro ambiti. È
il gran romantico. Le centinaia di caratteri disegnati tra il1765 e
il 1813, anno della sua morte, abbracciano una grande varietà
formale; il Museo Bodoni a Parma conserva più di 25.000 pun-
l Bodoni ITC, zoni. I revival successivi riflettono solo una piccola parte della
realizzati in
forma digitale
sua eredità, e molti sono mere parodie delle sue idee. La carat-
nel1994-95 teristica più tipica dei caratteri che si rifanno a Bodoni sono le
souo la grazie, ad angolo e sottilissime, le terminazioni a goccia, l'asse
direzione di
Sumncr Stone verticale, le aperture strette, il forte contrasto e una modula-
sono i più vicini zione esagerata dei tratti. Mancando copie attendibili dei carat-
allo stile maturo
di Bodoni tra teri originali, molti tipografi optano per il Bodoni inciso nel1924
tutti i rcvival dei da Louis Hoell per la fonderia Bauer di Francoforte, o per la ver-
suoi caratteri. sione della fonderia Berthold, prodotta nel1930. Entrambe sono
Constano di tre
versioni, basate disponibili anche in forma digitale, e dispongono del maiusco-
sui modelli letto e dei numeri minuscoli, essenziali per la coerenza del ca-
originali nti
corpi rattere. La versione digitale che viene mostrata qui è quella della
6, 11 e 72. Berthold (v. anche pagg. 13, 137).
218
abcefghijop 123 AO abcefghijop
Caecilia D Il carattere fu disegnato da Peter Matthias Noordzij
e prodotto dalla Linotype nel1991. Cecilia Metella fu la quarta
moglie di Lucio Cornelio Silla (c. 138 -78 a.C.), il generale ro-
mano che guidò il sacco di Atene nell'anno 86. Di ritorno da
questa campagna militare, comandò la fazione vincente nella
guerra civile romana dell'anno 82 e fino al 79 rivesti il titolo di
dittatore. Nell'8t a.C. la moglie Cecilia fu colpita da una malat-
tia sconosciuta, trasmessale forse, secondo l'opinione di alcuni,
dal marito. Mentre Cecilia giaceva in fin di vita il marito la ri-
pudiò, allontanandola da casa per evitare il contagio. Un'altra
Cecilia, anch' essa romana, vissuta in tempi più recenti è vene-
rata dalla tradizione cattolica come patrona della Musica. Il ca-
rattere che porta il nome di questi personaggi è pieno di grazia,
solido, non pretenzioso, adatto a molti generi di testo. Neo
umanistico, con grazie piatte, forse il primo esempio di carattere
a grazie piatte associato a un autentico corsivo con grazie piatte.
Il corsivo si rifa ai parametri rinascimentali, l'inclinazione è di
soli 5•. Maiuscoleno e numeri minuscoli fanno parte integrante
del disegno, che comprende numerose varianti di peso. Le ver-
sioni autorizzate sono in commercio come P M N Caecilia. N o n
esiste alcun carattere chiamato Silla (v. anche pag. 118).
p
of California Old Style di Frederic Goudy, prodotto nel 1938
come carattere riservato a uso esclusivo del proprietario e ripro-
posto al libero commercio nel1956 dalla Lanston Monotype con
il nome Californian. La versione digitale che viene presentata
qui è il Californian F o, realizzata da David Berlow e prodotta da
Font Bureau a Boston. È utile paragonarla con il Berkeley ITC,
una versione buona ma più omogeneizzata ripresa dallo stesso
modello, realizzata in origine come carattere per la fotocompo-
sizione nel1983.
219
Il Californian
aa bb cc
FB
(a sinistra)
e il Berkeley (a
destra) sono
derivati
entrambi dal
carattere
e e ff gg
University of
California Old
Style di
Frederic Goudy.
Per facilitare il
paragone, i due
caratteri sono
nn oo t t
messi a
confronto
risp~tto a corpi
leggermente
diversi:
corpo 74
(Californian) e
AAHH
corpo 77
(Berkeley ITC) .
Nella pa rte
inferiore della
pagina si trova
per entrambi
l'alfabeto abcdefghijklmnopqrstuvwxyz
completo nel
corpo 18 abcdefghijklmnopqrstuvwxyz
(Californian
sopra, Berkeley 1234567890
sotto).
1234567890
ABCDEFGHIJKLMN
ABCDEFGHIJKLMN
OPQRSTUVWXYZ
OPQRSTUVWXYZ
220
tome del barocco inglese, e si è conservato assai bene. Egli pub-
p
blicò esaurienti specimen di caratteri, e un'ampia raccolta dei
suoi punzoni è conservata presso la St. Bride Printing Library di
Londra. Senza dubbio Casion è stato il primo grande incisore di
caratteri inglese, e nella parte del mondo che parla inglese i suoi
caratteri hanno avuto a lungo un ruolo semileggendario e poco
eccitante assimilabile a quello dell'accoppiata pipa e pantofole,
dell'auto vecchia ma affidabile, della poltrona preferita. Molti
opportunisti si sono quindi serviti liberamente di questo nome
rassicurante, per cui molti caratteri che portano il nome di Ca-
slon sono solo delle parodie del modello originale. Qui viene
presentato il Caslon Adobe, disegnato da Carol Twombly nel
1989, una versione ben fatta, che comprende non solo il maiu-
scoletto e i numeri minuscoli, ma anche forme alternative di
maiuscole con svolazzi, ornamenti e altri accessori tipografici di
gusto antiquario (v. anche alle pagg. 12, 55, 57, 72, 119, 132).
221
AO abcdefghijklnmopqrstuvwxyz
Clarendon M Il nome si riferisce a una intera categoria di carat-
teri di epoca vittoriana, derivati dai tipi incisi da Benjamin Fox
per Robert Besley presso la Fan n Street Foundry di Londra, nel
1845. Questi disegni di carattere riflettono determinati aspetti
Caratteri dell'Impero Britannico: vigore, flemma, blandizia, pervicacia.
da testo Mancano di cultura, ma anche di astuzia e protervia. Guardano
con grazie di traverso e se ne stanno alloro posto, ma non risplendono. In
altre parole, sono costituiti da tratti spessi che si fondono agra-
zie spesse e piatte, grossi terminali a bottone, asse verticale, oc-
chio medio ampio, contrasto moderato e aperture ridotte. Il di-
segno originale non prevedeva un corsivo, poiché nella sua
struttura non rimaneva nessuna traccia del ritmo della scrittura
c
o dei tratti del pennino a punta piatta (tuttavia nel1953la fon-
deria Stephenson Blake realizzò comunque una versione incli-
nata del Clarendon originale di Besley, che a loro era conosciuto
con il nome di Consort).
Nel1951 Hermann Eidenbenz ha disegnato un revival del
Clarendon per la fonderia Haas di Miinchenstein, in Svizzera, e
nel1962la fonderia finalmente aggiunse una variante chiara che
ha trasformato la serie: la pesantezza premoderna diventa legge-
rezza postmoderna. In tal guisa, come una nostalgica cornice di
acciaio da cui è stata asportata ogni patina vittoriana, questo ca-
rattere si presta a molti usi genuini. Il Clarendon della Mo-
notype manca della presenza propria del Clarendon Haas, che è
la versione presentata qui. Un carattere collegato a questo è il
Century Schoolbook di Morris FuUer Benton, realizzato dalla
A T F nel1924 e dalla Monotype per la composizione a caldo nel
1920. Anche quest'ultimo è disponibile nella variante chiara e in
formato digitale (v. anche alle pagg. 112 e 138).
222
rattere vivace, compassato ed energico. li corsivo ha un asse co-
stante, ed è vibrante di movimento. Esistono due varianti nere,
entrambe aggraziate e toccanti per il loro contrasto. Non è dotato
di maiuscoletto e numeri minuscoli.
223
Il Diotima
rom~
Nofret romano
normale
(a destra): due
no
(a sinistra) e il
caratteri in re-
aabbcc
ee ff gg
lazione tra loro
disegnati a più
di trent'anni di
distanza da
Gudrun Zapf
von Hesse.
Il Diotima fu
nnoott
progettato
come carattere
di fonderia per
la stampa
tipografica.
Il Nofret per
il medium
digitale. Qui
sono messi a
con fronte nel
corpo 72 e nel
corpo 18,
sempre nella
AAHH
versione abcdefghijklmnopqrstuvwxyz
digitale.
abcdefghijklmnopqrstuvwxyz
1234567890
1234567890
ABCDEFGHIJKLMN
ABCDEFGHIJKLMN
OPQRSTUVWXYZ
OPQRSTUVWXYZ
224
abcefghijop 12 3 AO abcefghijop
Diotima M Carattere disegnato da Gudrun Zapf-von Hesse e
inciso daUa fonderia Stempel a Francoforte, nel1953, ora è di-
stribuito in formato digitale daUa Linotype HeU. Il tondo è largo
mentre il corsivo è decisamente stretto. Prevede il maiuscoletto
ma nessuna variante nera. U nome ricorda la prima donna filo-
sofa di cui si abbiano notizie: Diotima di Mantinea, la cui meta-
g
fisica deU'amore viene recitata da Socrate, che fu un suo allievo,
nel Simposio di Platone.
Diotima fa parte di una famiglia di caratteri disegnati daUa stessa
autrice, che si è arricchita nel corso di più di trent'anni. I carat-
teri apparentati comprendono il Nofret nelle sue diverse serie,
l'Ariadne (una font di iniziali con svolazzi) e il bel carattere fi-
lettato per titoli Smaragd (v. anche a pag. 224).
225
abcefghijop 123 AO abcefghfjop
Elzevir M Il carattere Elzevir, prodotto nel1993 dalla Dutch
a
Type Library, è un revival digitale derivato dai caratteri di Chri-
stoffel van Dijck, incisi ad Amsterdam intorno al166o. Prevede
una serie di varianti chiaroscurali, complete di caratteri alterna-
tivi con svolazzi e legature ornamentali. In quanto caratt~r~ pro-
gettato per il mezzo digitale, I'Eizevir mantiene solo una parte
dell'energia che era propria di un precedente re vivai dello stesso
disegno, il Va n Dijckinciso e fuso in metallo dalla Monotype (v.
anche pag. 132).
a
Esprit F Carattere disegnato da Jovica Veljoviéa Belgrado e pro-
dotto dalla ITC a New York nel1985. Il tondo ha grazie affilate
mentre il corsivo ha un asse variabile, occhio medio ampio e
aperture ridotte. l tratti e le forme chiuse del minuscolo sono
ricche di linee oblique e curve asimmetriche, che caricano di
energia questa struttura fondamentalmente neo barocca. Un di-
segno di carattere collegato ma più acerbo si ritrova in un'opera
precedente dello stesso autore, il Veljovié. Il disegno prevede
maiuscoletto e numeri minuscoli. I numeri minuscoli della serie
corsiva, disegnati da tempo, non sono stati ancora pubblicati (v.
anche alle pagg. 119, 141).
AO abcdefghijklmnopqrstuvwxyz
Fairbank Italic c Il calligrafo inglese Alfred Fairbank disegnò
questo carattere nel1928, e lo propose alla Monotype, che pensò
in un primo tempo di utilizza rio come corsivo da affiancare al
Bembo. È un carattere stretto, inclinato di appena 4", pieno di
forza e tensione; secondo l'opinione del consulente tipografico
della Monotype, Stanley Morison, anche dopo le modifiche tec-
niche apportate, soverchiava il carattere tondo compassato e
sommesso a cui era stato affiancato. Il suo posto fu preso da un
altro corsivo, l'attuale Bembo corsivo, inciso appositamente, e il
Fairbank rimase nella condizione di single di lusso. Di fatto può
essere utilizzato con il Bembo tondo, ma funziona bene anche
da solo. I caratteri corsivi dai quali deriva erano utilizzati per
comporre interi testi, non come forme complementari rispetto
ai caratteri tondi. Il Fairbank possiede la stessa qualità poten-
226
ziale, ed è possibile affiancargli il maiuscolo e il maiuscoletto del
Bembo tondo, alla maniera aldina. Non ha ancora una versione
digitale (spesso viene indicato erroneamente, a dispetto della
volontà del suo autore come 'Bembo Condensed Jtalic' ).
g
Fairfield c Carattere da testo disegnato da Rudolf Ru:Zitka per
la compositrice Linotype, prodotto nel1939. Ha un asse razio-
nalista, come il carattere Electra di W.W. Dwiggins, amico e col-
lega di Rui.i~ka, e come I'Electra è stato per una quarantina di
anni un carattere da testo standard per l'editoria americana.
Alex Kazcun ne ha realizzato la versione digitale nel1991, sosti-
tuendo le lettere f e j del corsivo, strette nella versione Linotype,
con caratteri dotati di crenatura, e restringendo nel complesso
il corsivo. t stato anche accresciuto il contrasto del disegno
(spiaz.zandolo delicatamente da forme premoderne a forme
postmoderne), sono state aggiunte varianti di peso e un corsivo
alternativo di RuZicka, stranamente ribattezzato 'caption font'.
227
schman ad Amsterdam negli anni 1738-39. Fleischman fu un
prolifico incisore di punzoni e fonditore di caratteri, il cui la-
voro, come quello di Bodoni, copre un ampio spettro stilistico.
Durante quegli anni incise, così come il suo concorrente Jac-
ques François Rosart, caratteri da testo autenticamente rococò.
L'architettura di questi caratteri è fondamentalmente barocca,
ma nelle o e nelle g tonde e corsive, e in tutte le maiuscole di
forma arrotondata, si nota un contrasto esasperato. Le grazie
delle maiuscole sono accentuate e ad angolo. La versione digi-
tale, che comprende il maiuscoleno, i numeri minuscoli e molte
legature ornamentali, è stata prodotta nel1995 dalla DTL (v.
anche pag. 134).
abcefghijop 12 3 AO abcefghijop
Fournier M I caratteri di Pierre-Simon Fournier appartengono
allo stesso ambito storico di Baskerville e Beli, inoltre parteci-
pano dello stesso spirito razionalista, pur non essendo del tutto
simili. I caratteri di Fournier sono tanto francesi quanto quelli di
Baskerville e Beli sono inglesi. E in più i caratteri di Fournier
sono strettamente legati alla sua persona.
Di Fournier è famoso il gusto per gli ornamenti. Come Mo-
zart, egli si muove tra un neoclassicismo sorprendentemente
puro ed energico e un arioso rococò. Le sue lettere presentano
f
maggiori variazioni dell'asse rispetto a quelle di Baskerville, i
suoi caratteri tondi sono un po' più stretti e i corsivi più affilati.
Negli ultimi anni della sua vita incise alcuni fra i primi esempi di
caratteri tondi stretti. Come Mozart, amava scivolare avanti e
indietro dalle novità delle forme neoclassiche verso quelle ba-
rocche, più antiquate.
Tuttavia Fournier voltò le spalle al barocco per un aspetto
preciso: concepì i suoi caratteri tondi e corsivi come serie indi-
pendenti, che differivano in modo evidente per l'altezza dell'oc-
xxoo chio medio. Nel1925la Monotype produsse due serie indipen-
denti basate sui suoi modelli, chiamate Fournier e Barbou, che
228
abcefghijop 12 3 AO abcefghijop
Galliard F Questo termine un tempo indicava una misura di ca-
rattere tipografico, corrispondente a nove punti, cosi come una
danza e la forma musicale a essa legata. La famiglia di caratteri
che porta questo nome è stata disegnata da Matthew Carter e Sfogliando
prodotta nel1978 dalla Mergentahler, in seguito ceduta su li- il libro degli
cenza alla ITC. ~un carattere dal disegno netto, elegante ma specimen
energico, sia nel tondo sia nel corsivo, basato su disegni di Ro-
bert Granjon, un incisore di caratteri francese del xv1 secolo.
Del lavoro di Granjon si sono conservate testimonianze suffi-
cienti, sia punzoni sia stampe, per rendersi conto che è stato uno
dei massimi incisori di caratteri di tutti i tempi. Il carattere di
Carter rappresenta un omaggio all'uomo e alla sua opera. È an-
g
che l'esempio più eminente di revival di un carattere tipografico
manierista. Maiuscoletto e numeri minuscoli sono parte inte-
grante del carattere. Per dare la possibilità di comporre in stile
manierista, sono disponibili anche numerose legature e maiu-
scole con svolazzi. Tra le versioni digitali la migliore è, come ci si
poteva aspettare, quella prodotta da Carter stesso, pubblicata da
Carter & Cane nel1992.
Il carattere da titoli deputato ad accompagnarlo è natural-
mente il Mantinia, di Carter, un altro omaggio a un artista
straordinario per finezza intellettuale, precisione e abilità tec-
nica (v. anche a pag. 131).
229
dd ee
Il Garamond
aa
Stempel tondo
(a sinistra) si
basa senza
dubbio sui
modelli
originali di
ff 00 00
Claude
Garamond. Il
'Garamomd'
Monotype (a
destra) si basa
sull'opera di
Jean Jannon.
rr kk xx
Questi due
caratteri
eccellenti
provengono da
secoli e ambiti
culturali
differenti cosl
come da mani
differenti,
per questo
meritano nomi
differenti.
Qui vengono
AAHH
abcdefghij klmnopq rstu vwxyz
messi ~a neo a
fianco, lo
Stempel n"l abcdefghijklmnopqrstuvwxyz
corpo 70 e il
Monotype n"l I 2 34 567 89 O
corpo 78, e
uno sopra 1234567890
l'altro
entrambi nel ABCDEFGHIJKLMN
corpo 18.
ABCDEFGHIJKLMN
OPQRSTUVWXYZ
OPQRSTUVWXYZ
230
lettere maiuscole inclinate, ma non sembra che fosse interessato
all'idea di accoppiare il tondo con il corsivo. I revival dei suoi ca-
ratteri tondi vengono spesso appaiati con corsivi basati su mo-
delli del suo collega più giovane Robert Granjon. Le tre versioni
di Garamond e Garamond/Granjon meritevoli di considera-
zione sono le seguenti:
1 Garamond Stempel, prodotto dalla fonderia Stempel nel1924 e Sfogliando
tradotto in formato digitale dalla Linotype; il libro degli
2 Granjon, disegnato da George William Jones e prodotto dalla specimen
Linotype nel1928, presente anche nel catalogo dei font digitali
della Linotype;
3 Garamond Adobe, disegnato da Robert Slimbach e prodotto in
formato digitale dalla Adobe nel1989.
Anche il carattere Sabon di Jan Tschichold, che viene de-
scritto alle pagg. 243-244, è strettamente legato ai modelli di
Garamond. Maiuscoletto e numeri minuscoli sono disponibili
per tutte queste versioni, e fanno parte integrante del disegno.
231
presso l'Imprimerie Nationale, a Parigi.
Il carattere di )annon è elegante e irregolare: variabile per
asse e inclinazione, asimmetrico e dotato di grazie affilate. I mi-
gliori revival di queste lettere graziose e decisamente non-gara-
mondiane sono:
1 'Garamond' A TF, disegnato da Morris Fuller Ben ton e prodotto
Caratteri nel 1918-20;
da testo 2 'Garamond' Lanston, disegnato da Frederic Goudy e prodotto
con grazie nel1921;
3 'Garamond' Monotype, prodotto nel1922;
4 'Garamond' Simoncini, disegnato da Francesco Simoncini e rea-
lizzato in metallo dalla fonderia Simoncini di Bologna nel 1958.
La Monotype ha sviscerato a fondo il caso Jannon, produ-
cendo due differenti versioni del corsivo, sia in metallo sia in
formato digitale: il Monotype 156, in cui l'inclinazione delle
maiuscole varia in modo capriccioso, più fedele ai modelli di
)annon, e il Monotype 176, una versione riveduta e corretta nel
tentativo di rimettere in riga l'indisciplinato incisore francese, o
per lo meno le sue lettere maiuscole corsive. Però l'irregolarità
vive nel cuore del barocco e delle lettere di )anno n, così come il
suo rifiuto di piegarsi alla religione di stato. Per questa ragione
la mia preferenza va al Monotype 156 (classificato come alter-
nate, forma alternativa, nella versione digitale).
'Garamond'
c. 18
Mor~ol)•pe abcefghijop I 2 3 AO abcejghijop
'Garnmond'
Simoncinì c. 18 abcefghijop 1 2 3 A O abcefghzjop
Un'altra versione ancora del carattere di )annon è in com-
mercio con il nome di 'Garamond 3'. Si tratta del 'Garamond'
ATF del1918 nella versione del1936 adattata alla compositrice Li-
notype, e nuovamente adattato oggi per la composizione digi-
tale. È un carattere da testo dignitosissimo, ma manca sia della
grazia leggermente dissonante del 'Garamond' Monotype sia di
quella accuratamente accordata e compiuta che distingue la ver-
sione di Simoncini.
Anche il 'Garamond' ITC, disegnato negli anni Settanta del
xx secolo da Tony Stan, non ha niente a che vedere con i carat-
teri di Garamond. È decisamente deformato rispetto ai modelli
di )an non e lontano sia dallo spirito del barocco sia da quello del
Rinascimento (v. anche alle pagg. 107, 132, 230).
232
abcefghijop 123 AO abcefEJhijop
Haarlemmer M Si tratta di un carattere per Bibbie, vale a dire un
disegno semplice con occhio medio ampio, creato su commis-
sione privata da Jan van Krimpen per la Monotype nel1938. È
stato tradotto in formato digitale e prodotto dalla Dutch Type
Library nel1996. Nella sostanza corrisponde allo Spectrum, ma Sfogliando
con un occhio medio più grande. Di recente Frank Blokland ne il libro degli
ha disegnato, per la DTL, una versione aggiuntiva senza grazie. specimen
a
grafia, di un carattere semplice, solido, senza pretese e adatta-
bile. L'Hollander è una delle numerose famiglie di caratteri con
queste prerogative disegnata da Gerard Ungers. È stato comple-
tato nel1983 e lanciato nel 1986 da Rudolf Hell, attualmente
viene prodotto da Elsner + Flake. Anche i caratteri Swift (1985)
e Oranda (1992) dello stesso autore, hanno un aspetto simile.
L'Hollander è più massiccio rispetto allo Swift e le sue grazie
sono più acute. Per questo è più penalizzato se viene sottoposto
a un trattamento di produzione dozzinale (basse risoluzioni,
stampa scadente, carta scadente).
233
meno- che il Jenson Adobe ha un equilibrio migliore tra tondo
e corsivo e si adatta meglio alla piattezza della stampa offset,
mentre la situazione si capovolge se vengono impressi tipogra-
ficamente (usando matrici in rilievo polimeriche per il Jenson
Adobe). Il confronto può essere allargato ad altre famiglie di ca-
ratteri: il Cloister di M.F. Benton e il Legacy di Ronald Arnholm
Caratteri (per alcuni versi il Jenson Ado be e il Cloister sono più vicini che
da testo non il Jenson Adobe e il Centaur). Il Jenson Adobe è un carat-
con grazie tere multiple master, ossia scalabile sia come peso sia come di-
mensione ottica. Maiuscoletto e numeri minuscoli sono essen-
ziali. Dispone anche di corsivo con svolazzi (v. pagg. 16,118, 235).
g
Joanna M Carattere disegnato dall'artista inglese Eric Gill e in-
ciso dalla Caslon Foundry, a Londra, nel1930. La versione Mo-
notype fu prodotta nel1937· È un carattere di spartana sempli-
cità, con grazie piatte e pochissimo contrasto ma una notevole
variazione nell'asse dei tratti. Il corsivo ha una inclinazione di
appena 3" e abbonda di forme di lettere tonde, ma è sufficiente-
mente più stretto da non generare confusione. I numeri minu-
scoli sono essenziali a questo disegno. Un carattere lineare che
si adatta molto bene ad accompagnarlo è naturalmente il Gill
Sa ns.
f
Zuzana Liéko, prodotto nel1990 da Emigre. Il progetto prevede
maiuscoletto e numeri minuscoli. Ne esiste anche una versione
espansa chiamata )ournal Ultra e una serie completa di varianti
di peso (v. anche a pag. 140).
p
Kennerley M È stato il primo carattere di successo disegnato da
Frederic Goudy, nel1911 (allora Goudy aveva quarantasei anni,
ma la sua carriera di disegnatore di caratteri era solo all'inizio).
Di propria iniziativa, egli volle creare un carattere che avesse
qualcosa del sapore del Caslon, e il Kennerley ha l'aspetto casa-
lingo e senza pretese del Caslon, ma nella struttura e in molti
dettagli si riallaccia alle forme rinascimentali. Il corsivo fu dise-
234
gnato sette anni dopo il tondo, ma Goudy aveva definito il suo
stile e i due disegni si integrano bene. L'eccellente versione digi-
tale Lanston include il maiuscoletto e i numeri minuscoli.
In alcuni cataloghi il carattere viene indicato come 'Ken-
nerly', esso però fu commissionato dall'editore americano Mit-
chell Kennerley, 1878-1950, e prese da lui il nome.
Sfogliando
abcefghijop 12 3 AO abcefghijnop il libro degli
specimen
Kis M Mikl6s Kis, ungherese, fu protagonista della tipografia
olandese, come di quella del suo paese. Trascorse ad Amsterdam
gli anni Ottanta del xv n secolo, qui imparò il mestiere e incise
alcuni caratteri barocchi di straordinario mordente e compat-
tezza. Tuttavia per un lungo periodo l'opera di Kis fu attribuita
erroneamente all'incisore di punzoni olandese Anton Janson. Il
n
mercato non si pone problemi di coscienza, per cui tuttora i ca-
ratteri di Kis sono in vendita con il nome di Janson, anche da
parte di persone che conoscono bene la questione.
Alcuni dei punzoni e delle matrici di Kis finirono alla fonde-
ria Stempel di Francoforte, quindi il Janson Stempel è di fatto il
carattere di Kis, e i caratteri propri della lingua tedesca (ii, B, ii,
etc.) sono stati aggiunti su disegno altrui. Il Janson Linorype è
stato inciso nel1954, sulla base dei punzoni originali di Kis e con
la supervisione di Hermann Zapf. Anche il Janson e l'Erhardt
della Monorype sono degli adattamenti - meno riusciti, a mio
parere - dei disegni di Kis. La versione digitale più riuscita mi
sembra essere il Janson Text Linorype (1985), realizzata con la
supervisione di Adrian Frutiger, sulla base degli originali di Kis
e dell'eccellente versione per la macchina Linorype curata da
Zapf (v. anche pag. 132).
235
rattere da stampa, e il Legacy è interessante per altri aspetti. Co-
niuga una nuova versione del disegno del tondo di )enson con
una nuova versione del disegno di uno dei corsivi di Garamond,
p
piuttosto che di uno di Arrighi, ed è l'unico revival del tondo di
)enson che esista anche in versione senza grazie. La struttura di
base del tondo è riprodotta a pagina 16, quella del corsivo a pa-
gina 48. Il Legacy ha un occhio medio decisamente più grande
rispetto a entrambe, e da questo punto di vista non rispetta né
le proporzioni di Jenson né quelle di Garamond. Si tratta co-
munque di una famiglia di caratteri che ha molti meriti e si pre-
sta a molti usi (v. anche a pag. 257).
g
LinoLetter D È una famiglia completa disegnata da André Giir-
ùer e prodotta nel1991 dalla Linotype-Hell. La qualità di questo
carattere sta nella sua ossuta semplicità e nell'aspetto di tutte le
sue parti. Le font di ogni peso e forma (tondo, corsivo e maiu-
scoletto) prevedono già i numeri minuscoli, pronti per l' uso.
Soltanto i simboli delle valute sono particolarmente grandi,
come se il denaro contasse più del resto. Come il precedente ca-
236
rattere di Giirtler,l'Egyptian 505 (prodotto nel1966 per la foto-
composizione), anche questo unisce grazie spesse e tronche a
tratti modulati. Introduce un tocco di grazia in una struttura
vecchia e massiccia, le grazie piatte vittoriane, e si adatta a com-
porre testi comuni.
a
umanista, energico ed elastico con contrasto moderato e rifini-
ture spartane, in qualche modo più assimilabile ai solidi e pia-
cevoli caratteri tondi e corsivi da testo della Parigi del XVI secolo
che non a qualsiasi altro modello digitale. Il Mendoza viene va-
lorizzato da una stampa accurata ma è anche in grado di sop-
portare condizioni di stampa letali per molti altri caratteri da te-
sto. Il disegno prevede maiuscoletto e numeri minuscoli, in
quanto alle legature, è meglio dimenticarle. È prevista anche
una ampia gamma di varianti di peso (v. pagg. 57, 107, 114, n8).
g
Frutiger, disegnato nel1954 e inciso per la composizione a mano
da Deberny & Peignot, a Parigi. Le grazie sono triangolari e ad
angolo, ma sottilmente modulate. L'occhio medio è ampio e il
corsivo ha un equilibrio e un ritmo impeccabili. Il tondo maiu-
scolo, particolarmente maestoso e posato, è anche un eccellente
carattere per i titoli mentre il Frutiger dello stesso autore fun-
ziona benissimo come carattere lineare di accompagnamento.
237
Il disegno prevede una serie di varianti di peso ma non contem-
pla il maiuscoletto e i numeri minuscoli. Questi elementi, in-
sieme a una f tonda di aspetto meno esile sarebbero dei comple-
tamenti benvenuti per questo splendido e poderoso carattere (v.
anche alle pagg. 63, 107, 112).
Caratteri
da testo
abcefghijop 123 AO abcefghijop
con grazie Minion D Carattere disegnato de Robert Slimbach a San Fran-
e
sto correlata ad altri della stessa autrice, il Diotima e il Carmina,
però è maggiormente variato. Il minuscolo tondo del Nofret è
più stretto di quello del Diotima mentre i corsivi sono simili.
Numerose le variazioni di peso che mantengono la loro grazia
anche nelle serie più nere. Nel XIX secolo, i caratteri scuri, con
grazie grosse e spigolose (decisamente non femminili) venivano
chiamati egiziani. Ai caratteri del xx secolo che mantenevano
queste caratteristiche sono stati dati nomi come Memphis,
Cairo e Karnak. Il Nofret, che deriva il suo nome da Nefertiti, è
un carattere da regina, ma in termini tipografici non si può de-
finire egiziano. Maiuscoletto e numeri minuscoli sono diretta-
mente disponibili e impliciti al disegno (v. anche a pag. 141).
abcefghijop 123 AO abcefghijop
Officina o Carattere disegnato da Erik Spiekermann e colleghi,
prodotto nel1990 tramite la ITC. ~un carattere da testo semplice
e stretto ma solido, ispirato alla macchina da scrivere e adatto a
comporre quantità di testo maggiori rispetto a quello che
avrebbe permesso, ai suoi tempi, un testo dattiloscritto. E. abba-
stanza robusto da sopportare un trattamento di stampa sca-
dente (ad esempio la stampa laser a bassa risoluzione) e tuttavia
abbastanza ben costruito per figurare bene anche in condizioni
di stampa migliori. Ne esiste anche una versione senza grazie. Le
e
versioni cirilliche di Officina Serif e Officina Sans sono state di-
segnate nel1994 da T agir Safaev e prodotte in formato digitale
dalla ParaGraph.
e
fiancato dal Palatino come carattere per comporre i titoli . Nel
1950 è stato arricchito di una variante nera, e trent'anni più tardi
circa di un nero corsivo, per contrastare le numerose versioni
non autorizzate. La famiglia completa del Pala tino comprende
anche due serie di maiuscole da titoli (Michelangelo e Sistina, v.
pag. 282) una serie greca da testo (Heraldit, v. pag. 275) integrata
da una font di lettere maiuscole greche (Phidias) .
Maiuscoletto e numeri minuscoli sono n aturalmente ele-
menti essenziali del carattere.
239
Essendo stato progettato prima come carattere da titoli per
la composizione a mano, e quindi adattato nei corpi da testo per
la Linotype, si può dire che esistano due versioni differenti ma
entrambe autentiche del Palatino corsivo. Una versione larga,
che riflette lettera per lettera le dimensioni del tondo, come ri-
chiesto dalla macchina Linotype, e una più stretta ed elegante,
Caratteri destinata solo alla composizione a mano. Il corsivo Linotype (il
da testo primo di fatto a essere prodotto) è più leggibile nei corpi da 10
con grazie punti in giù, mentre per i corpi più grandi, sia nel tondo sia nel
corsivo, le font digitali migliori si basano sui disegni del carat-
tere di fonderia (v. pagg. 15, 65, 83, 103, 110, 139, 211, 214, 251).
abcefghijop r 2 3 AO abcefghijop
Photina F È caratterizzato da un asse razionalista, aperture ri-
dotte e larghezza di composizione serrata, ma anche da un'in-
confondibile energia calligrafica. Disegnato da )osé Mendoza y
Almeida, fu prodotto in origine nel1972 dalla Monotype per la
fotocomposizione. Esiste in una serie di varianti di peso, dal di-
segno elegante. Le proporzioni sono volutamente simili a quelle
dell'Univers, che funziona egregiamente come carattere lineare
di accompagnamento per il Photina. Si tratta di uno dei primi e
migliori caratteri da testo postmoderni, però nella versione di-
gitale non sono stati previsti né i numeri minuscoli né il maiu-
scoletto, e senza di questi il carattere risulta monco.
AO 123 AO abcdifghijklmnopqrstuvwxyz
ceac®1:fog"hghjjkin~ Q_'UJl.-Sty11LJ
Poetica o Corsivo cancelleresco disegnato da Robert Slimbach
e prodotto dalla Ado be nel1992. Il nucleo fondamentale consi-
ste di quattro variazioni su un corsivo, con svolazzi di differente
ampiezza e disegno. Esistono anche cinque font di maiuscole
g
con svolazzi, due di forme alternative per il minuscolo, due di
lettere minuscole iniziali e due di lettere finali, due di maiusco-
letto, decorato e semplice, una font di frazioni e legature stan-
dard e una di legature ornamentali, una di ornamenti non alfa-
betici e una solo di varianti di ampersand (la e commerciale,&).
Il disegno di base è un semplice corsivo neoumanista, adatto a
comporre testi lunghi. Le font supplementari permettono ogni
tipo di ostentazione calligrafica immaginabile (v. pag. 131).
240
abcefghijop 12 3 AO abceJ:ghijop
Poliphilus & Blado M Poliphilus è il nome attribuito al carattere
usato per l'Hypnerotomachia Poliphili, la 'Lotta d'amore in so-
gno di Poli filo', il libro di Francesco Colonna stampato da Aldo
Manuzio a Venezia nel1499, utilizzando un carattere tondo di
nuovo disegno opera di Francesco Griffo. La Monotype nel1923 Sfogliando
tentò di realizzare una copia di questo carattere da usare con le il libro degli
proprie macchine. Il risultato fu il Poliphilus Monotype. Fu uno specimen
dei primi tentativi di far rinascere un carattere rinascimentale, e
i disegnatori della Monotype copiarono i caratteri dalle prove
impresse su carta, comprendendo nel disegno anche le sbava-
ture di inchiostro invece di cercare di risalire alla forma esatta
dei punzoni. Il risultato è un carattere approssimativo, un po'
scomposto ma comunque affascinante, come un aristocratico
g
rinascimentale sorpreso con la faccia non rasata e in ciabatte, fra
il letto e il bagno. Un secondo esperimento nella stessa direzione
produsse un risultato molto differente: il Bembo Monotype, che
si basa su un precedente stato di evoluzione dello stesso carat-
tere: il medesimo minuscolo unito a un assortimento di maiu-
scole più vecchio. Le differenze fra il Bembo e il Poliphilus mi-
nuscoli, per quanto notevoli, sono differenze di interpretazione,
non di struttura del disegno. Il Blado, il corsivo che accompagna
il Poliphilus, non si basa su uno dei bellissimi corsivi di Griffo,
ma su un alfabeto disegnato da Ludovico degli Arrighi intorno
al1526. (Arrighi mori poco dopo aver completato questo carat-
tere, probabilmente il suo sesto corsivo, che passò nelle mani di
un tipografo romano, Antonio Blado. Quando questo disegno fu
realizzato nel1923 non esisteva alcun carattere chiamato Arrighi,
tuttavia la Monotype scelse il nome dello stampatore invece di
quello del suo designer).
nn oo tt
modello di
minuscolo, ma
su serie di
maiuscore
differenti. Qui
sono messe a
AACC
confronto nei
corpi 74 e 18.
(Un ingrandi-
mento del
genere non
è mai st•to
previsto per il
Poliphilus. abcdefghijklmnopqrstuvwxyz
il corpo più
grande abcdefghijklmnopqrstuvwxyz
disponibile
come matrice 1234567890
in metallo
è il16.) I 2 34 56 7 89 O
ABCDEFGHIJKLMN
ABCDEFGHIJKLMN
OPQRSTUVWXYZ
OP QRS TUVWX Y Z
strutturali. li tondo ha un asse umanistico e un occhio medio
notevolmente ampio, tendono ad avere forme acuminate, an-
golose e in tensione nel disegno delle singole lettere, e il corsivo
è piuttosto inclinato, dai 12° ai 14°. Tutte caratteristiche ereditate
dagli incisori di punzoni francesi di epoca manierista, come Jac-
ques de Sanlecque, Guillaume Le Bé e Robert Granjon. Di fatto
il GaUiard è un revival delle lettere di Granjon, mentre Pontifex, Sfogliando
Méridien e Trump sono creazioni moderne indipendenti, in il libro degli
sintonia con il primo spirito manierista. Questi caratteri dimo- specimen
strano insieme l'ampiezza e lo spessore di ciò che si può definire
come l'aspetto neo manierista della tradizione modernista (v.
anche pagg. 84, 139).
243
chine Linotype e Monotype nel1967. ~composto da tondo, cor-
sivo, maiuscoletto e neretto; questo carattere si basa sull'opera
p
di Claude Garamond e del suo allievo )acques Sabon, che dopo
la morte del maestro ebbe il compito di riparare e completare un
assortimento di punzoni di Garamond. La struttura delle lettere
è fedele ai modelli rinascimentali francesi, però il carattere di
Tschichold ha un occhio medio più ampio di qualsiasi carattere
inciso da Garamond, se non i corpi più piccoli. Fu progettato
per diventare un carattere da testo librario di uso generale, ed è
in grado di svolgere egregiamente questa funzione, benché se
paragonato agli originali di Garamond appaia più debole (v. an-
che alle pagg. 57, m).
abcefghi j op 1 2 3 A O abcefghijopy
Scala D ~un vivace carattere da testo neo umanista, con grazie
acute e contrasto moderato, disegnato da Martin Majoor negli
y
anni Ottanta del xx secolo per la Vredenburg Concert Hall di
Utrecht (questo particolare può spiegare il nome, che si rifa al
Teatro alla Scala di Milano) . Dal1991 è distribuito dalla Font-
Shop lnternational di Berlino. Questo carattere ha molti dei me-
riti propri del )oanna di Eric Gill, per non menzionare i molte-
plici suoi meriti, senza le eccentricità del )oanna. Maiuscoletto
e numeri minuscoli sono parte integrante del disegno, e le font
di base del carattere li comprendono, insieme a un set completo
di legature, suggerendo l'idea di essere state progettate per fare
composizione tipografica e non solo dattilografia digitale. La fa-
miglia è composta anche da un ramo di varianti lineari (v. anche
alle pagg. 260, 262-263).
AO abcdefghijklmnopqrstuvwxyz
Silica D Uno dei successi della tipografia della fine del xx secolo
consiste nell'umanizzazione delle lettere con grazie piatte, che
r
nel xrx secolo erano relegate all'uso pubblicitario. Fra i caratteri
con grazie piatte più vivaci e innovativi ci sono I'Oranda di Ge-
rard Ungers, il Caecilia di Matthias Noordzij e questo, il Silica
di Sumner Sto ne, prodotto dalla Stone Foundry nel1993. Le sue
grazie superiori sono angolate come quelle delle lettere romane
rinascimentali. Esso non prevede né il maiuscoletto, né i numeri
minuscoli, né il corsivo. ~un carattere purista, a modo suo: un
alfabeto solitario, con molte varianti di peso.
244
abcefghijop 12369 AO abcef&hijop
Spectrum Mie Carattere disegnato verso il 1940 da Jan van
a
Krimpen e prodotto sia dalla Enschedé sia dalla Monotype nel
1952. ~stato l'ultimo carattere da testo di uso generale disegnato
da Van Krirnpen, ed è uno dei più usati oggi. Il tondo e il corsivo
sono riservati, eleganti e ben appaiati. L'asse è umanista,le aper-
ture larghe e le grazie allo stesso tempo affilate e piatte ( caratte-
ristiche né sgradite né contraddittorie in tipografia). Il maiusco-
letto e i tipici numeri minuscoli, con tratti ascendenti e discen-
denti brevi, sono parti integranti del disegno. Nel1972 è stato
aggiunto al carattere il nero inciso dalla Monotype su disegni di
Sem Hartz (v. anche a pag. 139).
f
~ una famiglia di caratteri estesa, che comprende tondo e cor-
sivo con grazie, tondo e corsivo lineare e il cosiddetto tondo e
corsivo 'informale', tutti con diverse varianti di peso. Il termine
'informale' qui indica il fatto che il contrasto è ridotto, le grazie
sono appiattite, più spesse e accorciate, o eliminate del tutto dal
maiuscolo, e la a e la g di forma corsiva, come lettere in vacanza,
sono migrate in compagnia delle lettere tonde. Le dissonanze
strutturali tra il carattere da testo fondamentale (Stone Serif) e
lo Stone Informai, pongono il problema dell'opportunità del
loro uso accoppiato nello stesso corpo, ma trattandosi di per-
mutazioni, Serif più Sans o Informai più Sans, di fatto non si dà
luogo a interferenze. Le affinità strutturali li mantengono uniti e
le differenze nei particolari permettono di distinguerli. Le ter-
minazioni scorciate di a.[e r, unite alla notevole altezza dell'oc-
chio medio, conferiscono al tondo un aspetto piuttosto edoar-
diano, che non viene contraddetto dai dettagli più fini. Nello
Stone Informai, questa aura premoderna è rafforzata dalle gra-
zie smussate.
Considerando la dimensione dell'occhio medio e la distanza
dai canoni umanisti, questo carattere può funzionare senza i nu-
meri minuscoli e il maiuscoletto, che peraltro sono disponibili.
Una serie coordinata di caratteri fonetici, disegnata da John
Renner e prodotta dalla Adobe, rende questa famiglia di carat-
teri adeguata anche a molti usi accademici e in questo ambito la
245
Q.abbbçdddéfffggg o
(hhhij ij ijkkklllmnò pppJ
Caratteri
da testo A qqqrstiiVWXyYJZ IJ
cor1 grazie
+ 1234567890 =
(LabbbGçddddqfif888 o
{hhhfiij ij ijkkkklllfmnòpppy j
A qqqqrstavwxyyyziJ
+ 1234567890=
Qabhbçdddefffggg o
(hhhij ij ij kkklllmnòpppJ
A qqqrstiivwxyyyz IJ
+ 1234567890 =
il Trinité tondo largo (sopra), corsivo (al centro) e tondo stretto (sotto) .
Le tre varianti di ciascuna versione del tondo vengono qui presentate in ·
s ieme, e cosl anche le quattro varianti del corsivo. Nell 'ambito di eia·
scuna variante cambiano solo le lettere con ascendenti e discendenti.
2.46
presenza di maiuscoletto e numeri minuscoli si rivela assai utile
(v. anche a pag. 261).
a
mente come un carattere da quotidiano, ma si presta a molti al-
tri usi. L'occhio medio è ampio e il disegno compatto, ma le let-
tere risultano nette e aperte, con terminali e grazie a cuneo a
punta troncata. L'asse è umanista e le aperture ampie, il corsivo
teso e fluente, con una inclinazione di 6°. L'occhio medio delle
lettere è abbastanza ampio da non richiedere necessariamente
l'uso di maiuscoletto e numeri minuscoli, che comunque sono
stati realizzati da Elsner + Flake. Il carattere Praxis e il corsivo
diritto Flora sono caratteri lineari dello stesso autore adatti ad
accompagnare lo Swift.
abcefghijop 12 3 AO abcefghijop
Trajanus Mie Disegnato da Warren Chappell, fu prodotto nel
1939 dalla fonderia Stempel per la composizione a mano e dalla
Linotype per la composizione a macchina. Le sue forme nere e
angolose evocano i primi caratteri tipografici romani usati in
Italia e in Germania prima dell'avvento dei caratteri umanistici
veneziani e del tondo e corsivo aldino. Ma il Trajanus è un ca-
rattere molto elegante, il tondo è accompagnato da un corsivo
altrettanto vivace e ritmato. I numeri sono allineati, di altezza
pari a tre quarti del maiuscolo. Ne esiste anche una variante nera
disegnata da Chappell e un Trajanus cirillico disegnato da Her-
mann Zapf. Anche il carattere lineare Lydian, disegnato da
Chappell, ha una struttura legata al Trajanus, è più scuro ma
conserva la stessa angolosità. La conversione dei formati digitali
agli standard PostScript e TrueType ha temporaneamente tolto
dì scena questo carattere bello ed energico. La Linotype nel1997
ne ha finalmente prodotto una versione digitale.
247
Krimpen. L'impressionante risultato fu prodotto nel1982 come
carattere per la fotocomposizione dalla Bobst/Autologic di Lo-
sanna, ma di fatto mai distribuito. Il Trinité è stato riproposto in
formato digitale dalla fonderia Enschedé nel1991.
È composto da tre varianti di peso per il tondo largo, due per
il tondo stretto, due per il maiuscoletto e due per il corsivo. Cia-
Caratteri scuna di queste varianti di peso e di larghezza prevede a sua
da testo volta tre varianti di lunghezza dei tratti ascendenti e discendenti:
con grazie brevi, normali e lunghi. Le maiuscole mantengono una altezza
costante, cosl come la dimensione dell'occhio medio delle let-
tere minuscole, mentre variano altezza e profondità dei tratti
sporgenti. Entrambe le varianti del corsivo prevedono anche
una forma cancelleresca (con i tratti ascendenti e discendenti
curvati). Il tondo normale (Trinité 2, con i tratti ascendenti e di-
scendenti normali, sia largo sia stretto) è un buon carattere da
testo di uso generale. La versione larga lo è del 9% rispetto a
quella stretta, e mantiene lo stesso ritmo interno (in entrambe le
versioni, ad esempio, il rapporto reciproco di larghezza tra le let-
tere i, n e m mantiene esattamente la stessa proporzione 1:2:3.)
Nel tondo le lettere sono inclinate di 1", nel corsivo di 3".
Non esistono dei politipi separati per le legature, queste si
formano da sé accostando le singole parti. Così f + i e f + j si
combinano per formare le legatureji e jj (questo spiega la posi-
zione ballerina dei punti sulle i e j nelle diverse varianti del ca-
rattere. Nel Trinité 1 e 2, i puntini si fondono con l'arco della f
Nel Trinité 3, la versione più alta, si celano sotto il braccio della
f). La famiglia consiste di 81 font digitali distinti, nella sua con-
figurazione attuale, completa di p i font, set aggiuntivi e altre va-
rianti. Per comporre testi normali ne basterebbe una mezza
dozzina. La complessità tecnica non dovrebbe oscurare la sem-
plice bellezza di questo carattere, che affonda le sue radici
nell'eredità culturale di Van Krimpen e in quella del Rinasci-
mento. Perfino i segni aritmetici mantengono una leggera asim-
metria da scrittura manuale. Ciò basta a rawivare le forme nella
pagina di testo senza arrivare a eccessi ornamentali. Maiusco-
letto e numeri minuscoli sono parte essenziale del disegno.
a
riste. Le aperture sono moderate, le grazie ben formate e ad an-
golo. I numeri, sia alti sia minuscoli, sono particolarmente ben
disegnati. Esiste una serie di varianti di peso ma solo un numero
ridotto di legature. Molti altri caratteri da testo di Georg T rum p
-ad esempio Codex, Delphin, Jaguar, Palomba e T ime Seript-
insieme al suo City, con grazie piatte, sono possibili caratteri di
accompagnamento (v. anche alle pagg. 57, 91).
a
Gand per Christophe Plantin, nel1575. Le versioni digitali sono
state realizzate da Frank Blockland a 's-Hertogenbosch e pro-
dotte dalla Dutch Type Library nel 1995. Questo carattere non
prevede un corsivo perché Van den Keere non ne creò mai uno,
nella sua lunga carriera di inciso re. Di recente però al carattere
è stato affiancato un corsivo basato su disegni di un collega ed
amico più anziano di Van den Keere, François Guyot.
249
abcefghijop 123 AO abcefghijop
a
Veljovié F Carattere disegnato da Jovica Veljovié e prodotto nel
1984 dalla ITC, è un vivace carattere postmoderno, che riveste di
movimento implicito il suo asse razionalista, ed emana energia
attraverso le sue grazie a cuneo, pronunciate e aguzze.
Prevede un'ampia serie di varianti di peso; non sono com-
presi nella versione in distribuzione maiuscoletto e numeri mi-
nuscoli, benché fossero previsti dal progetto originale. Il Veljo-
vié si accompagna particolarmente bene con altri caratteri rea-
lizzati dello stesso autore come il Gamma e l'Esprit o l'elegante
carattere scritto Ex Ponto (v. anche a pag. 15).
Wnlbnum
Berrhold c. r6 abcefghijop 123 AO abcejghijop
Wa/bm1m
Monorype c. 20 abcefghijop 123 AO abcefghijop
Walbaurn M Justus Erich Walbaum, coetaneo di Beethoven, è
con Giambattista Bodoni e Firmin Didot uno dei grandi dise-
g
gnatori europei di caratteri del periodo romantico. Ultimo in
ordine di tempo dei tre, è stato però il più originale. Walbaum
incise i propri punzoni a Goslar e a Weimar, all'inizio del XIX se-
colo. Le sue matrici furono acquistate dalla fonderia Berthold
un secolo più tardi, e il Walbaum Berthold, nella sua versione in
metallo, è di fatto il carattere di Walbaum. Il W albaum Berthold
digitale ne è una fedele e accurata trascrizione. Anche il Wal-
baum Monotype, per quanto diverso, è da considerare come
La spaziatura una versione autentica. La versione Berthold si basa sul disegno
del Walbaum di Walbaum destinato ai corpi maggiori, mentre quella Mo-
Berthold
digitale è stata notype sui disegni per i corpi piccoli, da testo.
largamante Ciascuno dei grandi disegnatori di caratteri romantici ha
modificata per
produrre le font avuto una influenza sul xx secolo. Il fantasma di Firmin Didot
usate qui. è presente nell'Univers di Adrian Frutiger, il fantasma di Bodoni
aleggia nel Futura di Renner, e lo spirito di Walbaum vive in al-
cune delle ultime prove di Hermann Zapf. Ciascuno di questi
esempi implica però un vero salto creativo, non una semplice
imitazione.
Il Walbaum è il solo carattere romantico di cui esista oggi
una versione fedele alla forma originale, pur essendo cambiato
anch'esso, poiché noi lo vediamo alla luce dei caratteri succes-
sivi, influenzati dalla sua opera (v. pag. 137).
Il Palatino
aa bb cc Linotype
digitale
(a sinistra)
e lo Zapf
Renaissance
(a destra).
ee ff gg
Il Palatino fu
progettato in
origine come
carattere di
fonderia; peso
e proporzioni
cambiano con-
nn oo tt siderevolmente
da corpo a
corpo. Lo Zapf
Renaissance è
stato disegnato
come font
AAHH
digitale: un
unico disegno
scalabile per
ogni misura.
Entrambi i
caratteri sono
presentati qui
abcdefghijklmnopqrstuvwxyz nei corpi
72 e 18.
abcdefghijklmnopqrstuvwxyz
1234567890
1234567890
ABCDEFGHIJKLMN
ABCDEFGHIJKLMN
OPQRSTUVWXYZ
OPQRSTUVWXYZ
251
abcefghijop 123 AO abcefghijop
~ the_, qJlCU §j fs§ C.Yz:f
252
o al massimo con assottigliamenti modesti, divennero emblemi Molti caratteri
della Repubblica. Questo collegamento fra lettere lineari e mo- gotici rotunda e
greci incisi negli
vimenti populisti o democratici ricorre spesso, nell'Italia del Ri- anni Sessanta e
nascimento cosl come nel Nord Europa del XVIII e XIX secolo. Settanta del xv
secolo hanno
I primi caratteri tipografici lineari vennero incisi nel XVIII forme senza
secolo, per alfabeti non latini. Nel1786, a Parigi, venne inciso un grazie, ma
nessuno è
carattere latino lineare per Valentin Haiiy, si trattava però di un
completamente
carattere destinato a essere invisibile: doveva essere stampato a lineare. (Un
secco, ossia senza essere inchiostrato, per produrre una impres- esempio recente
di questo genere
sione in rilievo sulla carta, in modo da essere letto con le dita dai ~ il San Marco
ciechi. Il primo carattere lineare per vedenti, inciso da William di Karlgeorg
Hoefer,
Caslon IV a Londra intorno al1812, si basava sulle forme di let- v. pag. 266.)
tere usate per le insegne, e prevedeva soltanto il maiuscolo. I
primi caratteri lineari bicamerali (formati da maiuscolo e mi-
nuscolo) furono incisi a quanto pare a Lipsia verso il182o. L"importaru.a
Per la maggior parte, i caratteri lineari del XIX secolo sono del corsivo di
Hatiy è stata
scuri, grossolani e compatti. Queste caratteristiche traspaiono segnalata per la
anche in caratteri come Helvetica e Franklin Gothic, a dispetto prima volta da
James Mosley.
dell'assottigliamento dei tratti e delle rifiniture apportate con il Per avere
passare del tempo. Questi caratteri sono un ricordo culturale dei ulteriori dati
sulla storia delle
giorni più cupi della Rivoluzione Industriale. lettere senza
Durante il xx secolo i caratteri lineari hanno avuto una evo- grazie, vedi il
luzione verso forme più raffinate che sembra essere basata su tre suo saggio:
The Nymp!1 and
fattori. Uno è lo studio delle iscrizioni greche arcaiche, con i loro tlte Grot, in
tratti agili e leggeri e le loro aperture ampie. Il secondo è la ri- "Typographica",
n.s. 12., 1965, e
cerca della geometria pura: la meditazione tipografica sul cer- Nicolete Gray,
chio e la linea, e quindi sulle figure geometriche più complesse. A Hisroryof
Il terzo è lo studio della calligrafia rinascimentale e delle forme Lenerirrg.
Oxford, 1986.
umanistiche, di vitale importanza per lo sviluppo sia delle lettere
con grazie sia di quelle senza grazie. A uno sguardo retrospet-
tivo, appare chiaro che i disegnatori di caratteri e i fonditori sono
stati per anni riluttanti di fronte all'idea di tracciare una lettera
umanistica e privarla delle grazie. Se ciò viene fatto tutto accade
e nulla accade: se il tratto possiede un suo spessore, anche la ter-
minazione del tratto ha una sagoma e una forma, che prende il
posto della grazia.
253
pie e un corsivo inclinato di soli 6°, maiuscoletto e numeri mi-
f
Esselte Letraset in formato digitale. Il tratto, che a prima vista
può sembrare monotono, è ricco di minime variazioni di spes-
sore, come nella maggior parte dei caratteri lineari da testo. Il
corsivo mantiene l'aspetto manierato, creato ad arte, dei suoi
modelli neoclassici, ma rimane ancora un corsivo. Il carattere
comprende maiuscoletto e numeri minuscoli. La font corsiva
comprende anche i numeri minuscoli corsivi (benché nascosti).
A o abcdefghijklmnopqrstuvwxyz
Flora F /o Carattere disegnato da Gerard Ungers, prodotto da
Rudolf H eli nel1985 e su licenza dalla ITC nel1989. È un auten-
tico corsivo lineare, ed è stato, credo, il primo corsivo lineare ad
avvicinarsi alle forme cancelleresche. Può essere usato bene da
f
solo, ma è stato progettato per accompagnarsi con i caratteri
Praxis (lineare tondo) e Demos (con grazie, tondo e corsivo)
dello stesso autore. A causa della sua inclinazione di appena 2,5•.
il Flora funziona meglio con il Praxis, quando si tratta di com-
porre blocchi di testo separati.
Ungers si è espresso in modo convincente sull'importanza
V. Gerard Ungers, delle orizzontali nei suoi disegni di caratteri. Egli associa il forte
Dutclt Landscapc andamento orizzontale dei caratteri Hollander e Swift con il
wirlz Lcttcrs,
in Gravisie, n. 14, paesaggio olandese, in cui egli vive. Ma nella gran parte dei suoi
Utrechl, 1989, corsivi, compresi Swift, Hollander e Flora, sembra che siano le
pagg. 29-52.
verticali a prevalere (v. anche a pag. 258).
254
propria come carattere tipografico. Ciò che gli manca dal punto
di vista deUa struttura umanistica è compensato dalla sua strut-
tura geometrica aperta e fresca, dalle ampie aperture e dall'equi-
librio. È un carattere che si accompagna particolarmente bene
con il Méridien deUo stesso autore, benché le due famiglie non
siano state progettate per essere utilizzate insieme e rispetto alla
dimensione deU'occhio medio i due caratteri non risultino pro-
porzionati. Il cosiddetto corsivo non è altro che un tondo incli-
nato. Il carattere comprende due varianti di larghezza (normale
e stretto) e anche un'ampia gamma di varianti di peso (v. anche
f
alle pagg. 112, 258, 259).
f
Futura M Carattere disegnato da Pau) Renner nel 192.4-26 e
prodotto dalla fonderia Bauer di Francoforte nel1927. È un ca-
rattere disegnato finemente, che è stato copiato con esiti dise-
guali in molte circostanze, sia come carattere in metaUo sia per
la fotocomposizione e il formato digitale. Nemmeno tutte le va-
rianti di peso aggiunte negli anni aUa famiglia di caratteri sono
state disegnate da Renner.
Per quanto geometrico, il Futura è uno dei caratteri lineari
più armoniosi e ritmici mai realizzati. Le sue proporzioni sono
aggraziate e umane e, come tutti i lineari qui esaminati, è adatto
per comporre testi estesi (questo non vuole comunque dire che
sia adatto a ogni tipo di testo). Uno degli ostacoli che si frap-
pongono al suo uso neUa composizione del testo è la mancanza
di numeri minuscoli, che erano previsti dal progetto di Renner,
ma non furono mai prodotti in metallo. Per realizzare la font
presentata qui sono stati aggiunti nuovi numeri, basati sui dise-
gni di Renner (v. anche aUe pagg. 14, 112, 139, 212, 258).
255
Gill Sans, benché esso richieda uno sviluppato senso del peso e
della misura. I numeri minuscoli, assai utili nel comporre testi,
sono stati prodotti privatamente, ma mai realizzati dalla Mo-
notype stessa (v. anche a pag 258).
e
fonderia Klingspor di Offenbach nel1927-30, con molte varianti
di peso. Nel progetto originario di Koch le varianti più chiare
hanno un occhio medio più piccolo rispetto a quelle più nere.
L'intera serie fu ridisegnata nel1986 dalla ITC, uniformando la
misura dell'occhio nella sua forma più grande. Attualmente esi-
ste una versione digitale di entrambe le versioni.
e
Legacy Sans D Carattere disegnato da Ronald Arnholm e pro-
dotto attraverso la JTC nel1992. Per quanto ne sappia, rappre-
senta l'unico tentativo compiuto di creare una versione lineare
del carattere tondo di Nicolas )enson. Arnholm ha iniziato dise-
gnando una versione con grazie del carattere, operando in que-
sta fase alcuni drastici cambiamenti alle proporzioni del mo-
dello, pur mantenendo la somiglianza. Il corsivo non si basa su
quello dell'Arrighi ma sul gros romain di Garamond. I tratti
sono decisamente modulati, rispetto alla maggioranza dei carat-
teri lineari, inoltre il disegno comprende sia il maiuscoletto sia i
numeri minuscoli (v. anche alle pagg. 235, 258).
257
abcdefghiiklmnopqrstuvwxyz
FUTURA: Caratteri corsivi: nessuno o
abcdefghijklmnopqrstuvwxyz
FRUTIGER: Caratteri corsivi: nessuno o
Qr~ozieme di
corsivizzazione abcdefghijklmnopqrstuvwxyz
di tredici OPTI MA: Caratteri corsivi: nessuno o
caratteri
lineari 'corsivi' abcdefghiiklmnopqrstuvwxyz
SYNTAX: Caratteri corsivi: bcdpq
abcdefghijklmnopqrstuvwxyz
Il carauere Flora CILL SANS: Caratteri corsivi: abcdfpq
~ nel corpo 17, il
Lucida Sans nel
16, tutti gli altri abcdefghijklmnopqrstuvwxyz
nel corpo 18. MYRIAD: Caratteri corsivi: abcdegpq 8
abcdefghijklmnopqrstuvwxyz
liTriplex
corsivo c il
cASPARI: Caratteri corsivi: abcdeghmnpq 11
GoudySans
corsivo hanno il
punteggio più
a bcdefg hUkl m no pq rstuvwxyz
alto, che non FLORA: Caratteri corsivi: abcdefghmnpqru 14
corrisponde ad
alcun premio,
anzi, questi due abcdefghijklmnopqrstuvwxyz
caraltcri
ottengono tale LUCIDA: Caratteri corsivi: abcdefghmnpqru 14
punteggio in
modo opinabile.
Entrambi
abcdefghijklmnopqrstuvwxyz
mantengono scALA SAN s: Caratteri corsivi: abcdejhmnpqluvwy 16
forme di grazie
residue.
Se si eliminano
queste grazie,
abcdefghijklmnopqrstuvwxyz
alcune lettere LECACY SANS : Caratteri corsivi: abcdefghkmnpqrtuy 17
-i e/, ad
esempio- non si
potrebbero più abcdefghijklmnopqrstuuwxyz
considerare
couov SANS : Caratteri corsivi: abcdefhiklmnpquvwxyz 20
corsive.
abcdefghijkfmnopqrstuvwxyz
T R1PL EX: Caratteri corsivi: abcdefghiklmnopqrtuvwxyz 24
258
1 soNo coRSIVI che non sono affatto corsivi. Altri invece lo
bb pp rr· bb pp rr
Nel Frutiger (sopra , a sinistra) le forme inclinate di b, p ed r non sono più
corsive di quelle diritte. Nel Legacy Sans (sopra, a destra) le forme obli-
que sono nettamente corsive: si distinguono dalle corrispor'ldenti forme
tonde per la struttura oltre che per l'inclinazione.
La g può essere corsiva o meno, a prescinder" dal fatto che abbia la
forma binoculare tipica del tondo con grazie o quella monoculare tipica
sia del corsivo cancelleresco come il Trinité sia dei lineari realisti come
I'Helvetica.
gg gg g· gg gg g
2 4 6
Nel carattere Sintax (1), la g inclinata mantiene le stessa forma non cor-
siva del tondo. Nel Legacy Sans (2), la g corsiva si distingue di più da
quella tonda: è più dinamica oltre che inclinata. La g deii'Eizevir DTL cor-
sivo (3) - un carattere barocco con grazie che si basa sull'opera di
Christoffel va n Dijck- fornisce un termine di paragone. La g del Frutiger
(4) è monoculare ma non corsiva, anche quando è inclinata. Nel Ca spari
ital i c di Gerard Oaniels (S), la forma della g è autenticamente corsiva,
come nel Méridien corsivo.
259
abcefghijop 123 AO abcefghijop
a
Myriad D Carattere disegnato da Robert Slimbach e da Caro(
Twombly; prodotto dalla Adobe nel1991. Possiede come il Fru-
tiger raffinate e aperte forme geometriche e manca del maiusco-
letto e dei numeri minuscoli, ma a differenza del Frutiger ha un
corsivo autentico. Nella sua versione multiple master peso e lar-
ghezza possono essere liberamente variate. Esistono anche due
versioni giocose, Myriad Sketch e Myriad Tilt, utili per allegge-
rirne il tono oppressivo di tecno-perfezione (v. pag. 258).
260
abcefghijop 123 AO abcefghijop
Shannon P Carattere disegnato da Kris Holrnes e Janice Prescott
Fishman e prodotto in origine dalla Compugraphic nel 1981
come carattere per la fotocomposizione. L'asse delle lettere (da
non confondere con l' asse del tratto) è umanista. e le aperture
sono larghe. Una leggera svasatura e piegatura dei tratti contri-
buisce ad accentuare l'aspetto umanistico del disegno. e rivela
a
una struttura che si richiama a forme di lettere lineari che siri-
trovano nel Libro di Kells. Numeri minuscoli e maiuscoletto
sono stati realizzati in versione digitale dali'Agfa; al posto di un
vero corsivo però c'è un tondo inclinato.
a
Stone Sans c Carattere disegnato da Sumner Stone e prodotto
dalla Adobe nel1987 e su licenza dalla ITC nel1989. L'asse varia,
l'occhio medio e l'apertura sono ampie. Fa parte dell'estesa fa-
miglia di caratteri Stone, che comprende le serie con grazie, li-
neare, 'in formale' e fonetica. La sua forza sta nelle possibilità ti-
pografiche legate alle relazioni fra gli elementi della famiglia.
Maiuscoletto enumeri minuscoli sono stati realizzati di recente
dalla ITC (v. anche a pag. 245).
a
dalla fonderia Stempel nel1969. Il tondo è un autentico lineare
neo umanista che rivela chiaramente forme rinascimentali. Il
corsivo però è un ibrido, fondamentalmente si tratta di un
tondo inclinato. Un'osservazione attenta rivela che anche il
tondo è leggermente inclinato: l'inclinazione del corsivo è di n•
e quella del tondo prossima a mezzo grado . Per quanto possa
sembrare poco, mezzo grado è sufficiente a dare alle forme una
vitalità e un movimento percepibili. Il tratto è modulato fine-
mente, nelle terminazioni è tagliato secondo diversi angoli. Esi-
stono diverse varianti di peso, ma come per ogni disegno neo
umanista, anche in questo caso le varianti più scure del nero ri -
sultano distorte. Il Sintax è stato uno dei primi caratteri lineari
del suo genere e, a mio parere, è ancora tra i miglio ri ro mani li-
neari mai realizzati. I suoi limiti nel comporre testi, sono rap-
l caratteri Scala
aa bb cc
e Scala Sans di
Martin Majoor
nei corpl
74 e 18.
le due forme
di Scala sono
e e ff gg
strettamente
collegate e
ampiamente
compatibili,
benché non
manchino
molte sottili
nn oo tt
differenze.
Eliminare le
grazie ad un
alfabeto
modifica la
larghezza
relativa dei
caratteri, e
questo modifica
il loro ritmo.
Nello Scala
tondo, ad
esempio,
AAHH
le maiuscole abcdefghijklmnopqrstuvwxyz
senza grazie
sono sempre abcdefghijklmnopqrstuvwxyz
più strotte di
quelle con 1234567890
grazie. Anche il
minuscolo è 1234567890
leggermente più
stretto, ma ciò ~ ABCDEFGHIJKLMN
soprattutto
dovuto alla ABCDEFGHIJKLMN
verticalità delle
aste nelle lettere OPQRSTUVWXYZ
da h a n.
OPQRSTUVWXYZ
aa bb cc
Nello Scala
corsivo,
molte lettere
minuscole di
fatto sono più
larghe nella
variante lineare
ee jj gg
che in quella
con grazie,
benché nel
complesso
l'alfabeto sia
più stretto. Lo
Scala Serif ha
nn oo tt
un tratto
distintamente
modulato,
mentre lo Scala
Sans ~
ottica mente
monocromo.
AAHH
ln entrambe le
forme si
riscontrano
tratti
assottigliati e
allargati (l'arco
abcdefghijklmnopqrstuvwxyz della a tonda, il
trattino della e
abcdefghijklmnopqrstuvwxyz tonda e la g
tonda e corsiva,
1234567890 ad esempio).
Tuttavia la
1234567890 modulazione
dei tratti nelle
ABCDEFGHIJKLMN lettere lineari
non ~ mai cosi
ABCDEFGHIJKLMN evidente come
nelle lettere con
OPQRSTUVWXYZ grazie.
OPQRSTUVWXYZ
A proposito presentati dalla mancanza di maiuscoletto e numeri minuscoli,
della variante
e dal carattere ibrido del corsivo.
nativa americana
del Syntax, Nel1981 Charles Bigelow e Chris Holmes hanno realizzato una
v. Dcii Hymcs, variante estesa del Sintax, espressamente per comporre le lingue
Vicroria
Howard's native americane (v. pag. 258 ).
'Girskux and Hi.s
O/der Brotl.er', in
10.4 CARATTERI GOTICI
Brian Swann,
(a cura di),
Smoothing the I primi caratteri incisi in Europa, inclusi quelli usati da )ohann
Grormd: Ess•ys
011 Narive Gutenberg, furono gotici. Allora erano in auge scritture e carat-
Amcric•rr Orni teri di questo tipo lungo tutta l'Europa settentrionale, e in al-
Liura"ture,
Berk<iey, 1983. cune forme anche in Italia. Esse costituiscono il corrispondente
grafico dello stile gotico in architettura, e soprattutto in Germa-
nia hanno mantenuto a lungo la loro influenza.
Oel}eeftl}ponegl}manOetOieutm
l}ogl}mopge~amisinlul}teiJae
Omgl}mi OietnOUptlmtitlitltti m
in bit fcl}mtt bee boote.om teltpbi
Carattere textura corpo 14 inciso da Henric Pieterszoon, forse ad
Anversa nel 1492. (Le matrici di questo carattere- probabilmente il
più antico assortimento di matrici pervenuto a noi -sono conser-
vate presso il Museo Enschedé di Haarlem.)
AO ibçbqgbijklmnopqrstfwwxyz ~
Clairvaux D t il gotico dei monaci bianchi. L'Abbazia cister-
cense di Clairvaux, a metà strada tra Parigi e Basilea, fu fondata
da S. Bernardo nelm5 e prosperò per tutto il xn secolo. Questo
carattere, che ne riprende il nome, disegnato da Herbert Maring
e prodotto in formato digitale dalla Linotype nel1990, possiede
tutta la semplicità che l'antico ordine cistercense ha abbracciato.
Inoltre, più di ogni altra versione tipografica della scrittura ba-
starda è vicino alle forme della minuscola carolina, e quindi più
leggibile agli occhi moderni rispetto alle altre gotiche.
cf\<!) a6çbèfgfjijftfmnopqrstÙt>WJ.YZ ~
Due de Berry D Carattere di forma bastarda francese chiara, di-
f
segnato da Gottfried Pott e prodotto in formato digitale dalla Li-
notype nel1991. Sono del parere che )ean de France, il Duca di
Berry (1340-1416), avrebbe considerato familiare la forma di
queste lettere, che comunque non sono basate sulla scrittura di
nessuno dei preziosi Libri d'Ore che egli possedette.
A O abcdefghijklmnopqr,etuvwxyz;
Goudy Thirty M Uno degli ultimi caratteri disegnati da Frede-
ric Goudy, concepito apertamente come un monumento a sé
stesso. (TI1irty nel gergo giornalistico anglosassone sta per 'fine
della storia'.) Lo stile è quello di una scrittura rotunda chiara e
semplice; disegnato nel1942, è stato prodotto dalla Lanston Mo-
notype nel1948 e ora, attraverso la Lanston Type Corporation,
è disponibile in formato digitale. Ne esistono due versioni, che
differiscono per la forma delle lettere a, s, w e di molte lettere
maiuscole.
266
l\ abtbtfgbiitdmnopqtfstuuro~;
Trump Deutsch M Carattere disegnato da Georg Trump e pro-
dotto in metallo dalla fonderia Berthold nel1936. È un carattere
textura nero, ampio, concavo, spoglio di ornamenti e vigoroso.
Sia il maiuscolo sia il minuscolo hanno forme aperte e facil-
mente leggibili. Non ne esiste una versione digitale. Sfogliando
il libro degli
specimen
m
disegno di questo carattere textura stretto e decorativo, e gli
diede questo nome per ricordare il coproprietario, deceduto da
poco, della fonderia Klingspor, dove egli lavorava come dise-
gnatore capo. La versione digitale non comprende tutti i glifi al-
ternativi presenti nelle belle versioni in metallo.
10.5 ONClALI
La scrittura onciale fu ampiamente usata dai copisti europei dal Si dice spesso
che il termine
IV al IX secolo d. C., sia per il latino sia per il greco, ma ai tempi
onciale (dal
di Gutenberg era ormai svanita dall'uso comune. Non esistono Ialino unda)
versioni tipografiche delle scritture onciali anteriori al XIX se- corrisponda a
unghia, o
colo, e si trattava di caratteri realizzati per pubblicazioni di stu- pollice, in realtà
dio o antiquarie. Nel xx secolo però, molti disegnatori di carat- una traduzione
più appropriata
teri - Sjoerd de Roos, William A. Dwiggins, Frederic Goudy, sarebbe misura
Gi.inther Gerhard Lange e Oldfich Menhart, fra gli altri- si sono piccola o
interessati alle forme onciali e Victor Hammer, artista e stam- modello piccolo.
patore, ha dedicato a esse la sua vita.
La scrittura onciale è unicamerale, prevede solo le forme
maiuscole, ma le onciali recenti non sempre rispettano questo
dato storico. Le prime onciali, come quelle recenti, potevano es-
sere modulate o monocrome, a volte graziate, a volte no. Il loro
uso è limitato soprattutto a titoli e insegne, ma alcuni caratteri
sono abbastanza posati da adattarsi anche a testi estesi.
A O abcòe.J=gbijklrnnopqflstuvwxyz
American Uncial M È il quarto carattere disegnato da Victor
Hammer, il secondo di quelli per cui incise personalmente i
punzoni, il primo realizzato dopo il suo trasferimento negli USA
dall'Austria nel1939. Hammer disegnò solo caratteri onciali, di
cui due bicamerali, questo e il Pindar, realizzato in precedenza.
L'American Uncial venne fuso privatamente a Chicago nel1945,
prodotto poi a livello industriale dalla Klingspor e commercia-
lizzato in Europa con il nome di Neue Hammer Unziale. Ne esi-
stono versioni digitali, ma la situazione è confusa poiché anche
altri caratteri di Hammer, benché differenti, sono presenti in
Oncia/i commercio con lo stesso nome.
i.açOÈf:GblJklCDNOPQRSTUVWXYZ
Omnia D t. un onciale con grazie leggere, rotondo, animato,
AI3CbEFGhiJ1<1MNOPQRSt:li\7WXYZ
Solemnis M È un onciale con grazie, squadrato, con asse uma-
nista, disegnato da Giinther Gerhard Lange e prodotto per la fu-
sione in metallo dalla Berthold nel1953.
268
rattere romano appaiono come un tentativo di integrare carat-
tere da stampa e scrittura, ovvero glifico e grafico. Questo spiega
in parte perché sia difficile classificare un carattere come il Poe-
tica. Si tratta di uno scritto o di un corsivo solitario (senza il suo
tondo)?
Gli scritti hanno prosperato come caratteri di fonderia, da Sulla storia dei
fotocomposizione e digitali, e molti raffinati designer, come primi caratteri
scritti, v. Stanley
Imre Reiner, hanno centrato la propria attenzione solo sugli Morison,On
scritti. Nel mondo della stampa tipografica commerciale, questi Script Types. in
"The Fleuron• 4,
caratteri però hanno avuto un'importanza particolare che in London, 1921,
quello della stampa offset non hanno. È costoso riprodurre let- pagg.1-41.
tere scritte fatte a mano con la stampa in rilievo. Grazie alla
scansione digitale o alla fotografia è invece facile inserire scritte
calligrafiche nei lavori destinati alla stampa offset. Per questo
oggi la migliore scritta destinata a completare una pagina tipo-
grafica sarà probabilmente una scritta realizzata ad hoc.
Esistono dozzine di eccellenti caratteri scritti. Fra questi
Marigold e Visigoth di Arthur Baker, Choc e Mistral di Roger
Excolfon, Salto e Saltino di Karlgeorg Hoefer, Derby e El Greco
di Gunther Richard Lange, Squire di Michael Neugebauer, Vi-
valdi di Friederich Peter, Matura e Pepita di !m re Reiner, Calfish
e Sanvito di Robert Slimbach, )aguar e Palomba di Georg
Trump e Venture e ZapfChancery di Hermann Zapf. Ho scelto
di illustrare qui solo una manciata di caratteri scritti che mi in-
teressano in modo particolare. Due di questi, Eaglefeather e
Tekton, sono scritture architettoniche e avrebbero potuto essere
inclusi tra i caratteri da testo. Ho preferito inserirli tra questi per
quello che essi riveiano del processo di transizione dalla scrittura
alla stampa, dalla scrittura al carattere tipografico e dal carattere
scritto a quello romano e corsivo.
tfl O ~~c~e{.5J'jkl-,.,~,,,.st~v~l"/z;
Il nome Lege11de M È una scrittura larga, scura, staccata, con un occhio
civilirt deriva dal medio piccolo ma assai leggibile. Disegnato da Ernst Schneidler
fano che il
carattere di e prodotto dalla fonderia Bauer di Francoforte nel1937, è uno
Granjon fu usato dei migliori esempi moderni di un genere di caratteri scritti ma-
per comporre la
traduzione nieristi inaugurato da Robert Granjon a Lione nel1557, definito
francese di un dai tipografi civilité.
fortunato testo di
Desiderius
Erasmus,
Dc civilitate
1110r11m puerililtm
libellus. 011di11e M Carattere disegnato da Adrian Frutiger e prodotto in
origine da Deberny & Peignot a Parigi nel1954, è un carattere
scritto scuro ma aperto, nitido e staccato (un'ondina è una ninfa
del mare, e questo carattere è pieno di onde).
AO obcdefgl.ijklmnopq~"sh.wwxyz
Present M Carattere disegnato da Friederich Sallwey e prodotto
dalla fonderia Stempel di Francoforte nel1974; richiama una
scrittura tracciata a pennello, chiara, aperta e staccata. La fami-
glia è stata ampliata nella versione digitale in modo da includere
le versioni normali e strette in tre varianti di peso.
m
Tekton o Carattere disegnato da David Siegel e prodotto dalla
Adobe nel1989; si basa sullettering dell'architetto Frank Ching.
La versione multiple master (modifica bile rispetto agli assi della
largltezza e del peso) è stata realizzata nel1992, la versione GX nel
1995. Nei corpi piccoli il Tekton può avere le funzioni di carat-
270
tere lineare. Nei corpi grandi le sue terminazioni diventano ben Il libro di Ching
è manoscritto solo
visibili, con la loro forma arrotondata. Si tratta fondamental- nelle prime due
mente di un unico alfabeto, non di due, poiché al posto del cor- edizioni. La terza
sivo c'è una forma inclinata del tondo. Si può vedere la scrittura (1996) è composta
in Teklon digitale
di Ching alla base di questo carattere nel suo libro Architectural semicondensed.
Graphics (New York, 1975; l" ed. 1985), che riproduce pagine
manoscritte dall'autore.
l ,, ' ' , ,
Ò.('tU"«VTI Jt ru:xp«Jtftt1V«.T«71'11 p.l&
sdç ~ !hÒP, ~ .~hÒç ltJ Ò'l\9y@-'.
Tre antichi caratteri greci. Sopra: il greco Complutensiano, corpo 16 di-
ritto, inciso da Arnaldo Guillén de Brocar ad Alcalà de Henares, vicino a
Madrid, nel1510. Al c~ntro: il corsivo corpo 10 inciso da Francesco Griffo
a Venezia nel1502 (qui è ingrandito due volte rispetto alla misura reale).
In basso: greco cancelleresco corpo 18 inciso da Robert Granjon intorno
al156o.
272
centinaia, e in alcuni casi anche più di mille. Molti artisti hanno
inciso caratteri greci cancellereschi, da Garamond a Caslon, ep-
pure i disegnatori di caratteri neoclassici e romantici- compresi
Baskerville, Bodoni, Alexander Wilson e Arnbroise Firmin-Di-
dot- ritornarono alle forme corsive semplici. Il greco corsivo di
Firmin-Didot è ancora usato comunemente in Francia e in Gre-
cia, mentre nel mondo di lingua inglese il carattere greco corsivo Sfogliando
più usato è quello di Richard Porson, che risale alt8o6. il libro degli
I caratteri greci modernisti, come l'Antigone disegnato da specimen
Jan van Krimpen,l'Heraklit di Hermann Zapf e il Minion greco
di Robert Slimbach (non ancora completato), hanno aperto una
nuova fase nella storia dell'alfabeto greco, unendo la struttura
umanistica dell'alfabeto romano e corsivo alle forme del minu-
scolo greco. Ironia della sorte, questi caratteri si sono evoluti nel
momento in cui molti custodi istituzionali della cultura europea
si preparavano ad abbandonare lo studio dei classici.
Il greco ha maturato la sua evoluzione verso una forma bi-
camerale nel tardo medioevo. Il maiuscolo condivide le origini
con l'alfabeto latino, e più di metà delle lettere nella forma
maiuscola sono identiche (lo stesso vale per le lettere onciali la-
tine e greche). Invece il minuscolo greco ha subito una evolu-
zione differente. Esiste una grafia greca formale e posata, non
dissimile nello spirito dal minuscolo romano, ma l'usuale forma
minuscola greca è corsiva. Quindi la gran parte dei caratteri da
stampa greci sono come i corsivi rinascimentali: maiuscole di-
ritte appaiate a un minuscolo scorrevole e spesso inclinato.
Nella tradizione tipografica greca non si è sviluppato un vero ca-
rattere di supporto: un cara tte re che si distingua e contrasti con
l'alfabeto primario, così come il corsivo con il tondo.
I designer del xx secolo a volte hanno aggiunto varianti nere
o inclinate ai loro caratteri greci, a imitazione dei modelli latini.
Molti dei caratteri presentati qui sono però solitari. Sono stati
progettati per essere usati da soli o come disegni supplementari
essi stessi, per comporre il greco insieme al romano.
273
anche ad altri suoi caratteri come Romanée e Spectrum. Non ne
esiste una versione digitale, tuttavia l'Albertina greco di Chris
Brand ne è un discendente diretto.
apyòEl';I")91KÀJJVl,onpoçTU<pXlJJW
Caratteri Attika M l c Carattere greco lineare, disegnato nel1953 da Her-
greci mann Zapf per la fonderia Stempel. La Linotype ne ha realizzato
anche una versione per la composizione a macchina. Attika è
stato disegnato per accompagnare il Neuzeit, un lineare romano
di Wilhelm Pischner. t un carattere rigorosamente modernista,
geometrico, dall'occhio medio più ampio e più sinceramente li-
neare del Gill Sans greco. Manca una versione digitale.
274
le differenti relazioni dei due tipografi con tradizioni tipografi-
che diverse. I greci Didot sono opera di Ambroise Firmin-Didot,
il cui padre, Firmin Didot, incise i romani e i corsivi Didot più
rinomati. I caratteri romani, incisi nel pieno della Rivoluzione
Francese, hanno una struttura rigidamente razionalista, abban-
donato ogni ricordo della varietà del barocco. I caratteri greci
hanno invece un andamento mancino ripreso da quelli manie-
y
cisti e barocchi di Granjon, Jannon, Kis, Caslon e Fleischman. Le
A
lettere maiuscole sono apertamente schizofreniche, con grazie
digradanti neoclassiche nei tratti fini e grazie ad angolo roman-
tiche in quelli larghi. La versione digitale presentata qui è stata
realizzata nel1993 da Takis Katsoulides per la Greek Font So-
ciety di Atene (v. anche a pag. 119).
a~y6d~T)9tKÀflvsonpaTucpx~w
Gill Sans c Questo carattere fu realizzato intorno al1950 dai di-
segnatori della Monotype, non da Eric Gill in persona, con il
fine di affiancare il Gill Sans romano. Già il romano fu assai mo-
dificato rispetto ai disegni di Gill, per questo il greco risulta dop-
piamente lontano dal suo eponimo. Si tratta comunque di un
disegno molto pulito. Il minuscolo, come il corrispondente ro-
mano, comprende alcuni residui di grazie. Esistono tre varianti
di peso (chiaro, normale e nero) sia diritte sia inclinate.
275
greco per titoli chiamato Phidias: la controparte greca del Mi-
chelangelo di Zapf. Non ne esiste ancora una versione digitale,
nonostante la sua necessità appaia scontata.
277
a6Br,LJ,e)Ko<f> 123 AO a6BzÒe31(ocfi
Baskerville M John Baskerville non disegnò mai un carattere ci-
rillico, ma la Monotype ha realizzato versioni cirilliche del suo
carattere tondo e corsivo, sia in metallo sia in formato digitale.
Questo disegno di spirito occidentale e illuminista risulta ap-
Caratteri propriato a molti tesù russi dal xvm secolo in avanti: una scelta
cirillici naturale, specialmente per edizioni bilingui ove il Baskerville
romano sia adatto per la traduzione.
a6Br,u;e)l(3l·UfKJIMHOnpcry<J>xu'iwlU'bblb310R
Z79
Ariadne M Iniziali calligrafiche disegnate da Gudrun Zapf-von
Maiuscole H esse e prodotte dalla fonderia Stempel nel1954. Nei corpi da
Lapidarie e testo queste iniziali si adattano particolarmente bene al carattere
calligrafiche Diotima, della stessa autrice; nei corpi grandi con altri caratteri
neoumanisti come Nofret, Palatino e Aldus.
ABCDXYZ
Augustea Mie Maiuscole epigrafiche formali, con grazie acute,
nel disegno di Aldo Novarese e Alessandro Butti, prodotte dalla
fonderia Nebiolo di Torino dal1951. Ne esiste una versione con
aste filettate, l'Augustea Filettata, e una successiva completa di
minuscolo, l'Augustea Nova.
ABCDEFGH
IJKLMNOPQR
STUVWXYZ
Castellar c Maiuscole con aste filettate in modo asimmetrico, in
modo che i tratti appaiono chiari a sinistra e scuri a destra. Di-
segnato da )ohn Peters e prodotto dalla Monotype nel1957 (v.
anche alle pagg. 70, 168).
ABCDEFGHIJKLM
NOPQRSTUVWXYZ
Charlemagne o Maiuscole caroline, derivate da titoli e lettere
versali carolinge risalenti al 1x e x secolo; è stato disegnato da
Caro! Twombly e prodotto nel 1989 in forma digitale dalla
Adobe (v. anche a pag. 126).
280
AB C D EF ~ H 1J K L M-
ÀKMNR..VVXYl_
NOPQ_RSTUVWXYZ
Herculanum D Carattere disegnato da Adrian Frutiger e pro- Sfogliando
dotto dalla Linotype nel1990. Prevede molte varianti di forma. il libro degli
Prende il nome dalla città di Ercolano, distrutta nel 79 d.C. specimen
dall'eruzione del Vesuvio. Il carattere si basa su modelli di scrit-
tura romana in formali e non ufficiali de! I e 11 secolo, che hanno
rappresentato una fonte di ispirazione costante per Frutiger. Le
maiuscole del suo carattere Ondine (pag. 270) disegnate intorno
al1950, derivano dalla stessa fonte (v. anche a pag. 150).
ABCDEFGH IJ KLM
NOPQRSTUVWXYZ
Lithos D Maiuscole lineari con tratto leggero e ampie aperture,
basate su modelli epigrafici greci arcaici. Il disegno è di Caro!
Twombly, prodotto dalla Adobe in diverse varianti di peso. I
tratti hanno modulazioni delicate. Un predecessore importante
di questo carattere è l'oggi dimenticato Pericles, prodotto dalla
A TF nel1934 (v. anche a pag. 150).
ABBAGGIIL&J!-~MTTTT
ABCDEFGHIJKLM
NOPQRSTUVWXYZ
YYllAlvEU:VTTlPH&C
Mantinia D Carattere complesso, basato sulla forma delle let-
tere usate da Andrea Mantegna (1431-1506) nei suoi dipinti.
Andrea del Castagno, Beato Angelico e altri artisti del xv secolo
dedicavano altrettanta cura alla forma delle lettere quanto a
quella delle figure umane, ma nessun altro pittore del Rinasci-
mento fu più attento all'alfabeto di Mantegna. Il carattere che gli
rende onore è stato disegnato da Matthew Carter e prodotto da
Carter & Cone nel1992.
281
ABCBCD
Michelangelo e Sistina M Due serie di maiuscole disegnate da
Hermann Zapf come serie complementari a Palatino e Aldus.
Maiuscole Nella loro versione originale sia il luminoso ed energico Miche-
Lapidarie e langelo sia il più oscuro ed ecclesiastico Sistina furono incisi da
calligrafiche August Rosenberger e prodotti dalla fonderia Stempel nel
1950-51. La serie è completata da un terzo elemento, il Phidias,
corrispondente greco del Michelangelo.
ABCDPQR
Morrument M Maiuscole con ampia filettatura, opera di Oldrich
Menhart, incise nel1950 dalla fonderia Grafotechna, a Praga. La
staticità imperiale delle lettere epigrafiche latine è trasformata
dalla mano di Menhart in una sorta di nobile danza popolare.
ABCI>EFGHIJKLMN
OPQRSTUVWXY'Z
Neuland M Maiuscole scure, scabre, senza grazie, disegnate e
incise da Rudolf Koch e fuse in metallo dalla fonderia K.lingspor
nel1923. Koch incise i punzoni a mano libera, senza disegni di
riferimento, per questo nella versione di fonderia ogni corpo ha
le sue particolarità uniche. Queste caratteristiche sono andate
perdute in tutte le versioni digitali esistenti.
AB<DEFGHIJKLM
N O PQ RSTVVWXYZ
Rusticana o Fa parte di un gruppo di tre caratteri disegnati da
Adrian Frutiger sulla base dei modelli più popolari di scrittura
riscontrabili nelle iscrizioni romane imperiali. Gli altri due sono
I'Herculanum e il Pompeijana. Le forme del Rusticana si rifanno
a modelli delrv e v secolo (v. anche a pag. 150).
262
A Iffi ([ JD) IE IF CG lHI II ] lK IL M
N O JID QIR § 1rVVWXY Z
Smaragd o Maiuscole con aste filettate leggere ma possenti, di-
segnate da Gudrun Zapf-von Hesse e prodotte dalla fonderia
Stempel nel 1952. Il nome significa smeraldo: la materia sulla Sfogliando
quale erano incisi, secondo la leggenda, i segreti di Ermete Tri- il libro degli
smegisto, l'incarnazione greca di Thoth, il dio egizio inventore specimen
della scrittura.
~o\A B C DE FG H IJ K Lffi M
N O PQ.RSTUVWXXYZ
Sophia o Carattere disegnato da Matthew Carter e prodotto nel
1993 dalla Carter & Cone. Questo complesso carattere con le sue
numerose varianti nella forma delle lettere si basa soprattutto
sull'iscrizione di una croce bizantina del v1 secolo, prodotta a
Costantinopoli e donata al Vescovo di Roma dall'Imperatore
Giustino 11 e dalla moglie, divenuta in seguito reggente, l'Impe-
ratrice Sofia (v. anche alle pagg. 191-192).
ABCDEFG H IJ KLM
NOPQRSTUVWXYZ
Trajan D Maiuscole con grazie, ispirate all'iscrizione posta alla
base della Colonna Traiana, incisa all'inizio del11 secolo d.C.; è
stato disegnato da Caro! Twombly e prodotto in forma digitale
dalla Adobe (v. anche a pag. 126).
ABCEEFABC
Weiss Initials H Disegnate da Emil RudolfWeiss nel1925 e incise
da Louis Hoell presso la fonderia Bauer per affiancare il carat-
tere da testo di Weiss, il Weiss Antiqua, queste lettere iniziali
prevedono tre serie. La Serie 2 fu incisa in due varianti di peso e
comprende un certo numero di forme alternative.
lettere
Un tratto Due tratti modificate
'a sessivo [It' s =It is, ma ]ohn's = ]ohnes = ]ohr1 his =appartenente a
John]. Nella linguistica un apostrofo sovrapposto alla lettera (da
non confondere con l'accento acuto) è il simbolo standard della
glottalizzazione consonantica: I< rÌ1 p, etc. Per comodità questi
simboli vengono spesso convertiti in consonanti seguite da nor-
mali apostrofi: k' m ' p', etc.
Consonanti apostrofate in questo modo sono frequenti in tipo-
grafia. Le lettere d e t apostrofate (d'e t', che in maiuscolo di-
ventano D e T ) sono lettere dell'alfabeto in ceco; così come l'e
L'in slovacco. Mentre ch', k', )s', l', s', t', ti', ts', x', !' e le maiu-
scole corrispondenti (scritte con apostrofo e non con il caron)
sono lettere dell'alfabeto tlingit. Usati da soli gli apostrofi sono
presenti in molte lingue come indicazione di colpo di glottide.
V. anche colpo di glottide e virgolette.
286
(ove la croce indica l'anno di morte). Per la filologia e per altre
discipline indica forme ricostruite ipotetiche o fetali. L'asterisco
assume diverse forme ( "• * • •, ad esempio).~ comparso nella
prima forma di scrittura pittografica sumera e ha mantenuto la
a*
sua funzione tipografica per almeno 5000 anni.
288
colpo di glottide ll colpo di glottide è un suono, non una lettera,
però rappresenta un problema tipografico perché si tratta di un
suono comune e significativo per il quale l'alfabeto latino non
prevede un simbolo specifico. Per indicare questo suono i lin-
guisti usano il simbolo 1- un punto interrogativo incompleto-
a'a
ma il simbolo migliore da usare con il testo tondo e corsivo è
l'apostrofo. Nella lingua araba o ebraica romanizzata, si usa la
virgola inversa o virgoletta di apertura (') per rappresentare la
lettera 'ai n, il cui simbolo fonetico è t, e l'apostrofo (')per rap-
presentare lo hamza, o colpo di glottide. Quindi, il Corano in
arabo è al-Qur'tin, ma arabo è 'arab, e la famiglia è al-'a'ila. V.
anche apostrofo, virgola inversa e virgolette.
curi V. hoi.
290
scrive Oedipus, un tempo G:dipus. La legatura è quindi neces-
saria per rappresentare adeguatamente arcaismi deliberati e per
la correttezza delle citazioni di vecchie fonti, cosi come per scri-
vere correttamente parole francesi come hors d'ceuvre.
291
è intitolata Symfonia Piesni Zalosnyc/J, "Sinfonia dei Canti di
Dolore." È nota anche con il suo nome polacco, ew.
292
nasa! hook V. ogonek.
l93
paragrafo t: un simbolo molto antico, usato dai copisti medie-
vali per segnalare l'inizio di un paragrafo o di una nuova se-
zione di testo. Viene ancora usato in tipografia con diverse fun-
zioni, a volte come indice di riferimento. Le font ben disegnate
ne offrono spesso versioni interessanti- ((j! <f!,. 'l 1, invece
dell'abusata forma standard, ~. Il termine inglese è pilcrow.
294
per mille Parti per mille (61o/oo = 6,1%). Benché si incontri di
rado nei testi, ha un suo posto nel set di caratteri standard ISO. o/oo
primo Segno di abbreviazione per piede (1' = u") e per minuto
di arco (6o' = 1°). Primi e secondi possono essere verticali o in-
clinati, ma non dovrebbero essere confusi con le virgolette alte,
che in alcuni tipi di caratteri (soprattutto gotici fraktur) assu- 6o'
mono la forma di primi inclinati. V. anche secondo. Sono anche
definiti dumb quotes, virgolette mute, perché venivano utilizzati
con questa funzione nella macchina da scrivere.
297
solidus È la barra di frazione. Viene usata insieme ai numeri su-
periori e inferiori per comporre frazioni ad hoc. Il solido fu una
Sj g moneta imperiale romana, introdotta nel 309 d.C. da Costan-
tino. La libbra romana era composta di 72 solidi, e ciascun solido
di 25 denarii. Gli inglesi basarono sul modello romano la propria
monetazione imperiale e i suoi simboli- fJs!d, per pound, shi/-
ling e pence- e il termine solidus divenne non solo sinonimo di
shilling ma anche il nome della barra usata per scrivere i valori
in shilling e pence. (Dati il disegno e l'avvicinamento dei carat-
teri in moltissime delle moderne font, è preferibile utilizzare il
solidus solo come segno per le frazioni e ricorrere alla barra cor-
siva per comporre i riferimenti alle monete imperiali britanni-
che.) V. anche barra, che è un carattere distinto.
-
a
tilde Viene usata sulle vocali- a i 6- in estone, groenlandese,
portoghese e vietnamita, sulle consonanti- gft- fra le altre nelle
scritture quechua, spagnolo, tagalog e nel sanscrito romaniz-
zato. La ft e N sono presenti nelle font standard come caratteri
composti. Le altre forme di solito devono essere costruite.
x' "
virgolette basse e sei forme di virgolette alte, di tradizione anglo- (( (
tedesca- ' ' , , " "- ma una di queste è identica alla virgola e
un'altra all' apostrofo. In inglese e spagnolo l'uso comune è 'que-
sto' e "questo"; in tedesco è ,questo' e ,questo". Questa diffe- (((
299
virgolette basse Le virgolette basse, singole e doppie, sono am-
/ piamente usate per le citazioni con gli alfabeti latino, cirillico e
<e > greco in Europa, Asia e Africa. Il tentativo di introdurle in Nord
America ha avuto purtroppo scarso successo. In francese e ita-
»>a <« liano le virgolette basse sono puntate verso l'esterno, «cosi» e
/ <cosÌ>, mentre in tedesco spesso sono orientate in modo oppo-
«e » sto. Le virgolette basse singole non devono essere confuse con le
parentesi ad angolo né con i segni aritmetici di diseguaglianza
(maggiore di e minore di) . In francese le virgolette basse sono
dette guil/emets,letteralmente guglielmini, in onore dell'incisore
di caratteri francese Guillaume [Guglielmo] le Bé, che è ritenuto
l'inventore di questi segni. Vengono anche chiamate caporali,
cllevrons, duck feet e angle quotes.
zero barrato Forma barrata del numero zero, usata per distin-
guerlo dalla lettera o minuscola. Così però si può confondere
con la o barrata (0, "),e anche con le lettera grecafi (~. cp). Una
ulteriore forma, meno ambigua dello zero è~. Lo zero barrato
manca di solito dalle font da testo, ma può essere costruito fa-
cilmente unendo insieme i segni che lo compongono.
300
APPENDICE B: GLOSSARIO
301
Apertura Andamento delle aste curve aperte di lettere come C,
c, S, s, a oppure e. I disegni di carattere umanistici come il
Bembo e il Centaur hanno aperture ampie, mentre quelli ro-
mantici come Bodoni e quelli realisti come I'Helvetica hanno
aperture ridotte. Le lettere delle iscrizioni greche arcaiche
sono caratterizzate da aperture molto ampie, che si ritrovano
in caratteri derivati da questi modelli, come Lithos.
A secco Nella tipoimpressione, stampare a secco significa stam-
pare senza inchiostro, ottenendo una impronta senza colore.
Asse In tipografia l'asse di una lettera coincide con l'asse del
tratto, che a sua volta rivela l'asse della penna, o dello stru-
mento usato per tracciare la lettera. Se una lettera ha tratti
grossi e sottili, individuate il tratto grosso e prolungatelo in
una linea. Questa linea rivela l'asse (o gli assi) della lettera. Da
non confondere con l'inclinazione.
Asse razionalista L'asse verticale tipico delle lettere di disegno
neoclassico e romantico.
Asse umanista L'asse strutturale obliquo che riflette l'inclina-
zione naturale della mano nell'atto di scrivere; v. pagg. 12-15.
Asta Un tratto principale più o meno diritto, che non fa parte
di un occhiello. La lettera o non ha un'asta, la l consiste sol-
tanto di un'asta e grazie.
Bastarda Tipo di scrittura gotica, v. pag 250.
o/o Forma abbreviata per indicare l'allineamento del testo a
bandiera a destra.
Bicamerale Un alfabeto formato da due serie unite, come l'alfa-
beto latino che è composto di un maiuscolo e un minuscolo
strettamente legati ma facili da distinguere, come la Camera e
il Senato. Gli alfabeti unicamerali, p.es. arabo, ebraico e il de-
vanagari hanno un'unica forma. Gli alfabeti tricamerali ne
hanno tre, e una font di caratteri romani può essere definita
tricamerale se si distinguono maiuscolo, minuscolo e maiu-
scoletto.
Bilaterale Esteso su entrambi i lati. Le grazie bilaterali, che sono
sempre riflessive, sono tipiche dei caratteri romani, mentre le
grazie unilaterali sono tipiche dei disegni carolingi e corsivi.
Bit map Immagine digitale in formato non intelligente. Una let-
tera può essere descritta in termini di morfologia come una
serie di punti di riferimento e traiettorie che ne descrivono la
linea di contorno, o, in termini embriologici, come una serie
di tratti di penna che costruiscono la forma. Tali descrizioni
sono in parte indipendenti dalla dimensione e dalla posizione
302
della lettera. La stessa immagine può essere descritta in modo
accurato ma superficiale come la somma delle posizioni di
tutti i punti (o bit) che compongono la sua rappresentazione
digitale. Questo tipo di descrizione, un bitmap, lega l'imma-
gine a un orientamento e a una misura definiti.
Blind folio Pagina del libro che viene contata nella numerazione
delle pagine ma non riporta alcun numero stampato.
Blocco di testo La parte di pagina occupata dal testo, in altri ter-
mini, la pagina meno lo spazio dei margini.
s/s Forma abbreviata per indicare l'allineamento del testo a
bandiera a sinistra.
Canale, canalino Lo spazio che separa due colonne di testo o
l'insieme dei margini interni, tra i due blocchi di testo con-
trapposti, in una doppia pagina.
1
Cancelleresca Stile di scrittura corsiva che spesso presenta lega-
ture supplementari e tratti ascendenti e discendenti allungati
e curvi. Molte font cancelleresche hanno forme con svolazzi.
Capolettera annegato Lettera iniziale o versa/e incastonata nel te-
sto. (v. es. a pag. 70.) Cfr. capolettera appoggiato.
Capolettera appoggiato Lettera iniziale o versa/e composta sulla
stessa linea di base della prima riga di testo corrente.
Capoverso a caduta Composto saltando con la prima lettera alla
riga di testo successiva dalla posizione dell'ultima lettera del
paragrafo precedente, senza ritornare al margine di sinistra.
(V. esempio a pag. 42)
Capoverso a sommario Composto con la prima riga sporgente
e le successive rientrate, come le voci di questo glossario.
Caratteri medievali I caratteri medievali stanno alla tipografia
come il gotico sta all'architettura: un termine generale adatto
a una grande quantità di forme che nascono soprattutto dal
Nord Europa. Come gli edifici gotici, i caratteri medievali
ao
possono essere massicci o leggeri. Spesso sono slanciati e acu-
minati, a volte invece hanno forme arrotondate. Confrontare
con lettere rmranistic/re. La categoria dei caratteri medievali
oa
comprende disegni derivati da diversi stili di scrittura gotica:
bastarda, fraktur, quadrata, rotunda e textura, v. a pag. 264.
Cassa alta e cassa bassa La suddivisione del maiuscolo e del mi-
nuscolo nella cassa tipografica; è l'assortimento normale per
l'alfabeto latino, greco e cirillico.
Cicero Unità di misura pari a 12 punti Didot. ~il corrispondente
europeo, leggermente più grande, della misura tipografica
anglosassone (piea). Equivale a 4,52 mm, v. pu11to.
303
Citazione fuori testo Una citazione composta al di fuori del te-
sto normale, spesso con un corpo o carattere diverso, che
forma un paragrafo a sé. Una citazione nel testo d'altra parte
è inserita nel testo e racchiusa fra virgolette.
Colore La gradazione dì tono chiaroscurale del carattere com-
posto come testo continuo, il colore della pagina. Non coin-
cide con il peso del carattere in sé; è influenzato dalla spazìa-
tura delle lettere e delle parole, dall'ìnterlinea, dalla frequenza
dì lettere maiuscole, per non parlare del colore dell'inchio-
stro di stampa e della carta.
Contrasto Nell'analisi della forma delle lettere il termine si rife-
risce alla differenza di spessore tra i tratti grossi e quelli sottili.
,P
!
· l['!
,~-~1
,l '!
L___j
segno di un carattere, che nella tipografia tradizionale corri-
sponde all'altezza del corpo. In origine si trattava della mi-
sura della faccia del blocchetto di metallo su cui veniva fusa
L__;
ogni lettera. In ambito digitale, corrisponde alla misura del
suo immaginario equivalente, il rettangolo che definisce lo
spazio riservato a una certa lettera, e non la dimensione della
lettera stessa. La misura del corpo di un carattere si esprime
in punti tipografici (v. punto).
Crenatura Parte di una lettera che sporge dal proprio spessore
e va a occupare lo spazio della lettera successiva; è detta anche
raffilatura. In molti alfabeti, ad esempio, la f tonda ha una
crenatura verso destra, la j verso sinistra e la f corsiva su en-
trambi i lati. Come verbo, crenare significa modificare l'avvi-
cinamento di alcune combinazioni di lettere, come To e VA,
304
in modo che la sporgenza di una lettera si sovrapponga allo
spazio dell'altra.
Dingbat Un glifo tipografico o simbolo fuori da ogni colloca-
zione e senza relazioni evidenti con l'alfabeto. Molti dingbat
sono pittogrammi- chiesette, aeroplani, telefoni, ecc.- usati
nell'editoria turistica. Altri sono simboli più astratti come se-
gni di spunta, croci, simboli cartografici, i semi delle carte da Glossario dei
gioco e cosl via. termini
DPI Acronimo per 'dots per inch': punti per pollice.~ l'unità di tipografici
misura usata per misurare la risoluzione dei dispositivi di
uscita nella tipografia digitale e nella stampa laser.
Drop folio Numero di pagina collocato al piede laddove nelle al-
tre pagine i numeri sono collocati in alto. Viene spesso usato
per le aperture dei capitoli.
Em In termini lineari, è lo spazio in larghezza che corrisponde
all'altezza del corpo in uso; ne consegue che in termini di
area, corrisponde al quadrato della misura del corpo. Quindi
un em vale 12 punti (o un quadrato di lato 12) per il corpo 12
e 11 pt. (o un quadrato di lato n pt.) per il corpo 11.
En Metà di un em. Per evitare confusione di pronuncia fra em
e en, in inglese il primo viene indicato come mutton, e il se-
condo come nut.
Filettato Carattere che presenta un tratto bianco nello spessore
delle aste, senza che questo modifichi il disegno delle aste
stesse. I caratteri filettati hanno un peso ottico minore ri-
spetto ai corrispondenti caratteri pieni, pur mantenendo la
stessa forma e le medesime dimensioni. Le lettere profilate
Q
(outline) invece sono ottenute disegnando una linea lungo il
perimetro della lettera originale, modificando quindi la
forma originale. Di conseguenza le lettere profilate sono più
grosse rispetto agli originali e hanno minore definizione. Il
Castellar,lo Smaragd e il Romulus Open sono esempi di ca-
ratteri filettati.
Fleuron Un dingbat botanico, vale a dire un ornamento tipo-
grafico a forma di foglia o fiore. Alcuni fleuron sono disegnati
in modo da poter essere utilizzati come elementi modulari,
per comporre ogni sorta di decorazione tipografica.
Folio In bibliografia il termine sta per foglio, composto di due
pagine, il recto e il verso. In tipografia indica il numero stam-
pato della pagina, non la pagina in sé.
Font Un assortimento di tipi o glifi. Nel mondo dei caratteri in
metallo, la parola indica un alfabeto completo di tutti i cara t-
305
teri accessori per un dato corpo. Con riferimento alla foto-
composizione, si intende l'assortimento di segni standard che
formano la tavolozza dei glifi, senza indicazioni di dimen-
sione, oppure la matrice fotografica che riporta le immagini
dei caratteri. N el mondo dei caratteri digitali, la font corri-
sponde alla tavolozza di glifi, ovvero alla loro codificazione
digitale. (La forma antiquata di questa parola inglese, fount,
ha lo stesso significato e anche la stessa pronuncia.)
Fraktur Stile di scrittura gotica e classe di caratteri gotici. V. an-
che a pag. 264.
Giustezza Lunghezza di una linea di testo; nelle composizioni
giustificate corrisponde alla larghezza della colonna di testo,
in quelle a bandiera alla misura di riferimento per la compo-
sizione; la giustezza viene espressa in righe tipografiche.
Giustificare Regolare la lunghezza di una riga di testo in modo
che risulti allineata alle altre sia a sinistra sia a destra. Di
norma i caratteri latini vengono giustificati o composti a ban-
diera a sinistra.
Glifo Forma attribuita a un carattere. V. anche tipo.
Grazia Parte terminale che caratterizza l'inizio e la fine dei tratti
principali delle lettere. Nell'alfabeto romano le grazie sono
riflessive e concludono le aste in modo bilaterale o unilate-
306
Hint Termine inglese, letteralmente, istruzioni. Le lettere che
costituiscono una font digitale sono definite in termini ma-
tematici come profili lineari o modelli che possono essere di-
mensionati, ruotati e spostati liberamente. Quando viene
composta una pagina, per ogni profilo lineare viene definita
una dimensione e una posizione. Queste devono poi essere
sottoposte a una retinatura, ossia convertite in forme piene Glossario dei
costituite di punti secondo la risoluzione del dispositivo di termini
uscita. Se la misura dei caratteri è piccola e la risoluzione tipografici
bassa, il retino risulterà grossolano, e i punti di riempimento
della forma risulteranno approssimativi. Gli hint sono le re-
gole che stabiliscono i compromessi necessari da applicare
nel processo di retinatura. Nelle misure grandi e con alteri-
soluzioni, risultano imprecettibili. Per misure minori e con
risoluzioni più basse, dove la distorsione è inevitabile, essi
sono fondamentali. La maggior parte delle font digitali pre-
vede gli hint, ossia li comprende come parte integrale della
definizione del carattere; v. anche bitmap.
Inclinazione L'angolo di inclinazione proprio delle aste e degli
ascendenti e discendenti nelle lettere minuscole. Molti corsivi
(non tutti!) hanno una inclinazione verso destra che va dai 2°
ai 20". Da non confondere con l'asse delle lettere.
Interlinea In origine il termine indicava i bianchi tipografici li-
neari, elementi metallici di altezza più bassa rispetto al carat-
tere usati per spaziare le righe di testo. Attualmente indica la
distanza verticale che corre da una linea di base alla linea di
base della riga successiva.
Interlinea negativa Spazio tra le linee di base di due righe di te-
sto successive inferiore alla misura del corpo usato, ad esem-
pio corpo 161l4.
1 P A International Phonetic Association. Organizzazione inter-
nazionale fondata nel1866 da un gruppo di linguisti. L'alfa-
beto IPA è un assortimento di simboli fonetici, segni diacri-
tici e di indicazione di tono largamente usati ma, come ogni
sistematizzazione scientifica, soggetti a continue revisioni e
aggiustamenti. Un sistema di notazione fonetica alternativo
largamente usato è quello della American Anthropological
Association.
ISO International Organization for Standardization, con sede a
Ginevra. È l'ente di cooperazione internazionale per gli stan-
dard industriali e scientifici. Ne fanno parte gli enti nazionali
di standardizzazione di centinaia di paesi.
307
Italic In inglese il termine designa le scritture e i caratteri tipo-
grafici corsivi, che si sono sviluppati in origine in Italia du-
rante il xv secolo.
~
sponde all'altezza delle lettere medie come a, c, e, m, x e alli-
mite dell'occhio delle lettere come b, d e h. La linea di base è
la linea su cui poggiano tutte queste lettere. La linea inferiore
è la linea raggiunta dalle lettere discendenti come p e q. La li-
~
nea del maiuscolo, che indica l'altezza delle lettere maiuscole,
come H, non coincide necessariamente con la linea superiore
del minuscolo. Le lettere rotonde, come e oppure o, di norma
si estendono sulla linea di base e quella mediana. Le lettere a
punta come v e w di norma oltrepassano leggermente la linea
di base con i vertici, mentre le altre lettere sono appoggiate
esattamente sulla linea di base.
Linea punteggiata Una linea di punti o punti medi spaziati re-
golarmente utilizzata nei sommari per collegare un testo al-
lineato a sinistra con numeri allineati a destra. In questo libro
non è stata utilizzata.
Logogramma Forma tipografica specifica collegata a una certa
parola, ad esempio l'uso particolare del maiuscolo in nomi
come e.e. cummings, Dapafpa<jl, TrueType e PostScript.
Modulazione In tipografia il termine si riferisce al ritmico mu-
308
il Bembo o il Centaur, il tratto è basato sulla traccia che pro-
duce il pennino a punta piatta, di spessore mutevole in rap-
porto alla direzione dei segni. La modulazione risulta auto-
e
matica utilizzando strumenti di questo tipo per scrivere.
Monotonico L'ortografia del greco moderno utilizza un solo ac-
cento tonico, quello acuto e, sporadicamente, anche la die-
resi. Il greco viene scritto e composto in questo modo da
tempo, ma tale pratica è stata resa ufficiale solo nel1982. I ca-
ratteri progettati per comporre esclusivamente il greco mo-
derno vengono per questo detti monotonici, per distinguerli
da quelli politonici.
Mutton Termine gergale inglese per indicare lo spazio em.
Neoumaniste Lettere di disegno recente che recuperano e riba-
discono i princlpi umanistici del disegno delle lettere.
Non alfabetico Un segno tipografico usato insieme alle lettere
dell'alfabeto ma estraneo a esso. Sono segni non alfabetici i
diacritici, come gli accenti e segni come l'asterisco, la croce,
il paragrafo.
Numeri alti I numeri di althza uguale; è un sinonimo di numeri
maiuscoli.
Numeri maiuscoli I numeri- 1234 56 -disegnati in modo da
adattarsi per dimensione e colore con le lettere maiuscole.
Numeri minuscoli I numeri- 123456- disegnati in modo da
combinarsi con le lettere minuscole in relazione a misura e
peso. Presentano tratti ascendenti e discendenti, come le let-
tere minuscole dell'alfabeto latino.
Numeri saltellanti I numeri con tratti ascendenti e discendenti,
nella loro forma minuscola.
Nut Termine gergale inglese per indicare lo spazio e11.
Occhiello La forma circolare o ellittica alla base di lettere maiu-
scole come C, G, O, o minuscole come b, c, e, o, p. Viene an-
che detto pancia.
Occhio In tipografia è l'altezza media dei carattere minuscolo.
Occhio medio In inglese x height. È la distanza fra la linea di base
e la linea mediana, corrisponde all'altezza delle lettere minu-
scole medie, senza tratti ascendenti e discendenti - a, c, e, m,
n, o, r, s, u, v, x, w, z- e a quella del torso di b, d, h, p, q, y. I
rapporti tra occhio medio e altezza delle maiuscole e tra oc-
chio medio e misura dei tratti ascendenti e discendenti costi-
tuiscono due importanti punti distintivi di ogni carattere ti-
pografico bicamerale latino. V. anche linea di base, altezza del
maiuscolo e occhio.
309
0/d-Style Figures Termine inglese corrente per indicare i nu-
310
centimetro a 26,5 punti. (3) Molti sistemi di fotocomposi-
zione e tutti i sistemi di composizione digitale, cosl come i
linguaggi PostScript e TrueType arrotondano la misura di un
piea a 1/ 11 di pollice e quella di un punto a V6 di pollice.
Quadratone Spazio bianco corrispondente in termini lineari alla
dimensione del corpo in uso. V. em.
Quadratino Spazio bianco corrispondente a mezzo quadratone.
Raster Reti no digitale, v. hin t.
Riflessivo Un tipo di grazia che completa il tratto della penna,
m
ma implica una continuità del testo scritto. Le grazie riflessive
sono tipiche dei caratteri romani, come quelli usati qui. Esse
comportano un arresto repentino e un cambio di direzione
del tratto e spesso sono bilaterali, ossia estese su entrambi i
lati delle aste. V. anche transitive.
Riga tipografica Nel sistema tipografico è l'unità di misura delle
linee di testo: una riga è pari a 12 punti tipografici. V. Cicero.
Risoluzione Nella tipografia digitale la risoluzione indica la fi-
nezza di dettaglio nella definizione dell'immagine composta.
Si misura in punti per pollice (dpi). Le stampanti laser di so-
lito garantiscono una risoluzione che varia da 300 a uoo dpi,
mentre la risoluzione dello schermo televisivo e quella dei
monitor per computer è inferiore a 100 dpi. Altri fattori
influenzano poi la precisione o imprecisione nella resa delle
forme: la qualità del disegno del carattere, la qualità della di-
gitalizzazione, l'efficacia della tecnologia di hinring utilizzata
per compensare le imprecisioni dovute ai limti meccanici dei
dispositivi di output e il tipo di pellicola fotomeccanica e di
carta usate per la riproduzione e la stampa.
Rotunda Stile di scrittura e categoria di caratteri gotici dalle
forme arrotondate. v. a pag. 264.
Sanserif Termine inglese, derivato dalla forma più antica, sam
serif e sans surryp!rs, indica il carattere senza grazie.
Spazio sottile Spazio pari a un quarto di em.
Svolazzi Segnalano le lettere in versione di lusso. Alcuni svolazzi
comprendono abbellimenti aggiuntivi, altri occupano sem-
plicemente uno spazio particolarmente ampio rispetto alla
norma. Di solito le lettere con svolazzi sono corsive. Le maiu-
scole autenticamente corsive (a differenza delle maiuscole ro-
mane inclinate) presentano spesso anche forme con svolazzi
(~d Esempio le Lettere 9vfaiuscole i11 questa 'Frase.) l caratteri
Zapf Renaissance di H erma nn Zapf e Poetica di Robert Slim-
bach prevedono forme con svolazzi anche per il minuscolo.
311
Terminazione a becco Sperone aguzzo tipico soprattutto della f,
f
teri romantici, tondi e corsivi, in alcuni caratteri realisti e in
molti caratteri di disegno recente ispiraù a modelli romantici.
Ad esempio: Bodoni, Scotch Roman, Haas Clarendon, v. an-
che terminazioni a becco e terminazioni a goccia.
Terminazione a goccia La forma tondeggiante ingrossata, come
una lacrima, dei bracci di lettere come a, c, f, g, j, re y. Forma
tipica nei caratteri del periodo tardo rinascimentale, barocco
e neoclassico, e presente in molti caratteri odierni basati su
312
APPENDICE C: DISEGNATORI DI CARATTERI
313
tratti ascendenti e discendenti. Furono incisi e fusi soprat-
tutto dalla ATF e dalla Bauer.
CHARLES BIGELOW (1945- ) Tipografo, studioso; linguista e ar-
tista americano. Coautore, insieme a Kris Holmes, della fa-
miglia di caratteri Lucida.
ARCHIBALD BINNEY (1762 -1838) Scozzese immigrato negli USA.
Disegna tori Educato come incisore di punzoni a Edimburgo, insieme a
di caratteri )ames Ronaldson, un altro immigrato scozzese, impiantò a
Philadelphia la fonderia di caratteri Binney & Ronaldson,
dove incise caratteri in stile barocco, neoclassico e romantico.
FRANK BLOKLAND (1959- ) Tipografo olandese, fondatore della
Dutch Type Library di 's-Hertogenbosch. Fra le sue creazioni
figurano i caratteri Berenice e Documenta.
GIAMBATTISTA BODONI (1740 -1813) Incisore di punzoni, starn-
patore e fecondo disegnatore di caratteri italiano, che lavorò
a Roma e Parma. Bodoni è noto soprattutto per i suoi carat-
teri romani e corsivi contrastati e affilatissimi e per quelli
greci ricchi di ornamentazioni; egli però ha progettato e in-
ciso anche un gran numero di tipi neoclassici. Bauer Bodoni,
Berthold Bodoni e qualche altro carattere commercializzato
con il suo nome si basano sulla sua opera. I suoi punzoni ori-
ginali sono conservati a Parma, presso il Museo Bodoni.
LUDOLF BORCHTORP (c. 1470- C. 1510) Matematico e incisore
polacco, autore dei primi tipi cirillici, che incise a Cracovia
intorno al1490, per lo stampatore Szwajpolt Fio!.
CHRIS BRA ND (1921- ) Calligrafo belga. Ha disegnato Alber-
tina, Delta, Draguet Coptic e altri caratteri.
MATTHEW CARTER (1937- ) Disegnatore di caratteri, incisore
di punzoni e studioso, operante in Europa e negli USA. I suoi
caratteri da testo comprendono Auriga, Charter e Galliard;
quelli per titoli Mantinia e Sophia.
WILLIAM CASLON {1692 -1766) Incisore, incisore di punzoni
e fonditore di caratteri inglese; autore di molti caratteri ba-
rocchi romani, corsivi, greci e in altri alfabeti non latini. Sia
Caslon ATF sia Caslon Monotype e Caslon Adobe di Caro!
Twornbly si basano fedelmente sulla sua opera. Una raccolta
dei suoi punzoni è conservata presso la St Bride Printing Li-
brary di Londra.
WARREN CHAPPELL (1904 -1991) Disegnatore di caratteri e stu-
dioso americano, educato in Germania, dove studiò con Ru-
dolfKoch. Fra i suoi caratteri ci sono Trajanus, Lydian e Ei-
chenauer, che non è stato ancora pubblicato.
314
SIMON DE COLINES (c. 1480 -1547) Incisore di caratteri, maestro
tipografo e stampatore francese. Autore di una dozzina o più
caratteri romani, di diversi corsivi e gotici e di un raffinato
corsivo greco, Colines è più di ogni altro il creatore dello stile
tipografico dell'epoca d'oro francese. I caratteri romani di
Garamond derivano direttamente da quelli di Colines, men-
tre i suoi corsivi se ne differenziano. Nessuno dei tipi di Co- Disegnatori
lines è stato ancora esplicitamente tradotto in forma digitale. di caratteri
FRANçOIS-AMBROISE DIDOT (1730- 1804) Stampato re e editore
parigino. Ha disegnato diversi caratteri romani e corsivi neo-
classici, incisi sotto la sua supervisione da Pierre-Louis
Vafflard. Padre di Firmin Didot e fondatore della dinastia Di-
dot nella stampa e nella tipografia.
FIRMI N DIDOT (1764 -1836) Stampatore e incisore di punzoni
parigino, figlio di F.-A. Didot e allievo di Pierre-Louis Vaf-
flard; padre di Ambroise Firmin-Didot. Autore di parecchi
caratteri neoclassici e romantici, ai quali deve la fama po-
stuma. Il Monotype Didot e il Linotype Didot digitale (dise-
gnato da Adrian Frutiger) si basano sulla sua opera.
BRAM DE DOES (1934- ) Tipografo olandese, già alla testa della
progettazione di caratteri per la fonderia Joh. Enschedé en
Zonen di Haarlem. Sono sue creazioni le famiglie di caratteri
Trinité e Lexicon.
WILLIAM ADDISON DWIGGJNS (1880 -1956) Tipografo e disegna-
tore di caratteri americano. Dwiggins ha progettato caratteri
destinati esclusivamente alle compositrici Linotype. Negli
anni 1930-40 impostò lo stile tipografico della casa editrice
Alfred Knopf di New York. Fra i suoi caratteri con grazie fi-
gurano Caledonia, Eldorado, Electra e Falcon; unico lineare è
il Metro; di disegno onciale il Winchester. Molti dei suoi di-
segni sono conservati presso la Public Library di Boston.
ALFRED FAIRBANK (1895 -1982) Calligrafo inglese, autore del
corsivo Fairbank.
AMBROISE FIRMIN-DIDOT (1790 -1876) Studioso, incisore di ca-
ratteri e stampatore francese. Figlio di Firmin Didot (usò il
nome completo del padre come proprio cognome) e nipote
di Ambroise-François Didot. Autore del Didot greco.
)OHANN MICHAEL FLEISCHMAN (1701- 1768) Artista grafico te-
desco immigrato in Olanda. Abile e prolifico incisore di ca-
ratteri romani, corsivi e gotici ornati. Autore anche di molti
caratteri arabi e greci. I primi caratteri romani e corsivi di
Fleischman sono barocchi; intorno al1730 incise una serie di
315
caratteri da testo abbastanza particolari e compiuti da potersi
definire rococò. Gran parte di quello che resta della sua atti-
vità è conservato presso il Museo Enschedé di Haarlem.
KARL-ERJK FORSBERG (1914- ) Calligrafo e tipografo svedese,
autore del carattere da testo romano Berling. Fra i suoi carat-
teri da titoli figurano Carolus, Ericus e Lunda.
Diseg11atori PIERRE SJMON FOURNJER (1712- 1768) Stampatore e incisore di
di caratteri punzoni francese, autore di molti caratteri e ornamenti tipo-
grafici neoclassici. Quasi tutto il suo materiale originale è an-
dato perduto o danneggiato. I caratteri Monotype Foumier e
Barbou si basano sulla sua opera, alla quale è legato anche
l'Electra di WA. Dwiggins.
ADRIAN FRUTIGER (1928- ) Prolifico e versatile disegnatore di
caratteri svizzero attivo in Francia. Fra i suoi caratteri con
grazie figurano Apollo, Breughel, Glypha, Iridium e Méri-
dien. Fra i lineari Avenir, Frutiger e Univers. Fra quelli per ti-
toli e scritti Herculanum, Ondine, Pompeijana e Rusticana.
CLAUDE GARAMOND (c. 1490- 1561) Incisore di caratteri fran-
cese, attivo soprattutto a Parigi. Autore di molti caratteri ro-
mani, di almeno due corsivi e un greco cancelleresco com-
pleto. I suoi punzoni e le matrici superstiti sono conservati
presso il Museo Plantin-Moretus ad Anversa e presso l'Im-
primerie Nationale a Parigi. Sui suoi modelli si basano il Ga·
ramond Stempel tondo e corsivo, il Granjon Linotype tondo,
il Garamond Berthold tondo di G.G. Lange, il Garamond
Adobe tondo di R. Slimbach e il Legacy corsivo di R. Arnholm.
Non così il Garamond Monotype (v. anche pagg. 230- 232).
ERJC GILL (1882 -1940) Incisore e scultore inglese, attivo in In-
ghilterra e nel Galles. Fra i suoi caratteri con grazie figurano
)oanna, Perpetua e Pilgrim. Il suo unico carattere lineare è il
Gill Sans. Suo anche il Perpetua greco, mentre il Gill Sans
greco non si basa su suoi disegni. I disegni di caratteri di Gill
sono conservati presso la St Bride Printing Library di Londra.
Alcune matrici e punzoni si trovano presso la University Li-
brary di Cambridge, altri presso la Clark Library di Los An-
geles; tuttavia nessuno di questi punzoni fu inciso diretta-
mente daGli.
FREDERJC GOUDY (1865- 1947) Disegnatore di caratteri e fon-
ditore americano. Fra i suoi caratteri con grazie figurano
University of California Old Style (in seguito adattato per la
composizione meccanica come Californian), Deepdene, Ita-
lian old Style, Kaatskill, Kennerley, Village N°1 e Village N°2.
316
Fra i suoi caratteri gotici Franciscan, Goudy Text e Goudy
Thirty. Fra i caratteri per titoli Forum, Goudy Old Style e Ha-
driano. L'unico carattere lineare è il Goudy Sans, l'unico on-
ciale il Friar. Gran parte del materiale originale di Goudy
andò perduto in un incendio nel1939. Quello che resta è con-
servato presso il Rochester Institute ofTechnology.
ROBERT GRANJON (c. 1513 -1590) Incisore di caratteri francese, Disegnatori
attivo a Parigi, Lione, Anversa, Francoforte e Roma. Autore di caratteri
di molti caratteri tondi, corsivi e scritti di stile tardo rinasci-
mentale e manierista, di alcuni caratteri greci, di un cirillico,
di alcuni ebraici e dei primi pregevoli caratteri arabi. Presso
il Museo Plantin- Moretus di Anversa e il Nordiska Museet di
Stoccolma sono conservati alcuni dei suoi punzoni e matrici.
Il carattere Galliard di Matthew Carter si basa soprattutto sul
tondo e corsivo Ascendonica di Granjon.
FRANCEsco GRIFFO (c. 1450-1518) Incisore di punzoni bolo-
gnese, attivo a Venezia, Bologna e altrove in Italia. Autore di
almeno sette caratteri romani, tre corsivi, quattro greci e uno
ebraico. Nessun punzone originale di Griffo è arrivato sino a
noi, e nemmeno la sede di Aldo Manuzio a Venezia esiste più.
(Il sito ora è occupato da una banca.) La forma delle lettere
di Griffo è stata ricostruita a partire dalle pagine stampate. Il
carattere Griffo di Giovanni Mardersteig è una replica esatta
di una delle font di Griffo. Il Bembo Monotype tondo si basa
con minore accuratezza sulla stessa font, mentre il Poliphilus
Monotype è la riproduzione approssimata di un altro mo-
dello. Anche il Dante tondo e corsivo di Mardersteig si basa
su uno studio analitico dell'opera di Griffo. Ma in generale i
tipi corsivi hanno ricevuto minore attenzione dei romani.
ARNALDO GUILLtN DE BROCAR (c. 1460- 151.4) Stampatore e ti-
pografo spagnolo attivo ad Alcala de Henares, vicino a Ma-
drid. Autore di molti tipi romani e di almeno due tipi greci,
in particolare il carattere greco Complutensiano del 1510.
FRANçOIS GUYOT (c. 1510 -1570) Inciso re di punzoni e fonditore
di caratteri nato a Parigi. Si trasferì ad Anversa verso il1530 e
passò Il il resto della sua vita, incidendo caratteri per lo stam-
patore Christophe Plantin e altri.
VICTOR HAMMER (1882- 1967) Artista grafico austriaco immi-
grato negli USA. Tutti i caratteri di Hammer sono onciali, fra
questi American Uncial, Andromache, Hammer Uncial, Pin-
dar e Samson. Tutti i suoi disegni e i suoi punzoni si trovano
presso l'Università del Kentucky, a Lexington.
317
KRJS HOLMES (1950- ) Calligrafa americana, autrice dei carat-
teri Isadora e Sierra; coautrice con J, Fishman del carattere
Shannon e, con C. Bigelow, della famiglia di caratteri Lucida.
JEAN JANNON (1580- 1658) Incisore di punzoni e stampatore
francese, autore di una serie di tipi barocchi, romani e corsivi.
Gran parte del suo materiale è conservato presso la Impri-
Diseg11atori merie Nationale a Parigi, dove i suoi caratteri sono noti come
di caratteri caractères _de l'université. Sulla sua opera si basano il 'Gara-
mond' Monotype, il 'Garamond' Linotype 3, il 'Garamond'
ATF, il 'Garamond' Lanston e il 'Garamond' Simoncini (v.
pagg. 230 -232).
NICOLAS JENSON (c. 1420- 1480) Inciso re di caratteri e stampa-
tore francese, attivo a Venezia. Autore di almeno un carattere
romano, uno greco e cinque versioni di rotunda. I punzoni di
Jenson sono andati perduti, ma i suoi caratteri sono stati co-
piati spesso sulla base delle pagine stampate. Su questi mo-
delli si basano Centaur di Bruce Rogers, Legacy tondo di Ro-
nald Arnholm e Adobe Jenson tondo di Robert Slimbach. Il
carattere San Marco di Karlgeorg Hoefer si basa in larga parte
sui modelli di rotunda di Jenson.
GEORGE WILLIAM JONES (1860 -1942) Stampatore e disegnatore
di caratteri inglese, autore del Linotype Estienne, del Linotype
Granjon e del carattere romano Venezia, a cui in seguito fu
associato un corsivo disegnato da Frederic Goudy. Tutti i di-
segni di Jones sono ricostruzioni storiche. Il Granjon fu il
primo adattamento commerciale di un Garamond tondo, ac-
coppiato con un corsivo di Granjon.
MIKL6S T6TFALUSI KIS (1650- 1702) Studioso, stampatore e in-
cisore di caratteri ungherese. Fu educato ad Amsterdam e la-
vorò anche a Kolozsvar (attuale Cluj, in Romania). Il carat-
tere Janson Stempel è derivato dai suoi punzoni originali.
Anche il Janson Text Linotype e l'Erhardt Monotype si ba-
sano sulla sua opera.
RUDOLF KOCH (1876 - 1934) Calligrafo e artista tedesco. Fra i
suoi caratteri per titoli figurano Koch Antigua e Neuland. Fra
i caratteri gotici Claudius, Jessen, Wallau e Wilhelm Kling-
spor Schrift. L'unico lineare è il Kabel. Gran parte della sua
documentazione, già presso gli archivi Klingspor a Offen-
bach, si trova presso la Haus fur Industriekultur a Darmstadt.
GUNTER GERHARD LANGE (1921- ) Tipografo tedesco, è Stato
art director della Fonderia Berthold di Berlino. Suoi i carat-
teri Derby ed El Greco e l'onciale Solemnis.
318
VADI M VLADIMIROVICH LAZURSKI (1909 - 1994) Maestro calli-
grafo e tipografo russo. Sua la famiglia di caratteri Lazurski
che comprende l'alfabeto cirillico e latino. Il cirillico, noto
come Pushkin, esiste anche come carattere di fonderia.
HENRIC PIETERSZOON LETTERSNIDER (attivo 1492- 1511) Jnci-
sore di punzoni olandese operante a Gouda, Anversa, Rot-
terdam e Delft. Autore di molti caratteri gotici e di alcune se- Disegnatori
rie di grandi iniziali. di caratteri
ZUZANA LièKO (1961- ) Artista grafica slovacca emigrata negli
usA. Cofondatrice della rivista "Emigre" e della omonima
fonderia digitale nata da questa. Autrice dei caratteri Journal,
Electrix, Modula e altri. Coautrice, con J. bowner, di Triplex.
MARTIN MAJOOR (1960 - ) Artista grafico olandese. Autore
della famiglia di caratteri Scala.
GIOVANNI MARDERSTEIG (1892 -1977) Maestro stampatore, StU-
dioso, tipografo e disegnatore di caratteri tedesco immigrato
in Italia. Autore dei caratteri Dante, Fontana, Griffo e Zeno.
l materiali e i documenti relativi al suo lavoro sono conser-
vati presso l'Officina Bodoni a Verona.
HANS EDUARD MEIER (1922- ) Tipografo svizzero. Autore dei
caratteri Barbedor, Syndor e del lineare Syntax.
JOSÉ MENDOZA Y ALMEIDA (1926- ) Artista grafico francese.
Fra i suoi caratteri figurano Mendoza, Photina, Pasca!, Fide-
lia (una scrittura cancelleresca), Sully Jonquières (un corsivo
diritto) e Convention.
OLDliiCH MENHART (1897- 1962) Disegnatore di caratteri ceco.
Fra i suoi caratteri latini con grazie spiccano Figurai, Menh art
e Parliament. Sua la famiglia di caratteri Manuscript, che
comprende sia l'alfabeto latino sia il cirillico. Fra i caratteri
per titoli il Czech Uncial e il Monument.
ANTONIO DI BARTOLOMEO MISCOMINI (c. 1445- C. 1495) Jncisore
di caratteri e stampatore italiano. Probabilmente nacque a
Bologna, ma lavorò soprattutto a Venezia, Modena e Firenze,
dove intorno al1490 fu attivo come stampato re e perfezionò
i suoi caratteri romano e greco diritto.
PETER MATTHIAS NOORDZIJ (1961- ) Tipografo olandese. Au-
tore del carattere PMN Caecilia e proprietario della fonderia
di caratteri Enschedé.
ALEXANDER PHEMISTER (1829- 1894) Jncisore di punzoni SCOZ-
zese, autore dell'Oid Style Antique, prodotto a Edimburgo da
Miller & Richard nel1858. Nel1861 si trasferl a Boston dove
lavorò per la fonderia di caratteri Dickenson.
319
FRIEDRICH POPPL (1923 -1982) Calligrafo tedesco. Fra i suoi Ca-
ratteri con grazie figurano Pontifex e Popp!Antiqua. Il suo li-
neare si chiama Laudatio. Fra i suoi caratteri per titoli figu-
rano Nero e Saladin. Fra gli scritti Poppi Exquisit e Residenz.
RICHARD PORSON (1759 -1808) Cultore di studi classici inglese,
autore del Porson greco originale, inciso da Richard Austin.
Disegnatori Il Monotype Porson e il GFs Porson digitale sono stretta-
di caratteri mente basati sulla sua opera.
VOJTÉK PREISSIG (1873- 1944) Artista, tipografo e insegnante
ceco, attivo in Cecoslovacchia e a New York. Preissig ha pro-
gettato molti caratteri da testo e per titoli, compreso quello
che porta il suo nome. Quello che rimane dei suoi disegni è
raccolto presso l'Abbazia Strahov a Praga.
ERHARD RATDOLT (1447 -1528) Incisore di punzoni e stampa-
tore tedesco, attivo ad Augsburg e Venezia. Autore di almeno
dieci caratteri gotici, tre romani e un greco. Nel1486 pubblicò
il primo campionario di caratteri di cui si abbia notizia.
IMRE REINER (1900 -1987) Artista e disegnatore di caratteri un-
gherese, attivo in Germania, USA e Svizzera. Fu abile x:ilografo
e illustratore. Creatore di molti caratteri scritti espressionisti.
PAUL RENNER (1878 -1956) Tipografo tedesco. Autore di Futura,
Topic e Renner Antiqua. I suoi disegni per Futura sono con-
servati presso la Fundaci6n Tipografica Bauer a Barcellona.
BRUCE ROGERS (1870 - 1957) Tipografo americano, attivo so-
prattutto a Boston, Londra e Oxford. Autore dei caratteri
Montaigne e Centaur. I disegni originali per il Centaur sono
conservati presso la Newberry Library a Chicago.
SJOERD HENDRIK DE ROOS (1877 - 1962) Designer, tipografo e
stampatore olandese; tra i suoi molti caratteri, gli onciali Li-
bra e Simplex, il lineare No bel e il De Roos tondo e corsivo.
RUDOLF Ròi.IéKA (1883- 1978) Artista grafico ceco immigrato
negli usA. Autore dei caratteri Fairfield Linotype e Primer.
VICTOR SCHOLDERER (1880 -1971) Cultore di Studi classici e bi-
bliotecario inglese, autore del carattere greco New Hellenic.
FRANTSYSK HEORHII SKARYNA (c. 1488- C. 1540) Medico, tra-
duttore e tipografo bielorusso, educato a Cracovia e a Pa-
dova. Autore di alcuni caratteri cirillici, con i quali stampò a
Praga e a Vilnius.
ROBERT SLIMBACH (1956 - ) Artista grafico americano, fra i
suoi caratteri con grazie figurano Giovanni, Minion, Poetica,
Slimbach, Utopia e Garamond Adobe. Il lineare Myriad è
una creazione a quattro mani di Slimbach e Caro! Twombly.
320
ERIK SPIEKERMANN (1947- ) Artista grafico tedesco, fra i fon-
datori della fonderia digitale FontShop. Autore del carattere
Meta e della famiglia di caratteri Officina.
SUMNER STONE (1945- ) Americano, autore dei caratteri Silica,
Cycles, Stone Print, e della famiglia di caratteri Stone, che
comprende forme con grazie e senza grazie.
KONRAD SWEYNHEYM (c. 1414- 1477) Monaco e stampatore te- Disegnatori
desco, attivo in Italia centrale. Probabilmente è l'autore dei di caratteri
due caratteri romani e di quello greco che utilizzò a Subiaco
e a Roma, con il collega Arnold Pannartz, tra il1464 e il1473.
GIOVANNI ANTONIO TAGLIENTE (attivo 1500- 1525) Calligrafo
italiano, autore di almeno un carattere cancelleresco corsivo.
Il Bembo Monotype corsivo è una derivazione da questa font.
AMEET TAVERNIER (c. 1522 -1570) Incisore di caratteri e stam-
patore fiammingo attivo soprattutto ad Anversa. Autore di
molti caratteri romani, corsivi, gotici e caratteri scritti civilité.
GEORG TRUMP (1896- 1985} Grafico tedesco. Studiò lettering
con Ernst Schneid.ler. Fra i suoi caratteri da testo Mauritius,
Schadow e Trump Mediava!. Fra i gotici il Trump Deutsch.
Fra quelli per titoli e scritti Codex, Delphin, Jaguar e T ime.
JAN TSCHICHOLD (1902- 1974) Grafico tedesco immigrato in
Svizzera. Una parte dei suoi disegni per matrici fotografiche
fu distrutta durante la Seconda Guerra Mondiale. Autore
della famiglia di caratteri Sabon e del carattere scritto Saskia.
CAROL TWOMBLY (1959- ) Americana, autrice dei caratteri
Charlemagne, Lithos, Nueva, Trajan e Viva. Anche il Caslon
Adobe, basato sugli originali di William Caslon, è opera sua.
Insieme a Robert Slimbach ha progettato il lineare Myriad.
GERARD UNGERS (1942- ) Disegnatore di caratteri e insegnante
olandese. Fra i suoi caratteri con grazie Amerigo, Demos,
Hollander, Oranda e Swift; fra i lineari Argo, Flpra e Praxis.
HENDRIK VAN DEN KEERE (c. 1540- 1580) Jncisore di punzoni
belga, attivo a Gand e Anversa. Incise molti caratteri romani,
corsivi e gotici, e almeno un carattere scritto (un civilité) e
numerose font per la notazione musicale. Il Van den Keere
DTL è una font digitale basata sulla sua opera.
CHRISTOFPEL VAN DIJCK ( 1606- 1669) Incisore di caratteri olan-
dese, autore d i molti caratteri barocchi;tondi, corsivi e gotici.
Va n Dijck Monotype e DTL Elzevir si basano sulla sua opera.
Il Romanée di Jan va n Krimpen e l'Hollander di Gerard Un-
ger la richiamano per diversi aspetti. I pochi suoi punzoni e
matrici superstiti sono nel Museo Enschedé di Haarlem.
321
FRIEDRICH POPPL (1923 -1982.) Calligrafo tedesço. Fra i suoi ca-
ratteri con grazie figurano Pontifex e Poppi Antiqua. Il suo li-
neare si chiama Laudatio. Fra i suoi caratteri per titoli figu-
rano Nero e Saladin. Fra gli scritti Poppi Exquisit e Residenz.
RICHARD PORSON (1759 -1808) Cultore di studi classici inglese,
autore del Porson greco originale, inciso da Richard Austin.
Diseg11atori Il Monotype Porson e il GFS Porson digitale sono stretta-
di caratteri mente basati sulla sua opera.
VOJT~K PREISSIG (1873 - 1944) Artista, tipografo e insegnante
ceco, attivo in Cecoslovacchia e a New York. Preissig ha pro-
gettato molti caratteri da testo e per titoli, compreso quello
che porta il suo nome. Quello che rimane dei suoi disegni è
raccolto presso l'Abbazia Strahov a Praga.
ERHARD RATDOLT (1447- 152.8) Incisore di punzoni e stampa-
tore tedesco, attivo ad Augsburg e Venezia. Autore di almeno
dieci caratteri gotici, tre romani e un greco. Nel1486 pubblicò
il primo campionario di caratteri di cui si abbia notizia.
JMRE REINER (1900 -1987) Artista e disegnatore di caratteri un-
gherese, attivo in Germania, USA e Svizzera. Fu abile xilografo
e illustratore. Creatore di molti caratteri scritti espressionisti.
PAUL RENNER (1878 -1956) Tipografo tedesco. Autore di Futura,
Topic e Renner Antiqua. I suoi disegni per Futura sono con-
servati presso la Fundaci6n Tipografica Bauer a Barcellona.
BRUCE ROGERS (1870 - 1957) Tipografo americano, attivo so-
prattutto a Boston, Londra e Oxford. Autore dei caratteri
Montaigne e Centaur. I disegni originali per il Centaur sono
conservati presso la Newberry Library a Chicago.
SJOERD HENDRIK DE ROOS (1877- 1962.) Designer, tipografo e
stampatore olandese; tra i suoi molti caratteri, gli onciali Li-
bra e Simplex, il lineare Nobel e il De Roos tondo e corsivo.
RUDOLF R0ZJCKA (1883- 1978) Artista grafico ceco immigrato
negli USA. Autore dei caratteri Fairfield Linotype e Primer.
VICTOR SCHOLDERER (1880 -1971) Cultore di Studi classici e bi-
bliotecario inglese, autore del carattere greco New Hellenic.
FRANTSYSK HEORHII SKARYNA (c;. 1488- C. 1540) Medico, tra-
duttore e tipografo bielorusso, educato a Cracovia e a Pa-
dova. Autore di alcuni caratteri cirillici, con i quali stampò a
Praga e a Vilnius.
ROBERT SLIMBACH (1956 - ) Artista grafico americano, fra i
suoi caratteri con grazie figurano Giovanni, Minion, Poetica,
Slimbach, Utopia e Garamond Adobe. Il lineare Myriad è
una creazione a quattro mani di Slimbach e Caro! Twombly.
32.0
ERIK SPIEKERMANN (1947- ) Artista grafico tedesco, fra i fon-
datori della fonderia digitale FontShop. Autore del carattere
Meta e della famiglia di caratteri Officina.
SUMNER STO NE (1945- ) Americano, autore dei caratteri Silica,
Cycles, Stone Print, e della famiglia di caratteri Stone, che
comprende forme con grazie e senza grazie.
KONRAD swEYNHEYM (c. 1414- 1477) Monaco e stampatore te- Disegnatori
desco, attivo in Italia centrale. Probabilmente è l'autore dei di caratteri
due caratteri romani e di quello greco che utilizzò a Subiaco
e a Roma, con il collega Arnold Pannartz, tra il1464 e il1473.
GIOVANNI ANTONIO TAGLIENTE (attivo 1500- 1525) Calligrafo
italiano, autore di almeno un carattere cancelleresco corsivo.
Il Bembo Monotype corsivo è una derivazione da questa font.
AMEET TAVERNIER (c. 1522 -1570) Incisore di caratteri e stam-
patore fiammingo attivo soprattutto ad Anversa. Autore di
molti caratteri romani, corsivi, gotici e caratteri scritti civilité.
GEORG TRUMP ( 1896- 1985) Grafico tedesco. Studiò lettering
con Ernst Schneidler. Fra i suoi caratteri da testo Mauritius,
Schadow e Trump Mediava!. Fra i gotici il Trump Deutsch.
Fra quelli per titoli e scritti Codex, Delphin, Jaguar e Time.
JAN TSCHICHOLD (1902- 1974) Grafico tedesco immigrato in
Svizzera. Una parte dei suoi disegni per matrici fotografiche
fu distrutta durante la Seconda Guerra Mondiale. Autore
della famiglia di caratteri Sabon e del carattere scritto Sask.ia.
CAROL TWOMBLY (1959- ) Americana, autrice dei caratteri
Charlemagne, Lithos, Nueva, Trajan e Viva. Anche il Caslon
Adobe, basato sugli originali di William Caslon, è opera sua.
Insieme a Robert Slimbach ha progettato il lineare Myriad.
GERARD UNGERS (1942- ) Disegnatore di caratteri e insegnante
olandese. Fra i suoi caratteri con grazie Amerigo, Demos,
Hollander, Oranda e Swift; fra i lineari Argo, Flora e Praxis.
HENDRIK VAN DEN KEERE (c. 1540- 1580) Incisore di punzoni
belga, attivo a Gand e Anversa. Incise molti caratteri romani,
corsivi e gotici, e almeno un carattere scritto (un civilité) e
numerose font per la notazione musicale. li V an den Keere
DTL è una font digitale basata sulla sua opera.
CHRISTOFFEL V AN DIJCK (1606 -1669) Incisore di caratteri olan-
dese, autore di molti caratteri barocchi;tondi, corsivi e gotici.
Van Dijck Monotype e DTL Elzevir si basano sulla sua opera.
Il Romanée di Jan van Krimpen e l'Hollander di Gerard Un-
ger la richiamano per diversi aspetti. I pochi suoi punzoni e
matrici superstiti sono nel Museo Enschedé di Haarlem.
321
Lertcrgieterij Amsterdam, Amsterdam. Fonderia di caratteri in
metallo fondata a Rotterdam nel1851 da Nicolas Tetterode,
con materiali e attrezzature della fonderia Broese di Breda. La
ditta si trasferì ad Amsterdam nel 1856 e nel 1892 cambiò il
proprio nome da Lettergieterij N. Tetterode in Lettergieterij
Amsterdam. La fusione dei caratteri andò scemando negli
Fonderie di anni Settanta e cessò del tutto nel 1988. Durante il xx secolo
caratteri ha prodotto nuovi caratteri di S. H. de Roos e Dick Dooijes.
ATF (America n Type Founders), Elizabeth, New Jersey. È stata la
più grande fonderia di caratteri in metallo nordamericana,
sorta nel 1892 dalla fusione di un certo numero di società più
piccole. Nei suoi anni migliori realizzò caratteri originali di
M.F. Ben ton, Lucian Bernhard, Frederic Goudy e molti altri.
Pur cominciando a perdere colpi negli anni Venti, si man-
tenne in piedi fino al1993. I suoi archivi si trovano presso la
Columbia University, New York, e il materiale tipografico più
antico presso Io Smithsonian lnstitution, a Washington, DC.
Fonderia Bauer, Francoforte. Una fonderia di caratteri in me-
tallo fondata nel1837 da Johann Christian Bauer. Verso la fine
del XIX secolo crebbe fino a diventare un gruppo internazio-
nale. La fonderia Bauer come tale cessò di esistere nel1972,
ma un ramo del vecchio impero, denominato ora Fundaci6n
Tipografica Bauer, con sede a Barcellona, è ancora operativo.
La fonderia Bauer realizzò caratteri originali del suo fonda-
tore e in seguito caratteri di Lucian Bernhard, Imre Reiner,
Pau! Renner, E.R. Weiss e altri. Punzoni e matrici rimaste si
trovano presso la FTB a Barcellona e presso la WMD a Lipsia.
Berlingska Stilgjuteriet, Lund, Svezia. Una fonderia di caratteri in
metallo e stamperia importante per la fusione, nel corso del
xx secolo, dei caratteri di Karl-Erik Forsberg.
H. Berthold, Berlino. L'industria metallurgica di proprietà di
Hermann Berthold entrò nel campo della fusione dei carat-
teri nel1893, acquistando i punzoni e le matrici originali di
).E. Walbaum, e realizzando in seguito caratteri originali di
G.G. Lange, Herbert Post, Imre Reiner e <!Itri. Berthold fu
coinvolto nella creazione della fotocomposizione già dal1935.
Nel 1978 la fusione di caratteri in metallo ebbe fine e la società
si indirizzò alla produzione di font digitali verso il1980. La
sua collezione di punzoni e matrici è ora conservata presso il
Museum fur Verkehr und Technik a Berlino. Il suo est.eso ca-
talogo di font digitali è distribuito in parte da FontShop In-
ternational e in parte dalla Adobe.
324
Bitstream, Cambridge, Massachusetts. Fonderia digitale fondata
nel1981 da Matthew Carter e Mike Parker, che in seguito
hanno lasciato la società. Ha realizzato i revival digitali di
molti caratteri antichi e nuovi disegni di Carter, Richard Li p-
ton, Gerard Ungers, Gudrun Zapf-von Hesse e altri.
Carter & Cone, Cambridge, Massachusetts. Fonderia digitale
fondata nel1992 da Matthew Carter e Cherie Cone. Realizza Fonderie di
caratteri originali e revival storici progettati da Carter. caratteri
Caslon Foundry, Londra. Fonderia di caratteri in metallo fon-
data da William Caslon verso i11723, per quattro generazioni
si è mantenuta come impresa di famiglia. Operativa fino al
1936 come H.W. Caslon. Gran parte dei punzoni più antichi si
trovano presso la St Bride Printing Library a Londra. Il ma-
teriale più recente è stato acquisito da Stephenson Blake.
Deberny & Peignot, Parigi. Joseph Gaspard Gillé il Vecchio, uno
degli apprendisti di Fournier, aprl nel1748 una fonderia pro-
pria a Parigi, e nel 1789 la cedette al figlio. Nel1827 Honoré de
Balzac acquisl questa fonderia, come parte del suo progetto
di impero letterario, tipografico ed editoriale. Questa idea
falli immediatamente, ma la fonderia fu salvata dal suo diret-
tore e acquistata da Alexandre de Berny. Gustave Peignot si
accostò invece all'industria della fusione dei caratteri separa-
tamente, nel1865. La sua fonderia attraversò una prima fase
creativa con suo figlio Georges e il nipote Charles Peignot,
che realizzarono alcuni rifacimenti storici basati sull'opera di
Jean Jannon, e crearono una serie di caratteri basati sui lavori
calligrafici di Nicolas Cochin, un incisore del xv m secolo. Le
fonderie De Berny e Peignot si associarono nel1923. Guidata
da Charles Peignot,la nuova società allargata produsse carat-
teri originali, creati da Adolphe Cassandre, Adrian Frutiger e
altri. Quando o&P cessarono la produzione nel1975, i dise-
gni e gli archivi della compagnia passarono alla Bibliothèque
Forney a Parigi e gran parte del materiale tipografico, com-
presa una serie di matrici originali di John Baskerville, alla
Fonderia Haas (ora Frutiger) di Miinchenstein. I punzoni di
Baskerville, un tempo in possesso di o&P, ora sono conser-
vati presso la University Library a Cambridge.
DTL (Dutch Type Library), 's-Hertogenbosch, Olanda. Fonderia
digitale fondata nel1990 da Frank Blokland. Ha realizzato ca-
ratteri originali di Blokland, C. Brand, G. Daniels, S. de Roos,
G. Ungers e altri, e revival storici di caratteri di C. van Dijck,
J. va n Krimpen, J.M. Fleischman e H. va n den Keere.
325
Elsner + Flake, Amburgo. Fonderia digitale fondata nel1989 da
Giinther Flake e Veronika Elsner. La società ha prodotto
molti revival digitali e le versioni digitali originali di nume-
rosi caratteri della ITC.
Emigre, Sacramento. Fonderia digitale fondata a Berkeley nel
1985 da Rudy VanderLans e Zuzana Lièko. Nel1992 si è tra-
Fonderie di sferita a Sacramento. Emigre realizza caratteri originali della
caratteri Lièko, di VahderLans, John Downer e altri.
folr. Enschedé en Zonen (Johann Enschedé & Figli), Haarlem,
Olanda. Stamperia e fonderia attiva dal1743 al1990. In que-
sti due secoli e mezzo la società ha acquisito materiali di di-
versa provenienza, compresi alcuni dei punzoni e delle ma-
trici di J.M. Fleischman e Christoffel van Dijck. Agli inizi del
xx secolo produsse come caratteri di fonderia i tipi del suo
direttore artistico Jan va n Krimpen. Nel1990 il suo patrimo-
nio di punzoni e matrici fu trasferito al Museo Enschedé.
Enschedé Font Foundry, Hurwenen, Olanda. Fonderia digitale
fondata nel1991 sotto la direzione di Peter Matthias Noord-
zij. Ha realizzato caratteri originali di Bram de Does e una
versione digitale del carattere Romanée di Jan va n Krimpen.
Esse/te Letraset, Londra. Fondata nel1959, la Letraset Ltd. fab-
bricava caratteri trasferibili a secco. Fu acquistata dalla so-
cietà svizzera Esselte nel1981, ha iniziato pochi anni dopo a
realizzare i suoi caratteri in formato digitale. Il suo catalogo
attuale comprende revival storici e caratteri originali di Mi-
chael Gills, Michael Neugebauer e altri.
Fann Street Foundry, Londra. Fonderia di caratteri in metallo
fondata nel1802 da Robert Thorne. Il suo periodo più crea-
tivo coincise con la metà del XIX secolo, quando passò nelle
mani di Robert Besley e realizzò caratteri originali incisi da
Benjamin Fox. Il suo patrimonio di materiali fu acquistato
nel1905 da Stephenson Blake.
Font Bureau, Boston. Fonderia digitale fondata da David Berlow
e Roger Black nel1989. Ha realizzato sia revival storici sia ca-
ratteri originali disegnati da John Downer, Tobias Frere- Jo-
nes, Richard Lipton, Greg Thompson e altri.
FontShop Intemational, Berlino. Fonderia digitale fondata nel
1989 da Erik Spiekermann. Ha realizzato caratteri originali di
Spiekermann, Erik van Blokland, Martin Majoor, Just van
Rossum, Fred Smeijers e molti altri.
The Foundry, Londra. Fonderia digitale fondata da David Quay
e Freda Sack. Ha realizzato caratteri originali dei proprietari e
326
revival storici basati sull'opera di Max Bill, Pau! Renner, Jan
Tschichold e altri.
Walter Fruttiger, Miinchenstein, Svizzera. La nuova fonderia di
caratteri Fruttiger affonda le proprie radici nell'attività fon-
data nel1580 da Jean Exertier, e può quindi vantare il primato
·di essere la più antica fonderia ancora in attività. Per più di
due secoli è stata conosciuta come fonderia Haas, dopo che Fonderie di
Johann William Haas la acquistò, nel1740. Non dispone di caratteri
molto materiale tipografico anteriore al xvm secolo, e du-
rante la sua lunga attività non ha prodotto molti caratteri ori-
ginali. Tuttavia durante la prima metà del xx secolo ha rea-
lizzato alcuni progetti originali di W alter Diethelrn e, nel1951,
le prime versioni di Helvetica di Max Miedinger.
FTB (Fundaci6n Tipografica Bauer), Barcellona. Fonderia di ca-
ratteri in metallo fondata nel1885. È l'ultimo ramo superstite
del vecchio gruppo Bauer; possiede buona parte del materiale
tipografico superstite della fonderia Bauer. Fino al1995 era
nota come FTN, Fundaci6n Tipografica Neufville.
Golgonooza Letter Foundry, Ashuelot, New Hampshire. Fondata
nel198o da Dan Carre Julia Ferrari, fonde caratteri in metallo
dalle matrici Monotype e realizza i disegni di Carr, in parte
incisi a mano, in parte creati in formato digitale.
Grafotechna, Praga. Fonderia di caratteri in metallo; ha realiz-
zato i caratteri di Miloslav Fulin, Oldiich Menhart, Vojtéch
Preissig e di altri autori cechi.
GFS (Greek Font Society). Atene. Fonderia di caratteri digitali
fondata nel1992. Ha realizzato versioni digitali di importanti
caratteri greci, opera di Ambroise Firmin-Didot, Richard
Porson e Victor Scholderer, come anche nuovi caratteri greci
di Takis Katsoulides.
Fonderia Haas. v. Walter Fruttiger.
Rudo/fHe/1. v. Linotype-He/1.
Imprimerie Nationale, Parigi. Stamperia e fonderia di caratteri
fondata da Luigi x m nel1640 come Imprimerie Royale. Con
la Rivoluzione Francese (1789),l'Imprimerie Royale divenne
prima Imprimerie Nationale, poi Imprimerie de la Républi-
que. Con l'incoronazione di Napoleone I, neii804, divenne
Imprimerie Impériale. Dopo la Restaurazione del I815, tornò
a essere l'Imprimerie Royale. Nel1848, dopo due successive
rivoluzioni, riprese ancora la denominazione di Imprimerie
Nationale, che si è mantenuta, tranne che tra il I852 e i11870,
con Napoleone III, quando venne ancora denominata Im-
327
primerie Impériale. Conserva punzoni e matrici di Jean ]an-
non (fonte della maggior parte dei 'Garamond') e una grande
quantità di importanti materiali relativi alla tipografia nelle
lingue asiatiche. Ha promosso la creazione di nuovi caratteri
di molti autori: Firmin Didot, Philippe Grandjean, Marcellin
Legrand, Louis-René Luce e l osé Mendoza y Almeida.
Fotrderie di Intertype (International Typesetting Machine Co.), New York.
caratteri Alla scadenza dei brevetti fondamentali della Mergenthaler
Linotype, nel1912, si formò a New York un gruppo di inve-
stitori decisi a costruire una macchina concorrente. Le ma-
trici realizzate per le macchine Intertype comprendevano
nuovi adattamenti di caratteri di fonderia disegnati da Dick
Dooijes e S.H. de Roos. La Intertype si interessò alla foto-
composizione già dal1947. Dopo una fusione verso i11950,la
società si mutò in Harris Intertype Corporation, divenendo
un'eminente produttore di matrici per fotocomposizione.
ITC (International Typeface Corporation), New York. Fondata da
Aaron Burns e Herb Lubalin nel 1969 come agenzia per la
concessione di licenze d'uso e la distribuzione di caratteri ti-
pografici per la fotocomposizione. Negli anni Ottanta la ITC
cominciò a occuparsi anche di caratteri digitali. Solo nel1994
ha intrapreso direttamente la produzione e il commercio dei
propri caratteri. Per più di dieci anni la ITC si è identificata
con uno stile riconoscibile: caratteri dall'occhio medio stan-
dardizzato e ampio, con terminazioni intercambiabili che ri-
ducevano l'alfabeto e la sua storia a moda superficiale. Que-
sto approccio da Procuste al disegno dei caratteri è andato
sfumando nel corso degli anni Ottanta. Per coincidenza, nel
1986la società è stata acquistata dalla Esselte Letraset. Il cata-
logo comprende caratteri originali di Ronald Arnholm, Mat-
thew Carter, Erik Spiekermann, Hermann Zapf e molti altri.
Fonderia Klingspor, Offenbach. Fonderia di caratteri in metallo
fondata nel1842 e attiva con nomi diversi fino alla sua acqui-
sizione da parte di Kark K.lingspor nel1892. Ha realizzato ca-
ratteri originali di Peter Behrens, Rudolf Koch e W alter Tie-
mann. Dopo la chiusura nel1953, l'archivio e i disegni ven-
nero trasferiti presso il K.lingspor Museum, a Offenbach, e
gran parte delle matrici alla fonderia Stempel di Francoforte.
Lamto11 Monotype Machine Co., Philadelphia. La macchina Mo-
notype che conosciamo fu inventata da John Sellers Bancroft,
di Philadelphia, nel1900. Essa deriva tuttavia da una serie di
macchine precedenti, progettate da Tolbert Lanston, di W a-
328
shington, DC, a cominciare dal 1887. La società americana
creata per produrre e vendere queste attrezzature iniziò in
sordina e fu presto surclassata dalla sua controparte inglese,
costituita un decennio dopo con gli stessi obiettivi e quasi il
medesimo nome (v. The Monorype Corporation). Comunque
la società americana rimase sul mercato, trasferendosi a Phi-
ladelphia nel1901 e perseguendo in scala ridotta il suo pro- Fonderie di
gramma, che comprendeva l'incisione di matrici per il revival caratteri
di caratteri storici e per caratteri originali di Frederic Goudy,
Sol Hess e altri. Il materiale superstite fu disperso nel1983.
Lanston Type Co., Mt Stewart, Prince Edward lsland. Nel 1983
Gerald Giampa acquistò una raccolta di campioni e disegni
della Lanston Monotype Co. di Philadelphia. Con questo pa-
trimonio impiantò una fonderia digitale a Vancouver, trasfe-
rendosi poi nella sede attuale nel1994. Il suo catalogo consiste
quasi interamente di versioni digitali di caratteri dell'Ameri-
can Monotype, soprattutto opera di Frederic W arde.
Linorype-Hell, Francoforte. Fondata nel1886 col nome di Mer-
genthaler Printing Co., a Brooklyn, da Ottmar Mergenthaler
per commercializzare la sua nuova invenzione, la macchina
Linotype. La produzione di molte delle prime matrici fu ap-
paltata alla fonderia Stempel di Francoforte, su disegni di ar-
tisti come W. Chappell, G. Trump e H. Zapf. Altre furono
prodotte in Inghilterra su disegni di George W. Jones e negli
usA, su disegni di W.A. Dwiggins, RudolfRtliiéka e altri. La
società cominciò a produrre attrezzature e matrici per la fo-
tocomposizione negli anni Cinquanta, sistemi di fotocom-
posizione CRT (catode ray tube) negli anni Sessanta, e sistemi
di composizione laser ad alta definizione negli anni Ottanta.
Nel1990 la Linotype si è fusa con la Dr. Ing. Rudolf Hell di
Kiel, una delle creatrici di font digitali. La società ha realiz-
zato la versione digitale di molti dei vecchi caratteri per com-
posizione meccanica e caratteri originali di Adrian Frutiger,
Karlgeorg Hoefer e altri. Un'ampia raccolta di materiali del
primo periodo di attività è conservata presso il Rochester In-
stitute ofTechnology a Rochester, New York e in parte presso
la University of Kentucky, Lexington.
The Lud/ow Typograph Co., Chicago. Washington Ludlow, di
Chicago, iniziò a fabbricare macchinari per la fusione dt'i fa-
ratteri nel1906, ma la fonditrice Ludlow, che la società com-
mercializzò in tutto il mondo nella prima metà del xx SC(olo.
fu messa a punto da William Reade nel 1909. La m;KdlÌIM
fonde righe di caratteri da matrici speciali composte a mano,
per cui veniva usata quasi .esclusivamente con i caratteri per
titoli, tuttavia diversi caratteri Ludlow sono stati adattati per
la composizione digitale. La società ha realizzato sia revival
storici sia caratteri originali, in particolare opera del suo di-
rettore tipografico, R.H. Middleton. Cessò l'attività nel1986
Fonderie di in Nord America, mentre il ramo inglese, fondato nei primi
caratteri anni Settanta, chiuse nel1990.
Ludwig & Mayer, Francoforte. Fonderia di caratteri in metallo,
chiusa nel1985. Il suo materiale tipografico è stato trasferito
alla FTB a Barcellona. Durante il suo apogeo realizzò caratteri
originali di }akob Erbar, Helmuth Matheis e altri.
Mergenthaler, v. Linotype-Hell.
Miller & Richard, Edimburgo. Fonderia di caratteri in metallo
fondata nel1809 da George Miller, a cui si associò W alter Ri-
chard nel1832. La fonderia ha realizzato caratteri originali di
Richard Austin, Alexander Phemister e altri. Quando cessò
l'attività nel 1952, il materiale tipografico superstite passò a
Stephenson Blake.
T/te Monotype Corporation, Redhill, Surrey, Inghilterra. Nel
1897, negli USA fu fondata la Lanston Monotype Company.
Dieci anni più tardi in Inghilterra fu formata un'altra società,
la Lanston Monotype Corporation (in seguito semplicemente
Monotype Corporation). Per quello che riguarda la società
americana, v. Lanston Monotype. La fase più creativa della
società inglese iniziò nel 1922 quando fu affidato a Stanley
Morison l'incarico di consulente tipografico. Nei decenni
successivi la società realizzò un numero notevole di accurate
ricostruzioni di caratteri storici e anche nuovi caratteri di Eric
Gill, }an van Krimpen, Giovanni Mardersteig, }osé Mendoza
y Almeida, Victor Scholderer e Berthold W olpe fra gli altri.
Verso i11950 la Monotype cominciò a produrre apparecchia-
ture e matrici per la fotocomposizione, e dagli anni Settanta
apparecchiature laser per la fotocomposizione. In seguito
colò a picco e all'inizio degli anni Novanta fu costituita una
nuova società più piccola, la Monotype Typography Inc., per
la produzione e il commercio di caratteri tipografici digitali,
a partire dalle versioni digitali di molti caratteri incisi in ori-
gine per le macchine Monotype. Ancora oggi il Monotype
Trust è in grado di realizzare, a richiesta, matrici in metallo.
Fonderia Nebiolo, Torino. Fonderia di caratteri in metallo fon-
data nel 1878 da Giovanni Nebiolo, attraverso l'accorpa-
330
mento di diverse società più vecchie e più piccole. t impor-
tante per aver realizzato caratteri originali di Alessandro Butti
e Aldo Novarese. Ha cessato la sua attività intorno al1990.
Fonderia Norstedt, Stoccolma. Fonderia di caratteri in metallo;
un tempo disponeva di matrici di Robert Granjon, François
Guyot, Ameet Tavernier e altri. Il materiale tipografico su-
perstite si trova presso il Nordiska Museet, a Stoccolma. Fonderie di
Fonderie Olive, Marsiglia. Fonderia di caratteri in metallo che ha caratteri
cessato l'attività nel1978. Ha realizzato caratteri originali di
Roger Excoffon, François Ganeau e altri. Il materiale super-
stite si trova presso la fonderia Fruttiger, Miinchenstein.
Museo Plantin-Moretus, Anversa. La stamperia e fonderia fon-
data verso il1555 da Christophe Plantin è stata conservata per
quasi tre secoli dai discendenti del genero di Plantin, Jan Mo-
retus. Nelt8n fu convertita in museo, ma possiede ancora
l'attrezzatura necessaria per fondere i caratteri tipografici.
Custodisce una ricca collezione di materiali di C. Garamond,
R. Granjon, H. van den Keere, A. Tavernier e altri.
Polygraph (Hno nonHrpa<I>Maw), Mosca. Fabbrica di matrici e
macchine per fotocomposizione. Ha realizzato caratteri ori-
ginali, specialmente cirillici, di Vadim Lazurski, Svetlana Er-
molaeva e altri.
Scangraphic, Amburgo. Già Mannesmann Scangraphic, produt-
tore di attrezzature per fotocomposizione. Negli anni Ot-
tanta iniziò a occuparsi di font digitali, realizzando anche ca-
ratteri di Volker Kiister e Hermann Zapf.
D. Stempel, Francoforte. Fondata nel1895 da David Stempel, la
società assunse il controllo di molte altre fonderie di caratteri
tedesche. Ha realizzato caratteri di Hermann Zapf, Gudrun
Zapf-von Hesse e altri, inoltre ha venduto caratteri ottenuti
dalle matrici originali di Mikl6s Kis. Nel1986, con la chiusura,
il materiale tipografico è stato trasferito presso l'Haus fur In-
dustriekultur di Darmstadt. Gli strumenti di lavoro di Au-
gust Rosenberger, l'ultimo maestro incisore di punzoni della
Stempel, che incise le versioni originali del Palati no di Zapf,
si trovano presso il Gutenberg Museum di Magonza.
Stepherrson Blake & Co., Sheffield, Inghilterra. Fonderia di ca-
ratteri in metallo fondata nel1819 da John Stephenson, James
Blake e William Garnet, grazie ai materiali acquisiti soprat-
tutto da William Caslon IV. In seguito la società ha arricchito
il proprio patrimonio di materiale tipografico con successive
acquisizioni dalla Fann Street Foundry, dalla originaria Ca-
331
slon Foundry e da altre fonderie. Continua tuttora a pro-
durre caratteri in metallo.
Sto11e Type Formdry, Palo Alto. Fonderia di caratteri digitali fon-
data nel 1991 da Sumner Stone; realizza i caratteri disegnati
dal titolare.
Tetterode. V. Amsterdam Foundry.
Fonderie di Typoart, Dresda. Fonderia di caratteri in metallo costituita ne-
caratteri gli anni Cinquanta con la nazionalizzazione delle società at-
tive all'epoca, Schelter & Giesecke e Schriftguss. È impanante
per aver realizzato durante il xx secolo i caratteri originali del
suo direttore anistico, Albert Kapr. Il materiale tipografico
superstite si trova presso il WMD di Lipsia.
URW ( Unternehmensberatung Karow Rubow Weber), Amburgo.
Costituita come società di software nel1971, fu indirizzata alla
tipografia digitale da Peter Karow, un medico entusiasta della
tipografia, che entrò a far pane della società nel1972.. Ha svi-
luppato il sistema Ikarus (un predecessore del PostScript) per
la digitalizzazione dei caratteri tipografici e realizzato un gran
numero di revival di caratteri storici e di caratteri originali di
H. Zapf, G. Zapf von-Hesse e altri. Nel1995 la società fu sot-
toposta a curatela fallimentare. Da allora il suo catalogo è di-
stribuito da un ente successore denominato 'uRw++'.
Fonderia Victoria, Koropi, Attica. Fonderia di caratteri in me-
tallo, ancora attiva. Realizza soprattutto caratteri greci da di-
segni del XIX e primo xx secolo.
/ohannes Wagner, Ingolstadt, Germania. Fonderia di caratteri in
metallo fondata a Lipsia nel1902 da Ludwig Wagner e trasfe-
rita a Ingolstadt nel1949 dal figlio Johannes. Ha acquistato
matrici dalle fonderie Berthold, Johns, Weber e altre, e con-
tinua a produrre caratteri in metallo.
Fonderia Weber, Stoccarda. Fonderia di caratteri che ha pro-
dotto caratteri originali di Georg Trump e altri. Nel 1971 è
stata assorbita dalla fonderia Wagner di Ingolstadt.
WM D (Werksti:ittenund Museum fiir Druckkunst), Lipsia. Museo
e laboratorio tipografico fondato nel1994 da Eckehart Schu-
macher- Gebler. La sua grande raccolta di materiale tipogra-
fico comprende punzoni originali e matrici di J.C. Bauer, L
Bernhard, J. Erbar, A. Kapr, P. Renner, J. Sabon e molti altri.
Y&Y, Concord, Massachusetts. Fonderia di caratteri digitali
specializzata in font e software di sistema per comporre testi
matematici e scientifici. Ha prodotto caratteri originali di
Charles Bigelow, Kris Holmes e Hermann Zapf.
332
APPENDICE E: RICAPITOLAZIONE Pagina
1.2.5 Dare una forma alla pagina e al blocco del testo così che 24
ogni elemento, ogrri relazione fra i diversi elementi e ogni
sfumatura siano messi in rilievo e valorizzati.
333
pagina 31 2.1.6 Spaziare le sequenze di lettere maiuscole, il maiuscoletto e
le sequenze di numeri.
334
2.45 Seguire le regole delle diverse lingue nella sillabazione. pagina45
335
pagina 61 3·4·3 Usare con moderazione il tondo inclinato e ancora meno il
t011do inclinato in modo artificiale.
336
4-4·3 Comporre le colonne di numeri allineandoli a destra o pagina 78
rispetto alla virgola dei decimali.
337
pagina 89 5.2.8 Trattare la punteggiatura soprattutto come segni di
notazione, non di espressione.
6.6.1 Scegliere i caratteri non latini con la stessa cura riservata a 113
quelli latini.
339
pagitJa 122 6.7.3 Evitare ridefinizioni arbitrarie di segni familiari.
340
7-3·5 Reincisioni storiche & disegno contemporaneo. pagina 146
8-4.2 Dare al testo una forma che bilanci e contrasti la forma 171
globale della pagina.
8.8.2 Sistemare il carattere egli spazi nel blocco di testo usando 185
incrementi tipografici, ma basarsi su proporzioni libere per
accomodare gli spazi vuoti.
341
pagina 197 9.2.3 Intelligenza contestuale.
207 9.6.2 Curare sia gli aspetti più tecnologici sia quelli meno
tecnologici.
342
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F.8 PERIODICI
349
Linotype-Hell Company, Hauppauge, New York; Scangraphic
PrePress Technology, Amburgo; Monotype Typography Ltd,
Redhill, Surrey; Monotype Typography , Inc., Chicago; Para-
Graph International, Mosca e Campbell, California; Precision
Type, Commack, New York; Stone Type Foundry, Palo Alto,
California; la compianta URW Software and Type GmbH, Am-
Postfazione burgo. Ulteriore materiale illustrativo è stato gentilmente for-
alla seconda nito da Peter Matthias Nordzij presso la fonderia Enschedé di
edizione Hurwenen, Olanda, e da Christopher Stinehour a Berkeley.
Un ringraziamento particolare va a Fred Brady, Bur Davis e
Robert Slimbach della Adobe Systems, e a Michael Macrakis e
George Matthiopopulos della Greek Font Society, che mi hanno
permesso di sperimentare e utilizzare le versioni pilota di molti
caratteri, molto in anticipo rispetto alla loro distribuzione al
pubblico.
350
INDICE ANALITICO
351
Baker, Arthur 269 Berthold, Hennann 324
Balzac, Honoré dc 315 Berthold, Fonderia 324
Bancrof\, John Sellers 143 Beslq, Robert 137-138, 222, 316
Bannikova, Galina >n Bi Sheng 115
barra 287 bibliografie 87
inversa 287 bicamerali, alfabeti 302
sottolineatrice 287 bielorussa, lingua 187-288
Indice
speuata 287 Bigelow, Charles 63, 264, 314. 332
Ba-Ca Barbedor 310 bikol, lingua 97
Barbou 228, 316 bilingue, tipografia
barocco t>, 55, 63, 91,101, 103, 107, v. multilingue, tipografia
131-133. 134. 170. 221, 229, 249 Bill, Max 326
Baskerville, )ohn 83, 103, 135, 145, 196, Binnq, Archibald 314
211, 216, 218, 228, 27), 313, )25 bitrnap 196, 302-303
Ba.sknville 56, 61, 83, 89, 91, 91, Bitstream 197, 325
102.-104, no, 111, 135, 201, 209, sistema di classificazione 212-213
352
Cnflisch 269 casuale, variazione 191-194
Caledonia 143, 225, 271, 313, 315 catalana, lingua 97, >8s, >88, >9S->96
Cnlifornian 217, 219, 316 cebuana, lingua 97
Calisto 52, )Il ceca, lingua >s. 97, 189, 186, 288
canalino 303 cediglia 288
Cancellewca bastarda 322 Centaur 73, as, 91, too, nt, 12.8, 147.
cancellereschi, caratteri 153, 2.72-273, 101, 217, l)), )l), )18
)O) centrati, titoli v. titoli
Indice
Cantico dei Cantici 70 Century Schoolbook lll Ca-Co
capitoli, apenura dei 68-69 Cerigo 63
capolettera 69-71, 279-283, 303 Chappell, Warren &s, 147, 179, 314,
annegato 303 319
a caduta 303 Charlemagne to6, 116, 18o, 321
a sommario 303 Charlotte 102, >H
capoverso rientrato ~2-43 Cheltrnham 108
caratteri, assortimento di 82, 187, cherokec, lingua 110
190, 207-208, 257. 284-300 Ching, Frank 170
vs tavola dei glifi 190, 194, 306 Choc 269
caraueri da titoli 279-283 cicero 303, 311
caratteri lilettati 305 ciclismo 101
caret 288 cinese, lingua 97, 12.5, 149,285, 2B6,
Carlomagno 126 287. 288
Carmina 52, 106, 322 circoletto alto 2.88, 2.91
Carolina 126 circonflesso, accento 2.85
carolingia, scrittura 126-127, 184, llJ, cirillico, alfabeto 34, 102. 113, u6, 12.1,
215 145, 187, 190, 2]6-2.78
Carolus 316 corsivo 34 · 2n
caron 288 pryamoi 177
Carpenter, Ron 52 Cistercense, Ordine 26s
Carr, Dan 327 citazioni
carta IOt-101, 108, 144-145, 151-153, nel testo 43-44. 92~3. 303
170 segni tipografici 71, 83, 92~3. 299,
Caner, Ma1thew 93, 131, 192-194, 229, 300
281, 283, 314,325, 328 civilité, caratteri 196, 270, 321
Carter & Cone 325 Clairvaux l6S
Cartier 279 Clarendou 6s, 112, 138, =
cassa, disposizione della 187-188 clarendon, caratteri 221, 306
cassa alta, cassa bassa 54, ;8-6o, 116, classificazione dei caratteri 12-15,
187-188 117-141
Caslon, WiUiam IV 2.52, 331 Claudius 318
Caslon 54. 59, 64, 75, 119, 134, 219, 277, Cloister 221. 234
312, )21 Cochin, Nicolas 3lS
Caslon Fonderia 234, 325, 332 Codex 249, 279. 311
Caspari 225, 253-2s4, 2S&-2S9 Codex Sinaiticus 183
Cassandre, Adolphe Mouron 324 Colines, Simon dc 92, 193. 196, 110,
Casttllar 68, 70, 168, 279, >8o 271, 276, )lS
353
Colonna, Francesco 179, 199, 241 Cuaz, Jean-Renaud 63
colore tipografico 17. 11), 105-206, cultura & tipografia 23, 105-124,
304 125-159. 151 e •eu-
colpo di glottide 18!1-289 curda, lingua 97
Colwell, Elizabeth 106 curi 289
Colwell Handletter 106 Cycles 320
Comenius, Jan 212 Cuclt Unc:ial 319
Indice
Comtnius 52, 91, 2.22-ll),Jl.l
Co-Da Complutmsiano, greco 272, 317 Dair, Cari 279
composizione a mano 187-188, 190, Dani~ls, Gerard 225, 253, 3:i5
208 danese, lingua S5. 97, 186, 293, 300
Compugraphic 323 Dante 139, 201, 224, 279, 317, 319
Consort 2.22 Davenport, Guy 22
contrasto 66, 108, 117, 136, 303 Davis, Miles 38
contrografismo 200, 203, 304 Debemy & Peignot 147, 325
Convention 319 Detpdene 109, 224, 316
Comford, Francis M. 114-115 Delpltin 249, 279, 321
cortana, lingua 189, 187 Delta 314
corpo, del carattere 304 deponenti, numeri e lettere 291
corsivi 34, 61-64, 82, u8, 259 Derby 169, 318
cirillico 277-278 Demos 108~ 15"1· 311
greco 271-272 De Roos 320, 325
v. anche canceUereschi, caratteri Denerer~ Emst 221
corsivo 511-59, 61--<12, 65, 109, 119, devanagari, lingua 119· 187, 189, 302
l)o-l)t, 14(), 1-47. ll], 215. 216, 16), diacritiçi, segni 82, 95--97, 285-300
272-273. 308 greci 116-117, 118, 187,309, 310
Aldino 131, 210 dialogo, tipografia di 87
Colines 210 didone 127
Didot 210 Didot, Ambroise Firmin
diritto 62, 269 v. Finnin-Didot~ Ambroise
Fournier 22.8 Didot, Firmin 134. 210~ 250~ 274-275,
Jungbeua dell'alfabeto 29, 62 315, }28
maiuscole 6~1. 64, Didot, François-Ambroise 315
origini 130 Didot 100, 137, 2.10, 274-275
senza grazie 253· 258-259• J06 greco n8, 119, 274-175
spaziatura del 197-198 dieresi 289-290
transitività 62 Diethelm, W alter 327
vs tondo inclinato 61~5 Dijck, Christoffel van
corsivizzazione, quoziente di v. Van Dijck, Christoffel
2511-259 dingbat 304
Courbet, Gustave 137 Diogene.s 275
cree, lingua 149 Diotima di Mantinea 2.25
<renatura 34-36, 54, 76, 94, 143, 144, Diotima 106, 225-226, 238, 322
197- 198. 201, 202, )04- 305 dittongbi, tipografici 98
Cristal 279 v. anche legature
croce latina 189 Documenta 125, 314
354
Does, Bram de 85, 1~6. 136, ~6. epigrafiche, lettere 81, 8>, us-u6,
~7-48. )15, )16 151, 153. 260, 268, 305
donne, ntl disegno dei caratteri 106 Erasmo, Desiderio 170
Dooijts, Dick J~, 318 Erbar, )akob JJO, JJl
doppio accento acuto 185 Erhardt 318
Dost~sky, Fyodor 113 Ericw 316
Double Augustin 311 Ennete Trismegisto 18J
Dova Roman 111 Ennolaeva, Svetlana 331
Indice
Downer, )ohn 141, 2.59, 319, 316 esclamativo, punto 195 Do-Fi
Draguet Jl~ esponenti, c.araneri 75-76, 78,
DTL v. Dutch Type Library 2.02.-20), 191
Due de Berry 165 E>prit 119, 141, 12.6, 150, )1]
due colonne, pagina a ~o--41 EsseIle Letraset 316
due punti 37, 8>, 290 Estienne, Henri u 91
Dutch Type Library 1)4, 314, 315 Estienne, Robert 84. 95
Dwiggins, William Addison 85, 119, E>tienne 318
14), 115, 117, 167, 315, 319 estone, lingua 97, 189
dyet 190 esuli 154, 190
eth 190
Eaglefeather 169 ethel 54, 190
Eaves, Sarah Ruston 196 E11/er 311
ebraica, lingua ~. 71, 96, 97, IIJ, 117, Eusebio, da Cesarea
1]0, 189. 101, 18&--189. 199. 196, De evcmgelica praeparatione 2.00
)01 Eusebius 111
edera 190 Ex Ponto 199, 150, 170, 311
Efimov, Vladimir 178 Excoffon, Roger 199, 169, )J1
Egyptian sos 65, 136 Espressionismo 90, 140, U7
egiziani, caraueri v. graz.ie piatte,
caratteri con Fairbank, Al&ed 147, 315
Eichtnauer )l't Fairbank 2 09, 216, 227, 315
Eidenbenz, Hermann 1)8, 222 Fairfield 143, 115, 2.17, )10
Eldorado 315 Fa/con 143, 315
Elecrra 85, 119, 143. 213, 117, 315,}16 famiglie, di caratteri 5&--66, 10&--111
EltctrU: 319 Fann Street, Fonderia 316, 331
El Greco 269, 318 faroese, lingua 97, 190
Eliwbeth 106 Faulkner, William 9G--91
Elsner + Flake )16 fiamminga, lingua 97
Elzwir IJl, 116, ~9. 159 Fibonacci, Leonardo 163
cm, trattino 86, 87, 90 Fibonacci. strie di 165-166, 175. zo6
em 17, 2.8, IAJ), 144, 305 Fide/io 319
Emigre Fonderia 319, )16 figiana, lingua 97
en 305 Figura/ 85, n~ . 114, 117, 137, 319
eng 190 filettate, lettere 68, 305
Ensched~. Johann, en Zonen 147, filippina, lingua 97
311, )16 finlandese, lingua 97
Enschedé, Fonderia 316 Firmin-Didot, Ambroise 171, 273,
355
275.315 Fnuiger 102, 112.-113, 112, 235, 150,
Fishman, Janicc Prescott 106, 261 254. 2511-259. 26o, 2n, 316
Fleischman, Johann Michad 134, Fruttiger, Fonderia 327,331
227-228, 271, 315-316, 325, )26 Fulln, Miloslav 327
Fleischman 134, 12.7-228 Fundaci6n Tipografica Bauer 320,
Oeuron 69, 305 314· 327
Flora 85, 108, 147, 254, 258, 321 Fundaci6n Tipografica Neufville 327
Indice
folio 305 Futura Sl.. 101, 101, 112, 139, 199, 111,
Fi-GI fusione, dei caratteri 144-145, 250, 255,1n
146-t.otS, 101-202
fonderie, di cahltteri 323-331 gaelica, lingua 97, 285
fonetici, caratteri 102, 113, 300, 307 gallese, lingua 97, 285, 289
font Galliard 93, 131, 2.19,143. 312,317
definizione 305-306 Gomma 250, 311
editing 37. es. 189. 101, 103, Ganeau, François 106-107
GX 197-199, 200, 202-203 garaldo 127
intelligenza della 197-199 Garamond, Claude 48, 84, 107, 128,
pretipografica 117 119, 148, 180, 23D-232, 143. 244.
scdt.a della 103-114, 108 315, 316, 318, 331
Fontantl 319 greco 196, 271, 273, 276, 316
Font Bureau, The 326 corsivo 84, 107, 135, 243, )16
FontShop International 316 Garamond s6, 92, 106, 107, 110,
Forsberg, Karl-Er:ik 91, 95, 217, 316, 112,12.8, l}G--232
Fox, Benjamin 138, 222, 326 giapponese, lingua 82, 97, 189
frazioni 87-88 Gilgengart 322
fraluur 264, 265 GW, Eric 52, 58, 62, 63, 147, 202, 234,
francese, lingua 36, 39, 46, 54, 89, 97, 244· 256, 275. 316, 330
106, 188, 289, 292, 299 Gi/1 Sans 52, 58, 202, 234, 254, 256,
Franciscan 316 2j8, 304, 316
Franklin, Benjamin 135 greco 274, 275
Franklin Gothic 138, 253 GWs, Michael 254, 326
Frere-Jones, Tobias 326 Giovanni )lO
Friar 316 giusteua 2!rJO, 169, 171, 306
Friedliinder, Eliz.abeth 107 giustificazione ~29, 45-46,
frisone, lingua 97 19!r200, 306
Froben, Johann 92, 210 dtUo scrivano 19!r200
Frutiger, Adrian 52, 63, 102, 112-113, Glypha 316
137. 146. 147. 150, 235. 237.143. 254. glifica, fonna (vs. grafica) 268
281, 282, 316, 325. 329 glifi & tavoloua dei glifi 187,
356
19<>-198. 306, 312 2]1, l]), 2]6, ]01, 317
glottalizzazione 12.1, 122, 113, 186 Griffo 317, 319
Goldcn Typc 221 groenlandese, lingua 97, 198
Golgonoou Leuer Foundry 317 Guillln de Brocar, Arnaldo 171, 176,
G6recki, Henryk Mikolaj 292 317
gotica, arte l•P, 164 Gortler, Andrl 65, 136
gotico, caralltre )4, 110, l)), 164-67, Gutenberg, Johann GensHeis<:h no,
Indice
318 125, 116, 163, 187-188, 193. 196.
Goudy, Frederic 33, 85, 108, 147, 217, 19~200
Gl-Hu
219, 110, 21'h 1]1, 156, 265, 166, Bibbia delle 41 righe 186, 196
167.316-317,318, 313,314. 319 gujarati, alfabeto 149
Goudy S<ms 156, 158o317 Guyol, François 149,317, 330
Goudy Text 265,317 GX, font 197, t98-1oo, 108
357
Syrotax, Fruriger) 213
Hyperion 322 Jaguar 149, 269, 321
HZ, Programma 199-200 Jannon, Jean 106, 107, 132, 231-231,
)18, 317
i senza punto 56, 291 ]annon 1o6, 231-232, 2n, Jll
islandese, lingua 97, 190, 298 Janson, Anton 235
illustrati, libri 22-13, 169 /anson 132, 143, 235, 318
Indice
ilocana, lingua 97 Jenson, Nicolas 16, 199, 318
Hy-Kr impaginazione 45-47 caratteri gotici 11~111, nB, 266
v. anche (olio greco n8, 211, 271,271, 176
Jmprimerie Nationale 317-328 tondo 16, uo-ut, 111, 2.21, 133, 135
inchiostro 205 caratteri e riproduzioni 121, 318
incipit 67-70, 179 Jenson n8, 195, 221, 2))-134> 235, 318
inclinazione, definizione di 307 /essen 318
inclinato, tondo 6o-6t, 61-65, 132 Joanna 136, 244, 316
index 291 Jones, George W. 147, 221, 2)1, 318
indonesiana, lingua 97 Joumal 106, 140, 134, 319
Industriale, Rivoluzione 253 Juliana 143
inglese, lingua 35, 41, 55, 74, 89, 87,
97· 187. 186, 290, 191, 294 Kaatskil 316
iniziali Kabel 256, 277
nei nomi propri 31, 35. 36, 198-199 Kapr, Alben 332
grandi v. capolettera Karow, Peter JJ2
pagine 38-40, 79-80 Katsoulides, Takis 119, 274, 275. 276,
interlinca 39, 307 317
lntemational Organization for Kazcun, Alex 127
Stardandization (ISO) 307 Keere, Hendrik van den
set di caratteri 82, 189, 190, 285-300 v. V an dcn Keere, Hendrik
forme e formati deUa cana 156, 161, Kennerly 85, 234-135. 316-317
162 Kesey, Ken 11
lnternational Phonetic Association khoisan, lingue 111, 287. 195
(tPA) 307 Kis, Mikl6s 132, 143, 148, 235, 271, 318
Intemational Typeface Corporation Kis (= Janson) 132, 235,311
(tTc) 197, 328 Kingspor, Karl 328
lntertype, macchina 328 Klingspor, Fonderia 267, 328
intonazione 95 Koch, Peter Rutledge 275
inuklitut, lingua 120 Koch, Rudolf 140, 256, 265, 267, 318,
Jonesco, Eugène 21 328
iota: sottoscritto 117,310 Koch Antiquo 318
ipenesto 203 Kokoschka, Oskar 140
lridium 316 Kolibri 106
lsadora 317 Komensky, Jan Amos 222
tso v. International Organization for Kompakt 312
Standardization Kosmik 194
italiana, lingua 35, 71, 97, 192 Krimpen, }an van
Jtalian Old Sryle 316 v. Van Krimpen, Jan
krouiek v. cir<oletto alto Lipton, Richard 315, 316
Ktister, Volker 331 Liszt, Ferencz 118
Kuzanyan, Pavel 277 Lithos 106, 150, 179, 281
kwa.kwala, lingua 120 litografia 144-145
lituana, lingua 97, 288, 19~ 194
l barrata 291 logica, fanna 1o-2.4. 104
ladine, lingue 97 logici, simboli 288, 297, 193, 198
lakota, lingua 122 logogramma 54, 8~ 308
Indice
Lange, GUnter Gerhard 168, 269, 319, logotipi 54 Kr-Ma
3'-4 Lombarde, Maiuscole 165
Lanston, Tolbcrt 143, 328 Lubalin, Herb 199
Lanston Monotype 147, 212, 328, 319 Lua, Louis-René 328
Lanston Type Co. 329 Luddn 63, too, 108, 257, 1.58, JlJ, 318
LD.pidary 333 (=Perpetua) 113 fonetica 123
lappone,lingua 97, 288, 290, 298,300 Ludlow·Typograph 31?-JJO
Lardent, Vietar 103 Ludwig & Mayer 330
larghezza delle lettere 37, 78, 143, Lunda 318
115-216 Lureria 109, 2]3. 312-313
LD.rin 725 (=Mhidien) 213 Lydian 137, 314
latina, lingua 1.4, )11 40, 111-12.1
lenonc,lingua 97, 188, 288, 192 macedone, lingua 285
LD.udatio 156- 257, 160 macron 192
Lalursk.i, Vadim 116, 277, 178,319,331 Maestro di Basilea 210
Lazurski 101, u6, 178, 319 maiwcole, altezza delle 301
Le Bé, Guillaume :1.43, JOO v. anche cassa, maiuscoleno
Le Corbusier ltdouard )eanneret] maiuscoletto Jl-)2, so, Sl-?J, SS--19.
Modular, sistema 165, t66, 175, •n 66, 69, 109
Legacy 58, 101, 108, 2.21, 1H, 136, 157, Majoor, Martin 58, 86, 244, 260, 261,
258-259· )18 319,326
legatura 169, 105 malayalam, alfabeto 149
Legende 270 malese, lingua 97
Legrand, Marcellin 318 Malin, Charles 2:1.4
lettere, storia delle 11- 15, 104-108 maltese, lingua 97
l.t'ttersnider, Henric 264, 319 Manfredi, Victor 123
Laicon 136, 315 manierismo 103
Libra 320 Manoscritti del Mar Morto 179
licenza d'uso 209-211 Mantegna, Andrea 281
Li~ko, Zuzana 106, 14D-141, 141, 196, Manrinia 191, 199, 129, 2.81
234. )19,)26 Manuscript 127, 237
legature )), 54-58, 187, 190, 191, 191, cirillico 178
196, 292, J08 Manuzio, Aldo 92, t)t, 179, 317
lunghezza della riga v. giustezza maori, lingua 97, 111
linea punteggiata )8, )08 Marconi 321.
359
Maring, Herbert 265 Modula 319
Manin, Robert 218 modulari, scale 175-tn
Martin, William 137, 218 modulazione
Massin, Robert 21 tra tondo e corsivo 61
Matheis, Helmut 330 del tratto di penna 82, 126, 136, 252,
Mat.hirssen, Peter 11 308,309
Matthiopoulos, George 175 moldava, lingua 97
Indice
Matura 169 monilor, tipografia per 201-204
Ma-Ne Mauririus 321 monocromi, caratteri 101
360
neoumanesimo 83, 103, 309 Ondine 270, 2.81, 316
Nero 319 Opti ma 51. 100, 143, 111, 156, 258, 260,
nero 58-59, 6o, 69, no-111 322
nerissimo 265 Oranda 144, 321
Neugebauer, Michael 169, 326 ordinaJi, lettere 292
Neuùmd 181,318 Orion 312
Neuui1174 orizzontale, movimento 17-38, 171
Indice
Ntw Hellenic 114, 117, 118, 271, 176, ornamenti ..3
320 v. anche fleuron, edera Ne-Pe
Nobel 320 orfane 46
Nofret 107, 110, 141,114, us, 238, 28o, onottici, caratteri 96, 171-272, 176,
}2Z )IO
nomenclatura 211-213 Ovidio Publio Nasone 170
non-alfabetici segni 81-97, 285- 300,
309 pagina, forma della 10, 151-186
Noordzij, Peter Matthias n8, 219, pali, lingua 97
144· 319. )26 Palatino, Giovanni Battista 211
Norstedt, Fonderia 331 Palatino 57, 65, 100, 101-104. uo, 139,
norvegese, lingua 54, 97, 286, 293, 148. 209. 211, 213, 214. 216,
)00 239-240, 251-252, l.8o, :Uh, 322
note, al testo 74-76 origine del nome 221
Novarese, Aldo 280, 331 Palomba 149, 269
Nueva 106, 321 Pannaru, Amold 213, 321
numeri SQ--52, 58, 102, 293, 309 Pan Nigeriano, alfabeto 12.2-123
spaziatura e c;renatura dei )l, ParaGraph lntemational 331
35-]6, 78 paragrafi 42
di pagina 172-174, 183 paragrafo, segno di 83, 294
numero, segno di 293 parentesi 8], 9Q--92, 294
nut v. en graffe 194
Parker, Douglass 21
obelus v. croce latina Parker, Mike IOJ, 325
occhio 309 Parliament 319
occhio 53, 195, 203 Pannenide 113, 275
v. anche altezza media 1 parola 6- tipografia 53·54· 95
occhio medio 53, 119, 309 Pasca/ 319
octothorp v. numero, segno di Pegasus 322
Odd-job Sanserif 103 Peignot, Rémy 279
Officina 102, 142, 239, 256, 277 pennino a punta 136
ogonek 288, 293 Pepita 269
ojibwa, lingua 120 Pericles 281
olandese, lingua 36, 55, 97 periodi, spazio fra 31
0/d Sryle Antique 319 Perpetua 6J, 2.13, 312, 316
Olive, Fonderia 331 persiana, lingua 97
Olivieri, Ruggiero 278 personalità 105-108
Ormria 268 Peter, Friedrich 269
onciali 126, 267-268, 273 Pelers, )ohn 179, 280
Phemister, Alexander 137, 319, 330 206-208
Phidias 239, 176, 282, 321 proporzione 27-47, 151-186
Photina 85, 209, 2.-10, )19 punteggiatura 31-32, 81-95
pi fonts u6-u7, 310 punto
pilcrow v. paragrafo, segno di esclamaùvo 2SJ5
piea 27, 8o, 185-186 fermo 83
definizione 310 interrogativo 37, 8),
Indice
Pilgrim 316 medio 295-296
Ph-Ri Pindar 267, 317 punto e virgola 37, 295
Pischner, C. Wilhelm 274 soprascrillo 296
pixel 202-204 sottoscritto 296
Plantin, Christoph< 84, 128, 2.<19. 317, punto tipografico 27, So, 185,
331 definizione )IO
Plantin-Moretus, Museo 48, )31 Didot )O), )04,)10, )Il
Platone punzone, incisione del 139, 144-145,
Timeo 176 195-196
Simposlo 225 Pwhkin 278, 319
Poetica 131, 190, 199, 238, 2.-10, Jli,J20 Pye, David 194
Poliphilw 85, 147, 201, 2.-11-2.-11.317
polacca, lingua 54, 97, 188, 291, 291, quadraùno 310