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DELL'ARTE ANTICA
CLASSICA E
•
ORIENTALE
ISTITVTO DELLA
ENCICLOPEDIA ITALIANA
ROMA
19 81
ISTITVTO DELLA
ENCICLOPEDIA ITALIANA
PRESIDENTE
GIUSEPPE ALESSI
VICE..PRESIDENTI
GIULIANO VASSALLI - GIANNI NO PARRAVICINI
CONSIGLIO
ARNALDO M. ANGELINI; SAVERIO AVVEDUTO; PAOLA BAROCCHI; GILBERTO BERNARDINI;
GIOVANNI BATTISTA BONINO; ITALO BORZI; UMBERTO BOSCO; VITTORE BRANCA; GUIDO
CALOGERO; RENZO CANESTRARI; MARIO CONTI; SERGIO COTTA; AUGUSTO DEL NOCE;
DINI; GIORGIO PETROCCHI; GIAN DOMENICO PISAPIA; PIETRO PRINI; GIOVANNI PUGLIESE
ANTONINO ZICHICHI
COMITATO Dr AMMINISTRAZIONE
ARISTIDE SAVIGNANO, Vicepresidente del Banco di Napoli; CIRO DE MARTINO, Presidente onorario
del Banco di Sicilia; GIOVANNI CODA NUNZIANTE, Presidente del Monte dei Paschi di Siena; MARIO
FORNARI, Direttore Generale dell'Istituto Nazionale delle Assicurazioni; ROSARIO LANZA, Presidente
dell'Istituto Poligrafico e Zecca dello Stato
DIRETTORE GENERALE
VINCENZO CAPPELLETTI
REVISOR]
PASQUALE CAROPRESO; FRANCO CASAMASSIMA; ANTONIO MAROTTI;
ATLANTE
DIRETTORE DI REDAZIONE
REDAZIONE
IDA BALDASSARRE, Professore nell'[stituto Universitario Orientale di Napoli; Dr. TERESA LANZILLOTTA;
Dr. MARIA BARBIERI BECATTI; Dr. MARIA LATINA CHIMA; Dr. GRAZIA MANNIRONI LUBRANO;
SEGRETERIA
1fJl"'"~
SOMMARIO
Abbreviazioni bibliografiche . » xv
AVVERTENZA • • • » XXXII
1. CER~ICA NARBONESE » 1
INTRODUZIONE » II
III. Terra ,;gillata della Tunisia centrale (S. Tortorella) . " '39
IV. Terra sigillata della Tunisia occidentale (S. Tortorella) )'; 14°
V. Terra ,;gillata dell'Algeria orientale e centrale (S. Tortorella) » 14°
VI. Altre produzioni (S. Tortorella) . . . . . . . . . . .
I,
141
B) Prodnzione A (All', A') decorata a rilievo applicato (A. Carandini - S. Tortorella) 144
D) Prodnzione C' e C' decorata a rilievo applicato a matrice (A. Carandini - E. Tortorici) 156
Elenco .d~ ~oti~ ~ecorativi a ~trice della produzione C' (E. Tortorici). . . . . . . 163
Elenco dei motivi decorativi a rilievo applicato delle produzioni A e C (L. Sagui - E. Tortorici) . » 165
E) Prodnzioni di Navigius, Oliltesis, SeplUs, Tahinas, SalUrninus e Gududio decorate a matrice (A. Ca
randini - E. Tortorici) . . . . . . . . 176
F) Prodnzioni delle arnpolle olearie e delle brocche antropomorfe decorate a matrice (A. Carandioi
E. Tortorici) . • . . . . . . . . . . . . . . . . . . .
I) 181
Elenco dei motivi decorativi a matrice delle ampoJIe olearie (E. Tortorici) " 18 3
LUCERNE IN CERAMICA COMUNE DELL'AFRICA ROMANA (I-IV 'ECOLO D.C.) (C. Pavolini) Pag. 186
I. LUCERNE AllECCO . . . . . . • . . . . . . . . . . . . .
, 188
V). Decorazioni di Navigiu! a di altro tipo. Forme VIII eIX (c. Pavolini) .
192
VI. Decoronioni di tipo C'-C' e D'_D'. Forme X, XI, XII (L. Anselmino) .
198
23 1
V. CERAMICA EGIZIANA . . . . . . . .
, 241
254
TAVOLE I-CLXV
~".':"
~,,-.,y
PRESENTAZIONE
A Giovanni Becatti, che ha diretto questa Enciclopedia dal 1969 al 1973, auno della sua morte,
si deve l'idea di dedicare aile ceramiche romane dell'instrumentum domesticum due volumi della sede
di Atlami della quale egli e Ranuccio Bianchi Bandinelli diedero l'aununzio nella Presentazione del
Supplemento 1970 dell'Enciclopedia dell'Arte Antica, edito nel 1972: « La redazione intende proporsi
anche nel futuro come un centro di elaborazione delle acquisizioni scientifiche nel campo dell'archeo
logia e della storia dell'arte antica, sia con i volumi di Supplementi, sia con Adami tipologici ed
iconografici, di cui il primo e giit stato pubblicato con il titolo: Atllmte dei complessi figurati e degii
ordini architettonici ,). L'improvvisa scomparsa del Becatti ha ritardato rna non interrotto l'attua
zione del suo progetto; e il primo dei due volumi previsti per Ie ceramiche, aflidato dal Becatti
stesso alle cure di Andrea Carandini, studios» tra i piu esperti dei documenti dell'arte e della tecnica
del mondo romano, vede ora la luce dopo anni di assidua ricerca ed elaborazione, a cui hanno parte
cipato con pari impegno tutti i collaboratori. Tra questi edoveroso aunoverare, anche se Ie lora sigle
sono assenti, Ida Baldassarre, che ha segnito attentamente l'elaborazione dell'opera in tutte Ie su~
fasi e ha notevolmente contdbuito a perfezionarla, e Teresa Lanzillotta, della cui preziosa esperienza
come redattrice dell'Enciclopedia dell'Arte A1itica anche questo volume si elargamente giovato.
I principi che hanno guidato gli autod del volume sono indicati dal curatore nella Premessa ch~
segue a questa pagina. Qui desidero porre in rilievo come questo Adame si iscriva armonicament~
nello schema che Bianchi Bandinelli e Becatti hanno definito nel ventennio della lora condirezione.
A giusto titolo, infatti, nell'Enciclopedia i prodotti dell'artigianato destinati all'uso corrente son col
locati accanto ai monumenti dell'arte: testimoni, gli uni e gli altd, dei caratteri delloro tempo, quali
i lora autod, umili 0 eccelsi, hanno concorso a formare; e I'opera, che si propone come uno strumento
di ricerca in sussidio della storia dell'arte antica, include nel suo orizzonte tanto la « grande arte »
quanto il modesto artigianato che da quella riceve stimoli e suggerimenti. Coerentemente si fa qui va
lere anche I'ineliminabile esigenza di distinguere poesia e non poesia, che eun criterio di conoscenza.
A questa ampia visione della storiograiia artistica si sono concordemente richiamati i due con
direttori, pur in un'amichevole e fruttuosa divergenza di vedute, quale si emanifestata specialmente
nelle pagine in cui Becatti ha discusso (La Parola del Passato, XII, 1957) il saggio di Bianchi Ban
dinelli su Organicita e astrazione. Sulla via ch'essi hanno segnato prosegue I'opera loro. E chi ha
accettato il compito, onorevole quanto impegnativo, di curare la continuazione, desidera ora ricor
dare I'assiduitit e la sagace acdbia con cui Ie sue collaboratrici della Redazione hanno atteso al non
lieve lavoro di preparazione per la stampa e di revisione delle bozze del presente libro. Come a loro
si deve gratitudine a Tommaso Semeraro, che ha curato I'iconografia, dando un nuovo saggio della
sua perizia e della finezza del suo disegno.
GIOVANNI PUGLIESE CARRATELLI
XIII
ABBREVIAZIONI BIBLIOGRAFICHE
per: periodici sonG state adottate Ie abbreviazioni dell' Annee PhiloJogUzue.
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XXVI
PREMESSA
Oggetto di questo Atlante ela ceramica del medio e tardo Impero esportata nel Mediterraneo.
La ceramica da mensa della prima eta imperiale (italica, sudgallica, ispanica, microasiatica, siriaca
e cipriota) verra invece trattata in un Atlante successivo, affidato alla cura di Giuseppe Pucci. Nella
prima eta imperiale I'Italia, centro non solo politico dell'Impero, esercitava la sua egemonia sul
l'Europa e sui Mediterraneo. Ma in seguito la Penisola perse questo primato. Smarrito il principio
unificatore italico, l'Europa e il Mediterraneo imboccano orrnai strade divergenti (qui forse risiede
il nocciolo della successiva « decadenza'> imperiale), e il Mediterraneo viene allora sottoposto alla
nuova egemonia dell'Africa, 0 meglio della Provincia Proconsolare (con epicentro nell'atruale Tu
nisia). Di qui la ragione sostanziale della distinzione dei due Atlanti. Se nella studio delle formazioni
sociali non basta considerare solo la diffusione quantitativa dei fenomeni, rna occorre distinguere
con chiarezza la limitatezza e la forza di chi ha la qualita di dominare 0 egemonizzare, allora si puo
dire che l' Atlante della ceramica della prima eta imperiale avra come protagonista l'Italia, mentre
l'Atlante che qui presentiamo non potra che vedere il Maghreb al primo posto. In questa direzione
si e spostata la fortuna nella storia romana. La ceramica africana e in effetti quella che raggiunge la
massima diffusione nel Mediterraneo, e oltre. Ma non dobbiamo per questo dimenticare il complesso
gioco delle altre produzioni, occidentali e orientali, che ora brevemente menzioniamo (si pensi in
particolare alla ceramica ritenuta costantinopolitana).
In seguito alIa crisi delle officine sudgalliche della prima eta imperiale si aff=a nella Nar
bonese una nuova tradizione artigiana, che si articola nelle produzioni che gli archeologi defi
niscono B, Prelucente, Lucente, Arandone-grigia e cosiddetta Macedonica. La terra sigillata B
venne inserita da Nino Lamboglia nella serie delle sigillate africane «< chiare ») dette A, B, C, D,
che egli erroneamente riferiva (anche se sempre pili dubbiosamente) al Mediterraneo occidentale
settentrionale. Insieme alIa Pre!ucente, la sigillata B e diffusa in Francia meridionale, Liguria e Ca
talogna, fra il II e il III secolo d. C. 11 nostro contributo in questo Atlante per queste classi e con
sistito soltanto nel fondere e ordinare Ie classificazioni di Lamboglia e di Darton. Al IV secolo si
deve invece attribuire la ceramica Lucente, diffusa nella Valle del Rodano e sulle coste settentrionali
del Mediterraneo occidentale. Abbiamo riprodotto nell'Atlante, appena riordinandola, la classifica
zione di Lamboglia. Ai secoli IV e V si data quindi la sigillata Arancione-grigia, diffusa in Francia,
Spagna, Baleari, Marocco, Italia e Sardegna (con rare attestazioni in Svizzera e in Grecia). Nel-
XXVII .
XXVIII'
~~~.
studio della produzione decorata, ampliando e riorganizzando I'elenco dei motivi a stampo che Hayes
per primo aveva presentato (di cui si forniscono Ie equivalenze), presentando per la prima volta
quello relativo ai motivi a rilievo applicato e a matrice ed inserendo produzioni generalmente tra
Iasciate (anche da Hayes), quali Ie produzioni di Navigio e delle ampolle olearie. Nuova organizza
zione e poi stata data al settore produttivo da noi chiamato della «Ceramica da cucina I), che pur fa
cendo parte della stessa tradizione artigiana della sigillata, conviene distinguere, per livello di Iavo
razione e per praticitll, dalIa ceramica fine da mensa. In questo iunbito sono state studiate fabbriche
e tecniche di produzione nuove, si e cercato di ampliare il repertorio dei tipi, di dame una cronologia
pin aggiornata e di chiarire i rapporti fra Ia terra sigillata e questa ceramica pin andante, ma assai
largamente esportata (per questo presa in considerazione nell'Atlante). Una documentazione molto
ampia epoi stata accordata alIe produzioni di carattere regionale: della Tunisia centrale e meridionale
(riordinando i tipi editi da Stern), dell'Algeria orientale e centrale (ciassificando i tipi rinvenuti a
Serif e in altri siti), della Tunisia occidentale e della Tripolitania (facendo riferimento a Hayes). Del
tutto originale einfine la tipologia delle lucerne verniciate (ma non puo dimenticarsi il debito nei con
fronti di Salomonson e di Ennabli).
E opportuno esplicitare i criteri seguiti nell'edizione della produzione vascolare africana. E stata
evitata, come si edetto, una nuova numerazione delle forme, per cui si econtinuato a far riferimento
alIe tipologie di Lamboglia, Salomonson e Hayes (LAMBOGLIA I9S8 e I963; SALOMONSON I968 e I969;
STERN I968; HAVES I972). Nella definizione della forma, figura inizialmente I'autore che per primo
I'aveva compresa nella sua tipologia; seguono, sotto forma di equivalenze, gli altri autori di classifi
cazioni in ordine cronologico (Forma Lamboglia IO = Salomonson A II = Hayes 19). Quando una
forma ecostituita da pin tipi, si usano, per distinguerli, barre inclinate nel testa epunti nell'intitolazio
ne (Forma Salomonson A 1= Hayes 3A/Lamboglia 4/36A = Hayes 3B/Lamboglia 4/36B = Hayes 3C).
Nel caso di alcune equivalenze si ereso necessario citare non solo il tipo di Hayes, ma anche il numero
di uno 0 pin esemplari da lui pubblicati in elenco (Hayes 8A, n. I). Nel caso di forme presenti in
diverse tipologie e che si basano su uno 0 due esemplari, I'equivalenza tipologica viene indicata ri
correndo alIe parentesi tonde: Forma Lamboglia 22A (Hayes I4, n. 3). Le forme che non fanno
parte delle tipologie tradizionali vengono definite facendo ricorso alIa loro prima edizione (autore
e anno nel caso di monografie 0 articoli citati pin di tre volte; rivista 0 serie e auno nel caso di articoli
citati meno di tre volte; serie e numero del volume nel caso di scavi editi da un collettivo di lavoro,
per cui sarebbe complicato riferirsi agli autori delle singole parti: Ostia II, Michigan I). Le forme
nuove sono indicate facendo riferimento alIa tavoia e alIa figura dell'Atlante (Atlante, tav. XXVII,3).
Per quanto riguarda la successione delle forme, quelle aperte precedono Ie chiuse, Ie pin antiche
sono anteposte alIe pin reeenti; inoltre si etenuto conto delle somiglianze morfologiche e di eventuali
anche se ipotetiche evoluzioni tipologiche.
Dopo la definizione 0 titolo della forma e dei tipi seguono Ie voci seguenti: descrizione, tipologia,
produzione, decorazione, cronologia, diffusione e bibliografia. Nella voce descrizione si delineano
Ie caratteristiche principali della forma (comprese Ie dimensioni), rimandando alIa voce seguente la
descrizione dei singoli tipi. Nella voce tipologia si illustrano Ie peculiaritil. dei singoli tipi, identificati
sulla base della frequenza statistica ed in alcuni casi dalla specificitil. e originalitil. morfologica di pochi
esempIari; Ie alterazioni morfologiche meno significative, pin dubbie e sporadiche sono relegate al
rango di varianti. Nella successione dei tipi si e seguito un ordine cronologico 0 di presunto sviluppo
morfologico; Ie differenze di misure fra i singoli tipi sono state specificate solo quando esse paiano
significative; in questa voce si trovano i rimandi alIe tavole e alIe figure. Nella voce produzione si
indicano Ie {( fabbriche» e si propongono confronti con altre produzioni ceramiche 0 con recipienti
in materiale diverso. Nella voce decorazione si precisano gli aspetti relativi alI'artigianato artistico
di serie; per Ie produzioni decorate a matrice 0 a rilievo applicato ogni esemplare 0 frammento e
){XIX .
identificato tramite un numero fra parentesi tonde, che compare identico nella voce biblingrafia
prima dell'abbreviazione bibliografica; segue il numero del motivo decorativo che figura su di esso,
che rimanda agli elenchi dei motivi decorativi; per la decorazione a stampo si fa riferimento soltanto
alio « stile ,) di Hayes (ma nell'elenco dei motivi si citano anche Ie forme su cui il singolo motivo
compare). Nella voce cronologia si menzionano Ie datazioni proposte nelle tipologie pili accreditate
o dagli autori che pubblicano i singoli tipi; si fa aItresl riferimento ad attestazioni stratigrafiche ri
tenute particolarmente sieure e rilevanti (edite e anche inedite); si ricordano inoltre siti datati in
assoluto che non si trovino citati nelle tipologie tradizionaIi; si danno infine i nostri giudizi cronolo
gici, quando divergono da quelli proposti da aItri. Nella voce dijfusione si forniscono indicazioni di
massima per vaste aree geografiche (tenendo conto anche di certa evidenza non pubblicata). Nella
voce bibliografia vengono elencate Ie pubblicazioni relative alIa fotrna, articolate per paesi moderni
o musei e collezioni (per gli esemplari senza provenienza); nell'iunbito dei singoli paesi, Ie citazioni
seguono l'ordine cronologico; Ie monografie e gli articoli citati pili di tre volte sono abbreviati con il
cognome dell'autore e l'anno di pubblicazione; per Ie riviste si efatto ricorso alie abbreviazioni della
Annie Philologique, 0 ad aItre ancora, che figurano nell'elenco delle abbreviazioni di questo Atlante.
I criteri bibliografici che abbiamo esposto vaIgono non solo per la ceramica africana rna per
l'intero AtIante e sono stati dettati soprattutto da esigenze di brevim. Le didascalie delle figure, in
tercalate per comodita alie tavole, fanno riferimento alia produzione ceramica dell'esemplare, alia
forma e al tipo, alIa provenienza 0 aI museo in cui e conservato, aI numero di inventario per Ie foto
grafie, alIa fonte bibliografica per il disegno; segue infine il rimando alIa pagina del testo in cui la fotrna
viene trattata. I disegni dei tipi ceramici sono ridotti in scala I: 3 e i motivi decorativi in scala 1:2.
Alcuni Iimiti di questo Atlante possono gia scorgersi nel licenziare Ie bozze per la stampa. Vi e
mnanzi tutto una disparim nel modo in cui Ie diverse ceramiche mediterranee sono state studiate
(si tratta pero di una disparita voluta, sia per contenere l'Atlante entro una cerra dimensione, sia
perche pensiamo che una grande quantita dei suoi lettori si troveranno ad operare in Italia e nella
parte occidentale del Mediterraneo). Si potrebbe quindi accennare aI carattere « chiuso)} di aIcuni
elenchi (si sarebbero potuti usare sisterni di numerazione pili sofisticati, aperti a future aggiunte).
Manca poi un indice dei luoghi, che sarebbe stato prezioso e soprattutto non e stato possibile rea
lizzare delle cartine di distribuzione analitiche e sintetiche, comunque aggiornate, seguendo l'esempio
di Hayes (ma nell'Atlante vi sono i dati per ricostruire eventualmente a posteriori tali indici e canine).
Manca anche uno studio sintattico degli stampi sui tipi vascolari, in particolare africani (da com
pararsi con i motivi analoghi che figurano sulle produzioni non africane). Inoltre non e stata
condotta una ricerca sistematica sui motivi figurati delle lucerne africane, considerati in rapporto
con quelli che figurano sugli aItri recipienti decorati. Infine 10 studio di queste decorazioni avrebbe
potuto essere inquadrato in una ricerca pili ampia sulla cultura figurativa dell'epoca. Sono tutti spunti
per future ricerche.
E opportuno sottolineare che illavoro di questo Atlante, in particolare la parte riguardante la
cerarnica africana (dove si concentra pili propriamente l'aspetto della ricerca), eStato svolto in modo
sostanzialmente collegiale, discutendo suI taglio del volume, sulla scelta dei criteri, sulla definizione
di ogni tipo e variante. Cio premesso, si spera di offrire ai lettori (0 meglio ai consuItatori) dell'Atlante
un prodotto che, pur nei suoi Iimiti, appaia relativamente omogeneo. Le singole parti sono fitrnate
con Ie iniziali dei vari autori. Hanno recato illoro contributo aI lavoro comune Lucilla Anselmino,
Andrea Carandini, Carlo PavoIini, Lucia Sagui, Stefano Tortorella e Edoardo Tortorici, che si erano
formati nel laboratorio dell'instrumentum domesticum dell'istituto universitario romano. Ostacoli non
sonG mancati nel corso della ricerca, rna sono stati superati con la buona volonm, grazie anche alIa
collaborazione della redazione dell'Encic1opedia. I disegni sono stati affidati alIa mana di Tommaso
Semeraro, fattasi abile illustrando con finezza di stile e rigore di criteri i materiali delle Terme ostiensi
XxX
del Nuotatore. Infine Stefano Tortorella ha recato un contributo sostanziale nella definizione dei
criteri, nel raccordo fra i diversi ricercatori e Ie diverse parti dellavoro, facilitando sotro tutti gli aspetti
l'opera del curatore.
Vi sarebbero infine da menzionare gli studiosi che ci hanno aiutato nella redazione di questo
Atlante. Sono certamente troppi per poterli menzionare tutti. Nomineremo soltanto, primo fra tutti,
John Hayes, massimo esperto in questo campo di studi, quindi Henry Hurst e Friedrich Rakob con
Ie loro equipes di specialisti, che ci hanno liberalmente mostrato i reperti degli scavi cartaginesL
Preziosi sono stati i consigli di Mounir Bouchenaki, Antonino Di Vita, Abdehnajid Ennabli, Auna
Sommella e Jan Willem Salomonson, che assistette ai nostri primi passi di fronte ai materiali ostiensi.
E poi PaUl Albert F6vrier, David Whitehouse e tanti altri amici.
Alia memoria di Giovanni Becatti, primo ispiratore di questi atlanti sulla cultura materiale del
mondo antico, e di Nino Lamboglia, che per primo comincii> a scavare stratigraficamente un centro
romano e a classificare Ie (' sigillate chiare » in ltalia, dedic.'liamo questo primo Atlante sulla ceramica
romana, sperando che altri possano presto seguire come validi strumenti nella ricerca sui campo
e nella riflessione storica. Di una storia che non disdegni di partire dalla modestia dei lavori quotidiani
(quindi anche dai « cocci») per giungere aile realizzazioni, spesso irripetibili, delle grandi azioni
politiche e dei capolavori artistici (di cui si eprivati in tempi di crisi materiale e morale).
ANDREA CARANDINI
XXXI'
AVVERTENZE
Le designazioni delle forme (e dei tipi), quando costituiscono i titoli delle descrizioni delle forme stesse, sono
stampate in maiuscoletto e disposte in righe successive; quando sono citate nel testo, sono stampate in carattere
tondo e si susseguono, separate da una barra obliqua. Le forme che vengono presentate per Ia prima volta in questa
opera sono desiguate col nome« AnANTE », segnito dal numero della rispettiva tavola. (Si veda, ad esempio, la secon
da colonna della pag. 105).
L'identita perfetta di piu tipi e indicata col seguo =. Le varianti di una forma non sono indicate nel titolo
ma figurano nel testo.
Le forme delle lucerne sono indicate con un numero romano (da I a XVI); per i tipi, i1 modo di designazio
ne e 10 stesso di quello adottato per i vasi.
Nella descrizione delle forme i motivi decorativi (citati col numero d'ordine dei rispettivi elenchi), sono tal
volta preceduti da un numero in parentesi: questo rimanda a1 corrispondente numero della bibliografia, nella quale
e messa in evidenza Ia distribuzione geografica dei motivi stessi. (Si veda, ad esempio, la pag. 194).
Le tavole di questo Atlanlt sono indicate con i numeri romani in maiuscolo; Ie pagine con: pag. Le tavole
d'altre opere citate sono indicate con numeri romani in maiuscoletto; Ie pagine con: p.
Nei disegni e stata adotrata la scala 1:3 per Ie forme e la scala 1:2 per i motivi decorativi.
Nelle tavole dei disegni delle lucerne Ia decorazione e stata riprodotta solo quando conCOITe a definire il tipo.
Un asterisco sovrapposto ad un diseguo indica che in questo e riprodotta Ia sola forma di una lucerna fornita di
decorazione.
Per la corrispondenza delle norme tipografiche adotrate con i criteri segniti nell'edizione si vedano Ie pagg.
XXIX-XXX.
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1. TERRA SIGILLATA (.B» E «PRELUCENTE,>
La sigillata B e una classe che e stata individuata ed Potrebbe chiamarsi sigillata tardo-gallica, se questa de
ordinata per la prima volta da N. Lamboglia suna base finizione non portasse a pericolose confusioni con Ie 5i
dei materiali di Albintimilium e di una larga serie di gillate centro-galliche ed est-galliche. La sigillata B pIe
confronti. La pasta e tenera, di colore arancione chiaro; senta caratteri ora piu tipicamente contioentali, ora pill
la vernice e di colore arancione vivo e si disgrega in propriamente mediterranei. Esistono degli evidenti punti
modo uniforme e poroso; essa assume a volte toni violacei di contatto con la produzione« lucente ;. Scarsi sono in'flee
e lucenti: si tratta della qualita « prelucente », che e sem quelli con la ceramica di LezOllX e con quella pill tarda
brata segnare il momento di trapasso della B aIla «lucente ., dell'Argoune. Praticamente inesistenti sonG quelli con la
vera e propria. L'area di produzione sembra trovarsi sigillata 'arancione-grigia» e cou queIla africana. Que
nella Valle del Rodauo. A Ventimiglia la classe e testi st'ultima e stata generalmente classificata - per quanto
moniata a partire daIla meta del II secolo circa fino aIla attiene aile produzioni A, C, D - nella serie delle ( si
seconda meta del secolo successivo. Nell'area di pro gillate chiare'> - cui appartiene la B - secondo 'IDa
duzione i limiti cronologici sono probabilmente piu ampi concezione ormai superata di sviluppo unitario delle si
(vi sono indizi che la produzione comiuci gill ue! I secolo). gillate presenti lungo Ie coste settentriouali del Medi:er
La qualitil, pre!ucente., e nota a partire dall'etil severiana. raneo occidentale. Diamo l'elenco delle forme secondo la
Generalmente non e possibile attribuire datazioni aile tipologia edita in LAMBOGUA 1958, e aHarsa poi integrata
singole fonne. L'area di diffusione e limitata sostanzial in DARTON 1972. Non si apportauo modifiche aIla classifi
mente aIla Liguria, aIla Francia meridionale ed aIla Cata cazione tradizionale. Si fa pero osservare che nellc sforza di
logna. In Spagna e Portogallo sono note alcune fabbriche contenere il numero delle forme, seguendo una tipologia
che in via generale si possono ricollegare a questa ciasse, organica di tutte Ie sigillate nate nel Mediterranec occiden
rna che presentano delle caratteristicbe particolari. Questa tale - dalla sud-gallica all'africana - si efinito per racco
sigillata sembra diffondersi posteriormente aIla crisi delle gIiere $Otto uno stesso numero forme assai diverse. In que
officine sud-galliche. Essa eredita varie forme della sud sto senso la classificazione tradizionale appare pill come un
gallica; e fra l'altro I'ultima a presentare, nell'area pro ordinamento preliminare che non una tipologia per gruppi
venza1e, dei vasi decorati a mattice, ed in questo senso di forme, fonne, tipi, sottotipi e varianti (osservaziane
appare un fenomeno parallelo aIla sigillata tardo-itallca. questa che non vale certo soltanto per questa classe).
3
CERAMICA NARRONESE
FORMA LAMBOGLlA 4/36 (1.1'. 1,9-10). FoRMA LAMBOGLIA 28 (tal'. III, I2).
Presenta decor.zioni simili a quelle che 3i trovano sulle
FORMA LAMBOGLIA 4 (tal'. I, II).
forme Dechelette 72 eli Lezoux.
eft. una form. analoga in sigillata «lucenle >: (1.1'. VI,
2); pet la forma inleta, efr. DARTON 1972, n. I; si "eda foRMA LAMBOGLlA 28 A (1.1'. III,I3).
la forma analoga (Lamb. 4/36) in Sigillal' {( lucenIe» e La decorazione mammillare ricorda la classe delle
in sigillata sudgallica (di'. OSWALD-PRYCE 1920,1'1'. LlX) 'pareti sottili >:.
(tal'. I, I2); il Iipo e StaIO a"vicinalo ipoIeIicamenIe a FORMA LAMBOGLIA 14
fonne eli Sigillal' africana. Si tratra eli un umeum, che 'Jresenta la Slessa forma delle
FORMA DARTON 1972, 36 (tav. I, 13). 'ollette a collaIino'} della c~ a «pareti sottili» (e
Ricoreliamo l'.naloga form. in sud-gallica; eft. anche petranlo non viene riprodotIo).
la forma Lamb. 3S. FORMA DARTON 1972, 14, mi. 1-2 (Iav. III,I4-I5).
FORMA DARTON 1972, 19 (tal'. I, 14). E attestata nei secoli III-IV.
Enol. la qua1iIa « prelucenle <>. FoRMA LAMBOGLIA 26 (1.1'. III,I6).
Si tratIetebbe eli un. form. tipicamente severiana.
FORMA LAMBOGLIA 31 (tal'. I, IS).
FORMA LAMBOGLlA 30 (tal'. IV, 1).
FORMA LAMBOGLlA 33 (tal'. I, 16).
Ricoreliamo I. forma analog. in sud-gallica. FORMA LAMBOGLIA 29 (Iav. IV, 2).
FORMA LAMBOGLIA 4/36 (tal'. I, Ii). FORMA DARTON 1972, 15 (tal'. IV,3).
Si conosce una fonna analoga in ceramica comune
FORMA LAMBOGLlA 8 (tal'. 11,1-6). che a Ventimiglia e parsa databLe inlorno all'anno 200
ar. I. forma Ritter1ing 8 e la form. analoga in sigill'Ia circa; si trovano anche confronti nella ceramica dell'Ar
«Iucenle <> (1.1'. VI, 4); piu forme sono raccolle in una gonne.
forma sola.
FORMA DARTON 1972, 29, N. I (:av. IV, 4).
FORMA DARTON 1972, 1/3 (1.1'. II,7)'
FORMA DARTON 1972, 13 (tav. IV,5).
E conosciula nella qua1itit prelucenIe; si veda anche la La forma e Iestimoniala a Ventimiglia intomo alia fine
forma analoga in sigillata «lucenIe<> (tal'. VI,IO); eft. del II secolo; si conosce una forma analog. in sud-gallica.
anche 1a forma Rittet\ing 9.
FORMA LAMBOGLlA 76 (Iav. IV, f).
FORMA LAMBOGLlA 2 (tal'. II,8-I2). E conosciuI2. anclie la qualila • prelucenle »; si tratta
Deriva dal1a forma Drag. 37 in sud-gallica; esisle di vasi :a medaglione applicalo dell. Valle del Roda
anche decorala a matrice (forma Lamb. 37) ed in sigillata no (WUILLEUNJER-AUDIN 1952); efr. la forma Deche
,lucenIe'} (tal'. VI, 9); si conoscono sOltotipi e vatianti lette 76.
(DARTON 1972, 2, n. 8); tal'. II,8 costituisce una forma
a se stanle. FORMA DARTON 1972, 16 (tav. 1'1,7),
La forma ha tre anse e puc. presenrare due medaglioni
FORMA LAMBOGLIA 35 (tal'. II, 13). applicali (efr. la forma precedente).
Si veda la forma analoga in sud-gallica; enota la qualitil FORMA LAMBOGLlA 37 (taVl'. IV,8-9 e V,I-4).
« prelucenle <>.
Deriva dall'analoga forma in sud-gallica, rna l'orlo e a
FORMA LAMBOGLlA 8/35 (I",'. II,I4)· mandorla; efr. 1a forma Lamb. 2 che e la versione non
FORMA LAMBOGLlA 18 (1.1'. III, I). decoral'; si tratra dell'ultL'lla produzione eli ceramica
decorala a m.rtice (lOa cfr. rna furma in sigillata «aran
E nota una varianIe: DARTON 1972, 18, n. I.
cione-grigia »: ta". VIII, 7).
FORMA DARTON 1972, I2 (tav. III,2-3)· FORMA DARTON 1972, 39 (101'. V, 5).
FORMA LAMBOGLlA 38 (tal" III,4). III-IV secolo; efr. la forma analoga in sud-gallica ed
FORMA LAMBOGLlA 24/25 (tal'. III, 5-6). anche la forma DARTON 1972, 32/39.
FORMA DARTON 1972, 28, N. I (Iav. III, II). (per i motivi decorativi di quesle forme v. tal'. V, 10-78).
E una forma attest.Ia nell. classe delle "p.reti
SOItili '. A. C.
Si tratta di un gruppo ceramico classificato per la prima sopratrutto nel IV secolo. Non vi sono punti di contano
volta da N. Lamboglia. La vernice e di colore bruno fra questa ceramica continentale e la sigillata african.,
metallico con iridescenze; l'argilla e di colore giallo mentre ve ne sono con la Bela {( prelucente » da una pane
arancione; l'impasto e morbido, poco tagliente. Questa e con la ceramica dell'Argonne dall'altra. Sigillata B,
ceramica e diffusa sulle coste settentrionali del Mediter " prelucente, e «Iucente I} appattengono ad una stessa
raneo occidentale e nella Valle del Rodano. E testimoniata tradizione artigiana.
FORMA LAMBOGLIA 9 B (tav. VI, I). FORMA LAMBOGLIA 45 (tav. VI, II).
Cfr. una forma analoga in sigillata B (tav. 1,2). Presenta un beccuccio a forma di muso di leone; e
FORMA LAMBOGLIA 4/36 (tav. VI,2). talora decorata a metope con disegno cruciforme; Lam
ar. una forma analoga in sigillata B (tav. I, II~. boglia data la forma fra la fine del III e la prima meta
FORMA LAMBOGLIA 33 (tav. VI,3). del IV secolo.
FORMA LAMBOGLIA 3/8 (tav. VI,4). FORMA LAMBOGLIA 24/25 (tav. VI, IZ).
Cfr. una forma analoga in sigillata B (tav. II, I). Cfr. una forma analoga in sigillata «arancione-grigia »
FORMA LAMBOGLIA 3 (tav. VI,5-6). (tav. IX, 7).
FORMA LAMBOGLIA 1/3 A (tav. VI,7). FORMA LAMBOGLIA 19 (tav. VI,I3-I4).
FORMA LAMllOGLIA 1/3 B (tav. VI,8).
Cfr. la fonna precedente. FORMA LAMBOGLIA 14 (tav. VI,I5-I6).
Cfr. una forma analoga in sigillata B (tav. III, 16).
FORMA LAMBOGLIA 2137 (tav. VI,9).
ar. la forma analoga in sigillata B (tav. II,9-I2). FORMA LAMBOGLIA z8 (tav. VI,I7).
FORMA LAMBOGLIA 1/3 C (tav. VI,IO). FORMA LAMBOGLIA 14/26 (tav. VI,I8).
Cfr. una forma analoga in sigillata B (tav. II,7). A.C.
Si tratta della ceramica che un tempo veniva improptia provenzale e del basso Rodano, con centro a Marsiglia.
mente definita come «visigotica » (DECHELETTE 1904). La tecnica della riduzione e predominante. Esistono dif
II colore della pasta va dal giallQ-{}cra al grigio pilI 0 :neno ferenze fra Ie produzioni dei centri costieri e quella delle
scuro. Quello della vernice va dal giallo-arancione della officine locali dell'intemo. Marsiglia e un centro che
tecnica ossidante al grigio pilI 0 meno scuro della tecnica esporta questa ceramica, seppur assai raramente, nel bacino
riduttrice. La classe si ricollega alia stessa tradizione orientale del Mediterraneo (Grecia). Cronologia: V secdo
artigiana delle altre ceramiche narbonesi (B, «prelucente " (HAYES 1972, p. 403). 3) Area atlantica edell'Aquiron:a,
ducente ,). Ma il repertorio delle forme e diverso e la con centro a Bordeaux (Ia ceramica ,'visigotica, di Hayes~.
tecnica della riduzione appare come una novita. Carat Prevale la tecnica a riduz!one. La vernice e grigio-scura
teristica della classe e la cos! dena decorazione a stampo, e saponosa. Mancano Ie forme Rigoir 3 e 18. La deoora
che essa mutua dalla sigillata africana (<< stile A,: 420 zione a stampo presenta delle caratteristiche proprie (non
470 circa). Le aree di produzione sono tre. Una di queste e influenzata dalla sigillata africana). Cronologia: VI s<:
non tientra nei lirniti dell'antica Narbonensis. I) Area colo (HAYES 1972, pp. 403-404). La diffusione di questa
della Linguadoca con centro a Narbona. II 40/60 % della ceramica narbonese riguarda, oitre la Gallia, la Spagna
produzione e realizzato con la tecnica ossidante. La ver e Ie Baleari, il Marocco, I'ltalia e la Sardegna, la Svizzera,
nice e di color giallo-arancione, simile a quella della e la Grecia. Seguiamo la tipologia edita in RIGOIR 1<)68,
sigillata B. Si conosce una produzione pilI fine ed una ma ricordiamo che alcuni numeri raccolgono in realtil
meno fine, attribuibile ad alcune officine locali. Crono pilI forme e che gran patte dei confronti non sembrano
[ogia: 350-400 e oltre (HAYES 1972, p. 403). 2) Area convincenti. Per la decorazione a stampo cfr. RIGOIR 1960.
CERAMICA NARBONESE
FORMA RlGOill 4 (tav. VII, I). forma Drag. 27, rna sembra pill probabile quella della
Frequente a Bordeaux. forma Drag. 29.
FORMA RiGore 8 (tav. VII,2). FORMA RlGOIR 16 (tav. VIII,8).
Tipica di Marsiglia; sotto questa forma sana raccoll; Meglio testimoniata iu Lingoadoca, a sud del Massiccio
dei tipi che sembrano imitazioni di una forma in si Ceutrale.
gilhta africana D' (eft. tav. XLV, 1-2).
FORMA RiGOIR 32 (tav. VIII,9).
FORMA RiGOIll. II :tav. VII,3)' Forma rara.
Tipica di Marsiglia; perla coppa efr.la forma Rigoir 33. FORMA RiGOIR 9 a (tav. VIII,10).
FORMA RlGOre 12 (tav. VII,4). Cfr. la forma aualoga in sigillata B; la decorazione a
Tipica di Marsiglia; per Ia coppa efr.la forma Rigoir 35. rotella sui fonda ligura auche nella sigillata africana D'
(cfr. tavv. XXXVII,4; XLVIII, II-16 e XLIX, I-II;
FORMA RiGore I (tav. VII,5).
XLIX, 12-13; XLIX, 14 e L, I; L, 6-7).
efr. Ia forma Drag. 51 e una forma in sigillata afri
cana D' (efr. tavv. XXXII, IQ-13; XXXIII); ediffusa nel FORMA RIGOIR 9 b (tav. VIII, II).
gruppo narbonese-marsigliese; e testimoniata soprattutto Cfr. la fonna Drag. 38.
nei centri urbani e nelle fJillae; forma servizio insieme alle FORMA RiGOIR 15 b (tav. VIII, 12).
forme Rigoir 2 e 3. Meglio testimoniata in Linguadoca.
FORMA RiGOre 30 (tav. VII,6). FORMA RiGOIR 17 (tav. VIII, 13).
FORMA RiGOre 5 a (rav. VII,7). E considerata una variante della fonna 15.
Forma rara; cfr. la forma Drag. 32 (?). FORMA RIGOIR 15 a (tav. VIII,14).
FORMA RiGOn: 34 (tav. VII,8). FORMA RIGOIR 20 (tav. VIII, 15).
efr. Ia forma Rigoir 12.
FORMA RlGOIR 2 (tav. IX, I).
FORMA RiGOre 33 (tav. VII,9). Estata avvicinata alla forma Lamb. 4/23 della sigillata B;
Cfr. Ia fOM.a Rigoir II. efr. anche Ie forme Rigoir I e 3.
FORMA RlGOre 5 b (tav. VII,10). FORMA RIGOIR 3 a (tav. IX,2).
Cfr. la forma Drag. 32(?); forma rara. Si veda Ia forma Drag. 35; efr. anche Ie forme Rigoir
FORMA RiGOre 10 (tav. VII, II). I e 2; appartiene a questa forma il tipo inedito del LAM
Si e supposta una derivazione dalla forma Rigoir 8; BOGLI.~ 1958, p. 318; e particolarmente frequente nella
forma rara. regione di Marsiglia e nei centri costieri.
FORMA RiGOre 13 (tav. VII, 12). FOR1>L~ RlGOIR 3 b (tav. IX, 3).
E testimoni.ta solo a Marsiglia. Cfr. anche la forma Rigoir 3 a; analogo madelia del
I'orlo nella forma Lamb. 48/WAAGE 1948, n. 856 k della
FORMA RlGOIR 3r (tav. VII,13). sigillata africana D'.
FORMA RlGOIR 14 (tav. VII,14). FOR1>L~ RiGOIR 3 c (tav. IX, 4).
Tipica di Marsiglia.
FORMA RlGOIR 29 (tav. IX, 5).
FORMA RiGon: 21 (tav. VIII, I). Sembra essere la sola forma da cucina.
L'aodamento della parete ricorda Ia forma Drag. 33;
forma rara. FOR1>lA RiGOIR 24 a (tav. IX, 6).
Hayes attribuisce a questa gruppo solo alcune testimo tinopoli (I) e in Romania (?) sono considerate delle imita
nianze di Corinto e forse di Atene (HAYES 1972, pp. 405, zioni locali della sigillata {( arancione-grigia') databili fra
417). Altre, raccolte a Salonicco, Atene, Corinto, Costan- la fine del IV e gli inizi del V secolo. Cfr. tav. XII, 71-75.
A.C.
INTRODUZIONE
Chiamiamo "terra sigillala africana)} l'insieme delle tipi di forme aperte e soprattutto di forme chiuse si cono
produzioni che Lamboglia defini come "terra sigillala scono soltanto in Africa settentrionale e ttovarro spesso
chiara)} A, C, 0 (esc1usa Ia B, che si e invece rivelata riscontro nella ceramica comune locale, contemporanea 0
di origine narbonese) e che Hayes ha piu recentemente pili antica. 5) Snlla ceramica decorata a riIievo applicato
definito (, Mrican Red-Slip Ware ». Secondo questo auro di "fabbrica)} C' e C' appaiono iscrizioni e fignrazioni
re sarebbe consigiiabile distinguere Ie ceramiche con che si riferiscono a costurui di vita africani e in particolare
vernici brillanti della prima eta imperiale (Red-Gloss bizaceni (si pensi ad esempio alle sodalitates, che erano
Terra Sigillata) da quelle con vernice menu brillailte Ie "mafin del tempo). 6) I motivi della decorazione a
della media e larda imperiale (Fine Red-Slip Wares). stampo 0 a rilievo si inquadtano perfertamente nei reper
Abbiamo preferito, cio nonostante, conservare iI termine tori e nei linguaggi fignrativi della cultura artistica africana
, terra sigil1ala »per Ia grande maggioranza delle ceramiche (appaiono addirittura inunagini delle personificazioui della
fini da mensa del medio e lardo impero, sia per ragioni Mauretania, dell'Africa e di Cartagine). 7) Snlla ceramica
di uniformira terminologica (non bisogna spavenlare gli del tipo (, Navigio" compaiono firme di ceramisti cer
archeologi «umanisti» con eccessive complicazioni), sia tamente maghrebini e gli stessi vasi a forma di testa
per ragioni strettamente tecniche (pensiamo, ad esempio, umana ricordano per fisionomia e particolari antiquari
alle vernici brillanti e alle argil1e assai depurate di alenne figure indigene africane del tempo. 8) Conosciamo dei
produzioni della Bizacena). centri di produzione (il cui numero va crescendo), quali
La terra sigillata africana - tentiamone una prima Oudna (Uthina), Renchir el Biar (presso Thebourba),
definizione - e una ceramica: I) manufatla in pili aree Renchir es Srira (in Tunisia centrale), Sidi Kalifa (Phe
di produzione e officine dell'Africa Proconsolare e della radi Maius), Sidi Aich (Gemellae). 9) Sono noti aIcuni
Mauretania (dall'Algeria alla Libia, con epicentro in strumenti di produzione, quali dei punzoni per la deco
Tunisia); 2) appartenente ad una stessa tradizione arti razione a stampo, che sono stati trovati a Thysdrus, Cirta
giana che si sviluppa fra iI I e iI VII secoIo d.C.; 3) che e Timgad.
si rivoIge alle necessira regiona\i africane e soprattutto La diffusione doveva avvenire principahnente, anche se
al grande mercato mediterraneo (e oItre); 4) di qualita non esc1usivamente, per mare, e raggiungeva i pili diversi
pili 0 meno raffinata, coperta per intero 0 in parte da insediarnenti urbani e rurali e gli ordini piu vari della
una vernice color rosso-arancione, pin 0 meno liscia e sodeta (almeno fino al V secoIo). Penetra nell'interno
brillante, in alcuni casi variamente decorata (a barbotina, dell'Africa fino al Fezzan, raggiunge la Spagna soprat
a rotella, a impressione a stampo, a rilievo a matrice e tutto costiera, il Portogallo, la Francia meridionale, Ie
applicato). I Baleari, Ia Corsica, Ia Sardegna, I'Italia, la Sicilia, Maho,
La produzione di questa sigillata e stata attribuita auto j: la Oahnazia, Ia Grecia, I'Egeo, I'Asia Minore, la Siria
revohnente all'Mrica grazie a una serie di indi2i e di I (compresa Dura Europos), Cipro, la Palesrina, la Valle
prove, che qui conviene solo brevemente ricordare. de! Nilo (fino alla Nubia) e la Cirenaica. Ii nota un fram
I) Appare innanzitutto in Occidente e solo in un secondo mento anche a Axum in Etiopia; e rara nelle province
momento in Oriente, per cui non puo trattarsi di una europee settentrionali (in Austria, Svizzera, Renania,
produzione del Mar di Levarrte. 2) Appartiene ad una Olanda, Inghiiterra e Scozia); einfine attestata anche ne!
tradizione artigiana che nnlla ha in comune (salvo che Mar Nero. Una tale diffusione, per allora "mondiale)},
per taIune contralfazioni) con Ie abitudini Iavorative dei non trova coufronto nelle altre produzioni coeve narbonesi,
ceramisti italici, gallici e ispanici, per cui si deve pensare ispaniche, microasiatiche, cipriote, egiziane, palestinesi e
per I'area di produzione alle province occidentali del della penisola greca (HAYES 1972, pp. 1-18, 428ss.).
colitinente africano. 3) I tipi vascoIari pili antichi si rin Si puo anzi addirittura alferrnare che si tratta della ce
vengono soIlanto nel Maghreb, dove essi sostituiscono, ramica pili diffusa nel Mediterraneo durante tutta I'an
fin dagli anui '70 del I secoIo, Ie altre sigi\1ate occidentaIi tichita c1assica (l'archeologo si diverte ne! constatare che
che vi venivano precedentemente importate; iI che avverra essa non e mai nominata da una fonte Ietteraria).
anche in ltalia, Gallia e Spagna, ma soltanto nel corso del 11 primo frammento di sigillata africana e stato pub
II secolo (speciahnente dalla sua seconda meta). 4) Alcuni blicato nel 1833. La prima officina (Uthina, nella Tunisia
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CERAMICA AFRlCANA
settentrionale) e stata edita nel 1897 (si veda la biblio Cia premesso, bisogna ricordare gli importanti studi
grafia). La prima articolazione della produzione in fab di Jan Willem Salomonson (SALOMONSON 1968 e 1969),
briche e dovuta aI britannico Waage, con Ie sue (I Late che e stato iI primo a stabilire Ie equivalenze fra Ie clas
Roman B I' (equivalente aile «sigillate chiare A cD» sificazioni delle due diverse tradizioni e quindi a ricon
di Lamboglia) e (I Late Roman A >, (equivalente alia (I si ferire alle produzioni africane quella dimensione globale
gillata chiara C >, di Lamboglia). Ad esse egIi affiancava, e cosmopolita che e lora propria. I! stato anche iI primo
pur considerandole distinte, Ia «Late Roman C", la a dare nuovo impulso agli studi sui rapporti fra la sigillata
(I Late Roman D » e Ia (I Late Roman E", che sono pro africana e i prodotti delle altre arti africane, minori e
duzioui pergamene e cipriote. II Waage commise dunque maggiori. Si e inoltre rive1ato otrimo conoscitore delle
per primo I'errore, poi ripetuto da Lamboglia, di inserire decorazioui a rnatrice e a rilievo applicato (su vasi e lu
in una stessa serie delle cerarniche di provenienza anche cerne), fra I'eta dei Severi e i Vandall. Ha poi individuato
molto diversa (rna come non giustificare questi primi som nella cerarnica di EI Aouja, in quella di tipo «Navigio"
mari raggrupparnenti dei «padri fondatori >, della ceramo e nelle contemporanee lucerne vetuiciate nuovi aspetti
logia romana?). AI Waage va in ogni modo riconosciuto della lavorazione cerarnica africana. Con la pubblicazione
il merito di aver intuito per primo I'africanicitit delle sue della necropoli di Raqqada (nella Tunisia centrale) ha
due prime (I fabbriche >, (WMGE 1948). L'iniziatore in dato infine un notevole contributo alia cronologia delle
Occidente di questi studi e state (rna si tende a volte a diverse produzioni e delle singole forme.
dimenticarlo) Nino Lamboglia (LAMBOGLIA 1958 e 1963). Contemporaneamente venivano svolgendosi Ie ricerche
A questo che potremmo definire nel senso migliore del italiane, in particolare quelle legate aile ricerche ostiensi
termine (I dilettante >, - aIIeato dell'archeologia ufliciale e africane (condotte per 10 piu da coloro che avevano
italiana, non ne fece mai veramente parte e forse proprio seguito I'inseguamento di Lamboglia). Si riconosceva
per questa riusci a colmare Ie gravi lacune di quest'u1tirna una fabbrica di sigillata africana a Pherad! Maius. Si indi
(dallo scavo stratigraftco, alla classificazione sistematica viduava la nuova «fabbrica" della A/D. Si precisava 10
dei reperti, all'archeologia sottomatina) - si deve dunque studio della cerarnica «a patina cenerognola" e «a orlo
la prima classificazione delle forme della sigillata che noi annerito» (come aIIora si soleva chiarnare la «cerarnica
chiarniamo africana per «fabbriche» e i Iineamenti fon da cucina " africana), ponendo particolarmente attenzione
damentali della lora cronologia, dal I al IV secolo, ricavati alia produzione della aIIora detta (I A a strisce» (ora
sulla base delle stratigrafie occidentali (in particolare di delinita come cerarnicada cucina polita a bande). Si
Albintimilium, iI primo centro dell'Italia romana scientift chiarivano i rapporti fra la sigillata africana e la cerarnica
carnente indagato). da cucina piu diffusa, che cominciava in quegli anni ad
Esistevano un tempo notevoli divergenze fra la scuola apparire anch'essa come africana. Si apportavano dei
ceramologica occidentale e quella orientale, Ie quali non ritocchi ai terrnini cronologici delle singole produzioni e
si riconoscevano e si ignoravano a vicenda. La scuola forme. Si tentava una localizzazione geogralica delle pro
occidentale (soprattutto italiana) aveva a volte della duzioni e un'analisi dei rapporti fra produzione cerarnica
(I latinita >, una idea ristretta, che 5i fondava piuttosto su (lucerne comprese), produzione agricola e produzione arti
presupposti ideologici «nazionalistico-fascisti >, che non stica (CARANDINl 1970). I volumi di Ostial-IV e gli studi
su realta storiche oggettive. La scuola orientale (soprat collettivi e individua1i che si sono sviluppati a lato e a
tutto britannica) mostrava in altri casi una presunzione, partire dallo scavo delle Terme ostiensi del Nuotatore
forse di tradizione «imperiale " che portava ad ignorare divenivano nel frattempo importanti per I'avanzamento
la bibliografta che non fosse in lingua anglosassone. Con nella conoscenza della cultura materiale dell'Mrica setten
iI maturare dei tempi Ie vecchie barriere si sono. fortuna trionale (ricorderemo in particolare 10 studio de L'mstru
tamente e deliuitivarnente infrante e nuovi rapporti cul mentum domesticum di Ercokmo e Pompei, Roma 1977).
turali si sono venuti stabilendo fra Ie diverse nazioui e Frutto di una ricerca quindicennale, usciva nel 1972
tradizioui, anche in questo campo di studio I! cos! ac iI volume di John Hayes, lAte Roman Pottery. In molti
caduto che gIi studiosi della scuola orientale hanno co punti esso si accordava con i risultati delle ricerche
minciato a riconoscere i meriti scientiftci della scuola ostiensi sopra menzionate, precisandoli e arnpliandoli in
occidentale (anche se un franco confronto stenta ancora rnisura decisiva. Nel manuale del ceramologo britannico
ad avviarsi nel campo delle recensioni). D'altra parte sono prese in considerazione tutte Ie ceramiche lini della
gli studiosi della tradizione occidentale hanno linito per media e tarda eta imperiale: una impresa mai tentata.
riconoscere la possibilita: a) della produzione africana La base documentaria e tratta fondamentalmente dagli
della sigillata (I chiara >, A, C, D (cui per molto tempo scavi orientali (Abu Mena, Alessandria, Antiochia, Apol
non avevanocreduto); b) di riconoscere nuove fabbriche Ionia in Cirenaica, Atene, Ballana, Costantinopoli, Corfu,
di sigillata africana, meno rilevanti di quelle preceden Corinto, Cipro, Dura Europos, Emporio a Chio, Geru
temente individuate, ma comunque importanti, perche salemme, Pergamo, Salonicco, Tarso, Tocra). Ma Hayes
frequentemente espottate, aI fine di una comprensione conosce assai bene anche gli insediamenti e i musei oc
complessiva del fenomeno produttivo della cerarnica cidentali (Iia tra I'altro seguito da vicino gli scavi ameri
africana ; c) della diffusione delle diverse produzioui cani di Cartagine e la ricognizione topogralica della
anche in Oriente (di qui la necessita di equiparare la British School di Roma nell'Etruria meridionale internal.
classificazione britannica con quella italiana); d) di ab Oltre a situare per Ia prima volta la sigillata africana nel
bassare di vari secoli la fine delle sigillate africane. quadro delle produzioni delle due parti del Mediterraneo,
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CERAMlCA AFRICANA
egli ha avuto il merito di individuare un'altra «fabbrica , encina esportata anche in regioni molto lonrane, quasi
relativamente importante (da noi denominataj)), eli rico si trattasse di merci raffinate (non mancano storiti del
!
,
noscere Ia continuita della C fino a tuno il V e della D
fino al VII secolo. Egii studia inoltre finalmente in modo
I'economia antica che ritengono ancora che nel :nondo "
romano riuscissero a valicare il mare solo Ie merei di
sistematico Ia decorazione a stampo, proponendo un. lusso).
datazione anicolata, seppure del tuno preliminare, degli La produzione pili antica e quella della A (Ia £ Late
«stili» di questo semplice modo di impreziosire Ie sto Roman B, early phase» di Waage), ambientabile nella
viglie ceramiche tardo-antiche. Hayes affronta inoItre regione di Cartagine. Nei primi due secoli dell'Impero
anche Ie produzioni africane che hanno avuto una dif essa appare fortemente subordinata alia tradizione ani
fusione soltanto regionale (Ia "tripolitaua » e quella pin giana italica e gallica (tanto da esordire con delle volgari
ampiamente trattata). D'altra pane egli non distingue contraffazioni), anehe se non mancano forme cIte ricar
nel manuale fra la terra sigi1lata e Ie produzioni da cucina dano Ie pili rozze esperienze locali. Questa produzione
esportate, che pur dovevano differenziarsi per uso e comincia, come molti altti fenomeni Iavorativi afri,:rni, a
prezzo dalle stovig!ie fini di mensa. Lo studioso inglese partite dall'eta flavia. Ie primissime importaziDni (seo
non tratta poi di altre produzioni, quali quella del tipo brerebbe di fonne chiuse) si rinvengono forse nei (e"tri
«Navigio» e riserva inoltre solo brevi cenci alle kceme. ovesuviani I, (sepolti dall'eruzione del 79 d. C.), ma Ia
Infine nel catalogo delle forme non si speciJicano Ie varie prima reale, anche se limitata diffusione cominci. nell'eta
«fabbriche » se non per grandi linee e attraverso descri domizianea (come hanno definitivamente dimostra:o Ie
zioni empiriche tanto accurate e rivelatrici quanto poco stratigrafie ostiensi delle Terme del Nuotatore). Con
sistematiche e sinteticIte (per cui riesee difficile al lettore Traiano e Adriano Ie importazioni si intensificano, rna
non specialista risalire dalla descrizione del singolo caSo in Itali. non arrivano ancora a superare Ie prodaioni non
alle produzioni vere e proprie). Infine Ia rapidita dei cenni decorate italiche e galliche. In Mrica settentriouale Ie
stratigrafieo-eronologici se non infirma i risultati generaE importazioni dalle regioni occidentali e settentriona:i del
dello studio, certo fa apparire alcune datazioni come Mediterraneo cessano invece gia a partite dagli an.,i '70,
apodittiche e bisognose di anche rilevanti correzioni" salvo Ie lucerne italiche, importate e imitate (in sueclmali?)
Ma queste critiche nulla tolgono al rango scientifico di nel Maghreb fino al terzo quarto del II secolo cit:::. La
Hayes e al valore fondamentale del suo manuale" Esso massima diffusione della sigil1ata A si verifica fra la meta
offre infatti una ossatura cronologica all'archeologia ro del II e il III secolo inoltrato - dal Portogallo all" Pale
mana mediterranea. II lavoro fa dunque epoca, oome Ia stina, ed eccezionalmente anche in Europa centrale
fece quello del predecessori britannici Felix Oswald e quando ormai fItalia e morta (ne rismcitera fino al tardo
T. Davies Pryce sulla Terra Sigillata italica e soprattutto medioevoJ) per i grandi commerci trausmarittioi (un'altra
gallica, che e del 1920. Non si PUD a questo punto non verita che stenta ad es'ere accolta presso molti .torici,
rilevare che il fondamento tecuico dell'archeologia ro rna che non mancher' di afIerrnarsi per Ia chiarezza del
mana (intesa non soltanto come mera «storia dell'arte »~ l'evidenza archeologica).
viene posto per Ia prima volta nei cinquant'anni cIte ci L' eleganza dei primi prodotti serve alla loro afferma
stanno alle spalle, per merito principale della senola zione sul mercato provinciale d'origine (a scapito delle
britannica. E mentre molti italiani sventravano Roma importazioni) e poi sni mercati interprovinciali. La stan
(come raceonta Antonio Cederna nel suo Mussolini urba dardizzazione degli stes,i prodotti, a partire dall'eta an
nista: dove gli intellettuali fanno peggiore fignra del duce) tonina, serve invece alla eonqnista definitiva dei mercati
e Iasciavano poi trasformare in gesso i rillevi mannorei occidentali: in primo luogo quello gigantesco di R'lm.,
del pili grande impero dell'eta antica - distruzione quindi anche gli altri grandi centri crbani, Ie ville e Ie
fascista e miracolo economico furono ambedue servi della fanorie. Poi i tipi ceramici della A, cIte avevano servito
speculazione edilizia - giungevano da quelle che ven Ia mensa di milioni di uomini (fra cui Ie due megalopoli
nero definite Ie «poteuze plutocratiche dell'Occidente I) di Occide:>te), scompaiono dalla seena rifugiando,i nei
(in particolare dall'Inghiiterra) gli strurnenti principali Iimiti del mercato regio:la1e di partenza, per poi 'parite
per capire anche la storia della nostra Penisola dal punto o confondersi nel mare delle produzioni co:nuni, ri'lolte
di vista dei suoi resti materiali: strurnenti nmiIi dati a esclusivamente al consumo locale. Questo e il destino
noi, tanto amanti dell'arte da aver messo a ferro e fuoco morfologico ed economico di molti prodotti, che an
arte e non-arte di quello che un tempo veniva unanima drebbero studiati caso per caso (uno di "uesti riguar
mente definito come il (, bel paese ». da Ia zup?iera, forma Lamboglia 2I: efr" CARAND1N1
Non si capisce Ia realta della terra sigi1lata africana se 1970),
nOn la inquadriamo nelle condizioni generali delle pro Ma ritomiamo alla fine del II secolo, quando si ,upera
vince nord-africane, in particolare della Proconsolare; se in Afrie;; la subordinazione nei eonfronti dell'Halia cen
non pensiamo, cioe: I) al colonato come si e venuto rtale titrenica e della Narbonese. Le esperi= impor
confignrando dall'etil flavia; 2) alla produzione del tate vengono ora riassorbite nella tradizione artigianale
rolio e di altre derrate alimentari e dei 10ro contenitori, locale e il vinto si trasforma (come spesso avviene) in
che raggiungono anch'essi i mercati transmarini (gnarda vineitore., La produzione della A domina nell'eta degli
caso) a partire dall'eta flavia; 3) alle pin tarde esporta Antonini proprio nel cuore dell'Impero, cIte cooincia
zioni di ampolle per oli profumati e di lucerne, e soprat ora a vivee un'eta dell'oro rovesciata - t:.na profonda
tutto, 4) allo straordinario fenomeno della ceramica da crisi: altro che aurea eta! - in favore dell'altra sponda
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CERAMlCA AFRlCANA
del Mediterraneo. Non molro dopo abbiamo la decadenza vare il movimento della storia politica ed economica
di questa (, fabbrica », che per prima aveva simboleggiato proiettato sulIa dimensione delle translationes geogra
10 spostamento del primato produttivo dalle province fiche. E ormai il tempo delle produzioni, anch'esse
mediterranee occidentali settentriouali a quelle meri destinate all'esportazione, della AID e della ben pin
diouali. famosa C (]a Late Roman A di Waage). Non I: un caso
I campi della provincia Proconsolare sono ormai popo che da quest'cpoca, 0 poco dopo, cominciamo a conoscere
lati da piccoli contadini possessori delIa terra - tutelati Ie prime anfore prodotte per contenere e trasportare olio
in alcuni casi da patti agrari pin certi (stabiliti dallo Slato) (e alae derrate Iiquide), manufatte a Neapolis, Hadru
e forse in certa misura pin favorevoli rispetto a quel1i metum, Leptis Minor e Sulleetum (i porti appunto della
tradizionali nella zona - che trovano ora Ie condizioni costa orientale della Proconsolare). Le aufore {( africane
materiali e sociali per rivoluzionare il paesaggio agratio piccole »cominciano a diffondersi intorno agli anni 160-ISO
di molte zone del Maghreb: ora un vero e proprio giardino e quelle «africane grandi » poco dopo, fra il 190 e il 200
alberato (gli ulivi punteggiano Ie grandi pianure, a per (Ostia I-IV). L'apice della diffusione di questi conte
dita d'occhio). L'olio africano I: esportato in ltalia fin nitori si pone dunque intorno alla meta del III secolo.
dalla seconda mera del I secolo d. C. (come dimostrono D'altra parte Ie prime lucerne verniciate (quindi anch'esse
Ie aufore {( tripolitane» e quelle {( tunisine »: Ostia Ill, ormai con ambizioni, se non aneora con successo di mer
forma LIX). Si moltiplicano contemporaneamente Ie cato) cominciano ad essere fabbricate (ma non ancora
cittil, Ie strade e i portio Fra Adriano e Settimio Severo esportate) intorno agli anni 230-240. Ma fro l'ultimo
I'olio africano diventa sempre pin essenziale per Roma, quarto del II e il ptimo del III secolo cominciano giil
J'Itaiia e molte province delI'Impero. II successo e la a lavorare ollicine indipendenti dalle centrali italiche,
centralita della Proconsolare vengono lissati e celebrati che producono lucerne e ampolle per oli profumati in
dalla propaganda imperiale nell'anno 192, allorche Car cerarnica di buona qualira, rna non ancora vernidata.
tagioe viene sollevata al rango di una (, Alessandria to I diversi fenomeni si muovono, come si vede, con un
gata ». Quando la nuova f10tta annonaria commodiana certo parallelismo. Non a caso assistiamo contemporanea
raggiunge Cartagine viene ora accolta eotro un nuovo mente a un ridimensionamento del peso politico di Car
sisterna portuale, tanto funzionale quanto monumentale, tagioe, dovuto allo smantelIamento della pertica Cartha
come hanno dimostrato i recenti scavi britannici e ame ginensium, ma la ricerca in questa direzione deve essere
ricani, di cui stanno uscendo i rapporti preliminari. approfondita, con la delicatezza che si deve usare quando
Questi e molti altti sono segni che muovono tutti in si passa dall'universo degli oggetti a quelIo delIe isti
un'unica direzione: I'Mrica come cardine del Mediter tuzioni (A. Carandini, in Dialoghi di Archeologia, 1973,
raneo. Si tratta di un fatto nuovo, che rompe la continuira p. 312 ss.).
delIo svolgimento storico precedente, imprimendo una La produzione C (dal1a vemice opaca 0 C') I: la prima
brusca sterzata al sistema di riproduzione sociale ed eco produzione ceramica africana ad essere reahnente {( uni
nomico delJ'Impero (I' era moderna riservera sorprese versale », nel senso che essa domina ormai anche nel
ancora maggiori, quando soranno Ie citta del Mare del Mediterraneo orientale, del tutto incontrastata per ben
Nord a svolgere il ruolo principale e il Mediterraneo due secoli (dalla meta del III alla meta del V). NelIa prima
non apparira se non come uno dei tanti angoli del mondo). mera del III secolo questa ceramica raggiunge Dura Eu
D'altra parte vi sono precisi riscontri a questa situazione ropos e nel IV, sporadicamente, l'Europa .centrale (I:
inedita, anche a livelIo della composizione del blocco ram in Mauretania). Cade pertanto, rna non soltanto
sociale dirigente delIo Stato: nel senato e nelle procu SulIa base di questa specifica evidenza, il vecchio mito
ratele equestri prevalgono ormai gIi africani su tutti gIi (che I: anche di alcnni storici del Medioevo) di un perenne
altri provinciali di lingua latina. Fiorisce la letteratura, primato nelI'antichira delle produzioni orientali su quelle
l'arte musiva e molte altre ancora, ormai romane e afri occidentali (quasi che il vizio del commercio fosse carat
cane ad un tempo. Fatti questi singolarmente ben noti, teristico soltanto del Levante). Con Ie officine delIa C
rna che assumono la loro dimensione (il loro spessore si accentua ulteriormente il carattere che in termini di
storico) soltanto se messi in serie: quando ciol: possiamo economia politica si definirebbe di {( valore di scambio »,
misurare quantitativamenre il fenomeno del rivolgimento tanto che spariscono quasi del turto Ie forme chiuse (che
guardando all'insieme della cultura materiale. E plausi pure crano state prodotte nelIe ollicine della A), pin
bile che gli spostamenti della fortuna seguano gli spo difficili da impilare nelIe stive delIe navi e piil facili alla
stamenti dei potenti (per cui la rovina della Penisola rortura (si usavano invece recipienti di metallo, vetri e
italica sia legata a quella della sua atistocrazia). ceramica comune locale). Caratteristica della {( fabbrica »
Con gli Antonini e i Severi (imperatori africani questi della C I: la semplicita delle coppe e dei piatti, che ap
ultimi) 10 spostamento delIe forze produttive verso me paiono di una finezza straordiuaria, tanto da riusclre a
ridione, gia osservato nel quadro complessivo del Me superare spesso quella pur notevole dei pin antichi pro
diterraneo, si ripete, in piccolo, nell'ambito della stessa dotti italici e sud-gallici e da somigliare per solidira e
Proconsolare: dal1a regione di Cartagine a quella di sottigliezza aile stoviglie in metallo. Questi risultati tecnici
Hadrumetum: la ricca Bizacena, solcata dalle due grandi si ottengono principalmente (I: la tesi di Hayes) ricorren
{( strade dell'olio », che dai rilievi della Dorsale (dai centri do all'uso di matrici anche per la lavorazione di vasi
di Thala e CilIium) conducono al mare (ai porti di Hadru non decorati. Vi I: da notare che in quest'epoca i piatti
metum e Sullectum). Si ha cosl I'impressione di osser (forma ora di modal e Ie scodelIe raggiungono dimensioni
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CERAMICA AFRlCANA
che ci stupiscono, tanto da far pensare a una trasforma delle produz:oni artistiche e attigiane. Meno chiaro e
zione nei modi di servire tavola e di mangiare (meno in quel {;he avviene in Oecidente, d,ove gli strati archeologici
dividuali e pill collettivi). tardc>-antiehi hanno destato raramente l'interesse del
Fra Ia fine del III e gli inizi del IV secolo si assiste l'archeologo (s1la caeeif. delle "-flitigia {' migliori » 0 «ar
a una ripresa fQrtunatissima delle officin~ della Tunisia caiche ,) delle civilta): una crisi eforse da ipotizzare anche
settenttionale, ehe parevano del tutto scomp=. La pro per questa parte, ma i: ane,ora IUtta da veriticare e mi
duzioue della .'\ rinasee, come daile sue ceneri, sotto Ie surare. In ogoi modo vi scno segni evidenti di ripresa
spoglie rinnovate della D (Ia ,Late Roman B, middIe c.opo la riconquista bizmtina (Hayes). La produzione
late phase » di Waage), che viene prodotta fino aI VII della D raggio.mge Ie foci del Reno nel IV secolo, la
secolo. Queste stoviglie sono manufatte awaler.dosi pro Scozia nel VI e Ie necropoli lvngobarde iu Italia nel
babilmente di manici anche per la qualitil non decorata, VII (rna orma; essa viene ,ista come esotica e di lusso).
ehe ormai pero appare 'empre pill frequentemente im Fra Ia meta del VI e la meta del VII secolo a Costanti
preziosita da sistemi di decorazione a snnnpc', gia pre nopoli Ia sigillata africana, se non !ieoe pill il primo posto,
senti precedenremeute, rna eccezionalmente, nelle pro riesce tuttavia a eonservare Ia seconda posizione, e non
duzioni A, AjD e C, e che ora si diffondono con un gusto e poco. Nel eerso del VII secolo si assiste invece ad una
per I'Iwrror va."'; ehe ritroviamo anche in arti di diverse indiscutibile Hessione della produzione, cui I'invasione
genere (CARANnIN1, 1962, p. 2[0 ss. e A. Carandini, in araba presta furse poco pill che il nome (' fine '). Non
Archeologia dassifXJ, HT/0-71, p. 120 ss). II merito della aveva aIlora del turto torto Pireune, quando sostene
cronologia della D (specie della sua • late phase') e di va che I'estremo tennin. del mondo antico venne se
Hayes, ehe si serve delle associazioni con Ie eeramiche gnato daII'aecendersi delle prL'lle candele, per mancanza
orientali e delle stratigcafie delle ehiese da:ate di Costan dell'olio africano da ill.n:nin:t2ione (I'olio era I'oro nero
tinopoli. Lo scavo inglese, italiano e can~dese del Muro dell'eta cIassica). In questo '=0 Ia fine della grande
di Teodosio II a Cartagine, datato al 425, ha fomito un e,portazione dclI'olio africano 'egna anche la morle di
aItro importante caposaldo eronologico, queIIa che altro non era se non una semplice merce di
Passando alle altre merci cerarniche, vi e cia rieordare .::compagno: '" sigillata africana, appunto. Impilata
che aile lucerne della Tunisia centrale (ti:oo Heochir es neIle stive delle navi, probabJn:ente negli interstizi fra
Srira), largamente esportate daIla meta del IV secolo, Ie funziouali, leggere e gcandi anfore africane (per I' olio
subentrano agli inizi del V Ie lucerne dette «dassiche », e Ie salse di pesce), essa rappresenta proprio per questo
da attribuirsi appunto alia Tunisia setrentrionale (0 Zeu lID preziosissimo indizie non solo della propria preseoza,
gitana). Queste lucerne, pur conoscendo UCla straordinaria ma soprattutto dei fenemeni prc-duttivi e distributivi di
fortuna nel Mediterraneo occidentale, non raggiungono base su cui si reggeva il maudo antico: gli scambi e i
in quello orientale Ia forruna delle produzioni vascolari movimenti forzati delle derrat¢ alimentari.
(salvo ehe in Egitto, ,dove sono piuttosto diffuse). La Intorno alla meta del IV secclo conosdamo un ulteriore
ripresa produttiva della regione di Cartagine, dopo Ia spostamento ,-erso mezzogiomo delle produzioni cera
erisi del III 'ecolo, e confermata - obe che dane pro miche africane (con quanto esse possono eomponare):
duzioni del vasi e delle lucerne in sigiliatl D - da altri quasi un procedere dell. civili2zazione del capitale com
dati significativi, come quello dello sviluppo erlilizio di merciale verso il meridione (rioordiamo una produzione
Cartagiue, che raggiunge il suo vertice ",ella periferia pill ill aofure olearie anche a Thaenae, simata appunto nella
lontana dai porti (quindi nel luogo pi" significativo) Tunisia meridionale). ena J:UO\-a «fabbrica » individuata
proprio alia fine del IV secolo (come ha potuto dimostrare da Hayes (da noi denominata E, preceduta forse da
10 scavo italiano) e quello della comparsa conlemporanea prodromi che .bbiamo definito come CjE), e ambienta
di una nuova forma di anfora detta «cilindrica del basso bile con tutr2 probabilita nclla. Tunisia meridionale.
impero », i cui fomi sono stati rinvenuti appun:o in una Anche questa produzione si avvaIe di matriei per Ia Iavo
frazione vicina alia grande citta. La sua fortuna si data razione dei vas: non decorati e viene esportata iu Tunisia,
ai secoli IV e V; poi subentra Ia forma degli i spatela», Libia, Grecia e Egitto. Per qud. che sappiamo, essa i:
ehe prevaIe fra il Veil VII secolo (Os.ia IV). assente nel Mediterranec cccidentale, il che ci serve
La massima dilfusione delle oflicine della D, sia per non poco a intendere Ia logica delle rotte commerciali
quanto riguarda i vasi et.e Ie lucerne, e da simarsi fra Ia mediterranee deU'epoca. I pre,dotti imbareati nei porti
meta del IV e Ia meta del V secolo. Quando nel setten d"~lla Tunisia centrale e soprattutto meridionale raggiun
trione occidentale dell'Impero giil si par:a di rovesci e gono infatti .;;on maggiore difficolta Ie coste oceidentali
disastri, I'egemonia africana pare indenne e al suo culmine. dell'Africa se:t~ntrionale e i1 Ponente meillterraneo. I
Le produzioni della D veugono imitate da qUllSi tutte Ie successi eoevi della E, della C e della D non sono dunque
pill importanti produzioni ceramiehe fini ncn a::ricane wtti della ste"a natura e delio stesso rilievo, pur rien
dell'Impero ed anche da diverse ceramiche di uso locale. tIando nel quadro della medesima esperienza produttiva.
Con i Vandali le esportazioni sembrano calare (I'Egitto La fortuna d'una ceramica "a~rebbe pettanto dipendere
a parte) iu Oriente, dove prevaIgono ormai Ie produzioni non tanto daUa locaIizzazioBe co'tiera dei forni, quanto
pergamene, cipriote e egiziane. La cenw.Jitil dell'Africa p:uttosto dalla 10ro prossimita agli. sbocchi e ai ceotri di
e I'unita del Mediterraneo sotto il suo segno mai era n:anipolazione delle derrate alimentari Iiquide destinate
stata cosl grande e viene ora, per Ia priml volta, messa al mercato transmarino e dalia lora vicinanza ai porti
in discussione. Se ne ha subito il rifless,) nella qualita n:eglio simati rispetto aile rotte aIlora pill frequentate.
IJ
CERA.MICA AFRICAJ.'\TA
Con il IV seoolo sorgono anche molte altre produzioni raffigurazioni vascolari 0 la grande arte applicata del
in terra sigillata, di rillevo pero regionale, che non i: certo mosaico, che ',;ve ora la sua stagione migliore. Non vi e
qui il caso di menzionare per esteso. fuse imitano Ie pro in questa momento (come. in mnti altri dell'antichitil
duzioni costiere maggiormente esportate. Sono in qualche classica) alcuna solUZ::one di Continuit' fra Ie ani maggiori
modo 1'= di queste ultime (il segno della lora forza della decorazione architettonica e Ie arti minori della
esplosiva) alI'interno delle province, nelle lora aree pin suppellettile pili preziooa 0 a buon mercato. Non e un
arretrate.Appare in ogni modo evidente cne la ceramica caso che proprio in questi anni la tecnica della lavora
afri=a, quali che siano la varieta delle caratteristiche, zione cerarnica raggiunga il suo masSIDlO livello.
il grado della commercializzazione, il livello qualitativo, La fine del III secolo e i primi dece.oni del successivo
la destinazione funzionale, la complessit" della decorazione, costituiscono :t momenta della massima diffusione della
e un fenameno produltivo tanto straordinario quanta cultura fignrativa africana nel Mediterraneo occidentale
sostanzialmente unitario, che va studiato nella sua orga (I'arte non si diffonde nel nondo antico facilmente
nicit'. quanto Ie merd di illO p:n comune). Viaggiano ara anche
Dalle tecniche di produzione, dalle tipologie, dalle . Ie maestranze dei mosai:isti formatisi nei grandi centri
carre di distribuzione e possibile (e do"eroso) risalire agli urbani africani e sorgono Ie dime·re lussuose e burocratiche
aspetti <Ii artigianato artistico che queste stesse cerarniche dei grandi latifondisti: e iI momento della villa di Piazza
vengono a rivestire, anche se la fortuna di queste officine Arroerina, che funge senz'altro da caso embleruatico pur
si bas. pin che altro sulle produzioni non decorate. nella sua relativa eccezionalitil (A. Carandini, in Dialoghi
SfioraudoJ tale aspetto pin (l artistico ,} della cerarnica di Archeologia, 1966, p. 93 ss.).
africana, possiamo dire che nel II secolo si imitano, del II massimo successo confin. tuttavia spesso can la
tutto ecxezionalmente e a matrice, alcuni motivi deco prima decadenza. Con la seconda meta del IV secolo
rativi !rlIdizionali (scene dionisiache e di genere) della entra infatti in crisi, nella produzione vascolare e nelle
produzione italica. La decorazione a rillevo applicato luceroe, la decorazione a rilievo applicato e prevale de
del III secolo su vasi della produzione A e su vasi e lu finitivarnente quella a matrice (rna i vasi tipo «Navigio ,},
cerne della produzione C mostra, come si e detto, I'as darabill fra il 290 e il 320, eranJ giil decorati a matrice).
similaziolle e il superarnento delle esperienze legate alIe Comincia ora ]a dissoluzione della forma africana, come
merci di importazione occidentali, cioe la fine della su si era avuta quella della forma romana, circa due secoli
bordinazione culturale al centro dell'I:npero. Le de:o prima. Le raffigurazioni sui va,i si fauno ora pin com
razioni riJlettono per la prima volta un crudo realismo plesse, unitarie, gerarchicbe e magoiloquenti - si vuol
nei conteouti e un fresco naturalismo nello stile. Le raf raggiungere con poca spesa un grande effetto - rna esse
figurazioni, 'live e semplici, sono realizzate attraverso il appaiono senz'altro pin fredde, disorganiche, ripetitive
libero assemblaggio di singoli motivi, scelti da un ricco e convenzionali, ormai subalterne alIe arti maggiori: dalla
repetrorio (di circa duecento clementi). Le iconografie grande pittura al grande mosa:co (da questo :nomento
piu viete, quali i paesaggi idillici della tradizione elle Ie iconografie comprender:mno anche soggelti di carat
nistico-romana, 'lengono ora scanati a favore della rap tere biblico--cristiano). Ora e non priroa e da porsi I'inizio
presentazione realistica di falti e arnbienti locali e quo del Iingoaggio figurativo tardo-antico in Africa. Ogni
tidiani (si pensi aile scene di anfiteatro di Thysdrus). provincia ha un suo momento per tale inizio e , inaugu
II fenomeno e rivoluzionario sui piano della storia del rare la serie " state proprio it tardo-antico antonino
I'arte (ma e traccia di ben altro), almeno quanto quello (non e un controsenso) :n Roma. La disgregazione del
della scoperra del paesaggio naturalistico ellenistico, e realismo e della cultura figurativa di tradizione ellenisti
trova soltanto rari precedenti nell'arte (l plebea}} del co-africana si osserva soprattutto nella decorazione ar
I'Italia e in quella delle altre province settentrionali (:na chitettonica «monumentale'} delle grandi cina costiere
non vi sono prove di «conratto }} fra queste diverse espe africane (nell'interno il lingoaggio antinaturalistico era
rienze di realismo figurativo). Le sabbie ricoprirarmo stato semp"e presente, per cui s; potrebbe parlare di una
nel Medioevo - bruciati gli ulivi dai nomadi - questi condizione endemica di tarda-antichit' nella cultura
racconti fi"crurati dei paesaggi urbani e rmali dell'Urica figurativa, se con questo termine non dovessimo definire
romana. L'Europa non li riscoprir' 50 non quando Ie piuttosto la storia della :>erdita di egemonia di un'arte
cavallerie e gli aratri del colonialismo francese sconvol che volge verso la fine del mondo antico che non una
geranno quei suoli, al ritrllo della (l propriet' privata '. Per qualsiasi condizione di subalteroit' culturale). La crisi
conoscere, sempre in Europa, un realismo di analoga si rillette anche in Sicilia, nelle ville di Tellaro e di Patti,
intensitit hisoguer. attendere I'arte delle rinascenti classi che sembrano piu tarde del palazlO di campagna di Piazza
medie commereiali mediterranee ed europee, sicurarnente Armerina. Nelle varie arti non si l,vora pili per una classe
ignare delle precedenti conquiste degli artigiani nord agiata di funzionari e piccoli dirigenti, ma ormai piut
africani, alIora aneora sepolte. tosto per un gruppo ristretto d, honestiores, 50mpre pili
Per quanto riguarda la ceramica, si tratta all'inizio di distaccati dagli umili. ALa frattura artistica conisponde
merci de'tinate soprattutto ai mercati regionali (si pe.:lsi una frattnra sociale. All'irrigidiroellto dello stile fa ri
aIle brocxhette di EI Aouja e aile luceroe corrispondenti scontro quello degli orOO e deg'i status (a pili forte
in C' e C'), ma poi (dal 280 circa), anche di merci per privilegio, pin duro sfruttamento). La sfera di azione della
un mercato per allora mondiale (si pen,i aile produzioni cultura egemone si restringe, come era gia awenuto
in C' eO). II confronto pin spontaneo e fra queste nell'epoca rardorepubblicana in Italia, rna seuza che vi
16 .
CERA.MllCA AFRlCANA
sia piu quella compatta certezza nella cultura ellenistica economico africano. In questo bipolarismo esemplare
e classicistica di origine microasiatica e attica, poi divenuta non si possono dimenticare Ie altre province. Ma bisogna
anche romana. Ormai si ha solo un ritardato disfacimentn, partire d. questi dati fondamentali della storia di lungo
una imbalsamazione dell'ordine anche formale prece periodo, per poi scendere alle particolarita e alle \"arianti.
dente, una {{ rivoluzione passiva l}. Come se si tratrasse di un disegno :Ii contorno clIe at
«Et paene ipsa (Mrica) omnibus gentibus olei pra",tat l', tende che il chiaroscuro 10 dissolva.
recita I' Exposino. I resti materiali dimostrano che nnn si
tratra di una frase retorica (e l'olio, ormai 10 sappiamo, Un tempo si soleva interpretare Ia lex Ma.ciana
significa molti altti prodotti ancora). Le merci africane come un intervento volto a stimolare la produzione agri
(alimentari e altre) ci aiutano certamente a vedere l'ar cola in alcune zone dell'Africa settentrlonale lttraverso
chitetrura dello sviluppo produttivo africano (economico Ia formazione di un largo strato di liberi contadini. Si
e artistico), tramite una griglia di evidenza continua nello profila ora una tendenza contraria, che rende a negare
spazio e nel tempo, tanto da permetterci di classificare ogni trasformazione del modo di produrre nelle province
(ricucire) una pluralita di fenomeni diversi, che alt:ri:::J.euti africane durante l'em imperiale. I mutamenti di proprieta
apparirebbero soitanto come membra sparse, da cui (impossibili da negare) si sarebbero svolti in sfere tanto
sarebbe difficile trarre un qualche significato. elevate da non lambire quella della popolaziOl:e lavora
Ma da queste stesse merci non riusciamo ancora (per il trice. Questa presunta continuita nel sistema di produzione
momento) a strappare it segreto piu prezioso: doe it present. cetramente it vantaggio di dare una spiegazione
«modo sociale l) in cui vennero prodotte. Sulla forma di alla mancanza di uno sviluppo generalizzato della schiavitiJ.
produzione schiavistica in Italia cominciamo ad avere rurale nel Maghreb: "the Romans left farming much as
qualche idea chiara (A. Carandini, L'anatomia della they foud it l) (serive C. R. Whitraker in un denso e
scimmia, Torino 1979; A. Carandini-S. Settis, Schiw.n originale articolo in Klia, 1978, p. 355). Questa tesi
e padroni nell'Etruria Romana, Bar! 1979). I sistemi non esclude che la commercializzazione dell'agricoltura
schiavistici della villa e della manifattura urbana erano abbia pOtuto modificare entro certi limit! la sitnazione
riusciti a costringere molti uomini a cooperare forzata sociale, ma senzU alterare i rappotti eli prodnzione di
mente fra di Ioro, valorizzando capitali commerciali e fondo - ecco it punto - almeno prima della fine del
producendo merci per amp! mercati. Ma sulle cor.dizioni III secolo d. C.: «it was not until the later third century
degli arrigiani africani (probabilmente non schiavi, coU".e A. D. that export of a cash-£rop in olive oil developed
si ricava dagli studi di Kolendo e Whittaker), sulla loro on any scale ll. Si ammette insomma una commercializ
autonomia dalla campagna, sui loro concreti processi lOzione di alcune derrate alimentari, limitata e tardiva.
lavorativi sappiamo ancora veramente poco (bisogoer<bbe Di qui il prevalere della continuitil "e1Ie strutture della
scavare pia spesso nelle periferie delle citta alla ricerca popolazione rurale africana e una interpretazione riduttiva
dei quartieri artigianali). Ma una cosa e certa e al tempo della stessa lex Manciana, la quale altro non avrebbe
stesso costituisce il maggiore problema storico: che non fatro - sempre secondo questa tesi - se non riconoscete'
solo il sistema schiavistico classico (quello, ad emnpio, formalmente (al tempo di Vespasiano) Ie C01l5uetudini
della ceramica aretina) e riuscito a produrre nel mondo lavorative locali, la cui tradizione sembre:rebbe pcrdersi
antico merci largamente esportate. Insomma la produzione nel tempo «lungo l) delle comuni rurali.
di valori di scambio non e forzatamente legata al fenomeoo Non vi e qui modo ne sufficiente competen"" per cri
della schiavitil: ricordiamo, fra l'altro, che la ceramica ticare questo punto di vista. Ma una prima impressione
sud-gallica era prodotra da artigiani-£ontadini di condi sorge partendo daIIa evidenza archeolcgica come oggi
zione libera, seppure con l'aiuto di schiavi (F. Favory, noi la conosciamo (trattata per una parte in questo stesso
Le monde des potiers gallo-romains, in Les dossi"., de At/ante): che si sia cioe passati da una visione moderni
l'archiologie, 1974, p. 90 ss.). sti<:a della realm africana (la lex com~ strurnento eli go
L'Italia e l'Mrica: due mondi differenti, due principi verno dell'economia in un senso quasi capitalistico) ad
di unificazione e di dominio economico del Mediterraneo una concezione fortemente primirivi,rica (in cui si av
profondamente divers!. La fortuna dell'Mriea su=de, vertono i toni della gnerra mossa dalla scuola storio
forse presuppone (ma il modo non e chiaro) il declino grafica di Cambridge nei confronti eli ogni signifieativa
dell'Italia. Questi due momenti simboleggiaoo comunqlJt: fioritura del capitale commerciale nel mondo anrico).
nel modo piu efficace i due versanti principali della s:oria Nel testo che precede, abbiamo visto, seppure sommaria
dell'Impero romano (sopratrutto se vista con occhi latini). mente, che tUfto cambia nell'Africa settemrionale a par
Con il III secolo, come si e notato, Ie fortune della Peni tire dall'eta flavia, ma dovremmo credere che la vita del
sola si erano gia da tempo consumate. La deeadenza delle contadino fosse restata la stessa, cioe fondamentalmente
province africane e altra e successiva: ultimo atto di 10 ancora immersa in una condizione di tipo comunitario,
dramma cominciato molto prima. Ecco il significato foo in una situazione di quasi «asiatica " immutabilitil. Ma se
damentale del confronto fra queste due parti principa:i il possesso della colonla parziaria, in questa epo,;a critica
del Mediterraneo occidentale. Per il resto bisogna ricor e in zone economiche chiave, non si fosse fatto piu indi
dare che l'Italia e Roma stessa non sono ormai che una viduale, definito e garantito dallo Stato, se Ie forme di
frazione della zona di influenza e della forza di penetra subordinazione (i patti agrari) non si fcssero tr.sfonnati,
zione dei centri produttori africani. Ai dolori del mincob magari verso del tratramenti anche di poco pit \"antag
economico italico sono dunque segniti quelli del mir.cob giosi rispetto a quelli preeedenti, se non si po:es,e pre
17
4- Encic!opedia de/J'Arie - At!. F. c., I
CERAMICA AFRICANA
r
!g
supporre una migliore coopertzione fra i lavori delle Africa cosl idillico da non sconvolgere in punti decisivi
diverse famiglie contadine, se il prelevamento di rendite (entro delle (' eccezioni domioanti ») Ie pill antiche tradi
e tasse non fosse divenuto pili efficace (contribuendo a zioni della vita produttiva? L'incongruenza dell'impo~
razionalizzare pili efficacemente la produzione), se non stazione primitivistica sopra ilIustrata si rivela quando si e
fossero mutate Ie tecno[ogie agrarie, i sistemi di sfrul:ta costretti a posticipare, contro ogni evidenza specifica, la
mento delle acque, se la vita neJe campogne non si fosse commercializzaziooe dell'clio e delle salse di pesce (spo
modiJicata per [0 sviluppo straordinario dell'urbanizza stata da Whittaker alia fine del HI secolo). Insegniamo
zione (che dovette inghiottire buona parte dell'artigianato), piuttosto Ie merci africane nei loro depositi terrestri e
se cioe non si fosse trasformaro il paesaggio agrario e marittimi al fine di scoprire la realtit dell'Mrica anche
umano in aree limitate e decisive del Maghreb, come fuori dell'Mrica e allora ci renderemo conto che il «rni
spiegarsi allora il (' boom (il termioe e volutamente
» racolo economico» africano e lI1meno di un secolo pill
provocatorio) africano, che la culrura materiale atresta antico (per parlare in termini di dominio di mercato e
incontrovertibilmente, proprio a pattire dall'epoca in cui non in termini eli formazione di un mercato, perche al
(guarda caso) si data la ltx Manciana? Viene allora il lora dovremmil risalire ulteriormente nel tempo).
sospetto che i mutamenti nei rappotti di propried, la
commercializzazione dei prodotti alirnentari, i prelievi Se questo Allame suJIa ceramica romana servira a far
dell'annona e 10 sviluppo del lavor;> nelle cittil abbiano rifiettere 10 storico delia societa antica, a indurlo a porsi
modificato i rappotti di produzione in alcuni settori nuove domande e a avanzare nuovi dubbi, al fine di rinno
fondamentali dell'economia. Cii> non esclmie affatto che vare Ie nostre attuali idee ill o:mtinnita e di rotrora, di spa
in ampie zone (magari anche geograficamente prevalenti zio e di tempo, allora questo nostro lavoro avra raggiunto il
ma strutruralmente subalterne) 5i siano conservatiaspetti suo scopo princip ale, che nOll consiste soltanto nel fomite
lavorativi anche molto pili antichi e primitivi. Occorre uno strumento utile alia pralica archeologica, bensl anche
insomma distinguere fra area e area, tempo e tempo, e neIIo sfondare Yecchi steccati, nell'allargare 10 stesso
bisogna intendere il modo di Iavorare degli uomini non campo delle fonti (fino alle immondizie ceramiche), nel
in senso troppo ristretto (economicistico) per inquadrarlo l'adeguare ['ampiezza e la qualid dell'evidenza alia com
nell'insieme della riproduzione sociale dell'Africa romana plessita dei vari mondi che componevano l'unita statale
e dell'Impero: solo cosl si pm.sono intendere Ie novid! pollmorfa dell'Impero romano.
di quella storia. Se non vi fosse stato qualche aspetto D'altra parle i resti di questo mondo non si trovano
peculiare e favorevole nei patti agrari di lI1cune grandi nascosti sull'altra faccia della Luna rna si conservano
aziende, come darsi ragione del fatto che nell'eta anto stratificati sotto i nostri piedi, sono raggiungibili con Ie
nina i celoni del demanio imperiale del &gradas recla nostre mani e con la nootn intelligenza. Non tenerne
massero non altri patti agrari, rna iI risperro di quegli conto sarebbe come per 1a conoscenza dell'uomo dimen
stessi patti che i conductores tendevano a violare, aggra ticare l'esistenza del snbcooscio. L'archeologia svolge
vando gli oneri dei contadini? Tuna la questione poi nella storiografia la stessa funzione che nelle scienze
si riassume nella domanda: e possibile che il colonialisrno umane svolge la psicoaualisi (non a caso ambedue si av
romano (particolare quanto si voglia, rna comunque il valgono del metodo stratigrafico).
pill forrnidabile prima dell'epoca moderna), sia stato in A. C.
I8
1
t
~
A) PRODUZIONE A
19
,
CERAMlCA AFRICANA
2. - Forme varie (Hayes I]). forma pill capace della produzione A - e nota in tutte Ie
produzioni: dalla A" in eni il profilo e la decorazione a
Inseriamo in questa categoria un piatto (di forma loede) rote11a eonferiscono alia forma un aspetto abbastanza e1e
decorato a stampo. La vernice brillante farebbe pensare gante, alia AIl' in cui il recipiente, pur rnantenendo una
alla prima meta del IT secolo, rna la provenienza da Atene cem. qualita di faltura, subisce un processo di standardiz
dell'unico pezzo noto sconsiglierebbe una dat:a2ione cosl zazione (e questo il momento dene ultime esp<!rtazioni),
alta. La somiglianza con Ie forme in A'/' decorata a rilievo alla'\' can vernice che copre solo I'interno e l'odo del vaso
applicaro (Hayes 24) ed in C' (Salomonson XXVIII b) famo (0 A3) - secondo il classico risparrnio dena D - in cui la
propendere per una datazione alla seconda metit - fine del fom:a degradata circola soltanto in un mercato locale
secolo (efr. anche Ie forme At/ante, tav. XVII, (7 e Sal. fino ad arrivare ad una versione non verniciata che ormai
A 3 e A 4). La comparsa di piatti di piccole dimen1,ioni in non si distingue piu da11a ceramica comune (Ie ultime due
quest'epoca, accanto alIe pill usuali scodelle e 1J:l fatt" versioni sono frequenti in strati di Cartagine databili alla
che va notato come illizio di una moda (a cui dovette seconda meta - fine del IV secolo). Lo sviluppo morfologi
forse corrisp<!ndere un particolare modo di alimentarsi; co dell~ forma Lamb. 21 sernbra dunque segnire dene tappe
che si affermera pienamente nel III secolo. La deco:azione che sono forse in connessione con i suoi diversi gradi di
a stampo, gill. presente sulla variante Hayes 3, n. II3, cmmnercializzazione e di riduzione a semplice valore d'uso
si incontrera nuovamente nel tipo Pall. 33 hisjPall. 33 (CAJ<MlJINI 1976, pp. 53-56).
e nella forma BONDlU r971-1972, fig. 42. E un ::ip<! di
decorazione assai antico e raro, che ritroveremo in altre
produzioci della sig'Jlata africana (AfD, C') e che carat
terizzeril la produzione D a partire dal secondo venti b) Fo:me tarde.
einquennio del IV secolo e la produzione E da1I~ metit
della Slesso secolo. I. - Forme usuali (tavv. XVI, 4-16 e XVII, I-ro).
]. - Frmne ehe possono accompagnarsi a eoperehi. a) Co Si IraIra di forme che sono prodotte non prima della
p<Tehi (tav. XIV,I4-I7). b) Forme da tll'lJola (tam>. XV, metiL e generalmente a partite dalla fine del II secolo e
1-16 e XVI, I-i'. durante il III secolo. Si tralta anche qni di forme deri
vate dalla aadizione locale la cui stlUtroIa morfologica e
a) II coperchio Lamb. 20, verniciato ovviamente sol elementare e funzionale. Non presentano decorazioni a
tanto all'esterno, presenta una sagoma articolata ed una rot:eIla od altre eleganti finiture (sono attestate solo Ie
decorazione complessa in cui predomina la rotella. Da scanalature). La difficolni di classificare soddisfacenternen
tabile con probabilini entro il II secolo, ha raggbnto il te i dirersi tipi e varianti deriva probabilmente dal fatto
Portoga1!c, la Iugoslavia e la Grecia. L'altro eoperchia che i centri di produzione operavano in maniera meno
Lamb. 19jHayes 22, n. 3 e molto pill semplice e dnra organica. Pet il tip<! Lamb. 3 c' sono note varianti 10ca1i
forse pill a lungo. di Raqqada. II tipo Lamb. 9 b presenta un fondo piano;
b) Fra le forme da tavola, alcune prevedevano sicura con la lorma Lamb. 9 bjLamb. 9 ajLamb. 9 a' si abban
mente un copercbio non essendo verniciate all'intemo donmo Ie dimensioni ridotte dei recipienti della fine del
(Ostia III, fig. 28ljOstia III, fig. 282; Lamb. 6; Atlame, I e dela maggior parte del II secolo e ci si orienta verso
tav. XV, 4; Lamb. 19ms; Lamb. 1O),mentrealrrepnrpo Ie basse scodelle, tipiche del III secolo, che raggiungono
tendo accoglierne uno dovevano essere vendute senza co anelll: i 30 em di diametro. Le forme che qni ttattiamo
perchio essendo verniciate anche alI'interno (Hayes IIi sono quelle tipicamente prodotte in A' (rna il tipo Lamb. 9 a
Atlante, tav. XV, 10; CARANDINr 1976, fig. IjCAR.\NDINI e noto anche in AIl'), qnindi nel III secolo. In questo
1976, fig. 2-3jHayes 10, nn. I, 4jLamb. 21fHayes 10, periodc la produzione A perde il monopolio di unica
n. 3jc,w.NDINI 1976, fig. 7jCARANDINI 1976, fig. 8j ceramica fine da mensa nord-africana. Sorgono altre pro
CARANDINI 1976, fig. 9). Si traIra di recipienti i quali, al duzOOni che in segnito descriveremo. Ci" spiega perche
contrario delle forme deseritte nel paragrafo A, I, a), I, queste forme, in generale, sono testimoniate anche in AjD
si riconegano ad una tradizione ceramica locale africana. e in C :cfr. Lamb. 43). Per quanto riguarda la diffusione,
Ci" e particolarmente evidente per la forma Lamb. 10, ossemamo che Ie forme Lamb. 9 bJLamb. 9 a', Lamb.
testimoniata sopratlUtto in Tunisia, che e la prima a pre 3 c'lRayes 16, n. 16, Lamb. 3 b', Hayes 14 B, n. IIj
sentare, invece del normale piede ad anello, un fondo Lamb. 3 b' raggiungono il Ponogallo, Ia Grecia e la Pa
concavo striato, munito di tre protuberanze (eft. Ia for lestina. La forma Lamb. 3 b' e nota anche in Austria ed
ma Ostia II, fig. 303). La decorazione a rotella e quella e la prima a raggiungere, seppnre eccezionalmente,
ad impressioni digitali (Hayes IIjAtlante, tav. XV, ra) l'Europa centrale.
non riescono a nascondere I'origine locale delle forme.
Si conoscono varianti di diffusione regionale, come il 2. - Farme rare (tavv. XVII, H-I9 e XVIII, I).
tipo Sal. A 10 di Rqqada. Tutte '1ueste forme sono pro
dotte in At. La Lamb. 6 enota anche in AIl'. Solo alcune Si tratta di forme relative alla produzione A'. Sono
forme (tavv. XV, 5-7; XV, II-16eXVI ,1-3) sono prodotte anche qni forme di tradizione locale, sernplici e disadorne
anche in A', e quindi databili probabilmente nel HI (e atteHata raramente una decorazione a rotella trasan
secolo. La (, zuppiera)) (tavv. XV, II-16 e XVI, 1-3) -Ia data;. AIcune di esse sono prodotte anche in AfD, C"
20
C', ceramica a patina cenerognoIa, D. Non raggiungono n. 2/Lamb. 14 e peril anche nota in AI", e A': si tratta
generaImente II Mediterraneo orientale (salvo II tipo della forma di maggior successo e durata. AItre forme
Hayes 31, un. 2,6 attestato in Sida). Questa serie po sono rare enote solo in Tunisia. Uno dei vasi i: un prodotto .
co omogenea di forme piuttosto rare sta ad indicare locale di Raqqada. La mauifattura dei vasi polori sem
una fase sperimentale, un periodo di crisi, di disartico bra dipendere da tradizioui artigianali non africane,
Iazione della produzione; quindi una sua subordinalione pili di quella delle forme aperte; pili difficilmente riesce
nei confronti di nuove produzioui che affiorano e si con ad innestarsi 0 a fondarsi su una produzione autonoma
solidano afliancandosi alIa decadente mauifattura della A locale. Forse anche per questa ragione questa categoria di
(si pensi ai piedi atrofizzati, che sostituiscono quelli ad vasi tende a sparire ne!l'uItima fase di produzione dell. A.
anello tipici della prima sigillata africr.aa).
21
ri
!
CERAMICA AFRICANA
V. GUTU :rAV. XXIII,4-5; XXIII,6-9; XXIII, tradizioui artigianali del Mediterraneo occidentale e set
, tentrionale (N), da1J'assorbimento di esse come aspetto
IO-II;.
colto nella pratica Iavorativa provinciale (NI') si passa,
con un completo distaceo da quei modi di Iavorare Ia
Si trana ill forme prodolte in AI e in All' e pertanto ceramica, ancora Iegati all'artigianato artistico di serie, ad
databili entro il II secolo. una mauifartura standardizzata, piuconsona alle neeessita
materiali e sociali dell'epoca (A'). Questa svolta non e
per Ia verita che un sintomo <Ii ben piu Iarghi sommovi
menti, quali 10 spostamento dell'asse fondamentale delle
fone produttive da un blocco geografico (IIalia, Narbo
VI. VASI IMlTANTI OGGETTI (rAv. XXIII,12-I5;
nese, Baetica) ad un altra (Mauretania, Africa). Rivolu
XXIII,16; XXIII,I7; CXXXIII,5). zione questa che ha condizionato tutta Ia storia romana
di et1t imperiale. Meglio capiremo Ie vicende della produ
Si tralta di asko! e ill vasi a forma ill bolte e di melagra zione ceramica se ricordiamo Ia ristrurturazione della
na generalmente databili entro il II secolo, salvo Ia forma produzione agricola africana (arboricoltura, arbusticoltura,
Hayes r23, n. 3/'Lamb. 15 che sembra raggiungere il III. colonato) a partire dall'e!1t Ravia; Ie prime esportazioui
d'olio della Proconsolare (Adriano); Ie prime disttibu
In conclusione Ia produzione A e molIo fine ne! periodo zioui d'olio aRoma (Antouino Pio) e in Italia (Setti
in cui essa conquista il mercato intemo (a partire dagli mio Severo); il grande sviluppo della rete viaria e dei
armi 70-80 sembrano arrestarsi Ie importazioui ill sigillata centr; urbani, primo fra tutti Cartagine, chiamata nel 192
in Africa) e comincia a penettare in quello del Mediterraneo • Alexandria togata », il cui porto, ristrurturato monu
occidentale (produzione AI: eta Havia - eta adrianea); e mentahnente, e ora dotato di un nuovo tempio e, forse,
a"oora abbastanza fine ne! periodo in cui riesce a soppian di un faro (v. H. Hurst, in AntJ, LV, 1975, p. II ss.),
tare Ie altre produzioui ceramicbe sigillate nella stessa ed e capace di ospilare la nuova Hotta commodiana; e
area (produzione NI'; eta antouina); rna piu ci si avvicina se consideriamo Ia supremazia degli africani sugli altri
a! periodo della sua massima diffusione, piu Ia tecnica si provinciali <Ii lingua latina in Senato e nelle procurate!e
standarillzza e decade. A partire dai Severi e per lUtto il equestri; il sorgere delle prime testimonianze di una
III secolo si assiste ad una svolta, ad una risttntturazione cultura Ietterarla Iarina e, per fare un esempio ne! campo
ill queste officine (si pensi aile forme delle tavv. XVI,4-6; della decorazione architettouica, 10 sviluppo dell'arte
XVI,7-9; XVI,IO-I5; XVI, 16; e XVII, I; XVII,2-4; del mosaico (in cui si nota l'abbandono progressivo de!
XVII, 5-10 in A'). Scaillmento della qualita e oonquista paesaggio di genere elleuistico e l'adozione di rappresen
dei mercati sono dunque fenomeui che sembrano oonnessi tazioni realistiche legate al paesaggio agrario ed urbano
(si pensi ad esempio che ne! III secolo nessuna produzione locale), Ie distribuzioui regolari ill olio africano all'Italia,
<Ii sigillata a!ncana se non la A sembra raggiungere Ie coste cominciate con Settimio Severo.
deEa Mauretauia). Da una dipendenza dalle prestigiose A. C.
22
parete con una Ieggera carena. II fondo mostra un piOOe FORMA LAMBOGLIA 5= HAYES 4 A.
anu1are, pili basso che nella forma Hayes I. Diametri: HAYES 4 B.
em 12-24.
Tipologia. Descrizione.
Lamb. 18/3!. - La forma del vaso e piuttosto svasata. Scodella carenata di forma svasata che ricorda, come
All'interno dell'orlo e visibile una scanalatura. II fondo andamento generale, la forma Drag. 15/17 in sigillata
presenta una decorazione a rotella e, a volte, impresso nn sud-gallica (efr. OSWALD-PRYCE 1920, tavv. XLII-XLIII).
bollo in planta pedis (efr. i tipi Lamb. 5 e Pall. 33 his) Presenta l'odo a sezione triangolare e Ia parete carat
(tavv. XIII,2 e CXXXI, I). terizzata da un gradino che Ia divide dalla carena (efr.
Hayes 5 B. - L'angolo di congiunzione della parete con il tipo Hayes 29 in sigillata africana A/D). Nell'interno
Ia carena diventa pili acuto. La scanalatura che nel tipo A del vaso si notano scanalature in corrispondenza dell'orlo
e all'interno dell'orlo segna l'orlo stesso. Caratteristiche e una Ieggera risega in corrispondenza del gradino.
anche di questo tipo Ia decorazione a rotella e, limitata Diametri: em 15-21,5 circa.
mente ad alcuni esemplari, Ia planta pedis su1 fondo e Ia
Tipologia.
scanalatura sull'esterno della parete (tav. XIII,3).
Variante Sal. A8. La scodella appare pili alta e pre Lamb. 5. - La decorazione a rotella evisibile all'interno,
senta l'orlo non scanalato, Ia parete scanalata, il fondo suI fondo e talora suIla risega che separa la parete dalla
decorato a rotella. carena. Alcuni esemplari presentano suI fondo un bollo
Lamb. 18. - L'orlo appare ingrossato e, in alcuni casi, in planta pedis (efr. i tipi Lamb. 18/3I/Hayes 5 Be Pall.
arrotondato all'esterno; e comunque privo della scanala 33 his) (tav. XIII, 5).
tura. Su1 fondo sono assenti Ia decorazione a rotella e la Variante Sal. A 2. L'orlo e Ieggermente arrotondato, Ie
planta pedis. Solamente alcuni esemplari mostrano la pareti sono molto svasate (tav. XIII, 6).
scanalatura a meta della parete esterna (tav. XIII,4). Variante Sal. A 25 b. All'esterno e visibile, invece del gra
dino, una protuberanza formante quasi un secondo piede
Produzione. ad anello (cfr. il tipo Sal. A 25 a in AID) (tav. XIII, 7).
Forma prodotta in sigillata africana A' e A'I'. Hayes 4 B. - La decorazione a rotella manca (tav.
XIII, 8).
Decorazione.
Produzione.
Motivo a stampe n. 104 0 105.
Forma prodotta in sigillata sud-gallica e in sigillata
Cronologia. africana A' e A'I'.
Lamb. 18/31: eta lIavia 0 poco prima (Hayes). Decorazione.
Hayes 5 B: fine I - inizi II secolo (Hayes).
Lamb. 18: meta II secolo? (Hayes). Motivo a stampo n. 104 0 105.
Cronologia.
Diffusione.
Lamb. 5: fine I - inizi II secolo (Hayes, il qnale ritiene
Forma documentata nell'Mrica settentrionale, partico
gli esemplari pili antlch! databili in era prellavia).
larmente in Tunisia ed espertata limitatamente nel Me
Vadante Sal. A 2: attestazione in contesti della mera del
diterraneo occidentale. Esemplari inediti sono presenti
II secolo.
nei magazzini del Museo Archeologico di Tipasa e del
Variante Sal. A 25 b: indeterminata.
Museo Archeologico di Orano (provenienti, nel secondo
Hayes 4 B: meta II secolo ? (Hayes).
caso, da Portus Magnus: Fouilles Simon, 1897). Un
esemplare, privo della indicazione della provenienza, Diffusione.
si,trova nel Castle Museum di Colchester (BIRD 1977,
Forma documentata nell'Africa settentrionale, partico
p. 273).
Iarmente in Tunisia ed esportata limitatamente nel Medi
Bibliografia. terraneo occidentale.
Algeria. BARADEZ 1961, p. 29, tav. V, tomba XIV a. LANCEL
1970, p. 228, fig. 75, n. 9; p. 236, fig. 80, n. 37. Setif 1970, p. 152, Bibliografia.
fig. 39. n. 246. Algeria. LANCEt 1970, p. 236, fig. 80, n. 13.
Italia. FALLICO 1969-10, p. 14, fig. 2. HAYES 1972, p. 28, fig. 3, ItaHa. LAMBOGLIA 1941, p. 14 = LAMBOGLlA 1958, p. 268. Lrr.::ro,
forma 5, nn. 26, 30. Luni 1973, tav. 68, n. 2. in NSA, 1946, p. 199, fig. 8, n. 5. HAYES 1972, p. 20, fig. 2,
Libia. HAYES 1972, p. 28, fig. 3, forma 5, n. 14. forma 4, n. 14.
Marocco. MARTIN 1969, p. 163, fig. 6. Lib£a. HAYES 1972, p. 20, fig. 2, forma 4, n. 4.
Spagna. LAMBoGLIA 1958, p. 271, 7 h; p. 286. ADROER 1963, Spagna. NIEMEYER 1965, p. 101, fig. 4, n. 6.
p. 121, n. 7535. Tunisia. .MERLIN-CoNSTANS 1918, pp. 130-131. HOLWERDA 1936,
Twzisia. HOLWERDA 1936, p. 43, fig. 12, tav. IV, nn. 599-608 p. 43, fig. 12; tav. V, nn. 609-61 I. CVA Copenhague 7, tav. 307~
(n.603 = HAYES 1972, p. 20, fig. 2, forma 5, n. I). CVA Copenhague nn. 2-5 = PALLAREs 1960, p. 271, fig. 6, on. 2-5. FEvIuER 1956,
7, tav. 306, nn. 6-7 ,;" PALLAREs 1960, p. 271, fig. 6, nn. 6-7. SA p. 166, fig. 9, tomba IV 2s , n. 2. SALOMONSON 1968, p. 99, fig. 14~
LOMONSON 1968, p. 94, fig. 9; p. 102, fig. 17, A 8 = Raqqada 1973, M; p. 108, fig. 23, A 25 b. Raqqada 1973, tav. XXIII, tomba Br6;
tav. I, fig. 8; tav. XXXII, tomba B 26, A 8. tav. XXVII, tomba H20; tav. XLIII, tomba B44, Al; tav. VI, fig.
Musei e Collezion£. LAMBOGLIA 1958. p. 286. HAYES 1972, p. 28, 29, A25 b.
fig. 3, forma 5, n. 8. Musei e Collezion£. HAYES 1972, p. 20, fig. 2, forma 4, n. 1.
23
CERAMICA AFRlCANA
24
I,
!
TERRA SIGILLATA: VASI
I
,
Francia. eVA France 6, tav. 51, n. 26. GALUP 1971, p. II" fig. 14,
n. 30. IODIN 1971, pp. II-I3, figg. 27-37.
1970, p. 34, fig. 12, n. 120 = p. 67, fig. 58, n. 275; p. 504, fig. 562,
n. 5807; p. 509, fig. 566, n. 5869. PALLlCO· 1971, p. 607, fig. 30,
69-148~17.
ricorra in contesti di prima meta di II secolo, rende pro
babile la datazione proposta da Hayes: line I - inizi n
~ Iugoslavia. CREMOSNIK 1962, tav. (dopo p. 144) III, no. 22-23.
Libia. CAPUTO 1951, coL 339, fig. 129. BROGAN, in LibAnt, I, secolo.
I~ 1964, tav. XXXII, no. 13-14. HAYES 1972, p. 20, fig. 2, forma 3,
nn. 23,88.
Marocco. PONSICH-TARRADELL 1965, p. 46, fig. 29; p. 64, fig. 39,
Lamb. 23: questa tipo e realmente piu tardo; sm Hayes
che Lamboglia sono concordi nell'assegnarlo alia sewnda
I
o. I; p. 7[, fig. 46. }ODIN, in BAM, VII, 1967, p. 483, fig. 5, no. 16~I7; mera del II secolo. Sembra non essere pili prodotlo nella
p. 492, fig. 12, on. 38,4°.
Portogallo, DaGAna 1968, tavv. (dopo p. 66) I, no. II-I2; II, prima meta del III secolo (Ostia 1).
no. 1-2 = DE FIGUEREIDO GARCIA PEREIRA 1971, p. 444, fig. II.
Hayes 6 C: Hayes ritiene che questo tipo sia legger
Siria. WAAGE 1948, tav. IX, n. 847.
XXIX, 1967, p. 209, fig. 8, no. 3-5. VEGAS, in MDAI(M), 10, 1969,
p. 204, fig. I, on. 52-54. FREY 1970, fig. (dopo p. 128) 2, o. 3. MARTm
Diffusione.
I
SERRES 1970, p. 49, fig. 24, n. 31; p. 56, fig. 30, n. 278; p. 67. fig. 39,
nn. 34-35.
!'r
!aV. 304, no. 1-4,7 (= HAYES 1972, p. 20, fig. 2, forma 2/3, n. 87),
10-12; tav. 308, n. 2; tav. 312, on. 12·15 = PALLARES 1960, p. 266,
2}
CERAMICA AFRICANA
sopra divide tra loro fasce multiple decorate a rotella op Tipologia.
pure Ia superiore zona decorata dalla restante parete liscia. Lamb. I a. - Lobo centrale dell'orlo a sezione convessa
Diametri: em 16-23. finemente decorato a rotella (tav. XIV, 3). Negli esemplari
Tipologia. pill anticbi l'orlo si presenta leggennente estroflesso.
Lamb. I b. - Lobo centrale dell'orlo a sezione angolare.
Lamb. 7 a. - All'interno della parete souo visibili due
scanalature(cfr. forma Lamb. I a/Lamb. I b/Lamb. I c) Decorazione a rotella meno fine e pill rada (tav. XIV, 4-5).
Lamb. I c. - L'orlo pui> mantenere Ie caratteristiche del
(tav. XIV, I).
tipo precedente (tav. XIV,6) rna, come linea di tendenza
Variante Hayes 7 A, n. 4. L'orlo e rivolto all'interno,
dove sono assenti Ie scanalature; la decorazione a rotella generale, va sempre pill defonnandosi fino a perdere la
sua articolazione (cfr. Ostia I, figg. 4-6). Manca la deco
e molto fine. razione a rotella (tav. XIV, 7).
Lamb. 7 b. - Mancano Ie scanalature interne; la deco
razione a rotella e generalmente meno fine (tav. XIV, 2). Produzione.
Produzione. Forma prodotta in sigillata africana: il tipo Lamb. I a
Forma prodotta in sigillata africana A' e A'I'. generalmente in N rna anche in NI'; il tipo Lamb. I b
per 10 pill in NI2 rna anche in N; il tipo Lamb. I c
Cronologia. generalmente in A2 rna anche in NI'.
Lamb. 7a: eta f1avia - ioizi II secolo? (Hayes). Attesta Cronologia.
zioni in contesti della seconda mera del II secolo (Ostia,
dati inediti). Lamb. I a: 90 - meta del II secolo (Lamboglia;
Ostia III e numerosi altri contesti). Nell'Mrica setten
Lamb. 7 b: prima mera del II secolo ? (Hayes). Secondo
Lamboglia questa forma e attestata per tutto il II secolo. trionale fu prodotta probabilmente gia a partire dagli
anni ottanta circa, come del resto suggerisce Ia data
Dijfusione. zione di Hayes.
Forma diffusa nel Mediterraneo occidentale e sulla Lamb. I b: 150 - inizi III secolo? (Lamboglia, Ostia III).
costa atlantica. Hayes ritiene che tale tipo non superi Ia seconda meta
del II secolo.
Bibliografia· Lamb. r c: III secolo (COLOMINES 1942; Ostia I;
Aiger£a. BARADEZ 1961, p. II9, tav. I, nn. 20-24. Seti! 1970, Ostia III).
p. 1;:2, fig. 39, n. 246 (1).
Francia. LAMBOGLIA 1958, p. 270, forma 7 a = BoYER, in CLPA,
VIII, 1959, p. 94, fig. 6, n. 7· rODIN 1971, p. 15, figg. 42-43.
Diffusione.
It!1lia. LAMBOGLIA, in RSL, XIII, 1947, p. 171, on. 26-27. LAM Forma diffusa in tutto il bacino del Mediterraneo e sulla
BaGlIA 1950, p. 31, fig, 8, n. 14. St'bari 1970, p. 484, fig. 533, n. 647 =
p. 5[5, fig. 571, D. 20854. ZEVI-POm. 1970, p. 151, fig. 72, n. 43· costa atlantica. Una coppa Lamb. I a (inv. n. 1881/1455)
HAYFS 1972, p. 28, fig. 3, fonna 7, n. 4- Luni 1973, rav. 67, n. 8. di incerta provenienza si trova nel Deposito del Musco
LiNa. HAyES 1972, p. 28, fig. 3. forma 7, n. 6. Nazionale di Napoli. Un esemplare antico, molto fine,
Afarocco. PONSICH-TARRADELL 1965, p. 64, fig. 39, n. 8.
Portogallo. DELGADO 1968, tav. II (dopo p. 66) n. 4. con orlo estroflesso e stato rinvenuto a Porms Magnus
Spagna. LAMBOGLIA 1958, pp. 270-271, forma 7 a e 7 b. MARTiN (Fouilles Simon, 1897) ed e conservato nel Museo Ar
DE CAsTILLO 1966, p. 366, fig. 5, D. 17. .MARTIN~SERRES 1970, p. 49,
fig. ~, n. 30. cheologico di Orano. Due esemplati provengono da
Fishbourne, in Ingbilterra (BIRD r977, p. 273, (, pre
A.D. 75 ') ?).
FORMA LAMBOGLIA I a= HAYES 8 A, N. 1. Bibliografia·
LAMBOGLIA I b = HAYES 8 A, NN. 3-4, 30. Algeria. CAMps 1955, fig. 5 (dopo p. 236), n. 9, tipo VIII. ALLAIS
LAMBOGLIA I C = HAYES 8 B. 1957. tav. (dopa p. 4Z) tipo III. BARADEZ 1961, p. 43, tav. X. tomba
XXV a; p. 119, tav. I, DD. 1-4,12. Sirif 1970, p. 144. fig. 37, nn.
154-15.5; p. 148, fig. 38, DD. 202-204; p. 152, fig. 39, nn. 239-243.
LANGEL 1970, p. 228, fig. 75, n. 4; p. 236, fig. 80, Dn. 1-10,12, 3I.
Desmzione. VUILLEMOT 1971, p. 62, fig. 17, D. 22.
Coppa carenata derivante dalla fonna Drag. 29 sud Francia. eVA Fram:e 6, tav. 47, n. 19. CoURTIN~GoURVEST, in
CLPA, VIII, 1959, p. 187, fig. 2. MOUCHOT 1963, p. 139, figg. 1-2.
gaIlka nella tanla produzione di eta f1avia (cfr. OSWALD FOUEr 19691 p. 228, fig. 106. n. 30. GALUP 1971, p. 10, fig. 13, nn.
PRYCE 1920, tav. IV, un. 8-10). L'orlo e costituito da un 3-4,6. IoDIN 1971, pp. 5-6, fig. I-II. AA.vv., in Camers Corsica.
lobo centrale limitato superiormente da un labbro legger 27-28, Bastia 1973, p. 13. fig. 14, n. 147.
Grecia. WAAGE 1933, p. 295, fig. 2; tav. IX, D. 133.
mente pronunciato all'estemo e inferiormente da un li [calia. PASQUI, in NSA, 1910, p. 502, fig. 8. LAMBOGUA 1941,
stello poco sporgente. Parete piana pill 0 meno inclinata p. II, 1 a-b. BERNAB6-BREA, in NSA, 1947, p. 227. fig. 6. WAAGE
verso I'estemo. Carena congiunta alia parete con un angolo 1948, fig. 27 = CHARLESTON 1955, tav. 24A. 1..AMBOGLlA 1950, p. z8.
fig. 7. n. 9; p. 31, fig. 8, D. 12 (= LAMBOGLIA 1958, p. 262, I a);
vivo raramente sottolineato da una scanalatura. n fondo p. 35, fig. 9, D. 13; p. 14.2, fig. 79. n. 8; p. 184, fig. 107, n. 9; p. 187,
presenta un piede ad anello. Caratteristiche di questa fig. 109, n. 15; p. 196,fig. 117. n. 4. POGNANTE, in Giornale storieo della
Lunigiana. VIII, luglio-dicembre 1957, p. 84, n. 403 (= LAMBOGLIA
forma sono due scanalature nell'interno della parete al 1958, p. 262, I c) on. 404-406. CARETIONl, in NSA, 1961, p. 284,
l'altezza dell'orlo (cfr. il tipo Lamb. 7a). La decorazione fig. 19 a-d. LAMBOGLIA 1962, p. 271, fig. I. VERMASEREN-VAN ESSEN
e costituita da una rotellatura pill 0 meno fine sui lobo 1965, p. 425, D. 252; p. 429, n. 261; p. 506, D. 430. BERNABO-BREA
CAVALIER 1965, tav. CCXXIII, n. 9 (tomba 125). B1SI, in NSA,
centrale dell'orlo e sui punto di congiunzione fra parete 1966, p. 322, fig. 19. Sibari 1969, p. 23, figg. 18-19, un. 7, 9-10;
e carena. Diametri: em 12-30 circa. p. 101, fig. 86. n. 3. Ostia I, figg. 1-6. FAIl..ICO 1969-70, p. 14, fig. 2,
26
'r
" .,... 'c·c·•.•.
I
I
nn. 2-5. Sibari 1970, p. ] IS, fig. 95, 1m. I~2 = p. 187, fig. 20::!~ on.
8387~Il484; p. 484, fig. :33, n. 642; p. 50I, fig. 559. n. 5930; p.. 503,
fig. 561, n. 4590; p. 512: fig. 568, n. 5199; p. 516, fig. 572, n. 5924.
ZEVI-POHL 1970~ p. 33., fig. ~4,nn. 3-S;P. 151, ng. 72, nn. 41-42; p. 201,
fig. r03, D. 495; p. 2IO, fig. 107, nn. S79~58o; p. 228, fig. n6, n. 22.
Cronologia.
Lamb. 2 a: 100-r60 e oltre (Hayes). Attestazioni in
contesti della seconda meta del II secolo (Ostia, dati
inediti).
FALUCO 1971, p. 607, fig-. 30, AI4D-I4I.l.JSSI-CARONNA 1971, p.. 362,
! fig. 46, n. 2. HAYES 1972~ p. 32, fig. 4: forma 8, on. 30, 32. a..OR!,
in AFLB. XVI, Ban 1973, p. 236. !aV. XIX, g-h. GENTILI J973,
p. IS, fig. 10 c (in alto), 1::-<1 (in basso). Luni 1973, tav. 67, n. I; tav.
t01, n. I. Forma ItaTiae: Gollatia, Ro..""l13 1974, p. 476, fig. 989 a-b;
p. 857, fig. 1922 d.
Lamb. 2 b: seconda meta del II secolo (Hayes). Sembra
non essere pin prodoltO nella prima meta del III secolo
(Ostia 1).
Lamb. 2 c: inizi del III secolo (Lamboglia).
Jugoslavia. PETROVIC, .:n Glasnik, XIII, 1958, p. 22, tav. I ::dopa
p. 271), n. 2. GREMOSN:rK 1962. tav. I (dopa p. 144), nn. 1-6. CRE Diffusione.
MOSNIK 1966, tw. 2 (dopv p. 62), n. 7'; 3, n; 2.
Lihia. CAPUTO 1951, col 378, fig. 166, tomba 2. HAYES 1972, Po 32, Forma diffnsa in tutlo iI baeino del lv1editerraneo e
fig. 4, forma 8, h. 4. ,ulla costa atlantica. Sono documentati alenni esemplari
Malta. Malte 1966, fig. 7, n. S. Malta 1967, fig. 9, on. 15-18;
fig. 54, D. 2. Melta 1968, fg. 7, n. 33. anche in Inghilterra, a South Shield, e a Baldock (BIRD
, Marocco. EUZENNAT, :n BAM, V, 1964, p. 243, tav. 2, n. 18.
PONSICH, in BAM, V, IQ64, p. 241, tav. Jr, D. 185. PONSICH-TAR
RADELL 1965, p. 20, fig. 9:: D. I; p. 23, :Jg. 12, nn. 1-5; p. 30, fig. 17,
[977> p. 274).
Bibliografia,
I n. 7; p. 46, fig. 29; p. 64, fig. 39, nn. 3-5i p. 71, fig. 46; tavv. XIII,
AIgen·a. LAssus 1956, p. 219, tav. I, n. 69. BARAnEZ 1961,}:. II9,
XIV, n.·3. lonIN, in BAM, vn, 1967, p. 478, fig. I, n. I; P.480,
i
I
fig. 2, llD. 2-3.l\1.ARTIN 1969, p. 1:54, fig. 2~ fin. I, 3.
Paleslina. CRClWFOOT 1957, p. 343, fig. 83, n. 24.
Portogallo. DELGADO 1968, tay. I (dopa p. 66), no. 1-3.
~.a\'.
I, 1lIl. 14-19. VERTET 1961, p. 205, fig. 2, n. I. FtvRrER 1965,
jg. 27, FI e 5, n. I. LANCEL 1970, p. 228, fig. 75, nn. 5, 10. seli!
1970, p. 144, fig. 37, no. 156-159; p. 148, fig. 38, n. 205.
Francia. CVA France 6, tav. 47, n. 17. BERARD 1961, p. 14?, tav.
I
,~
Sma. WAAGE 1943, ta.'. IX, n. 843.
XXIX, n. 208. FOUEr 1969, p. 228, fig. 106, O. 12. GALUP 1971, p. 10,
Spagna. COLOMlNES 1942-, tav. IV (topa p. 152), nn. 1-2. R.w6sw
II FOLQuEs, in NAH, II, 1:;153, tav. loa. ALMAGRO-LAMBOGLIA 1959,
p. 12, fig. 13. TRIAS RUBES, in PyrenlU, II, 1966, p. III, fig. 9,::1.4.
:fig. 13, nn. 1-2,5,7-10. JODIN 1971, p. 7, flgg 12-17.
Grecia. WAAGE 1948, fig. 26. HAns 1972, p. 32, fig. 4, fonna 9,
:tn. 1-2.
5.
BERTRAND, in AmpuT£as~ XXIX, 1967, p. 20~h fig. 8, n. 7. C7teia
ltalia, LAMBOGLIA 1941, p. 12 = LAMBOGUA 15=58, p. 264, 2 a
1967, p. 31, fig. 31, nIl. 515-656; p. 66, fig. 74, on. 1136-7; Y. 35,
I fig. 35, n. 408; p. 37, fig. 40, n. 482. Ml\RTIN-SERRES 1970, p. 49,
e 2 b. L.'\MBOGLIA 1950, p. 28, fig. 7, n. 10; p. 31, fig. 8, n. 14; p. 35,
jg. 9, n. 14; p. 132, fig. 72, n. 5; p. 133, fig. 73, n. 7; p. 142, r-g. 79,
I fig. 24, nn. 27-28; p. 56, fig. 30, n. 279; p. 67, fig. 39, n. 31.
Tunis2·a. HOLWERDA 1936, p. 44, fig. 13, tav. IV, o. 628. eVA ::m. 9-II; p. 199, fig. II8, n. I = LAMBOGUA 1958, )). 264, 2 C.
! Copenhague 7, tav. 306, no. 10-12 = P:J.I.AREs 1960, p. 270, ig. 5, CARETTONl, in NSA, XV, 1961, p. 284, fig. 19, n. 29 b. LAMEOGLIA
II
[962, p. r:5, fig. 5, n. 10. BERTOCCHI, in Klearchc!, V, 1963, p. 146,
nn. Io-U. FEviuER ]956, p. 166, fig. 9, tomba IV. 2, n. 5. HAYES
jg. 6 b. EISI, in NSA, 1966, p. 337, fig. 29. Cmffi.o..PIS.!\.NO, inMomAL,
1972, p. 32, fig. 4, forma 5, n. 3.
Musei eCollezioni. Bmmro I971-72~ p. 294, figg. 1-2; p. 296,:ig. 3; XLVII, 1966, p. 296, fig. 50. LISSI CARONNA, in j\lSA, 1969, p. 84,
:ig. 19. FALLICO 1969-70, p. 14, fig. 2, n. 6. FAIUCO 1971, P. 607,
tav. I, no. 1-3. HAYES 15=72, p. 32, fi.£. 4, forma 8, n. ].
jg. 30, D. AI4Z. Sihari 1970, p. 503, fig. 561, n. 5S93; p. 504, fig.
I
562, ll. 3419; p. 516, fig. 572, n. 5923. LAMBoGLIA, in Archwlogie
sous-mar:ne, p. 184, fig. 8. HAYES 1972, p. 32, fig. 4, forma 9, n. 10.
GENTILI 1973, p. 15, fig. 10 h. Luni 1973, tay. 67, In. 2-4; tav. 210,
FORMA LA.\!:BOGLIA 2 a = HAYES 9 A. ll. 22. A~DREAU 1974, tav. 17,69-148-4. Forma Ioaliae: Cc.llatia,
Rcma 1974, p. 848, fig. 1907 a 0).
LAMBOGLIA 2 b = HAYES 9 E, NN. 16,20. lugosl':lvia. CREMO~NIK 1962, tav. II (dopa p. :44), n.. 1-14. CnE
LAMBOGL1A 2 C (HAYES 9 E, N. 24). MOSNIK 1956, tav. III (dopo p. 52), n. I.
Libia. BROGAN, in LibAllt, I, 1964, pp. 52-55, rav. xxxn, no.
[5-17· libAnt, III-IV, 1966-67, p. 33, fig. 2 (in axabo).
Mal~. Malta 1967, fig. 9, 0.16; fig. 54, n. 3. HAYES 1972, p. 32,
Descrizione. ng. 4, n. lZ.
Maro.:cc. PONSICH, in BAM, 1964, p. 243, tav. IV, no. [9-20.
Coppa raramente emisferica, pin spesso leggermente ?ONSICH-TARRADELL 1965, p. 14, fig. 5, n. 2; p. 23, fig. 12, nn. 6-7;
carenata con orlo indistinto dalla parete. Due SC81ll p. 40, fig. 24, no. 1-2; p. 64, fig. 39, n. 7; p. 7I, fig. 46; taw. XIII,
lature all'esterno dell'orlo delimitano una fascia fOCO XIX, n. 7. JODIN, in BAM, VII, 1967, p. 481, fig. 3, nn. 8-9. MARTIN
[969, p. IS7, fig. 3, nn. 1-2.
rilevata a smone cocwessa. Piede ad anello. Diametri: Portogaifo. DELGADO 1968, tav. I (dopa p. 66), nn. 4-9. DE Fr
em r2,3-21. GUEREIDO GARCIA PEREIRA 1971, p. 439, fig. 12 (?).
Siria. WAAGE 1948, tav. X, n. 897.
Spagr..a. CuADRADO DIAZ, in NAH, I, 1952, p. ISO,. fig. 59, o. 12.
Tipologia. FERRER, in ABA, XXVIII, 1955, p. 178, fig. s. ALMAGRO-LAM:I!OGLIA
[959, p. 5, fig. 3, o. 2; p. 12, fig. 13. NIEMEYER 1965.lI p. 101, fig. 4, D. 3.
Lamb. 2 a. - Corpo emisterico 0 leggermente carenato, BERTRAN, i'1 Ampurias, XXIX, 1967, p. 209, fig. 8, no. 8-10. Carreia
fascia esterna decora'll a rotella (tav. XIV,9-10). Negli [967, p. 65, fig. 72, n. II25; p. 66, fig. 74, n. II33. l\tLuTIN-SERRES
esemplari pin antichi tale fascia edelimitata da scanalature [970, p. 35, fig. 17, n. 45; p. 49, fig. 24, n. 29; p. 67, fig. 39, 00. 32-33·
TWlisia. HOLWERDA 1936, p. 44, fig. 13; tav. IV, o. 626. CVA
pin profonde, epin eotesa e tende ad assumere I'aspetl)) di Gopenhague 7, tav. 306, nn. 3-8 = PALLAREs 1960, p. 270, fig. 5,
un vero e proprio lobo a smone convessa (tav. XIV, 8). on. 3-8. FEvRIER 1956, p. 166, fig. 9, tomba IV.2, n. 6. HAYES
Raramente e visibile la decorazione a rotella anel1/: in [972, p. 32, fig. 4, forma 9, D. 13.
Musei e Collezioni. HAyES 1972, p. 32, fig. 4, for:na 9, n. 16.
corrispondenza dd punto di congiunzione tra parete e
carena.
Lamb. 2 b. - Corpo leggermenre carenato, fascia esterna
FORMA HAYES 13.
non decorata (tav. XIV, II).
Lamb. 2 c. - Pareti naggiormente inclinate verso I'ester
no, fascia esterna non decorata (tav. XIV,12). Descrizz·one.
Piccolo piatto con orlo orizzontale reca:lte sulla su
Produzione,
perficie inferiore dell'orlo due scanalature a cui corri
Forma prcdolta in sigillata africana A', N!' e A'. 'pondono, sulla superficie superiore, due sottili sporgenze
2,7
,
l,"
CER..'I.MlCA AFRlCANA
28
r-
Coppa con orlo finemente decorato a mtella ano a .~arocco. PONSICH-TARRADEI..L 1965, p. 71, fig. 46C?).
I
rieevere un coperchio. La decorazione poo occupare la
parte centrale del vaso, delimitata da scanalatnre oppure XV, 4.
!
De!crizwne.
\ all'esterno. Diametri: em 19,2-19,5. Coppa con orlo rivolto all'esterno, munito internarnente
~
~ Tipologia.
di una profilatuca probabilmente per appoggiarvi un
coperchio. Esternarnenl< la parete presenta due scanala
;
L. documentazione e troppo Seat'S. per d<finire un. lure e, al di sotto, la decorazione a rotella. Per la mancanza
1 tipologia sufficienternente .mpi. e comple~a. Tunavia
,
~
distinguiamo per ora due tipi:
di una forma intera non si pub dire nulla del fondo.
La vernice e di';lesa un:camente all'esterno. Diarnetro:
.* Ostia III, fig. 281. - L'elernento terminale dell'orlo,
rivolto all'e~terno, e ingrossato (tav. XV, I).
em 16,8.
~
[t Tipologia.
f. Ostia III, fig. 282. - Cfr. l'orlo della forma L1IIlb. 19 bis
i (tav. XV, 2). Si conosee un solo tipo (tav. XV, 4).
I,,
ProduzUme. Pr.,duzione.
,
I Diffusione. Diffusione.
i
!
Fonna molta r.ra, docanentata finor. so[c ad Ostia.
Bibliografia.
Forma documentat. linora solamente a Cartagine.
Bibliografia.
i! ltalia. Ostia III, figg. 28[-282. Tunisia. Arlame, tav. X\~. 4.
I
,I
FORMA LAMBOGLIA 19 his = HAYES 21.
I
FORMA LAMllOGLIA 6 = HAYES 34.
i Descrizione. Descrizione.
I
!
Coppa con orlo • tesa piana, piil 0 men;) pronunciata,
piil 0 meno inclinato all'esterno. Dne sC21l31atnre al
Zuppiera a corpo arrotondato provvista <Ii una gola al
di sotto dell'orlo e di un basso prede ad anello. L'orlo
II
I'esterno segnano generalmente il punto di congiunzione
fra parete e earen.. Piede ad anello. Manca la vernice
all'interno. Diarnetri: em 14-17 circa.
pill 0 meno ingressato e profilato presenta un andamento
verticale e mostra un incavo per il coperchio; e decorato
a rotella, ttanne che in un frammento rinvenuto a Mariana
in Corsic. (efr. IODIN 1971, fig. 57;' II vaso e verniciato
I Tipologia. solo esternamente. Diarnotri: em 12,5-15,5.
! Si conosee un solo tipo (tav. XV, 3).
Tipologia.
Produzione. Si conosce un ,010 tipo (t.v. XV, 5-6).
Forma pmdott. in sigillata africana AI e NI'. La strut Vari.nte Sal. A :0. L'orIo corte e verticale e sagomato
tura del vaso ricorda la forma precedente. Cfr. una forma in corrispondelIDl del limite superiore della gola (tav.
simile in A" A'I' decorata a rilievi applicati (tav. LXXII, XV, 7).
8-9).
P"duzione.
Gronologia. Forma prodona in A', NI', A'. E notevohnente affine
Fine II - inizi III secolo? (Hayes). Attes:azioni in con alla forma Sal. XXIII in C' decorata • rilievi applicati.
testi della p,iffia meta del II secolo (Ostia, dati inediti). L' cdo esimile a quello eel tipo Ostia III, fig. 282 in A'.
Diffusione. Gronologia.
Forma ab-oastanza rar., documentata nel M<diterr.neo Seconda meta II - illizi. III secolo (Larnbogli.); prima
occidentale. meta del II secolo? (Hayes).
2y
CERAMICA AFRlCANA
PeI Ia variante: meta 0 seconela meta del II secolo decomto ad impressioni digitali. Diametri: em 27-35
(Sdomonson). circa.
D"jjusione. Tipologia.
Forma non comune, documentata nel Mediterraneo Si conosce un solo tipo (tav. XV, 9"10).
occidentale.
Produzione.
Bil;Hografia;
Fmf:lCi<". IODIN 19'71, p. 19, figg. 55-57.
p. ~87. HERTOCCHI, in Klearchos. V, 1963~ p. 149. fig. 8 c. Sibari eli una forma ignota di sigillata africana A rinvenuto
1970, p. 523, fig. 578, n. 14046. HAYES 1972, p. 46, fig. 7, furma 21.
SPagna. LAMBOGUA 1958. p. 287.
ad Ostia (cli:. ZEV!-POlIL 1970, p. 224, fig. II5, n. 26).
Tunisic. SALOMONSON 1968, p. 92, tav. II; p. 103, fig, 18, Am = Cft. la forma Atlante, tav. XXV, 10 in A/D. II ptofilo
Ra.nada 1973. tav. V, fig. II, All), del vaso e fa carenatnta ricolelano Ia forma documentata
De"rizione.
Dijjusiane.
Casseruola imitante Ia forma Ostia II, fig. 303 in ce
ramica africana a ?atina cenerognola. Orlo e parete sono Forma rara, nota solamente attraverso frammenti nel
in ceramica africana a patina ceuerognola (forma Osria II, CARANnINI 1976, FIG. 7.
ItGlia. 1.AMBoGUA 1;)50, p. 31, fig. B.. n. IS; p. 35. fig. 9. n. 16.
Sibari ]97~ p. 66~ fig. 57, n. 154. a ricevere un coperchio e presenta uella parte inferiore
MOlMCCO. PONSICHwTARRADELL 1965, tavv. XII (1), XIX, n. 9. una gola che 10 Iacmlda con una fascia leggermente ri
Spatna. LAMBOGLlA 1958, p. 276. levata e decomta a IOteila. La parete, appena incurvata,
II (do{:o p. 152) = PAI.LAREs 1960, p. 271, fig. 6, n. I b; p. 2.79 = leggero rigonfiarnento e all'interno da una piccola depres
I025 1026.
w probabihnente una decorazione a rotella. 11 piede doveva
Mimi e Collezioni. LAMBOGLIA 195B, p. 276. essere ad anel10 (tav. XV, II).
Zuppiera carenata con orlo bifido e atto a ricevere curvata, e carenata. II punto di catena e segnato all'esteI
un C3?elchio. Pocc al di sotto e applicato un mrdone no eIa un leggero rigonfiarnento e da una 0 pill scana1ature
3°
TERRA SIGILLATA: VAST
e all'interno da una depressione. La zona sotto il punto XV, 16; XVI, I; XVI, 2) ed in una ceramica simile a
di carena e decorata a rotella. II piede doveva essere ad quella della sigillata rna che ha petso ogni vernice ed in
anello (tav. XV, 12-13). una tecnica assai rozza (cfr. il tipo alia tav. XVI, 3). Nei
Hayes 10, un. I, 4. - II lobo superiore dell'orio pre tipi alia tav. XVI, 1-2, la vernice copre I'interno del vaso
senta al limite interno un piccolo rilievo che ne,;. tipo e all'esterno la zona che riguarda I'orio. La forma ricorda
precedente si avvertiva appena. Eccezionalmente il piccolo la zupplera Hayes II in A'.
rillevo non raggiunge illivello del lobo superiore, il quale,
Cronologia.
a contatto con quello, viene cosi a formare una incavatCita
molto meno marcata che nel tipo precedente. General CARANDINI 1976, fig. I: II seoolo (I 50-ZOO circa).
mente questo lobo presenta nella sua parte superiore un CARANDINI 1976, figg. 2-3: 90-150 circa.
andamento piano; in questo caso il rillevo al limite interno Hayes 10, un. 1,4: 150-300 circa e forse oltre.
dell'orio emerge chiaramente daI Iivello del lobo, che Lamb. 21 ed Hayes la, n. 3: 223/225-300 circa e forse
CARANDrnl 1976, fig. 8. - II lobo superiore dell'orio LAMBOGLIA 9 a' (HAYES 27, N. 7).
Jl
r,
CERAMICA AFRICANA
II
Porrogallo. ALARcAo-MOUTINHO DE AI.ARcAO 1966, rav. ri, tomba un alto piede, tIIvenulo a Raqqada. Diametro: em 18,9
29, n. 2. DELGADO 1967, p. 121, tav. I, D. I. Conimariga 1975, p. 295, (tav. XVI, 12).
tav. LXIII, n. 4.
Spagna. SERRA VUARO 1946, p. IS, tav. IX, fig. ro. LAMBOGLI.'\ Variante Sal A 12 b. Esemplare munito di parete po
1958, p. 274, 9 b; p. 275, 9 a2 • RUGER 1968, fig. 7 (;lopo p. ~58), co inclina:a e di U1IE leggera profilatura a rilievo, in
n. '59(?). corrispondenza della congh".,zione tra parete e carena,
Tunisia. HOLWERDA 1936, p. 44, fig. 13; tav. V, n. 612 "" a ..yES
1972, p. 50,fig. 8, forma 27,n. I. CVA Coperihague 7" tav. 311, D. 5-6 = rinvenuto a Raqqada. Diamerro: em 24 (tav. XVI, 13).
PALLAREs 1960, p. 275, fig. 10, n. 5-6. Hayes 16, n. 16. - arlo ingrossalO. La parete forma con
Musei e ColIeziorn. BONINU 1971-12, p. 320, :ig. 21; tav. nT, :1. 5.
la carena un angolo meno netto (tav. XVI, 14).
Produziom.
FORMA LAMBOGLIA 3a = HAyES 14 A, NN. 1,4-5· Forma prodotta in sigiIlata afric,na N. Cfr. forme aperle
verso I'esterno, il piede ad anello. Diametri: em 16-22. til del III secolo (Lamboglia, Ostia I). Per Ie varianti:
inclinata verso I'esterno, presenta superiormente una leg orientale e salla coHa atlanti::a.
Forma prodotra in sigillata africana N. Cfr. Ie forme ltalia. eVA. Ilidia XVI, Todi, tav. [6, n. I. LAMBOGLIA 1941,
aperle in A' (tav. XVI, 10-15). p. 13, 3 a. LnLIu, in NSA, 1949, p. :::.;6, fig. I j n, 3, GENTILI, in
32
TERRA SIGILLATA: VASI
Descrizirme.
Piatto di piccole dimensioni che richiama Ia forma FORMA HAYES 14 B, N. II.
precedente con orlo indistinto dalla parete, la quale appare LAMBOGLIA 3 b' = HAYES 14 C.
fusa con la carena. Piede ad anello pia alto all'interno nel
connettersi aI fondo. Diametro: em 14,4. Descrizione.
Tipologia. Coppa carenata con la parete verticale 0 leggermente
Si conosce un solo tipo (tav. XVI, IS). inclinata all'interno, sempre pia corta della carena e con
piede ad anello. Diametri: em 14-18 circa.
Produzirme.
Tipologia.
Forma prodotta in sigil1ata africana N. Secondo 1'08
servazione di Lamboglia (cfr. LAMBOGLIA 1958, p. 266) Haye8 14 B, n. II. - Coppa pia alta, orlo generalmente
Ia vernice manca quasi completamente. indistinto dalla parete (tav. XVII,2).
Lamb. 3 b'. - Coppa pia bassa, orlo indistinto dalla
Gronologia. parete, tenninante con taglio netto 0 smussato (tav. XV:I,
Prima mem del In secolo e oltre? (Lamboglia). 3-4).
Variante LA BAUME SALOMONSON 1976, tav. 51, n. 3.
Diffusione. Coppa con decorazione mamillare (tav. CXXXI, 3).
Forma raramente documentata nel Mediterraneo oc
cidentale. Prodl/zione.
Forma prodotta in sigillata africana A'. Cfr. Ia forma
Bibliografia.
Spagna. LAMBOGLIA 1958, p. 266, 3 c2 •
precedente.
Granologia.
FORMA LAMBOGLIA 3 b' = HAYES 14 B, N. 8. Fine II - inizi III secolo? (Hayes, e, per la variance,
Salomonson). Attestazioni nella prima mem del III secc.lo
Descrizirme. (Ostia I).
Coppa carenata con orlo generalmente smussato a1 Diffusione.
l'interno, parete verticale 0 pia spesso rivolta all'interno,
piede ad anello. Diametro: em 16,5-24,2. Forma doeumentata nel Mediterraneo occidentale, orien
tale e sulla costa atlantica.
Tipologia.
Si conosce un solo tipo (tavv. XVI,I6; XVII, I).
Bibliografia.
Algeria. CAMps 1955, fig. 6 (dopa p. 236), nn. 3,4 (?), tipo IX.
Variante Hayes IS, n. 1. L'esemplare, proveniente da BARADEZ 1961, p. 119, tav. I, n. 49.
Sonsse, presenta Ia parete a1quanto convessa, munita di Francia. IODIN 1971, p. 9, fig. 22.
scanalature, esternamente poco aI di sotto dell'orlo e in lsraele. CROWFOOT 1957, fig. 49, n. 3089.
Italia. LAMBOGLIA 1950, p. 144, fig. 8o, n. 41. LAW...BOGUA 1958,
corrispondenza della congiunzione con Ia carena. 3 b'Z. Ostia I, figg. 7~9. FALLlCO 1969-70, p. 14, fig. 2, no. 9-10.
HAYES 1972, P' 40, fig. 6, forma 14,' n. II.
Produzirme. Jugoslavia. OmMOSNlK 1962, tav. II (do~o p. 144), un. 8, 13-14 (?).
Marocw. PONSICH-TARRADEll. 1965, p. 14, fig. 5,n.); p. 45, fig. 28.
Forma prodotta in sigillata africana A'. Si ricollega Portogallb. DE A1.ARcio-MOUTINHO DE ALARcAO 1966, cav. N.
alia forma documentata alia tav. xvn, 2-4. !omba 28, n. I. DELGADO 1968, tav. I (dopo p. 66), n. 10.
Spagna. A1.MAGRo-AMoR6s 1953~54, p. 260, fig. 20, n. 1. AnRC'ER
Gronolog;a. 1963, p. 119, n. 7538. MARTIN-SERRES 1970, p. 35, fig. 17, n:l. 46-47.
Musei e Collezioni. LA BAUME~SALOMONSON 1976, Pl'. 122-123:
Prima mem del III secolo (Lamboglia, Ostia I, Hayes). n. 539.
Cronologia.
decorata a ri1ievi applicati (forma Sal. XXVI). ~!:
fj,
~"
Seconda meta del II secolo) (Hayes). Prima meta III Cronolcgia. ;:§
,<,
secolo. (Ostia J). Attestazione in contesto della prima meta del III secolo !~
:~
(Ostia IV). 220-240 circa - fine III secolo (Hayes).
I
Diffusimle.
Forma relativamente comune nel Mediterraneo occi Diffusicne.
dentale.
Bibliograjia.
Algeri;;. FEvIum 1<}65, fig. 36, H6 - c. S. n. 10. FEVRIER-GASPARY
1966-67. p. 33, fig. 26, n. I.
Frandri:. JODIN 1971, p. IS, fig. 44·
Iudia. Ostia 1, figg. 57-5&, 672-671. FAU.ICO 1969-70, p. IS, fig. 3,
Forma rata, documentata ad Osria e in Tunisia.
Bibliogra}ia.
ltarUl. Ostia IV, fig. I.
Tunisia. HOLWERDA 1936, tav. IV, n. 627 = HAYES 1972, p. 61,
forma 44, n. 4.
·I
i;
"~J.
n. 13. Sihari 1970, p. 523, fig. 578, n. 16286. HAYES 1972, p. 40,
fig, 6, f<x::ma I4{I7, n. I. GENTILI 1973. p. IS, fig. 10 f (in basso),
MalIa. HAYES 1972. p. 40, fig. 6, forma 17, n. 5.
MaroQ:o. PONSICH-TARRADELL 1965, p. 14, fig. 5, n. 5. IODIN. FORMA LAMBOGLIA 24 (HAYES 6 C, N. 42).
in BAM, Vll, 1967, p. 484, fig. 61 on. 18-19; p. 495, fig. 14, n. 52.
MARTIN I969, p. 161, fig. 5.
Spagm... LAMBOGLIA 1958, p. 272. Deserizione.
Tunisii:. HOLWERDA 1936, p. 44, fig. 13; tav. IV, n. 618; tav. VII Coppa di piccole dimensioni a corpo emisferico con
n. 6S9(?l. CVA Copenhague 7, t2v. 3'2, nn. 2>3(1) ~ PALLAREs
:960, p. 276, fig. II, n.. 2 (= HAYES 1972, p. 40, fig. 6, forma 17B, orlo orizzontale a gradino segnato da una scanalatura
n. II), 3 ~ ?). sulla superficie superiore e piede ad anello. Diametri:
em 10-12,6 circa.
FORMA LAMBOGLIA 22 a (HAYES 14 A, N. 3). Tipologlil.
LMrnOGLIA 22 (HAYES 17 B, N. 10). Si CO:lOsce un solo tipo (tav. XVII, 14).
Descrizi;)tle. ProduzWne.
Coppt a corpo emisferico ccn orlo leggermente estro FOI1llll prodolta in sigillata africana A'. Richiama iI
lIesso. Piede ad anello. Diametr:: em 11-16. tipo Hay~ 6 C in A', dal quale forse potrebbe derivare. ~~
34
Cronologia. Cronologia.
Fine II - prima mem III secolo (Lamboglia, Ostia I). Attestazioni in contesti della prima mem de! III se
colo (Ostia I e IV).
Diffusione.
Forma piuttosto rara, documeutata ne! Mediterraneo Diffusione.
occidentale. Forma molto rara, documentata finora solo ad Ostia
attraverso frammenti.
Bibliografia·
[talia. Sibari 1969, p. 101, fig. 86, n. 45; p. II4, fig. 103. Ostia I, Bibliografia·
fig. 60. ltalia. Ostia I, figg. 27, 696.
Marocco. MARTIN 1969, p. 163, fig. 7, n. I.
Spagna. LAMBOGLIA 1958, p. 292. MARTiN AVILA, in PLAV, 1,
1962, p. 99, fig. 5, n. 52.
Musei e Collezioni. BONINU 1971-72, p. 318, fig. 19; tav. IV, n. 3. FORMA «ATLANTE», TAV. XVII,17.
Descrizione.
FORMA LAMBOGLIA 24/25 (HAYES 92, N. 4).
Piatto di piccole dimensioni con orlo ricurvo rivolto
Descrizione. verso I'esterno direttamente in counessione con il fondo
che mostra un piede ad anello. All'interno e ~isibile suI
Vaso a corpo ernisferico munito di listello ricurvo leg fondo la decorazione a rotella. Diametro: CIIl 13,8.
germente inclinato verso il basso. Piede ad anello. Dia
metro: CIIl 15 circa. Tipologia.
Tipologia. Si conosce un solo tipo (tav. XVII, 17).
Si conosce un solo tipo (tav. XVII, 15). Produzione.
Produzione. Forma prodotta in sigillata africana All' e, similmento,
in A decorata a rilievi applicati.
La classificazione dell'unico esernplare noto appare pro
blematica. Ii possibile attribuirlo alla sigillata africana A' Cronologia.
per il piede anuIare, per la mancanza della decorazione a Forma presente ad Ostia in contesti di eta antonina.
rotella suI fondo, per la vernico, che, secondo Lamboglia
e «opaca e tipica del tipo A piu tardo» (eft. LAMBOGLIA Diffusione.
1958, p. 293). Richiama i vasi a listello piu comunemente Forma molto rara, documentata finora solamente ad
noti in D ,tavv. XLVIII, 11-16; XLIX, I-II; XLIX, Ostia.
12-13), ma attestati anche in E (tav. LV,IO), alla cui Bibliografia.
produzione Hayes sembra riferire quesro esernplare (eft. ItaIia. Atlante, tav. XVIl, 17.
HAYES 1972, p. 145).
Cronologia. FORMA «OSTIA I I), FIG. 86.
Indeterminata. Forse fine II-III secolo? HAYES 31, NN. 2, 6.
Diffusione.
Si conosce un solo esernplare, proveniente da St. Chamas Descrizione.
in Provenza. Piatto con parete leggermente inclinata verso l'esterno.
Non e sernpre facile distinguere gli esernplari di qnesta
Bibliografia.
Francia. LAMBOGLIA 1958, p. 293, 24/25.
forma in sigillata africana A da qnelli nelle a1tre produ
zioni AID e C sulla base della sola documentazione
grafica. Negli esernplari in sigil1ata africana A e presente
FORMA «OSTIA h, FIG. 27. una carenarura piu 0 meno accentuata e sembra piu fre
quente uno staeca abbastanza netto tra fondo e parete;
Descrizione. 10 spessore della parete e pin grosso. II piede tende ad
Scodella a pareti convesse con orlo indistinto dalla essere di maggiori dimensioni e di fonna transizionale tm
pareto, talora scanalata all'esterno aI di sotto dell'orlo. il piede ad anello e il piede atrofizzato tipico della fonna
n fondo e ignoto; e piano, leggermente convesso nella in AID; generalmente la forma sembra essere pili chiusa.
Diametrl: em 18,2-34 circa.
forma analoga in ceramica africana a patina cenerognola
(Hayes 193, n. I). Diametro: CIIl 23. Tipologia.
Tipologia. Osria I, fig. 86. - Tipo transizionale tra il tipo Lamb.
Si conosce un solo tipo (tav. XVII, 16). 9 a' (v. anche la variante Hayes 27, n. 9) e quello seguente
(eft. anche i tipi Hayes 27, n. II e 27/u in sigillata afri
Produzione. cana AID) (tav. XVII, 18).
Forma prodotra in sigillata africana A', in AID (eft. Hayes 31, un. 2, 6. - Tipo cite si ricollega al tipo Lamb.
p. 222) e in ceramica africana a patina cenerognola (Hayes 40 his in 0, C' (eft. anche it tipo Hayes 31, un. 1,4 in
193, n. I). AID) (tavv. XVII, 19; XVIII, I).
35
,
,
CERAMICA AFRlCANA
Cronolugia. Tipologia.
Prima met. del III secolo (Hayes, Ostia 1). Si conosce un solo tipo (tav. XVIII, 4).
Diffusione. Produziooe.
Forma diffUEa nel bacino occidentale del Mediterraneo FOl1llll prodotta in sigillata africana AI.
e raramente nel bacino orientale.
CronologUL.
Bibliograf.a· Indeterminata.
ItaJia. Ostia I, figg, 86-88; 697-699. HAYES 1972, p. 54, fig. 9,
forma 31, D. 2. Bibliografia.
Malta. HAYES 1972, p. 54, fig. 9, fonna 31, n. 6.
Marc..:ro. MARTIN 1969, p. 165, fig. 8, on. 1-2. Twrisi.::. SALOMONSON 1968, p. 106, fig. 21, All = Raqqada 1973,
Siri.a. W.':.AGH 1948, tav. IX, nn. 836, a-k. tav. I, fig, 23. An.
anello. All'interno sono impressi suI fondo dne cercbi Si conosce un solo tipo (tav. XVIII, 5). ].
concentrici. Diametro: ern 17,I. ~
1i1
Produzione. Mi
Tipologia.
Si conDsce un solo tipo (tav. XVIII, 2).
F011ll2 prodotta in sigillata africana AI. I
.~
Cronologia. ~
Produziome. 1i%\
Indet:enninata.
Forma prodotta in sigillata africana AI.
Bibliografia·
Cror.o/l)gi~. Tuni.ia.. SALOMONSON 1968, p. 108, fig. 23, A24 = Raqqada 1973,
Bibliogra}ia.
Tuniii2_ S-"J.OMONSON 1968, p. 99, fig. 14, A3 = Raqqada 1973, FORM.\ SALOMONSON A 22.
tav. XXI, tomba BI3, A3.
DercriZ'ione.
FORMA SALOMONSON A 17. Tazza ad orlo indifferenziato dalla parete verticale.
SooteD. ad orlo leggermente arrotondato, parete al seguato all'interno da una scanalatura e con basso piede
quanto ondulata e fondo piatto. Nel punto di congiun ad anello. Diametro: em 21,3.
36
TERRA SIGILLATA: VASI
Produzione.
FORMA PALLAREs 33 his (HAYES 143, N. 2). Forma prodotta in sigillata africana AI; richiama la
PALLARES 33 (HAYES 143, N. I). forma Hayes 142 in sigillata africana A' e una forma in
ceramica a pareti sottili (efr. MARABINI MORvs '973,
Descrizione. forma LVII).
Bicchiere di forma conica can piede ad anello. Presenta Cronologia.
decorata la maggior parte della parete esterna separata
da1la parte inferiore Iiscia grazie ad una profilarora a Indeterminata. Cfr. la forma a tav. XVIII, 12.
rilievo. Sana visibili motivi a stampo da soli, a altemati Diffusione.
e
alia decorazione a rotella. La vernice distesa solamente
Forma dOCUDIentata a Raqqada; un esemplare simile e
all'esterno.
conservato al Museo del Bardo di Tunisi. E possibile che
Tipologia. si tratti di una forma locale.
e
Pall. 33 bis. - L'orlo malta simile a quello degli esem
Bibliografta.
plari piu antichi del tipo Lamb. 2 a; pui> essere liscio a Tunisia. SALOMONSON 1968, p. 97, fig. II, A:27.
decorato a rotella. Le fasce decorate a stampo sana sepa
rate tra loro da una zona decorata a rotella, a da una fascia
!iscia leggermente incavata. La parte inferiore e piu semi FORMA HAYES 142.
circolare, il piede meno accenroato che nel tipo seguente
(tavv. XVIII,8-9 e CXXXI,4).
Pall. 33. - L'orlo presenta un labbro appena ispessito, Descrizione.
segnato da una scanalarora. Fasce decorate a rotella si Tazza con arlo indistinto dalla parete ricurva, che,
altemano a fasce decorate a stampo e sana separate tra all'esterno, presenta, nella parte superiore, due sottili sca
lora da scanalarore a da fasce poco estese, leggermente nalarore al di satta dell'arlo e, nella parte inferiore, tre
incavate (tavv. XVIII, 10 e CXXXI, 5). depressioni imitanti una decorazione tipica della cera
Produzione. mica a pareti sottili (thumb impressions), datata nel I se
colo d. C. (efr. MARABINI MORvs '973, p. 291). II fonda
Forma prodotta in sigillata africana AI: ricorda la piano presenta due scanalarore che permettono di di
forma Drag. 30 (efr. OSWALD-PRYCE '920, tavv. VII-VII! stinguere un falso piede. Manca la vernice all'interno.
in sigillata sud-gallica per il tipo Pall. 33) e forme in Diametro: em '4,5.
vetro (efr. ISINGS '957, p. 38, forma 21) e in ceramica
a pareti sottili (efr. MARABINI MORvs '973, forme XXXII! Tipologia.
IV, LVI con ansa). Si conosce un solo tipo (tav. XVIII, 12).
Decorazione.
Produzione.
Motivi a stampo un. 8, 44, 104-105.
Forma prodotta in sigillata afrkana AI; richiama la
Cronologia. forma Sal. A 27 in AI e una fonna in ceramica a pareti
Eta f1avia-traianea (Hayes). Attestazione in contesti sottili (efr. MARABINI MOEvs 1973, forma LVII). Per
dall'eta f1avia alla prima meta del II secolo (Ostia, dati il fonda scanalato, efr. Ie forme Pallare, 26 A in A' e
inediti). BONINU '97'-72, figg. 39 e 43 in A' (?). Le depressioni
sana presenti anche nei tipi Hayes '34, '35, n. 5 e nella
Diffusione. forma CARANDINI 1969, fig. I in AI, A'I'. Per iI gusto
Forma raramente dOCUDIentata nel Mediterraneo occi delle depressioni nel vetto, efr. ISINGS 1957, p. 4658.,
e
dentale. Un esemplare inedito presente a Trieste. forme 32, 33, 35, nella seconda mera del I secolo; in ar
gento, efr. MAIURI 1933, p. 361, fig. 14n.
Bibliografia.
Algeria. MOREL 1962-65, p. 134, fig, 99.
Cronologia.
Tunisia. eVA Copenhague 7, tav. 306, nn. 1-2 = PALLAREs :960,
37
CERAMlCA AFRICANA
Diffusione. Diffusione.
Si conosce un solo esemplare, al Museo del Louvre; il Forma documentata nel Mediterraneo occidentale.
luogo di consen·azione potrebbe far pensare ad una pro
venienza da!l'Mriea settentrionale. Bibliografia.
Algeria. BARADEZ 1961, p. 25, tav. IV, tomba IX b. LANCEL 1970,
Bibliografia. p. 211, fig. 63; p. 230, fig. 76. n. 3.
Mwei e Collezioni. HAYES 1972) p. 174, fig. 34, forma [42, n. 1.
Franaa. LAMBOGLIA 1958, r4A.
Grecia (?). HAYES 1972, p. 174, fig. 34, forma 132, n. 1.
Spagna. ALMAGRo-AMOR6s 1953-54, p. 259, fig. 18, on. Z-3.
MARTiN DE CAsnuo 1965) p. 73) forma 28. MARTIN-SERRES 1970)
p. 80, fig. 47 (I).
FORMA HAyES 131, NN. 1-2; 132, N. l Tunisia. HOLWERDA 1936) tav. VI) p. 49, fig. 16, nn. 662 (= HAYES
HAYES 131, NN. 3-4; 132, N. 1. 1972, tav. II d) 663, 664-665; fig. 19, n. 677 (= HAYES 1972, tav.
III c). CVA Copenhague 7, tav. 305, n. 5 = PALLAREs 1960) p. 269,
PALLAREs 14A = HAYES 135, NN. 1-4. fig. 4, n. 5; p. 280, I¢
LAMBOGLIA 14 A (HAYES 132, N. 2).
HAYES 135, N. 5.
FORMA HAYES 134.
Destrizione. HAYES 138, N. 3.
Boccalini a corpo ovoide 0 globulare 0 piriforme, imi
PALLAREs 14 (HAYES 140, N. I).
tanti la forma analoga in ceramiea a pareti sottili, larga HAYES 140, N. 2.
mente testimoniata nell'ltalia centrale e titteniea alia fine LAMBOGLIA 14 =
HAYES 140, NN. 3-4.
del I secolo. L'orlo e svasato oppure leggermente ingros
sato e aTtotondato all'estemo, l'ausa scanalata, il fon Descrizione.
do piano. .
Boccalino a corpo globulare, con orlo a collarino, fon
Tipowgia. do piano. L'ansa presenta tre scanalature. AItezze: em
Hayes 131, nn. 1-2; 132, n. 3. - Boccalino ovoide (cfr. 8,5-12,6.
ceramiea a pareti sottili: MARABINI MOEVS 1973, forme
Tipologia.
VIII - senza anse -, XLvt, LI). n corpo pui> essere sol
eato da una scanalatura all'altezza dell'attacco superiore Hayes 134. - Boccalino non decorato. L'orlo presenta
dell'ansa; questa e soleata da scanalature in nlIffiero da una scanalatura suI labbro. L'ansa e sagomata secondo
uno a tre. AItezze: em 6-9,3 (tav. XVIII,I3). la tecniea del vetro, cioe mostra un ripiegamento, quasi
Hayes 13I, un. 3-4; 132, n. 1. - Boccalino globulare a formare un ocemello (tav. XIX, 5). In un esemplare
(cfr. ceramiea a pareti sottill: MARABINI MOE1'-S 1973, rinvenuto a Bulla Regia (Hayes 134, n. I) il corpo mostra
forma L). Altezze: em 4,2-9,3. L'ansa c generalmente quattro depressioni el'ansa csokata da quattro scana1ature.
soleata da una scanalatura (tavv. XVIII, 14-15 e XIX, I). Hayes 138, n. 3. - Con decorazione a rotella (tav.
Pall. 14 A. - Boccalino piriforme (cfr. ceramica a pareti XIX, 6).
sottili: MARABINI MoEVs 1973, forma XLVII) decorato Pall. 14. - Con piccole depressioni imitanti foglie di
a rotella. La decorazione a rotella si stende sul corpo sposte diagonalmente e una seanalatura sopra e sotto
del boecalino, in una fascia spesso delimitata da una (tav. XIX, 7).
scanalatura superiormente ed inferiormente 0 solo supe Hayes 140, n. 2. - Con una fila di depressioni com
riormente. In alenni easi l'orlo mostra una scanala presa tta una doppia linea di decorazione a rotella (tav.
tur2. L'ansa preseuta due seanalature. AItezze: em 7-7,5 CXXXI,6).
(tav. XIX, 2). Lamb. 14. - Con una linea di decorazioni a rotella a
Lamb. 14 A. - Boccalino piriforme non decorato. L'ansa forma di stelo, fiancheggiata da due file di depressioni a
presenta una seanalatura. Altezza: em 4,8 (tav. XIX, 3). forma di foglie. 11 foudo presenta un piede bifido (cfr. Ie
'Hayes 135, n. 5. - Boeealino piriforme con depressioni forme BONINU tWI-72, figg. 39 e 41) (tav. XIX, 8).
sul corpo. L'ansa presenta due scanalature. Altezza:
em 7,2 (tav. XIX,4). Produzione.
Forma prodotta generalmente in sigillata africana A',
Produzione. ma anche in NI'; il tipo Lamb. 14 e attestato in NI2
Forma prodotta in sigillata africana A'. 11 gosto delle e in A'. Per il gusto delle depressioni nel tipo Hayes
depressioni nel tipo Hayes 135, n. 5 ricbiarna la forma 134, eft. il tipo Hayes 135, n. 5 e Ie forme Hayes 142
Marabini LXIX = Ostia Ill, fig. 223 in ceramica a pareti e CARANDIN[ [969, fig. I in A'l', A'. Hayes sembra in
sottili e il tipo Hayes 134 e Ie forme Hayes 142 e CARAN dicare una evoluzione morfologiea dai boccalini piriformi
DINl 1969, fig. I in A', A'I'. (Hayes 135) alIa forma in questione, considerando come
esemplare transizionale il tipo 138, n. 3; tali osservazioni
Crrmologia. non sembrano convincenti, come pure il confronto della
Fine 1- inizi II seeolo? (Hayes). Attestazioni non fre decorazione del tipo Lamb. 14 con Ie sovradipintnre in
que::lti in contesti della seconda meta del II secolo (Ostia, bianco dei boccalini a collarino (cfr. HAYES 1972, pp. 4[2
dati inedici). 413), artestate a Ostia a partire dalla eta severiana (cfr.
38
Ostia III, tabella a p. 361). La forma in sigillata africana FORMA HAYES I44.
sembra ricordare per certi asperti, in particolare per I'orlo,
i boccalini a collarino in ceramica a pareti sottiIi, datati Descrizione.
a partire dalla meta del I secolo (MARABINI MOEVS 1973,
forma LXVIII). Biccbiere biansato a corpo ovoide, con orlo rivoll~
all'esterno, basso piede. n corpo presenta Iinee di deoora
Cronologia. zione a rotelIa comprese tra scanalature oppure due sea
Hayes 134: fine I - inizi II secolo (Hayes). nalature SOlto I'odo. Le anse sono solcate da due scarra
Hayes 138, n. 3: II secolo e oltre? (Hayes). lature. AItezze: ern 8-9 e oltre.
Pall. 14; Hayes 140, n. 2: meta II secolo 0 poco prima
(Hayes). Prima meta del II secolo e rare attestazioni in Tipologia.
contesti della seconda meta dello stesso secolo (Ostia, Si conosce un solo tipo (tavv. XIX, II e CXXXII, I}.
dati inediti). Variante Hayes 144, n. 3. Hayes considera tale un esem
Lamb. 14: fine II - inizi III secolo (Larnboglia, Hayes). plare frammentario conservato ad Ostia (n. I6067): il
corpo mostta, aI di sopra del fondo, una eurvatura pEl
Diffusione. accentuata verso I'interno, iI fondo e piano. Sorro ·;isibili
Forma documentata nel Mediterraneo occidentale. AI Iinee di decorazione a rotelIa nella parte snperiore con
cuni esernplari inediti sono presenti nei Magazzini del servata e due scanalature inferiormente, aI di SOltO del
Museo Arcbeologico di Tipasa, a1tri nel Museo Archeolo I'altacco dell'ansa. Resta tuttavia incerto se I'esemplare
gico di Orano (da Portus Magnus, Fouilles Simon 1897). ostiense possa essere attribnito alia forma in questione
Bibliografia. (tav. XIX, I2).
Francia. IODIN 1971, p. 18, fig. 54.
Produzione.
Iudia. LAMBOGLIA 1941, p. 13 = LAMBOGLIA 1958, p. 282. S£bari
1970, p. 516, fig. 572, n. 5875. Forma prodolta in sigilIata africana AI; ricbiarna una
Jugoslavia. l:REMOSNIK 1962, tav. VII, nn. 12-15 (?).
Spagna. PEMAN in Corona de estudios, J. Martinez Santa-Olalla, forma simile in cerarnica a pareti sotrili (MARABINI-MoE\'S
Madrid 1941, tav. XXXI, n. 5 = In/ormes y Memorias, I, Madrid I973, forme III-IV senza anse; XVI biansato con corp·~
1954, tav. II, n. 5. .
Tunisia. Cat. Alaoui,- 1897, tav. XLII, n. 215. HOLWERDA 1936, pin arrotondato).
p. 49, fig. 16, n. 667 (= HAYES 1972, tav. TIl a), 669 (= HAYES
1972, tav. Va). eVA Copenhague 7, tav. 305, n. 6 = PALLAREs Cronologia.
1960, p. 269, fig. 4, n. 6; p. 280.
Fine I - inizi II secolo ? (Hayes).
Diffusione.
FORMA PALLARES 28 = HAYES I36.
Forma molto rara, documentata in Tunisia e ad Ostia (?).
Descrizione. Bibliografia·
Boccalino a corpo ovoide che imita la forma analoga Italia. Atlante, tav. XIX, 12 (= HAYES 144, n. 3).
in ceramica a pareti sottili (clr. MARABINI-MoEVS 1973, 1936, p. 49, fig. 16, n. 676 = HAYES 1972, tav. Vb.
forma XLVI). L'orlo e svasato, il corpo tende a restrin
gersi verso il basso, il fondo e leggermente concavo crean
do in tal modo un piede. Sui corpo del vaso si nota la FORMA LAMBOGLIA 27 (HAYES 125).
decorazione a rotella, a volte compresa tra due scanaIature.
L'ansa pub essere solcata da due 0 tre scanalature. AItezze: Descrizione.
ern 9-II circa.
Ampollina a corpo g10bulare con collo stretto, munilD
Tipologia. di piccolo foro e con piccolo coperchio. AItezza: ern 8>4.
Si conosce un solo tipo (tav. XIX,9-ro). Tipologia.
Produzione. Si conosce un solo tipo (tav. XIX, 13).
Forma prodotta in sigillata africana AI.
Produzione.
Cronologia. Forma prodolta in sigillata africana A (probabilmente
Fine I - inizi II secolo (Hayes). Eta fiavia (BARADEZ A' ancbe se manca ogni iodicazione).
1961). II secolo (Pallares).
Cronologia.
Diffusione. II secolo? (Hayes).
Forma molto rara, documentata in Algeria e Tunisia.
Diffusione.
Bibliografia.
Algeria. BARADEZ 1961, p. 19, tav. II, tombe III-IY,g,
Si conosce un solo esernplare ad Ostia.
Tunisia. HOLWERDA 1936, p. 49, fig. 16, n. 666 ",;, HAYES 1972,
mv. III d. eVA Copenhague 7, tav. 305, n. 4 = PALLAREs 1960" Bihliografia.
p. 269, fig. 4, n. 4; p. 284, 28. ltalia. LAMBOGLIA 1958 p. 294.
39
r
"
CER:\MICA AFRlCANA
FORMA LAMBOGLIA 26 b = HAYES 137, NN. 1-2. FORMA PALLARES 26 A bis = HAYES 138, NN. 1-2.
De$crizione. Descrizione.
Piccola brocca a forma di olla piriforme. Orlo legger Piccola brocea a corpo piriforme con orlo a collarino
mente estrofiesso, fondo piano. Scanalature e decorazione segnato da una sottile scanalatura e fondo piano. Una
a rotella sonovisibili all'altezza dell'attacco inferiore del decorazione a rotella, su pill file, spesso disposta a spirale,
!'ansa. La dimensione dell'ansa fa pensare che si tratti occupa la zona al di sopra dell'attacco inferiore dell'ansa.
di un vaso per versare piuttosto che per bere. Altezza: Questa I: solcata da tre scanalature. Altezze: em 9,3
em 8,6 circa. 10,8 circa.
Tipolagia. Tipologia.
Si conosce un solo tipo (tav. XIX, 14). Si conosce un solo tipo (tav. XIX, 16).
Produzione. Produzione.
Forma prodotta in sigillata africana A'; ricorda per
Forma prodotta in sigillata africana A, presumibil
!'orlo, l'ansa e la decorazione, la forma Hayes 139 in A'
mente AI.
e per l'orlo la forma Sal. IV in sigillata africana C' e
Grunoiogia. C' (?) decorata a rilievi applicati.
Fine I - metil II secolo e oltre (Hayes). Gronologia.
Diffusior.e. II secolo 0 poco dopo (Hayes). Va comunque osservato
che generalmente la decorazione a rotella non sembra
Sono noti solamente due esemplari, da Ibiza e Ostia.
superare Ia seconda meta del II secolo.
Bibliografia.
Diffusione.
Spagna. LA.\U3OGLIA 1958, p. 294, forma 26 b.
4°
sembra superare 1a seconda meta del II secolo. Tunisia. eVA Copenhague 7, lay. 3II, n. 10 = PA.I.J..AR.Es 1960,
p. 275, fig. 10, n. 10; p. 283, 26B. SALOMONSON 1968, p. 96, tav. III,
n. I; p. 105, fig. 20, AI4 = Raqqada 1973, tav. III, fig. 16, AI4.
Diffusione.
Forma molto rara, documentata finora in Algeria e in
Tunisia.
FORMA PALLARES 30 C (HAyES 157).
Bibliografia·
Algeria. LANCEL 1970, p. 230, fig. 76, n. I. Descrizione.
Tunisia. HOLWERDA [936, p. 49, fig. 16" n. 675 = HAYES 1972,
tav. IV d (Holwerda indica Cartagine come luogo di proven:ienza Brocea a corpo piriforme, con orlo a sezione triangolare
dell'esemplare ill Leidaj Hayes invece Carpi). separato dall'alto eollo grazie ad un piccolo listello. II
fondo leggermente concavo da luogo ad un piede. Una
doppia scanalatura divide il collo dal corpo, su cui sono
FORMA PALLARES 26 B (HAYES 137, N. 7). visibili la decorazione a rotella e una scanalatura. Altez
za: em 12,3.
Descrizione. Tipologia.
Brocca a corpo ovoide con orlo estroflesso segnato da
Si conosce un solo tipo (tav. XX,2).
una scanalaruta e con fondo leggermente concavo che
erea un piede. Nel punto di maggiore espansione della Produzione.
parete sono visibili due scanalature. Altezza: em 9,4 circa. Forma prodotta in sigillata africana N. Per Ia forma
Tipologia. dell'orlo, efr. BONINU 1971-1972, fig. 46 in A' (?).
Si conosce un solo tipo (tav. XIX, 18). Cronologia.
Produzione. Inizi Il secolo? (Hayes). Fine I - inizi II secolo
Forma prodotta in sigillata africana A (Ia vernice ap (Ostia III).
pare di qualita scadenre secondo Posservazione della Pal Diffusilme.
lares, efr. PALLAREs 1960, p. 284).
Si conosce un solo esemplare, al museo di Copenhagen,
Cronologia. proveniente, con tutta probabilita, dalla Tunisia.
Fine I - meta II secolo e oltre ? (Hayes). Bibliografia.
Itah"a. Ostia III, fig. 452.
Bibliografia·
Tunisia. eVA Copcn1/Clgue 7, fig. ~-05, n. 7 = PALLAREs ]960,
p. 269, fig. 4, n. 7; p. 283, 26B. FORMA PALLARES 30 A (HAYES ISS).
Descrt"zione.
FORMA PALLARES 26 B his = SALOMONSON A 14. Brocca a corpo ovoide con collo alto e orlo a co1larino
svasato e trilobato. Due scanalarute segnano l'attaccatura
Descrizione. del collo al corpo del vaso. Fondo leggermente concavo
Brocca a corpo piriforme con orlo estroflesso e fondo che da luogo ad un piede. Altezza: em r3,6.
leggermente concavo che erea un piede. II corpo del vaso Tipologia.
puo presentare Ia decorazione a rotella 0 essere tiscio.
Si conosce un solo tipo (tav. XX, 3).
Altezza: em It-It,4.
Tipologia. Produzione.
Forma prodotta in sigillata africana N. Per l'andamento
Si conosce un solo tipo (tav. XX, r).
del corpo, cfr. la forma Pall. 30 B in N.
Produzione.
Cronologia.
Forma prodotta in sigillata africana A.
Fine I - inizi II secolo ? (Hayes).
Cronologia.
Diffusione.
Fine II - illizi III secolo? (Salomonson). Va osservato
che generalmeute la decorazione a rotella non sembra
E noto un solo esemplare proveniente probabiltnente
dalla Tunisia.
superare la seconda meta del II secolo.
I3;ffusione. Bibliografia.
Tunisia. CVA Copenhague 7, tav. 305, n. 8 = PALLA...'Ws 1960.
Forma molto rara, documentata in ltalia e in Tunisia. p. 269, fig. 4; p, 285, 30A.
41
CERAMICA AFRlCANA
f
FORMA BONlNU 1971-72, FIG. 42. FORMA (,ATLANTE>j, TAY. CXXXII,3. I!
Deserizione. 'jI
Descrizione.
1
Brocea a corpo ovoide, collo espanso con orlo ripie Brocca. A1tezza: em '4,6. ',:1
Marco Aurelio.
f!
del corpo ricmama Ie forme Pall. 30 A e 30 B, Hayes 161, Diffusione. :1
n. 1, BONINU t971-72, fig. 46 in AI.
Decorazi011£.
L'unico esemplare noto proviene dalla tomba F della
necropoli romana di Costa Rei (Muravera) in Sardegna. ~l
\~
Motivo a stampo n. 10. Bibliograjia.
ltalia. Atlante, tav. CXXXII,3.
Gronalagia.
La vemice e la decorazione fanoo ritenere probabile
una datazione ana fine del I - illizi II secolo. Un esem FORMA ('QUADERNI Dl CULTURA MATERIALE') 1977,
plare e stato rinvenuto in una tomba della fine del I se TAV. YII, 1-4.
Forma molto rara, documentata da un esemplare a fondo piano. L'ansa, non scanalata, risale al di sopra del
30 B in AI.
Deseriziane.
Granolagia.
Brocca a corpo piriforme, con collo leggermente svasato,
orlo arrotolldato all'estemo, fondo piano. L'ansa e soleata L'indicazione delluogo di rinvenimento suggerisce una
Tipalagia. Diffusione.
Si conosce un solo tipo (tav. XX, 5). I! noto un unico esemplare proveniente da Pompei e
Praduziane.
Forma prodotta in sigillata africana AI. Bibliografta.
1ralia. Quaderni di cultura materiale, I, 1977, tav. VII, I~4.
Gronolagia.
Fine I secolo? (Hayes). L'indicazione, peraltro non
skura, del luogo di rinvenimento, Torre Annunziata, FORMA BONINU 1971-72, FIG. 41.
suggerirebbe una relazione con Pompei e i centri vesuviani
e una datazione forse anteriore al 79 d.C. Descrizione.
Diffmione. Brocca a corpo piriforme con orlo trilobato e piede
L'unico esemplare noto, conservato al British Museum, gradilli sporgenti, I'uno all'attaccatura del collo con il
proverrebbe da Torre Annunziata. corpo e l'altro all'attaccatura del corpo col fondo in modo
lralia. HAYES 1972, tav. VI b. varle file eli decorazione a rotella e sole.lure. L'ansa pre
42
TERRA SIGILLATA: VASI
senta due scanalature e risale al di sopra del livello del L'ansa, ad andamento quasi ad angolo reno, non e scana
l'orlo. Altezz": c:n II,S. lara e risale al di sopra dellivello dell'orlo. Fondo piano.
Altezza.: em 19,1.
Tipologia.
Si conosee un solo tipo (tav. XX,7). Tipologia.
Produzione. Si CCoDosee un solo esemplare (tav. XX,9).
Forma prodolta in sigillaca africana N. Rieorda per Produzione.
l'andamento generale la forma Sal. v in una produzione Forma prodona in sigillata afrieana N. Secondo Hayes
non decorata nell'ambito de11a C, priva tunavia della imira una forma in metallo.
boeca triloba. II piede bifido e presente ancbe nel tipe
Lamb. 14 in N", A' e nella forma BONlNU 1971-72, Cronolcgia.
fig. 39 in A'(?). Per il gusto delle nervature in altre forme Fine I sooolo? (Hayes).
di sigillata africana AI, AI", A', eft. la rav. XXI, 5: Diffmiene.
XXI, 6; XXI, 7-11; nel vetto efr. Ie osservazioni fane a
proposito dena fNma BONINU 1971-72, fig. 39. L'unieo esemplare noto proviene da Torre Iacova,
nel Lazio.
Cronologia. Bibliografia·
Indeterminata; la presenza della decorazione a rotella ltalia. HAYES 197Z, tav. VI c..
fa pensare al II seeolo, forse la seconda meta.
Diffusione.
FORMA HAYES 152.
II noto un solo esernplare, al museo di Cagliari, ill
ineerta prove::lier.za.
Descrizione.
Bibliografia. Broeca a corpo ovoide. Pcr la desctizione, cfr. HAYES
Muse£ e Colle=ioni. BONINU 1971-72, p. 347, fig. 41; tav. VIII, n. 5.
1972, p. 186. Altezza: em 13,1.
Tipologia.
FORMA HAyES 154. Si eCoDosee un solo tipo.
Descn"zione.
Produzione.
Forma prodona in sigillata africana N; una forma
Brocca a eorpo ovoide con orlo svasato unito all'esrer
simile in argcnto e nota a Pompei, proveniente dalla Casa
no ad un bec·;:uecio a sezione sernicircolare, ehe presenra
del Menandro (efr. HAYES 1972, p. 186, nota I).
illabbro sagomalo. L'ansa, cbe presenra tre seanalature,
risale oltre it livello dell'orlo. Fondo piano. Altezza: Cronolos;ia.
cm II,S. Eta flavia? (Hayes).
Tipologia. Diffusiene.
Si eonosee un solo tipo (tav. XX, S;" E noto un solo esernplare dalla Libia.
Produzione. Bibliografia.
Forma proJotta in sigillata africana N. Una forma LiMa. HAYES 1972) p. 1&6, fonna 152.
simile e docnmentata in bronzo, a Pompei (Napoli 69142,
eft. Catalogue il!ustr' de Sobatino De Angelis & Fils,
Naples, Naples ]900, p. 147). FORMA SALOMONSON A 28.
Cronologia.
SALOMONSON A 28 his.
Fine I seeolo? (Hayes).
Descr£zione.
DifJusione. Broeca a eorpo ovoide 0 biconico con largo orlo a tesa
L'unieo esemplare noto proviene da Aries. piana. Non sono note Ie dimensioni.
Bibliografia· Tipologia.
Francia. Coil. Julien Gria/I, tav. CCCXLV, n. 7 = HAYES 197z~
tav. VI c. Sal. A 28. - Corpo ovoide, fondo piano (?) di altezza.
rilevante. Sui eollo sono visibili linee di decorazione a
rotella (rav. XX,IO).
FORMA HAYES 15I. Sal. A 28 bis. - Corpo biconico, fondo piano (?). Una
fascia rilevata e visibile nel punto di maggiore espansione
della parete (tav. XX, II).
Descriziane.
Broeca a curpo ovoide con orlo a tesa piana, ehe pre Produzione.
senta due lobi in eorrispondenza dell'anaeco dell'ansa. Forn:a prodotta in sigillara africana A'.
43
i
~.
f
CERAMICA AFRICANA
Brocca a corpo globuIare con orio ripiegato all'esterno, BONINU 1971-72, FIG. 40.
44
TERRA SIGILLATA: VASI
Tipologia. Diffusior.e.
Si conosce un solo tipo (tav. XXI, I). FormE abbastanza rara, documentata nel bacino oc
cidentale del Mediterraneo. Un esemplare econservato ne!
Produzione. Musec Archeologico di Algeri, un altro ne! museo di
Forma prodotta in sigilJata africana A (presumibilmente Orano (da Portus Magnus, Nieropole de I'est).
AI). La strnttnra del OJrpo richiama la fonna Hayes 122 BI
BONINU 1971-72, fig. 29/Hayes 122 A. Bibliografia.
A!geria. DE CARnILLAC 1890, fig. a p. 263 (?).
Fran~. 1..A.MBOGLlA 1958, p. 28.
Cronologia.
1lizl£c. Osti:: I. figg. 35 (?), 37 (?). FAlllCO 1971, p. 631, fig. 48 (?).
Attestazione in una tomba della fine de! I - inizi del Lilna. CAPUTO 1951, ce. 327-328, figg. 119-120.
II secolo (BERNABO BREA - CAvmER 1965). Turri;ia. HOLWERDA 1936, p. 49, fig. 16, n. 681 = HAYES 1972,
tav, VII b. $ALOMONSON I968, p. 105, fig. 20, AI3 = Raqqada 1973,
tav, III, fig. 15, AI3.
Diffusione. .\fwd e Cdlezioni. BONINU 1971-72, pp. 342-343, figg. 37-38;
E noto un solo esecplare rinvenuto nelle Isole Lipari. tav, VIII, 1-2.
Bibliografia.
Italia. BERNABe. BREA-CAvAUER I96s, tav. CCXXIII,. n. 8.
FORMA BONINU 1971-72, FIG. 43.
45
r
CERAMlCA AFRlCANA
Des.:rizione.
(HAYES 159). leggermente concavo che dit luogo ad un piede. II punto
di maggiore piegatura dell'ansa e piit alto rispetto al
l'orIo (tav. XXI, 7).
I
Brocca con il corpo costitnito da un doppio rigonfia
mento e coli,) • sezione leggermente convessa. L'otlo di
fOIDll tronco-coniea ptesenta il Iabbro leggermente in
gro;sato. Due DeIVature consentono di distioguere il colIo
daI1'orlo, mentre un gradino unisce iI corpo con iI collo.
L'ansa e solcata da una scanalatura, iI fondo piano. Al
tezza: em 15,5.
Lamb. II, II bis. - II settore del collo decorato da ner
vature e cilindrico, tronco-coDico, oppure espanso. Talora
in corrispondenza delI'attacco supetiore delI'ansa e pre
sente una pIOtuberanza. Fondo leggermente concavo,
scanalato 0 piano (tav. XXI,8-to).
Lamb. II ler. - II corpo e piu schiacciato e slandato,
iI fooJ:> piano. II disegno di Lamboglia dell'esemplare
I
II
46
47
1,
CERAMICA AFRICANA
Tipologia. ad WI piede. Una scana1atur. separa Yorio dal collo, un
Si conosce nn solo tipo (lav. XXII,3). sottile listel10 il <:0110 dal corpo. Le ame sono solcate da
Variante LA BAUME-SALOMONSON 1976, tav. 51, n. 1 una scanalatura. AItezz.: em 16,4_
(tav. CXX:'{III,3). Tipololfoa.
46 in sigiUata africana A'. E molto comune a Pompei te A'); " sinille per l'.ndamento del corpo aile forme
una forma aualoga On bromo (cfr. MAwR! 1933, tav. HV, Pall 30 A e B, Hayes 161, n. 1, BON;NU 1971-72, fig. 42
E; LA BAl:ME 1964, p. 49, fig. 38. Per coufronti fnorl in N. L'orlo richiama piuttosto quello della forma Pall.
1885, p. 1':)6, fig. I). Una forma simile" prodotta anche Cronologia.
in vetro (efr. ISINGS 1957, p. 32, forma 15). Fine II - inizi III secolo (BONINU 1971-72). Tale ere
L'indiacione delluogo di proveoienza, Pompei, sugge v. datata alia fine del I - inizi II secolo per il confronto
risce nn. d.tazione anteriore aI 79 d.C. Per 10 variante con Ie forme citate.
L'unico esemplare conosciuto, proveniente d. Pompei, e conservato nel museu eli Cagliari.
Bihliografia. Muse; t! Collezioni. BoNINU 1971-72. p. 3~2, fig. 46; tav. IX, n. 5.
Bihliografia·
I,
Diffusion<.
SPafna. 1.AMBOOUA 1958, p. 294, 26 a
I
Si cone-see WI solo esernplare, proveniente dalla Tunisi.
e conservato al museu eli Copenhagen.
Biblwgrafia..
FORMA BONINU 1971-72, FIG. 44.
Descrizione.
I
!
Tunisia. eVA Gvpenhague 7, tav. 305, n. 9 = PALLAREs 1960,
II
p. 269, fig. "'"' n. 9; p. 285, forma 30 B. Auforetta • corpo ovoide, con orlo alto ed espanso, che
FORMA BONINU 1971-72, FIG. 46. piano. Due scanalature congiungonc I' orlo al corpo; Ie
Descriziom:.
Auforetta a COI'?O ovoide, con orlo a tesa piana, collo
appenaespanso, fondo leggermente concavo che dil Inogo
Tipolagia.
Si conosee un solo tipo (tav. XXII,7). I
48
I
r
~
,t TERRi\. SIGILLATA: VASI
~
i Praduzione. decor.ta (cfr. HERMEr 1934, uW. 4, form. 13), io sigil1ata
I
~
1
Forma prodotta in sigillata africana NeAll'.
Gronalagia.
Fioe II - illizi III secol" (BONINU 1971-72). La ero
ispanica decorata (efr. MEzQUIRIZ DE CATALAN 1961,
t.v. 31) e in sigillata afrieana C' (tav. XXXI,18).
Granalogia.
i nologia proposta dalla Booinu e molto insicura, tanto pili Fioe I - illizi II secolo e oltre (Hayes). Va notato che
!, che gli esemplari pubblicati presentano una -,ernice pili se e gillSto accettare la datazione pili antica, relativa all.
prima fase di produzione della A (fine I - prima meta
o meno brillante.
ii Diffusione.
II seeolo; cfr. a que;to proposito il riovenimento di un
i esemplare della form. in esane a La Cal.de, Cabasse, in
~ Si conoscono due esemplari al museo di Cagliari di una tomba con moneta di Domiziano dell'80 d.C., io Gal
~ incerta provenienza. lia, XIX, 1961, p. l0S ss.), non si puo eseludere la sua
!I Bibliagrafia·
Musei e Collaioni. BoNlNU 1971-7Z, pp. 350-351, figg. 44-45;
tav. IX, an. 3-4.
produzione nella ,econd. fase (seconda metit II - illizi III
secolo). A questa datazione sernbrerebbero riportare I'at
testazione della forma in contesti ostiensi della seconda
~,,
mera del II secolo, la vemice del tipo NI' e talora A2
riscontrabile io alcuni esemplari, il tipo Lamb. 13 Iris
FORMA LAMBOGLIA 13 (HAYES 147, N. 2).
privo di decorazione a rotella e con orlo simile a quello
i HAYES 147, N. 3. della form. Lamb. II A, anch'essa non decor.ta e datata
1
LAMBOGLIA 13 his (HAYES 147, n. 6). alla second. meta del II - ini,i III secolo.
i
!! Descnzione. Diffu.<ione.
Forma documentata nel M,,:literraneo occidentale e
ri Borracda a corpo lenticolare oltenuto da due parti a
sezione convessa unite iosieme. Alt=e: cm 13,7-17,9. sulla co'ta at:.antica.
Diametri del corpo: ern lC'kI7,6. BibliWtrafia·
Tipologia. A!geria. L\NGEL 1970, p. 232, fii;. 79.
Francia. U...MBOGUA 1958, p. 28~. FOUST 1969, p. 228, fig, 106,
Lamb. 13. - L'odo non e distillto dal collo; si nota un nn, 255-256.
labbro leggermente prominente all'intemo cni c"rrisponde ltillia. LurnOOLIA 19$0. p. 35, Eg. 9, n. 26 (?). LAMBOGLIA 1958,
p. 2KI. Ostia I, fig. 25 {?).
q talora una scanalatura all'estemo. Su entrambe Ie facce Spa,gna. FROTHINGAM, Silillate Po;t"ry, New York 1937. tav. XVIII
del vaso sono visibili linee di decorazione a rotella dispo The Hispar.ic Soa'ety of AmeriCd: Handbook, 1938) p. lIO =
!
=
CHARLESTON I955, tav. 26 = HAYES 1972, tav. V c.
ste circolarmente; rammente la decorazione a rotella circo Twlsia. HQLWERDIL 1936, p. 49, fig. 16, n, 686.
scrive una scanal.tura a cercllo. Sono impostate due anse,
I
I
che possono essere soleate da scanalature in numero d.
due. quattro oppure non essere scanalate (tav. XXII,8).
I Hayes 147, n. 3. - L'orlo «a corolla» (cfr. il tipo Bo
FOR&IA SALOMONSON A7 = HAYES 163.
I NlNU 1971-72, fig. 29 in N) e distinto dal collo. Su en
I trambe Ie facce del vaso puo essere presente una scana
I.tura. Le due anse moscano un andamento pili sinuoso
D"cri..oione.
Anforetta a corpo biconico ron orlo alto e svas.to e collo
II
e sono soleate d. due scanalature (t.v. XXII, 9).
Lamb. 13 bis. - L'orlo di forma tronco-coniea (efr. la
forma Lamb. II A io A) e distillto dal collo. Manc. la
decorazione a rotella. E impostara una sola ansa, soleata
cilindtico, piede ad anello. A volte puo apparire una scana
latura che consente di distinguere l' orlo daI collo. Le ame
sono soleate da quattro scanalature. Altezze: cm 16-20.
Tipc!ogia.
I
da una 0 pili scanalature e con andamento simile alle anse
del tipo Lamb. 13; daI disegno di Lamboglia dell'esem Si conosce un solo tipo (tav. XXIII, I).
plare del Museo Borely di Marsiglia sembrerebbe che Proauz£one.
I'ansa nasea daI collo iovece che dall'orlo (tav. XXII, 10). Forma proc.otta in sigil1ata africana N. Per il corpo,
II Produzione.
Forma prodotta generalmente io sigillata a:rieana N,
NI', rna anche in N. E.emplari simili a questa forma
sono attestati a Pompei, Ostia, nel museo di Cagliari
cfr.la form. Pall. 39 ioA'. Una forma simile nella sttuttur.
genernie del vaso appare documentata in ceramiea pumca
(efr. CINTAS 1950, tav. VIT, n. 98 ler). Come Ie altre
forme biconiche monoansate, fiche quest. forma sembra
prodolta per i mercati della Tunisia centrale e pertanto
(efr. BONlNU 1971-72, P? 325-329, figg. 25-28) realiz
II
non destillata all'esportazione.
zati in un. ceramiea partirolare, car.lterizzati d. un'argilla
opaea di colore bi.ncastro 0 beige dalla decorazione a Cnmologia.
rotell. e d. sleceature che ricoprono tutt. la superficie Prima meta III secolo (Salomonson, Hayes).
! fino al collo. Nel caso in c1Ii fosse dimostr.bile una deriva
D~'fusione.
i zione da questa forma, sarebbe un punto di conlalto tra
E una forma molto ram, documentat. in Tunisi•.
II la sigillata africana e Ie produzioni italiche. Si tratta peral
tro di una forma prodolta anche in ceramic. punica (efr. Bibliografia.
I, CINTAS 1950, tav. XXXI, n. 364), in sigill2ta gallica Tunisi~. SALot-lONSON r9!S8, p. 9f, fig. 8; p. lor, fig, 16, A7.
f:i
i
W
I
~ 6 - E~citl()pedi4 drtl'Arte - Atl. f. C, I
49
t
CERAMlCA AFRlCANA
il piede del tipo Lamb. 16) (tav. XXIII, 3). Francia (?). LAMBOGLIA 1958, p. 284.
Produzione. Spagna. CuADRADO DIAZ, in NAH, I, 1952, p. ISO, fig. 59. n. 13.
I
r.
fO
TERRA SIGILLATA: VASI
JI
CERAMlCA AFRlCANA
Libia. GmSLUl"lONl, in NA, I, 1915, p. 29, fig. 12, n. 7. Cronolcgia.
Spagna. CUADRADO-DIAZ, in NAH, I, 1952, p. ISO, fig. 59, n. 9.
BRU VIDAL, in APL, XI, 1966, p. 223, tav. II, n. 9· Fine II - inizi III secolo?
Tunisia. DElATIRE, :en RA, XII, 1888, p. 158. Cat, Alaoui, 1397.
tav. XLII, D. ZIt. eVA Copenhague 7, lav. 3I1, n. II. CARANDINl DiJfusione.
1969, rav. ClV, F..AYES 1972, tav. II c.
Musei e CoUe~ior.i. BAUR 1922, p. 248. fig. 108, on. 549-j51.
La provenienza dell'unico esempl:rre pubblicato eignota.
HOLWERDA 1936, p. 49, fig. 16, n. 685. eVA Genova-Pegli I, IV Bf, Bihliografia.
rav. I, n. 6. BONIl>.'"U 1971-72, pp. 334-335, figg. 31-32; rav. VI,
nn. 3-4. Musei' e Collezioni. LA BAUME-SALOMONSON 1976, pp. 124-125,
n. 54, tav. 52, n. 2.
della A. t stata identifieata suI materiale ostiense (Ostia I, lustrous slip; fine tooling-marks attest careful smoothing. .~
p. 31 ss.) e parallelamente da Hayes che ne da ]a se There is a slightly tendency for :he slip to flake off» ~'
guente descrizione: a series of vessels of early thiro (HATIlS 1972, p. 289); (per una anaIisi microscopica ,~
~'
century date, mostly large dishes, have a thicker brighter della pasta e della vernice, efr. Ostia I, p. 38). Abbiamo
slip. The body-clay of these is on the coarse side and definito questa produzione tipica del II! secolo AjD - non
!
l
1
52 I
I
I
~;'~'- ..
B, per non creare confusioni con la «sigillata chiara B » elargamente .ttestata in Tunisia ed in Italia; alcune forme
di Lamboglia, che e narbonese - per J suo cuattere di nggiungonC> la Iugoslavia, la Grecia e la Siria (come gia
produzione transizionaIe, dalle caratteristiche contra avevamo notato per la A del III secolo). Una caratteristica
stanti, che ricordano per certi asperti diversi tipi di fab di questa si~ta e Ia pre.enza del basso piede serru
bricazione. atrofizzato 0 atrofizzato (indice dell'uso di matrici? Cfr.
Alcune caratteristiche la avvicinano alia A, aItre alla C HAYES 1972, pp. 292 ss.) e dell'alto piede a sezione trian
ed aItre ancora alla D. Della A imita Ie forme tarde piu golare. Essa fta ad indicare una rottura con la traclizione
diffuse (efr. tavv. XVI,4-6; XVI, 7-9; XVI,IO-I4; del piede ad anello, tipico "eUa A ed una connessione
XVI, 15; XVI, 10 e XVII, I; XVII,2-4; XVII, 5-10) cnn i1 filone produttivo della C. Si deve inoltre osservare
(Hayes 18, n. I/Sai. A2J; Hayes I7B, un. 8-<); Ostia f, fig. cnme la venriee bri1lante - da non confondere con quella
16) e anticipa (0 imita?) forme tipiche della C' e C' (Hayes della A - sewbra essere I'amecedente della vemice bri1
27, n. II, 27f3I/Haye, 31 nn. 1,4; Hayes 33, un. 2-5; !ante della D". L'area eli produzione eli questa ceramica
Hayes 32) e D' (Ostia f, fig. 31, 30). Non rnancano agganci resta ancora da definite nel'ambito della Tunisia (po
conla ceramica a patina cenerognola (O,tia f, fig. 27) e con trebbe anche :rattarsi di una prima produzione per l'espor
nessioni con Ie oflicine di Raqqada. Le scodelle ed i piatti tazione della Bizacena). Dal III secolo (e soprattutto
(orrnai una forma abitoaIe) raggiungono grandi misure da1 IV) Ie ofIicine della si~ta africana cominciarono a
(fino ai 36 centimetri), Sembrano meritsi alla AID aI proliferare. Alcune si collegberanno piu 0 meno organica
coni tip} di zuppiera, rinvenuti recentemente a Ca:1:agine, mente alle pi.ncipali fabbriacioni eostiere che producono
caratterizzati all'interno da una vemice spessa e brillame, per la provincia e per i1 commercio interprovinciale. Altre,
all'estemo da una patina cenerognola. Pasta non molto petcorrendo 'lie di penetrazione ancora da definite, se
raflinata, vemice molto spessa e brillante e forme fun gniranno destini particolari limitandosi a servire i mercati
zionali (sulla traceia delle forme tarde della A) costitni 1<X:ali dell'interno.
scono il segreto del successo di questa produz:one. Essa A.C.
53
CERAMlCA AFRICANA
Diffusione. Bibliografia.
GrecUJ. HAYES 1972, p. 54, fig. 9, forma 31, 00. 1,4.
Forma attestata solamente ad Ostia. ltalia. LAMBOGLIA 1941, p. 16 = LAMBoGUA 1958, p. 274. Ostia I,
figg. 89, 700.
Bibliografia· IugosIavia. CREMohmc 1962, tav. VI, n. 8 (?).
ltalia. Ostia 1, figg. 16, 6J2. Libia. HAYES 1972, p. SQ, fig. g, forma 27, n. II. RILEY, in Sornty
or Libyan Studies Annual Report, 6, [974-75, p. 27, fig. 4, n. 2.
J4
Bibliograjia. Diffusione.
Italia. PALLAREs, in RSL, XXV, 1959, p. Z33. Ostia I, figg. 100,
714. HAYES 19'72, p. 54, fig. 9, forma 33, n. 5. Sibari 1970, p. ~o4J Forma raramente documentata nel Mediterraneo oc
fig. 562, n. 6121; p. SU, fig. 558, o. 4265. cidentale.
Jugoslavia. Ostia If fig. 707.
1.£6£a. HAYES 1972, p. 54, fig. 9, forma 33, n. 2. Bibliograjia.
Spagna. PALI.ARES, in RSL, XX'"V, 1959, :p. 234. Tunisia. WAAGt 1948, tav. VIII, n. 826 k. HAYES 1972, p. 50,
fig. 8. forma 28, n. I.
Descriziane.
SALOMONSON A2S a (HAYES 29, N. 3).
Scodella con orlo liscio 0 scanalatc·, e piede ad anello.
In corrispondenza del piede e visibile all'interno un leg
Descrizione.
gero gradino. Talora 1<1 parete presenta una scanalatura Scodel1a con orlo rivolto alI'esterno e fondo munito di
all'lntemo, al di sotto del1'orlo. Diarnetro: em 28,5. piede ad anello phi 0 meno atrofizzato. All'estemo della
parete compare una Ieggera protuberanza, cui corrispon
Tipologia. dono una 0 phi scanalamre, che costitoisce ora una pro
Si conosce un solo tipo (tav. XXIV, 10). filatura con valore decorativo, ora un secondo piede ad
anello. Diametti: em 21-27.
Produziane.
Tipologia.
Forma prodotta in sigillata africana AfD. Non e molto
diversa dalla forma Hayes 29 nella medesima produ Hayes 29, n. 1. - Orlo a tesa piana segnato da una
zione. scanalatura verso l'interno (efr. la forma Hayes 28).
AIl'esterno e visibile una leggera protuberanza (cfr. i1
Cronologia. tipo Lmnb. 5 e 1<1 variante Sal. A25 b in AI, Ail') (tav.
Prima met\ del III secolo (Hayes). Nelle terme ro XXIV,IZ).
mane di Corfu questa forma e associata alla variante Sal. A25 a. - Orlo arrotondato. Doppio piede ad anello
Hayes 27, n. 9 in A' e al tipo Hayes 31, un. I, 4 atrofizzate (tav. XXIV, 13).
in A[D. Produzione.
Diffusione. Forma prodotta in sigillata africana A[D. Costitoisce
servizio O)n la forma Hayes 28 (eft. anche Hayes 30).
Forma raramente documentata nel Mediterraneo occi La struttuta della scodella richiaroa 1a forma Sal. A24
dentale ed orientale. Un esemplare hedito e presente ad
in A'.
Aquileia.
Cronologia.
Bibliograjia.
1.i1>;a. HAYES 1972, p. $10, fig. 8, fanna ~:): n. I. lnizi III secolo ? (Hayes).
8iria. WAAGE I94B, tav. VIII, 1:. 824 (~),
Diffusione.
Forma documentata nel Mediterraneo occidentale ed
FORMA HAYES 28.
orientale.
Bihliograjia.
Descrizione. Tunisia. SALO~ONSON 1968, p. loS, fig. 23, A2S a = Raqqada
1973, tav. VI, fig. 28, A2S a. HAYES 1972, p. SO, fig. 8, forma 29, n. I.
Coppa con orlo a tesa piana segnaro da una scanala Siria. WAAGE [948, fay. VIII, n. 826a(?).
tura verso l'interno e fondo con piede a sezione triangolare
piuttosto alto, cui couisponde all'intemo un leggero gra
dino. Diarnetri: em 16,5-20 dlca. FORMA SALOMONSON A23 b.
Tipologia. Descrizione.
Si conosce un 5010 tipo (tav. XXIV, II). Coppa con orlo a tesa piana munito di un leggero gra
Produzione. dino verse I'esterno e fondo con piede a sezione triangolare.
Diametro: em 16,5.
Forma prodotta in sigillata africana AlD. Costitoisce
servizio con iI tipo Hayes 29, n. I (dr. anche Hayes 30) Tipologia.
in AID. La struttura generale e in particolare i1 tipo di Si cone-sce un solo tipo (tav. XXV, I).
piede richiamano la forma Sal. A23 b nella medesima
produzione. Produzione.
Forma prodotta in sigillata africana AID. La forma e
Cronologia. in particolare il tipo di piede richiamano 1<1 forma Hayes
Inizi III secolo? (Hayes;. 28 nella stessa produzione.
Jf
CERAAUCA AFRICANA
Cronalagia. DiffusiOn<.
Indeterminata. Presumibilmente la forma pul> essere Forma nota nella necropoli ill Raqqada in Tunisia.
datata nella prima meta del III secolo.
Bibliografia.
Diffu,ione. Tunisia. SALOMONSON 1968, p. 101, fig. 16, As = RQIlqada 1973,
tw. XLVII, tomba 0-, As.
Forma nota nella necropoli ill Raqqada in Tunisia.
Bibliografia. FORMA HAYES 32.
Cronologiu. p,.,duziane.
Indeterminata. Presumibilmente Ia forma puc essere Forma prodotta in sigillata africana A/D. Prelude par
datata nelia prima meta del III secolo. ti~)larmenteper iI tipo Ostia f, fig. 31 ad una delle forme
p:u. comuni della D' (tav. XXXII, 1-9). Ricorda mche la
Diffusione. forma Hayes 58A in CjE.
Forma nota nella necropoli ill Raqqada in Tunisia. Cnwlogia.
Bibliografia.. Hayes 32: prima meta del III secolo e oltre (Hayes);
Twti~ia. SALOMONSON 1968, p. 107, fig. 22, A23 a '= Raqqada attestazione nella prima meta del III secolo (Ostia f).
1973, t"v. V, fig. 25; tav. XII, A23 a.
Ostia f, fig. 29: attestazioni nella prima meta del III
secdo (Ostia I).
Ostia f, fig. 30: attestazioni nella prima meta del III
FORMA SALOMONSON AS. secolo (Ostia f).
DescriziolW. Diffi<sione.
Scodella carenata con orlo a tesa piana leggermente Forma diffusa nel Meillterraneo occidentale ed orientale.
ricurvo e fondo munito ill piede ad anello atrofizzato. Tre esemplari sono stati rinvenuti forse a Cirencester, in
Dhmetro: em 24•. lr.ghiltetra, (BIRD 1977> p. 274).
Tipolagia. Bibliog-rafia..
G"tcia. HAYES 1972, p. 54. fig. 9, forma 32, n. 4.
Si conmce un solo tipo \tav. XXV, 3). !t;;:l!-a, Ostia I, figg, 29, 650; 31, 65l. HAYES 1972, p. 54, fig. 9,
forma 32, n. 3.
Libia. HAYES 1972, p. 54, fig. 9, forma 32, n. I. RILEY, in Societ),
Produzimu. for Libyan Studies Annual Report, 6, 1974-75, p. 27, fig. 4, n. 1.
L'attribuzio::le ill questa forma alla sigillata africana
A{D non e afatto certa. Si i: ritenuto comunque :Ii in
serirl. in questa produzione per I. affinita che presenta FORMA (' OSTIA 1», FIG. 30.
con la forma segnente e per iI piede atrofizzato tipico
della A/D. De~crizione.
Soodella con largo orlo scanalato. Diametto: cm 36,6.
Cranalogia.
Anestazioni in un contesto della fine del II - ini,i del Tipe1agia.
III secolo (Salomonson). Si conosce un solo tipo (t.v. XXV, 7).
56
r'
desima produzione.
Cronelogia. FORMA (IATLANTE)}, TAY. XXV, II.
Attestazione nella prima meta del III secolo (Oslia f).
Descrizione.
Diffusione. Zuppiera con orlo munito di un m:avo adatto a rice
Sono noti alcuni frammenti ad Ost:a e in Tunisia. vere un ccperchio, al quale corrispondeun-cordone ad
impressioni digitali sulla superficie esterna della parete.
Bibliografia·
ltalia. Ostia 1, figg. 32, 799. Diametro: em 32 circa.
Tipolagia.
Si conosee un solo tipo (tav. XXV, II).
FORMA « OSTIA I )}, FIG. 34.
Prodt,zialle.
Descrizione. Forma prodotta in sigillata africam' A/D. La vernice,
Coppa cor. orb a tesa piana. La vemice ricopre sol. spessa e di colore arancione scuro, quasi rosso, e distesa
mente la parce esterna del vaso. Diametro: em 20,5. sull. superficie interna del vaso.L'esterno presenta una
patina cenerognola nerastra.
Tipologia.
Grano!ogia.
Si conosce un solo tipo (XXV, 9).
Atrestazioni in contesti della fine del II secolo (Mis
Produzione. sione Italiana a Cartagine, dati inediti).
Forma prodetta in sigillata africana A/D. Ricorda Ie
D~lusione.
forme Ouia I, fig. 32, Sal. A23 b e Hayes 28 nella stessa
produzioIie. Forma atrestata a Cartagine.
Cronelogia. Biblicgrajiiz.
Tunisia. At/ante, rav. XXV, II.
Attestazioni nella prim. meta del III secolo (Oslia I
e Ostia IV).
FORMA «OSTIA I », FIG. 28.
Diffusione.
Sono noti frammenti rinvenuti ad Ostia e in Tunisia. Descrizione4
Bibliograjia. Coperchb con orlo rivolto verso l'alto. La vern.ice e
[talia. Ostia I, figg. 34, 737. dist~sa solamente sulla parte esterna. Diametro: em 29,6.
57
CERAMICA AFRICANA
TifJl!logia. Diffu.ione.
Si conosce un solo tipo (tav. XXV, 12). Sono noti alcuni frammenti riovenuti ad Ostia.
Produzione.
Bibliografia·
Forma prodotta in sigillata africana A/D.
Cr6noiogia.
ItaIia. Ostia [, figg. 28, 649.
j
~
Attestazion! nella prima metil del III sceolo (Oslia I). S. T.
~
i
I
C) PRODUZIONE C
ii!
;1
J
Con I'eta severiana la regione della Bizacena assume
un rilievo economico e culturale tutto particolare nel
A.D. 200 or shortly after (...). They are characterized
by a thinner purer fabric and a thinner smoother slip (...).
I11
quadro della provincia Proconsolare. A partire da questo La C' ha ,< a very pure splintery clay with a thin smooth
momento sono anestate Ie prime esportazlon! dell'anfora
bizacena dena «africana grande ~ (Oslia III, pp. 580 ss.;
gloss)' slip., e '< tend to be thin-walled (around 3-4 mm.) ";
a volte • the slip (...) has a finely mottled or marbled
'\
685 Ss.): un indice di un rinnovato impulso nella pro appearance ». La C' i: descritta nel modo segoente: «the
duzione di derrate a1imentari liquide della Tunisia centro typical fine (...) ware evolves by the middle of the third
orientale. Intomo al 200 entrano in attivitil Ie ollicine century. This is a fine pure ware, of the texture of terra
della C' decorata (eft. pp. 147 ss.), una generazione dopo sigt1iata, with smooth surfaces and a thin slip, usually
quelle di lucerne in cerarnica comune di Bararus e Aquae matt in appearance. The clay tends to be laminated and
Regiae e intomo alia meta del secolo quelle di lucerne to splinter, but is otherwise clean-breaking; it is often
in sigillata (eft. pp. 184 ss.). Si damno inoltre .ll'eta di pinkish rather than orange-red in colour. Ouly occasional
Settimio Severo Ie prime distribuzion! regolari ill olio specks of lime and mica are visible; whether this is due
«africano • in Italia (rna i: probabile che esse fossero state to the use of a fine-grained alluvial clay or to careful
prograrnmate gill da Commodo, interessato com'era al ko'igation is not clear. The potting is thin (normal wall
I'Alessmdria d'occidente). Questo spostamento verso me thiclrness about 2-5 mm.), even in the case of very large
ridione delle forze produttive della Proconsolare, questa examples. Surfaces are smooth, with fine tool-marks
pili accentuata divisione del lavoro, con Ie consegoenti visible in places, particu1arly on the outside around the
specializzazion! regionali delle culture e manifatture, i: frot; the insides appear to be finished off with a fine
ancora in parte da studiare. E possibile che da una parte brush. Fine orizontal scratches appear on the outsides
la drasrica diminuzione del peso politico di Cartagine, of some examples. The slip is generally very thin, with
forse :nche di Utica, dovuta allo smantellamento voluto da a slight lustre, and tends to merge with the body-clay;
Settimio Severo della perlita Carthaginensium, dall'a!tra 10 it is sometimes impossible to disriogoish it from mere
spostamento della regio da Hadrumetum a Leptis Minor wet-smoothing of the surface. Some early examples
(CARANDINI, in DArch, VII, 1973, p. 319) siano un rillesso are given a complete slip-coariog, but on most the slip
di questa nuova situazione, Ie cui consegoenze non tar extends over the inside and the upper part of the outside
der= • farsi sentire, ben oltre i 1imiti della provincia, ocly, with an irregular lower edge. On some mid third
fin nel Mediterraneo orientale. In questo quadro com century vessels (...) a little slip is brushed over the under
plesso, rna ancora non chiaro, si inserisce la produzione side. This fabric is current from about 240 to 320/330»
della sigil1ata C, con la quale la tecuica dei cemmisti (HAYES 1972, pp. 289-290).
africani raggiunge Ie sue rnassime acquismon!, tanto da La differenza cronologica di oltre una generazione fra Ie
eguagliare in !inezza i famosi prodotti sud-gallici, di oltre due produzioni - C' e C' - non i: un fatto certo; i: possibile
un &ecolo pili antichl. Nell'ambito della tradizione artigia che essa sia dovuta a diverse tecuiche di produzione e, se
nole dell. Proconsolare vi i: dunque soluzione di conriouita. i: esistita una differenza cronologica, i: probabile che si
La sigil1ata africana C, cos1 denominata da Lamboglia che dehba limitare a meno di una generazione (Ostia Ill,
per prOmo la identificiJ a Ventimiglia (LAMBOGUA 1950, p. 332). E invece probabile che la C' sia durata oltre la C',
p. 29 .,.), cortisponde alla classe ceramica individuata da ciol: nell'ultima parte del III e nei ptimi decenn! del IV
rw
Lou Roman A MGF. 1933, p. 294 ss.). Per un'analisi microscopica della pasta e della vernice
Hayes alferma che tutta la sigillata C i: stata prodotta delle due produzioni, eft. Ostial, p. 39.
facendo ricorso ad una nuova tecuica: quella della matrice Le officine della C' e della C' hanno prodotto qnamo
(HAYES 1972, pp. 293-295). forme di piatti (Ostia I, fig. 102/0st;a I, fig. 103/0stia I,
Cominciamo con la descri2ione della C' e della C'. Per figg. 104, 106; Lamb. 41fHayes 48B, un. 6-9,10 (?);
la definizione della C' ricorriarno come sernpre ad Hayes: Hayes 47; Hayes 49, un. 1-6/0stia I, fig. 99/Hayes 49,
• the first examples of the finer ware (...) appear about un. 7-8). Alcune forme di questo genere erano state os
[8
TERRA SIGILLATA: VASI
servate nelle produzioni gia descritte (A', A/D), e si io range from a medium red or pinkish tone to a deep
contreranno io altre ancora da trattare (produzione A red-brown or purplish-red, indicating a harder firiog of
decorata a rilievi applicati, C' decorata a rilievi applicati), many examples. Surfaces are mosdy smooth, often with
roa e io questa produzione che iI piatto viene forse addi promioent turning-marks at the base of the wall and
rittura ioventato e comunque assunto come una forma fine brush-marks on the ioside (...). However, many of
importante. I piatti superano a volte i 40 em di diametro, the numerous small bowls with flat rims exhibit irregular
pur conservando una grande finezza di esecuzione. Essi ridges and brush-marks on the underside of the rim (...).
sono diffusi, oltre che nel Mediterraneo occidentale e in This fabric is common duriog the fourth century and
Portogallo, io Grecia, in Siria, snlla costa settentrionale the first half of the fifth» (HAYES 1972, pp. 290-291).
del Mar Nero e io Austria. I.e stesse officine hanno pro A partire da questo momento la produzione della C si
dotto otto forme di scodelle (Ostu. I, fig. 105; Ostu. I, aflianca a quella della D, della E e delle prodU2ioni 10caJi.
fig. I07/0stia IV, fig. 192; Ostia IV, fig. 347; Hayes Diverse tradizioui artigianaJi finiscono cosl per iotrecciare
42, n. I/Hayes 42, n. 2; LA BAUME-SALOMONSON 1976, Ie loro esperienze. Solo due forme della C' sembrano
tav. 52, n. I; Lamb. 42/Sal. C3/Hayes 45C, un. 15, 16 (?); durare fino alla meta e seconda meta del IV secolo, pro
Ostia I, fig. II 5; Lamb. 40 bis). dotte quiodi anche io C' (Hayes 62, n. 15; Lamb. 40/
Le loro dimensioni vanno dai 17 ai 45 em di diame Hayes 50, n. 55/Hayes soB, nn. 56-59). La prodU2ione
tro. Una serie di espedienti decorativi e di motivi mor della C' non ioventa alcuna forma di piatto, lOa Ie si
fologici fa pensare ad imitazioni di vasi metallici (de possono attribuire cinque forme di scodelle (Papeles
corazione a stampo, prese sagomate, manico con estremita Valencia 1962, fig. 5, un. 58-59; Hayes 57; Ostia IV,
a forma di testa di leone). Queste scodelle raggiungono, fig. 3; Hayes 53B; Hayes 75), Ie cui dimensioni variano
oltre ai soliti mercati, Cipro, Israele, iI Mar NeIO e Ia tra i 17 e i 30 em di diametro. Ricorre Ia feather-rouletting
Germania. A Dura Europos la C epresente prima del 256, (HAYES 1972, pp. 282-283). Esse raggiungono anche la
mentre arriva io Germania nei primissimi anni del IV Grecia, Ia Siria e Israele. La produzione delle coppe
secolo. Assistiamo iosomma ad una espansione verso set riguarda quattro forme, Ie quaJi presentano a volte den
tentrione e verso oriente che e davvero impressionante. tellature e piccoli rigonfiamenti perJiformi, che richia
La C, io particolare la C', e dunque la prima merce cera mano Ie decorazioui di vasi io metallo (DELGADO 1968,
mica africana che pussa dirsi «universale ». Le prodU2ioni tav. III, n. I; Hayes 71A; Hayes 71B; Hayes 72, nn. 2-3?,
mioori contemporanee raggiungono anch'esse, come si e 4-6). Le loro dimensioni vanno da 9 a 18 em di diametro.
visto, mercati lontani, rna probabilmente al seguiro della C Esse raggiungono, oltre ai soliti mercati, iI Portogallo,
(e questa probabilmente al seguito di derrate a1imentari). Ia Siria e I'Austria.
Si ha di fatto che dal quioto decennio del III secolo la Segue Ia produzione che abbiamo chianIato 0. Hayes
ceramica africana domina iocontrastata nel Mediterraneo la definisce cosl: «some dishes oftate fourth - to fifth
orientale per la durara di quasi due secoli. I.e officine di century date exhibit a slighdy poorer, thicker version
cui stiamo trattando hanno prodotto anche tre forme di of the same ware. These are mosdy softer-fired, orange
coppe (Lamb. 43 e 43 bis; Lamb. 4/46; Lamb. 35 e 35 bis/ red, red or pinkish io colour, with a sIighdy granular
Lamb. 35 ter/Hayes 44, un. 10, I2fHayes 44, n. II e clay containiog some lime. Walls are of medium thickness
52A, n. 3), Ie cui dimensioni variano fra i 9 e i 17 centi (around 5-7 mm). The slip is applied more thickly, and
metri di diametro, ma Ia loro diffusione sembra ioferiore has a more or less lustrous appearance; surfaces are
a quella dei piatti e delle scodelle, non superando i Jimiti well smoothed» (HAYES 1972, p. 291). Si possono at
della Grecia, della Libia e del Portogallo. Bisogna ag tribuire a questa prodU2ione Ia scodella Hayes 76,
giungere che alcone prodU2ioni 10caJi imitano Ia produ n. 7 e Ie coppe Lamb. 571Hayes 73B e Hayes 74, Ie
zione classica della C', quale quella di Raqqada nella quali sono documentate anche io Portogallo, Israele
prima meta del III secolo (forme Sal. C6 e C9). Rare e Siria.
sono Ie forme chiuse (Sal. I; I bis; III; VIIfHayes 127; L'ultima prodU2ione riferibile alls tradizione artigia
Sal. v; XX; LA BAUME-SALOMONSON 1976, tav. 53, un. 1-2; nale della C e quella che abbiamo definito C'. Essa riguarda
Sal. VIII; XIV; XIII; Hayes 164; LA BAUME-SALOMONSON un servizio composto di tre scodelle (Lamb. 55AfHayes
1976, tav. 58, n. 4; Atlante, tav. XXXI, 18), che imitano 82B; Hayes 83; Hayes 84), una coppa (Hayes 85A/B),
generaimente forme della C', C' (?) decorata a rilievo forse un coperchlo (DENEAUVE 1974, fig. 9, n. II) e una
applicato; esse non superano i Jimiti del III secolo e non forma chiusa (Atlante lav. XXXI, 19). Questa produzione
vengono generaimente esportate (si conosce peri> un e cosl descrltta da Hayes: «the fabric (...) is on average
esemplare in Grecia). rather finer and thinner than that of the precediog types
Fra i primi anni del IV secolo e la mem del successivo (si riferisce alla D); the clay tends agaio to be spliotery
si data la prodU2ione che abbiamo definito C' (Ostia III, (as on third-century examples), the slip is mosdy thin
p. 333). Hayes la descrive nel modo seguente: «the ware and smooth, and the forms have a metallic sharpness.
(...) is not quite as fine as that of the earlier series, and Slight tooling-marks occur on the walls, ioside and outside.
the potting not quite so thin (mosdy around 3-5 mm.). This fine fabric is most common duriog the mid-late fifth
The clay, though clean-breaking, is faiody granular, and century» (HAYES 1972, p. 292). Decorazlone tipica di
less ioclined to splinter; the slip is generally a lime thicker, questo servizio e la feather-rouletting; altra caratteristica
with a matt appearance, and covers rhe inside and the e il piede pluttosto alto. Le scodelle, che misurano fra
Upper patt of the outside only. The normal colours I 20 ed i 40 em di diametro, sono databili fra iI 420 e
59
CERAMlCA AFRlCANA
il 500 ed oitre, e raggiungono l'Egitto (ove in questo 440-5°0 e oitre) e sono imitate dalla fonna Hayes 2 della
periodo non si nota quel decliuo nelle esportazioni afri sigillata cipriota e dane forme WINLOCK-CHUM 1926,
cane attestato per il resto del Mediterraneo orieLlaIe) e H-I,J della sigillata egiziana A. La sigillata africana svole
Israele. La coppa, attribnibile aIla metil- seconda meta ge dunque ancora un molo egemonico nella produzione
del V secolo, ragghmge la Grecia, mentre il coperchio e Ia della ceramica fine da mensa del Mediterraneo orientale:
forma chiusa sono documentati soitanto in Tunisia. Le tre e una meree di grande prestigio.
scodelle presentano la decorazione a stampo (stile Hayes D: A.C.
FORMA «OSTIA 1», FIG. 102. FORMA LAMBOGLIA 41 = HAYES 48A E 48B, N. 5.
« OSTIA h, FIG. 103. HAYES 48B, NN. 6-9,10 (?).
«OSTIA h, FIGG. 104, 106.
Descrizione.
Descrizionf. Piatto con orlo orizzontale 0 pili 0 meno incliuato verso
Piattocon orlo a tesa orizzontale, parete rettilinea ° I'alto, recante nella maggior parte dei casi una scanalatura
rieurva, piede generalmente atrofizzato. sol margine superiore eHemo. Geoeralmente presenta un
piede atrofizzato. Diametri: em 16,8-41,8.
Tipologia.
Ostia I, fig. I02. - Di piccole dimensioni (iliametro: Tipologia.
em 17). Orlo piano. Parete rettilinea, moito bassa e Ieg Lamb. 41. - L'orIo, OIfizzontaie 0 Ieggermente inclinato
germente sv<sata (tav. XXVI, I). verso l'alto, ha un andamento ricurvo ed e direttamente
Ostia I, fig. 103. - Di dimensioni medie (diametro: in connessione con il fondo all'interno. La distinzione
em 24). Simile al precedente, ma con parete pili alta e Ira orio e parete e indicata soitanto dal profilo estemo.
piede piuttosto pr<lffiinente, di forma troncoco:rica (tav. II fondo puo presentare alI'interno due solcature (tav.
XXVI, 2). XXVI, 5-6).
Ostia I, ligg. 104,106. -,- Di grandi dimensioni (diametri: Variante Sal. C8. L'odo ha un aodamento a quarto di
em 51-52 circa). Orlo con due.modanature nella parte su cerchio ed e direttamente in connessione con il fondo
periore, Ieggermente ricurva. Parete ricurva. Sol fondo, sia all'interno che all'eHerno. II fondo, apode, presen
all'intemo, e un gradino in corrispondenza del piede ta all'interno due scaollarure. Si tratta probabilmente
(tav. XXVI, 3). di una variante locale (Raqqada), non esportata (tav.
Nell'esemplare Ostia I,. fig. 106, Ia parere ha, a1 XXVI, 7).
l'intemo, ~ and&"Ilento rettilineo. SuI fondo, all'ester Hayes 48B, nn. 6-9, 10 (?). - L'orlo, pili largo che nel
no, sono due so!catnre in prossimita del piede (tav. tipo precedente, e not"''Ilimente incliuato verso ralto ed
XXVI, 4). ha un andarnento rettUneo. La distinzione tra orlo e
parete e evidente sia all'intemo che all'estemo. II fondo
Produzione.
puo presentare all'intemo due solearure (tav. XXVI, 8).
Ostia I, fig. 102: sigillata africana C'. La vernice ha un Variante Hayes 48, n. 13. L'orlo e moito largo. La
aspetto marmorizzato., " . parete ha un andamento verticale. Sol fondo e una soI
Ostia I, fig. I03: sigillata africaoa C'. Una formaidentica catnra.
a questo tipo e stata raccoita da Salomonson in Tunisia: Variante Ostia IV, fig. 193. L'orlo, simile a quello del
Ia vernice non e pero quella classica della C'. tipo Hayes 48B, nn. 6-9,10 (?), e decorato a rotella. La
Questi due tipi presentano notevoli analogie con Ia distinzione tra orlo e parete e indicata soitanto dal profilo
fcinna Hayes 33, nn. 2-5, in AID e con il tipo Lanb. 41, esterno, come nel tipo Lamb. 41 (tav. XXVI, 9).
in C' e C':'
Ostia I, figg. 104, 106: sigillata africana 0. Costi ProduzWne.
tnisee probabilmente servizio con Ie scodelle Ostia I,
Lamb. 41: generalmente sigillata africana 0, ma anche
fig. 105, in C" e Ostia I, fig. I07/0stia IV, fig. 192, in
C'. L'esemplare Hayes 48, n. 4, e in C/E.
o e C'. A questo tipo sembran,) preludere Ie forme Atlame, tav.
Cronologia. XVII, 17, in AIl' e Atla"te, tav. LX.'CII, 2, in A decorata
a rilievi applicati; Hayes 33, nn. 2-5, in AiD e i tipi
Forma attestata in contesti della prinxa metl del III Ostia I, fig. I02/0stia I, fig. 103, in C' e 0.
secolo (Osiia 1). Variante Sal. C8: sigillata africana C'. Presenta notevoli
Diffusione. analogie con Ie forme Hayes 60, nn. 1-2jGuERY 1970,
fig. 69, in D\ e Stern XII, in sigillata della Tunisia cen
Fonna documentata finora esclusivamente ad Ostia. trale e meridionale.
Bwliografia. Hayes 48B, nn. 6-<), IO (?): sigillata africana C'; una
!talia. Os!ia 1, n.gg. 102; r03, 718 a-b; 716 a-b; 7Jl a-b; 733 a-hi forma aoaloga e prodotta in C' decorata a rilievi applicati
[04, 712 a-b; D6, 7II a-b. (forma Sal. F).
60
Varianti Hayes 48, n. 13 e Ostia IV, fig. 193: sigillata FORMA HAYES 49, NN. 1-6.
africana 0. «OSTIA 1», FIG. 99.
Cronologia. HAvES 49, NN. 7-8.
Lamb. 41: 220-270 circa (Hayes). Frequenti attestazio HAYES 62B, N. 15.
ni in contesti della prima mern del III secolo (Ostia I).
Variante Sal. C8: meta del III - secondo venticinquennio Descrizione.
o meta del IV secolo (?) (Salomonson). Piatto con orlo generaImente inclinato alrinterno. Parete
Hayes 48, un. 6-9,10 (?): 260-320 circa (Hayes). Non piil 0 meno ricurva. II fondo presenta nella maggior patte
i: documentato ad Ostia.
dei casi un piede atrofizzato. Diametri: em 20,1-48 circa.
Vatiante Hayes 48, n. 13: mancano dementi cronologici.
61
CERAMICA AFRICANA
Hayes 49, nn. 7-8: per il profilo e per Ia faltura nel Tipalogia.
complesso meno fine rispetto a que11a dei tipi precedenti, Ostia I, fig. 107. - Vorlo e decorato a rotella (tav.
sembra eostituire l'anello di congiunzione tra questi ed XXVII, 2).
il tipo Hayes 62B, n. 15. Lo fuyes propone una datazione Ostia IV, fig. 192. - L'orlo e decoraro a stampo (tav.
di massima tra Ia fine del III e Ia meta del IV secolo. XXVII, N).
Hayes 62B, n. 15: fine del IV secolo (Hayes).
Produzione.
Diffusione. Ostia I, fig. 107: sigi1lata africana 0.
Fonna non molto comune, attestata nel hacino del Ostia IV, fig. 192: sigillata africana 0 (tav. XXVII, 3)
Mediterraneo, suIla costa settentrionale del Mar Nero e e CO (tav. XXVII, 4). La decorazione a stampo suIla
forse suIla costa atlantica. sigi1lata africana 0 e C' e nota attualmeIi.te soltanto dai
Bibliografia· due esemplari eli quesco tipo.
Grecia. WAAGE 1933, tall. IX, n. [19 e?). HAyES 1972, p. 68, Questa fonna costituisce probabilmente servizio con il
fig. u, forma 49, n. 6; p. no, fig. 18. forma 6zB, n. Ij. tipo Ostia I, figg. 104> 10:16, e con la forma Ostia I, fig. 105,
ltalia. Ostia I, figg. 98, 704 a-b; 70S; 99, 706. HAYES 1972, p. 68, in sigi1lata africana C'. E prodona mche in sigi1lata afri
fig. 12, forma 49, n. 8.
Portogallo. ETIENNE-.A1.ARclo 197), tav. VI (dopa p. 486), n. I (?). cana Ail' decorata a rilievi applicati (forma Ostia I, figg.
Siria. WAAGE 1948, tav. IX.,:c.n. 837-838 f,p. COx I949.P. IS. n. 91. 61-77) e AfD (fonna O!tia II, fig. 6c8).
Tunisia. SALOMONSON 1968, p. II5. fig. 28, C1. RQfqadll 1973.
tav. XIX, tomba Bn his. Decorazione.
Um"ane Sovietico. NICORESCU, in D~c:ia. Ill-IV, I927-I';}32, p. 586,
fig. 87 (a1 centro e a sinistra in basso).. Ostia IV, fig. 192: motivi nn. 5 (tav. XXVII,J); 6
Musei e Collezioni. HAYES 1972, p. 68, fig. 12, forma 49. n. I. (tav. XXVII, 4).
Granologia.
FORMA «OSTIA 1», FIG. 105. Fonna attestata in oontesti della prima meta del III
secolo (Ostia I e Ostia IV). .
Descrizione. Dijfusione.
Scodella con orlo a tesa, leggermente rivolto verso Fonna documentata attua1mente soltanto ad Ostia.
I'alto. Per it profilo dell'orlo, efr. it piatto Ostia I, figg.
104, 106, in 0, e la scodella Ostia I, fig. 107/0stia IV, Bibliograjia.
fig. 192, in 0 e C'. Parete leggennente ricurva e accen l1alia. Ostia I. figg. ]07 a-b, 709 a-b. Ostia IV, figg. 192, 533.
tuatamente svasata. II solo esemplare noto e pri'!o del
fondo. Diametro: em 37 circa. FORMA «OSTIA IV.>, FIG. 347.
Tipologia.
Descrizione.
Si conosce un solo tipo (tav. XXVII, I).
Scodella con orlo a tesa rivolto verso I'alto. La parte
Produzione. supetiore interna dell'Qrlo e leggermente concava. Parete
Sigi1lata africana C'. Costit:cisce probabilmente servizio retti1inea, svasata e leggermente carenata. n solo esem
con it piatto Ostia I, figg. 104,106, in 0, e con Ja soodella plate noto eprivo del fondo. Diametro: em 3I circa.
Ostia I, fig. I07/0stia IV, fig. 192, in C' e C'. Tipologia.
Gronologia. Si conosce un solo tipo (tav. XXVII,5).
Prima meta del III secolo lOstia I). Produzione.
Diffusione. Sigi1lata africana C'.
E noto finora un solo ese,nplare, da Ostia. Gronologia.
Bibliografia· Prima mem del III secolo (Ostia IV).
[talia. Ostia I, figg. lOS, 7.(,8' Q-b-. Diffusione.
II solo esemplate nom e stato rinvenuto ad Ostia.
FORMA ({OSTIA h, FIG. 107. Bibliograjia.
({ OSTIA IV~, FIG. 192. [talia. Ostia IV. fig, 347.
D2
~, '
Tipologia. Granologia.
Hayes 42, n. 1. - Orlo accentuatamente rivolto verso Inizio del III secolo.
I'alto, munito di due latghe ptese sagomate. Sull'orIo
sono due 0 piu solcatute. Patete leggermente svasata, con Diffusione.
andatnento rettilineo. SuI fondo sono tre solcature al La provenienza dell'unico esemplare pubblicato i: ignota.
centro ed una all'altezza del piede. Piede atrofizzato.
Bihliografia.
Diametri orlo: em 28-28,7. Diametri prese: em 35-38,2 Musei e CoUezioni. LA BAUME-SALOMONSON 1976, p. I~4) n. S43~
(tav. XXVII, 6 a: sezione attraverso l'orIo; 6 b: sezione tav. 52, n. I.
atrraverso Ie prese; 6 c: vista dall'alto).
Hayes 4Z, n. 2. - OrIo quasi orizzontale, con una 0 piu
modanatute. La frammentatietA degli esemplari noti non FORMA LAMBOGLIA 42 = SALOMONSON C7 =
consente di stabilire se anche questo tipo sia caratteriz HAYES 45A.
zato, come i1 precedente, da prese sagomate. Patete ricurva. SALOMONSON C3 = HAyES 45B, NN. 8, 10.
Una depressione pub distinguere all'interno la parete dal
fondo. Piede a sezione triangolare. Diametri: em 22 HAYES 45C, NN. 15, 16 (?).
34,4 (?) (tav. XXVII,7)·
Descrizione.
Produzione.
Forma prodotta in sigillata africana 0. Piatti 0 vassoi
Scodella con largo orIo generahnente a tesa, piu °
rneno accentuatamente rivolto verso l'alco 0, raramente,
con prese sagomate, imitanti vasellame in metallo, sono orizzontale. Parete ricurva. II fondo, talvolta leggermente
prodotti in sigillata africana AIll decorata a matrice convesso, presenta un basso piede triangolare, delimitato
(Forma TOYNBEE 1957, tav. I ss.), in sigillata africana C' verso l'interno da un gradino. Diametri: em 20,7-38.
decorata a rilievo applicato (forma Sal. C), ed ancbe in
ceramica aretina, in sigillata centro gallica ed est gallica, Tipologia.
in cerarnica invetriata: si veda a questo proposito la bi Lamb. 42. - Con decorazione a rotella sull'orIo e suI
bliografia re1ativa a11a Forma TOYNBEE 1957, tav. ISS. fondo. SuI margine superiore esterno dell'orIo sono una
II tipo Hayes 42, n. 2 presenta notevoli somiglianze con 0, piu raramente, due scanalature. Alcuni esemplari pre
Ie Forme Hayes 24, in AIll decorata a rilievi applicati, e sentano una 0 due scanalature anche suI margine infe
Sal. XXVIII bis, in C' decorata a rilievi applicati. °
riore esterno dell'odo, una scanalatura sulla parte su
Gronologia. periore, al centro (tav. XXVIII, I).
Variante SALOMONSON 1971, p. 190, fig. 16. AlI'orIo i:
L'esernplare Hayes 42, n. I i: datato dal Salomonson applicato un manico decorato a rnatrice nella parte su
alla printa meta del III seoolo. periore (tavv. XXVIII,2-3; CXXXIV, 2).
Per entrambi i tipi Hayes suggerisce una datazione Variante Ostia I, fig. 114. Con decorazione a rotella
intorno al 220-240/50. nella parle inferiore dell'orIo (tav. XXVIII,4).
Diffusione. Sal. C3. - Non decorato. L'orIo presenta generalmente
Forma rara, documentata in Tunisia, in Italia, in Por una, raramente due scanalatute suI margine superiore
togallo e forse in Siria. esterno. Alcuni esernplari mostrano una scanalatuta anche
nella parte inferiore dell'orIo, al centro. SuI fondo possono
Bihliografia· essere una 0 piu scanalatute (tav. XXVIII,5-6). Esi
ltalia. Ostia I, figg. 101, 71] a-b (?). HAYES 1972, p. 58, fig. 10, stono probabilmente esemplari di questo tipo con de
forma 42, n. 2. Luni 1973, tav. 68, o. 13. corazione a rotella sui fondo: eft. Gonimbriga 1975, tav.
Portogallo. Gonimbriga [975, tav. LXIII, (dopa p. 291) O. 6.
Siria. WAAGE 1948, tav. VIII, o. 813 P (?). LXIV (dopo p. 291), n. 16.
TUltisia. SALOMONSON 1964, o. 49, fig. f (nel disegno non sono Hayes 45C, nn. 15, 16 (?). - Non decorato. Orlo rivolto
rappresentate Ie solcature suU'arlo e suI fondo) = HAYES 1972, p. 58,
fig. 10. forma 42, o. I. verso ralto, con labbro leggermente pendente. SuI fondo
sono due scanalature. .!l dubbia I'atrribuzione a questo
tipo dell'esemplare n. 16 di Hayes: non i: chiaro se i1
FORMA LA BAUME-SALOMONSON 1976, TAV. 52, N. 1. vaso, che sembra presentare un fondo piano, sia in sigi1lata
africana C 0 CIE.
Variante Sal. C4. OrIo ricurvo, con una scanalatura
Descriziane. suI margine superiore esterno. SuI fondo sono due scana
Scodella con manico decorato a mattice. latute. Si tratta probabilmente di una variante locale
(Raqqada), non esportata (tav. XXVIII,7).
Tipologia.
Si conosce un solo tipo (tav. CXXXIV, I). Produzione.
Lamb. 42: generalmente sigillata africana 0, rna anche
Produzione. C'. Hayes nota che in molti casi la vernice ha un aspetto
Sigillata africana 0 (?). marmorizzato. Alcuni esemplari presentano una deco
Cfr. la variante SALOMONSON 1971, p. 190, fig. 16, razione a rotella del tipo feather-rouletting, caratteristica
probabihnente in C'. della produzione C tarda (efr. la forma Hayes 53 B, in
6J
CERAMICA AFRICANA
co). Ii probabile che questo tipo sia prodotto anche in Francia. IODIN 1971, p. 27, nn. 79-82.
Greda. WAAGE 1933', p. 295, fig. 2, frammento priVQ di numero,
sigillata africana C/E: cfr. Conimbriga 1975, p. 2S6, in alto a sinistra, e n. 138 (= tav. IX, n. 138); tav. IX, n. 120. BROCK
nr.. 14-1S. 1949, p. 71, fig. IS, n. 2; tav. 22, on. 26,29. ROBINSON 1959, tavv.
Variante SALOMONSON 1971, p. 190, fig. 16: probabilmente 12,64, K3 = LAMBOGLIA 1963, pp. 152-]53, in alto. BoMMELAHR
GItAND]EAN in BCH, XCVI, I, 1972, p. 2JJ7, fig. 77. HAYES 1972,
sigillata africana C'. Si veda quanro detto a proposito della p. -64, fig. II, forma 4SA, n. 2; 45B, n. 10. ID. 1976, p. 77, fig. 6,
forma Hayes 148, in A' decorata a matrice. Cfr. la forma n·97·
precedente. l:raele. CROWFOOT 1957, p. 359, fig. 84, n. 3. LOFFREDA 1974.
p. 134. fig. 48. n. 12.
Variante Ostia I, fig. II4: sigillata africana C'. luilia. 1.AMBoGLIA 1963. pp. 152-153, in basso. CARErroNI 1967,
Sal. C3: generalmente sigillata africana C', ma anche C'. °
p. 3Q3, fig. 20; p. 305, fig. 24, nn. 2 (?) (il disegno mostra un fonda
piano), 2 n. FlNGERLIN-GARBSCH-WERNER, in AN, XXXIX, 1968,
A1cuni esemplari presentano la vernice dall'aspetto varie pp. II7-II8, fig. 10, n. I = IDD., in Germania, 46, 1968, p. 102, fig.
gato, caratteristica del tipo Lamb. 42. Questo tipo e 10, n. I. Ostial, figg. 7I9-726; 114a-b, 727 a-b; 728-730 a-b; 732 a-hi
prodotto anche in sigillata africana CfE (Hayes 4SB, 714 a-b. S£bari 1972, p. 325, fig. 348, n. IIJ (= p. 403, fig. 441,
n. 1526). ANDREAU 1974, tav. 17 (dopa p. 340), n. 69-156-6.
un. 9, II). Per il profilo dei tipi Lamb. 42 e Sal. C3, cfr. Jugoslavia. CREMOSNIK Ig62, tavv. VIII (dopo p. 144). nn.4-5;
in panicolare Ia forma Hayes SIA, in sigillata africana C' X, no. 5, g. In. 1966, tav. III (dope p. 51), n. 7. MIKL CuRK 1969,
p. 130, ng. 2, in alto.
decorata a rilievi appIicati. Marocco. IODIN, in BAM, VII, 1967, p. 495, fig. 14, no. 49-51.
Hayes 4SC, un. 'S, 16 (?): l'esempJare n. IS e pro M..'tRTIN 1969, p. 167, fig. 9, on. 1-2.
babilmente in sigillata africana C'. Non echiaro se I'esem Portogallo. ALARcAo-MoUTINHO DE AuRcAO 1966, tav. XXIX.
plate n. 16 sia in C 0 CfE. Questo tipo e prodc·tto piiI
(dopa p. 1(4), tomba 402, n. 2 (il disegno mostra un fondo accentua
tamente convesso ed un basso piede ad anello). DELGADO 1967,
frequentemente in CfE (Hayes 4SC, un. 12-14). p. 12-3, tav. III, nn. 44-47. Conimbriga 1975, tav. LXIV, (dopa
Variante Sal. C4: sigillata africana C'. Per il profilo, p. 291), nn. II (= tav. LXXX, n. II}-13, 14 (?)-IS(?), 16.
Siria. WAAGE 1948. fig. 28, on. I (= tat'. VIn, n. 812 a), 3 (?);
cfr. in particolare Ie forme Sal. XXVI, in C' decorata a ta'IV. VIII. n. 812 Pi X, LAI. Cox: 1949. p. 15, no. 92""93 (= tav. V,
rilievi appIicati, Ostia I, fig. II S, in C" e Hayes 46, on. 92-93) = CHARLEsTON 1955. tav. OR
Spagna. MARTIN~SERRES 1910, p. 68, fig. 40, nn. 46-47.
in C/E. Per il profilo del piede di questa forma, efr. Ie Tunisia. SALOMONSON 1968, p. II4, fig. 27, Cj (= p. lI8, fig. 30,
fanne Hayes 46, in CfE, e Hayes 47, probabilmente in 0. C7 = Raqqada 1973, tav. VII, fig. 37); p. ] 16, fig. 29. C3 (= Raqqada
Imitazione locale di questa scodella e probabilmente la 1973, tav. IV, tomba AS), C4 (= Raqlfada 1973, tav. VII, fig. 34),
Raq(jada 1973. tavv. V. tomba A7j VI, tomba A8.
f0trna Lamb. 42 A, amibuita forse erronearnente alIa Turchia. JONES 1950, figg. 16S, n. 816 (= 207. n. 816); 207, n. 817.
produzione D (LAMBOGLIA 1963, Pl'. 192-193). Musei e Collezwni. SALOMONSON 1971, p. 190. fig. 16.
Decorazione.
FORMA « OSTIA h, FIG. IIS. .~.
SALOMONSON 1971, p. 190, fig. 16: I) scanaJature verti
~
cali fiancheggiate da trani obIiqui. AlIa estremitit del
manico, testa di leone (tavv. XXVIII,2; cxx...XIV,2). Descrz'zione. a
2) Simile al precedente, con una rosetta nella zoua cen
rrale e scanalature orizzontaIi verso l'estremitit del manico
Scodella con largo orIo ricurvo rivolto verso l'alto, se
gnato da una scanalatura sui margine superiore esterno, I
!I
(tav. XXVIII, 3). rarameme anche su quello inferiore. Gli esemplari noti,
tutti frammentari, conservano soitanto il tratto iuiziale I
Cronologia. della parete, Ieggermente ricurva e con andamento verti ~
Lamb. 42 e Sal. C3: Hayes propone per entrambi i cale. Per il tipo del piede, cfr. probabilmente la forma
"
tipi una datazione tra il230/40 e il320, notando comunque
c:te gIi esempJari piiI antichi, rinvenuti a Dura Europos,
apparrengono al tipo Lamb. 42. Anche ad Ostia, in con
Lamb. 42/Sal. C3fHayes 4SC, un. IS, 16 (?), in C' e C'.
Diametro: em 23,S circa.
Tipologia.
I
!
I
testi della prima metit del III secolo (Ostia 1), il tipo
Lamb. 42 e attestato piiI frequentemente del tipo Sal. C3. Si conosce un solo tipo (tav. XXVIII,8). Ii probabile
Quest'ultimo e presente a Raqqada in un contesto della che gIi orIi con decorazione a IOtella descrini in Ostia I
mem - terzo venticinquennio del III secolo (Salomonson). siano da attribuire alia forma Sal. XXVI, in sigillata afri
II
Variante SALOMONSON 1971, p. 190, fig. 16: mancano ele carra C' decorata a rilievi appIicati, piuttosto che a questa:
menti cronologici. Datazione indicativa: III secolo. cfr. Ostia I, p. S8, forma 73.
\'ariante Ostia I, fig. II4: attestata finora sollanto ad Produzione.
Ostia, in contesti della prima meta del III secolo (Ostia I). Sigillata africana Cl. Per il profilo, cfr. Ie forme Sal.
Hayes 4SC, un. IS, 16 (?): inizio - meta del IV secolo XXVI, in 0 decorata a rilievi applicati, Hayes 46, in
(Hayes). C/E, e la variante Sal. C4, in O.
Variante Sal. C4: seconda meta del III secolo (Salo
oonson). Cronologia.
Forma documentata in contesti della prima mem del
Diffusione. III secolo (Ostia I).
Forma molto comune, diffusa nel bacino del Mediter
raneo, sulla costa atlantica e in Austria. Diffusione.
Forma rinvenuta finora soltanto ad Ostia.
Bibliografia.
Austria. PRASCHNIKER-KENNER 1947, p. 102, fig. 95, nn. 8173, Bibliografia.
Italia. Ostia 1, figg. lIS, 735 a-b, ~
~52S,7743, 7695·
64
I
TERRA SIGILLATA: VASI
FORMA LAMBOGLIA 40 his = SALOMONSON Cl = Variante Hayes 62B, n. 14: meta del IV secolo circa (?)
HAYES 50A, NN. 1-45. (Hayes).
LAMBOGLIA 40 = HAYES 50A, NN. 47-54. Lamb. 40: 300-360 circa (Hayes).
HAYES 50, N. 55. Hayes 50, n. 55: non esistono dati cronologici precisi:
si tratta comunque di un tipo di transizione tra i tipi
HAYES soB, NN. 56-59.
Lamb. 40 e Hayes 50B, un. 56-59.
Hayes 50B, un. 56-59: 350-400 circa (Hayes).
Deseriz£one.
Scodella con orlo indistinto, pii! 0 meno affusolato. Diffusione.
Parete generalmente rettilinea, pii! 0 meno svasata. II E la forma tipica e piiI comune della produzione C, in
fondo, talvolta leggermente concavo, presenta nella mag patticolare della C'. E diffusa in tutta I'area mediterranea
gior parte dei casi un piede atrofizzato. SuI fondo, al e sulla costa atlantica, nell'Europa continentale e sulla
l'esterno) possono essere una 0, piu raramente, due costa settentrionale del Mar Nero. Alcuni esemplari sono
scanalature. Diametri: em 17-44,8. statio rinvenuti in Inghilterra (BIRD 1977> p. 275).
Tipologia. Bihliografia.
Algeria. FAIDER-FEYTMANS 1952, tav. 57, R88.
Lamb. 40 bis. - Orlo generalmente affusolato. Parete Cipro. WESTHOLM 1936, tav. XXX (Monochrome Red Ware. c).
rettilinea e relativamente poco svasata. Negli esemplari Frarn:ia. MOUCHOT 1963. p. 141, n. 6 (?). FOUET 1969, p. 228.
piiI anticbi la parete pub unirsi con il fondo, all' esterno, fig. 106, nn. 21.86. IODIN 1971, p. 24. nn. 74-77.
Germania Occidentale. FREMERSDORF 1958, p. 12, iigg. I a (= tav.
a spigolo vivo, come nella maggior parte degli esemplari 2, fig. I c), z c; p. 14, fig. 5 b (= tav. 2, fig. I a); p. IS, fig. 6 a
prodotti in sigillata africana A' e A/D. II fondo presenta (= tav. 2, fig. I b).
generalmente un piede atrofizzato, che spesso, negli esem Grecia. TECHNAU, in MDAI(A), LIV, 1929, Bei!. XXVI. 2 (= p. 50,
fig. 41: nel disegno non e indicata la concavita del fondo, visibile nella
plari pii! anticbi, i: seguito verso l'interno da una 0 due foto corrispondente; l'indicazione della scala e errata) = ILIFFE, in
scanalature; raramentei: piano 0 munito di un basso gradi QDAP, VI, 1937, p. 18, fig. I. WAAGE 1933, tav. IX, no.. n6.n7,
137, 139. BROCK 1949, p. 71. fig. IS, on. lA-IE. WALTER, in Olympia
no. La fartuta molto fine e Ie caratteristiche dell'argilla e beridlt, VI, 1953-1955. p. 61, fig. 47 e; p. 62, fig. 49. F'REMERsnORF
della vernice (sigillata africana C' e 0) sono elementi 1958, p. 12, fig. I d. ROBINSON 1959, tavv. 12,64, KI (= LAMBOGLIA
fondamentali nella distinzione tra questo e i tipi che se 1963, pp. 148-149, forma. 40); tav. 64, Kz, M139. PErSAS 1966,
rav. 350, b = HAYES 1972, p. 68, fig. 12, fonna 5oAIB, n. 55. HAYES
guono (tav. XXVIII,9-IO). 1972. p. 68, fig. 12, forma 50A, nn. 7-8; soB, n. 56; p. IIO, fig. 18.
Variante Hayes 62B, n. 14. Un gradino distingue all'inter forma 62B, n. 14.
no la parete da1 fondo, decorato a stampo (tav. XXVIII, II). [sraele. ABDUL-HAx. 1951, laV. XLII, I (al centro, in alto). CORBO
1955, p. 71, fig. 22, n. 23 (?). AVIGAO 1956, p. 88, fig. 3, n. 19.
Lamb. 40. - Orlo generalmente non affusoIato. Parete CROWFOOT 1957, p. 359. fig. 84. DO. 1,2 (?). BAGATTI 1967, p. 280.
leggermente ricurva e maggiormenIe svasata. Fondo piano fig. Z1.7, n. 4.
Italia. ORSI, in NSA, 1912, p. 359. fig. 12 (in alto. at centro) (?).
o munito di un gradino (tav. XXVIII,I2). LAMBOGLIA 1950, p. 23, fig. 4, nn. 7-8; p. 28, fig, 7, n. 19; p. 35,
Hayes 50, n. 55. - Parete rettilinea, accentuatamente fig. 9, n. 21; p. 139, fig. 77. n. 24; p. 144, fig. 80, nn. 15-16; p. 183,
svasata (cfr. il tipo seguente), piede atrofizzato (cfr. il tipo fig. 106, D. 3; p. 194, fig. 116, nn. 1-2. BERNABO BREA - CAVALIER
1960, p. 129, fig. 37, n. I. I..A.MBOGLIA 1963, p. 147 = RIVERO DE
Lamb. 40 bis) (tav. XXVIII, 13). LA HIGUERA, in Zephyrus, XXI-XXII, 1970-1971, p. 332, fig. 4,
Hayes 50B, un. 56-59. - Orlo generalmente non affu forma 40. BERNABO BREA - CAVALIER 1965, tav. j, n. 13 (= tav.
solato. Parete leggermente ricurva e accentuatamente sva CCXXV, I c) (?). VERMASEREN - VAN EsSEN 1965. p. 382, n. 145;
p. 475, n. 384 (?). Ostia l, figg. 90,7°1; 9Ij 92.702; 93-94; 95,70];
sata. II fondo, piano 0 munito di un gradino, ha una lar 96-97. FAU.ICO 1969.197°, p. 15, fig. 3, n. 11. Luni 1973, tav. 68,
ghezza inferiore a quella dei tipi precedenti. Gli esemplari n. 10. ANDREAU 1974, cav. 17 (dopa p. 340), on. 69-148-12, 69-148-18.
di questo tipo sono generalmente di piccole dimensioni Iugoslavia. CoLNAGO, in JOBAl, XVIII. 1915, pp. 177-178, fig.
88 a (?). CREMOSNtx 1962, cav. VI (dopa p. 144), no. 4,7.10. 1966,
(diametri: em 20-25>4), e pii! simili quindi a coppe che a tavv. I (dopa p. 51), n. 14; III, n. 4; IV, n. 3.
scodelle (tav. XXVIII, 14). Maroceo. IODIN. in BAM, VII, 1967, p. 493, fig. 13, nn. 44-4~
Portogal1o. ALARcio-MoUTINHO DE AuRcio 1966, tav. XVII, tom
Produzione. ba 244, n. 5. DELGADO 1967, p. 123, tav. III, nn. 41 (l'orlo pre
sena una scanalatura all'estemo), 43. 10. 1968, tav. III (dopa p. 66),
II tipo Lamb. 40 bis i: prodotto in sigillata africana C' e, on. 3-5. ETIENNE·A1.ARcio 1971, rav. VI (dopa p. 486), n. 2. Co
pii! frequentemente, 0. La variante e gli altri tipi sono nimbriga 1975, tav. LXV (dopo p. 291), nn. 18-23. .
Siria. WAAGE 1948, tav. IX, on. 836 p, u. w, x. Cox 1949, p. IS,
in sigillata africana C'. n.9O.
Questa scodella i: nota anche nelle produzioni A' (for Spagna. NIEMEYER 1962, p. 43, fig. I, n. 28. Papelu Valencia
ma Ostia I, fig. 86/Hayes 31, un. 2, 6), A/D (tipo Hayes 1962, p. 99, fig, 5, on. 60,62 (?), 63. RAMos FOLQUBs 1963, p. 248,
figg. 43 (suI fondo, all'estemo, egraffito ~ IXXI M E ETaLIT~:
31, un. I, 4), C/E (cfr. l'esemplate Hayes 50, n. 46), p. 246, fig. 39), 45. ALMAGRO 1964, p. 47, fig. 13, no. 120), 2o(?);
D' e D' (forme Hayes 50 B, n. 60fHayes 50B, n. 61; p. 56, fig. 17, nn. 6(?), 7(?). NIEMEYER 1965, p. 101, fig. 5. n. I.
MARTIN-SERRES 1970, p. 50, fig. 25, n. 5[; p. 68, fig. 40, nn. 44-45;
Hayes 50B/64). Sembra inoltre dar Inogo ad imitazioni p. ,8, fig. 46, no. 10-13. RADDATZ 1973, p. 65, fig. 23. n. 1 (= tav.
locali (cfr. LAMBOGLIA 1963, p. 149). 19, n. 4).
Tunisia. HOLWERDA 1936, p. 44, fig. 13, n. 695 (= tav. VI, n. 695 =
Decorazione. F1u!M.ERsDORP 1958, tav. 2. fig. 2 b = tav. 3. fig. I); p. 48, fig. IS,
on. 697 (= tav. VI, n. 697)-698. eVA Copenhague 7, tavv. 311,
Variante Hayes 62B, n. 14: probabilroente stile Hayes C. nn. 7-8 (= PALLARts 1960, p. 275, fig. 10, nn. 7-8); 312, nn. 19-22
(= PALLARES 1960, p. 276. fig. II, nn. 19-22). SALOMONSON 1968,
Cronologia. p. lIS, fig. 28, CI. Raqqada 1973, tavv. III, tomba A4; X, tomba
Lamb. 40 bis: 230/40-325 circa (Hayes). Frequenti at AI3; XXXII, tomba B26; LUI, tomba D 1.
Turchia. JONES 1950, flgg. 165, n. 812 (= 207. n. 812); 207,
testazioni in contesti della prima meta del III secolo n. 813. TUCHELT, in MDAI (1),21, 1971, p. 77, fig. 18, n. 212 (= tav.
(Ostia f). 13. n. 212,5).
OJ
7- Encidopedia delt'Arte - AIL F. C, I
CERAMICA AFRICANA
Unione SO'Vietica. NICORESCU, in Dacia, III-IV, 1927-1932, p. 586, re considerata una variante fine delle forme aile tavv.
ti&:.
87 (all'estemo). HOLWERDA 1936, p. 32, fig. 9. n. 700 (= tav.
XXXll,I-9 e LIV,5-6, prodotte rispettivamente in D'
VI, n. 700) = FREMERSDORF' 1958, tav. 2, fig. 2 a (= tav. 3, fig. 2).
Musei e Colkzirmi. NIESSEN I9II, tav. XCII, n. 2253 (proveniente e C[E.
probabilmente da Colonia),
Gronologia.
325-400 circa (?) (Hayes). Attestazioni in contesti della
FORMA «PAPELES VALENCIA 1962,), FIG. 5, NN. fine del IV - inizi del V secolo (Ostia IV).
58-59· Diffusi<me·
Forma diffusa nel baeino del Mediterraneo.
Descrizione.
Scodella con orlo a sezione triangolare, accentuatamente Bihliografia.
inclinato all'interno e unito esternamente alia parete a [mule. BAGATTI 1961. p. 280, fig. 227. n. I.
Tipologia.
Si conosce un solo tipo (tav. XXIX, I). FORMA (, OSTIA IV,), FIG. 3.
Produzione.
Un esemplare, da Sabratha, 1: in 0. Due esemplati, Descrizione.
da Valenda, sono atttibniti alia sigilIata africana C, senza Scodella con orlo a tesa piana leggermente sporgente
ulteriori precisazioni. Questa scodella, che sembra de all'interno, segoato da due solcature nella parte superiore.
rivare da1 tipo Hayes 49, un. 1-6, in C' e C', 1: tra Ie piu Parete ricurva, acceotuatamente svasata. Una solcatura
comuni nella produzione D (eft. tavv. XXXIV; XXXV, segna, sia all'interno che all'esterno, il punto di unione
r-7). Gli esemplati in esame, in sigillata africana C, sonO tra parete e fondo, piano. Diametri: em 28-30,8.
in tutto simili al tipo Hayes 61, nn. I, 4> 7, 18, in D'.
Tipologia.
Gronologia. Si conosce attnalmente con certezza un solo tipo (tav.
n solo esemplare databile, da Sabratha, appartiene ad XXIX, 4). A questo si atrribnisce anche I'esempla£e
un contesto dei primi anni del IV secolo. Ostia III, fig. II3 che, pur presentando l'orlo notevolmente
Diffusione. ristretto e la parete a quarto di cerchio, mostra evidenti
difetti di fabbricazione.
Forma molto rara nella produzione C, attestata in Non 1: certa I'attribuzione alia sigillata africana C di
Libia (Sabratha) e in Spagna (Valencia). alcuni esemplari: eft. HAYES 1972, pp. 94-95, forma 58B,
Bibliografia. varianti un. 17-18; Gonimbriga 1975, tav. LXV (dopo p.
Libia. (Sabratha, 1v1ausoleo A. pozzo angola NO· riempimento-) 291), n. 28 (per Ia descrizione, eft. p. 257). Non 1: pos
scavo in corso di pubblicazione in LibAnt. sibile, in mancanza di documentazione grafica, Ia defi
Spagna. PaPel" VaJenda r962, p. 99, fig. 5, nn. 58-59 (1a scala
dei disegni non e indicata). nizione tipologica degli esemplari in sigillata africana C
tarda rinvenuti a Piazza Armerina: efr. Piazza Armerina
1971, p. 158. L'esemplare Ostia III, fig. 106, atttibnito
FORMA HAYES 57. erroneamente alia sigillata africana C, 1: prodotto in D.
Produzione.
Descrizione.
Sigillata africana C3. Presenta notevoli analogie con la
Scodella con orlo a tesa leggermente inclinato verso il forma Hayes 57, in C3, e come questa puo essere conside
basso, talvolta orizzontale, segnato generalmente da una rata una variante fine delle forme aile tavv. XXXII, 1-9
o due scanalature nella parte superiore. Parete con an e UV, 5-6 prodotte rispetrivamente in sigillata africana
damento rettilineo, accentuatamente svasata. AIl'interno D' e CfE.
un gradino puo distingoere Ia parete dal fondo, segnato
da una 0 due scanalature. AIl'esterno il fondo presenta Gronalogia.
un gradino 0 un piede atrolizzato, raramente1: piano e Forma attestata in contesti della fine del IV - inizi
unito alia parete a spigolo vivo. Diamerti: em 20-25. del V secolo (Ostia III - Ostia IV).
Tipologia. Diffusione.
Si conosce un solo tipo (tav. XXIX, 2-3). Forma documentata attnalmente con certezza soltanto
Produzione. ad Ostia.
Sigillata africana C'. Presenta notevoli analogie con Ia Bihliografia·
forma Ostia IV, fig. 3, in ca, e come questa puo esse- Italia. Ostia Ill, fig, 113. Ostia IV, fig. 3.
66
Scodella eon orlo indistinto, pill 0 meno affusolato. di produzione sembrano oscillare tra quelle della sigil1ata
Parete ricurva 0 leggermente carenata, segnata all'interno africana C e quelle della D, cfr. FEVRIER 1963, p. 129,
da due scanalature, poste a breve distanza dall'orlo. Sui fig. 4. Sono probabilmente da amibuire a questa sco
fondo, piano 0 lievemente concavo, sono dne scanalatore della alcuni orli frammentari, con decorazione simile a
seguite da un'ampia zona decorata a rotella. Un gradino quella della coppa Hayes 72, nn. 2-3?, 4-6, in 0: cfr.
em 17,6-19,5. Produzione.
Tipologia. Forma prodotta in sigillata africana C'. Costitoisee pro
Si conosce un solo tipo (tavv. XXIX, 5-6; CXXXIV, 3). babilmente servizio con la coppa Hayes 72, un.2-3?, 4-6,
in C'. Per il profilo, cfr. il tipo Hayes 76, un. 1,3, in D'.
Produzione.
Forma prodotta in sigil1ata africana C', C' decorata a Decorazione.
rilievi applicati (forma Sal. a) e D' (forma Hayes 53B). Stile Hayes D.
Presenta notevoli analogie eon la forma Sal. XXVIIj
Cronologia.
XXVII bis, in sigil1ata africana C' decorata a rilievi ap
plicati. La decorazione a rotella, del tipo comunemente 420-450 circa (Hayes). Gli esemplari con decorazione
definito feather-rouletting, si ispira alle decorazioni di vasi sull'orlo sono probabilmente, secondo Hayes, di poco
d'argento del IV-V secolo: cfr. DALTON 1901, tav. XXI, anteriori.
~
fine del IV agli inizi del VI secolo: efr. Ie forme Lamb. frammento, di inCerta amibuzione, proviene da Luni.
55AjHayes 82B, Hayes 83, Hayes 84 e Hayes 85AjB, Uno degli orli decorati descritti da Hayes estato rinvenuto
Grecia. WAAGE 1933, p. 295, fig. 2, n. 146 (= tav. IX, n. 146). L'orlo tennina eon un labbro perpendicolare cbe presenta
I ltalia. Sibari 1969, p. ID8, fig. 98, n. 4. Sibari 1970, p. 507, di dentellature. Gli esemplari noti sono frammentari:
I fig. 564, n. 6123 (forma Sal. a 0 Hayes 53 B). FALLICO 1971, p. 607,
fig. 3D" AI74 (forma Sal. a 0 Hayes 53B); p. 608, fig. 31, AI7S-AI76.
Jugoslavia. Atlante, tav. CXXXIV,3.
Libia. HOLWERDA 1936, p. 44, fig. 13, n. 70I = SALOMONSON I969,
per il profilo della parete e del fondo, cfr. la fonna alle
em 39,5-40 circa.
Scodella con largo orlo a tesa rivolto verso I'alto, segnato 57jHayes 73B, prodotta generalmente in sigillata africana
da una scanalatura nella parte inferiore. L'orlo termina 0, talvolta in D, e con questa ha in comune il profilo
con un labbro pendente, dal quale si distingue per mezzo dell'orlo e dellabbro: cfr. in particolare la variante Hayes
parete e fondo e segnato all'interno da un gradino, al Per il profilo dellabbro, cfr. anche la forma Hayes 74,
! 67
·
CERAMlCA AFRICANA fI
•
~
aile tavv. XXXVIII, 6-10; XXXIX, 1-4, in D', alla voce Secondo Hayes la decorazione a rotella sui fondo e ;"
Produzione. tipica degli esemplari pill tardio
~
Diffusione. ;~
Cronologia.
Mancano elementi eronologici: I'analogia con la forma Forma dilfusa nel bacino del Mediterraneo e sulla costa J
1:
Tunisia (Cartagine) e Libia (Sabratba). non compaiono la decorazione a rotella sulla parete e quella a stampo
i
Bibliografia·
Libia. HAYES 1972, p. 122, fig. 21, forma 76, n. 7.
sul fondo).
Grecia. WAAGE 1933, tav. IX, n. 130. HAYES 1972, p. 130, fig. 23,
I
Iugosla1JJ'a. DYGGVE-EGGER 1939, p. 46, fig. 65 (nel disegno non
Per altri esemplari, l'attribuzione dei quali alla sigillata africana C 4 compare la decorazione a rotella sulla parete).
o D non e determinabile, eft. quanto deno per la forma alle tavv. Portogallo. Conimbriga 1975, tavv. LXXII (dopa p. 291), on. 97~98;
Scodella con orlo di forma approssimativamente trian scanalature nella parte superlore. La parete, a quarto di
golare, segnato all'esterno da due 0 tre scanalature. La cerchio, ptesenta all'esterno una decorazione a rotella,
parete presenta all'esterno una decorazione a rotella di illituite inferiore della quale e generalmente segnato da
ampiezza variabile, all'interno due 0 pill scanaiatuIe, pill una scanalatuIa in prossituira del piede. Sui fondo sono
o meno vicine all'orlo. Sui fondo gruppi di scanalatuIe serie di scanalature e la decorazione a stampo. Piede alto
delimitano zone concentriche, nelle quali sono variamente e sottile. Diametri: cm 2&-35.
razione a rotella, con due scanalature all'estemo. Costituisce probabilmente servizio con Ie forme Lamb.
Hayes 82B. - Parete retrilinea e accentuatamente sva 55AjHayes 82B, Hayes 84 e Hayes 85AfB, in C'.
sata. Fondo concavo (tav. XXIX, II). Per il tipo della decorazione a rotella (fearher-rouletting),
del V secolo.
Decorazione.
Diffusione.
Stile Hayes D.
Forma rara, attestata sulle coste meridionali della Fran
Variante Atlante, tav. XXIX, 10: mancano elementi ere Francia. ROLLAND 1951, p. 265, fig. 179, a destra.
Gr€cia. WAAGE 1933, p. 295, fig. 2, 131 (= tav. IX, ll. 131).
nologici. Musei e Collezioni. HAyES 1972, p. 130, fig. 23, forma 83, n. 2
Hayes 82B: 460-500 circa ed oltre (Hayes). (= tav. XVI b) (da Alessandria?),
68 .
TERRA SIGILLATA: VASI
FORMA HAYES 84. I'intemo. Piede piu 0 meno alto e sottile. Diametri:
em 9,6-11.
Descrizione. Tipologia.
Scodella carenata con orlo di forma approssimativamente Si conosce un solo tipo (tav. XXX, I). Un esemplare, da
I
AiD (Hayes I7B, un. 8-9).
media a1tezza, a sezione triangolare. Diametri: em 20-37.
Tipologia. Cronologia.
I
1963, p. 155, 43, secondo esemplare\ 7 b (= In, 1958. p. 273. 8B =
probabilmente servizlo con Ie forme Lamb. 55A/Hayes 1D. 1963, p. IS5, 43, primo esemplare). Ostia I, :fi.gg. 82-84 (fondi
appartenenti a questa 0 alIa forma di rav. XXX, 5-13. in 0 e C'I),
82B, Hayes 83 e Hayes 85AjB, in C'.
Per il tipo della decorazione a rotella (feather-rouletting),
si veda quanto detto a proposito della forma Hayes 53B, FORMA LAMBOGLIA 4/46 (HAYES 43, N. I) =
in sigillata africana C'. Presenta notevoIi aualogie con il HAYES 43, N. 2.
tipo Lamb. 60 bis, in sigillata africana D', e con Ie forme
Hayes 9, in sigillata «tripolitana >, e FEVRIER '965, fig. z6, Descn'zione.
E 5 e 6, n. 7, in sigillata dell'Algeria orientale e centrale.
Forme simili sono prodotte anche in sigillata cipriota Coppa carenata con orlo a tesa orizzontale. Parete ret
(forma Hayes 2) e in sigillata egiziana A(forma W,NLOCR tilinea, leggermente svasata. Piede a sezione triangolare.
CRUM 1926, J). Diametri: em II-I4,5 circa.
I Decorazione.
Stile Hayes D.
Cronologia.
Tipologia.
Si conosce un solo tipo (tav. XXX, 3).
Variante Sal. CIO c. Con orlo leggermente riearvo e
rivolto verso l'a1to, e basso piede ad anello. Si tratta pro
400-500 circa (Hayes). Secondo Hayes Ia decorazione babilmente di una variante locale (Raqqada), non espor
a rotella sui fondo e tipica degIi esemplari piu tardio tata (tav. XXX,4).
Diffusione. Produzione.
Forma attestata nel baeino occidentale del Mediter Sigillata africana C'.
raneo (a1cuni frammenti sono stati rinvenuti a Sperlonga) Una forma simile eprodotta in sigi1lata B (Lamb. 4/46).
I Descrizione.
Coppa entisferica con orlo indistinto, generalmente
affusolato. n fondo pui> presentare una scanalatura a1
(EI Aouja e Raqqada).
Bibliografia·
Italia. UM:BOGLIA 1963, p. 156, forma 4/46.
TtmiJia.
1973. tav.
SALOMONSON 1968, p. 119, fig. 31, Cro c =
X, fig. 43,
Raqqada
69
r;
'<
i;
· CERAMlCA AFRICANA
distinto mediante una depressione (tav. XXX, 13). XXXVII, 9-11; XXXVIII, 1-4) in sigillata africana D1 e
Prod!lZione. D'. n solo esemplare intero presenta un basso piede ad ,;j
!!{
anello. Diametri: em 15-18 (?). ,~
Questa forma e prodotta in sigillata africana A' ~forma
Lamb. 35), C' e C', ed anticipa chiaramente la forma Tipologia. .,
analoga in sigillata africana C' decorata a rilievo applicato La scarsa conoscenza di questa forma nella produzione .;
(ta-,. LXXVII, 3-6). Non sono chiari gli e1ementi in base C non consente una sicura definizione tipologica. Si cono
ai quali Hayes distingue un tipo di transizione (Hayes 52A) scone attualmente esemplari con labbro pili 0 meno ;~
tra Ia fo= non decorata e quella decorata a rilievo ap ingrossato (tav. XXX, 14-15) 0 pendente (tav. XXX,I6),
plica:o: efr. HAYES 1972, pp. 76, 78. segnato generalmente da una scanalatura nella parte '}
~,~
,'j
7°
i
~'~
XXXVII, 9"" II; XXXVIII, 1-4, nola finora sohanto nella Iugoslaf.lia. breMO~NIK 1962;, tav. (dopo p. 144) VIII, on. 6-6 a.
Purrogallc. Conimbriga 1975, tav. LXXII (dopa p. 291), n. 86
produzione D, siano in sigillata africana C' 0 C': eft. (Ie dentellature sul labbro sembrano continue; l'esemplare sembra
WAAGE 1948, pp. 49-50, un. 869-873; RIVERO DE LA prodotto in sigillata afrieana 0: efr. pp. 256-257).
HIGUERA, in Zephyrus, XXI-XXII, 1970-1971, p. 333,
fig. 5, n. 1.
FORMA HAYES 71B.
Cronologia.
Mancano dati cronologici precisi. II comunque pro Descrizione.
babile che la coppa sia contemporanea alla cortispondente
scodella, datata da Hayes fra il 360 e il 470 circa. Coppa con orlo orizzontale 0 rivolto verso ralto, co
stituito nella zona centrale da una fascia convessa deli
Diffusiune. mitata da due modanatnre. L'orlo termina con un labbro
I pochi esemplati finora noti sono stati tinvenuti a pendente, cite pub presentare groppi di dentellatnre nella
Conimbriga. patte superiore. La parete Ita un andamento rettilineo.
sur fondo possono esserci due scaoalatnre. Basso piede
Bibliografia. ad anello. Diametri: em 14,8-15,7.
PortogaIlo. DELGADO 1968, tav. III (dopo p. 66), n. I. Conimbriga
1975, lav. LXX (doo<> p. '91), nil. 70-7',73(1)-74. Tipologia.
Si conosce un solo tipo (tav. XXX, t9). Simile da1 punto
FORMA HAYES 71A. di vista tipologico, rna non atttibmbile con certezza alla
produzione classica, e un esemplare frammentario da
Descriziune. Setif (tav. XXX, 20). .
Coppa con orlo atticolato nella parte superiore in due Produzione.
zone, distinte da un listello: la zona interna e orizzontale Forma prodotta in sigillata africana 0. II profilo del
o lievemente inclinata verso ralto, quella esterna, gene rorlo e simile a quello del tipo Hayes 68, un. 6-7, in si
ralmente pili larga, e pili accentoatamente rivolta verso gillata africana E. Per il tipo di deeorazione del labbro,
ralto. L'orlo ternrina con un labbro pendente, segnato si veda quanto detto a proposito della forma Hayes 71A,
nella parte superiore da groppi di dentellatnre. Parete in C'.
leggermente ricurva 0 rettilinea, pili 0 meno svasata. SuI
fondo, all'interno, sono una 0 due scanalature. Basso piede Crunologia.
ad anello. Diarnetri: em 9,2-18. II solo esemplare databile e quello rinvenuto a Serif,
Tipologia. in un contesto della fine del IV seeolo.
Si conosce un solo tipo (tav. XXX, 17). Diffusione.
L'esemplare Hayes 71A, n. I presenta illabbro ingros Forma rata: oltre a quello di Serif, si conosce un esem
sato (tav. XXX, 18). Esemplari da1 profilo simile, forse da plare, inedito, da Sperlonga. Un esemplare e conservato
attribuire ad una produzione locale con carattetistiche al Museo del Bardo, a Tunisi, uno al museo di Tripoli.
di argilla e vernice che ricordano quelle della sigillata
africana C sono stati rinvenuti a Serif: cfr. Serif 1970, Bibliografia.
Algeria. FEvRrER 1965, fig. 35, GH 7 e 8-c. 3, n. 12.
p. 124, fig. 28, n. 50; p. 135, fig. 33, nn. II8-II9. Musei e Colleziom. HAYES 1972, p. 120, forma 71B, nn. 4~5.
Produziune.
Forma prodotta in sigillata afticana O. FORMA HAYES 72, NN. 2-3(?), 4-6.
La decorazione con dentellatore, caratteristica anehe
delle forme Hayes 71B e 72, nn. 2-3?, 4-6, in C', Lamb.
571Hayes 73 Be Hayes 76, n. 7, in C', si ispira chiaramente Descrizione.
a quella di coppe d'argento e di bronzo, comune nel IV Coppa con orlo rivolto verso ralto, terntinante con un
secolo: eft. CURLE 1923, tavv. IlIA, IV, XIV; BRAILSFORD labbro ingrossato 0 pendente. La parte superiore del
1947, tavv. 4,5 a; DODD 1961, p. 230, n. 81; p. 233, rorlo e decorata da piccole protoberanze generalmente
n. 82; p. 238, n. 85; STRONG 1966, tav. 66B. distinte in groppi e disposte su una stessa linea, raramente
continue 0 disposte su due linee, alle quali si accompagna
Cronologia. no spesso scaoaltnre e, talvolta, la decorazione a rotella.
375-4001420' circa (Hayes). Illabbro pub presentare groppi di dentellatnre nella parte
Diffusiune. superiore 0 scanalatore all'esterno. SuI fondo possono
essere due scanalatore. Basso piede ad anello. Diametti:
Forma piuttosto rara, attestata in Portogallo, in Italia em 15,t-18 circa.
(un esemplare, inedito, e stato rinvenuto a Sperlonga),
in Iugoslavia, in Siria e soprattutto in Greda. Tipologia.
Bibliografia. Hayes distingoe due tipi: uno con orlo non decorato
Grecia. WAAGE 1933, p. 295, fig. 2, n. 153 (= tav. IX, n. 153). (Hayes 72A) ed uno con orlo decorato (Hayes 72B). Al
HAYES 1972, p. lIB, fig. 20, fonna 71, nn. 1-2. primo tipo riferisce due esemplari, da Serif (tav. xxx, 21)
71
CERAMICA AFRlCANA
e da DjemiIa (Hayes 72A, n. 3): Ia loro pertinenza aIla FORMA LAMBOGLIA 57 = HAYES 73A, NN. 1-4,6-7.
produzione classica non e periJ del tutto certa. HAYES 73B.
Orli apparentemente non decorati sono da attribuire a1la
produzione classica, ma la loro franunentarieta non consen Descrizione.
te di esdudere che appartenessero a forme decorate.
Sembra quindi opportuno, in attesa di ulteriore documen Coppa con orlo a tesa orizzontale 0 leggermente incli
tarione, individuare un unico tipo, con orlo decorato, al n.to verso l'alto, terminante con un labbro ingrossato,
quale possono essere riferiti tutti gli esemplari nei quali pendente 0 rivolto in alto. Un gradino 0 una scanalatur.
i vari elementi della decorazione sono associati secondo possono distinguere l'orlo dal labbro, che presenta gene
schemi diversi (tav. XXX, 22-23). ralrnente una serie di dentellature nella parte superiore.
Caratteristici per Ia varietil della decorazione sono gli La parete ha un andamento rettilineo. Talvolta sui fondo,
esemplari di Serif, forse da attribuire ad una produzione all'interno, e una scanalatura. Basso piede ad anello, in
locale, con argilla e vernice simili a quelle della C: cfr. alcuni casi quasi atrofizzato. Diametri: em 10,3-23.
FEv1uER 1965, fig. 26, E5 e 6, un. 6, 8; fig. 27, G e H-c. Tipologia.
2, n. 6; fig. 31, 14 e 5. b., un. 34> 42-43; fig. 34, GH 7-8 Lamb. 57. - Seuza scanalature sull'orlo (tav. XXXI, I).
c. 2, un. 25, 27-31, 48, 50; Sell! 1970, p. 124, fig. 28,
L'esemplare Hayes 73A, n. I presenta il labbro piuttosto
un. 48-49; p. 135, fig. 33, n. II7.
alto e la parete sottile e ricurva (tav. XXXI, 2).
Variante HAYES 72, n. 1. Con orlo quasi orizzontale e
Variante HAYES 73, n. 10. Di maggiori dimensioni (dia
labbro indistinto (tav. XXX, 24).
metro: em 24,6 circa), con dentellature probabilmente
Produzione. continue (tav. XXXI, 3).
Hayes 73B. - Con una 0 due scanalature sull'orlo (tav.
Forma prodotta in sigillata africana C'. Costituisce XXXI, 4). Hayes sembra escludere I'esistenza di esemplari
probabilmente servizio con la scodella Hayes 75, in C'. ill questo ripo con dentellature sui labbro (HAYES 1972,
Sembra derivare direttamente dalIa forma di tav. LXXVII, p. 123): a Sperlonga ne sono stati invece rinvenuti al
3-6, in sigillata africana C' decorata: efr. il profilo dell'orlo cuni (tav. XXXI,s).
in alcuni esemplari di questa forma. AI rilievo applicato si
sostituiscono, con un diverso gusto decorativo, gruppi di Produzione.
rigonfiamenti aventi l'aspetto di «perline ». Questo tipo Fonna prodotta in sigillata africana C' e, pili raramente,
di decorazione si produceva nell'argilla ancora fresca con D (cfr. I'esemplare Hayes 73A, n. 5). Anche a Sperlonga,
uno sttumento che, praticando dei fori nella parte inferiore su circa quaranta franunenti, si nota una prevalenza della
dell'orlo, generalmente lungo una direttrice segnata da produzione C' rispetto a1la D. Esistono probabilmente
una scanalatura, determinava su quella superiore un nu alcune varianti locali di questa forma: efr. JODIN-PONSICH
mero corrispondente di rigonfiamenti. 1960, p. 294, fig. 6, b; PONSICH-TARRADELL 1965, p. 14,
La decorazione con protuberanze (cfr. anche la forma fig. 5, un. 6-7; p. 20, fig. 9, no. 5-6, 12-13, 17; p. 27,
Hayes 75, in C') e dentellature (cfr. anche Ie forme Hayes fig. 14; p. 34, fig. 20; p. 47, fig. 30, no. 6,8; JODIN
7IA e 7IB, in C', Lamb. 57fHayes 73B e Hayes 76, n. 7, 1967, p. r49, fig. 26; MARTIN 1969, p. 170, fig. 10;
in 0) imita quella di coppe d'argento e di bronzo: efr. p. 173, fig. II. Questa fonna sembra costituire servizio
CURLE 1923, tavv. IlIA, IV, XIV; BRAILSFORD 1947, con la scodella aile tavv. XXXVIII, 6-10; XXXIX, 1-4,
tavv. 4,5 a; DODD 1961, p. 230, n. 81; p. 233, n. 82; in D" con Ia quale ha in comune il profilo dell'orlo e
p. 238, n. 85; STRONG 1966, tav. 66B. Cfr. anche rorlo del labbro.
di specchi di bronzo: MUTZ 1972, pp. 129-131, figg. 349 Presenta notevoli somiglianze anche con la forma Rigoir
35 0, 353-354· 3 a, in sigillata «arancione-grigia ».
Per I. variante Hayes 73, n. 10, cfr. in particolare il
Cronologia. tipo Hayes 76, n. 6, in sigillata africana D" e la forma
Inizio del V secolo (Hayes). La variante Hayes 72, n. I, Hayes 76, n. 7, in C'.
sembra essere leggermente anteriore (HAYES 1972, p. 121). Per il tipo di decorazione del labbro, si veda quanto
detto a proposito della forma Hayes 71 A, in sigillata
Diffusione. africana C'.
Forma non molto comune, attestata nel bacino del Cronologia.
Mediterraneo e in Austria. Un esemplare, inedito, e stato
rinvenuto a Brescia. Hayes suggerisce una datazione tra il 420 e il 475,
notando che gli esemplari decorati con dentellature sem
Bibliografia. brano essere anteriori a quelli non decorati. A Moosberg
Austria. AllINGER 1955. tav. 2) n. 68 (ll diametro indicato nel testa, (Germania occidentale) si hanno peraltro attestazioni in
a p. 14, non corrisponde esattamente a Quello risultante daDa scala contesti della fine del IV secolo. Molti esemplari, per la
del disegno).
Francia. eVA France 6. tav. 51, n. 29. maggior parte non decorati, sono stati rinvenuti ad Abu
Grecia. HAYES 1972, p. 122, fig. 2£, forma 72, n. 6. Mena, in un deposito databile dal480 circa.
ltalia. FALLICO 1971, p. 607, fig. 30, AIS5. HAYES 1972, p. 122, L'esemplare Hayes 73A, n. I, distinto dagli altri per il
fig. 21, forma 72, n. 4.
Sina. WAAGE 1948, fig. 28, n. 10 (= tav. IX, n. 866 u). profilo e per la fattura molto accurata, potrebbe essere
Tunisia. FOUCHER 1965, p. 38, fig. 54. D. 6. tra i pili antichi.
72
e
La variante Hayes 73, n. 10, stata rinvenuta in un Bibliografia.
eontesto della prima meta del V secolo. Grecia. HAYES 1972, p. 122, fig. 21, fonna 74, n. I.
Diffusione.
Forma diffusa nel bacino del Mediterraneo, nell'Europa FORMA HAYES 8SA.
continentale e sulla costa atlantica. HAYES 8SB.
Bibliogrtifia.
e
La sigillata africana C 4 poco nota e spesso canfusa con la D: Descrizione.
non essendo possibile, sulla base della sola documentazione grafi.ca,
distinguere la produzione dei singoli esemplari, indichiamo sia quelli
Coppa con orio ingrossato, segnato da due 0 pili sca
sieuramente attribuibili alIa sigillata africana' C 4, conrrassegnandoli nalature nella parte superiore. Sulla parete, all'esterno, e
con asteriscD (*), sia quelli per i quali l'attribuzione e incerta. una decorazione a rOlella pili 0 meno ampia. Sui fondo,
Algeria. BARADEZ 1961, p. II9, tav. I, n.. 48 (?); p. 123. tav. II,
on. 5,6(1). alI'interno, sono due seanalature. Piede alto e sottile.
Franda. eVA France 6, tav. 50, n. 27. LAMBOGUA 1963. p. 204, Diametri: em 10-12.
forma 57.
Germania Occidentale. *GARBSCH 1966, tav. 39, n. 15. Tipologia.
Grecia. *HAYES 1972, p. 122, fig. 21, forma 73 A var., n. 10.
lsraele. CROWfOOT 1957, p. 359, fig. 84, n. 4. Hayes 85A. - L'orlo e orizzontale e segnato da quattro
IraJia. MINGAZZINI 1949, p. 261, fig. 35, ee'. LAMBOOLIA 1950, scaoalature. Una scaoalatura distingue all'esterno I'orlo
p. 144, fig. 80, n. 46 (?). FALLICO I97I, p. 607, fig. 30, AI53-AI54.
Luni 1973, tav. 70, no. 7 (?)-8.
dalla parete. La parete, emisferica, e interamente decorata
Jugoslavia. KOROSEC 1956, lav. XVI, n. 4. a rotella (tav. XXXI, 7). .
Lib£a. HAYES 1972, p. 122, fig. 21, forma 73A, n. 2; *73B, n. 8.
Marocco. PONSICH 1970, p. 371, tav. CXVII, n. 2 (= p. 374,
e
Hayes 85B. - L'orlo rivolto alI'interno e seguato da
fig. 92).
due 0 tre seanalature. Una modanatura puo distinguere
Portogallo. DELGADO 1967, p. 127, tav. VII, n. 94. ID. 1968, all'esterno I'orio daiia parete. La parete, espansa, e de
tav. III (dopa p. 66), no. 6-7. ETIENNE-MARcia 1971, tav. VI corata a rotella su tutta la superficie 0 su una zona ri
(dopa p. 486), n. 7. *Conimbriga, 1975, tav. LXXI (dopa p. 291),
nn. S7-S8. stretla (tav. XXXI, 8-9).
8£r£a. WAAGE 1948, tav. IX, n. 866 k.
Spagna. ALMAGRO 1964. p. 47, fig. 13, n. 17. RUGER 1968. fig. 10 Produzione.
(dopa p. 25S), o. 6. Forma prodotta in sigillata africaoa C'.
Tun£S£a. *HOLWERDA 1936, p. 48, fig. IS, n. 630 (= tav. V, n. 630)
= HAYES 1972, p. 122, fig. 21, forma 73A, n. I. CVA Copenhague 7,
Costituisee probabilmente servizio con Ie forme Lamb.
tav. 312, n. 15. 55A/Hayes 82B, Hayes 83 e Hayes 84, in C'.
Una forma molto simile e prodotta in sigillata dell'Al
geria orientale e centrale: efr. At.LAIS 1957, lav. n. 19
FORMA HAYES 74. (dopo p. 42). Cfr. anche la forma Hayes to, in sigillata
«tripolitana >,.
Descrizione. Per il tipo della deeorazione a rotella, imitante quella
Coppa carenata con orio a lesa leggermente inclinato di vasi d'argento, si veda quanto detto a proposito della
verso I'alto, tenninante con un labbro pendente seguato forma Hayes 53B, in sigillata afrieana C'.
alI'esterno da due seanalature. Una depressione distingue
I'orio dal labbro. Parete rettilinea, leggermeute svasata.
Cronologia.
Sui fondo, all'intemo, sono tre scaoalature. Piede sottile, Hayes 85A: meta del V seeolo (Hayes).
di media altezza. Diametri: em 12-12,2. Hayes 85B: seeonda meta del V secolo (Hayes).
Tipologia. Diffusione.
Si eonosee un solo tipo (tav. XXXI, 6). Forma rara, documentata in Italia (alcuni esemplari,
Un frammento, da Sperionga, presenta una solcatura inediti, sono stati rinvenuti a Sperionga), in Tunisia e in
sulla parte superiore del labbro ed una sola seanalatura Grecia.
su quella esterna. Bibliografia.
Hayes conosee aleuni frammenti nei quali la depressione GreC£a. WAAGE 1933, p. 295, fig. 2, n. 135 (= tav. IX, n. 135) =
e
cbe distingue I'orio dal labbro decorata a rotella. HAYES 1972, p. 130, fig. 23, forma 85, n. 4. HAYES 1972, p. 130,
fig. 23, fonna 85, n. I.
Produzione. Iralia. FAlllCO 1971, p. 607, fig. 30, AI59.
7J
r
if
§
CERAMICA AFRICANA
74
~'"
Produzione. Gronologia.
Non facilmente identificabiIe, oscillante tra Ia A', la C' Sal. VII: 200-280 (Salomonson).
e la 0. Hayes 127: probabilmente prima meta del III secolo
(Hayes).
Gronologia.
280-300 (?) (Hayes). Diffusione.
Si conoscono soltanto due esemplari interi, dalIa Tu
Diffusione. nisia. Un esemplare frammentario, simile al tipo Hayes
11 noto un solo esemplare, da Corinto. 127, e stato rinvenuto nell'Agora di Atene.
Bibliografia· Bibliografia.
Grecia. HAYES 1972, p. 174, fig. 34, forma 171, n. 51. Tunisia. MERLIN 1916, p. CXXVII, fig. 1. SALOMONSON 1968,
tav. II, n. VII.
Descrizione.
Fiasca a corpo globulare, con lungo collo ciIindrico.
FORMA SALOMONSON XX.
Ansa a mattice. II fondo, alto e con piede sotriIe, e di
stinto dal corpo mediante un Iistello. A1tezze: em 17,8 Descrizione.
19 circa. Brocca a corpo biconico, con collo a tronco di cono
rovesciato. Ansa a mattice. Basso piede ad anello. AI
Tipologia. tezza,: em 12,2 circa.
Sal. VII. - Cfr. quanto deno alia voce Descrizione
(tav. XXXI, r3). Tipologia.
Hayes 127. - L'orio e chiuso da un diaframma convesso, Si conosce un solo tipo (tav. XXXI, IS).
che presenta un foro al centro. II fondo presenta nove
fori, uno al centro, otto lungo la circonferenza. Produzione.
Non facilmente identificabiIe, oscillante tra la A', la
Produzione. C' e la C'.
Sal. VII: non faciImente identificabiIe, oscillante tra Vasi simili, in ceramica locale dipinta, sono stati rin
la A', la C' e la C'. venuti ad Henchir el Aouja e Raqqada (eft. SALOMONSON
Hayes 127: Ie caratteristiche descritte dalIo;,Hayes 11)68, p. 135, fig. 46; p. 137, fig. 48, n. 2). Per I'andamento
sembrano corrispondere a queIle della sigillata africana C' del corpo, cfr. anche Ie forme Sal. A7 e PaIl. 39, in
(cfr. HAYES 1972, p. 178, forma 127). sigillata afrieana A', Sal. XXI, in C' decorata a rilievo
75
CERAMICA AFRlCANA
applicaro, e Ie lagoenae biconiche in ceramica di Na FORMA SALOMONSON XIV = HAYES 165.
vigio (tav. LXXXIX, 1-2).
Descrizione.
Cronologia.
Anforetra a corpo ovoide. II collo presenta un leggero
200-280 (Salomonson). rigonfiamento. L'orlo e segaato da una scanalatura. Anse
Diffusion<. a matrice. Fondo piano. Altezze: cm 17-21,9.
L'unico esemplare noto econsetvato nell'Antiquarium Tipologia.
di Cartagine. Si conosce un solo lipo (tav. XXXI,16).
Bibliografia. Produzione.
Tunisia. SALOMONSON 1968, tav. II, n. XX.
Non facilmente identificabile, osclllanre tra la A', Ia
C' e la C'.
Per una forma simile, la cui produzione e incerta, cfr.
FORMA LA BAUME-SALOMONSON 1976, TAV. 53, SALOMONSON 1968, p. 97, fig. 12, forma A26.
NN. 1-2.
Cronologia.
Descn"zione. 200-280 (Salomonson). Probabilmenre III secolo (Ha
Brocca a corpo biconico. SulI'ansa e inclsa una deco yes).
razione vegetale. Sulla spalla e graflita I'iscrizione «Ex Diffusione.
OFICINA VILUTI ».
Sono noti alcuni esemplari, dalIa Tunisia.
Tipologia. Bibliografia·
Si conosce un solo lipo (tav. OOL'{IV, 4). Tunisia. SALOMONSON 1968, tav. II, n. XIV.
Produzione.
Forma prodotta in sigillara africana C' (?). FORMA SALOMONSON XIII.
Cronologia. Descriziolle.
Probabilmente prima meta del III secolo. Anforetta a corpo ovoide. Collo cllindrico, pili largo
a1I'atraceo con Ie spalle. arlo svasato, con labbro legger
Bihliagrafia. mente rientrante. Anse a matrice. Fondo alto, con piede
Muse; e Colkzioni. LA BAUME-SALOMON,SON 1976, p. 126, n. 547,
tav. 53, nn. I~2.
sottile. Alrezza: em 16 circa.
Tipologia.
Si conosce un solo tipo (tav. XXXI, 17).
FORMA SALOMONSON VIII = HAYES 172, N. 27.
Produzione.
De'crizione. Non facllmente identificabile, oscillante tra la N, la
Anforetta. Per la desctizione, efr. la forma Sal. VIII bis! e' e la C'.
VIII in sigillata africana C' e C' (?) decorata a rilievo
Per il profilo dell'orlo, efr. Ia forma Sal. XI, in sigillata
applicato. Altezza: em 19,5 circa. africana C' e C' (?) decorata a rilievo applicato.
Cronologia.
Tipologia.
200-280 (Salomonson).
Si conosce un solo lipo.
Diffusione.
Produzione.
E noto un solo esemplare, al Museo del Bardo.
Non facilmente identificabile, oscillante tra la N, la
C' e la 0. Bibliografia.
Tumsia. SALOMONSON 1968, tav. II, n. XIII.
Cronologia.
280-300 (?) (Hayes).
FORMA HAYES 164.
Diffusion<.
Sono noli attualmente tre esemplari: uno da Gigthis, Descrizione.
uno da El Aouja, ora aI Museo del Bardo, ed uno aI Anforetra a corpo ovoide. Per la descrizione, cfr.
museo di Constantine. HAYES 1972, p. 191, forma 164. Altezza: em 19,5 circa.
Bibliografia. Tipologia.
Tunisia. Mmu.m-CoNSTANs 1918, p. 131, fig. 4, n. 3. Si conosce un solo lipo.
76
~"
TERRASIGILLATA: VASI
Borraceia a corpo Jenticolare, con o~lo di forma cilin puo escludere comunque che sia anch'esso prodotto in A.
drica distioto dal collo e due anse segnar, da una scanala Per il gusto delle depressioni, si veda quanto detto a
tura. II collo, impostandosi interamente .u una sola faccia proposito della forma CARANDINI 1969, fig. I.
del vaso, ne consente la posizione orinontale. Sulla parte Gronologio.
superiore del corpo e una solcatura eircolare. Diametro
IV 8ecolo (I) CKunst und Altertum 1973> p. 103).
orlo: em 3- Diametro corpo: em 19,8 circa.
Diffusion<.
Tipologia.
E note un solo esemplare, p:oveniente dalla Tunisia.
Si conosce un solo tipo (tav. XXXI, 18).
Bibliopa)ia.
Produzione. Twmic. Kunst uml AlrertUi1i 1973. tav. 7'1.. n. 155 = LA BAUME
II solo esemplare finora noto presenta una vernice di SALOMONWN 1976, tav. 51, n.. 4
tipo C'. Si tratta di una variante del 'laso « a borraccia)}
tipico, noto in numerose produzioni: si veda a questo
FORMA (ATLANTE», !AV. XJCXI, 19.
proposito quanto detto per la forma Lamb. 131Hayes
147, n. 3fLamb. 13 his, in Al, All', A'.
Dal punto di vista strutturale presenta analogie con un Descriziune.
esemplare, probabilmente in =amica comune, prove Anforetta a corpo piriforme, con collo a tronco di
niente da Pompei (BolIN 1910, tav. XII, n. 398), e con cono royeseiato ed orlo inrlistioto. Una modanarura separa
due esemplari in sigillata ispanica, rim'enuti a Conim il collo dal corpo, che presenta neIla parte centrale un'am
77
CERAMICA AFRICANA
pia zona decorata a rotella, compresa tra scanalature. Per il tipo della decorazione a rotella, si veda quanto
Altezza approssimativa: em 15· deno a proposito della forma Hayes 53B, in sigillata
africana C'.
Tipologia.
Cronologia.
Si conosce un solo tipo (tav. XXXI, 19). Mancano elementi eronologici. Datazione indicativa:
,<:conda meta d::l IV-V secolo.
Produzione.
La conoscenza di questa forma su11a sola base foto Diffusione.
grafica rende impossibile una arrribuzione sicura. La II noto un solo esemplare, conservato al Musco del
decorazione a rotella del tipo feather-rouletting, carat Bardo a Tunisi.
teristica della sigillata africana C' ed in particolare C', Bibliografia.
potrebbe comunque suggerire l'affinita con una di queste Tunis£a. AtJanu, tav. XXXII 19_
produzioni. L. S.
D) PRODUZIONE D
1. FAS! E PRODUZIONI. sixth centuries two versions ofthe standard (Late Roman B)
ware are current. The first, characterized by a rather
thin dull slip and a tendency to pimply surfaces, appears
Si e indotti a ritenere la sigillata africana D prodotta to be a simple continuation of the Late B ware common
per 10 pili mediante matrici da alcune considerazioni in the fourth century (i. e. Waages middle phase) ,)
tecniche, qua1i il risparmio della vernice sulla parete (HAYES 1972, pp. 291-292).
esterna, che peraltro appare generalmente ben lisciata, il La produzione D' (prima fase: fine IV - inizi VI se
fondo che in molti vasi presenta una rientranza in corti c,lo) e descritta nel modo seguente: {< a series of fifth
spondenza della congiunzione con la parete e i1 profilo and early sixth-century pieces with a similar body-clay
netto di alcuni esemplari (efr. HAYES 1972, pp. 294-295). exhibit a thick, bright, higWy polished slip, similar in
Sono stati identificati essenzialmente due filoni nella ~ppearance to that of the early third-century series
produzione della sigi11ata D. II primo, da noi definito D', mentioned above, and with a similar tendency to flake.
riprende la tradizione della sigillata africana A, in parti These contrast markedly with the dull-surfaced vessels
colar modo della A' il secondo, D', riprende invece of the main series. The body-clay of these pieces tends
que11a della AfD· to be coarse-grained and is mostly rather poorly fired,
Tale articolazione e dovuta ad Hayes, che sembra di with a tendency to an orange or light brownish colour.
stinguere due fasi per oguuno de; due filoni, non tanto The surface show tooling-marks, and the slip tends to
in ragione di differeuze tecniche quanto di ambiti ero have a burnished appearance. Occasionally areas of the
noJogici. surface are left rough and decorated with lightly burnished
La produzione D' (prima fase: IV-V secolo) e cosi patterns ». La produzione D' (seconda fase: fine V
descritta da Hayes: • the standard coarser fabric of the meta VII secolo): «the second version, which is far more
fourth and fifth centuries, constituting Waage's Late B common, has a thicker, semi-lustrous polished slip, more
ware (middle phase), and most of Lamboglia's D ware, or less identical in appearance with that of the earliest
appears to he the direct successor of the normal early African products. This is combined with a rather coarse
ware (Lanboglia's A ware), the main difference being ware in which lime is the predominant impurity. Its
"that the slip no longer covers all of the exterior. The CQlour is regularly orange-red or btick-red, as that of
clay varies from finely granular to coarse in texture, the the early series; the slip frequently ends at the lower
earlier examples being on the whole the best; the ware edge of the rim. A characteristic of this ware is the
is at first of medium thickness, sometimes quite thin, Slll{)othing of the unslipped exterior with a brush, produc
but tends to get thicker (about 6-9 mm) as time goes on. ing a finely corrugated surface. This feature is commonest
The slip, which varies in thickness, tends to be less on the smaller vessels; the undersides of the larger dishes
lustrous than that of the early ware; a pinkish tinge, often bear tooling-marks instead ,) (HAYES 1972, pp.
perhaps the result of harder firing, is qnite common, <'91- 2 92 ).
along with normal orange-red and brick-red colours. Definiamo D11' la produzione di alcune forme raramente
Fine tooling-marks are visible on somes of the larger ~ttestate, che presentano una vernice semibrillante, rna Ie
pieces, particularly on exterior surfaces; other pieces cui caratteristiche tecniche generali non appaiono per ora
exhibit a rather pimply surface. The hair-lines characte ben definibili, a causa della insufliciente dO<.'UIl1entazione.
ristic of the earlier series are less in evidence, indicating Non e possibile l'attribuzione delle medesime forme
less careful polishing ». La prodnzione D' (seconda fase: alla sigil1ala afri-:ana D' 0 alia D', che pure annoverano
fine V- meta VII secolo): {, during the late fifth and l:l1volta esemplari con vetnice semibrillante, anche se l'una
78 .
e caratterizzata generalmente davernice opaea, l'altra da .= decorazione a rotella ~cfr. alcune for.me in D', tavv.
vernice bri1Iante. XLIII, 3-7 e XLIV, 1-2; XLIV, 4-6; XLV, 8; XLVI,
Caratteristiche di argilla e vernice in parte assimilabili 1-2).
a quelle della sigillata afrieana C' sono comuni nelle La forma Lamb. 60 bis/Hayes 86, n. 2 in D' sembra ri
forme Atlante, tav. XXXVI,I/Conimbriga 1975, tav. far'i aLa Hayes 84 in C'. La scodella Hayes 87A in D',
LXXI, n. 90; in D' Atlante, ta,. XL,9fLamb. 55E. Le talcra polita a strisce all'interno, costituisce probabilmente
ultirne due forme sen6rann essere prodotte secondo di 10 sviluppo morfologico di 'ma forma in D' e D' (tavv.
versi livelli qualitativi. Hayes 80A/Lamb. 58, Hayes 81/ xx.'{lV e XXXV, 1-7; efr. il tipo 61B di Hayes). La
Atlante, tav. XLVIII,7, in D'. forma Hayes 8gB, che raggiunge eccezionalmente i em
La produzione D' presenta gli stili di. Hayes A(i)<ii)-(iii) 64,5 di diametro, rappresenta la versione meno fine della
e E(i) della decorazior.e a stampo; la D' gli stili A(iii), 3ayes S9A in C' decorata 11 matrice e a tilievi applicati.
E(i)-(ii). JIl piatto da portata, Hayes III, prodotto in D', presenta
ricettao,li a sezione semicircdare, ad imitazione di patene
sacramentali d'argento e di mense marmoree cristiane.
I va,i sono decorati dagli stessi motivi considerati nel
II. MORFOLOGIA. gruppo dei piatti e scodelle senza piede 0 con piede atro
fizZlltO. La forma Arlante, tav. XLVII, r4 in D'12 mostra
sovradipinture, Ie quali compaiono normalmente sni vasi
a) Forme aperte. a melogrann in A e probabilmente in C.
Tutte Ie forme pm testimoniate, esclusa una forma in
I. - Piatti e scodelle senza piede 0 con piede atrojiz D'(taV'l. XLIII, 3-7 e XLIV, 1-2), sono decorate a stampo
zato (300-S00 circa) (taw. XXXIl- XXXIX; XL, 1-8; negli stili E(i)-(ii).
CXXXV, 1-2).
Si tratta di forme d:. 20-55 centirnetri di diarnetro. Le j. - Coppe e vasi a listelln senza piede 0 con piede atro
notevoli dimensioni di questi piatti e scodelle, come in fizzato C3So;~so circa) (raw. XLIII-XLIX; L, 1-10;
generale di rutto il vasellarne da tavola prodotto in sigillata GXXXV,3)·
africana D, vanno forse rnesse in re!azione con nuove Le coppe presentano un diametro generalmente compre
abirudini cu1inarie. so tra i 14,5-23 centimetri, i vasi a Iistello tra i 12-41 cen
Sono imitati vasi in ,igillata afrieana AID (il tipo Hayes tirnetri.
32/58 in D'), in 0, C' (Ie f3r.me Hayes 60, nn. I-2.'GuERY n fondo puo essere piano, eventualmente seanalato, in
1970, fig. 69, Hayes 50B, n. 60jHayes 50B, n. 61 in D' :nolo da creare un falso pie:ie, 0 FlO essere munito di un
e in D'), in C' (la forma Hayes 53B, in D'), in C' (la ::>asso piede, pill 0 meno atrofizzato.
forma Hayes 56 in D:I'). E pc'ssibile che Ia forma HOLWERDA 1936, tav. VI,
Spesso il fondo si ccnnette alia parete in modo da for :1.658 in D' derivi dal tipo Lamb. 4f36B in A', cni appare
mare una rientranza. Non mancano tipi con un fondo aflbe per Ia struttura generale d~ corpo e per la deco
semplicemente piano, (0 con fondo piano muniro di scana cazione a barbotina dell'orlo, la quale, ne! caso della forma
Iarura e/o ineavi che permettono di distinguere un falso ;Jrodotta in D, sembra imitare un beccuccio.
piede, 0 con un fondo munito di una scanalatura oppure La forma Hayes 8oAfLamb. 58 el'unica a presentare la
ineavo che 10 separano dalla parete, 0 con un fon'b prov decorazione a stampo di slil. A(iii)fE(i).
visto di un piede atrofizzaro stretto, raramente largo, 0
con un fondo con piede ad anello. 4. - Coppe conpiede (400/4so-6SG circa) (taw. L, II-IS;
Compaiono accanto ai motivi tradizionali - scanalature, LI-LII; LIII, I-4; CXXV,4; CXXXVI,I-2).
profilarure 0 fasce a riEevo, decorazioni a rotella, tacche
nuovi tipi di decorazione, da1Ie r.ervature imitanti il vetro, Si tratta di coppe di em [3,5-23.5 di diarnetro, Ie quali
spesso alternate ad impressioni, aile perline e baccellature, sooo munite di un piede di a1tezza diversa, talora rastte
che si rifanno a motivi tipici dei vasi in argento. La forma :naco e svasaro, ora piu sottile, ora pill spesso. II tipo
Hayes 87B in D' presenta una politura a strisce, de! tipo WAAGE 1948, laY. x, 110, 878k!P, in D' presenta un
comune nella ceramiea da cucina. piede atrofizzato.
La decorazione a stampo EgUll su tutte Ie forme Alcune coppe di dimensioni ridotte - em 6-10>4 di
pill comuni, con l'eccezione di una forma in D' (tav. dia:netro - mostrano un altO piede, che puo essere carn
XXXII, 1-9), negli stili A:i)-(ii)-(iii), e, raramenre E(i). ;>anulato, 0 semplicemente svasato, 0 costituito di due
clemen:! congiunti ad angolo.
La forma LA BAUME-SALOMONSON 1976, tav. 54, n. 2,
2. - Piatti e scodelle con piede(4ool4So-6So circa) (taw.
XL,9-IO; XLI-XLVII). imitrmt. in cerarnica I'analq:a coppa in argento, e ornata
da nervature sulla parete estema, che abbiamo gia indicato
Sono vasi generalmente compresi entro i 25-55 centi come tipic1Je del vetro. La forma Hayes IIO in D' e
metri di diametro - salvo 'ma serie di scodelle profonde caratterizzara da una serie di baccellature sulla parte supe
di em 1')-35 - muniti di piede di a1tezza diversa, che :-:lore dolla parete esterna. II calice su alto sostegno Hayes
puo essere svasato, rastremato e di spessore variabile. II [70, prodotto in D', trova confronti ne! vetro e ne!
piede presenta talora una 0 piu scanalature e raramente l'argento.
79
CERAMICA AFRICANA
Akune coppe in D' (tavv. L, II-IS eLI, 1-8; LI, 12 in D' (tav. XXXII,I-9), clie comparirebbe a partire daI
13; LI, 14-15) sono decorate a stampo negli stili E(i)-(ii). 290/3 00 .
Ricordiamo che per la prodnzione D Ie cronologie di .
5. - Coperchi (!av. LIII,5). Hayes si fondano sni depositi dell'Agorit di Atene (III-VII
VII secolo), di Corfu (Terme romane), di Antiochia
(VI-VII secolo; cfr. in particolare gli strati telativi aI
b) Forme semichiuse. terremoto del 526), di Abu Mena e di Karanis in Egitto
(V-VI secolo), di Tocra e di Apollonia (Palazzo bizantino)
E noto un solo vaso di questo tipo, decorato da motivi in Cirenaica, di Emporio (Chios, forte bizantino: Iivello
a stampo sulla parete esterna (tav. LIB,6). del 660), sugli strati delle chiese datate di Costantinopoli
(VI-VII secolo) e sulle associazioni con Ie ceramiche
c) Forme chiuse. orientali per a1tro verso datate (efr. carte di diffusione
in HAYES 1972, p. 456 ss., A 8-10; p. 463, B 26-30).
La recente pubblicazione di una colle2ione privata Gli strati relativi alia costrnzione della villa del Casale
(efr. LA BAU1>IE-SALOMONSON 1976) ha rivelato I'esistenza a Piazza Armerina documentano la presenza di due fra Ie
di a1cune fOlme chiuse di IV-V secolo (?), che riproducono forme piu antiche prodotte in Dl (tavv. XXXII, 1-<);
modelli in metallo (tav. CXXXVI,4-6). XXXII, 10-13 e XXXIII); in contesti piu tardi e stato
Le stratigrafie di Cartagine hanno permesso I'individua rinvenuto un frammento di un vaso a Iistello in D' (tavv.
2ione di una produzione locale di forme chiuse, ancora XLVIII, II-16 e XLIX, I-II) (efr. Piazza Armerina
non ben identificate, caratterizzate da una vemice general 1971, p. ISS ss.).
mente brillante e di colore quasi marrone, databili aI n massimo di diffusione si ha fra la metit del IV e
V-VI secolo :tav. LIII, 8- '4). la metit del V secolo. Tutte Ie forme piu comuni so
no documentate non solo nel bacino occidentale, ma
anche in quello orientale del Mediterraneo e sulla co
d) Askoi. sta atlantica. Alcune forme in Dl, D' (tavv. XXXII, 1-9;
So
r-
p. 423 ss.). Tuttavia ::a forma Lamb. 48/WMGt 1948, lucerne, e, sopratultto, delle derrate alioJentari liqnide,
tav. IX, n. 8561<:, e tesillnoniata anche in Renania. per Ie quill i contenitori (Ie anfore) restano la fonte prin
I
ii
La diffusione della rigillata afticana D riprende con la
riconquista bizanfua. Nel VI secolo la forma Hayes
Io<!A/WAAGE 1948, ta','. VIII, n. 805a in D' e documen
tata nel Mediterranec occidentale ed orientale e snlla
cipale di conoscenza.
La produzione delle lucerne e caratterizzata da un
not·,vole s-muppo quantitativo e da11a commercializzazione,
nella seconda mem del IV secolo, della forma VIII (lu
I costa atlantica. cerne di Henchir es-Srira), e dalla massima fioritura, nel
Nel VI secolo, in Britannia, la produzicne« Late Roman pieno V secolo, della forma X Oe "africane classiche»).
C ') e la sigillata D sono state rinvenute in associazione Per quanto riguarda Ie antore, si nota nel IV secolo
con anfore v:nane per 10 piu orientali, il che potrebbe un massi:cio sviluppo produttivo nelle regioni setten
indicare relazioni commerciali dirette con i Bizantini triar.ali dell'Africa. Accanto a contenitori africani gill
(eft. HAYES ]972, pp. 422-423). La forma Hayes IC4B, affermati, sono prevalenti Ie anfore ci1indriche del Tardo
n. IS in D' e Stata rinvenuta nel monastero di Iona, nella Impero. A. Ostia, in uno strato della fine del IV - inizi
Scozia occidentale. del V secolo, Ie anfore prodotte dalle province afticane
AIla fine del Vl-VII secolo e piuttosto comune una costituiscono oltre il 50 % del totale (Osria IV, p. 247).
I forma in D' (taVl'. XLIII,3-7; XLIV,I-2), che rag La conqnista vandala sembra causare una crisi nella
~ giunge forse il Mar Nero. produzione e nella espottaziane (Ostia IV, p. 190). La
I
metit del VII secolo prevale la cerarnica invetriata bizan pro:1uzione agricola e cerarnica trova conferma anche nelle
tina e araba. fonti letterarie e in altri aspetti della documentazione
La produzione della sigi11ata africana D pone innanzi archeologica (eft. CARANoIN1 1970, pp. 102-II4). La erisi
tutto un problema di petiodizzazione della storia economi effetti,a della produzione africana pare dunque doversi
ca dell'Africa settentrionale. spostare in epoca tarda, in concomitanza con l'invasione
Per chiarire il momento della decadenza della produzio araba. La interruzione della produzione ed esportazione
ne agricola e artigianale occorre aver presente, oltre aIlo delle ceramiche segua in effetti ]a fine del mondo antico nel
svolgimento della ]'"'oduzione eli cerarnica fine da mensa, Merl:terraneo sud-occidentale (eft. CARANDINI 1970, p. t14).
Ie condizioni de1la ptJduzione e del commercio delle A.C.-S. T.
I!
i
FORMA HAYES
HAYES
HAYES
S8B,
S8B,
32/58.
N.
N.
I~.
9.
II
i
giunzione tra patete e fondo e due scanalature versa il
centro. Diametri: em 22-42.
Tipologia.
XXXII,S)·
Hayes 58B, n. 19. - II fondo epiano e mostra un leggero
incavo, lit dove esso si congiunge alia parete (cfr. il tipo
Lamb. 9A in Dl). Orlo ispessito a sezione triangolare,
I Hayes 32/58. - Nella parte esterna il fondo si connette mnnim generalmente di una .canalatura. In generale la
I alia parete in modo da formare una rientranza. Orlo privo forma sembra essere piu profonda (tav. XXXII,6).
I• 81
I 8 - Enciclvpedia df!ll'An~ - AIL F. c., I
r
CERAMICA AFRlCANA
Sal. D2 a. - Fonda come nel tipo precedente. Orlo 196;, p. 373, figg. 90-91. FMlJCO, in NSA, 19('9, p. 344, fig. 45 d( ?).
FALL1CO 1971, p. 607. fig. 30. AI45 (?), A157 (?). LISSI CARONNA
orizzontale scanala:o (tav. XXXII,7)' 1971, p. 335, fig. 7, n. 4. Osti.:lIII, fig. 107. Lu:zi 1973, tav. 69, n. 10.
Lamb. 52C..' Fonda piano, arlo a tesa piana privo di Ostia IV, figg. 14-16.
scanaIature, parete malta svasata (tav. XXXII, 8). Vanna Jugoslavia. L:REMO~ 1900, tav. III (jopo p. 144), nn. 14-15 (?).
GREMOSNIK 1966, Ill•. II (dopo p. 5'), nn. 13-r4 (1).
forse tiferiti a questo tipo alcuni esempIari rinvenuti a MarocCD. JODIN, in BAM, VII, 1967, p. 492., fig. 12, n. 37.
Draria-el-Achour (Algeria), non considerati da Hayes PortogaUo. ALARcXo-MuUT:NHO DE Jl.J.ARci.o 1966, p. 92, tav.
nell'ambito della forma in esame, caratterizzati da un arlo XXXII, tomba 439, n. 2. OnGADO 19'67, p. 123, tav. III, n. 48;
p. 125, tav. V, on. 65, 67-69, 7L DELGADC 1968. tav. III (dopo p. 66),
leggermente rivolto verso i1 basso, apparentemente non n. r6. DE FIGUERElDO GARCI.' PEREIRA 1971, ? 444, fig. 13, n. 13.
scanalato e da un fonda piano, in nessun modo distinto Siria. WAAGE 1948, tav. IX, n. 821.
Spagna. Papeles V31encia ]962, p. 101, fig. 6, n. 67 (?). EsTEVA
dalla parete (eft. CAMPs 1955, fig. 4, tipo II, nn. 6, 8). CRUA&AS 1962, p. 60. fig. 6, on. 2-3. G1.'"1TART DURAN 1970, p. 153,
Lamb. 52B. - Fonda munito di piede ad anelIo, arlo fig. 26, n. 14; p. rOO, fig. 31, n. 2. MARnN-SERlIBS 1970, p. 50, fig. 25,
arrotandato, parete svasata (tav. XXXIl,9). n. 41; p. 68, fig. 40, nn. 51 (?), 53 (?).
Tun£sia. HOLWERDA 1936, p. 48, fig. IS; 'av. V, nn. 635, 637,
640-641, 643 (= HA"!ES 1972, p. 92, fig. 14,. fonna 32/581 n. 22).
Produzione. CVA Copenhague 7, tav. 310, nn. 7-9 = PA:I..LAREs 1960, p. 274,
fig. 9, nn. 7~9. SALOMONSOS 1968, p. 122, fig. 34, D2 a = Raqqada
Forma prodotta in sigillata afrieans D'. La verniee i: 1973, tav. IX, tomba A12; taY. XI, fig. 47.
normalmente opaca, talora semibrillante. PuO :icoprire Musei e ColleZ£om·. HAYES 1972, p. 92, fig. 14, forma 58, n. 19.
compIetamente i1 vasa, rna riveste generalmente l'interno HAYES 1972, p. 94, forma 5SB, n. 16 = HAns 1976, fig. 6, n. 98.
Hayes 32158: fine III-inizi IV secolo (Hayes;. in corrispondenza della congiunzione Ira parete e fonda, IZi
Hayes 58B, n. IS; n. 9; n. 21: 2901300-375 (Hayes). e due 0 tre serie di doppie scanalatnre, che comprendono
Hayes 58B, n. II: 350-375 (Hayes). la decorazione a stampo. Diametri: cm 21-42. i~
Hayes 58B, n. 19: fine III - inizi IV secolo? (Hayes). ~
82
TERRA!SIGILLATA: VASI
Produzione. Lima. HAYES 1972, p. 98, fig. IS, forma 59, n. I; p. no, fig. 18.
forma 65, n. 2.
Forma prodotta in sigillata africana D'. La vernice e Marocec. }ODIN-PONSICII.I960, p. 294, fig. 6 a = ]ODIN-PONSICH
1967, p. 516, fig. 3 b. PONSICH-TARRADELL 1965, 1:. 23, fig. 12, n. n( ?).
generalmente sottile ed opaca, in alcuni casi spessa e JODIN, in BAM, 1967, p. 492, fig. 12, n. 43 (?); PI'. 5]4-515. tavv.
semibrillante. All'esterno essa ricopre generalmente l'orlo III-N. MARTIN '969, p. '70, fig. 10 (1).
e parte della parete sottostante. PortogaUo. DELGADO 1967, p. 123, tav. III, n. 42; p. 124, tav. N,
nn. 58. 60-61; 1'.125, tav. V, nn. 62, 64, 66" 68 (?). DEI.GADO 1968,
Spesso la parete e decorata all'esterno da nervature rav. III (dopa p. 66), nn. I<r13. Canimbriga 1975, p. 299, tav. LXVII,
impresse nell'argilla ancora fresca e rilevabili anche aI on. 42-48.
l'interno (per una decorazione analoga nel vetro, eft. Siria. WAAGE 1948, rav. IX, nn. 817 a, k; :~r8 a; fig. 28, n. 8.
Spagna. MARTiNEz BtmGOS, in Mem. M~ Arq. PrtY.J., VI, 1945,
SALOMONSON 1973, p. 61, figg. 47-50; eft. il tipo Hayes 63, p. 28, rav. V, nn. II-IZ. Papeles Valmcia 1962, p. [03, fig. 7, n. 70.
n. I in D' e Ie forme Hayes 56, LA BAUME-SALOMONSON EsTEVA ClmANAS 1962, p. 59, fig. 5, tav. 1,2, n. 7; p. 60, fig. 6, n. I;
p. 64, fig. 8, ray. I, I, n. 6. GUITART DURAJ:i 197C, p. 145, fig. 19,
1976, tav. 54, n. 2 in D'/' e D'). Si distinguono i seguenti nn. 8-9 (?); p. 153, fig. 26, on. 12-13. TARRADELL-M.'\RTfN 1970,
tipi di decorazione: a) serie di nervature singole (tavv. rav. XIII (dopo p. 41), on. 21-22. MANANES :'n BSEAA~ XXXVIII,
XXXII, 13; XXXIII, 4) ; b) nervature alternate ad im 1972, p. 202, fig. 8, n. I. VlCENT ZARAGOZll.-MuNOZ dMILmIA, in
Excavaciones ArqueolOgicas en Espana, 77, 1973, p. 33, fig. 13, n. II.
pressioni digitali (tav. XXXIII, 3); c) nervature alternate Tunisia. HOLWERDA 1936, p. 46, fig. 14. tavv. V, VI, X. on. 644,
ad impressioni triangolari (tav. XXXIII,7; cfr. anche 646, 647 (~CHARLESTON '955, lav. 23B). eVA c.p""hague 7,
ray. 310, n. 6 = PALI.ARES 1960, p. 274, fig. 9, n. 6. SALOMONSON
il tipo Hayes 63, n. I in D'); d) serie di nervature alter 1973, p. 61. fig. 46.
nate a ttiplici impressioni digitali (cfr. PETSAS 1966, Turchia. HEllsTROM 1965, tav. 37, n. 324- BAsS~VAN DOORNINCK
fig. 350, n. 5); e) serie di nervature singole alternate a 197I, pp. 34-35, tav. 2, on. 14 a-c.
V.R.s.S. Arch. Pamatki, XIII, Kiev 1963, p. 2], fig. 13, lei a.
nervature verticali ed oblique che creano palmette (tav. Musei e Collezioni. HAYES 1972, p. 98, fig. IS, forma 59, nn. 9, 16.
XXXIII, I). Questa forma e imitata in una produzione
locale ben documentata a Conimbriga (cfr. Conimbriga
1975, pp. 332-333, tavv. LXXXV-LXXXVI, nn. 44-49; it FORMA HAYES 61, NN. I, 4, 7, 18.
n. 49 presenta la parete decorata da nervature). HAYES 61, N. 13.
Decorazione. WAAGE 1948, TAV. IX, N. 831 K.
WAAGE 1948, TAV. IX, N. 831 U.
Stili A (i)-(ii) (Hayes).
HAYES 61, N. 26.
Cronologia. LAMBOGLIA 53 bis = HAYES 61, NK. 29-30, 33.
320-400/420 (Hayes). Attestazioni in contesti di IV se LAMBOGLIA 54 bis (HAYES 61, :"f. 3).
colo a Piazza Armerina (Piazza Armerina 1971, passim), HAYES 61, N. 21.
a Ventimiglia (Lamboglia), di fine IV - inizi V secolo ad LAMBOGLIA 54, 54 ter (HAYES 61, NN. 17, 25).
Ostia (Ostia III-IV) ein contesti di IV-V secolo aCartagine. PONSICH 1970, FIG. 93.
}ODIN-PONSICH 1960, FIG. 5.
Diffusione. DENEAUVE 1972, TAV. II, e77l, I.
Forma documentata ne1 Mediterraneo occidentale ed
orientale, nell'Ita1ia settentrionale (Aquileia, Milano, Vi Descrizione.
mercate), sulle coste dell'Atlantico e del Mar Nero, e Scode1la con orlo piil 0 meno inciimt() all'interno, 0
in Renania.
verticale, 0 tendente all'esterno, che si oongiunge con 1a
Bibliografia. parete 0 a spigolo vivo, 0 creando un gradino all'interno,
Algeria. ALI.AIs 1957, tav. (dopo p. 42), tipo V, n. 13 (?). BARADEZ sottolineato da una scanalatura 0 da un leggero solen, 0
1961, p. 129, lav. IV, un. 18, 26. all'esterno, 0 all'interno e all'esterno del vaso. Interna
Egiuo. PETRIE 1905, tav. XXX, n. I.
Francia. eVA, France 6, ColI. MQuet, tav. 50, nn. 24~25. JODIK mente sonG visibili una scanalatura in corrispondenza della
1971, p. 38, figg. nO-U2. MARTIN 1973, p. 208, fig. I , nn. 3-7; congilffizione tra parete e fondo e serie di scana!ature, in
p. 212, fig, 2, on. 1-2. numero da una a cinque, che includono la decorazione a
Getl7iama Occidentale. NIESSEN 1911, tavv. XCII, XCIV, n. 2252 =
FREMERSDORP 1958, p. 16, lav. 3, nn. 3-4 = LA BAUME 1964. p. 139. stampo. Diametri: em 22-41.
fig. 123. FREMERSDORF 19S8, p. r6, fig. 7, tav. 3, n. 5.
Grecia. WAAGE 1933, p. 297, fig. 3, n. 182; !aV. IX, on. ISS' Tipologia.
(= HAYES 1972. p. 98, fig. 15, forma 59, n. 20), 181-182. BROCK
1949, p. 71, fig. IS, n. 9. PEtsAs 1966, fig. 350, n. 5. Hayes 61, un. 1,4,7, 18. - Nella parte esterna il fondo
Israele. SALLER 1957. p. 258, fi2'. 49, nn. 3081. 4039. BAGATTI si connette alla parete in modo da formare una rientranza.
1967, p. 280, fig. 227, n. 14,. LoFFREDA 1974, p. 66, fig. 17, n. 22;
p. 73, fig. ZI, on. 1-5. Orlo inclinato all'interno, che si congiunge con la parete
Italia. MINGAZZINI 1949, p. 28. fig. 35 d. LAMBOGLIA 1950, p. 23, a spigolo vivo (tav. XXXIV, I).
fig. 4, n. 6; p. 144. fig. 80, on. 39-40; p. 169, fig. 98, n. 27; p. 181, Hayes 61, n. 13. - Fondo come Del tipo precedente.
fig. 104, on. 6 (= LAMBOGUA 1963, p. 195, 5IB)-7; p. 193, fig. 114,
n. 13; p. 198, fig. 118. n. 5. IACOPI 1963, p. 162, fig. 170. LAMBOGLIA Orlo inclinato all'interno, munito di gIadino all'interno
1963, PI'· 194-195, 51~ 51A. VERMASEREN-VAN EssEN 1965, p. 375, (tav. XXXIV, 2).
fig. 98; p. 422. fig. 244; p. 496, fig. 423. LIssI CARONNA 1966, p. 107~
fig. 19, n. 2; p. 105. fig. 17. on. 3, 5. Sibari 1970, p. 512, fig. 568,
WAAGE 1948, tav. IX, n. 831 k. - Fondo come nel primo
n. 4430. FALLICO ]971, p. 607. fig. 30. AI49-AI50. Ostia III, fig. 129. tipo. Orlo inc1inato all'interno, munito di gradino al
I Luni 1973. rav. 69, nn. 5-8. ANDRl!AU J974. tav. 17 (dopo p. 340), I'esterno (tav. XXXIV,3).
i 69-148-10. Ostia IV, figg. 9-13.
I Iugoslavia. KOROOEC 1956, tav. XV, D. 5. CREMmNIK 1966, tav. n WAAGE 1948, tav. IX, n. 831 u. - Fondo come nel primo
(dopo p. 52), n. 20. tipo. Orlo verticale, che si congiunge con la parete a
I
f
83
CERAMICA AFRlCANA r
spigolo vivo. Ii vaso pub presentarsi ora piil alto, ora piu
ba.so (rav. XXXIV, 4-5).
Hayes 61, n. 26. - Fondo come nel primo tipo. Orlo
verticale munito eli gradioo all'esterno, piil 0 meno pro
V secolo ad Ostia (Ostia III-IV), in contesti di IV-V se
colo a Cartagine. Ii tipo DENEAUVE 1972, tav. II, Cn1, 1
e documentato nel retitto di Port-Miou, associato ad
altre forme di sigillata africana D, di cui Ie piu tarde sono
i
I
I
"
nunciato (rav. xx.XIV,6-7)·
Lamb. 53 bis. - Fondo come nel primo tipo. Orlo ten
darabili nel V secolo (DENEAUVE 1972).
Diffllsione.
i
~
\
dente all'esterno, munito eli gradino all'interno e all'ester ~
no. Forma piil proionda e piu aperta (tav. XXXIV, 8). Forma diffusa comunemente nel Mediterraneo occi ~
dentale ed orientale, sul1a costa atlantica; altri esemplari
Lamb. 54 bis. - II fondo presenra un piede atrofizzato
largo. Orlo inclinato all'interno, che si congiunge con la
parete a spigolo vivo (tav. XXXIV, 9).
SODO documentati nell'Ira1ia settentrionale (Brescia, Mi
lano, Trieste, Aquileia, Treviso),~, piil raramente, nel
I
@
~
Hayes 61, n. 21. - II fondo presenra un piede atrofiz l'Europa continentale. I
zato stretto. Orlo inclinato all'interno, che si congiunge
COIl I. parete • spigolo vivo (rav. XXXV, 1).
Lamb. 54, 54 ter. - Fondo come nel tipo precedente.
Bibliografia·
Algeria. CAMPs 1955, fig. (dopa p. 236) 5, tipo IV. nn. 1-5, 6 (?).
BAltADEZ 1961, p. 119, tav. I, no. 45. 47; p. 127, tav. III, nn. I,
I,
~
15-19. LANGEL 1970, p, 236, fig. So, n. ~3. i
Orlo verticale, che si congiunge con la parete a spigolo Frana'a. CHABOT, in CLPA, XIV, 1965, p. t08, fig. 8, n. 2. )ODIN I
vivo. II vaso appore ora piu alto, ora piu basso (rav. 1971, p. 42, fig. 120. DENEAUVE 1972, p. 228, tav. I, C874, 883 (?); I
XXXV,2-3)·
p. 22.9, tav. II, C769, 770 (?), 771) I, 810, 873, 877 (?), 878-880, II
882; 1'. 230, tav. III, C839J 861-862, 864-865, 868; p. 231, tav. IV,
PONSICII 1970, fig. 93. - Fondo piano. Orlo inclinato aI C866-867 (?). MARTIN 1973. p. 208, fig. I, n. 2.
Germania OccidentaJ~. GARBSCH 1966. tav. 40, nn. II-IS; !aV.
,I
l'interno, che si congiunge con la parete a spigolo vivo
(rav. XXXV, 4).
JODIN-PONSICH 1960, fig. 5. - Fondo piano. Orlo verti
cale che si congiunge con la parete a spigolo vivo. Ii vaso
53, n. 3. POHL-WERNER 11)69. tav. 31 (dopa p. 293), nn. 3-9. 22.
Grecia. WAAGE 1933, tav. lX, nn. 16[ (?), 168-170. WALnR, in
Olympiabericht. VI, 1958, pp. 7G-7h figg. 61, 63. HAYES 1972, p. 105,
fig. 17, forma 61, n. 7. Atlante, tav. XXXIV,2. I
I
Jsnele. AVIGAD 1956. p. 83, fig. 3, n. I]. CROWFOOT 1957. p. 359,
pub presenrarsi ora piu alto, ora piu basso (rav. XXXV, 5). fig. 84, D. 20. LOFFREDA 1974. p. 73. fig. 2[, on. 8-10; p. 112, fig. 37.
DENEAUVE 1972, rav. II, Cn1, 1. - Fondo piano. Orlo n. 14; p. IlS, fig. 38, D. 14; p. 124, fig. 42. n. 2; p. 130. fig. 45, D. 12.
tendente all'esterno, munito eli gradioo all'intemo e ai
ftalia. LAMBOGU,\ 1950. p. 144, fig. So, nn. 31-35; p. 173, fig. 100,
n. 13; p. 181. fig. 104, n. 9; p. 183, fig. !06, n. 5; p. 193, fig. II4,
!
l'es,erno. Forma pD. profonda e aperta (rav. XXXV, 6). 00. 10-11. LAMBOGUA 1<)63, pp. 198-199. VllRMASEREN-VAN EssEN !
~
1965, p. 379. fig. 139; p. 461, fig. 340. Sibari 1970, p. 504, fig. 562,
n. 516. FALLICO 1971, p. 607, fig. 30, AI60, AI65. A168. LISSI CA
Prodllzione. RONNA 1971, p. 354. fig. 34, nD. 2-3; p. ]:56, fig. 31, n. 3. Ostia III,
Forma prodotta in sigillata africana D' e in D'. In figg. :16-117, 130. Luni 1973, !aV. 70, nn. 2-3; tav. 107. nn. 14, 16.
particolare, la vernice appare opaca e sottile (J)1), 0 anche lugoslavia. CREMoSNIK 1966. tav. II (dopa p. 52), nn. 18, 22.
semibril1ante, negli esemplari poco profondi, in cui 1'0rlo Libia. HAYES 1972, p. 102. fig. 16. forma 61, 00. I. 21; tav. XII a.
einc1inato all'intemo (efr. in generale il tipo Hayes 61A), Marocro. )ODIN-PONSICH ]960, p. 293, fig. 5 = )ODlN-PONSICH
1967, p. 518, fig. 5· PONSICH-TARRADELL 1965. p. 47. fig. 30, n. 7.
fig. 9~..
I
i
voha sono visibili all'interno i segni del tornio, in alcuni Portogallo. AA. W., in Cronic4 del III CG.Te50 Nac. de Arqueologia.
casi cosi evidenti che sembra trattarsi di ceramiea polita DD. 73-74; p. 126, tav. VI, no. 75-78, 79-30 (?), 81. DELGADO 1968.
a strisce. La vernice pub ricoprire interamente il vaso, !aV. III (dopa p. 66), n. 15. Con£mbriga I~n5, p. 300, tav. LXVIII,
nn. 53-58; p. 301, tav. LXIX. nn. 59-66; p. 302, (av. LXX, fin. 67~
oppure risparmiare la parte esterna inferiore. Scarti di 68;!p. 306, (av. LXXIV, D. 123.
fomace re1ativi ad un tipo non identifieato sono srati tin Siria. WAAGE 1948, tav. IX, nn. 804 u, 1!30, 831 kl ro, u.
vennti a Pheradi MllUS (rav. XXXV,7)· Spagna. FLETCHER VALLS, in APL, V, ]954, tav. V (dopa p. 224),
Questa forma appare imitata in diverse produziorti: in 'fig. 7. Papeles Valerida 1962. p. 101, fig. 6. n. 66. LAMBOGLlA 1963.
sigil1ata dell'Algeria centrale e orientale (tav. LXVIII, 4-5), pp. 198-199. ALMAGRO 1964. p. 47, fig. ]3, DO. 3. 6. 8, IS. RUGER
1968, fig. 10 (dopa p. 258), on. 4-5. RUGER 1969, p. 266, fig. 6. D. I.
in sigil1ata «tripolitana» (rav. LXV,2), in sigil1ara della GUITART DURAN 1970, p. 145, fig. 19, n. 7; p. 147, 'fig. 20, on. II-12 (?);
Turtisia occidentale (tav. LXVII,19), in sigil1ara egi p. 153, fig. 26, n. II. MARTIN-sEruuis 197C, p. 98, fig. S0, n. 3. NIE
zian. A (efr. HAYES 1972, p. 393, forma AA), in cerarrtiea MEYER,. in MDAI(M:I, 13, 1972, p. 145. fit. 10 d.
Tunisia. HOLWElWA 1936, p, 46, fig. 14..; tavv. V. X. ou. 632, 633
atertiese (tav. CXXVn,6), in sigil1ata locale ben docu (= Riiksmuseum... Gids wor de Verzameling van griekse Vasen, 1955,
mentata a Cortimb:iga (efr. Conimhriga 1975, p. 330, p. 36, fig. 20), 634- eVA Copenhague 7, ta'1. 3Il, un. I, 2 (= HAYES
tav. LXXIII, no. 23-25, 33), in una produzione locale ispa I97Z, p. 104, fig. 17, n. 18), 3 = PALLAllts 1960, p. 275, fig. 10,
rtiea (eft. GUITART DURAN 1970, p. 147, fig. 20, no. Tuu:hia. HELLSTROM 1965, rav. 37, un. 322, 325. HAYES 1972,
II-12; p. 159, fig. 29, n. 19). p. 1-::12, fig. 16. D. 13,
Musei e Collezjoni. HAYES 1972. p. 102, fig, 16, forma 61. nn. 29
30; p. 104, fig. 17, nn. 4, 26, 33; tavv. XII b, XIV a, XV a-b.
Detorazione.
Stili A (i)-(ii)-(iii) (Hayes) (tav. CXXXVII,I-3).
FORMA HAYES 60, NN. 1-2.
1977, p. 282). Attestaziorti in contesti di fine IV - inizi mente munito di una scanalatura wI margine superiore
84
TERRA SIGILLATA: VASI
esterno. All'interno iI fondo e soleato da serie eli scana Ctmimbriga 1975, tav. LXXI, n. go. II fondo presenta
Iatnte, comprendenti I a decorazione a stampo. Diame scanalatnte che permettono di distingnere un falso piede
tri: em 30-42· (cfr. tipi in D', D', tavv. XXXVII,9-II e XXXVIII I;
XXXVIII,4; XXXVIII 6-n XLVIII,I3; XLIX,6-8,
Tipologia. forme in D', tavv. XXXVIII,5; XLVIII,I-3). L'orlo
Hayes 60, nn. 1-2. - Nella parte esterna il fondo si e munito eli scanalatnte 0 profi!atnte a rilievo; snl mar
connette alla parete in modo da formare una rientranza gine esterno sono visibili due 0 piit scanalatnte (cfr. iI
(tav. XXXV,8). tipo Hayes 76, n. 6, in D') (tav. XXXVI,2).
Variante Atlante, tav. XXXV, 9 (efr. HAYES 1972, p. 100,
esemplare n. P7555 dell'Agora di Atene). L'orlo mostra Produzione.
una fascia a rilievo snl margine superiore esterno. Forma prodotta in sigillata africana D'. L'argilla e
GuERY 1970, fig. 69. - II fondo presenta un piede atro piuttosto fine. La vernice opaca, sottile, richiama peraltro
fizzato (tav. XXXV, 10). In un esemplare rinvenuto a Ia C'. La forma ricorda la Hayes 60, nn. I-zIGuEKY 1970,
Coninrbriga iI margine esterno e munito di due scana fig. 69 in D', la Hayes 60, n. 3 in E.
latnte (tav. XXXV, II).
Crtmologia.
Produzione. Atlante, tav. XXXVI, I: Hayes data un esemplare rin
Forma prodolta in sigillata africana D" derivante forse vennto nell'Agora di Atene al 350 circa. Un frammento e
dal piatto in 0, C' (tav. XXVI, 5-9). La vernice, general documentato a Cartagine in un contesto inedito della
mente opaca, e talvolta semibrillante e ricopre l'esterno seconda meta del IV secolo.
solo in parte. L'argilla e abbastanza fine. Piatti simili Ctmimbriga 1975, tav. LXXI, n. 90: gli elementi di
sono documentati in sigillata della Tunisia centrale e me affinita con forme in D', D' (taw. XXXVII,9-II e
ridionale (tavv. LXVI, 2; LXVII, I). Si conoscono imita XXXVIII, 1-4; XXXVIII, 5; XXXVIII, 6-10 e XXXIX,
zioni di qnesta forma in ambito dalmata (cfr. CERMANO 1-4) indicherebbero, per qnesto tipo, una datazione piiJ.
VIC, in Inv. Archaeologica, Jugoslavija, 8, 1965, Y77, n.4). tarda rispetto a qnella proposta da Hayes per iI tipo pre
Decorazione.
cedente. Non risulta chiaro dal testo (Conimhriga 1975:'
.se i frammenti rinvenuti a Coninrbriga si riferiscono a
Stile A(ii) (Hayes). livelli di IV 0 di V secolo (465/468).
Cronologia. Diffusitme.
320 (?)-380 circa (Hayes). Attestazioni in un contesto Forma raramente documentata nel Mediterraneo occi
tra iI 360 e iI 440 (Missione Italiana a Cartagine, dati dentale ed orientale e sulla costa adantica.
inediti) e in livelli eli distruzione relativi agli ann! 465
468 a Coninrbriga (Conimbriga 1975). Bibliografia.
Grecia. Atlante, tav. XXXVI, I.
Diffusione. Italia. LISSI CARONNA 1971, p. 335, fig. 7, n. 3 (?). Luni 1973.
tav. 70, n. 12 (?).
Forma non comune, documentata nel Mediterraneo Portogallo. DELGADO 1967, p. 126, tav. VI, n. 83. Conimbrige
occidentale ed orientale e snl!a costa arlantica. 1975, p. 303, tav. LXXI, nn. go-gI.
Bibliografia.
Algeria. GuERY 1970, p. 292, fig. 69. FORMA LAMBOGLIA 9A.
Grecia. WAAGE 1933, tav. IX, n. 178. HAYES 1972, p. 98, fig. 15,
forma 60, n. 1. Atlante, tav. XXXV, 9. LAMBOGLIA 9B (HAYES 63, n. 2).
Portogallo. Conimbriga 1975, p. 300, tav. LXVIII, nn. 49-50. (, LUNI » 1973, TAV. 68, N. 16.
Sf
f
CERAMICI\. AFRICANA I
~
Lamb. 9B. - Orlo indifferenziato dalla parete, che connette alla parele in modo da formare una rientranza;
i
I
presenta due a tre scanalature; fonda piano senza soIu
zione di conrinuitil can Ia parete (tav. XXXVI, 4). Rara
all'interno sana visibili doppie scanalature. Diarnetro:
em 34 circa.
i
j
mente 1'0r1o e inciso da una serie di tacche. ~
Tipolagia.
Hayes 63, n. r. - Orlo indifferenziato dalla parete, che
presenta due scanalature e nervature alternate ad impres
sioni triangolari (dr. 11 tipo JODIN-PONSICH 1960, fig. 6 a,
Si conosce un solo tipo (tav. XXXVI,9).
Proauzi01U!.
I
j,
in Dl; per Ie nervature, efr. Ie fonne Hayes 56 e LA Fonna prodolta in sigillata africana D11'. L'argi!la pre 1
IlAUME-SAWMONSON 1976, tav. 54, n. 2 in D1/' e D'); 11
fondo presenta un piede atrofizzato (tav. XXXVI,5).
senta fin! inclusioni di calce. La vernice, seruibrillante, ri I
ROGER 1968, fig. II, n. II. - Orlo bifido, parete al
copre esternamente gran parte delle pareti. Cfr. Ia fonna
precedente in D'. I1
quanta svasata, decorata da due scanalature. Non e atte
stato alcun tipo di fonda (tav. XXXVI,6). Cronologia.
Attestazione in un contesto datato tra 11 360 e i1 440
1
j
L!lni 1973, tav. 68, n. 16. - Orlo bifido inciso da
una serie di tacche (dr. forme in C', tav. XXX, 17-18; (Missione Italiana a Cartagine, dati inediti). f
XXX, 19-20; XXX, 21-24, in C', taw. XXIX, 8; XXXI, Diffud01U!. I
1-5, tipi b D', law. XXXVIII,9-10; XXXIX, 1-4, i
Ie forme Hayes 91, n. 29 e Hayes 12{I10 in D'), parete
decorata da due scanalature. Non e llttestato alcun tipo
di fonda (tav. XXXVI, 7).
Forma documentata finora esclusivarnente a Cartagine.
Bibliografia·
Tunisia. Atlante, tav. XXXVI,9.
I
Lamb. 2{9. - Orlo estrof!esso, parele decorata da due
scanalature; 11 fonda piano appare rialzato verso Ia mern
circa (tav. XXXVI, 8).
Produzione.
FORMA HAyES 50B, N. 60.
HAYES 50B, N. 6r.
I
Forma prodotta in sigillata africana D'. La veruice e Descnz£one.
generaImenle opaca, ma anche semibrillante e ricopre Scodel1a con arlo indisrinto da1!a parete 0 leggermente
I'esterno solo in parte, mostrando delle colature. Fonne smussato a1!'esterno, pareti svasate, fondo piano che si
simili sana ptodotte in D'{' (tav. XXXVI,9), in D' connette alla parete mediante una rientranza. A1!'interno
(tav. XXXVII, 5-6), in E (tav. LN,8-9). Sana documen una scanalatora pub comprendere Ia decorazione a stampo.
375-4oo;:irca ? (Hayes). Atteslazioni in un contesto Hayes 50B, n. 61. - Orlo Ieggermente smussato al
datato tra 11 360 e il 440 (Missione Italiana a Cartagine, l'esterno, pareti mollo svasate. A1!'interno e visibile una
Forma documentata nel Mediterraneo occidentale e plare di Raqqada, in cui Ia parete ricurva tende a rien
snlla costa atlantica; rararnente anche nel Mediterraneo traresuperionnente (efr. Sal. D4 a).
Lili.a.. HAYES 1972, p. HO, fig. 18, fonna 63, n. I. La forma in esame appare simile al tipo Hayes 50B, n. 56
Portogollo. DELGADO 1967, p. 124, tav. IV, nn. 50, 53. Conimbriga 10 C', e alla fonna 50B{64 in D'.
86
~.
,,>.., .•
Si conosce un solo tipo (tav. XXXVII,4). p. 275, fig. 10, D. 4 = HAYES 1972. fig. 18, forma 64. D. z.
Produzione.
Forma prodotta io sigillata africana D'I'. La vernice FORMA HAYES 64, N. 4.
semibrillante, tendente a sfaldarsi, ricopre l'ioterno e
l'orlo, mostrando all'esterno delle colatore. err. il tipo
Hayes 53B io C'. Descrizione.
Cronologia. Scodella con orlo iodistinto dalla parete, pareli svasate,
poco ricurve, fondo mnnito, in corrispondenza della eon
370-430 come per il tipo analogo io C' 0 poco pin tardi? giuuzione con la parete, <Ii una rientranza sulla superficie
. Diffusione. esterna, di una scanalatora su quella ioterna. Diametri:
em 23,5-27.
Forma documentata a Sperlonga e ad Aquileia.
Bibliograjia. Tipologia.
[talia. Atlante, tav. XXXVII,4. Si conosee un solo Iipo (tav. XXXVII, 7).
87
CERAMICA AFRICANA
88
stato rinvenuto insieme con i tipilHayes 93A,,,"n. 3 e
:"l
, ,:,i
•
TERRA SIGILLATA: VASI
Sf}
CERAlVIICA AFRICANA
II
Hayes 76, n. 4. - L'orlo presenta il labbro sporgente
fig, 359. Luni 1973, tav. 70, n. 6.
supenormente e pendente inferiormente. Fondo piano Portogallo. DELGADO 1967, p. 127, tav. VII, nn. 85,86 (?), 87~9I,
(rav. XXXVIII, 8). 93, Conimbn'ga 1975, p. 303, tay. LXXI, n. 96; p. 304, tav. LXXII,
no. 92-95.
Conimbriga 1975, rav. LXXII, n. 92. - 1'orlo, liscio 0 Stagna. MARTIN-SERRF.5 19?O, p. 50, fig. 25, n. 40. i!
solcato da una 0 piu scanalature, presenta illabbro deco Tunisia. DENBAUVE 1974, p. 155, fig. 17, n. 6. Atlante, tav.
raro superiormente da una serie di tacche (efr. forme in XXXlX,3. I
C', tav. XXX, 17-18; XXX, 19-20; XXX, 21-24, in C', 1
I
tavv. XXIX,8; XXXI,I-5, il tipo Luni 1973, rav. 68
n. 16 in Dl, Ie forme Hayes 91, n. 28, ed Hayes I2/no
FORMA LAMBOGLIA 59 = HAYES 79. 1
in D'. II fonda e munito di un piede atrofizzato (efr. i Descrizicne.
'j*
!
fondi delle forme in C', C' gia citate) (tav. XXXVIII,
9-10).
Soodella carenata con arlo munito superiormente di un I
%
DELGADO 1967, tav. VII, n. 88. - 1'orlo e munito di leggero ineavo, fonda piano. La carena i; decorata da una ::
1
una profilatnra a rillevo non distante dal labbto (efr. o piu scanalature. In un frarnmento rinvenuto nell'area ,1
forme in ca, tav. XXX, I7-18; XXX, 19-20) e presenta eli Vcia, probabilmente attribuibile a questa forma (Hayes ,j
illabbro decorato da racche. Fondo piano (tav. XXXIX, I). 79, n. 2), il fonda e decorato all'interno da una linea di ,~
decorazione a rotella grossolana, all'esterno da una sea
':i
mente, e da due scanalature suI margine esterno (efr. il
tipo C(}tlimhriga 1975, tav. LXXI, n. 90 in Dl e la for
Tipologia.
Si conosce un solo tipo (tav. XXXIX, 5). E incerto se
l,§
ma Hayes 74 in C' e in C'). Vaso piu profoudo (tav. riferire alla forma in questione un frarnmento rinvenuto a ~
XXXIX, 2-3). Cartagine, relativo ad una scodella dalle pareti rettilinee i
Variante Conimbriga 1975, tav. LXXI, n. 96. L'orlo pre (tav. XXXIX, 6). ~
senta una doppia zona di decorazione a rotella (efr. il !
tipo Hayes 70, un. 8-9 in E) (tav. XXXIX,4). Produzione.
Forma prodotta in sigillara africana D'. ArgiUa gra I
Produzione.
Forma prodotta in sigillata africana Dl. La vernice e
nul05a, vernice brillante distesa all'estemo solo in parte.
E simile alla forma segnente in D'. I
generalmerrte opaea, sottile, talorn semibrillante; e di
stesa all'interno del vasa e sull'orlo. Alcuni frammenti
analoghi al tipo Hayes 76, n. 6 presentano caratteristiche
che consigliano l'attribuzione alla sigi1lata africana C'
(cfr. la forma Hayes 76, n. 7 e ancbe 1a variante Hayes
73A, n. 10). Sana citati nella bibliografia rclativa a quesra
Cronologia.
V secolo ? (Hayes). II frammento di incerta attribu
zione e document.to in uno strato databile dopo la fine
del IV - iuizi V secolo e non oltre la fine del V (Missione
Italiana a Cartagine, dati inediti).
I ; Ii
Forme simili sono documentate in sigi1lata della Tuni !srade. DELQUGAZ 1960, tav. 52, n. 64.
sia centrale (tav. LXVII, I2), della Tunisia meridionale Itatia. LAMBOGLIA 1963, p. 205. HAm 1972, p. 126, fig. 22,
forma 79, n. 2.
(tav. LXVI,13) dell'Algeria centrale ed orientale (tav. Portogallo. C012imhrita 1975, p. 305, tav. LXXIII, n. 106 (?).
LXVIII,6). Tunisia. Atlante, tav. XXXIX, 6 (?).
Descrizione.
Stile A(iii) (Hayes). FORMA «ArLANTE», TAV. XXXIX, 7.
Crrmologia. Descrizi(}tle.
425-475 circa (Hayes). Attestazioni in livelli di distru Soodella carenata ad arlo bifido. Diametro: cm 28,5.
zione degli ann! 465/468 a Conimbriga (C(}tlimbriga 1975) Tipologia.
e in un contesto datato tra il 360 e il 440 a Cartagine
Si conosce un solo tipo (tav. XXXIX, 7).
(Missione II:aliana a Cartagine, dati inediti).
Produzicne.
Diffusi_.
Forma prodotta in sigillata africana D'. Vernice bril
Forma poco comune, documentata ne! Mediterraneo lante, tendente a sfaldarsi, distesa all' estemo fino al eli
occidentale ed orientale e sulla costa atlantica. sotto della carena.
9° .~
,}
'E)
r
TERRA SIGILLATA: VASI
Cronologia. Produzione.
Indeterminata. La produzione D' non sembra atte Forma prodotta in sigillata africana D'. Argilla fine
stata prima della fine del IV secolo. mente granulosa, ben cotta; la vernice semibrillante a .
brillante, e distesa all'interno e all'esterno fino ad una
Diffusione. certa zona della parete, presentando anche delle cola
Forma documentata a Cartagine. rnre. Per I'orlo richiama forme in D' (tav. L, 6-7), in E
Bibliografia· (tav. LV,7-9), in sigillata Hripolitana» (tav. LXV, 8 e
Tunisia. Atlante, tav. XXXIX, 7. 12). Nel tesoro di Traprain e attestato un tipo di scodella
in argento, la cui parete eornata all'interno da strigilature
(efr. CuRLE 1923, tavv. XV, XXXV, n. 19).
FORMA HAYES 87B.
Cronologia.
Descrizione. Attestazioni a Cartagine in un deposito paleocristiano
Scodella con arlo di forma allungata, poco ingrossato sulla collina della Byrsa in un contesto databile probabil
o arrotondato all'esterno, distinto dalla parete svasata mente nella seconda meta del V secoIo (DENEAUVE 1974),
grazie ad una scanalarnra a un leggero incavo. II fondo, in un contesto di fine Vein un altro del 560 circa insie
scanalato all'interno, mostra un piede atrofizzato. Una me con materiali in gran parte databili tra la fine del V e
scanalarnra evisibile sulla superficie esterna del fondo nel Ia meta del VI secolo (Michigan I) e in altri contesti degii
l'unico esemplare intero noto. Diarnetri: em 21l-36. inizi del VI secoIo (Missione Italiana a Cartagine, dati
inediti).
Tipologia.
Diffusione.
Si conosce un solo tipo (tav. XXXIX, 8-9).
Forma documentata rararnente nel Mediterraneo oc
Produzione. cidentale.
Forma prodotta in sigillata africana D'. Argilla granu Bibliografia.
losa piutto,to rozza. Vemice brillante distesa all'interno ltalia. Sibari 1970, p. 375, fig. 401, n. 8; p. 518, fig. 574, n. Z! 136.
Spagna. SHRRANO RAMOS 1970, p. 740, fig. 7.
e all'esterno sull'orlo. TaIora l'interno del vasa presenta Tunisia. DENEAUVE 1974, p. 144, fig. 9, n. 9. Michigan I, p. 55,.
una politura a strisce. All'esterno sana spesso visibili Ie fig. 3, VII, n. 22; p. 71, fig. 10, n. II. Atlante, tav, XL, I~Z.
!inee del tomio.
Cronologia. FORMA {<ATLANTE», TAY. XL,3.
Inizi VI secolo (Hayes). Attestazioni in contesti inediti
della fattoria romana del Nador (Tipasa) insieme can Descrizione.
forme in D' (tavv. XLI,5-7; L,II-I5 eLI, 1-8). Scodella con arlo Ieggermente ricurvo, munito di due a
Diffusione. tre scanalature. Diarnetro: em 20.
Forma raramente documentata nel Mediterraneo occi Tipologia.
dentale ed orientale.
Si conosce un solo tipo (rav. XL,3).
Bibliografia. Produzione.
Grecia. HAYES 1972, p. 134, fig, 24, forma 87, n. 3.
9I
CERAMICA AFRlCANA
di un labbro rivolto verso I'alto. Una leggera profilatnta a n. 2.in D', iI tipo Hayes 63, n. I in D') da sole 0 alternate a
rilievo, insieme con una scanalatnta, separa la parete dal depressioni rettangolari ed e generalmente separata dal
fondo (efr. forme in 0, tav. XXIX, 12; XXIX, 13, in fondo piano mediante una leggera profilatnta a rilievo.
D', :avv. XLV, 3-5; XLV, 6-7; XLVII,9-II; L, II-I5 II fondo e decorato aI centro da motivi a stampo. Lun
Tipologia. Tipologia.
Si conosce un solo tipo (tav. XL, 4). La documentazione e insufficiente ad .rticolare una
Produzione.
Forma prodotra in sigillata africana D (0' ?). Argilla Produzimle.
granulosa, vernice opaca, distesa all'interno e, all'esterno, Forma prodotta in sigillata africana DII'. La vernice so
fino ad una zona sottostante all'orlo. Potrebbe far ser mibriIlante e distesa a1I'interno e sull'orlo, presentando
vizio con Ie forme Hayes 95, n. 3!Gelticum 1962, tav. 40, della colatnte all'esterno. Sembra trattarsi di una versione
n. 3 e Atlante, tav. LII,2, in D'. meno fine, in D, della anaIoga forma decorata prodotta in
Si conosce un solo tipo (tav. XL, 5). si pui> pensare ad una datazione analoga al vassoio rettan
I
Forma prodotta in sigillata africana D'. Argilla granu in un contesto datato tra iI 510 e iI 550 (Missione Italiana
Spagna. SERRANO RAMos 1970" p. 738, fig. 5; tav, (dopo p. 740) II,
Bibliografia. fig. I.
De,crizione. Descrizione.
Piatto rettangolare con largo orlo a tesa piana, oriz Scodella .d orlo ingrossato ed a1Iungato, il quale pre
zollta1e 0 leggermente rivoIto verso I'alto, decorato a perline senta il margine superiore leggermente convesso e distinto
suI margine esterno e talora munito di leggere promatnre dalla parete svasata grazie ad un gradino, che appare
a riIievo. AII'interno Ia parete e ornata da una serie di pill marooo all'esterno. II fondo mostra un basso piede a
nervatnte (eft. una forma in D', D', taw. XXXII, 10-13 e sezione triangolare; a1I'interno sono visibili talvolta due
92
TERRA SIGILLATA: VASI
Tipologia. Bibliografia·
Libia. HAYES 1972, p. 134, fig. 24, forma 87, n. 5.
Atlante, tav. XL, 9. - L'orlo appare pilI corto, pilI eret
to e disrinto pilI nettamente dalla parete. Forse si tratra
di un tipo intermedio Ira l'orlo comune alia forma Hayes FORMA «ATLANTE }), TAV. XLI, 2.
87A in D' e quello comune alia forma in oggetto (efr.
anche Hayes 87, n. 4 in E). DescNzione.
Lamb. 55B. - L'orlo appare pilI allungato e tende ad
Scodella con orlo appiatrito superiormente, munito di
avere Ia stessa inclinazione della parete. E meno evidente
un Iabbro pendente. Diametro: em 25.
il gradino, che, all'esterno, divide l'orlo dalla parete
(tav. XL, 10). Tipologia.
Produzione. Si conosce un solo tipo (tav. XLI, 2).
Fonna prodotta in sigillata africana D'. Argilla granu Produzione.
losa, generalmente ben depurata, che richiarna, talvolta, Forma prodotta in sigillata africana Dl/2. Argilla fine,
Ia C' piuttosto cbe Ia D. La vernice e generalmente spessa vernice semibrillante, distesa esternamente solo sull'orlo.
e brillante, rna pub essere ancbe opaca 0 semibrillante; Cfr. Ia fonna precedente in D'.
distesa uniformernente all'interno, ricopre all'esterno I'orlo,
mostrando al di sotto delle colature. Sono visibili spesso i Cronologia.
segni del tornio. L'orlo presenta un annerimento in alcuni Attestazioni in uno strato in cui Ie fonne pili tarde
frammenti raccolti a Pheradi Malus. In questa Iocalitil di D sono databili dalla fine del V - inizi VI al 580/600
della Tunisia settenttionale sono stati rinvenuti scarti di (Missione Italiana a Carmgine, dati inediti).
fomace relativi al tipo Lamb. 55B (tav. XL, II).
Diffusione.
Cronologia. Fonna documentata a Cartagine.
lnizi VI secolo (Hayes).
Bibliografia.
Diffusione. Tunisia. Atlame, tav. XLI,2.
93
CERAMlCA AFRlCANA
gradino esternamente. Pareti svasate. II fondo presenta Si conosce un solo tipo (tav. XLI, 8).
un basso piede a sezione triangolare, 0 un piede piu basso
quasi ad anello, 0 un piede ad anello atrofizzato. In cor Produzione.
rispondenza del piede, all'intemo, il fondo edecorato talora Forma prodotta in sigillata alrieana D'.
da due seanalature comprendenti la decorazione a stampo;
in egual numero sono visibili all'estemo verso il centro in Decorazione.
un es=plare rinvenuto nell'Agora di Atene (tav. XLI, S). Stile E(ii) (Hayes).
Diametri: em 2S-38. Cronologia.
Tipelagia. Inizi del VI secolo (Hayes).
La documentazione relativa a questa forma e troppo
Diffusione.
scam per poter individuare una tipologia (tav. XLI, S-7).
L'unico esempIare proviene da Sperlonga.
Produzi.une.
Bibliografia·
Forma prodotta in sigillata africana D'. Argilla general ltalia. IACOP[ 1963, pp. 157-158, figg. 157-158 = IACOPI 1965,
mente rozza e granulosa. Vernice spessa e brillante di fig. 62 = BARADEZ 1967. pp. 264-265.
stesa all'esterno fino ad una striscia al di sotto dell'orlo.
La forma Hayes 87A, prodotta forse nelle officine di
Oudna per 10 stile della decorazione a stampo, costitui FORMA HAYES 1041\.
sce Ie sviluppo di una forma in D" D' (tavv. XXXIV; WAAGE 1948, TAV. VIII, N. 805 a.
XXXV,I-7) e prelude alla forma Hayes I04A{WAAGE
1948, !aV. VIII, n. 80S a in D'. Descrizione.
Scodella con orlo convesso nella superficie interna, piu
Decorazione. o menD ingrossato, e pendente, che si congiunge alia
Stile E(i) (Hayes). parete svasata mediante un lieve incavo all'interno, e un
gradino all'esterno. Generalmente la parete presenta una
Cronologia. o due scanalature, all'interno vicino all'orlo, un'altra al
Sec~nda meta del V secolo (Hayes). Attestazioni in I'esterno verso il centro. II fondo e munito intemanIente
contesti inediti della fattoria del Nad~r (Tipasa) insienIe
con forme in D' (tavv. XXXIX, 8-9; L, II-IS e LI, 1-8).
di due scanalature cbe comprendono la decorazione a
stampo e presenta un piede di altezza varia, che apparc
,i
~
Diffusione.
svasato e rastremato. Diametri: em 29-So,S. ,
ri
i
Tipologia.
Forma documentata nel Mediterraneo occidentale ed
orientale e sulla costa atlantica. E quasi eompletamente Hayes 104A. - Orlo piu 0 meno ingrossato, m a1cuni !
assente nelle stratigrafie di Cartagine.
Bibliografia.
Fra,..£ia. IODIN 1971, p. 40, nn. n6-II7; p. 43, n. 121 (?).
Greda. WAAGE 1933. tav. IX, n. 179 (?). HAYES 1972, p. 134,
casi assottigliato nei margini superiore ed inferiore. II
piede pub essere basso, 0 di altezza media, 0 di altezza
maggiore (tavv. XLI,9; XLII, 1-2).
WAAGE 1948, tav. VIII, n. 80S a. - Orlo molto ingros
I
%
[
I
fig. 24, forma. 8.7, on. 1-2. sato, pendente, in cni il margine estemo appare poco
ItaJi>J. LAMBOGLIA 1950, p. 144, fig. 80, nn. 26-30 (?). VERMASEREN ricnrvo e il margine interno erea talora una leggera con
VAN EsSEN 1965, p. 461, fig. 339 (?).
Marocco. PONSICH-TARRADELL 1965, p. 14. fig. 5, n. 16 (?); cavita nel congiungersi con la parete (tav. XLII, 3). ~
p. 20, fig. 9, on. 8, 16 (?); p. 23, fig. 12, n. 13 (?); p. 27, fig. 14; Variante Atlante, tav. XLII, 4. Orlo ingrossato ed ar !
p. 30, fig. 17, n. 4(?). JODIN 1967, p. 149. fig. 26.
Portagalia. DELGADO 1967, p. 126, tav. VI, n. 81 (?); p. 127,
rotondato, dai contorni meno netti. La parete appare I
!aV. VII, n. 92 (?). Conimbriga 1975, p. 306, tav. LXXIV, n. 123. priva di scanalature.
Sparna. E:mWA CaUAN-AS 1962, p. 60, fig. 6, n. 5. LAMBOGLIA
1963, :p. [97,53. A1.MAGRO 1964, p. 47, fig. 13,00. 1,4,22. MARTIN Produzione.
SERRES [970, p. So, fig. 47, n. IS. TARRADELL-MARTIN 1970, tav.
(dopa p. 41) XV, n. 50. Forma prodotta in sigillata africana D'. Argilla poco
depurata, vernice generalmente spessa, brillante, che ri
copre I'intemo e l'esterno, fino ad una zona sottostante
FORMA IACOPI 1963, P. 158, FIG. 158. all'orlo. Deriva probabilmente dalla forma Hayes 87A
in D'. efr. Ie forme Hayes I04B, n. IS, 104C in D'.
Descrizione. Una forma simile e documentata in sigillata (, tripoli
tana» (tav. XLVd).
Scodella di grandi dimensioni eon orlo a mandorIa
(cli:. I'orlo di una forma in D', tavv. L, lI-IS eLI, 1-8). Decoraziom.
La parete ricnrva e svasata presenta all'interno una seana Stile E(ii) (Hayes) (tav. CXXXVII, S"6).
latura vicina all'orlo. Piede di media altezza, del tipo do
cumentato nella forma seguente. II fondo presenIa la Cronologia.
decorazione a stanIpO compresa entro una scanaIatura soo-S80 circa (HAYES 1972; per la cronologia iniziale,
(efr. l'esemplare Hayes 103, n. 3). Diametro: em 44,1. efr. HAYES, in A propos des ciramiques de Conimbriga,
94
LECLERCQ 1901, 11, p. 531, fig, 358 = LECLERCQ 1939, XIV, p. 1176, Grecia. HAYES 1972, fig. 30, forma 104, n. IS.
fig. 10336 = BARADEZ 1967, pp. 247. 255, n. 24. BARADEZ 1961, p. Israele. DELOUGAZ 1960, tav. 52, D. 6o (?). LoFFREDA 1974, p. 73,
123, rav. II. nn. 21-23. BARADEZ 1967, pp. 232-233, zSl. 00. 1-2; fig. 21, n. II.
pp. 237, 251, n. 4; pp. 239, 255, n. 5. Siria. WAAGE 1948, tal'. VHf, n. 80Sk.
Egitto. WULFF 1909. p. 293, tav. LXXII, n. ISS6. HAYES 1972, Spagna. ALMAGRO 1964, p. 52, fig. 16, D. 8.
tav. XVIII h; p. IS8, fig. 29, forma 104, n. 2; lav. XVII b,
104, n. 4.
Grecia. WAAGE 1933, tav. IX, nn. 165, 171. LEVI, in AS..4A,
XXXIX-XL, 1961-62, p. 555, fig. 80 (e incerta l'attribuzione di FORMA HAYES I04C.
questo esemp1are alIa fonna in esame 0 alia seguente). HAYES 1972,
p. 162, fig. 30, 104, n. 13.
Israele. CROWFOOT 1957, p. 359. fig. 84, n. 24. LoFfREDA 1974, Descr£zione.
p. 122, fig. 41, n. 22.
[talt"a. DE ROSSI, in BAG, 2 set., IV, 1873, p. 125, taY. X, D. :2 =
B Scodella profonda con orlo arrotondato, poco ingrossato,
GARRUCCI 1880, tav. 466, Xl. 3 = 1.EcLERcQ 1907, ll,p. 537, fig. 356 = patete ticurva cbe ptesenta all'inrerno una leggera con
LECLERCQ 1939, XIV, p. n84, fig. 10348 = BARADEZ, in MEFR, cavita in corrispondenza della congiunzicne con 1'0rlo.
LXXIX, 1967, pp. 237-238. LAMBOGUA 1950, p. 169, fig. 98, n. 2$;
p. 173, fig. 100, n. 10. LISSI CAlONNA, in NSA, 1971, p. :B5, Sono visibili all'inrerno una scanalatura sulla parete vi
fig. 7, D. 5; p. 340, fig. 14, D. I. Lum' 1973, tav. 70, on. 4-5; cino all'orlo, due 0 tre scanalature sui fcndo comprcn
tav. 108, D. 7.
Malta. Malra 1964, fig. 16, nn. 6-8.
denti la decorazione a stampo. II fondo presenta un basso
Partaga!Zo. Conimhriga 1975, p. 306, rav. LXXIV, nn. II9, 121-122.
piede triangolare (efr. la forma Hayes 87A, in D" tav.
Siria. WAAGt 1948, tav. VIII, nn. 803, 804a, 805 a,i.
XLI,5) 0 un piede ad ane110 atrolizzato (efr. Hayes, rav.
Spagna. EsnwA CRUANAS 1962, p. 60, fig. 6, D. 5. ALMAGRO
1964, p. 47, fig. 13, n. 19. Carteia 1967, p. 31, fig. 31, n. 653. TAR XLI, 6-7) 0 un basso piede svasato e rasttemato (cfr. la
RADELL~MARTIN 1970, tav. (dopo p. 4T) XIII, nn. 12-20. forma Hayes 104ArwAAGE 1948, tav. VIlI, n. 805 a in
D'). Diametri: em 26-35.
Tipologia.
FORMA HAYES 104B, N. 15.
Si conosce un solo tipo (tavv. XLII,7; XLIII, 1-2).
DescrizifJne. Produzione.
Scodella con orlo arrotondato e ingrossato, in alcuni Forma prodotta in sigillata africana D'. Vernice semi
casi poco pendente, che si congiunge alla parete mediante brillante 0 bri11ante, esternamente distesa solo sull'orlo.
un incavo all'interno e un gradino all'esterno. Due scana efr. Ie forme in D' (tav. XLI, 9 e XLII, 1-4; XLII, 5-6),
lature sono generalmente visibili sulla parete, una al Hayes loA, in Late Roman C, in sigill.ta egiziana C
l'interno vicino all'orlo, l'altra all'esterno verso il centro. (tav. CXIII,9-12).
II fondo presenta due scanalature comprendenti la deco Decorazione.
razione a stampo e un basso piede. Vasa piu profondo della Stile E(ii) (Hayes, il quale ritiene gli esemplari pin
forma precedente. Diametri: em 33-43. rardi privi della decorazione a stampo).
Tipologia. Cronologia.
Si couosce un solo tipo (rav. XLII, 5). 550-625 (Hayes). Attestazioni a Cartagine in un conte
Variante Hayes lo4B, n. 16. Orlo poco ingrossato, in sto della seconda meta del VII secolo circa (Michigan IV).
cui i1 margine intemo, congiungendosi con la parete, crea
una Jeggera concavita, che si ritrova pin frequentemente Dijfusioue.
nella forma seguente (tav. XLII,6). Forma non molto comune, doeumentata nel Mediter
taneo occidentale ed orientale.
Produzione.
Bibliografia.
Forma prodotta in sigillata africana D'. Argilla e fattuta Grecia. HAYES 1972, p. 162, fig. 30, forma 104, n. 23.
rozza, vernice btillante, tendente a sfaldarsi, che ticopte [srae/e. FITZGERALD 1931, tav. XXXIV, n. 47. SCHNEIDER !934,
l'estemo solo in parte. Questa forma deriva dalla prece p. 30, fig. [7. DELOUGAZ 1960, tal'. 52, nn. 55·58, 59 (?), 61-62; tal'.
53, on. 3-12, 14-16; tav. 54, n. 3 (a1cuni orli potrebbero riferirsi alIa
dente in D'. Cfr. anehe la forma seguente. forma precedente). LoPFREDA 1974, p. 73, fig. 21, nn. 12-13.
Libia. HAYES 1972, fig. 30, forma 104, D. 29.
Stile E(ii) (Hayes). Turchia. HAYES I968~ p. 209, tav. E, nn, 46-47.
YJ
CERAMlCA AFRlCANA
FORMA HAYES 105, NN. 3, 6. colare, Hayes 104, n. 22 in D'. Una forma simile i: do
WAAGE 1948, TAV. VIll, N. 802 cumentata in sigillata egiziana A (efr. HAYES 1972, p. 394,
WAAGE 1948, TAV. VIll, N. 802 forma II), e C (tav. CXXVI, 5).
HAYES 105, NN. 7-10, 15-16. Gronologia.
580/600-660 e oltre? (Hayes). Alcuni esemplari, at
Descrizi