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ENCICLOPEDIA

DELL'ARTE ANTICA
CLASSICA E ORIENTALE

ISTlTVTO DELLA

ENCICLOPEDIA ITALIANA
FOND\TA DA GIOVANNI TRECC1\Nl
ENCICLOPEDIA
DELL'ARTE ANTICA
CLASSICA E ORIENTALE

ISTlTVTO DELLA

ENCICLOPEDIA ITALIANA
FOND~\TA DA GIOVANNI TRECCANI
ROM 1\
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1

©
PROPRIETÀ ARTISTlC1\ E LETTER!\RL-\ RlSERV,-\L\
Copyright by
Istituto della Enciclopedia Irnliana
fondina da Giovanni Treccanl
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I
Sta111jJalo ir1 Italia Printal i11 1ta!v

ROMA ISTITUTO POLIGRAFICO E ZECCA DELLO STATO

I
ISTITVTO DELLA

ENCICLOPEDIA ITALIANA
FONDATA DA GIOVANNI TRECCANI

PRESIDENTE
GIUSEPPE ALESSI

VICEPRESIDENTI
Gll'LIA:-lO ì',\SSALLI GIAN:-lINO PARRAVICINI

CONSIGLIO SCIENTIFICO
MASSDHU_-\NO ALOISI; IXIGI AMERIO; ARNALDO }L ANGELI:-ll; ROSARIO ASSUNTO: BARTO-
LOME( 1 .I TTOLTCO; SAYER!O A \TElll'TO; PAOLA BAROCCHI; GILBERTO BERNARDINI; ITALO
B()J!/1 1-,ìilEJ<T() BOSCO: VITTORE BRAJ\CA; GUIDO CALOGERO; RENZO CANESTRARI: MARIO
co:-;-; 1 -TI>;](, (()TTA; IXIGT DADDA; A\-ClSfO DEL NOCE; ALESSA"JDRO FAEDO; DOMENICO
FA;;·,, ì l<l'.\CESCO GABRJELl: ITGEKIO GARI:-l; LIVIO GRATTON; Tl'LLIOGREGORY; FRANCO
LO:i LI ,e 1 1J CW\'.\_\JNI BATTFT,\ J\L\R]Nl-BETTOLO 1!ARCONI; GIUSEPPE MONTALENTI; GIF-
SE!'i'i \H IFl 'Z%1: SABATINO MOSCATI; GIUSEPPE PADELLARO; BRl-NO PARADISI; GIANNINO
PARK\ \'J C!Nl: J\L\SSIMILIANO PA VAJ\: l!ARIO PED!l\l: GIORGIO PETROCCHI; GL\l\ DOMENICO
PISA!'L\; PIETRO PRJNI; GIOVANNI Pl'GLIESE CARRATELLI; ANGIOLA MARIA ROMA"JIN!;
SER<~JO IW:IJAKO: ROSARIO ROMEO; LUIGI ROSSI BERKARDI; CARLO Rt:BBIA; FRANCESCO
SANTOHCl 1• 5,C'<, RELLI: GllJì'ANl\l SARTORI; GIL'.SEPPE SCHIA VINATO; FRANCESCO SIS!l\NI;
1
GIOVA'.\!,] Sl ,\llOL!Nl; PAOLO SYLOS-LABINI: ROBERTO TUCCI: GIULIANO VASSALLI; SAL-
VATORE VILLARI: A1\TONINO ZICHICHI

CONSIGLIO DI AMMINISTRAZIONE
ARISTIDE >'AVJGNANO, in rappresentanza del Banco di Napoli; CIRO DE MARTINO, Presidente onorario
del Banco di Sicilia; GlO'VANNI CODA NUNZIA:\'TE, in rappresentanza del Monte dei Paschi di Siena;
MARIO FOR:r.--;ARI, Direttore Generale dell'Istituto Nazionale delle Assicurazioni; ROSARIO LANZA, in
rappresentanza dell'Istituto Poligrnfico e Zecca dello Stato

DIRETTORE GENERALE
VINCENZO CAPPELLETTI

COLLEGIO SINDACALE
PASQUALE CAROPRESO- CARLO BELLANI; FRANCO CASAMASSIMA; ANTONIO MAROTT!;
TOMMASO PALMISANL
FERDINANDO IZZL Delepto ddb Corte dei Conti
t

I
ATLANTE
DELLE FORME CERAMICHE

II

CERAMICA FINE ROMANA


NEL BACINO MEDITERRANEO

(TARDO ELLENISMO E PRllvlO IMPERO)


ENCICLOPEDIA DELL'ARTE ANTICA CLASSICA E ORIENTALE

DIRETTORE DI REDAZIONE
GIOVANNI PUGLIESE CARRATELLI, Professore nella Scuola Normale Superiore, Pisa

REDAZIONE
Dr. IDA BALDASSARRE) Professore nell'Isriruto Universitario Orientale di Napoli; Dr. TERESA LANZILLOTTA;
Dr. GRAZIA MANNIRONI LUBRANO; Dr. SALVATORINO SALOMI; Dr. EVA MARGARETA STEINBY,
Umversirà di Helsinki

SEGRETERIA
Dr. SIMONETTA PAOLUZZI

COLLABORATORI DEL VOLUME II

J. W. HAYES, Roya! Onrario Museum, Toronto

Jv\.ARIA ANGELES MEZQUIRIZ, Museo de Na'vrra, Pamplona

LUISA MAZZEO SARACINO, Istituto dì Archeologia, Universirà dì Bologna

ANDREINA RICCI, Università di Pùa

GIUSEPPE PUCCI, Università di Siena

Coordinatrice: IDA BALDASSARRE

Disegni di TOMMASO SEMERARO


SOMMARIO

PRESENTAZIONE Pag. xv

SIGILLATE ORIENTALI (J. W. Hayes)


AVVERTENZE 2
ABBREVIAZIONI 3
L SIGILLATA ORIENTALE A (Eastern Sigillata A) 9
Definizione 9
Caratteristiche materiali 9
Area di provenienza IO
Caratteri distintivi IO
Classificazione II
Decorazione I I
Cronologia , . . . 12
Area di diffusione r3
Influenze 13
FORME APERTE: SERIE ELLENISTICA: Piatti e scodelle (Forme I-I4); Coppe e tazze (Forme 16-25); Crateri
(Forme 15; 26-27) . . . , , , , , . . . . , , . . , . , • , .. • • • • • •
FORME APERTE: SERIE ROMANA DELI PERIODO (Early Roman): Piatti e scodelle (Forme 28-41); Coppe e tazze
(Forme 42-51) 27
FORME APERTE: SERIE MEDIO-IMPERIALE (Middlc Roman): Piatti e coppe (Forme 52-61) 38
FORME APERTE: SERIE CON VERNICE VARIEGATA (Forme 62-65) 4r
FORME APERTE: Serie tarda (antonina) 42
FORME CHIUSE: Serie <i ellenistica I' e sue derivazioni (Forme 101-ro5) 42
FORME CHIUSE: Brocche tarde (Forme 106-rr2) e Bottiglie biansate (Forme rr3-II6) 44
FORME CHIUSE: Framinentì non classificati 47
FORME RARE E DUBBIE 47
II. SIGILLATA ORIENTALE B (Eastern Sigillata B) 49
Definizione 49
Provenienza 49
Caratteristiche materiali 49
Classificazione 50
Le Forme 50
SIGILLATA ORIENTALE BI 50
SIGILLATA ORIENTALE B2 51
Distribuzione
Influenze 52
SIGILLATA B1 (Forme 1-50): Piatti (1-15); Piatti a fondo piano (Forme 16-2o)i Ciotole con piede (Forme
21-33); Ciotole a fondo pìatto (Forme 34-37); Varie (Forme 38-50) 53
SIGILLATA B2 (Forme 51-100): Piatti (Forme 51-64); Ciotole (Forme 65-76); Piatti (Forme 77-80) 62
FRAMl\1..ENTI NON CLASS!FICATl

III. CERAMICA DI CANDARLI. Produzione Pergamena 71


Definizione 71
Caratteristiche materiali 71
Classificazìone 72
Caratteristiche principali 72
Diffusione 72
Influenze 72

Xl
SERIE AUGUSTEA (Serie A) Pag. 73
SERIE DEL LoESCHCKE (materiale di çandarli: Serie L) 75
SERIE TARDA (Serie H di Hayes) 77
IV. SIGILLATA CIPRIOTA 79
Terminologia e provenienza 79
Caratteristiche materiali . . 79
Cronologia e forme 80
Decorazione ed altre caratteristiche So
Diffusione . . . . . . . . . . . So
SERIE TIPOLOGICHE:Piatti (Forme Pr-Pr3); Coppe (Forme P14-P32); Tazze biansate (Forme P33-P35);
Catini (Forme P36-P42); Forme chiuse varie (Forme 43-59) SI
V. SIGILLATA PONTICA 92
"
Definizione 92
FORME 93
Forme varie 95
CLASSI CONNESSE CON LA SIGILLATA PONTICA
95

TERRA SIGILLATA ISPANICA (M. A. Mezquiriz) Pag. 97


ABBREVIAZIONI
99
INTRODUZIONE I09
CARATTERISTICHE GENERALI I09
L'argilla I09
La vernice IO<)
Cronologia I IO
Influenze IIO
Esportazione III
ÙFFICINE III
Centro di Abella-Solsona II2
Officine della zona mediterranea II2
Sabadell I 12
Ruidoms II2
Montroig II2
Cornella del T erri II2
Centro di Bronchales 112
Centro di Tritium Magullum II3
Bezares II3
Tricia . . . . . . II3
Arenzana de Arriba 113
Najera II4
Officine della zona di Navarra II4
Pamplona II4
Liédena . . II4
Carella 114
Officine della Valle del Ducro II4
Uxama II4
Tiermes II4
Officine della Valle del Taio II4
T alavcra de la Reina II4
Pantoja II4
Ercavica 114
Centri ceramici e officine della Betica II4
Centro di Andlljar I 14
La Cartuja . . Il5
Albaicin II5
Singilia Barba IIS
Alarneda II5
Officine di epoca tarda della Meseta II5
Officine di epoca tarda della Lusitania IJ6

XII
TECNICA DI F,\BBRICAZIONE Pag. II6
Elementi tecnologici II6
rr6
IvL1,: e, 116
Punzoni e utensili per la decorazione 117
117
_Di.;positivi della officina rrS
L' tensili del forno rrS
FIRME DI VASAI rr8
FORME LISCE 142
FORME DECORATE 166

TERRA SIGILLATA NORD-ITALICA (L. Mazzeo Saracino) Pag. 175


AVVERTENZE 176
AmJREVIAZIONI Iì7
l!s:TRODUZIONE 185
PRODUZIONE LISCIA 185
PRODUZIONE DECORATA 187
a) Bicchieri di ,i tipo Aco » 188
b) Bicchieri di (( tipo Aco-gallico )> 189
e) Coppe di ,i tipo Sarius ,; 190
FIRME DELLA PRODUZIONE DECORATA 192
Bicchieri di {( tipo Aco )\ 192
Coppe di (' tipo Sarius J) 193
MORFOLOGIA - PRODUZIONE LISCIA 193
MORFOLOGIA - PRODUZIONE DECORATA 209

CERAMICA A PARETI SOTTILI (A. Ricci) Pag. 231


AVVERTENZE 232
ABBREVIAZIONI 233
INTRODUZIONE 241
I. I tipi morfologici 242
2. Tipi di argille 242
3. Tipi di decorazione 242
A. Catalogo dei tipi (morfologici) 242
B. Catalogo delle decorazioni 243
CATALOGO DEI TIPI • • • • . 243
CATALOGO DELLE DECORAZIONI 313
CENTRI DI PRODUZIONE 343
Produzione dell'Etruria 343
Produzione di Sutri 346
Produzione centro-italica 346
Produzione campana 347
Produzione di Siracusa 347
Produzione della valle padana (centro-occidentale) 348
Produzioni dell'area adriatica e della valle padana orientale 349
Produzione di Mérida 349
Produzione della Betica . . . 349
Produzione del Medio-Egitto 3,0
Produzione sud-gallica 350
Produzione della Gallia centrale 351
Produzione di Lione 35I
Produzione del basso Reno 352
Produzione di Colchester 353
INDICE DEI TIPI 354
INDICE DELLE DECORAZIONI 3::;6
1
'
''l

i
TERRA SIGILLATA ITALICA (G. Pucci) Pag. 359
I
~
E,
ABBREVIAZIONI 361 '
,<t'

INTRODUZIONE 365
Problemi terminologici 36.:;

II
Centri di produzione e fonti letterarie 365
Caratteristiche tecniche e procedimenti di fabbricazione 367
Localizzazione delle officine di Arezzo 368
Il problema delle succursali . . . . . . . . 368
I primi studi umanistico-antiquari 371
I primi inquadramenti tipologici e cronologici 37 2
Goudineau e l'aretina di Bolsena 373
Il Corpus Vasorum Arretinorum 375
Origine della sigillata italica . 375
Organizzazione della produzione 376

I
L'ultima sigillata italica . 377
Per un repertorio morfologico . 379
BIBLIOGRAFIA DEI PRINCIPALI RITROVAMENTI 400
NOTA BIBLIOGRAFICA 4o5
I
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TAVOLE I-CLIX i
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XIV
PRESENTAZIONE

Con questo secondo volume, che appare quattro anni dopo il primo, giunge a compimento la
sezione dell'Atlante delle forme ceramiche dedicata alla ceramica di età romana. Altri tipi e forme nuove
non mancheranno di venir alla luce negli scavi che si vanno moltiplicando nel bacino mediterraneo,
e probabilmente già si trovano nei depositi, non sempre accessibili, di numerosi musei: tuttavia le
sistematiche indagini su cui sono fondate le classificazioni proposte nel nostro Atlante fanno di esso
un modello orientativo e un valido sussidio per ogni ulteriore ricerca nel settore dell'archeologia
considerato.
Diversamente dal primo, che è stato redatto àa un gruppo di studiosi uniti da una comune espe-
rienza di indagine, il presente volume raccoglie contributi di autorevoli esperti che hanno lavorato
indipendentemente. I singoli capitoli costituiscono pertanto monografie distinte, e ciascuna di esse è
provvista di un suo particolare repertorio bibliografico; ad alcune è aggiunto un indice dei tipi e delle
decorazioni.
La prima redazione dei capitoli del Dr. Hayes e della Dr. Mezquiriz è stata compiuta con qualche
anno di anticipo rispetto a quella degli altri: è stato quindi necessario un lavoro di aggiornamento,
che ha imposto rinvii nella pubblicazione e, in aggiunta all'ordinario lavoro redazionale, la traduzione
ddle parti nuove o rielaborate nei contributi dei collaboratori stranieri. È doveroso avvertire, inoltre,
che per evitare ulteriori ritardi nella pubblicazione del volume, la Redazione si è prodigata in un'at-
tcma revisione - che non è stata soltanto tipografica - dei testi; e per non poche rettifiche si deve
esser grati specialmente a Ida Baldassarre e a Margareta Steinby.
Come nel volume precedente, Tommaso Semeraro ha saputo armonizzare la raffinatezza artistica
con l'appagamento delle esigenze scientifiche.

GIOVANNI PUGLIESE CARRATELLI


J. W. HAYES

SIGILLATE ORIENTALI
AVVERTENZE

Il testo originale di questo contributo è stato dato alla redazione nel 1975; gli ultimi aggiornamenti bibliografici
datano all'ottobre r981. In generale non sono citate le pubblicazioni più recenti.
Esprimo qui i miei più profondi ringraziamenti a tutti coloro che hanno contribuito in ogni modo al perfeziona-
mento di questa mia opera. Il prof. H. S. Robinson ha fornito alcuni profili tratti dalla sua opera sui trovamenti
dell'Agorà di Atene, di prossima pubblicazione. Il prof. C. K. Williams mi ha gentilmente permesso la pubblicazione
di vari oggetti dai vecchi scavi dì Corinto; i profilì di questi, fatti àa me stesso tanti anni fa su scala ridottu} non
sono sempre molto accurati. La tipologia qui presentata della Sigillata Cipriota è quella utilizzata nella prossima
pubblicazione degli scavi del fu K. Nicolaou a Nea Paphos, pubblicata qui in anticipo con il cortese assenso dello
stesso. Molti prototipi della Sigillata Orientale A provengono dallo stesso scavo (Casa di Dioniso; sigla O~). Gli
altri disegni, quando non tratti da pubblicazioni, sono dell'autore; questi sono stati fatti in un arco di più di venti
anni con il gentile assenso dei conservatori e direttori di numerosi musei e scavi, troppo numerosi per poterli
ringraziare individualmente. I miei disegni e quelli tratti da pubblicazioni sono stati riprodotti da T. Semeraro su
formato e scala uniformi, secondo le norme dell'Enciclopedi'.1 àell' ~\rte Anticr:..
ABBREVIAZIONI

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J
SIGILLATE ORIENTALI

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cavarùms anJ ..._''!t11dics, London- Cvprus, 1937-1939, pp. 201 ss.
Park Ridgc, N. J., 1
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8
1. SIGILLATA ORIENTALE A (EASTERN SIGILLATA A)

DEFINIZIONE delle impurità. Al contrario, la vernice è composta da


un'argilla più ferruginosa, che varia da un colore rosso--
E'a.m:rn Sig1:Zlata A (Sigillata Orientale A) è il nome arancione ad un rosso~marrone. Una Glanzt01{/ilm fine,
proposto da K. ~\1. Kenyon (Samaria-Sebasre III, p. 2~2) lucida e di colore rosso cupo (MUNSELL 2.5YR 4;6-4i8)i
per la pìù diffusa tra le terre sigillate orientali \v~rm~e affine per qualità a quella della ceramica aretina 1 è comu-
rossa)~ di origine siro--palestinese, Il suo nome ongmano
ne ai prodotti del I sec. a.C.; essa generalmente si accom-
ci 2: sconosciuto e non è riportato da alcuna fonte antica, pagna ad una argilla di colore giallastro. Altri esemplari
Studiosi. tedeschi ed americani (Zahn e Robinson, ad tardo-ellenistici presentano una vernice liscia rosso~bruna
esempio) si sono molto spesso serviti per definirla del
(all'incirca 2.5YR 5/6) ed una argilla color camoscio chiaro
terrr-.!.lne 1, pergamena )) ; tale uso in realtà si fonda su
(7.5YR 7t6), dura e di consistenza fine. Su esemplari di età
una falsa identificazione di questa ceramica con quella
imperiale si riscontra comunemente una vernice brillante,
prodotta a Pergamo e ricordata da Plinio (N.H. XXX\\ 12,
di colore rosso vermiglione, insieme ad una argilla di
46, r6o), ma che ora si è riconosciuto essere una diversa
consistenza piuttosto talcosa e di colore arancione chiaro.
dasse (d"r. oltre il capitolo La ceramica di çandarli, Si-
Normalmente l'applicazione della vernice avveniva im-
gillata Orientale C). Nell'elenco dei ritrovamenti di An-
mergendo il manufatto prima da una parte e poi dal-
tiochi:1, Waagé ne definisce le più antiche varietà, col
l'altra; in tal modo si produceva una striscia più scura,
termine: dì Late Hcllenisric Rcd (Hellenistic 'Pergamene ')
ì.-1:?are (d'r. Antioch IV.I, pp. 18 ss.) e le più tarde con
dove le due fasi di applicazione della vernice venivano
a sovrapporsi la cosiddetta I( striscia di doppia im-
di Earl_v Roman 'Pergamene' Porrery (ibid., pp.
mersmne ,, (doublc dipping streak) (Arlzenian Agora
32 ; le forme finali della serie sono raggruppate sotto
V, p. 6). Una caratteristica simile, anche se in genere
la dcnomin2zione di Regional A1iddle Roman Poue1y,
meno chiaramente visibile, è presente in altre classi di
un]tamentc ad alcune classi ceramiche che presentano rela-
ceramica Sigillata Orientale (cfr. le descrizioni più avanti).
zioni. con esse (ibid., pp. 32 ss.). \Xi'aagé fornisce anche un
Tali strisce compaiono meno frequentemente su coppe
panora,m degli smdi precedenti relativi a questa ceramica.
e forme chiuse che non su piatti, dove esse costituiscono
E Jones, occupandosi dei ritrovamenti di Tarso, usa i
quasi la norma (anche se mancano su alcune forme plù
termini dì Helleni'stic Pergamene e Rmnan Pergamene per
antiche). Le impronte di tre piatte pallottoline di argilla,
descrivere rispettivamente le varietà più antiche e quelle
usate per tener separato il vasellame durante la cottura,
più tarde (Tarsus I, pp. 172-6; 180-3; 201). Le serie delle
appaiono sul piede e sul fondo di taluni piatti di più
a matrice vengono esaminate a parte da entrambi
grandi dimensioni, soprattutto di quelli più antichi (cfr.
autori (Anrioch IV.I, p. 30; Tarsus I, pp. IT/---8).
Tarsus I, fig. 136 A-.. C_; Hama III.2, fig. 28 in alto e fig.
34 in alto; tale particolarità è caran:eristica anche della
C!UZATTERISTICHE MATERIALI ceramica di çandarli. La parte esterna del vasellame
si presenta lisciata con cura, mentre le superfici interne
Sono descritte in maniera dettagliata dalla Kenyon sia dei piatti che delle coppe sono spesso rifinite con
,s,,m1an'a Scbasit III, p. 284), la quale tenta qualche un pennello, il quale lascia una serie di fini striature
suddivi.sione e presenta alcune analisi di argille (ibid., parallele; un tale modo di procedere diverrà poi comune
PI'· 475 ss.; cfr. inoltre \X-"RIGHT 1980) pp. 175---7, cam- sugli esemplari di epoca romana. Su tali superfici lì-
pmni nn. 2, 7, 9, 12). Le caratteristiche della ceramic:i sciate col vennello, la vernice tende a sfaldarsi in sottili
sonn :,;L'.lt.e descritte anche dal \'raagé (Amioch IV.I, scaglie e ·talvolta questo processo conduce alla totaìe
pp. 21~ e da altri. L'argilla varia da un giallo duro sparizione della superficie stessa. In alcuni degli esem-
e gr:EiU.1'>so ad un colore arancione chiaro di consi- plari più tardi della serie ellenistica (per un esempio
stenza fme o ralcosa (MUNSELL 10YR 8/4 fino a 7.5YR significativo cfr. D'ANDRIA 1969, tav. 16,1 . . . z) e nei pr~-
816';; raramente ad occhio nudo si possono notare dotti del II sec. d.C. accade talvolta che la sfaldatura sia

9
SlGILLATE ORIENTALI
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p:e,,emc è,U entrambe le superfici come risultato della infatti recentemente proposta in GUNNEWEG 1983, sulla
di Ji calce. Alcuni dei più antichi base di analisi per attivazione neutronica. Non sono del
;na □ -l' at;1 clk-· r: '..:sentano neri, perché delibera- tutto convinto dei risultati, soprattutto perché mancano
tamente cotti per raggiungere questo effetto, ovvero con ancora analisi analoghe su materiali provenienti dalla Siria.
un0 ·,·tni~·v '.l due tcn:Jità, nera e rossa, perché passati Negev (Oboda, p. 35) offre le testimonianze di un pos-
· 11 rn! l, 1,.__·,) accurata. Più tardi, la cottura sibile centro di produzione ad Oboda, ma le forme e le
ve:;:,·: ,c•wpn 1::i in modo tale da ottenere una caratteristiche materiali del vasellame non cotto, prove-
;·,1.ipcrh ;• ::rnii.,r:-,w, L ::olore rosso. niente da una fornace, non sono descritte nei dettagli, e
l.Tn'.1 picn/:1 ct1,;sé ceramica, che si può grosso modo l'attribuzione a questa classe ceramica resta quindi dub-
&;tare all'cpv:a di Domiziano e di Traiano, presenta una bia. Inoltre la grande varietà di Sigillata, Orientale e
superficie varìegata, che ricorda vagamente la sigillata Nabatea, presente in questa località rende molto incerta
:-,ud mar::-,1urizz::i'a (sebbene ben difficilmente possa l'attribuzione di rutta la produzione a questa zona, come
essere '.'l:atc. infL1cnzata da questa). In questo caso l'ef- l'autore sembra affermare. Una produzione tanto diver-
fetto •:cni\·a prodotto mediante una spugna passata sulla sificata avrebbe comportato l'uso di differenti tipi di
Ycrnic i;nnwJìatamcme dopo la sua applicazione. Nor- argilla, che difficilmente si potevano procurare sul luogo.
1m~lnì, LL\ L s:1rK:rficie 2ppare variegata in maniera uni- Ci troviamo forse di fronte ad una manifattura, su pic-
fnrrnc alcune- h,;,1_riglie si è voluto creare un ben cola scala, di ceramica Nabatea comune (e dipinta?) che
;~cfr_ Fc~·ma rr7, prototipo). L'intenzione nello stesso tempo diffondeva sigillata importata? La ce-
idcJ re'ito riscontrabile in altre classi cera- ramica comune di Oboda (NEGEV Oboda, p. II, tav. 2,1)
,:;irni(i, era prolnbilmente quella di imitare l'aspetto sfortunatamente non è descritta nel volume.
dd vasellame in bronzo: il vasellame in questione spesso Leggere differenze nelle caratteristiche materiali sug-
presenta delle modanature piuttosto elaborate_, com- geriscono l'ipotesi che le officine fossero diffuse sul terri-
bin:01e in certi casi cor piccoli ornamenti a stampo sul torio dì una intera regione, piuttosto che concentrate
bordo o con piccok rosette centrali, sempre a stampo. in un singolo centro di produzione, fermo restando il fatto
L'ambito cronologico di questa classe sembra possa essere che esse devono trovarsi all'interno di una stessa, ampia
dcfinirn dalla sua as5enza, da un lato a Pompei, dal- regione geologica. In effetti, i prodotti delle varie sotto-
l'altro in contesti tarde- adrianei. officìne, individuate sulla base dell'argilla, non sembrano
poter essere differenziati con precisione; in tal modo, è
assai probabile che tutta questa ceramica fosse originaria
PROVENIE>JZA
di una stessa zona in generale, così come accade per le
'icknrificazione dei centri di produzione di questa principali categorie delle Sigillate Galliche. L'esistenza,
ceramica,, largamente esportata, rimane uno dei più im- al di fuori dì tale zona, di {{ succursali )) va esclusa sulla
portanti problemi ancora insoluti nell'ambito degli studi base delle stesse forme dei vasi e delle loro caratteri-
sulla ceramica romana. Le fonti antiche trascurano com- stiche materiali (diversamente TECHNAU 1929 ed altri):
plcrnrnenre tale ce;-21nic. (sebbene Plinìo il Vecchio debba infatti su ritrovamenti che provengono da regioni molm
avcrl,1 ben \'ista nelle -:-:im3 della Campania[). Tutto ciò distanti fra di loro (ad esempio la Palestina, Cipro, la
che si può dire di sicuro è che essa proviene dalla regione Grecia, l'Italia, ccc.) si possono osservare esattamente le
siro ~palestine~;:, dove è assai più diffusa di qualunque stesse differenze. Le somiglianze notate da Crowfoot
altra classe ceramica di lusso -contemporanea e dove certi (Samaria-Sebaste III, pp. 346 ss.) sono state ampiamente
sottogruppi (come ad esempio le coppe megaresi e le confermate altrove dalle mie osservazioni.
forme chiuse_\; sono meglio rappresentati.
Si confromi su questo argomento la discussione m CARATTERI DISTINTIVI
AmiNh IV. 1, pp. 20---21 e in Samaria-Sebaste III, p, 288.
Una origine alessandrina per una parte di questa produ- Il modo di trattare i pie.di, così come si presenta nella
zione è '.;tara anche proposta, ma nell'improbabile caso più antica serie (ellenistica), non si rìscontra in genere
che essa sia stata prodotta ad Alessandria l'argilla sarebbe in altre ceramiche a vernice rossa. I piatti hanno piedi
comunque stata importata. Io non acceno questa teoria. bassi e pesami, profondamente incavati all'interno, men-
Alln suito attuale degli studi non si può essere certi se la tre il fondo sì ispessisce progressivamente verso la base.
ceramica fosse prodotta nelle regioni costiere sire-pale- I piedi dei piatti e delle coppe più antiche hanno gene-
stinesi od in quelle dell'entroterra; la sua presenza sem- ralmente una modanatura aggettante in basso ed il piano
bra e'>sere ugualmente comune in entrambe le aree. d)appoggio concavo; tale caratteristica in genere scom-
Per l'intensità della ricerca archeologica, si può quasi pare all'epoca di Augusto ed è sostituita da un profilo
certameme escludere che un'area di produzione si possa basso e squadrato (pur mantenendo sempre la faccia
ancora t.rovarc entro i limiti di Israele. Un numero ab- interna inclinata). Pressappoco a partire dall'inizio della
bastanza cospicuo di forme chiuse (le quali ben si pre- nostra èra, divenne uso comune incavare profondamente
stano ad essere validi indicatori di provenienza), è at- il fondo dei vasi con lievi riseghe o gradini formando
tesrato come originario dell'Hauran, nel S della Sirìa; una serie di bande inclinate che rispecchiano il profilo
d'altro canto vi e da rìlevare che le stesse forme sono tut- della faccia opposta del piede; tale caratteristica è tipica
t'altro che rare a Cipro (altra possìbile, anche se molto im- di questa ceramica, anche se nella Sigillata Cipriota se
probabile. zona di provenienza). Un'origine cipriota è stata ne possono vedere esempi più rozzi (cfr. sotto). La mag-

IO
SIGILLATA ORIENTALE A

gior parre dei vasi datati tra l'inizio e la metà del I sec. lana, in piatti, coppe e forme chiuse, senza tener conto
d.C. presentano questa specificità; in epoca flavia essa è del periodo. Tale seriazione tipologica, che è ben lungi
quasi del mtto abbandonata, mentre nel II scc. il suo dall'essere esaustiva, viene seguita pedissequamente ìn
uso si restringe ad una serie di piatti e di coppe dal Hama III. 2, dove ogni forma che non compaia già a
fondo piano ed a cene forme chiuse. In alcuni piatti di Samaria è catalogata come sottotipo. Rispetto alle serie
dimen:.;ioni maggiori ed in cene coppe della fine del I e di Antiochia, si ha un maggior numero di profili com-
dell'inizio del II sec. d.C., si riscontrano alti piedi sot- pleti o ricostruibili.
tili, verticali e squadrati) che chiaramente derivano dalle La nuova classificazione che si propone qui <li seguito,
forme dc-lb Terra Sigillata Italica più tarda; raramente, adotta un criterio cronologico più preciso di quanto fosse
sul fondo di tali vasi, sono presenti riseghe. possibile in precedenza. Viene mantenuta la suddivisione di
Il ripo più comune di ansa relativo a vasellame di \Vaagé in tre grandi periodi; all'interno dì ciascuno di essi
forma chiusa consiste in una banda piatta, modellata a vengono elencati separatamente, e per quanto è possibile
forma cii doppio bastoncino dalla parte esterna. Tali anse in ordine cronologico, piatti, coppe/tazze e forme chiuse.
sono perlopiù a gomito anche se non così fortemente
pronunciato, come nei corrispettivi esemplari ciprioti. DECORAZIONE
Talvolta (cfr. ad esempio la Forma 115), esse si presentano
con 12. superficie liscia verso l'esterno. In generale si tende I. Sulle forme di piatti del periodo tardo-ellenistico
ad evitare le forme più complicate, sebbene alcuni esem- (in particolare cfr. le Forme 3-4), compaiono frequente-
plari presentino anse a nastro con scanalature a pettine. mente piccoli motivi impressi, insieme a solchi con-
centrici o fasce incise a rotella. Essi continuano la tradi-
zione della decorazione impressa già presente sulla cera-
CLASSIFICAZIONE mica ellenistica a vernice nera, con alcuni perfeziona-
Correntemente si usano due tipologie, quella <li \'Vaagé menti nei bolli; in entrambe le serie ceramiche compa-
(Amioch IV.r, pp. 22 ss.) e quella di Kenyon e Crow- iono gli stessi motivi (soprattutto palmette). Queste ultime
foot (S'amaria---Sebasre III, pp. 306-42, ripresa in Hama ed i bolli con la corona di Iside ad esse connesse (anche
III. 2, pp. 57 ss.). In quella presentata qui dì seguito se quasi sempre più tarde), sono stati classificati ed inter-
si è fatto riferimento ad entrambe. Una nuova classifi- pretati dalla Crowfoot (Samaria-Sebaste III, pp. 316-24)
cazione di questa classe e della Sigillata Orientale B e da C. Friis Johansen (Hama III.2, pp. 65-76). I motivi
è anche stata promessa da Robinson. impressi non continuano oltre la prima età augustea e
Nella dassifi.cazione del \Xlaagé, comprensiva di tutta mancano sulle forme che derivano dalla ceramica aretina.
la ceramica fine, ellenistica e romana, trovata ad Antio- 2. Meno comuni dei precedenti sono i motivi ad ovoli
chia (non soio quindi della Sigillata Orientale A), la e frecce impressi singolarmente e gli ornamenti a perline
suddivi1siorre viene attuata prima su base cronologica e poi et similia che si rinvengono sugli orli sporgenti di una
per forme. I prototipi selezionati dal \\?aagé per le il- serie di grandi vassoi e piccole coppe (Forme 9· r r) della
lustrazioni d.elia relazione sugli scavi di Antiochia, si fine del I sec. a.C., che ovviamente traggono ispirazione
trovano ora nelle Collezioni delle Università di Princeton da prototipi metallici. Una analoga decorazione dell'orlo
e Corndl. Le forme ror-200 vengono assegnate alle serie si ritrova anche nella serie della più tarda ceramica varie-
ellenistiche òella Sigillata Orientale A, le forme 401-500 gata (cfr. Forma 63), mentre una decorazione a perline
invece al.le prime serie romane; la maggior parte degli quasi uguale, anch'essa derivata da prototipi metallici., è
esempìari che egli assegna alla sua Regional J\1.iddlc presente sugli orli dì alcuni mastoi antichi (Forma 17).
Roman Pottei:y (datati al II sec. d.C.) e cioè le forme 3. Alcuni motti o nomi dì ceramisti sono incisi con gran-
601~700, appartiene anch'essa alla Sigillata Orientale A. di lettere rilevate sulla serie delle coppe megaresi ese-
Alcuni pezzi più antichi sono classificati insieme alla guite a matrice, ma i veri e propri bolli dei ceramisti
ceramica eìlenistica a vernice nera, nella serie I·- r oo. compaiono quasi solo su piatti e coppe del periodo che
All'interno dì. questa serie, l'ordinamento viene effettuato va dal 10 al 70 d.C. circa. Un'insolita firma è il graffito sul
esclusivamente· per forme, procedendo da quelle più fondo di una bottiglia monoansata relativamente tarda,
aperte ~ più chiuse; lo s\'iluppo interno di cia- del A1.useo di Nicosia (cfr. Forma 108). I bolli dei cera-
scuna singola forma (basato sui contesti di ritrovamento) misti, che compaiono spesso (ma non sempre), sono per
viene distìnrn tramite lettere sussidiarie (ad esempio lo più di semplice forma rettangolare e sempre in ca-
« 401 a--;i, ,)). Per rendere la classificazione quanto più pos- ratteri greci; non si hanno testimonianze di bolli multipli.
sibile comprensiva, vengono inseriti esemplari provenienti I caratteri sono in genere meno curati di quelli presenti
da altn si1:i 1 come l'Agorà di Atene; questi ultimi non nelle altre classi ài ceramica sigillata. Le firme più anti-
hann(l iliu.strazioni. Le forme aperte vengono documen- che sembrano essere degli autentici nomi, spesso di ori-
tate mediante i profili; quelle chiuse, in maniera più iine latina (ad esempio MAPKOY, TITOY, /IOYKIOY); le
seietti,'::,, m.e.diante fotografie. La grande maggioranza dei forme di questi bolli ( tra le altre, quella a coda di rondine))
pezzi iliustrati non sono che dei frammenti. suggeriscono un'imitazione diretta dei bolli aretini, Gli
La cìas:.;ificazione di Kenyon/Crowfoot è molto meno esempi più tardi, forse sotto l'influenza della Sigillata
dettagìiarn. e comprende solo 28 forme, tra cui sono scar- Orientale B, sono costituiti soprattutto da motti e da
samente rappresentate quelle più antiche e quelle più pseudo---nomi (il più frequente, che risale alla metà del
tarde. :::::s: "Jt'ngorn, divise in maniera abbastanza grosso- I sec. d.C., è )(AP!C). Tra le forme dei bolli vi è anch::-

II
SIGILLATE ORIENTALI

quella a quadrifoglio, presente molto più frequentemente rance produzioni in vetro. Né l'uno né l'altro di tali pro-
;1ell:1 ::c-r;'.\mica aretina; spesso la scritta risulta cedimenti decorativi è attestato comunemente.
i ir _J ,;1 alto da linee in rilievo. La quasi 9. Su questa ceramica non si trova la decorazione appli-
10:.uk a::i:;::n,,;J rl sc;ir:,ità di bolli, in questa ceramica, cata, a meno che non si vogliano considerare come appar-
a Pompeì e ad Ercolano, ci offre un rerminus ante quem tenenti a questa classe alcuni frammenti di età anronina,
per il :H,. ·:1'l)ca eccezione può essere costituita provenienti da Antiochia (cfr. Amioch IV.r, fig. 24.r-7),
cJJ: c':lli ,.'; ·· \n,ra pedis che, come in tutta la cera-
:; ient-de, sono tardi (probabilmente ascri- CRONOLOGIA
vibili. ·1!.Tlu;,h', :hc va da Nerone ai Flavi)_; solo po-
dli 1w11:; \ad cs,.:mpio EPMHC, XAP!C) d compaiono. La ceramica Sigillata Orientale A insieme ai tardi
A%ai rari sono i bolli semplicemente figurati, se si esclude prodotti ellenistici della regione di Pergamo, si col-
la stTic delle impressioni a rosetta, di epoca loca tra le più antiche ceramiche romane a vernice rossa
più liirda di qudli precedenti (tardo-flavia o traìanea). che compaiono sul mercato, e precede l'apparizione
.;. Nella cospicua serie delle i1 coppe megarcsi 11 (Forme della ceramica aretina di circa un secolo. In termini
.:::q 25ì e nelle più rare imitazioni delle coppe su piede are- generali, si può affermare che essa fu prodotta a par-
lin~- (Forme 26 compare una decorazione a rilievo ese- tire dalla metà del II sec. a.C., sino a quasi la fine del
guirn 3 n1atricc. In generale i morivi decorativi sono II sec. d.C.; il periodo di maggior produzione ed espor-
muJellati con trascuratezza, il rilievo è assai incerto (ciò tazione si ebbe all'incirca dal 100 a.C. all'epoca adria-
è specialmente vero per le più tarde <i coppe megaresi ,;), nea. La data esatta della sua comparsa è controversa.
anJlog:amcnte alle più povere classi di coppe megaresi La Kenyon (Samaria--Scbasre III, pp. 284. ·-8) propende
di produzione orientale, e notevolmente più scadenti di sulla base dei ritrovamenti di Samaria per una appa-
quelli della ceramica aretina. Questa serie, che ha una rizione tarda, contenuta alrinterno del I sec. a.C.; in
zona dì diffusione assai limitata, è da considerare piut- tal senso si esprime anche Friis Johansen. Ora però
tosto come una tarda derivazione locale della tradizione sembra ampiamente confermata, sulla scorta delle recenti
ellenistica, Gli elementi di datazione per entrambi i tipi scoperte di Te! Anafa (Israele) e di Paphos (Cipro), la
di coppe sono assai scarsi e non è ancora certo se, dopo datazione più alta (150 a.C. circa od ancora prima), pro-
i primi anni del I sec. d.C., ne continuasse ancora la posta nello studio su Antiochia (Anrioch IV. I, p. 25).
produzione. Le più ampie raccolte pubblicate di queste Numerosi reperti ceramici provenienti da Delo provano
coppe sono quelle di Antiochia e di Hama (Anzioch IV.I, che l'esportazione su larga scala verso mercati lontani era
pp. 29--30) in particolare la serie più tarda_; Hama III.2, già cominciata nel primo o secondo decennio del I sec. a. C.
pp. 124-59, 194- 204). La datazione del vasellame del I sec. a.C., ed in par-
5. La decorazione a rotella è comune in tutti i periodi. ticolare i piatti e le coppe delìe ricorrenti Forme 3--4 e
Se ne possono notare le seguenti varierà: a) su piatti del 22 rimane abbastanza fluida. Un punto fisso nel terzo
periodo tardo-ellenistico, come bordo decorativo dei mo- venticinquennio del secolo (o un po' più tardi) è fornito
tivi a stampo o a file muitip:e che sostituiscono i bolli da una nave affondata sulle coste turche in una località
stessi; b'1 all'interno del vasellame tardo-ellenistico, singo- a N di Fasclis, pubblicata dalla Mitsopoulos Leon (Y.
larmente o accoppiata, in alternativa alle solcature; e) in MITSOPOCLOS LEON 1975, pp. IOI-12, tavv. 27 . ~30).
strette fasce od in file raggruppate sulle pareti e sugli orli Sfortunatamente non è documentata alcuna moneta tro-
dei piatti e delle coppe del primo periodo romano alla ma- vata in associazione. Il limite cronologico alto (75 a,C.),
niera della ceramica aretina (cfr. in particolar modo la proposto per il materiale ultimamente rinvenuto a Tel
Forma 30); d) sotto forma di un'unica fascia di lunghi Anafa (non ancora pubblicato in dettaglio), contraddice
tratti tutt'attorno al fondo di grandi piatti (fine I, inizio le testimonianze provenienti da altri siti, soprattutto Sa-
II sec. d.C.; cfr. Terra Sigillata Tardo-italica);e) in fasce maria ed Antiochia, dove si hanno dati sicuri per una
sovrapposte: a ricoprire il corpo di bottiglie (Forma II I), datazione intorno agli ultimi decenni del secolo. Questi
6. La decorazione à la barborine compare tardi, in ultimi.1 insieme ai ritrovamenti provenienti da altre loca-
alcune tazze e coppe più grandi, che possono essere deri- lità, come ad esempio Knossos, tendono a confermare
vate dalla ceramica italica a pareti sottiìi del I sec. d.C. che il vasellame che presenta una marcata rassomiglianza
(cfr. la Forma 61). Il repertorio è limitato a semplici con le comuni forme dì aretina non è attestato prima
motivi a foglia, talvolta accompagnati da decorazione a della nascita di Cristo: una chiara indicazione questa
rotella. Sembra accettabile una datazione intorno alla che non si tratta che di copie delle forme aretine in que-
prima metà del II sec. d. C. stione e non già di loro prototipi.
7. Assai raramente compare una decorazione dipinta Alcuni importanti dati sul momento di transizione dalla
(color crema); essa è Iimitara ad alcune coppe e bottiglie serie Hellenisric alla Early Roman del w·aagé ci vengono
monoansate antiche e con tratti marcatamente elJenistici forniti da nuovi ritrovamenti di Corinto del 22 :2 3 ( ?)
(cfr. Forme r5, 16, 102). d.C. (W.RIGHT 1980, pp. 135--77 passim).
8. La decorazione a baccellature verticali compare in Dalle scop.::rte più recenti resta generalmente confer-
una serie di coppe del perìodo tardo-ellenistico, ispirate mata la suddivisione della serie del I sec. d.C. in cinque
a modelli metalhci (Forme r5, 19 B; cfr. la Sigillata fasi fatta dal Waagé (Antioch IV.I, p. 38). Il materiale
Cipriota). Alcune rozze coppe di epoca antonina pre- dì Pompei comunque comprende u,_-ria o due forme elen-
sentano delie sfaccettarure alla maniera delle contempo- cate in u...r1 pri.rn.o tempo come Af.iddlc Roman (e quinci.i

12
SIGILLATA ORIENTALE A
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datate al JI scc.). \la notato il fatto che olcuni tipi, per I sec. d.C. ed i primi anni del II, la Sigillata Orientale A
i quali nello ::wdio sul materiale di Samaria viene sug- compare in località egee e libiche, insieme ad altre cerami-
acrira una Lh:irnzionc tarda (generalmente sulla base di che di origine orientale. In Siria ed in Palestina essa ebbe
~carse evidenze archeologiche), sono in realtà, come indi- sempre il monopolio quasi assoluto dei mercati, mentre
cato dal delia prima età imperiale (Ear(v Imperia!), a Cipro rivaleggiò attivamente con produzioni locali. Le
in panìcobre 1::i Forma 12 di Kenyon/Crowfoot - -,-_- Forma coppe a matrice e le forme chiuse ebbero un'area di diffu-
30. La rara Forma 32 si accompagna ad esse. sione più limitata, più o meno coincidente con il Levante.
Per 1c fo~i finali di questa ceramica, è ancora una volta
Antiochi;i a fornirci le migliori prove di datazione. Sco- INFLUENZE
perte recenti sembrano confermare la data delle pri-
~c forme del Il sec. d.C., mentre per il periodo antonino Rimane controversa la questione se la Sigillata Orien-
è la sob Antiochia a fornirci elementi utili a riguardo. tale A, con la sua ampia diffusione, abbia dato lo stimolo
Rìmam~ una questione del tutto aperta se la produzione iniziale al cambiamento della vernice, dal nero al rosso,
sia continuata, seppure su scala ridotta, anche durante nelle officine italiche (e specificamente ad Arezzo) sul fi-
l'inizio òd llI sec. d.C., oppure sia cessata del tutto nire del I sec. a.C. In ogni modo, la sua influenza sembra
all'incirca un mezzo secolo prima della comparsa mas- essere stata forte soprattutto nel perioào preaugusteo,
siccia della '..;igillata africana in questa parte dell'Impero, quando i comuni piatti ad orlo ricurvo e talune forme di
verso gli anni 240-250. coppe furono ampiamente imitate in Oriente. Dall'epoca
Rimangono difficili da datare le forme chiuse, anche se di Augusto in poi, il suo ruolo sembra essersi limitato a
:.-:, possibile fare una certa distinzione tra le prime forme qualche reciproca contaminazione con la Sigillata Cipriota
e- quelle più tarde. Certe forme (ad esempio, quelle che (vedi pp. 79) ed alla assunzione di certe forme chiuse di
presentano una superficie variegata) possono essere datate quest'ultima (a meno che queste non siano piuttosto dirette
in base a<l analogie tecniche con 1e forme aperte. derivazioni da esemplari metallici). Altrimenti, per la mag-
gior parte, i nuovi sviluppi delle forme si possono assai ben
vedere come imitazioni della ceramica aretina, che comin-
AREA Dl DIFFUSIONE cia ad apparire in Oriente, in limitate quantità, intorno
La Sigìllata Orientale A si ritrova in abbondanza in all'inizio dell'èra cristiana; qualsiasi profonda influenza in
tutta l'area del lviediterraneo orientale, mentre ad occi- senso contrario sembra improbabile, data la mancanza di
dente raggiunge Pompei e la Trìpolitania. Ad Est se ne reperti di Sigillata Orientale nell'Italia settentrionale. Inol-
conoscono esemplari provenienti da Dura Europos e da tre nessuna delle forme << romane >> della Sigillata Orienta-
Seleuci:J.;, memrc in Egitto la sua diffusione si limita nor- le A può essere sicuramente considerata anteriore a quelle
malmem:c: alla regione del delta del Nilo. Raramente com- corrispondenti in aretina (se si esclude forse la Forma 29).
pare. nelle località del Mar Nero. Per quel che riguarda le sue relazioni con le altre Sigil-
Vesportazione più massiccìa sembra sia avvenuta du- late Orientali (che si possono forse cogliere meglio nel
rante il I se::::. a. C., prima della comparsa generalizzata modo di configurare i bolli dei ceramisti), la Sigillata
della ceramica aretina, quando cioè alcuni esemplari rag- Orientale A sembra essere stata piuttosto ricettrice che
giunsern persino il f..1editerraneo occidentale (dove, da iniziatrice; alcune delle caratteristiche 11 occidentali >1 adot-
Lamboglia e:cl altri, sono stati inseriti nella classe della tate nel I sec. d.C., possono in realtà essere state trasmesse
ceramica (( prc:sigillata ))). Durante la prima metà del I scc. dalle produzioni dell'Asia Minore (Sigillata Orientale E,
d.C. in questi mercati occidentali essa fu soppiantata ceramica di çandarli; v. pp. 49 e pp. 71). Durante il
dalia aretina e dalle altre ceramiche italiche, sebbene si II sec. d.C., privata dall'influenza preponderante delle
pos'.-;~t notare una certa ripresa alla fine del secolo ( questa ceramiche italiche, la Sigillata Orientale A decadde in
classe ceramica è presente in quantità modeste a Pompei, un provincialismo che non venne influenzato dagli altri
insieme ad altre varietà di Sigillate Orientali). Durante il maggiori centri di produzione.

FORME APERTE: SERIE ,, ELLENISTICA «


Piani , scodelle (Forme 1-14). Coppe e tazze (Forme 16-25). Crateri (Forme 15, 26-27).

FORhih Diametro (mass.': cm 20--21 circa.

,, Pia11, pcscr Antiochia, forma 10 k.


1 ·• Protmipi.
Fomi.o inclinato con una concavità al centro, orlo pen- HAYES Royal Omario lVIusewn, p. 21, nota 6, fig. 4, A
deme '.: pie-de basso e squadrato. Alcuni esemplari sono (n. inv. 910 X 201.3). (TaY. l, r).
a vcrnic.· nera, altri presentano una superficie mista, Variante grande: Paphos, Casa di Dioniso., 01::.i. 1666
ross<.1 r, ncrn. (diam. mass. cm 28,6; rotella tura aggiunta sul fondo so-
J\Jo: · '.)''>'11Jn,·•, pra il piede). (Ta·,. L 2'L

13
Cron11ogiu. DEBEVOISE S'eleucia, pp. 22; n4, tipo 349, fig. 349.
1..·:n:: WT'.'!D! ic1rdJ di una forma ceramica assai co- Antioch IV. 1, p. 23, tav. III, forma I20.
1rn:nc m ·:r1uc1 :J!:.;ni ' -: i" È una delle prime forme della Dura Europos---Final Report IV. 1.2, p. Si nn. 39 (?), 42.
Sigillar:, Oriemak Ai insieme alla Forma I/ (vedi più Tarsus I, p. 231 (sotto la categoria B)i fig. 188 A.
~n:,mri'1: non presente a Samaria e risulta scarsamente SETON LLOYD Sultantepe, pp. 102--3, fig. I, 18.
p;·,· ·v,n •.!eìl';,rea sìro-palestinese. Samaria-Sebaste III, pp. 312--14, fig. 73. 1--2 (il n. 2 è
D:tUthiI1 · im,1 J<:J ;oo a,C. circa. di transizione alla Forma 3).
JONES Kululu, p. 9r, e fig. a p. 95, passim.
Ahri ,·,em/;/uri,
Hama III. 2, p. 58, forma I a, 3-5, fig. 26.
Aur.-o,::1/ :rv. 1, p. II, hèV, I, forma IO k. Forse anche in Arsameia am N..vmphaios, p. 237, n. 9,
Dura 1-:'uropos-.Pinal Report IV. I. 2, p. 8, n. 44. tavv. 57, 67 (Forma 3 ?).
,'),nn:Ji,. i,>!:d,:-·tt' llii p. 262, nota 5 (con riferimento ai
Inediti: Paphos, O!:, 1661, 1664-5 (tipi A e B).
ritT,ì"Varnent: ,.ii Dura e di Hama).
JI(nna III. 2, p. 192, n. 6, fig. 72; forse anche p. 60,
fig. ::6. rO".""'iìi'.l l .JO b. FORMA 3.
I-L\VE:;: H(·,·d Owario Museum, p. 21, nota 6, fig. 4, B Piatro a fondo ridotto ed orlo ricurvo verso l'alto. Antio-
(n. 111\·. 91c X 201.2). chia, forme 121-124; Samaria, forma I (assieme al1a se-
guente Forma 4); LAPP PCC, tipo 253.4.
FORMA 2. Normalmente di grandi dimensioni. Piede basso e pe-
sante, di piccolo diametro, fondo piatto o leggermente
Piano scodella con orlo basso e ricurvo verso l'arln.
1
inclinato, orlo ricurvo in alto, di dimensioni maggiori di
Amiochìa, forma 120. quello della Forma 2 e generalmente quasi verticale, con
Piede basso con modanatura aggettante alla base. Due la parte esterna più o meno rotondeggiante e labbro
versioni: rastremato; talvolta si osserva una lieve angolatura
A. Pìccola 1 diametro 17 fino a 25 cm circa. Sul fondo all'esterno, nel punto di giunzione tra orlo e parete.
due scanahnure o linee fatte a rotella. Raramente com- Il fondo aumenta in spessore verso il piede, che è in
paiono le strisce di doppia immersione; talvolta mal cotta. genere profondamente incavato all'interno. Negli esem-
B. Gr:.1ndc, diametro cm 25~40 circa. Piede di piccolo plari più antichi i piedi tendono ad avere una sporgenza
diametru 1'come nella Forma 3), fondo inclinato; talvolta rotondeggiante alla base ed una superficie d'appoggio
le pareti sì assottigliano verso l'orlo. Rotellatura a cerchi concava, mentre quelli più tardi sono più squadrati; in
multipli al centro del fondo. entrambi i casi la faccia interna è obliqua. Pochi esem-
Assai comune nei contesti più amichi, diventa sempre plari molto tardi presentano una risega sul fondo, all'in-
più rara in seguito. terno dell'area delimitata dal piede (cfr. Forma 30 e ss.).
Lo spessore del fondo all'angolo esterno del piede può
Prororipi. raggiungere 1,5-2,0 cm, mentre l'orlo è spesso solo
A. Paphos. OL 1662 (HAYES Paphos, fig. 7.1 a p. rn8); alcuni millimetri. Non si può chiaramente individuare
Ot:, 1663 ,Ta\'. I, 34). una evoluzione nella forma dell'orlo, che talvolta si pre-
Esemplare a vernice nera: Paphos Oli 5120, frammen- senta marcatamente convesso, talaltra quasi piatto e ver-
tario (Tav. I, 5). ticale. Le strisce di doppia immersione compaiono nor-
B. Afalrn, lvi.usco della villa romana di Rabat (Tav. malmente. La forma più comune di decorazione consi-
ste in numerose scanalature o fasce a rotella, attorno al
I, 6).
centro (di frequente tre fasce interne circondate da al-
Cronologia. tre due, ma talvolta negli esemplari più grandi si hanno
Ì:'.. una forma antica, probabilmente quella che prece- tre gruppi). Qualche volta compare la decorazione a
dette le Forme 3-4 e che in una certa misura si venne a stampo assieme a quella a rotella (come nella Forma 4);
sovrapporre ad esse. L'esemphm.' di Tarso ~:ta in un un certo numero dei pezzi più tardi non è decorato. Al-
contesto databile al II sec. a.e.; tesi:imonianze da Paphos cuni esemplari più antichi hanno la vernice nera.
sembrano indicare che il tipo A appartiene esclusiva- lv\olto comune.
mente al II scc., mentre il tipo B sì trova anche più Diametro: 24-50 cm circa (soprattutto tra i 28 ed i
tardi cd è presente a Samaria, 40 cm).
Datazione:
Prorotipi.
A. Principalmente nella seconda metà del II sec. a.C.,
non oltre il 100 a.e. circa. Samaria-Scbastc III) p. 296, fig. 68.2 ('fa\'. I, 7).
B. Inizia nel II sec. a.e. e continua fmo a c. 75_150 a.C. HAYES Knossos, p. 252) 11. 1_, fig. 3 (Ta\'. I, 8).

Altri esemplari. Cronologia.


l-lar1..wrd T:xca·,carùms at Samaria I, p. 306, tipo 18 a, Questa forma e la Forma 4 sono le due più comuni
fii;. 185: IL taY. 74 r D1:NCAJ\: Corpus, tipo 6N4. forme di piatti del I sec. a.C.; ie si ritrcwano in depositi
SIGILLATA ORIENTALE A

di oud periodo in tutto il Mediterraneo orientale. 1 Probabili fondi: Labraunda IL r, p. 67, nn. 199, 200
prin;i esemplari datati con precisione sono ancora quelli (?t 2or, tav. 35; Guzzo 1970, p. 124, n. 70, figg.
ro8, 202.
provenienti dall'Agorà di Atene, gruppo E 151-152 (la Probabili orli (o Forma 4 '): B1WCK 1949, p, 69, fig,
data Jel contesto, secondo G. R. Edwards, è circa il 14, 9; Dura Europos---Final Report IV. 1.2, p, 8, n. 41;
110 reo 3.C.). La fine di questa serie ci è data dai re- SETO¼ LLOYD Su!ramepe, pp. 102-3, fig. I; 19; Qmucr
peni Iièrdo -crodìani ed augustei di Samaria e di Knossos. r97r, p. 139, n. 224, fig. 88 e forse altri.
Altre versioni di questa stessa forma ricorrono frequen- Numerosi gli esemplari inediti, provenienti dn molte
temente nella ceramica tardo-ellenistica, in particolar località. Anche: British Museum 1936.7~20.1.
modo nella serie della ceramica italica ,1 Campana 11. Variante più piccola (probabilmente tarda): Samaria-
Datazione: tardo II sec. - ultimo decennio del I sec. Sebaste III, p. 314, fig. 73, 9.
a.e circa. Il pezzo a vernice nera di forma simile e pubblicato
come pergaménien noir in Délos XXVII, p. 249, D 64,
Altri esemplari. fig. 127, tav. 43 ha una decorazione a rotella del tutto
insolita e non può rientrare in questo ambito; potrebbe
Harvard Excavations at Samaria I, p. 306, tipo 3 e
app:.utenere alla ceramica <i Campana ,,.
tipo 18 b (?), fig. 185_; II, tav. 74 h -:-c:c DuNCAN Corpus,
tipo r6\ì\i8.
Oxf 1927, pp. 216-17, fig. r, Beil. XXVI, n. 4. FORMA 4.
TECHNAU 1929, p. 49, fig. 37·
Piarto a fondo largo con orlo ricurvo 'Verso l'alto. Antio-
WAAGÉ 1933, p. 286, n. 46, tav. VIII(?).
chia, forme 12 5- 126; Samaria, forma 1 ( con la Forma 3
THoMPSON 1934, p. 422, E 15r-r52, figg. rro, 116. sopra esaminata)~ LAPP PCC, tipo 253, I (anche sotto
Anrioch I, p. 71, inn. 7, IO·-I2, tavv. XIV, XV. 253, 4),
HoRSFIELD 1942, p. 203, n. 470, fig. 55, tav. XLVIII. Piede basso di grande diametro (più della metà di
Antioch IV. 1, p. 23, figg. 4---5 passim, tav. III, forme quello dell'orlo), fondo piatto, orlo verticale od inclinato,
122--~124 p. rotondeggiante nella parte esterna (cfr. Forma 3). Gene-
Tarsus I, p. 231 (categoria C: senza illustrazione). ralmente più piccola della Forma 3; i frammenti dell'orlo
DAKARIS 1953, p. 172, fig. 5 d. dell'una o dell'altra forma non si possono distinguere net-
Samaria---Scbasrc III, pp. 291-6 passim, 309, 314, figg. tamente (salvo che in base al diametro). L'anello del
65, 3; 66, 2-4; 68, 1; 73, 5, 13----14; tav. XXI; alcune piede è basso ed ampio, con la parte interna inclinata;
sono state ripubblicate dal LAPP PCC, p. 216, tipo 253.4, alcuni esemplari antichi hanno una modanatura alla base
A-G, ed un fondo concavo (cfr. Forma 3), mentre i più tardi
CARETTONI 1959, p. 318, n. 5, fig. 23 f (dalla Sicilia). sono più rozzi, più pesanti e squadrati. Compaiono nor-
Ncssana l, pp. 282---3, tav. XLIII A 8·-9 e fondi 4-5, malmente le strisce di doppia immersione. Quasi rutti
8 (?); forse anche tav. XLVII; con incisioni 7-8; con de- gli esemplari presentano una fascia di decorazione a
corazione a stampo pp. 2--3. stampo sul fondo, fiancheggiata da fasce ottenute a ro-
Arsarneia am 1v:vmphaios.1 pp. 237-8, nn. IO (e 18 20 ?), tella o da solcature (due all'esterno, tre all'interno);
tavv. 561 58) 67. di solito si tratta di cinque palmette impresse, a cui tal-
RoEINSON 1965, pp. 28---9, nn. 6-"7, figg. 5--6 (--- 'Eq,. volta si aggiunge una piccola rosetta a stampo al centro.
'Apx,, 1902~ pp. 163-4, n. 2-3, tav. 0). Alcuni esemplari hanno solo la decorazione a rotella
VUILLEMOT 1965, p. 206, fig. 83, AN 150. (3··-2 fasce o simili, come nella Forma 3), mentre un certo
numero dei pezzi più tardi sono privi di decorazione. Ne
Ashdod I ('Ariqor, English series VII, Jerusalem 1967),
esistono due versioni:
figg. 2~ 4; 5, 14; 6, 1-2; tavv. VII, 2; VIII, 6,,7; proba-
bilmem:e anche i fornii in fig. 10, 13--16; tav. X, 4--5. A. Orlo più o meno verticale, sottile, con la parte
esterna ben arrotondata e labbro lievemente incurvato.
Ashdod 11-"III, fig. r5, 14.
Antiochia 125. Antica.
JONE!; Kululu, pp. 91--2, fig. a p. 95, n. 16.
B. Orlo inclinato, meno nettamente incurvato. Antio-
Prob,.,.biimeme HAYES Knossos, p. 257, nn. 1--2, fig. S
chia 126, anche 132 k. Un certo numero di piccoli esem-
e p. 27oi n. 1, fig. r8.
plari tardi presenta una risega sul fondo, all'interno del
Hama lII. 2, pp. 57·--6r, forma 1 a, nn. r--2, 6-9, ro a piede (cfr. Arhenian Agora V, F 3). Non è raro che pre-
(?), 16 a~ 24, figg. 26, 28, con decorazione pp. 65--76 senti una fattura piuttosto rozza e pareti spesse, con l'in-
passim, 29-32; forse anche p. 8, n. 32, figg. 4-5 terno rifinito a pennello e ricoperto da una vernice sca-
(con vernice bruna). gliosa, caratteristica del primo periodo romano (cfr.
NEGEV Oboda 1 p. 36, nn. 130-132, tav. 24. D'ANDRIA 1969, tav. 16, 1-2).
THl,:UvlANì'< Teli 'Arqa, p. 59, fig. 42, r3 (tarda; spor- A-folto comune.
genza sul fondo esterno). Diametro: generalmente cm 14-29, con esemplari tal-
BOUNNl 1978, p. 287, fig. 39, I(?), 2, 4. volta più grandi che raggiungono i 34 cm. Gli esemplari
Kenchrcai IV) p. 54, ER 16, tav. 14. provenienti dalla nave naufragata dì Phaselis (tipo B,
Forse anche Oscia III, p. 244., fig. 481; qualche altro antico) presentano due distinte misure: diametro circa
pos~,ibiI:· frammento eiencato in Osiia I!. I 8- I 8,5 crr,_ e diametro circ2 26 cm.

lJ
SIGILLATE
--
ORIENTALI
---··- ~ - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - -

Protoli.p1·, Arsanzeia am l\~ymphaios, p. 238, nn. rr-12, 14, 17 (pro-


:\. }\IITSOPOGLOS LEON 1975, p. 102, fig. 1.5. (Tav. I, 9). babilmente tutte di questa forma).
,·irlic'llian Agora V, F 2, tav. 60. Piccolo. (Tav. I, ro). ROBINSO}:; 1965, p. 289, nn. 1-5) 8, figg. I ,.-4 (-.-= 'Erp.
B. HAYES Knossos, p. 25 a, n. 3, fig. 3. (Tav. I, II). 'Apx., 1902, pp. 163-..--4, nn. 20-- 22, tav. 8); ripubblicati
da MITSOPOCLOS LEO~ 1975, pp. IIl--I2, fig. 4, r-6.
1v1u'.:.co di Cipro, da Polis tomba 104, n. 108. (Tav.
Labraunda II. 1, p. 67, n. 198, mv. 35.
!,
Frammenti elencati da Snrccm 1965, p. 234.
Cronologia. Ashdod I, figg. 5. 13, ro. 6, 10--12 ( ?), tav. X, 3.
Assai comune durante il I sec. a.C., assieme alla For- Ashdod Il-III, fig. IO. 5 (?), 18-19, e fig. 15. II-12,
ma 3 _; queste due forme si trovano regolarmente asso- 15-16.
ciate e devono essere più o meno contemporanee. Le ~rEINBERG, in Muse, 3, 1969, p. 20, fig. in alto al cen-
versioni più degenerate del tipo B compaiono nei gruppi tro, da Tel Anafa; anche: In., in IEJ, 21, 1971, p. 102,
tardo augustei, laddove la Forma 3 non è più presente. tav. 15 C.
Pochi sono gli esempi pubblicati dai contesti più antichi, D'ANDRIA 1969, pp. 81-2, tav, 16. 1-2.
ma la forma è comune a Delo e altrove. Délos XXVII, pp. 245-6, D 43-44, fig. 126, tav. 42.
Datazione: fine II sec. a.C. - 10,.20 d.C. circa. Il tipo KROPOTKIN 1970, p. 83, n. 699, 5, tav. 36. 8 (Tipo
B è augusteo. B, tardo).
HAYES Knossos, p. 252, n. 2, fig. 3, e pp. 263-4, nn.
Altri esemplari. l-2, fig. 14.
Buss-lviACALISTER 1912, p. 128, tav. 61, 3--4, 12--14. Hama III. 2, pp. 57--8, 60-"64, figg. 27--28, forma I b
Sieglin Expedition II. 3, p. 14S, fig. 159, nn. 22-24. (esclusi i nn. 16 a, 23 a, 24 a, 26 b, 35-37); decorazione
Harvard Excavations ar S'amaria I, p. 304, tipo 2 a-j, pp. 65-76 e figg. 29-·"32 passim.
ecc., fig. 185; II, tav. 74, e DUNCAN Corpus, tipo 14 COLDSTREAM Knossos, p. 47, J3-4, fig. 17, ta\·. 28.
G5 . -6, J2, 4, 6, 7, 1vi4. HAYES Corinth, p. 451, n. 123, tav. 85.
OxÉ 1927, pp. 216-17, fig. 1, Beil. XXVI, n. 1 (e 2-3 ?). MITCHELL A1van Kale, pp. 123, 126, figg. 16. 9, 21.
NEUFFER 1931, p. 62, fig. 7. 1, forse anche i frammenti MITSOPOl'LOS LEON 1972 . . ."5, CC. 504, 521, fi.g. 3 a.
in fig. 6. 8 e fig. 7. 2, 5-6, 16. MITSOPOl'LOS LEON 1975, pp. IOI-102, nn. 1-6, figg.
Anrioch I, p. 71, nn. 6, r3, tavv. XIV, XV. 1, 3, tavv. 27; 28; 29, 1-2; 30.
Beth-Shan III, tav. XXXIV, 28, 31; riprodotta in parte NEGEV Oboda, pp. 35-6, nn. 122-9, 133, tavv. 23---24, 32.
in Anrioch I, p. 7T, fig. 3. HAYES Carthage I, p. 80, fig. t2, A 44.
HOLWERDA Cat. Leiden, p. 36, nn. 434-439, 442-3, HAYES Paphos, fig. 7. 2 a p. 108.
fig. 11, rav. IV. SCHINDLER·,.SCHEFFENEGGER 1977, p. 25, tav. I. 8-9, II,
LAMB-PRYCE 1940, pp. 96-7, fig. I, n. I. 12 (?).
HORSFIELD 1942, p. 120, n. 36, fig. 5, tav. X; pp. 129- THALMANN Teli 'Arqa, p. 59, fig. 42, IO-Il Forma
30, nn. 83, 86, 87, figg. 9--11, tav. XVI; p. 202, n. 468, 4 B), 12, 15-18.
fig. 55, tav. XLVIII.
Quseir a/.-Qad1'nz, pp. 69, 74--5, 84 . ·-5, 88-9, tavv. 20 k
Anzioch IV. I, pp. 23--24, figg. 4-5 passim, tav. III,
( ?), 21 d, 26 f (?), m, 28 d (alcune piccole, tutte forse di
forma 125 f--k, tav. IV, forme 126 g, k, s, x, 132 k.
Forma 4 B).
BROCK 1949, p. 69, fig. 14. I, tav. 22, 17.
Forse anche gli orli pubblicati in Guzzo 1970, p. 114,
Tarsus I, pp. 175, 232, categoria E, nn. 257--.. 265, figg.
n. 9, figg. 98, 199; QUILICI 1971, p. 76, fig. 20, n. 4;
136, 188. p. 79, fig. 21, nn. 56-57; p. 122, fig. 63, n. 33; p. 140_,
KELso--BARAMRI 1951, p. 24, A 104 (_ ?}~ 106, tav. 22. fig. 91, n. 2.
LAMBOGLIA 1951, pp. 36---8, fig. 2 e probabiìmente Variante tarda vicina alla Forma 38:
anche fig. 3.
\XlRIGHT 1980, p. 1.t-3, n. 18, fi;;. 3, da un contesto del
Fouilies de Byblos II. 2, 923) 1;. 1;463, fi.g. 1081.
prìmo periodo tiberiano (22/23 J.C. ?).
SETON LLOYD Sultamepe, pp. 102 . --3, fig. 1, 20. Alcuni altri possibili frammenti sono elencati in Ostia II.
Samaria-Sebaste III, pp. 292, 309, 314, fig. 66, l; fig. Numerosi esemplari inediti da molte località. Una va-
73, 3-4, 6-~8, 10-12, ravv. XX-XXI; v. anche CHAR- riante tarda di piccolo formato, simile ad un piattino
LESTON Roman Pottery, p. 7, taY. r, e LAPP PCC, p. 216, compare nelle collezioni del British !Vl.useum (53.5---28.6'7;
tipo 253. 4, B. diametro 12,4 cm). Una variante rara e pesante del tipo
AURIGEMMA Forte della Vite, p. 36, n. 3. B., probabilmente tarda, presenta un orlo con labbro
Athenian Agora V, p. II, F 1-3, tavv. I, 57, 60. modanato simile a quello della Forma I 2 _; questa potrebbe
LAPP PCC, pp. 214, 216, tipo 253. 1, A-H, tipo essere considerata una variante della Forma 29 (oppure
253. 4, B. forse della più tarda Forma 53): cfr. Anrioclz IV.1 1 p. 24,
}..Tessana I, pp. 282-3, tav. XLIII, A 1-7, forse an- forma 142, tav. IV; ]{ama III.2, p. 90, forma ro.20,
che i fondi 1-3, 6-7, 9-10; forse anche mr. XLVII, con fig. 36. Per una forma posteriore, con un orlo simile al
bolli,1 r. tipo A_, cfr. Form2 38_, più avanti.

r6
SIGILLATA ORIENTALE A
--------------------------
FoRMA 94. Simile, ma più piccola: Paphos 0/1 4122. Un'altra
variante bassa: MITSOPOULOS LEON 1975, p. 102, n. 7,
Cupjiii hassa con pareti curve o inclù1are. Antiochia, sotto fig. 2, 4 (non decorata).
le forme 132, (150)., 151; Samaria, forma 2 a. Una variante tarda presenta due scanalature sulla pa-
l)n rn1Ti:;nondente più profondo della Forma 4, con rete ed un labbro sottile (cfr. certe coppe di Forma 42):
la stcss:: imf)osrazìone del piede; il diametro varia. Lo cfr. Amioch IV.r, p. 24, rav. IV, forma r50; Rama III.2,
s\'ilu.ppn segue quello della Forma 4, così pure la deco- p. 78, nn. 8, 10 a--i, figg. 33-34. Forse questa è la classì-
razione- c!ìc è simile. Se ne distinguono due varianti: ficazione giusta anche per un ritrovamento da Tel Anafa,
A. Pareti curve e meno inclinate, con labbro come nella WEINBERG, in IEJ, 21, 1971, p. 102, tav. 15 D, al centro
Forma ,~ /t; sul fondo decorazione a stampo ed a rotella. (più antico?).
Antica, pi~ittosto rara.
B. F,1Tc1.i dritte e più inclinate, orlo liscio; talvolta FORMA 6.
con impresse delle <( corone di Iside 1\ o due fasce otte-
tenutc D rotella sul fondo, oppure anche non decorata Piatto a fondo ridouo con orlo ampio. Antiochia, forma
(cfr. J\ntiochia forma 151 f). Alcune presentano una 137; Samaria, forma 3; LAPP, tipo 253, 5.
risegi.1 ~.;u] fondo esterno. Più comune della variante A. Di grandi dimensioni. Fondo piuttosto piatto e ri-
Jviolrn meno frequente delle Forme 3-..-4, ma non rara. dotto, modellato come nella Forma 3; orlo ampio, più
Diarncrrn: cm 14-26 e oltre. Il tipo B oscilla rego- o meno orizzontale, con angolo interno di poco rilevato
larmenre: intorno ai 22·--26 cm. rispetto al piano del fondo; modanatura a solchi sulla
sommità del labbro. La decorazione è simile a quella
Prormipi, della Forma 3, dalla quale non può essere distinta se
•A•. 06 747. (Tav. Il, 1) . l'orlo manca. Su alcuni esemplari antichi manca la stri-
B, Hama III.2, p. 77, fig. 27, forma 2, n. 6. (Tav. scia di doppia immersione, mentre compare di norma
II, 2 ì. su quelli più tardi. Taluni tra i primi esemplari hanno
la vernice nera.
Cronofogù1,
Comune (ma meno delle Forme 3"4)-
Apprn2:sirnativamente nello stesso ambito cronologico Diametro: cm 25--43.
delle forme 3--4, con le quali generalmente compare
associ2t.2: dal tardo II sec. a.C. fino all'inizio del I sec. Prototipo.
d.C Soprattutto augustea. Samaria-Sebaste III, fi.g. 66.5. (La datazione proposta
Altri cscmjJ!ari. per questo piatto da Kenyon è troppo tarda). (Tav. II, 3).
Bu.ss lviACALISTER 1912, p. 128, tav. 61. 5, 16. Esemplare a vernice nera: Paphos 06. 5r21 (fram-
mento), (Tav. Il, 4),
Harz.iatd Excavations ar Samaria I, p. 306, tipo 7 a--b,
fig. ( LAPP PCC, p. 214, tipo 253.1, J-K). Cronologia.
A.111ù;d: I'V.1, p. 24, tav. IV, forme 132 f(?), 151 f.
È la versione in Sigillata Orientale A di una comune
Tarsu-'; I~ p. 233, categoria G, n. 270, fig. 188.
forma tardo-ellenistica, prodotta in vernice nera sia nel
Samaria---S'ebaste III, pp. 309, 315, fig. 73, 16. Mediterraneo orientale che in Italia (cfr. Lamboglia,
Nessana I, p. 282, tav. XLIII, A 10, B 1-4. forma 6, in ceramica Campana). È una delle forme più
Arsameia am 1\~wnplzaios, pp. 239,.-40, nn. 25··-26, 32 comuni nella prima metà del I sec. a.C., rinvenuta assieme
( ?), W:vv. 58, 67. alle Forme 3 e 4 a Delo ed altrove; reperti provenienti
Wi:rnnEJRG, in ,11use 3, 1969, p. 20) fig. in alto a destra, da Paphos suggeriscono l'ipotesi che essa abbia raggiunto
da Te! Anafa. l'apice della sua popolarità intorno all'anno 100 a.C. La
HAYE:'.; Knossos, p. 264, n. 3, fig. 14. forma continua fino alla metà del I sec. a.C. (esemplari
Har1u IH.2, pp. 76---78, forma 2, figg. 27, 33, 34; provenienti da Samaria, ecc.).
probahi1m:::-nte anche p. 114, fig. 45, forma 16.9 c. Datazione: tardo II sec. a.C . ···-50 a.C. circa.
1971, p. 82, n. 8, fig. 25 (forse si tratta di
questa forma). Altri esemplari.
HLYES Corinth, p. 451, n. 125, tav. 85. HORSFIELD 1942, p. 121, n. 39, fig. 6, tav. X.
1\1.tTSOPOULOS LEON 1975, p. 102) n. ro, fig. 2, I, Anrioch IV.I, p. 24, tav. IV, forma 137 f, p.
tav. :::,_u
Tarsus I, p. 231, categoria A, nn, 252-253, fig. 188
N1 Oboda, p. 36, n. 134, fig. 25. (fra cui un esemplare nero).
Tr-; \LM..ANN Tel1 'Arqa, p. 59, fig. 42, 9. Samaria-Sebaste III, pp. 294, 309, 325-6, figg. 66.5,
!<1.'1 ·:-:rcm: IV, p. 54_, ER 15, tav. 14.
1
77.I i un pezzo elencato da LAPP PCC, p. 217, npo
Esc:1.nnlari inediti da Atene (Agorà, Ceramico), Co- 253.5, A.
rinto 429 )_, Paphos, ecc. Athenian Agora V, p. II, F 5, tavv. 1, 60.
Pe:: una variante antica, forse meglio classificata come N1cOLAOU Nea Paphos, p. 125, n. 18, tav. XXIV. 4.
Forrnt: & A '5 A_, cfr. Qmuc1 1971, p. 14, n. 48~ figg. 93, JONES Kululu, p. 90, e fig. a p. 94, n. 8 (a vernice nera).
SIGILLATE ORIENTALI

QCILICI r97r, p. 83, Il. 34, figg. 25, 26. piuttosto squadrato. Un'anticipazione della Forma 29.
Hama III.2, pp. j8-·8o, nn. I-.,2, figg. 33, 35. Non decorata.
Forse anche: Ashdod I, fig. 2.5. Non frequente.
Esemplari inedìti da Atene (Agorà), Delo, Pella, Pa- Diametro: cm 13-18.
phos, ecc.
Pro!Otipo.
!-lama Ill.2, p. 82, fig. 33, forma 5.3i. (Tav. II, 6).
FORMA 7.
Cronologia.
Piatto a fondo ridotto, con orlo piano superiormente. Probabilmente analoga a quella della Forma 7 (cioè
Antiochia, forma 105; Samaria, forma 5; LAPP, tipo 253.6. terzo quarto del I sec. a.C., forse continua fino alla fine
Fondo e piede come nella Forma 3; pareti basse incli- del secolo).
nate e angolate; orlo stretto e piatto (sia a livello, sia
Altri esemplari.
leggermente pendente). Grandi dimensioni. Generalmente
non decorata. Priene, p. 437, n. 159, fig. 55L
Piuttosto comune. Harvard Excavations at Samaria I, p. 306, tipo 17
Diametro: cm 32-42 circa. a, fig. 18 5 (citato come prototipo da Kenyon-Crowfoot,
forma 9 in Samaria---Sebaste III, p. 310).
Prororipo. Antioch IV.I, p. 22, tav. III, forma 106 p-r.
Samaria~Sebasre, III, p. 296, fig. 68.3; ripubblicato Samaria-..·Sebasre III, p. 326, fi.g. 77.5.
da LAPP PCC, p. 217 1 tipo 253.6, A. '.Tav. II, Hama III.2, p. 82, forma 5.3h, fig. 33.
Forse anche: Buss-".MACALISTER 1912, p. 128, ta\·.
Cronologùi. 61.11 (se questa non è la Forma 29 o 30).
Una delle derivazioni tarde delìa Forma 3 nella serie Inediti: Corinto, CP 1866,
ellenistica, presente nel periodo cesariano ed augusteo ad
Antiochia (cfr. Anrioch IV.I, p. 27) ed a Samaria. Un
FORMA 9.
esemplare tardo con una risega sul fondo compare nella
fase romana 1a a Samaria. Piarro a fondo ridotto, con orlo pendente decoraro a stampo
Datazione: circa 50., I a.C. e a perline, Antiochia, forma 101; Samaria, forma 8 (a).
Piede e fondo come nella Forma 3, pareti basse ed
Altri esemplari. inclinatei orlo piano superiormente con piccola moda-
Antioch IV.I, p. 22, tav. III, forma 105 f, k, p. natura in alto al margine e labbro pendente. Di grandi
S'amaria--Sebaste III, pp. 309, 326, fig. 77.3--4. dimensioni. Decorazione a stampo: ovoli e frecce sul
Hama III.2, p. 82, forma 5 (esclusi 3 h--i), fìg. 33. labbro pendente, perline sulla modanatura. In taltÌni
HAYES Corimh, p. 451, n. 126, tav. 85. esemplari, sulla parte superiore dell'orlo si presenta una
MITSOPOVLOS LEON 1972---5, c. 521, fig. 3 b. grande varietà di motivi (guilloche, spirali, rametti con
Kenchrcai IV, p. 58, ER 27, fig. 9. fogli ci ccc.). Il motivo ad ovoli e frecce era ottenuto
mediante l'impressione di un singolo punzone che re-
Forse anche PELAGATTI 1970, p. 461, fig. 21 d (da
cava un ovolo e la freccia ad esso adiacente. Il fondo non
Akrai)_; Quseir al Qadim, pp. 74,.5, tav. 21, r (piuttosto
è decorato. Una forma corrispondente sì trova anche in
piccolo).
Inediti: Atene, Agorà (P 25930, ecc.), Corinto. argento.
Non comune.
Una variante presenta un labbro triangolare pendente,
con una faccia esterna piatta (cfr. anche Forma 9): cfr. Diametro: cm 27--51 e oltre (un frammento prove-
NEUFFER 1931, p. 62, fig. 7.3; Rama III.2, p. 85, forma niente da Atene può essere dì 57 cm).
8, nn. 15---17) fig. 33; Co1n:;TREAìvl K,wssos, p, 4-:-, J 2)
Prmmipo.
fig. 17, tav. 28. Di dimensioni simili.
Variante ( ?) tarda con decorazione a rotella e solca- AuRIGEMMA Forre della Vite, p. 28, n. 4, con figura
ture all'esterno del fondo: \\1RIGHT 1980, pp. 143-5, nel testo. (Tav. II, 7).
n. 19, fig. 3.
Cronologia .
.t, contemporanea della Forma 7, con cui si associa
FORMA 8. nel deposito 17- o di Antiochia (Anrioch IV.I, p. 27), ma
finora non testimoniata nei livelli augustei.
Piccolo piatto con orlo piano superiormente, Antiochia, Datazione: circa 50- 25 a.C.
forma 106.
È la forma piccola corrispondente alla precedente; Altri' esemplari.
simile l'impostazione dell'orlo, ma il fondo è piatto e .i\1.YRES-0HNEFALSCH-RICHTER A Catalogue of lÌIC C:v-
più largo in rapporto all'orlo. Piede basso, pesante e f'l'l!S ,H11seun\ Oxford 1899, p. 92\ n. 2::-13 Musen di
- - - - - · - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - -SIGILLATA ORIENTALE A

Cipro, D. 134. 19351 da Katydata-Linu (diametro cm B. Con orlo non decorato.


51 ,o circa). Non comune,
Buss-lviACALISTER 1912, p. 128, tav. 61, 2L Diametro; 14,5-17 cm circa.
JiJn ard Excaz 1azions at Saman·a I, p. 306, tipo 6, b
ecc.) I 85. Protoripo.
Ox;·, :927, pp. 216-17, fig. r, Beil. XXVI, nn. 5--7. HAYES Knossos, p. 253, n. 5, fig. 3. (Tav, II, 9).
Iinr1ui'h I, p. 70, n. 5, tavv. XIV, XV.
Am,-;1ch I\.'.r, p. 22, fig. 4.5-15, tav. III, forma ror f, u. Cronologia.
Dur,' h'uropos-Final Report, IV.1.2, p. ro, nn. 56-57, Questa tazza forma un <i servizio 1, con le Forme 9-ro
taV. II L (alla maniera delle Forme con orlo curvo 3~5). Sembra
BRoCK 1949, p. 69, fig. 14, 2, tav. 22, 28. soprav,;r:ivere alle forme di piatti ad essa accoppiate: il
Tarsv.s C p. 233, categoria F, n. 269, fig. 137 (con tipo A si ritrova nel tardo I sec. a. C., nel gruppo
AC). della Cisterna a Volta 2, a Samaria, mentre esemplari
Samorii1---Sebaste III, pp. 310, 327 8, fig. 78.r-6, tav. di entrambi i tipi sono presenti a Cnosso in un depo-
sito protoaugusreo.
XX!l.9.
Labraunda II.r.1 p. 67, n. 205, tavv. 13, 35. Datazione: 50--20, r a.C. circa.
Rama III.2, pp. 84-..-85, forma 8 a, nn. r-14, figg.
Altri esemplari.
33, 37.
CoLDSTREAM Knossos, pp. 46-7, J I, fig. 17, tav. 28. Buss . -MACALISTER r912, p. 128, tavv. 22.9, 61.2.

Inediti: Atene (Agorà), Delo; anche al Toledo Mu- Harvard Excavarions ar Samaria l, p. 306, tipo 6, a,
seurn of Art (Ohio), proveniente da Seleucia. ecc., fig, r85 DlJNCAN Corpus, tipo 2P4 -,-,-,; LAPPree,
p. 215, tipo 253.2, A Istanbul 3584 (?).
HoRSFIELD 1942, pp. 128-9, n. 82, fig. 8, tav. XVI.
FORMA TO. SCE Il, tav. CXLVl.2 3 SCE IV.3, fig. 27, 4
(la datazione è troppo alta).
Piccolo piarro con orlo pendente decorato a srampo. An-
tiochia, forma 102; Samaria, forma 8 (b). Antioch IV.I, p. 24, rav. IV, forma 140 f.
Samaria-S'ebasre III, pp. 309, 310, 328, fig. 78, 8 e p.
Versione ridotta della Forma 9; simile il labbro pen-
326, fig, 77, 7.
àentc} decorata a stamp(!, con motivi ad ovoli e frecce e,
HAYES Knossos, p. 253, nn. 6-7, fig. 3.
soprn di essi, perline in rilievo; qui però la parte piana
in alt.o ddl'orlo è sempre liscia. Fondo come nella Forma 8. Hama III.2, pp. 82, 84, forma 6, n. 2, fig. 33; p. 88,
Rara. forma 8 c, nn. 19-24, figg. 34, 36-37.
MITSOPOULOS LEON 1975, p. 102, n. 8, fig. 2, 5.
Diametro: intorno ai 16 cm.
Una versione grande: MITSOPOULOS LEON 1972-5, C.
Prororipo, 521, fig. 3 d.
Samarù, Scbaste III, pp. 310,328, fig. 78.7. r:Tav. II, 8).

Crono!oiia., FORMA !2.


Pre:11..m::d.bilmente come per la Forma 9 (o più tarda;
Piatto a fondo piano. Antiochia, forme 143-.. 144; Sa~
cfr. Fnrma I r sotto).
maria, forma 10; LAPP, rjpo 253,3.
Altri cscmf;lari. Fondo piano, con ampio listello sotto l'angolo esterno,
Anrz'och IV.r, p. 22, tav. III, forma 102. costituente la superficie d'appoggio; pareti basse, con-
Hama IH.2, p. 88, forma 8 b, n. 18, fig. 33 ( ?). vesse ed espanse, orlo con piccola modanatura esterna. Al-
cuni esemplari (probabilmente quelli più tardi), presen-
tano la parte inferiore a gradini, come nelle serie dì piatti
della prima età romana. Alcuni pezzi in versione ri-
dotta, di datazione incerta, hanno il fondo liscio e piatto.
Ta2r:ra poco profonda con orlo pendente, generalmente In genere compaiono due coppie di fasce a rotella sul
decorato a srampo. Antiochia, forma 140; Samaria, forma fondo interno, spesso profondamente impresse, sì da
8 LAI'l\ tipo 253.2. formare delle scanalature. Gli esemplari più grandi mo-
Fondo pìano, pareti concave ed espanse, orlo ad uncino strano lo stesso tipo di fattura, pesante e con superficie
con fabbro pendente; piede ad anello, basso e pesante, interna scagliosa, con segni del pennello che è tipico dei
imposuno sotto ìa parre esterna del fondo. Fondo non manufatti più tardi della Forma 4.
decorato. Alcuni e~emplari presentano una risega al- Comune.
l'estemù sul fondo, all'ìnterno del piede, Due varietà: A quanto pare, ne esistono tre formati: diametri cm
A. Con decorazione a stampo sull'orlo, come nella 13--17 e oltre, 22-28, 32~-33 circa (quest'ultimo è raro:
Form~\ : o: ovoli e frecce sul labbro pendente, perline cfr. Antioch IV.I, tav. IV, 143 a, e Samaria~Sebasic
lungo il margine superiore. III, p. 329, fig. 79.7).

19
SIGILLATE ORIENTALI

Prorotipo. B. Carenata, con pareti verticali concave; in qualche


.-lmi,xh IV.r, tav. IV, forma 143 f. (Tav. II, ro). caso compare una piccola modanatura sul labbro. Un
corrispondente in piccolo delle Forme 29 . . 30?
Crmzologia. Non comune.
Si !ratta fondamentalmente di un tipo augusteo, seb- Diametro intorno agli 8-9 cm.
'. wr,: u L:uni esemplari possano essere un poco anteriori.
P.:·t ,,·;ne nel deposito 17--0 di Antiochia e nella Cisterna Prototipi.
a Volta 2 a Samaria. Frammenti sono ancora presenti in A. HAYES l(nossos, p. 253, fig. 3, n. 12. (Tav. II, II).
contesti tardoaugusrei a Paphos. B. Hama IIl.2, p. rr3, fig. 45, forma r5.r. (Tav.
Datazione: 40 a.C. circa-re d.C. II, r2).
Altri esemplari. Cronologia.
Buss-lviAcALISTER 1912, p. 128, tav. 6I.6. La presenza di un esemplare di questa forma di tipo A
Harvard Exca·vations at Samaria I, p. 304, tipo r, in un contesto del tardo I sec. a.C. a Cnosso ed il fondo
a--c, fig. 185 """' DUNCAN Corpus, tipo r4Gro-rr == LAPP a gradini di certi pezzi, indicano una continuazione
PCC, p. 215, tipo 253.3, A-B. durame l'età augustea e possibilmente anche un po'
NEUFFER 1931, p. 63, figg. 6,7, 7,7, più tardi.
\XlAAGÉ 1933, p. 286, nn. 48, 56, tav. VIII. Il tipo B è presente nel gruppo di ceramiche dal relitto
Antioch I, p. 70, n. 4, rav. XV. di nave di Phaselis e può essere la più antica versione
HoLWERDA Cat. Leiden, p. 36, nn. 440---1, tav. IV. della forma.
Antioch IV.r, p. 24, rav. IV, forme 143 a---p, 144 f, Datazione: seconda metà del I sec. a.C.-inizi I sec. d.C.
u ( ?).
Tarsus I, pp. 231-2, categoria D, nn. 255-6, fig. 188 C Alrri esemplari.
e p. 272, n. 769, fig. 203. Buss-MACALISTER 1912, p. 128, tav. 61.1.
DAKARIS 1953, p. 172, fig. 5 a. Harvard Excavations at Samaria I, pp. 305-6, tipo 2, r
Samaria-Sebaste III, pp. 3 ID, 329, fig. 79. I-4, 7. 0
(- -Tipo A) e tipo 5, a-e(-, Tipo B), fig. 185 DuN-
DUNHAM Royal Cenzercries o_f Kush IV, p. 87, fig. 131, CAN Corpus, tipo 14X2-5.
Il. 16-2-332. Samaria-Sebaste III, pp. 309, 315, forma 2 b, fig.
Nessana I, pp. 283---4, tav. XLIV, Mise. 1 e forse 73-'5, 17 Tipo A).
anche H IO. Nessana I, p. 283, tav. XLIV, Mise. 2.
Guzzo 1970, p. 472, n. 558, fig. 578. MITSOPOULOS LEON 1975, p. 102, n. 9, fig. 2, 3 (Ti-
HAYES I<nossos, p. 253, n. 13, fìg. 3; p. 270, n. 14, po B).
fig. 18. WRIGHT 1980, p. r45, n. 22, fig. 3 (Tipo B tardo; fondo.
Hama III.2, pp. 88---91, forma IO (esclusi i nn. 14 d_, inclinato).
20), figg. 36---37. Inedito: Corinto C-26-r.
HAYES Corinth, p. 451, n. 124, ta\·. 85.
MITSOPOULOS LEON 1972--75, c. 521, fig. 3 e.
FORMA 14.
Kenchreai IV, p. 55, ER r8, tav. 14.
Forse anche: Beth-Shan III, tav. XXXIV, 17. Piattino con piede basso e pareri basse e ricurve.
Dura Europos-Final Report, IV.r.2, p. 11, n. 62.
È una via di mezzo tra la Forma 5 e gli esem-
NEGEV Oboda, p. 37, n. 136, tav. 25.
plari più tardi della coppa di Forma 22. Non è deco-
Probabilmente anche Qmucr 1971, p. 100, fig. 44, rata.
n. 16.
Fattura scadente e vernice sottile. Piede ad anello quasi
Inediti: Atene (Agorà)) Corinto, Tripoli (a Leida), sempre di dimensioni ridotte, ma talvolta ampio come
Paphos, ecc. nella Forma 5 B.
Rara.
FORMA 13. Diametro: cm 11-14,5 circa.

Piatto in miniatura con orlo 'Verricale. Samaria, forme Prototipo.


2 b, 15. Hama III.2, p. 77., fig. 27, forma 2.5. (Tav. II, 13).
Fondo piuttosto piatto_1 piede basso e sottile, talvolta
con un listello sul fondo, di contro alla parte ìnterna. Cronologia.
Alcuni esemplari presentano rotcllature sul fondo. A Tarsus viene attribuita al primo periodo romano
Ne esistono due varietà (piuttosto dissimili nella forma, (Early Roman); probabilmente si tratta di una deriva-
ma affini per dimensioni e per presumibile funzione): zione tarda dalla serie ellenistica. Non ci sono elementi
A. Con orlo curvo verso l'alto, leggermente convesso, di datazione sicuri.
con brusco trapasso dalle pareti al fonde. Cfr. Forme 4--5. Datazion~: inizì del I sec. d.C. ~

20
SIGILLATA ORIENTALE A
--------------------------
Altri esemplari. Hama III.2, pp. 188--91, forma 27, figg. 7r,72 e forse
Tar.ws I 1 p. 243, categoria H, nn. 398-4or, figg. r44, anche i frammenti di parete a p. 124, fig. 46, forma 19.9-10.
193, con figg. 144 B, 193 A-B. Forse anche: Nessana I, tav. XLVII, J 3 e 6 decorata
Inediti: Kormakiti, Cipro; ne esistono esemplari alla ad incisione.
Univer:,itù di Durham (Dept. of Classics) e a Belfast. Inediti: Delo 7488 (frammenti).

FORMA '5· FORMA 16.

Crarerc,, Samaria, forma 27. A1as tos con decorazione dipinta.


Corno Ji forma rotondeggiante, incurvato alla som- Ampia forma conica, curvata in alto in un orlo liscio;
mità ~,m. un orlo pressocché verticale o sporgente al- piede basso e piccolo, sottolineato all'esterno all'attacco
l'esterno; piede distinto con modanatura intorno alla della parete con una scanalatura. Coppia di solchi sulla
base :éonne 22-23). Due piccole 11 anse)) ornamentali superficie esterna della parete; all'interno, singoli solchi
al di sono delForlo, impostate verticalmente, con la parte delimitano le zone ove compaiono i motivi dipinti.
centrale incurvata fino ad aderire alla parete. Sotto il Solo un esemplare: RoBINSON 1969, pp. 27-8, n. 60,
livello delk anse, il corpo del vaso è ricoperto da linee figg. 3, IO, tav. 3 (Corinto, C-65 . . -96). Diametro: cm 17,2
vertìcaE ottenute a sgorbia, poste in una serie continua circa. Fattura tipica, con la striscia di doppia immer-
od in fasce (talvolta oblique), in certi casi limitate alla sione; i motivi sono dipinti in colore arancio pallido.
sommit8 mediante scanalature; frequentemente al di (Tav. III, 3).
sotto deH'orlo si nota una fila di gocce dipinte di colore Antioch IV.I, p. 12, forma 53. Anche le basi dipinte
bianco--crema. a fig. 3.12-14, possono essere messe ìn relazione con
La. trattazione più completa di questa forma ci è data questa forma; probabilmente anche Kenchreai IV., p. 58,
dalla Frirn Johansen (Hama III.2, pp. 188-91, forma 27, ER 26, tav. 15 (data incerta). Non proviene dalla mede-
con ella distingue, sulla base della forma del- sima officina della Forma r7 seguente.
l'orlo~ due varietà, osservando anche la presenza di una
Cronologia.
versione più grande (forma 27 C'). Io seguirò la sua
classificazione: Probabilmente la metà del II sec. a.C.
A. Con orlo inclinato all'esterno, che si unisce al corpo
con un angolo. Ne sono noti solo frammenti. FORMA 17.
B. Con orlo concavo, ricurvo verso l'esterno, che con-
tinua la curva del corpo; labbro provvisto di flangia. Masros con orlo modanato. Samaria, forma I 8, LAPP
Non comune; di solito non si C trovata al di fuori della PCC, tipo 251.2 b.
regione siro-palestinese. Corpo semi--ovoidale, con fondo poco appuntito; una
Diametro dell'orlo: 16-..-18 cm circa. serie di piccole modanature corre all'interno sotto l'orlo.
Pareti sottili. Ne esistono due versioni:
Prototif>:".
A. Con perline a stampo sulla più evidente modanatura
A. Hama III.2, fig. 72, forma 27 A.r. (Tav. III, 1). dell'orlo.
B. I-Iarz1ard Excavmùms al Samaria I, fig. 185.11 a. B. Con modanature lisce.
(Tav. :n,
Alcuni esemplari presentano una vernice liscia ed opa-
Cronologia. ca, senza la striscia di doppia immersione. È la versione
La presenza di due esemplari del Tipo B nella Cisterna in ceramica di una forma metallica: cfr. gli esemplari in
a Volt?. a Samaria (terminus ame quem: tardo I sec. argento, STRONG 1966, pp. 10.8-9.
a.C) ci fornisce l'unica prova attendibile di datazione. Per una discussione della forma, cfr. Samaria-Sebaste
La decorazione a sgorbia (cfr. Forma 19) ed il modo con III, pp. 335-6.
cui è. ce:'.>truito il piede, suggeriscono una data intorno Non comune.
alla pn:rrrn. metà del I sec. a.C., sebbene le gocce di pit- Diametro: cm 12-20 circa.
tura potrebbero indicare un'origine più antica. A Delo
Prototipo.
sono ~;tari trovati frammenti di questa forma e dì una
corrispondente di dimensioni ridotte, di una classe di- Tipo B. Paphos 06 t656. (Tav. III, 4).
versa., non identificata (quest'ultima: Delo 60.N.24).
Cronologia.
Dats.zione: forse 100-50 a.C. circa.
È la forma corrispondente a quella ellenistica a vernice
Altri csrn1t,ian nera lucida del II sec. a.C.; è stata rinvenuta in contesti
Haroard ExcmJations at Samaria I, p. 306, tipo II, antichi (Delo, Paphos). Il pezzo frammentario prove-
a-e (t· forse anche tipo 12, a), fig. 185; cfr. anche LAPP niente dalla Cisterna a Volta 2 a Samaria dovrebbe essere
PCC> p. 213, tipo 252.3,A. un residuo.
Tanus I, pp. 161, 219--20, nn. 120-122, fig. 126 (in- Datazione: seconda metà del II sec. a.C. e forse un
clusP A\ po' oltre.

21
SIGILLATE ORIENTALI
--------------------------------
Alrri esemplari. FORMA 19.
Han1ard Excavations ar Samaria I, p. 306, tipo 9, a,
Coppa emisferica con scanalaturclsolcaturc a sgorbia al-
Hg. r85 ""'' DUNCAN Corpus, tipo 15 L 3 LAPP PCC,
l'esremo. Samaria, forma 19; Antiochia, forme 173, r75,
p. 212, tipo 251.2 b, A (Tipo B).
177.
Dura Europos---Final Report IV.1.2, pp. 5, 9, n. 46;
Orlo liscio, fondo arrotondato; un paio di scanalature
p. 9, n. 47, tav. III (con una rosetta bianca dipinta
attorno alle pareti ed al fondo; talvolta compaiono dei
sul ;:_mdo) può anch'essa essere inserita qui.
cerchi od un cerchio inciso al centro del fondo esterno.
Tarsus I, p. 234, categoria L, nn. 294---5, figg. 137, Ne esistono due versioni.
I 88 (Tipo B).
A. Liscia. Rara.
Samaria-Sebaste III, pp. 311, 335---6, fig. 80.15~-22.
B. Con solcature verticali ottenute a sgorbia nella parte
Teli Halaf IV, pp. 90, 107, nn. n6----r2r, tavv. 73, 8I.
inferiore all'esterno, delìmitate da scanalature; la parte
Ashdod II-III, fig. 16, 14-16, tav. XVI, 5 e fig. 99, I. superiore resta liscia. Ad Antiochia taluni esemplari pre-
Hama III.2, pp. n7-8, forma 18 A, nn. 1-3, figg. sentano dei cerchi ottenuti a rotella all'interno. Piuttosto
46, 6r. rara (ma non quanto il Tipo A),
THALMANN Teli 'Arqa, p. 59, fig. 41, 19. Forme simili si ritrovano in vetro.
Inediti: Delo B 2430 (Tipo B, completo). Diametro: intorno ai 12--13 cm; ne esiste anche una
Gli esemplari che seguono, con vernice nera e prove- vers10ne più piccola di 8---9 cm circa (cfr. Anrioch IY.r,
nienti da località della Siria, potrebbero essere di pro- fig. 7.8).
duzioni affine:
Prototipi.
Antioch IV.1, p. 12, sotto la forma 55, fig. 3.7-rr,
rav. II; Dura Europos---FinaJ Reporr I\'.1.2, p. 5, n. 25; A. Paphos, OL 1229. (Tav. III, 6).
Samaria"-Sebaste III, p. 260, fig. 53, 5. B. Hama III.2, p. r22, fig. 46, forma 19.2. (Ta\'. III,

Cronologia.
FORMA 18. Il prototipo del Tipo A proviene da un deposito del-
l'inizio del I sec. a.C.
Coppa emi~(erica ·semi-ovoidale. Antiochia, forma 170. Datazione: probabilmente la prima metà del I sec. a.C.
Pareti sottili con orlo lìscìo e fondo arrotondato (o
Alrri' esemplari.
leggermente rientrante). Frequentemente compaiono due
fasce a rotella o due scanalature sul fondo. È un'imita- (Del Tipo B_, salvo indicazione contraria).
zione dì una coppa a uovo di struzzo; il tipo lo si ritrova Antioch IV.I, p. 24, forma 175, fig. 7.7-8.
anche in argento. Dura Europos--Final Rcport IV.1.2, p. 13, n. 77,
Non comune. tav. IV.
Diametro: cm 1 I -I 5 circa. Tarsus I, p. 234, categoria K, n. 293, figg. I3i, 188. ·
Samaria-Sebastc III, pp. 311, 342, fig. 82.7 (con i
Prototipo. paralleli citati).
Paphos Olò 1655. (Tav. III, 5). Nessana I, p. 284, ta\', XLV, 1V1g 27, e il fondo; p. 287,
tav. XLVII, ad incisione 1-5.
Cronologia. QUII.ICI 1971, p. 146, Il. 163, fig. 95·
È una forma antica. Due esemplari sono presenti in Hama III.2, pp, 120-124, forma 19 (esclusi i nn. 9--
un gruppo databile intorno al roo a.C. a Paphos (OD. 10), figg. 46-7; anche il frammento di fondo a p. 120,
1655, 2798). forma 18, 5 d, fig. 46 (come il Tipo A).
Datazione: tardo II o inizio del I sec. a.C.

Altri esemplari.
Forse anche BROCK 1949, p. 69, ta1·. 22.27, Potrebbe
trattarsi della Forma 15.
Inediti: Delo (Tipo B, dimensioni normali e piccoie'i. I
I
Antioch IV.r, p. 24, forma 170, fig. 7.1-2. Variante del Tipo B con orlo leggermente incurvato al-
Tarsus I, p. 234, n. 292, figg. 137, 188. Non decorato. l'esterno: Antioch IV.I, p. 24, forma 173, fig. 7.9.
Cat. illustré Damas, p. 85, n. 26 (tav. XLII, 1). Variante con decorazione che arriva sin quasi all'orlo
Hama III.2, pp. 118--20) forma 18 B, 4--4 bj 5-5 e, (forse più antica): ibid., p. 24, forma J77, fig. 7.6.
fig. 46; anche p. 114, forma 16.9 a(?), 9 b, fig. 45. I
,f
Varianti (con datazione analoga): Antioch IV.I, p. 24, FORMA 20.

forme 167, r68, frg. 7, 3-5.
Coppa con piede ed orlo incun.:ato. Antiochia, forma r 5-;-.

I
Per una variante piccola unica nel suo genere, con in-
ciso sulla parete esterna un motivo a favo, cfr. Hama Tipica forma di coppa ellenistica, con fondo e parete
III.2, p. 120, forma 18 C.6, fig. 61. ricurvi e orlo rientrante; piede inclinato e piuttosto sot-
Simile, con modanature sul fondo esterno: SETOK- tile. Sul fondo decorazione a stampo e/O cerchi a rotella.
LLOYD Suùanrepc, pp. 10::.-;" flg. ~ .16. Rara.

22

I
-------- ~ - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - ~
SIGILLATA ORIENTALE A

Prototipo. fondo all'interno compaiono m]volta una o due fasce a


Filadcl.fia 29---102--562, da Beth--Shan (Anrioch I, p. rotella oppure una o due solcature.
70 ) fig. 2J citata anche in Antioch IV.r, p. 24). Super- Si tratta di una serie numerosa, con molre varianti
ficie Per lo più nera, con solo la decorazione a rotella. minori. Le pareti sottili, la buona fattura e la vernice
Diametrc· cm r6. (Tav. III, 8). lucida di un colore rosso intenso, indicano generalmente
una datazione piuttosto alta; ma nella stessa serie sono
Cronolopù::,. presenti anche pezzi di inferiore qualità tecnica, probabil-
Antìcn · :;i tratta di una copia dì una forma ellenistica mente provenienti da altre botteghe. Il fatto che compaiono
assai e;-nn:.:.nc:, ritrovata ovunque nella ceramica a vernice dei labbri modanati e rotellature o scanalature sul fondo 1
nera. Fnrsc della seconda metà del II sec. a.C. non sembra avere un particolare significato cronologico. I
piedi alti e stretti sembrano essere più antichi (cfr. la
Altri csc,'llpì'ari. Forma 23). La forma può essere grossolanamente divisa
Atene, Agorà P 9667. Diametro circa 17,5 cm; profilo in un tipo antico e in un tipo tardo:
del piede convesso, decorazione a stampo e a rotella. A, Corpo emisferico, piede con accurata modanatura
Corinto C---28--105 i potrebbe essere una versione ìn alla base (in qualche caso con una superficie d'appoggio
miniatura. concava, in qualche aitro con una decorazione a rotella).
Per una forma corrispondente in vernice nera (forse B. Corpo di forma più aperta, che si incurva brusca-
si trame. di una ceramica affine), cfr. Harvard Excava- mente nelle vicinanze del piede, il quale è più semplice
rions ar Samaria I, p. 299, tipo 9 f, fig. 174, n. 16; II, e pesante di quello del Tipo A. Per lo più privo di de-
taY. 74 h. corazione.
Assai comune.
FORMA 21. Diametro: cm 7,7-14 circa; occasionalmente compaio-
no esemplari con un diametro che raggiunge 16,2 cm; non
Coppa con piede pesante e scanalato. è possibile attuare una divisione chiara in formati più
Fondo piatto, pareti poco inclinate, piede abbastanza grandi e più piccoli.
pesame.1 che si allarga in una base squadrata con due
scanaimure sull'ampia superficie d'appoggio. Incerta la Prototipi.
forma delforlo. Il fondo è decorato da cerchi incisi al A. Hama III.2, forma 17, n. 7, fig. 45. (Tav. III, 10).
centro:, con intorno un paio di fasce a rotella. Variante antica con orlo modanato (3 linee in rilievo:
Rara; si conoscono solo frammenti. Paphos, 06 5129.
Variante a piede basso di grandi dimensioni: Paphos,
Prorotipo,
O/J. 1657. Fattura grossolana, vernice poco lucida. Il
Hama IIl.2, p. 116, fig. 45, forma r7.11 b. (Tav. III, 9). contesto è forse del II sec. a.C. (Tav. III, II).
Prohahilrnente andrebbe ricostruita con un orlo piatto B. British Iviuseum, 48.8-4.15. (Ta\'. III, 12).
o espan'.m, alla maniera di certe coppe ellenistiche a
Arhenian A.gora V, F 6, tav. 60. (Tav. III, 13).
vernice nera; quasi certamente antìca. Il caratteristico
profilo del. piede mostra che questa forma differisce dalla Cronolog1:a.
22, ed i:: perciò ad essa riservato un altro numero.
Può essere messa in relazione con questa forma una È la forma della coppa tipica del I sec. a.C., che costi-
coppa inedita proveniente dall'Agorà di Atene (P 6026\ tuisce un <{ servizio ,i assieme ai piatti ed alle coppe delle
con un orlo piatto, simile a quello del piatto di Forma 6 Forme 3--5. Presente in tutti i maggiori depositi del pe-
ma senza decorazione sulla parte piana. riodo. Gli esemplari più antichi (Del o, Paphos, ecc.) risal-
gono al tardo II sec. a.C., mentre gli esemplari del Tipo
Altri esemplari. B sono comuni in contesti augustei abbastanza tardi (cfr.
Athenian Agora V, gruppo F; Samaria, Roman I a; an-
Ncssézn.a I, p. 284, tav. XLIV, 14-..·15,
che al Museo di Cipro, tomba Polis 104, con la Forma
Hcrmc 1 p. IJ6_, forma 17.11 a-b, fig. 45. 44, di cuì si dirà più avami). Essi non compaiono ge-
neralmente assieme alle tipiche forme (( romane 1;, come la
FORMA 22. Forma 47.
Datazione: dal tardo II sec. a.C. al IO d.C. circa.
C11f>JJci1n,,zn emisferica con piede. Antiochia, forme r64-
165; Sa:maria. forma 16; LAPP, tipo 251.2, 2 a. Altri esemplari.
pi.ù o meno emisferico, talvolta con il fondo Buss-1V1.ACALISTER 1912) p. r28, tav. 61, 7--8.
apprn.t111:c:; orlo sia ìiscio che con piccolo labbro. Il piede Prienc, p. 437, n. 160, fig. 55r.
pu('- :::-;sere a piccolo piedistallo con una modanatura Sictlin Expcdirion II.3, pp. 148, 150) figg. 159, 161,
concava aggettante in basso, oppure meno alto, con la nn. 19, 38, 39.
faccù; esterna sfaccettata_; la superficie d'appoggio è con- Harvard Excavarions at Samaria I, p. 306, tipo 7,
cava o piatta, mentre la parte interna è inclinata. In taluni c-d, ecc., tipo 8, a---d, ecc., fig. 185; II, tav. 74 g
escm:Y i] centro esterno del fondo t, ap:~u.miw. Sul DcKCAN Corpus, Lipo 15 L 6-7, K 4-s) P :.:) 4, 6.
SIGILLATE ORIENTALI

TECHNAU 1929, p. 49, fig. 39· Inediti: numerosi esemplari da molte località.
Bcth-Shan III, rav. XXXIV.15, 29-30, e forse an- Variante con modanatura pronunciata sull'orlo: SETON
che 25; Antioch I, p. 71, fig. 4 (da Bcth Shan); Filadelfia, LLOYD Sultantepe, pp. 102--3, fig. r, 17; Hama III.2,
University Museum, 31-50-60 (sostituisce la numera- p. 114, forma 17.1, fig. 45; Salamine de Chypre IX, p.
zione 30-9-19). 33, n. 102, tavv. 9-ro (v. anche la variante precedente).
NEUFFER 1931, p. 63, fig. 7. I2, 14.
\XiAAGÉ 1933, p. 287, nn. 62 a, 63, tav. VIII. FORMA 23,
Antioch I, pp. 71--72, n. 14, mv. XV.
LAMB-PRYCE 1940, pp. 96-·-7, fig. I, n. 2. Coppa campaniforme con piede. Antiochia, forma 160;
HORSFIELD 1942, p. 192, n. 396, fig. 53, tav. XLIII. Samaria, forma 21; LAPP, tipo 252.2.
Anrioch IV.r, p. 24, forme 164-5, fig. 6, 1-12. Piede stretto ed alto, con modanatura in basso e spesso
Dura Europos-Final Report IV.r.2, p. 9, nn. 48-49, con una superficie d'appoggio concava, corpo plù o meno
e forse anche il piede n. 53. carenato, con pareti alte ed espanse in alto ed esile labbro.
Tarsus I, pp. 233--4, categoria H, nn. 271-89, figg. 137, Spesso sul fondo all'interno compaiono due cerchi otte-
188 (con 188 D). nuti a rotella.
SETON LLOYD Sultanrcpc, pp. 102-3, fig. r, 15.
Abbastanza comune.
Fouilles de Byblos Il, 1 p. 279, n. 9375, fig. 302. Diametro: cm 9-12,5, in qualche caso fino a 16.
Samaria-Sebaste III, pp. 291, 295, 298, 306, 311, 332--
Prowtipo.
5, figg. 65, r-2; 67, 10; 68, 9; So, r-8 e II . -13, tav. XXII,
8; alcuni ripubblicati da LAPP PCC, p. 2u, tipo 251.2 Paphos 01:i 4992. (Tav. III, 14).
A-B (anche tipo 251.2 a, A----C, da sca\'i di Harvard).
Cronoh1gia,
Arhenian Agora V, p. II, F 6--II, ta\'\'. 1, 58, 60, e
p. 23, G 1, tav. 4. Compare più frequentemente in contesti della prima
Nessana I, pp. 283-4, ta\', XLIV, G r-8, H 1--9, e i metà del I sec. a.C., assieme alle Forme 3-4 e 22. Forse
si tratta dell'antecedente della Forma 42; per un esem-
fondi 1-9, u-13.
plare di forma transizìonale, cfr. Harvard Excavations
ROBINS0N 1965, p. 29, n. 9, fig. 7 ( 'E~. 'Apx.,
at Samaria I, fig. 185.10 b.
1902, pp. 164-5, n. 24, tav. 8).
Labraunda II.r, p. 67, n. 204. Datazione: intorno al 100-50 a.C. Gli esemplari di
Ashdod I, fig. 10, 9, rav. X, 7; probabilmente anche transizione, più b:1ssi, potrebbero essere più tardi.
Ashdod II-III, fig. 78, 4, 1av. LXXI, r.
Alrri esemplari.
Délos XXVII, pp. 245-6, D 46-47, fig, 126, 1av. 42,
Harvard Excaz1ations at Samaria I, p. 306, tipo IO,
WEINBURG, in Muse, 3, 1969, p. 20, fig. in alto a sinistra,
da Tel Anafa; anche In., in IEJ 21, 1971, p. 102, tav. a-b, fig. 185 DUNCAN Corpus, tipo 4 A, B --' LAPP
PCC, p. 213, tipo 252.2, A~-B.
15 D, a sinistra e a destra.
Amioch IV.r, p. 24 (riferimento ai ritrovamenti di
HAYES Knossos, p. 253, nn. 8-9, fig. 3; p. 257, nn. 3,
6, fig. 8 i p. 264, n. 4, fig. 14. Samaria).
Tarsus I, p. 234, categoria I, n. 290, fig. 188 (da rico-
Qurucr 1971, pp. 76, 78, nn. 6, 20, fig. 20; p. rnr,
struirsi con un piede più alto).
n. 19, fig. 44,
Samarìa-··Sebastc III, p. 334, fig. So, 10, e pp. 3II,
Hama III.2, pp. u3-17, forme r6 e 17, fig. 45 (escluse
336, fig. 81, 1-2.
16.9 b, 17,11 a-b).
Nessana I, p. 284, tav. XLIV, fondi 18-19 e forse anche
HAYES Corinth, pp. 451-2, nn. II7--8, tav. 85 (proba-
bilmente si tratta di residui augustei anteriori a quanto p. 283, Mise. I (variante tarda bassa).
è detto nell'articolo). Délos XXVII, pp. 245--6, D 49, fig. 126, taY. 42.
NEGEV Oboda, p. 38, nn. 151-155, tavv. 27, 32.
HAYES Knossos, p. 253, n. ro, fig. 3.
MnsOPOULOS LEON 1975, p. 104, TI. II, fig. 2, 2. Hama III.2, pp. 159, 162, form2. 21, figg. 64--65.
MITSOPOULOS LEON 1972-5, C. 521, fig. 3 g. Inediti: esemplari da Deio, Paphos.
THALMANN Tell 'Arqa, p. 59 (data come comune a
Tel1 'Arqa; non illustrato.
FORMA 24.
Kenchreai IV, p. 56, ER 20 a-b, 1avv. 14, 15 (Tipo B).
Quseir al Qadìm, pp. 68, 74-5, tav. 21 e, e pp. 100-1, ,( Coppa mcgaresc " con orlo liscio. Samaria, forma 20.
tav. 34 i (ambedue Tipo B). Corpo emisferico realizzato a matrice, con decorazione
Salamine de Ch_·vprc IX, p. 33, nn. 103-105, tavv. 9-·IO. in rilievo; aggiunto in seguito l'orlo abbastanza alto e
Forse anche: leggermente espanso all'altezza del labbro. L'interno è
BROCR 1949, p. 69, fig. 14.8. generalmente rifinito a pennello. Questa serie è stata tal-
COMFORT 1958, p. 204, n. II, tavv. 133-134. volta considerata separatamente rispetto alle forme lisce,
SCHINDLER-SCHEFFENEGGER 1977, p. 25, tav. I, 13. ma non può essere correttamente distinta dalla principale
Un possibile frammento è menzionato in Osria II, p. 193. serie della Sigillata Orientale A, anche se taluni eserr::-
SIGILLATA ORIENTALE A

plari presentano una cottura abbastanza trascurata. Spesso Ashdod I, fig. 4, 2--3; figg. 5, 9, II, I2 e forse anche
sono prci;('.nti le caratteristiche strisce di doppia immer- figg. IO, 19, tav. VII, 8---9 (?), IO.
sione. Rirnlta comunque difficile tracciare una chiara JoNES Kululu, p. 92, fig. a p. 96, nn. I . -6 (tarde?),
linea di demarcazione tra la serie a vernice rossa e le più PIERIDOU 1969, p. 67, gruppo D, 1""3, fig. 2, tav. XI,
antiche coppe rnegaresi (in genere a vernice nera), rin- 2-3, 5-8.
venute: in alcuni siti come Antiochia. In generale la serie 1
\X, EINEERG, in Afose, 8, 1974, pp. 2,4 . -25, fig. 9, da Tel
a vernice: rossa presenta dei motivi modellati in maniera Anafa.
assai grn:;:;olana, talvolta grandi e posti ad intervalli piut- Ha.ma III.2, pp. 124--59, figg. 46, 48---63 (n. 30 va
tosto aa.1:ipi. Alcuni esemplari portano una singola lettera forse considerato assieme alla forma seguente).
0 un'ù-icri:~ione in rilievo, a grandi caratteri.
THALMANN Teli 'Arqa, p. 59, fig. 41, 9·-I2, 15 ( ?), 16.
I ritrovamenti di }lama (Hama III.2, figg. 48----63)
BOUNNI 1978, p. 287, fig. 36 (alcuni esempi).
danno il quadro più chiaro del repertorìo dei motivi
impiegati. lhl sottogruppo particolare verrà trattato in Anche: Ashmolean Jvluseum, Oxford 1914.778 (da
seguito come Forma 25. Nukhi) e 1956.1047.
Comune: nelle località della Siria, ma raramente espor- Forse anche LANGLorz 1932, p. 163, nn. 918--919 1
rarn più lontano. tav. 252.
Diarnerro: cm r3-,-r4 circa. Variante con nervature verticali: Kcnchreai IV, p. 59,
ER 3r, tav. 16.
Prororipi.
C.-0rn~;ll Universìty, dagli scavi di Antiochia Anrìoch
FORMA 25.
IV. 1., p. 29, figg. 13, 15; rS, 2; tav.IY,HJv\.3,Nero
intorno al.l'orlo, rosso nella parte inferiore (cfr. Forma 1,
(, Coppa megarcsc )) con orlo alro ed inclinato.
prototipo). Antica. (Tav. IV, I).
A1mco di Cipro, D 667.1935 ( --- SCE IV.3, fìg. 27_) 9). Lna variante non classificata della precedente: con
(Tav< IV, 2). pareti inclinate e fondo appiattito. II corpo è piuttosto
Variante (tarda ?): Boston 1V1FA. 24.855 -i-- 16 2---192, basso. Alto orlo inclinato, separato dal corpo da una
da Gehd Barkal (Sudan) (---- Dt:KHAM Royal Cemererìes banda piatta o da una concavità. I motivi sono assai
4 Kusli p. 93, fig. 61). (Tav. IV, 3). impoveriti; comprendono rametti sparsi con foglie e sin-
gole figurazioni ripetute ad ampi intervalli tutt'intorno
al vaso.
La datazione non è precisa. La serie probabilmente Non comune e raramente esportata.
abbrac:ia il I sec. a.C. e continua nel I scc. d.C. Dìametro: cm 12--15 circa.

Alrri esemplari'. Prowri·po.


Bì.,r:-;:;; l\1.ACALISTER 1912, p. 128, tav. 6r, 17--19, Newcastle upon Tyne, Greek Museum (recente acqui-
CV"',1 PrmJidence I, ta\·, 31.4. sizione). (Tav. IV, 4).
BAuR 1941, p. 243, elenca esemplari dì Berlino.
HcmsFIELD 1942, p. rr9, n. 34, fig. 3, tav. X e p. 202, Cronologia.
nn. tav. XLVIII.
Datazione incerta; più tarda della Forma 24, forse
Amioch IV.1, pp. 29--30, figg. 9---18, passùn; in parti- continua nella prima metà del II sec. d.C. (per le os-
colare p. 30, 1, coppe tarde locali:,-, fig. 15 1 r9--3r; fig. r6 servazioni sul pezzo proveniente da Dura Europos, v.
passùn; 17, r--"rn; fig. rS, 3 ( ?), 4--6, 8, tav. IV, H.i\1. r.
sotto).
Dura Europos- Final Rcport IV.r.2, pp. r2-13, nn.
71---74:. ta\''. IV. Alm' esemplari.
Tarsus I, pp. 177-8, 235---8, nn. 305 . . -348, passim e
Dura Ew·opos-.Prelùninar_v Reporr IX.2, pp. 32, I0I·-
fig:f. r89.
:, fig. 7, taY. XXXIV Dura E'urnpos-- Fùwl Rcpoi-r
Car. ilfuszré Damas, p. 83, nn. 9-10, ta\', XLII.r (al IV.1.2, p. 12, n. 70, tav. III (con la firma E.PMAlOiY), con
centro a '.'.ìinistra ed al centro a destra). Il n. 9 con iscrì-
osservazioni cronologiche alla p. 13.
zioiK ,°.~ KSPAMOTTW/\Al XAlP8TS (retrograda) con una Antioch IV.I, p. 30, fig. 16, rr, 12, 29, ecc.; fig. 18,
J;., su, .tondo.
7, 9.
SCT f.\'.3, fig. 27.9---IO,
Probabilmente anche SETOK LLOYD Sulrantepc, ta\·.
San-:aria---,)~ebas1c III, p. 280, n. 22 e p. 3 II, forma 20. VII, I in alto a destra~ ed anche il fondo assai piatto
l>-u:\'HAlvt Ro_val Cemctcrics e/ I<.ush IV, p. 93, fig. 61, in Tarsus I, p. 266, n. 691, figg. 1561 199 (con iscri-
11, I( .2-- I9L zione).
CV_,q Aiannhcim I, tav. 54.25. Inediti: Paphos (frammenti).
N"s','éma I, p. 284, tav. XLV, Mg r-15, 17--20 e pp. Esemplari di transizione: (Forma 24/25): BALR 1941,
285 ~,:: iavy. XLVI----XLVII, A". -L (escluso H p. 243, fig. r3, taY. XI DEL CHIARO} in EAA, s. ·v .
.'vf.cpares:·) l'.:1s/~ fig. n59 (Yaìe 1930.255';.

2J
SIGILLATE ORIENTALI

datazione cade forse all'interno <li quello della serie di


ceramica aretina a rilievo, che la nostra imita; un punto
;.,/'1.,'(, f',, l J·,-, ra:::,ionc a rilievo. Antiochia, forme 485, fisso per la cronologia è dato dal cratere Corinto C--1976-21
4hò. (v. sotto, il Tipo A), che è stato ritrovato in un contesto
J.:, f{;rnrn e la Dragendorff I I (Dragendorff/\'<lat- della prima età tiberiana (22 '23 d.C. ?). Suggerirei, per
1.111!!, ·i\ ,_. ::·i ceramica aretina) in questo caso senza tutta la forma, limiti cronologici che vanno dal ro a.C.
,lu>h, ,1 cnppa profonda e rotondeggiante, appog- al 20- 30 d.C. circa. Il Tipo A, che imita direttamente la
·:iu a ·;w.-'tÌ1'.>lalh1 cavo, con base a gradini o sguinciata; amica forma in aretina Dragendorff/\V::itzinger I a, può
vc1ric rnod:rnature sull'orlo, Corpo fatto al tornio su ma- considerarsi la prima versione della Forma 26.
trice, coE decorazìone a rilievo figurata, rozzamente
modellata. Altri esemplari.
Ndh Sij[ilìata Orientale A la decorazione figurata si Tipo A: cfr. sopra; anche Antioch IV.r, p. 35, tav. VI,
lnnita <l ,,1uesta forma ed alla seguente, che probabil- forma 485_; Hama III.2, p. 99, forma 13.25 b, fig. 39;
mente non furono fabbricate nelle stesse officine delle WILLIAMS Hesperiai 46, 1977, pp. 77-8, n. 33, tav. 30
coppe megaresi più tarde, le quali sono inferiori quali- \XrRIGHT 1980, p. 1.43, n. 17, fig. 3i tav. 28 (Corinto C-
tativamente. La ceramica è di buona qualità, le pareti 1976-21).
sono sonili e la vernice è rossa, brillante e lucida, come Tipo B: Amioch IV.r, p. 35, fig. 22i 17, tav. VI, for-
è normale nelle varietà del primo periodo romano ( cfr.
ma 486.
Forma 30 e ss.). La trattazione più completa di questa' se-
rie, è quella apparsa in Rama III.2, pp. 194--204, figg. 72 Tipo C: HoRSFIELD 1942, p. 201, n. 462, tav. XLVIII;
(serie R), 74---77. Sulla base della forma dell'orlo si sono Cat. illustré Damas, p. 84, n. 15 (tav. XLII, 1).
distinte in via sperimentale quattro rnrianti: Tipo incerto: Kenchreai IV, p. 61, ER 36, tav. 16.
A. Con orlo espanso all'esterno, al di sopra di una Frammenti del corpo e del fondo: Antioch IV.I, p. 35,
banda liscia_; labbro ad uncino; due scanalature o modana- fig. 22; Tarsus I, pp. 196, 266, nn. 693---694, fig. 156;
ture all'interno dell'orlo ed un ampio rilievo convesso, Hama III.2, pp. 194---204, fig. 72, R 1, figg. 74-77 (esclu-
leggermente sporgente in maniera da formare una risega so R 6, 22, 23) e forse anche gli orli non classificati a
sulla parete interna. Molto profondo. Antiochia 485. p. 99, fig. 39, forma 13.24, 25 c; HAYES Rovai Ontario
Museum, pp. 18-19, nn. 77---81, tav. ro; K;nchreai IV,
B. Con piccola, convessa modanatura scanalata sul lab-
pp. 60-61, ER 33, 35, tav. 16.
bro) al di sopra di una fascia concava, lievemente spor-
gente dal corpo; alfimerno dell'orlo una modanatura Inedito: Dclo 5658.
concava al dì sotto di esso una fascia convessa, con ri-
seghe inferiormente e superiormente. Antiochia 486.
C. Con un piccolo orlo verticale sporgente (concavo Fomv1A 27.
all'esterno), al di sopra dì una fascia concava; fasce con-
cave e convesse all'interno, con piccole riseghc. Sem- Coppa ( ?) su piede cmi decorazione a rilievo. Antiochia,
bra doversi associare a questo tipo un piede di forma forma 480.
semplificata, basso, con semplice base espansa. Provvisoriamente ho classificato sotto lo stesso titolo
D. Pareti pìù coniche, orlo semplice, piede piuttosto un frammento di orlo da Antiochia ed alcuni fondi pro-
basso. L'orlo è appiattito superiormente, e segnato in venienti da Hama, che hanno in comune le pareti dritte
basso da due larghi solchi. Decorazione floreale conven- e inclinate; il piede ad anello (di altezza incerta) ha un
zionale. Questa variante si avvicina alle << coppe megaresi 1) diametro piuttosto grande. La forma si può riallacciare
tarde (cfr. Forma 25), ma il formato è più grande. Un ad alcune ciotole a rilievo, tarde, con un basso piede,
esemplare soltanto, \'. il prototipo. in ceramica aretina oppure a qualche cosa di più altoi
Non comune; scarsi i reperti al di fuori dell'area siro- vicino al modiolus ( cfr. Dragendorff''\1?atzinger tipo X
pa1estinese. in ceramica aretina).
Rara.
Diametro: cm I 8---20 circa.
Diametro (dell'orlo): cm 18 circa.
Prototipi.
Prototipo.
A. HAYES Royal Ontario Museum, p. rS, nn. 75 (orlo),
76 (piede), fig. 4, tav. 10. (TaY. IV, 5.6). AnrùJch IV.1, p. 35, tav. VI, forma 480. (Tav. IV, 10).
B. Antioc/1 IV.r, forma 486 (ta\·. VI). ,:Ta\·. IV,
Cronolo1;ia.
C. HORSFIELD 1942, n. 463, fig. 55. (Tav. IV, s:i.
Presumibiimente v1c111a a gue.lla della Forma 26_: non
D. Edimburgo 1 Royal Scottisb Museurn, 01-288.
si hanno prove sicure.
(Tav. IV, 9).
Cronologia. Altri esemplari.
Non ci sono clementi diretti di datazione, ma la serie Hama III.2, pp. 196, 200, R 6, 22, 23, figg. 72, 75, 76.
2: piccola e prohabilmemc- ebb'.·\'ÌW breve. L'ambito d; J{cnchrcd/ I\', pp. 59--61 ~ ER 3::., 34.
SIGILLATA ORIENTALE A

FORME APERTE: SERIE ROMANA DEL PRIMO PERIODO (EARLY ROMAN)


Piatti e scodelle (Forme 28-4r). Coppe e tazze (Forme 42-51).

FORMA 28. Athenian Agora V, p. II, F 4, tav. 60. (Tav. IV, 13).
Labraunda II.I, p. 67, n. 202, tav. 35.
Piatto imitamc il tipo Haltern I. Antiochia, forme 1 I 1-
Ashdod II"·III, fig. 15.I7.
1 q; Harna, forma 13. Haina III.2, pp. 95---99, forma 13 (esclusi i nn. 4, 8,
f0ndo cmasi piatto, rilevato verso il margine; pareri 14, 24--25), fig. 39. Incluse alcune varianti.
basse cd i~clinare, modanate all'ìnterno con una fascia
NEGEV Oboda, p. 37, nn. 142--144, tav. 26 (incluse
convessa ~\l di sopra di una fascia concava e rilevata; varianti).
piccolo orlo sporgente; fondo ampio, con piede squa-
RILEY Caesarea, pp, 44---5, 50-··I, nn. 84, 138, con figg.
drato, pesante e basso, Il fondo si ispessisce verso il
piede, All'interno del piede compare generalmente una Probabilmente anche: NEUFFER 1931, p. 64, tig. 7, 17.
risega, Di regola, sempre sul fondo compaiono uno o più Nessana I, p. 282, tav. XLIII.C 1, 2 ( ?).
paia di fasce a rotella. Le dimensioni variano; spesso sono Inediti: Atene, Agorà P I 9268 ed altri.
notevoli. Sembra essere una copia della forma aretina Atene, Ceramico.
Haltem Museo di Cipro D r30.r935.
Abbasrnnza comune. Può essere qui elencato l'esemplare più piccolo (diame-
Diametrn: cm n,6-43 (di solito nell'ambito dei 12--
tro cm IO) ìn BLiss--JviACALISTER 1912, tav. 61, IO.
20,5 e 26 40 cm). Variante con orlo rivolto verso l'esterno: Antioch IV. r,
p. 22, ta\·. III, forma no.
PrororzjJi" Un'altra variante poco frequente (sarebbe forse meglio
chiamarla Forma 6:28), presenta un orlo sporgente, piatto
Atene, Agorà P 3461. (Tav. IV, 11).
superiormente e delle piccole modanature sul labbro;
Hama p. 98, forma 13.9 a, fig. 39. (Tav. IV, 12). ìl profilo interno delle pareti è normale. Esempio a Co-
Cronolof-;ÙI.
rinto C--3Ja- 1255 (orlo framm., diametro 35 cm circa).

Pochì sono gli esemplari ben datati. \X'aagé (Anrioch


IV.r, pp. 27, 38) pone questa forma all'interno della FORMA 29.
fase I della sua sequenza del primo periodo romano Piccolo piallo con basso orlo inclinato. Amiochia, forme
(Earl_v Roman), indicando una data tra l'ultimo quarto I r 5--- r I 6; (Samaria: sotto la forma I I).
del I scc. a.C. e il primo quarto del I sec d.C.; non
sono segnalati i rispettivi luoghi di rinvenimento. Dei Fondo quasi piatto ed ampio con piede basso e squa-
frammenti provengono dai depositi tardoaugustei di Pa- drato; leggermente carenato, con parete bassa ed incli-
phos. Non so di alcun ritrovamento certo prima dell'ini- nata, terminante in un labbro un poco espanso o modanato,
zio del fa. nostra èra; non è presente nella Cisterna a Gli esempi più antichi ( ?) presentano un fondo hscio
Volta 2 di Samaria, né nei gruppi pubblicati provenienti all'esterno, mentre i più tardi possono avere ivì una ri-
da Cnosso; perciò la sua comparsa sembra essere più sega a breve distanza dal piede. Non è decorata; nessun
tarda di quella della corrispondente forma in aretina. bollo, Va notata una somiglianza con l'antica forma m
Darazione: probabilmente 1oi1 a.C. circa-15/30 d.C. aretina Goudìneau r (si tratta forse di un caso).
Comune.
Alrri ,,,,.,,,.,,;,,,, Diametro: cm 13,5-1;)5 circa.
TEcm,,rn 1929, p. 49, fig. 38, Bei!. XXVII, r. Prototipo.
Bcrh- Shan rrr.l tav. XXXIV, 36j COMFORT-\Y'AAGÉ
Museo di Cipro, tomba Polis 104, n. III. (Ta\', IV, 14).
19361 p. 224 1 tav. II, fig. 6.
YfAM;i-': 1933, p. 286, n. 49, tav. VIII. Cronoloria.
Amiod, IY.r, pp. 22-23, ta\'. III, forme 111 f----k, II2 Questa forma sembra abbracciare il periodo auttmteo
a--f, I .ì ;', con l'argomentazione sulla datazione alle e il primo periodo tiberiano; potrebbe trattarsi di uno
pp. :z- ~I.
sviluppo più tardo della Forma 8. Non t presente nel
Dura Europos--Final Rcpon IV.1.2, p. IO, nn. 5S (con deposito 1 7 - o di Antiochia, né nella Cisterna a Volta 2
piede a.llm:rio ?), 59, 60. a Samaria. A Corinto due esemplari ben con~ervati
Tarsus 1, p. 181 (categoria A ?), fig. 192 A. sono presenti tra materiali della prima età tiberiana (vedi
_ Kr:r..so BARAMKI 1955, p. 24, ta\', 22, A 471, A 474. oltre, sotto \XiRJGHT). Soppiantata dalla Forma 30.
E f'F'·b::hii.e l'appartenenza a questo tipo. Datazione· 30 a.C. circa ( ?'i 10125 d.C.
SIGILLATE ORIENTALI

Altri esemplari. confermando così Pipotesi del \Vaagé, che collocava l'ini-
Ephcsos I, p. 175, n. 67. zio di questa forma nella fase II della sua sequenza del
Beth--Shan III, ta\·. XXIV, nn. 23., 32 ( ?). prìmo periodo romano (cfr. Antioch IV.r, p. 38). Altri
esemplari si trovano in contesti tra l'inizio e la metà
\JVAAGÉ 1933, p. 286, n. 47, tav. VIII.
del I sec. d.C. (cfr. l'elenco sotto), in particolare il de-
Anzioch I, p. 71, n. 8, tav. XV.
posito (settore 16-P) del Ninfeo di Antiochia, del primo
HORSF!ELD 1942, p. 192, n. 395, frg. 53, tav. XLIII. guano del secolo (ibid., p. 37). La data del II-III sec.
Amioch IV.r, p. 23, tav. III, forme II5 f-p, I r6 f---p d.C. proposta per questa forma su testimonianze piut-
(non x). tosto labili dalla Crowfoot (Samaria-Sebaste III, p. 331),
BROCK 1949, p, 69, fig. 14, 3- ed accettata acriticamente da Johansen in Hama III.2,
Tarsus I, pp. 174--5, fig. 188 B; forse anche p. 241, non può venire accettata.
n. 371, fig. 192. Datazione: 10-50 d.C. circa.
PRITCHARD 1958, p. 52, tavv. 45, r, 6 e 58, 17, 19;
due ripubblicati da LAPP PCC, p. 214, tipo 253.1, L-lvL Altri esemplari.
Samaria-Sebasre III, p. 329, fig. 79.6, 8 ( ?). Sìeglin Expedition II, 3, p. 146, fig, 158, n. 13 (forse
Arhenian Agora V, p. 24, G 9, tav. 60. Forma 33).
Nessana I, p. 282, tav. XLIII, E 2 e forse anche C 2. Amioch IV.r, p. 33, tav. IV, forme 405 a-·-k, 407,
Guzzo 1970, p. 471, n. 557, fìg. 574. 410 f-p.
HAYES Knossos, p. 252, n. 4, fig. 3 e p. 264, n. 17, Dura Europos--Final Report, IV.r.2 1 p. II, nn. 63"·-64,
frg. 15. tav. III.
I/ama III.2, p. 91, forma I I (escluso il n. 7), figg. Tarsus I, p. 241, n. 378, fig. 192. Variante piccola.
35----36; forse anche p. 88, forma 9.2, fig, 36. SETON LLOYD Sultantepe, pp. 102---3, fig. I, 14 .
.J\1ITSOPOULOS LEON 1972--5, C, 521, fig. 3 f. Samaria-Sebasre III, p. 296, fig. 68.4 (variante delle
NEGE\' Oboda, p. 37, n. 140, tav, 26 (variante ?). Forme 30.-33), e alle pp. 310, 329--31, fig. 79.5, 9-12.
\\?RIGHI 1980, p. 145, nn. 20--21, fig. 3, tav. 28, Per il primo di questì esempi, cfr. anche LAPP PCC,
Inediti: Atene, Agorà P I 963, ecc.; Corinto.; Museo di p. 218, tipo 254.2, B.
Cipro, D 26.1935. AURIGEMMA Forte della Vite, p. 30, n. 6 e p. 47, (< are-
Variante (con una risega all'estremità del fondo come tina fl n. 4 bis.
nella Forma 28): Rama III.2, p. 65, forma r.36, fig. 27. Rama III.2, pp. 91-4, forma 12 (e forma 11.7), figg.
35, 36, 38; forse anche il fondo alle pp. 61, 64, forma
1.26 b, fig. 27.
FORMA 30. HAYES Cori,uh, p. 451, n. 129, tav, 85.
Piatro con orlo/parere bassa cd inclinata. Antiochia, for- NEGEV Oboda, p. 37, n. 137-9, tav. 25.

me 405, 407, 410; Samaria, forma 12. Quscir al Qadim, pp. 68, 74-·"S, rav. 21 b.
Come la Forma 29, ma con un profilo più angoloso: Inediti: Atene, Agorà P 20224, ecc.; Paphos.
fondo piatto, pareri dritte o leggermente concave, di re- Per un possibile piccolo esemplare nero, cfr. Tarsus I,
gola ricoperte da numerose fasce a rotella; sono presenti p. 252, n. 541, figg. 146, 196.
anche dei bolli di ceramisti. Dimensioni sia grandi che
piccole. Spesso all'altezza del labbro compare una pic-
cola modanatura od una o due sottili scanalature. Sul FORMA 31.
fondo all'esterno si hanno regolarmente una o più ri-
seghe; talvolta compaiono, all'interno, sul fondo uno o Piccolo piatto con orlo piallo e modanato. Antiochia,
più solcature o fasce a rotella e sul labbro una solcatura. forma 108.
Si tratta di uno sviluppo tardo della Forma 29, più in- Fondo piatto, orlo leggermente rilevato con una serie
fluenzato dalla ceramica aretina. Si registrano i seguenti di modanature e solcature sulla parte superiore i piede
bolli di ceramistì. D.AMA 1: GHLtA, XAIPEO'Ì. La basso e squadrato, sul fondo alresterno compaiono delle
Forma 45 può essere considerata il tipo corrispondente riseghe, come nelle forme precedenti. Non si registrano
di coppa. bolli di ceramisti.
Abbastanza comune. Rara.
Diametro: cm 10,5--35. Diametro: cm 14-15,5.
Prototipi. Prototipo.
Paphos 01:l 4797. (Tav. !\', 15). Paphos 01:l 976. (Tav. V, 1).
Rama III.2, p. 92, forma I2 n. r, fig. 36. (Tav. IV, 16).
Cronologia.
Cronologia. Non ci sono prove dirette di datazione, ma il modo
Il primo prototipo è stato rinvenuto associato con cera- con cui è costruito il piede fa propendere per una data-
mica aretina del periodo tardoaugusteo (o prototiberiano ?), zione intorno ai primi anni del I sec. d, C.
SIGILLATA ORIENTALE A

Altri Si registra il seguente bollo di ceramista: XAP!C (in


Antioch 1\7.I, p. 22, tav. III, 108 (con fasce a rotella un quadrifoglio).
sul fondo), Piuttosto rara.
Hama HL::., p. 96, forma 13.4 a-b, fig. 39. Diametro: cm 12~16 circa.
Inedirc · Corinto C--36--2343. Prototipo.
Antioch IV.r, p. 33, tav. IV, 412 f. (Tav. V, 3).
FORMA 32. Cronologia.
Piccola ,~code/la a fondo piatto (<i piattùw 1>) con sccma- Waagé (Antioch IV.r, p. 38) colloca la forma entro le
larure dll'inrcrno ed all'esterno dell'orlo. Antiochia.1 sue fasi II-III, che dovrebbero abbracciare la prima metà
forma 650. del I sec. d.C. Alcuni frammenti in altri gruppi di que-
sto periodo. Contemporanea alla corrispondente forma
Fondo r:.iano con piede a listello al di sotto dello spigolo in aretina?
ed una o più riseghe sul fondo esterno (come nella Forma
12); pareri poco inclinate con una fascia concava de- Datazione: 1-30-'50 d.C. circa,
limitata dc. scanalature all'interno, all'altezza dell'orlo, Altri esemplari.
ed una coppia di solchi sulla parte esterna. Sul fondo
due serie: costituite da due sottili solcature o fasce Amioch IV.I, p. 33, tav. IV, 412 k.
a rotella. f~ una derivazione della Forma 12, che risente Tarsus I, p. 182, categoria E, fig. 192 B-C.
dell'influenza della ceramica aretina; per le modanature Samaria-.. Sebaste III, pp. 3m, 331, fig. 79.13.
all'intemc delI'orlo cfr. Forma 33. Nessun bollo di l(enchreai IV, p. 58, tav. 15.
ceramìsta. Probabilmente appartiene a questa forma il frammento
Rara; non si conoscono esemplari completi. in Rama III.2, p. 108, forma 14.40, fig. 40. (Tav. V, (;.
Diametro: cm 13-14 circa. Forse anche NEGEV Oboda, p. 38, n. 150, tav. 27.
Inedito: Corinto C-34-241 r.
Protonj>o.
Paphos OL 4698. (Tav. V, 2).
FORMA 34.
Cronologia.
Piatto con orlo venicale delimitato da modanawre in
In via sperimentale la forma è posta dal Waagé nella basso ed in alto; parere interna a sbalzi. Antiochia, forme
sua serie mcdio--romana (Middle Roman; vale a dire 415, 417.
nel Il scc, d.C.), ma un frammento (non incluso nella
Fondo e piede come nella forma precedente; piccole
pubblicazione) compare in effetti nel deposito 16-P ad
modanature nella parte inferiore e superiore della parete
Amiochi;:~ (adesso nel magazzino di Princeton). Il proto-
orlo, con una scanalatura o risega al di sotto della care-
tipo era assocìato con materiale dell'inizio del I sec. d.C.
natura; nella parte interna, due bande lisce con una ri-
Le scanaiamre sull'orlo indicano una datazione analoga.
sega lungo la linea mediana ed un'altra tutt'intorno
Datazione:: I·.,'30 d.C. circa. al margine del fondo. Il piede ad angolo tende ad assot-
tigliarsi verso il fondo. Esistono formati grandi e piccoli.
Altri csc111pli!ri. È una forma rara in ceramica aretina; forse si tratta di
Amioch p. 40, tav. VII, 650 a, f. una copia della Sigillata Orientale B r., Forma 6. Sul fondo
Tarsus ~1 pp. 270-1, n. 745, fig. 202. è presente una fascia a rotella o simile; negli esem-
Hama IU .2:i pp. 192-4, n. 9, fig. 72-73. plari più grandi si aggiungono delle solcature. Esistono
alcuni bolli di ceramisti. Nei pezzi più tardi (metà del
I sec. ?), il fondo ha una pendenza notevole. I bolli di
FORM.A 33. ceramisti (entro cornici rettangolari o a forma di quadrifo-
glio) noti sono: KEPLOC. /IOYKIOY, TITOY, X/\P!C
Piccofo pi'auo ìmùante il tipo Haltern 2. Antiochia, Non comune.
forma 4u; Samaria, forma r 3.
Diametro: cm 12--16, 19-20, 23--35.
Fonde- piatto, piede basso e squadrato, una o più riseghe
sul foncii.: ::'..;terno (come nella Forma 30); orlo un po' Prototipi.
inclinate,. con modanatura bassa convessa-concava--con- Museo di Cipro D.132.1935 (bollo: /10Yr(IOY1.
vessa, ddiu1ìtata da sottili solcature; sulla parte interna (Tav. V, 5).
corrìsporni:m('i delle curve (una banda concava tra scana- Variante senza sbalzo interno: CornelI Unlversiry
lature m:::L·· pane superiore). Spesso le parti convesse Antioch IV.I, tav. V, 417 a (senza bollo). (TaY. V, 6).
dell'orlo :;m10 decorate a rotella; sul fondo una o due
solcature e fasce a rotella. Talvolta compaiono dei bolli Cronologia.
di ceramisti. È un 'imitazione molto fedele della forma Assegnata dal V?aagé alla sua fase romana antica (Ec.tr~v
Haltern 2 m. aretina, sebbene qui le modanature siano Roman) III; altri pezzi sono pr:::semi in contesti della
più trascu ·,,,.:::. Costituisce un(' servizio" con la Forma 47. metà del I sec. d.C.
SIGILLATE ORIENTALI

Datar:ione: intorno al secondo quarto e fino alla metà tipico dei ritrovamenti di quella località; dovrebbe es-
del 1 <:.,:se d.C. sere più antico del 79 d. C.
Datazione: intorno agli anni 40--70 d.C.
. ]Ìi/'i ,l,'//,/0/cffl,

I ,\lliTRYY 1940, p. 16, fig. 6, il secondo m basso a Alrri esemplari.


:. fr:,mrnènto di fondo). B.A1Cat. Roman Poue1y, p. 18, L 36.
u l\'.1, p. 33, tav. ·v, 4r5, 417 a -f. EMERY--KIRWAN l.f''adi--es--Sebua, pp. 93, 514, tav. 31, n .
./),- •,l Europos-Final Rcpori IV.1.2, p. 12, n. 68. Amioch IV.r, pp. 33-34, tav, V, 425, 430 f,p.
1Lh!1.·J II -III, fig. 15,19. BRoCK 1949, p, 70, fig. 14, 5 (forse si tratta di questa
H,m,c1 III.2, p. 102, forma 14.14--17, fig. 40 e forse forma).
anche p. 82, forma 4.3, fig. 33; anche i fondi alle pp. 105, Tarsus I, pp. 241-2, nn. 374-7, figg. 175, 192 (tutti
i u:-, frmno. 14.33---40, figg. 40,.-41 (qualcuno forse appar- con bollo XAPIC); anche i nn. 385, 388, fig, 144 A.
:ic-nc alla seguente Forma 35); anche un numero inde- Athenian Agora V, p. 24, G II, tav. 60. (Tav. V, 8).
terminato dei frammenti con bollo alle pp. 108,.·12, figg. AMIRAN-EITAN 1970, p. 13, tav. 7 A Eretz-·,,Jsrad
..p 44. II, 1973, taV. 43.5.
}··erse anche il fondo in Arsameia am Nymphaios, Hama III.2, pp. 100-1, forma 14,4--II, fig. 40.
p. ::39) n. 24:1 tavv. 58, 67 e l'orlo in QUILICI 1971, p. 72,
NEGEV Oboda, p. 38, n. 146, tav. 27.
n. 30, fìg. 17.
KAJIJENETSKI 1974, 4, fig. 6, 2 a p. 219; bollo in pianta
Inediti: .Atene, Agorà P 23771, Corinto, Delo, ecc. pedis (da Podazovskoie, Tanais).
Varianti senza sbalzì all'interno della parete:
Inediti: Corinto; University College, Dublino CCD82r.
Tarsus I, p. 241, n. 373, figg. 144_, 192 (con bollo XAP!C).
La forma classica ricorre in un esemplare problema-
I-lama III.2, p. 102, forma 14.14 k, fig. 40.
tico proveniente da Siracusa, con bolli italici (CULTRERA
Forse anche Ashdod Ii fig. 10, 18. 1951, c. 799, fig. 75, descritto come ,1 terra sigillata chiara)>).
Kenchreai IV, p. 59, ER 29 a-e, fig. 9, tav. 15. Variante(?): Ashdod I, fig. 10,17.
Esemplari simili (i dettagli dell'orlo sono ìnceni):
Harvard Excavations at Samaria I, p. 306, tipo 4, B,
fig. 185 LAPP PCC, p. 218, tipo 254.2, A. Variante FORMA 36,
con una modanatura interna dell'orlo come nella Forma 33:
Corinto, frammemo inedito (C--34--2017). Piccolo piano con pareri venicali. Antiochia_, forma 432;
Samaria, forma 14 (b) (versione piccola).
Come la precedente, ma con pareti lisce; un listello
FORMA 35· nel punto di giunzione con il fondo. Piede molto basso,
di forma triangolare appiattita (spesso poco più che un
Piccoln piatro con pareti 1xrticali. Antiochia, forme
listello), con una leggera risega nel punto di gmnz10ne
425, 430.
con il fondo. Non è decorata; nessun bollo.
Fondo piatto, piede piuttosto sottile e rastremato ìn Comune.
basso, pareti basse e verticali, lisce all'interno, con orlo
Diametro: in genere cm 14- I 6.
a fascia piatto e sul fondo all'esterno un listello sporgente.
Di norma decorato a rotella sulla fascia dell'orlo, tal- Prororipo.
volta si trova una solcatura od una fascJa a rotella sul
fondo. L 1esterno di quest'ultimo, all'interno del piede, Napoli n6994, (Tav, V, 9).
si presenta liscio. È una derivazione semplificata dalia Cronologia.
Forma 33, corrispondente più o meno alle forme in aretina
o in Sigillata Orientale B r della metà del I secolo. !Vl.olti È una derivazione dalla Forma 35; si tratta di una delle
esemplari portano il bollo del ceramista XAPIC (in un forme più comuni a Pompei (cfr. Insrrumenrum domesticum,
rettangolo dentato od ù1 piama pcdù); si i.: rinn·nuw pure p. 19, con la rab. IX). \'faag:é la colloca nelle fasi finali
un piccolo bollo circolare •J}, ; gli altri esemplari sono (IV •·V) della sua sequenza romana del primo periodo.
senza bollo. Datazione: 60-roo d.C. circa.
Abbastanza comune.
Alrri esemplari,
Dìametro: cm 9 ro, 13,5 --16 (talvolta di formato ìn-
termcdio 'ì. CROWFOOT 1936, p. 2-2, tav. IV.I b.
HOLWERDA Car. Leiden, p. 36, nn. 444--7, fig. II, tav. IV.
Prororipo. HORSFIELD 1942, p. 192) n. 399i fig. )3i rnv. XLIII.
Pompei 9655 (bollo XAPIC'), (Ta,,, V, 7), p. 202, n. 467, fig. 55, tav. XLVIII.
Amioch IV.I, p. 34, tav. V, 432 a--p.
Cronologia. Tarsus I, p. 242, nn. 386, 394 ( ?), fig. 192.
In generale questa forma sembra essere presente in con- Samaria-Scbasre III, p. 331, fig. 79.17--18.
lC'.sticlaudin -neroniani. L'esemplare di Pompei non è AuRIGEMMA Forre della Vile, p. 36, nn. 4 -5,
SIGILLATA ORIENTALE A
Athf11iun V, p. 24, G 10, tav. 60. (Tav, V, ro). Samaria-Sebastc III, pp. 296--8, fig. 68.6; pp. 331 2.,
Guuo I970, p. 45, n. I 16, figg. 22, 57. fig. 79.16, 19-<!I (incluse alcune variami).
]JJnw HL::, p. 100, forma 14.r d, fig. 39. Athenian Agora V, p. 24, G 8, tav. 60,
HAYES Corinrh, p. 451, nn. 127-..,8, tav. 85. Ashdod II !II, fig. 15.18.
NEGEV Oboda 1 p. 38, n. 148, rnv. 27. QUILICI 1971, pp. II0---II, nn. 55, 6oJ 72) 73, figg.
Inediti: Corinto, Cartagine (nel museo); Leida (da 52, 56.
Tripoli); ·vierrna IV.1637 (dalla Tunisia); JV1useo di Harna III.2, pp. 99, 102-5, forma 14.r a-c, 2, 18-26,
Cipro D 71.1935; Leptis 1\fagna. 29-·30, figg. 39-4r.
Variante con il piede come nella Forma 35: Dura NEGEV SIVAN 1977, p. III, fig:. 2, n, I.
Europos--Fina! Rcpon IV.r.2, p. I2, nn. 65---66, Inediti: Atene, Agorà; lvi.usco di Cipro (da Spilia,
tipo B); Princeton 43.127.
Variante con pìccolo labbro 1:come nella Forma 34_;
FORMA 37· forse antica):
Samaria-.,.Sebaste III, p. 331, fig. 79,14 (con bollo).
Grande j)Ìatio con pareti verricali ed alro piede. Antio-
chia, forma 426; Samaria, sotto la forma r 4. Hama III.2, p, IDI, forma 14.12 a, fig. 40.

Fondo dolcemente inclinato, pareti verticali con li- Variante di piccole dimensioni:
stello all'estremità inferiore e talvolta una modanatura Antioch I, p. 16, fig. 17.3.
piatta nella pane superiore (cfr. la Forma 35); alto piede Nessana I, p, 283, tav, XLIV, F 3--4.
ad anello) squadrato e sottile, con il diametro pari a Salamine de Ch_ypre IX, p. 45, n. 162, tav. 15.
circa la rnetà di quello dell'orlo. All'esterno il fondo è
generalmcme liscio, senza riseghe, Presemi alcuni bolli FORMA 38.
di ceramisti dì forme insolite (planra pedis, impressioni
a sigillo), f~ una derivazione dalla forma Goudineau Piatto con orlo rìcurvo e piede sottile. Antiochia, forma
39 e ìn aretina; si tratta del corrispettivo in grandi di- 128 k.
n:en~ioni del.le Forme nn. 35--36. Ne esistono due ver- Forma uguale alla n. 30, ma con l'orlo ricurvo ed in-
s1orn: clinato verso l'esterno. Piede piuttosto sottile e squadrato;
A. Con modanatura piatta dell'orlo; sul fondo una sul fondo all'esterno una risega. Alfinterno, sempre sul
unìca fa.:,cia con rotellatura a tratti lunghi. fondo, fasce a rotella, talvolta fra solcature. I fra~menti
B. Senza modanatura sull'orlo; di solito non decorata dell'orlo sono pressocché indistinguibili da quelli dei più
e senza bolli. antichi esemplari della Forma 4. Pareti abbastanza sottili.
Si registrano i seguenti bolli di ceramisti: €PMHC, Rara.
XAPIC. Diametro: cm 16 circa, cm 25 circa.
Comun(:.
Prororipi.
Dìame.tro (all'orlo): cm 21---28, e oltre.
Antioch IV,r, pp. 23-4, fig. 19.1, tav. IV, 128 k (con
Prorotyj1i. il bollo XAPIC). (Tav. V, 13).
Haina III.2, p. 64, forma 1, n. 35, figg. 27--28. (Tav.
A. 1viuseo Naz., vecchio n. 1240. Bollo: gallo
V, 14).
a destra (impressione da un intaglio), (Ta\'. V, II).
B. Harna TII.2, fig, 39, forma 14.1 a. (Tav. V, I2). Altri esemplari.
Atene, Agorà P 15205. Probabilmente anche AURIGEMMA
Cronologia,
Forte della Vile, p. 30, n. 11 (con leggera rotellarurn sul
La datazione flavia che ci viene dal prototipo A sembra labbro).
essere. confermata dai ritrovamenti effettuati altrove.
Cronologia.
Il !'assegna alle fasi più tarde (IV [?J-·-V) della
sua prùn2 serie romana. Per la decorazione a rotella su \X7aagé considera questa forma come una derivazio-
questr1 forma, cfr. le Forme 52-53. Il frammento Samaria- ne tarda dalla Forma 4, come sembrerebbe suggerire
Sebasu IB, tìg. 68.6, registrar~ come proveniente da un l'aspetto dell'orlo. Comunque, un'angolatura dell'orlo così
conresw ~cugusteo, è sicuramente un'intrusione più tarda. accentuata non è tipica degli esemplari più tardi della
Darn.zione: intorno agli anni 60-· 100 d,C. Forma 4, mentre le pareti più sottili e l'alto piede ia met-
terebbero in relazione più con la Forma 30. In questo
Ahr/ c,c:mt>lari. caso l'orlo ricurvo sembra essere una imitazione della
Amioul I, p. 71, n. 9, tav. XV. forma Haltern 4 in aretina, la quale ebbe una lunga du-
rata. Sembra probabile che esista un certo int~rvallo
CRmVFOOT 1936, p. 22, tav. IV, r a.
di tempo tra la scomparsa della Forma 4 e l'apparizione
HORSFIELD r942_, p. 194, n. 401, fig. 53, taY. XLIII. della Forma 38) la cui decorazione ed i bolli dei cerami-
Amioc!r Pv'.1, p. 33, tav. V, 426 f . . u. sti dimostrano che essa è contemporanea della Forma
Dure ::,,,:·nM, Pina! Rcporr IV.1.2 1 p. 12, n. 6-. 35. Tuna\'Ìa un piatto da Corinto con il largo piede

31
SIGILLATE ORIENTALI
------·---------------------------

ad anello della Forma 4 e con la parete più verticale B. British /lluseum, Egyptian Dept. 5255 (forse dalla
ddìa F:)rma 38 (\X-'R!GHT 1980, p. 143, n. r8, fig. 3; Tripolitania). (Tav. V, 17).
,o.:Lo la Forma 4) può costituire un elemento di con- C. Paphos O/ò 5019. (Tav. VI, 1).
ncs:,1one.
Cronologia.
D;tUzinne: metà del I sec. d.C.
Il prototipo A proviene da una necropoli di epoca
flavio----traianea; il C da un contesto traianco ( ?). La forma
FcmMA 39. non è stata trovata a Pompei,
Piccolo piatto con orlo cur·varn all'interno. Antiochia, Datazione: 80-120 d.C. circa.
forma 128 u. Altri esemplari,
Fondo ampio ed inclinato, piede alto e sottile (in ta- Sebha H 94 (lo stesso luogo di rirrovamento del pro-
luni casi la superficie d'appoggio è scanalata), orlo con- totipo).
ve:oso e verticale, che alla sommità piega verso l'interno. Potrebbe appartenere a questa forma il fondo in REED
Sul fondo, all'esterno nessuna risega. Pareti sottili. Gna Dibon, p. 74, tav. 70,22 (cfr. anche a tav. 16,12).
versione rara e antica ( ?) presenta dei bollì; gli esem-
plari più accentuatamente carenati (come quelli prove-
nienti da Pompei) non sono bollati. Probabilmente sì FORMA 41.
tratta di una derivazione dalla Forma 38. Si registrano
ì seguenti bolli: XAPIC (entro un quadrifoglio); esistono Grande piatto con pareti inclinate a gradini. Antiochia,
pure dei bolli in planra pedis (frammentari). forma 6ro.
Non comune. Fondo pianeggiante, piede basso e squadrato, una o
Diametro: cm II, 14-15, 18. più riseghe sul fondo, all'esterno; pareti inclinate con
due bande lisce, sfalsate di piano all'esterno ed una serie
Prototipo. di modanature piatte e solcature all'interno; labbro ri-
Pompei 1176 3. (Tav. V, 15). volto all'infuori. Probabilmente il fondo non era deco-
rato; si è registrato un bollo a rosetta centrale,
Cronologia. Non comune.
È una delle forme più comuni a Pompei; oltre quaranta Diametro: cm 25 J5 circa e oltre.
esemplari sono stati notati da Pucci (Instrwnenwm do- Proroript·.
mesricum, p. I 9, tab. IX); gli esemplari con bollo sono
probabilmente un poco più antichi. Orlo: Corinto C-36---2435 HAYES Corinth, p. 45r, n.
130, rav. 85. (Tav. VI, 2).
Datazione: 60-80/Joo ( ?) d.C. circa.
Base: Paphos, 06, 4703 (con bollo a rosetta). (Tav.
Alrri esemplari. VI, 3).
Amioch IV.r, p. 23, tav. IV, 128 u. Cronologia.
Tarsus I, pp. 242--3, categoria G, nn. 396-7, fig. 193. Soprattutto flavia. Il frammento di Corinto, se il con-
Hama III.2, p. 65, forma 1, n. 37, fig. 27. testo è sicuro, può risalire più indietro. \~faagé (Antioch
Instrumentwn domesricum, p. 19, tav. IV, 17. IV.I, pp. 39, 41) suppone che la forma sì collochi alrini-
Inediti: Paphos O/ò 4699. zio della sua sequenza romana media ( A{iddlc Roman),
cioè nel II secolo.
Datazione: 60/75-100 circa e oltre.
FORMA 40.
Altri esemplari.
Piccolo piatzo con pasni inclinare. Non classificato.
Antioch IV.r, p. 39, tav. VI, 6ro a, k.
Fondo ampio ed inclinato. narc.1:i che si piet,Yano obli- Tarsu;: I, p. 270, nn. 7-1-I---3, fig. 202.
quamente al di soprn Ll; crrio iiscw; piede NEGEV Oboda, p. 37, n. 135, tav. 25.
squadrato rastremato in basso. In alcuni casi compare
una risega sul fondo esterno. All'esterno, al di sotto
dell'orlo, due scanalature; in taluni casi compaiono an- FORMA 42.
che anelli in rilievo all'interno, attorno al centro del
fondo. Nessun bollo. Sì tratta di un'imitazione della for- Coppa con pareri' espanse 'ViTSO l'alto. Antiochia, forme
ma Goudineau 43 in tarda Sigillata Italica (cfr. pure la 445---446_; Samaria, forma 22.
Forma 53 più avami). Fondo piatto, pareti lisce che tendono ad espandersi,
Rara. piede basso e piuttosto squadrato. In taluni casi si nota
Diametro: cm 15- 16,5. sul fondo esterno un piccolo gradino che si appoggia
alla faccia interna del piede, Non è decorata; nessun bollo.
Prororipi. Corrisponde al piatto di Forma 29. Forse deriva dalla
A. Sehha, Libia H So, da Germa. (Ta,·. \', 16). Forma 23 oppure si tram.;, di un'imitazione di antichi

32
SIGILLATA ORIENTALE A

csempbri , ceramica aretina o in Sigillata Orientale B r. presenta una piccola modanatura (talvolta doppia). Cor~
Certì più profondi, si possono considerare più tardi. risponàe alla Forma 28 o 31; cfr. la forma Haltern 7 in
Comurn.:. aretina.
Diamcirn: cm 9··-13,5 (in qualche caso più grande). Rara.
Diametro: cm 10-14 circa.
Pror(![Ìf' ·
L'ni\:c,;:;ity of Ke1vcastle upon Tyne, proveniente dalla Protoripo.
regione òi. Gcrasa (Giordania). (Tav. VI, 4). Atene, Agorà P 16726. (Tav. VI, 8).
Arht'l1iim Agora V, p. 12, F 14, tav. 60. (Tav. VI, 6).
Variams..· ,..::on due scanalcure all'esterno: Amioch IV.I, Cronologia.
taV. \':, k. Datazione incerta, probabilmente tardoaugustea (ana-
logamente alla Forma 42). La rarità di questa forma può
Cr011où1p1,-::
essere il riflesso del fatto che la forma Haltern ì in areti-
La rrnviamo nel gruppo F (tardo augusteo) dell'Agorà na scomparve prima della corrispondente forma di piatto
di Atene: dal \\;/aagé viene collocata in una prima fase Haltern 1.
della sm; sequenza romana anrlca ad Antiochia. I1 con-
testo di /iamaria--Sebaste III, fig. 70.r (Roman 2 a) può Altri esemplari.
essere post augusteo. Beth-Shan III, tav. XXXIV.26.
Darn:òonc: dal ro a.C. circa al 20.'30 d.C. o ancora Hama III.2, p. 192, n . .8, fig. 72.
più tard< NEGEV Oboda, p. 39, n. 156, tav. 28 (probabilmente
questa forma).
Alrri rse1npiari.
Forse anche Kenchreai IV, p. 56, ER 21, rav. 15.
Buss MACALlSTER 1912, p. I28, tav. 61.9. La coppa in Samaria Sebaste III, p. 334, fi.g. 80.9
Sit(!fin h'x:pedition II. 3, p. 148, fig. r59, n. 21. (catalogata sotto la forma 17) può essere un'anticipa-
Beth· Sium III, tav. XXXIV, II. zione, senza le modanature interne; ii contesto in cui si
\VAACi 1933, p. 287, n. 67, tav. VIII. trova suggerisce una datazione alta.
Amioci1 lV.r, p. 34, tav. V, 445, 446 f, p, u.
T arsm p. 249, categoria Q, n. 500, fig. 194. FORMA 44.
Saman'.; 1 Schasze III, p. 300, fig. 70.1, e pp. 3II- 12,
336, fi12. Coppa con profilo del corpo a doppia convessità. Antio-
At!wnùm A,f!Ora V, p. 12, F I2···I3, ravv. r, 58, 60. chia, forma 450.
Ashdod IJ fìg. 10, 7-8, tav. X, r. È un'imitazione del tipo Haltern II in aretina, affine
HAYES lùwssos, p. 253, n. II, fig. 3. alla forma Dragendorff 27 in sud-gallica: corpo semplice
Hamc pp. 162-3, forma 22, nn. 1-3, figg. 64, 65. con doppia convessità, piede basso (come nelle forme
·Tav. V:. precedenti), per lo più con un gradino aderente alla parte
CoLDSTREAM Knossos, p. 47, J 5, fig. 17, tav. 28 (con interna di esso. Gli esemplari più antichi hanno due sca-
ro:ellaturt: sul labbro ?). nalature all'interno dell'orlo; taluni di questi mancano
1\.1.IT'.·>OPOULOS LEON 1972-5, c. 521, fig. 3 C. del gradino sul fonào. Non si conoscono bolli di cera-
RILEì' Cacsarea, pp. 44-5, n. 75, con fig. (probabil-
misti.
mente questa forma). Non comune.
Kenctin,'m.· IV, p. 56, ER 22, tav. r5. Diametro: cm 9,5-14 (soprattutto cm 9,5-10,5).
Inedi1i: Corinto; Museo dì Cipro D 2r.1935; Oxford Protoiij>o.
1:Ash1w.)i1:an M.useum) 1959.368.
Museo di Cipro, tomba Polis 104, n. 99. (Tav. VI, 9).
Variame con due scanalature all'esterno: Hama III.2,
P• 163. fo::ma 22 n. 3, figg. 64--65; NEGEV Oboda, p. 39, Cronologia.
n. r5/.\ ,Y,..\-. 28, 33 (argilla atipica); THALAiANN Tel1 'Arqa,
Il prototipo è stato trovato associato ad esemplari tardi
p. 59.\ 41, 4 ì; anche Atene, Agorà P 28468.
di Forma 4 B e 22 B e ad un piatto di Forma 29. Un
Variante aperta: THALMANN Teli 'Arqa, fig. 41.18. frammento proviene da Atene, gruppo F dell'Agorà (ine-
dito). Versioni più banalizzate (senza scanalature alJ'in-
terno dell'orlo), possono continuare fino alla metà del
I sec. d.C. \X1aagé pone questa forma nelle prime due
rotondcggiame con orlo espanso e decoraro con fasi della sequenza romana antica di Antiochia.
nwdan Datazione: r-50 d.C. circa.
oassa e rotondeggiante; piede basso e piuttosto
~quad:T 1 ,:, con un gradino che si appoggia alla sua parte Altri esemplari.
imerm· udo rìcurvo all'infuori, con una fascìa convessa, TECHNAU 1929, p. 49, fig. 40.
delimi1-::rn da due riseghe., nella parte superiore_; il labbro Antio:h L p. r6) fi.g:. r7.;.

i < Il
33
SIGILLATE ORIENTALI
----------,----- -

Anzioch IV.r, p. 34, tav. V, 450 f---u. Tmsus I, p, 244 (sono la categoria lv11 nn. ,416 17,
Tarsus I, p, 243, categoria K, n. 40, fig. 144. figg. L14, 194,
Arsameia am l\~vmphaios, p. 2.p, n. 38, tav. 67 (forse KELSO---BARAMKI 1955, p. 24, A 41, 105, tavv, 13, 22.
un orlo di questa forma). Samaria-Sebaste III, p. 338, fig. 81, 6 (sotto la forma
Rama III.2, pp. 163, 166, forma 22 A, figg. 64, 66. 23); alcuni dei fondi in fig. 81, 12- 15, possono rientrare
HAYES Corinth, p. 451, n. 122, tav. 85. in questo ambito.
NEGE\1 Oboda, pp. 40 . . -1, n. 175, tav. 29. (Tav. VI, ro). ...."'./essana I, p. 283, tav. XLIV J 2.
Inediti: Jvluseo di Cipro, D 44.1935; anche tomba STUCCHI 1965, p. 2Iì, tav. XXXVIII.7 b.
Polis 104, nn. 100~102. Hama III.2, pp. 166 "Ì, forma 23, nn. 1--5, fig. 64, 66.
HAYES Corimh, p. 451, n. 119, tav. 85.

FORMA 45, NEGEV Oboda, pp. 39--40, nn. 157 (?), 160--4; 166-7,
tavL 28, 33 (comprende variantì; alcune forse imita-
Coppa/tazza con corpo conico ed orlo concavo. Antio- zioni).
chia, forme 453, 455. Quscir al Qadim, pp. 74--5, tav. 21 q ( ?).
Pareti coniche, leggermente concave; piede basso e Inediti: Atene, Agorà P 21721 (Tipo B), ecc.; Corinto,
squadrato, con all'interno uno o più gradini tutt'intorno CP 416, ecc.; British lvluseum 53.5---28.71.
e talvolta una piccola risega all'esterno; orlo basso e Variante con orlo doppio e concavo: Bet!z-.. Sfian III~
concavo, al di sopra di un angolo fortemente marcato. tav. XXXIV.21.
L'interno della coppa presenta un profilo rotondeggiante. Variante più bassa: Sm-naria--Sebasrc III, p. 338, fig.
Apparentemente forma un (( servizio i con la Forma 30.
1
8r, 5.
Ne esistono due versioni:
A. Liscia.
B. Con decorazione a rotella suU'orlo. FORMA 46.
Nessun bollo di ceramista. Il Tipo B sembra comin-
Tazza.'coppa con orlo verticale e svasaw. Antiochia,
ciare pìù tardi del Tipo A; gli esemplari più antichi
forma 457.
tendono ad essere abbastanza bassi, mentre alcuni altri,
più tardi (generalmente del Tipo B), sono più profondi. Forma simile alla precedente, ma con l'orlo a gradino
in alcuni pezzi antichi ( ?) manca il fondo ({ a gradino '!. sporgente, concavo esternamente e con solcature all'in-
Comune. terno. Sotto di esso una fascia liscia ed inclinata, deìimi-
tata da scanalature, con decorazione a rotelìa; spesso la
Due formati: diametro cm 7,5-9,5 e u,5--13 e oltre
(talvolta fino a 16 cm). stessa decorazione a rotella ricorre. nell'incavo dell'orlo.
All'interno il corpo presenta un profilo rotondeggiante.
Prototipi. Talvolta compaiono, tutt'intorno alla parre interna dei
HAYES Royal Omario Museum, p. 19, n. 82, fig. 4,
vaso, due solcature o fasce a rotella. Nessun bollo ·di
tav. ro. (Tav. VI, II). ceramista. Il piede si presenta talvolta pìù alto e sottile
che nelle forme precedenti, con gradino all'interno .
.ì\1nsoPOULOS LEON 1972-5, c. 521, fig. 3 h. (Tav.
VI, 12). Si tratta di una antica, sovraccaricata imitazione del tipo
Haltern 8 in aretina, con forme corrispondenti nella Si-
Cronologia. gillata Orientale B r.
Presente in depositi tardo augustei o prototiberiani a Piuttosto infrequente.
Paphos e nel contemporaneo deposito 16,.-p ad Antiochia Due formati: diametro cm IO circa e diametro cm 14--
(Anrioch IV.I, p. 37); W'aagé assegna questa forma alle 16,5.
fasi I-.,II della sequenza romana antica (Ear(v Roman) di
Antiochia. Trovata in associazione con le Formt 46 ( ?) Prototipi.
e 47 (antica) a Beth-Shan; gli esemplari presentati in S'amaria-- Scbasrc III, p. 298_, fip:. 68,S: LAPP PCC,
Anrioch I, p. 72, fig. 5, 1--4 provengono da un singob p. 212, tipo 251.6 A. (Tav. VI, 13.).
deposito. Iiarna III.2, fig. 64, forma 23, n. 14. (Tav. VI, 14).
Datazione: 1_/10--50/60 d.C. circa.
Cronologia.
Alrri esemplari.
Ben rappresentata nel deposito 16,. P ad Antiochia,
Berh-Shan III, tav. XXXI\\ q. assieme alla forma 45; un buon esemplare si è trovarn
NECFFER r93r, p. 63, fig. /,IO, 15. anche ìn un contesto databile agli anni d.C. circa_,
\XrAAGÉ 1933, p. 287, n. 62, tav. VIII. a Corinto (v. Y\"right).
Antioch I, p. ì2, fig. 5, r, da Beth-Shan, Datazione: primi del I sec. d.C.
Anrioch I, p. 72, n. r5, tav. XV (forse si tratta di que-
sta forma). Alrri esemplari.
CVA Cambridge 2, tav. XI\'.34. Antioch I, p. 72i fig. 5.3 (e 5.2 ?), da Beth--Shan.
,1·lmi'r1ch IV.I, p. 34, tav. \', 453 a-u, 45)- Amioch IY.1; ç:. 34., tfff. V, 457 p, r.

34
SIGILLATA ORIENTALE A

Dura 1.:·uropos--Final Report IV.r.2, p. 12, n. 69, tav. III. nel deposito 16-P di Antiochia), diviene sempre più co-
SETON Lr..ovn Sultanrepe, pp. rn2-3, fig. r.r, 4, tm·. mune verso la metà del I sec. d. C. \X'aagé la colloca
VII, 2 a dc:~tra. nelle fasi I-III della sua sequenza romana antica di An-
Hama n I.2, pp. 168-70, forma 23, nn. 14-27, figg. tiochia. Soppiantata dalla Forma 50,
64--66_; forse anche forma 22-4 b. Datazione: 10-60/70 d.C. circa.
THALMt.J'\lN Teli 'Arqa, p. 59, fig. 42.8.
\Xlmc;;·t 1980, p. 145, n. 23, fig. 3. Altri esemplari.
Proh:.)1ilmcnte anche: NEUFFER 1931, pp. 63-4, fig. Ephesos I, p. 175, nn. 65 66.
;.9; SmN::rùz~-S'ebaste III, p. 338, fig. 8r.r6; Labraunda BMCat. Roman PorterJ\ p. 18, L 38.
II.r, p. 68, n. 208. Sieglin Expedition II.3, pp. II6, 148, fig. 128, r =
Inedi.::i: Atene, Paphos. fig. 159, 15 (e forse anche fig. 159, n. 27).
Una versione piccola con piede come nella Forma 45: Cat. Swddard Col/., p. 243, n. 516 (bollo: ramo di
Lepti:c: (diametro cm 7,6). palma).
OxÉ 1927, p. 223, n. 19, figg, 2, e 3, IO, Beil. XXVI.
Beth~Shan III, tav. XXXIV.7, 19, 34. Ripubblicati
FORMA 47. in: Antioch I, p. 72, fig. 5.4-5 (a Filadelfia); CoMFORT-
\v'AAGÉ 1936, pp. 223-4, tav. Il, fig. 5 (Filadelfia,
T a.e:::::,! i coppa con pareri espanse ed orlo 'Verticale moda- University Museum 29-I02-554).
nato. iini:ìochia, forma 460; Samaria, forma 23 (in parte). Amioch I, p. I'7 1 fig. r8, 1, 8, e p. 72, n, 16, ta\·.
Fonde, piatto, piede ad anello di piccolo diametro e xv ( ?).
sguadnl.ff\ generalmente con uno o più gradini all'in- CVA Pologne 31 tav. rn4.rr.
terno:, n,E"e.ti alte e tendenti ad espandersi in alto, co:n LAUFFRAY 1940, p. r6, fìg. 61 la qèlarta in basso a de-
un an1::olo assai marcato nell'estremità inferiore; orlo ver- stra (da Byblos ).
ticale e soniìe con modanature convesse·-concave~con- Amioch IV.r, pp. 34--5, tav. V, 460 a-u.
vesse" 0dimitate da scanalature. Di formato grande e Dura Europos - Final Repori IV.1.2, p. 12 (elenco di
piccolo. SuHe modanature convesse dell'orlo si incontra possibili esemplari).
frequentemente una fine decorazione a rotella e talvolta Tarsus I, p. 244, categoria L, nn. 412-15, figg. 144,
anche scanalature poco profonde unite a modanature 193.
nella pr~ne interna dell'orlo. Frequenti i bolli di cera- Car. illusrré Damas, p. 84, n. 20 (ta\·, XLII.r).
misti; di ;;olito la loro forma è quella di un rettangolo
SETON LLOYD Suùantepe, pp. 102--3, figg. 1, 2-3, 5, 7,
allung:.m1., spesso con terminazioni a dente; al di sopra
tav. VII, 2,
ed aì cii. :;otto della riga delle lettere, sottili linee in
rilievo. SCE IV.3, fig. 30.3 1Vluseo di Cipro D.657.1935).
Quc:~:P, forma della Sigilìata Orientale A deriva dal tipo Samaria-Sebasre II!, p. 338, fig. 81.7-rr.
Haltem f: in aretina; se ne differenzia però nella posi- Nessana I, p. 284, tav. XLIV, base 17.
zione e nella forma del piede, che è tipica dì questa Arsameìa am Nymphaìos, pp. 241-2, nn. 34. -36, tavv.
formrr. Gli esemplari più profondi 1 dalle pareri altei 59, 67,
tendonn ad essere i più antichi, così come quellì che Ashdod II-III, fig. 16, 20-21, tav. XVI, -·
hanno tre scanalature ben marcate (imitazione daffare- HAYES Knossos, p, 264, n. 18, fig. 15.
tina) ndla parre interna dell'orlo. Se si eccettua la For- CouRBIN Ras cl Bassìt., p. 47, fig. 9,
ma questa è la coppa più frequentemente bollata Hama III.2, pp. 163-9, forme 22.5, 23.6--12, figg. 64-
con nomi dei ceramisti. La Forma 33, meno co- 68_; anche pp. 174-9 passim, fig. 69, F 19, 48, ecc.
mune\ è la sua corrispondente forma di piatto. Per i HAYES Cnrinth, p. 45I, nn. 120-1, tav. 85.
bolli cic-i ceramisti, cfr. l'elenco in Antioch IV.I, pp. 34-~
NEGEV Oboda, pp. 39--40, nn. 159, 168-9, 170 (varian-
35 (da aggiungere Vienna III.641: ATTE. /A/\A).
te), tav. 29.
Per , ritrovamenti di Pompei assegnati da Pucci. alla
formr: :.:,,3 di Samaria (lnmwnentum domesrìcum, p. 19) RII.EY Caesarea, pp. 44. -5, nn. So, 82 (?), con figura.
cfr. il commento sotto la Forma 50. HAYES Royal Onrario ,Huseum, p. 19, n. 83 1 fig. 4,
Molu, comune. tav. ro.
Dian:v:.:tro: cm 7,5-9, II-16. Kenchreai IV, pp. 57-58, ER 24·-25, tav. 15.
Salamine de Chyprc IX, p. 42, n. 146, taV\'. 13-14.
Forse anche HoRSFIELD 1942, p. 192, n. 397, fig. 53,
n•,•·n,,;,,. of Newcastle upon Tyne, dalla regione di ta\'. XLIII; frammento ìn Ostia II, p. 193,
Gerac;r f(Jiordania). (Tav. VI, 15). Inediti: Corinto, Atene (Agorà), Itaca~ ecc,; anche
British Museum, 76.9-9.40; Ashmolean lvluseum, Oxford,
Cronologia. 1910,801 e 1959.367,
Prc:-:,c:me per la prima volta in strati tardo augustei/ Esemplari a vernice nera: Tarsus I, p. 251, nn. 530-r,
prornr?,criani (ad esempio a Paphos Ob.) pozzo r8 e fip-;:. LJ.6: 195.

35
SIGILLATE ORIENTALI

Alcune varianti presentano un piede liscio ed alto, con Antioch I, p. 17, fig. 18.7.
fondo liscio: vedi Tarsus I, p. 249, n, 509, fig. 194 (con LALFFRAY 1940, p. 16, fig. 6, la terza in basso a de-
bollo XAPIC). stra (da Byblos).
HARDlNG 1946, p. 61, n. 7, fig. 2, tav. xx.
Antioch IV.I, p. 35, tav. VI, 473 f---u.
FORMA 48. Tarsus I, pp. 244-8, categoria P, nn. 423--499, figg.
144-5, 175, 194.
Coppa emisfen:ca su piede con modanature esterne. An- Samaria-Sebaste III, pp. 312, 339, fig. Sr .20, 22-23
tiochia, forma 473. (sotto la forma 24).
Corpo più o meno emisferico (talvolta leggermente ca- Nessana I, p. 283, tav. XLIV, F r--2, tav. XLVII,
renato), con piccola flangia che delimita una parete 1\lisc. ro.
quasi verticale, decorata con una sottile modanatura,
Hama III.2, pp. 172--80 passim, fig. 69, forma 24,
doppia o tripla; esile e piatta modanatura sul labbro,
nn. s--9; F I(?), 45, 58; anche figg. 67 -68.
talvolta decorata a rotella. Stretta base a piedistallo, a
gradini nella parte esterna e con cavità di forma conica Ostia III, p. 258, fig. 537 a.
all'interno; attorno allo spigolo interno della superficie NEGEV-SIVAN 1977, pp. III--12, fig. 2, nn. 2-3.
d'appoggio \"i sono una o più scanalature. Assai frequen- KARAGEORGHIS Salami I\7, pp. 38, 54, loculo 8, n. 5,
ti i bolli dei ceramisti; essi sono per lo più rettan- tavv. XXVII, XLVIII.
golari, con lettere disposte su due righe, o presentano Inediti: Atene (Agorà); Corinto.
lati frastagliati e lettere a forma di quincunx. \\1aagé
(Antioch IV.I) nota che gli esemplari di grandi di-
mensioni e quelli senza bollo sono quasi sempre tardi;
FORMA 49.
non disponiamo di alcuna testìmonianza ulteriore al
riguardo. Coppa su piede con orlo verticale. Antiochia,forma 470( ?).
La particolare impostazione del piede e la forma del
bollo indicano chiaramente un)imitazione dalla Sigillata Come la forma precedente, ma con un orlo verticale
Orientale E I, sebbene la forma dell'orlo non acquisti liscio, con delle modanature in basso ed in alto (come
particolare rilievo in questo caso. nella Forma 50); talvolta, nel punto di giunzione con
Sono attestati i seguenti bolli (cfr. Antioch IV.I, p. il corpo della coppa, si ha uno spigolo piuttosto mar-
35 e Tarsus I, pp. 244 e ss., fig. 175): particolarmente i cato al!'inrerno del vaso. Su possibili esemplari della
bolli con motti A<llPOL\€ITH, KAICY, KA/\A, KA/1ON, forma provenienti da Antiochia, sono attestati numerosi
K€PL\OC, XAPIC, XAPITEC (XAPIC è il più comune a Tar- bolli (varie versioni di LIHMHTPIOY, KAICY, KA/\A,
so); presenti anche bolli con nomi propri (?) AM<1llWN, XAPIC).
L\HME, TAYPOY, TITOY. Rara.
A Tarso si è trovato un bollo con ramo di palma. Diametro: cm I I-r2 circa.
Assai comune.
Per lo più due formati. Diametri: cm 6,2-8, u-16, Protoripo.
in qualche caso più grandi (fino a 21 cm). Paphos, Casa di Dioniso, senza numero. (Tnv. ·v1,

Prototipo. Cronologia.
Atene, Agorà, P l7i35• (Tav. VI, 16). Apparentemente analoga a quella della Forma 48.

Cronologia. Altri esemplari.


\XTaagé pone la forma nelle fasi III--V della sua se- Amioch IV.I, p. 35, tav. VI, 470.
quenza romana antica (.Anrioch IV.1 1 p. 38), ma le te- Hama III.2, p. I 72, forma 24. I, fig:. 69.
stimonianze di altre località, così come si presentano, l\.enchreai IV, p. 57, ER 23 e, tav. 15.
suggeriscono una datazione soprattutto intorno alla metà Variante, con piede modificato: LADFFRA Y 1940, p. I 6,
del I secolo. Non è presente a Pompei o nei depositi fig. 6, il secondo in basso a destra.
rardoflavi (Atene, Agorà, Paphos, ecc.). Inedito: Kormakiti (Cipro), Panayìa, P 5. Profilo intero.
Datazione: 40-70 d.C. circa e oltre.

Altri esemplari.
FORMA 50.
\1\looLLEY-RANDALL MAClVER Karaizog, pp. 53, 2II,
tav. 94) G 591, 8875, Coppa conica con orlo 'verricalc. Antiochia, forme 465-8.
Sieglin Expedùion II.3, pp. II8, 148, fig. 128) n. ro 0 .--= A Samaria elencata sotto la forma 24.
fig. 161, n. 37. Coppa conica con orlo verticale, con un piccolo den-
Bnh-Sha11- III_, taY. XXXIV.9. tello nel punto di giunzione con il corpn del vaso; gc-
--·-------
SIGILLATA ORIENTALE A

neralmcntc ha una modanatura del labbro rivolta al- Kenchreai: IV, pp. 56-7, ER 23 a, b, d, tav. 15.
l'in{Yiù_; squadrato piuttosto sottiìe ed inclinato NEGE\' Oboda, p. 40, n, 171, ravv. 29, 33 (n. 172
obliquamente') fondo rotondeggiante. Nessuna risega nella forse una variante).
parte esterna d.d fondo stesso. Pareti sottili (.soprattutt~
RILEY Caesarea, pp. 44-,s, nn. 73, 74, 78, con figura.
all'orlo:·:. ;')un decorata_; nessun bollo. Cornsponde ai
piattì Ji 1
"·,·rr1cl 36----37. Secondo Crowfoot e Kenyon, Forse anche Ber!z.-Shan III~ tav. XXXIV. 20, e il fondo
se ne di :Linguono due versioni (cfr. Forma 37): QUILICI 1971, p, 145, Il. 142, figg. 92, 95,
A. Con Lit \n1 modanato: orlo dritto, in certi casi com- Inediti: parecchi esemplari da Pompei (del Tipo A),
pare una :-;c;1nalatura sotto la carenatura. Antiochia, compreso Leida XXVIII.6; Corinto; Paphos; Vienna
forma V.u47 (da Idalion, Cipro); Princcton 40--323.
B. Con lahhro liscio; l'orlo tende a farsi convesso.
Anriochia 1 f::nna 468.
Comune:. FORMA 51.
Due formati: diametro cm 7-8 circa e 10-15.
Coppa rotondeggiante con orlo incurvato. Antiochia,
Prowripo. forma 670.
Tipo A. (h:fim..i, Ashmolean 1\1.useum 1959.366, da Tre- Corpo abbastanza profondo, curvato in modo brusco
mithos (Tav. VI, 18). alla sommità; piede alto, sottile, quasi verticale, squadrato
o rastremato verso il basso. In genere le pareti sono sottili.
Cronologù:. Senza decorazione; n~ssun bollo.
Comune.
~: una fo:·ma comune a Pompei; secondo le testimo-
nianze che· ci vengono da Paphos, scompare prima della Due formati: diametro cm 7,2--8,2 e ro-13,5.
Forma 5:: più avanti). I ritrovamenti da Antiochia,
da assegn2.r:;i al.le ultime fasi della sequenza romana an- Prototipi.
tica confermano, insieme alle testimonianze Pompei 16701. (Tav. VI, 19).
suddette, una datazione per lo più flavia. La versione HAYES Royal Ontario Museum, p. 19, n. 84, fig. 4
E, con l'orlo liscio, dovrebbe essere più tarda, essendo (n. inv. 910 x 156.12). (Tav. VI, 20).
associata con forme del II secolo a Sbeita. I ritrovamenti
di Pompe~; '•;cm.brano essere stati assegnati da Pucci so- Cronologia.
prattun,::; rrlb forma Samaria 23 (cfr. Instrumentum do-
rnesticurn:; p. r9, rab. IX). \XTaagé la pone nella sua serie romana media; non è
presente nei contesti di I sec. ad Antiochia, dove del
Datazion:::. 60 '70-roo d.C. circa (il Tipo B è forse più resto è abbastanza infrequente. Comunque, essa è tra
tardo).
le più comuni a Pompei (Insrrumemum domesricum, p. 19,
tab. IX, sotto la forma Samaria 16), così che bisogna spo-
A!rri cscm1
starne indietro la datazione, fino alla prima epoca flavia.
Amioc!J p. 16, fig. 17.6 (Tipo B). A Paphos la si ritrova in contesti flavi o più tardi,
CRO\VFOOT r936, p. 22, tav. IV.5 (Tipo B). ma in genere manca nei àepositi tardoadrianei di quel
HoRSFlELD 1942, p. 12r, nn. 38 ( ?), 40, fig. 7, tav. X. sito.
HARDING I9.f6, p. 6r, Il. 8, fig. 2, rav, xx. Datazione: 70-120 d.C. circa.
Anrioch lV.r, p. 35, tav. V, 465 f, p, 467, 468,
BROCK 9~f.9, p. 69, fig. q .. Io e forse anche tav. 37.9. Alrri esemplari.
Tarsus ' n. 244, nn. 4rS, 419 r: ?), figg. 144, 194. \XlAAGÉ 1933, p. 287, n. 68, ta\T. VIII ( ?).
KELSO HARAMKI 1955, p. 24, A 40, tavv. 13, 22. Anrioch IV.1, p. 40, tav. VII, 670 f, k.
Samun >i'chasrc III, pp. 312, 338-9, fig. 81.17 -19, 2r, Tarsus I, p. 244, categoria O, nn. 420----422, figg. 144,
24 ::sotto L fi.,rma 24). 194 (n. 421, con bollo XAPIC, è incerto).
~Vcssanu I'., p. 284, tav. XLIV, fondo 16. G1vEON 1963, p. 28, fi.g. 2.1, da Mishmar ha . --'Emeq.
REED p. 74, tav. 70.14. Ashdod II-III, fig. 16.rn, 17-"18, rav. XVI.1.
Aslulo, · III, fìg. 16, 13 e 22. Osrìa III, p. 258, fig. 537 b.
NEGE1.• /Iab:1::~m; ~igillara, p. 392, nn. 58-59, fig. NEGEV-SIVAN r977, p. II2, fig. 2, n. 5.
4.12-,,. A.X.Xl\-.!. Instrumenrum dmnesricum, p. 19, tav. IV.r8.
Dibon, pp. 127~ 133) figg. 3.31, 4.60, Forse anche GEBHARD 1973, p. 84, fig. 45.1; Salamine
dc Ch_vpre IX, p. 48, n. 176, tavv. 16---17.
p. 172, fig, 69, forma 24.2 -3, F 54, 56, Inediti: Paphos, 06. 686, 690, ecc.; Cyprus Survey
57; anche 101_, forma 14.12 b, fig, 40. (Nicosia), da Soli; Sebha (Libia), Museo, H 79, da
NEGP' ,. __ /N rg~-. p. u2, fif. :,, r: . ..1..

37
SIGILLATE ORIENTALI- - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - -

FORME APERTE: SERIE MEDIO-IMPERIALI (MIDDLEROMAN)


Piatti e coppe (Forme 52-61).

FORMA 52. Altri esemplari.


Antioch IV.I, p. 40, tav. VI, 620; forse anche p. 24,
Grande piatto o coppa espansa, con pareti lisce ed inclinate. tav. IV.142 (v. alla Forma 4).
Fondo espanso ed inclinato, pareti alte, dritte ed obli- Tarsus I, p. 240, categoria B, nn. 366--7, figg. 144, 192.
que con orlo liscio. Piede basso ed abbastanza squadrato. }1.lessana I, p. 282, tav. XLIII, E I,
All'esterno il fondo è liscio. All'interno esso presenta
una fascia di lunghi tratti ottenuti a rotella. Forma affine
a quella degli esemplari più tardi della Forma 5, ma con
il fondo realizzato in modo diverso. È improbabile un
FORMA 54.
legame diretto tra le due forme. Piauo con pareti inclinate ed ampio orlo. Antiochia,
Rara. forme 615 a-f, 618 f; Samaria, forma 4.
Protoripo. Il fondo ed il piede sono come nelle forme preceàenti;
talvolta all'esterno, sul fondo compare una risega. Le
Paphos 06. 3869 (diametro cm 33,3). \TaY. VI, 21). pareti sono inclinate uniformemente, ma a mezza strads.,
Cronologia. all'interno, presentano un basso gradino_; orh, ampio
e rigonfio, concavo alla sommità, talvolta con un labbro
Il contesto del prototipo è adrianeo.
rivolto all'insù. Alcuni esemplari di grandi dimensioni
hanno sul fondo una fascia di lunghi tratti a rotella.
FORMA 53· Un certo numero di pezzi presenta bolli in pianta pedis
(XAP!C, EPMHC; cfr. A.nàoch IV.I, p. 40); sono pure
Piarro imùamc la forma Gouàineau 43. Antiochia, attestati bolli a rosetta.
forma 620. Comune.
Fondo piano al centro che sale ai margini; pareti incli- Diametro: cm I 5,5-40 circa.
nate con orlo modanato, delimitato da una solcatura;
piede spigoloso, squadrato o rastremato. Il fondo all'esterno Prototipi.
presenta un gradino; in taluni esemplari di grandi dimen-
Paphos O!:::. 4702. Piccolo. (Trs. VII) 4).
sioni vi è una fascia di lunghi tratti a rotella sopra il piede.
Compare anche il bollo centrale (a rosetta o in planra Samaria-Sebaste III, pp. 309, 326, fig. ~--: 7 Granàe,
pedis ). Gli orli si possono confondere con quelli della Fascia a rotella sul fondo. (Tav. VII, 5).
Forma 12.
Cronologia.
Non comune.
Il prototipo, proveniente da un contesto dell'inizio
Diametro: cm I 8,5-34.
dell'età flavia, dimostra che la forma venne prodotta dal
Protoripi. tempo di Vespasiano in avanti; gli esemplari più tardi
Paphos, Casa di Dioniso (senza n. inv.). (Tav. VII, 1). sono frequenti nei depositi degli inizi del II sec. ad An-
tiochia e nei contesti adrianei di Paphos.
,.i\1useo di Cipro, D 93.1935, Bollo a rosetta. (Tay.
VII, 2). Datazione: 75/80-r30/r50 d.C, circa.
LAlTFRAY 1940, p. 16, fig. 6~ in basso a sinistra (con
Altri esemplari.
bollo in planra pedis illeggibile). (Tav. VII, 3).
CROWFOOT 1936, p. 22, tav. IV.2.
Cronologia. HoRSFIELD 1942, p. 202, n. 469, fig. 55, tav. XLVIII.
Il bollo a rosetta_, comune anche alle Forme 41, 54 Antioch IV.I, pp. 39-40, tav. VI, 6r5 a-.,f, 618 f.
ed alla serie con vernice varìegata, suggerisce una data- Tarsus I, p. 270, n. 740, fig. 202.
zione intorno al 100 d.C. Si tratta di una versione dege- Athenian Agora V, p. 24, G I2, tav. 60 (?).
nerata della Forma 40. L'esemplare- trovato in un con- Nessana I, p. 282, ta\'. XLIII) Dr, 2 -4 1) \ forse
testo tardoantonino ad Antiochia, si deve forse consi- anche i fondi II--12.
derare un residuo di epoca più antica (Antioch IV.I,
Hama III..2, p. 82, forma 4.2, fig. 33.
p. 41).
NEGEV-SIVAN 1977, p. 112, fig. 2, n. 7; anche p. 115,
Crmzologia. fig. 6, n. 40 (i nn. 39, 41 sono tipologicamente vicini).
Fine I--inizù II sec. d.C. (e forse più tardi). Inediti; Paphos, OL 4966.
SIGILLATA ORIENTALE A

Variarne ~:cn:;::1 gradino all'interno della parete: CORBO Ahrì esemplari.


10 -:~, p. 71, E. 20, fig. 22 (cfr. anche la foto 71.II). NEGE\' Dura Europos - Fìnal Report IV.1.2, p. rr, n. 61 (si
_5;\.M~ J.9771 112, fig. 2, Il. 8. tratta di questa ceramica?).
Anche; Dstrh:nn, Cniversità, collezione del Dept. of Samaria-Sebaste III, pp. 310, 326, fig. 77.8.
Classics. Hama III.2, p. 84, forma 7.r-2, fig. 33 e forse anche
Variante con l'orlo come nelle Forme 57-58: REED l'orlo a p. 82, forma 4.1, fig. 33.
Dibon, p. 7,:;. 1 1.avv. 62A.6, 70.21. Variami: NEGEV-SIVAN 1977, p. 115, fig. 6, nn. 39, 4r.

FORMA 57.

Pii.ato su wn orlo appiattito. Piatto a fondo piano con orlo appiattito. Antiochia,
Fondo pareti basse e ampie, volte alPesterno, forma 627.
orlo piatte, e· sporgente oblìquamcntc. Esterno legger- Fondo piatto caratterizzato da un unico gradino all'e-
mente c1rcn2tn. Piede piccolo e basso. Sotto il centro, sterno e da un listello sotto lo spigolo, separato dalla
un cerchio mc1so. parete mediante una risega, che forma il piede. Pareti
Rara. basse ed inclinate con orlo volto all'esterno e piatto. Non
decorata.
Prototipo. Comune.
(L'unico esemplare comp'eto che si conosca): lviuseo Diametro: cm 12,5--r7 (ìn certi casi più piccolo).
di Cipro (diametro cm 16,2). (Tav. VIIi 6).
Protoiipi.
Cronologù:-. Museo di Cipro, D 381.1935. (Tav. VII, S).
Per l'impostazione della parete e delForlo cfr. Forma Britìsh Museum 53.5-28.69. (Tav. VII, 9).
57 più mI:tEti · la datazione è presumibilmente la stessa
Cronologìa.
o piuttosto un poco più tarda. Deriva forse dalla Forma 53?
È una delle forme più comuni nei contesti della prima
Darnzicm(~ forse la prìma metà o proprio la metà
metà del II sec. d.C. (Antiochia, Paphos} ecc.), assieme
del II se:c d.C.
alle Forme 54, 58-60.
Aìtri escmf;:'1..t:i. D2.tazione: prima metà del II sec. d.C.
Forse que:,ro tipo in: Anrioch IV.r, p. 40, tav. VI, Alrri esemplari.
forma 6:::2 (frammenti di orlo); ibid., p. 39, tav. VI,
la formu può essere accostata a questa. CROW!'OOT 1936, p. 22, tav. IV.3.
Anrìoch IV.1, p. 40~ tav. VI, 627 f, p, con la variante
·variarm:__. ;;rande e ba:sa (?): LAVFFRAY 1940, p.
piccola di forma 632.
16, fig. 6:, rc~::za in basso a sinistra (bollo a rosetta ?).
Tarsus I, p. 243, nn. 403, 405, figg. 144, 193 e fig.
193 c.
FORMA
Samaria-Sebasre III, p. 327, fig. 77.10. (Tav. VII, ro).
REED Dibon, p. 74, tav. 70.19.
Piatto o r:oppa su piede con pareri dal profiJo ad S. An- NEGEv-SrvAN 1977, p. II2, fig. 2, n. 9.
tiochia, fornrn. 615 p; Samaria, elencata sotto la forma 7. Inediti: Atene, Agof2..
Come b forma precedente, ma più profonda, con pa-
reti alte ,::, '.>porgenti che si incurvano all'insù all'orlo. Il
FORMA 58.
fondo affcsterno è liscio. Non decorata. Si tratta di
una versicm'.: :-arda delle Forme 53-54 ? Tazza a fondo piatto, con orlo piatto. Antiochia_, forma
Abba;;r{:;-.. CGm.une. 638; Samaria, sotto la forma 7.
Diarnetrn crn r 7-circa 30. Versione più profonda della precedente, con caratteri-
stiche simili. Formato medio e piccolo.
Prototipo,
Comune.
Anrioc1 1
.l_, p. 40, taY. VI, forma 615 p. (Tav. VII, Diametro: cm 7,5-10 circa e 14-16.
Croiw/op'i.,: Prototipo.
Consio.cT:-;" dal. \X'aagé come la versione tarda della Paphos OLI 4987. (Tav. VII, II).
Forma 54.; e presente solo nei deposiri di età anronina.
In nessuL _ait::rn sito compare in depositi di inizio II se- Cronologia.
colo o ud.nemei. Rinvenuta negli stessi contesti della precedente.
DatazioP'" irnJY'T,O alia second,1 metà del II scc. d.C. Datazione: prim2 m?:·± del II scc. d. C

39
SIGILLATE ORIENTALI

Altri esemplari. talvolta scanalato alla sommità, La Forma 56 potrebbe


Bcth-Shan III, tav, XXXIV, 24 ( ~ Filadelfìa, Univ, esserne la forma corrìspondente ma con piede,
\fos. 29-ro2-542) con l'aggiunta di un cerchio inciso al Due versioni :
centro del fondo esterno. A. Con un paio di sottili scanalature alla sommità del-
LAUFFRAY 1940, p. 16, fig. 6 in alto a destra. l'orlo.
Antioch IV.I, p, 40, tav, VII, 638 a-k, B. Con orlo liscio.
Tarsus I, p. 243, nn. 404, 406-7, fig. 193. Abbastanza comune.
Samaria-Scbaste III, p. 327, fig. 77.9 (erroneamente Diametro: intorno ai cm r 5-20.
restaurato con un piede ad anello).
Protorìpi.
1'1ateriali 85, 1958, p. 294, n. 27, fig. 8.2.
CHAPMAN 1972, p. 139, n. 153, fig. 28. A. PoHL 1970, pp. 157, 209-ro, fig. 73, n. 53 (583),
NEGEV-SIVAN 1977, p. II3, fig. 4, Il. 28. da Ostia, parzialmente restaurato. (Tav. VII, 13).
HAYES Paphos, fig, 7,3a, p. 108 (Paphos, Olò 3826). B. Samaria-Sebasre III, fig. 77.11. (Tav. VII, 14).
Probabilmente anche: KRAELING Gerasa, p. 557, fig. Cronologia.
36, n. 8 e p. 558, fig. 37, n. r8; Meligunìs-Lipara II, p.
Esemplari del Tipo A si sono rinvenuti negli stessi
259, tav, L 7 e tav, CCXXL2, È anche possibile: DUN-
depositi ove comparivano le Forme 57--59. Il pezzo di
HAM Royal Cemeceries of Kush IV, p. III, fig. 73, n.
Samaria, apparentemente non decorato, potrebbe essere
2I-II-2.
più tardo.
Esemplari inediti: Atene, Agorà (P 26683); Paphos.
Datazione: Tipo A, 100-150 d,C. circa; Tipo E, II
secolo (incerto).
FORMA 59, Altri esemplari.
CROWFOOT 1936, p. 22, tav. IV.3 (frammento sulla
Tazza a fondo piatto con pareti interne a gradini,
destra),
Le proporzioni e l'impostazione del fondo sono analo- Antioch IV.I, p. 40, tav. VII, 640 f (e forse anche
ghe a quelle della precedente forma; l'orlo è espanso e Antioch I, p. 16, fig. r-;-,4).
presenta una banda liscia alla sommità ed il labbro ri-
Tarsus I, p. 243, n. 4ro, fig. 193.
volto all'insù; all'interno, alraltezza dell'estremità supe-
Samaria-Sebaste III, p. 327, fig. 77.11 (sotto la for-
riore della parete vi è una banda liscia ed una rìsega.
ma 7).
Corrisponde alla Forma 54, ma con il fondo piatto.
NEGEV-SIVAN 1977, p. I I 5, fig. 6, n, 42.
Abbastanza comune.
Probabilmente anche: KRAELING Gerasa, pp. 564-5,
Diametro: cm r8-·22 circa,
fig. 42 a destra in alto (n. 4r); fig. 43, n. ro; fig. 46, n. 80
Prowtipo. (Tipo B ?); RILEY Caesarca, pp. 44----5, n. 72, con figura.
Tarsus I, p. 243, n. 408, fig. 193. (Ta\', VII, I2).
FORMA 6L
Cronologia.
La datazione è analoga a quella delle Forme 57-58; Coppa biansata con pareti rowndeggiami.
normalmente si trova associata ad esse. Fondo piccolo, cavo, con bassa modanatura esterna,
corpo rotondeggiante, panciuto in basso e curvato in
Altri esemplari. dentro alla sommità; orlo liscio; due piccole anse (( ta-
Forse il frammento Samaria-Sebasre III, 326, fig. 77.6. glìatc ii si attaccano al di sotto dell'orlo, Alcuni esemplari
Probabilmente elencata sotto la forma 618 (cfr. la Forma hanno una decorazione a barbottina sulle pareti (di solito
54 ) ad Antiochia, consiste in tre foglie su ciascun lato).
·variante (o forma 60 ?ì: PISANI SARTORIO 1969~70) Non comune.
p. 252, tav. LXIII, n. 71. Diametro (alForìo): cm 9-10.
Piccola variante con vernice variegata: T arsus I, p.
Prototipo.
250, n, 514, figg, 145, 194,
Variante con modanature sull'orlo (cfr. la serie con Cyprus Survey (Nicosia), Soli tomba 5, n. 28. Senza
vernice variegata) ibid., p. 243, n. 409, fig. 193. decorazione. (TaY. VII, 15).
Cronologia,
FORMA 60,
11 prototipo potrebbe essere traianeo; è stato trovato
associato con esemplari tardi di Sigillata Cipriota di forma
Tazza o piatto a fondo piatto, con pareti espanse. An- P 22 B. Frammenti compaiono ncll' Agorà di Atene, nella
tiochia, forma 640. trincea di fondazione delracquedotto (1 adrianeo 1' (140
Proporzioni ed impostazione del fondo analoghe a d,C.),
quelle delle Forme 58-59; pareti e::;panse cor; orlo focìo., Datazion'.:':: inizio del II sec. d.C.
SIGILLATA ORIENTALE A
------

Altri cscnz1 1;u.1 Inediti: Cyprus Survey, Soli, tomba 5, n. 29 (con deco-
razione); Cambridge, Jviuseum of Classica! Archaeology,
SCE IV 30.9. Con decorazione.
UP 2 3 (con decorazione); Princeton, Art .Museum I 72
Sam(irici Schusrc III, p. 335, fig. 80.14 (fondo, forse di (con decorazione); York, Yorkshire Museum H.47 (liscia).
questa forrn:: \ Forse anche: Dura Europos - Final Report IV. I .2, p.
Asl'iJ,,j l T'i11 fig. 16.23, tav. XVI.4. Con decorazione. 13, n. 75, tav. IV (con decorazione a barbottina).

FORME APERTE: SERIE CON VERNICE VARIEGATA


(Forme 62-65).

Per la :~cric in generale, cfr. Tarsus I, p. 250, nn. 513--


22, fig. q5. Forme chiuse: cfr. sotto le Forme rr5, rr6.
Si tram: dì una serie poco numerosa. La vernice, Coppa su piede con orlo ri1.1ollo all'esterno. Antiochia,
piuttosw che veramente 11 marmorizzata I',, appare mac- forma 660 f.
chiata. Coppa con pareti poco inclinate e con all'interno mo-
danature concave e convesse; orlo rivolto all'esterno con
scanalature alla sommità o su entrambe le facce. ·cn
frammento indica la presenza di un piede. Nessuna de-
Piam, cor? orlo app1:arrito. corazione a stampo.
Piatrn c.m pareti basse ed inclinate ed ampio orlo Prototipo.
piatto, inclinato verso l'interno; piccola modanatura sul Antioch IV.r, p. 40, fig. 23.15, tav. VII, 660 f (dia-
labbro; alla sommità ed alla base delle pareti in- metro cm 28). (Tav. VIII, 2).
terne. Fondo piatto con piede a listello posto sotto lo
Cronologia.
spigole; ~i.ll'csterno una risega. Non decorata ( ?).
Solei u.TJ esemplare frammentario ( ,.= prototipo): Pa-
0 La datazione è incerta.
phos, OL da un pozzo datato al 90-120 d.C. circa. Altro esemplare.
Diametw rico8tn1ito: cm 18,4 circa. (Tav. VII, 16).
Atene, Agorà P 4370 (diametro ricostruito cm 22).
Si tratta forse di un'anticipazione della Forma 57.

FORMI FORMA 65.

Piat fr om orlo appiattito e decorato con motfr..,i a swmpo. Coppa a segmento di cerchio. Antiochia, forma 660.
Antiochia., forma 603. Corpo aperto e ricurvo, con orlo liscio e rivolto al-
con una o più piccole modanature sul lab- l'insù, piccolo fondo incavato. All'interno, sul fondo,
bro, basse ed inclinate, con altre modanature al- una serie di piccole riseghe o listelli dìgradanti (in taluni
l'intern(' , sotto l'orlo; l'andamento del piede e del fondo casi compaiono anche all'esterno). Al centro spesso si
non si onosce con sicurezza. Lungo la parte superiore ha un bollo (generalmente una rosetta ad otto petali). È
delI'ork compaiono dei motivi a stampo ripetuti. Sono una imitazione di una forma metallica i corrisponde alla
documc; -urei solo frammenti. Forma 2 3 in Sigillata Orientale B 2.
Ram. Piuttosto infrequente, ma la più comune fra le forme
a vernice variegata,
Pro!ol!i<. Diametro: cm 14-16 cìrca.
Amùyi; IV.1, p. 39, fig. 23.16, tav. VI. 603 (diame- Prototipi.
tro Cì::·-, (Tav. VIII, 1).
Anrioclz IV.I, p. 40, fig. 23, 18, tav. VII, 66oa. Un
Cronoi1" lato è restaurato.
Tarsus I, p. 250, n. 5r3, fig. 194, -~Tav. VIII, f1.
Ncc <.;ono sicuri elementi di datazione.
Cronologia.
Alrri 11.1'1.;111a1·,.
La rosetta impressa prova che questa forma è contem-
Anu> ,'."/,1 I, p. 73, n. 17, tavv. XIV, XV. poranea alle nn. 41, 53 e 54. Il prototipo era associato
Tar,:i 1 ' I~ p. 250, n. 516, figg. 145, 194. con materiale dell'inizio/metà del lI secolo; un fram-
Un ·-,'.,:~sibile fondo (con piede basso e fondo esterno mento è stato attestato in un gruppo dalla metà (?ì del II
con gr1.U1nn/, si ha in: Tarsus I, p. 250, n. 517, fig. 195, secolo ad Antiochia (Anu·ach IV.rì, sebbene in questo caso
SIGILLATE ORIENTALI
-- ---------

si potrebbe trattare di un residuo. La testimonianza più im- Arhenian Agora V, p. 47, H I, tavv. 8, 57, 60 (con
portante per la datazione della forma ci viene da Paphos, bollo a foglia).
,: si trovano parecchi frammenti nei livelli domizianei Inediti: vari frammenti da Paphos e dall'Agorà di
e traìanei, mentre in contesti tardoadrianei generalmente Atene, compreso uno con anelli sul fondo esterno e piede
non compaiono. basso (Agorà P 4173).
DBtazione: 80--120 d.C. circa.
,Iù:·1· esemplari. Vascllamt' non class{ficato, con vcmi.'ce marmoriz::;ata:
.-imioch IV.r, p. 40, fig. 23.17, 19, tav. VII, 660 a, k Tarsus I, nn. 515, 518-22 e fig. 145 D (soprattutto
(66c f appartiene alla Forma 64). forme chiuse).

FORME APERTE: SERIE TARDA (ANTONINA)

Un certo numero di altre forme, in un'argilla piuttosto e) corrisponde al b, ma con le pareri verticalì: cfr.
scadente e mal cotta, è attestato in contesti antonini Anrioch IV.r, pp. 40-1, forma 680, fig. 23.II, tav. VII
(tardo II secolo); alcune presentano una decorazione a (Tav. VIII, 7);
sgorbia (generalmente sotto forma di sfaccettature, ad d) coppa carenata di grandi dimensioni con orlo
imitazione del vetro tagliato) ed a rotella, piuttosto gros- espanso e rozza decorazione a rotella: cfr. }lama III.2,
solana. Queste forme hanno un'area di distribuzìone ab- p. 194, D ro, figg. 72, 73 (Tav. VIII, 8);
bastanza ristretta, limitata più o meno alla Siria ed alla e) scodella a fondo piatto, con orlo 2ppiattito oppure
Cìlida; quasì tutti i pezzi pubblicatì provengono da Antio- leggermente inclinato verso l'alto: Anrioch IV.I, p. 40,
chia e da Tarso. Data la mancanza di esemplari noti, sem- forme 630·-635, tavv. VI-VII (Tav. VIII, 9.10); Tarsus
bra più corretto non assegnare ad essi degli specifici nu- I, p. 249, categoria R, nn. 501"-3, figg. 145, 194;
meri di forma; allo stato attuale delle cose, basterà la tipo-
f) piatto a fondo apode con pareti lisce ed inclinate.
logia di Antiochia. La serie comprende le seguenti forme:
Versione antica(?): Drew University, Madison, New
a) coppa con piede, paragonabile alla Sigillata Ci- Jersey (e.S.A.), da Iznik (Nicea) (Tav. VIII, r 1 ). Ver-
priota P 40-41, con orlo squadrato al di sopra di una
sione normale: Anrioch IV.r, p. 40, forme 645, 647, tav.
banda verticale piatta; sul corpo, decorazione a rotella. Un
VII (Tav. VIII, r2-14);
esemplare completo (proveniente da Cipro) è conservato
nel Museo di Istanbul (n. 751; diametro cm 11,3). Simili, g) piatto a fondo apode, con pareti ricurve e orlo
ma frammentari in: Tanus I, p. 272, n. 763, fig. r6o; rientrante Anrioch IV.r, p. 40, forme 653, 655, tav. VII.
Nessana I, p. 284, tav. XLIV in fondo, mise. 2; (Tav. (Tavv. VIII, 15; IX, 1); Tarsus I, p. 271, nn. 74'7,
VIII, 4); RII.EY Cacsarca, pp. 44~"5, n. 77, con figura; 751 (?), 754, figg. 176, 202.
b) simile ad a, ma più larga, con orlo incurvato Forse anche h, piccola coppa con pareti rientranti:
e corpo decorato a sgorbia, a rotella, a testine applicate, Amioch IV.r, p. 40, forme 672~5, tav. VIL La classe
ecc. cfr. Antioch IV.r, pp. 40 . . ,r, forma 677, fig. 23.13, di queste ultime è dubbia.
tav. VII, forse fig. 24.1-7 (Tav. VIII, 5); Tarsus I, p. 270,
n. 744, figg. 160, 202; Hama III.2, p. 194, DII, 12 ( ?)i Gli elementi di datazione di queste forme sono esposti
figg. 72, 73 (Tav. VIII, 6); in Anàoch IV.r, pp. 41·--2.

FORME CHIUSE: SERIE , ELLENISTICA" E SUE DERIVAZIONI


(Forme 101-105).

FORMA IO!. Prororipo.


Samaria-,Sebasrc III, p. 340, fig. 82.1. (Tav. IX, .:::.:ì.
Brocca, a forma di (( lagynos P, Samaria, sotto 1a forma 25.
Corpo svasato e carenato, con la pancia convessa ìnfe- Cronologia.
riormente e concava alla sommità; ampia spalla) fusa con
un collo lungo e stretto; orlo espanso; piede basso, fondo Forse I sec. a.C. (non ci sono elementi sicuri).
esterno liscio. Ampia ansa ad angolo, con solcature pro-
fonde sulla superficie esterna. Altri escrnplari.
Non comune: esemplari per lo più frammentari. Tarsus I, pp. I':). 234, categoria M_, n. 296_, fig. 189 A.
SIGILLATA ORIENTALE A

Inediti: J\Suseo di Cipro, D.36.1935; forse anche Jvlu- Cronologia.


seo di Limassol (Cipro), 2/53 (se non si tratta della forma Fa chiaramente parte dello stesso << servizio )ì delle
descritta sono). Forme 9-11; la datazione dovrebbe essere analoga (cioè
Variante con piccolo labbro ad uncino rivolto in alto seconda metà del I sec. a.C.).
(come ncih Forma 102): Museo della Palestina, Gerusa-
Alrri esemplari.
lemme, Booh, n. 1329.
Orli inediti da Delo (59.M.6220) e nella Collezione
t; na serie: di lagynoi a vernice rossa di manifattu- Benaki.
ra cipriot:: ( i\\ di cui si sono rinvenuti esemplari a Pa-
phos, in cunrcsti della metà del I sec. a.C., sono piut-
tosto simili in apparenza a questa forma (argilla gialla- FORMA 104.
stra, vernice rossa brillante). Queste hanno un corpo Brocca con corpo globulare.
molto espanso e basso ed un'ansa a cinghia, con co~ Corpo globulare, collo stretto e cilindrico, orlo sem-
stolature -mediana; il collo ed il corpo si uniscono con plice e rivolto all'esterno; ansa a gomito con due ba-
uno spigoi.o. Altezza cm 22-26 circa, simile la misura del stoncini sul lato esterno e liscia sul lato interno. Piede
diametro del corpo. Esempi: basso che circonda un fondo piatto; taluni esemplari
CaL Sr.oddard Coli., p. 241, n. 509, fig. 47. conservano il , _ segno del tornio )} 1 un cerchio inciso o
CVA Bruxelles 3, III N, tav. 2.20. leggere riseghe sul fondo stesso, all'esterno. Normalmente
Cat. illusYré Damas, p. 83, n. II, tav. XLII.I, in basso non è decorata. Due i tipi:
a desmL A. Con collo lungo e stretto. Talvolta con scanalature
SCE nr.:::;, p. 65, fig. 29.4. sulla pancia,
Forse anche il piede in Harna III.2, p. 181, n. 9, B. Con collo più corto, piuttosto piccolo in propor-
fig. 69. zìone al corpo.
Inediti: (Ob.). Abbastanza comune in Siria, Palestina e Cipro; il Tipo
B è più frequente del Tipo A. Altezza: cm 14-21 (Tipo
A più grande, fino ai 26 cm).
FORMA roz.
Prorotipì,
Brocca fac yno:,le di dimensioni ridotte.
0

A. HAYES Royal Ontario .i\.1useum, p. 19, n. 85, tav. 6.


Corpc• abbastanza espanso, con fondo ampio; spalle. (Ta,·. IX, 4).
ampie piatte., piede basso, collo tubolare, con pe- B. Museo di Cipro, D.6.r935. (T2v. IX, 5).
sante modanatura piatta sull'orlo. Ansa a profilo ango-
lare, a bastoncino o simili. Talvolta compare una Cronologia,
decorazione dipinta color giallo chiaro. Piuttosto scarsi gli elementi datanti; esemplari di que-
Ran:.. sta forma si incontrano in contesti dell'epoca di Erode
Più della Forma 101. in Palestina (ad esempio a Masada). Il Tipo A è proba-
bilmente più antico; esemplari del Tipo B con riseghe sul
Pi-ototipc. fondo potrebbero essere paralleli alla serie antica dei
Harvard Excavarions at Samaria, p. 306, tipo 14 a, piatti e delle coppe di epoca romana.
fig. 185 Cisterna a Volta 2; tardo I sec. a.C.) ,· Cronologia.
LAPr p. 210, tipo 228 A, (Tav. IX, 3). Datazione proposta: seconda metà del I sec. a. C.
primi del I sec. d. C.
Cronolqr;ia
La forma è presentata da KERN 1961, pp. 316-20, con
Probabilm'.:':me del I sec. a.C. (la data è incerta). una tavola, dove viene dato un elenco degli esemplari
pubblicati.
Alrri t'..\·o:'!1>Ln-i'.
SCL ~ .".,, :3.1. Alrri esemplari.
Altrì fr:rmmenti di brocche dipìnte (si tratta di questa Tipo A:
forma?\ Samaria--Sebasre III, pp. 340-.. . 2, fig. 82,4~6. Car. Stoddard Col!., p, 241, n. 510, fig. 47·
CVA Robinson Coli. 1, tav. lll.10 ·" SCB IV.3, fig.
FoRMr 31.2.
NICOLAot: Kirion, p. 261~ rav. XXXIII+
Brocce orlr dccora,to a stampo. Anche: Vienna, V.II9I (da Idalion, Cipro).
Brocc,,- um orlo ad uncino, decorato da un motivo ad Tipo B: cfr. KERK 1961. In aggiunta:
ovoli e ù:: :;c:c: sulla faccia piana esterna del labbro; sullo !\'lusco della Palestina, Gerusaiemme_, Gallet)' Boo!:,
spigok 1c;;·,e1,rn·,. compare una fila di perle; collo stretto. 11. 1328.
Sconosci1.nr., i} profilo del corpo. Car. illustl'é Danws, pp. 83--4) n. 12, tav. XLII.i, in
Si ccmoi,:;ono solo pochi frammenti. basso a destra.
·.,s,:mpi:Ire iiiustrato ). ,_:.;cr: rv. 3, n;. 31.:.

43
SIGILLATE ORIENTALI

BARAMKI 1967, tav. XXVI, terzo esemplare. piccolo beccuccio per versare. Piede basso, ansa scana-
NEGEV-SIVAN I977., p. II2, fig. 2, n. 6. lata dal collo alla spalla. Non decorata. Rara; si cono-
Forse anche Samaria-Sebaste III, p. 340, fig. 82,2. scono esemplari per lo più assai frammentari.
Inediti: .Museo di Cipro (numerosi esemplari); Bri-
tìsh Museum 1908.4---11.10, rr, 13, 14 (4 esemplari), e Prototipo,
94.11---r.547; Victoria and Albert .i\luseum, 217-1901; HAYES Royal Ontario Museum, p. 19, n. 87, fig. 5_,
Londra, Insritute of Archaeology, 47.24/1; Oxford, tav. 6. (Tav. IX, 6).
Ashrnolean J\1useum, C 169; Yale 1930.253; Brooklyn
Aluseum 22.18; Boston, lvluseum of Fine Arts 58.1275; Cronologia,
Harvard, Peabody l\1useum, 36---72-A0/3663; .Musco di
Datazione incerta, probabilmente comincia nel I sec.
Limassol (Cipro), 197/3-4, 274/2, anche 306/2-3 (da
a.C. L \mpostazione del fondo nel prototipo potrebbe
Amatunte ), ecc.
indicare una data piutto',to tarda.
Possibili orli: HORSFIELD 1942, p. 130, n. 88, fig. 12,
tav. XVI; Nessana I, p. 285, tavv. XLV, CV, 6; Ashdod
Alrri esemplari.
li-III, fig. 16.28.
Possibile fondo: HoRSFIELD 1942, p. 121, n. 37, tav. X. Expedition Sìeglin II.3, p. 145, fig. 153 a sinistra.
Variante con orlo sottile, incavato alla sommità: CRow- Harvard Excavations at Samaria I, p. 306, tipo 15 a,
FOOT 1936, p. 22, tav. IV.4. fig. 185.
Imitazione ìn ceramica a vernice rossa (Cipriota ?) : Samaria-Sebastc III, pp. 298, 3r2, 340, figg. 68.7, 82.3
Filadelfia, University .Museum, M. 5.480. LAPP PCC, p. 2ro, tipo 228, B.
Il pezzo di Thera, citato da KERN 1961 è chiaramente
Hama III.2, p. r86, nn. 33-36, fig. 70.
estraneo a questa classe ceramica. lnstrumentum domesricum, p. 19, tav. VI, 19.
Forse anche Nessana I, p. 285, tavv. XLV, CV, 9.
FORMA 105. Inediti: Yalc, 1912.295; Chicago, Orìental Institute,
I062.
Brocca con bocca rigonfia e orlo concavo. Samaria, for- Versione con largo corpo (altezza circa cm 23-25), e
ma 26. ansa larga a bastoncino quadruplo: Dublino, National
Brocca dal corpo piccolo e snello (ampolla ?), con collo Jviuseum of Ireland, 1900: 65 (da Cipro) Gt:TCH 1908,
stretto, rigonfio alla sommità ed una bocca ristretta con p. 115 (n. 65-ooì.

FORME CHIUSE
Brocche tarde (Forme 106-n2) e bottiglie biansate (Forme rr3-rr6).

FORMA 106. Esemplari'.


Museo della Palestina, Gerusalemme, GalleiJ,' Booh,
Brocca con corpo spigoloso e profilo a doppia conves-
n. 1331.
sità, formato da una spalla angolare a superficie piatta,
impostata su una sezione più ampia e bassa di forma glo- HOL\\'ERDA Cat. Leiden, p. 31, n. 361, fig. 9, proba-
bulare tronca. Collo cilindrico e stretto con piccola mo- bilmente è da ascriversi a questa forma.
danatura sull'orlo, ansa corta ::, doppio bastoncino) a Museo di Cipro, D.81.1935.
gomito leggermente appuntito, impostata sul collo e Forse anche il frammento \X7RIGHT 1980, p. q5, n.
sullo spigolo della spalla. Piede semplice e basso, ad 24, fig. 3 (contesto tiberìano; catalogato come un possi-
anello, fondo esterno piatto (talvolta con un cerchio bile coperchio).
inciso sotto il centro). Si tratta di una derivazione della
Forma 104 B, con un diverso trattamento della spalla.
Altezza cm 15-rS circa. FORMA 107.

(Nessun esemplare illustrato). Brocca, come la precedente, ma più aita, con corpo
ovoide, panciuto in basso; un secondo rigonfiamento ap-
Cronologia. pare sulla spalla arrotondata; collo abbastanza alto.

Non esiste alcuna prova diretta di datazione, ma sem- Prorotipo.


bra si possa indicare una data analoga a quelb della HOLV,:ERDA Cat. Leiden, p. 32_, n. 364, ta\'. III. (Tav.
Forma 104 E: forse l'inizio dd I sec. d.C. IX.

44
SIGILLATA ORIENTALE A

Cronoù'.[:ic:. Prowripo.
Datazione probabilmente vicina alla precedente. Yak 1930.254- (Tav. X, 2).
Alrri m,•11p1'an. Cronologia.
Car. ilh!Srré Damas., p. 83, n. 4, tav. XLII, a destra Forse abbastanza antica; lo sviluppo del collo potrebbe
dal ccmro ColJo cono . essere parallelo a quello della Forma 104.
.1\1.mcc cE Limassol, 201/2 (con due fasce di rotella-
Altri esemplari.
tura StL
Come il prototipo: Car. illusrré Damas, p. 82, n. 3,
FoRl'vif 108.
XLII.I, in basso a destra.
Con collo più corto:
Brocca, '.~ilnile alla Forma ro6, ma più larga, con un Cat. Greek and Erruscan Vases Boston I, p. 65, n. 239,
profilo dd corpo spigoloso, Sul fondo esterno compare tav. XVII.
una Talvolta è decorata a rotella sul gradino della Cat. illusrré Damas, p. 84, n. 17, tav. XLII.r, in basso
spalla. esemplare (v. sotto) porta una firma incisa a sinistra.
sul fondo: ONH/CATOC.
KAPLAN 1964, fig. a p. 275, a destra.
Protorzjw. BCH 99, 1975, (Chronique des Fouilles), p. 593, fig.
Jviand,.cster .M.useum, R 872. Provenienza incerta; forse r3 (l\.luseo Benaki 22877, da Alessandria).
da Coloni.a. (Tav. IX, 8). Vienna, V.rr25 (da Idalion, Cipro); Museo di Limassol,
349.'I.
Cronol1~1:-ù1. Variante con l'ansa a scanalature multiple (forse un'al-
Nessun:1 prova diretta di datazione; probabilmente si tra classe ceramica): SCE IV.3, fig. 31.13 (1V1useo di
tratta eh u.na versione più tarda delle forme precedenti. Cipro, D.83.1935).
La varimH:c: citata più sotto potrebbe giungere fino agli
inizi del. H sec. d.C.
FORMA III.
Dataziz ne suggerita: inizio~ fine del I sec. d.C.
Alrri cse,,n1,!an. Brocca pir(forme. Imboccatura stretta con orlo piatto,
ansa a gomito a doppio bastoncino, impostata dal collo
SCE IV.3, fig. 30.19 Museo di Cipro, D-4-1935). al corpo. Si passa dal collo al corpo senza soluzione di.
Inedi:i; lv'iuseo di Cipro, D.32.1935 (con decorazione continuità. Piede basso e rastremato in basso; all'esterno
a rotclb e firma), e D.78.1935; lv:1.useo di Limassol, il fondo può essere tanto liscio che con rìseghc o con un
1097, e: variante con corpo alto 2/51. cerchio impresso. L'impostazione dell'orlo e dell'ansa
Varimìl'.:': (probabilmente tarda): SCE IV.3, fig. 30.20. deriva dalla Forma 104 B. Il corpo è solitamente rico-
perto da fasce sovrapposte di decorazione a rotella) che
si estendono dal livello della base dell'ansa in giù.
Più comune delle forme precedenti.
GranrL- brocca, Versione allungata della Forma 104 Altezza: cm 15,5-21 circa.
con corno più grande, pressocché ovoide, con spalla
ampia cd inclinata. Collo alto e cilindrico, orlo ad un- Prototipo.
cino con modanatura, ansa a profilo angolare con solca- British hluseum, 94.rr-1.512 (da Amatunte, Cipro).
tura mc-cfoma. Piede a listello e fondo esterno con gra- ('l'aY. X, 3).
dino. }{Jo;·, decorata.
Cronologia.
Proro11j;o.
Frammenti ài un vaso simile al prototipo sono testi-
HAY' Ontario Museum, p. 19, n. 86, fig. 5, moniati in un contesto della metà del I sec. d.C. a Co-
tav. rinto. La decorazione a rotella va forse avvicinata a quella
che compare sul piatto di Forma 30. Si tratta di una
Cronoìop,:o..
versione più tarda della Forma IIO? La datazione medio-
Dau1bi:Je forse alla seconda metà del I sec. d.C. (su romana suggerita in SCE IV.3, probabilmente è troppo
basi ,,u.:•:s:1sr1e Non si conoscono altri esemplari. bassa.
Datazione: forse dalla merà alla fine del I sec. d. C.
FORlVU :;: IO, (forse anche prima).

Brocc:,- :::on grossa pancia cun·a, rigonfia ìn basso; Alrri esemplari.


collo.\ cck ed ansa come nella Forma 104. L'altezza del SCE IL, ta\·. CXLVIII.7 SCE IV.3, fig. 31.10.
collo v;,ffi2 _; talvolta alla giunzione di questo con il corpo LAUFFRAY 1940, p. 16, fig. 6 in alto a sinistra.
comp:uc una risega. Non decorata. Nessana I, p. 285, tavv. XLV, CV 15.
Ah:..·: :·n: 18---24 circ.:. HAYES Corinrl:, pp. 451- 2, n. 131_, taY,

45
SIGILLATE ORIENTALI

NEGEV Oboda, p. 40, n. 173, tav. 29. e alla spalla, Alcuni esemplari hanno delle fasce di
For,:;c nnche: KRAELING Gcrasa, p. 571, fig. 47, n. 122; decorazione a rotella sul corpo, al di sono delle anse.
i. ll ··; lU. 19/I., p. 142, n. 51, figg. 92, 93, Altezza: fino aì 39 cm.
Inediti: British A1useum, 76.9-9.47; Ashmolean Mu-
s:curr1s Oxford, 1946.60; University College, Dublino Protorìpo.
l~ :301 (da Amatunte); un altro esemplare nella Yale, 1912.289. (Tav. X, 5).
:;:1·,-,.·r ità di Alberta, Edmonton, Canadà; A1useo di
Cipro) D.5.1935, D.65.1935, D.670.1935, 1933.V-3.r, ed Cronologia.
dtri; .i\luseo di Limassol (Cipro), 109/21, 471/5, e LivlR. Un'imitazione della forma appare a Corinto nella metà
R.2.49. Versione liscia: l\1useo di Cipro, D.1.1935. del I sec. d.C. (cfr. HAYES Corìnzh, p. 465, n. 227, tav.
91). Il collo ampio di forma cilindrica, è generalmente
una caratteristica antica, tra le bottiglie biansate di epoca
FORMA I12. romana.
Broccaibouiglia monoansata con corpo cilindrico. Corpo Ahrì esemplari.
cilindrico molto largo, decorato da coppie di solcature
poste ad intervalli regolari; collo ampio di forma cilin- Cat. ìllusrré Damas, p. 83, n. 5, rav. XLII.I al centro.
drica, modanature a gradini sull'orlo, ansa a gomìto Tarsus I, pp. 249~50, n. 512, fig. 145.
larga, percorsa da nervature. Fondo piatto. Un'imita- SCE IV.3, fig. 32.7 ° L. P. Dr CESNOLA Cesnola Co/-
0

zione assai fedele di una forma vitrea comune; ansa e lection II, tav. 137, n. 999 (da Maroni).
dimensioni del collo come nella Forma I I ì. Jvìuseo della Palestina, Gerusalemme, 40.336, da Gezer
(Gallery Book, n. 1330).
Esemplari" (nessuno illustrato). Forse anche il frammento del corpo in Nessana I,
Car. illusrré Damas, p. 82, n. 2, taY, XLII.r, ìn alto p. 285, tavv. XL'\/, CV 8.
a destra. Altezza cm 24. Sul corpo sette paia di solcature.
Museo di Limassol, 306_.'r, da Amatunte (cinque sol-
chi, alcuni doppi). FORMA II5.
Cronologia. Bottiglia biansata. Corrisponde alla brocca di For-
Datazione: probabilmente dal tardo I sec. all'inizio del ma 108.

II sec. d.C., per analogia con la corrispondente forma Corpo globulare ovoide, con spalla convessa o a gra-
vitrea. dino, collo sottile, orlo espanso, anse a gomito e piede
basso. Talvolta alPattacco della spalla ed il corpo, com-
pare una decorazione a rotella.
FORMA rr3. (Nessun esemplare illustrato).
Brocca. Corpo globulare ovoidale, fondo abbastanza
Cronologia.
ampio con piede basso; collo pressocché verticaie, ab-
bastanza ampio i orlo piatto e sporgente. Ansa a nastro Non ci sono prove dirette di datazione. Seconda metà
impostata sulla parte inferiore dell'orlo e sulla spalla, del I sec. d.C. ?
con solcatura centrale. Una risega sul fondo esterno.
Esemplan:.
Piccole modanature alla giunzione del collo col corpo,
una solcatura sulla spalla. Si tratta probabilmente del- SCE IV.3, fig. 30.24, da Amatunte. Due fasce otte-
l'imitazione di una forma metallica. nute a rotella sulla concavità della spalla (non indicata
nel disegno pubblicato).
Protoripo. l\.-1useo di Cipro, D.79.1935. Spaila convessa, anse a
Londra, Institure of Archaeology: K. VI. 3 ii (_altezza sezione pìatta.
cm 16, 4). (Tav. X, 4). Variante con orlo a tre gradini: Cat. illusrré Damas,
Cronologia. p. 83, n. ì, tav. XLILr, seconda in basso a sinistra.
Datazione incerta (tardo I sec. d.C. ?).
(Non sono conosciuti altri esemplari).
FORMA II6.

FORMA rr4. Bottiglia biansata, con corpo piriforme, rìgonfio in


bassoj nessuna soluzione di continuità dall'orlo al corpo.
Bolliglia biansara, di grandi dimensioni, con corpo Imboccatura piuttosto stretta con orlo a gradini~ anse
ovoide, rigonfio in basso, collo alto ed abbastanza ampio, lisce a sezione ovoidale, terminanti << a coda di topo ,·.i
con piccola modanatura, orlo sottile e piatto; piede basso. piede basso, fondo esterno a gradini. Sul corpo, immedia-
Due larghe anse a gomito leggermente appuntito per- tamente sotto le anse, compare una fascia di decorazione
corse da nen':lturc, attaccate alla modanamrz sul collo a rotella, àelimitara da scanalatur::. Si tratrn di UL ad:n-
SIGILLATA ORIENTALE A

tamcnw di. una forma metallica databile al tardo I sec. FORMA 117.
d.C. :\J,tcsT<.lt3 pure con vernice variegata.
Altczz2.: cm 22 35 circa. Bou(r;lia biansata, con larga pancia. Corpo tozzo dal
profilo spigoloso con pareti verticali, collo ampio con orlo
Prorollf-' espanso) anse larghe e percorse da nervature. Piede basso)
;\. Ydc 1.912.290 (variante non decorata). (Tav. X, 6). con riseghe sul fondo esterno, Al livello deWattaccatura
B. HlYE:; !?rc,;al Ontario Museum, pp. r9-20, n. 88, delle anse, compaiono sul collo due scanalature.
fig. 5, t;;\- fL (TaY. XI, 1). Altezza: cm 20 circa.

Prototipo.
È dar ;[;ù~ al tardo I sec., sulla base di paralleli con HAYES Royal Omario Museum, p. 20, n. 89, fig. 5,
;;asclhlmc metallico; l'esemplare a vernice variegata po- tav. I1 (con vernice variegata). (Tav, XI, 2).
trebbe porrnrc la forma agli inizì del II secolo. Erronea
la datazione tardo . .,romana indicata in S'CE IV.3. Cronologia.
Datazione: 70---120 ? d.C. circa. Fine I - inizi II sec. d.C. (come la Forma 116).
Altri csrmf,ian Altri esemplari,
Car. i!bsrri' Damas, p. 83, n. 6, rav. XLll.r, a sinistra Cat. illusrré Damas, p. 83, n. 8, tav. XLII.I, in alto
dal centro. a sinistra (sulla spalla, gradini poco pronunciati ed una
SCE 3·v. 3, fig. 32.6. fascia di decorazione a rotella).
Inediti: A.tuseo di Cipro, D.213.1935; British 1\1.useum, SCE IV.3, fig, 29,6,
76.9 -9.4t_: · Hebrevv Oniversity, Gerusalemme, 2428 (con Inedito: u...ri esemplare intero nel 1\1.useo d'Israele a
vernict '(i::trit:gata). Gerusalemme.
Può rientrare ìn questa serie il frammento in DrXHAM
Royaì Ccmetcrics of Kush IV, p. 100, fig, 66, 16-.2--364
(e 357 ').
FORME CHIUSE NON CLASSIFICATE (frammenti).
Variame con solcature (senza decorazione a rotella): NEUFFER 1931, p. 64, fig. 7.13; Amioch IV.I, p. 35;
CVA C11tnhridgc 2, tav. XIV.3-.2. Dura Europos--Final Reporr IV,r.2, p. 13, tav. IV; .4rsa-
Versione più snella, non decorata: Ashmokan lv1useum mda am Nymphaios, pp. 240-1, nn. 29-32, tavv. 59,
Oxford . 101.1881. 67; 1-Iama III.2, pp. 180-88 passim, figg. 69-70.

FORME RARE E DUBBIE

Le fi.,nne che seguiranno sono in genere rappresentate è incerta. L'impostazione del piede risulta imitata dalla
solamene da esemplari unici, oppure compaiono solo in ceramica a vernice nera.
una località. Ho potuto verificare le caratteri- Datazione: II o inizi I sec. a.C.
stiche rnmeriali di quelle contraddistinte da un asterisco; e) Piatto con pareti inclinare ed orlo sporgente; il
per le dtrc è neces.sario rifarsi alle descrizioni già pub- piede presenta una modanatura arrotondata alla base.
blìcarc Sembra prematuro assegnare ad esse un numero Attestata solo ad Hama: Hama III.2, p. 88, forma 9.1-4,
da ìm;crfrc- nella principale serie tipologica, Quasi sem- figg. 35, 36. Forse simile: Harvard Exca'van:ons al Sa-
pre rrni;;.:.::ano prove pe! la datazione. maria I, p. 306, tipo 1- a-,.b, fig. 185. Probabilmente tra
* a) hccola coppa su piede, con pareti dritte ed le forme antiche della serie <, ellenistica 1>. (Tav. XI, 4).
inclinate cd esile labbro; piede inclinato; sulle pareti un d) Piatto di grandi dimensioni con orlo rivolto in alto
paio di c/..::analature, Esemplare pubblicato: Délos XXVII, e modanato nella parte interna. Cfr. Hama IIL2, p. 6r,
pp. 2 ..'>' 6) D 48, fig. 126, tav. 42. l)n altro frammento forma r ,2 3 a, fig. 26. (TaY. XI,
provt::n.1 1::nt('" da Dclo (in-:. 7483> è sicuramente di Si-
e) Piatto piano con orlo verticale curvato verso l'alto;
gillar;, C:s-rientaìe A. La datazione risale presumibilmente piccolo labbro, resti di un piede. Cfr. Dura Europos-
all'inir~i'.• del. I sec. a,C. (Ta\'. XI, 3).
Fin:il Rcporr IV.1.2, p. 8, n. 45. li tipo di argilla non è
* in ;'gJ:ro o coppa con fondo piano e piede rastremar.o conoscìuto.
ìn ba;;sc, convesso su entrambi i lati. Sul fondo all'in- f) Piccola ciotola/coppa con fondo piatto, piede a li-
term1 \c:analarure e cerchi incisi al centro. Protorzj)o: stello, pareti poco inclinate ed orlo verticale concavo.
Paph!.x; 06. 4695. Anche: HoRSFIELD 1942, p. 129, Esemplari: Anàoch l'l.I, p. 35, tav. \\ forma 463; Tarsus
n. 8,ç.. XVL Frammenti di fondo; la forme dell'orlo L p. 244, categoria N_, fi~, 194 A. (TaY. XL 6\

47
SIGILLATE ORIENTALI- - -

g) Pìatto o vassoio con prese piatte e decorate attac- una datazione di tardo I o inizi II sec. d.C., conveniente
cnc all'orlo. Solamente a Tarso: Tarsus I, nn. 687-691. anche al prototipo in metallo.
E :..:n 'irnitazione <li vasellame argenteo della fine del i) Coperchio, con flangia esterna e decorazione a rotella
l scc, J.C. o ancora più tardo. La classe ceramica è sulla sommità. Esemplari: Tarsus I) p. 183, figg. 145 A-Ci
incerta. 194 B.
1;'; Profonda patera con presa piatta orizzontale e j) Bottiglia/unguentario. Forma snella, con sommità
"\';1_1 ,k,..-orazionc a matrice in rilievo. Pareti alte e coniche, conica. Solamente a Tarso: Tarsus I, pp. 234 . . . 5, categoria
J,(;r,dn piano con piede a listello posto allo spigolo; orlo N, nn. 297-303, figg. 137, 189 (n. 304 è una variante
piane con modanatura spessa. Prorotipo (non illustr.): atipica). La classe ceramica è dubbia. (Tav. XI, 7).
Ist:rnòul 8158 (provenienza sconosciuta). Le caratteristiche Per altri frammenti di forme diverse, cfr, Hama III.2,
materiali e l'impostazione del fondo concordano per pp. 191-4, figg. 72-73-
SIGILLATA ORIENTALE B (EASTERN SIGILLATA B)

DEFINlZ!ONE lativa abbondanza tra la ceramic:1 pubblicata da Efeso


e Priene (Ephesos I, pp. 167-74; Priene, pp. 430--5)
Questa classe ceramica, la seconda nella classificazione
fanno pensare ad una provenlenza dall'Asia l\1inore
della J,cnvoc con un'area di diffusione commerciale occidentale e così pure il particolare impasto con forre
sopratturto egea, com.prende due serie tipologiche di-
presenza di mica. Si può comunque escludere Samo,
stinte, diffi:renziate tra loro sia per le caratteristiche
giacché i reperti provenienti dagli scavi dell'Heraion
materiali e p:2r le forme che per la àivcrsa cronologia.
(perlopiù non pubblicati) comprendono una quantità
Queste due serie strettamente interrelate possono con-
piuttosto alta di sigillata di altro tipo; fatto questo che
siderarsi modonc da due gruppi di officine vicini, ov- si spiegherebbe assai difficilmente, qualora si presuppo-
vero da un s:ingolo centro ma in periodi di tempo suc-
nesse che la Sigillata Orientale B venisse ivi fabbricata.
cessivi; fuori discussione sembra essere invece la possi- In effetti Tralles, posta a circJ. 50 km ali'interno, sem-
bilità che rnl.c produzione pro\'enga da vari centri di-
brerebbe maggiormente proponibile come luogo di pro-
spersi. Pochi esemplari hanno in comune caratteristiche venienza, sebbene tale ipotesi non sia a tutt'oggì confer-
di cnrrarnbe le serie e per questo possono essere definiti mata da dati di scavo. Questa è una delle località i cui
come transizionali. Le due varietà di questa classe ce-
prodotti vengono ricordati da Plinio (N.II. XXXV.12.46.
ramie:, saranno qui denominate rispettivamente Si-
r6o)_; inoltre alcuni frammenti bollati da Notion, con il
f;illara Orientale B I e B 2 (HA YES Late Roman Pottery,
nome di Caesarea (la denominazione ufficiale di Tralles
Londra Hr::; Labraunda ILI, p. 30, <,. B l » e <, E II ,,).
nel primo periodo dell'Impero) mostrano caratteristiche ti-
La stcss,1 c'.:;·Jmica viene chiamata (oriemde) « Samici "
piche della Sigillata Orientale B I : bolli piccoli e semplici
da Zahn., Robinson ed altri_; come nel caso della
su due righe, e sottili linee oblique ottenute a rotella sul
ceramica <· Pergamena n l'attribuzione è sbagliata e ba-
fondo interno (cfr. DEM.A.NGEL-LAUMONIER 1923, p. 385,
sata su li.i un··crrata interpretazione delle fonti letterarie.
fig. 23). Non è chiaro se Tralles fosse il centro di pro-
Le origini del termine 'vasa 5,'amia sono del tutto diverse duzione della serie più tarda B 2.
(su queste terna v. A. KING, in Brirannia, II, r980, pp.
139--43,). In questo contesto L:1ggettivo ,, Samia ), deve
essere chi2r~nncnre distinto da quel (, sa mia ,i ( con la esse CARATTERISTI CHE MATERIALI
minuscolé•·1 cDc indie;:; la terra s1,'gi'llara g::,Jlica e che è
usato ncl.ri:m.hiro dell'archeologia britannica locale; le due La caratteristica tipica di questa classe ceramica, ri-
classi smw infatti totalmente diverse sia per caratteri- conosciuta da tutti gli autori, è quella dc-ll'impasto po-
siiche çì·-;( Jrc2 di diffusione. L:. ,, Samia B , , ::: la pìù roso e con forte presem:3 di :11ica, inconfondibile nella
tarda ,, B II /) del Robinson ccrrispondono nella presente serie B 2, mascherata talvolta da un'accurata prepara-
terminologi:1 all.a Sigìliata Orientale B I, mentre la sua zione dell'argilla nella B I. In contrasto con la Sigillata
(, Samia ;\ 1, e b. (( B I ,1, che comprende arrche una serie Orientale A, sia l'impasto che la vernice sono prodotti
tardoellcni · cbc non rientra nella classifìc::.zione pre- con la stessa argilla, più ferruginosa di quella della mag-
sente, cum::r,,:mdonc alla più tard2 B 2. Entrnmbe le gior parte delle ceramiche m.icroasiatiche (se si eccettua
serie rnr::::nonctono alla ,, Gattung B ,, di Knipovic (KNI- quella di ç,mdarli), la quale generalmente dopo la cot-
Pone tura raggiunge un colore vermiglione vivo o rosso aran-
ciato [Munsell IOR 5/r6 (vernice); 10 R 6,,14 (argilla);
PR0\7Ef,1 f ::NZA gli esemplari di BI sono spesso nell'ambito 2.5 YR-10
R 5112]. La mìca compare sotto forma di sottili scaglie
La dismhuzionc dei ritrovamenti di tale classe cera- o macchioline di muscovite, di asp~tto arg~nreo; ad
mica (cE·. niù. avanti p. ooo_, cd in particolare la sua re- occhio nudo non si distinguono 3.ltre impurità. La strut-

49
- - - - - - - - - - - - - - - - - - - - ________ ___________
SIGILLATE ORIENTALI --- ------- ,

tura dell'argilla si presenta scagliosa e stratificata, tranne affini a quelle di vasellame metallico (cfr, ad es. la cio-
c!->c ne-gli. esemplari più antichi e più accurati; questa tola di Pompei in Pompeii AD 79, Cat. mostra, Londra
,c:·a:L:~;a offre poca resistenza alla usura e presenta spesso 1976, nn. 320-r). I bicchieri con costolature della Forma
u.r:i.a superficie molto danneggiata con la perdita dei par- 39 trovano confronti in vetro (v. Palladion, Antike Kunst,
ticolari decorativi più sottili. La vernice ha un aspetto Basel, Katalog 1976, n. 120, r ·,·,·~ p. 102, fig. a p. ror),
up:,co, saponoso, simile alla cera, ben lontano dalla mentre i fondi di questi e della Forma 40 imitano il
Lrillanrcaa della ceramica aretina. Nella serie B I sono vasellame metallico di epoca alto--imperiale decorato a
;·_rcquenti le strisce di doppia immersione, mentre nella tornio.
serie B 2 esse vengono nascoste dalla vernice di maggior Molti tipi, tardi e antichi, formano <• servizi •> omogenei,
~:ncssore. comprendenti piatti e ciotole di due formati, pressocché
" Alcuni pezzi in tarda B I o in B 2 iniziale furono cotti uguali per dimensioni ai servizi in aretina (se si esclu-
fino a raggiungere deliberatamente il colore nero, con- dono i grandi piatti). Un tale (( servizio )1 è ben illustrato
trariamente a quanto di solito avveniva nel I sec. d.C., da un ritrovamento in una tomba databile all'epoca flavia
forse con l'intenzione di imitare gli oggetti in metallo. o traianea, a Siracusa (GENTILI 1956, p. 157, fig. 8, ri-
Una discreta quantità di altri pezzi risultano cotti male; prodotta da PELAGATTI 1969-70, tav. r seguente a p. 88).
in questi casi il colore esterno può andare dal bianco Finora, in nessuna delle due versioni di questa ceramica
crema al marrone cioccolata scuro (circa Munsell 2.5 sono sicuramente attestate forme chiuse.
YR 3/2 o 2.5/4). Casi accidentali di bruciatura hanno
prodotto una simile gamma di colori. SIGILLATA ORIENTALE B r
Un prototipo dì questa ceramica per quel che riguarda
le caratteristiche tecniche anche se non per le forme Questa serie tipologica, che è la più antica e la più
e per la decorazione, può essere identificato in una serie fine <i Samia B 1> del Robinson)~ è riconoscibile per

di grandi vassoi in ceramica grigia, assai comu..rii nel la sua argilla finemente depurata, per le pareti sottili
I sec. a.C. e nei primi anni del I d.C. (esemplari in: e per le delicate modanature. Queste ultime sono eseguite
Ephesos I, pp. 175-6, con ilìustrazioni; Antioch IV.I, con la stessa accuratezza di quelle che compaiono sulla
p. 60, G\~T 2-3, tav. XI; Tarsus I, p. 253, nn. 556-7, ceramica aretina, con una tendenza alla proliferazione
fig. 196). cli delicate, sottilissime scanalature. Sul fondo interno
del vaso è spesso presente una elegante decorazione a
rotella, la quale in particolare si presenta in forma di
CLASSIFICAZIONE
(( ghirlanda >1 costituita da singoli minuscoli tratti obli-
Nessuna serie tipologica di questa ceramica è stata qui, non accompagnati da scanalature (trattamento que-
pubblicata, sebbene H. S. Robinson ne abbia preparato sto non riscontrabile in altre classi ceramiche). La evo-
una relativa ai ritrovamenti dell'Agorà di Atene (citata luzione dell'orlo segue pressocché parallelamente quella
appena da F. F. Jones in Tarsus I). Fino a pochi anni delle forme in arerina, mentre la qualità stessa dell'ar•
fa, i ritrovamenti da altre località sono stati troppo scarsi gilla imponeva necessariamente una diversa configura-.
e troppo frammentari perché si potesse costituire una zione del piede, il quale è quasi sempre basso, tranne
classificazione articolata. La presente serie tipologica è nei casi in cui viene modellato a forma di piedistallo,
un tentativo di collazionare le testimonianze attualmente e presenta sottili modanature e solchi alla giunzione
utilizzabili, anche se si riconosce la sua insufficienza, con il corpo del vaso. In aggiunta alle forme con piede
soprattutto per quel che riguarda la ceramica B I, con esiste una serie parallela a fondo piatto con piede a forma
le sue innumerevoli minime varianti. Ho ritenuto che di listello (vedi sopra), che continua anche nella B 2.
fosse opportuno presentare separatamente le due serie Spesso una sottile decorazione a rotella si riscontra
B 1 e B 2 (assegnando alla prima i numeri da I a 50 sulle modanature dell)orlo, come nella ceramica aretina.
ed alla seconda da 51 a 100); ciò comporta in qualche Alcuni esemplari più antichi ( ?), forse da crateri con
caso la duplicazione delle forme, ma sottolinea la so- piede, mostrano incisi e dipinti (in bianco) dei motivi
stanziale differenza tra le due serie, lasciando aperta floreali, secondo un trascurato stile <i \Xlest Slope ))' che
la questione della provenienza o delle provenienze, risente (e forse è imitazione) di quella produzione di
I sec. a.C. proveniente dalla regione di Pergamo. Al-
l'esterno di alcuni piatti e ciotole a pareti verticali com-
LE FORME
paiono delle decorazioni applicate, che sono le antece-
Esse sono inizialmente influenzate da quelle della denti dirette delle spirali ad S proprie della serie più
ceramica aretina, ma presentano, già in una fase iniziale, antica di B 2.
delle caratteristiche peculiari, in parte comuni ai prodotti I diametri dei piatti nelle serie più antiche variano
delle officine di Pergamo (vedi più avanti). Nelle fasi enormemente e vanno dai 9 cm degli esemplari più
più tarde non esiste praticamente più alcuna influenza piccoH via via fino ai 40 cm di quelli più grandi. Si pos-
occidentale sulle forme (le comuni forme Goudineau sono forse distinguere tre formati base: piattini (di circa
38 b e 43 non furono mai imitate in questa classe cera- 9-12 cm); piatti medi (circa 15-20 cm); piatti grandi
mica). Caratteristica di questa ceramica è tutta una serie (oltre i 25 cm). I piatti più grandi sono tendenzialmente
numerosa di forme con fondo piatto sorretto da un leg- di fattura piuttosto robusta ed hanno le pareti relativa-
gero listello; tali forme, come alcune altre, sembrano mente spesse. La tendenza poi delle ciotole: e delle copp::

JO
SIGILLATA ORIENTALE B

presenrnrsi. in due formati (diametri di circa ]·- IO cm 2r). Perciò i corrispondenti bolli in Sigillata Orientale A
a 12 _ 11 cm\ può venir documentata più chiaramente e, in un ambito più ristretto, nella ceramica di çandarli,
~ell'ambito della sigillata E 2, ma sembra di poterla sono probabilmente derivati da questa produzione.
riscontrare già in questa serie più antica. Nei bolli greci più antichi, la forma squadrata delle
La fragile consistenza materiale di questa ceramica, lettere (forse per l'influenza delle forme latine) sembra
accentuar; dal fatto di essere rimasta sepolta per duemila essere la norma, ma ben presto compaiono forme lunate
annì risulta generalmente dallo stato assai frammenta- e corsive, anche se usate in modo irregolare. È attestato
rio i~ cui :-;i trovano i reperti ad essa pertinenti; si con- un numero veramente alto di nomi di ceramisti, il che
servano rcfo.tivamente pochi esemplari interi o quasi. fa supporre resistenza di numerose, piccole officine, che
Tutto ciò h:1 portato a notevoli difficoltà di classifica- per altro non sono tutte attestate dai ritrovamenti di
zione per la serie di dotoleicoppc, data la grande va- Efeso e Priene. Raramente compaiono i bolli in pianta
rietà di del piede. Questa classificazione (che pedis, come generalmente accade nelle ceramiche orien-
va considerata come preliminare) si basa sull'assunto tali, mentre il bollo rettangolare su due righe (inizial-
che certi profili di piede si trovano regolarmente asso- mente imitazione dalla ceramica aretina di epoca augu-
ciati a particolari forme di orlo, anche se spesso vengono stea), si mantiene fino al terzo quarto del I sec., quando
a mancare gli esemplari interi che lo comprovino. Un decade l'uso del bollo con il nome. Alcuni bolli figurati
altro fattore di complicazione deriva dalla varietà dei (rosette, ecc.) sono presentì negli esemplari più tardi
formati alFinterno di ogni singola forma ceramica; in della serie e prefigurano quelli comuni nella B 2.
certi casi non si può essere sicuri se un frammento di Un certo numero di esemplari più tardi in B 1, asso~
orlo provenga da un'ampia ciotola o da un piatto. ciati principalmente con i bolli KEPLIOC e KOIPANOY
Quasi mni gli esemplari in B I recano il bollo del e databili probabilmente verso la metà del I sec. o poco
ceramista, impresso al centro del fondo interno, gene- prima, cominciano a mostrare quella vernice spessa e
ralmente niccolo e rettangolare con minuscole ma ni- saponosa al tatto caratteristica della produzione in B 2,
tide lertcr~ su una o due righe. Facsimili di questi bolli unita ad una semplificazione del profilo del piede, alla
si trovano principalmente in Priene, pp. 431-7 e in Ephe- presenza occasionale della decorazione applicata di spi~
sos I, pp. 168---74; W1 ulteriore elenco è in MITSOPOULOS rali ad S e così via. Questi possono essere i primi prodotti
LEON r972---5, cc. 5ro~rr. La maggioranza di essi è di quelle officine che fabbricarono la ceramica transizio-
in greco, solo alcuni sono in latino; tra i nomi più anti- nale B r/2, di cui si parlerà più avanti.
chi alcuni compaiono sia in greco che in latino (ad esem-
pio IATROCL!ilATPOK/\EOYI). Tra quelli latini i più SIGILLATA ORIENTALE B 2
degni di nota sono quelli di C. SENTIVS, un cera-
mista aretino di età augustea, il cui bollo con caratteri- La serie tipologica più tarda, frequente a partire dal
stiche legature viene riprodotto in quest'ambito, sug~ 70 d.C. circa fino al 150, è chiaramente individuabile
gerendo così l'ipotesi che egli sia stato uno degli inizia- per la sua fattura più pesante e povera e per la maggiore
tori della produzione di Sigillata Orientale B. La sua standardizzazione e semplificazione delle forme. La ce-
cronologia (intorno al 2o~r a.C.) si accorda bene con i ramica ora si presenta uniformemente di colore rosso
primi esemplarì datati di questa ceramica, i quali possono aranciato, con una vernice porosa, spessa e saponosa al
essere collocati intorno al passaggio dell'èra (cfr. Athe- tatto, che se danneggiata si stacca a larghe scaglie (ar-
nian Agon1 Vi F I 5). Alcuni altri pezzi di età augustea, gilla del Munsell ro R 6/14, vernice ro R 5/16). In par-
recanti il bollo ARRETINA, testimoniano dell'origine ticolare gli esemplari più tardi risultano piuttosto mal
di questa nuova industria, così come le forme ceramiche, cotti e poco compatti in frattura. Semplici bolli a forma
che iniziano con imitazioni di certWle forme della Aretina di rosette o palmette sostituiscono di solito i bolli dei
di prima età augustea (cfr. Forme r-3, 21-22 più avanti). ceramisti presenti nella serie più antica. La maggioranza
Per rari esemplari di bolli disposti radialmente, tipici delle forme più comuni è stata illustrata dal Robinson
dell'età augustea, V, MITSOPOULOS LEON 1972--5, C. in Athenian Agora V, tavv. 6r~62 (con i bolli più carat-
510 e W'RIGHT 1980, p. 146, n. 27, tav. 34. È anche at- teristici riportati alla tav. 57).
testato un bollo circolare (cfr. J. F. WRABETZ, in Harvard Gli esemplari più antichi> i quali costituiscono una
Studic:' in Classica! Pln1ologJ', 8r, r977, pp. r9s,-7, con serie rransizionale che si sovrappone ai prodotti in tarda
2 tavv. nel testo): il nome SERENI e la forma indicano B r, mostrano una certa continuità nelle forme rispetto
un nesso con la Campania, e più esattamente con Pu- a quest'ultima serie. Essi hanno sempre pareti piuttosto
teali, nella fase iniziale della produzione. sottili, ma presentano la nuova vernice più spessa, che
Un'alta percentuale dei bolli greci è costituita da pseu- serve a mascherare le strisce di doppia immersione che tal-
donimi o da motti, come ad esempio ilOPON, KEPilOC volta compaiono. Un buon numero di esemplari sono di
e XA.PiC questi sono elencati, assieme ai loro corri- colore nero. I piedi, che nella serie B I erano modellati
spettiv; derivati) in Sigillata Orientale 1\> da Iliffe in maniera articolata, si riducono qui a poco più che
e Comfi.m (ILIFFE 1936, pp. 4ss.; lLIFFE 1939, pp. 31 ss.; semplici listelii, mentre i piedi a listello delle forme a
Journa! {d the American Orientai Society, 58, 1938, pp. fondo piatto sono distinti superiormente àa un solco
30 ss.). Anche se la maggioranza di tali bolli sembra pronunciato. Una caratteristica frequente nei piatti e
datarsi a partire dal periodo tiberio-daudio, essi rutta- nelle coppe di questo periodo (cioè a dire 50-75 d.C.)
via ccmpaiono fin dall'inizio della serie (cfr. Forme r, è la presenza di un paio di piccoli motivi applicati a forma

JI
SIGILLATE ORIENTALI

di S ,a<lattamcnto delle spirali ad occhiali della ceramica sono ben rappresentate tutte le fasi. Paradossalmente
:;rc1ìna'1 ,.,;oll,icJri in posizioni opposte sull'orlo e spesso la serie B 2, inforiore per qua1ità1 raggiunse la più am-
,_-,JILLÌn:·.1in1w -,wn una decorazione a rotella. pia diffusione, risultato questo dovuto principalmente
Li Jarnzionc trn.ak dì questa serie può essere fornita al declino della ceramica aretina e delle altre concorrenti;
,hl! rinn,· :menti di Pompei, dove essa predomina, anche essa, a sua volta, fu soppiantata (o comunque sopravan-
snn,1 ,,··, '•""' • :::<:mplari di vera e propria sigillata B 2. zata) dalla ceramica di çandarli. La sigillata BI, a di-
l ·11:1 :,u,.'>n-, quantità di questo vasellame reca bolli spetto della sua quaìità, non fu largamente esportata
'11 nom, in particolar modo CTTO,'POY e la al di fuori della regione egeai fatta eccezione forse per
;,,,,,u ,lffin:: H)Y,CllO (entrambe comuni), EPMHC e Alessandria, dove se ne riscontra una discreta quantità,
e forse anche per le coste del lviar Nero. È scarsamente
l'n campionario dei tipi prodotti nel decennio 70--80 preser;.tc in Italia e rara in Oriente. Alcuni pezzi rag-
iÌffmw ~Li rilrovamenti a Pompei, che includono k giunsero comunque clienti lontani nel Sudan, in Etio-
Forme: :-:;, :;8_, 59 (?), 60-62, 64, 68, 70-72 e 74--76, dì pia1 nell'Arabia meridionale ed in India (vedi TIPO-
cui alcune in versioni antiche (cfr. Insirwacnrwn do- LOGIA, sotto le Forme 1, 5, 7, 8, 31), assieme alla ceramica
,;,cnicum, p. 20, nota 66). aretina esportata anch'essa in quei luoghi. In epoca
T\1cci hc: nornto su queste non meno cli diciotto esem- flavia e traianea la sigillata B 2 conquistò una parte del
de; bolli della serie CTTOiPOY e POY1CTTO; al- mercato precedentemente dominato dall'aretina a Creta,
ni nnE1i compaiono di rado o per niente, il che è indizio nella Grecia occidentale, lungo le coste dell'Adriatico e
cidia iorn :-,comp:1rsa verso l'inizio dell'età flavia (anche nell'Italia meridionale, così come testimoniano i repeni
se un paio di bolli KEP.llOC provenienti da 8ltri luoghi di Pompei (oltre un centinaio, \'. Pucc1 lns!rumenzum
potrebbero essere datati a questa epoca, v. Athenian domeszicum, pp. 19-20) e pe>chi frammenti sparsi negli
Agora V) G 21, e P::iphos OL. 1285': strati contemporanei di Ostia (cfr. POHL 1970, pp. 154~5,
I .e sltrcotipate forme \'asco lari delìa principaìe serie fig. 73 ed alcuni frusmli pubblicati in Osiia Il e III).
h 2 traggono per lo più origine dal periodo di transi- Dal tardo I sec. in avanti essa raggiunse un modesto
zione, pur se sono presenti akune forme nuove (ad esem- livella di vendita anche a Cipro, a dispetto della concor-
pio, la ciotola di Forma 80, derivata da esemplari metal- renza locale e siriaca.
lici), In via di ipotesi si può distinguere una fase tarda,
in cui :,compaiono più o meno tutti i tipi di bollo e l'am-
biu; i..ipolugico sì restringe alle Forme 60, 76 B e 80.1 INFLUENZE
gen:.::r:dmcrne di fattura poco fine. La fase più importante
(cioè dire· :5-1.25 d.C.) si caratterizza per la presenza Nata, come si è detto prima, come denvaz10ne della
largarncmc diffusa di bollì figurati, a forma di rosette/ ceramica aretina, la sua sfera di influenza abbraccia
asterischi stilizzati e di palmette, per la presenza di una esclusivamente l'area orientale. La tradizione italica di
serie di piatti e ciotole a orlo verticale derivati da forme bollare la produzione con il nome del ceramista sembra
in aret1rn1 :Forme 58, 70) e per i recipienti a fondo in- essersi trasferita in Oriente tramite questa ceramica,
terno p-iaito con basso piede a listello (Forme 6.2-63, mentre certe modificazioni (soprattutto i bolli con motti)
74-75 \ Questi ultimi si trovano ancora occnsionalmente furono introdotte per accontentare il gusto locale. Que-
nella \'Crsionc nera ( cfr. in particolare il gruppo prove- sta pratica fu poi imitata dai ceramisti della Sigillata
niente da Siracusa). Il gruppo G, livello 11 b dell'Agorà Orientale A in questa forma modificata. Fino a qual
(Arhenian Agora V) dovrebbe coilocarsi alrinizio di punto la Sigillata Orientale B abbia influenzato anche
questa fasci mentre un gruppo proveniente da Srobi le vicine officine di çandarli non è chiaro; la comparsa
(\\iISEM.AN-lviANo Zrss1 Srobi 1 pp. 392-3) potrebbe porsi di bolli di ceramisti e di forme ispirate all'aretina in que-
alla fine. ste produzioni pressappoco nello stesso periodo, va forse
Esiste una tendenza per alcune forme (soprattutto interpretato come frutto di una singola ondata di attività
per le Forme 60) 76) ad aumentare progressivamente commerciale italica nella regione; contatti reciproci tra
di dimensioni. Lrr dccorr"zione a rotella, meno raffi- i due centri dell'Asia Jvi.inore sono probabili. La sigillata
nata che nella B 1, è urn1 carattcrì'itica di certune forme in B 1 rimase per lungo tempo dipendente dall'aretina an-
B 2, anche se diventa progressivamente sempre pìù ram che nelle sue forme successive; fu solo con l'introduzione
e trascur~1.ta. di nuove forme distinte della B 2 che la si cominciò
Alcune forme a fondo piatto h,mno piccole e rozze ad imitare direttamente.
anse a nastro (che talvolta presentano inclusioni di p2.- La sua area di influenza può essere quindi delineata
gfo1) applicare all'esterno dell'orlo sporgente. A questa intorno all'Egeo ed in particolare nd Atene, dove furono
serie i,;cmbnmo pure apparterLerc alcuni frammenti di imitate numerose dclie sue forme (soprattutto i piatti a
piatti cori file di bolìi (pnlmctte, perline) nell'ìmerno. fondo piatto di Forma 60), destinati a sopravvivere ai
loro stessi modelti.
Alcune forme in Sigilìata Orientale A del I sec. d.C.
DISTRIBUZIONE
possono anche essere debitrici di questa classe ceramica
L'ambito di diffusione commerciale della Sigillata in qualche particolare (si possono citare i piedi delle
Orientale B coincide grosso rnodo con l'area egea, dove coppe in Sigillata Orientale A, Forma 48).

J2
SIGILLATA ORIENTALE B
-------- ----- ---- ---~

SIGILLATA ORIENTALE BI (FORME 1-50)


Piani (Forme r-15); piatti a fondo piano (Forrne 16-20); ciotole con piede (Forme 21-33);
ciotole a fondo piatto (Forme 34-37); varie (Forme 38-50).

Dau b quantit:1 di Yarianti minori soprattutto considerare completa. Solo la pubblicazione di numerosi
nclb fo;:Tsn orìi, presente in questa tipologia, la esemplari risolverà i problemi attuali; si spera che tutti
classific:1;7.ium' qui si propone è per forz;a di cose in gli editori di scavi dell'area egea tengano presente que-
qualche rnisura arbìtraria. Ugualm::nrc non la si può sto problema senza ulteriori ritardi.

FORMA FORMA 3.
Piatto poco profondo con pareti basse e sporgenti Piatto poco profondo, come la Forma I, ma con pa-
all'cste1TJl'\ · piede br:sso con superficie interna inclinata, reti brevi e quasi verticali e piccolo labbro, con scana-
distinta d:-: una piccola cresta. Al centro, attorno <.~l bollo latura all'interno. Sottili solchi sul fondo alfinterno (due
dei cerarnisw, una o più linee semplici ottenute a rotella. attorno al bollo, uno verso lo spigolo o simili), bollo del
Cfr. b Corma Goudincau r in ceramica aretina. Per la ceramista. Alcuni esemplari con un solco vicino allo spi-
ciotola corri.sponàente, ve<li la Forma 21. golo sul fondo ed un altro sulla parete, sembrano essere
Formnrn mt'd.io: diametro di circa 13--16 cm. imitazioni della forma Haltern r in ceramica aretina.
Cfr. anche le forme Goudineau I2, 23. Di tutti i for-
Prormipo. mati.
Ashmolean Ivimeum, Oxford Kerch
(bollo: t:,U (Ta;;. XI, Prototipi.
Forri1.ato piccolo: British Muscum, 48.8-4.r da Kerch -= 0

Cronologia. BAfCar. Roman Pottery, p. 14, L 8. Bollo: lATPO 'KAH:Z.


Probabilmente augustea. Si tratta chiaramente di una (Tav. Xl, ro).
forma anr.icu.. Formato medio: Corinto C-35-886 (diam. ricostruito
Alrri esemplari. 18 cm). (Tav. XI, 11).
HAYE.S <'orimh, p. 453, n. r33, ta\·. 86; Corinto C----33-974 Cronologia.
(bollo ARRIITINA).
Forse anci"IC: Dl'NHAM Royal Ccmezerics ii Kush IV, Probabilmente di età augustea.
p. 85, 55_, tav. XLVI.C, n. ::2--1-IJ:3.
Altri esemj;/ari.
Il fondu Corinto (.>1976--33 (\XT1nGHT r980, p. 146,
n. 27, 3, rav. 34) con il bollo IATR/OCLI impresso Prienc, p. 433, n. r32, fig. 550 (diam. ricostruito
radialmeme porrebbe appartenere a questa forma oppure 40 cm).
alle Forme 2--3. Tarsus I, p. 253, n. 560, fig. 196 (come il prototipo,
ma più grande).
lvÌITSOPOl;LQS LEO"'.:\ 1972-5, cc. 508, 523, fig. 5 h.
FORMA ~

Piano noco profondo, come In Forma I) ma con FORMA 4.


orlo e: labbro rovesciate; decorazione simiìe alla
r:ecedcntc. Probabilmente può essere messo in rcla- Pi3tto con pareti verticali modanate: l'orlo e la parte
zrnne con la forma Goudineau 6, in aretina antica. inferiore della parete sono distinti da scanalature, e tal-
Forrnm:o medio, come la Forma r. volta decorati a rotella; solchi sotto la carenatura; fa-
scia concava, delimitata anch'essa da solcature, all'interno,
Proror1j1,- al di sotto dc-li'orlo. Piede piccolo e scanalato di ampio
Ep!u:s:r p. 17I, n. 28 (con fig:. nel testo). Bollo: diametro. Un'imitazione molto vicina al tipo Haltern 2
IATPO!<,IJ~OYL. (Tav. XI_, 9\ in aretina, ma con l'usuale impostazione del piede della
Sigillata Orientale B. Per il corrispondente tipo di coppu,
Cronologù: vedi la Forma 24. Gli esemplari sono generalmente fram-
Probahilmente augustea, come la Forma 1, sulla base mentari; la decorazione del fondo interno è probabil-
della forma e del bollo. mente analoga a quella della Forma 5. Vari i formati,
Non conoscono altri esemplari. incluso quello grande.

53
SIGILLATE ORIENTALI

Protoripi. Vari esemplari non pubblicati provengono dall'Agorà


Formato piccolo/medio: Priene, p. 432, n. 131, fig. di Atene, da Corinto, da Rodi e così via. Anche: Meroe,
550 (con spirali ad S applicate; probabilmente tardo). Sudan (scavi di P. Shinnie), n. inv. 910.
(Tav. Xl, 12). Versione di piccolo formato: Priene, p. 431 1 n. 125
con fig., figg. 550, 552.
Formato grande: Corinto C-33-1141. (Tav. XI, 13).
Per una variante semplificata senza decorazione a ro-
tella, cfr. Ephesos I, p. I/4.1 n. 62.
Con tutta probabilità risale principalmente ai primi
anni del I sec. d.C. (come il tipo in aretina), anche se i FORMA 6.
pezzi che presentano le spirali applicate possono risul-
tare di poco più tardi. Piatto apparentato con la Forma 5, ma con bassa pa-
rete che presenta un profondo incavo delimitato da un
.Altri esemplari. orlo espanso e da una flangia molto pronunciata; scanala-
Priene, p. 432, n. 130, fig. 550; Corinto C-35-799 ture multiple nella parte superiore dell'orlo ed ulteriori sol-
(simile, diam. di 8,8 cm con bollo impresso ad asterisco). cature all'interno della parete ed intorno al fondo 1 così
KNIPOVIC Olbia, p. 14, tipo I b, fig. 3.7, tavv. I, r b; come sullo spigolo esterno della flangia. La decorazione
IV, 1 a-b (con spirali applicate; bollo LONED e l'esem- e l'impostazione del piede sono apparentemente simili
plare affine: Sammlung Vogell, n. 51r. a quelle della Forma 5. Alcune versioni più semplici
Cfr. anche: Mnsorouws LE0N 1972-5, cc. 508, 522, presentano le pareti lisce all'interno. Questa forma tende
fig. 5 e. ad essere assorbita dalla seguente.
Come Forme 4-6 (non si indica la forma esattamente): Diametro: 14-20 cm circa.
Sammlung Vogell, n. 509 = LOESCHCKE Tschandarli, p. 361
(bollo: XAPJICIOY). Prototipi.
Per il tipo elaborato, HAYES Corinth, p. 453 1 n. 136,
FORMA 5. tav. 86. (Tav. XI, 15).
Per il tipo più semplice, Ephesos I, p. 170, n. r8
Piatto analogo alla Forma 4, ma con orlo rigonfio (bollo: 61.!lY/MOY). (Tav. XI, 16).
al di sotto del quale vì è una flangia ad angolo acuto
scanalato sia inferiormente che superiormente; all'in- Cronologia.
terno, solcatura sul labbro ed una fascia concava a quarto
di cerchio, posta alla giuntura con il fondo. Decorazione Probabilmente analoga a quella delle Forme 5 e 7.
multipla a rotella sulla fascia dell'orlo. Piede basso con Altri esemplari.
solcature sulla faccia interna. Fascia decorata a rotella
tra le solcature sul fondo interno, che circonda il bollo HoLWERDA Cat. Leidcn, p. 35, n. 406, fig. 9, tav. IV,
del ceramista al centro. Vari i formati (diametro al labbro da Olbia (bollo: EPMA).
di circa ro-26 cm). Bolli attestati: 6QPON, EP/[MH]C, Labraunda II.r, p. 68, nn. 212~213, tav. 35.
IZIC, TTO8OY. NEGEV Oboda, p. 38 1 n. 147, tav. 27.
Piuttosto comune, come il tipo corrispondente di Variante piccola: Ephesos I, p. 174, n. 58 (bollo: aste-
coppa (Forma 31). risco).
Forse questa forma o comunque una ad essa corre-
Protoripo. lata (cfr. Forme 7-8) in: Materiali 57, 1956, p. 118,
HAYES Knossos, p. 264, fig. 15, n. 19. (Tav. XI, 14). fig. 4.ro, da Phanagoreia (bollo: OPH/OY). Ne viene il-
lustrata solo una vista dall'alto (il vaso potrebbe essere
Cronologia. anche a fondo piatto).
Probabilmente postaugusrea (soprattutto secondo quar-
to del I sec. d.C. ?).
FORMA 7.
Altri esemplari.
Piatto a pareti verticali, con modanature sporgenti
Priene, p. 431, n. 126, fig. 552. alla sommità ed inferiormente; scanalature nella parte
OxÉ 1927, pp. 222, n. II, fig. 2, Beil. XXVI. superiore dell'orlo, sotto la flangia e allo spigolo del fondo
Mareriali 98, 1961, pp. 27, 66-i, tav. XXVII, da interno. In taluni casi compare anche una scanalatura·
Tanais. sporgenza a metà della parete interna (cfr. Forma 3).
DE CONTENSON 1963, p. l I, tav. XX, f, da Aksum. Il piede è analogo a quello àella Forma 5. Un triplo solco
Labraunda ILI, p. 68, n. 2rr, tav. 35 (classificato come o una fascia ottenuta a rotella tra scanalature circonda
ceramica B 2). il bollo del ceramista al centro; compare talvolta anche
HAYES Knossos, p. 258, fig. 8, n. 13. un'ulteriore fascia di rotellature lungo il bordo del fondo.
HAYES Corinth, p. 453, n. 135, tav. 86. Bolli attestati: LlQ/PON, llEIIOZ, XAPIZ.
\"X1R1GHT 1980, pp. 145-6, Il. 25, fig. 3) tav. 34 ~TIL- I formati vanno dal medio al grande (diametri da 14,,::;:
LIAMS Hcspcria, 46, 1977, pp. 78--9, n. 37, tm:. 30. cm in avanti). Piuttosto comune.

54
SIGILLATA ORIENTALE B

Prorot1jìi·. inclinata. Solchi sul fondo, lungo gli spigoli delle pareti,
Corinto C--34"-r908. (Tav. XI, 17). sia all'interno che all'esterno, e anche all 1 interno del
Variante dì grande formato: Prienc, p. 433, n. 1'33~ labbro. Di formato piccolo o medio.
fig. 550. (Tav. XI, r8). Prototipo.
Cronologia. HAYES Rovai Ontario A1.useum, p. 20, n. 91, fig. 4,
Post augustea; questa e la Forma 5 sembrano rappre- tav. 9 (bolla": KOIP,:ANOY). (Tav. XII, r).
sentare k -comuni varianti locali della Forma 4. Forse si Cronologia.
collocano intorno al 25•-"50 d.C. circa.
Sulla base del bollo, probabilmente secondo quarto del
.4.ltri esemplari. I sec. d.C .
CVA Polognc 2i Jviusée Czartoryski, tav. 19.I4 ( =e-,. tav.
s3.14). FORMA IO.
, COMFORT 1960, pp. 16-18, figg. I . -4 (da Khor Rori,
Piatto vicino alla Forma 9, con pareti ricurve, molto
Oman). svasare, che formano una risega all'incontro col fondo;
Louvre, AM 14 78 i altri esemplari provengono da Rodi, orlo piano con scanalature all'interno; il piede è analogo
Corinto, ecc. a quello della Forma 8, con solcature in basso. Fini s_rria-
Si tratta probabilmente di questa forma in: Sammlung ture all'interno, sia al di sopra che al di sotto della risega
Vogell, pp .. 48, 52, nn. 507, 508 (?) (bolli: EPMA). e vicino allo spigolo fondo/parete. Un esemplare ine-
dito esiste nel Museo di Rodi_; non è stato possibile averne
FORMA 8. il disegno. La Forma 52, pur con un'articolazione su-
periore più bassa, è assai affine a questa. La corrispon-
Versione semplificata della Forma 7, probabilmente dente in ceramica aretina: HAYES Corinth$ tav. 82, n. 5.
più tarda:, corrisponde al tipo Goudineau 39 e in aretina,
ma senza la decorazione applicata. Pareti verticali, con
una semolice modanatura sul labbro ed una flangia FORMA II.
pronunci;ta in basso. Singoli solchi all'interno del lab- Piatto/vassoio piano con una fascia rialzata liscia at~
bro, lungo lo spigolo del fonòo interno e, occasionalmente, torno allo spigolo del fondo; piede basso, orlo verticale ( ?).
al di sopra di esso, nella parte bassa della parete; sulla Forse si tratta della forma corrispondente alla forma are~
faccia ì~feriore della flangia compaiono delle sottili stria- tina Ohlenroth 5 (cfr. l'argomentazione di COMFORT
ture. Piede basso e sottile con superficie d'appoggio 1971, pp. 201~6, tavv. 18~19 riguardo a questa forma).
scanalarn. Alcuni esemplari presentano sul fondo una
fascia ottenuta a rotella tra solcature; non è certa l'at- Prototipo.
testazione d! bolli. È il prototipo immediato (ovvero con-
Atene, Agorà P 9165 (con piccola flangia all'esterno,
temporanea) della Forma 57 nella serie tipologica B 2.
resto dì un orlo verticale [ ?] e la fine di Uil piccolo bo11o
Piuttosto piccola: diametro di 9~r3 cm circa.
in planta pedis, con lettere latine; cfr. ILIFFE r939, p. 55).
Prototipa. (Tav. XII, 2).
È attestata pure una versione più piatta con piccola
HAYES Corinth, p. 453, n. 137, tav. 86 (a vernice nera). modanatura alla sommità della banda liscia al posto
(Tav. 19).
dell'orlo verticale (i frammenti sono inediti).
Cronologia.
Intorno alla metà del I sec. d.C. FORMA !2.

Piatto con fondo inclinato, lati arrotondati e fascia


Altri esemplari.
superiore dell)orlo diritta e sporgente; piede basso e
Ephcso.<.: t p. r74, n. 63, Altri frammenti da Corinto, ecc. scanalato. Linee ottenute a rotella sulla fascia dell'orlo,
Versione piccola: WILLIAMS 1980, p. 122, n. 4, tav. 21, come pure sul fondo, tra scanalature. All)interno del~
da Corinto, con bollo MAT /PEOY. l'orlo un'altra scanalatura ed un'altra ancora lungo lo
Variante della Forma 6 o 8, con pareti più incurvate: spigolo del fondo interno. Forse derivata dalla Forma 3.
'\VHEELER Ancient India 2, luglio I 946, p. 36, n. I 9, fig. 5
(da Arikamedu). Prototipe.
Tipj aifmi: Kenchreai IV, pp. 66-7, ER 48-49, fìg. 9. Corinto, C-34-1914 (bollo: K[A]P/TTOI). (Tav. XII, 3).
Non si conoscono altri esemplari.

FORMA 13.
PiatK con parete a profilo a quarto di cerchio, termi-
nante in un piccolo labbro; cfr. Dragendorff, forma I 6 Piatto con pareti tondeggianti ed orlo sporgente. Piede
in T errn Sigillata Occidentale. Fondo piano, piede basso basso con modanatura lungo lo spigolo interno, (cfr.
con l.:'.:;;. scanai.arura eè una cresrn sulia faccia interna Forma 1), Soìcni attorno al bollo centrale, soìco lungo

JJ
SIGILLATE ORIENTALI

lo spigolo del fondo interno e alla sommità dell'orlo. Prototl'po.


Alcuni esemplari si presentano di colore nero. Due ver- Ashmolean A1.uscum, Oxford, 140.1880, da Napoli
sioni: A, con solcature anche all'interno delle pareti; (caratteristiche materiali tkl tipo BI /2_; bollo KO!P/
B, con pareti lisce. J;'-NO[Y]; resti di spin:~li ad S sull'orb). (Tav. XII, 7).
Formato medio: diametro di 14 17 cm circa.

Protou:po. FORMA 16.


A. Afonaco, JV1useum antiker Kleinkunst, non cata- Piatto pc)C0 profondo a base piatta. Piede a listello, pa-
logato (bollo: EP/MOY). (Tav. XII, 4).
reti basse ed inclinate, piccolo labbro, Talvolta compaiono
B. .HAYES Royal Onrario 1\1uscum, p. 20) n. 92_, fi.g. 4, delle scanalature tutt'attorno alla faccia interna delle pa-
tav. 9 (bollo: Ar A0O_;TTOLIOC ?). (Tav. XII, 5). r~ti e sul fondo interno. Bolli e.nesta ti: ARRII/TIN1\,
!AT[R] OC[LI], LI Q,PON ( ?), EIIl1LI QPOY.
Cronologia.
Di formato medio: diametro di 14-- I 6 cm circa.
Forse metà del I sec. d.C. (no:1 antìca all'interno
della tipologia). Protoripi.
HAYES R.o_vù.l 011tc"1rio Afoseum, p. 20_, n. 90, fig. 4,
Alrri esemplari.
tav. 9. Eolio: ARRII 1TINA. (Tav. XII, 8).
HAYES Corinth, p. 453, n. 134, tav. 86. Tipo B. ]'viITSOPODLOS LEON 1972--5, cc. 508, 522 ..--3, fig. 5 g.
Paphos, Casa di Dioniso, O/J. 2888. Tipo B. Nero; (Tav. XII, 9).
probabilmente si tratta di ceramica B 1 :' ~-
Crmzologia.
FORMA 14.
Come la Forma r '.,soprattutto augustea).
.A!rri esemplari.
Piatto con pareti semplici e arrontondate, piede basso
con modanatura lungo lo spigolo interno. Di solito com- Corinto C---36-1659 (con bollo) e vs.ri frammenti di
paiono delle linee semplici ottenute a rotella sul fondo orlo. La base in Athenian Agora VJ p. 12, F 15, tav. 61,
interno, tutt'intorno al bollo del ceramista. Si tratta della dovrebbe appartenere ad un vaso di questa forma.
prima versione della Forma 53, con la quale essa s1 La forma potrebbe essere derivata da un tipo della
fonde. ceramica a vernice rossa interna di età augustea.
Bolli attestati: flQ :'PON, il Ei iOY ( ?), asterisco.
Formato medio: diametro di rr-.. 17 cm circa. FORMA 17.

Prowtipo. Analoga all3. Forma I(\ ma più profonda. Più tarda.


hj)hcsos I, p. 170, n. 20. (Tav. XII, 6). Ne distinguo due \'ari:::t:ì:
A. Piuttosto bassa e con p2rcti poco inclinate (talvolta
Cronologia. con scanalature all'interno).
Incerta, ma alcuni pezzi potrebbero essere amichi. B. Più profonda, con parete ricurva all'estcrro alb
sommità, con una scanalatm::i nella parte interna del-
Altri esemplari. l'orlo; cfr. b. Forma 13.
Priene, p. 431, nn. 123--..-124, fig. 550. Prototipi.
Ephesos I, pp. 170; 174, nn. 17 ( ?), 60, con illustra-
zione nel testo. 1\. KKIPO\'IC Olbia, p. 15, tìpo 3, t:w. I.3. (Tas,, XII, 10).
K:\'.IPO\'IC Olb,:a, p. 15, tipo 2 1 tav. I.2. B. HAYES Corinrh, p. 454, n. I49i tav. 87. (T2·:. XII, rr).
lviITSOPOULm LEON 1972-- 5i cc. 508, 522, fig. 5 C (fig. Alrri esemplari.
5 a è simile_, forse più antica). Frammento dclb \·ariantc A. d·.1 Pcr[:;amo, bollato TTAMd> 1

Per quella che potrebb{; e~scrc una variamc antica, 1/\0Y.


con un fondo fortemente convesso posto su piede a li-
stello, cfr. Prienc, p. 431, n. 122, fig. 550 (forse deve es-
sere classificata assieme alla Forma I 6). FORMA 18.

Piatto a fondo piatto con pareti s~mplici ed inclinate;


FORMA 15. corrisponde alla Forma ~9 in B 2.
Bo!Ìi attestati: EP,MÒY, /,E •QNA. XAP!C. Talvolta
Piatto con pareti arrotondate, con minuscolo pie<le ad compaiono delle sottili solcature attorno aJ bollo,
anello cd orlo piatto ed inclinato, decorato a rotella su- Formato mçdio: diametro I 1----18,5 cm circa.
periormente e con labbro rivolto all'insù. Precorre fa
Forma 56? Un solco all'interno dell'orlo ed un'altra sul Prototi'po.
fondo interno, attorno al hollo del ceramista. bj)hesos I, p. 171) n. con illustrazione nel resto.
Solo di fcnnai::o piccolo? (Ta\'. XII, 12ì.

56
I
SIGILLATA ORIENTALE B

Cronolo/-{Ì<I. piccola risega nel punto di intersezione interno con il


Prohabilmc:ntc inrorno alla metà del scc. d.C. corpo del vaso; sulla superficie di appoggio una scana-
latura verso lo spigolo interno. Al centro il bollo del
ceramista è attorniato da un cerchio di sottili lince oblì-
Pricn p. 43r, nn. II6--u9, fig. 550. que ottenute a rotella. Bolli attestati: DJ2PON~ LTPAT0-
J:'phcs1" pp. 172 3, nn. 34, 5L NOL; AJ\.E:'.:AiN.6.POY (appartiene a questa forma o alla
IL3, p. 148, fig. 159, n. 26. seguente); anche IATR,,OCLI.
Sicg!in
ScH.\r:rr n. 9, fig. I .9 ( si tratta di que- Sembra a\'erc due formati (vedi oltre).
sto ripe, di ccrmnica ?). Prorotipo.
AnCÌlL': c:minto C---33 -175 ccc.
Corinto CP 408. Diametro: r5,r cm. (Tav. XII, 15).
Cronologia.
Si tratta presumibilmente di una forma antica, come
Piano :malogo al precedeme, ma con orlo smussato, la Forma I.
scanalato :1Timerno; sì tratta della versione antica della
Forma 60. Sottili linee incise attorni.ano il bollo del cera- Simile, pubblicata: LEVI 1964, p. 17, fig. 13.2.
mista. SGU"samente arrestata in •;era e propria B I. Il Corrispondente in formato piccolo: Atene, Agorà P
prototipo dato come B I da HellstrOm, sembra appar- 643 (diametro: 9,7 cm). Cnosso, senza n. (ritrovamento
tenere n quc:sto ambito a causa del suo bollo. Per il dell'anno I 95 r) con bollo !A TR !OCLI.
profilo sl accompagna ai primi tipi della Forma 60.
Proronjii. FORMA 22.
Lahrow II.i, p. 68, n. 13, 35 (bollo: Simile alla precedente, ma cor::. orlo ripiegato in basso
XAPI TLI\ (Tav. XII, 13).
e con solcatura alla sommità. Corrisponde ulle Forme
A1ITSOPOl'.L();ì LEOK 1972 5, cc. 508, 523, fig. 5 i (va- 2· 3. Cfr. in aretina le forme Goudineau 7 e LOESCHCKE
riante an.tic~, (Tav. XII, 14). 1942, tipo 9. Non si conoscono esemplari ìmeri. Formati
simili a quelli della Forma 21.
Prororipo.
Prob~1t. ,."ilrnente mc-1-à del I ::.cc. d.C.
HAYES Corinth, p. 454, n. 141, tav. 86 in piccolo
Altri ,!Vi'l!nion formato. (Tav. XII, 16).
Prien p. 431, n. 121, fig. 550.
Cronologia.
\VRJGHT 1980, p. 146, n. 26, fig. 3. Probabilmente si tratta di un'altra forma di età augu-
stea.
FoRMt 20. Versione di gn.mòc formato: Corinto C---35.,·861. (Tav.
XII, 17).
Piano a fondo piatto, p:J.reti concave ricurve all'infuori
cd orlo vcn.icale, Piede basso e pesante_, impostato sotto lo
spigolo del fondo e distinto dalla parete da un sottile FORMA 23.
solco. Sottili linee incise fianchcggìano gli spigoli all'in-
Coppa,·ciotola con corpo rotondeggiante e profondo ed
terno _della parete e dell'orlo e corrono lungo lo spigolo
orlo espanso in fuori, leggermente ad uncino; piede basso
fondo/p:uctc:. Sembra apparentemente il diretto proto-
e rilevato con modanatura esterna e faccia interna incli-
tipo dcJÌ:' se-rie tipologica dei piatti con piede a listello
nata, delimitata in alto da una risega (come nella Forma
in B2.
21), in basso da una scanalatura. Sottili linee incise al-
Prorori1" • l'interno dell'orlo, a metà dello parete cd attorno al
Vìenn::., Kunsthistoriches .i\luseum 2r62, da Efeso. fondo interno; un paio di scanalature stanno intorno al
bollo del ceramista al centro. A quanto pare è modellata
(Diametro: II,5 cm.; bollo MAT/PEOY). Non illustrato. sulla forma Haltern 7 in aretina (si osservi la biparti-
Cronologia, zione della parete); cfr. sopra il piatto di Forma 3.
Prnixd::;ilmenre intorno alla metà del I sec. d. C. Dimensioni: diametro 8-10 cm e forse anche di for-
mato più grande (diametro da 14 cm in su).
Nor, ::e- ne conoscono altri esemplari.
Prototipo.
21. Atene, Agorà P 15060. Bollo: rosetta. (Tav. XII,

Cìrnoia con fondo piatto e pareti lisce svasate; corri- Cronologia.


sponùt al piatto di Forma r. Piede hasso e pesante, Si tratta probabilmente di una forma piuttosto antica
arroto1,d;.Ho all'esterno ed iIL'linato all'interno> coe una nella seri-:: tipologie:::.

57
SIGILLATE ORIENTALI

Altri esemplari. Questa forma sembra essere tipica dell'Asia !viinore; è


H.YYES Corinrh. p. 454, n. r40, tav. 86. strettamente apparentata con la Forma A 6 (a) della cera-
a questa forma forse anche i fondi in mica di çandarlì. Bolli attestati: IIQ;PON, KEP,11O1,
Pricnc, p. 436, nn. 147, 149, fig. 551. AINE,QY, ONHl:i!MOY, ed il bollo latinizzaro COER1
ANV. .
Piuttosto comune.
Diametro: 7-9 cm circa e, in un formato più grnnde
15 cm ( ?) circa.
La -.;ì ritù. ne una ciotola con profilo del corpo arro-
1c;1Uatoi più ampia e bassa (?) della Forma 23i la for- Prototipo.
ma ddl'orlo è incerta (piana? espansa?). Il piede è
analc,go a quello delle forme precedenti. Attorno al HoLWERDA Cat. Leiden, p. 34, n. 402, rav. IV.
hullo del ceramista un paio di linee indscj un'altra sca- Probabilmente si tratta di una forma piuttosto antica
nalatura nella parte esterna del fondo (cfr. la Forma 23). nella serie tipologica B r. (Tav. XII, 22 ).
Il prototipo presenta un'altra solcatura all'interno, alla La forma intera ci è data da due esemplari non pub-
giunzione della parete con l'orlo. Bolli di ceramisti sulle blicati provenienti dagli scavì di Afrodisia (1962). Cfr.
Forme 23-24 (o tipi similari): 6Q/PON e .6QP/ON, anche i fondi in Priene, p. 437, n. 152, fig. 551 (bollo
KAAA, 0EOII/WPOY, <DIAH/TOY, OPH OY, ecc, TTOil,',,QNIOY) in HOLWERDA Cat. Leiden, p. 35, n.
404, tav. IV (bollo: COER•ANEI) e in HAYES Corinrh,
Prototipo. p. 454, n. 142, tav. 86.
Per le versioni di altezza maggiore dello stesso carat-
HAYES Corinth, p, 454, n. 143, tav. 86. (Tav. XII, 19).
teristico fondo pertinenti ad esemplari di grande formato
Fondi simili: Priene, p. 436) n. 145, fig. 551; KNIPOVIC (alcune forse appartengono a crateri), vedi:
Olbfo, p. 19, tav. I, b; \XlAAGÉ 1933, p. 292, n. 99, fig. r, Priene, p. 437, n. 153, fig. 551 (C'SENT).
tav. IX.
E'phesos I, pp. 17r, 173, nn. 25, 44 (bolli: EP/MHL
Vari frammenti simili da Atene, Corinto, ecc. TTOCI/IIQN/IOY).
KNJPOVJC Olbia, p. 17, Tipo 7 b, tavv. I, 7 b; VIII, 8
(bollo: LO NET).
FORMA 25.

Ciotola a fondo piatto; le pareti si allargano gradual-


mente e presentano modanature convesse ( ?) e concave FORMA 27.
al di sopra di una carenatura; in corrispondenza con
queste all'interno, altre modanature; piede pesante e mo- Piccola ciotola con piede a piedistallo simile a quello
danato, di forma intermedia tra quelli delle Forme 24 e della Forma 26; in questo caso però le pareti sono più ad
26. Un paio di scanalature circondano il bollo del cern- andamento conico e Forio verticale(?) è posto su ·di
mìsta sul fondo interno. Non sì conosce il profilo del- una piccola sporgenza. Si tratta forse àel prototipo delle
l'orlo. Forme 48-49 in Sigillata Orienrale A.

Prototipi. Prowtipo.
Ephesos I, p. 171, n. 29 (bollo KAAA). (Tav. XII, 20). KNIPOVIC Olbia, p. 17, tipo 7 a, tav. I, 7 a (bollo:
Cfr. anche (derivata dalla forma Haltern 8 ?): Mnso- LONET). (Tav. XII, 23).
POULOS LEON 1972-5, cc. 508, 522, fig. 5 d. Bollo
IAT~O,CL! (?). (Tav. XII, 21).
FORMA 28.

FORMA 26. Ciotola poco profonda con piede stretto, dentellato ed


a forma di piedistallo. Corpo dal profilo basso ed arro-
Ciotola di forma arrotondata, con fondo interno piut- tondato con spalla appena accennata, decorata da una
tosto piatto; le pareti sono convesse ed inclinate e l'orlo fascia di linee ottenute a rotella, delimitata da scanala-
consiste in una profonda concavità posta tra due spor- ture; piccolo orlo ingrossato, posto al di sopra di una
genze (detta concavità ha un profilo pressappoco semi- leggera concavità. Nel piede vi è una risega alrattacca-
circolare). Piede pesante e a forma di piedistallo, con una tura con il corpo; la superficie d'appoggio è scanalata.~
risega alla sommità in corrispondenza dell'attacco del mentre alrinterno compare un incavo di forma conica.
corpo; la superficie esterna del piede è dentellata, la Sul fondo interno linee ottenute a rotella, tra solchi, cir-
superficie d'appoggio è scanalata e la faccia interna incli- condano il bollo.
nata, comprendendo in essa anche una piccola proiezione
conica sotto il centro. Sottili solcature sulla faccia supe- Prototipo.
riore del labbro e sotto la sporgenza inferiore dell'orlo, Atene, Agorà P 4290 (nero). (Tav. XII, 24).
una fine solcatura lungo la parete interna e un paio di La forma dell'orlo ci è data da un frammento di Co-
linee incise attorno al bollo impresso al centro del fonào. rinto ì354 a). (Ta\', XII,
SIGILLATA ORIENTALE B

FoRMA 29. Due formati: diametri di base 2,8-4,3 cm circa e 5.0---


6,3 cm circa; all'orlo 7--8 cm circa e intorno ai r3 cm
Profonda coppa emìsferica con piede piuttosto piccolo, (misura riscontrata su pochi esemplari).
più sempiìcc di quello delle forme precedenti e general-
mente ~on scanalato. All'esterno, al di sotto dell'orlo Prorotipo.
compaiono due solcature, tra le quali talvolta vi è una Orlo: Ann Arbor, University of Michigan, 22497)
fascia decorata a rotella; all'interno dell'orlo compaiono proveniente da Karanis. (Tav. XIII, 1).
una o più scanalature. È il prototipo della Forma 66 in B 2.
Piunosto piccola: diametro di 6--- ro,5 cm circa. Cronologia.
Forse soprattutto il secondo quarto del I sec. d. C.
Prorotifi. Il contesto dell'esemplare di Barkal, di cui sì parla più
t,phcsos I, p. r 74, n. 55 con illustrazione nel testo. a\'anti, sembra appartenere a questo periodo.
rTav. XH, 26).
\ Forma 29/66: MITSOPOULOS LEON 1972--5, cc. 508,
Altri esemplari.
522, fig. 5 b. (Tav. XII, 27). Per il profilo intero, cfr. \'X7ATZINGER 1901, p. 58,
classe r5, a (con illustrazione; la scala non è indicata).
Altri esemplari. Cfr. anche DUNHAM Royal Cemercries of Kush IV,
A questa forma si possono riferire i fondi in Ephesos p. 113, fig. 113, n. 16-2,385.
I, nn. 24, 38. KNIPOVIC Olbia, p. :w, tav. I, d.
Labraunda II.I, p. 69, n. 228, tav, 35. Per fondi che potrebbero essere anche di Forma 30 o
32, v. Prienc, p. 436, nn. I 42--3, fig. 550.
FORMA 30. Ephesos I, pp. 169 ss., nn. 7, 26, 33, 48-50, con ìllu-
Coppa a profilo conico con orlo verticale modanato, srrazione nel testo. Cfr. il profilo dd n. 33. (Tav. XIII, 2).
stretta imitazione della forma Haltern 8 in aretina. Cor- TECHNAU 1929, p. 51, fig. 43.1 (se non è ceramica di
risponde al piatto dì Forma 4, con la stessa impostazione çandarli).
dell'orlo e decorazione a rotella. L'aspetto del fondo non KNIPOVIC Olbia, p. 19, tav. I, a, a destra.
si conosce per certo; probabilmente doveva essere ana- HAYES Knossos, p. 258, n. 14, fig. 8.
logo a quello della Forma 3 r. HAYES Corinth, p. 454, n. 146, tavv. 86; 94 a, c.
Prororipo. Forse anche COMFORT 1958, pp. 204--5, n, I2, tavY.
r35-r36.
HAYES Corinrh, p. 454, n. 147, rav. 86. (Tav. XII, 28).
Cronologia. FORMA 32.
Presumibilmente analoga a quella della Forma 4. Coppa a profilo conico ed orlo verticale, leggermente
concavo, fiancheggiato alle due estremità da modanature
FORMA 3L sporgenti, talvolta decorate a rotella i le pareti sono un
poco espanse; la forma del fondo è incerta, probabii-
Copp2 2 profilo conico, con orlo convesso e verticale mente si presentava con un fondo interno piano ed un
impostato su di una flangia piuttosto rilevata, scana- piede semplice e sporgente (analogamente ai primi esem-
lata sia suneriormente che inferiormente; i solchi sì ri- plari di Forma 70, di cui si dirà più avanti), ma forse
petono alrinterno della parete. Fondo stretto, con piede anche come nella Forma 3r. Il labbro è piuttosto squa-
basso e pesante, solcato all'esterno e lungo lo spigolo drato, con all'interno una scanalatura; al di sotto della
interno della superficie d'appoggio; alla giunzione in- membratura più bassa dell'orlo compaiono delle solca-
terna tra corpo e piede compare una risega o modana- ture o una piccola risega, a cui talvolta corrisponde nel-
tura di piccole dimensioni. Le pareti all'esterno si impo- l'interno un2. sottile linea incisa. Corrisponde ai piatti di
stano direttamente sul piede, mentre il fondo interno Forma 6-8. Non è del tutto chiara la linea discrimi-
presenta un profilo arrotondato. Una fitta decorazione nante tra questa forma e gli esemplari più antichi delìa
a rotella rìcoPre ìa parte superiore (convessa) dell'orlo, Forma 70, ·che ad essa succede; taluni esemplari a fondo
separato dalla flangia tramite una piccola concavità fian- piatto sembrano segnare la fase di transizione alla più
cheggiata da solcature; nella parte interna compaiono antica produzione in B 2. Essi presentano dei bolli KO\Pi
una sottile linea incisa sul labbro e delle scanalature ANOY e EPMHC.
attornc alla concavità corrispondente alla flangia. Sul Piuttosto comune.
fondo interno il bollo del ceramista è circondato da un paio
di sokan.JTe. Corrisponde al piatto di Forma 5. La forma Diametri: 7 cm circa e II-14 cm circa.
del fonde può essere uguale a quella delle Forme 30 e 32. Prototipo.
BolE attestati su questa forma e su altre ad essa appa- HAYES Corinth, p. 454, n. 145, tav. 86. (Tav. XIII, 3).
renrabih: D.QPON (su una o due righe e varianti), OPH 1
OY eQPH/OY, IALIQ'PON, KOIP/ANOY, Ml0P:HOYC, Cronologia.
TTO/00Y, XA/Pll:. Soprattutto il secondo quarto o la metà del I scc. d. C.
Cormme, Il frammento citato provernente d2. Karanis appartien(;

JJI
SIGILLATE ORIENTALI

allo stesso contesto dì quello della Forma 31 ricordato Si tratta con ogni probabilità di questa forrn2. in: ibid.,
sopra. Il frammento invece che proviene dal!' At:,orù di n. 37 (bollo: OPH/OY).
.,\tene dovrebbe essere un po' più ar:tico (circa intorno L'esemplare piccoìo, Corinto C-36--34, clas5ificato al-
all'1---25 d.C). l'interno della Forma 76 A, va forse collocato in questo
ambito.
A!zri esemplari.
Arhenian Agora \\ p. 24, G 18, tav. 61. FORMA 36.
HAYES Corinrh, n. 144 (si tratta probabilmente di que-
sta forma). Ciotola con pareti nettamente espanse alfesterno~ orlo
lvlrrsorocLos LEON 1972 5, cc. 508, 522, fig. 5 f. corto e verticale, fondo piatto con pesante piede a lisrello
University of .lvlichigan, 22496) da Karanis, scanalato, impost2.to sotto Jo spigolo esterno. La faccia
interna del piede è modanata come nella Forma 21_,
Fondi probabilmente pertinenti a questa forma in: mentre all'esterno presenta una sottile linea incisa.
Prime, pp. 434--6, nn. 138, 140, qr, fig. 550; bj>hcsos Due scanalature compaiono alla sommità della parete, al
I, p. 174, n. 54 con illustrazione nel testo. di sotto dell'orlo; nella parte interna di esso è presente
una modanatura concava per un quarto di ccrchìo, fian-
FORMA 33. cheggiata da scanalature. Corrisponde al piatto di Forma
20 i la datazione è simile.
Ciotola a pareti verticali, fondo piatto e piccolo piede,
come nella Forma 65, più tarda (v.). Alcuni esemplari Prototipo.
finemente modellati devono forse consìdcrersi pertinenti Eplicsos I, p. 173, n. 52. Bollo: X[A]/P[II]. (Tav. XIII, 6).
alla B r, in corrispondenza con i piatti di Forma 8: ad
esempio HAYES I<.nossos, p. 270, n. 15, fig. 18 (notare
le due sottili linee incise al di sotto della flangia). Un FORMA 37.
esemplare in miniatura a fondo piano: Corinto, CP 1882. Ciotola con ripide pareti tondeggianti, più curve verso
il fondo, e base piatta. In taluni esemplari compaiono
FORMA 34· sottili linee incise aWesterno ed all'interno dell'orlo. Una
o due scanalature circondano il bollo del ceramista al
Piccola ciotola a fondo piatto, poggiata su dì un pic-
centro. Bolli attestati: EP'MHC. KO!PIANOY, QPH 1OY,
colo listello posto lungo lo spigoìo esterno, il quale si
asterisco. Per la sua versione in B 2, cfr. la Forma 7r.
fonde con una parete espansa e con orlo sporgente al-
l'infuori. Singole e sottili linee incise alla sommità del- Diametro: 7--13 cm.
l'orlo, a metà della parete interna ed intorno al fondo Protoripo.
interno; il bollo del ceramista è attorniato da due sol-
cature. Corrisponde al piatto di Forma 1 7 B. Ephcsos I, p. 174, n. 57 con illustrazione nel test~).
(Tav. XIII,
Prorotipo.
Cronoloç:ia,
HAYE3 Royol Omario ,Huscum, pp. 20- 21, n. 93, f1g. 4,
tav. 9 (bollo: XAPA\ (Tav. XIII, 4).
A1et2 o terzo quarto del I sec. d.C.
Simile: Corinto C -36--1652. Alrri esemplari.
Prienei p. 431, n. 120, fig. 550.
FORMA 35· Labraunda Il.I, p. 69, n. 229, tav. 35.
Ciotola con fondo piatto, poggiata su di un piccolo Esemplari inediti da Atene (A.gorà) e Corinto.
listello con superficìe d'appoggio scanalata, posto lungo Variante: Kenchreai IV, p. 64, ER 41 a, tav, 17.
lo spigolo esterno; pareti molto ripide, curve all'altezza Sì tratta probabilmente dì questa ceramica in: Tarsus
del fondo, con piccola modanatura sull"orlo. Si tratta di I, p. 254, n. 563_, figg. 147) 196.
una \'ersione antica, pìù ac::1...1r:~·,- ùck h,nn2. 76 in B 2 llna variante più bassa e di grande formato (Forma
(vedi più avanti). L'interno è liscio o percorso da varie 18/37), con orlo scanalato è pure attestata (Atene, Agorà
e sottili linee incise. Corrisponde al piatto di Forma I 7 A. p 11212).
Non comune.
Diametro: 7,5 I I cm circa. FORMA 38.
Prototipo, Cratere con piede « a piedistallo 1,. In generale la forma
1:f>hesos I, p. I 72, n. 39, con illustrazione nel testo è quella dei crateri decorati in aretina (Dragendorff II,
(bollo: TTO,0OYì. (Tm·. XIII, ccc,); corpo profondo e tondeggiante, piede che com-
prende un supporto con un cordolo nella parte più stretta
Cronologia. cd un fondo che va mano a mano dentellandosi, mo-
Probabilmente intorno alla metà del I sec. d.C. danata sia all'interno che all'esterno. La forma del piede
Esemplare simile: hj)hesos I, p. J74. n. 61, con illu- vari::t, come pure quella dell'orlo (attestato solo in rari
s:razione nel testo. casi;, che nel prototipo è accostato agli orli delle Forme

60
SIGILLATA ORIENTALE B

e 31J con un'anal~ga. decorazione a rotell~. Una ca- Altri esemplari.


5
ratteristica dei crateri d1 questa classe ceramica scmbrn Priene, p. 435, n. 139, figg. 550, 552.
essere r<.1pprcscntata dalla presenza a metà circa della HAYES Corìnth, p. 455, n. 158, tav. 87.
parete di due sot~ili linee incise che fiancheggiano un~ \'fILLIA.Ms 1920, p. 122, n. 5, rav. 21, da Corinto (rcr-
solcatura più ampia (cfr. anche la Forma 40). In alcum sione larga).
non numerosi frammenti di questa forma (esempi a .Meroe, Sudan (scavi di P. L. Shinnie), l\.-{R 66 67,
Vienna~ e z.i'a Sardis) sì è rinvenuta una decorazione F 50 (3) (frammento, vcrsio:1c larga).
a rolmc ilorcnli assai trascurata, secondo lo stile <i U:-'est Forse questa ceramica: BELO\' 1973} pp. 46" 7, fig. 2
Ship,.; ,., (rnrnc:tti incisi, fiorami dipinti in 61:'mco). Nella (del tardo I sec. d. C. a Chersoneso).
maggior~m;,;1 dei casi al centro del fondo interno com-
pare il bollo del ceramista, circondato da due solca-
FORMA 40.
ture. Bol.li. attestati: CSENT, A!f\JE 1OY, EP_'MHC (?),
KOIP;Ai~OY Bicchiere cilindrico a fondo piatto simiì~ al tipo Hal-
Diametro (alfaltezza dell'orlo e della flangia): attorno tern r6 in ceramica ar•~tina. Pareti sottili. Due sottili
ai 16--1S cm. linee incise fiancheggiano una scanalatura più ampi2 a
metà della parete. Un'esik cresta al di sotto dello spi-
Pr()[()fipo. golo del fondo costituisce il piede; sulla parete, immedia-
Corinto C---36--45r. Il piede, in questo caso mancante, tamente al di sopra di questo compare un sottile solco.
s1 rirrovz in HAYES Corinth, p, 455, n. 156, tav. 87 Sul fondo, all'esterno, si hanno una o più coppie di sottili
(si tratta fon:e dello stesso vaso). (Tav. XIII, 8). anelli rilevati. La fatturn è analoga a qudla della Forma
39, con analoga gamma di colori.
Cronolog;,-: Diametro: perlopiù intorno ::i.gli 8 II cm, nu talvolta
La prc:;cnza della decorazione \( W'est Slope ,, ed i bolli anche più piccolo (6 cm circa).
in latino frmno pensare ad una datazione alta (o perlo·-
Prototipo.
meno ad un inizio della forma in epoca antica). Inizio
del I sec. d.C. ? HAYES Corintlz, p. 455, n. 159, tav. 87. (Tav. XIII, II).
Il fondo sì può ritrovare in Corinto C--36--2269.
Altri
Cronologia.
Altre versioni possono essere quelle rappresentate dal-
Probabilmente agli inizi del I sec. d.C. Una forma
l'orlo in Arhenian Agora V, p. 40, G 169, tav. 61 (con
simile è attestata neila ceramica a pareti sottili italica di
decorazione a rotella sul labbro) e dal fondo in Ephesos
questo periodo (esempio in: Atene, Agorà P 8137).
I, p. r6f;, n. 6 (bollo: C SENT). Inoltre: Chios, Museo
1429 Alrri esemplari.
Boston, Museum of Fine Arts, 00.365 Athenian
FORMA 39. Agora V, p. 4ì, nota 6, tav. 43 in alto (intero).
Priene, p. 434, n. r 37, figg. 550, 552.
Bicchiere a pareti sottili. Pareti verticali nella parte
Ej)hesos I, p. 174, n. 64.
superiore} arrotondate inferiormente, che si curvano a
Antioch IV.r, p. 38, tav. VI, S 5.
formare un fondo piatto con un sottile listello a mo' di
piede. Parte superiore liscia ed inferiore modanata da MITSOPOULOS LEON 1972 5, cc. 509, 523, fig. 5 j. (Tav.
una s~tic di piccole fasce convesse, distinte da sottili XIII, 12).
creste; ahrc sottili creste e linee incise fiancheggiano il
piede_, rnentre sul fondo esterno compaiono degli anelli FORMA 4r.
appena rilevati (a coppie o singoli). L'interno è liscio, Patera con ansa a manico. Un frammento dì ansa pro-
con estii rracce della lavorazione al tornio. Il punto di veniente da Labraunda con anelli concentrici modanati
cottur2 varia più che nelle altre forme; alcuni esemplari alresuemità ialla maniera degli esemplari in bronzo) è
si prc<:-,,rLarro di color bianco avorio o giallo aranciato. attualmente l'unica testimonianza dell'esistenza di questa
Sono 2.rtc-state sia versioni strette che larghe. forma: cfr. Labraunda II.r, p. 69~ n. 233, tav. 13. È
Piutwsto comune, generalmente in frammenti minu- possibile che sia in B 2.
scoli.
Diaul.ctro (all'orlo): 7---7,5 e 9-II cm circa. ESEMPLARI NON CLASSlFICATi
Prmotini, Due frammenti di coppa con decorazione incisa e di-
pinta (lo stile è analogo a quello della Forma 3S) sono
VeL>\one più aperta: Corinto c-..-33~3O7. (TaY. XIE~ 9). pubbìicarì nella relazione degli scavi di Labraunda come
Vcn:1one più stretta: 1-IP.YES Corinrh, p. 455, n. 157, appartenenti a guesra ceramica: Labraunda II.1, p. 69,
ta,:. 07 (Tay, XIII, ro). nn. 234~5, tav. J 3.
Cronoì'i!gia.
FORME 42-50.
La òm:izione è incerta (prima metà o metà del I se:.:.
d.c-, L-::: Forme 42--50 sono state lasciate libere.
SIGILLATE ORIENTALI

SIGILLATA ORIENTALE B2 (FORME 5r-rno)


Piatti (Forme 51-64); ciotole (Forme 65-76); piatti/ciotole di epoca tarda (Forme 77-80).

FORMA 5r. Altri esemplari.


TECHNAU 1929, p. 51, fig. 43.2.
Piatto con profilo della parete doppiamente convesso,
pied-::- piccolo e semplice e labbro ugualmente piccolo, Tarsus I, p. 253, n. 555, figg. 147, 197.
entrumbi modanati. Corrisponde al tipo Dragendorff I 6 \VISEMAN 1967, p. 425, n. 6, tav. 86 a.
nella Terra Sigillata Occidentale e trova confronti in Forse anche POHL 1970, p. 155, n. 31, fig. 73; Osria
vetro e in metallo. Allo spigolo interno dell'orlo com- II, p. I 77, fìg. I 50. Pucci (Jnstrumemum domesticum,
pare una scanalatura; non si osserva altra decorazione. p. 20, tab. X), segnala un altro esemplare proveniente
È incerta la presenza di bolli. Antica (Sigillata B 112). da Pompei.
Rara. Gli esemplari in Arhenian Agora V, G 16 e G 31, di
forma simile, non appartengono a questa classe ceramica,
Diametro: 15-20 ( ?) cm circa.
bensì sono di fabbricazione ateniese; in ogni modo po-
Prorotipo. trebbero rappresentare delle imitazioni.
HAYES Corinrh, p. 453, n. 139, tav. 86. (Tav. XIII, 13).
FORMA 54.
Altri esemplari.
Antioch IV.I, p. 38, tav. VI, S 3. Piatto simile a quello di Forma 53, ma con in più
una modanatura dell'orlo piuttosto squadrata. All'esterno
dì questo compare una decorazione a rotella. Non tarda.
FORMA 52. Rara.
Piatto analogo a quello di Forma 51, ma con la se- Prototipo.
zione superiore della parete espansa a formare un'ampia
Corinto C-34-2283 (bollo: CTTO/POY). (Tav. XIII, r 7).
piattabanda con orlo volto in su; questa fascia si pre-
senta scanalata e decorata a rotella affesterno e sempli-
cemente scanalata all'interno (cfr. il trattamento dell'orlo FORMA 55.
nella ciotola di Forma 73). Si tratta con molta probabi-
lità di un prototipo della Forma 77. Antica (Sigillata Piatto con pareti arrotondate, abbastanza più profondo
B L'2). dei precedenti; orlo liscio, scanalato lungo lo spigolo in-
Rara. Di vari formati. terno; il piede consiste in una semplice modanatura
bassa. Sotto l'orlo all'esterno ed attorno alla parte infe-
Protozipo. riore delle pareti all'interno, compare una scanalatura.
Corinto C-37--294 (nera, con resti delle anse applicate Sembra appartenere a questa forma tutta una serie di
sull'orlo). (Tav. XIII, 14). frammenti di fondi con anelli modanati a11'interno al cen-
tro. Alcuni esemplari si presentano neri.
Altri esemplari. Non comune.
Si tratta solo di frammenti inediti. Diametro: attorno ai 18 cm.
Prototipo.
FORMA 53. Corinto C-35--869. Frammento di base: Corinto C-33-
Piatto con pareti basse e curve a quarto dì cerchio; 1922 (nero). (Tav. XIII, 18-19).
piede basso e modanato, come nella Forma 5 r. Di solito
Altri esemplari.
compare un bollo del ceramista al centro, circondato da
una singola fascia ottenuta a rotella. Antica (Sigillata Frammenti inediti da Corinto, ecc. Appartiene a que-
B r 12). sta forma probabilmente anche il fondo in \XrAAGÉ 1933,
Piuttosto comune. Più spesso di formato medio (dia- p. 293, n. I r4, fig. r, tav. IX.
metro I 5-20 cm circa), talvolta di formato più grande.
Protolipi. FORMA 56.
Pompei 502 3 (bollo: POY!CTTO). (Tav. XIII, 15). Piatto con pareti arrotondate e piede basso, come nelle
Antioch IV.I, p. 38, tav. VI, S 2 (bollo: forse XAPIC). Forme 53-54, ma con una flangia piatta decorata a ro-
(Ta,·. XIIL 16) tella che sporge dalPorlo. Su tale flangia compaiono àelìc
r

SIGILLATA ORIENTALE B

spirali ad S applicate. Per la sua corrispondente a fondo depositi più tardi in cui compare questa classe ceramica;
piatto, cfr. Ia Forma 61. Antica (SigiIIata B I 2). il periodo della sua m::issima diffusione si potrebbe col-
Rara. locare in epoca flavio---traianea.

ProtolljJo. Cronologia.
CoMFOJn -\X-1.4./1GÉ 1936, p. 222, tav. II, fig. 3 !,Fila-
Le versioni amiche con le spirali, attorno aglì anni 50--
ddfia 29 102 -580, da Beth--Shan). (Tav. XIV, r).
75 d.C., le altre attorno aglì anni 75-125 d.C.
.'1/lrl cs,'l!I/J/an.
Alzri esemplari.
Solo pochi frammenti inediti.
Versione antica:
KNIPOVIC Olbia, pp. 13-14, tipo 1 a, fig. 3.41 tav. I,
FORMA 57·
1 a (bollo: KEP/ilOC).
Piccolo piatto con pareti verticali impostate su di una Labraunda II.r, p. 68, n. 2ro, tav. 35.
piccola flangia; l'orlo è costituito da una piccola moda- Hisrria II, p. 219, n. XXV 1.2, ravv. 81, IOL
natura cd il piede è basso e semplice. Delle scanalature
SACKETT 1972-73, fig. 17 a pag. 67, in basso a destra,
compaiono al di sotto della flangia ed all'interno del_- (da Cnosso ).
l'orlo. Sulle pareti si hanno delle spirali ad S applicate. E
Forse anche Osria III, p. 218 (senza illustrazione).
derivato dalle antiche Forme 4-8. Antica (Sigillata B r/2).
Rara. Inoltre: Volos K 354; esemplari provengono da Co-
rinto, Pergamo, Cnosso ed altri luoghi ancora.
Protonj10. Tipo ,< standard n:
British JVluseum, 68.6---20.261, da Efeso (bollo in pianta HOLWERllA Car. Leiden, p. 36, n. 429, fig. 9, tav. IV.
pedis, il.leggibile). (Tav. XIV, 2). Arlzenian Agora V, pp. 25, 49, 54, G 20, H 30, J 28,
Altri esemplari. tav. 6r.
Solo pochi frammenti inediti.
WrSEMAK--MANO Zrssr Stobi, p. 393, n. 3, ili. 4 (si
tratta di un vero e proprio esemplare di questa classe
ceramica, in parte bruciato, e non di un'imitazione 1 come
FORMA 58. ivi si afferma).
Piano con orlo verticale, scanalato e decorato a rotella, Kenchreai IV, p. 67, ER 50, fig. 9. Forse anche La-
piccola flangia, fondo inclinato e piede piccolo e semplice. braunda II.r, p. 68, n. 214, tav. 35.
Si tratta della versione più tarda del modello rappresen- Inoltre: numerosi esempiari inediti dall'Agorà di Atene,
tato dalle Forme 4-8 in Sigillata B r. L'orlo è scanalato da Corinto e da varie località dell'area egea, ecc. Sem-
sia superiormente che inferiormente in modo da definire bra presente anche a Pompei; Pucci (lnsrrumentum do-
fasce dì decorazione a rotella sul labbro e sulla flangia; mesricum, p. 20, tab. X), attribuisce molti esemplari
una o due scanalature sotto la flangia, due tutt'attorno al tipo I b di Knipovic (cfr. Forma 4, ma sembra inten-
alla parte interna dell'orlo, una o due sul fondo interno. dere questa variante, cioè la 58), il che avvalora questa
Al cemro il bollo, di norma una rosetta, un asterisco o ipotesi.
simili, ma talvolta (sugli esemplari più antichi) i1 nome del
ceramisrn (KEP/LIOC, POY/CTTO, ecc.). Gli esemplari più
FORMA 59.
antichi hanno le pareti piuttosto sottili e nettamente arti-
colate; frequentemente presentano due spirali ad S ap- Piatto a fondo piatto con pareti dritte e inclinate.
plicate ad estremità opposte dell'orlo. Sugli esemplari All'interno del fondo compaiono due scanalature o una
più tardi, di manifattura più scadente, anche la decora- fascia di decorazione a rotella tra due linee incise; atte-
zione ,1 rotella diviene più trascurata e tende a scompa- stati bolli del ceramista. Antica (Sigillata B 1 Cor-
rire, unitamente alle scanaiature che l'accompagnano; il risponde alla comune ciotola di Forma 71 1 ma non ~
piede diviene un poco più largo. durata così a lungo. Per la versione antica, cfr. la For-
Assai comune. ma 18.
Diametro all'orlo: 12-18 cm circa. Non comune.
Dìametro: r 5 ,17 cm circa.
Protoufi().
Athcnia11 Agora V, pp. 24-5, G 19, taVY. 4, 61. (Ta,;. Prororipo.
XIV.,
HAYES Corinrh, p. 454, n. r5r, tav. 87, (Ta\·. XIV, 4).
Gh e:,;emplari più antichi con spirali applicate compaiono
in comestì che approssimativamente si possono datare at- Alrri esemplari.
torno al terzo quarto del I sec. d.C.; i1 prototipo, lieve-
mente più tardo all'interno della serie tipologica, pro- Tarsus I, p. 253, n. 554, fig. 147 (bollo a rosetta; forse
viene da un gruppo risalente agli anni 80- 100 d. C. circa. pertinente alla B 1 ).
La fo:rn.a è quasi sempre boliata e semb:-2. mancare nei Corinto C-34--· 2225 (bollo: CTTO/POY).
SIGILLATE ORIENTALI

Forse anche lnstrumentum domcsticum, p. 20, tav. IV.20, Forse anche Labraunda II.1, p. 69, n. 232, tav. 35.
ccìn tah. X (1:hid., tav. V.22 deve essere una variante an- Inoltre: Paphos, OD. 4701 (in contesto flavio) e Yari
iiC:1 li qu'..'.'.sia forma oppure della seguente). altri esemplari da Corinto, Isthrnia, Pergamo, ecc.
E .cmplari inediti da Atene (Agorà), Corinto e \'arie Versione <i standard 1>:
:111 r•" lncdità.
TECHNAF 1929, p. 50, fig. 42, Beil. XXVII.2.
W'AAGÉ 1933, p. 293, nn. I07"···III, tav. IX.
Anrioch IV.I, p. 38 (solo come riferimento).
Fi.mil a fundo pi:mo con pareti inclinate ed orlo cur-
BROCK 1949, p. 70, fig. 13.8.
' :,r ;:Tint:-rno, convesso all'esterno, wn due scanala-
KNIPOVIC, in 1.H.alcria/i 25, 1952, p. 297, fig. I.5; tipo
t ;_ff,' nel punto di giunzione con la parete, al-
5 (M).
i'intc-rno. Di solito all'interno del fondo compaiono due
~crL· di scanalature ({ a pettine ,i, con un bollo a palmetta /v1ALLWITZ r958, p. 60, fìgg. +7 d, 48.
;_'· :, 1T1oti\·i analoghi) al centro. Sugli esemplari più an- SALLER 1957, p. 259, n. 7, fig. 49, nn. 4823, 4955
tichi (in B 1.,2) l'orlo è basso e triangolare, carenato BAGATTI r953, p. 70, tav. XVII b.r).
aìJ'c,;tC'rno, mentre su quelli più tardi esso diviene più Arhenian Agora V, p. 25, G 27.
con rilevante sporgenza in basso e parte interna è'.:REMOSNIK 1962, pp. 128---9, tipo <, Hofheim 97 Ab ,.,
com·c:-;sa (assume pressappoco il profilo di un martello); tav\'. IV.I, 10-12, VI.12.
L· due sottilì linee incise che sottolineavano l'orlo al- Labraunda II.1, p. 69, n. 240, tav, 35.
l'-2c;tcrno negli esemplari più antichi, si mutano in sem- CoLDSTREAM Kythera, p, 203, W 327, fig, 58, tav. 58
pìici concavità con lievi risalti. Cna risega piuttosto pro- (catalogata come ceramica di çandarli).
nunciata alla giunzione interna del fondo con la parete Gczzo 1972, pp. 373--375, nn. 258, 16487, figg. 442,
costituisce un'altra caratteristica comune degli esemplari 454.
più tardi. Su quelli più antichi (in B r '2) la decora- COLDSTREAM Kuossos, p. 48, J r6, fig. r7, tav. 28.
zione dell'interno del fondo può presentarsi come una SACKETT 1972---73, p. 68, fig. 21 a sinistra e al centro
fascia ottenuta a rotella, delimitata da scanalature (cfr. (da Cnosso).
la Forma 59). Grosso modo si può dire che gli esemplari JV1ERCANDO 1974, p. 305, tomba 136 n. 5, fig. 219.
più antichi con pareti sottili hanno un formato trn il
HA YES Paphos, p. 97., fig. I. 7.
piccolo e il medio (diametro all'orlo di 14-20 cm circa),
mentre quelli più recenti si presentano in due formati J1onzc lrsi, Southcrn Ital_v, pp. 192-3, n. 312, fig. 36.
(diametro di Vi~I8 e 22>30 cm circa); alcuni esemplari lviERCANDO 1979, p. 147, n, 16, fig. 59 2,
Poi insolitame;te piccoli e trascurati (diametro di 12--- JvlAroLI Classe, p. 96, n. 4.10, e fig. alfa p. 95 ,:con
15 cm circa), perlopiù senza bollo e con un gruppo di datazione troppo tarda).
scanalature all'interno del fondo solamente (e talvolta Inoltre: Stobi C-72--·76 (citato in V-\hsEJ1,1At-.:-I\-1ANO
nemmeno quelle), si possono collocare proprio alla fine Zrssr Srobi, p. 393), Paphos OD.. 4938 e numerosi altri
della serie tipologica, tra le produzioni più tarde in Si- esemplari dall' Ag<.~rà di Atene, da Corinto e da va.rie
gillata Orientale B. località dell'area egea.
Jv1olto comune. I formati sono quelli indicati sopra. Forse anche: GRIFFITH 1924, p. 179, tav. LXXI.16
(da Faras in Nubia); TcCHELT 1971, p. 76, w1. 210--11,
Prototipi. fig. rS (da Didima).
Antico: Napoli 121749. (Ta\·. XIV, Versione tarda di piccolo formato: CoLDSTREAJ.1 Knossos,
Athcnian Agora V, p. 25, G 25 ·-26, tavY. 4) 61. (Tav. p. 54, K 25, fig. 17, tav. 32.
XIV, 6). Altri esemplari provengono da Cnosso, da Tebe nella
Tardo: Paphos, OL 4998. (Tav. XIV, 7). Phriotide, ecc.
Tardo, dì piccolo formato: Cnosso_, Villa di Dioniso
581P 30 ~ HAYES Villa Dion_vsos, p. 1 r8, n. 32, fig. 4. FORMA 61.
(Tav. XIV, S).
Piatto a fondo piatto con pareti basse cd inclinate e
Cronologia. con orlo a flangia sporgente (cfr. Forma S('i). Piede basso
Per il tipo più antico, 50/60--80/90 d.C. circa; il tipo a listelìo, impostato sotto lo spigolo del fondo e distinto
più tardo continua fin verso il 150 d.C. dalla parete esterna mediante una scanalatura. Sulla pane
Alrri cscmphm·. superiore della sporgenza dell'orlo compare una decora-
zione a rotella e talvolta anche un paio di spirali ad S
V crsior..e antica:
applicate; una sottile linea incisa è presente al di sotto
Anrioch IV.1, p. 38, tav. VI, S 1. dell'orlo, all'interno. L'interno del fondo :.: liscio, tranne
PoHI. 1970, p. 155, n. 30 a-b, fig. 73 (p. 195\ n. 412_, che per il motivo impresso al centro {_asterischi o simili).
fig. 73 è simile o più tardo). Alcuni esemplari sono di colore nero. Per la ciotola cor-
HAYES Coriwh, p. 454, n. 152, tav. 87. rispondente cfr. la Forma 72. Antica, per lo più in
Ostia III, p. 192, fìg. 270 a--·b. B I 12, con pareti piuttosto sottili.
Instrumcnzum domcsricum, p. 20, rnb. X ( con riferi- Non comune.
mento ul G 25, dall'Agorà di Arene v. sopra·;. Diametrc: 8-.,IS cm circ::.
S!GILL\T,\ ORIE?'.!TALE B

J'r, ·; Una variante antica /con ampit) orlo, cff. b. ciu1.uL di


h\rma -3,1 111: ,,Jth:.·ni(rn \", p. 25, (ì 22, rn,:. (11.
)\ ,, ìj':"
Di pìccolu form2.to. \'cdi il pwlilu. tTav. Xr\', 11·1.
_i ir,-
i J:l: )).]"2 ilh1srr/ ncmU.'. p,
((,\H. n. 3oì.
E :;n;<L funrnno ! diamcrrn -,;,.; cm;1 1 di cn-
Piatto a fimdo piatto, come: h Form~ì 6.2, mJ con cd,·:
!•nllo di ccn;riis;w c.;u ~iuc rir.z:hc.
sporgente eJ incury;.iro alJ\::sterno, non dcrnr:no.
,2, c. -:-)\9, I. I i!
Bolli: cno POY; inoil.rc Yari rnofr:i 1rnpr2ss1 (ro-
nrf,_ p. --1-5•l- 15::;. 1.n·. ~~.
sette, ccc.
<hi,1 nr r- 2c;s. lìg. '.'::;;-;_
:\hbustani'..1 comun<~-
--jr:no t'. 36 q:;r \diametro ;R cn1j nero),
Diametro: J ~- I:,; crn circi
Frmoriti .
.--1r!icni,1n
j1Ì;Hl: pi~1no, come nella FMrna 61, ma ahba-
:(n,J() PELACi:\lTT 1969 ""(
sran1a '.pc>so1 con piccolo orlo sporgcmc, ripicgmo !""Lì'. XIY.
in ahP .· ncmo. Taluni esemplari prc:scntsnn due rouc
prrs;.:: J, .,--;..•\1ic-Uo applic, ,tc alr e:>rcrnu ddl'orh}. Al cemro
0
c:ron(>l11gi,1 .
,ld fon~: .r11'intcrno cnmpainnn rnlyofra dei bol1i a rn- :'1.naloga a qudla dcll::l Fornn 62, apparcnrcmcnh: Jb-
ìl \i)ndo per il rcsw è_,_ sent'.a altre decora- vw traianea.
ZHlHL no ,11sun,.,1i<CJ,' due 1.ip1 · non decorato:
B cw ·n scanahto e decorato a rn1.dL1 ndb part·:
inferir i: ;n prnpno aa11:.'.ll.
7~1rsu:: .I, p. 253) rL 550, q.~, fC,iG.
Il comune) il tipo B L: pm1T.Osto r..J.rn.
(lt?Lo 19-0, p. 45, n. 11:2, 22, ~ì
entrambi i tipi:1· quasi sempre di 16
Inl1ltr-:::: esemplari inediti da Corinto, ccc. Cfr.
IÌÌ cm c,Jmp:1w:ìil degli c·scmplari di formato
anche il frammento di ha\~ in ,·lihcm::m
più grn.;i
G 168 Torma 62 o 63 :·, Il piceni() \"<F(> m
Y, p . .2.5; Cì- :q_, Gl\T. 4, 61 \·a prolx1bilmc;itl: con-
!;iclcraw come u:rw ,;:,ub:11c ,:n;;:.. ,,_ \'. ;:mci1C l(,,ì::·i'1r,'
IY, p. 66, ER J.- taY. i-,

:1d es",\ \·icina e le ciowle delle FORIV'iA 6{.


·td.1 Form·...: -..; -:, c(1mp:1iono per fa JYtìma Piccolo piattino a oarcli vc:nicali,. co,1 moJam\i:u~T 2-fr:
';1:u,: ::;J._:mpre it, ',1c.r5,ioni anr.ichc) frn i rqìcn1 sommid. cd in fondt, alle pareri; quest'ultima m,ldan:1-
·d:., Fomr~~ì e- inizi<mo quindi prcsumibil- 1ura form:1 il piede: rii1tcrno dd fondn è pùmo. l'k
n1rntc ;:1r.Ji che ]i,, F\)rnu 6c: d'dtra pane e::_st scm- esistono due ,:ersioni: ."\ con due ·sokt,ture sulla parer~·
br:mo ·::re DlT n addiriuura assenti nei comesti più (cfr. h Forma 65 1\.'i; B con dccoraàmc a rnrclb sulle
t,~:rdi i; ·n questa ceramica è pres;ente. Il contesto Je- moc1anarurc e r:m:t1 lisce. In taluni casi com par::: un:i.
:;li cse:· · ,bn prurcnicmi da Sir:icu:.;;1 non dovrchhc an- ,c.;okatura :Jffintcrno del hhbro. Non si :;:i se fosse bol-
ciarc u il 1.20 d.C cm:a. L1 da1,1;,:ionc più prob:1hilc lata. La forma si può c.>>nfrnnt:lft'. cun il npo
p:.::r cr:·:,mhi i tipi (: r:0,-5 120 d.C: ClrG.l. dorff -4 in Terra SigiUarn Irnìica.
R,,~L.1., rrnbabilmentc piun0sw :mti;:~1.

ncr, ~-b. i;ifr.~:iu G'lìli' Campan:t


?EJ,;\liX!Tl 1969 ~o, h,ç. 3 e e a r- :,-:--, Lì\', I, Ck CT.J J) Uff. ro6,"":. I ::-"In<' ,'1cnnm1
:ll1 u. p.
tJ/é'S//CUll!, P,,-.21 (_tÌp(ì :fl.
· --:::::r; r:\r-: E'.;\r~ ,<;,1m,1 Pri.,ra, p. ,f:'), n. fa:o, Il tipo :-\ (., atrcsurn :i Pcr;.::u:no (/__ sklcpi,.~icrn, KO
n, r- 22\, ì t,::

i~>rs·.:: !·JE\:'.\.,\Nl)(l 1q-..;_, r, I_,;~·, rnmha -~, n.


bniln, ~~-1 e , l.rd .·mo rn associazione C)Jì
u;, '.'-Jf', J.C · pi.lei c"scr.:: un:i ìrnii:vwn·.: Ciowb ,1 pnrc:l.l v2niclli, di Sl1lir .ì di piccoln f-:m,1:m',
1

ÌrKd ti di cmr,:mhi i tipi przn,'<:n;:nn(, C(1n fondo r;ia:ro e pie&.: snuilc Piccob n:,khnarnrn
Lfa dm.:: ioGdil;~ Fors·:.:: an:.:hc DE(;A\iI J 9-;9, :t:·w' di urlo· rnn ì.ma sPlcatura lunµo lo spignlu intcrrw;
:-,Ìr:;i"rra in d10, Li:'. Rc~c_ic Emilia _Lipo
1
sulla r:are:c comp:1iono due srnnalaturc llisl.imc Fn1
SIGILLATE ORIENTALI

Normalmente è bollata al centro (bollo del ceramista in FORMA 68.


_nlanro pcdis, asterisco o simili). ·Frequentemente è di
:..'l,Lr~' nero. Per una sua forma corrispondente, ma più Ciotola dal corpo rotondeggiante, orlo ricurvo all'in-
b::issa, cfr. la Forma 57; in BI cfr. invece la Forma fuori e piede basso. Sulla sommità dell'orlo compaiono
3?· Pochi esemplari hanno nella parte superiore della delle scanalature, In B 1 _i2.
p:t:"c\c un paio (?)di decorazioni applicate. Antica (B 1 ,12),
Prototipo.
:'·~H)asranza comune.
Napoli, 784-1875. Bollo: CTTOiPOY. (Tav. XIV, 1il).
l)i,:mctro: 5-11 cm.
Non se ne conoscono altri esemplari.
Pr,;;,,ripo.
HAYES Corinth, p. 453, n. r38, tav. 86. (Tav. XIV, 15). FORMA 69.
Ciotola emisferica, con flangia piatta decorata a rotella
(irm1:1/ogia.
all'esterno dell'orlo; piede basso. Corrisponde al piatto
50-80 d.C. circa. di Forma 56.
Antica.
A!rri esemplari.
Sammlung Vogdl, n. 498. Se ne conosce solo un esemplare (non illustrato):
Berh-Shan III, p. 39, rav. XXXIV-43 ,.,, COMFORT· Damasco 13170 (Cat. illustré Damas, p. 85, n. 28). Dia-
\XlAAGÉ 1936, pp. 221---2, rav. II, fig. 1 (Filadelfia 29-- metro 7,2 cm. Di colore nero. Bollato. Senza decorazione
102-547). Con decorazioni applicate. (Tav. XIV, 16). applicata.
HOL'NERDA Car. Leiden, p. 34, n. 399, tav. IV. Con
decorazione applicata. FORMA 70.
Inoltre: Atene, Agorà P 14990 _; Corinto C"36- 1 87 (in
Ciotola/coppa con corpo a profilo conico con orlo ver-
miniatura); J\1ainz, RGZM, O 4211. ticale modanato e piede basso non decorato; corrisponde
Una variante con pareti lisce in: KNIPOVIC Olbia, p.
al piatto di Forma 58. L'orlo sì presenta come nella
17, tav. 1.8. Forma 58: decorazione a rotella su una o entrambe le
modanature, distinte tra loro mediante solcature; due
FORMA 66. solcature compaiono pure all'interno, al di sotto del lab-
Ciotola emisferica con piede basso, pesante e moda- bro. Gli esempi più antichi (in B I i2) tendono ad
nato. Una o più sottili linee incise compaiono all'esterno, avere pareti sottili e, solitamente, due spirali ad S appli-
all'altezza dell'orlo ed attorno all'interno del fondo. Pre- cate sull'orlo. Di norma hanno il bollo, che più di fre-
senti bolli dei ceramisti. Antica (B 1 i2 ). Si tratta di quente è un asterisco,:rosetta o simili; in alcuni casi più
un'evoluzione o di una versione meno rifinita della For- antichi, però, compaiono anche bolli dì ceramisti (CTT01
ma 29 ìn B 1, non del tutto chiaramente differenziata da
POY, EP/MHC, KEP LIOC). Lo sviluppo dell'orlo e del
piede è anaìogo a quello delia Forma 58; gli esemplari
quest'ultima.
tardi mostrano la tendenza a divenire più piatti e larghi,
Non comune.
con il piede più sporgente.
Diametro: IO-- II cm circa.
Assai comune.
Prototipo. Diametro (all'orlo): 7,5-14 cm; si presenta di solito
Cnosso, Villa di Dioniso 35/P 4 -- HAYES Villa Diony- in due formati: ì,5-·9 e 10,5--13 cm.
sos, p. 138, n. 209, fig. 17, tav. 5. Bollo: El;Z/A-1A. ,:'.Tav. Prororipi.
XIV, 17).
Antico: Verulamium l\iuseum, Inghilterra, H.C.!vL 7
Altri esemplari. (Coll. Evans; secondo quanto asserito è stato rinvenuto
Labraunda II.1 1 p. 69, nn. 228---9, ta;·. ::i,<:. a Verulamiurn, ma forse proviene da un'altra localitàì. La
.Jccorazionc a rotelìa è obliterarn. 1:T::rr. XI\', 19).'
Buco\'ALA r968, pp. 279---?,o, hg, 8. Bollo: E.FMA.
Atene, Agorà P 17210 (inedito). Tardi: Athenian ,1gora V, p. 87, 1\1 33, tavv. 18, 62.
(Tav. XV, 1 ).
\X'ISEMAN-,i\1.ANO Z1ss1 Srobi, pp. 392--3, n. 11 ilL 2.
FORMA 67.
Piccola ciotola con pareti a profilo a doppia conves- Crm1ologia.
sità, piede basso ed orlo costituito da una piccola mo- Come quella della Forma 58.
danatura; corrisponde al piatto di Forma 51. Cfr. il tipo
Haltern IO e Dragendorff 27 in Terra Sigillata Occiden- Aìrri esemplari.
tale. Probabilmente in B ri2. Antichi (con spiraii applicate):
Se ne conosce solo un esemplare (non illustrato): KNIPO'i'IC Olbia, pp. 15----r6, tipo 4 1 fig. 4.2, ravv. l.4,
Damasco 13169 (Car. illustré Damas, p. 85, n. 27). IV.2.
Diametro: ::m. Colore: nen Bollo illeggibile. Tars1u 11 p. :.:5~. JJ.. 564" figf, q-:-. 19:.

66
SIGILLATA ORIENTALE B
Labrt11mcLI II.Ii pp. 68-..-9, nn. 224--s (anche il 226 ?) Altri esemplari.
e orobahilmcnr.e anche p. 68, n. 222, tavv. 13, 35 (am-
\\loOLLEY-RA:N'DALL MAc!VER Karanòg, pp. 53,227, tav.
m~sso cllr: questa non sia B 1).
93, G 7or, 8874.
J\1at('naii 155, 1970, p. 98, tav. 15 (a p. 126)J n. 8,
KNIPOVIC Olbia, p. I 8, tipo I r, fig. 3. I 3-14, tav. I.r I.
da Kcrci1.
CVA Pologne 2, tav. 92.36 (dall'Egitto).
HAYE\ e..:orinrlz, p. 454, n. 148, tav. 86.
HOLWERDA Cat. Leiden, p. 33, n. 369, fig. 7 (da Olbia).
Inoltre. vari esemplari da Corinto, Cnosso, Paphos, ecc.
Tarsus I, pp. 253-4, nn. 561--3, figg. r47, 196. Il n.
Vcrsinne normale: 563 è forse la Forma 3 7.
KNIPOVIC Olbia, p. 40, sotto il tipo 33 b_, tav. II, 33 b. Athenian Agora V, p. 25, G 30, tav. 62.
Arlh'n/cm Agora V, pp. 25, 54, G 28, J 29, tavv. 4, HAYES Corimh, p. 454, n. 155, tav. 87.
9, 62. Ostia III, pp. 192 (?), 273 (non illustrato).
Are/i. Dclr., 20, 1965, Clmmiha, p. 562, n. 6, tav. 708/3, Pt;ccr Jnstrumentum domeszicum, p. 20, tab. X (con
da Afrati., a Creta. riferimento sia al tipo II di Knipovic, sia al G 30 del-
Labrmmda ILI, p. 68, nn. 221, 223, tav. 35 i forse 1' Agorà di Atene; manca una illustrazione).
anche ii fondo a p. 70, n. 246, rav. 36. Versione antica (ceramica B r ?): 1\1.ITSOPOULOS LEON
Pom. ; 970, p. I 54, n. 29, fig. 73 e p. 202, n. 493, 1972-~5, cc. 508-9, 523, fig. 5 j.
fig. 73. Numerosi esemplari inediti provengono dalh\gorà di
SACKI TT 1972-"73, p. 68, fig. 21 a destra. Atene, da Corinto, ecc.
PHILLJJ':-; Apollonia, p. II4, con nota 26, tav. XVIII b. Alcuni fondi in Kenchreai IV, p. 64, n. ER 4r, sono
Vari escrnplari di questa forma sono stati ritrovati vicini a guesta forma.
anche a Pompei, cfr. Insrrumentum domesricum, p. 20, Una versione in miniatura in: Tarsus I, p. 254, n. 565,
tab. X-, sono il tipo 4 di Knipovic. fig. I 96.
lnoit::,~ · British lvìuseum 68.6--20.263 e 72.4--5.205, da
Una variante amica di piccolo formato in: British i'vlu-
Efeso; f,/fonaco, N.I. 6813_; Pella, A 805; vari gli esem- seum, 68.6-20.260 (da Efeso), bollata EPMHC.
plari d;.1 Corinto, Isthmia, l'Agorà di Atene ed altre loca-
lità deffarea egea.
Forse: anche BROCK 1949, p. 70, fig. 13.9-10 (il tipo FORMA 72.
è ;n,w,n) Cfr. inoltre il fondo Kenchreai IV, p. 65, ER
Ciotola a profilo conico con fondo piatto e pìccoìo
42, fìg. q, ed il confronto ivi citato.
piede a listello, distinto dalla parete mediante una sca-
nalatura; flangia piatta con una decorazione a rotella al-
FORM.h /I. l'esterno dell'orlo; nella parte interna del labbro compare
una sottile linea incisa. Nella maggior parte dei casi è
Cimob a fondo piatto, cvn pareti inclinare lisce e leg- piuttosto piccola e lavorata finemente; taluni esemplari
germem:.: arrotondate. Sull'interno del fondo una singola sono di colore nero. Corrisponde al piatto di Forma 6r.
Enea incisa circonda il bollo (quasi sempre un asterisco/ Spesso presenta due spirali ad S applicate sulla decora-
rosetta). Pochi esemplari antìchi con pareti sottili mo- zione a rotella della flangia all'altezza dell'orlo. General-
strano minori variazioni. La maggìor parte degli esem- mente bollata, sia con bolli di ceramisti che con semplici
plari '.sono con pareti piuttosto spesse rispetto alla mole motivi figurati.
generale del vaso. Corrisponde al piatto di Forma 59, Antica (B r 12); probabilmente è soprarrutto del terzo
ma è u'-;sai più comune, riuscendo a sopravvivere bene quarto del I sec. d.C.
fin emrn il II sec. d.C. Per i suoi prototipi cfr. la Forma Non comune.
.) , r;:;ro corrispondente in Terra Sigillata Italica si Diametro: 6,5 . . "12 cm .
ritrov~1 ud J\fanchesrer Jviuseum, R 850).
Assa; comune. Prarotipi.
Di:,\r )f_'tro: ~,.e:- -r3)5 cm circ2; quasi sempre in due Istanbul 76r3 (dalla regione di Balik'?sir':. Il bullo del
formali· 9 9,5 e 10,8--13 cm. ceramista è piccolo e allungato (illeggibile). (Tay. XY. 3).
Arhenian Agora V, p. 25, G :::r, t1vv. 4, 62. Bollo:
l<EPiÉIOC. (Tav. XV, 4).

Alrri esemplari.
KNIPOVIC Olbia, p. 16, tipo 5, tav\·, I.5, IV.3.
form.2 è più comune in vera e propria E 2 che CoMFORT-\'FAAGÉ 1936, p. 222, rav. II, fig. 2 (-- Fil2-
in B , sembra però mancare dai gruppi più tardi delfia 29,.-102---544, da Beth·"-Shan),
comenenti questo tipo di ceramica. I bolli a rosetta in- Car. illusrré Damas, p. 85, n. 29. Nero.
dicane mm datazione essenzialmente flavio-traianea, pa- 5'amaria---Sebasre III, p. 345, fìg. 83_1 16.
ralleb quella delle Forme 58 e 70. Non è chiaro in Labraunda Il.I, p. 68, n. 219 potrebbe appartenere a
quale: -,",tWnl.c la forma compaia a Pompei questa forma.

67
SIGILLATE ORIENTALI

Ustia II, p. r90, fig. ror. Nero. Tipo B.


Insrrumentum domesricum, p. 20, tab. X (sotto il tipo 5 Labraunda IL I, p. 68, n. 220, tav. 35,
di K.nipovic e la forma G 21 dell'Agorà dì Atene). Corinto, C-29- 37, C--36,. . 2128 (nero).
Apparentemente anche BoYER 1959, p. 95, n. 23, fig.
6.6, da Les Blais, Var.
FORMA 73. Tipo incerto: Inslrumentum domeszfrum, p. 2oi tab. X
(sotto il tipo 10 di Knipovic).
(jotola a profilo conico, come la Forma 72, ma con
orlo piatto e labbro girato all'insù, a mo' di uncino;
l'orlo presenta delle sottili linee incise sulla parte supe- FORMA 75.
riore. Talvolta è di colore nero. Antica (B r/2). Ciotola simile alla Forma 74, ma con orlo liscio, arro-
Rara. tondato e sporgente all'esterno. Corrisponde al piatto
di Forma 63. Alcuni pochi esempi sono di colore nero.
Prototipo.
Bolli: CTTO'POY, rosette.
Paphos, Casa di Dioniso, O!::,, 2626. Nero. Bollo: una Piuttosto rara.
rosetta. (Tav. XV, 5). Diametro: 9,5--13 cm circa.
Cfr. Tarsus I, p. 254, n. 566, figg. 147, 196.
Prororipi.
Boston, Museum of Fine Arts, da Barkal, Sudan
FORMA 74. (n. 23.2.288) = DUNHA.:M Royal Cemereries o.f K..ush IV,
p. 153, n. 23-2--288, fig. F 22 (senza indicazione di bollo).
Ciotola a profilo conico, come la Forma 72J ma con Bollo su due righe: ... !f!,Qç (forse KEPiL'IQC). Antico.
l'orlo stretto e sporgente ed il labbro girato all'insù.
(Tav. XV, S).
Abbastanza più aperta e bassa delle Forme 72-73; le
Arhenian Agora V, p. 87, lv\ 32, tav. 62. (Tav. XV, 9).
pareti sono più spesse. Corrisponde al piatto di Forma 62,
con prcssocché identiche prese ad occhiello applicate Alrri esemplari.
sull'orlo di taluni esemplari. Se ne distinguono due tipi,
KNIPOVIC Olbia, 16, tipo 6, tav. 1.6. Variante di pic-
come per i piatti: A - con orlo liscio; B - con orlo sca-
nalato e decorato a rotella. Alcuni pezzi sono di colore colo formato (diametro 6,4 cm).
nero. Bolli: nella maggior parte dei casi s1 trntta di ro- lnsrrumentum domesricum, p. 20, tab. X (con riferi-
sette; anche CTTO/POY e POY!CTTO. mento al sopra citato esemplare dall'Agorà di Atene).
Il tipo A è comune, mentre il tipo B è abbastanza raro. Ulteriori esemplari da Corinto) dall'Agorà di Arene, da
Diametro (in due formati): 8,8-10 cm circa e u,5- Isthmia, Pergamo, ecc.; anche Museo di Volo, K 1919,
L'orlo in CREMOSNIK 1962, p. 121, tav. V.6 (sotto il
12,5 cm.
tipo 6), può forse includersi in quest'ambito.
Prorotipi.
A. PELAGATTI 1969-70, fig. 3 a (p. 87). (Tav. XV, 6). FORMA 76.
B. Corinto C--36-724. ,, Prese " applicate. Bollo:
Ciotola con pareti quasi verticali, fondo piatto e pic-
POY/CTTO. (Tav. XV, 7). colo orlo aggettante. La parte inferiore delle pareti si
Cronologia. curva all'interno sì da formare un leggero spigolo o
listello, su cui poggia tutto il vaso; il fondo è piatto con
Questa forma, assieme alle altre forme che presentano un leggero incavo all'esterno. Dapprima l'orlo ha una
bolli con rosette dì aspetto piuttosto sommario, dovreb- forma semplicemente ricurva all'infuori, distinta all'interno
bero avere soprattutto una datazione flavìa e traianea da una scanalatura, poi tende a divenire un elemento
(cfr. la Forma 62). Datazione probabile (ambedue 1 piano ed affusolato, generalmente convessa nella parre
tipi): 70_175-120 d.C. circa. alta, con una solcatura interna, immediatamente sotto di
essa. Di norma nelìa parte superiore della parere com-
Altri esemplari.
pare un solco poco profondo; il piede a listello non
Tipo A. è distinto come nelle forme precedenti. Il bollo è al
KNIPOVIC Olbia, p. 18, tipo 10, tav. I.ro. centro; talvolta sull'interno del fondo appare una sol-
GENTILI 1956, p. 157, nn. 21--28, fig. 8.5--12 (nero), catura. Questa forma la troviamo per la prima volta alla
illustrato da PELAGATTI 1969-70, fig. 3 a--b (a p. 87), metà del I sec, d.C. in un formato piccolo, ma progres-
tav. r, nelle file centrale ed inferiore. sivamente tende ad aumentare di dimensioni; le versioni
GFZZO I 970, p. 40, n. 79, figg. 22, 57. simili a grandi bacinelle sono fra gli ultimi prodotti in
Inoltre: Londra, già Guildhall Museum, 3176; Mainz, Sigillata Orientale B. Ne distinguo due tipi (non chiarn-
RGZ1'v1, O 13751, 13752; Vienna, Kunsthistorisches mente differenziati) sulla base delle dimensioni:
lviuscum, 1309; Vienna, collezione dell'Università, da A. Piccola (diametro 7-16 cm circa). In genere è an-
Efeso; vari esemplari provengono dall'Agorà di Atene, tica (in B 1/2 o in B 2 antica) ed in taluni casi pre-
da Corinto e da altre località dell'area egez. senta bolli dì ceramisti.

68
SIGILLATA ORIEX!ALF B
B. ( i, 1Jiamctro 16 :;o cm circa). Prcdomìnn rn ( ironol11j!icJ.
B: LH ,·:o 1 50 cLC. urca J. Bolli: palmette o moti\·i
Questa forma la si rirrorn in comesri della pnma
-,ìmili CSJS!Ofl()).
mctù del 11 scc. d. C.
L nh; c'.mrnmc n:.::lh n:rsionc t:1nh.
Ahri cs,.·mr1cm.
Llt,ré!J!ìiJt II.L p. 6S, nn. 2r~ 1 .::I6, ta\". 35.
'\. C1)t/llfh, p. 454, n. ì 54, t:l\'. F- Corinto Inoltre: Corinto C ?-+ 2200: :\rene, P 26"'16 e
e ,t, H 1 iarda?. "T::1:. XV, E·•<ì.
esemplari prcwenicnu da Paphoc:, ccc., runi frammentari .
/!,i/,. .,':!in,m l\1rtn:v, p. 3S. L p.:; ihollo: /.:,,;\["=.A/
r°'i~,i:-·o

Ci-rande piatto, simile: a qudln di Forma 7-, ma con


umpio orlo ricurvo 1 cnn labbro piegato v~rso il basso.
Tip(: Le pareti sono basse e tondeggiami, distinte all'interno
KKil' c)/biJ, pp. 1- 18, tipo 9, t.av. l.9. in alto cd in basso mediante solcature o risalti. In taluni
\\':\ \U c33, p. 293, n. 104_, rav. IX. esemplari lo spÌ.[!olo dd labbro compare decorato a rn-
Cnf'I\F(f 1960 1 p. 19, fig. I, in alto a lksrra. fig. :;:_ tdh. Non suno attestati bolli. La datazione è probabil-
Porn J, p. 195) n ...p3, fig. -:J.
mente vicina J quella della Forma
Rara.
:::;o c.
Diametro: ..,-: 1.0 cm circa cd oltre.
IneLii '':1phus OL 68-: altri esemplari da rnrie loca-
lità del! cp:ca. PriìiOt!j)I'.
Sì iT;;;-· 1·àsc di questo npo in 7>rsus L p. 253, n.
Corinto C 36 23c,6, :TaL X\ì, I3ì.
·16 · !JJs!lwJh'l/!ttll! )omcsriom1, p. 20, rah. X
Cfr. Lahrmmdc, II.1, p. -o, n. taY. 36.
1,npo
Per un'imitazione m ceramica mcnlcs12, cfL .·Ith'-'ni,w
Tipo Agora Y, G- )O; mv. 65.
Ostie
Inedi Ot C)L 4939 e frarnmcmi. nu- FORA1A 79.
merosi frammenrnri pro\Tllg(\ìlO da O\rinHL
ccc. Ciotola carenata, con piccolo piede cd ampi\) or]n
La :..·iotob di buona fmrnrn in Tc1rs1u I> p. 2~3, piatto, con bbbro bruscamente ricurvo all'insù . .\Irin-
n. 55~;. ;96 (prohabilmente in B r' potrebbe essere terno lo spigolo tra l'orlo e la parete è frmchcggi~tto da
unu tfr· .·n · a.nrccedentc di questa forma (ammesso che scanalature:. Non sono attcsr;_u.i bolli.
ncm si: rc-st~:urarc con un pìeJc 'ì. Knn comun,.::.

Prornnf,(!
FORM!,
H.YYES l\1pÌ!os, '"'.'.4 a p. 108. (Paphos OL 4980: il
Gran(i·. ..,.;:mo a fòndn piano, con piede basso di nnl.L'- contesi.() sembra fhr-:io\ TaY. XYi r~t\
vole- di::·· l:::: pareti sono basse e tm1dcggianti e
l\;rlo è· Cro110!1i_!!io.
obliquo cd ampio 1 con luhhro ingrossato e
pendem_· ~lrinterno delìc pareti compaiono modanarnrc Fine I inizio Il sec. c-1.C.
cimvc-st-oc -.:oncnT cn:n sezione di un quarto di cerchio: Forma affine: c:urinto C 3..J. ::2".'6 'Jiame1ro 13 cm·
(ìU':SlC' ,!'.tnarnrc sono distinte da scanaLnure o risalti: Qualche alrrn frarnmentu da Corinro denuncia l'csisrcnza
il labhr una mcmbr:ctura \Trricalc cd una dì una ,:crsionc più granJc ùi qucsra forma.
flangi;; ,pc1r~c ohliquamcnt~~ (in genere prcisenta una Per un'imitazione- in ceramica ateniese, cfr. ArhcnicJn
decora?,. rmdia'ì cd ~ distinw alrimcnw mcciiamc
··oicamrc; al di sotto della fascia dell'orlo sì
possonu •::ivolra a\-crc due sottili linee incise. L'imcra
FORMA 80.
impost.:i: · '"..' dd vaso fa pcns:1rc ad un 'imitazione da
una fcn:,·;·• ·nctalJica. Non si s2. se Yi fossero bolli o <le-
cornzio·, :;Tirn:crno dd fondo. L'arf:ilìa si presenta di Cìotofa hassa e tondeggìamc- con orlo piat.to inclinato
\Trso il bbhrn, dislimo ds due scanabt'-lrc affestcrno
soliw r< [.;ca~liosa.
~on· e 1.b una sola all'irncrno: pie.dc: piccok- e- basso; due
,. p:-radini · atto1T1ll :1! C'.:ntrc :11l'intcrnn dd fonde;, ci:-
Dùn;
condal(' lfa una sonilc linea i1Kìs:.1. Non atte-stari holli.
Scmbr,1 si trnu.1 ,Ji un 'imit:11,icm.:2 cb una pmc-r:J di mc-tallo,
della varietà . .~on :Jnsa teriomorf:J, 111~1 sc-nza qucsr\1ltimcL
Assai com1me<
Due formati. Jùmetn> r .+ r i~

u9
SIGILLATE ORIENTALI

Prototipo. Questa produzione, oppure una versione italica della


_,-Jrho.>:( .1 1 Agora V, p. 87, .i\1. 31, tavv. 18, 6r. (Tav. forma: Ordona V, p. 141, n. 254 (e n. 253 ?), tav. 50.
Per una variante più elaborata (più antica?), che imit:i
X\', I
strettamente prototipi metallici, con una decorazione ap-
plicata al centro, cfr. Athenian Agora V, sotto M 3r,
tav. 43 in basso a sinistra. Il fondo con una decorazione
applicata in HoLWERDA Cat. Leiden, p. 34, n. 396, fig. 7,
Si rn:il:.1 di un tipo tardo non presente a Pompeì. Ver-
può essere riferito a quest'~mbito.
_._1v:-11 fabbricate in moào molto grossolano continuano
Per le imitazioni, cfr. CRE.MOSNIK 1962, pp. 123---4,
fin,_, dla fine della serie tipologica della Sigillata Orien-
tipo 7, tav. V.3---4. Una variante più grande fu pure
tale B. 80---150 d.C. circa.
fabbricata ad Atene: cfr. Athenian Agora V, G 185,
tavv. 7, 67.
Airri esemplari.
FRAMMENTI NON CLASSIFICATI.
\X7AAGÉ 1933, p. 293, nn. 105-6, II3, fig. I, tav. IX.
COLDSTREAM K.nossos, p. 48, J 15, fig. 17. Alcuni pochi frammenti di piatti ( ?), con file di bolli
(ad esempio palmette) e decorazione a perline all'interno,
1\1.ERCANDO !979, p. 223, n. 33, fig. I32 h.
sembrano appartenere a questa classe ceramica. La ridon-
Numerosi esemplari inediti provengono da Corinto, danza di modanature suggerirebbe un'imitazione da for-
ddl'Agorà di Atene, da varie località dell'area egea e me metalliche. I profili non sono completamente defi-
da Paphos. nibili.
1IL PRODUZIONE PERGAl'vfE1'L\

da Loeschckc J. Pergamo, e qadlc che aJ css,:: succed,mn


nel IIl scc. e forse anche nel IV scc. d.C.: cnmc- pumu
Que·:1" Jas~,c ceramica) runica ceramica fine oricn- di partenza si considera il regno Ji Aup.-usto. La s·,~ric
1ale il ~·crnro di prodlu,ionc sia stato nccmoscrn1,1 rìpologica \_li epoca c-llcnislica di colore rnsc;n e ncni-
prende il nome dall'ndìcrno pnnn rn::nte all'ar::a pergamc-n:J. è esclusa · cfr. ScI-L\fl':R 1
Ji trantica Pitanc) sito sulla costa egea) 1-irc:ssn così pure la tarda Lac Ronwn C (produzione della re-
I:\:-rg:irr1,, ,,in\'l' Locschckc rinvenne cd analinò gh scar- gione- di Focca\ che pu() comunque e'..;sc-rc- mcs:<1 m cm-
ti di f( ,·;1::;:c nel 191 I idi:. LOESCHCKE Tschandm-!i, pp. rcla;,ionc con qucsra.
34+ ..;e Plinio N. IL XXXV. 12 . .fl,. 160·1 mcnzillna
,,.,mc un ccnrrn di produ1-ionc di bcìla ceramica. CJ.RATTERlSTlCIIE /\lATERl:"~Ll
:' c-sc,cre scnl'.:dtrn iJcntific:Ha mn la produzit1-
ne rn ::rdarli, così ahhondame nell'area pergamena. Se Lr carnttc-rislichc della ceramica fu~rm'.) imfrriduatc cb
poi L1 "•:::J ceramica fosse prodotta anche in altri luqrhi Locschckc- ( Tschandarli'1, il 4u;:,lc ne dcs-.::rivc due varietù
au,rrn Fc:rgamo, rim:me ancora una questione apcrt::,. principali, entrambe presenti n çandarli. Entrnmhc- hanno
t5:amario 5i'c1\urr.· III, p. 28::'i propone per un'argilla a grana fine, che ~,i rompe con franur,1 nena:
quest: ··:·:":mìca iì nome di , Sip:illaw Oricm_èlle C ma. qualche volta nclrar;illa sono nrcscnu d·.:11::: :;c1glic di
d:no l.· noto il centro di produzione iu pcriomcno mica dor:na (i,icitìtc 1. In rnne e: Juc le: \'arinà la vcrnic
un ce; di produzione), si por.rcbhc considerar:.:: tale compatta e k,·ig:ata conrr:1sra con quella saponosa e
dc-norL' ,,:,:ione superflua. Jo mantengo qui l'antico ncmc, scagliosa della se-rie tipolo~ica di qvrca ellenistic-1.. La va-
per chiarc!'.z2, a mni i prodotti a w-rnicc riame romana più amica, ìn mo pc-r runo il I se-e. cLC.,
ross,1 romano-- impcriaJ,: prnvcniemi dalla rt:gionc si pn"-;enta in generale con un ·argilht di un cr1hm: che
di Pc ''::mo. Tale ceramica -ra ncttamc-ntc distinta da va da] rnss(1 arnncln d rosso- ycrmiglin;)c ( t\iun'.-dl
quc-ll:: hian1arn ,\ Fcrg-amena da Zahn, F. F. Joncs . 6/ì cd una vernice di simile rnn::lirù R ~ :1 :5 circ:1 \
Rohìrn" · cd altri: questa in rcalrà è b SigilLna Oricn- che non sempre ricopre il fondo; luce-me all'interno (·
1ak- _,\ CLIÌ sì è'. parlato prccedcntemcnrc e che non ha qm.si scmrrc :ilrcstcrno, lì \':J.selbmc più tard,:i
alcun 'T<-m1e con fa regione di Fcrcc!J1c. T'c:r cvit:crc i'H Hl scc. l· srnrn cono ad una tcrnpcr:1tura un
c·nfì." 1'1nc, Schùfrr ha coniaw il crmìn-:.' Ji ìuha!per- pocn più alrn e tc:rnk pcrcill ad ('.Ssere di un rossn .. brunn
?.m1c' per ia cc-rarnica di C:mdarli ! i.r: :::~nc;,1 1am 1. cm11·, ·[\r:unsdl wR :;/F c::,-1.:::, vcrnicc tb ml_·;_
tLÌITl'.1 è mm diretta continuazione dcli:: serie ùpn- . fIO 51101. fa supcrùcic è lucente e compatta. Per b.
'..li ceramica pcrgamc-rr::i J. rilievo, rìsakntc all'età qualità ddLlfgìlb e per il colore) qm:sta s;uriamc è pra-
smc.fo:.ta da Courhy e da altri e più di rccc-ntc- ticamcmc idenrica alla Terra Sigillata ltaliG1 più tanb,
in particolare da J. Sclùfrr in Hdb1i.· riscÌh' da cui sì Jìffcrenzia s(ilo per le
<1u:: Pcrr:amon, Berli;w J()68. per .:iiffercnzc nclL forn1c 1 per snu:-su::;c: pn:-
--·,, 1 :ic iin ()!hi,1 e Afo1cri,r!1 puhblica un ccrw di himite: e per le stri;.1t.1.JL'. orizzonc1i
11U1TJ peni ìn ceramica di (andarli. m::i non di- che cornp;:iiorw alL:su.'rno. c1.im~' ri'.-sulLito di m::.: non r:'r-
manic-1:. chiar;i quelli della se-rie .. PomÌGi., dì frtta lavorazi()nc 2.l 1.omio. l. 1n;l \'Jriamc di
n1r '"<'!.'Ìa più o.mmi IJìp. 92 96L :.::scmpbri ~li quesw m rn:m1c-r:1 pankobrc ;'lei piani urdi dl Forma
sono classificati nella puhblirnzionc di Olbia mo'.>tra m altcrnatÌ\:a um; n:rnie:..: di culorc- rusS(ì più
1i10li di Gau11np(,;n C e D. scuro, cnn massiccia prcs~nzci di mÌGì <-trt2'.entc:1 1rnmco-
L :i:,ssc ceramica che qui '.,i prcnd,: m esame rnm- vire-L Comunqu:: pc:r tutte k :1ltrc caratteristiche hl
-;,;n<.::: antich~· e Lrnclk :Jrd:.:. "",;errate du1.inn:.: ,:_: :·ifrrihiic alL stt:·,:>/ sene:
SIGILLATE ORIENTALI

trattarsi della produzione d1 un centro periferico. Un'ul- risalente probabilmente all'iniziD del s~c. d.C. e pochi
teriore vari::mre con argilla di colore molto chiaro è de- Yasi decorati con motivi dipinti. Gencra]mcnt.:: non com-
scritta sotto il tipo r9 del L,oeschckc. In tutti i casi la pare la decorazione a rotella. Si possono invece trovare
cottura è del rutto uniforme; non sono attestati esempi talvolta delle decorazioni a motivi applicati (ad esempio
di vernice fatta diventare deliberatamente nera con la spirali ad S come in Sigillata Orientale B), o prese or-
cottura. namentali. f.~ invece opinabile se la decorazione a bar-
bottina, usata con una certa frequenza nella simile ce-
CLASSIFICAZIONE ramica i' Pontica n, sia stara impiegata anche in area
pergamena.
L'.l serie tipologica del Locschcke (Tschandarh, tav. I bolli dei ceramisti compaiono abbastanza di fre-
XXVIII) comprende più o meno tutte le forme vasco- quente sui tipi <, augustei .-,, ma in seguito sono comple-
lari note, dalla metà del I sec. all'inizio del Il scc. d.C., tamente assenti, ad eccezione dì un piccolo gruppo di
mentre le forme più standardizzate di epoca tarda ven- rozze plamae pedis, risalenti al tardo I sec. d.C., trovate
gono elencate da Hayes in Lare Roman Porrery, pp. 318•- su piatti di forme derivate da quelle in aretina. Tutti i
322. Tra i ritrovamenti da Pergamo pubblìcatì da Schafer
(ScH.'.;FER 1962, coll. 777--802) e da De Luca (Pergamon
bolli sono in greco e la maggior parte è del tipo rettango-
lare con testo su una o due righe, strettamente affine
!
1/t
XI.r) si può, in via di ipotesi, distinguere un gruppo ai bolli contemporanei in Sigillata Orientale B. Quasi tutti I
anteriore di forme, fabbricate con la variante di argilla
più antica, databili a quanto sembra all'età augusteo-
tiberiana e bollate assai frequentemente con i nomi dei
questi bolli pergameni contengono dei veri nomi, alla
maniera della ceramica aretina i di essi, pochi sono in
comune con le altre serie tipologiche orientali. l:n ri-
I
cerB.misti; queste forme sono state elencate, nelle pagine
che seguono, con la si~~la i A >1 (ovvern tipi <1 aug.-mtei ;,),
1

mentre le tipologie di Loe:>chcke e ài Haycs (siglate qui


i< L )) e i{ H )) rispettivameme) sono stare mantenute per
stretto numero di bolli con motti, del genere così fre-
quente in Sigillata Orientale A e B, è comunque presente
(ad esempio XAPIC, KA/\HC). Per elenchi dei boìli dei
ceramisti in questa produzione, cfr. LOESCHCKE Tschan-
I
quel che riguarda le serie più tarde, darlì, pp. 374-5, fig. 6; Pergaman I.2, p. 271; HoL-
WERDA Car. Leiden, pp. 33-4, nn. 383--91, rav. IX;
CARATTERISTICHE PRINCIPALI SCH;,FER 1962, coli. 797-802, con fig. 5.

In generale i profili sono più semplici di quelli in Si- DIFFUSIONE


gillata Orientale B, anche se molti si basano su modelli
in ceni.mica aretina. I piedi degli esemplari del periodo Il mercato principale di questa classe ceramica è con-
iniziale tendono ad avere delle sporgenze di base roton- centrato, come per i tipì che l'avevano preceduta in età
deggianti, dapprima decorate con solcature, di chiara de- ellenistìca, all'interno di una fascia che andava da N
rivazione da tipi di ceramica tardo-ellenistica locale; le a S, partendo dalla Russia meridionale, fino alla Cire-
sagome più elaborate dei piedi in Sigillata Orientale B naica e che abbracciava tutta l'area egea_; d,.::i rirrov2~
possono considerarsi con molta probabilità delle copie. menti occasionali si sono verificati anche a Cipro ed in
Durante il I sec. d.C. questi stessi piedi mostrano la Italia. Durame il I sec. d.C. la feroce concorrenza eser-
tendenza a divenire più alti e squadrati, alla maniera citata dalle altre ceramiche sembra aver ristretto il suo
degìi esemplari in aretina e completamente diversi ri- mercato alla parte settentrionale e nord-occidentalt del-
spetto all'andamento generale che si rileva all'interno l'area egea, con limitate esportazioni nel N, nelle re-
della produzione rivale dell'Asia Minore. I piedi poi dei gioni del Mar Nero. In ogni modo, nel periodo che \'a
tipi più tardi si distinguono per la loro massiccia impo- dal 150 al 250 d.C. circa, in seguito alla decadenza della
stazione; quelli dei piatti e delle bacinelle che derivano Sigillata Orientale B, la ceramica di çandarli divenne
dalla forma italica Goudineau 43 (Dragendorff 18), molto la ceramica fine più usata nella regione egea ed in rutta
ampi, bassi all'esterno e profondamente incavati all'in- la Grecia, soggetta alla sola concorrenza delle sigillate
terno, sono riconoscibili immediatamente. La maggior africane nella parte occidentale di quest'arca. Sporadici
parte di questo vasellame nei tipi più tardi mostra inol- esemplari di questo periodo sono stati trffvari in loc:iiità
tre le impronte dei tre divaricatori usati per tenere sepa- remote come la Palestina.
rati i vasi durante la cottura; tali impronte compaiono
sul fondo e alla base del piede (per una chiara esempli- INFLUENZE
ficazione cfr. KNIPOVIC Olbia, tav. VI.7). Alcuni di que-
sti divaricatori furono trovati durante gli scavi del Loe- Se si paragonano la ceramica di çandarli e la Si[!illma
schcke. Proprio all'estremo limite finale di questa serie Orientale B dell'inizio o della metà del I sec. d.C., ap-
tipologica, troviamo anche, come carattere distintivo, il paiono parecchi punti di contatto (ad esempio nel modo
piede rastremato della Forma Hayes 4. di impostare il piede e nel tipo dei bolli dei ceramisti);
In contrasto con la Sigillata Orientale B, quasi tutta queste due classi ceramiche furono infatti più profonda-
la ceramica di çandarli è completamente senza decora- mente influenzate dalle forme vascolari e dagli stili de-
zione, se si eccettuano delle occasionali solcature sul corativi presenti nella ceramica aretina che non le alue
fondo interno. Casi a parte sono una piccola serie ti- classi ceramiche prodotte nell'area orientale. Talune in-
nologìca, che dcri-:a dalla ccr~:rnic2 aretina a rilievo_, fluenze reciproche tra k due produzioni cklL\. sì:: A-ii-

72
CFR\/IUC,, DI (:,\ND\RLI

dB,jl!'-' innegabili. Ad np:ni m(kl.o, rinflucn!'.a mentre le cmmrn1 forme- di epoca tarda (in p;irticohlrc k-
c~.cr,:1t:J1. ilk fòrmc \·ascolarì dc-Ha ceramica arcti1rn Fmmc _,, su111i 1mn~it;.: in ccr:1miG1 locale: rn
tiHTi"' pn. lull!:-;u a Pc-r;:amu che mm in ..i.li.re locc:li1à. luna l'arca cgc:i \', K 3~, ccc.·1.
·1·;du;;, ;t:iir:L'.Ìcmi da forme in ceramica di ç\nlhrlì piani ad odn ric:.ir\·o \.ll J<'orrna I i l\TS -t scmhrann costi-
Jd I ,\·, .Ì.\: s1 possono rico:;1osccrc rra la produzione tmrc il purnu Ji ini1.iu
d:dk dd .\Lr :·✓ cns 1 \·cdi più a\·:rnti ,1 i:om,n; C

(ir,1>; \":hi,ui:) cnn p::rc1i h,issc e fabh~-u ricnrn1 :d- !.)ianinn ~~ frindn piatto, C\Hl pareti inclinate e b11ssc,
l'infunt:. •'iE un rncdaµfamc cc:r:1uak. applicato all'interno lCTrnin:mti c1m un bhhro s:::,m:ibto :' hi.f1i.:]o_, cce, ·, E il
dd fon e' ,J1,,' (__; pi:nto: sotto il suo spigolo cs1..ernn corn- prnLJtipn ddln Fornu L 9 ?
parc u;; :d!;k piede. In vin di ipotesi è stato cbssificatu
m quc- ,ito c.ulb h~1~:c delle c«;·:mcristid,c man..·rizdi.
m:, pc,;· ?J1:.:hc- essere di puco p:U :mtic,1 cd ;::ppr:r- :,:i. 11. r-:~, n. t::\· ,)(), I! C,itìlCSto :..·
rcncr~· ·,cric t:11du cllcnisiic: c..li Sch:dèr. k· s1c-s::-n d( lh J<\1rm:i. :\ 2. "Ln·. X\"l, ~ 1.
!biJ) n . ..;.:,_;:_ wv. 66 puo ;ere un altru cscrnrl:1.ri.: di
questa forrn:.1.

1n :dcun.c p~:ni in udnr


immcTsionc.. Su! mc(bg!ionc curn-
1;,"1r,·,. P,[. JN"2h .' qn I T:JY. XVI) i
Cir,tub. c(m ìl cn,po lbl t·,nì1Ìfo JrT\JL>rnfatn. tirln ri·-
cun'<.J :JrirJueri e b~,i,;,\J. T:-tln,ha C\Hnparc una
scanabnua :i. mctù :,ìtcva dclLl par<:rc c;t,:n:r,t. Cfr. b
Pia1 run:ti Ìllb:,c r.:. \Trticlli cd nrb D.d unci,,n. Fonna ::3 in Sigillau Oricnuk B ,rntirn: nmc qrn::st\1i-
Il pnn,, prc:,,er:.w un basso piede a listello_, con 1..m;,, rirna, rui, cs·~cI\.' as'/Ì,:in:na :Il 1ipr, Hah.crn _, in ~ffctina.
modr.n-, ,lll'intcrno 1 paragonabile ai piedi Lki piat.u
111 Oricnr,dc B amic.L .c\thnc :ilb Forrn.i :\ 1 ~
J\:rf!ji!/,:''
Jn·::·;1 ::. :,1 · 1· I
P,·r: XI.I p. 15·". n. Ll'i\', z(,_ fr1. lii :1r;
Ct\111.Csi\ ;:k' :,,cm'.ìrn ~:ugaslc-o, T:rr. X\Tl, 21.
:1f-fìnc (o un:i Yaròntc ,.,ìcJL:. l"orm:1 ;\ I.2, p. 269, n. Lj. ,:cun lllusrr,uionct
i'l t d,.ua!'.Ìon-:::: l':- b Sa1m11/;mg f'u?cll, n . ..J.ir, um hollo li\!OY (hnlln che
SJ ritrnYa altrove in qucst:1 serie 1.

p !-faìkra :.: i:1 c.:LTJ.rnic\ ,1:.:rm:1.


Cìrh ::un.prc con rn,,dan::i c,rc
11::::i;'.1
~<Tl/
:··:JC ~l nndla all'ìntcrnu dc-1 fondn, ll prùtìlo ,kl Spesso hnllarn. Lu forma si lega con l2. ceramica arci:ina
piu_k (tipo I-1.alrcrn sc-hhcrn: la profonda conc:.1vità dcll'orl:ì
Di:·· 32 cm ero. si rii,contri cPn maµ-gìnrc apprns:>imazionc nella Sigil!a1.:.i
Oricnnle B (Fornw ::6'-r. II diamc-trn è: di 9 crn Circ:
SC!l.\FER 1962, coli. -91 2 diqinµ-u".." dm." in bnsc
;1ffirnpusUt1.Ìlìl1C L1d f'icdc. ,ii con piede scarrnbtu in
mani~:ra cìahnrau {:.::fr. k ùirmc in Siçilhta Oricmak
B:· b c1•n un piede più scmnJJcc ,,: hmdc-g~ian1.:.:,
.-lirr·
l\·, '/;/(l)'i L::, pp. 26h 9, L. ; ccin ilius1-r:1zionc l.
L\' i 11t'ilT 194:::\ p. 9iL 11 n. 16. ~, n. "L1Y, XVI> -t
1 -TL 1962. c(11l. - n. .r:::.
'.--i
1
• 12 1 XYL
SIGILLATE ORIENTALI

Ah1'l esemplari. b) Non dc.com ti:


Pergamon I.2, p. 269, n. 18 (con illustrazione). Sammlrmg Voge!!, p. 50, n. 471, tav. VII.25.
SCI-r;\FER 1962, coll. 791-.,·2, nn. 23--27, figg. 2, 5. Pergamon XL1, p. 157, lì.. 387, tav\·. 56, 67. Per una
Probabilmente anche KNIPOVIC Olbia, p. 32, tipo 28, imitazione ìn ceramica attica grigia, in un gruppo di
fig. 8.3, tav. II.28; IV.7. età augustea, cfr. A thenìan A gora V, p. 13, F 26i tav. 63-

FORMA A 7. FORMA A IO.

Simile alla precedente, ma con pareti più ripide e dritte Grande coppa con un'unica ansa e con ah:c pareti
ed orlo verticale decorato da sottili linee incii;c; il piede ò concave. Solo un esemplare, con decorazione in bianco
basso e pesante. Corrisponde al piatto di Form~, A 3. t come nella Forma A 9. Appartiene probabilmente a que-
l'immediato prototipo della Forma L r 5 nella serie tipo- st2. classe ceramica; si tratta di una versione tarda dei
logica di çandarli. vasi con decorazione applicata in ScH.A-FER 1968, coll. 68-9,
98, tavv. 33, 39, E 64--66.
Prototipo.
Protoripo.
ScHXFER r 962, COL 793, 28, fig. 2.28
Il. Pc;gma<m
XLI, pp. 158---9, n. 386, tavv. 56, 67. (Tzt·,. x,n, 9). KNIPO\'IC Olbia, p, 33, tipo 31, tav. Il.31. era\·, XVI,12).
FORMA A IL
FORMA A 8.
Bicchiere a pareti verticali, come il tipo Haltern 16
Ciotola a fondo piatto, con pareti verticali cd orlo in aretina. Decorato a rotella.
piatto e scanalato. Se ne conosce un solo esemplare, pro-
babilmente pertinente a questa classe ceramica. Protor1:po.
Prororipo. Atene, Agorà P 9990 (Arlzenian Agora V, G 44, tav.
4. Incompleto). (Tav. XVI, 13). Il contesto è del primo
Mainz, RGZM, O 28669. Con bollo AILIO,YXOY; quarto del I sec. d.C.
sull'orlo compaiono due spirali ad S applicate (nessuna
decorazione a rotella). ('raY. XVI, 10).
Lo stesso bollo è stato ritrovato su un frammento FORMA A 12.
dì forma diversa proveniente da Olbia (cff. KKIPOVIC
Olbia, p. 32, n. 21374; senza ilL). Per un'altra spirale Cratere su piede, con decorazione a rilievo da ma-
ad S S'..1 di una ciotola in ceramìca di çandarli o (' Pon- trice_; imitazione stretta J,.:I comun~ tioo in aretina
tica •1, cfr. ibid., p. 33 1 tipo 30, ta 1; , 11.:;o, con i citati (Dragendorff 1\'X\i.tzinger, tipo I; Dmgend:Jrff, tipo I ì).
confronti dalla Collezione VogelL - Pochi frammenti di questa forma sono stari trovati a
Pergamo: akuni, pertinenti d corpo del vaso) sono stati
pubblicati eh Schiifor (SCH_\FE'.~ 1962, coll. 795--6, nn.
FORMA A 9. 33-35, fig. 4); vi è inoltre almeno un orlo dalla caratte-
ristica forma ricurva alfinfuori tra i rep<?rti catalogati pro-
Coppa a due anse, piuttosto bassa, con un'ampia mo- venienti da quella locaiitù (f\skkpieion, inv. 680). Una
danatura concava fiancheggiata da scanalature sulla na- forma simile, con motivi dipinti, esiste nella serie tipo-
rere. Una versione antica ( ?) presenta una dccorazi~nc logica tardo--eiknistica, La versione non decorata L IO
dipinta in hianco (festoni di foghe) sulla fascia piatta (vedi più avanti) è con tutta probabilità il risultato di
dell'orlo. Del tardo I sec. a.C. (?) e degli inizi del I un tardo sviluppo di questa forP..12.
d.C. La decorazione è una versione tarda della serie el-
lenistica D in ScH.>\FEE 1968.
FORME AFFINI.
Prororipo.
J.::n passant si possono inoltre consi&:::rarc due altre
Atene, Agorà P 16717 (Arhenian Agora V, tav. 39). forme, le quali probabilmente si collocano nel periodo dì
Non decorata; anse a nastro con linee incise al centro. transizione dalia serie tipologica clknistica di Sclùi.fer
Il contesto è dell'inizio del I sec. d.C. (Tav. XVI, n). a quella augustea
Alrri esemplari. a. Af.odiolus con raotivi applicati. Versior:ì ,~mi.:1g: fo-
rano osservate da Schiifer 1'.ScH)\F.:::1: 1968, pp. 69 7:.:;,
a) Decorati (tutti framment:1ri): 96, E 6\ ma la forma è probabile che sopravviva in pe-
Atene, Agorà P 4644. riodo augusteo, costituendo un possibile prototipo per
KNIPOVIC Olbia, p. 20, rav. I, e ( si tratta di guesta la versione in aretina. Un esemplare da Schitul in Roma-
ceramica?). nia potrebbe essere di questa fase transizionale: cfr.
ScH.\_FER 1968: ta,;. 9, D 32 (antica ed elaborata). SLOBOZIAX\.; 1959, pp. 285·,.6, figg. 1. . . ,::,

74
CERAMICA DI çANDARLl

b. Cloro{- carenata con anse ricurve applicate alla 13 14, 1~ 29 -32, t:.1\T. 1, 64). (Tav. XVI, 14). È molto
parete e massiccio e tonde~gìant~ ~('.Il ~.odan~t:1rc.; probabile che guesta forma sin stara copiata in una serie
di norma presenta ua le anse dei motivi mc1s1 e d1pmt1. di cìotole ateniesi tarde del tipo l-Fest Slopc, databili in
Questa forma non compare tra quelle .pub~licate pro- epoca augustea. (Cfr. ibid., p. 12, F 16--17, tavv. 1, 63\
venienti ,fa Pergamo, ma la sua decorazione e nella tra-
dizione 1:1rdo eilcnistica di Pergamo e l'impostazione Esemplari pubblicali:.
stessa del è paragonabile a quella di alcune forme KNIPOVIC, in A1a!eriali 25, r9521 p. 309, fig. 81 da
elencate precedentemente. Potrebbe trattarsi di un'altra
Tiritaka. (Tav. XVI.1 15).
forma rr:~nsi:òonale di età ellenistico--romana. La forma
è simik qudìa dì un esemplare in tarda ceramica at- ARSEN'IEVA 1963, p. 192, fig. I.
tica a vl.'n-::1ce nera e di tutta una serie particolare di cio- lVfateriali r55, r970, p. 102, tav. I5 (a p. 116), n. ro,
tok c2rcnats_' "ùi Coo ,, (cfr. .llt!umùm Agor(z Vi pp. da Kerch.

SERIE DEL LOESCHCKE (MATERIALE DI çANDARL!: SERIE <• L <>)

Per furiginaria tìpologi:i ~,i. veda LOESCHCKE Tschan- L 10, un cratere su piede simile alla Forma A 12 (di
darli, rn,: XXVIII r'.eccetto ì tipì II, 24); il lewJr;;; si cui si è p::.rlato precedentemente), ma senza decorazioni,
riferirà :ì L}UCsta p<~r ie forme meno frequenti, che sono: sta:1do a quanto afferma il Lo~schcke, era comune nei
L 2---5, I 1---q, 16-- 18, 21--2:, 24--25, 27 28, le forme depositi pi:i antichi di çmdarlì (cfr. LOESCHCKE Tschan-
chiuse I, 39, ìa patera L 40 ed i bacili parzìalmentc darli, pp. 366-7; un esemplare a Jv1ainz, RGZl-..1) O 6655;; ·
verniciari forme L 41---42. La maggior parte di que- essa però non è arrestata con sicurezza in altri luoghi.
ste non ~;uno state mai trovate n.1 di fuori di çmdarli. Pochi frammenti del coperchio a cupola di Forma L 23
Per poch) ca'.'Ìl si può parlare di pezzi sopravvissuti ,,,
{< ci sono noti da altre località (ad esempio Atene, Agorà
contemporanei alla serie tipologica ,, A li (ad esempio L 5, P 23390). La ciotola L 22 di cui il Locschcke dà il pro-
che scrnbrn porsi in relazione con la forma }faltern I filo ricostruito, potrebbe essere a fondo piatto; vedi Per-
in arctin:..'.). La m,iggior parte di esse è stata ritrovata nei gamon XI.r, p, r59, n. 388, tavv. 56, 6;.
lìvelli am::ichi di çandarli) anche se le Forme L 21 e 27 Le forme più comuni fra la metà del I e gli inizi
e forse qualche altra, dovrebbero appartenere al gruppo del II sec. d.C. sono elencate cd illustrate qui di
più tardo di çand.arli (inizio del II scc. d.C). La Forma s~guito.

FoR.Mt Una forma simile è pre:<.~nte tra i tipi ,, Pontici ,: ;


taluni reperti della Russi; meridìonale possono in rerdtà
Pio.ne co2 orlo verticale, con flangia alla base (cfr.
appartenere a quc:sto ambito. Gli esemplari con l'interno
Goudincau, tipo 39 e in Terra Sigillata Italica). Sul fondo
del fondo inclinato e piede rozzamente modellato non
interne; cornpare una scanalatura; non sono attestati bolli. sono con tutta probabilità prodotti pergameni (vedi più
Serie dalla metà alla fine del I sec. d. C.
av2.nti, a p. 92).
Diarncuo: 15 26 cm circa.

ProzoriJHi. FORiliA L 6.
Ate: Agorà P 2:::-324 (frammentario; un lato rcsrnu- Piatto con orlo ricurvo all'insù (forse di derivazione
raro\ /'L1v. XVI, 16).
dalla forma I-faltern 4 in aretina), Nessun bollo attestato.
Alrri La fattura e la decorazione sono le stes~e della Forma
L r; identica la datazione. S1 tratta probabiìmcmc del
Lor::· ,::ncKE Tsclwndarh, pp. 360----2, tav. XXVIII.
prototipo della Forma H 4 tarda, dì cui sì parlerà più
KNH-'OVIC Olbia, pp. 29---30, tipo 19, tav. II, 19 a. avanti, anche se ciò non è chiaramente verificato.
ScH\FER 1962, col. 788, n. 16, fig. r.r6.
Diametrl): quasi sempre intorno ai 14---18 cm.
Forse é;nche: Sammlun::: Voge!!, p. 52, nn. 503---506,
fig. <-e p, 48; HOLWERDA Car. Lciden~ p. 36, n. 433, rav. Protoripo.
IV: :-.::1Povrc, in kforeriali 25 1 1952, p. 298, tipo 6 (_lvl), Atene, Agoril P 2;553. (Ta\ 1
• XVII,
fig. -· ; Hisrria. II_, pp. r99---200, n. XXX.13, tav. 99.
Fm1mni: ScH.i\FER 1962, col. 788, nn. 15, 17, fig. 1.15 A!rti cscrnplan·.
e r; LOESCHCKE Tschandatli, pp. 363--4, t:w. XXVIII (un
RA'•:,;:; Corinrh, p, 456, n. 164, tav. 88. campione a IVì.ainz, RGZ!vl, O 6650).
For'·-"' anche KNIPOVIC Olbùr, p. 30, tipo 20, tav. Il.20_; ScH.A.FER 1962_, col. 787, nn. 6· 8, fìg. 1.7.
IV . .: ·vrn.q (con bolk, in pianta pcàis). HAYES C,,rinri<, p. n. 165, ta\". 8S.

75
'IGILL\TL ORIENTALI

lr;\llt:-c , in,:ditìJ: lv1useo di Volos K 667; Thasos 659; FORMA L 19.


:\rene, Agorà P 22136, ecc.
T , ' in KNIPOVIC Olbia, p. 22, tipo q., tav. Ciotola emisferica con flangia. Corrisponde al tipo Gou-
I. 1 \ -.:on ~iL·cornzione a rotella sull'interno del fondo) dineau 38 b in Terra Sigillata Italica; la versione di çan-
è forse una versione antica (se pure appartiene a questa darli comunque non è mai decorata, né solcata sull'orlo.
,:L>.><. ,,·:~r:1rnica\ Comune sia nella produzione antica che tarda. Nella
1 1 _\iAFFRE 1971, p. 785, fi.g. 12 al centro, può prima abbiamo esemplari con piede trattato come nella
CfHJc b transizione alla più tarda Forma H 4. Forma L I 5, mentre nella seconda ne abbiamo con piedi
pesami e squadrati, che li distinguono dai rozzì esem-
plari italici della stessa forma. Il tipo è anche attestato
in una \·ariante ceramica con la solita vernice, ma con
Piattino a fondo piano, con pareti basse ed inclinate un 'argilla più chiara, color crema e granulosa; pezzi di
e,~ nrl,1 piauo. Senza decorazioni o con una semplice que;to genere possono facilmente confondersi con la Si-
lincr: ;,1cb1 sull'interno del fondo. Loeschcke osserva gillata Orientale A, ma in realtà s-::: ne trovano solamente
che tale forma è comune in entrambe le fasi a çandarli; nella regione dell'Egeo. La serie tipologica più antica
esemplari se ne ritrovano sia in produzioni di I che di si data dalla metà alla fine del I sec. d.C. (come le Forme
II sec. d,C. L 15, 20), quella più tarda all'inizio del II sec. d.C. o
Diametro: 10-16 cm circa. comunque intorno a questo periodo; alcune versioni
<<degenerate" daranno origine alla Forma H 3 (vedi sotto).
Prototipi.
La serie con argilla chiara va dal tardo I all'inizio del II
Antico: Mainz, RGZM, O 6649. sec. d.C.
Tardo: Atene, Agorà P 25266 --- HAYES Lare Roman Diametro: 8--22 cm cìrca (la serie più antica 8-..·I3 cm
PotterJ', fig. 63 a (frammentario; restaurato Ja un lato). circa).
(Tav. XVII, 2).
Protorìpi.
Altri esemplari,
Antico: Yale 1913.525 (Cat. Sui:llard Coli., p, 245i
LOESCHCKE Tsc/zandarli, pp. 365 6, tav. XXVIII. n. 525). (Ta,·. XVII, 5).
HoLWERDA Cat. Leiden, p. 34, n. 400, fig. 7, tav, III
Tardo: Atene, Agorà P JI250 (il contesta è della
(si tratta probabilmente di questa ceramica).
fine del I o degli inizi del li sec. d.C.). (Tav. XVII, 6).
Variante (più vicina all'antica Forma A 4 ?) : HAYES
Corinth, p, 457, n. 167, rav. 88, con scanalature all'in- Produzìone con argilla chiara: Atene, Agorà P 9868
terno lungo la linea che divide il fondo dalle pareti. (Athenian Agora V, p. 24, G 14, tavv. 4, 61; il contesto
(Tav. XVII, 3). è rardo--..flavio). (T:1\'. XVIIi 7).

Altri csemplarì.
FORMA L 15.
LoEsCHCKE Tsclzandarli, pp. 370---1, mv. XXVIII (esem-
Coppa con orlo verticale, con flangia alla base, e pareti plare a Mainz, RGZM, O 664ì),
a profilo conico, leggermente curvate ad S. Si tratta di Pcrgamon I.2, pp. 236-7, fig. 66, n. I I; p. 269) n. I 5
una versione tarda della Forma A 7, corrispondente ad (con illustrazione).
un modello sempre tardo in Terra Sigillata Italica (Co- LAiv!:B-PRYCE 1940, p. 98, fig. I.IO.
rinto forma 23); spesso piuttosto bassa. Questa forma
ScHXFER 1962, colL 793-4, fìg. 2, nn, 29- 30 (compresa
e la L 20 (vedi sotto) tendono a mostrarsi in due formati
una variante).
(diametri di 8 e 12 cm circa), analogamente a quanto suc-
Pergamon XI.r, p. 158, n. 385, tavv. 56, 67.
cede nella serie dì coppe in Terra Sigillata Italica. Senza
decorazioni; non sono attestati bolli. Corrisponde al HAYES Villa Dionysos, p. u8, n. 29, fig. 3.
piatto di Forma L r; la datazione è la stessa (me- Inoltre (inediti): Paphos, OD. 678, O/J. 1271 (serìe
tà-fine I sec. d.C.). amica, contesto flavio); Atene, Agorà P 3249 (-· HAYES
Late Roman Poucr_ y, fig. 63 b) cd altri.
Prototipo. Versione con argilla chiara: Arhenian Agora V, p. 24,
Atene, Agorà P 917r. (Tav. XVII, 4). G 13; Kavalla, .l\ luseo, 621 TT, da Amphipolis.
1

Altri esemplari.
LoESCHCKE Tschandarh, pp. 369--70, tav. XXVIII.
FORMA L 20.
KNlPOVIC, in lvfarcriali 25, 1952, pp. 298--9, tipo 8 (:\1.),
fig, 2,5. Ciotola emisferica con orlo liscio ( soiiramente sfac-
Athenian Agora V, p. 84, lvi I, tav. 18.70. cettato). Produzione antica. Non decorata. Di due for-
ScHiFER 1962, coll. 793---4, sotto (d), con il n. 29, mati: diametri di 8 e di 12 cm circa (cfr. la Forma L 15).
HAYES Corinrh, p. 456, n. 163, rav. 88.
La L 18 è forse da considerarsi una variante bassa di
Cronologia.
questa forma. Dalla metà alfa fine del I se:.:. d. C.
CERAMICA DI çANDARLI

ProrNipo. dersi con il corpo del \'aso. La datazione è della prima


metà del II sec. d.C. Le versioni più tarde di questa
Pompei
forma danno luogo alla Forma H 2 (vedi pìù avanti).
Alrri e5c1uNrm. Entrambe le versioni di cui abbiamo parlato poc'anzi
LOESCl-HTT T.1·chandarli, p. 371, tav. XXVIII. sono quelle che più dì frequente sono state rinvenute nei
HoLwEmt\ Cm. Lciden, p. 33, nn. 377 -82, fig. n depositi di çandarli; esse sono anche presenti in maniera
ra,·. !Il. consistente tra gli esemplari esportati dì questa classe
Hùtrll1 p. 222, n. XXX.1.2, tav. IOI. ceramica.
HAYE:'; l ;,Hin1h, p. 456, nn. 160---r, tav.8S. (Tav. XVII, 9),
Protorip1·.
BRONEEL T962, p. 25, n. 24, ta\'. d ---- GEBHARD
II
r973, pp. 76, 85 (con nota 4), fig. 38 (Isthmia, IP 2823, 26 A: Atene, Agorà P III67 (il contesto è della fine
anche Corinto CP 418). del I - inizio Il sec. d.C.). (Tav. XVII, rn).
Inoltre iincditi): Paphos 01:i 688 e frammenti non 26 B: Atene, Agorà P 27507 (il contesto è adrianco).
catalogati ;)] contesto è flavio); Atene, Agorà P 27548. (Tav. XVII, II).
Alrri esemplari.
FORMA L 26. LOESCHCKE Tschandarb:, pp. 373-.. . 7, tav. XXVIII, con
Piatto ,i. frmdo piano, pareti inclinate e piede basso, bolli a fig. 6.
largo e squadrato. Piccola modanatura in funzione di orlo; HoL\VERDA Cat. Leiden, p. 33, n. 383, rav. III (cfr.
sull'interno del fondo una o due scanalature. Corrisponde anche i frammenti bollati nn. 384---7).
al tipo Dragcndorff r8 e Goudineau 43, in Terra Sigil- Tarsus I, pp. 240-1 1 n. 368, fig. 192. (Antico).
lata deU'arc:a occidentale. KNIPOVIC, in A1areriali 25, 1952, pp. 304--5, fig. 5.3.
Diamcuo: quasi sempre :14--30 cm circa. (Tardo).
Due v(:rsioni (individuate dal Loeschcke): HAYES Late Roman Pottery, fig. 63 e (da Sparta; tardo).
L 26 A. Produzione antica. Pareti molto ripide, con HAYES Corinrh, p. 457, n. 166, rav. 88. (Antico).
piede decisamente squadrato; di solito su1l'interno del HAYES Paphos, p. 97, fig. r.8. (Tarda).
fondo compaiono due scanalature. Un certo numero di HAYES Villa Dionysos, p. II8, n. 7, fig. 2.
bolli di ceramisti ùz pianta pedis possono essere attri- Inoltre (serie tarda): Arene, Agorà (vari esemplari
buiti a C'.ucsra forma; tra essi quello più frequentemente inediti), Paphos e Cnosso (villa di Dioniso, 58 "P 22 1 ccc.).
attestato è ANL'I.PEOY (probabilmente flavio). La data- Forse anche Ostia II, p. 205, fìg. 153 e il fondo in
zione va daHa metà alla fine del I sec. d. C. KNIPOVIC Olbia, pp. 47 . .,8, fig. II, tav. VI.7 (tardo).
L 26 B. Produzione tarda, con vernice fine, assai ras- Per una versione più schiacciata, forse un prototipo
somigli.ante alla Terra Sigillata Tardo-Italica (l'impo- del Tipo A, cfr. Pergamon XI.1, p. 166, n. 442, tav. 60 1 67.
stazione del fondo è il principale carattere distintivo). (Tav. XVII, 12).
Le pareri sono inclinate i il piede è largo, profondamente Per una variante tarda ad orlo piatto, cfr. la Forma L 27
incavar.o all'interno, mentre all'esterno tende a confon- e Pcrgamon I.2, pp. 268~9, n. 5 (con illustrazione).

SERIE TARDA (SERIE , H,, DI HAYES)

Forme non presenti a çandarli, descritte e classifi- GT:ZZO 1972, p. 373, n. 256, figg. 407, 449 (da Sibari).
cate dc.1 ì:·Iayes in Lare Rornan Pottcr.v, pp. 316--22. I<enchreai IV, p. 93, LRB 17.
Inedid: Cnosso, villa di Dioniso (alui esemplari)i
FORAi/, H I.
Cosa (un orlo); Mitilene, ecc.
Profondo bacile, derivato dalla Forma L 29. Cfr. HAYES Esiste una variante di questa forma con corpo emisfe-
Late l\!nnan Potrery, pp. 318---19 1 fig. 641 con riferimenti rico: v. HAYES Villa Dion_vsos, p. n8, nn. 14--19, fig. 3.
citati. Da.Ila metà del II al III scc. d.C. La datazione è la stessa.

H;,,v;;: Villa Dùm;\'sus, p.118, n. 2, fig. 2. (T~1v. XVII, T3'i. FORMA H 2.


Alrrt , ,rmt,/m·i. Piatto dal profilo schiacciato con pareti espanse al-
\X'AA :;f: 1933, p. 289, nn. 93-94, fig. 1, tav. IX. l'esterno_; deriva dalla Forma L 26. KNIPOVIC, in Jvfareriali
J\1AFl lìE 1971, p. 785, fig. 12 ìn alto (Thasos). 25, tipi 17 (.M), 18 (T). Cfr. HAYES Late Roman Pottery,
COLDSTREAM K.nossos, p. 47, J I2, I4, fig. 17 1 tav. 28. pp. 319---21, fig. 64 1 con riferimenti citati. Sì data dalla
(Ta\·. }(\/III, r). metà del !I al III sec. d.C.
SIGILLATE ORIENTALI

Protoàpo. HAYES Villa Dionysos, p. u8, nn. 26-28, 30 31, fìg. 3.


Leiclen, I 19221--1., p. 10 (HOL\VER.n;, Cu1. I.eùlen, p. 34, Inoltre r)ncditi): lvluseo di Volos, K 669 e K 126Si
n. 394, ra,·. III). (Tav, X\'l!!, Samotracia 52--57 _; esemplari provengono ancbc dalla
Agorà dì Atene, da Argo, Samo (Hcraion), Corfù e nu-
Alr ri cs2mpluri. mcro3e località dcWEgeo.
K.:•.nrov1c, ìn Aiareriali 25, 1952, pp. 304--5, fig. 5.2.
Kenchreai IV, p. 93, LRB 18. FORMA H 4.
HAYES Villa Dionysos, p. u8, nn. 8-..-13, fig. 2.
Piatto di altezza limitata, con alto orlo ricurvo verso
Esemplari anche da Cnosso (villa di Dioniso), Argo,
l'alto e piede rastremato. Forse deriva dalla Forma L 6.
1\ilitilene e varie località dell'Egeo; pochi frammenti dalla
La maggior parte degli esemplari di questa forma t in
Cirenaica.
una particolare ceramica dalla vernice opaca e con in-
clusioni di mica argentea.
FORMA H 3- Cfr. HAYES Late Roman Poucr_·v, pp. 321--::.\ fig. 64)
C.Jn riferimenti citati. Databile :-:.oprattutro tra la fine del
Ciotola a profilo emisferico con flangia, derivata dalla II ed il III scc. d.C. (e forse più tardi).
Forma L 19; orlo basso e piede ugualmente basso e pe-
sante. KNIPOVIC tipi 13 (1\.1.)i 14 (T). Cfr. HAYES Lmc Prororipo.
Roman Potter..,v, p. 321, fig. 64, co~1 riferimenti citati.
Leiden) I 1922/4 31 (HOLWERDA Car. Leidcn, n. 395,
Sì data dalla metà del II al III sec. d. C. tav. III). Antico? L'argilla è della prnduzion~ standard
d! çand:irli. (T2v. XVIII, f;.
Prototipo.
Atene, Agorà P 2005 HAYES I.are Rmmm Poueiy, Aln-i esemplari.
fig. 64, esemplare a sinistra. (Tav. XVIII, 3). Kenchreai I\T, p. 93, LRB 19.
HAYES Villa D1:m:ysos, p. II8, nn. 20 .. 23, fig. 3.
Altri esemplari.
TECHKAU 1929, p. 51, fig. 43.3.
FoP~\IA H 5.
BJWCK 1949, p. 70, fig. 13.5, tav. 30.2.
Samorhrace III.2, p. 194, n. 48.183 B (illustrazione Si tratta di una forma rara, simile ad una piccola cio-
nel t•:::-sto), e pp. 196•-·7, n. 62.SN 326---r, con fotografia. rola, che corrisponde alla Forma H 4; cfr. IiAYES Late
1\-iAFBE 1971, p. 785, figg. rr, 12 in b2sso (Thasos). Roman Potrery, p. 322, fig. 64.
COLDSTREAM Knossos, p. 47, J II, fig. 17, tav. 28. Darnzione: prima metà del III scc. d.C.?
RILEY Cacsarca, pp. 41 3, n. 70, con fig. (da Cesarea,
Palestina). Alrri esemplari.
Kenchreai IV, pp. 9~- 4, LRB 20 a--b, taY\'. I~·_, 3(;_ EAYES Villa Dion_vsos, p. n2, nn. 24----25, fig. 3.
IV. SIGILLATA CIPRIOTA

TERAHNOLOGIA E PROVENIENZA Oboda di altre contemporanee classi ceramiche fini nello


stesso periodo - ed in quantità ancora maggiore nella
Uno '.,audio preliminare di questa classe ceramica, volto vicina Nessana (Auja Hafir) - rende piuttosto incerta
a renckn~ note le sue caratteristiche principali, è stuto l'identificazione di questa regione come centro produt-
pubblic.110 i:1 RDA C~vprus 1967 (f-faYES c:vptior S'igilla- tore. L'aspetto uniforme di questi vasi, indipendente-
ra, pp. <,:; Tii tav. XVIJ. mente dall~ diverse località di rinvenimento, non testi-
Il 1crrnine Sigilfara Cipriota viene usato con qualche monia a favore dell'esistenza di succursali in centri dis-
riserva, dal momento che a Cipro non è stato messo in seminati su largo raggio.
luce alcun centro di produzione, ma sembra giustificato, La cb.sse corrisponde a quella classificata da F. F.
sia dalla posizione predominante di questa classe nei ritro- Jones come Red Glazed Ware 'toirh Metallic Lusrer
vamemi di terre sigillate effettuati nell'isola, sia dalla (Tarsus I, pp. 184, 250, 272), ed alla ceramica CI di
relativa. frequenza di rinvenimenti ài forme chiuse, nor- Baly a Nessana (Nessana I, p. 272). \'\"estholm elenca
malmente non testimoniate aitrove. inoltre: frammenti provenienti da Soli come ceramica
Il numero delle forme cera;niche documer;.tatc è con- Red Lustrous e Black Polished (\X1ESTHOLM Soli, pp.
siderevolmente aumentato rispetto a quello pubblicato 118-121, tavv. XXIX-XXX).
nello studio iniziale, grazie soprattutto ai recenti ritrova-
menti di Paphos, alcuni dei quali vern:mno qui illustrati.
CARATTERISTICHE MATERIALI
Su questa base è stato quindi possibile srnbilire una
nuova classificazione ( questi rinvr::nimemi s2ranno pub- Le caratteristiche generali della classe, descritte in
blicm:i definitivamente nella relazione finale sulla cera- HAYES CJipriot Sìgillara, p. 66, sono le seguenti. L'ar-
mica ritrovata nella Casa di Dioniso a Paphos, purtroppo gilla è estremamente depurata e le uniche impurità visi-
rimandata). Per evitare confusioni con la serie tipologica bili sono rari noduli di calce di varia misura. La cottura
originale, le forme rinumerate e inserite in una sequenza dà origine a diversi cobri, più comune è una colorazione
unitari:i sono precedute dalla lettera P ( forme ricor- che va dal rosso mattone al marrone purpureo (Munse11
renti ;_: Paphos) ed X ( - forme ritrovate in altri luoghi). IOR 6/12 a 2.5 R 4/6; una colorazione rosata circa Mun-
Un al.tro possibile centro di produzione di questa ce- sell 5 R 61.8 è piuttosto comune), ma talvolta può essere
ramica nella zona Sud <li israele è stato proposto da bruno scuro o grigio. Il vaso veniva coperto con un
A. che ha coniato il termine di Sigillata Nabatea sottile strato dì vernice o bagno della stessa argilla e
per questa classe, preferendolo a (\ Cipriota ,r (NEGEY acquista così una lucentezza metallica quando è ben cotta.
,Vahau·,:r1 ,\\:!1ilata, pp. 38!·--398, ravv. XXXII--XXXI\} La cottura è: generalmente uniforme, ma a causa della
Va sotrnlinearo che la ceramica descritta nel presente collocazione in pile all'interno della fornace la parte su-
studi(: comprende soltanto la più fine delle due produ- periore dell'esterno (esposta) può raggiungere un colore che
zioni di sigìllata riconosciute dal Negev ad Oboda (Na- tende al bruno seppia o al grigio purpureo. Sui piatti
barcwr .\'1:!'illara, pp. 396---98), e riguarda sostanzialmente si ha generalmente una striscia di doppia immen;ionei
le forJT1c: ' e 7 di Negev ( P 22 e P 19'37 più avanti). non sempre facilmente visibile. Queste caratteristiche
Esiste b possibilità che questa ceramica, insieme a pro- tecniche differenziano abbastanza chiaramente questa
duz.i.nn; più correnti, sia stata prodotta nelle fornaci sco- produzione da quelle finora descritte, ma corrispondo-
perte: Oboda, ma la gamma di forme quì ritrovate è no da vicino alle caratteristiche della Ceramica Pomi- {i

piuw -.;1 o limitata e sono assenti completamente le forme ca , , illustrata più avanti; tuttavia le forme e le aree
chiuse Ciò può tuttavia essere solo una conseguenza del di distribuzione delle due classi sono molto diverse.
breve ncrìodo di funzionamento di queste particolari for- Si può notare che alcune delle forme più antiche (ad
naci 1,_'nizio I scc. d.C. ?). D'altra parte, la presenza ad es. P 33---36 e le forme di piatti {( ellenistici 1) P r----2) hanno

7.9
SIGILLATE ORIENTALI

pareti decisamente più sottili, sono rifinite con maggiore ma, in alcune forme del I sec. a.e., copre tutta la parete i
cura e sono spesso (sebbene non sempre) cotte fino 21 i segni della rotella sono brevi e netti. Un'alternativa
scuro. In seguito lo spessore delle pareti dei vasi della decorazione a rotella su alcune delle prime fonne
~nnnenta e la rifinitura diviene meno accurata. Un'altra (v. P rS, 37) è la decorazione verticale a sgorbia, simile
serie antica, costituita soprattutto dal boccale laginoidc a quella che si trova sulla Sigillata Orientale A della
della Forma P 44,, costituisce un tramite tra la prima stessa epoca, o disegni a foglie di loto schematizzate im-
~:,:r<lmica ellenistica cipriota ricoperta di colore (v. pressi con strumenti a due o tre punte e delimitati da
i•X:E JV.3, sotto la voce Glazed lf'are) e la Sigillata
(< rotellature (esempi: Antìoch IV.r, fig. 23.10; Tarsus I,
Cipriota ,) vera e propria. La stessa forma compare in n. 774, fig. 160; NEGEV Nabazean S1iìllara, p. 384, fig.
diverse produ7.ioni (per un esempio vedi il commento 2.1--4, tav. XXXII.y--7). In alcuni casi una fila di pun-
alla Sigillata Orientale A, Forma 101). Forse queste tini bianchi costituisce il limite superiore della decora-
ceramiche dovrebbero essere classificate separatamente. zione (come nella Sigillata Orientale A, Forma 15). /'-J-
cunì piatti della Forma P 4 hanno una serie di anelli
in rilievo sul fondo, ad imitazione dei manufatti in me-
CRONOLOGIA E FORME
tallo lavorati al tornio.
La ceramica ritrovata a Paphos fa risalire gli inizi della Il piede in questa classe è generalmente basso e fatto
produzione al principio del I sec. a.C., anche se la pro- al tornio. Un piede ad anello doppio è piuttosto comune
duzione su larga scala, legata all'esportazione, non deve nei piatti della fine del I sec. a.e. e degli inizi del I sec.
essere cominciata prima degli anni 40-20 a.C. È ancora d.C. Jviolto caratteristica è la rozza concavità centrale
incerto quando questa classe ceramica abbia cessato all'esterno che riduce lo spessore del fondo, spesso cir-
di essere prodotta, verosimilmente intorno alla metà del condata da una larga e bassa scanalatura. Questa ca-
II sec. d.C. A Cipro e ancora comune in contesti di età ratteristica compare già in età augustea ed è molto usata
adrianea, sebbene in questo periodo compaiano regolar- nei vasi più tardi a pareti più spesse. Un piede piuttosto
mente soltanto quattro forme ceramiche (P I I, I 3~ 29 e 40). pesante di forma triangolare e arrotondato all'esterno 1
La serie originaria di forme tardo--ellenistiche mostra è tipico delle coppe di epoca flavia e successive (in par-
influenze della Sigillata Orientale A, una classe in quel ticolare P 40). I piedi ad astragalo dei crateri P 37-38
periodo molto comune a Cipro (v. Forme P r, 16, rS). sono peculiari di questa classe e possono essere stati
All'inizio dell'età augustea (o poco prima) appaiono nuo- copiati direttamente da suppellettile in metallo. Si hanno
ve forme, in particolare il cratere con piede ad astragalo due diversi tipi di anse: il tipo a gomito con esterno sca~
della Forma P 37 e la coppa con orlo inclinato all'in- nalato, che compare su molte delle forme chiuse, e le
terno (Forma P 22 A), che sono le prime forme frequen- anse ad anello a sezione quadrata sulle tazze P 33-34.
ti in aree non cipriote e che si sviluppano fino al II I bollì sono molto rari: dagli scavi di Paphos ne sono
sec. d.C. Il maggior numero di forme compare nella venuti in luce altri cinque, tutti diversi, da aggiungere
prima metà del I sec. d.C. quando il repertorio si arricffl all'unico esemplare già noto (Pompei 374 . . -3 illustrato in
chisce di un c.'.':rtO numero di forme derivate dalla cera- HAYES Cyprìot Sigìllara, fig. a p. 71; si legge L\.E.:1.6.AT
mica aretina (Form~ P 7-9, 25, 28). L'influenza della in planza pedis, come ha già notato Puccr Insrrurnenrum
ceramica aretina ha comunque vita relativamente breve. doinesricwn, p. 21, nota 74). I bolli trovati, rettangolari ed
Nei ritrovamenti di epoca flavia si nota una maggiore in pianta pedìs, sono tutti su piatti; uno è in latino, gli al-
semplicità delle forme ceramiche ed un impoverimento tri in greco. Sembrano assenti i << motti )) trovati su altre
del repertorio, come in altre sigillate orientali_, anche se ceramiche orientali. Si tratta, chiaramente, di una moda
le forme preferite a Cipro erano notevolmente diverse da straniera. Lo stesso dicasi della ceramica decorata a ri-
quelle in uso altrove. lievo che imita l'aretina, della quale sono noti pochi esem-
Scomparsa la Forma P 22, all'inizio del Il scc. ven- plari (vedi Forma X 39).
gono ancora prodotte solo quattro forme aperte (vedi L'influenza di questa classe sulle altre appare quasi
sopra)_; le uniche forme nuove apparse dopo l'età adrianea inesistente, eccetto che nell'ultimo periodo di produzione,
sembrano essere le P 41 e P 4~. Nnn è chiaro se akunc quando le imitazioni dei crateri P 40-41 compaiono in
delle forme chiuse sotto elencare siano state-, ancora fab- un certo numero di classi, compresa forse la Sigillat2
bricate così tardi, dato che J ntr<JY2.mc-nti hanno avm.u Orientale A al momento del suo declino (v. la Si_gi-
luogo per lo più in tombe ad uso multiplo e non per- lata Orientale A, serie antonina fa]).
mettono quindi una datazione precisa.
È difficile stabilire quale fosse la ceramica fine - se DIFFUSIONE
mai ce ne fu -- in uso a Cipro nella seconda metà del
II sec. ed agli inizi del III, prima che la Sigillata Afri- Come già notato sopra, le forme più antiche sono do-
canaiterra sigillata chiara divenisse comune in questa cumentate soltanto a Cipro ed anche qui in quantitò.
parte del .i\.iediterraneo. relativamente pìccole; una maggiore esportazione di que-
sta produzione iniziò soltanto nella seconda metà Jcl I
sec. a.C.
DECORAZIONE ED AL TRE CARATTERISTICHE
Da allora in poi si rileva un grosso contrasto tra Cipro
La decorazione, quando esiste, si limita generalmente ed il Negev, dove questa ceramica è comune, e la Siria
alla rotell::nura, normalmente sotto forma di singole fasce, e la Palestina ( mercato principale della Sigillata Orien-

80
SIGILLATA CIPRIOTA
tale d<Yve essa è rara. L'esportazione in Occiden- aretina), o all'età flavia (in connessione con il suo de-
te sembra rispecchiare su scala minore quella della Si- clino). Sebbene venduta anche molto lontano dal luogo
aillata Orientale A; la maggior parte degli esemplari di fabbricazione, come a Pompei ed in Tripolitania, non
~rovati in Occidente sono databili o alla fine del I sec. si può dire che sia stata mai usuale nella regione egea
a.C. (precedendo la diffusione massiccia della ceramica o nelle zone più occidentali.

SERIE TIPOLOGICHE
Piatti (Forme 1-13); coppe (Forme 14-32); tazze biansate (Forme 33-35);
catini, "crateri,, (Forme 36-42); forme chiuse varie (Forme 43-59).

FORMA p I. Due tipi:


Piallo con orlo rii1o!to in allo. A. Parete a profilo rotondeggiante; piede a doppio
anello. Decorato a rotella sia sull'orlo che sul fondo.
Parer.i sottili. Forma del fondo incerta. Cfr. Sigillata Raro ed apparentemente antico (intorno alla fine del I
Oricm~l.!e A, Forme 3-~4. Soltanto frammenti, da conte- sec. a.C.).
sti del I sec. a.C.
B. Con un angolo alla base della parete. Il piede, che
Prormipo. per lo più è doppio, in alcuni esemplari tardi è semplice.
Questi ultimi possono essere avvicinati alla Forma P 1 I.
Paphos, Casa di Dioniso, on 5251 ( HAYES Paphos,
Nella parte superiore dell'orlo due fasce a rotellatura, o
fig. 2), (Tav. XVIII, 5).
profondamente incise, tanto da formare scanalature, op-
Lo strano orlo, Qmuc1 1971, p. 142, n. 55, fig. 93
pure in forma di leggera dentellatura lungo il margine
può e:,sere messo in relazione con il nostro (ma cfr.
Form1 P 20 ). del labbro (per lo più tardi?). Alcuni esemplari tardi
hanno un orlo non decorato. Incisioni od una serie di
modanature (ad imitazione di manufatti metallici) al cen~
FoRiv1A P 2. tro del fondo. Abbastanza comune. Intorno all'ìnizio--me-
tà del I sec. d.C.
Piano con ampio orlo convesso.
Pareti sottili, come la precedente. Labbro pendente, Prototipo.
forma dd fondo incerta. Derivata da una comune forma
ellenisLica. Soltanto frammenti, in contesti del I sec. a.C. A. Paphos, Casa di Dioniso, OD. 5253 HAYES
Paphos, fig. 2; restaurato). (Tav. XVIII, 8).
Prototipo. B. Museo di Cipro, Polis tomba 104, n. 109 (HAYES
Paphos 1 Casa di Dioniso, 01::,. 5252 HA YES Paphos, Cypriot Sigillata, fig. a pag. 68).
fig. 2). (Tav. XVIII, 6). Simili (tutte di tipo B):
Non esistono confronti pubblicati. NEUFFER 1931, p. 64, fig. 8.I.
McFADDEN 1946, p. 483, n. 85, fig. 16, tav. 43.
FORMA p 3. QUILICl 1971, pp. 149--50, nn. 282, 285, fig. 97, e
p. 156, 108, fig. 101.
Il.
Piccolo piatto a fondo piano, parete inclinata ed orlo NEGEV Nabarean Sigillara, p. 391, n. 54, fig. 4.8.
pendcmc con labbro ad uncino. Paphos, Casa di Dioniso, on 4796 ( = HAYES Paphos)
Piv.ìc largo e basso. Forma non decorata. Forse augu- fig. 3). (TaY. XVIII, 9).
stea. Rara. Il tipo A può essere rappresentato dal frammento di
orlo pubblicato da QUILICI 1971, p. 96, n. 47, fig. 42.
Protoripo.
Paphos, C'.,asa di Dioniso, non catalogato. Superficie
nera. XVIII, 7). FORMA P 5.
Sim.ile: QUILICI 1971, p. 78, n. 21, fig. 20.
Piauo con bassa parere curva.
HAYES Cypi-iot Sigillata, p. 69, forma 2.
Versione tarda della Forma P r ? Cfr. Sigillata Orien-
Piano poco profondo con un piccolo orlo piano, general- tale A, Forma 4. Piede doppio o semplice (come nel
meme decorato a rotella nella parte superiore.
caso di P 4 B). Talvolta solchi sul fondo. Poco comune.
Hr C~vpriot Sigillata, p. 69, forma 3 Intorno all'inizio--metà de1 I sec:. d.C.

81
SIGILLATE ORIENTALI

Prorotipo. Prototipi.
Museo di Cipro, Polis tomba 104 n. ro6 (HAYES Cy- Paphos, Casa di Dioniso, non catalogati (esemplari in
priot Sigillata, fig. a p. 68 "" HAYES Paphos, fig. 3). versione grande e piccola = HAYES Paphos, fig. 3). (Tav.
(Tav. XVIII, IO). XVIII, 12-13).
Altri esemplari.
Alrri esemplari.
Tarsus I, pp. 241-2, nn. 382, 393 ( ?), figg. 173, 192.
\lCESTHOLM Soli, fig. 63.12, tav. XXX, seconda fila, a
sinistra.
Tarsus I, p. 249, n. 505, fig. 194. FORMA P 9.
Per altri esemplari di piede doppio (connessi con le Piatto a basse pareti verticali con modanarure in alto e
Forme P 4 B, 5··7), vedi QUILICl 1971, p. 74, n. 90, in basso.
fig. 17, e p. 159, n. 194, fig. 105. Fondo piano, piede piuttosto basso e squadrato. Cfr.
la forma aretina Goudineau 39 c, di cui è probabilmente
FORMA P 6. una copia. Rara. Probabilmente metà del I sec. d.C.

Piatto profondo, come la Forma P 5 ma con parete più Prototipo.


alta. Paphos, Casa di Dioniso, non catalogato. (Tav.
Tipo di piede e decorazione come P 5. Poco comune. XVIII, 14).
Intorno all'inizio~metà del I sec. d.C.
FORMA PIO.
Prototipo.
Paphos, Casa di Dioniso, non catalogato (dal pozzo Piattino (1( salsiera>>) con bassa parete arrorondata e
n. r8; con testo dell'ìnizio del I sec. d.C.). Un lato è fondo rientrante.
restaurato. HAYEs Cypriot Sigillata, pp. 70-72, forma 9,
Orlo arrotondato o segnato da una scanalatura; pic-
cola sporgenza intorno al bordo del fondo; solco o in-
FORMA P 7. cavo sotto la parte centrale del fondo. Non decorata.
Piatto con modanature all'interno della parete, imitante Probabilmente derivata dalla Sigillata Orientale A Forma
la forma aretina Haltern I. I2. Non molto comune. Dall'inizio alla fine del I sec. d.C.

HAYES Cypriot Sigillata, p. 69, forma 4.


Prototipo.
All'interno doppia modanatura (convessa in alto, con~
Museo di Cipro, D.89.1935 (HAYES Cypriot Sigillata
cava in basso) con un piccolo orlo come nella Sigillata
fig. a p. 71). (Tav. XIX, 1).
Orientale A, Forma 28, che può esserne il prototipo più
vicino. È documentato un piede doppio in un esemplare Altri esemplari.
grande. Talvolta sul fondo appaiono alcune fasce di de- Tarsus I, p. 272, nn. 768, 770, 771, fig. 203.
corazione a rotella. Rara. Inizi I sec. d.C. Napoli, Mus. Naz., non catalogato (forse da Pompei).
Prototij;o. Il fondo ricordato da QUILICl 1971, p. 142, n. 49,
Atene, Agorà P 26607 (HAYES Cypriot Sigillara, fig. a
fig. 93 probabilmente appartiene a questa forma.
p. 68). Un lato è restaurato. (Tav. XVIII, n).
FORMA PII.
Altro esemplare.
HAYES Paphos, fig. 2 (Casa di Dioniso, frammento non Piatto con bassa parete ricurva e orlo arrotondato.
catalogato). HAYES Cypriot Sigillata, pp. 71-.z, forma IO.
Piede basso, concavità o/e solco sul fondo esterno. De~ , ,
FORMA P 8. rivato dalla Forma P 4 ( ?), con piede ad una sola moda- ·1·
natura; forse influenzato dalla Forma P I 3, vedi oltre. .;
Piatto a fondo piano con orlo concavo verticale, decorato Un certo numero di esemplari più antichi presenta una ::,.__:
a rotella. decorazione a rotella e/o bolli di ceramisti sul fondo; ,,,,
Piede semplice e basso sotto la parete esterna del normalmente non decorata. Alcuni esemplari hanno !i
fondo. Fine decorazione a rotella sull'esterno dell'orlo pareti piuttosto spesse. Molto comune. Seconda metà del ·I
(generalmente singole fasce in alto e in basso). Sul fondo I - prima metà del II sec. d. C. ~
cerchi a rotella o solchi circolari. Sembra un libero 'i
adattamento della forma aretina Haltern 2, In versione
Prototipi. ,i
grande e piccola. Poco comune. Particolarmente diffusa Pompei 374-3 (HAYES Cypriot Sigillata, fig. a p. 71). I
all'inizio del I sec. d.C. Bollo LISILIAT in pianta pedis. (Tav. XIX, 2). '!:j,
Diametro: circa II-··I3 e 27 cm.

I
SIGILLATA CIPRIOTA

Altri ,;scmplari. tella sul fondo. Forma dell'orlo incerta. I sec. a.C. o
DIKAIOS 1937-9, p. 201, fig. 4.4.
inizi del I sec. d.C. Un unico esemplare proveniente da
Tar.ms I, p. 250, n. 523, fig. 195 (antico?), e p. 272, Paphos; non sono disponibili disegni.
n. 772, fìg. 203 (tardo).
sdma:ria--Sebasre III, p. 345, fig. 83.15 (versione in FORMA P 15.
piccolo> antica?). Coppa mastoide.
QUILJCI 1971, p. 156, nn. 109--1 IO, fig. IOI e forse
Ricostruita in base a frammenti dell'orlo e del fondo,
anche p. 142, n. 53, fig. 93, e p. 157, nn. III-112, fig. 101.
Pareti sottili. Orlo arrotondato, ricurvo verso l'interno;
NEG;_,v Nubarcan Sigillata, pp. 392, 394, nn. 64 ( ?)i fondo a punta. Non decorata. I sec. a.C., forse inizi.
65, 66_, 7.1 (?), fig. 5, tav. XXXIV.3--.. 4,7. Rara. Diametro circa I I -I 3 cm.
Inoltre Pompeì 1023--3, 13280; esemplari da Petra e
Cipro illustrati in HAYES Cypriot Sigillata, fig. a p. 71. Prororij>o.
Paphos, Casa di Dioniso, orlo non catalogato e fondo
FORMA P 12. 0/l 5254 ( c,c HAYES Paphos, fig. 2). Forma restaurata.
(Tav. XIX, 6).
Piarro con parere obliqua convessa e orlo ricurvo.
Altri esemplari.
HAYES Cypriot Sigìllara, pp. 71-2, forma r r; inoltre
Forse l'orlo, QUILICI 1971, p. 135, n. 102, fig. 84.
Nessana i, forma 2I.
La sezione del fondo e della parete è simile alla Forma
PII, n:-12. in generale è un po' più profonda; alcuni degli
FORMA P 16.
esemplari più tardi presentano un pesante orlo rotondeg- Coppa emisferica ( ?) con orlo liscio.
giante nella parte interna. Non decorata. È una deriva- Corrispettivo della Forma 19 della Sigillata Orientale
zione ci.elle Forme P 5-6, con piede ad un solo anello, A. Pareti sottili. Decorazione a sgorbia o simili all'esterno,
Generalmente le pareti sono piuttosto spesse e lavorate completata in alto da due o tre leggeri solchi; un solco
in modo trascurato. Una versione in piccolo., a pareti si trova anche all'interno dell'orlo. La forma del fondo
sottiliJ può essere precedente. Molto comune, Seconda è incerta. Rara; degli orli sono presenti a Paphos. I sec.
metà del I - prima metà del II sec, (più comune nella a.C. Non sono disponibili disegni.
seconda metà del periodo), Apparentemente di due mi-
sure: diametro circa 17 - 21 cm e circa 25-27. La versione
pìccola 1 rara, ha un diametro di circa 13 cm. FORMA P 17.
Prototipi. Piccola coppa profonda con orla ricurvo verso l'interno.
Pareti sottili. L'esterno è coperto da rotellature con
Corinto, c . 36-1271 = HAYES Corinrh, p. 458, n. 169,
tre leggeri solchi sull'orlo. La forma del fondo è incerta.
tav. Antico. (Tav. XIX, 4).
Alcuni esemplari neri per effetto di cottura, Non comu-
Jvlmeo di Sebha, Libia, H 78, da Germa ----:- HAYES
ne. Metà ( ?) I sec. a.C. Diametro massimo circa IO cm.
Cyprior S(gi!lata, pp. 71-2. (Tav. XIX, 5).
Protoripo.
Altri esemplari.
Paphos, Casa di Dioniso, non catalogato (frammento
HoRSFIELD 1942, p. rr4, n. 4, fig. I, tav. VI, da Petra. dell'orlo). Nero. (Tav. XIX, 7).
Nessana I, p. 289, forma 21.1 ·3, tav. XLIX (classe
non sempre identificata).
HAYES Cyprioz Si"gillara, fi.g. a p. 71 (esemplari nel FORMA P 18.
J'viusu) di Cipro), con riferimento a Pompei 5730 (p. 72). Coppa emisferica con orlo ricurvo verso l'esterno.
Forse anche Ashdod II-III, fig. 15.13. Corrispettivo in piccolo del cratere P 37 (e suo pre-
cedente?). Pareti sottili, talvolta colore grigio·-nero per
p 13. effetto di cottura. A fondo arrotondato. Orlo concavo~
con leggera risega sul punto di giunzione con il corpo.
È riservata ad un piatto con parete inclinata come la Il corpo è decorato con (tre) leggeri solchi in alto e una
Forma P 11, ma con un piede più alto ed un fondo più o più coppie di solchi in basso.
piccok; sembra apparentemente copiare il tipo Goudineau Due versioni: A. Con decorazione verticale a sgorbia
il tipo Dragendorff r8 in terra sigillata occidentale. sul corpo; B. Con decorazione a rotella.
frammenti provengono da Paphos; non sono di- Poco comune. I sec. a.C., probabilmente dall'inizio alla
sponibili disegni. fine.
l.Jna prima versione (vedi oltre) è più profonda che
emisferica, con un orlo non ben definito; sembra essere
FORMA P 14.
una vera e propria copia di manufatti in metallo.
Riservata ad un piatto o coppa con fondo piano e largo Diametro: circa cm 8,5-14 e oltre (forse in due mi-
pieck ad anello, inclinato all'interno; decorazione a ro- sure).
SIGILLATE ORIENTALI

Prototipi. FORMA P 21.


Tipo A: Paphos, Casa di Dioniso, O!!. 5255 ( ~ HAYES
l-\2p1\)s, fig. 2. Un lato restaurato). (Tav. XIX, 9). Coppa con fondo arrotondato ed inclinato e parere in-
clinata 'Derso l'interno con due solchi sull'orlo.
British Museum Sr.8-24.70 (variante antica di buona
o,wlit:ì). (Tav. XIX, 8). Pareti sottili. Forse derivata dalla P 20; è il precedente
Tiro B: Paphos, Casa di Dioniso, non catalogato della P 22. Piede basso e sottile; la parte superiore del-
un tno restaurato). (Tav. XIX, ro). l'orlo è modanata. Si può trovare un solco poco profondo
sul fondo. Non comune. Intorno alla metà del I scc. a.C.
Prototz'.po.
fOFMA P r9.
Paphos, Casa di Dioniso, OD. 748 ( = HAYES Paphos,
P/ccola coppa emisferica con orlo verricale concavo e fig. 2). (Tav. XIX, 13).
piccolo fondo piano. Altri frammenti da Paphos. Non esistono confronti
HAYES Cypriot Sigillata, pp. 67, 69, forma I B (ver- pubblicati.
sione piccola).
Succede alla Forma P 18, con un orlo più concavo. FORMA P 22,
Due o tre linee singole o doppie di decorazione a rotella,
Coppa con parete inclinata e orlo ad uncino o rotondeg-
intervallate sul corpo, talvolta impresse più profonda-
giante.
mente e formanti scanalature. Per l'equivalente di grandi
dimensioni vedi gli esemplari tardi della Forma P 37 HAYES Cypriot Sigillata, p. 70, forma 7 A~B; inoltre
e della Forma P 38. Nessana I, forma 15.
Poco comune. I sec. d.C., dall'inizio alla fine. Pied~ basso. Non decorata. Due versioni, entrambe
Diametro: circa cm 9~ IO. Frammenti <li vasellame di CJffiU111;

dimensioni maggiori con decorazione simile ( diametro A. Con parete curva e convessa su un fondo inclinato;
cm r2-14 e oltre) possono appartenere alla serie dei piccolo orlo modanato, leggerme:ne ad uncino; piede pic-
crateri (v. P 38); non si conservano fondi. colo e netto. Generalmente a pareti sottili e lavorata
accuratamente. È comune una scoloritura nella parte
Prototipo. superiore esterna (esposta durante la cottura). Molto
Museo di Cipro, D. 379.1935 ( ~ HAYES Cypriot Si- comune in contesti della fine del I sec. a.C.-inizi del I
gillata, fig. a p. 67). (Tav. XIX, II). sec. d.C.; gli esempi più tardi risalgono circa alla metà
del I sec. d.C. NEGEV Nabatean Sigillata, p. 390, men-
Altri esemplari. ziona cinque dimensioni diverse: diametro circa cm ro,
Samaria-Sebaste III, p. 344, fig. 83.9. 12, 14, 16, e 18,75. La maggior parte degli esemplari

SCE IV.3, fig. 27.7 (da Amatunte). ha dimensioni variabili tra circa cm rr,5-12,5 (diametro'
QUILICl 1971, p. 142, n. 56, fig. 93; p. r56, n. 98, fig.
dell'orlo; massimo qualche mm in più) e circa 14- 16;
IOI; p. 161, n. 251, figg. 107, 108; forse anche l'esem- il più piccolo misura circa cm 9,5. Per le varianti più
plare più grande, p. n8, n. 19, fig. 63 ed i frammenti, grandi, che sono più rare, vedi oltre.
p. 154, nn. 14-15, fig. ro1 e p. 157, nn, rr5, II(?), fig. 101. B. Carenata, con parete più bassa e dritta e orlo con
NEGEV Nabatean Sigillata, p. 382, nn. 6-8, 10, fig. r. più profonda modanatura; pareti più spesse e piede
Kenchreai IV, p. 63, n. ER 38 a, tav. r6. più pesanre che nella A. Dalla fine del I sec. d.C. all'erà
traìanca (sembra essere scomparsa in età adrianea). Dia-
Inoltre: British Museum, 96.2-1.258, da Curium; metro (massimo) circa cm II-14.
Londra, Institute of Archaeology, K.VI.3/8.
Prototipo.
FORMA P 20. A. Paphos, Casa di Dioniso, OD. 4795 HAYES
Paphos, fig. 3). (Tav. XIX, 14).
Coppa con orlo ricurvo verso l'interno. B. Pompei 9651 HAYES C'ypriot Sigillata, fig. a
Pareti sottili. Piede basso, corpo arrotondato. Versione p. 68). (Tav. XIX, 15).
cipriota di una forma ellenistica comune; vedi Forma P 1 Altri esemplari.
per il piatto corrispondente. Rara. Probabilmente inizi
del I sec. a.C. Diametro: circa 12-14 cm. Tipo A:
\VESTHOLM Soli, fig. 63.14, tav. XXIX (sopra la fila
Prototipo. inferiore a destra).
Soli (Cipro), frammento non catalogato trovato du- Tarsus I, p. 250, n. 524, fi.g. 195.
rante gli scavi del 1971 (ora perduto?). (Tav. XIX, 12). Samaria-· . ·Sebaste III, p. 344, fig. 83.IO.
A Paphos ed a Soli si sono notati alcuni orli simili; Nessana l, p. 289, forma r5.1~6, tav. XLVIII; cfr.
vedi HAYES Paphos, fig. 2; forse anche Qurucr 1971, anche i fondi, p. 298, nn. 2---4, tav. LVIII. Vedi anche
p. 91~ n. 239, fig, 31. HAYES Cypn·oi Sij;illara, fif;, a p. 6f\

I
I
SIGILLATA CIPRIOTA

QDIJ- L;'"'f, pj'. r,:;(; ~, 1111, 99, fOI ( ILJ.> fìp;. FORMA p 25.
IC-I: ,,, 19:;, fq;. 10.5: p. 161, n. 253, fìg. rn-:--:
,i. 119. fig. 101 e un possibile fondo. Coppa con cmpo mTorrmdato e orlo co11cu;:·o sporgente.
r'·
Nn;n i ,/\i!1'dYi .S\ò!ìcihl: rP• 90, fig . .-:,, t:r:. Orlo uguale a quello di P ::q., definito all'interno cb
xxxm un solco. Piede basso a profilo netto. Dcrinno d:1lla
1\')('1 forma aretina Hahcrn 8 (o dalfa. Sigillata Orientale B
Forma 26 e dal suo equivalente in ceramica çandarli
NnT (;";:, p. 64, Ìlf:.
Forma A 6). Non dccornta. Non comune. Ini;.::i I sec. ù.C.
H:,: ,, !Ìg. a p. 68 ( da Soli), e p. ;6
Diametro: circa 9 cm,
Su!,mn Protntip11.
/o L'\NSE);) in 1Jd1ll,J 1TI..:., p. 192, n. -) figg. P::iphos, Casa di Dioniso, 0/::, 4789 HA YES 1-\iphos
/1c-tn1 19.2:··, puù essere una variante più grande. fig. 3'i. Cf:n,. xx,
l.'n di dimcmioni simili dall'Agorù di :\tene
Non esistono confronti pubblicati.
tP ·,1Tscnra un'improma che fit presupporre una
~rnsa rie<·· ,;wizzontale sulìa parete.
FORMA p 26,

C'oppa a forma arroumdat1.1~ piuttosto hassa, con piccola


FORAL\
modanarura sultor/().
Picto,\. npfJi! roro11dcgr:ianrt cnn orìo () ncurTo z:crso Equi\·alcnte meno profonda della Forma P 22 /i, con
il (uss, t:1,rrt•'! um dccora.~-:io11f._· "' ro1dlc1. fondo piatto. Takoìra sul fondo si uova un solcn od
IL\Yl una risega. Non decorata. Non comune. Dalla mclJ alla
fine dd I scc. tL C
Due - ··.,;wni: A. Con orlo ricurvo \Tr:-;o il hasso. R Con
Due lince di dcrnra:I.Ìonc a rorclla sull'orlo, Diarneuo: circa cm rr---q.
- ,i·ondamcnH: impresse, tanto da fornure solchi. PrMoripo.
Inizi LLC. Forma scrYizio col piatto Forma P 4.
Paphos, Casa dì Dionisr.\ non catalogato iframmentarioì.
Réèra. \, ·:r· ::,rnti trovati sohanto frammenri dell'orlo\ cc-
(Tav. XX,
cc-no :>e'." il protmipo della versione- B che ha un sot-
tilc ;nclinato, più alto di quanto sia usuale in qu:::;srn Simile: Samaria- Scbasrc III) p. 344_, fig.
classe
circa 8 I e cm. FORMA P 27.

Ptot0/11· Piccola cof1pa bassa con parere decorata cm1


A. () sonn disponibili disegni). modanature in alro cd in b,1sso.
B. 1.omba 6 rCyprus S11rvcy, 1506\ IL 18 I-L\YES (~1 prior S'igillmi.l, p. ;o, forma 6.
1

l-lAYG, tnor ,S'iyi!larc1~ fig. a p. 68. (T:r;. XX,1ì. l Tna rJra variante amica della Forma P 28, con corpo
Cf:·. fr~tmmcnto d'orlo, Q11rue1 1971, r. 161) n. 250, più hasso e piede sottile a profilo netto. Non dc-corata.
figg. r ,.. ·· rnS. J\1.odanature piccole e nette.
Dìametro: circa 8 cm.
Prn1otipo.
}\.1useo di Cipro, D.658.I9?~ ( H.-\YES (~l'priat
ti)jlpa a torp(I prr:(rmdo, ptobabilmcJ/fc fornita lata~ fìg:. a r. 68). XX,
con orlo a doppia modr.marura. f: prohabik che il fondo NITFFElt 1931, p. 64, fìg.
Sok :;ffimcmn tr::1. orlo e cnrpo: una o ciuc fa:,cc si:l riferibile r, que:-:ta forma.
d1 <lec•,·•"u.iorre a rotella sulla modanatura inferiore dclrorio
C/o Sll :·orpo. Poco comune; rimangono soltanto fram-
mcmi
FORMA p 28.
,ir10. Il piede (se esistcmc·:i do\-c\·a es-sere sueno,
Inizi 'lCC. d.C. Cr1ppo carcnart7 con par!." m/ic;·wrc' tllt'i'O, :l(Yoru;,,, ,.:011
Di:.:rl u; circa cm 9 e cm I : , possibile anche- um. modimmurc in a/Io cd in basso.
unncn ·•c1c più piccoìa. HAYES Cypr/01 Sigi!!a1,1,_, p. -o, formz 8,.
Piede hasso, tri:mf!:olarc e in!2-rossarn. Proporzioni si-
mili o.Ila F-:.irma P 2::, con l'aggiunta di una flangia. Non
Casa di Lhunisn, rwn Gnalogato llAì:'T'.S decorata, Gli esemplari più antichi tendono ad avere- una
xx, 2}. parert ahbasrnnza verticale con le modanature sottoli-
Cù- '\.'1,:sn-JOLA-i S'oli') UJY. in alto a neate da legf:crc'. incisionì} ed un orlo piatto: i piedi sono
de-,lr: picwl; e a:;_',_-::urati. Nd I :,e::::. (!Ucst::: f.1rrn.::-: 2· a'
SlG!LLATE ORIENTALI

secondo posto per la frequenza nella serie delle coppe. FORMA P 31.
Datazione: I sec. d.C., dall'inizio alla fine.
Diametro (orlo): circa 7,5-8,5 e I0---12 cm. Coppa con parere carenata o rotondeggiante e decora-
zione a rotella.
Prototipi. Due versioni, entrambe piuttosto grandi (forse si
Variante più antica: Paphos, Casa di Dioniso, O/:J. 4790 tratta di due forme diverse; i fondi non sono conservati):
HAYES Paphos, fig. 3). (Tav. XX,6). Tipo A: copia in grande della Forma P 22 B, carenata,
Versione normale: Corinto, C--36-1277 (HAYES G_vpriot con piccolo labbro voltato in basso. Tipo B: con pa-
.._)'igillata, fig. a p. 68, e HAYES Corimh, p. 458, n. 170, rete bassa e arrotondata e labbro arrotondato. Rara. Al-
tav. 87). (Tav. XX, 7). cuni esemplari in contesti di II sec. d.C.
Diametro: circa 24 cm.
Altri esemplari.
WESTHOLM Soli, fig. 63.28, tav. XXIX (sotto il cen- Prototipo.
tro), e forse anche fig. 63.27. Tipo A:
HoRSFIELD 1942, p. 192, n. 394, fig. 53, tav. XLIII. Paphos, Casa di Dioniso, frammento non catalogato.
LAL'FFRAY 1940, p. 16, fig. 6 in basso a destra (da Un foro è stato praticato sulla parete sotto l'orlo (è
Byblos). possibile che altri fori manchino). (Tav. XX, rn).
Tarsus I, p. 250, n. 526 (e n. 525 ?), fig. 195. Non esistono confronti pubblicati.
SCE IV.3, fig. 30+
HAYES Cypriot Sigillata, fig. a p. 68 (Museo di Cipro, FORMA P 32.
D.24.1935).
HAYES Paphos, fig. 4 Casa di Dioniso O/J. 681). Forma libera.
Nota: i vasi elencati dal NEGEV Nabatean Si'gillata,
p. 392, come forma 8, sono in Sigillata Orientale A, ecc. FORMA P 33.
Tazza biansata con orlo ispessito e corpo piuttosto basso
FORMA P 29. e arrotondato,
Coppa roronda non decorata con piede basso. In ceramica rossa o grigia; per lo più con pareti sot-
Basso corpo emisferico o arrotondato con piede a pro- tili. Una coppia di solchi, o decorazione a sgorbia o a
filo quasi triangolare. Non decorata. Comune. Prima rotella sulla pancia. Piccole anse ad anello a sezione
metà del II sec. d. C. quadrata, scanalate all'esterno, attaccare sulla parte alta
del corpo e sulla parte inferiore dell'orlo. Una variante
Diametro: circa 16-20 cm.
presenta una decorazione a puntini bianchi dipinti sopra
Prototipo. le strisce di decorazione a rotella. Non comune. Intorno
Paphos, Casa di Dioniso, Oli 5114 (~ HAYES Pa- alla metà del I sec. a.C. (e più tardi?).
phos, fig. 5). (Tav. XX, 8). Diametro: circa cm 8~12 all'orlo.
Non esistono confronti pubblicati.
Prototipo.
Una variante (leggermente pìù grande) ha una netta
e poco profonda linea di decorazione a rotella all'esterno Paphos, Casa di Dioniso, OD. 4130 (HAYES Paphos,
sotto Forio. Forse leggermente più tarda. fig. 2). Grigio-nero. (Tav. XX, 11).
Una variante è riportata in HAYES Cyprior Sigillata,
p. 76 (il frammento da Derbe è di questa forma),
FORMA p 30.

Coppa con parete arrotondara e orlo ispessito scanalato FORMA P 34.


alla sommità.
Orlo piatto o ingrossato, generalmente ricurvo ad un- Tazza biansata come la P 33, ma più profonda, con
cino; per lo più presenta due solchi. Il fondo è incerto. parete venicale.
Una stretta e nettamente incisa fascia di decorazione a Ceramica generalmente grigia. Orlo verticale, separa-
rotella sulla parete sotto l'orlo; talvolta una seconda to dal corpo da una scanalatura. Decorazione a rotella
più in basso. Poco comune. Prima metà del II sec. d.C. o simili che ricopre l'esterno, con sottili incisioni in cima
o più tardi. (come in P r8, 37). Non sono conservati profili completi.
Abbastanza grande: diametro circa 23-28 cm. Rara. I sec. a.e

Prototipo. Prororipo.
Paphos, Casa di Dioniso, non catalogato. Frammento Paphos, Casa di Dioniso, 06. 5256 (HAYES Paphos,
dell'orlo (HAYES Paphos, fig. 5). (Tav. XX, 9). fig. 2). (Un lato i: restauraro). (Tav. XX, r2).
Non esistono confronti pubblicati. Non esistono confronti pubblicati.

86
SIGILLATA CIPRIOTA

fORMA
tosto comune. Secomb metà del I ;;ec. a.C. e prima metà
del I sec. d.C.; una maggiore precisione è impossihilc)
mancando esemplari ben datati. I pezzi provenienti
Qucsr:·· f,, ·rm. e :tssegnata ad alcuni frammenti con orlo da Oboda sono probabilmente per la maggior pane
verticale cn:cnte su una profonda rientranza, che al- dell'età di Augusto e di Tiberio. Una rara \·ari:mte)
l'interni; 11,n;:, Lma sporgenza; il profilo del corpo (' qui contrassegnata come forma X 37 B, ha un piede a
rornndeggianrc; l'ansa, o 1c: arn,ei sono piedistallo modanato (forse copiato dalla ceramica aretinU:i
ak ;;_,~mc precedenti. Rar2; tcstimoninta soltamo che sostituisce gli astragali (vedi il prntotìpo); sorto nmi
-,munenti. I scc. a.C. Non sono dìsponìbili gli altri aspetti è normale.
NEGEV Nabarcan Si;;i!lata) p. 38-i-, distingue cinque Ji-
mensionì (diametro circa cm 10, 12 1 15, 20_, La più
piccola dì queste doyrebbe coincìdere con la Forma P I 9
FORML J" (o P 18) tarda) e rimane in dubbio la attribuzione della
C'r.1rin1 7.,:crticali con largo orlo ricur1:o in basso; seconda misura; la dimensione minima degli escmplarì
anse a n,1:;r:·1 ad angolo applicate sotto l'orlo. con piede ad astragalo non è fino ad ora determinata
(diametro cìrca cm 14--15, possibile anche circa Da
nella produzione più antica caratterizzata da altre provenienze sono disponibili solo misurazioni insuf-
pareti s <;·ili {come k forme precedenti). Abbastanza ficienti per poter contro1Iare la validità della classifica-
f'.ranJ.e. '.:> :,Jd1i sulla parte alta della parere, a livello delle zione del Negev, e per poter stabilire se gli esemplari
anse; nc:n c,n:senta ai tre decorazioni. La forma del fondo pìù antichi differiscono per dimensioni dai più tardi, On
2- incen.;,c esemplari sono testimoniati nella cera- cerro numero di esemplari si può collocare tra le dimen-
mica 2m,ic,, vernice rossa di transizione. Metà I sec sioni enumerate) mentre altri sono più grandi (chametro
a.C. o amica. Non comune. fino a cm 30 e oltre). Si può notare che i piedi raggiun-
gono un diametro quasi più grande di quello dell'orlo.
Protoripi.
C.asa di Dioniso) 06. 5257 (HAYES Paphos~ Samaria Sebasre Hl; fig. 83.1.
fig. i;J;1 lato è resrnurato). (Tav. XX, 13). Forma B: Yale, 1912.298 (acquistato ad Aleppo),
;·si~wno confronti pubbiicali. (Ta\".
11 piede Samaria--Scbasrc III, fig, 83-7 1 può apparte-
nere a questo ripo.
FORM'./.
Esemplari pubblicati, di tìpo normale:
col fondo arrmondaro (,:.:rarcre) con alto collo con- HoRSFJELD 1939, pp. 1 IS ·I91 n. }21 rav. piede.
cai-o, ricuruo verso il basso e rrc piedi ad asrragalo.
•J11e Anrioch IV.I_, p. 42 (sotto R1\i fig. :3 IO.

H;;v~•c 5\f!lllara_, pp. 67, 69} forma r A; anche Tarsus I, p. 272, n. ~74, fig. 16c.
iVcssnn··: L forma 5. Samaria--Sebasrc III, pp. 34-2 . ,4} iì;. 83.1-- '..:., 3 I ::,.-6.
Vcr·;;cm:2 più grande della Forma P 18. Ceramica rossa, Nessana I_, p, 287) forma 5.r .. 4 1 ta\·. XL\'III; (form!.l
marrcm:· scuro o grigio ••nera; gli esemplari più piccoli 5.r riprodotta da HAYES (~yprior S(r,il!J.rn, fig. a p. 6':'\
hanm generale pareti piuttosto sonilì. L'orlo presenta QUILICI 1971j p. 119, n. 35, fig. 62.
un in cima ed ha il bordo inciso. L'esterno della NEGEV Nabtirean S1:f[illara, p. 382_, nn. 5, hg. I e
coppi: coperto da decorazioni. a sgorbia o da rotdlature p. 384, nn. 1 I 14_, fig. 2, mv. XXXILr 7.
multir,L·, decorazione completata in alto da due o tre Possibile anche. O,ria III, p. fig. 591 (Yedi anche:
kggcr:' incisioni e sul fondo da uno o due solchi; questi Forma P 40).
uhirr ,·ervono come linee di guida per la applicazione Altri esemplari sono ricordati da HAYES C~\'pri1)l
modellati separatamente. A volte una ulteriore ìata, p. 76.
·.'ii sok:hi o ddle modanature compaiono <.tl ccn- Varia.mc: con basso collo tForms J\iuscP d.i
t:·o fi.mdo esterno. La decorazione a sgorbia può Cipro, D.95.1935 ( HAYES Cvprior ,,,,,,111,1111, p. fr;_, tav.
prcnc>::r'..: la forma òi scanalature verticali o di disegni XVI in alto a sini~tra).
che ripetono (ad es. foglie di loto, foglie stilìzzatc) in- Fondo (Forma 370.38): F:..enchrcai IV, p. 63, sotto iì
cise ''!!'J uno strumento a pettine dentato; queste ultimc-
som ~':eneralmcmc bordate J<.1 linee fatte ;.1 rmell::1 in
alte in basso (vedi i disef,:ni). La decorazione a rorcila FORMA X
è d ·:uc tipi: o sot.to forma Ji una fascia multipla che
coF rmrn. fo superfici:; o sc,rw forma di due o rr:;; st.ri-
sce r::rrc; quest'ultimo schemn 0 probabilmente tardo P 3-, ma con collo basso e pù-coi,1 moda1urura sull'orlo.
Forma P 38). Talvolta compare 1 in cima al corpo, H,WES .Sigillctra 1 p. 69, forma r B (1:ersionc
ohr :.:lle incisioni una fila di puntini bianchi. Per esempi grnndeì.
circ, la varietà di motivi dccrmtti\·i 1 v NEGE\" Nabarcan Corrispondente grande dcli:' Form2 P 19. Solco sul la\>-
af,z, figr. I ::: a pp. e: taY, XXXII, Piut-- br( Tr::- str'.:ttc fase di dcco:· "zion~: ,: ro1.elL sui COI"~w.
SIGILLATE ORIENTALI

Tre piedi ad astragalo. Il corto collo verticale è presente Variante antica: Paphos, Casa di Dioniso, 0.6 4705
anche nelle tarde(?) varianti della Forma P 37 (vedi (HAYEs Paphos, fig. 4). (Tav. XXI, 4).
,;i_-rpra), ma è diverso il trattamento dell'orlo (a meno che
q~est~ sia il risultato di un incidente durante la lavora- Altri esemplari.
zione), Il prototipo deriva da un gruppo flavio. WESTHOLM Soli, fig. 63.30, tav. XXIX, in basso a si-
Prmori'po. nistra.
ADRIANI 1935-9, fig. 53.50 a p. II7 (versione piccola),
Atene, Agorà P 11544 (•= HAYES Cypriot Sìgi/laia, fig.
e1 p. 67). Diametro: cm 15,3. (Tav. XXI, r). Tarsus l, p. 272, n. 773, fig. 203 (probabilmente que-
sta forma).
Non sono noti altri esemplari, a meno che il fram-
CoLDSTREAM 1(._vthcra, p. I 70, ')) 26, fig. 51, tav, 48.
mento QUILICI 1971, p. 159, n. 192, fig. 105, non vada
HAYES Paphos, figg. I, 5 (frammenti).
assegnato a questa forma.
Questa forma, o una forma dì transizione dalle Forme
37-38: Ostia III, p. 193, fig. 271, e p. 267, fig. 591.
FORMA X 39. Variante, vicina alla Forma P 41: Ashdod I, fig. 13.2.
Cratere con piede e decorazione a rilievo faua a matrice. Si tratta di questa produzione?
Una copia della forma aretina Dragendorff I r (Dra-
gendorff(\Xlatzinger, tipo I); coppa arrotondata, orlo ad FORMA P 41.
uncino ricurvo all'esterno, piede a piedistallo modanato.
Solo un esemplare: Crarere, uguale a P 40, ma con orlo più pesante e squa-
drato.
Metropolitan Museum, New York, C.P. II o, da Kiri ""=
L. P. Dr CESNOLA Ccsnola Collection Il, tav. CXXXII, Piccola modanatura sull'orlo lungo il labbro. Grandi
n. 979; MYRES Cesnola Collecrion, p. 120, n. 986. Diametro dimensioni. Rara. II sec. d.C., probabilmente più tarda
in alto sull'orlo cm 15,2, diametro in basso cm 7,6, al- di P 40.
tezza cm II,I . . ·II,7. Argilla e vernice di colore rosso- Prototipo.
arancio, apparentemente appartiene a questa classe. Tre
figure comiche su ogni lato, modellate grossolanamente. Paphos, Casa di Dioniso, non catalogato HAYES
(Tav. XXI, 2). Paphos, fig. 5). (Tav. XXI, 5).
Non esistono confronti pubblicati.
FORMA P 40.
FORMA P 42.
Catino/cratere, normalmente grande con alta pancia ro-
tondeggiante e ampio orlo ricurvo verso il basso. Crazere, uguale a P 40, ma con corlD collo conca'Uo, orlo
Orlo convesso in alto, spesso, con bordo inciso, separato ad uncino ed anse.
dal corpo da una fascia rientrante convessa, Piede pesante Le anse sono applicate orizzontalmente nella parte suw
a profilo triangolare arrotondato. La parte inferiore del periore del corpo. Decorazione a rotella sul corpo. Non
corpo fino alla metà dell'altezza complessiva, è quasi co- comune. Probabilmente II sec. d.C.; più tarda di P 40.
nica ed ha una convessità marcata al centro del fondo
esterno. Normalmente decorata a rotella, una fascia sulla Prororipo.
parte superiore del corpo, una seconda sotto la pancia. Paphos, Casa di Dioniso, non catalogato ( -- HAYES
Le grandi dimensioni, le spesse pareti ed il piede pe- Paphos, fig. 5). Un lato è restaurato. (Tav. XXI, 6).
sante di questi vasi (e dei successivi) li rendono facil-
mente riconoscibili; quasi tutti seguono lo stesso mo- Altri esemplari.
dello. La forma può essere copiata in Sigillata Orientale
Tarsus I, p. 272, n. 765, figg. 160, 203.
A. Una variante antica a pancia rotondeggiante, vicina
KAPL\:-.; 1964, fig. a p. 275 (a sinistra), da Jaffa.
alla Forma 37_:'38 per le proporzioni, appare a Paphof:
in un contesto di epoca flavia; possono essere messi in L'orlo in Samaria-Sebastc' III, p. 344, fig. 83.4 (diame-
relazione con questa alcuni pezzi di forma simile ma di tro cm 22) può rappresentare una versione più piccola.
argilla diversa trovati a Pompei e ad Ercolano. La forma
standard è molto comune in contesti della prima metà FORMA P 43.
del II sec. d.C. ma la sua presenza C documentata già
nel roo d.C. o leggermente prima. A1lora con corpo s1rigilato e piede pesanu: modanato.
Due misure principali: diametro circa cm 37-40 e Versione in Sigillata Cipriota del tipo « W'est Slope
circa 19-..•-22. Ne esiste anche una versione piccola con warc" a vernice nera. Rara in questa produzione; un
caratteristiche simili (vedi il prototipo). esemplare frammentario, mancante delForlo, da Paphos
(n. OD. 4038) nella ceramica antica di transizione (non
Prototipo.
è disponibile un disegno). Metà ( ?) I sec. a. C. I fram-
Versione piccola: Paphos, Casa di Dioniso, OD. 4986 menti, QUILICI 1971, p. 96, n. 20, fig. 42, possono ap-
(HAYES Paphos, fig. 5). (Tav. XXI_, 3). partenere a un vaso di questo tipo.

gg
,.-

SIGILLATA CIPRIOTA

!,a."\ Br,1cca C1!/1 jìlrro.


h,:-,, ·,1l1 o simik a cS'CT lf'.3, fìg. :'.l).4-. La
D1(Tl.U Corpi.) a bulbo: con pancia hassa, imboccuura a imhurn
fr1rm:1 in un certo numero di produzioni cera- con labbro sporgente: in-:ic;o, piede b:1ss(l. :-\nsa a naslrn
mi:Tl,- la Si;!ilbra Cipriota n:ra e pwpri:L s,ch- impnsiara sclltl1 l'orlo, e sul rnrpn i•icculn hcccuc,:.:io rn-
bcrlL' .1ucst \1ltima sia rara. Intorno :db mctù del l St'C sr:r;:mato irnpuqarn a 9cr· rhfKtro alhnsa. hlrro con
:LC ·.rn1pbri in un:1 argilla /!Ìallaslr:t, vedi dcnco
0
numerosi ù1ri sul col]()_ Z\ktù, :,·1 I :---ce, J.C Rara.
t-.,'L!i; ,lh Si;:rillau Oricn~a!c :\) Forma 1c}r.
~\·,; di:c:iwnihìli ,fr,cgni. Prdorip(1.
P~1phos> Cac,a di Dinni:-ao, 0/l ..j.C6c. :\ltc1.1.a: c1r-::,1
FoRt.
hlRMA P 4SL
Soràf~, hrih:cc1 ci!i11dri(c'l, h'rsim1t' amic(1.
Su:· ·-·s1c- alla P ..J.4, ma il corpo non è co:--ì a campan:1;
nrh> :. 1icalc: ansa angolare a nastro del ùpo normak Orlo flangiaro, collo stretto e \'Cnicalc, leggera spor-
nd!:J ,,"w:.no Cipriota. Solchi sul colh, all'altezza della p-cnza alb hase del collo e sotto di essa dei solchi; rnrpu
cicll'ansa. Corrisponc'.cmc della Sigillata alrn e cilindrico cnn haisc piana, lcggcrmcmc rientrante ()
F(1rma 102 ? Auµ:ustcL Pocu comune. cun solchi sopra e- sntw !"angolo tra coq.1n e f(mdo, cnrrn
an,:a dalrurlo :1ll'ini1.io del cnrpo \Tn"J e prcprin, ,-\ p:1rcti
sonili, con buoEe rifiniture. Cn po' più rnnrnnc delle
A',,-:~·,) Lli CipL1 Pnlis rnrnb:_s !0.j.. n. ~-·ì forme ]!recedenti. Ddb metà :db ìinc del I sec a.C
ta·; XYl in alto al ccmn\ (e- fiJrsc :.mchc più t:udi1_ :\.ltczm: circa 1-~ 22 un.
DuL' cscmpbri quasi c,\mpk:T.i da 1-\iphos (OL 126~,
OL ; non sono cfaponibili disegni.
Fcm:

FOR.\-1:\ P <;O.

Sif.,,1liura, p. _i, forrnn I?;. ad una brncc1 a corpo rotundcg!,;iantc con


collo quasi cilindrico, alcuni frammenti dclfa quale snno
C>- che si restringe leggermente, decoralo con dei suti trnnti in strnti di tarda cuì aup1stea :.J. Paphos.
sol:( , mmc su X Piede hasst\ piccob rnnuwìr·i1 Nnn sonn lfr-.ponibili disc_c:ni.
al e··•···'°' dd fondo es1.crnD ..\nsa a gomito con solchi
poc · >~:,fondi ::dl\:srcrno. Fine I scc. é!.C n l, ,we,,m,',;;" 0

p1u J:t. Rara.

ìl/7[0.

forrn::i 1 ~.
P:,':Ì)o'.-;,1\lusco 1309/25, d:11la Polis wmba 116 ì-LnTs
Sù1 l!lc1tc1) p. -'' t~ì\'. XYI, in alto a destra. Corpri che si allaq:a verso il hasso, piccolo orlo moda-
nato, piede bisso. La larghaza del corpo (". variabile .
."-;-, ;iJc: Istanhul 9q, pnwcnicntc da Ciprn.
I ~cc. d.C iinizi ?ì,
l\·otoritc.
Ffoun:inu_ C\n. J,oJ 1:, p. n.
rotdL ,:T :XXIL
F 1
TH1 biconica carcmna, con rnrcnatura pimrosrn bassa.
ìnì\'· 'c1mra bassa con filuo, ansa a gomito 1_ ?) a naStro,
.-l!rri L"Scmp!an·.
\le: v,,, a.C. o ~1iù tardi. Ram. Vii.."nna, l\' ..:1-389 lLYES c:-.,'j'w/01 ,\"1\i!!,u,1, t'.lL XVL
al centrn. e p11n::1m,1: una scmaJ;_nuLL
Ltanhd 2_3-4, da Cipro. N,Ju dccnra1:.1.
Casa di l)it1ni<,n, CL, .:::006 tframrncn,arin·
del c:orpn ncnstrmw cm l r ,o 1_ Griµ:io ncrt"J,
7'1.
più ;.:rande: Buss .i\lACALI.STER 191.=.,, p.
t;n Palef;tinc Muscurn 1 (;1..TU'.>alcmmes da Tdl forma Ifi.
iunnaiì. con a rntdl:J sul modana1ura ~:ull',,rL,
ricd:: hasS'.l. al-
SIGILLATE ORIENTALI

tezza del corpo è \'ariabile. Piede basso 1 fondo esterno FORMA X 55.
concavo con solchi. Segue nel tempo la Forma X 46,
clac::ui\'inè incerta (seconda metà del I sec. d.C. ?). Una Brocca con corpo rotondeggiante basso e panciuto, collo
ddle fòrme di brocca pìù comune in questo tipo di srretto, ampia bocca tri'lobata.
ceramica. Altezza: circa 18--22 cm.
HAYES Cypriot Sigillata, p. 73, forma 18.
Ansa a gomito a nastro con leggere rilevature. Fondo
Oxford Ashmolean Museum, 1935.580, da Cipro. (Ta\', quasi piatto, con solchi, leggermente incavato. Non de-
XX!l, 2). corata. Datazione incerta.
Un solo esemplare: Museo di Cipro, D.66.1935 -- HAYES
Altri esemplari. Cypriot Sij;illata, tav. XVI, forma 18. Altezza cm r6.
SCE IV.3, fig. 30.18 (variante).
liP.YES Cypriot Sigillata, tav. XVI al centro a destra
(Museo di Cipro D.9.1935) . FORMA X56.
.i'v!:anchester Museum, 1918.165; Baltimore Museurn of
Art 26.1.22 (Collezione Cesnola, Metropolitan .lvluseum Brocchetta con corpo che si allarga verso U basso.
New York, C.P. 106); Princeton Art Jvluseum 29-81; HAYES Cypriot Sigillata, p. 74, forma 19.
numerosi esemplari inediti nel Museo di Cipro; Ashmo- Bocca svasata, piede basso, piccole riseghe sul fondo
lean !Vluseum, 1960.IIro; Victoria and Albert !vluseum, esterno; ansa tra il labbro e il corpo. Non decorata.
Londra, 2075-'76. Datazione incerta.

Prototipo.
FORMA X 53.
Londra, lnst. of Archaeology, K Vl.3'5 -~ HAYES Cy-
Brocca con corpo angolare. priot Sigillata, tav. XVI. Altezza 8,9 cm (unico esem-
HAYES Cypriot Sigillata, p. 73, forma 17. plare). (Tav. XXII, 3).
Collo ed ansa come X 52, orlo con piccola modanatura
scanalata. Basso corpo carenato a campana, con piccolo
piede. Datazione incerta. FORMA X 57.
Un solo esemplare: Vienna, IV.r531 °-~~ HAYES Cypriot
Si'gillata, tav. XVI fila in basso, secondo pezzo. Piccola brocca con corpo che si allarga verso il fondo e
bocca imbutiforme.
HAYES Cypriot s1:gillata, P· 74, forma 20,
FORMA P 54,
Piccola ansa grezza; talvolta un cordolo alla congìun- ·
Brocca a filtro, versione tarda. zione tra corpo e bocca. Piede basso. Rara. Probabilmente
II sec. d.C. (o più tardi), appare associata alla Forma X 58
HAYES Cypriot Sigillala, p. 73, forma 14.
e con vetri di media età romana.
L'imboccatura è bassa ed ha la forma di una coppa,
con labbro incurvato; incorpora un filtro. Corpo ovoidale Altri esemplari.
che si allarga verso il basso, piede basso, con risega o
cavità sotto il fondo, ansa a gomito a nastro con (ere) Museo di Cipro, D.27.1935 e D.5r.r935 (altezza circa
leggere rileva ture; un beccuccio tubolare e affusolato si cm rr); cfr. per il primo HAYES c:vpriot Sigillata, tav.
imposta obliquamente sulla spalla, a 90° rispetto all'ansa. XVI in basso a sinistra.
La parte esterna del labbro può essere incisa; in alcuni lìniversity of lvlichigan 7290, da Karanis (Egitto).
esemplari si notano uno o più solchi sulla spalla. Poco Altezza 14,7 cm.
comune. Di età flavia; forse anche poco prima o poco
dopo.
FORMA X 58.
Prototipo.
Museo di Cipro, D.85.1935 HAYES Cypriot Sigilla- Brocca cilindrica, slanciata versione tarda.
ta, tav. XVI, secondo in basso a sinistra. HAYES Cypriot Sigillaza, p. 74, forma 21.
Corpo alto, che si restringe in alto; piccolo orlo in-
Altri esemplari.
curvato all'esterno con attaccata una corta ansa; fondo
SCE JV.3, fig. 27, 22---23. Per il primo di questi, vedi incavato, talvolta scanalato, che poggia su di una spor-
anche L. P. DI CESNOLA Cesnola Collection II, tav. genza del bordo. Talvolta sotto l'orlo si trovano delle
CXXXVII, n. 998; MYRES Cesnola Collecrion, p. 120, scanalature. Ansa a sezione concava o incisa nella metà
n. 987; Tarsus I, fig. 170 E. inferiore. L'orlo può essere ingrossato a sezione trian-
Ashdod II--IIJ, fig. 23.9 (e 23.8 ?), tav. XVIII.6. golare. Produzione spesso piuttosto scadente. Datazione
Paphosi Casa ài Dioniso, OD. r267, probabile fine I sec.-II sec. d.C. (ricorre associata con

fJO
r
SIGILLATA CIPRIOTA

la Form<.l PII) ecc.). Succede alla Forma P 49. Ab- FORMA X 59.
bastanza comune fra 1 ritrovamenti in necropoli. Altez-
za: circa r 6-- I 8 cm. Brocca globulare con collo cilindrico.
Fattura scadente, a pareti spesse. Una versione più
Pl'otorip1:. grezza della Forma X 51) con piede più pesante e corpo
Ashrnuk:an .lviuseumi Oxford, 1960. 754. (T,w. XXII, 4). più globulare; ansa comune a gomito. Leggere scana-
lature sul collo. Datazione incerta, probabilmente tarda.
Altri cscm/)1'an.
HAYE'.; (ypriot Sigillata, ta\', XVI in basso a destra Prototipo.
lViw.;cu di Cipro, D.320.1935)} e numerosi altri esem- British /vluseum, 80.7 ..·ro.70. Altezza circa 20,6 cm.
plari nd Ni.useo di Cipro. Non ne sono noti altri esemplari. (Tav. XXII,5).
SIGILLATA PONTICA

DEFINIZIONE La fattura degli esemplari provenienti dalla Russia


A!i.eridionale (e da altre località) è simile alla Si()'illata
Una classe di terra sigillata ben distinta dalle produ-
zioni dell'area mediterranea finora esaminate è documen- Cipriota, tranne che, normalmente, nella classe poi::,ntica.
tata in alcune località intorno al .t\.1.ar Nero, speciaimentc Le pareti non sono spesse e la vernice non copre il fondo
nella Russia .1\Aerìdionale, e sembra essere originaria di esterno arrestandosi sul piede o poco sopra (come nella
quesre stesse regioni. Alcune forme, sebbene non tutte, Ceramica di çandarli antica). Fortunatamente le forme del
sono elencate da Knipovic nelle pubblicazioni di ritrova- vasellame e le aree di esportazione delle due produzioni
menti provenienti da Olbia, Mirmeki e Tiritaka dove coincidono di rado, tanto da poter essere normalmente
essa rappresenta il tipo di terra sigillata più frequente- distinte l'una dall'altra. L'argìlia ben depurata ha spesso
mente attestata (KNIPOVIC Olbia; Materiali 25, 1952, un colore rosa o rosa-marrone (circa Munsell 5 R 6 i8),
pp. 289-326; altri esemplari in Sammlung Vogell; HoL- sebbene in altri casi sia rosso-arancio, coperta poi da un
\NERDA Car. Leìden, pp. 31-33, fig. 9; Mareriali 85, 1958, sottile strato di vernice, ben levigato, di aspetto quasi
PP• 283-3n). Le versioni più antiche e più recenti di metallico, dello stesso colore (brillante negli esemplari
questa produzione ceramica costituiscono la maggior rosso-arancio). Questi ultimi non sempre sono facilmente
parte delle ,{ Gatrungen 1\ C, D cd E di Knipovic, nella distinguibili dalla prima versione della Ceramica di çan-
sua relazione su Olbia. Kropotkin elenca alcuni esem- darli, che ha circolato abbondantemente nelle stesse re-.
plarì di tipi classici sotto <1 ceramica bosforana a vernice gìoni. Pertanto alcune identificazioni fatte sulla base di
rossa 11 (KROPOTKIN 1970, p. 17; per una discussione profili pubblicati sono ipotetiche. Sembrano mancare le
g.e~erale sulle ceramiche a vernice rossa provenienti da colorazioni marrone scuro, frequenti nella Sigillata Ci-
sltl ~e~la Russia, v. ibid., pp. 14--20, e cataloghi pp. 76-85). priota, e questo rende probabile resistenza di un con-
L'ongme o le origini di questa classe ceramica riman- trollo più accurato sulle condizioni di cottura.
gono sconosciute, sebbene sia comune tra i ritrovamenti Le forme comprendono una numerosa serie di broc-
del Sud della Russia e abbastanza comune in località che, sia lisce che decorate; una selezione significativa di
della B:1lgaria e Romania. Non è sicuro che questi tro- queste forme è riportata in Sammlung V ogell. Anche
vament1 possano dare una indicazione fedele sulla ori- Kropotkin dà un elenco abbastanza completo di forme
gine dì questa classe, a causa della totale mancanza di (!ZR?P?TKI~ _1970, pp. 17-20). Alcuni dei piatti più an-
pubblicazioni sulla più antica ceramica romana rinve- t1ch1 s1 avv1cmano alle forme della Ceramica dì çandarli,
nuta sulla costa settentrion:1le della Tur::hia, cioè il La decorazione caratteristica consiste in foglie a barbot-
Pontus e la Bitinia antichi; KNIPOVIC Olbia, pp. _:q-~7, ~ina disposte a tralcio continuo oppure a gruppi di tre
considerava gli esemplari provenienti da Olbia importati m una sequenza orizzontale. Si nota che la decorazione
dall'Asia Minore. La possibilità di una provenienza da a barbottina è comune anche nelle contemporanee cera-
qu~st'ultima regione è suggerita da alcuni pezzi conser- miche invetriate trovate nella Russia Meridionale (v.
vati nel J\1useo di Istanbul, che sembrano simHi alla MARCIENKO 1971, pp. 21-·-32). Una numerosa serie di
Sigillata Pontica. Provvisoriamente noi proponiamo questa coppe (o grandi tazze) in Sigillata Pontica appare deco-
definizione di Sigillara Pontica per tutta la categoria. rata con un motivo di doppi archi applicati sull'esterno
I~ progresso degìi studi potrà render possibile una mag- dell'orlo - apparentemente una versione degradata delle
giore differenziazione di stili regionali. La descrizione anse ricurve che compaiono sulle ciotole carenate meno
che qui si presenta riguarda pertanto solo le caratte- profonde tardo-ellenistiche (vedi Ceramica di Candarli_,
ristiche generali. Una categoria simile di brocche cd forma b nella serie più antica), forse influenzata dalle
un'altra dì vassoi ovoidali sono descritte separatamente ,, spirali ad occhiali 11 della ceramica aretina. Uno o
i'cfr. p. 95). due- esemplari con decorazione applicata di. spiraii .:ij S
r
SIGILLATA PONTICA

(come nclb Si;:rillata Orientale B) potrebbero appartenere luppo in alcune delle forme più comuni. Alcuni piatti
a questa classe ..L'in~ue~za della ceramica nretina .si nota datati al III o agli inizi del IV sec., elencati da Knipovic,
in alcuni cratcn a p1ed1s tallo (cfr. Dragendorff npo I 1) potrebbero appartenere alla stessa serie.
che però present~n~ .la _caratter~stica decorazione ~ ?ar- Questa classe si rinviene raramente al di fuori delle
bottina invece dc1 nhev1 a matrice. Fra le forme tipiche coste del Mar Nero: un piccolo numero di esemplari del
di questa cernmica si annoverano anche tazze schifoidi I e degli inizi del II sec. proviene da Atene e Corinto
con anse che portano sulla sommità delle prese a pollice (vedi g1i elenchi più avanti) ed un certo numero di pez-
decorate ,, matrice (di imitazione metallica). La decora- zi sono stati identificati a Bengasi (informazione di
zione a rntdia è poco comune, ma compare sul fondo di P. Kenrick); i ritrovamenti di Ostia (Osria Il, pp. 66,
alcuni insieme a bolli di ceramisti generalmente 205 (?), 212, 243, figg. 155, 156 (?); Osria 1/J, pp. 122,
nella di pianta pedis, oppure coppie di palmette r68, 193, 230, 236, 244, figg. 226, 451 a) sono eccezionali
contrapposte a formare un motivo a rombo. (Per un e presumibilmente sono un riflesso della ampiezza dei
elenco completo di bolli di ceramisti trovati in Russia commerci che interessavano questo porto.
V. KROPOTKIN 1970, pp. 15-16). Una tipologia particolareggiata di questa classe sareb-
La classe ceramica è ben documentata in località della be prematura; gli esemplari sono quindi elencati secondo
Russia ds.lrctà di Augusto fino alla fine del II sec. d.C.; ampie categorie, con riferimento alla tipologia già pubbli-
lungo qm~sto periodo si può notare un progressivo svi- cata da Knipovic. La bibliografia citata non è esauriente.

FORME

I. Piaao con orlo verticale. sta sembra generalmente tarda. Cfr. Tiritaka tipo 20,
Flangia sotto l'orlo, generalmente con labbro modana- e Mareriali 85, 1958, pp. 298 ss,, figg. 12.3, 17.1, 5, ecc.
to. Olbia tipi 21, 21 A, Mirmeki tipi 6, 7, n, Tiritaka II. Grande piauo poco profondo con orlo sporgente, ri-
tipi 9, y A. Diametro circa cm 13-29. Comune. curvo verso l'alw. 1Vl.irmeki tipo 18.
Equivalente del tipo 1 del Loeschcke in Ceramica di Diametro circa cm 2 5 e oltre. Per il trattamento del-
çandarli. È normale un fondo inclinato. La linea di l'orlo, cfr. le coppe della Forma VI. Variamente datata
demarcazione tra gli esemplari più antichi e le forme dalla fine del I al III secolo.
della Cernmica di Qmdarli non è chiara; alcuni pìatti
decorm:i a stampo appartengono probabilmente alla pro- Prototipo.
duzione pontica. Le versioni più tarde (vedi Olbia tipo Mareriali 98, r961, tav. XXVIII.I. (Tav. XXIII, 2).
21 Ac 1 Niirmeki tipo II) presentano un orlo basso con
flangia, corpo conico, poco profondo, e piede molto Alrri esemplari.
basso. Materiali 85, 1958, p. 288, fig. 4.4; Materiali 98, 1961,
Un ipotetico sviluppo è presentato da KNIPOVIC Olbia, tav. XX.r.
fig. u. Talvolta si trovano sul fondo una o due fasce di
decorazione a rotella (vedi ad esempio HoLWERDA Cat. III. Piauo con orlo piegaro 'Verso il basso e labbro ad
Leiden,, n. 375). Knipovic propone una datazione dalla uncino.
meri, del I sec. alla fine del II sec. d.C.; le serie da Ilvrat
(pubhlicate da Silantyeva) possono essere addirittura· da- Un solo esemplare elencato qui per il bollo e la deco-
razione a rotella: Arhenian Agora V, p. 28, G 61,
tate al III secolo.
tavv. 5, 57, 66. (Tav. XXIII, 3).
Pr(iiD1,ipo. Datazione: età flavia.

}/{ateriali 155, 1970, p. 126, tab. 15.1-3,5-6, e tab. 18.10.


(Tav. XXII, 6-ro). IV. Piccola coppa rotonda. Olbia tipo 26.
Orìo incurvato, fondo concavo con bassa modanatura.
Afi'r,: esemplari. Generalmente con bollo (planra pedis o bollo a foglia
romboidale).
l '.oLWERDA Cat. Leiden, p. 33, nn. 372---375, fig. 9,
tav HI (da Olbia); lHareriaH 85, 1958, pp. 285 ss., figg. Protoripo.
ls ~'«1, 3.1-2, 5, 12.1-2. (Tav. XXIII, 1). Corinto C--37--2160 HAYES Corinrh, p. 457, n. 168,
EnGDANOVA 1964, I, p. 325, figg. r.4, 4.3; BoGDANOVA tav. 88. (Tav. XXIII, 4).
197(), p. 135, figg. 2-8, IO passim, Datazione: terzo quarto del I sec. d,C. I tipi più tardi
I.,a bassa coppa Olbia tipo 27 rappresenta un legame (?) Olbia ::.6 A e 32 (con piede) e Mirmeki 14 possono
t:·, ·.ruesta forma e le coppelciorole delia Forma\~. Que- essere dei ierivati.

93
SIGILLA TE ORIENTALI

V. Piccola coppa conica con orlo verricale. Mirmekì tipi p. 588, ~· 54, figg. 62, 72; Maieriali 85, 1958, pp. 287-
4, T2.1 Tiritaka tipo 5 A. Comune. 309 passim, figg. 3.4, 6.4,6, 14.3, 17.2,6, 18.1, 19.2••-3
AJcuni esemplari hanno un piccolo piede, altri il fondo (da Ilyrat); Materiali 155, 1970, p. 28, fig. 22.5 e fig.
piatto. Presentano una scanalatura sotto il labbro, ad ecce- 41.10; BucOVALA 1970, p. 195, fig. 2 e; KUNlNA--SORO-
zione degli esemplari degradati (Mirmeki tipo 12); non KlNA, Tpym:; 3p.wu,1w;1wa, 13, 1972, fig. 8.47 a p. 163 (da
esistono altre decorazioni. Képoi); R1ia11 1 1:,u· t.'00,1., 130, 1972, p. 85, fig. 33.4; BoG-
Datazione: approssimativamente come la Forma I; DANOVA 1976, p. 135, figg. 4.12, 8.75, 9.21. Anche
in genere gli esemplari sembrano databili dalla metà alla Magonza, RGZM, O 5ì47 (inediro).
fine del I sec. d.C.
VII. Cratere a piedistallo, imirante la ceramica arerina.
Protoripi. (Dragendorff 11, Dragendorff'Warzinger tipo I). Non
I. Leida I 1908,-r.17 --_ HoLWERDA Car. Leiden, p. classificato.
33, n. 367, fig. 9, rav. III; CHARLESTOr-; Roman Pottery, Decorazione a barbottina sul corpo del vaso (ramoscelli
tav. 9 A (da Olbia). (Tav. XXIII, 5). di fiori disposti in senso obliquo o simili). Presumibil-
2. Manchester Museum, IV.R.819. (Tav. XXIII, 6) mente inizi I sec. d.C.
Nessun prototipo illustrato.
Alrri esemplari.
Altri esemplari.
HOLWERDA Car. Leiden, p. 33, n. 368, fig. 7; PIPPIDI
Sanunlung Voge!!, tav. VII.23; HOLWERDA Car. Leiden,
1959, p. 303, fig. 7 d -,-e, Histria II, p. 210, rav. 100,
tomba VIII.I; .Ap.uo.'l.(1?u n;u l111.,w11J1n:u ,\'J>('l', rr, 1962,
1
p. 31, n. 357, fig. 9 (da Olbia); LEVI 1964, p. 17,
fìg. 13.1.
tav. V.9; Materiali 85, 1958, pp. 286 ss., figg. 3.3, 5,
6 ( ?), 6.3, 5; KROPOTKIN 1970, p. ì7, n. 6cc, fig. 38.8;
l\ptrnuwF Coo1I., 128, 1971, p. 32, fi.g. 34.9 i',da Ilyrat), VIII. Grande coppa con pa1'eri verticali e piccolo piede
anche p. 88, fig. 35.5; ibid. 130, I9ì2, p. 84, fìg. 33.3 a piedistallo.
(da Ilyrat); Ostia III, pp. 168, 230, figg. 226, 451 a;
Non classificata. Decorazione a barbottina o a rotella
Sov. Arch., 1974.4, fìg. 6.1, 3 (?) a p. 219; B0GDANOVA
sulla parere. Metà I sec. d.C. o più tardi. La forma è
1976, p. 135, figg. 2.14, 3.29, 7.u4.
peculiare di questa ceramica. La vernice non copre le
Forse anche Histria Il, p. 200, tav. 99, tomba XXX.14. parei inferiori.
Vedi la Forma I per un corrispondente più basso.
Prototipi.
VI. Coppa profonda, con parere arrotondara o legger- Princeton 455 (senza provenienza; sembra appartenere
mente curva ad S ed orlo verricale sporgente. Spesso de- a questa classe). (Tav. XXIII, 9).
corata con motivi a doppio arco applicati (vedi sopra). Inoltre (con decorazione a barbottìna): Histria JI,
Olbia tipi 24, 24 A; Mirmeki tipi 9, 9 A. Comune. p. 198, tavv. 79, 99, tomba XXX.10.
Piede basso, fondo arrotondato. Talvolta all'interno
della parete si trovano una o più fasce a rotella. L'orlo è
normalmente scanalato in alto ed in basso. È la forma più IX. Bicchiere con pareti dritte, che si incurvano alla
caratteristica di questa classe ceramica. Il profilo arro- base a formare un piccolo piede. Una striscia di motivi
tondato ed il marcato aggetto dell'orlo sembrano indicare a barbottina al centro unita a solchi. Olbia tipo 16;
una datazione tarda all'interno della serie; gli orli dei Mirmeki tipo 2.
pezzi più antichi sono più o meno simili a quelli La versione da Mirmeki, che è la più elaborata, pu?
della Forma V. È testimoniata anche una variante a essere la più antica; dal luogo di ritrovamento si puo
corpo profondo e orlo non decorato (vedi Olbia tipo proporre una datazione alla metà del I secolo. La forma
24 Ab). La datazione proposta da Knipovic va dalla può derivare dai bicchieri in ceramica aretina e Sigillata
metà ( ?\ del I alla fine del II secolo d. C._; alcuni pezzi Orientale B.
provenienti da Ilyrat sembrano essere del III secolo.
Altri esemplari.
La maggior parte degli esemplari appartengono proba-
bilmente al II secolo. BELO\' 1973, pp. 46-7, fig. I (da Chersoneso).

Prototipi,
X. Bassa coppa scJnfoide con anse ad anello a cui è
Atene, Agorà P 8151. Stilisticamente antica. Contesto: sovrapposta una presa a pollice decorata a rilìevo, di
inizi Il sec. d.C. (Tav. XXIII, imitazione metallica. Normalmente decorata a barbottina.
Mari:riali 155, 1970, fig. 41.11. (Tav, XXIII, 8). Due versioni: A: arrotondata in basso, B: più bassa,
carenata. Il tipo A che presenta una decorazione più
Alrri esemplari. elaborata, potrebbe essere il più amico. Dall'inizio alla
metà ( ?) del I sec. d.C.
DRAGENDORFF 1895, p. 34, fig. 3; Sammlung Vogell,
p. 51, nn. 481--484, fìg. 3 p. 48: NICORESCt: 19:::7~-3:::, Tipo A: Olbia tipo 15.

!)4
SIGILLATA PONTICA

Prototipo. sul corpo. Olbia tipo 18, Tiritaka tipo 4. I sec. d.C.
Londr::i~ Bri.ti.sh Museum 77.8~5.2 ' "-" BMCat. Roman (non si può proporre una datazione più esatta).
Pouerv L 15. (Tav. XXIII, ro).
Aliri esemplari.
Il Prototipo di Olbia è anche descritto in Olbia 1972,
rav. XLIX.::::. Forse anche: Dublino, University College, HoLWERDA Cat. Leiden, p. 3r, n. 355, fig. 9 (da Olbia).
UCD 1299, con prese a pollice lisce (la provenienza è
data com.e Orvieto!). XII. Bouiglia dal collo stretto.
Tipo B: Tiritaka tipo 3. Corpo ovoidale che si allarga verso il basso, pesante
orlo modanato, piede basso, decorazione a barbottìna o
Protoripo. dipinta. Prima metà del I sec. d.C.?
Afonaco 1 Museum antiker Kleìnkunst, N.I. 5969. (Tav. Esemplari (nessuno illustrato).
XXIH,r Anche: HoLWERDA Car. Leiden, p. 31, n. 354
HoLWERDA Cat. Leiden, p. 31, n. 359, fig. 9 =- CHAR-
fig. 9 Olbia).
LESTON Roman Pouery, tav. 18 (da Olbia); anche Balti-
mora, Walters Art Gallery 48.105 (argilla solita, ma di-
XI. Coppa schijoide. pinta in bianco).
Più profonda della Forma X, con corpo semi ovoidale
che si curva verso l'interno all'altezza dell'orlo; anse ad XIII. Modiolus di forma apparentemenze augustea.
anelio 1 a cui è sovrapposta una presa a pollice; piede L'individuazione dì questa forma non è accertata. Cfr.
basso e stretto. Non è documentata alcuna decorazione Sov. Arch. 1974.4, fig. 6.5 e p. 219. (Tav. XXIII, r2).

FORME VARIE

Possono essere elencati qui vari altri tipi di brocche L'attribuzione di un certo numero di altri tipi da
e di bottiglie: vedi HoLWERDA Cat. Leiden, p. 31, nn. Mirmekì, Tiritaka e Ilyrat è incerta; probabilmente la
350, 358, 360; Sammlung Voge//, fig. a p. 48. Le maggior parte di questi potrebbero essere compresi
coppe> KNlPOVlC Olbia, tipi 12, 17, 25, 29, 30 (e proba- in questa classe.
bilm.ente altri) sembrano appartenere alla stessa categoria.

CLASSI CONNESSE CON LA SIGILLATA PONTICA

Bottiglie con decorazione a barbotrina ad altorilievo. fascia superiore formata da una serie di ovuli o simili,
Questa piccola classe ceramica è stata studiata da D. a barbottina, con una serie di piccoli punti al di sopra.
K. H111, Roman Jugs with Barbotine Decoration, in Journal Le due forme conosciute fino ad oggi derivano dalla
of ihe Walters Art Gallery, 9, r946, pp. 69--79, che de- forma del lagynos, una con un corpo ovoidale che si
so·ive I I esempìari interi e frammentari. A questi biso- allarga in fondo, Paltra con corpo globulare, ambeàue con
gm.t aggiungere due frammenti delr Agorà di Atene (P collo cilinàrico ed anse ad angolo, scanalate.
7 r90, 21729) ed una bottiglia quasi intera nel Museo di La zona di produzione di questa classe è sconosciuta)
Cipro (r953.Xll-28.r; vedi MEGAW 1954, p. r75, tav. ma va forse cercata nella regione del Mar Nero (proba-
XI b, e KARAGEORGHIS 1963, c. 600, fig. 63). L)argilla bilmente nel Ponto od in Bitinia). I luoghi di ritrova-
è giallastra tendente all'arancio e leggermente granulosa, mento degli esemplari conosciuti sono lungo tutte le rive
a differenza dell'argilla depurata rosso-rosata, tipica del Mar Nero, oltre a Troia e all'Agorà di Atene.
c.1'.:Jla Sigillata Pontica. La vernice lucente rossa ha a La tipica decorazione a barbottina è presente anche in
vni.te una superficie che sembra di lacca o di cera. La una piccola classe di ceramica inventriata a piombo
cic:corazione a barbottina, particolarmente ricca ed abil- (lead glazed) protoimperiale studiata in particolare da
mente eseguita ad altorilievo, comprende scene con uc- Zahn (ZAHN 1923) e Robinson (ROBINSOI's 1965 a, pp.
cdli o figure umane grottesche (compresi scheletri) r79-r85, tavv. LVIII-LXVI; ROBINSON 1972, pp. 355-6,
· cui paralleli nell'arte augustea sono individuati nel- tavv. 74-75), della quale sono stati trovati esemplari
2.n:icolo di HiL Caratteristica di questa classe è una in alcu..,_'1.e iocalità del Mar Nero e dell'Egeo; il coliega-

95
SIGILLATE ORIENTALI

memo è stato già notato da Zahn. Presentano una serie motivi floreali tra volute doppie in basso rilievo. Il fondo
di morivi simili e potrebbero essere stati prodotti nelle può essere decorato con un medaglione o essere liscio.
d'.:ssc ,)fficine della serie a vernice rossa. L~na datazione Frammenti di ceramica di questo tipo sono stati trovati in
adi inizi del I scc. d.C. è fornita dal contesto del vaso dì località della Russia meridionale, Romania e Grecia. Sono
q~esta classe trovato a Kenchreai, presso Corinto e pub- databili probabilmente alla fine del I-II sec. d.C., per
blic::rn da Robinson; una datazione simile può essere ìpo- confronto con grandi piatti in metallo dei quali sono una
1c1ic:mcnte assegnata alle bottiglie a vernice rossa (questa imitazione. Essi vanno distinti dalla serie occidentale di
ipotesi sembra essere confermata dai ritrovamenti del- piatti con fregi di animali sull'orlo studiati da Toynbce
l'Agorà di Atene). (cfr. TOYNBEE 1957) che sono molto simili per tecnica e
argilla.
IL Grandi vassoi o·vali a 7.Jernice rossa. Prototipo.
Questa classe può avere la stessa provenienza della KNIPOVIC Olbia, p. 44, tav. III, tipo 46. (Tav.
Sigillata Pontica; l'argilla è rossa e a grana fine, la ver- XXIII,13).
nice è pure rossa e abbastanza lucida. Della forma stan-
dard sono stati pubblicati due esemplari ben conservati Altri esemplari.
(cfr. Smmnlung Vogell, n. 517, fig. a p. 48; Materiali 25, Sammlung Vogell, n. 517, con fig. a p. 48; Chersones-
1952, p. 306, fi.g. 6.2. Il pezzo della collezione Vogell sl:ii Sbornik (X1>'711'01u,1'1'Jt!iii (·Go/1•1111:) 2, 1927, p. 247,
ha anse più eluborate del solito, potrebbe essere fra i fig. 20.2; SAUCIUC-SAVEANTJ 1927-32, p. 433, fig. 46;
più antichi della serie). Si tratta dì un grande piatto ovoi- KNIPOVIC Materiali 25, 1952, pp. 306---7, figg. 6-.. 7;
dale fatto a matrice a pareti sottili con un piccolo piede PIPPIDI 1959, p. 287, fig. 9.5; Mareriali 85, 1958,
a listello, orlo piatto e alle estremità due prese piatte de- p. 301, fig. 16; CREMOSNIK 1962, p. 127, tav. VI.r (da
corate a dentelli. L'orlo è decorato con una serie di inci- ViSiCi); LEVI 1964, p. 23, fig. 20.
sioni e di rilievi con perle a stampo lungo il bordo, men- Frammenti inediti dall'Agorà di Atene, da Corinto e
tre le pareti superiori delle anse sono decorate con piccoli Cnosso.
MARIA ANGELES MEZQUIRIZ

TERRA SIGILLATA ISPANICA


ABBR.E IA TONI

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1~176-197-. pp. :::6:;-2.8c.
,,lcir,, ,·11c·m1rr,:u11, 11,, pa1 in
l', Acuù:1-J. C Eiun:a . .\ 1,,;ar c·,1hr,· H.(."C'(Ìì/Uli" LXI, I\)5), pp.
,'tnimi,·a rom<1n«' tn i,, tro;·innc1 ci, 113.
Ala-;\1. in F,w,ii,,-" j,• >rp1col,1gic1
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,_fr (\,r,ùiio Torr,·, .\',,-
r,i111anc: 'fl(O, pro,"Cci\:nl,' dc ( ',,;mnhn!;a.
·c·,is/, Hcj J 967. in JJ111;1twii<1.1, \'-VJ, 1954, pp.
-:'5-86.
f. e: :\. Alare;!(), O es.rio/io dc n,·-
l11sunm1i.1t1,·1 i HAmlC,\.i."l-:\l.AJU ,'in S, .\c'f,,;_ J. l'vL Bairrào Okin ·,-J. :\larc'.\n,
111 (:,,nimbriru. l:"x1.·J::açoc"" dli .\ . .\',;fasrirìn j,J
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F! alfàr dc m J\'..,:!.JU1, ragona HJ57, pp. 2.21-22C.
LXX\', r1;68<'2, JlP, 511-566.
B.-lLll, h .. Bali!. l:'.\ntn'10· d't,mì ,·,1 r,,_
l\i. :\lm~ip:r,i-X. amlloglia, L1 ì11,n.'..i. !, in Snrdia Ard1u:1 i,'f'l,·
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Amp;mc1\ m /li1ipi!r1,I-., XXL n,\i;'A,J. v,,,,,,,,
1959, :rr. 1-rS. X.XXV. li)G(;. pp, n:. ss.
AP. BALIL <>r,m i,·,1 r1 1m<.1na 11 :\, J-LiliL h\!ibÙo., cl,, C<T,mnu1 ro-
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,i l)ay in Dullc-trin ,L 111,ncas ,1, rcrra
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P,ilhnri<1 I. hxc'i:1,·a,:ùm,,,· ti/ .-1.. }fai il,
Porrdiu. iLudi,1 (Afo.ii,n.:,/. rn .-11 .,ir,c" ..
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bi\1, E. Serrano Ramos, Afc1rù1.1 d,, <1,· lì1,irc,1s d,; ùTiliìnSl.d !'i) T<Tt, 1

,!VJri:ros suhr,: u-rr<1 si'i:i!l,1:cI Ì!, ,p,nn.:.,-, m _.-JL·'lr,;..


,-c<ttnf,•,· ,/; li'urcc XXXVli1, 1C_165, pp. l :\0- r-·.:)
(ìrmw,J,z\ 111 /ln<.1 lbiiL :\,![,F .\'; ..
·1.F.< · ìacn 19X:::. t1 1ii,ua li,'_FHl!ì: I. in F:.·l1'..11.
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l', A.triàn JurJcln. R.,·,· J.
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N11i•iclo, ,L ;\-Jm 1 1 T,·rn,I. JJ~ n"/ùuu , !1i.1t.iu I 1J. in RABJ:
Tau1·i- ,s. 1,,c-., l'T• 16,:; :.XIX. rq(,·
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\1. R. Puig lkho:i ,\fo:r,,7, i, ,;.'-
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1,·,- dc,J r,'d!r," rlliì!i/UO lr,Jh,,;.
0Rn:r: ··,-":·m:;11 Jt ,\'or:'<1 T. Ortc:.'.1l Fria· Fx,·,i,-.ic 1,m,'c ,.,_, in ,\"JlJ C-1.\'. S.;:c,igvnJ 1q~5.
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0RTFC .·,<1mcr;·a, d,i 1!11r- T Ortcgn \" Frias. Lxc,i; ,1c·1mh'.'" cl!
Ì,l -;-i!ì,i rom,nu dc .\',m1t'r;·a,_ d,·! K. Ra:rn \•' 1-\-rwàidc;.
FutJZo CS,Jna in :\'.·1!! Ill-lV. ,i,·i ,\ ·dor
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T. Orrcgo y Frias. L, c·ill,1 n,m,nu A Ramtis h\lqu,,"s, ALiiJ, )'/1///(}/

dt ,\',m1a·:a.- ,hl l!ur;:o .-,\'on,.1i, hu!i,1J1, 01 l,u .,Jfr11jiil l:kh,.


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F Usv:al,!-T. D. A1, u111,--
,ù l\;moj,1 rr1 ,-! ,Hìl-'"'
(,'r;c rn Rt,· ,,.,,hn11, l_:(.]1I-
du, nm 11- fii, Tcrr:: ,\',-
Sccnnci:.l i·.psi,
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Uw,:, in F:SJ, !-'.XI:\. u;h~. r;nr r,-rrd -,1:;i!!ctu h, rYnn, 011·.2·-
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A1,;o·,·o,i,1p,1, dc Bm·- Rrnuu l.,ACOAW,\ f'ci!c'uti,, ;\, Ribt:r·t L:t:ombJ. J,c< war,;,;-;
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1967, pp. 176-184. 'V?ATTENBERG La rcgù)n F. Wattenberg, La regidn i 1accca,
vaccea. Madrid 1959.
TARACENA AGUlRRI:: Barro B. Taracena Aguirre, Bm-ro sa-
.>agunrino. guntino y Terra Siiillaza, m WATTENBERG Numancia F. Wattenberg, Las cerdmicas indi-
AEA, XVI, r943_, pp. r23-126. genas de 1.,iumancia, Madrid 1963.

107
TERRA SIGILLATA ISPANICA

INTRODUZIONE L'argilla.
Dopo la pubblicazione del nostro studio sulla terra Le caratteristiche esterne dell'argilla della sigillata
sigii.lata ispanica, apparso nel 1961 1 numerosi dati sonc'\ ispanica sono il colore rossiccio, con vacuoli, inclusi vari
intervenuti a confermare le ipotesi allora formulate sulla e aspetto granuloso. Queste caratteristiche sono dovute
cronologia e l'evoluzione di questo tipo di ceramica. a diversi motivi: l'uso contemporaneo dì argille di di-
Lo studio e la pubblicazione dei risultati degli scavi versa qualità per maggiore o minore decantazione e per
delle officine di Andlljar e di Bezares, così come quelli grado di depurazione; la temperatura del forno ed anche
della sigillata ispanica della Mauritania e dì Coimbra, la posizione del pezzo durante la cottura.
e infine i ritrovamenti della Meseta e di Levante, hanno Questa differenza di qualità dell'argilla si accentua
confermato le principali conclusioni del nostro primo con il passare del tempo, tanto che possiamo distinguere
studio: la sigillata ispanica è la ceramica a vernice rossa due periodi: il primo che comprende i manufatti del I
fabbricata nella Penisola Iberica a partire dal 40~50 d.C. e del II sec., di cui sono caratteristici il colore rossiccio
come risultato della apertura di officine in numerosi cen- e una lavorazione relativamente accurata, e il secondo
tri di produzione, in seguito al favore incontrato da que- che comprende la produzione di epoca tardo-imperiale.
sto tipo di ceramica a partire dall'età di Augusto. In questo ultimo periodo, generalmente, l'argilla è più
Probabilmente all'impianto di queste prime fabbriche scadente ed è di colore rosa . . . arancione o semplicemente
ispaniche contribuirono artigiani provenienti da officine arancione.
italiche e galliche. Nella produzione del I sec. è infatti
evìdcnte un'influenza extrapeninsulare, sia per la pre-
senza delle forme più comuni della sigillata, sia per al- La vernice.
cuni elementi decorativi. Tuttavia è indubitabile l'ap- Anche per quanto riguarda la qualità e il colore della
pono, anche in queste prime fabbriche, di vasai ispanici, vernice bisogna fare riferimento a quanto detto preceden-
perché nei più antichi manufatti della sigillata ispanica temente sulle due fasi cronologiche. Nei prodotti del I
sono presenti forme tipiche della tradizione iberica e cel- e del II sec. la vernice è di colore rosso chiaro, compatta
tibe::ìca, oltre a motivi decorativi di tradizione indigena. e brillante, mentre in epoca più tarda tende all'arancione
e la sua qualità è inferiore. In generale ne viene applicato
CARATTERISTICHE GENERALI uno strato sottile, poco aderente e opaco, che si deteriora
con facilità.
La terra sigillata ispanica presenta alcune caratteri- Queste caratteristiche, naturalmente, presentano delle
srìchc nel colore e nel trattamento delle argille, oltre che variazioni di colore nei vari centri di produzione e non
nella vernice che la differenziano chiaramente dai pro- sempre corrispondono esattamente alle caratteristiche ge-
dotti importati, italici o gallici. Questa differenza, nei nerali prima illustrate.
manufatti più antichi è meno accentuata e ciò è attribui- Se potessimo conoscere esattamente la composizione
bik alia maggiore accuratezza del prodotto oltre che ai mineralogica sia della pasta che delia vernice usata nei
mcj·vi decorativi che dipendono, in genere, da quelli diversi centri produttori delia terra sigillata ispanica,
imnortati. Possiamo affermare che queste preoccupa- sarebbe facile studiare ìa distribuzione dei prodotti di
zirn::.i di carattere estetico durano per tutto il I sec. e si ognuno di essi. Studi rigorosi sono stati avviati proprio
perdono a poco a poco durante il II. La maggior parte in questa direzione dato che l'approfondimento in questo
degìi. acquirenti chiedeva articoli a buon mercato il che, campo non può limitarsi alla osservazione empirica delle
ncv:1;sariamente, comportava un aumento della quantità caratteristiche esterne, ma deve giungere sino all'analisi
a :'.i:;~apito della qualità. minuziosa delle argilìe e delle vernici.

109
TERRA SIGILLATA ISPANICA

Cronologia. Ìi indiscutibile che nella produzione della sigillata


ispanica sono distinguibili due periodi: uno, che va sino
I primi dati cronologici sulla terra sigillata ispanica si alla fine del II sec,, influenzato dai prodotti italici e gal-
onennero dalla stratigrafia del Decumano A di Ampurias, lici, e l'altro corrispondente alla tarda antichità che pre-
che documentava la presenza della sigillata ispanica sin senta affinità con la sigillata chiara.
dall'anno 40 d.C., senza scendere mai oltre il 200 d.C.,
con un apice produttivo attorno alla fine del I sec. e l'ini- Influenze.
zio del II. Nei livelli più tardi la produzione dominante
era la terra sigillata chiara, con una totale assenza della Le importazioni di sigillata aretina, soprattutto quella
terra sigillata ispanica. La situazione geografica di Am- liscia influenzarono notevolmente la produzione ispanica
purìas fa pensare che le conclusioni cronologiche a cui si all'inizio e questa circostanza è documentata sia lungo
è giunti grazie a questi dati possano essere valide per la costa che all'interno, soprattutto nelle località di una
quanto riguarda la fascia costiera sul Mediterraneo, men- certa importanza. Tuttavia, queste importazioni dovet-
tre lo stesso non si può dire per quanto riguarda l'interno tero cessare abbastanza presto, sostituite da quelle della
della penisola. sigillata sudgallica: questo spiega la scarsità di ritrova-
Le zone peninsulari non costiere ci offrono una più menti di pezzi tardo-aretini.
ricca documentazione, dato che la terra sigillata ispanìca D'altra parte, possiamo affermare che i prodotti sud-
è la ceramica maggiormente attestata negli scavi. Parti- gallici furono venduti nella Penisola Iberica sin dai primi
colarmente importante è la stratigrafia dì Pompaelo (cfr. anni di attività delle officine, le quali, situate vicino alla
MEZQUIRIZ Pompaelo I; MEZQUIRIZ Pompaelo II) che Hispania e favorite da buone vie di comunicazione sia
presenta l'evoluzione della terra sigillata ispanica dalla terrestri che marittime, intensificarono la produzione di
metà del I sec. d.C. sino agli inizi del V, documentando ceramica fine, destinata a tutta l'area del Mediterraneo,
l'evoluzione delle forme soprattutto a partire dal II sec.: e che nella Penisola Iberica fu importata massicciamente.
si può quindi assumere questa stratigrafia come base In linea generale possiamo affermare che l'importazione
cronologica per questo tipo dì ceramica. Scavi successivi, sud.gallica fu copiosa nel periodo fra Claudio e Vespasiano,
come quello di Conimbriga, pur non apportando alcun ma che diminuì verso la fine del sec. I. La presenza sul
elemento particolarmente nuovo hanno confermato questi mercato di questi manufatti dovette influenzare notevol~
dati cronologici. Indubbiamente i ritrovamenti di scarti mente i primi prodotti ispanici. La tecnica di fabbrica-
di officine come quelli di Andlljar, Granada, Bezares, zione è la stessa e in molti casi la decorazione segue schemi
hanno permesso di precisare meglio l'epoca dell'inizio tipicamente sudgallici: possiamo verosimilmente ipotiz-
della produzione e di individuarne le relazioni iniziali. zare la presenza nella Penisola Iberica di artigiani sud~
Per quanto riguarda le forme più tarde della sigillata gallici.
ispanica, le serie tipologiche e la loro cronologia sono L'influenza sudgallica, evidente nella prima produzione
state sistemate grazie ai lavori di P. Palol nei giaci- di alcuni centri del N della penisola non sembra ri-
menti della Meseta, e da quelli di .i\t Delgado in scontrabile nelle fabbriche di Andlljar e Granada. M.
Portogallo. Roca, sulla base dello studio dei materiali venuti in luce
L'unica officina che presenta dati utili per determinare in questi centri, ipotizza un rapporto con la produzione
l'epoca dell'inizio della sua attività è quella di Andlijar. italica e tardo-italica; inoltre segnala la presenza di bolli
M. Roca la stabilisce negli anni 40-50 d.C. ca, Negli strati di vasai con i tria nomina, alcuni dei quali tesrimo~
più profondi degli scarichi sono state trovate lucerne niati abbondantemente nel Nord dell'Italia (Valle del
a volute e becco triangolare databili all'epoca claudia. Po e Locarno), e da questo fatto deduce la possibiìità
In tutte le altre officine conosciute mancano dati cro- che fossero state aperte alcune succursali. È evidente che
nologici sicuri. Questo è il caso di Bronchales e Bezares, nella seconda metà del I sec. il numero di Italici presenti
dove si ricavano unicamente dati riguardanti la tipologia nella Baetica era relativamente abbondante, per cui pos-
delle forme. Alcune di queste imitano molto da vicino siamo supporre una presenza di ceramisti italici ad An-
i modelli gallici, tanto nei profili che nelle decorazioni, dlljar, oppure una dipendenza delle officine ispaniche da
e ciò lascia supporre che non siano distanti, cronologi- quelle italiche che avrebbero trasmesso i bolli e alcune
camente, dai prototipi. caratteristiche particolari nelle forme e nella decorazione.
Per tutti questi motivi pensiamo di poter affermare che Mediante questi collegamenti più o meno diretti con le
l'attività delle officine ispaniche ha avuto inizio poco prima fabbriche italiche, M. Roca cerca di spiegare la presenza,
della metà del I sec. d.C. Risulta tuttavia evidente che nella produzione ispanica, di alcuni motivi e di alcune
tutte raggiunsero il loro apogeo nella seconda metà del forme, sconosciute nella produzione sudgallica, ma che
I scc. d.C. e nella prima metà del II d.C., mentre negli sì trovano invece in quella delle officine del centro e del-
ultimi anni del II sec. si assiste alla decadenza e, in molti l'E della Gallia.
casi, all'abbandono delle stesse officine. Ciononostante, Quantunque sia evidente che non è possibile sottova-
la fabbricazione dì sigillata ispanica continua, anche se lutare il ruolo giocato dalle legìoni italiche dislocate nella
in piccole officine con scarsa penetrazione commerciale, Penisola Iberica nei primi tempi della produzione delia
sino a tutto il IV sec. d.C. oppure sino agli inizi del V, sigillata ispanica, riteniamo che l'influenza della sigillata
periodo in cui possiamo affermare che cessa la produ- sudgallica sia stata più profonda e più continua, poiché
zione di questo tipo di ceramica. i suoi sistemi di produzione su larga scala e il suo sviluppo

IIO
TERRA SIGILLATA ISPANICA

commcJ",.:iak, facilituto dalla successiva romanizzazione 1 prodotti ispanici sono presenti in maggior quantità
delle prnvincc dell'Impero, hanno comportato, come lo- di quelli gallici. Possiamo affermare che, a partire dal-
c,-ica ::,_'in:,cguenz:1, la domanda di prodotti tipicamente l'ultimo terzo del I sec., esiste una corrente di espansione
~m2.nj e la decadenza delle antiche produzioni indigene. verso il N dei Pirenei, probabilmente lungo la strada
I prodnni it2.licì, invece, erano soggetti a costi di trasporto da Astorga a Bordeaux. Questa esportazione è cvidente-
pÌÙ l"L'\"MÌ. mcme meno imporrante di quella dei prodotti sudgallicì,
Il } scc. segna un'importante svolta nel mondo del ma è superiore a guanto si poteva supporre sino ad alcuni
commc,~io ceramico. Le ceramiche di Vindonissa, Rhein- anni fa, cd è chiaro che questo movimento, contrariamente
zabcrn, c-d anche Lezoux, arrivano solo eccezionalmente a quanto suggerivano i primi ritrovamenti a Marsiglia
nella Penisola Iberica. Indubbiamente sono presenti nella cd Ostia, non si è svolto unicamente per via marittima.
sigillaw isp:mica alcune forme simili, le cui origini do- Tuttavia non possiamo individuare con certezza le
vranno essere studiare. A partire dal II sec. cessa la dipen- officine da cui sono partite le esportazioni. Probabil-
denza dai prodotti importati e vengono creati nuove mente la zona di produzione importante più vicina era
forme e nuovi motivi decorativi originali ispanici. quella di Tricia, Bezares, Arenzana, o forse le piccole
Nella Penisola Iberica si manifesta un chiaro dualismo officine della zona di Navarra; tuttavia non possiamo
che si estrinseca in due aspetti distinti: ceramica di fab- nemmeno scartare la possibilità che qualche officina ispa-
bricazione ispanica (terra sigillata ispanica) e ceramica di nica si sia stabilita in Aquitania.
importazione (sigillata chiara) corrispondenti ad una chia- Altro mercato importante raggiunto dalla espansione
ra distribuzione geografica: all'interno e lungo la costa. commerciale della sigillata ispanica è il Nord-Africa,
La sigillata ispanica del II sec., nelle stratigrafie della dove arrivarono i prodotti dei vasai betici e lusitani)
costa mediterranea, si presenta sempre unita ad una grande soprattutto di quelli del centro di AndUjar durante la
quantità di sigillata chiara, soprattutto del tipo A. Secondo s~conda metà del I sec. e la prima metà del II. Questa
G. ldardn, sulla base di esperienze personali dì scavi nostra affermazione è documentata dai risultati degli
lungo il litorale valenziano, a soli pochi chilometri verso scavi nella necropoli di Sala. I due tipi di ceramica, A e
l'interno, diminuisce la presenza di sigillata chiara ed B, segnalm:i da Boube in Mauretania, compaiono anche ad
aumenta invece la quantità di sigillata ispanica. Andlljar e con gli stessi bolli. 1\1eritano anche di es-
Questa netta separazione geografica, che ha inizio nel sere segnalati i numerosi bollì di vasai del N della
II sec., si accentua nel III e nel IV nei due gruppi, i tipi penisola (zona di Tricio), che si incontrano nelle strati-
di sigillata chiara tarda e quelli di sigillata ispanica tarda, grafie di Lixus, Cotta, Volubilis, Banasa, Sala e Tamuda;
mentre in questa stessa epoca è molto scarsa la presenza la circostanza non può essere attribuita a semplice omo-
di tena sigillata ispanica lungo le coste. Contemporanea- nimia dato che anche la grafia dei bolli è uguale. Que-
rnenre, all'interno la terra sigillata chiara risulta poco sta esportazione di ceramica proveniente dalla penisola
frequente, soprattutto in confronto alle stratigrafie co- verso la J\faurerania non esclude una produzione di si-
stiere mediterranee, sia ispaniche che mauritane. Ciono- gillata di tipo <( ispanico n nel Nord-Africa, sia con la pre-
nostante, da Costantino sino alla metà del V sec., la si- senza di succursali di determinate fabbriche, sia con la
gillarn ispanica presenta una produzione di grandi piatti, imitazione di forme e morivi ornamentali, poiché questa
vasi~ ecc. che hanno un tipo di fabbricazione e forme di zona vanta una lunga tradizione di produzione vascolare.
ispirazione mediterranee, anche se è palese l'influenza Benché la ceramica sia un elemento secondario nella
delh, produzione della sigillata chiara soprattutto di tipo D. storia economica di un paese, scarsità di dati sull'eco-
Probabilmente i vasai ispanici della Mescta imitano forme nomia antica ci obbliga a ricorrere ad essa come fonte
importate dal Nord---Africa, adattandole però al gusto dei valida per conoscere le relazioni commerciali che inter-
foro clienti. correvano tra i popoli dell'antichità. Per questi motivi,
lo studio della terra sigillata ispanica ci può servire per
capire quale sia stata la diffusione dei prodotti ispanici
Esportazione. e quale il livello di produzione raggiunto in alcune zone.
Le officine ispaniche di ceramica da tavola non riusci- Il fatto di avere ritrovato un marchio di Valerius A.1-
fOIW- mai, sin dall'inizio, a raggiungere un alto livello tcrnus nell'accampamento di Kastell Stokstad in Ger-
di e:;portazione. Tuttavia, gli scavi effettuati negli ultimi mania (OSWALD J11dex, p. 324) deve considerarsi, per il
anni hanno permesso di ampliare la conoscenza dell'espan- momento, un dato isolato da cui non dobbiamo trarre
sione della sigillata ispanica al di là dei Pirenei. Numerosi conclusioni avventate; tuttavia, rimangono chiari i legami
scavi effettuati nel S-E della Francia hanno fornito nuovi tra l'Aquitania e il N della penisola ispanica, così come le
dati '.>ull'espansione della sigillata ispanica al di fuori della strette relazioni commerciali esistenti tra le officine della
pcni:,ola, Sono stati effettuati scavi, oltre a quelli gìà co- Baetica, Lusitania e della valle dell'Ebro con la M.auretanja,
nm,,.:mti di l\.1arsiglia, a Saint-Bcrtrand-de-Comminges, a
Da:: Saim-Jean-le-Viem:, Camblanes, Bordeaux e Sainres;
gucD1 'ultimo centro, per il momento, è il più settentrionale. OFFICINE (Tav. CXL V).
H materiale mes50 in luce può es5ere datato ad un'epoca
che- va dalla metà del I sec. alla fine del III, ma la maggior Nel 1961, quando pubblicammo la prima classifica-
park dei frammenti appartiene al periodo tra il 70 ed il zione della terra sigillata ispanica, si conosceva l'esistenza
15c d.C. A Saint-Jean-lc-Vieux_, dalla fine del I sec._, solo di akune matrici di sigillata ispanica in diversi ìuu-

III
TERRA SIGILLATA ISPANICA

ghi della penisola. I ritrovamenti più importami erano giallo pallido, e meno fine di quella della sudgallica
quelli di Bronchales e il gruppo di matrici trovate a Sol- e della aretina. Così anche fa vernice è poco omogenea
sona e Abella. Per il resto ci si limitava alla localizzazione e brillante.
di piccoli frammenti a Pamplona, Carella, Tricio. Tra le forme lisce troviamo le Forme 27, 35, 15n7
Oggi, la conoscenza delle officine di terra sigillata e 4; quelle decorate sono rappresentate dalla sola Forma
ispanica si è ampliata notevolmente grazie agli scavi 37, con un orlo verticale molto :1lto che termina in un
effettuati ad Andlljar, Granada, Arenzana, Bezares e labbro arrotondato.
Tricia che ci hanno fornito dati sui forni, sul sistema La decorazione consiste in una sola fascia con motivi
di fabbricazione ed anche sul numero dei vasai che lavo- geometrici formati da linee oblique o verticali, oppure
ravano in questi centri (Tavv. LI-LIII). fregi in cui si alternano o si ripetono rosette, palmette e
È ora chiaramente documentata per il I e il II sec. cerchi.
l'esistenza nella Penisola Iberica di grandi centri di pro-
duzione della sigillata ispanica. Nella zona settentrionale
si può individuare la concentrazione maggiore di queste Officine della zona mediterranea.
officine nella valle del Najerilla, nell'antico territorio
dei Berones, dove la città antica più vicina è Tritium Sabadell (Barcellona) .
.Magallum. Personalmente abbiamo scavato e studiato
Nell'anno 1978 lvL Roca pubblicò una serie di fram-
l'officina di Bezares e vi abbiamo ritrovato sette forni
menti di matrice provenienti da scavi precedenti fatti
e tutta una serie di reperti e resti di utensili che ci
da V. Remon e L. Mas. In questo contesto egli pub-
hanno permesso di conoscerne il funzionamento e l'orga-
blicò anche un gruppo di frammenti dì forme decorate
nizzazione. con motivi identici a quelli delle matrici. Si sono anche
D'altra parte, sta per essere completata la pubblicazione
scoperti alcuni forni, di cui uno di pianta circolare con
di un buon numero di frammenti di matrici e di ceramica
pilone centrale, molto simile ad altri che sono serviti
(GARABITO G6MEZ Alfares riojanos) ritrovati in località
alla cottura di terra sigillata. Pare che si possa datare fra
vicine quali Arcnzana, Tricio, Barios del Rio Tobia,
il I e il II secolo.
ecc., che testimoniano la presenza di officine di sigillata
ispanica in tutta la zona. Pensiamo che i prodotti di
queste officine abbiano raggiunto gran parte dei mercati Ruidoms (Tarragona).
della metà settentrionale della Penisola Iberica così come In una località chiamata Forno romano di Maspu-
(i

la Lusitania e la lvlauretania durante i prime due secoli jols 1\ è stato ritrovato un frammento di matrice, forse
della nostra èra, dato che l'officina di Bronchales, della del I sec. o delFinizio del II, che presenta il morivo di
stessa epoca, era situata in una posizione geografi.ca tale un leone, molto caratteristico per la tipologia della si-
da far supporre notevoli difficoltà nel trasporto verso quel gillata ispanica.
mercato. I prodotti della officina di Bronchales si ritro-
vano invece lungo la costa di Valencia, dove senza dub-
lvfanrroig (Tarragona).
bio l'accesso era più facile.
Nel S della penisola sono state messe in luce le officine In scavi dell'anno 1983 L. Palleja ha scoperto, oltre
di Granada e di Andlljar; l'importanza di quest'ultima abbondanti resti di sigillata ispanica, anche un frammento
è enorme, poiché i suoi prodotti sono stati ritrovati, in di matrice della Forma 37 e vari divaricatori.
gran quantità, in tutta la Baetica e persino neir Africa
del Nord. Gamella del Terri (Gerona).
Questa organizzazione della produzione ceramica con-
centrata in grandi centri, con ampia diffusione e con pro- Nella carta archeologica della regione Gerona ~ Nolla -
dotti di buona qualità, scompare a partire dalla fine del Casas è segnalato, nella località di Cal Menut, il ritrova-
II secolo quando si assiste ad una frantumazione della mento di un frammento di matrice con decorazione com-
produzione in una serie di piccole officine, quali quelle posta da cerchi concentrici.
di Pamplona, Carella, Cìunìa, ecc., secondo un proce-
dimento simile a quello della piccoìa industria ceramica
spagnola che, iniziata nel Medioevo, continua ancora ai Centro cli Bronchales (Teruel).
giorni nostri.
L'officina di Bronchales è stata pubblicata da P. Atrian
nel 1960. Si distinguono due tipi di ceramica, uno
con argilla rossiccia, molto depurata, compatta e ben la-
Centro di Abclla-Solsona (Lérida). vorata, vitrea in frattura, e un altro con argilla meno
depurata, granulosa in frattura e di colore rosso·-aran~
Si tratta di officine situate in località vicine alla pro- cione. Al primo tipo corrisponàe una vernice omogenea,
vincia di Lérida, fra i fiumi Segre e Llobregat. Le carat- brillante, di colore rosso intenso e molto aderente, e al
teristiche della ceramica prodotta da queste officine secondo una vernice che, quantunque omogeneamente
sono simili: secondo la descrizione di Serra Vilar6, che distribuita, si presenta poco aderente, opaca e di colore
ha individuato questa produzione, l'argilla è di colore arancione.

112
TERRA SIGILLATA ISPANICA
Qucs': differenze sono significative di due momenti Inoltre, impressi nelle matrici di Bezares si trovano i
tecnici cronologici ben distinti; pensiamo che questa marchi:
officin: 'i'.: stata attiva nella seconda metà del I sec. d.C.
e nel l secolo.
I morivi decorativi nella ceramica di Bronchales sono
quelli a metope e a zone. Vi sono punzoni di chiara deri-
vazion.(: gallica} mentre altri sono caratteristici del reper-
torio i:,nanico.
Tru 'ie Forme decorate troviamo la 29i37, 30, 37,
N\
menrrc- tra quelle lisce la 15 117, 31, 35, 36, 44, 46 e 2.
La diffusione dei prodotti di Bronchales avvenne, come
risulw dagli scavi di Javea e Sagunto, in direzione della
cosrn di levante.

Centro di Tritium Magallum (Rioja).


Di questo centro produttivo sono state studiate varie
officine situate nelle località odierne dì Bezares, Tricia,
ivvwi'v )D
Arenzana e N.ijera dove sono stati effettuati scavi siste-
matici. Si tratta di documenti provenienti da W1a zona
mol.m vasta il cui nucleo urbano nell'antichità era Tri-
tiurn Magallum, città dei Berones. Oltre alle officine di
cui. parleremo in seguito, ritrovamenti si sono avuti in
)\V{
un2 zona molto vasta: Manjarrés, Bafios del Rio Tobia, Tricia (Rioja).
Bobadilla, Estollo, Sotcs e Camprovin.
L'officina di Tricia si trova connessa con la zona ur-
Bcares (Rioja). bana dell'antica città di Tritium Magallum da dove
provengono le matrici per la produzione di terra sigil-
Centro produttore di sigillata ispanica, ancora in corso lata ispanica note da molti anni. È stato scavato da T,
di studio. Tutta la ceramica ritrovata presenta colorazione Garabito.
e caratteristiche molto simili. L'argilla è di colore roseo, .Materiali trovati in associazione permettono di inqua-
con pochi e piccoli vacuoli, di aspetto granuloso e con drare la cronologia di questa produzione tra il I e il IV
sfumature di colore diverse secondo il grado di decan- sec. d.C., anche se pensiamo che, come per tutte le officine
tazione dell'argilla. In frattura presenta taglio vitreo nei della zona, il periodo di maggiore attività produttiva non
ca:;i di migliore lavorazione, oppure, nei vasi più scadenti, abbia oltrepassato il II sec. d.C., mentre nel periodo suc-
friabile o granuloso. È evidente, tuttavia, che la materia cessivo sopravvive una produzione scarsa e di limitata
pr.ima, per tutto il periodo di produzione di questa offi- espansione,
cina, proviene da un'unica cava di argilla. Sono stati trovati molti bolli. di vasai su frammenti
La vernice è rosso chiaro, aderente, compatta e gene- ceramici, troppo numerosi perché si possa considerare
rn.J.mente brillante. La ceramica di Bezares, all'interno la cosa casuale pur costituendo la documentazione di
cidla produziorie ispanica, può essere considerata di buona tutto il perimetro municipale di Tricia; tuttavia non è
qualità. possibile attribuire tutte le firme a vasai delle officine
L'officina era situata nella conca del Najerilla, un af~ locali; almeno in alcuni casi si tratta di ceramiche giunte
fluente dell'Ebro, su un piccolo declivo, vicino a un ru- a Tricia da altri centri.
scello chiamato Barranco de Sandices. Sulla base di questi bolli, grazie allo studio delle
È stata completamente chiarita la struttura dell'offi- aree di diffusione, della frequenza dei ritrovamenti ecc.,
cina, con sette forni, di tre tipi diversi, la vasca per im- possiamo ritenere che solo le seguenti firme corrispon-
pastare la materia prima e un magazzino per riporre dano a vasai che hanno lavorato a Tricia, non solo per
!'argilla preparata in blocchi. la loro presenza a Tricio, ma in qualche caso anche
In questa officina venivano fabbricati vasi del tipo deco- perché sono stati trovati solo in questa località: EX• O•
rato come le Forme 2, 10, 18, 20, 29, 37, 30, 13; nella pro- IVMA, OF V- CRE, ACVNICI, VM- F, E- SCRIBON,
d.uzione ìiscia sono numerose soprattutto le Forme 15/17, EX O KO.
7, 35, 38, mentre poco frequenti sono le Forme 7, 4,
:\9 liscia, 37 liscia, 39. Queseultima era una forma nuova,
Arenzana de Arriba (Rioja).
'.':Videme derivazione da alcuni vasi celtiberici.
Cronologicamente l'attività di questa officina si situa tra In questa località, vicina a Tricia, T. Garabito trovò
b. metà del I e la metà del II secolo. nel 1978 i resti di un forno a pianta circolare con pila-
I bolli ritrovati sono i seguenti: OF RE, Q. p • R •, stro centrale. Il suddetto autore ha pubblicato un buon
Q .p · RE, OF FVS, OF SE, CI AE-F, OF AN MTR, numero di matrici e di frammenti di ceramica ritrovati
EX OF SA, EX OF T L S. in superficie nelle vicinanze.

113
TERRA SIGILLATA ISPANICA

Le caratteristiche dell'argilla e della vernice sono simili Carella (Navarra).


a quelle delle ceramiche della zona. Per quel che riguarda
L'officina di Corella è documentata solo dal ritrova-
il repertorio dì forme segnaliamo la 29, 29/37, 37, 20,
mento di un frammento di matrice in cui appare un solo
30, 13.
motivo decorativo, ripetuto, consistente in una rosetta
I bolli ritrovati nella zona sono: C FRONTONII,
a otto petali, tipica della produzione ispanica.
EX O L MARC, PATRICIAE, TIT! FACTVS e
ANIVS. Questi due ultimi sì presentano all'esterno dei
vasi. Officine della Valle del Duero.
Ndjera (Rioja). In diverse località della Valle de] Duero sono stati
recuperati frammenti di matrici della terra sigillata ispa-
In questo centro sono stati localizzati alcuni frammenti nica che possono attestare l'esistenza di altrettante officine.
di matrice con motivi delle forme decorate dei secoli
IV e V d.C. Pensiamo che, insieme ai ritrovamenti di Uxama (Osma, Soria).
Bezares questi siano i primi rinvenimenti di questo tipo
in Spagna. Inoltre è stato studiato uno scarico con cera- È stato ritrovato un unico frammento di matrice, si-
mica di queseepoca. mile ad una matrice di Bronchales. Questa rassomiglianza
dimostra l'interscambio che senza dubbio vi fu fra i ce-
ramisti ispanici e di cui bisogna tener conto nelle attri-
Officine della zona di Navarra. buzioni basate principalmente su motivi decorativi.

Elencheremo una serie di località nelle quali sono stati Ti'ermes (Soria).
rinvenuti frammenti di matrici o strumenti da vasaio, K. Spinter raccolse nell'anno 1967 un frammento di
tutti indizi della esistenza di una officina anche se non matrice, e negli scavi degli anni 1979~·1982 sono venuti
possono da soli costituire una testimonianza inconfu- fuori vari altri frammenti, per un totale di quattordici
tabile. pezzi. La datazione è grosso modo I-II secolo.
Pamplona (Navarra).
Nel corso delle campagne di scavo condotte nell'an- Officine della Valle del Tajo.
tica Pamplona sono stati trovati diversi frammenti di
matrici per la produzione della sigillata ispanica. Talavera de la Reina (Toledo).
Nel 1956, nello strato IV del settore AB, venne tro- Nel 1983 sono stati trovati i resti di un'officina, che
vato un frammento di matrice che può essere assegnato pare sia stata distrutta a causa di opere successive. Sono
al III sec, d.C. Anche nel 1965, negli strati IV e V, sì state scoperte delle matrici e un punzone con la firma
trovarono matrici di sigillata ispanica che si possono da- del ceramista Calvinus (OF- CALVINI PR). Il timbro
tare tra la fine del II e il III secoio. Finalmente, nel 1972, è stato realizzato con un frammento di sigillata ispa-
nello strato IV del settore D-E, fu rinvenuto un piccolo nica, incidendo le lettere in capitale rustica sulla frattura.
frammento con decorazione a circoli concentrici. L'andamento del testo è da sinistra verso destra; pare
Si tratta sempre di matrici di Forma 37, con decora- perciò che il timbro venisse usato specialmente per
zione formata da zone di cerchi. L'esecuzione delle ma- matrici.
trici è rozza e la decorazione impressa sembra posteriore al Talavera de la Reina ha conservato questa tradizione
sec. II. Si tratta, probabilmente, dì una delle tante picco- in quanto ancora oggi 1a produzione di ceramica costi-
le botteghe di vasaio che dalla fine del II sec. lavora- tuisce una delle industrie più importanti del luogo.
rono nella Penisola Iberica con aree di diffusione molto
limitate. Pantoja (Toledo).
Recentemente è staro pubblicato il ritrovamento di
Liédena (Navarra). un forno e dì due punzoni. I1 forno è stato distrutto;
Proveniente dalla \{ villa )) di Liédena, esiste un cìlin- si hanno notizie di altri due forni~ anch'essi spariti.
dro pieno, che presenta, incise in negativo, fasce con i
motivi caratteristici della sigillata ispanica del IV sec.: Ercavica (Cafi.averuelas, Cuenca).
rozze rosette all'interno di una ruota dentata e serie di Abbiamo notizia di recenti ritrovamenti di matrici
piccoli intagli. provenienti da questo sito.
Questo strumento dimostra che, almeno in alcuni casi,
il processo di fabbricazione poteva avvenire in questo
modo: invece di ottenere la decorazione mediante ma- Centri ceramici e officine della Baetica.
trici preventivamente fabbricate, si poteva raggiungere
il medesimo risultato usando questo strumento, o rullo, Centro di And-Ujar (]aén ).
dopo aver modellato il vaso, ma prima del completo La officina più importante scoperta sino ad oggi nel
indurimento delrargilla, anche se questa doveva avere S della Penisola Iberica è indiscutibilmente Andlljar. La
g:ià una certa consistenza per evitare deformazioni. scoperta si deve a M. Sotomayor; si tratta di un im-

114
TERRA SIGILLATA ISPANICA

portante centro di fabbricazione di sigillata ispanica che Pare che questa officina abbia qualche legame con
è stat(' :d rivo dalla metà del I sino alla metà del II centri italici della valle del Po.
sec. d
Secu i;.fo lu descrizione di M. Roca, si possono distin- La Cartuja (Granada).
guere r', 1\: tipi: uno con argilla scura (siena) con abbon-
danti ''Jcl.Je giallognole argilloso-calcaree, vacuoli ab- Nella città di Granada si è scoperta un'officina chia-
bastan; :randi e allungati, e frattura friabile. La vernice mata de ' la Cartuja ', situata presso il precipizio del
è di u:-:; , ,lore tra il siena tostato e il rosso inglese, poco Beiro e vicino alla Facoltà di Teologia della Compafiia
brilla11t spessa, omogenea ed aderente. Questo tipo di de Jeslis. Essa fu scoperta da M. Sotomayor nel I 965;
ceramica presenta le stesse caratteristiche di quella che furono individuati otto forni per la cottura di ceramica
Boubé, in 1viauretania, chiama \( serie B 11. Un altro tipo comune fine, tegole e mattoni, oltre la sigillata ispanica,
di sigiHata ispanica individuata nella officina di Andlljar la cui produzione in questo luogo era già nota.
anche se presente in minor quantità, è quello con argilla Caratteristica per questa ceramica è l'argilla di un co-
rosa-giallognola, con vacuoli, inclusi e frattura di aspetto lore ocra chiaro, abbastanza dura e omogenea. La ver-
granuloso. La vernice è ocra rossiccio, brillante e leg- nice è generalmente rosso-arancione, non molto bril-
germente granulosa al tatto, poco spessa, omogenea e lante. Fra le forme lisce troviamo le Forme 15/17, 18,
aderente. Questo tipo coincide con la \( serie A )> segnalata 4, 27, 24/25, 44 e 2. Fra quelle decorate la forma più
da Boubé nel Nord-Africa. comune è la 37; la Forma 29 compare molto di rado,
La ceramica di Andlljar, per questi motivi, ripropone Nella decorazione è evidente l'influenza di AndUjar,
il problema della distinzione tra le serie A e la B, fatta tanto nei motivi quanto nei tipici vasi decorati a rotella.
da Boubé, il quale attribuisce origine ispanica alla serie A, M. Sotomayor propone per questa officina una data-
mentre considera la B come un'imitazione mauritana zione nel II secolo.
molw più tarda. La gran quantità di bollì che si ri-
scontrano nei vasi con caratteristiche della serie: B ri- Albaicin (Granada).
trovati vicini ai forni, così come la presenza, indifferen-
Dentro la stessa città di Granada, nel quartiere del
temente, degli stessi marchi sia in vasi di serie A come
Albaicin, Sotomayor ha scoperto nel 1983 due forni
di serie E, fa ritenere Andlljar un centro produttore di
situati molto vicino alle mura della Iliberris romana.
entrambi questi tipi.
Pare che uno di questi forni, di forma rettangolare, sia
Numerosi ceramisti hanno lavorato ad Andlljar: finora
servito alla cottura di sigillata. Si sono anche ritrovati
sono :;tari identificati 46 bolli diversi. Generalmente sono
frammenti di ceramica e di matrici.
a duo o tria nomina, e appaiono solo sulle Forme lisce
La datazione dovrebbe rimanere entro i due primi se-
27 e 15/17, e sulle Forme decorate 29 e 37. Una pecu-
coli della nostra èra.
liarità della produzione di AndUjar sono le firme incise
su forme della fine del Il secolo.
Tr2 i diversi marchi di vasai rinvenuti ve ne sono al- Singìlia Barba (Antequera, Malaga).
cuni impressi alliesterno del vaso, quali M • S •M •, QVAR- Recentemente è stata pubblicata da E. Serrano una
TIO, TITI OPPI OF, e CVDAS, ritrovati su frammenti nuova officina situata nella provincia di Malaga. II
di ceramica o di matrici. Tra quelli impressi all'interno materiale consiste in quattro frammenti di matrici e in
sul fondo possono essere attribuiti a vasai della officina, una serie di frammenti di sigillata. Si sono anche ritrovati
sulla base della frequenza dei ritrovamenti, quelli di frammenti di equilibratori il che dimostra l'esistenza,
EX OAA, EX OF CA, EX- OF · OCT, EX OF LCA, nelle vicinanze, di forni.
EX OF PT, EX O AHE. I bolli impressi nelle matrici
sono i seguenti:
Alameda (Malaga).
La Dott.ssa Serrano ha di recente scoperto un ab-
bondante materiale che documenta l'esistenza di un'offi~
cina di terra sigillata ispanica. Sono apparsi scarri di
forno, vasi deformati, supporti e separatori, elementi
cioè che si ritrovano associati a forni. L'insieme della
ceramica è databile fra la fine del I e l'inizio del II secolo.

Officine di epoca tarda della Meseta.


L'abbondanza dei ritrovamenti di vasi di tarda sigil-
lata ispanica negli scavi del N della Meseta, con carat-
teristiche molto particolari, ci lasciano supporre l'esi-
e alc:uni elementi vegetali, stenza di officine ceramiche durante la tarda antichità.
Le forme più frequenti sono le Forme 29 e 37 tra la Diversi fattori economici provocano un calo delle espor-
produzione decorata e le Forme r5ir7, 24/25, 27, 33/35, tazioni ceramiche verso la costa e verso il S della peni~
sola, i cui mercati risultano dominati dalia presenza della

IIf
TERRA SIGILLATA ISPANICA

sigillata chiara. Bisogna inoltre segnalare l'influenza che Elementi tecnologici.


quest'ultimo tipo di ceramica esercita sulla produzione
ispanica del IV e V sec. d.C. Benché lo strumento principale del vasaio fossero le
Questa produzione tarda è caratterizzata dall'argilla mani, esisteva anche una serie di strumenti di lea-no
rozza e dalla vernice arancione, leggera e poco aderente. cuoio e osso per lisciare, tagliare ecc., che i vasai i;pa~
Le forme prodotte da queste officine sono state in- nìc1 dovettero utilizzare, anche se non sono stati ritro-
cluse nelle nostre tavole tipologiche e provengono dagli vati in nessuno degli scavi effettuati.
scavi di Podrosa de la Vega (Palencia), dalle necropoli
del Duero, quali San Miguel de Arroyo e Fuentesprea- Il tornio.
das. Abbiamo adottato la tipologia stabilita da Palol per Lo strumento fondamentale per modellare era il tor-
questo tipo di ceramica. nio; non ci addentriamo in una dettagliata spiegazione
Si sono trovati frammenti di matrici di tipo tardo a del suo funzionamento e della sua struttura perché nota
Clunia, Solarana, Mecerreyes, Quintanilla de las Vifias a tutti. Di questo strumento a Bezares si sono ritrovati
e Santo Domingo de Silos. solo frammenti di dischi di ceramica che dovevano for-
mare il piatto superiore su cui si posava la massa d'ar-
Officine d'epoca tarda della Lusitania. gilla.

In questa regione è stato localizzato un tipo dì cera- Matrici.


mica che gli studiosi portoghesi chiamano << tarda sigil- Nel caso della sigillata ispanica decorata il prototipo
lata regionale ))' che corrisponde per cronologia e stile dei vasi veniva realizzato mediante matrici al cui interno,
alla produzione delle officine d'epoca tarda della Meseta. quando l'argìlla era ancora morbida, si imprimeva in
La grande quantità dei ritrovamenti a Conimbriga e negativo la decorazione costituita da una serie di motivi
nel S del Portogallo lasciano supporre l'esistenza di organizzati secondo una precisa e meditata sintassi de-
officine locali. corativa. Le matrici perciò sono i reperti più signifi-
Le sue caratteristiche sono generalmente: argilla rossa, cativi per la localizzazione delle officine della sigillata
poco depurata, con molta mica, carbonato calcico e quar- ispanica.
zo; la vernice è rosso-arancione, poco aderente ed opaca. Le matrici possono essere monovalvi e bivalvi, e que-
La tipologia coincide, per alcune forme, con quella sto a seconda della forma del vaso prevista; tra quelle
delle produzioni della Meseta; numerosi soprattutto le del primo tipo si trovano matrici con la parete perpen-
coppe e i piatti, qualche volta di grande formato, deco- dicolare, curva o carenata, che corrispondono alle Forme
rati con cerchi a rotellatura e rosette. 30, 37 o 29. Tra le seconde i rinvenimenti più frequenti
riguardano matrici per la fabbricazione della Forma 13
(Tav. CXXXV, 5-6).
TECNICA DI FABBRICAZIONE Spesso nelle matrici si trovano incise sul fondo interno ,
una o più lettere di grande formato, generalmente in
Le diverse fasi del processo di fabbricazione dei vasi corsivo, completamente separate dalla zona decorata. Que-
di sigillata ispanica costituiscono, nel loro insieme, la ste lettere non compaiono mai sulla superficie del vaso
tecnica ceramica che va dall'approvvigionamento del- poiché il vasaio attaccava il piede dopo aver estratto il
l'argilla, o materia prima, fino all'immagazzinamento e vaso dalla matrice; probabilmente si tratta delia sigla
alla conseguente commercializzazione del prodotto finito. dell'artigiano a cui si deve la matrice stessa.
In primo luogo, tutte le officine conosciute hanno in Un problema che si pone è se vi fossero officine che
comune una situazione geografica ben precisa: esse sono producevano esclusivamente matrici, e che quindi ave-
dislocate in territori in cui le condizioni naturali offrono vano una particolare clientela di vasai, o se erano gli
argille di qualità e in cui vi sono molti alberi. Probabil- stessi vasai che fabbricavano anche le matrici.
mente la cava era di proprietà del padrone dell'officina, Dallo studio del complesso ceramico di Bezares pos-
e, per conseguenza, la cessazione dell'attività poteva av- siamo dedurre la validità di entrambe le ipotesi. A volte
venire per esaurimento della cava stessa. Inoltre, in tutti le officine di sigillata ispanica fabbricavano le proprie
i casi noti, si ha la vicinanza di un corso d'acqua, anche matrici; questo però non impediva di acquistarne alcune
se in genere non si tratta di un grosso fiume, ma piut- o di scambiarle con quelle di altri vasai. A Bezares ab-
tosto di un torrente o di un fiumiciattolo. biamo trovato numerose matrici fabbricate con la stessa
Tutte le fasi di lavorazione dell'argilla prima della cot- argilla dei vasi, rosata e granulosa, ed anche dei punzoni
tura erano compiute con numerosi strumenti e con di- che servivano per farle; ciò nonostante in quella stessa
spositivi che, solo in rari casi, abbiamo avuto la fortuna officina sono state trovate matrici fabbricate con argilla
di identificare durante gli scavi. di colore ocra chiaro, lavorare accuratamente ed eviden-
Il complesso industriale delle officine ceramiche di temente di àiversa provenienza. Questo stesso fenomeno
Bezares, anche se ancora in corso di studio, potrà darci si osserva nelle altre officine localizzate sino ad ora; per
1a possibilità di avere una visione più chiara delrorganiz- esempio, la descrizione delle matrici di AndUjar mette
zazione di questa attività. Inoltre, da questo scavo pro- in evidenza le diversità delle argille, dei tipi di fabbri-
viene la maggior parte degli strumenti di lavoro sin'ora cazione, ecc., e pertanto possiamo supporre che anche
recuperati. la loro provenienza non fosse omogenet.

n6
TERRA SIGILLATA ISPANICA

Li cg;.,;ior parte delle matrici ritrovate appartiene metro, che formava la base del forno stesso, e cioè il
ad nffr·irT (Bczares, zona di Tricio, AndUjar, Bronchales) praefurnium e la camera di combustione, poi se ne fode-
in e:;, .cr,c;dc, di maggiore attività va dal I al II sec.; ravano le pareti con mattoni crudi o con fango.
gcncr,· ,·;;'iii.e :,,mo di buona fattura con motivi decora- Un po) sopra il livello del terreno veniva costruito il
tivi ben impressi. Dalle officine che hanno lavorato dopo laboratorio, con un pavimento traforato per permettere
quc-Sl( "'indo_, provengono solamente piccoli frammenti l'ingresso dell'aria calda. Al laboratorio si accedeva at-
di nw1- j /Corella, Pamplona, Clunia e Bezares) con rozzi traverso una porta diametralmente opposta a quella del
motivi Jc:coratìvi a base di rosette, cerchi, ecc. pmefurnium, che veniva chiusa ad ogni ciclo di cottura.
Infine dobbiamo segnalare il fatto che la maggior parte Questa parte superiore era chiusa da una cupola o da
delle matrici ritrovate presentano una perforazione sul una volta fornita di una o più aperture di dimensioni
fonde, che probabilmente doveva servire a facilitare il sufficienti ad assicurare un buon tiraggio.
distacco del vaso e la riutilizzazione della matrice stessa. Nelle Tavv. LI e LII abbiamo cercato di stabilire una
Que:sta operazione doveva essere abbastanza delicata, tipologia dei diversi forni trovati nelle officine della sigil-
tanto che nelle discariche di Bczares sono stati trovati lata ispanica. In realtà i ritrovamenti di cui disponiamo
molti frammenti di matrici con al loro interno pezzi di sino ad ora sono pochi e si riducono a quelli di Abella,
vasi. pubblicati da Serra Vilaro nel 1925; di Granada e AndU-
jar, pubblicati da M. Sotomayor, rispettivamente nel 1969
Punzoni e urcnsili per la decorazione. e nel 1976; infine dì Bezares, scavati da noi nel 1975,
1977 e 1979 e in parte ancora inediti.
Per quanto riguarda questo tipo di utensili non Ci sembra di poter distinguere tre tipì di forno: a) di
abbiamo alcuna notizia di ritrovamenti, eccezione fatta forma allargata, più o meno trapezoidale e oblunga, come
per gudli da noi effettuati a Bezares. Va particolarmente quelli di Abella e alcuni di Bezares; b) di forma circo-
sottolineato il rinvenimento di due punzoni per la fab- lare, come a Bezares (B 1) e ad Andujar (C 1); e) di forma
bricazione di matrici, uno dei quali rappresenta un uc- quadrangolare o rettangolare, come a Granada e a Be-
cello moito grande e l'altro un semicerchio a linee segmen- zares.
tate. La forma di questi punzoni è molto simile alla I disegni, estremamente schematici, dei forni di Abella
forma dì quelli ritrovati a La Graufesenque; sono forniti pubblicati da Serra Vilaro, ed anche le fotografie, ci fanno
di una appendice perforata probabilmente per poterli ritenere che i suoi scavi non siano stati completi e che gli
appendere (Tav. LII, 2). schemi A I e A 2 corrispondano allo scavo della sola
Trn glj utensili rinvenuti ricordiamo alcuni dischi di cavità centrale; essa poteva probabilmente avere, come
cerami.ca, di minimo spessore, e che sul bordo presentano a Bezares (E 2), i tubi conduttori del calore disposti
un piccolo becco sporgente. Sono fatti in modo da poter radialmente e quindi non furono messi in luce. Per espe-
essere ben impugnati e poter imprimere nella matrice rienza personale nello scavo di Bezares, sappiamo che
scanalature orizzontali (Tav. LII, 3). non è facile individuare queste tubature.
Infine) un altro strumento per la decorazione della I forni a pianta circolare presentano all'interno alcune
sigillata ispanica è il rullo ritrovato a Liédena. In questo varianti: possono essere con pilastro centrale per il so-
caso ncm si tratta di un punzone per la impressione delle stegno della piattaforma del laboratorio soprastante, come
matriciJ bensì di un rullo destinato a incidere la decora- quello di Andlljar (C r), e senza pilastro centrale come
zione, sulìa superficie esterna del vaso quando l'argilla quello di Bezares (B I).
era ancora morbida. Probabilmente fu usato per la deco- Infine i forni a pianta quadrata o rettangolare (C 2
razione di vasi di epoca più tarda, che presentano le stesse e C 3) sono stati rinvenuti a Granada e Bezares. Sono
rozzr rosette disposte in bande orizzontali. costruiti con muratura di pietra, mattoni o mattoni crudi
talvolta frammisti a tegole, la griglia superiore può es-
Forni (Tavv. LI-LIII, CXXXVII). sere sostenuta da due o più archi, e in alcuni casi una
parete divide il forno in due settori.
La cottura del vaso era una delle fasi più importanti Si può affermare che i forni a pianta circolare seguono
del ';1rncesso dì fabbricazione, dato che da essa dipen- la tradizione dei forni iberici. Il forno di Borriol, ad esem-
devt. il colore finale e la qualità. pio, pubblicato da Porcar, è molto simile a quello di Be-
I ritrovamenti effettuati ci permettono di ricostruire zares ed ha i condotti di salita dell'aria quasi identici.
il loro funzionamento. Fondamentalmente erano costi- Anche un forno di Italica, a pianta circolare, venne
tuìti da uno scompartìmento per il fuoco e da una camera utilizzato per la fabbricazione di ceramica indigena. La
superiore, o laboratorio, dove venivano disposti i vasi forma quadrata o rettangolare fu un'innovazione d'epoca
per cottura, nella quale il calore giungeva attraverso romana, e per molto tempo coesistettero entrambi i
un ~;jsrema di tubature più o meno perfezionato, dimodoc- tipi.
ché fuoco vero e proprio non entrava mai in contatto Il sistema dì sostegno della griglia era costituito da
dirctrn con i vasi. Il praefurniunz serviva per l'alimenta- archi e vòlte nei forni a pianta rettangolare e da un pi-
zione del forno e la copertura de!Pambiente destinato al lastro centrale in quelli a pianta circolare.
fuoc() serviva da pavimento del laboratorio. Il tipo di forno E 2 doveva presentare il centro del
G'.:neralmcnte la costruzione di un forno aveva inizio pavimento del laboratorio massiccio, senza griglia, poiché
con scavo di una buca nel terreno, profonda circa un l'aria calàa passava attraverso i condotti radiali,

117
TERRA SIGILLATA ISPANICA

È evidente che i differenti tipi di forno sono contem- Anche nell'officina di La Graufesenque sono stati ri-
poranei o che comunque convivono per un certo periodo trovati elementi quasi identici a quelli delle botteghe
di tempo. A Bezares, ad esempio, i forni di tipo B I e ispaniche. Questo metodo è stato tramandato sino aì
B 3 lavorano contemporaneamente, dato che sono uniti giorni nostri con l'utilizzazione dì elementi molto simili
da una tubazione in cotto che serviva probabilmente per a quelli dell'epoca romana.
il passaggio dell'aria calda. Un altro tipo di manufatti trovato abbondantemente
La durata di questi forni non doveva essere molto a Bezares e rinvenuto anche a Bronchales e in alcuni al-
lunga, perché il tipo di costruzione non poteva sop- tri forni ispanici, è costituito dalle piramidi termometriche.
portare per troppo tempo la temperatura di circa 1.000 Si tratta di alcuni elementi ceramici di forma pirami-
gradi a cui veniva sottoposto. All'interno dei forni si dale, a base quadrata, che presentano un foro nella pane
è notato che il rivestimento si è vetrificato per il forte superiore (Tav. LII, r).
calore e che esistono a volte più strati di rivestimento, Neirofficina di Bezares questi oggetti sono stati ri-
probabilmente a causa di riparazioni eseguite nel tenta- trovati sempre all'interno del forno vero e proprio, tra
tivo di prolungarne il periodo di utilizzazione, proprio le ceneri e i resti derivanti dalla distruzione del forno
come avviene anche oggi nelle moderne botteghe artigiane. stesso. Si presentano in genere bruciati e, attraverso lo
studio della moderna tecnica vasaia, siamo giunti alla
Dispositivi della officina. conclusione che si tratta di elementi usati per control-
Sui dispositivi che completavano tutto il processo di lare la temperatura del forno. Queste piramidi erano
fabbricazione della sigillata ispanica nelle officine d'epoca appese in modo da poter essere estratte prima dell'aper-
romana si sa ben poco. M. Sotomayor riporta alcune tura del forno e poter controllare, così, i diversi tempi di
piante dell'officina di AndUjar, ma, dato che gli studi cottura.
sono ancora in corso, non si può dare alcuna interpreta- Infine, vi è un'altra serie di reperti anch'essi in rela-
zione definitiva, Anche noi, per quanto riguarda lo scavo zione con il funzionamento dei forni che consiste in al-
di Bezares~ che è ancora in corso di studio, abbiamo tro- cuni elementi generalmente anulari e rozzamente model-
vato tutta una serie di accessori che sinteticamente il- lati a mano (1, ajustadores 1)), Si trovano frequentemente
lustriamo. negli scarichi di Bezares: si tratta di pezzi di argilla uti-
Un muro di grosse pietre divide in due zone l'officina. lizzati dal vasaio per equilibrare il carico del forno op-
Da un lato erano sistemati i forni e daJI'altro, probabil- pure per tenere i tubi dell'aria calda e che venivano
mente, un essiccatoio; in questa seconda zona esistono eliminati dopo ogni cottura. Si sono trovati anche so-
dei muretti di ciottoli che dovevano servire da base per stegni della tubatura.
i pilastri di legno che, a loro volta, sostenevano una tet-
toia sotto cui, come nelle attuali botteghe artigiane, i vasi FIRME DI VASAI (Tav. LIV).
venivano seccati all'aria aperta, prima della cottura.
Esiste inoltre un piccolo dispositivo, a forma di vasca, Nella Penisola Iberica coesistono, accanto alle grandi
di profilo trapezoidale e a pianta rettangolare, il cui fondo officine, quelle più piccole o a conduzione familiare: a '
è formato da grandi mattoni di cm 60 ~< 40. Questa questa circostanza si può far risalire il carattere anonimo
vasca è scavata nel terreno, e cioè rimane al di sotto del di gran parte dei prodotti, dato che le officine che ven-
livello di calpestio e presenta pareti inclinate e ricoperte devano i prodotti alla clientela locale non avevano ne-
di ciottoli. Probabilmente veniva usata per battere l'ar- cessità di siglarli con un nome, perché si trattava ap-
gilla e darle così una maggiore plasticità. È interessante punto di un mercato diretto. Tuttavia, quando il va-
segnalare che una tubatura in ceramica, proveniente dai saio o l'officina accrescevano la loro importanza espor-
forni, giunge sino al dispositivo di cui stiamo parlando allo tando in luoghi lontani la loro produzione, non ven-
scopo, sicuramente, di far affluire aria calda (Tav. devano direttamente, ma si servivano di intermediari,
CXXVII, r). negotiatores, e allora la firma diventava necessaria per
Infine anche a Bezares c'è un locale per l'immagazzi- distinguere i prodotti dagli altri presenti sul mercato.
naggio dell'argilla preparata in blocchi, per l'approvvi- Possiamo ricostruire la struttura delle grandi officine
gionamento delrofficina. proprio grazie ai bolli. È individuabile resistenza di
impresari importanti che possono firmare i loro pro-
Utensìli del forno. dotti o singolarmente oppure assieme ad altri colla-
boratori. Un esempio molto chiaro di queste grandi
In alcune delle officine ispaniche sono stati ritrovati officine l'abbiamo in un vaso di AndUjar di Forma 37:
frammenti di elementi in ceramica inerenti all'organiz- è decorato con sei metope su di un'unica fascia e in
zazione del carico di vasi dentro il forno, così come al tre di queste, alternate, si legge EX· OF- M-S-M,
suo funzionamento. C·P-F, e M•T-F. Si tratta dell'unico caso noto in cui
A Bronchales, e ancora più copiosamente a Bezares, su uno stesso vaso compaiono tre nomi. Si può ritenere
si sono trovati oggetti a forma di tronco di cilindro, che negli ultimi due la lettera F stia a significare Jecit,
(<( carretes 1)) perforati, che venivano usati per separare e quindi che si tratti di due artigiani dipendenti dalla
i piani su cui era collocato il vasellame, in modo da sfrut- officina di M. S ( ) M ( ), che hanno lavorato alla decora-
tare al massimo lo spazio disponibile del laboratorio zione e alla fabbricazione della matrice lasciando una
(Tav. LII, 4). testimonianza deHloro lavoro.

II8
TERRA SIGILLATA ISPANICA

·,d1 ufiìcinc si occupavano di tutte le fasi di tazza e piatto d'uso comune. La relazione diviene evi-
t.k.lb sigillata: l'estrazione e la preparazione dente se si controllano i diversi repertori fino ad ora
rc;,:,/i(,nc ,li ·;ur,zoni e matrici, l'esecu- pubblicati dei vasai e delle officine ispaniche. Ad esem-
ZJUI1t ,::.;.:-,Ì e la loro cornmdcializzazione. Le piccole pio, l'esame del materiale proveniente dagli scarti di
offici" •'"'''.CC '.-;i occup1vano solo dell'esecuzione dei vasi fornace di terra sigillata liscia di Bezares ha rivelato che su
Iìì,,1.nçc- · n:::1 qu<-mto riguarda le altre fasi 336 firme, 148 appaiono sulla Forma 27, 68 sulla Forma
:hJr; ,· ::,JI'C!J;.1:·-:-··:n qu2.nto erano costretti a com- 15/17 e le rimanenti sulle Forme r8, 24/25, 33 e 36.
;)rar;., J:: ,:tçr::1 prnncl ,~he i punzoni e le matrìci I cartigli sono irregolari sia nella forma che nella in-
pr;;-Juzione Jelb sigillata decorata. Ad cisione; il formato più frequente è quello rettangolare
pni.du const::rare che punzoni appartenenti con le estremità appuntite o arrotondate. Frequenti an-
J -11( ) - uno dei grandi produttori in que- che i cartigli bifidi e piuttosto rara la forma a tabula
St2. ;u sonn stati utilizzati in vasi firmati CVDAS ansata e a coda di rondine. Infine, e solo eccezionalmente,
e '--'.' vi sono alcuni marchi in pianta pedis (OF • FES, VLLO,
Jvk· ~ii queste officine dovevano avere un buon li- MICCIO).
vdL • .. bt'i,;o dato che è accertato che la sigillata ìspa- Eccezionalmente infine sono stati trovati alcuni mar-
rnc <E'..<l: ad esempio) a Tricia veniva venduta in chi anepigrafi all'interno di vasi lisci (Numancia e Pe-
tm: ~'::i:;ola e che raggiungeva i mercati delle prin- fiaforua), marchi con anelli incisi ad Andll.jar, ed inoltre
c1p:,; JdL Jvhrnretania. una firma di vasaio dipinta sulla parte esterna di un piede
L >l' e:•:.'. (;:-r::nnis:.i possonc essere suddivise in due proveniente da A.renzana (TITI FACTVS).
grai:, yuello in cui est>c appaiono nella parte Il testo è disposto su una sola riga, a lettere maiu-
esrern/ Jci \'ctsi decorati~ e quello in cui vengono impresse scole relativamente grandi (4 o 5 mm), anche se il mo-
sul fo ;.i,,; interno della produzione liscia, Solo eccezio- dulo varia e si notano ìrregolarìtà e il tracciato è poco
naln in una Forma r dì Mallén e in un)altra di curato. All'interno di una medesima firma compaiono
Beza sono state trovate iìnne su1 fondo interno di lettere di differenti altezze, qualche volta anche invertite,
vasJ. rati. il che può generare confusione di lettura.
I nella produzione decorata, sono poco fre- I nomi possono essere al nominativo, quasi sempre
qucn;, ~)i solito erano impressi nelle matrici all'interno abbreviati, ma più frequentemente sono al genitivo,
della -r,,nione a lettere sciolte o in un cartiglio. Nel poiché 1a formula EX OF prima del nome è caratteri-
prim\ abbiamo diverse disposizioni delle lettere: stica della produzione ispanica; qualche volta compaiono
a) u: :osizior,c circolare attorno ad un motivo fi- anche O, OF, OFI, OFIC. In via eccezionale il nome
gurato T!T! S A A); b) una lineare (VLLO, del ceramista è seguito da una F. Frequenti sono bolli
L VTEV S, ccc.'\ e e 1 le lettere sciolte, in genere molto di officinatores con duo o tria nomina, spesso resi con le
grandi e btn impresse> seguono lo sviluppo della deco- sole iniziali separate da punti.
razione lungo la parete del vaso. Queste lettere possono È frequente l'uso di lettere arcaiche soprattutto per
esser~~ tq!olarmentc'. spa1.ìate, oppure inserite all'interno le A, D, E, F, P, M e N. È comune l'uso di nessi di due,
dì un cc:·d1io o di un medaglione. Solamente in una ma- tre e perfino quattro lettere. Normalmente la scrittura è
trice della fabbrica di :\ndlljar, la firma TITI OPPI OF, destrorsa, anche se non mancano le firme retrograde,
si trova disposta su rrc righe. soprattutto fra quelle impresse in cartigli sulle matrici. La
Anche nei yasi decorati si trovano delle firme in forma punteggiatura non è sempre corretta, e crea problemi
di cartiglio che dovevano essere impresse nella matrice nello scioglimento delle abbreviazioni. La separazione
con l.o srcsso punzone usato per la produzione liscia; delle parole è data, in genere, da semplici punti e solo
per questo ie firme sono generalmente in positivo nella in alcuni casi compaiono foglie d'edera ed altri elementi
matrice e· quindi in negativo e con scrittura retrograda vegetali.
sul. vaso. Un caso eccezionale è quello del vasaio Miccia, Per quanto riguarda la cronologia, è certo che la pre-
che fh-ma una Forma 37 con tre cartigli sovrapposti che senza di firme sui vasi è relativamente frequente nella
occupane, un2 metopa. produzione che va dal I sec. alla metà del II sec. d.C.
L:. firme sui vasi di forma liscia sono più frequenti:. A partire da questo periodo, e cioè da quando decade
vemvano poste all'interno, al centro del fondo in quei la produzione delle grandi fabbriche, l'uso dei bolli
vasi la cui forma permetteva di compiere questa opera- nella ceramica è piuttosto infrequente e sparisce del tutto
zione: con una certa facilità. Altre volte, invece, la firma nella produzione tarda.
venhra impressa nel senso del diametro, entro uno o due Il primo elenco di vasai ispanici che pubblicammo nel
cercbi. incìsi. Questi cerchi di solito hanno un diametro 1961 è ora notevolmente aumentato, e ogni anno si ag-
maggìore dd cartiglio e solo raramente compaiono i cer- giungono nuovi ritrovamenti. Qui di seguito diamo un
chi che: caratterizzano la sigillata garnca. Nei vasi elenco, il più completo possibile, di tutte le firme.
di fa.hbricazione più antica (esclusivamente nel I sec.) Le firme sono in ordine alfabetico e, nel caso di firme
si aggiungono alcuni grandi cerchi a rotellature. incomplete, sono indicate solamente quelle che hanno
T.T,; fan o merita d'essere segnalato: le firme di vasai conservato le prime lettere, in modo da non turbare la
all'interno dei vasi lisci appaiono con una frequenza par- successione alfabetica. A causa del testo spesso forte-
ticolare nella patera Forma 15/17 e nella coppa bilobata mente abbreviato, e quindi soggetto a più possibili scio-
Fo~':·:0:,·· :.- . Prlbabilmente si tratta di due pezzi usati come glimenti, nelrelenco alfabetico gìi o.fiìcinarorcs compaiono,

II()
TERRA SIGILLATA ISPANICA
--- -- - --- ----------- ----

a differenza dalla prassi normale, indistintamente secondo lettere), i dati di provenienza e la forma del vaso quando
praenomen, nomen o cognomen. Accanto al nome di ogni ciò è stato possibile, con i riferimenti bibliografi~i, per
ceramista sono indicate anche tutte le varianti dei bolli rendere più agevole la consultazione dei facsimili dei
con relativi nessi (indicati con una linea sovrapposta alle bolli citati. Esempi dei vari Tipi di bolli alla Tav. LIV.

L A( ) IIOA: Tarragona, Forma 15, [EX]OAE: Volubilis, Forma


17 (MEZQt:-iRIZ T.S.H., I, 27 (BOUBE A1auréranic 1
p. 49). p. 226, f. 32, tav. XXIII).
2. A. A( ) EXO AA: Andùjar, Forma " Ac(milius) Fla( XE · FLA · OFF: Volubiìis,
27 e Forma r5., 17 (ROCA Forma 27; Banasa, For-
And~jar, p. 15, tav. r). ma 33 (Bot'.BE Mauréra-
Andlljar y C8.stulo, For- nie, p. 124).
ma 27 (S0TOMAYOR An- 8. Ac( milius) F ro[ AE · FRO[: Coimbra, Forma
dzljar, p. 274). 15/17 (MAYET Conimbri-
3. Abi( ) Ci( ) OFI · ABI · Cl: Coimbra ga, IV, p. 204).
(MAYET Conimbrzga, p.2). 9. Aem(ilius) Mat( AEM(: Volubìlis, Forma 27
4. A. B( ) N( OF · ABN: llurco (ATENCIA- (BOUBE Maurétanic, p.
PEREGRiK-SERRANO, p. 125, f. 23, rav. XVIII).
125). i1EM MAT: Volubilis,
5. Accunicus Forma 27 (BOUBE1Hauré-
ACCVN[ICI]: Coimbra, For-
tanie, p. 125, f. 23).
ma 27 (MAYET Conim-
briga, p. 7, tav. IV). 10. Ae(milius) lv\.(at.), AE · M · TR: Càstulo
OACCVNIC: ltàlica, Forma Tr( ) (lv\.useo di Linares ).
15/17 (MEZQUIRIZ T.S. I I. Afèr IIXOAF: Coimbra (MAYET
H., I, p. 45; II, tav. Conimbr(za, p. 9).
10.151; FROTHINGHAM AFER: Briteiros (COMFORT
1937, p. 45, n. 414). AJA I 936, p. 241 ).
ACCVNICI: Tricio, Forma 12. Agileius AGILE!: Tricia, Forma 27
27 (GARABITO GÒMEZ (GARABITO GòMEZ A/fa-
Alfares riojanos, p. 291). res rioJanos, p. 293).
AC[C]VNICI: Volubilis, For- EX O AGILE!: Tricio,
ma 27 (BoUBE Mauréra- Forma27 (GARA.BITO G6-
nic/p. 124, tav. XVIII). MEZ Aljarcs riojanos, p.
ACVNIC: Mérida, Forma 27 293).
(FERNÀNDEZ MIRANDA S. EXO · AGILE!: Tricia,
H. Mérida, p. 8 II). Forma 36 (GARABITOG6-
ACVNICI: Mérida, Forma MEZ Alfares riojanos, p.
27 (FERNÀNDEZ .MJRANDA 293).
S.H. Mérida, p. SII).
Tricio, Forma 27 (GA-
13. Agilianus AGIL!ANI: Mérida !Mrz-
QlJiRiz T.S.H., I, p. 45;
RABIT0 GòMEZ A/fares
II, tav. 8, n. 62).
riojanos, p. 291). Carella
Sagunto (MARTIN Av1LA
(MEZQUÌRIZ T.S.H., I,
.S'agunw, p. 367). Tarra-
p. 45; Il, tav. ro.151).
gona (VENTURA SOLSONA
Sala, Forma 27 (BoUBE
Tarragona, p. I 37).
Maurétanie, p. 123, f. 23).
Coimbra, Forma 15ir7
ACVNI: llurco (ATENCIA--
(MAYET Conimbn;e,a, p.
PEREGRiN-SERR.A..NO, p.
9). Tricia, Forma 27,
!26).
Forma 24/25 (GAR.ABITO
6. Aem(ilius) E( ) AEME: Mérida_, Forma l 5i I 7 G6MEZ Affares riojanos,
(FERNÀNDEZ ~\1IRANDA S. p. 294). Mérida (FER-
H. lvfJrida, p. 811). NANDEZ ]ViIRANDA ,)'.H.
EX OF AEME: Mérida, lv!érida, p.811). La Tor-
Forma 15/17 (MEzQuf- raza (Castellòn) (DoKA-
RIZ T.S.H., I, p. 45). TE Vi!larcal, p. 205).

120
TERRA SIGILLATA ISPANICA

AGILI[A]NI: Volubilis 18. AI(ius) Su( ; AL SV: Beja (NUNES RI-


(BouBE A1aurhauie, p. BEIRO Beja, n. 3).
126, f. II e 23). 19, AJlius Ti( ALLITI: Mérida, Forma 24ì
[.',G]ILIANI: Sala, Forma 25 (FERNANDEZ MIRAN-
15 117 (BOl'BE .1\1aurha- DA S.H. Mérida, p. 612).
nie, p. I 26, f. 2 3, tav.
20. Am( ) Ai( ) AM AI: Lucentum (BELDA
XVIII; TH0CVENOT 0-
A. 1'1( ) Ai; DoMfNGUEZ Lucenrum, p.
ran, P· 349).
160).
EXOFAGILIANI: Sala,For-
ma I5/17 (B0VBE Suppi. 21. :\nius ANIVS: Arenzana, Forma
Il, p. 69). 37, esterna, tra la deco-
razione (GARABITO G6-
E{ EXOAH[: Cotta, Forma 27 MEZ Alfares riojanos, p.
(BOUBE Afouréranic, p.
457).
223, f. 32, tav. XXIII).
Volubilis, Forma 27 22. An(im; ?) Ky( ANKY: Tarragona (VENTU-
(BouBE Maurélanie, p. Anky( ) ? RA SOLSONA Tarragona,
225, f. 32). p. r37).
EXOAHE: Volubilis, Forma 23. An(ius ?) Matr( OF AN MA TR: Banasa
27 (BOUBE Maurétanic, (BoUBE Mauréranic, p.
p. 223). Lixus, Forma 27 128, f. 23). Tarragona
(BorBE A1auréranie, p. (VENTURA SOLSONA Tw·-
224). Lixus, Forma 15.:17 ragona, p. 151).
(BotmE A1auréranic, p. OF AN MTR: Bezares, For-
225). Banasa, Forma 15,1 ma 27 (Campagna di
I 7 (BOUBE Maurétaw·e, scavo 1979, inedita).
p. 226, f. 32, tav. XXIII). OF AN MTR: Bezarcs, For-
EX O AHE: Andujar, Forme ma 15,,17 (Campagna di
27 e 15/17 (RocA An- scavo 1979, inedita).
d1~iar, p. 16; SoTOMA-
YOR And1~jar, p. 270, 24. AO [E]X OF AO: Volubilis, For-
f. 3). ma 27 (BODBE Mauréra-
[E]XOAHE: Vo!ubilis, For- nie, p. 129, f. 23).
ma J 5 ix 7 (BOUBE Mau- 25. A. Pa( ) Sa( APASA: Julìòbriga (MEZQd-
réranie, p. 225, f. 32). RIZ T.S.H., l, p. 45).
EXO[A]HE: Tamuda, Forma
26. AR EX OF AR: Bezares, Forma
15/17 (BOUBE itiauréca-
27 (GARABITO G6MEZ
nie, p. 226, f. 32). Alfares riojanos, p. 131).
[EXO]AHE: Tamuda, For-
ma 27 (BoUBE A:fauré- 27. Aten(ius) Si[ A TENSI[ ]O: Padrozinho,
tanie, p. 227, f. 32). Forma 36 (MOUTINHO DE
ALARçAo Vila Viçosa, p.
H. A. I( ) T( ) ! A IT: J\1érida, Forma 3 7, 191 ).
A( ) lt( ) esterna, tra la decora-
zione (MEZQt:iRIZ T.S. 28. Attius Britonus ATTI ·ERI: Mérida, Forma
H., I, p. 45). 27 (FERNANDEZ lVlIRAN-
DA S.H. Mérida, p. 81:2~1.
J( Albinus OFI AL!ll[Nl]: Yoiubib, ATTI · ERI: Mérida (Mu-
Forma 15/17 (BOUBE seo Archeologico).
Maurécanie, p. 127, f. 2).
ATTi · BRI: Tricia (Museo
ALB[: Italica (PUIG OCH0A di Logroiio ).
lràlica, p. 939).
A TTIBRIITTIINI: Nu-
ALBIN[l]: Cotta, Forma 27 mancia (A.1..EZQuiRIZ T.S.
(BOVBE Maurétanic, D.
H., I, p. 45; Il, taV.
;28, f. 23, tal°. XVIIÌ). 8.90). Banasa (BoUBE
ALBINI: Tarragona (VEN- JAaurétanie, p. 128, f.
TFRA SOLSONA Tarrago-
23).
na, p. 137). ATTIIBRITON: Beja (Nc-
Alius Dr( ALIDR: Beja (NUNEs RI- NEs RIBEIRO Beja, n. 12,
BEIRO Be.fa, n. 79 J. p. I).

121
TERRA SIGILLATA ISPANICA

ATTIBR[IT]ONÌ: Coimbra AVITIANI: Numancia, For-


(MOUTINHO DE ALARçAO ma 46 (Museo di Soria).
Museo Machado, p. I). [A]VITIAN · OF: Numan-
ATTI BRITTON: Coimbra, cia (Museo di Seria,
Forma 27 (MAYET Co- n. 9366).
nùnbriga, p. 10). 36. Avitus AVITI OFI: Cotta, Forma
29. Attius Flavus ATTI · FLAVI: Mérida 27 (BouBE Maurétanìe,
(FERNANDEZ MIRANDA S. p. 74).
H. Mérida, p. 813). 37. A. Vo( ) OA · VO: Ponte do Sor,
30. Attius Paternus ATTI · PAT: Mérida (Frn- Forma 27 (COMFORT Co-
NANDEZ MIRANDA S.H. nirnbriga, IV, pp. 22 e
Mérida, p. 812). 23).
ATTIPATER: Juli6briga 38. A[ ]A EXOA[ ]A: Mérida, Forma
(MEzQUIRlZ T.S.H., I, 15;17 (MEZQUiRIZ T.S.
p. 45). H., I, p. 47; II, tav.
ATTI · PATER: Mérida 9.73).
(Museo Archeologico, 39. BO[ BO[: Bilbilis, esterno (MAR-
MEZQclRlZ T.S.H., I, p. TIN BUENO Bilbilis, p.
45; II, tav. 9). 67).
ATTI · PATERNI · OF:
40. Brito BRITO: Cotta, Forma 27
Mérida, Forma 15/17
(BOUBE Maurétanic, p.
(MEZQUÌRlZ T.S.H., I,
p. 45). Mérida, Forma 27 74, f. 23).
(MEZQUiRIZ T.S.H., I,
OF BRITO: Cotta, Forma
p. 45). Mérida (FERNÀN- 27 (BOUBE Maurétanie,
DEZ MIRANDA S.H. Mé- p. 130, f. 23). Coimbra
rida, p. 812). (MAYET Conimbriga, p.
A[T]Tl PATERN OF: Car- 12).
mona, Malaga ( C.1.L. II, 41. BV EX OF BV: Volubilis, Forma
6557, 25). Barcellona, 27 (BmJBE Maurétanie,
Museo Archeologico, n. p. 130, f. 23).
7536. 42. Bue( ) Seg( ) BVCSEG: Souk el--Arba,
AI PAERN: Mérida (C.J.L. Forma 15/17 (BouBE.
II, 6557, 25). A1aurétanie, p. 130, f. 23,
ATT · PATEN · OF: Los tav. XVIII).
Santos de Maimona (MÉ- 43. C. A( ) B[ ] C . A . B[: Volubilis (BoUBE
LIDA Catdlogo Monumen- Maurétanie, p. 230, f.
la! Badaioz, p. 430). 32).
31. At(tius) Usonus AT · VSONI: Almedinilla, 44. Ca( ) Co( ) CA · CO · FE: Numancia,
Forma 15/17 (MEZQLiRIZ Forma 15,17 (Museo di
T.S.H., I, p. 45). Soria, n. 9358).
32. Atto [O]Fl[CIN]A ATTO: Lixus, 45. C. A( H( ) CAH: Volubilis, Forma 27
Forma 29 (BouBr Mau- (BoUBE Maurétanie, p.
réranic, p. II9, tav. XV). 230, f. 32).
33. A. V( ) C( ) EO AVC: Santa Coloma de C · A · H: Andlljar, Forma
Somoza, Forma 27 (.l\1.A- 27 (RoCA Andùjar, p.
NANES Santa Colomba de 17). Volubilis, Forma 27
SmnoZa, p. 227). (BoUBE Maurétanie, p.
312). C.istulo, Forma 27
34. Avi(tus) et A. A( ) AVIETAAV: Mérida (Mrz- (DOMERGUE Marcas de
V( ) QUiRIZ T.S.H., I, p. 45). Càswlo, p. 39 ).
Mérida, Forma 15/17 [E]X [O]FCAH: Alcaudete
(FERNÀNDEZ MIRAN]}A S. (SERRANO RAMos Difu-
H. Mérida, p. 812). siOn peninsular, p. 65).
35. Avitianus AVITIANI: Numancia, For- EX OF CAH: Andùjar, For-
ma 46 (l\.1useo di Soria) ma 27 (RocA AndUjar,
n. 9363). p. r8, tav. r). Banasa e

122
_ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ ---=:T-=E-=-:R-=-:R:::_::_A SIGILLATA ISPANICA

Volubìlis, Forme 27 e A1aurétanie, p. 133).


15/17 (BOUBE Mauréta- Tricio (GARABITO G6-
nie, pp. 313-320). MEZ Alfares riojanos, p.
EX OF C A H: Banasa, 295).
Forme 15/17 e 27 (BOUBE CAI LVC OF: Cotta, Forma
Maurétanie, pp. 231--232, 15/17 (BOUBE Mauréra-
f. 32, Iav. XXIII). Volu- me, p. 134).
bilis (BoUBE Maurétanie, CAIV O : N umancia (MEz-
p. 232). QUÌRlZ T.S.H., I, pp. 46,
46. Caius EX OF C: Volubilis, Forma 135, 377; Il, tav. 9.96).
27 (BoUBE Maurétanie, Tricia, Forma 35 (GA-
p. 227, f. 32). RABITO G6MEZ Alfares
[E]X OC[: Banasa, Forma 27 riojanos, pp. 296--297).
(BOUBE Maurétanie, p. CA · IV · O: Tricia, Forma
227, f. 32). 27 (GARABITO G6MEZ Al-
EX OF C[: Lixus, Forma 27 fares riojanos, pp. 296-
(BOUBE Maurétanie, p. 297).
228, f. 32 e 20). CA[L]NO: Coimbra (M01.;-
EX OF CA: Volubilis, Forma TINH0 DE ALARçAo Mu-
27 (BoUBE Maurétanie, seo Machado, p. r).
p. 228, f. 32). Volubilis CALVO: Tricio (GARABITO
(BoUBE Maurétanie, p. G61\1Ez Alfares riojanos,
230). Andùjar, Forme 27 pp. 296-297). Volubilis e
e I 5 / I 7 (RocA AndUfar, Banasa (BoUBE Mauré-
pp. 16 e 17). Banasa, tanie, p. 137). Coimbra,
Volubilis, Sala, Lixus lettere retrograde (MA-
(BOUBE Maurétanie, pp. YET Conimbriga, p. I 3).
300-309). Cartuja-Gra- Ponte de Sor (COMFORT
nada (SERRANO RAMOS Roman Pottery, pp.
Difusi6n peninsular, p. 1-12).
65). CA · LV · O: Banasa, Li-
EX F CA: Sala, Forma 27 xus, Sala, Volubilis, For-
(B0UBE Maurétanie, p. ma 27 (B0UBE Mauréra•
230, f. 18 e 32). nie, p. r 35).
CA[: Coimbra (MA YET Co- 48. Caius Sua( ) T[ CAISVAT[: Lucentum (BEL-
nimbriga, p. 12). Volubi- DA DoMfNGUEZ Lucen-
lis, Forma 15/17 (BOUBE rum, p. 160).
Maurétanie, p. 131, f.
23). 49. Caius Valerius OF CAI VALER: Cotta,
EX · OF · C: Aljusrrel Forma 15iI7 (BOUBE
(VEIGA-FREIRE Vipasca, Maurétanie, p. 134).
p. 317). OF CAI VAL[: Banasa, For-
EX OFC: Beja (NUNES RI- ma 27 (BoUBE Mauréta-
BEIRO Beja, n. 123). Al- nie, p. 135).
justrel (VEIGA-FREIRE 50. Calvinus Pr( ) OF · CALVINIPR: Tala-
Vipasca, p. 318, n. 5). vera de la Reina (TOVAR
[E]XOF CAI[ ] : Sala, For- Elementos, p. 167).
ma 27 (BoUBE Mauréta- 51. C. Anius EXOF · CAN: Aljustrel
nie, p. 131, f. 23). Volu- (VEIGA-FRElRE Vipasca,
bilis, Forma 15/17 (Bou- p. 318, n. 3).
BE Maurétanie, p. 131,
EX· OF · CAN: Aljustrel
f. 23).
(VEIGA-FRElRE Vipasca,
OF CAI: Banasa, Volubilis, p. 318, n. 3).
Lixus, Cotta, Forma 27
CANI OF: Coimbra (MAYET
(BOUBE Mauréranic, p.
Conimbriga, p. 15).
132).
Q CANI[: Banasa (B0UBE
47. Caius Luc( ) CAI LV · OFI: Banasa, Cot- Maurétanie, p. 77, n.
ta, Forma 15/17 (BoUBE 47).

123
TERRA SIGILLATA ISPANICA

52, C. Anius S( ) OF CANIS: Castulo, Forma 59. Cet( ) Pa( CET · PA - OP: Pamplona
27 (DOMERGUE Marcas (MEZQUÌRIZ T.S.H,, !,
de Càsrulo, p. 28), p. 46; Pompaelo I, p.
276).
53, Cantaber CANTABRI · OFICI: For-
ma 46 (Museo Archeo- 60, C. Frontonius C FRONTONII: Arenzana,
logico di Barcellona, n. Forma 15/17 (GARABITO
146n). G6MEZ A{fares riojanos,
[CA]Nl'ABR!OFI: (BouBE p, 457),
Suppi. II, p. 74, n, 10). C FRONTON: Arenzana,
CANTABRI: Volubilis, For- Forma 36 (GARABITo
ma 27 (BouBE Mauréta- G6MEZ A{fares riojanos,
nie, p. 137). lt.ilìca, For- p, 458),
ma 33 (MEZQUÌRlZ T,S, 6r. C. I( ) A( ), E( ) CI AE · F: Bezares, Forma
H,, I, p, 46). Mérida, 27 (GARABIT0 GòMEZ
Forma 27 (MEZQUiRIZ Alfares riojanos, p. 131).
T.S,H., II, tav. 8.51- C · I · A · E · F: Bezares
53), Tarragona (C.I.L ( Campagna di scavi
II, 4970, I I 7; VENTURA 1979, inedita),
SOLSONA Tarragona, p.
140), 62. C. I( ) C( ) EX , OF · C · I · C: Rio-
CANTABRI: Coimbra (MA- tinto (DOMERGUE Mar-
YET Conimbriga, p. I 3). cas de Cdstulo, p. 28).
CANTABRI · O: ltàlica, EX OF CIC: Volubilis, For-
Forma 15/I7 (MEZQUIRIZ ma 27 (BoUBE Mauréra-
T,S,H., I, p, 46). Mé- nie, p. 236),
rida, Forma 27 (MEZQUi- C · I · C ·: Riotinto, Forma
RIZ T.S.H., II, tav. 8.50; 15/17 (MAYET Riotilllo,
tav. 9.II6). Sala, Forma p, 160),
15!17 (B0UBE Suppi, I), 63, CL EXOF · C · L: Banasa, Vo-
CANTABRI · OF: Beja lubilis, Forma 15_/17
(Nl'NES DE RIBEIRO Befa, (BoUBE Maurétanie, p.
n, 4181), Sagunto (C.l.L 237),
II, 6257, 38). EX · OFC · L: Andujar,
CANTABRI: Lucenrum Forma 27 (ROCA AndU-
(BELDA DoMÌNGUEZ Lu- jar, p. 18). Banasa e Vo-
cenrum, p. I 60 ). Mérida, lubilis, Forma I5/I7
Forma 2 (FERNANDEZ (BOUBE Mauréranic, n.
MIRANDA, S. H. ,1',férìda, 333; SoT0MAY0R Andù-
p. 812). jar, p. 274, f. 3, n. 22).
54. Cantusinus CANTVSINVS: Ilurco (A- EX O · C · L ·: Andujar,
TENCIA - PEREGRfN--SER- Forma 2 7 (RocA Andù-
RANO, p. 126). jar, p. 18; SOT0MAY0R
CASIAN: Almedinilla, For- AndUjar, p. 274, f. 3,
55, Casian(us)
ma 27 (MEZQUÌRIZ T,S, n. 23). Banasa (BmJBE
Maurétanic, n. 335).
H,, I, p, 46).
EX OCL: Andujar, Forma 27
56, CASO OFCASO: Castro dc Fraes (ROCA Andùjar, p. 19);
(RUSSELL CORTEZ T.S, SOTOMAYOR Anditjar, p.
tardia, p. 21). 274, f. 3, n. 24). Banasa
57· C. C( ) B( ) EX[O]F CCB: Volubilis, (BOUBE Maurétanic, n.
Forma 27 (Bol'BE Mau- 335),
rétanie, p. 138). Volubi- EX CL: Andlljar, Forma 27
lis, Forma 15117 (BOUBE (ROCA Anditjar, p. 19;
Mauréranie, p. 138). SOTOMAYOR Anditjar, p.

58, C. C( ) N( ) EO CCN: Banasa, Forma 27 274, f. 3, n, 25),


(BOUBE Mauréranic, p. EX O C L: Banasa, Forma 27
236, n, 329), Sala (BOUBE (BOUBE Maurétanie, P·
Suppi, II, p, 98, n, 78), 237),

I24
TERRA SIGILLATA ISPANICA

64. Clod(ius) CLOD: Banasa e Volubilis, 79. C. Tilvius C · TIL VI: Anteguera, For-
Forma 27 (BoUBE Mau- ma 27 (MEZQUÌRIZ T.S.
rétanie, p. I39). H., I, p. 19).
65. C. L( ) P( C · LPF: Tricio, Forma 27 80. C. Tivius EX C · TIVI: Tricia, Forma
(GARABITO GòMEZ Alfa- 27 (GARABITO G6MEZ
res riojanos, p. 298). Aljares riojanos, p. 298).
66. C. Mae(cius) M( ), C · MAE · M · M · F: Bil- 81. C. V( ) B( ) EXOFCVB: Represas-Beja
M( ) bilis (C.I.L. II, 4970, (NUNES RIBEIRO Bcja,
290). p. 7r).
67. C. M( ) C( ), !\( ) CMCA: Elvas, Forma 27 82. C. V( ) Das( ) CVDAS: Andujar, Forme 37
(MOUTINHO DE ALARçAO e 29, esterna, tra la deco-
Vi/a Viçosa, p. 185, n. 4). razione (SoTOMAYOR
68. C. N( ) S( ) O F CN S : Lixus, Forma 2 7 Marcas y esrilos, p. 22 ).
(BOUBE Maurétanie, p. EXOCVDAS: Andujar, For-
140). ma 27 (SOTOMAYOR Mar-
cas y esu'/os, p. 22).
69. C. N[ e . N[: Itàlica (PUIG OCHOA
Jtàlica, p. 939). 83. C. V( ) E( EXOF CVII: Beja (NUNES
RIBEIRO Beja, n. 129).
70. C. O( EXOF CO: Aljustrel (VEIGA-
EX OF CVH: Banasa, Forma
FREIRE Vi:pasca, p. 319,
15/17 (BOUBE Mauréra-
n. 7).
nie, p. 238).
EX · OF · CO: Aljustrel
(VEIGA-·FREIRE Vipasca, 85. C. V( ) L( CVL: Mallén, Forma 15'r7
P· 319, n. 7). (MEZQCÌRIZ T.S.I-1., I,
p. 46).
71. C. O( L( ) C · O · L: Troia de Setu-
bal, Forma 27 (COMFORT 86. C. V( ) R( ), S( ) CVRS: Mérida, Forma 27
Roman Pouery, p. 5, n. (MEZQUÌRIZ T.S.H., I,
28). p. 46). Banasa, Forma 27
(BODBE Mauréranie, p.
72. Cosius Rap( ) COSIVSRAP: Beja (NDNEs 141).
RIBEIRO Beja, n. 28).
I
87. C. V( ) R( ), V( ) OCVRV: Tarragona, Forma
73. Cotius C. Orius COTIOF: Beja (NuNES RI- 33 (MEZQUÌRIZ T.S.I-1.,
BEIRO Beja, n. 29). I, p. 46).
74· C. P( ) F( ) C · P · F: Andùjar, Forma 88. Daci( ) DACI: AndUjar, Forma 27
37, esterna, tra la deco- (ROCA AndUjar, p. 27,
razione (SOTOMAYOR n. 33).
Marcas y cstilos, p. 10). 89. Dom( ) OF DOM: Tricia, Forma 27
75. CR EXOFCR: Aljustrel (VEIGA-- (MEZQCÌRIZ T.S.H., I,
FREIRE Vipasca, p. 319, p. 46; GARABITO G6MEZ
n. 8). Affares riojanos, p. 298).
EX · OF · CR: Aljustrel EX DOM: Tricio, Forme 27
(VEIGA-FREIRE Vipasca, e 35 (GARABITO GòMEZ
p. 319, n. 8). Alfarcs riojanos, p. 298).
76. es EXOFCS: Represas--Beja 90. EAAE IIAAI!: Lucentum (BELDA
(NFNES RIBEIRO Beja, DoMiNGUEZ Lucentum, p.
p. 71). 160).
EX OF CS: Volubilis, Forma 91. E( ) M( EX OF EM: Mallén, Forma
27 (BouBE Maurétanie, 37, esterna (MEZQUiRIZ
p. 238). T.S.H., I, p. 48).
OF CS: Volubilis, Forma 92. Enius ENI: Pamplona (.lVlEZQDÌRIZ
15/17 (BOUBE Mauréta- T.S.H., I, p. 46; Pom-
nic, p. 238). paelo I, p. 276).
77- C. S( ) R( CSR: Sala, Lixus, Forma 27 OF ENI: Mérida (FERNAN-
(BoUBE Afaurétanie, p, DEZ MIRANDA 5'.H. Mé-
140). rida, p. 812).
78. C. S( ) Tr( ) I CSTR: Cartagena (C.J.L. II, 93. E( ) T( ) EXOFET: Baelo (Belo II,
T( ), R( ) 6257, 168), p, I 72, n, 34).

I2J
TERRA SIGILLATA ISPANICA

94· F( ) EX OF F: Aljustrel (VEIGA- FIRMI TRI: Volubilis, For-


FREIRE Vipasca, p. 319, ma 27 (BOTJBE Mauréta-
n. 9). Volubilis e Sala, nie, p. 144). Italica, For-
Forme 27 e 15 117 (Bou- ma 15/17 (FROTH!NGHAM
BE Maurétanie, p. 239). 1937, pp. 39-40, nn.
95. Fes(tus) OF · FES: Arenzana, pian- 365-430). Tarragona (C.
ta pedis. Inedita. I.L. II, 4970, 197).
FIR · TRI: !tàlica, Forma 36
96. Fes(tus) At[ FES · A T[: Banasa, Forma
(MFlQUÌRIZ T.S.H., !,
I5iI7 (BODBE 1\.1auréta-
p. 48).
nie, p. 141).
99. Fla(vius) BI( OF FLA BL: Banasa (BoUBE
97. Firmus FIRMIO: Volubilis, Forma
Maurétanie, p. 145).
15/17, Lixus, Forma 27
(BOUBE Maurétanie, p. I oo. Flaccus EXOFFLAC: Villafranca de
142). Coimbra (MAYET los Barros (MoNSALUD
Conimbriga, p. 17). Mé- BRAH, L, 1907, p. 460).
rida, Forma 27 (FERNAN- EX O FLA: Tricio, Forma
DEZ MIRANDA S.H. Mé- 15;17 (GARABIT0 GÒMEZ
rida, p. 8n). Volubilis, Alfares riojanos, p. 288).
Sala, Banasa e Lixus FLACCI: Coimbra (MAYEr
(BOUBE Maurétanie, p. Conimbriga, p. 21).
143). 101. Flaccus, F( FL · ACCI F: Itàlica, Forma
FIRM · OFI: Mérida, For- 27 (fROTHINGHAM 1937,
ma 27 (FERNANDEZ A1.r- p. 38, n. 290). Villafran-
RANDA S.H. Mérida, p. ca de los Barros, Forma
SII). Volubilis, Sala, Ba- 35 (FROTHINGHAM 1937,
nasa e Lixus (BoUBE p. 38).
Maurétanie, p. 143). 102. Flaccus, R( ) FLACCI · R: !tàlica, Forma
FIR: Mérida, Forma 27 27 (MEZQUIRIZ T.S.H.,
(FERNÀNDEZ MIRANDA S. I, p. 46; Il, tav. 9.110).
H. Mérida, p. SII). Vo- FLAC · C!R: Portugal, For-
lubìlis, Sala, Banasa e ma 2 7 (M0UT!NHO DE
Lixus (BOUBE Mauréta- ALARçAO Vi/a Viçosa, p.
nie, p. 143). 195, n. I 5).
FIRMI OFIC: Volubilis,
Forma 27 (BoUBE Mau- 103. Flaccus, To( ) FLACCITO: Tarragona (C.
réranie, p. 143). J.L. Il, 4870, 198; VEK-
ITRA SOLSONA T arrago-
OF FIRMI: Sala, Forma 27
na, p. 145). Villafranca
(BOUBE Mauréranie, p.
de los Barros (M0NSALUD
143).
BRAH, L, 1907, p. 460).
FIRMIOF: Banasa, Forma
27 (BOUBE Maurétanie, 104. Flaccus, Tr( ) FLA CCI TR: Coimbra, For-
P· 144). ma 15/17 (MAYET Co-
OFI · FIRM: Tarragona nimbriga, p. 22 ). Lixus,
(C.1.L. II, 4970, 196). Volubilis, Banasa e Sala,
OF[.]FIR: ltàlica, Forma Forma 27 (B0UBE Mau-
27 (MEZQUIRIZ T.S.H., I, rétanie, p. 19).
FLACCI TR: Coimbra, For-
P· 49).
ma 15/17 (MAYET Co-
98. Firmus Tri( ) FIRMITRI: Coimbra, For- nimbriga, p. 23).
ma 27 (MAYET Conim- FLACC TR: Elvas, Forma
briga, pp. 19-20). 27 (MouTINHO DE ALAR-
]IRMITRI: Coimbra (MArrr çA0 Vi/a Viçosa, p. 195).
Conimbriga, pp. 19-20).
[F]IRMI TRI: Coimbra 105. Flami(us) FLAMIO: Mérida, Fornu46
(MAYET Conimbriga, pp. (MEZQUIRIZ T.S.H., I,
19-20). p. 46).
[FIR]Ml · TR: Coimbra 106. Flavianus FLA VIANI: ltàlica, Forma
(1\1.AYET Conimbriga, pp. 17 (FROTHINGHAM 1937,
19-20). p. 25, n. 285).

126
TERRA SIGILLATA ISPANICA
----
107. Flavinus FLAVINI: Coimbra, Forma 15/17 (BOUBE Mauréta-
27 (lviAYET Conimbriga, nic, p. 138).
p. 25). 121. G. Cl( ) EX · OF · G · CL: Andùjar,
108. For( ) FOR: Iruòa. Museo de Vi- Forma 27 (ROCA Andù-
toria. jar, p. 19).
109. F( ) Pu( OF · F · PV: Bezares, Forma 122. G. Cor( Fuscus G · COR · FVSCI ·: Banasa
27 (GARABITO G6MEZ (BOVBE Suppi. Il, pp.
Alfares riojanos, p. I 91 ). 75-76).
110. Front( Pa( ) O FRONT PA: Bezares, For- r23. G. F(ul.) Pat( EX · OG · F · PAT: Lixus,
me 27 e 15/17 (GARABITO Sala, Forma 27 (BOUBE
G6MEZ Aljares rioianos, A1aurétanie, p. I 50). Sa-
p. 134). la, Forma 15/17 (BOUBE
Suppi. II, p. 76).
111. F( ) Via( FVIA OF: Mérida (MEZQui-
EXO · G · F · PAT: Sala,
RlZ T.S.H., I, p. 46).
Forma 15/17 (BOUBE
112. Fulv(ius) EXOFFVL: Coimbra, For- Suppi. II, p. 76).
ma 27 (.MAYET Conùn- EX · O · G · FPAT: Sala
briga, pp. 27-28). (BOUBE Maurétanie, p.
FVLV: Volubilis, Forma 2 7 150).
(BOUBE Maurétanie, p.
124. G. I( ) C( ) EX · OF · GIC: Andùjar,
147). Forma 27 (ROCA Andù-
r 13. Ful(vius) P(at.) EX · O · FVL · P: Coimbra, jar, p. r8). Riotinto, For-
Forme 27 e 15,'17 (lvlA- ma 15/17 (DOMERGUE
YET Conimbriga, pp. 26- Marcas de Cdsrulo, p. 41 ;
28). MAYET Riotinro, p. 160,
114. Ful(vius) Par( ), [EX]O · FVL · PAT · n. 40).
Festus FESTI: Coimbra, For- 125. G. I( ) Tr( ) GITR: Volubilis, Sala, For-
me 27 e 15(17 (MAYET ma 27 (BOUBE Mauréta-
Conùnbriga, pp. 26-~28). nie, p. 240). Andlljar,
OF FVS: Tricio, Forma 35 Forma 27 (ROCA AndU-
n5. Fus(cus)
(GARABITO G6MEZ Alfa- jar, p. 19).
res riojanos, p. 134). 126. G. O( ) EX · OF · GO: Aljustrel
OF · FVS: Bezares, Forme (VEIGA-FREIRE Vipasca,
27 e 15•17 (GARABITO p. 320, n. IO).
G6MEZ Alfares riojanos, 127. G. Sam( ) EX OF G SAM: Astorga,
p. 134). Forma 15;17 (MANANES
116. G( EXOFG: Mauritania Tingi- Astorga, p. 189).
tana (THOUVENOT Es- 128. G. Scr( ) OF · G · SCR: Volubilis,
tampi/les, p. 86). Forma 33, Sala (BOUBE
II7. G. A( ) H( ) OEX OF GAH: Volubilis, Maurétanie, p. r 50).
Forma 27, Banasa (Boc- 129. I( ) Ae( ) EX O IAE: Volubilis, Forma
BE A!fauréranie, p. 233). 27 (BOt.:BE Maurétani'e,
rrS. Gaius [ OF · GAI[: Coimbra, Forma p. 151).
27 (MAYET Conimbr~ga, 130. Ian( Ma( ) IAN .M...-\: Argo te, esterna,
p. 28). tra la decorazione (Acu-
II 9. G. Annius Tr( ) G · ANNI TR: Lixus, Cotta, NA - ELORZA Notas, pp.
Volubilis, Forma 15/r7 159-171).
(BoUBE Maurét'ànie, p. r 3 r. Ianuarius IANVARI: Volubilis, Forma
148). I 5 l 7 (BOUBE A1auréta-
G · AN · TR: Banasa, Lixus, nie, p. 151).
Forma 27 (BoUBE A1au- 132. I( ) C( ) EX O · I · C: Banasa, Forma
réram·e, p. 148). 27 (BOUBE Maurétanie,
120. G. C( B( ) EXOF GCB: Tricio, Forma p. 241).
36 (GARABITO G6MEZ EX O I C: Andujar, Forma
Aljares riojanos, p. 298). 27 (ROCA Andùjar, p.
Volubilis, Forme 27 e 19).

127
TERRA SIGILLATA ISPANICA

EX O · [!] C: Andùjar, For- E · IVMA: Tricio, Forma 27


ma 15/17 (ROCA Andù- (GARAmTO GÒMEZ A/fa-
jar, p. 20; SOTOMAYOR rcs rzo;anos, pp. 300-
Andùjar, p. 274). 301).
!!X OF IC: Sala, Forma 27 EX IVMA: Tricia (GARABl-
(BOUBE Maurétanie, p. TO G6MEZ Alfares rioja-
152). Cotta, Forma 27 nos, pp. 300--301).
(BOVBE A1auréranic, p. IVM F: Tricio, Forma 27
80). (GARABIT0 GòMEZ A/fa-
ICAD: Andl.J.jar, Forma 27 res riojanos, pp. 300-
133. Icad( )
(retrogrado) (RocA An- 301 ).
dUjar, p. 19, n. 23). IV1vl OF: Tricio, Forma 27
(GARABIT0 GòMEZ A/fa-
1 34. I peri( ) IPERI: Astorga, Forma 27 res ru~7anos, pp. 300-
(MANANES Astorga, p.
301).
189).
138. lu(lius) Mi( ) EXO IVMI: Calabriana,
135. lul(ius) OF IVL: Mérida, Forma 27 Forma 8 (ACUNA-· ELOR-
(MEZQU]RlZ T.S.H., I, ZA Notas, p. 168).
p. 46). IVMI: Tricio, Mudeo de la
136. Iul(ius) Osi( ) IVLOSI: Juliébriga, Forma Guardia (ACUNA - ELOR-
. 1517 (MEZQU!RlZ T.S. ZA Noras, p. 168).
H., I, p. 46). 139. Iunius IVNI: Lixus, Forma 27
137. Iu(lius) Ma( ) EX OF IVM[: Bezares, For- (BOUBE Mauréranie, p.
ma 27 (GARABITO G6MEZ 152).
Alfares riojanos, p. I 34). 140. Iur(ius) Anc( ) IVRANC: Salamanca, Forma
OFIVM: Tricio, Forma 15/ 29, matrice (MEZQUiRIZ
17 (MEZQUIRlZ T.S.H., Notas, p. 240).
I, p. 46). Banasa, Forma J4I. Iurius Iurius I( OF IVRII: Ilurco (ATENClA-
27 (BoUBE Maurétanie, PEREGRiN-·-SERRANO, p.
p. So). 126).
EX · O · IVM: Trivio, For-
142. l( V( ) T[ EX OF I · V · T[: Volubilis,
ma 27 (GARABITO GoMEZ
Aljares riojanos, p. 300). Forme 15;17 e 27 (Bou-
BE Maurétanie, p. 241 ).
Banasa (BounE Mauréta-
nic, p. I 52). I 4 3. Karacter KARACTER: Mérida, For-
F!VMA: lrufia (AcDNA ma 46 (Museo Archeo-
ELORZA Notas, p. 168). logico, nn. J 5083, 23072;
EX · OF · IVMA: Tricio, MAYET 1984, p. 141).
Forma 27 (GARABITO 144. Ko( ) EX O KO: Tricia, Forma 27
G6MEZ Aljares riojanos, (GARABITO GòMEZ A/fa-
pp. 299-300 ). res riojanos, p. 302).
OFIVMA: Tricia, Museo de
145. L( ) EX O L : Banasa, Forma 27
la Guardia (AcuNA
(BOUBE Maw-étanie, p.
ELORZA Notas, p. 168).
153).
OF · IVMA: Trivio, Forme
36, 24/25 e 27 (GARABITO qG. L. Ab( ) I( ) OF LAB!: lnilica (Pmo
G6MEZ Aljares riofanos, OCH0A Itàlìca, p. 939).
p. 299).
147. L. A( ) Mar( ) LA MAR: lrufia ( A CUNA -
EX · O IVMA: Tricio, For-
ELoRZA Notas, p. 63).
ma 36 (GARABITO GòMEZ
A(fares rù'.ìanos, p. 299). 148. Lapillius LAPI: lbiza, Forma 27 (FER-
EXOIVMA: Tricio, Museo NANDEZ MIRANDA lbiza,
de la Guardia (AcuNA - p. 287).
ELORZA Notas, p. 168). LAPIL: Ibiza, Forma 27
EX OIVMA: Tricio, Forme (FERNANDEZ MIRANDA 1-
2 7 e 46 ( GARABITO Gò- biza, p. 287).
MEZ Alfares rio_fanos, p. ]APIILIO: Villaverde (Fu1-
299). no Carperania, p. r II).
TERRA SIGILLATA ISPANICA

]APILLI: Mérida, Forma 27 EX OF LCA: Andùjar, For-


(MEZQUIRIZ T.S.H., I, me 15/17 e 27 (ROCA
P· 45). AndUjar, p. 21; SOTO-
LAPILI: Mérida, Forma 15/ MAYOR AndUjar, pp. 272-
17 (MEZQUIRIZ T.S.H., 274, f. 3, nn. IO, II, 27).
I, p. 45). Astorga, Forma EX [O]F LCA: Andùjar,
27 (MANANES Astorga, p. Forma 15/17 (ROCA An-
189). Valderal (DELIBES dUjar, p. 21). Banasa,
Tierra de Campos, p. Volubilis, Forma 27
182). (BOVBE Maurétanie, pp.
LA · PILI: Còrdoba, Forma 70 e 71).
46 (MEZQUÌRIZ T.S.H., OF LCA: Andùjar, Forma 27
I, p. 45). (RocA AndUjar, p. 21;
LAPILL: Ibiza, Forma 27 SoTOMAYOR AndUjar, p.
(FERNÀNDEZ MIRANDA I- 272, f. 3, n. 12).
biza, p. 287). 151. L. Clo(dius) EX · OF · L · CLO: Mé-
L[A]PILLI OF: lbiza (FER- rida (MEZQUfRIZ T.S.H.,
NANDEZ MIRANDA Ibiza, I, p. 45; II, tav. 9. 70).
p. 287). EX · OF · L · CLO: Volubi-
EX · OF · LAPILLI: Ibiza lis, Forma 15/17 (BOUBE
(FERNANDEZ MIRANDA f. Maurétanie, p. 153). Sa-
biza, p. 287). la, Forma 27 (B0UBE
LAPILLI: Coimbra, Forma Maurétanie, p. 154). Cot-
27 (MAYET Conimbriga, ta, Forma 15/17 (BouBE
p. 29). Tricio, Forma 27 Maurétanie, p. 154).
(GARABITO GòMEZ Alfa- l 52. L. C( ) V( ) EX L LCV: Andùjar, Forma
res riojanos, p. 302). 27 (ROCA AndU.far, p. 22;
LAPILLI · OF: Tricia, For- SOTOMAYOR AndUjar, p.
me 15/17 e 27 (GARABITO 272, f. 3, n. 13).
G6MEZ Alfares riojanos,
EX OFLC · V: Andùjar,
p. 302). Forma 15/17 (ROCA An-
IIX · OF · LAPILLI: Tri- dUjar, p. 22; SOTOMAYOR
cia, Forma 15/17 (GARA- AndUjar, p. 272, f. 3,
BITO G6MEZ Aljares rio- n. 14). Andll.jar, Forma
janos, p. 303). 27 (ROCA Andùjar, p. 22;
EX · OF APILLI: Tricia, SoTOMAYOR AndUjar, p.
Forma 27 (GARABIT0 272, f. 3, nn. 15 e 16).
G6MEz Alfares riojanos,
153. L. I( ) A( ) OFL!A: Anduja1, Forma 15/
p. 304).
17 (ROCA Andùjar, p.
EX OF LAPILLI: Coimbra 23; SoTOMAYOR AndU-
(MAYET Conimbriga, p.
Jar, p. 272, f. 3, n. 17).
30).
IIX O NAPILI: Irufia (Acu- 154. L. Mare( ius) EX O L MARC: Arenzana,
NA - ELORZA Notas, p. Forma 36 (GARAB!TO
163). G6MEZ Aljares riojanos,
!IX OF LC: Andùjar, Forma p. 258).
u9. L C(
27 (ROCA AndUjar, p. 20; 155. L. M( ) F( ) L · M · F · F ·: Ilurco (A-
SOTOMAYOR AndUjar, p. TENCIA - PEREGRfN--SER-
272, f. 3, n. 8). Andùjar, RANO, p. 126).
Forma I 5 / I 7 (ROCA An- 156. L. M( ) P( ) L · M · P ·: Ilurco (SERRANO
dUjar, p. 20). Banasa, RAMos Sigillara hispa-
Forma 27 (BoUBE Mau- nica, p. 157).
rétanie, p. 348).
i •;o. L. C( ) A( ) !IX OF LCA: Andùjar, For- 157- L. Nas( De( ) L · NAS · DII: Monturque,
ma 27 (RocA Andùjar, Forma 27 (MEZQUiRIZ T.
p. 21; SOTOMAYOR An- S.H., I, p. 47; II, tav.
ditjar, p. 272, f. 3, n. 9). 9.u5). Beja (NUNES RI-
Andlljar, Forma 15/17 BEIRO Beja, p. 71).
(ROCA Andzijar, p. 21 ). 158. L, S( OF LS: Arenzana. Inedita.

125)
TERRA SIGILLATA ISPANICA

I 59. L. Scm(pronius) O · L · SEM VALE: Volu- OFLV · PIA · NI: Coimbra,


Vale( ) bilis, Forma 15/17 (Bou- Forma 2 7 ( MA YET Co-
BE Mauréranie, p. I 59 ). nimbriga, p. 42 ).
O · L · SEM · VALE: Tri- 170. Lupus EX OF LVFI: Siviglia, For-
cio, Forma 27 (GARABI- ma 15/17 (MEZQt:fR1z T.
TO G6MEZ Aljares rioja- S.H., I, p. 46).
nos, p. 206). OF LVPI: Tarragona, Forma
160. L. V( ) EXOF L ·V: Lugo (VAZQUEZ 15117 (MEZQUIRIZ T.S.
SEIJAS Terra Sigillata, p. H., I, p. 47; II, tav. 9.8i
42). C.I.L. II, 4970, 276;
161. L. V( ) Ca( ) LVCAO: Lixus, Forma 27 VENTURA SOLSONA T ar-
(BOUBE Maurétanie, p. ragona, p. I 66).
155). 171. Lu( ) Sem( ) O · L · SEM: Tarragona ( C.
I 62. Luc( ) Fir(mus) OF · LVC · FIR: Coimbra l.L. Il, 4970, 466; VEN-
(MAYET Conimbriga, pp. TURA SOLSONA Tarrago-
34~35). na, p. 131). Volubilìs,
163. Lucius Annius L VCI · ANNI: Coimbra Forma 27 (BOUBE Mau-
(MAYET Conimbriga, pp. rétanie, p. 157).
34~35). OF L SEM: Tricia, Forma
27 (GARABITO GòMEZ
I 64, Lucius Pi( ) OF · LVCIPI: Tarragona,
Alfares riojanos, p. 304).
Forma 15/17 (MEzQuf-
OF · L · SE[M): Coimbra,
RtZ T.S.H., I, p. 46).
Forma 27 (MAYET Co-
OFLVCIPI: Siviglia, Forma
nìmbriga, p. 36).
15/t7 (MEZQUfRIZ T.S.
O · L · SIIM: Coimbra
H., I, p. 46).
(MAYET Conimbriga, p.
165. Lucretius Fe( ) EX OF LVCRIITI FE: Ità- 39).
lica, Forma 15/17 (MEz- LV · SEM: Volubilis, Sala,
QUiR1z T.S.H., I, p. 46). Forma 27 (BOUBE Mau-
lt8.lica, Forma 18 (FRo- rétanie, p. I 58).
THINGHAM 1937, p. 44, OLV SEM: Coimbra, Forme
n. 306).
I5/I7 e 27 (MAYET Co-
166. Lu( ) Fla( ) EXOF · LV · FL: Tarrago- nimbriga, p. 36).
na (C.J.L. II, 4970, 270).
172. Luteus L VTEVS: Arenzana, Forma
EX · OF · LV · FL[: Aren-
37, esterna, tra la decora-
zana (inedita).
zione (inedita).
O F · L · FLA: Arenzana
(inedita). 173, M( M · OF: Tricio, Forma 27
(GARABITO G6MEZ Alfa•
167. Lu( ) Iu( ) LV · IV: Tricia, Forma 15/
17 (GARABITO GòMEZ
res riojanos, p. 307).
Alfares riojanos, p. 305). 174. Manlius EX OF MANU: Lixus, Vo-
168. L. V( ) Ma( EXO L V MA: Volubilis, lubis, Forma 27 (BouBE
Forma 15/17 (BOUBE Maurhanie, p. I 60). Sa-
Mauréranìe, p. 155). la, Volubilis, Forma 15_/
I7 (BOUBE Maurétanie,
I 69. Lupianus OF LVPIANI: Lixus, Forma
p. 161).
27 (BOUBE Maurétanie,
p. r 56). Lixus, Banasa, MANLI: Lìxus, Forma 27
(BouBE Maurécanie, p.
Volubìlis, Sala, Forma
161).
27 (BOUBE Maurétanie,
p. 156). Aramenha, For- 175. Manlius Maternus MAN · MAT · T: Ara-
ma I 5/17 (NEVES Ara- rnenha, Forma r8 (COM-
menha, p. 8). FORT Roman Pottery, p.
OFLVPIANI: Coimbra, 4, n, II).
Forma 27 (MAYET Co- MANU MATERNI: Ca-
nimbriga, p. 42). strojeriz, Forma 37,
OF L VPIANI: Lixus, Bana- esterna, tra la decora-
sa (BoUBE Maurétanie, zione (ABASOLO Santuo-
p. 80). la II, p. 279).

130
TERRA SIGILLATA ISPANICA
I 76. Mascu(lus) MASC · OF: Volubilis, For- Castulo (SOTOMAYOR
ma 15/17 (BoUBE Mau- Andujar, p. 276).
rétanie, p. I 63).
[EJX OFMCF: Castillo de
MASCV: Banasa, Forma 27 Loeubin, Jaén (SERRANO
(BOUBE Maurétanie, p.
Andùjar, p. 76).
162).
184. Miccio MICCIONIS: Castulo, For-
I 7ì- Mascu(lus) TI MASCV · TI: Bezares, For-
ma 40, esterno e Forma
ma 72 (GARABlTO G6MEZ 27 (ALMAGRO-CABALLE-
A(fares riojanos, p. 134). RO Miccia, pp. 512-517).
178. M. Ate(ius) Ace( ) M · ATE ACC: Solsona, Castulo(DOMERGUEMar-
Forma 27 (MEZQUÌRlZ cas de Cdstulo, p. 29).
T.S.H., I, p. 47). OFMICCIO: Roucca (Alem-
MA TE · ACC: Solsona, For- tejo), Forma 3r (COM-
ma 27 (MEZQUÌRlZ T.S. FORT Roman Pottery,
H., I, p. 47). p. 2).
179. M. At(eius) Blae(sus) OF MAT BLAE: Volubilis, EX MI cero: Castulo (Do-
Forma 33 (BOUBE Mau- MERGUE Marcas de Cd-
rétam·e, p. 163). Cotta, stulo, p. 29).
Forma 15/17 (B0UBE OF MICCIO: Càstulo, For-
Maurétanie, p. 163). Ba- me 15/17 e 27 (ALMA-
nasa, Cotta, Forma 27 GRO-CABALLERO Miccio,
(BoUBE Maurélanie, p. p. 534).
165). OFMCIO: Roucca, Forma
OF · MAT BLAE: Banasa, l 7 (COMFORT Raman
Cotta, Forma 15/17 Pottery, p. 3).
(BoUBE Maurétanie, p. OF MCCIO: Roucca (COM-
165). FORT Roman Pottery p.
OF · MAT BL: Banasa, For- 3; BAIRRÀO OLEIRO Ele-
ma 27 (BoUBE Mauréta- mentas, I, p. 97).
nie, p. 166). OFM · CIO: Roucea, Forma
MA T BLOF: Banasa, Lixus, 35 (COMFORT Raman
Cotta, Forma 27 (B0UBE Pottery, p. 4). Aramenha,
Maurétanie, p. 166). Cot- Forma l 8 (COMFORT Ro-
ta, Forma 44 (BOUBE man Pottery, p. 4).
Maurétanie, p. 167). Cot- MICCIN: Torre d'Ares (AL-
ta, Forma 33 (BOUBE MAGRO-CABALLERO Mic-
Maurétanìe, p. 168). cia, p. 540 e C.J.L. II,
180. M. Ate(ius) Cap(ito) O · MATE CAP: Souk-el- 6257, 120). Belo (BALtL
Arba, Forma 27 (BoUBE Marcas, p. r36).
Maurétanie, p. 159). OF · MIC: Tarragona (C.J.
181. Maternus V( )
L. II, 4970).
MATERNI VIVLI: Fonte
Iuli( ) ? OF MICC: Badajoz, pianta
do Melho, Forma 37
pedis ( MÉLIDA Catalo-
(RUSSELL CORTEZ T.S.
go Monumental Badajoz,
tardfa, p. 27).
p. 459; ALMAGR0-CA-
x82. MAXV MAXV : Castro Verde de BALLERO Miccia, p. 538).
Campos (DELIBES Tierra Aramenha (BAtRRAo
de Campos, p. 204). OLEIRO E/ementas I, 97).
EX OF M C F: Volubilis, IIXOFMIC: Roucca, Forma
Forma 27 (BoUBE Mau- 3r (COMFORT Roman
réranie, p. 242). Pottery, p. 3).
EX OF MCF: Andujar (Ro- IIXOMICC: Aramenha,
CA AndUjar, p. 23; SOTO- Forma 24/25 (COMFORT
MAYOR AndUjar, p. 276, Roman Pottery, p. 3).
f. 3, n. 29). Volubilis, !IX · OF · MICC: Roucca,
Forma 27 (BoUBE Mau- Forma 31 (COMFORT Ro-
réranie, pp. 349-350). man Pottery, p. 3). Tar-

131
TERRA SIGILLATA ISPANICA

ragona (VENTURA SoL- 186. Min( ) OF MIN: Caldas de Ma-


SONA Tarragona, p. 131). lavella (BRAH, XLIV,
IIX · O F MI: Roucca, Forma I 904, p. 86).
3r (COMFORT Roman 187. M. lu( MIV: Tricio, Forma 27 (GA-
Pottery, p. 3).
RABITO G6MEZ Alfares
IIX[.]FMICC: Roucca, For- riojanos, p. 308).
ma 31 ( COMFORT Roman
Pottery, p. 4; ALMAGRO~ 188. M. N( ) C( ) M N C: Juli6briga (MEZQUi-
CABALLERO Miccìo, pp. RlZ T.S.H., I, p. 47).
532-533). 189. Mo( ) N( ) OF · MON: Volubilis, For-
!IX O F MI CC: Tarragona ma 27 (BoUBE Mauréta-
(ALMAGR0 - CABALLERO nie, p. t 68).
Miccia, p. 531; VENTURA
190. Mo( ) V( ) EX O MOV: Andùjar, Forma
SOLSONA Tarragona, p.
131). 27 (RocA Andùjar, p.
OF MICCIONIS: Cotta, 23).
Forma 37, esterna retro- 191. M( ) S( ) EX OF MS: Andùjar, Forma
grada (BOUBE Mauréca- 27 (ROCA Andùjar, p. 23;
nie, p. 83, F e G). SoTOMAYOR AndUjar, p.
Alora ( C.I.L. II, 4970, 276, f. 3, n. 3).
325). Castulo, Forma 27 M · S ·: Ilurco, Forma 37,
(ALMAGRO - CABALLERO esterna (ATENCIA-PERE-
Miccia, p. 534). GRfN-SERRANO, p. 125).
OFI MICCIONIS: Castulo
192. M( ) Sat( ) [OF]ICIN[A]Mhedera SAT:
(DOMERGUE Marcas de
Forma 37 decorata, nel
Castulo, pp. 35-36).
fregio inferiore. Retro-
EX · O · I[ ]CC[ ]IS: Tri- grada (SOTOMAYOR Mar-
cio, Forma 27 (GARABITO
cas y estilos, p. 16).
G6MEz Aljares riojanos,
193. M. S( M( ) M · S · M ·: Andùjar, For-
p. 308).
me 29, 29/37 e 37, ester-
OFI MICCONIS:Colladode na, tra la decorazione
los Jardines (ALMAGRO- (SoroMAYOR Marcas y
CABALLERO Miccia, p. estilos, p. r 3, f. 6).
532; CALVO Y CARRÉ Ex-
EX · OF · M · S · M: An-
cavaciones, 1919, p. 25).
dUjar, Forme 37 e 29/37,
OF · MICCION: Càstulo, esterna, tra la decora-
Forma 2 7 ? (ALMAGRO- zione (SOTOMAYOR Mar-
CABALLERO Miccia, pp. cas y estilos, pp. 13-16).
534 e 537). MS · M: Andùjar, Forma 37,
OFF · MICIONI: Urso? o entro un cerchio (Soro-
provincia di Malaga (AL- MAYOR Marcas y esrilos,
MAGRO-CABALLERO Mic- p. 15).
cia, p. 538; C.I.L. II,
6257, 121). 194. M. S( ) M( ), EX ·OF ·M ·S ·MF:An-
F( ) dl.ljar, fondo di matrice
EX · OFMICCI: Alicante
della Forma 37. In ta-
(ALMAGRO - CABALLERO
bella ansata ( SoTOMAYOR
Miccia, p. 531; BELDA
Marcas y estilos, p. 15).
DOMINGUEZ Lucentum, p.
87; C.I.L. II, 4972, 79). 195. M. T( ) F( ) M · T · F: Andùjar, Forma
EX · OF MICC: Roucca, 37, esterna, tra la deco-
Forma 31 (ALMAGR0- razione (SoTOMAYOR
CABALLERO Miccia, p.
Marcas y esrilos, p. 17).
539; BAIRRÀO OLEIRO E- 196. M. Tr( OF · MTR: Volubilis, For-
lementos I, n. 37). ma 27 (BoUBE Mauréta-
185. Mimus OF · MIMI: Tarragona, nie, p. 169).
Forma 15;17 (VENTURA 197. M. V( ) Core( ) MVCORE: Palencia, Forma
SOLSONA Tarragona, p. 24/25 (MEZQUiRrz T.S.
I 53, n. 26). H., I, p. 47).

132
TERRA SIGILLATA ISPANICA

EX O NA: Andujar, Forma 209. N. Osi( NOSI: Beja (NuNES RIBEtRo


15/17 (ROCA Andujar, p. Beja, n. 45).
2 3; SOTOMAYOR AndU-
210. Novius EX OF NO: Baelo (Belo
jar, p. 276, f. 3, n. 33).
II, n. 74).
EX · OF NA: Jàvea (MAR- EX OF NOV: Banasa, For-
TfN-SERRES Jdvea, p.
ma 27 (BouBE Mauréta-
29). nie, p. 172).
199. N. Aqu(ilius ?) E( ) NAQVE: Tarragona (VEN- OFNOVI: Baelo (Belo II,
TURA SoLSONA Tarrago- n. 77).
na, p. 149; C.I.L. Il, IIX OF NOV: Banasa, For-
4970, 40). ma 27, Cotta (BouBE
NAQVEO: Tarragona (VEN- Maurétanie, p. 172).
TURA SOLSONA Tarrago- [IJIX ON O: Volubilis, For-
na, p. 149). Irufia (Acu- ma 27 (BoUBE Mauréta-
NA - ELORZA Notas, p. nie, p. 173).
163). IX OF NO: Volubilis, Ba-
NAQVEOF: Tarragona nasa, Forma 27 (BouBE
(VENTURA SOLSONA T ar- Maurétanie, p. 173).
ragona, p. 149). 21!. Nov(ius) T( ) EX OF NOVT: Numancia
NAQVI: Volubilis, Forma (MEZQUÌRlZ T.S.H., I,
27, Lixus (BouBE Mau- p. 47; II, tav. 9.95).
rézanie, p. 169). !IX OF NOVT: Banasa, Vo-
200. N. Aqu(i!ius ?) NAQVT[ .. RJOTAE: Coim- lubilis, Forma 15/17
[Epir]ota? bra (MOUTINHO DE A- (BoUBE Maurétanie, p.
LARçAo Museo Machado, 172).
p. 27). 212. N[ N[: Itàlica, Forma 8 (MEZ-
20r. N. Aqu(ilius ?) T( ) NAQVT: Coimbra (Mou- QUfRlZ T.S.H., I, p. 47).
TINHO DE ALARçAo Mu- 213. Q.? A( ) Dee( )? EX · OF · OADEC: Irufia,
seo Machado, p. 60, n. Forma r5;17 (MEZQUfRlZ
27). T.S.H., I, p. 47).
202. Nas( ) De( ) NAS · DI: Italica, Forma 15/ 214. Octavius EX · OF · OCT: Mérida,
17 (MEZQUÌRlZ T.S.H., Forma 15/17 (MEZQUÌ-
I, p. 47; II, tav. 9.n4). RlZ T.S.H., I, p. 47).
NAS · DII: Sala, Cotta, Vo- OCT · AVIO: Mérida, For-
lubilis, Forma 27 (BoUBE ma 27 (FERNANDEZ MI-
Maurétanie, p. I70). RANDA Mérida, p. 290).
203. Na( ) Us( ) NA VS: Cardilio, Forma 24/ 215. Oct(avius) Mat( ) OCT M[: Sala, Forma 33
25 (ALARCÀO Cardi/io, (BoUBE Maurétanie, p.
p. 6). 174).
OCT · MA: Itàlica, Forma
204. Nem( ) Fus(cus) NEMFVS: Banasa, Forma 27
46 (MEZQUiRlZ T.S.H.,
(BOUBE Maurétanie, p.
171). I, P· 47).
OCT · MA · O: ltàlica, For-
205. N( ) Flavi(us, -anus) N · FLA VI: Numancia ma 17 (MEZQUÌRlZ T.S.
(MEZQUÌRlZ T.S.H., Il, H., I, p. 47). Itàlica, For-
tav. 260.39). ma 27 (MEZQUiRlZ T.S.
206. Nic( ) NIC: Aljustrel (VElGA-FREl- H., I, p. 47; FROTHING-
RE Vipasca, p. 320, n. HAM 1958, p. 43, nn.
12). Irufia, Museo Pro- 296, 294). Itàlica, Forma
vincia! de Vitoria. 15/17 (MEZQUÌRlZ T.S.
H., I, p. 47; FROTHING-
207. N( ) Iu( NIV: Juliòbriga, Forma 27 HAM 1937, p. 42, n. 282).
(MEZQUÌR!Z T.S.H., I, OCT · MA · OF: Coimbra
P· 47). (MAYET Conimbriga, p.
208. NLSEROV NLSEROV: Numancia, For- 44). Mérida, Forma 27
ma 17 (MEZQUÌRlZ T.S. (MEZQUiRIZ T.S.H., I,
H., I, p. 47). p. 164; II, tav. 8.59).

133
TERRA SIGILLATA ISPANICA

OMAT: Lugo (VÀZQUEZ SEl· 17 (MEZQUÌRIZ T.S.H.,


JAS Terra Sigillata, p. I, p. 47).
42). PATER ALE: Italica, For-
OM: Caparra (BLÀZQUEZ Ca- ma 15/17 (MEZQUÌRIZ T.
parra III). S.H., I, p. 48).
OI OCT · MA · OI: Troia PA · TER · A[LE]: Coim-
de Setubal ( COMFORT bra, Forme 45, 27 e 33
Roman Pottery, p. 5, (.MAYET Conùnbriga, p.
n. 24). 45).
216. O( ) I( ) OF OI: Volubilis, Forma 27 PAT · RALE: Mérida, For-
(BOUBE Maurétanie, p. ma 27 (FERNÀNDEZ MI-
175). RANDA Mérida, p. 290).

217. P( ) EX OF P ·: Volubilis, Forma 222. Pater(nus) Ati( ) PA · TER · ATI F: ltàlica,


27 (BoUBE Maurétanie, Forma 27 (FROTHING-
p. 244). Andujar (ROCA HAM 1937, p. 40, n.
AndUjar, p. 24; Soro- 305).
MAYOR Andùjar, p. 276, PATERATI . FE: Italica,
f. 3, n. 34). Forma 27 (FROTHING-
HAM 1937, p. 40, nn.
218. PALV[ EX O P AL V[: Lixus (BousE 292 e 293).
Maurétanie, p. 176).
223. Pat( ) C. Vitali PAT · C · VITALI: Italica,
219. PAR!C OF PARIC: Almedinilla, Forma 15/!7 (MEZQUfR1z
Forma 18 (MEZQUÌRIZ T. T.S.H., I, p. 47).
S.H., I, p. 47).
224. Pat( ) L[ ] Viv( ) [P]AT · LV · OFI: Coimbra,
220. Pater(nus) OF PAT: Lixus, Forma 27 Forma 15/17 (MAYET
(BoUBE Maurétanie, p. Conimbriga, p. 47).
176).
PAT L[ ] VIV OFI: Volu-
IIX O PAT: Cabriana (Acu- bilis, Forma 27 (BouBE
NA - ELORZA Notas, p.
Maurétanie, p. 179).
158).
PAT LVOFI: lnilia (Acui'IA
OF · PAT: Itàlica, Forma 4 - ELORZA Notas, p. 168).
(già Forma 39) (MEZQUi-
RIZ T.S.H., l, p. 47). PAT · LV · OFI: Volubilis,
Beja (N UNES RIBEIRO Re- Forma 27 (BoUBE Mau-
rétanie, p. 177).
presas, p. 71 ).
OF · PA · TE: Volubilis, 225. Patricius PATRICI: Lixus, Forma 27
Forma 27 (BoUBE Mau- (BoUBE A1aurétanie, p.
rétanie, p. 177). 178).
PATER · OFIC: Tricia, 226. Patricius Ae( ) PATRICIAE: Arenzana,
Forma 27 (GARABITO Forma I 5/17 (GARABITO
G6MEZ Alfares riojanos, G6MEZ Alfares riofanos,
p. 305). p. 459). Fuenres de Ro-
OF PAII: Volubilis (BoUBE pel, esterno, Forma 37
Maurétanie, p. 177, che (MARTÌN VALLS-DEL!BES
legge OF PATE; MEZ- BSEAA, 1978, p. 332).
QUÌRIZ T.S.H., !, p. 47). 227. Pa( ) Ve( ) OF PA · VE: Lixus, Forma
221. Pater(nus) Ale( ) P ATEALE : Italica, Forma 15/17 (BouBE Mauréro-
15/17 (MEZQUÌRIZ T.S. nie, p. 179).
H., I, p. 47). Itàlica, 228. Pa( ) VF OF · PA · VF: Lucentum
Forma 46 (FROTHING· (BELDA DoMfNGUEZ Lu-
HAM 1937, p. 42, n. centum, p. 162).
301). Mérida, Forma 27
(FERNÀNDEZ MIRANDA 229. P. C( ) A( OFP · CA: Beja (NUNES Rr-
Mérida, p. 290). BEIRO Represas, p. 71).
P A TERALE: I talica, Forma 230. Perticius V( PIIRTICIV: Bezares, Forma
\ 35 (MEZQUIRIZ T.S.H., 27 (GARABITO G6MEZ
I, p. 47). Itàlica, Forma A{fares riojanos, p. r34).

1 34
TERRA SIGILLATA ISPANICA

23r. Pet( ) Ero(s?) PET[: Sala, Forma 15/17 238. Pontius OF PONT: Olocau, Forma
(BoUBE Maurétanie, p. 15/t7 (MEZQUÌRIZ T,S.
180). H., I, p. 48).
PETERO: Elvas, Forma 15/ OF · PONTI: Mérida, For-
17 (M0UTINHO DE ALAR- ma 15/17 (FERNANDEZ
çAO V ila Viçosa, p. 195). MIRANDA Mérida, p.
PET · E · ROOFI: Itàlica, 290),
Forma 36 (MEZQUÌRlZ T. 239. Pr( PROF: !runa (ACUNA - E-
S.H., I, p. 48). LORZA Notas, p. 168).
PETEROOFI: Beja (NuNES 240. Pra( ) Re( EX · OF PRA · RII: Méri-
RIBEIRO Beja, nn. 47- da, Forma 15/17 (MEZ-
48). Sala, Forma 27 QUfRIZ T.S.H,, I, p. 48).
(BoUBE Maurétanie, p.
241. P. T( ) EX O PT: Andujar, Forma
180).
27 (ROCA Andùjar, p.
PET · EROOFI: Serrones, 25),
Forma 15/17 (Mou- EX OF PT: Lixus, Forma
TINHO DE ALARçAO Vi/a
15/17, Banasa, Forma 27
Viçosa, p. 189). (BoUBE Maurétanie, p.
PETPROOF: Villafranca de 247). Andujar, Forma 27
los Barros (BRAH, L, (RocA Andùjar, p. 24),
1907, p. 461). EX · OF PT: Voìubilis, For-
232. Pet( ) Far( ) PET FARO Fl: Almendra- ma 27, Lixus, Forma
lejo (Ml:LIDA Cauilogo 15/17 (BOUBE Mauréta-
Monumental Badajoz, p. nie, p. 245). Andujar,
358). Forma 27 (RocA Andù-
jar, p. 24).
233. P. F( ) EXO PF: Volubilis, Banasa
EX · OF · P · T: Banasa,
(BoUBE Maurétanie, p.
Volubilis, Forma 2 7
243). (BoUBE Maurétanie, p.
EX O PF: Andujar, Forma 27 247).
(ROCA Andùjar, p. 24; E[ ] F · P · T: Andujar,
SOTOMAYOR And'Ujar, p.
Forma 2 7 (RocA Andù-
276, f. 3, n. 35). Volubi- jar, p. 24; SOTOMAYOR
lìs, Banasa e Sala, Forme AndUjar, p. 276, f. 3,
15/17 e 27 (BoUBE Mau- n. 38). Càstulo, Forma
rétanie, pp. 351-354), 2 7 (DOMERGUE Marcas
EX · OP · F: Sala, Volubilis, de Càstulo, p. 41, f. 13).
Forma 27 (BOUBE Mau- EX OF P T: Albadelejo
rétanie, p. 243). (Ciudad Real), Cartuja-
EX OF [P)F: Sala, Forma Granada, Italica, Belo,
15/17 (BOUBE Mauréta- Alcandete (SERRANO RA-
m'e, p. 244). MO$ Difusi6n peninsular,
p, 65),
234. Pii( ) M( ) OPILM: Roucca (COMFORT
Roman Pottery, p. 6). EX O P[T]: Andujar, Forma
27 (RocA And,ijar, p.
235. Pom(peius ?) OF POM: Tarragona, Forma 25).
27 (C.l.L. II, 4970, 394; !IX O PT: Tarragona (C.l.L.
VENTURA SOLSONA T ar- II, 4970, 181).
ragona, p. I 53). Banasa,
Forma 27 (BoUBE Mau- 242. Q. Fab( Tr( ) E OF Q FABTR: Thamusi-
rétanie, p. I 8 r ). da, Volubilis, Forma 15/
17, Lixus, Forma 18
236. Pom(peius ?) V( ) OF POMV: Sala, Forma 15 i (BoUBE Mauréwnie, p.
17 (BoUBE Maurétanic, 182). Sala, Forme 18 e 27
p, 181). (BoUBE Maurétanic, p.
237. Pon( ) Pe( ) EX OF PONPII: Mérida, 219).
Forma 15/17 (FERNAN- 243. Q, Lelius QLELI O: Tricio, Forma 27
DEZ MIRANDA Mérida, p. (GARABITO G6MEZ Alfa-
290), res rio_janos., p. 309).

IJJ
TERRA SIGILLATA ISPANICA

244. Q. Luc( ) Fla( ) QLVF: Tricio, Forma 46 257. S( ) EXOFS: Beja (NUNES RI-
(GARABITO G6MEZ Alfa- BEIRO Represas, p. 7I).
res riojanos, p. 309).
258. S. A( EX OF SA: Bezares (GARA-
QLVFL: Volubilis, Forma 27 BITO G61i.EZ Alfares rio-
(BOUBE Maurétanie, p. Janos, p. 135).
183).
Q · L VC FLA: Banasa, For- 259. S. A( ) A( SAA GENIOTITI: Numan-
ma 27 (BoUBE Mauréta- Genio Titi cia, Forma 37, esterna
nie, p. I 82 ). (MEZQUÌRIZ T.S.H., I, p.
48). Iruiia e Salvatierra-
245. Q. P( ) Re( ) Q · P · R ·: Bezares, Forma
bìde, Forma 37, esterna
15/17 (Campagna di sca- (AcuNA - ELORZA Noras,
vi 1979, inedita). p. 168).
Q · P · RE: Bezares, Forma
15/17 (Campagna di sca- SAA GENI TITI: Cotta,
vi 1979, inedita). Lixus (BOUBE Mauréta~
nie, p. 121).
246. Q. S( ) P( ) Q · S · P: Andujar, Forma
37, esterna, tra la deco- 260. Sabinus OF SABINI: Lucentum
razione (ROCA AndUjar, (BELDA DoMiNGUEZ Lu-
p. 23; SOTOMAYOR Mar- centum, p. 162). Baelo
cas y estilos, p. 14). (Belo II, nn. 96, 99).
247. Quartio QVARTIO: Lixus, Forma 37 261. Sa( ) Pa( ) OFSAPA: Mérida, Forma 36
(BOUBE Maurétanie, p. (FERNANDEZ MIRANDA
120). Andlljar, esterna, Mérida, p. 290).
tra la decorazione (Soro-
MAYOR Marcas y estilos, 262. Satrius SATRI: Andujar, Forma 37.
p. 19). Entro 1a decorazione, re-
trogrado (SOTOMAYOR
248. Quar(tio) V( ) QVAR · V: Juliòbriga (MEz- Marcas y estilos, p. 16,
QUÌRIZ T.S.H., I, p. 48; fig. 3).
II, tav. ro.136).
263. Saturus SATVRI[: Volubilis, Forma
249. Quetius Ocu( )? Q · V · ETIO · CV: Bar- 15/17 (B0UBE Mauréta-
cellona, Forma 15;17 nie, p. 185).
(MEZQUÌRIZ T.S.H., I, p.
SATVRIOF: Volubilis, For- ·
2). Sala (B0UBE Suppi.
me 15/17 e 18 (B0UBE
II, p. 87).
Maurétanie, p. 185).
250. Quin( ) OQVIN: Lugo (V ÀZQUEZ OF SATVR: Banasa, Forma
SEIJAS Terra Sigillata, 15/17, Lixus, Forma 27
p. 42). (BOUBE Maurétanie, p.
251. Q. V[ Q · V[: Sala (BoUBE Mauré- 186).
tanie, p. 183). S · A · TV · RO: Volubilis
252. Re( ) OF RE: Mérida (MEZQUÌRIZ (BOUBE Maurétanie, p.
T.S.H., I, p. 47). Beza- 187).
res (MEZQViRIZ Bezares, OF SATV: Banasa, Forma
p. 301). 27, Volubilis (BouBE
Maurétanie, p. 187).
253. Re( ) Coe( RECO E: Tricio, Forma 15 I
Baelo (Belo II, n. 10).
17 (GARABITO G6MEZ
Alfares rioJanos, p. 309). SATV[R] : Càstulo (DoMER-
GUE Marcas de Cdstulo,
254. Res(titutus) EX OF RES: Sala (BouBE
p. 28).
Mauréranie, p. 248).
SATVR: Banasa, Sala, Volu-
2 55. Res( titutus) M( RESMS: Sala, Forma 15/17 bilis, Lixus, Forma 27,
S( ) (BoUBE Maurétanie, p. Volubìlis, Forma I5II7
184). (BoUBE Maurétanic, P·
256. R( ) Mun( OFI R · MVN: Mérida, For- 190).
ma 15/17 (FERNANDEZ SATV: Banasa, Lixus, For~
MIRANDA Mérida, p. ma 27 (BoUBE Mauréta-
290). nìe., p. 192).

136
TERRA SIGILLATA ISPANICA

FI SATV: Banasa, Forma 271. Seliesius Fe( ) SELIESI · FE: Serrones,


27 (BmmE ~M'aurétanie, Forma 18 (MOUTINHO DE
p. 193). ALARçAO Vi/a Viçosa, p.
264. Saturn(inus) OF SATVRN: Banasa, For- 184, n. 3). Villafranca de
ma 27 (BOUBE Mauréra- los Barros, Forma :;6
nie, p. 194). Banasa, For- (FROTHINGHAM 1937, ·p.
ma 15/17 (BoUBE Mauré- 34, Il, 291).
tanie, p. 194).
272. Sempronius SEMPR: Italica, Forma 27
SATVRN: Banasa, Forma
(MEZQl'ÌRlZ T.S.H., I,
15/17 (BOUBE )\1auréta-
p. 48). Tarragona (VEN-
nie, p. r94). TURA SOLSONA T arrago-
265. Scribon(ius) E · SCRIBON: Tricia, For- na, p. 157). Banasa, For-
ma 46 (GARABITO GÒMEZ ma 28 (BOlJBE Mauréta-
Alfares riojanos, p. 3n). nie, p. 201). Castroverde
266. Se[ J OF SE: Mérida (MEZQUÌRlZ de Campos (DELIBES
T.S.H., I, p. 48). Tierra de Campos, p. 20,
EX · OF · SE[: Coimbra, due bolli sovrapposti
Forma 15/17 (BAIRRÀO SEMPR e MAXV).
OLEIRO Elemenros I, n. OFSEMP: Tricia (MEzQui-
50; MAYET Conùnbriga, RIZ T.S.H., I, p. 48;
p. 49). Bezares (inedito). GARABITO GòMEZ Alfa-
IIX OF SE[: Volubilis, For- res riojanos, p. 3 I 3). Beja
ma 15ir7 (BOUBE A1au- (NUNES RIBEIRO Befa, n.
réranie, p. 195). 121). Tarragona (VÈNTC-
RA SOLSONA Tarragona,
267. Se( ) Al( ) EX OF SEA: Bezares, Forma p. 153). Aljustrel (VEIGA
15/17 (inedita). --FREIRE Vipasca, p. 320,
EX OF SEAL: Bezares, n. 15). Almod6var, For-
Forma 15/17 (inedita). ma 15/17 (MEZQUiRIZ T.
EX · OF SEAL: Bezares, S.H., I, p. 48). Siviglia
Forma 27 (inedita). (MEZQUÌRlZ T.S.H., I,
268. Se( ) Ca( )i EX OF SECA: Lixus, Cotta p. 48). Mérida, Forma 27
Ga( ) (BOUBE Mauréwnie, p. (FERNANDEZ MIRANDA
195). Mérida, p. 290).
EX OF SEGA: Bezares, For- OF · SEM: Mérida, Forma
ma 36 (GARABITO GòMEZ 27 (FERNANDEZ .i\1.IRANDA
Aljares riojanos, p. 135). Mérida, p. 290). Medel-
269. Segius Tri( lin, Forma 35 (DEL AMO,
SEGITRI: l!alica, Forma 36
(MEZQUfRIZ T.S.H., I,
p. 55).
p. 48). OF SEMP: Banasa, Forma
27 (BOUBE Maurétanie,
SEGITRI · OF: Serrones,
pp. 198-200).
Forma 33 (MOl'TINHO DE
ALARçAO Vila F1:çosa, p.
OF SEM: Banasa, Lixus, Vo-
196, n. r6). Elvas, Forma lubilis, Forma 27 (B0UBE
33 (Mournrno DE ALAR- Maurétanie, p. 198). Be-
çAo Vda Viçosa, p. 19"7). ja (NUNES RIBEIRO Re-
presas).
OF SECI · TRI: Conim-
briga, Forma 36 (BAIR- O · SEM: Coimbra (BAIRRÀO
OLEIRO, Elementos I, n.
RAo OLEIRO Elementos I,
p. 81, Il. 49). 50; COMFORT A]A, 1936
p. 242).
OF SEGITRI: Portalegre,
OF SEMPR: Tarragona
Forma 36 (BAIRRAO 0-
(VENTT:RA SotsONA Tar-
LEIRO Elementos I, n. 49).
ragona, p. I 53). Tricio,
OF · SEGI · TRI: Coimbra,
Forma 36 (GARABITO
Forma 36 (MAYET Co-
G6MEZ Aljares riofanos,
nimbrf{{a, p. 48).
p. 312). Banasa, Forma
270. Seius EX OFS III: Beja (NUNEs 27 (BOUBE Maurétanie,
RIBEIRO Be.fa, n. 119'!. p. 197.Ì,

1 37
TERRA SIGILLATA ISPANICA

EX OF SEMPR: Banasa, EX O SILONI: Tarragona,


Forma 24125 (BOUBE Forma 15;r7 (MEZQt:f-
Maurétanie, p. 197). RIZ T.S.H., l, p. 48).
OF · SEMPRO: Padrao- 280. Silvius Oll · SILV: Briteiros (BAIR-
zinho, Forma 15/17 RÀO ÙLEIRO Elementos J}
(MOUTINHO DE ALARçAO
n. 54; COMFORT AJA
V ila Viçosa, p. I 82, n. I). l 936, p. 242 ).
SEMPRO: Tarragona (VEN- O!I · SILVI: Briteiros (BA-
TURA SOLSONA T arrago-
IRRAo ÙLEIRO Elementos
na, p. 157). Banasa, For- I, n. 54; COMFORT AJA
ma 27 (BoUBE 111auréta- r936, p. 242).
nie, p. 200). 281. S.( ) M( ) EX O F S M: Fonte do Milho
SEMPRON: Banasa, Forme
(BALIL 1975, p. r47).
15/17 e 18 (BoUBE Mau-
AndUjar, Forma 27 (Ro~
rétanie, p. 201).
Andùjar, p. 25).
CA
OFI SEMPRO: Banasa
282. S. Ma[ OSMA[: Volubilis, Forma 27
(BoUBE Maurétanie, p.
196). (BoUBE Maurétanie, p.
I 75).
OFI SEMPRONI: Sala, For-
me 15,'17 e 18 (B0UBE 283. S. N( ) EX OF S · N: Coimbra,
Maurétanie, p. 195). Forma 15/r7 (MAYET
Conimbriga, p. 52 ).
273. Sem(pronius) OF · SEM · PA: Forma 15 1
Pa(ternus) 17 (Museo Archeologico
EX OF SN: Tricio, Forma
2 7 (GARABITO GÒMEZ
di Barcellona, n. 7532;
Alfares riojanos, p. 3r3).
MAYET 1984, p. 173;
MEZQUÌRlZ T.S.H., II, Coimbra, Forma r5,i17
(MAYET Conimbri.ga, p.
tav. 273. 7).
52).
OF SEM PA: Barcellona,
EXOFSN: Coimbra, Forma
Forma 15/17 (MEZQUÌRIZ
T.S.H., I, p. 48). 15/r7 (MAYET Conim-
briga, p. 52).
274. Sem(pronius) V( ) OF SEM · V: Tricio, Forma EX OSN: Tricio, Forma 27
27 (GARABlTO GòMEZ (GARABITO GòMEZ Alfa-
A{fares riojanos, p. 31-3). res rìojanos, pp. 314-
275. Se( ) Nico( ) OF · SENI CO: Coimbra, 3r5).
Forma 27 (MAYET Co- 284. Surius OF · SVR: Baelo (Belo II,
nimbriga, pp. 50-5r). n. ro6).
OF · SE · NICO: Coimbra, O · SV · RI : I tàlica, Forma
Forma 27 (MAYET Co- 15/17 (MEzQUiRIZ T.S.
nimbriga, p. 64). H., I, p. 48).
276. Sentius OF SENT: Banasa (B0UBE 285. S. Venustus S · VENVST!: Tricia (Scavi
Mauréianie, p. 202). Elorza, MAYET 1984, p.
OF SENTI: Banasa, Forma 176).
15/17 (80UBE Mauréta- S · VIINV: Tricio, For-
niei p. 203). ma 15/17 (Scavi Elorza,
OF · SENTI: Villareal (Do- MAYET r984, p. r76"i.
NATE Villareal, p. 205). OS · VENV: Tricio, Forma
27 (Scavi Elorza, MAYET
277. Sentius Satu(rninus) OF SENTI SATV: Lixus,
r984, p. 176).
Forma l 8 (B0UBE Mau-
VIINVST: Tricio, Forma 27
rélanie, p. 203).
(Scavi Elorza, MAYET
278. Sig( A( ) S!G · A: Juliòbriga, Forma 1984, p. I 76).
29, in matrice (COMFORT 286. T. Apilli(us) T APILLI: Hòntalba, Forma
Rmnan Cerarnics, p. IO). 27 (Fumo Carpetania,
279. Silonius / Silo EXOSILONI: Tarragona p. !7)- Ibiza (FERNANDEZ
(MEZQVÌRIZ T.S.H., I, MIRAl-:DA lbiza, p. 287).
p. 48; VENTURA SOLSONA 287. Taur(us) OF TA[: Volubilis (BoUBE
Tarragona, p. 145). Maurétanie, p. 205).
TERRA SIGILLATA ISPANICA

OF TAVR: Lixus, Forma 15/ EX · OF · TITI · A: Tricio,


I 7 (BOUBE Maurétanie, Forma 27 (GARAB!T0
p. 206). G6MEz A(fares riojanos,
288. T. En( ) TEN: Tarragona (VENTURA p. 316).
SOLSONA Tarragona, p. 297. Titus Lag( )/ TIT · LAG · OF: Lixus,
145). Titius Lag( ) Forma 27 (BOUBE Mau-
TEORIS: ltàlica (PUIG 0- rétanie, p. 206),
CH0A !tàlica, p. 939). 298. Titus Oppius TITI OPPI: Andujar, Forma
37, entro la decorazione
290. Ter( ) Pater(nus) TER · PATER: Solsona ( SoTOMA YOR Marcas y
(SERRA VILAR6 Solsona, es1ilos, p. 21).
p. 24).
TITI OPP: Andujar, Forma
TER[ ]TE: Solsona, Forma
37, entro la decorazione
27 (MEZQUÌRlZ T.S.H., (SOTOMAYOR Marcas y
I, p. 48). estilos, p. 21).
291. Ti. Fu( ) Pa( OF ·TI ·FV ·PA:Alcocer TITI OPPI OF: Andujar,
do Sai (COMFORT AJA Forma 15/17, retrogrado
1936, p. 241). (SOTOMAYOR Marcas _V

292. T. I( ) F( ) EX O TIF: Andujar, Forma estilos, p. 21).


27 (ROCA AndUjar, p. 26; TITI OPPI: Andujar, Forme
SOTOMAYOR AndUjar, p. 27 e l 5 i17 (ROCA And,ì-
276, f. 3, nn. 39 e 41). 1m·, p. 26).
Volubilis (BornE Mau- TITI OPPI OF: Andujar,
rétanie, p. 371). castulo, Forme 29 e 29/35, entro
Forma 15/17 (DOMERGUE la decorazione (SoTOMA-
Marcas de Cdstulo, p. YOR Marcas y estilos, p.

41). 42).
EX OF TIF: Souk6el-Arba, 299. Titus Sem(pronius) EX OF TITI SEM: Bezares,
Volubilis, Banasa, Forma Forma 2 7 ( GARABlTO
27 (BoUBE Maurétanie, GoMEZ Alfares riojanos,
p. 248). Volubilis (B0UBE p. 136).
Maurétanie, p. 249). 300. T. L( ) Se( ) EXOF · TLS: Bezares, For-
[E]X O TIF: Andujar, Forma me 36 e 15/17 (GARABlTO
27 (ROCA Anduja,·, p. 26; GoMEZ Aljares riofanos,
SOTOMAYOR AndUfar, p. p. 206).
276, f. 3, n. 40). EX · OF · TLS: Alcalà de
293. T. I( ) L( ) EXOFTIL ·: Càstulo (Do- Henares (MONSALUD

MERGUE Cdstulo, p. 41 ).
BRAH, XXXIV, 1899,
Siviglia (MAYET 1984, p. 59). Bezares (Campa-
p. 178). gna di scavi I 979, ine-
dita).
294. T. I( ) S( ) EX OF TIS: Volubilis, For- OF · T · L · S: Beja (NUNES
ma 27 (BmrnE Mauréta- RIBEIRO Beja, n. 67). Vo-
nie, p. 250). lubilis, Forma 27 (BoUBE
295. Titus / Titius [EX] OF TI[: Volubiiis .. For- Maurétanic, p. 206). Be-
ma 27 (BoUBE Mauréta- zares, Forme 15/17 e 33
nie, p. 206). (GARAB!T0 GòMEZ A/fa-
res riofanos, pp. 137~
OF · TITI: Sala (B0UBE
Suppi. Il, p. 90). 138).
]OF · T · L · SE: Lucentum
TITI FACTVS: Arenzana,
(BELDA DoMÌNGUEZ Lu-
Forma 39, esterna, di- centum, p. 163).
pinta (GARABlTO GòMEz
Alfares riojanos, p. 460, OF · T · L · SE: Bezares,
f. lii). Forma 15/17 (Campagna
di scavi 1979, inedita).
296. Titius Aio EX · OF · TITI · AIO: Alicante (BELDA D0MÌN-
Coimbra, Forma 15/17 GUEZ Lucentum, p. l 52,
(MAYET 1984, p. 179). n. 223).

1 39
TERRA SIGILLATA ISPANICA

E OF TLS: Bezares (Cam- 309. Vale(rius) Pat( OF VAP: Coimbra, Forma 27


pagna di scavi 1979, ine- (MAYET Co11imbrìga, pp.
dita). 59-64).
E OF · T · L · S : Bezares OF VA · P: Torres Novas
(Campagna di scavi (ALARCi\O Cardi/io, p. 6).
1979, inedita). OFVAPA: Mérida, Farma27
OF · T · L · S : Bezares (MEZQUIRIZ T.S.H., 1,
(Campagna di scavi p. 49). Extremadura
1979, inedita). (M.EZQUÌRIZ T.S.H., 1,
OF · T · LS: Bezares (Cam- p. 49). Beja (NUNES RI-
pagna di scavi 1979, ine- BEIRO Beja, n. 69).
dita). OF VALEP: Tricia, Forma
O ·F ·T ·L ·S: Bezares 15/17 (GARABITO GÒMEZ
(Campagna di scavi Aljares riojanos, fig. 79,
1979, inedita). n. 137).
OF TLS: Bezares (Campa- OF VAL PAT: Tricia,
gna di scavi 1979, ine- Forma 27 (GARABITO
dita). G6MEZ Alfares riojanos,

TLS: Bezares (Campagna di fig. 75, n. 113). Banasa,


scavi 1979, inedita). Forma 2 7 (BOUBE Mau-
rétanie, p. 40, n. 244).
301. T. Ra( Re( T · RARE: Mérida, Forma OF VAPA: Tricio, Forma 27
27 (FERNANDEZ MIRANDA (GARABITO GòMEZ Alfa-
Mérida, p. 290). res riojanos, p. 317).
302. Treb(ius, -onius) TREB: Bezares, Forma 27 OF · VA · PA: Caimbra,
(GARABITO GòMEZ Alfa- Forma 27 (MAYET Co-
res riojanos, p. 138). nimbriga, pp. 59-64).
303. Treb(ius, -onius) TREBTR: Coimbra, Forma OFVA · PA: Coimbra (BAIR-
Tr( ) RÀ0 OLEIR0 Elementos I,
27 (MAYET Conimbriga,
p. 55). n. 57). Villafranca de
los Barros (BRAH, L,
304. T. S( EX · OF · T · S ·: Bezares 1907, p. 461).
(Campagna di scavi ]XOFVA · PA: Beja (NUNES
1979, inedita). RIBEIRO Beja, p. 71).
EX OF TS: Bezares (Campa- OF VAL PAT: Banasa, Sala,
gna di scavi r 979, ine- Forma 27 (BOUBE Mauré-
dita). tanie, p. 208). Tricia, For-
305. T. Us( ) EX O TVS: Banasa (BOUBE ma 35 (GARABITO G6MEZ
Maurétanie, p. 250). Tri- Alfares rio.fanos, p. 317).
cìo, Forma 37, esterna, OFIVAPA: Coimbra, Forma
tra la decorazione (GARA- 27 (MAYET Conimbrìga,
BITO G6MEZ Alfares rio- pp. 59-64).
.fanos, p. 319, f. 76). EX · O · VAL: Aljustrel
(VEIGA-FREIRE Vipasca,
306. Vale(rius) [O]FVAL: Bczares (scarico di
forno). Inedita. p. 320, n. 6).
EXOV ALP: Liédena, Forma
FVAL: Jvtérida, Forma 27
(MEZQUÌRIZ T.S.H., I, 46 (MEZQUIR!Z T.S.H.,
p. 49). I, p. 49).
EXO VALP: Volubilis, For-
EX OF VALE: Caimbra,
Forma 27 (lviAYET Co- ma I 5lI 7 (BouBE Màu-
rétanie, p. 209).
nimbriga, pp. 59-64).
EX O VAL[: Volubilis (Bou-
307. Vale(rius) Firm(us) VALE FlRM: Sala (BOUBE BE Maurétanic, p. 210).
Mauréranie, p. 207).
EXOFVAPA: Mérida, For-
308. Val(erius) M( ) EX OF · VALM: Tricia, ma r 5! 17 ( MEZQUiRIZ T.
Forma 15 17 (GARABITO S.H., I, p. 49). Siviglia
G6MEZ Alfares riojanos, (MEZQUfRIZ T.S.H., I,
p. 316). p. 49). Padraozinho~ Fo!'-
TERRA SIGILLATA ISPANICA

ma 31 (MOUTINHO DE EX O VD: Andùjar, Forma


ALARQ\O Vila Viçosa, p. 27 (ROCA Andùjar, p.
I88, Il. 7). 26).
EXOFVAPAT: Mérida, For- 315. VEP[ VEP(: Itàlica (PUIG OcHOA
ma 15/17 (MEZQUÌRIZ liàlica, p. 939).
T.S.H., I, p. 49). Pa-
316. V( ) F( ), K( EXOFVFK: Castro de Ba-
draozinho, Forma 3r
nho (RussEL CORTEZ
(M0UTINHO DE ALARç,10
T.S. tardia, p. 24).
Vi/a Viçosa, p. 188, n. 7).
Beja (NUNES RIBEIRO Be- 317. Vivius Pat( VIVI PAT O: Volubilis,
ja, n. 128). Forma 15/17 (BOUBE
EX OF VAPAT: Santa Co- Maurét.anie, p. 179).
loma de Somoza, Forma 318. Ul( ) Ani( ) EX OF · VL · ANI: Astorga
15/17 (MANANES Santa (BRAH, XLII, 1903, p.
Colomba de Somoza, p. 221).
227). 319. VLLO VLLO: Villalazan, Forma 29,
OF VAL PAT: Tricio, For- in pianta pedis, esterna,
ma 35 (GARABITO GòMEZ tra la decorazione (Ro-
Alfares riojanos, p. 317). MERO CARNICERO Vl!o,
EXOFVALPAT: Siviglia, un alfarero, p. 113). Nu-
Forma 15/17 (MEZQUÌRlZ mancia, Forma 29, ester-
T.S.H., I, p. 49). Pa- na, tra la decorazione
draozinho, Forma 31 (MEZQUIRlz T.S.H., I,
(MOUTINHO DE ALARçAO p. 49). Alcala de Hena-
Vila Viçosa, p. 187, n. 6). res, esterna, tra la deco-
EX · OF · VAL · PAT: Vo- razione (FERNANDEZ GA-
lubilis, Forma 15/17 LIANO Alcald de Hena-
(BOUBE Mauréranie, p. res, p. 932).
209). OFI VLLO: Mériàa, Forma
EX OF VALPAT: Elvas, 27 (FERNANDEZ J\1IRANDA
Forma 15/17 (Mou- Mérida, p. 290 ).
TINHO DE ALARçAo Vi/a VL[: Numancia, Forma 29,
Viçosa, p. 187). esterna, tra la decora-
EX · OF · V AL · P ·: Tri- zione, invertita e retro-
cia, Forma 15.i17 (GARA- grada (ROMERO CARNI -
BITO GòMEZ Alfares rio- CERO Vllo, un alfarero,
janos, p. 318). p. II2).
V · P ·: Mérida, Forma 37, 320. Umi( ) VM · F: Tricio, Forma 27
esterna, tra la decora- (GARABIT0 GòMEz Alfa-
zione (MEZQUIRlZ T.S. res riojanos, p. 317).
H., I, p. 49). VMI: Tricio (GARABITO Gò-
310. Va( ) P( ), VAPSAM: Mérida, Forma MEZ Alfares riojanos, p.
Sam( ) 37, esterna, tra la deco- 317).
razione (MEzQdRrz T.S. 321. Vol( ) Iun( )? OVOL · !VII: Serrones,
H., I, p. 49). Forma 36 (MOUTINHO DE
Va( ) Qui( VAQVI: Juliòbriga (1\1.EZQUi- ALARçAo Vila f/'"içosa, p.
RIZ T.S.H., I, p. 49). 192, n. 12).
312. V( ) Bìr( ) OFVB!R: Caparra, Forma 18 322. VO[ VO[: Osuna, Forma 8 (MEZ-
(Br.ÀZQUEZ Capqrra III, QUÌRIZ T.S.H., !, p. 49).
p. 64). 323. Vo( ) V( VOV: 1½.érida, Forma 15/17
Cre! ) OF V · CRE: Tricio, Forma (MEZQUÌRIZ T.S.H., I,
27 (GARABITO G6MEZ p. 49).
A{fares riojanos, p. 316). 324. V( Parus OF V PARI: Coimbra
3 -,. V( ) D( ) EX O VD: Andùjar, Forma (MAYET Conimbriga, p.
l 5 / l 7 (RocA Andùjar, 52).
PP· 26···27; SOTOMAYOR 325. V( O · V · P · C: Volubilis, For-
AndUjar, p. 272, fig. 3, ma 27 (BOUBE Mauréta-
n. 18). nÙ\ p. 176).
TERRA SIGILLATA ISPANICA

326. V( ) PI( VPL: Coimbra, Forma 37, EX OF VS: Banasa (BocBE


esterna (matrice) (COM- Maurétanie, p. 366).
FORT Roman Ceramics, 328. XC EX OF XC: Banasa (BODBE
p. IO). lvf.aurétanie, p. 251).
V PL: Coimbra, Forma 37, 329. XI EX O XI: Cotta, Forma 27
esterna e retrograda
(COMFORT Rornan Cera-
(BOUBE Maurétanie, p.
2IO).
mics, p. I o).
330. III II II III · lI · II ·: Tarragona
327. V( S( EX VS: Andll.jar, Forma 27 (VENTURA SOLSONA Tar-
(RocA Andujar, p. 27). ragona, p. 145).

FORME LISCE

Una gran parte della produzione di terra sigillata ispa- Inoltre, l'influenza della sigillata chiara nella tipologia
nica è costituita dalle forme lisce. Si sono potute classi- di alcune forme ispaniche è evidente, e così le Forme
ficare numerose forme e sappiamo dell'esistenza di al- 4, 5, 21 e 26 hanno dei riscontri nella sigillata chiara tipo
cune altre che conosciamo solo parzialmente. Sicura- A; la Forma 73 nella sigillata chiara di tipo E; la Forma
mente la produzione liscia ispanica era a buon mercato 28 nella sigillata chiara di tipo Ce le Forme 6, 68, 71, 74,
e si trovava in gran quantità in tutte le case. e 79 nella sigillata chiara di tipo D.
Possiamo distinguere con certezza questa produzione Dobbiamo inoltre avvertire che per la organizzazione
in due grandi gruppi: uno che giunge sino alla fine del delle serie tipologiche siamo partiti dal nostro precedente
II sec. d.C., influenzato dai prodotti italici e sudgallici, lavoro (MEZQUfRIZ T.S.H.) e abbiamo mantenuto, per
e che documenta anche la sopravvivenza di forme tra- guanto è stato possibile, la precedente numerazione,
dizionali ispaniche; l'altro è assegnabile alla tarda anti- Le forme di imitazione gallica o aretina portano la nu-
chità e mostra evidenti legami con la sigillata chiara. merazione classica e comunemente accettata di Dragen-
Inoltre un certo numero di forme durano per tutti i dorff, Ritterling, Hermet, ecc. Nelle forme tipicamente
primi quattro secoli della nostra èra, come nel caso ispaniche è stato necessario modificare, in parte, la nume-
della Forma 8, della Forma 15/17, della Forma 36, della razione per raggruppare i vasi per tipi, in modo da met-
Forma 27, tanto per citare solamente quelle forme il cui tere maggiormente in risalto le differenze morfologiche
ritrovamento è più frequente. che giustificano la differente numerazione. Le innova-
L)influenza della aretina è evidente in molte delle zioni nella numerazione sono state compiute soprattutto
forme lisce della produzione lspanica e tra queste ci- per la serie dei piatti tardi.
tiamo le Forme 7, 8, 9, 24125, 27 e 51. Vengono imitate Infine, per quanto riguarda il problema della commer-
anche forme divenute alla moda per opera delle officine cializzazione, è difficile dire se i vari pezzi erano venduti
sudgalliche, quali la 29, 30, 33, 13, 15/17, r8, 37, 44 e 46. separatamente oppure per forme associate: probabil-
Inoltre, per quanto riguarda le influenze extra-penin- mente la distribuzione avveniva per pezzi singoli, an-
sulari, dobbiamo segnalare una serie di affinità con la che se vi sono alcuni servizi composti da tazza e piatto
produzione delle fabbriche renane, nonostante il grande il cui legame è evidente. È questo il caso delle Forme 4
iato cronologico e geografico. Forse si può risalire ad e 5; Forme 36 e 35; Forme 17 e 46; Forme r5/17 e 33,
un'origine comune o a relazioni commerciali che sino ad molto simili per quantità di ritrovamenti e cronologia.
oggi, però, sfuggono alla nostra conoscenza. Tuttavia Se l'esistenza di questi servizi sembra fuori discus-
l'esistenza di alcuni paralleli tipologici e cronologici è sione per il periodo che dal I sec. giunge sino alla prima
indiscutibile e chiaramente individuabile nelle Forme 2, metà del II, essi non sono invece conosciuti per epoche
4, IO, 17, 69 e 70, per limitarsi a quelle nelle quali l'in- più tarde. È da segnalare, infine, che le coppe, o tazze, di
fluenza è più evidente. questi servizi vengono prodotte per un periodo di tempo
Alcune forme lisce hanno precedenti. nelle ceramiche più breve di quello dei piatti, i quali continuano ad essere
celtiberica e iberica, come la Forma 31, 34, 39 e 62, prodotti sino al IV secolo (Tavv. CXLII-CXLIII).

FORMA I. Tipologia.
Imita alcune forme di pareti sottili del I sec. con corpo
Descrizione. carenato e fondo piatto (MEZQVfRIZ Pompaelo I, figg.
Piccola brocca con uno o due anse, corpo biconico, 16 e 18; MEZQUfRiz Pompaelo II, fìg. 33). Spesso due
collo largo e orlo rivolto all'infuori; piede basso e di anse si impostano sulla carenatura. Nella metà superiore
piccolo diametro. (Tav. XXIV, 1-6). di solito vi sono scanalature orizzontali.
TERRA SIGILLATA ISPANICA
Produzione. Bibliografia.
'Forma di fabbricazione esclusivamente ispanica. MEZQUiRIZ T.~\'.H., p. 72, tav. 21 B. MEZQUfRIZ Pompaelo J,
p. 246. MEZQUiRIZ Pompaelo II, fig. 19. ROCA A11d1Jjar, p. 46, tav. 2!.
.\1EZQUiRIZ Liédena, p. II9. SILVA CAEIRO Quatro peças inJdiras, p. 139,
Cronologia. ]ORDA CERDA Lancia, tav. I, nn. 10 e 20.
Nel N della penisola è caratteristica della fine del
I o dell'inizio del II sec. d. C. Viene prodotta sino al
III sec. con una vernice molto sottile. Alla fine del I FORMA 3.
o agli inizi del II sec. d.C. nel centro di produzione
di Andlljar compare una forma simile (Roca, forma 56). Descrizione.
Piccola giara a pancia sferica, collo largo e corto e
Dijfusione. orlo rivolto all'infuori. Fornita di un)ansa e di un beccuc-
Si trova frequentemente negli scavi della zona Navarra: cio con orifizio per versare i liquidi. Il piede è molto basso.
Liédena, Corella, Pamplona, ed anche a IrU.n (Guipllzcoa) (Tav. XXV, 3-4).
e Sos del Rey Cat6lico (Saragozza). Una variante di que-
sta forma compare ad AndUjar (Roca, forma 56). Tipologia.
L'esemplare di Numancia presenta una pancia sferica
Bibliografia. schiacciata, quello di Italica leggermente ovoidale. È da
MEZQUiRIZ T.S.H., p. 71, tav. 2I A. MEZQUiRIZ Pompaelo I, p. 245, segnalare che in entrambi i casi la disposizione del becco
lìg. II.6. MEZQUiRIZ Liédena, p. II8. MEZQUiRrz Aporraciones, p. coincide con il diametro massimo.
256, fig. II.8. MEZQUiRIZ A11di6n, p. 59, fig, I. SALIS-TOBrE lr1in,
p. 2r6, tav. VIII.44. RoCA AndUjar, tav. 34.
Produzione.
Forma dì produzione esclusivamente ispanica.
FORMA 2.
Cronologia.
Descrizione. Gli esemplari conosciuti non sono databili con sicu-
rezza ma per la qualità della fattura e per il contesto
Piccolo vaso a parete curva che sì restringe nella bocca,
in cui sono stati ritrovati possono essere datati tra la
con orlo rivolto all'infuori e piede generalmente molto
fine del primo o gli inizi del II secolo.
basso. Di solito decorato alla barbottina o a rotella ed an-
che con scanalature orizzontali. (Tavv. XXIV 7-12; Diffusione.
XXV, I-2).
I due unici esemplari conosciuti provengono da zone
Tipologia. molto distanti tra di loro, Numancia e It:llica, che sono
situate rispettivamente al N e al S della Penisola Iberica.
Il profilo è generalmente globulare, come negli esem-
plari di Liédena e Nurnancia, oppure ovoidale, come Bibliografia.
negli esemplari di lt:ilica, Riotinto e Coimbra. MEZQUiRIZ T.S.H., p, 74.
Esiste un esemplare proveniente da Riorinto decorato
ad incisione, del tutto eccezionale in questa forma.
FORMA 4.
Produzione.
Descrizione.
Produzione ispanica, non vi sono precedenti sud-
gallici. Solamente nella produzione di Rheìnzabern Coppa con parete a quarto di cerchio, orlo piano oriz-
(OSWALD-·PRYCE, tav. LXXIX) compaiono alcuni tipi a
zontale, generalmente decorato a rotellature, e piede
profilo globulare. normalmente alto. (Tav. XXV, 5-8).
Tipologia.
Cronologia.
Le dimensioni, negli esemplari controllati, sono piut-
Questo tipo di vaso compare tra i materiali della metà tosto varie. Il diametro dell'orlo oscilla tra i 10 e 18 cm;
del I sec. di Andlljar. Compare anche a Liédena, nel II
la profondità tra i 2 e i 4 cm. In alcuni casi sul bordo
sec.; nelle stratigrafie di Pompaelo, presente sin dalla si impostano due anse a nastro orizzontali, come negli
metà del I, è molto diffuso durante il II sec. e lo si ritrova, esemplari di Bezares, Almedinilla, Bilbilis, Tierra de
anche se con molto minore frequenza, nel III secolo. Campos, Pamplona, ecc. Meno frequente è un altro tipo
Diffusione. con anse decorate a rilievo che comportano un amplia-
mento dell'orlo orizzontale, v. esemplari da Bilbilis,
Si trova in numerose località: Juli6briga, Bezares, Saelices, Pamplona, Italica e Mérida. Nella nostra pre-
Pamplona, Liédena, Villafranca, Bilbilis, Lancia, Ter- cedente catalogazione alle coppe con questo tipo di anse
mancia, Bronchales, It31ica, Mérida, Coimbra, Riotinto, decorate abbiamo dato il n. 39, seguendo in ciò la clas-
Andtljar. Compare, cioè, in tutta l'area peninsulare per- sificazione Dragendorff. Ciò nonostante pensiamo che
ché viene prodotto in diverse officine quali Bezares, possa trattarsi di una variante (poco frequente) della
Andtljar e Bronchales. Forma 41 naturalmente nella produzione ispanica.

1 43
TERRA SIGILLATA ISPANICA

Per quanto riguarda il piede, anche se normalmente la metà del I sec., è presente nel II e III sec. e si trova
è alto, non mancano alcuni casi in cui è appena segnato, solo sporadicamente nel IV. Lungo questa evoluzione
come ad esempio nel vaso di Mallén. si distinguono diverse qualità di vernice: dal rosso ispa-
nico brillante all'arancione leggero. Negli esemplari pìù
Produzione. tardi, al posto della rotellatura, troviamo ornamenti a
La Forma 4 è un prodotto tipicamente ispanico e la zig. . ·zag (MEZQdRiz Pompaelo I, p. 248), a punte di frec-
si trova in abbondanza nelle due più importami officine cia, ecc. È da segnalare l'abbondanza di questa Forma 5
conosciute: Andlljar e Bezares. Al di fuori della penisola nell'officina di Bezares, dove si è potuto osservare che
presenta lo stesso profilo della forma Dragcndorff 39, essa era contemporaneamente prodotta in dimensioni
della quale i più antichi esemplari, provenienti da Lezoux, molto varie.
sono databili alla fine del I sec. (OSWALD-PRYCE, tav.
LVII), mentre quelli di Rheinzabern sono dell'età an- Diffusione.
tonina. Questa forma presenta anche qualche somiglianza La stessa della Forma 4, dato che la si ritrova nella
con i più antichi esemplari della forma 23 della sigìllata maggior parte degli stanziamenti romani della penisola.
chiara di tipo A, il cui orlo piano orizzontale alcune
volte è decorato a rotellature e databile al II sec. (LAM- Bibliografia.
BOGLIA 1958, p. 261). ORTEGO Uxama, p. 413. DELGAD0-.\1AYET-ALARCÀO Conimbriga,
tav. Lill.329. BATS Lescar, tav. 6.Sr. DELIRES Tierra de Carnpos,
Cronologia, p, 176, figg. 48, 7r-77. MARTÌN HUENO B{lbi!is_, p. 94, ta\', VI.14.

La datazione della produzione delle officine di Andli-


jar e di Bezares, dove questa forma è molto frequente,
FORMA 6.
oscilla tra la prima metà del I e la metà del II secolo.
Diffusione. Descrizione.
Questa forma è presente in quasi tutte le stratigrafie Tazza a parete carenata, largo orlo orizzontale o leg-
peninsulari: Pamplona, Tudela, Corella, Juli6briga, Nu- germente obliquo e piede molto basso. Sopra l'orlo si
mancia, Mérida, Abella, Bilbilis, Lancia, Antequera, trova frequentemente una decorazione a rotellature o a
Barcellona, Almedinilla, Conimbriga, Javea, Itilica, Uxa- stampo. (Tav. XXV, rr-14).
ma, Bezares, Andlijar, Lescar (Francia).
Tipologia.
Bibliografia. Nella nostra prima sistematizzazione della sigillata
MEZQUimz Pompaelo I, p. 248, fìg. rr3. MEZQUiRtZ T.S.ll., ispanica l'abbiamo citata come una variante della Forma 4;
p. 75. l'viEZQUiRIZ Be:.;ares, p. 304. RocA AndiJjar, p. 46_, tav. 2L si tratta però di un profilo così tipico e frequente nella
tarda antichità che riteniamo opportuno darle un numero
FORMA 5. diverso.
Qualche volta il profilo è quasi emisferico, anche
Descrizione. se in genere la parete è troncoconica e carenata. Il
Piatto con parete curva e orlo piano, frequentemente piede è molto basso .i vi sono anche esemplari in cui
decorato a rotella e che a volte presenta anse a nastro scompare del tutto, dando luogo ad una base concava
orizzontali. Il piede è abbastanza basso. Sulla base del all'esterno.
profilo, riteniamo che costituisca un servizio con la
Forma 4, rispettivamente piatto e tazza. (Tav. XXV, 9-ro). Produzione.
Si tratta di una produzione tarda di sigillata ispanica.
Tipologia. Il profilo ricorda la forma Lamboglia 35 della sigillata
Esistono esemplari di differenti dimensioni. Il diame- chiara C, e le Forme 35 e 37 della sigillata chiara D ed
tro dell'orlo va dai 17 ai 30 cm, e la profondità varia anche le forme Hayes 44 e 52. Nella ceramica di Coim-
tra r,5 e 3,5 cm. Si distingue dalla Forma 4 proprio per bra è stata classificata come sigillata tarda regionale.
la diversa proporzione tra queste due mìsure.
Cronologia.
Produzione. Come abbiamo già detto, si tratta di una produzione
La Forma 5 è un prodotto tipicamente ispanico che, tipica del Basso Impero, e la troviamo nelle necropoli
come la 4, ha qualche somiglianza con forme galliche del Duero, quali San Miguel de Arroyo, Hornillos del
e la sigillata chiara del tipo A; non si tratta però di una Camino, ecc. Probabilmente si tratta di una versione
dipendenza da queste ultime, dato che la produzione di tarda della Forma 4: l'anello di congiunzione potrebbe
questo tipo di piatti nelle fabbriche ispaniche è prece- essere l'esemplare di Mallén, incluso come variante della
dente. Forma 4.

Cronologia. Diffusione.
Per la datazione di questa forma ci basiamo sui dati Dagli scavi effettuati sino ad oggi risulta che la sua
della stratigrafia di Pompaelo in cui appare poco dopo area di diffusione era limitata alla Meseta superiore e al

1 44
TERRA SIGILLATA ISPANICA

N del Portogallo. Gli esemplari studiati provengono da tazze e piatti. Si trattava, proprio come ai nostri giorni,
Cespcdosa de Tormes, Clunia e dalle necropoli del Duero di recipienti adatti a conservare il calore degli alimenti
e- di Coimbra. o a contenere qualche sostanza che doveva essere isolata
dall'ambiente circostante.
Bibliografia.
PALOL San Miguel de Arroyo, p. r25, fig. 17.3. MEZQUiRIZ T.S.1-1., Cronologia.
r::iv. 22 A 5. PALOL-CORTÈS La Olmeda, p. 42.
Come abbiamo già detto, questa forma compare nelle
officine di Bronchales, Andlljar e Bezares dove l'inizio
FORMA 7. della produzione può essere datato ai primi cinquant'anni
del I sec. d.C. La qualità della vernice, in questi prodotti,
Descrizione. è eccellente, così come in quelli ritrovati a It.ilica e Nu-
mancia; perciò tutti questi esemplari dovrebbero essere
La Forma 7 corrisponde a una serie di coperchi che
databili entro il I secolo. I coperchi provenienti da Pe-
non presentano un identico profilo, anche se hanno in
drosa de la Vega (Palencia) sono però stati trovati in
comune una parete inclinata, dritta, leggermente curva o
contesti tardoantichì, ed anche l'esemplare di Juliòbriga,
carenata, e che termina nella sua parte superiore con
per le sue caratteristiche esterne, può essere datato alla
una presa circolare. (Tav. XXVI, 1-10). fine del II o all'inizio del III secolo.
Tipologia.
Diffusione.
La differenza di profilo tra i diversi tipi di coperchi
studiati ubbidisce, evidentemente, ai diversi recipienti Questa forma è presente in numerose località della pe-
corrispondenti a ciascuno di essi. Da qui anche le diffe- nisola quali: Pamplona, Corella, Bilbilis, Juliòbriga, Nu-
renze osservate negli orli, che possono essere lisci o mo- mancia, Bronchales, Bezares, Andlljar, Tierra de Cam-
danati, in modo da inserirsi perfettamente sulle diverse pos, Palencia, Coimbra.
forme che dovevano chiudere. Questo è il caso del co-
perchio trovato assieme alla coppa di Forma 46 di Lié- Bibliografia.
dena, alla quale si adatta perfettamente. Lo stesso di- MEZQUiRIZ T.S.H., tav. 26. MEZQUiRIZ Pompae!o II, fig. 20,
n. 14. GoUDINEAU 1968, p. 3i2. ATRIÀN Bronchales, p. 153, fig. 8L
scorso vale per un bacile di Forma 44, proveniente da MARTiN BUENO Bilbìlis, p. 95, tav. VI.16. MEZQUiRIZ Villafranca,
Italica, che si adatta perfettamente al suo coperchio. figg, 6, IO-II. DELIBES Tierra de Campos, pp. !78,89. Dl3LGADO-
MAYET-AI.ARCÀO Conimbrìga, tav. LVI.360,
Inoltre, tutti e due questi pezzi portano un graffito
- CLARI - che corrobora la nostra ipotesi. In ogni
caso il loro profilo doveva corrispondere alle caratteri-
stiche morfologiche dei recipienti a cui erano destinati. FORMA 8.
Per alcuni casi vi sono dubbi sul fatto che si tratti di
Descrizione.
veri coperchi oppure di piatti con piede piccolo e con
parete molto aperta. Riteniamo che un criterio pratico Bacile emisferico con orlo semplice e piede piuttosto
da seguire per una corretta classificazione consista nel- basso. (Tav. XXVII, r~6).
l'osservare il punto in cui l'uso ha corroso la vernice che
si troverà all'interno del bordo nel caso dei coperchi, Tipologia.
oppure sulfìpotetico piede nel caso che si tratti di un L'orlo generalmente è semplice e qualche volta pre-
piatto. D'altra parte, questo piede dovrebbe avere un senta, immediatamente al di sotto, una linea incisa al-
diametro sufficiente per garantire al pezzo la giusta sta- l'esterno. Altre volte si ripiega all'infuori formando un
bilità. In tutti i modi, pensiamo che qualche volta questa ingrossamento, come negli esemplari di Liédena e Lancia.
forma abbia assolto alla duplice funzione di coperchio La parete, curva, in alcuni casi si presenta perpendi-
e di piatto. colare nella parte superiore, mentre in altri tende a con-
giungersi con l'orlo (Numancia).
Produzione. Un'altra caratteristica da tener presente è la propor-
La fabbricazione di diversi tipi di coperchi è documen- zione tra l'altezza e ì1 diametro dell'orlo che come è
tata nelle officine di Bronchales, Andlljar e Bezares, e stato osservato, negli esemplari più tardi, crea forme meno
conosciamo anche vari esemplari che provengono da profonde.
diverse località della penisola: Lancia, Numancià~ It.ilica, 11 piede è generalmente basso. Negli esemplari più
ecc. Tuttavia non conosciamo coperchi prodotti in si- tardi è appena accennato e molte volte è completamente
gillata gallica, mentre per quanto riguarda la sigillata assente.
aretina vi è un profilo molto chiaro, proveniente da Haltern,
che è stato pubblicato da Goudineau nel suo tipo 9, Produzione.
ed anche altri di Bolsena. Le origini di questa forma possono essere individuate
La proporzione della Forma 7 rispetto alle altre forme nella produzione aretina delr età augustea, secondo una
nelle officine ispaniche è piuttosto scarsa, ma questo evoluzione già presente nelle officine galliche ed ispa-
non ci deve stupire, dato che anche oggi sono pochi i niche. Bisogna però tener presente anche l'influenza
recipienti muniti di coperchio rispetto alla quantità di esercitata dalla cerairuca fine non verniciata dell'epoca

1 45
ll - . /:w;,i,,_,v,/1,1 dd/',1rfr - Atl. L C., Il
TERRA SIGILLATA ISPANICA

di Augusto e, sopratruno, di Gaudio, in cui ritroviamo Diffusione.


le particolari caratteristiche di questa forma. Numancia, Lancia.
La Forma 8 nella produzione ispanica ha ampia dif-
fusione e viene fabbricata a lungo. Dobbiamo tuttavia Bibliografia.
segnalare che la sua presenza è poco attestata nella offi- MEZQUiRIZ T.S.ll., tav. 26. GouDINEAU 1968, pp, 32 e 33,
cina di Bezares e che è totalmente assente ad i\ndlljar.
La Forma 8, ad eccezione di un piccolo vaso prove-
niente da Italica e di alcuni altri da Almedinilla e Caparra, FORMA IO.
non presenta mai firme di vasai. Descrizione.
Cronologi·a. Vaso a parete troncoconica, orlo rivolto all'infuori e
Nelle stratigrafie di Pamplona compare dal I al IV fondo piano. (Tav. XXVII, 9-t3).
secolo. La sì trova anche in complessi di epoca chiara-
mente tarda, a Carella, Tudela, Ramalete e Villafranca Tipologia.
(secoli III e IV). Tutti gli esemplari dì Forma IO sono di piccolo for-
mato, e particolarmente piccolo è quello di Palencia.
Diffusione. Includiamo nello stesso tipo l'esemplare di Pedrosa de
La Forma 8 è presente nella maggior parte degli stan- la Vega, anche se l'orlo è differente e non presenta l'abi-
ziamenti romani peninsulari. Tra questi citeremo: Lìé- tuale ingrossamento, dato che probabilmente questa è
dena, Pamplona, Villafranca, Fakes, Corella, Funes, una caratteristica degli esemplari più tardi.
Irllll, Irufia, Juliòbriga, Saragozza, Mallén, Bilbilis, Tar-
ragona, Astorga, Landa, Pedrosa de la Vega, Caparra, Produzione.
Tierra de Campos, Valencia, Javea, Sagunto, Italica, Si tratta di una forma tipicamente ispanica. Nella
Osuna, Almedinilla, Coimbra e Saint-Jean-le-Vieux produzione gallica abbiamo alcuni esemplari, provenienti
(Francia meridionale). da Rheinzabern e Nicderbieber (OswALD-PRYCE, tav. L,
Bibliografia. nn. II e 12), databili al II sec. mentre la produzione
ispanica è precedente.
MEZQUiRIZ T.S.II., tav. XI. MEZQUÌRIZ Pompaelo I, p. 240. MEZ~
QUfRIZ Pompaelo Il, fig. 19. MEZQUiRIZ Aportaciones, p. 255, fig. IO,
nn. da I a 5 . .MEZQUÌRIZ Lìédena, p, I IO. MEZQUfRIZ Vil!afranca, Cronologia.
fig. 6, n. 1. MEZQViRIZ Falces, p, 49. BLÀZQUEZ Caparra, p. 38. PALOL-
CORTÈS La Olmeda, p. !75. MARTÌN BUENO Bilbflis, p. 67, tav. IX,
La Forma ro compare frequentemente a Pamplona,
n. 8. MAYET Expansion, p. 71, tav. Il. DELGADO-MAYET-ALARCÀO negli strati del I sec. e durante il II e III secolo. Riteniamo
Conimbriga, tav. XLVI.200--201. MARTiN AvILA Valencia, fig. 4, che l'esemplare di Pedrosa de la Vega possa indicare la
n. 44. }ORDA Lancia, tav. I, nn. 6, I.2,4 e 6.
durata di questa forma anche nel basso impero.

FORMA 9. Diffusione.
Descrizione. È stato trovato in diverse località del N della penisola,
quali Juli6briga, Pamplona, Numancia, Irufia, Tiermes,
Catino a parete curca e aperta con orlo modanato. Palencia, Pedrosa de 1a Vega e Torres Novas (Portogallo).
(Tav. XXVII, 7-8).
Bibliografia.
Tipologia.
MEZQUÌRIZ T.S.H., tav. 24 A. MEZQUiRIZ Pompaelo I, p, III,
Di questa forma si conoscono solo gli esemplari di n. 3. MEZQUiruz Pornpaelo II, p. II9, nn. 18 e 17. PALOL-CORTÈS
Numancia e Lancia, con un'ottima qualità della vernice. La Olmeda, fig. 36, n. 80. ALARçAo Cardilìo.
Il profilo ci ricorda i tipi 5 e 6 di Oberaden pubblicati
dal Goudineau. Il piede, nella forma ispanica, è molto FORMA II.
più basso che quello dei vasi aretini. Nell'esemplare di
Numancia l'orlo ha due fini modanature, mentre quelli Descrizione.
di Lancia presentano all'esterno un grosso rigonfiamento Coppa a parete troncoconica e carenata. Orlo aperto,
concavo all'interno. leggermente ingrossato airesterno.
Produzione.
Tipologia.
Gli esemplari della Forma 9 dovrebbero essere stati
Di questa forma conosciamo un solo esemplare, pro-
prodotti da qualche officina del N della Meseta, anche
veniente da Lancia e che ha sulla parete all'esterno al-
se non si può escludere la possibilità, vista la qualità
della vernice, che provengano dalla zona di Tricia. cune linee orizzontali incise.

Cronologia. Produzione.
Sia per la qualità quanto per il fatto che imita modelli Si tratta di una forma esclusivamente ispanica.
aretini, pensiamo che questa forma possa corrispondere
alla produzione ispanica più antica, databile quindi nella Cronologia.
prima metà del I sec. d.C. Fine del I e inizio del II secolo.
TERRA SIGILLATA ISPANICA
Diffusione. Come si può vedere, manca qualsiasi tipo di appoggio
Lancia. o piede e quindi questi recipienti si dovevano tenere
appesi, soprattutto quelli con anse. L'esemplare di Coim-
Bibliografia. bra, vista la posizione della bocca, doveva essere usato
lSLA BOLANO Lancìa. Inedito. coricato.

Produzione.
FORMA 12.
È una forma caratteristica delle officine ispaniche.
l)escrizione. Non è molto frequente ma ha una grande diffusione in
Anforetta a pancia sferica monoansata, con il collo tutta la penisola. Nella produzione gallica è presente
unicamente nella forma decorata e la si incontra a La
molto stretto. La imboccatura presenta un orlo diritto
verticale; basso piede anulare. La vernice è presente so- Graufesenque. Hermet la classifica con il n. r 3, lo stesso
usato da noi sia per la forma liscia che per quella deco-
lamente sulla superficie esterna. (Tav. XXVIII, 1).
rata. Frammenti di questa forma si incontrano anche
T1:pologia. nelle principali officine di sigillata ispanica, e cioè Andll-
jar e Bezares.
Conosciamo un solo esemplare integro, proveniente
da Carella. Altri esemplari frammentari, provenienti da Cronologia.
Bronchales, presentano lo stesso tipo di bocca, il corpo
però sembra avere un profilo molto ovoidale. Per quanto riguarda la datazione, sappiamo che que-
sta forma compare a Bezares, officina la cui produzione
Produzione. ha inizio verso la metà del I sec.; per la qualità dei fram-
menti trovati a Bezares la forma potrebbe essere datata
La Forma 12 è un prodotto tipicamente ispanico, an- a quest'epoca o poco dopo ma senz'altro nel sec. I.
che se nella produzione gallica di Rheinzabern incontriamo
M. Roca ritiene che venisse fabbricata ad Andlljar in un
f0rme con una struttura simile, come nel tipo Ludowici periodo già avanzato dell'attività di questa officina, pro-
Kc (OSWALD-PRYCE, tav. LXXXIII.6).
babilmente nel sec. II. In generale, tutti gli esemplari
Cronologia. studiati sono di eccellente fattura ed hanno un'ottima
vernice brillante, ed è per questo che noi pensiamo che la
A causa della scarsità dei ritrovamenti abbiamo pochi sua produzione finisca nel II secolo.
dati sulla cronologia di questa forma. L'anforetta fram-
mentaria proveniente da Bronchales è databile nel I sec., Diffusione.
mentre quella di Carella ha una vernice rosso-chiaro,
leggera e brillante, che la farebbe datare al III secolo. Si trova a Juli6briga, Numancia, Bezares, Andlljar,
Coimbra, Pedrosa de la Vega, Italica, Osuna e Andelos.
Diffusione.
Bibliografia.
l ritrovamenti sono scarsi e sono stati effettuati sola- MEZQUiRIZ T.S.H., t8\', 20. ROCA Andit/ar, tav. 2r, n. 63. DEL-
mente ad Arc6briga, Carella e Bronchales. GADO-MAYET-ALARCÀO Conimbriga, tav. LVl.362 e 363, PALOL-
CORTÈS La Olmeda, fig. 64, n. 154.
Bibliografia.
MEZQUiRlZ T.S.H., tuv. 27. AnuAN Rronchales, p. 151, fig. 79.
FORMA 14.

FORMA 13. Descrizione.


Olla a corpo globulare, bocca abbastanza stretta, orlo
Descrizione.
ingrossato, piede anulare. (Tav. XXIX, 1~2).
Fiasca o recipiente circolare appiattito. Ha collo corto
e stretto, svasato. Di solito ha le anse. (Tav. XXVIII, 2-5). Tipologia.
Il corpo, negli esemplari che conosciamo, è globulare,
Tipologia. più o meno schiacciato; il diametro massimo corrisponde
Includiamo in questa forma tutta una serie di reci- sempre alla pancia e nella parte alta vi sono decorazioni
pienti simili per struttura e funzione, anche se notevol- a rotellature o linee incise. È un profilo abbastanza fre-
mente differenziati tra di loro. In alcuni casi le pareti quente nella ceramica comune.
sono diritte e parallele, come negli esemplari d'Italica
e Numancia; questo tipo dì solito ha due piccole anse Produzione.
impostate sulla hocca e sulla spalla. Conosciamo esemplari assegnabili a due periodi cro-
Esistono anche fiasche con le pareti bombate, e quindi nologici diversi. Da un lato la forma è documentata ad
convesse all'esterno, come gli esemplari di Andlljar e Andlljar, databile al I sec., con le caratteristiche di ver-
Coimbra. In quest'ultimo caso la bocca non si trova sul nice e argilla tipiche di questo centro, mentre esemplari
prolungamento del diametro del vaso, ma si apre nella con lo stesso profilo sono presenti nella produzione tarda
parete superiore; esso ha anche un formato abbastanza della Meseta: in particolare sono stati trovati nelle ne-
più grande. cropoli di S. Miguel de Arroyo e ài Simancas.

1 41
TERRA SIGILLATA ISPANICA

Cronologia. forme con la maggior percentuale di marclù di vasaio


La Forma 14 ha quindi due differenti datazioni potendo cli tutta la produzione ispanica.
essere assegnata sia al I che al IV-V secolo.
Cronologia.
Diffusione. Riteniamo che gli esemplari più antichi siano quelli
Andlljar, Pedrosa de la Vega, Simancas, San lvliguel di AndUjar, databili nel secondo quarto del sec. I. Pro-
de Arroyo. babilmente gli esemplari più amichi cli Bezares possono
essere datati verso la metà del I secolo.
Bibliografia. La produzione di questa forma, in entrambe le officine,
PALOL-CORTÈS La Olmeda, fig. 43, n. 83. PALOL San Mìguel de è continuata sino al II sec. con quelle modifiche che ab-
Arroyo, p. 123, fig. 16, n. 2. biamo già descritto.
Nelle stratigrafie di Pamplona questa forma compare
dalla prima metà del I sec. sino al IV. Si nota una pre-
FORMA 15/17. cisa evoluzione, sia nel profilo che nella qualità della
argilla e della vernice; quest'ultima negli esemplari più
Descrizione.
tardi è arancione e sottìle.
Piatto su piede, con parete obliqua e orlo semplice.
Il fondo è orizzontale, generalmente con una linea cir- Diffusione.
colare incisa al centro, e ingrossamento convesso a forma Possiamo dire che la Forma 15/17 compare in tutti
di quarto di cerchio nell'angolo formato dalla parete gli stanziamenti romani della penisola: per questo non
con il fondo. (Tav. XXIX, 3-n). li elencheremo dettagliatamente.
Tipologia. Bibliografia.
Si tratta di una forma che si ritrova frequentemente, MEZQ'CiRlZ T.S.H., rnv. 32. lv1EZQUiRIZ Pompaelo I, p. 242. !viEZ-
e per ciò le sue varianti e la sua evoluzione sono ben note. QDiRIZ Pompaelo II, fig. 19, n. 4. MEZQUiRIZ Bezares, p. 303, RocA
È una delle forme più attestate nelle officine di Andll- Andùjar, tav. I8. GARABITO G6M..EZ Affares riojanos, p. 30. BALIL
Ceramica ramana I. JORDÀ Lancia, rnv. I, nn. 5, 12, r4, 18 e 25.
jar e di Bezares in cui sono presenti due tipi diversi:
- il prÌlno è caranerizzato dalla parete modanata al-
1' esterno e leggermente svasata, il fondo presenta un in- FORMA 16.
grossamento centrale molto accentuato. Negli esemplari
di Andùjar il piede è alto; Descrizione.
- il secondo tipo è caratterizzato da parete liscia, ge- Catino a parete curva, piede basso, orlo semplice,
neralmente molto aperta; il fondo è piano e il piede è leggermente svasato e con due anse a nastro. (Tav. XXX, I).
molto basso.
Riteniamo che il primo tipo sia stato influenzato dai Tipologia.
prodotti delle officine sudgalliche della prima metà del
I sec., e ciò indicherebbe l'esistenza di una prima tappa Conosciamo solamente i pochi esemplari provenienti
da AndUjar, in cui varia solamente il profilo del bordo,
di imitazione dei prodotti importati.
Il secondo tipo, che è il più frequente in tutte le M. Roca presenta questa forma come una variante della
aree esplorate, possiamo considerarlo tipicamente ispa- Dragendorff 42, ma la larghezza del catino di Andlljar è
nico e probabilmente è posteriore alla seconda metà circa il doppio di quella degli esemplari gallici di Forma
42 di Colchester e Corbridge (OSWALD-PRYCE, tav. LIV).
del I secolo. Le sue caratteristiche si sono accentuate nei
È evidente quindi che queste forme dovevano essere
secoli successivi, tanto che parete e fondo si uniscono in
una linea quasi continua, la carenatura sparisce e così adibite ad usi diversi, anche se in realtà il loro profilo
pure l'ingrossamento a forma di quarto di cerchio. si assomiglia.
Dobbiamo segnalare, infine, un tipo di piatto di molto
Produzione.
posteriore, proveniente dalle necropoli tardoimperiali in
cui il profilo ricorda la Forma 15/17 anche se iì diametro La Forma I 6 sembra essere un prodotto tipicamente
del piede è maggiore. È piuttosto difficile riuscire a deter- ispanico della officina dì AndUjar.
minare quale relazione esista tra questa forma e la 15/17
dato che anche gli esemplari di Andi6n;· Ramalete, ecc. Cronologia.
sono dì epoca tarda, ma hanno un profilo completamente Gli esemplari di i\ndllìar sembrano appartenere al-
differente e la loro evoluzione rispetto alla forma ori- l'ultimo periodo di attività di questa officina: seconda
ginaria è molto evidente. metà del II secolo.

Produzione. Diffusione.
È un prodotto caratteristico delle officine ispaniche. Andùjar.
La sua produzione è copiosa soprattutto nelle officine
di AndUjar, Bezares e in tutta la zona di Tricio. Un dato Bibliografia.
interessante consiste nel fatto che questa è una delle RocA AndUjar, p, 89, tav. 32.
TERRA SIGILLATA ISPANICA

FORMA 17. FORMA 18.

Descrizione. Descrizione.
Piatto su piede, a parete obliqua, orlo aperto e fondo Piatto con piede, a parete obliqua e aperta, profilo
piano. Nella nostra precedente classificazione era stato diritto o leggermente convesso verso l'esterno. Fondo
catalogato come Ludowici Tb. per la sua somiglianza con generalmente piatto. (Tav. XXX, 7~10).
una forma gallica di Rheinzabern (0S\VALD--PRYCE, tav.
LIX, n. 2). (Tav. XXX, 2-6). Tipolog1:a.
Segue le caratteristiche della forma sudgallica Dra-
Tipologia. gendorff rS, che imita. Di questa forma esistono due
L'orlo è diritto e obliquo in tutti gli esemplari che tipi ispanici, uno di fedele imitazione gallica, come lo
conosciamo, fatta eccezione per quello proveniente da esemplare di Italica che presenta una convessità nella
Pucnte de Piedra. Il piede è più o meno basso, e in al- parte centrale del fondo e l'orlo leggermente rivolto al-
cuni esemplari, come quelli di Lancia, è appena accen- l'infuori con ingrossamento a bacchetta sul labbro. Di
nato. Nel piatto di Puente de Piedra è tuttavia alto e con questo tipo fanno parte gli esemplari di Osma e di Al-
un profilo simile a quello dei piatti gallici. La relazione medinilla. Vi è poi un secondo tipo con parete obliqua
tra il piatto Forma 17 e la tazza Forma 46, che pensiamo a profilo diritto, con orlo semplice, che deve essere cro-
formassero un unico servizio, è evidente. nologicamente posteriore al primo, che è stato rinvenuto
a Lancia, Italica e Bezares.
Produzìone.
Produzione.
La Forma 17 è un prodotto ispanico che indiscutibil-
mente imita i prototipi gallici; la somiglianza con gli La Forma r8 è un prodotto ispa.i.1ico d'imitazione gal-
esemplari prodotti a Lezoux e nella Gallia orientale e lica. Questa forma, che viene fabbricata solamente a Be-
ancor più con alcuni piatti di Rheinzabern, è piuttosto zares, qualche volta presenta marchi di vasaio.
evidente. Fra tutte le officine ispaniche conosciute que-
Cronologia.
sto piatto venne prodotto a Bezares, dove sono stati rac-
colti dei frammenti, anche se non in grande quantità. Negli scavi di Pamplona compare negli strati del I e
Riteniamo che la Forma 17 sia stata fabbricata durante del II secolo. Probabilmente fu una delle prime produ-
gli, ultimi anni di attività di questa officina. zioni di Bezares, con inizio verso la metà del I e per
E una delle forme lisce che, anche se non frequente- tutto il II secolo. A It.ilica questa forma è stata trovata
mente, porta marchi di vasai. assieme a monete di Adriano.

Cronologia. Diffusione.
I prototipi gallici sono dell'età di Traiano~Adriano· La si ritrova in diversi sm, quali IrUn, Pamplona,
riteniamo pertanto che gli esemplari ispanici siano stati Bilbilis, Matar6, Monturque, Almedinilla, It3.lica, Rio-
prodotti in un'epoca immediatamente successiva. Non tinto, Javea, Coirnbra.
possiamo quindi accettare la cronologia di Garabito che
assegna questa forma al I sec., a meno che non si voglia Bibliografia.
a~ettere un'influenza delle officine ispaniche su quelle MEZQUiRIZ T.S.H,, tav. 13 A. BUNCO FREJJEIRO,.LUZON NOGUE
1974. DELGADO-MAYET-ALARCÀO Conimbriga, tav. XLVIII, nn.
galliche e che quindi le forme galliche dipendano da quelle 228-230. !viARTiN-SERRES Jàvea. l¼ARTiN BUENO Bilbilis, p. 103,
1spamche. Si tratta di un'ipotesi del tutto improbabile tav. IX. SALIS-ToBIE lrUn, p. 2r4, tav. VI, n. 32.
e che dovrebbe essere suffragata da un'abbondante pre-
senza di ceramiche ispaniche nei ritrovamenti al di là
dei Pirenei. FORMA 19.
Per tutti questi motivi riteniamo che questa forma
debba essere datata tra l'inizio del II e il III sec., cron0- Descrizione.
logia confermata dai risultati degli scavi strati~afici di Catino con parete curva, orlo orizzontale e anse appli-
Pamplona. e,
cate alla parete immediatamente al di sotto dell'orlo. M.
Diffusione. Roca la classifica con il n. 54. (Tav. XXX, II).
I ritrovamenti di questa forma sono abbastanza diffusi, Tipologia.
anche se non sono mai numerosi. La si ritrova a IrUn,
Gli esemplari ritrovati di questa forma sono pochi. Si
Juli6briga, Liédena, Pamplona, Numancia, Bayubas, Mé-
caratterizza soprattutto per il tipo di ansa applicata, che
, . Puente de Piedra, Ititlica, Rouca (Portogallo), dovrebbe alzarsi al di sopra dell'orlo, a giudicare dai
Conr1bra.
frammenti dell'ansa dell)esemplare di Andlljar.
Bibliografia. L'orlo può essere ingrossato e appiattito in alto, come
AAEzquiRJ~ T.S.H., tav. !7 B. MEZQUfRrz Pompaelo II, fig. 75,
negli esemplari di Pamplona e di Bezares, oppure for-
n,, lviEZQUIRIZ Liédena, p. IJ6. SALIS-TOBIE Iri'm. p. :!r5. taY. mare una sporgenza orizzontale ribassata rispetto alla
VL. n. 39, DF.LGADO-!ViAYET-ALARC,\o Conimbripa, tav. L\'_, n. 340. linea della bocca, come nell'esemplare di Anàiljar.
TERRA SIGILLATA ISPANICA
--------·~----
Produzione. Diffusione.
La Forma I 9 è un prodotto tipicamente ispanico che Italica, Arc6briga, Aljustrel (necropoli di Valdoça).
si ritrova, in non grande quantità, nelle officine di Be-
zares e dì Andlljar. Nella ceramica iberica di Liria vi Bibliografia.
sono alcuni vasi con anse tangenti all'orlo che si ispirano 1\iEZQUiRlZ T.S'.H., tav. 25, n. 2. ALARCÀO Valdoça, Est. XV.206,
allo stesso concetto utilitaristico-decorativo di quello della n. 2.

Forma 19. Esemplari di questa forma sono stati trovati


anche ad Azaila. FORMA 2!.

Cronologia. Descrizìone.
È difficile stabilire una corretta cronologia, dato che i Nella Forma 2 I includiamo le brocche a bocca trilo-
ritrovamenti sono piuttosto scarsi. M. Roca colloca que- bata e pancia ovoidale, anche se sono di dimensioni di-
sta forma nel II sec., ad Andlljar. I ritrovamenti di Be- versissime tra di loro. Spesso sono rnonoansate e, in
zares potrebbero essere datati al sec. I. Inoltre, nella genere, hanno scanalature orizzontali sul corpo. Questa
stratigrafia di Pamplona è presente in uno strato formato forma ha sempre una vernice di buona qualità. (Tav.
da materiali eterogenei, senza una precisa cronologia. XXXI, 3-5).
Diffusione. Tipologia.
Andtijar, Bezares e Pamplona. Come già detto, vi sono alcune varianti, a corpo tron-
coconico negli esemplari di piccolo formato, e biconico
Bibliografia. in quelli di maggiori dimensioni. Il collo può essere più
lv1EZQUiRIZ Pompaelo II, tav, 20, n. lO. ROCA And1ijat, rav. 33. o meno stretto e largo, il che contribuisce a differenziare
CABRE AGUH.O Azm}a, tav. X. BALLESTER TOR.J\tO Liria, tav. XXV. tra di loro questi vasi. Questa forma ha le sue radici
remote nella oinochòe di tipo attico. Brocche di questo
tipo, ìn ceramica iberica, sono state trovate a Lìria.
FORMA 20.
Produzione.
Descrìzione. Si tratta di una produzione tipicamente ispanica; la si
Brocchetta monoansata, corpo troncoconico e collo al- ritrova soprattutto nel S della penisola, ma non compare
largato iperboloide. L'unione tra le due parti è segnata nelle grandi officine di Bezarcs e di Andlljar anche se è
da alcune scanalature. L'orlo, piatto, nella parte interna presente in quelle di Bronchales. Nella sigillata chiara A
è rivolto in dentro. Piede ad anello. (Tav. XXXI, 1-2). si trova un profilo simile alla Forma 21 (forma 30 Pal-
larés, e r 55 Hayes ).
Tìpologìa.
Cronologìa.
I due esemplari conosciuti si differenziano leggermente Un riferimento cronologico può essere dato dai tro-ra-
nel profilo della pancia, che è più ovoidale in quello di
menti nell'officina di Bronchales, quindi I secolo. Anche
Aljustrel che in quello di Italica, così come nel profilo il vaso ritrovato nella tomba 3 di Medellin faceva parte
dell'orlo che è più aperto e modanato all'esterno.
di un corredo databile alla fine del I sec. o all'inizio del
IL La qualità di tutti i frammenti ritrovati è buona, e
Produzione.
per questo pensiamo che la Forma 21 possa essere datata
La Forma 20 è un prodotto tipicamente ispanico, tra la seconda metà del I e la fine del II secolo.
raramente attestato. Nelle produzioni di sigillata chiara
(Salomonson tipo 6) e nella ceramica comune vi sono Dijfusìone.
esemplari che presentano qualche rassomiglianza. Bronchales, Almod6var, It3lica, Medellin.

Cronologia. Bibliografia.
Per una possibile datazione possiamo contare solamente MEZQUÌRIZ T.S.J-1., tav. 24 B. DEL AMO, fig. 7, n. I. BALLESTER
Toru..w Liria, tav. XXXV.3.
sulla buona qualità della argilla e della vernice che carat-
terizza l'esemplare proveniente da Italica; vi è inoltre il
dato, per altro impreciso, della necrOpoli di Valdoça FORMA 22.
in uso tra il I e il III secolo. Tuttavia, la brocca apparsa
nella Tomba 206 è stata descritta come un pezzo di ot- Descrizione.
tima qualità sia per l'argilla che per la vernice, e questo Piccola brocca monoansata, pancia schiacciata separata
ci fa pensare che non appartenp: all'ultimo periodo della dal collo da una o due scanalature. Bocca di grande dia-
necropoli. È stata ritrovata assieme ad un unguentario metro con orlo smussato e piede basso. (Tav. XXXI, 6--7).
bulbiforme cronologicamente inquadrabile tra la fine del
I e il III secolo. Riteniamo che, per il momento, il vaso Tipologia.
di Forma 20 possa essere datato tra la fine del I e la fine Conosciamo solo due esemplari integri che provengono
àel II secolo. da Italica e da Medellin; quest'ultimo si diff~renzia per

IJO
TERRA SIGILLATA ISPANICA

avere la pancia meno schiacciata e il collo di maggior sia della proporzione tra l'altezza e l'ampiezza della
diametro. La vernice, in entrambi gli esemplari, è di bocca. Il risalto esterno può essere arrotondato o ad an-
buona qualità. Il resto dei ritrovamenti è composto da golo, la zona superiore a volte presenta una decorazione
frammenti di collo e di orlo. a rotellatura ad imitazione dei prototipi aretini e gallìci.
Tuttavia è più frequente il tipo non decorato come è
Produzione.
testimoniato nelle produzioni di Andlljar e di Bezares.
Forma tipicamente ispanica. Non vi sono esemplari
simili nella ceramica extra-peninsulare. Produzione.
Cronologia. La produzione ispanica della Forma 24/25 presuppone,
indiscutibilmente, un'imitazione dei prodotti sudgallici o
L'esemplare di J\1.edellin è stato trovato nella tomba italici. M. Roca è incline a privilegiare quest'ultima ipo-
n. 2 della necropoli insieme alla Forma 36, decorata alla tesi per quanto riguarda l'officina di Andlljar. Anche
barbottina, e alla 27, ed è quindi databile nella seconda l'officina di Bezares produce vasi di questa forma, ed è
metà del sec. I. Anche i frammenti rinvenuti ad lrUil si difficile poter dire quale delle due produzioni importate
collocano nello stesso periodo. venisse imitata: probabilmente vi è un'influenza di am-
Diffusione. bedue le produzioni, tanto più che nei ritrovamenti cera-
mici ispanici si ritrovano frammenti di Forma 24/25 sia
Italica, Medellin, Santa Coloma de Somoza IrUil, sudgallici che italici. Dato che si tratta di una forma di
St.-Jean-le-Vieux (Francia). imitazione, le abbiamo assegnato la stessa numerazione
Biblìografia. datale da Dragendorff nella sua prima classificazione.
M.EZQUÌRIZ T.S.H., tav. 27. DEL AMO, f:ig. 4, n. 4- MANANES
La Forma 24/25 alcune volte presenta marchi di vasaio.
Santa Colomba de Somoza, p. 232, fig. 4, n. 58. SALis-ToBIE lrUn,
t:1v. VIII, n. 46. MAYET S.H. St. :fean Le Vicux. Cronologia.
I più antichi prototipi risalgono alla produzione di
FORMA 23. Arezzo, con la coppa classificata da Loeschke con il
n. 12. Nella Gallia inizia ad essere prodotta all'epoca di
Descrizione. Tiberio, ma raggiunge l'apogeo in epoca claudia.
Bottiglia con pancia biconica, collo stretto e svasato e I tipi ispanici devono corrispondere ad un'imitazione
orlo semplice, con una scanalatura che segna il diametro contemporanea e compaiono} come abbiamo visto, sia
massimo della pancia. (Tav. XXXI, 8). nelle officine di Bezares e di Andlljar che negli strati
più antichi di Pamplona, strati databili alla metà del I
Tipologia. secolo. La produzione di questa forma continua sino alla
Si conosce un unico esemplare di questa forma. prima metà del sec. II. Ad It:ilica è stata trovata assieme
ad una moneta di Adriano. Palol tenta di ampliarne la cro-
Produzione. nologia includendo anche gli esemplari più tardi quali
Tipicamente ispanica. quello dì Pedrosa de la Vega. Noi pensiamo che non
debbano essere classificati come Forma 24/25, bensì come
Cronologia. Forma 44, dato che l'orlo è quello caratteristico di que-
L'unico esemplare conosciuto ha un'ottima vernice di st'ultima forma.
colore rosso chiaro brillante e può risalire al I sec. o al II.
Diffusione.
Diffusione. Si ritrova in gran parte degli stanziamenti peninsulari,
Mérida. tra i quali citeremo: Juli6briga, Pamplona, Bilbilis, Lan-
cia, Uxama, Valencia, Olocau, Javea, Italica, Malaga,
Bibliografia.
Granada, Baena, Almedinilla, Riotinto, Monturque, Mé-
MEZQUiRIZ T.S.H., tav, 27,
rida, Coimbra e Cardilio (Portogallo), St.-Jean-le-Vieux
(Franciaì.
Bibliografia.
Descrizione. MEZQUiRIZ T.S.H., tav, 13 B. ALARCA.o Cardilio. BLANCO FREr-
JEIRO-LUZON NOGUE l9i4, DELGADO-MAYU-ALARCÀO Conimbri[!a,
Vaso con parete curva e orlo semplice. All'esterno, al- Ì:av. XLVIII, nn. 231-23..;., MARTÌN AVILA Valentia, p, 97, fig. 4,
fincirca a metà della sua altezza, ha un risalto ben mar- n. 4L FLETCHER-ALCACER Olocau, p. 138. PALOL-CORTÈS La Olmeda,
fig. 65, n. 153.
cato, mentre la zona tra questo e l'orlo rimane quasi
perpendicolare. In questa zona, a volte, vi è un motivo
decorativo a rotellatura. (Tav. XXXII, 1-6). FORMA 26.

Tipologia. Descrizione.
Si tratta di una forma abbastanza frequente con di- Tazzina monoansata a parete curva che sì stringe verso
verse varianti anche per quanto riguarda le dimensioni l'orlo leggermente ingrossato. Il piede è basso. (Tav.
sia del diametro della bocca che oscilla tra i 7 e i 12 cm, XXXII, 7).

IJI
TERRA SIGILLATA ISPANICA
- - - - - - - - - - - - · - - - - - - - - - - - - - - - - -----~----··---
Tipologia. Un altro elemento comune ad entrambe le forme è la
Sì conosce un solo esemplare, proveniente da Irufia presenza di marchi di vasai; è documentato anche il caso
(Alava). di uno stesso vasaio che ha firmato piatti della Forma
r5/r7 e razze della Forma 27.
Produzione. L'orìgine della Forma 27 va ricercata nelle produzioni
Tipicamente ispanica, ha delle somiglianze con le cera- importate. ~ frequente nella produzione aretina e, suc-
miche fini verniciate del I sec. trovate nella stratigrafia cessivamente, nelle produzioni italiche. Inoltre, è anche
di Pamplona, ed anche con la produzione di sigillata un tipico prodotto dei primi tempi di attività delle offi-
chiara di tipo A, del II sec., classificata da Lamboglia cine sudgalliche. Per tutti questi motivi è certo che que-
con il tipo 14 A (LAMBOGLIA 1958, p. 282). ste tazze giunsero nella Penisola Iberica sin dall'epoca di
Augusto e per tutta la prima metà del I sec., epoca in
Cronologia, cui le esportazioni dal S della Francia dovettero rifornire
Probabilmente risale alla fine del I e all'inizio del di questi prodotti i mercati ispanici. Nella produzione
II secolo. gallica il profilo è composto da quarti di cerchio molto
marcati, mentre meno evidenti sono in quella italica come
Diffusione. in quella ispanica, che si può supporre influenzata piut-
Irufia. tosto da quest'ultima produzione.
Abbiamo adottato il n. 27 di Dragendorff per unificare
Bibliografia.
la nomenclatura nelle diverse denominazioni della sigil-
MEZQUiRIZ T,S.H., tav. 28.
lata.
Cronologia.
FORMA 27.
Probabilmente si tratta di uno dei primi vasi prodotti
Descrizione. nelle officine ispaniche, forse anteriore alla metà del sec.
Vaso con parete formata da due quarti di cerchio, orlo I. A Pamplona è stato ritrovato negli strati risalenti al
semplice o leggermente ingrossato, piede piccolo più o I sec., ma la sua presenza è documentata anche in strati
meno accentuato. (Tav. XXXII, 8-15). di IV secolo. Gli esemplari più tardi presentano una sorta
di irrigidimento dei quarti di cerchio, la vernice è leg-
Tipologia. gera e quasi arancione, e inoltre, compaiono esemplari
Essendo una delle forme più frequenti della sigillata di maggiore dimensione, Come abbiamo già detto, que-
ispanica ne conosciamo numerose varianti sia per quanto sta forma si trova abbondantemente nelle officine del
riguarda il profilo che per la grandezza. Le misure oscil- I e II sec. di Andlljar, di Bezares ed anche di Bron-
lano tra gli 8 e i 18 cm di diametro della bocca, e va- chales.
riano anche le proporzioni tra queste misure e l'altezza,
Diffusione.
essendo alcuni esemplari molto più profondi di altri. Il
tipo di piccole dimensioni è più frequente. Si trova in gran quantità in tutti gli stanziamenti della
I quarti di cerchio, in genere, sono poco marcati e penisola diepoca romana, e perciò non ne diamo un
quello superiore è più basso di quello inferiore, In alcuni elenco dettagliato.
esemplari, come quelli di Funes e Mérida, i quarti di Bibliografia.
cerchio sono uguali: siamo di fronte ad una eccezione
MEZQUiRIZ T.S.H., tav. 14, MEZQUiRIZ Pompaelo I, fig, 113.1,
dato che gli studi effettuati sui numerosi frammenti delle fig. 243, MEZQUiRIZ Pmnpaeìo II, fig. 19, n. I3. MEZQUfRIZ Bc:::arcs,
officine di AndUjar e di Bezares hanno confermato la p. 303. ROCA And/.ljar, p, 39, tav. r9, GARABITO G0MEZ Alfares
prevalenza delle caratteristiche descritte sopra. riojanos, p. 58. BALIL A-iarcas.
Un altro elemento è la presenza, negli esemplari più
antichi, di un ingrossamento molto leggero dell'orlo che
ricorda i prototipi sudgallici. Infine, negli esemplari FORMA 28.
antichi il piede è più alto.
Descrizione,
Produzione. Anforetta monoansata, pancia globulare, ampio collo
La Forma 27, assieme alla 15/17, è la più frequente iperboloide, bocca larga e orlo semplice e svasato. (Tav.
nella produzione liscia ispanica. La forma· è molto fre- XXXIII, 1).
quente in tutte le località scavate, ma la sua fortuna ha
potuto essere documentata grazie alla scoperta e allo Tipologia.
studio delle officine di Bezares e di Andlljar, due centri Di questa forma sì conosce un unico esemplare che
di produzione geograficamente distanti. Riteniamo che presenta alcuni chiari paralleli con la sigillata chiara di
queste due forme costituiscano il piatto e la tazza di uso tipo C (forma Pallarés 30 e~ Hayes 157), e con alcuni
più comune durante tutta l'età imperiale. È indiscutibile profili di ceramica comune (Vegas, tipo 44).
che la Forma 27 è comoda e maneggevole e questa fu la
ragione della sua grande diffusione e della sua produ- Produzione.
zione prolungata nel tempo. Tipicamente ispanica.

IJ2
TERRA SIGILLATA ISPANICA

Cronolr~zia. forma decorata. Il maggior numero di esemplari pro-


Potrebbe essere contemporanea della sigillata chiara dì viene dalle officine di Andlljar, in cui venivano prodotti
tipo C e datarsi nel Il-III sec. d.C. diversi tipi di questa forma, alcuni a fondo piano, altri
con una leggera curvatura concava all'esterno; alcuni
Diffusione. sono completamente lisci, altri hanno delle linee incise
!runa (Alava). o sono decorati alla barbottina. Conosciamo un esemplare
proveniente da Coimbra che coincide perfettamente col
Bibliografia. profilo caratteristico della Forma 30 anche se l'orlo è
MEZQFiRIZ T.S.ll., tav. 25, n. 4.
liscio e non modanato.

FORMA 29. Produzione.


Esclusivamente ispanica, prodotta per lo meno ad An-
Descrizione. dlljar. Nella produzione gallica non si conoscono esem-
Tazza con parete carenata, orlo aperto, modanato e plari lisci della Forma 30.
con basso piede. (Tav. XXXIII, 2-5).
Cronologia.
Tipologia. In generale si ritiene che la sua datazione debba coin-
Questo profilo è identico a quello della Forma 29 de- cidere con quella della Forma 30 decorata. Nelle of-
corata e per questo gli attribuiamo Io stesso numero. ficine di Andlljar viene prodotta dall'inizio dell'attività
Una caratteristica da sottolineare è che il diametro della delle officine sino agli inizi del II secolo.
bocca corrisponde sempre al diametro massimo del vaso.
L'esemplare di Pamplona presenta l'orlo semplice, men- Dzffusi·one.
tre quelli di Liédena e di Granada sono modanati; tut- Andìljar e Coimbra.
tavia, in quest'ultimo caso, la parete è curva e si adatta
quindi meglio alla Forma 29/27. Bibliografia.
ROCA AndUjar, p, 50, tav. 22, SILVA CAEIRO Quarro peças inédi-
Produzione. ras, p, I39,
Esclusivamente ispanica, dato che non conosciamo al-
cun esemplare di Forma 29 liscia in Gallia. Sappiamo
che venìva prodotta nelle officine di Granada e di Be-
FORMA 3r.
zares. Descrizione.
Cronologia. Imbuto di forma conica, stretto orifizio di salita, am-
pia bocca e orlo rivoltato in fuori. (Tav. XXXIII, 8).
La sua datazione deve essere contemporanea a quella
della corrispondente forma decorata, e cioè verso la metà Tipolog,:a.
del I sec., coincidendo quindi con l'inizio delrattività
Conosciamo un solo esemplare proveniente da Irufia
delle officine prima citate. Negli scavi di Pamplona
e un altro da Tricio. Nella ceramica celtiberica si cono-
appare nello strato V, sett. K, I973, corrispondente alla
scono imbuti con profilo simile provenienti da Viana e
seconda metà del I secolo.
da El Redai.
Diffusione.
Produzione.
È documentata in diverse località ispaniche, anche se
sempre in scarsa quantità, quali: Juli6briga, Liédena, Esclusivamente ispanica, non conosciamo infatti nessun
Pamplona, Villafranca, Bezares, Burgos e Granada. altro esemplare simile per forma o funzione nelle produ-
zioni extrapeninsulari di terra sigillata. Come già in
Bibliografia. altre occasioni, la somiglianza con le forme di ceramica
MEZQUÌRIZ T.S.H., tav. 26. MEZQUiRIZ Lìédena, p. 118. MEz~ celtiberica ci porta a sottolineare l'indiscutibile relazione
t:;uimz Pompado II. fig, I9, n. 5. SOTOMAY<W Siae hornos en Gro- esistente tra queste due produzioni.
riada, p. 728, tav. VII.
Cronologia.
FORMA 30. Per le caratteristiche della vernice rosso brillante e
della argilla riteniamo che questa forma non sia poste-
Descrizione, riore al II secolo.
Vaso a parete dritta, perpendicolare o leggermente
obliqua, orlo aperto; una convessità a guano di cer- Diffusione.
chio nell'unione tra la parete e il fondo. (Tav. XXXIII, Irufia (Alava) e Tricio.
6-7).
Bibliografia.
Tipologia. MEZQUiruz T,S.H., tav. 27, NIETO lruiia, p. 62, fig. 34, VEGAS
Ceriimica comU.n romana, p, 54, fig, 18. CASTIELLA La Edad del Hierro,
Il tipo liscio della Forma 30 è poco frequente e, nelle forma 12, fì.g. r8r. BALLESTER TORMO Liria, tav. XV. Excm'acioncs
:.:aratteristiche generali, coincide con la corrispondente dc ;.\lumancia, taY. XXVI, A e B.

1 53
TERRA SIGILLATA ISPANICA

FORMA 32. Diffusione.


La documentazione di questa forma è piuttosto ampia;
Descrizione. essa è presente a: Barcellona, Mataro, Bilbilis, Italica,
Anforetta biansata, con ampio corpo troncoconico, .lvlunigua. In Portogallo è stata trovata a: Briteiros, Car-
collo stretto, bocca aperta e modanata, piede basso. dilio, Aljustrel, Coimbra ed Elvas.
(Tav. XXXIII, 9).
Bibliografia.
Tipologia. M:EZQUiRIZ T.S.H., tav. 15. ALARCÀO Valdoça, Tav. XII, Stp.
!53, n. 4, DELGADO-MAYET-ALARCÀO ConimbriJ.:a, tav. LII, nn.
Di questa forma conosciamo un solo esemplare che 301-303. MARTiN BUENO Bilbilis, p. 94, tav. VI, n. !. !v1oUTINHO
presenta una buona vernice rosso chiaro e brillante. DE AL,rnçAo Vila Viçosa, p. 196. RrnAs BrnTRÀ!<.'. Torre Llaudcr,
p. r61, fig. 35, n. 15. VEGAS Munigua, p. 82. JoRDÀ CERDÀ Lancia,
tav. I, n. r3.
Produzione.
Esclusivamente ispanica.

Cronologia. FORMA 34·


Data la qualità della vernice pensiamo che possa essere Descrizione.
datata a partire dal II secolo. Anforetta a parete curva, con il diametro massimo nel
terzo inferiore. Ha collo stretto, orlo svasato e semplice
Diffusione.
e un'ampia bocca. Ha un'ansa verticale impostata sul-
L'unico esemplare conosciuto proviene da Almedinilla. l'orlo che attraversa diametralmente la bocca, poco co-
mune; presenta anche un alto piede poco frequente
Bibliografia.
nella terra sigillata ispanica. (Tav. XXXIV, 1).
MEZQUÌRIZ T.S,H._, tav. 28.

Tipologia.
C.,onosciamo solamente l'esemplare proveniente da Pa-
FORMA 33. lencia.
Descrizione. Produzione.
Tazza troncoconica con orlo semplice, fondo piano e Esclusivamente ispanica. I suoi precedenti dobbiamo
piede di altezza variabile. (Tav. XXXIII, ro-13). cercarli nella ceramica celtiberìca in cui troviamo lo stesso
tipo sia di bocca che di ansa (Castiella, forma 5).
Tipologia.
Di questa forma sì sono trovati numerosi esemplari: Cronologia.
essi sono di varia grandezza, oscillante tra i 5 e i I 5 cm L'esemplare che abbiamo studiato presenta vernice
di diametro alla bocca, il che ci lascia supporre che seb- rosso chiaro, leggera e brillante, che ci pare databile al
bene tutti venissero usati per bere, i liquidi contenuti II secolo.
fossero di diversa natura. Gli esemplari più piccoli do-
vevano venire usati per bevande molto concentrate. Oltre Diffusione.
alla differenza di grandezza si osservano alcune varianti Palencia.
nella parete, più o meno aperta, che in qualche caso pre-
senta una piccola linea incisa al di sotto dell'orlo, nella Bibliografia.
parte esterna. Per il suo profilo e per la sua cronologia MEZQUÌRJZ T.S.H., tav. 28. CASTIELLA La Edad del Hierro, p.
pensiamo che possa formare servizio con la Forma 15/17 326, tav. 267.
di epoca antica.
Produzione. FORMA 35·
Questa forma, che imita senza alcun dubbio i proto-
tipi gallici dell'epoca di Claudio, nella produzione ispa- Descrizione.
nica è scarsamente documentata. Le ab.biamo assegnato Coppa a parete curva, orlo rivolto all'infuori decorato,
il n. 33 seguendo la classificazione di Dragendorff al fine in alcuni casi, alla barbottina. Insieme alla Forma 36,
di unificare la terminologia. Nei frammenti studiati di compone un servizio di tazza e piatto. Le due forme sì
questa forma compaiono, con una certa frequenza, mar- differenziano solamente per la diversa proporzione tra il
chi di vasai. diametro della bocca e la profondità. (Tav. XXXIV, 2).

Cronologia. Tipologia.
Probabilmente la produzione di questa forma ebbe La documentazione di questa forma è estremamente
inizio con le prime officine ispaniche e, data la buona abbondante, il che cì permette di conoscere numerose
qualità sia dell'argilla che della vernice, la sua data- varianti, sia per quanto riguarda il profilo, sia per le
zione oscilla tra la metà del I e la fine del II secolo. dimensioni. Tra i numerosi esemplari controllati la media

1 54
TERRA SIGILLATA ISPANICA
dcI diametro della bocca oscilla tra i 7 e i 14 cm, mentre 1 loro profili avvalorano l'ipotesi che formassero un ser-
la profondità varia tra i 2 e i 4,5 cm. vizio da tavola. Per quanto riguarda la grandezza, vi
Per quanto riguarda l'orlo, questo può essere più o sono notevoli differenze: si va dai I 5 ai 30 cm della bocca
meno piegato all'infuori a tesa diritta oppure inclinata. e dai 2 ai 4,5 cm di profondità.
Negli esemplari più antichi abbiamo generalmente una Come si può notare, la Forma 36 ha una profondità
decorazione di foglie alla barbottina che manca invece identica a quella della Forma 35, mentre il diametro è
in quelli posteriori. doppio, il che ci permette di identificare facilmente le
Negli esemplari antichi il piede è alto. due forme.
Produzione. In genere Porlo è ampio e negli esemplari antichi molte
volte è decorato con foglie alla barbottina, come nella offi-
Questa forma, che comincia ad essere prodotta nelle cina di Bezares.
officine ispaniche all'inizio della loro attività, è uno dei
Negli esemplari più tardi l'orlo è più ampio e il piede
profili d'imitazione gallica che compaiono nella Penisola
appena segnato. La qualità e il colore della vernice va-
Iberica quasi contemporaneamente alla produzione del
riano dal rosso intenso e brillante degli esemplari più
prototipo nel S della Francia. In questa zona diventa di
antichi all'arancione di quelli successivi, nei quali la ver-
moda dalla seconda metà del I sec. e per tutta l'epoca nice forma uno strato sottile.
fiavia.
Sappiamo che a Bezares questa forma è la più frequente, Produzione.
insieme alle Forme r5/r7, 27 e 36, mentre è più rara La Forma 36 viene fabbricata nelle officine ispaniche
ad Andlljar. nella seconda metà del I sec., su imitazione di piatti di
Alcune volte questa forma è firmata da vasai ispanici. uguale forma prodotti dalle officine galliche a partire
Cronologia. dall'epoca di Nerone. A Bezares queste forme sono per-
fettamente imitate con decorazioni alla barbottina e con
Come abbiamo già detto, questa forma dovette essere
un'eccellente vernice. Anche ad Andlljar sono stati effet-
imitata poco dopo che venne imposta come novità dalle
tuati ritrovamenti di questa forma, sia pure con minore
officine galliche. L'eccellente qualità della vernice e i
frequenza che a Bezares.
ritrovamenti cli Bezares cì inducono a pensare che sia
Qualche volta questi vasi presentano marchi di vasai.
stata prodotta nella seconda metà del sec. I. Anche gli
scavi di Pamplona confermano questa datazione e docu- Cronologia.
mentano una continuità di produzione sino alla metà o
L'inizio della produzione di questa forma, nella se-
alla fine del sec. II. Anche per quanto riguarda Andl.ljar
conda metà del I sec., è contemporaneo a quello della
può essere confermata la datazione tra la fine del I e Forma 35 con la quale formava un servizio da mensa;
gli inizi del II secolo.
la durata invece varia, perché mentre la Forma 35 cessa
Dfffusione. di essere prodotta verso la fine del II sec., i ritrovamenti
I ritrovamenti di questa forma coprono tutta la peni- della Forma 36 sono frequenti sino al IV. Questa tesi è
sola. Non pensiamo quindi che sia necessario elencarli avvalorata anche dalle stratigrafie di Pamplona.
tutti, ci limiteremo solamente a fornire un'ampia biblio- Diffusione.
grafia.
La Forma 36 è presente in tutti gli scavi romani pe-
Bibliografia. ninsulari e per questo non ne forniremo un elenco det-
MANANES Santa Colomba dc Somoza, p. 230, fig. 2. ALARc..10 Car- tagliato. Segnaliamo solamente che è stata ritrovata anche
dilio, p. 12, tav. Il, 8. DEL AMO, p. 65, fig. 4, n. 4. MANANES Estudios al di là dei Pirenei, a Lescar (Francia).
de ceràmica, IV, fig. 7, n. 5. BALIL Notas T.S.H., II, p. 831. NEVES
/frmnenha, Tav. I, n. 14. DELGADO-MAYET-ALARCÀO Conimbriga, Bibliografia.
pianta LIII. COMFORT Roman Fotter:,.,, p. 3. MARTIN~SERRES 'favea,
TL 52. MARTÌN BUENO Bflbilis, p. 94, tav. VI, n. 1. !vinUTlNl-10 DE.ALAR- MEZQUÌR!Z T.S.J--f., taY, !6. MEZQUiRIZ Pmnpacìo I, lig. IL!, n. 3,
çAo Afose() Alachado, Tav. IV, n. 38. SALIS:_ Tonrn Irim, p, 214, MEZQUÌRIZ Pmnpaelo II, fig, J9. n. 8. MEZQUiRIZ Villa.franca, p. 254,
tav. VI. FERNÀN:nEZ MIRANDA Mérida. fig. I. MAYFT Exna11.\'/on. fig. 6, n. 15, BALIL Xows T.S.JJ. IL p. 831. BATS Lcscai·, pianta 6,
r. '.:'.'.\. M.EZQUÙUZ T.S.ll., tav. I5 B. 1'-1EZQ1'ÌRr7 Pmnr1<1;!c ]. fig. rn: nn. 84-85. BLAZQUEZ Caparr,,', lÌ!,:. 4. NEVES Aramenha, Tav. l,
n. 5. ]ViEZQUÌRIZ Pompaelo II,fig. 19,n. ì, RocA /J.nd1ijar. p, 4I, tav. n. I). CONDE VALVIS Armea, p. •1-i2. DELGADO-!\'iAYET-ALARCÀO
20. GARAIHTO GòMEZ Alfares rioja11os, p. 58. ]ORDÀ CERDA Lancia, Conimbriga, taY. LIV. DELIBES Tiàra de Campos, p. 200, fip:. 56, n. 4.
tav. 1, nn. 19, 19 bis. MARTfK AVILA Sagunto, p. 37!. MARTfN HUENO Bilbilis, p. 94, tav.
VI, n. 6. Mournmo DE ALARçAO Vila Fiçosa, p. I92, MoUTINHO
DE ALARçAo A1usco Afochado, Est. IV, n. 37. SAUS-TOBIE Jnln,
FORMA 36. ta\'. VIL nn. 37-38. FERNÀNDEZ MIRANDA Màida, f-ìg. I. SoTO-
MAYOR Siere hornos en Granada, p. 7!3, ROCA AndùJar, p. 41,
tav. 20. GARABITO G6MEZ AZfarcs 1·i0Ja11os, p. 58.
Descrizione.
Piatto a parete curva, ampio orlo a tesa rivolto all'in-
fuori, in qualche caso decorato alla barbottina. (Tav, FORMA 37.
XXXIV, 3-ro).
Descrizione.
Tipologia.
Coppa a parete curva e orlo modanato, identico a
I ritrovamenti della Forma 36 sono molto più nume- quello della Forma 37 decorata. Il piede è molto basso.
sosi di quelli della Forma 35 e, come abbiamo già deuo, \Tav. XXXIV, 11-12).

IJJ
TERRA SIGILLATA ISPANICA

Tipologia. FORMA 39.


È poco frequente e conosciamo un solo esemplare di
Juli6briga, con profilo completo che precedentemente Descrizione.
avevamo assegnato alla Forma 29/37 (MEZQUfRIZ T.S.H.) Calice di grande formato con corpo a parete curva e
e un altro proveniente da Andlljar. orlo leggermente aperto, concavo al suo interno. Alto
stelo, massiccio e modanato che si apre in un ampio
Produzione. piede a campana. (Tav. XXXV, 8).
Esclusivamente ispanica. La Forma 37 è prodotta nelle
officine di Bezares, AndUjar e Bronchales. Tipologia.
I pochi esemplari che conosciamo provengono dalla
Cronologia. officina di Bezares e la forma dell'orlo ci fa pensare, come
Sulla base degli scarsi ritrovamenti fin' ora effettuati per la Forma 44, all'incasso per un coperchio. L'esecu-
segnaliamo la eccellente qualità della vernice; tutti gli zione del calice è molto accurata, con parete sottile e
esemplari provengono dalle officine ispaniche sopra men- ben verniciata.
zionate. È databile nella seconda metà del I secolo.
Produzione.
Diffusione. Esclusivamente ispanica. Nella produzione aretina esi-
Andlljar, Bronchales, Bezares e Juli6briga. stono alcuni calici decorati (forma II Dragendorff) con
piede meno alto, ed è possibile che abbiano esercitato una
Bibliografia. certa influenza sulle officine ispaniche. Tuttavia, un pre-
MEZQUiRIZ T.S.1-l._, tav. 26. ROCA And1Jjar, p. 42, tav. 20. ArnrAN cedente sicuro lo troviamo nella produzione di ceramica
Bronchalcs, p. Si, MEZQUiRIZ Bezares, p, 303.
celtiberica, nella quale sono attestati calici con gambo
alto (Castiella, forma r6) e con un profilo molto simile
FORMA 37 TARDA. a quello della nostra Forma 39. La forma celtibcrica è
databile al II-I sec. prima di Cristo. Conosciamo anche,
Descrizione. proveniente da Numancia, un frammento di piede dì
Coppa a parete aperta, con piccolo incavo al centro e Forma 39 (Museo Numantino inv. n. 9462) decorato a
settore inferiore bombato. Il piede è molto basso. Le rotellature e dipinto di bianco.
assegniamo questo numero dato che ha Io stesso profilo Come abbiamo già visto in altre occasioni l'influenza
della Forma 37 tarda decorata. (Tav. XXXV, 1-7). della ceramica celtiberìca su alcune forme di terra sigil-
lata ispanica è piuttosto evidente.
Tipologia.
Cronologia.
Tra gli esemplari conosciuti ve ne sono alcuni, come
quello di Corclla, che sono identici alla corrispondente La Forma 39 è prodotta all'inizio dell'attività delroffi-
forma decorata, anche per l'ingrossamento dell'orlo. È cina di Bezares, e cioè alla metà del I sec., e gli scarsi
documentato un altro tipo, ritrovato sia a Corella che a ritrovamenti di questa forma ci fanno ritenere che ben
Pamplona, dal profilo quasi troncoconico, in cui l'infles- presto la produzione sia cessata.
sione della parete è appena segnata da una scanalatura Nella officina di Andlljar è stata trovata la parte supe-
e Farlo è aperto e semplice. riore di un cabce (M. Roca, forma 59) con decorazione
In alcuni esemplari il piede è appena accennato e nella di gocce alla barbottina gialle e alcuni frammenti di stelo
stragrande maggioranza sparisce completamente . .h il caso che ci documentano l'esistenza di una coppa a piede alto
degli esemplari ritrovati a Pamplona e Ramalete. anche se con profilo differente.

Produzione, Diffusione.
Esclusivamente ispanica. Bezares, Numancia, Arenzana.

Cronologia, Bibliografia.
Compare negli strati tardoantichi e pensiamo che la RocA AndUjar, p. 89, tat·. 34 a, b, c. CASTIELI.A La Edad del Hicrm,
p. 345, frag. r6, tav. 281. W'ATTENBERG Numancia, tav. xxx. \WAT-
si debba datare alla fine del III sec., per rutto il IV e TENBERG La 1Yf;i6n -::accea, tav. X.3; tav. XI.6; mv. I.2.
sino agli inizi del V secolo.

Diffusione. FORMA 44.


Corella, Ramaletc, Pamplona, Tricio, Cespedosa de
Tormas, San Miguel de Arroyo e Pedrosa de la Vega. Descrizione.
Bacile a parete curva, orlo aperto, concavo nelìa parte
Bibliografia. interna. Airesterno della parete si trova un listello a
lViEZQUiRIZ T.S.JJ.. tav, 22 B. MEZQUiRIZ Pompaelo II, fig. 19, rilievo molto accentuato che la divide orizzontalmente.
nn. !9 e 20. PALOL San .iHirrud de Arroyo, fig. 16, n. I, tav. XVI,
n. r. PALOL-CORTÈS La Olmeda, tig. 46, 1m. ro6-ro9. GARABITO Il piede è generalmente basso. (Tavv. XXXVI, r,6;
GòMEZ Alfm-es riojanos. p. 404. fo::. ro3. CXXX\',

156
TERRA SIGILLATA ISPANICA
Tipologia. L'orlo può essere ampio e orizzontale, come nell'esem-
In genere il formato è abbastanza grande e sono rari plare di Liédena, oppure corto e inclinato, come in quello
gli esemplari piccoli, come quello di Andién, che ha un di Pamplona; questi rappresentano i due estremi nella scala
diametro della bocca all'incirca di 12 cm. La maggior par- di variazioni. Abbiamo anche visto un esemplare prove-
te degli esemplari che abbiamo potuto controllare hanno niente da It.ilica che, del tutto eccezionalmente, aveva
un diametro alla bocca che oscilla tra i I 5 e i 22 cm. anse orizzontali e decorate.
Per quanto riguarda il listello che divide il profilo Il piede, nell'esemplare di Liédena e in alcuni altri di
della forma in due zone, esso può trovarsi a metà del- It.ilica e Numancia, è alto e dì profilo triangolare. È
J'alr.czza, oppure situarsi nella zona alta del vaso, come tuttavia frequente anche il piede basso.
nel caso dell'esemplare di Liédena, e soprattutto di quello L'esemplare di Liédena è completato da un coperchio.
di Andlljar, che ha indotto M. Roca ad assegnargli un Produzione.
numero differente (forma 53). Noi siamo invece del pa-
rere che si debba considerarlo una variante della Forma La Forma 46 è un prodotto tipicamente ispanico a cui
44, dato che con questa ha in comune le caratteristiche abbiamo assegnato la numerazione cli Dragendorff per
principali, ad esclusione di quelle dell'orlo. In altri esem- avvicinarla ad alcuni tipi gallici, anche se volendo far
plari, quali quello di Mérida, il listello appare nella parte riferimento a quei prototipi sarebbe più corretto il n.
inferiore del corpo. 46/49 assegnatole da Sotomayor. Questa forma viene fab-
Va sottolineato che tra il listello e l'orlo vi sono, fre- bricata nelle officine di Bezares e di Andtijar; in que-
quentemente, delle scanalature orizzontali. st'ultima compare nei livelli superiori, quindi alla fine
Una caratteristica fondamentale della Forma 44 è il dell'attività, databile verso la metà del II secolo. Molte
profilo dell'orlo, con l'incasso per il coperchio, elemento volte essa presenta marchi dì vasai.
che, negli esemplari di piccole dimensioni serve a distin- Cronologia.
guere questa forma dalla Forma 24/25.
Per la datazione ci basiamo sui dati forniti dagli scavi
Produzione. di Pamplona, in cui appare negli strati dell'inizio del
Le officine ispaniche producono la Forma 44 paralle- II sec. e in quelli del III. D'altra parte, l'esemplare di
lamente alle officine galliche per cui abbiamo la certezza Liédena va datato verso la metà del II sec. e sempre
che è una forma caratteristica di Lezoux e della Gallia a questo secolo si possono assegnare gli esemplari di
orientale. In Spagna è prodotta a Bezares, Bronchales e Bezares e dì Andlljar.
Andùiar.
Diffusione.
Cronologia.
Liédena, Pamplona, Irllil, Numancia, Uxama, Juli6-
Il fatto di ritrovare questa forma nelle summenzionate briga, Caparra, Tierra de Campos, Baena, Cordoba,
officine ci fa ritenere che se ne iniziò la produzione verso ItàliCl, Bezares, Andùjar, Coimbra (Portogallo), Dax e
la fine del sec. I. D'altra parte, a Pamplona compare negli Cablanes (Francia).
strati corrispondenti ai secoli III e IV.
Bibliogrnfia.
Dijjusz·one.
MEZQUÌRIZ T.S.ll., tav. 19. MEZQUÌRIZ Pompaelo 1, p. 245, fig.
Pamplona, Liédena, Arguedas, Andi6n, Irulla, Villa- III, nn. 2 e 7, ROCA A1uliijar, fig. 43, tav. 21. DELGADO-]VlAYET-
ALARCÀO Conimbriga, tav. LV, nn. da 341 a 346. SALIS-TOBIE lrtln,
franca, Carella, Uxama, Juli6briga, Bronchales, Bezares, p, 215, ta\•. VII. /1..iAYET Expansion, p. 73. GARciA l\.1ERINO Uxama,
Tierra de Campos, Mérida, It.ilica, Andlljar, Pedrosa de p. 95.
la Vega, Cablanes (Francia).
Bibliografia.
FORMA 50.
JViEZQUiRIZ T.S.H., tav. 18. hiEZQUiRIZ Pompaelo II, fig. ro4,
f:· 24. ROCA AndUjar, fig. 84, rav. 33. ATRIÀN Bronchales, p. 148,
Descrizione.
fig. 55. MAYET Expansion, p. 73, PALOL-CORTÈS La Olmeda, fig. 64,
1:n. 138 e 139; fìg. 65, nn. 140,141, I5I, r53. ]ORDA CERDA Lancia, Lucerna a disco con alto corpo troncoconico, fondo
flg-. I.
piano, ansa ad anello sulla spalla; vernice rossa, leggera.
(Tav. XXXVII, 1 ).
FORMA 46.
Tipologia.
Descrizione. Qualche volta il fondo, nella parte esterna, è legger~
Vaso con corpo troncoconico, orlo espanso orizzontale mente concavo. Gli esemplari di Clunia hanno un piede
o inclinato, fondo piatto e piede. Questo recipiente forma alto, quasi cilindrico. L'ansa è generalmente larga, varia
servizio insieme alla Forma 15. (Tavv. XXXVI, 7-II; tra I e 2 cm, ed è situata in opposizione al becco e va
cxxxv, 3). dalla spalla al disco, cioè per tutta la larghezza della
Tipologia. spalla, oppure include il disco sino all'orifizio di alimen-
tazione. Quest'ultimo, in genere, è di diametro maggiore
Questa forma presenta diverse dimensioni che oscil- di quello del becco. Una caratteristica è l'assenza di
lano tra i 9 e i I 5 cm di diametro della bocca ed ha una qualsiasi decorazione, mentre la superficie è liscia e ver-
maggiore o minore profondità. niciata solo all'esterno.

1 57
TERRA SIGILLATA ISPANICA

Produzione. niche perché esistono prototipi nella ceramica campana


Date le caratteristiche sia dell'argilla che della vernice A (Morel, forme 102 e 103 b) e B (Lamboglia, forma 12
possiamo affermare che questa lucerna e stata fabbricata e forma 1 3); inoltre viene prodotta dai vasai sudgallici
nelle stesse officine dei prodotti ispanici d'epoca tarda. (Hermet 18), ad es. a La Graufesenque dove compare
frequentemente nei graffiti con la stessa provenienza,
Cronologia. Frammenti di questa forma sono stati trovati anche a
A Pamplona compare negli strati del sec. III. Ha ver- Haltern (LOESCHCKE, tav. XI-·38), Offhcin e nelle officine
nice rosso chiaro o arancione. A Clunia, invece, questa italiche sino al III sec.; inoltre continua nella sigillata
forma si trova ad un livello dove è presente una grande chiara di tipo A (Lamboglia, forma 16 bis). Lamboglia
quantità di sigillata ispanica databile grazie a un depo- la interpreta diversamente e definisce gurrus un esemplare
sito di monete che risale a Onorio e Arcadio. proveniente da Ostia. Ciò nonostante, a noi appare in-
Nella classificazione della ceramica di Conimbriga, discutibile la sua funzione di atrameruarìum.
questa forma è stata assegnata alla sigillata regionale
Cronologia.
d'epoca tarda.
Gli esemplari finora trovati sono di fattura accurata
Diffusione. e hanno una vernice di buona qualità. Nell'officina di
Fino ad ora questo tipo di lucerna è documentato nel Bezares sono stati trovati pochi esemplari, probabil-
N della penisola, nei ritrovamenti romani della Navarra mente risalenti all'inizio della produzione, verso la metà
quali Pamplona, Falces, Villafranca e Andi6n, e nella del I sec., quando cioè venivano imitate le forme sud-
Meseta, nella villa romana di Pedrosa, nella necropoli galliche. Dato che nella Spagna questa forma è poco
di Hornillos del Camino e a Clunia, nel Tricia; alcuni documentata, è difficile dire quando sia cessata la pro-
frammenti sono presenti anche a Conimbriga. duzione, anche se in base ai dari in nostro possesso pos-
siamo indicare l'inizio del II secolo.
Bibliografia.
Diffusione.
,\1.EZQùiRIZ Pompaelo Il, p. 46. PALOL-CORTÈS La Olmeda, fig.
I)2 . .i\1.ARTiNEZ Burf!OS. DELGADO Une sigill,'e tardive, p. 51, mv. Bezares, Matar6, Italica, San Sebastian de Freixo
VII, n. 9.
(Portogallo).
Bibliografia.
FORMA 51. ,\1.EZQUfRrz T.S.H., tav. 26. MEZQUÌRlZ Bezares, p, 303. RrnAS
BERTRÀN' Torre Llauder, fig, 35, n. 6. BAIRRÀO-ALARCÀO S. Srbas1iJo
Descrizione. do Freixo, Tav, I, n. 9.

Recipiente con parete convessa che si chiude orizzon-


talmente nella parte superiore, lasciando solamente, al FORMA 52.
centro, un'apertura circolare di circa 3 cm di diametro.
Generalmente ha un piede basso e largo. Il suo uso cor- Descrizione.
risponde a quello di un calamaio o arramentarium. Non Piccola brocca monoansata, pancia sferica, collo cilin-
è mai verniciato nella parte interna. (Tav. XXXVII, 2 4). drico e bocca trilobata. Piede basso con modanatura al-
l'interno. La vernice è arancione e brillante. (Tav.
Tipologia. XXXVII, 5).
Il corpo ha generalmente il suo diametro massimo Tipologia.
nella parte bassa, probabilmente per dare stabilità al
recipiente. Si vedano, a questo proposìto, gli esemplari Di questa forma conosciamo un unico esemplare, con-
di It.ilica e Bezares. Tuttavia, in quello di Torre Llauder servato al museo di Burgos, che abbiamo già pubblicato
il diametro massimo corrisponde al centro del corpo, e includendolo nella forma 21 (MEZQcfRIZ T.S.H.) avendo
in questo caso il piede è molto più largo per evidenti ra- con questa in comune la forma ddla bocca. In questa
gioni di stabiiità. tìpologia gli assegniamo un numero diverso per k sue
La superficie orizzontale di chiusura è leggermente caratteristiche morfologiche.
più bassa dell'orlo e presenta una inclinazione verso il Produzione.
centro studiata evidentemente ad arte per evitare la fuo-
riuscita dell'inchiostro. A volte essa prèsenta anche un Esclusìvamente ispanica.
altro piccolo orifizio, di circa 3 mm di diametro, per Cronologia.
facilitare il recupero del liquido fuoriuscito.
Sia per la qualità della pasta che per la vernice bril-
Produ:::ÙJ11c, lante possiamo datare questa forma nel II secolo.
La Forma 5 r viene fabbricata_, senza alcun dubbio, Diffusione.
nelle officine ispaniche. Oltre ai ritrovamenti in diversi Clunia.
luoghi già controllati, questa forma è stata trovata anche
negli scarti di fornace delle officine- di Bezares. Tuttavia Bibliografia.
questa non è una forma originale delle officine ispr:-

158
TERRA SIGILLATA ISPANICA

Fm@A 53- FORMA 55.


Descrizione. Descrizione.
Brocchcna monoansata, pancia ovoidale, collo corto Fiaschetta senza anse, parete diritta, leggermente sva-
st.rnzzato e orlo semplice rivolto all'interno. Manca il sata verso la zona superiore, spalla quasi orizzontale;
piede e il f-Ondo è concavo e modanato. (Tav. XXXVII, 6). collo molto stretto e corto, con orlo aperto smussato.
T1'"pologia. Il fondo è completamente piatto. È verniciata in rosso
scuro brillante all'esterno e all'interno della bocca e del
Di questa forma conosciamo un solo esemplare prove- collo. (Tav. XXXVII, 8).
nic-nte dalla sepoltura III della necropoli di Fuentesprea-
das~ con argilla arancione, fattura rozza e colore rosso Tipologia.
scuro. La vernice è eccellente sia all'esterno che all'in- L'unico esemplare completo che conosciamo proviene
terno della parete.
da Herdade do Reguengo (Portogallo). La forma del
Produzione. corpo assomiglia molto a quella che nella nostra prece-
dente tipologia (lviEzqufRrz T.S.H.) era individuata con
Esclusivamente ispanica. Questa forma probabilmente il n. 14 poiché in quel caso mancava la parte corrispon-
è stata prodotta da alcune officine, non ancora localiz-
dente al collo e alla bocca.
zaIC, della 11.eseta in epoca tardoimperiale.
Produzione.
Cronologia.
Esclusivamente ispanica.
La Forma 53 può essere inclusa nella ceramica d'epoca
tarda delle necropoli del Duero, ed è databile alla fine Cronologia.
del IV secolo.
L'esemplare incluso nella nostra cronologia proviene
Diffusione. da una necropoli; nella stessa tomba vi erano altri pezzi
Fuentespreadas. ben databili: ceramica a pareti sottili e con decorazione
alla barbottina della seconda metà del I sec., forma Dra-
Bibliografia. gendorff 35 della seconda metà del I sec.; forma 3 7 deì
CABALLERO Fuemespreadas, p, r65, fig:. 43, n. 2. secc. I-II; forma 18 dei secc. I-II e forma 20 del sec. Il.
Per questi motivi riteniamo che la Forma 55 possa essere
datata in un periodo compreso tra la fine del I e l'inizio
FORMA 54· del Il secolo.
Descrizione.
Diffusione.
Brocchetta monoansata, corpo quasi cilindrico, collo
:;trozzaro, orlo con doppia modanatura, piede molto basso Herdade do Reguengo (Portogallo), Mallén.
modanato a!l"esterno. (Tav. XXXVII, 7).
Bibliografia.
Tipologia. MEZQUiRIZ T.S.H., ta\'. 27, SILVA CAEIRO Quarro peças inéditas,
p. 139.
Di questa forma conosciamo un unico esemplare, pro-
veniente da Almedinilla, con buonissima vernice rosso
chiaro. Nella nostra precedente tipologia (MEZQUiRIZ FORMA 56.
T.S.H.) le assegnavamo il numero 32, ma le evidenti
differenze esistentì tra la Forma 32 e la piccola brocca Descrizione.
di cui stiamo parlando ci hanno indotto ad includerlo
nella presente tipologia con un numero diverso. Anforetta biansata, con parete curva e diametro mas-
simo a metà ddl'altczza; il collo presenta una marcata
ProduZ'ione. strozzatura al di sopra della qmil~ vi è la bocca a profilo
Esclusivamente ispanica.
troncocomco, limitata sia nciìa parte superiore che infe-
riore da un ingrossamento. A.l di sotto di quello inferiore
Cronologia. sono inserite le due brevi anse simmetTiche che si im-
L'eccellente qualità sia della vernice che della fattura postano sulla parte superiore del corpo. Non esiste piede
e il fondo è concavo. (Tav. XXXVII, 9).
ò induce a ritenere che si tratti di una forma non poste-
riore al sec. II. Inoltre, il tipo di orlo coincide con quello
Tipologia.
delle diverse forme di ceramica verniciata di questa epoca.
Si tratta di un pezzo con alcune caratteristiche morfo-
D1jfusione. logiche estremamente peculiari dato che si sovrappongono
Almedinilla. due strutture differenti: quella relativa al corpo formata
da linee curve, e quella della bocca costituita da linee
Bibliografia. rette. Probabilmente la forma della bocca è determinata
MEZQUiR!Z T.S.H,, tav. 28. dalla finalità di chiusura ermetica del recipiente.

IJ!)
TERRA SIGILLATA ISPANICA

Produzione. FORMA 58.


Si tratta cli una forma tipica della produzione ispanica.
Tuttavia, al di fuori della Spagna troviamo un esemplare Descrizione.
proveniente da Niederbieber, databile al III sec., le cui
caratteristiche generali ricordano quelle che abbiamo
esaminato. Questa forma compare anche nella produ-
co:~~::g~f: d~: ~a:r~:ti:~lt:er~i:sasl~, ePf;e;ar~:r:~~t=~
riore svasata e orlo smussato. Piede anulare. (Tav.
zione della ceramica comune e verniciata (MEZQUiRIZ X.XXVII, II).
Liédena).
Tipologia. I
I
Cronologia. Si conosce un unico esemplare proveniente da Pedrosa
L'esemplare più completo che conosciamo proviene de la Vega.
dalla necropoli di San Miguel de Arroyo ed è stato tro- Produzione.
vato nella tomba n. 23 insieme a vasi di Forma 37 di

I
Esclusivamente ispanica.
epoca tarda. È databile, quindi, nel sec. IV. Questa forma
è stata trovata anche nella villa romana di Fakes (secoli Cronologia.
IV-V). Questa forma è documentata nei rìnvenimentì di Pe-
drosa de la Vega, databili a partire dal IV secolo.
Diffusione.
Falces, San Jvliguel de Arroyo. Diffusione.
Peci.rosa de la Vega.
Bibliografia.
PALOL San Miguel de Arroyo, p. I2i, fig. 18. 0ELMAN Nìederbieber, Bibliografia.
taV. l.27. MEZQUiRlZ Liédena, p. 152, fig. 5. PALOL-CORTÈS La Olmeda, p. 134, fig. 43 (82),

FORMA 59.
FORMA 57-
Descrizione.
Descrizione. Brocchetta con pareti curve e profilo convesso, collo
Piccola tazza con parete carenata, con la parte infe- svasato con orlo arrotondato. Presenta una o due piccole
riore troncoconica e quella superiore quasi cilindrica. anse, e il piede ha un diametro piccolo. (Tavv. XXXVII,
L'orlo è leggermente svasato e ingrossato; subito sotto 12; XXXVIII, 1-2).
l'orlo si impostano due ampie anse che raggiungono l'an- Tipologia.
golo della carena. (Tav. XXXVII, rn).
Di questa forma esistono alcune varianti. Per quanto
Tipologia. riguarda il collo, esso è largo negli esemplari di AndUjar
e molto stretto in quelli di Herdade do Reguengo. Il piede,
M. Roca la pubblica come una variante della forma r. ad Andlljar, è generalmente massiccio o con una piccola
Noi riteniamo, invece, che si tratti di un profilo comple- scanalatura esterna, mentre negli esemplari portoghesi è
tamente differente e che quindi le si debba assegnare appena segnato e concavo all'esterno. Infine, vi possono
all'interno della tipologia della sigillata ispanica un altro essere alcune scanalature orizzontali e decorazione a ro-
numero. Inoltre, è possibile mettere in relazione questa tellatura.
forma con alcuni vasi a pareti sottili dell'epoca di Ti~ M. Roca, nel catalogo delle nuove forme, le assegna
berio~Claudio, con i quali ha delle affinità (Mayet, forma il Il. 56.
XXV e forma XXVI).
Produzione.
Produzione. Esclusivamente ispanica, prodotta soprattutto ad An-
Esclusivamente ispanica, dell'officina di AndUjar. dujar.

Cronologia. Cronologia.
Ad AndUjar è stata ritrovata in associazione soprat- M. Roca data i ri1rovamenti di Andujar dalla fine del
tutto con le Forme 15/17, 27 e 37. M. Roca ritiene che I sino alla metà del II sec.; anche nella necropoli di
questa forma sia stata prodotta per un breve lasso di Herdade do Reguengo questa forma compare associata
tempo vista la esiguità dei ritrovamenti, alla fine del I alle forme lisce 30, 15/17 e 37 decorate con motivi cir-
sec. e all'inizio del II. colari; è quindi databile alla fine del I secolo.

Diffusione. Diffusione.
Andujar, Herdade do Reguengo (Portogallo).
AndUjar.
Bibliografia.
Bibliografia. ROCA And1Jjar, p, 86, tav. 34. SILVA CAEIRO Quatro peças inéditas,
RocA AndUJar, p. 81, tav. 33, p. 139.

160
TERRA SIGILLATA ISPANICA

FORMA 60. Produzione.


Esclusivamente ispanica.
Descrizione.
Tazzina con pancia schiacciata, collo corto e orlo sem- Cronologia.
plice rivolto all'infuori. Piede alto. (Tav. XXXVIII, 3). Questa forma proviene da una necropoli del Basso
Impero e può datarsi nel IV sec. e agli inizi del V.
Tipologi'a.
n profilo ricorda la Forma 22, ma il formato è molto Diffusione.
più piccolo, senza anse, ed è quindi evidente che queste San Miguel de Arroyo.
forme avevano una funzione differente.
Bibliografia.
Produzione. PALOL San Miguel de Arroyo, p. n5, fig. I2,
Esclusivamente ispanica.

Cronologia, FORMA 63.


Vunico esemplare che conosciamo ha vernice color Descrizione.
arandone leggero, di tipo tardo, ed è statò ritrovato Piatto a parete obliqua, leggermente curva, piede ap-
nssieme a materiali dei secoli IV e V. pena accennato. Nella parte interna, al centro, presenta
un risalto di forma anulare che crea un compartimento
DUJusionc. separato. Presenta sempre una leggera ingubbiatura aran-
Homillos del Camino (Burgos). cione. (Tav. XXXVIII, 6).
B1,"hliografìa. Tipologia.
M.EZQUÌRIZ Burgos, p. 251, fig. 3-
Gli esemplari studiati di questo tipo non sono nume-
rosi; sono presenti sia nella tarda sigillata ispanica, sia
FORMA 6r. nella ceramica verniciata. Riteniamo che questa forma
rìsponda all'esigenza di tenere separati, su uno stesso
Descrizùme. piatto, diversi tipi di alimenti; oppure si tratta di un
Vasetto di profilo quasi cilindrico, orlo semplice ri- piatto da portata usato per collocare qualche altro ele-
volto all'infuori e piede molto basso. Vernice arancione mento al centro. Di questo tipo esistono esemplari di
e leggera. (Tav. XXXVIII, 4). differenti dimensioni.

Tipologìa, Produzione.
Si conosce un solo esemplare. Ispanica. Nella ceramica celtiberica di Numancia esiste
W1 piatto, con un piccolo recipiente al centro, che può
Produzione. essere considerato il prototipo della Forma 63.
Esclusivamente ispanica.
Cronologia.
Crmwlogia. IV-V secolo.
Proviene da una necropoli del Basso Impero e può
Diffusione.
e;sere datata nel IV sec. e agli inizi del V.
Fakes, Pamplona.
Diffusione.
Bibliografia.
San Miguel de Arroyo.
MEZQUiRlZ Pompaelo II, fig. 20, n. 13. A1EZQUiRIZ Falces, p. 74,
tav, XVI, n. 7. Excavaciones de Nurnanda, tav. XXXIII E.

PALOL San A.figuel de Arro.W, p, 137, fig. 23, n. 6.


FORMA 64.

FonM.A 62. Descrizione.


Piccola ciotola a parete curva e orlo ingrossato rivolto
Dcsai::sionc. alfesterno. Non ha piede e presenta il fondo all'esterno
\Jaso a parete curva con solcature orizzontali nella concavo. (Tav. XXXVIII, 7).
p,m:c inferiore, a parete dritta in quella superiore. Orlo
semplice, piede appena accennato e fondo convesso al- Tipologia.
rimerno. La vernice è arancione. (Tav. XXXVIII, 5). L'orlo ricorda quello di alcuni esemplari della Forma
35, ma la totale mancanza del piede e lo spessore della
'J"-iJJOlogia. parete ci hanno fatto ritenere che si tratti di una nuova
c:onosce un solo esemplare. forma.
TERRA SIGILLATA ISPANICA

Produzione. Produzione.
Esclusivamente ispanica. Esclusivamente ispanica.

Cronologt'a. Cronologia.
Compare nello strato IV, settore K, di Pompaelo e Nella stratigrafia di Pamplona questa forma appare
potrebbe datarsi nel III secolo. databile a partire dal II sec. e continua, probabilmente,
sino al IV sec., periodo che ben si adatta all'esemplare
Diffusione. di San Miguel de Arroyo.
Pamplona.
Diffusione.
Bibliografia. Pamplona, San Miguel de Arroyo.
MEZQUÌRIZ Pompaclo II, fig. 19, n. r2.
Bibliografia.
MEZQUiRIZ Pompaclo Il, fig. 20, n. 12. PALOL San Miguel de Arroyo,
FORMA 65. p. ro6, fig. 8, n. 3.

Descrizione.
Piccola ciotola a parete curva e orlo semplice rivolto FORMA 67.
verso l'interno. Il piede è molto marcato e di piccolo
Descrizione.
diametro. (Tav. XXXVIII, 8-9).
Scodella a parete obliqua leggermente curva, fondo
Tipologia. piano e orlo piegato verso l'interno. Ha una vernice
Di questa forma si conoscono pochi esemplari che rosso chiaro stesa meglio all'interno che all'esterno della
hanno sempre la parete molto spessa e una profondità parete. (Tav. XXXVIII, n).
variabile. Potrebbe trattarsi di una derivazione della For-
Tipologia.
ma 8, anche se in epoca tardoimperiale esistono vasi di
questa forma con un loro profilo caratteristico. Si tratta di un profilo poco frequente nella sigillata
ispanica anche se compare ripetutamente nella ceramica
Produz1:one. comune di tipo locale. Negli strati di Pamplona lo stesso
Esclusivamente ispanica. profilo compare contemporaneamente in diverse produ-
zioni ceramiche; vi sono inoltre profili simili nella cera-
Cronologia. mica comune proveniente da Aramenha (Portogallo).
Compare nella tomba n. 8 della necropoli di San Inoltre, esemplari abbastanza simili si incontrano nella
Miguel de Arroyo ed è pertanto databile al IV-V secolo. ceramica «lucente », che è databile al III e IV sec. (Lam-
L'esemplare cli Pamplona non ha una precisa datazione, boglia, forma 9 b).
ma le caratteristiche della sua argìlla e della vernice sono Produzione.
quelle di un 1epoca tarda.
Esclusivamente ispanica.
Diffusione.
Cronologia.
San Miguel de Arroyo, Pamplona.
Compare unitamente alla Forma 37 tarda decorata, ed
Bibliografia. è quindi databile nel IV secolo.
MEZQUfRrz Pompaelo II, fig. r9, n. 3, PALOL San Miguel de Arroyo,
p. ro4, fig. 7, n. 2. Diffusi'one.
Pamplona.
FORMA 66. Bibliogra/ìa.
MEZQUiRIZ Pompaelo II, Settore F-G, strato IV; fig. 8r, nn. r
Descrizione. e !I; fig.
20, n. II. LAMBOGLIA 1958, p. 173.
Ciotola con parete curva all'interno, mentre il profilo
esterno è carenato e, nella parte superiore si incurva
verso l'interno. Orlo semplice; manca il piede. (Tav. FORMA 68.
XXXVIII, ro ).
Descrizione.
Tipologia. Grande piatto poco profondo, con parete leggermente
Conosciamo pochi esemplari di questa forma. Nella inclinata che si ispessisce formando un orlo dal profilo
necropoli di San Miguel de Arroyo sono state trovate ovoidale verticale. Piede basso con una modanatura al-
due ciotole, una in sigillata ispanica (tomba 22) e l'altra l'esterno del fondo. Al centro del piatto vi è una rosetta,
verniciata (tomba 7), con profili molto simili. Altri rin- o una stella a sei punte, racchiusa in un ampio cerchio
venimenti si sono avuti a Pamplona. a rotellature. (Tav. XXXVIII, 12).
TERRA SIGILLATA ISPANICA

Tipologia. Diffusione.
Di questa forma conosciamo solo i frammenti prove- Andujar.
nienti dalla Libia (Hcrramélluri). Il suo profilo ricorda le
p::i.tere aretine, e anche quelle campane, per la decora- Bibliografia.
zione a rosette e rotellature; tuttavia l'orlo lo incontriamo RocA AndUjar, p. 83, fig. 33. Ltmowrcr Rheinzabern, p. 27i.
LUTZ AiittclbrOnn, p, 122, tav. Ù, fig. 6.
anche nelle forme più tarde della sigillata chiara di tìpo
D (Lamboglia, forma 55).
Produzione. FORMA 70.
Esclusivamente ispanica.
Descrizione.
Cronologia. Piatto a parete obliqua, leggermente curva, modanata
Questo piatto è stato ritrovato in Libia assieme a ma- sotto l'orlo. Il piede è basso e ha una modanatura nella
teriali della seconda metà del I sec. o dell'inizio del II, parte esterna. (Tav. XXXVIII, 14~15).
e questa datazione è confermata dall'eccellente qualità
sia dell'argilla che della vernice. Tipologia.
Di questa forma si conoscono pochi esemplari che pro-
Diffusione. vengono dalla Libia e da Pedrosa de la Vega, esemplari
Herramélluri, (Rioja). che hanno caratteristiche molto simili dato che si diffe-
renziano unicamente per il numero di modanature del-
Bibliografia. l'orlo e, nel caso dell'esemplare di Pedrosa, per il dia-
lvtoLESTINA Formas nuevas. metro del piede, che è sensibilmente minore.

Produzione.
FORMA 69.
Tipicamente ispanica. Possiamo incontrare precedenti
Descrizione. della Forma 70 nei ritrovamenti aretini di Bolsena (Gou-
Piatto poco profondo a parete obliqua e carenata nella dineau, forma 9), databili alla fine del I sec. a.C. Non
parte superiore, con orlo semplice leggermente ingros- compare nella produzione sudgallica, ma la incontriamo
saro e piede molto basso. (Tav. XXXVIII, r3). nei giacimenti di Rheinzabern della metà del II sec.
(Ludowici Se).
Tipologia.
Di questa forma si conosce un unico esemplare com- Cronologia.
pleto e diversi frammenti, provenienti da Andtljar, che L'esemplare proveniente dalla Libia venne ritrovato in
presentano diverse varianti nel fondo - che può essere associazione con materiali databili tra la fine del I e la
piano o concavo (M. Roca, forma 52) - o nell'angolo metà del II sec., epoca che coincide con quella indicata
della carenatura, che può essere ad angolo vivo o arro- da Palol per il ritrovamento di sigillata effettuato nella
tondato. necropoli medievale di Pedrosa de la Vega.

Produzione. Diffusione.
Ispanica, prodotta nell'officina di Andtljar. Questa Libia e Pedrosa de la Vega.
forma ha il suo precedente nella ceramica campana B
(Lamboglia, forme 5 e 7), tuttavia non vi sono profili Bibliografia.
simili nella produzione italica e sudgallica, anche se sono
PALOL-CORTÈS La Olmeda, fig, 63, n, II4, MoLESTINA Formas
presenti nelle officine gallo-orientali in epoche successive nue·vas.
all'anno roo. Questa forma, con leggere varianti, appare
a Rheinzabern (Ludowici, Tk, Ts e Ta) dato che è una
forma tipica della metà del II sec.; si trova inoltre tra FORMA 7r.
ì prodotti di Sarto e Cibisus di 1\.1.ittelbrOnn.
Cronologia. Descrizione.
Gh esemplari provenienti da Andlljar sono stati tro- Piatto profondo a parete curva, orlo verticale con in-
vati ad un livello molto superficiale e devono corrispon- cise linee orizzontali e piede appena segnato, piano, e di
dere: ad un periodo d 1attività molto avanzato di questo grande diametro. (Tav. XXXIX, 1).
cemrn 1 che potrebbe corrispondere alla metà del II sec.,
e cioè contemporaneo a quello delle officine gallo-orien- Tipologia.
tali, Una questione che deve essere ancora approfondita Tutti gli esemplari conosciuti provengono da Pedrosa
è la possibile relazione tra queste officine dato che è de la Vega e si differenziano per l'altezza dell'orlo e per
piuttosto difficile credere a una pura e semplice coin- il profilo più o meno verticale. Nella tipologia del Palo]
cider'>''-'· di terra sigillata ispanica tarda porta il numero 2.

163
TERRA SIGILLATA ISPANICA

Produzione. r95 r); è inoltre frequente nella produzione di sigillata


Tipicamente ispanica. Ricorda certi profili cli sigillata chiara di tipo B (Lamboglia, forma 9 a) databile tra la
chiara tipo D (Lamboglia, forme 1, 55 e 55 A; Hayes, metà del II e del III secolo.
nn. 84-86), anche se gli esemplari ispanici sono più piatti. Cronologia.
Cronologia. I ritrovamenti di Pamplona sono stati effettuati soprat-
Può datarsi a partire dal IV secolo. tutto negli strati databili a partire dal III secolo.
Diffusione.
Diffusione.
Pedrosa de la Vega. Pamplona.
Bibliografia,
Bibliografia,
.MEZQUfRIZ T.S.H., tav. 26. MEZQUiRIZ Pompaelo I, p. 250, fig.
PALOL-CORTÈS La Olmeda, p. 123, fig. 36. 1I2, n. I. MEZQUÌRIZ Po,npaelo II, fig. 20, n. 8.

FORMA 72. FORMA 74.


Descrizione. Descrizione.
Piccolo piatto a parete obliqua, orlo semplice e fondo Piatto con parete curva, orlo a tesa rivolto all'infuori
completamente piatto, con incisi alcuni cerchi al suo e fondo piano di grande diametro. (Tav. XXXIX, 6-9).
interno. (Tav. XXXIX, 2).
Tipologia.
Tipologia. I piatti di questa forma sono numerosi e si differen-
Gli esemplari ritrovati a Pamplona sono di diversa ziano sia per quanto riguarda l'orlo più o meno largo,
grandezza e alcuni presentano la particolarità di essere sia per la presenza, certe volte (Palo!, forma 4), di un
verniciati solamente all'interno e nella parte esterna del- piede appena segnato; inoltre vi è qualche esemplare
l'orlo. Nella nostra precedente tipologia (lliZQUfRIZ con decorazione a stampo sul fondo interno. Nella nostra
T.H.S.) le avevamo assegnato il n. 19. precedente tipologia le avevamo assegnato il n. 49.

Produzione. Produzione.
Tipicamente ispanica. Ispanica. Nella produzione dì sigillata chiara vi sono
alcuni piatti molto simili, specialmente nel tipo D (forma
Cronologia. Lamboglia 52 ). Corrispondono sicuramente ad una me-
A Pamplona compare negli strati databili dalla metà desima tradizione, di epoca tardo-imperiale.
del II sino a tutto il sec. IV. La produzione più antica Cronologia.
presenta una vernice rosso intenso brillante, mentre
quella più recente ha una vernice opaca e arancione. Nei ritrovamenti di Pamplona questa forma appare
negli strati databili al IV sec., la stessa cronologia attri-
Diffusione. buita dal Palol ai ritrovamenti di Pedrosa de la Vega;
uguale cronologia è assegnata alla forma corrispondente
Pamplona, Uxama.
in sigillata chiara di tipo D.
Bibliografia. Diffusione.
MEZQUiRIZ T.S.H., tav. 26. MEZQUiRIZ Pompaelo I, p. 250, fig.
Il3, n. 9, Pamplona, Pedrosa de la Vega.
Bibliografia.
FORMA 73. MEZQUfRIZ T.S.H., tav. 26. MEZQUiRIZ Pompae/o I, p. 250, fig:.
II2, n. 2. J\i.EZQUÌRIZ Pom,paelo II, fì.g. 20, n. r. PALOL-C0RTÈS La
Descrizione. Olmeda, fig. 37, forma 4.
Piatto profondo con parete leggermente curva e aperta,
fondo orizzontale e piede appena accennato. Ha sempre FORMA 75.
una verniciatura arancione e leggera. (Tav. XXXIX, 3-5).
Descrizione.
Tipologia. Piatto con parete curva, ingrossata nella parte supe-
Abbiamo pochi piatti interi e numerosi frammenti che riore dove forma due modanature sulrorlo. Il fondo
provengono dagli scavi di Pamplona. Nella nostra prece- è orizzontale all'interno e concavo all'esterno. Jvianca iì
dente tipologia le avevamo assegnato il n. r6. piede. L'argilla è chiara e la vernice arancione. (Tav.
XXXIX, 10).
Produzione.
Tipicamente ispanica. Il suo profilo non è nuovo e lo Tipologia.
incontriamo già nelle forme dì presigillata (LAMBOGLIA Conosciamo un solo esemplare di questt forrn:i.
TERRA SIGILLATA ISPANICA

Produzione. Cronologia.
Tipicamente ispanica. Frammenti di questa forma sono stati trovati negli
strati di Pamplona databili tra il III e il IV secolo.
Cronologie.
IV--V secolo. Proviene da una necropoli tardo-romana. Diffusione.
Pamplona, Andi6n, Peilaforl.la e Pedrosa.
D!f.fusùmc.
San Niigud de Arroyo. Bibliografia.
.MEzQUfRIZ T.S.H., tav. 23. MEZQUiRIZ Pompaelo I, p. 249, fig.
Bibliognzfia. rr3, n. 8. PALOt-CoRTÈS La Olmeda, fig. 38, n. 52.
PALOl, San .Miguel de Arroyo, p. 137, fig. 23.

FORMA 79.
FORMA 76.
Descrizione.
Descrizione.
Piatto con fondo piano, parete perpendicolare legger-
Piatto con parete carenata eseguita rozzamente, senza mente curva, orlo semplice rivolto all'interno. Presenta
piede. L'orlo è verticale e semplice. (Tavv. XXXIX, II; un leggero strato di vernice rosso arancione. (Tav. XL, 7-9).
XL,
Tipologia.
Tipologia.
Una delle caratteristiche di questa forma è l'ampiezza
Di questa forma esiste una variante con fondo con- del diametro del fondo, che è quasi uguale a quello della
vesso all'esterno, presente in tutti gli esemplari di San bocca. La parete può essere perpendicolare od obliqua,
Miguel de Arroyo, mentre in quelli di Pedrosa ìl fondo
ed entrambi i tipi sono presenti contemporaneamente.
esterno è concavo. La vernice è sempre sottile e di colore Nella nostra precedente tipologia le avevamo assegnato
rosso arancione.
il n. 50.
Produzione. Produzione.
Ispanica, probabilmente di alcune officine tardo-romane Tipicamente ispanica, anche se esiste un parallelismo,
della M.eseta che però non sono state ancora localizzate. probabilmente dovuto alla moda, con la forma Lambo-
Cronologia. glia 9 in sigillata chiara del tipo D.
IV--.V secolo. Croiwlogia.
Diffusione. A Pamplona sono stati trovati frammenti databili nel
III e IV secolo.
Pedrosa de la Vega, San Jvliguel de Arroyo.
Bibliografia. Diffusione.
PALOL-COln.Ès La Olmeda, p. 122, fii.;. 35. PALOL San Miguel Pamplona, Bayubas.
dc Arro_vo, p. r I9, fig. 14,
Bibliografia.
GARcfA 1\.1ER!NO SoYia, p. 167. LAMBOGLIA 1958, p. 182. MEZ-
FORMA 77. QUÌRIZ T.S.H., tav, 26. MEZQUÌRIZ Pompaelo I, p. 241; fig. 112, n. 5.
MEZQUiRIZ Pompaelo II, fig. 20, nn. 9 e 6.
Descrizione.
Piccola scodella con parete obliqua leggermente incur-
vataJ con orlo semplice e verticale. In genere non ha FORMA 80.
piede e la vernice è sempre di un colore rosso arancione
Descrizione.
leggero, (Tuv. XL, 3-6).
Grande piatto con parete obliqua, leggermente curva,
Tzj;ologia. che si alza verticalmente in corrispondenza dell'orlo, for-
Tra le varianti di questa forma bisogna segnalare la mando diverse modanature molto marcate. Il fondo
p~cscnza, in alcuni casi, di un ingrossamento dell'orlo esterno è convesso. La vernice è rosso chiaro e leggera.
(Peflaforlla e Pedrosa de la Vega), mentre in altri si nota (Tav. XL, IO-II).
k presenza di un piede appena segnato o l'assenza dello
sr~>;so> e il fondo concavo. Inoltre, in alcuni esemplari
Tipologia.
si nota una decorazione stampata in un cerchio sul fondo Si conoscono pochi esemplari: quelli dì Pedrosa e di
all'interno. Nella nostra precedente tipologia le avevamo Tudején, che sono di grande formato e con leggere va-
assegnato il n. 6. rianti nel trattamento dell'orlo; quelli di Coimbra che
sono molto similì a quelli di Pedrosa anche se più pic-
Pruduzione. coli. Nella nostra precedente tipologìa questa forma figu-
Tipicamente ispanica, prodotta nel N della penisola. rava con ìl n. II.
TERRA SIGILLATA ISPANICA

Produzione. Diffusione.
Esclusivamente ispanica. Tudején, Pedrosa de la Vega e Coimbra.
Bibliografia.
Cronologia.
MEZQUfRIZ T.S.H., tav. 26. PAtot-CoRTÈS La O!meàa, fig. 35,
A partire dal IV secolo. nn. da 25 a 31,

FORME DECORATE

Il numero di forme decorate nella produzione di sigil- ma già si avverte l'introduzione di motivi del repertorio
lata ispanica è sensibilmente inferiore a quello delle forme ispanico come gli elementi di separazione tra le metope,
lisce. La produzione di una forma decorata richiede un costituiti da gruppi di linee ondulate verticali e linee a
processo molto lento e complesso, il che rende più co- zig-zag, o punte di freccia, e inoltre i motivi circolari che,
stosi questi prodotti che hanno, di conseguenza, una a partire dal II sec., saranno caratteristici e quasi esclu-
clientela più ridotta. Inoltre, il profilo delle forme deco- sivi della produzione ispanica.
rate deve avere una superficie adatta per motivi orna- Il terzo stile è quello della serie di circoli, associati
mentali.
Tra le forme decorate si individuano, innanzitutto, due
ad elementi vegetali e solo eccezionalmente animali
o umani; compare in alcune delle forme antiche che
I
gruppi chiaramente differenziati: uno che raggrup]?a· le
forme databili tra il I e il II sec., influenzato dalla i pro-
duzione sudgallica, e l'altro costituito dalle forme della
abbiamo già citato, ma è caratteristico delle Forme
37 A e 37 B. Questo stile inizia negli ultimi 25 anni
del I sec. e diventa il motivo decorativo dominante del
I
cosiddetta tarda sigillata ispanica, caratteristico della tarda II secolo.
antichità. Nel primo gruppo sono comprese le Forme 29, Sono documentati anche altri stili decorativi, ma ap-
30, 37 (tipi A e B), 13, 78, che imitano i prodotti sud- paiono meno frequentemente di quelli ora indicati. In
gallici, mentre le Forme I, 20, 40, 41, 49 e 81 costitui- primo luogo ne è attestato uno che imita le forme in
scono innovazioni delle officine ispaniche. Per quanto vetro, caratterizzato da un reticolo in rilievo oppure in-
riguarda il secondo gruppo, tutte le forme sono caratte- ciso; questo tipo di decorazione in rilievo si può trovare
ristiche esclusivamente della produzione ispanica, e per nelle Forme 29, 37 e nella Forma 49, mentre quello
ora possiamo individuare solo otto tipi diversi: le Forme inciso solamente nella Forma 49. Va sottolineata però la
37 tarda (tipi A e B), 38, 42, 43, 45, 47 e 48 (Tav. CXLIV). scarsa frequenza di questo tipo di decorazione anche se
Questa differenza tra i due gruppi di forme decorate, è documentata in numerosi scavi della penisola.
chiaramente apprezzabile nel confronto dei profili, è an- Un altro tipo di decorazione è quello a rotellatura,
cora più evidente se sì prendono in esame le decora- fin'ora trovato solamente nelle officine di Andlljar ed
zioni, il colore e la qualità della vernice. unicamente sulle Forme 29, 30, 29/37 e 37. È databile
11 colore, nelle forme più antiche, è di un rosso più dalla metà del I agli inizi del II secolo.
o meno intenso, sia per quanto riguarda Pargilla che la La decorazione invece cambia nel gruppo delle forme
vernice, e crea una superficie compatta e generalmente più tarde; solamente nella Forma 37 A tarda continua
brillante; nelle forme più recenti sia l'argilla che la ver- lo stile caratterizzato da una serie di circoli, rosette ed
nice sono dì un colore rosso arancione, oppure sempli- altri elementi vegetali (eccezionalmente animalì e figure
cemente arancione, e la vernìce copre la superficie con umane stilizzate), generalmente in rilievo alto e dì fat-
uno strato sottile riducendosi a volte ad una semplice tura rozza. Questa forma, sia per il tipo di decorazione
ingubbiatura. che per il profilo, rappresenta la transizione e il legame
Per quanto riguarda la decorazione, nelle forme del tra la Forma 37 antica e quella tarda.
I sec. compaiono diversi stili: il primo, che definiamo Le rimanenti forme decorate tardoimperiali hanno
di imitazione gallica, è costituito da ghirlande, motivi fito- uno stile peculiare, lo stile tardo propriamente detto,
morfi («gallones)>), serie di archi, croci di Sant' Andrea, ecc.; costituito da grandi cerchi riempiti da serie concentriche
motivi che troviamo soprattutto nelle Forme 29, 30, 13, di angoli, bacchettine, ecc. Si possono trovare anche dei
78, 82, 40 e 41. Sempre nel I sec. i vasi di sigillata ispa- cerchi completi, ma più frequentemente sono incompleti
nica presentano un secondo stile decorativo, quello a oppure si tratta di semicerchi.
metope, che è contemporaneo o immediatamente succes- È evidente che questo tipo di decorazione segue schemi
sivo al primo; questo tipo di decorazione lo troviamo, e tradizioni diversi da quelli che hanno influenzato la
oltre che nelle forme già citate, anche nelle Forme r, sigillata ispanica dei primi secoli, e che corrisponde ai
20 e 37 (tìpì A e B, più frequentemente in quest'ultimo). motivi che troviamo nelle stele visigote e negli ornamenti
Questo stile accoglie elementi di chiara tradizione gal- personali come gli anelli del tesoro della cascina di
lica., come i morivi umani e animali, ed anche vegetali, Evora,

r66
TERRA SIGILLATA ISPANICA

FORMA I. a ghirlande di imitazione gallica (Arenzana) e quello a


fasce dì motivi circolari (Bezares e AndUjar).
Descrizione.
Brocchetta con una o due anse. Il corpo è biconico e Produzione.
il piede è di piccolo diametro e piuttosto basso. L'orlo Sono state trovate matrici di questa forma nelle offi-
è svasato e può essere semplice o modanato; la decora- cine di Bezares e di AndUjar. Nelle sue caratteristiche
zione è disposta nella parte inferiore del corpo tra sca- morfologiche imita gli esemplari sudga11ici di La Grau-
nalature orizzontali. (Tavv. XLI, r-6; CXXXV, I). fesenque.

Tipologia. Cronologia.
Sono molto frequenti i rinvenimenti della Forma r Per la datazione ci basiamo sui ritrovamenti di Pam-
decorata che conserva caratteristiche morfologiche simili plona, databili alla metà del sec. I. D'altra parte, gli scavi
a quelle della Forma I liscia, differenziandosi però nella di Bezares e AndUjar ci documentano che la produzione
struttura del corpo, pìù largo o più. snello. La decorazione di questa forma avvenne durante la seconda metà del I
occupa generalmente una sola zona, divisa verticalmente e per tutti i primi cinquant'anni del II secolo.
in metope; solo eccezionalmente (Aramenha) compaiono
due zone disposte orizzontalmente, quella superiore con Diffusione.
ovoli e quella inferiore con metope. È documentato an- Liédena, Pamplona, Bezares, Arenzana, Numancia,
che un secondo stile decorativo che imita quello della Caspe, Tarragona, Ampurias, Andlljar.
officina di Germanus di La Graufesenque, di cui cono-
sciamo un solo esemplare proveniente da Numancia. Bibliografia.
La qualità della vernice varia a seconda dell'epoca, GARABITO G6MEZ fl(fares rioianos, p, 478, fig. II5, n. 58. HERMET
passando dal rosso brillante degli esemplari più antichi La Graufesenque, tavv. 96~97. MEZQUÌRIZ T.S.H., p. 102, tav. 31.
MEZQ-v-iRIZ Pompaelo I, p. 253. ROCA And1ijar, p. 60, ta\'. 4.
all'arancione di quelli più recenti.
Produzione. FORMA 20.
Tipicamente ispanica. Sappiamo che venne fabbricata
a Bezares, Trìcio e AndUjar. Un precedente con profilo Descrizione.
simile esiste nella terra sigillata sudgallica a La Graufe- Brocca monoansata; ha un profilo ovoidale, collo corto
senque (Hermet, forma 7). e stretto e Porlo ingrossato rivolto alPesterno. La deco-
razione occupa generalmente la parte inferiore del corpo.
Cronologia. La vernice è sempre di buona qualità e di colore rosso
Dalla seconda metà del I sino alla fine del II sec., brillante. (Tav. XLI, 8).
datazione confermata dalle stratigrafie di Pamplona.
Tipologia.
Diffusione. Negli esemplari che abbiamo potuto controllare si
Pamplona, Numancia, Bezares, Juli6briga, Italica, Mé- osserva che il diametro massimo si trova a metà del-
rida, Aramenha (Portogallo), Comminges (Francia). 1' altezza totale: in questo modo risaltano maggiormente
il collo e la bocca, piuttosto piccoli.
Bibliografia. In questa forma si conosce un unico stile decorativo,
NEVES Aramenha, Tav. II, n. 22. GAVELLE Lugdunum Convena- quello a metope (Bezares, Italica); in genere la decora-
rum, p. 134. MEZQUÌRIZ T.S.H., p. III, tav. 32 B. MEZQUiRIZ Pom- zione occupa la parte inferiore del corpo e in un solo
paelo I, p. 255, fig. ll5, n. 4. MEZQUiRIZ Pompaelo II, p. 44.
MEZQUiRIZ Bezares, p. 302. frammento proveniente dalla provincia di Cordoba si
trova in quella superiore.

Produzione.
1"'•, ••
ue:;cnzwne. Tipicamente ispanica, L:unico esemplare con pro-
filo simile, di produzione sudgallica (He-rmet, forma I 5)
Fiasca o recipiente circolare appiattito, collo stretto è di dimensioni molto maggiori e presenta decorazioni
e svasato con due piccole anse. Questa forma ha en- su tutto ìl corpo.
trambe le facce decorate ed è verniciata nella parte esterna
e alfinrerno della bocca con una vernice molto fine di Cronologia.
colore rosso brillante. (Tavv. XLI, 7; CXXXVI, 1). Seconda metà del I sec. e prima metà del II.
Tipologia.
Diffusione.
Si conosce un unico esemplare integro e diversi fram- Bezares, AndUjar, Itéllica, Villarrubia.
menti, ma sappiamo che questi recipienti erano di diversa
grandezza. La decorazione si distribuisce in un'unica Bibliografia.
zona o in più zone attorno ad un disco centrale liscio. MEZQUfRIZ T.S.H._, tav. 33. lviEZQUÌRIZ Bc:::ares, p. 30~. ROCA
Gi" stili decorativi sono quello a metope (Liédena), quelìo A11d1ijar, p, 69, tavv. q e 30.
TERRA SIGILLATA ISPANICA
--------

FORMA 29. Soria, p. 167. MANANES Estudios de cerdmica IV, p, 18, fig. 2 ,
nn. 1-5. MANAKES Samo Colomba de Somoza, p. 236, fig. 6, nn. 24
e 25 . .M.ARTfN AvrLA Sa[:unto, p. 371, fig. 3. MARTiN Bue,,o f3i!-
Descrizione. bilù, p. I06, tav. X. MAYET Expansion, p. 73, rav. III, n. II e tav,
Coppa con parete carenata, orlo modanato e svasato, VI, nn. 20 e 21. MEZQUiRIZ T.S.H., p. 88. MEZQUÌRIZ Noras, p. 240.
MEZQUÌRIZ Pompaelo I, p, 255, fig. 115, nn. I e 2, .MEZQUiluz Falce,;,
con piede basso. Presenta sempre una buona vernice p. 54, tav. VI. MEZQUÌRIZ Pompaelo II, fig. 21, nn. da l a 4. Mm;-
brillante. (Tav. XLII, r-7). TINHO DE ALARçAo Vila Viçosa, p. 199, MouTINHO DE ALARçAo
Museo Machado, Tav. IV e V. Nt:NES RIBEIRO Rcpresas, p. 7, fig-, 1,
Tipologia. n. I. PALLARÉS Ostia, pp, 7! e 72, nn. I e 2. RIBAS BERTRAN Torre
Llauder, figg. 36 e 37. RoCA And1Jjar, ravv. 22 e 23. SAUS-·Tonrn
La Forma 29 ispanica presenta, generalmente, l'angolo lrim, p. 215, tav. VIII, nn. 47, 48, 49.
della carena poco marcato, anche se vi sono alcune ecce-
zioni (Nwnancia, Mérida). Un'altra caratteristica è la FORMA 29/37.
presenza, nella maggior parte degli esemplari, di due
scanalature parallele nella parte interna dell'orlo. Le di- Descrizione.
mensioni, sulla base dei frammenti che abbiamo potuto Coppa con parete carenata e orlo modanato. Piede
controllare, sono molto varie e oscillano tra gli I r e i basso. Generalmente presenta una vernice di buona qua-
22 cm di diametro alla bocca. lità di colore rosso chiaro e brillante. (Tavv. XLII, 8;
In rari casi questa forma presenta nella parte esterna XLIII, r-4).
dell'orlo una decorazione a rotellature, di imitazione gal-
lica. Gli stili decorativi sono: uno ad imitazione gallica Tipologia.
(Numancia), quello a metope, ed uno di transizione, in Si tratta di una forma ibrida che presenta alcune c2-
cui le metope sono combinate con una serie di motivi ratteristiche della Forma 29 (parete carenata) e della
circolari (Numancia, Pamplona). Infine, vi è anche una Forma 37 (orlo).
piccola produzione caratterizzata da un reticolo in rilievo La decorazione si dispone, come nella Forma 29, su
che occupa tutta la zona decorata (Lancia), ed un 1altra due fasce orizzontali, separate da un listello arroton-
produzione, localizzata nella sola Andlljar, in cui il mo- dato; gli stili decorativi sono quelli a metope e a serie
tivo decorativo è costituito da un'ampia zona a rotel- di cerchi. Frequentemente questi stili compaiono nello
lature. stesso vaso (Mallén). È documentato anche lo stile
decorativo a rotellature (AndUjar).
Produzione.
La Forma 29 è documentata abbondantemente all'ini- Produzione.
zio della produzione ispanica, in particolare a Solsona, Tipicamente ispanica. Non si tratta di un'imitazione
Bezares, in tutta la valle del Najerilla e ad Andtljar. Si della Forma 29/37 sudgallica, bensì di un fenomeno di
tratta, senza alcun dubbio, di una imitazione dei modelli ibridazione parallelo a quello che osserviamo a Lezoux
sudgallici che invadono i mercati del mondo romano e nella Gallia orientale; siamo cioè di fronte ad elementi
all'epoca di Tiberio e dei Flavi. Alcune volte, anche se di due forme contemporanee che, a un certo momento,
piuttosto raramente, questa forma presenta marchi di si combinano dando vita ad un tipo misto.
vasai.
Cronologia.
Cronologia. Ultimi trent'anni del I secolo.
La produzione probabilmente iniziò prima dell'anno
50 e durò sino al 60~70, epoca in cui venne sostituita Diffusione.
dalla Forma 37. Officine di Bronchales, Bezares e AndUjar, Saragoza,
Numancia, Liédena, Mallén, Ampurias, Tierra de Cam-
D1ffusione. pos, Mérida, Cardilio e Elvas (Portogallo).
Frammenti di Forma 29 sono attestati in tutti i rinve-
nimenti romani del I sec., e in particolare a: Juli6briga, Bibliografia.
Liédena, Pamplona, Numancia, Arc6brìga, Lancia, Pa- DELIBES Ticrra de Cmripos, p, I',6. l'v!.EZQUiRIZ T.5,'.!1., p. IO.i .
.f\louTINHO DE ALARCAO Vila Firosa: P- 181. Roer..•'ind1:,_iar, fl. 6;
lcncia, Ampurias, Tarragona, Ma1lén, Solsonai Alicante~ tavv, 4-5; 23-24.
Olocau, Astorga, Caparra, Salamanca, Fuenrespreadas,
ltéllica, Granada, Bilbilis, Sagunto, Coimbra, Cardilio,
Alemteio (Portogallo), Dax, Lescar, Marsiglia (Francia), FORMA 30.
Ostia (Italia). Descrizione.
Bibliogrnfìa. Vaso con parete diritta, orlo modanato aperto, fondo
ALARCÀO Cardi/io. ARAMBOUROU S.H. Dax, p. 379. BATS Lescar, piano orizzontale e piede basso. Generalmente presenta
ta\·. 4, n. 54. BENOIT Aix.-en-Provencc, p. 584. ÈLAzQVEZ Caparra una buona vernice rosso brillante, (Tavv. XLIII~
!Il, fig, 24, n. 281. CABALLERO Fuemespreadas, p, 15, fig. 3. COMFORT XLIV, I; CXXXVI, 2).
Roman Potrery, p. 7, fig. 7, COMFORT Roman Ceramics, p. 3. DELGA-
no-MAYET-ALARCÀO Conimbriga, tavv. XXXIV, XXXV. DELIBES
Tierra de Campos, p. 157, fig. 41, n. I. DoNATE Villareal, p. 229, Tipologia.
fig. I4, FLETCHER-ALCACER Olocau, p. 138, tavv. IV, V. GARABITO-
SOLOVERA Formas decoradas, p. 35, fig. 7, GARABITO G6MEZ Alfares
Il profilo può essere cilindrico (Almendralejo) con
riojanos. p. 34. GARciA GUINEA Uxama, p. t22, GARCÌA .MERINO forlo guasi perpendicolare, oppure leggermente apcrrn

u58
TERRA SIGILLATA ISPANICA

e con l'orlo rivolto all'infuori (Liédena e Aramenha). Produzione.


s,1lvo eccezioni, questa forma all'interno presenta un La Forma 37 A è molto frequente nella produzione
risalto a forma di quarto di cerchio nell'angolo formato ispanica, che inizia appunto con l'imitazione dei modelli
dalla congiunzione della parete con il fondo. gallici ed è probabilmente ad essi contemporanea. Viene
La decorazione occupa sempre una sola zona, eccezion prodotta in tutte le officine finora note dì sigillata ispa-
fatta per l'esemplare di Almendralejo. Gli stili sono nica: Bronchales, Bezares, Tricia, Arcnzana, Andlljar.
oucllo a P"hirlande continue (Palencia), e quello ad archi
cNumancfa), entrambi di evidente imitazione gallica; è Cronologia.
attestato anche quello a metope (Lìédena, Aramenha, Può essere datata tra l'ultimo terzo del I e il II secolo.
}ùmcndrnlejo ). Una decorazione tipica di questa forma,
Compare nello strato II A del Decumano di Ampurias,
nelle officine di Andll.jar, è quella a rotellature che
nel Foro di Munigua, datato nell'ultimo quarto del I
occupano tutta la zona abitualmente decorata in rilievo. sec. e nelle stratigrafie di Pamplona.
Ad Andlljar questa forma ha una cronologia diversa,
Prod1Izione.
poiché sono documentati vasi di piccole dimensioni, con
La Forma 30 fa parte della produzione ispanica che questo profilo, in strati di epoca tiberio-claudia, in una
imita quella delle officine galliche. Viene prodotta nelle epoca, cioè, anteriore ai prototipi sudgallici.
officine di Bezares, Tricio, AndUjar e Bronchales.
Diffusione.
Cronologia.
È la più diffusa tra le forme decorate ispaniche ed è
Seconda metà del I secolo. attestata in tutti i ritrovamenti romani della Spagna e
del Portogallo, perciò i ritrovamenti non attestano ne-
Diffusione.
cessariamente interrelazioni fra queste zone. Al di fuori
Lìédcna, Pamplona, Juliébriga, Tricio, Mallén, Bil- della Penisola Iberica la si trova in Francia: Commìnges,
biEs1 Numancia, Lancia, Sagunto, Palencia, Tarragona, Marsiglia, Cablanes, St. Jean~Je~Vieux, Dax; e in Italia
Arnpurìas, Bronchales, Olocau, Tierra de Campos, Ca- ad Ostia.
parra~ Almendralejo, Mérida, Aramenha e Cardìlio (Por-
togallo), Saint-Jean-le-Vieux (Francia). Bibliografia.
ARAMBOUROU S.H. Dax, p. 379, BATS Lescar, tavv. 4, 5, 7.
Bibliografia. CABALLERO Fuentespreadas, p. I5, fig:. 3, n. 5. DELGADo-.\1.AYET-
ALARCÀO Conimbriga, tavv. XXXIV-XLII. FERNÀNDEZ GALIANO
ALARcAo Cardilio. BALIL Céramica romana I, pp. r9, 22, 24.
Tumba romana, p. 585. FERNA.•,mEZ MIRA."<DA lbiza, p. 287. FLETCHER-
BLf.zQUEZ Caparra III, p. 9, n. 18. NEVES Aramenha, Est, II, n. 2I. ALCACER O/ocau, p. 25. GARABITO G6MEZ Alfares riojanos, p. 44.
G-ARAmTO GOMEZ Alfares n'ojanos, p. 41. MARTiN AVILA Sagumo,
GAVELLE Lurdunwn Convenarum, p. 134. }ORDA CERDA Lancia, fi.g.
p. 45 1 n. 12. MARTfN BUENo Bilbilis, p. 102. M.AYET Expansion, p. 73.
II, .M.ARTiN AVILA Sagunto, p. 46, nn. 20, 21. MARTiN BUENO Bilbilìs,
Afrzouiruz T.S.H., p. 94. MEZQUÌRIZ Pompaelo I, p. 254, M:f:ZQUÌRIZ tavv, X e Xl, MAATiN-SALIS Cantdbrico) p. 159, MAYET Expansion,
Pompaelo II, p. 21, n. 5, RocA AndUjar, tav. 23, nn. 16, I7, 18.
p. 73. MEZQUiRIZ Pompaelo I, fig. II5, n. 3. MEZQUÌRIZ T.S.H., p. 106,
tav. 34. MEZQUÌRIZ Pompaclo II, fi_g, 21, n. 6. MOUTINHO DE ALARçAo
S,H. Museus Norte, p. 249. NUNF-~ RIBEIRO Beja, p. 7L PALOL-CORTÈS
La Olmeda, fi.gg. 55 e 56. PALLARÉS Ostia, p. 73, n. 3. RoCA AndUjar,
FORMA 37 A. tavv. 24, 25, 26, 27. SOTOMAYOR Siete hornos en Granada, p. 713.
VEGAS Munigua, p. 82.
Descrizione.
Coppa con profilo completamente curvo, orlo ver-
ticale modanato e piede molto basso. Normalmente è FORMA 37 B.
verniciata in rosso chiaro e brillante. (Tav. XLIV, 2-10).
Descrizione.
Tipologia. Coppa con parete curva, orlo leggermente rivolto al-
Sulla base dell'orlo, che normalmente è verticale, si l'interno e ingrossato, con profilo a mandorla. Il piede
po:~sono identificare numerose varianti con inclinazione è molto basso e la vernice, sempre di eccellente qualità,
v~rso l'interno o l'esterno del vaso. Le dimensioni della rosso chiaro e brillante. (Tavv. XLV, 1-3; CXXXVI, 3).
Forma 37 A variano, negli esemplari controllati, tra
II e i 20 cm di diametro alla bocca. Tipologia.
Gli stili decorativi che compaiono in questa forma La Forma 37 B ha in comune con la Forma 37 A
sono: quello a metope, non molto frequente, e che pre- la parete curva, se ne differenzia invece nella forma del-
:-;uppone il perdurare di una decorazione propria di forme l'orlo e nella dìmensione, che è sempre molto più grande
antiche (Forme 29, 30, I 3); il secondo stile è quello e che oscilla tra i 25 e i 30 cm di diametro all'orlo.
serie orizzontali di motivi circolari, che è il più fre- Per quanto riguarda la decorazione va sottolineata la
qm:nte e caratteristico di questa forma, alternato con frequente presenza di rotellature nella parte esterna del-
n1otivi vegetali o figure animali ed umane. Infine uno l'orlo. Gli stili decorativi sono quello a metope, molto
stile più raro è quello a rombi o a trama reticolata in frequente e con motìvi di ispirazione gallica quali croci
rilievo (Tricio, Carella, Nurnancia e Pedrosa) e quello di Sant' Andrea, figure umane ed animali ed anche una
a rotcllature, quest'ultimo però esclusivo della officina fila cli ovoli sul bordo superiore della fascia decorata.
di Andlljar. Un secondo stile decorativo è quello a fasce di motivi
TERRA SIGILLATA ISPANICA
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circolarì. In ogni caso la Forma 37 B si caratterizza per Diffusione.
la finezza dell'esecuzione dei motivi ornamentali. Abella, Solsona, Corella, Pamplona.
Produzione. Bibliografia.
La Forma 37 B è tipicamente ispanica, ed è stata /vlEZQUÌRIZ Aportaciones, p. 253, fig. 9, n. 128. MEZQUÌRlz T.S.H.,
prodotta sicuramente a Bronchales, Bezares, Tricia e p, II5, tav. 36. MEZQUiRIZ Pompaelo II, fig. 21, n. 8. OELMAN Ni'eder-
bìeber, tav. I, n. 17, SERRA V1LAR6 So!sona, ta\·. VIII. SERRA VILAR6
Andùjar. Abella, tav. VI, n. I.

Cronologia.
Si può datare dagli ultimi trent'anni del I sino agli FORMA 37 TARDA B.
inizi del sec. IL La durata della produzione è quindi
molto più breve di quella della Forma 37 A, e questa Descrizione.
ipotesi ci viene confermata dagli scavi cli Pamplona. Coppa il cui profilo è suddiviso in due zone: quella
inferiore, decorata, curva, e quella superiore, liscia, aperta
Diffusione. quasi ad imbuto. Il piede è molto basso e appena accen-
È presente nella maggior parte dei ritrovamenti romani nato e la vernice è sempre di un colore rosso arancione
della Penisola Iberica a cavallo tra il I e il II secolo. e leggera. (Tavv. XLVI, 4-6; XLVII, r-4).
Al di fuori della penisola compare in Francia, a Lescar e
Comminges, e in Italia a Ostia. Tipologia.
Pensiamo che si tratti di una evoluzione della Forma
Bibliografia. 37 tarda A, dato che con questa ha in comune il pro-
ATRIÀN Bronchales, p. 165, fig. 95. BATS Lescar, tav. 8, nn. II8, filo della parte inferiore, mentre la parte superiore si
II9, BLÀZQUEZ Caparra III, figg. 2, 3, 5. DELGADO-MAYET-ALARCÀO apre formando, nella maggior parte dei casi, un angolo
Conimbriga, tavv. XXXVII e XXXVIII. FERNÀ.NDEZ MIRANDA
Mérida, p. Su. ]ORDA CERDA Lancia, fig. 31, nn. 241,242. GARABITO piuttosto marcato. Un esemplare in cui si evidenzia bene
G6.M.EZ Alfares riojanos, p. 44. MARTiN BUEN0 Bilbilis, tavv. III e IV. questa evoluzione è stato trovato a Corella (n. 2 ), in cui
MEZQUÌRIZ Pompaelo I, fig. 2I, n. !5 e fig, 95, n. 15. MEZQUÌRIZ Sur
de Franàa, p. 210. 1'1EZQUÌRIZ T.S.H., p, 106, tav. 35, MEZQUiRIZ
la parte superiore è solo leggermente aperta. Solo in casi
Villafranca, p. 243. Mr:.zQUiRIZ Pompae!o II, fig. 21, nn. IO, II. Nu- eccezionali abbiamo trovato alcuni esemplari (Pedrosa) in
NES RIBEIRO Beja, p. 71. PALLARÉS Ostìa, p. 73, n. 4; pp. 74, 75. ROCA cui la parte inferiore è carenata invece che curva.
AndUjar, tav. 28.
L'orlo può essere semplice (Corella), smussato (Coim-
bra) o, più frequentemente, provvisto di un ingrossa-
mento esterno piano (Liédena).
FORMA 37 TARDA A. Gli stili decorativi sono costituiti da serie di grandi
cerchi, interi o spezzati, serie concentriche di angoli,
Descri'zione.
zig-zag, piccole bacchette, ecc.; occupano però la sola
Coppa profonda, il cui profilo può suddividersi in due zona inferiore del manufatto, il che costituisce la prin-
zone: quella inferiore, curva, occupata dalla decorazione, cipale caratteristica della Forma 37 tarda B.
e quella superiore verticale e liscia che termina in un Eccezionalmente, e solo nei ritrovamenti di Pedrosa e
orlo ingrossato. Il piede è molto basso e di diametro dì Clunia, sono documentati altri tipi di decorazione,
limitato. (Tav. XLVI, r-3). rotellature e linee in rilievo disposte in modo casuale.
Tipologia. Produzione.
La zona superiore verticale può essere retta o legger- Esclusivamente ispanica.
mente curva; queste caratteristiche non significano tut-
tavia una differenza cronologica o di officine dato che ad Cronologia.
Abella sono stati trovati esemplari di entrambi i tipi. IV sec. e inizi del V. Questa forma compare in tutti
Gli stili decorativi della tarda Forma 37 A sono quelli gli strati tardoimperiali: necropoli dì San .M.iguel de
con serie di circoli o di rosette (Solsona) e quello carat- Arrovo, Pedrosa de la Vega, Falce, Villafranca, Rama~
terizzato da linee verticali ondulate o segmentate (Abella). lete, -ecc., ed anche negli strati meno amichi di Pamplona.
Produzione. Diffusione.
Tipicamente ispanica, tuttavia nella Gallia orientale e I ritrovamenti della Forma 37 tarda B sono molto
in quella centrale, verso la fine del II e gli inizi del III abbondanti, tanto che si può affermare che è presente
sec., troviamo esemplari molto simili a quelli della forma in tutti gli strati tardoromani della Penisola Iberica. Al
che stiamo esaminando. È possibile che questa produzione di là dei confini la si trova unicamente a Bordeaux.
gallica abbia esercitato una certa influenza sui vasai
ispanici, poiché non è accettabile l'ipotesi di una coin- Bibliografia.
cidenza nello sviluppo di queste forme. MAYET Expansion, p. 73. 1'.-iEZQUfRIZ T.S.H., p. 115, tav. 3i•
.MEzQuiRIZ Pompaelo I, p. 255, fig. 115, n. 5. MEZQUiRIZ Pompaelo
Cronolog1:a. II, fig. 21, nn. 7, 9. M0UTINHO DE ALARçA0 Museo lv!achado, Est.
VIII, n. 72. PALOL San Mi![Uel de Arroyo, p. 129, fig. 19, n. I. PAL0L-
III sec. e inizi del IV. C0RTÈS La Olmeda, figg. 44, 45, 46,
TERRA SIGILLATA ISPANICA

FORMA 38. Cronologia.


Ultimi trent'anni del I secolo.
Descrizione.
Coppa con parete carenata e aperta, che termina senza Diffusione.
soluzione di continuità con un orlo semplice; l'angolo Juli6briga, Bezares, Andùjar, Castulo ( ?), Mérida.
della carena è molto accentuato e sia la parte superiore
che quella inferiore sono curve e con un profilo, all'ester- Bibliografia.
no, concavo, Manca completamente il piede ed il colore ALMAGRO-CABALLERO Miccìo, p. 33, fig. I. MEZQUfRIZ T.S.H.,
è scuro con iridescenze. La decorazione occupa la parte tav. 33. ROCA Andil.jai-, tav. 30.
centrale del corpo al di sopra della carena ed è costi-
tuita da grandi semicerchi di tipo tardo. (Tav. XLVII, 5).
FORMA 4r.
Tipologùz. Descrizione,
Di questa forma si conosce nn unico esemplare, con-
servato al Museo Archeologico Nazionale. Nella nostra Catino con parete curva ed ampio orlo rivolto all'in-
precedente classificazione lo avevamo indicato come va- terno; nell'orlo vi è una scanalatura adatta per versare
riante della Forma 37 tarda B, ma pensiamo che le sue i liquidi e dalla pane opposta un'ansa orizzontale. (Tav.
caratterìstiche morfologiche siano sufficientemente origi- XLIX, r).
nali per assegnargli un numero a parte in questa nuova Tipologia.
classificazione.
Di questa forma conosciamo un solo esemplare con
Produzione. vernice brillante rosso chiaro, e argilla molto depurata.
Esclusivamente ispanica. La decorazione è disposta su due fasce orizzontali e ap-
partiene allo stile a metope.
Cronologia.
Produzione.
IV secolo.
Prodotta in qualche officina ispanica, anche se si nota
Diffusione.
l'influenza di modelli sudgallici nei motivi decorativi
(croci di Sant'Andrea, figure di Vittoria, ecc.). Il suo
Almedinilla. profilo ricorda la forma Dechelette 70.
Bibliografia. Cronologia.
lviEZQUfRrz T.S.H., tav. 38.
Metà del I secolo.

Diffusione.
FORMA 40.
Juli6briga.
Descrizione.
Bibliografia.
Catino con parete curva o carenata, con orlo spesso, DECHELETTE, tav. V. MEZQUiRIZ T.S.H., tav, 41.
generalmente modanato o provvisto di anse a nastro oriz-
zomali e di beccuccio per versare liquidi. (Tavv. XL VII,
6 7; XLVIII, r). FORMA 42.
Tipologia. Descrizione.
Le caratteristiche fondamentali di questa forma sono Catino con parete curva rivolta all'interno, chiusa dal-
date dalforlo, dalle anse e dal becco. Si possono trovare l'orlo. Il diametro maggiore si trova nella pane alta del
esempìari. con due anse (Andl.ljar), oppure con tre ::ca- corpo e separz: la zona liscia, sono l'orlo, da quella deco-
stulo\ sempre equidistanti. Per quanto riguarda il pro- rata che occupa il resto del recipiente. Il piede, appena
filo della parete, esso può essere più o meno simile a accennato, è di piccolo diametro con modanature nella
quello delle Forme 29 o 37, a seconda che sia curvo o parte esterna del fondo. La vernice, leggera, è di color
carenato, ed anche la decorazione dipende molto da quelle rosso arancione. (Tav. XLIX, 2 . . "3).
forme,
Si. possono distinguere chiaramente due stili decora- T,:pologia.
tivi.: quello a metope (Cistulo, Andlljar) e l'altro a cer- Di questa forma conosciamo solo tre esemplari che si
che formano una o due fasce orizzontali separate differenziano tra loro unicamente per l'orlo. L'esemplare
da risalti. di Tarragona ha un orlo semplice e verticale, quello di
Ramalete ne ha uno ingrossato con profilo a mandorla
Produzione. e in quello di Pedrosa l'orlo è semplice e svasato.
Tipicamente ispanica, prodotta sicuramente nelle offi- La decorazione, di tipo tardo, a grandi cerchi riempiti
cmc cii. Andlljar e di Bezares. di motivi angolari, o a semicerchi, può occupare due

171
TERRA SIGILLATA ISPANICA

zone separate da una sottile bacchetta, come nell'esem- Tipologia.


plare di Ramalete, oppure una sola come in quello di Di questa forma si conosce un unico vaso non integro.
Tarragona. Lo stesso profilo della Forma 42 appare in
epoca più tarda nella ceramica comune (Julì6briga e Produzione.
Abella). Esclusivamente ispanica.
Produzione. Cronologia.
Esclusivamente ispanica. IV secolo.

Cronologia. Diffusione.
IV secolo. Questa forma la incontriamo nella villa Pciiaforua (Vizcaya).
del Ramalete e nei materiali tardo-imperiali della villa
de La Olmeda a Prdrosa de la Vega. BibHograjìa.
MEZQUiRIZ T.S.H., p. rr9, tav. 3(),
Diffusione.
Tudela e Pcdrosa de la Vega. FORMA 47.
Bibliogmfìa. Descrizione.
MEZQUiRIZ T.S.H., nw. 39. PALOL-CORTÈS La O!rncdo, p. f43, Recipiente con parete curva, piede appena marcato e
fig. 47, n. Il2. Ri.iGER Tarraf{ona. collo verticale leggermente bombato con orlo semplice.
La decorazione occupa la quasi totalità del corpo ed è
di tipo tardo con grandi cerchi riempiti di motivi ad
FORMA 43. angolo; l'ingubbiatura è rossiccia cd op3ca. (Tav. XLIX, 6).
Descrizio11c, Tipologia.
Recipiente con parete curva e profilo schiacciato. Il Di questa forma si conosce un solo esemplare.
fondo è piano e senza piede, segnato semplicemente da
un cerchio inciso sulla parte esterna. Il diam~tro dell'orlo Produzione.
è inferiore a quello del corpo in modo da chiuderlo
Escìusivamente ispanica.
kggermcntc. La decorazione occupa la parte inferiore del
corpo, mentre in quella superiore, liscia, si nota un Cronologia.
beccuccio per versare i liquidi. (Tav. XLIX, 4).
Fine del IV sec. o inizi del .,1./ . Questa forma è stata
Tipologia, ritrovata in associazione a monete di Costantino, Valen-
tiniano, Arcadio e Onorio.
Di questa forma si conoscono solo due esemplari, e
quindi riteniamo che si debba trattare di una forma D{ffusione.
poco frequente. Il tipo di decorazione è quello tardo a Il Chorrillo (Avila).
grandi cerchi riempiti di motivi ad angolo.
Bibliogrqfìa.
Produzione. MEZQUl:Riz T.S.Jl., p. II9, tav. 39. SERRANO PÉREZ h'/ Chorrilio
Esdusivamem:e ispanica. (Ar!1'Ja), p. 242,

Cronologia. FORMA 48.


IV secolo. Sì trova nella villa tardo-romana del Rama-
lete (Tudela). Descrizione.
Recipiente di grande formato, con corpo sferico, collo
Diffusione. corto e orlo ingrossato e aperto. La separazione- rrn il
T udela e Gallur. corpo e il collo è segnata da due listelli sporgenti, uno
dei quali con incisioni verticali. Il piede è di piccolo
Bibliografia. diametro e appena accennato, con modanatur;:". all'esterno.
MEZQUÌRtZ T.S.J!., tav. 39, La decorazione occupa la parte bassa del corpo e inizia
dalla circonferenza mc.ssima formando tre zone distinte
da sottili risalti. Il tipo di decorazione è un misto dei
FORMA 45. due stili d'epoca tarda, e cioè quello delle rosette ed cle-
menti vegetali stilizzati, e quello dei grandi cerchi.
Descrizione. La vernice C leggera e di colore rosso arancione. (Tav.
Piccolo vaso con parete carenata e orlo aperto. L1 L, r).
parte superiore, cilindrica, è liscia e quella inferiore ì:
invece decorata con motivi d'epoca tarda. Non è ver- Tipologia.
niciato. (Ta,·. XLIX, _ Di questa forma sì cono:;cc un solo esemplare.
TERRA SIGILLATA ISPANICA

Produzione. D7:lfusione,
Esclusivamente ispanica. Numancia, Corella, Irui'i.a, Bronchalcs, Bezares, Tri-
cio, AndUjar.
Cronoloria.
Bibhografia.
IV secolo.
ATRIÀN Broncha!cs, p. 169, fig. 99. GARABlTO G6MEZ Alfar·es rio-
janos, p. 55. ,\1.ARTIN Afontans, p. 250, fig. I, nn. l-2. MEZQUÌRIZ
Diffusione. T.S.H., tav. 30 . .,.1\1.EZQUiRIZ Villafranca, p. 251, fig. 5, nn. 13,
14, 15. MEZQUÌRIZ Bezares, p. 302. NrnTO lruiia, p, II4, fig. 79,
Clunia.
RocA AndUjar, tav, 23, n. 15.
Bibliografia.
1AEZQviRIZ Burf;OS, p. 248, fig. r.
FORMA 78.

FORMA 49. Descrizione.


Piccolo vaso troncoconico, con orlo modanato e aperto,
Descrizione. fondo piatto e piede molto basso. La vernice, rosso
Vaso con profilo a tronco di cono. Il fondo è piatto chiaro, è sempre di ottima qualità. (Tav. L, 5).
e il piede anulart; l'orlo è ingrossato. La zona centrale
del vaso ha una decorazione sfaccettata delimitata da due Tipologia.
risalti orizzontnli. La vernice è, in genere, di buona qua- Di questa forma si conoscono poclù esemplari; si diffe-
lità e brillante. (Tav. L, 2--·4). renzia dalla Forma 30 soprattutto per le dimensioni molto
minori e per l'assenza del risalto a quarto di cerchio nel-
T(0ologia. l'angolo formato dalla congiunzione della parete con il
Di questa forma conosciamo due vasi integri, quasi fondo.
identici sia nel profilo che nelle dimensioni, che si diffe- La decorazione, che occupa una sola zona, appartiene
renziano unicamente nel piede. Sia per la forma che per a due stili diversi, e precisamente quello a metope nel-
la decorazione questi vasi imitano esanamente quelli di l'esemplare di Numancia; e quello a serie ripetitiva di
vetro del tìpo Isings 2 r che, essendo dì uso molto fre- un unico motivo nell'esemplare proveniente da Ampurias.
quente sin dall'inizio del II sec., ebbero grande diffu-
sione in mtto l'impero romano. Produz1:one.
Ispanica; probabilmente si tratta di un'imitazione dei
Produzione. prodotti gallici dell'epoca di Domiziano e di Vespasiano.
Tipicamente ispanica. Questa forma è stata rinvenuta
nelle officine di Bronchales, Bezares e di Andlljar. Il Cronologia.
frammento proveniente da Bronchales lo avevamo clas- Seconda metà del I secolo.
sificato nella Forma 30, ma ora che conosciamo comple-
tamente la Forma 49 risulta evidente che il frammento D~ffusione.
in esame appartiene a quest'ultima forma. Lo stesso di- Numancia, Ampurias.
scorso vale per un frammento proveniente da AndUjar
che M. Roca attribuisce, riteniamo erroneamente, alla Bibliografia.
Forma 30. MEZQUiRIZ T.S.H,, p. IOO. OSWALD-PRYCI0, p, 126.
Al di fuori della Penisola Iberica questa forma è stata
trovata nella villa di Roussels, nei pressi di Montans.
T. Martin ritiene che si tratti di una tarda produzione
di questa officina, ma questo ritrovamento è pressocché FORMA 8r.
unico nelle stratigrafie galliche, e pertanto pensiamo che
Descrì:.::ione.
si tratti di sigillata ispanica esponata nel S della Fran-
cia dalla Spagna, dove invece è relativamente frequente. Piccola brocca con un'ansa che attraversa diametral-
Inoltre, la descrizione fatta sia della argilla che della mente la bocca, impostata verticalmente sull'orlo. Il pro-
colorazione coincide con le caratteristiche dei prodotti filo è ovoidale, il collo corto e stretto con orlo semplice
i:;panici. e aperto; il piede è di piccolo diametro.
La decorazione occupa la parte inferiore del corpo ed
Cronologia. è separata da quella superiore, liscia, da un alto listello
in rilievo. La vernice è di color rosso brillante ed è poco
I vasi di vetro che questa forma imita sono prodotti
sin dalPepoca flavia e il loro uso si generalizzò nella aderente. (Tav. L, 6).
prima metà del II sec.; per tutti questi motivi riteniamo
Tipologia.
che la produzione della Forma 49 abbia avuto inizio nei
primi anni del II sec. e cioè già in una fase avanzata Di questa forma conosciamo un unico esemplare, in
éLll'attività delle officine di Bezarcs e di AndUjar. cui la decorazione forma una sola zona composta da un

173
TERRA SIGILLATA ISPANICA
.~------------------

festone corrispondente allo stile di imitazione gallica; la bocca e in cui la decorazione è a bande orizzontali
questa zona è delimitata nella parte superiore da una dipinte.
serie orizzontale di coppie di fogliette stilizzate. Cmnologia.
Il tipo di ansa, poco frequente, compare anche nella
Forma 34 della produzione liscia. Riteniamo che si tratti di un prodotto del I sec., sia
per la forma di accentuata tradizione ispanica, sia per il
Produzione. tipo di decorazione che imita i vasi importati dalla Gallia.
Tipicamente ispanica. Per quanto riguarda il profilo Diffusione.
di questa forma va sottolineato che esiste un modello Palencia.
nella ceramica di tipo iberico e di tradizione ionica, pro-
veniente da Sagunto (ROUILLARD Sagunto ), in cui si trova Bibliografia.
il medesimo tipo di ansa che anraversa diametralmente CALLEIA GONZALES Palencia.

174
LUISA MAZZEO SARACINO

TERRA SIGILLATA NORD-ITALICA


AVVERTENZE

Nella schedatura preliminare fatta ai fini della catalogazione delle forme e della loro diffusione, si sono tenuti
presemi solo gli esemplari di cui si poteva desumere con certezza l'origine padana e di cui veniva raffigurata, o anche
solo indicata, la forma. Questo criterio è stato usato anche nell'esame dello OxÉ-COMF0RT 1968, purtroppo estre-
mamente lacunoso in questo senso.
Per ogni forma sono state date I::: denominazioni già note, cercando di mantenere al massimo le tipologie ormai
codificate ed entrate nell'uso comune, per non creare ulteriori confusioni.
Il numero progressivo che le precede è soltanto dovuto a ragioni di ordine interno del presente lavoro.
Si è evitata di proposito l'estrema suddivisione, in base anche a piccoli particolari, per cui oggi si tende spesso
a classificare come << forma )) a parte anche esemplari singoli. Non si deve dimenticare che i vasi erano fatti al tornio,
per lo più a mano libera, e che quindi, anche in una produzione di massa, era molto facile che sì avessero più o
meno piccole variazioni nell'andamento delle varie parti del manufatto. È significativa in tal senso la presenza in
una stessa tomba dì Angera (LAVIZZARI PEDRAZZINI 1980, p. 208, n. 20) di 4 esemplari di coppette Drag. 4, tutte
diverse l'una dalraltra.
Per la produzione decorata, per cui non esisteva ancora una classificazione di forme, ed a cui non ne era appli-
cabile nessun'altra per analogia, si è ritenuto opportuno adottare una numerazione separata, aggiungendovi una D,
(decorata) per una immediata distinzione dalla sigillata liscia. Nella diffusione, in questo caso, è stato schcdam
in maniera quanto mai schematica ogni esemplare noto. Si fa presente che la descrizione della decorazione inizia
sempre dall'alto, dal fregio che generalmente delimita superiormente la parte decorata a matrice. Si è seguito
nella schedatura un ordine per quanto possibile topografico.
Le misure vengono sempre date in centimetri; il diametro, tranne in pochi casi in cui è specificato il contrario, è
quello dell'apertura superiore del vaso.
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TERRA SIGILLATA NORD-ITALICA

INTRODUZIONE doveva possedere almeno qualche pezzo da mensa più


fine, in terra sigillata appunto, sia pure di produzione
Jviolti sono i problemi suscitati dallo studio della terra
locale. A ciò si aggiunge, e non è certo problema secon-
sigillata nord-italica, trattandosi di una produzione dai
dario, il fatto che quasi ovunque mancano precisi dati
contorni tuttora non ben definiti ed in un momento in
cronologici, basati su stratigrafie attendibili, che pennet-
cui la tendenza degli specialisti di ceramica romana è
tano di arrivare a datazioni sicure, come quelle che sono
quella di non distinguere tra le varie officine italiche di
state sempre meglio definite per la ceramica aretina e
terra sigillata. Quanto più materiale viene esaminato e
per quella gallica.
confrontato, tanto più si sottolineano i rapporti tra pro-
È da sottolineare infine il fatto che in un lavoro di clas-
duzioni diverse, sia negli aspetti tecnici che nel reperto-
sificazione dì forme come questo, non si è potuto tenere
rio formale. Generalizzate e sistematiche analisi della
conto di tutte quelle notizie di frammenti, anche firmati,
composizione dell'argilla e della vernice potranno for-
di cui però non è data per varie ragioni l'attribuzione
nirci elementi fondamentali per l'individuazione dei luoghi
ad una determinata forma. La carta delle aree di diffu-
di provenienza, e forse risultati inaspettati, quando usci-
sione risulterebbe così in parte più ampia.
ranno dallo stadio embrionale in cui tuttora si trovano,
specialmente in Italia. Per adesso, quando mancano ca-
PRODUZIONE LISCIA
ratteristiche tecniche inconfondibili per l'attribuzione di
un vaso ad una determinata fabbrica, solo r esame deì Il materiale edito proviene in massima parte da necro-
marchi e della relativa area di diffusione permette una poli o da scavi non sistematici, ad esclusione solo di quello
classificazione attendibile. del Magdalensberg. (Tavv. CXLVI-CXLVII).
Tornando dunque al termine <{ nord-italica 1>, il suo Per la zona nord-occidentale la maggiore concentra-
uso in questa sede si giustifica con il tentativo di indivi- zione di ritrovamenti si ha nel Ticinese, e in particolare
duare gli aspetti di quella produzione ceramica che senza nel territorio di Locarno, che fu densamente abitato in
dubbio si sviluppò nel Nord-Itaiìa, in rapporto più o età romana e in cui sono state rinvenute e scavate ab-
meno stretto con l'attività delle fabbriche di Arezzo, e bastanza sistematicamente numerose necropoli. Resta fon-
perdurò a lungo anche dopo che queste ebbero cessato damentale la pubblicazione del Simonett (SIM0NETT
di esistere. È necessario premettere che si tratta per ora r941), specialmente perché affiancata dalla sistemazione
di una fase preliminare di raccolta di dati, che non man- cronologica che ne ha fatto Lamboglia (LAMBOGLIA
cherà di mostrare i suoi limiti man mano che aumenterà 1943), A pronosìto delle cronologie proposte da questo
la nostra conoscenza di questo materìale. Finora quasi ultimo si deve tenere tuttavia presente l'osservazione
sempre dimenticato nei magazzini di tutti i Musei e le (DONATI 1979, pp. 39-4r) che esse sono troppo ristrette,
Soprintendenze dell'Italia settentrionale, solo da qual- in quanto basate sulla datazione esatta delle monete,
che anno esso viene pubblicato con una certa sistemati- senza tener conto deffarco di tempo, a volte anche note-
cità, anche se non sempre, e in parte per le ragioni sopra- volmente lungo, in cui le monete stesse possono essere
esposte, viene chiarita la provenienza dalle varie officine state in uso. Al Simonett si sono aggiunti più recente-
italiche. Uno studio dunque che, per ovvie ragioni di mente i lavori sulle necropoli di Arcegno (DONATI 1974)
impossibilità di revisione di rutto il materiale (migliaia di e di Solduno (DONATI 1979). Tutto questo materiale
frammenti)~ si è dovuto principalmente basare su quanto ha un excursus cronologico molto ampio, che dall'età
già edito, non può non essere incompleto, in particolare augustea arriva fino a tutto il II sec. d.C., testimoniando
per quello che riguarda la diffusione, specialmente se si un grande numero di forme, alcune delle quali peculiari
tiene conto della casualità stessa dei ritrovamenti in una di questa zona (Forme Drag. 46 B, Curie I 5, Drag.
area in cui ogni centro, ogni edificio anche modesto, 35/Sii Drag. 36/5rì o iv: ritrovate in grande concentr::-
TERRA SIGILLATA NORD-ITALICA

zione (Drag. 35, Drag. 36). Si sarebbe dunque portati a contenere m prevalenza singoli nomi di fabbricanti,
localizzare una fabbrica dì sigillata padana in qualche privi nella quasi totalità di lavoranti (fanno cccc;;ione
centro non lontano. soltanto Plaetorius, M, Scrius, Sarius) documentano una
Importante è anche lo studio sistematico che del ma- struttura artigianale delle officine padane di terra sigil-
teriale della necropoli di Ornavasso, già edita dal Bian- lata liscia, ben lontana dall'organizzazione quasi "indu-
chetti (BIANCHETTI 1895), ha fatto il Graue (GRAUE striale)) raggiunta prima dalle botteghe di Arezzo) poi
1974), con una precisa puntualizzazione delle tipologie da quelle galliche.
e delle cronologie. A parte casi sporadici, l'unica zona di ,, naturale )>
Recentemente un lavoro analogo è stato iniziato per espansione, si è detto, è costituita dal Noricurn e dalla
Angera (LAVIZZARI PEDRAZZINI 1980), dove sono stati Pannonia. Notevolmente importante è lo scavo del 1v1agda-
individuati prodotti tecnicamente diversi, gli uni legati 1ensbcrg, presso Klagenfurt (Virunum), edito dapprima
strettamente ai prodotti aretini, gli altri più scadenti, con relazioni preliminari su Carinthìa I, e da poco og-
ed anche morfologicamente più autonomi rispetto alla getto di trattazioni particolari, una delle quali riguarda
ceramica di Arezzo. appunto la terra sigillata liscia (SCHINDLER·~SCHEFFENEG-
Tutto il resto dell'odierno Piemonte e Lombardia ha GER 1977), La distinzione che le autrici fanno delle varie
dato adito solo a ritrovamenti sparsi; se ne hanno noti- fabbriche, in base alle caratteristiche tecniche dei fram-
zie frammentarie che sicuramente non rispecchiano l'ef- menti, e la possibilità di datare questi con le cronologie
fettiva consistenza della ceramica romana ivi diffusa. dei livelli stratigrafici, danno la possibilità di ìnillviduare
Basti pensare al ritrovamento di un frammento di matrice alcune forme precoci della produzione padana (for-
per coppa a rilievo a Miradolo, presso Pavia, che docu- me Goud. 6, 1 1 2, 5, ro), e di datarne altre, almeno
menta una fabbrica ceramica in un luogo dove, peraltro, per quanto riguarda la prima fase delle officine nord-
non è ancora documentata la proàuzione liscia) che senza italiche, fino in età claudia, quando si esaurisce 1a vita
altro doveva affiancarla, almeno come diffusione. dell'insediamento.
La carta dei ritrovamenti si infittìsce spostandosi verso Per fa Pannonia sono fondamentali i lavori di Gahler
Est; la zona di massima concentrazione della produzione (GABLER 1971 e GABLER 1973), che sì avvale di uno studio
nord-italica resta infatti la parte orientale della pianura sistematico della sigillata italica, in prevalenza padana 1
padana, in particolare la fascia costiera adriatica, con diffusa nella regione, per ricostruire le tappe dell'espan-
espansione commerciale verso il Norico e la Pannonia, sione militare romana. Le forme presenti (Ritt. 5, Ritt. 9,
e più a Sud lungo le coste dalmate. Si è parlato più volte Ritt, r, Drag . .23, Drag. r5/17, Drag. 17 B, Drag;. 24/25,
(RIGHINI 1969, p. 289; MAZZEO 1971, p. 201; MASELLI Drag, 35, Drag. 36) sono documentate dall'età tiberiana
SCOTTI 1977, pp. 340-1) di una direttrice commerciale. nella Pannonia sud-occidentale, a Sud della Drava, e
Faenza, Aquileia, Norico e Pannonia, testimoniata dallo si espandono verso Nord in seguito al progresso della
studio dei bolli ceramici e della loro diffusione. In questo romanizzazione in età claudia e flavia. In particolare è
ambito, come nodo stradale fondamentale e passaggio notevole la quantità di sigillata decorata ad applique.i\ con
quasi obbligato, si spiega l'importanza di Aquileia 1 dove bolli di L. Mag( ) Vir( ), L. Gellìus, Sec( ) C. T( ),
è documentata dai marchi di fabbrica una enorme quan- C. T( ) Suc(cessus?), Q. 5;( ) P( ), ceramisti che, a
tità di sigillata padana liscia; questa concentrazione può parte Gellius, possono essere datati dalla metà alla fine
far pensare che dovette esservi localiz:.r.ata una produ- del I sec. d.C., per la mancanza nel Magdalensberg e la
zione di cui. mancano ancora le prove. presenza invece nella necropoli tarda di .M.adrano, in
Non si hanno purtroppo, in generale, notizie di rinve- Svizzera,
nimenti di scarti di fornace, che soli potrebbero indicare Un esame della terra sigillata decorata ad appHques,
con sicurezza un centro di fabbrica. Forse l'unica ecce- con la pubblicazione di un buon numero di vasi inediti
zione è costituita da Faenza, dove sembrano individuati della zona transdanubiana, lo ha fatto E. B. Vig6 (VAo6
i segni di una produzione locale di terra sigillata liscia 1977), che col termine di ,, oberitalisch ,i ha compreso
(RIGHINI 1969, pp. 274~5; RIGHINI 1980, pp. 41-42) e dove però anche gli esemplari con bollo aretino, e quelli di
dyaltronde era già documentata quella di ceramica a ver- produzione locale (irnitazìoni dei nord-italici). Il fatto
nice nera (RIGHINI 19ì2), interessante è c:he su quesre imitazioni compaiono anche
Anche per Ravenna si ha notizia (RICCIONI 1980, p. bolli padani falsificati (L-GEL, L-M-V, Q-S-P).
60, n. 73) di qualche possibile testimonianza di produ- Il più grosso nucleo di sigillata padana in Pannonia
zione di sigillata liscia (in particolare scarti dì fornace, finora pubblicato è infine quello delle necropoli di Lu-
specialmente di coppette Drag, 24.125 con motivi appli- biana (Emona) (PLESNICAR-GEC 1972; PETRU 1972) che,
cati), che sì affiancherebbe così alìa fabbricazìone di pur essendo ancora noto solo come edizione del mate-
vasi decorati, provata dalla presenza di matrici (v, oltre). riale1 senza una sistemazione tipologica e cronologica
A Cremona_, infine, in una fornace di via Platina, ed una dassificazione per officine, che tuttavia è annun-
sembra che fosse prodotta_1 oltre alla ceramica a vernice ciata (CURK 1977)., è utile per la completezza dell'apparato
nera e a paretì sottili, anche terra sigillata (SENA CHIESA, grafico che restituisce rutti i corredi tombali. È così
Scav1: di Angera, in corso di srampa). testimoniato un discreto numero di forme dalfetà ti-
Si può quindi solo supporre che i centri di fabbrica- beriana fino alla metà del II secolo.
zione fossero molteplici, concordemente a quanto in- OrnavasS(I e specialmente iJ Magdalensberg sono dun-
dicato dai marchi noti che, con ìa loro quantità e con il que fmora tra i pochissimi luoghi notì di rirrovamenw di

r86
forme nrccoc1. Sicuramente la fabbricazione di sigillata contemporaneo all'inizìo anche della terra sigillata de-
nord it:1hca de\'e aver risentito dell'influsso delle officine corata di produzione padana, che viene datata pre-
aretine:, specialmente nel primo momento. Queste ultime cocemente specialmente in base ai ritrovamenti di Bol-
avranno anche aperto succursali nella pianura padana: sena. Il Goudineau stesso (GoUDINEAu 1968 b, p. 534)
si pensi. al fenomeno significativo dei ceramisti L(ucius) nota come ivi la ceramica padana appaia sporadicamente
Gclliits e C(aius) Murrius, aretini, i cui prodotti sono tanto solo negli strati che precedono il grande svìluppo del-
diifw;i, e imitati (P6czy 1972, pp. 267--8; VAG6 1977, l'aretina.
pp. 93· 4) nel Nord-Italia e nelle province centro---orien- Ancora limitata è la documentazione delle forme più
rali cfa fitr ipotizzare con quasi assoluta certezza una fab- amiche, in gran parte corrispondenti a forme arcaiche
bricazione in loco (ETTLINGER 1972, pp. 142-3). Nello e precoci di Bolsena, documentate specialmente sul Magda-
stcsr,;o n.·mpo Ie. officine locali già esistenti, produttrici lensberg, mentre la maggiore diffusione viene raggiunta
di ceramica a vernice nera (si è già citata Faenza), si senza dubbio dalle forme di piena età augustea, special-
saranno a poco a poco lasciate attrarre dalla nuova moda mente la Drag. 17 B, la Ritt, r, la Ritt. 8, e dalla coppa
del rosso, facendo concorrenza agli stessi prodotti are- Drag. 24/25, e Ritt. 9, che dall'età tiberiana si ritrovano
tini, che- infatti in area padana non conoscono una diffu- fino al primo quarto del II sec. d.C. La produzione
sione consistente. Si deve cioè supporre un processo ana- nord-italica dunque, fiorente per tutto il I sec., sembra
logo a quello ipotizzato per l'aretina (GoUDINEAll 1968, perdurare almeno fino alla metà del II, quando si trova
parla di una prearetina; v. da ultimo la ripresa del pro- ancora qualche esemplare di coppetta emisferica Ritt. 8
blema delle origini della terra sigillata aretina in R1c- e di piatto Drag. 31, nonché le coppe Drag. 35 e 36 e
CIONI 1980, pp. 47-50). Che il passaggio sia stato gra- Drag. 35/51 e Drag. 36_i5r con la tipica decorazione
duale 1o testimonia quella (( ceramica di tipo o tradi- 1
<1 à la barbotine >1, oltre alla Drag. 37, 32.
zione campana 1i (FIORENTINI 1963, pp. 40-44), pecu- Caratteristici dei piatti di forma Ritt. r e Drag. l 7 B
liare dcifltalia settentrionale, che risente delI'influsso e delle coppe Drag. 24/25 sono i motivi applicati (dop-
della terra sigìllata sia nelle forme che nei particolari pie spirali, festoni, rosette, maschere, figure di animali,
tecnici,. La presenza di marchi di fabbrica in pianta pedis ecc.) ottenuti a matrice, che si ritrovano dall'età claudia
su piatti a vernice nera indica come la fase di transizione per tutto il I sec. d.C. Vasi ad 1< appliques )) furono fab-
fosse ancora in atto in età tiberiana. bricati anche ad Arrerium (STENICO 1954), ma sembra
La questione delle eventuali filiali di L. Gellius è che nella produzione padana essi abbiano avuto una
tuttavia ancora aperta: nel più recente lavoro su questo fortuna particolare_, con grande diffusione nelle pro-
fabbricante (ZABEHLICKY-SCHEFFENEGGER 1982) l'ipotesi vince. Ohlenroth (OHLENROTH 1934--35) ha fatto una
sembrn. anzi scartata, e i vari aspetti della diffusione e sintesi degli aspetti di questo genere ceramico, par-
della produzione sono riportati a varie fasi della stessa lando anche brevemente dei prodotti padani; ma questi
officina ubicata ad Arezzo. nel suo catalogo mancano, essendo esso limitato ai ri-
La compresenza di filiali aretine e di fabbriche locali, trovamenti della Raetia e della Germania, dove la si-
oltre alle ragioni cronologiche, potrebbe anche spiegare gillata nord--italica fa solo sporadiche apparizioni. Il
resistenza nella nord-italica di tipi diversi, sia per ar- Gabler (GABLER 1975) ha ripreso il problema pubbli-
gilla che per vernice (o <i Glanztonfilm )) ; per il termine cando il materiale pannonico, quasi tutto padano. La
v. CoM.FORT 1966, p. 726): da una parte un'argilla più ripetitività dei punzoni ed il probabile scambio che
scura~ ben depurata e ben cotta, con vernice rossa ab- delle matrici stesse doveva essere fatto, nonché l'imita-
bastan?:a compatta e lucente, che ricorda molto quella zione dei motivi, ostacolano per ora ogni possibile ten-
ddbxrcrina, peraltro più corallina; dalraltra un'argilla tativo di risalire dai motivi ai vari figuli noti.
polvero:,a~ chiara, con vernice opaca, diluita, che tende Per quanto riguarda restinzione delle fabbriche di
a sgretolarsi. Tra i due estremi un'abbondante varietà sigillata dell'Italia settentrionale, così come per le ori-
di consistenza della pasta e lucentezza della vernice, che gini, non si hanno indicazioni; si può pensare che la
pari::: a favore della molteplicità delle fabbriche. A questa produzione sia andata a poco a poco decadendo nel
differenza di materiale, non sempre chiara nelle descri- corso del II sec., alla fine del quale pare non si trovino
ziorr corrisponde spesso una diversa aderenza alle ormai più esempiari « nord-italici ),>. Si trovano invece
forme delraretina, che vengono ora riprodotte stretta- frammenti di una ceramica verniciata, di qualità scadente,
mente, ora modificate per lo più nel senso di un ispessi- che in parte si collega per le forme alla nuova produzione
mento della parete con conseguente semplificazione del che ha invaso il mercato, la sigillata chiara. Proprio a
prnfib . Ad esse si aggiungono infine alcune forme pe- Ravenna, che come si è già visto era stata sede di officine
cub:rri dell'area padana, presenti in modo particolare, padane, è documentata la fabbricazione di ceramiche
ccmc :;i è visto, nell'area lombardo-ticinese. tarde ed anche di un tipo particolare di sigillata tarda,
fr caso, basandosi sul materiale del Magdalensberg, databile a! Ill--IV sec. (MAIOLI 1976; MAIOLI r9So aì.
semma di poter affermare che rìnizio della produzione
paùana :ja notevolmente precoce, seguendo di poco lo PRODUZIONE DECORATA
svih.:ppo di quella aretina; esso risalirebbe cioè all'ultimo
vemicinguennio del I sec. a. C., coincidendo più o meno Rispetto a quanto scritto da H. Comfort (COMFORT
con fa parte finale della fase individuata dal Goudineau 1973, pp. 8rr-812), la nostra conoscenza di vasellame
r968) come aretim1 arcaica. Sarebbe quindi decornrn di produzione italo-settentrionale è notevoJ-
TERRA SIGILLATA NORD-ITALICA

mente aumentata per numero di pezzi pubblicati (v. cat. zazione di una tipologia che incontra maggior fortuna
e relativa bibl.). Rimangono tuttavia in gran parte aperti e viene imitata dagli altri ceramisti.
problemi fondamentali, quali l'individuazione dei mag- Quanto ai rapporti reciproci, la presenza della firma
giori centri di produzione, i limiti cronologici esatti, i di Sarius L. l. Surus su due bicchieri di <i tipo Aco )) di
rapporti con le precedenti e contemporanee classi cera- Adria (p. 2rr) e del British Museum (p. 214) è ancora
miche. Si cercherà qui di fare il punto della situazione troppo poco per ipotizzare fino a che punto i due figuli
allo stato attuale delle ricerche, facendo presente che fossero legati. Potrebbe infatti trattarsi soltanto della mo-
molto materiale, noto per essere brevemente citato in mentanea imitazione di una forma in voga. È interes-
altre pubblicazioni, è tuttavia ancora inedito, o in corso sante notare come, mentre nel bicchiere di Londra Sarius
di studio: quello di Montegrotto (STENICO 1974-75, ha ripreso anche il motivo tipico del (( Kommaregen ,;,
p. 51, nota 14) o meglio di Abano, come è stato recente- in quello di Adria ha mantenuto una sintassi decorativa
mente puntualizzato (PESAVENTO lvlATTIOLI 1983, pp. più propria. D'altra parte la firma di Aco si ritrova su
53-54), di Faenza (RIGHINI 1979, pp. 214 e 219), di Ra- coppette biansate da Garlasco (p. 219), Bannio Anzino
venna (v. solo BERMOND MONTANARI 1972) e della Li- (p. 218), Padova (p. 218); esse non corrispondono però
burnia, territorio di Sebenico (BRUSié 1977). alla tipica << Sariusschale )>, avendo il bordo concavo, an-
Molto importante è la recente pubblicazione del ma- ziché convesso, ma richiamano notevolmente 1a forma
teriale decorato del .Magdalensberg (SCHINDLER KAu- della coppetta cantaroide (Forma ro D) usata da Sarius,
DELKA 1980), che offre, come per la liscia, dei precìsi segno forse, più che di imitazione, di comuni modelli.
riferimenti cronologici, anche se l'Autore stesso (pp. 61-62) Significativi a questo proposito i molti contatti con la
avverte che questi non sono estendibili a tutta la produ- produzione a 1, pareti sottili 1>.
zione, poiché sì tratta di conclusioni ottenute in un cen- Le differenze tra Aco e Sarius sono accentuate dal-
tro lontano dai luoghi di fabbricazione e legato ai flussi l'esame degli aspetti tecnici delle due produzioni: Aco
commerciali che possono avere aiterne vicende. Sul Magda- produce bicchieri del tipo di quelli a <i pareti sottili 1,,
lensberg 1a nord-italica decorata sembra arrivare improv- anche per la sottigliezza dello spessore delle pareti, privi
visamente verso il 20-ro a.C., dapprima con una netta di vernice; solo in alcuni casi, generalmente si pensa in
preponderanza di bicchieri di tipo Aco, poi con un in- un secondo momento (v. ScHlNDLER KAUDELKA 1980,
cremento delle coppe di tipo Sarius nel periodo 0-15 p. 46; ma come interpretare allora il bicchiere da Villa
d.C., fino ad una rapida scomparsa intorno al 25 d.C. Potenza v. p. 2u, da strato tardo-repubblicano, vernicia-
Col termine di terra sigillata nord-italica decorata si to?), il profilo acquista spessore e la parete si copre di una
comprendono tutti i vasi decorati a matrice, talora co- vernice simile a quella della sigillata; talora infine pre-
perti da una vernice (o <, Glanztonfilm ll) simile a quella senta, ma raramente, un'ingubbiatura giallastra, quasi
della sigillata, ma spesso semplicemente « tongrundige >>, un'invetriatura. Sarius, al contrario, ed i suoi imitatori,
nel colore dell'argilla, riconducibili a fabbriche padane. producono vasi con pareti di spessore normale, general-
Tra essi quelli che sono più comunemente noti come mente coperti della stessa vernice rosso-bruno della si-
(( Acobechern )J e <i Sariusschalen )J, dai nomi dei più noti gillata liscia, con variazioni nella compattezza e nelJa
e documentati fabbricanti, occupano un posto partico- lucentezza. Infine, mentre per Aco e per i suoi collabo-
lare, tanto che spesso (v. per es. COMFORT 1973, pp. ratori non si ha notizia di una produzione di terra sigil-
808-·8 I 2) non sono neppure accomunati al resto della lata liscia, di Sarius sono note moire firme (insieme a
produzione. Si può sottolineare tuttavia come i punti di diversi lavoranti) anche su piatti e coppette (OxÉ-CoM-
contatto tra Aco, Sarius e gli altri ceramisti padani noti o FORT 1968, nn. 1655--1664), e così pure di Surus e di
ignoti siano tali, sia nelle forme che nella decorazione, da parecchi altri fabbricanti di coppe decorate.
far includere tutti nella stessa categoria. I termini di
<( Acobechern l> e {{ Sariusschalen >1 sono infatti restrittivi, sia
a) Bicchieri di ,, tipo Aco ,,. (Tav. CXLVIII).
perché numerosi sono i figuli ora attestati epigraficamente
su tali prodotti, sia perché le forme tipiche a cui essi La produzione di Aco sembra iniziare molto presto in
vengono riferiti - il bicchiere tronco-·conico e la coppa età tardorepubblicana-protoaugustea, e durare almeno
a bordo alto, biansata - non sonc i.e· uniche usate dallo per tutta l'età augustea. Secondo la Vegas (VEGAS 1969-
stesso Sarius, che firma, come si vedrà, coppe cantaroidi 70) che ha scritto il lavoro d'insieme più completo su
e vasi globulari, e da Aco, produttore anche di bicchieri questa categoria ceramica, in tale momento un fabbri-
ovoidali e coppette bìansate. cante di vasi a \{ pareti sottili )>, Aco appunto, per influsso
Vero è che Aco e Sarius sono sicuramente i maggiori della produzione decorata di terra sigillata ed ispirandosi
ceramisti, o proprietari di officina, dell'Italia settentrio- anche alla ceramica italo-megarese, avrebbe iniziato a
nale, come documenta la quantità di materiale firmato da decorare a matrice i suoi bicchieri, prima con il semplice
loro, soli oppure associati a qualcuno dei numerosi la- motivo a << Kornmaregen 1), poi con elementi sempre più
voranti. Tutti gli altri fabbricanti attestati sono noti complessi. Il momento di passaggio sarebbe dato dal
per lo più per un solo esemplare e per bicchieri o coppe bicchiere di Gergovia (p. 214), che mantiene una forma
di forma tipica. Se ciò può essere dovuto ad un maggiore tipica delle << pareti sottili )1, aggiungendovi la decorazione
estro inventivo di Aco e Sarius, si potrebbe però ipotiz- a << Kommaregen 1i e la firma.
zare per loro un momento dì sperimentazione di forme Quello che sembra certo è che tale produzione sj sia
varie, non necessariamente anteriore alla stanàardiz- sviluppata nel Noni-Italia, anche se finora è stata loca-

J88
TERRA SIGILLATA NORD-ITALICA

lizzata soltanto l'officina di L. Norbanus a Cremona (STE- Anthi'ocus, altro libertus di Aco, è noto invece per
NICO 1963-64) tramite il ritrovamento di frammenti di frammenti decorati a 11 Komrnaregen ,1 (p. 212) o a file
mm:rice (p. 210). Un altro frammento di matrice, con di punti obliqui (p. 211); interessante il pezzo del Mag-
decorazione geometrica è venuto in luce a Ravenna dalensberg (p. 212) per i contatti che presenta con la
(p. :u ), insieme a matrici per coppe. Gn centro di fab- produzione di Chr)1sippus (p. 214) e di Stephanus Norbani'
brica ,~ stato recentemente ipotizzato a Faenza (RI- (p. 2m), per la firma affiancata da piccole teste di profilo.
GHINI 1979, p. 219) in base ad uno scarto di produ- Degli altri ceramisti il più noto è sicuramente L. Nor-
zione) danneggiato durante la cottura, che presenta la banus, con i suoi lavoranti Buccio e Stephanus, poiché è
firrna di C. Aco C. l. Anthiocus; sarebbe quindi da indi- anche l'unico di cui sono stati trovati frammenti di
viduare in quella città l'officina di Anthìocus, prima matrice firmati (p. 210), con la solita decorazione a
schiavo e poi liberto di C. Aco, che firma anche da solo \( Kommaregen 11. Egli usa però non soltanto questo mo-
su due pezzi di Brescia (p. 210) e del Magdalensberg tivo, ma anche sottili colonnine scanalate, con archi,
(p. Si ricorda, infine, che un bicchiere con imper- entro cui colloca motivi vegetali oppure figure di animali,
fezioni tali da far pensare ad uno scarto di produ- come si vede in frammenti venuti in luce a Brindisi
zione è segnalato ad Aquileia (J\.1.AsELLI SCOTTI 1984, (p. 2II). I ritrovamenti di Brindisi e di Ordona da
p. 64). una parte, di Aquileia e del Magdalensberg (p. 212)
Per quanto riguarda C. Aco, varie sono le ipotesi fatte, dall'altro, indicano una discreta espansione commerciale
in base alla diffusione dei suoi vasi specialmente nella anche di questo figulo.
zona del Lago Maggiore, ma nulla si può dire con cer- Gli altri ceramisti testimoniati dalle firme ci sono noti
tezza. Bicchieri firmati col solo nome di Aco sono stati per un unico esemplare; troppo poco per avanzare qual-
trovati numerosi in particolare in Gallia, decorati a siasi ipotesi.
<1 Kommaregen )>, mentre gli esemplari finora noti in Un caso del tutto particolare è quello di M. Cusonius,
Italia hanno motivi decorativi più vari. Aco tuttavia il ceramista attestato solo a Cosa (.MARABINI MoEVS
firma per lo più insieme a qualcuno dei suoi nume- 1980), oltre che da un bicchiere frammentario di Mon-
rosi lavoranti, Acastus, Diophanes, Anthiocus, Hilarus, tefiascone (p. 209 ). La sua produzione ha un carattere
che in alcuni casi risultano manomessi e che forse apri- tanto peculiare, pur rientrando nella tipologia degli « Aco-
rono poi fabbriche per conto loro, come si è detto bechern )) , che la lviarabini Moevs ipotizza un'officina lo-
per Anthiocus. Tra essi il posto predominante è occupa- cale, che può aver iniziato fabbricando ceramica a pareti
to da Acasrus. sottili ed essere poi passata alla produzione decorata in
Acastus Aco (o Aco Acastus) sono firmate quasi tutte concorrenza con i prodotti di Aco e di Arezzo, da cui
le coppette o le tazze biansate o i bicchieri tronco-coni- viene in parte influenzata. Il periodo di attività è fissato
ci che costituiscono forme peculiari (Forme 4 D-6 D; tra il 25 a.C. e il 14 d.C.
8 D-9 D) nella produzione di Aco. Egli usa spesso distri-
buire la decoraziorie sul corpo del vaso in zone orizzon- b) Bicchieri di « tipo Aco-gallico ,,.
tali che ricordano la ceramica elìenistica a rilievo (così
che si sarebbe tentati di attribuirgli anche il bicchiere È ormai certo che Aco abbia avuto una succursale in
non firmato di Bologna, p. 210), mentre nell'esemplare Gallia, come già aveva supposto Ohlenroth (OHLEKR0TH
slanciato da Palazzolo Vercellese (p. 210) e in quello da 1959) in base ai motivi decorativi. A Lugdunum, nel quar-
Ornavasso (p. 210) si ritrova la decorazione ad archetti tiere ceramico di La Muette, sono venute in luce for-
tipica di molti <{ Acobechern )), Gli elementi decorativi naci con i relativi scarichi, comprendenti un grande nu~
usati sono vari, mentre si deve sottolineare la mancanza mero di bicchieri lisci e decorati, terra sigillata ecc.
ciel <• Kommaregen )) : dal motivo « a canestro 11 alle losan- (VERTET~LASFARGUES 1972, p. 275; ivi bibl. precedente).
ghe di file di punti, ad elementi vegetali semplici o com- A parte la quantità dei pezzi, la cosa più importante
plessi, alle piccole figure. Del tutto particolari sono le è stata il ritrovamento di frammenti di matrice, uno con
iscrizioni dei vasi di Forma 4 D e 5 D. firma Chrysippus, l'altro Hilarus Aco (p. 214), che
Per la formula del marchio Acastus Aco, con inversione testimoniano una produzione locale di <1 Acobechern 1),
dd tutto particolare dei nomi, si può ricordare l'ipotesi fino dal 15 circa a.C., che si affianca a quella di terra si-
fatta dalla Schindler Kaudelka (SCHINDLER KAUDELKA gillata (vi si localizza la produzione gallica dell'aretino
1980, p. 77) che l'appellativo Aco possa essere diven- Ateius). Si presume che la succursale dì Aco sia stata
talo un marchio di qualità, come quello dì Arretinum. impiantata da artigiani stranieri, venuti dall'Italia. Le
Degli altri lavoranti di Aco il più conosciuto, per mag- firme attestate sono quelle di Chrysippus, Hilarus Aco,
numero di pezzi, è Diophanes ( C. Aco Diophanes )J T. C. A'vÌus, Philarcurus, Philocrates, Fidelis. Le forme
ctit su un frammento di Ampurias (p. 215) si firma come usate sono soltanto due: il tipico bicchiere alto (Forma
C. Aco C. !. D1:ophanes. Egli mostra notevoli r D) ed un bicchiere con le stesse caratteristiche, ma
di contatto con Acasrus nel bicchiere di Solduno molto più basso, con diametro maggiore dell'altezza, che
(p. 216) con decorazione a <i canestro 11 e nell'uso degli sembra essere stato fabbricato solo da T. C. Avius e da
archi. Questi sono però più slanciati, racchiudono spesso Hilarus Aco (Forma 8 D). Mentre su quest'ultima forma
figure, e si alternano ad elementi vegetali, con piccoli la decorazione è unicamente a << Kommaregen 1), delimi-
ernri, uccelli ecc., disposti senza un ordine apparente, tata in alto da fregi vegetali, sul bicchiere più alto si
::·:.-_. ::on. discreta armonia. trovano anche diversi altri motivi, con una variet2. note-
TERRA SIGILLATA NORD-ITALICA

vole, testimoniata specialmente dagli esemplari di Chr~v- e) Coppe di ,, tipo Sarius ,,. (Tav. CXLIX).
sippus, che è sicuramente il ceramista più importante
di La Muette (v. p. 214). Compaiono figure di gla- Fin dall'ultimo quarto del I sec. a.C., come testimo-
diatori, di dèi, di animali, teste umane di profilo ecc., niano specialmente, per dati stratigrafici, le coppe di
talora inserite in spazi lasciati liberi nel << Kommaregen )), Bolsena (p. 225) e dì Ornavasso (p. 221), il ceramista che
altrimenti variamente disposte sul corpo del vaso o nel si firma per lo più L. Sarius L. l. Surus ha iniziato la
suo fregio superiore; oltre che dai triangolini tipici dei sua produzione di coppe decorate a bordo alto, ripren-
(( Kommaregen >), la parete può essere coperta da un'em- dendo una forma diffusa nella ceramica a (( pareti sot-
bricatura di piccole foglie. La finezza e la minuziosità tili 1) del I sec. a.C. (v. Forma 13 D) e decorandola a
dei motivi hanno fatto pensare (VERTET~LASFARGUES 1968, matrice nella parte inferiore, con procedimento analogo
p. 43) alla loro possibile derivazione da pietre dure, a quello usato da Aco per i suoi bicchieri., e influenzato
cammei ecc., di cui potrebbero essere calchi. probabilmente dagli stessi modelli, in particolare dalla
Alla fabbrica lugdunense sono riconducibili per buona ceramica ellenistica in rilievo. Il Goudineau ( G0UDINEAV
parte i bicchieri trovati in Gallia, nonché nelle province 1968, p. 535) ne sottolinea l'assoluta indipendenza da
centro-orientali: v, gli esemplari del Lorenzberg (p. 213), Arezzo nella fase iniziale, con successiva parziale in-
di Oberaden (p. 213) e di Xanten (p. 213). A Chrysip- fluenza. La presenza stessa a Bolsena della fabbrica pa-
pus è forse assegnabile anche il bicchiere di Giubiasco dana, prima della espansione aretina, ne indica la pre-
(p. 210), per il motivo tipico del combattimento dei gladia- cocità.
tori alternati a piccole figure probabilmente di Vittoria. La Schindler Kaudelka (SCHINDLER KAUDELKA 1980,
Si deve infine notare come gli esemplari della officina p. 99) nota invece come, sorta in concorrenza con le fab-
lugdunese siano distinguibili da quelli padani piuttosto briche aretine, la ceramica di Sarùts sia con esse stret-
per i motivi decorativi che per caratteristiche tecniche. tamente imparentata per motivi e composizione.
In Gallia sono poi segnaìate diverse altre fabbriche di Surus si firma prima come servus (Surus Sari L. s.),
bicchieri, che mostrano rapporti più o meno stretti con poi come liberrus ( L. Sarius L. I. Surus) di Sarius, im-
quelli della Valle Padana (VERTET-LASFARGUEs 1972, pp. portante ceramista padano, padrone di officina, di cui si
277--282). Tuttavia si tratta, a quanto pare, non più di conoscono i nomi di parecchi lavoranti anche per il vasel-
succursali dirette delle fabbriche padane, come si è visto lame liscio (Oxt-COMFORT 1968, nn. 1655-1670). A que-
per Lugdunum, bensì di imitazioni locali di prodotti im- sti si è aggiunto ultimamente per la decorata Silenus
portati. Si nominano qui solo per completezza di infor- (p. 220). Stando alle firme finora note, Sarius era il pa-
mazione, perché esulano ormai dalla vera e propria terra àrone della figiina, che affidava ai suoi schiavi la àeco-
sigillata nord-italica. Tra queste Lezoux ha una produ- razione dei vasi. Surus si sarebbe poi ben presto affran-
zione riferibile ad età tiberiana, di bicchieri alti aventi cato, continuando l'attività per conto proprio (su alcune
la forma tipica ma con proporzioni meno slanciate e coppe sì firma col solo nome) per alcuni decenni, e riu-
pareti più spesse; quasi sempre ricoperti da un'ingub- sçendo ad esportare i suoi prodotti in una vasta area,
biatura rossa, essi hanno decorazioni meno accurate, che che comprende tutta l'Italia padana, arrivando fino in
denotano appunto l'imitazione da parte di ceramisti lo- Etruria (Cortona, Volterra, Bolsena) Roma), nel cuore
cali. Rara la pur difficile decorazione a (( Kommaregen )) dell'area di espansione commerciale aretina, e spingen-
e rare le figure; sono frequenti, invece, i motivi vegetali dosi probabilmente fino a Ordona e sicuramente a Malta.
di grandi dimensioni, disposti su tutta la superficie del Non è ancora nota la località in cui si trovava la sua
vaso o divisi in zone orizzontali; ricorre spesso pure una fabbrica; anche la frequenza di coppe a lui riconducibili
decorazione ad archetti (p. 215), che richiamano da ad Adria non è un elemento probante per una sua indi-
lontano, schematizzandoli al massimo, queili di molti viduazione in quel luogo (DALLEMULLE 1975, p. 290).
<{ Acobechern )) padani. Ancora più tarda sembra infine Mancano invece, per ora, sicure attestazioni del suo nome
l'officina di Saint-Remy-en-Rollat, con bicchieri che a Nord delle Alpi, nell'area di espansione della nord-
mantengono quasi soltanto la decorazione ad archi, per italica liscia, ad eccezione del Magdalensberg. Parallela-
cui già il Dechelette (DECHELETTE 1904., p. 50) aveva mente a quanto accade per Aco Acastus, Sarius Surus è
sottolineato i rapporti con quelli padani. l'unico ceramista padano noto che abbia prodotto anche
Per concludere si deve infine menzionare ;· ;':';_·ammento vasi diversi da quello tipico, la coppa ad orlo alto con-
di matrice per bicchiere, firmato JTTI, probabilmente vesso: v. la coppa canraroide (Forma IO D), il vaso-
P. Atti', da Mainz--Weisenau (p. 214), che si ricollega cratere (Forma 12 D) e quello globulare (Forma 14 D).
strettamente per decorazione agli esemplari padani., e Surus non è tuttavia il solo fabbricante di coppe deco-
che potrebbe, se non fosse isolato, far ipotizzare un'altra rate. Dalle firme ne sono noti diversi altri, alcuni dei
succursale di officina italica, se P. Attius fosse lo stesso quali potrebbero essere gli stessi che hanno prodotto
che firma anche terra sigillata liscia (OxÉ-COMFORT 1968, anche vasellame liscio, come A1. Ser( ) Laetus, Hilarus~
n, 209). Indicato in OxÉ-COMFORT come ceramista della Fuscus, Iucundus, A. Terenrius. Tra tutti è da ricordare
Valle Padana, i suoi prodotti raggiungono una diffusione Clemens, la cui ceramica pare sia stata ritrovata in gran
tanto ampia, sia nel centro e Nord-Italia che in Spagna, quantità presso Montegrotto ad Abano, tanto da far
Gallia e Germania_, da essere anomala per un fabbricante supporre al Comfort (COMFORT 1973, p. 812) una fab-
nord-italico (per i suoi stretti rapporti con la produzione brica locale di sigillata (ma vedi 1a smentita che ne fa
aretina cfr. RIGHINI 1969, p. 288). Stenico: STENICO 1974-75, p. 51, n. rf,, e la cui area à3

190
TERRA SIGILLATA NORD-ITALICA

esportnzione sembra comprendere in particolare le pro- fatto che esiste·vano più centri produttivi, che non sono
vince ccntro--orientali. Purtroppo il materiale di Abano per ora individuabili attraverso firme o tipi decorativi
è ancora in corso di studio e se ne conosce solo a grandi diversi e caratterizzanti. Il problema delle attribuzioni
lince- l'entità. È interessante la notizia (PESAVENTO .lvlAT- sembra complicato anche dalla probabile esistenza di veri
rrou 1983, p. 54) che la firma C/emens sìa lì documentata e propri cartoni di modelli, da cui si ispiravano gli arti-
anche in quantità rilevante su bicchieri di <1 tipo Aco 1>, giani per le più diverse produzioni.
Forse runico ceramista di cui si può ipotizzare su basi Dominante è senza dubbio la decorazione vegetale,
meno incerte la sede è Fuscus, poiché il cratere baccel- ad elementi isolati o complessi o in ghirlanda, inseriti
lato impresso su una matrice di Ravenna (p. 224) corri- spesso in una spartizione geometrica della superficie
sponde -a quello presente sulla coppa di Cattolica (p. 225) del vaso, ottenuta per lo più con fasci di lince parallele
firmcrn Fusc(us) (MAZZEO SARACINO 1980, p. 88). Pro- che si incontrano e si intersecano, formando spazi trian-
prio Ravenna è finora il più importante dei centri si- golari e romboidali. Dei vari tipi di composizione ha
curi di fabbricazione di terra sigillata nord~italica de- tentato una schematizzazione la Schindler Kaudelka in
corarn1 anche se le notizie che si hanno sul materiale base ai vasi del l\llagdalensberg. Foglie di acanto, foglie
ivi rinvenuto sono tuttora limitate a cenni preliminari a <, piuma 1), foglie di vite ecc., palmette, ovuli, corimbi,
(BERJ\AOND MONTANARI 1972, pp. 65-80) e i1 materiale rosette di ogni tipo, sono tra i motivi più comuni, com-
stesso è solo in minima parte accessibile nelle vetrine posti talora insieme in gruppi. Ad essi si alternano spesso
del museo di Ravenna. È certa comunque l'esistenza di piccoli animali, volatili, rane, leoni e, solo raramente,
frammenti di matrice per coppe in rilievo, che si affian- figure umane, generalmente mescolate agli altri elementi
cano a quelle per bicchìeri di <i tipo Aco 1), facendo di senza un legame logico. In questo senso sono piuttosto
Ravenna un importante centro produttivo già in età augu- eccezionali le coppe con gladiatori (p. 221), con divinità
stea. Poco lontano, Faenza ha restituito tracce di officine egizie (p. 221), con figure grottesche (p. 224), e la coppa
ceramiche: (RIGHINI 1980), e si può ritenere che vi fosse con amazzonomachia (p. 226), dove invece esse assu-
anche una produzione di sigillata in rilievo. In partico- mono una netta predominanza su tutto il contesto.
lare è, stata fatta l'ipotesi (RIGHINI r969, p. 280) che vi A ragione lo Stenico (STENICO 1973, p. llO) parla di
abbi2 lavorato Adelpus. Altrove solo a .lvliradolo (presso un <( linguaggio popolareggiante, pur nelle pretese di
Pavia) e a Budrio (Bologna) sono documentati altri fram- classicità i1. I motivi figurativi della ceramica più fine
menti di matrice (rispettivamente pp. 222 e 224). vengono spesso ripresi in modo grossolano e messi in-
Per quanto riguarda quelle di Coi:fi.nium e dì Herdonia sieme senza apparente connessione, basti pensare per
(STENICO r97r, pp. 143-155) niente prova che esse fos- esempio alle figure sulla coppa di Cattolica (p. 225) o di
sero destinate a vasi di tipo padano, anche se nel caso Giubiasco (p. 221), e talora travisati, come negli ovuli ca-
di !lm·donia il ritrovamento di una coppa e di altri fram- povolti della matrice di /vliradolo (p. 222). Sono motivi
mem:i di << tipo Sarius fr ha potuto rendere suggestiva la che mostrano precisi rapporti, non necessariamente di di-
attribuzione della matrice ad una coppa analoga (MER- pendenza, con le ceramiche appena precedenti o contem-
TENS r972, p. 226). poranee; per citarne uno in particolare, si nota come la
La presenza di matrici in luoghi come Miradolo e decorazione a squame ogivali di diverse coppe padane
Bucirio fa pensare ad una diffusione capillare dei centri (pp. 222; 229) si ritrovi spesso nei vasi megaresi, in quelli
di fabbrica, non limitati aì soli grossi nuclei urbani. Do- invetriati e nell'aretina. Così pure alla ceramica megarese
vevano cioè esistere, analogamente a quanto ipotizzabile si richiama la divisione in fasce orizzontali del corpo del
per la produzione liscia, molteplici piccole fabbriche, che vaso, quale si trova nella coppa di Iulia Concordia (p. 226)
producevano specialmente per uso locale, a livello arti- e in quella di Adria (p. 222). Molteplici sono infine i rie-
gianale, come è dimostrato anche dall'apparato figura- cheggiamenti della ceramica aretina. Basti pensare agli
tivo. innumerevoli richiami che ad essa fa la Fava (FAVA 1962),
L'esame accurato di tutti gli elementi decorativi pre- pubblicando il materiale di Bologna. 1\lla si può concor-
senti sulle coppe finora note, ha portato alla constata- dare con Stenico (STENICO 1965, p. 107, nota 9) nel met-
zi0ne1 pur nella generale omogeneità stilistica, di una tere in guardia contro il pericolo di istituire derivazioni
enorme varietà di motivi che ben raramente si ripetono strette là dove si tratta probabilmente di un repertorio
segno àa un iato di una certa fantasia da parte figurativo circolante~ comune a diverse produzionì arti-
jìguli padani, dall'altra del livello artigianale delle loro gianali. Per una parte del vasellame di Bologna, comunque,
botteghe, che certamente non devono aver raggiunto la si potrebbe pensare ad una fabbrica locale, nata forse
espansione di quelle aretine, né tanto meno galliche. come succursale di un'officina di Arezzo, come indiche-
Ì< tutta da verificare l'ipotesi della Schindler Kaudelka rebbe pure la forma àel vaso a calice (Forma 15 D),
(p:r-,. 93-103) che le scarse differenze di stile siano indicative tipicamente aretina e documentata altrove solo sul Magda-
dd .:~mo che nei momento di fioritura delìa nord-italica lensberg (p. 229 ), da numerosi esemplari di cui viene
abbiano lavorato solo pochi produttori di punzoni, even- notata la differenza con la restante produzione padana
tuaimente per più fabbriche contemporaneamente. Discu- e ipotizzata la fabbricazione in uno o più centri sulla
tibile: è anche l'ipotesi che erano vendute pure le ma- costa adriatica. Recentemente è stato segnalato il fatto
trici e che quindi anche la presenza di una certa firma che a Rimini si trovano parecchi pezzi nord~italicì che
su un prodotto finito non indica il fabbricante del vaso. presentano motivi figurativi di buona qualità, di tipo
Comunque la stessa Schindler Kaudelka sonolinea il aretino (lviAIOLr r980 b, pp. :-sr~r52).

If!I
TERRA SIGILLATA NORD-ITALICA

FIRME DELLA PRODUZIONE DECORATA


Bicchieri di « Tipo Aco >>

ACO Palazzolo Vercellese (n. 216 ). ANTICLE[S] Magdalensberg (p. 212).


Garlasco (p. 219). C-L·AECI[ Brindisi (p. 2 rr ).
Aquileia (p. 211). CHRYSIPPVS Lyon (p. 214).
Magdalensberg (p. 212). Lorenzberg (p. 213).
Ti1elberg (p. 213). Dangstetten (p. 21'3).
Mont Beauvray (p. 214). Neuss (p. 213).
C-ACO Bannio Anzino (No vara) Xanten (p. 213).
(p. 2IO). Frankreich (p. 214).
Faenza (p. 2II). CLEMENS Abano (p. 2rr).
Magdalensberg (p. 212). M-CVSONI Montefiascone (Viterbo)
Nicilya (Ascalona) (p. 215). (p. 209),
C-ACO C.L.[? Ruscino (p. 215). Cosa (p. 209 ).
ACO ACASTVS Ornavasso (pp. 215 e 218). M-CVS Berlino (p. 213).
Quinzano d'Oglio (Brescia) GRATVS T-RVBRI Ornavasso (p. 210).
(p. 219). C· LAMPAT- FIG Bologna (p. 210).
Angera (p. 217). L-NORBANI Cremona (p. 210).
ACASTVS Palazzolo Vercellese(p. 2ro ). Lubiana? (p. 212).
Angera (Varese) (p. 216). Magdalensberg (p. 212).
ACASTVS ACO Bannio Anzino (No vara) NORB[ANVS] Montegrotto (p. 2II).
(p. 218). Magdalensberg (p. 212).
Gambarata (Reggio Emilia) BVCC!O NORBANI Romprezzani (Milano)
(p. 217). (p. 210).
Padova (p. 2 l 8). Milano (p. 210).
Aquileia (p. 218). Ravenna (p. 21 r).
Magdalensberg (p. 216). Este (p. 2rr).
Haltem (p. 217). Adria (p. ZII).
C.ACOC-L-ANTHIOCVS Faenza (p. 2II). Aquileia (p. 211).
Magdalensberg (p. 212). Brinàisi (p. 2II).
ANT!OCVS Brescia (p. 210). Magdalensberg (p. 212).
Jezerine (p. 215).
ANTIOCHVS Magdalensberg (p. 212).
BVCCIO Magdalensberg (p. 212).
C -ACO C-L -DIOPHANES Arnpurias (p. 215). Ordona (p. 2n).
C ACO DIOPHAi"lES Giubiasco (p. 216). STEPANVS NORBANI Cremona (p. 210).
Casteggio (p. 210). Brindisi (p. 2rr).
Solduno (Locarno) (p. 216). PH!LADELPHI Mantova (p. 210).
Este (p. 2II).
PHILARCVRVS GAVIVS Abano (p. 2rr).
Abano (p. 211).
Neuss (p. 213) .
.Magdalensberg (p. 212 ).
Dangstetten (p. 213).
C-ACO C-L EROS lviagdalcnsber;; (p. ::: Xamen \f. 2r3ì.
ACO HILARVS Titelberg (p. 213). Lyon (p. 214).
Studen Petinesca (p. 2 l 3). Vertillurn (p. 215).
Oberaden (p. 213). PHILOCRAT Lyon (p. 214).
Magdalensberg (p. 212). Cassana (Ferrara) (p. 210).
PRIMI
H!LARVS ACO Magdalensberg (p. 212).
[R]VBRI Ruscino (p. 215).
Dangstetten (p. 213).
Neuss (pp. 213; 218). RVSTIC Zollfeld (p. 213).
Lyon (p. 214). T-C-AVIVS Lyon (p. 214).
Vieille Toulouse (p. 215). ]TTI Mainz Weisenau (p. 214).
Ruscino (p. 215). L·SARIVS L L SVRVS Londra (p. 214).
ADELPVS Magdalensberg (p. 212). SARIVS L·L SVRVS Adria (p. 2II).
AMICI Roma (p. 210). ]ESCI [ ]CAC[ Ruscino (p. 215).

I,92
TERRA SIGILLATA NORD-ITALICA

Coppe di << Tipo Sarius <>

SVRVS SARI L·S Dorno (Pavia) (p. 222). Aquileia? (p. 22ì),
L. SARlVS L · L · SVRVS Volterra (p. 219). Torcello (Venezia) (p. 226).
Roma (p. 229). Auerberg (p. 22ì),
Raldon (Verona) (p. 219). Lubiana (p. 228).
Brescia? (p. 222 ). M.rdakovica (p. 228).
Ornavasso (p. 221). Magdalensberg (p. 219).
Este (p. 219). FVSC Cattolica (p. 225).
Adria (pp. 223 e 229). Palù (Pordenone) (p. 226).
Coviolo (Reggio Emilia) H!LARI Aquileia (p. 22ì),
(p. 219). Cassana (p. 223).
Faenza? (p. 224). IVCVNDI Budrio (Bologna) (p. 223).
~\1agdalensberg (p. 227).
Ordona (p. 225). [LV]CV / [LL]VS Russi (Ravenna) (p. 224).
Tas Silg (Malta) (p. 229). [NEP]OTIS ? Russi (Ravenna) (p. 22.1).
L SARIVS SVRVS Valeggio (Pavia) (p. 222). PRIMVS Ravenna (p. 224).
Bolsena (p. 22 5). SER Gheno (Pordeno:ie)
S\'RVS Stabio (p. 221). (p. 225).
Adria (p. 222). Faenza (p. 224).
Stramare (Trieste) (p. 227). M•SER,LAETI Russi (Ravenna) (p. 224).
L.SVRVS SV[ lvlagdalensberg (p. 228). SEVERVS Cassana (p. 223).
SILENVS SAR! L · S Adria (p. 220). SIPA Faenza (p. 224).
Portorecanati (p. 225ì. Magdalensberg (p. 228).
ADELPVS Faenza (p. 224). A·TERENTI Bardolìno (Verona) (p. 222).
AESCINYS Aquileia (p. 226). Aquileia (p. 226).
ANNI Ravenna (p. 224>, L•VEGETVS Pola (p. 230).
AVE[ Russi (p. 224\ L · VERG!LIVS PRINCEPS Cremona (p. 222 ).
CLEMENS Faenza (p. 224). L·ROI ,VITAL!S Dernovo (p. 228).
Ordona? (p. 225). ]ATVS Ravenna (p. 224).
Abano (p. 223). ]NDI Magdalensberg (p. 228).

MORFOLOGIA. - PRODUZIONE LISCIA

I. ;,'cmMA HALTERN I4. razione altrove, e la presenza ivi anche di bolli non noti
in altre aree, può far ipotizzare una fabbricazione emi-
liana, allo stadio attuale della conoscenza dei materiali.
cantaroide. Corpo emisferìco, talora 1-icve- L'tmico elemento di datazione è tuttavia offerto solo dal
mcnL· ,:::ar~nato, con orlo assottigliato e in alcuni casi ritrovamento del Magda1ensberg, che sembra precedere
soru.Jttn,,::.ito esternamente da scanalatura. Ec.'.;so piede a quello di Haltern (L0ESCHKE 1909, pp. 153-4, fig. 5.r;
rotcLb con spigolo smussato. Anse verticali ad anello ibid., fìg. 5.2, è riprodotto un esemplare di Trier, detto
bifid.~;, variamente sagomate all'attacco con l'orlo. L2. di fabbrica gallica di età tiberiana).
par'....'I\:: e:si:c-rna presenta generalmente una fascia di varia lar- Bolli rettangolari MAE / PATES e LAVRL
ghc;.,;La decorata con fitti giri di rotellature. (Tav. LV, 1~3).
Il maggior numero di esemplari noti è quello di Bo- Dimensioni.
logna, dove è documentata tutta una gamma di tonalità Diametro: cm r2-r4; altezza: cm 6)5--7,5.
di e di vernice, dal nerastro al bruno al rosso,
cl-v: ~mtolineano la stretta derivazione della forma dal Cronologia.
prntm.ipo a vernice nera (v. FIORENTINI 1963, p. 32, fig. r5 a.C.~fine I sec. a.C. circa.
Hi' MOKTAGNA PASQVINL'CCl 1972, pp. 269-498, forma
Il'J, .ivi.oREL 1981, s. 3r21-2). Da esso si distacca essenzial- Diffusione.
mente- per la maggiore emi.sfericità del bacino e per Budrio: BERGAMINI 1980, n. 196. Bologna: l'viAZZEO
l'ampiezza del piede, che lo rendono meno slanciato SARACINO r982, pp. 477-8, fig. 64. Magdalcnsberg:
rispcno alla forma a vernice nera. La concentrazione SCHINDLER-".SCHEFFENEGGER 1977, tav. r, n. 7. Tirelberg:
di c:-.1..'.mplari a Bologna~ contrapposta alla scarsa documen- 1\1.ETZLER 19/7, taY, 2), r:. 87.

1g3
TERRA SIGILLATA NORD-ITALICA

2. FORMA ScHINDLER-SCHEFFENEGGER 1977, tav. 4. FORMA GOUDINEAU I.


r2 b. Descrizione.
Descrizione. Grande piatto o patera, caratterizzato dalla parete
svasata, con orlo più o meno arrotondato, formante un
Coppetta quasi emisferica, con orlo dritto arrotondato,
angolo netto col fondo, che può essere piano o legger-
e corpo piuttosto schiacciato. Basso piede ad anello,
mente concavo. Il piede è generalmente a grosso anello,
leggermente svasato. (Tav. LV, 4·--6).
quasi cilindrico. Tutti gli esemplari interi presentano una
La forma, che si può far risalire a prototipi a vernice
decorazione a rotellature sul fondo interno.
nera (v. la forma Lamboglia 21 della Campana A), è
La forma, sicuramente una delle prime della produzione
limitata per ora a pochi esemplari del Magdalensberg,
a vernice rossa, come dimostrato già dal Goudineau
indicati come di fabbrica padana e databili in un ristretto
(GOUDINEAU 1968, pp. 279-280), che la pone tra quelle
ambito cronologìco.
arcaiche, ha stretti rapporti con la precedente ceramica
Dimensioni. a vernice nera, in particolare con il piatto Lamb. 7. (\'.
anche MOREL 1981, s. 2286-7). Esemplari neri e rossi
Diametro: cm 8-9,6; altezza: cm 3,4-4,2. devono anzi essere stati a lungo contemporanei, dato che
se ne trovano a vernice nera, in ambito padano, databili
Cronologia.
ad età augusteo-tiberìana, con bolli in pianta pedis (FIO-
20-IO a.C. RENTINI 1963, p. 41, fig. 22, nn. 8-9).
È da notare che gli unici esempi finora noti, indivi-
Diffusione.
duati come di produzione nord--italica, sono quelli, peral-
Magdalensberg: SCHIKDLER-SCHEFFENEGGER 1977, tav. tro numerosi~ del Magdalensberg. Qui essi vengono di-
12 b, nn. 14~24. visi in gruppi eccessivamente numerosi in base a minime
differenze nella sezione della parete, che tuttavia non
sembrano tanto significative da giustificarli.
3. FORMA GouDINEAU 6.
Dimensioni.
Descrizione. Diametro: cm 17-30; altezza: cm: 3,8-4,8.
Patera dall'ampio bordo estroflesso, più o meno pen- Tipologia.
dente, con orlo obliquo ingrossato, di forma quasi trian- A. Il fondo è concavo. Il piede può avere un anello
golare, collegato al corpo tramite un tratto di parete esterno come nelresemplare del Palatino (GouDINEAU
molto svasata. (Tav. LV, 7-9). 1968, p. 280), oppure semplicemente l'orlo smussato,
I soli esemplari noti, dovuti a produzione nord-ita- (Tav. LV, IO-II).
lica, sono quelli del Magdalensberg, dove però l'at-
B. Il fondo è piano, e questo può rappresentare una
tribuzione alla Fabbrica B, che raccoglie i prodotti pa-
fase successiva, di progressivo allontanamento dalla forma
dani, non sembra del tutto confermata nel testo, o quanto
meno resta dubbia. L'unico piatto sicuramente attribui- a vernice nera. (Tav. LV, 12·-13).
bile è quello con bollo di Liccaeus (SCHINDLER-SCHEFFEN- Cronologia.
EGGER 1977, tav. 4, 12), che tuttavia rappresenta una 20 a.C.-I 5 d.C. circa.
fase avanzata nello sviluppo dell'orlo, ricollegabile al
tipo Goud. 6 c. La linea evolutiva tracciata dal Goudineau Diffusione.
(GoUDINEAU 1968, pp. 261-2) è quindi fondamenral- A1.agdalensberg: SCHINDLER-SCHEFFENEGGER 1977, tavv.
mente conservata, con un accorciamento delPorlo ed un 7, nn. 1-13; 8, nn. r-..·II; 9, nn. 1-10.
suo relativo innalzamento, tanto da arrivare a notevoli
punti di contano con la Drag. 16. Sia a Bolsena (Gou- 5. FORMA GOUDINEAU 2.
DlNEAU 1968, p. 329) che nel Magdalensberg (SCHINDLER-
ScHEFFENEGGER 1977, p. 30) sono stati notati gli stretti Descrizione.
legami che questa forma ha, nella sua fase iniziaìe, con Coppa strettamente legata al piatto Goud. r, con cui
la produzione a vernice nera, in particolare con il piatto ha in comune la svasatura della parete, che forma un
Lamb. 6 (v. anche MOREL 1981, s. 1623-4). angolo netto, più o meno arrotondato, con il fondo piano.
Il piede è ad anello svasato, con orlo smussato.
Dimensioni. Nella variante più profonda (tipo B) questa forma si
Diametro: cm 30-32; altezza: cm 3,8-4,4. identifica quasi con la Drag. 33, che sembra iniziare in età
claudia; può quindi rappresentarne il precedente itaiico.
Cronologia. A prescindere dagli esemplari aretini di Bolsena, la mag-
20 a.C.-fine I sec. a.C. circa. gior parte delle coppe finora note provengono dal Magda-
lensberg, dove sono attestate tra l'ultimo quarto ciel I
Diffusione. sec. a.C. ed il 15 circa d.C., con il tipo più evoluto B.
Magdalensberg: SCHINDLER---SCHEFFENEGGER 1977, tavv. L)unico vaso di questa forma finora segnalato in area
2 a, nn. 4, 6, i, II, 1::; 4, Il. I2. italica è quello di Magreta.

194
TERRA SIGILLATA NORD-ITALICA

Anche per questa coppa si notano gli stretti rapporti della parere col fondo è per lo più arrotondato, ma può
con h precedente produzione a vernice nera (v. FIOREN- formare anche angolo vivo. La decorazione è limitata a sca-
TINI p. 4r, fig. 22, n. 4; M0REL 1981, s. 2861-5); nalature concentriche sul fondo interno. (Tav. LVI, 7-9).
nc-lk due tecniche essa deve essere stata anzi fabbricata La forma, strettamente collegata alla produzione a
conlcmporaneamente. vernice nera (v. FIORENTINI 1963, p. 31, fig. 15, in par-
I h(ìlli documentati, tutti rettangolari, sono: AESCI- ticolare nn. 5-6; GoumNEAU 1968, p. 328), fa un'appari-
ETAERI, LAETVS PLAETORI, Q · SECV, zione precoce anche nella terra sigillata, prima del 30
VEG·ETI. a,C. a Bolsena. Esemplari di fabbrica padana provengono
dal 1viagdalensberg, dove presentano parere più o meno
alta e svasata, tendente ad irrigidirsi ed innalzarsi. Ri-
Di2n1etro: cm 9,6-14; altezza: cm 3,6-5,4. collegabili a tipi più evoluti sono altre coppe con orìo,
più che estroflesso, ingrossato e scanalato.
TipotogÙ).,.
L'unico bollo documentato, rettangolare, è quello di
_/\. 11 bacino è poco profondo; la parete può essere leg- A-SESTI.
germente ingrossata all'interno o all'esterno, preferibil-
mem:c presso l'orlo. Il piede, generalmente ad anello Dimensi01ii.
svasato, presenta un orlo smussato. Simile alla Goud. I. Diametro: cm 13-16; altezza: cm 4,8-6.
(Ta\· LVI~ 1-3). Cronologia.
B. E bacino è più profondo, analogo a quello della
20 a.C.-15 d.C. circa.
Drag. 33. La parete ha uno spessore uniforme, oppure
tende e:td ingrossarsi presso il fondo. Il piede è sagomato Diffusione.
esremo.mente. (Tav. LVI, 4-5). Magdalensberg: SCHINDLER-SCHEFFEKEGGER 1977, tavv.
6 a-b, nn. r, 4-II, 16, 18, 19, 21-26.
Cr01w!rigù1,
d.C. circa.
8. FORMA GoUDINEAU IO.
D1ffusùmc.
Mar,rcw (Modena): PARRA 1983 b, p. 99, fig. 98, n. r. Descrizione.
Aiagdalcnsberg: SCHINDLER~SCHEFFENEGGER I977, tav. Coppetta apoda, con parete più o meno arrotondata ed
IO c., =-- :::3. Peuau: OxÉ---COil-iFORT 1968, n. 1457. orlo generalmente sottoiineato all'esterno da una scanalatu-
ra. Sul fondo interno sono spesso incisi cerchi concentrici.
La forma è piuttosto rara; presente a Bolsena con orlo
6. FORMA SCHINDLER-SCHEFFENEGGER 1977, tav.
estroflesso, come in un esemplare del Magdalensberg di
16) 2. fabbrica non definita, viene dal Goudineau classificata
tra i tipi precoci, e datata tra il 30 e il 20 a.C. (GoF-
Descri:::ionc,
DINEAU 1968, p. 287). Gli esemplari del Magdalensberg
a pareti svasate, simile al tipo B della Goudineau portano alla fine del I scc. a.C. la cronologia, che scenàe
2, da cui '.Ù differenzia essenziaìmente per l'orlo ingrossato, ancora di almeno un decennio con il vasetto di Russi,
scanalate, all'interno e talvolta anche alresterno, dove è che presenta il bollo in forma quasi di pianta pedis.
comu.n.quc sempre sottolineato da una risega. (Tav. LVI, 6). Vi compaiono i bolli ETAERI e C. SERT · OCEL-
Ancbc questa forma è documentata solo da esemplari LA, in cartiglio rettangolare.
del Jv1:.i.y;J.alens ber g.
L'unico bollo attestato è quello di HILARVS PLAE- Dimensioni.
TORI, .ì.n cartiglio rettangolare. Diametro: cm 12-13,6; altezza: cm 3,2-4,2.
Dimensùmi. Tipologia.
Diam~tro: cm 13,2-14,8; altezza: cm 4,8--6. A. La coppetta è completamente apoda; solo talora il
fondo è appena concavo. L'orlo può essere ribattuto su-
periormente o smussato o arrotondato. La parere sembra
10 <}.C 15 d.C. circa. tendere ad una progressiva rettilineizzazione (v. esem-
plare di Russi). (Tav. LVI, ro-13).
Diffusione.
B. Si differenzia dal tipo precedente per il fatto di
Mm.1dalensbcrg: SCHINDLER-SCHEFFENEGGER 1977, tav. avere un listello anulare a guisa di peàuccio, ed il fondo
!6_, Il;';,, 8, e
ovviamente più concavo. (Tav. LVI, 14).
Cronolop:a.
;• (IOUDINEAU 5. 20 a.C.-ro d.C.
Desc. z,~:wnc. Diffusione.
a parete svasata, con breve orlo appena estro- Russi: lvi.AzZEO 1977, n. 964. Magdalensbcrg: ScHIND-
fleS\-;\\ I"ibattuto superiormente, e piccolo piede ad anello LER·-SCHEFFENEGGER 1977, tav. II, nn. 16-24. Arrabona:
tronc :.:onico, generalmente con orlo smussato. L'attacco GABLER I97I, p. I3) fig. 6, 3,

IJJ
TERRA SIGILLATA NORD-ITALICA
- -- --- -----

9- FORMA GOUDINEAU 7. Dimensi011i.


Diametro: cm E,5--17; altezza: cm 3,5-6)8.
Descrizione.
Cronologia.
Coppetta a parete svasata leggermente concava, con
ampio orlo estroflesso ribattuto esternamente, che si 20 a.C.-r5i20 d.C.
collega a quello del piatto Goud. 6, tipo B. L'attacco
della parere con il fondo è generalmente angolare. Il Diffusione.
piede è basso, ad anello tronco-conico, con orlo smussato. Budrio: BERGAMINl SIMONI 1979, n. 45. Russi: 1V1AZZEO
Si tratta di una forma precoce anche nella terra si- 1971, n. 46. Aquileia: OXÉ-CO?v!.FORT 1968, nn. 326, 416,
gillata nord-italica, come nella aretina, se è vero che l'esem- 981, 1306, 1309, 1772. Zollfcld: Oxf.,·COAiFORT 1968,
plare di Ornavasso da una tomba databile a cavallo del n. 877. Afagda!cnsbcrg: SCHINDLER--· SCHEFFE~EGGER I 977,
terzo e qurato venticinquennio del I sec. a.C. è di pro- tavv. 26, nn. I--2I; 27, nn. 1. . . 17. Budrin: BERGAMINI
duzione padana. Sul Jvl..agdalensberg è contemporanea 1980, Il. 143.
alla Goud. I 8, 24, da cui si differenzia essenzialmente
per l'orlo molto più pronunciato e l'andamento più con-
cavo della parete, oltre che per la mancanza di solcature rr. FORMA DRAGENDORFF r6 - HALTERN r - Gou-
all'interno. (Tav. LVI, 15-17). DINEAU 15, 17.
Bolli documentati, in cartiglio rettangolare: ETAERI
e GALLIO. Grande patera o piatto, caratterizzato dalla parere bassa
e svasata e dall'orlo estroflesso, variamente modanato. Il
Dimensioni. piedt è sempre ad anello tronco--conico_, di notevoli oro-
Diametro: cm 12,16; altezza: cm 51 5--7. porzioni, talora con orlo smussato. ·
Anche questa forma, come la precedente, è presente
Cronologia. ad Haltern nel Servizio I, e viene compresa dal Gou-
25/20 a.e. - 15 d.C. dineau tra le forme precoci. Quasi contemporanea nella
produzione padana, come è confermato dagli esemplari
Diffusione. del Magdalensberg, essa dura fino in età riberiana, pre-
Ornavasso: GRAUE 1974, tav. 79, 9. 11-1.agdalensberg: sentando innumerevoli variami nell'andamento dell'orlo,
SCHINDLER-SCHEFFENEGGER 1977, tav. 15, nn. I-I2. parallelamente a auanto accade nella sigillata aretina.
Anche se è difficil; discernere una vera e;;oluzione, cro-
nologicamente determinata, si può tuttavia notare nei
IO. FORMA HALTERN 7 - GOUDINEAU r8, 24. prodotti nord-italici rispetto a quelli di Arezzo una ten-
denza alla semplificazione dell'orlo che:i da quasi pen-
Descrizione. dente, si accosta sempre più al corpo, accorciandosi, rad-
drizzandosi e semplificandosi fino a confluire quasi negli
Coppetta a parete svasata., con orlo estroflesso, ribat- orli del Servizio IL La tipologia che viene qui data tiene
tuto all'esterno e spesso con scanalatura superiore. L'at-
conto delle sue caratteristiche principali, prescindendo
tacco della parete col fondo si presenta angolare ma per dalle infinite varianti, che si può supporre siano dovute,
lo più arrotondato. Il piede è ad anello tronco-conico, almeno in parte, alla difficoltà della riproduzione al tor-
esternamente smussato. Rispeuo alla Forma 9 ( Goun. nio di un orlo tanto modanato.
7) rorlo si accorcia, la sua parte pendente si accosta alla
La datazione è confermata dalla presenza esclusiva di
parete, fino a diventarne quasi un ingrossamento. Lo spes- bolli rettangolari: ADELPHVS, FVSCVS SERI HI-
sore è talora notevole, specialmente negli esemplari di LARI, GRATI SAR!, LICCAE, p. ATTI, PRIMVS,
piccole dimensioni. All'interno si trova quasi sempre SEVEièVS, THYRSVS SER!ORVM.
una modanatura o una scanalatura mediana. (Tavy. L 'VI,
18; LVII, I.,·3). Dimensioni.
Si tratta dj una delìc prime forme deila terra sigillato.
aretina che si ritrovi nei campi renani, corrispondente Diametro: cm 18--40; altezza: cm 6-9,5.
alla 7 del Servizio I di Haltern. La sua adozione da parte
delle officine nord-italiche, che la semplificano notevol-
mente, sembra molto precoce: nel lviagdalensberg com-
pare dal 20 a.C. e dura fino ad età tìberiana. Non si
Tipologia.
A. L'orlo è quasi pendente, molto discosrn dal corpo_,
variamente modanato con rigonfiamenti e scanalature sia
t
trova invece nella Pannonia nord--occidentale, e ciò fa interne che esterne. La parete è ampiamente svasata. La
pensare che all'epoca della romanizzazione di quella re- forma, presente nel Magdalensbcrg, è ancora notcvoì-
gione, in età tiberio-claudia, la forma fosse già in disuso. meme legata ai piatti a labbro pendente che sono tra i
I bolli, per ìo più in cartiglio rettangolare, sono i se- primi esemplari di ceramica a vernice rossa. (TaY. L \lII, 4).
guenti: AESCINAS, BA TVLL VS, CESTVS, LEVCVS, B. L'orlo si accorcia, acquistando quella sagoma talora
LVCCIVS, NICO, PH!LADELPHVS, PHILARGY- quasi triangolare, talora a mandorla, più tipica di questa
RVS, M · SERI CRESTVS, THYRSVS SERIORVM, forma. La parete resta piuttosto svasata o si raddrizza
A TITI. leggermente. Riemrano in questo tipo quasi tutti gli

196
TERRA SIGILLATA NORD-ITALICA

esemplari noti, pur aelle innumerevoli varianti, date prin- DACVS, DASIVS, DENTO, EROS, EVMENVS, FIR-
cipalmente dalle scanalature più o meno numerose e va- MVS, GERMANVS, HILARVS, INGENVVS, IV-
riamcnt.c disposte, a parte quella sempre presente a sot- CVNDVS, LICCAEVS, LVCCIVS, LVCRIO, MAN-
tolinea-::\: l'orlo all'interno. In relazione ad esse la parete DATVS, A· PETRONIVS, P- PETRO SECVN, PHI-
può nssumere andamento bi- o tripartito. Oltre alle fasce LOMVSVS, PRIMVS, P · PROCLI, PRIMIONIS,
sul fondo interno, decorate con fitti giri di zigrinature a PRISCVS, QVADRATVS, SECVNDVS, SENECA,
rorclb.., cornc nel tipo precedente, sono presenti talora SARIVS, CRESTI L. SARI, SERIVS, M. SERI AP-
2_n;:.J1c rntcllaturc decorative sulla sommità dell'orlo. (Tav. TVS, SERT, SYMPHORVS, SYNODVS, TEREN-
LV!l, \ TIVS, VITVLVS, VTIL!S, SOLO, MYRO, DIO-
C. Raddrizzandosi ulteriormente e inca\randosi all'in- NYSI, SATVRNINI, NICO, ADEPTI, GELLIVS,
tcrnn l'ndo_, la parete assume quell'aspetto bipartito che C. MVR, C MVRI FELIX.
la a,,,vicina ai pi2tti del Servizio II (v. Drag. 17 A). (Tav.
Dimensioni.
L\'H,
Diametro: cm 6,8-13,6; altezza: cm 4-8.
Cronologia.
Tipologia.
20 d.C. circa.
A. II bordo è tripartito e può presentarsi variamente
Dijf1:sùn:c. scanalato sia all'interno che all'esterno. Corrispondente
Torino: OXÉ-COMFORT 1968, n. 1772. Ornaz.,asso: GRAUE alla Haltern 8, alla Ritt. 5 A e alla Goud. 27, (Tav. LVII,
1974, mv. 69, n. 5. A1agrcra (Modena): PARRA 1983 b, 11-15).
p. 99> 98, n. 3. Budrio: BERGAMINI 1980, nn. 135-142, B. Il bordo è convesso e l'orlo estroflesso e assotti-
2~7. J/c;fo,,,za OxÉ-·-COMFORT 1968, n. 1760. Cassana gliato. Si tratta, i..'1 sostanza, di una semplificazione del
(Ferrar;c,·1: BERTI 1978, p. 140, n. 196, figg. 2oz, 211. tipo A. Corrispondente alla Haltern 9, alla Ritt. 5 B
Tcrril11rio veronese: Bum,;oPANE 1976, p. 100, n. 2-5. Ci- e alla Goud. 37. (Tav. LVIII, 1-4).
~•idalc, i\-1-ASELLI SCOTTI 1977, col. 88, n. 2I, tav. II.6. C. Il bordo è inclinato verso l'interno; pur possedendo
Ob,:nuicw AI.BRECHT 1938, I, p. 49, n. 7, tav. 40 d. Zoll- modanature analoghe al tipo A, si presenta tuttavia pili
fcld: Ox.É--·COMFORT 1968, n. 1398. Afogdalensberg: raddrizzato. Il tipo è rappresentato da pochi esemplari
Scr-IINffU~R-·SCHEFFENEGGER 1977, tavv. 24 a, nn. 1-17; e si accosta alla Ritt. 5 C e Goud, 40. (Tav. LVIII, 5).
24 b 1 rrn. 18-33_; 25, nn. 1-25; 4, n. r3. Salona: V0N D. La parte superiore, convessa, del bordo ha uno svi-
GONZE>:rBACH 1975, pp. 200-1, fig. D, 64-66.
luppo maggiore, mentre quella concava si riduce quasi
ad un'ampia scanalatura. (Ta\·. LVIII, 6·-IO).
r 2. FoRMA RrTTERLING 5- HALTERN 8, 9 - Gou- E. L'orlo è inclinato verso l'interno e la parete non
DINEAU 2ì, 37, risulta suddivisa, ma presenta solo una carenatura arro-
tondata, più o meno accentuata. (Tav. LVIII, 11-14).
Conpctta tronco--conica, con alto bordo concavo o
Due esempìari del Ticino richiamano l'orlo del tipo
com"::-sso, più o meno sagomato con scanalature sia ester-
Goud. 20 C, ma la loro datazione è sensibilmente più
ne ck: interne. Il piede, a basso anello svasato, può
bassa di quella data dal Goudineau, che la considera
essere liscio, appena smussato all'orlo, oppure modanato
e solcato.
una forma di transizione.
La frlrma, che fa parte del Servizio II di Haltern in- Cronologia.
sieme alla Drag. 17 A, viene adottata precocemente an- Circa ro a.C.-età claudia.
che cblic- fabbriche padane. Pur non avendo una lunga
durata, poiché sembra scomparire già nel secondo--terzo Diffusione.
decennio del I sec. d. C., come è attestato pure dalla Aosta: OxÉ-COMFORT 1968, n. 1460. Caselette (To-
netrn_ predominanza dì bolli in cartiglio rertangoiare, essa rino): 1\1oLLI BoFFA 1977, p. 25. Pollenza: MoscA 1962,
è documentata da numerosi esemplari e presenta una T. 12. Territorio r.icinese: SIMONETT 1941, lviin.C.4 nn.
non:volc quantità di variami sia nella sagomatura del- 18, 3'7, 25, 31. Ornavasso: GRAUE 1974, tav. 76, 8---9.
r o,l(- che in quella del piede, anche nelfambito di un Giubiasco: OxÉ-COMFORT 1968, n. 1933. Angera: LA-
mcdc,:imo tipo. Oltre alle scanalature, la decorazione è VIZZARl PEDRAZZINI 1980, tavv. 1.4-6; 17.2. Tortona: ID.,
per h ;::iiù li~itata a serie di rotellature esterne sull'orlo nn. 22, 124, 1460. Territorio veronese: Buo:mPANE 1976,
e nd punto di carena della parete. Molto raramente com- pp. 22-3, n. 5; p. 96, n. 22. Velleia: OxÉ-COMFORT
parn-no motivi ad appliques, posti subito al di sotto del- 1968, n. n27. Reggio Emilia: In., n. 22. Aiagrcra (l\1o-
J'ork una doppia spirale in un esemplare ài Ornavasso dena): PARRA 1983 b, p. 99, fig. 98, n. 2. Bologna, lviuseo
e i.itL:· delfini in uno di Bologna, Civico. Compito (Forlì): SCARPELLI:!.\:! 1979, p. 23, tav. V,35.
l} .u.-ran numero di bolli attestati, per buona parte in Forlì: Oxi:-COMFORT 1968, nn. 22, 1727. Budrio: BER-
rntarnrnlare, te2.tirnoni:1 h: forr:ma di questa GAMil'\I SIMONI 1979, nn. 14, 37, 39, 40, 4r. BERGA-
forma in età ;ugustco---tiberiana: ,"-1.DIVTOR, AèHO- MINI 1980) nn. 154-.. 160, 184-187, 976--980. Russi: 1\1.Az-
AGIL!S, AMICI, SECVNDVS ANNIAE, ZEO SARACI:,;:o 1977, n:1. 971-2. Rirnini: OxÉ-CoM-
ATTI, ATTICI, AVCTVS, BASSVS, BEL- F01.T 1968, n. 22. CizJidale: lvi.A.SELLI SCOTTI 1977} col.
LV• B!TVS. CASTASTL CASTVS, CINNAMVS, 8-;-, n, r-, taY. II.1. Aqw:Zcia: o~-(-COMFORT 1968> nn,

197
TERRA SIGILLATA NORD-ITALICA

II, 22, 62, 76, 124, 222, 324, 327, 329, 405, 432, 580, 1980, tav. I, nn. l·--2. Bergamo, Museo Archeologico.
587, 592, 642, 651, 694, 751, 796, 829, 834, 891, 902, Cremona: P0NTIROLI 1974, p. 108, n. 101 e tav. LIX.
945, 1296, 1390, 1406, 1460, 1655, 1657, 1720, 1727, 1751, Dernovo: OXÉ-·COJ\1FORT 1968, nn. 31, 2159. Monza: In.,
1755, 1879, 2380, 2500. Trieste: TREMEL 1968, pp. ror- n. 62. Territorio veronese: BU0NOPANE 1976, nn. 6, 9, 14,
2. Oberaden: ALBRECHT 1938, tav. 43 fe; tav. 42 be, 15, 19, 20 a, c. Magreta (Modena): PARRA 1983 b, p. 99,
p. 50.9. Lorenzberg: ULBERT 1965, p. 58, tav. 6, 19-20. fig. 99, n. r. Bologna, Museo Civico. Poviglio (Reggio
Zollfe/d: OxÉ-COMFORT 1968, nn. II, 32, 206, 405, 881, Emilia): PATRONCINI 1980, p. 184, n. 20. Budrio: BERGA-
902, 1319, 1406, 1880. Klagenfurr: In., nn. 580, 642. MINI 1980, nn. 146-153; 230-231; 974-5. Cassana (Fer-
Vienna: In., n. 1395. Magdalensberg: ScHINDLER-SCHEF- rara): BERTI 1978, p. 140, n. 192, figg. 199, 207. Civi-
FENEGGER 1977, tavv. 38, nn. 4-27; 39, nn. I·-21; 40, nn. dale: .M.AsELLI Scorn 1977, coll. 87-8, n. 20, tav. II.5.
I-·-20. Salona: VON GONZENBACH 1975, nn. 69, 71-73. Aquileia: OXÉ-·COMFORT 1968, nn. 31, 1655, 1657; No-
VAK 1980, col. u5, II.r. Trieste: TREMEL 1968, pp. 101-
2. Lubiana: PLESNICAR-GEC 1972, tav. CXXX, T. 566,
r3.FORMA DRAGENDORFF 17 A - HALTERN 2 18; PETRU 1972, tav. CXII, T. 2, 6. Magdalensbcrg:
GOUDINEAU 26. ScHINDLER-SCHEFFENEGGER 1977, tavv. 32, 1-10; 33, r-
8; 34, r-15; 35, 1-12; 36, 1-26; 37, 1-24. Zol(feld:
Descrizione. OXÉ-COMFORT 1968, nn. 329, 1390, 1757, I820, I876,
Piatto con orlo quasi verticale, più o meno modanato 1935, 2504. Arrabona: TRINKS r957, p. 5r.
e talora solcato da scanalature, formante un angolo vivo
col fondo; piede ad anello svasato, generalmente con
spigolo esterno smussato. I4. FORMA DRAGENDORFF 27 - HALTERN II -
La forma aretina è presente ad Haltern, dove compone, RITTERLING 7 - GOUDINEAU 32.
insieme alla coppa Ritt. 5, il Servizio II, di età augu-
stea. Quasi contemporanea nella produzione nord-italica, Descrizione.
sembra avere una diffusione relativamente limitata, che
non oltrepassa la metà del I sec. d.C., contrariamente a Coppetta caratterizzata dal restringimento della pa-
quanto accade per l'altra variante, B, della Drag. 17. rete a circa metà del corpo, con piede ad anello tronco-
I bolli che vi ricorrono sono sia in cartiglio rettango- conico, che tende a divenire più alto rispetto alle coppe
lare che in pianta pedis: AGATHO, AMICVS, BITVS, aretine. Mentre gli esemplari di Haltern e di Bolsena
LEVCI, LVCCI, MANDATI, PHILOMV, PRIMVS, hanno un orlo dritto, il tipo nord-italico si collega piut-
PRINCEPS, ROMANV, SARIVS, CRESTI L. SARI, tosto a quello con breve orlo estroflesso presente nel
SERIVS CRESTVS, SEVERVS, SVRVS, A. TEREN- Magdalensberg (ScHINDLER-SCHEFFENEGGER 1977, tav. 51),
TIVS, ZETVS, C. MVRR, T · TVRI, SECVNDI. dove è quasi sempre decorato con appliques di doppie
volute appunto sulForlo. Lo stesso orlo è mantenuto
Dimensioni. dalla forma gallica (OsWALD-PRYCE 1920, tav. XLIX\
Diametro: cm 13-36; altezza: cm 6,5-.. 12. che ha però vita molto più lunga, giungendo ai primi de-
cenni del II secolo.
Tipologia. L1unico tipo cli decorazione riscontrabile nelle coppette
A. La parete è variamente sagomata e per lo più sva- nord-italiche è la zigrinatura, che può trovarsi nella
sata, bipartita e ingrossata verso il fondo. Il piede può parre superiore dell'orlo oppure nella metà superiore
assumere proporzioni notevoli, come negli esempi del del corpo. Sia l'orlo che il punto di restringimento, in-
M2gdalensberg. (Tav. LVIII, 15-18). fine, sono sottolineati da scanalature.
I bolli docwnentati, per lo più in pianta pedis, sono
B. L'orlo è dritto o rientrante; la parete, assottigliata i seguenti: A, ACR, CASTVS, CELER, M · S · FES,
e modanata, è solcata spesso all'esterno da scanalature OPTA TVS, SERIVS, T. TVRI, VEN.
parallele. Si nota un processo di semplificazione e di A giudicare dagli esemplari finora noti, la forma, che
sviluppo notevole dell'orlo rispetto al piede, che è ge- si rifà anche a prototipi vitrei, non deve aver avuto molta
neralmente abbastanza sottile e ;:mussato. Solo in un fortuna; scarsa è anche l'esportazione, tranne che nel
caso i1 fondo è concavo, invece che piatto come in tutti
Magdalensberg.
gli altri esemplari. Si tratta di un esemplare di Orna-
vasso, che presenta un bollo aretino, C • MVRR, pur Dimensioni.
essendo dall'Autore considerato di produzione padana.
(Tav. LIX, r-5). Diametro: cm 7-12,6; altezza: cm 3,6-6,6.

Cronologia. Tipologia.
Età augustea-metà I sec. d.C. A. L'orlo si presenta più o meno estroflesso; il restrin-
gimento della parete non è molto accentuato. II piede è
Diffusione. ad anello. La parte superiore del corpo è decorata con
Territorio ticinese: SIMONETT 1941, Mur.P.22 n. r; zigrinature a rotella. (Tav. LIX, 6).
Aiin.C.4, n. 15. Ornavasso: GRAUE 1974, tavv. 51, 2; B. Simile al precedente, presenta tuttaviz. un'acc:?n-
54, 8 _; 76, re; 80, I, 4 . ./mgera: LAVIZZARI PEDRAZZINI mazione della distinzione m due pani dei corpo, talora

198
TERRA SIGILLATA NORD-ITALICA

con un'ampia scanalatura nel punto di restringimento. C.T, L, GEL, GELL, HEXOR, Q,L,E, Q·L·C,
Il piede è in qualche caso leggermente modanato. (Tav. LML, L,M,V, MENO, M,MOS, C MON, PANI,
LlXi 7--9). PATA, PHYRAMVS, M,S,P, M,S FES, M,S,MO-
e Documentato da un frammento di Russi, e da un SCI, M,S,PAC, Q,S,P, SECVNDVS, SPERATVS,
esemplare di Solduno in cui sono l'orlo dritto è applicato C,T.M, C.T,P, C-T,S, C.T, SVC, C. VEBRO,
un l{stello aggettante, come nella forma Ritt. r2 (cfr. VIATOR.
un es. gallico di Aislingen in OswALD-PRYCE 1920, tav.
Dimensioni.
XLIXJ n. 6, ài età claudia). (Tav. LIX, ro).
Diametro: cm 6,4-u; altezza: cm 2,8-7.
Cronologia.
Tipologia.
ro---15 d.C.-metà I secolo.
A. Corpo emisferico, con listello sporgente, variamente
Diffusione. inclinato; orlo generalmente dritto, talora sottolineato da
So!duno: DONATI 1979, p. 8r, n. 70. Russi: .i\1.AzZEO scanalatura esterna; parete sottile; basso piede ad anello
SARACINO 1977, nn. 948-52, 965-70, 979-80, 1061. leggermente svasato. (Tav. LIX, rr-15).
Rm.•cnna: BERMOND MONTANARI 1972, p. 74. Aquileia: Variante. Differisce, oltre che per un bacino notevol-
OxÉ-COMFORT 1968, nn. 3, 405, 409, 1629, 1751, 2253. mente più profondo, per l'orlo leggermente estroflesso.
Zol/Jeld: ID., n. 405. Klagenfurt: ID., n. 3. Magdalensberg: (Tav, LIX, 16-17).
SCHINDLER-SCHEFFENEGGER 1977, tavv. 52, 1-15; 83, I-2. B. Il corpo è più schiacciato; la parete tende ad ispes-
Lubiana: PLESNICAR-GEc 1972, tavv. CLXXIII, T. 900.7; sirsi, anche se non sempre. (Tavv. LIX, 18-20; LX, r-3),
CCIX, T, 781, n, 5; PETRU 1972, tav. LX, T. 857, n, 5.
C. La caratteristica del tipo è l'ingrossamento della
parete al di sopra del listello, che raggiunge una sezione
15, Fmrn,tA DRAGENDORFF 24/25 - HALTERN 12 - quasi triangolare. (Tav. LX, 4-5).
ÙHLENROTH 8 - GOUDINEAU 38.
Cronologia.
Descrizione. Età prototiberiana-primo quarto del II secolo.
La coppetta, di forma emisferica, con listello agget-
tante al di sotto dell'orlo e basso piede ad anello svasato, Diffusione.
è una delle più diffuse nella ceramica nord-italica, am- Ton·no: OXÉ---COMFORT r968, nn. r883, r888. Caselette
piamente esportata verso il Norico e la Pannonia. È (Torino): MOLLI BoFFA r977, p. 25. Locarno: OXÉ-
anche una delle forme che dura più a lungo, giungendo COMFORT 1968, n. 921. Arcegno: DONATI 1974, p. 76,
fino a} II sec. inoltrato. Molto spesso è decorata con T. 92, 8; p. 78, 2. Territorio tiànese: SIM0NETT 1941,
appliqucs nella parte verticale sovrastante il listello: si Mu.L.r; Mu.L.7, 6; Li.u.44, 16; Lì.u.46; Mu.Ma.2, 3;
tratta generalmente di spirali a doppia voluta, a cui si l\.lin.C.u, 2-3, ro-r2, 18; lviin.C.12, r8; Min.C.14, 9;
affiancano testine, rosette, animaletti vari, Non presenta Min.C.28, 5 e 12; .M.in.C.33, 7 b. Solduno: DONATI
invece le striature che caratterizzano la corrispondente 1979, pp. 71, n. 32; 109~ n. 5; III, n. 17; 139, nn. 270--2;
forma gallica, più legata forse al prototipo aretino di 143; 205, n. 68. Fara Novarese: ROGATE UGLIETTI 1980,
Haltem dove la forma è compresa nel Servizio III. p. 40, fig. 5. Territorio di Como: .MAGGI 1982, pp. 140-
Rispetto a quest'ultimo il tipo nord-italico ha uno svi- 175. Gambarata (Reggio Emilia): PATRONClNl 1980,
luppo p.i.ù accentuato del listello aggettante, che lo av- p. 155,7. Ornavasso: GRAUE 1974, tav. 59, n. 9. Ber-
vicina al tipo Goudineau 38 b. Tuttavia esistono nu- gamo, Museo Archeologico. Territorio veronese: BUONO-
merose varianti, spesso contemporanee, che sembrano PANE 1976, p. I0I, n. 27. Fidenza: .IviARINI CALVANI 1977,
anche in parte contraddire quanto affermato da Lam- pp, 40,15 e 41,16. Scariazza (Modena): PARRA 1983,
bùglia (LA.lvlBOGLIA l943i p. 175): se cioè è vero che i p. 76, fig. 68, nn. 7-8. Bologna, Museo Civico. Budrio:
primi. esemplari, di età tiberiana, hanno generalmente BERGAMlNI SIMONI 1979, n, 33; BERGAMINI 1980, nn.
parete sottile e corpo quasi emisferico, non sempre è 161-5. Russi: 1\-1.AzZEO SARACINO 1977, nn, 86, 151-2,
ver-o dK': gli esemplari più tardi abbiano parete di mag- 156,236,447,773, 927-932, 981-9. Compito (Forlì): ScAr-
gion.:. spessore: cfr. per es. l'esemplare di Emona (Tav. PELLINI 1979, p. 23, tav. V, 39. Porto Recanati: ..M.ERCANDO
LIX~ 20 ), che deve essere uno degli ultimi, essendo stato 1974, figg. 31 b; 85 a; 85 c; 89, 29 b.; 210 h, i; 225 b,
trovato in associazione con una moneta di Antonino Pio, 230; 253, 183 a e 256; 253, 183 b e 256. Ferrara: BERTI
delfa metà del Il sec. d.C. 1978, p. 141, nn. r98-9. Cassana (Ferrara): TRAVAGLI
L \~same dei tipi è complicato infine dal fatto che que- VISSER 1978, p. 82, nn. 35-6, figg. 38-9. Cividale: lviA-
sta fòrma è stata molto imitata dalle officine locali (v. SELLI SCOTTI 1977, fig. IO. Aquileia: OXÉ-C0MF0RT
LAivmOGLIA 1943, p. r75 e P6czr 1972, pp. 266 ss.), che 1968, nn. 222) 661, 921, 1455, 1629, 1844, 1883, r888.
ham;_n anche falsificato le firme dei fabbricanti, come STRAZZL'LLA RUSCONI 1979, col. 36, 14. Trieste: TREMEL
quclfa di Gellio ; non sempre, data la scarsa precisione 1968, pp. 101-2. Lubiana: PLESNICAR--GEC 1972, tavv.
dclL: pubblicazioni ìn proposito, si può distinguere tra XXI, T. 86, n. 5; XXIII, T. 92, n. 14; XXV, T. 101,
pezzo di fabbrica italica cd imitazione. n. 14; XXIX, T. uo, n. u; XLVII, T. 168, n, 3; LIV,
I bolli attestati, quasi tutti in pianta pedis, sono i se- T. 192, n. 8; LXV, T. 236, nn. 16-7; LXXIX, T. 308,
gu~,:··: AVCTVS. L AVIL~ CIVAT, DESTER, FES r.. 9; LXXXr;:~ T. 235, n. 14; LXXXVII, T. 334, n. S;

I fi!)
TERRA SIGILLATA NORD-ITALICA

CIII, T. 383, n. r6; CIX, T. 402, n. 9; CXI, T. 408, n. 5; B. L'orlo è sempre più dritto, e quasi ricmram~:; fa
CXVIII, T. 5rr, n. r4; CXXV, T. 542, n. 5; CXXIX, parete, ripiegata, forma una carena accentuata, talorn
T. 564, nn. 4 e 6; CXLIX, T. 65r, nn. 9 e r2; CLIX, a spigolo vivo, col fondo. (Tav. LX, 9---14).
T. 699, n. 16; CLXXIII, T. 899, nn. r-2; CLXXXII,
T. 928, n. 7_; PETRU 1972, tavv. VII, T. 65, n. 5; VIII, Cronologia.
T. 72, n. 7i XII, T. 13, n. 8; XII, T. 14) n. 13; T. 22, Circa IO d.C. -- fine I sec. d.C.
n. 16; XIIl, T. 29, n. 22; XXV, T. 248, n. rr; T. 259,
n. 30; XXXII, T. 486, nn. r -4; XXXVI, T. 547, n. 4; Diffus1'.one.
T. 548, n. II a; T. 550, nn. 24 e 33; T. 552, n. 12; XL, Torino: Oxl: CO.\ffORT 1968) n. 1888. Tcrrirorio 1.ici-
T. 621, n. 4; LXXII, T. 944, nn. 9-ro; LXXVIII, T. nese: SIMONETT 1941, Li.u.14, 15; Li.u.33, r7; Iv'i.in.C.rr,
6, n. 3; CXVII, T. 2, n. 12; OxÉ---COMFORT 1968, nn. 4; Min.C.15, 9; JViu.JvL2, 6. Soldwzo: DONATI 1979 1 pp.
593, 661, 921, 1630, 1720, 1888. Zonfeld: In., n. 1229. III, nn. 15-16; 133, nn. 276, 296; 139, n. 275. Angera:
.Afogdalc;zsbcry: ScHINDLER-SCHEFFENEGGER 1977, tav. LAVIZZARI PEDRAZZINI 1980, tav. 1, nn. 11----12.
67 b, 25-6. Lo1enzberg: ULBERT 1965, p. 58, rav. 6, n. Bagìennorum: MOSCA 1962, T. 3. Novara: ROGATE lJGLIET-
13. Ovilai•a: KARNITSCH 1959, p. 80, tav. r, nn. 7 e 9. TI 1980, p. 40, fig. 53. Ornavasso: GRAUE 1974, tavY. :2)
Cambodunum: KRii.MER 1957, p. 89, n. J7. Li'nz: KAR- n. 8; 80, n. 5. Verona: OxÉ-COMFORT 1962, n. 1935. TCr-
NITSCH 1972, p. IO, n. 4. Arrabona: TRINKS 1959, p. 44; ritorio 'Ver011ese: BUONOPANE 1976, n. 17. Bologna, Zviu-
GABLER 1967, p. 30, fig. 3.1 . -7. Pettau: 0XÉ-COMFORT seo Civico. Budrio: BERGAMI~I 1980, nn. 166-9. lù1ssi:
1968, n. 1886. Dobo·va: PETRU 1969, tav. II. Sìsak: V1- Iv1AzZEO SARACINO 1977, n. 997. Cassana (Ferrara):
Kiè:-BELANCJC 1968, p. 90, figg. 3-4. Pristava pri Trebnjem: BERTI 1978, p. 140, nn. 190-1, figg. 197--8. Ch. 1idalc:
KNEZ 1969, tav. 9, n. 10. Savaria: Mocsy 1954, p. MASELLI Scorn 1977, coll. 86---7, n, r6; 86, nn. 15 e- 13.
187. Kes:::,tbel_v--Dobogò: BoNIS BARANYAI 1972, p. 256 e Aquileia: Ori-COMFORT 1968, nn. 1933, 2159. Aurisina
ta\'. 2. (Trieste): MASELLI SCOTTI 1976, p. 75, tav. III d.
Srramarc (Trieste): .i\1.ASELLI SCOTTI 1977 b, p. 348,
n. 19. Trieste: TREMEL 1968, p. ror. Zollfc/d: O:cÉ-
I 6. FORMA RITTERLING I - HALTERN 4- OHLEN- CoMFORT 1968, nn. 1672, 1935, 2159. Magdalensb:1J;:
R0TH 9 - GouDINEAU 30. ScHINDLER-SCHEFFENEGGER 1977, tavv. II, 3-4, 7, 9"···I2,
r4; 45, I-23; 46, I---7. Lubiana: PLESNICAR-GEC 19721
Descrizione. tav. CI, T. 377, n. 4; tav. CIV, T. 386, n. 21; taY.
Piatto con orlo dritto o rientrante, parete arrotondata CCV, T. 427, n. 2; PETRU 1972., tav. XVI, T. 112,
che, a curvatura ampia negli esemplari più antichi, tende nn. 31-2; tav. LI, T. 783, nn. 7 e rn; tav. LXI, T. 863,
a divenire sempre più carenata; piede ad anello svasato, n. I.; tav. LXII, T. 873, n. 23; rav. LXXXI, T. JI, n.
con spigolo generalmente smussato. Il centro del fondo 21; tav. LXXXIII, T. 44, n. 20; tav. LXXXIV, T. 51,
interno è talora delimitato da una fascia a zigrinature. n. 6. Dobm,ra: PETRll 1969, tav. 4-, n. 6, T. A 21. Pettm;:
Derivante direttamente dalla Forma 4 dì Haltern, fa- GABLER 1973, p. 13. Sm.:arìa: ID., p. r3. Cambodunum:
cente parte del Servizio III, il piatto è tuttavia privo della KRAMER 1957, p. 89, nn. 32 e 2I.
modanatura interna. Rispetto alla contemporanea forma
gallica presenta, molto raramente, la scanalatura esterna
al di sotto dell'orlo, in un caso raddoppiata alla base 17. FORMA RITTERLING 9 - HALTERN 15 ab
della parete. Compare spesso all'esterno, subito sotto DRAGEND0RFF 8 - G0UDINEAU 33, 4!.
l'orlo, una decorazione ad applz"ques, per lo più standar-
dizzata nella coppia di volute; raramente si incontrano Descrizione.
delfini o ghirlande stilizzate. Coppa carenata, con parete verticale o leggermente
La sua produzione, iniziata già in epoca augustea, sem- obliqua, terminante in un orlo talora quasi dritto> ma
bra estinguersi verso la fine del l secolo, per lo più ingrossato e ribattuto. IJ punto di carena è
I bolli testimoniati, quasi tutti h; _{)!anta pedis~ sono i generalmente acc.-::ntuatl\, sottolineato da un cordolo in
seguenti: ADEPI, AGAR~ AGATE-IO, ALBIVS, A· ;ilicvo o da una :<:;J,nalat~ra sottostante. Il piede, sempre
AV- G-, COMMVNI, FORTV, GELLI, Hl[LARI], molto basso, è ad anello svasato, a sezione rettangolare
LEVCI, L M-V, LVCIFE, PRIMI, Q· LVC, SARI, oppure smussato. La decorazione è costjtuita principal-
SATVRNINVS, C T · SVCCESSVS, A. TERENT, mente da scanalature parallele, analoghe a quelle della
TERENTIVS, T. TVRIVS, VILL. forma Drag. 4; raramente si trovano anche motivi ad
appliqucs, in forma di spirale a doppia voluta.
Dimensioni. Presente ad Haltern, dove rientra nel Servizio rv,
Diametro: cm ; 3,8-28; altezza: cm 3-5. tale form2 viene datata al secondo decennio del I scc.
d.C. dal Goudineau, che nota un'immediata succesi;iont
Tipologia, cronologica tra l'orlo obliquo poco sviluppato e quello
A. Parete a curvatura continua, con orlo dritto, per dive;:mto orizzontale. Di poco posteriore nella produzione
lo più assottigliato. Il piede, ad anello sagomato, può nord .. ,italica, essa sembra avere un' esist:::nza prolunf;ata
essere più o meno sviluppnto rispetto al corpo. (Tav. LX, almeno fino agli inizi del II sec. (Y. PLESKI(J;_!(---(!FC
6-E). 1972, tav. LXXXIV, T. 325, n. 13, in associazione a rno-

200
TERRA SIGILLATA NORD-ITALICA

ncrn rr:mmc:a:, Frrnn: I9ì2, taY. IX, T. 81, n. 17, con rara): BERTI 1978, p. qo, n. 197. Cassana (Ferrara):
moncra 2Jrianca). VISSER TRAVAGLI 1980, p. 92. Gambarata (Reggio Emi-
II nnl::volc e prolungato successo di queste coppe è lia): PATRONCINI 1980, p. 155.8. Cividale: 1\.-iASELLI SCOTTI
dimostrmo anche dalla grande quantità di bolli attestati, 1977, coll. 88, n. 23; 86, n. 14. Aurisina (Trieste): .MA-
sia in ,.,,,,w•lrn rettangolare che in pianta pedis: ACV- SELLI SCOTTI 1976, p. 75, tav. III e. Aquileia: Oxf.-CoM-
TVS. AMPH, ANEMO, AQVILA, ATICI, FORT 1968, nn. 20, 64, 75, 125, 206, 222, 360, 405, 409,
AVCT!, /\VILI, CALAMVS, CANTABER, CASTVS, 432, 593, 642, 651, 689, 702, 705, 707, 719, 750, 754,
CELER, CINNAMVS, DASI, DESTER, DENTO, 793, 839, 981, 982, 983, 1037, 1315, 1328, 1378, 1382,
EROS, EVMENVS, L F AGRES, PESTI, FIRMI, 1390, 158r, 1629, 1631-2, 1720, 1655, 1658, r752, 1933,
FLORVS. FORT!O, FORTVNATVS, FVSCVS, L- 1935-6, 2159, 2249, 2253, 2260, 2283; NovAK 1980,
GEL. GENIA, GRATVS, HESICIVS, HESP, INGE- coll. II5--6. Trieste: TREMEL 1968, p. ror. Zollfeld:
NVVS, LVCCIVS, MACER, MELITO, MVRRA- OxÉ-CoM.FORT 1968, nn. 20, 32, 75, 750, 983, 1037,
NVS, C- MVRR, OMRI, PILOC, PLACIDVS, PO- 1328, 1378, 1632, 1643, 1751, 1879, 1935, 2159, 2249,
TITVS, PR!MVS, ROMANVS, M-S-FES, M S 228 3. ]vfagdalensberg: SCHINDLER-SCHEFFEKEGGER I 977,
PVDENS, M. S. SATVRNJ:NVS, SABINVS, SARIVS, tavv. 65, r---29; 66, I·-24. Lorenzberg: ULBERT 1965,
FELIX SARI, SECVNDVS, SERIVS, SILOC, SYM- p. 58, tav. 6, n. 17. Lu01:ana: PLESNICAR-GEc 1972, tavv.
PHORVS, C, T -A, TERENTIVS, A-TERENTIVS XXIX, T. 108; XLV, T. 161, n. 5; LXXXIV, T. 325,
CORN, THES!O, T-TVRIVS, VEGETVS, VENV- n. 13; CXXX, T. 566,f!.21; CXLIX, T.650,n. 5; CLV,
STVS, VEREC, VIATOR, ZETI. T. 677, n. 10; CLVIII, T. 693, n. 9; CXCIX, T. 423, nn. 2
e 7; CCV, T. 427, n. 5i PETRU 1972, tavv. IV, T. 41,
Dime1zsù1nt'. n. 21; IX, T. 81, n. 17; XVI, T. rro, n. 1, n. 4, n. 5;
Dìam.ctro: cm 6,4-12~2; altezza: cm 3-.. 7,2. T, rrr, n. ro; T. rr2, n. 25; XVIII, T. 126, n. 7; LI,
T. 783, nn. 14-16; LVIII, T. 844, n. 34; LXII, T. 873,
Tipologia. n. 9; LXXXII, T. 30, nn, 4-5; T. 35, n. 12; LXXXIII,
A. L'orlo è dritto, arrotondato e talora leggermente T. 44, nn. 8 e :r6. Dobm,a: PETRl:' 1969, tav. 4, T. A 21.
assottigliato; sulla parete verticale compaiono in alcuni Savari:1: BONlS BARAKYAI 1972, p. 255, fig. I.
casi le 1:c.analamre parallele e le appliques a doppia vo-
luta. II punto dì carena è generalmente ad angolo netto,
sotrolincaw da scanalature. Corrisponde alla Haltern
I8, FORMA DRAGENDORFF 17 B- OHLENROTH 3-
I S a. Nella nord-italica questo tipo sembra avere una dif-
GOUDINEAU 39.
fusione limìtata ed una breve durata. (Tav. LX, 15-16). Descrizione.
B. L'orlo è estroflesso, spesso ingrossato in vario modo
e ribattmo.1 tanto da divenire orizzontale. Talora assume
Il piatto, derivante strettamente dal Drag. 17 A, è
caratterizzato dalla parete verticale, con breve orlo in-
una sezione triangolare. La carena è quasi sempre sotto-
grossato all'esterno, che si innesta S'.11 fondo formando
lineat2, da un cordolo aggettante e da scanalature mar-
uno spigolo generalmente aggettante. Il piede è ad anello
cate. L2 tendenza notata da Lamboglìa (LAMBOGLIA
svasato, con orlo spesso smussato.
r943, pp. I 72---4) verso una progressiva svasatura della
parete non è sempre riscontrabile. La decorazione è La forma subisce scarsi mutamentì nel tempo: dap-
prima più vicina alla Drag. 17 A, ài cui conserva qual-
hmitutfi alle scanalature parallele. Corrisponde in parte
che modanatura, raggiunto il suo aspetto tipico cambia
alfa Hahcm I 5 b, di cui rappresenta tuttavia per lo più
un'evoluzione. È i1 tipo di gran lunga più diffuso nella solo per le proporzioni della parete e del piede. Nella
produ;,ìone padana. (Tavv. LX, r;-19; LXI, r-12). maggioranza àei casi è ornata con appliqucs sulla parete
(ghirlande, maschere, delfini, rosette, ccc.). Piatti di
questo tipo presenta::i.o spesso caratteristiche tecniche
particolari: un'arg!lla più rossiccia e più cotta, una ver-
Circa 20 . . IIO d.C.
nice più omogenea e brillante, che in qualche caso ri-
chiama la produzione _ça!liG;. Anche nel M.agcialensberg
si trovano assegnati per lo più ad una diversa <•. fabbrica ).-
Fiesole: OxÉ-COMFORT 1968, n. 719. Caselcuc (Torino): F D, invece cbe alla F B, a cui appartengono tutti gli
MOLU BOFFA 1977, p. 25. Territorio ticinese: SIMONETT altri pezzi padani.
1941_, Li.u.8, n. 2; Mur.P.6; Jv1in.C.r5; M.ur.M.2. Il piatto ha una grande diffusione in tutto Pambito
Soidmw: DONATI 1979, p. 87, n, 98. Angera: LA\'IZZARI padano, ed è largamente esportato anche verso la Pan-
PnYF:.,\.Zzr::,a I980, ta\". r, n. r3. Ornaz.1asso: GRAUE 197.:;,, nonìa. La scarsità di bolli rettangofo.ri oltre alb scarsa
t-n ;9j n. 2 e 5, T.P.r31. Berf!amo, l\1useo Archeologico. presenza sul Magdalensberg, convalida l'ipotesi dì una
St:TERME!STER 1928, p. 74, fig. 55. Territorio ve- datazione iniziale ad età tardo2ugustea-prototiberiana di
ì"Ollcsc: BuoNOPANE 1976, nn. 7, ro a-b, 12, 24 c. Budrio: questa forma, che sembra àurare fino alla fine del I sec. d.C.
BEHG/\fvì.INI SIMONI 1979, n:n. I8, 30; BERGAJ\.UNI 1980, I fabbricami che più la produssero sono L. Gellius e:
nn. I/2·-·j, 188-192, 99-:J. --3. Russi: 1V1AZZEO SA!ZACINO L. Mag(). Vir(), ma si trovano anche i bolli, quasi sempre
ì977., nn. 962-3, 980, 990-6, 1038-53. Rmxnna: BER- in pianta pedis, di: Al\1.ANDVS, O· FES · CT, Q · L · E,
Mn'•-!1' JVlONTANARJ 1972) p. 14. Srellata di Bondeno (Fer- L· FOlviJ FRìiv1I, L-S-!\ Q·S·I\ SEC\"'N'DI, SEC

201
TERRA SIGILLATA NORD-ITALICA

C-T, SPERATVS, C-T-P, C-T- SVC, L-S-SARI, 44, n. 3. Fert6rdkos-Golgota: GABLER 1973, pp. 151-2,
VALENS. nn. 1-2. Pristava pri Trebnjem: KNEZ 1969, tav. 9, nn. r
e 3. Intercisa: VAG6 1971, p. II3, tav. XLII, nn. 1-3.
Dimensioni. Belgrado: OXÉ-CoMFORT 1968, n. 1888. Singidunum:
Diametro: cm 14"-18,7; altezza: cm r,8-5. B0JOVlè 1977, p. 63, n. I.

Tipologia.
A. Ha parete molto svasata e più bassa in proporzione 19. FORMA GOUDINEAU 3r.
al corpo, rispetto al tipo seguente. È rappresentato spe-
Descr1:zione.
cialmente nel Magdalensberg, ancora in età claudia.
(Tav. LXI, 13--14). Piatto caratterizzato, come il Drag. r5i17, dalla tripar-
B. La parete è verticale, con orlo dritto o leggermente tizione della parete con analogo tratto convesso tra parte
svasato, generalmente ingrossato all'esterno, decorato con superiore e fondo. L'orlo, tuttavia, è dritto o rientrante
motivi ad appliques. Il fondo può essere uniformemente come nella forma Ritt. 1, Goud. 30, di cui il Goudineau
piano o ingrossato in prossimità del piede ed al suo esterno. lo ritiene evoluzione posteriore al 1-5 d.C. Il piede è
Il piede è ad anello tronco. . . çonico, smussato. (Tavv. ad anello svasato, generalmente sviluppato in altezza in
LXI, 15-20; LXII, 1-2). modo notevole. (Tav. LXII, 3-6).
È assente la decorazione a rotellature presente sugli
Cronologi·a. esemplari aretini; in un piatto di Lubiana (PLESNICAR-GEc
Circa 15 d.C.-fine I sec. d.C. 1972, tav. CLXVIII, T. 730, n. 7) la superficie esterna
risulta tutta ondulata.
Diffusione. I bolli attestati sono tutti in pianta pedis: I · M •S,
Torino: OXÉ-COMFORT 1968, n. 1888, Caselette (To- IANVAR, ACAP, ALBANI, FORTV, PHYRMI, QVA-
rino): MoLLI BOFFA 1977, p. 25. Territorio ricinesc: DRATI, TERTI, T-TVRI, MS- VEREC.
SIMONETT 1941, Mu.L.7, 4; Mu.L.12, 2; Li.u.II, 3;
Dimensioni.
Li.u.12, 26; Mu.Ma.2, 1; .l\1in.C.n, 5 e 14; .Min.C.r2,
17; .Min.C.14, 5 a e 19; Min.C.28, 16; Min.C.31, 7; Diametro: cm 6,4. ·"·17,8; altezza: cm 3,6-4,6.
Min.C.33, 8. So/duna: DONATI 1979, pp. 75, n. 50;
Cronologia.
ro7, n. 121; 109, n. 4i 133, nn. 297-8; 143. Angera:
LAVIZZARI PEDRAZZINI 1980, tav. 3. Ornavasso: GRAUE Circa 15 d.C. - terzo quarto del I sec. d.C.
1974, tav. 57, n. 7. Giubiasco: OxÉ-COMFORT 1968,
Diffusione.
nn. 1636, 1888. Territorio di Como: JviAGGI 1982, pp. 140-
175. Legnano: SUTERMEISTER 1928, p. 97, fig. 8r. Gal- Magdalensberg: SCHINDLER-SCHEFFENEGGER 1977, tav.
larate: DEJANA-1\iASTORGIO 1970, p. II0. Tortona: OxÉ-- 46, nn. 8-18. Lubiana: PLESNlCAR-GEc 1972, tavv. XXI,
CoMF0RT 1968, n. 1886. Territorio veronese: BuoNo- T. 86, n. 9; XXXI, T. 113, n. 2; LXXXVIII, T. 336,
PANE 1976, nn. 20 b, 23. Rovigo: BERTI 1978, p. 140, n. 4; CLIX, T. 699, n. 17; CLXVIII, T. 730, n. 7;
n. 195, figg. 201,210, Compito (Forlì): SCARPELLINI 1979, CLXXI, T. 891, n. ro; CCV, T. 427.~ n. 1_; PETRU 1972,
p. 23, tav. V, n. 34. Budrio: BERGAMINI 1980, nn. 181-3, tav. XII, T. 13, n. 12.
232. Russi: l\.1Az:ZEO SARACINO 1977, nn. 88, 235, 926--7,
1003-6. Cividale: .MASELLI SCOTTI 1977, col. 87, n. 18,
tav. II, n. 2. Aquileia: OxÉ-CoMFORT 1968, n. 1636. 20. FORMA DRAGENDORFF r5/r7 - DRAGENDORFF 3
Trieste: TREMEL 1968, p. 101. Lorenzberg: DLBERT 1965, - HALTERN 3 - GOUDINEAU 28.
p. 58, tav. 6, nn. 14-16. Carnbodunum: KRAMER 1957, p. 89,
nn. 10-16, 18--20. Ovilava: K.ARNITSCH 1959, p. 80, Descrizione.
nn. 5--6, 11--12. Linz: KARNITSCH 1972, p. ro.1 nn. 1, Piatto caratterizzato dalla tnpart1z1one della parete,
2, 5, 6, 7, 8. Aislingen: ULBERT 1959, tav, 31, n. L che ha un tratto convesso tra la parte superiore I)iù 0
Zol(fcld: OxÉ-COMFORT r96S, nn. 59, 9::1. 1Hagdalensbc1:,:· meno verticale ed il fondo. Ha un piede generalmente
SCHINDLER-SCHEFFENEGGER 1977, tavv. 63, nn. 1-13; 83, ad anello, svasato, di vario spessore, esten1amente sa-
nn. 3-9. Lubiana: PLESNICAR-GEC 1972, tavv, XXIII, gomato. Quasi sempre privo di decorazione, presenta
T. 91, n. II; XXVI, T. 103, n. 6; T. 104, n.7; XLIII, raramente scanalature alfesterno e in qualche caso de-
T. 156, n. 4; LXV, T. 236, nn. r8 e 22; LXIX, T. 2-;3, gli elementi ad appliques unicamente in forma di dop-
n. 19; cxxm, T. 531, n. 3; CXXIX, T. 564, n. ÌS; pia spirale. I tipi A, e B, C si differenziano sostanzia!-
CXXXI, T. 567, n. 1; CXLV, T. 6w, n. 12; PETRC mente per forlo, nei primi rientrante, collegato a quellz,
1972, tavv. VIII, T. 73, n. 23; IX, T. -81, n. 14; XIII, dei piatti Drag. 17 A, nei secondi estroflesso, analoga-
T. 34, n. 29; XXXI, T. 484, n. 20; LV, T. 812, n. 1; mente a quello dei piatti Drag. 17 B. Il Tipo A rien-
LXXVIII, T. 6, n. 4; LXXXII, T. 30, n. 9; T. 35, tra più strettamente nella Drag. 15/r7, forma gallica
n. rr; LXXXVII, T. 75, n. 13; CXV, n. 3. Dobova: classificata come tale da Oswald-Pryce_, mentre i tipi
PETRU 1969, tav. II, n. 3. Petrufoja Vas: PETRU 1969, B e C si collegano alla Drag. 3. Vengono qui riuniti tutti
tav. 27, n. 9. Savaria: GABLER 1973, p. 17. Arrabona: insieme, come varietà di una stessa forma, perché è
GABLER 1971, p. 13, fig. (;, nn. 4-5; TRINKS 1959_, p. ormai uso comune classificarìi tutti come Draf;. 15, :7,

202
TERRA SIGILLATA NORD-ITALICA

La forma, attestata dall'età augustea nella produzione Budrio: BERGAMINI 1980, nn, 161-5. Bologna: OXÉ-
aretina (v. la Goud. 28), e presente anche ad Haltern CoMFORT 1968, n. 1630. Russi: lv1AZZE0 SARACINO 1977,
in una delle sue varietà, ha una grande diffusione tra i nn. 1000-2, 1082. Cassana (Ferrara): TRAVAGLI V1ssER
ceramisti nord-italici, che la adottano e la sviluppano 1978, p. 82, n. 31, fig. 34. Stellata di Bondeno (Ferrara):
ndb ?ersione Drag. 3 (tipi B e C). Al tipo A in effetti BERTI 1978, p. 140, n. 194, figg. 200, 209, Cividale:
si pnssono con sicurezza collegare solo due esemplari MASELLI SCOTTI 1977, col. 87, n. 19, tav. II.3. Trieste:
di Ornavasso, tra i pochi che abbiano bollo rettangolare, TREMEL 1968, p. IOL Klagenfurt: OXÉ-COMFORT 1968,
e soio perché il Graue li dice di fabbrica padana, benché n. 1352. Zollfeld: In., nn. 1390, 1412, 1460, 1720, 1889.
i ce:,ramisti si2no aretini. Magdalensberg: SCHINDLER-SCHEFFENEGGER 1977, tavv. 46,
Una grande quantità di piatti Drag. 3 è stata esportata nn. 8~18; 62, nn. 1. -21. Lubiana: OxÉ---COMFORT 1968,
in nrrn nord-pannonica, e specialmente in Pannonia, a nn. 593, 689, 702, 1352, 1460, 1630, 1648, 1942, 2181,
Lubiana in particolare, dove, allo stato attuale dei rin- 2253; PLESNICAR-GEC 1972, tavv. XXI, T. 86, n. 9;
venimenti sembra aver incontrato una fortuna parti- XXV, T. 102, n. 3; XXVIII, T. ro6, n. 8; XXIX, T.
colare. Gabler (GABLER 1973, p. 16) ne nota la mancanza 108, n. 4; XXXI, T. n3, n. 2; XLIX, T. 177, n. 17;
in siti sorti in periodo flavio, momento in cui dunque L, T. 180, n. 1; LIV, T. 192, n. 1; LXXXIV, T. 326,
la sua produzione, iniziata in età tardoaugustea, deve nn. 21·-22; LXXXVIII, T. 336, n. 4; CI, T. 379, n. 15;
aver avuto rernune, CII, T. 381, n. 10; CVII, T. 396, n. 20; CXXXVIII,
Sono rettangolari solo i bolli su due piatti di Ornavasso, T. 600, n. 3; CLIX, T. 699, n. 17; CLXVIII, T. 730,
den:i dal Graue dì produzione padana, benché i fabbri- n. 7; CLXXI, T. 891, n. ro; CLXXXII, T. 928, n. 9;
cami siano aretini: CAVR, OPTATV c. VOLVS, e CXCIX, T. 423, nn. 5-6; CCV, T. 427, n. 1; CCIX,
altri due di SECVNDVS e SERIVS; tutti gli altri sono T. 781, nn. 3, 4, 7; PETRU 1972, tavv. V, T. 45, n. 13;
in pùmtapedis: AGATHO, ALBAN, ASSARIO, CLADI, VII, T. 62, n. 2; T. 65, n. 6; XII, T. 13, n. 12; XIII,
DESTER, FESTI, FLORI, L · GELL, GELI, L · M · V, T. 25, n. 21; T. 30, n. 23; XVI, T. n2, n. 34; XXV,
LVC!F, G M·M, L· POM,L· POM• PRIMVS,PRO- T. 248; T. 251, n. 12; T. 259, n. 29; XXXII, T. 486,
CVLVS, SALVIVS, SECVNDVS, SERIVS, M · S · n. 6; XXXVI, T. 547, n. 2; T. 549, n. 18; XL, T. 621,
MOSCVS, M · S · PR, M · S · VEREC, l' · STR, TER- n. 3; LI, T. 783, nn. 8, 9; LV, T. 812, n. 2; LXI, T.
T!VS, L•T• CHO, VALENS, VEN, ZETI. 869, n. 27; LXII, T. 873, n. 22; LXXXII, T. 30, n. 6;
LXXXIII, T. 44, n. 21; CXIV. 2. Pettau: OXÉ-COMFORT
Dùnciisi'oni'. 1968, n. 92r. Dobava: PETRU 1969, tav. 29. Savaria:
Dirr.metro: cm 8-18,5; altezza: cm 2-5,5. GABLER 1973, p. 16. W'eiden am See: TRINKS 1959, p. 44.
Arrabona: GABLER 197r, p. 12, fig. 6, n. I. Carnunrum:
Tipologia.. GABLER 1973, p. 16.
A, L'orlo è rientrante o dritto; lo spigolo tra la parte
verticale e quella concava della parete è sottolineato da
un lir;tcllo sporgente. La decorazione è formata da sca- 21. FORMA DRAGENDORFF 4 - RITTERL!NG II B.
nalature esterne soti::olineamj l'orlo e da appliques a
spirale. (Tav. LXII, 7--8). Descrizione.
:B. L'orlo è estroflesso e per lo più ingrossato all'ester- Coppetta cilindrica, con breve orlo estroflesso, supe-
no; la parte superiore della parete è verticale o legger- riormente ribattuto, e bassissimo piede ad anello, quasi
mente svasata, collegata al fondo con un tratto convesso indistinto dalla parere. Generalmente decorata con serie
più o meno schiacciato; il punto di incontro dei due tratti di scanalature parallele a metà del corpo.
è sm:tolineato da un listello aggettante. In alcuni casi è Si tratta di una forma tardo"-aretina, non attestata ad
pres'.'.'.nte la decorazione ad appliques di doppia spirale. Haltern, che viene prodotta specialmente da fabbricanti
Equivale in realtà alla forma Drag. 3. (Tav. LXII, 9-13). di Arezzo ci1e hanno aperto succursali in area no;:-d--
C. Simile al tipo precedente, ne differisce tuttavia italica, come Gellius; poco attestata anche nella produ-
per il. tratto concavo, che si presenta qui prima reni- zione gallica (cfr. OSWALD-PRYCE 1920, tav. L), ha in-
lineo, poi convesso verso l'esterno, È presente ìa deco- vece una discreta diffusione tra i ceramisti paàani, che
razione a spirale applicata. (Tav. LXII, 14). la esportano in particolare verso Parea ticinese, fino almeno
agli inizi del II sec. d.C., come attestano i ritrovamenti
Cronologia. di Solduno, e verso Norico e Pannonia, dove sembra
Circa 10- fine I sec. cLC. invece giungere solo fino ad età tiberio-claudia (v. GA-
BLER 1973, p. r4), data la sua mancanza lungo il limes
danubiano di età fiavia. La datazione piuttosto tarda di
Ter:·ùorio dcincsc: SIMONETT 1941, Liv.U,37i 3; Li\'.u.46) questa forma sembra confermata anche dallo scarso nu-
J:;, Ornavasso: GRAUE 1974, ravv. 66, n. 2; 60, n, 6; mero di esemplari attestati nel l\liagdaiensberg, dove evi-
80, n. 2. Solduno: DONATI 1979, pp. 81, n. 72; 107, dentemente non fa in tempo a giungere.
n. 120. Fara Novarese: ROGATE UGLIETTI 1980, p. 40, I bolli documentati, tutti in planra pedis, sono: FES •
Territorio veronese: Bi;oNOPANE 1976, :nn. 21 a-b. C.T, GELLI, L·M•V, PROCV, Q l' S, Q S·P,
S,,:ni;,,n,cco (Verona): 01.i-CoMFORT 1968~ n. 1751. 3am- QS~CT~QSLQII.CQ!.QS~CT~
bararn (Reggio Emilia): PATRONCINi 1980, p. !55~ n. - Q SENP.

203
TERRA SIGILLATA NORD-ITALICA

Dimensioni. I bolli documentati sono i seguenti: L. AVIL, CAN-


Diametro: cm. 6,5-u; altezza: cm 2,5-5. T ABRI, M• ES, GELLIVS, MVR, MANDATI.
Tipologia. Dimensioni.
A. La parete è dritta; il piede per lo più aggettante, Diametro: cm 8-u,4; altezza: cm 3,6--·5,2.
distinto dalla pDrete. (Tav. LXIII, r).
B. La parete è più o meno svasata; il piede indistinto Tipologia.
all'esterno. (Tav. LXIII, 2-3). A. Corpo emisferico, con breve bordo a tesa orizzon-
C. Rappresentato da pochi esemplari di Orna\·nsso tale posto leggermente al di sotto dell'orlo, decorato ad
e Solduno, è completamente apodo ed ha parete molto appliques. Corrisponde alla Ritt. 12. (Tav. LXIII, 5).
bassa, tanto da accomunarsi 2l.la Drag. 22. (Tav. LXIII, B. Corpo emisferico, con orlo a tesa orizzontale, va-
riamente sagomato, spesso scanalato e decorato a rotcli2.-
Cronologia. turc; rare le appliques. (Tav. LXIII, 6-11).
Circa 20 -inizi II secolo.
Cronologia.
Diffusione. Circa 15-20 d.C.
Augusta Bagiennorum: MOLLO 1962, fig. 9, n. 3. Torino:
OXÉ·-COMFORT 1968, nn. 1883, 1888. Caselette (Torino): Diffusione.
MOLLI BoFFA 1977, p. 25. Territorio ricinesc: SIMONETT Territorio ticinese: S1MONETT 19.41, Jviur.P.30, 2. Orna-
1941, Li.u.14, r.:; Li.u.:::4, 4·-·-5; MuJvHi.2, 4; Min.C. ·vasso: GRAUE 1974, tav. 79, n. 7, T.P.14.6. Budrio: BER-
rr, 2 e 13; Min.C.12, 3 a, 5, 6, 8, r4; M.in.C.14, 13; GAMINI 1980, n. 233. Russi: lviAzZEO SARACINO 1977, n.
J\1.in.C.28, 4, 7, 9, 14, 39, 40; lvhn.C.33, 10. Soldzmo: 973. Trùste: TRE1\1EL 1968, pp. IOI-2. lvfagdalensberg:
DONATI !979, pp. 67, n. 388; 7r, n. 30; 75, Il.~); 83, Il. SCHINDLER~-SCHEFFENEGGER 1977, tav. 50, nn. 12-21. Lu-
87; 107, n. 123; 133, nn. 293-,.5; 139, nn. 237<?-43_; 143, biana: PETRU 1972, tav. XXIII, T. 234, n. 17.
nn. 239---242; 159, nn. 124---5. Angera: LAVIZZARI PEDRAZ-
ZINI 1980, tav. 1, nn. 7-10. Mariano Comense: SAPELLI
1980, p. 92, T. 9J, n. 4. Ornavasso: GRAl'.E 1974, tav.
23. FORMA RITTERLING 8 - HALTERN 6 - DRA-
78, n. 4. Giubiasco: Oxt-CoMFORT 1968, n. 92r. Arce-
GENDORFF 40 - GOUDINEAU 21.
gno: DmJATI 1974, p. 76, T. 92, n. 12; p. 78, T. 94,
n. 6; p. So, T. 97, n. 7. Madrano: FRANSIOLI 1959, fig.
Descrizione.
15, n. 29. Russi: MAZZEO SARACINO 1977, nn. 954-96!.
Aquileia: OxÉ-COMFORT 1968, nn. 92r, 1412. Trieste: Coppetta emisferica, con orlo rientrante o quasi dritto,
TREMEL 1968, p. ror. Magdalensberg: SCHINDLER-- arrotondato, spesso assottigliato, e basso piede ad anello
ScHEFFENEGGER 1977, rav. 83, nn. 10-12. Lubiana: Oxri- tronco-conico. In numerosi esemplari l'orlo è sottolineato
CoMFORT 1968, n. 1636; PETRl" 1972, tavv. IV, T. 29, esternamente da una o più scanalature, che talora si ri-
n. 2; CX'"lII, T. 2, n. 10. Pettau: GABLER 1973, p. 14. tro\'ano anche a circa metà del corpo. In alcuni casi, ÌE-
Sm.1aria: GABLER 1973, p. 14. Carnuntum: GABLER 1973, fine, la parete è decorata con fitti giri di zigrinature a
p. 14. Arrabona: GABLER 1973, p. 14. Dobova: PETRl'. rotella. Un esemplare di Lubiana (PETRU 1972, tav.
1969, tav. 4, n. 5. LXXV~ 10) presenta un fondo piano invece del piede ad
anello. (T2v. LXIII, 12--20).
La forma, che richiama le coppette comuni già nella
22. FORMA RITTERLING 12.
ceramica a vernice nera e che può ricordare Faretina
Descrizione. Haltern 6 (Goudineau 21), differenti peraltro special-
mente per lo s\'iluppo del piede, ha una notevole durata:
La coppetta, emisferica, con orlo a n::sa orizzoEtale e dai primi esempbri identificati nel Jviagdalensberg e
basso piede ad anello svasato, richiama notevolmente la databili ad età rnrdoaugustea, si arrivc. fi:r.o a qudli:
Ritt. r::; con quest'ultima qu~F'Ì s: i,::::ntiilrn in C,.1e soli
molto simiii per forma, attestati nelk. necropoli di Angera
esemplari, quelli del Ticino e di H.ussi, il primo dei ancora all'inizio del III secolo.
quali Lamboglia (LAMBOGLIA 1943, p. 78) considera come I bolli attestati sono: FILOC, FORTI, FORTIO,
prototipo italico, dì età tìberiana, della forma gallica. La HESICIVS, HESIO, HILARVS, M L PV, L VCRIO,
decorazione, limitata all'orlo, è costituita da appliqucs di 1\1.t...NDATVS, NRAI, PLACIDVS, PVDENS_1 -1\-'l - S
spirali a doppia voluta, generalmente associate a zigrina- . PYDENS, SABINVS, A. TERENTIVS, T. TVRIVS,
ture a rotella. Le appliqucs, sempre presenti sui prodotti VIATOR.
aretini o di probabili filiali di fabbriche di Arezzo (come
g:li esemplari di Ornavasso e di Lubiana), sembrano quasi Dùncnsioni.
scomparire su quelli attribuibili più sicuramente a fab-
brica nord-italica (v. le coppe del J-viagdalensbcrg). Diametro: cm 7,2 -13; altezza: cm 2,8--6,4.
La scarsità degli esemclari noti indica la limitata for-
tuna di questa forma, ch·c non supera la met:i dd I sec. Cronologia.
d.\ Età augusteo- t:iberi.:1na fine II sec. d.C.
TERRA SIGILLATA NORD-ITALICA

SCHINDLER----SCHEFFENEGGER 1977, tav, 49, nn. 1--21. Lu-


Terrir()rio ticù1csc: SIMONETT 1941, S.P. 20, n. 4; S.P. 21, biana: PETRU 1972, tavv. II, T. 17, n. 8_; V, T. 45, nn.
n. Angera: LWIZZA2I PEDRAZZINI 1980, ta\'. 6, nn. 1---4. 16 e 18; LXII, T. 873, n. 21; PLES>.;ICAR-GEc 1972, tav.
BERGAMINI 1980, nn. 144, 973. Territorio z,•ero- CXXX, T. 566, n. i 3.
ncsc B1JO!·WPANE 1976, p. 90, 16. Russi: lViAzZEO S/1. ,.'qA-
CINU 1977, nn. 1019-1023. Aquileia: OxÉ--·COMFORT 1968,
nn. 793, 796, 902, 945, 1449, 1631, 1643, 1935, 2283; 25. FORMA DRAGENDORFF 18, 18,31 - Goum-
NovAK 1980, col. 115, tav. III, n. 4. Stramarc (Trieste): NEAU 43.
1\1_;-,_sELLI SCOTTI 1977 b, p. 348, n. 17, tav. I, nn. 7-
1 L 7of!feld: OxÉ-COMFORT 1968, n. 1328. A!fagdalens- Descrizione.
SC:HINDLER-SCHEFFENEGGER 1977, tav. 48, nn. I--14.
Piatto caratterizzato dalla parete convessa, con breve
Lubi1llhJ: PLES!¼ICAR--GEc 1972, tavv. XXXI, T. II3, nn. r orlo estroflesso, collegata con una carena arrotondata col
e 3; LXXXVIII, T. 336, n. 3: PETRU 1972, tavv. XVI, fondo piano. Piede ad anello tronco-conico, con spigolo
T. :r;:::_, nn. 30 e 33; XLVII, T. 691, n. 18; LXXV, ro; più o meno smussato, Si differenzia dalla Drag. 31 per
Oxr:'.:--COMFORT 1968, nn. 705, 793, 1328, 1631. l'accentuata curvatura della parete e l'ampiezza del fondo,
e dalla Drag. 37-:32 per la carenatura e la minore pro-
24. FORMA DRAGENDORFF 7. fondità. (Tav. LXIV, 7-9).
Assente nei campi renani, la forma è datata dal Gou-
Dcsai::.ionc,
dineau a dopo il 20./25 d.C. Scarsa per ora la documen-
Coppetta con orlo estroflesso, corpo emisferico e basso tazione nella produzione nord-italica, dove l'unìca possi-
picd.(: ad anello svasato, più o meno smussato, Talora è bilità di datazione è data dal Magàalensberg.
decorata all'esterno da coppie di scanalature parallele. Si Bolli: rettrmgolare, AG/1THO; in planra pedis FIR.i\11.
distingue dalla Ritt. 8 per l'orlo, oltre che per un mag-
gior approfondimento del corpo in c~rti esemplari, Que- Dimcnsìoni.
ste caratteristiche la avvicinano in parte alla Drag. 27, Diametro: cm 6~-r7,5; altezza: cm 2,8--5,2.
che se ne differenzia per il restringimento della p2rete,
Si può anche notare l'affinità con la coppetta con bordo Cronologia.
a tc:;n, orizzontale decorata. Una variante particolare è 15 secondo quarto del l sec. d.C.
rappresentata dalla coppetta di età traianea del Ticino
(SIMONETT r94r, Liv.u.27), che Lamboglia (LA.i.\1BO- Diffusione.
GL1A 1943, p, 181) ritiene giustamente influenzata da Augusta Bagiennorunz: .lvloLLO 1962.1 fig. 9, n. 2. Budrio:
una diffusa forma vitrea (v. !SINGS 1957, forma 42). BERGAMINI 1980, nn. 193--5, 235~6. Cividale: MASELLI
Cronologicamente essa sembra coprire tutto l'arco del SCOTTI 1977, coli. 85-6, n. 12. A1agdalensbag: ScHIN-
I sec. d.C., giungendo, con la variante di A, fino al- DLER-SCHEFFENEGGER 197i, tav. 47, nn. 9-17.
Fìnizio del II.
I hnHi docurnentati, tutti in plama pedis, sono: ATI CI,
NIC . M·L· PV, PHYRAM1, SEC\lNDI, J\1,S-P,
1
26. FORMA DRAGENDORFF 37 /32.
A. Tl:RENT, TILOG
Dinrrnsioni. Descrizione.
Diametro: cm 7,2-12,4; altezza: cm 3,2-6,6. Coppa·-piatto dalla parete arrotondata, talora decorata
da solcature, con orlo estroflesso ingrossato; la parete
Tipologia, all'interno è indistinta dal fondo, all'esterno può presen-
<..,-(}rpo emisferico, con orlo estroflesso, che può tare una lleve carenatura. Piede ad anello.
cs:;uc ribattuto superiormente; basso piede ad anello La forma, che sembra derivare dalla Drag. 18, 18131,
svasato~ a sezione per lo più rettangolare e con orlo ha una diffusione limitata all'area lombardo . . . ricincse, dove
smussato. (Tav, LXIII, 2r--22). è presente in numerosi esemplari_, per lo più di fattura
·; 1 2.rianre: la parere, invece che emisferica, si presenta
scadente (v. LAVIZZ.1.Rl PEDRAZZIKI 1980, pp. 211---214).
notevolmente svasata nella parte superiore e formante una Si può dunque ipotizzarne una produzione in fabbriche
di carena col fondo. Il piede è molto basso. (Tav. localizzabili nella zona, in un arco di tempo abbastanza
l ). esteso, che ricopre tutta ìa seconda metà del I sec. d.C.
Come già osservava Lamboglia (LAMBOGLIA 1943, p.
Il corpo è notevoimente più profondo e la sua
pu.rrc superiore è quasi cilindrica. (Tav. LXIV, 2-6). 179), manca sempre della firma del fabbricante.

Diinensioni.
::i.rea ro d.C.-fine I sec. d.C. Diametro: cm I0---19 15; altezza: cm

Tipologia.
Tcrrùono ticinese: SIMONETT 1941, Liv.u.27. Angera: A. La parete presenta una lieve carenatura esterna al-
L1,v1zzARIPEDRAZZlNI 1q80, tav. 2.3. Magdalensberg: l'attacco con il fondo. (Tav. LXIV, IO-II).

205
TERRA SIGILLATA NORD-ITALICA

B. Mancando la carenatura, il bacino assume un anda- 1979, pp. 63, n, 354; 131, n. IO. Angera: LAVIZZARI
mento quasi emisferico. Alcuni esemplari presentano una PEDRAZZINI 1980, p. 209 e tav. 2, nn. I-2. Madrano:
serie di scanalature all'esterno. (Tavv. LXIV, 12~ I 5; FRANSIOLI 1959, T. 7, fig. 13, n. 9; T. 5, fig. 11, n. 2;
LXV, 1-3). fig. 15, nn. 26-28. Bergamo, Museo Archeologico. Tcr-
Variante: un esemplare di Angera possiede, invece rirorio veronese: BuoNOPANE 1976, pp. 86--7, n. II; p. 99,
dell'orlo solito, un orlo dritto dentellato, del tutto par- n. 24 d. Scartazza (Modena): PARRA 1983, p. 77, fig.
ticolare. (Tav. LXV, 4). 67, nn. 4-5. Budrio: BERGAMINI 1980, n. 200. Russi:
1iAZZEO SARACINO 1977, nn. ror3-18, 775, 154. Gas-
Cronologfo. sana (Ferrara): TRAVAGLI VISSER 1978, p. 8r, n. 241
30/4o~circa 120/130 d.C. fig. 27; n. 25, fig. 28. Lubiana: PLESNICAR-GEc 1972,
tavv. CLXXIII, T. 900, n. ro; CLXXXII, T. 928, n. 17.
Diffusione.
Angera: LAVIZZARI PEDRAZZINI 1980, pp. 2rr-214,
tavv. 4-5. Ornavasso: GRAUE 1974, tav. 78, n. 3. Solduno: 28. FORMA DRAGENDORFF 46 B.
DONATI 1979, pp. 65, n. 358; 67, n. 385. Ma,·iano Co-
mense: SAPELLI 1980, pp. 93, T. 17, n. 4; 102-3, T. 35, Descrizione.
n. 3; T. 9-10, n. 3. Territorio di Conio: J\AAGGI
III-112, Coppetta tronco-conica, caratterizzata dall'ampio bordo
1982,pp. 140-166. Territorio ticinese: SIMONETT 1941, a tesa orizzontale o leggermente obliquo verso il basso,
Mu.L.4, 3; Mu.L.II, 3; Mu.Mii.6, r; Mu.L.u.IO. decorato <( à la barbotine >>. Il piede, a basso anello, ester-
namente indìstinto dalla parete, talora quasi scompare.
La parete presenta scanalature parallele all'esterno. La
27. FORMA DRAGENDORFF 31. decorazione è costituita dagli stessi motivi, gigli stilizzati
Descrizione. e grappoli, che si ritrovano sugli orli delle coppe Drag.
Piatto a parete svasata, più o meno rcttìlinea e con 35 e 36. (Tav. LXV, II-13).
Secondo Lamboglìa (LAMBOGLIA 1943, p. 17), che ha
orlo leggermente estroflesso, che forma un angolo netto,
così denominato questa forma per analogia con quella
acuto o arrotondato, col fondo. Rispetto alla forma gal-
gallica (da cui tuttavia essa differisce per la struttura del
lica, considerata come un'evoluzione della Drag. 18 e
piede), su queste coppette sarebbe stata usata per la
18_/31, il fondo si presenta sempre piano invece che con-
vesso, Il piede è ad anello, tronco-conico o cilindrico. prima volta la decorazione ({ à la barbotin.e ii, poi passata
sulle altre coppe, da parte dei ceramisti italici imitami
Si tratta di una forma piuttosto tarda, datata in terri-
quelli gallici.
torìo ticinese ad età claudia, datazione che sembra con-
La produzione della coppa sembra durare dall'età fia-
fermata dalla assenza nel Magdalensberg. Ha tuttavia
un'esistenza abbastanza lunga, essendo documentata con via agli inizi del II sec.; la ristretta area di diffusione,
sicurezza fino ad età adrianea.
ben individuata, fa pensare ad una fabbrica locale, da
parte di un determinato ambito di ceramisti,
I bolli attestati sono: L · C -B, C-F -M., L •M. · VIR,
L- MVR, M-O-C, Q-N,F, L-S-N, Q·S·S, Q-S-P,
I bolli rappresentati, naturalmente in pianta pedis.,
sono quelli di Q-P·S, Q·S-P, Q S·S, L S-N.
A TERENTI.
Dimensioni. Dimensioni.
Diametro: cm 8-12; altezza: cm 3-5,
Diametro: cm 9--20; altezza: cm 3--5,8.
Cronologia,
Tipologia.
A. A parete leggermente ricurva ed orlo appena estro- 60 d.C.-ìnizi II secolo.
flesso, talora sottolineato da scanalature. Il punto di ca- Diffusione.
rena risulta arrotondato. Queste caratteristiche avvicinano
Territorio zicinese: SIMONETT 1941, Min.C.19, 3; l'v1in.
il piatto alla forma Drag. 18/3J. (Tav. LXV, 5--6).
C33, 3 e 7 a, Giubiasco: OxÉ-COMFORT 1968, n. 1636.
B. A carena formante uno (:pigolo più netto e p2rete lViadrano: FRi\NSIOLI 1959, fig. 15, n. 30; T. 5, fig. Il
svasata diritta, Si nota pure, in un esemplare tardo delle n. r. So/duna: DONATI 1979, p. 167, n. r6r.
necropoli ticinesi, un approfondimento della parete ed
un accorciamento del fondo, che avvicinano molto questo
piatto alla coppa Drag. 33. (Tav. LXV, 7-ro). 29, FORMA DRAGENDORFF 46.
Cronologia, Descrizione.
Circa 40-140 d.C. Coppetta a parete obliqua fortemente concava, con
orlo dritto o rientrante formante uno spigolo accenruaro
Diffusione. col corpo. È fornita di un piccolo piede ad anello, ìn
Territorio tici.nese: SIMOh"ETT 1941, S.P.3, 3; Liv.u.32; qualche caso esternamente indistinto dalla parete; ta-
S.P.31, 4; Liv,0,5, 3; Mur.P.37, 9. Ornavasso: GRAVE lora è invece quasi apoda, con fondo esterno leggermente
1974, tav. 78, n. 5. Arcegno (Locarno): DONATI 1974, concavo. L'andamento della parete la associa al piatto
p. 68) T. 3} :t., I; p. 78> T. 94, n. 7. Solduno: DONATI Curl:: r5.

206
TERRA SIGILLATA NORD-ITALICA

Se ne conoscono esemplari solo nelle necropoli ti- 129, n. 198_; 139, n. 274; 163, n. 315; 169, nn. 168-9.
cinesi e ad Angera comprendenti un arco cronologico Angera: LAVlZZARI PEDRAZZINI 1980, rav. 2, n. 8.
ampio~ che va dall'età tiberiana, o immediatamente po-
steriore, a quella traianea. Lamboglia (LAMBOGLIA 1943, 3!. FORMA DRAGENDORFF 35.
p. rr6) classifica queste coppe come Drag. 46, conside-
randole il prototipo italico della forma gallica; ma da Descrizione.
ralc forma si discosta in parte il tipo B, che ha in comune Coppa con orlo per lo più estroflesso, che talora si
solo 1a concavità della parete, mentre ne è diviso per raddrizza, decorato <e à la barbotine )', con grappolì e gigli
b struttura delì'orlo e per quella del piede. stilizzati, oppure con doppie spirali. Il corpo, general-
I bolli attestati, in pianta pedis, sono i seguenti: VlvlS, mente quasi emisferico, presenta talora un irrigidimento
C SP, Q-S P, Q-S-C, Q-S S. della parete. Il piede è a basso anello svasato, a sezione
Dùnensioni. rettangolare o triangolare. La coppa (( fa servizio )) col
Diametro: cm 9"-15; altezza: cm 3-5,5. piatto Drag. 36, con cuì si trova spesso associata nei cor-
reài tombali.
Tij;ologia. Priva dì precisi precedenti aretini, questa forma ap-
A. È il tipo più vicino alla Drag. 46 gallica, con piede pare contemporaneamente a quella gallica, in età nero-
ben distinto dalla parete, e più piccolo del fondo. (Tav. niana (la datazione è confermata indirettamente anche
LX\\ 14). dalla sua mancanza nel Magdalensberg), perdurando poi
B. Il piede è ottenuto proseguendo la parete, ed è fino all'inizio del II secolo.
tamo basso che la coppetta diventa in certi casi quasi La grande diffusione che ha specialmente in area no-
apoda, LXV, 15-18). rico-pannonica ha fatto pensare (GABLER 1964, p. 14),
che questo genere di coppa potesse essere fabbricato
Cronologia. da officine padane in modo particolare per l'esportazione.
Circa 40-no d.C. Essa è anche imitata localmente (v. PLESNICAR-GEC 1972,
T. 609, 614, ecc.), a riprova del largo favore incontrato
Difit1sionc.
in area provinciale. L'assenza totale di marchi di fabbrica
Terrùorio ricinesc: SIMONETT 1941, Liv.u.4, 7; !viur. ha fatto supporre (LAMBOGLIA 1943, p. r79) che siano
P.33, 6; Li.u. 19, 2; Mu.Mli. 6, 6. Solduno: DONATI stati i ceramisti italici ad imitare quelli gallici, piuttosto
1979, pp. 107, n. 122; 169, nn. 162-4; 203, n. 50. che il contrario; si segnalano tuttavia i tre bolli in plama
Angera; LAVIZZARi PEDRAZZINI 1980, tav. 2, n. 5. peàis presenti su piatti Drag. 36.
30. FORMA CURLE r5. Dimensioni,
Descrizione. Diametro: cm 7-13,8; altezza: cm 2,4-"4,6.
Piatto a parete svasata, concava, con orlo dritto assot- T(vologia.
tìglim:o. L'attacco col fondo è a spigolo più o meno vivo. A. La parere ha una curvatura regolare, che prosegue:
Il piede è basso, ad anello. Corrisponde alla coppa Drag. 46. nell'orlo, più o meno estroflesso e spesso sottolineato
Pochi esemplari sono noti di questa forma, diffusa in- aWinterno da una risega. Il piede ha generalmente uno
vece nella terra sigillata gallica, tutti provenienti dal- sviluppo discreto in confronto al corpo. (Tav. LXVI, 5~9).
l'arca ticinese, come la coppetta precedente, per cui si Variante: un esemplare di Emana presenta una parete
può pensare ad una produzione locale, da parte di pochi più irrigidita; il piede molto basso, col fondo di mag-
cerarrJsti. giore spessore; rorio ingrossato all'estremità. (Tav. LXVI,
I bolli attestati sono L•M•V, L·S·S, Q·S·P, tutti ro).
in j)lanta peàis.
B. Ferme restando le altre caratteristiche, l'orlo si
Dimensioni. raddrizza, diventando una tesa orizzontale, che man-
Diametro: cm 13-17,6; altezza: cm 2,8-4,6. tiene la stessa decorazione. (Tav. LXVI, II-12).
Cronologia.
A. Parere concava, con orlo dritto, assottigliato, e spi- Età neroniana-metà II secolo.
golo netto all'attacco col fondo; basso piede ad anello.
Diffusione.
(Tavv. LXV, 19~20; LXVI, 1).
Variante: un esemplare di Angera presenta l'orlo on- Territorio ticinese: SIMONETT 1941, Min.C.r2, 13;
dulat"G e la parete molto pii.i sottile, che fanno pensare Min.C.23, 2; Min.C.31, 3, 16, 18, 2r; Min.C.33, 2;
alrimirnzione di un modello vitreo. (Tav. LXVI, 2). Mu.P.10, 3; Mu.Li.u.2, 6; Mu.!vL1, 3; Mu.l\1.9, 2, 3.
L Differisce dal tipo precedente per il fatto di essere Solduno: DONATI 1979, pp. 91) n. 24~;; ror, n. 85; 121}
con fondo leggermente concavo. (Tav. LXVI, 3-4). n. 170; 129, nn. 200-202; 147, n. 210; 149, nn. 1204-7;
159) nn. 117--8, 130; 159, nn. n6, II9-20, 126-7; 163,
D~[fusione. nn. 179-·-81; 167, nn. 158~-160; 169, n. 165; 173, nn. 84,
Tcrrùnrio ticinese: SrMONETT 1941, T.P.33, 2. Solduno: 89, 90-r; 175, nn. 92-5; 195, nn. 32-6; 203, n. 49. A1a-
DONATI 19791 pp. 63) n. 352; 91_, n. 246; 105, Il. 108: drano: FRANSIOLI 1959, T. 6, fig. I2, n. 4; fig. 15, n.
TERRA SIGILLATA NORD-ITALICA

33. Angera: LAVIZZARI PED:tAZZINI 1980, tav. 2, nn. 9 ~IO. 437--4.p. Bologna: Museo Civico, mv. 15G8, qcc.
Aiariano Comense: SAPELLI r980, pp. II6--7, T. 15, n. 3. Lubiana: PLESNICAR-GEC 1972, tavv. CXLIX, T. 654,
Reggio Emilia: LASAGNA PATRO":.:CINI 1977, pp. 131, nn. n. 10; CLV, T. 675; CLXXII, T. 897, n. 16. Arrabona:
434-6; 132, nn. 443-7. Lubiana: PLESNICAR. . GEc 1972, P6czy 1952., p. 102, mv. XXII, n. 10; TRl).;KS 1959, p. 44,
tavv. CIX, T. 402, n. 8; CXL, T. 609, n. 9; CLXXII, n. 6; Brn.6 1961, p. 246, fig. 6, n. 8; GABLER 1964, p. 5,
T. 896, n.5; CLXXVII, T. 916, n. 7; T. 917~ n. 12; nn. 2, 3. Aquincum: GABLER 1968, p. 225, n. 49, fig. 12.
PETRC 1972, ta·:r,7, XXXVII, T. 552, n. 14; LXVI, T.
9:.6 e T. 914, n. 19. Arrabana: GABLER 1964, p. 5, nn. 33. FORMA DRAGENDORFF 35/51 RITTERLING 14.
r, 4, 5, fi.gg. 6, 4, 7; GABLER 1971, p. 13, fig. 6, n. 2; Brno
19:51, p. 246, fig. 6, n. 9. Carmmtum: GRi}NEWALD 1979, Descrizione.
tav. 2, n. 1---3. Coppetta che si ricollega al Tipo B della Fc.rma Dra;.
35, per la curvatura del corpo e l'orlo a tesa orizzontale,
che tuttavia termina con un listello verticale. Con la
32. FORMA DRAGENDORFF 36.
precedente ha anche in comune il tipo di decorazione
Descrizione. « à la barbotine ,, sull'orlo. (Tav. LXVII, 3-6).
Piatto corrispondente alla coppa Drag. 35, di cui pre- La forma, che è l'equivalente italico della gallica Ritt.
14, di et} vespasianea, sembra avere diffusione limitata
senta le medesime caratteristiche: rarete arrotondata con
all'area lombardo--ticinese, per un arco cronologico rela-
orlo estroflesso, che talora diventa orizzontale. Della
tivamente ampio, che comprende in particolare la prima
coppa è più basso ed ampio, ed ha un piede in proporzione
metà del Il sec., ma è gìJ attestata in una tomba ticinese
meno sviluppato in altezza, ugualmente ad anello più o
meno svasato, a sezione trìan~ohre o rerrangolarc. datata 60-85.
Sull'orìo compare la stess2. dccorat'.ione {, Dc la barbcnine J\ Dimensioni.
presente su tutti e tre i tipi . ::on motivi di gigli, grappoli
Diametro: cm 9-13,5; altezza: cm 2,8-4,2.
d'uva, foglie cuoriformi peduncolate e doppie spirali.
La cronologia e la diffusione sono le stesse della coppa Cronologia.
Drag. 35. Ultimo quarto del I - metà del II sec. d. C.
Generalmente privo di bollo, sono noti solo due esem-
plari da Solduno, con firme L • S • S e S · Q •P, ed uno Dijfus1:onc.
con bollo L •VI di Bologna. Territorio Ticinese: SIMONETT 1941, Min.C.33, r8. 5,,'ol-
Dimensioni. duno: DONATI r979, pp. 173, nn. 84, 89) 9::;-91; 167,
Diametro: cm ro-20; altezza: cm 2,2--3,8. n. 160; 169, n. 165; 175, n. 94. Angera: LAVrZZARI PE-
DRAZZI}.;I 1980, tav. 2, nn. rr-12. A1ariano Comense:
Tipologia. SAPELLI 1980, pp. 97, T. rr7, n. 2; 107--8, T. 64, n. 3;
A. La curvatura della parete è abbastanza uniforme; II6"7, T. 15, 11. 5.
meno in alcuni esemplari con corpo più appiattito. L'orlo
estroflesso è spesso sottolineato all'interno da una risega. 34. FOPJ¼A DRAGENDORFF 36/51 - LUDOW!Cl TG.
(Tav. LXVI, 12-15).
B. L'orlo si raddrizza, diventando una tesa orizzontale, Descrizione.
appena ingrossata all'estremità. (Tav. LXVII, r). Piatto corrispondente alla forma Drag. 35/51, di cui
C. Noto solo da 3 esemplari di Solduno, presenta presenta le medesime caratteristiche nell'orlo. Il bacino
la parete obliqua, formante uno spigolo netto col fondo, è concavo, piuttosto basso, e il fondo interno può essere
e l'orlo a tesa del tipo B, scanalato, ma con decorazione a curvatura continua oppure rialzato anche notevol-
analogz. Dutato alla prima metà del II secolo. (Tav. mente, come in alcuni esemplari di Angera. (T<rv. LXVII,
LXVII, 2). 7--12).
Fa (\ servizio 1', con la coppa preceàente (v. LA\'IZZARI
Cronologia. PEDRAZZINI 198c, p. 212, n. 55). L'area ci.i diffusione e
Età neroniana--metà II secolo. la cronologia sono le stesse.
Diffusione. Dimensioni.
Territorio ticinese: SIMONETT 1941, J\1.in.C.u, 6; Diametro: cm 10-19; altezza: cm 2,2 3,6.
Min.C.23, 3; l'vl.in.C.33, 9; Mu.P.7, 2 a--b; Mu.L.0.14,
1; 1\1.u. M.r, 1; Mu.J\1..9, 4, 7. Solduno: DONATI 1979, Cronologia.
pp. 71, n. 31; ror, n. 27; 129, n. 199; 14"7, L 2II: 149_, Fine I-metà Il sec. d.C.
nn. 212-.,4; 157, nn. 120, 122-3; 163, nn. 316, rlL2-3;
167, nn. 167, 170; 175, nn. 85-8; 191, n. 410; 195, nn. D1ffusi01ie.
29-31. Angera: LAVlZZARI PEDRAZZlNI 1980, tavv. 2, Territorio ticinese: SIMONETT 1941, lviu.L.0.14, r _;
13, nn. 3.r. A{ariano Comense: SAPELLI 1980, pp. 109-rro, S.P.20.2. Solduno: DONATI 1979, pp. 157, n. 12!; 163,
T. 80, n. 3. Aquile1:a: NovAK 1980, coll. 105--106, n.r. n. 316. Angera: LAVIZZARI PEm:AZZINI 1980, ta\'Y. 3·
Reg;;u; Emilia: LASAGNA PATRONCINl 1977, p. 131, nn. nn. 2-4; 2, nn. 14 . . ·I/.

208
TERRA SIGILLATA NORD-ITALICA

MORFOLOGIA. PRODUZIONE DECORATA

FORMA I D - MAGDALENSBERG I. Tipologia.


A. Corpo tronco-conico, con alto bordo liscio convesso,
J>,,,-;:;rL::ionc. terminante in un orlino estroflesso; fondo piano o ap-
Hic::hicre tronco-conico, con alto bordo convesso e pena concavo e distinto all'esterno da scanalature, così
rier;:.ra:nte, che termina in un breve orlino pili o meno da ottenere un piccolo piede ad anello. (Tav. LXVIII, r-9).
c:~trofksso, talora sottolineato all'esterno da una scana- Variante. L'esemplare di Adria, introvabile, presenta
latura. II fondo, piano oppure appena concavo, è distinto forse, se il disegno è attendibile, un corpo ovoidale, estre-
esternamente con una o più scanalature. Una risega mamente più rastremato verso il fondo. (Tav. LXVIII, 10).
acccru:ua in qualche caso la distinzione tra bordo liscio
B. Ferme restando le caratteristiche del tipo precedente,
e parte decorata della parete; sotto di essa si trova gene-
con l'accentuazione talora della risega tra bordo e corpo,
ralmc-me un fregio di carattere vegetale, sotto cui è la
il bicchiere si presenta più basso e talora un po' tozzo.
firmn del ceramista, inserita in un rettangolo risparmiato
(Tavv. LXVIII, rr-13; LXIX, r-6).
nell'ornato. Fanno eccezione a questa regola soltanto i
biechi.cri di Norbanus (p. 2rr) e di Gratus T. Rubri C. Alcuni esemplari da l\-1ont Beauvray presentano un
in cui le lettere sono spaziate, inserite nei tim- bordo liscio notevolmente più ridotto ed un orlo estro-
<leglì archi, secondo un gusto che sembra più tipico flesso più accentuato. (Tav. LXIX, 7).
delle coppe di <1 tipo Sarìus 1i. Dimensionì.
.Ls. forma si presenta pressoché iàentica nella maggior
Altezza: cm 8,2-17,5; diametro: cm 6,2-8,2.
degli esemplari sia di fabbrica italica che gallica.
specialmente l'altezza del bordo liscio, che diventa Cronologia.
piutr.osLo basso in due bicchieri di Giubiasco (p. 210) e Età tardorepubblicana - età tiberiana.
Solduno (p. 216) e in due di Bibracte (p. 214), e varia
la decorazione. Si nota tuttavia una maggiore ripetitività Diffusione.
di moti.vi. rispetto alle coppe decorate di produzione pa- Luni: LUNI 1973, tav. 85, nn. 3-4.
dana. Dal semplice (( Kommaregen )ì, entro cui solo occa- Due frammenti con fregi vegetali e (( Kommaregen \\,
siomllmente sono inserite delle figure, si passa generalmen- Montefiascone (Viterbo): STENICO 1973, pp. II9-120.
te ai motivi vegetali singoli o complessi, posti talora entro Altezza massima cm 8,3. Fregio di volute. Otto file
archetti. e comunque ripetuti meccanicamente a scandire
sfalsate di foglie cuoriformi rovesciate. In un riquadro
ia superficie del vaso. Piccole figure si trovano spccial- in alto, delimitato da puntini, la firma 1\1 • CVSONL
men!t~ nei prodotti gallici di Chr_ysippus.
Tutti i ceramisti noti hanno fabbricato questo tipo di Cosa: M.ARABINI MOEVS 1980.
bH:ct11c:rc, che si trova prodotto pure nella sigillata aretina Frammenti: n. I : <( Kommaregen 1); n. 2: ovuli; file
(Drv~GENDORFF-W'ATZINGER 1948, forma XIII) in età sfalsate di foglioline lanceolate, sopra cui è la firma lvi•
tard.(1---}mgustea. CVSONI; n. 3: decorata come sopra; n. 7: ovuli; <1 Kom-
La fòrma viene dalla Vegas (VEGAS 1969-70, pp. 107-8) maregen )ì entro cui è inserito uno scheletro; n. 8: ele-
corn;idcrata come lo sviluppo di una di qucHe delle <1 pa- menti vegetali a forma di caduceo; n. 9: fasce orizzontali
rer.i son.ili 1), che avrebbe avuto come fase intermedia divise da file di perline: rosette e firma M• CVSO[ ;
il con orlo concavo (v. Forma 2 D). Alle <( pareti elementi vegetali a caduceo; foglie di edera; fogholine
sottili riconduce spesso, oltre alla sottigliezza delle
)1
e puntini; n. ro: file sfalsate di foglie di edera; n. I 3:
pareti, ìl tipo di materiale usato, un'argilla camoscio- perline; ovuli e sagìttae; file verticali di perline e foglio-
ro<-:mo) grigia o rossiccia, molto cotta e consistente, spesso line sparse; n. I 9: /( Kommaregen )) ; n, 20: fasce verticali
ùi vernice. Quando la vernice c'è, somiglia quasi di perline convergenti; fila di elememì a caduceo; fo-
sempre per colore e consistenza a quella della terra si- glie; n. 21 : fasce come sopra con tralci vegetali; n. 22:
padana. Questo fatto testimonia ancora di più i perline; ovuli e sagiuae; fasce verticali come sopra con
rnpponi del bicchiere di 1, tipo Aco )) da un lato con le elementi a caduceo e rosette, con foglie cuoriformi con-
sottili », dall'altro con la terra sigillata, a cui lo trapposte; n. 24: ovuli e sagittac; file sfalsate di foglie;
<L:.:nmuna specialmeme l'uso della matrice per la deco- n. 2 5: ovuìi come sopra; file di perline parallele e inter-
,_, ::i.cin.e. Non è ancora chiaro tuttavia il rapporto crono- secamisi; n. 26: file orizzontali di elementi come sopra;
tra bicchieri verniciati e non. Contro l'ipotesi che n. 32: fascì di linee intersecantisi, con tondelh negli in-
il verniciato sia adottato in un secondo momento, croci; n. 33: ovuìi e sagittac; fila di perline; suonatore
sotw ì'influsso della produzione di sigillata, si pone spe- di tuba a destra e parte di altra :figura.
c12.1rnente l'esemplare di Villa Potenza (Macerata, p. 2II) Roma (Basilica Julia): MARABINI 1VioEVS 1973, p. 52
venmo ìn luce in uno strato datato all'età rardo-repub- e n. 59.
bEc:ma (MERCANDO 1972, p. 205). Viti; foglie appuntite e calici a forma di caducei.

20JJ
- ArT. r e Il
TERRA SIGILLATA NORD-ITALICA

Roma (sotto la Regia): .MARABINI MOEVS 1973, pp. 52~ Zone triangolari formate da linee puntinate parallele,
53 e n. 60. vertlcali e oblique.
Frammenti: 1i Kommaregen i) con fregio di rosette. Milano, Museo Civico Archeologico di Bologna: DE-
Roma (sotto il Foro Romano): A1ARABINI J\1.0EVS 1980, CHELETTE 1904, p. 40, n. 7; Catalogo Palagi, p. 330}
p. 247. Il. 331.
Linee di perline racchiudenti calici a forma di cadu- Altezza: cm II,2; diametro: cm 7,2. Giri di roselline
cei; elementi appuntiti e piccoli medaglioni. Firma AMICI. e di foglie e fiori divaricati, sotto cui è la firma BVCCI O
Ostia: Ostia II, p. 170, fig. IIS. NORBANI, affiancata da roselline. <\ Kommaregen i> de-
Frammento con reticolato di perline. sinente in basso in triangoli.
Aosta: MOLLO MEZZENA 1982, p. 215 e fig. 12 i. Cremona: STENICO 1963-64, pp. 51-59.
Altezza: cm rn,8; diametro: cm 7,4. Tralcio orizzon- Frammenti dell'officina di L. Norbanus; n. 3: tralcio
tale di foglie e bacche, sotto cui è una linea di semicer- d'edera; pilastro scanalato; composizione vegetale con
chi. << Kommaregen )>, desinente in basso in borchie. sopra un galletto; fascio di linee parallele; resti della
Palazzolo Vercellese, Museo di Antichità di Torino: firma ]ORE[; n. 4: tralcio d'edera; <( Kommaregen ));
ACR 1965, p. 336, n. 468 e tav. CXXXIX, 291; VIALE resti della firma STE( entro riquadro delimitato da fila
1971, tav. 44. di puntini, affiancata da croce dì St. Andrea e da testina
Ramo di vite tra due linee a corda. Serie di archetti a destra; n. 5: pilastrini scanalati, alternati a << candelabri 11
slanciati su alte colonne scanalate, racchiudenti tre lun- vegetali sormontati da un vaso; n. 6: pilastrini scanalati,
ghi steli tenuti insieme da una losanga. Nei timpani di alternati a motivi vegetali complessi, con palmette con-
tre archi la firma ACASTVS. tornate; n. 7: {( candelabri )) vegetali simili ai precedenti,
alternati a grandi crateri baccellati, su una specie di
Bannio Anzino (Novara), Museo Silva dj Domodos-
tripode.
sola: ACR 1965, n. 471; SCAFILE 1972, p. 245.
Altezza: cm IO; diametro: cm 6. Due giri di foghe Cremona: STENICO 1963-64, p. 51, figg. I-2.
tra linee a corda e file di puntini, che racchiudono pure Due frammenti di matrice con fregio vegetale e << Kom-
la fuma e. ACO. Serie di archeni entro cui sono mar- maregen ». Su uno è la firma L- NORBANI.
gherite appese a corde. Nei timpani, foglie cuoriformi. Brescia?, Museo di Brescia: DECHELETTE 1904, p. 40,
Ornavasso: GRAVE 1974, p. 248} tav. 54, n. 2. n. 9.
Altezza: cm II; diametro: cm 7,6. Ghirlanda di foglie Frammen!O con la firma [A]NTIOCVS.
e bacche divaricate. Serie di archetti su esili colonne sti-
Mantova, Museo di Mantova: STENICO 1974-75, pp.
lizzate, entro cui è un motivo vegetale composto da fo-
58-9, fig. 6.
glia frastagliata su rosetra. Nei timpani la firma GRATVS
Due frammenti con fregìo vegetale e <i Kommaregen 1>,
T· RVBRI.
uno dei quali con la firma PHILADE[LPHI].
Giubiasco, Museo di Zurigo: ULRICH 1914, tav.
LXXXVI b; SILVESTRINI 1938, p. 56, fig. 8; CRIVELLI Cassana (Ferrara): VISSER TRAVAGLI 1980, p. 95.
1943, p. IOI, fig. 259; LAVIZZARI PEDRAZZINI 1983-84, Frammento con firma PRIMI.
pp. 58-61, figg. 7-9. Giro di ovuli. Fregio vegetale, Bologna, Museo Civico Archeologico di Bologna: BRI-
di foglie frastagliate verticali alternate a coppie di per- ZIO 1889.
line. Due coppie di gladiatori, inframmezzate ed affian- Altezza: cm 12,3; diametro: cm 7,8. Fregio orizzontale
cate da figurine di Vittoria, sono divise e delimitate in di foglie trilobate; fila di perline;<( Kommaregen 11 desi-
basso da rosette romboidali. nente in basso in triangoli. Firmato: C- LAMPAT· FIG.
Casteggio (Pavia), Museo del Castello di Pavia: ACR
Bologna, Museo Civico Archeologico di Bologna.
1965, n. 463, pp. 334-5; LAVIZZARI PEDRAZZINI 1981.
Altezza: cm 10,3; diametro: cm 6,6. Onda corrente.
Altezza: cm 12,5; diametro: cm 7,5. Fregio di gigli.
Due file di perline delimitano in alto due zone : grandi
Serie di archi binati, su colonnine scanaiate racchiudenti
foglie da cui si dipartono alternativamente coppie di frutri
figure femminili, due delle quaii a gambe ir,cro::-iar~ e
e di calici, da cui fuoriescono margherite; palmette unite
poggiate a colonnine tortili. Tra gli archi, tralcì vegetali.
da semicerchi, alternate a valve di conchiglia appese a
In alto, foglie, uccelli e la firma spaziata: [C· ACO]
serpentina.
DIOPHANES.
Romprezzam' (Milano), Coll. Ancona di Milano: OXÉ~ Bologna, Museo Civico Archeologico di Bologna: FAVA
COMFORT 1968, n. 1141 d. 1972, p. 149 ss.
Firmato BVCCIO NORBAN!. N. 402: fondo, decorato con linee parallele obìique,
Milano (territorio); Museo Archeologico di J\1..iìano: a spina di pesce; nn. 439-440· fondi, con file di rosette.
SENA CHIESA 1979, p. 164, fig. 195. Budrio, Museo Archeologico dì Budrio: BERGAMINI
Tralcio orizzontale di fogliette stilizzate. <( Kommare- 1980.
gen )>, Frammenti: n. 238: <( Kommaregen 1, desinente in trian-
Milano (territorio), Museo Archeologico di lvtilano: goli entro cui sono conchigliette; n. 239: come sopra,
SENA CHIESA 1979:- p. 164, ÌÌf'..', 195, con foglie di. edera; L 240: (', Kommaregen )',

2IO
TERRA SIGILLATA NORD-ITALICA
Farm:::a: R.IGHINI 1969, p. 275. mente in alto e in basso, (( Kommaregen 1i, resti della
Frn.mrn.emi con decorazione formata da piccoli trian- firma [S]TEPANVS NO[RBANI], inframmezzata da ro-
goli .i.n rilievo, disposti a formare triangoli e rombi. setta; M: fascia di motivi cuneiformi orizzontali, <i Kom-
Faenza~ Magazzino Archeologico di Faenza: RIGHINI maregen l>; N: <, Kommaregen ,, terminante in basso con
1979, pp. 233-235, nn. 1-3, tav. LXXIV, a~c. ovuli rovesciati; O: come sopra.
Frnmrnenti: n. I : tralcio cli edera e corimbi; linee pun- Este, Iviuseo Nazionale Atestino: VEGAS 1969·--70, p.
teggiat~ oblique, in parte incrociantesi; resti della firma IIO e fig. 16.
[C· C.L· ANTHIOCVS; n. 2: fregio di elementi Fregio vegetale. Foglie di palma affusolate, con sopra
a V or-izzontali 1 con estremità a ricciolo; <( Kommaregen i',; uccelli, eroti ecc. si alternano a grandi morivì vegerali,
resti ddìa ftrma [C· ACO]· C. L· AN[THIOCVS];n. 3: formati da rosellìne varie e ad archi binati, con figure
fregio vegetale; •i Kommaregen 1); resti della firma, prece- femminili. Firmato ] DIOPHANES.
duta da foglia d'edera: C- ACO. Circa altri 40 fram-
memi anepib,rrafi. Este, Museo Nazionale Atestino: DECHELETTE r904,
p. 40, n. 6.
Ravenna, Museo Nazionale di Ravenna: BERMOND
Giro di foglie stilizzate, sotto cui è la firma BVCCIO
MONTANARI 1972, pp. 68, fig. l; 73-74, NORBANI; << Kommaregen 1).
Due: frammenti di matrice con decorazione geometrica:
rombi formati da linee verticali di puntini, alternati ad Adna, Coll. Bocchi: OXÉ-COMFORT 1968, n. I f4I b.
altri a <( Kommaregen ))' con piccoli triangoli risparmiati. Firmato BVCCIO NORBANL
Frammento con fregio vegetale e resti della firma Adria, introvabile: CoNTON 1904; DALLEMULLE l9i5,
BVCC[. pp. 281-2.
Ville Potenza (Macerata): MERCANDO 1972, p. 205, Fascia centrale con zone triangolari delimitate da fasci
n. 5 B..:s 5• di linee desinemi in borchie umbilicate, entro cui sono
All:ezza massima cm 5,4. Losanghe formate da linee delfini volti in basso. Negli spazi maggiori~ motivi vege-
punti.nate, poco regolari. tali formati da foglie frastagliate e fiori gigliati su steli
ondulati. In basso, sotto la decorazione, la firma SA-
Porrorecanati (Macerata): M.ERCANDO 1972, p. 204, n. 2.
RIVS . L. L. SVRVS.
Altezza massima cm 6. Fregio vegetale di foglie e bac-
che. linee puntinate si dipartono a spina di pesce Abano (Padova), Soprintendenza Archeologica di Pa-
da linea verticale. dova: STENICO 1974-75, p. 51, nota r4; PESAVENTO
Ordona: VANDERH0EVEN 1979, p. 102, n. 101, tav. MATTIOLI 1973, p. 54. (Noto come da Montegrotto).
XLVL Numerosi frammenti, alcuni dei quali con firme ACO
Frammento: tralcio vegetale; <( Kommaregen )) ; fuma ACASTVS, C ACO DIOPHANES, PHILARCVRVS
BVCCIO. CAVI, NORB[ANVS], CLEMENS.
Brindisi: TURLARO 1972, pp. 54-5, tav. XXI D. Caldiero (Verona), Museo Archeologico ài Verona:
Altezza cm 12,4; diametro piede cm 4,5. Tralcio di STENICO 1973, pp. I I2-3 e fig. I.
foglie di edera; fila di puntini.; \( Kommaregen)) termi- Altezza cm 12,2. Fregio formato da un giro di foglie
nante in triangoli. Finna STEPANVS NORBANI in cli lauro ed uno di vite, volti in direzione opposta. Entro
alto ::::mro riquadro delimitato da punti, affiancata ed in- riquadri formati da coppie di linee, si alternano una specie
frammezzata da testine. di lance con ferro triangolare su cui si incrociano linee
manoscritte e altre da cui si dipartono linee a spina di
Brindisi: IURLARO 1972, pp. 53-54, tav. XX A.
pesce.
Diametro cm 7,4. Tralcio di edera. Serie di archi su
colonnine scanalate, che racchiudono in alto sempre un Cividale, Museo Archeologico di Cividale: Ivi.ASELLI
uccel.lo in volo e in basso due figure virili, un cane in SCOTTI 1977, coll. .88-9, n. 24, tav. II, n. r3.
atto di aggredire, un cinghiale. Nei timpani sono le let- Altezza cm 12,8; diametro cm 8. Motivo geometrico
tere 1RBAf di Norbanus. formato da linee verticali irregolari di puntini, intersecate
fr,7ndisi: IURLARO 1972, tavv. XX, B-C; XXII, E~O. in alto da triangoli ottenuti con analoghe linee oblique.
:?;:-amrnenti: B: archetto su colonna scanalata~ racchiu- Aquileia, Museo Nazionale: SCOTTI MASELLI 1973,
dente un cervo inseguito da un cane; C: come sopra, figg. 1»7.
racchiudente palmetta contornata; E: fregio vegetale, fila di Frammenti: n, 1: ghirlanda vegetale su fila di punti;
" Kommaregen i,, resti della firma entro riqua- capitello stilizzato, affiancante 1a firma c. AC0[;1, Kom-
dc.Iimitato da puntini, inframmezzata e affiancata da maregen 1,; n. 2: linea a corda; meandro; firma ACO; testa
m,, /BVJCCIO NO[RBANI]; F: fasce verticali di ro- e spalla di una suonatrice ài lyra; n. 3: ghirlanda vegetale;
:C<'' affiancate da file di punti, alternate a motivi for- doppia fila di archetti su capitelli corinzi stilizzati e co-
1'.fi:z.t da rosetta a girandola, grappolo d'uva e rana; G: lonnine scanalate; negli intercolumni inferiori cerchietto
fìk di rosette e tralcio di vite, <, Kommaregen )) ; H: fre- su fila di punti; firma ACO; n. 5: ghirlanda vegetale; due
di elementi conici con fiori e motivi cuneiformi alter- combattenti affrontati, separati da fiore gigliato su ìungo
nati, <, Kommaregen )), resti della firma C. L, AECI[; L: stelo puntiforme nascente da una palmetta; n. 6: <i Kom-
con motivi cuneiformi seghettati volti alte::-nativc:- maregen I\ terminante in basso in triangoE; n. ~: in basso

211
TERRA SIGILLATA NORD-ITALICA

linea spezzata formata da fasci di linee, con elementi mento con intreccio a <( canestro 1> inframmezzato da un
vegetali nascenti dagli incroci e foglie frastagliate. tralcio ondulato di foglie dì vite.
Aquileia, Museo di Trieste: OxÉ-COMFORT 1968, n. KENNER r961, p. 74ss.: fig. 41, 4: frammento con
rr4r a. fregio vegetale e serie di archetti racchiudenti foglie di
Firmato BVCCIO NORBANI. palma.

Duina (Trieste): lviASELLI SCOTTI 1983, p. 54 e tav. 3, Magdalensberg: ScHINDLER K.AUDELKA 1980, tavv. 13-40.
Il. I. Alcune centinaia di frammenti, in parte già editi dal
Altezza : cm I r ; diametro : cm 7,2. Tralcio di edera ; Kenner (v. sopra). In particolare le ravv, IJ--25 com-
fascia con motivo a canestro tra linee a corda; doppie prendono decorazioni vegetali varie, le tavv. 26--40 esem-
linee incrociantisi con borchie nei vertici; corona di fo- plari a " Kommaregen 1,, con bordure superiori di tralcì
glie; fascia con foglie lobate affiancate da fiori su lunghi vari, inferiormente desinenri con triangoli risparmiati e
steli. motivi inseriti. Si ricordano in particolare:
Tav. 13, n. I, altezza: cm 12,5; diametro: cm 7,5.
Pola, .l\.1.useo. Fila di fogliette; elementi a corda con la firma NORBA-
Fregio vegetale; <( Kommaregen )). NVS inserita; zig-zag di linee multiple, fermate da bor-
Sebenico (territorio): BRusrC 1977, tav. V, n. 2. chie, foglie di acanto e fiori.
Altezza cm 9; diametro cm 7,5. <, Kommaregen )f. Tav. 15, n. 19, altezza: cm 10,5; diametro: cm 7.
File alterne di rosette e fiori, su foglie; palmette su stelo
Sisak: VIKiè-BELANCiè 1965, p. 90, fig. 2. e foglie.
File punteggiate formano rombi, dai cui venici supe- Tav. r7, n. 31, altezza: cm 12,3; diametro: cm 7. Fre-
riori si dipartono palmette e fiori; negli spazi, rosette. gio di foglie piramidali; file di perline oblique che si
Neviodunum: VrKrè--BELANèiè 1968, p. 510, tav. r, n. 2. incontrano.
Decorazione geometrica formata da linee parallele obli- Tav. r8, n. 38, altezza: cm n,3; diametro: cm 4 circa,
que di punti. File di perline delimitano spazi romboidali, entro cui
sono borchie su steli.
Celje: CuRK t97r, p. 6r, n. 5. Tav. 19, n. 44, altezza: cm rr,5; diametro: cm 7.
Lubi'ana: PETRU 1972, tav. CXVIII, T. 41, n, IO. (( Kommaregen >) entro precisi spazi romboidali e semi-
Altezza cm 10,5; diametro cm 7,5, Giro di foglie di romboidali delimitati da file di perline.
vite, sono cui è ìa firma [NORB]ANI, affiancata da ro- Tav. 19, n. 49, altezza: cm 12,9; diametro: cm 7.
setta; <( Kommaregen )). Ovuli; <i Kommaregen )) desinente in triangoli. Firma
ANTICLE in tabula ansata.
Magdalensberg, Landesmuseum di Klagenfurt: Tav. 2r, n. 1, gladiatori in combattimento; cavaliere.
KENNER 1950, p. 462 ss.: frammenti per lo più a Tav. 21, nn. 7··9, fasce verticali formate da file dop-
1, Kommaregen 1), con fregi vegetali; su due, resti delle pie di perline, entro cui sono foglie e fiori; rane; gal- ,
firme DIOPH[ANES], V[ . letto.
KENNER 1951, p. 132 ss., figg. 33-4: frammento con Tav. 23, n. 23, altezza: cm 11,2; diametro bocca:
fila di teste umane di profilo e firma [B]VCCIO [NOR- cm 7. Archetti su pilastri scanalati con capitelli ionici;
BANI]; frammento con tralcio d'edera e foglie di palma nelle nicchie foglie di palme e palmette.
a cui sono alternate le lettere ]BA[ ]I; altri frammenti Ta-·. 24, n. 32: firma ]ANES; tav. 24, n. 33: firma
con (1 Kommaregen )ì, colonne ioniche, fregi vegetali. C-L· AN.
KENNER 1954, p. 40 ss., tav. 20: frammento con firma Firme. Tav. 26, n. I: ACO; tav. 27, n. 24: HA[ )ES;
HII.ARV[S] e fregio vegetale sopra due maschere, fem- tav. 27, n. 29: HICA[; tav. 27, n. 32: HICARVS ACO;
minile e maschile. Altri frammenti con resti di firme tav. 27, n. 33: ]NES; tav. 27, n. 32: HILARV[; tav. 27,
HILARV[S], ]ES, ]PHA[ , ]BA[ , ]NNI[ , e di decora- n. 39 a: ACO; tav. 30, n. 54: ]PVS; tav. 31, n. 59: C.
zioni vegetali varie, tra cui uno con grata a rombi for- AC[; tav. 3t, n. 63: HILAR[; ta,·. 32, n. 68: BVCCIO;
mati da file di puntini. tav. 32, n. 69: BVCC[; tin:. 33, n. 79: C· ACO con te-
KENNER 1955, p. 25 ss.: frammenti con ,, Kommare- stina; tav. 34, n. 82: ACO e testina; tav. 34, n. 83:
gen 1i e decorazioni vegetali; uno con resti della firma H[ . )CO· [ ]ROS; tav. 34, n. 89: O[]NORBANI; tav. 34, n. 90:
KENNER r956_, p. 35 ss.: frammenti con \( Kommare- BVCCI; tav. 35, n. 94: ]PANVS NO[; tav. 35, n. 96:
gen 11 e decorazioni vegetali. HILA[ ; tav. 35, n. 95: HILARVS; tav. 36, n. too:
KENNER r958, p. 62 ss., fig. r8: frammento con tral- ACO C- L · A[ ; tav. 36, n. to3: ]TEPANVS; tav. 36,
cio di edera, firma ANTIOCHVS tra testa femminile n. to5: DIOPHA[; tav. 37, n. rtt: HILARVS AfCO
e maschile e < Kommaregen )i; fig, 19: un bicchiere e al-
1
con maschere nella decorazione; tav. 37, n. 114: [C·
tri frammenti con decorazione vegetale.; due con resti ACO C. L ·] ANTIOCHVS con testine.
di firma BVCCIO e [DIOPHA]NES. Magdalensberg, Landesmuseum di Klagenfun: KENNER
KENNER 1959, p. 63 ss.: frammenti con resti di firma: 1959, pp. 65-7, figg. 8I-2.
ACO, affiancata da testa umana; [DIOPH]ANES, tralci Diametro piede: cm 4,6. Coppia di gladiatori in com-
e file di punti; C. A[CO]; ]NES. Vari frammenti con battimento e, più in alto, coppia dì cavalieri, sotto cui
traici vegetali, meandro, archi e palmette; fig. 80: fram- sono due foglie di faggio ed una di vite.

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TERRA SIGILLATA NORD-ITALICA

i.llilgdalcnsberg ?, Landesmuseum di Klagenfurt: KNORR Dangstetten: FINGERLIN r970-7r, tav. 15, nn. 2-6.
r9r9) p. 2 1 mv. 2. N. 3: altezza cm ro,5; diametro cm 7. Fregio vegetale.
Fregio vegetale. Fasci di linee parallele si incontrano Corsa di cavalieri con scudo rotondo) al di sotto dei
a zig zag, alternati a palmette e rosette che si dipartono quali è un festone.
con srdi ondulati dai punti di incontro. Sui vertici su- Nn. 2, 4, 6: frammenti con fregi vegetali e (< Kom-
periori nocche e calici. maregen ,i, con firme HILARVS[ ; ]AVIVS ; ]YSIPP[;
i\-1agdalensberg?, Landesmuseum di Klagenfurt: KNORR ]VIVS.
r9rwi ?· 2, tav. 2. Tirelberg: OxÉ-COMFORT r968, nn. 14 e) I7 c.
vegetale. Fasci di linee parallele si incontrano a Due bicchieri firmati ACO e ACO HILARVS.
zig-- zag_, alternati a foglie frastagliate e palmette rovesciate,
Studen-Petinesca, Bernische--Historisches Museum di
che sì dipartono con steli ondulati dai punti di incontro.
Berna (Inv. 2II45): OXÉ-COMFORT 1968, n. r7 a.
Sui vertici superiori nocche e calici; negli spazi, rosette.
Firmato ACO HILARVS.
/IAagdalensberg?, Landesmuseum di Klagenfurt: KNORR
ROdgen: ScH6NBERGER-SIMON 1976, p. 81, nn. 277-
I9I9t p. 2, tav. 2.
282, e tav. 16, nn. 277---9.
Frnmmento. Fregio vegetale. Fasci di linee come sopra,
Frammenti. << Kommaregen )) con fregi vegetali.
alternati a palmette su steli. Sui vertici altre palmette,
sovrastate da un calice e da due elementi vegetali cordi- Neuss: ULBERT 1965, p. 66 e fig. 26, n. 4.
formi. Fregio di foglie e bacche; « Kommaregen il; resti della
M'agdalensberg, Landesmuseum di Klagenfurt: DE- firma [CHRY]SIPPVS, affiancata da rosette.
CHELETTE !904, pp. 35~6, fig. 19; VEGAS 1969·-·70, p. I22, Neuss: VEGAS 1975, pp. 53-54, tavv. 3-5.
Frammenti tutti decorati a <, Kommaregen )ì. Tav. 3, n.
di rosette alternate a motivi cordiformi a V. l: fila di rosette; entro riquadro la firma HILARV[ JACO,
<1 Kommaregen )), terminante in basso in triangoli con tra doppie foglie. Tav. 4, n. I: doppia corona di foglie;
elemcm:i vegetali a calice. Entro riquadro la firma C • resti della firma [PHILARJCVRVS CAVI e della testa
ACO • C •L • EROS affiancata da due coppie di rosette. dì un gladiatore(?). Tav. 4, n. 2: altezza cm 8,6; diametro
Zol{feld, Landesmuseum di Klagenfurt (Inv. 2770): cm 6,6; foglie ovali entro gli spazi triangolari inferiori
Oxr\.,CoMFORT 1968, n. 1619 a; SCHINDLER KAUDELKA liberi da (( Kommaregen >). Tav. 5, n. I: doppio fregio vege-
19801 tav, 14, n. 18. tale. Tav. 5, n. 2: corona dì edera i (( Kommaregen )) de-
Firmato RVSTIC ~ Rusticus. sinente in triangoli; entro riquadro la firma HILARVS.
Tav. 5, n. 3: corona di foglie triangolari; entro riquadro
Augsr: ETTLINGER 1949, p. 41, tav. 3, nn. 5-6. la fitma HILAR[VS. Tav. 5, nn. 4-5: fregio vegetale.
Due frammenti con << Kommaregen >> e fregio vegetale.
Xanten: HAGEN 1912, p. 337i OxÉ-COMFORT 1968,
Lindcnhof in Zùrich: VoGT 1948, pp. 153-4, tav. 34.
Il. I567; VEGAS 1969-70, p. IIO.
Frammenti di ro bicchieri: <i Kommaregen )) e ghir-
Frammenti. Fregio vegetale; <i Kornmaregen )ì, con ri-
lande vegetali.
quadro liscio in alto con la firma [PHILAR]CVRV[S G]A-
Basel: MARABINI M0EVS 1980, p. 252. VIVS, affiancata da una figuretta femminile con corona.
<<Kommaregen )).
Xanten: LEHNER 1912, pp. 421-435, figg. 8-9.
Lorenzberg: ULBERT 1965, p. 68, tav. II, n. 13. Frammento. Fregio vegetale. Doppia fila di piccoli
Frammento. Fregio vegetale. (! Kommaregen )> rermi- rombi sovrapposti, a <1 Kommaregen 1i, interrotti da ri-
name in basso in triangoli. quadro con la firma CHRYSIPPVS. File di punti paral-
Lorenzberg: ULBERT 1965, p. 66, tavv. II, n. 12; leli ed incrociantisi formano zone triangolari separate da
26J n. I; 27, nn. I-2; VEGAS 1969-70, p. IIO, fig. 6. colonnine su dischi sovrapposti, sopra cui sono una testa
Altezza: cm ro,2; diametro: cm 6,6. Fra un tralcio maschile ed una femminile (Augusto e Livia?). Negii
di edera ed uno di ulivo, fregio con grosse maschere volte spazi triangolari sono le figure dì Vittoria, Venere e lvii-
in alto, su colonne scanalate, alternate a figurette di dèi: nerva, corone, pesci, delfino, lu.:ertola.
A1.i.nerva, Vittoria, Venere, Erote con accanto un grosso Aislingen: KNORR 1912, p. 67, tav. XVI.
coniglio, poi la firma CHRY[SJIPPVS contornata da del- Frammento a <1 Kommaregen )) terminante in basso in
fini e un altro coniglio accanto ad un cespo di acanto triangoli.
dr, cui pendono grappoli d'uva. Tutta la superficie al di
sotto è coperta da file sfalsate e irregolari di edera. Oberaden: ALBRECHT 1942, pp. 46-7, n. I, rav. 44.
Altezza: cm ro; diametro: cm 7. Ghirlanda vegetale.
/,:;renzberg: ULBERT 1965, pp. 65-66, tavv. II, nn. (, Kommaregen ,i interrotto al centro da una zona con
I"' .,
figure umane ammantate. Firmato [ACO H]ILARVS.
Frammenti con meandro; ramo d'edera; ramo di fo-
Berlino, Musei: STENICO r971, p. 120, n. 28.
ài ulivo e bacche, ,i Kornmaregen ,) ; decorazione a
<< cesto j); file parallele e oblique di perline; rosette e fasci
Frammento con la firma M • CVS.
di linee incrociantisi_; palmette; << Kommaregcn )) desi- Aiainz: BAATZ 1962_, p. 35, tav. 2, n . .:::!.
nt:rn::i. in triango Ii. Frammento con decorazione a (, canestrù ,:,

213
TERRA SIGILLATA NORD-ITALICA

Mainz-ll?eisenau: OXÉ 1933, n. 83; KLUMBACH 1972, Lyon: VERTET-LASFARGDES 1968, p. 40, tav. III, nn.
p. 196, fig. I. 1-4; VEGAS 1969--70, p. 110 e fig. 5.
Altezza: cm II,5; diametro: cm 8. Frammento di ma- 1) Fregio di elementi semicircolari, sotto cui è una ghir-
trice con fregio orizzontale di foglie divaricate; motivi landa vegetale con tralci ondulati, ai lati della firma
vegetali complessi, formati da palmette, foglie e corimbi, CHRYSIPPVS preceduta da un volatile. Da sinistra:
da cui si dipartono gruppi di tre linee a serpentina. Spa- combattimento di gladiatori; suonatori di tromba; figura
ziata la firma [P · A]TTL maschile in corsa, con bacino; scena erotica su letto.
Liberchies: VANDERHOEVEN 1968, p. 83, n. 16, rav. 2) Parte di matrice con fregio come sopra.
IO, Il. 15. 3) Frammento con decorazione come sopra.
Tralcio vegetale. <{ Kommaregen ,) terminante in basso Lyon: VERTET-LASFARGUES 1974, pp. 61-9, fig. I.
con ovuli rovesciati. Due frammenti di matrice: I : fregio vegetale; ghir-
Liberchìes: GRAFF 1975, pp. 37-8, tav. 7, nn. I-II. landa entro cui sono palmette, uccelli, ecc.; firma CHRY-
Frammenti con fregio vegetale e < Kommaregen )),
1 SIPPVS tra margherite; combattimento di gladiatori:
almeno due paia di combattenti separati da un suonatore
Tongeren: VANDERHOEVEN 1968, pp. 13-14, n. 3, tav.
r, nn. 3-3 a. di tromba; 2: fregio vegetale; <• Kornmaregen f); firma
]VS· ACO, tra foglie.
Fondo con file verticali e orizzontali dì rosette, tra
file di punti e croci di St. Andrea. Mont Beauvray, Musée de la Société Eduenne di
Autun: DECHELETTE 1904, pp. 31-·2, fig. 12.
Londra, British Museum: DECHELETTE 1904, p. 39, n. I; Fregio di animali (cervi e uccelli) alternati a foglie;
WALTERS 1908, p. 44 M 3; COMFORT 1973, p. 806, fig. << Kommaregen >>.
808.
<{ Kommaregen )>, interrotto in alto dalla firma L • SA-
Monr Beauvray, A-1usée de la Société Eduenne di
RIVS L-L SVRVS. Autun: DECHELETTE 1904, p. 32, fig. 13.
\( Kommaregen )) terminante in basso in triangoli, en-
Frankreich, British Museum di Londra: \V'ALTERS 1908, tro cui sono foglie ovali. In mezzo alla decorazione, la
p. 44 M 3, fig. 38; ULBERT 1965, p. 66, tav. 26, n. 3. firma ACO.
Frammento. Fregio di foglie e bacche. Festone con
Mont Beauvray, Musée de la Société Eduenne di Autun:
maschere, interrotto da resti della firma [CHRYSIP]PVS.
Parte di gladiatore in combattimento. DECHELETTE 1904, p. 32, fig. 14; OHLENR0TH 1959, p. 41,
fig. 8.
Lyon: LASFARGUES-VERTET 1967, p. 274_; VERTET- Tralci ondulati di foglie di vite. Lunghi steli paralleli,
LASFARGUES 1968, p. 36, tav. L terminanti in alto alternativamente in foglie e viticci e
Bicchieri di fabbrica locale (dimensioni medie: al- in una punta tra due volute. Negli spazi I< Kommaregen f)

tezza cm 9,5; diametro cm 7), con firme di CHRYSIPPVS, poco fitto.


HILARVS ACO, p. HILARVS ACO, T-C- AVIVS, Monr Beauiwa_v, lviusée de la Société Eduenne di
P-HILARC-VR, PHILOCRAT, per lo più precedute e Autun: DECHELETTE 1904, p. 33, fig. 15; OHLENROTH
seguite da piccoli motivi (conchiglia, fiore, foglia, delfino, 1959, p. 41, fig. 9.
profilo maschile). In alto fregio vegetale. <f Kommaregen 1)
Ghirlanda di alloro. Rami verticali ondulati, con foglie
terminante in basso talora con triangoli occupati da mo-
e viticci, alternati a foglie di acanto.
tivi vari; talvolta con spazi lisci entro cui sono gladia-
tori, o Minerva, ecc. Oppure combattimento di gladia- Mont Beauvray, Musée de la Société Eduenne di Autun:
tori, o decorazione a due zone, con e senza metope. DECHELETTE 1904, p. 33, fig. 16.

Lyon: LEGLAY 1968, p. 571, fig. IO.


Frammento con serpentina, festone vegetale, (( Kom-
maregen )i, elementi decorativi simili a lettere deIJlalfa-
Due bicchieri con fregio vegetale e <i Kommaregen ):,, su beto greco.
uno dei quali resta la firma HILARVS.
Saìnt--Nicolas-les-Arras: DECHELETTE 1904, p. 33, fig. r7.
Lyon: OHLENR0TH I959, p. 41, fig. 3.
Fregio di uccelli e foglie; <, Kommaregen )).
Fregio di rosette stilizzate~ alternate 2- coppie ci.i triw-
golini contrapposti. Strigilature entro cui si alternano Puys-de-·-Voingt: CHARBONNEAU 1957, p. 126, fig. 5.
colonne a tortiglione, che sostengono una figuretta di Frammenti: n. l: << Kommaregen )>, con firma ACO
Fortuna con cornucopia, e doppie colonne. nel mezzo; n. 2: tralcio ondulato di foglie; onda corrente;
<· Kommaregen )) con la punta in alto; n. 3: file di triango-
Lyon: VERTET-LASFARGUES 1968, p. 42, tav. IV_;
lini contrapposti, alternati a coppie dì linee parallele unite
VEGA$ 1969-70, p. IIO e fig. 7.
in basso da un archetto; n. 4: fila di foglie e rosette.
Zona superiore: fregio vegetale orizzontale; ghirlanda
appesa a colonne, tra cui sono piccoli fiori, delfini, ecc. Ger(!ovia: OHLENROTH 1959, p. 41) fìg. 6, n. 7.
Zona inferiore divisa in pannelli da file verticali di fiori Linee verticali alternate a file di elementi a V sovrap-
o di cerchietti, sormontate da teste di profilo. I pannelli posti.
sono decorati da croci di St. Andrea, formate da linee Gergovia: OHLENROTH 1959, p, 41, fig. 5.
di puntini, con rosette nei triangoli inferiori e delfini Linee verticali terminanti in alto con una foglia, alter-
in quelli superiori. nate a iìnee di punti con rosette in airn.

214
TERRA SIGILLATA NORD-ITALICA

LABR0USSE 1948, pp. 72-74- Timnà ( presso Aden): COMFORT 1958, p. 202 ss.
Frammcnti: n. 2207: (( Kommaregen )J, con firma ACO Frammento. Fila orizzontale di teste umane; <1 Kom-
nel mezzo; nn. 2516-9: resti di firme AV[, ]VI[, ]VA[. maregen )),
Altri frammenti per lo più a << Kommaregen )l, talora li- Lezoux: VERTET-LASFARGL'ES 1972, pp. 277-281, fig. 2.
mitato a zone dì varia forma alternare ad altre lisce; Bicchieri di fabbrica locale di età tiberiana. Resti della
ma anche con foglie, triangoli formati da file di punti, firma FECIT RVTEN. Rara la decorazione a <( Komma-
ovuli ernbricati. regen lì; pochi i motivi figurati, come lepri, gladiatori,
RoJ::.:~; LABROUSSE 1976, p. 469~ fig. 8. teste di Gorgoni, maschere, spade; frequente la deco-
Fon.do con viticci, con foglie e grappoli, in mezzo a razione vegetale e l'embricatura di grandi foglie. Talora
cui smw amorini, delimitati in basso da un giro di per- anche decorazioni ad archi e a zone orizzontali.
line, sotto cui sono grandi palmette collegate. Lezoux: OHLENROTH 1959, p. 41, fig. 4.
Clcnnont Ferrand: FoURNIER 1965, p. 403, fig. 28. Linee verticali terminanti in alto con una foglia, al-
Frammento, File orizzontali di cerchietti; api; ro- ternate a linee di puntini.
sette; ovuli rovesciati. Strigilature. Lezoux: 0HLENROTH 1959, p. 41, fig. I.
Cava/lùm: DUMOULIN 1965, p. 18, fig. 22. Fregio vegetale. Linee verticali collegate in alto da
Frammento. < Kommaregen \l, entro cui è risparmiato
1 archetti, alternate a file di punti.
un abete stilizzato.
OHLENR0TH 1959, p. 41, fig. 2. FORMA 2 D.
Fregio composto da tre file sovrapposte di rosette, Descrizione.
rombi e ovuli rovesciati. Strigilature verticali, entro cui
sono file di piccoli segmenti. Tre esemplari, di Ornavasso, Angera e Gergovia, pre-
sentano, invece dell'orlino estroflesso della forma tipica,
Ruscirw (Chàteau Roussillon): .MARICHAL-MAYET 1910, un orlo più alto, svasato o leggermente convesso. (Tav.
p. 265 e tav. XII, n. 9: altezza cm 12,5; diametro cm 7,8. LXIX, 8-9).
Fregio di file di foglie di quercia e di foglioline divari- La Vegas (VEGAS 1969-70, pp. 107-8) ricollega stret-
cate interrotte dalla firma C. ACO · C · L · ; ({ Kommare- tamente il bicchiere di Gergovia con la forma analoga
gen >) desinente in triangolini. in pareti sottili (VEGAS 1964, p. 28, tav. 9), facendone
ID. 1 p. 269 e tav. XIII, n. ro: altezza cm 17,5; diametro quindi uno dei primi della produzione di Aco. La forma
cm 8~2. Ghirlanda dì foglie a calice, sorto cui è 1a firma in pareti sottili di Cosa (1\1.ARABINI M0EVS 1973, forma
HILAR'VS ACO tra due teste di profilo; <{ Kommaregen 1> VII) è datata dal 75 circa a.C. alla prima età augustea.
desinente in basso in triangoli riempiti da rane. Il bicchiere di Angera, che conserva la firma c. ACO,
ID,) p. 265 e tav. XII, nn. 1-2: fondi a<( Kommaregen )) presenta la tipica decorazione a fasce orìzzontali, che
desin.cnte in triangoli riempiti con fila stilizzate; n. 3: riecheggia i modi della produzione italo-megarese.
frammento con fila di api o mosche e << Komrnaregen )l;
n, 6: fila di foglioline e resti della firma PH; n. 7: << Kom- Cronologia.
maregcn ); e firma in tabula ansata ]VERI; n. 8: fila di Età augustea.
foglioline e firma ]ESCI[ ]CAC[ .
Diffusione.
Grange, Museo di St.-Germain-en-Laye: SILVESTRINI Ornavasso, Museo di Antichità dì Torino: DECHE-
1938, p. 56, fig. II.
LETTE 1904, p. 36, fig. 20; ACR 1965, n. 478 (tav. er-
Frarmnento. Fregio vegetale; resti della firma ]VS ACO. rata); GRAUE 1974, p. 97, fig, 22.
Verrillum, Museo di Chiitillon-s.-Seine: OHLENROTH Altezza: cm rr; diametro: cm 7. Stretta fascia centrale
1959:- p. 42; VEGAS r969-70, p. IIO. delimitata da linee a corda: serie di archetti su colonne
Firmato PHILARCVRVS GAVIVS. scanalate, entro cui sono palmette e, spaziata, la firma
Viàllc Toulousc: LABROUSSE 1962, p, 576, fif;. 3L ACO ACASTVS.
"Kommaregen ,. La firma HILARVS ACO è dispo- Angera: LAVIZZARI PEDi(AZZINI 1980 b, p. 341 e fig. 2.
sta a coppie di lettere tra i triangolini. Altezza: cm 12; diametro: cm 7,5. Fasce orizzontali di-
1eec1-ine. OXÉ-COMFORT 1968, n. II4I g. vise da linee di segmenti obliqui: tralcio con foglie seghet-
tate; con rosette; con foglie cuoriformi. Firmato c. ACO.
Fi:mato BVCCIO NORBANI.
Gcrgovia: LABR0USSE r948, pp. 72---74.
Musée Archéologique Provincial di Gérone
Frammento n. 2207: i1 Kommaregen n entro cui è in-
2649): fv1AYET 1975, p, 54.
serita la firma ACO.
h·ammemo con la firma e. ACO C L · DIOP[HA-
FORMA 3 D.
( presso Ascalona): lLIFFE 1937, p. 20.
Frammento. Fregio di rosette alternate a motivi a V; Descrizione.
(< Kornmaregen 11 1 terminante in basso in rosette; resti È noto un solo esemplare di questo bicchiere che si
cieL_ i'irma ] • ACO affiancata da tralcio di edera. caratterizzs pe il. corpo quasì cilindrico, notevolmeme:

2IJ
TERRA SIGILLATA NORD-ITALICA

arrotondato verso il fondo. L'orlo è dritto; il piede SILVESTRINI 1938, p. 54; CRIVELLI 1943, p. ICI; Do-
piccolo, appena distinto. (Tav. LXIX) rn). NATI I979, p. 97, Il. 13 C.
La diversificazione della forma da quella tipica è ac- Altezza: cm 8,2; diametro: cm 6,2. Fregio vegetale.
centuata dalla decorazione che, invece di essere estesa Serie di archetti su esili colonnine scanalate, entro cui
a tutta la parete, è limitata ad una fascia ristretta a circa sono altre colonnine stilizzate, con fusto tratteggiato e
metà del corpo. capitello a volute.
La firma ACO riporta allo stesso ambito cronologico.
Giubiasco, l\.1useo di Zurigo: ULRICH 1914, II, tav.
Cronologia. LXXXIV, n. 4; SIL\'ESTRINI 1938, p. 56, fig. 9; CRIVELLI
Età augustea. 1943, p. IOI, fig. 257; LAVIZZARI PEDRAZZINI 1983-·-84,
pp. 54-56, figg. 1-3.
Diffusione. Fregio vegetale. Serie di archetti formati da svastiche)
Palazzolo Vercellese, Museo di Antichità di Torino: su colonne scanalate, racchiudenti alternativamente fo-
SILVESTRINI 1938, p. 56, fig. 6; CARDUCCI 1959, pp. 32 glie di acanto e altri archi su colonnine, entro cui sono
e 61; ACR 1965, n. 467. figure stanti nude; nei timpani, crateri scanalati con co-
Altezza: cm II; diametro: cm 7, 4. Stretta fascia cen- perchi, e la firma spaziara: C. ACO [DIOPH]ANES.
trale delimitata da linee a corda, con serie di archetti Angera (Varese), l\1.useo Civico Archeologico di Villa
su colonne scanalate, entro cui sono amorini alati. Sotto Mirabella di Varese: BERTOLONE 1939, p. 90, fig. 16;
un arco è la firma ACO. ACR 1965, pp. 339-340, n. 477; KLUMBACH 1972, p.
197, fig. 2.
FORMA 4D - MAGDALENSBERG 4 C. Altezza: cm 7; diametro: cm 7,5. Ghirlanda vegetale
stilizzata. Fascia con tratteggio verticale; linea a corda;
Descrizione. fascia con iscrizione fP]ALMA SEMPER ET LAVRVS
Bicchiere tronco-conico, a pareti appena ricurve, con VIRET NE DESIT VMQVAM PRAEMIVM VICT[O-
orlo dritto, assottigliato o tagliato orizzontalmente. Fondo RIBVS CIRCO]. Ampia zona con motivo a canestro.
piano, esternamente sagomato da scanalature. Su un frammento staccato la firma ACASTVS.
Gli esemplari di Tipo A di Angera e del Magdalens- Magdalensberg, Landesmuseum di Klagenfurt: DECHE-
berg, ambedue di Acastus Aco, sono accomunati dalla LETTE 1904, p. 34, fig. 18; KLUMBACH 1972, p. I97;
decorazione a fasce orizzontali, che riempie tutto il corpo SCHINDLER KAUDELKA 1980, tav. 41, n. !.
tranne una stretta zona sotto l'orlo, con iscrizioni su una Altezza: cm 7,2_; diametro: cm 9. Tre zone divise da
riga, analoghe a quelle dei bicchieri di Forma 5 D e linee a corda: segmenti verticali, interrotti dalla firma ACA-
anch'esse collegate dal Klumbach (KLUMBACH 1972, pp. STVS ACO, soprastanti l'iscrizione VITA• BREVIS.
200- r) con divinità. La forma è stata recentemente (R1c- SPES · FRAGILIS · VEN[ITE] · ACCENSVST DVM
CIONI 1980, p. 62) avvicinata a quella dello skyphos at- LVCET BIBAMVS SODALES; linea a zig-zag tratteg-
tico arcaico, senza anse. Il vaso di Solduno, di Tipo B, giata, con foghe di acanto tra volute, palmette e grappoli
firmato da C. Aco Diophanes, si caratterizza per strin- d'uva nei punti di incontro; reticolato romboidale di
genti analogie decorative col bicchiere di Acastus da linee tratteggiate.
Angera. Magdalensberg: SCHINDLER KAUDELKA I 980, ta\'. 42,
Tipologia.
nn. 3-6.
Frammenti con motivi a canestro, file perlinate, (, Korn-
A. Corpo tronco-conico piuttosto basso, impercetti- maregen l); in particolare in 42, n. 5 sono inseriti una
bilmente bombato, con orlo assottigliato. (Tav. LXIX, rr). piccola testa con elmo e un leprotto.
B. Il corpo è più alto e slanciato, pur conservando la
stessa impostazione del tipo precedente. L'orlo è tagliato FORMA 5D - MAGDALENSBERG 4 D.
superiormente e scanalato all'esterno. (Tavv. LXIX,! 2"-13;
LXX, I). Descrizione.
Dimensioni. Bicchiere tronco--conico, a corpo piuttosto basso, con
Diametro: cm 7,5-9,5; altezza: cm 7-10,5. orlo estroflesso, formante quasi una piccola tesa oriz-
zontale, e fondo piano esternamente appena sagomato.
Cronologia. (Tav. LXX, 2-4).
Età augustea. I tre esemplari interi finora noti (di cui si sottolinea
l'estrema somiglianza del profilo), due firmati Acastus
D{fjusione.
Aco e l'altro, lacunoso, a lui attribuibile, sono accomunati
Solduno (Locarno): SILVESTRINI 1938, p. 97, n. 13; dal tipo di decorazione a fasce orizzontali, che copre
CRIVELLI 1943, p. IOI; DONATI 1979, p. 97, n. I3. quasi tutto il corpo, con elementi decorativi uguali, come
Altezza: cm 10,5; diametro: cm 9,5. Due ghirlande la linea a corda e l'onda corrente. Ma specialmente carat-
vegetali stilizzate delimitano una zona con tratti obliqui. teristiche sono le iscrizioni che occupano una fascia del
Al di sotto, decorazione a canestro, con la firma C. ACO corpo, su due righe, e che si ritrovano solo sui bicchieri
DIOPHANE[S] in un riquadro. tronco- conici simili di F!ìrma 4 D, Il Klumbach (Ku.:At-

216
TERRA SIGILLATA NORD-ITALICA

BACH 19~.':::, pp. 200--201) ha collegato le iscrizioni con parte decorata del corpo da una risega, lo avvicinano
diviniuì, co:~a che potrebbe far pensare ad una destina- alla forma tipica dell\Acobecher (Forma I D), special-
)>

zione- particolare di questi vasi. mente nel tipo B. La decorazione a fasce orizzontali del-
È n~)tcvole il rapporto con la ceramica ellenistica in l'unico esemplare noto, proveniente da Angera e firmato
rilìev(l, che si evidenzia nella ripartizione del corpo in ACO ACASTVS, richiama invece i bassi bicchieri di
fasce ori:,,zontali di decorazione, e con la ceramica are- Forma 4 D e 5 D, (Tav, LXX, 5),
tina Sfl'.:Cialmente nel bicchiere di Reggio Emilia.
La 'v,senza ad Haltern di uno degli esemplari dà Cronologia.
in qu:::'.ìt o caso un elemento esatto di datazione, Età augustea.

Dimcnsùmi. Diffusione.
Alre;:r,a: cm 6,6--9,8; diametro: cm 7,4-10,5. Angera (Varese), Museo Civico Archeologico di Villa
lviirabello di Varese: BERTOLONE 1939, p. 90, fig. 17;
Cronologia. ACR 1965, n, 472, pp, 337,8,
Età augustea. Altezza: cm 8; diametro: cm 7}5• Tre fasce delimitate
da linee a corda: giro di foglioline, interrotto dalla firma
D1ffusr·oru. ACO • ACASTVS, sopra una serie di archetti poggianti
<< 1'-.lord-Iralia ))' R0misch-Germanische Zentralmuseum su sottili colonnine sormontate da capitelli schematici e
di Mainz: KLUMBACH 1972, pp. 199-201, figg. 5-6. borchie umbilicate. Greca con svastiche. Reticolato di
Ah:eua: cm 6,6; diametro: cm 7,4. Due zone orizzon- file di punti, desinenti in alto in foglie di vite.
tali5 divi.se da iinee a corda: onda corrente, sovrastante
l'iscrizione posta su due righe: ] NVNC VENVS, OP-
TESTOR · MENTEM [/RO, VT, VIROS, SECTEN- FORMA 7D - MAGDALENSBERG 4,
TVR. B'f • QVIC[; ramo di foglie di ulivo con bacche.
Attrihn.i.bile ad Acaszus Aco. Descrizione.
Gambarata (Reggio Emilia): PATRONCINI 1980, pp. 140, Bicchiere simile al precedente, che tuttavia, per la
1591 39. notevole espansione in larghezza che supera l'altezza,
fJtezza: cm 9,9; diametro: cm 13,4. Linea a corda; assume quasi l'aspetto di uns coppetta dalla parete più
onda corrente; fascia di trattini verticali con zona ri- o meno svasata.
sparmiata racchiudente la firma ACASTVS ACO affian-
cata da resta femminile a sinistra e maschile a destra; Tipologia.
onda corrente; fascia con iscrizione LINQVENS • HIE- A. Con orlo assottigliato appena rientrante e decora-
ME[MJ · GELIDAM, MARTIVS [," FRVJCTVS BOM- zione che arriva quasi all'orlo del vaso. I due esemplari
[BOS '" FUORES ET VER OMNIBVS IVCVN- noti, del lv'i.agdalensberg e di Muralto, sono accomunati
D'ìll\!;,.:, fascia di tratti verticali. Zona decorata con bu- dal tipo di decorazione a canestro con stretta fascia de-
crani cimi da nastri, da cui partono festoni di foglioline co;:-ata. (Tav. LXX, 6).
cuorifòrmi., che si collegano in basso a crateri baccellati
B. Più simile. alla Forma 6 D) per la presenza del pic-
contenenti uva, sopra i quali sono foglie di vite; sotto 1
colo orlo estroflesso e del bordo liscio, sembra prodotto
bucrani, elementi a calice.
per lo piu dalle fabbriche galliche, in particolare da T, C,
Haltcrn: KLUMBACH 1972, pp. 198-9, figg. 3-4. AVIVS e HILARVS ACO (VERTET-LASFARGUES 1968,
Altezza: cm 9,8; diametro: cm ro,5. Tre zone oriz- p. 37). (Tavv. LXX, 7; LXXI, r).
zontaii., divise da linee a corda: onda corrente, sovra-
stam::.:'. l'iscrizione posta su due righe: 1\.1.VL[ ] • ACA- Dimensioni.
ACO HJABERE OPORTET QVAE NIHIL, Altezza: cm 5,5-7,5; àiarnerro: cm 7-10.
HA!lET SECRETVM ] MODO ES[ ] VMQVAM,
AiLT ";·v S _; ghirlanda di foglie di quercia con ghiande_; Cronologia.
serie dì. archetti su capitelli ionici, racchiudenti palmette. Età augustea.
lvfor,dalensberg: SCHINDLER KAUDELKA 1980, tav. 42_1 nn.
ry -8, Diffusione.
,,,,,unmenti: sul n, 7 parte della firma [ACASTV]S, Muralro: DONATI 1983, pp. 120-136,
Altezza: cm 5,5; diametro: cm 7. Motivo a canestro,
interrotto al centro da una larga fascia con ghirlanda
6 D. vegetale.
Magdalensberg: ScHINDLER KAl:DELKA 19.80, tav. 42,
n. 2.
l.ticchiere di forma quasi cilindrica, con corpo appena Altezza: cm 6,6; diametro: cm 9. Fasce orizzontali a
bombato e fondo piano. L'alto bordo liscio con breve canestro e a corda; al centro fascia liscia con ramo on-
~strofo:sso scanalato csternar,:i.eme, separato dalla ciuiato.

2Iì
TERRA SIGILLATA NORD-ITALICA

Lyon: VERTET-LASFARGUES 1968, p. 38, tav. IL di quercia; borchie umbìlicate negli spazi romboidali;
Esemplificazione dei bicchieri di forma bassa trovati palmette in quelli triangolari inferiori. In alto è la firma
a Lugdunum. In alto fregio vegetale: (( Kommaregen 1\, ACO. ACASTVS.
desinente in basso in spazi triangolari, decorati con Villachiara (Brescia): PONTIROLI 1980, p. 38, n. 2I.
foglie. Festoni. Firma ACO ACASTVS.
Neuss: VEGAS 1975, p. 53, tav. 3, n. 2. Aquileia, Museo Archeologico di Aquileia (lnv. 483i4):
Altezza: cm 6,8; diametro: cm 8. Corona di foglie SILVESTRINI 1938, p. 56, fig. I3; SCOTTI J\1ASELLI 1973,
divaricate. ,{ Kommaregen )). Entro riquadro la firma HI- col. I 73, fig. 41.
LARVS ACO. Altezza: cm 91 3; diametro: cm 8,2. Linea a coràa. Si
Dangsletren: FINGERLIN 1970-71, tav. 15, n. I. alternano per quattro volte un motivo vegetale formato
Fregio di foglie, con sottostante giro di rosette. <( Kom- da palmetta su fiore rovesciato ed una figura di Priapo,
maregen 1) terminante in basso in triangoli. con cappuccio e corto mantello, su capitello ionico. In
alto è la firma ACASTVS ACO.
FORMA 8 D. Cosa: MARABINI MoEVS 1980, n. i4: fila di foglioline
interrotta dalla firma C]VSONI; tralcio orizzontale con
Descrizione. foglie e pampìni; n. r 5: tralcio orizzontale di foglie lo-
Bicchiere biansato, a corpo tozzo, con basso piede ad bate; n. 16: tralcio n. 14; n. 17: file orizzontali sfalsate
anello ed anse verticali, a nastro, scanalate. di foglie di edera e pampini.
Gli unici esemplari noti, ambedue firmati ACASTVS
ACO, e ACO ACASTVS, hanno in comune con i più
tipici bicchieri di questo fabbricante l'alto bordo liscio, FORMA 9 D.
privo di decorazione, terminante in un orlino sottolineato
da scanalatura. Descrizione.
Il tipo A si ricollega strettamente alla forma XL VIII Coppetta biansata, caratterizzata da un alto bordo con-
delle pareti sottili di Cosa (MARABINI MoEVS 1973), di cavo con orlo sagomato rientrante. Il punto di attacco
età augustea, compresa nella « proto--orange >l precorri- col corpo, piuttosto basso, è sottolineato da una carena
trice della sigillata, e alla forma XXXVII cli quelle della accentuata, su cui si impostano le anse verticali. Il piede
Penisola Iberica (lvlAYET 1975), dove si trova nei livelli è basso, ad anello tronco-conico. (Tav. LXXI, 5).
tiberio-claudi e flavi. Si tratta dunque di una forma che, Se ne conoscono finora solo tre esemplari, due firmati
come quella tipica dell'<i Acobecher ))' è diffusa in ambito ACASTVS ACO ed uno soltanto ACO. Si ha inoltre
mediterraneo in età augustea, e oltre; Aco sembra speri- notizia di un quarto esemplare da Quinzano d,Oglio,
mentarla ad un certo punto della sua attività, ma solo pure di Acastus, probabilmente pertinente a questo tipo
sporadicamente. di coppa. Praticamente identici nella forma, essi differi-
A questa forma si possono affiliare alcune coppette di scono nella decorazione, semplice e solo vegetale nella
Cosa, prodotte da quel M. Cusonius che sembra aver coppa di Aco, più varia nelle altre due. È da notare in-
imitato localmente i bicchieri di Aco (J\1.ARABINI MoEVS fine che su queste coppette compare una vernice gialla-
I980). stra del tutto particolare.
È questa la forma di Aco che ha maggiori punti di
Tipologia. contatto con la produzione di Sarius, specialmente con
A. A corpo ovoidale, notevolmente curvato verso il Ie coppette di Forma ro D.
piede, che è molto piccolo, non raggiungendo la metà
dell'orlo. (Tav. LXXI, 2-3). Dimensioni.
B. Il piede, notevolmente più ampio del precedente) Diametro: cm 8,r-ro; altezza: cm 5,S.-6,8.
fa sì che il corpo risulti più cilindrico, simile a quello
della Forma 7 D. (Tav. LXXI, Cronologia.
Età augustea.
Dimensioni.
Diametro: cm 8,2-8,5; altezza: cm 9-9,3. Diffusione.
Padova, Kunsthistorìsches Museum di Vienna (Inv.
Cronologia. 2454): SILVESTRINI 1938, p. 56.
Età augustea. Altezza: cm 5,8; diametro: cm IO. Linea a corda.
Vasi in forma di cratere, sovrastati da voìatìli, ed un
Diffusione Eros, sono sui vertici dì un festone formato da puntini)
Ornavasso, Museo di Antichità ài Torino: ACR 1965, con rosette e palmette negli spazi. In alto la firma ACA-
n. 466, p. 336; GRAUE 1974, p. 255, tav. 62, n. 5. STVS ACO.
Altezza: cm 9; diametro: cm 8,5. Giro di ovuli. Fasci Bannio Anzino (Novara), Museo Silva di Domodos-
di linee parallele si intersecano formando spazi romboi- sola: ACR 1965, n. 470, p. 337; SCAFILE 1972~ pp.
dali grandi e piccoli; sui vertici sono fiori gigliati e fogfo:: 245---7~ fig. 2.

218
TERRA SIGILLATA NORD-ITALICA

Altezza: cm lì· dìamerro: cm 9. Fascia di perline. Raldon (Verona), .i\1.useo Archeologico al Teatro Ro-
Quattro proromI urnane. Firmata ACASTVS ACO. mano di Verona: STENICO 1973, pp. 114--5, figg. 2 ab,
Garlasco 1\1usco dì Antichità di Torino: SILVE- 5 a.
STRINI 1938} p. fig. 7; CARDUCCI 1959, pp. 32 e 6r; Altezza: cm ro,8; diametro: cm 9,4. In alto fascia di
ACR 1965, 473, p, 338. ovuli e sagittae stondate. Fasci di linee curve si inter-
Altezza: 6,8; diametro: cm 3. Fila di perline. secano con borchie umbilicate nei punti di incontro,
Ramo di di ulivo con bacche. Firmata ACO. unendosi in alto. Dai vertici sorgono foglie di edera
affiancate da corimbi, alternate a rosette a sette petali
Quù1zm1-<1 (Brescia): LAVIZZARI PEDRAZZINI 1981,
su lunghi steli ondulati. La firma è a lettere spazìate:
p. 302,n. 4(). L· SARIVS• L·L· SVRVS.
Firmata ACO ACASTVS.
Sirmione, Grotte di Catullo, Soprintendenza Archeo-
FORMA IO D - MAGDALENSBERG 5. logica di Milano: STENICO 1973, pp. II6·. . 7, fig. 6.
Frammento. Si conservano festoni cordiformi, mar-
Descrizione. gherite, elementi vegetali complessi a cui è alternata un2
La forma di questa coppetta, che si può definire can- rana con rosetta-corimbo sottostante.
taroide, è caratterizzata da un alto bordo, concavo come Coviolo (Reggio Emilia), Museo Civico di Reggio
nella Forrna. r D, con orlo tuttavia dritto, appena sva- Emilia: BERMOND MONTANARI 1980, pp. 223--6, tavv.
sato e piegato in modo da formare all'interno una risega. LXX-LXXI, n. 1.
Il bordo è, impostato sul corpo emisferico con una spalla Altezza massima: cm r5. Linee intersecantisi, con bor-
piuttosto prnnunciata. Il piede, alto e strombato, pre- chie nei punti di unione, formano spazi triangolari; in
senta un;i modanatura a toro sull'orlo e due sul gambo, quelli inferiori sono foglie di acanto, in quelli superiori
presso l'atc.acco col corpo. Le anse verticali, a nastro corrispondenti rosette sovrastate da coppie di delfini ver-
costolato,j banno due linguette orizzontali sul colmo. ticali. Firma spaziata [L. S]A[RIVS L. L. S]VRVS.
La decorazione è limitata alla metà inferiore del vaso)
Magdalensberg: ScHrNDLER KAUDELKA 1980, tav.
come in tutte le coppe padane a rilievo. (Tavv. LXXI,
Il, I.
6-8; LXXì:t r).
Diametro: cm 9. Si alternano 4 crateri baccellati con
È notevole il fatto che quasi tutti gli esemplari finora
coperchio, su fasci di iinee convergenti, e grandi elementi
noti sono firmati da L. Sarius L. l. Surus, anche se non
vegetali con foglie pinnate e corimbi. Firma ]VR(.
si tratte:. di nn elemento probante per affermare che quel
fabbricam::c sia l'unico a produrre questa forma partico- Magdalensberg: ScHINDLER KAUDELKA 1980, tav. 44, n. 3.
lare di vaso. L'unica eccezione è costituita finora dal Diametro: cm 8. Si alternano fiori a 4 petali con ele-
pezzo del Niagdalensberg con la firma di Clemens, se il mento gigliato su fasci di linee convergenti, e grandi
frammento C sicuramente attribuibile a questa forma. motivi vegetali con foglie pinnate e infruttescenze.
Il vasc cii Coviolo sembra anomalo per le dimensioni Magdalensberg: ScHINDLER KAUDELKA I 980, tav. 44, nn.
notevoli, cbc lo avvicinano al craterisco di Forma r 1 D;
4-9.
tuttavia 12 sicura presenza di anse e la curvatura dell'orlo,
Frammenti: sul n. 7 la firma CLEME[NS] in tabula
che ne :f:lrm.n intuire uno sviluppo non eccessivo, hanno
ansata.
fatto prop,cndere per questa attribuzione.
Dimensioni:.
Diametro: i.:::m 8-·I7 circa; altezza: cm 9-r7 circa. FORMA II D.
Cronologù;. Descrizione.
Età augw;te<L Vaso-cratere, privo di anse, noto in due soli esemplari
Diffusione di Rimini e di Adria. È caratterizzato cia un alto bordo
concavo con orlo revoluto, che presenta all'interno una
1\{useo Guarnacci di Volterra: STENICO 1973,
risega. La parte inferiore del corpo, la sola decorata a
p. 115} 3 ab, 5 b; KLUMBACH 1966, p. 181, n. 19.
matrice, è globosa. Il piede, non ipotizzabile nel vaso di
Festoni di di edera e corimbi contornano morivi
Rimini, in cui è di restauro, si presenta alto, strombato
vegetali da foglie frastagliare da cui spuntano
e con orlo sagomato e ribattuto in quello di Adria. Si
boccioii fc.\iformi e tralci curvilinei che sorreggono <, in-
nota una notevole analogia tra l'andamento del profilo
frutrescc11zi.- mora "· La firma è spaziata a gruppi di
di questo cratere e la coppetta di Forma 10 D; a parte
lettere: 3ARIVS L·L- SVRVS.
l'assenza di anse, la differenza maggiore sta nell'odo.
Esrc, iv1•.::i:co 1\'i'azionale Atestino di Este: inedita. Si segnala, come eccezionale la presenza di decorazione
Altezzrt. cn1 1 o_,r; diametro: cm 9,5. In alto fascia di sovraddipinta nel vaso di Aquileia. (Tav. LXXII, 2·. ·3).
ovulì e scgitwe stondate. Foglie frastagliate si alternano La firma SILENVS · SARI · L · S · del vaso ni
a 11 canddahri )) sormontati da una grossa {i infruttescenza Adria può forse essere riferita anche a quello di Rimiid
a mora >·,. firma è a lettere spazi :.te· L. ~ ARI\rS L. (RICCIONI 1980, p. 64), già accostato dallo Stenico (STF-
L. SVF\': NICO r97r, p. u5:. alla produzione di Sarius.

2IJ!
TERRA SIGILLATA NORD-ITALICA

Senza voler proporre collegamenti né tanto meno deri- non è possibile dire come fosse il piede, che si può sup-
vazioni, assolutamente problematiche, si segnala la somi- porre ad anello. (Tav. LXXIII, 1).
glianza di questa forma con un cratere cinerario (<< urna ,,) Si nota una certa somiglianza con la Forma 9 D, usata
a campana di Volterra databile alla fine del II ·-inizi del da Aco, da cui differisce principalmente per l'orlo e la
I sec. a.C. (CRISTOFANI 1975, p. I9, fig. 14, 48), con cui profondità del bacino, che viene a dominare sul bordo.
ha in comune anche le dimensioni. Alla produzione padana la collegano strettamente i
motivi decorativi, con la caratteristica spartizione geo-
Dimensioni. metrica del corpo tramite fasci di linee parallele. In par-
Diametro: cm I7···-I8,7; altezza: cm 19,5-22,2. ticolare la fascia ad astragali richiama il motivo analogo
degli esemplari di Bolsena (p. 225), Cortona (p. 225),
Cronologia. Dorno (p. 222) e Giubiasco (p. 221) per lo più ricondu-
cibili alla produzione di Sarius.
Età augustea.
Dimensioni.
Diffusione.
Diametro: cm 6,6-u,6.
Rimini, scavi dell'Arco, Museo Civico di Rimini (Inv.
4752): ACR 1965, n. 464, p. 335; STENICO 1973, p. II5, Cronologia.
figg. 4 a b, 5 c. Età augustea,
Altezza: cm 19,5; diametro: cm r7. In alto fila di
perline. Semicerchi di fasci di linee intersecantisi con Di/fusione.
borchie urnbilicate nei punti di incontro, formano spazi Bologna, Museo Civico di Bologna: FAVA r962, p. 65J
triangolari. Da quelli supe.Tiori sorf:ono alterna ri\·amente n. 487, tav, 8.
foglie di acanto e motivi vegetali complessi, aìternati a
Altezza massima: cm 8,5; diametro: cm I 1,6. In alto
foglie di edera con corimbi, sotto cui sono margherite
fascia di astragali schematizzati. Fasci di linee semicir-
stilizzate. Negli spazi inferiori sono rosette ad otto petali,
colari si incrociano e si collegano in alto a formare un
Adria, Tomba 141 Canal Bianco, lv1useo di Adria fiocco; nei punti di incontro sono borchie umbilicate.
(Inv. 1901): RICCIONI 1980, p. 64. Dagli incroci inferiori pendono foglie frastagliate; altre
Altezza: cm 22,2; diametro: cm 18,7. In alto ghir- simili, terminanti in una specie di astragalo, si dipartono
landa di foglie stilizzate. Fasci di linee curve, conver- verso Falto. Negli spazi triangolari sono fiori a quattro
genti alternativamente in alto e in basso ed intersecan- petali bilobarì.
tisi, formano spazi romboidali e triangolari. Nei punti di Bologna, Museo Civico di Bologna: FAVA 1962, p. 65,
incontro sono borchie umbilicate, da cui sorgono ser- n. 488, tav. 8.
pentine che sostengono foglie e boccioli fusiformi. La Fasci di linee oblique si incrociano formando spazi
firma SILENVS • SARI • L •S • è spaziara nella deco- romboidali, con borchie umbilìcate negli incroci. Negli
razione. spazi romboidali sono foglie frastagliate; in quelli trian-
Aquileia: MASELLI SCOTTI 1984, pp. 59--60 e rav. III, golari superiori grossi ovuli contornati singoli.
n, 2.
Altezza: cm 20 circa; diametro: cm 25 circa. Fascia
orizzontale di rombi, contenenti fiori a sei petali; cordoni FORMA 13 D - MAGDALENSBERG 2.
intersecantisi, con borchie umbilicate nei punti di in-
crocio. Negli spazi in alto: maschera tra elementi vege- Descrizicmc.
tali; volatile con ali spiegate e lungo collo; in basso ro- Si tratta della forma caratteristica delle cosiddette <i S2-
sette e siringa. Sull'alto bordo è notevole una girale riusschalen ,i. Essa offre, pur nella costante ripetizione di
graffita, con fiori a tre globetri sovradàipinta in bianco. certi elementi fissi, una notevole quantità di varianti, sia
Duina (Trieste): !viASELLI SCOTTI r983, p. 52 e tav. 2, nelle proporzioni, che nel rapporto tra bordo e corpo de]
n. 6. vaso, che possono far individuare una tipologia di co-
Diametro: cm 17. Frammento. modo.
Il bordo, convesso, presenta un orlo rientrante sempli-
cemente assottigliato, o più spesso sottolineato da una
scanalatura esterna, ed altezza variabile. lì corpo emisfe-
FORMA 12 D. rico, decorato a matrice, può essere più o meno schiac-
ciato ed espanso. Il piede, ad anello~ è variamente sago-
Descrizione. mato. Le anse a nastro costolato hanno spesso sulla
La forma, rappresentata solo da due esemplari di Bo- sommità delle linguette decorative, o piccole presine. La
logna, è caratterizzata dal bordo concavo, non eccessiva- parte decorata è sempre riservata alla metà inferiore del
mente sviluppato rispetto al bacino e terminante con un vaso, generalmente delimitata in alto da una fascia ad
orlo assottigliato e svasato. La spalla è piuttosto pronun- ovuli o vegetale.
ciata; il bacino è profondo e decorato a matrice, analoga- Le infinite varietà di queste coppe, ne11'2.mbito àelfa
mente a quello delle altr·.:: coppe nord--~itabcne. Biansata, produzione di un singolo ceramista, non sembrano ri-

220
TERRA SIGILLATA NORD-ITALICA

spondcrc ad una ben precisa sequenza cronologica. Si Galliate (Novara): BAROCELLI 1918, p. 86.
può forse notare soltanto una anteriorità delle coppe a Altezza: cm 7; diametro: cm 7. Figura femminile
bacino e bordo notevolmente schiacciato (Tipo A)} nuda poggiata a colonna e coppie di guerrieri combat-
rispetto a qudlc con bordo più sviluppato, tanto da di- tenti.
venire a.ncb.: alto del corpo stesso. Palazzolo Vercellese, .lviuseo di Antichità di Torino:
È srnrn fatto (VON VACANO 1966--6ì, p. 89) un SCAFILE 1972, p. 246, figg. 4-··5,
raffronto tra questa forma e quella dei krazeriskoi della
Altezza: cm 9,1; diametro: cm 8,6. 8 coppie di pal-
fabbrica ii:alo---rncgarese di Popilius dal Talamonaccio (da-
mette contrapposte si alternano ad un motivo di due
tato rra ù 90 e il 70 a.C.) e da Populonia. Alla ceramica
fiori a 5 petali sovrapposti; negli spazi sono tondelli.
ài tipo c-Hc-nisi.:ico riporterebbero anche certi elementì
decorativi che si presentano spesso molto simili; ma è Bannio Anzino (Novara), Tomba 6, Jviuseo Silva di
dubbio é:C si debba pensare ad una derivazione dell'una Domodossola: ACR 1965, II, n. 469, p. 33ì; ScAFILE
dall'altra, o se invece si possa più prudentemente sup- 1972, p. 246, fig. 3.
porre solo l'esistenza di comuni modelli toreutici (SCOTTI Altezza : cm 8 ; diametro : cm 9; priva di anse. Jvio-
MASELLl r974-75, col. 500). tivi vegetali stilizzati, costituiti di boccioli collegati da
Si deve ricordare che la stessa forma della I\ Sa- elementi ondiformi e divisi a due a due da un ramo
riusschale: 1) ricorre in coppe biansate di Haltern (LoE- verticale. AI di sotto dei boccioli sono dei fiori.
SCHCKE 1909, tav. XII, tipo 55) e in genere nella cera- Giubiasco, Romisch-Germanisches Zcntralmuseum di
mica a pareti sottili di età tardorepubblicana~augustea Mainz: KLUMBACH 1966, p. 180, n. I.
(cfr. VEGAS 1973, pp. 78-80; MARABINI MoEvs 1973, Altezza: cm 8; diametro: cm 8,8. In alto fascia di
forma MAYET 1975, forma X a-e). La Mayet astragali. 5 figure stanti sono alternate a maschere di
(p. 44 sottolinea come non sia sufficiente per questa Satiro barbuto: Arpocrate con corona di Iside e corno
coppa l'evoluzione cronologica basata sull'altezza del bor- dell'abbondanzaj Amorino alato, poggiato ad un bastone;
do (VEGAS 1973, pp. 78-80 ), e come al contrario si deb- Vittoria frontale stante; Iside, con pòlos, timone e corno
bano tenere presenti tutti gli altri elementi, quali la cur- dell'abbondanza; Anubius, con ramo.
vatura del bordo, il piede, ecc. Ella data la forma alla
.1.H.uralto, Tomba Passalli 14, Museo cli Locarno: S1-
seconda metà del I sec. a.C.; il favore incontrato in età
MONETT 1941, T.P.14, fig, 26 b, n. 5; KLUMBACH 1966,
augustea avrebbe suscitato infine l'imitazione da parte di
p. 180, n. 2.
Sarius Surus. Si può quindi pensare che il ceramista si
sia ispirato ad una forma ampiamente diffusa verso la Altezza: cm 6,5; diametro: cm 8,5. Fitte srrigilature
metà del I sec. a.C. ed oltre, in ambito mediterraneo, verticali, delimitate in alto da una fascia di ovuli e sagir-
tae stondate.
aggiungendovi una decorazione che in parte richiama
quella italo~megarese. Stabio, Bernisches Hisrorisches Museum di Berna (Inv.
Per comodità di classificazione si possono distinguere 23822): DECHELETTE 1904, I, p. 39, fig. 24; S!LVESTRINI
i seguenti 1938, p. 55, fig. 5; KLUMBACH 1966, p. 180, n. 3.
A. D bordo raggiunge in altezza circa la metà del ba- Altezza: cm 6,5; diametro: cm 10,5. In alto fascia di
cino, che ;:; emisferico. Il piede, ad anello, è general- ovuli. Ghirlande verticali separano gladiatori in atto di
mente modanato. (Tav. LXXIII, 2-5). combattere, affrontati due a due. La firma SVRVS è
ripetuta due volte.
B. Si i:rntta del tipo più diffuso. Il rapporto tra bordo
e bacino sì modifica con l'innalzamento del primo, che ar- Ornavasso, Tomba Persona 95, Museo di Pallanza:
riva ad es:.;ere circa la metà dell'altezza totale della coppa. GRAVE 1974, p. 262, tav. 72, n. 5; KLUMBACH 1966, p.
Il corpo., emisferico, ha per lo più una curvatura rego- 181, n. 5,
lare, ma anche essere leggermente carenato (v. esem- Altezza: cm 7,2; diametro: cm 9,5, In alto ghirlanda
plare di Portorecanati) o approfondito (esemplare di orizzontale di foglie di edera. 4 gladiatori in atto di com-
Ordornt). (Tavv. LXXIV, I-·-4; LXXV, I--6; LXXVI, 1--5), battimento, affrontati due a due, sono separati da bastoni
C. Il hordo si innalza notevolmente, fino a predomi- verticali con corona alle estremità.
nare se che risulta pìuttosrn schiacciato. (Tav\:, Ornavasso, Tomba Persona 57, Museo di Fallanz::
LXXVI, 6; LXXVII, r ). GRAUE 1974, p. 255, tav. 64, Il, 4; STENICO 1965, p. III,
Dimensùnn'. tav. 45, nn. 3-4; KLUMBACH 1966, p. 181, n. 4·
Altezza: cm ì,3; diametro: cm 9,8. Il corpo è suddiviso
DiamcLro: cm 4~5"··I7, 4; altezza: cm 4,6--14,6. da fasci semicircolari di linee parallele, uniti in alto
Cronolor>..-,;. con rosette corimbo nei punti di ir:tersezione e di incon-
Ultirrn, emano del I sec. a.C-età flavia. tro. Da questi ultimi si innalza un morivo floreale, con
infruttescenza a pigna centrale: negli spazi, delfini volti
Dilfusioizc. verso il basso. La firma è spaziata nella decorazione:
Torùit' FAVA 1972, p. 150, n. 35 e p. 154. L- SAR!VS L-L- SVRVS.
Fram:ntnto con testa di satiro; croci di palmette e Ornavasso, Tomba Persona 95, Museo di Pallanza:
fiori :.t (:inque petali; resti della firma C E M Cle- GRAUE 1974, p. 262, tav. 72, n, 7; KLCMBACH 1966, p.
mens ~ r8;, n. 6.

22I
TERRA SIGILLATA NORD-ITALICA

Altezza: cm 7; diametro: cm 8,2. In alto ghirlanda Altezza: cm 7; diametro: cm IO. In alto giro di pal-
vegetale. Elemento principale è un arco verso cui si in- mette orizzontali volte a sinistra; quattro file irregolari
nalza un tralcio ondulato, su cui posa un volatile; in alto di squame a punta di lancia, la penultima capovolta.
e in basso borchie umbilicate, foglie e fiori tripetali.
Bardolino (Verona), Museo Archeologico al Teatro
Miradolo (Pavia): STENICO 1974-75, fig. r. Frammento Romano di Verona (Inv. A 5, 87): ACR 1965, II,
di matrice: ovuli capovolti; palmetta e parte di cigno. n. 479, p. 340; STENICO 1973, p. 117, figg. 7 a-b.
Valeggio (Pavia), Tomba 160: Valeggio 1978, fig. 24. In alto fila di archi contigui. Segmenti obliqui, alla
In alto fila di tondelli umbilìcati. Nelle zone triangolari cui estremità sono margherite, si incrociano, conver-
ottenute con festoni, ai cui vertici sono dei bucrani, si gendo in basso in una foglia tipica di hyma lesbico, ro-
alternano fiori a 6 petali, delfini e ancore. Firmata L • vesciata. Negli spazi superiori sono fiori dai petali irre-
SARIVS SVRVS. golari, in quelli inferiori roselline a 8 petali, in quelìi
Dorno (Pavia), Museo Civico di Pavia: STENICO 1965, centrali grandi foglie frastagliate con appendice conica
p. III, tav. 45, nn. 1-2; KLUMBACH 1966, p. r8r, n. 15. ai cui lati sono spaziate le lettere: A• TERENTI.
Altezza: cm 7,6; diametro: cm 9,4. In alto fascia di Spinìnbecco (Verona), Museo Archeologico al Teatro
astragali. Zone trìangolari sono ottenute con fasci di Romano di Verona (Inv. A 5, 84): ACR 1965, II,
linee parallele, nei cui punti di intersezione si trovano n. 465, pp. 335-6, tav. CXL, n. 294; STENICO 1973,
rosette-corimbo; sopra queste si innalzano fiori gigliati, p. II8, figg. 8 a-b; KLUMBACH 1966, p. 180, n. 8.
sormontati da un'infruttescenza a pigna, ai cui lati escono Altezza: cm u,2; diametro: cm 12,2. Fasci di linee
tralci ondulati terminami con tre bacche tonde. Negli parallele semicircolari si intersecano, convergendo in
spazi intermedi, ochette contrapposte due a due; in quelli alto in rosette a 8 petali. Negli spazi superiori si alternano
inferiori, ranoccPJ. La firma è spaziata nella decnrnzione: motivi composti da due palmette contrapposte, affiancate
SVRVS SARI L · S. da fiori gigliati su steli ondulati, e gruppi con la lupa che
Gropello Cairo/i (Pavia): :~oRTL'h'ATI ZcCCALA 1979, allatta i gemelli; in quelli inferiori un galletto ed un uc-
p. 36, n. 30 e figg. 22, n. 3 e .23. cello acquatico, affrontati.
Altezza: cm 7,5; diametro: cm 9,5. Tralcio orizzon-
Verona?, Mus. fUr Kunst und Gewerbe di Amburgo:
tale dì gigli; fasci di linee obiìque intersecantisi, con
STENICOr973, pp. 120-1; KLUMBACH 1966, p. 181, n. 9.
fiori nei punti di incontro. Zone triangolari decorate
con file sfalsate cli squame. Altezza: cm 4,6; diametro: cm 6,3. Foglie di vite,
alternativamente volte verso l'alto e verso il basso, col-
Gropello Cairo/i (Pavia): FORTUNATI ZucCALA 1979, legate da un tralcio ondulato e alternate a corimbi for-
p. 26, n. 4 e figg. 14, n. 4 e 15. mati da tre globetti.
Altezza: cm 8; diametro: cm 8,5. Si alternano un
grande fiore con foglie piumate su un elemento a bac- Adria (Ca' Garzoni, Tomba 57), Museo di Adria:
cello, affiancato ìn basso da fiore a sette petali e in alto DALLEMULLE 1975, p. 281, fig. 8, tav. LVII, nn. 1-2.,
da uccelli in volo. i\ltezza: cm 6,6; diametro: cm 4,5. In alto fascia di
Presso Cremona, Museo Civico ('. Ala Punzone di )> ovuli e sagitrae stondate. Ghirlanda dì foglie di edera,
Cremona: PoNTIROLI 1974, p. r95, n. 275, mv. CXLII. volte alternativamente verso l'alto e verso il basso, col-
Altezza: cm 7.; diametro: cm 8. In alto giro di doppie legate da tralci ondulati ed alternate a corimbi.
((svastiche)) tra file di tondelli, Serie di archetti su sot-
Adria (Ca' Garzoni, Tomba 18), Museo di Adria
tili colonne con capitelli stilizzati, all'interno dei quali
si dispone, a gruppi di lettere, la firma: L • VERG!LIVS (Inv. 10897): DALLEMULLE 1975, pp. 280-1, fig. 7, tav.
PRINCEPS.
LVI, nn. r-2.
Altezza: cm 8,2; diametro: cm 8. Due fasce orizzontali
Provenienza ignota, Museo dì Brescia: r) DECHELETTE comprese tra ìinee parallele: in quella superiore ghir-
1904, I, p. 40, n. 3; STENICO 1965, p. I ro, fig. 43, n. 7; landa di foglie di edera, volte alternativamente in su e
KLUMBACH 1966, p. 181, n. 7; 2) STENICO 1965, p, ro8,
in giù, con picciolo ondulato desinente ln una roseliine.;
fig. 43, n. 6. in quella inferiore embricatura di squame ogivali, sopra
Frammenti: n. r: file verticali di coppie di foglie semi- cui è spaziata la firma SVRVS.
lunate si alternano ad elementi vegetali su steli ondulati.
La firma è spaziata nella decorazione: L • SARIVS - Adria (Ca' Garzoni, Tomba 5), Museo di Adria (Inv.
L -L • SVRVS; n. 2: in alto motivi vegetali composti da fo- rn844): DALLEMt:LLE I975, p. 280, fig. 7, tav. LV, n, 3.
glie frastagliate che si dipartono da una rosetta a 5 petali; Altezza: cm 7,7; diametro: cm 8,5. Fasci di linee pa-
in basso embricatura di squame ,( a occhiello 1), alternate rallele si incrociano, convergendo in basso in borchie da
a borchie umbilicate. cui sorgono tralci onduiati, con palmette e, in airo in
Fidenza: .MARINI CALVANI 1977, p. 42, n. 19, fig. 9. altre palmette. Ad esse si alternano coroncine, sotto cui
Frammento con squame ogivali, rosette a 6 petali e sono posti irregolarmente dei trifogli. Della firma rc<,;ta
fascia superiore di ovuli e sagittae. solo L •f, che può far ipotizzare L. Sarius Surus.
Mambrorra (Verona), Museo Archeologico al Teatro Adria (Necropoli Canal Bianco), l\1.useo ài Adria:
Romano di Verona: STENICO 1973, pp. II8--9. DAL:XhrnLLE 1975, pp. :::79-<~80, fig. 6, tw;. L\', nn. >-2.

222
TERRA SIGILLATA NORD-ITALICA
---- - ----·------

.Altczzr: cm 71 7; diametro: cm 9,8. Si alternano due Scartazza (Modena): PARRA 1983, pp. 72-73, fìgg. 66-67.
motivi su steli ondulati: uno costituito da una Frammenti con fascia di rosette e con decorazione ve-
palmetta> da cui sorgono elementi fusiformi, impostata getale inserita in fasci di linee intersecantisi.
su un quadrifoglio; l'altro da due coppie di foglie <i a Bologna, Museo Civico di Bologna: FAVA 1962,
piuma una spiga centrale ed elementi fusiformi, con
pp. 55-66.
borchia umhilicata nel punto dì incontro. La firma è a
Numerosi frammenti, in alcuni dei quali la vernice
gruppi di. lettere spaziati nella decorazione: L • SARIVS-
si presenta nera quasi intenzionalmente, data l'uniformità
L. L. S\TRVS.
e la compattezza (nn. 364, 369, 380, 474, 5u); in altri
Adria, IVbseo di Adria: DALLEMVLLE r975, pp. 282-284, essa è invece nero-bruna per cattiva cottura; i rimanenti
nn. 7--r.2, esemplari hanno la vernice solita. Si danno di seguito i
Framrncmi: n. 7: giro di borchie umbilicate in alto e motivi decorativi più caratterizzanti.
cinghiale: affiancato da coroncine di punti; n. 8: fasci N. 361: coppie di linee verticali alternate a file di pun~
di linee incrociantisi, con palmetta sovrastante una bor- tini; n. 364: embricatura di squame ogivali; n. 368: fo-
chia umbilicata; n. 9: foglia frastagliata verticale, affian- glie di acanto su palmette rovesciare, e rosette; n. 369:
cata da due api e in alto fascia di ovuli e palmette; n. IO: foglie di acanto alternate a fiori a 6 petali e tondelli;
tralcio di edera; n. 12: motÌvo vegetale. n. 371: parte di figure isolate, una stante ammantata)
Abano (Padova), Soprintendenza Archeologica di Pa- Paltra con piede destro appoggiato ad un masso; n. 372:
dova: STENICO 1974-75, p. 51, n. 14; PESAVENTO 1'1ATTIOLI figure (una ammantata, di profilo a destra, l'altra incedente
1983, pp. 53-54 (noto come da Montegrotto). a destra), alternate a colonne su cui è posta un'anfora bac-
Numerm;i frammenti, alcuni con la firma di CLEMENS. cellata tra due foglie di acanto; n. 373: serie di tridenti
verticali; n. 48: come sopra, ma con asta composta di
Este (territorio), Museo Nazionale Atestino: inedito.
puntini, firmato HILARI; nn. 374-5: foglie divergenti
Altc:zz2: cm 8,9; diametro: cm 9,7. In alto giro di ele-
su sincarpo e palmette, e kyma lesbico; nn. 376, 378-380,
menti a ·v. Motivi vegetali molto irregolari.
441-2: giri di tondelli o fiorellini; n. 390: sotto un giro
Este, Tomba XVI, Museo Nazionale Atestino: inedito. di ovuli, parte di figura e siringa; n. 394: catena di foglie
Altezza: cm 6,3; diametro: cm 8,8. Strigilature ver- divaricate, tondelli e coroncine di punti; nn. 44f·-so:
ticali. croci di palmette e foglie frastagliate alternate a fiori
Prm;enicnza ignora, Museo di Schifanoia di Ferrara: sparsi; n. 451: maschera di Satiro, di profilo a sinistra,
BERTI 1978, p. 141, n. 200. sopra ad una croce come sopra; n. 466: elemento vegetale
Altezz2: cm n; diametro: cm 12,3. In alto giro dina- formato da foglie di acanto, da cui sorge un <1 candelabro
stri. Elementi vegetali formati di palmette contrapposte di volute)), sormontato da altre foglie; nn. 467-·475:
si alternano a cespi di acanto. Nel piede è una spiga in motivi vegetali vari, volatili nei nn. 471,473,475; n. 476:
rilievo. motivi vegetali complessi e margherite grandi e piccole,
separate da semicerchi di puntini; nn. 477-486: motivi
Cassana (Ferrara): VISSER TRAVAGLI 1980, pp. 89-91
vegetali vari, palmette, fiorellini, foglie di acanto, coron-
e fig. 8.
cine di punti, in uno spazio diviso da fasci di linee obli-
Fram.:nc:nti: con colonne scanalate e bollo esterno que, nei cui punti di incontro sono generalmente borchie
HILAR\IS e con bollo rettangolare SEVERVS.
umbilicate; il n. 483 conserva le lettere AN; n. 493:
Reggio Emilia: LASAGNA PATRONCINI 1977, p. 177, maschera di profilo a sinistra; n. 494: maschera di pro-
nn. 68 ; PATRONCINl 1980, p. 189, nn. 1-2. spetto e fiore a 6 petali; n. 495: giro di foglie di edera e
Fram__,_ry1enti. corimbi in alto, di foglie frastagliate in basso, di maschere
di prospetto e di profilo, intervallate da siringa, nel mezzo;
Bibbiano (Reggio Emilia): PATRONCINI 1980, p. 180, n. 2.
n. 498: bucranio e foglia frastagliata; n. 499: bucranio,
Fran:.m1.ento con ovuli. da cui si dipartono festoni e infule, tra fiorellini a 8 petali;
(Reggio Emilia): LASAGNA PATRONCINI 1977, n, 500: <<candelabri)) verticali di foglie, tra cui sono sparsi
p. 164:, nn. 28-31; PATRONClNI 1980, pp. 182--3, nn. 7-14. corimbi, foglie ed animaletti (un pesce e una rana);
Frarnrr:temi: n, 7: fiori a cinque petali e gigliati; cespo deiìa firma si conserva ] • L • SVR[; n. 510: fila superiore
di acanro e lettera L; n. 9: foglia di acanto e girali; n. di borchie umbilicate, fascia con animali in corsa, bac-
IO: di solchi verticali; n. II: uccello trampoliere; cellature intervallate da file di puntini partenti da una
sfalsate di foglie di edera; n. 13: foglie frasta- borchia umbilicata; n. 5 I I : spirali contrapposte, al-
14: rametto di foglioline. ternate a borchie umbilicate.
Co··l)/;';/i) (Reggio Emilia), Museo Civico di Reggio Emi- Budrio (Bologna): BERGAMINI SIMONI 1979, p. r6,
lia: 1\@fvWND MONTANARI 1980, pp. 223-6 e ta\', ta\'"';. IX-X; 1980, n. 242.
BERGM:HNI
n. 2. Altezza massima cm 7. Fasci di linee semicircolari
Altc:::zct massima cm 8,5. Fascia di ovuli e sagìtrae intersecantisi; dai vertici si dì partono foglie di acanto
stondat:.·,, Quattro maschere barbute, con nastri pendenti in su ed in giù; dai punti di intersezione si innalzano pal-
da cui si dipartono festoni di foglie e ghiande di quercia. mette su calice vegetale, ai lati di una delle quali è la
Sotto I.e maschere, granchi; negli spazi foglie di edera firma IVCVNDI; in basso, giro di larghe foglie con
e cori2YfrJi. Firma: L. SARI[. appendice conica.

223
TERRA SIGILLATA NORD-ITALICA

Budrio, Museo Archeologico di Budrio: BERGAMINI punti di incontro; negli spazi foglie di edera verticali
1980, n. 243. con picciolo ondulato, brocche e volatili; n, 923: embri-
Altezza: cm 11, 4; diametro: cm 12,3. Scena grottesca catura dì squame ogivali; n. 922: foglie di acanto e mo-
formata da tre figure accovacciate, di cui quella al centro tivi vegetali con stelo fusiforme; n. 92 5: rosellina e pro-
barbata. babilmente fiore di loto; n. 935: fasci di linee intersecan-
Budrio, Museo Archeologico di Budrio: tisi ed elementi fusiformi; n. 937: foglia frastagliata i
frammenti: nn. 244-5: impressioni a rotella; n. 246: n. 938: boccioli divergenti; n. 939: rosetta-corimbo al-
fiori a calice e rosette divisi da doppie linee; n. 247: l'incrocio di fasci di linee; nn. 94I ·-2: ghirlande orizzon-
rotellarure; nn. 248,.~9: sincarpi e rosette; nn. 114-124: tali di foglie; n. 943: fiore a sette petali.
sincarpi e foglie varie, fiori; n. I2 5: maschere femminili; Fiumana (Forlì): BERMOND MONTANARI 1971, pp.
n. 126: fasci di linee verticali alternati a torciglioni; 69--71, nn. 14-~22, figg. 16 a-i.
n. 958: baccellature; n. 957: palmetta; n. 1022: fila oriz- Frammenti: a: festone orizzontale di foglioline e parte
zontale di fiori tripetali. superiore di anfora baccellata; b: festoni di foglioline e
Budrio, Museo Archeologico di Budrio n. 254: margherita; c: gruppi di due palmette unite ad angolo
frammento di matrice: fila orizzontale di palmette; retto e rosette a 5 petali; d: fasci di linee parallele incro-
doppie linee oblique convergenti; negli spazi, margherite ciantisi a formare spazi romboidali, entro cui sono ro-
e cratere baccellato, slanciato, con coperchio conico, su sette a 4 petali; e: embricatura di squame ogivali; g:
supporto. parte di un erote alato, forse dietro ad un albero, e di
una figura femminile che regge con la destra una patera
Faenza: RIGHINI 1969, pp. 274-280: su cui si trova un'erma itifallica; h: fila di roselline; ì:
frammenti: n. 22 a: fascia di ovuli e sagùtae stondare; elementi vegetali.
bollo in cartiglio rettangolare ADELPV[S]; n. 11 b:
fascia di ovuli schematizzati in alto; tralcio Js edera e Forlimpopoli: ALDINI 1981, p. 68, nn. 180-3, fig. 26 a-d.
corimbi; della firma, spaziata nella decorazione, restano le Frammenti: a: treccia orizzontale di elementi a calice;
lenere ]ELP[ ; n. 23: resta parre della firma CLEM[ENSJ, festonì vegetali che si dipartono da palmette e racchiu-
n. 24: fascia di ovuli e sagittae stondate in alto, embri- dono coppie di cerchi concentrici; grandi foglie; b: fila
catura di squame ogivali, con resti della firma, spaziata, orizzontale di fogliette irregolari; foglie e fiori; c: pal-
JL • S[ ; altri frammenti con festoni di linee parallele, metta; d: linee tratteggiate intersecantisi a triangolo, con
animali ed elementi vegetali; da notare il fatto che borchie umbilicate negli spazi e nei punti di interse-
due di essi, diversi per vernice, sono fatti con la stessa zione, da cui sorge una linea ondulata.
matrice. Ravenna, Museo Nazionale di Ravenna (inv. 7931):
Faenza, lvlagazzino Archeologico di Faenza: RIGHINI BERMOND MONTANARI 1972, p. 76, fìg. 9.
1979, pp. 237-9, nn. 8-12, tavv. LXXVI-LXXVIII. Altezza: cm 13 circa; diametro: cm 15,4. Si riperono
Frammenti: n. 8: fasci di linee intersecantisi; resti della i morivi: palmetta; uccello acquatico con testa volta in-
firma L· SAR[; n. 9: tralcio di vite; firma Ser(ius); dietro ed ali spiegate; gruppo, composto probabilmente·
n. I o: candelabri vegetali compositi, alternati a rosoni di due figure, di cui una si appoggia alraltra (Satiro e
e uccelli di profilo; firma entro cartiglio rettangolare Dioniso ?) ; sotto, fiori a 4 petali.
SIPA; n. I I : lunga foglia piumata con girali e foglia Ravenna, lviuseo Nazionale di Ravenna: BERMOND J\1.oN-
frastagliata; parte di palmipede; firma come sopra; n. 12: TANARI !972, pp. 69-71.
grandi foglie ovali formanti rosoni ; sopra una di esse è Molti frammenti con motivi vegetali, figure umane,
la firma come sopra. Circa altri r 50 frammenti anepigrafi. animali; maschere teatrali, sileni, ecc.; un frammento
Russi (Ravenna): MAzzEo SARACINO 1977, p. 93, nn. con bollo ANNI, uno PRIMVS, uno ]ATVS; fig. 7:
915-8, fìgg. 14, !8. due fondi con foglie e altri elementi vegetali, uno dei
Frammenti: n. 915: foglia frastagliata e bollo in car- quali con fasci semicircolari di linee parallele; fig. 8:
tiglio retrangolare M • SER / LAETI; n. 916: resti del frammento con embricatura.
bollo ]OTIS; n, 917= giro di ovuli; foglìa frastafliata e Ravenna, Museo Nazionale di Ravenna: BERMOND
firma ]AVE[; n. 918: resti del bolio [LVJC\- [LL]VS. MONTANARI 1972, pp. 68-9, figg. 2-6.
Russi (Ravenna), Soprintendenza Archeologica di Bolo- Frammenti di matrice: fig. 2: con ovuli e sagitrae
gna: MAZZEO SARACINO 1977, p. 93, n. 919, figg. 23, 39. stondate, e fiori a otto petali; fig. 3: frammento con co-
rona di foglie, inframmezzata da fiore a quattro petali,
Altezza: cm 8,2. In alto fila di tondelli impressi male;
sotto cui è una foglia, e parte di ala; frammento con pal-
in basso tre giri sovrapposti di roselìine, piume, fiori a
metta e foglie; frammento con gruppo di puntini; fig. 4:
tre petali; nel mezzo leoni ruggenti, di profilo a destra,
frammento con cratere baccellato; frammento con fo-
alternati a gruppi di due fiori a calice sovrapposti.
glìe contrapposte_; frammento con linee puntinate; frarn.-
Russi (Ravenna), Soprintendenza Archeologica di Bo- mento con fiori e foglie; fig. 5: tralcio di foglie, uccello;
logna: MAZZEO SARACINO r97j. fig. 6: fila di ovuli sormontati da rettangoli formati da
Frammenti: nn. 514 e 921: parte di figura maschile tre segmenti cordiformi, su cui sono volute ricorrenti,
stante di prospetto; nn. 772, 774: rosette; n. 920: fasci sotto testa elmata di gladiatore. Altri 4 frammenti con
di linee semicircolari intersecantisi, con cerchietti nei linee parallele, cerchi e fiori.

224
TERRA SIGILLATA NORD-ITALICA

Canoiica, Museo di Cattolica: MAZZEO SARACINO 1979. Ancona: 1\1.ERCANDO 1972, p. 207,
Altezze,: cm 6,8. In alto fila di borchie umbilicate. Tre frammenti con fascia di ovuli; due di essi presen-
Fasci <li linee paralleìe intersecantisi, convergenti in alto tano anche una decorazione floreale e le lettere OP.
in borchie da cui si innalzano palmette; negli spazi si Ordona (Inv. 65 OR 90): MERTENS 1972, pp. 22r-8;
rìpetono gruppi di due figure, una probabilmente ma- STENICO 1971 b, pp. 143-150, tav. LVI.
schile c:d una femminile ammantata, rivolti verso un cra- Altezza: cm 14; diametro: cm r6,5. In alto fregio di
tere baccdlarn con alto coperchio conico, che si innalza foglie di vite e grappoli. Fasci di linee oblique si inter-
su <1 can.ddabro )J formato da elementi cuoriformi. Fir- secano con borchie, umbilicate nei punti di incontro, da
mata :FVSC. cui sorgono motivi floreali con elemento fusiforme cer..-
Porrorccanati: A1ERCANDO 1972, p. 204, n. 3. trale, e palmette racchiuse in doppie volute. Negli spazi
Altezza: cm 14,6; diametro: cm 14,8. In alto fascia intermedi sono dei busti realistici. Della firma, spaziata,
di ovuli e sagiuae stondate. Baccellature piumate, sor- resta ]I L •S[, forse integrabile Sarii Suri' L. s(ervi).
genti da doppi petali che si innalzano su coppie di foglie Ordona: MERTENS 1972, pp. 224-6, fig. 5.
di acanto convergenti, si alternano a palmette a 7 petali Due frammenti di coppa con fasci di linee incrociantisi
con infiorescenza centrale, su cespi vegetali rovesciati, al ed elementi vegetali. Resti della firma ]LE[, forse Cle-
di sotto dei quali sono margherite a 6 petali. mens.
Porrorccanazi: MERCANDO r972, p. 204, n. r, figg. 2-3. Ordona: VANDERHOEVEN 1979, pp. 97-ror, nn. 68··-95,
AJrezza.: cm r4,4; diametro: cm 17,4. In alto fascia ravv. XLIV-V.
come sopra. Si ripete 4 volte lo stesso motivo vegetale: da Frammenti: n. 78: palmette su incrocio di fasci di
una bor~hìa centrale si dipartono verso il basso palmetta a linee; n. 79: amorino; n. 81: ovuli e sagittae; Arpocrate
vemaglioJ lateralmente foglie, piume, elementi fusiformi con cornucopia; n. 83: ovuli e sagiuae tra cui è la lettera
e gìrnE, verso Palto una triplice foglia d'acanto sormon- ]R[ ; n. 84: fasci di linee intersecantisi; testa dì Gorgone;
tata da un volatile, ai cui lati sono infiorescenze globose n. 85: foglia frastagliata; n. 88: elementi ({3 pigna);;
su lunghi steli ondulati. Della firma, spaziata, resta n. 89: resti della firma ]L[ fra tralci ondulati e foglie;
]ENVS[, forse [SIL]ENVS [SARI L-SJ. n. 90: ovuli e sagittae; anfora con coperchio conico;
Cesano di Senigallia (Ancona): .M.ERCANDO 1972, p. n. 9r: fila di margherite; n. 92: fasci di linee intersecan-
206, rr. 6. tisi, con palmette contrapposte agli incroci; lettera ]E[ ;
~AJtez:r.a: cm II,5; diametro: cm 16. In alto fascia n. 93: foglie a piuma; n. 94: foglia a piuma su palmetta
orizzontale di elementi cuoriforrrJ con calice triangolare rovescia.
centrale e rosette-corimbo, alternati a foglie. Fasci di S. Foca (Lecce), l\-1.useo Provinciale di Lecce.
linee parallele si intersecano convergendo in alto; nel Frammento: grosso tralcio di foglie cuoriformi di
punto di incontro sono rosette-corimbo, da cui si innal- edera e corimbi.
zano palmette a 7 foglie; negli spazi superiori coppie di Bolsena: GoUDINEAU 1968 b, pp. 527-545.
fiori a 5 petali su cespo di acanto, sono cui doveva tro- Altezza: cm 6,8; diametro: cm 10,3. In alto fila di
varsi un elemento vegetale con boccioli; in quelli infe- tondelli e bastoncini; 4 gladiatori combattono tra loro a
riori rosette a molti petali. coppie, due da vicino e due da lontano; due di essi han-
Fossonibrone: MERCANDO 1972, p. 207, n. 9, figg. 6, 8. no testa animale, di asino e cane. Da una parre la raffi-
AJ.tczza: cm 10,5; diametro: cm 12. In alto fascia di gurazione è interrotta da due coppie di segmenti a V,
ovuli. Lunghe foglie di acanto verticali si alternano a cordìformi, l'una dentro l'altra. Della firma, spaziata, re-
maschc:c: barbute agganciate in alto con una catenella. stano le lettere SAR[ JS[ ]RVS.
Fano_, l'v'iuseo Civico di Fano: lviERCANDO 1972, p. 206, Cortona (dintorni), Museo di Cortona: STENICO 1965,
nn, 7- 8. P· IIO, rav. 44, nn. 3-5; DECHELETTE 1904, p. 40, n. 5.
Due frammenti decorati l'uno con ovuli e sagittac In alto fascia di astragali schematizzati. Segmenti con-
stondaE:, l'altro con tralcio orizzontale dì foglie. vergenti, formati da astragali simili formano spazi trian-
golari: in quelli inferiori sono lunghe foglie cii acanto,
Vili,:·. Porenza (Macerata): MERCANDO 1972, pp. 205-6, in quelli superiori motivi vegetali composti da un fiore
n. 5 b. gigliato che si eleva su fogìie frastagliate, insieme a due
Frmnm.ento decorato con fascia dì ovuli sormontata corimbi di globetti su stelo ondulato. Spaziata nella de-
da un di puntini. corazione è la firma SVRVS • SARI · L-S.
Casze((tdardo (Ancona): A1.ERCANDO 1979, p. r6r, nn, Gheno (Pordenone), Museo Civico di San Vito al Ta-
r~2. 7r. gliamento: SCOTTI MASELLI 1974-75, col!. 491~3, rig. 4.
Tre frammenti con foglia, rosetta e fila di tondelli Tralcio orizzontale di foglie di vite e fiorellini a 4 pe-
um!Jili.cni. tali; presso il piede giro di piccoli granchi; diagonal-
Porrorecanati (Macerata): MERCANDO 1979, pp. 234-·7, mente passa un festone di trattini. Della firma si con-
nn. 10--13, fig. 150 b-h. servano le lettere SER o SERE.
Frnmmcmi con rosette, palmette, tralcio con foglie Gheno (Pordenone), Museo Civico di San 'Vito al Ta-
fiori. a glob2tti. gliamento: SCOTTI lvi.ASELLI 1974-75, coE. 48s,--91, fig. 3.

225
lC
TERRA SIGILLATA NORD-ITALICA

/ùtczza: cm r2,7; diametro: cm 15,4. Fasce sovrap- tale di foglie di acanto; scena di amazzonomachia, con
poste, separate da linee parallele; dall'alto : giro di foglie amazzone a cavallo afferrata da un guerriero nudo, con
di edera, volte alternativamente in alto e in basso, in- grande scudo rotondo. Firma spaziata: AESCINVS.
frammezzate da corimbi; foglie frastagliate verticali, al- Aquileia, A1.useo Archeologico: SCOTTI MASELLI 1972,
ternate a fiori a 6 petali, collegati in basso con rosette; col. 7, fig. 3-
fascia di ovuli e sagùrae stondate rovesciate; giro di fo- Altezza: cm j; diametro: cm 9,3. In alto fascia di
glie volte in basso, dove sono alternate a fiori a 6 petali. ovuli e sagittac stondate. Lunghe foglie di acamo verti-
Gheno (Pordenone), Museo Civico di San Vito al cali si alternano ad infiorescenze sferoidali su stelo ondu-
Tagliamento: SCOTTI MASELLI 1974-75, col!. 488-9, lato e fiori dal lungo calice, sorgenti da un cespo vege-
figg. 1~2. tale. Firma spaziata: SIPA.
Altezza: cm 13; diametro: cm 17. Fasci di linee pa- Aquileia, Museo Archeologico: SCOTTI A1.ASELLI r 972,
rallde intersecantisi, con borchie nei punti di incontro; coll. 6-j, fig. 2.
negli spazi inferiori embricatura di squame ogivali; in Frammento: in alto festone orizzontale di foglie. Pic-
quelli intermedi foglie di edera verticali; in quelli supe- cola figura femminile stante, sotto l'ansa, con ai lati mo-
riori elemento vegetale, formato da tre foglie di acanto tivi vegetali di foglie di acanto, elementi fusiformi e
alternate a corimbi. volute vegetali. Firma spaziata: A· TEREN[.
Gheno (Pordenone), lv1useo Civico di San Vito al Ta- Aquilez'a, Museo Archeologico: SCOTTI MASELLI I 9i2,
gliamento: SCOTTI MASELLI 1974-75, col. 493, figg. 5-6. col. 9, fig. 6.
Altezza massima: cm 10,2; diametro: cm 16,1. Sei ghir- Altezza: cm 6,8; diametro: cm 4,2. Fasci di linee in-
lande verticali di elementi cuoriformi, che terminano in tersecantisi, con borchie umbilicate nei punti di unione,
alto in fiori gigliati, formano spazi in cui sono rosette formano spazi romboidali, in cui sono elementi vegetali
a 4 ed a 6 petali. costituiti da una catena verticale di foglie trilobate; nelle
Frammento: fasci di linee •mers;c;c: .n:•si, C(Fl borchie
0
zone triangolari superiori, foglie frastagliate> con gambo
umbilìcate nei punti di da ~:,.ri sì , 'malzano ondulato.
foglie << a piuma >>; nello spazio, rose:liina a 8 petali e la
lettera N. Aquileia, Museo Archeologico: SCOTTI l'AASELLI I9j2,
col. ro, fig. 7.
Ponte dei Romani (Pordenone), lvluseo Civico di San Altezza: cm 9. In alto ghirlanda orizzontale di foglie.
Vito al Tagliamento: SCOTTI MAsELLt 1974-75, col. 494, Grandi festoni di ulivo sono fermati da una rosetta a
fig. j. 8 petali nel punto di tangenza col piede. Negli spazi
Frammento. Foglia di acanto; spiga al centro, fian- soprastanti, elementi vegetali a croce, con rosetta cen-
cheggìata dalle lettere A R; altro elemento, forse un trale da cui si dipartono fiori dal lungo calice alternati
vaso ( ?). a motivi fusiformi e palmette; in quelli inferiori, elementi
Palù (Pordenone), Museo Civico dì San Vito al Ta- analoghi, con rosetta centrale e foglie frastagliate alter-
gliamento: SCOTTI MASELLI I9j4~j5, col. 494, fig. 8. nate a motivi fusiformi, distanziate da tondelli. '
Frammento: cratere baccellato con coperchio conico. Aquileia, Museo Archeologico (Inv. 8048): Scorn
Resta parte della firma FV[ , integrabiìe Fuscus. l'AASELLI 19j2, coli. 10-.. II, fig. 8.
Portogruaro (Venezia), Museo Archeologico: SCOTTI Frammento: in alto fascia di ovuli e sagittae srondate.
MASELLI 1974-75, coli. 493-4, figg. 9-ro. Foglie verticali di acanto, sopra cui sono uccelli palustri,
Frammento: in alto catena orizzontale di fiori gigliati. si alternano a coppie di foglie <( a piuma )) sovrapposte
Parte di un fiore gigliato; palmetta nel punto di unione e tralci ondulati desinenti in fiori trilobati. In basso,
di una linea a trattini e di una continua; piccolo volatile. rosette a r 2 petali.
Fasce parallele a bordi rilevati si incontrano a formare Aquileia, Museo Archeologico (Inv. 8054): SCOTTI
spazi romboidali, con borchie umbilicate nei punti di J\iASELLI 19j2, coll. II-12, fig. 9.
incontro; rosette negli spazi. Altezza: cm 8,2; diametro: cm 9,5. In alto corona
Torce/lo (Venezia): PESAVENTO MATTIOLI 1983, pp. orizzontale di foglie. Rosetta a I2 petali, su cui è un
53-57- motivo vegetale che si ripete 4 volte: da una palmetta
Altezza: cm IO; diametro: cm 12. Fasci di linee paral- si diparte una foglia frastagliata, compresa tra due steli
lele intersecantisi, con borchie umbilicate nei punti di ondulati desinenti in fiore gigliato.
incrocio, convergono in alto in palmette. Negli spazi Aquileia, Museo Archeologico: SCOTTI MASELLI 1972,
superiori, foghe di acanto tra rosette e coroncine di punti; fig. 13, col. 15.
in quelli triangolari, fiori e lettere spaziate CLE[M]ENS. Altezza: cm 15,3; diametro: cm 17,2. In alto 1, ghir-
Aquileia, Museo Archeologico (Inv. 51888): SCRINARI landa formata da fasci di 4 steli terminanti in fiori gi-
1956, pp. 465-470; SCOTTI MASELI.I 1972, col!. 5-6, gliati e spighe >l-. Si alternano motivi vegetali: uno com-
fig. I. posto da palmetta rovesciata, da cui sorge una foglia di
Altezza: cm r5; diametro: cm 15,5. In alto doppia acanto affiancata da steli ondulati, con fiori gigliati, fo-
linea tratteggiata. Si alternano due motivi figurati: busto glie piumate ed altri steli con rosette; l'altro, non inte-
viriie con testa volta a sinistra, uscente da un trofeo vege- ramente conservato, composto da due for1ie frastagliate.

226
TERRA SIGILLATA NORD-ITALICA
Aqwicù2~ Alusco Archeologico: SCOTTI .lViASELLI 1972, lobati; firmato SVRVS; n. 21: fasci di linee parallele,
coll. 9-q. intersecantisi a formare spazi romboidali, con borchie
Frammenti: n. 4: fasci di linee convergenti in alto, fer- umbìlicate nei punti di incontro e rosette negli spazi;
mati dJ rosetta con palmetta sovrastante; foglia di acanto. n. 27: in alto ghirlanda di fiori e foglie; motivo vegetale;
Firmato IiILA[RVSJ.; n. 5: in alto ovuli e sagittae ston- n. 28: parte di figura maschile stante, di prospetto, nuda
date. AI di sotto maschera, tra coroncine di punti e fiori e con mantello sul braccio sinistro; n. 26: in alto fila
a 6 pernli. Della firma, spaziata, r~sta: ]M~S; n . ro: f~- di borchie umbilicate da cui si dipartono alternativamente
glia di acanto_; rosetta a 4. petali; coroncma d1 punr1 ~ fasci di linee verticali parallele e linee segmentare; n. 2 5:
nalmena. Ddla firma, spaziata, resta:] EN[; n, rr: fasci srrigilature verticali.
di linee oblique incrociantisi, con borchie umbìlicate nei Auerberg: ULBERT 1975, p. 428, fìg. 20.
punti di incontro, da cui si dipart~ una foglia. di ac~nt~ Altezza: cm 7,5 .i diametro: cm 8,5. Fila di tondelli,
verso l'alro e una palmetta verso 11 basso. Da1 punti ai sovrapposti in alto alle strigilature verticali che coprono
unione di;;cendono elementi fusiformi. In alto cerchietti
la superficie e su cui sono anche le lettere spaziate della
di punti e rosette; n. 12: embricatura a squame ogivali. firma CLEMENS.
Aquileia (territorio): NovAK 1980, coll. 197-204. Lorenzberg: ULBERT 1965, p. 68, tav. 12, nn. 1-6.
Altezza: cm q; diametro: cm 15,5. Tralcio orizzon- Frammenti: n. 2: palmette contrapposte all'incrocio di
tale di fogliette s·tilizzate. Si alternano: foglia frastagliata fasci di linee paralleìe; n. 3: parte di due figure stanti
su pampino; file verticali di fiori e coroncine di punti; panneggiate; nn. 4-5: linee incrociantisi; n. 6: rosette
elemento fusiforme racchiuso entro doppie volute, su puntiformi irregolarmente sparse.
palmetta rovescia. Firma a lettere spaziate [CLEM]ENS.
Oberhausen: ULBERT 1960, p. 16, tav. 2, nn. 13-14.
1vfedca (Gorizia): FURLANI 1971, coll. 6-7, figg. 6-7.
Due frammenti, di cui uno con decorazione vegetale,
Frarnmcm:.i.: n. 6: fascia di ovuli e sagìttae; palmette sul l'altro con ovuli.
corpo; n. 7: fascia di rosette e decorazione floreale varia.
Magdalensberg, Landesnmseum di Klagenfurt: KNORR
Cii,idaù\ Terme romane, Museo Archeologico di Ci- 1919, p. 3, taV. 3; KLUMBACH 1966, p. 181, Il. 13.
vidale: fviASELLI SCOTTI 1977, coli. 89--90, n. 26, tav.
Altezza: cm 8; diametro: cm 9,2. In alto fila dì per-
II, n. r2 e frg. 4.
line. Elementi vegetali complessi, affiancati da rosette,
Altezza massima: cm II,5; diametro: cm 20,3. In alto sono compresi negli spazi individuati da festoni di linee
fascia di ovuli e sagittae. Ghirlande di foglie di edera e parallele, sul cui punto di incontro, segnato da due fi.oc-
corimbi. sono fermate alle estremità con fiocchi; nello chi.1 si elevano palmette a 5 petali.
spazio supe,:ìore conservato sono maschere fiancheggiate
da rosette; in quello inferiore un volatile tra un cin- A1agdalensberg, Landesmuseum di Klagenfurt (Inv.
ghiale cd un leone. 2289): KNORR 1919, tav. 3; KLUMBACH 1966, p. r8r,
n. I2.
Cii·idal::~ Museo Archeologico di Cividale: .M.ASELLI
Scorn 197;\ col. 89, n. 25, tav. II, n. IL Giro di coppie di foglie di vite, volte verso il basso,
coi gambi intrecciati, rra cui si vedono piccoli grappoli.
Altezza: cm 8, 7; diametro: cm 9. Si alternano ele-
; uno costituito da un cespo da cui sor- Magdalensberg, Landesmuseum di Klagenfurt:
ed un fiore su lungo stelo; l'altro in cui KENNER 1954: quattro frammenti con rosette di punti,
si nota urw. rosena a 12 petali da cui sorge una specie rosette e foglie.
di palmc:na. KENNER 1958: numerosi frammenti con foglie di acan-
to, fiori e uccelli; uno con la lettera ]F(.
Aurìsina (Trieste): lvi.ASELLI SCOTTI 1976, p. 75, tav. III.
f-m: frammenti, di cui uno con fascia dì ovuli e K.EKNER 1959: due frammenti con squame e ovuli, con
sagìttae st,mciat,e, uno con foglia frastagliata, uno con viticci stilizzati e foglie.
testine. IZEh.:'NER 1961, pp. 76-82, fìg. 42: frammento con ovuii
e sagittae e squame ogivali; frammento corr ovuli e foglie
Srramarr: !viASELLI SCOTTI r977 b, p. 348, di acanto; frammento con file sovrapposte di foglie oriz-
zonraii, quadrifogli, \( pendagli )) a forma di pigna; fig. 44:
Altezz.2. cm 6,3; diametro: cm 9,5. Quattro festoni frammento con danzatrice, o donna in fuga; fig. 47:
formati da minutissimi puntì in rilievo, nel cui punto di coppa (diametro cm 8) con fasci di linee parallele unire
unione sono appesi pendagìi, con ai lati elementi triango- ad angolo, e infruttescenze <i a mora )) ; resti della firma
lari. spazi sovrastanti sono motivi vegetali compo- O A; fig. 48: frammento con foglie e fiori; fig. 49: otto
sti da tre di acanto tra cui si elevano due palmette frammenti con flautista, rosette, coroncine di punti~
su steli
tralcio di fiori gigliati, morivi vegetali vari.
Strame ·:Trieste): J\1ASELLI SCOTTI 1977 b, pp. 348~50, Magdalensberg: ScHINDLER KAUDELKA 1980, tavv. 45-
tav. IL 66, nn. 1--209.
Frammenti: n. 24: motivo vegetale formato da foglia Decorazioni varie, con figure ed elementi vegetali. Si
frastagliata verticale, su cui è un uccello, affiancata da notano in particolare:
fiori di melograno su steli ondulati e foglie di acanto; Tav. 45, n. I: figure caricaturali, una delle quali con
n. 20: di linee parallele:; fiorellino a tre petaii bi- anfore sulla spalla; r::r;. 45, n . .:. : cariatidi alternatt: a

227
TERRA SIGILLATA NORD-ITALICA

fiori; rav. 45, n. 3: parte di probabile figura caricatu- Mrdakavìca: BRus1(: 1977, tav. IV, n. 1.
rale; tav. 45, n. 4: figura femminile ammantata; tav. 46, Altezza: cm IO_,S; diametro: cm 1 I. Strigilatura for-
n. 12: cavaliere; tav. 46, n. 15: mano che regge un fe- mata da file di perline verticali.
stone, sotto cui è la firma JNDI; tav. 46, n. 17: figura Mrdakovica: BRusrè': I977, tav. V, n. r.
nuda presso fontana; tav. 49, n. 38: ovuli con la firma
Altezza: cm 7,2; diametro: cm 7,8. In alto fiia dì
SIPA in rabula ansata; spazi triangolari delineati da fasci perline. Grandi foglie verticali frastagliate si alternano a
di lince convergenti: nei superiori decorazione a squame;
coppie di rosette e a corimbi.
negli inferiori altri fasci divergenti.
Tav. 55, n. 99: altezza cm 13: si alternano grandì foglie Mrdalwv/ca: BRus1C r977, tav. IV, n. 2.
di palma, a cui sono affiancati elementi vegetali, su cui Altezza: cm I 6; diametro : cm 20 circa. In alto fascia
sono uccelli, e grandi fiori con sopra palmette. di ovuli e sagitrae stondate. Fasci di linee oblique si
Tav. 56, nn. roo . ·~Ior: volatili; tav. 56, n. 106: rane; tav. intersecano, con borchie umbilicate nei punti dì incon-
58, n. r2r: pilastrino da cui si dipartono festoni di linee; tro. Dai vertici superiori si innalzano palmette su foglie
frastagliate. Negli spazi si alternano volatili e rami dalle
volatile; tav. 58, n. 123: fasci di linee convergenti e
incrociantesi, con grandi foglie e fiori ad 8 petali negli foglie lanceolate e infiorescenze centrali. In basso sono
margherite e fiori a stella.
spazi. Firma L · SVRVS SV[.
Tav. 60, n. r36: diametro: cm 9,5. Fregio di calici Provenienza ignota, \X'iirttemberg, Landesmuseum di
ondulati; maschere su fasci di linee convergenti; negli Stuttgart: KN0RR 1919, p. 3, tav. 3; KLUMBACH 1966,
spazi palmette e foglie pinnate. p. I8I, Il, 2I.
Tav. 60, n. 13;: altezza: cm 84; diametro: cm 8,5. Altezza: cm 7,5; diametro: cm 9,4. In alto fila di
Palmette su fasci di linee convergenti, con nocche al perline. Fasci di linee oblique posti a zig-zag conver-
vertice; negli spazi elementi \'tgern.li con infruttescenze gono in alto in rosette. Rosette più grandi sono negli
a mora contrapposte. spazi inferiori, mentre altre simili, su segmenti a corda,
Tav. 6r, n. 139: firm::c JSVR[, sì innalzano dai punti di incontro inferiori.
Tav. 63, n. r6o: vesciche pennute.
Dernovo, Museo di Lubiana: OxÉ-COMFORT r968, n. FORMA 14D.
1579.
Firmata L. ROI VIT ALIS. Vaso globulare, cli forma inusitata, a corpo quasi sfe-
rico, appena schiacciato, con orlo dritto leggermente in-
Lubiana: CuRK r97r, p. 6I, n. 13. clinato verso l'interno e basso piede ad anello variamente
Decorata a costolature verticali. Firmata CLEMENS. sagomato. In tre dei forse quattro esemplari noti, esso è
Lubiana: PLESNlCAR··GEC 1972, tav. CLXXIII, T. munito di anse orizzontali a bastoncello, ripiegate verso
900, Il. 8. il corpo, impostate sulla sommità della parte decorata,
In alto fascia di ovuli e sagittae stondate. Otto marghe- dopo la lavorazione a matrice. (Tav. LXXVII, 2).
rite a 7 petali sono alternate alle lettere della firma CLE- È decorata solo la metà inferiore del vaso, così che
lvlENS; sotto queste ultime si trovano morivi vegetali era possibile sfruttare lo stesso tipo di matrice emisfe-
composti di foglie e bacche rotonde. rica usato per le altre coppe di <i tipo Sarius )).
È interessante anche per questa forma, come per la
Lubiana: VnoC:-BELANCIC 1968, p. 5n, tav. I, n. 3.
precedente, notare la frequenza della firma L · SARIVS
Fasci di linee semicircolari si intersecano, con rosette L-L· SVRVS, intera o integrabile, su tre dei vasi; il
nei punti di incrocio. Dai vertici superiori si dipan:ono
quarto è anepigrafe.
coppie di palmette; dalle intersezìonì, verso il basso pal-
mette a tre petali, verso l'alto lunghi elementi fusiformi, Dimensioni.
affiancati in alto da quadrifogli, Spaziata nella decora-
Diametro: cm 6,3--10,3; altezza: cm 9-r7.
zione è la firma CLEMENS.
Lubiana: PLESNICAR-GEC 1983, tav. r, n. I. Cronalagia.
Festoni corposi di foglie e fiori sopra e sotto i quali Età augustea.
sono volatili; dalle tracce della firma si ipotizza Cle-mens.
Capodisrria: SCOTTI .MASELLI 1980, col. 17I. Diffusione.
Frammento con firma SAR[IVS. Este, Casa Ricovero, l\1useo Nazionale Atestino (Inv.
202); inedito.
Pola, Musco Archeologico: MLAK.AR 1974, tav. XIV .4.
Altezza: cm 17; diametro: cm rn,3. In alto tre fasce
Decorazione vegetale. Due coppe sono anche nella Sala
parallele di perline, fiori tripetali in catena, coppie di
,., dello stesso l\1.useo.
foglie. Coppie di fasci di linee uniti in alto, con rosel-
Mrdakavica: BRusrè 1977, mv. III, n. 2. Jina a sei petali nei punti di incontro, formano spazi
Altezza: cm 1 I; diametro: cm r 2. In alto fila di co- triangolari entro cui sono dei (< candelabri ,) di foglie,
roncine. Si alternano lunghe foglie di acanto, verticali, sormontati da boccioli, da cui spuntano elementi fusi-
e maschere, sotto cui sono margherite a 7 petali. La formi. Negli spazi maggiori rimanenti 11 candelabri i si-
firma, spaziar:~,. è forse.' qudh: di CLEMENS. mili sono affiancati da 2ltri morivi vegetali compiessi,
TERRA SIGILLATA NORD-ITALICA

desinenti in boccioli analoghi; in alto e in basso sono tica fl, diversa dalla produzione denominata più generica-
roselline a sei petali. mente <{ padana )).
Adria, Nccrnpoii Canal Bìanco, Museo di Adria: Si deve ricordare che recentemente (TONIOLO 1983,
DALLEJ\ffLLE 1975) pp. 278--9, fig. 6, tav. LIV, nn. I-2. pp. 132-133) una coppa di Este con centauromachia è
Altezza: cm 9; diametro: cm 6,3. In alto fascia di stata attribuita ad una succursale ateiana forse localizzabile
ovuli e stondate. Fasci di linee curve sì uniscono in area romagnola, e che a Rimini sono attestati pezzi
in alto e basso alternativamente, con borchie umbili- nord-italici con decorazioni di tipo aretino (]Vl.AIOLI
cate nc1 punti di incontro, formando spazi ogivali e 1980, pp. 151-152).
rriangolari. N,::.i primi sono quadrifogli sormontati da
Cronologia.
pign~, su stc-E ondul~ti; n_e~ secondi, su stel~ analoghi,
si innalzano margherite stilrzzate. La firma e a lenere Età augustea.
spaziate nella decorazione: L • SARIVS L •L • SVRVS.
Roma, Nlusto Archeologico di Arezzo: STENICO 1965,
Tipologia.
pp. 107--1091 fig. 43, nn. 1-5. A. Tipo affine al Dragendorff II. (Tav. LXXVII, 3-4).
Cinque frammenti ottenuti con la stessa matrice o con B. Tipo documentato solo sul Jv1agdalensberg, con
matrice analnga. La decorazione, delimitata in alto da una corpo cilindrico, a carena accentuata col fondo; grosso
fila di perline, è divisa in due zone: quella superiore con orlo ribattuto inclinato verso l'interno; piede campanu-
figure caricawrali, prosciutto e brocche; quella inferiore lato. (Tav. LXXVII, 5).
con fasci di linee che si incrociano, con borchie umbi-
licate negli. incroci, e la firma L •S; AR; VS• L, ovvia- Diffusione.
mente L~ Sarius L. l. Surtts. Bologna, lviuseo Civico di Bologna: FAVA 1962, p. 59,
Tas Siig Uvlalta): 1965.
STENICO n. 434.
Altezza: cm I3i5; diametro: cm 8,5. La decorazione, a Altezza: cm 12,9; diametro: cm 15,7. <{Vesciche pen-
squame con cosrnlatura mediana, è limitata in nute », alternate a foglie frastagliate, si ergono su infrut-
alto da una fascia con tralcio ondulato dl foglie di edera tescenze a forma di mora, o sincarpi; altri sincarpi simili
e corimbì. Al di sotto di questa, nei triangoli lasciati sono negli spazi intermedi.
liberi dalk c:mbricature, sono rosette a sei petali e la
Bologna, Museo Civico di Bologn.1: FA\'A 1962, pp<
firma: L fSJAR[!VS] · SVRVS.
58-60, nn. 417-438.
Diversi frammenti, di almeno IO vasi a calice. Insieme
FORMA 15 D - MAGDALENSBERG 3. alle ({ vesciche pennute )/ ed ai sincarpi come sopra, vi si
trovano, variameme composti, foglie frastagliate desi-
Descrizione. nenti in u..11 ricciolo, catene verticali di foglie, fiori a cin-
Vaso a forma di calice, affine alla forma aretina Drag. que e otto petali, cespi vegetali, fiocchi verticali.
II, norn rinora solo da esemplari di Bologna, di Budrio Bologna, 1viuseo Civico di Bologna: FAVA 1962, p. 61,
e del Mag:dalcnsberg. È caratterizzato dal bacino pro- n. 452.
fondo, con orlo ripiegato in fuori, e dal piede piuttosto Fondo, Della decorazione, sparsa abbastanza irregoìar-
alto, strornbato e sagomato, con orlo scanalato. Negli mente sul corpo, si conservano croci formate da palmette
esemplari emiliani è decorata solo la metà inferiore del contrapposte, attorno ad un sincarpo centrale, fiori a sei
corpo, con unn matrice emisferica analoga a quella delle ed otto petali e volatili.
altre nord--italiche; si nota invece che i calici
aretini stessa forma hanno una zona in rilievo più Budrio, Museo Archeologico di Budrio: BERGAAHNI
alra. 1980, Il, II3.
Dei rnm:i.vi che compongono la decorazione, per lo più Altezza massima: cm 10,2. Sincarpi; vesciche infra-
(i vesciche pennute)) ed elementi vegetali, la Fava (FAVA
mezzate da fiori a c::lice contrapposti, sotto cui C una
1962; Ft.\\' sottoìinea i rapporti con la produzione rosellìna a 8 petali.
aretina. In ogni caso si tratta di una produzione abba- Magdalcnsberg: SCHIKDLER KAUDELKA 1980, tavv. 8--
stanza particolare, ed al suo interno omogenea, nell'am- I2, nn. 1-22; in particolare:
bito nord""·italico, in cui va inquadrata per caratteristiche tav. 8, n. I: altezza: cm 16; diametro: cm 16. Fascia di
tecniche; per questo la Fava ipotizza una fabbrica locale ovuli e sagittae. Minerva con elmo; menade; ghirlande
a Bononic:. '. .'. quest'idea viene accettata anche dallo Ste- e tralci; tav. 8, n. 2: gladiatore; tav. 8, n. 3: figura con
nico 1974---75, p. 51, nota 15). La forma stessa elmo; tav. 9, nn. 4--5: parte di figure su piani diversi.;
del calice:., ignota al resto della produzione padana~ po- elememi vegetali; tav. 9, n, 6: processione ( ?) ài Sileno
trebbe 2V\'akrirc in questo caso l'ipotesi che si tratti di e Dioniso; tav. 9, n. 9: fila di rosette; rav. IO, IL re: ovuli
una succursale di un 1oflìcina aretina. e sagiuae; foglie di edera e corimbi spJrsi; rav. ro, n. 12:
Le cnpp~; del Magdalensberg presentano invece una ghirlande_; Apollo Lyhdios con lyra; tav. II) n.r..,: ovuli;
decorazione
h niù
" vicina a quella aretina, con orandi
e
fi e0 ure ghirlande di foglie e fiori; cratere scanahto; tav. I I, L
c e si e::n.endono su tutta la superficie del vaso. La I 6: tralcio di fogliette; fila orizzontale di elementi a pi-
Schindle: ·:~2.udelka li attribuisce ad un2 e fabbri::a adri2.- gna; tav. 12) n. 17: processione:(?) di almeno - figure-..

22.9
TERRA SIGILLATA NORD-ITALICA

Pola, Aluseo Archeologico: SCOTTI .i\1ASELLI I 980, questo morivo esso viene considerato in questa sede, anche
col. 17r. <( Vaso a calice firmato L. VEGETVS 11, se non si tratta di una forma propriamente «nord-italica 1>,

Dimensioni.
FORMA r6 D. Diametro: cm 14,7; altezza: cm 7 circa.
Descrizione. Cronologia.
Coppetta quasi emisferica, con parete lievemente care- 1-14 d.C.
nata verso il fondo; orlo dritto. La decorazione è limi-
tata alla parte inferiore del vaso. (Tav. LXXVII, 6). Diffusione.
L'unico esemplare noto proviene da Cosa, dove è col- Cosa: A1ARABINI .iVioEVS I 980, n. 30.
legato all'attività del ceramista probabilmente locale A1. Altezza: cm 6,5; diametro: cm 14, 7. Ovuìi; tralcio
Cusonius, fabbricante di bicchieri di tipo Aco. Solo per vegetale di fogliette appuntite.

230
ANDREINA RICCI

CERAMICA A PARETI SOTTILI


AVVERTENZE

Desidero ringraziare guanti mi hanno aiutaw nella ricerca consenrendoml di esaminare materiali, fornendomi
informazioni o aiutandomi nella red2zione del testo; ricordo in particolare P. Arthur, I. Baldassarre, lvi. Berg:1mini;
R. Camaiora, L. Caretta, M. G. Celuzza, M. F. Giacobbi, K. T. Greene, A. Hesnard, \Xl. Johannowsky, T. Lan-
zillotta, J. Lasfargues, A. L6pcz, i Muller, M. G. Jvi.aioli, T. Mannoni, J. P . .l\1.orel, C. Panella, P. Pelagatti, M. J.
Pena, M. Py, M. J. Strazzulla. Un pensiero grato va anche ai miei figli Nicola e Tommaso che hanno seguiro con
pazienza e rispetto il mio lavoro. Dedico questo studio ad Andrea Carandini che per primo mi ha fornir:"1 gli
strumenti per affrontare questo genere dì ricerche.
ABBREVIAZIONI

ALBEln I 973 R. Albert, Un ensemble ciramique BANTI r937 L. Banti, Luni, Firenze r937.
clos avec vase Dragendorf I I a
Argemomagus (Indre), in RACF, BARADEZ 1957 J. Baradez, Nouvelles fouillcs à Ti-
45-46, XII, 1973. pasa, dans une nécropole pafennc,
in Libyca, 5, 1957.
ALBRECHT 1942 C. Albrecht, Das RDmerlager in
Oberaden, Ver0jfemlichungen aus BARADEZ 1961 J. Baradez, Nouvelles foui!les à Ti-
dem Stadrmuseum .filr Vor-und pasa: Nécropole paferme occiden-
Friihgeschichte Dortmund, II, 2, tale, sous la maison des Jrcsqucs,
1942. in Libyca, 9, 1961,
ALMAGRC1 1953 M:. Almagro, Las Necr6polis de BARADEZ 1968 J. Baradez, La Nécropole de Ti-
Ampurias, I, Afonografias A:mpu- pasa, Tombes du cimetière occidcn-
niranas, 3, Barcellona 1953. tal-c6tier, in AntAfr, II, 1968.
ALM/1GRO 1955 .lvL Aimagro, Las Necr6polis dc J. Baradez,l--licropole orientale c6-
Ampurias, II, Monografias Ampu- tière dc Tipasa de Mauretanic,
nitanas, 3, Barcellona 1955. in AntAfr, III, 1969.
ALMAGll.0-A.\WRÒS 1953- M. Almagro-C. R. Amor6s, Exca- BAROCELLI 1918 P. Barocelli, Galliate, 1\lecropoli ro-
r954, 'vaciones en la Necropolis romana mana della Cosra Grande, Tran-
de Can Panals de Pollentia, in spadana, in NSA, 1918,
Ampurias, XV, 1953-1954.
ALMAGRO-LAMBOGLIA r959 M. Almagro-N. Lambogiia, La BAROCELLr 19;:,3 P. Barocelli, Albintimilium, in Mon
esrraiigrafia del decumano ,, A · AnrLincci XXIX, 1923.
de Ampurias, in Ampurìas, XXI, BAUR 1922 P. V. C. Baur, Catalogue of rJu
1959. Rebecca Darlington Stoddard Co!-
ALZIHGER 1955 W. Alzinger, Kleinfunde von Agun- lection _; greek and iralian vascs
tum aus den Jahren 1950-1952, in l'ale Univcrsit_'h New Havcn
Wien r955. 1922,
AMORÒS-GARciA Y BELLIDO J. Amor6s-A. Garda y Bellido, Los BEHN I9!0 F. Bchn, R0mische Kcrnmik mir
1947. haliazgos arqucol6gicos de "Son Einschluss der hellenisrischcn Vor-
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Vita >l o ir Forte nord-ovest ,1 m BEHRENS I920 G. Behrens, Bingcn. K.atalog wcs;-
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saimnlunge11) IV, Frankfott 19.20.
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2 33
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Le abbreviazioni dei titoli di periodici sono quelle adottate nell' Am1ée Philologique, nella Archdoiogische Bibliographir e
nei Fasti Archaeologici.
CERAMICA A PARETI SOTTILI

INTRODUZIONE dei centri di produzione, a cogliere Pevoluzione di quei


prodotti e a definire l'ampiezza dei mercati sui quali quei
Fin dail'inizio di questo lavoro (ormai più di dicci vasi erano presentì. Il termine classe è quindi qui con-
anni fa) si sono posti alcuni problemi che occorreva pre- venzionalmente riferito a tutti i vasi potori in terracotta
venr.ivamente risolvere vista la natura stessa dell'indagine (esclusi quelli in ceramica comune) indipendentemente dai
che richiedeva tempi lunghi, obiettivi iniziali precisi e loro luoghi di produzione ma, in una fase successiva degli
che non consentiva, altro che limitatamente, di modifi- studi, potrebbe riferirsi alle singole produzioni geogra-
care i criteri nel corso dell'indagine. ficamente delimitate.
La stessa definizione della classe richiedeva alcune pre- Lo spoglio delle pubblicazioni ha consentito di sche-
cisazioni. Essa comprendeva solo virtualmente i vasi dare, secondo criteri uniformi, ogni esemplare. La cono-
poteri che presentavano <• pareri sottili 1), di fatto finiva scenza dei principali musei e antiquari ha permesso inoltre
per ,accogliere tutti gli esemplari che non facevano parte di colmare alcune grosse lacune della bibliografia.
di altre classi o produzioni definite da una tradizione di
Di grande aiuto sono stati alcuni laYori di sintesi usciti
studi consolidata.
nel corso di questa indagine. Per prima la pubbiicazione
Jvlancavano inoltre pubblicazioni specifiche (mi riferisco
dei vasi provenienti da Cosa (MARABINI 1973) ha tentato
agli. inizi degli anni 1 70) che raccogliessero questi mate-
dì elaborare una tipologia fondata sulle caratteristiche
ria.ii ::mche limitatamente ad un ristretto ambito geogra-
morfologiche dei vasi senza tuttavia che venisse affron-
fico.. D'altra parte numerose erano le singole pubblica-
zioni di dettaglio che andavano sistematicamente spogliate, tato il problema dei centri. di produzione. L'accuratezza
ed erano numerose le aree di particolare importanza dell'analisi condotta ha però permesso di utilizzare
che richiedevano un esame diretto dei materiali inediti appieno i dati ed ha consentito di inserire la maggior parte
raccolti nei musei locali. dei reperti nelle produzioni dell'Etruria.
InhneJ non meno importante, si affacciava il problema In secondo luogo sono stari pubblicati i vasi potori
di come ordinare i dati raccolti e come organizzarli in delia Penisola Iberica (MAYET 1975). È questo senza
un2. '.lpologia che rispondesse alle esigenze conoscitive dubbio uno degli studi più utili perché individua pro-
di così varia caregoria di materiali. duzioni diverse alcune delle quali (come quella operante
deciso di includere nella schedatura tutti i vasi po- nella Betica) sono fra le più importanti e diffuse rra le
tori i_;: 1.erracntta, indipendentemente dallo spessore delle produzioni provinciali. Purtroppo i materiali presi in
paFTL estenàendo i confini delia classe anche a quegli esame provengono in massima parte da collezioni e mu-
e~.empiari che solo marginalmente erano stati fino a quel sei e sono quindi privi di riferimenti utili a definire con
momento presi in considerazione. Lo stesso termine precisione l'ambito cronologico in cui le fabbriche indi-
classe del resto non viene oggi univocamente inteso dai viduate furono attive.
cernmologì: a volte si raccolgono insieme e si conside- Un più recente lavoro (GREEKE 1979) ha permesso di
rane di1sse materiali accomunati dalla loro fWlzione chiarire ulteriormente il quadro delle produzioni pro-
lucerne), dalla provenienza da una stessa offi- vinciali, con particolare riguardo a quelle galliche e
cirn ,, da pìù officine vicine fra di loro (ceramica aretina) renane, usando una certa sensibilità per la problcmatic:1
o 2:rr:· 11c da particolari caratteristiche tecniche (ceramica storico~economica.
a vernice nera). In questo caso, limitare doppiamente la Portata a termine la raccolta dei materiali, è stato
das:-;e sia ai vasi poteri, che a quelli che presentavano necessario operare uria scelta sui criteri da seguire per
pan:~j sottili appariva eccessivamente restrittivo e di ordinare tipologicamente reperti tanto numerosi guanto
ostacolo ad una analisi che tendesse alla identificazione vari e eterof'.enei.

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CERAMICA A PARETI SOTTILI

Analogamente alla impostazione di un programma disposto in ordine numerico progressivo dal momento
costruito per l'elaborazione elettronica dei dati, ho ten- che i tipi sono disposti invece in un ordine dettato dalle
tato di mettere a fuoco preventivamente gli obiettivi e affinità morfologiche e non dalla progressione numerica
le domande alle quali la tipologia avrebbe dovuto ri- (come accade appunto per gli strati archeologici).
spondere. Quello prioritario sembrava rappresentato dalla
individuazione dei centri di produzione di vasi forte-
2. Tipi di argille.
mente standardizzati e diffusi in Italia come nella mag-
gior parte delle province. La soluzione più idonea sem- Sarebbe utile, al fine di individuare l'area di produzione,
brava quella di costruire tipologie parallele fondate su costruire una tipologia, parallela alla precedente, fondata
parametri diversi: le caratteristiche morfologiche, l'ar- sulle caratteristiche dell'argilla, che purtroppo non è
gilla, la decorazione. stato possibile elaborare poiché il livello della documen-
tazione dei materiali editi non lo consente; non era
r. I tipi morfologici. d'altra parte pensabile procedere ad un esame diretto
di ogni frammento. È stata comunque raccolta un'ampia
b stato necessario organizzare il materiale partendo in campionatura di controllo, sottoposta ad attivazione neu-
primo luogo dagli aspetti morfologici e costruendo una tronica, i cui risultati verranno pubblicati in altra sede.
tipologia che fosse non gerarchica (troppo vincolante
nel caso di materiali così poco conosciuti, e quindi << scor-
3. Tipi dì decorazione.
retta ,1) e aperra, così da consentire aggiunte e modifiche
successive sempre introducibili. Il U:po, secondo quest'ot- È stato possibile elaborare una ulteriore tipologia,
tica, non coincide con l'idealripo, o modello mentale del parallela e incrociata a quella per tipi morfologici) fon-
ceramista, ma rappresenta un insieme di oggetti reali, data prioritariamente sui motivi decorativi, Essi recano
aventi caratteristiche comuni, cLe rientrano in parametri un contributo decisivo alla attribuzione a singoli centri di
prestabiliti (si veda oltre). L'indiYiduazione dell'idealtipo produzione, di esemplari riferibili ad uno stesso tipo
andrebbe se mai ricercata successivamente all'analisi e morfologico prodotto da officine diverse. La decorazione
non rientra negli obiettivi di questa ricerca. soccorre inoltre nei casi (frequenti in materiali così
Si è accuratamente evitato di isolare {( varianti ,) perché fragili) in cui il frammento non permette l'attribuzione
un esemplare può appartenere: o ad un tipo, o a quello ad un tipo morfologico preciso.
che gli è più affine, oppure viene a costituire un terzo La tipologia dei motivi tiene conto: dei singoli elementit
tipo, diverso dai due precedenti (a meno che le sue pe- della loro combinazione e della disposizione sulla parete
culiarità non consistano in mutamenti irrilevanti trat- del vaso.
tandosi di una produzione fatta al tornio). Non è facile È utile esplicitare, a questo punto) i criteri che sono
a volte dirimere questioni di questo genere esattamente stati seguiti nella realizzazione dei due cataloghi tipologici
come, nello scavo, non è sempre facile distinguere gli (morfologico e decorativo).
strati. Ma la ricerca ha bisogno, per procedere, di de-
cisioni e quindi di interpretazioni anche se alcune di A. Caralogo dei tipi (morfologici).
esse possono, a volte, rivelarsi inesatte; la creazione di una tipi sono stati raggruppati per forme (considerate ìn
variante mi sembra possa considerarsi come una <( de- modo molto ampio) che nel caso appunto dei vasi po-
cisione mancata >), Naturalmente non sì può pretendere che tori si limitano solamente a bicchieri e coppe. Esse sono
un tipo sia rappresentato da esemplari tutti identici fra state contrassegnate da numeri arabi scelti in una serie
di loro e per questo sarà opportuno definire l'ambito autonoma da quella utilizzata per i tipi ( r : bicchieri,
della sua aleatorietà (differenze di misure, che è oppor- 2: coppe); per cui la sigla I i79 si legge: forma I : bic-
tuno evidenziare nella descrizione del tipo, possono chieri, tipo morfologico: 79.
prevalentemente costituire diversità di tipi di funzioni, La voce descrizione si articola secondo i parametri
ma non di tipi morfologici). stabiliti per la identificazione del tipo che consistono
Il criterio scelto per denominare ed ordinare i tipi, a nelle caratteristiche dell'orlo, dell'andamento della pa-
differenza di altre recenti ed importanti esperienze U\1o- rete, del fondo e nella presenza o assenza di anse.
REL 1982) è stato desunto òal metodo stratigraùco (PH. Seguono le indicazioni relative all'argilla dei vari esem-
BARKER, Tecniques of Archaeological Excavations, London plari attestati (trascritte o tradotte letteralmente) e alla
1977; A. CARANDINI, Srorie dalla terra, Bari 1981) dove decorazione contrassegnata da una sigla (si veda oltre);
ciascuna singola unità o azione stratigrafica è contras- nei casi in cui non compare questa voce è implicito che
segnata da un numero arabo senz'altro valore che quello si tratta di esemplari non decorati.
distintivo e individuante (come per le persone il nome Vengono infine riportate, quando disponibili, le in-
proprio). Ciò permette di raggruppare con assoluta li- dicazioni relative alla cronologia delle varie attestazioni
bertà i tipi per produzioni (che vengono così a costituire e 1::.- ipotesi circa il centro 1:0 i centri) di produzione noti.
insiemi di tipi\ di disporli in ordine diverso, di aggiungere Sotto la voce bibliografia si forniscono i riferimenti biblìo-
all'infinito tipi nuovi e di lasciare numeri vuoti senza grafici di ogni esemplare secondo una divisione per na-
nessuna complicazione, nel caso si decidesse di riunire, zioni e centri di provenienza moderni (disposti entrambi
secondo criteri diversi, più tipi in uno. Per rendere fa- in ordine alfabetico), Quando di un esemplare non è
cilmente consultabik il catalog0 è st1frì:cienre un indice noto il ccntw. ,112 solo più gen2,·icamem~ l'area di nro-
CERAMICA A PARETI SOTTILI

venienza, questa è riportata al posto della località; quando aprirebbe la via all'uso del computer che consentirebbe
invece si fa riferimento a materiali conservati in musei o una consultazione più agile di un numero così ampio di
collezioni, dei quali non è possibile ricostruire la pro- dati (assai difficilmente controllabile manualmente), la
venienza, si indica entro parentesi il nome della località loro elaborazione statistica e la scoperta di nuove rela-
in cui si trova il museo. Ciò appare utile soprattutto nel zioni fra le informazioni, attraverso verifiche incrociate.
caso di piccoli musei locali i cui materiali provengono Ciononostante, la grande quantità di dati raccolti
gcnerafmente da zone circostanti. consente già di delineare un panorama complessivo dei
centri di produzione, delle loro cronologie, della qualità dei
B. Catalogo delle decorazioni. prodotti e della loro diffusione. Data la caratteristica di
Per ciascuna decorazione, come per i tipi, viene fornita questa pubblicazione mi è parso opportuno riservare ad
una breve descrizione, si evidenziano eventuali diffe- un saggio a parte ulteriori risultati (quali le analisi delle
ferenze di argilla tra gli esemplari ugualmente decorati argille) e soprattutto l'interpretazione storica che a me
e si riportano i dati bibliografici relativi. sembra emergere dai dati. Questa parte conclusiva della
Sotto la voce bibliografia si indicano, oltre alla località ricerca non può non rivestire un carattere soggettivo, ma
di provenienza e alla bibliografia, i tipi sui quali quel al tempo stesso racchiude i frutti più interessanti di questa
motivo decorativo è attestato. Si avrà così il panorama indagine.
complessivo degli ambienti geografici in cui una decora- I principali nuclei problematici di questa interpreta-
zione è attestata e della varierà dei tipi su cui è stata zione riguardano: la logica del moltiplicarsi, dello spo-
eseguit2: ..Anche in questo caso la consultazione del ca- starsi e del decrescere dei centri di produzione secondo
talogo ('. facilitata da un indice disposto ìn ordine nu- i parametri dello spazio e del tempo, le caratteristiche di
merico progressivo. qualità artigianale e di standardizzazione di queste merci
Vonei concludere con alcune osservazioni che sorgono e il passaggio di questi prodotti dall'essere prevalentemente
al termine di questa ricerca. Se dovessi oggi ricominciare oggetti di uso per un mercato locale o regionale, all'essere
questo ìavoro porrei più attenzione a redigere schede oggetti destinati a più ampi scambi e viceversa. Emergono
di tipo (morfologico e decorativo) maggiormente forma- da tutto ciò una serie di fortune e sfortune commerciali,
lizzate. Riterrei inoltre consigliabile arrivare a costituire di avvicendamenti che non è chiaro se si debbano attribuire
(per questa come per altre classi) una banca 1i di tipi di
(j ad una oggettiva diminuzione della domanda oppure
argille (che sarebbe più corretto denominare impasri) a progettate concorrenze. È ragionevole pensare, per una
adeguatamente corredati di analisi. appropriate e libera- realtà precapitalistica, che la circolazione tenda a detenni-
mente c:onsultabili. Una formaiizzazione più sistematica nare le sorti di una produzione più che non il contrario.

CATALOGO DEI TIPI

TIPO !/I, r/359 e- MARAB!Nl I C. MAYET I Questo tipo deriva da prototipi in metallo (NlAR.ABINI
ScmNDLER IZAuDELKA r. r973). La sua origine è stata rintracciata nell'età del
ferro, quando ia situla bronzea era molto diffusa dal-
l'Etruria alJe Alpi. Indicativa in questo senso è la deco-
Descrizione,
razione a pìccoli puntì a barbottina (I) che ripete fedel-
Bicchiere con orlo modanato e corpo allungato che, mente la decorazione della situla bronzea (MARABINI
restringenàosi in modo più o meno accentuato verso il 1973, pag. 50).
fonào, assume un aspetto fusiforme. Il fondo è general- Dai contesti analizzati appare che questo tipo, uno
mente: piatto, a volte leggermente convesso; Je due ver- dei più caratteristici e indicativi dell'intera produzione
shni noE sono state separate perché prodotte indistinta- di pareti sottiii repubblicane, fu prodotto almeno dai
mente e casualmente. (Tav. LXXVIII, r-3). primi decenni del II sec. a.C. (le attestazioni più antiche
Tutti i vasi prodotti presentano lo stesso tipo di ar- sembrano essere quelle dì Poggio Lucco Malignano,
gilla, che appare piuttosto granulosa, ma ben depurata. Cosa, Tuscania, Volterra) in una zona compresa tra
Il cnlore varia dal nocciola-rossiccio al rosso--rnattone Lazio settentrionale e Toscana meridionale (lviARABINT
può tendere al grìgio per effetti di cottura:L 1973; MAYET 1975). In questa zona troviamo, infatti,
La su::eriic:ie. esterna del vaso non presenta mai tracce oltre ad una maggiore concentrazione dei reperti~ anche
~·J è leggermente ruvida al tatto. Questi bic- l: attesrazioni più amiche.
possono essere non decorati come àecorati _; le L'esportazione di questa forma è essenzialmente marir-
decoraz-ioni note, in ordine dì frequenza e iniziando rima e investe sia il bacino occidentale che orientale del
dalla attestata, sono: I (presente in quantità più Iv1cdi1erraneo (carta di distribuzione n. 1). Già dalla
o meno uguale alla forma non decorata), 23, 30, 27, metà del II sec. a.C. vasi di qu~sto tipo appaiono
28, 29,_ 19, 31, 3 ed eccezionalmente Jc, 2) 32. attestati nel relitto del Gran Congloué a Ma:siflia, 2

2 43
CERAMICA A PARETI SOTTILI

Pollentia, Ampurias e Numantia (sempre in strati data- 68 b, d. Ornavasso: Bu,KCl-lETTI 1895, pp. 183-184, mv. 2r.16. Ri-
gnano Flaminio: FoRKAR1 1914, p. 278, fig. 13 c.
bili intorno alla metà del II sec. a.C.), ad Aigai, Per- Afalra. ,\falrn: AA.\'V., .Hissùme an::heoiogic11 ira!ùma u "Halra
gamo, Amikytera e Atene (il frammento più antico pro- (Rapporto preliminare della campagna I965), Roma 1970, rnvv, 22, 12 .
viene dall'Agorà ed è databile intorno alla metà del II Spafna. Ampurias: ALMAGRO 1953, p. 278, fig. 225.IJ p. 299,
fig. 25 I.2; p. 306, fig. 262.2; P- 374, fig. 372. I; p. 386, fig. 390,5;
sec. a.C.). p. 296, fig, 294.10; p. 301, fig. 255.5; MAYET 1975, tav. I, nn. 3,4, s.
Le caratteristiche tecniche e l'argilla di questi bicchieri Archena: MAYET 1975, p. I27,7- Cordova: MAYET !975, tav. l, n. -.
sono ovunque le stesse. Viene ad essere suffragata quindi Elche: BENOiT !972, p. 385, fig. 24. Ibìza: 1\.-iAYET 1975, pp. 24-2,,
ta\'. 1, nn. 2, 6. Numantia: KOENEN 1929, pp, 293-294, tav. 77;
l'ipotesi che un unico centro (o diversi centri vicini tra MAYET !975, p. ~24, n. I. Polkntia: AMoR6s-GARciA Y BELLIDO 1947,
loro) riuscissero a soddisfare una pur così vasta richiesta p. 23, fig. 20; \'EGAS 1963, p. 278, fig. 2; p. 281, fig. 3, nn. 6, 7, B.
di questo prodotto (JvlARABINI 1973). San M.iguel dc Sorba: SERRA VrLAR6 1920-21, tav. XIII, nn. r6-r-:
Tarragona: lvl.AYET 1975, pp. 24-25. Probabilmente appartenenti ~
Esemplari databili alla metà del I sec. a.C. e pro- questa forma: Ampurias: ALJ\1AGRO 1953, p. 277, fig. 224.ro; p. 3 11 ,
venienti alcuni dalla Penisola Iberica (Ampurias, Nu- fig. 270.2; p. 323, fig. 287.I; p. 342, figg:. 32I, 322.I; p. 343, fig. 324,L
mantia, Cordova) altri dalla Sicilia (Siracusa) presentano Turchia. Aigai: KoENEN 1897, p. 145, fig. IO a. Antikytera: \\'EIN-
BERG-GRACE 1965, p. 20, n. 7. Ayas: DRAGENDORH 1897, p. IJ5,
caratteristiche particolari come l'argilla di colore gialla- fig. roa. Pergamo: Pagamon, p. 123, fig. 59 e. Tarsus: GOLDfrl.~N
stro (Ampurias, Numantia) o la presenza di ingubbiatura r950.
di colore ocra (Cordova) o di argilla rossa con ingubbia-
tura nera (Siracusa). Si può avanzare l'ipotesi di produ-
zioni locali che intorno alla metà del I sec. a.C. imita- TIPO r/3.
rono, per breve tempo, il prodotto centro-italico senza
tuttavia riuscire a limitarne l'espansione. Le analisi di Descrizione.
laboratorio in corso potranno forse confermare queste Bicchiere ovoide allungato. Il profilo dell'orlo, il corpo
ipotesi. ed il fondo sono identici a quelli del tipo I. Ciò che
La fine delle attestazioni di ques1.e tipo si ~olloca distingue quesrn esemplare dagli altri è un cannello posto
approssimativamente intoDO alla met~t del I sec. a.C. sulla parete, in prossimità del fondo~ lungo mm 52, fatto
sia in Italia che nelle province (RICCI 1973). È indicativo a prora di nave,
il fatto che nella Basilica Giulia a Roma, tra una grande L'argilla è di colore rosso. Le pareti del vaso sono
quantità di vasi a pareti sottili repubblicani, non siano sottilissime; la superficie esterna presenta un rivestimento
presenti frammenti appartenenti a questo tipo (lv1ARA- di colore nero. Decorazione 34.
BINI 1973, p. 99). Questo bicchiere è attestato da un unico esemplare
proveniente da Savana, che può essere datato nell'am-
Bibliografia.
bito del I sec. a.C. e più precisamente dopo 1'89 a.C.
Aìgeria, Tipasa: LANCEL r968, p. II9, fig:. 79-
(PELLEGRINI r902). Il vaso potrebbe essere stato prodotto
Austria. Magdalensberg: SCHINDLER KAUDELKA 1975, forma I a-f,
pp. 3i-4i, tav. r; rnv. 5, forma 20 a, b, c. in una zona intorno a Sovana.
Cipro. Kourion: lvlcFADDEN 1946, tav. XLIX, n. 67276.
Pranàa. CavaiJlon: DUMOL'UN 1965, p. 20, fig. 22 b. Ensérune: Bibliografia.
1\-iouRET r929, p. 6, tav. 48, nn. 27-28. Entremont: BENOÌT 1954,
p. 288; BENOÌT 1956, p. 22I, fig. 6. Fréjus: FÉVRIER 1962, p. 221, ltaìia. Savana: PELLEGRINI 1902, pp. 508, 522, fig. 5.
fig. 6. Marsci.lle: BENOiT 1961, pp. 103-104, fig:. 69.
Germania, Oberaden: LOESCHCKE 1942, taV. 28, n. 3r. Petrisberg;
LOESCHCKE 1939, p, IDO, figg. 3-4, n. IO.
Grecia, Atene: THOMPSON r934, p, 370, fig. 78; ROBINSON 1959, TIPO r/4.
p. 13, mv, I, n. 39. Probabilmente appartenenti a questo npo:
RoBJNSON I959, p. I3, tav. I. Descrizione.
Italia. Aguglia: PELAGATTI 1970 e, p. 483, fig. 66 b. Akrai: PELA-
GATTI 1970 a, p. 481, fig. 61 b. Albenga: LM,1.BOGLIA 1952, p. 173_,
fig. 3L Ardea: ANDRÉN 196r, p. 38, MS, tav. XVJL Bari: DRAGEK-
Bicchiere ovoide allungato. Rispetto al bicchiere r il il
DORFF 1897, p, 145, fig, IO b. Cosa: MARABlNI 1973, pp. 45-58, nn. piede è leggermente più accentuato ed il profilo delI'orlo
r-4, II-24, 149-150. Firenze: 1'.luseo Archeologico, im·. 4635; 475..:.. meno modanato, simile anche a 1/359. All'interno àel
Gabi: VEGAS 1968, p. 20, fig:. 10, nn. 73-75. Lipari: BERNABÒ BREA-
CAVALIER 1965, tav, CCXXI.II. Luni: CAV.'-..LIERI 1'1ANASSE I975,
vaso è in questo caso presente un doppio fondo, conrn-
p. 336, ta\'. 85; CAVALIERI Ì\lANASSE 197~, ta\', ()!., Orciona: Di nicante mediante: un foro con la parre inferiore del bic-
BoE-VANDERHOEVEN 1979, p. III, fig. 20, nn. 15-16. Orn,rva~so; 1:lrAN- chiere, di cui non è chiara la funzione. (Tav. LXXVIII, 4).
CHETTI 1895, pp. 183-184, tavv. 21, 16. Ostia: lvi.agazzini del lvl.useo,
inv. 16862.: Rrcct 1973, p. 300, tav. LXXIV, fig. 712. Pizzu Maria: L'argilla di questo esemplare è di colore grigio cenere,
MAETZKE 1964, p. 310, fig. 39, n. 8522. Poggio Lucco Malignano: PrnL- la superficie del vaso non è rivestita da ingubbiatura.
UPS 1965, pp. 6-29, figg. 26 b, 28 b. Populonia: DE AGOSTINO 1955-56,
pp. 264-268, fig. 9. Rignano Flaminio: FoRKARI r914, p. 419. Roma;
Decorazione ~3-
Palatino. Casa di Livi:1: CARETTONl 1957, pp. -:2-80; 1'1ARABIKI È attestato ~n solo esemplare proveniente dalla necropoli
1973. p. ()(), n, I i COLIN"l 19 ..p, p. 79, fig:. 9; McFADDEN 1946, p. di Ornavasso e databile intorno alla metà del I sec. a.C
481, ta,·. XLIX, irn·. 67276; tav. XLII, n. 75. Rosdk: HILUR !LJ62,
p. 66, ta;·. 30.16-19, Sibari: DADDl 19-;o, p. 486, fig. 531, n. "55, m,·.
La produzione di questo esemplare è probabilmente
2249. Sovana: PELLEGR11'i"l 1902, pp. 508-509; PELLEGRL<l 1903, da attribuirsi a centri operanti nell'alta valle padana.
p. 220, fìg. 6.6. Sutri: DucAN 1964, p. 151, fig. 6 a.4-r8. Taranto: Questo tipo di bicchiere ebbe molto probabilmente una
.i'viAYET I975, figg. 126-127, n. 30. Troffardlo: FERRERO 1887_, p. 213,
tav. 13.2. Tuscania: CARETTA 1983 e Tomba 2 Necropoli. lviuseo Ar- diffusione esclusivameme locale.
cheologico di Firenze, inv. 75229, Vada Sabatia: GRosso 1955, p. 277,
fig. 5- Ventimiglia.: LMJ.BOGLlA 1950, p, 54, fig. 20, n. 52; p. 98, B1hlìograjia.
fii;. 48, nn. 28, :H: LAMBOGLL'. Jl)6.1-r965, r tzo. fiv. II. ProbnhiL
mente appartcncnu a questo tipo: Agu;.dia: PLi_M;/::·n l 9';'0, n1,:.
CERAMICA A PARETI SOTTILI

TIFO l/). sembra particolarmente indicativa al fine di dimostrare


un suo protrarsi oltre la metà del I sec. a.C. Il centro di
Dcscri::.:ionc. produzione è da riconoscersi con ogni probabilità in
Bicchiere dal corpo piuttosto allungato. La spalla pre- Etruria, da dove questi bicchieri si diffusero in altri
senta una leggera carenatura dalla quale parte un collo centri italici e nella Penisola Iberica. Su alcuni fram-
alqu:mrn pronunciato, L'orlo è ingrossato \'erso Festerno e menti provenienti da Aguglia sono in corso analisi di
prescnw sul limite interno una leggera solcatura; la parte laboratorio che potranno, forse, stabilire se questi bic-
,m,Nimr è piatta. Il fondo è piatto. (Tav. LXXVIII, 5). chieri furono prodotti, seppur limitatamente, anche a
di questo esemplare è dì colore grigio. La Siracusa.
,,,,,,,,.;;,.;e dd vaso non è ricoperta da ingubbiatura.
.2I. Bibliografia .
Quc:-,to esemplare è riconducibile all'età augustea. La halia. Chiusi: Museo Archeologico. Cosa: .1\-iARARINI 1973,
tavv. 3, 4, 57, n. !7. Firenze: 1'.iuseo Archeologico, inv. 4630.
sua produzione piuttosto che all'Italia centrale (GRAUE Horinas: !viAETZKE T964, p. 288, fig. 31.A3. Gabi: VEGAS 1968,
197.{L è più facilmente riconducibile ai centri della valle p. 29, fig. 79. Monte Rizzu: MAETZKE 1964, p. 288, fig. 37.3.
padana occidentale sia per il colore delfargilla che per Ordona: DE BoE-VANDERHOEVEN 1979, p. III, fig. 26, nn. 17-18.
Perugia: FERUGLIO 1977, p. 110 ss., fig. 70, nn. 9, 12, 15. Porto Re-
le caratteristiche della decorazione. canati: lvlERCANDO I97I a, tomba 219, fig. 278 d. Roma: CARET-
TONI 1957, p. 99., n. 89, fig. 24 c. Ventimiglia: LAM.BOGLIA r950,
Bibliogrc~fia. p. 103, fig. 5r, n. 17. Volterra; CR!STOFANr r975, p, 19, fig. IO, n. 24.
Spa14na. Ampurias: ALMAGRO 1953, p, 323, fig. 288.r; p, 334,
l!oìia. Ornava½sO: GRAUE r974, p. 94 ss., tav. 6.5. fig. 305; p. 340, fig. 319.1; p. 342, figg, 322, 323.I.2; p. 386, fig.
290.2. Numantìa: IZOENEN 1929, p, 294, tav. 77, nn. 6-9, 15.

TIPO ; /6.
TIPO I /8 ~ MARABINI I.
Dcscri.;:;ionc,
Bicchiere dal corpo allungato che si restringe verso il Descrizione.
fondo; l'orlo è alto e dritto. All'attacco con la spalla Bicchiere dal corpo ovoide. L'orlo è appena accennato
form,1 u.na gola a spigolo vivo, mentre la parte superiore da una leggera inclinazione verso l'esterno della parete.
del cmpo si restringe; il resto della pancia è di forma Il fondo è leggermente convesso. (Tav. LXXVIII, 8).
ovoide. Il fondo C piatto. (Tav. LXXVIII, 6). L'argilla dell'unico esemplare attestato è molto dura,
L'argilla è hen depurata e compatta, di colore grigio la frattura è netta. Le pareti dei vaso non sono ricoperte
scuro. Decorazione 24, da alcuna ingubbiatura.
QueH.o tipo è attestato da un unico esemplare prove- Questo bicchiere è stato indicativamente datato nel-
niemc da Cavaillon, datato nell'ambito della seconda metà l'ambito del II sec. a.C. È tuttavia difficile stabilire una
del l sec. a.C. Per le caratteristiche dell'orlo e dell'argilla cronologia esatta; come anche la provenienza da un
esso presenta alcune delle somiglianze con i tipi r particolare centro di produzione.
1,..r6 s con alcuni dei proàon:i di Siracusa (PELAGATTI
1970). Le analisi di laboratorio in corso potranno forse Bibliografia.
dare ,rn,d,·hc indicazione sul centro di produzione di Spagna. Ampurias: ALMAGRO r953, fi;:;. 390.3.
questo esemplare.

Bibliografia.
TIPO 1/9.
Franàc. Cavaillon: DD,\.lot.:LIN 1965, p. 19, fig. 21, o. Descrizione.
Bicchiere dal corpo ovoide. La parete presenta una
TIPO I /7 MARABINI III MAYET IL pancia piuttosto accentuata. L'orlo è dritto e inclinato
verso l'esterno. Il fondo è piatto. (Tav. LXXVIII, 9).
Descri::::ionc. Le caratteristiche dell'argilla di questo esemplare sono
1Jir:··hlp,·-_c. ovoide dal corno allungato simile 2. I lr, le stesse indicate per r /8.
L'ork ieggermente arrotondato e in~Ììnato verso l\.'·ster- Per quanto riguarda ia cronoìogia ed il centro di J)f0-
no. 11 fondo è leggermente convesso. (Tav. LXXVIII, 7). duzione si possono ripetere le stesse osservazioni. fatte
Le rnratteristiche dell'argilla sono le stesse di r ir. per il bìcchiere 1 /8.
Alcuni esemplari di Ampurias presentano argilla grigia.
Bibliografia.
Le pa;eti del vaso sono pìuttosro sottili. Nella maggior
Marocco. Tangeri: PoNsrCH ;970, p, !99, fig. 54. n.
parre dei casi questo bicchiere è attestato nella sua ver-
siont nun decorata; raramente comnare la decorazione 1.
-Co,:v- j tipi ~, I 1359 questo sembra essere uno dei TIPO I/2.
bicchi::r: più caratteristici del periodo repubblicano. Leg-
germcrr_t'. più tardo dei precedenti, dovette essere pro- Descrizione.
dotto a panjre dalla metà del II scc. a.C. (MARABINI Bicchiere ovoide dal corpo leggermente allungato. L'orlo
1 973, p. 58). La presenza di questo bicchiere tra i fram-
è dritto e sporgente verso l'esterno, il labbro leggennente
mtr;r< -- -~,,ve:1ie:J.ti d · lfa Casa di Livi2 sul Faiatino non arrotondato. Il fondo è pìat1~- CI'av. LXXVIIL "O
CERAMICA A PARETI SOTTILI

L'argilla di questo esemplare è grigia. È indicata orientativamente per questo tipo una cro-
Questo bicchiere, proveniente da Ornavasso, è datato nologia compresa tra la fine del Il e gli inizi del I sec,
nell'ambito del I sec. a.C. Le caratteristiche dell'argilla a.C. (MAYET 1975, p. 28). Questa cronologia non sembra
e la presenza ad Ornavasso potrebbero far pensare ad basarsi su dati stratigrafici e per analogia con il tipo I /12
una produzione locale o regionale. si potrebbe proporre un abbassamento della datazione
Bibliografia. alla seconda metà del I sec. a.C.
Italia. Ornavasso: GRAUE 1974, pp. r62, r65, tav. 36.6. Bibliografia.
Spagna. Elche: lViAYET 1975, p. 28, tav. III, n. 19. Sagunto:
.\iAYET 1975, p. 28, tav. II, nn. II, I2,
TIPO I/II = 0 MAYET II.
Descrizione. TIPO 1/14 °= MAYET II.
Bicchiere dal corpo oVoide piuttosto allungato. L'orlo è Descrizione.
dritto e inclinato verso l'esterno, in alcuni casi è separato
dalla spalla mediante una solcatura. (Tav. LXXVIII, 11). Bicchiere dal corpo ovoide allungato, simile ai tipi I ··7
L'argilla è di colore che varia dal beige rosato alPocra, e r. 18; l'orlo è tuttavia in questo caso ancora più pro-
talvolta nella parte superiore del vaso può tendere al nunciato e ricurvo, il fondo meno spesso e pesante. (Tm·.
grigio. La superficie esterna è polita prima della decora- LXXVIII, 14).
zione. L'argilla, non molto depurata, è di colore grigio . . . beige.
Decorazione 5 b; sono attestati anche esemplari non Non è possibile stabilire la cronologia e il centro di
decorati. produzione di questo bicchiere che, per la forma del
Bicchieri con queste cararrcristichc sono scarsamente corpo, richiama il tipo r ·1 e, per le caratteristiche del-
attestati. Senza analisi sull'argilla è dìfficile stabilire la l'orlo, il tipo r;20.
loro provenienza. Per le c2.rntteristiche tecniche questi Bibliografia.
bicchieri potrebbero essere orientativamente datati a par- Spagna. Ibiza: MAYET 1975, p. Zi, n. 8.
tire dalla seconda metà del I sec. a. C.

Biblio.rrafia. TIPO r/360.


Spagna. Ibiza: MAYET !975, p, 28, tav. III, nn. 16, 17. lvl.aiorca:
MAYET 1975, p. 28, tav. III, n. 18. Descrizione.
Bicchiere dal corpo ovoide allungato, simile a r/7.
TIPO 1/12.
Differisce da quest'ultimo per l'orlo più alto e per il
fondo che presenta un notevolissimo ispessimento della
Descrizione. parete. (Tav. LXXVIII, 15).
Gli esemplari provenienti da Beaucaire presentano una
Bicchiere dal corpo ovoide. L'orlo, piuttosto accen-
argilla molto dura e compatta, di colore ocra bruno ìn
tuato, è dritto e rivolto all'esterno. Il fondo, in prossi-
frattura e grigio ocra in superficie. È attestato un solo
mità del quale le pareti si ispessiscono, è convesso e esemplare non decorato.
presenta un piccolo piede ad anello. (Tav. LXXVIII, 12).
Non abbiamo indicazioni precise per quanto riguarda
L'argilla sembra simile a quella del tipo 1/7. i; attestato la cronologia di questo esemplare rinvenuto in un con-
un solo esemplare non decorato.
testo databile tra il II ed il I sec. a.C. Difficile è anche
Questo bicchiere, proveniente da Porto Recanati, è stabilire, senza opportune anaiisi, la provenienza che,
datato in un periodo compreso tra la fine del I sec. a.C. dalle indicazioni a disposizione, sembrerebbe forse ri-
e i primi decenni del I sec. d.C. (i\1ERCANDO 1974). conducibile ad una produzione locale.
Bibliografia. Bibliografi.a.
Italia. Porto Recanati: MERCANDO F)74, tomba 2r9, n, 3, fig. 278 d. Francia. Beaucaire:DEDET ·l\bcHELOZZI•PY I974, p. 93, n. 34.

TIPO 1/13 = MAYET II. TIPO 1/361 = MAYET IL


Descrizione. Descrizione.
Bicchiere ovoide. Orlo piuttosto accentuato, dritto e Bicchiere ovoide dal corpo allungato. L'orlo è molto
rivolto all'esterno. Il fondo presenta una parete molto pronunciato e presenta all'esterno uno spigolo vivo. Il
spessa ed è convesso. L'esemplare di Elche presenta, labbro è sottolineato internamente da una ìeggcra spor-
all'interno e all'esterno del fondo alcune solcature. (Tmr. genza e da una solcatura. (Tav. LXXVIII, 16).
LXXVIII, 13). L'argilla, mal depurata e poco omogenea, è di colore
L'argilla è di colore ocra. L'esemplare proveniente da ocra beige. Sulla superficie interna compaiono evidenti
Sagunto presenta tracce di tornio sulla superficie interna; tracce di tornio, È attestato un solo esemplare non de-
quello proveniente da Elche è polito esternamente. Gli corato. Il profilo dell'orlo di questo bicchiere, così arti-
esemplari attestati non presentano decorazione. colato e spigolose. ricorda gli esemplari provenienti da
CERAMICA A PARETI SOTTILI

C:1v:1ì.llon (ri6) e dalle zone intorno a Siracusa (1;'2II-- TIPO 1/17 = MAYET III.
I 'i). l bicchieri provenienti da Ibiza, per quanto si può
dc-clurrc dalle caratteristiche dell'argilla, sembrano piut- Descrizione.
tosto attribuibili ad una produzione locale.
Bicchiere ovoide. L'orlo è alto, dritto, leggermente
Bihli()zrajìa. rigonfio, come quello del bicchiere I i16 e separato dalla
Sf\1g11u. lbiza: .lvlAYET 1075, p. 27. n. 9, rnv. ll.
spalla per mezzo di una profonda scanalatura. Il corpo
presenta una pancia poco accentuata, Il fondo, legger-
mente convesso, è largo quanto l'imboccatura, tanto che
TIPO 1/15. il vaso assume un aspetto quasi cilindrico. L'altezza ài
questo bicchiere è molto ridotta rispetto a r/16. (Ta\·.
Descrizione. LXXIX, 3).
Bicchiere ovoide dal corpo estremamente allungato che L'argilla è di colore ocra bruno, si notano tracce di
si restringe notevolmente verso il fondo. L'orlo è alto e tornio lungo tutta la parete interna del vaso. Due scana-
rigonfio, il fondo è piatto. (Tav. LXXIX, 1). lature orizzontali dividono in fasce (non decorate) la su-
Argilla molto compatta di colore che varia, negli esem- perficie esterna del vaso. Non è possibile stabilire con
plari di Cavaillon, dal grigio al marrone, mentre negli sicurezza il centro di produzione e la cronologia di que-
esemplari di Pollentia è di colore grigio nerastro. La sto unico esemplare.
superficie esterna, molto liscia, è probabilmente polita.
Decorazioni: 21, 24 1 25, 34, 35. Sono attestati anche Bibliofrafia.
esemplari non decorati. Spagna. Ibiza: MAYET !975, nn. 3I, 29 (per un errore il testo
Gli esemplari noti sono tutti databili in età tardo- corrisponde al n. 27 della tavola IV;..
repubblicana.
Per le caratteristiche della forma questi esemplari ri- TIPO 1/18 NiAYET III.
chiamano, insieme con i bicchieri I /6 e I '2, i prodotti
àì Siracusa. Analisi di laboratorio potranno stabilirne Descrizione.
la provenienza. Bicchiere ovoide, simile a r/17. Rispetto a quest'ul-
Bi'.blior.;rafia. timo l'orlo è più alto, molto rigonfio e la pancia è più
FrnntiJ. Cavaillon: DUMOULIN r965, p. r9, fig . .zr i, m, n, p. arrotondata. (Tav, LXXIX, 4).
lrnha. Orna\·asso: GRAUE 1()7..J., tav. 6.5. Vargìlla è di color beige rosato. La superficie esterna
S1,a1nw. Pollentia: VEGAS 1973, p. 63, n. 3 (è incerto se appartiene del vaso è leggermente polita.
a quesw forma). È attestato un solo esemplare. Si veda per altro quanto
detto a proposito di 1ir7.
TIPO 1/16 == MAYET III SCHINDLER KAUDELKA
I) 7,, 26. Bibliografia.
Spagna. Ibiza: ]ViAYET 1975, p, 31, rav. IV, n. 30.
Descri'zionc .
.Bicchiere ovoide dal corpo allungato. L'orlo è alto e TIPO 1/19 MAYET III ~ MARABINI IV.
rigonfio; il fondo presenta un piccolo piede sporgente.
(Tav. LXXIX, 2). Desaiz1'.one.
L'esemplare di Ibiza presenta un'argilla di colore beige
Bicchiere ovoide con orlo piuttosto pronunciato e icg-
rost; gli esemplari di Siracusa variano dal bruno al beige;
germente rigonfio. Il fondo è in genere piatto, talvolta
quelli di Magdalensberg sono di colore arancio non trop- leggermente convesso. (Tav. LXXIX, 5).
po vivo. La maggior parte degli esemplari attestati non
Gli esemplari provenienti da Cosa e da Albenga pre-
pre~;enta decorazione. Su due esemplari, provenienti da
sentano un'argilla piuttosto granulosa che varia dal ros-
Magdalensberg, compaiono le decorazioni 2 e 39. siccio al bruno. I bicchieri di Albenga hanno una super-
'futti gli esemplari attestati sono databili nelPambito ficie di colore grigiastro che lascia libera una zona vicina
ciel sec. a.C., esclusi probabilmente glì uh.imi due de-
al fondo, determinata dall'impilatura dei vasi durante la
cenni e possono essere ricondotti al centro di produ- cottura. Questa stessa caratteristica è presente negli esem-
zione siracusano. È interessante la presenza di questo plari di Tarragona e Maiorca le cui argille sono di colore
bicchiere a Magdalensberg dal momento che, più che
arancio vivo o beige. Un solo esemplare proveniente da
ad Url caso (SCHINDLER KAUDELKA I975, p. 37), si do- 1vfaiorca presenta eccezionalmente un'ingubbiatura nera
vrebbe pensare ad una pur breve esportazione dal cen- brillante all'esterno. Questi esemplari compaiono sia nella
tro ::iciliano, I prodotti esportati in questa zona furono
versìone non decorata che con le decorazioni 2, 3, r 8, 36.
prc::m sostituiti da quelli di Aquileia.
È questo uno dei bicchieri più frequenti nella cere-
Bihlù)gra,fia, mica a 1, pareti sottili 11 di età repubblicana. Ha una stretta
analogia con I /20, I /362 ( questi ultimi presentano un
/Ì.!{_,;lf'ia. ,\,iagcialcnshcrg: ScHINOLICR KAUDELKA r975. p. 37,
tav. t., formar d; p. 46, ta,·. 3, forma 7 a; p. 58, tav. 6, forma 26 a-d, labbro e un piede leggermente più accentuati). Spesso
ha.li o. Siracusa: PELAGATTI 1970 a, p. 486, n. 67, figg. 72 e, 70 e, d, c. esemplari molto frammentari possono essere attribuiti in-
S;,een ..'. Ibi:::: \1AYE1 ·975. p, 3c W\". JY. t: ;:..:;_. distintament'.' alruno o affal:ro tipo (JviARABIHi _ J973
CERAMICA A PARETI SOTTILI

pp. 59-,.-61). Questo bicchiere si ritrova nella ceramica un'argilla di colore grigio estremamente granulosa e tanto
gallica della prima età imperiale, senza dubbio in rela- piena di inclusi che la superficie stessa del vaso risulta
zione ull'influenza romana in questa zona (l\1.ARABI:t-;I notevolmente rugosa. Gli esemplari provenienti da Sira-
1973, pp. 59-61). La nave romana di Albenga, nella cusa presentano un'argilla di colore rosso a volte piut-
quale questo tipo è largamente rappresentato, è impor- tosto acceso; spesso la superficie tende al grigiastro, sono
tante suggerimento per individunrc il centro di pro- frequenti inclusi molto piccoli, bianchi. L'esemplare da
duzione (LAMBOGLIA 1952) da ricondursi probabilmente, Aquileia con argilla grigia presenta le pareti leggermente
più che in una zona al di sotto dell'area transpadana più spesse. La maggior parte degli esemplari attestati
(MARABINl 1973, pp. 59-61), alle officine dell'Italia cen- non è decorata; C presente a volte la decorazione 2.
trale. Le analisi dì laboratorio in corso potranno verifi- Daìla stratigrafia di Cosa sembra chiaro che questo
care tale ipotesi. tipo fu in uso dalla fine del primo quarto del I sec. a.C.
Le attestazioni relatìve a guesto tipo sono in genere all'inizio del periodo augusteo, quando la presenza cii
databili a partire dalla metà del II sec. a.C. Un incre- alcuni frammenti appartenenti a questo tipo è ormai da
mento della produzione si ha probabilmente nel I sec. considerare occasionale (MARABINI 1973, pp. 67 . --68). La
a.C. In Italia questo bicchiere sembra assente dai livelli lvlarabini ha osservato che l'assenza di questi bicchieri
augustei, mentre è presente sul limes germanico in con- dalla necropoli di S. Bernardo a Ornavasso poteva in-
testi di quest'epoca. La sua assenza dai campi romani di dicare una data d'inizio della loro produzione posteriore
Haltern può indicare che non dovette sopravvivere a al 70 a.C. (MARAB!Nl 1973, pp. 67-68); ma il Graue
lungo dopo l'inizio del secolo successivo (MARABINI 1973, ha successivamente trovato questo bicchiere a S. Ber-
pp. 59-61). nardo (GRAUE 1974, p. 93), per cui ha potuto alzare la
cronologia iniziale di questa produzione agli inizi dei
Bibliografia.
I sec. a.C. I due frammenti rinvenuti a Cosa, che pre-
Cipro. Kourion: McFADDEN HJ46. r,, 482, rns. XLIL rm. i6, 79. 80. sentano le pareri ingubbiare, sono da considerarsi l'ul-
Francia. Cavaillon: DUMOULIN 1965, r. I9, fig. 21 a-è. Gergovia:
HATT r949, p, IO';', ta\·. VIII, n. 3, Nages: py 1978, p. 157, fig. I24, timo tentativo delle officine centro . ·-italiche di rendere
n. 311. St.~Bertrand-dc~Commìnges: G,\Vl'LLE r962, p. 22.3, t::rv. XII, ancora competitivo un prodotto ormai superato.
nn. S bis-ro.
Il centro di produzione di questi bicchieri fu proba-
Germania. Keuss: OXÉ 1938, pp. 6o-6r, tav. 45, n. 7. Oberaden:
LOESCHCKE 1942, tipo 31, p. 44, tavv. 7, 8, 28, 3r; VEGAS I973, p. 68, bilmente, almeno in una fase iniziale, centro·-·italico. Gran
fig. 21, n. 9. VctC'rn: HAGEN 1912 a, p. 343 ss., tav. L; HAGEN 1912 b, parte degli esemplari attestati presentano infatti le stesse
p. 369, n. 14; p. 370, n. 31; p. 37r, n. 34; p. 378, nn. 6-8, tav. 54,
nn. 9-11. caratteristiche di quelli cosani. .!via la fortuna di questo
Grecia. Corinto: BRONEER !947, ta\·. LX.16. bicchiere fu contrastata, forse già intorno alla metà del
J1a!ia. Albenga: LAMBOGLIA 1952, pp. !7:)-175, figg, 31-32, nn. I sec. a.C., da prodotti di altri centri: ad Aquileia) tra gli
13-94. Ardea: ANDRÉN 1961, tav. XVII. Cosa: ,\1ARAE!Kl 1973, esemplari conservati nel Magazzino del lv1useo Archeo-
p. 59, taV\'. 4, 5, 57., 58, nn. 36-48, 52-56; p. 61, tavv. 5, 58, nn. 53,
54. Florinas: MAETZKE 1964_, p. 288, fig, 31, n. 14, Gabi: VEGAS 1968, logico, si trovano una grande quantità di frammenti sicu-
p. 29, nn. 76, 78. Lomello: PONTE 1887, p. 333, tav. XVIII, n. 27. ramente provenienti dalFitalia centrale. Accanto ad essi
Pavia: PATRONI [909, p. 269, fig. 3 b. Porto Recanati: MERCA:NDO
r974, p. 207, fig. 84e. Roma: CARETTONI 1957, pp. ro7-roS, n. si può notare una esigua presenza di frammenti gtigi,
162 b, e, fig. 32 b, e; lvl.ARABINl r973, tav. mo, nn. 4-7 (scavi Ciac- la cui argilla ha caratteristiche identiche a quelle degli
chi): J\.1ARAB!NI 1973, taY. 97, nn. 2-5; tav. 54., n. L scarti di fornace esposti nelle vetrine del museo e rinve-
,":,'par.ma. Centcdles: ROGEH 1969, p. 257, fig, l, n. !I. Ibiza: MAYET
1975, p. 3r, tav. IV, nn. 27, 29. Maiorca: MAYET 1975, p. 32, nuti nella zona circostante. Da ciò si desume che proba-
ta\', VI, nn. 46, 48. Pollentia: VEGAS 1963, p. 288, fi_gg. 4, 9; VEGAS bilmente intorno all'età augustea questi stessi bicchieri
1963-1964, p. 66, fig. l I; l'vl.AYET 1975, pp. 32, 33, tav. VI, nn. 45, dovettero essere prodotti presso Aquileia. Tuttavia questi
51. Tarragona: MAYET 1975, p. 32_, tav. VI, n. 47.
Svizzera. Zurigo: VoGT 1948, p. 167, fig. 43, nn. 27-30, mv. non furono presumibilmente esportati, ma usati solo local-
34, nn. 15-16. mente e precedettero di poco la grande produzione di
coppe la cui diffusione, al contrario, interessò gran pane
del mercato nord~adriatico e forse anche quello orien-
TIPO 1/20, 1/362 = 0 MARABINI VII = 0 MAYET III. tale-mediterraneo. Considerazioni analoghe possono es-
sere fatte per i prodotti siracusani. Nei magazzini del
Descrizione.
museo di Siracusa si trovano infatti una grandt' quantità
Bicchiere ovoide dal corpo piuttosto allungato. Orlo di esemplari la cui argilla presenta caratteristiche moito
alto e rigonfio. Fondo leggermente convesso (in alcuni simili ai bicchieri sicuramente prodotti in quel luogo. Si
casi piatto) con piccolo piede. Appartengono a questo veda quanto detto a proposito di 1 /46.
tipo numerosi esemplari miniaturistici conservati al Mu- Analisi di laboratorio sono in corso su campioni pro-
seo di Aquileia. (Tavv. LXXIX, 6-7; CXLI, 8 -9). venienti da Cosa, Aquileia e da Siracusa.
L'argilla degli esemplari provenienti da Cosa e gran
parte di quelli provenienti da Aquileia presenta le stesse Bibliogrq/ia.
caratteristiche di quella del bicchiere 1,:19. Si puè1 osser-
vare che a Cosa due frammenti presentano un'ingubbia- Cipro. Kourion: McFADDEN 1946, pp. 481-482, rnv. XLII. fii::. 18.
Jralia. Aquileia: Magazzini del Museo. Cosa: 1"1ARAHIKI 1913,
tura esterna (J\1.ARABINI 1973, nn. 154-155). Gran parte pp. 67, 68, tav. 7, n. 139. Ornavasso: BIANCHl:TTI 1895, p. 201,
degli esemplari conservati nelle vetrine del Jvluseo di tavv. XXL n. 12; XXII, n. 14; GRAVE 1974, p. 93, mv. 58, n. 3;
p. 93, rnv. 35, n. 2. Roma: MARABI'N:I 1973, pp. 67, 68, tav. 9-,
Aquileia e nei magazzini presentano le stesse caratteri- nn. 8-13; CARETTONI 1957 1 p. 107. fi~. 3::. a. Sirucusu: ,\,iuscc.
stiche degli esemplari di Cosa, mentre altri presentano Spar:11a. Afaiore'," ]V!.AYET H)-:-5. mx. IV, DL. ::5-2(;.
CERAMICA A PARETI SOTTILI

TIPC! I /2 I. UCELLl r950, fig. l..j.!. Roma: CARETTO~l 1957, p. 108, n. 161 c.
fig. 31 f. Sov:111:1· BIANCHI BANDfNELLl 1\)2'), tav. 37 g; .\lARAlìl>!l
Do:ai::.ione. 19:,3, rn,·. 98, n. 3.
Spar:1w. Jbiz,1: ;\iAYET 19':'5· ,'. 34, ta,·. \'III. nn. 6r, 63.
Il profilo del vaso e l'orlo sono pressoché ugualì a S',..'i:::::::.cr,1. Loc::irr:cn: ULRlCll 1914, p. 594, t:ff. '72, ::. 5.
qudl.i Jci tipi 1.20----u362; il fondo ìm-ece è molto diverso:
alw e diviso a metà da una profonda solcatura che corre
p:irallebmente al piano di base. (Tav. LXXIX, 8).
· 1/argilla e la superficie sono di colore bruno o beige. Dcscri:..--;ionc.
bicchiere sembra richiamare i prodotti del- Bicchiere biansato dal corpo OYoidc. Orlo dritto, ìncli-
centrale (1120-.,-1;362) tuttavia la panicolarit:ì del n~no verso l'esterno. Fondo piatto con piccolo piede. Le
sembra estranea ai vasi lì fabbrìcatì. Si può forse due anse, per quanto è possibile capire, sono a sezione
a Siracusa stessa per questa produzione molto circolare e insistono sulb spalla e sulla pnncia. (Teff.
diffusione sicuramente locale. LXXIX, w).
Argilla molto fine~ le pareti presentano un rivestimcntù
Bih1 :1'.1:rojìa.
nerastro. Le caratteristiche della forma e della decora-
Jr, .-\gq:li:1: PEI.AG/o:' rr I<J"."O :i, p. 486, fig. 70 a.
zione richiamano piuttosto da vicino i vasi detti di So-
,·ana. Non abbiamo clementi per stabilire la cronologia
TIPO J /22 MARABINI XVI. di questo bicchiere, che tuttavia può essere collocato nel-
l'ambito del I sec. a.C.
Dcscri:..--:i':mc.
Bic-::hicrc ovoide con alto orlo rigonfio e fondo piatto, Bibliografi.a.
molto simile a 1/20; a differenza di quest'ultimo pre- lra!ia. Luni: BA~Tl 19r, p. 165, tav. XII a, n.
senr:1 due anse a sezione circolare che si appoggiano su-
periormente all'attacco tra orlo e spalla e inferiormente TIPO I/24.
sulla pancia. Si può notare che gli esemplari provenienti
da Siracusa presentano una sottile scanalatura che sono- Dcscrizùmc.
linea il labbro. Gli esemplari provenienti da Sovana e Bicchiere biansato dal corpo ovoide. Orlo alto e ri-
alcuni J.i quelli provenienti da Siracusa hanno l'orlo leg- gonfio, distinto dalla spalla da una gola piuttosto pro-
germente ripiegato verso l'esterno. Si può notare inoltre fonda. Cna sottile scanalatur,1 orizzontale sottolinea il
che a1cuni degli esemplari attribuiti a questa forma sono labbro. (Tav. LXXIX, II).
frammentari e non conservano la parre inferiore del vaso. Argilla di colore bruno beige; alcuni frammenti pre-
(Tav. LXXIX, 9). sentano argilla rossa e superficie esterna grigiastra. Deco-
Gli esemplari provenienti dall'Italia centrale presen- razione 50. Sono attestati anche esemplari non decorati.
1
tano u.n argilla leggermente sabbiosa, di colore arancio e Questo bicchiere è uno dei pochi esemplari non corn-
grigiastra in superficie; le caratteristiche sono molto si- pieri inseriti in questa tipologia. L,: sua forma è, per
mff :r /19 e r /20. Gli esemplari provenienti da Siracusa quanto è possibile stabilire dai frammenti conservati)
presentano anch'essi un'argilla di colore bruno beige; un molto simile al bicchiere 1 ,'22. Tuttavia le caratteristiche
esemplare presenta argilla di colore rosso vivo e ingub- dell'argilla, lo spessore leggermente maggiore delle pa-
bimurn esterna bruna (probabilmente caratteristica dei reti, alcune caratteristiche di fattura, com~ le solcature
prodotti siracusani), l'argilla dei bicchieri di Ibiza è che sottolineano il labbro, fanno pensare :,d una prove-
dcfinit.a invece di colore ocr2 rosato o arancio. Sono at- nienza diversa da quella centro-italica. L 'imponanza di
testati esempiari non decorati; tra j motivi decorafr:i questo bicchiere sta appunto ncHa sua possibile prove-
si trovano attestati 2, 50, 4r, 37, 38, 209. nienza da un centro di produzione siracusano. Quest'ul-
!'\dJ.'Italia centrale questo bicchiere è datato, per b. timo dovette cominciare a produrre probabilmente imi-
stratip;rafia di Cosa, intorno al terzo quarto del I sec. tando alcuni tipi centro-italici.
a.C.,. di poco successivi potrebbero essere gli esemplari I bicchieri rinvenuti a Cosa (r sono datati nell'am-
sirnc12sani. lvtolro meno nopolare del suo corrispettivo bito del terzo quarto del I sec. a.C. Gb cscmpbri srrn-
SCL/:; anse, guesro bicchiere dovette conmnque essere cusani potrebbero essere leggermente posteriorì.
prodotto da officine dell'Italia centrale e da qui proba-
bilrrente esportato. Difficile è stabilire se tutti gli esem- Bibliografia.
plari attestati provengano dallo stesso centro_; si può tut- Italia. Akrai: PELAGATTl 1970 a_, p. 481- fig, 63 b, 59.
t:tvi2 ipotizzare una produzione siracusana almeno per
pane degli esemplari rinvenuti in quel luogo. TIPO I/25 MAYET III.
Descrizione.
''<'tmm1w. ;\.fagonz2: BEHK r910, p. 43, n. :wc,,
iìgç:. ::;, .J; 1\IARA-
llL>..:r )()':_\, p. 05. h:trisbcrg: LoE~CHCKE r939, pp. 96-100, nn. 5, 7, Bicchiere ovoide bian: aro. Il corpo cl.cl vaso sì restringe
JÌgg, ..;.,
leggermente verso il fondo. Orlo qua:,i dritto} legger-
Urcna. ;\iene: ROB!KSOK 1959, p. 13, ta\'. 9, n. J.1.
ile, lii. Agugli:l: PELAGATTI 1970 a, p. 486, fig. a, b, d; figg-.
mente inclinato verso l'esterno. Una profonda scanala-
f, 69 a. Albenga: LAMBOGLIA 1952, p. n. -+ ·, fi!J.. 3.S, tura sottolinea il labbro, un'altra scanalatura a spigoli
HJ':'3., p, :-:-: nr:,. rc--108, taV'.'. ::,, ():. ~cm; \'Ì\': jj,,· .,- 1·o~!U dalla spali:::. r,uc anse a sezione circe,-
CERAMICA A PARETI SOTTILI

lare poggiano sulla spalla e a metà della parete. Il fondo) TIPO I /28 GREENE F!G. 2I. 9.
molto più stretto dell'imboccatura, è quasi piatto e pog-
gia su un piccolo piede. (Tav. LXXIX, 12). Descrizione,
Argilla di colore ocra chiaro. L'esemplare conservato Bicchiere dal corpo ovoide. Orlo pìuttost.o altoi dritto
non è decorato. Per analogia con il bicchiere I 124, le e inclinato verso l'esterno. Il fond•) è piatto e presenta
cui caratteristiche sono molto simili, è possibile indicare un piccolo piede. ('fa\'. LXXIX, 15).
ipoteticamente una cronologia intorno alla seconda metà Argilla fine di colore arancio o camoscio tendente al-
del I sec. a.C. l'arancio.
È presente la mica, la cui persìstenza è dovuta alla
Bibliografia. temperatura di cottura. Infatti, cotta a temperatura su-
Spagna. lbi7.a: MAYET 1975, p. 33, ta\". \'III, n. 59. periore, la mica generalmente scompare (GREENE 1979,
figg. 51-52). lngubbiarura marrone, lucida e consistente.
TIPO I/26. Decorazione 36 insieme a 63.
Bicchieri di questo tipo furono prodotti in periodo
Descrizione. claudio-neroniano a La Graufesenque ( GREENE r 979,
Bicchiere ovoide biansato ( ?). L'orlo, piuttosto piccolo pp. 50-·52).
e dritto, è inclinato verso l'esterno. La parete si restringe
verso il fondo, quest'ultimo è piatto e poggia su un pic- Bibliografia.
colo piede ad anello. Una solcatura corre pochi centi- Francia. La Graufrsenquc: GRFE'.,;;E 1979, p. 51, fìg. ::!L n. 9.
metri al di sotto dell'orlo, parallela ad esso. Le anse,
impostate superiormente subito al di sono della scana-
latura e inferiormente a metà ddb parete dd \'aso, sono TIPO I /29 MAYET II-III.
caratterizzate dalla pane- , upcmrc l''•'Dcuu "· (Trn·. Descrizione.
LXXIX, 13).
L'argilla è definita di coiore rosso mattone. Bicchiere dal corpo ovoide che si restringe \'crso il
Estremamente importante sarebbe effettuare analisi su fondo. Orlo fortemente inclinato verso l'esterno, quasi
questi esemplari al fine di stabilire la composizione del- orizzontale, arrotondato nella parte superiore. Il fondo,
l'argilla. È probabile che si tratti di un prodotto campano; leggermente convesso, presenta un piccolo piede appena
ma, a questo proposito) la sola informazione disponibile accennato. (Tav. LXXIX, 16).
è la provenienza da Pompei degli unici esemplari atte- Argilla ocra, ingubbiaturn. arancio vivo e brillante che
diventa bruno nei 3 /4 superiori della parete esterna.
stati.
È impossibile, dai dati disponibili, stabilire la prove-
Bibliografia. nienza di questi bicchieri e la loro cronologia.
lralia. Pompei: C.'1.RANDINI I9ì7, p. 26, tav, IX, n. 10.
Bibliografia.
TIPO 1/27. Spagna. Ibiza: MAYET !075• p. 33, mv. VII, n. 58 Ja Jcscrizionc
corrisponde alla ta\'. VII, n. 57;.
Descrizione.
Bicchiere dal corpo ovoide che si restringe verso il TIPO 1/23.
fondo. L'orlo, inclinato verso l'esterno con la parte
superiore arrotondata, è di dimensioni molto ridotte. Il Descrizione.
fondo presenta un piccolo piede indinato verso l'esterno. Boccalino monoansato. L'orlo è leggermente rigonfio;
(Tav. LXXIX, 14). il fondo è piatto. L'ansa è piatta e scanalata sulla super-
Argilla sabbiosa, di colore rossiccio, Decorazione 40. ficie esterna. (Tav. LXXX, 1).
'!\ìon è facile stabilire, senza esami di laboratorio, la Argilla di colore rosso mattone. Decorazione 41, 63
provenienza di questi esemplari. La decorazione a lìnee e non decorato.
orizzontali incise è molto simile a quella a linee ycnicali Per la cronolog-ia di guesw esemplare, runica indica-
e orizzontali Cdecorazionc 43). Quesr·u1tima è caratteri- zione è fornìta dalla sua presenza a Pompei. Tuttavia la
stica dei vasi in argilla grigia prodotti forse in uno dei forma del vaso, come pure le caratteristiche tecniche
centri operanti nella valle del Po (si veda I i9r). I fram- (ad esempio l'assenza di rivestimento, la ruvidezza delle
menti noti di tipo I /2 7 con decorazione 40 sono molto pareti), possono far risalire almeno alla tarda età repub-
scarsi e uno di essi (MARABINI 1973, n. 406) presenta blicana. Del resto frammenti così decorati, dei quali
argilla grigia. È possibile pensare, per gli esemplari m non è possibile identificare h; forma, sono presenti nclìe
argilla rossa, ad una imitazione centro-italica dei vasi in stratigrafie di Cosa, in contesti databilì alla fine del Il
argilla grigia. sec. a.C. 1 e a Roma (l\-1.ARABINI 1973, p. 64:J.
Questi bicchieri sono presenti a Cosa intorno al terzo Gli esemplari da Pompei sono stati messi in reiazionc
quarto del I sec. a. C. con il primo gruppo di esemplari di possibile produzione
Bibliografia. campana. Tale provenienza è tuttavia da verificare con-
ltdio_ Cosa: l\lARABJKl 1ti-3, p. 6(_J. tav\·, 8, 60, n. 86: tavY. -l-3,
frontando le analisi eseguite su campioni pompeiani con
8;,, n. 401. quelle eseguite sr esemplari ostiensi.

250
CERAMICA A PARETI SOTTILI
V;1si cosi decorati sono noti nella prima età imperiale gono all'età augustea (.i\1.ARABINI 1973). Dall'ipotesi for-
in complessi renani, soprattutto di età claudia. L'ar- mulata circa i due centri di produzione, cosano e ligure,
irilla dei bicchieri con decorazione 41, presemi soprat- verrebbe data la priorità a quello ligure, sulla base della
~~tto sul limcs, ma anche in Britannia, presenta carat ~ derivazione di questo bicchiere dalla ceramica dì Gola-
rcristiche che indicano produzioni diverse. Tuttavia gli secca III periodo (l\1.ARABINI 1973, p. 158). Si può os-
esemplari italici sembrano costituire fra tutti, sia per le serrnre, almeno sulla base delle datazioni proposte nelle
form; che per le loro caratteristiche tecniche, le attesta- singole pubblicazioni che, pur iniziando in età augustea,
zìorri più antiche. l'apice del successo per questo tipo fu raggiunto in-
torno alla metà del I sec. d.C. (Rrcc1 1973).
Bih!ia:;rafia. La diffusione di questo prodotto fu unicamente marit-
Italia. Pompei: CARA~D!Nl 19-7, p. 26, t::i.v. VIII, n. 7; taY, IX. tima e interessò tutte le coste del Mediterraneo occiden-
n. 0.
tale. Non sembra, al momento, possibile individuare
eventuali imitazioni locali; tuttavia nel corso del II sec.
XV d.C. questo boccalino, mentre in Italia centrale continuò
TIPO I_/30 MARABINI MAYET XXIV.
ad essere in uso, fu probabilmente sostituito in alcune
Descrizione. province (ad esempio neHa Penisola Iberica) da altri bic-
chieri o coppe fabbricatì localmente.
Boccalino monoansato di forma ovoide, talvolta leg-
germente allungata. L'orlo presenta un labbro arroton- Bibliografia.
dato cd è inclinato verso l'esterno. Il fondo è in genere Algeria. Tipasa: MAYET 1975, p, 135.
leggermente convesso, più raramente piatto. L'ansa è Cipro. Kourion: IvkFADDEN 1946, ta\'. XLIX. n. 9219.
sempre dello stesso tipo, a gomito più o meno stretto, Fi-ancia. Karbonne: ,\iAYET Iç)'.15, p. r35. Paìazzeno Murotondo:
M.ORACCHINI JviAZEL 1971, p, 59, fig-. 127, Pon-Vcndres: MAYET
arrot".ondata sulla superficie esterna, concava su quel13 T977, p. III ss., fig. 39, nn. :27-29,
interna. (Tav. LXXX, 2), Italia. Albenga: LAMHOG!.IA r938, pp, 96---97, fìgg. 27-.. 28. Cusr,;
in genere piuttosto ben depurata, di colore che MARABINI 1973, p. r56, mv,·. 28---29, 71---72, nn. 25\J---269. rone:
LE\'l 1949, tomba r6, p. 52, fig. 15; lvl.AYET 1975, p. 135. Gahì: \'E(iAS
varÌJ. tra le diverse tonalità del rosa e dell'arancio. I 1968, p. 29, fig. 10, n. 86. (Geno,•a::: MAYET 1975, p. 135. Isasco:
rarissimi esemplari di colore grigio o marrone sono da UGO---LAMBOGLIA 1956, pp. 59---61, fig. I9. Lipari: BERJ\ABÒ BREA---
considerarsi i risultati di errori di cottura. Spesso la parte CAVALIER 1965, taY. CCXXI, nn. ro-13. Lnni: CAVALIERI MAKASSE
1975, p. 335, tav. 85, 5 CM452ir. Oristano: BENOiT 1956 b, p. IL
inferiore del vaso ha un colore più intenso rispetto nlla fig-. T3. Ostia: TATTI 1970, p, 70, ta\'. XIV, fig. 180:1-b; RICCI 1973,
parte superiore, questo è dovuto all'impilamenro dei pp. 355-357, rnv. LXXIII, 681-683; PoHL 19;0, p. 138, figg. 66,
68, n. 27; p, !53, fig. 73, n. 588. Puglia: ]ViARABlNI 1973, p. I5'7,
vasi durante la cottura. La maggior parte degli esemplari nota 14. Roma: J\1ARABINI r973, pp. 157, 159, tav. 97, nn. 21-22:
attestati è polito esternamente. Decorazione 7, in un AlCFADDEN 1946, tav. XLIX, n. 9229; tav. roo. nn. rS-19. (Torino):
caso .36. La decorazione lascia libero in genere l'orlo ed MAYET 1975, p. 35, Sardegna: MAYET r975, p. 2I (British Museum,
Londra). Venitimigiia, .Magazzini dc1è,"li scavi: MARABIKI r973, p.
una zona presso il fondo. Quest'ultima corrispondeva a 157, nma 9. /\-fosco Civico, Co!lezionc Biknell: MARABINI 1973,
quella coperta da un altro vaso durante la cottura per p. 157, tav. 94,
impilamento. Dalle descrizioni delle argille degli esem- Maniccn. Mogador: JoDIN r967, p. 99, tav. XLI; .\1AYET 19"'5,
r. 135, Tangeri: PONSICH 1970, p. 198, fig. 54, 11. l _; lviAYET 1975_,
pl2ri pubblicati, non sembrano emergere differenze mii p. 135.
da ipotizzare l'attività di vari centri di produzione per Spagna. Alcudia: BAILEY Hr:'3, p. 67, nn. 3-4. Ampurias: MAYET
questo tipo così largamente diffuso. 1975, p. 135, tav. XXVII, n. 207. Asta Regi": M.AYET 1975, p. 59,
!lìì'. XXVII, n. 203. Elchc: MAYET 1()75, p. r35. lbìza: hiAYET 1975,
Cìrca la produzione di questi bicchieri sono stati ipo- p. 58, mv. XXVII. n. 201 _; p. 59, tav. XXVII, nn. 204-206, 210. Jviahém:
tizz,:ti numerosi centri (MARABINI 1973). Tra questi ne 1'-iA'r.'ET !(J75, p. 59, tav. XXVII, nn. 205. 208. Mniorca: VEGAS I963-
1964, p. 66. fig. Jr; MAYET 1975., p. r35. Pollcmia: VEGAS 1963-
è staro supposto uno in Italia centrale (!V1ARABIKI 1973; 1964, pp. 66-·/7, nn. II-!2. Tosal dc l',laniscs: MAYET 1975, p. 5S,
1\1.AYET 1975) e un altro probabilmente nord-italico tav. XXVII, n. 202; VEGAS 1973, p. 16.
(AlfARABINI 1973). Riguardo a tali affermazioni si può Tunisia. Cartagine, Museo Archeo!og-ico di Cartagine (Lebda):
HOLWERDA 1936, fìg. 19, nn. 800-814.
osservare che la quantità dei ritrovamenti non giustifica
di per sé la diversità dei centri di produzione. Il prece-
dente: wstimito dai ~ipi r :1---4 che ebbero una enorme TIPO r/3r.
difiusi.one in tutto il lvieditcrraneo, pur essendo prodotti
da uno o più centri vicini tra loro, mostra come la Descriz1:one.
fortuna di certe merci non sia in contrasto con una pro- Boccalino ovoide monoansato. Orlo dritto, inclinato
duzione unitaria. Del resto, le caratteristiche delrarg'illa verso l'esterno. Fondo piatto. Le pareti sono modellate
(per quanto si può desumere dalle descrizioni pubblìcate )" a depressioni. L'ansa a gomito con sezione quasi circolare
le particolarità di fattura del vaso, lo stesso stile delle (leggermente schiacciate. sulla parte esterna) si attacca
inà,ioni a pettine indicano un panorama fortemente uni- superiormente sotto l'orio e inferiormente poco al di
tam il quale si potrebbe ipotizzare~ fimamo che una sotto della metà della pancia. (Tav. LXXX,
seri(~ analisi di laboratorio non avrà dato a auesto oro- Dell'argilla non conosciamo le caratteristiche; l'unica
posito una indicazione più precisa, una produzi~ne pr~b2- indicazione è fornita dal colore definito rosso mattone.
bilmcntc centro-italica di uno o più centri vicini tra loro. Per la datazione non abbiamo altro termine che il
Ri.guardo alla cronologia, si può osservare che le atte- luogo di provenienza. L'assenza di boccalini striarì (1 /30)
stazb::r.i più ar:tiche, sia a Cosa che a Vemimigiia, risa]- C('. il discrew numerc c.: esemplari apparrenemi mvece

2JI
CERAMICA A PARETI SOTTILI

a questo tipo tra i ritrovamenti pompeiani, le caratteri- seum, del quale non conosciamo la provenienza precisa,
stiche dell'ansa a gomito molto simili al boccalino r /30 presenta un'argilla di colore bruno; anche in questo ca::io
fanno pensare, anche se in via ipotetica, ad una produ- la parete esterna è polita esternamente e compaìono tracce
zione campana forse contemporanea a quella del bocca- di tornio sulla parete interna.
lino r /io centro-italico. La diffusione di questo bicchiere La provenienza italica di questi bicchieri (HA YES 1976)
interesSò sicuramente un'area limitata, probabilmente non è tuttavia sostenuta da alcun ritrovamento cerro;
locale. inoltre il rinvenimento, sempre sulla costa orientale della
Bibliografia. Penisola Iberica, di tipi simili (r ·36--37) potrebbe far
pensare anche ad una produzione locale, Analisi di la-
lraha. Pompei, }\1useo Nazionaic ùi Napoli: C\.RAND!NI u17;,
r. 26, ta\'. VIII. n. 8.
boratorio dovrebbero fornire indicazioni utili a questo
proposito.
TIPO I/34. Bibliografia.
,\pagna. Ampurias: J\.,lAYET r975, p. 29, tav. IIT, n. 22. (Scn;,;a
Descrizione. provcni<.:nza, Royal Ontarìo Muscum): HAYES 1976, p. 80, fìg. 9,
n. i38.
Bicchiere dal corpo tronco--conico. L'orlo è alto e
dritto, leggermente inclinato e incurvato verso l'esterno.
L'attacco dell'orlo alla parete è sottolineato da una spalla TIPO I/36 ° MAYET II.
orizzontale. La parete è completamente modellata a
Dcscn·zione.
depressioni. Il fondo è piatto e presenta un piccolissimo
piede appena accennato. (Tav, CXXXIX, 4). Bicchiere leggermente ovoide. Orlo dritto sulla super-
L'argilla è di colore rosso mattone. Come per il tipo ficie internaJ convesso su quella esterna; una piccola
1_:'31 soltanto analisi J'. iahurarorio porranno verificare gola lo separa dalla parete. Il fondo è convesso) il suo
l'ipotesi (avvalorata per nltro dall'assenza di questo tipo diametro è pressoché uguale a quello dell'orlo. (Tav.
in Italia centrale) che si trartì di una produzione campana. LXXX, 6).
La diffusione di questo bicchiere dovette essere soltanto Argilla di colore ocra; ingubbiatura esterna arancio,
locale. brillante. La presenza dell'ìngubbiatura su questo bic-
Dalle caratteristiche del vaso si potrebbe ipotizzare chiere fa pensare ad una cronologia più bassa rispetto
una cronologia intorno all'età augustea. a quella del tipo I ..'35. Le stesse caratteristiche delrorlo
e del fondo lo distaccano dal precedente.
Bibh~çrafia. Per quanto riguarda il centro di produzione si veda
!rafia. Pompei: CARANDINI 1977, p. 27, taY, XIII, n. 38. quanto detto a proposito del tipo 1/35.
Bibliografia.
TIPO I/33. Spagna. Cordova: 1\iAYET 1975. p. 28, tav. IlT, n. 21.

Descrizio11c.
TIPO I/37 MAYET II.
Bicchiere dì forma pressoché tronco-conica. Orlo
dritto, non distinto dal corpo del vaso, appena inclinato Descrizione.
verso rinterno. Le depressioni, molto accentuate, danno Bicchiere biansato. La forma è del tutto simile a r 135.
alle pareti del vaso un aspetto molto ondulato. Fondo Rispetto a quest'ultimo, l'orlo presenta, subito sotto il
piatto. (Tav. LXXX, 4). labbro, uno spigolo vivo. L'attacco con la spalla è sotto-
Per l'argilla abbiamo solo l'indicazione del colore de- lineato da una gola piuttosto profonda. Le anse dì que-
finito rosso mattone (cfr. p. 347). sto bicchiere sono impostate superiormente subito sotto
Per quanto riguarda il centro di produzione, la diffu- l'orlo, inferiormente a metà della pancia. r'.Tav. LXXX, 7).
sione e la cronologia dì questo bicchiere, si veda quanto Dell'argilla non si hanno indicazioni. L'ingubbiamra
detto a proposito di L 34. è bruna o grigia, liscia e leggermente brillante.
Bibhografia. Per le caratteristicht·, mo~fologiche, questo bicchier::- è
simile a r/35 mentre, per la presenza dell'ingubbiatura,
Italia. Pompei: CARA.•'JDINI !977, p. 27, tav. XIII, n. 37,
sembra accostarsi piuttosto a r /36.
Per quanto riguarda il centro di produzione e la cro-
TIPO I/35 MAYET IL nologia si veda quanto detto a proposito di I ;35.
Descrizione. Bibliogra_fia.
Bicchiere dal corpo leggermente ovoide. Orlo appena Spaf!na. Cordova: ,\iAYET 19':5, p. 2q, tav. lll. n. 23.
inciinato verso l'esterno. Fondo piatto, piuttosto largo
(il diametro è di poco inferiore a quello dell'orlo), (Tav. TIPO Il39 MAYET V.
LXXX, 5).
Argilla di colore ocra arancio. Superficie esterna polita Descrizione.
in modo molto grossolano. Tracce di tornio sulla parete Bicchiere leggermente ovoide. Orlo dritto, appena in-
esrern::. L'esemplare conserrnro 2.' Royal Omario .Mu- dinaro verso l'esterno. Fondt1 piatte;} coi piccolo

252
CERAMICA A PARETI SOTTILI

una piuttosto accentuata separa quest'ultimo òalla TIPO I/4I MAYET IV.
parei c. ( Lw. LXXX, 8).
- di colore grigio, non ben depurata. Descri:::ionc.
Le cm:meristiche morfologiche richiamano quelle del Bicchiere ovoide biansato. Le caratteristiche morfolo-
bicchiere 1 /38) la base tuttavia è, in questo caso, molto giche richiamano quelle del tipo I 140. L'orlo presenta
niù lnrg::;. la parete esterna leggermente arrotondata e la parete
· Non sì hanno elementi per stabilire la cronologia e la interna molto concava quasi a spigolo vivo. Una gola
pnwcnicnza di questo bicchiere. È difficile anche. st?bi- piuttosto pronunciata separa l'orlo dalla parete. Il fondo è
lirc L :e.un cronologia sulla base delle carattensnchc molto largo (quasi quanto l'orlo\ leggermente convesso e
recuc ic dell'unico esemplare attestato. Quest'ultimo tut- privo di piede (anche se a un piede sembra accennare
ravin, ;.;nprnttutto per la forma tendenzialmente squa- una leggera ingrossatura della parere). Le anse, di tipo
drata~ potrebbe risaìire, orientativamente, intorno :il- scanalato, sono impostate superiormente sulla parte alta
l'ct3 :rngustea. della pancia e ìnferìormeme a metà della parete dove si
attaccano con una sorra di voluta. Una scanalatura piut-
BibhoJ rrdia. tosto accentuata corre orizzontalmente lungo la pancia
Sp,1; ;;.;_ Ibiza: lvtA\'ET r975, p. 36, tav. X. n. 74- subito al di sotto dell'attacco inferiore dell'ansa. (Tav.
LXXX, rr).
Argilla di colore beige rosato.
TIPO 1/40 MAYET IV. Per quanro riguarda il centro di produzione e la cro-
noìogia si veda quanto detto a proposito di I 140.
Descr/:;ùmc,
Bibliografia.
Bicchiere- ovoide biansato. Le pareti si restringono verso S':t,ignu. Ibiw.: lviAYET 1975. p. 35, u:s. IX, 11. 69.
il fondo. L'orlo è rigonfio, il fondo appena convesso,
un piccolo piede è delìmitato da una solcatura. Le anse}
scanalate sulla '.mperficie esterna, si attaccano poco al TIPO I 143 MAYET IV.
di sorto deli'orlo e a metà della pancia. Si notano, all'al-
tezza dell'attacco inferiore dell'ansa, due solcature oriz- Descrizione.
zontali narallele. iTav. LXXX, 9). Bicchiere ovoide biansato. La forma è quasi identiC'a
ArgiÙa di color~ beige rosato, quasi arancio sulla su- a quella dei tipo 1/42. Rispetto a quest'ultìmo l'orlo t:
perficie: ìmerna. Questo bicchiere richiama, per, le sue più basso e più simile a I/41, anche se in questo caso
caranc.:ristiche morfologiche, i tipi I ,'41 e r /42. E stara quasi piatto, rivolto all'esterno e appena ingrossato sul
ipotizzata per questo tipo una provenienza centro-italica labbro. Le anse presentano una sezione ovale. (Tav.
(1V1AYCr 1975), tuttavia l'assenza in Italia di confronti LXXX, 12).
precisi tenderebbe a far aggiungere a questa anche l'ipo- Argilla piuttosto grezza, di colore beige rosato.
tesi J.i una produzione iberica. Per quanto riguarda il centro di produzione e la cro-
noìogia di questo bicchiere si veda quanto detto a pro-
posito di I /40.
,';'pag1;a. lviaiorca: lviAYET 1975, p. 35_, tav. IX, r.. 65.
Bibliografia.
Spùk'lta. Ihiza: ;\:\.AYET 19':5, p. 35, taL IX, n. 70.

M.AYET IV.
TIPO 1/44 M.AYET !V.
Ricdlierc ovoide biansato. La forma è molto simile Descriz1"mze.
a I /4-; Rìspcno a quest'ultimo le pareti sono più arro- Bicchiere ovoide biansato, La forma è simile 2: tipi
rc,-,' L'c1rlo è dritto nclfo parte interna e arroton- I,·42-43, tutrnvi:.~, rispetto a questi ultimi, si pre:-;;:nta
daw m quelia esterna, tanto da assumere un aspetto a più affusolata e meno panciuta. L'orlo, di dimensioni
mandorla~ II fondo è completamente privo di piede e piuttosto ridotte, è posto orizzontalmente rispetto alla
notc:-vulr~rcntc più stretto dell'orlo. Le anse, sempre sca- parete. Le anse presentano, come I /41, la pane inferiore
nahm:, Drescntano una sezione rettangolare. La voluta terminan1 e con una piccola voluta. La loro sezione è
,:ill'an;"t;;(:o inferiore è quasi inesistente. (Tav. LXXX, roì. piuttosto appiattita. (Tav. LXXXI, (L
di colore bruno; tracce di tc-:::-nio sulla parete Argilla di colore ocra-beige, poco depurarn.
intcrn:-:' leggera politura esterna. Quesro tipo è stato definito ceramica comunt imitante
F'. quamo riguarda il centro di produzione e fa ero- vasi a pareti sottili (M.AYET 1975, p. 34), tuttavia lo spes-
si veda quanto detto a proposito di I ,i40. sore delle pareti non sembra, almeno dal disegno, supe-
riore ai mm 2 e l'argilla è ugualmente poco depurata
come nel caso del tipo E:Z3. Per questo bicchiere sono
in cors0 ;:;sami cii lr: 1)oratorìo al fine di accertarne 12

2.r}
CERAMICA A PARETI SOTTILI

provenienza. Per quanto riguarda il centro di produ- e la fattura stessa sembra più scadente. Dal confronto
zione e la cronologìa si veda quanto detto a proposito tra i due bicchieri si potrebbe ipotizzare per il secondo
di I '40. una imitazione del primo. La stessa decorazione costi-
tuisce una variante, molto diversa, delle prime decora-
Bibliografia. zioni a spine, molto sottili e ben sagomate. Naturalmente
Spag1Ja. lviaiorca: ,\t,.YET 1975, p. 35, t::iv. IX, n. 71, sarebbero di enorme importanza esami di laboratorio,
attraverso i quali si potrebbe stabilire una eventuale dif-
ferenza di composizione dell'argilla rispetto a quella de-
TIPO I/ 45 = MARABINI LXXI. gli csemplarì italici.
Non ci sono elementi che permettano di stabilire
Descrizione. una cronologia di questo esemplare, orientativamente
Bicchiere ovoide biansato. Orlo piuttosto pronunciato, collocabile nell'ambito della fine del I scc. a.C. . _ età
inclinato verso l'esterno. Alcune solcature compaiono sulla augustea.
superficie esterna dell'orlo. Le pareti del vaso sono piut-
tosto arrotondare, tanto che il bicchiere assume una Bibli()grafia.
forma tendenzialmente globulare. Il fondo, piatto, non è Spagna. !v:b.iorca: N!.AYET 1975, p. 33, tav. VI, n. 50, Tarragona:
conservato tra gli esemplari di Cosa, ma è stato ricostruito ,\.!.AYET 1975, p. 32, taV. VI, n. 49.
per analogia da un bicchiere di Hofheim (MARABINI
1973, p. 251). Delle anse sono conservati soltanto gli
attacchi superiori, poco al di sotto dell'orlo, e inferiori TIPO I I 46 "" MAYET V ,,., SCH!NDLER KAUDELKA
a: circa metà della pancia. (Tav. LXXXI, 2). 5r.
Gli esemplari provenienti da Cosa presentano un'ar-
gilla molto fine, di colore camusci.o tendem:e :i.iI'ar::mcìo Descri::;ionc.
(in un solo esemplare sono presenti sfumature \'erdastrc Bicchiere di forma ovoide piuttosto allungata. L 'ori<\
dovute sicuramente ad un effetto di conura). Ingubbia- appena inclinato all'esterno, è caratterizzato da un ingros-
tura di colore arancio, leggermente metallica all'interno; samento della parte inferiore che, all'attacco con la spalla
opaca all'esterno. Alcuni esemplari presentano ingubbia- forma uno spigolo vivo (da un esame diretto degli esem-
tura di colore bruno. L'esemplare proveniente da Hof- plari di Siracusa si è notato che l'orlo è eseguito ripie-
heim presenta un 1 argilla rosso chiaro con tracce di in- gando all'esterno l'argilla della parete). Il fondo è leg-
gubbiatura rossa. germente convesso con un piccolissimo piede inclinato
Decorazione 5, 5 b, 5 f. verso l'esterno. (Tav. LXXXI, 4).
Questo bicchiere deriva probabilmente dal più antico L'argilla degli esemplari provenienti da Maiorca è di
1 /22. Tutti gli esemplari attestati forniscono una crono- colore grigio, quella dei reperti di Magdalensberg di
logia intorno al periodo claudio. Anche l1 esemplare pro- colore rosso bruno. L'argilla degli esemplari di Siracusa
veniente da Hofheim si colloca intorno all'occupazione tende in alcuni casi al colore grigio in superficie e rossO
claudia del campo. acceso all'interno, mentre in altri casi appare rossiccia
Per quanto riguarda il centro di produzione si può all'esterno e grigia in frattura. La pasta degli esem-
facilmente ipotizzare che fosse in un'area dell'Italia cen- plari di Siracusa C molto dura, con inclusi piccoli e fre-
trale. quenti di colore bianco. La superficie è leggermente
ruvida al tatto; all'interno sono sempre presenti tracce
Bibliografia. del tornìo.
Germania. Hofhcim: RITTERLlNG 19! 2, pp. 262-359, t:w. XXXII I; Le indicazioni cronologiche concordano con le caratte-
MAHABINI 1973, p. 25L
Italia. Cosa: .\.iARAR!NI 19;3, p. 251, tavv. 48, 87, nn. 4:'>45'7,
ristiche tecniche di questi esemplari riconducendo ap-
prossimativamente alla seconda metà del I scc. a.C. La
grande quantità di frammenti appartenenti a questo tipe,
TIPO 1/38 M.AYET III. conservati nei magazzini del Museo Archeologico di Si-
racusa, concorre a far ritenere che esso fosse prodotto
Descrizione. localmente. Per quanto riguarda gii esemplari prove-
nienti da Magdalensberg, considerati centro-italici
Bicchiere ovoide. Orlo inclinato verso l'esterno; a
(SC:HINDLER KAUDELKA 1975)~ si potrebbe pensare in-
circa metà dell'orlo compare, sul lato esterno, un leggero vece ad una loro provenienza, attraverso l'Adriatico~ da
spigolo. Un angolo piuttosto netto separa l'orlo dalla Siracusa. Lo stesso vale per gli esemplari rinvenuti
parete. Quest'ultima presenta una leggerissima carena nella Penisola Iberica.
subito al di sotto delrorlo. Fondo leggermente convesso
con piccolo piede appena accennato. (Tav. LXXXI, Bibliografa .
.-\rgilla di colore ocra arancio o rosato. Deco-::'azione 46.
hbgdalensberg: SCH!NDLER KAUDELKA !975, p.
Austria.
Questo bicchiere presenta per la sua forma alcune ana- mv. forma 51 e, e.
II,
logie con ìl tipo I /20: il corpo tuttavia, rispetto a que- Italia. Siracusa: ,\1agazzini del Museo Archeologico: PELAGATTl
1970 a, p. 486, fi.g. 69 e, f.
st'ultìmo, è meno slanciato, ìl fondo più largo, l'orlo più SpaJ!11a. Cemcdks: RùGER 1969, p. 257, ta·;. l, n, 9. Maiorca:
spigoloso e meno arrotondato, le pareti sono più spesse hL\YET 19".'5, p, 3'"', tav. X, n. 72.

2J4
CERAMICA A PARETI SOTTILI

Trrc : /-+7 J\iAYET V. Per quanto riguarda la cronologìa di questi bicchierì,


non abbiamo alcun dato che fornisca una indicazione.
Dcscr/::.;11m(:. L'orlo sembra richiamare quello del bicchiere 1,146. Non si
Bicchiere dal corpo globulare. L'orlo è uguale a quello conoscono confronti di quesri bicchieri fuori della Penisola
del hicchìcrc I i46 j il fondo è convesso e privo di piede, Iberica; si potrebbe pensare ad una produzione locale.
L è di color beìge rosato. I . . a superficie esterna
LXXXI, 5). Bibliografia.
Spaf[na . .\fahò;i: MAYET 1<1:5, p. 33, tav. VIL n. 53. Aiawn::a:
Qucsr,: bicchiere è stato descritto tra quelli di forma
MAYET 19;5, p. 33, mv. VJJ, nn. 52, 54, 56.
ovoid.c 1 mmostame il suo aspetto globulare, per sotto-
lìnc:1rc il profilo dell'orlo, identico a quello del tìpo
prcccdcm:e r: I /46ì. TIPO r ,50 MARABINI IX.
Nulla sappiamo sulla cronologia di questo esemplare, Descrizione.
i confronti che sono stati operati (MAYET 1975, p. 36)
con la forma IX di Cosa, scffibrano impropri. Tuttavia Bicchiere ovoide. Orlo leggermente inclinato verso
la somiglianza con il bicchiere r,.'46 potrebbe far pen- l'esterno e appena rigonfio. Il fondo è leggermente con-
sare ',.td una produzione siracusana, o ad una locale. vesso, con un piccoio piede. Sotto l'orlo una costolamrn
Sarebbe importante eseguire analisi di laboratorio sul orizzontale corre a circa un terzo dell'altezza della parete.
bicchiere di Ibiza e confrontarle con quelle eseguite su (Tav. LXXXI, 8).
esemplari del tipo r/46 da Siracusa. Gli esemplari provenienti da Cosa presentano un 'ar-
gilla piuttosto sabbiosa, ricca di inclusi, ben cotta, di
Bibliogr,-~_(,"a. colore camoscio-arancio. Sono attestati esemplari non
St,.iFit,i Ihiza: .\iAYET 1975, p. 56, mv. :X, n. 76.
decorati; un esemplare da Cosa presenta, tutt"avia~ una
decorazione del tipo 52.
La cronologia degli esemplari conosciuti rende a col-
TIPO I MAYET V. locarsi nell'ambito della seconda metà del I sec. a. C.
fino all'età augustea.
D2scri:.rionc. Non si hanno indicazioni sufficienti per formulare,
Bicchiere dal corpo ovoide. L'orlo, uguale a quello del senza esami di laboratorio adeguati, ipotesi su1la prove-
tipo 1 è, come quello, lievemente inclinato verso l'in- nienza di questi bicchieri che, pur con molte riserve,
ternc e, 2.ll'attacco con la spalla, forma uno spigolo vivo. potrebbero orientativameme definirsi di produzione cen-
Le si ispessiscono verso il fondo, che è legger- tro-italica. Se così fosse, tuttavia, resportazione terrestre
mente convesso, quasi piatto. (Tav. LXXXI, 6). di questo tipo di bicchiere sarebbe~ piuttosto eccezional-
L'argilfa, non ben depurata, è di colore ocra rosato. mente, rivolta all'Italia settentrionale e al lùnes.
È attestato un solo esemplare che presenta la decora-
zione f;r. Bibliografia.
Non ci sono elementi che forniscano dati sulla crono- Germania, Vcrern: HAGE1,; rr..iu b, p. 409, mv. LVII, n. r.;< :::.
lra!ia. Cosa: ;\iARAìll>;"J 1973, p. 70, tavv. 8, 60, nn. 8-:,-88. Or~
logia o :mI centro di produzione di quc-sto vaso. Soltanto nava,so: BIANCHETTI 1895, p. IS8, mv. XXI, n. r-.
l'orlo ricordando quello del tipo I /46, suggerire,
come. p::r quest'ultimo, una produzione siciliana. Per le
caratteristiche del vaso, analoghe a quelle del tipo 1/47, TIPO 1/51 MAYET II-III.
si pot:n:J,be ipotizzare una sua collocazione cronologica Descrizione.
nelfa !;(~conda metà del I sec. a. C.
Bicchiere oyoide simile al tipo r /54. Rispetto a questo
Bib!iogn.;lìa. ultimo presenta un fondo molto spesso, piatto e privo di
Sr,c11,;11a, ,\biorca: l\iAYET 1q-:;5, p. 36, tav. X, n. 75.
pieàe; l'altezza del vaso è più ridotta, mentre le paretì
sono più spesse. (Ta\·. LXXXI, 9).
Argilla grigia opaca; ìngubbiatura nera suJla parete
TIPO I MAYET III. esterna e sul bordo interno. Decorazione 1,
Non ci sono datì circa la cronologia eci il centro cii
Dcscri::.:ùmc. produzione di questo esemplare. Per la sua forma si ha
Bicchiere dal corpo leggermente ovoide, tendente al l'impressione di individuare qualche analogìa con il bic-
globular::. L'orlo è piuttosto alto e rigonfio, inclinato chiere I i 54.
verso l'interno, una profonda gola lo divide dalla spalla.
Il fcrn.'in è appena convesso e sottolineato sempre da Bibliogrczfia.
un<., o -,·,;ù solcature. (Tav. LXXXI, In genere una Spaffnc;. Ibi22,: !\.iAYET ll!~5, r- 33, r:n·. VIL n. <:/,_

sokat•:~r:1 orizzontale piuttosto profonda, situara poco al


di ,.,,,,- dcll'orio 1 delimita superiormente la superficie TIPO r/52 SCHINDLER KAUDELKA 16.

non ben depurata, di colore beige rosato o Descrizione.


ocra l"Dsato. l.Tn esemplare presenta la superficie esterna Bicchiere dal corpo ovoide. Orlo piuttosto piccolo e
delle ùi ::olore grigio. Decorazione 5, 5 a, 5 b) 8 r. inclinato verso l'esterno; una gola separa l'orlo dalìa rn:-

255
CERAMICA A PARETI SOTTILI

rete. Subito sotto l'orlo una fascia piatta termina con TIPO I/55 - SCHINDLER KAUDELKA 93.
0

una leggera carena al di sorto della quale la parete ap-


pare arrotondata. Il corpo del vaso è piuttosto basso. Dcscri:::imzc.
Il fondo è piatto e privo di piede. (Tav, LXXXI, 10 ). Bicchiere ovoide. L'orlo, leggermente inclinato verso
Argilla di colore beige rosato, piuttosto dura. Decora- l'interno, è alto e dritto; il labbro presenta un leggero
zione 2. ingrossamento verso l'esterno. Non è conservato il fondo.
È attestato un unico esemplare da !\.1agdalensberg da- (Tav. LXXXI, 13).
tato dalla prima età augustea al 10--15 d.C. Non si co- :\rgilla di colore grigio-nero.
nosce il centro dì produzione. Questo esemplare è stato inserito, anche se incompleto,
nel catalogo, perché le caratteristiche dell'orlo e della pare-
Biblio:;rafia. te mostravano analogie significative con il bicchiere 1:'54.
,:Jwrria. ?vl.agdaknsbcrg; ScmKDLER K,l,,CDELKA r975, pp. 51-5:è, Gli esemplari da Nlagdalensberg sono databili indica-
wv. 4, forma 16. tivamente tra il 20 ed il 30 d.C. Non è possibile stabilire
il centro di produzione fondandosi unicamente sul co-
lore grigio dell'argilla che certo tenderebbe a ricondurre
TIPO 1/54 = 0
MAYET III. a zone nord-italiche.
Bibliog1'afia.
Descrizione. Austria. l'\-'bg:dalensberg: Sc1m•<DLER KAUDELKA 1975, p. 102,
tav. 18, forme 92, 93 a, b.
Bicchiere ovoide dal corpo piuttosto allungato. L'orlo
è rivolto verso l'esterno; una solcatura piuttosto profonda
sottolinea l'attacco con la parete. Il fondo è leggermente TIPO r/56 GREENE FIG. 25.16.
convesso, con un ·-1:::(.L:. lina sc2.n:::Lrura corre
orizzontalmente sotto l'orlu, a circa '3 di :iliezza della Descrizione.
parete. (Tav. LXXXI, 1; , Bicchiere dal corpo ovoide. La pancia è piuttosto
Argilla di colore beige rosato, la superficìe esterna è bassa; le pareti, superiormente, si inclinano verso l'in-
leggermente polita, la parte alta della parete interna pre- terno. L'orlo, costituito dalla parte terminale della pa-
senta tracce di tornio. Decorazione a corde (3, 230), non rete, è dritto e rivolto verso l'interno, mentre il fabbro
incise. è arrotondato e appena ripiegato verso l'esterno. Il fondo
Non abbiamo indicazioni circa la cronologia cd il cen- è piatto e appena accentuato da un minimo trano verti-
tro di produzione di questo bicchiere. I rapporti dal cale della parete. (Tav. LXXXI, 14),
punto di vìsta morfologico con il tipo I /50 sono molto Argilla di colore camoscio-bianco con ìngubbiatura
stretti. Senza analisi di laboratorio, tuttavia, è impos- arancio. Decorazione 14, 15.
sibile stabilire se si tratti_, in questo caso, di una pro- La cronologia iniziale di questi bicchieri è da collocarsi
duzione centro . ~italica o locale. intorno al 40 d.C. La produzione è da ricercarsi in un
centro della Britannia che imitava vasellame di provenìen-
Bibliografia. za diversa; in questo caso sì tratta della imitazione di
un prodotto della Penisola Iberica (GREENE 1979, p. 60).
Spagna. Ibiz:1: lvL\iTT I975, p. 28, tav. III, n. 20.
Bibliografia.
0/,wda. Nimegn: GREENE 1979, p. 60, fig. 25, n. 16.
TIPO 1/53 -= MARABINI X.
Descrizione. TIPO 1/57 MARABINI LX.
Bicchiere dal corpo ovoide. Alto orlo verticaie che Descrizione.
poggia sulla parete formando quasi un angolo. Il labbro Bicchiere ovoide con alto collo e piccolo orlo legger-
è solcato da una leggera scanalatura. Fondo leggermente mente sporgente verso l'esterno. Il fondo è piatto. L'ar-
convesso, senza piede. (T UY .••• ' ' ' " ' ' • r '"'· gilla di quesro esemplare è fine, di colore arancio ci1iaro.
Argìlla sabbiosa, dura, di colore rosso ferruginoso, Il rivestimento delle pareti è dì colore rosa con riflessi
tracce di bruciato all'esterno. Decorazione ',. metallici di colore rosso oppure rosso-bruno sulla super-
Si conoscono soltanto due attestazioni. La cronologia ficie esterna e rosso all'interno. L'esemplare è noto
dell'esemplare di Cosa rimanda al terzo quarto del I soltanto da frammenti. Come il bicchiere M.arabini XVII
scc. a.C. deriva dalb tarda fase di La Tène. Esemplari simiìi sono
I soli due frammemi conosciuti, in aree per altro così attestati a 1\.'101r -Bcauvray e Cos::i, databiìi in età augu-
diverse tra loro, non permettono di formulare ipotesi stea (Ivi.AR.11.BINI 1973, p. I (Tavv. LXXXII; 1;
circa la provenienza <li questi esemplari. LXXXIX, 2).
Bibliogn~fia.
Bibliografia.
h·w1cia. ,\iont-Bcaunay: HrLUOT r899, t:lY. XXV, n. 5.
Grecia. Atene: R0BlNS0N l959, G4r, pp. 26-27, tav. 4. lta!ia. Cosa: MARAHINI 19;3, p. l-:'5, rnn-. :;..i., 76, nn. 312~31::;.
]r_-i{ia. Co•;;·· .\lARABlKl r973, p, 71, tuvv. 8, 6c, n. 8(). S:rreti11csrrc 11, p. 172.

256
CERAMICA A PARETI SOTTILI

TIPO I /59 MARABINI XXXI. a profilo triangolare, inclinato all'esterno. Una leggera
solcatura corre orizzontalmente su tutta la base. Le pa-
Descrizione. reti sono marcatamente globulari, tanto che all'attacco
Bicchiere dal corpo globulare. Il collo è dritto o leg- con l'orlo viene a formarsi un angolo più stretto di quello
aermcmc inclinato verso l'esterno e si imposta sulla pa- del precedente tipo I /59. (Tav. LXXXII, 4).
;ete fonnando un angolo vivo. L'orlo è molto piccolo, L'argilla dell'esemplare da Osuna non viene descritta,
arrotondato nella parre superiore. Il fondo presenta un ma la stessa ìngubbiatura di colore arancio bruno bril-
piede ad anello abbastanz.a accentuato con parete verti- lante farebbe pensare ad un)argilla diversa dalla grigia.
cale cd una scanalatura pmrtosto larga sulla base. (Tav. L'unico dato che fornisce un'indicazione cronologica
LXXXI!, 2t precisa e attendibile è l'esemplare proveniente da Ampu-
1.:n{, esemplari provenienti da Cosa presenta ar- rias e databile al periodo tiberio-claudio.
a-illa fine., ben depurata, di colore bruno chiaro, mentre La forma del vaso richiama piuttosto strettamente il
l'altro presenta argilla grigio . chiaro, piuttosto sabbiosa, tipo 1/59 pur se l'argilla è molto dìversa.
con inzubhiamra grigio scuro. Su quest'ultimo esemplare
compa~c una decorazione a rotella del tipo 5. L'argilla Bibliografia.
dei frammenti di Ornavasso, Luni ed Emana è grigia; Spagna. Ampurias: ALMAGRO I955, p. 54, fig-. 13. Osun:i: .\iAYET
le pareti di uno degli esemplari sono ricoperte da ingub- 1975, p. 57, tav. XXVI, n. 196.
biamrn grigio scuro. Quest'ultimo è decorato a rotella:
decorazione 5. L'esemplare da Emona presenta sul collo TIPO I/6I MARABINI XIII.
numerose ·mlcature parallele.
La presenza di questo bicchiere nella necropoli di Descrizione.
San Bernardo conferma l'inizio della produzione nell'età Bicchiere dal corpo tendenzialmente ovoide; un a1-
augusre<L È stata ipotizzata per questi bicchieri un'ori- largamento della parete in basso dà al vaso un aspetto
gine dall'area di Golasecca (MARABINI 1973). pesante. L'orlo, separato dalla parete per mezzo di una
Per quanto riguarda il centro di produzione, Pargilla gola piuttosto accentuata, è leggermente inclinato verso
grigia farebbe pensare ad una produzione padana, pro- l'esterno e presenta un profilo triangolare con una spor-
babilmente simile, in Italia centrale, ad analoghi pro- genza sulla parte esterna. (Tav. LXXXII, 5).
dotti, anche se meno diffusi, in argilla rossiccia. Gli esemplari di Cosa presentano un'argilla rosso chiaro
Bibliogr4ia. o arancio, leggermente sabbiosa, spesso con macchie di
f1Q[ir..;, Cosa: l'viARABrNI 1973, tavv. 15,44,nn. J6r, 407. Lomello:
cottura all'esterno; gli esemplari di Vindonissa presen-
PONTE 11':1\7, mv. XVIII, n. 26. Luni; CAVALIERI MANASSE 1977, tano un 'argilla di colore grigio.
p. 351, mv·. 61.4, 5. Ornavasso: BIANCHETTI 1895, p. 186, tomba Gli esemplari di Cosa sono databili al terzo quarto
165 1 tav, XX, n. 10.
del I sec. a.C.; quelli dall'Agorà confermano la cronolo-
gia di Cosa e sono databili in un arco di tempo compreso
TIPO l /60 -= MAYET XXI. tra il 75 a.C. e 1a fine del secolo. Tutte le altre attesta-
Descrizione. zioni sono coliocabili a partire dalfinizia del I sec. d.C.
(Ventimiglia 20-90 d.C.).
Bicchiere dal corpo globulare molto panciuto. Collo Non è facile stabilire il centro di produzione di questi
leggermente arrotondato verso l'esterno. Fondo legger- esemplari, forse originariamente centro-italici anche se
mente convesso con piccolo piede ad anello inclinato questo prodotto sembra scomparire dall'Itaiia centrale
verso l'esterno. (Tav. LXXXII, 3). intorno alla fine del I sec. a.C. (MARABINI 1973).
Arg:ilb di. colore grigio. La superficie esterna è poiita.
Non :,;i hanno dati che permettano di stabilire una cro- Bibliografia.
nologi~, precisa. Sembra probabile che} come per i tipi Grecia. Atene: ROEI"'SON !959, F25, p. I3, ti'.l.V. r.
I,'59 e ;1211, ci si debba orientare a partire dalretà au- Italia. Cosa: MARAEINr 1973, p. 74, tavL 9, 60, nn. 97-()8. Ven-
gustea, l.i difficile stabilire il centro di produzione di timiglia: LAMBOGLIA 1950, p. I23, un. 45-50, fig. 97; p. 196, n. Il,
fig. 117.
queste ~'-,cmplarc, soltanto esami di laboratorio potreb-
hen ''.H"ÙÌ:rmare o smemire un'origine nord-italica.
Bibliografia. TIPO r/62.
.\f,<11.'1i,__ lbizn: .l\1.AYET I975, p. 57, tsv. XXVI, n. 195. Dcscrizùmc .
BicchieE' dal corpo piuttosto globulare che si restringe
TIP('•, MAYET XXI. verso il fondo. L'orlo è dritto, solcato da numerose sca-
nalature parallele sul lato esterno. Il fondo è pìatto.
(Ta,·. LXXX!!, 6).
Bicchiere dal corpo globulare, molrn simile al pre- L'argilla dell'esemplare proveniente da Palazzolo è di
cedente 1 ·59. Il collo è in questo caso più arcuato e coiore grìgio con ingubbiatura nera. L'esemplare prove-
inclinaio verso l'esterno, così l'orlo è costituito da una niente da Perugia non presenta decorazione, mentre
comin;J:1zione della parete più accentuatamente rivolta quello da Palazzolo è decorato col motivo 149, con rag-
verse 1 \:\tcmo. Il fondo è composto da un piccolo pied::-: giunta di una fascia con decorazione a rotelli' 5b.

2 57
CERAMICA A PARETI SOTTILI

Non si hanno indicazioni cronologiche precise per La cronologia di questo bicchiere rimanda alla metà
questo bicchiere, ed è difficile, attraverso due soli esem- del I sec. d.C. Questo, come la maggior parte degli esem-
plari, individuare il centro di produzione; tuttavia, al- plari rinvenuti sulle coste settentrionali dell'Adriatico,
meno per una delle due attestazioni, l'ipotesi avanz2.ta, presenta le caratteristiche dei prodotti di Aquileia.
di una produzione padana, sembra piuttosto convincente
(GREENE 1979, p. 79). Bibliografia.
Italia. Aquileia: Musco Archeologico, Magazzini.
Bibliografia. Jugoslavia. Emona: PETRU 1972, tav. LXXVIII, tomba 6, n. 30;
lwlìa. Torino: GREENE 1979, pp. 78-79, fig. 33, n. 4. Perugia: tav. II, tomba 14, n. 4.
FERUGUO 1977, p. IIO ss., fig, 70, nn. 4-5.

TIPO 1/340.
Descrizione.
Descrizione.
Bicchiere ovoide, il corpo si restringe notevolmente Bicchiere ovoide del tutto simile al precedente r /212,
verso il fondo. Quest'ultimo, a base piatta, presenta un solo l'andamento del corpo con la spalla, meno pronun-
diametro di circa 1/4 più piccolo di quello dell'imbocca- ciata, e il fondo notevolmente più largo, lo distinguono
tura. Presso l'orlo la parete si restringe improvvisamente dal precedente. Decorazione 63, 14. (Tav. LXXXII, 8).
tanto da formare una carena a spigolo vivo. L'orlo è L'argilla di questi esemplari, provenienti da Emonn,
costituito da un minimo rialzo della parete, il labbro è presenta le stesse caratteristiche di 1/212. Decorazione r46.
appena arrotondato. (Tav. CXXXIX, 4). Bibliografia.
Argilla perfettamente depurata, di colore quasi bianco.
Austria. Magdalensberg: SCHLI~DER KAUDELKA 1976, ta\', 23,
Decorazione 12. forma 127 a-b; tav. 25, forma II7 a-b.
Non si conoscono per questo tipo né la cronologia, Iugoslavia. Emona: PETRU x972, tav, CXII, tomba 4, n. 8.
né indicazioni sul centro di produzione. Tuttavia il
colore dell'argilla, perfettamente bianca, fa pensare a
quella caratteristica dei centri del basso Reno.
Bibliografia. Descrizione.
lialia. (Aquileia): Museo Archeologico, Magazzini, Bicchiere ovoide del tutto simile a 1/212. Si distingue
da quest'ultimo per il corpo leggermente più spesso e
TIPO 1/342. l'orlo più inclinato verso l'interno. (Tav. LXXXII, 9).
Argilla di colore ocra, ingubbiatura bruno arancio,
Descrizione. piuttosto diluita; compaiono spesso macchie sulla su-
Bicchiere ovoide. La parete non si restringe, come perficie dovute a difetti di cottura. Decorazione 3.34.
la precedente, verso l'orlo, che è arrotondato nella sua Le attestazioni note sono databili nell'ambito della SC>
parte esterna. conda metà del I sec. d.C. Nonostante le analogie della
Argilla di colore in genere rosato, in un caso l'argilla forma e la presenza accanto a questo tipo di prodotti
è di colore giallino con ingubbiatura rossa; compaiono sicuramente provenienti da Aquileia, il colore dell'ar-
frequenti chiazze sulla superficie esterna per effetti di gilla e il rivestimento di questi bicchieri non consentono
cottura. Decorazione 12. di ipotizzare la stessa produzione. Sarebbero di grande
Non è possibile stabilire il centro di produzione di importanza esami di laboratorio al fine di verificare se
questi esemplari forse riconducibili a fabbriche locali. si tratti di una produzione locale oppure di una imita-
zione dei prodotti di Aquileia.
Bibliografia.
ltaìia. Porto Recanati: MERCANDO r974, tomba 132, p, 299, Bibliografia.
fig. 213, n. 6; tomba I27, p. 293, n. 2, fig, 201 b; tomba 306, p. 385,
fig, 31I a; tomba 162_, n. 7_, fig. 162 c. Iralia, Porto Recanati: MERCANDO 1974, p. 192, tomba 21, fig.
66, n, u,; tomba 85, n. 4, fig-. r53,

TIPO 1/212.
TIPO 1/135.
Descrizione.
Bicchiere ovoide. L'orlo è ingrossato, sulla superficie Descrizione.
esterna presenta una solcatura che lo divide in due oriz- Bicchiere ovoide. L'orlo è dritto, sottile e inclinato verso
zontalmente. Il corpo presenta una spalla molto pronun- l'esterno. Il corpo presenta la spalla piuttosto accentuata,
ciata. Al dì sotto àella spalla la parete si restringe rapida- la parete si restrìnge rapidamente verso il fondo; questo
mente verso il fondo che è piatto. (Tav. LXXXI!, 7). ultimo è piatto e privo di piede. (Tav. LXXXII, rn).
L'argilla degli esemplari di Aquileia è di colore grigio L'esemplare proveniente da Corinto presenta argilla
chiaro con una ingubbiatura molto diluita, anch'essa di di colore grigio, molto cotta e sottile. Decorazione 365.
colore grigio, ma di una tonalità più scura dell'argilla. L'esemplare attestato è stato datato in età claudio-
Decorazione 334. neroniana. Per quanto riguardo l'area di produzione è

258
CERAMICA A PARETI SOTTILI

sta~a indicata l'Italia (HAYES 1973); dai confronti for- gilla grigia è l'esemplare di Budrio. I frammenti da
niti si può immaginare che ci si riferisca afflralia setten- 1\.-lagdalensberg presentano argilla di colore bruno scuro.
trionale. Decorazione 43.
Il colore dell'argilla, e soprattutto la decorazione, fa- L'esemplare proveniente da Porto Recanati è databile
rebbero pensare ad un prodotto nord-italico. Solo esami in età augustea, mentre i frammenti da l\fagdalensberg
di labornrnrio potrebbero dare indicazioni utili. si collocano tra il 20 ed il 30 d.C. Questi bicchieri potreb-
bero orientativamente essere coliocati tra l'ultimo quarto
Bibliografia. del I sec. a.C. ed il primo quarto del I sec. d.C. Caratteriz-
(ircd,1 Corinto: HAYES 1973, tav. 89, n. r85.
zati dalla loro decorazione, prima ancora che dalla loro
forma, sono diffusi principalmente in area nord italìca
TIPO I e soprattutto sul versante adriatico. Le caratteristiche
del rivestimento tuttavia sembrano differenziare questi
Descrizione. esemplari da quelli sicuramente prodotti nei centri del-
Bicchiere ovoide. L'orlo è leggermente rigonfio. Il l'area adriatica. Le analisi in corso potranno dare indi-
fondo è piatto. Vargilla dell'esemplare da Magdalensberg cazioni utili sulla provenienza di questi esemplari.
è di colore grigio scuro. (Tav. LXXXII, II).
Bibliografia.
Decorazione 5} 25.
Austria. Magdalensberg: SCHINDLER KAUDELKA 1975, p. 134,
tav. 23, forma 130.
Bibliografia"
Iraiia. Aquileia; Musco Archeologico, ,\fagazzinì. Porro Recanati:
Awrri,1. A1.agdalensberg; SCHLINDER KAUDELKA 1973, mv. 15, 77 a. MERCANDO 1971, p. 414, tomba 19, fig. 15.
fugo ia·z•ia. Emana: PETRU 1972, tav. LXXIII, romba 95, fi.g. 2, n. 5,

TIPO 1/70 = SCHINDLER KAUDELKA 95.


TIPO i /350.
Descrizione.
Descri::;irmc. Bicchiere dal corpo ovoide, privo di orlo, sotituito àa tL'l
Bicchiere ovoide leggermente allungato. L'orlo è leg- ingrossamento della parete che presenta sul lato esterno
germenre ingrossato e appena inclinato verso l'esterno. una o più solcature parallele. Il fondo può essere appena
La parete si restringe verso il fondo; quest'ultimo è piatto convesso o completamente piatto. (Tav. LXXXII, 14).
e prìvo cii piede. (Tav. LXXXII, 12). L'argilla degli esemplari di Aquileia è dì colore grigio,
Decorazione 5 f. con un rivestimento nero e compatto di colore nero lu-
Non ci :~ono dati che permettano di stabilire la pro~ cido. Lo stesso tipo di argilla sembrano presentare gli
venienza di questo esemplare e soprattutto mancano esemplari da Magdalens berg e da Emona. Decorazione
informazioni sull'argilla. 43, 5 a (su un solo esemplare). Si veda per altro quanto
Le ipotesi che si possono avanzare oscillano tra l'area è stato detto per il tipo r ì69.
nord-2.driatica e i centri del basso Reno. Bibliografia.
Bibliografia, Auiuia. lviagdaknsberg: Sc:mNDLER KAUDELKA 1975, tav. r8,
forma 95 a, b.
Iur:o iom,,. Emons.: PETRU 1972, tav. VI, tombu 59, n. 14. Jralia. Aquileia: l\1useo Archeologico, Magazzinì. Colìdongo:
GELICHI in corso di stampa.
Jugoslavia. Emona: PETRU 1972, p. 203, tomba 346, n. rs, tav.
LXXX, n. r8, tomba 22.

Descrz:Jirmc,
TIPO r/66 °. 0
MAYET XXXVI.
Bicchiere ovoide. L'orlo, piunosto pronunciato, è pres-
soché dritto e inclinato verso l'esterno. Il fondo è piatto. Descrizione,
(T:rL LXXXII, 13). Bicchiere ovoide. L'odo, ài minime àimensioni, è ar-
Decorazione 5 a. rotondato e inclinato verso l'esterno; il fondo è piatto.
(Tav, LXXXII, 15!.
L'argilla dell'esemplare di Carmona è gialiasi:ra, con
lw:osi,.1,·io., Emana: PETRU 1972, tav. LXXXI, tomba 25. n. 15. ingubbiatura di colore arancio vivo. Quella di Conimbriga
è di colore ocra, con ingubbiatura arancio chiaro. De-
SCHINDLER KAUDELKA r30. corazione 63.
Non sl hanno dati che permettano di stabilire una cro-
nologia precisa per questi esemplari, genericamente da-
Biu. ,;y::re ovoide. La parete si restringe verso il fondo tati dall'età tiberio-chmdia a quella flavia. È stata avan-
t nefr· superiore termina senza orlo, con un ììeve zata anche l'ipotesi di una loro produzione iberica (IvlAYET
Il fondo è piatto. Gli esemplari di Aqui- 1975, p. 73).
leia pr-:::s,:mano argilla di colore grigio e ingubbiatura
Bibliografia.
grigio scu.ro--nero, in parte scomparsa. (Tav. CXXXIX,
Portogallo. Conimbrìga: MAYET r975, p. 74, tav. XXXVIII,
3), I bl'..:chieri provenienti da Porto Recanati presentano n. 307.
argillr cdo;:- crema e ir::;ubbìaturn grigia. Ancora in ar- Sparma. Carmona: J,..iAYET 1975. p. 74, tav. x::::-:XVIII, n. 306.

2f!}
CERAMICA A PARETI SOTTILI

TIPO r/366 ~= GREENE FIG, 33.5. il fondo è piatto o appena convesso con un piccolo piede
inclinato verso l'esterno. (Tav. LXXXIII, 2).
Descrizione.
Questo tipo è documentato da scarti di fornace sui
Bicchiere ovoide. L'orlo è dritto, sottolineato all'esterno quali non è possibile individuare il colore dell'argilla;
da numerose solcature parallele. Il fondo è piatto, (Tav. così anche la superficie che appare rivestita da un colore
LXXXII, I 6). viola-nero a macchie rossicce. Sono attestati esemplari
L'argilla è di colore camoscio, con ingubbiatura aran- non decorati, che presentano una solcatura sotto l'orlo,
cio m:::rrone. Decorazione 63. e con decorazione a rotella 5 a, b, I.
Per questo bicchiere non si hanno indicazioni cro- Questi bicchieri appaiono a Colchester intorno al r 50
nologiche precise ed è difficile, dai pochi esemplari noti, d.C., circa trenta anni dopo il bicchiere I /120, e restano
individuare il centro di produzione; è stata avanzata la in uso per tutto il IV secolo. Sicura è la loro produzione
ipotesi di una produzione padana (GREENE 1979, p. 79). a Colchester; esemplari appartenenti a questo tipo sono
Bibliografia. attestati anche ad Emona, ugualmente decorati, ma con
argilla con caratteristiche diverse. La presenza ad Emona
Germania. Auerberg: GREENE 1979, p. 78, fig. 33,5,
Jugoslavia. Emona: PETRU 1972, tav, CC, tomba I !3, n. 8. potrebbe costituire un indizio per ipotizzare una produ-
zione di questo bicchiere in centri renani dove si produ~
TIPO r/64 == MAYET XXXVI. cevano spesso vasi uguali a quelli di Colchester.

Descrizione. BiUiograjia.
Bicchiere ovoide biansato. Le pareti si restringono su- Inghilterra. Colchester: HULL r947, forma 392, p. !02, fig. 57,
nn. 6, 7; CHARLESTON 1955, p. 39, fig. 89.
periormente in prossimità dell'orlo che è di dimen- lugoslaz:ìa. Emona: PETRU r9-:-2, p. 196, tav. LXXVIlI, n. 33.
sioni molto piccole, arrotondato e ìeggermcme incli-
nato verso l'esterno; il iondo è piatto. Due anse a se-
zione scanalata poggimo superiormente non lontano dal- TIPO rì76 = MARABINI LIX.
l'orlo, in corrispondenza di una solcatura e~ inferior- Descrizione.
mente, a circa metà della parete. (Tav. LXXXIII, r).
Boccalino monoansato. Le pareri presentano, nella
Argilla dì colore ocra arancio con ingubbiatura bruno
parre inferiore del vaso, una carena con spigolo vivo.
arancio. Decorazione 63. La decorazione arriva all'al-
L'orlo è costituito dalla stessa parte terminale della
tezza delle solcature, in corrispondenza dell'attacco su-
parete che, superiormente si restringe, inclinandosi verso
periore dell'ansa.
l'interno. Il fondo è piatto. L'ansa si imposta poco ai
Non si conoscono dati che permettano di stabilire una
di sopra e al di sotto della metà della parete. (Tav.
cronologia di questo bicchiere. È del tutto da verificare
LXXXIII, 3). Decorazione 63.
l'ipotesi di una datazione intorno al I sec. a.C. (1\1.AYET
L'argilla degli esemplari di Cosa è ben depurata, più
1975, p. 74) e di una provenienza da un centro di pro-
o meno dura, di colore rosso; le pareti sono rivestite da
duzione iberico.
ingubbiatura sìa esterna che interna di colore bruno o
Bibliografia. rossiccio, con macchie di colore sulla superficie; in lli'1
Spagna. lbìza: MAYET r975, p. 74, tav. XXXVIII, n. 308. caso compaiono riflessi metallici.
La datazione proposta per questi boccalini, sulla base
TIPO r/73. della stratigrafia di Cosa, parte dall'età tiberiana o dai
primi anni del regno di Claudio (fviARABINI 1973, p. r75).
Dcscri:::ionc. Per quanto riguarda il centro dì produzione si potrebbe
Bicchiere ovoide piuttosto allungato. L'orlo è costi- pensare all'area centro-italica.
tuito dalla stessa parete che termina inclinandosi leg-
germente verso l'interno. Il fondo è piatto. Bibliografia.
Argilla biancastra, ingubbiatura bruna. Decorazione 5. halia. Cosa: lvl.AR.."-BINI 1'973, p. 175, ravv. 34, 76, rm. 3ro-3!L
L'esemplare, da Altenburg, è datato posreriormemc
all'89 d.C Difficile è srnbilirc il centro di ~rnd:.~zionc;
si può ricordare che coppe in argilla biancastra sono TIPO r/78 = MARABINI XVII.
note tra i prodotti di Lione. Descrizione.
Bibliogra_fia. Bicchiere tendenzialmente ovoide_, biansato, dall'alto
Germania. AJt.enburg:; FREMESDORF !964, p. 25, mv. 86. Obcraden: collo. L'orlo è lievemente sagomato; il collo sì attacc?
LOESCHCKE 1942, ta\". 8, nn. 10, 28.
Grecia. :\tene: ROBINSOK ll))O, fig. 23, tav. l.
alla parere con una leggera carena. Il fondo è piatto con
Sz:i::;zcra. Zurigo: \'oGT 1948, fig. 34, nn. 21-23. un piccolo piede ad anello inclinato verso l'esterno e
sottolineato sulla base da una sokatura. Le anse sono a
TIPO r/291 HULL 392. sezione circolare. (Tav. LXXXIII, 4).
Argilla molto sabbiosa di colore grigio,
Descrizione. Questo esemplare è databile in età tiberio-claudia
Bicchiere dal corpo tendenzialmente ovoide; le pareti (MARABINI 1973, pp. 77·"·78), il centro di produzione è
si restringono verso il fonde. Il bicchiere è privo di orlo, da ricercarsi prob1bilmentc in ltali2 centrale:.

260
-------
CERAMICA A PARETI SOTTILI

TIPO r/82 MARABINI LXXV.


Descrizione.
Bicchiere biansato. II corpo del vaso presenta una ca-
TIPO :r/79 l,iARABINI XVII. rena nella parte bassa. L'orlo è molto alto, lievemente
modanato, il labbro è dritto. Il fondo, leggermente con-
Dcstt:',-::ùmc. vesso, presenta un pìccolo piede dritto. Le anse sono a
Bicchiere tendenzialmente ovoide piuttosto allungato, sezione circolare. (Tav, LXXXIII, 8).
bian:<mi e con alto collo. L'orlo, costituito dalla conti- Argilla dura, sabbiosa, di colore rossastro; ingubbia-
nuazione del collo, è drìtto e leggermente svasato verso tura lucida, anch'essa rossastra. Decorazione 5.
l'esterno. I! fondo è convesso e presenta un piccolo piede Difficile è stabilire la cronologia di questo esemplare,
ad anello~ inclinato verso l'esterno; le anse sono a sezione attestato a Cosa in età claudio-neroniana. Il centro di
circolare, (Tav. LXXXIII, 5) ... Decorazione 353. produzione è forse da ricercare in Italia centrale (MARA-
L'argi.Ila è molto fine e ben depurata, di colore arancio. BINI 1973, p. 257).
Gli esemplari dì Cosa furono prodotti quasi certamente
in Italia centrale in un arco di tempo compreso fra il Bibliografia.
secondo qmsto del II sec. a.C. e il periodo claudio Iralia. Cosa: ]VI.ARABINI 1973, p. 257, tavv. 52, 90, n. 491.
(lviARAlìINI I973, pp. 77-78).

Bibliw:ra(1a.
]udili, /">ç;,• .lviARABlKI 1973, pp.
nn. HH;, l 10.
Descrizione,
Boccalino monoansato dal corpo ovoide, carenato. La
carena è collocata nella parte inferiore del vaso. L'orlo
TIPO 1/80 M.AYET V. è rigonfio e leggermente sporgente verso l'esterno, il
Descn:::;;ùmc. labbro è sottolineato da una solcatura esterna; alcune
scanalature orizzontali parallele sono presenti sulla parete
Bicchiere dal corpo tendenzialmente ovoide con una e sotto l'attacco dell'orlo. Il fondo è piatto; la parte con-
carcn::, molto netta nella pane superiore della parete; servata dell'ansa è a sezione scanalata. (Tav. LXXXIII, 9).
l'orio è dritto, leggermente inclinato verso l'esterno, e Argilla porosa di colore che varia dal giallo---verde al
all'attacco con la parete forma uno spigolo vivo. Il fondo rossiccio; la superficie è coperta da ingubbiarura di co-
è conve%o, (Tav. LXXXIII, 6). lore bruno chiaro, rossiccio o grigio.
ArgiH;, di. colore bcige . ~rosato. I dati a disposizione non sono sufficienti per stabilire
Non ci sono elementi sufficienti per stabilire la crono- la cronologia esatta di questi esemplari che tuttavia} seb-
logia e i( centro di produzione di questo bicchiere; la bene orientativamente, potrebbero essere coliocati nel-
datazione proposta (MAYET 1975, p. 36) sulla base àel l'ambito delJa seconda metà del I sec. a.C. Per quanto
confronto con Cosa non è attendibile, in quanto il con- riguarda il centro di produzione, le diversità di colore
fronto non i:: pertinente, dell'argilla degli esemplari attestati non sono indicatìve
Bibb:ogrqfia. di produzioni diverse, ma da collegarsi soltanto a diffe-
renti modi di cottura. Indispensabili le analisi di labora-
StJa17;w foiza: MAYET I975, p. 36, tav. X, n. 73. torio per stabilire una p<Jssibile provenienza siracusana.

Bibliografia.
TIPO ·" MAYET III. lraìia. A~•t1[:!'1i8: PELAGATTl 1970 a, j), 485, nn. 55-57, figg, 62 e:,
62 d, 6:: e_, 66 a, 66 b, 66 d.

Bicc?Ji'.::rc carenato. Le pareti presentano una carena


piuttosw arrotondata, sottolineata da una solcatura a metà TIPO r/84 = MAYET XXIII.
della parete. Orlo tendenzialmente rigonfio; il fondo, leg-
germente convesso, presenta un piccolo piede inclinato Descrizione.
verso l't·i:t;,.·rno. Le pareti sono a sezione scanalata. Ar- Bicchiere biansato con carena nella parte inferiore del
gilla eh ù>rc grigio. (Tav. LXXXIII, 7). corpo, subito al di sopra della quale compare una so]-
. Nor_c_ e· ~;e.mo dementi sufficienti per stabilire la crono- camra. Il collo è appena accennato e l'orlo modanato. Il
logia ;; centro di produzione di questi bicchieri; i fonào presenta un piccolo piede ad anello. Le due anse
c~nfrom!_ proposti (MAYET 1975, p. 33) con esemplari si appoggiano sull'orlo e sulla carena; prc:sentano una
dr Cosa non sono pertinenti. caratteristica volma che rimanda a prototipi metallici
(MAYET 1975, p. 58). Si pensa che questo boccalino non
Bibliognr.fia_ dovesse servire soltanto come vaso potorio (JVlAYET 1975,
p. (Ta,:. LXXXIII, 10).

2/JI
CERAMICA A PARETI SOTTILI

Argilla dì colore grigio; la superficie esterna è legger- TIPO r/88.


mente polita.
Dai dati a disposizione non è possibile stabilire la cro- Descrizione.
nologia né la provenienza di questo tipo. Boccalino monoansato dal corpo tendenzialmente ovoi-
de. La spalla forma uno spigolo vivo all'attacco con
Bibliografia. l'orlo. Queseultimo è dritto, abbastanza alto, leggermente
S'paJ;na. Ibìza: lvl..AYET 1975, p, 58, tav. XXVI, n. 200. inclinato verso l'esterno. L'ansa si attacca sul labbro e
subito al di sorto della spalla.
Dell'argilla si conosce soltanto genericamente il colore
TIPO 1/85 ~--· MAYET VI. definito rossiccio o rosso mattone (CARANDINI 1977, p.
Descrìzione. 172).
Per quanto riguarda la cronologia di questo esemplare)
Bicchiere con corpo carenato. La carena è presente la stessa presenza a Pompei fornisce un termine per la
nella parte inferioré del vaso. Liorlo è dritto e inclìnato sua datazione. Per quanto riguarda il centro di produ-
verso l'esterno; il labbro è sottolineato da una profonda zione sembra forse possibile ipotizzare una fabbricazione
scanalatura. Il fondo, leggermente convesso, presenta un campana.
piccolo piede dal profilo triangolare. (Tav. LXXXIII, 11).
Argilla di colore ocra rosato. Decorazione 4. Bibliografia.
I dati a nostra disposizione non sono sufficienti a defi-
lralìa. Pompei: CARANDlNI 1977, p. 25, tav. XVIII, n. 78,
nire Wla cronologia per questo bicchiere per il quale,
tuttavia, è stata ipotizzata una datazione nell'ambito della
seconda metà del I sec. a.C. (lviAYET 1975, p. 38). TIPO I/89 MARABINI V /VI, VI.

Bibliografia. Descrizione.
Spagna. Maiorca: MAYET 1975, éìS, nw. XI, n. 82. Bicchiere generalmente globulare (alcuni esemplari pre-
sentano un profilo leggermente ovoidale). L'orlo è piut-
tosto alto e leggermente rigonfio. Il fondo è piatto, a
TIPO r/86 MAYET VI. volte leggermente convesso. (Tav. LXXXIII, 14).
Gli esemplari provenienti da Cosa presentano una argilla
Descrìzionc. che osciHa intorno a varie tonalità di arancio e che tal-
Bicchiere dal corpo carenato molto simile a I /85. Ri- volta appare grigia in frattura. Sono presemi sulla parete
spetto a quest'ultimo, l'orlo è più alto ed il labbro è esterna macchie di bruciato dovute alla cottura del vaso.
inclinato verso l'esterno; il fondo, inoltre, appena con- Gli esemplari provenienti da Volterra presentano una
vesso, è privo di piede, (Tav. LXXXIII, 12). superficie leggermente annerita. Quelli spagnoli presen-
/\.rgil.la di colore grigio chiaro e ocra beige. La super- tano invece una argilla rossa o grigio-beige. Sono in. ge-
ficie, esterna e interna, non è trattata. Decorazione 4 nere attestati esemplari non decorati; tuttavia sono pre-
e 36. senti vari tipi di decorazione: r, 2, 3, 5 f, 10, 27, 36,
Per la cronoìogia ed il centro di produzione si veda 40, 41, 44, 45, 49.
quanto detto a proposito di 1/85. Questi bicchieri furono probabilmente prodotti nel-
l'Italia centrale (Etruria) per tutto il I sec. a.C., secondo
Bibliografia. i dati che si ricavano dalle stratigrafie di Cosa. Sempre
5,'paRiw. lvbiorc:i: MAYET !975, p. 38, tav. XI, n. 83. nello stesso periodo essi furono esportati in tutto il Me-
diterraneo e nelle zone oltr' Alpe. In età augustea, sia
nell'area renana che forse nella Penisola Iberica~ comin-
TIPO I/87 !vl.A.YET VI. ciarono ad essere prodotti localmente. La presenza di
Descrizione. una discreta quantità di esemplari tra i materiali prove-
nienti dai Centri Vesuviani (fra i quali è frequente la
Boccalino d,J corpo car,:_·,r;2tc. simile 2i precedenti
decorazione 44) farebbe anche pensare ad una prndt::-
1 /85-86. L'orlo è molto ulto, appena 111::linato verso
zione campana.
l'esterno, l'attacco di quest'ultimo sulla spalla è sotto-
Sono indispensabili esami di laboratorio suglJ esem-
li..J.eato da alcune solcature parallele. Il fondo presenta
plari campani per verificare questa ipotesi. Inoltre la da-
un piccolo piede leggermente convesso a sezione trian-
tazione proposta per questi ultimi (CARANDINI I9/7j
golare. Le anse sono scanalare sulla superficie esterna.
p. 29) può facilmente essere rialzata in età augustea..
(Tav. LXXXIII, 13).
L'argilla è di colore beige rosato; le superfici non pre- Bibliograjìa.
sentano alcun trattamento. Decorazione 36.
Cipro. Kourion: McFADDEN 1946, p. 48r, tav. XLII, n. ;:
Per la cronologia e il centro ài produzione si veda Germania. Haltern: LOESCHCKE 1909, pp. 191-192, tav. IX, fig.
quanto detto a proposìto di r/85. rr, n. 23; taV. XX.r, nn. I-2. Oberaden: LOESCHCKE r942, pp. 64-65,
tavv. 32, 59, figg. 9, 3; p. 65, taVY. 13, 3, 6. Vetcra: HAGEN 1912 a,
p. 349, tav. 50, n. 10; HAGEN r912 b, p. 417, n. 19; p. 419, ta\'. 58,
Bi:bliografia. nn. 10-13, 26.
Grecic. Ai,·n:cc: ROBINSON r959_, r,. 126, (,kposito r,. ::,,6,

262
CERAMICA A PARETI SOTTILI
hiiiu. Hnlog-rw.: Rocco 1946, pp. 26, 27, figg. 3-4; DUCATI I923, Le caratteristiche della decorazione e la forma del-
p. 9 1. Colle-longo: GELICHI in corso di stampa. Cosa: MARABINI
l973, pp, 62-64, rnvv. 5, 6, 40, 58, 59: nn, 55-59, 6o-65, 66---68, Yorlo tenderebbero a collocare questo bicchiere nella
37 2-:r:':i. :-:rcoLmo: Rocco 1946, p. 27, figg. r-2. Ornavasso: GRAUE seconda metà del I sec. a.C.
I97..J, r,. 126, taV. :u.3. Pompei: CARANDINI I977, p. 26, tav. IX,
n. ?"i• Populonia: MlNTO 1921, p. 309, fig. !2. Roma: 1\1.AR-\BINI
19'.:3·, pr,. 6:). 65, rav. IOO, n. S; McFADDEN 1946, rav. 49, nn. 15469,
Bibliografia.
9 2~6. (/rntiquarium del Governatorato); PIETRANGELI 1940, lralia. Centri Vesuviani, lvluseo Mazionak ài Kapoli: CARAK-
P. ·2.11, 10; C.wETIONI 1957, p. 107, fig. 32 g. Sovana: .MARA.BINI DINI 1977, p. 28, tav. XIV, n. 47.
1973. j). l:tV, 98, n. 2; BIANCHI BANDINELLI 1929, tav. XXXVII b;
PELLH,mNl r903, p. 224, fig. 6.4. Ventimiglia: LAMBOGLIA 1950,
p. JG(;,iìg . .53, n. 27. Volterra: CRISTOFANI 1975, fig, IO, nn. 26--n.
AL'r,;"," Mogador: JooIN 1967, p. 97, tav. XLI. TIPO 1/93.
5:r,arna. Ampurias: ALMAGRO 1953, p. 302, fig. 257.3; p. 387,
fig. _i91s7, Ibiza, Museo Archeologico Nazionale di Madrid: MAYET Descrizione.
1975, mv. VII, n. 55. Numantia: KOENEN 1929, p. 294, tav. 77,
nn. 10-::' Bicchiere globulare. (Tav. CXXXIX, 6).
Per quanto riguarda l'argilla, la decorazione e la cro-
nologia di questo bicchiere, si veda quanto detto a pro-
TIPO 1/90. posito di 1/23.
Descri:::irmc. Bibliografia.
Bicchiere globulare. L'orlo è dritto e impostato verti- lralia. Pompei, Museo Nazionale di Napoli: CARANDINI 1977,
calmente '.mlla parete. Il fondo è piatto, sulla parte alta p. 26, tav. IX, n. rs.
del vasct sono applicati dei piccoli ganci dai quali pen-
dono altrettanti pendagli.
Non ci sono dati circa le caratteristiche dell'argilla di TIPO 1/96 = MAYET XL.
questo e~;emplare. Descrizione.
La tomba dove questo vasetto è stato rinvenuto è
stata datata nella metà del I sec. a.C. Bicchiere tendenzialmente globu1are. L)orlo è appena
Non ci sono dati per stabilire il centro di produzione; arrotondato sulla superficie superiore e inclinato verso
si può partire dall'ipotesi di una provenienza dall'ltaìia l'esterno. Il fondo è inclinato verso l'esterno e presenta
centrale: . un piccolo piede. (Tav. LXXXIV, 2).
L'argilla è di colore ocra rosato, le pareti sono coperte
Bìbliograjla, da ìngubbiatura tendente al grigio sia all'interno che sulla
lralio. Roma: PAR!BENI 1922, p. 231, fig, L parete superiore esterna. Decorazione 341.
Dall'esemplare conservato a Lisbona non si hanno
indicazioni relative alla cronologia o al centro di produ-
TIPO l zione.
Descrizione. Bibliografia.
Bicchiere globulare. L'orlo è di mmune dimensioni e Portogalìo. (Belo): l\1.AYET r975, p, 85, ta\', XLVI, n. 390.
cornplcrnmente ripiegato verso l'esterno. I1 fondo, leg-
germente convesso, presenta un piccolo piede appena
inclinato verso l'esterno. (Tav. LXXXIV, 1). TIPO 1/97 = MARABINI XIV, XVI.
Decorazione 36,
Descrizione.
Qucs:o esemplare è stato datato al periodo augusteo-
flavio, Bicchiere biansato. Le pareti presentano una pancia
Non ci sono elementi sufficienti per formulare ipo- bassa, piuttosto accentuata, L'orlo, piuttosto alm e ri-
tesi intorno al centro di produzione. gonfio, è leggermente inclinato verso l'esterno. Il fondo
presenta un piccolo piede dritto. Le anse, a gomito molto
BibHor:a: ,c.. stretto (a sezione circolare?), sono im"ostatc, '.mpcrior-
O/onda. Nimega: STUART 1962, p. 65, fig. 2.6. mente all'attacco delForlo e inferiormente poco al di
sopra della metà della parete. (Tav. LXXXIV, 3).
Argilla chiara, la superficie esterna è levigata.
TIPO È stata vista per questa forma una derivazione dai pro-
totipi di metallo di origine etrusca che si ritrovano in
Italia (Giubiasco, Ornavasso) fino al II sec, a.C, (lvi:\-
Bicc:-lJ,i::re globulare. L'orlo è modanato e richfama, RI\BINI I973, pp. '75-76),
piun:or;t.n d2 ;ricino, queUo dei bicchieri r /1, 4. II fondo L'esemplare rinvenuto a Roma è àatato, dai materiali
e piatw. . CXXXIX, 5). che lo accompagnano, all'età tardo-repubblicane: (CARET-
, L'aq;iib ò tutti gli esemplari provenienti da Pompei TONI 1957, p. 107). Alcuni frammenti, rinvenuti a Cosa,
e definit::c rossiccia (CARANDJNI 1977, p. 72); questo esem- sono stati attribuiti a questo tipo (Jvl.ARABINI 1973,
plare, rnm,vi,,. sembrerebbe presentare caratteristiche leg- p. 75) e datati, in alcuni casi, agli ultimi decenni del
germe:1',, diverse d2;:dì altri. Decorazione 151. Il sec. a.C., ii.J. altri al terzo quarto d:;,:l I sec. a.C.
CERAMICA A PARETI SOTTILI

Per quanto riguarda il centro dì produzione si può TIPO I/ro3 MARABINI LI.
pensare, come ipotesi di lavoro, ad una produzione
centro-italica. Descrizione.

Bibliografia. Boccalino dal corpo globulare, orlo rigonfio, fondo


piatto o con piccolo piede appena accennato. Ansa a
Italia. Cosa: l\1ARABINI r973, p. 75, nn. 99~io8, rnvv. 9, 60.
Roma: C.~RETTONl 1957, p. 107, n. 160 b, fig:. 3I b. sezìone circolare, attaccata alla spalla e alla pancia del
Yaso. (Tav. LXXXIV, 6).
Gli esemplari di Cosa presentano argilla leggermente
sabbiosa, fine, dura, di colore bruno chiaro o arancio
chiaro, spesso grigia in frattura. Tali esemplari non pre-
Descrizione. sentano ingubbiatura. Sono presenti esemplari non deco-
Boccalino tendenzialmente globulare. L'esemplare pre- rati, ma compaiono anche le decorazioni 68 e 2.
senta un collo piutt6sto sagomato, l'orlo è modanato, il Un centro di produzione di questi esemplari è collo-
fondo presenta un piccolo piede dritto. L'ansa si attacca cabile.1 molto probabilmente, nell'area centro--italica; ana-
alla metà della pancia e sotto l'orlo dove è modellata a lisi di laboratorio, in corso, potranno dare una conferma
formare una foglia rilevata. Una costolatura sottolinea a questa ipotesi.
l'attacco del collo alla spalla e il fondo del piede. Questo tipo fu largamente ripreso dalle officine iberiche
Argilla di colore rossiccio estremamente depurata. Le le quali però produssero alcune variazioni nel profilo
pareti sono definite (1 straordinariamente sottili ,) (PELLE- del vaso (si veda I /105). Questi bicchieri, come quelli
GRINI 1903, p. 223). di tipo 1/89, derivano probabilmente dai più amichi I/I9
La cronologia indicata per i vasi provenienti da Sovana e 1/20 (MARABINI 1973, p. 54) sia per iì profilo del vaso
si colloca nel I sec. ~,, C e forse raggiunge la prima età che per la presenza della decorazione a spine (2), carat-
imperiale. Ì~ probabiie che questi vasi fossero prodotti teris1:ica di entrambi i tipi. Gli esemplari di Cosa, da-
localmente. tabili in età tiberiana, hanno la decorazione delimitata>
almeno nella parte superiore del vaso, da linee incise.
Bibliografia. Anche gli esemplari iberici (r/rn5) presentano la stessa
ltalia. Sovana: PELLEGRINI 1903, p. 223, figg, 6-8; BIANCHI BAN~ caratteristica delimitazione del campo decorarn.
DlNELLI r929, rnv. XXXVII; M,\RAUINr 1973, p. 56. Per la datazione sì può ripetere quanto affermato a pro-
posito del tipo I '102 dove, sulla base delle stratigrafie
di Settefinestre, si può estendere la produzione di questi
TIPO I /99 ccc DUNCAN I. bicchieri, almeno ìn questa zona, a tutto il I sec. d.C.
Tra gli esemplari pubblicati, rinvenuti nella Penisola
Descrizione. Iberica, non sembra di poterne individuare alcuni ricon-
Bicchiere dal corpo leggermente ovoide, fondo quasi ducibili a centri di produzione italici. Tuttavia esempìari
piatto, con piccolo piede appena accennato, orlo pìut- di guesto tipo dovettero essere senza dubbio esport2.ti
tosto alto, quasi verticale. (Tav. LXXXI\\ 4). anche in Spagna dal momento che il tipo I :105, lì prodotto,
L'esemplare proveniente da Sutri presenta argilla rosso sembra direttamente collegato a questo.
bruna.
Bibliografia.
La cronologia di questo bicchiere è collocabile nella
Francia. Cavaillon: DGMOULlN r965, p. 6, fig. 8 a. Cucuron: RoL~
seconda metà del I sec. d.C., la produzione è locale. LAND 1960, p. 267, fig. 5.Ensérunc: M0URET 1929, p. 40, tav. 48,
nn. 21-26. Nimcs: ,\iuseo Archeologico. Port··Vendres: ,\1:0l.'RET
Bibliografia. 1929, p. 111_, taY. 48, nn. 23, 24, 26.
Italia. Cosa: l\1ARABINI 19'73, p. r54, tav,·. 26, 27, 70, nn. ;;49-
ltaiia. Sutri: DUNCAN 1964, forma 1, fig. 7,9, 250. Roma: M.ARABINI 19'-:'3, p. 155, tav. 100, nn. 15, 16. Ventimi-
glia, l\Iuseo .Archeologico di Ventimiglia (esemplare non puhhlicato);
A1ARABrNI !973, p. r55, nota .i.
TIPO I/roo O MAYET XVIII. Turchia. Tarsus: ]ONES 1950, p. 259, figg. r50, 150 h-J, 197.

Descrizione.
TIPO IjIOI MAYET III, VII.
Bicchiere globulare con alto orlo dritto e piccolo piede
ad anello. (TaY. LXXXIV, 5). Descrizione.
L 1 argilla è di color ocra o beige rosato. Decorazione 122. Bicchiere dal corpo globulare a volte leggermente ovoi-
La datazione proposta, intorno alla fine dell'età augu- de. Fondo piatto, estremameme simile a r ,189; a difft-
stea o in età tiberiana (MAYET 1975, p. 55), si basa sol- renza di quest'ultimo l'orlo è più pronunciato e alro.
tanto su indizi tipologici e pertanto può essere proposta (Tav. LXXXIV, 7).
solo in via ìpotetica. La diffusione di questo hìcchiere Gli esemplari) tuni proveniemi dalia Penisola lberic.:,
sembra limitata alìe coste nord---orientali della Spagna presentano argilla color ocra rosato, arancio o grigio,
(MAYET 1975, p. 55). grigio-~beige. Le pareti degli esemplari che presentano
argilla grigia sono polite esternamente. Gli esemplari at-
Bibliografia. testati, nella maggior parte dei casi, non sono decorati;
in un soìo caso è presente la deco:·azione L
CERAMICA A PARETI SOTTILI

bicchierì derivano direttamente dal tipo I 189. TIPO r/144 GREENE F!G. r8. !.
lmporwti per breve tempo nella Penisoìa Iberica dal-
1'h;1lia centrale, i bicchieri r ,:'ror furono forse imitati e Descrizione.
localmente. Difficile è stabilire la cronologia Bicchiere ovoide dal corpo leggermente allungato.
prodotti iberici, che tuttavia, orientativamente, po- L'orlo è dritto (a volte appena ingrossato) e inclinato
trebbero essere collocati in età augustea. Sarebbe utile verso l'esterno. Il fondo è in genere leggermente convesso,
rntrnvìa procedere ad un esame più approfondito sulle talvolta piatto, con un piccolo piede appena ìnclinato
per accertare una eventuale presenza di due diversi all'esterno. L'altezza oscilla notevolmente: da cm 8 a
ccr,1n ìherici. 14 ca. Argilla di colore biancastro, a volre ocra chiaro.
(Ta,-. LXXXIV, 9).
L'ingubbiatura varia dall'arancio al bruno, attraverso di-
S[!ap1a, Ampurìas: ALMAGRO 1953, p. 302, fig. 257, n. 3; fig:. versi roni di rosso con tracce di lucentezza e riflessi me-
,-.. .::1; lVl.AYET I9':'5, p. 38, tav. Xl, n. 88. CordoYa: b,1AYET 1975,
mv. V, n. 35. Ibiza: i\1AYE'.r 1975, pp. 31, 32, 33, 36, tavv.
tallici. L'argilla degli esemplari di Vindonissa è chiara
nn. 31. 34, 40-44; p. 34, t::iv. V, n. 37, Numanti:1: KOENEN con un rivestimento bruno-nero. Sempre da Vindonissa
l(J;!,(J, p. 293, ta\'. 77, nn. 2, 3; IVL\RABlNl 1973, p. 63. provengono alcuni esemplari dello stesso tipo, ma in-
vetriati (ETTLINGER~·SIMONETT 1952, rav. ro, nn. 192-
TIPO IjI02 SCHINDLER KAUDELKA !2, 13. 194). Gli esemplari attestati sono decorati a barbottina
(decorazione 343, 155, 347, 1561 157) oppure con sab-
Descrizione. biatura (decorazione 63).
La cronologia di quesrn tipo sembra collocarsi nella
Bicchiere globulare con orlo piuttosto rigonfio. Il
seconda metà del I sec. d.C. (GREENE 1979, p. 47). Di-
piatto, a volte presenta un piccolo piede. (Tav.
verse sono le ipotesi sul centro di produzione di questi
LXXXIV, 8).
vasi le cui caratteristiche appaiono piuttosto omogenee,
L'argilla degli esemplari dì Cosa è fine, molto compatta,
tanto da ipotizzare anche la provenienza da un unico
di cdore arancio chiaro, a volte grigia in frattura. Gli
centro (A1.AYET 1973). L'area in cui furono prodotti
esunplari, datati in età tiberiana o agli inizi dell'età clau-
è comunque circoscrivibile alla Gallia centrale; esem-
di:1, presentano un'argilla meno depurata. L'argilla de-
plari di questo tipo sono presenti anche a Lezoux con
gli esemplari provenienti da Magdalensberg è bruna,
caratteristiche analoghe a quelle dei vasi rinvenuti a
durn. Gli esemplari più antichi non presentano tracce Saimes, La loro diffusione interessa il limcs germanico
di ingubbiatura, mentre nel corso del I sec. d. C. troviamo
e la Bretagna (1\1.AYET 1973, p. 96).
fa.rgamente attestati bicchieri coperti da una leggera in-
p-uhbiatura di colore arancio. Frequenti sono gli esemplari Bìbliografia.
non &::,corati; sono attestate le decorazioni r68, 2, 226, Francia. Vichy: GREENE 1979, p, 45, fig. r8, n, I. Saintes: AlAYLT
ed una decorazione a barbottina non identificabile. 1973, p, 97, fig. 4, nn. r3_, r6-20; p. 95, fig, 3, n. 14.
L: stratigrafia dì Cosa è di grande importanza per lnuhilrcrra. Topsham: GREENE 1979, p. 44, fig. 1-:-, n. 4.
Sz,izzern. Vindoniss:i: ETTLINGER-SlMON"ETT r9~:::. Ul\'. Il, nn.
stabilire la cronologia iniziale di questo tipo, collocabile 239-241.
ìn età tardo-augustea (}viARABINI 1973, p. 154). Il suo
sembra richiamare il tipo I /89. Sempre dai dati Trro r/rr2.
provenienti dalla stratigrafia di Cosa, si può osservare:
che questo bicchiere è largamente attestato in età tibe- Descri:::rìone.
rian2.; si è affermato tuttavia che, almeno in questa zona, Bicchiere tendenzialmente ovoide con le pareti che si
non dovette sopravvivere agli inizi dell'età claudia (A1A- restringono rapidamente sulla parte bassa del vaso, I/orlo
RAHIViI 1973). Dalle stratigrafie di Settefinestre (Orbe- è dritto e ieggermente inclinato verso l'esterno. Il fondo)
invece, si desume che questo tipo è ampiamente leggermente convesso, presenta un piccolo piede. (TaY.
arrestato in contesti (attribuibili alla seconda fase della LXXXIV, w).
villa) databili tra la seconda metà del I sec. d,C, e l'età L 'argiila presenta le stesse caratteristiche del bicchiere
anwnina. Si può quindi affermare che questo bicchiere 1 144, anche le paretì hanno u;ruale spessore. Deco-
1

cov::1_t '. " ess'.Te in uso per tutto il I sec. d.C. e sicuramente razwne 4.
anche nei primi decenni del IL Oltre che in Italia cen- Per quanto rìguarda la cronologia ed ìl centro di pro-
trate questo bicchiere è presente in alcuni centri renani. duzione si veda quanto detto a proposito di r/144.
L,2.mi di laboratorio sarebbero mili sugli esemplari di
J\1b.gdalensberg per escludere una eventuale loro prove- Bibliografia.
ni'..'.D72 da officine locali . Francia. Saimes: ,\1.AYET r973, p. 93, rig. -, r:. -

.·i1tsrri,1. iiagdaknshcr;:-: SCHl:-.'.DLER KAUDELKA ]975, mv. 4,


1nrn:c 12, 13 a. h_. 14. 1:i, Dcscri~:ùme.
Cirm.'. r-:ourion: Mch\DDEN HJ46. tav. XLll, n. ;7. Boccalino biansaro di forma ovoide. L'orlo è dritto e
(>',Tnwnia. Pctrisbcrg-: Ì..OESCHCKE r939, fig. :,;. Il. 8. \'etera: HAGEN
inclinato verso l'csrerno. Il fondo presenta un piccolo
l!l!!i,1. Cosa: l'viARAll]};-i 1973,, p. 154. IaVY. 2/. 70, rm. 251. 253. piede. L'ansa, forse a sezione ovale, è talvolta pizzicata 1( 1)

i,cn(nncsn,· Il. Fcnol.Ìl' I.i:,~~-. ;-. 16tJ Si. nella pane superio:·:::.. (Tm'. ~·'"'"·'"""
CERAMICA A PARETI SOTTILI

Argilla di colore rosso-mattone. Decorazione 5. Bibliografia.


Per il centro di produzione di questi esemplari si può Spagna. Ampurias: MAYET 1975, p. 96, tav. LVIII, n, 479, Car~
ipotizzare una provenienza campana. mona: l'vfAYET 1975, tav. LVIII, n. 476. Cordova: MAYET 1975
p. 96, tav. LVIII, n. 478. Osuna: MAYET 1975, p. 96, tav, LVÙI'
n. 475. Tosal de Manises: MAYET 1975, p. 97, ta\'. LIX, n, 48 5'.
Bibliografia. Tunisia. Cartagine, Musco Archeologico.
lralia. Pompei, Museo Nazionale di Kapoli, Magazzini: CARAN-
DINI 1977, p. 26, tav. IX, nn. rr, 12.

TIPO I/!09 = MARABINI XLVI~ MAYET XLII.


TIPO 1/105 MAYET XLII. Descrizione.
Descrizione. Boccalino monoansato. Il corpo è tendenzialmente
Bicchiere dal corpo g~obulare o leggermente ovoide, la globulare, le pareti si restringono in prossimità del fondo.
parete si restringe verso 'il fondo; quest'ultimo è in genere L'orlo, piccolo e con il labbro arrotondato, è inclinato
leggermente convesso, a volte piatto. (Tav. LXXXIV, II). verso l'esterno. Il fondo è leggermente convesso. L'ansa
L'argilla, piuttosto fine, è cli colore ocra chiaro, a volte presenta una sezione circolare. (Tav. LXXXIV, 13).
biancastra. Le pareti sono rivestite da ingubbiatura di L'argilla degli esemplari di Cosa e di Settefinestre è
colore arancio a volte tendente al bruno o al rosso vio- leggermente sabbiosa, fine e dura, di colore bruno chiaro~
laceo. Su questi esemplari compare più frequentemente grigiastro all'esterno e spesso arancio chiaro in frattura.
la decorazione 10, in alcuni casi unite a 12. Sono anche La maggior parte degli esemplari attestati nelle suddette
presenti i motivi 14, 336, 100, 168. località, eccetto quelli più antichi le cui pareti non pre-
Questo tipo sembra richiamare direttamente i bicchieri sentano alcun rivestimento, hanno un'ingubbiatura ros-
I /ro3. Non abbiamo elemeff che ci vc:-rmc:ttano di sta- siccia, spesso con macchie di colore in superficie) o viola-
bilire una cronologia esrrn:2 di guesrf esemplari; tutta- ceo-·rosata all'esterno e arancio all'interno.
via la presenza di ingubbiutura oitrc alle stesse caratteri- Gli esemplari spagnoli presentano un'argilla general-
stiche morfologiche permettono di collocarlo a partire mente poco omogenea (alcuni esemplari presentano ar-
dall'età augustea. gilla più fine) di colore ocra o ocra chiaro, quasi bian-
È stato identificato un centro dì produzìone di questo castro; l'ingubbiatura è di colore arancio o arancio chiaro.
tipo di vasi nella Betica (MAYET 1975, p. 147 ss.). Diffi- L'esemplare da Raqqada presenta argilla grigio-giallastra,
cile è stabilire la diffusione di questi bicchieri per i quali tendente al marrone, ben depurata e ben cotta.
è stata ipotizzata un,esportazione nella Gallia Narbonese A Port-Vendres Pargilla è di colore ocra vivo, molto fine
(MAYET 1975), ma probabilmente anche nell'Italia cen- con ingubbiatura di color arancio a riflessi metallici. La
trale. Per confermare tale ipotesi sarebbero necessarie decorazione che compare più frequentemente è quella
analisi di laboratorio. La cronologia degli esemplari a scaglie di pigna 10, 14, 336 e 14 e (talvolta accompagnata
ostiensi si colloca in età tardo-flavia. da lunette 12), 98, 5b, 5f.
Le attestazioni più antiche di Cosa e dei siti renani
Bibliografia. fanno risalire questi boccalini all'età augustea. Tutti gli
Italia. Ostia, Scavo delle Terme del Nuotatore, area esterna altri esemplari attestati sono databili intorno alla metà
verso il caseggiato del Temistocle (in corso di stampa), àel I sec. d.C. (MAYET 1975, p. 96}. Si potrebbe quindi
Spagna. Ampurias: MAYET 1975, p, 96, tav. LIX, nn. 480,483, pensare ad una produzione inizialmente centro-italica che
484,486; J?· 98, tav. LXI, n. 498. Belo: MAYET 1975, p. 98, tav. LXI,
n. 497, Ib1za: MAYET 1975, p. 97, tav. LIX, n. 487. Liria: MAYET successivamente fu forse estesa a qualche centro della
r975, p. 98, mv. LXI, n. 499. Osuna: lv1AYET 1975, p. 97, tav. LX, Penisola Iberica. La diffusione dei boccalini italici av-
n. 489. Riotinto: MAYET 1975, p. 97, tav. LIX, n. 482; tav. LX, venne quasi essenzialmente per via marittima.
nn. 490-491. Siviglia: MAYET I975, p. 97, tav. LX, n. 488. Tavira:
MAYET 1975, pp. 97-98, tav, LX, nn. 493-494. Venta dc Carlino: Sarebbe di grande importanza eseguire analisi sm
MAYET I975, p. 98, tav. LXI, nn. 495-496. campioni iberici. Sono attualmente in corso analisi sm
campioni centro-italici.
TIPO I/!06 e.e MAYET XLII. Bibliografia.
Descrizione. Francia. Cucuron: DUMOULIN 1962, tomba 4 d, figg. I.'\.I, r5 a,
Galane: MESPLÉ 1957, p. 48, tav. I, nn. 28-29. Pon-Vcndres: MAYET
Bicchiere a corpo globulare a volte leggermente ovoide. I97i, p. 1!3, fig. 39, n. 29.
La parete si restringe verso il fondo; quest'ultimo è Italia. Cosa: .M.ARl1.BtNI 1973, pp. 146-147, 193-194, 250, taV'\'.
piatto o leggermente convesso; l'orlo, in genere più pro- 24, 69, 40, 81, 48, 87, nn. 236, 372-375, 449. Ventimigli2: LAMB0-
GLIA 1939, pp. 207-208, n. '.',.
nunciato di quello dei bicchieri r /ro;, è drìtto e rivolto Spagna. Ampurias: MARABlNT 1973, p. r93; MAYH 1975, pp.
all'esterno. (Tav. LXXXIV, 12). - 96-97. tav. LIX, nn. 481,482,485,486; p. 98, tav. LXI, n. 498. Bcio:
L'argilla, piuttosto fine, è di colore ocra chiaro. a volte MAYET 1975, p. 98, mv. LXI, n. 497. Ibiza: l'viAYET 1975, r;. 97,
tav. LIX, n. 487. Liria: MAYET 1975, p. 98, tav. LXI, n. 49q. Osun:i:
tendente al biancastro; ìe pareti sono ricoperte da una MAYET 1975, p. 97, tav. LX, n. 489. Riotinto: MAYET 1975, tav. LX,
ingubbiatura di colore ocra arancio, in alcuni casi ten- p. 97, nn. 490-492. (Siviglia): MAYET 1975, p. 97, tav. LX, n, 488.
dente al grigio, piuttosto brillante. Decorazione IO. Tavira: MAYET 1975, pp. 97-98, tav. LX, un. 493-494. Vcnta dc
Carlino: MAYlc"T 1975, p. 98, tav. LXI, nn. 495, 496.
Per quanto riguarda la cronologia ed il centro di pro- Tunisia. Raqqada: SALOMONSON 1968, pp. !36, !38, fig-g. 4;CP2,
duzione si veda quamo detto a proriosito d::1 tipe ~ 'IO?., 49, L. Sìp: VUILLEMOT 1965, p. 61, fi~·- 16.
... . - ·-···············-· -
CERAMICA A PARETI SOTTILI

TIPO ,juo. TIPO I/II8.

Desaizùmc. Descrizione.
Boccalino monoansato di forma ovoide allungata con Boccalino monoansato a pancia bassa. L'orlo non è
pancia molto pronunciata; le pareti si restringono rapi- distinto dalla parete; il fondo è piatto. L'ansa si imposta
damente: nella metà inferiore del vaso. L'orlo è dritto subito al di sotto della metà della pancia; è lievemente
e in.clinnto verso l'esterno; il fondo è piatto. L'ansa, scanalata sulla faccia esterna schiacciata tanto da assu-
a sez10ne piatta e gomito molto stretto, si imposta nella mere un aspetto a 11 maniglia )). (Tav. CXXXIX, 8).
metà •;upcrìore della parete, Decorazione 5. L'argilla è di colore rosso mattone come gli altri esem-
plari pubblicati e provenienti da Pompei (CARANDINI
Bibliografia. 1977, p. rp).
T1misi,1. Cartagine, Museo Archeolog-ico. La presenza a Pompei costituisce l'unico dato crono-
logico per questo boccalino. Non si possono fare ipotesi
circa il centro di produzione che tuttavia potrebbe es-
TIPO II. sere collocato nell'area centro-italica o in quella campana.
Descrizione. Bibliografia.
Boccalino monoansato di forma globulare; il corpo ltalia. Pompcì, Museo Nazionale di N:ipoli, Magazzini.
del V?.so è schiacciato verso il basso, tanto che la pancia
è molte pronunciata. L'orlo è sporgente verso l'esterno; TIPO 1/u9.
il fondo è piatto; l'ansa, piegata quasi ad anello, si imposta
poco al. di sopra della metà della pancia. (Tav. LXXXIV, Descrizione.
14). Boccali.11_0 monoansaro con pancia bassa, molto arro-
L'unica indicazione sull'argilla è quella relativa al tondata. L'orlo è a tesa completamente piatta; il fondo è
colore} definito rosso-mattone. Decorazione 41 ; sono piatto; dell'ansa non è possibile precisare la sezione.
attestati anche esemplari non decorati. L'argilla è di colore rosso·"·mattone. (Tav. CXXXIX, 9).
Boccalini di questo tipo potevano essere prodotti nel- Per quanto riguarda la cronologia e il centro di produ-
l'area campana, ma soltanto esami di laboratorio potranno zione si veda quanto detto per I_/u8.
verificare questa ipotesi.
Bibliografia.
Bibliogr{{/ia. Italia. Pompei(?), Museo Nazionale di Napoli: CAR.'INDIN! 1977,
p. 28, tav. XVIII, n. 77.
lwlia.. Pompei, Musco Nazionale di Napoli: CARANDINI 1977,
p. 26, mv. IX, nn. 13, 14.
TIPO 1/122 ~ MARABINI 0 LXVIII.
TIPO 1/116 MARAB!Nl XLVII GREENE F!G. Descrizione.
Boccalino monoansato. Il corpo è generalmente glo-
bulare, talvolta tendenzialmente ovoide. L'orlo, dritto,
Descrizione. è inclinato verso l'esterno. All'attacco tra orlo e spalla,
Eoccahno monoansato. Il corpo presenta una pancia o poco al di sopra, compare sempre una caratteristica
piuttosto accentuata nella parte bassa del vaso. L'orlo costolatura, comunemente definita 11 collarino 1i, L'ansa a
è plcco}u e ripiegato all'esterno; ìl fondo è piatto. L'ansa, sezione ovale, leggermente appiattita sulla superficie
piatt2.~ {:· scanalata all'esterno. (Tav. LXXXV, I). esterna, si imposta superiormente all'attacco tra orlo e
Gli C'.>emplari provenienti da Cosa presentano un'ar- spalla oppure direttamente sull'orlo, e inferiormeme a
gilla fine, di colore arancio o rossastro con sfu- circa metà della pancia. A seconàa della sua lunghezza
mature /ITÌgie e riflessi metallici all'esterno. Deco:-a- l'ansa descrive un arco più o meno circolare. (Tav.
ziom LXXXV,
. Come per il boccalino I /97 è stata avanzata l'ipotesi Ltargilla degli esunplari rinvenuti in Italia, per quanto
d1 una sua derivazione da prototipi metallici (.MAR'\BINI si può desumere dalle descrizioni fornìte, sembra presen-
1973, pp. 75, 76). La stratigrafia di Cosa permette di tare ovunque le stesse caratteristiche: non sembra ben
datare: tipo tra l'età di Tiberio e quella di Claudio. depurata (compaiono infatti, in genere, inclusi di tipo
dalle stratigrafie ostiensi si può desumere che diverso); presenta un colore rossiccio, più o meno scuro;
vasi t!•; questo tipo sono attestati per gran parte del II la superficie esterna è spesso grigiastra per effetto di
scc. cc Si_ può pensare per questi esemplari ad una cottura; talvolw il fondo ed una zona soprastante re-
proli ·:-'.mne dell'Etruria. stano di colore rossiccio perché Fimpiiatura dei vasi.
ostacola l'effetto della riduzione ò.i ossigeno durame ìa
Bibliografia. cottura; altre volte, invece, la superficie esterna risultz
lievemente vetrificata. Un esemplare proveniente da J\1.ar-
ltdiu, Cosa: 1\iARABINI r973, p. 174, tavv. 34, 75, 76, nn. 307-308;
40, 8c, nn. 368-369; GREENE 1979, p. 78, fig. 33,8. siglia presenta un'argilla ricca di inclusi di calce o mica
197:;. 352 S\,_, UJ','_ LXIl,, fig-g. 55.:,., 555. argentata (HAYES :;,97~. p. II). Gl: esemplari provenienti
CERAMICA A PARETI SOTTILI

da Cosa e Scnefinestre presentano un'argilla rosa--ros- CANDO 1965, tomba 9, fig, r3 d, Lipari: BERNAl-lÒ BRtA-CAVAI.lER
196<;, tav. CCXXIII, nn. I, 2, 9; tav. CCXXIV, n. r; tav. CCXX\',
siccio 3cccso con una frequente vetrìficazìonc della pa- rm. ·2 a, e, d, 3 f. Luni: CAVALIERI 11.ANASSE !975 a, p, 346, t:iv. ÙC!,
rete esterna_; la composizione dell'argilla è uguale a quella nn. Il, 13; p. 60, ta\', 86, n. !4, l'viariana: 1\10RACCH1Nl Ai.A..ZEL 1971,
dei boccalini da Ventimiglia con inclusi di c8lce e mica. p. 14, fii. 24. ,\frtauros: DE FRANCISC!S a, r960, p, 4::2, f:tg-. 3 h; DE
FRANCISCIS 1960 h, p, 45. Ostia: TATTI 1970, pp. 65-67, ta\', Vll,14:,;
Gli esemplari da Ostia presentano caratteristiche iden- RICCI 1973, pp. 360-361_; BAUR 1921, p. 562, p. 468, fig. 53, Pomnti,
tiche a quelle dei prodotti di Cosa. Alcuni esemplari l\fo,--:o N·azionalc di Napoli. Porto Recanati: MERCANDO I971 a,
tomba 7, tig. 16 e; tomba 8, fig, 20 f; romba lO, fig. 3r g; tomb:i r6,
sembrano presentare invece caraneristiche diverse dagli fig, 47 a; tomba 49, fig. 49 a; tomba 23, fig. 69 a; romba 28, fig. 86 e;
altri: l'argilla di alcuni frammenti da Luni è grigia, come tomba 31, figg. 93 f, 94; tomha 35, fig. 97; romba 40, fig. 104d, e;
pure alcuni frammenti da Aquileia (una quantità minima tomba ·65, flg. r]3; wmba 98, fig, 162 h, d; tomba 183, fig. 25.~;
romha 187, figg. 258, 26:::; tomba 212, fig. 274 h; tomha ;;,55, figg,
rispetto al resto dei boccaìini li presemi), ricca <li inclusi, 288,289, 2556; tomba 304, fig. 3l0; tomba 305, fig. 310, ,,oc,·
caratteristica dei prodotti locali (si veda p. 349). La mag- Sutri: DUNCAN 1964, pp. 54~55, figg, 3, 7, 19. Ventimiglia: H,WES
gior parte deglì esemplari attestati non è decorata; su un 1976. p, II, n. 44, fig. 6; LAMBOGLIA I950, figg, 9, 33, 34, ;>6; 1:IA-
ROCEi.,Lr 1923, fig. ::7 h; PALLARÉS 1963, tomba 163, p. 5/, rlg. 8,
cerro numero di frammenti compare una decorazione n. 24.
dipinta (TATTI 1970, tav. VII_, 149). Jugoshwia. Emona: PETRU 1972, tav. XVIII, tomha 134, n. 21;
PLES:--;ICAR·GEc 1972, ta\', 90, n. 9,
La presenza di questi boccalini in diversi contesti
Sò::::::::era, fviuralto: SIMONETT !941, J\1inC7, fig. 149,8.
stratigrafici e la quantità considerevole di esemplari at-
testati permette di stabilire, ln modo piuttosto esatto,
la cronologia e di delinearne la diffusione. Le attesta- TIPO I/I23 DUNCAN I.
zioni pìù antiche a Ventimiglia, Ostia, Lipari sono datate
in età~ flavia, ma si può osservare tuttavia che negli strati Descrizione.
flavi la presenza di questi boccalini non è ancora in quan- Boccalino dal corpo tendenzialmente globulare. L'orlo
tità significativa. Già negli strati di fine I - inizi II sec, è simile a quello del boccalino I r 22, senza tuttavia
d.C., invece, ]a presenza di questo boccalino è molto presentare il caratteristico collarino, Il fondo è piatto e
più rilevante ed indicativa del fatto che già in quel pe- l'ansa, piatta, presenta numerose scanalature sul lato
riodo questo tipo era diventato uno dei più diffusi e esterno. (Tav. LXXXV, 3).
attestati in gran parte del bacino del l\.1editerraneo (Rrccr L'argilla, contenente visibili inclusi di mica, è di co-
I97j, pp. 360,.-361); alla fine del II sec, questo resterà
lore grigio, con macchie più scure per effetto di cottura.
un~- dei pochi tipi ancora prodotti. Tra gli esemplari
Questi bicchieri furono prodotti a Sutri intorno aJ
attestati, i più tardi sembrano essere quelli dell'Agorà 60-70 d.C. La loro diffusione ebbe carattere locale (D-cr-:;-
che, con qualche differenza come la presenza di un fondo
CAN r964, p. 88).
piatto, piuttosto alto (R0BINS0N 1959, pp. 190-191, tav.
26), testimoniano che la produzione durò almeno fino Bibliografia.
a tutto il III secolo, La maggior parte degli esemplari Italia. Sutri: DtJNCAN 1964, p. 55, fig. 7, nn. 1~16, I9.
attestati non presenta decorazioni, tuttavia a partire dal
II sec d.C. sulla parete esterna di alcuni esemplari
compare una decorazione dipinta (TATTI 1970, pp. 65-67; TIPO I ;367 - DUNCAN l.
Rrccr r973, pp. 360 36r).
Dalle caratteristiche morfologiche e, per quanto si può Descrizione.
capire., dall'argilla, sembrerebbe che, almeno all'inizio Boccalino monoansato simile a r/123. Rispetto a questo
della produzione, un unico centro o \'ari centri vicini ultimo il profilo è più accentuatamente globulare, L'ansa
tra loro producessero questo tipo di boccalino, la cui è scanalata esternamente e si imposta nella metà supe-
diffusione dovette avvenire essenzialmente per via ma- riore della pancia. Il fondo è piatto. (Tav. LXXXV, 4).
rittima ed interessare prevalentemente la metà orientale Argilla con inclusi micacei di colore nero (probabil-
del bacino del l'viediterni.neo (nella Penisola Iberica non mente mica bruciata). Decorazione 5 a.
si conoscono attestazioni per questo :ipo dì vaso/. Da Questo boccaìino fu prodotto a Sutri intorno al 60~
tutto ciò si potrebbe formul3re fìpor:esi 1 verificabile sol- 70 d.C. (DuNCAN 1964) p. 88): la sua diffusione dovette
tanto con opportuni e:s:.,mi cf lah(_'·:-::tc•:-:o. eh::: si tratti, a1.-ere carattere. locale.
almeno inizi~Ìmentc, d1 un pruJomr 1r:ilico. Con moira
probabilità i più tardi esemplari decorati con sovradipin- Bibliografia.
ture dovettero essere invece prodotti nel Mediterraneo Italia. Sutri: DuNCAK 1964, p. 55, fig. 7, n. 17,
orientale. La stessa quantità di bicchieri rinvenuti ad
Atene e la decorazione a lettere greche che orna talvolta
la parete esterna di quesii vasi fòrniscono una utile in- TIPO i/124.
dicazione in quesrn senso.
Dcscn'zìonc,
Bibliografia. Bicchiere biansato dal corpo tendenzialmente globu-
(hai,;;. Atene: RomNSON l95(J, G 182, mv. 7; G 183, tav. 42; lare. L'orlo, dritto, è appena inclinato verso l'esterno.
Jio--Jrr-J3-1., un-. 9; i\.169-,\170, mv . .:or; K58-59, rav. 15, t:n-. r6; All'attacco tra orlo e spalla è presente un ,, collarino·,\
}vl145-i\1qq, tavv. 24-57; M158, tav. 24,:?: M190-M191. tav. 26.
0
;

del A1usi:o :\rcheologico. Cosa: .\t.;.-


come quello che compare sul boccalino r, 1 22. 1' fondo
R.'.11rr-.::; HJ~;. pr. , . ..1ò. R5. nn ..,t<J-43::;. Faknmc: !\ll-:F- t- piatto: le anse, 2 sezione c1rcolare, si m11>L)SLan suk
CERAMICA A PARETI SOTTILI

parte alta del vaso, al di sopra e al di sotto dell'attacco Argilla di colore rossiccio. Decorazione 5 f.
dell'orlo. (Tav. LXXXV, 5). Si può ipotizzare per questo esemplare una produ-
L'argilla di questo esemplare è di colore rosso-mar- zione locale.
rone. Si veda inoltre quanto detto per r./125.
Bibliografia.
Bibliografia. Italia. Pompei: CARANDINI 1977, p. 28, ta\'. XIX, n. 85.
Jugoslavia. Emona: PLESNICAR--GEC I972, tomba LIII, tav. L, n.
9I, IO.
TIPO 1/130 = MAYET XL MAYET XLV.

TIPO Ii368. Descrizione.


Bicchiere globulare con piccolo orlo rivolto alFesterno
Descrìzione. e fondo leggermente convesso o a volte piatto, con piede
Bicchiere ovoide biansato. ,Il corpo del vaso può essere leggermente accennato. La forma deriva sicuramente da
più o meno allungato, L'orlo è dritto e inclinato verso r /89; ma il tipo dell'orlo, il piede e le caratteristiche
l'esterno, all'attacco con la spalla presenta una costola- generali della fattura consentono di distinguerlo dal pre-
tura simile al <( collarino 1) del boccalino I 1122 ma in cedente. (Tav. LXXXV, 8).
questo caso molto appiattito. Le anse si impostano supe- Gli esemplari appartenenti a questo tipo presentano
riormente all'attacco dell'orlo, inferiormente a metà della una argilla di colore ocra chiaro; le pareti sono rivestite
pancia. (Tav. LXXXV, 6). da ingubbiatura di colore arancio vivo, a volte brillante.
Questo, esemplare presenta un'argilla di colore grigio. Su questi bicchieri sono attestate le decorazioni 5, 13,
La cronologia indicata per questo bicchiere sì colloca 402, 373, 389, 392, 139.
nell'ambito del II sec. d.C. Per quanto riguarda la pro- Gli elementi a disposizione non permettono di stabi-
duzione di questi esemplari è difficile stabilire la pro- lire la cronologia che tuttavia, per la presenza di ingub-
vemenza. Si tratta forse di un'imitazione locale del tipo biatura e per il particolare tipo di decorazione, sembra
1/122. forse collocabile nell'ambito del I sec. d. C. Il centro
di produzione è da ricercarsi sicuramente nell'ambito
Bibliografia. della Penisola Iberica (MAYET 1975, p. 92). La diffusione
Italia. Pieve del Finale: PALLARÉS !963, p. 19, fig. 7, nn. 8, 10. di questi vasi dovette essere essenzialmente locale.
Bibliografia.
TIPO 1/125. Spagna. Aramenha: MAYET 1975_, p. 109, tav. LXX, n. 589. Belo:
MAYET 1975, p. 92, ta,•. LIV, nn. 445, 446. Belo ( ?): MAYET 1975,
Descrizione. p. 92, tav. LIV, nn. 447, 448. Haut Alentèio: l\1.AYET 1975, p. 109,
tav. LXX, n. 591. Mérida: MAYET 1975, p. 109, tav. LXX, nn. 588,
Boccalino monoansato. Il corpo è piuttosto allungato e 590. Osuna: MAYET 1975, p. 92, tav. LIV, n. 449.
molto panciuto, l'orlo piuttosto alto e inclinato verso
l'esterno. Il fondo presenta un piccolo piede ad anello.
All'attacco del collo compare una costolatura simile a TIPO 1/128 ~ GREENE FIG. 17.3.
quella di rir24. Ansa tozza e piuttosto pesante, a sezione Descrizione.
circolare. (Tav. LXXXV, 7).
Bicchiere tendenzialmente globulare. L'orlo, dritto, è
Argilla di colore giallo--marrone bruciato.
Questo esemplare, trovato nella necropoli di Emana, inclinato verso l'esterno. Il fondo, fortemente convesso,
presenta un piccolo piede arrotondato. (Tav. LXXXV, 9).
richiama i boccalini r /I22 unicamente per il collarino
all'attacco dell'orlo. Si tratta probabilmente di un'imi- Argilla micacea di colore giallo-camoscio; ingubbia-
tazione locale del tipo r/122. tura di colore cioccolato bruno. Decorazione 63.
Questi bicchieri sono originari della Gallia centrale
Bibliogr«fia. e sono datati intorno al 65-75 d.C. (GREENE 1979, p. 47).
lugosla·via. Emona: PLESNICAR-GEC 1972, tomba L, mv. r82, n. 10. Bibliografia,
ln1;hiherra. Usi:· GREENE 1979, p. 44-. fi.ç, 1-:. n.
19, n. 2.

Descrizione. TIPO 1/127 ~ GREENE TIPO 20.5.


Boccaìino monoansato di forma quasi cilindrica. Vorlo
~ dritto. Il fondo è piatto con un piede appena accen- Descn·:::ionc.
nato; l'ansa si imposta nella parte alta della parete. Que- Bicchiere dal corpo tendenzialmente globulare simile
sto boccalino conrìene all'interno un fallo che quando il al tipo I /128; rispetto a quest'ultimo, tuttavia~ forìo è
vaso è vuoto resta sul fondo, mentre quando è pieno di più modanato ed il fondo piatto e privo di piede. (TaL
l.iquidi si solleva. Questo tuttavia non può essere aspor- LXXXV, 10). Decorazione più attestata 63, in un caso
tato grazie ad un dispositivo in argilla (CARANDINI r977, associata a 36, 72 (su un solo esemplare), 5 a e 344.
p. 28). Questo vaso doveva avere probabilmente un co- Per quanto riguarda l'argilla, la cronologia ed il centro
perchio. (TaY. CXL, r). di produzione di questo bicchiere si veda I l128.
CERAMICA A PARETI SOTTILI

Bibliografia. TIPO 1/370 - GREENE FIGG. 17.3, 19.2.


0

Germania. Hofheim: GREENE 1979, fig. 9.n.


btt:hiltara. Cìrcncester: GREENE 1979, p. 26, fig. 9, n. 26. Ham Descrizione.
Hill: GREENE 1979, p. 26, fig. 9, n. 24.1. Richborough: GREENE
1979, fig. 8.21. Usk: GREENE 1979, p. 30, fig. r4, nn. I-8; p. 33,
Bicchiere dal corpo tendenzialmente globulare; le pa-
fig. 13, nn. 1-4; p. 25, fig. 8, n. 20.5. York: GREENE 1979, p. 26, reti si restringono verso il fondo. L'orlo è dritto e incli-
fig. 9, n. 24,2. nato verso l'esterno. (Tav. LXXXVI, 2).
L'argilla è di colore bruno giallastro. Sono attestare le
TIPO rjr29 = 0 GREENE FIG. 24.10. decorazioni 33 (Kretz) e 63 (Usk).
L'esemplare attestato è datato alla seconda metà del
Descrizione. I sec. d.C. È possibile ipotizzare che si tratti di un pro-
Bicchiere globulare. L'orlo è piuttosto spesso rispetto dotto dei centri operanti nel basso Reno. Gli esemplari
alla parete e solcato all'esterno da una scanalatura. Il da Usk sono, invece, riferibili alle officine centro-galliche
fondo presenta un piede, a sezione triangolare. (Tav. (GREENE 1979, p. 43 Ss.).
LXXXV, II).
Argilla bianca, ingubbiatura di colore rosso~-giallastro. Bibliografia.
Decorazione 14. Germania. Kretz: GosE 1950, p. 16, tav. 12, n. 182.
Questo bicchiere fu prodotto da uno dei centri operanti Inghilterra. Usk: GREENE l979, figg. 17.3, 19,2.
nel basso Reno a partire dal 40 d.C. (GREENE 1979,
p. 60).
TIPO 1/371.
Bibliografia.
Germania. Hofheim: RITTERUNG I9I2, tav. XXX!l.26 bB; GREENE Descrizione.
1979, p. 59, fig. 24, Il, IO. Bicchiere dal corpo globulare. Le pareti si restringono
verso il fondo. L'orlo è, a differenza del precedente
TIPO IjII3 = GREENE TIPO 20.4. r/370, più spesso ed arrotondato all'esterno. Il fondo
è piatto. (Tav. LXXXVI, 3).
Descrizione. L'argilla è di colore bruno-rossiccio. Sugli esemplari
Bicchiere tendenzialmente globulare. L'orlo è legger- attestati compare la decorazione 12.
mente rigonfio e inclinato verso l'esterno; una leggera La cronologia indicata per questi bicchieri è colloca-
solcatura corre orizzontalmente poco a] di sotto dell'at- bile nella seconda metà del I sec. d. C. Difficile è invece
tacco dell'orlo con la spalla. Il fondo è piatto. (Tav. stabilire, con i dati a disposizione, la provenienza.
LXXXV, 12).
Le caratteristiche dell'argilla degli esemplari attestati Bibliografia.
hanno permesso di attribuirli sia alle officine di Lione Germania. Urmitz: GosE 1950, p, 20, tav. 16, n. 236; p. 29, tav.
che a quelle dell'area centro-gallica. Tutti i vasi rinve- 25, n. 331.
nuti sono coperti da ingubbiatura e presentano la deco-
razione 63. Alcuni esemplari presentano la decorazione
18, un solo esemplare riferito alla produzione centro-
gallica, è decorato a barbottina con il motivo 120. Descrizione.
Bicchiere globulare. L'orlo è costituito da una stroz-
Bibliografia.
zatura che chiude notevolmente l'imboccatura. Le pareti
lnghilcerra. Chester: GREENE 1979, p. 42. Circnccster: GREENE si restringono in prossimità dell'orlo. Il fondo è piatto.
1979, p. 42, fig. 8, n. 20.1-2; fig. 8, tipo 20.l, 2, 4. Gloucester: GREENE
1979, p. 42. Leicester: GREENE 1979, p. 42, fig. 8, 20.3. Londra: (Tav. LXXXVI, 4).
GREENE 1979, p. 42. Longthorpe: GREENE 1979, p. 42. Richborourgh: Argilla grigia o grigio-giallastra. Decorazione 4r.
GREENE 1979, p. 42, fig. 12, nn. 5-II; fig. 13, nn. 5-8; fig. 19, nn.
3-6. Topsham: GREENE 1979, p. 44, fig. r7, n. 4; p. 48, fig. 19, nn. Questi bicchieri sono attestati nella seconda metà del
3-6. Usk: GREENE 1979, p. 42. York: GREENE 1979, p. 42, fig. 9.24.2, I sec. d.C. e sono presenti fino alla seconda metà del
III sec. sul limes renano. Si può pensare ad una produ-
zione regionale.
Descrizione. Bibliografia.
Bicchiere dal corpo tendenzialmente globulare. L'orlo è Germania. Bonn: GosE 1950, p. 44, tav. 52, n. 524. Niederbiber:
dritto e inclinato verso l'esterno. Il fondo è piatto, con un 0ELMANK 1914, p. 73, fig. 56. Wiesbaden: GOSE l950, p. 44, tav. 51,
n. 523.
piede appena accennato. Questi esemplari presentano una
ingubbiatura di colore arancio. (Tav. LXXXVIi 1). Sono
attestate le decorazioni 63, 104, 375.
La cronologia oscilla tra il I sec. e l'inizio del II sec.
d.C.; si può probabilmente pensare che si tratti di un Descrizione.
prodotto dei centri operanti nel basso Reno. Bicchiere simile al tipo 1/183. L'orlo è tuttavia, in
questo caso, leggermente più alto.
Bibliografia. Non ci sono indicazioni circa le caratteristiche del-
l'argilla. Ii rivestimento delk pareti è di colore nere.

270
CERAMICA A PARETI SOTTILI

La cronologia proposta per questo tipo è collocabile al nero, dal rosso scuro al marrone. I bicchieri attestati
fra la fine del Il e la prima metà del III sec. d.C. Si presentano frequentemente chiazze dovute a difetti di
può pensare che si tratti di una produzione renana. cottura,
L'argilla degli esemplari provenienti da Koblenz-Nie-
Bibliografia. derberg è di colore rosso bruno con ingubbiatura nera,
Germania. Kiedcrbiber: GosE 1950, p. 16, tav. 12, n. 184, metallica. I bicchieri di Rheinzabern e Nimega presen-
tano un'ìngubbiatura di colore grigio nero. La decora-
zione ovunque più attestata è quella sabbiata 63. Sono
presenti inoltre diversi esemplari con decorazione a ro-
Descrizione. tella 5, mentre la decorazione a barbottina 152 compare
in pochi casi. Una percentuale minima di esemplari non
Bicchiere dal corpo tendenzialmente globulare. L'orlo
presenta decorazione.
è rigonfio e dritto. Il fondo è piatto. La datazione di questi bicchieri è facilitata dalla loro
Le superfici presentano un rivestimento di colore presenza nei campi militari del limes e dal loro rinveni-
bruno o rosso-bruno. Decorazione 104 e 375. mento nello scavo delle fornaci di Colchester. In questa
La cronologia indicata per questi esemplari si colloca località si trova attestato non prima del 120 d.C., ma
nel corso del I sec. d.C. La produzione di questi bic~ già dalla metà del secolo questo bicchiere è presente
chieri potrebbe essere locale. nell'area renana (HULL 1963, p. 190). Questa produzione
Bibliografia. dovette durare fino a tutto il IV sec. d.C. Non si può
dire se questi vasi, oltreché a Colchester, furono prodotti
Germania. Bìngen: BEHRENS 19r2, p. 115, fig. 60, nn. 1, :2.
anche sul limes renano.

TIPO I/II7. Bibliografia.


Germania. Hofheim: SCHOPPA 1961, p. 24, tav. 3, nn. 4, 6, 8,
Descrizione. Rheinzabern: GosE 1950, p. 17, ta\·. r3, nn. 188-190, Treviri: GosE
1950, p. 17, tav. 13, n. 191.
Boccalino monoansato con piccolo orlo inclinato verso Inghilterra. Cokhester: HULL 1963, p. 102, fig. 57, nn. I, 3, 4;
l'esterno. Il fondo è piatto; Pansa, scanalata sulla faccia p. 152, fig. 86, n. r.
esterna, si imposta superiormente sotto l'orlo e inferior- Olanda. Nimega: STUART 1962, p. 65, fig. 2, nn. 9-10.
mente a circa metà del corpo. (Tav. LXXXVI, 6).
L'argilla è di colore rosso mattone. La decorazione più TIPO r/373.
attestata su questi bicchieri è la sabbiatura (63), seguita
dalla rotellatura (5). Esemplari simili, con argilla abba- Descrizi·onc.
stanza ben depurata e di colore che varia dal rossiccio Bicchiere ovoide dal corpo piuttosto allungato. L)orlo
al rosato, sono attestati ad Ostia. è fortemente inclinato verso l'esterno; il fondo, legger-
La cronologia di questo boccalino è fornita dalla sua mente convesso, presenta un piede inclinato anch'esso
presenza nelle stratigrafie ostiensi, dove compare in età verso l'esterno.
fiavia e si afferma poi in modo più deciso nel corso del L'argilla, di colore bruno chiaro, presenta un rivesti-
II sec. d.C. (RICCI 1973, p. 354). Per quanto riguarda mento di colore cioccolato; due solcature paralleìe
il centro di produzione, occorre verificare con esami di delimitano, poco al di sono dell'orlo, la zona decorata.
laboratorio se si tratta di un'officina dell'Italia centrale, Decorazioni 63, 36.
o forse più probabilmente dell'area campana. Questo bicchiere è stato datato alla fine del II sec. d.C.

Bibliografia. Bibliografia.
Italia. Ostia: RICC! 1973, p. 354, fig. 456; p. 355, fig. 555. Pompeì, Germania. Trevìrì: GosE 1950, p. 17, tav. r3, n. 192.
Museo Nazionale di Napoli: CARANDINI I9Ti, p, 26, tav. VIII,
nn. 1, 2. Settefinestre: Settefmestre II, p. 172.
TIPO 1/133 = HULL 391c.
TIPO 1/120 = HULL 391A. Descrizìonc.
Descrizione. Bicchiere di forma ovoide allungata. L'orlo modanato
Bicchiere dal corpo ovoide. La pancia è piuttosto bassa. è lievemente sporgente verso l'esterno. Il fondo convesso
L'orlo è notevolmente inclinato verso Festerno e disposto presenta un piccolo piede. (Tav. LXXXVI!, I).
quasi perpendicolarmente alla parete. Il fondo è piatto o L'argilla di questo esemplare è ben depurata; ia super-
lievemente convesso, con un piede di minime dimensioni. ficie presenta un rivestimento che si può ipotizzare simile
(Tav. LXXXVI, 7). a quello del tipo 1/146. Decorazione 158.
I numerosi esemplari rinvenuti nella fornace di Col- La produzione di questi bicchieri, per altro molto co-
chester presentano un'argilla che varia dal camoscio al muni, ha inizio a Colchester non prima del 120 d.C. e
rosso bruno (naturalmente, trattandosi di una fornace.1 prosegue fino al IV sec. d. C.
le varietà di colore dovute a differenza o errori di cottura
sono numerose). La superficie è ricoperta da una spessa Bibliografia.
ingubbiatura, generalmente di colore che varia dal viola lllr:hilrerra, Colchester: HULL r963, p. 190, fig. IOì, forma 39I c.

271
CERAMICA A PARETI SOTTILI

TIPO l.'!53 HULL 406. d.C. La produzione di questi esemplari può essere iden-
tificata con uno o più centri operanti nel basso Reno.
Descrizione.
Bibhot;ra}ia.
Bicchiere dal corpo tendenzialmente ovoide, con alto
collo. L'orlo è piccolo e fortemente inclinato verso Pester- Germania. Nicdcrbibcr: GosE 1950, tav. 13, nn. 196-i98; OtL-
MAN:S: 1914-, p. 73• fig. 57,l.
n(\ tanto da essere disposto quasi perpendicolarmente
alla parere. Il fondo è convesso. (Ta\'. LXXXVII, 2:1.
Gli esemplari da Colchester presentano un'argilla ben TIPO I /182 c. HULL 406.
depurata con un rivestimento di colore nero. L'argilla
dei frammenti di Aquileia è assolutamente priva di in- Descrizione.
clusi, molto omogenea e compatta, dì colore che varia Bicchiere ovoide. Il collo, piuttosto incavar.o e, nella
dal grigio medio al grigio chiaro, con un rivestimento pane superiore, inclinato verso l' esterno.1 termina in un
molto uniforme di colore nero. Le pareti possono pre- piccolo orlo sporgente. Le pareti si restringono brusca-
sentare depressioni (decorazione 36). La cronologia for- mente al di sotto della pancia. Il fondo, leggermente
nita daglì esemplari di Cokhesrer è confermata dal bic- convesso, presenta un piccolo piede. (Tav. LXXXVII, 4).
chiere dì Nicderbiber e mostra che questi vasi furono L'argilla di questo esemplare è di colore grigio. Dcco-
prodotti a partire dalla fine del II sec. d.C. anche sul raz10ne 4.
limes britannico; sono presemi infatti a Camulodunum Questo bicchiere fu prodotto tra 1a fine del II e gli
per tutto il IV secolo. inizi del III sec, d.C. a Camulodunwn.
Verso· E l'esportazione di questi bicchieri renani rag-
giunge Aquileia dove frammenti appartenenti a questo Bibliogra_fia.
tipo sono presenti nei Magazzini del Jv1useo Archeologico. Inr::hilrerra. C:okhest.er: HULL 1963, p. 190, forma 406.

Bibliografia.
Germania. Nicderbibcr: GosE 1950, tav. 13, n. 199. TIPO 1/185 HULL 41r.
foghilterra. Cokhester: HuLL 1963, p. r52, fig. 86, n.
lraìia. Aquileia: Musco Archeologico, Magazzini. Descrizione.
Bicchiere tendenzialmente ovoide con piccolo collo
dritto e privo di orlo. Il fondo presenta un piccolo piede
lievemente convesso. (Tav. LXXXVII, 5).
TIPO I /184 HULL 407A, B. Sulle caratteristiche dell'argilla di questo bicchiere e
sul colore dell'ìngubbiatura, non si hanno indicazioni.
Descrizione.
Decorazione 4.
Bicchiere ovoide allungato, privo di orlo. Il fondo è Questo tipo fu prodotto a Colchester.
piatto o leggermente convesso. L'altezza può variare sen-
sibilmente. (Tav. LXXXVII, 3). Bibhografia.
Argilla grigia, le pareti sono rivestite da ingubbiatura ln1;hilterra. Coicbesrcr: HtJLL 1963. p, 190, forma 411.
e modellate a depressioni. Decorazione 36.
Questi bicchieri furono prodotti a Camulodunum nel
corso del III e IV sec. d.C. TIPO I/15! HULL 409.

Bibliografia. Dcscrizinnc.
lnr:hilrcrra. C()lchcstcr: 1--Im,L 1963, p.n;o, fi~, 107, forma 407 ;1. b. Bicchiere dal corpo ovoide e alto collo. L'orlo è costi-
tuito àa un ingrossamento della parete sul lato esterno.
Il fondo è convesso e presenta un piede di piccole di-
mensioni, arrotondato e inclinato verso l'esterno.
TIPO lil54- LXXXVI!, 6\
Descrizione.
Non si hanno indicazioni circa l'argilla e il colore del
rivestimento.
Bicchiere simile al tipo I /123. Rispetto a quest'ultimo Gli esemplari attestati sul limes germanico sono datati
presenta una pancia p:iù accentuata che raggiunge il mas- alla seconda metà del III sec. d.C.; quelli britannici al
simo diametro nella parte superiore del corpo. L'orlo si IV sec. d.C.
imposta su un cono collo_, ed è disposto perpendicolar- Questi bicchicrì furono prodotti, probabilmente, si2 nei
mente a questo. Il fondo piatto presenta un piccolo piede centri del basso Reno che a Colchesrer, ma dalìe dat2-
inclinat.c verso l'esterno. zioni fornite per gli esemplari attestati, non si pui1 dire
Le decorazioni più comuni sembrano essere quelle a in che rappono cronologico i prodotti di questi cc:nrri
bande di rotellature 5 b e la decorazione sabbiata 63. È stiano tra loro.
attestata anche la decorazione a barbottina 153 e proba-
bilmente la decorazione 41. Bibliografìa.
La cronologia di questi bicchieri può essere collocata Germanù, Treviri: Ci-osi-: 1950, rn\·. T3, n, 201.
fra 12 seconda metà del Il e l3 prima metà del III scc. ìn_ci;u:,T,·-·. C:nL.:hcstc:-: Hi:LL r0(y·1, p. J()C, 1ìi:;. 10-, form:\ .1oq,

272
CERAMICA A PARETI SOTTILI

TIPO 1/374 e.e HULL 408, 4ro. La cronologia di questo esemplare può essere collo-
cata tra la fine del II sec. d.C. e la prima metà del III.
Descrizione. Si può pensare ad una produzione del basso Reno,
Bicchiere molto simile al precedente ri15r. Rispetto
a quest'ultimo presenta il profilo più largo e panciuto. Bibliografia.
Sono attestati esemplari non decorati e altri con deco- Germania, Nicderbiber: GosE 1950, p. li, mv. 13, n, r94.
razione a rotella 5 b.
Questo bicchiere è simile al tipo r/r53 (HULL r963, TIPO 1/150.
pp. 342-343) di produzione renana. La datazione fornita
per gli esemplari provenienti da Colchester si colloca tra Descrizione.
il III e il IV sec. d.C. Furono probabilmente imitazioni Bicchiere ovoide. L'orlo è uguale a quello di r/376,
dei bicchieri I/I53 HULL 1963, pp. 342-343). mentre il profilo, rispetto al precedente, è molto più
allungato. Il fondo è cilindrico, notevolmente più basso
Bibliografia. di quello del tipo 1/3n, (Tav. LXXXVIII, 1).
fnthiherra. Cokhester; HULL 1963, p. 190, fig. 107, forma 408, Non si conoscono le caratteristiche dell'argilla di que-
sti esemplari, la superficie presenta un rivestimento di
colore nero, lucente. La decorazione a girali è sovradi-
TIPO r/375 = HULL 395. pinta in bianco come la scritta VIV AS.
Descriz1:ane. La cronologia per questi bicchieri è da collocarsi nel-
l'ambito del III sec. d.C. Un frammento, forse appar-
Bicchiere analogo a 1,II5r. Rispetto a quest'ultimo il tenente ad uno stesso tipo di bicchiere e ugualmente
fondo è piatto e privo di piede; l'orlo è dritto e incli- decorato, è presente nel magazzino del Museo di Aqui-
nato all'esterno. (Tav. LXXXVII, 7). leia. Inoltre bicchieri analoghi (si veda 1/377) furono
L'argilla è a volte grigia (probabilmente per effetto di prodotti a Colchester nel corso del IV secolo. Prima
cottura). Non si conosce il colore del rivestimento. Deco- che venissero prodotti in Britannia, furono sicuramente
razione 5. qui imponati da qualche centro renano.
Questi bicchieri sono stati prodotti a Camulodunum
intorno alla metà del IV secolo. Diffusione.
Germanìa. Colonia: GoSE 1950, p. I?, tav. 13, n, 195.
Bibh'ografia. Italia. Aquileia, Magazzini del Museo.
Inghilterra. Colchester: Huu. 1963, p. 190, fig. ro7, forma 395,

TIPO r/377 = HULL 394,


TIPO r/149. Descrizione.
Descrizione. Bicchiere ovoide del tutto simile a 1/150. Differisce
Bicchiere dal corpo tendenziaimente ovoide. L'orlo è da quest'ultimo unicamente per il piede, molto alto e
molto piccolo, arrotondato e inclinato verso l'esterno. Il sagomato. (Tav. LXXXVII!, 2).
fondo presenta un piede piuttosto accentuato, anch)esso Non ci sono indicazioni riguardo l'argilla di questi
inclinato verso festerno. (Tav. LXXXVII, 8). esemplari.
Argilla di colore rosso-bruno. Il rivestimento delle pa- Questo bicchiere fu prodotto a Colchester, nel corso
reti è di colore nero con riflessi metallici. del IV sec. d.C. Non fu una delle forme più attestate,
La datazione proposta è intorno al terzo quarto del ma comunque si trova sufficientemente rappresentata.
II sec. d.C. La sua assenza da Colchester farebbe pen-
Bibliografia.
sare ad una produzione renana; non ci sono elementi
ln{?hilterra. Cokhester: HULL r963, p, 190, fig. Wi, n. 394.
sufficienti per tracciarne la distribuzione.

Bibliografia. TIPO rjr70 = HULL 393.


Germania. Treviri; GosE 1950, p. 17, tav. 13, n. 193,
Descrizione.
Bicchiere di forma tendenzialmente ovoide. Privo di
TIPO r/376. orlo. Il fondo presenta un piccolo piede leggermente
convesso. (Tav. LXXXVIII, 3).
Descri':::ione. Le superfici sono rivestite da ingubbiatura.
Bicchiere ovoide. Il profilo del vaso è molto simile a La cronologia per questo esemplare è collocabile dagli
quello del tipo 1/149. Rispetto a quest'ultimo il piede è inizi del III fino al IV se.e. d.C. Si tratta di una produ-
tuttavia molto più basso, Porlo pili ridotto e il corpo più zione locale.
allungato. (Tav. LXXXVII, 9).
Le pareti sono rivestite da ingubbiatura. È attestata la Bibliografia.
decorazione a rotella 5 b. Inghilterra. Colchestcr: HuLL 1963, p. 190, fig, 107, forma 393.

273
19 -- L,;nciuwJu, de!/ AN1 - Atl. F. C li
CERAMICA A PARETI SOTTILI

TIPO r/215 MAYET V. Non è possibile stabilire se si tratti, per l'esemplare


rinvenuto a Cosa, di un prodotto centro--italico; sono
Descrizione. indispensabili per questo esami di laboratorio.
Bicchiere dal corpo ovoide, simile a 1 /46; a differenza Scarti di fornace appartenenti probabilmente a questo
dì quest'ultimo, le pareti del vaso si allargano notevol- tipo, sono stati rin.venuti nella fornace di S. Lucia a
mente verso l'orlo. L'orlo è dritto, più spesso nella parte Siracusa (PELAGATTI 1970 c, pp. 78-"79, tav. 3). Esami di
inferiore dove forma, all'attacco con la spalla, uno spi- laboratorio sono in corso su un campione da Siracusa.
golo vivo. Il fondo è leggermente convesso, quasi piatto.
(Tav. LXXXVIII, 4). Bibliografia.
L'argilla è beige rosato. Francia. Gergovia; IIATT r949, p. I07, tav. VIII, n. 4,
È difficile stabilire la cronologia esatta di questo bic~ Germania. Oberaden: LOESCHCKE 1942, p. 48, rnvv. 8, IO, 28.
Iralia. Cosu: lvi.ARABI!\"! 1973, p. 73, taVY, 8, 60, n. 95, Siracusa:
chiere, ma per le sue caratteristiche e per la somiglianza PELAGATTI r970 c, pp. 78-79, mv. 3 (al centro). Numerosi esemplari
con r/46 è oriemativament,e databile alla fine del I sec. a.C. sono conservati nei lvi.agazzini del ,\'1useo Archeologico.
Svi::::.::::.era. Giubiasco: ULRICB 19!4, tomba 122, tav. LIII, n. 6.
Bibliografia.
Spagna. Ibiza: lv1AYET !975, p. 37, tav. X, n. IO. TIPO r/157.
Descrizione.
TIPO r/132 °= HuLL 392.
Bicchiere quasi cilindrico simile al tipo 1 /I 56, rispetto
Descrizione. al quale presenta le pareti più dritte. (Tav. LXXXVIII, 6).
Bicchiere dal corpo tendenzialmente ovoide; le pareti Non si conoscono le caratteristiche dell'argilla. Deco-
si restringono verso il fondo. Il bicchiere è privo di orlo) razione .2 eseguita sui due terzi inferiori della parete.
il fondo è piatto. Glì esemplari attestati sono datati alla fine del I sec.
Questo tipo è attestato attraverso scarti dai quali non a.C. Non è possibile stabilire se si tratta di una produzione
è possibile individuare il colore dell)argilla; così della locale.
superficie che appare rivestita da un colore viola~nero a
Bibliografia.
macchie rossicce. Sono attestati esemplari non decorati
Francia. Cavaillon: DUMOULIN 1965, p. I9, fig. 2! f.
ed uno con decorazìone a rotella 5.
Questi bicchieri appaiono a Colchester intorno al I 50
d.C. (circa trenta anni dopo il tipo r/120) e restano in TIPO r/158=MARABINI XXXV.
uso per tutto il IV secolo.
Descrizione.
Sicura è la loro produzione a Camulodunum: non è
possibile dire se furono prodotti anche sul litnes renano. Bicchiere ovoide a larga imboccatura. Il fondo è leg-
germente convesso e privo di piede. L'orlo è ingrossato
Bibliografia. rispetto alla parete e leggermente rigonfio sul lato esterno.
ln.ò1iltcrrn. Colchester: HULL 1963, forma 392, p. ro2, fig. Sì, (Tav. LXXXVIII, 7).
nn. 6, 7.
L 1argilla degli esemplari provenienti da Lione è di
colore rosato tendente al rossiccio, piuttosto granulosa
TIPO r/156 = MARABINI Xl. e ricchissima di inclusi di vario tipo tra i quali predomi-
nano quelli micacei. L'argilla degli esemplari di Cosa è
Descrizione. meglio depurata con inclusi molto più piccoli e meno
Bicchiere ovoide con larga imboccatura e privo di orlo, frequenti rispetto a quella dì Lione. Presenta a volte il
Il fondo è piatto. Una solcatura corre orizzontalmente nucleo grigio e 1a superficie rossiccia.
a circa metà della parere. (Tav. LXXXVIII, 5). Bicchieri di questo tipo furono prodotti a Lione (LAs-
L'argilla dell'esemplare di Cosa è molto sabbiosa, di FARGUEs,.~VERTET 1968; 1970) nelrofficina della Muette.
colore grigio bruno, striato alrimerno, grigio all'esterno. È questo uno dei prodotti più caratteristici e diffusi
Pareri molto sottili. L'argilla def:li esemplari cii Siracusa della produzione di Lione. f: facile pensare ad una espor-
non è molto omogenea, ricca di inclusi cii calce molto tazione di questi bicchieri lungo il hmes fino a Magda-
minuti, di colore che può variare dal rosso mattone molto lensberg dove i prodotti di Lione si diffusero nel corso
acceso al (più frequente) grigio. del I sec. d.C.
L'esemplare di Cosa è datato al terzo quarto del I Più difficìle è stabilire la provenienza dei frammenti
sec. a.C. Gli esemplari da Siracusa datatì dal II al I dell'Italia centrale per i quali è forse possibile pensare
sec. (PELAGATTI 1970 c), si possono orientativamente e ad una produzione locale. Gli esemplari relativi alla
più precisamente collocare nell'ambito della seconda metà forma Mayct V sembrano attribuibih piuttosto al tipo
del I secolo. r,.215.
È stata vista per questo tipo una influenza da Gola-
secca: lo stesso prototipo può essere responsabile dei Bibliografia.
più popolari bicchieri di Aco (MARABINI 1973, p. 37). Francia. Lione: LASFARGUES-VERTET I970, p. 223, fi.g. r.
Germania. Oberaden: VEGAs I9ì3, p, 70, fig. 23, n. 3, tipo 26.
Si è voluto anche vedere in questi bicchieri una forma J1a!ia. Cosa: l'viARABINI 1973. pp. 104-rn5. nn. r73-n4, tavv.
àc] primo periodo gallo---romano (Jv'.i.ARABINI 1973, p. 3iì, lì, 65. Scttciincsuc- Senc;incstr,' Il. p. r7::,_

2 74
CERAMICA A PARETI SOTTILI
TIPO I/I59 MARABINI XII. TIPO 1/162.
Descrizione. Descrizione.
Bicchìere tronco--conico privo di orlo, con solcatura Bicchiere simile al tipo r II 60. Rispetto a queseultimo
a metà del corpo. Il fondo può essere piatto o, più fre- si distingue per le pareti leggermente svasate e, in pros-
quentemente, convesso. (Tav. LXXXVIII, 8-9). simità del fondo, leggermente carenate. Il fondo è lie-
Come per il bicchiere I /I 56 si è vista una derivazione vemente arrotondato. (Tav. LXXXVIII, II). Questo tipo
da Golasecca (MARABINI 1973, p. 74). I bicchieri pro- di vasi fu prodotto a Lione. Gli esemplari attestati a
venienti da Lione presentano un'argilla ricca di inclusi Lione e messi in relazione con questo centro, appaiono
di vario tipo, tra i quali quelli di dimensioni più piccole sempre privi di decorazione. Sarà da approfondire l'ori-
e più frequenti sono micacei; il colore varia dall'arancio gine dei vasi che presentano una decorazione a rotella
al rosso~mattone, entrambi molto accesi. (decorazione 5), probabilmente da mettere in relazione
Gli esemplari provenienti ,da Pollentia sono definiti con altri centri di produzione. Si può notare che gli
di colore marrone--rossiccio, con patina cinerognola al- esemplari decorati sembrano caratteristici dell'area me-
l'esterno. I frammenti provenienti da Oberaden sono più diterranea.
specificamente distinti in due gruppi. Il primo, definito
Bibliografia.
probabilmente italico, con argilla molto fine e micacea,
di colore rosso scuro, talvolta con chiazze rosse all)esterno. Francia. Cavaillon: DUMOULIK r965, fi.g, 22 e, d. Lione: LAS-
FARGUES-VERTET !970, pp. 223-224, fi.g. 4.
H secondo, definito di produzione locale, presenta ar- Grecia. Atene: ROBINSON 1959, F 22, ta\ L 0
,

gilla mal depurata e molto grossolana (.i\1.ARABINI 1973, Spa{.fna. Ampurias: AtM.AGRO 1955, inc. Ballesta, n. 17. Ccntccl-
p, 74). I bicchieri da Vetera sono definiti rossicci. Per ks: RUGER 1969, figg. !, J.
il frammento proveniente da Cosa, l'attribuzione a questo
tipo non sembra pertinente. TIPO 1/164 = MAYET XII.
Tutti i bicchieri attestati sono databili in età augustea.
Descrizione.
Un sicuro centro di produzione per questi bicchieri fu
Lione, che dovette esportare questo prodotto per tutto Boccalino di forma simile a I /162. Differisce da questo
il limes germanico e forse anche nella Penisola Iberica. ultimo per l'aggiunta di un'ansa. (Tav. LXXXVIII, 12).
L'argilla è di colore beige rosato con tracce di tornio
Bibliografia. all'interno e politura esterna.
Germania.. Oberadcn: LOESCHCRE 1942, tipo 37, pp. 49-50, tavv. Gli elementi a nostra disposizione non permettono di
2/':, 37 a, b, 8, 2. Vetcra: HAGEN 19r2 a, tipo 2, tav. L, p. 349, n. 3; stabilire una cronologia per questi esemplari, i quali
mv. LIV, n. 12.
Francia. Cavaillon: DUMOULIN 1965, p. 7S, fig, 80 i. Lione: LAS-
tuttavia, per analogia con le altre attestazioni (1/162),
FARGUES-VERTET 1970, pp. 223-224, :fig, 3. potrebbero collocarsi in età augustea.
lralia. Cosa: MARABlNI 1973, tavv. 9, 60, n. 96. È stata avanzata l'ipotesi di una provenienza di questi
Spagna. Pollcntia: VEGAS 1973, pp, 73-74, fi.g. 23, n, I, tipo 28. bicchieri da Lione, sulla base di una somiglianza mor-
fologica con esemplari lì prodotti (]V1.AYET l975i p. 50).
TIPO r/161 ••·" MARABINI XXX. Le caratteristiche dell'argilla, tuttavia, almeno dalla de-
scrizione fornita, sembrano piuttosto diverse.
Descrizione.
Bibliografia.
Bicchiere dal corpo quasi cilindrico. Nell'immediata Spagna. Maiorca: MAYET 1975, ta\'. XXII, n. 166.
prossimità del piede, 1a parete si restringe dando luogo
dd una carena moito arrotondata. Le pareti sono dritte
e terminano senza orlo. (Tav. LXXXVIII, 10). TIPO r/165-166 = MARABINI LVI.
L'argilla degli esemplari di Cosa è ben depurata, Descrizione.
wlvolta leggermente sabbiosa, di colore arancio rosato Boccalino simile a rjr62. Rispetto a quest'ultimo
con alcune macchie di bruciato; tracce di ingubbiatura compaiono un piccolo orlo e un'ansa. Quest'ultima si
all'esterno. L'argilla dell'esemplare di Oberaden è molto imposta all'estremità superiore e inferiore della parete.
di colore rossiccio-giallastro; la superficìe esterna (Tav. LXXXIX, 1-2).
i:: ingubbiata, Sono attestati esemplari non decorati (come L'argilla deglì esemplari di Cosa è molto fine e leg-
a Oberaden) o con decorazione a rotella 5 b (in Italia gera, ben depurata, di colore arancio chiaro o rosso scuro;
centrale).
la superficie è ben polita. L'argilla dell'esemplare da
Gli esemplari rinvenuti sono tutti databili in età au- Roma è invece più grossolana. Decorazione 5, 5 e.
_z·ustea. Dai dati a disposizione non è possibile stabilire La presenza di questi bicchieri in età augustea è defi-
::;e tutti i bicchieri attestati sono stati prodotti nell'Italia
nita, per quanto riguarda Cosa, eccezionale (MARABINI
ccntraìe.
1973, p. 165); mentre è stato indicato nell'età tiberiana
Bibliografìa. il momento di maggior produzione di questo tipo. Si
può osservare inoltre che ad Atene questi bicchieri
Germania. Oheradcn: LoESCHCKE 1942 e, p. 50, tipo 39, tav. 28;
p. 24, taL 24, tipo 12 b. sono presenti già in età augustea. Se, come è possibile,
ltaìia. Cosa: MAR,\BINI !973, p. 95, tav\·. 14_, r6, n. 156. Roma, il centro di produzione fu centro-italico, si deve pensare
ii>:1:;iiic; Giuiin°," MJI.RAUI~l I9'."?, ;:;. 96. che già in età augustea la produzione di questi vasi dc,-

275
CERAMICA A PARETI SOTTILI

vette raggiungere un considerevole livello di esporta- Bibliografia.


zione. Si può inoltre notare che gli esemplari di questo Italia. Centri Vesuviani ( ?), ]vluseo Kazionale di Napoli: e,,.
tipo in ceramica invetriata sono presenti ad Haltern e RANDINI I977, p. 2S, tav. XVII, n. 66.
Vindonissa (MARA.BINI 1973, p. 165).
Bibliografia. TIPO I/171 = MAYET XLVI.
Grecia. Atene: R0BINS0N 1959, p. I2i (per la datazione), inv. Descrizione.
P31732; lvi.ARABINI 1973, p. 167.
Italia. Cosa: .l'vl..ARABlNr 1973, p. 164, tavv. 32, 74, nn. 291-299. Bicchiere a calice. L'orlo è dritto e inclinato verso
Roma: l\1ARABINI 1973, p. 166, taV. 101, n. I. l'esterno. I1 piede è alto e convesso nella parte centrale,
Spaina. Ampurias: .l'vlAYET 1975, tav, XII, n. 170. Cordova:
MAYET 1975, tav. XII, n. 17r.
separato dalla pancia da una leggera modanatura. Il
corpo del vaso è diviso in zone ineguali da due serie di
sottili scanalature. (Tav. LXXXIX, 5).
TIPO r/167. Argilla poco omogenea, di colore ocra chiaro. Il rive-
Descn'zione. stimento è di colore arancio-bruno. Decorazione 5.
La forma del vaso, ma soprattutto le caratteristiche
Boccalino monoansato, cilindrico. L'orlo, quasi oriz- del piede hanno fatto collocare questo tipo in età flavia
zontale, è lievemente concavo sulla superficie interna. (MAYET 1975, p. IIO).
Il fondo è piatto. L'ansa si imposta superiormente ed
inferiormente a metà circa del corpo. (Tav. CXL, 2). Bibliografia.
L'argilla è di colore rosso mattone. Italia. Collelong-o: GELICHI, in corso di stampa,
Per quanto riguarda la cronologia, l'unica indicazione Spagna, Haut Alentejo: MAYET 1975, p. rro, tav. LXXI, n. 595,
è data dalla provenienza. Non ci sono dementi sufficienti
per formulare ipotesi sul centro cli produzione.
TIPO I/I72 MAYET XV.
Bibliografia.
lralia. Centri Vesuviani, Museo Kazionale di Napoli: CARAN-
Descrizione.
DlNI 1977, p. 27, tav. XII, n. 34, Bicchiere allungato tronco-conico. L'orlo, obliquo, è
nettamente sporgente verso l'esterno. Le pareti oblique
TIPO r/I68 ~ MAYET XVIA. si restringono sempre di più verso il fondo, lievemente
convesso e privo di piede. (Tav. LXXXIX, 6).
Descrizione. Argilla di colore beige-rosato. La superficie esterna è
Bicchiere cilindrico. L'orlo, piuttosto spesso, è spor- polita.
gente verso l'esterno, disposto quasi perpendicolarmente La cronologia proposta per questo tipo si colloca m-
alle pareti, concavo nella parte superiore. Le pareti si torno all'età augustea (MAYET 1975, p. 53).
arrotondano leggermente in prossimità del fondo che è
lievemente convesso. (Tav. LXXXIX, 3). Bibliografia.
L'argilla di questo esemplare è di colore ocra-arancio. Italia. Collelongo: GELICHl, in corso di stampa,
Spagna. Ibiza: l\1.AYET 1975, p, 53, ta\·. XXIII, n. 178, Maiorca:
Decorazione 121. MAYET 1975, p. 53, tav. XXIII, n. !79.
È stata proposta per questo, come per altri bicchieri
simili, una cronologia in età augustea (MAYET 1975,
p. 53). Per quanto riguarda il centro di produzione, gli TIPO I/173, I/378 = MARABINI XXXII MAYET
elementi a disposizione non permettono di formulare XVIII = SCHINDLER KAUDELKA 6A.
alcuna ipotesi.
Descrizione.
Bibliografia. Bicchiere dal corpo quasi cilindrico. Le pareti sono ap-
Spagna. Tarragona: MAYET 1975, p. 54, tav. XXIV, n. 183. pena svasate. L'orlo è di minime dimensioni, inclinato
verso l'esterno e disposto quasi orizzontalmente, una sol-
TIPO r/169. catura sottolìnea l'attacco con la parete. Il fondo è piatto
o leggermente convesso e presenta un piccolo piede sotto-
Descrizione. lineato da una solcatura. Nell'esemplare da Magdalensberg
Bicchiere tronco-conico. L'esemplare è privo di orlo. Il il fondo è completamente piatto. L'altezza dei bicchieri
fondo presenta un piccolo piede arrotondato. Alcune solca- può variare da cm 9 a cm II circa. (Tav. LXXXIX, 7--8).
ture parallele corrono sotto il labbro, (Tav. LXXXIX, 4). L'argilla degli esemplari da Cosa è molto fine e ben
Riguardo all'argilla si conosce soltanto il colore, de- depurata, di colore che varia dall'arancio al bruno chiaroi
finito rosso-mattone. la superficie è polita. Gli esemplari da Ostia presentano
Per quanto riguarda la cronologia di questo esemplare un'argilla molto ben depurata, di colore che può variare
runico elemento a disposizione è la sua provenienza dal nocciola rosato all'arancio; la superficie è polita.
dai centri vesuviani; per il centro di produzione, invece, L'argilla dell'esemplare da Ampurias è ben depurata,
soltanto opportuni esami cli laboratorio potrebbero dare di colore ocra-arancio, la superficie è polita; quella del-
forse qualche indicazione. l'esemplare da Centcelles, come quella dell'esemplare
CERAMICA A PARETI SOTTILI
da Gabi, è di color gia11astro, con rivestimento di color Bibliografia.
cioccolato. L'argilla dì Magdalensberg è dura e di color Spagna. Ampurias; lviAYET !975, p. 52, tav. XXIJI, n. 174. Cor*
arancio. Tutti gli esemplari attestati sono decorati a ro- dova: MAYET !975, p. 52, tav. XXIII, n. 176. Ibiza: J\iAYET I975,
tella 5, 5 a, 5 b, 5 c. p. 52, tav. XXIII, nn. 172-173. Maiorca: lviAYET I975, p. 52, mv.
XXIII, n. 175.
Questi bicchieri corrispondono alla più popolare ver-
sione dei bicchieri " tipo Aco i>, dai quali differiscono, tra
l'altro, per l'impiego della rotella al posto della matrice TIPO r/I78.
(MARABtNt 1973, p. ro6).
Descrizione.
La cronologia degli esemplari attestati è collocabile
daU'età augustea, Tuttavia nelle stratigrafie di Ostia (da- Bicchiere carenato, privo di orlo, Il fondo è piatto.
tabili a partire dall'età flavia) sono presenti frammenti di L~argilla è dì color rosso mattone (CARANDINI 1977,
bicchieri di questo tipo fino a tutto il II sec. d,C. (RICCI p. 172).
1973, p. 359). Per quanto riguarda la cronologia cd il centro di pro-
Difficile è stabilire l'area dì produzione di questi bic- duzione si veda quanto detto per il bicchiere 1_.1167.
chieri. Questi ultimi presentano infatti un'argilla molto
Bibliografia.
ben depurata, come quella dei prodotti di Aco. Si può
osservare, inoltre, che l'assenza di inclusi non permette Italia. Centri Vesuviani, Museo Nazionale di Napoli: CARAN-
DJNI !977, p. 27, tav. XII, n. 33.
di individuare somiglianze indicative per ipotizzare, senza
opportune analisi, un centro di produzione.
TIPO I/204.
Bibliografia.
Albania. Butrinto: UGOLINl 1942, p. 132, mv. XVIII, n. 7. Descrizione.
Austria. Magdalensberg:: SCHINDLER KAUDELKA 1975, p. 44, rav.
3, forma 6 a. Bicchiere dal corpo globulare. L'orlo è costituito dal
Francia. Cavaillon: DUMOULIN 1965, p. 20, f:ig. 22 c. Ensérune; prolungamento della parete, leggermente arrotondata e
AfoURET 1929, tav. 47, n. 6. inclinata verso l'esterno. Il fondo è piatto, con un pic-
Germania. Oberaden: LOESCHCKE 1942, p. 48, tav. 8, n. 10; ta\'. colo piede appena accennato. Questo bìcchìere, dalla ne-
z8. Vetera: HAGEN I9l2 a, tipo 5, p. 349, tav. 27.
Grecia. Atene: ROBINSON 1959, p. 13, tav. I, F 22. cropoli di S. Bernardo, è datato in età augustea. La sua
Italia. Cosa: MARABINI 1973_, p. 101, taV\". 16, 64, n. 168. Ostia: produzione può essere collocata nell'area padana occi-
RICCI r973, p. 359, tav. LXXIII, f:ig. 687. Roma, Basilica Giulia, dentale. La sua forma richiama i bicchieri detti a ({ bulbo 1,
~,cavi Ciacchì; J\iARABtN:t 1973, p. 101, ra,·. 100, n. 10.
1/186 (Tav. LXXXIX, 12).
Porwgallo. Conimbriga: MAYET 1976, p. 257, ta\·. V, n. I r.
Spa[;na. Ampurias: ALMAGRO 1955, pp. 50-57., fig. 17., n. 8; MA-
YET 1975, p. 54, tav. XXIV, nn. 184-187; VEGAS 1973, p. 67, fig. 22,
Bibliografia.
Il, 1, tipo 25. Centcelles: Ri.iGER 1969, p. 257, fig. I, n. 3; VEGAS Italia. Ornavasso: GRAVE !974, tomba 165, p, 94, tav. 41.6.
1973, p. 74, fig. 29, n. 1. Maiorca: MAYET 1975, p. 51, tav, XXII,
n. 169.
Svizzera. Zurigo: VoGT 1948, p. r67, tavv. 23, 34, figg, 21-23, 34. TIPO I/205.
Descrizione.
TIPO 1/379 SCHINDLER KAUDELKA 2B.
Bicchiere globulare, simile al precedente, ma con collo
Descrizione. piuttosto alto. L)orlo ed il fondo sono uguali a quelli
Bicchiere del tutto simile al tipo r/173, dal quale si del bicchiere 1/204. (Tav. LXXXIX, 13).
distingue per l'orlo più pronunciato e per la carena più Argilla grigia ( ?) ricoperta da ingubbiatura di colore
alta. (Tav. LXXXIX, 9). bruno nero (in età augustea sembra coprire soltanto la
Questo tipo, attestato solo a Magdalensberg, presenta pane dell'orlo, mentre in epoca tiberiana copre tutto il
argilla chiara, di colore rosso scuro. Le pareti sono più vaso). Decorazione 33.
spesse rispetto al tipo r/173. Decorazione 5 a, b, r 2. Si veda quanto detto a proposito di I /204.
Questo bicchiere è datato tra il 20 e il IO a.C.
Bibliografia.
Bibliografia. lralia. Ornavasso: GRAUE 1974, p. 99, tav. 69.3.
Austrìa. lvl.agdalcnsberg: SCHINDLER KAUDELK.":. !975, tav. 1, Svizzera. l'viuralto: S!MONETT 1941, fig. 25.4.
forma 2 a, f; tav. 2, forma 5 a.

TIPO I/I46 = HULL 396.


TIPO 1/177, r/432 = MAYET XIV.
Descrizione.
Xìescrizionc. Bicchiere di forma simile a I /204. Orio dritto e. sva-
Bìcchiere cilindrico. (Tav. LXXXIX, ro-11·1. sato verso festerno. Il fondo, leggermente convesso, pre-
lU-gilla di colore beii,e o rosato. , senta un piccolo pieàe. (Tav. LXXXIX~ 14).
Mancano dati che permettano di definire la cronologia i\rgilla rossa, il rivestimento è di colore cioccolato.
di questi esemplari. La loro presenza soltanto nella Pe- Decorazione 63.
nìsola Iberica farebbe pensare del tutto ipoteticamente Questi bicchieri furono prodotti a Colchester tra la
ad una produzione locale. fine del II e l'inizio del III sec. d.C
CERAMICA A PARETI SOTTILI

Bibliografia. TIPO 1/188.


lnr:hilrerra. Colchester: Ht:LL 1963, p. 190, fig. 107, n. 396.
Descrizione.
Bicchiere dal corpo globulare con carena molto arro-
TIPO 1/186. tondata a circa metà della pancia. Alto orlo leggermente
inclinato verso l'esterno. Il fondo presenta un piccolo
Descrizione. piede. (Tav. XC, 4).
Bicchiere costituito nella parte inferiore da un corpo Per l'argilla di questo esemplare si veda quanto detto
piuttosto globulare e nella parte superiore da un altis- a proposito del secondo gruppo di esemplari campani.
simo orlo dritto, le cui dimensioni sono maggiori rispetto La provenienza dai centri vesuviani di questo esem-
al resto del vaso. Il fondo è piatto o appena convesso. plare è l'unica informazione che abbiamo per la sua cro-
(Tav. XC, 1-2). nologia; al momento non è possibile formulare alcuna ipo-
Gli esemplari provenienti da Ornavasso presentano tesi circa il centro di produzione.
un'argilla di colore giallo chiaro, mentre quelli prove-
nienti da Gabi, e in genere gli esemplari che si trovano Bibliografia.
comunemente nella pianura padana, presentano una Italia. Centri Vesuviani, Museo Nazionale di Napoli: CAR.AN-
DINI 1977, p. 28, tav. XVII, n. 68.
argilla decisamente grigia.
Sì tratta di un bicchiere caratteristico nell'ambito della
produzione di vasi a 11 pareti sottili ii e diffuso soprattutto TIPO 1/189 = MAYET VIII.
nella parte occidentale della pianura padana. Bicchieri di
questo tipo sono scarsamente pubblicati, tuttavia nei ma- Descrizione.
gazzini dei musei dell'Italia nord-occidentale sono larga- Bicchiere costituito nella parte inferiore da una pancia
mente attestati. Pochi elementi ci aiutano a fissare una di forma globulare, in quella superiore da un altissimo
cronologia di questo tipo di vasi; il solo elemento a orlo; le dimensioni di quest'ultimo sono maggiori di
nostra disposizione è la sua presenza a Ornavasso (ne- quelle della parte inferiore del vaso. L'orlo è leggermente
cropoli di Persona); la sua assenza nella parte più antica modanato; il fondo è piatto con un piccolo piede appena
della necropoli (S. Bernardo), abbandonata intorno al accennato. (Tav. XC, 5).
70 a.C., fornisce un terminus post quem. L'argilla è di colore grigio chiaro. La superficie pre-
Questi bicchieri furono prodotti, con ogni probabilità, senta un rivestimento di colore nero brillante. Decora-
nella valle del Po, ma forse dovettero essere diffusi almeno zione -i:;:.
nell'Italia centrale o centro settentrionale. La presenza La forma di questi bicchieri richiama quella del tipo
di tipi simili a questo (1/189), prodotti nelle Isole Ba- l /186.
leari (.MAYET 1975, p. 40), fa pensare ad una loro influenza Impossibile con i dati a disposizione stabilire la crono~
in quella zona. logia di questi esemplari. Esami di laboratorio sarebbero
necessari per stabilire se si tratta di una produzione locale
Bibliografia. che imita i più amichi bicchieri padani.
]rafia. Gabi: VEGAS 1968, p. 29, figg. IO, 80. Ornavasso: GRAUE
r974, p. 94, tavv. 6r.3, 77.8 (questi bicchieri sono stati rinvenuti
nelia necropoli di Persona, tombe nn. I, II, 39, 52, 53, 78, I2I). Bibliografia.
Torino; !\fusco Archeologico, Magazzini. Tortona: Museo Archeo- Spaina, Mah6n: lv1AYET 1975, p. 40, tav. XII, n. 90 . .'vl.aiorca:
logico (Antiquarium Lomellino). MAYET I975, p. 40, tav, XII, n. 89.

TIPO 1/190 = MAYET VIII.


Descrz·m"one, Descrizione.
Bicchiere di forma globulare nella parte inferiore; la Bicchiere simile al precedente I /189; rispetto a que-
pane superiore è costituita da un altissimo orlo legger- st'ultimo è leggermente più basso_, ìa parte inferiore è
mente inclinato verso l'esterno. (Tav. XC, 3). meno panciuta ed il piede meno accentuato. (T3Y. XC, 6\
L'argilla viene genericamente definita di color rosso- L'argilla è cli colore grigio chiaro.
mattone (CARANIHNI 1977, p. 172). Riguardo alla cronologia e al centro di produzione si
Questo esemplare richiama molto strettamente i bic- veda quanto detto a proposito di r /189.
chieri padani àetti a {( bulbo ii (si veda I /186). L'unica in- Bibliografia.
formazione per la cronologia di questo bicchiere è costi- Spagna. Maiorca: lvl.AYET 1975, p. 40_, tav. XJI. n. 92.
tuita dalla sua probabile provenienza dai centri vesuviani.
Sarebbe di grande importanza eseguire esami di labora-
torio su questi esemplari. TIPO 1/193 = MAYET VIII.
Bibliografia.
Descriz1·ane.
Jra!i,,. Centri Vesuviani. J\luseo Nazionale di Napoli: CARANDINI
Bicchiere dal corpo generalmente globulare, ma in al-
l97i, ta'\'. XVll, p. 2s, n. 6';-. cuni casi anche leggermente ovoide; le pareti si restrin-
CERAMICA A PARETI SOTTILI

gono leggermente verso i1 fondo, quest'ultimo è solo TIPO 1/380.


eccezionalmente piatto; nella maggior parte dei casi pre-
senta un piede che può essere più o meno accentuato. Descrizione.
L'orlo è dritto e piuttosto alto (circa 1/3 dell'altezza del Bicchiere globulare molto simile a 1/188. Rispetto a
vaso). (Tav. XC, 7). quest'ultimo il fondo è privo di piede e piatto.
L'argilla è di colore ocra o arancio. La superficie L'argilla è giallastra. Questo vaso doveva presentare
esterna presenta solo eccezionalmente tracce di poìitura senza dubbio una ingubbiatura che in generale sui vasi
o di ingubbiatura, anche quest'ultima di colore ocra o betici è di colore rosato rossiccio. Decorazione 68, 126.
arancio. Decorazione 81, 94, 83. Questo tipo fu prodotto probabilmente nella Berica.
Non abbiamo alcun elemento per individuare la cro- L)esemplare da Mogador è senza dubbio un'esporta-
nologia di questi esemplari che tuttavia difficilmente po- zione betica in quel luogo (per i vasi betici si veda IV1A YET
tremmo pensare anteriori all'età augustea. 1975, pp. 147 ss.).
Non è chiaro da quali tipi questo abbia avuto origine;
è stato associato ai bicchieri 1/189 e r/I90 e si è voluto Bibliografia.
vedere come per questi ultimi una origine dall'Italia set- Afarocco. Mog-ador: Jonrn- r967, fig. 24.
tentrionale (.MAYET 1975, p. 39). Sembra tuttavia possi- Spagna. Carmonu: BoNSOR 193-1, tav. XXXIX.
bile cogliere delle affinità tra questo esemplare e il tipo
1/186.
TIPO 1/381.
Bibliografia. Descrù;ione.
Spagna. (Barcellona): 1\-lAYET I975, p. 41, tav. XIII, nn. IOI-102. Bìcchiere analogo a r /380. La pancia in questo caso è
Cordova: ]ViAYET 1975, p. 40, tav. XII, n. 97. Ibiza: i\1.AYET r975,
p. 41, ta\' XIII, n. 99. Osuna: ,\1AYET 1975, p. 40_, rav. XIJ, n. 96;
più pronunciarn, l'orlo meno alto ed il fondo con un
p. 41, tav. XIII, n. 100. Tarragona: i\.1AYET I975, p. 41, tav. XIII, accenno di piede. Decorazione 159.
n. ro3. Si veda quanto detto per 1_/380.

Bibliografia.
TIPO 1/194 = MAYET II, VIII. Spagna. Carmona: BoNsoR 1931, tav. XL

Descrizione.
TIPO 1/191.
Bicchiere tendenzialmente globulare; le pareti, nella
parre inferiore, si restringono e il vaso assume un aspetto Descrizione.
quasi ovoide. L'orlo è dritto, piuttosto pronunciato e di Bicchiere biansaro. L'orlo è altoi leggermente inclinato
dimensioni molto ridotte rispetto a I/193, (Tav. XC, 8). verso l'esterno; una strozzatura lo separa dalla pancia.
L'argilla è, come per il bicchiere 1/193, di colore ocra, Le pareti si restringono in prossimità del fondo; que-
a volte leggermente rosato, solo eccezionalmente è pre- st'ultimo è piatto. Le anse, orizzontaìi, si impostano al-
sente una ingubbiamra di colore arancio. l'attacco dell'orlo sulla spalla e presentano una sezione
Questi bicchieri sono raramente privi di decorazione, circolare. (Tav. XC, 9).
nella maggior parte dei casi sono decorati con diversi L'argilla di questo esemplare è di colore rosso~mattone
tipi di spine: 81, 90, 94, 83, 225, 841 2r. (CARANDINI r977, p. 172). Decorazione 36.
Quanto è stato detto a proposito della cronologia di L'unica informazione per la cronologia di quesro bic-
questi bicchieri è difficile da verificare, in quanto sono chiere è la provenienza dai centri vesuviani. Nulla si può
stati considerati come appartenenti allo stesso tipo bic- dire, invece, senza opportune analisi, circa iI centro di
chieri estremamente diversi tra loro (l'viAYET 1975, p. 41); produzione.
d'altra parte nessun dato stratigrafico è di aiuto in que-
sto senso. Esemplari di questo tipo non sembrano pre- Bibliografw.
'.;cnti in Italia; la stessa decorazione, che richiama quella I1alia. Centri Vesuviani, .Musco Nazionale cii Napoli, Magazzini:
:::be frequentemente decora i vasi italici, è costituita àa CARANDIK"l r9j7, r. 2';', n. y;, ta\'. XIIL

spine disposte in modo del tutto peculiare. Questi in-


dizi sono sìcuramente insufficienti per stabilire che si TIPO 1/195.
tratta di una produzione iberica; tuttavia 1 materiale pro-
veniente da scavi stratigrafici e analisi di laboratorio ese- Descrizione.
;:;uite su quegli esemplari potranno fornire utilì indica- Boccalino biansato dal corpo globulare. L'orlo è alrn
;~i.oni. e dritto, il fondo è pìatto. Le anse possono essere sia
modanate che {! pizzicate >) nelfa parte superiore; si impo-
Bibliografia. stano generaimente sulforlo e sulla parte superiore della
P()rWgallo. Lisbon8.: MAYET I975, tav. XIIL n. 106. pancia.
Spar:na. Ampurias: lvl..AYET 1975, p. 2S, to.Y. II, n. I4. Carmona: Argilla rosso mattone. Decorazione 5.
lViAYET r975, p. 4r, tav. XI1I, n. IO?, casmlo: .M,'\.YET 1975, p. 41,
tav. XIII, n. 105. Estepa: l\-1AYET 1975, p. 41, ta\'. XIII, n. 108. Per questi bicchieri -;i può ipotizzare una produzione
fvbiorca: .i\1AYET 1975, p. 41, tav. XIII, n. rn4. campana.

279
CERAMICA A PARETI SOTTILI

Bibliogrqfia. TIPO I/I92, r/208 MAYET XLIII, LI.


Italia. Centri Vesuviani, Museo Nazionale di Napoli, Magazzìni:
CARANDINI I9ì7, p. 28, tav. 15, n, 56. Descri"zione.
Boccalino simile a 1 /206; differisce da queseultimo
TIPO 1/198. per raggiunta di un 1ansa. Tale ansa è scanalata e si
imposta superiormente sull'orlo e inferiormente a circa
Descrizione. metà della pancia. (Tav. XC, 11-12).
Bicchiere biansato, di forma tendenzialmente globulare. L'argilla è di colore biancastro. Decorazione 5 a.
L'orlo è molto alto, lievemente inclinato verso l'esterno, Gli elementi a disposizione non permettono né di sta-
il labbro è dritto e sottolineato da una scanalatura. Il bilire una cronologia né di ipotizzare un centro di pro-
fondo è piatto. Le anse sono scanalate sulla parte supe- duzione.
riore; si impostano superiormente a metà circa dell'orlo
e inferiormente a metà :della pancia. Nella curva del- Bibliografia.
l'ansa sono applicati due segmenti posti perpendicolar- Spagna. Mérida: MAYET 1975, tav. LXII, nn. 603~605. (Siviglia):
MAYET 1975, p. u7, tav. LXXVI, n. 645.
mente ad essa (CARANDlNI 1977, p. 28).
L'argilla è di colore rosso mattone. Per quanto ri-
guarda il centro di produzione sì veda quanto detto per TIPO r/431.
il bicchiere 1/191.
Descrizione.
Bibliografia. Vasetto (bicchiere?) biansato, con alto collo obliquo,
Italia. Centri Vesuviani(?), Museo Nazìonale di Napoli: CA- privo di orlo. Il fondo presenta un piccolo piede con-
RANDINI 1977, p, 28, tav. XVIII; n. 79,
vesso. Le anse si impostano superiormente a metà del
collo ed inferiormente a tre quarti circa dell'altezza del
TIPO I/202. vaso. (Tav. XC, 13).
Vargilla è del tipo a guscio d)uovo. Decorazione 5.
Descrizione.
Boccalino monoansato. Corpo di forma tendenzialmente Bibliografia.
ovoide con pancia bassa. L'orlo, sottolineato da solcature, Spagna. Carmona: MAYET 1975, p. II7, tav. LXXVI, n. 642.
è disposto quasi perpendicolarmente alla parete. Alcune
solcature sono disposte alla metà del vaso, il fondo pre- TIPO r/339.
senta un piccolissimo piede. L'ansa a gomito molto stretto
si restringe subito sotto r orlo e alla metà della pancia. Descrizione.
Questo boccalino contiene all'interno un fallo, come il Umetta tendenzialmente ovoide. La pancia del vaso è
bicchiere I /126. ruttavia piuttosto pronunciata e posta nella parte alta
L'argilla è dì colore rosso mattone. della parete. L'orlo è dritto e leggermente inclinato al-
Per quanto riguarda il centro di produzione si può l'esterno. Il fondo è piatto o leggermente convesso. (Tav.
ipotizzare una provenienza campana. xc, 14).
L'argilla dell'esemplare attestato è di colore rosso cupo;
Bibliografia.
sono presenti minute inclusioni sabbiose. La superficie
Italia. Pompei, Museo Narionale di Napoli, Magazzini: CARAN-
DINI 1977, tav. XIX, n, 87.
esterna è rivestita da una patina molto diluita di colore
crema; la decorazione a barbottina è piuttosto irregolare
e presenta quattro file orizzontali e parallele di piccoli
TIPO r/206 = MAYET LI. punti di diverse dimensioni. Questi punti sono sovra-
Descrizione. dipinti in bianco.
Questo esemplare proveniente dall'Egitto è di grande
Bicchiere globulare. L'orlo è modanato, sporgente verso interesse vista la scarsità di attestazioni al momento note
l'esterno. Il fondo presenta un piccolo piede ad anello. che riguardano questa regione. Sono in corso analisi. fr
Numerose scanalature sono presemi sul corpo del vaso. laboratorio su un campione prelevato àa questo tipo di
(Tav. XC, 10). vasi. L'ipotesi più attendibile è che si tratti di una pro-
Argilla poco omogenea, di colore ocra chiaro; l'ìngub- duzione locale nella quale si riflette, pur se in modo
biatura è di colore arancio e bruno con chiazze a riflessi piuttosto vago, il gusto dei vasi a pareti sottili.
metallici.
Per le caratteristiche delPargilla e la presenza delrin- Bibliografia.
gubbiatura, è stata avanzata l'ipotesi che questo esem- EF,irw. (FayuUm): HAYES I976, p. 48, tav. 28, fig. 247 (Ashmo~
lean Museum).
plare possa collocarsi cronologicamente intorno alla metà
del I sec. d.C. Per quanto riguarda il centro di produ-
zione, gli elementi a disposizione sono insufficienti per TIPO r/356.
avanzare ipotesi. Descri'zz'one.
Bibliografia. Urnetta biansata. I1 corpo, tendenzialmente globulare,
Spagnc.. Iviérìd:i: MAYET 19;5, p. Ill,, ta,·. LXXII, n. 6cc. presenta una pancia piuttosto accentuarn. Il collo_, più o
CERAMICA A PARETI SOTTILI

meno alto, può essere leggermente inclinato verso l'in- TIPO 1/357.
terno. L'orlo, dritto e orizzontale, appare in alcuni casi
più pronunciato degli altri. Descrizione.
L'argilla è in genere abbastanza ben depurata. Le pa- Urnetta biansata. Orlo indistinto dal corpo, quest'ul-
reti sono rivestite da una leggera patina, molto diluita, timo è piuttosto accentuato. Le anse, molto piccole,
dì colore che varia dal rosa al grigio, a volte compaiono poggiano tra la spalla e la pancia del vaso e sono ornate
rrncce di bruciato. Decorazione I 12, 74, 380, 65, da un anello di argilla.
Il ritrovamento di questi esemplari nel Medio Egitto Argilla fine, rosa arancio, con rivestimento arancio~
ha fatto supporre una loro attribuzione a produzioni lo- rosso molto diluito. Decorazione 220, con sovradipinture
cali. La cronologia che è stata indicata, pur se approssi- in bianco.
mativamente, oscilla fra la fine del I sec. ed il Il sec. d.C. Si veda per altro quanto detto per I :339.

Bibliografia. Bibliografia.
Egirro. (Medio Egitto\: HAYES 1976, p. 47, mv. 27, figg:. 238-2.p. E'.,;irrn. (Basso Egitto> HAYES 1976, p. 48, tav. 28, fig. 248.

TIPO 2/131 = MAYET XXX.


TIPO 1/355.
Descrizione.
Descrizione. Coppa tendenzialmente globulare, leggermente schiac-
Urnetta di forma tendenzialmente globulare. L'orlo è ciata. L'orlo, verticale e modanaroi è leggermente incli-
indistinto da un collo stretto e perfettamente verticale. nato verso l'esterno; una piccola gola lo separa dalla
Argilla di colore nocciola, con rivestimento molto di- parete. Il fondo è appena convesso_; due leggere solca-
luito di colore bruno··-grigio. ture danno luogo ad un piccolo piede ad anello. Alcune
Decorazione simile a r, sopradipinta in bianco. solcature orizzontali sottolineano la modanatura dell'orlo.
Si veda per altro il tipo r_/339. (Tav. XCI, r).
L'argilla è di colore grigio, la superficie esterna è
Bibliografia. leggermente polita. Decorazione 352. Nessun dato per-
E'.r;irro. (Fayuùm): HAYES 1976, pp. 47-48, tav. 28, fig. 242. mette di stabilire la cronologia ed il centro dì produzione
di questo unico esemplare arrestato.

TIPO 1/354. Bibliografia.


Spagna. Maiorca: J\1AYET r975, p. 64, tav. XXIX, n. 230.
Descrfrione.
Urnetta dal corpo tendenzialmente globulare. L'orlo,
leggermente inclinato alresterno, si distingue dalla parete
con una gola piuttosto accentuata. Il fondo è piatto. Descrizione.
Argilla leggermente sabbiosa, di colore rosa arancio. Coppa emisferica, leggermente schiacciata. L 1orlo è
Superficie con rivestimento molto diluitoi di colore ocra dritto, con il labbro arrotondato e inclinato verso l'esterno.
nocciola. Decorazione 12, con due sole file di grossi Il fondo presenta un piede piuttosto accentuato e incli-
punti. nato verso l'esterno.
Si veda quanto detto per I/339. Gli esemplari provenienti da Russi presentano un'argilla
di colore grigio con decorazioni a barbottina 394, 395
Bibliograjia. e l'aggiunta di rotellature 5 b nella parte inferiore del
J:!,f{itto. (l\kdio fa:itto'.: HAYES 1976, p. 48, tav. 28, fig-. 245. vaso. Ad Aquileia è conservato, nella vetrina del Museo,
lo scarto di fornace di una coppa che, per quanto si può
capire, sembrerebbe appartenere ad una coppa del tutto
TIPO 11353. simile a questa. Lo scarto di fornace presenta anch'esso
Descrizione. la decorazione 394 senza tuttavia l'aggiunta della rotel-
latura. L'argilla di tutti questi esemplari è piuttosto ve-
Urnetta dal corpo tendenzialmente ovoide. L'orlo è trosa, poco omogenea, di colore grigio medio,
appena inclinato all'esterno e rientrante rispetto alla pa- La presenza di coppe di questo tipo a Russi confer-
rete tanto da formare un leggero gradino. merebbe, come per altri tipi di vasi, l'esportazione dei
.Argilla con piccoli inclusi sabbiosi. Rivestimento di prodotti di Aquileia in questa zona. Per quanto riguarda
colore crema molto diluito. Decorazione non perfetta- la cronologia, le coppe di Russi oscillano tra la prima
mente ricostruibile, eseguita con argilla più chiara. Il età imperiale e Fetà dì Claudio; sembra più facile orien-
motivo ào\'Tebbe essere costituito da una fila di punti tare la datazione ài questi esemplari almeno alla metà
disposti a cerchio, alternati a motivi variamente disposti. del secolo.
Si veda per altro quanto detto per I /339.
Bibliografia.
Bibliografia. Italia. Aquileia: l\1useo Archeologico, Magazzini. Russi: MAIOLl
ERirio. Faras: HAYES 1976, p, 48, rn,·. 28. fig, 244. I9'72-19'73, r:. 8".", fig:. 2, nn. 7. 8,
CERAMICA A PARETI SOTTILI

TIPO 21155 = MARAB!NI XXI. venìenza dalla Penisola Iberica; si può pensare inoltre,
fra i centri probabili, a quelli che operarono nella Betica.
Descrizione. Si potrebbe quindi supporre che già in età claudia la pro-
Coppa emisferica. L'orlo è ingrossato e piatto superior- duzione delle coppe della Betica fosse in grado di espor-
mente. Il piede, appena modanato, è piuttosto pronun- tare non solo in Africa settentrionale (Tipasa), ma anche
ciato e inclinato verso l'esterno. Una solcatura profonda nella stessa Italia centrale.
corre orizzontalmente a circa metà della parete. (Tav.
XCI, 2). Bibliografia.
L'argilla degli esemplari di Cosa è piuttosto sabbiosa, Algaia. Tipasa: BARADEZ 1969, p. 70, fig. rf.
di colore arancfo . . .,marrone all'esterno. Coppe simili a Italia. Cosa; 1\1.ARABINI 1973, p. r98 ss., tavv. 41, 82, n. 382;
Ventimiglia: Museo Comunale, Collezione Bickendl.
questa si trovano prodotte in ceramica a vernice nera Spagna. Ampurias: AL.MAGRO 1955, n. 2r. Belo: ,\lAYET 1975,
(MARABINI 1973, p. So). p. 80, tav. XLII, nn. 352, 355.
L'esemplare da Cosa è databile tra il primo ed il se-
condo quarto del I sec. a.C.
Con i dati a disposizione non è possibile formulare TIPO 2/298.
ipotesi circa il centro dì produzione. Si veda tuttavia Descrizione.
quanto detto per i prodotti provenienti dall'Etruria.
Coppa carenata. La carena, a spigolo piuttosto vivo,
Bibliografia. è posta nella parte inferiore del vaso. Al di sopra di essa
Italia. Cosa: MARABINI !973, p. 79, tavv. rr, 61, n. u8. le pareti sono quasi verticali, appena inclinate verso
l'interno. L'orlo è dritto, di piccole dimensioni, e inclinato
verso l'esterno. Il fondo presenta un piccolo piede an-
TIPO 2/138 = MARABINI XIX.
ch'esso inclinato verso l'esterno. (Tav. XCI, 4).
Descrizione. Argilla dì colore grigio, piuttosto vetrosa, in alcuni
casi marrone nel nucleo. Le pareti presentano uno spessore
Coppa a carena leggermente arrotondata. Il fondo è
costituito da un piede ad anello. Una solcatura sottolinea molto ridotto (mm 1-1,5 circa). Decorazione 5 associata
superiormente la carena. (Tav. XCI, 3). a 5 n.
L'argilla di questi esemplari è piuttosto mal depurata, La datazione proposta per gli esemplari di Luni oscilla,
di colore che varia dal bruno-vinaccia al grigiastro ros- in base allo schema decorativo a fasce di rotellature,
dail'età tiberiana a tutto il I sec. d.C.
siccio all'esterno. Poche e incerte tracce ài ingubbiatura
Si tratta probabilmente del prodotto di una delle
esterna.
officine nord-italiche. La presenza di questi esemplari
La cronologia fornita dalle stratigrafie di Cosa è collo-
nell'Italia centrale, anche se in quantità piuttosto ridotta,
cabile nell'ambito del terzo quarto del I sec. a.C.
È impossibile formulare ipotesi circa il centro dì pro- indica che prodoni nord-italici cominciano ad essere
duzione di questo esemplare. presenti anche nell'area solitamente d'influenza centro-
italica.
Bibliografia,
!rafia. Cosa: i'vl.ARABINl !973, p. 79, tavv. II., 61, n. r15. Bibliografia.
Italia. Luni; CAVALIERI MANASSE 1975, p. 343, tavv. 60,, 85, nn.
IO, 24, Veio: ZEVI-POHL 1970, p, IO?, fig. 58, n, 50.
TIPO 2ì286=MARABINI XLII••··•MAYET XXXVII,
Descrizione. TIPO 2/401.
Coppa carenata. La carena è molto arrotondata, al
di sopra di essa le pareti sono completamente verticali. Descrizione.
L'orlo è drittoi sottolineato da una solcatura sul labbro Coppa carenata. La carena è posta nella metà inferiore
ed un'altra poco al di sotto di esso. Il fondo è piatto. del corpo e presenta uno spigolo piuttosto vivo. L'orlo
Gli esemplari ài Cosa presentano un'argilla di colore è di minime dimensioni, appena ripiegato verso Festerno.
arancio, molto fine, ingubbiatura di colore arancio con Il fondo presenta un piede piuttosto alto, incìinato verso
riflessi metallici, generalmente all'esterno. Gli esemplari l'esterno e sagomato. (Tav. XCI, 5).
provenienti dalla Penisola Iberica presentano un1argìlla Argilla fine di colore grigio tendente al marrone;
di colore arancio chiaro, vivo e brillante con frequenti le pareti presentano uno spessore molto ridotto (mm I -
riflessi metallici. L'esemplare da Tipasa presenta argilla 1,5 circa).
fine, di colore ocra chiaro e ingubbiatura rossastra. De- Le caratteristiche di questa coppa richiamano molto
corazione 12, 227, 48, r3, 219. da vicino quelle della precedente 2/298. Come per questa
La datazione fornita per queste coppe, sia dall'esem- ultima si può ipotizzare una provenienza nord-italica.
plare proveniente da Arnpurias, sia dagli esemplari di Tuttavia, in questo caso, si può sottolineare l'importante
Cosa, rimanda alretà di Claudio. L'esemplare da Tipasa presenza ad Aquileia di frammenti appartenenti~ con
è databile nel periodo compreso tra Claudio e Vespasiano. ogni probabilità, allo stesso tipo. Questi ultimi frammenti,
Sia le caratteristiche dell'argilla che le decorazioni pre- ugualmente decorati, presentano un'argilla di colore gri-
senti su queste coppe indicano una loro probabiie pro- gio chiaro con ingubbiatura grigio medio caratteristica
CERAMICA A PARETI SOTTILI

dei vasi B prodotti. Da questi dati si potrebbe ipotizzare Bibliografia.


che:, coppe importate originariamente da centri padani, Italia. Aquileia: Museo Archeologico, Magazzini.
furono poi imitate e prodotte ad Aquileia stessa. Jugoslavia. Emona: PETRU 1972, tomba 257, tav. XXVI, n, 7.

Bibliografia.
TIPO 2/248 = GREENE FIG. 33.3.
Jra!ia. Aquileia: Museo Archeologico, Magazzini. Villa Potenza:
.\.l.ERCANDO 197r, p. 4IO, fig. r2, n. 4. Descrizione.
Coppa carenata. La carena è posta nella metà infe-
TIPO 2/302. riore del vaso e presenta uno spigolo vivo; le pareti,
al di sopra della carena, sono completamente verticali.
J)cscrizione. L'orlo è piccolo, appena sporgente e arrotondato nella
Coppa carenata. La carena è posta a circa metà della parte esterna. Il fondo presenta un piede di minime di-
parete. L'orlo è dritto, con'. due solcature che sottoli- mensioni, appena arrotondato all'esterno. Argilla di co-
neano esternamente il labbro. Il fondo presenta un piede lore grigio, con ingubbiatura piuttosto ruvida di colore
piuttosto accentuato e inclinato verso l'esterno. (Tav. grigio--.. bruno. (Tav. XCI, 9). L'esemplare da Beja, deco-
XCI, 6). rato a rotella, presenta una ingubbiatura giallo-arancio
Decorazione a rotella 5 nella parte superiore del corpo chiaro, leggermente brillante all'esterno e meno all'in-
al di sopra della carena. terno, Decorazione 5 f, r 12.
Non ci sono dati sufficienti per formulare ipotesi circa La cronologia orientativa proposta per prodotti si-
il centro di produzione e la cronologia di questi esemplari. mili rimanda ad un periodo posteriore alfetà augusteo-
tiberiana (GREENE 1979, p. 79). La presenza di un esem-
Bibliografia. plare uguale, rinvenuto a N delle Alpi, fornisce una
lugosfat,ia. Emona: PETRU r972, tomba 803, tav. LIII, n. 19; ulteriore indicazione per delineare le zone di mercato
tomba 494 a, tav. XXXIII, n. 24. dei prodotti nord-italici. Per l'esemplare spagnolo si può
pensare ad una produzione locale.
SCHINDLER KAUDELKA 34. Bibliografia.
Austria. Helenenberg: SCHÒRGENDORFER I942, p. I, tav, I, n. 6.
Descrizione. Italia. Torino: GREENE 1979, p. 78, fig. 33.3,
Coppa a carena arrotondata. L'orlo è leggermente in- Spagna. Beja: MAYET 1975, p. 70, ta\·. XXXV, n. 285.
grossato, arrotondato dalla parte esterna e sottolineato,
poco al di sotto, da una solcatura. (Tav. XCI, 7).
TIPO 2/292.
Argilla di colore grigio.
Decorazione 383 (con l'aggiunta di una leggera rotel- Descrizione.
latura), 5,5 a. Coppa carenata. La carena si colloca a circa metà della
L'esemplare da Ornavasso è stato datato in età augu- parete e presenta uno spigolo vivo. L'orlo è costituito
stea (GRAUE 1974) e si tratta, probabilmente, di un pro- da un leggero ingrossamento della parete appena incli-
dotto padano. I reperti di Magdalensberg, forse fabbri- nato verso festerno. Il fondo presenta un piccolo piede
cati negli stessi centri, sono darati approssimativamente leggermente inclinato verso l'esterno.
fra il 15 e il 25 d.C. Argilla di colore grigio. Decorazione 410 associata a
Bibliografia. 5 b, 394, r61.
Queste coppe, datate intorno all)età di Claudio, sia
Austria . .Magdalcnsberg: SCHINDLER KAUDELKA !975, tav. I7,
forma 84 e. per la loro forma che per la decorazione sembrano pro-
Italia. Ornavasso: GRAUE 1974, p. 251, rav. 57, n. 4. venire da un centro nord-italico, probabilmente collo-
cabile nell'area nord-adriatica.
TIPO 2/320 MAYET XXXIV. Bibliografia.
Italia, Russi: MAIOLI 1972-1973, p. 87, fig, 2, nn. 1-3.
Descrizione.
Coppa carenata, Le pareti al di sopra della carena sono
verticali. La carena è posta nella metà inferiore del vaso. TIPO 2/433.
La coppa è priva di orlo; il fondo è piatto. Le pareti pre-
:.;entano uno spessore minimo. Gli esemplari provenienti Descrizione.
da Emana e Aquileia presentano un'argilla grigia ben Coppa carenata. La carena presenta uno spigolo ac-
depurata. L'esempìare di Beja è rivestito àa ingabbiatura centuato. L'orlo, sottoiineato da una solcatura, è leg-
giallastr2. (Tav. XCI, 8). germente sporgente verso l'esterno. Il fondo è piatto.
Si tratta probabilmente sia per Emona che per Aqui- (Tav. XCI, 10).
leia di una produzione della valle padana centro-occiden- L'argilla dell'esemplare da Ornavasso è di colore grigio.
tale, Per Fesemplare da Beja si può pensare ad una pro- I frammenti provenienti da Aquileia presentano un'ar-
duzione iberica. gilla piuttosto morbida, di colore grigio medio-chiaro
CERAMICA A PARETI SOTTILI

e ingubbiatura di colore grigio medio-scuro, piuttosto il labbro è sottolineato a volte da una solcatura. Il fondo
diluita. Decorazione 16. è piatto. (Tav. XCI, II).
La datazione fornita dagli esemplari di Ornavasso ri- Partendo dalle decorazioni più attestate si può notare
manda in età augusteo-tiberiana. Le caratteristiche delle che gli esemplari decorati dai motivi 149 con l'aggiwta
coppe di Ornavasso farebbero pensare, più che ad una di rotellatura 5 b, provenienti da Aquileia, Emona,
produzione padana, ad un prodotto caratteristico di offi- Budrio, Porto Recanati, presentano un'argilla di colore
cine che operavano oltr'Alpe. Gli esemplari di Aquileia, grigio~medio, piuttosto morbida, con ingubbiatura diluita
invece, presentano le caratteristiche di argilla e ingubbia- di colore grigio più scuro rispetto al colore dell'argilla.
tura dei prodotti locali. Alcuni esemplari da Aquileia e, probabilmente, quelli
da Muralto presentano le pareti più sottili, un'argilla
Bibliografia, più compatta ed una ingubbiatura più scura, uniforme e
Italia. Aquiicia: Museo Archeologico, lv1agazzìni. Orna\'USso: lucida di quella dei frammenti sopra descritti. L'argilla
GRAVE 1974, p. I00, fig. 23, n. 7.
del primo gruppo di esemplari si collega alla produzione
di Aquileia o dei centri nord--adriatìci, mentre quella del
secondo sembra caratteristica dei prodotti padani.
TIPO 2/322 SCHINDLER KAUDELKA 54· Le coppe con decorazione a rotella 5 s, provenienti
Descriz1·one. da Aquileia e da Villa Potenza, presentano in gran parte
le stesse caratteristiche degli esemplari riconducibili a
Coppa a carena molto arrotondata. La carena è posta quel centro di produzione; tuttavia, anche in questo caso,
a circa metà della parete. L'orlo è dritto, con un labbro sono lì presenti alcuni frammenti le cui caratteristiche sono
di minime dimensioni leggermente inclinato verso l'ester- ricollegabili a centri della valle padana occidentale.
no. Il fondo è piatto. Gli esemplari decorati con motivo Seguono questo gruppo alcuni esemplari da Sutri,
a barbottina 150 e l'aggiunta di rntellatura 5 nella pane non decorati, che presentano due o più costolature sulla
inferiore del vaso, tutti provenienti da Ernona, presentano parete esterna e ricordano le coppe 2/404. Queste coppe,
un'argilla di colore definito giallo bruciato, con un ri- sicuramente prodotte a Sutri, imitano probabilmente i
vestimento rosso o rosso bruno. Le caratteristiche del- prodotti padani (2/231, 404). Seguono, sempre iniziando
l'argilla, almeno da quanto si può desumere dalla descri- con le decorazioni più attestate, le coppe decorate con
zione, e il motivo decorativo, non permettono di attri- motivi a barbottina stilizzati 102. Anche in questo caso
buire queste coppe a nessuno dei centri di produzione un solo frammento sembra presentare un'argilla facil-
noti. Sarebbe opportuno effettuare analisi di laboratorio mente riconducibile alla produzione padana, mentre il
per verificare un 1 eventuale provenienza di questi esem- resto degli esemplari sembra più facilmente provenire
plari dal vicino centro di Aquileia o, più genericamente, da Aquileia o dall'area nord~adriatica.
dall'area nord-adriatica. È attestata anche la decorazione I pochi esemplari con decorazione a scaglie 104, atte-
149. (Tav. CXL, 3). stati sul lùnes renano, presentano un'argilla definita gri-
Gli esemplari decorati con rotellature 5, provenienti gia e un rivestimento molto compatto. È difficile, senza una
da Emona, da Magdalensberg e da Aquileia, presen- descrizione accurata, ipotizzare la provenienza di questo
tano un'argilla di colore grigio, privi di ingubbiatura, le piccolo gruppo di vasi che tuttavia, pur dai pochi dati a
pareti sono, in questo caso, piuttosto sottili (mm 18-2 disposizione, non sembrerebbero riconducibili a produ-
circa). Questi esemplari potrebbero essere collegati, per zioni locali. I pochi esemplari di Emona ugualmente de-
le loro caratteristiche, ai centri di produzione padani; corati potrebbero provenire anch'essi da zone di oltr'Alpe,
esami di laboratorio sono in corso al fine di verificare mentre le coppe da Porto Recanati furono probabilmente
questa ipotesi. I reperti di Magdalensberg sono datati prodotte localmente (la loro argilla è di colore arancio
approssimativamente tra il 15 e il 25 d.C. o nocciola, con ingubbiatura rossiccia).
Tra i frammenti con decorazione a barbottina con tralci
Bibliografia.
di foglie d'acqua, 162, quelli conservati ad Aquileia pre-
Au.1tria, lvlagdalensberg: SCHINDLER KAUDELKA !975, mv. !7, sentano caratteristiche che, ad un primo esame, sembre-
forma 84 d.
Italia. Aquikia: Museo Archeologico, !viagazzini. (risa): Anti- rebbero simili a quelle di alcuni prodotti renani. Infine
quarium dell'Istituto di Archeologia. i due esemplari, uno con decorazione a lunuie 14 e un
iuf!oslavia. Emana: PLESNICAR 1971, tomba 1!2, tav. XXX, n. 5; altro con decorazione a barbottina vegetale I 50, entrambi
tomba 92, tav. XXIII, n. 15; tomba 104, tav. XXVI, n. 9; tomba
192, tav. LIV, n. 12; PLESNICAI< ....·GEC I9ì2, taY. LXXXIX, n. I; con l'aggiunta di rotellature 5 b, sembrano presentare
tav. CVII, n. 2r; PETRU 1972, tomba -;2, tav. VIII, n. 9. le stesse caratteristiche del gruppo precedente.
Dalla sola osservazione delle caratteristiche più evi-
denti dell'argilla e del rivestimento di questi esemplari,
TIPO 2/23!. appare plausibile che coppe con decorazione 149 e rag-
giunta di rotellature 5 b, coppe decorate a fasce di ro-
Descrizione. tellature 5 s, e quelle con decorazione a barbottina 102,
Coppa carenata. La carena è posta a circa metà della furono prodotte in uno o più centri, probabilmente vi-
parete oppure, più frequentemente, nella parte superiore cini tra loro, della valle padana e forse esportati nel-
del -vaso, Al di sopra della carena le pareti si inclinano l'arca nord-orientale della penisola; Aquileia dovette
leggermente verso l'interno. La coppa è priva di orlo; anch'essa produrre questo tipo di vasi ed esportarli sulle
CERAMICA A PARETI SOTTILI
coste adriatiche (Porto Recanati e Villa Potenza). Ad mo). Si tratta probabilmente dì un prodotto nord•. . italico
Aquileia e ad Emona dovettero arrivare inoltre, anche se che trovò larga diffusione e fu fabbricato in vari centri)
in quantità ridotta, alcuni prodotti del limes renano che soprattutto nella variante 2:'231. Si veda, per questo tipo,
potrebbero essere identificati con le coppe decorate con quanto detto a proposito delle coppe 2_/23r prodotte nella
motivi 14, 26, 104, 150 e 162, tutte con l'aggiunta di valle padana. A differenza di queste ultime la coppa
rotellature 5 b. 402 dovette costituire un tipo scarsamente diffuso.
Esami di laboratorio sono in corso su campioni pro-
venienti da Aquileia e appartenenti a tutti i gruppi qui Bibliografia.
descritti; i risultati di tali analisi potranno forse fornire Italia. Ornavasso: GRAUE 1974, p. 100, fig. 23, n. 9.
mili elementi alle ipotesi qui formulate.
Per quanto riguarda le indicazioni cronologiche si
può osservare che le attestazioni più antiche, tra quelle
disponibili, riguardano le coppe decorate a rotella di
Descrizione.
Muralto, datate tra il 15 e il 30 d.C. (LAMBOGLIA 1942).
Di poco posteriori sembrano le coppe decorate con il Coppa carenata del tutto simile a 2/23r; rispetto a que-
motivo 91 e l'aggiunta di rotellarure 5 b; esse sono sempre st'ultima si distingue unicamente per la presenza di un
datate a Muralto tra il 25 e il 40 d.C.; gli esemplari piccolo orlo arrotondato e sporgente verso l'esterno.
rinvenuti invece a Porto Recanati, provenienti con ogni (Tav. XCI, 13). Le caratteristiche di questa coppa per-
probabilità da Aquileia, sono datati all'ultimo quarto del mettono dì inserirla nel gruppo di quelle decorate a bar-
I sec. d.C. Le coppe decorate a barbottina con un motivo bottina con il motivo 102. Si tratta, anche in questo
ad archi è• punti 102, compaiono ad Ornavasso in età caso, probabilmente di un prodotto di Aquileia (cfr.
augustea e rimangono in uso per tutto il I sec. d.C.; 2/231) o, più genericamente, dell'area nord-adrìatica. Gli
le stesse coppe, ugualmente decorate e provenienti pro- esemplari a Magdalensberg presentano argilla bruna,
babilmente da Aquileia, sono attestate a Porro Recanati opaca, e sono decorati a rotella (5 b).
agli inizi del II sec. d.C. Da questi elementi si può pen-
sare che un centro della valle padana dovette operare Bibliogtafia.
a partire dall'età augustea, fino almeno alla metà del I Austria. Magdalensberg: SCHINDLER KAUDELKA 1975, tav. 23,
forma 129.
sec. d.C. e probabilmente anche oltre; nella seconda metà Iugoslavia. Emona: PLESNICAR-GEc I9ì2, tomba XXVII, tav.
del secolo dovettero comparire sul mercato vasi analoghi 105, n. 6.
a quelli prodotti ad Aquiìeia o sulle coste nord-adria-
tiche e presenti, fino ai primi decenni del II sec. d.C.,
in quell'area.
Bibliografia. Descrizione.
Austria. Helenenberg: $cH6RGENDORFER 1942, tav. l, p. I, nn. Coppa a carena molto arrotondata e priva di orlo. La
13-14. Magdalcnsberg: SCHINDLER KAUDELKA 1975, tav. 22, forma carena è posta a circa metà della parete e, a volte, nella
n5. Salisburgo; HAGEN: l9I2 b, figg. 143, 149.
Italia, Aquileia: Museo Archeologico, Magazzini. Budrio: BER- parte bassa. Il fondo è piatto. A circa metà della parete
GAM.INI 1980, figg. 730--i32. Ornavasso: GRAUE 1974, p. 100, fig, 23, compaiono due caratteristiche costolature che delimitano
::1. 8. Porto Recanati: MERCANDO 1974, p. 266, fig. ;59, n, 92; fig.
una zona generalmente decorata a rotella. Gìi esemplari
217c; figg, 305, 3IO, 304a; fig. 101b, e; fig. I02; fig. 146a-b;
150; fig. 89e; fig. 2rob, 132. Russi; BERGAMINI 1973, p. 23, tav. attestati, almeno quelli per i quali viene data una descri-
n. 86. Villa Potenza; MERCANDO 1971, p. 4IO, fig. 12, nn. 6-IO, zione dell'argilla, sono di colore grigio scuro, quasi nero.
r6-19 e fig. 15, nn. 6, r2.
(Tav. XCI, 14). Liargilla è estremamente compatta e
Iugoslavia. Emana: PETRU 1972, tomba 635, tav. XLI, n. 12;
tomba 533, tav. XXXIV, n. r3; tomba 495, tav. 33, n. 21; tomba depurata. Decorazione 5 a e 5 b; sono attestati anche
75r, tav. XLVIII, n. 16; tomba 6, tav. LXXVIII, n. 29; tomba esemplari non decorati.
2CZ, tav. XXI, n. 33; PLESNICAR 1971, tav. XCIX, n. 17; tomba 161,
unc. XLV, n. 2. Pola: MLAKAR 1966, tav. XIII, fig. 6.
Gli esemplari di Muralto sono datati tra il I 5 e il 30-40
S-oizzera. Muralto: LAMBOGLIA 1943., Liv. V. 10, Liv. U. 48, d.C. Anche 1a coppa da Porto Recanati è datata alla
Liv. U. 20. prima metà del I sec. d.C.
Per la produzione di queste coppe si può pens,ire ad
TIPO 2Ì402. un centro della valle padana occidentale, Sarebbero co-
munque necessari esami di laboratorio per definire le
Descrizione. caratteristiche dei frammenti attestati. Non si può, ad
Coppa carenata. La carena è posta appena al di sopra ogni modo, esdudere l'esistenza di altri centri di produ-
della metà del corpo. AI di sopra della carena le pareti zione che, al momento, non è possibiìe identificare.
sono verticali.
Bibliografia.
La coppa è priva di orlo; due solcature parallele sotto-
Ausiria. Heknenberg: ScH6RGENDORFER r94:::,, p, I_, ta\·, l, n. ().
imcano il labbro. ll fondo è piatto. (Tav. XCI, 12). Grecia. Corinto: HAYES 1973, tav. 89,, n. 189,
Argilla di colore grigio. Italia. Aquileia: Museo Archeologico, Magazzini. Cosa: NiARA-
Decorazione r 12. BINI I9ì3, p. 220, tavv. 44, 84, n. 40S. Porto Recanati: MERCANDO
I9ì4, tomba 3, p. 9, 3h.
La datazione proposta per l'esemplare di Ornavasso
/ugosfm_1ia. Emona: PETRU r972, tomba 931, tav. LXX, n. 1;
rimanda al periodo augusteo-tiberiano (GRAUE 1974, p. tomba 27, tav. III, n. 19_: tomba I2l, ta\'. XVII, n. 27; tomha 68,
CERAMICA A PARETI SOTTILI
tav. VII, n. 20; tomba 27, tav. III, n. I9.i tomba 931, rav. LXX, arrotondate, assumono un aspetto quasi carenato (405).
n. r; PLES?,;ICAR-·GEC 1972, tomba 296, tav. LXXVII, n. rn; PLE~ Una caratteristica solcatura corre orizzontalmente a circa
SNICAR 197r, tav. LXXXVII, n. 7; tav. LXXXV, n. 5.
Si,-izzera. 1\1.uralto: LAMBOGLIA 1942, Lìv. U. IO, LÌ\'. U. 48, metà della parete. (Tav. XCII, 2--3).
Liv. U. 20. Gli esemplari attestati presentano caratteristiche di ar-
gilla molto diverse tra di loro. Sono stati tentati, tuttaYìa,
per grandi linee e sulla base dei dati a disposizione, alcuni
TIPO 2/72.
raggruppamenti.
Descrizione. Un primo gruppo di esemplari presenta un'argilla
Coppa emisferica. L'orlo è dritto, appena inclinato scistosa, molto disomogenea, ricca di inclusi di vario tino
verso l'esterno; il labbro è sottolineato da una solcatura. (si notano particelle bianche, di minime dimensio~i,
Il fondo è piatto. (Tav. CXL, 4 a-b). particeJle ghiaiose di dimensioni più grandi delle ore-
Decorazione 397, con l'aggiunta di rotellature 5 nella cedenti e particelle scure, di colore che varia dal g;igìo
parte inferiore del corpO'. al nero, di dimensioni e frequenza diverse); il colore varia,
Si potrebbe ipotizzare una provenienza di questo esem- seguendo gli strati irregolari dell'argilla, dal bruno al
plare da un qualche centro campano. grigio chiaro (spesso lo strato superficiale risulta di colore
tendente più al grigio che al marrone). La quantità degli
Bibliografia. inclusi è tale che la superficie del vaso ne risulta tanto
Italia. Centri Vcsutriani: CARANDINI 1977, p. 27, tav. XIII, n. 44. rugosa da sembrare, ad un primo esame, decorata da
sabbiatura. Tra gli esemplari provenienti da Aquileia e-
appartenenti a questo gruppo sono presenti alcuni scani
TIPO 2/344 = MARABINI XXXVI= MAYET di fornace (tra questi alcuni non presentano la solcatura
XXXIII. a metà corpo); questi ultimi, di grande importanza, testi-
Descrizione. moniano la presenza nella zona di un centro che produ-
ceva questo tipo di coppe. Esami di laboratorio sono in
Coppa emisferica molto profonda e priva di orlo. Le corso su frammenti prelevati da tali scarti.
pareti sono verticali, il fondo è piatto. (Tav. XCII, r). Alcune coppe provenienti da Magdalensberg (SCI-UNDLER
L'argilla degli esemplari di Cosa è molto fine, soffice, KAUDELKA r975, forma 50, Fabrikar B), un esemplare da
di colore arancio, più chiara nella parte superiore esterna. Vindonissa e uno da Corinto sembrano presentare caratte-
L)esemplare cli Ampurias presenta un'argilla di colore ristiche uguali a quelle dei prodotti ora descritti. Si può
ocra-arancio. Tutti gli esemplari sono politi esternamente. osservare che tuni gli esemplari appartenenti a questo
Decorazione 5 a, disposta a bande delimitate da solcature, gruppo presentano una altezza maggiore rispetto agli
La datazione fornita dagli esemplari di Cosa indica
altri (cm 8 circa).
che, almeno in Italia centrale, questa coppa comincia Ad un secondo gruppo di esemplari sembrano appar-
ad essere presente a partire dalretà augustea. Frammenti tenere i frammenti provenienti da Cosa, da Luni, pro-
appartenenti a questo tipo compaiono anche in età ti- babilmente quelli provenienti da Muralto e un gruppo
beriana. Gli esemplari da Ampurias sembrano presentare dì coppe sempre provenienti da 1vìagdalensberg (SCHIND-
caratteristiche analoghe a queHe dei frammenti di Cosa. LER KAt:DELKA 1975, forma 65, Fabrikar C) la cui argilla,
Per quanto riguarda il centro di produzione di questi molto ben depurata, quasi vetrosa e di colore grigio, sem-
esemplari si può pensare ad una produzione dall'Italia bra presentare, insieme allo spessore ridotto delle pareti
centrale o centro-meridionale (esemplari che presentano (mm 2 circa), le caratteristiche che erano già state attri-
le stesse caratteristiche di argilla sono presenti in quantità buite per altri tipi all'area di produzione della valle pa-
considerevole ad Ostia (TATTI r96S~r969, tav. XIV, dana centro-occidentale (si veda 2/231).
nn. 183 a-b, 184 a-b; RICCI 1973, p. 359). Si potrebbe Di incerta attribuzione ad uno dei due gruppi sopra
pensare ad una provenienza dall'Italia centrale anche per descritti è un esemplare proveniente dai campi del lirncs
le coppe da Ampurias. Esami di laboratorio sono in corso renano e alcune coppe provenienti da Belo e da Ampurìas.
sugli esemplari ostiensi, ma sarebbero necessari anche su Solo attraverso esami di laboratorio o almeno il confronto
frammenti della Penisola Iberica. diretto fra i campioni prelevati da diversi esemplari sa-
Bibliografia. rebbe possibile una loro attribuzione più precisa.
Non si conoscono dati circa le caratteristiche degli
ltaìia. Cosa: .M.ARABINI I9ì3, p. 106, tavv. rS, 19, 65, 66, nn.
rSS, 190. esemplari da Pompei, mentre frammenti da Budrio sono
S'pavw. Ampurias: MAYET 1975, p. 68, tav, XXXIV, n. 273., definiti cli colore rosato. Sempre dì colore rosato o ros-
;27,L siccio è definita l'argilla di un piccolo gruppo di esemplari
provenienti da .i\1.agdalensberg (SCHINDLER lZAUDELKA
TIPO 2Ì232, 2/405 SCHINDLER KAUDELKA 28, 50, 1975, forma 28, Fabrikat A), dell'esemplare di Tipasa e
68 ~ MAYET XXXIII. della maggior parte delle coppe spagnole (salvo i due casi
sopra citati da Ampurias e Belo). Si può osservare che
Descrizione. alcuni degli esemplari spagnoli presentano il corpo più
Coppa emisferica con il corpo più o meno profondo schiacciato (2/405) e, a differenza di tutti gli altri fino
(da cm 5 a 8 di altezza). Eccezionalmente il corpo appare ad ora descritti, la superficie è coperta da ingubbiamra
schiacciato verso ii basso e le pareti, pur sempre molto anch'essa di colore rossiccio. Difficile è stabilire la pro-
CERAMICA A PARETI SOTTIL!

vcnienza di quest'ultimo gruppo; si potrà in futuro veri- del Mediterraneo sono decorati con sabbiatura (decora-
ficare l'ipotesi di una loro provenienza dalla stessa Peni- zione 63) o, più frequentemente, con pareti increspate
sola Iberica. (decorazione 70).
Per determinare la cronologia del gruppo dì vasi pro- Si può forse ipotizzare un unico centro di produzione
dotti ad Aquileia, sono di grande aiuto i dati relativi ai che potrebbe essere collocato in Italia centrale (esami di
rinvenimenti da Magdalensberg (SCHINDLER KAL'.DELKA laboratorio sono in corso su esemplari da Ostia e da Cosa).
1975, forma 50, Fabrikat B). Le coppe provenienti da Il centro di Lione dovette produrre coppe di questo
Aquileia appaiono, almeno in quel sito, in quantità ri- tipo. La decorazione di questi esemplari è sabbiata (de-
levante nella prima età augustea; in età tiberiana costi- corazione 63) o con pareri increspare (decorazione 70).
tuiscono una delle presenze più significative (i contesti Lione dovette trovare per questo come per altri pro-
più tardi dì Magdalensberg sono datati fino al 25 d.C.). dotti un mercato, oltreché nelle zone immediatamente
Contemporaneamente a questo gruppo di coppe e in a N delle Alpi (Vindonissa, Muralto) anche lungo il
quantità grosso modo analoga, è presente a Magdalens- limes (Neuss ).
berg un gruppo di vasi (SèHINDLER KAGDELKA 1975, I dati cronologici relativi agli esemplari mediterranei,
forma 8, Fabrikat C) attribuiti ipoteticamente ad un cen- sembrano indicare che l'inizio della produzione dovette
tro padano. avvenire in età augustea. Queste coppe, tuttavia, forse
già dai primi decenni del I sec. d.C., lasciarono il posto
Bibliografia. alle più diffuse 2/216.
Aìgeria. Tipasa: BARADEZ 1968, p. 83, fig, 2, C, tomba XXXVII. Per quanto riguarda i prodotti di Lione essi possono es-
Austria. Magdalensberg: SCJUNDLER K.AUDELKA 1975, pp. 62- sere collocati tra il 40 ed il 70 d.C. (GREENE 1979, p. 13 ss.).
63, ta\'. i, furma 28b; pp. 75-76, tav. IO, forma 5oa-b, h; p. 87,
mv. 13, forma 68b-d.
Germania, Neuss: FILTZINGER 1972, tav. 41_, nn. 7-II. Oberadcn: Bibliografia.
I...oESCHCKE 1942, tipo 38, p. 50, tavv. 28, 8, Il. Ròdgcn: SIMON Gennania. Neuss: FILTZINGER I9i2, mv. 4r, n.n. 12, I3, r7.
1962, fig. 4, 104. Vetera: HAGEN 1912, tav. L, nn. I-2; tav. LVII, lnghiherra. Usk: GREENE I979, fig. 5, I-2.
rm. 15-16, 33.
Italia. Cosa: MARABINI 1973, p. 176, tav,·. 36, ii, nn, 325,326.
Grecia. Corinto: HAYES 1973, pp. 461-462, tav. 89, n. 193,
Luni: CAVALIERI lvl.ANA.SSE 1975, ta\". 59, n. r6,
Itaiia. Aquileia: Museo Archeologico. Budrio: BERGAMINI 1980, Spagna. Ampurias: MAYET r975, tav. XXXVII, nn. 304-305.
mv, LXXVI, 3l0, Cividale: ScHlNDLER KAUDELK/1. 1980, p. 77, Cosa:
MARABINI 1973, pp. 109, III, 221, tav-v. 19, 66, nn. 191-194. Gabi:
Svizzera. Vindonissa: GREENE 1979, p. 19, fìg. 5, 2.r. Muraito:
SIMONETT 194!, p. 100, fìg. 82, n. 5; p. 102, fig. 84, n. 4.
VEGAS 1968, p, 29, n. 89. Ornavasso: BIANCHETTI 1895, tomba I 17,
tavv. 21, 80 (S, Bernaròo). Pompei: Museo Nazionale di Napoli,
Magazzini. Roma: MARABINI 1973_, p. I IO.
Marocco. Thamusida: CALLOV-MOREL-REBUFFAT-HALLlER 1975, TIPO 2/406 ,~ GREENE FIGG. 24.1, 24.4.
tav. XLIV, n. 23 .
.Spagna. Ampurias: AL.MAGRO 1955, n, 40; MAYET 1975, p. 37, Descri'zione.
rnv. XXXIII, nn. 259, 26r. Belo: .MAYET 1975, p. 68, ta\'. XXXIV,
r1. 270. Carmona: MAYET 1975, p. 67, tav, XXXIII, nn. 262,266. Coppa emisferica pressoché uguale a 2/214; differisce
Huelva: l\1.AYET 1975, p. 67, tav. XXXIII, n. 250. lbiza: MAYET da quest'ultima per le pareti che non si restringono al-
r975, p. 67_, tav. XXXIII, n. 258, Mah6n: MAYET 1975, p. 6i, tav.
XXXIII, ìnv. 256-257. l'imboccatura. (Tav. XCII, 5). L'argilla degli esemplari
Svizzera. Augsburg-: ULBERT 1965, taV. 14_, r. Bellinzona: DLRICH attestati è di color biancastro o camoscio-bianco, con
19I4, ta'\'. 6I, n. 9, l'vl.uralto: SIMONETT !94I, p. 45., fig, 20, n. 3; ingubbiarura di colore arancio bruno o grigio bruno. De-
p. 47, fig. 22, n. 4; p. 48, fig. 23, n, 2; p. 52, fig. 9, n. 3; p. 92, fig.
ì7, n. 2; LAMBOGUA 1942, Min.C.4, Mìn.C.15, Mur.P,3. Vindo- corazione 63, 14, con sabbiatura 63 all'interno, 50, 339.
nissa: ETTLINGER-SIMONETT 1952, p, 55, tav. 13, n, 266. Questi esemplari sono relativi ad uno dei centri dei
basso Reno (GREEKE 1979, p. 56). La cronologia cli questi
prodotti può essere collocata a partire dalla metà del
TIPO 2/214 MARABINI XXXVI MAYET I sec. d.C. (GREEKE 1979, p. 60 ss.).
xxxv.
Bibliografia.
Descrizione. Germania. lvl.ainz W'iesenau: GREENE 1979, pag. 58, fig. 24, n. /.
Coppa emisferica, priva di orlo. Le pareti si restrin- Inghilterra. Usk: GREENE 1979, p. 74, fìg. 32.I.

gono leggermente all'imboccatura. Il fondo è general- Olanda. Nimega: GREENE 1979, p. 59, fig. 24, n. !. Valkenburg:
GREENE 1979, p. 59, fig. 24, n . .J.,
mente convesso, a volte piatto. Dalle descrizioni fornite
sembra si possa scorgere una forte omogeneità neJle
caratteristiche dell'argilla e nell'ingubbiatura degli esem- TIPO 2/348 ~ MARABINI XXXVI MAYET
plari attestati nel bacino del Mediterraneo. Le coppe xxxv.
spagnole presentano infatti argilla di colore ocra o ocra
~hiaro, con una ingubbiatura bruna, marrone o rosso- Descrizione.
mattone, a volte ieggermente briJiante e a volte con Coppa a carena molto arrotondata. La carena, posta
qualche chiazza di colore più chiaro. (Tav. XCII, 4). in genere poco al ài sotto della metà dd vaso, è tanto
Gli esemplari di Cosa presentano un'argilla che varia arrotondata da far apparire la parete quasi emisferica.
dal rossiccio al marrone chiaro; l'ingubbiatura varia dal (Tav. XCII, 6). Questo tipo si distingue dal 407 solo
rosso al mattone ed è, in genere opaca, raramente con per l'assenza totale delforlo (evidenziato soltanto da una
riflessi metallici. Anche a Luni l'argiUa è di colore rosso zona risparmiata dalla decorazione), L'argilla degiì esem-
o rosso bruno. Tutti gli esemplari attestati nel bacino plari provenienti dalla Penisola Iberica sembra uguale a
CERAMICA A PARETI SOTTILI

quella degli esemplari spagnoli del tipo 2/214; l'ingubbia- attestate in alcuni casi le decornzioni r 6, 72, 76, 77, 86,
tura è di colore bruno. L'argilla degli esemplari ostiensi 354, 355.
è di colore rossiccio (Munsell 2.5YR 6/8 rosso chiaro) È difficile fare ipotesi circa la produzione di questi
con ingubbiatura di colore rosso violaceo (Munsell 2.5YR esemplari. Si può pensare che l'Italia svolgesse ancora un
5/8 rosso). Decorazione 63. Le coppe da Magdalensberg ruolo importante: tuttavia, anche altri centri dovettero
sono decorate con i motivi 76, 77. Gli esemplari rinve- probabilmente produrre questo tipo di vasi che costitui-
nuti ad Ernona presentano un'argilla definita grigio bru- scono un prodotto caratteristico dell'area mediterranea.
ciato che potrebbe forse essere associata a quella delle Gli unici dati cronologici a disposizione riguardano le
coppe prodotte ad Aquileia. Gli esemplari da Magda- stratigrafie di Cosa e di Ostia. A Cosa coppe di questo
lensberg presentano un'argilla grigio scuro. tipo sono attestate soprattutto nell'età tiberiano-claudia
Un altro tipo di esemplari presenta un'argilla bianca- (MARABINI 1973, p. Iì7). Ad Ostia (in stratigrafie im-
stra, a volte tendente leggermente al giallastro, con ingub- mediatamente posteriori alle precedenti) la loro presenza
biatura di colore cioccola(o. sembra continuare per tutto il I sec. d.C.; le attestazioni
Queste ultime coppe furono fabbricate a Lione anche in età antonina possono già essere considerate residue
se non dovettero costituire uno dei prodotti più diffusi (RICCI 1973, p. 353).
di quell'officina (GREENE 1979, p. 13 ss.). Per quanto
riguarda le attestazioni mediterranee non è possibile, Bibliografia.
al momento, stabilire il centro di produzione, tuttavia Algeria. Tipasa, Museo,
sembra possibile che si possa essere trattato di più centri, Italia. Cosa: MARABlNI 1973, p. 176, tavv. 35, 77, nn. 316-322,
326. Lipari: BERNABÒ BREA-CAVALIER 1965, ta\'. CCXXII, n. I; tav.
uno dei quali potrebbe essere ipotizzato nell'Italia cen- CCXXI, n. 8. Ostia: R1cc1 1973, p. 353, Pompei(?): Museo Nazio-
trale (area ostiense?). nale di Napoli, Magazzini.
Gli esemplari ostiensi sono databili a partire dalla metà Spagna. S. Migucl de Sorba: SERRA VrLAR6 1920-1921, mv.
XIII, C.
del I sec. d.C. e sono attestati in quantità decrescente, Turchia. Gòzlli Kule: JoNES 1950, fig. 150, n. 628.
fino all'età adrianea.
Bibliografia.
TIPO 2/216 = AfARABINI XXXVI = MAYET
Austria. l\1.agdalensberg: SCHINDLER KAUDELKA 1973, tav. 16,
forma So a-b.
XXXVII = SCHINDLER KAUDELKA n5.
lnghìlterra. Usk: GREENE 1979, p. Ig, fig. 5, nn. 1-2.
!rafia. Ostia: Rrcc1 1973, p. 353, fig. 678. Descrizione.
lugosla'i·ia. Emona: PLESNICAR--GEC 1972, tomba 275, tav. LXXV, Coppa a carena molto arrotondata. La carena è posta
n. 7; tomba 152, tav, XLII, n. 5.
Spagna. Ampurias: MAYET 1975, p. 72, tav. XXXVII, nn. 297,
nella parte bassa della parete ed è tanto arrotondata che
302. Barcellona: l\,iAYET r975, p. 72, tav. XXXVII, n. 303. Majorca: le pareti, assumono a volte un aspetto quasi emisferico.
lv1AYET I975, p. 72, taV. :XXXV!l, nn. 298-300. L'orlo è dritto, a volte appena inclinato verso l'interno
e sottolineato esternamente da una o più solcature; il
O labbro è arrotondato e appena inclinato verso fcsterno.
TIPO 2/407 MARA.BINI XXXVI MAYET
Il fondo è piatto. (Tav. XCII, 8).
xxxv. L'argilla degli esemplari da Ostia, non troppo dura
Descrizione. e ben depurata, è di colore rosato a volte tendente al ca-
Coppa tendenzialmente emisferica. L'orlo è distinto moscio, con ingubbiatura di colore rosato-rossiccio, in
dalla parete per mezzo di una leggera rientranza o anèhe qualche caso con riflessi metallici. Anche l'ìngubbiamra
solamente dal risparmio della decorazione presso l'orlo. dell'esemplare da Ventimiglia presenta, approssimativa-
(Tav. XCII, 7). mente, le stesse caratteristiche dei frammenti ostiensi.
Gli esemplari provenienti da Cosa presentano un 'ar- L'argilla degli esemplari rinvenuti a l'vlagdalensberg è di
gilla di colore che varia dal rossiccio al rosa camoscio; colore arancio, quella degli esemplari spagnoli è general-
un esemplare presenta un'argilla grigiastra nel nucleo. mente di colore ocra o ocra chiaro, con ingubbiatura di
Le pareti sono ricoperte da ingubbiatura di colore rosa colore ocra arancio o bruno marrone, a volte piuttosto
rossiccio a volte tendente all'arancio. I frammenti pn•- scura; in un solo caso il colore dell'argilla è tendente al
venienti da Ostia presentano un'argilla di colore rosato grigio. Le caratteristiche dell'argilla degli esemplari nord-
con ingubbiatura, a volte brillante, di colore rossiccio. africani non differiscono di molto da quelli ostiensi. I
L'argilla delle coppe provenienti dalla Penisola Iberica reperti dell'Olanda sono riferibili ai centri di produzione
è di colore ocra chiaro; le pareti sono rivestite da ingubbia- dell'Alto Reno (GREENE 1979, p. 56 ss.). Tutti gli esem-
tura di colore bruno o bruno arancio, a volte brillante. plari hanno una decorazione con sabbiatura 63.
I frammenti di Tarsus presentano un'argilla definita di I dati cronologici a illsposizione per questi esemplari
colore rosso camoscio, molto fine, con inclusi. di mica rimandano, per l'apparizione di questa coppa, all'età au-
nera, mentre quelli da Tipasa presentano nella maggior gustea. La stratigrafia di Ostia, inoltre, mostra come questi
parte dei casi un'argilla rossiccia, con ingubbiatura pres- vasi dovettero restare in uso per tutta l'età flavia.
soché dello stesso colore. Gli esemplari attestati presen- Bibliografia.
tano una decorazione con sabbiatura 63, in genere ese-
Algeria. Tipnsa, Museo.
guita sia alfintcrno che all'esterno del vaso (i frammenti Austria. Magdalcnsberg: SCHINDLER KAUDELKA 1975, rnì'. ,,,,:..,
di G0zlii Kule sembrano sabbiati solo all'esterno). Sono forma 115 s.
CERAMICA A PARETI SOTTILI
lnRhilu:m:r. Usk: GREEKE 1979, fig. 10-4, 5. Spaf;na. Belo: MAYET 1975, p. 76, ta\'. XXXIX, nn. 323, 326;
Jraiia. Cosa: !viARABINr 1973, p. I76, tavv. 35, 76, n. 3q. Orna- Ul\", LVI, n. 464. Carmona: MAYET 19'."5, pp. 68, 75, tav. XXXIX,
vas~o: GRAUE 1974, p, 99, fig. 23, n. 4. Ostia: RICCI 1973, p. 35.'.! ss .. nn. 269, 318. Ibiza: l\iAYET 1975, J). 76, ta\'. XL, n. 332,
tav. LXXIII, fig. 552. Porto Recanati: MERCANDO 1974, fig. 159 c. Svi::::::era, Muralto: LAMBOGLIA 1942, Liv. U. 38.
Ventimiglia: PALLARÉS 1963, p, 58, fig. IO, n. 42.
Turchia. Gl\zli.i Kulc: }ONES I950, fig. 150, nn. 625, 626.
Aforocco. Mogador: JOD!N 1967, ta\·. XLI.
Olanda. Zwammc-rdam: GREENE 1979, fig. 24.2.
Porro_1,al!o. Conimbrìga: MAYET 1976_, tav, VI, n. 26.
Spagna. A.mpurias: MAYET 1975, p, 75, mv. XXXVIII, n. 315.
Barcellona: l'v1AYET 1975, p. 77, tav. XL, n. 333. Belo: MAYET I975, Descrizione.
p. 76, tav. XXXIX, nn, 324, 326. Carmona: MAYET 1975, pp. 75-76,
tav. XXXIX, nn. 320-321. lbiza: MAYET 1975, p. 77, tav. XL, nn. Coppa a carena arrotondata, simile a 2/216, in questo
335-336. Maiorca; J'viAYET 1975, p. 77, tav. XL, nn. 334, 337-338.
Munìgua: VEGAS !969, p. 86, fig. 4, 5i- caso, tuttavia, il fondo è più profondo e la carena più
accentuata. (Tav, XCII, 10),
L'argilla degli esemplari provenienti da Emana è di
TIPO 2/408 = MARABINI XXXVI colore definito giallo bruciato o bruno bruciato. Deco-
MAYET
razione 63.
XXXVII.
Dai dati a disposizione non è possibile stabilire la pro-
venienza di questi esemplari.
Descrizione.
Coppa tendenzialmente emisferica, a volte può pre- Bibliografia.
sentare una carena molto arrotondata. L'orlo, risparmiato Iugoslavia. Emana: PLESNICAR--GEC 1972, tomba ro8, tav. XXXIX,
dalla decorazione e sottolineato da una solcatura, è in- n. 6; tomba u3, tav. XXXI, n. 6.
clinato all'esterno in prossimità del labbro. Il fondo è
piatto, (Tav, XCII, 9), TIPO 2/410,
L'argi11a degli esemplari da Ornavasso è di colore gial-
lastro. Quella degli esemplari da Luni è piuttosto scadente, Descrizione.
tenera e farinosa, con ingubbiatura disgregata, di colore Coppa emisferica. L'orlo e il fondo sono uguali a quelli
rosso arancio o bruno rosata. del tipo 2/408; le pareti sono invece, in questo caso,
I frammenti di Ostia e di Cosa presentano caratteri- completamente emisferiche. (Tav. XCII, 11). L'ingub-
stiche simili a quelle degli esemplari di Luni. I frammenti biatura di questi esemplari è dì color arancio chiaro.
provenienti dal relitto di Port Vendrcs presentano una Decorazione 70, r2, 219.
argilla di colore ocra, fine ed omogenea, rivestita da Per questi esemplari viene indicata una cronologia
ingubbiatura di colore bruno con riflessi metallici allo in età tiberiano-claudia (MAYET 1975, p. 30). Il centro di
interno. produzione è stato identificato nella Berica (MAYET 1975,
Le coppe spagnole presentano un'argilla di colore aran- pp, 29-30),
cio o ocra arancio e ingubbiatura di colore arancio vivo,
a. volte con riflessi metallici. L'argilla degli esemplari Bibliografia,
da G0zlii Kule è di color camoscio, mentre l'ingubbia- Algeria. Tipasa: BARADEZ 1968, p. 79, fig. If.
mra è di color nero o nero-bruno. La maggior parte Portoiallo. Conimbriga: MAYET 1976, p. 32, tav. VI, n. 35.
degli esemplari attestati sono decorati con sabbiatura 63; Spagna. Ampurias: ALMAGRO 1955, lnc. patcl n. 2r. Belo: JviAYET
1975, p. 80, tav. XLII, n. 352.
solo alcuni sono decorati con i motivi 70 e II2. Dai dati
a disposizione si può osservare che queste coppe com-
paiono a partire dall'età augustea; la loro durata dovette TIPO 2/315,
interessare il I sec. d.C.
Descrizione.
Difficile è ipotizzare il centro di produzione di questi
esemplari. Per alcuni di essi si può forse pensare alPita- Coppa emisferica. Il corpo del vaso può essere a volte
lia centrale; gli esemplari spagnoli sembrano tuttavia leggermente schiacciato. L'orlo è completamente as-
diversi da quelli italici. Un centro di produzione è stato sente, il fondo è piatto. (Tav. XCII, 12).
inoltre individuato nella Gallia meridionale (GREENE 1979, L'argilla del gruppo di esemplari decorati a rorelb
p. 50 ss.). L'argilla degli esemplari attribuiti a questo (decorazione 5 e 5 h) è di due tìpi. Gli esempìari da
centro è di color camoscio o arancio con ingubbiatura Ornavasso, Lomello e alcuni di quelli rinvenuti ad Aqui-
di colore marrone dorato più o meno chiaro, solitamente leia, sono riconducibili ad una produzione localizzabile
lucente e compatta. nella valle padana centro--occidentale. Essi presentano
un'argilla compatta, di colore grigio piuttosto scuro; le
Bibliografia. pareti presentano un rivestimento di minimo spessore,
dello stesso colore delrargilla. Le pareri sono molto sot-
Francia. La Graufesenque: GREENE 1979, pp. 50--51, fig. 21 1 6.
Pott Vendrcs: .i\iAYET 1977, p. IIO, fig. 38, n. 19. tili. Gli esempìari provenienti da Emona e un buon nu-
Iralia. Cosa: J\iARABrNI 1973, p. 132, tavv. 24-25, 69, nn. 231- mero di quelli rinvenuti ad Aquileia presentano invece
232, :.>:38-239, taVY. 23, 69, n. 229. Luni: CAVALIERI MANASSE 1975, Wl'argilla poco compatta, un rivestimento molto diluito,
tav. 60, n. r; tav. 59, n. r7; tav. 85, nn. 9-10; Ornavasso: GRAUE 1974,
p. 99, fig. 23, nn. 2~3. Ostia: Rrcc1 1973, p. 352 ss. leggermente più scuro del colore dell'argilla e le pareti
J\.1arocco. 1\1.ogador: }ODIN 1967, tav. XLI. pìù spesse rispetto a quelle degli esemplari sopra de-
Portogallo. Conimbriga: l'vlAYET 1976, p, 32, tav. 29. scritti.
CERAMICA A PARETI SOTTILI

! Il - gruppo di frammenti decorati a barbottìna con il Bibliografia.


motivo 340 e l'aggiunta di rotellatura 5 b potrebbe es- Germania. Bingc:n: BEHRENS 1_912_, fig. 60, n. 3. Magonza: Gnn:m:
sere ipoteticamente attribuito al centro di Aquileia, dal 1979, p. 58, fig. 24, n. 5. l'v1ogonnacum: BAATZ 1962, mv. 9, n. 4.
Jra/ia. Aquileia: Museo Archeologico, i\fagazzini. Lomdlo:
momento che la decorazione attestata su di essi è una delle PoNn: 1887, p. 332, tav. XVIII, n'. 2. Ornavasso: GRAVE 1974, p.
più caratterìstiche dì guel centro; anche le particolarità 99, mv. 56, n. 4; fig. 24, n. 5. Russi: MAIOLI 1972-1973, p. 87, fig-.
delPargilla sembrano corrispondere a quelle dei prodotti 2. b.
Iugoslavia. Emana: PLESNJCAR 1971, tav. XCV, n. 4; tav. CVIII,
sicuramente locali. n. 2; PETRD 1972, tomba 758, tav. XLIX, n. 4; tav. XXX, wmba
Un esemplare decorato a barbottina, con elementi a 481, n. 26; tav. XIV, wmba 37, n. 3; mv. VI, tomba 61, n. 26·
goccia del Tipo I 6 proveniente da Magonza, presenta PLESNlCAR-.. GEC 1971, taV. XXXIV, tomba 129, nn, 7,12. '
Si,-ìzzera. Muralto: LAMBOGLIA 1942, Min. C. 14, Mur.R 4,
una argilla biancastra, con rivestimento di colore mar-
rone scuro. Si potrebbe attribuire questo esemplare ad
uno dei centri operami nel basso Reno. Altri frammenti TIPO 2/345 = MARABINI XXXVL
da Aquileia presentano· un'argilla molto dura, di colore Descrizione.
grigio scuro, quasi nero e pareti di spessore molto sot- Coppa tendenzialmente emisferica. L'orlo, di minime
tile. Le caratteristiche di questo gruppo di frammenti dimensioni, è arrotondato nella parte superiore e incli-
richiamano quelle de11e coppe 2/231 con decorazione 162. nato verso l'esterno. Il fondo è piatto. Numerose solca-
Sono attestati, inoltre, alcuni frammenti decorati a bar- ture parallele occupano la parte mediana della parete.
bottina con un motivo vegetale 79 c e l'aggiunta di rotel.- (Tav, XCII, 13).
lature 5 b. È possibile ipotizzare per questi esemplari Argilla sabbiosa, ben cotta, di colore rosato. Ingubbi,1-
una· provenienza dalla valle padana centro-occidentale tura arancio con riflessi metallici. Decorazione 63.
o da uno dei centri del basso Reno. Alcune coppe, deco- Questo esemplare è datato dalle stratigrafie di Cosa,
rate a girali 162 con l'aggiunta di rotellature 5 b 1 possono tra il regno di Tiberio e l'inizio di quello di Claudio.
essere ricollegate ai prodotti cli Aquileia; solo per un esem- Sarebbero necessari esami di laboratorio al fine di sta-
plare può essere ipotizzata la provenienza dalla valle bilire un 'eventuale provenienza centro-italica di questo
padana. esemplare.
Un altro gruppo di frammenti da Emona, con deco-
razione a barbottina ro4 e l'aggiunta di sabbiatura 63, Bibliografia,
nella parte inferiore del vaso, presenta argìlla grigia del Italia. Cosa: MARABINI 1973, p. 176, tavv. 36, 7i, n. 324.
tipo comune ad Aquileia dove esemplari con queste carat-
teristiche sono attestati in quantità considerevole. TIPO 2/242 = MARABINI LXIV.
Un numero piuttosto ridotto di esemplari, decorati con
Descrizione.
il motivo 163, è per ora attestato soltanto ad Aquileia.
Le caratteristiche dell'argilla di questi vasi sembrano Coppa carenata. La carena è posta nella parte bassa
riaccostarli piuttosto ai prodotti padani, il colore dell'ar- della parete. L'orlo è costituito da una leggera indina~
gilla, rispetto a questi ultimi, sembra, però più chiara, zione della parete verso l'interno. Il fondo è piano ..
anche se ugualmente compatta. (Tav, XCII, 14),
Un limitato numero di frammenti, presemi ad Aqui- Argilla micacea e dura, di colore rossiccio all'esterno e
leia cd Emona, presenta una decorazione a barbonina grigiastra all'interno. Sottile ingubbiatura di colore rns-
del tipo 371; questi esemplari possono essere ricollegati siccio con riflessi metallici grigio chiaro sulla parete su-
alla produzione di Aquileia o, più genericamente, delrarea periore esterna. Decorazione I I 5.
nord~adriatica. Questo tipo deriva, sia per il suo profilo che per la
Un solo esemplare, infine, proveniente da Russi, del stessa decorazione, da prototipi metallici (si veda lviARA-
quale si conosce solo il colore dell'argilla, definita gri- BINI 1973, p. 185). Questi esemplari sono stati rinvenuti
gia, è decorato con foglie d'acqua del tipo 64. Non è pos- in uno strato databile tra l'età tiberiana e l'inizio di quella
sibile ipotizzare per questo la provenienza da un centro di Claudio. Solo esami di laboratorio potrebbero ·veri-
preciso. ficare un'eventuale provenienza di questi esempiari da
Esemplari del gruppo cor :.i:::-,co:azionc a rotclia 1 pro- officine centro-italiche.
venienti da Ornavasso, compaiono in età augustea e per- Bibliografia.
mangono anche per tutto il I sec. d. C. Le coppe con de-
Italia. Cosa: lvlARABINI 1973, pp. 184-185, taV\', 40, 80, n. ;J:66.
corazione 89 b sono datate a partire dalla metà del I sec. Roma: MAR.ABtNI 1973, p. !85, tav. IOl, 6.
d.C. Gli esemplari decorati a barbottina con motivi ve-
getali 383, sono datati, nella necropoli di M.uralto, tra TIPO 2/346,
il 40 e 1'85 d.C.
Dai dati a disposizione viene confermato quanto indi- Descrizione.
cato a proposito di 2,231. Gli esemplari più facilmente Coppa a carena estremamente arrotondata, quasi emi-
riconducibili ad officine padane sono databili intorno alla sferica e piuttosto profonda. Orio con una profonda sol-
metà del I sec. d.C.; questi ultìmi furono diffusi nell'area catura sulla parete esterna, labbro arrotondato e incli-
nord~orientale della penisola. nato verso l'esterno, Fondo piatto. (Tav. XCIII, 1).
Ad Aquileia, inoltre, si può ipotizzare una produzione Argilh bruna, non ben depurata, ingubbiatura di
ddìo stesso tipo di vasi. colore bruno rossiccio con riflessi metallici. Decorazione

290
CERAMICA A PARETI SOTTILI

Non è possibile formulare ipotesi circa il centro di TIPO 2/343.


produzione di questo esemplare. Per la cronologia è stato
indicato il periodo tiberio-claudio (MAYET 1975, p. 74). Descrizione.
Coppa emisferica, leggermente schiacciata verso il
Bibliografia. basso. L'orlo, dritto e appena inclinato verso l'interno,
S'pagna. Carmona: l'--iAYET 1975, p. 75 1 ta\'. XXXIX, n. 318. è sottolineato esternamente da numerose solcature pa-
rallele. Il fondo è piatto. (Tav. XCIII, 3).
L'esemplare da Colonia presenta una argilla di color
TIPO 2/235. crema con ingubbiatura bruno violetto; quella degli esem-
plari rinvenuti a lvlagdalensberg è di colore beige chiaro
D.:scrizione. con ingubbiatura bruno scuro.
Coppa a carena molto arrotondata; le pareti assumono Decorazione 63.
un aspetto quasi emisferico. L'orlo, dritto, è sottolineato Si tratta del prodotto di una delle officine operanti
esternamente da numerose solcature parallele. Il fondo nel basso Reno (GREENE 1979, p. 59). La cronologia di
è piatto. (Tav. XCIII, 2). questa produzione si colloca dalla metà del I sec. d.C.
Gli esemplari da Luni presentano un'argilla di colore (GREENE 1979, p. 56 ss.). Anche gli esemplari di Magda-
rosso arancio o bruno rosato, a volte iridescente. I fram- lensberg possono essere ricondotti ai centri del basso
menti da Aquileia presentano un'argilla di colore ca- Reno.
moscio chiaro e ingubbiatura bruna. Decorazione 63, 70.
È difficile stabilire la provenienza di questi esemplari; Bibliografia.
sarebbe necessario, almeno, confrontare direttamente i Austria. Magdalensberg: SCHrNDLER KAUDELKA I975, tav. 22,
forma I!5 k.
frammenti con quelli di Lione per verificare una loro Germania. Colonia: GREENE 1979, p. 58, fig. 24, n. 3.
provenienza da quel centro.
Gli esemplari spagnoli presentano un'argilla non ben
depurata, di colore rosso, con ingubbiatura grigio bruna, TIPO 2/323 GREENE FIG. 33.2.
leggermente più chiara all'interno. Decora7jone 5, 70,
Descrizione.
70 b, 72 b, 125.
L'esemplare da Conimbriga presenta, al contrario de- Coppa a carena molto arrotondata e priva di orlo;
altri descritti, argilla di colore chiaro, molto fine, una leggera solcatura sottolinea inferiormente il labbro.
con ingubbiatura bruna. Decorazione 70, 373 su un solo Il fondo è piatto. (Tav. XCIII, 4).
esemplare. Per questo esemplare è stata ipotizzata la Argilla di colore grigio, con ingubbiatura nera. Deco-
provenienza da un centro della Betica (.lvtAYET 1976, p. razione 5, 383, con l'aggiunta di 5b.
29 ss.). Gli esemplari provenienti da Lione, Saintes, Vin- Si tratta, con ogni probabilità, di un prodotto nord·~
donissa, Kempten presentano tutti le stesse caratteristi- italico e più precisamente padano (GREENE 1979, p.
che per quanto riguarda l'argilla e l'ingubbiatura (GREENE 79 ss.). La cronologia di questi bicchieri si orienta, in
1979, p. 13 ss.) e sono ugualmente decorati con motivi genere, a partire dall'età augusteo~tiberianai la necropoli
e 70. Tutti questi elementi inducono ad una identifi- di Muralto, tuttavia, indica che almeno alla metà del
cazione del centro di produzione con Lione. Gli esem- secolo erano ancora in uso coppe di questo tipo (LAM-
plari da Bonn e da Magonza, infine, presentano argilla B0GLIA 1943). Si può ricordare che la stessa decorazione,
di colore biancastro con ingubbiatura rossa e decorazione caratteristica dei prodotti padani, si ritrova ad Aquileia
b. Questi ultimi esemplari sono stati attribuiti ad una sulle coppe 2/231 lì prodotte.
produzione del basso Reno imitante i prodotti di Lione
Bibliografia.
(GREENE 1979, p. 56 ss.).
Gli esemplari attribuibili al centro di Lione sono da- Italia. (Torino): GR.EENE 1979, p. 78, fig. 33, n. 2.
Svizzera.. Muralro: L'\MBOGLIA 1943, p, 183, Min.C.14,
tabili tra il 40 ed il 70 d.C., mentre quelli provenienti
dalla Betica sono orientativamente datati in età tiberia-
no-claudìa. TIPO 2/236 = GREENE FIG. I r.6.
Bibliografia. Descrizione.
Francia. Saintes: J\-1AYET 1973, p. 92, fig. 1, n. 2. Coppa tendenzialmente emisferica. Uorlo è sottoli-
Germania. Aislingen: GREENE !979, p. 19, fig. 5, I.5, Bonn: neato esternamente da una costolatura. Il fondo è piatto.
G·REENE 1979, p. 61, fig, 25, 12. Kempten: GREENE 1979, p. 19, fig.
, 2.3. Magonza: GREENE 1979, p. 61, fig. 24.6. Kcuss: FILTzrNGER
L'argilla degli esemplari attestati è, tranne quella dei
J(J/2, tav. 42.2. reperti da Hofheim e da Nimega, molto morbida,
lnghilrerra. Usk: GREENE 1979, fig. !O.IO-I2. piuttosto farinosa, ma quando è ben conservata può
halia. Aquilei2: ,\.1useo Archeologico, fviag-azzini.. Luni: CAV."'--
~.IERI MANASSE 1975, p, 342. tav. 85, n. II. Russi: BERGAMINI 1973 b,
apparire dura e resistente. Il colore è crema paliido~
tax. X.85. spess? con sf~mature grigie, mai completamente bianco
Portogallo. Conimbriga: l'viAYET 1976, p. 32, tav. VI, 39. e mai camosc10 o marrone.
Spa.f:na. Carmona: MAYET 1975, p. 75, tav. XXXVIII, n. 3r4; L'ingubbiatura può variare dal marrone-rosso al quasi
un-. XXXIX, n. 319. Osuna: .MAYET 1975, tav. LV, n. 455,
Svizzera. Vindonissa: GREENE 1979, p. 19, fig. 5, 2.2. Locarno: nero, più spesso marrone . ··grigìo scuro; quando è ben
··,tMONETT l94I, p, 63, n. 345, conservata è lucida e copre fintera superficìe del vaso.

2.f)I
CERAMICA A PARETI SOTTILI

L'esemplare di Hofheim presenta un'argilla di colore con il motivo 149, entrambi con l'aggiunta di roteliature
bianco con ingubbiatura di colore arancio bruno. De- 5 nella parte inferiore del vaso, non si hanno informazioni
corazione 5,5i, 72, r8, 63, 91, 93, 105, 106, 107, 159. circa le loro caratteristiche.
Si tratta di uno dei più caratteristici prodotti del centro Per il gruppo decorato a rotella si può formulare la
di Lione la cui diffusione dovette interessare la maggior doppia ipotesi di una provenienza da un centro padano,
parte dei paesi d'oltr'Alpe. Le coppe di questa produzione oppure più probabilmente dai centri nord--.. adriatici, per
sono datate all'età tiberiana ma, più precisamente, fu- la presenza di motivi decorativi caratteristici di questa
rono diffuse negli anni 40~70 d.C. (si veda GREENE 1979, area.
p. 70 ss.). L'esemplare da Hofheim e quello da Nimega Per quanto riguarda la cronologia si veda quanto detto
sono relativi ad uno dei centri del basso Reno ( GREENE a proposito di 2!231.
1979, p. 58 ss.). L'esemplare da Magdalensberg, datato
tra il 40 e il 45 d.C., dimostra che già in quel periodo · Bibliografia.
prodotti di Lione veni\.7ano ampiamente esportati. Jugoslavia. Emona: PLESNICAR-GEC 1972, tomba 373, tav. XCIX.
n. 18; tomba 161, mv. XLV, n. 4; tomba 145, tav. XL, n. 9; PLESNI-
Bibliografia. CAR 1971, tav. CLXXXI, n. 3.

Germania. Hofheim: GREENE 1979, p. 61, fig. 25.14. Neuss: F1-


SCHER 1957, tav. l5, n. 3; FILTZlNGER 1972, tav. 42, 24-25. Usk:
GREENE 1979, fig. 5, 1-4, TIPO 2/230, 2/412.
Inghilterra. Cirencester: GREENE 1979, p. 21, fig. 6, tipi 5.1, 6.
Usk: GREENE 1979, p. 21, fig. II.6. Descrizione.
Italia. Aquileia: Musco Archeologico, Magazzini. Porto Reca- Coppa a pareti inclinate verso l'esterno. L'orlo è dritto)
nati: MERCANDO 1971 b, p. 410, fig. 12.7.
Olanda. Nimega: GREEl'.'E 1979, p. 2!, figg, 6,4.1, 6,5.2, 9.23, ìl fondo è piatto. Una solcatura corre orizzontalmente
;:,.5,4; p. 61, fig. 25.3. poco al di sotto della metà della parete. Il tipo 412
S,z,•izzera. Vindonissa: GREENE 1979, p. ;u, fìg. 6, nn, 7, 8. presenta, rispetto al precedente, l'orlo appena ingrossato
nella parte interna, le pareti sensibilmente più spesse
TIPO 2/41 I. e il fondo appena convesso. (Tav. XCIII, 7-8).
L'argilla degli esemplari di Cosa è sabbiosa, molto
Discrizionc. cotta, di colore bruno chiaro; l'ingubbiatura è di colore
Coppa a carena bassa ed estremamente arrotondata, rosa con riflessi metallici, a volte compaiono in superficie
il corpo del vaso può variare leggermente di profondità. macchie di colore grigio argenteo dovute alla cottura.
L'orlo è dritto, sottolineato esternamente da una costo- Un solo esemplare da Cosa presenta una ingubbiatura
latura. Il fondo è piatto. (Tav. XCIII, 5). di colore grigio scuro ed un altro conserva nell'impasto
L'argilla degli esemplari attestati presenta le stesse tracce di inclusi micacei. Decorazione 68. Le coppe da
caratteristiche dei prodotti di Lione. Decorazione 72, Conimbriga infine (2/412) presentano le decorazioni 47 a,
63, 70, Ilo, 369, 104, 382, 401. L'esemplare da Ma- 348.
gonza è riferibile ai centri del basso Reno (GREENE 1979, Il collegamento di queste coppe con quelle 2 '232,...,
p. 56 ss.) ed è decorato a barbottina del tipo 369. Al- 405 è indicato, più che dalla forma, dalla solcatura a
cuni frammenti con decorazione 369 presentano un'ar- metà corpo, caratteristica di entrambe.
gilla di color grigio scuro e pareti sottilissime. La cronologia degli esemplari di Cosa rimanda al•
Per quanto riguarda la cronologia di questi esemplari l'età augustea.
si veda quanto detto a proposito di 2/236 (si veda anche
Bibliografia.
GREENE 1979, p. 13 ss.).
Italia. Cosa: lvlARABINl 1973, p. 133 ss., tavY. 22, 23, 68, nn. 222,
223, 227.
Bibliografia. Portogallo. Conimbriga: MAYET 1975, tav. XLV, n. 378; MAYET
Germania. l\fagonza: GREENE 1979, p. 58_, fig. 24.8. Neuss: FILT~ 1976, p. 33, tav. VII, n. 43.
ZINGER 1972, tav. 4:.:..8, r3. Rchingonheim: DLBERT 1969, p. 3!, tav. Spagna. Belo: MAYET 1975, p. 68, tav. XXXIV. n. 267.
u, n. 3; tav. 24, n. 8.
lnf!hilterra. (Londra:,: GREEKE I9'79- r. 44- fig. 17.I. Usk: GREENT
r979, p. !9, fig. 5, n. L 4; p. 28, 1ig. 1c. n. (:_; p. 28, fii::. II, nn. 3-5. 8. TIPO 2/330 °- GREENE FIG. 5,I. I.
0/i.mda. Kimega: GREENE 1979, p. 21, fii;. 6, n. 4.r; p. I9, fig. 5.3.
Valkcnbmg: GREENE 1979, J). 19, fig. 5, n. 2. 4.
Descrizione.
Coppa tendenzialmente emisferica. Le pareti, nella
TIPO 2ì347. parte superiore del corpo, sono appena inclinate verso
l'esterno. L'orlo manca. Il fonào è piatto, (TaY. XCIIt 9_':.
Descrizione.
L'argilla presenta le stesse caratteristiche di 2:23(}
Coppa emisferica. L'orlo è dritto, o appena inclinato ed è riconducibile al centro di Lione (GREENE 1979 1
verso l'esterno, il labbro è sottolineato da alcune solcature. p. 13 ss.).
Il fondo è piatto. (Tav. XCIII, 6). Decorazione 5. Decorazione 63.
Gli esemplari con decorazione a rotella 5 sono quelli
più attestati rispetto ad un certo numero di vasi non de- Bibliografia.
corati, Presentano un'argilla di colore grigio. Degli Inghiìrerra, Cirencester: GREENE 1979, p. 19, fig, 5, r,, r.1.
esemplari decorati con motivo a foglie d'acqua I 64 o c''l'r.·i::::era. Aui;sburg-: LLHERT U)60, p. 4:::, W\', 1.;c, 1: . .;.

292
CERAMICA A PARETI SOTTILI

MARABINI XXXVII. duzione di questi esemplari che per la omogeneità delle


loro caratteristiche sembrerebbero il prodotto di una
Descrizìonc. officina (.i\1.AYET 1975, pp. 69, 148 ss.) o, forse meglio,
Coppa carenata; la carena a spigolo è posta general- di alcune officine vicine tra loro.
mente al dì sotto della metà della parete. La parete, al La diffusione di queste coppe fu senza dubbio marit-
di. sopra della carena, può variare di altezza da un esem- tima, e dovette interessare principalmente le coste set-
plare all'altro, ma è comunque sempre notevolmente tentrionali dell'Africa, l'Italia centrale e forse la Grecia
inclinata verso l'esterno. (MAYET 1975, p. 148 ss.).
L'orlo è dritto, o appena sagomato, inclinato verso
l'esterno. Il fondo è piatto o leggermente convesso (a Bih!iografia.
volte è leggermente convessa solo una parte del fondo Algeria. Tipasa: BARADEZ I968, p. 89, fig. 4 e Museo Archeolo-
gico, lviagazzìni.
che, per il resto, è piatta). (Tavv. XCIII, 10-14; XCIV, Fra11cia. Port Vcndres; .MAYET 1977, p. I 13, fig. 39, nn. 23-26.
1~3). Germania. Vetera: HAGEK 1912 a, tipo 18, p. 352, tav. LII, 1;
Il tipo 413 è caratterizzato dall'assenza di orlo. tipo 16, p. 352, tav. L_, 21; MARABINI 1973, p, !I.
Il tipo 414 è, come il precedente, privo di orlo, ma pre- lralia. Cosa: MARA.BINI 1973, p. I I I ss., tavv. r9, 66, nn. 195-r97.
Ornavasso; BIANCHETTI 1895, pp. 235,236, ta\', XXXII, r; MARA-
senta la parete molto più alta e meno inclinata all'esterno. BINI I973, p. 1I2. Ostia: TATTI 1970, p. 68, figg. 166-168; Rrccr
II tipo 415 presenta un piccolo orlo inclinato verso 1973, p. 351 ss., figg. 229, 410, 287, 288, tabella 4. Pompei: CA~
RANDlNI 1973, ta,·. XII, 30. Roma: MARABINI 1973, p. Il!. Sepino,
l'esterno. Scavi del Foro.
Il tipo 416 presenta un piccolo orlo diritto eccezional- Spagna. Ampurias: MAYET 1975, p. 70, rav. XXXV, n. 279; tav,
mente inclinato verso l'interno. XXXVI, n. 286; ALMAGRO 1955, Inc. Patel, n. 21; lnc. Torres, nn.
13, 14. Barcellona: MAYET 1975, p. 70, tav. XXXV, n. 282. (Barcel-
I tipi 4r7~19, infine, non sono carenati, le pareti, anche lona): MAYET 1975, pp. 70-7L tavv. XXXV-XXXVI, nn. 278,
in questi casi, sono fortemente inclinate verso l'esterno; 294. Belo: MAYET 1975., pp. 70, 71, taV\". XXXV, XXXVI, nn. 276,
l'orlo è assente e il fondo è appena convesso. 288, 290, 292. Bilbilis: JviAYET I975, p. 149, (Cadice): MAYET r975,
p. r49. Carmona: MAYET I975, pp. 70, 71, ta\'. XXXVI, nn. 287,293.
Questi tipi sono stati trattati insieme poiché costi- Elche: MAYET 1975, p. 69_, ta\'. xxxv, n. 275. Ibiza: AiAYET 1975,
rniscono un gruppo molto peculiare di vasi per le loro p. 70, ta,·. XXXV, n. 281. Mah6n: MAYET 1975, p, 71, taY. XXXVI,
caratteristiche tecniche e per l'argilla. Il centro di pro- nn. 295,296. Jv!.aiorca: M.AYET 1975, p. 70_, tav. XXXV, n. 280; p. II7,
tav. LXXVI, n. 644. MCriàa: M.AYET 1975, p. 149. Munigua: VEGA$
duzione e la cronologia presentano problemi analoghi 1969, p. 90; MAYET l975, p. 149, Osuna: MAYET 1975, p. 7r, tav.
che è opportuno considerare unitariamente. XXXVI_, n. 29r. Riotinto: M.AYET 1975, p. r49. Sagunto: MAYET
1975, p. 70, tav. XXXV, nn. 283, 284. 'L1rragona: RUGER 1968,
Queste coppe sono comunemente definite a ({ guscio tav. I, n. !; .M.AYET 1975, p. 149.
d'uovo)) a causa del minimo spessore delle pareti (mm
r-.. r,5), del colore dell'argilla e del trattamento della su-
perficie. Il colore dell'argilla è infatti biancastro, mai TIPO 2/300.
bianco, a volte con sfumature di vario colore (ocra, gri-
gio) giallastro); spesso la frattura presenta un colore Descrizione.
più scuro rispetto a quello della superficie. Su quest'ul- Coppa del tutto simile a 2/246, 417. A differenza
tima sembra sia stata passata una mano con la stessa di queste ultime è presente in questo caso un'ansa che
argilla d::l vaso, ma estremamente diluita; questo ri- si imposta alle due estremità del vaso.
vestimento, insieme probabilmente ad una più accurata Argilla di colore rossiccio, priva di ìngubbiatura.
politura, contribuisce a dare a queste coppe l'aspetto Decorazione 5.
così caratteristico. Alcuni esemplari sono decorati con Non ci sono dati sufficienti per stabìlire la cronologia
rotellatura 5 e 5 b. o il centro di produzione di questo esemplare.
Coppe di questo tipo sono attestate almeno a partire
dal regno di Claudio, come mostrano le stratigrafie di Bibliografia.
Ampurias, Tarragona e Pollentia (.M.AYET 1975, p. 69). Tunisia. Cartagine: 1'.-1.usco Archeologico.
Si osservi che il riferimento alla ceramica di età nero-
niana da Camulodunum (.M..AYET 1975, p. 69) non e per-
tinente, poiché negli scavi inglesi, per ceramica ,, a guscio T!PO 2/294.
d'uovo " è inteso un altro tipo ài vasi.
Le stratigrafie ostiensi mostrano che queste coppe Descrizione.
sono presenti almeno nell'Italia centrale intorno all'età Coppa tendenzialmente emisferica. Un piccolo orlo
flavia (MAYET 1975, p. 69). dritto è leggermente inclinato verso l'esterno. Il fondo
Tuttavia si può osservare invece (proprio dalle strn- è piatto. (Ta,·. XCIV, 4).
tìgrafie ostiensi) che questi vasi furono esportati in quel L'argilla di questo esemplare corrisponde a quella del
luogo fino all'età adrianea (RICCI 1973, p. 351, tabella terzo gruppo di esemplari attribuiti ipoteticamente ad
in questo caso la datazione a Traiano deffesemplare una produzione campana. Il colore è tendenzialmente
cii Tipasa, altrove messa in dubbio (MAYET 1975, p. biancastro, con sfumature beige-grigiastre.
69), risulta essere invece attendibile, Decorazione 36.
Per quanto riguarda il centro di produzione, l'ipotesi
più plausibile sembra quella che vede nella Betica, e Bibliografia.
jn particolare nella zona nresso Cadice, i! centro di pro-

2.93
CERAMICA A PARETI SOTTILI

TIPO 2/244 cc MARABINI XXXVIII. Bibliografia.


Austria. !viagdalensberg: ScHrNDLER KAUDELKA 1975, tav. r-:-,
Descrizione. forma 84 e.
ln1;hiltcrra. Cirencesrer: GREENE 1979, fig, 6.10.
Coppa a pareti inclinate verso l'esterno. L)orlo è ar- Svizzera. Vindonissa: GREENE 1979, p. !9, fig. 5, n. 1.3.
rotondato nella parte superiore e inclinato verso l'esterno.
Il fondo, appena convesso, presenta un piede di mi-
TIPO 2.Ì2I7 "" GREENE FIG. 21.7.
nime dimensioni. (Tav. XCIV, 5).
Argilla dura e ben depurata di colore rosato. Le Descrizione.
pareti non sono troppo sottili (mm 2-3). La superficìe
Coppa emisferica. L'orlo è arrotondato e sporgente
esterna è polita.
verso l'esterno. Il fondo presenta un piede dritto e piut-
Decorazione 5 f, 5 i.
tosto accentuato. (Tav. XCIV, 8).
Appartiene probabilmente a questo tipo un frammento
L'argilla è fine e uguale a quella della ceramica sud-
da Ostia che presenta le stesse caratteristiche di argilla
gallica fabbricata negli stessi siti, ma di colore camoscio
e di decorazione degli esemplari cosani.
o arancio camoscio. In alcuni casi è stata osservata la
I frammenti di Cosa sono datati in età augustea; tut-
presenza di mica.
tavia, se si accetta l'appartenenza a questo tipo dell'esem-
Il significato di questa presenza è incerto, ma è da met-
plare ostiense, si può osservare che esso è attestato in
tere comunque in relazione con la temperatura di cottura.
età flavia e, anche se in misura ridotta, in età adrianea.
Il rivestimento è in genere di colore marrone-oro pal-
Difficile è stabilire la provenienza di questi esemplari.
lido o marrone-castano scuro (GREENE 1979, pp. 51,
Tuttavia esami di laboratorio sono in corso su frammenti
52). Decorazione 14 con l'aggiunta della 63 sulla super-
ostiensi al fine di stabilire una loro eventuale provenienza
ficie interna,
centro---i talica .
Questo tipo, attribuibile ai centri del S della Gallia,
Bibliografia. è datato in età claudio-neroniana (GREENE 1979, p. 54).
Italia. Cosa: MARABINI 1973, p. 162, tavv. 31, 74, n. 284. Ostia:
RICCI I973, p. 357, fig. 487, tav. LVII.
Bibliografia.
Francia. La Graufesenque: GREENE 1979, p. 50, fig:. 21, n. 7.

TIPO 2/220 = GREENE FIG. 6, 5-4- TIPO 2/237.


Descrizione. Descrizione.
Coppa a carena arrotondata e priva di orlo. Il labbro Coppa a carena arrotondata. Orlo dritto, fondo piat-
è sottolineato da alcune solcature parallele. La carena
to, pareti leggermente inclinate verso l'esterno. (Tav.
è posta approssimativamente poco al cli sotto della metà
XCIV, 9).
della parete. Al di sopra di essa sono presenti altre sol- Per le caratteristiche dell'argilla si veda il tipo 2/2r7.
cature parallele uguali a quelle che sottolineano Porlo. L'esemplare da Beja presenta uniargilla di colore aran-
Il fondo è piatto. (Tav. XCIV, 6). È attestata la deco- cio chiaro, brillante.
razione 5 i. Decorazione 408.
L'argilla presenta le stesse caratteristiche di 2/236 È probabile che questi vasi fossero prodotti nella
ed è relativa al centro di produzione di Lione. Gallia meridionale o anche a Montans i cui centri imi-
Decorazione I 8. tano le forme Dragendorff 29 e 30 (MAYET 1975, p. II8;
Per altro si veda quanto detto a proposito di 2/236. GREENE 1979, p. 54). La produzione di questi esemplari si
Bibliografia. colloca in età claudio-neroniana (GREENE 1979, p. 50 ss.).
Olanda. Nimega: GREE1"T I979, p. 21, fig. 6, n. 5.4. Bibliografia.
Inghilterra. Colchester: GREENE 1979, fig. 21.I. Dorchester:
TIPO 2/420 GREENE FIG. 5., 1.3. GREENE 1979, p. SI, fig. 21, n. 2. Fìngringhoe: GREENE 1979, f!.
sr, fi.g. 21, n. I. Richborough: GREENI; I979, p. 51, fii;. :n, n. 3.
(Richboroughi: GREENE 1979, p. 51, fig:. 21, n . ..;.. York· GREENE
Descrizione. 1979, p. 51, fig, 2I, n. 5.
Coppa a carena arrotondata. Rispetto alla precedente Spagna. Beja; MAYET I975, p. n9, tav. LXXVII, n. 657.
2/220 la carena è posta a metà del corpo e le pareti, al
di sopra della carena, sono leggermente inclinate verso TIPO 2/219 = MAYET XXX.
l'esterno. L'orlo non è sottolineato da solcature; queste
ultime compaiono invece subito al di sopra della carena Descrizione.
e del fondoi appena convesso. (Tav. XCIV, 7). Coppa emisferica. Un piccolo orlo dritto è inclinato
L'argilla degli esemplari rinvenuti a Cirencester e a verso l'esterno. Il fondo, leggermente convesso, presenta
Vindonissa sembra ricondurre al centro di produzione un piccolo piede inclinato verso l'esterno. (Tav. XCIV,
di Lione (sì veda il Tipo 2/220). L'esemplare da Magda- IO).
lensberg presenta argilla di colore quasi nero e decora- Argilla bruno chiara, ingubbiatura spessa e brillante
zione a rotella 5 b. Decorazione 63. sulla parete esterna, più gialla e leggera su quella interna.
Si veda per altro 2/220. Decorazione 410.

294
CERAMICA A PARETI SOTTILI

Non ci sono dati sufficienti per stabilire l'area di pro-


duzione di questo tipo. Per quanto riguarda la crono-
logia è stata avanzata l'ipotesi di una datazione in età Dcscriz1:one.
tiberiana sulla base di confronti con frammenti da Cosa Coppa biansata, Si tratta di un vasetto miniaturistico
(IvlARABINI 1973, nn. 347-349) riguardanti essenzialmente che richiama il tipo 21179. (Tav. XCIV, 13).
la decorazione (MAYET 1975, p. 63). L'argilla è di colore grigio.
Bibliografia. Decorazione 57.
Per questo esemplare è stata ipotizzata una prove-
Spa1;11a. lbiza: MAYET !975., p. 63, tav. XXIX, n. 228.
nienza nord-italica (HAYES I 976).

TIPO 2/221 MAYET XXX. Bibliografia.


Provenienza indeterminata: HAYES 1976, p. 30, fig. 9, n. r4r.
Descrizione.
Coppa a carena arrotondata. L'orlo, arrotondato, è
sporgente affesterno. Il fondo, appena convesso, pre- TIPO 2/422-423 MARABIN! XXIX MAYET
senta un piccolo piede appena accennato e inclinato IX.
verso l'esterno. (Tav. XCIV, II).
Argilla beige rosata. Parete esterna appena polita. Descrizione.
Decora~ìone 358, 386. Coppa biansata di forma tendenzialmente emisferica;
Non ci sono dati sufficienti per formulare ipotesi talvolta la pancia del vaso è molto bassa e la parete as-
circa la cronologia e il centro di produzione di questo sume un aspetto quasi carenato. L'orio è indistinto d8.lle
esemplare. pareti; le anse, in genere a nastro, sono disposte quasi
ad anello e presentano un tratto orizzontale posto al
Bibliografia.
di sopra di esse. Sono state individuate, in funzione della
Spagna. Belo(?): MAYET 1975, p. 73, tav. LV, n. 454. lbiza: presenza o meno dell'orlo e della fattura delle anse,
MAYET 1975, p. 63, ta\', XXIX, n. 229,
alcuni diversi tipi. (Tav. XCIV, 14).
Nel tipo 422, privo di orlo, le anse a nastro sono di-
TIPO 2/421 = MAYET XXIX. sposte, come elementi vegetali, nella parte inferiore dd
vaso ~ presentano un tratto orizzontale a tesa in quella
Descrizione. superiore.
Coppa a carena bassa ed estremamente arrotondata. Il tipo 423 presenta le anse a sezione piatta, disposte
L'orlo è appena ingrossato ed inclinato alresterno. Il completamente a cerchio; un tratto orizzontale a tesa
fondo, convesso, determina un piccolo piede. (Tav. è disposto sia superiormente che inferiormente ad esse.
XCIV, 12). Non sembra, almeno al momento, che taìi differenze
Argilla di colore beige chiaro. Leggera politura sulla corrispondano a variazioni significative in rapporto alla
parete esterna. individuazione di diversi centri di produzione.
Decorazione 67. L'argilla degli esemplari da Cosa è sabbiosa, molto
Non ci sono dati sufficienti per stabilire la cronologia cotta, di colore arancio rossiccio, la parete può essere
il centro di produzione di questo esemplare per il ricoperta da una ingubbiatura molto diluita di colore
quale è stata ipotizzata una cronologia in età tiberiana grigio. Quella degli esemplari spagnoli è generalmente
(M.AYET 1975, p. 62). di colore ocra con ingubbiatura ocra rosata, in alcuni
casi bruno-arancio, leggermente brillante.
Bibliografia. Coppe con queste caratteristiche morfologiche erano
Spagna. lbiza: MAYET 1975, p. 62, tav. XXIX, n. 225. diffuse, in argento, nel periodo tardoellenistico. La fat-
tura delle anse trova paralleli nella ceramica pergamena
(!viARABINI 1973, p. 88). Coppe dì questo tipo veni-
vano prodotte anche in terra sigillata italica (Dragen-
dorff 14) e in vetro (ISINGS forma 29) (MARABINI 1973,
Descrizione. p. 88).
Coppa carenata. La carena è posta al di sotto della metà Gli esemplari di Cosa sono databili in età repubblicana.
della parete. Il fondo presenta un piccolo piede inclinato Le attestazioni pìù tarde sono quelle di Veio, databili
verso l'esterno. in età augustea.
Non ci sono dati che permettano di ipotizzare la cro- Difficile è stabilire il centro di produzione originario.,,
nologia o il centro di produzione di questo esemplare. che tuttavia può essere ipotizzato nell'area centro-set-
Z:'.i può solamente osservare che la stessa decorazione tentrionale della penisola. Tali prodotti sembrano dif-
compare anche sulla coppa 2/322. fusi soprattutto regionalmente, tuttavia esempìari dello
stesso tipo sembrano essere stati prodotti anche nella
Bibliografia. Penisola Iberica. Gli esemplari spagnoli presentano le
li{f!os!az,ia. Emona: PETRt: 1972. tomba 49a. tav, XXXIII, n. 2:-.. anse variamente decorate.

2.95
CERAMICA A PARETI SOTTILI

Bibliografia. (( indiretta )) con prototipi metallici attraverso la ceramica


Grecia. Corinto: HAYES !973, ta\'. 89, n. 90, a vernice nera del tipo detto di Malacena, attestata nel-
lralia. Cosa: MARABINI 1973, p, 88, taV\'. 13, 63, n. 140. Val Fu- l'Etruria centro--settemrionale interna. La somiglianza
cinaia: MINTO 1937, p. 340, fig. 43- Veio: ToRELLI-POHL !973,
fig. 37, n. 343, Viterbo: LOESCHCKE 1909, p. 154, fig. 5,3,
con il tipo Morel 3161 fornisce utili indicazioni per l'ori-
Spagna. Asta Regia: 1'v1AYET 1975, p, 43, tav. XV, n. I 14; ESTEVE gine dei vasi a pareti sottili in Etruria.
GUERRERO 1945, tav. XIV, fig. 2; lvl.AYET 1975, p. 43, tav. XV, n.
116; MAYET 1971, pp. 47-48, mv. VII, nn. 9-10; MAYET 1975, p. 43, Bibliografia.
tav. XV, n. 117; p. 44, tav. XV, nn. II8, u9; JviAYET 1971, p. 47,
tav. VII, n. 7. Mérida: MAYET 1975, p. 4:C-, tav. XV, n. n5. Italia. Cìvitella S. Paolo: BE~DINELLI 19Z2, p. 12)', fig. 5. Cosa:
Monturquc: MAYET I975, p. 43,tav. XV, n. nS. MARABINI 1973, p. 87, tavv. !3, 62, nn. 134, 139.

TIPO 2/341 " MAYET IX.


Descrizione. Descrizione.
Coppa tendenzialmente emisferica, biansata, del tutto Coppa biansata simile al tipo 2;210. Rispetto a questo
simile aì tipi 2/422-423. Rispetto a questi ultimi le anse ultimo il corpo è di forma più globulare ed il piede più
sono in questo caso disposte perfettamente ad anello, con sottile e slanciato. (Tav. XCV, 2--3).
un tratto orizzontale posto superiormente ad esse. Gli esemplari attestati, tutti nella Penisola Iberica,
L'esemplare presenta dimensioni miniaturistiche. (Tav. presentano un'argilla di colore beige--rosato; le pareti
XCIV, 15). esterne non presentano tracce né di rivestimento né
Bibliografia. di politura, soltanto in un caso è forse possibile ipotiz-
zare una ingubbiatura.
Grecia. Corinto: HAYBS 1973, taY. 89, n. 10.
Si è visto per questo tipo, come per il 2/210, una deri-
vazione da prototipi metallici (lvl.AYET 1975, pp. 18, 42).
TIPO 2/425. L'origine di questi vasi sembra piuttosto articolata e da
mettere in rapporto con l'origine stessa dei vasi a « pa-
Descrizione. reti sottili )) . Non è possibile stabilire né la provenienza,
Coppa biansata di forma tendenzialmente emisferica. né la cronologia, trattandosi di materiali fuori contesto.
Il profilo del vaso è simile a quello dei tipi 2/422 . -424. Sarebbe opportuno approfondire l'analisi confrontanào
Il piede, a differenza di quest'ultimo, è piuttosto alto gli esemplari iberici con quelli cenrro-itaìici del tipo 21·210
e di forma tronco-conica. Le anse sono simili a quelle e procedere ad analisi appropriate per stabilire la pro-
della coppa 42 3 salvo che per il tratto orizzontale che è venienza dì entrambi.
più corto di quello superiore. (Tav. CXL, 5).
Decorazione 361. Bibliografia.
È piuttosto evidente la somiglianza, soprattutto at- Spagna. Asta Regia: MA'YET 1975, p. 43, tav. XIV, n. rr2. Azaila:
traverso le anse, con le coppe 2/422-424. Tuttavia la fat- l'viAYET 1975, p. 43, t:n·. XIV, n. II!. (Madrid;: MAYET I975, p.
43, tav. XI\', nn. ro9~uo.
tura stessa del vaso e la qualità della decorazione sem-
brano discostarsi da quei prodotti ben più finemente
lavorati.

Bibliografia. Desc1·izione.
Italia. Pompei: CARANDJNI 1977, p. 27,, tav, X, n. 22.
Coppa biansata. Il corpo è molto profondo e poggia
su un alto piede. L'orlo è dritto, appena sottolineato
TIPO 2/210 °.~ MARABINI XXVIII. da una solcatura che corre orizzontalmente sotto ii lab-
bro. Le anse sono piatte ,i pizzicate ,1 e scanalate nella
Descrizione.
faccia superiore dove si impostano poco al di sopra della
Coppa biansata. Il corpo del vaso è piuttosto profondo. metà della pancia. (Ta\'. XCV, 4).
L'orlo è dritto, indistinto dalla parete, con labbro ar- Argilla di colore rosa salmone con tracce di calce.
rotondato e leggermente sporgente all'esterno. Fondo Le superfici, esterna e interna, sono coperte da sabbiatura
alto, modanato e inclinato alPesterno. (decorazione 63) costituita da piccole particelle nere e
Le anse si impostano subito sotto l'orlo e sono com- da mica dorata.
prese nella parte superiore del vaso. Sono decorate su- Questa coppa richiama, piuttosto da vicino, quelìa
periormente con un motìvo 160. (Tav. XCV, 1). 2 1210; sembra trattarsi tuttavia in questo caso di una
L'argilla degli esemplari di Cosa è sabbiosa e ben produzione più tarda, Si suggerisce per questo vaso una
cotta, micacea, di colore arancio all'esterno e grigiastro in cronologia collocabile tra il 40 ed il 70 d.C.
frattura. Esemplari di questo tipo sono presenti a Cosa Per questo tipo non è possibile indìviduare al momento
tra il primo ed il terzo quarto del I sec. a.C. il centro di produzione.
Si è visto, in questo tipo, una connessione diretta con
prototipi metallici (.MARABINI 1973, p. 87; MAYET 1975, Bibliografia.
p. 42). Sembra più probabile invece una connessione lrnìia. (Nord-ltaiia : Hi,YES 1976, r,. 31. iig. 9, n. 146.

296
CERAMICA A PARETI SOTTILI

TIPO 2/279 MAYET XLI(?).


Descrizione, Descri::;ionc.
Coppa biansata, simile a 21289. A differenza di que- Coppa piuttosto profonda. L'orlo è modanato e incli-
st'ultima, l'orlo è più alto e le anse sono uguali a quelle nato verso Pesterno. Le pareti formano una pancia molto
di 2i390. (Tav. XCV, 5; CXLI, 1). arrotondata nella parte inferiore del vaso, si restringono
Per quanto riguarda le osservazioni su questo tipo si lievemente verso l'alto. Il fondo, leggermente convesso,
veda quanto detto a proposito del primo gruppo di esem- presenta un piccolo piede. Delle anse si conservano sol-
plari di possibile produzione campana. tanto gli attacchi. (Tav. XCV, 7).
Argilla di colore ocra opaco. Le superfici sono rive-
Bibliografia. stite da un'ingubbiatura di colore arancio, con riflessi
Italia. Centri Vesuviani: CARANDI.NI 1977, p, 26, ta\'. X, n. rS. metallici. Decorazione 63.
Non è possibile stabilire la cronologia né ipotizzare ìl
centro di produzione di questi esemplari.

Descrizione.
Bibliografia.
Spagna. Ibiza: MAYET 1975, p. 74, tav. XXXVII, n. 309.
Coppa biansata, la cui forma è simile al tipo 2/289.
(Tav. CXL, 6).
Decorazione 371. TIPO 2/200,
Si veda quanto detto a proposito del primo gruppo
di esemplari di probabile origine campana (p. 347). Descrizione.
Bibliografia. Boccalino monoansato. L'esemplare è costituito per 3I4
Italia. Centri Vesuviani, Museo Nazionale di Kapoli, .Magaz• da un altissimo collo, lievemente inclinato verso l'ìnterno.
zini: CARANDINI !977, p. 26, tav. X, n. 16. Privo di orlo. Due scanalature sottolineano il labbro e
l'attacco dell'alto collo sulla pancia; quest'ultima è ten-
denzialmente globulare. Il fondo presenta un piccolo
TIPO 2/318. piede. L'ansa, a gomito molto stretto nella parte supe-
riore, si imposta superiormente al di sotto del labbro e
Descrizione.
inferiormente alla base del collo.
Coppa emisferica. 11 corpo è piuttosto profondo, privo Argilla di color rosso mattone.
dì orlo, il labbro è sottolineato da una o due solca- Per quanto riguarda la cronologia ed il centro di pro-
ture. Il fondo è piuttosto alto, di forma tendenzialmente duzione sì veda quanto detto per 1/188.
tronco-conica. Le anse, piatte, sono 11 pizzicate ù nella
parte superiore e sì impostano nella metà superiore del Bibliografia.
corpo. (Tav. CXL, 7). haìia. Pompei, l\iuseo Nazionale di Napoli: CARANDIN! 1977,
Si veda, per questo tipo, quanto detto a proposito dei p. 28, tav. XVII, n. 69.
vasi di probabile origine campana (p. 347).
Bibliografia. TIPO 2/201.
Italia. Pompei, Musco Nazionale di Napoli, Magazzini: CARAK-
DlNI I9ì7, p. 28, tav. XIV, n. 46. Descrizione.
Bicchiere biansato con alto collo e pancia globulare.
TIPO 2/196. L'orlo, la cui parete è leggermente ingrossata, è disposto
quasi perpenàicolarmente alla parete. Le pareti si re-
Descrizione. stringono bruscamente in prossimità del fondo. Questo
Alta c:,ppa biansata. La metà superiore del vaso è ultimo presenta un alto piede a sezione triangolare. Le
costituita àa un alto collo che termina in un piccolo anse, a sezione circoiare, si impostano superiormente a
orlo modanato, leggermente sporgente verso l'esterno. metà del collo e inferiormente nella parte superiore della
La pancia è quasi globulare. Le anse si impostano pancia, a metà circa dell'altezza del vaso. (Tav. XCV, 8).
superiormente al di sotto dell'orlo e inferiormente sulla L'argilla e fine, di colore che varia tra il grigio medio
pancia. (Tav. XCV, 6). e il grigio scuro, quest'ultimo tendente al nero. Decora-
L)argilla di questo esemplare è ài color rosso mattone. zione 75 d.
La datazione proposta in base alla presunta somìgiianza Per quanto riguarda il centro di produzione dì questo
con la forma lviarabini XXVII (CARANDINI 1977, p. 28) esemplare è staro proposto il Nord--ltalia e per la crono-
non è convincente. logia un arco compreso tra il 50 ed il roo d.C. (HAYES
1976, p. 31).
Bibliografia.
Italia. Villa di Oplontis_, Musco Nazionale di Napoli: CARA:-:i-
Bibliografia.
DINI !977, p. 28_, tav. XIV, n. 52. Palcsri11a. Cacsarca'

25'7
CERAMICA A PARETI SOTTILI

TIPO 21316, 2/384-386 MARABINI XXV portanza esami di laboratorio su campioni di entrambi
MAYET X. questi tipi, al fine di stabilire una eventuale identità
del centro di produzione. Se si pensa ad una iniziale
Descrizione. fabbrica centro-italica, forse a partire dalla prima metà
2/316. Coppa biansata. La pancia si restringe a circa del I sec. a.C., si deve anche ritenere che questo centro
metà del corpo o poco al di sopra con una profonda gola esportò oltre che in Italia, anche nel bacino del Medi-
a volte sottolineata da una costolatura. Nella maggior terraneo orientale (Atene, Antikythera) e occidentale (Pe-
parte dei casi la parte inferiore del vaso è schiacciata verso nisola Iberica e Francia); l'esportazione dovette iniziare
il basso. L'orlo, piuttosto alto e rigonfio, presenta un probabilmente dalla metà del I sec. a.C., come conferma
labbro sottolineato da una leggera solcatura e legger- l'attestazione da Pollenria (VEGAS I973, p. 78, nota 188).
mente inclinato verso l'esterno. Il fondo presenta un In breve tempo però queste coppe dovettero essere imi-
piccolo piede, in genere inclinato all'esterno. Le anse tate, le variazioni della forma e la scelta di motivi deco-
sono piatte e si impostano sull'orlo a metà della pancia; rativi molto diversi da quelli adottati originariamente in
talvolta possono essere ornate da una lìnguetta orizzon- ambito centro--italico, costituiscono delle indicazioni in
tale all'attacco inferiore e, superiormente, da un nodo questo senso. Per quanto riguarda la durata di queste
a rocchetto, circolare o appena schiacciato. (Tav. XCV, 9). coppe si può ipotizzare che dall'età augustea dovettero
2/384. Differisce dal precedente per l'orlo completa- avere, almeno nella penisola italica, un calo nella produ-
mente dritto. (Tav. XCVI, r). zione. Le esportazioni, pur se in quantità ridotta e an-
2/385. Presenta, a differenza del tipo 384, un corpo cora per breve tempo, dovettero indirizzarsi verso le
not~volmente più schiacciato, tanto che la pancia asswne zone oltr' Alpe.
un aspetto quasi carenato, (Tav. XCVI, 2). Bibliografia.
2 /386. Il corpo non è schiacciato come queJlo del
Algeria. Tipasa: BARADEZ 1968, p. II8, fig. 76; MAYET 1975,
tipo 2/385 e l'orlo è dritto come nei tipi 2/384-385. Sono p, 131, forma X, n, 30.
state evidenziate le differenze più significative tra gli Cipro, Antikythera: WEINBERG-GRACE 1965, p. 20, n, 7.
esemplari attestati con le varianti 2/384-385. (Tav. Francia, Encérune: MAYET 1975, p. r31, forma X, n, 19. Narbonne:
XCVI, 3). MAYET 1975, p. 13!, forma X, n. r8. Toulouse: MAYET I975, p. 44,
Germania. Haltern: LOESCHCKE 1909, tav. 12,55.
Non sempre vengono fornite per questi esemplari Grecia. Atene: ROBINSON I959, F26, fig. 13, tav. 39.
indicazioni riguardanti l'argilla, Gli esemplari da Savana Italia. Albenga: LAMBOGLIA 1938, fig. 22c, n. !. Celinica: BANTI
sono di colore rosso-·bruno o cinereo-bruno; mentre la 1937, pp. 33, 165, tav. XIla, n. 5. Civitella S. Paolo; BENDI!>t'ELLI
r922, p. r33, fig. 8. Cosa: MARABINI 1973, p. 82, tavv. J2, 62, nn.
coppa da Luni è giallastra. Gli esemplari da Cosa pre- 122-IZ;. Florinas: MORACCHINI MAZEL 1971, p, 288, fig. 39. Luni:
sentano un'argilla piuttosto sabbiosa, non perfettamente CAVALIERI MANASSE 1977, tav. 9, uCM 833, 13CM 2045. Monte
depurata e spesso con particelle grigio micacee all'in- Rizzu: MoRACCHINI MAZEL 1971, p, 310, fig. 39. Ordona: MERTENS
1971, p. 36, figg. 36, 39. Populonia: MARABINI 1973, p. 84. Porto
terno; il suo colore varia dal bruno all'arancio. L'argilla Recanati: MERCANDO 1974, tomba 134, fig. 218c. Roma: McFAODEN
degli esemplari da Settefinestre è ben depurata, molto 1946, n. 33823, tav. XLIX; MARABINl !973, tav. 99, L Siracusa:
PELAGATTr 1970 a, pp. 481-483, fig, 62a; 65d. Savana: PELLEGRINI.
cotta, non troppo omogenea, dura, di colore rosso acceso 1903, p. 224, fig. 6, n, I; BIANCHI BANDINELLI 1929, tav. XXXVII;
scuro; quella da Taranto è definita marrone rossiccia. l'vi.ARABINI 1973, tavv. 98,4, 99,I. Taranto: VEGAS r973, p, So, n. 3.
Un esemplare da Ampurias e uno conservato al Museo lu1;osìavia. Emana: PLESNICAR-GEC I9i2, tav. XLI, n. r50;
PETRU 1972, tav. cc, tomba 1!3,18.
di Barcellona presentano un'argilla di colore grigio, men-
Aiarocco. Thamousìda: CALLOU-·MOREL-REBUFFAT-HALLIER 1975,
tre tutte le altre coppe spagnole sono di colore ocra o tav. LIX, nn. r--6.
arancio. Si può osservare che gli esemplari italici sono di Spagna. Ampurias: ALMAGRO 1955, fig. I3, nn. 2, 2 a, e, p., 35,
preferenza decorati con motivi 53, 27, 54, mentre sui Barcellona: MAYET 1975, tav. XVI, n, !22. Jbiza: MAYET 1975,
p. 45, tavv. XVI, LXXXIII, nn. r24, 126; p. 46, tavv. XVII, XVIII,
prodotti spagnoli compaiono le decorazioni 221, 222, 217, nn. 13r-132, !39, 141; p. 47, tav. XIX, nn. 142-143; MARABINI
229, 38, 2, 90, 4, 5, 5 a, 8, 52, 87, 209, 406. Sono atte- 1973, p. 84; MAYET 1975, pp. 46-47, tavv. XVII-XIX, nn. 133-141.
Maiorca: lviA.YET 1975, p, 45, tav. XVI, n. 125. Pollentia: VEGAS
stati anche pochi esemplari non decorati. 1973, p. 78, nota 188. Riotinto: ,\1.AYET 1975_, tav. XLV, n. 38!.
La cronologia degli esemplari da Sovana è orientati- Tarragona: MAYET 1975, p. 45, tav. XVI, n. 123.
vamente collocata nell'ambito della seconda metà del I Sviz:::era. 11.ura!to: S!MONETT 194r, Mur. P. 14, fig. 28, n. 5.
sec. a. C. Le stratigrafie di Cosa fanno risalire pili preci-
samente questa coppa tra il secondo ed il terzo quarto TIPO 2/388.
del I sec. a.C.; un solo frammento può essere datato tra
il I 50 e il 75 a.C. Dai dati a disposizione sembra piut- Descrizione.
tosto probabile pensare che queste coppe furono prodotte Coppa simile alle precedenti 2/316, 384-386. L'odo,
inizialmente in Italia centrale. Le osservazioni secondo sempre molto pronunciato è in questo caso alto e dritto,
le quali l'argìlla degli esemplari da Cosa sarebbe diversa con il labbro arrotondato e sporgente verso l'esterno;
da quella degli esemplari di Sovana (MARABINI 1973, p. 84) alcuni esemplari presentano l'orlo appena inclinato verso
avrebbe forse bisogno di una verifica mediante analisi di l'interno. Il fondo è piatto, con un accenno cii piede
laboratorio o anche un accurato esame ad occhio nudo e dritto. Le anse sono piatte e scanalate e si impostano
un confronto diretto sui campioni. Se si osservano le loca- superiormente sull'orlo e inferiormente sulla spalla. (Tav.
lità italiche dove questo prodotto è attestato sì può notare XCVI, 4).
che l'area centro-italica tende a ricalcare il panorama L'argilla degli esemplari da Aquileia è di colore gri-
indicato per bicchieri I 11--4. Sarebbero di grande ìm- gie- chiaro, con ingubbiatura di colore grigio) di tonalifr
CERAMICA A l'ARET! SOTTILI

più scura rispetto alrargilla. L'argilla dell'esemplare da


Porto Recanati è grigia con ingubbiatura grigio-bruna.
Tutti gli esemplari da Emona, infine, presentano argilla Descrizione.
grigia. Decorazione: il motivo decorativo più attestato è Coppa simile alla precedente 2/287. Rispetto a questa
quello a barbottina vegetale 368. Sono attestati anche un ultima l'orlo è dritto ed è assente la gola all'attacco con
esemplare decorato con un motivo 16 e l'aggiunta di la parete. Il piede, sempre a calice, ha una base piatta.
rotellature 5 b nella parte bassa del vaso, e un esemplare Le anse a presa sono disposte orizzontalmente e attac-
decorato nella parte superiore con una fascia di rotella- cate alla parete, (Tav, XCVI, 6).
ture 5 e 5 b, Decorazione 5.
Non ci sono dati che permettano di stabilire la crono- Per quanto riguarda l'argilla e le osservazioni su que-
logia di questi esemplari. Per quanto riguarda il centro sto tipo, si veda quanto detto a proposito del primo
di produzione si potrebbe ipotizzare, in attesa degli gruppo di esemplari di possibile produzione campana
esami di laboratorio, in corso su frammenti da Aquileia, (p, 347),
una provenienza da Aquileia: o dall'area nord-adriatica.
La diffusione di questo tipo ricalca piuttosto esatta- Bibliografia,
mente quella di altri esemplari attribuiti a quella produ- Italia, Centri Vesuviani: CARANDINt 1977, p. 28, tav. XVI, n, 65,
zione.

Bibliografia. TIPO 2/390,


Italia. Aquìleia: Museo Archeologico, lviagazzini. Porto Recanati:
MERCANDO '1971, p. 4ro, fig:. 12, n. L
Descrizione.
Jugoslavia. Emona: PLESN:ICAR..·GEc 1972, tomba XLI, ta\", !50, Coppa biansata dal corpo tendenzialmente globulare.
n. 15; tomba XXVìI, tav. 106, n. 12; PETRU 1972, tomba 27, tav.
HI, n. 18. L'orlo è àritto e inclinato verso l'esterno; le anse sono
poste nelia parte superiore della parete; presentano una
sezione piatta e sono <i pizzicate i1 superiormente. Il fondo
presenta un alto piede a base piatta. (Tav. CXL, 8).
Decorazione 5, 363.
Descrizione. Per quanto riguarda l'argilla e le osservazioni relative
Coppa simile alle precedenti 2!316, 384-386, L'orlo è a questo tipo, si veda quanto detto a proposito del primo
alto} dritto e appena rigonfio. Il fondo è piatto. Le anse} gruppo di esemplari di possibile produzione campana.
piatte e scanalate, si impostano superiormente subito
Bibliografia.
sotto Jlorlo e inferiormente sulla spalla.
L'argilla dell'esemplare attestato è di colore rossiccio, Italia. Centri Vesuviani: CARANDINI 1977, p. 26, rav. X, nn. 19,
20,
non molto ben depurata.
La datazione fornita dalla necropoli di Porto Recanati
?: collocabile nell'ambito dei primi decenni del I sec. d.C. TIPO 2!223, 2/224, 2/225 = MARABINI XLII
Non è possibile stabilire la provenienza di questo MAYET XXVIII = MAYET XXIX. 0

esemplare che potrebbe essere attribuito, orientativamente,


ad una produzione locale. Descrizione.
Bibliografia, Coppa biansata profonda a carena bassa e arrotondata.
La coppa è priva di orlo, il fondo è leggermente convesso.
Italia. Porto Recanati: MERCANDo 1974, tomba 134, fig. 218i.
Le anse si impostano a circa metà della parete e presen-
tano, in genere, una sezione scanalata. (Tav. XCVI, 7-9).
TIPO 2/287, L'argilla degli esemplari da Cosa, databili in età au-
gustea, è sabbiosa, dura, di colore marrone chiaro o gri-
Descrizione. giastro, a volte marrone nel nucleo. L'ingubbiatura è
Coppa emisferica. L'orlo è piuttosto pronunciato, ar- marrone, opaca, oppure grigio bruna con riflessi metallici,
., 0tondato nella parte superiore e separato dalla parete L'argina degli esempìari da Cosa, databili in età tiberiana,
da una profonda gola. Il piede è molto alto, di forma è sempre sabbiosa, dura, e di colore arancio chiaro con
tendenzialmente a calice, con la base verticale. (Tav. sfumature a volte violacee e riflessi metallici, oppure
XCVI, 5). con sfumature rosa scuro, riflessi metallici e chiazze
Decorazione 5 c. tendenti al grigio. Sempre da Cosa in età tiberio-daudia
Per quanto riguarda le caratteristiche dell'argilla e le si trovano frammenti con argilla fine di colore grigio
osservazioni su questo esemplare, si veda guanto detto chiaro, con la superficie esterna polita di colore grigio
proposito del primo gruppo di esemplari di possibile scuro; un esemplare, databile in età neroniana, presenta
provenienza campana. argilla nera, gli, altri. frammenti, sempre dello stesso pe-
riodo, presentano un'argilla soffice, di colore bruno ros-
Bibliografia, siccio chiaro con ingubbiatura viola scuro o bruno scuro
ltaha. Ercolano e Centri Vesuviani: CARANDlNl 1977, p. 28, tav. con alcuni riflessi metallici. Decorazione 5 1, 353, 63,
XVI., n, 64. II4, II3, 370.

2!)!}
CERAMICA A PARETI SOTTILI

Gli esemplari spagnoli presentano una grande varietà Si può quindi riassumere che queste coppe furono in
di caratteristiche: quelli da Maiorca presentano un'ar- uso per tutta la prima metà del I sec. d.C.; fino almeno al
gilla grigia non ingubbiata, oppure un'argilla sempre 70 d.C. in tutta l'area centro-italica. Resta da stabilire,
grigia con ingubbiatura grigio bruna. con l'aiuto di opportune analisi, se tutti i frammenti at-
Sempre da Maiorca provengono esemplari privi di testati provengono da un unico centro. Quest'ultimo do-
ingubbiatura oppure con un rivestimento dello stesso vette per altro esportare anche nella provincia britannica.
colore dell'argilla. Gli esemplari da Pollentia presentano Resterebbe inoltre da stabilire quanti degli esemplari
un'argilla di colore ocra e ìngubbiatura arancio. Decora- spagnoli provengono dall'Italia centrale. È facile pen-
zioni 63, 353, 103. sare ad una esportazione nella Penisola Iberica dal mo-
Le stratigrafie di Cosa indicano, per questi esemplari, mento poi che questi vasi furono, con ogni probabilità,
un arco cronologico che va dall'età augustea a quella ampiamente imitati localmente (si veda 2/394).
neroniana.
Dall'osservazione delle ,caratteristiche dell'argilla dei Bibliografia.
vari frammenti rinvenuti nelle stratigrafie di Cosa, si Italia. Cosa; lVi.ARABlNl 1973, p. 182 ss., tavv. 39, 80, nn. 355,
può osservare la presenza di esemplari in argilla grigia 359. Pompei: CARANDINI 1977, p. 27, tavv. X-XII, nn. 23-26, 28.
a partire dall'età tìberiana o dal primo periodo claudio. Sutri: DuNCAN 1964, p. 75, fig. 8, forma 7, nn. 32-42.
lnghilrerra. Cokhester: GREENE 1979, p. So, fig. 34, nn. 3, 6.
Questi esemplari, per i quali sarebbero di grande impor-
tanza esami di laboratorio, potrebbero provenire da cen-
tri di produzione dell'Italia settentrionale. Per il resto
sembra~. almeno dalle descrizioni, che siano presenti TIPO 2/394-395 MAYET XXXII - GREENE
produzioni diverse da quella presumibilmente locale. Per FIG. 34-4·
quanto riguarda gli esemplari iberici, non è possibile
ipotizzare il centro dì produzione. Descrizione.
Il tipo 2/394 è costituito da una coppa carenata, bian-
Bibliografia. sata. La carena è posta generalmente nella metà superiore
Italia. Cosa: MARABlNI I973, pp. I27, 180, 225, 254, tav\'. 21, della parete. L'orlo, rispetto a 2/222, è variamente mo-
37, 45, 51, 67, 78, 79, 89, nn. 209, 210, 334-336, 338,339,420, 421-- danato.
423, 475-477. Pompei(?): Museo Nazionale di Napoli, Magazzini.
Il fondo piano o appena convesso presenta spesso
Spagna. Maiorca: MAYET 1975, p. 62, tav. XXIX, nn. 224, 223,
219, 220. Pol!entia; J\.1.AYET 1975, p. 62, tav. XXIX, n. 221. un piccolo piede appena inclinato verso l'esterno; le
pareti al di sopra della carena sono inclinate verso l'in-
terno. Le anse scanalate si impostano generalmente nella
metà superiore del vaso. Lo spessore delle pareti è su-
TIPO 2/222 MARABINI LXI GREENE FIG. 34, periore a quello del tipo 2/222 (da mm 2,5 a 3 circa di
3.6. media, mentre nella parte bassa del vaso raggiunge an-
che mm 5). (Tav. XCVI, rr-12).
Descrizione,
Il tipo 395 presenta l'orlo più alto e la carena a spigolo
Coppa carenata biansata. Il tipo 2/222 presenta una quasi vivo. L'argilla degli esemplari iberici è di colore
parete estremamente arrotondata, la carena è posta nella che varia dall'ocra chiaro fino quasi al biancastro o al-
parte inferiore del vaso. L'orlo è modanato, convesso Pocra arancio di varie tonalità; l'ingubbiatura è in genere
nella parte interna e concavo in quella esterna. Il fondo di colore arancio bruno, con riflessi metallici. L'esem-
è piatto e privo di piede. Le anse si impostano inferior- plare da Wroxeter, con argilla definita camoscio e ingub-
mente a circa metà della parete e superiormente subito biatura rosso bruna, gli esemplari da Luni, con argilla
sotto l'orlo. (Tav. XCVI, ro). arancio e ìngubbiatura rossastra, l'esemplare da Sabratha,
L'argilla degli esemplari da Cosa è sabbiosa, di colore con argilla definita nocciola chiaro e ìngubbiatura bruno
rosa con ingubbiatura dello stesso colore, o rossa con rossiccia e le coppe provenienti dalla necropoli di Palaz-
ingubbiatura che varia anche nell'ambito dello stesso zetto Murotondo, con argilla grigia e ingubbiatura mar-
vaso fino al rosso scuro con riflessi metallici. Gli esem- rone~ nonostante alcune differenze, riconducibili essen-
plari da Sutri presentano uniargilla di colore marrone zialmente ad effetti di cottura e soprattutto alla sogget-
chiaro. L)argilla degli esemplari da Pompei è di colore tività della descrizione, sembrano tutti riconducibili a
rossiccio con ingubbiatura rosso scuro. L'argilla degli centri operanti nella Penisola Iberica. Decorazione 5,
esemplari da Colchester, infine, varia dal rossiccio al mar- 5 e, 5 l, 353, 363, 400, 63, 398.
rone con rivestimento rosso marrone, oppure rosa ca- I dati cronologici a disposizione riguardano gli esem-
moscio con rivestimento rosso. plari provenienti dalla necropoli corsa, per la quale è
Decorazione 63, 5, 5a, un solo esemplare è decorato stata proposta una datazione, anche se piuttosto generica,
con un motivo 563. collocabile nel1 1 ambito del II sec. a.C. Questo dato non
Per quanto riguarda la cronologia di questi esemplari, contrasterebbe con le indicazioni fornite dalla strati-
si può osservare che i frammenti restituiti dalle stratigrafie grafia ostiense, che vede presenti, in età adrianea, una
dì Cosa sono databili in età tiberiana, mentre gli esem- quantità considerevole di frammenti appartenenti a que-
plari da Sutri prodotti localmente (DUNCAK 1964, p. 65) sto genere di vasi, alcuni dei quali potrebbero essere
si collocano con precisione tra il 60 e il 70 d.C. attribuiti a guesto tipo. Gìi esemplari da Luni, invece,

300
CERAMICA A PARETI SOTTILI

sono databili nell'ambito della seconda metà del I sec. L'unico dato a disposizione per fesemplare attestato è
d.C. (CAVALIER! MANASSE 1977, p. 337). la sua probabile provenienza vesuviana. Si potrebbe trat-
Non è possibile stabilire il centro di produzione di tare anche di una produzione campana.
queste coppe per le quali tuttavia si potrebbe ipotiz-
zare una produzione iberica. È necessario approfondire Bibliografia.
la ricerca sul rapporto di questi con il tipo 2/222, per !rafia. (Napoli), ,\'l.useo };azionale di N:ipoli: CARANDINI 1977,
p. 281, mv. XIV, n. 48.
il quale è stata ipotizzata una provenienza italica.

Bibliografia. TIPO 2ì393.


Aif?eria. Costantina, l\iuseo. Setif, Museo. Timgad, lviuseo.
Francia. Palazzetto Murotondo: M0RACCHINI !vlAZEL 1971, :fìgg. Descrizione.
8. lO, 23, 36, 96. Coppetta biansata, bitroncoconica. La parte inferiore
Inghilterra. Wroxeter: GREENE 1979, p. 80, fig. 34, n. 4-
Ita!ia. Luni: CAVALIERI MANASSE 1977, tav. 85, n. 18; rnv. 190,
del vaso presenta una carena a spigolo vivo. La strozza-
n. IO. Ostia: RICCI 1973, pp. 358..:.359, tav. LV, fig:, 457- Pompei: tura a metà del corpo è sottolineata da una costolatura.
Museo Nazionale di Napoli, Magazzini. La provenienza pompeiana costituisce l'unico elemento
Libia. Sabratha: Pucc1 1974-1975, tav. 76, n. 90.
~••;pagna. Ampurias: MAYET 1975, p. 66, tav. XXXI, nn. 246,
di datazione per questi esemplari la cui produzione po-
247. (Barcellona): MAYET 1975, p. 66, tav. XXXII, n. 255. Ibiza: trebbe anche essere campana.
MAYET 1975, pp. 65, 66, tavv. XXXI, XXXII, nn. 243, 253, 254.
Mah6n: MAYET 1975, p. 65, tav. XXXI, nn. 240, 24r, 244. !vlaiorca: Bibliografia.
~;~: ;~~t:
MAYET 1975, pp. 65, 66, tavv. XXXI-XXXII, nn. 242,245,248,249,
MAYET 1975, p. 64, tavv. XXX-XXXII, nn. 231-
Italia. Pompei, Museo Nazionale di Napoli:
p. 28, tav. XVII, n. 72.
CARANDIN! 1977,

TIPO 2/304. TIPO 2/305.


Descrizione. Descrizione.

Coppa carenata biansata. La carena è posta poco al Coppa carenata monoansata. La carena a spigolo vivo
di sotto della metà della parete. L'orlo, leggermente mo- è posta a circa metà della parete. Al di sotto di essa ia
danato, è posto quasi perpendicolarmente alla parete. Il parete si restringe rapidamente. L'orlo è modanato. Il
fondo, piatto, presenta un piccolo piede inclinato verso fondo, piatto, presenta un piccolo piede appena accen-
ì'esterno. Le anse, si impostano nella metà superiore nato. L'ansa} posta nella parte superiore del vaso, è a
della parete. (Tav. CXLI, 2). sezione scanalata. Non ci sono dari per formulare ipotesi
Argilla di colore rosato rossiccio. Decorazione 5 a. circa la cronologia e la provenienza di questo esemplare.
Si veda quanto detto a proposito dei vasi di possibile Bibliografia.
proàuzione campana (p. 347). Algeria. Sctif, lvluseo.
Bibliografia.
Italia. Pompei: l\foseo Nazionale di Napoli, Magazzini.
TIPO 2/293, 2/397, 2/427 MAYET XXXVIII
= GREENE FlG. 30-4-

TIPO 2/290. Descrizione.

Descrizione. Coppa carenata. La carena, a spigolo più o meno


acuto, è sottolineata da alcune solcature ed è posta poco
Coppa carenata, biansata. La carena, leggermente arro- al di sotto della metà della parete. Al di sotto di essa le
tondata, è posta a circa metà della parete. L'orlo è dritto pareti si restringono rapidamente. 11 fondo è piatto o
e inclinato verso l'esterno. Il fondo è piatto. Le anse, lievemente convesso, generalmente con un piccolo piede
piatte) sono poste nella metà superiore della parete. (Tav. inclinato verso l'esterno. Le anse, disposte quasi ad
XCVII, r ). Decorazione 4. anello, salvo un leggero schiacciamento contro la parete
Si veda quanto detto a proposito dei vasi di possibile del vaso, presentano una sezione scanalata. (Ta\". XCVII,
produzione campana (p. 34 7). 2---3).
Bibliografia.
La coppa 2/397 differisce dalla precedente per la pre-
senza dell'orlo dritto, leggermente inclinato verso l'ester-
Italia. Pompei: Museo Nazionak di Napoli, Magazzini.
no, sottolineato spesso da alcune solcature. Le coppe
427 differiscono da 397 solo per la presenza di un
tratto orìzzomale, spesso decorato, disposto sopra di esse,
perpendicolarmente alla parete. Gli esemplari apparte-
Descrizione. nenti al tipo 427 presentano il tratto superiore dell'ans2
Coppa biansata, piuttosto profonda e con strozzatura variamente decorato. Gli esemplari da Osuna sono deco-
a metà corpo. L'orlo è dritto; il fondo è piatto e le anse rati con i motivi I 60 o, I 60 d, quello ostiense con il
si impostano sulle due parti arrotondate della parete. motivo 160 q. L 1esemplare, conservato neì Jv1agazzini del
(Tav. CXLI, 3). Museo di Ostia, presenta il tratto superiore modellato,
L'argilla è di colore rosso mattone, con. inscritte, le lettere P • C -S •

301
CERAMICA A PARETI SOTTILI

L'argilla degli esemplari spagnoli appare non molto e con il corpo più schiacciato. Il piede è, in questo caso,
ben depurata, di colore generalmente ocra, a volte ten- notevolmente più alto.
dente all'arancio, ma più spesso al biancastro; il rivesti- L'argilla e l'ingubbiatura presentano le stesse caratte-
mento è di colore ocra, generalmente tendente all'arancio ristiche degli esemplari spagnoli attribuiti ai tipi 2 /293,
o, meno frequentemente, al marrone. Le pareti possono 396, 397. Decorazione I r.
presentare riflessi metallici. L'argilla degli esemplari da Per altre osservazioni si veda quanto detto per 2/293-
Ostia appare non perfettamente depurata, di colore ocra 396, 397.
rosato chiaro; l'ingubbiatura è di colore rosato, con ri-
flessi metalhci. L'argilla dell'esemplare tunisino è definita Bibliografia.
di colore camoscio, con ingubbiatura arancio marrone. Tunisia. Canagine, l'viuseo.
Il frammento da !viagdalensberg presenta un'argilla di
colore grigio---bleu.
Decorazione: il motivq decorativo più attestato e ca- TIPO 2/241 MARABINI XLII MAYET
ratteristico di queste coppe è quello a puntinatura rego- XXXVIII.
lare, disposta a reticolo: r r. Meno diffuse, ma ugualmente Descrizione.
attestate, alcune decorazioni a motivi vegetali a barbot-
tina come 42, rr2, 2rr, 210, 374, 393, un solo esemplare Coppa tendenzialmente emisferica. Le pareti nella parte
(Magdalensberg) presenta una decorazione a rotella 5 b bassa del vaso si restringono tuttavia sensibilmente tanto
e uno presenta una decorazione ro c. da conferire alla coppa un aspetto quasi carenato. L'orlo
La __ cronologia degli esemplari da Ostia indica una è di minime dimensioni, arrotondato e leggermente spor-
preseriza di questo tipo sia in età flavia che in età adrianea. gente verso l'esterno. Il fondo è generalmente piatto; a
La produzione di queste coppe dovette essere essen- volte può presentare un piede appena accennato. Le anse,
zialmente iberica e più precisamente betica (MAYET scanalate, sono poste nella parte alta della parete ed han-
1975, p. 147 ss.). La loro diffusione dovette interessare no un aspetto quasi ad anello, leggermente schiacciate
la maggior parte delle coste del Mediterraneo occiden- verso la parete. (Tav. XCVII, 4).
tale. Esami di laboratorio sono in corso su frammenti L'argilla degli esemplari di Cosa è fine, di colore giallo
ostiensi, su altri provenienti dalla Gallia meridionale e chiaro; ingubbiatura di colore rosa con riflessi dorati al-
su alcuni della Penisola Iberica; i risultati saranno di l'interno e sulla metà superiore esterna. Gli esempìari
notevole importanza al fine di determinare un'identità provenienti dalla Penisola Iberica presentano un'argilla di
di provenienza dei vari frammenti attestati. L'esemplare colore ocra con ingubbiatura di colore arancio o bru-
da Magdalensberg sembra distaccarsi dalle caratteristi- nastro (gli esemplari ostiensi presentano un'argilla beige-
che degli altri vasi attestati, rosato con ingubbiatura rosata e riflessi metallici). Deco-
razione II.
Bibliografia. La diffusione di questo tipo dovette interessare, come
Francia. Apt: J\1.',,YET 1975, p. 158, n. 52. Cavai!ion: DUMOULIN per la coppa 2/293, la maggior parte delle coste occi-
1965, p. 7, fig. 23, n. 7; MAYET r975, p. 158, n. sr. Cucuron: !viAYET dentali del Mediterraneo.
1975, p. 158, n. 75. Lattes: MAYET 1975, p. 158, n. 43. Marsiglia: La cronologia indicata per gli esemplari di Cosa ri-
MAYET 1975, p. 158, n. 54. Nages, Magazzini della Mairie di Nlmes:
MAYET !975, p. 158, n, 47. manda al periodo tìberiano-claudio (gli esemplari ostiensi
Italia. Ostia: TATTI 1970, p. 69, figg. 173, 175-176; RICCI 1973, sono datati in età tardo-flavia, 90-120 d.C. circa). Non è
pp. 350-351, ta\·. LXII, fig. 551; J\fagazzini del Musco. Ventimiglia: assolutamente nota la cronologia relativa tra le coppe
LAMBOGLIA 1938, pp. 207-208; MAYET 1975, p. 158, n. 54.
Marocco. Mogador: }ODIN 1967, tav. XL Rabat: CALLOU-MOREL-· 2/293-396, 397 e 2i24I. Per quanto riguarda il centro
REEUFFAT-HALLIER 1975, p. 88, tav. LX, 1-3. di produzione si può pensare, in attesa di opportune
Portogallo. Conimbriga: ,i\1AYET 1976, p. 126, tav. VII, nn. 45, analisi, anche in questo caso alla Betica.
Spagna. Ampurias: MAYET 1975, p. 94, tav. LVII, n. 470. Belo:
MAYET 1975, p. 87, tav. XLVIII, n. 40;. Carmona: MAYET 1975, p.
Bibliografia.
86, tav. XLVIII, n. 406; p. 93, tav. LV, n. 457; tav. LVI, n. 462. Ecia: Italia. Cosa: MARABJNI 1973, p. !98, tavv. 41, 82, n. 38r. Ostia,
l'V1AYET 1975, p. 94, tav. LVI, n. 46?,. Elchc: MAYET 197"5, p. 94, Scavo delle Terme del Nuotatore, area esterna verso il caseggiato
nw. LVII, n. 469. (Granada): MAYET 19"''· pµ. X;. 15".'. ta\·. XLVIII, del Temistocle: in corso di stampa.
n. 408. Osuna: MAYET 1975, p. 86, t<i\. XLVIII, n. 40:;; p. él3, ta,·. J\iarocco. l'vfogador: ]ODIN 1967, tav. XL.
LV, n. 455; p. 94, tav. LVII, n. 468. Ri01.into: MAYET 1975, p. 86, Spa1;1ia. Algarve ( ?): MAYET 1975, p. 86, tav. XLVII, n. 398.
ta\'. XLVIII, n. 403; GREENE 1979, p. 69, fig. 30, n. 3. Tavira (?): Olhiì.o: MAYET 1975, p. 86, tav. XLVII, n. 399.
MAYET 1975, p. 87, tav. LV, n. 457.
Svizzera. Vindonissa: ETTLINGER SIMONETT 1952, ta\'. II, nn.
228-230.
Twiisia. Provenienza indeterminata: GREENE 1979, p. 69, fig.
30, n. 4.
Descrizione,
Coppetta biansara. La parete è leggermente ovoide,
TIPO 2/257. arrotondata. L'orlo è molto alto e rigonfio. Il fondo è
piatto. Le anse si impostano sull'orlo e a circa metà
Descrizione. della pancia; presentano una sezione piatta e sono ornate
Coppa biansata del tutto simile a 2_i397. A differenza sulla parte più alta da un tratto orizzontale. L'altezza
di quest'ultima. questa appare con carena più spigolosa può variare da cm 6 a cm 8 circa. (TaY. CXLI, f1.

302
CERAMICA A PARETI SOTTILI

L'argilla di questo esemplare presenta delle caratteri- TIPO 2/229 MAYET X.


stiche che coincidono con quelle del secondo gruppo di
esemplari di possibile provenienza campana. Descrizione.
Coppa biansata tendenzialmente emisferica, piuttosto
Bibliografia. profonda. Vorlo è dritto, inclinato verso l'esterno e sot-
Jrciliù. (Napoli): CARANDINI I9i7, p. 28, tav. XIV, n. 49. tolineato esternamente da alcune solcature; il fondo pre-
senta un piede piuttosto alto, dritto e inclinato verso
l'esterno. Le anse si impostano a circa metà della parete
e presentano una sezione scanalata, l'attacco superiore e
l)cscrizìone. quello inferiore sono molto vicini tra loro; nella parte
superiore delle anse è posto un tratto orizzontale, per-
Coppa biansata. L'orlo è leggermente rigonfi.o, le anse
pendicolare alla parete. (Tav. XCVII, 7).
sono molto piccole. La pancia è alta e le pareti si restrin-
L'argilla dell'esemplare di Pollentia è di colore ocra,
gono verso il fondo che è completamente piatto. (Tavv.
l'ingubbiatura è di colore rosso arancio. Decorazione 5.
XCVII, 5; CXLI, 5). Non ci sono dati sufficienti per stabilire con precisione
L'argilla di questo esemplare presenta caratteristiche
la cronologia di questo esemplare. Si potrebbe indicati-
che coincidono con quelle del secondo gruppo di esem-
vamente tener presente quella proposta, sulla base di
di possibile provenienza campana.
confronti orientativi, nelrambito della seconda metà del
Bibliografia. I sec. a.C. (MAYET 1975, pp. 44, 45). Impossibile, invece,
Jralia. Pomf!ei: CARANDINI 1977, p. 28, mv. XIV, n. 50.
ipotizzare il centro di produzione.

Bibliografia.
TIPO 2/228. Spagna. Maiorca: MAYET r975, p. 46, tav. XVI, n. 128.

D2scrtzione.
Coppa biansata di forma tendenzialmente emisferica. TIPO 2Ì399 MAYET XXXVIII.
L'orlo è piccolo, dritto e inclinato verso l'esterno. Il Descrizione.
fondo è piatto. Le anse, doppie, si impostano, superior-
Coppa con carena a spigolo molto vivo. Il corpo del
mem:e, subito sotto l'orlo e, inferiormente, a circa metà
vaso è schiacciato in modo simile a 2_/257. Rispetto a
della pancia del vaso.
queseultimo il piede è meno accentuato. Le anse, a se-
L 1esemplare attestato presenta un rivestimento di co-
zione scanalata, sono disposte perfettamente ad anello
lore nero. Decorazione I 48.
e collocate nella parte superiore del vaso, al di sopra
La datazione fornita per l'esemplare di Civitella S.
di esse è posto un tratto orizzontale sagomato e decorato
Peoìo oscìlla tra il II ed il I sec. a.C. I pochi dati a di"
sposizione non permettono di formulare ipotesi circa il da un motivo 233 sulla parte esterna; le anse sono ornate
superìormenre da decorazioni di genere diverso (MAYET
centro di produzione. Si veda tuttavia quanto detto a
proposito dei vasi prodotti in Etruria. 1905, tav. LVII). (Tav. XCVII, 8).
L'argilla dell'esemplare conservato al l\1.useo di Bar-
Bibliografia. cellona è biancastra con ingubbìatura arancio più chiara
!rafia. Civitella s. Paolo: BENDINELLI 1922, p. 133, fig, 8, tomba
e quasi giallastra all'esterno. Decorazione 233.
XXI. Non è possibile formulare ipotesi circa il centro di
produzione.
MAYET X. Bibliografia.
Spagna. (Barcdlona): MAYET 1975, p, 94, tav. LVII, n. 467.
Descrizione.
Coppa tendenzialmente emisferica, biansata. L 1orlo è
à.:titto, leggermente rigonfio. Il fondo presenta un piccolo TIPO 2/260 ° MAYET
0 XXXIX.
appena accennato. Le anse si impostano a circa
Descrizione.
metà della parete; i due attacchi, superiore e inferiore,
scnm molto vicini tra loro. La parte inferiore dell'ansa Coppa carenata biansata. La carena è posta nella parte
è decorata con un elemento vegetale sovrapposto, mentre inferiore della parete; la parte superiore presenta una
b parte superiore è decorata da un àisco posto perpen- strozzatura piuttosto accentuata. L'orlo, di minime di-
dicolarmente ad esse. (Tav. XCVII, 6). mensioni, è arrotondato e sporgente verso l'esterno. Il
L'argilla dell'esemplare da Ibìza è di colore ocra chiaro. fondo, leggermente convesso, presenta un piccoìo piede
Le;:orazione 225. appena accennato e inclinato verso l'esterno. Le anse, a
Non è possibile formulare ipotesi circa il centro di sezione scanalata, sono poste nella pane superiore d~Ha
produzione di questo esemplare, parete al di sopra della carena e disposte quasi ad anello
schiacciato verso la parete. (Tav. XCVII, 9).
Bibliografia. L'argilla degli esemplari da Belo è di colore ocra chiaro
'<pagm:. lbiz2: MAYET 19'.75, r. 46. Ul\". XVL n. r:'"O. con ingubbiatura giallo-·arancio, oppure argilla giallo chia-
CERAMICA A PARETHSOTTILI

ro con ingubbiatura arancio. Decorazione II, 393, 131 e essere essenzialmente locale, mentre quella delle coppe
l'aggiunta di bastoncini obliqui simili a 16 nella parte siciliane trovò forse un più facile mercato sulle coste
superiore. La decorazione, caratteristica dei vasi della del Mediterraneo.
Betica (si veda 2/293, 396-397) spinge ad inserire queste
coppe tra quei prodotti. L'unico esemplare attestato non Bibliografia.
consente di formulare alcuna ipotesi circa la sua crono- Italia. Siracusa: PELAGATTl 1970 e, taV. z. Sutri: DuNCAN: 1964,
p. 75, fig. 8, nn. 33, 3..J..
logia, si può tuttavia indicativamente tener presente
quanto detto per le coppe 2,'293.
Tiro 2<226 MAYET XXXVII GREENE FIGG,
Bibliografia. 25.15, 30.2.
S'paf!na. Belo: J\LWET 1975, p. 84, rnvv. XLVI, n. 389. Riotinrn:
1\·iAYl:T I975, p. 86, tav. XLVIII, n. 405. Descrizione.
Coppa biansata, piuttosto profonda e a pancia bassa.
TIPO 2/331.
L'orlo è dritto e verticale; il labbro è arrotondato e in-
grossato leggermente all'esterno. Una solcatura corre
Descrizione. poco al di sotto di esso. Il fondo è piano. Le anse sì
Coppa biansata dal corpo tendenzialmente emisferico. impostano nella parte superiore della parete. (Tav.
L'orlo, convesso nella pane interna, è in quella esterna XCVII, II).
diviso a metà da una solcatura. Il fondo presenta un L'argilla dell'esemplare da Vindonissa è di colore ca-
piccalo piede ad anello appena inclinato all'esterno. Le moscio, con ingubbiatura di colore rosato o rosso"-mar-
anse doppie e a sezione circolare sono legate nella parte rone. L'argilla degli esemplari rinvenuti nella Penisola
alta da una fascetta orizzontale. Iberica, è di colore ocra, piuttosto fine, con ingubbiatura
La datazione fornita dalla necropoli di Ampurias pone di colore generalmente arancio, piuttosto brillante, a volte
questi esemplari nell'ambito dei I sec. a.C. Non è pos- tendente al bruno. Liesemplare proveniente da Nimega
sibile, senza una base di confronti più ampia e senza presenta un'argilla di colore bianco con ingubbiatura
opportuni esami, stabilire la loro provenienza. Sarebbe arancio; quello di Bingerbri.ick presenta argilla bianca-
opportuno approfondire l'indagine per verificare la pos- stro-camoscio con ingubbiatura arancio. Gli esemplari
sibilità di una origine centro-.. italica. Si osservi la analogia spagnoli sono decorati con motivi 48, 227; l'esemplare
con le più tarde coppe àa Sutri e da Siracusa (2/261). da Nimega è decorato con un motivo I 19, delimitato
superiormente e inferiormente da una fila di punti; quello
Bibliografia. di Bingerbriick è decorato da rotellature 5, quello da
5ìpaf{na. Ampurias: ALMAGRO 1953, p. 307, fi!t. 263, n. 4, Beaucaire dalla decorazione I 19, 220.
Gli esemplari attestati nella Penisola Iberica, in Fran-
cia e quello rinvenuto a Vindonissa provengono, con
TIPO 2/261. ogni probabilità, da officine spagnole (GREENE 1979, p.
65 ss.). Le caratteristiche dell'argilla e gli stessi motivi
Descrizione. decorativi usati rimandano facilmente alla produzione di
Coppa a carena molto arrotondata. L'orlo, indistinto vasi della Betica. La loro cronologia si colloca nel corso
nella maggior parte dei casi, può tuttavia, a volte, essere di tutto il I sec. d.C. (MAYET 1975, p. 79). La coppa
dritto e appena inclinato verso l'esterno. Il fondo è piatto. rinvenuta a Nimega e quella da Bingerbrii.ck, invece, per
Le anse si impostano nella parte superiore della parete e la loro caratteristica argilla di colore bianco, come pure
presentano una sezione scanalata. (Tav. XCVII, 10). per la decorazione, caratteristica piuttosto di prodotti
Per l'argilla degli esemplari da Siracusa si veda quanto d'oltre Alpe, riconducono facilmente ad una produzione
è stato detto a proposito dei vasi lì prodotti (pp. 347 . . ,348). del basso Reno imitante le coppe della Penisola Iberica
I prodotti di Sutri sono definiti marrone scuro (non (GREENE 1979, p. 60),
è chiaro se ci si riferisce all'argilla o all'ingobbio). Sono La cronologia di questi ultimi prodotti si colloca tra
stati rinvenuti in località Santa Lucia numerosi scarti di il 40 ed il 70 d.C. (GREENE 1979, p. 60).
fornace appartenenti a questo tipo di coppe (PELAGATTI Bibliografia.
1970 c, tav. 2). È dunque certo che questi esemplari Francia. Beaucaire: GREENE 1979, fig. 30.1.
furono prodotti a Siracusa, come è ugualmente sicura la Germania. Bingerbri.ick: GREENE f979., p. 59, fiR, 24, n. 9.
produzione dello stesso tipo di coppe a Sutri. Olanda, Nimega: GREENE 1979, p. 61, fig. 25,15.
Questo tipo sembrerebbe ispirarsi, per la sua morfo- Spagna. (Barcellona): MAYET 1975, p. 80, tav. XLII, n. 353.
Ibiza: MAYET 1975, p. 93, tav. LVI, n. 461. Monturquc: 1'·1AYET
logia, per la decorazione e per l'impostazione delle anse 1975, p. 80, t1.n-. XLII, n. 350.
alla coppa 2/232 che, da quanto si desume dai dati a S,:i:::szera. Vindoniss,i: GREENE 1979, p. 68, fig. 30, n. z.
disposizione, sembrerebbe più amica.
La cronologia delle coppe di Siracusa si colloca orien- TIPO 2i179 MARABINI XXVI.
tativamente nel corso del I scc. a.C. (PELAGATTI 1970 e,
p. 78), o forse, più probabilmente, nella seconda metà Descrizione.
del secolo. Le coppe di Sutri sono datate invece intorno Coppa biansata. Le pareti presentano una carena bassa
al 60---70 d.C. La diffusione dì queste ultime dovette e sporgente, tanto che:, nella parte inferiore, il vaso assu-
CERAMICA A PARETI SOTTILI

me un aspetto quasi cilindrico. L'orlo è dritto, verticale, La cronologia iniziale di questo tipo, stabilita intorno
con il labbro ingrossato e sporgente verso l'interno. Fon- al primo quarto del I sec. a.C., anche dal confronto con
do ad anello, appena accennato. Le anse a doppio torti- i frammenti rinvenuti nelle stratigrafie di Cosa, non sem-
g:lione si impostano subito sotto l'orlo e inferiormente bra assolutamente certa, dal momento che proprio i fram-
;sulla carena. (XCVII, 12). L'argilla degli esemplari menti cosani non sembrano pertinenti a questo tipo.
da Cosa è sabbiosa, di colore grigiastro; in frattura il
colore varia dalFalbicocca all'arancio, al rosso bruno. Bibliografia.
Decorazione 53. Spag11a. Italica: J\1AYET 1975, p. 46, mv. XVI, n. 129.
Sia la forma che la decorazione di questa coppa sug-
;..::criscono una derivazione da prototipi metallici (MARA-
TIPO 2/333 = MAYET III.
BJNI 1973, p. 85). Questo esemplare può essere datato
al terzo quarto del I sec. a.C. Descrizione.
Ì~ stato osservato (lv1ARABINI 1973, p. 85) che questa
Coppa biansata di forma tendenzialmente ovoide. L'orlo
coppa potrebbe essere stata Prodotta dalla stessa officina è dritto e leggermente rigonfio. Il fondo è piatto. Le anse,
che produsse i cosiddetti vasi di Savana. Si veda quanto
a differenza di guelle della coppa 2/332, sono disposte
detto a proposito delle produzioni dell'Etruria (p. 343 ss.). ad anello piuttosto largo e non presentano alcun elemento
Bibliografia.
aggiuntivo di decorazione. (Tav. XCVIII, 3).
L'argilla dell'esemplare da Ibiza è di colore grigio.
Italia. Cos:i: l\lARABINI I973, p. 85, tav. I2, 62, n. 130.
Decorazione 2.
Non ci sono indicazioni sufficienti per stabilire la cro-
TIPO 2./115 -= MARABINI XXVII. nologia o id::mificare il centro di produzione di guesto
tipo,
Descrizione. I dati forniti a questo proposito (MAYET 1975, forma
Coppe biansate con anse verticali; il corpo è carenato III), riguardano tipi e anche forme diverse di vasi (.MAYET
nella parte più bassa della pancia. L'orlo presenta un 1975, p. 29 ss.).
labbro appena inclinato verso l'esterno. 11 fondo presenta Al momento non è possibile stabilire se si tratti, come
un piccolo piede ad anello. Le anse si impostano supe- è possibile, di un prodotto italico o se si possa già pen-
riormente sotto l'orlo e inferiormente sulla carena. (TaY. sare ad una produzione locale. Per guanto riguarda la
XCVIII, 1). Gli esemplari da Cosa presentano un'argilla cronologia sarebbe opportuno approfondire le indagini
ben cotta, piuttosto sabbiosa, di colore arancio o rosa nella ricerca di confronti pertinenti, provenienti da scavi
rossiccio. Decorazione 36. stratigrafici. Delle caratteristiche tecniche, come l'assenza
È stata avanzata l'ipotesi che questo tipo derivi dalla di politura e di ingubbiatura e la scelta del motivo deco-
ceramica de.I tardo periodo La Tènc (MARABINI 1973, rativo, indurrebbero a collocare questo esemplare intorno
p. 86). all'età augustea.
La cronologia degli esemplari di Cosa oscilla fra il
Bibliografia.
secondo ed il terzo quarto del I sec. a. C.
La produzione di questo tipo potrebbe essere collo- Spagna. lbiza: MAYET l975, p. 34, ta\'. VIII, n. 64.

cata in Italia centrale, nell'ambito dell'Etruria.

Bibliografia.
Grecia. Atene: lv1ARABINI I973, p. 86. Descrizione.
l!a!ia. Cosa: A·1ARABIN"l 1973, p, 86, i.avv. I2, 6z, nn. r32, 133.
Roma: MARAB!Nl 1973, p. 86, taY. 97, nn, 20, 19. Coppa biansata di forma tendenzialmente emisferica.
L.' orlo è completamente verticale o appena inclinato verso
l'interno. Il fondo è piatto. Le anse, a sezione scanalata>
TIPO 2/332 -== MAYET X. si impostano nella parte alta della parete e sono ,i pizzi-
cate )i nella parte superiore. Decorazione 63, 5.
Descri:::ione. Per l'argilla dell'esemplare da Pompei si veda quante
Coppa biansata, di forma tendenzialmente ovoide. detto a proposito dei prodotti di possibile provenienza
L'orlo è dritto, piuttosto piccolo e inclinato verso l'ester- campana.
no. Il fondo è piatto. Le anse sono poste nella parte
'.mperiore della parete; sono modellate ad anello e pre- Bibliografia.
sentano un tratto orizzontale, perpendicolare alla parete, !rafia. Li:)ari: BERNABÒ BREA~CAVALlER 1965, p. 40, un·. CCXXI,
n. 6, Pompr:i: ìviuseo Nazionale Ji Napoli, Magazzini, inv. ro6r;-154,
nosto inferiormente ad esse. (Tav. XCVIII, 2 ).
L'argilla dell'esemplare da Italica presenta un colore
Deige rosato. Decorazione 2. TIPO 2;227 ° MARABINI
0
XXXIX.
Per questo 1 come per altri tipi_, è stata vista una deri-
vazione dalla ceramica corinzia ed è stata indicata una Descrizione.
datazione intorno alla seconda metà del I scc. a.C. (JvlAYET Coppa biansata a carena arrotondata. La carena è posta
1975, pp. 44, 45). nella pane bass2. della parer~. Il fondo è piatto o appena

}OJ
CERAMICA A PARETI SOTTILI

convesso. L'orlo, dritto, è inclinato verso l'esterno. Le appena inclinate verso l'interno. L'orlo è di minìme
anse si impostano, superiormente, subito sotto l'orlo e, dimensioni, con labbro arrotondato e leggermente in-
inferiormente, all'altezza delìa carena. (Tav. XCVIII, 4). clinato verso l'esterno. Il fondo è piatto. Le anse, piatte
L'argilla degli esemplari da Cosa è fine, di colore e a sezione scanalata, sono poste nella parre superiore
grigio in frattura. L'esemplare da Lipari presenta la su- della parete, al di sopra della carena. Inferiormente ad
perficie del vaso rivestita da ingubbiatura. esse, un elemento orizzontale, quasi un supporto, si im-
Decorazione 63. posta perpendicolarmente alla parete. (Tav. XCVIII, 6ì.
Gli esemplari da Cosa e da Roma sono datati dall'età L'argilla dell'esemplare attestato è di colore bruno
augustea. L'esemplare di Lipari, sia per le caratteristiche grigio.
dei rivestimento che per la decorazione, potrebbe essere Decorazione 64, 376, 215,
considerato cronologicamente posteriore agli altri e pro- Non ci sono dati che permettano di stabilire la cro-
babilmente riferibile ad una produzione diversa. nologia o il centro di produzione di questo esemplare.
Bibliografia. Bibliografia.
Italia. Cosa: MARABINI 1973, pp. n2, n3, tavv. 20, 67, nn. 200, Porwgallo. Belo: 1\-1.AYET 1975, t.av. XXVIII, n. 217, Lisbona:
20I. Lipari: BERNABÒ BREA-CAVALIER 1965, ta\.'. CCXXI, Il. 7. l\iAYET 1975, p. 6!, tav. XXVIII, n. 218. Osuna: MAYET 1975, tuv.
Olbia: 1'v1ARAB1Nl 1973, p. u3; KNlPOVIC 1929, p. 27, fig. 6, n. 7, XXVIII, n. 216.
Ornavasso: BIANCHETTI 1895, p. 90, tav. XXI, n. 3. Roma; lviARABINJ
1973, pp. 112, II3; CARETTONI 1957, p. !08, fig, 32, n. 162e.
Turchi,i. Tarsus: }ONES 1950, p. 218, figg. 124, 182, nn. 102,
106-108; MARABINI 1973, p. I13. TIPO 2/240 MAYET XXVIII.
Descrizione.
TIPO 2/249 MARABINI XL Coppa carenata. La carena è posta a circa metà del
Descrizione.
vaso. Al di sopra di essa le pareti sono appena inclinate
verso l'interno. L'orlo manca. II fondo è appena con-
Coppa biansata a carena molto bassa e spigolo vivo. vesso, con un piccolo piede arrotondato all'esterno.
Le pareti, sopra della carena, sono verticali. L'orlo è di Le anse si impostano nella parte alta della parete, al
piccole dimensioni, dritto o inclinato verso l'esterno. Il di sopra della carena. (Tav. XCVIII, 7).
fondo è piatto; più raramente presenta un piccolo piede L'argilla dell'esemplare da Maiorca è di colore ocra.
ad anello appena accennato. Le anse, piatte e scanalate, Decorazione 5a.
si impostano subito sotto l'orlo e inferiormente all'al- Non ci sono dati sufficienti per stabilire la cronologia
tezza della carena. (Tav. XCVIII, 5). Uno dei fram- e il centro di produzione di questo esemplare.
menti di Cosa presenta l'aggiunta di un elemento oriz-
zontale posto sopra l'ansa, perpendicolarmente alla parete. Bibliografia.
L'argilla degli esemplari di Cosa è piuttosto fine, a Spagna. Maiorca: MAYET 1975, p. 62, tav. XXIX, n. 2.2:::.
volte leggermente sabbiosa, con particelle micacee, di
colore arancio a volte bruno. In un solo caso la parete
esterna appare polita. TIPO 2/250 MARABINI XLI.
L'esemplare da Rignano Flaminio è detto <i verniciato 1\
in nero sulla parete esterna. Gli esemplari da Tarsus Descrizione.
presentano un'argilla vetrosa, di colore marrone, con Coppa molto profonda, di forma tendenzialmente emi-
macchie occasionali rossicce. Decorazione 27,5. L'esem- sferica; le pareti sono leggermente inclinate verso l'esterno.
plare da Tarsus presenta una decorazione rr3. L'orlo è modanato, il labbro arrotondato e leggermente
La cronologia degli esemplari di Cosa è collocabile inclinato verso l'esterno. Le anse, verticali, presentano un
in età augustea (MARABINI 1973, p. 113). Le coppe da tratto orizzontale posto sulla sommità. Le pareri sono
Sovana sono collocabili nell'ambito del I sec. a.C. molto sottili (mm 1--2 di spessore). (Tav. XCVIII, 8).
Per quanto riguarda la produzione di questi vasi, sr L'argilla degli esemplari di Cosa è ruvida, sabbiosa,
può pensare ad una zona compresa nell'Etruria centro molto dura, di colore grigiastro; un esemplare presenta
settentrionale. un'argilla fine di colore arancio . ~camoscio.
Decorazione 5, 5f.
Bibliografia. Per questo tipo si è vista la derivazione da prototipi
Italia. Cosa: ,MARABINI l973, pp. 112, 113, tav. 20, 67, n. 2or. metallici ellenistici (lviARABINI 1973, p. u5).
Rignano Flaminio: FoRNARl 1914, p. 279, fig:. 12d. Sovana:
PtLLEGlUNl 1()03, p. 224, fig. 6, n. 3; BIANCHI BANDINELLI I()2(J.
La cronologia degli esemplari di Cosa è collocabile
tav. XXXVII, c. nell'ambito dell'età augustea.
Turchia, Tarsus: ]ONES HJ50, fig, I70 e, tav. 149, n. 606. È possibile ipotizzare per questo tipo una pro\'enienza
dall'Etrurìa centro-settentrionale,
TIPO 2/239 MAYET XXVII.
Bibliografia.
D2scrìzione, ]rafia. Cosa: .\1ARABINI I973, pp. 1q-Ir6, taV\', 21, 67, nn. 206-
208. Roma: MARABlNl 1973, p. ll6, tav. 97, n. W,
Coppa carenata, biansata. La carena è posta nella parte Spaina, Ampuria~: AL\1AGRO 1\/53, p, 306, fig. 263, n. 4; M.A-
bassa del vaso. Le pareti, al di soprn di essa) sono RAlllNl 1973, p. I I).

306
CERAMICA A PARETI SOTTILI

TIPO 2/251 MAYET XXIX. sembra pertinente, Non ci sono quindi dati che permet-
tano di stabilire la cronologia e formulare ìpotesi circa
J).:scrizionc. il centro di produzione di questo tipo.
Coppa biansata, a carena molto arrotondata. La carena
Bibliografia.
è posta nella parte bassa della parete. L'orlo è dritto,
indi.nato verso l'esterno e separato dalla spalla per mezzo Spagna. Ibiza; MAYET r975, p. 60, ta\·. XXVIII, n. 2IO. Maiorca:
,i\i.AYET 1975, p. 60, tav. XXVIII, nn. 209, 2u-213.
di una solcatura. Il fondo e convesso e presenta un pic-
colo piede dritto. Le anse, piatte e a sezione scanalata,
< impostano superiormente subito sotto l'orlo e inferior- TIPO 2/263 = MARABINI LXXII.
mente all'altezza della carena. (Tav. XCVIII, 9).
L'argilla degli esemplari spagnoli è dì colore ocra o Descrizione.
beige rosato; un esemplare presenta una leggera ingub- Coppa carenata dal corpo molto profondo ài forma
biatura dello stesso colore dtll'argilla. biconica. La carena è posta a circa metà del vaso; al
Decorazione 65, 9. di sopra le pareti si inclinano leggermente verso l'in-
Non ci sono dati che permettano di stabilire la ero~ terno. L'orlo è indistinto e il labbro arrotondato_; il fondo
nologia o il centro di produzione di questi esemplari. è piatto. (Tav. XCV!!!, 12).
Si può soltanto notare una certa analogia con le coppe L'argilla dell'esemplare attestato è fine, di colore ca-
7 ,,.,...,,...,
-:--1• moscio-verdastro chiaro; I'ingubbiatura è di colore mar-
rone oliva chiaro, con riflessi metallici.
Bibliografia_._
Si è vista in questa coppa l'influenza di prototipi me-
Spapna. lvl.ahòn: MAYET 1975, p. 63, mv. XXIX, n. 227. Maior-
cc: lvl.AYET 1975, p. 63, mv. XXIX, n. 226.
tallici (/vlARABINI 1973, p. 251). Lo stesso tipo appare
prodotto in ' terra nigra ', nel medio e basso Reno, dalla
metà del I sec. d.C. (MARAB!Nl l9ì3, p. 251).
TIPO 2/295. Gli esemplari di Cosa sono datati in età claudio-ne-
roniana.
Descrizione.
Non è possibile, senza opportune analisi, stabilire il
Coppa biansata che richiama molto da vicino la coppa centro di produzione di questi esemplari.
2./285. Rispetto a quest'ultima il labbro è più basso e
l'orlo più accentuatamente modanato. Le anse presentano Bt'bliogra_.fia.
um:. particolare fattura a sezione circolare, si divari- Italia. Cosa: ,\-iARABINI 1973, r,. 25r, ravv. 49, 87, n. 458.
c::mo nel punto degli attacchi sulla parte inferiore. (Tav.
XCVIII, 10). Per quanto riguarda l'argilla e le caratte-
ristiche di questo esemplare si veda quanto derto a pro- TIPO 2/77 -- MARAB!NI XXXVI.
posito del secondo gruppo di esemplari di probabile pro-
Descrizione.
duzione campana (p. 347).
Coppa a carena bassa e arrotondata. La carena è po-
Bibliografia, sta a metà circa della parete. Al di sopra di essa le pareti
!1aiù1. (Centri Vesuviani): CAR.ANDJNl 1977, p. 28, tav. XIV, sono verticali. Due solcature parallele sottolineano il
n. ~ r. labbro. Il fondo è piatto.
L'argilla dei frammenti rinvenuti a Cosa è leggermente
TIPO 21262 = MAYET XXV. sabbiosa, molto dura, di colore grigio chiaro. L'argilla
degli esemplari da Aquileia è di colore ugualmente gri-
l)cscrizionc. gio chiaro, ben depurata, non troppo dura. Dn rivesti-
.....oppa pmttosto profonda, carenata. La carena è mol- mento molto diluito ricopre le pareti e presenta lo stesso
to accentuata e posta nella parte bassa del vaso. Le pa- colore dell'argilla, ma in una tonalità più scura. Lo spes-
reti, al di sopra di essa, sono leggermente incurvate sore è in entrambi i casi piuttosto sottile (mm 2 circa).
verso l'esterno. La coppa è priva di orlo e presenta w1 Decorazione 5. Sono attestati anche esemplari non de-
bhtm;) arrotondato. Il fondo è leggermente convesso. corati.
Le anse si impostano nella parte superiore del vaso, La cronologia fornita dalla stratigrafia di Cosa indica
al di sopra della carena. Si può notare che le dimensioni che il massimo della produzione dovette essere raggiunto
d.1 queste coppe variano notevolmente (da cm 3 a 6 circa sotto il regno di Tiberio o l'inizio di quello di Claudio,
di altezza). (Tav. XCVIII, II). L'argilla degli esemplari anche se questo tipo dovette sopravvivere per qualche
spagnoli è di colore ocra, più o meno chiaro e spesso tempo oltre la metà del secolo (.i\1..ARABINI 1973, p. 221).
te-Ed.ente all'arancio, ma a volte bruna o biancastra. La La coppa di Locarno è datata tra il 25 e il 40 d.C.; un
inp:ubbiatura è di colore generalmente bruno con varie esemplare àa Camulodunum, infine, è dataro in età ne-
tenalità. roniana.
Decorazione 350, 5, 63, 399, 400. La produzione di questi vasi è stata definita << alpina )}
La àatazione in età tiberiana, proposta per questi (.MARABINI 1973, p. 220), tuttavia non è, al momento,
esemplari si basa sul confronto con coppe da Cosa; il assolutamente possibile stabilire una provenienza si-
corr.fronto con la coppa Marabini XXVII, tuttavia, non cura, né l'appartenenza di tutte le coppe attestate ad un
CERAMICA A PARETI SOTTILI

unico centro. Orientativamente si può pensare che una Biblingrafia.


delle officine operanti nella valle padana centro-occi- Greàv. Atene: RoBJNSON 1c;59, F. 1S, p. !2, t:l\'. 1. p. ro; .lviA-
dentale producesse coppe di questo tipo. RAH!Nl 1973, p. !6L
lrali<1. Co~a: ,\lARAB1NI 1973, pp. r6o, 161, taV\". ::;r, 73, nn.
28r, 282. Osti:i: RlCCl I973, p. 359, rav. LXXIII, fig, 687.
Bibliografia. Spagna. Ampurias: ALMAGRO l955, p. 59, fig. 19, n. 9.
Inghilterra. Colcbcstcr: HAWKES-Huu. !947, forma 64, p, 228,
taY. LIII.
Italia. Alba Pompcia: 1',1ARAB1NI 1973, p. 214, nota 32. Aquileia:
.i\luseo Archeologico. Cosa: l\.1ARAB1Nl 1973, pp. 220, 221, tavY. TIPO 2i3I9 GREENE FIG. 25.16 .
44, 84, nn. 409, 410. Roma: MARABINI 1973, p. 221, tav. roo, n. I.
Salice d'Ulzia: .'v1.ARAB1Nl 1973, p. 221, nota 87. Ventimiglia: LAM-
BOGLIA 1939, pp. 21!, 2!2, n. I; ,\lusco Comunale. Descrizione.
5ù:izzera. Vindonissa: ErfLINGER--StMONETT 1952, p. 55, Ul\'.
13, n. 55.
Coppa profonda, con la pancia molto accentuata nella
parte bassa della parete. L'orlo dritto è leggermente
inclinato verso l'interno, Il labbro è arrotondato e spor-
TIPO 2/308. gente all'esterno. Il fondo è piatto. (Tav. XCIX, 3).
L'argilla dell'esemplare da Nimega è di colore bìanco-
Descrizione. camoscio; l'ingubbiatura è di colore arancio.
Coppa biansata, molto profonda, carenata. La carena Decorazione 339.
è pasta nella parte più bassa della parete, presso l'orlo Si tratta di una produzione del basso Reno imitante
e presenta uno spigolo acuto. Al di sopra di essa le pa- i prodotti della Betica (GREENE 1979, p. 60).
rctÌ assumono un aspetto quasi ovoide. L'orlo è piccolo, La cronologia di questi esemplari può essere collo-
dritto, e inclinato verso l'esterno. Il fondo è piatto. Le cata intorno alla metà del I sec. d.C.
anse si impostano a circa metà della parete e sono ' piz-
zicate ' nella parte più alta. (Tav. XCIX, I). Bibliogra__fia,
L'argilla dell'esemplare da Luni è grossolana, di colore Ohwdll. Nimega: GREEKE 19:19, p. 61, fig. 25, n. 16.
grigio rosato; le caratteristiche dell'argilla avvicinano
questo esemplare ai prodotti in ceramica comune.
Decorazione 7. TIPO 2/334 = MAYET XXXVIII.
Non è possibile, al momento, formulare ipotesi circa
il centro di produzione di questo esemplare. Descrizione.

Bibliografia. Coppa carenata molto profonda. La carena, a spigolo


vivo, è posta nella parte bassa del vaso presso il fondo.
!rafia. Luni: CAVALIERI l'vlANASSE 1975, p. 340, rnv, 59, n. I4.
Le pareti, al di sopra della carena, sono pressoché verti-
cali, si restringono solo leggermente verso l'interno.
TIPO 2;265 MARABINI LI I. L'orlo è completamente dritto; il labbro è arrotondat0
e sottolineato esternamente da alcune solcature paral-
Descrizìone. lele. Il fondo è leggermente convesso o completamente
piatto. (Tav. XCIX, 4).
Coppa dal corpo molto profondo, di forma tendenzial-
L'argilla degli esemplari provenienti dalla Penisola
mente ovoide. L'orlo è indistinto dalla parete, il labbro
è leggermente sporgente verso l'interno. Il fondo è piano. Iberica non è ben depurata, di colore ocra con ingubbia-
tura arancio chiaro, generalmente brillante, L'esem-
Alcune solcature sottolineano esternamente il labbro e
numerose altre sono poste a metà della parete. (T av. plare da Cimiez presenta argilla di colore camoscio con
ingubbiatura bruna.
XCIX, 2).
L'argilla dei frammenti di Cosa è sabbiosa e dura, Decorazione 5,50, 44,
di colore arancio, con macchie bruciate sulla superficie La cronologia fissata per questi esemplari si colloca,
esterna. I frammenti provenienti da Ostia presenrnno dalle stratigrafie di Ventimiglia e dì Conimbriga (MAYET
un'argilla ben depurata, di colore tra il nocciob.---rosato r975, p. ì7), nell'ambito della seconda metà dd I sec.
e l'arancio. Gli esemplari da Ostia presentano una deco- d.C.
Si è voluto vedere in questo tipo un prodotto di offi-
razione a rotella 5a.
La cronologia indicata dagli esemplari di Cosa mo- cine vicine a Ventimiglia (MAYET 1975, p. 77); tuttavia,
stra una presenza di questi esemplari in quel luogo pur osservando la differenza tra questa coppa e i pro-
all'inizio delFetà tiberiana, Tuttavia si può notare la dotti di 1\-'lérida, sembrerebbe opportuno riflettere sul-
presenza dì queste coppe nella Penisola Iberica in età l'ipotesi di una sua provenienza dalla Penisola Iberica
( GREEKE I 979, fig. 30, n. 6).
augustea e ad Ostia in strati databili all'età fiavia. La
presenza ad Ostia di questi esemplari in età adrianea
Bibliogra.fìa.
può essere considerata residua.
Difficile è stabilire se si tratti di un prodotto centro. - Francia. Cimiez: GREENE r979, p. 69, iìg. 30, n. 6.
Sp,1g11a. Bdo: ]\.lAYET r9;5, p. 78. tav. XLI. n. 346. Carmon:1:
italico; esami di laboratorio sono in corso su frammenti MAYET r975, p. 78, tav. XLI. n. 345, Haut Alemeil\: MAYET ll)'75,
ostiensi al fine di verificare questa ipotesi. p. 103. ttff, LX\', n. 543.

308
CERAMICA A PARETI SOTTILI

MAYET XXXVIII, XLIII. Inihilrcrrn. Londra: GREENE 1979, p. 73, fig. 3r, nn. I4•-15.
Richborough: GRE1:NE 1979, fig. 31, n. 13. Twywe-11: GREENE r9;<.,;.
fig. ;lI, n. I4.
Dcscri::::ùmc. Afarocco. J\logador: JonrN 1967, fig. 24.
Olanda, Nimcga: GREENE 1979, p. 60, fig. 25, n. 16.
Coppa profonda a carena molto arrotondata. La carena
Portogallo. Conimbriga: l\1AYET 1975, p. 81, tav. XLIII, n. 364.
(.· posta nella parte bassa della parere, presso il fondo; MAYET 1976, tav. Vl,8. (Lisbona): MAYET 1975, p. 107, tav. LXIX,
di sopra di essa le pareti si restringono legger- n. 579.
mente verso l'orlo oppure, più frequentemente, sono Spagna. Aramenta: .i\iAYET 1975, tav. LXIX, n. 5r;. (Barcellona):
MAYET 1975, p. 80, ta\'. XLII, n. 348. Belo".?): lviAYET 1975, p. Sr,
verticali. L'orlo è diritto, verticale, con un labbro tav. XLIII, nn. 361-363; p. 83, tav. XLV, n. 380; BoN"SllR 1931,
arrotondato nella parte superiore e leggermente ingros- tav. XLI. (Cadicc): MAYET I975, p. 8r, tav. XLIII. n. 361. Ibiza:
MAYET 1975, p. 81, tav. XLIII, n. 358. Haut Aientl..'Ìo: lv!.AYET 1975,
:;;:;Jo verso l'esterno. Il fondo è a volte appena convesso, tav. LXIX, n. 574, Afahòn: MAYET I975, p. 107, tav. XLIH, n. 359.
airrimenti piatto. Una solcatura corre generalmente in ,\iaiorca: .l\-iAYET 1975, p. 8r, rav. XLIII, n. 357, .\.iérida: ,\iAYn
~,cnso orizzontale, al di sotto del labbro; un'altra solca- 1975, p. rn7, tav. LXIX, nn. 575, 576; p. 108, tav. LXIX, n. 582.
Valdoca: MAYET I':!75, p. 107_. tav. LXIX, n. 578.
tura) sempre orizzontale, compare subito al di sopra del S1..,i::zera. Vindonissa: GREENE 1979, p. 68, fig. 30, n. 9; p. 23_,
fondo. La coppa 2/267, del tutto simile a 2/266, differi- fig. 7., n. I$,
sce: da quest'ultima per la presenza della carena a spigolo
vivo rispetto a quella della precedente. I due tipi
smw stati considerati insieme non essendo presente alcun TIPO 2/268 MAYET XXXVIII.
elemento di distinzione significativo né per quanto riguarda
l'o.rgilla, né i motivi decorativi usati. (Tav. XCIX, 5--6). Descrizione.
L'argilla ·'degli esemplari spagnoli, quella degli esem- Coppa biansata carenata. La forma di questo vaso è
plari da Saintes e delle coppe dal Marocco, presentano le uguale a quella della coppa 2i226, salvo che per Paggiunta
stesse caratteristiche: colore ocra, spesso ocra chiaro, delle anse. Queste ultime si impostano superiormente
con ingubbiatura di colore arancio chiaro, brillante e poco al di sotto dell'orlo e inferiormente al dì sopra della
con riflessi metallici. L'argilla degli esemplari britannici carena; presentano una sezione scanalata e leggermente
è definita di color camoscio con ingubbiatura di colore appiattita. (Tav. XCIX, 7).
marrone chiaro o giallo-mieìe, brillante. Le caratteristiche Il tipo 2i269 presenta le stesse caratteristiche di 2,i.268
di questi ultimi vasi, nonostante la soggettività delle tranne la carena con uno spigolo più acuto.
diverse descrizioni, potrebbero richiamare quelle dei Le caratteristiche dell'argilla degli esemplari prove-
prodotti spagnoli. Alcuni frammenti da Lione e da Vin- nienti dalla Penisola Iberica e di quelli provenienti da
dnrrissa, invece, presentano un'argilla di colore camo- Port Vendres, sono le stesse di quelle degli esemplari
scin--bianco con ingubbiatura di colore arancio. spagnoli riferibili ai tipi 2:'266, 276.
Decorazione u4 (costituisce il motivo decorativo più Decorazione 124, 56, II, 130.
caratteristico), 5 b e 5 n, 165, 48, 22, 147, 44, 17c, 13, Si tratta di un prodotto proveniente da uno dei centri
124a, 380. della Betica; con ogni probabilità gli stessi che produs-
Si tratta di un prodotto caratteristico di uno dei centri sero le coppe 2/266, 276.
di produzìone della Penisola Iberìca e, più precisamente, La versione con le anse dovette avere meno successo
deìla Betica (MAYET 1975, p. 47 ss.). La datazione pro- dell'altra dal momento che si trova molto meno attestata
po:rrn per questi esemplari è stata collocata nell'ambito fuori dalla Spagna. Per quanto riguarda la cronologia
àe:lretà tiberiano-claudia e ipoteticamente estesa a tutto di questi esemplari essa dovrebbe approssimativamente
il secolo (MAYET 1975, p. 74). coincidere con quella indìcata per i tipi 2/266, 276.
Questi prodotti iberici ebbero una grande fortuna e
furono ampiamente esportati non solo sulle coste del Bibliografia.
Nicditerraneo, ma anche nelle zone più interne e set- Algeria. Algeri: ]\foseo Archeologico. Tipas&: BARADEZ I969,
p, 89, fig. 4, f.
tentrionali dell'Impero. Coppe di questo tipo sono in-
Francia. Port Vendrcs: MAYET I975 h, p. IIO, fig. 58, n. 21.
fatti presenti in Gran Bretagna come nel centro della Spagna, Ampurias: M.wET 1975, p. 8r, tav. XLIV, n. 365. Belo:
Francia. Questi vasi furono inoltre imitati successiva- ,"-.1AYET !975, p. 86_, tav. XLVIII, n. 400; p. 82, taY. XLIV, nn. 36-7 1
m'.:me daì centri operanti nel basso Reno e a Lione tr2. 568; Bm,soR 1931, figg. 23-25. Carmona: MAYET 19"'5, r. 86, mx.
XLVIE, n. 401. Ibìza: MAYET 1975_, p. 82_, ta\·, XLI\', n. 366.
il .,o ed il 70 d.C'. (GREENE 1979, p. 68). Dopo questa Italica: VEGAS 197!, p. 89, tav. XXXVI. lviunigua: VEGAS I97I,
data è stato osservato che queste coppe non sono più p. 86, fig. 4, n. 82. (Siviglia): VEGAS 1971, p. 88, ta,,. XXXIV.
presenti in Germania o in Britannia (GREENE 1979,
p. 71). Esemplari appartenenti a questo tipo continuano
tmtavia ad essere attestati, in quantità apprezzabile., sulle /\1AYET LXIII.
co:;r_e italiche e probabilmente lungo le coste nordafri-
Descrizione.
cane: per tutto il periodo fiavio fino all'età adrianea (RICCI
F-~_;., tm·. LXII, figg. 548, 549). Coppa carenata (2 ;3II) dal corpo profondo. La carena
è p~)sta in genere a circa metà della parete, a volte può
B/bliografìa. essere posta poco al di sopra di essa. L'orlo è indistinto;
Francia. Cimicz; GREENE 1979, p. 68, fig. 30, n. 6. Lione: GREENE
ìl labbro è in genere sottolineato da alcune solcature pa-
jl. 22, fig. j, n. I4. Saintcs: MAYH' 1973, p. 92, fìg. l, n. I. rallele. Il fondo è piatto. Le pareti sono piuttosto spesse
GAGNIÈRF-GREJ\iIÉR-PERROT 1961, p. 134, fig. I$. (mm 2,5-4,5 circa), (TaY. XCIX: St
CERAMICA A PARETI SOTTILI

Il tipo 2/336 presenta le stesse caratteristiche del con\'csso) e presenta un piccolo piede \·erticale. Alcune
precedente con l'aggiunta dì due anse piatte a sezione solcature sottolineano l'orlo, il labbro e il fondo. (Tav.
scanalata che si impostano sopra la carena. (Tav. XCIX, 10-12).
XCIX, 9). Il tipo 2/271 si distingue dal 2/270 unicamente perché
L'argilla degli esemplari spagnoli presenta un colore meno profondo.
che può variare dall'ocra chiaro al biancastro, in quest'ul- Il tipo 2i272 presenta le stesse caratteristiche del tipo
timo caso appare meno fine e dura. L'ingubbiatura 1 di 2/270 dal quale sì distingue per l'aggiunta di due anse
colore arancio, presenta numerose variazioni di tonalità, piatte e scanalate che si impostano nella parte superiore
dal giallastro al bruno, anche sullo stesso vaso. del corpo. Questo secondo tipo sembra meno attestato.
L'ingubbiatura è molto leggera, diluita e solo rara- L'argilla di rutti gli esemplari noti è piuttosto ben de-
mente conserva la sua lucentezza; i riflessi metallici sono purata ed omogenea, di colore ocra chiaro, talvolta ten-
assai poco frequenti. Decorazione 5, 5 b, 5 f, 5 I, 15, 13, dente al rosato. L 'ingubbiatura, di colore arancio, può
14, 145, 79, 124, 56 e solò eccezionalmente 3. Si tratta tendere a volte al rossiccio o al rosato; sono presemi,
di uno dei più diffusi e caratteristici prodotti della Peni- nella maggior parte dei casi, riflessi metallici.
sola Iberica. Analisi di laboratorio hanno dimostrato la Decorazione 5 b, 5 n, 14, 126, 127, 96, 5 a, 124i
provenienza di questi vasi da un centro di produzione 373, 388, 389, 390, 129, 91, 48, 218, 391.
collocato intorno a Mérida, dove queste coppe sono pre- Si tratta di un vaso prodotto nella Penisola Iberica e
senti in grande quantità (MAYET r975, p. 143). più precisamente nella Betica (MAYET 1975, p. 158).
Per quanto riguarda la cronologia di questo tipo si Nell'ambito di questa produzione costituisce uno dei
è pensàto che la fondazione della città di J\tlérida in età tipi più caratteristici e maggiormente esportati sia nel
augustea fornisca un terminus posr quem (MAYET 1975, Mediterraneo che anche, se pur in modo meno consi-
p. 144); mancano tuttavia contesti stratigrafici chei stente, nelle province settentrionali dell'Impero.
oltre a delimitare l'ambito cron()logìco, contribuiscano
ad individuare l'evoluzione tipologica di vasi riferiti a Bibliografia.
questa area di produzione. Si è visto in questo tipo una Francia. Arks: !viAYET 1975, p. 158, n. 532. Cimìcz: MAYET
1975, p. 158, n. 55B. Courthézon: MAYET 1975, p, 158, n. 74, Grau
derivazione da coppe in ceramica a vernice nera prodotte le Roi: MAYET 1975, p. 158, n. 46. Lattes: MAYET 1975, p. 158, n.
in Italia centrale (MAYET 1975, p. 144). Questo spieghe- 45. Nage: Mairic, Magazzìni. Narbonne: MAYET 1975, p. 158, n. 43.
rebbe l'origine del centro di .l\,lérida con l'arrivo di vasai Nimcs: !-.-iAYET 1975, p. 158, n. 47. Port Vendres: MAYET 1975,
p. IIO, fig. 38, n. 18. Saze: GAGN'IÈRE-GRANJER-PERROT r96r. p, !34,
dal centro Italia (M.AYET 1975, p. 144). fig. !5 e. St. Cassien: GREENE 1979, fig. 30.8. Tavd: MAYET 1975,
La diffusione di queste coppe dovette interessare p. 158, n. 72. Vicnnc: MAYET 1975. p. I58, n. 50.
fn{;hilterra. Colchestcr: GREENE 1979, p. 73, fig. 31, n. 1r. Rich-
essenzialmente la Lusitania e la Betica, salvo alcune atte- borough: GREENE 1979, p, 73, fig. 31, nn. IO, 12.
stazioni a Conimbriga e nell'Italia centrale. Nella Betica, Italia. Arezzo: COMFORT 1939, fig. 2, inv, 101,946. Cosa: MA*
tuttavia, questo prodotto dovette scontrarsi con la con- RAilINl 1973, p. 206 ss., tavv. 43, 83, n. 397. Ornavasso: BIANCHETTI
correnza dei vasi fabbricati localmente. Non è possibile r895, tav. XXII, n. 25, ravv. 43, 83, n. 397. Ostia: TATTI 1970, p. 69,
fig:g. 173, 175, r".'6; Scavo delle Terme del Nuotatore, area esterna
senza l'ausilio dì opportune analisi, stabilire la prove- verso il caseggiato del Temistock, c.s. Se1tcfi11es/rc II, p. r66. Ven-
nienza degli esemplari cosani. timiglia: LAMBOGLIA 1939, pp. 207-208; MAYET r975, p. 158, n. 56.
Aforocco. Mogador: Jomr,; 1967, ta,·. XL Rabat: lviAYET r975,
Bibh'ogrCl_fia.. p. 158, n. 37, Thamusida: MAYET 1975, p. 158, n. 35.
Portogallo. Conimbr:iga: MAYET 1976, ta\'. II, nn. 7, IO.
Italia. Cosa: MARAB[Nf 1973, tav. 49.88, nn. 459-469. Spa,:na. Ampurias: M.AYET 1975, p. 84, tav. XLVI, n. 385. Baza:
Portogallo. Conimbriga: tviAYET 1975, p. 107, tav. LXIX, n. MAYET 1975, p. 90, tav. LII-LIII, n. 433. Belo: MAYET 1975, p. 84,
581; MAYET r976, tav. VI. 4. (Lisbona): J\'1AYET !975, p. 101, ta\·. tav. XLVI, n. 387; p. 91, tav. LII, nn. 432,434,435,436,437, 4-41-
LXIII, n. 520; p. 106, rav. LXVIII, nn. 568-570, 572. 442; p. 78, tav. XLI, n. 347; p. 85, tav. XLVI, nn. 394,395; BoNSOR
Spagna. Ampurias: l\,LWET 1975, tav. XLIV, n. 365. Aramenta: f93l, figg. 23-25, tav. 39; COMFORT I939, p. 16, fig. I!, Carmona:
MAYET 1975, tav. XLIV, n. 368. (Barcellona): MAYET !975, p. 101, MAYET 1975, p. 78, tav. XLI, n. 431; p. 9!, tav. XLVI, n. 440; p. 84,
tav. LXIII, n. 523; p. ro4, tav. LXVI, nn. 548,549; p. 103, rav, LXV, tav. XLVI, nn. 384, 388; JomN 1967, fig. 24; BoNSOR 193r, tavY.
4. Haut Akmeio: MAYET 1975, rp. roo-rnl, tavv. LXll-LXIll, XXXVI, XL Ibiza: MAYET 1975, p. 91, tav. LIII, n. 438; p. 90,
nn. 514, 516, 518, 524; p. 104, tav. LXVL nn. 550, 552; p. 102, rn,-. LII, nn. 430,431. Mahòn: i\.1AYET 1975, p. 9t, tav. LIII, n. 439;
ta\·. LXIV, nn. 528, 531, 533, 535. Huelva: MAYET 1975, p. 100, p. 85, tav. XLVII, n. 393. Munìgua: VEGAS 1969. p. 215, fi.g-. 4,
rsx. LXII, n. 512. lt.iìic:.?: MAYET 1975. p. 104, ta\'. LXVL nn. 5.:l5· nn. 6.:;-67. Osuna: MAYET 197s, ta\', LIII, n. 444. Tarra~nna: RùGER
546; p. 106, l<r<:. LXVIII, n. 565 . .i\·krida: M.AYET 19-:5, pp. 100-r-::::.::, r968,· fig. r, nn. :2., II, r7. ·
tavv. LXII-LXIII, LXXVII. nn. 505-508, 510, 5r7, 521. 5::::::. Tunisia. Tunisi: MAYET 1975. p, 158, n. 40. Provenienza indc~
525-527, 654; p. ro6, tav. LXVIII, nn. 563, 564, 573; p. 102, ta\'. terminata: GREENE 1979, fig. 30.7.
LXIV, n. 534; p, 103, tav. LXV, nn. 536,538, 541. Serrones: ,\.1AYET
1975, p. rOI, tav. LXIII, n. 519. (Siviglia): MAYET 19;5, p. 106.
tav. LXVII, n. 561; p. 102, tav. LXIV, n. 532.
TIPO 21273 MAYET XXXVII, XLIV.
Descrizione.
TIPO 2/270, 2/271, 2/272 MAYET XXXVII Coppa dal corpo tendenzialmente emisferico. Orio
~ MARABINI VIII. indistinto dalla parete, labbro arrotondato) sporgente al-
l'esterno; fondo piatto. (Tav. XCIX, 13).
Descrizione. L1argilla degli esemplari spagnoli è dì colore general-
Coppa ovoide molto profonda. L'orlo è leggermente mente ocra chiaro, a volte biancastro o tendente al gialloJ
rigonfio, il bbhro arrotondato nella parte superiore e spesso rosato. L'ìngubbiatura è di colore generalmente
sporgerne ali'cstcrno. Il fondo è piatro (a vohe leggermente aranc10~ brillante, con frequenti riflessi metallici.

310
CERAMICA A PARETI SOTTILI

Decorazione 5 b, f, 1, n, o, 48, Ii, 54, 132, 133, 134, bwhilterra. Richborough: GREENE 1979, p. 12, fig:. 31 ,5.
135, 136, 359, 363, 385, 386, 138, 129, 389, 140, 137, lzalia. Cosa: l\-iARABINI 1973, p. 202, tavv. 42, 82, nn. 385 38-;-.
139, 51, 159, 5 e, 5 C 63, II, 12, 14, 213. Spag,:a. Algarve: MAYET 1975, tav. XLVII, n. 398. Arnpuria~:
.l\-iAYET 1975, p, 77, tav. XLI, n. 339; p. 89, tav. LI, n. 422. (Bar~
Si tratta di una produzione molto fine di vasi variamente cellona;: MAYET 1975, p. 95, tav. LVIII, n. 474. Belo: J\-iAYET r975,
ornati generalmente con decorazioni a barbottina molto tav. XLVII, n. 396. Carmona: lviAYET 1975, p. 76, tav. XL, n. 327;
p. 1!7, Ekhe: MAYET r975, p. 76, tav. XL n. 331. Herdade do Pc-
ricche. La somiglianza di motivi decorativi con la de- draozinho: MAYET 1975, p, 77, tav. XLI, n. 340. Osuna: lviAYET
corazione presente sui vasi del tipo 2/270 fa pensare !975, p. 76, n. 332. Riotinto: MAYET 1975, tav. XLVII, n. 39ì.
con più insistenza ad una identificazione dell'area di Tosal de Manises: MAYET 1975, p. 76, tav. XL, n. 330.
produzione con Belo.
Per quanto riguarda la cronologia, i dati a disposizione
confermano la datazione proposta per 2/270. Esemplari
di questo tipo sono già presenti a Ventimiglia in età
ribcriana e, ancor prima, nella necropoli di Ornavasso. Descrizione.
L'attestazione più tarda è quella re.lativa a strati di età Coppa tendenzialmente globulare. L'orlo è dritto,
flavia ad Ostia. leggermente inclinato verso l'esterno. Il fondo è legger-
Per quanto riguarda la diffusione, questa ricalca, an- mente convesso. (Tav. C, r).
che se in modo meno evidente e con presenze più scarse, L'argilla di questo esemplare è piuttosto sabbiosa, di
quella degli altri prodotti betici. colore grigio con parti brunastre, sono presentì inclusi
Bibliografia. dì mica.
Decorazione 2.
Francia.' Nizza: RIGOIR I95ì, p. 98, fig. ro, nn. 2-5. St. Remy:
RoUAND 1946, fig. 23. Tavel; GAGNIÈRE-GRANIER-PERROT 1961, Dai dati a disposizione non è possibile stabilire con
r,. 23ì, fig. 5, n. L sicurezza il centro di produzione che è stato defi.nitoJ
lnghilrerra.. Richborough: GREENE 1979, p. 72, fig. 31, n. 5. piuttosto verosimilmente, norditalìco.
!rafia. Arezzo ( ?) : COMFORT 1939, figg. 3-5, Ì· Bordighera, Museo
Bickncll: BALLARDIN! 1964, p. 64, fig. 82. Ornavasso: GRAVE 1974, Non ci sono invece dati per formulare un'ipotesi circa
tav. 56, n. 3. Ostia, Scavo delk Terme del Nuotatore, area esterna la sua cronologia.
verso il caseggiato ùcl T emistock: in corso dì stampa. Siracusa:
PALI.ARÉS 196r, p. 79, n. rz. Ventimiglia: MARABINI 1973, p. 202,
nota 94; GREENE 1979, p. 69, fig. 30, n. 5. Bibliografia.
PortnRallo. Conimbriga: MAYET I975, p. 83, taY. XLV, n. 377; ltaiia. Orvieto: HAYES 1976, p. So, fig. 9, n. 142.
tav. XLVII, n. 559; l\-1AYET 1976, ta\·. II, n. 5.
Spagna. Algarve: M.AYET 1975, p. 90, tav. LI, n. 423. Ampurìas:
AiAYET 1975, p. 88, tav. L, n. 414. Asta Regia: MAYET 1975, p. 83,
tav. XLV, n. 379. (Barcellona): MAYET 1975, pp, 80_, 89, tavv. XLII, TIPO 2/253-254 ° MAYET XL
0
LVIII, nn. 349, 423. Belo: !viAYET I975, pp. 78, 83, 88, 89, 90,
tavv. XLI, XLV, XLIX, L, LI, nn. 342, 343, 373, 374, 375,
:n6, 391, 4JI, 412, 416, 417, 420, 425-428, 447; BoNSOR r931, pp. Descrizione.
2-3-25. Carmona: MAYET 1975, p. 88, tav. XLIX, nn. 409, 4m;
BoNSoR r93r, tav. XXVI, XXXVIII, XLI, LXXVI; lvl,wET 1975, Coppa carenata biansata. La carena è posta nella parte
pp. 89, 90, 95, tavv. L, LI, LVIII, nn. 415, 418_, 419,429,472,648; bassa della parete e presenta uno spigolo vivo. Al di
.ÌODIN 1967, fig. 24. Faro: MAYET 1975, p. 88, tav. L, n. 413. Haut
Alenteio: MAYET 1975, tavv. LXII, LXV, LXVI, LXIX, pp. 100, sopra della carena le pareti si restringono verso l'interno
ro3_, 104, 105, ro8, nn. 515, 542_, 547, 554, 586; tav. LXVI, n. 554. del vaso per allargarsi poi in prossimità delrorlo. Questo
Italica: MAYET 1975, p. ro8, tav. LXIX, n. 587. Mefìda: MAYET ultimo è assai articolato, con labbro dritto, indinato
r975, p. ro5, tav. LXVI, n. 553; tav. XLVII, nn. 556, 557.
alPesterno. Il fondo presenta un piede dritto appena
inclinato all'esterno (Tav. C, 2-3).
TIPO 2/274 MARABINI LXVI = MAYET Le anse sono doppie e variamente modanate.
XXXVII. Il tipo 2/254 è molto simile al precedente. Differisce
da quest'ultimo per l'orlo meno articolato, per il fondo
Descrizione.
con piede molto più basso e per le anse, a sezione piatta
Coppa emisferica. Le caratteristiche del vaso sono e scanalata esternamente, notevolmente semplificate ri-
uguali a quelle del tipo 2/273; a differenza di quest'ul- spetto alle precedenti.
r:imo1 sono quì presenti du: anse disposte ad anello su- L)argilla degli esemplari attestati è in genere di colore
bito sotto l'orlo. (Tav. XCIX, 14). ocra. L'ingubbiatura è di colore bruno~-arancio con ri-
L'argìlla presenta le stesse caratteristiche di quella flessi rnetallìci.
del tipo 2!273. Decorazione 61, 6, 217; sono attestati anche esemplari
Decorazione 63, 5, 5n) II, 389, 10 (con l'aggiunta di non decorati.
q), II (con l'aggiunta di 12), 379. Al momento attuaie dell'indagine, vista la concen-
Anche se meno diffuso del tipo 21273 si può pensare trazione di attestazioni e la peculiarità delle relative
che queste coppe venissero prodotte nelle stesse officine. decorazioni (cfr. decorazioni 8, 9, 4 1 6ì si potrebbe pen-
?·'-Jon ci sono dati che permettano di stabilire la crono- sare ad un prodotto della Betica.
logia di questo tipo.
Bibliografia.
Bibliografia.
,','pagna. Ampurias: A-1AYET r975, p. 48, mv. XX, n. r47. Ibiza:
Francia. Blair: BOYER r959, fig. 6, n. 2. Cabasse: BERARD 196r, i\1AYET 1975, pp. 48, 49, taH·. XX, XXI, nn. 148-r5r, 156--158, 159,
p. r26, tav. Xl\' bis, n. ,_, 16::,,

3n
CERAMICA A PARETI SOTTILI

TIPO 2/255 ·"" MAYET XLVIII. TIPO 2/306.


Descrizi011e. Desc11·z1'one.
Coppa biansata, carenata. Le pareti presentano un Coppa carenata biansata. La carena, a spigolo vivo, è
andamento a spigoli vivi. Orlo alto e dritto, con labbro posta poco al di sopra della metà della parete. Al di sopra
appena rivolto all'esterno. Le anse piatte e scanalate dì essa le pareti si restringono rapidamente verso l'im-
si impostano superiormente sull'orlo e inferiormente boccatura. L'orlo è indistinto. Il fondo presenta un
sulla carena. (Tav. C, 4). piede piuttosto accentuato e inclinato verso Festerno. Le
Decorazione 4, 6, r3, 373, 377. Questo tipo richiama, anse sono poste al di sopra della carena. (Tav. CXLI, 6).
pur se semplificato, le coppe 2/253 e 21254. L'argilla di questa coppa è di colore rossiccio, ben
Si potrebbe pensare, data la quantità di esemplari depurata, ma piuttosto vetrosa e poco omogenea.
rinvenuti e la loro concentrazione nelle Baleari, che si Decorazione 349.
possa trattare di una produzione locale. La decorazione di questa coppa richiama molto da
vicino i motivi eseguiti sulle coppe provenienti da Sutri,
Bibliografia. non ci sono tuttavia dati sufficienti per ipotizzare tale
Spagna. Ampurias: MAYET 1975, tav. LIV, n. 452, lbiza: MAYET provemenza.
r975, pp. 49, 50, tav. XXI, nn. 163, 164. Maiorca: MAYET 1975, La cronologia del colombario in cui è stata rinvenuta
p. 50, tavv. XX, XXI, nn. 152, 159-162.
si colloca nell'ambito del periodo tiberiano-flavio.

Bibliografia.
TIPO 2/256 = MAYET XXVI.
Jra[ia. Roma, Colombario di Vigna Codini (I dati riguardanti
quesrn esemplare mi sono stati forniti da D . .lvianacorda).
Descrizione.
Coppa carenata, biansata. La carena è posta poco al
di sotto della metà della parete e presenta uno spigolo
vivo. L'orlo è piuttosto pronunciato, dritto, inclinato
verso l'esterno, separato dalla parete per mezzo di una Descrizione.
gola piuttosto profonda. Il fondo, leggermente con- Coppa. Le pareti di questo vaso, piuttosto rigonfie
vesso, presenta un piccolo piede quasi verticale. Le in prossimità dell'orlo, si restringono rapidamente verso il
anse si impostano inferiormente sulla carena e superior- fondo. All'altezza dell'imboccatura le pareti si inclinano
mente subito al di sotto dell'orlo. (Tav. C, 5). leggermente verso l'interno. Il fondo è piatto. All'in-
L'argilla di questo esemplare è di colore grigio. La terno del vaso, sul fondo, compare una sorta di maniglia.
parete esterna è polita. (Tav. C, 7).
Decorazione 350. Argilla di colore rossiccio.
La forma di questo vaso richiama molto da vicino Decorazione a rotella 5 e disposta a spina di pesce.
2/258. Non è possibile al momento stabilire una crono- La funzione di questo vaso è al momento sconosciuta.
logia di questo esempl8.re né la sua provenienza. Per quanto riguarda l'argilla e le osservazioni su questi
esemplari, si veda quanto detto a proposito del primo
Bibliografia. gruppo di esemplari di possibile provenienza campana
Spa1:1ia. lbiza: l'vlAY:ET I975, p. 60, ta\'. XXVIll, n. 214. (p. 347).

Bibliografia.
MAYET XXVI. !rafia. Pompei: CARANDINl 1977, p. 28, ta\', XVI, n. 58.

Desci-izionc.
Coppa carenata, biansata. La carena è posta nella pan;,:
bassa della parete e presenta uno spigolo acuto. L'orlo,
separato dalla parete per mezzo di una gola, è inclinato Descn·zi'onc.
all'esterno e leggermente arrotondato esternamente. Il Coppa cilindrica. Le pareti sono pressoché verticali.
fondo è appena convesso. Le anse sono piatte e scana- La coppJ è priva di orlo ed il fondo è completamente
late. (Tav. C, 6). piatto; alcune costolaturc concentriche sostituiscono il
Argilla di color ocra. piede. (Tavv. C, 8; CXLI, 7 a-b).
Decorazione 3:'3· Per quanto riguarda l'argilla e le osse1Yazioni su que-
Questo esempìare è molto simile a 2,, 2 5-. sti esemplari, si veda quanto detto a proposito del terzo
Non ci sono dati sufficienti per stabilire la cronologia gruppo di esemplari di possibile provenienza camp:ma
o il centro di produzìone dì questo esemplare. (p. 347).

Bibliografia. Bibliografia.
5/iagna. Ibiza: M.AYET 1975, p. 60, ta\·, XXVIII, n. 215. Jrnha. Pompei: CARANDIN! l(_l"'.''7. p. -;, ta\', :X.11, r..

312
CERAMICA A PARETI SOTTILI

TIPO 2/264 , MARABINI LXVII. TIPO 21282 GREENE FIGG. 12.3, 17.5.
f)cscrizionc. Descrizione.
Coppa carenata. La carena, a spigolo molto vivo, è Coppa emisferica. L'orlo è dritto e inclinato verso
posta nella parte superiore della parete, poco al di sotto l'esterno. Il fondo presenta tre piccoli piedi conici. (TaY.
dell'imboccatura. (Tav. C, 9). C, II).
L'argilla degli esemplari di Cosa è piuttosto fine, Argilla di colore crema palìido, con una lieve sfumatura
morbida, di color camoscio arancio o verdastro, L'in- verde. La superficie è rivestita da una ingubbiatura di
r:ubbiarura è di colore che varia nell'ambito di uno stesso colore nero verdastro.
esemplare, dal rosso scuro fino quasi al nero. Vasi di questo tipo sono stati prodotti sia a Lione
Questa coppa è attestata a Cosa intorno alla fine del (GREENE 1979, p. q) che nella Gallia centrale (GREENE
r( gno di Tiberio, tuttavia è presente in quantità più
0

1979, p. 44). Gli esemplari attribuiti a quest'ultimo centro


consistente nell'età di Claudio. sono decorati con sabbiatura 63.
Questo tipo è stato prodotto, successivamente, da offi- Per la cronologia di questi vasi si veda quanto detto
cine forse nord-italiche. Una coppa di questo tipo è pre- a proposito dei rispettivi centri di produzione.
sente nella necropoli di Muralro, nel corso della prima
metà del II sec. d.C. Coppe simili (conservate solo fram- Bibliografia.
mentariamente) furono probabilmente prodotte anche a lr11;hilterra. Kingshom: GRITNE 1979, p. 44, fig. 17, n. 5. l,'.sk:
Sutri tra il 60 ed il 70 d.C. GREEl\:E 1979, p. 32, fig. !2,3,

Rìbliografi~-
l nghilrerra. Colchester: HAWKES HULL r947, tav. 53, n. 60.
TIPO 2Ì280-28 I MAYET XXI, XXII.
Iralia. Cosa: lviARABINI 1973, p. 254, tavv. 52, 90, nn. 484,486.
Sutri: DUNCAN !964, p. 76, forma 17, fig. 9, 4S. Descrizione,
i:iz:i:::zeru . .i\1uralto: LAMBOGLIA 1943, 5P.3r.
Vasetto di forma tendenzialmente emisferica, in un
caso leggermente più allungata, Il tipo 2 ,:280 presenta
TIPO 2/243 = MARABINI XX. il fondo convesso e doveva essere utilizzato con l'aiuto
Descrizione.
di un supporto. Il tipo 2,/281, al contrario, presenta un
fondo piano, con piccolo piede leggermente inclinato al-
Coppa tendenzialmente c111nctnca. Le pareti sono leg- l'esterno. Di forma simile a 2/280 è attestato un esem-
germente inclinate verso l'esterno. L'orlo è dritto, dispo- plare da Cordova con decorazione 342. (Tav. C, 12~13).
srn orizzontalmente, quasi perpendicolarmente alla parete. Argilla di colore beige rosato. Il rivestimento di colore
n fondo è completamente piatto oppure appena convesso. beige rosato presenta variazioni di tonalità anche sulla
(Tav. C, 10). superficie dello stesso vaso.
L'argilla degli esemplari attestati è sabbiosa, ben cotta, Decorazione 81, 123.
di colore rossiccio o bruno rossiccio all'esterno. Non è possibile ipotizzare il centro di produzione di
La cronologia degli esemplari da Cosa è collocabile questi esemplari, né stabilire la loro cronologia.
nell'ambito àel terzo quarto del I sec. a.C.
Bibliografia.
Bibliografia.
Spa1;na. Cordova: 1\lAYET HJ75, tll\'. XLVI, n. 392. lbìza: .'viAYET
ltaiia. Cosa: l\1ARABINI 1973, p. 79, tavv. II, 6r, nn. 116, Il/. 1975, p. 57, tav. XXVI, nn. 198, 199.

CATALOGO DELLE DECORAZIONI

;)ECORAZIONE 43. tale dell'Italia, e sulla costa adriatica. È interessante la


p ..
presenza degli stessi bicchieri a Magdalensberg; questo
,:JCSCrlZlOne. centro è infatti, per molti versi interessato alla diffusione
Decorazione costituita da una fitta serie di linee varai- dei prodotti della costa adriatica settentrionale. La cro-
.idc tra di loro, incise in senso orizzontale su tutta ia su- nologia delle attestazioni note oscilla fra l'ultimo guano
:·:c-rficie del vaso. Altre linee, perpendicolari alle prece- del I scc. a.C. e il primo quarto del I sec. d.C.
de-riti, sono successiYameme incise in senso verticale Bibl1:ogra_17a.
'fl modo da formare una strettissima griglia. Le linee
/Iusnia. lviagdaicnshcrg: ScmNDLER KAl'llELKA Il)"5, Ul\', ::.3.
'Jtn:icali sono generalmente più distanti tra loro e più forma t.30.
profondamente incise delle altre. (Tav. CI, 1). Italia. Aquileia I/69: ,\lusco Archeologico, M. agazzini. Budrio
Questa decorazione si trova attestata su bicchieri r/69; BERGAMlNI 1980, rn,,. XV, Jìg. 278; rnv. XLV]. Jìg. 1066. Coa;i:
,\,iARABINI 1913. tan·. 44, 8..j., n. 4I..J.. Porto Rccam!ti 1/69: 1\l.ERCANDO
, /60 che sembrano caratteristici delle zona nordorien- 1971- p. 414, tomba XIX, ti,:. 1 ).

31 3
CERAMICA A PARETI SOTTILI

DECORAZIONE 40. paiono in genere quattro lince per ogni gruppo (molto
raramente sono attestati gruppi con più di quattro linee').
Descrizione. Si è visto, per questa decorazionc 1 una origine pren;-
Incisione a righe orizzontali parallele. La decorazione mana che risale al tardo periodo La Tène e raggiunge
è eseguita) negli esemplari attestati, su tutta la superficie l'età augustea (MARABlNl 1973, p. 158). (Tav. CI, 6).
esterna del vaso. Le linee sono vicine le une alle altre, Questa decorazione è associata sempre a bicchieri
ma a distanza non troppo regolare. (Tav. CI, 2). A Cosa 1,30.
questa decorazione è attestata su un bicchiere 1 /27, data- A Cosa bicchieri così decorati compaiono, per la prima
bile intorno al terzo quarto del I sec. a.C. Nel campo volta 1 nel terzo quarto del I sec. a.C. Questa decorazione
augusteo di Vetera è invece presente su bicchieri I 89. tuttavia, come mostrano le stratigrafie dì Ostia (RICCI
1973), cominciò a essere più ampiamente attestata nella
Biblic~r;rajia, seconda metà del I sec. d.C. per raggiungere la sua mas-
Gcrnu.mia. Vctcra l :89: t'.1,AGEK 1912a, ta\·. 50, IO. sima diffusione in età adrianea. Con gli inizi del III
ltali<i. Cosa Ii2ì: ,VI.ARAÈINI 1973, taV\", 8, 60, n. 86; tan·. 43, sec. d.C. non sono più presenti vasi così decorati.
83, n. 401.

Bibliografia.
DECORAZIONE 39. A/1;eria. Tipasa 1,30; MAYET I975, p. 135.
Cipro, Kourion l/30: McFADDEN 1946, tav. XLIX, n. 9229.
Descrizione. Francia. Narbonne 1/30: MAYET 1975, p. 135; Museo Archeo•
logico, Magazzini. Palazzetto J...1urotondo 1,130: J...10RACCHINI l\hzEt
Decopzione a linee orizzontali incise analoga alla 40. A 197 I, p. 59, fig. 127. Port Vendres r,130: J\1AYET 1977, p. J I I ss., fig. 39,
differenza di quest'ultima è realizzata solo su una fascia nn. 27 29.
Italia. Albenga 1.,30: LAMBOGLIA 1938, tìgg, 27-28. Cosa ri30:
al centro della parete esterna del vaso. (Tav. Cii 3). J\.i.ARABIN) 1973, ravv. 28, 29, 7!, 72, nn. 259-269. Forte 1/30: LEVI
Questa decorazione compare su bicchieri I r I 6 pro- 1949, tomba I6, p. 52, fig. 15. Gabi r/30: VEGA$ 1968, p. 29, fig. ro,
venienti da .M.agdalensberg datati a partire dal 20 a.C. n. 86. lsasco I/30: UGO-LAMBOGUA 1956, fig. 19. Lipari 1130; BER•
N,\BÒ BREA-CAVALlER 1965, tav. CCXXI, nn. 10-13. Luni Ii30:
CAVALIERI M.ANASSE 1975, tav. 85. Oristano 1130: BENOÌT 1956 b,
Bibliografia. p. Il, fig. 13. Ostia 1;30: TATTI 1970, tav. XIV, fig. 18oa-b; RICCI
Austria. J,,fagdakmbcrg 1116: SCHINDLER KAUDELKA 1975, tav. 1973, tav. LXXIII, figg. 681-683; POHL 1970, fìgg. 66, 68, n. 27,
3, forma 7a. fig. 73, n. 588; Musco Archeologico, Magazzini. Puglia 1130: MA~
RABINt 1973, p. 157, nota 14. Roma J.'30: MARABIN! 1973, tav, 97,
nn. 2I, 22; M.. cFADDEN 1946, tav. XLIX, n. 9229; MARABINI 1973,
DECORAZIONE 96. tav. 100, nn.. r8, I9. Sardegna: MAYET 1975, p. 135, n. 21 (Londra,
British Museum). Ventimiglia I/30., Magazzini degli scavi: MARA·
Descrizione. BINI 1973, p. 157, nota 9; Museo Civico, Collezione Bikncll.
Marocco. Mogador 1130: JODIN 1967, tav. XLI; MAYET 19"15,
Decorazione incisa costituita da linee incise a stecca p. 135. Tangeri I/30: PoNSICH 1970, fig. 54, I; MAYET 1975, p. 135.
in senso verticale sulla parete esterna del vaso. (Tav. CI, Spagna. Alcudìa Ii30: BAILY 1973, p. 67, nn. 3., 4. Ampurias
1/30: MAYEi 1975, mv. XXVII, n. 207. Asta Regia r/30: MAYE'r 1975,
4). Questa decorazione è attestata a Magdalensberg su tav. XXVII, n. 203. Eklw I ·'30: MAYET 1975, p. 135. lbìza 1/30:
un esemplare datato fra il 30 e il 40 d.C. l\lAYET 1975, ta\•. XXVII, nn. 204-206, 210. !vl.ah6n 1130: MAYET
1975, tav. XXVII, nn. 205, 208. Maiorca 1.130: VEGAS 1963~1964.
Bibliografia. p. 66, fig:. II: MAYET 1975, p. 135, Pol\entia 1130: VEGAS J963-r964.
pp. 66-6i, nn. JI, 12. Tosal de Manises r/30: MAYET 1975, mv.
Austria. !-.1.agdalcnsberg: SCHIN"DLER KAUDELKA 1975, rav. 26, XXVII, n. 202; VEGAS 1973, p. 76.
forma r24c, b, a. Tunisia. Beja 1/30: HoLWERDA 1936, fig. 19., n. 800-Sq. Carta•
ginc r/30: Museo Archeologico. Lebda 1l30: HoLWERDA 1936, fig.
19, n. 800-814. Sousse 1/30: HOLWERDA 1936, fig. 19, n. 8oo-8q..
DECORAZIONE 59. Tunisi r/30: HOLWERDA !936, fig. 19, nn. 800-814.

Descrizione.
DECORAZIONE 2 I 6.
Decorazione ad incisioni ottenute a stecca. Le incisioni
sono disposte verticalmente lungo la parete esterna del Descrizione.
vaso. L'esemplare su cui è attestata questa decorazione è
Decorazione a linee incìse a pettine r disposte in modo
stato rinvenuto a Cosa eà è datato in età augustea. (TaY.
obliquo su tutta la superficie esterna del vaso. (TaY.
CI, 5).
CI, 7).
Bibliografia. Questa decorazione C attestata su un bicchiere pro-
veniente da Cavaillon e databìle alla fine del I sec. a.C.
l!alia. Cosa: 1V1AHABINr 1973, tavv. 1-;, 65. nn. 176, !i"i,
Bibliografia.
DECORAZIONE " Frall(ia. Cavaìllnn r, I62: Dt'i','iOl'LIK 1965, fig. 22c.

Descrizione. DECORAZIONE 4.
Decorazione incisa a pettine con fasci di linee parallele
disposte in senso verticale (o leggermente obliquo ri- Descrizione.
spetto al piano di appoggio del vaso) e incise piuttosto Lìnee oblique incise e disposte a spina di pesce. Il
profondamente su tutta la superficie esterna. Com- morivo decorativo è disposto orizzontalmente nella parte
CERAMICA A PARETI SOTTILI

mediana della parete esterna del vaso. Questa decorazione, Questo motivo, che riproduce una palmetta simile a
a differenza dalla 6 presenta le linee non tangenti quelle caratteristiche della produzione betica è attestato
ad un vertice. (Tav. CI, 8). su coppe 2 251. La concentrazione di questo, come di
Questa decorazione è attestata su coppe 2i316. Dei altri motivi analoghi, nelle Isole Baleari rafforza l'ipotesi
due esemplari attestati uno (MAYET 1975, n. 138) pre- che coppe così decorate potessero essere relative ad una
senta una maggiore accuratezza di esecuzione: le linee produzione locale.
non sono infatti soltanto graffi.te, ma incise più profon-
damente ed accuratamente. Bibliografia.
La concentrazione del motivo decorativo nelle Isole Sr,,1_1,•11a. \iahòn 21251; },1AYET 19':5, nw. XXIX, n. 22-";,

Baleari rafforza l'ipotesi di una produzione locale di


questi vasi. DECORAZIONE I 3.
Bibliografia. Descrizione.
Spaf!tw. Jbiza 2,3r6: MAYET 1975, tav. XVIII, nn. 136, r38. Rombi tangenti ad un vertice, ottenuti da linee inter-
secantisi. Il motivo è disposto orizzontalmente a metà
della parete esterna del vaso. (Tav. CI, 12). Sono atte-
DECORAZIONE 6. state due coppe, 2/255 e 2i254, in cui il motivo varia
per dimensioni e per accuratezza di esecuzione.
Descrizione. Questa decorazione, come le precedenti, sembra ca-
Decorazione a linee incise tangenti ad un vertice che ratteristica delle Isole Baleari. La concentrazione del
formano ·un motivo a spina di pesce disposto in senso motivo decorativo in quesearea sembra confermare l'ipo-
orizzontale alla metà della parete esterna del vaso. La tesi di una produzione locale di questi vasi.
lunghezza delle linee e la accuratezza della esecuzione del
motivo variano da un esemplare aII'altro. (Tav. CI, 9). Bibliogrqfia.
Questa decorazione è attestata su coppe 2_/254 e 2,'255 Spagna. Ibiza 2,255: MAYET 19'.:5, tav. XXI, n. 163; 2,."254: J\.\AYET
1975, tav. XX, n. 151.
tutte provenienti da Ibiza.
La concentrazione del motivo decorativo rafforza
l'ipotesi di una produzione locale di questi vasi. DECORAZIONE 6 I.

Bibliografia. Descrizione.
Spa1ma. lbiza 2 1253: ll.1AYET r975, tav. XX, 11. 150; tav. XXI, Linee parallele verticali incise e generalmente inscritte
nn. 159-16:!. in un triangolo disposto con un vertice in alto. La fa-
scia così decorata è delimitata superiormente e inferior-
mente da due linee orizzontali incise. La decorazione è
DECORAZIONE 8. disposta sulla parte centrale della parete esterna del vaso.
Descrizione. (Tav. Cl, 13).
Questa decorazione è attestata solo su coppe 2 .1254
Linee incise, disposte a spina di pesce. Il motivo è tutte provenienti da Ibiza. La concentrazione del motivo
realizzato lungo una fascia orizzontale, sulla pancia del decorativo rafforza l'ipotesi di una produzione locale di
vaso. Differisce dal 6 per la presenza di una incisione questi vasi.
centrale da cui partono, in senso opposto, le linee diago-
nali. Queste ultime variano da un esemplare all'altro per Bibliografia.
dimensioni e accuratezza di esecuzione. (Tav. CI, 10). Spagna. Ibiza 21254: M.AYET I975, tav. XX, n. 149; mv. XXI,
Il motivo decorativo, che ricorda un ramo di palma, nn. I56-158.
è eseguito su coppe 2"316 provenienti da Ibiza e sembra
caratteristico dei prodotti iberici o forse proprio delle DECORAZIONE 2!.
Baleari. La concentrazione nella diffusione di questo
motivo decorativo rafforza l'ipotesi di una produzione Descrizione.
locale di questi vasi. La parte inferiore del vaso è decorata da lince orizzontali
e verticali disposte perpendicolarmente a formare un
Bibliografia. retìcolo regolare. Una fascia, ottenuta a barbottina e
Spagna. Ibiza 2,316: fl'iAYET 1975, tav. XVIII, nn. r35, 137, modanata a nastro delimita superiormente la zona de-
corata a reticolo. (Tav. CI.1 14).
Questa decorazione è attestata solamente su un bìc-
DECORAZIONE 9. chiere I, I 5 rinvenuto ad Ornavasso databile in età au-
Descrizione, gustea. Alcuni confronti per questo tipo di decorazione
si ritrovano nell'area padana occidentale e prealpina dm:e
Linee oblique disposte a spina di pescei lungo una questi vasi possono essere stati probabilmente prodotti.
linea mediana. Questo motivo, simile a 8, presenta,
rispetto a quest'ultimo, una esecuzione più precisa e Bibliografia.
le linee più profondamente incise. (Ta,:. CI, I r).

315
CERAMICA A PARETI SOTTILI

DECORAZIONE 60. (Lazio meridionale), dalle officine nord . -adriatiche, del-


l'Etruria e da quelle d'oltr'Alpe. A differenza dalla de-
Dcscrizìone. corazione sabbiata (63) questa continuò ad essere rea-
Decorazione con linee oblique incrociate incise che lizzata su vasi di produzione renana e britannica fino
formano un reticolo sulla superficie esterna del vaso. al IV sec. d.C.
(Tav. CI, 15). Bibliografia.
Un unico esempio di questa decorazione a Cosa è
Austria. Magdaknsberg: 2,322: ScHINDLER KAUDELKA 1975, tav.
databile in età augustea. 17, forma 84 (.L 2/327: SCHIKDLER KACDELKA 1975, tav. r7, forma
84 e; SCHINDLER KAUDELKA 1975, ta\', 17, forma 84 k, h; tav. 19,
Bibliografia. forma 972.
Italia. Cosa: MARAB!Nl 1973, ta\'V. 17, 45, n. 178. Germania. Bìngcrbri.ick 2i226: GREENE 1979, fìg. 24, 9, Ncms
2/236: FILTZINGER 1972, mv. 42, 25. Oberadcn 1/73: LoESCHCKE 1942,
tav. 8, nn. 10, 28.
DECORAZIONE 97. Grecia. Atene r.,.73: ROBINSOK 1959, F23, tav, I.
lnghilrerra, Colchester !!375: HULL 1963, fig, 107, forma 395,
Descrizione. Italia. (Centri Vesuviani) 21389: CARANDIN'I 1977, p. 28., tav.
Linee concentriche incise, con l'aggiunta di piccoli XVI, 65; ta\'. VIII, 3. Cosa 2/246: MARABINI 1973, tavv. r9, 66,
nn. 195-197; 1,-162: MARABINI 1973., tavv, 14, 63, n. 156; .i\iARABINl
punti fra i cerchi. La decorazione è attestata su un fram- 1973, tavv. 16, 64, n. 168; 1/165: MARABlNl 1973, tavv. 32, 74, nn.
mento appartenente ad una coppa tipo 2/230, rinvenuto 291-299; MARABINI 1973, tavv. 50., 88, nn. 466-470; 1/45: MARABIN!
1973, tavv. 48, 87, n, 457; MARABINI 1973, tavv. 17, 45, n, 179. Pa-
a Magdalensberg e databile a partire dal 25 a.C. (Tav. lazzolo 1/62: GREENE 1979, fig. 33,4, Pompei 2j222: CARANDINI 1977,
CI, 16) ... tav, XI, 25; 2/307: CARANDINI 1977, tav. XVI, n. 58. Porto Reca-
nati: .MERCAND0 1971, p. 410, figg. 12, 17. Roma 1_/73: MARABINI
Bibliografia. 1973, tav, 100, IO. Sutri: DUNCAN 1965, fig, 7, 17. Torino 2/323:
Austria. i\lagdalensbcrg: SCHINDLER KAL'DELKA 1975, mv. 31. GREENE 1979, fig. 33.2.
fo1;0s!avìa. Emona 2i384: PLESNICAR-·GEC 1972, tav, XLI, n.
150; 1/65: PETRU 1972, tav. LXXIII, tomba 95, 2, n. 5; 2/322:
PLESNICAR-GEC 1972, ta\', LIV, tomba 192, n, I2.
DECORAZIONE I 2 I.
L')parma. Ampurias 2/z74: MAYET 1975, rav. XLI, n. 339; 2 1394-
395: lviAYET 1975, tav. XXXI, nn. 246, 247. (Barcellona) 11171:
Descrizione. MAYET 1975, tav, LXX, n. 595; MAYET 1975, tav. LXIII, n. 519,
Carmona 1/196: MAYET !975, rnv. LXXVL n. 642, Haut Alentcio
Decorazione incisa a palmette e volute. Questo mo- 213n: MAYET 1975, tav. LXIII, n. 524; 21334: MAYET 1975, tav,
tivo, come la decorazione 9 richiama quella ottenuta LXV, n. 543; 1/130: MAYET 1975, tav. LXX, n. 591; r/171: l'viAYET
in genere con tecnica a barbottina. (Tav. CI, 17). 1975, tav. LXXI., n. 595; 2/336: MAYET 1975, taY. LXIV, n. 535.
M.aiorca I/49: MAYET 1975, tav. VII, n. 52; 1;173: l'viAYET r975,
Questa decorazione è attestata solamente nella Pe- tav. XXII, n. 169; r/r89: MAYET 1975, tav. XII, n. 89. Mérida
nisola Iberica a Tarragona e eseguita su un bicchiere 2/311: MAYET 1975, ta\·, LXIII, n. 517; 2/336: MAYET 1975, rnv.
tipo I /68. LXV, nn. 536, 53.7, 541; 21229: hiAYET 1975, tav. XVI, n. 128;
2/222: !viAYET 1975, tav. XXXI, n. 241. Scrrones 213n: lvl.AYET
La produzione di vasi così decorati, imitanti forse i 1975, tav. LXIII, n. 519.
più famosi vasi decorati a barbottina e prodotti nella Svizzera. Locarno 21408: SrMONETT r94r, p, 61, n. 339; 2/235:
SlM0NETT r941, p. 63, n. 345; p, 67, n. 39I; p, 75, n, 52; SIMONETT
Betica, potrebbe essere ipotizzata nella stessa Penisola 1941, p. 93, n, 257; p, 135, n. 292; p. l{.JI, n. 4rr; SlM0NETT 1941.
Iberica. p. ror, n. 82. Zurigo 1173: VoGT 1948, fig. 34, nn. ::n-23.
Tunisia. Cartagine 111ro: Museo Archeologico.
Bibliograjìa.
Spagna, Tarragona 1/168: ]YiAYET 1975, ta\'. XXIV, n, 183.

DECORAZIONI 5a, e, m.
DECORAZIONE 5.
Descrizione.
Descrizione. Decorazioni a rotella costituite da triangoli, in ge-
Decorazione a rotella costituita da tratti paralleli o nere piuttosto profondamente incisi, di grandezza va-
leggermente obliqui. La decorazione può comparire su riabile, disposti su file parallele orizzontali sulla super-
gran parte della superficie esterna del vaso come anche ficie esterna del vaso. (Tav. CII, 2 . -4).
su una o più strisce orizzontali r,aralleìc. (TaY, CIL r',-. Si veda per altro la decorazione 5,
Questa decorazione è attestata nell'Italia centrale
(Cosa, Roma) a partire dall'età augustea, ma a diffe- Bibliografia.
renza della decorazione 63 che presenta la stessa crono- Austria. Magdalcnsberg: SCHINDJ..ER KAUDEl..KA I975, mv. 19,
logia iniziale, questa si trova attestata, sempre in età forma 97i, k; tav. 17, forma 84r; forma 5c; 11379:-SCHlNDLER
KAt'.l)ELKA 1q75, rav. 3, forma 6a; 2;327: SCH!NDLER KAUDEl..RA
augustea, nei campi di Oberaden e Vetera, mentre a 1975, ta,,. I'7, forma 84 c .
.M.agdalensberg non sembra comparire prima del 20, Francia. Cavailion 1.'162: Dt:MOt:LIN 1965, fig. 22J.
25 d.C. Questa decorazione è spesso accompagnata a Cìrçàa. Atene 1ir62: ROHINSON 1()5(;. F 22. ta\·, l.
l111Ihihetra. Circnccster 1,1127: (YREENE 19-;9. dg. l), n. 2C.
rotellature di altro tipo: 5n, 56, 5c, oppure unita a
Jrali,!. Cosa: J\lARABINI r9;3, tav. 66. n. 1R6; 2 1344: .i\iAR:U\!Nl
decorazioni di tipo diverso: 79, 73, 149, 98. 1973, tavv. 18. 66, n, 188; 1/109: ,\\.ARAll!Nl 197,1. taVY. 48, 87, n.
Poco attestata nel bacino orientale del Mediterraneo, 449; MARABJNl 1973, tavv. 49, 88. nn. 460, 461. Ostia 1/160: RICCI
1973, tav. LXXIII, fig. 686. Pompei 2.'222: CARANmi,;1 1977, mv.
costituisce nella seconda metà del I sec, d.C. e nel corso XI, 26. Roma: MARABlM 1973, p, IO/, Villa Potenza: ,1\1.ERCAND0
del II, una delle decorazioni più attestate. Vasi così 1971, p, 410, figµ. l:.'., 16,
decorati furono prodotti dalle officine cemro-itaìiche lugoslm:ia. Emona 1/63: PETRD l'J/2. ta1·. LXXXI., tomb:i 2:·,. 15.
CERAMICA A PARETI SOTTILI
Spa,1.;11<1. Ampurìas 2,1316: ALMAGRO 1955, p. 35, fig. 13; 2 1344: tavv. 3I, 74, n. 284; 2;336: MARAll!Nl 1973, tavv. 49, 88, n. 462;
Ali\YET 1975, rav. XXXIV, nn. 273, 274; 2/2n: AiAYET 1975, tnv. Jll09: .i\.-iARAllINJ 1973. tavv. 40, 8r, n. y,3. Ostia; RICCI 1973, pp,
XXXI\', n. 114. Carmona 1h.l6: :\1AYET 1975, tav. LXXVI, n. 642. .ìs..,-358; TATTI 1970, fìg-. 184. Vcmimiglia .21273: GREENE 1979,
Ccnrdks 1,162: RùGER 1969, fig. i. 3, }\fahòn 1149: .MAYET 1975, fig. 30. 5.
tav. VIL n. 5.~ 21394-395: M.AYET 1975, rnv. XXXI, n. 240. Maiorca Jugos!ac'ia. Emona 11350: l'ETRU I()".'2. iav. VII, tomba 59, n.
r',19: 1\-iAYET !()75, tav. VII, n. 54; 2/240: ,\.iAYET 1975, rnv. XXIX,
n. ·22:::. (Sividia,i 1/208: i\.1,wET 1975, tav. LXXVI, n. 645.
.\'pagna. M.érida 2 336; .i\iAYET 1975, mx. LXV, n. 540.

DECORAZIONE 5b. DECORAZIONE 5g.


J)L'scri::::ionc. Dcsai::::ionc.
Decorazione a rotella costituita da piccoli tratti ver- Decorazione a rotella costituita da tratti virgoliformi di-
ticali disposti su linee parallele sulla parete esterna del sposti a formare linee orizzontali parallele. (Tav. CII, 7).
•:aso. (Tav. CII, 5).
Questa decorazione è attestata al momento solamente
Si veda quanto detto a proposito della decorazione 5a. a l\.1agdalensberg nel primo quarto del I sec. d.C. fino
!Jihliw:rafia, al 40 d.C. Nelle attestazioni più tarde appare associata
ad altri tipi di decorazioni.
Awrria. lvlagùaknsbcrg ri379: SCHINDLER KAUDELKA 1975, ta\'. 3,
forma 6 b; SCHINDLER KAUDELKA 1975, rnv. i, forma 28 f; 2/420: B1'bliografw.
ScmNDLER KAUDELKA 1975, tav. Ii, forma 84 a; SCHINDLER KAUDELKA Austria. J\bgdalensberg r,379: SCHINDLER KAUDELKA 1975, tav.
1975, tav. r8, forma 86; tav, 19, forma 97 a, b, d, f, g, h; 2/403; 3, forma 6 a; Sci-UNDLER KAUDELKA 1975, tav. 20, forme ro2 ì, ro2 e,
SCHINDLER KAUDELKA 1975, tav. 23, forma 129; ScmNDLER KAU- 102 f, !02 g.
TlELKA r975·; tav. 20, forma ro2 a; 102 e; tav. 18, forme 91, 89; ta\'.
2l, forma 108 a; r/155: SCHJNDLER KAUDELKA 1975, tav. l8, forma
92, 93 b, a.
Francia. Cavaillon 11162: Dt;,,wt.:LIN H165, fig. 22d.
DECORAZIONE 5e.
(Jerma11ia. Niederbib<!r 1_,154: GOSE 1950, tav. 13, 198; 1,376:
GosE 1950, mv. 13, 194. Descn:::;ione.
Grecia. Corinto 2f404: HAYES 1973, tav. 89, n. 189. Decorazione a rotella costituita da una o più fasce
lmd1ilrerra. Richborough 2/267: GREENE 1979, tig-. 31, l;l.
Iralia. Cosa r/109: !v1ARABINI 1973, tavv. 24, 69, n. 236_; 21346:
a spina di pesce disposte orizzontalmente sulla parete
A'IARABINI 1973, tavv. 19, 66, nn. !95-197; i\-1:ARAB]Nl 1973, tavv. esterna del vaso. (Tav. CII, 8).
.;9, 88, nn. 464-465; 1/45; MARABINI 1973, taV\', 48, 87, _n. 455. Questa decorazione sicuramente più diffusa rispetto
l'ompci l/ro4: CARANDrNI 1977, taY. IX, n. lI, 12. Sutri: DUNCAN
1964, fig. 8, -i.o, forma 7, Torino r;'62: GREENE 1979, fig. 33, n. 4.
alle attestazioni qui eicncate, sembra eseguita prevalen-
Ju1;os[m,ia. Emona 2/213: PETRU 1972, tav. XVI, tomba III, n. q; temente su bicchieri del tipo I, I 65.
:2_1_-:,,20: PETRU 1972, ta\', XXVL rnmba 257, n. 7, Le attestazioni di Cosa sono databili in età augustea.
5,'pagna. Ampurias 1/162: ALMAGRO 1955, inc. Balksta, n. 17.
Beja 2/248: lVIAYET 1975, tav. XXXV, n. 285. Carmona 2.:271: MAYET
Hn5, tav. XLI, n. 341; 21273: J\'1AYET 1975, tav. LXXVI, n. 648.
Bibliografia.
(Siviglia) 2/3u: MAYET 1975, tav. LXlV, n. 532, Germania. Haltern 11165: LOESCHCKE 1909_, tipo 4IC, fig. 2I, ra,:.
IX; MARABINl 1973, p. 166.
(hecia. Atene 1/165: RomNSON r959, p. 12;, inv. P 3I732.
DECORAZIONE 5f. lzalia. Cosa !;165: .\1Alù'\.Bl:Xl 1973, tavv. 3::c, 74, 75, nn. 29r-29y.
Ostia 1,1165: ,\luseo Archeologico, .'\1agazzini.
Descrizione.
Decorazione a rotella costituita da tratti verticali pa- DECORAZIONE 5r.
ralleli legati insieme da piccoli tratti orizzontali. La de-
corazione è disposta a fasce orizzontali parallele sulla Dl'scrizionc.
narete esterna del vaso. (Tav. CII, 6). Decorazione a rotella costituita da incisioni a romhi
" Dalle attestazioni note si può osservare una maggior disposte su righe orizzontali parallele. (Tav. CII, 9).
concentrazione di questo tipo dì rotellatura in Italia. Questa decorazione è attestata a Magdalensbcrg nel-
La considerevole presenza di esemplari di questo tipo l'ultimo decennio del I sec. a.C.
in Italia centrale farebbe, pur se cautamente, avanzare
''ipotesi di una produzione in quest'area dì vasi così Biblio1;1·afza.
decorati. L'attestazione più amica di questo tipo dì de- Austria. J\\agdaknsbcrg I '3;l): ScmNDLER KAUDELKA 1975, mv.
corazione a rotella è quella di Cosa (tipo 2/250) attestata forma 6:i.
in età augustea. Il maggior numero di attestazioni è
tuttavia collocabile in età tiberiano--claudia. Anche a DECORAZIONE 5vOl!.
/Viagdalensberg questo tipo di rotellatura compare fra
il 30 e il 40 d.C. Esemplari così decorati si ritrovano ad Descri::::ùmc.
Ostia fino in età adrianca.
Decorazione a rotelb costituita da piccoli tratti orizzon-
Bibliogré{fia. tali separati gli uni dagli altri e disposti, su linee oriz-
zontali parallele, in genere lungo una fascia suk pane
Au.,rria< lvl.agdalcnsbcri;:: Sc!-llKDLER KAlJDELKA 1975, mv. r7,
i'urma 84 b; Ul\'. 21, forma 106. centrale della parere esterna del vaso. (Tav. CII, IO).
Iraiia. Cosa r 145: J\,iARABrNl r973, ta\"V. 48, 87, n. 456; 2/250: Questo tipo di rotellatura è attestato al momento so-
M.ARABINI 1973, tavv. 26, 67, nn. 206-207; 2/244: MAR,\BINl 1973, lamente nella Penisola Iberica_
CERAMICA A PARETI SOTTILI

Bibliografia. Dalle poche attestazioni note sembra estraneo a tutta


SpaR1w. Belo 21273: MAYET r975, tav. XLI, n ..H2, Carmona l'area mediterranea.
2'334: .11.t'..YET 1()75, tav. XLI, n. 346.
Bibliografia.
Germa11ia. Neuss 2'236: FU.TZtNGP.R 1()72, mv. 42, 24.
DECORAZIONE 5p. ln!;hilterra. Cirçncester 21420: GREENE 1979, fig, 6, 10.
Descrizione.
Decorazìone a rotella costituita da linee oblique o ver- DECORAZIONE 5h.
ticali, parallele, alternate a linee spezzate. (Tav. CII, II).
Questo tipo di rotellatura è attestato nella Penisola Descrizione.
Iberica. Decorazione a rotella costituita da piccoli punti pro-
fondamente incisi, uniti da linee orizzontali incise più
Bibliografia. superficialmente. (Tav. CII, 15).
Spagna. Mérida 2,336: MAYET 1975, tav. LXV, nn. 539, 538, Questa decorazione è attestata su coppe rinvenute ad
536; J/192: MAYET r975 1 taY. LXXII, nn. 603, 604, 605. Ornavasso e a Cosa. La datazione di questi ultimi esem-
plari si colloca in età tiberiano-claudia.
DECORAZIONE 59· Bibliografia.
Bibliografia. Iralia. Cosa 2.1244: MARABIN! 1973, ravv. 31, 74, n. 284. Orna-
vasso 2/315: GRAUE 1974, fii;:. 56, 4.
DecoI'àzione a rotella costituita da fasce di piccoli
segni a ' v ' disposti su linee orizzontali parallele sulla
parete esterna del vaso. (Tm·. CII, 1:2). DECORAZIONE 5n.
Questa decorazione è attestata nella Penisola Iberica.
Descrizione.
Diffusione. Decorazione a rotella costituita da tratti verticali paral~
•\'pagna. (Siviglia) 1/208: MAYET 1975, tav. LXXVI, n. 645. Tn~ leli uniti da diversi segmenti orizzontali o obliqui .
sai de Manises: MAYET 1975, tav, LXXVI, n. 653. Fasce così decorate si ripetono varie volte, separate da
una solcatura, sulla parete esterna del vaso. (Tav. CII, 16).
Questa decorazione sembra caratteristica della Pe-
DECORAZIONE 51. nisola Iberica. Anche gli esemplari presenti a Richbo-
rough sono attribuibili alla produzione spagnola ( GREENE
Descrizione.
1979, p. 65 ss. ).
Decorazione a rotella costituita da piccole impressioni
di forma ovale) più o meno allungata, disposti senza Bibliografia.
ordine preciso su una fascia orizzontale sulla parete esterna ln1;hìlterra. Richborough 2/267: GREENE 1979, fig. 31, 13.
del vaso. (Tav. CII, 13). Spa!{!w. Bdo 2/273: ,¼AYET 1975, tav. XLI, n. 343; 21270: MAYET
1975, tav. XLI, n, 347, Herdade do Padrilozinho 21n4: MAYET
Gli esemplari attestati a Cosa sono databili dalla prima 1975, rn,,. XLI, n. 340.
età tiberiana fino all'età neroniana, ma a Porto Recanati
esemplari così decorati sono attestati fino al II sec. d.C.
Questa rotellatura accompagna a volte altre decorazioni. DECORAZIONE 36.
Bibliografia. Descri::zOne.
]rafia. Cosa 21336: MARABINI 1973, tavv, 49, 87, nn. 468-469; Decorazione a depressioni regolari di dimensioni che
1189: i\iARABIKl 1973, tavv. 40, 81, n. 372. Porto Recanati 2;23r: variano in rapporto alla forma e alla grandezza del vaso.
1\lEH.CANl)O 1974, fig. 304 a; 21216: lvl.ERCANDO 1974, fig. 159 c.
Porroga!lo. Lisbona 21311: MAYET 19;5, n. 520. Questo motivo appare in alcuni casi unito alla decorazione
Spagna. Haut Alenteio 2/273: MAYET r975, tav. LXV, n. 5.p: 63 (Richboroughi La Graufesenque) e con incisioni
2/336: MAYET 19-:5, tav. LXIV, nn. 528, 531. lbiza :1349: JviAYET regolari tra le depressioni stesse (Ibiza) Maiorca). (Ta\'.
19'15, tav, XXXL n. 243. fvlaiorc:i 2-39_;,: .lVI.AYET l(J"':\, wv. XXXL
nn. 242, 245. Pollentia 21394: M:AYET 1975, tav. XXX, n. 239. CII, 17-18).
Questa decorazione, caratteristica della ceramica pri-
ma che del vetro (MARABINI 1973) p. r86), si trova at-
DECORAZIONE 51. testata per la prima volta in età repubblicana ad Ampu-
rias già nella prima metà del I sec. d.C. Le attestazioni
Descrizione. note, non troppo numerose, ma indicative dal punto di
Decorazione a rotella con piccoli cerchi incisi disor- vista cronologico, testimoniano una continuità ài questo
dinatamente sulla parete esterna del vaso. (Tav. CII) 14'i. motivo fino al terzo guano del I sec. d.C. I più amichi
Questa decorazione è attestata su coppe rinvenute a esemplari spagnoli cosi decorati, dovevano provenire pro-
Cirencester e a Neuss databili fra il secondo e il terzo babilmente dall'Italia centrale; quest'ultima in questo
guano del I sec. d.C. periodo esportava nella Penisola Iberica anche bicchieri
Sull'esemplare da Cirencesrer questo motivo è asso- tipo I /30. Nel corso del 1 sec. d. C. questo motivo dovette
ciato alla decorazione 63. forse essere adottato da altre officine~ non solo italiche,
CERAMICA A PARETI SOTTILI

fino al terzo quarto del I sec. d.C. Questo motivo non di decorazione sembra più probabile di quello che lo
sembra più attestato fino al III sec. quando bicchieri vede realizzato per mezzo di uno spruzzo di sabbia sul-
così decorati vengono prodotti e diffusi oltr'Alpe. l'argilla fresca; la sabbia eccedente sarebbe stata in que-
sto caso tolta per mezzo di un pennello (JoDJN 1967;
Bibliografia. RICCI 1973), Il vaso veniva, in entrambi i casi, ingubbiato
Francùi. Cavaillon r,19: Dt;MOULrN 1965, p. 19, fig. 21b. La Gr:iu- due volte: una prima con soluzione semplice, una se-
Jt.,1c:nque 1128: GREENE 1979, fig. 21, 9·
Orecia. Atene: !viARAB!Nl 1973, p. 86. conda con soluzione mista a sabbia (A.1ARABINI 1973,
lnr,hiiterra. Colchester 1_,184: Huu. 1963, fig. 107, forma 407 a-f. p. 133 ss.). Su numerosi esemplari ostiensi si può os-
Ricbborough: GREENE 1979, fig. 8, U. servare che veniva stesa sul vaso una unica mano di in-
ila!ia. Centri Vesuviani l IJ9r: CARANDINl 1977, tav. XIII, n. gubbiatura mista a sabbia. (Tav. CII) 20).
Cosa 2/II5; MARABINl 1973, tavv. 12, 62, nn. 132-133. Ostia:
1973, p. 362, fig. 223; Museo Archeologico, lviagazzini. Pompei I vasi prodotti dalle officine di Aquileia appaiono
2.1294: CAR.".NDINI 1977, tav. XII, n. 35. Roma 2/I15: ,\iAR.,i.fltNI decorati con un diverso sistema. La sabbia veniva me-
l.973, p. 86.
scolata direttamente nella argilla in grande quantità; la
Oùmda. Nimega I 191: STUART IWi2, p. 65, fig, 2.6.
Spagna. Ampurias I/89: ALMAGRO 1953, p. 302, fig:. 257, n. 3; superficie stessa dei vasi, che in questo caso appaiono
,\iAYET 1975, tav. XI, n. 88. lbiza 1/87: MAYET 1975, tav. Xl, nn. privi di ingubbiatura, appariva, in questo modo, ruvida.
ilr, R;,. Mahl)n 1f30: MAYET 1975, tav. XXVII, n. 208. Maiorca 1185: Le attestazioni più amiche di esemplari così decorati
Js,ì.AYET 1975, tav. Xl, n. 82; I/86: MAYET 1975, til.\'. Xl, n. 83.
riguardano l'Italia centrale (Cosa, Roma) e la costa li-
gure (Ventimiglia) dove questa decorazione è attestata
DECORAZIONE I I. dagli inizi dell'età augustea. Una presenza massiccia di
esemplari è collocabile agli inizi dell'età tiberiana (MA-
Descrizione, RABINI 1973, p. 133 ss.). Nell'Italia settentrionale pa-
Decorazione a piccoli punti a rilievo disposti in modo dana questa decorazione non sembra comparire prima
cl.a formare un reticolo regolare. La decorazione è ot- dell'età daudia (Ornavasso); approssimativamente nello
tt:nuta per impressione di una griglia metallica o tessile stesso periodo sono da porre i primi esemplari, così
sull'argilla ancora fresca. La decorazione occupa in ge- decorati, provenienti da Ji,nes (Oberaden, Haltern, Ve-
nere la metà superiore del vaso. (Tav, CII, 19). tera) e da Magdalensberg (MARABINI 1973, p. 133 ss.).
La diffusione di questo motivo decorativo investe esclu- Nel bacino orientale del 1\-1.editerraneo essa non sembra
sivamente l'area mediterranea. Il centro, o i centri, che presente prima dell'età di Claudio (MARABINI 1973,
producevano vasi così decorati dovettero operare nella p. 133 ss.).
Penisola Iberica nel corso del ! sec. d.C. (GREENE 1979, Vasi decorati con sabbiatura dovettero essere prodotti
[) . 70). da più centri. Probabilmente in età augustea dalle of-
ficine dell'Italia centrale (Lazio meridionale?), ma si-
Br.'bliografia. curamente nel corso del I sec. d.C. dalle officine di Aqui-
Fr,mcia. Cavai!lon: DUMOULIN 1962, tav. XXIII, fig:. 7c, d, e. leia e di Lione. I prodotti provenienti da Lione presen-
St. Gilles: Magazzini del Comune dì Caveirac.
Germania. Vindonissa: ETTLINGER-SIMONETT 1952, mv. I!, nn.
tano in genere una sabbiatura molto pesante stesa in-
2::f!--230. sieme ad una ingubbìatura di colore rosso scuro, quasi
lralia. Cosa 2i274: MARABINl 1973, tavv. 42, 82, nn. 385,386. marrone-grigio. Anche alcuni dei centri della Penisola
u,1tia 21293·. TATT) l9ì0, figg. 173, 175, 176; 21397. 427: R1ccr
tav. LXII, fig. 551; lviuseo Archeologico, Magazzini. Venti-
Iberica dovettero produrre vasi cosi decorati.
LAMROGLIA 1938, pp. 207, 208. Con la seconda metà del II sec. d.C., le stratigrafie
Marocco. MogaJor: Jonri-; 1967, t:l\'. XL di Ostia mostrano una flessione nella produzione di
,S'pagna. Algarve 2.1274: MAYET 1975, tav. XLVII, n. 398. Bdn questi vasi, che dovette arrestarsi con 1a fine del secolo.
2/272; MAYET 1975, tav. XLII, nn. 394, 395; 2/274: MAYET 1975,
mv. XLVII, n. 396; 2/269: MAYET 1975, tav. XLVII, n. 400; 2/397: I vasi prodotti dalle officine adriatiche e da quelle di
lvlAYET 1975, tav. XLVII, n. 407. Carmona 21397: MAYET 1975, Lione presentano spesso la sabbiatura unita ad altre de-
t:1v. XLVIII, n. 406; 2/269: MAYET 1975, rav. XLVIII, n. 40!.
Elcbe: ,\iAYET 1975, tav. LVII, n. 469. (Granada) 21223: MAYET corazioni come, ad esempio, 70, 107, 14, 120, 93, 79, 9J,
u;75, tav. XLVIII, n. 408. lviahòn 2,'27;:: MAYET 1975, tav. XLVII, 105, 109, 104, 105, 1 r 1, I06, 50 b., 72, 14 a.
n ..193, ()Jhfw 2/226: MAYET I975, tav. XLVll, n. 399; MAYET 1975,
Uì\. XLVII, nn. 399,468; MAYET 1975, mv. LVII, n. 468. Riotimo
l\-iAYET 1975, tav. XLVII, n. 397; 2:'293: MAYET 19'.:5, tav.
Bibliogr,~fia.
n ..jD3; 2/260: J\-iAYET 1975, ta\'. XLVIII, p. -to.~. Algeria. Tipasa: Museo Archeolog-ico.
'Fu11i.1·iu(?j. 2,-2~)3: GREENE 1979, p. 69, fig. 30, -4, Austria. ]\-iagdaknsberg 2,2r6: SCHINDLRR KAUDELKA 1975,
tav. 22, forma IIS s; 2/343: ScBINDLER KAUDELKA !975, Hl\'. 22,
forma II5; tav. 24, forme ll6 d, e, n; mv. 25, forma II8 b, e, e;
DECORAZIONE 63. tav. 28, forma 134 a.
Pranàa. Encérune: MoURET I929, tav. 48, nn. 2-5, 8. St. Rrn1\'
,cscn:::.wnc. 2 ·2n: Rm.LAND r946, p. 26, fig. 23.6. La Graufescnquç 2,,401!:
GREENE 1979, fig, 21.6; 1/28: GREENE l97Y, tìg. 2t.9; 21217: GREEN.è.
Decorazione sabbiata. Questa decorazione si otteneva 1979, fìg. 21.7. Port Vcndres: !vioURET 1929, tav. 48.!. Saintes 2121~:
]viAYET 19'73, p. ()I, fig, 1.2. .-
me.scolando sabbia più o meno fine alla soluzione di ar-
Gcrmaniu. Aislingen 2 ·235: GREENE 1979, fig. 5,r.5. Auerberg
usata poi per l'ingubbìatura del vaso, Questa so- 11366: GREENE 1979, fig. 33.5. Colonia 2,3.+3: GREESE 1979. tig.
luzione mista a sabbia veniva applicata sulla superficie 24,3. Neuss 212q: FILTZINGER 1972, tav. 41, fig:g, l'2, 13, r7, 18;
del vaso per mezzo di un pennello usato in diverse di- 2,236: FILTZINGER 1972, tavv. 41-42, figg. 20-22, 24, 25.
Grecia. Corinto: HAYES 1973, fig. 463, mv. 90, 2or.
rezioni senza seguire l'andamento del tornio (MARA- ln;?hi!terra. Cirencester 1:11::;: GREENE 1979, fig. 8,20.1-2;
BINI 1973, p. r33 ss.). La ricostruzione di questo sistema GREENE 1979. fig. 5, tipo l.l; 21236: GREENE 1979- fig, 6. tiµi 5.1.

31.9
CERAMICA A PARETI SOTTILI

I,'II3: GREENE 1979, fìg. 8, tipo 20.1,2,4; 2i42c: GREENE 1979, fig. Italia. Cosa: A1ARAB1Nl 1973, tav\·. 36, 78, nn. 330-3:ìl.
6.10. Coichcstcr lif20: HULL 1963, fig. 57, nn. 3-4; l-IAWKES-}·IULL Olanda. Ubbergen: BREDER 1934, p. 60, tav. VII, 14; ,<lARAB!};'
1947, forma 62 a-f; 1l146: IIULL 1963, fig. 10'7, forma 396. Kingc- 1973, p, 179. Ve!kenburg 2/4rr: GREENE 1979, fig. 5, n. 2.,4. •
holm 2/286: GREENE 1979, figg. 17.5, 19.2. Leiccsrer 1iI27: GREENE Por:oga!lo. Conimbrig-a: .".{AYET 1976, ta\'. VI, nn. 39 40.
1979, fig. 8,20.3. Richborough I/127: GREENE 1979, fig. 8.2!. 5,'t'i::::era. Vindonissa 21214: GRHNE l97tJ, fig. 5, :!. 1.
Italia. Cosa I/ r 16: l\1ARAB1N1 1973, tavv. 34, 75, 76, nn. 307-308; Turchia. Antiochia; \'.;.'AAGÉ 1948, fig. 23, 1.
2/223: .MARA.BINI 1973, tavv. 37-38, nn. 334, 336; tavv. 51, 89,· nn.
475, 476; 2,i408: lvl..ARABlNI 1973, tavv. 24, 25, 69, nn. 231-232,
238, 239; 1,176: MARABINI 1973, tavv. 34, 76, nn. 310, 311; 2/40/:
MARABI~l 1973, tavv. 35, 76, 77, nn. 316-322, 326; 2/216: MARA-
BINI 1973, tUV\'. 36, 77, n. 324; 2/214: MARABINI 1973, tavv. 36, 77,
DECORAZIONE l 5.
n. 325; 21408: 1\.lARABINI 1973, t:lVV. 23, 69, n. 229, Luni 2!408:
CAVALIERI 1\.lANASSE 1975, tav. 60.1; t:lV. 59.17; tav. 85,9-10. (Nord Descrizione.
Italia) 21289: HAYES 1976, fig. 9, n. 146. Ornavasso 2,216: GRAUE
1974, fig. 23,4; 2/408: GRAl'E 1974, fig. 23.3. Ventimiglia 21216: Decorazione a barbottina il cui schema decorativo cor-
PALLARÉS 1963, p. 58, fig. IO, 42. risponde a quello della decorazione 70; si distinrue da
Iugoslavia. Emona 2.-386: PETRU 1972, tav. CC, romba rr3,18.
Jvfarocco. Mogador: Jonm 1967, tav. XLI.
quest'ultima per l'assenza di sabbiatura. (Tav. cfn, 2 ).
Olanda. Niederbiber 1n54: GosE 1950, ta\·. 13, 196. Nimega Questa decorazione è attestata su una coppa rinvenuta
2-'406: GREENE 1979, fig. 24.I. Zwammerdam 21216: GREENE !979, a Vindonissa.
fig. 24.2.
Portogallo. Conimbri12:a 214m: M.AYET 1976, tav. VI, n. 26; 1166:
MAYET 1975, tll\'. XXXVIII, n. 307; 2'348: l\lAYET 1975, tav. Bibliografia.
XXXVII, n. 302. St·i:::zera. Vindonìssa 2_,235: GREEN:E 1979, fig. 5, 2.2.
Spagna. Ampurias 1.1214: MAYET r975, mv. XXXVII, nn. 304-
305. Barcellona 2/348: lv1AYET !975, tav. XXXVII, n. 303; 2/216:
MAYET !975, tav. XL, n. 333; 1/64: l\-1AYET 1975, tav. XXXVIII,
n. 308. (Barcellona) 2/273: MAYET 1975, tav. XL, n. 328. Belo 2l408:
MAYET 1975, tav. XXXIX, nn. 323-326; PARIS-BONSOR ET ALII
DECORAZIONE 72.
1926, p. 167, n. 4. Carmona 212r6: 1'vl..AYET ;975, tav. XXXIX, n.
321; 2/346: MAYET 1975, tav. XXXIX, n. 318; I/66: MAYET 1975, Descrizione.
tav. XXXVIII, n. 306. lbiza 21216: MAYET 19;5, tav. XL, nn. 335-
336; 1i64: MAYET 1975, tav. XXXVIII, n. 307. Maiorca 2_1348: Decorazione a barbottina. Alcuni frammenti di argilla
lviAYET r975, tav. XXXVII, nn. 298-300; 2/407: MAYET 1975, mv. dovevano venire applicati sulla parete del vaso e poi
XXXVII, n. 301; 2/262: MAYET 1975, tav. XXVIII, n. 212; 2/233:
M.AYET 1975, taV. XXXIX, nn. 223-224; 2,1216: 1\.lAYET 1975, tav. schiacciati con uno stampo a griglia prima che venisse
XL, nn. 334, 337, 338. lvlunigua: VEGAS 1969, fig. 4, 57. stesa l'ingubbiatura. (Tav. CIII, 3).
S·vì::;zera. Locarno: DONATI 1979, pp. 73.44-46; ETTLINGER- Questo motivo decorativo veniva eseguito solo sulla
SIMONETT 1952, tav. It.223.
Ttffthia. TaEuS: ]ONES r9Go, figg. 150. 625, 6:1.6, 628. parete esterna del vaso. Alle coppe così decorate veniva
spesso aggiunta, sulla parete interna, la decorazione sab-
biata (63). In un solo caso si trova associata a questa
DECORAZIONE 70. la decorazione a rotella (GREENE 1979, fig. 6, 5.3).
Descrizione. Questa decorazione, almeno da quanto risulta dalle
Si tratta di una combinazione tra decorazione a bar- attestazioni note, veniva eseguita solo su coppe. Essa
bottina e decorazione sabbiata (decorazione 63). Um: appare diffusa nelle zone oltr'Alpe; è presente in Italia'
piccola quantità di argilla fine, in soluzione mista a sab- solo ad Aquileia. L'area di diffusione principalmente ri-
bia, veniva fatta gocciolare lungo le linee di uno schema calca, insieme ai vasi con decorazione 18, quella dei pro-
irregolare simile ad una tela di ragno. Questi cordoncini dotti di Lione (GREENE 1979, p. 13 ss.). Anche la crono-
venivano poi modellati a formare linee crestate che emer- logia (almeno per gli esemplari a questo fine più signi-
gevano da una base ruvida (MARABINI 1973, p. 178). ficativi) coincide con il periodo di maggior diffusione dei
Questo motivo decorativo è realizzato prevalentemente prodotti di Lione. Di questo centro di produzione in-
su coppe; in un solo esemplare si trova eseguito su bic- fatti questo, insieme alla decorazione 70, dovette costituire
chieri. (Tav. CIII, 1). il motivo decorativo più caratteristico e originale.
La diffusione di questa decorazione interessa l'area a Una coppa così decorata, rinvenuta ad Hofheim
N delle Alpi (un solo esemplare è attestato nel bacìno (GREENE 1979, fig. 25, 14) e proveniente da una delle
orientale del 1Vlediterraneo"! e rìcab:, in modo abbastanza officine del basso Reno (GREENE 1979, p. 56 ss.) mostra
esatto, rarea di diffusione dei procioni dì Lione. Anche come questo motivo) caratteristico deì prodotti ài Lione)
ìa cronologia sembra coincidere con quella dei vasi di fosse stato, almeno in un centro del limes, eseguito su
Lione; è presente infatti oltre che nel campo di Neuss altre produzioni.
in età augustea, anche in numerosi centri del limes re-
nano quali Hofheìm, Vindonissa e A1.agonza sempre fra Bibliografìa.
il 40 e il 70 d.C. (GREENE 1979, p. 17). Austria. J\.iagdalcnshcrg: SCH!NDLER KAV-DELK,\, i'orma 147, ra,·. ? r.
La diffusione e la cronologia di questo motivo mostrano, Germania. (Hofheim) 2,236: GREENE 1979. fig. 25, 14. Ncuss:
FILTZINGER 1972, ta\'. 4!, 26-28,
piuttosto chiaramente, che sì tratta di un motivo carat- lnghihcrra. Circncester 21236: GREENE 1979, iig. 6, .c;.l. I-i::tm Hill
teristico delle officine di Lione. !'127: GREENE 1979, fig. 9,24.r. Usk 2/236: GREENE 1·979,fig. Il,';',
Italia. Aquileìa 2/236: M.useo Archeologico, J\-bgazzini.
Bibliografia. Olanda. Nimcga 2,236: GREENE 1979, fig. 6, 5.2; 2.220: GREENE
Austria. Carnuntum: Bmas 1947, tavv. XLI, XLII, 17, l979, fig. 6, 5.4.
Germcmic:.. Kempten 2.1235: GREENE u;n, fig. 5, 2.3. l\1agonza: Si:i;:;:::era. Vindoniss:1: GREENE H)7l), fì_g, 6. 5.3; 2/326: GRFENE
BEIIH.E!'--:S 19;2, JÌ.;. 13, 6; MARAB!Kl 19;3, Jl. 179. 1979, fig, 6, ;-8.

320
CERAMICA A PARETI SOTTILI

DECORAZIONE I 8. maschera tragica, b) un efebo clamidato gaudente, e) ma-


schera comica di tipo silenico, d) uomo barbato simile a
Dl'scrizione. piccoli mascheroni, che accosta alla bocca una zampogna.
Decorazione applicata pressoché uguale a 72. Ri- Sotto la curva dei festoni, nella parte inferiore del vaso,
spetto a quest'ultima sono aggiunti, ad ogni applicazione, sono applicati altri tre mascheroni simili ai precedenti.
éfuc elementi laterali ottenuti modellando con W1 stecca Questa decorazione è legata al centro di produzione di
l'argilla eccedente ad ogni elemento decorativo, dopo Sovana, attivo nella seconda metà del I sec. a.C.
b pressione dello stampo. (Tav. CIII, 4).
Prevalentemente eseguita su coppe, è attestata anche Bibliografia.
su un bicchiere da York le cui caratteristiche tuttavia lialia. Sovana I/3: PELLEGRlNr r902, pp. 508, 522, fig. 5.
quanto riguarda l'argilla e l'ingubbiatura) lo ricol-
kgano, come le altre coppe attestare, al centro di Lione DECORAZIONI 152-153.
(GREENE 1979, p. 13 ss.). Si veqa peraltro la decorazione 72.
Descrizione.
Bibliografia. Decorazioni a barbottina, Il soggetto figurato presenta,
ln;hiltcrra. Llsk 2/236: GREENE 1979, fig. 11, 8-12. York Ijl!3: su una fascia eseguita intorno alla pancia del vaso, una
ÙREENE 1979, fig. 9, 24.2.
serie di cani che rincorrono cervi. Elementi vegetali,
Olanda. Nimt:ga 21315: GREENE 1979, fig. 6, 5.2; 21220: GREENE
ll)"/9, fig. 6, 54 sparsi, ornano il quadro, due file di punti, superiore ed
inferiore, delimitano la fascia decorata. (Tavv. CIII, 10;
CIV, 1).
DECORAZIONI II I, 228, 407, 408. Il vaso, tipo 1/120, su cui compare questa decorazione
Descrizione. proviene dal centro di produzione di Colchester.
Per la cronologia di questi esemplari si può ricordare
Decorazioni a matrice con motivi vegetali e geome- che i bicchieri r/120 furono prodotti dal primo quarto
trici. Spesso la parete interna del vaso è decorata con del II sec. d.C. fino al IV secolo. L'esemplare prove-
sabbiatura (decorazione 63). (Tav. CIII, 5-8). niente da Niederbiber, conservato in minima parre,
Vasi di questo tipo vengono in genere messi in rela- presenta, nella parte inferiore, tracce di decorazione a
zione con il centro di produzione di Montans (,MAYET rotella 5.
1975) p. II8; GREENE 1979, p. 50 ss.) e si collocano
in età claudio-.,neroniana (GREENE 1979, p. 54). Alcune Bibliografia.
indicazioni fanno pensare che questi vasi fossero pro- Germania. Niederbiber I/I54: GosE 1950, tav, 13, n. 197.
dotti già prima dell'età flavia (.MAYET 1975, p. II8; Inghilterra. Colchester 1,:120: HULL r963, fig. 52, n, 6.
GREENE 1979, p. 50).
DECORAZIONE 135.
Bibliografia.
Inghilterra. Colchester 2_1237: GREENE 1979, p. 51, fig. 2Lr. Dor- Descrizione.
chencr 2/237: GREENE 1979, p. SI, fig. 2I.2. Richborough 2/237:
GREENE 1979, p. SI, fig. 2r.3,5. (Richborough) 21237: GREENE r979, Decorazione a barbottina con soggetto figurato. Sono
fig. 21.4. York 21237: GREIONE r979, fig. 21.5. rappresentati un cervo e altri due animali selvatici che
Spagna. Beja 2,1237: MAYET 1975, tav. LXXVII, n. 657.
corrono nella stessa direzione, separati da elementi ve-
getali. (Tav. CIV, 2).
DECORAZIONE 146, Questa decorazione, eseguita su una coppa 2/273
rinvenuta a Belo, fu probabilmente prodotta localmente.
Descrizione.
Bibliografia.
Decorazione a matrice con soggetto figurato, rappre- Spagna. Belo 2/273: .i\iAYET 1975, tav. XLIX, n. 412.
sentante due persone affacciate ad un muretto ( ?) ed una
figura femminile (MAYET 1975, p. 119). (Tav. CIII, 9).
Non è possibile precisare il centro di produzione né DECORAZIONE 41.
h: cronologia di quesrn vaso.
Descrizione.
Bibliografia. Decorazione a barbottina, figurata. Essa riproduce,
.\pavw. Ampurias: MAYET 1975, rav. LXXVII, n. 655. per mezzo della apposizione di vari elementi di argilla
sulla superficie esterna del vaso, un volto umano cari-
caturato. (Tav. CIV, 3--6).
'ECORAZIONE 34. Questo tipo di decorazione è diffusa sia in Italia che
nelle province oltr'Alpe.
l ;uscrizionc.
L'attestazione più antica sembra essere quella di Cosa
Vaso plastico decorato a barbottina e a rilievo applicato. datata intorno alla metà del I sec. a.C.
Si hanno quattro festoni, ad ogni capo dei quali è applicato Si potrebbe pensare ad una produzione dell)Etruria.
un mascherone con volto umano barbato. All'interno Bicchieri così decorati restarono in uso a lungo; si
dell'arco di festoni sono posti dei medaglioni con a) una ricordino infatti i vasi di Hofhci::n datati all'età di Claudio.

321
F11 .-1ur> , Ad. F. C li
CERAMICA A PARETI SOTTILI

Si C ipotizzato che questa decorazione fosse caratteri- DECORAZIONE 220.


stica del basso Reno (1VlARABINl 1973, p. 65).
Si deve però ricordare che a Pompei sono presenti Descrizione.
una certa quantìtà dì esemplari le cui caratteristiche fa- Decorazione a barbottina costituita da file di punti di-
rebbero pensare ad una produzione dell'Italia centro~ sposte orizzontalmente sulla parete esterna del vaso.
meridionale. Si alternano una fila di punti più piccoli con una di punti
Bibliografia. più grandi. (Tav. CIV, 10).
Germania. Hofhcim: RITTERLING 19n, tipo 83, pp. 324-326,
Questa decorazione è attestata in genere su coppe ca-
tav. XXXV; FREMESDORF 1964, tav. 82, 24.1 i tav. 83, 25.39. Ma- ratteristiche dei centri di produzione della Penisola Ibe-
gonza 1/22: BEHN 1910, p. 43, n. 300, fig. 3; .l\lA..RABINI !973, p. 65. rica attivi nella prima età imperiale (GREENE 1979, p.
Wiesbaden 1/183: G0SE 1950, tav. 51, n. 523.
Inghilterra. MAY 1930, tav. LIA, p. 143.
65 ss.).
Italia. Bologna: MARABINI 1973, p. 65; Rocco 1942-43, pp. 26-
27, figg. 3-4. Cosa 1/89: MARABINl 1973, p. 64, tavv, 6, 59, n. 68. Bibliografia.
Pompei: Museo Nazionale di Napoli, Magazzini; !/93: CARAN-
DINI 1977, tav. IX, 15; Rocco 1942-1946, p. 27, figg, 1-2. Roma: MA- Francia. Beaucairc 2j226: GREE:t,;:E I979, fig. 30, r.
RABINI 1973, ta\'. 100, n. 8. lnghilrerra. Londra: GREENE 1979, fig. 31, r.
Spaf!na. (Barcelìona) 2/226: M.WET 1975, tav. XLII, n. 353.
Belo 2/410: MAYET 1975, tav. XLII, n. 352,
DECORAZIONE 163.

Descriziçme.
DECORAZIONE 48.
Decorazione a barbottina. Il motivo a ' strigilature '
copre tutta la superficie esterna del vaso. (Tav. CIV, 7). Descrizione.
Questa decorazione, caratteristica dell'area padana e
Decorazione a barbottina con file di piccoli pWlti
del limes, è attestata in età imperiale, senza dati cronolo- disposti diagonalmente sulla parete esterna del vaso.
gici precisi. Un certo numero di coppe così decorare sono (Tav. CIV, II).
presenti ad Aquileia. Questa decorazione è attestata su coppe prodotte,
Bibliografia. con ogni probabilità, nella Penisola Iberica nella prima
lialia. Aquileia 2j315: Museo Archeologico, Magazzini. età imperiale (GREENE 1979, p. 65 ss.).

Bibliogrnfia.
DECORAZIONE 92.
Inghilterra, Silcester Hauts: GREENE 1979, fig. 3r, 2.
Descrizione. Spagna. (Barcellona) 2/266: MAYET 1975, tav. XLII, n. 348;
2/273: MAYET 1975, tav, XLII, n. 349; 21226: MAYET !975, tav.
Decorazione a barbottina costituita da una serìe di XLII, n. 350.
piccoli punti sparsi e disposti ìn modo abbastanza re-
golare sulla parete esterna del vaso. La superficie in-
terna del vaso è coperta spesso da sabbiatura (decora- DECORAZIONE I 5I.
zione 63). (Tav. CIV, 8).
Questa decorazione è attestata a M.agdalensberg fra Descrizione,
il 30 e il 40 d.C. Decorazione a barbottina costituita da piccoli punti
che formano linee dritte e ondulate sulla superficie esterna
Bibliografia.
del vaso.
Austria. Magdalensberg: ScHINDLER KAUDELKA 1975, tav. 26, L'unico esemplare fino ad ora attestato proviene da
forma 120.
Pompei.
DECORAZIONE I2. Bibliografia.
Descrizione. lralìa. Pompei I/92: CARANDINI 1977, tav. XIV, n. 47.

Decorazione a barbottina costituita da grosse perle di-


sposte in modo regolare sulla superficie esterna del vaso.
DECORAZIONE 82.
(Tav. CIV, 9).
Nonostante le scarse attestazioni, questa decorazione
Descrizione.
fu sicuramente adottata da centri di produzione diversi.
Gli esemplari spagnoli sono probabilmente attribuibili Decorazione a barbottina costituita da tre linee pun-
a centri di produzione locali. tinate tangenti a un vertice. (Tav. CIV, 12).
Questa decorazione è attestata a Magdalensberg e
Bibliografia, datata fra il 25 e il ro a.C.
Italia. Cosa 99: .MARA.BINI 1973, tavv. 42, 82, n. 387. Aquileia
I/340: Museo Archeologico, Magazzini.
Bibliografia.
Porto{!allo. Conimbriga 2/410: l\1.AYET 1976, p. 32, n. 35; l'viAYET
197G, p. :-::. n. ;,6. Ausrria, L\1.agdaiensberg: Sct-HNDLER KAUDELKA r975, tav. 16,
Spagna. Belo 21286: MAYET I9;5, la\'. XLII, nn. 355-356. forma Sor.

322
CERAMICA A PARETI SOTTILI
DECORAZIONE 32. La distribuzione di queste, pur poco numerose, at-
testazioni, interessa essenzialmente l'area del Mediter-
Descrizione.
raneo occidentale.
Decorazione a barbottina costituita da piccoli punti La cronologia degli esemplari rinvenuti si colloca in
disposti ìn modo da formare due girali. (Tav. CIV, 13). età repubblicana, per gli esemplari di Cosa, e prima del
Questa decorazione è attestata ad Atene su un esem- 123 a.C. per le attestazioni da Entremont.
plare datato all'ultimo quarto del I sec. a.C.
Bibliografia.
Bibliografw.
Francia. Entremont rir: BENOfT 1954, p. 288; BENOiT 1956 b,
(hecia. Atene r/1: ROBINSON 1959, F 24, p. 13, tav. L p. 2r8ss.
J1aiia. Cosa I:' r: J\iARABINI r973, tavv. 2, 55, n. 12.
Spagna. lbiza rir: 1\1.AYET 1975, ta\•. I, n, 6.
DECORAZIONE 47.
l)cscrizione.
DECORAZIONE I.
Decorazione a barbottina costituita da punti disposti
a formare linee che si incrociano sia perpendicolarmente Descrizione.
che obliquamente. (Tav. CIV, 14).
Decorazione a barbottina costituita da piccoli punti
Questa decorazione è attestata su un solo esemplare
disposti a festoni che ornano tutta la superficie esterna
proveniente da Haltern e datato in età augustea.
del vaso. La decorazione è delimitata superiormente da
Bihliografià. due linee parallele orizzontali. (Tav. CV, 4).
Germania. Haltcrn I/89: LOESCHCKE 1909, tipo 23, tav, XXI, 2. Questa decorazione è eseguita, nella maggior parte
dei casi, su bicchieri del tipo I/I. La cronologia e la di-
stribuzione di questa decorazione ricalca in modo esatto
DECORAZIONI 31, 161.
quella dei bicchieri r /I.
Descrizione.
Bibliografia.
Decorazioni a barbottina costituite da piccoli punti
Austria. Magdalensberg I/I: SCHINDLER KAUDELKA 1975, tav. 5,
disposti in modo da formare delle linee ad archi, semi- forme 20a, e.
circolari, con un punto al centro dell'arco. L'arco può Francìa. Cavaillon 1/1: DUMOULIN r965, p. 20, fig. 22b. Encérune
essere formato da una linea doppia (decorazione 161) l;'I: MoURET 1929, p.6,rav.48,n.27. Entremom III: BENOÌT 1954,
p. 288; BENOÌT r956 b, p. 22! ss., fig. 6. Marsiglia l,lr: BnwiT
oppure da una linea semplice (decorazione 31). (Tav. 196r, pp. 103-104, fig. 69.
C\\ I). Germania. Haltern 1/89: LoESCHCKE 1909, tipo 23, fig. l!, r-2;
Questa decorazione è attestata su bicchieri tipo 1/r tav. XI, 23; tav. XXI, r-2.
Grecia. Atene IiI: THOMPSON 1934, p. 370, fig. 78; ROBINSON
o r /2 databili in età tardo~repubblicana. 1959, tav. I, 39.
J.3: interessante la presenza di questo tipo di decora- Italia. Aguglia ri1: PELAGATTI 1970 e, p. 481, fig. 61 b. Albenga
zione in Sicilia e in Asia Minore; le pur scarse attesta- I.II: LAMBOGUA 1958, p, 173, fig. 3I. Ardea 1/1: ANDRÉN 1961, tav.
XVII, p. 38, MS. Cosa I /I: .lviARAB[NI 1973, rnvv. I, 52, nn. 1-2; tavv.
zioni sembrano ricalcare una ipotetica rotta dall'Italia 3, 56, n. 25. Luni I!!; CAVALIERI MANASSE 1975, p. 335, ta\', 85.
centrale, attraverso la Sicilia, verso l'Asia .i\linore, Ostia 1/1: Riccr 1973, p. 300, tav. LXXIV, fig. 712; Museo Archeo-
logico, Magazzini. Trofarello r/r: FERRERO 1887-1894, p. 2r3, mv.
Bibliografia. 13, 2. Ventimiglia 1/I; LAMBOGLIA 1950, fi.g. 20, n. 52; fig. 48, nn.
28-31; LAMBOGLIA 1964-1965, p, 120, fig. IL
Ci'pro. Kourion: McFADDEN r946, tav. XLIX, 67276. Spagna. Ampurias r/1: ALMAGRO 1953, p. 278, fig. 225.1. Ibiza
Italia. Biancavilla: PELAGATn 1970, p. 480, fig. 6m. Roma r/r: IiI: MAYET 1975, tav. I, nn. 2-5. ~umantia I/1: KOENEN 1929, pp.
:\IJcl'ADDEN 1946, p. 481. 293-294, tav. 77. Pollentia I/I: AMOR6S···GARciA Y BELLIDO 1947,
p. 23, fig. 20.
Turchia. Aigai 1/1: KOENEN 1897, P< 145, fig. Ioa.
DECORAZIONE 123.

Descrizione.
DECORAZIONE 23.
Decorazìonc a barbottina costituita da una serie di pic-
rnh punti disposti a formare linee a girali. (Tav. CV, 2). Descrizione.
Questa decorazione è attestata nella Penisola Iberica.
Decorazione a barbottina costituita da file di punti che
Bibliografia. formano festoni che coprono la superficie esterna del
\0ag1w. Ihiza 2.1280: MAYET r975, tav. XXVI, n. 199, vaso. Due fùe di linee orizzontali e parallele delimitano
superiormente la zona decorata. (Tav. CV, 5).
Questo motivo, che richiama la decorazione r, è at-
DECORAZIONE 29.
testato a Magdalensberg fino all'ultimo quarto del I
Descrizione. sec. a.C.
Decorazione a barbottina costituita da piccoli punti Bibliografia.
di:;posti a formare linee poste verticalmente sulla parete
Austria. lviagdalensberg 1/1: SCHINDLER KAUDELKA 1975, tav. 5,
e-sterna del vaso. (Tav. CV: 3). forma 20b.

32 3
CERAMICA A PARETI SOTTILI - - - - - - - - - - - - - - - - - - - -----·-

DECORAZIONE 28. DECORAZIONI II2, 227.

Descrizione. Descrizione.
Decorazione a barbottina con piccoli punti disposti Decorazioni a barbottina costituite da file di gocce,
in modo da formare festoni. Alcune linee e rosette or- piuttosto grandi, alternate a file di punti. (Tav. C\1,
nano l'interno degli archi dei festoni. (Tav. CV, 6). II--I2).
Questo motivo, attestato a Cosa su bicchieri del tipo Lo schema decorativo richiama quello dei tipi 26, 35,
r /I, è datato fra la seconda metà del II e gli inizi del ma si distingue da questi ultimi per le notevoli dimensionì
I sec. a.C. delle gocce che sembrano quasi ' mammillature '.
Questa decorazione è attestata nell'Italia centrale e
Bibliografia, nella Penisola Iberica. La produzione di questi vasi è
!rafia. Cosa Iir: lviARABINI !973, rnvv. l, 55, n. 3. probabilmente da attribuire alla Berica (.MAYET 1975,
p. 147 ss.).
Bibliografia.

~-·
DECORAZIONE 25.
Italia, Cosa 2/286: lviARABINI 1973, tavv. 41, 82, n. 382.
Descrizione. Spagna. Belo 2i408: MAYET r975, tav. LVI, n. 464. Edja 2/397:
l\1.AYET 1975, rav. LVI, n. 463. Ibiza 2/226: MAYET 1975, tav. LVI.
Decorazione a barbottina costituita da un bastoncino,
posto verticalmente sulla parete esterna del vaso e tre .

pe~le disposte fra festoni costituiti da linee puntinate. DECORAZIONE 42.


Unii linea orizzontale, costituita da piccoli punti, delimita
superiormente la zona decorata. (Tav. CV, 7). Descrizione.
Questo motivo è attestato a .l\fagdalensberg su esem- Decorazione a barbottina costituita da una fila di gocce
plari datati nell'ultimo decennio del I sec. a.C. disposte obliquamente sulla superficie esterna del vaso
e delimitate superiormente e inferiormente da una fila
Bibliografia. di punti. (Tav. CV, 13).
Austria. l'vi.agdalensbcrg r/65: SCHINDLER KAUDELKA !975, ta\'. Questo motivo richiama quello delle decorazioni r 12,
I5, forma 77a, 227 ed è attestato nella Penisola Iberica.
Bibliografia.
DECORAZIONE 219. Spagna. Carmona 2/397: MAYET !975, tav. LVI, n. 462.

Descrizione.
Decorazione a barbottina costituita da file orizzontali DECORAZIONI 124, 44,
di grosse perle alternate a piccoli punti. (Tav. CV, 8). Descrizione,
Questa decorazione è attestata su una coppa prove- Decorazioni a barbottina costituite da file di mammil-·
niente da Belo, di possibile produzione ispanica. lature disposte verticalmente sulla parete esterna del
Bibliografia. vaso, alternate a file di punti. La decorazione 144 diffe~
risce dalla decorazione 124, per la presenza di più file
Spaina. Belo 2/410: MAYET 1975, tav. XLII, n. 352,
con lo stesso motivo, alternate ad altre con motivo di-
verso. Entrambe le decorazioni sono eseguite in genere
DECORAZIONI 26, 3 5. su alte coppe prodotte nei centri de11a Betica (MAYET
1975, p. 147 ss.). (Tav. CV, 14-15). Ques1i vasi furono
Descrizione. esportati su tutte le coste del Mediterraneo occidentale
Decorazioni a barbottina con file orizzontali di piccoli e furono imitate dai centri di produzione di Lione.
punti, alternate a file di gocc,._-, parallele e disposte oriz- Quest'ultimo centro esportò questi prodotti nell'area con-
zontalmente sulla superficie esterna del vaso. I due mo- tinentale.
tivi possono essere composti con una fila di punti, deli- Bibliografia.
mitati superiormente e inferiormente da due file di gocce,
Francia. Cimiez 2/334: GREENE r979, fig. 30, 6. St. Gilks: Ca-
oppure una fila di gocce alternate a due file di punti. veirac, Magazzini del Comune.
(Tav. CV, 9-10). Inghilterra. Jwywell 2/266: GREENE 1979, fig. 31, 14,
Questa decorazione, attestata nella valle padana e a Iralia. Cosa 2/267: MARABINI r973, tavv. 43, 83, n. 397.
.M.agdalcnsberg fu forse prodotta inizialmente ìn qualche Portof!ailo. Conimbriga 2/272: MAYET r975, taY. LXVIIL n. 364 .
(Lisbona): MAYET 1975, tav. LXIX, n. 579,
centro della valle padana: è presente infatti ad Ornavasso Spagna. Ampurias 21269: MAYET 1975, mv. XLIV, n. 365. Arn-
in età augustea, mentre le attestazioni di l\.1.agdalensberg menra 2/266: MAYET 1975_, tav. LXIX, n. 577, Belo 2/266-267:
sono datate ai primi decenni del I sec. d.C. MAYET 1975, ta\·, XLIII, nn. 362-363; 2/268: MAYET r975, ta\'.
XLIV, n. 367. (Cadice) 2/266-267: ,\1.AYET 1975, tav. XLIII, n. 361.
Carmona 2/270: BoNSoR 1931, tav. XL. Haut Aknreio 2/267: MAYET
Bibhografia. 1975, tav. LXIX, n. 574, lbiza 21268: MAYET r975, ta\'. XLIV, n.
A1mria. ,\fagdalcnsberg 2/348: ScmNDLER KAUDELKA 1975, tav. 366. Mah6n 2/267: MAYET 1975, tav, XLIII, n. 359. Maiorca 2/266:
26, forma 123b. MAYET 1975, tav. XLIII, n, 357, Mérida 2/266: MAYET 1975, tav.
lraìia. Torino 2i248: GREENE 1979, fig. 33,3, Ornavasso 2:23r: LXIX, nn. 575-576.
GRAUE 1979, fig. 23, 8. Svi:::;:::era. Vindonissa 2/266-267: GREENE r979, fig, 7, r5.
CERAMICA A PARETI SOTTILI
------------- - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - -

DECORAZIONE 56. Questo motivo è attestato su bicchieri tipo 1/r e dif-


fuso nell'Italia centrale fra l'età tardo~repubblicana e
Dtscrizione. l'inizio di quella augustea.
Decorazione a barbottina costituita da mamrnil1ature
dl(;poste a formare linee verticali alternate a bastoncini, Bibliografia.
anch;essi posti in senso verticale. (Tav. CV~ r6). Italia. Cosa 1/1: MARABINI 1973, tavv. 2, 56, n, 57,
Si tratta di una variazione rispetto alla decorazione
124 in cui ai punti sono sostituiti i bastoncini.
L'unico esemplare attestato con questa decorazione DECORAZIONE 53.
proviene da Aramenta; potrebbe trattarsi di un prodotto Descrizione.
spagnolo.
Decorazione a barbottina costituita da un festone in-
Bibliografia. terrotto da rosette. Il festone è ottenuto per mezzo della
SJ>agna. Aramenta 2/336: MAYET 1975, tav, XLIV, n. 368.
applicazione di una striscia di argilla, posta sulla parete
esterna del vaso; la striscia di argilla doveva essere stata
successivamente passata a rotella. Le rosette sono otte-
DECORAZIONE 45. nute a stampo. (Tav. CVI, 3).
La semplificazione della ghirlanda (che richiama la
Descrizione.
decorazione 19) con una fascia cordata è da ricercare nel
Decoraz;ione a barbottina costituita da piccole spine mondo ellenistico (MARABlNl 1973, p. 85).
disposte a formare un motivo a clessidra; quest'ultimo Esemplari così decorati compaiono a Cosa nel terzo
è: disposto verticalmente sulla parete esterna del vaso. guano del I sec. a.C. e sono forse prodotti in Etruria.
I motivi a clessidra sono separati da altri motivi costi-
rnit:i da un elemento 'a nastro' (simile a quello che de- Bibliografia.
lìmirn superiormente la decorazione 21) disposto in senso Italia, Cosa 2/316: MARABINI 1973, tavv. 12, 81, nn. 125, 127.
verricale sulla parete. (Tav. CV, 17). Sovana 2/316: MARABINI 1973, tav. 99, I.

Questa decorazione è attestata su un esemplare pro-


veniente da Roma e databile fra l'età tardo-repubblicana
e la prima età augustea. DECORAZIONI 222, 217.

Bibliografia. Descrizione.
ltalia. Roma 1/89: McFADDEN 1946, p. 481, tav. XLIX, 9224, Decorazioni a barbottina costituite da festoni legati da
rosette. I festoni sono costituiti da una striscia di argilla
applicata sul vaso e successivamente incisa. Le rosette sono
DECORAZIONE 49. costituite da un piccolo àisco di argilla decorato a stampo.
Nel motivo 217 le rosette non sono stampate, ma lisce
Descrizione.
in superficie, il loro contorno è sottolineato da una sot-
Decorazione a barbottina costituita da spine simili a tile scanalatura. (Tav. CVI, 4-5),
scaglie di pigna piuttosto allungate e disposte in modo Questo motivo ricorda, pur se notevolmente schematiz-
ci.a formare un triangolo. (Tav. CVI, 1). Questa decora- zato, le più antiche deco~azioni di età repubblicana (de-
zione presenta uno schema analogo a quello della deco- corazioni rg, 21, 53). Gli esemplari su cui è attestato
rnz10ne 45. questo morivo provengono dalla Penisola Iberica e pos-
Questo motivo è attestato su un esemplare prove- sono anche essere stati prodotti localmente.
niente dal Marocco datato approssimativamente al I
sec. d.C. Bibliografia.
Spagna. Ampurias 2/253: MAYET 1975, tav. XX, n. 147. Tarra-
Bibliografia. gona 2.1316: MAYET 1975, tav. XVI, n. r23.
Marocco. Mogador r/89: JonIN 1967, ta,·. XLI.

DECORAZIONE 223.
DECORAZIONE 19.
Descrizione.
Descrizione.
Decorazione a barbottina costituita da una striscia di
Decorazione a barbottina costituita da un motivo a argilla disposta orizzontalmente su tutta la superficie
nastro (simile a quello utilizzato nelle decorazioni 21 e esterna del vaso; i due venici del festone sono in parte
°" disposto orizzontalmente sulla parre alta della su- sovrapposti e decorati come una testa di serpente, anche
perficie esterna del vaso. Dal motivo a nastro pendono il festone è inciso in superficie per tutta la sua lunghezza.
delle palmette ottenute sagomando una piccola por- Questo motivo, che richiama i motivi a festoni (de-
zione di argilla in forma ovale e incidendola sulla super- corazione 53) pur se in questo caso trasformati in ser-
ficie esterna in modo da ricordare dei piccoli rami. (Tav. pente, è attestato su una coppa proveniente da Sovana
(~"\.TI,, 2).
e databile in etlÌ rardo---repubblicana. Esemplari di quesrn

325
CERAMICA A PARETI SOTTILI

tipo sono in genere attribuiti ad una produzione collo- DECORAZIONE 78.


cata intorno a Sovana. È comunque certo che essi fu-
rono prodotti in Etruria. Descrizione.
Decorazione a barbottìna costituita da bastoncini di-
Bibliografia.
sposti a croce. Su ogni vertice e a metà del bastoncino
Italia, Sovana 2/316: MARABINI 1973, tav. 99, I.
è posto un piccolo punto. Tra gli elementi a croce è
posto un elemento circolare. (Tav. CVI, 10).
DECORAZIONE 52. Questa decorazione è attestata su un solo esemplare
proveniente da 1\.1.agdalensberg e datato tra il 25 e il
Descrizione. IO a.C.
Decorazione a barbottina ed incisioni. Il motivo de-
corativo è composto da una fascia orizzontale costituita Bibliografia,
da linee parallele incise interrotta, ad intervalli regolari, Austria. Magdalensberg: SCHINDLER KAUDELKA r975, tav, !6,
forma 8om.
da rosette a rilievo applicato. (Tav. CVI, 6).
Questa decorazione, ottenuta su coppe 2/316, richiama,
pur se in modo estremamente schematizzato, il motivo DECORAZIONE 33.
a festoni e rosette (decorazione 53) di età tardo-repub-
blicana. Descrizione.
Decorazione a barbottina costituita da elementi cir-
Bibliografia. colari disposti regolarmente sulla parete del vaso. (Tav.
Spaina. lbiza 2/316: MAYET 1975, tav. XVI, n. 124. CVI, II).
Gli esemplari attestati, che presentano questa decora-
DECORAZIONE 22 I.
zione, sembrano caratteristici dell'Italia settentrionale
padana e delle zone del limes fino a l\1agdalensberg.
Descrizione. Vasi così decorati compaiono a Ornavasso in età augustea
Decorazione incisa e a barbottina, con motivo a fe- e a l\1uralto fra il 25 e il 30 d.C.; a Magdalensberg sono
stoni (non è possibile dalla documentazione pubblicata presenti fra il 30 e il 40 d.C.
stabilire se si tratta di una fascia a barbottina incisa a Bibliografia.
rotella oppure di incisioni a rotella ottenute direttamente Italia. Ornavasso I/205: GRAUE 1974, tav, 40, 4; tav. 69, ;1.
sul vaso); piccole porzioni dl argilla, applicata a barbot- Svizzera. Muralto I/205: SIMONETT 1941, fig. 25, 4.
tina, interrompono l'andamento del festone. (Tav. CVI, 7).
Questo motivo ricorda la decorazione a festoni e ro-
sette (decorazione 53) caratteristica dell'età tardo-repub- DECORAZIONI I 7, 54.
blicana. Descrizione.
Bibliografia. Decorazioni a barbottina costituite da bastoncini al-
Spa1;na. Barcclìona 2/316: MAYET 1975, tav. XVI, n. 122. lungati leggermente ingrossati da un lato (17) oppure
notevolmente allungati e di forma piuttosto irregolare
(54). (Tav. CVI, r2-r3).
DECORAZIONE 55. Questa decorazione richiama il motivo 16, pur se con
Descrizione. caratteristiche in questo caso di notevole irregolarità
di esecuzione dei singoli elementi del motivo.
Decorazione a barbottina costituita da quattro file Gli esemplari su cui questa decorazione compare sono
di spine oblique e orizzontali, alternate a dieci rosette caratteristici della Penisola Iberica.
a rilievo applicato, contornate da un cerchio a barbottina.
Al centro della fascia così decorata sono poste. due teste Bibliografia.
ottenute a barbottina (MAYET 19"5, p. 44). (Tav. CVI, S). Spag11a. Asta Regfa 2127;,: MAYET 19:5, ta':. XLV, n. ;-,;. Belo
2/273: MAYET 1975, mv. XLV, nn, 373- 376,380.
Bibliografia.
Spagna. Ibiza 2/422: MAYET 1975, ta'ir. XV, n. I2I.
DECORAZIONE 16,

Descrizione.
DECORAZIONE 145.
Decorazione a barbottina costituita da elementi aHun-
Descrizione. gati regolari e appuntiti da un lato, quasi a formare delie
Decorazione a barbottina costituita da un motivo in gocce. (Tav. CVI, 14).
cui si alternano, lungo una fascia orizzontale, tralci di Questa decorazione sembra diffusa nell'Italia setten-
foglie e piccoli mascheroni. (Tav. CVI, 9). trionale padana e nelle province occidentali oltr'Alpc.
Compare ad Ornavasso in età augustea e nell'alto Reno
Bibliografia. fra il 40 e il 70 d.C. (GREENE 1979, p. 56 ss.). L'esemplare
Spagna. Mérida 2/311: MAYET r975, tav. LXXVII, n. 654. da Ornavasso sembra caratteristico di uno dei centri

326
CERAMICA A PARETI SOTTILI

ddh parte occidentale della valle padana, mentre gli pubblicana, questi bicchieri sono stati spesso messi in
esemplari oltr' Alpe sono stati attribuiti ad officine re- relazione con i vasi di Sovana.
nane (GREENE 1979, p. 56 ss.).
Bibliografia.
Bibliografia. Italia. Sovana 1/89: MARABINI !973, tav. 98, 2; I/I: BIANCHI
Germania. Magonza 2/3r5: GREENE 1979, fig-. 24, 5. BANDIN:ELLl 1929, tav. XXXVII, a; 2/316: BIANCHI BANDINELLI 1929,
highiltcrra. Cokhcster: GREEN'E 1979, fig. 26, 2, tav. XXXVII, b; i'vlARABINl r973, ta>", 98, n. 4.
ltaha. Ornavasso 2(433: GRAUE 1974, fi.g. 23, i,
Jugoslavìa. Emona 2/388: PLESNICAR--GEC 1972~ tav. XLI, 150, 15,
DECORAZIONE 23 I.

DECORAZIONE 229. Descrizi'one.


Decorazione a barbottina costituita da elementi ver-
Descrizione. ticali ottenuti con l'applicazione di strisce di argilla suc-
Decorazione a barbottina corhposta da elementi al- cessivamente passate a rotella. Gli elementi verticali
hmgati, uguali a quelli impiegati nella decorazione 5 sono alternati a foglie disposte anch'esse verticalmente
disposti in senso obliquo sulla parete esterna del vaso. sulla parete esterna del vaso.
La decorazione è delimitata superiormente e inferior-
mente da due file orizzontali di piccoli punti. (Tav. Bibliografia.
CVI, 15). !rafia. Cosa: MARABIN! 1973, tavv. 2, 56, nn. 20, 21. Popu-
Questa decorazione è attestata a Riotinto su vasi forse lonìa: MARABINl l9ì3, p. 57. Roma: MARABINI l9ì3, p. Sì•
prodotti nella. Penisola Iberica.
Bibliografia. DECORAZIONE 232.
S'1wgna. Riotinto 2,'385: MAYET 1975, tav, XLV, n. 381, Descrizione.
Decorazione a barbottina costituita da elementi si-
DECORAZIONI 3, 230. mili a quelli impiegati nella decorazione 23r. In questo
caso tuttavia le foglie sono disposte in senso orizzontale,
Descrizione.
sotto ai festoni.
Decorazioni a barbottina costituite da lunghe strisce Questa decorazione si ricollega ai motivi caratteristici
di argilla su cui veniva successivamente passata una dell)età tardo-repubblicana.
rotella. Le strisce possono essere dritte oppure ondulate,
alternate, tutte comunque poste verticalmente sulla Bibliografia.
parete esterna del vaso. (Tav. CVI, 16-17). Italia. Roma I/X: MARABINl 1973, tav. 99, I.
Questa decorazione, caratteristica dell'età repubbli-
cana sembra diffusa nell'Italia centrale dove veniva pro-
babilmente prodotta insieme alla decorazione a festoni DECORAZIONE 37.
puntinati (decorazione 1) su bicchieri del tipo 1/1.
Gli esemplari attestati confermano una cronologia Descrizione.
collocabile nell'ambito del I sec. a.C. fino forse all'età Decorazione a barbottina costituita da elementi a tor-
augustea vista la sua presenza nei campi di Vetera. tiglione disposti verticalmente sulla parete esterna del
vaso, in cima ai quali è posta una rosetta. (Tav. CVI, r8).
Bibliografia. Questa decorazione è attestata su un unico frammento
Pranàa. Cavaillon 1/19: DUMOULIN 1965, fig. 2Id. proveniente da Cosa e databile al terzo quarto del I sec.
Germania. Vetera 1/89: HAGEN 1912 b, p, 417, n. 19; p. 4I9,
n. 10; tav. LVIII, 13, 26.
a.e.
Jzalia. Cosa I/r: MARABINI 1973, tavv. 2, 56, nn. 16-18; r/89:
MARAEINI 1973, tavv. 6, 59, nn. 66-6-;; .M.ARABINI I9i3, tavt". Bibliografia.
8, 60_, n. 93; I/I9: lvl.ARABINI 1973,tavv. 5, 58, nn. 53-54. Roma 1ir9: Italia. Cosa: J\1ARABlNI 1973, ta,,.v. 10. 6r, n. 108.
l/JJ;RABlNI 1973, taV. 100; .M.ARABlN:l 1973, ta\', 97, nn. 3, 4, 6, 7,
St.,aJ;na. foiza IÌI: l\-1.AYET 1975, tav. I, r:. 6. Pollentia l !'I9: VE-
GAS 1963-1964, p, 66, fig. IL
DECORAZIONE 218.

DECORAZIONE 27. Descrizione.


Decorazione a barbottina costituita da elementi allun-
Descrizione. gati arrotondati superiormente, disposti verticalmente
Decorazione a barbottìna costituita da una striscia~ sulla parete esterna del vaso. (Tav. CVII, r).
passata a rotella dopo l'applicazione sul vaso, molto Un solo esemplare attesrnto con questa decorazione
ond.uìata, disposta orizzontalmente sulìa parete esterna proviene da Carmona e potrebbe ipoteticamente essere
dcI vaso, alternata a elementi verticali costituiti da ele- attribuito a centri di produzione della Betica.
n1cnti uguali a quello impiegato per il festone orizzontale.
Questa decorazione è attestata nell'area meridionale Bibliografia.
d'.-.:lì'odierna Toscam. Datati in genere in età tardo-re- Spagna. Carmona 2/270: BONSOR 1931, tav. XL
CERAMICA A PARETI SOTTILI

DECORAZIONE 2, DECORAZIONE 24.

Descrizione. Descrizione.
Decorazione a barbottina costituita da piccole spine Decorazione a barbottina costituita da elementi simili
disposte regolarmente in senso leggermente obliquo sulla a spine (decorazione 2 ), ma leggermente curve nella pane
parete esterna del vaso. (Tav. CVII, 2). inferiore tanto da assomigliare piuttosto a delle virgole.
Questa decorazione, fra le più significative dei vasi di (Tav. CVII, 4).
età repubblicana, è attestata in tutto il bacino del Mediter- Questa decorazione è attestata a Cavaìllon, su esemplari
raneo, nelle aree più interne della Francia e sul limes databili nella seconda metà del I sec. a.C.
Renano.
Bibliografia.
La cronologia di questi vasi si colloca nel I sec. a.e.
Fi-anci'a. Cavaillon 1/6: DW\IOULIN 1965, fig. 2r,o; r/15; DUMOULIN
fino alla prima età augustea .,(Pollentia). Questi vasi sem- 1965, fig. 21, n.
brano ricollegarsi ai prodotti delle officine centro-ita-
liche.
DECORAZIONE 7 I.
Bibliografia. Descrizione,
Ausrria. Mag-dalcnsberg: 1116: SCHINDLER KAUOELKA 1975, tav. Decorazione a barbottina costituita da elementi molto
I, forma Id; 1;379: ScHlNDLER KAUOELKA 1975, tav. T, forma 2a,
1975, taY. 4, forma 16.
2f; 1·'52: ,,SCHJJ>,,"l)LER KAUDELKA allungati simili a spine, disposti in senso pressoché
Cipro. Kourion li19: .i\lcFADDEN 1946, tav. XLII, 80. verticale sulla parete esterna del vaso e piuttosto distami
Francia. Cavaillon 1/19: DUMOULIN 1965, p. 19, fig. 21d; rizo: gli uni dagli altri. (Tav. CVII, 5).
DD.\10l'.LlN 1965, p. 19, fig. zrh; 1/157: DUMOULIN 1965, fig. 2If.
Questo motivo, che ricorda quello a spine (decorazione
Germania. Petrisberg: LoESCHCKE 1939, p. IO0, 11, 8, figg. 3-4
forma 6. 2) di età tardo .....repubblicana, è attestato nella Penisola
Grecia. Atene r/22: RoBINSOK 1959, tav. IX, n. 13. Corinto 1/19: Iberica.
BRONEER 1947, tav. LX, 16.
Iralia. Cosa: MARABINI 1973, tavv. 7, 59, nn. 79-82. Gabi Bibliogr~fia.
1/19: VEGAS 1968, pp. 29, 76. Luni 1/1: CAVALIERI MANASSE 1977,
tav. 91, 9 C!vtn895/3, !179/I. N'emi 1.'22: tJcELLl 1950, fig. 141. Spaf!//(l. Pollent.ia 1/19: MAYET 1975, tav. VI, n. 45. Ibiza r/89:
Ornavasso 1;20: BIANCHETTI r895,p,215,tav. XXL11;GRAUE 1974, i\1AYET 1975, rav. VII, n. 55; I/29: MAYET 1975, tav. VII, n. 57-
tav. 58, 3. Roma: CAPRINO 1954, p. 238, n. 14, fig. 40, 2; 1:89:
McFADDEN 1946, tav. XLIX, nn. 15469, 9236, 9224; PIETRANGELl
1940, fig. ro. Sovana r/22: BlA1'.CHl BANDINELLI 1929, ta\". XXXVII, DECORAZIONE 81.
g; MARABlNI 1973, ta\·. 98, 3.
Marocco. Mogador 1/89: )ODIN rq67, ta\·. XLI. Descrizione.
Spaf!na. Centelles 1/19: Rt.iGER 1968, fig. 1, II. ]biza r/51: MAYET
1975, tav. VII, n. 58; 2/316: MAYET 1975, tav. XVIII, nn. 131, 138, Decorazione a barbottina costituita da elementi molto
14r. Italica 21332: MAYET !975, tav. XVI, n. I29. ll/iaior:::a 1119: distanti fra loro di forma lievemente allungata, con la
MAYET I975, tav. VI, nn. 46, 48. parte superiore ingrossata e disposta orizzontalmeBte tanto
da ricordare dei chiodi. (Tav. CVII, 6).
Questa decorazione è attestata nella Penisola Iberica.
DECORAZIONE I 68,
Bibliografia.
Spaffna. lvl.aiorca r/49; MAYET 1975, tav. VII, n. 56, Tarragona
Descrizione. 1119: MAYET 1975, tav. VI, n. 47; 1,193: 1\iAYET 1975, ta\·, XIII,
Decorazione a bar bottina simile al motivo 2; presenta n. 103.
tuttavia rispetto a quest'ultimo un rilievo più accen-
tuato. In questa decorazione, ciascuna porzione di ar- DECORAZIONE 83.
gilla veniva applicata piuttosto distante l'una dall'altra
e successivamente sagomata per mezzo di due colpi Descrizione.
di stecca paralleli dati dal basso verso Falto in modo da Decorazione a barbottina costituita da due file di ele-
formare, nella parte superiore di ciascun elemento_1 menti allungati uguali a quelli della decorazione 7r
una leggera protuberanza a causa dell'accumulo di ar- disposti, in questo caso, in senso obliquo sulla parete
gilla in quel punto (MARABINI 1973, p. 55). Quesre ca- esterna del vaso e opposti a un vertice tanto da ricor-
ratteristiche fanno somigliare questi elementi a scaglie dare un motivo a spina di pesce. (Tav. CVII, 7).
di pigna (decorazione 99). (Tav. CVII, 3). Questa decorazione è attestata nella Penisola Iberica.
La cronologia di questo motivo decorativo, posteriore
Bibliografw.
al motivo a spine (decorazione 2 ), si colloca orientati-
Spat;na. (Barcellona) J/193: MAYET !9'7). tav. XIIL n. ro:.
vamente agli inizi àel I sec. d.C. (lVlARABINI r973, p. 55)
e probabilmente già dall'età augustea.
DECORAZIONE 84.
Bibliografia. Descrizione.
lralia. Cosa: i\1ARABINI 1973, taV\', ;.':, 56, nn. n-15; 1-'105: MA-
RABlN1 1973, rnvv. 26,70,nn.249,250; r 1ro::: MARABINI 1973,tav,·.
Decorazione a barbottina costituita da elementi al-
2;, 70, nn. 251, 253. lungati simili a quelli impiegati nella decorazione 1r;
CERAMICA A PARETI SOTTILI
--------------------------------
a differenza di quest'ultima la parte terminale superiore stecca in modo da formare una leggera protuberanza
di ciascun elemento è più larga e prominente. (TaY. nella parte superiore di ciascun elemento a causa dell'ac-
CVII, 8), cumulo di argilla in quel punto (MARABINI 1973, p. 55).
Questa decorazione è attestata nella Penisola Iberica. Le scaglie di pigna possono essere disposte regolarmente}
sulla superficie esterna del vaso, molto vicine fra di loro,
Bibliografia.
ma non attaccate, oppure anche attaccate e quasi sovrap-
Spagna. Carmona 1/194: MAYET 19-r5, tav. XIII, n. ro;.
poste, oppure completamente isolate. (Tav. CVII, IJ-·I5).
Questo motivo, sicuramente evoluzione della più an-
DECORAZIONE 87, tica decorazione a spine (decorazione 2 ), fu prodotto pro-
babilmente in diverse officine fra le quali quella (o quelle)
Descrizione. della Penisola Iberica. Anche il centro di Lione, fra il
Decorazione a barbottina costituita da elementi al- 40 e il 70 d.C., produsse ed esportò lungo il limes vasi
lungati simili a quelli impiegati nella decorazione 7 I, così decorati.
e disposti in senso verticale sulla parete esterna del vaso.
Sotto a questi elementi ne sono posti altri, simili ai pre- Bibliografia,
cedenti, ma notevolmente più corti e disposti in senso Ausiria. Magdalensberg 1/102: ScmNDLER KAUDELKA !975, mv.
4, forma r2a, r3a, b.
orizzontale. (Tav. CVII, 9).
Francia. 11.ARABINI 1973, p. 54, nota 6r. Port Vendres I/roq:
Questa decorazione è attestata su un esemplare pro- MAYET 1975 b, p. lI3, fig. 39, n. 29.
veniente da Ibiza. Germania. Hofheim: RITTERLING r912, 22 Bb, p. 252, fig. 54,
8. Lorenzberg: GREENE I979, fig. 6, tipo 4.2.
Bibliografi-a. lnghiherra. Cokhester: HAWKES-HULL 1947, p. 228, ta\'. LIII.
Italia. Cosa: MARABINl 1973, taVt'. 46, 86, n. 438.
Sparma. lbiza 2/316: MAYET r975, tav. XVIII, n. 140.
Olanda. Nimega; STUART 1962, tìpo !6, pp. 30-31, tavv. 2, 42.
Spagna. Ampurias I I ro6: MAYET 1975, tav. LVIII, n. 479; I· 105:
DECORAZIONI 225, 90, ,\1.AYET 1975, tav. LIX, nn. 480-482, 484; tav, LXI, n. 498. Carmona
1/105: MAYET 1975, tav. LVIII, n. 476. Cordova IIIo6: l\1AYET
1975, mv. LVIII, n. 478. lbiza 1;ro9: MAYET 1975, tav. LIX, n. 487.
Descrizione. Liria 1/106: l\1.AYET 1975, tav. LXI, n. 499. Osuna 1/rn6: MAYET
1975, tav. LVIII, n. 475; 1lro9: MAYET 1975, tav. LX, n. 489. (Si-
Decorazioni a barbottina costituite da elementi al- viglia) 1/ro5: MAYET 1975, mv. LX, n. 488. Tosai de Manises I/ro9:
lungati, simili a spine (decorazione 71), disposti perpen- MAYET 1975, tav, LIX, n. 486. Venta de Carlino l,'105: MAYET
dicolarmente ad una linea centrale che corre orizzontal- 1975, tav. LXI, nn. 495-496.
Svizzera. Zurigo: VoGT 1948, p. 164, fig. 34, r2; p. 167, tav.
mente sulla parete esterna del vaso. La rimanente super- 34, r9.
ficie esterna del vaso può rimanere libera (225) oppure Tunisia. Raqquada l/I09: SALOMO'NSO'N 1968, pp. r36-138,
essere ornata con gli stessi elementi allungati disposti fig. 47, CP2, 49, r. Siga 1,i109: VUILLEMOT 1065, p. 6r, fig. 16.
regolarmente in senso verticale (90). (Tav. CVII, ro-rr).
Bibliografia, DECORAZIONE 98,
Porto}?allo. (Lisbona) r/194: MAYET 1975, tav. XlIL n. ro6.
Spar:11a. Castulo 1/194; MAYET 1975, tav. XIII, n. ro5. lbiza Descrizione.
2i316: M.".YET 1975, taY. XVII, n. 131; 2,398: J'viAYET 1975, taY.
XIII, n. 127. Decorazione a barbottina costituita da elementi simili
a scaglie di pigna (decorazione ro). (Tav. CVII, 16).
Questa decorazione è attestata a Cosa fra l'età tibe-
DECORAZIONE 94. riana e l'inizio di quelia di Claudio.
Descrizione.
Bibliografia,
Decorazione a barbottina costituita da una fascia de- Italia. Cosa r/109: MARABIN'I !973, tav. 45, n. 375.
corata con piccoli elementi a spina disposti verticalmente
sulla superficie esterna del vaso. La fascia è delimitata
superiormente e inferiormente da due file di spine a11un- DECORAZIONE 159,
gate, simili a quelle impiegate nella decorazione 2, e
disposte in senso obliquo. (Tav. CVII, 12). Descrizione.
Questa decorazione è attestata nella Penisola Iberica. Decorazione a barbottina costituita da elementi verti-
Bibliografia, cali simili a scaglie di pigna (decorazione IO) ma, rispetto
a queste ultime, sensibilmente più allungate e sovrap-
Spa1;11a. Ibiza !ir93: 1\faYET r975, tav. XIII, n. 99. Osuna r/r93:
MAYET 1975, rav. XIII. n. IO0.
poste fra di loro. (TaY. CVII, 17).
Questa decorazione è attestata a Nimega e prodotta
dalle officine di Lione che dal 40 al 70 d.C esportaroIJO
DECORAZIONI IO, 99, 100, 226,
prodotti di imitazione di vasi spagnoli (GREEKE I979i
Descrizione. p. 13 ss.),
Decorazioni a barbottina costituite da elementi simili Bibliografia,
a scaglie di pigna ottenuti meàiante l'applicazione di una Inghilterra. Vsk 2/236; GREENE HJ79, fig. r1.6.
piccola porzione di argilla, successivamente rifiniti a Olanda. Nimc~2, 2.j236: GREENE fl)7(;, fii;. 6, -4.r.

329
CERAMICA A PARETI SOTTILI

DECORAZIONE 125. DECORAZIONE 41 I.


Descrizione. Descrizione.
Decorazione a barbottina del tutto simile alla decora- Decorazione a barbottina costituita da elementi si-
zione 50. In questo caso gli elementi sono molto allun- mili a quelli impiegati nella decorazione 91. In questo
gati e disposti verticalmente sulla parete del vaso. (Tav. caso gli elementi decorativi ricordano le scaglie di pigna
CVIII, r). (decorazione 10) e sono distribuiti regolarmente, sepa-
L'esemplare su cui compare questo motivo è stato rati gli uni dagli altri, sulla superficie esterna del vaso.
attribuito ad uno dei centri operanti nel basso Reno Questa decorazione è attestata su una coppa rinvenuta
(GREENE 1979, p. 56 ss.). nella Penisola Iberica.
Bibliografia. Le linguette orizzontali, poste nella parte superiore
Germania. Magonza 2j235: GREENE 1979, fig. 24, 6. delle anse, sono decorate con una figura femminile (de-
corazione I 6op ).
DECORAZIONE 50. Bibliografia.
Descrizione. Spar:na. (Barcellona) 2/399: IvlAYET 1975, tav. LVII, n. 467.

Decorazione a barbotrtina costituita da elementi molto


allungati e ottenuti mediante lo stesso sistema tecnico DECORAZIONE 104.
impiegato nella decorazione a scaglie dì pigna (decora-
zione r'o). In questo caso tuttavia i singoli elementi Descrizione.
decorativi sono piuttosto diversi dai precedenti, separati
Decorazione a barbottina costituita da elementi semi-
gli uni dagli altri e posti in senso obliquo sulla parete
circolari, in parte sovrapposti fra di loro tanto da formare
esterna del vaso. La superficie interna è rivestita da
una superficie a squame che rìcopre la parete esterna del
sabbiamra (decorazione 63). (Tav. CVIII, 2).
vaso. i\lcuni esemplarì presentano la parte interna del
Questa decorazione è attestata su una coppa prove-
vaso rivestita da sabbiatura (decorazione 63). (Tav.
niente da Mainz \1\iiesenau ed è stato attribuito ad uno
CVIII, 5).
dei centri di produzione del basso Reno (GREENE 1979,
Questo motivo sembra caratteristìco dell'Italia nord-
p. 56 ss.).
orientale e delle zone oltr' lùpe; fu prodotto con ogni
Bibliografia. probabilità da officine delFarea nord-adriatica, renana
Germania. Mainz W'iesenau 2/406: GREENE 1979, fig. 24, 7. (GREENE 1979, p. 56 ss.) e di Lione (GREENE 1979, p.
13 ss.). La cronologia degli esemplari provenienti da
Lione e di quelli provenienti dalla valle del Reno è col-
DECORAZIONE 46. locabile tra il 40 e il 70 d.C.
Descrizione. Vasi così decorati continuarono ad essere prodotti
Decorazione a barbottina costituita da elementi al- forse più a lungo dalle officine adriatiche, vista la pre-
lungati disposti verticalmente sulla parete esterna del senza di un vaso ornato da questo motivo a Porto Re-
vaso. Questo motivo, che ricorda la decorazione a spine canati nell'ultimo quarto del I sec. d.C.
(decorazione 2 ), è simile, per tecnica di esecuzione, alle Bibliografia.
decorazioni 50 e 46. Gli elementi decorativi sono tut- Austria. Helencnberg 2/231: SCHÒRGENDORFER 1942, tav. I.!3,
tavia in questo caso staccati gli uni dagli altri e disposti Salzburg 2/231: HAGEN 19!2 b, figg. r43, 149.
regolarmente su tutta la parete esterna del vaso. (Tav. Germania. Bingen 1/r37: BEHRENS 1912, fig-. 60, n. r. (Bonn)
2/235: GREENE 1979, fig. 25, I2. Hofheim: GOSE 1950, tav. 17, n. 181.
CVIII, 3).
lnghilrerra. Usk 2/4u: GREENE !979, fig. II, 3-5, tipo 31.
Esemplari con questa decorazione sono al momento Izalia. Aquileia 2/315: Museo Archeologico, Magazzini; 2/231:
attestati solamente nella Penisola Iberica. Museo Archeologico, Magazzini. Porto Recanati 2i231: !v1ERCAND0
1974, tomba 29, fig. 89; tomba 132, fig. 2rob.
Bìbliogra_fia. luRosla·via, Emona 2i:n5: PLESNICAR-GEC 197:.:., ta,:. XXXIV.
Spar:na. Maiorca r/38: MAYET 1975, ta\'. VI, n. 50. Tarragona tomba 129; 2i23I: PETRU 1972, tomba 6, ta>'. LXXVIII, 29; tomha
1/38: MAYET r975, tav. VI, n. 49. 202, tav. XXI, n. 33.
Olanda. Nimega 2/236: GREENE 1979, fig. 5, tipo 3.
S-cizzera. Vindonissa 1/236: GREENE 1979, fig, 9, 23.
DECORAZIONE 126.
Descrizione.
DECORAZIONI 14, 334-336.
Decorazione a barbottina costituìta da piccoli elementi
disposti a caso sulla superficie esterna del vaso. (Tav. Descrizione.
CVIII, 4). Decorazioni a barbottina costituite da elementi a forma
Questa decorazione è al momento attestata solamente di lunetta posti regolarmente sulla superficie esterna
nella Penisola Iberica. del vaso. Le lunette possono essere di forma e di dimen-
Bibliorrafia. sioni diverse: r) molto piccole e poco arcuate (14); 2) di
Spagna. Estepll 1/194: MAYET 1975, tav, XIII, n, !08. media grandezza e con un arco piuttosto accentuato

33°
CERAMICA A PARETI SOTTILI

(334); 3) grandi, sottili e molto arcuate (335); 4) molto DECORAZIONI 91, 337~339, 233, 93.
pesanti, rilevate e sabbiate sulla superficie esterna (336).
(Tav. CVIII, 6 8). Descrizione.
Negli esemplari provenienti dalla Penisola Iberica, Decorazioni a barbottina costimite da elementi si-
questa decorazione è a volte unita alla decorazione ro. mili alle lunette della decorazione 14; rispetto a queste
Ùn esemplare dì probabile produzione renana presenta ultime tuttavia gli elementi di questo motivo decorativo
l'aggiunta nella parte inferiore del vaso, della decora- appaiono, nella loro parte inferiore, meno arcuati e den-
zione a rotella 5; mentre sugli esemplari da ~\iagdalensberg tellati. Queste decorazioni sembrerebbero una sintesi fra
e da Emona a volte viene aggiunta la decorazione 14 la decorazione a lunette (decorazione 14) e quella a sca-
(unita a sabbiatura 63). glie di pigna (decorazione ro ). Rispetto alla decorazione a
Questa decorazione è attestata, nelle sue versioni più scaglie di pigna (10), questo motivo presenta gli elementi
diffuse (r4, 334, 335) sia lungo le coste del bacino occi- che lo compongono notevolmente più appiattiti e privi
dentale del Mediterraneo cht; in alcune zone oltr'Alpe. di rilievo nella parte superiore. (Tav. CVIII, 9-14).
Sicuramente diversi furono i centri che adottarono Alcuni esemplari così decorati presentano la superfi-
questo motivo decorativo. La presenza sul litorale adria- cie interna del vaso sabbiata (decorazione 63); altri pre-
tico di vasi che presentano le stesse caratteristiche, ol- sentano la pane inferiore della superficie esterna del vaso
tre che di decorazione, anche di argilla, fa ipotizzare decorata a rotella (decorazione 5).
che questi vasi provenissero da centri dell'area adriatica Come per gli esemplari sui quali è attestata la decora-
che esportavano probabilmente fino a Magdalensberg. zione I4, questi possono essere attribuiti a vari centri di
Riferibili più facilmente a centri operanti nel basso produzione. Uno o più centri dovettero essere attivi nella
Reno sono gli esemplari attestati in Germania e in Olanda zona adriatica, tra Ravenna e Aquileia; a questo centro
(GREENE 1979, p. 56 ss.). sono da attribuire alcuni fra gli esemplari attestati a
Per alcuni esemplari iberici è possibile circoscrivere Magdalensberg oltre a quelli rinvenuti ad Emona. Un
la produzione alla Betica (MAYET 1975, p. 147). centro dovette essere attivo anche nel basso Reno (GREENE
Le attestazioni del litorale Gardois riguardano esem- 1979, p. 56 ss.); da esso provengono alcuni degli esem-
plari provenienti probabilmente dalla Penisola Iberica. plari presenti a Magdalensberg.
L'esemplare rinvenuto a La Graufesenque (336) appar- I dati cronologici forniti dai reperti di Magdalensberg
tiene, con le sue peculiari caratteristiche, alla produzione indicano un arco di tempo che oscilla fra il 30 e il 40 d.C.
rndgallica (GREENE 1979, p. 50 ss.). Gli esemplari da Nimega e da Usk sono datati fra il
Per gli esemplari spagnoli è possibile indicare molto 40 e il 70 d.C. Gli esemplari provenienti da Porto Re-
genericamente un arco cronologico nell'ambito del I canati sono datati invece all'ultimo quarto del I sec. d,C.
secolo d.C. Databile invece in età claudio-neroniana è
l'esemplare sud.gallico di La Graufesenque. Orientativa- Bibliografia.
mente alla seconda metà del I sec. d.C., ma sicuramente Ausn-ia. Magdalcnsberg: ScmNDU:R KAUDELKA 1975, ta\'. 20,
anche oltre, possono essere posti gli esemplari della co- forma I03 e, d; tav. 25, forma II8 b, e, e; tav. 29, forma !40 b. d, e;
SCI-JINDLER KACDELKA 1975. taL 25, forma II8 a; tav. 29, forma 140 :i.;
sta adriatica. Infine fra il 40 e il 70 d,C. possono essere ScmNDLER KAUDELKA l9-:'5, tav. 26, forma I2I.
datati gli esemplari riferibili alla produzione renana foghilrerra. Usk 2 -'406: GREENE !979, fig. 32, ì.
(GREENE 1979, p. 56 ss.). l!aiia. Aquileia 2/3 l 5: .l\,fosco Archeologico, Magazzini. Pono
Rccnnati 2/216: MERCANDO I974, fig. 159c. Villa Potenza 214n:
Bibliografia. l\iERCANDO 1971 b, p. 4IO, fig. !2, 7,
!uw!slavia. Emana 2,1322: PETRU 1972, tav. CVII, 21; 2l315:
Austria. Magdaknsberg J,i364: SCHINDLER KACDELKA 1975, tav.
PLESNICAR 1971, rav. xcv, n. 4: ta\'. CVIII, n. 2.
25, forma I 17 a-e. Hckncnbcrg 21231: SCHÒRGENDORFER 1942, ta\·.
r.14. Olanda. Nimega 2/236: GREENE 1979, fig. 25, r3.
Francia. La Graufesenquc 2i2r7: GREENE r979, fig. 21, 7.
Germania. Hofhcim 11129: GREENE 1979, fig. 24, ro. Keuss 2/235:
l·'rLTZINGER 1972, tav. 42, 2; 2/236: .Ftr.TZINGER 1972, rav. 42, 24. DECORAZIONI 340, 198.
Italia. Aquileia 2i2'D; Museo Archeologico, ,\fogazzini. Porto
Recanati 21231: MERcANno 1974, fig. 210b; r/365: MERCANDO 1974, Descrizione.
fig. 66, tomba 2I; fig-. 153, tomba 85, n. 4.
lu[!oslm:ia. Emona 2/231: PETIW l(r2, ta\·. LXXVIII, n. 29:
Decorazioni a barbottina costituite da elementi a lu-
~rw, XXI, n. 33; 11364: PETRL' 1972, tav. CXIL tomba 4, n. 8. netta molto allungati simili a quelli ìmpieg,:::i nella de-
Olanda. Nimcga I 156: GREENE 1979, fig. 25,16. Valkcnburg 2i406: corazione 335; a differenza da quest'ultima la parte in-
GREENE 1979, fig. 24, 4.
feriore, arcuata, presenta dentellature arrotondate. (Tav.
Porto;:alio. Conimbriga 21273: MAYET 1976, tav. LXVII, 559.
Spagna. Ampurias 2.1272: 1\-iAYET !975, tav. XLVI, n. 385; I/rn5;
CVIII, 15).
M.AYET I975, tav. XLVI. nn. 483, 486. (Barcellona) 2;274: lviAYET Poche sono le attestazioni note con questo tipo di de-
·:975, tav. XLVI, n. 474; zl:ur: lViAYET T9"'5, rn\·, LXVI. nn. 548. corazioni, che sembrano per altro caratteristiche del-
·;49. Belo 1/rn5: MAYET 19;5, tav. LXI. n. 497. Carmona 2127:::.:
M,'.YET 1975, ta\', XLVI,n._c,84. HautAkntcio 21;ni: IviAYET T()'i5, l'area adriatica e possono essere messe in relazione ai
rnv. LXVL nn. 55c, 552; 2 1273: .1\-iAYET r975, tav. LXIV, n. 554. Iui- centri di produzione attivi tra Farea ravennate e quella
iica 2/3l1; !VlAYET r975, ta\·. LXVJ, nn. 545-546. Mèrida: J\-lAYET di Aquileia (cfr. decorazione 9r).
1975, tav. LXVI, n. 553_; 21273: MAYET 1975, ta\'. LXVII, nn. 556-
-~57. Riotinto 11ro5: 1viAYET 1975, t<n-. LIX_, n. 482. (Siviglia; 2.'3II:
lv1AYET 1975, tav. LXVII, n. 56L Tavira r/rn5: M.AYET 1975, un·.
Bibhografia,
LX, n. 493. Iralia, Aquileia 2i3 15: lviusco Archeologico, Mag-azzini. Russi:
Svizzera. Vindonissa 2i226: GREEN:E 1979, fig. 30, 2.: 2/231: BERGAMINl 1973, tav. X, 86_; 2/235: BERGAM.INI 1973 b, ta\". X, 85.
ScHORGENDORFER 1941, tav. 1.14. lur:c,sìavia. Pola: ,\1.LAKAR 1966, tav. XIII, 6.

33 1
CERAMICA A PARETI SOTTILI

DECORAZIONI 341, 342. in questo caso tuttavia essi sono attaccati gli uni agli
altri e il loro profilo è molto irregolare. File di archi so-
Descrizione. vrapposti riempiono completamente lo spazio interno a
Decorazioni a barbottina costituite da elementi simili ciascun elemento. L'insieme della decorazione appare
a lunette disposte in senso verticale_; i lati delle lunette molto pesante e irregolare. La parete interna dei vasi
sono di lunghezza tale da coprire l'intera superficie esterna così decorati è coperta da sabbiatura (decorazione 63).
del vaso (341 ). La stessa decorazione può essere unita ad (Tav. CIX, 2).
una fitta puntinatura che copre tutta la superficie del vaso Questo motivo appare attestato su coppe prodotte a
libera dalle lunette (342). (Tav. CVIII, 17). Lione (GREENE 1979, p. 2r), la cui cronologia è, come
Queste decorazioni sono attestate nella Penisola Ibe- quella degli altri prodotti di quel centro, compresa fra
rica e possono forse essere messe in relazione a produ- il 40 e il 70 d.C.
zioni locali. Bibliografia.
Bibliografia. Svizzera. Vindonissa 2/::.36: GREENE 1979, fig:. 6, tipo 7.
Spagna. Belo 1196: ,1\lAYET 1975, tav. XLVI, n. 390. (Cordova)
2;'280: MAYET 1975, tav. XLVI, n. 392.

DECORAZIONE 224.
DECORAZIONE 343.
Descrizione.
Descrizione. Decorazione a barbottina costituita da linee disposte
Decorazione a barbottina costituita da ellissi molto diagonalmente sulla superficie esterna del vaso e inter-
allungate simili agli elementi impiegati nella decorazione secantesi in modo da formare un reticolo. Le linee che
34 I, disposte in senso verticale. A differenza dalla pre- formano il reticolo possono presentare larghezze diverse
cedente, i motivi decorativi sono in questo caso chiusi tanto da rendere irregolare il reticolo stesso. (Tav. CIX, 3).
sul fondo e disposti a gruppi, alternati ad una fila di lu- Questa decorazione, caratteristica del centro di pro-
nette (simili a quelle impiegate nella decorazione 14) duzione di Lione (GREENE r979, p. r3 ss.) può essere
disposte le une sopra alle altre in modo da formare delle datata, come molti altri prodotti provenienti da quel
file verticali. (Tav. CVIII, 18). centro, tra il 40 e il 70 d.C.
Questa decorazione è caratteristica della Gallia cen-
trale (GREENE 1979, p. 43 ss.). È sicuramente attestata Bibliografia.
in età claudio-neroniana, ma alcune presenze sembrano Francia. Lione 2/266: GREENE 1979, fig. 7, tipo 14.
raggiungere il 70 d.C.; è discussa una sua comparsa in
età preflavia (GREENE 1979, p. 43 ss.).
DECORAZIONE 106.
Bibliografia.
Francia. Saintes 1/144: MAYET I9ì3, p. 97, fig. 4, nn. 16-18. Descrizione.
Vichy 1/144: GREENE 1979, fig. 18, r. Decorazione a barbottina costituita da un reticolo ad
archetti che copre fintera superficie esterna del vaso.
DECORAZIONE 105. La superficie interna è coperta da sabbiatura (decorazione
63). (Tav. CIX, 4).
Descrizi'one. Esemplari così decorati sono stati messi in relazione
Decorazione a barbottina costituita da lunghi archi con il centro di produzione di Lione (GREENE 1979_,
simili a quellì impiegati nella decorazione 341. In questo p. 21). Questi prodotti furono esportati a partire dalretà
caso gli archi coprono quasi completamente la supre- tiberiana a Vindonissa; la fine dell'esportazione in queste
ficie esterna del vaso e sono coperti a loro volta da una officine è stata posta intorno al 70 d.C. (GREENE 1979,
sabbiatura che riveste anche l'interno del vaso. (Tav. p. 17 ss.).
CIX, 1\ Bibliografi,a.
Questa decorazione è caratteristica àelle officine di
Si,i:.:::.::era. Vindonissa 2/236: GREENE 1979, fig. 6, tipo 8.
Lione (GREENE r979, p. 2r) e compare su prodotti espor-
tati in Britannia fra il 40 e il 70 d.C. (GREENE 1979,
p. 17 ss.).
DECORAZIONI 344, 345•
Bibliografia.
In1;hiiterra. Cirencesrer 21236: GREENE 1979, fig_. 6.6. Usk ::. 1236: Descrizione.
GREENE 1979, fig:, t2.L tipo 6. Decorazioni a barbottina costituite da cordoni irrego-
lari di argilla, sgocciolata sulla parete esterna del vaso
DECORAZIONE 107. in modo da formare un reticolo molto irregolare. La super-
ficie interna del vaso è copera in genere da sabbiatura
Descrizione. (decorazione 63). (Tav. CIX, 5-6).
Decorazione a barbottina costituita da archi molto al- Queste decorazioni caratteristiche delle officine di Lione
lungati, simili a quelli impiegati nella decorazione 341; (GREENE 1979, pp. 31 1 32) 1 possono essere collocate

332
CERAMICA A PARETI SOTTILI
cronologicamente nel periodo fra il 40 e il 70 d.C. in cui DECORAZIONE 348.
si assiste alla massima diffusione di quei prodotti (GREENE
r979, p. r7 ss.). Descrizione.
Bibliogrt{fìa. Decorazione a barbottina costituita da elementi a ' U '
allungati uniti a bastoncini disposti in senso obliquo
Gemumia. Hofheim r/127: GREENE I9ì9, fig. 9, 22.
!ngì;ilrerra. 'Usk 2/236: GREENE 1979, fig. ll, l, 2, tipo 2.4;
lungo una fascia orizzontale. La decorazione interessa
fìgg. l I.2, IZ.2, tutta la superficie esterna del vaso. Tutti gli elementi
decorativi sono eseguiti in modo estremamente som-
mario e irregolare. Inferiormente la zona decorata è
DECORAZIONE I08.
delimitata da file di punti disposte in senso orizzontale,
Descrizione. anch'essi eseguiti in modo piuttosto sommario. (Tav.
CIX, 10).
Decorazione a barbottina costituita da linee di argilla
Questa decorazione è presente su una coppa prove-
incrociate che formano un teticolo quasi regolare che
niente da Conimbriga.
copre la superficie esterna del vaso. La superficie interna
e coperta da sabbiatura (decorazione 63). (Tav. CIX, 7). Bibliografia.
Questa decorazione è caratteristica dei vasi prodotti Portoga/ìo. Conirnbriga 2/412: -~1AYET 1975, tav. XLV, n. 378.
Lione (GREENE 1979, p. 17 ss., cfr. anche decorazione
105).
DECORAZIONE ro3 .
.Biblìograjia.
Descrizione.
Sr,,i::zera. Vindonissa: GREENE 1979, fig. 6,9,
Decorazione a barbottina costituita da gruppi di fo-
glie d'acqua strette nella parte bassa a gruppi dì rrei
DECORAZIONI 346, 347. alternate a due gruppi di tre punti ciascuno. Questi
Descrizione. elementi sono disposti diagonalmente sulla superficie
esterna del vaso. (Tav. CIX, II).
Decorazioni a barbottina costituite da lunghi elementi Questa decorazione è attestata nella Penisola Iberica
simili a quelli impiegati nel motivo 343. Ad una fila su W1a coppa per la quale è difficile stabilire se di pro-
di archi, posti l'uno accanto all'altro e disposti in senso venienza italica o iberica. Per reperti simili a questo rin-
verticale (346) oppure obliquo (347), sono posti al- venuti nell'Italia centrale (Cosa) è stata data una data-
rrettantì elementi, uguali e perpendicolari ai precedenti, zione in età tiberiana (.MAYET 1975, p. 61).
che formano con essi un motivo intrecciato. La decora-
zione copre tutta la superficie esterna del vaso. (Tav. Bibliografia.
CIX, 8). Spagna. Pollentia 2i224: MAYET 1975, tav. XXIX, n. 220.
Questo motivo, caratteristico della Gallia centrale, è
:;icuramcnte attestato in età claudio-neroniana (alcune at- DECORAZIONI 67, 4ro.
testazioni raggiungono il 75 d.C.). È discussa una ori-
gine preflavia di questo prodotto (GRENEE 1979, p. 43 ss.). Descrizione.
Decorazioni a barbottina costituite da gruppi di tre
Bibliografia.
foglie d'acqua riunite alla base, alternate a due gruppi
Francia. Saintcs 1/r44: 1\1:AYET 1973, fig. 4, 19. di tre punti. Le foglie possono essere più ronde (67)
Inghilterra. Topsham 1!113: GREENE 1979, fig. !7, 4.
come anche più allungate (410). (Tav. CIX, 12 13).
Questa decorazione è disposta orizzontalmente sulla
DECORAZIONE I IO. parte centrale della superficie esterna del vaso.
Esemplari cosi decorati sono stati rinvenuti nella Pe-
Descrizione. nisola Iberica. Non è possibile stabilire se provengano
Decorazione a barbottina costituita da archi molto al- da una officina italica oppure iberica. Questa decorazione
lungati disposti in senso verticale sulìa parere esterna è comunque nota nell'Italia centto··~settentrionale e da-
del vaso; i morivi decorativi impiegati sono simili a quelli tata a Cosa nella prima età tiberiana,
della decorazione 34r. Questi elementi sono disposti Bibliografia.
a gruppi e alternati ad elementi di forma diversa simili
Italia. Cosa: lviARABrNI 1973, tavv. 36, 38, nn. 332, 347. Russi
ad archi che si riuniscono nella parte centrale in un unico 2,292: MAIOLl r972-r973, p. 87, fig. ;;,,2.
tratto. (Tav. CIX, 9). Spa[!na. Ibiza 2/225: MAYET 1975, ta,·. XXIX, n. 22r; 2/219:
lv1AYET 1975, tav. XXIX, n. 228.
Questa decorazione è caratteristica della Galiia centrale
e sicuramente attestata in età neroniana (alcuni esemplari
raggiungono il 70 d.C.); è discussa una origine preflavia DECORAZIONE 113.
di questi prodotti (GREENE t979, p. 43 ss.).
Descrizione.
Bibliografia. Decorazione a barbottina costituita da due gruppi di
lnghi!tcrrn. (Londra) 2:4rr: GREENE 1979, ftg. 17, I. foglie d'acqua alternate a gruppi di punti. La decorazione

333
CERAMICA A PARETI SOTTILI

è posta orizzontalmente a metà della superficie esterna Le foglie sono alternate a gruppi di tre punti. La deco-
del vaso. (Tav. CIX, 14). razione occupa una fascia orizzontale lungo la parete
Questa decorazione è attestata su esemplari prove- esterna del vaso. (Tav. CIX, 17).
nienti da Cosa e databili a Tarsus fra l'età tiberiana Questa decorazione è attestata al momento solamente
e la prima età di Claudio. nella Penisola Iberica.
Bibliografia. Bibliografia.
Italia, Cosa 2/224: MARABINI 1973, tavv. 37, 38, n. 339.
Spagna. Maiorca 2/r3r: MAYET 1975, tav. XXIX, n. 230.
Tur;:,hia. Tarsus 2/249: JoNES 1950, fig. 170c,

DECORAZIONE 86.
DECORAZIONE 349.
Descrizione.
Descrizione.
Decorazione a barbottina costituita da foglie d'acqua
Decorazione a barbottina costituita da foglie d'acqua, allungate e dritte alternate a gruppi di sci punti; disposte
punti e gruppi di punti disposti in modo da occupare una obliquamente lungo una fascia sulla parte centrale della
fascia disposta circa a metà della superficie esterna del parete esterna del vaso. (Tav. CIX, 18).
vaso. Questa decorazione C attestata a Magdalensberg fra
Questa decorazione, rinvenuta su coppe provenienti il 25 e il 40 d.C.
da Sutri, è da mettere in relazione con una produzione
locale databile dalla metà del I sec. d. C. (DuNCAN 1964). Bibliografia.
La coppa proveniente da Roma presenta alcune diffe- Ausiria. Magdaiensbcrg: SCIUNDLER KAUDELKA 1975, forma IC2C.
renze nella tecnica di esecuzione.
Bibliografia. DECORAZIONE 353.
Italia. Roma 2/306, Colombario di Vigna Codini. Sutri: DUNCAN
1964, fig. 8, 42. Descrizione.
Decorazione a barbottina costituita da foglie d'acqua
piuttosto allungate e arrotondate, isolate le une dalle
DECORAZIONE 35I. altre e rivolte alternativamente verso l'alto e verso il
Descrizione. basso. Accanto ad ogni foglia è posto un gruppo di tre
Decorazione a barbottina costituita da foglie d'acqua punti. (Tav. CIX, 19).
piuttosto arrotondate e alternate a gruppi di tre punti. Questa decorazione è attestata sia in Italia centrale
I motivi decorativi sono posti orizzontalmente oppure che nella Penisola Iberica. Alcuni esemplari provenienti
in senso obliquo lungo una fascia centrale sulla super- dalla Britannia sono stati attribuiti ad una produzione
ficie esterna del vaso. (Tav. CIX, 15). localizzabile nell'Italia centro-meridionale ( GREENE 1979,
Questa decorazione è attestata a Cosa fra l'età augustea pp. 78, 79). Anche gli esemplari spagnoli potrebbero
e il periodo tiberiano~claudio. provenire dallo stesso centro di produzione italico. Esem-
plari così decorati sono attestati a Cosa fra l'età augu-
Bibliografia. stea e l'età tiberiana.
lralia. Cosa: MARABINI 1973, tavv. 38, 79, n. 345.
Bibliografia.
Inghilterra. Cokhestcr 2j222: GREENE 1979, fig. 34, 3. \'froxater
DECORAZIONE 3 50. 2/359: GREENE 1979, fig. 34, 4,
ltaù'a. Cosa I/79: i\lARABINI 1973, tav. 61, n. no; 2/223: MARA-
Descrizione. BINI 1973, tavv. 21, 67, n. 209.
Decorazione a barbottina costituita da foglie d'acqua S'pagna. lbiza 21258: MAYET 1975, rav. XXVIII_, n. 2r5. Maiorca
21222: lviAYET 1975, tav. XXIX, n. 219,
allungate, isolate e disposte obliquamente sulla parete
esterna del vaso alternate a gruppi di tre punti. La de-
corazione è posta sulla superficie esterna del 1:aso. (Ta\·. DECORAZIONE 139.
CIX, 16). Descrizione.
Questo motivo, al momento, è attestato unicamente
Decorazione a barbottina costituita da larghe foglie
nella Penisola Iberica.
d'acqua disposte regolarmente lungo una fascia orizzon-
Bibliografia. tale sulla parete esterna del vaso. La fascia decorata è
Spapw. Ihiza 2I214: J\,iAYET 1975, taY. XXVIII, n. 21.4, ,\1.aiorca
sottolineata inferiormente da una fila dì punti. (Tm·.
21262: l'vl..AYET 1975, tav. XXVIII, n. 210. CIX, 20).
Questa decorazione è attestata a Edo e può probabil-
mente essere messa in relazione con la produzione di vasi
DECORAZIONE 352.
della Betica (MAYET 1975, p. 147 ss.).
Descrizione.
Bibhografia.
Decorazione a foglie d'acqua disposte a forma di 'v' Sparma. Belo 2;273: IVLl;YET 1975, tav. L. n. 420; rir30: ]YiAYET
e rivolte alternativamente verso l'alto e verso il basso. 19;5, t>w. LIV, n. 447.

334
CERAMICA A PARETI SOTTILI

DECORAZIONE 69. Queste decorazioni sono attestate a Magdalensberg


fra il 30 e il 40 d.C.
Descrizione.
Decorazione a barbottina costituita da larghe foglie Bibliografia.
d'acqua disposte orizzontalmente lungo una fascia po- Awtria . •1\.1.agdalensberg: SCHIKDLER KAUDELKA r975, tav, r6,
st2 in senso orizzontale lungo la parere esterna del vaso. forma Sok. 1\iiagdalensberg: SCHINDLER KAUDELRA 1975, ta\', 26,
forma 123a.
Le foglie sono pendenti verso il basso. Una fila di punti
delimita superiormente il motivo decorativo. (Tav. CX, 1).
Attestata a Cosa in età tardo-repubblicana. DECORAZIONE 358.
Bibliografia. Descrizione.
Italia. Cosa: MARABINI 1973, tavv, 23, 68, n, 224, Decorazione a barbottina costituita da foglie d'acqua
disposte orìzzontalmente e rivolte alternativamente verso
l'alto e verso il basso. Questo motivo forma una fascia
DECORAZIONE 143. disposta orizzontalmente lungo la parete esterna del vaso
Descrizione. e ricorda il motivo 356; a differenza da quest'ultimo
le foglie sono in questo caso di forma più ovale ed ar-
Decorazione a barbottina costituita da foglie d'acqua
rotondata, inoltre è pure assente la linea di punti nella
disposte orizzontalmente e in senso obliquo sulla parete
parte superiore della decorazione. (Tav. CX, 7).
esterna del vaso. File di punti accompagnano il motivo
vegetale. (Tav. CX, 2). Questo morivo è attestato su un esemplare prove-
niente dalla Penisola Iberica.
È attestato un solo esemplare con questa decorazione
rinvenuto nella Penisola Iberica, che è stato attribuito Bibliografia.
al centro di produzione di Montans (lvlAYET 1975, p.
Spagna. Ibiza 2/221: MAYET I975, tuv. XXIX, n. 229.
Questa ipotesi andrebbe tuttavia verificata con
opportune analisi.
DECORAZIONE 359.
Bibliografia.
/'-,'pagna. Asta Regia: MAYET 1975, tav. LVI, n. 460. Descrizione.
Decorazione a barbottina costituita da foglie d'acqua
piuttosto grandi, staccate le une dalle altre e disposte
DECORAZIONI 354, 355• in senso leggermente obliquo tanto da formare una fa-
Descrizione. scia orizzontale sulla superficie esterna del vaso. Le fo-
glìe sono inclinate verso il basso; il motivo decorativo
Decorazioni a barbottina costituite da elementi ve-
è delimitato superiormente da una fila di punti. (TaY.
allungati e molto ricurvi, disposti orizzontalmente
CX, 8).
sulla parete esterna del vaso. Questi motivi, che ricordano
Questa decorazione è attestata nella Penisola Iberica.
foglie d'acqua, possono essere disposti: I) a coppie al-
ternate a grappoli di circa dieci punti ciascuno (354); 2) con Bibliografia.
singoli elementi alternati a gruppi di punti di numero Porrogallo. Conimhriga: ]ViAYET 1976, tav. VIII, n. 74.
che varia dai tre ai cinque punti per gruppo (355). Que- Spagna. Iralica 2/273: MAYET r975., tav. LXIX, n. 587.
st'ultima decorazione è accompagnata, nella parte inferiore
del vaso, da una decorazione a rotella (decorazione 5).
(Tav. CX, 3-4). DECORAZIONE 360.
Attestate a Magdalensberg fra il 25 e il 40 d.C. e
Descri'zione.
forse anche oltre.
Decorazione a barbottina costituita da foglie d'acqua
Bibliografia. analoghe a quelle utilizzate nella decorazione 359; in
/]usrria. 1\fagdalensbcrg: SCHINDLER KA"GDELKA 1975, form2 IC2a-d. questo caso le fogìie sono disposte alternativamente verso
l'alto e verso il basso. Il motivo decorativo è disposto
su una fascia orizzontale sulla parete esterna del vaso
DECORAZIONI 3 56, 3 57. e sottolineato da alcune solcature parallele al di sotto
delle quali la parete del vaso è coperta da sabbiatura
I ':'scrizzone,
(decorazione 63). (Tav. CX, 9).
Decorazioni a barbottina costituite da foglie d 1acqua Questo morivo si trova attestato su esemplari che sono
2.:Totondatc, piuttosto allungateJ separate le une dalle attribuiti al centro di produzione di Lione (GREE?:ff
2.hn: e disposte ìn modo da formare una fascia orizzontale I97% p. 23) e databili a Vindonissa fra l'età tiberìana e
piuttosto alta (357) o anche più bassa (356). La fascia il 70 d.C. (GREENE 1979, p. 17 ss.).
decorata, disposta orizzontalmente sulla parete esterna del
vaso, è delimitata superiormente da una fila di punti. Bibliografia.
CX, 5-6), s'/,,i;:;zcra, (Vindonissa): GREENE 1979, fig:. 1, tipo r6.

335
CERAMICA A PARETI SOTTILI

DECORAZIONE 36 I. valle padana. La datazione proposta per gli esemplarì


attribuiti a quest'area di produzione oscilla fra il 40 e
Descrizione, il 70 d.C. (GREENE 1979, p. 65 ss.).
Decorazione a barbottina costituita da foglie d'acqua Bibliografia.
piuttosto grandi e tondeggianti distribuite su due file Olanda. }-;imcga 2i226: GREE?s:E HJ79, fig. 25, 15.
che costituiscono una fascia disposta orizzontalmente
lungo la parete esterna del vaso,
Questa decorazione è attestata nella zona vesuviana. DECORAZIONI 364, 366.
Bibliografia. Descrizione.
/;alia. (Centri Vesuviani) 2/425: CARANDINI I977, tav, X, n. 22; Decorazioni a barbottina costituite da foglie di edera
2/383: CARANDINI 1977, tav. IO.I6.
isolate e disposte su una fascia orizzontale lungo la pa-
rete esterna del vaso (364). Questa decorazione può
DECORAZIONE 362. presentare fra una foglia e l'altra un tralcio (366), oppure
è costituita solamente da foglie d'edera (364). Alcuni
Descrizione. esemplari (Locarno e Magdalensberg) presentano la parte
Decorazione a barbottina costituita da foglie d'acqua inferiore del vaso, al di sotto della fascia decorata a bar-
disposte a coppie; in ogni coppia una foglia è rivolta verso bottina, interamente decorata a rotella (decorazione 5).
l'alto e una verso il basso. Questo motivo forma una fa- (Tav. CX, 13-14).
scia disposta orizzontalmente lungo la parete esterna
Bibliografia.
del vaso. (Tav. CX, rn).
Austria. ]viagdalensherg: SCHIN"DLF.R KAUDELKA 1975, mv. 20,
Questa decorazione è attestata a Cosa fra l'età tiberiana forma 102 l.
e l'inizio del regno di Claudio. Germania. ~euss 2 1212: Fn.TZINGER 1972, tav. 42, 6.
Bibliografia.
Italia. Cosa 2/223: MARABlNI 1973, tavv. 73, 79, n. 338. DECORAZIONE 365.
Descrizione.
DECORAZIONE 363.
Decorazione a barbottina costituita da foglie d'edera,
Descrizi·one. separate le une dalle altre, disposte in senso obliquo e
Decorazione a barbottina costituita da foglie d'acqua rivolte verso l'alto.
isolate, piuttosto grandi, arrotondate e ricurve verso il Bibhografia.
basso. Questa decorazione è disposta lungo una fascia Grecia. Corinto r 1r35: HAYES r973, tav. 89, n. 185.
posta orizzontalmente sulla parete esterna del vaso.
Si può notare che in un esemplare proveniente da Haut
Alcnteio, le foglie sono di dimensioni tali da coprire quasi DECORAZIONE 3 68.
l'intera superficie del vaso. (Tav. CX, II). Descrizione.
Questo motivo è attestato nella Penisola Iberica e nel-
Decorazione a barbottina costituita da foglie d'acqua
l'Italia centro-meridionale. rivolte verso il basso e poste a gruppi paralleli posti
Bibliografia. lungo una fascia àisposta orizzontalmente sulla superficie
lralia. (Centri Vesuviani) 2/390: CARANDlNl 1977, tav. X, n. :w. esterna del vaso. (Tav. CX, 15).
Spagna. Haut Aknteio 2/273: MAYET 1975, tav. LXIX, n. 586. Questa decorazione è attestata a Magdalensberg fra
Pollentia 2/394: MAYET I975, tav. XXXII, n. 251.
il 25 e il 40 d.C.; per le altre attestazioni non ci sono ri-
ferimenti cronologici sicuri ma, per analogia con altri
DECORAZIONE I 19, prodotti diffusi sulla costa adriatica, anch 1essi dovrebbero
essere collocati nell'ambito del I sec. d.C.
Descrizùmc.
Decorazione a barbottina costituita da foglie d'edera Bibliografia.
isolate le une dalle altre disposte a coppie e rivolte al- Ausrria. 1\.fo.gdaknsberg-: SCHIKDLER KAUDELKA 1975, tav. 16,
forma 80!.
ternativamente verso l'alto e verso il basso. Le foglie Jra!ia. Aquileia 21315: Musco Archeologico, Al.agazzini. Russi
formano una fascia che orna., orizzontalmente, la super- 21315: MAlOLl 1972-1973, p. 87, fig. 2b.
ficie esterna del vaso. La fascia decorata è delimitata su- lu,:osùwia. Emona 2/388: PLESKICAR - Gn:-: 197;::. taY. XX\'II,
106. I2.
periormente e inferiormente da una fiia di punti. (Tav.
cx, 12).
È stata vista, in alcuni esemplari così decorati, una DECORAZIONE 367.
provenienza da centri di produzione del basso Reno che
dovettero anche imi.tare alcuni prodotti spagnoli (GREENE Descrizione.
1979, p. 65 ss.). Tuttavia sembra possibile riconoscere Decorazione a barbottina costituita da piccole foglie
in queste produzioni renane più che una imitazione di molto ricurve e disposte alternativamente verso l'alto
prodotti spagnoli, l'influenza dcì vasi norditalici della e verso il b:::s:;o. (T~1,·. CX. 1 ìG).
Questa decorazione è attestata unicamente nel bacino Bibliografia.
orientale àel Mediterraneo. Germania. Neuso: FILTZINGER r972, tav. 42.7; 2/4II: FILTZrNGER
r972, tav. 42.8.
Bibliw;rafia.
l,rac!c. Cesarea r/2or: HAYES 1976, fig. 9,r47.
DECORAZIONE 37r.

Descrizione.
DJlCORAZIONE 369.
Decorazione a barbottina costituita da tralci di foglie
D, ,scri.zionc. d'acqua piuttosto arrotondate e di grandi dimensioni.
Decorazione a barbottina costituita da tralci di foglie (Tav. CXI, r).
di edera legate le une alle altre e disposte lungo una fa- Questa decorazione è attestata a Emona e a Rich-
sci<-t posta orizzontalmente lungo la superficie esterna borough. In alcuni esemplari riferibili a quest'ultimo
del. vaso. (Tav. CX, 17). centro è stata ipotizzata la provenienza da centri di pro-
Questa decorazione è attestata su coppe prodotte nei duzione del basso Reno la cui datazione, per il momento
centri operanti nel basso Reno (GREENE 1979, p. 56 ss.); di massima espansione, oscilla fra il 40 e il 70 d.C.
il periodo di massima produzione di questi centri è
Bibliografia.
coltocabile fra il 40 e il 70 d.C. (GREENE 1979, p. 60).
in{!hilterra. Richborough · GREENE !979, p. 62, fig, 26, n. 3.
Bibliografia. Jugoslavia. Emana 2/315; PETRU 1972, tav. 68, tomba VI, n. 26.

Germania,. Magonza 2/411: GREENE !979, fig. 24,8.


DECORAZIONE 372.
DECORAZIONE 370. Descrizione.
Dcscràìone. Decorazione a barbottina costituita da tralci di fog1ie
d'acqua disposte su una fila orizzontale lungo la parete
Decorazione a barbottina costituita da foglie d'edera esterna del vaso. Il motivo decorativo è delimitato su-
legate a tralci molto regolari, quasi geometrici, accom-
periormente e inferiormente da due file di bastoncini
pagnati da alcuni punti posti accanto alle foglie. (Tav. disposti in senso obliquo. (Tav. CXI, 2).
cx, 18). Questa decorazione è attestata su vasi attribuiti ai
E :stato visto, nella precisione della esecuzione di questa centri di produzione operanti nella Betica (MAYET 1975,
decorazione, una derivazione da prototipi metallici di
p. 152 ss.).
traJizionc ellenistica (MARABINI 1973, p. 185).
Questa decorazione è attestata su un esemplare pro- Bibliografia.
veniente da Cosa e databile tra l'età tiberiana e il primo Spagna. Osuna 2/270: 1'.-1.AYET !975, tav. LlII, n. 444-
regno di Claudio.
Bibliografia. DECORAZIONE 373.
hdia. Cosa 2/224: MARAHINr 1973, tavv. 40, 80, n. 366.
Descrizione.
Decorazione a barbottina costituita da foglie d'acqua
DtCORAZIONE II6. separate le une dalle altre e disposte in modo da formare
una linea orizzontale lungo la parete esterna del vaso.
Drscrizione. Il motivo decorativo è delimitato superiormente e ìn-
Decorazione a barbottina costituita da foglie d'edera, feriormenle da una fila di punti. (Tav. CXI, 3).
tra loro con tralci molto regolari, quasi geometrici. Questa decorazione è attestata nella Penisola Iberica
cx, 19). e potrebbe essere messa in relazione ai centri di produ-
Questa decorazione è attestata su un vaso proveniente zione della Betica (M.AYET 1973, p. 152 ss.).
dr, :~osa e databile fra l'età tiberiana e la prima età ài
C1r:udio. Biblìografw.
Francia. Port Vendres 2/268: MAY:ET I9ì7, fig, 38, n. 2L
Br"ù!iografia. Spagna. Ampurias 2/255; MAYET 1975, tav. LIV, n. 452. Hudva:
MAYET 1975, tav. LV, n. 459. Osuna 2/235; MAYET 1975, tav. LIV,
hdia. Cosa: lv1ARABINI 1973, tavv. 40, So, n. 367. Il, 449.

Drc:oRAZIONE 382. DECORAZIONE 37 4•


Lh ':r:ri::àone. Descrizione.
}fecorazione a barbottina costituita da piccole foglie Decorazione a barbottina costituita da tralci di foglie
di:,,x,ste a formare un tralcio che orna una fascia oriz- d'acqua piuttosto grandi ed allungate, disposte lungo
zonrnle posta sulla superficie esterna della parete del una linea orizzontale sulla parete esterna del vaso. (Tav.
vasn. (Tav. CX, 20). CXI, 4).

33ì
CERAMICA A PARETI SOTTILI

Questa decorazione è attestata nella Penisola Iberica Esemplari così decorati sono attestati nella Penisola
e riconducibile a centri di produzione operanti nella Iberica e messi in relazione con i prodotti della Retica,
Betica (MAYET 1975, p. 152 ss.). Bibliografia.
Bibliografia. Spagna. Belo 2/239: l\.1.AYET 1975, tav. XXVIII, n. 2f7.

Spagna. Osuna 2/397; MAYET 1975, tav. LV, n. 455.


DECORAZIONE 74.
DECORAZIONE I 33. Descrizione.
Descrizione. Decorazione a barbottìna costnmta da lunghe foglie
d'acqua disposte a spina lungo una fascia disposta oriz~
Decorazione a barbottina costituita da foglie d'acqua
zontalmente sulla parete esterna del vaso. (Tav. CXI, 7).
simili a quelle di edera molto allungate e di grandi di-
Esemplari così decorati sono stati rinvenuti nella Pe~
mensioni. La decoraziori,e copre una fascia orizzontale
nisola Iberica e datati orientativamente in età tiberiano-
sulla parete esterna del vaso. (Tav. CXI, 5).
Questa decorazione è attestata nella Penisola Iberica claudia.
su coppe riconducibili ai centri di produzione operanti Bibliografia.
nella Betica (MAYET 1975, p. t52 ss.). Portogallo. Conimbrìga: !v1AYET 1976, tav. VI, n. 49.

Bibliografia.
Spagna. Carmona 21273: A1.AYET 1975, tav. XLIX, n. 409, DECORAZIONI 377, 378.
Descrizione.
DECORAZIONE 375. Decorazioni a barbottina costituite da piccole foglie
Descrizione. disposte a ' v ' lungo una fascia orizzontale disposta
sulla superficie esterna del vaso. Questo motivo è deli-
Decorazione a barbottina costituita da foglie d'acqua mitato superiormente e inferiormente da due file di punti
isolate e disposte in modo irregolare, obliquamente (377); si può trovare lo stesso motivo eseguito con due
oppure orizzontalmente sulla parete esterna del vaso al- linee di foglie d'acqua separate da una fila di punti (3 78).
ternate a linee di punti. (Tav. CXI, 8).
Questa decorazione è attestata su bicchieri provenienti
da Nimega e collegati probabilmente alla produzione Bibliografia.
dei centri renani la cui massima attività si concentra fra Spagna. Ibiza 2/255: MAYET 1975, tav. XXI, n. !64; 1/60: lviAYJ::T
r975, tav. XXVI, n. 197.
il 40 e il 70 d.C.
Bibliografia.
DECORAZIONE 379,
Olanda. Nimcga 1/369: STUART 1962, p. 65, fig. 2, n. Il.
Descrizione.
Decorazione a barbottina costituita da lunghe foglie
DECORAZIONE 376.
dì edera e tralci accompagnati da linee ài punti. (Tav.
Descrizione. CXI, 9).
Decorazione a barbottina costituita da elementi allun- Questa decorazione è attestata nella Penisola Iberica
gati simili a foglie rigide e unite ad un vertice in modo ed è stata messa in relazione con la produzione di vasi
da formare elementi a ' v i disposti in senso orizzon- spagnoli (forse betici ?) databili in età claudio-neroniana
tale lungo una fascia disposta orizzontalmente sulla pa- (GREENE 1979, p. 65 ss.).
rete esterna del yaso. I vasi sui quali è attestata questa Bibliografia.
decorazione presentano il motivo decorativo sopradi- lnghìlterra, Richborough 2/274: GREENE r979, fig. 31,5.
pinto in bianco. (Tav. CXI, 6).
Questo motivo è attestato nella Penisola Iberica, e
può essere messo in relazione con i centri di produzione DECORAZIONE 214,
della Betica (MAYET 1975, p. 152).
Descrizione.
Bibliografia. Decorazione a barbottina costituita da due coppie di
Spaf!11a. Osuna 2:239: lviAYET 1975, tav. XXVIII, n. 216. foglie arrotondate, disposte a ' v ', e legate da un pic-
colo ramo. La parete interna dei vasi che presentano
questa decorazione è rivestita da sabbiatura (decorazione
DECORAZIONE :: ! 5.
63). (Tav. CXI, 10).
Descrizione. Questa decorazione è attestata a Magdalensberg fra
Decorazione a barbottina simile alla decorazione 3 76. il 30 e il 40 d.C.
In questo caso le foglie, sempre rigide e oblique, sono Bibliografia.
staccate le une dalle altre. Il motivo decorativo è sopra- Austria. Magdalensberg: SCHINDLER KAUDELKA 1975, tav. 26,
ciipintc ir; biancc. forma r:'.!3e.
CERAMICA A PARETI SOTTILI

DECORAZIONE I 50. poste sopra e sotto un lungo tralcio continuo. La


parte inferiore de1la parete esterna, al di sotto di una
Descrizione. fascia decorata con il motivo, presenta una rotella-
Decorazione a barbottina costituita da foglie molto tura (decorazione 5). (Tav. CXI, 14).
larghe e allungate disposte su una fascia orizzontale Questa decorazione è attestata in Italia settentrionale,
lungo la parere esterna del vaso. (Tav. CXI, 11). in Svizzera e in Austria, L'esemplare da Torino può
essere messo in relazione con i centri operanti nella valle
Bibliografia.
padana alla fine del I sec. a.C. (GREENE 1979, p. 78).
Iugoslavia. Emana 2/302: PETRU 1972, tav. XXXIII, tomba Gli esemplari da Magdalensberg sono datati fra il 2 5
494 a, n. 24; 2/231: PETRU 1972, rav. XXXV, tomba 495, n. 21.
e il 40 d.C.

DECORAZIONE 380. Bibliografia.


Austria. Magdaknsberg: SCHINDLER KAUDELKA 1975, tav. 20,
D2scrizione. forma I02m.
!rafia. (Torino) 2/323: GREENE 1979, fig. 33,,2.
Decorazione a barbottina costituita da larghe foglie
disposte a tralci molto regolari. La decorazione occupa
una fascia orizzontale posta sulla parete esterna del vaso. DECORAZIONE 76.
(Tav. CXI, 12).
Questa decorazione è attestata nella Penisola Iberica Descrizione.
e probabilmente caratteristica del centro di produzione Decorazione a barbottina costituita da due file di ba-
d( Mérida (MAYET 1975, p. 142 ss.). stoncini ingrossati da un lato tanto da ricordare delle
Bibli:ografia. foglie. Questi elementi sono disposti in senso obliquo.
Spagna. Mérida 2,,267: MAYET 1975, tav. LXIX, n. 582.
Ciascuna fila è separata da una fila di punti. La fascia
così decorata è delimitata superiormente da una fila di
punti e inferiormente da una fila di punti e da alcW1e
DECORAZIONE 79. solcature parallele. (Tav. CXI, 15).
Questa decorazione è attestata a Magdalensberg fra
Descrizione.
il 25 e il IO a.C.
Decorazione a barbottina costituita da tralci di piccole
foglie che costituiscono una fascia orizzontale posta sulla Bibliografia.
parete esterna del vaso. La fascia è deiimitata superior- Austria. Magdalensberg 2/348: SCHINDLER KAUDELKA !975,
mente e inferiormente da una fila di punti. tav. 16, forma Soa.
Questa decorazione è attestata a Magdalensberg fra
iì 25 e il IO a.C.
DECORAZIONE 77.
Biòliografia.
A.mrria. Magdalensberg: ScmNDLER IZAT..::DELKA 1975, ta,:. 16,
Descrizione.
forma Son. Decorazione a barbottina costituita da fiori rigidi e
schematici disposti in senso obliquo e tangenti, due a
DECORAZIONE 381. due, a un vertice. La fascia così decorata, disposta oriz-
zontalmente sulla parete esterna del vaso è delimitata
Descrizione. superiormente da una linea di punti e inferiormente da
Decorazione a barbottina costituita da foglie rigide una linea di punti e alcune solcature. (Tav. CXI, 16).
disposte in senso obliquo e in modo regoìare lungo una Questa decorazione è attestata a Magdalensbcrg fra
fascia sulla parete esterna del vaso. Tutti gli steli delle il 25 e il IO a.e.
sono sottolineati da file di punti. (Tav. CXI, r3).
Bi"bliografia.
La decorazione è attestata a Magdalensberg fra il
il IO a.e. Ausrria. Mag-àalcnsberg 2/348: SCHINDLER KAUDELKA r975,
tav. 16, forma 8ob,
Bibliografia.
Au.mia. Magdalcnsberg: SCHINDLER KAUDELKA 1975, tav, 16,
forma. 8op. DECORAZIONI 136, r37.
Descrizione.
DECORAZIONE 383. Decorazioni a barbottina costituite da lunghe foglie
Ix,,, ::rizionc.
d'acqua di forma diversa. Le foglie sono molto grandi~
disposte senza un_ ordine preciso sulla parete esterna
Decorazione a barbottina costituita da lunghi e sottili del vaso in modo da ricoprirne quasi completamente
t:-2lci di foglie di edera accompagnati da bastoncini la sua superficie. (Tavv. CXI, 17; CXII, r).
disposti a gruppi di dimensioni decrescenti. Le foglie Questa decorazione è attestata su vasi prodotti nella
possono essere tutte collegate oppure staccate e Betica (M.AYET 1975, p. 152 ss.).

339
CERAMICA A PARETI SOTTILI

Bibliografia. punti (MAYET 1975, p. 87, decorazione vegetale E),


Spagna. Ampurias 2/273: MAYET 1975, tav. L, n. 414. Belo 2/273: (Tav. CXII, 6-ro).
MAYET 1975, mv. XLIX, n. 411; tav, L, nn. 416, 4!7- Questa decorazione è attestata nella Penisola Iberica
e appartiene, fra altre, a quelle caratteristiche dei centri
DECORAZIONI 38 5, 386. di produzione della Betica (MAYET 1975, p. 147 ss.).
Questo genere di decorazioni è prodotto di preferenza
Descrizione. su alte coppe tipo 2/270.
Decorazioni a barbottina simili a 136 e 137, costituite Bibliografia.
da foglie d'acqua allungate disposte articolatamente su
Francia. St. Cassien 2/2i0: GREENE 1979, fig. 30, n. 8.
una fasòa orizzontale lungo la parete esterna del vaso. Jnghi'lterra. Richborough 2/270: GREENE 1979, fig. 31, Io,
Le foglie possono essere più allungate (385), o tondeg- lralia. Ostia 2/270: TATTI 1970, figg. 173-179.
gianti (386). Entrambe le decorazioni possono essere Spagna. (Barcellona) 2/273: MAYET 1975, rnv. LI, nn. 423-424,
delimitate superiormente' e inferiormente da una fila Baza 2/270: MAYET 1975, tav. LII, n. 433. Belo 2i270: MAYET 1975,
tav, LII, nn. 432,434; tav. LIII, n. 441; 2/272: MAYET 1975, tav.
di punti. (Tav. CXII, 2-3). LII, nn. 435-437; 21237: MAYET 1975, tav. LI, nn. 4-25, 429; I,i!30:
Questo motivo è attestato nella Penisola Iberica MAYET 1975, tav. LIV, nn. 446, 448. Carmona 2/270: MAYET 1975,
tav. LIII, n. 440; 2/273: lvi.AYET 1975, tav. LI, n. 429. Ibiza 2/270:
su vasi prodotti nella Betica (MAYET 1975, p. 152 ss.), MAYET 1975, tav. LII, nn. 430-431; tav. LIII, n. 438. Mahòn 2/270:
indicativamente fra il 40 e l'8o d.C. (MAYET 1975, p. MAYET 1975, tav. LIII, n. 439.
88). Tunisia. Provenienza indeterminata 2/270: GREENE r979, fig. 30, 7.

Bibliografia.
DECORAZIONE 165.
Spagna. Belo(?) 2/221: MAYET 1975, tav. LV, n. 454. Carmona
2/273; MAYl:.'f 1975, tav. L, n. 419. Faro 2/273: MAYET 1975., tav.
L, n. 413.
Descn'zione.
Decorazione a barbottina costituita da rami con piccole
e schematiche foglie disposte verticalmente sulla parete
DECORAZIONE l 58. esterna àel vaso, l'una in senso apposto all'altra. Cia-
Descrizione. scun ramo è alternato ad una fila verticale di punti.
(Tav. CXII, rr).
Decorazione a barbottina costituita da girali dì foglie Si può ipotizzare che questa decorazione fosse ese-
d'acqua simili a quelle impiegate nella decorazione 386; guita su vasi prodotti nella Betica (MAYET 1975, p. 147 ss.).
rispetto a quest'ultima le foglie sono più sottili e dal-
l'andamento più sinuoso. (Tav. CXII, 4). Bibliografia.
Questa decorazione è attestata a Colchester su vasi Marocco. Mogador 2/267: JoD!N 1967, fig, 24.
di produzione locale databili non prima del 120 d.C., Spagna. Carmona 2/267: BoNSOR 1931, tav. XLI.
fino al IV secolo.
Bibliografia. DECORAZIONI 391, 392, 134.
Inghilterra. Cokhcster 1/133: Huu. 1963, p. !90, fig. 107, forma
391c,
Descrizione.
Decorazioni a barbottina costituite da foglie d'acqua
variamente combinate con elementi vegetali e fiori (di
DECORAZIONE 387. forma simile a bottoni) rotondi riempiti da piccoli punti
Descrizione. (cfr. MAYET 1975, p. 87, decorazione vegerale D). La
decorazione si estende in senso verticale oppure oriz-
Decorazione a barbottina costituita da un tralcio molto
schematico dì foglie, anch'esse schematicamente circo~ zontale, in rapporto alla forma ed all'altezza del vaso.
(Tav. CXII, 12-14).
lari. (Tav. CXII, 5). Questa decorazione è caratteristica dei vasi prodotti
Questa decorazione è attestata nella Penisola Iberica.
nella Betìca (MAYET 1975, p. 147 ss.) ed attestara so-
Bibliografia. lamente nella Penisola Iberica.
Portogallo, Conimbriga: MAYET 1975, tav. LXIX, n. 581. Bibliografia.
Spagna. Belo 1/130: MAYET 1975. tavv. LIII, LIV, nn. 442-445.
Carmona 2i273: MAYET 1975, tav. XLIX, n. 410; tav. L, n. 4rS.
DECORAZIONI 388, 389, 390, 213, 212.
Descrizione, DECORAZIONE 147.
Decorazioni a barbottina costituite da grandi foglie
di felce disposte verticalmente sulla parete esterna Descrizione.
del vaso; le decorazioni possono anche essere poste Decorazione a barbottina costituita da elementi a
in senso obliquo oppure orizzontale, in rapporto ' gocce ', disposti su file orizzontali parallele, inclinate
all'altezza del vaso. Le foglie di felce sono alternate a ciascuna riga in senso opposto a quella superiore ed
foglie d'acqua, anch'esse di diversa forma e variamente inferiore. La decorazione copre tutta la superficie esterna
dìspostt, che possono essere.1 o meno, accompagnate da del vaso.
CERAMICA A PARETI SOTTILI
Questa decorazione è attestata su un esemplare rin- da una solcatura. La parte inferiore del vaso è decorata a
venuto a Vindonissa ed è stato attribuito ad uno dei centri rotella (decorazione 5).
della Penisola Iberica (GREENE 1979, p. 65 ss.). Questa decorazione è attestata ad Emona e potrebbe
essere messa in relazione ad officine dell'area adriatica.
Bibliografia.
Svizzera. Vindonissa z,i266: GREENE 1979, fig. 30, 9. Bibliografia.
Iugoslavia. Emona 1/2r3: PETRU 1972, tav. XVI, tomba III, 14.
DECORAZIONI r4r, 393, r32.

Descrizione.
DECORAZIONE 397.
Decorazioni a barbottina costituite da file orizzontali e Descrizione.
parallele di elementi variamente combinati come lunette, Decorazione a barbottina costituita da un tralcio, po-
punti o foglie d'acqua. Le zone, variamente decorate sto in modo ondulato e in senso orizzontale sulla parete
possono a volte essere delimitate da solcature orizzontali. esterna del vaso. (Tav. CXIII, 3).
(Tavv. CXII, 15-16; CXIII, 1). Questa decorazione è attestata nella zona vesuviana.
Queste decorazioni sono attestate su vasi rinvenuti
nella Penisola Iberica. Bibliografia.
Italia. (Centri Vesuviani) 2/72: CAR.".NDINI 1977, tav. XIII, 44,
fabliografia.
Spagna. Belo: MAYET 1975, tav. XLVI, n. 386; 2/273: .MAYET
·975, tav. XLVI, n. 391; 2/260: MAYET 1975, tav. XLVI, n. 389. DECORAZIONE 65.
Eiotinto 2/397: GREENE 1979, p. 69, fig. 30, 3.
Descrizione.
UECORAZIONE 394. Decorazione a barbottina costttwta da un tralcio di
piccole foglie poste lungo una linea orizzontale sulla
, Iescrzzzone. parete esterna del vaso. (Tav. CXIII, 4).
Decorazione a barbottina costltmta da foglie simili a Questa decorazione è al momento attestata nella Pe-
gocces separate fra di loro e disposte su due file orizzon- nisola Iberica.
tali e parallele rivolte l'una verso l'alto ed una verso
Bibliografia.
il basso. La parte inferiore del vaso è decorata a rotella
Spagna, Maiorca 2/251: MAYET 1975, tav. XXIX, n. 226.
(decorazione 5). (Tav. CXIII, 2).
Questa decorazione è attestata nell'Italia settentrionale
(Russi) e a Magdalensberg. Si tratta probabilmente di DECORAZIONI 2II, 210.
un prodotto delle officine dell'area adriatica che espor-
tavano frequentemente nella zona di Magdalensberg i Descrizi'one.
l?ro prodotti. La cronologia degli esemplari di Mag- Decorazioni a barbottina costituite da foglie che forma-
i.Jalensberg oscilla_ fra il 25 e il 40 d.C. no un tralcio disposto in senso orizzontale sulla parte
superiore della parete esterna del vaso. La fascia così de-
JJihliografia.
corata può essere delimitata superiormente e inferior-
Austn'a. Magdalensberg: SCHINDLER KAUDELKA 1975, tav. 20,
!02C.
mente da due file di punti. (Tav. CXIII, 5).
!rafia. Russi: MAIOLI 1972-1973, fig. 2,8. Questa decorazione è attestata nella Penisola Iberica
su vasi prodotti con ogni probabilità nella Betica (MAYET
1975, p. 152 ss.; GREENE 1979, p. 65 ss.).
DECORAZIONE 39 5.
Bibliografia.
Descrizione.
Spagna. Ekhe: MAYET 1975, tav. LV, n. 458. Riotinto 2/397:
Decorazione a barbottina simile alla decorazione 147 a. GREENE r979, fig. 30,3. Tavira (?) 2/397, 2/427: MA'{ET I975, tav.
LV, n. 457.
Ire_ questo caso le gocce sono divise a gruppi e la parre
ffu:'eriore del vaso è decorata a rotella.
Questo motivo è realizzato su vasi rinvenuti a Russi DECORAZIONE 88.
e si tratta molto probabilmente di un prodotto ravennate.
Descrizione.
Di'bliografia.
Decorazione a barbottina costituita da un archetto
lra!ia. Russi: Jvi.AIOLI 19n-r973, fig. 2,/.
ai lati àel quale è posta una fila ài punti; la parte in-
feriore del vaso è decorata a rotelJa (decorazione 5).
fmCORAZ!ONE 396. (Tav. CXIII, 6).
Questa decorazione è attestata a .l\fagdalensberg fra
Descrizione. il 25 e il 40 d.C.
Decorazione a barbottina costituita da un tralcio di Bibliografia.
frke posto orizzontalmente lungo una fascia sulla parete
Austria. Magdalensbcrg: SCHINDLER KAUDELKA 1975, tav. 20,
e;;terna del vaso. La dccorr:zione è delimitata superiormente forma ~02g,

341
CERAMICA A PARETI SOTTILI

DECORAZIONE 398. DECORAZIONE 144.

Descrizione. Descrizione.
Decorazione a barbottina costituita da gocce poste Decorazione a barbottina costituita da foglie spinose
regolarmente e in senso orizzontale lungo la parete esterna disposte in senso verticale sulla parete esterna del vaso.
del vaso. Questa decorazione è attestata fra l'altro a (Tav. CXIII, rr).
i\1agdalensberg dove esemplari di questo tipo sono at- Questa decorazione è attestata unicamente a lvi.érida.
testati fra il 30 e il 40 d,C. La decorazione degli esemplari
provenienti dalla Penisola Iberica è eseguita in modo più Bibliografia.
trascurato, irregolare ed è di dimensioni maggiori rispetto Spagna. Mérida: MAYET 1975, tav. LXXV, n. 639.
a quella degli esemplari d'oltr' Alpe tanto da far pensare
ad un diverso centro di produzione. (Tav. CXIII, 7). DECORAZIONE 402.
Si ricordi che a Magdalensberg motivi decorativi a
gocce sono presehti a partire dal 25-10 a.C. Descrizione.
Decorazione a barbottina costituita da perle, archetti
Bibliografia. e punti. Motivi con simili elementi decorativi sono at-
Austria, Magdillcnsberg: SCHINDLER KAUDELKA 1975, taV. 26, testati nella valle del Po in età augustea; questo motivo
forma 123. è invece attestato unicamente nella Penisola Iberica.
Spagna. Maiorca 2/394: .MAYET r975, rnv. XXXII, n. 24&.
Bibliografia.
Spagna. Mérida 1/130: MAYET 1975, tav. LXX, n. 588.
DECORAZIONE 399.
Descrizione. DECORAZIONE II7.
Decorazione a barbottina costituita da gocce poste Descrizione.
lungo una linea orizzontale secondo uno schema simile
a quello della decorazione 65, ma in modo meno regolare; Decorazione a barbottina costituita da file orizzontali
le gocce stesse sono eseguite in modo molto più grossolano. e parallele di elementi diversi e alternati come: punti,
(Tav. CXIII, 8). perle molto allungate e archetti. (Tav. CXIII, r2).
Questa decorazione è attestata nella Penisola Iberica. Questa decorazione è attestata a Cosa fra l'età tibe-
riana e la prima età di Ciaudio. Schemi decorativi ana-
Bibliografia. loghi sono noti nella Penisola Iberica; sarebbe oppor-
Spagna. Maiorca 2/262: MAYET 1975, tav. XXVIII, n. 2II; tav. tuno approfondire l'analisi per accertare l'eventualità di
XXXII, n. 249. una produzione ispanica di questi prodotti.
Bibliografia.
DECORAZIONE 80. lrnlia, Cosa: MARABINI !973, tavv. 41, Sr, n. 380.

Descrizione.
DECORAZIONI 403, 404.
Decorazione a barbottina costituita da una fila oriz-
zontale di punti che corre parallela ad una fila di gocce. Descrizione.
La decorazione è posta su una fascia orizzontale lungo Decorazioni a barbottina costituite da archetti, perle e
la parete esterna del vaso. (Tav. CXIII, 9). punti. Glì archetti sono tangenti ad un vertice e disposti
Questa decorazione è attestata a Magdalensberg fra lungo una fila orizzontale sulla parete esterna del vaso.
il 25 e il IO a.e. Fra gli archetti è posto un punto. Grappoli di punti
sono posti al loro interno. (Tav. CXIII, 13).
Bibliografia.
Esemplari così decorati sono presenti nella valle pa-
Austria. !Viagdaknsberg; SCHINDLER KAUDELKA I975, tav. 16,
forma 80"0".
dana in età augustea e suì litorale adriatico.
Bibliografia.
DECORAZIONE 4or. Italia. Aquileia: Museo Archeologico, Magazzini. Ornavasso
2(231: GRAUE 1974, fig. 23,8. Porto Recanati 2 1231: MERCANDO !974,
fig. r46a, tomba 77; fig. r46a, tomba 33.
Descrizione. iu1<os!m:ia. Emona 2.,231: PLESNICAR-GEC 1972. rn1:. XXII, rnmbil
Decorazione a barbotrina costituita da larghe foglie ir- 89,3; PETRU 1972, tav. XLI, rnmba 635,1.::;; nw. XXX!Y, wmb3
regolari disposte orizzontalmente sulla parete esterna 533, J3.
del vaso. (Tav. CXIII, ro).
Questa decorazione è attestata, al momento, unica- DECORAZIONE 142.
mente sul limes renano.
Descrizione.
Bibliografia. Decorazione a barbottina costituita da elementi al-
Germania. Neuss 2/4II: FILTZINGER r972, taY. 42, 13, lungati che formano una fila orizzontale sulia parete

342
CERAMICA A PARETI SOTTILI

esterna del vaso; parallela alla precedente è posta una DECORAZIONE 209.
fila di grosse perle. (Tav. CXIII, 14).
Questa decorazione è attestata nella Penisola Iberica Descrizione.
ed è riferibile alla produzione di vasi della Betica (MAYET Decorazione a barbottina costituita da rosette applicate
1975, p. 152). unite a lunghi elementi allungati a forma di chiodi.
(Tav. CXIII, 18).
Bibliografia.
Questa decorazione è attestata unicamente nella Pe-
SpaJ;na. Belo: MAYET 1975, tav. LVI, n. 466.
nisola Iberica.
Bibliografia.
DECORAZIONE 149.
Spagna. lbiza r/22: MAYET 1975, tav, VIII, n. 63; 2/385: MAYET
1975, tav. XVI, n. 126. Maiorca 2i384: MAYET 1975, tav. XVI, n,
Descrizione. 125; MARABlNI 1973, p, 84.
Decorazione a barbottina 'costituita da t:l::::menti si-
mili a quelli impiegati nella decorazione 142; in questo
DECORAZIONE 406.
caso gli elementi decorativi sono posti su linee orizzontali
e rotellati all'interno. La parte inferiore del vaso è deco- Descrizi'one.
rata a rotella (decorazione 5). (Tav. CXIII, 15).
Decorazione a barbottina costituita da dischi perforati
Questa decorazione è attestata nella valle padana e
applicati, separatamente gli uni dagli altri, lungo una
probabilmente riferibile ai centri di quell'area (GREENE
linea orizzontale sulla parete esterna del vaso. I dischi
1979, p. 78).
sono alternati a gruppi di tre spine composte in modo
Bibliografia. da formare una fascia orizzontale sulla superficie esterna
Iralia. Torino 1/62: GREENE 1979, fig. 33,4,
del vaso. (Tav. CXIII, 19).
Iugoslavia. Emana 2j322: PLESNICAR 1971, mv. CVII, 2!. Questa decorazione è, al momento, attestata solamente
nella Penisola Iberica.

DECORAZIONI 164, !62. Bibliografia.


Spagna. Jbiza 2/316: M.AYET 1975, tav. XVI, n. 126.
Descrizione.
Decorazioni a barbottina costituite da foglie d'acqua
DECORAZIONE !22.
allungate e ricurve disposte su una fascia orizzontale sulla
parete esterna del vaso. (Tav. CXIII, 16-17). Descrizione.
Queste decorazioni sono attestate ad Emona e ad Aqui-
Decorazione a barbottina costituita da linee ondulate
leia e sembrano presentare uno schema simile a quello
parallele disposte orizzontalmente lungo la parete esterna
della decorazione 368, 385.
del vaso. (Tav. CXIII, 20).
Bibliografia. Questa decorazione è, al momento, attestata solamente
nella Penisola Iberica.
Italia. Aquìleia 2i231: Museo Archeologico, Magazzini.
Jugoslavia. Emona: PLESNICAR 1971, tav. CLXXXII, 4; 2/3r5:
FETRU 1972, tomba 481, tav. XXX, 26; tomba 37, tav. XIV, 3;
Bibliografia.
PLESNICAR 1971, tav. CLXXXVIII, 12; tav. XCIX, 18. Spagna. Pollentia 1/IOo: MAYET 1975, tav. XXV, n. I8S.

I CENTRI DI PRODUZIONE

t'roàuzione àell'Etruria. Gli stessi tipi r rr e I /7 sembrano essere stari tradotti


in una versione più bassa che si accompagna alla consueta
I tipi più caratteristici di questa produzione, diffusi versione allungata, 2.ncora ampiamente attestata. Sul
2 partire dall'inizio del II sec. a.C., consistono in bicchieri bicchiere r/r9 sono eseguite decorazioni a barbottina
daì corpo molto allungato (tipi 1/1, 1./7). Sono attestati con aicuni dei motivi già attestati precedentemente sui
nella versione non decorata, come pure ornati da deco- tipi 1i1 e r/7 (decorazioni 2, 71, 81, 3, 230).
razioni diverse, tutte esegujte con tecnica a barbottìna È probabilmente intorno aUa metà del I sec. a.C. che
(decorazioni: I, 23, 2, 87, 3, 230, 99, IO, 19, 28, 31, compaiono bicchieri (1/20, 1/362) diversi dai prccedem:,
161). Il bicchiere 1/1 presenta la maggiore varietà i quali, pur richiamando nel loro profilo i tipi più antichi,
decorazioni. presentano il corpo molto meno allungato e l'orlo no-
Con la seconda metà del II sec. a.C., cominciano pro- tevolmente più alto. Essi rjscossero un notevole successo
babilmente ad essere prodotti bicchieri e boccalini più e quindi raggiunsero una notevole diffusione. Le loro
h:issi, a volte leggermente schiacciati (tipi I i97, r /79). decorazioni sono: I, 23~ )J 5 a, b) e, e, f, m, 36~ 63, 8,

343
CERAMICA A PARETI SOTTILI

28, 32, 31, r6r, 29, 124, 44, 19, 53, 221, 222, 217, 223, La superficie appare piuttosto liscia e cominciano a
59, 3, 230, 27, 31, 37, 2, 71, 81, 87, 90, ro, 99, 30, 68. comparire esemplari rivestiti da ingubbiatura in genere
Si assiste contemporaneamente alla graduale scomparsa rossiccia e non molto uniforme, a volte con macchie più
dei tipi più antichi (r/r e r/7) ed anche alla produzione scure (Munsell 2.5 YR 5/8, rosso). Pur se piuttosto di-
di nuove coppe 2i2r5, 2/316 con decorazioni a barbot- luito, il rivestimento appare aderente alla parete e dif-
tina (decorazioni 2, 87, 90, 225, 36) già attestate ficilmente scrosrabile.
su bicchieri prodotti nel II sec. a. C. Compare inoltre L'area di produzione dei vasi a pareti sottili più an-
una nuova decorazione detta a ' depressioni ' (decorazione tichi è stata in genere collocata in una zona dell'Etru-
36), eseguita su una coppa biansata del tipo 2/n5. ria compresa fra l'odierno Lazio settentrionale e la To-
Un gruppo di vasi, detti 'di Sovana ', sembra potersi scana meridionale (1\.1.ARABINI 1973; JvlAYET r975; GREENE
datare nel I sec. a.C. forse nella seconda metà. Si tratta 1979; R1cc1 1983).
di alti bicchieri (tipo l i3), di boccalini biansati (tipi L'individuazione, piuttosto generica, dell'area non si
r_/363, r/98) e di coppe-, anch'esse biansate (tipi 2_/179, basa sul rinvenimento di officine, ma su una forte con-
2_/228, 2/r34, 2i426) accomunati, oltre che dall'area in centrazione dei vasi più antichi. Il successo riscosso fin
cui sono stari rinvenuti, da una fattura estremamente dall'inizio della produzione soprattutto dall'alto bic-
accurata, da pareti molto sottili e da decorazioni a volte chiere r/r, il primo nell'ambito di questa classe di vasi
caratteristicamente elaborate, come quella a barbottìna ad aver avuto una grande diffusione, è stato interpre-
(decorazione 223) o anche a barbottina e rilievi applicati tato come affermazione di un prodotto ' tipicamente
(decorazione r22). romano ' in opposizione alla produzione di vasi di tra-
A ,partire dall'età augustea compaiono alcuni nuovi dizione ellenistica attestati, sempre in quest'area, tra
tipi di bicchieri (1;102, 1/109, 1/165) e di coppe (2;249) la fine del III e gli inizi del II sec. a.C. (MoREL 1974,
sui quali viene per la prima volta sperimentata, all'interno p. 483). Opposizione, si è detto, per la forma, così pro-
di questa classe di vasi, la tecnica di rivestimento super- fonda e senza anse, per l'assenza del rivestimento e per
ficiale per mezzo di ingabbiatura. Tra le decorazioni at- il tipo di decorazione non figurata, ma di ' copertura '
testate figurano alcuni motivi a barbottina già noti (de- della parete esterna del vaso (MOREL 1974, p. 484).
corazioni 3, 230) e altri, come le incisioni a rotella (de- Il gusto di questi bicchieri (tipi 1/r, 1/7) è stato fatto
corazioni 5, 5e) che saranno sempre più frequentemente risalire a prototipi in metallo diffusi per tutta l'Età del
attestate nel corso del I sec. d.C. Ferro nell'area settentrionale della Penisola Iberica e
Tra la tarda età augustea e l'inizio di quella claudia, nelle zone dell'Impero meno romanizzate (MOREL 1974,
sono attestati bicchieri (tipi r/76, r/rr6, r/45, r/82) e p. 485). Il successo ottenuto dal bicchiere r/1 e la sua
coppe (tipi 2_/212, 2/242) che sono ornati di preferenza ampia diffusione sono stati spiegati con la destinazione
da decorazioni incise a rotella (decorazioni 5,5b). di tali prodotti ad un determinato mercato, ad una clien-
Si può osservare che in questo periodo i bicchieri hanno tela ' nordica ' poco permeabile ai modelli ellenistici
assunto una forma tendenzialmente più larga e bassa almeno per i prodotti di uso corrente (MOREL 1974,
rispetto ai tipi caratteristici dell'età repubblicana e tardo- p. 486). Di fronte a queste ipotesi possono facilmente
repubblicana, che tendono, nel frattempo, a scomparire. sorgere alcune osservazioni. Pur se è innegabile l'affinità
Accanto ai vasi rivestiti da ingubbiatura, continuano ad del tipo I /1 con le situle bronzee dell'Età del Ferro,
essere prodotti anche esemplari privi di rivestimento l'ispirazione da prototipi di metallo non vuol dire imi-
superficiale. tazione tout court (.1\1.oREL 1974, p. 490 a proposito della
Non abbiamo al momento a disposizione contesti ceramica Campana A); i bicchieri 1/I, pur richiamando
stratigrafici fra l'età flavia e l'età adrianea che permettano prototipi di metallo, possono comunque considerarsi,
di individuare le caratteristiche della produzione ìn questo per le ragioni che esporrò tra breve, vasellame di ispi-
periodo. Tra i materiali della villa di Settefinestre (Or- razione ceramica. L'affermazione inoltre che la produ-
betello), riferibili alretà adrianea, oltre che ad alcuni zione di questi vasi fosse stata condizionata dalla richiesta
tipi già attestati a Cosa in età claudio-neroniana, è pre- del mercato nordico, principalmente gallico, non può
sente una urnetta (tipo 1/57) che sì ispira a tipi più an- essere dimostrata solamente attraverso la distribuzione
tichi, ma che si attarda anche in questo periodo, pur se in quell'area dei ritrovamentiJ per altro presemi anche
ormai ridotta a produzione locale. nelle aree indagate del Mediterraneo. Che poi questo
Gli esemplari attribuibili a questa produzione sono prodotto, ampiamente esportato, rispondesse nell'area
cotti sempre in atmosfera ossidante. La loro pasta pre- celtica più che altrove ad una consuetudine per le forme
senta un colore che varìa dal rosso mattone piuttosto alte e allungate, non ellenistiche, non può essere escluso.
acceso al rosato o al bruno. Sfumature di colore diverso Ma più che sulle caratteristiche dell'esportazione, sulle
appaiono spesso anche su di uno stesso vaso. Gli esem- quali ritornerò tra breve, mi sembra opportuno riflettere
plari di età repubblicana hanno una pasta generalmente maggiormente sulla individuazione dell'area di produ-
dura, non troppo omogenea, la frattura netta e la su- zione originaria e sugli aspetti e le concomitanze, ancora
perficie delle pareti leggermente ruvida. Lo spessore tutti da indagare, che hanno favorito l'affermarsi di
delle pareti è molto sottile (mm 1,5-2,5 circa). Con questo prodotto. Sul sorgere di questi vasi in area ' etru-
l'età augustea la pasta appare più compatta rispetto a sca ', mi pare ci sia assenso di massima fra coloro che
quella attestata nel periodo precedente e di colore che si sono occupati dell'argomento, ma non credo che ci
presenta sfumature più chiare tendenti al beige-rosato. siano basi sufficienti per deiimitare con certezza la zona

344
CERAMICA A PARETI SOTTILI
---------------------------
di produzione. Qualche aiuto si può trarre a questo scopo alti e allungati costituiscono ancora la presenza più si-
dal confronto fra i primi tipi prodotti in ceramica a pa- gnificativa nell'ambito di questa produzione. Resta co-
reti sottili e la coeva ceramica a vernice nera prodotta munque ancora da indagare la ragione del mutamento di
ÌJì Etruria. Si può infatti cogliere da tale confronto gusto che porta a preferire prima bicchieri alti e slanciati
un:! notevole affinità fra alcuni tipi realizzati nelle due e poi quelli più bassi ed il perché si sia verificato con un
diverse classi, anche se la versione a pareti sottili appare notevole anticipo nella vernice nera ed invece solo più
a volte più semplificata rispetto a quella a vernice nera tardi nella ceramica a pareti sottili. La presenza contem-
fK'r l'assenza di anse, come anche, in alcuni casi, per la poranea di vasi con le stesse caratteristiche morfologichei
riduzione o la scomparsa del piede. È facile notare la ma con tecniche di rivestimento diverse, sembra fornire
somiglianza fra il tipo 1\1.orel 3432al e il tipo r/22, fra una indicazione opposta rispetto a quella dei vasi dì
il 316ml e il tipo 2/210, tra il tipo 721ml e il tipo tipo morfologico diverso, ma con uno stesso ' unificante •
tra il 7224bl e l'rf8, tra il 7213al e fr/59, tra i rivestimento. Questo fenomeno si riscontra comunemente
tipi 7224a4, 7222c2, 7222dl ,ed infine la sorprendente nelle più tarde produzioni in terra sigillata italica o afri-
identità fra il tipo 7224Ar ed il più antico prodotto a cana in cui vasi riuniti in uno stesso servizio presentano
sottili tipo r_/r. caratteristiche morfologiche diverse, ma uno stesso rive-
i.: significativo notare che i tipi a vernice nera sopra stimento e a volte anche una stessa decorazione. Vasi
elencati sono tutti attribuibili a produzioni attive nel- con caratteristiche morfologiche uguali ma con rive-
l'Etruria centro·-·Settentrionale: dalle più note produzioni stimenti diversi farebbero pensare invece ad una stessa
voh:errane ai raffinati prodotti dì Malacena, alle numerose funzione, ma che fossero utilizzati da persone di condi-
fabbriche . operanti nel Senese (Poggio Lucca Jvlali- zioni sociali diverse; oppure da persone di uguale condi-
gn2no) e nel territorio intorno a Tuscania (MOREL 1982, zione, ma in occasioni differenti. Se quindi i vasi di III
pp. 48, 5r e sotto i tipi citati). sec. a.C. acromi avevano un loro specifico mercato,
Già dai confronti sopra indicati appare evidente che fu probabilmente questo ad essere stato messo in crisi
i. vasi a pareti sottili si collegano in particolar modo alle dalla produzione di vasi a pareti sottili che, nel II sec.
produzioni volterrane, ma non solo a quelle, dal momento a.C. diventano, insieme ai vasi a vernice nera, uno dei
che vari sono i vasi a vernice nera, sopra richiamati, prodotti più caratteristici dell'età tardo-repubblicana, fino
attribuibili ad altre produzioni locali dell'Etruria. Sì almeno alla comparsa dei vasi aretini. Quale che sia l'ipo-
nnti la somiglianza fra il tipo 344al di Volterra e il tipo tesi, il carattere 'toreutico, della ceramica a pareti sot-
I fra il tipo Morel 366ral, attribuito alla produzione tili o almeno dei suoi primi prodotti, verrebbe ad assu-
di .T\1.abcena e il tipo 2/210, fra il tipo Morel 72IIal mere un valore soltanto indiretto perché mediato at-
dì Poggio Lucco Malignano (Siena) e il tipo r/53, fra il traverso la ceramica Campana B prodotta in Etruria.
tipo Jvìorel 3432al di Tuscania e il tipo 1/22. b semmai quest'ultima a presentare caratteristiche più
Si può a questo punto tentare di riordinare queste direttamente legate a prototipi metallici (J\.1.0REL 1982,
osservazioni e di formulare alcune ipotesi. È importante p. 525).
ricordare come i vasai che producevano ceramica a Il problema della comparsa dei vasi a pareti sottili e
vc-rnice nera in quest'ambito geografico, ponessero più dell'ambito geografico da cui ebbero origine appare dunque
attenzione alla forma del vaso che al suo rivestimento, assai più articolato e complesso di quanto non si sia fino
dal momento che è stato utilizzato lo stesso repertorio ad ora pensato. Vari dovettero essere i centri produttori
di forme e soprattutto di tipi, nella versione a vernice che, pur se all'interno di uno stesso ambito geografico
rn::rn, a vernice rossa, gialla e con rivestimento argentato e culturale, potrebbero risultare meno vicini fra di loro
(NiOREL 1982, p. 520; CARETTA 1983 per i materiali pro~ di quanto non sia stato fino a questo momento ipotizzato.
venientì dal1a tomba 2 dei Curunas di Tuscania in cui Incerto è inoltre l'intreccio fra tradizione etrusca e
compaiono anche esemplari acromi). Dal momento che processo di romanizzazione. Riguardo a questo problema
mtte queste versioni sembrano comparire contempo- si potrebbe distinguere fra una ispirazione, nella scelta
rn.ncamente ed essere compresenti in alcuni contesti, delle forme e dei tipi, che sembra più facile ricollegare
c'è. da chiedersi se la ceramica a pareti sottili non abbia ad un ambito culturale ancora in qualche misura ' etru-
fini.to con il sostituire proprio quei prodotti acromi, sco ,, e la d{ffusione di questo prodotto. Alla presenza
ar;.1piamente attestati nel III sec. a.C. e fortemente mi- ' romana ' è forse da attribuire la responsabilità della
noritari, se non forse del tutto assenti, nel secolo suc- affermazione dì questi vasi la cui diffusione, nel corso
cessivo. del II sec. a.C., interessò una vasta parte del bacino del
Sarebbe necessario un approfondimento di indagine, Mediterraneo. Su tali ipotesi sarà opportuno tornare in
chl:: dovrebbe interessare fra l'altro la produzione di futuro ad indagare, soffermandoci per il momento a
a pareti sottili, al fine di individuare i morivi che ripercorrere brevemente le fasi più significative della
Hcnmo alla base della tendenza che, tra il IV e il III sec. fortuna di questo prodotto.
vede affermarsi vasi alti e slanciati che fasciano pro- Già intorno alla metà del II sec. a,C.} bicchieri del tipo
gTc:ssìvamente il posto, nel corso del II sec. a.C., a vasi I /1 appaiono ampiamente attestati, diffusi in rutta la
con carntteristiche morfologiche diverse. Rispetto alla ce- penisola ed esportati, come merce di accompagno di
rarnica a vernice nera questo processo sembra essersi ve- derrate alimentari, sulle coste occidentali del .i\1editer-
rificato., nei vasi a pareti sottili, con un certo ritardo dal raneo (Tav. CL). Sono presenti nel relitto del Grand
nmmcmo che fino alla metà del I sec, a.C., bicchieri Congloué a Jviarsigiia} a Pollentia, Ampurias ed ct. Nu-

345
CERAMICA A PARETI SOTTILI
---------------·--------
mantia in contesti databili intorno alla metà del II sec. duzione in questa area, anche se, al momento, non sono
a.C., oltre che ad Aigai, Pergamo, Antikytera ed Atene, state rinvenute fornaci. Essa dovette costituire lo sparti-
in un periodo di poco più recente. I tipi che furono acque fra due diversi centri operanti uno in Etruria,
interessati a tale diffusione, insieme al bicchiere 1/1, l'altro in Campania.
sembrano essere ri7, 1/19, i più antichi fra quelli rife- Non sappiamo se queste officine fossero attive già
ribili a quest'area di produzione. in età tardorepubblicana, ma la presenza a Roma e ad
Con la metà del I sec. a.C., e in misura sempre maggiore Ostia nel I sec. a.C. di bicchieri 1/r e di altri tipi fabbri-
fino all'età augustea, sembra rompersi il carattere omo- cati in Etruria può far pensare che essi da soli erano in
geneo di questa produzione, in concomitanza con il grado di soddisfare le richieste del mercato centro-ita-
sorgere di nuove officine, sia in Italia (area nord-adria- lico. L'inizio dì questa produzione è forse collocabìle
tica, area romano-ostiense, area campana, Siracusa) che, intorno alFetà augustea in una zona individuabile orien-
anche se in misura ancora limitata, già in alcune province tativamente intorno a Roma e ad Ostia. È attestata in~
(Penisola Iberica, Gallia). Il predominio della produ- fatti in questo periodo la produzione di un boccalino
zione dell'Etruria semb'ra, da questo momento, decisa- monoansato (tipo r,:'30) privo di rivestimento e polito
mente compromesso. esternamente, sul quale è sempre eseguita una decora-
I nuovi centri di produzione italici, o almeno i più zione con striature a pettine (decorazione 7). Un altro
importanti fra questi, dovettero dividersi i mercati della boccalino monoansato (tipo I /u7) contemporaneo o di
penisola come anche quelli provinciali (Rrccr 1973, p. poco posteriore alJ'altro, costituisce anch'esso uno dei
132, tav. XXII, C). Questa produzione localizzata in prodotti più caratteristici di quest'area. Le pareti di
Etruria, ancora attiva in età neroniana, pur se per un questo secondo tipo, al contrario del precedente, sono
merc'ato locale o regionale, dovette risentire negativa- in genere rivestite da ingubbiatura piuttosto diluita di
mente dell'importanza assunta dalla produzione romano- colore rosso vivo a volte tendente al violaceo; su di esso
ostiense. Si avvertono per quei~toi come per altri centri sono spesso eseguite decorazioni: a rotella (decorazione
della penisola, i segni di una crisi che vede, accanto alla 5), a sabbiatura (decorazione 63) o, molto raramente,
contrazione delle esportazioni e della produzione stessa, a barbottina (decorazione r6). Già nella prima età im-
l'importanza sempre crescente che assumono, nel corso periale, all'affermarsi dei bicchieri 1/30 e r/n7, fa ri-
della prima e media età imperiale, i centri di produzione scontro una presenza sempre meno consistente di coppe,
provinciali (Tavv. CLVI~CLIX). che tendono definitivamente a scomparire con la fine
del secolo. Fino a tutta la prima metà del II sec. d.C. i
Produzione di Sutri. boccalini monoansati costituiscono uno dei principali
prodotti di questo centro (Tav. CLI).
Questo centro, identificato dal rinvenimento di for- Gli esemplari attribuiti a questa produzione sono sempre
naci (DUNCAN 1964), produceva sia bicchieri (tipi 1/99, cotti in atmosfera ossidante. L'argilla appare in genere
1/123, l !367) che coppe (2/222, 2/261, 2/264). Su abbastanza ben depurata, piuttosto omogenea, ma non
queste ultime si trovano eseguiti motivi decorativi sia troppo dura. I1 colore varia dal beige-rosato al rosso
a rotella (decorazioni 5, 5a, 5m) che a barbottina (de- violaceo. Le pareti sono di medio spessore (mm 2-3
corazioni 33, 103, 113, 351, 353, 362) o a sabbiatura circa).
(decorazione 63). Dai dati che si ricavano dalle stratigrafie ostiensi
Questi vasi hanno una pasta molto fine e depurata nella (TATTI 1970; RICCI 1973) è possibìle ripercorrere sin-
quale è presente solo una certa quantità di mica. I re- teticamente le tappe di questa produzione. Il suo inizio
perti conservati (oltre a quelJi bruciati di colore grigio forse in età augustea sembra coincidere con la crisi delle
o nero) sono di colore beige~marrone, spesso non uni- esportazioni dei vasi dell'Etruria (p. 343 ss.). Furono
forme. L'argilla è a volte più chiara in superficie che inizialmente prodotti sia coppe che bicchieri, ma già dopo
nel nucleo. Alcuni esemplari presentano, sotto l'orlo o un breve periodo ci sì concentrò soprattutto nella fab-
presso il fondo, una zona di colore più chiaro a causa del- bricazione ·di questi ultimi. Essi infatti, ampiamente espor-
l'impilamento dei vasi durante la cottura. Una ingub- tati nel !viediterraneo soprattutto occidentale, costitui-
biarura piuttosto diluita, di colore rendente al bruno- scono un prodotto di uso corrente ma di buona guaiit2
rossiccio, copre tutta la superficie del vaso e s1 conserva che continua ad essere: ampiamente attestato fino alla
con difficoltà. metà del II sec. d.C. nonostante la concorrenza eser-
Questa produzione si concentra in un arco di tempo citata da alcuni prodotti provinciali, soprattutto betici
limitato al terzo quarto del I sec. d.C. (DUNCAN 1964, (p. 349). Furono probabilmente proprio le coppe della
p. 87 ss.); la diffusione ebbe un carattere esclusivamente Betica a concorrere, nella prima metà del I sec. d.C.~
locale o regionale, anche se la vicina città di Roma do- alla scomparsa delle coppe centro-italiche. È interessante
vette costituire un importante mercato per questi pro- notare inoltre che la crisi dei boccalini r /30 e I /II 7,
dotti. verificatasi intorno alla metà del Il sec. d.C., coincide
con l'affermarsi, nelle regioni settentrionali dell'Impero
Produzione centro-italica. (Gallia, Britannia, area renano-danubiana), di bicchieri
prodotti localmente. Questi ultimi incontrarono una con-
Il panorama dei tipi attestati ad Ostia e a Roma pre- siderevole fortuna anche se limitata all'area continentale
senta alcune peculiarità che fanno pensare ad una pro- e costituirono l'unica forma attestata in quelle zone
CERAMICA A PARETI SOTTILI

fino a rutto il IV sec. d.C. (Tav. CLII). Nell'ambito del la superficie esterna appare spesso ben polita. Le pareti
Mediterraneo, il boccalino 1/122 è l'unico tipo attestato sono molto sottili (mm 2 circa). Con questa argilla è
dopo la metà del II secolo. Non si conoscono al momento attestato un gruppo di esemplari riferibili a bicchieri
le aree di produzione ma è possibile pensare sia all'Ita- (tipi 1/169, 1/187, 1/188) e a coppe biansate (tipi 2/134,
lia centro-meridionale che al Mediterraneo orientale. 2_/284, 2/195, 1/198, 2/283, 2/200). Una brocchetta (CA-
RANDINl 1977, tavv. I3, 40) sembra possa essere facil-
mente associata e questi vasi.
Produzione campana.
3. Un ultimo gruppo di esemplari presenta un'ar-
I tipi attestati in area vesuviana sono numerosi e gilla molto ben depurata, dura e compatta. Sono difficil-
sembrano discostarsi, sia per le particolarità morfologiche mente visibili inclusi, tuttavia in alcune bolle d'aria pre-
che per quelle dell'argilla, dai prodotti dell'area centro . ·- senti nell'impasto di alcuni esemplari sono conservate
italica. Le loro caratteristiche , consentono di ipotizzare particelle uguali a quelle presenti nell'argilla degli altri
una produzione ìn quest'area, pur non essendo stata rin- gruppi sopra descritti. Il colore della pasta è in genere
venuta, al momento, alcuna officina. I materiali presi rossiccio molto acceso (Munsell 2.5YR 6/8, rosso chiaro),
in esame provengono in generale dall'area vesuviana e le pareti presentano uno spessore estremamente ridotto
sono conservati nei magazzini del Museo Nazionale di (mm 1~1,5 circa). Sono attestati in questo gruppo esem-
Napoli e nell'Antiquario di Pompei. Non essendo pos- plari riferibili ai tipi r/33, 1/191, 2,/294 e Tav. CXIV,
sibile tracciare un quadro cronologico di questa produ- 7~11. Tutti i tipi attestati, tranne le coppe 2/309, pre-
zione, dal ,;nomento che l'unica indicazione disponibile sentano le pareti ondulate per mezzo di depressioni
è la presenza di questi vasi nei centri vesuviani distrutti (decorazione 36). I tipi riuniti in questo gruppo sembrano
nel 79 d.C., è parso utile raggruppare i materiali secondo caratterizzati, come i precedenti, da una ' ispirazione
Ie caratteristiche dei diversi tipi di argilla individuati. metallica ', essi richiamano inoltre, nel gusto come nella
tecnica di esecuzione, i vasi ' a guscio d'uovo ' di pro-
1. Un primo gruppo di esemplari presenta una pasta
duzione betica (p. 349). Dai pochi dati a disposizione non
di colore che varia dal nocciola chiaro al rosato, tendente
è possibile attribuire con certezza questi vasi all'area di
a volte al rossiccio (Munsell 5YR 7,i6, giallo rossiccio).
produzione campana come non è possibile definire i
Essa appare non troppo omogenea, leggermente sci-
rapporti che intercorrono tra questi vasi e quelli prodotti
stosa, ricca dì inclusi molto minuti (che ad occhio nudo
nella Penisola Iberica. Si può tuttavia osservare che a
fanno pensare a materiale lavico) disposti regolarmente Pompei, come in aìtrì centri vesuviani, sono presenti
sia all'interno della pasta che in superficie. Sono attestati
una notevole quantità di vasi a 'guscio d'uovo ' dì pro-
con questa pasta i tipi 1/rr7, 1/23, 1_!31, 1/rr1, costi-
duzione iberica che dovettero sicuramente esercitare
tuiti da boccalini monoansati che possono presentare una (( influenza )) sulla produzione campana.
decorazioni a rotella (decorazione 5) o a sabbiatura (de- Non è possibile al momento tracciare un quadro cro-
corazione 63). Il tipo 1/195 inoltre è costituito da nn boc-
nologico e stabilire l'inizio di questa produzione. Si
calino biansato con decorazione a rotella (decorazione 5).
può tuttavia osservare la presenza, in quesfarea, di alcuni
Sono attestate anche urnene globulari del tipo I /93 con
esemplari prodotti probabilmente in Etruria ( I /92 con
decorazione plastica (decorazione 41), oppure coppe bian-
decorazione 151) che per le loro caratteristiche si collo-
sate su alto piede del tipo 2i39O, 2/391, 2/318, 2/287 cano facilmente nell'ambito del I sec. a.C. Questa indi-
con decorazione a rotella oppure a barbottina (decora-
cazione porterebbe a pensare che, come per l'area centro-
zione 363). Sono attestate inoltre, anche se in quantità
iralica, giungessero in questa zona i prodotti dell'Etruria
poco rilevante, coppe del tipo 2/386 come anche un
sostituiti successivamente da quelli locali. Altre indica-
esemplare del tipo 2/307 decorato con una fascia a spina
zioni come la presenza ad Atella, Siponto e Liternum
di pesce (decorazione 5 e). Questo gruppo di esemplari
di vasi a pareti sottili databili almeno agli inizi del II
sembra essere quello maggiormente rappresentato in que-
sec. a.C. (Johannowsky, discussione sulla relazione Morel)
st'arca. La fattura di questi vasi non è mai molto accu-
MOREL 1976) indurrebbero a far ritenere che l'origine
rata e le decorazioni impiegate sono piuttosto semplici
della produzione campana dovette essere pressoché
cd eseguite in modo a volte sommario. Si tratta in pra-
contemporanea a quella dell'EtruriE. La diffusione di
I:ica di un prodotto di uso piuttosto corrente, ma funzio-
questi prodotti sembra tuttavia limitata all'ambito regio-
nale e ben rappresentato. Si può osservare inoltre che
nale o estesa, forse, al sud della penisola.
molti esemplari attestati (r/n7, 1/ru) sono realizzati in
Sarà di grande importanza approfondire in futuro
misure diverse pur presentando le stesse caratteristiche
l'indagine su contesti indagati srratigraficamente.
morfologiche (Tav. CXIV).
2. Un secondo gruppo di esemplari presenta una pasta
Produzione di Siracusa.
molto più compatta e più depurata della precedente.
Gli inclusi sono meno frequenti e di dimensioni più Il panorama della produzione siciiiana 0 ricco, vario e
ridotte pur se dello stesso tipo di quelli presenti nella ancora in gran parte da indagare.
pasta del gruppo preceàente. L'argilla è di colore rosato Un punto fermo è costituito tuttavia dal rinvenimento
chiaro (Munsell 5YR 7/4, rosa) a volte tanto pallido di una importante officina a Siracusa (che si aggiunge a
da ricordare l'argilla dei vasi 'a guscio d'uovo 1 (p. quella poco conosciuta di Morgantina), Questo centro
Le pareti non presentano mai tracce di rivestimento 1 dovette produrre prevalentemente, ma non solamente,

347
CERAMICA A PARETI SOTTILI

vasi a vernice nera; l'inizio della produzione è stato col- essendo state rinvenute officine. Tuttavia alcune carat-
locato fra il II e il I sec. a.C. (PELEGATTI 1969-70, p. teristiche peculiari piuttosto omogenee, sia dell'argilla
78). Sarebbe opportuno procedere ad uno studio paral- che della fattura, di un numero considerevole di vasi,
lelo di vasi a pareti sottili e di ceramica a vernice nera ha permesso di ipotizzare una produzione in questa area
per cogliere anche l'influenza esercitata da quest'ultima geografica. Le attestazioni sembrano concentrarsi in
nella scelta del repertorio morfologico dei vasi potori. prevalenza nell'area padana centro·~·occidentale da cui
Da un esame, anche se sommario ed affrettato, condotto provengono per altro le attestazioni più antiche. Esse
sui materiali conservati nei magazzini del lvluseo Ar- sono collocate in genere nell'ambito del I sec. a.C. e
cheologico di Siracusa è possibile trarre alcune conside- riguardano soprattutto bicchieri (tipi 1_/4 e 1_/2) sui quali
razioni preliminari. Si trovano attestati in discreta quan- si trova eseguita una decorazione caratteristica) a quanto
tità bicchieri relativi ai tipi r/r, 1/7, 1/89, r/20, 1/362. sembra, solamente di quest'area di produzione (decora-
Questi esemplari presentano un'argilla che sembra zione 33).
facilmente riconducibile a quella dei prndotti dell'E- Con l'età augustea si trova attestata una maggiore
rruria; la morfologia stessa dei vasi, la scelta dei motivi varietà di forme e di tipi. Fra i bicchieri sono presemi
decorativi (decorazione 3), la tecnica di esecuzione e del i tipi 1 /205 (con decorazione 5) e 1/186. Quest'ultimo
trattamento della superficie corrispondono alle caratte• non sembra attestato al di fuori dell'area regionale,
ristiche di quei prodotti. Tra le coppe sono presenti i tipi 2/232 (con decorazione
Alcuni esemplari del tipo I /7 e r /20 come anche tutti 383 insieme a 5), 2/315 (con decorazione 64 insieme a
i frammenti relativi ai tipi 1/46 e 1/21, presentano un'ar- 371), 2/231, 2/402 (con decorazione 102 insieme a 5),
gilla. con caratteristiche del tutto peculiari. Nell'impasto 2/404 (con decorazione 5 insieme a 5 b). Si può notare
sono presenti minutissimi e frequenti inclusi ferrosi che spesso motivi a barbottina sono accompagnati da
insieme ad inclusi calcarei, meno frequenti e meno nu- rotellature che coprono in genere la parte inferiore del
merosi dei precedenti. vaso.
La pasta non troppo omogenea è di colore in genere Dopo l'età augustea non sembrano attestati tipi nuovi,
rosso acceso (Munsell 2.5 YR 6/8, rosso chiaro), la su- ad eccezione forse di tipi simili a 2/298 e 2/401 (con
perficie esterna presenta a volte una patina grigiastra decorazione 5 insieme a 5 n). L'attribuzione e la crono-
ottenuta a ' riduzione ). Spesso si può trovare una pasta logia di questi esemplari non sono tuttavia del tutto
completamente grigia che presenta tuttavia le stesse ca- certe.
ratteristiche compositive di quella di colore rosso sopra I vasi caratteristici di quest'area sono sempre cotti
descritta. ìn atmosfera riducente, l'argilla è di colore grigio che
Al momento sembra forse possibile attribuire alle offi- oscilla da una tonalità medio scura fino quasi al nero.
cine di Siracusa la produzione dei bicchieri 1/361, 1/156, Le pareti delle coppe presentano uno spessore molto
1/46 e delle coppe 2/261 e 2.1316. Queste ultime sono ridotto (mm 1,5-2,5 circa) mentre i bicchieri hanno le
attestate sia in argilla grigia che, più frequentemente, in pareti più spesse (mm 2,5 circa). La superficie è in
argilla rossa. genere rivestita da uno strato estremamente sottile di
La cronologia iniziale di questa produzione sembra col- ingabbiatura dello stesso colore dell'argilìa; più spesso
locarsi per le caratteristiche morfologiche dei vasi e per il i vasi si presentano privi di rivestimento, soltanto politi
rapporto con alcuni prodotti provenienti dall'Etruria, esternamente.
non prima della metà del I sec. a.C., con un probabile Si può pensare che questa produzione ebbe inizio
intensificarsi della produzione intorno alla fine del secolo. nel corso della seconda metà del I sec. a. C. Con l'età
Questi prodotti siracusani dovettero essere presenti augustea si assiste all'introduzione di nuovi tipi general-
su un mercato più vasto di quello regionale. E infatti mente bassi e aperti. L'arricchimento del repertorio mor-
possibile osservare che il bicchiere 1/46 è attestato anche fologico può essere forse messo in relazione anche con
sulle coste occidentali della Penisola Iberica e che al- la concorrenza esercitata dai primi centri di produzione
cuni esemplari da Cavaillon presentano caratteristiche provinciali che cominciano, proprio in questo momento,
simili a quelle dei vasi siciliani. La presenza in Sardegna ad assumere una importanza e una diffusione considere-
e Corsica di questi prodotti fo pensare ad una tapp2 nelle voli (Tav. CLIVì.
rotte commerciali verso la Penisola Iberica e verso le Nel corso della prima metà del I sec. d.C. tuttavia
coste meridionali della Gallia. Si può osservare inoltre i prodotti padani dovettero essere progressivamenre
che anche a Magdalensberg sono presenti alcuni esemplari sostituiti sui mercati delle province settentrionali dell'Im-
che sembrano riconducibili al centro di Siracusa; in pero~ dove erano stati fino a quel momento presenti, con
questo caso la diffusione di questi prodotti assumerebbe i meno raffinati, ma probabilmente più economici, vasi
una importanza considerevole, il cui studio andrà af- di Lione e del basso Reno. Queste produzioni provin-
frontato anche in rapporto alla diffusione dei vasi a ver- ciali sfruttavano, per altro vantaggiosamente, una rete
nice nera siracusani (Tav. CLIII). fluviale particoìarmente idonea alla diffusione delle loro
merci. I vasi potori padani tornarono a rivestire, nel
Produzione della valle padana (centro-occidentale). corso del I sec. d.C., un ruolo esclusivamente regionale
pur se la vicinanza dei prodotti delParea nord-adriatica
L'attribuzione di un certo numero di vasi a quest'area (p. 349) dovette ulteriormente limitare un mercato ormai
di produzione è al momento solamente ipotetica non molto ristretto.
CERAMICA A PARETI SOTTILI

Produzioni dell'area adriatica e della valle padana Per quanto riguarda la cronologia dei vasi di Aquileia
orientale. e in genere quella dei prodotti dell'area adriatica, i dati
a disposizione indicano un arco cronologico che si con-
Non c1 sono dati sufficienti che permettano di rico- centra nella prima metà del I sec. d.C., ma che può
noscere con certezza tutti i tipi attribuibili ai singoli tuttavia coprire tutto il secolo. Questa cronologia, an-
centri di produzione operanti in queste aree. È tuttavia cora del tutto indicativa, potrà essere corretta e pre-
possibile tracciare un quadro complessivo delle presenze cisata in futuro con lo studio di nuovi contesti.
che appaiono estremamente significative soprattutto in I vasi prodotti in quest'area dovettero godere di un
r2pporto alle aree di diffusione delle diverse produzioni mercato piuttosto ampio. La loro diffusione, principaJ-
sin italiche che provinciali. mente marittima, investì le coste occidentali ed orientali
1 reperti attribuibili a quest'area sono stati divisi in del mare Adriatico arrivando probabilmente fino ai
tre: gruppi: il primo sicuramente prodotto ad Aquileia, mercati del Mediterraneo orientale. A nord di Aquileia
il. secondo di probabile produzione ravennate (ma non questi prodotti sembrano attestati solo a Magdalensberg;
è escluso che anche ad Aquileia potessero essere stati la diffusione dei vasì di Lione e del basso Reno dovette
prodotti vasi con caratteristiche analoghe) l'ultimo gruppo costituire un notevole freno alla loro espansione verso
che comprende esemplari di sicura provenienza da que- l'occidente continentale (Tav. CLV).
st.'area, ma per i quali non è possibile stabilire Wla at-
tribuzione più precisa.
Produzione di Mérida.
1. La provenienza da Aquileia di questo gruppo di
esemplari è resa sicura dal rinvenimento di scarti di Questo centro produsse, con ogni probabilità, oltre
fornace (Ta'\T. CXLI, 8-9). Si tratta dei tipi 2/232, 2/405 che vasi a pareti sottili, anche lucerne e vasi in terra si-
e 2_/296, su quest'ultimo è attestata la decorazione 394. gillata ispanica. Alcuni tipi di vasi poteri a pareti sottili
L'argilla appare scistosa, ricca di inclusi: bianchi (di si trovano infatti ugualmente attestati in terra sigillata
minime dimensioni), ghiaiosi (di dimensioni più grandi) ispanica.
e grigio--neri (di dimensioni e frequenze diverse). Il co- Si tratta principalmente di coppe del tipo 2,i3r1 e 2/336.
lore della pasta può variare dal bruno-grigio al grigio Su quest'ultimo tipo sono attestate le decorazioni 5p,
chiaro, anche all'ìnterno della stessa sezione della parete 13, 14, 15, 51, 387, 145 e del tutto eccezionalmente la
deJ. vaso. In alcuni casi la quantità degli inclusi è tale decorazione 3.
che la superficie del vaso ne risulta tanto rugosa da sem- La pasta è in genere di colore ocra chiaro o biancastro,
brare, ad un primo esame, decorata con sabbiatura. In in questo secondo caso essa appare meno fine e più mor-
questi casi un simile effetto deve essere stato prodotto bida. L'ingubbiatura è, nella maggior parte dei casi, di
intenzionahnente. colore arancio che a volte può tendere al giallastro o al
E interessante la presenza, sempre nella produzione bruno; spesso tutte queste sfumature compaiono su WlO
di Aquileia, di boccalini 1/122 realizzati in argilla grigia, stesso vaso. La sottigliezza della ingubbiatura ha permesso
uguale a quella sopra descritta. Si tratta, con ogni pro- solo in pochissimi casi che se ne conservasse la bril-
babilità, di un tentativo dì fabbricare locahnente ' boc- lantezza; raramente compaiono riflessi metallici (MAYET
calini a collarino ' che non dovettero tuttavia riscuotere 1975, p. 142 ss.).
un particolare successo dal momento che ad Aquileia Si è voluto vedere nella morfologia di questi vasi una
sressa, sono presenti una quantità di esemplari riferibili derivazione da prototipi metallici (1vlAYET 1975, p. 144).
al tipo 1/122 con caratteristiche analoghe a quelle atte- Questo fenomeno è stato messo in relazione con la fon-
state in tutto il Mediterraneo. dazione della città di Emerita Augusta e con la forte im-
migrazione del periodo immediatamente successivo (MAYET
2. Un secondo gruppo di esemplari potrebbe essere
1975, p. 144).
attribuito facilmente alla produzione ravennate, ma l'af- Non è possibile al momento fissare la cronologia di
finità della composizione dell'argilla di certi esemplari questi esemplari che possono essere collocati orienta-
cnn quella del gruppo precedente non può far escludere tivamente dall'età augustea a tutto il I secolo d.C.
che vasi di questo tipo fossero prodotti anche ad Aqui- La diffusione di queste coppe dovette interessare es-
leia. Si tratta soprattutto dì coppe del tipo 2/403, 2/292, senzialmente la Lusitania, forse la zona di Conimbriga
::,1.'231, 2/401, 2/315. Su questi tipi sono attestate le e ir:: parre la Betica dove fu probabilmente di ostacoìo
decorazioni 340 insieme a 5b, 162 insieme a 5b e 371. la diffusione dei più raffinati prodotti locali (,M.AYET
Questi esemplari presentano un'argilla piuttosto de- 1975, p. 144). (Tav. CLVI).
purata, abbastanza morbida, dello stesso colore del
precedente tipo descritto. Le pareti appaiono in genere
ricoperte da un rivestimento molto sottile e diluito (spesso Produzione della Betica.
::::nal conservato), dì una tonalità leggermente più scura I vasi fabbricati in questiarea sonoi senza dubbio, l
cidla pasta. più raffinati, diffusi e caratteristici fra i prodotti delh
3. Sicuramente proveniente da quest'area è un ultimo Penisola Iberica. Le officine non sono state ancora rin-
;;ruppo di esemplari costituito da urnettc del tìpo I i212, venute, tuttavia l'ipotesi di una produzione betica, per
/364-365, sulle quali sono attestate le decorazioni 334, altro già da tempo avanzata (Bo~SOR 1931; Co.MFORT
43, 5 a. 1939) è stata di recente, anche se in via ipotetica, pre-

349
CERAMICA A PARETI SOTTILI
-----------···- - - - - - - - - - - - - -
cisata circoscrivendo una delle aree di produzione nella senza di fabbriche diverse o anche di una stessa fabbrica
zona immediatamente intorno a Cadice (MAYET 1975). che restò attiva piuttosto a lungo.
I vasi della Betica possono presentare caratteristiche La distribuzione dei vasi betici (anche quelli appar-
morfologiche e di fattura piuttosto varie, pur essendo tenenti al secondo gruppo individuato) appare piuttosto
tutti di ottima qualità. Possono distinguersi in due grandi ampia; si tratta di una diffusione principalmente marit-
raggruppamenti che permettono una più facile identi- tima che interessa il bacino del Mediterraneo, soprattutto
ficazione dei tipi all'interno dei diversi gruppi. occidentale. Questi vasi giunsero anche a Lione dove,
in breve tempo, furono imitati dalle officine locali (GREENE
r. Un primo gruppo di esemplari, comunemente de- 1979, p. 23, fig. 7.15) e sul Reno (GREENE 1979, p. 69,
finiti ' a guscio d'uovo ', presenta caratteristiche del tutto fig. 26.15). L'affermarsi di produzioni renane contribuì
peculiari ed omogenee al suo interno. Si tratta di coppe a limitare la diffusione dei prodotti betici all'arca medi-
frequentemente carenate, ma a volte anche emisferiche terranea. In Italia essi si trovano attestati principalmente
(tipi 2/247, 2/413--416, 2/417-419) prodotte in argilla bian- sulle coste tirreniche centro-settentrionali, ma in alcuni
castra, mai bianca, spess'o con sfumature di colore di-
casi anche in zone più interne come Sepino (Tavv. CLVII-
verso tendenti al grigio, al rosato, al verdastro. La frat-
CLVIII).
tura presenta in alcuni casi un colore leggermente più
scuro che in superficie. Un leggerissimo strato di rive-
stimento, ottenuto con la stessa argilla del vaso estrema- Produzione del Medio Egitto.
mente diluita, ne ricopre, senza variarne il colore, tutta
Un gruppo molto omogeneo di esemplari è stato rin-
la superficie. Le pareti presentano uno spessore molto venuto in diverse località del Medio Egitto. Si tratta, con
ridotto (mm I-I,5 circa). ogni probabilità, di una produzione locale che rientra
2. Un secondo gruppo di esemplari è costituito da solo marginalmente tra i vasi poteri definiti ' a pareti
coppe più o meno profonde, in genere carenate (la ca- sottili\ I tipi attestati (1_i353, 1/354, 1/355, 1/356, 1_/357)
rena può presentare uno spigolo vivo o arrotondato). consistono in urnette dal corpo ovoide accentuatamente
Esse sono generalmente biansate, sebbene siano ampia- globulare, con o senza anse. L'argilla di questi esemplari
mente attestate anche coppe prive di anse. Si tratta dei sembra a volte meglio depurata, altre più ricca dì inclusi
tipi 2/268-269 (con decorazioni r30, 56, 124, II), 2(270- sabbiosi. Una peculiarità di questi vasi consiste nel loro
272 (con decorazioni II, 126, 127, 96, 5 a, b, n, 218, rivestimento: molto leggero e diluito, di colore più chiaro
388-391, 373, 129, 91), 2.1273 (con decorazioni 5 b, f, 1, di quello dell'argilla, che ricopre la superficie esterna del
n, o, II, I2, 48, 17, 132~134, 51, 63, 385,386,213, 389, vaso. Gli esemplari noti sono decorati a barbottina (de-
54,359,363, r29, 133-140), 2/253-254 (decorazioni 217, 6, corazioni 112, 74, 380, 65, 12, 220) con motivi che sem-
6r), 2/266-267 (decorazioni 124, la più attestata, 48, 13, brano richiamare alcune decorazioni caratteristiche della
44, 380, 22, 147, 165), tipi 2/293, 2/397, 427 (decorazioni Penisola Iberica. La decorazione appare a volte sovradì-
42, 112, 210, 374, 393), 2/260 (con decorazioni II, 13r, pinta con un colore più chiaro di quello del rivestimento
393), r/380-381 (con decorazioni 68, 159, 126), il tipo della parete, altre volte sembra realizzata direttamente
2./241 (con decorazione II) e 2/226 con decorazioni 48 con argilla più chiara, in alcuni casi quasi bianca.
e 227. La pasta di questi esemplari è in genere abba- La diffusione di questo prodotto dovette avere un
stanza ben depurata, omogenea e di durezza variabile, la carattere esclusivamente locale o regionale. Sarà impor-
frattura è sempre netta (.M..AYET 1975, p. 152). I vasi tante approfondire l'indagine per definire più esattamente
sono sempre rivestiti da ingubbiatura di colore arancio- la cronologia dei tipi attestati che, al momento, sono
rosato, quasi sempre con riflessi metallici. collocati nell'ambito del Il sec. d.C. (HAYES 1976). Sarà
La produzione del primo gruppo di vasi ' a guscio utile inoltre individuare eventuali influenze esercitate,
d'uovo 1 sembra collocarsi, da quanto si desume dalle su questa, da produzioni diverse, forse anche dalla Pe-
stratigrafie di Ampurias, Tarragona e Pollentia, intorno nisola Iberica.
all'età di Claudio (MAYET 1975, p. 69). Si è anche pen-
sato, a causa della forte omogeneità di questo prodotto, Produzione sud-gallica.
che esso dovette essere stato fahbricaro in un arco cii
tempo molto limitato, forse ad una sola generazione e Sono stati attribuiti a questa produzione coppe e
probabilmente anche ad un'unica officina (MAYET bicchieri di vario tipo. Un primo gruppo di esemplari
1975, p. 147 ss.). Un dato importante per precisare la comprende coppe del tipo 2/408 e 2/217 sulle quali sono
cronologia di questo gruppo di vasi è fornito dalle strati- attestate le decorazioni 14, 63, 112, oltre ad alcune coppe
grafie ostiensi. Esse mostrano come ì vasi ' a guscio decorate a barbottina (GREENE 1979, p. 52). Un altro
d'uovo ' siano presenti, non solo per tutto il periodo gruppo di vasi comprende bicchieri simili al tipo I/I53
flavio, ma anche in seguito (e forse in quantità più con- sui quali si trova eseguita in genere la decorazione 36
sistenti) fino all'età adrianea (RICCI 1973, p. 351, tabella con l'aggiunta di sabbiatura 63. Compaiono anche bic-
4). L'arco cronologico di questa importante produzione chieri simili al tipo 1_/103 decorati con fasce di rotella-
abbraccia quindi un periodo piuttosto ampio che, dalla ture 5 f. Essi sono attestati in dimensioni diverse (nel-
metà del I sec. d.C., arriva almeno al secondo quarto l'ambito dello stesso tipo): si oscilla da esemplari alti
del II secolo. La varietà dei tipi attestati, pur se nell'am- cm 25-30 a esemplari molto piccoli) alti cm 6~8 (non mi
bito di una stessa forma~ non sembra escludere la pre- è possibile indicare in modo più preciso le caratteristiche

35o
CERAMICA A PARETI SOTTILI

cii uuestì vasi osservati solo nelle vetrine del museo di L'argilla degli esemplari rinvenuti in contesti preflavi
Jv1ilfau). Dovettero essere state prodotte in questa area è normalmente gialla o camoscio marrone. L'impasto è
anche alcune coppe a matrice (tipo 2/237) con decorazione piuttosto soffice e contiene grandi e frequenti particelle di
nrd e l'aggiunta di sabbiatura (decorazione 63) all'in- mica che giacciono sul piano superficiale del vaso (GREENE
terno del vaso. 1979, p. 43).
L'argilla di questi esemplari è in genere abbastanza Gli esemplari dì età flavìo-adrianea invece presentano
ben depurata, simile a quella dei vasi in terra sigillata un impasto più duro e cotto a temperatura più altai tanto
sud-gallica degli stessi centri (GREENE 1979, p. 52). che l'argilla può diventare del tutto bianca e le parti-
È stata osservata a volte la presenza di mica nella pasta; celle di mica non più visibili (GREENE 1979, p. 43).
rnJ.c presenza è tuttavia determinata dal grado di cottura Il rivestimento delle pareri è in genere ài colore che
dt~i vasi: negli esemplari cotti a temperature più alte varia dal marrone-rossiccio fino quasi al nero. Il rivesti-
es;:;a tende a scomparire (GREENE 1979, p. 52). La pasta mento dei vasi preflavi è in genere piuttosto opaco,
è in genere di colore camoscio, a volte tendente all'aran- mentre quello degli esemplari più tardi può presentare
cio. L'ingubbiatura eseguita 'sulle coppe non a matrice una lucentezza con riflessi meta1lici. Nei prodotti del
è piuttosto consistente, lucida, di colore che tende al tardo II secolo, la decorazione è spesso applicata sopra
m;rrone, quella delle coppe a matrice può assumere toni al rivestimento (GREENE 1979, p. 43).
di un colore marrone-dorato pallido, o marrone-castano, La produzione di Lezoux ha inizio nel prlmo periodo
più scuro (GREENE I979, p. 52). Sui bicchieri l'ingubbia- tiberiano, contemporaneamente alla produzione di La
rura è più diluita e di un colore tendente al bruno o al Graufesenque. Rispetto a quest'ultima, gli esemplari
bruno-rossiccio. di Lezoux, riferibili al I sec. d.C., appaiono di qualità
:È difficile al momento individuare, nell'ambito del- piuttosto scadente, decisamente inferiori al prodotto
farea sud-gallica le caratteristiche peculiari delle diverse sudgallico. Intorno alla fine del I sec. d.C., cominciano
officine e dei diversi centri che sicuramente dovettero tuttavia ad essere attestati esemplari con argilla più dura,
operare nella zona. Fra questi il più importante dovette ben cotta, con un rivestimento piuttosto lucente e ornato
essere quello di La Graufesenque dove si trovano at- da nuovi motivi decorativi (GREENE 1979, p. 43). Questi
tesrnti tutti i tipi sopra menzionati. Un'altra produzione perfezionamenti nella tecnica di esecuzione resero i
di coppe, simile alla precedente, sembra essere localiz- prodotti centrogallici più richiesti anche al di fuori
nrn a Montans ed un'altra ancora a Galanes (GREENE dell'area regionale. A partire dal 120 d.C. e per tutto il
1979, p. 50 ss.). In quest'ultimo centro furono pro- II sec., questi vasi si trovano attestati anche in Britannia
dotte sia coppe che bicchieri come anche, in età claudio- (GREENE 1979, p. 43 ss.).
neroniana, coppe a matrice. L'inizio della produzione Allo stato attuale delle conoscenze, non è possibile
di La Graufesenque sembra possa localizzarsi tra il tracciare una carta di distribuzione che permetta di co-
peri.odo tardoaugusteo e la fine dell'età tiberiana (GREENE gliere la diffusione di questo prodotto. Alcuni dati sem-
1979, p. 54); come per altre produzioni galliche, il pe- brano tuttavia indicare un'assenza di questi vasi sia da
riodo di maggiore popolarità sembra compreso fra il Vindonissa che, prima del periodo flavio, dall'area re-
40 o il 70 d.C. (GREENE 1979, p. 54). Questa cronologia nana (GREENE 1979, p. 46). La ipotetica presenza di
riguarda però essenzialmente la produzione di coppe un esemplare centrogallico nell'area danubiana fa tut-
poiché i bicchieri continuarono ancora ad essere fabbri- tavia riflettere sulla necessità di un approfondimento
cati oer tutto il II e III secolo. dell'indagine in questa zona. Nell'ambito della Gallia
N(_;n è possibile al momento delineare la diffusione questo prodotto sembra diffuso prevalentemente nel-
dei vasi prodotti in quest'area che tuttavia può immagi- l'area settentrionale ed occidentale della provincia (GREENE
narsi piuttosto vasta;si pensi,infatti, che le coppe a matrice 1979, p. 46).
appaiono attestate, anche se da un numero limitato di Si può osservare infine che la scelta del repertorio dì
esemplari, nelle due Germanie, in Britannia, Retia e forme, tendenzialmente alte e chiuse fu, come è stato
Norico (GREENE 1979, p. 54). osservato, sicuramente condizionata dal successo riscosso
dalle coppe di Lione (GREENE 1979, p. 43); tuttavia è
Produzione della Gallia centrale. necessario ricordare che per il periodo che va dalla fine
del I sec. d.C. a tutta la durata della produzione, ìa scelta
Tra i diversi centri che dovettero operare nella Gallia di contenitori così grandi ed allungati dovette rispondere
centrale, quello di Lezoux è, al momento, meglio co- ad una esigenza oltre che di gusto, anche, probabilmen-
nosciuto a causa del rinvenimento dì numerosi scarti te, a quella del contenuto cui erano destinati. Si può
di fornace (GREENE 1979, p. 43). osservare che nella pur vasta produzione di Colchester,
,,. trovano qui proàotti vari tipi di bicchieri dal corpo come anche nelle produzionì del basso Reno, sono pre-
ahcr. e allungato. Si tratta dei tipi 1)44, I1II2, ri128.1 senti a partire dallo stesso perioào forme e tipi analoghi
r sui quali sono realizzate, oltre che la consueta de- a quelli centrogalìici.
cors.zione a sabbiatura (decorazione 63), alcuni motivi
caratteristici di quest'area di produzione (decorazioni Produzione di Lione.
346-347, 110).
le poche coppe attestate si ricordano j tipi 2/237 I tipi presi qui in esame sono attribuibili con sicurezza
con decorazione 408, e tipi similì con decorazione 63. a questo centro di produzione. La scoperta di alcune

351
CERAMICA A PARETI SOTTILI

officine ceramiche (LASFARGUES 1972; LASFARGUES~VER- 1979, p. 17). Le scuse attestazioni nel Norico dovreb-
TET 1968; LASFARGl:ES-VERTET 1970) e gli studi condotti bero essere studiate in rapporto alla diffusion-:;: in quelle
negli ultimi anni sui materiali provenienti da Lione zone dei prodotti dell'area adriatica, della valle padana
(GREENE 1979) hanno reso possibile di tracciare un centro--occidentale e del b:::.sso Reno.
quadro dì questa produzione. Con il 70 d.C. sembra verificarsi una profonda e re-
pentina crisi di questo centro di produzione. I vasi di
r. Un primo gruppo di esemplari è costituito da bicchieri
Lione sembrano infatti assentì da stratigrafie vespasiano-
che presentano un'argilla di colore rosso acceso; la pa-
domìzianee del limes germanico (GREEKE 1979, p. 17).
sta è piuttosto scistosa, ricca di inclusi calcarei all'interno
In Britannia questo tipo dì ceramica sembra soprav-
e ferrosi all'esterno, la superficie del vaso è tendenzial-
vivere ancora per breve tempo, forse fino al primo pe-
mente ruvida, priva di politura e di rivestimento. Appar-
riodo flavio, mentre è assente dalle fondazionì di Agricola
tengono a questo gruppo i bicchieri attribuibili ai tipi
nel nord dell'Inghilterra e in Scozia (GREENE 1979, p. 17).
1h58, 1_i159, r/162.
Il quadro tracciato su questa produzione non è tutta-
2. Un secondo gruppo dì vasi presenta un'argilla di via sufficiente ad illustrare il panorama completo dei
colore crema pallido, in genere molto chiaro, spesso con tipi prodotti, ma soprattutto a determinare il carattere
sfumature grigie, mai completamente bianca (è questo della diffusione e della crisi di questa produzione che
un elemento che aiuta a distinguere i prodotti dì Lione andrebbe più approfonditamente studiata anche in rap-
da quelli del basso Reno) e mai color camoscio o marrone porto alla diffusione dei prodotti renani e britannici che
(GREENE 1979, p. 13). Il rivestimento, che copre l'in- si sono successivamente sostituiti a quelli del vasto mer-
tera superficie del vaso, può variare dal rosso-bruno fino cato continentale.
quasi al nero, più frequentemente appare grigio-marrone
scuro. Tale rivestimento, quando è ben conservato, è
molto consistente, aderisce bene al vaso ed è quasi lu-
Produzione del basso Reno.
cido; un aspetto metallico, che a volte si produce, è un Come per l'area sud-gallic~ non è possibile indivi-
probabiìc effetto delle condizioni del suolo in cui i fram- duare i singoli centri di produzione che operarono in
menti sono conservati. Dove il rivestimento è più spesso questa zona. Questi ultimi dovettero comunque essere
(ad esempio nelle scanalature) o più sottile (ad esem- piuttosto numerosi dal momento che il panorama com-
pio sulla decorazione) il colore può dar luogo a varia- plessivo di questi prodotti è piuttosto disomogeneo
zioni di tonalità (GREENE 1979, p. 13). Con queste ca- (GREENE 1979, p. 56).
ratteristiche è prodotta la maggior parte dei tipi atte- Le attestazioni note sono attribuibili a coppe del tipo
stati. Si tratta per lo più di coppe relative ai tipi 2/214, 2/406, 2/315, 2 1235, 2/4II; su di esse sono attestare le
2/244, 2_/235, 2/236, 21420, 2/330, 2_/220, 2/282 e del decorazioni 63,14 con l'aggiunta di 63 nella pane interna
bicchiere 1/n3. Su questo gruppo di esemplari sono del vaso, 369, 125.
attestati numerosi e diversi morivi decorativi: 5 f, 93, Alcune coppe imitano, sia nella morfologia del vaso che
224, 22, 63, 5, 5 a-d, f, m, i, 63, 148, 163, 70, 14, 334- soprattutto nella scelta dei motivi decorativi impiegati, i,
336, 3/3, 143, 383, 384, 382, 211, 142, 91, 337, 338, prodotti di Lione. Sì tratta dei tipi 2/236 e 2/231 sui quali
105--107, 159,344, 345, IIO, 369,401, 18, 72. Tra questi sono eseguite le decorazioni 72, 104. Viene compiuto
alcuni (come i motivi 18, 72) sono legati caratteristi- inoltre, da questi centri, un tentativo di imitare prodotti
camente a questo centro di produzione. Infine si è os- spagnoli come il tipo 1/56 con decorazione I I I (GREEN:E
servato che sono stati prodotti in questo centro anche 1979, p. 61, fig. 25.16).
alcuni tipi caratteristici dell'area betica (GREENE 1979, È attestato anche un considerevole numero di bic-
p. 23). chieri: tipi 1/89, 1/129, 1/369, 1/r83, 1/382, 1/137, 1/154,
Gli studi più recenti pongono il termine iniziale di 1ir51, 1 1376, 1/150, 1Jz91 sui quali sono eseguite le de-
questa produzione intorno all'età augustea (GREENE corazioni 5, 5 b, 14, 375, 104, 63, 41.
1979, p. r3 ss.), Da questo periodo fino circa al 40 d.C. La molteplicità dei centri produttori in quest'area
dovette progressivamente completarsi il repertorio delle è evidenziata dalla dìversità della pasta e delle caratteri-
forme e dei tipi prndotti_1 eone- anche felaborazione dei stiche di fattura dei vasi. Un primo gruppo di reperti:.
motivi decorativi ad esse associati. In età claudio~ne- sicuramente il più attestato e significativo, presenta una
roniana si trovano ormai definite le caratteristiche di argilla caratteristicamente bianca, dura e sottile. L'in-
questa produzione (GREENE 1979, p. 13 ss.). Per tutto gubbiatura è piuttosto opaca, di colore che varia dal
il primo periodo i vasi di Lione appaiono limitatamente marrone scuro al nero. La tecnica di esecuzione e soprat-
esportati: oltre che localmente sembrano presemi sol- tutto la tecnica di cottura non sono molto accurate;
tanto a Vindonissa. Nel periodo invece di massima espan- compaiono infatti, spesso, macchie di colore sulla super-
sione i vasi ài questo centro sono attestati in un'area ficie esterna. La parte inferiore del vaso presenta spesso
molto più vasta. Si trovano principalmente nella Rctia, un tono di colore diverso a causa dell'impilamento dei
nelle due Germanie e in Brìtannia (Tav. CLIX). vasi durante la cottura; questi difetti tecnici non si no-
La loro distribuzione sembra praticamente escludere tano mai sui vasi di Lione (GREENE 1979, p. 56).
sia 11. Penisola Iberica che l'Italia ed assumere un carat- Altri gruppi di esemplari presentano una pasta di
tere prevalentemente continentale articolandosi lungo le colore diverso che va dal marrone all'arancio-marrone,
grandi vie fiuvial.i del Reno e del Danubio (GREENE al camoscio. Il rivestimento varia dal rosso pallido al

35 2
CERAMICA A PARETI SOTTILI
-----------
n :~rrone dorato, in genere lucente (GREENE 1979, p. dotti italici) e vasi imitanti i più caratteristici prodotti
A Hofheim sembra essere preponderante un'argilla di Lione,
d: colore rosso-bruno che sembra assente altrove (GREENE Anche a Colchester, come in tutta l'area continentale,
I ()/9; p. 59). si assiste, a partire dagli inizi del II sec. d.C., ad un cam-
1 ,a distribuzione di questi vasi sembra concentrarsi biamento nella scelta del repertorio morfologico e de-
:-.,m~"<1rtutto nell'area renana settentrionale; a sud le testi- corativo (che perdura in alcuni casi fino al IV sec.) che
rrr;,nianze sembrano piuttosto sporadiche, mentre ad est privilegia la fabbricazione di bicchieri allungati, spesso
r:.ir;.:iungono Treviri (GREENE 1979, p. 56 ss.). Prodotti di grandi dimensioni. Con l'affermarsi di questi nuovi
pn,\ cnienti da questa area non sembrano mai presenti
1
tipi si verifica una frattura, per la prima volta così netta,
;uuc coste del 1V1editerraneo. fra le produzioni mediterranee e quelle delle zone con-
l ,a cronologia iniziale di questi vasi sembra grosso modo tinentali.
comcidere con il periodo di massima fioritura delle offi- Dal II al IV sec. d.C. si trovano attestati a Colchester
cine dì Lione, fra il 40 e il 70~8,o d.C. (GREENE 1979, p. i tipi 1/291, l 1120, 1/133, 1/153, 1/184, 1/182, 1_'185,
È probabile che con la fine del I sec. si verifichi Ilr51, 1/374, 1/375, r/170, 1/146. Alcuni di questi
ur:: radicale cambiamento di gusto per cui si passa dalla sono eseguiti senza decorazione, su altri sono invece
prnduzione di coppe, in qualche modo ancora legate a attestate decorazioni diverse, pur se nell'ambito di un
modelli comuni anche all'area mediterranea (pur nella repertorio molto ristretto: più frequentemente sembra
p<.:rricolarità dei motivi decorativi e nella tecnica di fab- documentata la decorazione sabbiata (decorazione 63),
bricazione) alla scelta di bicchieri, spesso di grandi di- spesso eseguita su pareti a depressioni (decorazione
mensioni che costituiscono il prodotto più caratteristico 36); in molti casi, invece, le depressioni appaiono da
delrarca continentale nei secoli successivi. Questo fe- sole, senza altro ornamento. Sono anche attestati bic-
noffì.cno si riscontra infatti, oltre che nella produzione re- chieri decorati con diversi tipi di rotellature 5, 5a-b, L
nana, anche in quella gallica e britannica. In modo del tutto isolato sembra attestata la decorazione
a barbottina con un motivo piuttosto semplificato (deco-
Pcoduzione di Colchester. razione r 58).
Questi vasi ebbero probabilmente una diffusione sol-
-rz facile trovare nel corso del I sec. d.C., tra i prodotti tanto regionale; la somiglianza, tuttavia, di alcuni tipi con
continentali delle zone oltr' Alpe e della Britannia, vasi alrri prodotti nell'area centrogallica o renana rende ne-
che imitano tipi caratteristici dei centri della Betica cessario un esame più approfondito sull'argilla prima di
(rnc:no frequentemente si trovano imitazioni dei pro- escludere una diffusione più ampia.

,\d. F C., lf
353
INDICE DEI TIPI
I numeri I o 2 che precedono, separati da una sbarra, i numeri indicanti ì tipi si riferiscono alle forme dei
vasi (r: bicchieri; 2: coppe), e quindi si alternano indipendentemente dall'ordine progressivo in cui sono disposti
i numeri dei tipi.

Tipo 1 iI : p. 243 Tipo l /51: p. 255 Tipo 1/ro9: p. 266


Tipo l /2: p. 245 Tipo 1/52: p. 255 Tipo I /I IO: p. 267
Tipo l 3: p. 244 Tipo 1/53: p. 256 Tipo I /III: p. 267
Tipo l /4: p. 244 Tipo l/ 54: p. 256 Tipo r/112: p. 265
Tipo l /5: p. 245 Tipo 1/55: p. 256 Tipo I/II3: p. 270
Tipo I /6: p. 245 Tipo 1/56: p. 256 Tipo l/l 14: p. 265
Tipo 117: p. 245 Tipo 1/57: p. 256 Tipo 2/IIS: p. 305
Tip.ol /8: p. 245 Tipo 1/59: p. 257 Tipo r/u6: p. 267
Tipo l /9: p. 245 Tipo 1/60: p. 257 Tipo 1/117: p. 271
Tipo I/II: p. 246 Tipo l /61: p. 257 Tipo r/u8: p. 267
Tipo I /12: p. 246 Tipo 1/62: p. 257 Tipo I,1II9: p. 267
Tipo 1/13: p. 246 Tipo 1/63: p. 259 Tipo 1/120: p. 271
Tipo l'I4: p. 246 Tipo I/64: p. 260 Tipo 1/122: p. 267
Tipo l /15: p. 247 Tipo 1/65: p. 259 Tipo 1/123: p. 268
Tipo I /16: p. 247 Tipo 1/66: p. 259 Tipo 1/124: p. 268
Tipo I /17: p. 247 Tipo 1_/69: p. 259 Tipo I /125: p. 269
Tipo Iil8'. p. 247 Tipo 1170: p. 259 Tipo 1/126: p. 269
Tipo 1,,19: p. 247 Tipo 2172: p. 286 Tipo I/127: p. 269
Tipo 1/20: p. 248 Tipo 1/73: p. 260 Tipo 1/128: p. 269
Tipo 1 /21: p. 249 Tipo 1/76: p. 260 Tipo I,II29: p. 270
Tipo I /22: p. 249 Tipo 2/77: p. 307 Tipo 1/130: p. 269
Tipo I 123: p. 250 Tipo 1/78: p. 260 Tipo 2/131: p. 281
Tipo I _:'24: p. 249 Tipo 1/79: p. 261 Tipo 1/132: p. 274
Tipo I 125: p. 249 Tipo I .180: p. 261 Tipo 1iI33: p. 271
Tipo I /26: p. 250 Tipo I i8I: p. 261 Tipo 2 134: p. 303
Tipo l .'27' p. 250 Tipo I /82: p. 261 Tipo l!I35: p. 258
Tipo l /28: p. 250 Tipo I /83 : p. 261 Tipo 1/13r p. 271
Tipo l/29: p. 250 Tipo 1/84: p. 261 Tipo 2/138: p. 282
Tipo I /30: p. 251 Tipo l /8 5: p. 262 Tipo 11144: p. 265
Tipo I _/3 I : p. 251 Tipo 1/86: p. 262 Tipo I /146: p. 277
Tipo I .133: p. 252 Tipo r/87: p. 262 Tipo 1/149: p. 273
Tipo I134: p. 252 Tipo 1/88: p. 262 Tipo I /150: p. 2 73
Tipo l ,35: p. 252 Tipo 1/89: p. 262 Tipo I /151: p. 272
Tipo I/36: P· 252 Tipo 1/90: p. 263 Tipo 1,1153: p. 272
Tipo ::,; . p. 251
I /-,,.,. Tipo l '9': p. 263 Tipo 1.i154: p. 172
Tipo I_/38: p. 254 Tipo 1,/92: p. 263 Tipo 2j1)5: p. 282
Tipo l /39: p. 252 Tipo I i93: p. 263 Tipo 1/156: p. 2 74
Tipo I 140: p. 253 Tipo l /96: p. 263 Tipo 11157: p. 274
Tipo 1 ,41: p. 253 Tipo 1/97: p. 263 Tipo 1/158: p. 274
Tipo u42: p. 253 Tipo 1 !98: p. 264 Tipo I •159: p. 2 75
Tipo 1143: p. 253 Tipo 1/99: p. 264 Tipo 1JI6I: p. 2 75
Tipo l ,44: p. 253 Tipo l ·100: p. 264 Tipo l 1162: p. 2 75
Tipo 1 /45: p. 254 Tipo I 1101; p. 264 Tipo 164: p. 2"7t;;
Tipo l ,46: p. 254 Tipo 1/102: p. 265 Tipo 165: p. 2 75
Tipo u47: p. 255 Tipo /ro3: p. 264
I Tipo 166: p. 2 75
Tipo 1/48: p. 255 Tipo 1/ro4: p. 265 Tipo 167: p. 276
Tipo 1:49: p. 255 Tipo l 105: p. 266 Tipo l 168: p. 276
Tipo l / 50: p. 2):, Tipo I i106: p. 266 Tipo 169: p. 276

354
CERAMICA A PARETI SOTTILI
-----~---- - - - , - - - ~

Tipo I/170: p, 073 Tipo 2/247: p. 293 Tipo 2,/330: p. 292


Tipo I/ I /1 : p. 276 Tipo 2 1248: p. 283 Tipo 2/331: p. 304
Tipo I, I/2: p. 276 Tipo 21249: p. 306 Tipo 2/332: p. 305
Tino rn73: p. 276 Tipo 2i250: p. 306 Tipo 2 1333: p. 305
Tipo r_·Jì7: p. 277 Tipo 2.1251: p. 307 Tipo 2,334: p. 308
Tipo 1/178: p. 2]ì Tipo 2 253: p. 311 Tipo 21336: p. 309
l ipo 2/I79: p. 304 Tipo 21254: p. JII Tipo 21338: p. 3rr
'i :po 1 /I 82: p. ,-,
-1- Tipo 2/255: p, 312 Tipo I '339: p. 280
T:po I/I 83: p. 270 Tipo 2/256: p. 312 Tipo 11340: p. 258
·:
' r/184: p. -,-
")"7')
Tipo 2,1257: p. 302 Tipo 2/34I: p. 296
Tipo 1/i85: p, 272 Tipo 2/258: p, 312 Tipo 11342: p. 258
T.i.po I /186: p. 278 Tipo 2/260: p. 303 Tipo 2/343: p. 291
Tmo r/18;: p. 278 Tipo 2/261: p. 304 Tipo 21 344: p, 286
Tino 1 II 88: p. 278 Tipo 2/262: p, 307 Tipo 2/345: p. 290
Tipo I 1189: p. 278 Tipo 2/263: p. 307 Tipo 2,1346: p. 290
Tipo I /190: p. 278 Tipo 2/264: p. 313 Tipo 2134;: p. 292
Tipo 1 'I 91 '. p. 279 Tipo 2/265: p. 308 Tipo 2/348: p. 287
Tipo rh92: p. 280 Tipo 21266: p. 309 Tipo 2,1349: p. 305
Tipo I /193; p. 2ì8 Tipo 2/267: p. 309 Tipo 1:350: p. 259
Tipo 1,194: p. 279 Tipo 2/268: p. 309 Tipo l '353' p. 281
Tino 11195: p, 279 Tipo 2/270: p. 310 Tipo 11 354: p. 281
Tipo 21196: p. 297 Tipo 2/271: p. 310 Tipo I ,355: p. 281
Tipo 1 .1198: p. 280 Tipo 21272: p. 310 Tipo 1 /356: p, 280
Tmo 2/200: p. 297 Tipo 2.1273: p. 310 Tipo l.357' p. 28r
Tino 2/201: p. 297 Tipo 2/274: p. 31! Tipo 1,359: p. 243
Tipo I :202: p. 280 Tipo 2/279: p. 297 Tipo I /360; p. 246
Tipo l ·204: p. 277 Tipo 2/280: p. 313 Tipo l /361: p. 246
Tino 1/205: p. 277 Tipo 2/281: p. 313 Tipo I /362: p. 248
Tipo. 1 206: p. 280 Tipo 2/282: p. 313 Tipo l '363; p, 249
Tìpn 1.-'208: p. 280 Tipo 2,283: p, 301 Tipo 1 '364: p. 258
Tino 2,'210: p. 296 Tipo 2i284: p. 302 Tipo 1 365: p. 258
Tipo r:'21I: p. 257 Tipo 2/286: p. 282 Tipo I .366: p. 260
Tipo 1/212: p. 258 Tipo 2/287: p. 299 Tipo 1/367: p. 268
Tipo 2/214: p. 287 Tipo 2/289: p, 296 Tipo 11368: p. 269
Tino I 1215: p. 274 Tipo 2 1290: p. 301 Tipo l 369: p. 270
Tipo 2 '216: p. 288 Tipo I 1291: p. 260 Tipo 1 370: p. 270
Tipo 2/217: p. 294 Tipo 2/292; p. 283 Tipo I '371: p, 270
Tipo 2,219: p. 294 Tipo 21293: p. 301 Tipo 1.'373: p. 271
T'.po 2/220: p. 294 Tipo 2!294: p. 293 Tipo 11374: p. 273
Ti.!)() 21221: p. 295 Tipo 2/295: p. 307 Tipo p.
Tipo 2/222: p. 300 Tipo 2/296: p. 281
l 1375: '"
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Tipo 1.376: p. 273
Tipo 2/223: p. 299 Tipo 2/298: p. 282 Tipo I '377: p. 2 73
Tipo 21224: p. 299 Tipo 2,:300: p. 293 Tipo l '378: p. 276
Tipo 2/225: p. 299 Tipo 2_1302: p. 283 Tipo I ·1379: p. 2 77
Tipo 21226: p. 304 Tipo 21304: p. 301 Tipo I /380: p. 279
Tipo 2./227: p, 305 Tipo 2/305; p. 301 Tipo I 1381: p. 279
Tipo 2/228: p. 303 Tipo 2/306: p. 312 Tipo l /382; p. 270
T•rw 2/229: p. 303 Tipo 2 '307: p. 312 Tipo 2/383; p. 29~
'].ipo 2l230: p. 292 Tipo 2i308: p, 308 Tipo p. 298
21'384:
Tipo 21231: p. 284 Tipo 2/31 I: p. 309 Tipo 2,/385: p, 098
Ti.po 2/232: p. 286 Tipo 2 316: p. 298 Tipo 2 386: p. 298
Tino 2/235: 29I p. Tipo 2/315: p. 289 Tipo 2-"38;: p. 299
'I ipo 2_'236: 291 p. Tipo 2 3 17: p. 295 Tipo 2 -'388: p. 298
21237: 294 p. Tipo 2,1318: p. 297 Tipo 21389: p. 299
2/239: 306 p. Tipo 2 ,1319: p. 308 Tipo 21390: p. 299
mo 2/240; 306 p. Tipo 21320: p, 2H3 Tipo 21391: p. 297
·1 !l)O 2/24r: 302 p. Tipo 2/321: p. 295 Tipo 2;393: p. 101
·1 ipo 2/242: p. 290 Tipo 2.1322: p. 284 Tipo p. 300
2 394:
Tipo 2 /243: p. 313 Tipo 2.:"323: p. 291 Tipo 2 1395: p. 300
Tino 2:'244: p. 294 Tipo 2,1327: p. 283 Tipo 2/397: r 301

355
CERAMICA A PARETI SOTTILI ________________ ___
-----·-·· -~" ,,
.. ---------

Tipo 2/398: p. 303 Tipo 2_/410: p. 289 Tipo 2/421: p. 295


Tipo 2/399: p. 303 Tipo 2/411: p. 292 Tipo 21422: p. 295
Tipo 2:·'401: p. 282 Tipo 2/412: p. 292 Tipo 2•423: p. 295
Tipo 2/402: p. 285 Tipo 2/413: p. 293 Tipo 2/424: p. 296
Tipo 2/403: p. 285 Tipo 21414: p. 293 Tipo 21425: p. 296
Tipo 2:404: p. 285 Tipo 21415: p. 293 Tipo 2/427: p. 301
Tipo 21405: p. 286 Tipo 2.-'416: p. 293 Tipo 2/428: p. 312
Tipo 2/406: p. 287 Tipo 2,:417: p. 293 Tipo 2/431: p. 280
Tipo 2/407: p. 288 Tipo 2:418: p. 293 Tipo 1/432: p. 277
Tipo 2/408: p. 289 Tipo 2/419: p. 293 Tipo 2/433: p. 283
Tipo 2/409: p. 289 Tipo 2/420: p. 294

INDICE DELLE DECORAZIONI

Decorazione 1 : p. 323 Decorazione 28: p. 32 4 Decorazione 79: p. 339


Decorazione 2: p. 328 Decorazione 29: p. 323 Decorazione 80: p. 342
Decorazione 3: p. 327 Decorazione 31: p. 323 Decorazione 81: p. 328
Decorazione ,.
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p. 314 Decorazione oo.
o-- p. 323 Decorazione 82: p. 322
Decorazione 5: p. 316 Decorazione 33: p. 326 Decorazione 83: p. 328
Decorazione 5 a: p. 316 ,.
Decorazione 3'. p. 321 Decorazione 84: p. 328
Decorazione 5 b: p. 317 Decorazione 35: p. 324 Decorazione 86: p. 334
Decorazione 5 e: p. 316 Decorazione 36: p. 318 Decorazione 87' p. 329
Decorazione 5 e: p. 317 Decorazione 37: p. 32 7 Decorazione 88: p. 341
Decorazione 5 f: p. 317 Decorazione 39: p. 314 Decorazione 90: p. 329
Decorazione 5 a•
o· p. 317 Decorazione 40: p. 314 Decorazione 9r: p. 331
Decorazione 5 h: p. 318 Decorazione 4 I : p. 321 Decorazione 92: p. 322
Decorazione 5 1: p. 318 Decorazione 40•
-· p. 324 Decorazione 93: p. 331
Decorazione 5;: p. 318 Decorazione 4".
O• p. 313 Decorazione 94: p. 329
Decorazione 5 m: p. 316 Decorazione 44: p. 324 Decorazione 96: p. 314
Decorazione 5 n: p. 318 Decorazione 45: p. 325 Decorazione 97: p. 316
Decorazione 5 o: p. 317 Decorazione 46: p. 330 Decorazione 98: p. 329
Decorazione 5 p: p. 318 Decorazione 40·
·" p. 323 Decorazione 99: p. 329
Decorazione 5 q: p. 318 Decorazione 48: p. 322 Decorazione mo: p. 329
Decorazione sr: p. 317 Decorazione 49: p. 325 Decorazione 103: p. 333
Decorazione 6: p. 315 Decorazione 50: p. 330 Decorazione 104: p. 330
Decorazione '. p. 314
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~· p. 326 Decorazione IO): p. 332
Decorazione 8: p. 3r5 Decorazione 53: p. 325 Decorazione 106: p. 332
Decorazione 9: p. 315 Decorazione 54: p. 326 Decorazione 107: p. 3°" o-
Decorazione IO: p. 329 Decorazione 55: p. 326 Decorazione 108: p. 333
Decorazione Il: p. 319 Decorazione 56: p. 325 Decorazione JI0: p. 333
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Decor22ione 15: p. 320 Decorazione 6".
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Decorazione 16: p. 326 Decorazione 65: p.
341 Decorazione 117: p. i.1.2
Decorazione 17: p. 326 Decorazione 6c: p. 333 Decorazione 119: p. 336
Decorazione 18: p. 321 Decorazione 69: p. 335 Decorazione 121: p. 316
Decorazione 19: p. 325 Decorazione 70: p. 320 Decorazione 122: p. :).,-:)
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Decorazione 21: p. 31 5 Decorazione 71; p. 328 Decorazione 123: p. 3,::3


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Decorazione 24: p. 328 Decorazione 74: p. 338 Decorazione 125: p. 330
Decorazione 25: p. 324 Decorazione 76: p. 339 Decorazione 126: p. 330
Decorazione 26: p. 324 Decorazione / /. p. 339 Decorazione 132: p. 341
Decorazione 2"''. p. 327 Decorazione 78: p. 326 Decorazione 'JJ• p.
T "l "l •

356
CERAMICA A PARETI SOTTILI
..,.,,,.. p. Decorazione 367: p. 336
nccnrn.zione 134: p. 340 Decorazione --J· 329
ì >ccorazione T"'.!<;'"
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2'"7' Decorazione 369: p. 337
1ìccorazione I,.,"').
: ) i . p. 339 Decorazione 228: p. 321 Decorazione 370: p. 337
.! ì~~corazione 139: p. 334 Decorazione 229: p. 327 Decorazione 371: p. 337
1c-coraz10ne 141: p. 341 Decorazione 230: p. 32 7 Decorazione 372 : p. 337
;cet)razìone 142: p. 342 Decorazione 231: p. 327 Decorazione 373: p. 337
,\:corazione 143: p. 335 Decorazione 232: p. 327 Decorazione 374: p. 337
:Teo razione 144: p. 342 Decorazione 233: p. 331 Decorazione 375: p. 338
J h:corazione 1 45: p. 326 Decorazione 334: p. 330 Decorazione 376: p. 338
Decorazione 146: p. 321 Decorazione 335: p. 330 Decorazione 377: p. 338
Decorazione r47: p. 340 Decorazione 336: p. 330 Decorazione 378: p. 338
Decorazione 149: p. 343 Decorazione 337: p. 331 Decorazione 379: p. 338
l ìccorazione 150: p. 339 Decorazìone 338: p. 331 Decorazione 380: p. 339
l)ecorazione I 5I : p. 322 Decorazione 339: p. 331 Decorazione 381: p. 339
Decorazione r52: p. 321 Decorazione 340: p. 331 Decorazione 383: p. 339
l)ccorazione l53: p. 321 Decorazione 34 1 : p. 332 Decorazione 382: p. 337
l)ccorazione 158: p. 34-0 Decorazione 342: p. 332 Decorazione 385: p. 340
1>eco razione 159: p. 329 Decorazione 343: p. 332 Decorazione 386: p. 340
Dccorazion.e 161: p. 323 Decorazione 344: p. 312 Decorazione 387'. p. 340
f}::corazione 162: p. 343 Decorazione 345: p. '""
))- Decorazione 388: p. 340
Decorazione 163: p. ,--
""" Decorazione 346: p. 333 Decorazione 389: p. 340
l):xorazione 164: p. 343 Decorazione 347: p. 333 Decorazione 390: p. 340
Decorazione 165: p. 340 Decorazione 348: p. 333 Decorazione 391: p. 340
Dc:corazione 168: p. 328 Decorazione 349: p. 334 Decorazione 392: p. 340
D,:corazione 198: p. 3~1 Decorazione 350: p. 334 Decorazione 393: p. 341
Decorazione 209: p. 343 Decorazione 351: p. 334 Decorazione 394: p. 341
Decorazione 210: p. 341 Deccrazione 35 2 : p. 334 Decorazione 395: p. 341
Decorazione 2II: p. 341 Decorazione 353: p. 334 Decorazione 396: p. 341
lftcorazione 212: p. 340 Decorazione 354: p. 335 Decorazione 397: p. 341
fkcorazione 213: p. 34° Decorazione 355: p. 335 Decorazione 398: p. 342
]);;corazione 214: p. 338 Decorazione 356: p. 335 Decorazione 399: p. 3-P
I)ccorazìone 215: p. 338 Decorazione 357: p. 335 Decorazione 401: p. 342
l)ecorazione 216: p. 314 Decorazione 358: p. 335 Decorazione 402: p. 342
Decorazione 217: p. 325 Decorazione 359: p. 335 Decorazione 403: p. 342
} Jccorazione 218: p. 3'1'7 Decorazione 360: p. 335 Decorazione 404: p. 342
I }ècorazione 219: p. ""'
:,--r Decorazione 361: p. 336 Decorazione 406: p. 343
Decorazione 220: p. 322 Decorazione 362: p. 336 Decorazione 4o7: p. 321
Ikcorazione 221: p. 326 Decorazione 363: p. 336 Decorazione 408: p. 321
])eco razione 222: p. 325 Decorazione 364: p. 336 Decorazione 410: p. 333
Decorazione 223: p. 325 Decorazione 365: p. 336 Decorazione 411: p. 330
Decorazione 224: p. 332 Decorazione 366: p. 336
GIUSEPPE PUCCI

TERRA SIGILLATA ITALICA


ABBREVIAZIONI

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qu.cs gau!oiscs et ga!lt1 -romai11cs ii!!ata-Ì)cp01fu11d a1is dc111 Lc'-
dc Roannc, in Gallia_, 24, 1966, pionslagcr Vi11do11is.w, in Ger-
pp. 29 s~. mmM, 33- 19.5~. pp. 36-1-J".':::.
TERRA SIGILLATA ITALICA

FHLMANN R. Fcllmann, Rasd 1/1 Rilmisclu:r LOESCHCKE I 909 S. Locschcke, 1<:.cramischc Fundc
Xàt. Mo11og1·. ::::. l}r- u. Friihgcschi'- in llaltcrn, in Bd1ra1; zur Cic-
drre dcr Schwciz. ro. r955. schichtc dcr 01/f[usrcischc11 /{11h11r
111 Dewuhland, in },1irr. dcr
FIC:llES-GE!'-;TY J. L. Fichcs-P. Y. Gcnry, L.1. càa- Alrcrtwnskomm. f. Il''csrfa!cn_, 5,
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, TERRA SIGILLATA ITALICA

INTRODUZIONE In questa sezione si prenderà in esame la Terra Sigil-


lata Italica, con particolare riguardo alla produzione
liscia (cfr. pp. 379 ss.).
Problemi terminologici,
L'espressione terra sigillata non ricorre mai in alcuna Centri di produzione e fonti letterarie,
fonte antica. Essa fu coniata da un erudito aretino, Fran-
cesco Rossi, alla fine dd '700 (cfr. p. 371) e fu poi auto- Il locus classicus è Plinio (Nat. hist., 35, 160-r): Maior
revolmente proposta - probabilmente indipendente- quoque pars hominwn terrenis utitur vasis. Samia eriam-
mente da H. Dragcndorff in un ormai celebre articolo, nunc in esculentù laudantur. Retìnent hanc nobilùatem
così intitolato, comparso nel I 895. et Arretium in Italia, et calìcum tantum Surrentum, Ha-
Da allora la locuzione è entrata nella letteratura ar- sia, Pollentia, in liispania Saguntum, in Asia Pergamum.
cheologica di ogni paese. Habent et Trallis ibi opera sua et in ltalìa Murina: quo-
A rigore essa converrebbe a tutte le produzioni di niam et sic gentes nobilitantur. Haec quoque per maria
ceramiche decorate con figure. Sigillum (diminutivo di terrasque ultra citroque portantur, insignibus rotae offi-
signuni, statua) vale appunto in latino statuina, immagi- cznzs.
netta, bambola, Si chiamavano sigilla le figurine di cera, Come molti altri dell'enciclopedia pliniana, questo
di gesso o di argilla che si scambiavano nel corso delle passo contiene informazioni di grande utilità ma solleva
feste sigillaria (SUET., Cl., 5, I; SEN., E'p., 12, 3), L'ag- anche molti interrogativi, dal momento che è difficile
gettivo sigillatus è usato da Cicerone in riferimento a dire quanto la rassegna sia meditata, e quanto corrispon-
scyphi sbalzati (ad Att., I, 10,3) e a putealia adorni di dente alla situazione reale dell)epoca in cui l'autore scri-
figure a rilievo (Verr.~ 4, 32), veva.
Pertanto la terra sigillata potrebbe comprendere al- Al primo posto viene citata Arezzo, che fu forse il
meno tutte le ceramiche decorate a matrice e quelle primo e certamente il più importante centro di fabbrica-
con decorazione appllcata; ma non ci sarebbe neanche zione di sigillata italica, ma non viene fatta menzione di
motivo di escludere quelle decorate a stampo con im- un centro altrettanto importante come Pozzuoli.
pressioni in negativo. Per l'Italia settentrionale si citano ma Jimiratamenre
In realtà nel corso del tempo il campo di appiicnzione ai caliccs alcuni centri che finora non sembrano rirn-
di questa definizione si è andato da una parte restrin- nosciuti archeologicamente come sedi di rilevanti produ-
gendo, dall'altra allargando. Mentre infatti si è finito zioni ceramiche, mentre non si fa parola di siti come
per chiamare terra s(!;illata solo le produzioni di cera- Cremona, Miradolo, Bologna, Momegrotto, Ravenna,
mica fine da mensa di età ellenistico-romana a super- Aquileia e altri, dove invece è accertata o ipotizzata
ficie brillante (rossa, arancione e a volte nera), contempo- con molta probabilità una consistente attività.
raneamente si sono fatti rientrare nello stesso gruppo non Il passo merita però considerazione anche a prescin-
solo i vasi decorati ma anche quelli lisci prodotti con la dere dalle indicazioni strettamente archeologiche. È
stessa tecnica nelic stesse aree. interessante infatti il contesto generale emro il quaìe
Si parla perciò di terra sigillata orientale, italica, le notizie sono riportate, non meno che i termini im-
gallica, ispanica, africana, pannonica, ecc. Gii studiosi di piegati.
lingua inglese cominuano invece occasionalmente a im- È noto che sulla scia di .l\fax W'eber molti studiosi
piegare il vecchio termine Samian ware per indicare la tendono a limitare drasticamente il numero e l'impor-
sigillarn galiica) specie quella rinvcnura in Britannia, tanza delle città produttrici del mondo antico (le citrà
TERRA SIGILLATA ITALICA

sarebbero eminentemente dei centri di consumo che Così in GLoss., V, 615, 41, si dice semplicemente:
ripagano sotto forma di servizi la ricchezza prodotta Arietina sunt vasa rubra.
dalla campagna). In un'opera ormai classica, M. I. Finley E ugualmente, quando certi ceramisti sicuramente non
faceva sua l'osservazione di David Hume che nessun aretini - nella fattispecie gallici - apposero al loro
autore antico ascrive la crescita di una città all'impianto prodotto il bollo arreri(num) veru(m) (CVArr 132) forse
di una manifattura. non volevano tanto ingannare i loro clienti quanto si-
In quesri termini l'osservazione è certamente vera. gnificare che la merce aveva tutte le caratteristiche della
Dagli autori antichi non possiamo aspettarci giudizi buona sigillata.
propriamente economici. Ma il passo di Plinio è ugual- È certo che Arezzo fu il centro principe della produzione
mente ìstrutrivo. La parola chiave in esso è nobilitantur, della sigillata italica. In base allo studio dei bolli si pre-
e nobiliras è evidentemente un concetto più etico che sume che un centinaio di officine, tra piccole e grandi vi
economico. !v1a attraverso il termine che si oppone a abbia avuto sede (cfr. p. 368).
nobilitas, cioè esculenra, si viene a dare alla frase un ben Nessuna fonte letteraria nomina la sigillata italica di
preciso significato. Esculenta vuol dire vasellame ordi- Pozzuoli. Che la città campana fosse stara un centro di
nario da tavola. Quindi, anche se non stabilisce una re- questa produzione fu rivelato da scavi occasionali con-
lazione causale tra lo sviluppo di alcuni centri urbani dotti dal Di Criscio nel 1873-74 e pubblicati sommaria-
e la loro produzione manifatturiera, Plinio intende sot- mente dal Bruzza nel 1875. I ritrovamenti furono di-
rnlineare che la nobilitas viene a queste città non da pro- spersi tra la Germania e la Francìa. Dragendorff e Oxé
dotti artisticamente raffinati, ma proprio da merci pro- hanno pubblicato il materiaìe decorato ora conservato
saiche di uso comune, largamente esportate per terra e a Berlino e a Dresda, Comfort quello conservato al Louvre.
per mare. Il che non è comunque poco. Più recentemente chi scrive ha pubblicato una sintesi
Il passo di Plinio farebbe pensare che Arezzo fosse in sul materiale, perlopiù liscio, proveniente da Pompei e
piena attività in età flavia. Ercolano.
Sempre in età fiavia, Marziale fa due accenni ai vasi Torneremo più avanti sul numero, sulla cronologia
aretini. Il primo (1,53,6) presenta una connotazione ne- e sulle altre caratteristiche delle officine puteolane.
gativa: sic Arretinae violam cr.,vsrallina restae. Altre officine dovevano sorgere in Italia, dall'Italia
Il secondo (14,98) va invece in direzione opposta: settentrionale almeno alla Campania.
Arretina nimis ne sperne vasa monemus. In Etruria, oltre che nella zona di Arezzo, dovevano
Un resto più antico sembra manifestamente riferirsi essercene sulla costa, a Pisa (cfr. pp. 368, 378 ss.) e forse
ai ceramisti aretini. È un frammento di una lettera a Luni e nella valle del Clanis (Chiana).
ài Augusto a Mecenate (MACR., Sarurn., 2, 4,12 °= Fr. Qui, nei pressi di Torrita di Siena, è stata recenre-
47 J\,falcovati) nella quale l'imperatore chiama l'amico mente individuata (ma non scavata) l'officina di Cordus
lasar Arrerinum ... Cilniorum smaragde , .. iaspis figulorum. (CVArr 468), i cui precedenti ritrovamenti si addensa-
Lo Jahn, contro le lezioni àei codici, corresse l'ultima vano già nell'area di Chiusi.
parola in Iguvinorum, ma non pare correzione necessaria. Le officine norditaliche sono trattate separatamente
Tuttavia, a parte l'osservazione che tra i ceramisti di (cfr. pp. 176 ss.).
Arezzo è noto un Cilnius (CVArr 431) non è possibile In Italia centrale Oxé e Comfort localizzano l'origine
inferire niente di sicuro sul coinvolgimento di Mecenate di una sessantina di tipi di bolli, riferentisi almeno a
nella principale attività manifatturiera della sua città. venti officine diverse (ma la stima è volutamente bassa
Le altre fonti antiche sulla ceramica aretina sono di per prudenza).
cronologia più tarda o più incerta. Recentemente è stata data notizia di un interessantis-
Un distico pseudo-virgiliano (AL 259 Riese; PLM simo reperto ostiense: uno scarto di fornace (sono ri-
IV, 158 Biihrens) così suona: conoscibili alcune forme G. 18 fuse insieme) con pezzi
Arrcrim calix, mensis decor ante parernù, bollati da 5'ex. Annius ( CVArr 88). Ciò prova che OstiB
ante manus medici quam bene mnus eras. produsse sigillata italica e ospitò succursali di cerarnìsti
aretini (la casa madre di Sex. Annius Afer fu certamente
Di ceramica aretina si parla in due scolii a Persìo. Il Arezzo).
primo si riferisce a Saz., 1, 130, dove il termine Arreri Ritrovamenti come questo, e altri di cui si dirà più
è così spiegato: ex Arretio municipio, uhi fiwu arrerina avanti, fanno cadere l'illusione che basti il bollo per
vasa; il secondo spiega il rubrum ... cacinum di Sar. 1 ascrivere un prodotto a un determinato centro o area
5, 182 come rubrum .fictilc: quod esr arretinum. di proàuzione.
Nel VII sec. Isidoro di Siviglia (Erym., 20, 4, 5) ri- Il bollo è certamente importante, e di esso va tenuto
porta: aretina 'Vasa ex Aretio municipio Italiae dicumur, debito conto, ma non si pu6 pretendere di fondare su
ubi fiunr : swli enùn rubra. De quibus Sedulius : rubra di esso delle precise attribuzioni.
quod appositum resta ministrat olus . .lv1a il presente fi.um Anche la proposta dello Stenico di chiamare arretin.:1
non può certo riferirsi a una produzione estima da la ceramica di Arezzo e aretina quella simile ma non si-
secoli. curamente di Arezzo non ha per forza di cose incontrato
È ovvio d1 altronde che col tempo l'aggettivo arrerinum molto successo, dal momento che si è compreso che ce-
perse ogni riferimento all'amico centro di produzione ramisti di Arezzo hanno potuto operare anche fuori di
e passò ad indicare genericamente un vaso di colore rosso. Arezzo.
TERRA SIGILLATA ITALICA

Allo stato attuale delle nostre conoscenze appare più lìbera, con stecca e puma, la decorazione che si voleva
prudente chiamare genericamente terra sigillata italica risultasse a rilievo sul positivo,
tutrc le produzioni fini da mensa a superficie rossa più I punzoni erano anch'essi di argilla, ed erano opera di
o meno brillante, riservandoci ulteriori precisazioni ogni abilissimi plasticatori, spesso di grande sensibilità ar-
qual volta lo studio dei bollì, il progresso dello studio tistica, Sì suppone che l'autore della decorazione la-
tipologico e soprattutto le analisi chimiche delle argille vorasse dapprima su un blocco unico di argilla della
consentiranno di farle con maggiore attendibilità. forma del vaso che voleva ottenere. Su questo egli com-
Anche l'attribuzione su criteri stilistici della ceramica poneva unitariamente il fregio, avendo cura che i sin-
decorata va valutata con cautela, poiché è ormai dimo- goli motìvi armonizzassero anche con la curvatura della
strato che le matrici potevano essere impiegate in un sito superficie e non creassero sgradevoli effetti ottici.
diverso da quello della casa madre (cfr. p. 369) o addi- Successivamente questo fregio era scomposr.o in vari
rittura reimpiegate da ceramisti diversi, anche con uno punzoni, che poi venivano riaccostati nella parete della
iato temporale (cfr. p.. 378). matrice, riformando la sequenza originale.
I punzoni potevano ottenersi anche mediante calco
di preesistenti matrici (e in questo caso avevano bisogno
Caratteristiche tecniche e procedimenti di fab- di essere ' ravvivati'), o da positivi già cotti (ma allora
bricazione. le dimensioni risultavano minori di quelle del punzone
originale).
L'argilla impiegata nella fabbricazione della sigillata Il punzone si poteva prendere anche dai manufatti
è, dal punto di vista mineralogico, una roccia costituita toreutici, ma è convinzione che i motivi ottenuti in que-
da due gruppi di minerali, argillosi (illite, caolinite, rnont- sto modo non potessero essere impiegati ìmmedìatarnemc
rnorellite ecc.) e non argillosi (quarzo, calcite, ossidi e nella fabbricazione di matrici ceramìche, Era necessaria
idrossidi di ferro ecc.). Ai primi la roccia deve la sua una loro rielaborazione che richiedeva una tale perizia
pìasticità, ai secondi la proprietà di coesione e di ridu- che chiunque ne fosse stato capace sarebbe stato anche
zione (1'8% in fase di essiccazione, l'I %1 in fase di cot- capace di modellare in proprio quei motivi, senza ri-
tura). correre ad espedienti meccanici.
L'argilla troppo plastica si dice grassa, e pertanto A volte, ma non sempre, si imprimeva sulla parete della
i minerali non argillosi si chiamano anche sgrassanti. matrice anche il bollo dell'officina eio dell'artigiano che
Talvolta essi si aggiungono artificialmente, ma le ana- aveva concepito la decorazione. In qualche caso la ma-
lisi di laboratorio fanno ritenere che per le sigillate an- trice reca sul fondo una sigla o una cifra graffita.
tiche si impiegavano normalmente argille che non neces- Questi testi erano destinati a scomparire quando fosse
sitavano di additivi. stato attaccato il piede sul positivo e dovevano penanto
Gìi sgrassanti naturali più efficaci sono il quarzo (bios- avere un significato relativo all'organizzazione interna
sido di silicio) e la calcite (carbonato di calcio). delrofficina.
In base alle percentuali di questi componenti le ar- Dopo essere stata sottoposta a cottura la matrice era
gille si dividono perciò in siliciche e calcaree. pronta per essere usata. Messa sul tornio, essa veniva
Le migliori argille per la fabbricazione delle sigillate rivestita all'interno da uno strato di argilla, che il moto
sono quelle calcaree. Calcaree erano le argille dei vasi di rotazione faceva aderire perfettamente alla cavità
etrusco-campani a vernice nera; calcaree le argille di della parete. Al di sopra dell'orlo della matrice veniva
/'krezzo, calcaree quelle sudgalliche di La Graufesenque. poi modellato l'orlo del vaso (che poteva presentare
Quando a Lezoux, nella Gallia centrale, gli artigiani lo- quindi varianti diverse). L'argilla, asciugandosi, si re-
cali comincìarono, tra la fine del I e l'inizio del II secolo, stringeva e permetteva così l'agevole estrazione del po-
;:; produrre delìa terra sigillarn, immediatamente passa- sitivo. Quest'ultimo veniva completato saldandovi il
rono dalle argille siliciche a 0uelle calcaree. piede e aggiungendovi eventualmente anse e altri ek-
Nella pratica artigianale anl:.ica sembra quasi che il mentì accessori, come applìques à la barbotine.
concetto di sigillata si associasse con le caratteristiche Tali appliques potevano essere modellate a mano li-
e le proprierà dell'argilla calcarea. bera, ma più comunemente si trattava di elementi ot-
Si capisce così anche perché sono gli altri minerali tenuti in serie da lastre in cui uno stesso punzone era
(ncr esempio alluminio, potassio, magnesio, titanio) quelli impresso più volte. Molte di queste lastre sono conser-
utili per distinguere - attraverso le analisi chimi- var.e nel museo di Arezzo.
rire - prodotti diversi nell'ambito di una stessa classe. Le appliques venivano poi incollate con argilla liquida.
L'argilla destinata ad uso ceramico era di solito la- I vasi lisci erano eseguiti al tornio, forse con l'ausilio
\/ata artificialmente per liberarla da eventuali impurità. di forme e sagome, in modo da rendere più standardiz-
L'argilla impiegata nella sigillata era particolarmente pura zate le forme e accelerare i tempi di esecuzione.
al momento dell'estrazione, e si pensa che le operazioni Il bollo era apposto - anche qui non sempre - una
la\'aggio e decantazione si riducessero al minimo. unica volta al centro o più volte (di solito quattro) ra-
Tutti i vasi erano fabbricati al tornio, Bisogna però dialmente.
distinguere tra vasi decorati a matrice e vasi lisci. Per La disposizione, il cartiglio e la formula del bollo
primi andava prima realizzata al tornio la matrice. hanno una loro precisa evoluzione che riveste un impor-
Sulle pareti di essa si imprimeva con punzoni o a mano tante significato cronologico (cfr. p. 376).
TERRA SIGILLATA ITALICA

La verniciatura avveniva a tuffo, ma il termine ver- rosso bruno quando sono molto cotte, diventano infine
nice è improprio. Si tratta in realtà di un rivestimento nere quando si approssimano al punto di fusione.
di argilla che nel processo di cottura è destinato a su- Le argille silicìche mostrano invece, passando per gli
bire un processo di vetrificazione (grésagc) più o meno stessi stadi, un colore arancione, poi paglierino e in ul-
compieta diventando una pellicola (dello spessore di poche timo verdastro.
decine di micron) impermeabile, opaca e brillante. In
tedesco tale rivestimento è appropriatamente definito Localizzazione delle officine di Arezzo.
' Glanztonfìlm '.
Per ottenere una pellìcola che vetrifichi ad una tempe- Non essendo mai state compiute esplorazioni siste-
ratura relativamente bassa, senza che vetrifichi contem- matiche, la localizzazione della massìma parte delle
poraneamente tutto il resto del vaso, occorre impiegare officine di Arezzo rimane ignota o problematica.
un'argilla ricca di sostanze alcaline (soprattutto potassio) Fra il 1883 e il 1886 furono scavati presso la chiesa di S.
e di idrossidi di ferro. Maria in Gradi cospicui resti di impianti di fornace,
La cottura era una fase assai importante e delicata dal La maggioranza del materiale appartiene a M. Perennius,
punto di vista tecnico. I forni in cui veniva fabbricata ma furono trovati anche frammenti di Rasinius, Vibienus,
la sigillata erano di un tipo speciale. Diversamente da Heracl. Pub/i, C. Fasridienus. Non è semplice stabilire
quelli usati nella produzione della ceramica comune se questa mescolanza è dovuta alla reale contiguità delle
- dove le fiamme della camera di combustione comuni- officine o se i prodotti di questi altri ceramisti potevano
cano direttamente attraverso più passaggi con la ca- essere cotti nei forni di Perennius.
mera di cottura - nei forni per sigillata l'atmosfera della Anche nella zona Badia - Piazza del Popolo -- Tearro
camera di combustione viene mantenuta isolata e inca- Petrarca - S. Francesco furono rinvenuti bolli di C. e L.
nalata in condutture che comunicano direttamente con Annius, L. Avillius Sura, C. Volusenus, L. Pmnponius
l'esterno. I prodotti vengono perciò cotti dal calore che Pisanus, C. Mernmius. Gli stessi bolli, insieme a molti
irradia dalle condutture stesse, senza contatto della fiamma altri, si trovarono poi a N-E della città, presso Fonte
( e del fumo) con gli oggetti. Pozzolo, in quello che si è considerato però un riporto di
L'impianto di succursalì nelle province comportava terreno medioevale.
perciò anche esportazione di tecnologia. È p:)ssibile che in via dei Cenci fosse l'officina di L.
A La Graufesenque, per esempio, questo tipo di forno Tirius e in Piazza S. Agostino quella di C. Amurius.
non pare usato prima del 20 d.C., e oggi noi sappiamo Nel 1954. ·-5 fu scoperto, all'incirca tra via della Chi-
che più o meno in quella data si stabilirono colà dei ce- mera e via Nardi, lo scarico di un'officina di Cn. Ateius.
ramisti italici. Il sito non è lontano dalla zona delPOrciolaia e delle
La cottura delJa ceramica consta in realtà di due fasi: Cakerelle, dove furono trovati in epoca imprecisata
la cottura vera e propria (ii periodo in cui la temperatura vari resti di fornaci.
sale e si mantiene costante: nel caso della sigillata sui Fuori città, nella zona di Cincelli e presso Ponte a
900°) e la post-cottura (il periodo che passa dal momento Buriana, sull'Arno, furono rinvenuti scarichi di P. Cor-
in cui la temperatura comincia ad abbassarsi a quello nelius, C. Gavius, C. Cispius, C. Tellius. A Cincelli operò
in cui torna a uguagliare quella esterna). anche un'officina di M. Perennius (nella fase tarda di
Importantissima è la distinzione tra atmosfera ossi- Tigranus e forse in quella iniziale di Bargarhes).
dante (che apporta ossigeno) e atmosfera riducente (che
lo sottrae). I processi di ossidazione e riduzione interes- II problema delle succursali.
sano gli ossidi di ferro sotto forma di ossido ferrico, che
è di colore rosso; le atmosfere riducenti favoriscono la Come non c'è alcun dubbio che la sigillata italica non
formazione di ossido ferroso (nero). Nei forni più semplici fosse prodotta soltanto ad Arezzo ma anche in altri siti e
(quelli per ceramica comune) la cottura è riducente: in regioni di italia, così è certo che dei vasi bollati con i nomi
una camera di cottura chiusa, con scarso ossigeno, il di ceramisti aretini sono usciti da officine che non sor-
fumo del combustibile penetra nella pasta ancora porosa gevano ad Arezzo.
dei vasi e le dà, con l'ossido ferroso che si forma, una Abbiamo già accennato (cfr. p. 366) al rinvenimento
tinta grigio nerastra. Cessata la combustione vìene im- in Ostia ài uno scarto di fornace ài Sex. Annius Afer,
messo del nuovo ossigeno. Esso decarbura la pasta e ri- ceramista ben noto ad Arezzo. Alcuni aretini impiantarono
costituisce l'ossido ferrico, rosso. Il prodotto assume alla delle succursali già in epoca piuttosto antica in Italiu
fine una rima rossa o giali:1 più o meno intensa. settentrionale. Il caso più noto è quelio di L Gellius.
Nei forni per sigillata è possibile invece far sì che anche Ma un'evidenza anche maggiore possediamo per k
la cottura sia ossidante; la post-cottura, parimenti os- succursali aretine a Pisa e in Gallia.
sidante, non modifica in nulla quanto avviene nella cot- Nel I 97 4 è stata data una notizia prelìminare di un
tura propriamente detta. ritrovamento assai importante effettuato nel I 965 a Pisa,
La tinta rossa della pasta è dovuta appunto alfossido in via S. Zeno.
ferrico, ma il tono e rimensità del coiore variano a se- Si tratta dei resti di una fornace di sigillata irnL.c::.
conda degli stadi di cottura. Le argille calcaree (ossia, come Nella breve relazione sì parla di <, matrici fdi qualche
si è detto, quelle tipiche delle sigillate) si presentano di frammento viene data la fotografia}, anelli di impilamcnto,
color rosso mattone quando sono poco cotte, passano al piccoli blocchi di argilla che servivano a tenere staccati
TERRA SIGILLATA ITALICA

i vasi durante la cottura, un blocco unico di tre piatti una filiale a Pisa che forniva le coste del Mediterraneo,
sovrapposti attaccati durante la cottura, numerosissimi il S della Gallia e il limes; una filiale a Lione che forniva
bolli di fabbrica molto omogenei 11. anch'essa il limes.
I frammenti non sono tutti bollatì. Quelli che lo sono L'analisi, ancora incompleta, della sigillata liscia pro-
presentano, quasi con una sola eccezione, il nome di veniente da scavi recenti di Halrern mostra che il 60~-u
Areius o di suoi liberti: Afohes (soprattutto), Zoilus, dei pezzi bollati da Arcius viene da Pisa, il 30S·0 da Lìonc,
Hilarus. il IO(~o da Arezzo.
Tutti i bolli sono in cartiglio rettangolare. Però se si considera non solo la ceramica di Ateius~
Pisa era il porto alle foci dell'Arno (navigabile prati- ma tutta la sigillata italica, allora la grande maggioranza
camente fino ad Arezzo), ed è logico che una produzione risulta di provenienza lionese.
orientata verso l'esportazione transmarina trovasse con- Forse l'affermazione della produzione lionese di Areius
veniente avere delle officine presso il luogo di imbarco. coincise con gli ultimi anni dell'occupazione di I-Ialtern.
Il materiale di que$ta officina è stato sottoposto ad Questi dati collimano abbastanza bene, peraltro, coi
analisi chimica, ed il confronto tra la composizione delle risultati di una precedente analisi effettuata su 68 fram-
argille pisane e le argille di altri materiali italici rinve- menti di Aieius trovati in vari siti della Gallia, dalla Pro-
nuti in Gallia ha dimostrato che una quantità rilevante venza all'Alsazia.
delle esportazioni di sigillata in quella provincia è di pro- Di essi solo 6 vengono da Arezzo; 55 vengono da Pisa;
venienza pisana. 7 da Lione.
Inoltre i materiali scavati a Lione (La J\iuette) a partire Infine sembrerebbe provata l'esistenza di un'officina
dal 1966 hanno provato l'installazione in quel centro di di Ateius a La Graufesenque, il principale centro di pro-
ceramisti italici - tra cui pare anche una succursale di duzione della sigillata sudgallica.
Rasinius - in età augustea. In questo modo anche la storia dell'inizio delle pro-
Lione godeva di una situazione geografica e politica duzioni provinciali andrebbe in certa misura riscritta.
privilegiata. Molti uomini d'affari italici si trasferirono Le officine rutene non sarebbero sorte solo in età ti-
in età augustea nella capitale gallica e lo sviluppo econo- beriana (intorno al 25 d.C.), indipendentemente e in con-
mico della provincia e testimoniato dall'impianto di una correnza con quelle italiche, ma sarebbero al contrario
zecca. Nodo stradale importante, Lione era però soprat- nate come << testa di ponte ), nelle campagne dei produt-
tutto la cerniera della fondamentale via fluviale Rodano~ tori italici già operanti in Gallia in ambiente urbano
Saona. (Lione).
La vicinanza dell'acqua, la facilità ad approvvigio- Questi italici innestarono su una lunga e ricca tra-
narsi di legname, la presenza di ottima argilla calcarea, dizione indigena nuovi gusti e nuove tecniche.
la possibilità di commercializzare il prodotto su lunghe Per contro altri studiosi, sorpresi dalla qualità aretina
distanze: tutto ciò rendeva Lione una sede assai appeti- rivelata da certi prodotti di aspetto provinciale, si sono
bile per degli artigiani della ceramica, spinti a ipotizzare un trasporto ài materia prima, ossia
Le analisi hanno provato che certe matrici per vasi dì argilla, da Arezzo alle succursali provinciali.
decorati erano state fabbricate sul posto, altre erano state I problemi, come si vede, sono assai numerosi, e c'è
importate dall'Italia (Arezzo). solo da confidare che essi vengano a poco a poco dipa-
In ogni caso gli immigrati italici di La Muette fabbri- nati da future ricerche.
carono della sigillata identica a quella delle officine della Attualmente possiamo solo intuire che il quadro è
madrepatria. più complesso di quanto si pensasse fino a pochi anni
In età ancora precedente (circa dal 30 a.C) sembra fa, e che le nostre sintesi saranno presto o tardi da rive-
siano stati attivi a Bram ( Vicus Eburomagus) e a Lione dere in maniera forse radicale.
stessa (Loyasse) dei ceramisti i cui prodotti sembrano Particolarmente spinoso è il problema delle officine
delle imirazionì, o per meglio dire dei remativi mal riu- dei liberti di A1eius.
sciti di produrre sigillata. Alcuni bolli di certi liberti (Cn. Areius Euhodus,
Non è ancora affatto chiaro se si tratti di ceramisti Cn. Ateius Mahes, Cn, Areius Xanihus, Cn. Ateius
italici o di indigeni e in che rapporti siano queste offi- Zoilus) sono assai poco attestati in Italia, mentre sono
cine con quelle di La Jviuette e di La Graufesenque. molto più frequenti Oltralpe.
Fino ad oggi non sono state trovate matrici di Ateius Ritterling e Oxé avevano avanzato l'ipotesi che l'im-
;r Lione. presa di Ateius avesse avuto delle succ{irsali in Galha,
Ciò nonostante è praticamente certo, sulla base delle e anche se questa ipotesi era stata sommariamente ri-
analisi di laboratorio, che a Lione esisteva un'officina gettata dal Loeschcke, altri avevano continuato a cre-
di questo ceramista che esportava largamente verso il dervi.
N-E della Gallia e sul Hmes (per esempio a Strasburgo La scoperta delle succursali di Pisa e di Lione viene
e a Haltern), dove l'argilla dei vasi si rivela lionese ed a confermare in parte quell'intuizione, arricchendola di
,\ costante l'associazione con bolli. di ben noti fabbricanti nuovi dati, mentre da parte sua il Comfort ha prospet-
<li La Muettc. tato la possibile esistenza di filiazioni campane della stessa
Aieius avrebbe avuto dunque una sede ad Arezzo che 11 ditta ,1.

forniva l'Italìa centrale (lianalisi ha mostrato che i fram- Egli ha preso in esame un gruppo di liberti di Arcius,
menti di Areius trovati a Bolsena sono di fabbrica aretina); i cui prodotti sono distribuiti piuttosto sulle coste me-
TERRA SIGILLATA ITALICA

diterranee che nell'Europa settentrionale, con una par- miei con ìa casa--madre, si mantennero in rapporto fra
ticolare concentrazione a Pompei e in Campania. loro.
Cn. Ateius Arretinus - Cn. Areius A( ) è forse la Un'ulteriore prova la fornisce forse Stabilio, il quale
stessa persona - sembrerebbe aver lavorato nella re- - : sempreché non si tratti di omonimi ha bollato sia
gione di Napoli negli anni 30 e 40, esportando in Spagna come servo di Mahes (CVArr 184) che di Zoilus (CVArr
e in Africa settentrionale. 185) e di Euhodus (CVArr 162).
La sua attività si sarebbe protratta fino nella seconda Di fronte a fenomeni come l'impresa di Areius e dei
metà del I secolo. suoi epigoni ci si chiede in che misura questa attività
Cn. Ateius Afo( ) e Cn. Ateius Ai( ) - con tutta pro- facesse capo a un'organizzazione unitaria. Quando an-
babilità la stessa persona, ma non necessariamente Cn. cora credeva che Ateius e i suoi liberti avessero lavorato
Ateius ltiahes - lavorò probabilmente nella stessa zona solo ad Arezzo, il Loeschcke, per spiegare il fatto che
in età neroniana, circa la metà della ceramica di Haltern era stata prodotta
I suoi prodotti si trovano a Roma, Pompei, Ercolano) da costoro, aveva supposto che solo gli Ar.eii producessero
Siracusa e Alessandria. espressamente per le truppe del limes, mentre i prodotti
Occorrerebbe ovviamente sapere se si tratta di filiali di altri ceramisti fossero portati dall'Italia dagli stessi
dipendenti dalla sede centrale o di aziende indipendenti, militari o distribuiti da piccoli intermediari.
emancipate sia giuridicamente che economicamente. Sa- Ateius avrebbe avuto invece una sua propria rete di-
rebbe anche importante stabilire se questi liberti che stributiva, con una sorta di ufficio centrale che control-
risultano preposti alle filiali sono ex-ceramisti che hanno ìava la produzione e teneva conto della domanda dei vari
proseguito dopo la manomissione a lavorare con nuove mercati. La scoperta delie officine provinciali modifica
responsabilità nello stesso settore, oppure individui senza i dati del problema ma non risponde alla domanda circa
una particolare precedente esperienza nel ramo. Pesistenza di un:amministrazione centrale.
In alcuni bollì i nomi di Euhodus, Mahes, Xan1hus Conosciamo alcune iscrizioni di negoriarores arrìs
e Zoilus compaiono da soli, senza prenome né gentili- crerariae a Lione e sul limes, ma a parte il fatto che è
zio. C'è chi ha sostenuto che tali bolli sarebbero più difficile stabilire se si riferiscono alla merce e all'epoca
antichi e apparterrebbero al periodo in cui i personaggi che qui ci interessa, costoro sembrano dei piccoli riven-
in questione, schiavi ceramisti, bollavano con il solo ditori, non cerro dei grandi affaristi.
nome servile in qualità di esecutori materiali. Succes- Per le grosse forniture all'esercito si ricorreva ad ap-
sivamente, affrancati e passati a funzioni direttive, avreb- palti ai publicani.
bero adottato i tria nomina. Questi poi avranno fatto dei contratti con delle grosse
Tuttavia il cognomen impiegato da solo non è prova officine, per esempio quella àegli Areii.
di condizione servile. Se ci si riferisce a tutta la docu- Ci si è perfino chiesto - ma non sì vede su quali basi -
mentazione epigrafica disponibile, si constata che pra- se Areius stesso non fosse un publìcanus.
ticamente nessuno delle decine e decine di schiavi dei Andrebbe anche spiegata l'attività delle officine le-
maggiori ceramisti ha mai usato bollare con il singolo gionarie operanti in qualche caso all'interno dei campi
nome servile, senza farlo seguire o precedere da quello stessi. La verità è che dobbiamo ammettere dì sapere
del proprio padrone. Viceversa, i bollì con un singolo ancora troppo poco.
nome appartengono o a personaggi sicuramente in- Quanto alla cronologia, è chiaro che non essendo più
genui: es. (L. Avil/ius) Sura = CVArr 263, (L. Tet- tenuti a immaginare che i maggiori ceramisti lavorassero
tius) Samia --- CVArr 1973, 1974; oppure ad altri di contemporaneamente nello stesso centro l'uno a fianco
probabile condizione libertina, ma che non risultano es- dell'altro, riesce più difficile credere che essi si influen-
sere stati precedentemente schiavi ceramisti: es. (N. zassero a vicenda e che i loro prodotti registrassero sì-
Naevius) Hilarus = CVArr 1084; (M. Perennius) Cre- multaneamente le medesime evoluzioni tipologiche.
scens CVArr r28r; (Q. Pompeius) Serenus -:--:-: CVArr In altre parole è possibile che non si debba per il
1357-1359; (C. Umbn:cius) Philologus = CVArr 2390, futuro continuare a credere in un'evoluzione unilineare
dove il bollo con un singolo nome (di libero o di liberto) da un (( servizio >> a un altro, in rigorosa successione cro-
è diffusissimo. nologica.
Nel caso dei liberti di Ateius continuerei perciò a È più naturale forse supporre che tecniche e stile evol-
ritenere che i bolli con il loro solo cognonzen non pro- vessero diversamente da sito a sito e che certe differenze
vino che essi abbiano un passato di schiavi ceramisti. tipologiche non distinguono epoche diverse ma sola-
Del resto, un'evidenza supplementare in questo senso mente officine o centri di uroduzione diversi: eventus.-
viene da una serie di bolli che documentano un'associa- lità questa che, pur essend~ stata intravista in passato,
zione fra alcuni di questi liberti, almeno in una qualche non è mai stata presa in adebruata considerazione.
fase della loro attività. Tali bolli recano appunto due Va ricordato per finire che il problema delle succursali
cognomùza insieme: Crestus -·1- Euhodus (CVArr 182), Ma- non riguarda solo le province occidentali ma anche lo
hes -'- Zoilus (CVArr 183), Xanthus -t-· Zoilus(CVArr 186). Oriente.
:È. assai più probabile che si tratti cii un consorzio fra Già Zahn nel 1904 aveva ipotizzato che l'aretino
due officine che non della collaborazione di due schiavi. Senrius avrebbe potuto aver aperto ULJ.'offi.cina in Asia
Quel che sembra chiaro in ogni caso è che i liberti, Minore, e la sua idea sembra aver trovato conferma dagli
anche nel caso che non avessero più vincolì econc- scavi di Efeso.
TERRA SIGILLATA ITALICA

Oxé da parte sua sospettava l'esistenza di succursali reperti con la ceramica menzionata da Plinio e da lvlar-
di questo ceramista anche in Gallia. Si tratta di un ca- ziale.
pitolo tutto da studiare. Si interessò, dando prova di conoscere le opere del
d'Hancarville, ai processi tecnici della fabbricazione ei
quanto ai bolli, affermò con chiarezza che si trattava dei
l primi studi umanistico-antiquari. nomi dei 'fabbricatori' o degli 'autori de' rispettivi
Già nel 1282 un erudito di Arezzo, Ser Ristoro, par- disegni ..... tutti servi perché unici di nome e ordinaria-
lava con accenti di grande meravigìia di quei vasi mente greci d'origine '.
- così facili a rinvenirsi nel sottosuolo della sua città - Se il Rossi può essere considerato il primo antiquario
fatti di < terra collata sutilissima come cera e de forma
1 a essersi occupato scientificamente dei vasi aretini, la
perfecta in ogne variatione, elli quali vasa suono desi- prima vera monografia sull'argomento fu scritta da Ales-
gnate e scolpite tutte le generatione dellì animali ke sandro Fabroni nel r84r. Essa era, nei limiti imposti
se puono pensare in,ogne acto mirabile e perfecramente 11. dalle cognizioni del tempo, esauriente e precisa, tanto
E ancora: <• quando se cavava elio nostro tempo per che ancora oggi può essere letta con qualche utilità.
akuna casione dentro de la cità o de fore d'attorno presso Nella prima parte si discutevano tutte le fonti letterarie
quasi a doe millia trovavanse grande quantità de questi amiche e si passavano in rassegna gli autori moderni che,
pezzi de vasa e in tale loco più, e in tale loco meno, delli da Ristoro in poi, sì erano occupati, sia pure marginal-
quali era presumato kegli fossaro stati sotto terra assai mente, di vasi aretini.
niù de mìlle anni e trovavanse così coìoriti e freschi come Nella seconda parte si studiavano tutti i reperti co-
;gli fossero fatti via via, dcli quali la terra non parea noscimi esibendo in una tavola sinottica un apografo ài
kavesse dominio sopra essi dc poterli consumare,,. ciascu.."1. tipo di bollo. Oltre a uno studio della tecnica
Già da allora tuttavia <( li non conoscitori 11 non solo di fabbricazione si dava anche un quadro completo della
restavano indifferenti di fronte a quei reperti, ma <' per condizione giuridica dei personaggi nominati sui bolli.
la ignorantia non inde riceviano diletto, spezzavangli Diciotto anni dopo, Gian Francesco Gamurrini rac-
e gettavanli via )), Invece <( quando alcuno de questi colse il primo Corpus dei bolli aretini raggruppanào i
pezzi venia a mano a scolpitori o a designatori o ad altri bolli per officine e dando di ciascuna di esse U...'1 raggua-
conoscenti teneanli en modo de cose santuarie maravi- glio topografico e cronologico (tenendo conto anche delia
gliandosene che l'umana natura potesse montare tanto paleografia).
alto in sutilia ellartificio e la forma de quelle vase e li Lo stesso Gamurrini pubblicò a varie riprese sulle
colori e l'alto scolpimento e diciano quelli artifici fu- Norizie degli Scavi degli anni '80 e '90 brevi relazioni
rono divini o quelle vase discesaro de cielo >·,. sui ritrovamenti. di S. Maria in Gradì, delPOrciolaia,
Una stessa ammirazione per l'alto livello estetico della della zona della Badia.
ceramica aretina si riscontra nelle Cronache del Villani: Sul finire del secolo Angelo Pasqui pubblicò, sempre
<, In Arezzo anticamente furono fatti per sottilissimi
nelle Jv~otizìe degli Scaz,,ì, i reperti dell'officina di M.
maestri vasi rossi con diversi intagli, che veggendoli Perennius, corredando il testo delle prime planimetrie
pareano impossibili essere opera umana )) . e delle prime foto.
Né Ristoro né Villani fanno tuttavia menzione dei
Ma già lo studio della sigillata aveva travalicato i
bolli, che pure è impensabile non avessero notato. Di
confini dell'erudizione locale e la ceramologia romana
essi parla per primo Attilìo Alessi, uno studioso del XVI
andava gettando Oltralpe le sue basi di scienza mo-
secolo, che ne riporta una lista di 84.
derna.
L'elenco si accrebbe nel 1734, quando Anton Francesco
Gori - attingendo dalle schede delraretino Giacomo Dal punto di vista epigrafico questa svolta di qualità
Burali conservate nella biblioteca di G. B. Doni in Fi- avvenne con la pubblicazione del CIL XV, 2, dove uno
renze - inserì altri bolli nella sue Iscrizioni- amiche de!M dei migliori allievi del Mommsen, H. Dressel, riunì
!'Etruria. Il Gori però non aveva una conoscenza degli nel r899 quella parte dell'ùistrumentum iscritto che com-
originali: lo dimostra il fatto che parla di vasi dipinti. prendeva vasa et supellex varia praerer lucernas.
Cominciava però a manifestarsi attorno a questi re- Lo studio dei bolli aretini è accurato, e viene già in-
perti un interesse eminentemente epigrafico, destinato travist2., sia pure in forma intuitiva, la cronologia re-
z. rimanere tale almeno fin verso la fine del secolo scorso. lativa dei vari tipi di bollo: più antichi quelli radiali,
Nel r 750 si erano avuti a Cincelli ritrovamenti oc- più tardi quelli centrali. La tipologia dei cartigli è molto
casionali di scarichi di aretina. Nel 1779 Francesco Rossi ampia, ma per la sigillata il Dressel non potè fare come
eseguì nella stessa località ì primi scavi finalizzati al per le anfore e le lucerne e riferire ogni iscrizione a una
recupero di quei singolari reperti. tipologia di forme.
Era sua intenzione scrivere una memoria sull'argomento, Ciò soprattutto perché egli aveva a disposizione ma-
rna il lavoro rimase allo stadio di appunti. Questi furono teriali da collezioni, consistenti nella stragrande mag-
oubblicati dall'abate Anastasio Angelucci m un gioranza di semplici fondi bollati, senza altri elcmemì
capit;lo di una sua opera dedicata ad Arezzo e ai suoi morfologicì.
uomini celebri. Importante anche la raccolta di bolli curata da lvi.
Il Rossi coniò per primo l'espressione Terra Sigil- Ihm per il CIL XI, 2, r (Emilia, Umbria ed Etruria)
lata (cfr. p. 365) e per primo mise in relazione quei nel r9or.

371
TERRA SIGILLATA ITALICA

I primi inquadramenti tipologici e cronologici. nonostante la tipologia di Haltern è stata accettata e uti-
lizzata praticamente da tutti per quasi sessant'anni.
Un tentativo pionieristico di ordinamento dei vasi per Per circa trent'anni non si segnalano più, dopo lo
forme costituì il fondamentale articolo di H. Dragendorff studio del Loeschcke, contributi altrettanto significatìvi
del 1895 (cfr. p. 365). sull'italica liscia.
In esso si proponeva di raggruppare sotto un'unica Nel 1933 però Oxé aveva pubblicato un lavoro sul-
definizione di Terra Sigillata tutte le produzioni di ce- l'aretina decorata trovata sul Reno nel quale 1 oltre a
ramiche fini da mensa ellenistico-romane, dai vasi ca- un'ottima illustrn.zione del materiale, si tornava ad af-
leni, alle coppe di C. Popilius, all'aretina, alla puteolana, frontare il problema dell'inizio della produzione. In
alle produzioni provinciali dei primi tre secoli dell'im- base a rutta una serie di indizi - provenienti anche dagli
pero. scavi di Narbona e di Tarragona - tornava a presentarsi
Veniva proposta anche una tipologia complessiva di come più probabile una data intorno al 30 a.C. Oxé
55 forme che raggrupparn le produzioni più standardiz- affacciava ora l'ipotesi che il passaggio dalla vernìce nera
zate, a partire dal I sec. a.C. alla vernice rossa fosse da mettere in relazione con la
Le prime forme erano attribuite all'aretina: da r a caduta di Alessandria ( I settembre del 30 ).
8 le forme lisce, da 9 a I 4 le forme decorate. L'ondata civilizzatrice che investì l'austera Italia re-
Per quanto riguardava la data iniziale dell'aretina, il pubblicana della vernice nera portò con sé anche il com-
Dragcndorff, basandosi sulle necropoli di Arezzo e merciante M. Perennius Tigranus e alcuni schiavi ce-
dell'Esquìlino nonché sugli scavi del Gamurrini all'Or- ramisti da lui acquistati in Oriente.
ciolaia, riteneva che il passaggio dalla vernice nera alla Per una qualche ragione costoro si installarono, tra il
vernice rossa fosse avvenuto verso la fine del II sec. 29 e il 25, aà Arezzo, dando vira ad una prospera attività
a.C. che avrebbe avuto subito molti adepti. Questa ipotesi
Questa data iniziale cominciò ad essere abbassata fu accettata da tutti, fino a che Comfort non manifestò
qualche anno dopo da Oxé il quale, sulla base di un cri- le sue riserve nel 1950.
terio paleografico, ritenne che difficilmente i bolli are- Nel 1938 Albrecht pubblicò gli scavi del campo di
tini fossero anteriori agli anni 40-30 a.C. Oberaden. Qui l'italica sembrava un po' più antica che
Su un vaso - attribuito a Rodo P. Corneli per un ad Haltern, mentre vi mancavano le forme tarde trovate
falso restauro, ma in realtà di C. Cispius - si notò an- in quel sito.
che l'impronta di una moneta augustea (sicuramente Se ne deduceva che l'occupazione di Oberaden datava
posteriore al 27 a.C.), e ci si andò quindi orientando sugli dall'inizio della campagna di Druso (12 a.C.) e che il
inizi dell'età imperiale. campo era stato abbandonato alla morte del generale nel
Una tappa davvero cruciale nella storia degli studi 9 o nell'S a.C. Haltern appariva a questo punto fondata
fu costituita, nel 1909, dalla pubblicazione degli scavi intorno a quest'ultima data.
di Haltern, da parte di S. Loeschcke. L'importanza dei reperti di Oberaden appariva enor-
L'interesse principale risiedeva nel fatto che il campo me, dato che tutti potevano datarsi nello spazio di tre o
militare di Haltern era assai ben datato: fondato verso quattro anni. Essi furono studiati a due riprese: una prima
1'8 a.C. - in ogni caso non prima del 12 a.C. - fu ab- volta da Oxé, una seconda da Loeschcke.
bandonato nel 9 d.C. (la tesi di Oxé di un abbandono La classificazione di Oxé si basava su un'idea originale:
nel 16 d.C. è stata definitivamente smentita). organizzare il vasellame secondo la funzione e secondo
Benché si sia visto in seguito che la distinzione tra la terminologia antica.
un livello più amico e uno più recente non abbia molto Egli distinse i carini, vassoi da portata, dai cari/li, piatti
fondamento, i reperti si inquadrano tutti in un orizzonte per mangiare, e dalle paropsìdes, tazze per bere. A se-
cronologico di una ventina d'anni, che corrispondono conda del diametro i carini si distinguono in sesquipedale.i·
all'apogeo della produzione italica. Il materiale, molto (44 cm), palmipcdales (37 cm), pcdales (29,6 cm), bes-
omogeneo, fu da Loeschcke classificato in 2r tipi, dei sales (20 cm), trientales (IO cm_). I carilli hanno un dia-
quali i primi r6 pertinenti a forme lisce. Questi r6 tipi metro variante tra i 18 e i I 5 cm.
furono a loro volta raggruppati in 4 ' servizi ' (piatto e Ma, fatta salva la giusta esigenza di chiaI112.re gli oggetti
coppa), identificati sostanzialmente sulla base delrorlo. con i loro autentici nomi e di individuarne ìa corretta
Il servizio I 1 caratterizzato da un orlo a labbro penden- utilizzazione, dal punto di vista archeologico quesrn
te, sarebbe il più amìco 1 anteriore di qualche anno al classificazione non presentava molti vantaggi.
servizio IJ, caratterizzato da una parete tendente al verti- Intervenne allora il Loeschcke, che nel 1942 riclassificò
cale e distinta all'esterno in tre zone: una fascia concava il materiale. Come ad Haltern, egli vi distinse 17 tipi, di
tra due zone più sottili convesse, generalmente decorate cui 12 di itaìica liscia. Questi tipi, con un paio ài ecce-
a rotella. zioni) sono diversi da quelli di Haltern, e Loeschcke li
Il servizio I evolverebbe poi nel III, dove sparisce il numerò in modo indipendente.
labbro pendente; mentre il Il evolve nel IY, cflc non Nel frattempo (r939) lo stesso studioso ayeva pubbli-
presenta più la tripartizione della parete. !via è un'ipo- cato quattro forme dallo scavo ài Petrisberg, presso Tre-
tesi pura e semplice che i quattro gruppi si succedano viri, che non rientravano in nessuna tipologia nota.
cronologicamente, e proprio nel modo indicato. Ciò Tali forme sembravano appartenere a una fase precoce-
TERRA SIGILLATA ITALICA
della produzione della sigillata e lo strato che le conteneva Lo scavo di Oberhausen, pubblicato da G. Ulbert
fu datato da Loeschcke tra il 44 e il r5/r2 a.C. nel 1960, creò non pochi problemi.
Nel 1943 ancora Oxé pubblicò il materiale raccolto ad Il materiale più amico era rappresentato da esemplari
Haltern negli scavi posteriori al 1925. del servizio Ib, quindi il sito doveva essere più tardo
Dal punto di vista tipologico non ci sono novità ri- di Zurigo e all'incirca contemporaneo di Haltern. .Ma
levanti. Il merito maggiore dell'articolo risiede nel ten- le stesse testimonianze numismatiche che facevano da-
:ativo che l'autore fa di risolvere il problema che comin- tare l'abbandono di Haltern al 9 d.C. indicavano nel
ciava a porsi in maniera abbastanza pressante: l'origine 16 d.C. la fine di Oberhausen. Tuttavia a Oberhausen
della sigillata di Haltern, il servizio II pareva rappresentato meno bene di come
Le ipotesi formulabili sono quattro: avrebbe dovuto se il sito avesse veramente vissuto
a) officine militari; sette anni più di Haltern. Ciò diede l'avvio a lunghe
b) succursali provinciali di ceramisti italici.; discussioni. Oxé propose di abbassare al 16 d.C. anche
e) officine provinciali indigene; l'abbandono di Haltem, cosa che sembra attualmente
d) importazioni da Arezzo e da Pozzuoli. insostenibile.
Per quanto riguarda la prima, l'evidenza sul lìmes è In realtà si dimentica che tutte le statistiche si basano
molto abbondante a partire dall'epoca di Claudio. Ad su un numero esiguo di frammenti (55 per il servizio I,
Haltern era stato trovato un forno, e inoltre alcuni vasi 54 per il servizio II) fuori di ogni contesto stratigrafico,
erano bollati con nomi di schiavi pubblici. Oxé fa notare mentre sempre di più si dubita che l'articolazione in
che gli schiavi pubblici, quando scrivono il loro nome servizi risponda a una precisa evoluzione cronologica.
zJ completo, lo fanno seguire da un soprannome deri- Infine, va fatto osservare che le informazioni desumi-
vato da quello dell'antico padrone. Quindi il bollo Clari! bili dai campi del lìmes erano e sono preziosissime (agli
Areiani trovato a Haltern e in pochi altri siti del limes studiosi tedeschi va riconosciuto il merito di aver fatto
poteva appartenere a un Clarus che dopo essere stato oggetto di indagine scientifica dei manufatti di uso co-
schiavo di Areius era diventato in seguito proprietà mune in un'epoca in cui l'archeologia accademica, specie
statale lavorando come ceramista della legione. in Italia, non li considerava degni di attenzione) ma che
Come Clarus un'altra decina di ceramisti attestati delle tipologie elaborate lontano dai centri di produzione.,
ad Haltern avrebbero potuto lavorare per la legione. su materiali che coprono solo una parte dell'arco cro-
Per quanto riguarda le succursali provinciali di cera- nologico delle produzioni stesse, sono necessariamente
misti italici, oltre a quelle di Areius - che fornirono parziali e fallaci.
circa la metà di tutta la sigillata di Haltern - Oxé po- In effetti, nonostante tante lodevoli fatiche molte do-
stulava l'esistenza di succursali di almeno altri sette: mande rimanevano senza risposta e molti strumenti
l\ Auius, T. Manlius Fortunarus, C. Senrius, Rasinius, restavano da mettere a punto per cercare quelle risposte.
Gellius, Sex. Annius A.fer, L. Tilius Thyrsus. La ceramica di Arezzo era creazione di ceramisti
Quanto si è detto finora su alcuni di questi personaggi orientali (Oxé) o di ceramisti italici (Gamurrini, Dra-
conferma l'intuizione dell'Oxé, se non altro nel senso che gendorff)? La produzione era cominciata negli anni 30-i5
essi operarono anche in luoghi diversi da Arezzo. (Oxé) o prima (Gamurrini, Hanle, Comfort)? Essa si
I ceramisti indigeni fornitori di Haltern erano secondo esaurisce intorno al 25 d.C. (Dragendorff) o più tardi?
Oxé una decina, mentre una trentina di altri ceramisti Per rispondere bisognava non solo riaffrontare tutta
italici avrebbero con i loro prodotti assommato all'in- la documentazione disponibile, ma reperire un ceno
circa ad un 16% della sigillata di Haltern, ciò che numero di stratigrafie bene articolate, possibilmente ad
indicava piuttosto un arrivo sporadico di materiale di Arezzo stessa, o in un sito abbastanza vicino che ne
provenienza eterogenea che un flusso regolare di ìmpor- rispecchiasse esaurientemente la parabola produttiva e il
t:azioni ' alringrosso ', paradigma morfologico.
Nel 1948 E. Vogt pubblic6 ritalica di Zurigo e nel In mancanza di ciò anche le intelligenti e informate
1955 Fellmann quella di Basilea. sintesi tentate dal Comfort nel 1950 e, più succintamente,
Entrambi gli studi recavano un notevole contributo nel 1959 rimanevano insoddisfacenti.
alla conoscenza di forme ' precoci ' (precedenti i servizi L'impresa fu tentata nel 1968 da Ch. Goudineau.
di: Haltern) e alla definizione tipologica e cronologica del
::;~~rvizio I, che fu articolato in Ia, Ib, Ic, Il la viene da-
Goudineau e l'aretina di Bolsena.
tarn intorno al 20 a.C.; il Ib tra il 20 e il IO; il Ic tra il
~ :2 e l'r. Come membro dell'École Française de Rome il Goe-
Poiché a Zurigo il servizio la è in proporzione più dineau si trovò a partecipare agli scavi di Poggio Afoscini,
attestato che a Oberaden~ se ne deduceva che Zurigo presso Bolsena, sul sito dell'antica Volsinii Novi. A lui
era un sito più antico. venne affidata la redazione del tomo IV della pubbìica-
Attualmente però si tende a riconsiderare queste con- zione, relativo alle campagne 1962-1967 della zona S--E
dusioni cronologiche, non potendosi escludere che le (pari a circa u..11 terzo della superficie totale dello scavo\.
òdferenze tipologiche si riferiscano a differenti centri Il Goudineau sì concentrò sugli strati dal I sec. a. C. al
dj produzione. I d.C., nei quali era abbondantemente attestata la si-
Altre forme non inquadrabili nei servizi di Haltern gillata italica, e approfittò dell'occasione per tentare di
furono rivelate dal materiale di Magdalensberg. impostare ex novo lo studio di questa classe.

373
TERRA SIGILLATA ITALICA

Neffinrroduzione al catalogo del materiale di Bolsena Per Goudineau dunque la prima ceramica a vernice
egli fece il punto sullo stato della ricerca, esaminando rossa non è altro che un prodotto della tradizione ( etru-
le tappe principali della storia degli studi in questo campo. sco~campana ', affermatosi in Etruria interna, proba-
Questa parte, benché non originale, risulta di grande uti- bilmente a partire dalla stessa Arezzo, verso la metà
lità perché rende accessibili studi non sempre facilmente del I sec. a. C.
reperibili, sunteggiandoli chiaramente e riproponendo le Anche per quanto riguarda la decorata Goudineau
rispettive ravoie tipologiche. sostiene che le ricostruzioni di Oxé - che vede ne!Porien-
La parte centrale del volume è rappresentata dal ca- tale M. Perennius Tigranus l'iniziatore della produzione -
talogo del materiale dello scavo: la stratigrafia, articolata sono da riconsiderare.
in tre settori) va dal 50/45 a.C. al 40 d.C. (almeno). I primissimi bollì su vasi decorati sarebbero quelli
I contesti non vengono presentati integralmente, ma di Cerda, Nicephorus, Philemo, i quali firmano come
se ne estraggono solo gli elementi atti a determinare la schiavi di un M. Perennius di cui ignoreremmo il co-
datazione (senza però illustrarli in modo completo). gnomen. Solo a partire dal 15 a.C. circa comparirebbero
i bolli di M. Perennius Tigranus. Il primo imprendi-
Presentato il materiale - tutti i pezzi sono schedati
tore sarebbe stato quindi un italico) M. Perennius _; Ti-
e disegnati a grandezza naturale - il Goudineau trac-
granus sarebbe un liberto di questo personaggio che, a
cia a grandi linee le vicende della produzione della ce-
partire da un certo momento, assunse la direzione del-
ramica di Arezzo.
Fofficina.
Egli osserva un'evoluzione nella tecnica ài manifat- Bargarhes, che in età tiberiana successe a T(r.;ranus
tura) che corrisponderebbe a tre fasi storiche distinte. alla testa dell'impresa, era un liberto di quest'ultimo.
La prima fase è quella della prearetina e della aretina Egli però, prima di essere affrancato, aveva firmato come
precoce) seguono poi le fasi dell'aretina classica e di Bar.,_gathes M. Tigrani e Bargathes M. Perenni. Vedremo
quella tarda. che su questo punto Goudineau è in errore (cfr. p. 376).
A questo punto si attua lo sforzo maggiore e più ori- Dopo il problema delle origini, lo studioso francese
ginale dell'autore: la proposta di una nuova tipologia tratta quello dello sviluppo e dell'organizzazione della
evolutiva che si distacca da quelle elaborate e tradizio- produzione.
nalmente utilizzate sul limes: in essa i numeri vengono A Bolsena prima del 20 a.C. abbondano le varianti
attribuiti alle forme tenendo conto sia dell'evoluzione di forma mentre, a partire dal 20/15 a.C., esse tendono a
morfologica che della cronologia desunta dalla strati- scomparire e la produzione si restringe intorno ad alcu..>1i
grafia di Bolsena, dai campi germanici, dagli altri scavi tipi.
databili. Tutte le forme conosciute sono così ripartite:
È in questo periodo, e non prima, che si può pariare
nn. I-8 = forme arcaiche; nn. 9-22 = forme precoci; di influenze orientali nel repertorio morfologico.
nn. 23-35 = forme classiche; nn. 36-"43 '-= forme tarde.
Se esse ci furono davvero, ancorché tardive, a Gou-
NelPultima parte del volume, anch'essa di grande in- dineau appaiono decisive: per impulso di questi stranieri
teresse, si tenta una sintesi che affronta ì problemi del- - schiavi o proprietari - l'aretina si sarebbe avviata
l'origine, della diffusione, dell'evoluzione e dell'estin- verso la sua età d'oro. A questi ceramisti orientali si
zione dell'aretina e imposta - con maggiore consape- dovrebbe infatti la trasformazione della forma 1 verso ìe
volezza rispetto a studi precedenti - il discorso sugli forme 26 e 27, alle quali è legato i1 grande successo dei-
aspetti economici e sociali di questa produzione. l'aretina.
L'origine della ceramica aretina secondo Goudineau Sempre intorno al 15 a.C. la tecnica si fa sorprenden-
non sarebbe da individuare nella ( presigillata ' di Lam- temente omogenea. Goudineau pensa che la stanàardiz-
boglia (la quale altro non è che sigillata orientale impor- zazione delle forme e della tecnica si possa spiegare sup-
tata in occidenteì ma nella cosiddetta prearetina~ àa- ponendo !'esistenza di un'organizzazione che riuniva
tabile grosso modo tra il 50 e il 30 a.C. i ceramisti di Arezzo sia a livello decisionale (lancio di
Questa prearetina difficilmente potrebbe considerarsi nuove forme, adozione di nuove decorazioni, di nuovi
opera di artigiani stranieri) tanti sono i punti di vici- tipi di bollo) che esecutivo (depositi comuni di argilla,
nanza che essa presenta con la ceramica etrusca a vernice impianti e forni comuni, coordinamento dei compiti:
nera. chi si occupava dell'estrazione e della preparazione del-
Le prime forme dell'aretina presentano in effetti una l'argilla, chi della manifattura dei vasi, chi della loro
parentela evidente con forme della vernice nera e anche cottura).
alcuni bolli radiali con motivi decorativi e con lettere I bolli - ai quali Goudineau nega ogni significato
si ritrovano tanto in vasi a vernice nera che su vasi a utilitario - sono inizialmente radiali (chiara eredità delia
vernice rossa; è il caso del bollo Q ,AF. ceramica a vernice nera).
Inoltre il livello qualitativo non è paragonabile a quello Intorno al 15/10 si passa al bollo centrale, di solito
dell'aretina di epoche successive~ per cui sarebbe im- rettangolare. Nel 15 d.C. circa il bollo rettangolare viene
pensabile che artigìani orientali, aàusi àa tempo alla sostituito con il bollo in pianta pedis. Il primo passaggìo
t:ecnica della vernice rossa, abbiano avuto bisogno di è considerato un processo di semplificazione, il secondo
un periodo così lungo di sperimentazione per arrivare a starebbe invece a significare la volontà di contrassegnare
quei risultati. il proprio prodono per garantirlo di fronte al sorgere di

374
TERRA SIGILLATA ITALICA

imitazioni. Sarebbero le prime avvirnglie di una crisi, Comfort lavorò a lungo, recuperando e valorizzando
avvertibile anche in una schematizzazione delle forme e tutti gli appunti e i numerosissimi materiali sussidiari
nella nascita del rilievo applicato: ci sarebbe stata neces- raccolti da Oxé ma rinunciando ad aggiornare la raccolta
sità di rinnovarsi e nello stesso tempo di farlo con mezzi con i dati resisi disponibili nel frattempo, per non ri-
economici. tardare all'infinito l'uscita di questo prezioso strumemo
Sì arriva quindi al momento del declino e dell'estin- di lavoro.
zione. Quest'ultima secondo Goudineau sarebbe da porre Il Corpus Vasoturn Arretinorum (CVArr) contiene un
posteriormente alla metà del secolo, intorno agli anni elenco di oltre 2600 bolli, ordinati alfabeticamente. I
60,i70, sulla base delle stratigrafie di Bolsena e dei ma- diversi lavoranti di una stessa officina sono raggruppati)
teriali raccolti sulle navi di Ncmi (cfr. p. 377). per quanto è possibile, sotto il gentilizio del proprietario
L'Arezzo di quest'ultimo periodo non è più !'.Arezzo o del gestore. Per ogni bollo viene riportato l'elenco
dell'età augustea. L'area di esportazione si è molto ri- dei siti nei quali sono stati trovati tutti gli esemplari,
stretta: il lìmes e le province occidentali sono ormaì poi le varianti del bollo stesso, spesso illustrate con apo-
approvvigionati dai ceramisti gallici e l'influenza di grafi, e - quando sia possibile - il riferimento alla forma
Arezzo si restringe all'Italia centrale (Etruria e Lazio). del vaso secondo la tipologia di Haltern. Occasional-
Nonostante alcuni limiti di fondo - che le vengono mente vengono fornite notizie circa la localizzazione del-
sostanzialmente dal restare a metà strada tra il catalogo l'officina o la storia della produzione.
di un singolo scavo e il manuale di un 'intera classe - Gli indici - anche se non esenti da incongruenze e
Fopera del Goudineau ha avuto in questo quindicennio lacune - sono di enorme aiuto,
un effetto positivo negli studi ceramologici. Il primo si riferisce alla forma dei cartigli (tipologiz-
La sua tipologia è stata accertata da molti e le sue idee zati in quattro tavole sinottiche). Il secondo si riferisce
sull'organizzazione delle officine e sui problemi socio~ ai profili dei piedi (anch'essi tipologizzati in due tavole).
economici hanno stimolato ulteriori approfondimenti. Il terzo - il più importante - organizza tutti i nomi
per centri di produzione. Proprio perché Oxé non ebbe
Il Corpus Vasorum Arretinorum. modo di dare a questa sezione del lavoro la sistemazione
definitiva, esso è incompleto, e va integrato con ii testo
Nel 1968, anno in cui veniva pubblicata la monogra- del catalogo. I centri e le regioni distinti sono: Arezzo,
fia di Goudineau, un'altra opera fondamentale vedeva Roma o Italia centrale, Luni, Pianura Padana, Pozzuoli,
fa luce: il Corpus V asorum Arretinoruni di A. Oxé e Gallia o Germania, Spagna, Elvezia, Sardegna, Asia
H. Comfort. ~nore, Gallia meridionale. Altri due raggruppamenti
La storia di questo libro è lunga e travagliata. comprendono i ceramisti i< belgi e quelii legionari pro-
1)

August Oxé cominciò ad occuparsi di ceramica ita- vinciali.


lica nel 1897. Nel 1901, nel corso di un viaggio di studio Restano fuori da questo indice tutti quei ceramìsti di
in ìtaha, egli schedò i bolli dei musei di Roma e di Arezzo. cui non si può - o non si poteva all'epoca - determinare
Da allora continuò a raccogliere ogni analogo materiale, il centro o l'area di produzione. ·
comunque e dovunque noto. I rispettivi bolli si troveranno perciò sotto i due in-
Dopo un saggio del 1903_:4, nel quale aveva mostrato dici generali: quello dei gentilizi e quello dei cognornina.
quale utilizzazione si poteva fare in sede storica e archeo- Come sempre di fronte a simili lavori si può lamentare
logica dei bolli su sigillata, nel 1912 gli fu affidata dalla questa o quella lacuna, ma non si può non restare ammi-
Commissione per la Storia Romana di Francoforte la rati per tanta meritoria fatica. E quando si è ({ entrati )}
redazione di un corpus di tuttì i bolli sui vasi di sigillata, nell'opera, si indovina quanto più importami sarebbero
il Corpus Vasorum Arrerinorum appunto. stati gli esiti se quel formidabile studioso che fu Oxé
Iì lavoro procedette speditamente all'inizio, ma si in- avesse avuto il modo di sviluppare tutte le sue intui-
terruppe con la guerra. L'ambizioso progetto fu rilan- zioni.
ciato nel I 934 e sembrava essere arrivato a buon punto
nel 1938, quando Oxé stese perfino una prefazione al
manoscritto. Origine della sigillata italica.
In realtà, nel 1939 lo studioso era ancora intento a
trascrivere nuovi bolli nei musei italiani e in ogni altro Sembra ormai assodato che - come avevano visto gii
luogo che gli fosse accessibile. In questa incessante im- archeologi italiani del secolo scorso e come aveva riba-
presa egli continuò fino al I 943, ossia fino a quando la dito il Goudineau - il passaggio àalla vernice nera alla
sua salute glielo permise. Il manoscritto fu affidato vernice rossa fu attuato in Italia (in Etruria e forse in
allora al Deutsches Archaeologisches Institut. Poco dopo primo luogo ad Arezzo) ad opera di ceramisti locali in-
la casa di Oxé fu distrutta da un bombardamento. Lo torno alla metà del I sec. a.C.
:;mdioso non sopravvisse a lungo. Le stratigrafie di Bolsena hanno trovato conferma nel
Dopo l'ultima guerra l'archeologo americano Howard relitto del Planier, presso Marsiglia. Questa nave - che
C~omfort si adoperò perché il lavoro pluridecennale di proveniva da Brindisi via Pozzuoìi - affondò negli anni
Oxé vedesse la luce e, grazie alla liberalità della vedova immediatamente precedenti al 47 a.C. Tra gli oggetti
e delle autorità accademiche tedesche il manoscritto fu del carico essa trasportava un piatto di aretina di forma
messo a disposizione. Goudineau 1 con bolli radiali.

375
TERRA SIGILLATA ITALICA

Si pensa tuttora di poter ravvisare in questo cambia- Non sappiamo neanche quanti schiavi di uno stesso
mento di gusto un influsso delle sigillate ellenistiche proprietario abbiano lavorato contemporaneamente, cosi
(specie della sigillata orientale Ai di provenienza siriaco- come non siamo in grado di distinguere gli schiavi ài
egiziana)~ ma alla tradizione artigianale etrusca non era proprietari diversi con lo stesso prenome (di Rasinius,
del tutto estraneo il gusto della vernice rossa. che ha avuto almeno 60 schiavi non conosciamo neanche
Più problematico rimane il rapporto tra produzione il prenome: come è possibile ritenere che si trarti sempre
lisà1 ;: produzione decorata, Non e' è dubbio che ì realiz- della stessa persona?).
zawn Jclk matrici dei vasi decorati sono fin dall'inizio In ogni caso poi, per ogni schiavo che bollava dob-
cli p,ovenienza egeo-orientale. biamo presupporre tutta una manodopera anonima (in
Se è vero che i vasi più antichi sono quelli le cui una proporzione che purtroppo ci sfugge) addetta alle
rnarxici sono bollate da Cerdo, Nicephorus e Philemo, altre operazioni meno specializzate o comportami minori
allora anche l'iniziatore della produzione, ossia il ìoro responsabilità gestionali: estrazione dell'argilla, depura-
proprietario è di origine orientale. Infatti su un vaso zione, cottura, immagazzinamento, trasporto ecc.
bollato da Cerda, che si suppone prodotto in epoca non Per quanto si può dedurre dall'onomastica, farea di
dii>tante dal 29 a.C., compare già M. Perennius T1i;ranus provenienza degli schiavi che hanno bollato è generi-
con i suoi tria nomina. In altre parole non ci sarebbe camente l'oriente egeo, ma si sa quanto sia difficile in-
pi.ù la prova dell'esistenza di un M. Perennius impren- ferire dai nomi grecanici una precisa origine etnica.
ditore aretino che lavora all'inizio con i suoi schiavi e Questi schiavi specializzati, soprattutto quelli che rea-
solo intorno al I 5 a.C. cede la direzione al suo liberto lizzavano i punzoni e le matrici dei vasi decorati) costi-
Tigra11us. tuivano un'élite minoritaria.
D'altra parte va ammesso francamente che i motivi Le botteghe che produssero in qualche fase delìa loro
per datare rinizio delJa produzione decorata al 30 a.C. attività della ceramica decorata a matrice furono ad
non sono cogtntì. Arezzo circa r su 5. Inoltre, all'interno di esse gli schiavi
La famosa moneta del vaso dì P. Cispius è posteriore che bollano ceramica decorata sono in netta minoranza
al 27, e in ogni caso è solo un terminus post quem. E la rispetto a quelli che bollano la liscia (circa r su 7). Ciò
datazione del vaso di Cerdo con Ercole e le Muse intorno fa pensare che il prezzo di uno schiavo del genere rap-
al 29 a.C. si fonda sulla presunzione di un nesso tra la presentasse un investimento notevole, tale forse che non
creazione della matrice e la dedica del Aedes Herculìs tutte le officine potevano permetterseìo.
Musarum a Roma da parte di L. Marcio Filippo. Ma le D'altra parte conosciamo officine con un elevato nu-
.M.use della matrice non hanno nulla a che vedere dal mero di schiavi, nessuno dei quali ha mai firmato vasi
punto di vista iconografico con quelle dì Ambracia che decorati.
si trovavano nel tempio, e inoltre sarebbe questo l'unico In casi come questo si deve forse pensare ad una spe-
esempio di decorazione ispirata direttamente ad un avve- cializzazione, probabilmente in funzione di una parti-
nìmento contemporaneo. colare organizzazione della distribuzione.
Se tuna la produzione decorata fosse cominciata un Il passaggio di schiavi da un'officina ad un'altra è
po' dopo si spiegherebbe anche meglio perché fin dal- provato in qualche caso, ipotizzabile in altri.
l'inizio essa si presenta di qualità molto altai non solo Si è già detto che Goudineau ha formulato l'ipotesi
esteticamente ma anche tecnicamente. In caso contrario che una guaiche organizzazione riunjsse tutti i fabbri-
assisteremmo al fenomeno di una produzione decorata canti di Arezzo sia a livello decisionale che a livello ope-
di ottima qualità, diciamo intorno al 30, mentre la pro- rativo. Non abbiamo tuttavia prove di una tale organiz-
duzione liscia raggiungerebbe gli stessi standard grosso zazione cooperativistica e tanto meno delfesistenza di un
modo intorno al r5. unico organismo deiiberativo (non si conoscono in Ita-
lia neanche col/egia di figuli).
Una certa omogeneità qualitativa si può spiegare be-
Organizzazione della prodnzione. nissimo con Puso di materia prima mineralogicamcnte
identica e in un piccolo centro come Arezzo, dove le
Con la grande mole di dati messaci a disposizione dal officine erano fisicamente contigue, non può certo sor-
CVArr è stato possibile farsi un'idea della presumibile prendere che i processi di produzione risultino tecno-
importanza delle varie officine italiche. Chi scrive e suc- logicamente uniformi.
cessivamente il Prachner, hanno computato il rotale Per il resto il problema delle succursaìi e la possibilità
degli schiavi attestati per ogni officina. che tipologie diverse siano state adottate contempora-
Le cifre variano leggermente da caso a caso, a seconda neamente in centri di produzione differenti impongono
dei crìteri più o meno rigidi di prudenza a cui ci si è grande cautela.
attenuti nello spoglio, ma in sintesi si può dire che si va Esiste la possibilità che come delle matrici potevano
da zero a sessanta. essere spedite da un'officina italica ad una sua succur-
Le officine di cui si conoscono più di venti schiavi sono saìe così potevano essere vendute ad altre officine o
meno di una decina. comunque miiizzare da altri (cfr. p. 378).
Katuralmente non conosciamo tutti i bolli esistenti, Tuttavia sembrerebbe che i ceramisti - a differenza di
ma si è visto ormai che la raccolta del cv·Arr è molto quanto immagina Goudineau - tenessero a distinguere
ampia. i rispettivi prodotti. Si sa che le officine di Rasinius e di
TERRA SIGILLATA ITALICA

C. Memmius furono consociate per un certo periodo l\1.a non è escluso che fra la manodopera anonima ci
nd quale bo11avano col bollo Rasùii Memmi. fossero donne. In Gallia, a Lezoux, l'esame degli scheletri
Quando però tornarono a sciogliersi, si ridìviscro le rinvenuti all'interno di officine ceramiche ha dimostrato
proprietà e su alcune matrici fu eraso il nome di Ra- la presenza di donne e di èambini in tenerissima età
~,-i'nius, su altre quello di J1.emmius. E se certi punzoni (forse aborri abbandonati tra gli scarti dell'officina).
furono utilizzati da più officine forse si sarà trattato di Viceversa i nomi femminili che seguono su qualche
si.ngoii limitati acquisti, o di lasciti, o anche di calchi bollo i nomi degli schiavi potrebbero non riferirsi a delle
m.cccanici. donne proprietarie, bensì a delle figlinae: es. Blandus
Dal CVArr conosciamo altri esempi di società di Sratiliae ( CVArr I 850 ).
produttori: in alcunì casi si tratta di membri di una
'.s1cssa gens, ma ci sono anche associazioni fra gentes L'ultima sigillata italica.
diverse. Se effettivamente il sistema cooperativistico
era alla base della produzione questi casi dovrebbero Il problema del declino e ddl'estinzione della pro-
essere o molto più mi.mcrosi o, meglio ancora, inesi- duzione italica di terra sigillata ha intrigato non poco
stenti. gli studiosi.
Quanto all'idea che il bollo in pianta pedis rappresenti Dragendorff pensava che già intorno al 25 d.C. le
la meditata adozione di una sorta di ' marchio di fab- officine italiche fossero entrate in crisi per la concorrenza
brica ' comunitario, essa cade di fronte alla semplice di quelle galliche. Ma a ben vedere tale conclusione si
constatazione che lo stesso cartiglio fu adottaro un po' basava soltanto sulla fine delle importazioni di sigillata
cfoppertutto, dall'Italia settentrionale alla Campania e decorata sul lùnes germanico, ossia su un argumcntum e
:nelle province. silcnrio.
Se l'ipotesi cooperativistica è da abbandonare, è pos- Già lo Stenico, considerando la gran massa dei pro-
sibile immaginare altri modelli organizzativi che non dotti di P. Cornclius e delle fasi tarde dell'officina pe-
comportino una pura e semplice giustapposizione di renniana (gestione di M. Perennius Crescens e M. Pe-
officine autonome. rennius Saturninus) che non trovavano confronti con i
Per esempio C concepibile che alcune officine più materiali esportati sul limes, riteneva più verisimile una
importanti fossero in grado di portare a termine da sole data finale intorno al 40,
l'intero processo di produzione, mentre altre, più pic- Si continuava però a confondere le sorti della produ-
cole, no. Si darebbero allora le seguenti possibilità: zione decorata con quelle della liscia. Il Goudineau
e) le piccole botteghe pagavano per la materia prima e proponeva da parte sua di abbassare la fine della sigil-
per la cottura dei vasi nei forni di alcune grandi im- lata non decorata di Arezzo al decennio 6oi70, Anche
prese; se si è ormai riconosciuto che il materiale che si presu-
meva trovato sulle navi di Nemi (e quindi in uso in età
le grandi imprese collocavano la materia prima presso neroniana) è stato trovato in realtà sulle sponde del lago,
le piccole (modello del putting~out), acquistavano il fuori contesto, quella data è non solo da mantenere ma
prodotto portato a cuocere nei propri forni e lo ven- da abbassare ulteriormente.
devano attraverso una propria rete di distribuzione. A Pompei la sigillata italica è attestatissima, e in pro-
Ora si sa che vasi di diverse officine erano cotti nello porzione maggioritaria rispetto ad altre sigillate. Su
stesso forno, e per quanto sembri documentato in un circa 1400 vasi di sigillata, più di 800 appartengono a
caso il rilevamento di un'officina da parte di un'altra, varie produzioni itaiiche, circa 400 sono di origine orien-
le grosse officine non avranno avuto interesse ad au- tale, i rimanenti 200 di produzione gallica.
mentare eccessivamente le proprie dimensioni e la pro- Le stratigrafie ostiensi confermano questi dati, mo-
::xìa manodopera, con tutti i problemi logistici e orga- strando che in età tardoflavia e fino agli inizi del II
nizzativi (e quindi economici) che ciò comportava. 11 secolo la sigillata iralica è bene attestata (circa cinque volte
sistema misto aveva certamente dei vantaggi. più numerosa della sudgallica), La stessa cosa mostrano
In quest'ottica si spiegherebbe meglio l'uso del bollo: le stratigrafie della villa di Settefi.nestre nell' ager Co-
esso sarebbe stato indispensabile per la contabilità re- sanus.
fativa alle infornate e al pagamento dei diversi ceramisti. Anche la ceramica nord-italica è sicuramente stara
Delle forme di controllo dovevano certamente esi- prodotta nel II secolo. In realtà i ceramisti italici si
~-:tere. Conosciamo un Diomedes Vibi pr(ocurator) :--e: arresero soltanto - nel II sec. avanzato - alla concor-
CVArr 2343 che su altri bolli (CVArr 2344, 0345) renza della ceramica africana.
aggiunge al proprio nome i segni convenzionali e La sigillata dì quest'ultima fase - nella quale le forme
=-:i, che valgono per Oxé contrascripwr, contrascriba. si standardizzano sempre di più e il repertorio si riduce
Significativo nel senso di un controllo dell'operato dei a un numero molto ristretto, gli ultimi numeri della
lavoranti è il bollo CVArr 193 che è stato letto dal Dressel tipologia dì Goudineau viene di solito chiamata tardo-
4r(h)eni'o circiror refì(ciendum) curavit e da Oxé At(hìcni() italica.
circitor refigura1.1ir. La specificazione non è di moira utilità pratica_1 cre-
I nomi dei ceramisti attestati sui bolli sono tutti ma- diamo} per la produzione liscia, mentre lo è già di più
schili, con forse un'unica eccezione: Procne Sau_fei' (CVArr per la decorata. Quest'ultima presenta effettivamente
r.702), delle caratteristiche molto precise che permettono nella

377
TERRA SIGILLATA ITALICA

sr:ragrande maggioranza dei casi - anche trattandosi Dragendorff~\Vatzinger I - forma tipicamente aretina -
di frammenti - di dìstinguerla con sicurezza dail'ita- decorato con punzoni tipicamente tardo--itaìici e bollato
lica decorata più antica. dal tardo-·-italico Sex. Murrius Festus.
Gìà agli inizi del secolo il Déchelette aveva segnalato A Settefinesrre poi si è trovato un calice di forma Dra-
l'esistenza di vasi a matrice in sigillata di qualità scadente, gendorff..-\\'atzinger Im con decorazione tardo--italica
attribuibili a degenerati successori dei grandi ceramisti e bollo del tardo-italico C. P( ) P( ).
aretini e puteolani. Secondo lo studioso francese si trat- !via c'è dì più: in una tomba dì J\1ariana, in Corsica,
tava di imitazioni italiche delle coppe sudgalliche, si è trovato un altro calice di forma Dragendorff--\\iat-
un estremo tentativo di difendersi dalla sempre più zinger Ih bollato sul fondo da R asinius Pisanus, un
schiacciante concorrenza provinciale. Anche ia forma tardo--itaiico. L'eccezionalità però è un'altra, La deco-
adottata riecheggiava chiaramente quella preferita dai razione non è affatto tardo . ·-italica (è una scena molto
vasai ruteni, la coppa carenata Dragendorff 29. elaborata, con la lupa e i gemelli presso il ficus ruminalis)
Quanto alla cronologia, Déchelette aveva notato che e sulia parere compare per quattro volte il bollo di Xan-
i bolli di queste coppe portavano nomi di ceramisti noti thus.
a Pompei. In conseguenza quei mauvaìs pastiches anda- Questo significa o che Rasinius Pisanus ha utilizzato
\'ano datati nella seconda metà del I secolo. una matrice di Cn. Areius Xanthus (che, si ricordi, la-
I1 Comfort, prendendo in esame in un articolo del I 936 vorava probabilmente a Pisa) o che si è fatta una nuova
tutti i pezzi di questa classe allora conosciuti, concluse matrice da un calco di un vaso di Xamhus.
che al di là di qualche generica assonanza (curiosamente lvfa il caso non è isolato. Recentemente ho pubblicato
più con le sigillate di II sec. di Lezoux che con quelle un vaso da Nora che presenta uno stretto parallelismo,
di I del S della Gallia) non si poteva parlare di vera imi- È un calice Dragendorff-\1?atzinger lm bollato da C. P( )
tazione dei prodotti provinciali da parre degli italici. P( ), ma che utilizza una matrice più antica bollata da
Bisognava però attendere alcuni imporranti studi dello Zoilus, altro liberto di Cn. Ateius con proèabiie sede a
Stenico per rendersi conto che, al contrario_, c'erano rap- Pisa.
porti molto stretti tra tardo-italica e aretina decorata: Il corredo della tomba di Mariana suggerisce come
una quantità di punzoni impiegati nelle matrici tardo- terminus post quem per la deposizione il 75 circa. Se il
italiche derlVava da prototipi aretini (anche se ì1 più vaso di Rasinius Pisanus-Xanrhus e quello di C.P( )
delle volte essi erano 'decontestualizzati'). Se era vero P()-Zoilus che gli si apparenta rappresentano, come è
che Arezzo aveva prodotto ceramica decorata fino agli probabile, gli incunaboli della produzione tardo-italica,
anni 40, lo iato con la tardo-·"italica - che sempre se- questa cronologia non sarebbe in contrasto stridente con
condo Stenico poteva essere rialzata alla prima età ne- l'assenza di tardo-italica decorata a Pompei e non co-
roniana veniva a ridursi sensibilmente. stringerebbe a rigettare l'idea che essa si sia affermata
Ma il Comfort fece successivamente notare un fatto in realtà solo dopo il 79. Quanto agli Areii~ se si consi-
sfuggito a tutti: era vero che a Pompei erano presemi dera che il ramo campano ha continuato a essere attivo
i bolii dei tardo-italici, ma solo su forme lisce. Se ne fin nella seconda metà del I sec. (cfr. pp. 369-70), è
doveva dedurre che la produzione della tardo-italica probabile che i prodotti di Xanrhus e Zoilus non fos-
decorata era comìnciara solo dopo il 79. Di conseguenza sero per i tardo~~italici che iniziavano la produzione dì
la data finale dell'aretina andava ancora abì:-assata, non decorata dei pezzi d'antiquariato di difficile reperimento.
essendo verosimile che i tardo-italici andassero a pe- Ma dove erano le officine dei tardo-italici?
scare i loro modelli fra pezzi di antiquariato o scarichi Pìinio voleva Arezzo celebre anche all'epoca sua (cfr.
di fornaci. p. 365), ma nessuna prova o indizio ci permette di lo-
Recentemente nuovi importanti dati si sono aggiunti calizzare ad Arezzo anche uno solo di questi ceramisti
al dossier della tardo-italica. tardi. In passato, notando che la concentrazione dei
Per quanto riguarda la forma dei vasi, si pensava in loro bolli è maggiore in Etruria, il Cmr..fort avna
passato che la forma Dragendorff 29 fosse nata in Gallia cercato di stabilire delle relazioni tra il cartiglio lunato,
per evoluzione naturale da una forma italica, il calice a tipico a partire da un certo momento dei vasai tardo-
doppio registro Dragendorff-\\latzinger IIIa. Si è dimo- italjci, e il porto di Luni o fager lunensis; o anche tra L.
strato invece che una stessa officina produce\'a contem- Rasinius Pisanus e Sex. Murrius Pi(sanus ?) e la città
poraneamente sia calici a doppio registro bollati da Cn. di Pisa.
Ateius Xanthus sia delle Dragendorff 29 bollare da Cn. A tutt'oggi non abbiamo nessuna prova che a Luni
Atcius Euiyalus. Dalle analisi chimiche dei frammenti ci siano state delle officine tarào·-italiche (e l'argomento
risulta che questa officina, in cui due liberti di Ateius del cartiglio è piutrnsto deboie ), mentre per quanto
lavoravano usando gli stessi punzoni, non era certamente riguarda Pisa abbiamo ora il ritrovamento di una matrice
gallica, ma neanche aretina. La succursale di Pisa (cfr. tardo-italìca in un terreno di scarico del centro della
p. 368) appare a questo punto la sede più probabile. città. Inoltre è stata pubblicata un'iscrizione pisana in
Quindi a Pisa un'officina dì Ateius produceva già cui compare un Rasinius Pisanus.
vasi decorati delfa stessa forma adottata dai rardo-irn- Ricapitoìanào: i tardo---italici produssero sigillata li-
lici. D'altra parre questi ultimi non hanno prodotto scia in età flavia; abbiamo motivo dì rirenere che il grosso
solo - come fino a poco tempo fa si credeva la Dra- della produzione decorata a marrice dati a partire da
gendorff 29. A Ostia è stato trovato un calice di forma Domiziano; il repertorio decorativo dipende dall'italica
TERRA SIGILLATA ITALICA

più anticai esistettero rapporti o contatti con le officine materia prima, secondo una stessa tecnica di lavorazione
di A teius a Pisa; almeno una delle loro officine era a Pisa. e decorati con gli stessi criteri.
Anche le esportazioni dei tardo-italici si facevano Purtroppo lo stato attuale delle nostre conoscenze
prevalentemente per via di mare, dal porto di Pisa. È difficilmente ci consente di andare al di là del dato mor-
attestata una loro presenza ad Aquileìa, da dove i loro fologico.
prodotti raggiungevano l'area danubiana. Le esportazioni Si dovranno - e si potranno - tipologizzare in futuro
in Africa sono più numerose per quanto riguarda i vasi i prodotti di determinati centri di produzione (tenden-
lisci. Questa è una riprova che la decorata incominciò zialmente delle singole officine e dei singoli ceramisti)
solo dopo, quando l'Africa non importerà più nessun ma non sarebbe corretto, allo stato delle cose, pretendere
tipo di vasellame italico, essendosi messa essa stessa a di raggruppare sotto un unico esponente (l'analogia
esportare ceramica su vasta scala. morfologica) vasi provenienti da aree geografiche di-
L'organizzazion~ della produzione tardo-italica non verse, con pasta e vernice diverse per composizione chi-
è molto chiara. Rispetto alla grande quantità di officine mica e tecnologia impiegata, e con elementi accessori
della prima età imperiale, c'è ora una enorme concen- (bolli, decorazione) diversi.
trazione. I nomi dei tardo-italici conosciuti sono: Sex. Un giorno saremo in grado di determinare con mag-
Murrius Gal(), Sex. Murrìus Cladus, Sex. Murrius giore sicurezza la provenienza e la cronologia dei vari
Fes(tus?), Sex. Murrìus Pi(sanus), Sex. Murrius Pri- prodotti. Si potranno allora tentare delle tipologie per
scus, L. Nonius Flor(us), C. P( ) P( ), L. Rasinius Pisa- aree di produzione e si potrà cogliere la rilevanza di
nus, L. S( ) M( ). certe particolarità morfologiche cui si rischia di dare
Da un bollo ancora inedito L •L •NON• F deduciamo troppa o troppo poca importanza.
che esistettero almeno due personaggi con lo stesso nome. Da quel poco che già sappiamo sulla dislocazione re-
Sex. Murrius Fes(tus?), Sex. Murrius Pi(sanus) e Sex. gionale delle officine e sul problema delle succursali
Murrius Cladus hanno bollato tutti e tre insieme uno (cfr. p. 368 ss.) è evidente che una tipologia meramente
stesso vaso. Se ne deduce che erano contemporanei che morfologica non è in grado dì rispondere agli interroga-
favoravano in una stessa impresa. Molto probabihnente tivi che più ci premono in sede storica.
tutti i Sex. Murrii erano colliberti di uno stesso patrono. A proposito di qualunque sito è certo più importante
Si osserva normalmente nella tardo-italica decorata sapere quanti dei prodotti rinvenuti vennero da Arezzo
che gli stessi punzoni sono usati indifferentemente da e quanti da una succursale provinciale piuttosto che il
tutti (sembrerebbe) i ceramisti del gruppo. Si copiavano numero totale delle singole forme, senza altra specifi-
l'un l'altro? Era una sola officina che riforniva le altre? cazione.
Acquistavano i punzoni da una stessa fonte? Lavora- Oggi le analisi chimiche, condotte in funzione di una
vano in impianti comuni? Erano consorziati? più matura consapevolezza dei problemi, stanno appena
:È difficile orientarsi per il momento fra queste pos- gettando le basi di nuove e più motivate distinzioni ti-
sibilità. Circa la fine della produzione, le stratigrafie poiogiche.
ostiensi, come si è detto, sembrano testimonfare la pre- Purtroppo siamo solo agli inizi. Solo quando si riesa-
senza di tardo-italica decorata ancora in età antonina. mineranno i grossi nuclei di materiali già conosciutì
Si dubitava che potesse trattarsi di residui, ma recente- (Haltern è un esempio significativo per i risultati rivo-
mente si è avuta una inattesa quanto incontrovertibile luzionari che ha recentemente fornito) si potranno rag-
prova della lunga vita di questa classe. gruppare morfologicamente i prodotti per aree di pro-
Ci riferiamo ad un vaso proveniente da Cosa, nella duzione. E nella misura in cui nuove stratigrafie daranno
cui matrice fu utilizzata a guisa di punzone una moneta dei termini cronologici più sicuri, si potrà arrivare a delle
di Sabina databile tra il 128 e il 137. Poiché questo è tipologie in senso proprio, organizzate con una rigorosa
i:,olo un termine post quem_, e poiché stilisticamente il àeterminazione spaziale e temporale.
pezzo in questione non sembra neanche tra i più rarci.~ In attesa che si creino le premesse per arrivare a questi
della classe, si può facilmente postulare una fabbrica- risultati, con la quasi totalità della sigillata italica acces-
zione di sigillata italica decorata ancora in età antonina. sibile dalle pubblicazioni si può arrivare al massimo a
Diventano quindi anche meno assurdi i paralleli~ seppur formare un repertorio morfologico.
vaghi, con la sigillata di Lezoux. La descrizione empirica di pasta e vernice - quand0
Si tratta in ogni caso di un'acquisizione importantis- è data - è di scarsissimo aiuto per la àeterrninazione àelfa
sima, che impone una revisione di molti luoghi comuni provenienza. E le cronologie, salvo pochi casi, sono alea-
sulla storia dell'artigianato italico. torie o ristrette nella forchetta cronologica delFoccupa-
zione e dell'abbandono dei siti (quelli meglio scavati, sul
Per un repertorio morfologico. limes rete-germanico, spesso non vanno al di là dell'età
giulio-ciaudia).
Abbiamo tentato recentemente di chiarire in un'altra La tipologia di Goudineau è stata, lo si è detto, un
;;ede cosa dovrebbe intendersi a nostro avviso con il tentativo di sistematizzazione di questa dasse alla luce
termine tipologia. delle conoscenze degli anni '60.
Su un piano epistemologico, la nozione di tipo do- Quando però la si usa su un cantiere di scavo si è
vrebbe identificare un insieme di oggetti di una stessa costretti prima o poi a constatare che essa è insufficiente
forma, prodotti in un dato arco di tempo con la stessa a coprire tutta la gamma delle forme che si rinvengono,

379
TERRA SIGILLATA ITALICA

a meno di non risolversi ad assimilazioni ' forzate ' con Tra le centinaia di varietà riconducibili alle singole
una delle sue 43 forme. forme sono state scelte quelle più rappresentative quanto
C'è quindi l'esigenza concreta di allargare il numero a numero di esemplari assimilabili.
dei possibili riferimenti aumentando il numero delle Talvolta si sono anche presentati degli unica o delle
forme, e soprattutto quello delle loro varietà, varietà interessanti dal punto di vista antiquario o da
D'altra parte riteniamo che non ci siano oggi le condi- quello della 'evoluzione' da una forma all'altra.
zioni sufficienti per fondare un'autentica nuova tipolo- Si è abbondato particolarmente con le forme non
gia, in cui ogni forma o sua varietà identifichi un tipo contemplate o troppo sacrificate nelle tipologie correnti
definito nella sua realtà storica. (Loeschcke e Goudineau), che in gran parte vengono
In questa non facile situazione transitoria è sembrato a coincidere con quelle più tarde.
utile presentare un catalogo delle forme non decorate Riteniamo infatti che sempre meglio le nuove scoperte
di tutte le produzioni che vanno sotto il nome di sigillata dimostreranno la vitalità e la complessità dell'ultima fase
italica (la nord-italica è oggetto di una trattazione se- della produzione italica, che non rientrava invece nel-
parata) che mrviasse il più possibile alle ristrettezze delle l'orizzonte dei primi pionieristici lavori di inquadramento
vecchie tipologie. globale di questa classe ceramica.

FORMA l. Rientra nel tipo Goudmeau r.


Descrizione. Varietà:
Patera su piede ad anello. Parete pressoché rettilinea, 1) Orlo leggermente convesso, quasi verticale, appiat•
più o meno inclinata verso l'esterno. Orlo indistinto. tiro superiormente. (Tav. CXV, 5).
Corrisponde al tipo 9 di Goudineau. TcHERNIÀ, p. 71, fig. 16,1. Bolli radiali ilìeggibili.
Cfr. LEQUEMENT-LIOt:, pp. 587 ss.
Varietà:
Relitto del Planier.
I) Parete fortemente inclinata, quasi tutt'uno col fondo. 2) Parete rastremata. Identifica il tipo Goudineau I b.
GOUDINEAt.:, p. 81, A-3--1. (Tav. CXV, r).
GoUDINEAU, p. r24, B-2C-22. (Tav. CXV, 6).
Bolsena.
Bolsena.
2) Come la precedente, ma con parete meno inclinata.
3) Parete più ingrossata, rastremata in prossimità del~
GoUDINEAU, p. 123, B-2C--1. Bollo rettangolare Cerd(o)/
l'orlo. (Tav. CXV, 7).
Sca(uri); CVAn· 2403. (Tav. CXV, 2).
SCHINDLER-SCHEFFENEGGER, tav. 9,20.
Bolsena.
.Magdalensberg. In contesto databile tra il 20 e il 15-ro
3) Come la precedente. Parere ancor meno inclinata.
a.C. Produzione C.
(Tav. CXV, 3).
4) Parete più indinara, orlo arrotondato, fondo piatto.
Archeoclub Ardeatina Laurenrino, Tav. I, 6. Corrisponde al tipo Goudineau I c. (Tav. CXV, 8).
Roma.
FELLMANX, p. 84, ta,·. 1,2. Bollo rettangolare Sex.
Cronologia. Tiri, CV,4rr 2142.
La forma compare secondo Goudineau verso il 30-20, Basilea.
e discende naturalmente da analoghe forme in vernice 5) Parete più inclinata. (Tav. CXV, 9).
nera. Non dura molto a lungo, anche se la presenza di bolli FICHES~GENTY, p. 282, fig. 6~2.
centrali indica che fu prodotta almeno intorno al 15 a.C. Ruscino.
6) Parete concava. Piede ribassato. (Tav. CXV, ro).
FORMA E. Archeoclub Ardeatino Laurentino, Tm·. I, :: .
Roma.
Descrizione.
7) Parete rettilinea. Angolo di carena molto netto. (Tav.
Piatto con orlo rientrante. cxv, 1I).
RAMos FoLQuÉs, pp. 22~3, fig. 27. Bollo centrale MOSCA, p. 344.
Crispini; CV Arr 56r. (Tav. CXV, 4). Pollenza. Vernice rosso-nera. Supposta imitazione
Ekhe. locale.
Cronologia. Cronolof?ia.
Ricorda forme simili in vernice nera (es. MoREL F Il tipo I dì Goudineau è databile, in base alle strati-
2265 f, 2286 d). L'esemplare è però databile dopo il grafie di Bolsena a prima del 40 a.C. Deriva evidentemente
r 5 a.C. circa, per via del bollo centrale. dal repertorio deUa ceramica a vernice nera (es. A1oREL
F 2254).
FORMA III. L'esemplare della varietà r è probabilmente uno dei
pezzi più antichi conoscimi con sicurezza, in guamù il
Descrizione. relitto di Planìer, da cui proviene, è databile negli anni
Piatto con orlo inclinato verso l'esterno. Attacco col immediatamente precedenti il 47 a.C.
fondo segnato da uno spigolo. Non sembra arrivare fino all'età augustea.
TERRA SIGILLATA ITALICA

FoRMA IV. 4) Come la precedente. Orlo più rientrante. È il tipo Hal-


tern III, 4 b, che corrisponde al tipo Goudineau 30 b.
Descrizione. (Tav. CXVI, 4).
Coppa su piede ad anello caratterizzata da due anse LOESCHCKE 1909, tav. X.
ad anello impostate verticalmente sulla parete_ concava. Haltern.
Orlo indistinto. Fondo leggermente concavo. E il tipo 5) Come la precedente. Parete distinta all'esterno m tre
Goudineau 3. (Tav. CXV, 12). zone da due solchi. (Tav. CXVI, 5).
Ha rapporti con le forme della vernice nera (es. l\.1oREL Archeoclub Ardeatino-Laurentino, Tav. III, 53.
F 3350). Roma.
GoumNEAU, p. 161, B-2B-1. Bollo rettangolare Ca- 6) Nessun gradino tra parete e fondo. È il tipo Haltern
( calos ?) C. Tiri Ne(potis ).
III, 4 a, che corrisponde al tipo Goudineau r9 c. (Tav.
Bolsena. CXVI, 6).
(,'ronologia. LOESCHCKE l 909, taV. X.
Haltern.
La forma comparirebbe prima del 30 a.C. secondo
7) Come la precedente. Parete più ingrossata e orlo più
Goudineau. La presenza del bollo centrale indica una
sua durata almeno fin dopo il 15 a.C. circa, appuntito. Vicina al tipo Oberaden 2 A. (Tav, CXVI, 7).
OxÉ, tav. 40, h.
Oberaden.
FORMA V. 8) Parete meno ingrossata all'interno con andamento
verticale. Piccolo gradino interno tra la parete e il
Descrizione. fondo. (Tav. CXVI, 8).
Piatto apodo ( ?) con parete convessa e orlo indistinto. SCHINDLER-SCHEFFENEGGER, tav. 43,14.
È il tipo 8 di Goudineau, attestato da un solo frammento Magdalensberg. In contesto databile fino al 45 d.C.
di Bolsena. È impossibile perciò stabilire se si tratta di 9) Come la precedente. Solco sulla parete interna sotto
una forma realmente apoda. Se non lo fosse, si tratte- l'orlo. (Tav. CXVI, 9).
rebbe allora di una varietà della forma successiva (cor- SCHINDLER-SCHEFFENEGGER, tav. 43,5. Bollo in pianta
rispondente al tipo 19 e o 30 di Goudineau). (Tav. CXV, pedis: L. Gel(lius), CVArr 737.
I 3),
Magdalensberg. In contesto databile fino al 20-25 d.C.
GounrNEAU, p. III., B3-43.
10) Nessun gradino interno tra parete e fondo e nessun
Bolsena.
solco. (Ta\·. CXVI, 10).
Cronologia. PETRU, tomba 783. Bollo in pianta pedis: L. Gel(lius);
CVArr 737.
Secondo Goudineau la forma compare verso il 30 a.C. Emona.
r r) Parete convessa, spigolo di carena vivo.
FORMA VI. Esemplare inedito. Bollo in planra pedis: C. P() P( );
CVArr 1191. (Tav, CXVI, II).
Descrizione. Napoli, Museo Nazionale, n. inv. 207784.
Piatto su piede con parete convessa (talvolta decorata Da Pompei.
all'esterno con appliques à la barbotine) e orlo indistinto, 12) Carena arrotondata. Piccolo gradino interno tra fondo
Riuniamo qui i tipi 4 (Servizio III) e 5 B (Servizio IV) e parete. Solchi alfinterno e alresterno sotto l'orlo.
di Haltern, i tipi 2 e 3 di Oberaden e i tipi 19, 30 e 36 b Esemplare inedito. Bollo in plama pedis: Forru(naiut),
di Goudineau. La forma fu prodotta anche dai cerami- con lettere retrograde; CVArr 708. (Tav. CXVI, 12;.
sti gallici (Ritterling 1 e Dragendorff 32 ). Napoli, Museo Nazionale, n. inv. 267791. Da Pompei.
Varietà: 13) Parete più rientrante, Fondo piatto. Solco sulla parete
I) Orlo leggermente ingrossato e piatto superiormente. esterna a due terzi dell'altezza. (Tav. CXVI, 13).
(Ta,·. CXVI, I). BRUKNER, p. 57, tav. 3,1.
SCHINDLER-SCHEFFENEGGER, tav. r r ,6. Sirmium.
lvlagdalensberg. In contesto databile prima del 20 a.C. 14) Parete ad andamento verticale. Orlo rientrante. È il
2) Come la precedente. Orlo più rientrante. Gradino al- tipo Oberaden 3, che corrisponde al tipo Goudine:m
l'attacco del fondo con la parete. (Tav. CXVI, 2). 19 b. (Tav. CXVI, 14).
SCI-:IINDLER-SCHEFFENEGGER, tav. II,8. LOESCHCKE 194:, t3V. 21.
Magdalensberg. In contesto databile fino al 15-IO a.C. Oberaden.
3) Come la precedente. Orlo più arrotondato. Corri- 15~; Parete a sezione quasi rettangolare. E il tipo 5 b
sponàe al tipo Oberaden 2 B e Goudineau 30. (Tav. di Haltern, che corrisponde al tipo 36 di Gouciincau.
CXVI, 3). (Ta,,_ CXVII, 1 ).
LOESCHCKE r942, tav. 21. LOESCHCKE 1909, taV. X.
Oberaden. Haltern.
TERRA SIGILLATA ITALICA

Cronologia, rn) Vertice superiore del triangolo dell'orlo più sporgente


È una forma con una vita molto lunga. Gli antecedenti rispetto a quello inferiore e unito al gomito da un tratto
sono da ricercare nella ceramica a vernice nera. È bene rettilineo obliquo. (Tav. CXVII, II).
attestata in età augustea, ma anche dopo, come testimo- ETTLINGER, fig. 5. Bollo radiale A. Titi; CVArr 2001.
niano i bolli in planra pedis, anche tardo-italici. Fu prodotta Secondo la Scheffenegger ( ScHINDLER~SCHEFFENEGGER,
da tutte le officine ìraliche e anche da quelle provinciali I, p. 261) si tratta di un ceramista padano. Ma suoi
(cfr. SCHf\iURBEIN, p. 57). bolli sono stati trovati anche ad Arezzo: cr-:,1.rr
2001 a, c.
FORMA VII. Neuss.
Descrizione. Cronologia.
Piatto caratterizzato da un orlo ingrossato e pendente, Secondo Goudineau la forma compare prima del 30
variamente ondulato, e distaccato dalla parete. Il tipo a.C. ed evolve nel senso dell'accorciamento dell'orlo e
di orlo è quello designato da Vogt e Fellmann come ti- dell'elevazione del suo margine estremo superiore.
pico del Servizio I A. La forma corrisponde al tipo Gou- Non sembra arrivare al periodo dei bolh centrali
dineau 6. Essa mostra evidenti rapporti con forme della (r5 a.C.).
ceramica a vernice nera (per es. MoREL F rr74, 1432, 1441).
Varietà: FORMA VIII.
r) Orlo a sezione triangolare, col vertice superiore più Descrizione.
alto della sommità della parete. È il tipo Goudìneau 6 a. Piatto su piede ad anello caratterizzato da un orlo
(Tav. CXVII, 2). distinto, variamente articolato, più o meno pendente.
GOUDINEAL, p. II3, B-3-53. Comprende il tipo ra di Haltern (Servizio Ib e le di
Bolsena. Fellmann) e il tipo r di Oberaden. Corrisponde ai tipi
2) Come la precedente, con un gomito tra la parete e l'orlo. r5, 17 e 23 di Goudineau.
(Tav. CXVII, 3). Varietà:
SCHINDLER-SCHEFFENEGGER, tav. 2 a,r.
I) Solco sul margine superiore de!Porlo. (Ta\', cxvn,
Magdalensberg, in contesto databile prima del 20 a.C.
SCHINDLER-SCHEFFENEGGER, tav. 21,4. Bollo radiale
3) Come la precedente. Orlo più corro. (Tav. CXVII, 4). L. Tettius Sainia; CV Arr 1968.
SCHINDLER--SCHEFFENEGGER, tav, 2 b,2~. Magdalensberg, in contesto databile fra il 15 e il ro a.C.
Magdalensberg. 2) Come la precedente, con orlo pìù ravvicinato alia
4) Come la precedente. La base del triangolo delForlo parete, che è tripartita (gola, rigonfiamento, gola).
non forma sottosquadro con la parete esterna. (Tav. (Tav. CXVIII, r).
CXVII, 5). SCHINDLER·-SCHEFFENEGGER, tav. 22,6.
SCHINDLER-SCHEFFENEGGER, tav. 4,4. Magdalensberg.
Magdalensberg. In contesto databile prima del 20 a.C. 3) Come la precedente, ma con rigonfiamento centrale
Produzione C.
della parere più ridotto. (Tav. CXVIII, 2).
5) Orlo ravvicinato. Solco tra la sua sommità e il gomito. FELLMAN}\, ta\'. r, 6.
È il tipo Goudineau 6 c. (Tav. CXVII, 6). Basiiea.
GOUDINEAU, p. II5, B-3--57.
4) Parete bipartita (gola e tratto rettilineo o più o meno
Bolsena.
concavo). (Tav. CXVIII, 3).
6) Come la precedente, Un rigonfiamento nel solco tra il LOESCHCKE 1942, taY. 2!.
gomito e l':.mgolo superiore dell'orlo. (Ta,;. CXVII, Oberaden.
SCHINDLER-SCHEFFENEGGER, tav. 2I ,I.
Magdalensberg. In contesto databile tra il 20 e il 15-10 Cronologia.
a.e. È una forma di grande diffusione. A..lfinterno delle
7) Vertice superiore del triangolo delPorlo allo stesso varietà fondamentali qui esemplare, le differenziazioni
livelìo del gomiro. (TaY. CXVII, 8). sono molto numerose, ma non ne sono chiare le impli-
Luni I, p. 309, ta\". 62,2. cazioni cronologiche. :È probabile che questa forma ·co-
minci a essere prodotta intorno al 15 a.C., e che conviva
8) Vertice superiore del triangolo dell'orlo più basso
con altri tipi di piatti (cfr. la nostra Forma X). C'è da
del gomito, (Tav. CXVII, 9),
aspettarsi molto dalle ricerche sulla determinazione dei
Sibari 1969, p. 50, fig. 47~1. Bollo radiale A. T(iri) centri di produzione a mezzo delle analisi chimiche.
/Fig(uli); CVi4.rr 2002.
Sibari.
FORMA IX.
9! Triangolo delJ'orlo ribassato rìspeno al gomito. Cor-
risponde al tipo Goudineau 6 b. (Tav. CXVII, 10). Descrizione.
Got!DINEAlì, p. 81) /\··"3·--II. Piatto caratterizzato da un orlo a fascia, generalmente
Bolsena. tripartito all'esterno (spesso con decorazioni. applicate
TERRA SIGILLATA ITALICA

à la barbotine) e bipartito airinterno, con un gradino che Napoli, Museo Nazionale, n. inv. 207753. Bollo in
unisce l'orlo al fondo. planra pedis indecifrabile.
Corrisponde al tipo Haltern 3 b (Servizio II), Ritter- Pompei. Produzione campana.
Iing 4 e Goudineau 28. Fu prodotta anche dalle officine 13) Orlo a fascia, inquadrato da due listelli ingrossati,
garnche (Dragendorff 15/17). Parete interna obliqua. (Tav. CXVIII, 16).
Varietà: SCHINDLER-SCHEFFENEGGER, rav. 53,16.
r) Orlo tripartito all'esterno da due solchi paralleli, con Magdalensberg. In contesto databile tra il 20-25 e,
andamento convesso-concavo-convesso, distinto all'in- il 45 d.C. circa,
terno in due fasce concave. Piede quasi rettangolare. 14) Come la precedente. Solco all'interno dell'orlo. Alto
(Tav. CXVIII, 4). piede. (Tav. CXIX, r ).
LOESCHCKE 1909, tav. X. SCHINDLER-SCHEFFEKEGGER, tav. 58,4.
Haltern. Magdalensberg. In contesto databile tra il 20--15 e
2) Come la precedènte. Piede alto e rastremato verso il il 45 d.C. circa.
basso. (Tav. CXVIII, 5).
15) Come la precedente. Gradino più basso. (Tav. CXIX,
BAROCELLI, c. u6, fig. 38,0. Bollo in plama pedis: L. 2).
Tir(i); CVArr 2052.
SCHINDLER-SCHEFFENEGGER, ta\'. 54,14.
Ventimiglia.
Magdalensberg. In contesto databile tra il 20 2 5 e
3) Come la precedente. Gradino diviso in due parti da il 45 d.C. circa.
una cresta. (Tav. CXVIII, 6).
16) Orlo a fascia semplice. (Tav. CXIX, 3).
LOESCHCKE 1909, p. 143: fig. 2,7.
Haltern. ScHINDLER-SCHEFFENEGGER, tav. 54,18 A. Bollo in
planra pedis: L. Gel(lius); CVArr 737.
4) Solchi all'interno delForlo e depressione sull'interno
Magdalensberg.
del fondo. (Tav. CXVIII, 7).
LOESCHCKE 1909, p. 143, fig. 2,8. Cronologia.
Haltern.
È una forma classica, molto comune, Secondo Goudi-
5) Gradino rilevabile solo all'interno. Fondo sollevato neau la sua apparizione si data tra il 12-ro e l'anno o.
al centro. (Tav. CXVIII, 8). Dura almeno fino all'età tiberiana. Gli esemplari di
Luni I, p. 310, tav. 62,19. produzione tardo-italica sono più tardi (età flavia).
Luni.
6) Orlo diviso internamente in due zone, di cui quella
FORMA X.
superiore molto stretta. (Ta;;. CXVIII, 9).
DE LAET., p. 386, fig. 27,6. Descrizione.
Alba Fucens.
Piatto su piede con orlo tendenzialmente verticale,
7) Orlo interno con andamento obliquo. Solco al centro. variamente sagomato, spesso con appliques à la barbotine.
SCHINDLER-SCHEFFENEGGER, tav. 53,14. Bollo in planra Riuniamo qui i piatti del Servizio II e IV di Haltern,
pedis: G)el(lius); CVA,.,. 737. (Tav. CXVIII, 10). ossia i tipi 2 e 5 di Loeschcke, e i piatti dei tipi Gouàineau
Jvi..agdalensberg. In contesto databile tra il 15 e il 20---25 20 a, 25 b, 26, 36 a e 39, nella convinzione che le defi-
d.C. nizioni rigorose di ciascuno di questi tipi siano poco si-
8) Orlo distinto all'interno da un solco. Gradino poco gnificative ed aleatorie. L'evoluzione dovrebbe portare
rilevato. E il tipo Oberaden 4. (Tav. CXVIII, 11). dalle forme di orlo più complesse, convesso,.··Concave,
LOESCHCKE 1942, pp. 18-19, ta\'. 22. tripartire all'esterno e bipartite all'interno, a quelle più
Oberaden. semplificare, con orlo a fascia rettilinea inquadrato da
9) Orlo con andamento rettilineo, inclinato verso l'esterno. due rigonfiamenti. Afa non appare certo che questa evo-
Conimbriga IV, p. 28, tav. VII, 122. (Tav. CXVIII, 12). luzione abbia un significato cronologico assoluto, valido
Conimbriga. per tutti i centri di produzione (cfr. \XiELLS 1977, pp. 2 ss.).
La forma fu adottata anche dai ceramisti gallici (Dra-
10) Orlo interno unito. Solco sotto il margine. (Ta;;.
gendorff r7).
CXVIII, 13).
VANDERHOEVEN 1976, p. 235, tav. XLIX. Le varietà sono numerose:
Ordona. 1) Orlo convesso bipartito all'interno in due fasce prm-
I r) Come la precedente. Piede a sezione triangolare. cipali, concava e convessa. È il tipo Goudineau 26.
(Tav. CXVIII, 14). GoUDINEAU, p. 162, B. ,,.zB' -2. Bollo rettangoìarc L.
ETTLINGER-FELLMANN} pp. 366-7; bollo in planra pedis: Tiri L. l(,b.)!Thy,·s(i), CVArr 2059. (Tav. CXIX, 4).
Xanrhi_; CVAn- 177. Bolsena.
'./indonissa. 2) Come la precedente. Spigoìo esterno più arrotondato.
Come ìa precedente. Orlo più inclinato verso l'esterno, CV~4rr ad 993. Bollo rettangolare C. Mem(mi),.Hìlan:.
piede più alto. (Ta,·. CXVIII, 15). (Tav. CXIX, 5).
Esemplare inedito. Haltern.
TERRA SIGILLATA ITALICA

3) Orlo meno convesso e più verticale. (Tav. CXIX, 6). 16) Come la precedente. Maggiore inclinazione dell'orlo
ULBERT, tav. 8,1. verso l'esterno. (Tav. CXX, 7).
Oberhausen. SCHINDLER--SCHEFFENEGGER, taV. 4Ii I.
4) Orlo più verticale, più sottile nella fascia superiore. Magdalensberg. Produzione C.
(Tav. CXIX, 7). 17) Orlo a fascia. All'esterno la fascia è inquadrata da
ToMASE\'Ié 1970, p. 14, tav. 1,3. due listellì ingrossati delimitati da solchi. All'interno
Vindonissa. un solco sotto il margine. (Ta\'. CXX, 8).
5) Fascia centrale esterna dell'orlo più concava. (Tav. Luni I, p. 134, tav. 63, 19,
CXIX, 8). Luni.
ULBERT, tav. 7,2. 18) Come la precedente. Parete più verticale. Assenza di
Oberhausen. solchi sull'esterno dell'orlo. (Tav. CXX, 9).
6) Fascia interna inferiore dell'orlo rettilinea. (Tav. CXIX, SCHINDLER-SCHEFFENEGGER, tav. 56, 5. Bollo in planra
9). pedis: Gelli; CVArr 736.
Magdalensberg.
GoUDINEAU, p. 145, B-2R-1. Bollo rettangolare L.
Titi L. l(ib.)/Thyrs(i); CVArr 2054. 19) Come la precedente. Più solchi all'interno sotto il
Bolsena. margine. È.il tipo Goudineau 39 b. (Tav. CXX, 10).
GOUDINEAU, p. 210, C-2B,.,93.
7) Fasce interne dell'orlo pressoché rettilinee. (Tav. CXIX,
10). Bolsena.
ANDREAt:, p. 322, taY. 15,69 -178--51. Bollo rettangolare 20) Come la precedente, con solco sui margine dell'orlo.
C. Vibie(nus); CVArr 2295. Maggiore inciinazìone. (Tav. CXX, rr).
Bolsena. DEL AMO GUINOVART, p. 162, tav. V., 2.
8) Orlo a fascia, leggermente inclinato e rastremato. (Tav. Tarragona.
CXIX, II). 21)Orlo a fascia concava delimitata da listelli ingrossati.
DADDI, p. 459, fig. 581. Bollo in planra pedis C. M[. Fondo convesso. (Tav. CXX, r2).
Sibari. VANDERHOEVEN 1976, p. 128, tav. XLVII, 174.
Ordona.
9) Orlo verticale. Fascia interna superiore leggermente
obliqua. (Tav. CXIX, 12). 22) Come la precedeme. Faccia esterna dell'orlo movi-
VANDERHOEVEN 1976, p. 146, taV. LII, 284. mentata da più solchi e rigonfiamenti. (Tav. CXX, 13).
Ordona. Conimbriga IV, p, 32, tav. X~ I 56.
Conimbriga.
10) Orlo inclinato verso l'esterno. Faccia interna poco
sagomata. (Tav. CXX, r). 23) Come la precedente. Orlo più verticale. Angolo m-
VANDERHOE\'EN 1967, p. 226, tav. II.,19,
terno con il fondo raddolcito. (Tav. CXX, 14).
Namen. SCHINDLER-SCHEFFENEGGER, tav. 55, 17.
Magdalensberg.
II) Orlo inclinato verso l'esterno nella fascia superiore.
(Tav. CXX, 2). 24) Orlo esterno a fascia semplice, senza listelli ingrossati.
SCHINDLER-SCHEFFENEGGER, tav, 41,3.
Conirnbriga IV, p. 32, tav. X, 16!. (Tav. CXXI, r).
Magdalensberg. Produzione C. Conimbriga.
12) Orlo a fascia di spessore quasi uniforme, inclinato 25) Come la precedente. Orlo leggermente rientrante.
verso l'esterno. Leggera concavità della fascia interna Fondo convesso. (Tav. CXXI, 2).
superiore. (TaY. CXX, 3\ Luni Il, p. 124, ta\'. 94, -:-;.
SCHINDLER-SCHEFFENEGGER, tav. 44,5. Luni.
Magdalensberg. In contesto databiìe tra il 20-2 5 e 26) Orlo senza alcuna ripartizione interna, rastremato
il 45 d.C. circa. verso l'alto. (Tav. CXXI, 3).
13) Orlo verticale, rettilineo, a fascia, inquadrato da due Budrio.
listelli ingrossati. Faccia interna bipartita. (Tav. CXX,4). BERGAMINI SIMOKI, p. I 5, tav. VII, 5. Bollo in planra
VANDERHOEVEK 1976, p. 148, ta\', LIII, 299. pedis: L. Tarq(uirius) Com( ), non in CFArr.
Ordon2.. 27ì Come la precedente. Due solchi sugli ingrossamenti
14) Come la precedente. Scanalatura sul margine superiore che delimitano la fascia dell'orlo, decorata a rotella.
dell'orlo. (Tav. CXX, 5). (Tav. CXXI, 4).
SC:HINDLER-SCHEFFENEGGER, tav. 57,II. COMFORT 1948, p. 68, tav. XII, 12.
Magdalensberg. Antiochia.
Orlo rastremato. Fascia interna supenore dell'orlo 28) Come la precedente. Senza solchi sull'orlo esterno.
moito ridotta. (T av. CXX, 6). (Tav. CXXI, 5).
VANDERHOEVEN 1976, p. 122, tav. XLV, 134. ALMAGIW, p. 64, fig. 26, 2.
Ordona. An1purias.
TERRA SIGILLATA ITALICA
29) Come la precedente. Faccia esterna dell'orlo bipartita colato. Rientra nel Servizio la di Fellmann. Corrisponde
da un listello arrotondato centrale. (Tav. CXXI, 6). al tipo 12 di Goudineau.
PETRU-PETRU, p. 79, tav. LX. Bollo in pianta pedis: Varietà:
Gel/i; CVArr 736.
Emana, Tomba 857, con moneta di Germanico. Forse 1) Solco sul margine superiore de!Porlo, che è molto
produzione nord--italica. distanziato dalla parete e ricadente a becco ricurvo.
(Tav. CXXI, 14).
30) Come la precedente, senza listello ingrossato a metà
Archeoclub Ardeatino..~Laurenrino, n. 23.
dell'orlo. Fondo obliquo. Alto piede a sezione quasi
Roma.
triangolare. (Tav. CXXI, 7).
2) Orlo meno distanziato dalla parete, con estremità più
Luni I, p. 3II, tav. 65, r5.
Luni. arrotondata e sollevata. Identifica il tipo Goudineau 12 a.
(Tav. CXXI, 15).
31) Come la precedente. Piede a base rastremata. (Tav. FELLMANN, tav, r, 3.
CXXI, 8). Roma, Palatino, Casa dei Grifi.
BERGAMINI SIMONI, p. 16, fig. VII; 9. Bollo in pianta
3) Margine esterno dell'orlo quasi appiattito e verticale.
pedis: Mannei; CVArr 946. (Tav. CXXI, 16).
Budrio.
SCHINDLER-SCHEFFENEGGER, tav. 17, I2.
32) Come la precedente. Fondo convesso. (Tav. CXXI, 9). Magdalensberg. In contesto databile fino al 15-10
DADDI, p. 459, fig. 578. Bollo rettangolare Epigo(nus)i a.C. Produzione C.
C. Gavi, non in CVArr.
4) Margine esterno dell'orlo obliquo. (Tav. CXXII, r).
Sibari.
SCHINDLER-SCHEFFENEGGER, tav. 18, 6.
33) Come la precedente. Fondo ancor più convesso. (Tav. Magdalensberg.
CXXI, ro). Produzione C.
Luni I, p. 314, tav. 63,20. 5) Margine esterno dell'orlo bipartito da un solco. Mar-
Luni.
gine superiore sensibilmente rialzato rispetto alla parete.
,4) Un solo solco sull'orlo esterno. (Tav. CXXI, I r). (Tav. CXXII, 2).
- BERNI BRIZIO, p. 187, n. 5. Bollo rettangolare Onesùnij SCHINDLER-SCHEFFENEGGER, tav. 3, 15.
C. Anni; CVArr 83. Jvlagdalensberg. In contesto databile fino all'anno o.
Ciciliano.
6) Orlo più arrotondato e accostato alla parete. Idem.ifica
35) Come la precedente, con orlo verticale rastremato. ìl tipo Goudineau 12 b. (Tav. CXXII, 3).
(Tav. CXXI, 12). FELLMANN, tav. I, 4.
ALMAGRO, p. III, fig. IOO, 12. Basilea.
Ampurias.
Cronologia.
i6) Come la precedente. Orlo più sottile. Piede più alto
- a sezione rettangolare. (Tav. CXXI, 13). Per la cronologia vedi la forma successiva.
PETRC-·PETRU, p. 76, tav. XLI, 12. Bollo in planra pedis:
L. Gel/i; CVArr 737. FORMA XII.
Neviodunum. Descrizione.
37) Nessun solco all'esterno dell'orlo rettilineo. Un solco
Scodella su piede ad anello, con fondo piatto e parere
all'interno, in prossimità dell'attacco col fondo.
inclinata verso l'esterno, ad andamento convesso, L'orlo
È il tipo Goudineau 20 a.
è variamente articolato.
GoumNEAU, p. 128, B-2C-4:::.
È molto vicina alla Forma XI ma l'orlo, meno spor-
Bolsena.
gente, tende a sollevarsi nel margine estremo.
Cronologia. Varietà:
La forma ha ceno una storia lunga. Ma non siamo an- r) Solco sul margine superiore dell'orlo. (Tm CXXII, 4).
0

cora in grado di collegare le caratteristiche morfologiche SCHINDLER-SCHEFFENEGGER, tav. 17,1. Bollo rettan-
ai varì centri di produzione e alle diverse fasi cronologiche. golare Arret(inum); CVArr 132.
I primi esempi sono di età augustea (dal 10 a.C. ?), Magdalensberg, In contesto databile fino al 15--10 a.C.
mentre i più tardi (del tipo Goudineau 39\ prodotti dai Produzione C.
tardo-italici arrivano ai primi del II secolo.
2) Come la precedente. A1argine superiore esterno più
È una forma che meriterebbe uno studio monografico,
rilevato. (Tav. CXXII, 5).
che però è impossibile senza la determinazione chimica
delle provenienze. SCHINDLER~SCHEFFE>JEGGER, tav. 17,2.
lviagdalensberg. In contesto databile fino al 15--10 a.C.
FORMA XI. Produzione C.
3) Come la precedente. Ai.argine inferiore delrorlo pen-
Descrizione. dente. (Tav. CXXII, 6).
Scodella su piede ad anello. Fondo piatto. Parete in- Conimbriga IV, p. 20, tav. II, 36.
clinata verso l'esterno e orlo pendente variamente arti- Conimbriga.
TERRA SIGILLATA ITALICA

4) Orlo obliquo, rialzato, con più solchi sul margine su- FORMA XIII.
periore. (Tav. CXXII, 7).
Descrizione.
SCHINDLER-SCHEFFENEGGER, tav. r7, 4.
Magdalensberg. Piatto con parete inclinata verso l'esterno e orlo di-
Produzione C. stinto. È dubbio il tipo di piede. Alcuni esemplari del
Magdalcnsberg, benché frammentarì, sono stati rico-
5) Come la precedente, ma con minore articolazione struiti come apodi, poggianti sul fondo piatto. ìn altre
dell'orlo. (Tav. CXXII, 8). produzioni) per esempio nord-italiche, a orli e pareti
ScHINDLER-SCHEFFEKEGGER, tav. 17, ro. Bollo circolare analoghi corrisponde però un piede ad anello.
con corona. Ciò è tanto più plausibile quanto più risponde a verità
Magdalensberg. ìn contesto databile fino al 15-10 a.C. l'ipotesi di una derivazione dal piatto tipo 4 B di Haltern
6) Come la precedente, ma con orlo più ingrossato. At- (Servizio III), forma dalla quale si pensa derivino le forme
tacco con la parete segnato da un gradino. Parete molto galliche Dragendorff 18 e 18/3r, che hanno orlo e parete
inclinata, poco distinta dal fondo. (Tav. CXXII, 9). simili a quelle italiche qui riunite.
HATT, p. 293, fig. I, L Varietà:
Gergovia.
r) Orlo sporgente, senza piede ( ?). Solchi a metà della
7) Orlo con gomito convesso all'attacco con la parete e parete esterna. (Tav. CXXIII, 2).
solco sul margine superiore. (Tav. CXXII, IO). SCHINDLER-·-SCHEFFENEGGER, tav. 47, 3.
SCHINDLER-SCHEFFENEGGER, tav. 4, r. M2gdalensberg. In contesto databile tra il 20-25 e
Magdalensberg. il 45 d.C. circa.
Produzione C. 2) Come la precedente, senza solchi sulla parete. (Tav.
8) Come la precedente, ma con margine superiore del- CXXIII, 3).
Porlo più rilevato rispetto al gomito con la parete e SCHINDLER-SCHEFFENEGGER, ta\'. 47, I.
con margine esterno a fascia verticale. (Tav. CXXII, 1 r). Magdalensberg.
SCHINDLER-SCHEFFENEGGER, rav. 5, 3. 3) Come la precedente, con un solco sulla faccia superiore
Magdalensberg. In contesto databile fino al 15-ro a.C. dell'orlo. (Tav. CXXIII, 4).
9) Margine superiore dell'orlo piatto. Un solco deter- SCHINDLER-SCHEFFENEGGER, tav. 47, 4.
mina una fascia ribassata verticale. (Tav. CXXII, r2). Magdalensberg.
LOPEZ RODRIGUEZ, p. 29, fig. 6, 57. 4) Come la precedente, con un orlo più appuntito. È il
Collezione Lebrija. tipo Goudineau 34. Cfa,·. CXXIII, 5).
ro) Orlo a tesa piatta, inclinato verso l'alto. (Tav. CXXII, GOUDINEAD, p. 169, B--2B'-38.
I 3). Bolsena.
Luni II, p. 462, tav. 239, 13, 5) Orlo a sezione quasi triangolare. (Tav. CXXIII, 6)
Luni. SCHINDLER-SCHEFFENEGGER, tav. 47, 5.
II) Come la precedente, ma con tesa dell'orlo meno Magdalensberg.
sporgente. Decorazione ad appliques sul margine su- 6) Orlo a sezione quadrangolare. (Tav. CXXIII,
periore. Parete ingrossata. (Tav. CXXII) r4). Conimbriga IV, p. 38, mv. IX, 222.
Luni II, p. 371, tav. r88, 7. Conimbriga.
Luni. 7) Orlo a sezione ovoidale, obliquo, con più solchi sulla
12) Orlo poco distinto dalla parete. Margine esterno faccia superiore. (Tav. CXXIII, 8).
ingrossato e ribassato. (Tav. CXXII, 15). GouDINEAl', p. 169, B-2B'-37.
Luni II, p. 142, rav. 97, 7. Bolsena.
Luni. 8) Come la precedente. Parete rettihnea. (Tav. CXXIII, 9).
13) Come la precedente. Margine esterno dell'orlo di- Archeoclub Ardeatino-Laurentino, tav. IV., 76.
stinto da un piccolo solco e meno ribassate. (Tav. Roma.
CXXIII, r). 9) Orlo a sezione trapezoidale. Parete quasi rettilinea.
Lunì I, p. 320, rav. 66, 5. (Tav. CXXIII, ro).
Luni. GoumNEAL, p. 169, B-2B'--36.
Cronologia. Bolsena.
ro) Orlo bifido. Solco esterno sotto l'orlo. (Tav. CXXIIL
Le varietà qui riunite hanno una cronoìogia piuttosto
ampia, anche se non sono possibili maggiori precisa- rr).
zioni. Quelle attestate al .M.agdalensberg sono tutte in GOUDINEAU, p. 204, C--2B-52.
produzione C, e la vicinanza con il Servizio I a di Fell- Bolsena.
mann fo pensare a un'apparizione anteriore all'età au- u) Come la precedente, senza solco esterno sotto l'orlo.
gustea. Le varietà di Luni sono certamente più taràe (Tav. CXXIII, 12).
e sono attribuite dagli editori alla ceramica tardo-italica. GoumNEAl:, p. r69, B-2B'-39.
Esistono dei rapporti con la forma gallica Dragendorff 36. Bolsena.
TERRA SIGILLATA ITALICA

Cronologia. lato. Rientra nel Servizio I a di Fellmann. Corrisponde


Goudineaa non propone una data precisa per l'appari- al tipo 7 di Goudineau.
zione del suo tipo 34. Varietà:
È possibile che essa vada posta in età tiberiana, I) Solco sul margine superiore e su quello esterno del-
dopo il 20. l'orlo, che è molto distanziato dalla parete. Identifica
Non sembra essere tra le forme che durano più a il tipo Goudineau 7. (Tav. CXXIV, 2).
lungo, anche se può forse arrivare alla metà del I secolo. FELLMANN, taV. 2,I.
Roma, Palatino, Casa dei Grifi.
FORMA XIV. 2) Come la precedente. Pzrete ad andamento leggermente
Descrizione. concavo. (Tav. CXXrV, 3).
Scodella su piede ad anello, parete convessa e orlo FELLMANN, tav. 2,2.
distinto. Basilea.
Varietà: 3) Margine esterno dell'orlo a fascia, inclinata verso
1) Parete convessa o orlo a mandorla. (Tav. CXXIII, 13). l'interno. (Tav. CXXIV, 4).
Ordona V, p. 141, tav. L, n. 254. FELLMANN, taV. 2,3.
Ordona. Basilea.
2) Come la precedente; orlo appiattito superiormente. 4) Come la precedente. Fascia esterna dell'orlo più con-
(Tav. CXXIII, 14). vessa e margine inferiore più arrotondato, (Tav,
Luni I, p. 765, n. 25, fig. 209,10. CXXIV, 5).
Luni. SCHINDLER-SCHEFFENEGGER, tav. 18, 14.
Magdalensberg. In contesto databile fino al 15--10 a.C.
3) Come la precedente. Orlo inclinato. (Tav. CXXIII, 15).
Ordona V, p. 140, tav. L, n. 252. Cronologia.
Ordona. Il tipo di orlo di questa forma e di quella precedente
4) Orlo a mandorla appiattito superiormente. Parete a è secondo Fcllmann il più antico del Servizio I (sono
tendenza tronco~conica. (Tav. CXXIII, 16). evidenti i rapporti con la ceramic2. a vernice nera, per
CARETTONI a, p. 108, fig. 33, b. es. M0REL F 1252, 1253). Compare al più tardi intorno
Roma, Palatino. al 20 a.C. (cfr. anche la Forma XI).
Secondo Goudineau la scodella (il suo tipo 12) ap-
Cronologia. parirebbe intorno al 25""··20 a.C., mentre la razza (il suo
Non precisabile, tipo 7) sarebbe già prodotto intorno al 30. lù momento
tale scarto sembra difficilmente provabile.
FORMA XV. Si tratta in ogni caso di forme che non durano molto
Descrizione. a lungo e che sembra:10 scomparire in età augustea.
Coppa carenata su piede ad anello. Parete inclinata
verso l'esterno e orlo indistinto. Corrisponde al tipo FORMA XVII.
Goudineau 2.
Descrizione.
Varietà: Coppa o tazza su piede ad anello con orlo pendente
r) Parete rettilinea. (Tav. CXXIII, r7). leggermente ingrossato. (Tav. CXXIV, 6).
FELLMANN, p. 85, fig. 1, 1 Bollo radiale HIP (?). SCHINDLER-SCHEFFENEGGER, tav, r8,I.
Roma. Magdalensberg.
-3) Parete leggermente concav2, (T2vY. CXXIII, 18; Produzione C.
CXXI\', r).
Cronologia.
MoRACCHINI MAZEL b, p. 38, fig. 84. Bolli in pianta
È una forma rara. Forse una varietà periferica della
pedis: L. R(asinius) P(isanus); CVArr 1554.
Forma XVI o della Forma XX. 11 contesto di Magda-
Mariana.
lensberg non è databile.
Cronologia.
La prima varietà è datata da Goudineau prima del FORMA XVIII.
40 a.C. Le varietà 2-3, molto più tarde (seconda metà
Descrizione.
I~-inizi II sec.), sono da accostare piuttosto alla Forma
XIX, anche se morfologicamente la mancanza di un orlo Coppa o tazza carenata con parete inclinata verso
distinto le avvicina più a questa serie. l'esterno e orlo pendente. (Tav. CXXI\', 7).
RAM.es FOLQUÉS, p. 22, fig. 26 a p. 29.
FORMA XVI. Elche.
Descrizione. Cronologia.
Tazza su piede ad anello. Fondo piatto. Parete incli- Forma arcaica, imparentata con il repertorio della
nata verso l'esterno e orlo pendente variamente artico- vernice nera (cfr. per es. MoREL F 2654).
TERRA SIGILLATA ITALICA

FORMA XIX. 12) Orlo prominente a sezione ovoidale. Parete convessa.


(Tav. CXXV, 2).
Descrizione. ANDREAU, p. 334, 69-159-22.
Coppa o tazza carenata su piede ad anello. Parere in- Bolsena.
clinata verso l'esterno. Orlo distinto. 13) Come la precedente. Orlo a sezione più triangolare,
Varietà: Esemplare inedito. (Tav. CXXV,
r) Parete poco spessa. Orlo arrotondato. Corrisponde al Napoli, J\1.useo Nazionale, n. inv. 16435. Bollo in pianta
tipo Goudineau 5, di cui non è attestata però la forma pedis: Xant(hus); CVArr Ijj.
intera. Si suppone che l'andamento generale del vaso Pompei. Produzione campana.
sia à cloche. La forma è avvicinata a una coppa dal 14) Orlo triangolare inclinato verso l'alto. Fascia rotellata
Palatino. (Tav. CXXIV, 8). sulla parete interna sotto l'orlo. È uno degli esempi
GOUDINEAU, p. II4, B-3-66 (cfr. pp. 282-3). del tipo Gouilineau 43. (Tav. CXXV, 4).
Bolsena. GoUD!NEAV, p. 224, C-2A-33.
2) Parete più spessa, orlo più ingrossato, spigolo di carena Bolsena.
acuto. Corrisponde al tipo Goudineau 14 a. (Tav. 15) Orlo sporgente decisamente inclinato verso l'alto e
CXXIV, 9). piatto superiormente. (Tav. CXXV, 5).
ETTLINGER b, p. 83, n. 2. GOUDINEAU, p. 20j, C-2B-60.
Neuss. Bolsena.
3) Parete più sottile, spigolo di carena raddolcito. Cor- I 6) Orlo a sezione triangolare. Parete meno inclinata,
risponde al tipo Goudineau 43. (Tav. CXXIV, ro). leggermente rientrante. (Tav. CXXV, 6).
GoUDINEAU, p. 230, 66/33. Bollo in plama pedìs: L. JONCHERAY, p. 2j8, fig. 1,4. Bollo in planla pedis
Rast(icanius) Pres( ); CVArr 1564. di dubbia lettura: Celer; CVArr 408?
Bolsena. Cap Dramont.
4) Come la precedente. Piede più alto a sezione quadran- 17) Parete rettilinea. Orlo piatto, ingrossato, delimitato
golare. (Tav. CXXIV, rr). da solchi all'interno e alrcsterno. (Tav. CXXV, 7).
PALLARÉS, p. 5, tav. XIII. Bollo in plama pedis: Cn. VEGAS, p. 23.
Ate(ius) Ar(retinus); CVArr 151. Gabii.
Marìana. Cronologia.
5) Parete sottile, orlo poco ingrossato. (Tav. CXXIV, 12). Questa forma non è presente né ad Haltern né a Obera-
MORACCHINI .M.AzEL a, p. 48, fig. ro4. Bollo in pianta den né a R0dgen, Non sono chiari i rapporti tra le va-
pedis: L. R(asinius) P(isanus); CVAn- 1554. rietà che rientrano nel tipo Goudineau 43, databile dopo
Mariana. ìl 20-25, e quelle verisirnilmente più antiche. Il tipo
6) Come la precedente, con pili solchi sulla parete esterna. Goudineau 5 (Varietà 1) dovrebbe essere anteriore al
(Tav. CXXIV, 13). 35 d.C. La Goudineau 14 compare in via di ipotesi a
MoRACCHINI l½AZEL, p. 52, fig. IIj. Bollo in planta partire dal 20- 1 5 a. C.
pedis: L. R(asinius) P(isanus); CVArr 1554. Le varietà più tarde forse furono prodotte principal-
Mariana. mente dai ceramisti tardo-italici dell'Etruria e della
7) Solco tra parete interna e orlo. (Tav. CXXIV, 14). Campania. Nei contesti della seconda metà del I e dei
primi del II sec. è 1a forma più attestata (Ostìa, Pompei~
Luni II, pp. r35, r39, tav. 96, 20.
Mariana).
Luni.
8) Come la precedente. Parete meno inclinata. (Tav.
FORMA XX.
CXXIV, 15).
Conimbriga IV, p. 38. Descrizione.
Conimbriga. Coppa su piede ad anello. Corpo tronco-conico. Pa-
rete ad andamento generalmente concavo-convesso, Orlo
9) Come la precedente. Parete più convessa. (Tav.
CXXIV, 16). pendente. Corrisponde al tipo Haltern i, che rientra nel
Servizio I; ma - come per i piatti corrispondenti -
GOUDINEAD, p. 219, C-21\-2. Bono in planra pedis: Q.
delle precisazioni tipologiche sono state apportate dagii
Sert(orius); CJ,:1n 1784,
studi sul materiale di Oberaden (LOESCHCKE 1942),
Bolsena.
Zurigo (VOGT) e Basilea (FELLMAN:N). In base ad esse
10) Parete leggermente concava. (Tav. CXXIV, Ij). questa forma di coppa rientra nel Servizio I b.
MORACCHINI .M.A.zEL a, p. 52, fig. II6. Nella tipologia di Goudineau si trovano rappresentate
Mariana. dai tipi 13, 14 b, 16.
I r) Orlo sporgente a sezione quasi triangolare. Parete Variet2.:
rettiìinea. ('fm·. CXXV, r). r) Orlo pendente con fronte verticale o leggermente rien-
PALLARÉs, tav. XIV, r. trante verso la parete. È il tipo Goudineau I 3. (Tav.
Mariana. CXXV, 8).
TERRA SIGILLATA ITALICA

FELLMANN, p. 90, tav. 2,5. pendente, spesso marcata da solchi a spigolo vivo.
Basilea. Rientra nel Servizio I di Haltern (tipo 7) e, rispetto
:::) Orlo meno pendente a sezione quasi triangolare. Solco alle ulteriori articolazioni di V ogt e Fellmann, nel Ser-
all'interno sotto il margine. (Tav, CXXV, 9). vizio I c.
HATT, p. 292, fig. 7,II. Corrisponde al tipo Goudineau 24.
Gergo via. Varietà:
3) Come la precedente. Orlo ancor meno pendente. Cor- 1) Orlo a fronte piatta, con pendenza quasi verticale.
risponde al tipo Oberaden 5 A 2, che è a sua volta BAATZ, p. 34, tav. 183. Bollo rettangolare Arei; CVArr
identico al tipo Goudineau 16. (Tav. CXXV, 10). r44. (Tav. CXXVI, 3).
LOESCHCKE 1942, pp. 19-20, tav. 22. Magonza.
Oberaden.
2) Orlo arrotondato. Stacco della gola non marcato.
4) Orlo più schiacciato e pendente, distinto all'interno Corrisponde al tipo Oberaden 5 B e Goudineau 12.
da un solco. (Tav. CXXV, II).
(Tav. CXXVI, 4).
LOESCHCKE 1942, pp. 19-20, tav. 22.
L0ESCHCKE 1942, pp. 19"-20, tav. 22.
Oberaden.
Oberaden.
5) Come il precedente. Estremità inferiore dell'orlo più
3) Orlo quasi triangolare, poco staccato dalla parete esterna.
accostata alla parete. È il tipo Oberaden 5 A J. (Tav.
CXXV, 12). Parete rettilinea. Corrisponde al tipo Goudineau 24.
FELLMANN, p. 90, tav. 3,1. Bollo rettangolare A. À'vill(i);
LOESCHCKE 1942, pp. 19~·20, tav. 22.
Oberaden. CVArr 250 b. (Tav. CXXVI, 5).
Basilea.
6) Come la precedente. Si tratta del tipo Oberaden 5 A 3.
4) Orlo più ingrossato e staccato. Parete concavo-·con-
LOESCHCKE 1942, pp. 19-20, tav. 22. (Tav. CXXV, r3).
Oberaden. vessa. Corrisponde al tipo Oberaden 5 C 2. (Tav.
CXXVI, 6).
7) Come la precedente. Orlo a pendenza più verticale.
LOESCHCKE 1942, pp. 19-20, tav. 22.
LAUFER, p. 200, tav. r9, 3. (Tav. CXXV, 14).
Oberaden.
Losanna.
5) Come la precedente. Orlo meno ingrossato e col mar-
8) Orlo molto schiacciato, che non si distacca dalla parete.
gine superiore più inclinato verso l'esterno. È il tipo
LASFARGUES-VERTET, p. 45. Bollo rettangolare L. Thvr-
Obcraden 5 C 1, che corrisponde al tipo Goudineau 18.
(sus); CV A,-r 2062. (Tav. CXXV, r5).
(Tav. CXXVI, 7).
Lione. Produzione locale.
L0ESCHCKE 1942, pp. 19-20, tav. 22.
9) Come la precedente. Parete rettilinea. (Tav. CXXV, 16).
Oberaden.
ULBERT, p. 7.
Oberhausen. 6) Orlo più verticale. È il tipo Oberaden 5 C 3. (Tav.
CXXVI, 8).
IO) Orlo a mandorla, leggermente concavo nella parte
superiore. Corrisponde al tipo Goudineau 16. (Tav. L0ESCHCKE 1942, pp. 19-20, tav. 22.
CXXV, r7). Oberaden.
FELLMANN, p. 88, tav. 2,4; bollo rettangolare Tetti 7) Orlo più inclinato verso l'esterno. (Tav. CXXVI; 9).
Samia; CVArr 1972. ETTLINGER 1972, p. 40, tav. I, 13.
Basilea. Vindonissa.
II) Orlo quasi globulare. Parete concava. È il tipo Obera- 8) Orlo verticale leggermente rientrante. (Tav. CXXV!,
<len 9 A. !Tav. CXXVI, r). ro).
LOESCHCKE 1942, p. 13, taV. 22. LAL'FER, tav. 19, 6.
Oberaden. Losanna.
I2) Parete come la varietà precedente. Orlo a fascia con 9) Orlo arrotondato maggiormente rientrante. (Tav.
spigoli vivi. (Tav. CXXVI, 2). CXXVI, rr).
FINGERLIK, p. 215, tav. 5, L \TANDERHOEVEN 1967, p. 227, fig. II,28.
Dangstetren. Namen.
Cronologia. 10) Orlo leggermente concavo nella fascia esterna. (Tav.
Le varietà più amiche compaiono secondo Goudineau CXXVI, r2).
verso il 25-20 a.C. La forma è molto diffusa a partire ULBERT, p. 39, tav. 6, IO.
dal r 5~10 a.C. Fu prodotta tanto dalle officine italiche Oberhausen.
che daJie succursali lionesi. Cronologia.
:È una forma molto diffusa in tutti i siti con strati au-
FORMA XXI.
gustei. Le varietà più antiche (ma le distinzioni della
Descrizione. tipologia di Oberaden non hanno rilevanza cronologica)
Coppa affine alla precedente, da cui si distingue per devono essere comparse prima del 12 a.C., le altre su-
la gola concava tra la parete interna e il margine dell'orlo bito dopo.
TERRA SIGILLATA ITALICA

Fu prodotta da tutte le officine italiche e anche dalle 13-16) Come le precedenti, con rotellatura. (Tav.
succursali lionesi. CXXVII, 2-5).
13) GOUD!NEAU, p. 92, A-2A-35.
FORMA XXII. Bolsena.
q) GOUDINEAU, p. 180, B-S-28.
Descrizione. Bolsena.
Coppa su piede ad anello. Orlo a fascia convessa, spesso 15) GouDINEAU, p. r69, B-2B'-44.
decorato a rotella. Corpo tronco~-conico. Bolsena.
È il tipo ro di Haltern (Servizio III), che corrisponde 16) GouDn...èAl\ p. 169, B--2B'--50.
in parte al tipo 6 di Oberaden e al tipo 29 di Goudineau. Bolsena.
Si ritiene che la forma derivi dalle coppe del Servizio I
Cronologia.
(Fellmann I e = Goudineau 24), ed è a sua volta in
stretto rapporto con il tipo Haltern II, che corrisponde La varietà più antica, presente a Oberaden, è datata
al tipo Goudineau 32. da Goudineau, forse con eccessiva precisione, tra il IO
In effetti la transizione dall'una all'altra forma è pro- e il 9 a.C.; la comparsa delle varietà più tarde, anch)essa
gressiva, tanto che Goudineau designa una varietà del troppo esattamente, tra il 5 a.C. e il 3 d.C. (cfr. SCHNUR-
tipo Haltern IO come suo tipo 32 anziché 29. Cfr. anche BEIN, p. 58).
SCHNURBEIN, p. 58. Non è una forma troppo diffusa. Non sembra essere
Le molte varietà si distinguono soprattutto per l'al- propria del repertorio aretino, ma piuttosto di succur-
tezza dell'orlo, la sua maggiore o minore convessità e il sali provinciali (SCHNURBEIN, Ibid.).
collegamento più o meno angoloso con la parete.
Varietà: FORMA XXIII.
I) Orlo ingrossato alla base e leggermente rientrante,
Descrizione.
decorato a rotella. (Tav. CXXVI, r3).
LOESCHCKE 1942, pp. 20--21, taV. 23. Coppa su piede ad anello caratterizzata da un orlo con-
Oberaden. vesso e da una parete parimenti convessa. È strettamente
correlata con la forma precedente, da cui secondo alcuni
2) Orlo più rientrante, senza rotellatura. (Tav. CXX\TI,
deriva. Comprende i tipi Haltern IO, 7, II e Goudìneau 32.
r4).
Comune in produzione gallica (Dragendorff 27). È
GoUDINEAU, p. 91, A-2A-30.
stata suggerita una dipendenza da forme in metallo
Bolsena.
(SCHINDLER-SCHEFFENEGGER, p. 14 ss.).
3) Orlo ingrossato, con spigolo inferiore acuto.
GoumNEAG, p. 173, B-2B'-97. (Tav. CXXVI, 15). Varietà:
Bolsena. 1) Convessità modesta della parete. :È il tipo Haltern ro.7,
4) Orlo meno ispessito, Gradino all'attacco con la parete. (Tav. CXXVII, 6).
(Tav. CXXVI, 16). LOESCHCKE 1909, pp. 149"-50, fig. 4,IO.
LOESCHCKE 1909, pp. 149•-50, fig. 4,6.
Haltern,
Haltern. 2) Convessità accentuata.
5) Orlo più spesso. Solco all'esterno. (Tav. CXXVI, r7). LOESCHCKE 1909, pp. 150-51, tav. X.
GouDINEAu, p. r77, B-2A-5. Haltern.
Bolsena. 3) Margine dell'orlo che sporge orizzontalmente. (Tav.
6) Orlo più inclinato verso l'esterno. (Tav. CXXVI, r8). CXXVII, 7).
GOUDINEAl\ p. 169, B-2B'-45, BAROCELLI, p. !20. Bollo in pianta pedis: L. Rasinius
Bolsena. Pisanus; CVArr 1554.
7-12) Trapasso quasi insensibile dalrorlo alla parete. Ventimiglia.
(Tavv. CXXVI, 19-23; CXXVII, r). 4) Orlo con margine pendente a sezione triangolare.
7) LOESCHCRE 1909, tav, IX, roa. (Tav. CXXVII, 8).
Haltcrn. PETRU-PETRU, p. 76, tav. XLI,2. Bollo in pianta pedis:
8) GouDIN'EAl\ p. 169, B-2B 1-4r. ACRI 0~ A. Cri(spi?), cfr. CVArr So.
Boìsena. Neviodunum.
9) LOESCHCKE 1909, fig. 4, 8, 5) Come la precedente, con decorazione applicata sulle:
Haltern. faccia superiore dell'orlo. (Tav. CXXVII, 9).
IO) GOUDINEAU, p. 221, C-2A-23. HILLER, p. 64, fig. 37·
Bolsena. Roselle.
rr) GOUDINEAL, p. 169, B-2B'-42. 6) Margine dell'orlo obììouo. Strozzatura all'attacco trn
Bolsena. orlo e parete. (Tav. CXXVII, 10).
12) GOUDINEAt:, p. I 52, B-2B-5r. CVArr ad 1729. Bollo rettangolare Sent(ius),
Bolsena, Vechten,

39°
TERRA SIGILLATA ITALICA

Cronologia. CVAtr ad II43 c. Bollo rettangolare Notu(s).


È una forma che compare ad Haltern, ma non a Obera- Magonza, R0misch~Germanìsches Zentralmuseum.
den e a R0dgen. Secondo Goudineau la sua prima ap- 4) Orlo meno articolato all'interno. Corrisponde al tipo
parizione (nella Varierà I, transizionale rispetto al suo Haltern 8.
tipo 29) si data tra l'I e il 5 d.C. La forma canonica com- LoESCHCKE 1909, tav. X, 8 Ab.
parirebbe intorno al ro d.C. Haltern.
Tenuto conto che fu prodotta dai ceramisti tardo- 5) Zona mediana delForlo esterno più concava e fascia
italici e che è presente anche a Pompei (Pucc1 1977, inferiore meno ingrossata.
tav. II,12), è ipotizzabile una sua durata almeno fin verso
LAUFER, p. 204, taV. 21,3.
la metà del I secolo.
Losanna.
6) Zona mediana dell'orlo esterno alta e convessa. Zona
FORMA XXIV. inferiore convessa.
Ordona V, p. 134, tav. XLVIII, 210.
Descrizione.
Ordona.
Tazza campaniforme su piede ad anello. Orlo a fascia
7) Zona mediana dell'orlo esterno obliqua, (Tav. CXXVII,
verticale. Decorazione esterna à la barbotine.
r 3).
Non rientra nelle tipologie usuali. È però vicina alla
LAUFER, p. 204, tav. 21,.8.
nostra Forma XXII. (Tav. CXXVII, n).
Losanna.
ZEvr, pag. 38, fig. 29.
Ostia. 8) Zona inferiore dell'orlo esterno molto poco svilup-
pata. (Tav, CXXVII, 14).
Cronologia. NEGEV, p. 31, n. 105, tav. 19.
Cronologia imprecisabile, ma con tutta probabilità Oboda.
postaugustea. 9) Zona inferiore dell'orlo esterno ingrossata. Zona supe-
riore indistinta dalla mediana.
FORMA XXV. DADDI, p. 471, fig. 572 (bollo rettangolare non tra-
scritto).
Descrizione. Sibari.
Coppa su piede ad anello con orlo verticale. È corre- 10) Orlo interno poco articolato, con solchi subito sotto
lata al piatto di Forma XXI e come quello presenta molte il margine.
varietà. È possibile che derivi dalla Forma XXI ossia dal v. PFEFFER, p. 209, tavv. 1.,II; 2,9. Bollo rettangolare
tipo Haltern 7 (Servizio I C), corrispondente al tipo Corn(elius); CVArr 471, che registra però solo bolli
Goudineau 24, per assumere poi un andamento del corpo in pianta pedis.
tronco--conico e un orlo tripartito all'esterno (spesso Magonza.
con decorazione a rotella e à la barbotine) e bipartito al- 11) Come la precedente. Zona mediana meno convessa,
finterno, tipico del Servizio II di Haltern. Altre varietà quasi rettilinea.
presentano un orlo più semplificato, a fascia più verti- Ordona V, p. 130, tav. XLVII, n. 183.
cale. Comprendiamo qui i tipi 8 e 9 di Haltern e i tipi
Ordona.
20 c, 25, 27, 37 di Goudineau.
La forma fu prodotta anche dai ceramisti gallici (Ritter- 12) Orlo più inclinato verso l'esterno.
hng 5). LASFARGUES-VERTET, p. 45. Bollo rettangolare Aui(us);
CVArr 205.
Varietà: Lione.
r) Testimonia probabilmente la transizione dalla Forma 13) Come la precedente. Zona superiore dell'orlo indi-
XXI, di cui conserva il corpo ad andamento concavo- stinta.
r
convesso, verso quella con orlo del Servizio II di
BAATZ, tav. 2, 21.
Haltern. Potrebbe però anche trattarsi di una varietà
l'vlagonza.
della Forma XXII (ripo 10 di Haltern).
C.v.tPs. ~FILTZ:INGER, p. 54, tav. 5,7. 14) Orlo a fascia concava.
Colonia. BRUKNER, p. 59, tav. 7,6.
2) Corpo tronco-conico. Orlo tripartito all'esterno (con- Sirmium.
vesso-concavo-convesso) e bipartito all'interno (con- 15) Orlo a fascia verticale rettilinea, inquadrata da due
cavo-convesso). È il tipo 8 A di Oberaden, che corri- listelli ingrossati.
sponde al tipo 27 di Goudineau. FELLMANN~ p. 101, tav. 9,r. Bollo rettangolare Atei(ust
LOESCHCKE 1942, tav. 23. CVArr 144.
Oberaden. Basilea.
3) Parete convessa. Orlo con zona mediana 'a gola', I 6) Come la precedente. Orlo rientrante.
tripartito anche alfinterno. (Tav. CXXVII, 12). BAROCELLI, p. 121, tav. 39, t. Bollo rettangolare Atil(ius),

3.91
TERRA SIGILLATA ITALICA

CVArr 195. 4) Come la precedente, senza la concavità interna della


Ventimiglia. parete. (Tav. CXXVII, 20).
r7) Come la precedente. Zona superiore dell'orlo non Luni I, p. 319, tav. 65,26.
ingrossata. Luni.
Luni II, p. 124, n. 23, tav. 94. 5) Parete più curvilinea. Orlo più ingrossato e pendente.
Luni. (Tav. CXXVII, 21).
18) Come la precedente. Zona inferiore dell'orlo pen- Luni I, p. 764, tav. 208,23.
dente. Potrebbe rientrare anche tra le varietà della Luni.
Forma XXII (vicina alla 2).
Archeoclub Ardearino-Lauremino, tav. V, n. 84. Cronologia.
Roma. Non precisabile.
19) Orlo verticale ingrossato, a sezione quasi triangolare.
(Tav. CXXVII, 15).
LAMBOGLIA, p. 53, fig. 19,13. FORMA XXVIII.
Ventimiglia.
Descrizione.
Cronologia.
Coppa tronco---conica su piede ad anello. Orlo indi-
La forma compare nel secondo decennio del I sec. a.C. stinto. È una forma che ha indubbie affinità con le Forme
e arriva in età liberiana. Varietà più tarde possono arrivare XXI. --XXII, da cui si differenzia per la minore artico-
a tutta l'età giulio-claudia. Fu prodotta forse prima a lazione dell'orlo.
Pozzuoli che ad Arezzo, e successivamente fu tipica delle Si può accostare alla forma gallica Dragendorff 33.
officine italiche provinciali (Lione). Cfr. ScHNURBEIN,
pp. 39 ss., 51 ss. Varietà:
r) Parete leggermente concava, ingrossata verso l' estre-
mità superiore. (Tav. CXXVIII, r).
FORMA XXVI. SCHINDLER-SCHEFFENEGGER, tav. 10 b, r6.

Descrizione. Magdalensberg. In contesto databile fino all'anno o.


2) Parete interna bipartita da uno spigolo rilevato. (Tav.
Coppa tronco-<eonica a parete inclinata su piede ad CXXVIII, 2).
anello. Manca la parte superiore. Decorazione esterna à
SCHINDLER-SCHEFFENEGGER, tav. 20, 7.
la barborìne. (T av. CXXVII, 16).
Magdalensberg. In contesto databile fino al 15 d.C.
PoRTEN FALANGE, p. 8r, tav. XXXII, 136 (disegno circa.
ricostruito dalla foto).
Roma, Antiquarium del Museo Nazionale Romano. 3) Parete esterna bipartita da solchi. Zona dell'orlo se-
gnata da modanature. (Tav. CXXVIII, 3).
Cronologia. BÉM0NT, pp. 214 ss. Bollo rettangolare Atei(us); CVArr
Cronologia imprecisabile. 144-
Glanum.
4) Come la precedente. Parete rastremata in prossimità
FORMA XXVII. delrorlo, leggermente rientrante. (Tav. CXXVIII, 4).
DANNELL, p. 262, fig. 121, 13.
Descrizione. Fishbourne.
Coppa probabilmente affine alla Forma XXV, ma con
piede indefinibile. Cronologia.
Varietà: È possibìle che le varietà qui accostate siano il risultato
di diversi processi di evoluzione. Per la possibile storia
r) Parete verticale con solcatura all'interno. Orlo ap-
della forma, che comunque non sembra oltrepassare
pena ingrossato. (Tav. CXXVII, 17).
l'età augustea, vedi BÉMONT, !oc. cit.
Ordona V, p. 147, tav. LIII, n, 292.
Ordona.
2) Come la precedente, con zona superiore della parete
concava. (Tav. CXXVII, 18).
FORMA XXIX.
Luni I, p. 319, tav. 65,22. Descrizione.
Luni. Coppa carenata su piede ad anello, a parete tendenzial-
3) Come la preceàcnte, con varie modanature. (Tav. mente verticale. Frequente ruso di appliques à la barbon'.nc.
CXXVII, 19J. Corrisponde al tipo 15 di Haltern (Servizio IV), Ritter-
LAUFER, tav. 2I) 5. ling 9, Goudineau 33 e 41 a-b. Fu usata anche dai ce-
Losanna. ramisti gallici.

392
TERRA SIGILLATA ITALICA

Varietà: r2) Come la precedente, ma con orlo più sporgente.


1) Orlo indistinto, parete quasi verticale, leggermente con- (Tav. CXXVIII, r 5).
vessa all'interno. Carena concava. (Tav. CXXVIII, 5). SCHINDLER-SCHEFFENEGGER, tav. 6r,r3.
SCHINDLER-SCHEFFENEGGER, tav. 60,5. Bollo in pianta Magdalensberg. In contesto databile tra il 20-25 e
pedis: M. Per(ennius) Cr(escens); CVArr I281. il 45 d. C. circa.
Magdalensberg. In contesto databile tra il 20-25 e 13) Parete verticale leggermente concava. Orlo sporgente
il 45 d.C circa. a sezione triangolare. (TaY. CXXVIII, r6).
2) Come la precedente, ma con parete esterna suddivisa GOUDINEAtI, p. 195, C-2B-2. Bollo in pianta pedis:
in più fasce da solchi paralleli. (Tav. CXXVIII, 6). Azn'fl(ius); CVArr 226.
SCHINDLER-SCHEFFENEGGER, tav. 60,10. Bolsena.
Magdalensberg. In contesto databile tra il 20--25 e 14) Come la precedente. Attacco della carena segnato
il 45 d.C. circa. all'interno da un gradino. (Tav. CXXVIII, 17).
3) Parete rettilinea. Solco all'interno sotto l'orlo. Parete Esemplare inedito.
esterna suddivisa in fasce come le precedenti varietà. Napoli, Museo Nazionale, n. inv. 283879. Bollo m
SCHl}.'DLER-SCHEFFENEGGER, tav. 60,8, Bollo in pianta pianta pedis illeggibile.
pedis: M. Per(ennius) Cr(escens); CVArr 1281. Pompei. Produzione campana.
Magdalensberg. 15) Parete convessa. Orlo a sezione triangolare, Spesso
4) Come la precedente, ma con parete leggermente nen- listello pendente in corrispondenza dello spigolo di
trame. (Tav. CXXVIII, 7). carena. (Tav. CXXVIII, 18).
SCHINDLER-SCHEFFEKEGGER, tav. 60,13- BEHRENS, p. 93, fig. 14,8. Bollo rettangolare Set()
Magdalensberg. In contesto databile tra il 20-25 e Zetus; CVArr 2503.
il 45 d.C. circa. Roma. Produzione dell'Italia centrale?
5) Parete concava. Orlo distinto da un solco all'interno.
(Tav. CXXVIII, 8). Cronologia.
GOUDINEAU, p. 83, A-2B--I I. La forma è attestata ad Haltern, mentre manca a Obera-
Bolsena. den e a R0dgen. Goudineau ne data l'apparizione tra il
6) Orlo distinto a fascia convessa. È il tipo Goudineau 33. ro e il 15 d.C. e pone l'inizio delle varietà evolute, con
(Tav. CXXVIII, 9). orlo piatto, tra il 15 e il 20. Per Schnurbein è più pro-
GouDINEAl\ p. 152, B-2B-50. babile una data iniziale intorno alPanno o.
Bolsena. In effetti il tipo 33 di Goudineau, secondo questo
7) Parete rettilinea. Orlo distinto e leggermente estro- studioso antecedente diretto del suo tipo 41, compare a
flesso. (Tav. CXXVIII, 10). Bolsena in contesti che lo fanno datare prima del r-5 d.C.
La relativa scarsità ad Haltern si spiega secondo Schnur-
LOESCHCKE 1909, tav. X, 15 b.
bein col fatto che questa forma non sarebbe stata pro-
Haltcrn.
dotta a Lione, centro che, come ormai sappiamo, rifor-
8) Parete inclinata verso l'esterno. Linea di carena mar- niva prevalentemente Haltern.
cata da un listello a sezione triangolare. Presenta punti Al J\1.agdalensberg la forma non è documentata in
di contatto con la Forma XXXVII. (Tav. CXXVIII, u). strati anteriori all'anno o; è poco attestata prìma del
VANDERHOEVEN 1976, p. 142, tav, LI, 259. Bollo ret- 15 d.C., mentre ]o è più a partire dal 20.
tangolare ERTI[. h una forma che dura a lungo nel I sec., come dimo-
Ordona. ·· stra la sua alta attestazione a Pompei e negli strati fiavic1--
9) Parete inclinata verso l'esterno. Orlo estrofiesso de- traianeì di Ostia.
corato a rotella sulla faccia superiore. (Tav. CXXVIII,
12).
CVArr ad 502. Bollo rettangolare Firm(us)/P, Co(rncli). FORMA XXX.
Roma.
ro) Parete inclinata verso l'esterno. Orlo distinto a se- Descrizione.
zione quasi triangolare. (Tav. CXXVIII, 13t Calice su piede a tromba. Parete rettilinea verticale.
SCHINDLER-·SCHEFFHiEGGER, tav. 61, II. Orlo indistinto. Fondo concavo.
Magdalensberg. In contesto databile tra il 20-25 e La forma sembra stare a cavallo tra quelle della cera-
il 45 d.C. circa. mica decorata a matrice (ma non rientra nella tipologia
II) Parete verticale tripartita all'esterno. Orlo distinto di Dragendorff-Watzinger) e quelle della ceramica li-
ingrossato. (Ta,-. CXXVIII, 14). scia (es. Forma XXIX)i da cui si distingue per il piede e
SCHINDLER~-SCHEFFENEGGER, tav. 61, 16. Bolìo in pianta rimportanza che assume la decorazione appiicata. (T av.
pedis: Ai. P[erennius Crescens?]. CXXIX, 1).
Magdalensberg. In contesto databile tra il 20-25 e }ONCHERAY, p. 282, fig. 1,5.
il 45 d.C. circa. Cap Dramont.

393
TERRA SIGILLATA ITALICA

Cronologia. Conimbriga IV, tar. 25.


È possibile che si tratti di un prodotto tardo-..-italico, Conimbriga.
antecedente la fabbricazione delle coppe Dragendorff 29 Cronologia,
decorate a matrice.
La forma non è molto diffusa ed è difficile preci-
sarne la cronologia. Non sembra in ogni caso tra le
più antiche.
FORMA XXXI.
Descrizione. FORMA XXXIII.
Coppa emisferica su piede ad anello. Corrisponde al
Descrz'zione.
tipo 6 della tipologia di Haltern, che però risulta ricostruito
da molti frammenti. La forma del piede è ipotetica. Bicchiere emisferico. È il tipo Oberaden 1 I, che Gou-
Loeschcke non lo attribuì ad alcun servizio. dineau ha incluso nella sua tipologia come tipo 35.
Nella tipologia di Goudineau ha il numero 21. Se ne ignora il fondo.
Varietà: Varietà:
r) Orlo rientranre. (Tav. CXXIX, 2). I) Orlo distinto, leggermente estroflesso. Serie di solchi
LOESCHCKE 1909, fig. 3. paralleli sulla parete esterna. (Tav. CXXIX, 10).
Haltern. LOESCHCKE 1942, p. 24, tav. 24.
2) Orlo non rientrante. (TaY. CXXIX, 3). Oberaden.
SCHINDLER-SCHEFFENEGGER, tav. 12 a,1. 2) Parete distinta in due zone. Decorazione a rotella.
Magdalensberg. In contesto databile prima del 20 a.C. (Tav. CXXIX, II).
3) Due solchi sulla parete esterna in prossimità dell'orlo. Luni I, p. 320, tav. 66,2.
(Tav. CXXIX, 4). Luni.
lviACKENSEN, p. 75, tav. 68,7. Bollo 1:n planra pedis: 3) Orlo inclinato verso l'esterno. Due solchi sulla parete
Gel(lius); CVArr 736, varietà inedita. interna nel punto di anacco con la parete. (Tav.
Kempten. In contesto databile tra Tiberio e Claudio. CXXIX, 12).
4) Come la precedente. Un solo solco vicino all'orlo, Archcoclub Ardeatino-Laurentino, ta\'. V, 82.
Esemplare inedito. (Tav. CXXIX, 5). Roma.
Napoli, .l\1.useo Nazionale, n. inv. 207732. Bollo in Cronolog1'.a.
pianta pedis: Xan(thus); CVArr 177.
Benché la varietà presente a Oberaden non possa es-
Pompei. Produzione campana.
sere apparsa prima del 10----9 a.C. circa, niente di pre-
5) Parete quasi verticale presso l'orlo. (Tav. CXXIX, 6). ciso si può dire per le altre, qui ad essa accostate.
COMFORT, p. 70, n. 103, tav. XII, 29 G.
Roma, Antiquarium Comunale.
FORMA XXXIV.
6) Orlo distinto, piatto, con due solchi paralleli. Potrebbe
avvicinarsi alla Forma XXXV. (Tav. CXXIX, 7). Descrizione.
luni I, p. 764, tav. 208, 27. Coppa emisferica a base piatta. Comprende il tipo 13
Luni. di Haltern (Servizio III), il cui prototipo tuttavia non
7) Come la precedente, senza solchi sull'orlo, (Tav, è autentica sigillata di tipo italico (SCHNURBEIN, p. 62)
CXXIX, 8). e va perciò espunto dalla tipologia di Loeschcke, e il
PETRU, p. 105, tomba 45, tav. \/, r7. tipo Goudineau re~ morfologicamente affine.
Emana. Varietà:
Potrebbe trattarsi di produzione nord-italica.
r) Orlo articolato, con un solco sulla sporgenza. (Tav.
Cronologia. CXXIX, 13).
Gotm1NEAc, p. 92, A-2A-4E.
La forma, di derivazione errusco---campana, appare Bolsena.
prima del 20 a.C. (Bolsena, Magdalensberg). Dura fino
2) Orlo meno sporgente. (Tav. CXXIX, 14).
in età giulio--claudia, e forse più tardi (presenza a Pompei),
DE LAET, p. 390, fig. 27,::.2. Bollo rettangolare }AD.
Alba Fucens.
FORMA XXXII. 3) Orlo indistinto, con due solchi sulla parete. (Tav.
CXXIX, 15).
Descrizione. LISSI a, p. 92, fig. 30, 3.
Coppa. Parete convessa. Orio indistìnto rientrante. Roma.
Solco all'interno sotto il margine. Due anse verticali 4) Come la precedente, senza solchi. (Tav. CXXIX, 16).
impostate sull'orlo e sulla parete. È il tipo 14 di Haltern. GOUDINEAU, p. 164, B-2B'--23.
(Tav. CXXIX, 9). Bolsena.

394
TERRA SIGILLATA ITALICA

5) Con orlo bifido. (Tav. CXXIX, 17). VANDERHOEVEN 1967, p. 214, tav. 8, n. 147.
GOUDINEAU, p. 164, B-2B'-24. Tongres.
Bolsena. 8) Tesa a sezione quasi triangolare, con decorazione a
6) Con orlo a taglio obliquo. Rotellatura sulla parete rotella. (Tav. CXXX, rn).
esterna. (Tav. CXXX, r). COMFORT, p. 70, n. 102, tav. XII, 25.
PALLARÉS, p. 5, tav. X, 2. A.ntiochia.
Mariana. 9) Come la precedente, senza decorazione a rotella. (Ta\'.
7) Parete quasi verticale verso l'orlo. Basso piede pieno. CXXX, II).
(Tav. CXXX, 2). COMFORT, p. 70 ad, n. 102, tav. XII, 26. Bollo in
ETTLINGER-FELLMANN, p. 367, tav. 35, II. planta pedis illeggibile.
Vindonissa. Roma, Antiquarium Comunale.
IO) Come la precedente. Solco sulla parete interna verso
Cronologia. il fondo. Gradino sotto il piede ad anello. (Tav. CXXX,
La Varietà I appare secondo Goudineau nella prima 12).
età augustea (30-20 a.C.). Altre varietà (come la 6) pos- Esemplare inedito.
sono essere più tarde, ma la cronologia rimane incerta. Napoli, Museo Nazionale, n. inv. 121560. Bolìo in
planta pedis: Felicio, a caratteri retrogradi; CVArr 683.
FORMA XXXV. Pompei. Produzione campana.
I 1) Come la precedente, senza gradino sotto il piede.
Descrizione.
Esemplare inedito. (Tav. CXXX, 13).
Coppa emisferica su piede ad anello con orlo orizzon- Napoli, Museo Nazionale, n. inv. 122308. Bollo in
tale, spesso decorato a rotella. pianta pedis illeggibile.
Il tipo non è tra quelli di Haltern, né tra quelli di Obera- Pompei. Produzione campana.
den. Nella tipologia di Goudineau il frammento dato
come esempio di tipo 42 (p. 308) potrebbe appartenere Cronologia.
a una coppa di questa forma. Cfr. anche il tipo Rìtter- La forma potrebbe, a detta del Comfort, non essere
ling 12 di Hofheim. affatto aretina, ancorché italica.
Varierà: Fu certamente prodotta da ceramisti dell'area campana
r) Orlo orizzontale con margine esterno rilevato. Solco (Pozzuoli?), ma anche dai tardo""·italici dell'Etruria tir-
all'interno sotto l'orlo. (Tav. CXXX, 3). renica (ci sono esemplari bollati da Sex. Murrius Pisanus).
SCHINDLER-SCHEFFENEGGER, tav. 50,3. Bollo in pianta Non fu tuttavia una forma di enorme successo. La sua
pedis: (M.) Per(ennius) C(rescens); CVArr 1281. apparizione è da porre in età tiberiana, probabilmente
Magdalensberg. In contesto databile tra il 20-25 e intorno al 20.
il 45 d.C. circa. Sembra prolungarsi nella seconda metà del I secolo.
2) Come la precedente, senza solco interno sotto l'orlo.
(Tav. CXXX, 4)
ScHINDLER-SCHEFFENEGGER, tav. 50, 6. FORMA XXXVI.
Magdalensberg.
3) Come la precedente, con tesa delforlo più sollevata. Descrizione.
(Tav. CXXX, 5). Tazza o coppa su piede ad anello con parete convessa
SCHINDLER-SCHEFFENEGGER. tav. 50, I I. inclinata verso l'esterno e orlo distinto, pendente.
Magdalensberg. Ha molto in comune con la forma di scodella prece-
4) Tesa dell'orlo sollevata, con margine ricadente. (Tav. dente.
cxxx, 6). Varietà:
SCHINDLER-SCHEFFENEGGER, tav. 50, 2. 1) Orlo poco pendente, piatto superiormente. (Tav.
Magdalensberg. cxxx, 14).
5) Tesa inclinata verso il basso. Margine rialzato. (Tav. SCHINDLER-SCHEFFENEGGER, tav. 18, IO.
cxxx, 7), Magdalensberg. In contesto databile fino al 15--10 a.C.
SCHINDLER-SCHEFFENEGGER, tav. 50, 7. Produzione C.
Magdalensberg. 2) Orlo più pendente, solco sul margine superiore, (Tm·.
6) Tesa inclinata verso il basso. Margine orizzontale. cxxx, 15).
(Tav. CXXX, 8). SCHINDLER-SCHEFFENEGGER, tav. 18, 9.
SCHINDLER-SCHEFFENEGGER, rav. 50, 4. Magdalensberg. In contesto databile fino al 15 . -10 a.C.
Magdaìensbcrg. In contesto databile tra il 15 e il 20-25 Probabile produzione C.
d.C. circa. 3) Come la precedente. Passaggio dalla parete all'orlo
7) Tesa ribassata rispetto all'altezza massima della parete. segnato all'esterno da un gradino e all'interno da uno
(Tav. CXXX, 9). spigolo. (Tav. CXXX, 16).

395
TERRA SIGILLATA ITALICA

Luni I, p. 317, fig. 64, 18. 4) Senza solco interno sotto l'orlo. Listello ingrossato.
Luni. Lrssr b, p. 396, fig. 17. (Tav. CXXXI, 8).
4) Orlo poco distinto dalla parete all'esterno. All'interno Roma.
un solco indica il punto di stacco. (Tav. CXXX, 17). 5) Senza solco esterno sotto l'orlo. Listello ingrossato.
PEYRON . . ·ROBERT, p. 178, figg. r, 8. Bollo rettangolare Solco sul fondo interno. (Tav. CXXXI, 9).
P. Afesse/nius AJ.:enopihus; CT!Arr 1015. GoUDINEAU, p. 230. Bollo in planra pedìs: L. Rast(ica-
Produzione delJ'Italia centrale. nius) Pre( ); CVArr 1564.
Narbona. Bolsena.
5) Orlo a tesa piatta. Parete emisferica. Decorazione à 6) Come la precedente. lvfodanatura dei listelli più ela-
la barboiinc. (Tav. CXXXI, 1). borata. (Tav. CXXXI, 10).
Luni II, p. 465, tav. 238, IO. Pucc1, p. 15, tav. I, 3 (solo fotografia).
6) Come la precedente, ma con tesa dell'orlo convessa. Napoli, Museo Nazionale, n. inv. 16479. Bollo in pianta
(Tav. CXXXI, 2). pedis: Xan(rhus); CVArr 177.
GRùNEWALD, p. 20, tav. III, n. 2. Pompei. Produzione campana.
Carnuntum. 7) Come la precedente, ma con listello sottile e rotellatura
7) Come la precedente, ma con resa dell'orlo piatta e all'esterno, sulla fascia tra orlo e listello. (Tav. CXXXI,
inclinata verso l'alto, (Tav. CXXXI, 3). I I).
PALLARÉS, tav. III, n. 4. Lrss1 a, p. 92, fig. 30, 1. Bollo circolare Avil[l]i A1ani;
Mariana. CVA,.,- 287.
8) Come la precedente, ma con tesa delrorlo orizzontale Roma.
e margine pendente. (Tav. CXXXI, 4). 8) Come la precedente, senza rotellatura. Parete quasi
PALLARÉS, tav. III, 6. verticale nel tratto dal listello all'orlo. (Tav. CXXXI, 12 ).
lvi.ariana. VANDERHOEVEN 1976, p. 141, tav. LI, 256.
Ordona.
Cronologìa.
9) Parete ispessita nel tratto dal listello all'orlo. (Tav.
Le varietà più antiche compaiono probabilmente in- CXXXI, r3).
torno al 20 a.C. Quelle più tarde (3, 5-.8), che hanno PETRU, p. 50, romba 486 tav. XXXII, 2.
rapporti con le forme galliche Dragendorff 35 e 36, sono Emana.
contemporanee dei vasi lisci bollati dai ceramisti tardo-· Forse di produzione nord-italica.
italici. IO) Due solchi esterni, uno sotto rorlo, uno al centro
Cfr. anche DRAGENDORFF-\XlATZINGER, tav. 40, nn. della fascia tra orlo e listello. (Tav. CXXXI, 14).
662, 663, 669, 671. Luni I, p. 318, tav. 65, 9.
Luni.
FORMA XXXVII. II) Senza solchi sull'orlo. Listello pìunosto alto. (Tav.
CXXXI, 15).
Descrìzione. Luni I, p. 318, tav. 65, 8.
Coppa su piede ad anello caratterizzata da un listello Luni.
sporgente sulla parete esterna. Nella fascia esterna tra 12) Listello avvicinato al fondo. Solchi interni ed esterni
orlo e listello sono frequenti le decorazioni applicate. sull'orlo. Rotellatura nell'ampia fascia tra orlo e listeìlo.
Corrisponde al tipo r2 di Haltern (Servizio III) e al (Tav. CXXXII, 1).
tipo Goudineau 38. Prodotta anche dai ceramisti gallici BAROCELLI, c, II9, fig. 39, d. Bollo ìn planra pedis:
(Dragendorff 24i25). Zot'l(us); CVArr 181.
Varietà: Ventimiglia.
r) Con solco interno ed esterno sotto l'orlo. Listello poco r 3) Come la precedente. Parete bassa e inclinata verso
sviluppato. (Tav. CXXXI, 5). l'esterno rispetto al listello. (Tav. CXXXII, 2).
LOESCHCKE 1909, tav. X, 12 e:::. Goudineau 38 a. COMFORT, p. 71, tav. XII, 33. Bollo in pianta pedìs: (L.)
Haltern. Ocl(am·us) Pro(clus); CVi4rr 1I62.
2) Come la precedente, ma con decorazione a rotella al-
Philadelphia, University 1\1.useum. Provenienza ignota.
resterno sulla fascia tra orlo e listello. (Ta\'. CXXXI, 6). 14) Come la precedente. Listello pendente. (Tm·.
CABOTSE·-PERICHON, p. 35, fig. 5, 4.
CXXXII, 3).
Roanne. Esemplare inedito.
Napoli, Museo Nazionale, n. inv. 16731. Bollo in pianta
3) Con solco interno ed esterno sotto l'orlo. Listello spor-
pedis: A.A (come due V capovolte accostate) cc AA
gente decorato a rotella. Due solchi sotto il listello e
CVArr 906. Produzione campana.
uno sulla parete interna, a due terzi circa dell'altezza,
SCHINDLER-SCHEFFENEGGER, tav. 67 b,22. Bollo Ù7 pianta Cronologia.
pcdis: L. Avil(lius); CV An- 259. (Tav. CXXXI, 7). È una forma abbastanza tarda. Ad Haltern è presente
Magdalensberg. in quantità modesta. Secondo Goudineau le varietà più
TERRA SIGILLATA ITALICA

antiche sono quelle con listello poco rilevato. Poiché Magdalensberg. In contesto databile tra il 20--25 e
se ne conoscono esemplari con bolli non in pianta pedis, il 45 d.C. circa.
dovrebbe essere anteriore al 15 d.C. 3) Come la precedente. Orlo a sezione triangolare. Pa-
È sconosciuta a Oberaden. Al .lvlagdalensberg è tra le for- rete più convessa. (Tav. CXXXII, 9).
me più tarde (le importazioni cominciano verso il 20 d.C.). SCHINDLER-SCHEFFENEGGER, ta\'. 61,rS. Bollo in pian-
Il materiale di Bolsena, confrontato con Oberhausen la pedis: M. Per(ennius) Cr(escem); CVArr 1281.
e Vindonissa, fa ritenere al Goudineau che le varietà ~\1.agdalensberg.
con listello ingrossato compaiano appunto intorno al 20.
4) Come la precedente, Parete rettilinea, inclinata verso
Prodotta da tutte le officine italiche e tardo-italiche
l'esterno. (Tav. CXXXII, 10).
è molto diffusa a Pompei. È comunissima in tutta la se-
Esemplare inedito.
conda metà del I sec. (Ostia, Settefinesrre) e arriva con
tutta probabilità agli inizi del II secolo. Napoli, Museo Nazionale, n. inv. 16587. Bollo in
pianta pedis AA, ~ AA CVA,-r 906.
Pompei. Produzione campana.
FORMA XXXVIII. 5) Orlo indistinto. Parete esterna convesso-concava. Piede
Descrizione. ad anello di diametro minore del fondo. (Tav. CXXXII,
11).
Pisside a parete concava. È il tipo Goudineau 4.
CARETTONI b, p. 34, fig. 8 e.
Trova confronti nel repertorio della vernice nera (.lvioREL
Roma.
F 7550).
Varietà: Cronologia.
r) Piede ad anello molto basso. Fondo piano. Orlo man- È una forma non molto diffusa. Appare prima del r 5
cante. (Tav. CXXXII, 4). d.C. (presenza di bolli rettangolari), ma è adottata, sem-
Lrssr b, p. 396. bra, più da ceramisti non aretini (padani, campani,
Roma. provinciali). Cfr. BÉMONT, p, 220 ss,; con discussione e
2) Piede ad anello inclinato. Orlo poco distinto. Fondo bibliografia.
concavo. (Tav. CXXXII, 5). È abbastanza presente a Pompei (Pucc1, pp. 15-r6).
GOUDINEAU, p. 230, 66-12-5.
Bolsena. FORMA XL
3) Piede più basso. Parete meno convessa. (Tav. CXXXII,
6). Descrizione.
SCHINDLER-SCHEFFENEGGER, tav. I, 2. Coppa tronco-conica su piede ad anello. Orlo svasato.
Magdalensberg. In contesto dal 20 al 15-10 a.C. Due anse ad orecchia impostate sulla zona inferiore della
circa. parete. Decorazione esterna à la barborine. (Tav. CXXXI!,
I 2 ).
Cronologia.
PoRTEN FALANGE, p. 84, tav. XXXII, n. 145 (disegno
La varietà 2 è datata da Goudineau anteriormente al ricostruito dalla foto).
30 a.C. Roma, Antiquarium del Museo Nazionale Romano.
Cronologia.
FORMA XXXIX. Cronologia imprecisabile.
Descrizione.
Coppa o tazza cilindrica, apoda o con basso piede ad FORMA XLI.
anello. Non figura nelle tipologie più recenti, ma era
presente nella prima classificazione del Dragendorff Descrizione.
(Dragendorff 4). Bicchiere su piede ad anello, parete verticale, orlo
Corrisponde alla forma gallica Dragendorff 22. indistinto. Comprende i tipi Haltern 16, Oberaden 12,
Varietà: Goudineau 22.
r) Orlo sporgente. Apoda (un rigonfiamento all'attacco Varietà:
della parete con l'orlo determina una sorta di anel- 1) Parere continua concava nella zona mediana. :È ii tipo
lo, che non ha però funzione di sostegno indipen- Oberaden 12 A, che corrisponde al tipo Goudìneau 22 a,
dente). (Tav. CXXXII, 7). (Tav. CXXXII, 13).
SCHINDLER-SCHEFFENEGGER, tav. 61, 24. LOESCHCKE 1942, p. 26, tav. 24.
Magdalensberg, In contesto databile tra il 20-25 e Oberaden.
il 45 d.C. circa. 2) Come la precedente. Angolo di carena marcato da uno
2) Come la precedente. Piede ad anello dello stesso dia- spigolo. Parete rettilìnea. È il tipo Haltern r6, del
metro del fondo. (Tav. CXXXII, 8). Servizio IV} che corrisponde al tipo Oberaden I2 B
SCHINDLER-SCHEFFENEGGER, tav. 61,19, e Goudineau 22 b. (Tav. CXXXII, 14).

397
TERRA SIGILLATA ITALICA

LOESCHCKE I 909, tav. X, I 6. VEGAS, p. 2 3, fig. 6, 69.


Haltern. Gabii.
3) Come la precedente. Parete più convessa. (Tav. Cronologia .
. CXXXII, 15).
Cronologia imprecisabile.
FELLM.ANN, tav. 4, 9.
Basilea.
4) Orlo contrassegnato da un ingrossamento e da un
solco esterno. Decorazione esterna à la barbotine. (Tav. FORMA XLV.
CXXX!II, 1). Descrizione.
PoRTEN PALANGE, p. 85, rav. XXXIII, n. 148. Bottiglia con corpo globulare e collo cilindrico.
Roma, Antiquarium del Museo Nazionale Romano.
Varietà:
Cronologia. 1) Fondo piano su basso piede ad anello. Collo allargato
Secondo Goudineau la forma compare nel terzo de- verso l'orlo. Orlo sporgente, a fascia, decorato sulla
cennio a.C. È difficile precisarne la cronologia. L'ultima fronte da tre solchi paralleli. Ansa a nastro ìmpostata
varietà sembrerebbe abbastanza più tarda. sul collo e sulla spalla. È il tipo Petrisberg 16, (Tav.
CXXXIII, 5).
FORMA XLII. LOESCHCKE 1909, p. 97, fìg. 3, 22.
Petrisberg.
Descn·zione.
2) Come la precedente, ma con collo più alto e meno al-
Coppa cilindrica con orlo a fascia verticale. Decora- largato verso l'orlo. Orlo a sezione triangolare legger-
zione esterna à la barboiìne. (Tav. CXXXIII, 2). mente sollevato, ansa a sezione circolare con applique
PALLARÉS, tav. V. a testa di capra all'attaccatura con la parete, piede ad
Mariana. anello incavato. (Tav. CXXXIII, 6).
Cronologia. Puccr, tav. III, 13 (solo fotografia).
Napoli, Museo Nazionale, da Pompei,
La cronologia è difficilmente precisabile. La forma si
trova a Mariana e a Settefinestre in contesti della se- Cronologia.
conàa metà del I secolo. La Varietà r è datata dal Loeschcke tra il 44 e il 15-D
a.C. (più vicina alla prima data).
FORMA XLIII. La Varietà 2, per la presenza della decorazione appli-
cata, deve essere al.meno di età tiberiana.
Descrizione.
Bicchiere. Piede ad anello. Corpo globulare. Orlo a
collarino, convesso, verticale, leggermente inclinato verso
l'esterno.
FORMA XLVI.
Sulla parete esterna decorazione a scaglie di pigna à Descrizione.
la barborine. (Tav. CXXXIII, 3). Calamaio. Fondo piano con basso piede ad anelìo e
Esemplare inedito. umbilicatura centrale all'interno. Parete convessa che
Napoli, Museo Nazionale, senza numero di inventario. forma, attaccandosi con la faccia superiore - provvista di
Da Pompei. foro centrale - un collarino rilevato. (Tav. CXXXIV, 1).
Cronologia. PETRU-PETRl', p. 76, tav. XLI, 3.
La forma non rientra nelle tipologie tradizionali. b Neviodunum.
presente in contesti della metà o seconda metà del I sec.,
ma la sua apparizione può essere più antica. Imita pro-
babilmente il vasellame vitreo e presenta analogie con FORMA XLVII.
forme di vasi a pareti sottili.
Descrizione.
Calamaio con basso piede ad aneUo. Corpo cilindrico.
FORMA XLIV. Foro circolare imbutiforme al centro e piccolo foro di
Descrizione. aerazione decentrato. Due anse verticali. (Tav. CXXXIV,
Bottiglia. Corpo verisimiimente piriforme. Collo largo 2).
con orlo svasato appiattito superiormente. Un'ansa im- Pucc1, tav. III, 15.
postata sotto l'orlo. Lo stato frammentario dell'esemplare Napoli, Museo Nazionale, n. im·. 207795.
non permette ulteriori precisazioni morfologiche, ma si Pompei.
è ritenuto di includerlo in questo repertorio data la re-
lativa rarità delle forme chiuse in sigillata italica. (Tav. Cronologia.
CXXXIII, 4). Cronologia imprecisabile.
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TERRA SIGILLATA ITALICA

FORMA XLVIII. 8) GOUDINEAU, p. 116, B-3-75. (Tav. CXXXIV, n).


Bolsena.
Descrizione.
9) LOESCHCKE 1909, p. 150, fig. 4, n. 9. (Tav. CXXXIV,
Coperchio. Corrisponde al tipo r 7 di Haltern. 12).
Varietà: Haltern.
;, ) Forma tronco-conìca con presa circolare alla sommità. ro) GouDINEAc, p. 213, C2B 123. (Tav. CXXXIV, 13).
t il tipo I 7 di Haltern, che Loeschcke associa al suo Bolsena.
tipo 15 b (Forma XXIX, varietà 7). (Ta,·. CXXXIV, 3). n) GoumNEAU, p. 203, C-2B--48.
LOESCHCKE 1909, tav. X, 17. Bolsena.
Haltern. 12) GOL'DlNEAU, p. 169, B-2B'-49. (Tav. CXXXIV, 14).
2) Orlo a tesa. Sommità convessa. (Tav. CXXXIV, 4). Bolsena.
Luni I, p. 317, tav. 64, 5. 13) GouDINEAU, p. 91, A-2A-32. (Tav. CXXXIV, 15).
Luni. ' Bolsena.
3) Orlo a fascia verticale, più o meno inclinata. r4) GOUDINEAC, p. 169, B-2B'-47. (Tav. CXXXIV, 16).
Puccr, tav. III,14. Bolsena.
Pompei. r5) GouDINEAU, p. 169, B-2B'-48. (Tav. CXXXIV, r7).
Bolsena.
Cronologia.
16) GoUDINEAU, p. 152, B-2B-56. (Tav. CXXXIV, 18).
La forma è molto rara e difficilmente databile. Non è Bolsena.
detto che essa debba coincidere con quella delle forme
con cui a nostra conoscenza è associato. 17) GoUDINEAu, p. 183, B-S-35. (Tav. CXXXIV, r9).
Bolsena.
18) GoUDlNEAU, p. r52, B-2B-49. (Tav. CXXXIV, 20).
ORLI DIVERSI. Bolsena.
Si danno qui - senza pretesa di esaustività - alcuni 19) GoUDINEAt:, p. 173, B--2B'-95. (Tav. CXXXIV, 21).
esempi di orli che per la loro frammentarietà non è pos- Bolsena.
sibile attribuire a una forma precisa. 20) GouDINEAU, p. 213, C-2B-1r4. (Tav. CXXXIV, 22).
1) GOUDINEAU, p. 115, B-3--60. (Tav. CXXXIV, 6). Bolsena.
Bolsena. 2l) GOUDINEAU, p. 179, B-2A-16. (Tav. CXXXIV, 23).
2) ScHINDLER-SCHEFFENEGGER, tav. 14, 4. (Tav. CXXXIV, Bolsena.
7). 22) GouDJNEAU, p. 151, B-2B-4r. (Tav. CXXXIV, 24).
Magdalensberg, in contesto databile fino all'anno o. Bolsena.
3) Conimbriga IV, p. 31, tav. VI, 148. (Tav. CXXXIV, S)_ 23) GoUDJNEAU, P- 151, B-2B-42. (Tav. CXXXIV, 25).
Conimbriga. Bolsena.
4) GounrNEAU, p. 213, C-2B-120. (Tav. CXXXIV, 5). 24) GoUDINEAU, p. II5, B-·J-"51. (Tav. CXXXIV, 26).
Bolsena. Bolsena.
5) GOUDINEAU, p. I82, B-S-18. (Tav. CXXXIV, 9). 25) GouDINEAU, p. u5, B--3--52. (Tav. CXXXIV, 27).
Bolsena. Bolsena.
6) GOUDINEAt:, p. 182, B-S-19. (Tav. CXXXIV, ro). 26) GoUDINEAU, p. 126, B-2C-44. (Tav. CXXXIV, 28).
Bolsena. Bolsena.
7) GmJDINEAU, p. II6, B-3-7r. 27) GoUDINEAC, p. 91, A-2A-31. (Tav. CXXXIV, 29),
Bolsena. Bolsena.

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Terra sigillata aretina e rardo-ilafica a Cirenc, in QAL, 8, r976, 11'.'esrlichen Provinzen des R0mischcn Reiches, in RCRF, 19-20,
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CZ.N, NV, 4, 1968_; D. GABLER, Die Eroberung Pannoniens ùn
Spiegel der Sigillaten, in AArchHung, 32, 1971; In., Italischc
GRECIA. Sigillaren in Nordwestpannonien, in W'issenschaftliche Arbeiten
aus dem Burgenland, 51, 1973; Io., Die Sigillaten 'Vmn Gebieie
J. \Xl. HAYES, Four Early Roman Groups from Knossos, in der Hercules-'vÌlla in Aquìncum_, in AArchHung, 28, 1976, pp. 3 ss.;
AB5'A, 66, r971, pp. 249-275; lo., Roman Porrcr.v from rhe Io., Dic Besirznahme Pannoniens im Spicgel der Sigillaten (in
,)~mah Stoa at Corimh, in Hesperia, 42, 1973, pp. 416 ss.; K. ungher.), in AErr) 106, 1979, pp. 199 ss.; I. MrKL CURK, Zur
SLANE W'RIGHT, A Tibcrian Deposit from Corìnrh, Ibid., 49, Datierung der Keramik der d.ltesren Siedlungschichtcn in Emona,
1980, pp. r35 ss.; P. PERDRIZET, Fouilles de Delphes, V, Parigi in RCRF, 14-15, 1972-73, pp. 125 ss.; Io.) Vom Beginn der
1908, pp. 180 ss.; H. S. RoBINSON, The Arhenian Agorà. Poucry R0merzeit im n0rdiichen Jugoslavien, in AJug, 14, 1973, pp.
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Excavations in the Arhenian Agorà. Thc Roman and B.-vzantine in AVes, 30, 1979, pp. 339 ss.; $. PETRU, Emonske Nel?ropole,
Potter_y, in Hesperia, 3, 1933, pp. 279 ss. odkrire med feti 1935-1960. J<atalogi in Monografijc izsaja Narodni
musej 'l'U Ljubljana 7, Lubiana 1972; L. PLESNICAR, La ,\'ekropolc
Romaine à Emana. Union internationale des sciences pré-et prow-
ORIENTE. historiqucs. Inventaria archeologica. Corpus des ensembles archéo-
logiqucs, direuo da M.-E. Marien, Jugoslavia. Fascicolo IO,
H. COMFORT, Imporred !Festcrn Terra Sigillata in Antioch- 1967; Io., Se·uerno Emonsko grobisce :'.The northern necropoiis
on-the-Oron!cs, IV, parte I, Princeton 1948, pp. 61-n; E. of Emona), Kar.alogi in tnonograije izdaja Narodni muse.i ·vu
GOLDMAN, Excm;arions ar G0zlu Kulc, Tarsus, I, Princeton LjubUana, 8, Lubiana 1972; Z. Surnrc, La nécropol2 Romainc
1950; R. HEBERDEY_, in Forschunf!en in I•:phcsos, Vienna r906, à Poerm;io, in inventaria Archeologica, Jugoslavia, Fascicolo r4,
pp. 167 ss.; J. H. lLIFFE, Sigillara ff'ares in thc Near Easr, I I9ì2.
NOTA BIBLIOGRAFICA

Per le opere di carattere generale e gli studi più antichi si Modellhafte Rekonstruktion des Herstellungsverfahrens von Terra
rimanda alla bibliografia p.elle voci Terra Sigillata di H. COMFORT, Sigillata, in INW, 7, 1976, ìn Keramikteclmologie, 2, pp. 1-14;
in EAA, VII, pp. 726 ss.; e Ibid., Suppi. 1970; v. anche Aretini, N. CuoMo Dr CAPRIO, La cottura della ceramica antica, in RCRF,
Vus1 di A. STENICO, lbid.) I, pp. 608 ss., che dànno tuttavia 19-20, 1979, pp. 236 ss.
la precedenza alle opere che trattano di ceramica decorata. Circa il problema delle succursali aretine fuori di Arezzo si
Tra le opere più recenti a carattere sintetico segnaliamo: CH, vedano per Pisa: P. T APONECCO MARCHINr, La fabbrica pìsana
GOUDINEAU, La céramique arétine fisse, Fouilles de l' beole Fran- di Ateio, in Antichità Pisane, 1974, 2, pp. 3 ss, Per Lione; J.
çaise de Rorne a Bolsena (Poggio Moscùii) 1962-196i, IV, in LASFARGUES, Les atéliers de potiers lyomwis. h'wde topogrqphì-
MEFR, 6, Parigi 1968 (con k n::ccnsioni di A. CARANDrKI e que, in RAE, 24, 1973, pp. 525-535; M. PrcoN-E. MErLLE-M.
G. Puccr, in DArch, 3, 1969, pp. 391 ss., e di E. ETTLJNGER, VICHY-J. GARMIER, Recherches sur les céramiques dc Ateius en
in Germania, 49, 1971, pp, 164 ss.); Io., La céramique arérine: Gaule, in RCRF, r4-r5, 1972-73, pp. 128 ss.; M. PrcON-J.
nouvelles données, in Études Classiques, III, 1968-70, pp, IBI- LASFARGUES, Transfert de moules entre les atéliers d'Arezzo et
204; E. ETTLINGER-R. STEIGER, Formcn und Farbcn rbmischer ceux de Lyon, in RAE, 25, 1974, pp. 61-69; M. PICON-M, GAR-
Kcramik, Augst 1971; C. }OHNS, Arrctine and Samian Potrcr.v, MIER, Un arélier d'Ateius à Lyon, lbid., 25, 1974, pp. 71-76;
Londra 1971; M. e P. VAUTHEY, Les couranrs artisriques et éco- F. WIDEMANN-M. PICON-F. AsARo-H. V. MICHEL-I. PERLMAN,
nomiques de !'industrie céramique dans l'antiquìté. D'Arezzo au A Lyons Branch of the Pottery-Making Firm of Ateìus of Arezzo,
confins de !'Empire à travers la France romaine, in RACF, 1973, in Archaeomerr:r, 17, 1975, pp. 45 ss.; J. e A. LASFARGUES-H.
pp. xr5 ss.; CH. GOUDINEAU, La céramique arùine, in Céramiques VERTET, L'aiélier des potiers augustéen de la Muette à Lyon:
hellénistiques et romaines, in Annales Lirzéraircs de l' Universiré la fouille de sauvetage de 1966. Notes d'épigraphie et d'archéolo-
de Besançon, 242, 1980, pp. I23 ss.; G. RrccIONI, La ceramica gie lyonnaìses, Lyon 1976) pp. 61 ss.; Inn.) Les estampilles sur
romana da mensa in Italia. La terra s1i[illata : origini e principali sigillée lisse de l' atéHer augustéen de la Muette de L_von, in Figlina,
-produzioni, in Faenza, 66, 1980, pp. 47 ss.; J. GARBSCH, Terra r, 1976, pp. 39-87; C. M. WEI.LS, L'implantation. des atélicrs
~igìllata. Ein Wcltrcich im Spicgel seines Luxusgeschirr, Monaco de céramique sigillée en Gaule. Problémariquc dc la recherche,
1982. in Figlina, 2, 1977, pp, I ss.; P, M. KENRICK, Arren'ne Pottery.,
Un repertorio di tutte le citazioni di autori antichi della a Changing Scene, Papers in Iralian Archaeology, r, in BAR)
ceramica aretina è offerto da F. KìhSEK, Vasa arrerina, in RCRF, Oxford 1978, pp. 237 ss.
m, 1961, pp. 35-43. La provenienza provinciale di parte della ceramica italica di
Una discussione del passo pliniano (Nat. hist., XXXV, 160) Haltem è provata dalle analisi di Picon pubblicate in appendice
ì: ora in G. Pucc1, Pottery and Roman Trade, in Trade in Ancient allo studio di S. VON SCHNURBEIN, Die unverzierte terra sigillat'a
Economy, a cura di K. HoPKINS-P. GARNSEY-C. R. WHITTAKER, aus Haltern, in Bodenaltertì.imer Westfalens, 19, Miinster 1982.
Cambridge r983, pp. 201 ss. Sugli stessi problemi G. Pucc1., Per i problemi specifici della produzione di Ateius si vedano:
Il lusso nella cultura materiale tra tarda repubblica e impero, H. COMFORT, Late Ateius signatures, in RCRF, IV, 1900; E.
in lndex, 13, 1984. ETTLINGER., Vorbemerkungen zu einer Diskussion des Ateius-
Sulle officine di Pozzuoli si veda da ultimo: H. COMFORT, Problems, Ibid., IV, 1962, pp, 27-44.
Rasìnius at Puteali, - or Cumae ?, in Archeologie en historie. Op- Per la datazione dei e servizi >) si veda da ultimo quanto ha
f!edragen aan H. Brunsting, Bussum 1973, pp. 271 ss.; G. Puccr, osservato: C. WELLS, Manufacture, Distribution and Dare :
Le terre sigillare italiche, galliche e orientali, in L'lnstrumentum some methodological Considerarions on the Daring of the Augustan
domesticum di Ercolano e Pompei nella prima età imperiaìc, in Terra Sigillata, in RCRF, 17-18, I97ì, pp. 132 ss.
Quaderni di cultura materiale, I, Roma 1977, pp. 9 ss.; H. COM- Precisazioni alla classica tipologia di Haltern sono state fatte
FORT, Some Sigillata at Pompei, in Pro Arre Amiqua (Fc.w;chnfr recentemente da S. VON SCHNURBEIN, Die unverziene terra sigilla-
fù.r H. Kemzer), in Dsterreichisches Archdologisches lnstitur, Son- ta aus Hahern, in Bodenaltertii.mer Westfalens, 19, Mtinster 1982,
·derheft Bd. 18, I, 1982, pp. 45 ss.; H. KLUMBACH, Puteolani- Sulle origini della sigillata italica si vedano, quanto alia cro-
sche Ti:ipferein, in J. GARBSCH, Terra sigillata. Ein U7eftreich im nologia delle forme precoci; A. TCHERNIÀ, Premiers résulrats
Spiegel seines Luxusgeschirr, Monaco 1982, pp. 34-36. des fouilles dc Juin 1968 sur l'épave 3 de Planier, ìn É'tudes Clas-
Per la notizia relativa a una possibile succursale ostiense dì un siques, III, 1968-70) pp. 51-82; R. LEQUÉMENT-B. Lmu, Céra-
ceramista aretino si veda: C. PAVOLINI, Scarti di una fornace mìque étrusco-campanienne er céramique arétine. A propos d'une
caamica, in Ostia, Vita quotidiana, II, Itinerari ostiensi, IV, nouvelle épave de Marseille en l'lralie préromaine et la Rome
Roma 1982, pp. 19 ss. tardo-républicaine, in Mélanges ojferts à Jacques Heurgon, 2,
Sulìa tecnologia delle sigillate sono da consultare questi la- Coll. :École Françaìse, 27, 1976, pp. 687 ss.
vori più recenti: J. MoNTAGU, Technologie des céramìques à Per il rapporto cronologico tra produzione liscia e produ-
,1ernis rouge (terra sigillata), ìn RACF, 1971; M. PICON) lntro- zione decorata, si veda oltre al citato lavoro del GOUDINEAU
ducrion à l' étude technique des céramiques sigillées de Lezoux, (1968): G. Pucc1, La ceramica aretina: <, imagerie 1) e correnti'
Dìgione 1973 (con recensione di G. PucCJ, in Arch. Class., artistiche, in L'Art décoratif à Rome à la fin de la rCpublique
1975, pp, 153 ss.); In., Céramique antique er determination et au début du principat, in Col!. de l'École Française, 55, r98I,
prm1enences, ìn Les dossiers de l'archéologie, 9, r975, pp. 83 ss.: pp. ror ss.
B. HoFFMANN-G. SCHNEIDER, Besrimmung der Herkunfr antiker Per il ciclo decorativo delle Muse, si veda, dopo l'importante
J<eramik (terra sigillata) mit Hilfe von Ri:inrgenfiuorezenzanaly- articolo di: A. STENICO, Il vaso pseudocorneliano con le monete
sen, in Berichre der Deutschen Keramischen Gesell, 53, 1976, e l'opera di C. Cispius, in Arch. Class., VII, 1955, pp. 66-73;
pp. 4I7 ss.; lDD., Probenauswahl bei Terra Sigillarn, in INH7, il ìavoro di: M. T. l'viARABINI MoEVS, Le muse di Ambracia, in
71 1976, in Archaeologische Koordination, 8, 1-2; B. HoFFMANN, BA, 1981, pp. I ss.
TERRA SIGILLATA ITALICA

Sull'organizzazione della produzione e, in generale) sugli Terra Sigillata Tardo-Italica, ìn RCRF, 2, 1959, pp. 51 ss.;
aspetti economico-sociali: H. COMFORT, Terra Sigillata, in T. ln,, Matrici a placca per applicazioni di 11asi Arretini, in Arch.
FRANK, An economie surveJ' of ancienr Romc, V, Baltimora 1940, Class., VI, 1954; H. KLUMBACH, Das Verbreiru11gsgebier der
pp. 188-194; W. L. WESTERMANK, The sia<}e s_vsrems of Greek spiiriralischen Terra-Sigillata, in .'fRGZ, 3, 1956, pp. I 17 ss.;
and Roman Amiquiry, Philadelphia 1955 _; F. KIECHLE, Sklai:enar- ln., Lampenbilder und Terra Sigillata, lbid., 8, 196!, pp. 90 ss.;
beit und technischer Forrschrirt im riimischen Reich, Wiesbaden /Vi. P. LAVIZZARI PEDRAZZINI, La terra sigillata tardo-italica de-
1969; G. Puccr, La produzione della ceramica aretina. Nou corara a rilie'I..JO nella colle:::.ione Pisani Dossi del Museo Archeo-
sulla <,industria,, nella prima età imperiale romana, in DArch, logico di Milano, Milano 1972; G. Puccr, in Ostia III, Studi Mi-
7, 1973, pp. 225 ss.; CH. GOUDINEAD, La céramiquc dans l'ùo- scellanei, 2!, Roma 1973; In., Una matrice per terra sigillata
nomie de la Gaulc, in Lcs dossiers d' archéologie, 6, 1974, pp. 103 ss.; tardo-italica decorara da Pisa, in Antichità Pisane, 1975, 4)
G. PRACHNER, Sozialokonomische Problemc der arrctinischer S'i- pp. 1 ss.; ID., Per un catalogo della sifillara tardo-italica decorata
gillatcnerzeugung, in RCRF, I6, 1976, pp. 125 ss.; CH. DELPLACE, a rilievo dell'Etruria romana, in RCRF, 17-18, 1977, pp. 171 ss.;
Les poriers dans la sociéré er l'économie de l'ltalic et dc la Gaule In., Le officine ceramiche tardo-italiche, in Annales Lirtéraires de
au JCr siècle av. et au rcr siècle ap. J.-C., in Krcma, 3, 1978, l'Université dc Besançon, 242, 1980, pp. 135 ss.; M. T. MARA-
pp. 55 ss.; G. PRACHNER, Dic Skla1..- en und Frcigelassenen im Ar-
1
BINI MoEVS, New Bvidencc for an Absolute Chronology of De-
rerinischen Sigillatagewerbe, Wiesbaden 1980; G. Pucc1, La corated Lare ltalian Sigillata, in A.'fA, 84, 1980, pp. 319 ss.;
ceramica italica (terra sigillata), in Società romana e produzione G. Pucc1, La ceramica italica (ierra sigillata), in Società romana
schiavistica_, Il. Merci mercati e scambi nel Mediterraneo, Bari e produzione schiavisrica, II. Merci mercati e scambi nel Mediter-
1981, pp. 99 ss.; J.-P. }ACOB-H. LAREDDE, Un aspect dc l'orga- raneo, Bari 1981.
11isation des centres de production céramique: Le mythe du <' car- Sul vaso di Euryalus cfr.: E. ETTLINGER, Nachtrag zum
te},>, in RCRF, 21-22, 1982, pp. 89 ss.; G. Puccr, Pottery and reliefkelch des Euryalus, in ]ProVind, 1963, pp. 34 ss.; C. BÉ-
Roman Tradc, in Trade in Ancient Economv, a cura di K. HoP- MONT, Recherches méthodologiques sur la càamique sigillée,
KINS-P. GARNSEY-C. R. WHITTAKER, Calllbridge 1983. Les 1)ases estampillés de G!anum, in BEFAR, 227, r976.
Circa la fase finale della produzione italica si vedano i due Per il vaso di Mariana cfr. · G. MORACCHINI MAZEL, La
successivi articoli di: H. COMFORT, Sigillara from the ships nécropole d'J Pomi, Fouillcs de Mariana, 6, Bastia 1974, pp.
at Lake Nemi, in RCRF, II, 1959, pp, 5-12; In., Lake Nemi 20-26,
and London: two retractions, Ibid., 16, 1976, pp. 158 ss. Più in Per il vaso da Nora cfr. · G. Puccr, La cctamica aretina:
generale, sul problema del rapporto tra italica e tardo-italica: ,, imagerie ,1 e correnti' artisriche, in L'Art décoratif à Rame à la
H. COMFORT, A Preliminary Study of Lare ltalian Sigillata, in fin de la républiquc et au début du principat, in Coli. de l'É:'cole
AJA, 40, r936, pp. 437 ss.; A. STENICO, Ceramica Arrerina e Françaisc, 55, 1981.
TAVOLE
SIGILLATA ORIENTALE A

TAV. I:

r. Forma I. Prototipo. (HAYES, Royal Ontario Museum, fig. 4A, inv, n. 9ro X 201,3). Pag. 13.
2. Forma I. Prototipo, variante grande. Paphos 0.6 1666. Pag. 13.
3. Forma 2A. Protmipo. Paphos OLì 1662 (HAYES Paphos, fig. 7.1). Pag. 14.
4. Forma 2A. Prototipo. Paphos 06. 1663. Pag. 14.
5. Forma 2A. Prototipo 1 esemplare a vernice nera. Paphos 0.6. 5120 (frammentario). Pag. 14.
6. Forma 2B. Prototipo. Malta, Museo della Villa romana di Rabat. Pag. 14.
7. Forma J. Prototipo. (Samaria-Sebaste III, fig. 68.2). Pag. 14.
8. Forma 3. Prototipo. (HAYES Knossos, fig. 3.1). Pag. 14.
9. Forma 4A. Prototipo. ( MITSOPOULOS LEON 1975, fig. I. 5). Pag. 16.
IO. Forma 4A. Prorotipo. (Piccolo). (Arhenian Agora V, tav. 60, F2). Pag. 16.
I I. Forma 4B. Prototipo. (HAYES Knossos, fig.3-3). Pag. 16.
r2. Forma 4B. Prototipo. Museo di Cipro, tomba Polis 104, n. 108. Pag. 16.
TAVOLA I

3 4

9 10

11 12
SIGILLATA ORIENTALE A

TAv. U:

I. Forma 5A. Prototipo. Paphos 0/:; 747. Pag. 17.


2. Forma 5B. Prototipo. (Hama III.2, fig. 27, 2.6). Pag. 17.
3. Forma 6. Prototipo. (Samaria--Sebaste III, fìg. 66.5). Pag. 17.
4. Forma 6. Prototipo. Esemplare a vernice nera. Paphos 0.6. 5121 (frammentario). Pag. 17.
5. Forma 7. Prototipo. (Samaria-Sebasre III, fig. 68.3). Pag. 18.
6. Forma 8. Prorotipo. (Hama Ill.2, fig. 33, 5.3 i). Pag. 18.
7. Forma 9. Proronpo. (AURIGEMMA Forre della Vite, fig. a pag. 28). Pag. 18.
8. Forma IO. Prototipo. (Samaria-Sebaste III, fig. 78.7). Pag. 19.
9. Forma II. Prototipo. (HAYES Knossos, fig. 3.5). Pag. 19.
IO. Forma 12. Prototipo. (Anrioch IV.r, tav. IV, 143 f). Pag. 20.

II. Forma 13A. Prototipo. (HAYES Knossos, fig. 3.12). Pag. 20.
12. Forma r3B. Prototipo. (Rama IIl.2, fig. 45, 15.1). Pag. 20.

13. Forma 14. Prototipo. (Rama III.2, fig. 27, 2.5). Pag. 20.
TAVOLA II

5 6

8 9

10 11

12 13
SIGILLATA ORIENTALE A

TAV. III:

r. Forma 15A. Prototipo. (Hama III.z, fig. 72, 27A.1). Pag. 21.
2. Forma 15B. Prototipo. (Harward Excavations at Samaria I, p. 306, fig. r85.II a). Pag. 21.
3. Forma 16. (ROBINSON 1969, fig. 3.60). Pag. 21.
4. Forma r7B. Prototipo. Paphos Ot:, 1656. Pag. 21.
5. Forma 18. Prototipo. Paphos Ot:, 1655. Pag. 22.
6. Forma 19A. Prototipo. Paphos Qt:, 1229. Pag. 22.
7. Forma 19B. Prototipo. (Hama III.2, fig. 46, 19.2). Pag. 22.
8. Forma 20. Prototipo. Filadelfia 29-102-562, da Beth Shan. Pag. 23.
9. Forma 2I. Prototipo. (Hama III.2, fig. 45, 17.II b). Pag. 23.
IO. Forma 22A. Prototipo. (Hama III.2, fig. 45, 17.7). Pag. 23.
II. Forma 22A. Varianre a piede basso. Paphos 0/:;. 1657. Pag. 23.
12. Forma 22B. Prototipo. Londra, Britìsh Museum, 48.8-4.15. Pag. 23.
13. Fonna 22B. Prototipo. (Athenian Agora V, tav. 60, F 6). Pag. 23.
14. Forma 23. Prototipo. Paphos Ot:, 4992. Pag. 24.
TAVOLA III

' I

4 5

6 7 8

9 10 11

12 13 14
SIGILLATA ORIENTALE A

TAV. IV:

I. Forma 24. Prorotipo amico. Cornell University, dagli scavi di Antiochia (Antioch IV.1, tav. IV, HM.3). Pag. 25.
2. Forma 24. Prototipo. Museo ài Cipro D 667.1935 (SCE IV.3, fig. 27.9). Pag. 25.
3. Forma 24. Variante tarda. Boston, Museum of Fine Arts, 24.855-,16-2-192, da Gebel Barkal (Sudan). Pag. 25.
4. Forma 25. Prorotipo. Newcastle upon Tyne, Greek Museum (recente acquisizione). Pag. 25.
5a. Forma 26A. Prototipo. Orlo. (HAYES Royal Ontario Museum, fig. 4. 75). Pag. 26.
b. Forma 26A. Prototipo. Piede. (HAYES Royal Ontario Museum, fig. 4.76). Pag. 26.
6. Forma 26B. Prototipo. (Antioch IV.I, tav. VI, 486). Pag. 26.
7. Forma 26C. Prototipo. (HORSFIELD 1942, p. 202, fig. 55.463). Pag. 26.
8. Forma 26D. Prorotipo. Edimburgo, Royal Scottish Museum, 01-288. Pag. 26.
9. Forma 2ì. Prototipo. (Antioch IV.1, tav. VI, 480). Pag. 26.
IO. Forma 28. Prototipo. Atene, Agorà P 3461. Pag. 27.
IL Forma 28. Prototipo. (Hama III.2, fig. 39, 13.9 a). Pag. 27.
12. Forma 28. (Athenian Agora V, tav. 60, F4). Pag. 27.
r3. Forma 29. Proroti'po. Museo di Cipro, tomba Polis 104, n. rrr. Pag. 27.
14. Forma 30. Prototipo. Paphos Oiì 4797. Pag. 28.
15. Forma 30. Prototipo. (Hama III.2, fig. 36, 12.1). Pag. 28.
TAVOLA IV

2 3

6
4 5

9
7

10

11

12
13

14 15
SIGILLATA ORIENTALE A

TAV. V:

I. Forma JI. Prototipo. Paphos Qt, 976. Pag. 28.


2. Forma 32. Protonj,o. Paphos Qt, 4698. Pag. 29.
3--4. Forma 33. Prowtipo. (Antioch IV.r, tav. IV, 412 f). Pag. 29.
5. Forma 33. (Hama III.2, fig. 40, 14.40). Pag. 29.
6. Forma 34. Prototipo. Museo di Cipro D.132.1935. Pag. 29.
7. Forma 34. Variante. Cornell University (Antioch IV.r, tav. V, 417 a). Pag. 29.
8. Forma 35. Prototipo. Pompei 9655. Pag. 30.
9. Forma 35. (Athenian Agora V, tav. 60, G II). Pag. 30.
ro. Forma 36. Prototzj,o. Napoli rr6994. Pag. 30.
II. Forma 36. (Athenian Agora V, tav. 60, G 10). Pag. 31.
12. Forma 37A. Prototipo. Napoli, Museo Naz. 1240. Pag. 31.
13. Forma 37B. Prototipo. (Hama III.2, fig. 39, 14.1 a). Pag. 3r.
14. Forma 38. Prototipo. (Amioch IV.I, tav. IV, 128 k). Pag. 3r.
15. Forma 38. Prototipo. (Hama Ill.2, fig. 27, r.35). Pag. 3r.
16. Forma 39. Prororipo. Pompei rr76-3. Pag. 32.
17. Forma 40A. Prototipo. Sebha da Germa, H 80. Pag. 32.
18. Forma 40B. Protot,j,o. Londra, British Museum, Egyptian Department 5255. Pag. 32.
TAVOLA V

2 3

4 5

7 8 9

10 11

12

13 14

15 16

17 18

18 - Ji,,orloprdi,, ù//·.4nr - Ali r C II


SIGILLATA ORIENTALE A

TAV. VI:

I. Forma 40C. ProtMipo, Paphos 06. 5019. Pag. 32.


2. Forma 41. Prolotipo. Orlo. (HAYES Corinrh,
ta\'. 85.13oì. Pag. 32.

3. Forma 41. Protoripo. Base. Paphos 06 4703. Pag. 32.


4. Forma 42. Prototipo. Newcastle upon Tyne, dalla regione di Gerasa. Pag. 33.
5. Forma 42. Procoripo. (Hama III.2, fig. 641 22.3). Pag. 33.
6. Forma 42. Prororipo. (Arhenian Agora V, tav. 60, F 14). Pag. 33.
7. Forma 42. Prototipo. (Antioch IV.1, tav. V 446 k). Pag. 33.
'
8. Forma 43. Prorotipo. Atene, Agorà p 16726. Pag. 33.
9. Forma 44. Prororipo. Museo di Cipro, tomba Polis 104, n. 99. Pag. 33.
IO. Forma 44. (NEGEV Oboda, tav. 29. I 75). Pag. 34.

I I. Forma 45. Protoripo. (HAYES Ro.val Onran'o A1useum, fig. 4.82). Pag. 34.
I2. Forma 45. Prototipo. (MITSOPOULOS LEON 1972--5, fig. 3 h). Pag. 34.
13. Forma 46. Prototipo. (Samaria--Sebaste III, fig. 68,8). Pag. 34.
14. Forma 46. Prorori'po. (Hama III.2, fig. 64, 23.14). Pag. 34.
15. Forma 47. Proroiipo. Newcastle upon Tyne, dalla regione di Gerasa. Pag. 35.
16. Forma 48. Protoiipo. Atene, Agorà p 17735. Pag. 36.
17. Forma 49. Prototipo. Paphos, Casa di Dioniso (senza n. inv.). PaO".
., 36.
r8. Forma 50. Prororipo. Oxford, Ashmolean lviuseum 1959.366. Pag. 3-
r9. Forma 5r. Prototipo. Pompei 16701. Pag. 37.
20. Forma 5I. Prornn'po. (HAYES Royal On1ario .A1usewn) fig. 4.84). Pag.
3'·
21. Forma 52. Prororipo. Paphos 06 3869. Pag. 38.
TAVOLA VI

3 4 5

6 7 8 9

10 11 12 13

14 15 16

17 18 18 20

21
SIGILLATA ORIENTALE A

TAi'. VII:

1. Forma 53. Prototipo. Paphos, Casa di Dioniso (senza n. inv.!. Pag. 38.
2. Forma 53. Prar.oripo. Museo di Cipro D.93.1935. Pag. 38.
3. Forma 53. Prororipo. (LAl'.FFRAY 1940, p. 16, fig. 6, in basso a sinistra). Pag. 38.
4. Forma 54. Prototipo. Paphos 06. 4702. Pag. 38.
5. Forma 54. Prororipo. (Samaria .. Sebasre III, p. 309, fig. 77.1). Pag. 38.
6. Forma 55. Pr0101ipo. Museo di Cipro D.384.1935. Pag. 39.
7. Forma 56. Protoripo. (Antioch IV.I, tav. VI, 615 p). Pag. 39.
8. Forma Si- Prototipo. Museo di Cipro D.381.1935. Pag. 39.
9. Forma Si- Proroiipo. Londra,· Brirish J\1.useum 53-5--28.69. Pag. 39.
IO. Forma 57. (Samaria--Sebaste III, fig. 77.10). Pag. 39.
11. Forma 58. Pro101ipo. Paphos 01} 4987. Pag. 39.
12. Forma 59. Protoripo. (Tarsus I, fig. 193.408). Pag. 40.
13. Forma 6oA. Pro10,;po. (POHL 1970, fig. 73.53 [583]). Pag. 40.
14. Forma 6oB. Prototipo. (Samaria-.,Sebaste III, fig. 77.II). Pag. 40.
15. Forma 6r. Prorocipo. Cyprus Survey, Soli, romba 5, n. 28. Pag. 40.
16. Forma 62. Pro10Eipo. Papho, 01} 4697. Pag. 41.
TAVOLA VII

6 7

8 9

H 11

12 13

14 15 16
SIGILLATA ORIENTALE A

TAV. VIII:

r. Forma 63. Prototipo. (Anrioch IV.r, tav. VI, 603). Pag. 41.
2. Ponna 64, Prororipo. (Anrioch IV, tav. VII, 66of). Pag. 4r.
3. Forma 65. Prowripo. (Tarsus I, fig. 194.513). Pag. 41.
4. Ponna iarda a. (Nessana I, tav. XLIV, in fondo, mise. 2). Pag. 42.
5. Forma tarda b. (Antioch IV.r, tav. VII, 677). Pag. 42.
6. Forma tarda b. (Hama III.2, fig. 72, D II). Pag. 42.
7. Ponna tarda c. (Anrìoch IV.I, tav. VII, 680). Pag. 42.
8. Forma iarda d. (Hama Ill.2, fig. 72, D 10). Pag. 42.
9. Forma iarda e. (Amioch IV.I, tav. VI, 630). Pag. 42.
IO. Forma rarda e. (Antioch IV.I, tav. VII, 635). Pag. 42.
II. Forma tarda f. Versione antica. Drew University, Madison, New Yersey (senza n.), da Iznik (Nicea). Pag. 42.

12. Forma tarda f. (Antioch IV.r, tav. VII, 645 a). Pag. 42.
13. Forma tarda f. (Antioch IV.I, tav. VII, 647 a). Pag, 42.
'4· Forma tarda f. (Anlioch IV.I, rav. VII, 647 k). Pag. 42.
15. Forma iarda g. (Anrioch IV.r, tav. VII, 653 f). Pag. 42.
TAVOLA VIII

8
6

9 10

11 12 13

14 15
SIGILLATA ORIENTALE A

TAV. IX:

I. Forma tarda g. (Antioch IV.I, tav. VII, 655 p). Pag. 42.
2. Forma IDI. Prototipo. (Samaria-Sebaste III, fig. 82.r). Pag. 42.
3. Forma 102. Prototipo. (LAPP PCC, p. 210, tipo 228A). Pag. 43.

4. Forma 104A. Prototipo. (HAYES Royal Ontario Museum, tav. 6.85). Pag. 43.
5. Forma 104B. Prototipo. Museo di Cipro D.6.1935. Pag. 43.
6. Forma 105. Prototipo. (HAYEs Royal Ontario Museum, tav. 6.87). Pag. 44.
7. Forma 107. Prototipo. (HOLWERDA Cat. Leiden, tav. III, 364). Pag. 44.
8. Forma 1o8. Prototipo. Manchester Museum R 872 (forse da Colonia). Pag. 45.
TAVOLA IX

3 4

5 f

8 7
SIGILLATA ORIENTALE A

TAV. X:

I. Forma 109. Prototipo. (HAYES Royal Ontario Museum, fig. 5.86, tav. II). Pag. 45.
2. Forma no. Protottj}o. Yale 1930.254. Pag. 45.
3. Forma III. Prorotipo. Londra, British Musewn 94.11-1.512 (da Amatunte). Pag. 45.
4. Forma II]- Pro101ipo. Londra, lnst. of Archaeology K.VI.3,7. Pag. 46.
5. Forma II4. Prototipo. Yale 1912.289. Pag. 46.
6. Fm-ma n6A. Protoiìpo. Yale 1912.290. Pag. 47.
TAVOLA X

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2 3

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5 6
SIGILLATA ORIENTALE A - SIGILLATA ORIENTALE B

TAV. XI:

r. Forma II6B. Prototipo. (HAYES Royal Ontario Museum, fig. 5.88, tav. II). Pag. 47.
2. Forma 117. Prototipo. (HAYES Royal Ontario Museum, fig. 5.89, tav. 11). Pag. 47.
3. Forma rara a. (Délos XXVII, p. 246, fìg. 126, D 48). Pag. 47.
4. Forma rara c. (Hama III.2, fig. 36, 9.4). Pag. 47.
5. Forma rara d. (Rama III.2, fig. 26, 1.23 a). Pag. 47.
6. Forma rara f. (Antioch IV.r, rav. V, 463). Pag. 47.
7. Forma rara j. (Tarsus I, fig. 189.298). Pag. 48.

8. Forma I. Prototipo. Oxford, Ashmolean Museum 1910.361, da Kerch. Pag. 53.


9. Forma 2. Prototipo. (Ephesos I, p. r7r, 28). Pag. 53.
IO. Forma 3. Prototipo. Londra, British Museum 48.8-4.1, da Kerch. Pag. 53.
r I. Forma 3. Prototipo. Corinto C-35-886. Pag. 53.
12. Forma 4. Prototipo. (Priene, fig. 550.131). Pag. 54.
13. Forma 4. Prototipo. Corinto C-33-1 r4r. Pag. 54·
14. Forma 5. (HAYES Knossos, fig. 15.19), Pag. 54.
15. Forma 6. Prototipo. (HAYES Corinth, tav. 86.136). Pag. 54.
16. Forma 6. Prototipo. (Ephesos I, p. 170.18). Pag. 54.
17. Forma 7. Prototipo. Corinto C-34-1908. Pag. 55.
18. Forma 7. Prototipo. (Priene, fig. 550.133). Pag. 55.
19. Forma 8. (HAYES Corinth, tav. 86.137). Pag. 55.
TAVOLA XI

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4 5
3

6 8

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9 10

11 7 12

12 14

15 16

17

18 19
SIGILLATA ORIENTALE B

TAV. XII:

I. Forma 9. Prorotipo. (HAYES Royal Ontario Museum, fig. 4.91). Pag. 55.
2. Forma II. Prototipo. Atene, Agorà P 9165. Pag. 55.
3. Forma 12. Prototipo. Corinto C-34-r9r4. Pag. 55.
4. Forma 13A. Prototipo. Monaco, Museum antiker K1einkunst, non catalogato. Pag. 56.
5. Forma 13B. Prototipo. (HAYES Royal Ontario Museum, fig. 4.92). Pag. 56.
6. Forma 14. Protorzj,o. (Ephesos I, p. 170.20). Pag. 56.
7. Forma 15. Prototipo. Oxford, Ashmolean Museurn 140.1880, da Napoli. Pag. 56.
8. Forma 16. Prototipo. (HAYES Royal Ontario .Museum, fig. 4.90). Pag. 56.
9. Forma r6. Prototipo. (MITSOPOULOS LEON 1972-5, fig. 5g). Pag. 56.
IO. Forma 17A. Prototipo. (KNIPOVIC Olbia, tav. I.3). Pag. 56.
II. Forma 17B. Prorotipo. (HAYES Corinth, tav. Sj.149). Pag. 56.
12. Forma 18. Prototipo. (Ephesos I, p. 171.27). Pag. 56.
13. Forma 19. Prototipo. (Labraunda ILI, tav. 35.217), Pag. 57.
14. Forma I9. Prototipo. (MITSOPOULOS LE0N 1972-5, fig. 5i). Pag. 57.
15. Forma 2I. Prototipo. Corinto CP 408. Pag. 57.
16. Forma 22. Prototipo. (HAYES Corinth, tav. 86.141 ). Pag. 57.
17. Forma 22. Corinto C-35-861. Pag. 57.
18. Forma 23. Prototipo. Atene, Agorà P 15060. Pag. 57.
19. Forma 24. Prototipo. (HAYES Corinth, tav. 86.143). Pag. 58.
20. Forma 25. Prototipo. (Ephesos I, p. 171.29). Pag. 58.
2!. Forma 25. Prorotipo. (MITSOPOULOS LEON l9ì2-5, fig. 5d). Pag. 58.
22. Forma 26. Prototipo. (HOLWERDA Cat. Leideni tav. IV. 402). Pag. 58.
23. Forma 27. Prototipo. (KNlP0VlC Olbia, tav. I. 7 a). Pag. 58.
24. Forma 28. Prototipo. Base. Atene, Agorà P 4290. Pag. 58.
25. Forma 28. Prototipo. Orlo. Corinto C-36-1354 a. Pag. 58.
26. Forma 29. Protollj,o. (Ephesos I, p. 174.55). Pag. 58.
27. Forma 29. Prototipo. (MITSOPOULOS LEON 1972--5, fig. 5b). Pag. 58.
28. Forma 30. Protollj,o. (HAYES Corimh, tav. 86.147). Pag. 58.
TAVOLA XII

2 3

- I

4 5 6

7 8 9

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SIGILLATA ORIENTALE B

TAV. XIII:

1. Forma 3r. Prototipo. Orlo. Ann Arbor, University of Michigan 22497. Pag. 59.
2. Forma JI. Base. (Ephesos I, p. 171.33). Pag. 59.
3. Forma 32. Prototipo. Orlo. (HAYES Corinrh, tav. 86.145). Pag. 59.
4. Forma 34. Prototipo. (HAYES Royal Ontario Museum, fig. 4.93). Pag. 60.
5. Forma 35. Protoripo. (Ephesos I, p. 172.39). Pag. 60.
6. Forma 36. Prototipo. (Ephesos I, p. 173.52). Pag. 60.
7. Forma 37. Prorocipo. (Ephesos I, p. 174.57). Pag. 60.
8. Forma 38. Protocìpo. a) Corinto C-36-451; b) (HAYES Corinrh, tav. 87.156). Pag. 6r.
9. Forma 39. Prototipo. Corinto C-33-307. Pag. 61.
IO. Forma 39. Prototipo. (HAYES Corinth, tav. 87.157). Pag. 61.
l I. Forma 40. Prototipo. (HAYES Corinth, tav. 87.159). Pag. 6r.
12. Forma 40. (MITSOPOULOS LEON 1972··5, fig. 5j). Pag. 61.
13. Ponna 51. Prototipo. (HAYES Corinth, rav. 86.139). Pag. 62.
14. Forma 52. Prototipo. Corinto C-37-294. Pag. 62.
15. Forma 53. Prototipo. Pompei 502-3. Pag. 62.
16. Forma 53. Prototipo. (Antioch IV.r, tav. VI, S 2). Pag. 62.
17. Forma 54. Prototipo. Corinto C-34-2283. Pag. 62.
18. Forma 55. Prototipo. Orlo. Corinto C-35-869. Pag. 62.
19. Forma 55. Prototipo. Base. Corinto C-33-1922. Pag. 62.
TAVOLA XIII

rA"'E :
ìf\.NA:

2 3

4 5 6

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18 19
SIGILLATA ORIENTALE B

TAV. XIV:

I. Forma 56. Protoripo. (COMFORT-WAAGÉ 1936, tav. II, fig. 3), da Beth Shan. Pag. 63.
2. Forma 57. Prormipo. Londra, British Museum 68.6--20.261, da Efeso. Pag. 63.
3. Forma 58. Prototipo. (Athenian Agora V, tav. 6r, G 19). Pag. 63.
4. Forma 59. Protoripo. (HAYES Corinrh, tav. 87.151). Pag. 63.
5. Forma 60. Prororipo. Napoli r2q49. Pag. 64.
6. Forma 60. Prototipo. (Arhenian Agora V, tav. 61, G 25). Pag. 64.
,. Forma 60. Prototipo. Paphos Ot,, 4998. Pag. 64.
8. Forma 60. Prowripo. (HAYES Villa Dionysos, fig. 4.32). Pag. 64.
9. Forma 6r. Prorodpo. Pompei 504-3. Pag. 65.
IO. Ponna 62A. Protoiipo. (PELAGATTr I 969-70, fig. 3 e). Pag. 65.
I I. Forma 62B. (Athenian Agora V, tav. 61, G 22). Pag. 65.
12. Forma 6 3. Prorotipo. (Athenian Agora V, tav. 61, G 213). Pag. 65.
I 3. Forma 6J. Prororipo. (PELAGATTI 1969-70, fig. 3 f). Pag. 65.

14. Forma 64B. Protoripo. Corinto C-35-948. Pag. 65.


l 5. Forma 65. Prororìpo. (HAYES Corinth, tav. 86.138). Pag. 66.
16. Forma 65. (COMFORT-\XrAAGÉ 1936, tav. II, fig. l ). Pag. 66.
17. Forma 66. Prozotipo. (HAYES Villa Dio11ysos, fig. 17.209). Pag. 66.
I 8. Forma 68. Prmoripo. Napoli, 784 1875. Pag. 66.

19. Forma 70. Prowripo. Verulamium Museum H.C.M.7. Pag. 66.


TAVOLA XIV

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8 9

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SIGILLATA ORIENTALE B

TAv. XV:

I. Forma 70. Prototipo. (Arhenian Agora V, tav. 62, M 33). Pag. 66.
2. Forma 71. Prototipo. (Athenian Agora V, tav. 62, G 29). Pag. 67.
3. Ponna 72. Protoripo. Istanbul 76r3, dalla regione di Balikesir. Pag. 67.
4. Forma 72. Prototipo. (Athenian Agora V, tav. 62, G 21). Pag. 67.
5. Forma 73. Prototipo. Paphos 0/l 2626. Pag. 68.
6. Forma 74A. Protoripo. (PELAGATTI 1969-70, fig. 3 a). Pag. 68.
7. Forma 74B. Prototipo. Corinto C-36-724. Pag. 68.
8. Forma 75. Prototipo. Boston, Museum of Fine Arts, da Barkal (DUNHAM Royal Cemeteries of Kush IV, p. 153,
n. 23-2-288, fig. F 22). Pag. 68.
9. Forma 75. Proroti'po. (Athenian Agora V, tav. 62, M 32). Pag. 68.
IO. Forma 76A. Prototipo. (HAYES Corinrh, tav. 87.154). Pag. 69.
I r. Forma 76B. Prototipo. Paphos 0/l 4939. Pag. 69.
12. Forma 77. Prototipo. Paphos Oi6., non catalogato. Pag. 69.
13. Forma 78. Protoàpo. Corinto C-36--2306. Pag. 69.
14. Forma 79. Prototipo. Paphos 06 4980 (HAYES Paphos, fig. 7.4), Pag. 69.
15. Forma 80. Prototipo. (Athenian Agora V, tav. 61, M 31). Pag. 70.
TAVOLA XV

2 3

4 5 6

7 8 9

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12

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14 15
CERAMICA DI çANDARLI

TAV. XVI:

I. Forma A I. Protoripo. Parigi, Louvre CA 1624, da Smirne. Pag. 73.


2. Forma A 2. Protoripo. (Pergamon Xl.I, tav. 66-369). Pag. 73.
3. Forma A 3. Prorotipo. (SCHAFER r962, fig. I.II). Pag. 73.
4. Forma A 3. Prorotipo. (SCHAFER 1962., fig. 1.14). Pag. 73.
5. Forma A 4. Prototipo. (Pergamon XI.r, tav. 66.373). Pag. 73,
6. Forma A 5. Prototipo. (Pergamon XI.r, tav. 67-384). Pag. 73.
7. Forma A 6 a. Prowtipo. (ScHAFER 1962, fig. 2.22). Pag. 73.
8. Forma A 6 b. Prototipo. (Atene, Agorà P 3564). Pag. 73.
9. Forma A 7. Prototipo. (Pergarnon XI.r, tav. 67.386). Pag. 74.
10. Forma A 8. Prototipo. Mainz, RGZM (inv. n. O 28669). Pag. 74.
II. Forma A 9. Prototipo. Atene, Agorà P 16717. Pag. 74.
12. Forma A IO. Proro11po. (KNIPOVIC Olbia, tav. II. 31). Pag. 74.
13. Forma A II. Prototipo. Atene, Agorà P 9990. Pag. 74.
14. Athenian Agora V, rav. 64, F 29. Pag. 75.
15. KNIPOVIC Materiali 25, p. 309, fig. 8, da Tiritaka. Pag. 75.
r6. Forma L I. Prototipo. Atene, Agorà P 22324. Pag. 75.
TAVOLA XVI

4 5

6
7 8

9 10 11

13

12 14

15 16
CERAMICA DI çANDARU

TAV. XVII:

I. Forma L 6. Prororipo. Atene, Agorà p 27553. Pag. 75.


Forma L 9. Prorotipo. Atene 1 Agorà p 25266. Pag. 76.
3. Forma L 9. (HAYES Corinth, tav. 88.167). Pag. 76.
4· Forma L 15. Prororipo. Atene, Agorà
p 9171. Pag. 76.
5- Forma L 19. Prorotipo amico. Yale 1913.525. Pag. 76.
6. Forma L 19. Prototipo tardo. Atene, Agorà P I I25C. Pag. 76.
'ì Forma L 19. Prototipo. (Athenian Agora V) tav. 6r, G 1(1. Pag. 76.
8. Forma L 20. Prowtipc. Pompei 561 . --3. Pag. 77.
9. Forma L 20. (HAYES Corimh, tav. 8S.160). Pag. 77.
10. Forma L 26A. Proron'po. Atene, Agorà P r rr6;. Pag.
IL Forma L 26B. Prowtipo. Atene, Agorà P 27507. Pag. ,.,...,.
12. Forma L 26A. (Pergamon XI.I, tav. 67.442). Pag. 77.
IJ. Forma H I. Protoripa. (HAYES Villa Dionysos~ fig. 2.2). Pag.
TAVOLA XVII

2 3

5 6

10

11

13
Forma 1l I. (COLDSTREAM Knoss/ls, fig. 17, J 14).

-· Foml!.1 H 2. Prowripo. (HoLWERnA Car. Lcidcn 1 rn.v. III, 39.fì. Pag. 71{.
3. Fonna H _;.' Prowripo. (HAYES Lare Ronian Porrer:y, fig. 64, esemplare a sinistra). Paf:;.
4· Forma H 4. Prormipo. (HoLWERDA Car. Lciden, ta\'. l!ì, 395). Pag. ,0 /'"·

I-'orma PI. Prowtipo. Paphos Ol. 5251 (HAYES Paphos, fig. :..1). Pag. 8r.
6. Forma P , ., Prowtipo. Papbos OL ,;2.52 (HAYES Papiws, fig.
- Forma Prorouj>o. Paphosj non catalogato. Pag. 8!,
8. Forma P 4A. Prototipo. Paphos Ob. 5253 (HAYES Paphos, ng. Pag. 81.
9. Forma P 4B. Protoripo. Paphos OL 4796 (HAYES Paphos, fig. 3.4B). Pag. 81.
10. Forma P 5. Prorotipo. 1vluseo di Cipro} tomba Polis 104) n. ro6 (HAYES Paphos, fig. 3.5), Pag. 82.
z:. Forma P 6. Prototipo. Paphos, non catalogato. Pag. 82.
Forma P -r Prototipo, Atene) Agorà P 2660;. Pag. 82.
r3. Forma p 8. Protoripo. (HAYES Paphos, fig. 3.8). Pag. s~.
14, Forma p 8. Prototipo. Paphos, non catalogato. Pag, 82.
l',. Forma p 9. Prozoripo, Paphos:o non catalogato. Pag. 8::.
TAVOLA XVIII

iO 11

12

14

IS
SIGILLATA CIPRIOTA

TA\'. XIX:

I. Forma p 10. Jvluseo di Cipro, D.89.r935 (HAYES Cyprior S1/;illara, fiç. a p. ~,-\i~;· Pag. 82.

' Forma p II. Prorotipo. Pompei 374--3 (HAYES C_vprior S\gillata, firre· a p. 71, forma IO\ Pag. g--,
,. Forma p II. Prototipo. (Achcnian Agora y tav. 67, G 174). Pag. So.
'
4. Forma p I2. Prororipo. Corinto C-36-1271 (HAYES Corinrh} ta\·. 87.169). Pag. 83.
5. Forma P 12. Prororipo. Museo ci.i Sebha H 78 (HAYES Cyprior Sigillata, p. 71, rorma rr), da Germ2.. Pag-. 83.
6. Forma P 15. Prowtipo. (HAYES Paphos, fig. 2.15). Pag. 83.
7. Forma P Ii- Paphos, frammento non catalogato. Pag. 83.
8. Forma p ISA. Prototipo. Londra, Biritish Museum 81.8--24,70. Pag. 84.
9. Forma p 18A. Prmoripo. Paphos 06 5255 (HAYES. Papho:;, fig. 2.18A). Pag. 84.
IO. Forma p 18B. ProlOripo. Paphos, non cataloga ro. Pag. 84-
II. Forma P 19. Protaripo. ,\tl.useo di Cipro D.379.1935 (HAYES Cyprio; Sigillare, fig. a p. 6'7"ì. Pag. 84.
12. Forma P 20. Prororipo. Soli (Cipro). Scavi canaàesi~ Agorà 1971) non catalogato. Pag. 84.
r3. Forma P 2J. Prototipo. Paphos 0!1 748 (HAYES Paphos, fig. Pag. 84-
14. Forma P 22A. Prototipo. Paphos OL. 4795 (HAYES Paphos, fig. 3.22,A.). Pag. 84.
15. Forma P 22B. Prororipo. Pompei 9651 (HAYES Cyprior Sigillare) fìg. a p. 68). Pag. 84.
TAVOLA XIX

3 4

ò 6

1(_!

,1 12

13 14 1b
SIGILLATA CIPRIOTA

TAV. XX:

r. Forma P 23B. Prowripo, Soli, tomba 6, Cyprus Survey 1506, n. r8 (HAYES C~yprior Sigi!lara, fig. a p. 68, forma 5).
Pag. 85.
,., .,h~orma P 24. Prororipo. (HAYES Paphos, fìg. 3.24), Pag. 85.
3. Forma P 25. Protoripo. Paphosi Casa di Dioniso Obi 4789 (HAYES Paphos, fi.g. 3.25). Pag. 8i:;.
4. Forma P 26. Prorozipo. Paphos, non catalogato. Pag. 85.
Forma P 27. Protozipo. A1useo di Cipro D.658.1935 (HAYES Cyprior Sigillara 1 fig. a p. 68). Pag. 85.
6. Forma P 28. Protoripo. Paphos, Casa di Dioniso Ob. 4790 (HAYES Paphos, fig. 3.28); variante antica. Pag. 86.
7. Forma P 28. Prototipo. (HAYES Corinth, tav. 87.r70). Pag. 86.
8. Forma P 29. Prorozipo. Paphos, Casa di Dioniso OL 5II4 (HAYES Pa}1lws, fig. 5.29). Pag. 86.
9. Forma P 30. Prawripo. Paphos} non catalogato (HAYES Paphos) fìg. 5.30). Pag. 86.
IO. Forma P 31 A. Prototipo. Paphos, non catalogato. Pag. 86.
I r. Forma P 33. Protolipo. Paphos, Casa di Dioniso 0.6. 4130 (HAYES Paplzos, fig. 2.33). Pag. 86.
12. Ponna P 34. Prototipo. Paphos, Casa di Dioniso O!;, 5256 (HAYES Paphos, fig. 2.34). Pag. 86,
13. Forma P 36. Protoripo. Paphos> Casa di Dioniso 0.6. 5257 (HAYES Paphos} fig. 2.36). Pag. 87.
14. Fonna P 37B. Prototipo. Yale 19r.:..298. Pag. 87,
TAVOLA XX

8 9

14
SIGILLATA CIPRIOTA

I. Forma P Prototipo. (Samaria---Scbastc III, fig. 83.r'). Pag. 87.


-· Forma X 38. Prororipo, Atene, Agorà P n544 (HAYES (~vprinr Sigi!iara, fig. a p. 6iì. Pag-. 88.
3. Forma X 39. Prororipo, New York) Metropolitan Jvluseum, C.P.no. Pag. 88.
4. Forma P 40. Protoripc. Paphos, Casa di Dioniso 0.6 4986 (HAYES Paphos, fig. 5.40::. Pag. 88.
5. Forma P 40. Variamc. Paphos, Casa di Dioniso 0.6. 4705 (HAYES Papho.r:, fig. 4--40). Pag. 88.
6. Forma P 41. Prororipo. Paphos, non catalogato (HAYES Paphos, fig. 5.41 ì. Paç. 88.
- Forma P 42. Prorotipo. Paphos, non catalogato (HAYES Paphos, fig. 5.42": Pag. 88.
8. Forma P 47. Prowripo. Paphos, Casa di Dioniso OD. 5006. Pag. 89.
TAVOLA XXI

,\,I r l li
SIGILLATA CIPRIOTA - SIGILLATA PONTICA

TAV. XXII:

,. Forma X 51. Protolipo. (HOI.WERDA Cat. Leiden, tav. III, 362). Pag. 89.
2. Forma X 52. Protmipo. Oxford 1 Ashmolean Museum 1935.580, da Cipro. Pag. 90.
3. Forma X 56. Protolif)o. Londra, Inst. of Archaeology K Vl.3;5 (HAYES Qvpriot Sigillara, tav. XVI.19). Pag.90
4. Forma X 58. Prororipo. Oxford, Ashmoiean Museum 1960.754. Pag. 91.
5. Forma X 59. Protoiìpo. Londra, Biritsh Museum 80,7-10.70. Pag. 91.

6. Forma I. Prowripo. Aiaren·ali 155, p. 126, ra,:. I 5.1, Pag. 93.


:· Forma '
L Prototipo. Materiali 155) p. 126, ta\'. I 5.2. Pag. 93.
8. Forma I. Prormipo. Aiareriali 155., p. 126~ tav. 15.3. Pag. 9"
'.
9. Forma I. Prmotipo. A1azeriali 1 55, p. 126, ta,;. I 5.5. Pag. 93.
10. Forma I. Prototipo. .Afoteriali 155} p. 126, taY. 15.6, Pag. 93.
TAVOLA XXII

9 10
SIGILLATA PONTICA

TAV. XXIII:

r. Forma I. (HoLWERDA Caz. Leideni t3.\'. III, 375). Pag. 93.


:2. Forma Il. Prorotipo. A1arcriali 98, ta\'. XXVIII. I. Pag.
3. Forma III. (Arhenian Agora \\ ta\·, 66, G 61). Pag. 93.
4. Forma IV. Prororipo. (HAYES Corùzrh, tav. 88,168). Pag. 93.
5. Forma V. Proraripo. (HOLWERDA Car. Leiden 1 tav. III, 367). Pag. 94.
6. Forma V. Pr,noripo . .l\.1.anchester Museum IV.R.819. Pag:. 94.
'"' Forma V1. Prototipo. Arene, Agorà P 8151. Pag. 94.
8. Forma VI. Prozotipo. A1.azerialr' r55, fig. 41.11. Pag. 94.
9. Forma VIII. Prowripc. Princeton 455 (senza provenienza). Pag. 94.
IO. Forma XA. Lonàra, British A1useum 77.8-5.2. Pag. 9,.

l I. Forma XB. Monaco, Museum antiker Kleinkunst, N. I, 5969. Pag. 95.


D. Probabile forma pontica. Sm,_;. Arch. 1974.4, p. 219, fig. 6.5. Pag. 95.
I 3. Forma connessa con la produzione ponrica. (KNIPOVIC Olbia, tav. UI.46). Pag. 96.
TAVOLA XXII!

4 5

6 7 8

10

11

13
TERRA SIGILLATA ISPANICA

TAV. XXIV:

1. Forma I. Prototipo. Liédena. (MEZQciRrz T.S.H., ta\·. 2rA, 2). Pag. 142.
1. Forma I. Carella. (JViEZQUiRIZ T.S.H., tav. 2rA, 5). Paç. 142.

3. Forma I. Sos del Rey Cat61ico. (MEZQUfRIZ T.S.H., rav. 2Ii'·~, 4). Pag. 142.

4, Forma I. Liédena. (JViEZQUfRIZ T.S.H., tav. 2rA, I). Pag. I42.

5. Forma .A.ndUjar. Pag. 142.

6. Forma 1. Andi6n. (MEZQFÌRIZ T.S.H. 1 ta\". 21A, 6). Pag. 142.


- Forma 2. Prototi."po. lt:ilica. (1viEZQUiRIZ T.S.H., tav. 21B, 3). Pag. !43-
8. Ponna 2. Liédena. (lviEzQefRIZ T.S.H., tav. 21B, r). Pag. 143.
.\
9- Forma 2. It.ilica. (MEZQUÌRIZ T.S.H., tav. 21B~ )}· Pag. 143.
IO. Forma 2. Numancia. (MEZQUÌRIZ T.S.H., taV\', 21B, '. 26:, 31 :. Pag. 143-
'":')

I I. Forma 2. Itiilica. (MEZQUÌRIZ T.S.H., tav. 21B, 6). Pag. 14.3.


I 2. Forma 2. luidùjar. Pag. 143.
TAVOLA XXIV

2 3

4 5 6

7 8 9

10 11 12
TERRA SIGILLATA ISPANICA

TAV. XXV:

Forma 2. Riotinro. Pag. 143.


2. Forma 2. Herdaàe do Reguengo (Portogallo). Pag. 143.
3. Forma 3. Protoripo. Numancia. (MEZQUiRIZ T.S.H.) tavv. 2rC, 2; 261, 32). Pag. 143.
4. Forma 3. It.ilica. (MEZQUiRrz T.S.H., tav. 21C, 1). Pag. 143.
5. Forma 4. Prototipo. Aimedinilla. (MEZQUiRIZ T.S.H., tav. 22A, 3). Pag. 143.
6. Forma 4. Andùjar. Pag. 143.
7. Forma 4. Andlljar. Pag. 143.
8. Forma 4. lviallén. (MEZQufRiZ T.S.H., tav. 22A, 4). Pag. 143.
9. Forma 5. Prororipo. Pamplona. Pag. 144.
IO. Forma 5. Numancia. Pag. 144.
IL Forma 6. Prototipo. Cespedosa de Tormes. Pag. 144.
12. Forma 6. Pedrosa de la Vega (Palencia). Pag. 144.
r3. Forma 6. Pedrosa dc la Vega (Palencia). Pag. 144.
I4- Forma 6. San J\liigueI de Arrojo (Valìadolìd). Pag. 144.
TAVOLA XX\"

2 3

4
6

10
12

11

13 14
TERRA SIGILLATA ISPANICA

TAV. XXVI:

.. Forma :• Prororipo. It8.lic2.. T.S.H., tav. 26). Pag. 145.


(MEZQUiRIZ

-· Forma : . Numancia (MEZQUÌRIZ T.S.H., tm·. 26). Pag. 145.


3. Forma - Pedrosa de la Vega (Palencia), Pag. 145.
4. Forma Pedrosa de la Vega (Palencia). Pag. 145.
5. Forma : . Lancia. Pag. 145.
6. Forma 7- Andlljar. Pag. 145.
7- Forma : -. Andùjar. Pag. 145.
8. Forma - Bezares. Pag. 145.
9. Forma;. Usata come coperchio di una Forma 4+ It8.lica. (MEZQl.~iRIZ T.S.H., rav. 303) 19), Pag. 145.
ro. Forma J. Usata come coperchio di una Forma 46. Liédena. (fviEZQUÌRrz T.S.H., tav\·. 1788 e 19,5). Pag. 145.
TAVOLA XXVI

2 3

4 5

9 10
TERRA SIGILLATA ISPANICA

TAY. XXVII:

I. Forma 8. Protoripo. Funes. (MEZQCÌRIZ T.S.H., taY. II,I). Pag. 1 45•

2. Forma 8. Liédena. ( ìVi..EZQt:-fRIZ T.S.H., tav. 11,2). Pag. 145.


3. Forma 8. Nurnancia. (N.1.EZQdRIZ T.S.H., tavv. I Il '.
~, 259,21). Pag. 145.
4. Forma 8. Funes. (MEZQuiRrz T.S.H., tav, 11,6). Pag. 145.
5. Forma 8. Mallén. (MEZQl'ÌRIZ T.S.H., ravv. I I ,I 8; 278,r3). Pag. 145.
6. Forma 8. Osuna. (MEZQGÌRIZ T.S.H., tav. II,9). Pag. 145.
7. Forma 9. Protoripo. Numancia. (MEZQUfRIZ T.S.H., tavv. 26; 261,35). Pag. 146.
o(). Forma 9. Lancia. Pag. 146.
9. Forma IO. Prororipo. Pamplona. ( MEZQL'fRIZ T.S.H., tavv. 24A, J. 167d). Pag. 146.
IO. Forma 10, Numancia. (MEZQUiRlZ T.S.H., tavv. 24A, 4; 261,33). Pag. Lj.6.
I I. Forma IO. Palencia. (MEZQt:-iRIZ T.S.H., tavv. 24A, 2; 234,1 Pag. 146.
12. Fomia IO. Palencia. Pedrosa de la Vega. Pag. 146.
13. Forma IO. Lancia. Pag. r46.
TAVOLA XXVII

3 4 5

6 7

8 s 10

11 12 13
TERRA SIGILLATA ISPANICA

TAV. XXVIII:

I. Forma 12. Carella. (.\..1EZQUfRIZ T.S.H., tav. 27), Pag, 147.


2. Forma IJ. Italica. (J\.1EZQt:iRIZ T.S.H.l ta\'. 20,2). Pag. 147.
:,. Forrna 13. Numancia. (1½.EZQUiRIZ T.S.H., tavv. 20,r; 260.127). Pag. 147.
4. Forma 13, AndUja!', Pag. 147.
5. Forma 13. Coimbra. Pag. 147.
TAVOLA XXVIII

i!

5
TERRA SIGILLATA ISPANICA

TAV. XXIX:

I. Forma 14. San .lvliguel de Arrojo (Valladolid). Pag. 147.


2. Forma 14. Pedrosa de la Vega (Palencia). Pag. r47.
:; Forma 15/17. Prototipo. Itilica. (MEZQUiRIZ T.S.H., ta\'. 12,3). Pag. 148.
4. Forma r5/17. Puente cie Piedra. (!viEZQUiRIZ T.S.H., ta\·. 12,6). Pag. 148.
,; Forma 15/J7. Bezares. Pag. 148.
6. Forma 15/17. Mérida. (1'½.EZQUfRIZ T.S.H., tav. 12,4). Pag. 148.
,. Forma 15,'17. AndUjar. Pag. 148.
8. Forma IS!Ii. Almedinilla. (MEZQUÌR!Z T.S.H., ta,·. r2,r3). Pag. I48.
9. Forma 15.ir; . .A.ndì6n. (MEZQUiRIZ T.S.H., tav. 12,16). Pag. 148.
IO. Forma 15/r;. Astorga. Pag. 14.8.
II. Forma 15iJ7. San Jviiguel de Arroyo (Valladolid). Pag. 148.
TAVOLA XXIX

' ''

4 5

6 7

8 9

10 11
TERRA SIGILLATA ISPANICA

'Lw. XXX:

Fon11<1 16. Andùja;:. RocA And1lja1\ ta">. 1. Pag. 148.


2. Formd r. Prurmipu. Numancia. :'.MEZQl'iRIZ T.S.l!., Ul\". 17B,
3. Fonnd 1- Puentc dc Piedrn. (.lViEZQFiRIZ T.S.JJ .. t;w, r7K S\ Pag. q9.
-t· Fon-mi 1-. Liédena. (lv1EZQ1;iR1z T.S.H.} taY. 17B,
5. Forma Numancia. 1')viEZQt:IR1z T.S.I-1., ta\·. 17B, 4-j. Paf. 149.
6. Forma Lancia. Pag. I 49.

Forma 18. Prororipo. Italica. (:ViEZQt:IRIZ T.S.H.) r,n-. 13A, 2· Pag. q.9.
8. Fonna 18. Osuna. <.M.EZQUiRIZ T.,)~.H.) Gff. r3:\, r'ì. Pag. 149.
9. For1110 18. Còrdoha. (J\ 1EZQUì'.:Iz 1.S.Fl.,
1 taY. r3:\,
10. Formo 18. Almcdinilb.. ,'.,\lEZQl.liRIZ T.S.H., ra\'. 13r.,

II. Forma 19. :\n<lùjar. ':RocA Amilijar, taY.


TAVOLA XXX

3 4

5 6

7 8

9 10

11
TERRA SIGILLATA ISPANICA

I. J:.'ormù 20. Prototipo. It.alìcr,. ( M.EZQt:ÌRIZ T.S.H., ta\'. 25~2::. Pag:. I )C.

2. Fornw 20. Aljusrrel (Necropoli di Valdoçs\ Pag. l )O.

3- Forma 2I. Prowàpo. AlmodOvar. ( M.EZQUÌRIZ T.S.H., tav. 24B, -"./ · Pag. I )O,

4. Forma 21. Italica. Pag. I 50.


Forma 21. M.edellin (Necropoii). iDEL AMO, fig. n. I). Pag. 150.
"
6. Form.i 22. Prorotipo. It8.lic-a. (JviEZQL'fRIZ T.S.H., ta·,. -, /' Paç.
""!'.
150.

,. Forma 22. Medellin. (DEL AMO, fig. 4, n. 4). Pag. 150.

s. Forma 23, lviérida. (MEZQUfRIZ T.S.H., ta\'. 27). Pag. I 5I.


TAVOLA XXXI

2 3

4 b

6 7 8
TERRA SIGILLATA ISPANICA

TAv. XXXII:

I. Forma 2.:(25. Prororipo. Pamplona. (JviEZQt·fmz T. S'JI.i ta\". r3E, 2 ì. Pag. r 5 L

-· Forma 24 25. AìmodO\·ar. (A1EZQt'iRIZ T.S.H., taY. 13B, 6j. Pag. I 5 I.


,. Forma 24;25. Palencia. ( l\1.EZQCfRIZ T.S.H., ta\'. 13B, ii' Pag. ! 5 I.

4. Forma 24-'25. Almodòvar. (Jv\EZQl'iRIZ T.S.H., ra\·. 13B, IOi. Pag. 151.
5. Forma 24.25 . .i\1.useo Arqueològico di Barcelìona. (lv'i.EZQU!Rrz T.S.H., ra,·. 13B, 9)- Pa;-. 15r.
6. Forma 24·25. lv1.érida. Pag:. 151.

. ,. Forma 26. Irufia. (IViEZQ:UiRIZ T.S.H., tav. 28). Pag. 151.

8. Forma 27. Prototipo. Numancia, (MEZQEiRIZ T.S'.H., ta\"-;, 14,2; 258)20':. Pag-, 152.
9. Forma Numancia. (lviEZQt"fRrZ T.S.H., tav~:. r.:;. 1,3;
10. Forma .Mérida. (.f,..1.EZQUiRIZ. T.S.H., rn,·.
I r. Forma Tarragona. (1\1.EZQCÌRIZ T.S.H., taY.
I2. Forma Arcùbriga. (lvl.EZQciRIZ T.S.H.i tav.
13. Forma 27. Mérida. (MEZQUfRIZ T.S.H., tav. 14i20). Pag. 152.
q. Forma Funes. (MEZQUiRIZ T.S.H., ta\·. r4 1 1r). Pag.
15. Forma 27. A'lérida. Pag. 15:::.
TAVOLA XXXII

5 6

10 12

13 14
TERRA SIGILLATA ISPANICA

T.w. XXXIII:

I. Forma 28. Iruilo.. i)ViEZQcfRIZ T.S.H., ta\·. 25, n. f·. Pag. I 52 .

.., Fomw 29. Prorotipo. Liédena. iJV'i.EZQlTiRIZ T.S.H., tav\·. 26; 1-:8,10). Pag. 153.
3. Forma 29. Pamplona. Pag. 153.
4. Fornza 29. Bezares. Pag. 153.
5. Fonna 29. Granada. Pag. I 53.
6. Forma 30. Prmolipo. AndUjar. (ROCA And1~,iari ta\". 22 ). Pag. 153.
"' Forma 30. Herdade de Reduengo. Pag. 153.
8. Forma }I. Irufia. (MEZQUfRIZ T.S.H., tav. Pag. i53-
9. Forma p. Almedinilla. (l\1.EZQvfRrz T.S.H., ta\'. 28\ Pag. I 54-

·-
l I.
Forma 33- Prororipo. Iuiiica. (lviEZQl:iRIZ T.S.H., taY. r 5A,
Forma 33- Tarragona. (]viEZQUfRIZ T.S.H., ta\'. 15A, Pag.
Pag. 154.
1 54·

rz. Forma 33. Tarragona. (MEZQt:iRrz T.S.H., t3\". 15A, -,,,. Pag. I 54-

13. Forma 33- Italica. (MEZQUiRIZ T.S.H., ta\'. 15A, 3). Pag. I 54.
TAVOLA XXXIII

2 3

6 7 8

10 11

12 13

9
TERRA SIGILLATA ISPANICA

T,w. XXXI\':

Forma 34. Palencia. (M.EZQt.'iRIZ T.S.H., tav. 28'; Pag. r 5+


~ Forma 3S- Palencia. (!v'i..EZQUiRIZ T.S.H.) taY. 15B: S':.. Pag. ì S"i'-
,. ForTnc1 36. Prororipo. lràlica. •:JviEZQUiRIZ T.S.H., tavv. r6i5; 30. tJ,24', Pag. I 55 .
.,.. Formo 36. Itàiica. (JV'iEZQUiRIZ T.S.H., ta\", 16,4·). Pag. 155.
\. Forma 36. Numancia. i'l\1EZQUiRIZ T.S.H.i taV\', 16,9; 25-,8·,_ Pag. r55.
Pag. 155.
Forma 36. Palenci:::.. i']VlEZQLTiRll T.S.H. 1 rn\"Y. 10,r-~ .234,10·:. Pag. •)J·

Forma 3(;. Pamplona. (A1EZQvfruz T.S.H.) ta\">. 16,:3; 169,rif;. 15.:;.

1 o. Formcr jf1. Pedrosa dc h \/ ega. Fa;;. I 5 5.


Il. Ponna 3.7. Prorotip1J. Bronchale~:. :MEZQl:ÌRIZ T.S.H., ta\·.
12. Forma Ji- Andlljar. Pag. I 55.
TAVOLA XXXIV

9 1G

11 12
TERRA SIGILLATA ISPANICA

TAV. XXX\':

r. Forma Ji iarda. Prototipo. Corelìa. (MEZQUiRIZ T.S.H., rav. 22B, r). Pag. I 56.
2. Forma 37 tarda. Cespedosa de Tormes. (M.EZQt:fRIZ T.S.H., tav. 22B, 3). Pag. 156.
3. Forma Ji zarda. Ramaìete. (M.EzQuiRIZ T.S.H., rav. 22B, 4). Pag. 156.
4. Forma 37 tarda. Pampìona. Pag. 156.
5. Forma 37 tarda. Pampiona. Pag. r 56.
6. Forma Ji tarda. Corella. (MEZQL'IRIZ T.S.H., tav. 22B, 2). Pag. 156.
'"' Forma 37 iarda. San .l'v'iiguel de Arroyo (Valladolid). (PALOL San Miguel de Arroyo, taY, XVI,r). Pag. 156.
8. Forma 39. Bezares. Pag. r 56.
TAVOLA XXXV

2 2

4 5 6

8
TERRA SIGILLATA ISPANICA

L Ponna 44. Protoripo. Liédena. (MEZQrfRIZ T.S.H., tav, r 8,3). Pag. 156.

-· Forma 44. Mérida. ( JviEZQGfRIZ T.S.H., ra,·. 18,5\ Pag. 156.


3. Forma 44. Andién. 1:lviEZQUfRrz T.S.H., tav. r8,4). Pag. J 56.

4. Forma 44. Andtljar. (ROCA AndUjar_, tav. 33). Pag. r56.


5. Forma 44. Andlljar. (ROCA Andi~jar, tav. 33). Pag. 156.
6. Forma 46. Prororipo. Liédena. (MEZQUÌR!Z T.S.H., tavr. !9,5 ;. r7S,9). Pag. ! 57.
- Forma 46. Itlllic2. (MEZQUÌR!Z T.S.H., ta'\7\'. 19,9; 302,12). Pag. r57.
8. Forma 46. Pamplona. (MEZQViRIZ T.S.H., ravv. 19,2; r67,7~. Pag. r5>7.
9. Forma 46. Italica. (MEZQUiRrz T.S.H., tavv. r9,r.::: 303,18). Pag. !5'7'.
IO. Forma 46. Ir:ilica. (lv'iEZQuiRrz T.S.H.} tavv. 19,:;:3; 3c2,r5). Pag. 157.
'I'AVOLA XXXV!

6
5

9 1C
TERRA SIGILLATA ISPANICA

TA\'. XXXVII:

r. Forma 50. Pag. T ('":'


- -· i •

-· Forma 51. Prototipo. I ralica. (MEZQUÌRIZ T.S.H., ravv. 26; 305,29). Pag. 158.

3- Forma 51. Torre Llauder. Pag. I 58.


4- Forma 51. Bezares. Pag. I 58.
5- Forma 52. Burgos, Nmseo. (AiEZQGÌRIZ Burgos, p. 250, fig. 2). Pag. ! 58.
6. Forma 53. Fuentespreadas. (CABALLERO Fuenrespreadas, fig. 43,:). Pag. 159.
7. Forma 54. Aimedinilla. (MEZQU[R!Z T.S.H., tav. 28':. Pag. 159.
8. Forma 55. Herdade do Reguengo (Portogallo). Pag. I 59·
9- Forma ,6. San Miguel de Arroyo. Pag. 159.
10. Forma 57. Andlljar. (ROCA AndUjar, taY. 33). Pag. r6o.
II. Forma 58. Pedrosa de la Vega. (PALOL·-CORTES La Olmeda, fig. 43). Pag. 160.
I2. Forma 59. Prorotipo. AndUjar. (RocA Anàitjar, tav. 34). Pag. 160.
TAVOLA XXXVII

2 3 4

6 8

10

12

Atl Il
TERRA SIGILLATA ISPANICA

TA\'. XXXVIII:

I. Forma 59. Andlljar. Pag. 160.


-· Forma 59. Herdade do Reguengo. Pag. 160.
3. Forma 60. Hornillos del Camino. (]viEZQt.:fRIZ Burgos, pag . .251, fig. 3). Pag-. 161.
4. Forma 6r. San Miguel de Arroyo (Valladolid", s'.PALOL San .H.1/-;uc! dc Arro_vo, fig-. :::3 1 n. o:;. Pag. IuI.

5. Forma 62. San Miguel àe Arroyo (Valladolid':. (P.'\LOL San .vfiguel dc _.,frro_,H\ fig:. 12 1 Pag. 16r.
6. Forma 63. Falces. Pag. 161.
- Forma 64. Pamplona. 1:MEZQvfRIZ Pompaelo Il, fig. 19, n. 12ì. Pag. !6I.
S. Forma 65. Prororipo. San Niigucl de Arroyo (Valladolid). iYALOL San 1'ifJeuel dc .-'irroyo, fig. -;-) n . .::: '· Pag. 162.
9. Forma 6 \. Pamplona. (J'viEZQt.:fRIZ Pompaelo Il) fi;;. 19, n. 3ì. Pag. 16:.
iv. Forma 66. Pampkma. Pag. 162.

!J. Forma 6.c. Pamplona. Pag. 162.

12. Forma 68. Herramélluri (Libia). Pag. I 62.

i 3. Forma 69. AndUjar. Pag. r63.


14. Forma 70, ?rororipn. Hcrramélluri ''.Libia). Pag. 163.
I 5, Forma 70. Pedrosa de b Veg2 (Paìencia). Pag. 163.
TAVOLA XXXVIII

2 3

4 5 6

7 s 9

10 11

12

13

14 15
TERRA SIGILLATA ISPANICA

TAV. XXXIX:

!. Forrn<1 - I. ])cdrosa de la Vega (Pakncia i. (PALOL CORTES L.., ()lmedt<, fi~. 36\ Pag. 163.
Pamplona. (lviEZQl.'iRIZ T.S.H.i ta\·. 26'1. Pag. r64.
-· Form1..1 -·
:,· Fonnli Ci Prormipo. Pamplona. ( JvlEZQt:iR1z TS.H., la\'. 26\ Pag. 164.

-+· Forma Pamplona. Pag.


5. Fonna '"'3· Pamµlona. Pag. 164.
6. Forma 74 Prororipo. Pamplona. ·:'.MEZQVIRIZ T.S.H., ta\', 26\ Pag. 164.
- Forma 74. Pedrosa de ,a Vega (Palencia:1. Pag. 164.
S. Forma 74. Pamplona. Pag. 164.
9. Forma - .:f.. Pamplona. Pag. 164.
IO. Forma "'5· San Miguel dc Arroyo (Valìaàolid::. (PALOL San }/i.t/;uel de Arroyo, fig. 23). Pag. 164.

Forma 76. Prororipo. San M.iguel de Arroyo (Valìadolid). Pag. 165.


TAVOLA XXXIX

5 6

10 11
TERRA SIGILLATA ISPANIC:A

'far. XL:

r. Forma '7"6. Pedrosa de ia Yega 'Paiencia',. Pag. 165.


" Form<2 :6. San .lvliguel de Arroyo i'_\'alladolidì. Pag. 16.:;.
,. Forma Protmipo. PeI1aforll.a. (lv1EZQL1iRIZ T.S.H. 1 ta\·. 23,.{). Pag. 165.
4. Forma Pefi.aforlla. (.M.EZQl fRIZ T.S'.H., ta,·v. 23,3: 209)8j. Pag:. 165.
1

5. Forma Andj6n. (]viEZQriRIZ T.,'S".H.) taV\". 23,1; 181,5·,. Pag. 165.


6. Farnia Pedrosa de la Vega (Palcncia\ Pag. 165.
e
Forma 79. Proro1ipo. Pamplona. t l\1.EZQL'fRIZ T.S.H.) [3\'\". 26; 169,20·1. Pag. l 6,.
e Forma 79. l"<impiona. Pag. 165.
9- Forma 79- Pamplona. Pag. l 65.
IO. Forma 80. Prowllf1o. Tudejér. ,_ fviEZQl'ÌRIZ T.S.H., tav. 182,1). Pag. 165.

r1. Forma 80. Pedrosa de la Yega (Palencia'1. Pag. 165.


TAVOLA XL

3 4

5 6

8 9

11
TERRA SlGILLATA ISPANICA

TAY. XLI:

-· Forma
:;:. Forma I. Numancia. (.M.EZQUÌRIZ T.S.H., B 4'
ta\T. .)-, Pag. 16-.

~- Forma I. Numanci:1. (MEZQl'iRIZ T.S.H., tan·. 3.:::, B , , 242,36:i, Pag. I 6c.


Forma 1. Pamplom:. (!;1.EZQUiRIZ T .S.H., ,,
ta\'V. :,-, B I ; 166,,4). Fag. 16-.
6. Forma I. Aramcnha. Pag. I 6-.
~ Forma 13. Liéàena. i)ViEZQUiRIZ TS.H., mv. 31\ Pag. 16-.
S. Forma 20. Itaiica. (JviEZQUfRIZ T.S.H. 1 tat·. 299). Pag, 16~.
TAVOLA XLI

I "

2 3

4 5 6

1:1:

8
TERRA SIGILLATA ISPANICA

TAi'. XLII:

r. Forma 29. Protoripo. Numancìa. U½.EZQUiRIZ T.S.H., tRv. 237)1). Pag. :68.
2. Forma 29. Numancia. (lviEZQt:fRIZ T.S.H., ta\'. 239,6). Pag. r68.
3. Fonna 29. Mérida. (1'1IEZQUÌRIZ T.S.H., mv. 287,28'1. Pag. 168.
4, Forma 29. Mérida. (]ViEZQL:iRIZ T.S.H., tav. 284,3). Pag. 168.
5. Forma 29. Numancia. (A1EZQdRIZ T.S.H., ta\'. 238,2). Pag. r68.
6. Forma 29. Lancis.. Pag. 168.
,.
o Forma 29. AndUjar. Pag. 168.
8. Forma 29,Jì- Prororipo. Ampurias. (MEZQUÌRIZ T.S.H., taY. 269,90). Pag. 168.
TAVOLA XLII

Ie

7 8
TERRA SIGILLATA ISPANICA

T.w. XLIII:

r. Forma 29137. Mallén. (MEzquiRrz T.S.H. 1 taV\'. 32, A 4; 153,6). Pag. 168.
2. Forma 29 37. Museo Arqueol6gico di Barcellona. (MEZQUfRIZ T.S.H., tavv. 3::., A 6; 272,2). Pag:. 168.
_.,. Forma 29,37. Liédena. (MEZQUiRrz T.S.H., ta\·. r73,6). Pag. 168.
4. Forma 2913;. Andlljar. Pag. 168.
5. Forma 30. Prorotipo. Aramenha. Pag. 168.
6. Forma 30. Palencia. ( MEZQUÌRIZ T.S.H., tavv. 30,2; 230,8). Pag. 168.

":· Forma 30. Liédena. ( M.EZQtJfRIZ T.S.H., taV\'. 3o,5; lj2,4). Pag. 168.
8. Forma 30. Almendralejo. (MEZQUfRIZ T.S.H., tavv. 30,1; 271,1). Pag. 168.
TAVOLA XLIII

4 5

8
TERRA SIGILLATA ISPANICA

TAY. XLIV:

Forma 30. A.ndlljar. Pag. I 68.

2. Forma 37 A. Prorotipo. JviaEén. (lviEZQCiRIZ T.S.H., taY. r55,15). Pag. 169.


3. Forma 37 A. Palencia. (MEZQUiRIZ T.S.H., taV\'. 34,2; 232,12). Pag. 169.
4. Forma 3? A. Mallén. (A1EzQt:fRrz T.S.H., tav. r54,9). Pag. 169.
5. Forma 37 A. Ampurias. (MEZQUÌR!Z T.S.H., l""
"'. 270,104). Pag. 169.
6. Forma 37 A. Mallén. (MEZQCÌR!Z T.S.H., taa.:. 156,18). Pag. 169.
7. Forma 37 A. Numancia. (i\1.EZQt:fRiz T.S.H., ta\·. 244,42':. Pag, 169.
S. Forma 37 A. Funes. (MEZQGiRrz T.S.H., tav. 202,r). Pag. 169.
9. Forma 37 A. Andlljar. Pag. 169.
10. Forma 37 A. Pedrosa de la Vega (Palenciaj. Pag. 169.
TAVOLA XLIV

I ,.ì Ì•,I

t j IF
,'·ì·:)

9 10
TERRA SIGILLATA ISPANICA

TAV. XLV:

1. Forma 37 B. Prototipo. Mallén. (lviE.zQUiRIZ T.S.H., tavv. 35 14; 157,2r). Pag. 169.
2. Forma 37 B. Palencia. (.M.EZQUiRIZ T.S.H., tavv. 35,2; 231 1 10). Pag. 169.
3. Forma 37 B. Numancia. (MEZQUiRIZ T.S.H., tavv. 35d; 248:53). Pag. 169.
TAVOLA XLV

/: f

3
TERRA SIGILLATA ISPANICA

T.w. XLVI:

I. Forma 37 tarda A. Prototipo. Solsona. ( 1\1.EZQt:iRIZ T.S.H., ravv. 36,4; 149,27). Pag. 170.
2. Forma 37 iarda A. Abella. (MEZQUÌR!Z T.S.H., rnv,:. 36_,2; 144,1). Pag. 170.
3. Forma 37 tarda A. Solsona. (MEZQUÌR!Z T.S.H., rnv,:. 36,3; 149,29). Pag. 170.

4. Forma 37 tarda B. Prototipo. Liédena. (M.EZQVÌRIZ T.S.H., ravv. 38)2; r75,r2). Pag. 170.

5, Forma 37 tarda B. Pedrosa de la Vega (Paiencia). Pag. 170,


6. Forma 37 tarda B. Corella. (MEZQl:ÌRIZ T.S.H. 1 tav,:. 37,2; 190,128). Pag. 170.
TAVOLA XLV!

3 4

6
TERRA SIGILLATA ISPANICA

TA\'. XLVII:

r. Forma 37 iarda B . .J\iuseo lviachado de Castro. Pag. 170.


,., Forma 37 tarda B. Coimbra. Pag. r70.
3. Forma 37 tarda B. Coimbra. Pag. r 70.
4. Forma 37 tarda B. Santervas del Burgo (Soria). Pag. 170.
Forma 38. Almeàìnilla. (JviEZQL1fRIZ T.S.H.) tav\·. 38,3i 314,2). Pag. r71.
6. Forma 40. AndUjar. Pag. I/L

1• Forma 40. Eivas. Pag. 171.


TAVOLA XLVII

6
TERRA SIGILLATA ISPANICA

TA•:. XLVIII:

r. Forma 40. C2.stulo. Pag. 171.


TAVOLA XLVIII

ii,1,

I I
TERRA SIGILLATA ISPANICA

TAV. XLIX:

r. Forma 41. Iuli6briga. (A-1EZQt:iRrz T.S.H., tavv. 33; 218,99). Pag. r7r.
2. Forma 42. Prototipo. Ramalete. (MEZQUiRIZ T.S.H.) ravv. 39,2; 198,43). Pag.
3. Ponna 42. Pedrosa de la Vega (Palencia). Pag. I7I.

4· Forma 43. Ramalete. (MEZQl'ÌRIZ T.S.H., tavv. 39; r9S,44). Pag. 17:.
5. Forma 45. PefioforUa. (MEZQUfRIZ T.S.H., tav. 39). Pag. 172.

6. Forma 47. El Chorillo. ( M..EZQL'fRIZ T.S.H., tav. 39;. Pag. 172,


TAVOLA XLIX

6
TERRA SIGILLATA ISPANICA

TAV. L:

.,.,.,.,.,
r. Forma 48. Burgos. (IviEZQUfRIZ Burgos, fif. I). Pag . ~i-·

2. Forma 49. Prozoripo. Bezares. Pag. 17'3.

3. Forma 49. Lancia. Pag. 1'73,


4. Forma 49. Bronchales. Pag. ~ 73-
5. Forma Ampurias. (MEZQUiRIZ T.S.H., ta\'. Pag. r~o
'.)•

6. Forma 81. Palencia. Pag. r73.


TAVOLA L

3 4

5 6
TERRA SIGILLATA ISPANICA

TA\', LI:

AI. Pianta schematica di un forno di forma allungara di Abella. Pag, II/.

A:-. Pianta schemarica di un forno di forma oblunga di Abelìa. Pag. I I/.

P+ Pianta schemarica di un forno di forma rerrangolarc ài Abella. Pag. I I 7,

EL Pianra schematica di un forno di Bczarcs, di forma circolare senza pìlasrro centrale. Pag. rr7.
B2. Pianra schematica di un forno di Bezares, con tubi conduttori del calore disposti radialmente. Pag. II/.
B3. Pianta schematica di un forno di forma rettangolare di Bezares. Pag. II8.
TAVOLA Ll

A2

i I

81
!J
"
TERRA SIGILLATA ISPANICA

TAY. LII:

Cr. Piama schemarica di un fnrno di forma circolare con pilasrro ccnrralc a sostegno del!J p1'.artaforma del laboratorio so-
prasranrc. Andlljar. Pag. I17.
e~.. Pianta schematica di forno di forma quadraw. Granada. Pag. 117.
C3. Pianra schematica di forno di pianra rettangolare. Bezares. Pag. 117.
I. Piramideua termometrica in ceramica, con foro nella parre superiore. Pa_ç. rr7 .
., Punzone rappresenta.me un uccello) con appendice perforala. Bezares. Pag. I Ii.

Ulensile a disco con becco sporgente usaro per imprimere nella matrice solchi orù::zomali. Bezares. Pag. 117.
4. Diz)aricatorc perforato, usalo per separare i piani su cui era collocaro il vasellame, Bezares. Pag. IIS.
TAVOLA LII

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2
TERRA SIGILLATA ISPANICA

TAV. LIII:

Pianta) sezione e fotografia dì un forno con condotti per il calore disposti radialmente. Bezares (Scala r/25j. Pag. 117.
TAVOLA LIII

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TERRA SIGILLATA ISPANICA

TAV. LIV:

Bolli e .firme interni

r. Bollo VLLO, retrograJ.o. Pag. 141, n. 319.


2. Bollo OF · T · L S. Pag. r 39, n. 300.

3- Bollo TITI . OPPI. Pag. 139, n. 298.


4. Bolìo EXOPF. Pag. r35, n. 233.
5. Bollo OF SATV. Pag. 136, n. 263.
6. Bollo TAP!LL!. Pag. r 38, n. 286 .
.., Bolìo EXOFLAPILLI. Pag. 122, n. 148.
8. Bollo OFIVAP. Pag. 140 s., n. 309.

Bolh e firme esrcrni:

9. Bollo in plama pedis OF. 1\1.ICC. Pag. 131 s., n. 184.


10. Bollo OF MICCIONIS, retrogrado. Pag. 131 s., n. 184.
rr. Bollo MiCCIONIS. Pag. 131, n. 184.
12. Bel.lo VLLO, retrogrado. Pag. 14~, n. 319.
13. Firma )A ATTO. Pag. 122, n. 32.
:4. Bollo QSP. Pag. 136, n. 246.

15. Firma EX OF · M S · lvi. Paf'.'. :32, n. 193.


I6. Firma SATRI_ retrograda. Pag. 136, n. 20::: .

. .,. Firma ANIVS. Pag. 121, n. 21.

18. Firma CV DAS. Pag. 125, n. 82.


rg. Bollo SA.A Gr~IO TITI. Pag. r36~ n. 259.
20. Firma VP. Pag. 140 s., n. 309.
::1. Firma VAPSAM. Par::. 141} n. 310.
TAVOLA LIV

2 3

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18 1S

20 21
TERRA SIGILLATA NORD-ITALICA

TAV. L\':

1. Forma Hailern 14. Bologna. (.lviAZZEO SARACINO r982, fig. 64i forma ricostruita). Pag. 193.
2. Forma Halrern 14. Bologna. (,\1.AZZEO SARACINO 1982, fig. 64; forma ricostruita). Pag. r93.
_, Forma Halrcrn r4. Magdaìcnsberg. (SCHINDLER-SCHEFFEKEGGER 1977, ta\'. I:/). Pag. 193.
4. Forma Schindler-Scheffenegger 1977, ta·v. 12 b. Magdalensberg. (SCHI~DLER-SCHEFFENEGGER 1977, tav. 12 b, 24).
Pag. 193.
5. Forma Schìndler--Scheffenegga 197;, tav. 12 b. Magdalensberg. (SCHINDLER-·SCHEFFEN'EGGER 1977, tav. r2 b, 14\
Pag. r93.
6. Forma Schindler-Schcfjeneggcr I977i cav. 12 b. Magdalensberg. (SCHINDLER-SCHEFFENEGGER 1977, tav. r2 b~ 20).
Pag. 193.
7. Forma Gouàineau 6. Tipo A. Magdalensberg. (SCHINDLER-SCHEFFENEGGER 1977, ta\·. 2 a,6). Pag. 194..
8. Forma Gouàineau 6. Tipo A. Jv'iagdalensberg. (SCHINDLER-SCHEFFENEGGER 1977, taY. 2 a,rr). Pag. 194.
9. Forma Goudineau 6. Tipo B. Magdalensberg. (SCHINDLER-SCHEFFENEGGER 1977, taY. 4,r2). Pag. 194.
IO. Forma Goudineau I. Tipa A. Magdalensberg. (SCHINDLER--SCHEFFENEGGER 1977, tav. i ,l ). Pag. 194.
Il. Forma Gouàineau I. Tipo A. Magdalensberg. (SCHINDLER-SCHEFFENEGGER 1977, tav. 7)9). Pag. r94.

" Forma Goudirieau I. Tipo B. Magdalensberg. ( SCHINDLER-SCHEFFENEGGER 1977~ tav, 7)6). Pag. 194.
" j•
~ Forma Gouàineau I. Tzj,o B. Magdalensberg. (SCHINDLER-SCHEFFENEGGER 1977, ta\'. 1~8). Pag. 194.
TAVOLA LV

3
4 5

10

11

12

13
TERRA SIGILLATA NORD-ITALICA

TAV. LVI:

r, Forma Goudineau 2. Tipo A. N1agdalensberg. (ScHINDLER-SCHEFFEKEGGER 1977, taY. 10 ai 3). Pag. 194.
2. Forma Goudineau 2. Tipo A. Magdalensberg. (SCHINDLER-SCHEFFENEGGER I977i taV. IO a, 6). Pag. 194·

3. Gorma Goudineau 2. Tipo A. Magdalensberg. (SCHINDLER--SCHEFFENEGGER 1977, rav. roa, 9i, Pa~" 194.
,.' Forma Goudineau 2. Tipo B. Magdaiensberg. (SCHINDLER . · SCHEFFENEGGER r977, rav. IO a, 7). Pag. 194.

5. Parma Goudineau 2. Tipo B. lviagdalensberg. (SCHINDLER-SCHEFFENEGGER 1977, taY. IO a~ I 3j. Pag. 194.
6. Forma Schindier--Scheffenegger 1977i W'V. 16,2. Magòalensberg. (SCHINDLER-SCHEFFENEGGER 1977 1 rav. 16,2)
Pag. r95.
- Ponna Goudineau 5. Magdalensberg. ( SCHINDLER-· SCHEFFENEGGER 1 977, tav. 6 b, 18). Pag. 195.

s. Forma Goudineau 5. Magàaiensberg. (SCHINDLER-SCHEFFENEGGER 1977, ta\'. 6 b, 23). Pag. 195.


9. Forma Goudineau 5. Magdalensberg. (SCHINDLER---SCHEFFENEGGER I97ì, tav. 6 a, 1). Pag. 195.

IO. Forma Goudineau IO. Tipo A. Magdalensberg. (SCHINDLER-SCHEFFENEGGER I9i7, ta\'. n,16). Pag. 195.
11. Forma Goudineau IO. Tipo A. Magdalensberg. (SCHINDLER-SCHEFFENEGGER 1977, tav. r:;:,20). Pag. 195.

12. Forma Goudineau I o. Tipo A. Magdalensberg. (SCHINDLER-·SCHEFFENEGGER 1977 1 tav. rr,19). Pag:. 195.

r3. Forma Goudineau IO. Tipo A. Russi (Ravenna). (.M.AZZEO 1977, n. 964). Pag. r95.
14. Forma Gouàineau IO. Tipo B. Magàalensberg. ( SCHINDLER- SCHEFFENEGGER 1977, tav. II,2I). Pag. 195.

15. Forma Goudineau 7. Magdalensberg. (SCHINDLER-SCHEFFENEGGER 1977, tav. I 5,4). Pag. 196.
16. Forma Goudineau ; . Magdalensberg. ( SCHINDLER-SCHEFFENEGGER 1 977, tav. 15,6). Pag. 196.
... /' Forma Goudineau ~ Ornavasso. (GRAVE r974~ tav. 79,9). Pag. r96 .
Ii:. Forma Gouàz'neau 18, 24. lvfagàalensberg. (SCHINDLER-·SCHEFFEKEGGER I977, rav. 26,2). Pag. 196.
TAVOLA LVI

4 5

8 9

10 11 12

13 14 15

16 17 18
TERRA SIGILLATA NORD-ITALICA

TAV. LVII:

I. Forma Goudineau 18, 24, Magàalensberg. (SCHINDLER--SCHEFFENEGGER 1977, tav. 26,8). Pag. 196.
2. Forma Gou.di'neau 18 1 24. ]vfagdalensberg. (SCHINDLER·-SCHEFFENEGGER 1977, tav. 26,7). Pag. r96.
3. Forma Goudineau 18, 24. Magdalensberg. (SCHINDLER-SCHEFFENEGGER r977, tav. 27iJ). Pag. 196.
4.. Forma Dragendorff 16. Tipo A. Magdalensberg. (SCHINDLER. . SCHEFFENEGGER 1977, tav. 24 a, I). Pag. 196.
5. Forma Drafendorff 16. Tipo B. Jv'iagdalensberg. (SCHINDLER-SCHEFFENEGGER 1977, Ca\'. 24 a1 10). Pag. 196.
6. Forma Drarendorff 16. Tipo B. Magdalensberg. (SCHINDLER-SCHEFFENEGGER 1977, tav. 24 b, 14). Pag. 196.
e Forma Dragendorff 16. T(vo B. Magdalensberg. (SCHINDLER--·SCHEFFENEGGER 1977, tav. 24 b, 24). Pag. 196.
8. Ponna Dragenàorff 16. Tipo B. Ornavasso. (GR.AUE 1974} tav. 69~5). Pag. 196.
9- Forma Dragendorf! I 6. Tipo B. Magdalensberg. (SCHINDLER-·SCHEFFENEGGER 1977, ta\'. 25,r3). Pag. 196.
IC. Forma Dragendorff I6. Tipo c. Magdaiensberg. (SCHINDLER·· SCHEFFENEGGER r977, tav. 25,23). Pag. 196.
r:. Forma Riuerling S· Tipo A: Haltern 8-·Goudineau 27. Budrio (Bologna). (BERGAMINI SIMONI 1979, p. 20, n. 40).
Pag. 197.
Forma Rirterling 5. Tipo A: Hahern S.-Goudineau 27. Budrio (Bologna). (BERGAMINI SIMONI 1979, p. 20, n. 39).
Pag. 197.
13. Forma Riuerling 5. Tipo A: Haltem 8-Gouàineau 27. Magdalensberg. (SCHINDLER-SCHEFFENEGGER 1977, tav.
38,24). Pag. r97.
14. Forma Ritrerling 5. Tipo A: Hallern 8--Goudineau 27. M.agdalensberg. (SCHINDLER-SCHEFFENEGGER 1977, ta,·. 39;5).
Pag. r97.
I 5. Forma Ritterling 5. Tipo A : Ilaltern 8-Gouàincau 27. M.agdalensberg. (SCHINDLER~SCHEFFENEGGER 1977, tav, 39/i i-
Pag. r97.
TAVOLA LVIì

2 3

9 10

f ,',I

11 13

14 15
TERRA SIGILLATA .'JORD-ITALICA

TAi'. LVII!:

.. Forma Rittcrlin;; s. T1jJo B: Halrem y----Goudincau .r- Locarno. (SIMON!:'.TT I941, Iviin.C.,h n. 18). Pag. 19,-,.
Forma Rirrer!ing 5. Ti"po B: Halrcrn 9-.,Goudineau _::;;. JVlagdaìensberg. (SCHINDLER-.. . SCHEFFENEGGER 1977, tav. 38,8).
Pag. 197.
3. Forma Rirtcrling 5. Tipo B: Hairern 9--~Goudincau 31. Magàalensberg. (SCHINDLER-SCHEFFENEGGER 1977} rnv.
38,1-3). Pag. !97-
"· Forma Rincrling 5- Tij,o B: Hairern 9--Goudincau 57- 1\.1.agàalensber;. (SCHINDLER-SCHEFFENEGGER 1977, ta\',
38,25). p.-,,... 197.
"o·

5- Forma Rirrcriing 5- Tipo C: Goudineau 40. Ornavasso. (GRAUE I974i rn-:. 76,9), Pag:. 197.
6. Forma Rùrerling 5. Tipo D. Ornavasso. (GRAL'E 1914, taY. 16S). Pag. 19~.
. Forma Rùrcrling 5. Trj>o D. lviagdalens herg. (Scr-IINDLER SCHEFPENEGGER ì97i\ taY • 39,14), Pag:. 197,
S. Forma Riuerling 5. Tipo D. Magdaknsberg. (SCHINDLER-- SCHEFFENEGGER 1977, tav. 39,16). Pag. r97.
9. Forma Rirterling 5. Tipo D. Magcialensbcrg, (SCHlNDLER-SCHEFFENEGGER 1977, nn:. 39,17). Pag. 197.
IO, Forma Rinerling 5. Tipo D. Locarno. (SIMONETT 1941' Niin.C.4, n. Pag. 197.
I I. Fonna Rùrerlin2 5. Tipo E. Locarno. (SIMONETT 1941' Min.C.4~ n. ~5). Pag. I9/-
12. j I / ' tav. 40,rTT), Pag. 197.
Forma Rittcrling 5. Tiflo E. Aiagdaìensberg. ( SCHINDLER-SCHEFFENEGGER re'"'-
13. Forma Rirrerling 5. Tipo E. .lvlagdalensberg. ( SCHINDLER-SCHEFFENEGGER 1977) Hl\'. 40,20). Pag. 197.
14, Forma Riner!ing 5. Tipo E. .!Viagdalcnsberg. ( SCHINDLER-·· SCHEFFENEGGER IO":',..,
, ' / ;, tav. 40,16\ Pag. 197,
Forma Drayendmff 17,{L Tipo A. 1\.1.agdalensberg. (SCHINDLER--SCHEFFENEGGER 1977, rav. 37~3ì. Pag. 198.
16. Forma Dra[!cndorff A. l✓iagdalensberg. (ScmNDLER-SCHEFFENEGGER 19"'7, tav. 37,12). Pag. 198.
,- Forma Dragcndorff IìA- Tipo A. Ornavasso. (GRAt.:rE 1974) taY, 8c,:). Pag, 198.
r8. Forma Dragendorff 17A. Tipo A. J\'13.gdalensberg. (SCHINDLER-SCHEFFENEGGER I977 1 tav. Pag. 198.
TAVOLA LVIII

4 5 6

7 8 9

12
10

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18
TERRA SIGILLATA NORD-ITALICA

TAV. LIX:

r. Forma Dragendm:ff 17A. Tipo B. Locarno. (SIMONETT 194r, Jviur.P.22 1 1\ Pag. J98.

.., Forma Dragendorjf Tipo B. Ornavasso. (GRAUE 1974, tav. 5r,2). Pag. 198 .
3. Forma Dragendorff 17A. Tipo B. Lubiana. (PLES:t-:ICAR--GEC 1972, ta\·, CXXX, T. 566,18). Pag. 198.
4 . .z:.·orma Dragendorff r;A. Tipo B. Ornavasso. (GRAUE 1974, rnv. 80,(L Pag. r92.
Forma Dragendorff 17A. Tipo B. Ornavasso. (GRAUE 1974, tav. 54,8). Pag. 198.
6. Forma Dragendorff 27. Tipo A. Magdaìensberg. (SCHINDLER-SCHEFFENEGGEJ~ r977, rnv. 52,14). Pag. r98.
" Forma Dragcndorff 2-;. Tipo B. Lubiana. (PLESNICAR-GEC 1972, tav. CLXXIII, T. 900,7). Pag. 198.
S. Forma Dragendo1:if 27. Tipo B. Magdaiensberg. ( SCHINDLER-SCHEFFENEGGER J977i tav. 52,r). Pag. 198.
9. Forma Dragendorff 7• Tipo B. .i\1.agdalensberg. (SCHINDLER-SCHEFFENEGGER r977, tav. 52,4). Pag. 198.
"'.
10. Forma Dragendorf{ 27. Tipo C. Solduno. (DONATI 1979, p. 81, n. 70\ Pag. 198.
II. Forma Dragcndorff 24125. Tipo A. Ornavasso. (GRAVE 1974, ta\·. 59,9). Pag. r99.
12. Forma Dragendorff 24'25. Tipo A. Lubiana. (PLESNICAR-GEc 197::, ta\". LXV, T. 236,16). Pag. 199.
I 3. f'orma Dragendorff 24/25. Tipo A. Lubiana. (PLESNICAR-GEC 1902, tav. CXLIX, T. 651,9), Pag. 199.
i.;.. Forma Dragendorff 24/2_1, Tipo A. Lubiana. (PLESNICAR-GEC 197::, ra,·. CLIX, T. 699,16). Pag. 199.
15. Forma 1Jragend01ff 24i25. Tipo ..4. Lubiana. (PLESNICAR-GEC rçr:-:.:) taY. LIV, T . 192,8;. Pag. 199.
16. Forma Dragendorff 24,25. Tipo .4, variante. Lubiana. (PLESKICAR-GEC 1972, tav. CXVIII, T. 511,14). Pag. 199.
Forma Dragendorff 24/25. Tipo A, 'Variante. Lubìana. (PETRF 19;2, ta\·. XXXVI 1 T. 548,11 a). Pag. 199.
IX. Forma Dragcndm:f/ ::425. Tipo B. Locarno. (SIMONETT 1941) _,_¼in.CII, n. 2). Pag. 199.
19. Forma Dragendo~[f 2412s. Tipo B. Locarno. (SIMONETT 1941: !viur.lvi.6, 4ì. Pag. 199.
20. Forma Dragendorf/ 24.25. Tipo B. Lubiana. (PLESNICAR-GEC 1972, tav. LXXXVII, T. 334,8). Pag. 199.
TAVOLA LIX

3 5

6 8

9 10 11

12

15 16 17

18 19 2C
TERRA SIGILLATA NORD-ITALICA

TAV. LX:

L Fonna Draf!enàorff 24·25. Tz"po E. Lubiana. (PETRl: 1972, tav. XXV, T. 248_,II). Pag. 199.
" Forma Dragendorff 24/2_). Tipo B. Lubiana. (PETRr 197:,, tav. XXXVI, T. 547,4). Pag. 199.
3. Forma Dra1:endorff 24,125. Tipo B. Lubiana. (PETRU 1972, tav. XXXII, T. 486~2). Pag. 199.
4. Forma Dragendorfl 24i25. Tipo C. Cividale. (!viASELLI SCOTTI r977, fig. ro'ì. Pag. 199.
t;". Forma Dragendorfj 24,25. Tipo C. Porto Recanati. (MERCANno 1974, p. 208) n. 5, fig. 86 e). Pag. 199.
6. Forma Rirrerling 1. Tipo A. Ornavasso. (GRAUE 1974, tav. 72,8). Pag. 200.
' Forma Rirtcrling I. Tipo A. Cassana (Ferrara;. (BERTI 1978, p. r40, n. 190, fig. I9ì)- Pag. 200.

8. Forma Ritterling I. Tipo A. Magdalensberg. (SCHINDLER-SCHEFFE:\':EGGER 1977, taV. 45,19), Pag. 20:J.

9< Forma Rùterlinp Tipo B. Locarno. (SIMONETT 194:r, Mu.fvi.2, 6), Pag. :200.

JO. Forma Ritcerling Tipo B. Ornavasso. (GRAUE r974, ta\'. 80,5). Pag. 20c.

II. Forma Riuerling I. Tipo B. Lubiana. (PLESNrCAR-·GEc r972) rav. Cii T. 377, Pag:. 200.

u. Ponna Riuerling I. Tipo B. Lubiana. (PETRU 1972) rnv. LXXXIV, T. 51,6:;. Pag. 200.

r3. Forma l--?iuerling I. Tipo B. Cividale. (A1..AsE:.I.I SCOTTI 1977, rav. l,r5). Pag. 200.

14. Forma Rirterling ~. T(vo B. Lubiana. (PETRU 1972, tav. LXXXI~ T.31,21). Pag. 20c.
15. Forma Ritteriing 9. 1 tpo A: Haltern 15 a-Goudineau 33. Magdalcnsberg. (SCHINDLER-SCHEFFENEGGER 1977, rnv.
65,7). Pag. 200.
r6. Ponna Rirrerling 9. T(DD A: Haitern r5 a-Goudineau 33. Magdalensberg< (SCHINDLER·-SCHEFFENEGGER I977i ta 1: .
65,6). Pag. 200.

Forma Rinerh'ng 9. Tipo B: Halrern 15 b-Goudineau 41. Magdalensberg. (SCHINDLER-SCHEFFENEGGER 1977, ta'i".
65,27). Pag. 200.

18. Forma Rittcrling 9. Tipo B: Haltern 15 b-Gouàineau 41. Iviagdalensberg. (SGIINDLER--SCHEFFENEGGER r977, tav.
66,10). Pag. 100.
19. Forma Rirrerling 9. Tipo B: Haltern 15 b~Goudineau 41. !viagdalensberg. (SCHINDLER-SCHEFFENEGGER 1977) ta·,.
66,8). Pag. 200.
TAVOLA LX

'-i

7 8 9

10 11 12

18
TERRA SIGILLATA NORD-ITALICA

TAV. LXI:

r. Forma Rin:erling 9. Tipo B: Halrern 15 b·-Goudineau 41. lviagdaìensberg. (SCHINDLER-SCHEFFENEGGER 1977, ta\'.
66,14). Pag. 200.
,., Forma Ritterling 9. Tipo B: Halrern 15 b-Goudineau 41. Lubiana. (PLESNICAR-GEC 1972, ta\'. CLVIII, T. 693,9t
Pag. 200.

3. Forma Rirrerling 9. Tipo B: Halwrn 15 b-Goudineau 41. Lubiana. (PETRU 1972, tav. LVIII, T. 844, 34). Pag. 2-oc.
4. Fonna Ritrerling 9. Tipo B: Halrern 15 b·-Goudineau 41. Lubiana. (PLESNICAR-GEC 1972, ta-v. CL~./, T. 677,w).
Pag. 200.

5. Forma Riucrling 9. Tipo B: Halrern 15 b-Goudineau 41. Lubiana. (PETRU 1972, tav. LI, T. 783,r4). Pag. 200.
6. Forma Riuerling 9. Tipo B: Halrern 15 b-Goudineau 4r. Lubiana. (PETRlC 197:., taV. xvnr, T. 126,7). Pag. 200.
,., Forma Ritterìing 9. Tipo B: Haltern 15 b-Goudineau 41. Ornavasso. (G-RAUE 1974, t,p:;. 79,SÌ. Pag. 200.

8. Forma Riuerling 9. Tipo B: Ilalterr; 15 f.--Goudineau 41. Lubiana. (PETRl' 197:) tav. LXXXII, T. 30,4). Pag. 200.
9. Forma Riuerling 9. Tipo B: Haltern 15 b--Goudineau 41. Magdalensberg. (SCHINDLER--SCHEFFENEGGER 19771 taY.
65,20). Pag. 200.
ro. Forma Rittcrling 9. Tìpo B: Haltern 15 b--Goudineau 41. Lubiana. (PLESNICAR-GEc I9i2, rav. XLV, T.r6r~5).
Pag. 200.
IL Forma Ritterling 9. Tipo B: Haltern I5 b--Goudineau 41. Lubiana. (PLESNICAR-GEC 1912, tav. CXCIX, T. 423)7>
Pag. 200.
12. Forma Rirrerling 9. Tipo B: Halwrn 15 b-Goudìneau 4r. Jviagdalensbcrg. (SCHINDLER-SCHEFFENEGGER 1977 1 tav.
65,28). Pag. 200.
13. Forma Dragenàorff I7B. Tipo A. Magdaiensberg. (SCHINDLER-SCHEFFEKEGGER r977, tav. 63~2). Pag. 20:.
14. Forma Dragendorff 17B. Ttj)O A. Jv:lagàalensberg. (SCHINDLER--SCHEFFENEGGER 1977, rav. 63,9). Pag. 20:.
I 5. Forma Dragendorff 17B. T1j;o B. Lubiana. (PETRI' 1972, tav. LXXXII, T. 30,9). Pag. 201.
16. Forma Dragendorff 17B. Locarno. (SIMONETT 1941, Jviu.Ma.2, I). Pag. 201.
17. Forma Dragendorff 17B. Tipo B. Locarno. (SIMONETT 1941, ]VI.in.C.31, 7,:. Pa.;. 201.

I 8. Forma Dragendorff 17B. Tipo B. Ornavasso. (GRAUE 1974, tav. 57.,7), Pag. 201.
19. Forma Dragendorff 17B. Tipo B. Lubiana. (PETR'C" 1972, rav. IX, T. 81,14). Pag. 2or.
20. Forma Dragendorff 17B. Tipo B. Lubiana. (PLESNICAR·-GEc 1972, tav. XXIII, T. 91,rr). Pag. 201.
TAVOLA LX!

Niu

5 6 7 8

9 10 11 12

13 14

15 16

n 18

19 20
TERRA SIGILLATA NORD-ITALICA

TAV. LXI!:

I. Forma Dragendorf! 17B. Tipo B. Cividale. (MASELLI SCOTTI 1977, ta\'. II,2), Pag. 20I.
2. Forma Dragendorff 17B. Tipo B. Solàuno. (DONATI 1979, p. 109, n. 4). Pag. 2or.
3. Forma Goudineau JI. Lubiana. (PLESNICAR-"GEc 1972, taY. XXI, T. 86,9). Pag. 202.

4. Forma Goudineau 31. Lubiana. (PLESNICAR-0-Ec 1972, tav. LXXXVIII) T. 336,4). Pag. 202.

5. Forma Goudineau 3r. Lubiana. (PLESNICAR-GEc 1972, tav. CC\\ T. 427)r). Pag. 202.
6. Forma Goudùieau ]I. Lubiana. (PLESNICAR-GEC 1972, tav. CLXVIII) T. 730,7), Pag. 202.
e Forma Dragendorff 1s,.,r;. Tip() A. Ornavasso. (GRAUE 1974, tav. 80)2). Pag. 202.
8. Forma Dragendorff 1)-'IJ. Tij>o A. Orna\'asso. (GRAL'E 1974, tav. 66,2\ Pag:. 202.
9. Forma Dragendorff 15_;17. Tipo B. Lubiana. (PLESNICAR-GEC 1972, ta\·. CCIX, T. 781,3). Pag. 202.
10. Forma Dragendorff 15,,17. Tipo B. Lubiana. (PLESNICAR-GEC 1912, tav. CI, 379,15;. Pag. 202.
II. Forma Dragendorff IjlI,";. Tipo B. Lubiana. (PLESNICAR~GEc 1972, ta\'. CXXXVIII, T. 600,3). Pag. 202.
12. Forma Dragendorff r5/r7. Tipo B. Lubiana. (PETRF 1972, rav. XXXVI) T. 547,1). Pag. 202.
13. Forma Dragendorff 15J7. Tipo B. Ornavasso. (GRAt'E 1974, ta\·. 60,6), Pag. 202.
14. Forma Dragenàorjf 15 17. Tipo C. Locarno. (SIMONETT 1941, Liv.u.37, 3). Pag. 202.
TAVOLA LXII

3 4

5 6

9 10

13 14
TERRA SIGILLATA NORD-ITALICA

TAY. LXIII:

L Forma Dragendorff 4. Tìpo A. Lubiana. (PETRr 1972, ta,;;. CXVII, T. 21 10). Pag. 2c3.
__ Forma Dragendorff 4. Tipo B. Locarno. (SIMOKETT 1941, lvlu.Jviii.2, 4). Pag. 203.
3. Forma Dragendmjf 4. Tipo B. Locarno. (SIMONETT 1941, Jviin.C.12, 3 a). Pag. 203.
4. Forma Dragendorjf 4. Tipo C: Dragendorff 22. Ornavasso. (GRAUE I9ì4, tav. 78,4). Pag. 203.
5. Forma Riirerlùzg 12. Tipo A. Locarne. (SIMONETT r94r, J\iur.P.30, 2). Pag. 204.
6. Forma Riuerling 12. Tipo B. Ornavasso. (GRAUE 1974, ta\·. 79,7). Pag. 204-.
" Forma Ritterling 12. Ti.po B. Magdalensberg. (SCHINDLER-SCHEFFENEGGER 1977, tav. 50,17). Pag. 204.
8. Forma Riuerling I2. Tipo B. JVtagdalensberg. (SCHINDLER-SCHEFFENEGGER r977, taY. 50,13). Pag. 204.

9. Fonna Riuerling 12. Tipo B. Magdalensberg. ( SCHINDLER-SCHEFFENEGGER I977: tat:. 50,r6). Pag. 204.
IO. Ponna Riuerling I2. Tipo B. Lubiana. (PETRC 1972, rav. XXIII, T. 234.,I/). Pag. 204.
IL Forma Ritterling 12. Tipo B. Magdalensberg. (SCHINDLER-SCHEFFENEGGER I977, taY, 50,15). Pag. 204.
12. Forma Ritrerling 8. Lubiana. (PLESNICAR-GEc 1972, tav. XY".XI, T. rr3,1). Pag. 2~4.

13. Forma Rirrerlìng 8. Magdalensberg. (SCHINDLER-SCHEFFENEGGER I97i, taY. 4?\13). Pag. 204.
14. Forma Riuerling 8. Locarno. (SIMONETT r94r, S.P.21, 4). Pag. 204.

15. Forma Rìrrerling 8. Lubiam.. (PETRU 1972, taY. LXXV,ro). Pag. 204..

16. Forma Rirterling 8. Angera. (LAV!ZZARI PEDRAZZINI 198c, tav. 6,I). Pag. 204.
I/. Ponna Rirtcrling 8, Magdalensberg. (SCHINDLER-SCHEFFENEGGER 1977, tav. 48,r2). Pag. 204.
r8. Forma Ritrerling 8. Lubiana. (PLESNICAR-GEc 1972, tm:. XXXI, T. II3:3), Pag. 204.
19. Forma Riuerling 8. Magàak:nsberg. (SCHINDLER-SCHEFFENEGGER 1977, tav, 48,r4). Pag. 204.
20. Forma Rinerling 8. }Ulgera. (LAVIZZARI PEDRAZZINI 1980, tav. 6,2). Pag. 204.
21. Forma Dragendarff 7. Tipo A. Magdalensbeq;. (SCHINDLER-SCHEFFENEGGER 1977, tav, 49~13). Pag. 205.
22. Forma Dragendarff 7. Tipo A. A1.agdalensberg. (SCHINDLER-..·SCHEFFENEGGER 1977, tav. 49~6), Pag, 205.
TAVOLA LXIII

2 3 4

5 G 7

8 9 10

11 12 13 14

15 16 17 18

19 20 21 22
TERRA SIGILLATA NORD-ITALI CA

TAi'. LXIY:

I. Forma Dragendorjf -;. Farianrc. Locarno. (SIMONETT 1941, LiY.u.27, 1). Pag. 205.
Forma Dragendorff 7. Tipo B. Lubiana. (PETRC 1912, ta\'. II, T. 17,8\ Pag. 205.
3. Forma Dragendorff 7. TtjJo B. Lubiana. (PETRr 1972, ta\'. LXII, T. 813 121). Pag. 205.
+ Forma Dragendm:ff i· Tipo B. Lubiana. (PLESNICAR-GEC 1972, tav. CXXX, T. 566,13). Pag. 205.
5. Fcmna Dragendorff 7. Tipo B. Magdalensberg. (SCHINDLER-SCHEFFENEGGER I9Ti, ta\'. 49,7). Pag. 205.
6. Forma Dragendorft 7. Tipo B. Niagdaìensberg. (SCHINDLER-SCHEFFENEGGER 1977, tav. 49,9). Pag. 205.
r. Forma Dragendorf( 18, 18,.'_?1. Cividale. (..M.ASELLI SCOTTI 1977, rav. I,12:. Pag. 205.
8. Forma Dragendorff 18, 18 131. Magdalensberg. (SCHINDLER-SCHEFFEKEGGER 1977, tav. 47,16), Pag. 205.
9. Forma Dragendmff 18, r8,'31. !vfagdalensberg. (SCHINDLER-·-SCHEFFENEGGER 197-:;, mv. 47,17). Pag. 205,
IO. Forma Dragendorff 37,32. Tipo A. Ornavasso. (GRAUE 1974-, tav. 78d), Pag. 205.
IL Forma Dragendm:fJ 37·32, Tipo A. :\ngera. (LAVIZZARI PEDRAZZINI 1980, tav. 4,1), Pag. 205.
12.. Forma Dragendmff 37,,32. Tipo B. Locarno. (SI.MONET7 1941, Mu.L.4, 3). Pag. 205.
13. Forma Dragendorff 37,,32. Tipo B. lrngera. (LAVIZZARI PEDRAZZI:N'I 1980, tav. 4,8). Pag. 205.
14. Forma Dragendorff 57,3::. Tipa B. Angera. (LAVIZZAR1 PEDRAZZINI 1980, taY. 5,7). Pag. 205.
15, Forma Dragendmff 37/32. Ttf!o B. Angera. (LAVIZZARI PEDRAZZINI 1980, tav. 5,6). Pag. 205.
TAVOLA LXIV

4 5 6

I
10

13 14 15
TERRA SIGILLATA NORD-ITALICA

I. Forma Dragendorff 37:']2. Tipo B . .A. .ngera. 1:LAYIZZARI PEDKA.ZZI>JI 1980, tav. 5,3). Pag. 205.
-· Forma Dragcndm:ff 37 Tipo B. Angera. (LAVIZZARI PEDRAZZI:t,;:I 1980, tav. 4,2). Pag. 205 .
..,,. Forma Dragendmff 37 32. Tipo B. Angera. (LAVIZZARI PEDRAZZINI 1980, tav. 5,1). Pag. 205.
4-. Forma Dragendorff 37,'32. Variamc. Angera. (LAVIZZARI PEDRAZZINI 1980 1 tav. 2,7). Pag. 205.
5. Forma Dragendmff 31. Tipo A. Lubiana. (PLESNICAR-GEC 1972, tav. CLXXXII, 1. 928,17). Pag. 206.
6. Forma Dragendor.ff 11. Tipo A. Ornavasso. (GRAeE I9/4i taV. cS,5'. Pag. 206.
- Forma Dragendmff 31. Tipo B. Locarno. (S!MONETT r94r) LiLo.5, 3). Pag. 206.

8. Forma Dragendorff 31- Tipo B. Locarno. (SIMONETT 1941, Li"v.t1.32, n. 6\. Pag. 206.

9. Forma Dragendmjf 31. Tipo B. Locarno. (SIMON'ETT :941, S.P.3 1 3':. Pag. 206.
IO. Forma Dra.pendorjf 31. Tipo B. Angera. (LAVIZZARI PEDRAZZINI 1980, mv. 2,2). Pag:. 206.
11. Forma Dragendorff 46B. Locarno. (SIMONETT 1941, .!Viin.C.r9, 3). Pag. 206.
12. Forma Dragendorff 46B. Locarno. (SIMONETT r94r, Min.C.33, 3). Pag. 206.
Ij. Forma Dragendorf! 46B. Locarno. (SrMONETT 1941, !v1.in.C.33, Pag. 206.

q. Forma Dragenàorjf 46. Tipo A. Angera. (LAVIZZAR! PEDRAZZINI 1980, mv. 2~6). p,,..,.
"e· 206.
15. Forma Dragendorfj 46. Tipo B. Locarno. (SIMONETI' 194~, Liv.u.4, Pag. 206.

16. Forma Dragenàmff 46. Tipo B. Solàuno. (DONATI 1 979, p. 107~ n. Pag. 206.
r,.., Forma Dragendorff 46. Tipo B. Locarno. (SIMONETT 1941, Nm.JViii.6, 6'i. Pag. :w6.
~ ò. Forma Dragendorff 46. T1Po B. Locarno. (SIMONETT 194.r, Li,:.u.19 1 D(ln-
i <·t-,• 206.

19. Ponna Curie 1_::;. Tipo A. Locarno. SIMOKETT 1941, T.P.33, Pag. 2C":'.

20. Ponna Curlc 15. Tipo A. Solduno. (DONATI r979, p. 63, n. 352). Pag.
TAVOLA LXV

2 3

4 5 6

7 s

9 10

14

1C

18 "19 20
TERRA SIGILLATA NORD-ITALICA

TAV. LXV!:

1. Forma Curlc 15. Tz~1>0 A. Solduno. (DONATI r979, p. 129, n. 19S). Paf:. 207.
2. .F<'orma Curie 15. f'i.irùmrc. An?"cra. CLAVIZZARI PEDRAZZINI 1980, ta\'.

3. Forma Curlc 15. Tipo B. Solduno. (DONATI 1979, p. 105, n. 108). Pag. 207.

4. Forma Curie 15. Tipo B. So1duno. (DONATI 1979, p. 139_, :r.. 214). Pag. 207.

5- Forma Dragcndorjf 35. Tipo A. Lubiana. (PLESNICAR-GEc 197::, tav. CLXXVII, T. 916,7). Pag. 207.
li. Forma Dragcndorff 35. Tipo A. Locarno. (SIMONETT 1941, !viin.C3r, Pag. 207.
Forma Dragendorff 35. Tipo A. Lubiana. (PLESNICAR-GEc r~n;2, Ia\'. CLXXVII, T. 917,12). Pag. 2c7.
8. Forma Dragendmff 35. Tipo A. Lubiana. (PETRl' I972, tm·, LXVI, T. 906,St Pag:. 207.
9- Forma Dragendorjf 35. Tipo A. Lubiana. (PLESNJCAR. . GEc 1972, mv. CXL, T. 609 19ì. Pag. 207.
IO. Forma Dragendmff 35. Varianrc. Lubian:i. (PETRU I972, ta'\·. XXXVII 1 T. 552,q\ P2g. 207.

Forma Dragendm:ff _,_,. Tipo B. Locarno. (SIMONETT r941, Min.C.12, 13). Pag. 207.
I I.
"
12. Forma Dragendorff 35. Tipo B. Solduno. (DONATI 1979, p. 159, r... II6). Pag. 207.
Forma Dragcnàorfj 36. Tt~1'Jo A. Lubiana. (PLESNICAR-GEC 1972) tav. CLXXII~ T. 897,16). Pag. 208.
Ponna Dragcndor.ff 36. Tipo A. Locarno. (SIMONETT 1941, M.in.C.11) 6). Pag. 208.
Pag. 208.
TAVOLA LXVI

2 3

4 6

'..1

i-\\'"

7 i2
10

1L

13 15
TERRA SIGILLATA NORD-ITALICA

TAV, LXVII:

I. Forma Drngendorf/ 16. T(t>o B. Solci.uno. (DONATI 1979, p. 101,87). Pag. 208.
Forma Dragendorjf 36. Tipo C. Soìduno. (DONATI 1979, p. r49,2q'i. Pag. 208.
3. Forma Dragend01jf 35151. Solduno. (DONATI 1979) p. 173, n. 90), Pag. 208.

4- Forma Dragendorff J5i5I. Solduno. (DONATI 1979, p. 167, n. 160;. Pag. 208.
5. Forma Dragendorff 35'.)I. Angera. (LAVIZZARI PEDRAZZINI 1980, ta'i.:. 2112). Pag. 208.

6. Forma Dragendorff 35,,_c. Angera. (LAVIZZARI PEDRAZZIKI 1980, tav. 2,II). Pag. 208.

- Forma Dragend0tf( 36i51. Angera. (LAVIZZAR! PEDRAZZINI 1980, taY. 2,15). Pag. 208.

8, Forma Dragendorff 36 51. Solduno. (DONATI 1979) p. r57,r2r). Pag. 008,


9, Forma Dragendorff 36,51. Angera. (LAVIZZARI PEDR..t1.ZZINI 1980, rav. 2,17). Pag. 208.
IO, Forma Dragendo~ff 36;51. Locarno. (SIMONETT 194r, Lo.14_, I ' Pag. 208.

I I. Forma Dragendor_(f 36:51. Angera. (LAVIZZARI PEDRAZZINI 1980, tav. .3)3). Pag. 208.

I2. Forma Dragend01:f( 36 /s 1. Angera. (LAVIZZARI PEDRAZZI1'a r980: tm:. :::n-,i•


-.. -,';
Pag. 208.
TAVOLA LXVI!

I
5

3 4

E 7

9
1()

12
TERRA SIGILLATA NORD-ITALICA

TAV. LXVIII:

r. Forma 1D. Tipo A. Magdalensberg. (SCHI~DLER KA..UDELKA. r98c, tav. 13, n. r). Pag. 209.
,.., Forma ID. Tipo lL Magdalensberg. (SCHINDLER KAlIDELKA 1980, tav, 19, n. 49). Pag. 209.
3. Forma 1D. Tipo A. Ornavasso. (GRAUE 1974, tav. 54, n. 2). Pag. 209.
4. Forma 1D. Tipo A. Bologna, Museo Civico Archeologico. Pag. 209.

5. Forma rD. Tipo A. Magdaìensberg. (SCHINDLER K.AUDELKA 1980) tav. 18, n. 38). Pag. 209.
6. Forma ID. Tipo A. Cividale. (MASELLI SCOTTI 1977, tav. Il, n. 13). Pag. 209.
7. Forma ID. Tipo A . .lviagdalensberg. (SCHI~DLER KAUDELKA 1980, rav. 19, n. 44). Pag. 209.
8. Forma 1D. Tipo A. Lorenzberg. (ULBERT 1965, pag. 66, tav. 11, n. 12). Pag. 209.
9. Forma ID. Tipo A. Cosa. (MARABINI MOEVS 1980, tav. I, n. 7). Pag. 209.
IO. Forma ID. Variante?. Adria. (DALLEMULLE 1975, pp. 28 r~2, fig:. 8, n. 6). Pag. 209.

I I. Forma ID. Tipo B. Magdalensberg. (SCHINDLER KAUDELKA 1980, tav. 15, n . 19). Pag. 209.
I2. Forma ID. Tipo B. .i\1.agdaìensberg. (SCHINDLER KAUDELKA 1980, tav. 23, n. 23). Pag. 209.

r.3. Forma 1D. Tipo B. Giubiasco. (LAVIZZARI PEDRAZZIKI 1983~84, pp. 58-61, figg. 7--9). Pag. 209.
TAVOLA LXVIII

2 3

4 5 6

9 10

12 13
TERRA SIGILLATA NORD-ITALICA

TA\'. LXIX:

Forma ID. Tipo B. Ni.agdalensberg. (SCHINDLER KAt:DELKA I980, tav, I/, n. 31). Pag. 209.
,.., Forma 1D. Tipo B. Jviagdaiensberg. (SCHINDLER KACDELKA 1980, tav. 29_, n. 46). Pag. 209.

'::,· Forma ID. Tipo B. Magdalensberg. (SCHINDLER IZ.AeDELKA 1980, ta\·. 36~ n. roo). Pag. 209.
4. Forma ID. Tipo B. Magàalensberg. (SCHINDLER K.AVDELKA 1980, tav. 33, n. 79). Pag. 209.
5. Forma ID. T1jJo B. Lubiana. (PETRC 1972, tav. CXVIII, T. 41, n. Io). Pag. 209.
6. Forma ID. Tipo B. Cosa. (]vi.ARABINI MoEVS 1980, tav. 2, n. 23). Pag. 209.
~ Forma 1D. Tipo C. Mont Beauvray. (DECHELETTE 1904, p. 33, fig. 15). 209.
8. Ponna 2D. Ornavasso. (DECHELETTE 1904, p. 36, fig. 20:;. Pag. 215.
9. Forma 2D. Angera. (LAVIZZARI PEDRAZZIN1 1980 b, pag. 341 e fig. Pag. 215.

IO. Forma 3D. Palazzolo -ercellese. (SILVESTRINI 1938, p. 56, fig. 6). (Disegno da fotografia). Pag. ::zr5.
IL Forma 4D. Tipo A. Magdalensberg. (DECHELETTE 1904, p. 34, fig. rS). Pag. 216.
I::. Forma 4D. Tipo B. Solduno. (CRIVELLI r94-3, p. ror). Pag. 216.
r3. Forma 4D. Tipo B. Giubiasco. (LAVIZZARI PEDRAZZISI 1983-84, pp. 54-56, figg. Pag. 216.
TAVOLA LXIX

2 4

,r

5 6 7 8

9 1C

12

11

Il
TERRA SIGILLATA NORD-ITALICA

TAY. LXX:

I. Forma 4D. Tipo B. Solduno. (SILVESTRIKI 1938, pag. 54). Pag:. 216.
F1}mw 5D. Gambarata (Reggio I:milia). (PATRONCIK~ 1980, p. I59, n. 39:1. Pag. 216.

3. Forma 5D. (· Nord Italia,;, ROmisch-Germanische Zcntralmuseum 1\1.ainz. (K.LUMBACH 1972) p. 200, fig. 6:,i. Pag. 216.
4. Forma 5D. Haltern. (KLCMBACH !97::1 p. 199, fig. 3). Pag. 216.

5. Forma 6D. Angera. (BERTOLOf'<E 1939, p. 90, fig. -,-


l
-\
; /' (Disegno da fotografia:1. Pag. 2Iì,

6. Forma 7D. Tipo ' ~\-1.agdalensberg.


h. (SCHINDLER KAL"DELKA i9Sc, rav. , o
.:+~, n. 2 ). Pag. -, r -

I· Forma 7D. Tipo B. Neuss. (\'EG,SS 1 975, p. 53, taY. 3, n. 2 ì. Paf. 217.
TAVOLA LXX

5 6 7
TERRA SIGILLATA NORD-ITALICA

Forma ,D. Tipo B. Lyon. (VERTET--- LASF ARGUE'.~ 1968, p. 38, t3.Y. II' Pa;;. 21 '7.

2. Forma 8D. Tipo Aquileia. (Scorn Ni.ASELLI ,. i_..,,


JQ"':'.., c. 1 73, fig. P2g. 218.

3. Fornra 8D. Tipo /2. Cosa. ( ]'viARABI¼l MOEYS 1980, n. Pag. 21S.

Pag. 21S.
~· F'orma 8D. Tipo B. Ornavasso. (GRAlìE I9ì4, ta\'. 62, :c..

.:;_ Forma 9D. Padova. (SILVESTRINI 193~\ p. (Disegno da fotografia). Pag. 218.
6. Forma 10D. Jviagdalensberg:. (SCHINDLER KAFDELKA 1980, ta\·. 43i n. Pag. 219.
,. , Forma 10D. Magdalensberg. (SCHINDLER :K..Al'DELKA 1980, ta\·. 44, n. 3). Pag. 219.
8. Forma 10D. Raldon (Verona). (STENICO 1973, pp. 114-u5). Pag. 219.
TAVOLA LXXI

2 3

4 5

.t

8
TERRA SIGILLATA NORD-ITALICA

TAV. LXXII:

r. Forma 10D. Coviolo (Reggio Emilia':. (BERMOND l\loKTANARI 1980, p. 224, tav. LXX, n. r). Pag. 219 .
.., Forma 11D, Adria. (RICCIONI 1980, p. 64). Pag. 219.
:i• Forma I ID. Aquileia. (lviASELLI SCOTTI r9S4, tav. III, n. 2). Pag. 219.
TAVOLA LXXII

,V

3
TERRA SIGILLATA NORD-ITALICA

TAi'. LXXIII:

' ' Bolsena.


Forma 13D. Tipo n. (GOFDIKEAF 1968 b, pp. Pag. 220.

3. Forma IJD. Tipo A. Cortona, (STENICO 1965, p. IIO, rav. 44, nn. Pag. 220.

4. Forma IJD. Tipo A. Magdalensberg. (SCHI?-{DLER KA.LDELKA 1980, ta\·. 60, n. 136). Pag. 220.

5. Forma IJD. Tipo A. Ornavasso. (GRACE 1974,, p. 26::, rav. "'


/-, n. Paf;;. 220.
TAVOLA LXXIII

4 5
~ERRA SIGILLATA NORD-ITALICA

cA\', LXXI\':

Forma 13D, Tipo B. Adria. (DALLEMVLLE 1975, pp. 279--280, fig. 6_·,,. Pag. 220.

Forma 13D, Tipo B. Ordona. (JviERTENS 1972, pp. 221-8). Fag. 220.
Forma 13D. Tipo B. Porto Recanmì. (Ivl.ERCANDO 1972, p. 204, n. I: figg, ::-3:.,. Pa;. 220.
Ponna 13D, Tipo B. Fossombrone. (,\1.ERCANDO 1972, p. 207, figg. 6, 8), Pag. 220.
TAVOLA LXXIV

3 4
TERRA SIGILLATA NORD-ITALICA

TAs, LXXV:

I. Forma 13D. Tipo B. !viagdaìensberg. (SCHINDLER J,::_AUDELKA 198c, ta\'. 6I, E. Pag: . .220.

-· Forma IJD. Tìpo B. Spininbecco (Verona). (STENL:O 1973, p. rr8_, figg. 8 Pag . .:20.

3. Forma I3D. Tipo B. Auerberg. (0LBERT 1975, p. 428, fig. 20). Pag. 220.
13D. T1j;o B. Adria. 1975, p. 28ì, -··
fii,e· Pag.
"· Forma (DALLEMl1LLE

Forma 13D. TijJO B. Bardolino (Verona). (STENICO 1973, p.


/ )·

II/)
220.

figg. 7 a--b). Pag. 220.


6. Forma 13D. Tipo B. lvlrdakovica. (BRusré 1977, tav. IV, n. 2). Pag. 220.
TAVOLA LXXV

'i

i'!

5 E
TERRA SIGILLATA NORD-ITALICA

TAV. LXXVI:

I. Forma 13D. Tipo B. Cattolica. (MAZZEO SARACINO 1979, fi"e· Pag. 220.

- Forma IJD. Tipo B. M.rdakovica. rBRDSiè 197'7, ta·,.


q
v, n. I). Pag. 220.
3· Forma IJD. Tipo B. lvirdakovica. (BRDS!è 1977, taY, IV, n. . , Pag . 220.
')·

+ Forma IJD. Tipo B. lvi..rdakovica. (Brrusré 1977, ta\'. III, n.


_,
-r Pag. 220.

5. Forma 13D. Tipo B. Aquileia. (SCOTTI !llASELLI 1972, cc. 5. -6, fig. I). Pag. 220.

6. Forma IJD. Tipo c. Porto Recanati. ( JvìERCANDO I9ì2, p. OM


-v,t, n. 3). Pag. 220.
TAVOLA LXXVI

,I

6
ERRA SIGILLATA NORD-ITALICA

AV. LXXVII:

Forma 1 .7D. Tipo C. Adria. (DALLEMULLE 1975 1 p. 281, fig. Pag. 220.
Forma 14D. Adria. (DALI..EMFLLE 1975, pp. 278- 9, fig. 6). Pag. 228.
Forma 15D. Tipa A. Bologna. (FAVA 1962, p. 59, n. 434\ Pag. 229.
Forma 15D. Tipo A . .l\iagdaknsberg. (SCHINDLER KAUDELKA 1980 1 tav. Si n. r'i. Pag. :29.
Forma 15D. Tipo B. Magdaiensberg. (SCHINDLER KALDELKA 1980, taY. IC. n. 10'!. Paf!:. 229.
Forma 16D. Cosa. (A'lARABINI JvioE\'S 1980, n. 30). Pag. 130.
TAVOLA LXXVII

3 4

t\tì Jl
CERAMICA A PARETI SOTTILI

I. Tipo r'1. Ampurìas. (MAYET I9'75, ta\'. I, r.., 5). Pag. 243.
,., Tipo 111. Cordova. (1viAYET 1975, tav. I, n. Pag. 243.
3. Tipo I_•359. Cosa. (IvlARABINI 1973, tav. o,
' n. 24). Pag. 243.
4- Tipo Ii 4. Ornavasso. (GRAliE 1974, ta,·. 40. 4). Pag. 244.
5. Tipo I i5. Ornavasso. (GRAUE 1974, tav. 6. s:,. Pag. 245.
6. Tipo 1/6. Cavaillon. (DUMOULIN 1965, fig. 2I )O). Pag. 245.

7- T1'po 1,7. i\mpurias. (ALMAGRO 1953, fig. 288. I). Paf. 245.
8. Tipo 118, Ampurias. (ALMAGRO 1953, fig. 390.3). Pag. 24-5.
9. Tipo 1_19. Tangeri. (P0NSICH 1970, fig. 54, n. r). Pag. 245.
IO. Tipo 1/2. Ornavasso. (GRAl1E 1974, ta\'. 36. 6). Pa;;. 245.
r I. Tipo I /I I. Ibiza. (JviAYET 1975, tav. HI, n. 16). Pag:. 246.
12. Tipo I!I2. Ibiza. (J\1..A. .YET 1975, tav. II, n. TI). Pag. 246.
r·· Tipo I/I]. Sa.gunto. (MAYET 1975, ta\·. II, n. 12), Pag. :46.
14. Tipo 1114. Ibiza. (.M..AYET r975, tav. II) n. Sì. Pag. 246.
15. Ti.'po 1/360. Beaucaire. (DEDET-MicHELOZZI-PY 1974, p. 93, n, 34). Pag, 246.
r6. Tipo I,J6I. Ibiza. (.i\-1.AYET 1975, taY. II~ n. 9). Pag. 246.
TAVOLA LXXVlll

2 3 4

6 7 e

9 10 12

13 14 15 16
CER1'.MlCA A PARETI SOTTILI

TAr. LXXIX:

Tipo lil_ç. Cavailion. (DUM.Ol:LIN 1965, fig. 21 n). Pag. 247,

o Tipo 1/16. Ibiza. (JvlAYET 1 975i tav. I\', n. :q). Pag. 24;,

J· Tipo I!I'/. Ibìza. (A1AYET 1 975, tav. IV, n. 27). Pag. 24'7,

4. Tipo 1i18. Ibiza. (J\1AYET I975, ta\'. IV, Il. 30\ Pag. 247.
5. Tipo 1119. Cosa. (1v'i..ARABI;'\l 1973, forma IV). Pag. 247.
6. Tipo 1,20. lvl.aìorca. (MAYET 1975, tav. IV, n. 26). Pag. 247.
- Tipo 1/362. Jviaiorrn. (}\lAYET 1975, taY. IV, n. 25). Pag. 248.
S. Tipo I'21. Aguglia. (PELAGATTl 1970 a, fig. 70 a). Pag. 248.
9. Tipo 1 .22. Cosa. )ViARABINI 19;3, forma XVI). Pag. 249.
10. Tipo 1.363. Luni. (BANTI 1937, tai.'. XII a, n. f. Pag. 249.
1 L Tipo I /24. Akrai. (PELAGATTI 1970 a 1 fig. 63 b, n. 59). Pag:. 249.
12. Tipo I '25- Ibiza. (fviAYET 1975, tav. VIII1 n. 59). Pag. 249.
13. Tipo 1'26. Pompei. J\Auseo Kazionaie ài Napoli, Jviagazzini. Pag. 250.

·~·
u Tipo r1,-
-, . Cosa. ( ]Vi.ARA.BINI IO"'."'"'
,.,;:;, ta'\,". s, n. 86). Pag. 250.

15. Tipo I:28. La Graufesenque. (GREENE 1979, tìg. :r' n.. 9), Pag. 250.

r6. Tipo I '29, Ibiza. (MAYET 1975, tav. ~,.rn~ n. 58). Pag. 250.
TAVOLA LXXIX

2 3 4

6 T 8

/ I

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9 12

13 15 16
CERAMICA A PARETI SOTTILI

TAi'. LXXX:

1. Tipo n23. Pompei . .l\1.useo Nazìonale di Napoli, ,\fagazzini. Pag. 150.


2. Tipo 1,30. Cosa. (J\1.ARA.Bl'.'\I 1973, forma XV';. Pag. 251.
3. Tipo l.JI. Pompei. !v'i.useo Nazionale ài Napoli, Ai.agazzini. Pag. 25r.
4, Tipo 1 '33· Pompei. .M.useo Nazionale di Napoli, Magazzini. Pag . 252.
Tipo 1!35. Ampurias. 1975, tav. III, n. 22). P"rr
(}viAYET "o· 252.
6. Tipo l 36. Cordova. (MAYET 1975, ta\'. III, n. 2 I). Fag. 252.
; Tipo I_Ji. CordoYa. (MAYET 1975, tav. III 1 n. :-3). Pag. 252.
8. Tipo 11"39. Ibiza. (!vl.AYET 1975, ta·,. X, n. 74\ Pa;. 252.
9. Tipo 1140. Maiorca. (M.ffET 1975, m·. IX, n. 65). Pag. 253.
re. Tipo 1/41. Ibiza. (N1AYET 1975, mv. IX, n. 69). Pag. 253.
11. Tipo 1.42 . .lvlaiorca. (M.AYET I975i taY. IX, n. 67). Pag. 253.
12. Tipo 1/43. Ibiza. (.MAYET 1975, mv. IX, n. 70). Pag. 253.
TAVOLA LXXX

2 3

4 5 6

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11 12
CERAMICA A PARETI SOTTILI

TAV. LXXXI:

'. Tipo I /44. lvl.aiorca. <:1'.iAYET 19,...,5, ta\·. IX, n. 7I). Pag. 253.
Tipo 1,45. Cosa. ( lv'iARABINI 1 973, ta\'. 48, n. 455). Pag. 254.
3. Tipo I 1]8. Tarragona. (1\1.AYET 1975, tav. VI, n. 49). Pag. 254.

4· Tipo 1/46. .i\1.aiorca. (JVlAYET 1975, tav. X n. 72). Pag. 254.


'
5. Tipo I/{.i, Ibiza. (!viAYET 1975, tav. X, n. 76). Pag. 255.
6. Tipo I,.·48. Maior:.:a. (JvlAYI:T 1975, rai::. X, n. Pag. 255.
/· Tipo I,'49- lv1.ah6n. (A1.AYET 1975, rav. VII, n. 53). Pag. 255.
8. Tìpo I .'JO. Cosa. (fviARABINl 1973, forma IX). Pag. 255.
9. Tipo r·s1. Ibiza. (.MAYET 1975, rav. VII, n. 58). Pag. 255.
IO. Tipo 1152. M.agdalensberg. (SCHI:\DLER KAUDELKA 19'75, tav. "t' forma r6'i. Pag. 256.
IL Tipo 1_154. Ibiza. (MAYET 1975, tav. III, n. 20). Pag. 256.
r:::.. Tipo 1/53. Cosa. (MARABINi 1973, forma X). Pag. 256.
Tij)o r,155. Magdalensberg. (SCHINDLER KAL'DELKA 1975, tav. 18, forma 93 a). Pag. 2~6.
Tipo r.'56. Nìmega. (GREENE 1979, fig. 25.16). Pag. 256.
TAVOLA LXXXI

2 3

4 5 6

13 14
CERAMICA A PARETI SOTTILI

TA\'. LXXXII:

_._. Tipo n57. Settefinestre. Scrt~finestrc II, p.


1
I".'2). Pag. 256.
2. Tipo 1159. Cosa. (!viARABINI 1973, ta\·. 44, n. 407). Pag. 257.
3. Tipo 1l60. lbìza. (lviAYET 1975, tav. XXVI, n. 195:). Pag. 257.
-+· Tipo 112n. Osuna. (lvL...,.YET 1975, rav. XXVI, n. 196). Pag. 257.
)- Tipo 1:61. Cosa. 1)ViARABINI 1973, forma XIII). Pag. 25":'.

6. Tipo 1/62. Torino. (GREENE 1979, fig. 33.4). Pag. 25-.


Tipo I 1212. Emona. (PETRU I 9721 tav. LXXVIII, tomba 6, n. 30). Pag. 258.
8. Tipo I 364. Emona. (PETRL 1972, t3V. CXII, tomba 4, n. 8). Pag. 258.
9. Tipo I /365. Porto Recanati. ( ]ViERCANDO 1974, tomba 85, n. 4, fig. I 53)- Pag. 258.
10. Tipo I 135. Corinto. 19'73, tav. 89, n. 185). Pag. 258.
(HAYES

I J. Tipo 1165. Emana. (PETRC 1972, ta\'. LXXIII, romba 95, fino• 2, r.. Pag. 259.
12. Tipo 1 ..']50. Emona. (PETRU 1972, ta,;, VI, romba 59) n. q). Pag. 259.
13. Tipo I 63. Emana. (PETRG 19".'2, ta\'. LXXXI, tomba 25, r.. I 5). Pag. 259.
14. Tipo 1/70, Emona. (PETRC LXXX, tomba --,
1972, taY. " n. I 8). Pag. 259.
15. Tipo 1 . 66. C.,armona. (MAYET 1975) ta\'. XXXVIII, n. 306). Pag. 259.
1

-, ..., ~
r6. Tipo 1/366. Auerberg. (GREENE 1979, fig. .).)•)," Pag. 260. \
TAVOLA LXXXII

2 3 4

5 6 7

8 1ù 11 12

i3 14 15 16
CERAMICA A PARETI SOTTILI

TAv. LXXXIII:

I. Tipo 1/64. Ibiza. (lviAYET 1975, rav. XXXVIII, n. 308). Pag. 260.
" Tipo 1'29r. Emona. (PETR1'.. 1972, rav. LXXVIII, n. 33). Pag. 26c.
:i· Tipo I,?6. Cosa. (.M.AR.ABINI 1973, tav. 34i n. 310). Pag. 260.
4. Tipo I/)8. Cosa. (JviARABINI 1973, rav. 10 1 n. 113). Pag. 260.
5. Tipo 1/79, Cosa. ( Mi.R.4.BINI 1973, forma XVII). Pag. 26r.
6. Tipo 1•80. Ibiza. (MAYET 1975, tav. X, n. -;-3). Pag. 261.

!· Tipo 1
I 81. Ibiza. (MAYET 1975, ta\', VIII, n. 6oì. Pag. 261.

8. Tipo r:'82. Cosa. ( JViARABINI 1973, forma LXXV). Pag. 261.

9. Tipo 1!83. Aguglia. (PELAGATTI 1970 a, fis. 66 h;. Pag. 261.


IO. Tipo 1/84. lbiza. (MAYET 1975, tm·. XXVI, n. 200). Pag. 261.
Il. Tipo 1/85. Maiorca. (MAYET 1975, ta\·. XI, n. 8:). Pag. 262.

12. Tipo 1i86. Maiorca. (MAYET 1975, ta\·. xr,, n. 83). Pag. 262.

'>· Tipo 1"87. Ibiza. (lviAYET 1975, taY. Xl, n. 8 I). Pag. 26::..
14. Tipo r/89. Cosa. (1V1ARABINI 1973, forma Pag. 262.
TAVOLA LXXXIII

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11 13 14
CERAMICA A PARETI SOTTILI

T,w. LXXXI\·:

I. Tipo I !91. Nimega. (STCART 1962, fìg. 2.6). Pag:. 263.


2. Tipo 1196. Belo. (lviAYET 19'"/5, tav. XLVI, n. 390). Pag. 263.
3. Tipo 1/97- Cosa. (JviARABINI 1973, forma XI'\/). Pag. 263.
4. Tipo r,99. Sutri. (Dt.:NCAN 1964, forma 1, fig. 7.9). Pag. 264.
5. Tipo Iil00. Pollentia. (A1.AYET 1975, tav. XX\7, n. 188). Pag. 264.
6. Tipo I·IOJ. Cosa. (1\1.ARABINI 1973, taY. 26, n. 250). Pag. 264.
- Tipo I 101. Ibiza. (1viAYET 1975, tav. IV, n. 31). Pag. 264.
8. Tipo I 102. Cosa. ( ]ViARABINI 1973, taY. :7, n. 251). Pag. 265.
9, Tipo I -'144- Saintes. (Jv1AYET 1973, fìg. 4, n. 16), Pag. 265.
IO. T,po 1,112. Saintes. (A1AYET 1973, fig. -,
o n. Pag. 265.
II. Tipo l.'10). Ampurias. (N1AYET 1975, tav. LIX, n. 480), Pag. 266,
12. Tipo ri106. Osuna. (MAYEC 1 975, tar. LVIII, n. 475), Pag. 266.
I 3, Tipo 1/109, Cosa. (J\1.ARABINI 1 973, forma XLVI). Pag. 266,
14. Tipo I i I I I, Pompei. Jviuseo Nazionale ài NapoE, J\1.agazzini. Pag. 267,
TAVOLA LXXXIV

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5 E 7

8 10

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CERAMICA A PARETI SOTTILI

TAV. LXXXV:

I. Tipo I .·r 16. Co:>,.. (MA.RA.BINI 1973, forma XLVII). Pag. 267.
2. Tipo I 1122. Ostia. (TATTI 19701 tav. VII, n. 143). Pag. 26'7.
3. Tipo L'I2J. Sutri. (DUNCAN 1964, fig. 7, n. 19). Pag. 268.
4. Tipo Ji°367. Sutri. (DUNCAN 19641 fig. i, n. 17). Pag. 268.
5. Tipo n124. Emona. (PLESNICAR·-GEC 1972 1 tomba LIII, tav. L, n. 91). Pag. 268.
6. Tipo 1/368. Pìeve del Finale. (PALLARÉS 1963, fig. 7, n. 10). Pag. 269.
7. Tipo 1/125. Emana. (PLESNICAR-GEc 1972, tomba L, ta'1:, 182, n. 10). Pag. 269.
8. Tipo I ·130. Belo ( ?). (]viAYET 1975, tav. LIV, n. 448). Pag. 269.
9. Tipo 1!128. Usk. (GREENE 1979, fig. 17, n. 3). Pag. 269.
IO. Tipo r/127. Usk. (GREENE 1979, fig. 14~ n. r). Pag. 269.
II. Tipo ri129. Hofheim. (GREENE 1979~ fig. 24, n. 10). Pag. 270.
12. Tipo I in 3. Cirencester. (GREENE 1979, fig. 8, n. 20.4). Pag. 270.
TAVOLA LXXXV

2 3

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10 :1
CERAMICA A PARETI SOTTILI

'L,,·. LXXXVI:

Tipo I j69. Nimega. (STl!ART 1962, fig. 2. I I). Pag-. 270.


2. Tipo r,'.170. Usk. (GREENE 1979, fig. 17, n. 3:. Pag. 270.

J. Tipo I '3ìl. Grmitz. (GosE 1950, ta\'. 16, n. 236). Pag. 270.

--r· Tipo IiI8J. Bonn. (GosE 1950, ta\'. 52, n. 524). Pag. 270.
5. Tipo I '382. Niederbiber. (GosE 1950, tav. 12, n. 184). Pag. 27c.
6. Tipo I Ostia. Scavi di Ostia, Istituto di Archeologia ci.i Roma. Pag. 271.

1
• Tipo 11120. Rheinzabem. (GosE 1950, tav. 13, n. 190). Pag. 271.
TAVOLA LXXXVI

2 3

5 6 7
CERAMICA A PARETI SOTTILI

TA\'. LXXXViI:

r. Tipo 1/133. Colchester. .'.HtrLL 1963, fig. JOf, forma 391 Pag. 271.

2. T:p(I 1;153. Kiederbiber. (GosE 1950, taY. 13, n. r99). Pag. 272.
3. Tipo I i184. Colchester. (HULL 19631 fig. 107, forma 407 a-b). Pag. -1-·
,-,,-,.,
4- Tipa 1.'182, Cokhester. (Ht:LL 1963, p. 190, forma 406::. Pag. ,t..,1"'"'
,.,"7..,
5- Tipo 1,185. Colchester. (HULI. 1963, p. 190, forma 41 r). Pag. -1-·
6. Tipo J 151. Cokhester. (HliLL 1963, p. 190, flg. 107, forma 409). Pag.
1 0°0
-"-/-·

- Tipo I/375- Colchester. ,:HuLL 1963, p. 190, fig. 107, forma 395). Pag. 273.
8. Tipo 1-'149. Treviri. (GosE 19.50, tav. r3, n. 193). Pag. 2/3-
9- Tipo r'376. Niederbiber. (GosE 1950, tav. 13, n. 194). Pag. ::73.
TAVOLA LXXXVU

4 5 e

7 8 9
CERAMICA A PARETI SOTTILI

TAY. LXXXYIII:

-· Tipo J 377. Colchester. (Hun 1963, p. 190, fig. ro7, 11. 394). Pag. .:~3.
3. Tipo J 170. Colchester. i~Hl.•LL 1963, p. 190, fig. 107, forma 393). Pag. -i_--,.

' Tipo
a· I ,215. Ibiza. (fviAYET I9"l)i tav. X, n. re} Pag. 274-
5. Tipo J1156. Cosa. (NiARABINI 1 9731 forma XI). Pag. 274,

6. Tipo I 157. Cavaillon. (Dt:MOULI~ 1965) fig. :::r C. Pag. 274.


'"" Tipo 1·158. Cosa. (,i\iARABI~I 19;3, forma XXXVI). Pag. 214.
8. Tipo 1/159. Lione. (LASFARGUEs-...VERTET 1970, pp. 223-224: fig.
9. Tipo J .159. Cosa. (]Vi.AR.ABINI I973, forma XII). Pag. 275.
IO. Tipo 1/161. Cosa. (A1.ARABI~1! I973i forma XXX). Pag. 275.
I 1. Tipo I,' r62. Lone. (LASFARGVES-VERTET 1970, pp. 223"·-2::,,4,
:2. Tipo 1:164 . .Maiorca. (MAYET 1975 1 tav. XXII, n. 166). Pag. 275.
TAVOLA LXXXVII!

2 3

4 5 6

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CERAMICA A PARETI SOTTILI

TAi'. LXXXIX:

1. Tipo 11165. Cosa. )v1ARABINI I9'73) forma LVIì. Pag. 275.


2. Tipo r/166. Ampurias. (JvLJ\.YET 1975, tav. XXII, n. 170). Pag. 17<:.
3. Tipo 1/168. Tarragona. (MAYET 1975, taY. XXIV, n. 183). Pag. 276.
-r· Tipo 1i169. Cemri Vesuviani. (.l\1useo Nazionale di Napoli, lvl..agazzini). Pag. 276.
5. Tipo I 'I7I. Haut Alenteio. (lvlAYET 1975, rav. LXXI, n. 595). Pag. 276.
6. Tipo 1/I72. lvfaiorca. (J\'1.AYET I975, tav. XXIII, n. 119). Pag. 276.
- Tipo 1/1;3. Ampurias. (lviAYET 1975, rav. XXIV, n. 186). Pag. 276.
?L Tipo 1/378. Ampurias. (J\1AYET 1975, rav. XXIV, r~. r8f1. Pag. 276.
9. Tipo 1,379. 1'.iagdalensberg. (SCHINDLER K.AUDELKA 1975, rav. I, forma 2
10. Tipo 1 il'/i- Ibìza. (A1.AYET 1975, taY. XXIII, n. Pag. 277.
I I. Tipo 1,1432. Ampurias. ( JviAYET 1 975, ta\'. XXI!l, n. 174). Pag. """
~j j.

,,,.,_
12. Tipo 1;204. Ornavasso. (GRAUE 1974, taV, 41.61. Pag. ~1 !"

Ornavasso. 1:GRALE 1974~ l:a\'. 69.3). Pag. -1 /"


"' Tipo 1/205.
')"':'"1

14. Tipo 1/r46. Colchesrer. (HULL 1963, p. 190, fig. IO/) n. 396). Pag. - / ;•
TAVOLA LXXXIX

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1U

12 13 14
CERAMICA A PARETI SOTTILI

TAV. XC:

r. Tipo I ·186. Ornavasso. (GRAUE 1974, ta\", 61.3). Pag. 278.


Tipo 11186. Ornavasso. (GRAUE 19;4 1 rav. Pag. 278.
:i· Tipo 11187. Centri Vesuviani. Jv1useo Nazionale dì Napoii, Magazzini. Pag. :n8.
4. Tipo 1 /188. Centri Vesuviani ..Museo Nazionale di Napoli, Magazzini. Pag. 27S.
5. Tipo 1:189 . .Maiorca. (JViAYET 1975, tav. XII, n. 89). Pag. 278.
6. Tipo r'190. Maiorca. (1\i.Aì:LT 1975, tav. XII) n. 9::.). P:1g. 278.
-, Tipo 1 1
193. Ibiza. (]VlAYET 1975) tav. XIII, n, 99). Pag. 278.
b. Tipo L'I9-4' Ampurìas. (MAYET I9-,5: ta"s·. II, n. 14). Pag. 279.
9. Tipo T'191, Centri Vesuviani. Museo Nazionale dì Napoli, lviagazzini. Pag 279.
IO. Tipo I /206. lvléridrr. (J\1.AYET 1975, rav. LXXII) n. 600). Pag. 28c.
11, Tzpo 1-192. }vlérida. (1V1.AYET 1 975, tav. LXXII, n. 604). Pag. 280.

12. Tipo 1 208. Siviglia. (MAYET 1915, tav. LXXVI, n. 645.· Pag. 280.
13. Tipo Ii4JI. Carmona. (MAYET 1975 1 ta\'. LXXVI, n. 6.p). Pag. 280.
:4. Tipo I/339. Fayuum. (HAYES 1976, ta\·. 28, fig. 247). Pag. 280.
TAVOLA XC

5 6

8 1C

i1/

',2 14
CERAMICA A PARETI SOTTILI

TAi'. XCI:

1. Tip() 2-IJI. Jviaiorrn. (JV'i.!,YET 1 975, ta\'. XXIX, n. 230). Pag. 281.

-· Tipo 2.155. Cos2. (]\.-1ARAB1NI 1 973, fòrma xxn. Pag. 282.

3. Tipo 2iJJ8. Cosa. (1\-iARABINI 1 973, forma XIX). Pag. 282.

4. Tipo 2,298. Luni. (CAVALIERI lviANASSE 19-5, tm:. 60, n. IO\ Pag. 282.

-;. Tipo 2/401. Villa Potenza. (lviERCANDO 1971, p. 410, fig. 12, n. 4). Pag-. 282.
6. Tipo 21302. Emona. (PETRt.: 1972, romba 803, taY. LIII, n. 19). Pag. 283.
~ Tipo 2l32j. Ornavasso. (GRAUE 1974) p. 251, ta•,;. 57, n. 4). Pag. 283.
8. Tipo 2,320. Emona. (PETRl' 1972, tomba 257, rnv. XXVI, n. 7). Pag. 283.
9. Tipo 2/248. Torino. (GREENE 1979, fig. 33.3). Pag. 283.
IO. Tipo 2,'433· Ornavasso. (GRAt:E 19/4; p. 100, fig. :'")'/), Pag. 283.

IL Tipo 2,2JI. Ornavasso. (GRAt.'.E I974, p. IDO, fig:. 23,8). Pag. 284.
IZ. Tipo 2.,402. Ornavasso. (GR.AUE 1974, p. IDO., fig. 2319), Pag. 285.
13. Tipo 2/403. Emona. (PLESNICAR-GEc 1972 1 romba 105, tav. 2-:;, n. 6). Pag. 285.
14. Tipo 2/404. Emona. (PETRU 1972, tav. XVII, tomba I2I, n. 27). Pag. 285.
TAVOLA XCI

2 3

4 5

11 12 13 14
CERAMJCA A PARETI SOTTILI

T.w. XCII:

r. Tipo 2 1 344. Cosa. (lviARABINI r913, taY. 18) n. r8S). Fag. 286.
,. , Tipo 21232. Ibiza. (.M.AYET 19;5, ta\'. XXXIII, n. 258). Pag. 286.
3. T1:po 2l405. lviah6n. (JviAYET 1975, tav. XXXIII, n. 256). Pag. 286.
4- Tipo 2.12r4. Ampurias. (IviAYET 1975, taY. xxxvn~ n. 304). Pag.
5. Tipo 2i406. Nimega. (GREENE 1979, fig. 24.:;). Pag. 287.
6. Tipo 2:'348. Nlaiorca. (M.AYET 1975, taY. XXXVII, n. 299). Pag. 287.
'7 Tipo 2 1
40;. Cosa. (lviARABINI 1973, taY. 35, n. 316). Pag. 288.
8. Tipo 2_:'216. Carmona. (!vlAYET 1975, u,;;, XXXIX; n. 320). Pag. 288.
9. Tipo 21408. Cosa. (lvlARABIKI 1973, tav. 24 1 Ii. 231). Pag. 289.
10. Tipo 21409. Emana. (PLESNICAR-GEc r972 1 romba 108 1 ra,:. XXXI, n. 6). Pag. 289.
11. Tipo 2/410. Conimbriga. ;IViAYET 1976) taY. VI, n. 35). Pag. 289.
12. Tipo 2.,315· Ornavasso. (GREENE 1979, fig. 24.5). Pag. 289.
13. Tipo 2:'345· Cosa. (M. ARABINI 1973, tav. 36} n. 324). Pag. 290.
14. Tzj:,o 2i242. Cosa. (JviARABINI 1973, forma LXIV). Pag. 290.
TAVOLA XCII

2 3

8 10

12 13
'"
CERAMICi\. A PARETI SOTTILI

T(vo 2/.146. Carmona. (]VÌ.AYET 1905, tav, XXXIX~ n. 318t Pag. 29c.

-· T,po 2,'235· CarmonD.. (JV'iAYET 1 975, ta\'. XXXIX, n. 319). Pag. 291.
3. T1:po 2!343. Colonia, (GREENE 1979, fig. 24 3' Pag. 291.

4· Tipo 2.1323. Torino. (GREENE 1 979, fig. 33.2). Pag. 19L


-,,v-,
5. Tipo 2/41 I. Magonza. (GREEN'E 1979, fig. 24.8). Pag. ~-';;!-•
6. Tipo 2347. Emona. (PLES'N:ICAR-GEc 19;2, mv. XCIX, tomba 373, n. rS). Pag;. 29:::..
7. Tipo 2.'230. Cosa. (.MAR.4.BINI 1973, tav. :2, n. 222). Pag. 292.
8. Tipo 2;412. Conimbrìga. (A1AYI:T 1975, tav. XLV~ n. 378). Pag. 292.
9. Tipo 2/330. Cirencester. (GREENE 1979, fìg. 5, n. r.r\ Pag. 292.
10. Tipo 2,24-;. Belo. (MAYET 1975~ tav. XXXV, n. 276\ Pag. 293.
r r. Tipo 2 413. Ostia. Scavi di Ostia, Istituto di Archeologia di Roma. Pag. 293.
12. Tipo 2 414. Ostia. Scavi di Ostia, Istituto di Archeologia di Roma. Pag. 293.
13. Tipo 2,415. Barcellon2.. (.l'vi.ti.YET 1975, tav. XXXVI, n. 294). Pag. 293.
14.. Tipo 2_,416. ZViahòn. (AiAYET 1975, ta\·. XXXVI, n. 296). Pag. 293.
TAVOLA XCIII

2 3

5 7

8 10

11 14

dti,' Ar:t A:! Il


CERAMICA A PARETI SOTTILI

TAY. XCIV:

1. Tif;o 2/41 i• Ostia. Scavi di Ostia_, Istituto di Archeologia di Roma. Pag. 293.
2. Tipo 21418. Ostia. Scavi di Ostia, Istituto di Archeologia di Roma. Pag. 293.
3. Tz·po 2,419. Elche. (MAYET I975, tav. XXXV, n. 275). Pag. 293.
4- Tipo 2.:294. Pompei . .lviuseo Nazìonale di Napoli, !v1agazzìni. Pag. 293.
5. Tipo 2.244. Cosa. (J\tL\RABIXI 1973, tav. 31, n. 284). Pag. 294.
6. Tipo 2•220. Nimega. (GREENE 1979, fig. 6, n. 5.4). Pag. 294.
1• Tipo 2,420. Vindonissa. (GREENE 1979, fig. 5, n. 1.3). Pag. 294.
8. Tipo 2:21j. La Graufesenque. (GREENE 1979, fig. 21, n. 7\ Pag. 294.
9. Tìpo 2/237. Fingringhoe. (GREENE r979, fig. 21.1). Pag. 294.
ro. Tipo 2'219. Ibiza. (lviAYET 1975, tav. XXIX, n. 228';. Pag. 294.
II. Tipo 2·22I. Ibiza. (MAYET 1975, taY. XXIX, n. 229), Pag. 295.
12. Tipo 2i42I. Ibiza. (M..AYET 1975, ta\-. XXIX, n. 225). Pag. 295.
r3. Tipo 2/317. Provenienza indeterminata. (HAYES 1976, fig. 9, n, 141). Pag, 295.
14. Tìpo 2/422. Cosa, (M.ARABINI 1973, rav. 13, n, qo). Pag, 295.
15. Tipo 2/424, Corinto. (HAYES 1973, fig. 89iro). Pag. 296.
TAVOLA XCIV

2 3

9 12

1 (i 11

14
CERAMICA A PARETI SOTTILI

r. Tipo 2i210. Cosa. (JviARABINI 1973, forma XXVIII\ Pag. 296.


,., Tipo 2 341. Madrid. (A1.AYET 1975,
1
ta\'. XIV, n. 109). Pag. 296.

3. Tipo 2']41, Madrid. (MAYET r975, tav. XIV, n. rro). Pag. 296.
4. Tipo 2/289. Nord Itaìia. (HAYES 1976, fig:. 9, n. 146). Pag:. 296.
5. Tipo 21391. Centri Vesuviani. .M.useo Nazionale di Napoli, Magazzini. Pag. 297.
6. Tipo 21196. Centrì Vesuviani. JviUseo Nazionale di Napoli, lviagazzini. Pag. 297.
7. Tipo 2/279. Ibiza. (MAYET 1 975, tav. XXXVII, n. 309). Pag. 297.
8. Tipo 2/201. Caesarea ( ?). (HAYES 1976, p. 31, n. 147). Pag. 297.
9. Tipo 21316, Cosa. (!v\.ARABINI 1973, forma XXV). Pag. 298.
TAVOLA XCV

4 b 6

7 8 9
CERAMICA A PARETI SOTTIL!

TAY. XCVI:

I. Tipo 2/384. Ibiza. (MAYET 19'75, rav. XVII!, n. I 38). Pag. 298.
{JViAYET 1975, tav. XVIII, IL I 36). Pag. 298.
"· Tipo 2_,-'385. Ibiza.
3. Tipo 2/386. Ibiza. (!ViAYET 1975, ta\'. XVIII, n. 141). Pag. 298.
4. Tipo 2 1388. Porto Recanatl. (MERCANDO 1971, p. 4ro_, fig. I 2. I). Pag. 29S.
5. frpo 2.'287. Cemrì Vesuviani. Jviuseo Nazionale di Napoii) Jviagazzìni. Pag. 299.
6. Tipo 2i389. Centri Vesuviani. Museo Nazionale Qi Napoli, Jvlagazzini. Pag. 299.
- Tzj;o 2 223. Maiorca. (lviAYET 1975, tav. XXIX, n. 223). PA<)'" 299.
a.b.

8. Tipo 1
2 224. Nrniorca. (fvlAYET 1975) tav. XXIX, n. 220;. ~p,,,.,.
""i;,· 299.
9. Tipo 2122s. Polìemia. (MAYET 1975) rav. XXIX~ n. 221). Pag. 299.
IO. Tipo 2,'222. Colchester. (GREENE 1 979, fig. 34.3). Pag. 300.

IL Tipo 2/394. Pollentia. (.M.AYET 1975, ta\". Pag.


12. Tipo 2/395. \'froxeter. (GREENE 1979, fìg. Pag, 300.
TAVOLA XCVì

4 6

7 9

10 12
CERAMICA A PARETI SOTTILI

TAV. XCVI!:

Tipo 2,290. Pompei, lvluseo Nazionale di ~apolì, ?viagazzini. Pag. 3or.


2. Tipo 2,293. Riotinrn. (J\,iAYET 19"75, taY. XLVIII, n. 403). Pag:. 3or.
3. Tipo 2.'397. Carmona. (Nl..AYET r975, tav. X.LVIII, n. 406). Pag. 301.
4. Tipo 2 1241. Algarve ( (M.l1YET 1975, taY. XLVII, n. 398':. Pag. 30:::.
5. Tipo 21134. Pompei. Museo Nazionale di Napoli, Magazzini. Pag. 30?.-
6. Tipa 2,398. lbiza. (lviAYET 1975~ tav. XVI, n. 127). Pag. 303.
- Tipo 2,,.229. Niaiorca. (1\-1AYET I975: taY. XVI, n. 128). Pag. 3c3.
,~. Tipo 2,399. Barcellona. (A,iAYET 1975, tav. :~VII; n. 467). Pag-. 303.
0

9. Tipo 2 260. Belo. (l\·iAYET 1 975, taY. XLVI, n. 389',. Pag. 303.
IO. Tipo 2;261. Sutri. i'.DUNCAN 1964, finC' 8, u. 34). Pag. 304.
11. Tipo 2·226, Vindonissa. (GREENE 19':'91 fig. 30.2:i. Pag. 30+
12. Tipo 2/179. Cosa. (MARABINI r973, forma XXVI), Pag. 304.
TAVOLA XCVII

4 6

7 9

10 ;2

11
CERAMICA A PARETI SOTTILI

TA'.:. XCVIII:

l. Tipo 2,1n5. Cosa. ,:MARABINI !9/3, forma XXVII). Pag. 305.


-· Tìpo 2/332. Italica. (MAYET 19,..5, ta\'. XVI, n. 129\ Pag. 305.
3. Tipo 2/333. Ibiza. (JviAYET 1975, ta\'. Vlll, n. 64). Pag. 305.
4. Tipo 2,'227. Cosa. (MARABIKI 1973, ("" "'. 20, n. 200). Pag. 305.
Tipo 2/249. Cosa. (l\-1.ARABINI 1973, forma XT'L). Pag. 306.

6. Tipo 2/2]9- Lisbona. (NLA.YET 1975, ta\', XX\.!III, n . 2I 8). Pag. 306.
.., Tipo 2/240. JVl.aiorca. (MAYET 1975, rnv. XXIX, n. :.22). Pag. 306.
8. Tipo 2·250. Cosa. (1\1ARABI1\'I 1973, forma Pag. 306.
9. Tipo 2 . 251. Mahòn. (.M.AYET 1975, tav. XXIX, n. 227). Pag. 30~.
IO. Tipo 2/295. Centri Vesuviani. A-iuseo Nazionale ài Napoli, lviagazzini. Pag. 3c7.
:r 1. Tipo 2i262. 1vfaiorca. (M.AYET 1975, taV. XXVIII, n. Pag. 307.
I2. Tipo 2/263. Cosa. ( 1\.1.ARABINI 1973, tav. 49, n. 458). Pag. 307.
TAVOLA XCVII!

4 6

10 12

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CERAMICA A PARETI SOTTILI

TAV. XCIX:

r. Tipo 2/308. Luni. (CAVALIERI MANASSE 1975, tav. 59, n. 14). Pag. 308.
2. Tipo 2/265. Cosa. (MARABINT 1973, tav. 31, n. 28r). Pag. 308.
3. Tipo 2/319. Nimcga. (GREENE 1979) fig. 25) n. 16). Pag. 308.
4. Tipo 2/334. Belo. (l\AAYET 1 975, tav. XLI, n. 346·:ì. Pag. 308.
,. Tipo 2/266. Barcellona. XLII, n. 348). Pag. 309,
(_A/iAYET 19"5, tav.

6. Tipo 2/26-;. Maiorca. (MAYET 1975, taY. XLIII, n. Pag. 309.


o Tipo 2/268. Belo. 19"1'5, tav. XLIV, n. 3671. Pag. 309.
8. Tipo 2/ JII. Mérida. (NUYET 1975, taY, LXVIII, n. 564). Pag. 309.
9. Tipo 2/.1.16. Cosa. ( lVLARABINI 1973, forma XLIII). Pag. 309.
IO. Tipo 2/270. Cos2. (M.A.RABIN~ 1973~ taY. 43, n. 397)- Pag. 3rn.
l I. Ti:po 2 271. Belo. r'.J\1.AYET 1975, taV. LII, n. 442). Pag. 310.
1

12. Tipo 2/272. Ampurias. (MAYET 1975~ tav. XLVI, Il. 385). Pag. 310,

13. Tipo 2/273. Penisola Iberìca. (Jv\.AYET 1975~ tav. LXXX, forma XXXVII). Pag. 310.
14. Tipo 2/274. Cos2. ( lviARABINI I9""3, ta\'. 42, n. g35). Paf. 31 I.
TAVOLA XCIX

2 3

5 6

8 11

10

12 13 14
CERAMICA A PARETI SOTTILI

TAV. C:

r. Tipo 2/338. Orvieto. (HAYES 1976, fig. 9, n. 142). Pag. 31r.


2. Tipo 2/253. Ampurias. (1v1AYET 1975, tav. XX, n. 147). Pag. 311.
3. Tipo 2/254.. Ibiza. (lv1AYET 1975, tav. xx, n. r49), Pag. 3r1.
Tipo 2/2_-:5. .i\1.aiorcu.. (JviAYET 19751 ta\'. XXI, n. 159). Pag. 312.

5. Tipo Ibiza. (Jvl.A.YET 19-5, ta\'. XXVIH, n. 214). Pag. 312.
é. Tipo 2/258. Ibiza. (M..ti.YET 1975, Ia\". XXVIII, n. 215). Pag. 312.
;• 2_130_"'. Pompei. lvi.useo Nazionale di Napoli, Jviagazzini. Pag. 312.

8. Tipo 2/428. Pompei. ;\luseo Nazìonale di Kapoii, Jvb.gazzini.. Pag. 312.

9. Tipo 2/264. Cosa. (AiARABINI I 9'73, forma LXVII). Pag. 3Pi-

IO.
1
Tipo 2 243- Cosa. (lVÌARABIKI 19":'J, forma Pag. 313-
IL Tipo 2-'282. l'sk. (GREENE 1979, fig. 12.3). Pa;. 313.
1:::.. Ttj;o 2i280. lbiza.. (M.AYET 1 975, taY. XXV1, n. 199). Pag. 3r3.
13. Tipo 2/281. Ibiza. (MAYE 197'5> taV. XXVI, n. 198). Pag. 313.
TAVOLA C

2 3

4 5 6

8 9 10

11 i2 13
CERAMICA A PARETI SOTTILI

TAV, Cl:

I. Decorazione 43. Porto Recanati. (MERCANDO 1971, p. 414; tomba XIX, fìg. 15). Pag. 313.
2. Decorazione 40. Cosa. (MARABINI 1973, tav. 8, n. 86). Pag. 314.
'.l. Decorazione 39. Magdalensberg. (SCHINDLER KAt.'DELKA 1975, tav. 3, forma 7a). Pag. 314.
4. Decorazione 96. i\/iagdalensbcrg. (ScHlNDLER KAUDELKA 1975 1 taY. 26, forma 124 e). Pag. 314.
5. Decorazione 59. Cosa. (MARABIN; 1973, ta,·. 17, n. I'76'). Pag. 314.
6. Decorazione 7. Asta Regia. (MAYET I9""5, raY. XXVII, p. 203). Pag. 314.
- Decorazione 216. Cavaillon. (Dl.'MOCLIN 1965, fig. 22 e). Pag. 314.
S. Decorazione ./, Ibiza. (.i\1.AYET 1 975, taY . XV!ll, n. I )6). Pag. 314-
9, Decorazione 6. Ibiza. (MAYET 1975, tav. XXI, n. I 6 ! ). Pag. 315.
IO. Decorazione R. fbiza. (MAYET 1975, ta\'. XVIII, Il, r 35). Pag. 3 r5.
IL Decorazione 9, Mah6n. (fviAYET 1 975, taV. XXIX, n. 127). Pag. 3r 5•
12. Decorazione r3. lbiza. (MAYET 1975, ta\', XXI, n. 163). Pag. ?,15.
13. Decorazione 61. Ibiza. (Jvì.AYET 1975, ta\·. XXI, n. 158). Pag. 315,
q, Decorazione 21. Ornavasi;o. (GRAUE 1974, la\'. 6,5). Pag. 3r5.
15. Decorazione 60. Cosa. (Ni.ARABINI I973, tav. 17, n, Pag. 316,
16. Decorazione Y7- Jvi.agdalensberg. (ScHINDLER KAVDELKA 1975) tav. - forma 31). Pag. 316.
17. Decorazione I2I. Tarragona. (MAYET 1975, tav. XXIV, n. 183). Pag. 316.
TAVOLA CI

3 4

5 7 8

/'.
6

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15 16
CERAMICA A PARETI SOTTILI

TAV. CII:

I. Decorazione 5. Haut Alenteio. (MAYET 1975, tav. LXXI, n. 595). Pag. 316.
2. Decorazione 5 a. Magdalensberg. (ScHINDLER K..AUDELKA 1975, tav. 19, forma 97 i). Pag. 316.
3, Decorazione 5 c. .Vl..agdalensbcrg. (Scm~DLER KAuDELKA 1975, tav. 17, forma 84 r). Pag. 316.
4. Decorazione 5 m. Cosa. (lvlARABINI 1973, tav. 49, n. 460). Pag. 316.
5. Decorazione 5 b. Nrngdalensberg. (SCHIKDLER Kl'>l!DELKA 19':5, ta":. 19, forma 97 b). Pa;. 317,
6. Decorazione 5 f. Jv\agdalcnsberg. (ScI--HNDLER KADDELKA 19...,.5, rns, 17, forma S+ b). Pag. 311.
7. Decorazione 5 g. Magdalcnsbcrg. (ScHINDLER KAl.'DELKA 1975, tav. 20, forma 1c2 f). Pag. 317.
8. Decorazione 5 c. Cosa. (lvi.ARA.BINI 1973 1 tav. 32, n. 291). Pag. 31 :--
9. Decorazìonc 5 r, .h-1.agd.alcnsbcrg. (ScHINDLEll I(At:nELKA 1975, ta\-. :n forma 6 a). Pag. 317.
IO. Decorazione 5 o. Belo. (?viAYET I9'75i mv. XLI, n. 342). Pag. ::;~"."
11. Decorazi'one 5 p. 1Vlériàa. (lvlAì'ET r975, tav. LXV, n. 539:,. Pag.
r::. Decorazùme 5 q. Siviglia. (JviAYET 1975, tav. LXXVI., n. 645). Pag. 318.
13. Dcc(rraz1:one 5 l. PoHcmia. (]viAYET 1975, tav. XXX, n. ::39). Pag. 318.
14. Decora:::ionc 5 t. Cìrencesrer. (GREE>ff 1979, fig. 6.10). Pag.
15. Decorazione 5 h. Cosa. (l'v1ARAB11'I 1973 1 rav. 31, n. 284). Pag. 318.
r6. Decorazione. 5 n. Belo. (MAYET 1975, tav. XLI, n. 347). Pag:. 318.
17. Decorazione 36. Nirnega. (STUART 1962, p. 65 1 fig. 2.6\ Pag. 318.
18. Decorazione 36. Ibiza. (Jvì..AYET 1975) ta\·. XI, n.
19. Decorazione 11. Alg:arve. (lvi.AYET 1975, rnv. XLVII, n. 398). Pag. 319.
Decorazione 63. Ibiza. (MAYET 1975, tav. XXXVIII, n. 307). Pag.
TAVOLA CII

3 4
2

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6 7 8

10 11 12
9

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15 16
13 14

18 19 20
17
CERAMICA A PARETI SOTTILI

TAV. CIII:

I. Decorazione 70. Vindonissa. (GREENE 1979, fig. 5, 2. l ). Pag. 320.

2. Decorazione 15. Vindonissa. (GREENE 1979, fig. 5,2.2). Pag. 320.

3. Decorazione 72. Usk. (GREENE 1979, fig. rr.7). Pag. 320.

4. Dccora:::ùme 18. Csk. (GREENE 1979, fig. 11 Pag:. 321.


5. Decorazirmt III. Colchester. (GREENE 1979) fig. 21.1). Pa.;. 321.
6. Decorazione 228. Richborough. (GREEKE 1979, 21.3). Pag. 3.:r.
-:- Decorazione 40_-. Dorchester. (GREENE I979i fig. 2L2). Pag. 321.
8. Decorazione 408. Beja. 1:MAYET 1975, taY. LXXVIIi n. 657). Pag. 321.
9. Dewrazione 146. Ampurias. (!ViAYET 1975) ta\·. LXXVII) r.., 655). Pag. 32:::.
io. Decorazione 152. Coìchester. (Hl't:. 1963, fi,;-. 52.6). Pag. 32r.
TAVOLA CIII

3 4
2

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1G
CERAMICA A PARETI SOTTILI

TAV. CIV:

I. Decorazione 153. Niederbiber. (GosE 1950, tav. r3, n. 197). Pag. 321.
2. Decorazione 135. Belo. (.M.AYET 1975, tav. XLIX, n. 412). Pag. 321.
3-6.Dccora::::ùmc 41 Pompei . .lvluseo Nazionale di Napoli, lviagazzini. Pag. 32-r.
7. Dccoraziom: 163. Aquileia. Jviuseo Archeologico. lvi.agazzini. Pag. :::22.

8. Dewrazùmc 92. A1agdalensberg. (SCHIKDLER lZAunELKA 1975, taY. 26, forma 120\ Pag. 32::-..
9. Decora::::ionE 12. Belo. (A1.AYET 19'.'5, tav. XLII, n. 356). Pag. 322.
IO. Decorazione 220. Londra. i':GREEl>JE 19'79, fig. 31.1). Pag. 322.
r r. Decora::::ionc 48. Barcellona. (M.AYET 19,....5, ta\·. XLII, n. 349). Pag. 32.:..
12. Dccorazùmc 82. 1v1agdalensberg. (SCHINDLER K.ALDELKA 1975 1 tav. 16, forma 80 r). Pag. 322.

13. Decorazione ::;2. Atene. 1)lomNsm.; 1959, F 24i tav. Pag. 3::-3.
14. Decoraziont 47. Haltern. -:LoESCHCKE 1909, tipo 23i taY. XXI, Pag. 323.
TAVOLA CIV

3 4

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5 6

7 2 9 10

11 ,2 13 14
CERAMICA A PARETI SOTTìLI

TAV. CV:

I. Decorazione 31. Biancavilla. (PELAGATTI 1970, p. 480, fig. 61 a). Pag. 323.
2. Decorazione 123. Ibìza. (MAYET 1975, tav. XXVI, n. 199). Pag. 323.
3. Decor<1:zione 29. Cosa. (A1.ARABINI 1973, tav. 2_, n. 12). Pag. 32.3.
4. Decora::sionc 1. lbiza. (.l\1AYET 1975, taY. I, n. 5). Pag. 323.
5. Decorazione 23. M.agdalensberg. ,-:ScHINDLER KAFDEL.KA 1975, tav. 5, forma 20 b'. Pag. 323.
6. Decorazione 28. Cosa. (J\1ARABINI 1973) ta•:. I) n.
Decorazione 25. A1agdalensberg. (SCHINDLER KAUDELKA 1975, ra,·. 15, forma '7'7 ai. Pag. 32+
8. Decora.:::ùm,: 219. Belo. (MAYET 1975, tav. XLII 1 n. 352;. Pag. 324.
9. Decorazione 26. Torino. (GREEN"E 1979 1 fig.
IC. Decorazione 35. Magdalensberg. ,:ScHINDLER KAl'.DELF:..f. 1975, ta\·. 26 1 forma 123 b'i. Pag. 324.
11. Dccarazùmc II2. Ecija. (JViAYET 1975) tav. LVI) n. 463). Pag. 32.;.
12. Decorazione 22-:. Cosa. (JViARAEINI 1973, tav. 41, n. 382). Pag. 32+.
r_::;. Decorazione 42. Carmona. (lviA:.'ET 1975, rav. LVI 1 n. 462). Pag. 3::4.
14. Dccora:.::ione 124. Cndic~. (lvlAYET 1975, tav. XLIII 1 n. 361). Pag. 3:4.
1 5.Decorazione -14. l:.ramcnta. (1\1.AYET 1 975, tav. LXIX, Il. Pag. 324.
16. Decorazione s6. Arnmenta. (MAYET 19751 tav. XLIV, n. 368). Pa_ç. 3 2 5,
,,., Dccora::àone 4ç. Roma. (McFADDEN 1946 1 rav. XLIX,
TAVOLA CV

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15 16 17
CERAMICA A PARETI SOTTILI

TAV. CVI:

I. Decorazione 49. Mogador. (JODIN 1967, tav. XLI). Pag. 325.


2, Decorazione 19. Cosa. (.MARAEINI 1973, tav. 2, n. 57). Pag. 325.
3. Dccora:::ionc 53. Cosa. (J\-iARABINI I973i tav. 12, n, r=,5). Pag-. 325.
4. Decorazione 222, 'farragona. (J\{AYET 1975, ta\·. XVI, n. Pag. 325.
5- Decorazione 21j. Ampurias. (1\1.A.YET 1 975, rav. "\Y~)'
..:-...,{1..., n . 1.-1-7). Pag:. 325.
6. Decorazione 52. Ibiza. r)vÌAYLT 19':'5i tav. XVI, n. r24_1. Pag. 326.
- Decorazione 221. Barcello:12.. Pag. 326.
8. Decorazione 55. Ibizs. (AiAYET 19;5~ taY. X\:, n. 121). Pag. 326.
9. Decorazione 145. lvlériàa. (JviAYET 1975, taY. LXXYII_, n. 654;. P2g. 326.
10. Decorazione 78. Jviagdalcnsb~rg. (SCHIKDLER KAUìELKA 1975, ra1·. 16 1 forma So rr:.). Pag:. 326.
II. Decorazione 33. Ornavasso. (GRACE 1974, tav. 40.4). Pag. 326.
12. Decorazione r;. Belo. r975, nw. XLV, n. 374). Pag. 326.
13. Decorazione 5'f- Belo. (lvi.A YET 1975, tav. XLV, n. 380). Pag. 326.
q .. Decorazione 16. Magonzz. (GREENE 1979, fig. PJ.g. 3:26.
I 5. Decora:::;ionc 229. Riotinto. (.M.l,YE'I 1975, taY. XL\\ n. Pag. ..,..,_
r6. Decorazione 3. Cosa. (MARABINI 19".'3, tm:. -, n. Pag. J.:.,/.

I';. Decorazione 230. Pollentia. (VEGAS 1963 -64, p. 66, fig. II). Pag. 327.
TAVOLA CVI

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18
CERAMICA A PARETI SOTTILI

T.sv. CVI!:

I. Decorazione 218, Carmona. (BONSOR 1931, tav. XL). Pag. 327.


2. Decorazione 2. Maiorca. (MAYET 1975, tav. VI, n. 48). Pag. 328.
3. Decorazione r68. Cosa. (J•viARABINI 1973~ tav. 26, n. 250). Pag. 328.
4. Decorazione 24. Ca\·aìllon. (DUMOlJUN 1965 1 fig. :1 1ù Pag. 328.

5- Decorazione /,l, Pollemia. r:JvL1;.YET 1975, la\'. VI, n. ,.,


,))• Pag. 328.
6. Decorazione 8I. T2rragona. ( fviAYET 1rs, tav. V'. ' n . 47). Pag:. 32S.
- Decorazione 83. Barcellona. 1'.Jv'iAYET 1975, ta':. xm, n. I O I). Pag. 328.
s. Decorazione 84. Carmona. (MAYET 1975, rnY. XIIIi n. 107). Pag. 328.
9. Decorazùme 8-;. Ibiza. (NiAYET 1975, tav. XVIII, n. qo). Pag. 329.
IO. Decorazione 225. CUstulo. r)ViAYET 19;5, ra,.·_ XIII, n. 105). Pag. 329.
11. Decorazione 90. Ibiza. (,l\lAYET 1975'. ta\'. XVII) P... r32;. Pag. 329.
12. Decorazione 94. lbiza. 1:MAYET 1975 1 tav. XIII, n. 99). Pag. 329.
Dewm:::ùmc 10. Ampurias. (M.AYET 1975, tav. LVIII, n. 479), P::1g. 329.
14. Decorazione 99. Cos~r. )1'1ARABIXI 1973 1 tav. 46, n. 438 Pag. 329.
15. Decorazione 2::é. Nugdaiensbcrg. (SCHINDLER KAt::DELKA 1975, mv. 4, forma 13 b). Pag. 329.
16. Decorazione 98. Cosa. (IvlARAEINI 1973, ta\'. 45, n. 3"15). Pag. 329.
17. Deco;,azione 159, NìmegJ.. (GREENE I979i fig. 6,4.I). Pag. 329.
TAVOLA CVII

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14 15
CERAMICA A PARETI SOTTILI

TAV. CVIII:

L Decorazione r25. l\tiagonza. (GREENE 1979, fig. 24.6). Pag. 330.


2. Decorazione 50. Mainz V(riesenau. (GREENE 1979, fig. 24.1). Pag. 330.

3. Decorazione 46. .i\1.aiorca. (JViAYET 1975, tav. VI, n. 50\ Pag . 030.

4. Decorazione 126. Estepa. (J\1AYET 19..,.5, tav. XIII, n. roS). Pag. 330.
5. Decorazione 104. "Usk. (GREENE r979, fig. 11.3). Pag. 330.
6. Decorazione 14. Jviagàalensberg. (SCHINDLER KAt:DELKA 1975, taY. 23, forma 117b). Pag. 330.
- Decorazione 334. Carmona. (]viAYET I9'75, tav. XLVI, n. 3S4). 330.
8. Decorazione 336. La Graufesenque. (GREENE 1979, fig. 2I. Pag. 330.
9. Decorazione 91. .lviagdalensberg. (SCHINDLER KACDELKA 1975, tav. 20, forma ro3 e). Pag. 331.
IO. Decorazione ]37- l\fagdalensbcrg. (SCHIKDLER KAL'DELKA 1975) tm·. 25, forma I I 8 b ). Pag. 331.

IL Decora:::ìone 338. M.agdalensberg. (SCHINDLER KAUDELKA 1975, ta'i'. 29, forma 140 b). Pag. 33r.
12. Decorazìone 339. Nimega. (GREENE 1979, fig. 25.13). Pag. 331.
13. Decorazione 233, Aquiieìa. Iviuseo Archeoìogico di Aquilcir., lvi.agazzini. Pag. 33r.
14. Decorazione 9j'. Magdalensberg:. (SCHINDLER KAUDELKA r975, taY. 26, forma :21). Pag. 33r.

r5. Decorazione 340. Aquileia. 1\iiuseo Archeologico di Aquileia, ;\-i.agazzini. Pag. 331.
r6. Decorazione 198. Russi. (BERGAM.INI 1973, tav. X, n. 86). Pag. 331.
17. Decorazione 342. Cordova. (lviAYET 1975, ta'i'. XLVI, n. 392). Pag. 332.
18. Decorazìonc 343. Vichy. (GREENE 1979, fig-. 18.r). Pag. 332.
TAVOLA CVIII

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CERAMICA A PARETI SOTTILI

TAV. CIX:

I. Decorazione 105. Cirencester. (GREENE 1979, fig. 6.6). Pag. 332.


2. Decorazione 107. Vindonissa. (GREENE 1 979, fig. 6, n. 7). Pag. 332,
3. Decorazione 22-!-, Lione. (GREENE 1 979, fig. , n. 14). Pag. "'
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Decorazione IO(), Vindoniss8.. (GREENE 1 979, fig. 6, 11. 8 J. Pag. 332.


5. Decorazione 34.;.. Usk. (GREENE 1979_, fig. Il
,.,...,..,
Pag. ::,:---·
6. Decorazione 345. Usk. (GREENE 1979, fine 1:: ..:/: Pag. 332.
7 Decm·azione 108. Vindonissa. ':GREENE 1979, fig. 6.9ì. Pag. 333.
8. Decorazione 346. Topsham. (GREENE 1979, fig. r7.4). Pag. :-
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9- Decorazione IIO. Londra. ( GREEKE 1979, fi(~


e· 17. I). Pag. ::u::,-

IO. Decorazione 3-18. Conimbriga. (A1.AYET I9'..,j, taY. XLV, n. 378). Pag.
I r. Decorazione 103. Pollentia. (lviAYET 1975, rn\·. XXIX) n. 220:.:. Pag. 333.
12. Decorazione 6,:. Cosa. (MARABINI I973., ta\'. 38, n. 347). Pag. 333.
13. Decorazione 410. Iblza. (JviAYET 1975, taY. XXIX 1 n. Pag.
14. Decor.z:::ionc II3. Cosa. (.l\1ARABrNI 1973) [a\", 37, n. 339). Pag. 333.
15. Decorazione _151. Cosa. (MARABINI 1 973, rav. 38, n. 345). Pag. 334.
r6. Decorazione 350. Ibìza. (MAYET 1975, tav. XXVIII, n. 214). Pag. "" JJ"t•

17. Decorazione 35 2 • Ivfaiorca. (MAYET 1975, tav. XXIX, Il. 23oì. Pa.;. 334.
18. Decorazione 86. lv'.i.agciaiensberg. (ScHINDLER KArDELKA r975 1 forma 102 e\ Pag. 334.
19. Decorazione 353. Ibiza. (!ViAYET 1975) tav. XXVIIl n . .:1

20. Decorazione IJ9, Belo. (MAYET 1975, mv. LI\\ n. 44-;-\ 334.
TAVOLA CIX

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CERAMICA A PARETI SOTTILI

TAV, CX:

L Decorazione 69, Cosa, (MARAB!NI 1973, tav. 23, n, 224), Pag. 335,
2, Decorazione r43, Asta Regia. (MAYET 1975, tav. LVI, n, 460), Pag, 335,

3, Decora::rione 354, Jviagdalensberg. (SCHINDLER KAUDELKA 1975, tav. 2c, forma 102 b). Pag. 335,

4. Decorazione 355. Afagàalensberg. (SCHINDLER KAlmELKA I"~-; ';)/_., ta\". 20, forma 102 è). Pag. 335.

!viagdalensberg. (SCHINDLER KAt.:DELKA. r975, ta\·. 26, forma Paf. 335.


' Decora::::ionc 356, 123

6, Decora::.ionc 357. Magdalensbcrg. (SCHINDLER KAVDELF:.A 1975, tav. r6, forma 80 k). Pag. 33,,
7, Decorazione 358. Ibiza. (J\1:J,YH 1975, un:. XXIX, n, 229). Pag. 335.
S. Decorazione 359. Conimbriga. (1\1AYET 1976) ta\". VIII 1 n. Pag. 335.

9- Decorazione 360. Vindonissa. (GREENE 1979~ fig. ' - tipo I 6). Pag. 335.
;';)) n. 338). Pag. 336.
IO. Decorazione 362. Cosa. (.Ì\1.AR.A,BINI 19731 t3\', "'

I I. Decorazione 363. Pollemìa. (MArTL 1975, ta\'. XXXII, n. 251). Pag. 336,
12. Decorazione n9. Nimega. (GREENE 1979, fig. 25.15). Pag. 336.
13. Decorazione 364. Neuss. (FILTZINGER 1972, ta\'. 42,6). Pag. 336.
14. Decorazione 366. lV'i..agdalensberg. (SCHINDLER KAUDELKA 1975, taY. 20, forma 102 L Pag.
15. Decorazione 368. Iviagdalensberg. (SCHIKDLER K.AUDELKA I9751 mv. r6, forma Sol). Pag. 336.
16, Decorazione 367, Cesarea. (HAYES 1976, frg, 9.1147). Pag. 336.

17, Decorazione 369. Magonza. (GREENE 1979, fig, 24.8). Pag. 337.
18. Decorazione J.JU. Coss. ( M.AP-A.BINI 1973, mv. 40, "· 366). Fag. "
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19. Decorazione II6. Cosa. (M.ARABINI 1973) taY. 40, n. 367). Pag. J:) i•
20. Decorazione 382. Neuss. (FILTZINGER 1972: tav. 42.Sì. Pag. Jj/•
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18 19
CERAMICA A PARE TI SOTTILI

TAV. CXI:

I. Decora:::ione 371. Emona. (PETRF 197~, tav. 68, tomba VI, n. 26), Pag. 337 .
.,,. Decorazione 372. Osuna. (JviAYET 19-;-5, tav. LIII, n. 444). Pag. 337.
1- Dccoraziow 373. Osuna. (MAYET I975i tav. LIV, n. 449). Pag. 337·
4. Decorazione 37.;. Osun<1. (Jvi.AYET 1975, tav. LV, n. 455). Pat. 337.
5. Decorazione 133. Carmona. OviAYET 1975, tav. XLIX, n. 409 ,. Pa;. 338.
6. Decorazione 376. Osum:. '.lvlAYET 1975) rnx. XXVIII, n. 216). Pag. 338.
""! Decorazione 7-!-- Conimbrìga. (JviAYET 1976 1 taY. VI 1 n. 49). Pag. 338.
8. Decorazione 378. Ibìza. (MAYET 1975, ta\'. XXVI) n. 197). Pag. 338.
9. Decora:::ionc 379. Richborough. (GREENE 1979, fig. 31
IO. Decorazùme 214. Jvlagò.alensberg. (SCHINDLER KAt.:DELKA 1915, taY. 26, forma i:3 e). Pag. 338.,
I I. Decorazione 150. Emona. (PETRl' 1972, tav. XXXV, romba 495, n. 21). Pag. 339.
12. Decorazione 580. lviérida. (.i'VÌ..AYET 1975) taY. LXIX, L Pag.-. 339.
13. Decorazi'one )81. lviag:dalensberg. (SCHINDLER KAUDELKA 19'75, taì'. r6, forma 80 Pag. 339.
14. Decorazione 383. IV1agdalensberg. (SCHINDLER KAL'DELKA 1975, ta\'. 20> forma 102 m':,. Pag. 339.
r5. Decorazione 76. 1\:lagdalensberg. (SCHINDLER J.::_Al'DELKA 19/5, tav. r6, forma 80 Fa;. 339.
16. Decorazione 11
. Jviagdalensberg. (ScmNDLER KAl:'DELKA 1975, tav. 16, forma So b). Pag. 339.
I/. Decorazione 136. Belo. (}v'i.AYET 1975, tav. XLIX, n. 4rr). Pag. 339.
TAVOLA CXI

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CERAMICA A PARETI SOTTILI

TAv. CXII.

I. Decorazione 137, Belo. (MAYET 1975, tav. L, n. 416). Pag. 339.


Decorazione 385. Faro. (JviAYET 1975, tav. L, n. 413). Pag. 340.
3. Decora2ionc 186. Belo ( ?:1. ( I\-1.A YET 19-:-'5, tav. LV, n. 454\ Pag-. 340.
4. Decorazione I 58. Colchesrer. (Hl1LL 1963) fig. IO/, forma 39r e). Pag. 340.
5. Decora:::ione 387. Conimbriga. ';:\1J,YET 1975, la\'. LXIX, n. 58 I). Pag. 340.
6. Decorazione J88. Ibiza. (1'-1AYET 19'.'75, tav. LII, n. 430\ Pag. 340.
,. Decorazione 389. Belo. /l,iAYET 1915, tav. LIIi n. 432). Pag. 340.
8. Decorazione 390. Ihiza. (MAYET 1975, rav. LlII, n. 438). Pag. 340.
r
9. Decorazione 21 J. '-'armona. (MAYET 1975, tav. LIII, n. 440). Pag. 340.

10. Decora:::ùme 212. Barceilona. (JVÌAYET 1975, rnv. LI, n. .p4). Pag. 340.
I 1. Decorazione 165. Carmona. (BONSOR 1931, rnv. XLI). Pag. 340.
I2. Decorazione 391. Belo. (M. AYET ;975, ta\'. LIII, n. Pag. 340.
I 3. Decorazione 392. Carmona. (JviAYET 1975, tav. L, 11. 418), Pag. 340.
14. Decora:::ione 134. Carmona. (M.AYET 1975, tav. XLIX, n. 410). Pag. 34o.
I 5. Decorazione 141. Belo. (MAYET 1 975, tav. ~:LVI, n. 386). Pag. 341.
16. Decorazione 393. Beio. (M. AYET 1975, ta\". XLVI, n. 389). Pag. 341.
TAVOLA CXII

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13
CERA1v1ICA A PARETI SOTTILI

TAV. CXIII:

I. Decorazione 132. Belo. (MAYET r975, tav. XLVI, n. 391). Pag. 341.
-· Decorazione 394. J\1.agdalensbcrg. (SCHINDLER KAUDELKA 1975, tav. 20, forma 102 e). Pag. 341
3. Decorazioni' 397- Centri Vesuviani. (CARANm:-.rr 197'7, tav. XIII, 44ì. Pag. 341.
4. Decorazione 65 . .i\faiorca. (!ViAYET 1975, rav. XXIX, n. 226). Pag. 341.
5. Decorazione 2II. Tavira (?). (Ni.AYET 1975, tav. LV, n. 457). Pag. 341.
6. Decorazione 88. Iviagdaìensberg. (SCHINDLER KACDELKA 1975, tav. 2(\ forma 1c2

,.., Decorazione 398. Jviaìorca. (]Vl..AYET 1975, taY. XXXII) n. 248'i. Pag. 342.
8. Decoraziont 399. J\1aiorca. (1\1.AYET 1975, ra,:. XXVIII, n. 211t Pag. 34::.
9. Dewrazione 80. Mngdalensberg. (SCHINDLER KAUDELKA 1975, rn::. 16. forma So o). Pag. 34-::.
10. Decorazione 401. Kcuss. (FILTZINGER 1972) tav. 42.13:1. P2g. 342.
IL Decorazione 144. ?viérida. (JviAYET 1975) ta\'. LXX\t, n. 639). Pag;. 342.
12. Decorazione n-;. Cosa. (lviARABINI 1973) mv. 41, n. 380). Pag. 342.
13. Decorazione 404. Emana. (PETRU 1972, tav. XLI) tomba 635, n. Pag.
1.4. Decorazione 1-:p. Belo, (l'v1AYET 1975, ta\'. LVI, E. 466). Pag. 342.
15. Decorazione 149. Torì~10. (GREEt-<E 1979) fig. 33,4). Pag. 343·
16. Decornzionc 164. Aquileia. Ivi.useo Archeologico di Aquileia, M.agazzini. Pag. 343.
Decorazùme 162. Emona. 'PETRlJ 1972, r.omba 481, tav. XXX, n. 26':. Pag:.
18. Decorazione 209. Ibiz2. UviAYET I975, t2 1: . VIII, n. 6-::,'1 Fag.
J.9. Decorazione 406. Ibizr:. r}v1AYET r975 1 ta\'. XVI, n. Pag. 343.
2c. Det.:m·a:.,ionc 122. Pollentia. :'M.AYET 1975, ID.\', XX\\ r:.. 188). Pag. 343.
TAVOLA CXIII

2 3 4

5 6 8

-..... ___ ,
_)-' _,
__ ---

9 10 11 12

\
13 14 15 16

17 18 i8 20
CERAMICA A PARETI SOTTILI

TAV. CXIV:

1,2. Napoli, Museo Nazionale, Magazzini. Esemplari di probabile produzione campana riferibili al tipo I/III.
Pag. 34 7 ·
3· Napoli, lviuseo Nazionale, Magazzini. Esemplare di probabile produzione campana riferibile al tipo I /2ti
Pag. 34"·
4,,s. Napoli) Museo Nazionale_, M.agazzini. Esemplari di probabile produzione campana riferibili al tipo J 'I I t.
Pag. 347·
6. Napoli 1 Museo Nazionale. Jv'iagazzini. Esemplare miniaturistico, di probabile produzione campana, riferibile::
al tipo 1-23. Pag. 347-
;-rr. Napoli, Museo Nazionale. ,Vi.agazzini. Esepmlari di probabile produzione campana. Pag. 347.
TAVOLA CXIV

4 6

10
TERRA SIGILLATA ITALICA

TAV. CXV:

r. Forma I. Varietà 1. Bolsena. (GOUDINEAU, p. 81, A-3-1). Pag. 380.


2. Forma I. Varietà 2. Bolsena. (GOUDINEAU, p. 123, B-2C-1). Pag. 380.
3. Forma I. Varietà J. Roma. (Archeoclub Ardeatino-Laurenrino, tav. I,6), Pag. 380.
4. Forma II. Elche. (RAMOS FOLQUÉS, pp. 22-3, fig. 27 a pag. 29). Pag. 380.
5. Forma III. Varierà I. Relitto del Pianier. (TCHERNrA, fig. r2}r). Pag. 380.
6. Forma III. Varietà 2. Bolsena. (GOUDINEAt:, p. 124, B-2C-22). Pag. 380.
--r Forma III. Varietà 3. Magdalensberg. (SCHINDLER-SCHEFFENEGGER, tav. 9,20). Pag. 380.
8. Ponna III. Varierà 4. Basilea. (FELLMANN, p. 84, rav. 1,2 ). Pag. 380.
9. Forma III. Varierei 5. Ruscino. (FICHES-GENTY, p. 282, fìg. 6,2). Pag. 380.
re. Forma III. Varierà 6, Roma. (Archeodub Ardearino-Laurentino> tav. r,2). Pag. 380.
rr. Forma III. Varierà 7. Pollenza. (MOSCA, p. 344, fig. 6,3). Pag. 380.
I2. Forma IV, Bolsena. (Got:DINEA'C', p. 161, B-2B-·I). Pag. 381.
r3. Forma V. Bolsena. (GOUD!NEAU, p. III, B-3"~43). Pag. 38r.
TAVOLA CXV

L
3

6 7

8 9

10

12 13
TERRA SIGILLATA !T.",LICA

TAV. CXVI:

I. Forma VI. Varierà I. Magdaicnshc:r;. (SCHIJ\.:l)LER-SC:JfEFFENEGGER, tav. I I ,6), Pag. 381.


2. Forma VI. Vanacì - Alagdalcnshcrg. rscm:--.1n1. ER SCHEFFE:'-i:EGCtER, uv. I I ,8). Pag. 381.

>· Forma VI. l 'aricr,ì .


J· Ohernden. iLOESCHCKE 1 9·F, taY. 2 I Ì. P•"HT
'·e-·
:
e· Formc1 I'/. l ',1rz'ncl ..f.. Haltern. (LOESC!-ICKE 1909, ta\·. ,, 4 bi
,V Pag. 38].

6. Forma T'i. T'aricrci 6. Haltern. LOESCHCKE 1çì09, tav. X, 4 a'-;. Pa,ç:. 41-il.

~ Formc1 VI. Faricrcl !<. /1.fagdalensherg. SCI-ril',;DLER SCHEFFENEGGER, taY. ~-3,l.f. Pag. 381.
9. Forma VI. i 'anc'tà 9. \'J..agdalenshcrg. (SCHINDLER SCHEFFEJ-.:EGC~ER, t<lv.
rn. Forma 1-·1. Vi.1r1Nà 10. Emom.. /Pcrnc, LOmba 783, mv. LT1. Pai;. 38:.

12. Form(1 f'l. r·uricrJ 12. !\:apoii, 1\'luseo Nazionale, n. im·. 267791. :Da Pompei·,. Pag. 38r.
13. Form1..z !'f. FciriuJ 13. Sirmium, BRt.:K~ER, p. 5-i ta\'. 3)1\ Pa;. ~81.
Oberadcn. Pag.
TAVOLA CXVI

3 4

10

71 12

13 14
TERRA SIGILLATA ITALICA

TAV, CXVII:

r. Forma VI. Varietà 15. Haltern. (LOESCHCKE 1909, tav. X}5 a). Pag. 38r.
2. Forma VII. Varietà I. Boisena. (GOUDINEAC, p. II3, tav. B-3-53). Pag. 382.

',, Forma VII. Varierà ' Magdalensberg. (SCHINDLER--SCHEFFENEGGER, tav. 2 a, I), Pag. 382,
4. Forma VII. Varierà 3, 1Viagdalensberg. ( SCHINDLER-SCHEFFENEGGER, ta\·. 2 b, 22). Pag. 382.
Forma VII. Varierà 4, Magdalensberg. (SCHINDLER--SCHEFFENEGGER, taY. 4,4). P"a
"e· 382,
6, Forme VII. Varierà 5, Bolsena. (Gm.JDINEAl\ p, 115, B-3--57). Pag. 38.z.
7, Forma VII, Varietà 6, /viagdalensberg. (SCHINDLER-SCHEFFENEGGER, tav. 2I ,I). Pag. 382,
8, Forma VII. Varierà 7, Luni. (Luni I, p. 309, tav. 62~2). Pag. 382,
9, Forma VII. Varietà 8. Sibari. (Sibari' 1969, p. 50, fig. 47,1 ). Pag. 382.
10, Forma VII, Varierà 9, Bolsena. (GOUDINEAU, p, 8I.1 A-3-rr). Pag. 382.
I I. Forma VII. Varierà IO, Neuss. (ETTLIN GER, p, 80, fig, 5). Pag. 382.
n. Forma VIII. Varietà I. .Magdaiensberg. (SCHINDLER-SCHEFFENEGGER, tav. 21,4). Pag:. 382.
TAVOLA CXVII

2 3

5 6

9 1C

11

12
TERRA SIGILL:\TA ITALIC:\

TAV. CXVIII:

1, Forma VIII. Vari,.'lii ~· ,\1hgd,ìlemberg. (SCI-HNDLER-SCHEFrENEGGER, tav. 22,6). Pai::. 3h2,

I-faìtc:rn. LOESCllCl,'.E 1909, p. 143, tig. 2,- ,. P:ig.

i2. Fm!ia IX. f\m>r.i (). Conimhriga. ((:orà111tinJ-.'cl n·; p. 2,S, la\·. \'II, ~-..,;, Pa~.
ì'.:. hin11;_1 IX. l\nin-1 J(;, Ordon::i. ,\.-\'-...;DERI!OE\'E0-' Jtì'76, r,. :::;5, 1.a,·. XLIX·, Pag. -::1,~

r5. Fom1<1 IX. i',ir;',r,: 1:. Narnli, ;\h1:-,cn Kazinnalc, rL irr:. ::e--.-:?- \))a. Pompei·: Pag. :;,s3.
16. Fomw IX. r',md,Ì I,J. M.ag:dalenshcrg. ScHn..:mu:n SCJ-fEFFE'ÌEt;c;n.:_ L:\· _".) 16;. l\1;. 3;-.;3.
TAVOLA CXVIII

s 9 10

11 i2

13

15 16
TERRA SIGILLATA ITALICA

TAv. CXIX:

I. Forma IX. Jlarictà 14 . .l\'iagdalensberg. (Sc:m~DLER-SCHEFFENEGGEll, tav. 58,4). Pag. 383.


.:... Forma IX. fl arierà 15 . Magdaiensberg. (ScHn:DLER-SCHEFFENEGGER, tav. 54114\ Pag. 383.
_,. Forma IX. Varierà 16. Magdalensberg. (SCHINDLER-SCHEFFENEGGER, tav. 54,rSA). Pag. 383.

4· Forma
V
,.,., Varierà "' Bolsena. (GotmINEAr, p. 162, B-2B'-2). Pag. 383.
5. Forma X. Varietà 2. Haltern. /Ci Arr ad 993). Pag. 383.
6. Forma ~-
V
·vanàà 3. Oberhausen. (ULBER7, ta\', 8,r ). Pag. 384.
,., Forma X. Varierà 4. Vindonissa. (TOMASEVIè 1970, p. 14, tav. r) 3). Pag. 384.
8. Forma X. Varierà 5. Oberhausen. (ULBERT, ta·;-. 7,2). Pag. 384.
9. Forma X. Variezà 6. Bolsena. (GOUDINEAU, p. 145_, B-2B-r). Pag. 384.
10. Forma X. T-'aricrà 7. Bolsena. (ANDREAU, p. 322~ tav. r5,69-178~5r). Pag. 384.
II. Forma X. Varierà 8. Sibari. (DADDI, p. 459, fig. 58r). Pag. 384.
12. Forma X. Varierà 9. Ordona. (VANDERHOEVEK 1976, p. 146, tav. LII, 2S4). Pag. 384.
TAVOLA CXIX

5 6

10

11

12
TERRA SIGILLATA ITALICA

TAV. CXX:

2. Forma X. Varierà I!, Jviagdalens berg. ( So-nNDLER-- ScHEFFENEGGER) tav. 4r}3). Pag. 384.
3. Forma X. Varietà 12. Magdalensberg. (SCHINDLER-SCHEFFE:-.'EGGER, tac; 44,5). Pag. 384.
V Varietà l3· Ordona. (VANDERHOE\'EN 1976, p. 148,
4. Forma "'. t2Y. LI!l,299). Pag. 384.
5- Forma X. Varierà •-f•
" Jviagdalensberg. (SCHINDLER· -SCHEFFE"S:EGGER, rnY. )/_,I: ). Pag:. 384.
V
6. Forma A, Varierà 15. Ordona. (\T ANDERHOEVEN 1976, p. I22, taY. XLV,134). Pag. 384.
- Forma X. Varierà Ié. J\1.agdalensberg. ( ScmNDLER--- SCHEFFENEGGER, ta\·. 41,1). Pag. 3S+
8. Fornh: V
A, Varietii 17. Luni. (Luni I, p. 134) rn,:. 63,19\ P·Hr
"-:::,· 384.

9. Fomw
,.
A, Vari"cuì 18. Iviagdaìens berg. ( SCHINDLEE---SC-!EFFEJ\'EGGER, ta·,. 56,5). Pag. 384.
10. Forma X. Van'e!à 19- Bolsen2, (GOUDINEAl:i p. 210, C--2B -93\ Pag. 38.;.
II. Forma X. Vanàa 20. Tarragona. (DEL AMO GUINOVART, p. 162) ta,:. V Pag. 384-
12. Forma X. Varierà 21. Ordona. (V AKDERHOEVEN 1976, p. 1281 r~"
o,. XLVII}r;4:. Pag. 384.

I 3. Forma X. Variezà -C,'.7


Conimbriga. (Conimbr-ipa IV, p. 32) taY. I Pag, 384.
14. Forma ),(, Varierà 23. l\.iagdaiensberg. (SCHINDLER · SCHEFFEKEGGER, ta,:. 55,rt1. Pag. 384.
TAVOLA CXX

3 4

8 9

10 12

13 14
,ERRA SIGILLATA ITALICA

rAv. CXXI:

1. Forrna X. Varietà 24. Conimbriga. (Conimbriga 1v·, p. 32, tav. X, r6r). Pag. 384.
2. Forma X. Varietà 2J. Luni. (Luni II, p. r24, tav. 94,7). Pug. 384.
l· Forma X. Varietà 26. Budrio. (BERGAMINI SIMO:KI, p. I5, ta'i'. vn~s). Pag. 384.
V
4. Fonna ./~. Varietà Antiochia. (COMFORT 1948, p. 68, tav. XII,12). Pz.g. 384.
5. Forma X. VanCtà 28. Ampurias. (ALM.AGRO, p. 64, fig. 26,2). Pag. 384.
6. Fonna X. Varierà 29. Emona. (PETRl\ p. 79) tomba 857, tav. LX). Paç. 385.
- Forma X. Vanàà 30. Luni. (Luni I, p. 3rr, mv. 65,15). P2g. 385.
s. Forma V
/2. Varierà 31. Budrio. (BERGAMINI SIMONI., p. 16, fig. VII,9). Pag. 385.
S- Fonna X. ì-'ari'crà 32. Sibari. (DADDI, p. 4-59., fi.g. 578). Pag. 385.
IO. Forma Varierà 33. Luni (Luni I, p. 3L.1, tav. 63,20~. Pag:. 385.
.1,.1., Forma ;. . Van'elà 34. Ciciliano. (BERJ:-.':I-BRIZIOJ p. 187, n. 5, ng. a p. 389). Fag. 385.
1:. Forma X. Varierà 35. Ampurias. (ALW,.AGRO, p. I rr, fig. roo,12). Pag. 385.
V
13. Forma ~";,.. Varierà 36. Neviodurn.1,.-n. (PETRU·-P!:'.TRC, p. 76, ta•;. XLI,n). Pa,;.
14. Forma XI. Varierà I. Roma. (Archeoclub Ardearino-Laurenrino, tav. I.-, 10). Pag. 385.
15. Forma XI. Va,·:Clà .?. Roma, Casa dei Grifi. (FELLMANN, tav. r,3). Paç. 385.
16. Forma Xl. Varierà 3. 1\.1.agdaìensberg. (SCHI1'DLER-SCHEFFENEGGER~ tav. 17~1:). Pag. 385.
TAVOLA CXXI

- --- )
3

10

12 i3

14 15 16
TERRA SIGILLATA ITALICA

TAV. CXXII:

I. Forma XI. Varietà 4. Magdalensberg. (SCHINDLER-SCHEFFENEGGER, tav. 18,6). Pag. 385.


2. Forma Xl. Varietà 5. lviagdalensberg. (SCHINDLER-SCHEFFENEGGER) tav. 3,r5). Pag. 385.
3. Forma XI. Varietà 6. Basilea. (FELLMANN, tav. 1,4). Pag. 385.
4. Formo XII. Varietà I. lV'i.agdalensberg. (SCHINDLER-·SCHEFFENEGGER, tav. r.7,1). Pag. 385.
5. Forma XII. Vanàà 2. Magdalensberg. (SCHINDLER-SCHEFFENEGGER, ta\·. r7,2;. Pag. 385.
6. Forma XII. Varierà 3. Conimbriga. (Conimbri/.;a IV, p. 20, tav. Ej 36). Pag. 385.
7. Forma XII. Varierà 4. Magdalensberg. (SC:HINDLER-SCHEFFENEGGER) tav. 17,4.). Pag. 386.
8. Forma XII. Varietà 5. l\fagdalensberg. (SCHINDLER-SCHEFFENEGGER: r:m:. I/ 1 ìO). Pag. 386.
9. Forma XII. Varierà 6. Gergovia. (lfarr, p. 293, fic,O' I ,I). Pag. 386.
IO. Forma XII. Varietà - lvlagdalensberg. (SCHINDLER~ScHEFFENEGGER, ta·v. 4J!). Pag. 386.

II. Forma XII. Varietà 8. Magàaìensberg. (SCHINDLER-SCHEFFENEGGER, tav. 5_~3). Pag. 386.
12. Forma XII. Varietà 9. Collez. Lebriìa. (LOPEZ RODRIGUEZ, p. 29, fig. 6, 57). Pag. 386.
r3. Forma XII. ·varierà IO. Luni. (Luni Il, p. 462, tav. 239~13). Pag. 386.
I4. Forma XII. Varierà II. Luni. (Luni II, p. 37 1 , ta·v. 188,7). Pag. 386.
15, Forma XII. Varierà I2. Luni. (Luni Il, p. 142, rav. 97,7). Pag. 386.
TAVOLA CXXII

4 5

9 10

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13

14 15
TERRA SIGILLATA ITALICA

TAv. CXXIII:

' Forma XII. Varieià I_]. Luni. (Luni I, p. 320, fig. 66,5). Pag. 386.
"· Forma XIII. Varierà I. Magdalensberg. (SCHINDLER-SCHEFFENEGGER, tav. 47,3). Pag. 386.
3. Forma Xl!!. Vàrierà -· Jv1.agdalensberg. (SCHIKDLER-· SCHEFFENEGGER, tav. 47,1). Pag. 386.
4. Forma XIII. Van'erà J. Magdalensberg. (SCHINDLER-SCHEFFENEGGER, tm:. 47,4). Pag. 386.

o- Forma XIII. Vanàò 4. Bolsena. ( Gm:DINEAl\ p . 169) B-2B'-38). Pag. 386.


6. Forma XIII. Varierà S· .Magdalensberg. (SCH!NDLER-SCHEFFENEGGER, tav. 47,5). Pag. 386.
7, Forma XIII. Varietà 6. Conimbriga. ( ConimbrZra IV, p. 38, tav. IV, "!"!")\
~--)· Pag. 386.
8. Forma XIII. Varietà 7. Bolsena. (GoUDINEAt·, p. 169, B-2B'-.. 37). Pag. 386.
9. Forma Xli'I. i,,rai-iàà 8. Roma. (Archeoclub Ardcarùw-Laurenrino, tav. IV,76). Pag. 386.
IO. Forma XIII. Varietà 9. Bolsena. (GOUDINEAL, p. 169, B-2B)-36), Pag. 386.
II. Forma XIII. Varierà IC. Bolsena. (GOUDINEAt:, p, :04, C-2B-··52;. Pag, 386.
r2, Forma XIII. Vai·ictà II. Bobena. (GOt.:DINEAV, p. 169, B-2B'---39). Pag. 386.
13, Forma XIV. Vaneià I. Ordona. (Ordona F, p. I4,I: tav. L, 254). Pag. 387.
14. Forma XIV. Vanelà 2. Luni. (Luni I, p. 765 1 fig. 209,ro). Pag. 387.
15. Forma XIV. Varietà :]. Ordona. (Ordona V, p. 140, rav. L, 252). Pag. 387.
16. Forma XIV. Varietà 4. Roma, Palatino. (CARETTONI a, p. 108, fig. 33, b). Pag. 387.
;:-; Forma .x;,·. Varietà 1. Roma. (FELLMANN, fig. r,r). Pag. 38c.
l 8. Forma XF. Varierà 2. Mariani. (MORACCHINI lviAZEL a, p. 38; fig, 84). Pag. 387.
TAVOLA CXXIII

4 6

8 9

10 11 12

:5

14

16 1S

ì7
TERRA SIGILLATA ITALICA

TAv. CXXIV:

r. Forma XV Varietà 3 . .l\fariana. (MORACCHINì-".M.AZEL a, p. 38, fig. 84). Pag. 387.


2. Forma XVI. Varierà I. Roma, Casa dei Grifi. (FELLMANN, tav. 2,1). Pag. 387.
3. Forma XVI. Varietà 2. Basilea. (fELLMANN) tav. 2,2). Pag. 387.
4· Forma XVI. Varietà l- Basilea. (FELLMAN~1 tav. 2,3), Pag. 387.
Forma XVI. Varierà 4. Jviagàalens berg. (SCHINDLER-SCfIEFFEh'J:GGER, tav. 18,14). Pag. 387.
6. Forma XVII. Magdaiensberg. (SCHINDLER-SCHEFFH-:"EGGER, tav. r8,r). Pag. 387.
7. Forma XVII!. Elche. (RAMOS FoLQU:ÉS, p. 22, fig. 26 a p. 29). Pag. 387.
8. Forma XIX. ·varie1à I. Bolsena. (GoUDINEAt\ p. II4_, B-3-66). Pag. 388.
9. Forma XIX. Varierà ::. Neuss. (ETTL!NGER b, p. 83,2). Pag. 388.
IO. Forma XIX. Varierd 3- Bolsena. (GOUDTNEAI.:, p. 230, 66/33). Fag, 388.
II. Ponna XIX. Varierà 4, Mariana.(PALLARÉS, p. 5, taV. XIII). Pag. 388.

I2. Forma XIX. Varietà 5- Mariana, (MORACCHIN! MAZEL a, p. 48, fig. ro4). Pag. 388,
13. Forma XIX. Varierà f. A1ariana. (MORACCHINI MAZEL a, p. 52, fig. 117). Pag. 388.
14. Forma XIX. l1 arieuì 1. Luni. (Luni II, pp. 135, I39, ta\'. 9(.20). Pag. 388.
15. Forma XIX. Varierà 8. Conimbriga. (Conimbriga IV, p. 38, tav. IX). Pag. 388.
16. Forma XIX. Varierà 9. Bolsena. (GoUDINEAD, p. 219, C-2A-2). Pag. 388.
I7. Forma XIX. Varietà 10. Mariana. (MORACCHINI-·MAZEL a, p. 52, fig. rr6). Pag. 388.
TAVOLA CXXIV

2 3

9 '10

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i2 14

13

15

16

TERRA SIGILLATA ITALICA

TAV. CXXV:

I. Forma XIX. Varietà II. }Vfariana. (PALLARÉs, tav. XIV, 1). Pag. 388.
o Ponna XIX. Varietà 1 :::. Bolsena. (ANDREAU, p. 334, tav. rS, 69-..·159--.:2). Pag. 38ò.
3. Ponna XIX. Varietà IJ. Napoli, Jvluseo Nazionale, n. inv. 16435. (Da Pompei). Pag. 388.
4. Forma XIX. Vanéà I 4. Bolsena. (Grn;nINEAC, p . .:25, C--2A-33). Pag. 388.
5. Forma XIX. Variaà 15. Bolsena. (GouDINEAl\ p. 206 1 C-2B-60). Pag. 388.
6. Forma XIX. Varietà 16. Cap Dramont. (JoNCHERAY, p. 2-78, fig. 1,4). Pag. 388.
" Forma XIX. Varietà 17. Gabii. (VEGAS, p. 23, fig. 6,63). Pag. 388.
8. Forma xx. Varietà I. Basiìea. (FELL!v'~NN, tav. 2,5). Pag. 388.
9. Forma xx. ·varierà 2. Gergnvi2.. (HATT, p. 292, fi,~e· /,E). Pag. 389.
IO. Forma xv~- Varicra '
j' Oberaden. (LOESCHCKE 1942, pp. 19-20, tav. 22). Pag. 389.
II. Forma XX. Van'erà 4. Oberaden. (LOESCHCKE 1942, pp. 19-20, tav. 22). Paç:. 389·
12. Forma XX. Varierà 5. Oberaden. (LOESCHCKE 1942, pp. 19-20) ta\'. 2:). Pag. 389.
13. Forma XX. Varierà 6. Oberaden. (LoESCHCKE r942\ pp. r9-"20~ tav. 22). Pag. 389.
14. Forma XX. Varierà 7. Losanna. (LAUFER~ D. 200: taY. 19)3). Pag;. 389.
15. Forma XX. Varierà 8. Lione. (LASFARGL'ES-\ÌERTET, p.
16. Forma XX. Varietà 9. Oberhausen. (ULBERT, p. 7). Pag. 389.
Iì, Forma XX. Varierà 10. Basilea. (FELLY..ANK, tav. 2,4). Pag. 389.
TAVOLA CXXV

2 3

4 G

s 9 10

11 12

13 14

1(;
17

"A,-u, Ad l l!
TERRA SIGILLATA ITALICA

TAv. CXXVI:

I. Forma xv
A. Varierà. I I. Obcraden. (LOESCHCKE 1942, p. I 3, tav. 22). Pag. 389.
2. Forma xx. Varietà I2. Dangstetten. (FINGERLIN, p. 2r5, mv. 5,I ). Pag. 389.

3· Forma XXI. Varietà I. Magonza. (BAATZ, p. 34, tav. Pag. 389.


I 83).

4. Ponna XXI. Varietà 2. Oberaden. (LOESCHCKE 1942, pp. 19<::.0, rav. 2:J. Pag. 389.
5. Forma XXI. Van"età 3. Basilea. (FELLM.ANK, tav. 3,1 ). Pag. 389.
6. Forma XXI. Varierà 4. Oberaden. (LOESCHCKE 1942, pp. 19-20, tav. 22). Pag. 389.
7. Ponna XXI. Varietà 5. Oberaden. (LOESCHCKE 1942, pp. r9-20, tav. 22). Pag. 389.
...,..., \ Pag.
8. Forma XXI. Varierà 6. Oberaden. (LOESCHCKE I 942, pp. 19--20, mv. --)· 389.
T ~,., ',
9. Forma XXl. Varic;à ' . Vindonissa. (ETTLINGER 1 972, p. 40, rnv. ...J-'- :))• Pag. 389.
10. Forma XXI. Vari'ctà 8. Losanna. (LAUFER, tav. 19,6). Pag. 3R9.
II. Forma XXI. Varùzà 9. Namen. (V ANDERHOEVEN 1967, figg. II, 28). Pag. 389.
72. Forma XXi. Varierà IO. Oberhausen. (ULBERT p. 39, tav. 6,ro). Pag. 389.
13. Forma XXI!. Varietà I. Oberaden. (LOESCHCKE 1942, pp. 20-2r, taY. 23). Pag. 390.
14. Forma XXII. Varierà , Bolsena. (GOUDINEAU, p. 91, A-2A-30). Pag. 390.
r5. Forma XXII. Varierà 3. Bolsena. (Gol'DINEAV, p. 173, B--2B'-9ì)- Pag. 390.
16. Forma XXII. Varietà 4. Haltern. (LOESCHCKE 1909, pp. 149-50, fi.g. 4,6\ Pag. 390.
17. Forma XXII. Varietà s. Bolsena. (Got:DINEAl:} p. CM
~ I;, B-2A-5). Pag. 390.
IS. Forma XXII. Varierà 6. Bolsem.. (Got.JD!KEAC, l'- 169, B-2B'-45). Pag. 39c.
r9. Forma XXII. Varierà Haltern. (LOESCHCKE 1909, tm:. '"
.1....t·,.,IO "- ., Pag. 39c.
20. Forma XXII. Farierà 8. Bolsena. (GOUDINEAG, p. 169, B-2B'--41). Pa.g. 390,
2 I. Forma XXII. Varz'erà 9. Haltcrn. (LOESCHCKE 1909, fig. 4,8). Pag. 390.
22. Forma XXII. Varietà IO. Bolsena. (GOUDINEAT.J} p. 221, C~-:A-23). Pag. 390.
23. Forma XXII. Varìetà II. Bolsena. ( GOCDINEAL", p. 169, B-2B'-42). Pag. 390.
TAVOLA CXXV!

4 5

G 8

12 13

14 1C 18

19 20 21 22
TERRA SIGILLATA ITALICA

TAV. CXXVII:

r. Forma XXII. Varietà r~' Boìsena. (GOUDINEAU, p. 152, B-2B-51). Pag. 390.
~- Forma XXII. Varietà 13. Bolsena. ( GOì.JDINEAU, p, 92, A-2A-35). Pag. 390.
3. Forma XXII. Varietà r4. Bolsena. (GOUDINEAC} p. 183, B-S--28). Pag. 390.

4. Forma XXII. V~irielà H~. Bolsena. (GOUDINEA1~, p. 169, B--2B'-44). Pag. 390.
5. Forma XXII. Varierà 16. Bolsena. (GOUDINEAl.:, p. 169) B-2B'--50). Pa,ç. 390.
6. Forma XXIII. Varierà I. Haltern. (LOESCHCKE I909, pp. 149-"50) fig. 4, IO). Pag. 390.

",. Forma XXIII. Varietà 3. Ventimiglia. (BAROCELLI; p. 120). Pag. 390.


8. Forma XX!ì!. Varierà 4- Neviodum1In. (PETRU ·-PETRl;, p. 76) tm:. XLI)2). Pag. 390.
9. Forma xxnr. Varierà 5. Roselle. (HILLER, p. 64, figg. o• 7). Pag. 390.
IO. Forma XXIII. Varietà 6. Vechter;.. (CVArr ad 1729). Pag. 390.
I!. Forma XXIV. Ostia. (ZEVI, p. 38, fig. 29). Pag. 391.
I2. Forma xxv. Varietà 3. NUìgonza. (CVArr ad I 143 e). Pag. 391.
13. Forma xxv. !/arictà 7. Losanna. (LAUFER, p. 204, taY. 21,8). 391.
14. Forma xxv. Varierà 8. Oboda. (NEGEY, p. 31, n. 105). Pag. 39r.
15. Forma xxv. Varierà 19, Ventimiglia. (L.ti...JY..BOGLI!,, p. 53, fig. I9,I 3). Pag. 392.
r6. Forma XXVI. Roma, Jviuseo Nazionale Romano} Antiquarium. (PORTEN FALANGE, p, 81, tav. XXXII, 136).
Pag. 392.
Forma XXVII. Varietà 1. Ordona. (Ordona V, p. 147, ta\Y.

18. Forma XXVII. Varietà 2. Luni. (Luni I, p. 319, tav. 65~22). Pag. 392.
19. Forma XXVII. Varierà 3. Losanna. (LAUFER, tav. 21,5). Pag. 39::.
20. Forma XXVII. Varietà 4· Luni. (Luni I, p. 319_, tav. 65,26). Pag. 39.:.
21. Forma XXVIJ. Varietà 5. Luni. (Luni I, p. 764, tav. 208,23). Paç. 392.
TAVOLA CXXVI!

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;.-..
I
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9 10 11

12 -;3 14

15 16 17

18 20

19

21
TERRA SIGILLATA ITALICA

TAV. CXXVIII:

I. Forma XXVIII. Varietà r. Magdalensberg. (SCHL'i"DLER---SCHEFFENEGGER, tavv. 10 b, 16). Pag. 392.

" Forma XXVIII. Varierà 2. Magdaìensberg. (SCHINDLER-SCHEFFENEGGER, tDY. 2c,7). Pag. 392.
3. Forma XXVIII. Varierà J. Glanum. (BÉMONT, p. 219, fig. 24 a). Pag. 392.
4. Forma XXVIII. Varìelà 4. Fishbourne. (DANNELL, p. 262, fig. 121,r3). Pag. 392.
5. Forma XXIX. Varierà I. 1Viagdalensberg. (SCHIKDLER-SCHEFFENEGGER) ta\'. 60>5 ). Pag. 393-
6. Forma XXIX. Varietà 2. Magdalensbcrg. (SCHINDLER-SCHEFFENEGGER, tav. 60J10\ Pag. 393-
, . Forma XXIX. Varierà 4. Magdalensberg. (SCHINDLER-SCHEFFENEGGER, ta\·. 60,13). Pag. 393
8. Forma XXIX. Varierà 5. Bolsena. (GoUDINEAt\ p. 83, A-2B,.·IIt Pag. 3q3_
9. Forma XXIX. Varieià 6. Bolsena. (GonHNEAl'., p. I 52, B-2B-50). Pag. 393.
IO. Forma XXIX. Varierà 7. Haltern. (LOESCHCKE 1909, tav. b';. Pag. 393.

Il. Forma XXIX. Varierà 8. Ordona. (V ANDERHOEVE"N I9i6, p. 142, tav. LI~259). Pag. 393.

12. Forma XXIX. Varietà 9- Roma. (CVArr ad 502). Pag. 393.


13. Forma XXIX. Varierà IO. JVlagdaìensberg. (SCHINDLER-SCHEFFENEGGER 1 tav. 6r,r Pag. .:zo~,
,,,-:)
.

14. Fomza XXIX. Varierà II. .lvi.agdalensberg. (SCHINDLER-SCHEFFENEGGER, ta\'. 61,16). Pa;;. 393.
I 5, Forma XXIX. Varieià 12. Ni.agdalensbeq;. (SCEINDLER-SCHEFFENEGGER; tav. 61.1 13). Pag. 393.

16. Forma XXIX. Varierà 13, Bolsena. (Got:DINEAU, p, 1 95, C-2B-2). Pag. 393.
I7. Forma XXIX. Varierà 14. Napoli, Musec, Nazionale, !l. 1nv. 283879. (Da Pompei). Pag. 393.

18. Ponna x-r~r,~


f,.1.r... Varietà I). Roma, (BEHRENS, p. O'
.,,): " Pag. 393.
I!r,1'.\i.
TAVOLA CXXVIII

10 11 12

13 14

16 17 18
TERRA SIGILLATA ITALICA

TAV. CXXIX:

r. Forma XXX. Cap Dramont. (JoNCHERAY, p. 282, fig. 1, 5). Pag. 39?,,
Forma XXXI. Varierà J, Haitern. (LOESCHCKE r909, fig. 3). Pag. 394.
3. Forma XXXI. Varìerè. 2. Magdalensberg. (SCHINDLER-SCHEFFENEGGER, taY. rz a,r). Pag. 394.
4· Forma XXXI. Varierà .1' Kempten. (MACKENSEN, p. 75, taV . 68,7). Pag. 394.
5. Forma x·v·v·r
/,._4j. Varierà 7' NapoE, fJI.useo Nazionale, n. inv. 2o773=.. (Da Pompei). Pag-. 394.
6. Forma XXXI. Varierà 5. Roma, Antiquarium Comunale. (COMFORT r948, p. 70) n. 1c3, tav. XII~29,G). Pag. 394.
- Forma XXXI. Varietà 6. Luni. (Luni I, p. 764) tav. 208,27). Pag. 394.
8. Forma X.,YXI. Varierà 7. Emona. (PETRU., p. 105, tomba 45, ta\'. V,17). Pag. 394.
9. Forma XXXII. Conimbriga. (Conimbriga IV, tav. II~ 25). Pag. 394.
re. Forma XXXIII. Farietà 1. Obera<len. (LOESCHCKE 1942, p. 24, mv. 24). Pag. 394.
I I. Fonna XXXll!. Varierà 2. Lunì. (Luni Ii p. 320, tav. 66,2). Pag. 394.
12. Forma XXXIII. Varierà 3. Roma. (Archeoclub Ardeatino-Laurentino, tav. V, 82). Pag. 394.
13. Forma XXX_If/". Varietà :. Bolsena. (GoUDINEAl\ p. 92, A-2A-48). Pag. 394.
14. Forma XXXJfl. Varinà 2. Alba Fucens. (DE LAET, p. 390} fig. 27,22). Pag. 394.
r5. Forma XXXIV. Varietà J. Roma. (L1ssr a, p, 92, fig. 30,3). Pag. 394.
16. Forma XXXIV. Varietà 4. Bolsena. (Got:DINEAt:, p. r64, B-2B'-23). Pag. 394.
I7. Forma XXXIV. Varietà.). Boisena. (GOUDINEAV~ p. 164, B-2B'-24). Pag. 395.
TAVOLA CXXIX_

-r

4 5 6

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"i4 15 16 17
SIGILLATA ITALICA

TAV. CXXX:

r. Forma XXXIV, VTaric1à t. Jviariana. (PALLARÉS, p. s~ tav. X,2). Pag. 395.


,, Forma xxxrr. Varierò '7, Vind.oniss2. (ETTLINGER-FELLMA?-.!N, p. tav. 35,Il). Pag. 395.
,. Forma XXXV. Varietà I. 1\1.agdalcnsberg. (SCH!NDLER-SCHEFFENEGGER, mv. 50,3). Pag. 395.
~-- Forma XXXV. Varierà 2. Magdalensberg. (ScmNDLER-SCHEFFE:-JEGGER, tav. 50,6). Pag. 395.
Forma xx.YrT. Varierà 3- N1agdalensberg. (SCHINDLER·-SCHEFFENEGGEI',, tav. 50, I Pag. 395.
6. Forma XXXV. Varieri 4. Jviagdalensberg. (ScHINDLEH-SCHEFFENEGGER, tav. Par:. 395.
~ Forma XXXV. Varierà 5. Jviagdalensberg. (SCHINDLER·-SG-IEFFENEGGER, ta-r. 50,7). Par::. 395.
~\. Formo XXXV. Varierà 6. Magdalensherg. (SCHIKDLER-SCHEFFENEGGER, Ia\'. 50,4:i, Pag. 395.
9. Parma XXXf'. Varierà - Tongres. (VAEDERHOEVEN 1967, p. 214, rnv. 8,
:ro. Forma XXXV. Varierà 8. Antiochia. (COMFORT, p. 7c~ n. ro:, taY. XII,25:. Pag. 395.
11. Forrna XXXV. Varierà 9. Roma~ Antiquarium Comunale. <COMFORT, r:av. XII~26). Pag. 395.
12. Forma XXXV. Varietà 10, Napoli} Museo Nazionale, n. in1:. 121560. (Da Pompei). Pag. 3s,5.
13. Forma XXXV. Variezà II. Napoli 1 lv'i.useo Nazionale 1 n. im·. r:::.2308. (Da Pompei). Pag. 395.
i4. Forme XXXVJ. Varicrè I. 11/2.agdalensberg. (SCHINDLER. ·-SCHEFFENEGGER 1 Gn". rS,rc). Pag. 395.
r5. Forma XXXVI. Varierà 2. !\1agdalensberg. (SCHINDI.ER-SCHSFFENEGGER, tav. 18,9). Pag. 395.
r6. Forme XXXVI. Varie1à 3. Luni. !, p. 317, fig. 64_,1S). Pag. 395.
Forme. XXXV!.
TAVOLA CXXX

5 6

8 10

11 13

"16
'TERRA SIGILLATA ITALICA

TAV. CXXXI:

I. Forma XXXVI. Varierà 5. Lu.,,"1i. (Luni II) p. 465, tav. 238,10). Pag. 396.
2. Forma )[XXVI. Varietà 6. Carnuntum. (GRUNE\VALD, ta\·. IlI, n. 2). Pag. 396 .

~!. Forma XXXV!. Varietà 7. .i\fariana. (PALLARÉS, taV. m, fig, Pag. 396.

4· Forma XXXVI. Varierà 8. Mariana. (PALLARÉS, tav. llI, fìcr


o· 6). Pa,;. 396.

5. .,_r..·orma XXXVII. Varierà I. Hahern. (LOESCHCKE 1909, tav. X,u). Pag. 396 .
6. Forma XXXVJJ. Varierà Roanne. (CABOTSE-PERICHO>~, p. 35, fig. 5,4). Pag.
7

" Forma XXXVII. Var-ierà 3. Magdalensberg. (SCHINDLER-SGiEFFENEGGER~ mv. 67 b,22). Pag. 396.

s. Forma XXXVII. Varietà 4. Roma. (LISSI b, p. 396) fig. I 7). Pag. 396.
9. Forma XXXVIJ. Varietà 5. Bolsena. (GOUDIKEAl\ p. 230\ Pag. 396.
IO. Forma XXXVII. Varierà 6. Napoli, ~¾1useo Nazìonale, n. inv. 16479. (Da Pompei). (Puccr, p. 15, tav. ld).
Pag. 396.
1 I. Forma XXXVII. r·::irictJ: i• Roma. (LISSI a, fig, 30,:-.). Pag. 396.
r:::. Forma XXXVII. Varierà 8. Ordona. (VANDERHOEVEN 1976~ rav.
r3. Forma XXXVII. Varierà 9. Emon2.. (PETRC, p. 50} wmba 486, rav. XXXII~2). Pag. 396.
14. Forma XXXVII. Varietà IO. Luni. (Luni I, p. 3r8, mv. 65)9). Pag. 396,
15. Forma XXXVII. Varierà II. Luni. (Luni I, p. 318, mv. 65,8). Pag. 396.
TAVOLA CXXXI

j'

2 3

5 G

10 11

14 15
TERRA SIGILLATA ITALICA

TAV. CXXXII:

I. Forma XXXVII. Varietà r' Ventimiglia. (BAROCE:..:.r, c. r19 1 fig. 39~ dì. Pag, 396.
2. Forma )(XXrII. Vizricià 13. Philadclphia 1 University Museum (proveaicnza ignota). (COMFORT, p. 71) tav,
XIIj33). Fag. 396.
j• Forma XXXVII. Varic1ci 1.;.. Napoii, Niuseo Nazionale, n. inv. 16731. Paç. 396,
-t· Forme. ){XXVIII. Varic:à J. Roma. (LISSI /:;, p. 396_, fig. I/, n. Pag. 397.
5. Forma XXXI7II. Fariezà 2. Boisena. (GOT.JDINEA~:, p. 230, Pag. 39:.
6. Forma XXXI'III. Variezà 3. Magdalensberg. (SCHINDLER-SCHEFFE:-JEGGER., mv. r,:). Pag-. 397.
- Forma XXXIX. Varùnà I. Magdalensberg. rscmND::..ER~ScREFFENEGGER} tav. 61,24). Pag. 397.
8, Forma XXXI.>::.. Varierà ::. 1\-iag:dalensberg. (SGUNDLER-SCHEFFEKEGG-ER, mv. 61,19). Prrg. 397.

9- Forma XXXIX. Varietà 3- A1.agdaìensbeq;. (SCHINDLER-SCHEFFENEGG~R, rn-::. 6r,r8). Pag. 397.


10. Forma XXXJ.,Y. Varierà .±. Napoii, Museo Nazìo:iale, r:.. inY. Pompei). Pag:. 397.
I:. Forma XXXIX. 'Varietà s. Roma. (CARETTONI b, p. 34, fig. Se). 397.
r2. Forma XL Roma, A1.useo Nazionak Romano, Antiquarium. (PORTEE PALANGE, p. 84, tav. XXXII~ 145). Pag. 397.
Ij. Fonna XLI. Varierà 1. Oberaden. (LOESCHCKE 1942, ta,;;. 24). 39;.

14. Forma XLI. ·varietà -· Haltern. (LOESCHCKE r909, ta"<.


Forma XLI. Varietà 3. Basilea. (FELLNJ.NE, tav. 4,9). Pag. 39ft
TAVOLA

4
6

1C
1?

11

'3 14
TERRA SIGILLATA ITALICA

TAv. CXXXIII:

Forma XLI. Varierà 4. Roma, Museo Nazionale Romano, Antiquarium. (PORTEN PALANGE, p. 85.1 tav. XXXIlI 1
q.S). Pag. 39f:.
~. Forma XLII. Mariana. (PALLARÉS_, tav. V). Pag. 398.
,: •
1
.f"orma XLII!. Napoli, Aftuseo N21:ionale, s. n. inv. (Da Pompei). Pag. 398.

4. Forma XLIV. Gabii. (VEGA:\ p. 23, fig. 6, 69). Pag. 398.


Forma XLV. Varierà I. Pe:trisberg. (LOESCHCK.E 1909, D. 97, Pag. 398.
6. Forma XLV. Varietà 2. Napoli, Museo Nazionale. Pompei). (Puccr, ta,;. III,r3_
TAVOLA CXXXIII

li
TERRA SIGILLATA ITALICA

TAV. CXXXIV:

~- Forma XLVI. Nevioàunum. (PETRU-PETRl\ p. 76, ta\', XLI:3). Pag. 398 .


.., Forma XL"VII. Napoli, M.useo Nazionale) n. inv. 207795. (Da Pompei). (Puccr, tav. HI,15). Pag. 398.
3. Forma XLVIII. Varierà 1. Haltern. (LOESCHCKE 1909, ta\'. X,r Pag. 399.
4. Forma XLVIIJ. Varierà " Luni. (Luni .,
r p. 317, tav. 64)5ì. Pag. 399.

Orli diversi.
5- N. I Bolsena. (GOUDINEAt:i p. 214, C-2B-120). Pag. 399.
6. N. 2. Bolsena. ( GOliDINEA"C, p. 115) B-3-60). Pag. 399-
,- ],/. J. Niagdalensberg. (SCHINDLER-SCHEFFEN:;GGER, tav. Pag. 399.
8. N. 4- Conimbrìga. (Conimbriga IV, taV. VI,148). Pag. 399.
9. N. 5. Bolsena. (Gm:DINEAL", p. r8::} B-S--r8). Pag. 399-
IO. N. 6. Bolsena. (Gm.:DINEAl'.j p. I 22, B-S--19). Pag. 399.
I I. N. 7, Bolsena. (Got:DINEAD, p. 16, B-3""-75). Pag. 399.
12. N. 8. Haltern. (LOESCHCKE 1909) p. 150, fig. 4J9). Pag. 399.
13. N. 9. Bolsena. (GOUDINEA.t:, p. 213, C-2B-r::3). Pag. 399,
14. ]\/. IO. Bolsena. (Gor:DINEAt:, p. I69i B-2B'-49). Pag. 399.
! 5. 1V. I I. Bolsena. ( GDt:DINEAl,\ p. 91, A-2A-32). Pag. 399.
16. N. p Bolsena. (GODDINEAl\ p. 169, B--2B'•-47\ Pag. 399,

. " ]\". I J. Boìsena. (GOl'DINEAU, p . 169) B-2B'-4S). Pag. 399.


18. N. 14. Bolsena. (GOt!DINEAU) p. I 511 B-2E-56). Pag. 399.
19. N. 15. Bolsena. (Got.JDINEAL', p. 183, B-S-35). Pag. 399.
20. N. 16. Bolsena. (GouDINEAtr, p. I 52, B-2B--49). Pag. 399.
2!. N. 17. Bolsena. (GoUDINEAt.:, p. I 73, B-2B' -95). P"a-
"e· 399.
22. N. 18. Bolsena. (GoUDINEAC, p. 213, C-2B-114). Pag. 399.
23. N. 19. Boisena. (GOUDINEAU, p. I 79~ B-2.A--16). Pag. 399.
24. N. 20. Bolsena. (Got:DINEAl' 1 p. I 5 li B-2B-41). Pag-. 39o,
25. ',
~"· 21. Bolsena. ( GouDINEAt:, p. I) I, 39~,.
26. N. 22. Bolsena. (Got.:DINEAL, p. I J 5, B·-3-51). Pag. 399.
27. N. 23. Bolsena. (GOUDINEAU, p. 115, B-3-52). Pag. 399.
28. ]';, 24. Boisena. (GOUD!NEAL, p. 126; B-2C-44_). Pa;. 399.
2(). N. 25. Bolsena. ( GoUDINEAl\ p. 91, 399,
TAVOLA CXXXIV

9 10 11 12 13 14 15

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Th\'. ('.XXXV:

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Fag. 116.
TAVOLA CXXXV

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TERRA SIGILLATA ISPANICA

TAV. CXXXVI:

1. Forma 13 decorara. Da Liédena. Museo di Pamplona~-Na-:arra. (Fot. Diputacìén Foral de Navarra). Pag. 167.
2. Forma 30 decorata. Da Liédena. Museo di Pampiona--Navarra. (Fot. Diputaci6n Foral de Navarra). Pag. r68.
3. Forma 37 B decorata. Da Liédena . .!viuseo di Pamplona-Navarra. (Fot. Dipuracì6n Foral de Navarra). Pag. 169.
TAVOLA CXXXVI

2
TERRA SIGILLATA ISPA:-:ICA

T."'. CXXX\'I! :

1. Bezares: dispositi\'Ci 2. form;:i, di va:-,cn a sezione trapezoiJale e a pra:n;i rettangolare: '.-.Gffato nel terreno e rifrxierato
Ji cic,ttoli sulle pareti e di granm mattoni sul fonjo, m.2.to per battere ì'argiìb. , FoL Diputaciòn Fond de
2':avarra .. Pag. I I;-,_
Bezares: forno a pianta rettangolare con griglia forma per il passJ.gg:]{\ dei calore. ,-~~m. Diputaciòn Foral de
Na\·arra'·. Paf. 1I- .

-~- Bezares, forno con condon: di caìore Jispos:.i ;,-adialmentc. Fo:. Dipu:aciòn Fon'tl de Navarra, L:c:. 11-

Bez:ire:,: forno di pianta obìunga. iFot. Diputaciòn Forai de Navarra\. Pag. 11-
TAVOLA CXXXVII

3
TERR', SIGILLXL\ NOR!l-ITAL!C:A

TA\'. CXXXVIll:

3u Da Cistè;;gin 'Pavia
!-- •• ·lc·,if,cchcr.
Lombardia': Po.L: . .:.1c.
TAVOLA CXXXVIII

3e 3b
CERAl,UCA A PARETI SOTTILI

TAv. CXXXIX:

:r. Tipo 1 /34. Pompei. !Vluseo Nazionale di Napoli) Magazzini. (Fot. A. Carandin:). Pag . .::: 52.
,., Tipo I 157. Settefmestre. Università degli. Studi di Siena. Pag. 256 .
.3- Tipo I 169. Aquileia, ~Museo Archeologico. (Fot. A. Ricci). Pag. 259.
4. Tipo 1/340. Aquileia} .Niuseo Archeologico. (Fot. A. Ricci). Pag. 258.
5. Tzj;o 1:92. Centri Vesuviani . .lviuseo Nazionale cii Napoli; Magazzini. (Fot. A. Ca::-andini). P,:,,:-.
"b' 263.
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6. Tipo 1193, Pompei. 1\1.useo Nazionale di Napoii} lvi.agazzini. (Fot. A. Carandini). Paç. 265.

Ì· Tipo 11104. Pompei. Museo Nazionaìe di Napoli, Magazzini. (Fot. f'i , Ca.randii.1i). Pag. 265.
Tipo 1/1I8. Pompei. Museo Nazionale di Nz.poli, Magazzini. (Fot. A. Cr.randini). Pag. 267.
9. Tipo r:n9. Pompei(?). 1viuseo Nazìonale di Napoii, Jviagazzini. (For. A. Carnndini). Pai::. 26'7.
TAVOLA CXXXIX

2 3

4 5 6

8 9
CERAMICA A PARETI SOTTIL!

TAV. CXL:

I. Tipo 1 1 I 26. Pompei. Museo ;\Jazionaìe di ~a poli, Magazzini. (Fot. .\. Carandini). Pag. 269.
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Tipo 1 16:-r. Centri Vesuviani. Pompei, Antiquario. i, .. Ot. A. Carandini). Pag. 276,

3. Tipo 21322. Provenienza indeterminara. Università degli Studi di Pisa. (Fot. F. GabrielliJ. Pag. 284.
4a·b. Tipo 21i2- Centri Vesuviani ..Museo Nazionale di Napoli) .r...iagazzini. (Fot. A. Carandini). Pag. 286.
5. Tipo 2142s. Pompei. Pompei: Antiquario. (Fot. A. Carandini). Pag. 296.
6. Tipo 2,'383. Centri Vesuviani. Pompei, Antiquario. (Fot. A. Carandini). Pag. 297.
~ Tipo 2,318. Pompei. Pompei 1 Antiquario. ~Fot. A. Carandini). Pag. 297.
8. Tipo 2,390. Centri Vesuviani. lv'i.useo Nazionale di Napoli, Niagazzini. (Fot. A. CarandiniJ. Pag. 299.
TAVOLA CXL

2 3

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7 8
CERAMICA A PARETI SOTTIL!

TAY. CXLI:

r. Tino 2 191. Centri "\lesuviani. Jvl.Useo Nazionaie dì Napoii. Wtagazzini. (Fot. A. Caranciini). Pag. 297.
,. , T1po 2 304. Pompei. Museo Nazionale di Napoìi, Iviagazzini. (Fot. A. Carandinl·;. Pag. 301.
3. Tipo z,283. Provenienza indetermin,ata. JVi.useo Nazionak: di Napoli, Afagazzini. (Fm. A. Caranàini'1. Pag. 301.
4. Tipo 2,284. Provenienza indeterminata. lvlusco Nazionale di Napoli, l'./1.agazzini. rFoL A. Carandini J. Pa;;. 30:::.
5. Tipo 2,134. Pompei. Nmseo Nazionale di Napoli, .l\,iagazzini. :"fot. A.. Carandini·: Pag. 303.
6. Tipo 2 306. Roma. Coìombario di Vigna Codini. (Fot. D ..½anacordaì. Pag. 31:. .
..., 2.-- D. Tipo 2 Pompei. Jvlusco Nazionale di Napoli) ,Viagazzini. (Fot. A. Caranciini;. Pag. 3r2.
8. Scarto di fornace. Aquileirr, JV1useo _.'\.rcheolof!iCO. (Fot. A. Ricci'ì. Pag:. 349.
9. Scarro di fornace. Aquiìeia, fviuseo Archeologico. (Fol. A. Ricciì. 349.
TAVOLA CXLI

2 3

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TERRA SIGILLAT.\ ISPANICA

Forme lisce.
TAVOLA CXLll

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T.,1,s. CXLIII:

Forme lisce.
TAVOLA CXLIII

T.S.I.: forme lisce.


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Ciunia• •uxania
Tierme;c ili/
~ Riudoms e Sabadell
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Montroig
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Panìoia ,11:;E:rcavi'C&
Talaverr, 01_-

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Anteauern I!! Magmes!
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Arenzanp de Arri?c, e I! RSOtel
Arenz.an,1 'de Abajolt esezares
Banòs de! TÒ~ia-. -•Camprovm
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(~ CENTRI D' PRODUZIONE DELLt T.S.L
e FORNACI SCAVATE
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TERRA SIGILLATA NORD-ITALICA

TAr. CXLVI:

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z1one !, \.. ta\·. ~.eg:ucme ·.
TAVOLA CXLVI

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TERRA SIGILLATA NORD-ITALICA

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probabili centri cii produzione.
TAVOLA CXL VII

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TAV. CXIYII!

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di matrici.
TAVOLA CXL VII!

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mento di matrici.
TAVOLA CXLIX

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CERAMICA A PARETI SOTTILI

T,w. CL:

Produzìone del!' Etruria.


I centri delFEtruria cominciarono a produrre, dal primo quarto del II secolo a. C., bicchìc:·i dal corpo allungato
(tipi r:r, 1n), variamente decorati.
Con la seconda metà del II secolo e per tutta la priffia metà del I, il repertorio si arricchisce di nuovi tipi (ri19,
1/97, 1/79) dal corpo più schiacciato e ornati da un più limitato repertorio di motivi decorativi.
Per rutto ì1 primo periodo di produzione (II~metà I secolo a.C.), questi centri furono in grado, da soli, di sodd;-
sfare le richieste dei mercati mediterranei, orientali ed occidentali. Esemplari riferibili a questi centri sono pre-
senti a Jvlarsiglia (relitto del Grand Congioué), Pollenrir., i\mpurias e Numamia, l\igai, Pergamo ed Atene in con-
testi databili intorno alla metà del II secoìo.
Il sorgere, nel corso delia seconda metà del I secolo a.C. di nuovi centri di produzione italici (Tavv. CLI-CLII)
dovette incidere sulla forruna di questi prodotti la cui esportazione verrà in seguito ulteriormente comprome::sa
dall'affermarsi delle officine provinciali (TaV\·. CLVI-CLIX).
• Attestazioni di presenza dei tipi: I_1r.1 Iti, 1,119, I.'79, I,197, I/I2::t 1!53~ i59, 1/12, 2 12ro.
Probabile area di produzione.
TAVOLA

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CERAlvi!CA A PARETI SOTTIL!

TAV, CLI:

Produ::;Ùmc ccnrro---ùalica (Roma---Ostia ?:ì.


A Roma e nelle zone circostanti giungono, fino alla tarda età repubblicana, i prodotti deìl'Etrurìa CL\
Intorno alla età augustea comincia ad essere attestato un boccalino (i:ipo r 30\ probabilmente riferibile all'area
centro,. italica, diffuso; soprattutto sulìe cosre occidentali del A1editcrraneo, per tutta la prima età imperiale.
Gli altri tipi riferibili a questa produzione \P· 346 ss.) dovettero avere una diffusione iimitarn. probabììmcnE'
all'ambito regionale.
La crisi della esportazione ài questo boccalino sembra coincidere con l'affermarsi, intorno alh, metà del 11 secoì0
d.C., nelie regioni settentrionaiì deli'Impero !'.Gallia, Britannia, area renana~', di bicchieri prodotti localmente.
Attestazione di presenza del tipo 30.
Probabìie area di produzione.
TAVOLA CLI

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CERAMICA A PARETI SOTTILI

TA\". CLII:

P'roduzionc cenrro -irdi'ca c;o orientale.


L'inizio della produzione del boccaiìno ripo I ,122, semhra coincidere con la crisi delle esportazioni dei predoni
dell'Etruria. Le attestazioni note permettono di iporizzare una produzione fra il I e il II secolo d.C.
I...a diffusione di questo prodotto sembra interessare essenzialmente l'area mediterranea nonostante raffermarsi 1
nel II secolo d.C. di bicdueri prodotti nelle provincie settentrionali dell'Impero) la cui diffusione sembra invece
concentrarsi nell'area renano ·danubiana.
Dopo ìl II secolo è questo l'unico tipo di vaso a pareri soniìi che continua ad essere prodotto forse anch(: nel ba-
cino orientale del Mediterraneo.
• Attestazioni di presenza del tipo I, 1::2,
TAVOLA CLII

..


CERA1\UCA A PARETI SOTTILI

TAV. CLIII:

Produzione di ...S'iracusa.
Probabilmente nel corso del I secolo a.C.) assume una cena ìmportanza la produzione di vasi potori sìracusanl.
La diffusione di questi esemplari, oltre che l'area n::gionaki sembra interessare ci.a un lato le coste adriatiche, dal-
l'altro la Penisola Iberica orientale e forse il Sud della Gallia.
• Attestazioni di presenza dei tipi: I, I 6, r 120, 1 ,46, I /2 I, I -361, I/ 1 56, 2 ·261, 2, 3 I 6, probabiìmentc .1nribuibili
a questa area di produzione.
* Centro di produzione.
TAVOLA CLIII

..


••

47
CERAMICA A PARETI SOTTILI

TAV. CLIV:

Produ:::ionc ddfo z:alìt" padana ccmro,. occid:'malc.


Probabilmente nel corso della seconda metà del I secolo a.C furono prodotti, in quest'area, bicchieri (tipi 1 14 1 1/2)
caratteristicamente decorati (decorazione 33 ì.
Dall'età augustea il panorama delìa produzione appare più ricco e vario. Ai bicchieri si aggiungono diversi tipi
di coppe,
Nel corso del I secolo d.C. i vasi potori padani, precedcmemente esportati soprattutto neile regioni oltr'Alpe,
dovettero risentire della diffusione dei prodotti gallici e renani.
• Attestazioni di presenza dei tipi: r:4 1 I 2, 1:205, 2,315, 2.231, 2 40:, 2 404 riferibili probabìlmente a questa
area di produzione,
Probabile area 01 produzione.
TAVOLA CLIV

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2RAMICA A PARETI SOTTILI

1s. CLV:

'oduzioni dell'area adriarica e della -z,allc padana oricnralc.


11 rinvenimento di scarti di fornace (Tavv. CXLI 1 8, 9) testimoniano b presenzi, ad Aquileia ài un centro che
produceva coppe di tipo diverso ed un boccalino (I 122) che imita lo stesso tipo prodotto forse nell'Italia centrale
iTav. CLL
Anche nell'area ravennate furono attive officine che producevano coppe non troppo àissimih da quelle dì Aquìleia.
La diffusione dei prodotti di quest'area dovette interessare le coste nord-adriatiche, orìemaE ed occidentali.
Questi prodotti giungernno fino a Magdalensberg dove per altro pervenivano, per via fiuvialei le coppe di Lione
(Tav. CLIX) e quelle fabbricate in area renana.
• Attestazioni di presenza dei tipi: ;:.,.232, 2 :405, ::::296, : ,' 122 prodotti ad Aquileia.
" Attestazioni di presenza deì tipi: 2i403, 2,'292, 2,231, 21401, 2,315, I '212, 1.-'364, I ,365 riferibili probabilmente
alrarea ravennate o nord--adriatica.
~~ Centro di produzione.

Area di produzione.
TAVOLA CLV

,
,j


I
CERAMìCA A PARETI SOTTILI

TA\'. CLVI:

Produ:::ione di ,Hérida.
Probabilmente intorno all'età augustea e forse per tutto ìl I secoio d.C. furono proòotte a Mérida coppe la cui dif-
fusione non dovene interessare che ur:.'area piuttosto limitata fra la Lusitania e la Betica, doYe per altro l'afferma-
zione di questo prodotto dovette essere contrastata dalla presenza dei più raffinati vasi betici (Tavv, CLVII -
CLV!Ili.
• Attestazioni di presenza dei tipi: 2,,3rr} 2,336.
Area di produzione.
TAVOLA CLVI

'i
'


CERAMICA A PARETI SOTTILI

T."·· CLVII:

I'rodu.:::;onc de!L: Bcrica.


Caratteristica dì quesrn area è la ceramica detta "a guscio d'mwo , ìa cui produzion,:: dal secondo quarto dc:I I
secolo d.C. (Ampurias, Tarragona e Pollentia) sembra continuare aimeno fino al primo quarto del II Ostia).
La diffusione di queste coppe dovette interessare anche ie cosrc occìdentali delia nostra pcnisob.
• Attestazioni di presenza dei tipi: 2 247 1 2.413-419 .
.\rea di produzione.
TAVOLA CLVII

'i

...


,,
• ,,,1
11

I
CERAMICA A PARETI SOTTILI

Produzione della Berica.


Sempre a quest'area sono attribuibili coppe la cui produzione interessò oltre le coste àel !\-iediterraneo occidentale,
anche le regioni oltr' Alpe. Sia a Lione che nell'area renana furono numerose le imitazionì dei \·asi berici.
• Attestazioni di presenza dei tipi: 2·270--272, 2'253--254, 2/266 ..·26-:\ 2.293, 2.1397, 2.r427, 2-·241, 2>226.
Area di produzione.
TAVOLA CLVIII

'

CERAMICA A PARETI SOTTILI

TAì'. CLIX:

Produzione di Lione.
Dall'età augustea furono attive le officine che produssero uno àe1 più caratteristici prodotti provinciali.
Fino al 40 d.C. questi rnsi ebbero una diffusione limitata: sono infatti attesrnti, oltre che localmeme, sol.tanto a
Vindonissa.
Nei decenni successivi, fino al ;o d.C. si assiste alla massima espansione à.i questo prodotto che assume un car2.1-
tere prevalentemente cominentaìe: attraverso le principali vie fluviali i vasi di Lione giungono fino a Magdalem-
berg escludendo l'area mediterranea.
• Attestazioni dì presenza dei tipi: 1,,158~-159, 1 162, 2·214, 2i235, 2•'236, 2 420, 2 220.
* Centro di produzione.
TAVOLA CLIX

.•


AGGIUNTE E CORREZIONI

P. 6, col. b. A 'Afareriali' si ìegga: I/ llt/',/(1/r)ij}f/l/,'/ 1/1) (/jìJ'i'/)../lì,"Ji'/ ('('('}!

P. IO, col. b. 1'.lell'ulrimo capm)Crso del paragrafo AREA nr PRO\lENIENZA_, in luogo di: In efferri i prodotti delle varie sottof-
ficine . s1· legga: in effetti le zone di distribuzione dei diversi prodotti .
P. u. 1 col. b. Ne! secondo capo·verso del paragrafo CRONOLOGIA, in luogo d:·: Il limite. cronologico alrn a.C\ proposto
per il materiale uirimamente rinvenuto a Tel1 Anafa .. s1 legf!a: II iimin:: cronoiogico \75 proposto per il m2,-
teriale più recente rìnvenmo a Tell Anafa ...
P. 13, col. a. ~Ve! primo capcrverso del paragm.fo AREA DI DIFfL"SIONE, st legga: La Sigillata Orientale A .. ad occidente
raggiunge Pompei, la Sicilia orientale e la Tripolitania.
P. 13, col. b. ~Ve! primo capoverso del paragrafo lNFLL'ENZE~ rra il secondo e il terzo periodo si' aggiunga: Tali imìtaz10ni
sono presemi_ in Occidente) fino alla Sicilia i'._cfr. per es. i rilrovamen1:ì di 1\/i.organt.ina).
n- 14, col. a. A FORM.A 2) Prororip1·: L'esemplare a 'Dernice nera Paphos OA 5r20 ,Tav. I, 5) per le sue dimensioni 7.'a C'. .,-
/acaro nella caregoria B.
P. r6, coL a. A FoRlvl.A + Prororipi, B} sì legga: HAYES~ Knossos, p. 252 ...
P. 18, col. b. A FoRMJi. 9, Prorntipn) s,; aggiunf!a in fmc: Sembra mn:.avia impossibile che il. fregio ad ovoli sia ' classico '
e regolare come risulta eia] disegno di Aurigemma, che probabilmente 0. abbelìirn piunosto che preciso.
P. I 9, col. a ..:4. FORMA 9, Alrri esemplari, si agviunga in fine: Per due trovamemi cii questa forma nella Spagna, da Car-
tagena e da .¼omcagudo fJviurcia~, che sono le ultime manifestazioni di questa ceramica in Ckcidenre, finora do-
cumentate, cfr. G. PEREZ BALLESTER, in XVI Congreso lv'aciona! dc Arqueolof!{a ;'.11-1urcia---Carragcna 1982), Zarn-
goza 1983, pp. 529--530, tav. II) nn. 21 22.
P. 26, col. :1. A FORMA 26, Protmipi', in luogo è: (Tav. n7.i 5.6; si

P. 26, col. a/b; p. 27, col. a 'b; p. 28, col. a. Da FOR1\1A 26 a FORMA 30 nei rim:ù aì!a Tsx. IV 0 1· mancri da'"' a rG <.'ilmW
sosriwiri con i numeri da 6 a I 5.

P. 29) col. b; p. 30, col. ab; p. 3r, col. ; p. 32, col. a b. Da FORMA 34 a FcmMA ,:i.o, 11::-:i rim.:à alla TaY. V i mm1cn·
da 5 a I 7 'Danno snstiruùi' con i numeri da 6 a J S.
P. V, col. b. A FORMA 38, Aìrri: esemplan:, S7, ltgga: A1cnc_,

'j"} 41, cc i. b. A FORMA a sepmcnzn eh cerchie. alla


60 ir:. Si,;illarn Ori(:"nt2ìe B 2.
P. i/, col. h. A FcmMA. 1 r--:., Alrri csempìari, Oòcs:,a. n. ::2c34
acri1,'112a m G. A. Dzr~---RAIKO e Aa. Vv., (;,lrt-
n,·1/1' i,r,•1,1i,,<11w1,i:11.il a11 P'CJ>,. Kie\', 1983! p. 63,
rr.3, in alro 'al centro), e tcsro pp. 11~---r;: (:\.h. cm.
Unu fascia di rntcllatura suìla spalla. Di nrovcniem:a sud russ2 L

P. col. a ..Nel secondo ngo dcl/'ulrimo capoz:erso si tC/!,p,~ DQF>C)N,


P. 52, col. a. Alla fìnc del secondo cap1rr.)NS0 s;' lcr;p_a: !<EF !}OC.
P. 54) col. a. A FoRM.A 5, alla fmc dc! primo capm.:rrso s1· leggc7: ICIC,
P. 58} col. b. A FoRAiA 26, ,':.roron/Ji, Prienc, si' k;:;r:;,r (C.SEN'T'': J.,_,)hesos I, si legga: (bolli: EP MHC,
P. 6r, coL b. A FoRM1\ 40, Alrri escm/JÙ'ln: 1 l\-iITSOJ't.:1.os LEO~ 19;2- I9'75., in luof!O di: fig. 5 j si legga: fig. 5 k . .Vdla
nostra Tm:. Xlll, 1.2, ir1· ciraro..., i' n'prodmh< le si di AIITSOPl:Los- LEON; ma quesro esemplare ,:1pparricnc alla
forma ,": 1 della Sli!il!m<1 Oricmafc, B olzrc p. 6,-).
P. 65\ col. a. A FORMA 6.: 1 Alzn· esemplu.r;, si dgr;umga m ;mc: 1Cfr. lnsrrumemum domesricum, p. 20 1 tab.
P. 73, col. a. A FORM.A A I, Prororipo, inJìric s1 Ef j/\CùN E[Tì]OIE!.
P. ':'5, coL a. A FoR.\1E AFFINI, Cù1wla carenata, ill luogn di: ciotole carenate" di Coo "si legga: ciotole carenate di Cnide
P. '75i coL r. Alla .fine di FORME AFFINI, l:'semplari pul:blica:r', in luoro di: da Kerch sz legga: da Novo Orradnoi.
P. 76, col. a. A FORMA L 9, Alrri esemplar:·, s1 elimini ìl rimando a Tav. XYII, 3
Corinrh, ta\· 88, 162).
P. 82, col. a. 3. FORM.t. P 6, Prororipo, Sì. agr;iw1ra in fine: (Ta·v. XVIII, 11
P. 82, col. a.'b. Nei rùrl'Ù alla Tav. XVIII, a FORMA p - ::1· legcw: "faY. X\~rn_, : a FORMA P 8: (Tav. XVIII,
a FORMA P9: (Tcs. XVHT)15;.
P. 87, col. b. A FORMA P 37, Proro1ipi, ,)'amarÙJ Seòasrc 11~ 1 '.Ta\•. X.XI, r); alla jìne 1 in luogo di: Fondo
(Forma 370-38:, si legga: Fond() (Forma 3- u
P. 88, col. ab; p. 89, col. a. Da FORMA X 38 a FORMA P 47, nà rim.:ii alla Tav. XXI i numeri da I a 7 vanno sos1ituùi
con z numen àa 2 a 8.
P. 92, coL b. Da! 1cr::::o rigo si legga: ... tranne che_, normalmente) ndh classe pontica le pareti non sono spesse.
P. 94, col. ò. Nel quinro n'go si corregga; Tp_11iì1,1.
P. 94, col. b. Dopo VII. si legga: Crarcre a piedisrnllc, imirnnre l3 forma Dr-z,gendorft 11 in ceramica aretina (Dragcndorff·
\\'.7atzinger tipo I).
P. 95, col. b. A XII. Esemp!an, si' agp'unga in fìnc: Per que;ta form::i in ·- à.a uh.imo E. K. SoKOLO\';., m
Tl)l'/tlHJf1C1ì1wHHO?n :11,,11,1111,111,o, Leningrad, 24, 1984_1 pp. 125:- 13-:.

n 95, col. b. In fine à FORME \'ARIE, s1· aggi·unga: Per un ah:ro tipu di cc1pp2._, analof:O alla forrna Dragendorff 27 in Si-
gillara occidentale; ::fr. KROPOTKJ:\' I <pc, p. 80, !;.. 639, 3,': .2 e H111w11/w ( ·o//(:1wn<1 128, 1971, p, 88_, fig. 35.-.'

P, I 56~ col. b, A FORMA 44, Dcscri:::ùmc. nel penu!timo s1 iTav;:. XXXYI, l 5;


P. 157, col. ,'.;, A FORMA 46, Descn·::;Ùmc, nel penuì1imo s1 legga: ''.Tsvv. XXXVI_, 6 1

P. 199, col. b. ~'·/d paragrafo : D1[fusi'onc ', alla fine de! quill!o m

TaY. r~ 5. Nella didasca!il<., m hwgo t 1,·· Forrn:..:. 2 S! Forma .: B.


t'

'I 3Y. xrn, !2.Il disegno_, eh( nj;roduce la fig. 5.i (Ù lviITSOPFLOS LEON !9-;":?.····19'75~ appanieJh' alla Forma 71 ''.non ft'0)
delfo S\giìlara Orientale B (cfr. in quesrc Aggiumc e correzioni: P. 61, coL b).
Forma 62. Yariame antica.
T:r,. XYH. }\/dìa did,is::ah, del n. - m di: Frotoùtio, s1 Var.i.anrc- in argill2 cbian:.; nc!ìc1 Jidas :a!1L:
Ili h1w! o di: Fornia L 26 A, n Forma L 26. Yarùmt;: 2.nuc:.
XcJla diJa.,'C<1.Jia, in Prmm:poj Yarlcmre antic:i.

Si an'erte, infine, che in rum:: k tavole: i ù.i';>t:gm sono 1n scal:' .,.

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