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DELL'ARTE ANTICA
CLASSICA E ORIENTALE
ISTITVTO DELLA
ENCICLOPEDIA ITALIANA
FONDATA DA GIOVANNI TRECCANI
ROMA
©
PROPRlETA ARTISTICA E LETTERARlA RISERVATA
Copyright by
I985
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Siampato in Ita/in - Prm/ra in I/alY
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DIRETTORE DI REDAZlONE
REDAZIONE
Dr. IDA BALDASSARRE, Professore nell'Istirur. Universirario Orientale di Napoli; Dr. TERESA LANZILLOTTA;
Dr. GRAZL~ MANNIRONI LUBRANO; Dr. SALVATORINO SALOMI; Dr. EVA MARGARETA STEINBY,
Universita di Helsinki
SEGRETERIA
SOMMARIO
l'REsENTA210NE • • • . . • . Pag. xv
AVVERTENZE . )} 2
ABBREVIAZIONI » 3
Definizione . . . . . » 9
Caratteristiche materiali » 9
Area di provenienza » 10
Caratteri distintivi » 10
Classificazione I) I I
Decorazione . . . )} II
Cronologia . . . . 1) 12
Infiuenze . . . . » 13
FORME APERTE; SERlE ELLENISTICA: Piatti e scodelle (Forme 1-14); Coppe e tane (Forme 16-25); Crateri
FORME APERTE: SERlE ROMANA DEL I PERlODO (Early Roman): Piatti e scodelle (Forme 28-41); Coppe e taz2e
(Forme 42-51) » 27
FORME APERTE: SERlE MEDlo-IMPERIALE (Middle Roman): Piatti e coppe (Forme 52-61) » 38
FORME CHWSE; Brocche tarde (Forme I06-II2) e Bottiglie biansate (Forme II3-II6) » 44
Definizione ..... » 49
Provenienza .. . . . i} 49
Caratteristiche materiali I) 49
Oassificazione . . . . » 50
Le Forme ..... )1 50
SIGILLATA ORIENTALE B1 » 50
SIGILLATA ORIENTALE B2 » 51
Distribuzione ) 52
lnfIuenze ) 52
(SIGn.LATA BI (Fonne I-50): Piatti (1-15); Piatti a fonda plaoo (Forme 16-20); Ciotole con piede (Forme
SIGILLATA B2 (Forme 51-100); Piatti (Forme 51-64): Ciotole (Forme 65-76); Piatti (Forme 77-80) »62
Definizione . . . . . ) 71
Classificazione .. . . . » 72
Diffmdone ~ 72
Infiuenze l~ 72
XI
Cronologia e forme » 80
Diffusione . . . . . . . . . . . » 80
SERIE TIPOLOGIClIE: Piatti (Forme PI-PI3); Coppe (Forme PI4-P32); Tazze biansate (Forme P33-P3S);
V. SIGILLATA PONTICA »
92
Definizione » 92
FORME »
93
Forme varie » 9S
CLASSI CONNESSE CON LA SIGILLATA PONTlCA » 9S
ABBREVlAZIONI »
99
INTRoDuzIONE » 109
L'argilla » 109
La vernice » 109
Cronologia . » no
Influenze » no
Esportazione » III
OmCINE » III
Sabadell » lIZ
Ruidoms · . , . » lIZ
Montroig ·. ,) lIZ
Bezares · . . . . . » 113
Tricio . . . . . . . » 113
Arenzana de Arriba ,)
1I3
Pamplona » 114
Liedena . . . . . . . . . . » II4
.
Corella · . . . . . . . . » 1I4
Uxama ·......... »
Tiermes ·........ , 1I4
1I4
Ollicine della Valle del Tajo » II4
Talavera de la Reina » 1I4
Pantoja ·......... » II4
Ercavica ·
.., ..... » II4
Centri ceramici e ollicine della Berica » 1I4
Centro di Andujar » 1I4
La Cartuja . . » lIS
Albaicin . . . » lIS
Singilia Barba » lIS
Alameda ·. » lIS
Ollicine di epoca tarda della Meseta » lIS
Officine di epoes tarda della Lusitania » 1I6
XII
TECNICA Dr FABBRICAZIONE
Psg. It6
Elementi tecnologici
, n6
n tornio .
n6
Matrici .
INTRODUZlONE • 185
192
"
MORFOIOGIA - PRODUZIDNE LISClA 193
AVVERTENZE 23 2
AnBREVIAZIONI
" 233
brrnODUZIONE 241
1. I tipi mOIfologici
" 242
Produzione centro-italica
346
Produzione campana
• 347
Prodnzione sod-gallica
350
Produzione di Lione . . . 35 1
"
XIII
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37 6
NOTA BIBLIOGRAFICA • • • • • • • • • • » 40 5
TAVOLE I-CLIX
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PRESENTAZIONE
Con questo secondo volume, che appare quattro anni dopo il prim(}, giunge a compimento la
sezione dell' Atlante delle forme ceramiche dedicata alla ceramica di eta. romana. Altri tipi e forme nuove
non mancheranno di venir aI1a luce negli scavi che si vanno moltiplicando nel bacino mediterraneo,
e probabilmente giiL si tr(}vano nei depositi, non sempre accessibili, di numemsi musei: mttavia Ie
sistematiche indagini su cui s(}no fondate Ie c1assificazioni proposte ne! nostr(} Atlante fanno di esso
un modello orientativo e un valida sussidio per ogni ulteriore ricerca ne! settore dell'arche(}logia
considerato.
Diversamente dal primo, che estato redatto da un gruppo di stndiosi uniti da una comune espe
rienza di indagine, il presente volume raccoglie contributi di autorevoli esperti che hanno lavorato
indipendentemente. I singoli capitoli costitniscono pertanto monograJie distinte, e ciascuna di esse e
provvista di un suo partiCGlare repertorio bibliograJico; ad alcune I: aggiunto un indice dei tipi e delle
dec(}razioni.
La prima redazione dei capitoli de! Dr. Hayes e della Dr. Mezquiriz i: stata compiuta con qualche
anno di anticipo rispetto a quella degli altri: i: stato quindi necessario un lavoro di aggiomamento,
che ha imposto rinvii nella pubblicazione e, in aggiunta all'ordinario lavoro redazionale, la traduzione
delle parti nuove 0 rielaborate nei contributi dei collaboratori stranieri. II doveroso avvertire, inoltre,
che per evitare ulteriori ritardi nella pubblicazione de! volume, la Redazione si e prodigata in un'at
tenta revisione - che non i: stata soltanto tipograJica - dei testi; e per non poche rettifiche si deve
esser grati specialmente a Ida Baldassarre e a Margareta Steinby.
Come nel volume precedente, Tommaso Semeraro ha saputo armonizzare la raffinatezza artistica
con l'appagamento delle esigenze scientifiche.
xv
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AVVERTENZE
II testo originale'di questo contributo e stato dato alla redazione ne! 1975; gli ultimi aggiornamenti bibliografici
datano all'ottobre 19&1. In genetaIe non sono citate Ie pubblicazioni pin recenti.
Esprimo qni i miei pin profondi ringraziamenti a tutti coloro che hanno contribnito in ogni modo al perfeziona
mento di questa mia opera. II prof. H. S. Robinson ha fornito alcuni profili tratti daIla sua opera sui trovamenti
dell'Agora di Atene, di prossima pubblicazione. II prof. C. K. Williams mi ha gentihnente permesso la pubblicazione
di vari oggetti dai vecchi scavi di Coriuto; i profi1i di questi, fatti da me stesso tanti anni fa su scala ridona, non
sono sempre molto accurati. La tipelogia qni presentata della Sigillata Cipriota e quella utilizzata nella prossima
pubblicazione degli scavi del fu K. Nicolaou a Nea Paphos, pubblicata qni in anticipe con il cortese assenso della
stesso. Molti prototipi della Sigillata Orientale A provengono dallo stesso scavo (Casa di Dioniso; sigla 0[;). Gli
altri disegni, quando non tratti da pubblicazioni, sono dell'autore; questi sono stati fatti in un arco di pin di venti
anni con il gentile assenso dei conservatori e direttori di numerosi musei, e scavi, troppe numerosi per poterli
ringraziare individuahnente. I miei disegni e quelli tratti da pubblicazioni sana stati Iiprodotti da T. Semeraro su
~
formato e scala uniformi, secondo Ie norme dell'Enciclopedia dell'Arte Antica.
ABBREVIAZIONI
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SIGILLATE ORIENTAL!
presente su entrambe Ie superfici come risultato della iufatti recentemente proposta in GUNNEWEG 1983, sulla
esplosione di particeUe di calce. Alcuni dei piu antichi base di analisi per attivazione neutronica. Non sono del
manufatti ellenistici si presentano neri, perche delibera tutto convinto dei risultati, soprattutto perche mancano
tamente cotti per raggiungere questo effetto, ovvero con ancora analisi analoghe su materiali provenienti dal1a Siria.
una vernice a due tonalita, nera e rossa, perche passati Negev (Oboda, p. 35) offre Ie testimonianze di un pos
attraverso una cottura poco accurata. Piu tardi, la cottura sibile centro di produzione ad Oboda, rna Ie forme e Ie
veniva sempre regolata iu modo tale da ottenere una caratteristiche materiali del vasellame non cotto, prove
superficie uniforme, di colore rosso. niente da una fornace, non sono descritte nei dettagli, e
Una piccola classe ceramica, che si puo grosso modo l'attribuzione a questa classe ceramica resta quiudi dub
datare all'epoca di Domiziano e di Traiano, presenta una bia. Inoltre la grande varieta di SigiUata, Orientale e
superficie variegata, che ricorda vagamente la sigillata Nabatea, presente iu questa Iocalita rende molto iucerta
sud-gallica marmorizzata (sebbene ben difficihnente possa l'attribuzione di tutta la produzione a questa zona, come
essere stata influenzata da questa). In questo caso I'ef l'autore sembra affermare. Una produzione tanto diver
fetto veniva prodolto mediante una spugna passata sulla sificata avrebbe comportato l'uso di differenti tipi di
vernice, immediatamente dopo la sua applicazione. Nor argilla, che difficilmente si potevano procurare sul Iuogo.
malmente la superficie appare variegata iu maniera uni Ci troviamo forse di fronte ad una manifattura, su pic
fonne, rna in alCUDe bottiglie si e voluto creare un ben cola scala, di ceramica Nabatea comune (e dipiuta?) che
preciso disegno (efr. Forma fI7, prototipo). L'intenzione nello stesso tempo diffondeva sigillata importata? La ce
degli artigiani (del resto riscontrabile in altre classi cera ramica comune di Oboda (NEGEV Oboda, p. II, tav. 2,1)
miche simili) era probabilmente quella di imitare l'aspetto sfortunatamente non e descritta nel volume.
del vasellame iu bronzo; il vaseUame iu questione spesso Leggere differenze nelle caratteristiche material! sng
presenta delle modanature piuttosto elaborate, com geriscono I'ipotesi che Ie officine fossero diffuse sui terri
binate iu cetti casi con piccoli ornamenti a stampo suI torio di una intera regione, piuttosto che concentrate
bordo 0 con piccole rosette centrali,. sempre a stampo. in un siugolo centro di produzione, fermo restando il fatto
L'ambito cronologico di questa classe sembra possa essere che esse devono trovarsi allJinterno di una stessa, ampia
definito daUa sua assenza, da un lato a Pompei, dal regione geologica. In effetti, i prodotti delle varie sotto
l'altro in contesti tardo-adrianei. officine, iudividuate sulla base dell'argiUa, non sernbrano
poter essere differenziati con precisione; in tal modo, e
assai probabile che tutta questa ceramica fosse originaria
AREA Dr PROVENIENZA
eli una stessa zona in generale, cosl come accade per Ie
L'identificazione dei centri di produzione di questa priucipali categorie delle Sigillate Galliche. L'esistenza,
ceramica, largamente esportata, rimane uno dei piil im aI di fuori di tale zona, di «succursali » va esclusa sulla
portanti problemi ancora iusoluti nell'ambito degli studi base delle stesse forme dei vasi e delle loro caratteri
sulla ceramica romana. Le fonti antiche traseurano com stiche rnateriali (diversamente TECHNAU 1929 ed altri):
pletamente tale ceramica (sebbene Plinio il Vecchio debba infatti su ritrovamenti che provengono da regioni molto
averla ben vista nelle citta della Campania!). Tutto cio distanti fra di loro (ad esempio Ia Palestina, Cipro, la
che si puo dire di sieuro e che essa proviene dal1a regione Grecia, l'Italia, ecc.) 5i possono osservare esattamente ie
siro-palestinese, dove e assai piu diffusa di qualunque stesse differenze. Le somiglianze notate da Crowfoot
altra classe ceramica di lusso contemporanea e dove cerri (Samaria-Sebasre III, pp. 346 ss.) sono state ampiamente
sottogruppi (come ad esempio Ie coppe megaresi e Ie confermate altrove daUe mie osservazioni.
forme chiuse) sono meglio rappresentati.
Si confronti su questo argomento la discussione iu CARATTERI DISTINTIVI
Antioch IV. I, pp. 20-21 e iu Samaria-SebaSle III, p. 288.
Una origine alessandriua per una parte di questa produ II modo di trattare i piedi, cosi come si presenta nella
zione e stata anche proposta, ma neU'improbabile caso piu antica serie (ellenistica), non si riscontra iu genere
che essa sia stata prodolta ad Alessandria l'argilla sarebbe iu altre ceramiche a vernice rossa. I piatti hamro piedi
comunque stata importata. 10 non accetto questa teoria. bassi e pesanti, profondamente incavati all'intemo, men
AIlo state attuale degli studi non si puo essere cetti se la tre il fondo si ispessisce progressivamente verso la base.
ceramica fosse prodotta nelle regioni costiere siro-pale I piedi dei piatti e delle coppe piu antiche hanno gene
stinesi od in queUe dell'entroterra; la sua presenza sem ralmente una modanatura aggettante in basso ed il piano
bra essere ugnalmente comune iu entrambe Ie aree. d'appoggio concavo; tale caratteristica iu genere scom
Per l'iutensita della ricerca archeologica, si puo quasi pare aU'epoca di Augusto ed e sostituita da un profilo ':-1
certamente escludere che un'area di produzione si possa basso e squadrato (pur mantenendo sempre la faccia '~
ancora trovare entro i limiti di Israele. Un numero ab iutema iucliuata). Pressappoco a partire daI1'iuizio della 1
bastanza cospicuo di fonne chiuse (Ie quali ben si pre nostra era, divenne usc comune incavare profondamente
stano ad essere validi iudicatori di provenienza), e at il fondo dei vasi con lievi riseghe 0 gradini formando -ili
m
testato come originario dell'Hauran, nel S della Siria; una serie di bande iuclinate che rispecchiano il profilo r1;'.\
d'altro canto vi eda rilevare che Ie stesse forme sono tnt della faccia opposta del piede; tale caratteristica e tipica ~
t'altro che rare a Cipro (altra possibile, anche se molto irn di questa ceramica, anche se nella Sigillata Cipriota se i
probabile, zona di provenienza). Un'origine cipriota e stata ne possono vedere esempi piu rozzi (efr. sotto). La mag-
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SIGILLATA ORIENTALE A
gior parte dei vasi datati tra l'inizio e la meta del I sec. lana, in piatti, coppe e forme chiuse, senza tener conto
d.C. presentano questa specificit3.; in epoca flavia essa :: del periodo. Tale seriazione tipologica, che I: ben lungi
quasi del tuno abbandonata, mentre nel II sec. il suo dall'essere esaustiva, viene seguita pedissequamente in·
uso si restringe ad una serie di piatti e di coppe dal Hama III. 2, dove ogni forma che non compaia gia a
fondo piatto cd a certe forme chiuse. In akuni pi~tti di Samaria I: catalogata come SJttotipo. Rispetlo alle serie
dimensioni maggiori ed in celte ceppe della nne del I e di Antiochia, si ha un magg,or numero di ptofili oom
dell'inizio del II sec. d.C., si riscontrano alti pied; sot pleti 0 ricostruibill.
till, venicali e squadrati, che chiaramente derivano dalle La nuova classificazione cho si propane qui di seguito,
forme della Terra Sigillata ltalica piu tarda; raramente, adotta un criterio CTonologico piu preciso di quanto fosse
suI fondo di tali vasi, sono presenti riseghe. possibile in precedenza. Viene mantenuta la sud::livisio~ ill
Ii tipo piu comune di ansa relativo a vasellame di Waagl: in tre grandi periodi; 211'intemo di ciascuno di essi
forma chiusa conshte in una banda piatta, modellata a vengono elencati separatameue, e per quanto I: possibile
forma di doppio bastoncino dalla parte esterna. Tali anse in online cronologico, piatti, coppe/tazze e forme chiuse.
sono pedopiu a gomito anche se non cosl fortemente
pronunciato, come nei corrispettivi esemplari ciprioti. DECORAZIONE
Talvolta (dr. ad esempio la Forma I 15), esse S1 presentano
con la superficie liscia verso I'esterno. In generale si tende I. Sulle forme di piatti del periodo tardo-ellenistico
ad evitare Ie forme piu complicate, sebbene aleum esem (in particolare efr. Ie Forme 3-4), compaiono frequente
plari presentino anse a nastro con scanalature a pettine. mente piccoli motivi impressi~ insieme a solehi con
cenrrici 0 fasce incise a rotelli. Essi continuano I. tradi
CLASSIFICAZIONE zione della decorazione impre5sa gia presente sulla ce:ra
mica ellenistica a vernice neta, con aIcuni petfezicna
Correntemente si usano due tipologie, quella di Waage menti nei holli; in entrambe Ie serie cer.miche compa
(Anrioch IV.I, pp. 22 ss.) e quella di Kenyon e Crow iono gli stessi motivi (soprattutto palmette). Queste ultime
foot (Samaria-Sebaste III, pp. 3°6-42, ripresa in Hama ed i bolli con la corona di Iside ad esse connesse (anche
III. 2, pp. 57 ss.). In quella presentata qui di seguito se quasi sempre piu tarde), SO:1O stati classificati ed inter
5i e fane riferimento ad entrambe, Una nuova classifi pretati d211a Crowfoot (Samaria-Sebaste Ill, pp. 3r6--24)
cazione di questa classe e della Sigillata Orientale B e da C. Friis Johansen (Hama lIb, pp. 65-76). I motivi
I: anche stata promessa da Robinson. impressi non continuano oltre la prima eta augustea e
Nella classificazione del Waage, comprensiva di tuna mancano sulle forme che deri'lano dalla c"amica aretba.
1a ceramica fine, ellenistica e ramana, trovata ad Antio 2. Meno comuni dei precedenti sono i motivi ad 0..,1i
chia (non solo quindi della Sigillata Orientale A), la e frecce impressi singolarmenre e gli ornamenti a perline
suddivisione viene attuata prima su base cronologica e poi et similia che sl rinvengono mgli orli sporgenti di una
per forme. I prototipi selezionati dal Waage per Ie i1 serie di grandi vassoi e piccole coppe (Forme 9- II) della
Iustrazioni della relazione sugli seavi di Antiochia, si fine del I sec. a.C., che ovviamente traggono ispirazione
trovano ora nelle Collezioni delle Universita di Princeton da prototipi metallici. Una amloga decorazione dell'orlo
e Cornell. Le forme 101-200 vengono asseguate alie serie si ritrova anche nella serie della piu tarda ceramica varce
ellenistiche della Sigillata Orientale A, Ie forme 40r-500 gata (efr. Forma 63), mentre una decorazione a perline
invece aIle prime serie romane; la maggior parte degli quasi ugnale, anch'essa derivata da prototipi metailici, I:
esemplari che egli assegna alia sua Regionol Middle presente sugli orli di alcuni TJ'mtai antichi (Forma 17).
Raman Potrery (dar~ti aI II sec. d. C.) e ciol: Ie forme 3. AIcuni motti 0 nomi di ceumisti sono incisi con gran
601-700, appaTtiene anch'essa alia Sigillara Orientale A. di lettere rilevate sulJa serie delle coppe megaresi esc
AIcuni pezzi piu antichi sono classificati insieme alia guite a mattice, ma i veri e propri bolli dei ceramisti
ceramica ellenistica a vcrnicc nera, nella serie 1-100. compaioneo quasi solo su piatti e coppe del periodo me
All'interno di questa serie, I'ordinamento viene elfettuato va dal 10 aI 70 d.C. circa. Un'ir.seolita firma I: iI graffito sui
esclusivamente per forme, procedendo da quelle piu fondo di una bottiglia monoansata relativamente tarda,
aperte a quelle piu chiuse; 10 sviluppo interno di cia del Museo di Nicosia (efr. Fo:ma 108). I holli dei cera
scuna singola forma ':I>asato sui contesti di ritrovamento) misti, che compaiono spesso (ma non sempre), sono por
viene distinto tramite Iettere sussidiarie (ad esempio 10 piu di semplice forma ,ettango!are e 'empre in ca
'401 a-z ,». Per rendere 1Jl classificazione quanto piu pos raneri greci; non si hanno testimonianze di bolli multipli.
sibile comprensiva, vengono inseriti esemplari provenienti I caratteri sono in genere meno curati di queIli presenti
da aItri siti, come l'Agora di Atene; questi uItimi non nelle altre classi di ecramica sigillata. Le fume piu anti
hanno iIlustrazioni. Le forme aperte vengono documen che sembrano essere degli aute::lucl nomi, spess<> di ori
tate mediante i prolili; quelle chiuse, in maniera piu gine latina (ad esempio MAPKOY, TITOY, i\OYI(IOy); Ie
selettiva, mediante fo"rograne. La grande maggioranza dei forme di questi bolli (tta Ie a1tre, quella a coda di rondine),
pezzi iIlustrati non sono che dei frammenti. suggeriscono un'imitazlone <!iretta dei bolli aretini GIi
La c1Jlssificazione di Kenyon/CroVifoot I: molto meno esempi piu tardi, forse sotto I'influenza della SigiIlata
dettagliata e comprende solo 28 forme, tra cui sono Sau' Orientale E, sono costituiti sopraltutto da me-tti e da
sarnente rappresentate quelle piu antiche e quelle piu pseudo-nomi (i1 piu frequente, che risale alla mera del
tarde. Esse vengono divise in maniera abbastanza grosso I sec. d.C., I: XAPIC). Tra Ie forme dei bolli vi I: ancbe
II
SIGILLATE ORIENTALI
quella a quadrifoglio, presente molto piiJ frequentemente ranee produzioni in vetro. Ne I'uno ne l'altro di t.ali pro
qui che nella ceramica aretina; spesso Ia scritta risulta cedimenti decorativi e attestato comunemente.
delimitata io basso ed in alto da linee io rilievo. La quasi 9. Su questa cerarnica non si trova la decorazione appli
totale assenza 0 scarsita di bolli, in questa cerarnica, cata, a menD che non si vogliano considerare come 2ppar
a Pompei e ad Ercolano, ci o!fre un terminus ante quem tenenti a questa classe alcuni frammenti di eta ant.onina,
per il Ioro uso. L'uuica eccezione puo essere costituita provenienti da Antiochia (efr. Antioch IV.I, fig. 24.1-7).
dai pochi bolli in planta pedis cbe, come io tutta la cera
mica Sigillata Orienrale, sono tardi (probabilmente ascri CRONOLOGIA
vibili al periodo che va da Nerone ai Flavi); solo po
chi nomi (ad esempio EPMHC, XAPIC) vi compaiono. La cerarnica Sigillata Orientale A insieme ai tardi
Assai rari 'Ono i bolli semplicemenre figurati, se si esclude prodotti ellenist.ici della regione di Pergamo, si col
la piccola serie delle impressioni a rosetta, di epoca loca tra Ie piiJ antiche ceramiche romane a vemice rossa
piiJ tarda di quelli precedenti (tardo-fiavia 0 traianea). che compaiono sui mercato, e precede I'apparizione
4. Nella cospieua serie delle {( coppe megaresi » (Forme della ceramica aret.ina di circa un secolo. In t.ermini
24-25) e nelle piiJ rare imitazioni delle coppe su piede are generali, si puo a/fermare che essa fu prodotta a par
tine (Forme 26-27) compare una decorazione a rilievo ese tire dalla meta del II sec. a.c., sioo a quasi Ia Iioe del
guita a matrice. In generale i motivi decorativi sono II sec. d.C.; il periodo di maggior produzione ed espor
e
modellati con trascuratezza, il rilievo assai iocerto (cio tazione si ebbe all'incirca dal 100 a.C. all'epoca adria
e specialmente vero per Ie piiJ tarde {( coppe megaresi »), nea. La data esatta della sua comparsa e controversa.
analogamente aile piiJ povere classi di coppe megaresi La Kenyon (Samaria-Sebaste III, pp. 284-8) propende
di produzione orientale, e notevolmente piiJ scadenti di salla base dei ritrovamenti di Samaria per una appa
quelli della ceramica aretioa. Questa serie, che ha una rizione tarda, contenuta aII'intemo del I sec. a.C.; in
zona di diffusione assai limitata, e da considerare pint tal senso si esprime anche Friis Johansen. Ora pero
tosto come una tarda derivazione locale della tradizione sembra ampiamente confermata, sulla scorta delle recenti
ellenistica. Gli elementi di datazione per entrambi i tipi scoperte di Tel Anafa (Israele) e di Paphos (Cipro), Ia
di coppe sono assai scarsi e non e ancora certo se, dopa datazione pin alta (150 a.C. circa od ancora prima), pro
i primi anni del I sec. d.C., ne continuasse ancora Ia posta nella studio su Antiochia (Antioch IV. I, p. 25).
produzione. Le piiJ ampie raecolte pubblicate di queste Numerosi repetti cerarnici provenienti da Delo provano
coppe sono quelle di Antiochia e di Hama (Antioch IV.t, che I'esportazione su larga scala verso mercati Ionrani era
pp. 29-30, io particolare Ia serie piiJ tarda; Hama IIL2, gia cominciara nel primo 0 secondo decennio del I sec. a.C.
pp. 124-59, 194-204). La datazione del vasellame del I sec. a.c., ed in par
5. La decorazione a rotella e comune in tutti i periodi. ticolare i piatti e Ie coppe delle ricorrenti Forme 3-4 e
Se ne possono notare Ie seguenti varieta: a) su piatti del 22 rimane abbastauza fiuida. Un punto fisso nel terzo
periodo rardo-ellenistico, come bordo decorativo dei mo venticinquennio del secolo (0 un po' pin tardi) e fomito
tivi a stampo 0 a file multiple che sostituiscono i bolli da una nave a!fondata sulle coste turche in una localitil
stessi; b) aII'iotemo del vasellame rardo-ellenistico, siogo a N di Faselis, pubblicata dalla Mitsopoulos Leon (v.
Iarmente 0 accoppiata, in alternativa aile solcature; c) io MITSOPOULOS LEON '975, pp. 101-12, raw. 27-30).
strette fasce od in file raggrnppate sulle pareti e sngli orli Sforrunatamenre non e documenrata alcuna moneta tro
dei piatti e delle coppe del primo periodo romano alia ma vata in associazione. II limite cronologico alto (75 a.C.),
niera della ceramica aretina (efr. io particolar modo Ia proposto per il materiale ultimamenre rinvenuto a Tel
Forma 30;'; d) sotto forma di un'uuica fascia di hmghi Anafa (non ancora pubblicato in dettaglio), contraddice
tratti tutt'atromo al fondo di grandi piatti (Iioe I, ioizio Ie testimonianze provenienti da altri siti, soprattutto Sa
II sec. d.C.; efr. Terra Sigillata Tardo-iralica);e) in fasce maria ed Antiochia, dove si hanno dati sicuri per una
sovrapposte, a ricoprire il corpo di bottiglie (Forma III). datazione iotomo agli ultimi decenni del secolo. Questi
6. La decorazione a la barbotine compare tardi, in ultirni, insieme ai ritrovamenti provenienti da altre Ioca
alcune razze e coppe piiJ grandi, che possono essere deri lita, come ad esempio Knossos, tendono a confermare
vate dalla ceramica italica a pareti sottili del I sec. d.C. che il vasellame che presenta una marcata rassomigliauza
motivi a foglia, talvoha accompagnati da decorazione a della nascita di Cristo: una chiara iodicazione questa
rotella. Sembra accettabile una datazione intorno alla che non si tratta che di copie delle forme aretine in que
prima metil del II sec. d.C. stione e non gia di loro prototipi.
7. Assai raramenre compare una decorazione dipinta Alcuni imporranti dati sui momento di transizione dalla
(color crema); essa e limitara ad alcune coppe e bottiglie serie Hellenistic alia Early Roman del Waage ci vengono
monoansate antiche e con tratti marcatamente ellenistici fomiti da nuovi ritrovamenti di Corinto del 22/23 (?)
(efr. Forme 15, 16, 102). d.C. (WRIGHT '980, pp. t35-77 passim). 'I
8. La decorazione a baccellature verticali compare in Daile scoperte pin recenti resta generalmente confer
una serie di coppe del periodo tardo-ellenistico, ispirate mata Ia suddivisione della serie del I sec. d.C. io cinque
a modelli metal1ici (Forme 15, 19 B; eft. Ia Sigillata fasi futta dal Waage (Antioch IV.I, p. 38). II materiale
Cipriota). Alcune rozze coppe di epoca antonina pre di Pompei comunque comprende una 0 due forme elen
sentano delle sfaccettature alla maniera delle contempo cate in un primo tempo come Middle Roman (e quindi
I2
SIGILLATA ORIENTALE A
datate al II sec.). Va notato iI fatto che alcuni tipi, per I sec. d.C. ed i primi anni del II, la Sigillata Orientale A
i quali nello studio sui materiale di Samaria viene sug compare in localitil egee e Iibiche, insieme ad altre cerami
gerita una datazione tarda (generalmente sulla base dt che di origine orientale. In Siria ed in Palestina essa ebbe
scarse evidenze archeologiche), sono in realta, come indi seropre il monopolio quasi assoluto dei mercati, mentre
cato dal Waage, della pIima eta impetiale (Early Imperial), a Cipro rivaleggio attivamente con produzioni locall. Le
in particolare la Forma 12 di KenyonjCIowfoot = Forma COppe a marrice e Ie fonne chiuse ebbero un'area di diffu
30. La rara Forma 32 si accompagna ad esse. sione pin limitata, pia 0 meno coincidente con il Levante.
Per Ie fasi finali di questa ceramica, I, ancora una volta
Antiocbia a forniIci Ie migliori pIove di darazione. Sco INFLUENZE
perte piit recenti sembrano confermare .Ia data delle pri
me forme del II sec. d.C., mentre per il periodo antonino Rimane controversa 1a questiune se la Sigillata Orien·
~ la sola Antiocbia a fornirci elementi utili a riguardo. tale A, con la sua ampia diffusione, abbia daro 10 stimolo
RitrulIle una questione del tutto aperta se la produzione iniziale al cambiamento della vernice, dal nero al rosso,
sm continuata, seppure su scala ridona, anche durante nelle offiOOe italiche (e specificamente ad Arezzo) sui fi
rinizio de! III sec. d.C., oppure sia cessata del tutto nire del I sec. a.C. In ogni modo, Ia sua influenza sembra
all'incirca un mezzo secolo prima della comparsa mas essere stata forte soprattutto nel periodo preaugustco,
siccia della sigiIlata africana in questa patte dell'Impero, quando i comnni piatti ad orlo ricurvo e talune forme di
verso gli anni 240---250. coppe futono amplamente imitate in Oriente. DaIl'epoca
Rimangono difficili da datare Ie forme chiuse, anche se di Augusto in poi, iI suo ruolo 8embra essersi limitato a
i: possibile fare una cetta distinzione tra Ie prime fonne qualche reciproca contaminazione con la Sigillata Cipriota
e quelle piu tarde. Cettc forme (ad esempio, quelle che (vedi pp. 79) ed atla assunzione di ceIle forme cmuse di
presentano una superficie variegata) possono essere datale quest'ubima (a meno che queste non siano piuttosto dirette
in base ad analogie tecniche con te forme aperte. derivazioni da esemplari metallic!). Altrimenti, per la mag
gior parte, i nuovi sviluppi delle forme si possono assai ben
AREA DI DIFFUSIONE vcdere come intitazioni della ceramica aretina, che comin
cia ad apparire in Oriente, in limitate quantitil., intomo
La Sigillata Orientale A si ritrova in abhondanza in all'inizio dell'era cristiana; qualsiasi profonda influenza in
rotta rarea del Mediterraneo orientale, mentre ad occi senso contrario sembra improbabile, data la mancanza di
dente raggiunge Pompei c la Tripolitania. Ad Est se ne repetti di Sigillata Orientale nell'Italia settentrionale. Inol
conoscono esemplari provenienti d. Dura Europo' e da tre nessuna delle fonne «romane » della Sigillata Orienta
Seleucia, mentre in Egino la sua diffusione si limita nor le A pub essere sicuramente considerata anteriore a queUe
rnalmcnte alla regione del delta del Nilo. Rararoente com oorrispondenti in aretina (se si eselude forse la Forma 29).
pare nelle localiti del Mar Nero. Per quel che rignarda Ie sue relazioni con Ie altre Sigit
L'esportazione piu massiccia sembra sia avvenuta du late Orientali (che sl possono forse cogliere meglio ne!
rante il I sec. a. c., prima della comparsa generalizzata modo di configurarc i bolli dei cerarnisti), la Sigillata
della cerarnica aretina, quando cioe alcuni esemplari rag Orientale A sembra essere stata piuttosto ricettrice che
giunsero persino iI Mediterraneo occidentale (dove, da iniziatrice; alenne delle caratteristiche {' occidentali » adot
Lamboglia ed altri, sono srati inseriti nella classe della tate ne! I sec. d.C., possono in realtil essere state trasmesse
ceramica {( presigillata .). Durante la prima meta del I sec. dalle produzioni dell'Asia Minore (Sigillata Orientale B,
d.C. in questi mercati occidemali essa fu soppiantata ceramica di Candarli; v. pp. 49 e pp. 7r). Durante il
dalla aretina e dalle altre ceramiche italiche, sebbene si II sec. d.C., privata dall'influenza preponderante delle
possa notare una cetta ripresa alla fine del sccolo (questa ceramiche italiche, la Sigillata Orientale A decadde in
classe cerarnica I, presente in quantita modeste a Pompei, un provincialismo ehe uon venne influenzato dagli altri
insieme ad aItrc varieta di Sigillate Orientali). Durante il maggiori centri di produzione.
I}
SIGILLATE ORIENTALI
Cronologia. DEBEVOISE Seleucia, pp. 22; 114, tipo 349, fig. 349.
Una vers:ione tarda di una forma ceramica assai ca Antioch IV. I, p. 23, tav. III, forma IZO.
mune in epoca ellemstica. E una delle prime forme della Dura Europos-Final Report IV. 1.2, p. 8, nn. 39 (?), 42.
Sigillata Orientale A, insieme alia Forma 17 (vedi piu Tarsus I, p. 231 (sotto la categori" B), fig. 188 A.
avanti); non e presente a Samaria e risulta scarsamente SETON LLOYD Sultantepe, pp. 102-3, fig. I, 18.
esportata al di fuori dell'area siro-palestinese. Samaria-Sebasre III, pp. 312-14, fig. 73. 1-2 (il n. 2 i:
Datazione: prima del 100 a. C. circa. Ci transizione alia Forma 3).
JONES Kululu, p. 91, e fig. a p. 95, passim.
Altri esempJa,i.
Hama III. 2, p. 58, forma I a, 3-5, fig. 26.
Antioch IV. I, p. II, tav. I, forma 10 k. Forse anche in Arsameia am Nymphaios, p. 237, n. 9,
Dura Ewopos-Fi11J:l1 Report IV. 1. 2, p. 8, n. 44. tavv. 57, 67 (Forma 3 I).
Samaria·-Sebaste III, p. 262, nota 5 (can riferimento ai Inediti: Paphos, Of, 1661, 1664-: (tipi A e B).
ritrovamentidi Dura e di Hama).
Hama III. 2, p. 192, n. 6, fig. 72; forse anche p. 60,
fig. 26, forma 1. IO b. FORMA 3.
HAYES RaJ-a! Ont"rio Museum, p. 21, nota 6, fig. 4, B Piatta a rondo ridotto ed orlo ricu,""o verso l'alto. Antio
(n. inv. 9IO X 201.2). chia, forme 121-124; Samaria, forma I (assieme alia se
gnente Forma 4); LAPP PCC, tipo 253.4.
FORMA 2. Norrnalmente di grandi dimensiom. Piede basso e pe
sante, di piccolo diarnetro, fonda piatto a leggermente
Piattolsc.della con arlo basso e ricurvo .'erso I'atlo.
inclinato, orlo rieurvo in alto, di dimensiom maggiori di
Antiochia, forma 120.
'luella della Forma 2 e generalmente quasi verticale, can
Piede basso con modanarura aggetrante alia base. Due la parte estema piu 0 meno rotondeggiante e labbro
versioni: rastremato; talvolta si osserva una lieve angolatura
A. Piccola, diametro 17 fino a 25 em circa. Sill fondo all'esterno, nel punto di giunzione tra orIo e parete.
due scanalatnro 0 linee fatre a rotella. Raramente com II fonda aumenta in spessore ,'ers<> iI piede, che i: in
paiono Ie scrisce di doppia immersione; talvolta mal cotta. genere profondamente incavato all'intemo. Negli esem
B. Grande, diametro em 25-40 circa. Piede di piccolo plari piu antichi i piedi tendono ad avere una sporgenza
diametro (como nella Forma 3), fondo inclinato; talvolta rotondeggiante alla base ed una snperficie d'appoggio
Ie pareti si assortigliano verso l'orlo. Rotellatura a cerchi concava, mentre quelli piu tardi sana piu squadrati; in
multipli al centro del fonda. entrambi i casi la faccia interna i: obliqua. Pochi esem
Assai comUI:e nei contesti piu antichi, diventa sempre plari malta tardi presentano una risega sill fonda, all'in
piu rara in seguito. terno dell'area delimitata dal piede (efr. Forma 30 e ss.).
La spessore del fonda all'angolo esterno del piede pub
Protoripi. raggiungere 1,5-2,0 em, mentre forlo e
spesso solo
A. Paphos, Oll 1662 (HAYES Paphos, fig. 7.1 a p. 108); alenni millimetri. Non si pub chi.ramente individuare
Of;. 1663 (Tav. I, 3-4). una evoluzione nella forma dell'orlo, cbe talvolta si pre
Esemplare a vemice nera: Paphos Oll 5IZO, frammen seuta marcatamente convesso, talaltra quasi piano e ver
tario (Tav. I, 5). ticale. I.e strisce di doppia immersione compaiono nor
B. Malta, Museo della villa romana di Rabat (Tav. malmente. La forma piu comune ci decorazione consi
I, 6). ste in numerose scanalature 0 fasee a rotella, attoIna al
centro (di frequente tre fasee interne circondate da al
Cronologia. tre due, rna talvoha negli esemplari piu grandi si hanna
E una forma amica, probabilmente quella cbe prece tre gruppi). QnaIche volta compare la decorazione a
dette Ie Forme 3-4 e che in una cerra misura si venne a stampo assieme a quella a rotella (come nella Forma 4);
sovrapporre ad es'e. L'esemplare di Tarso sta in un un certo numero del pezzi piu tardi non i: decorato. Al
contesto databile al II sec. a.c.; testimonianze da Paphos cuni esemplari piu antichi hanna la vernice nera.
sembrano indicare cbe iI tipo A appartiene escIusiva Molto comune.
menteal II sec., mentre iI tipo B si trova anche piu Diametro: 24-50 em circa (sopratlUtto tra i 28 ed i
tardi ed i: presente a Samaria. 40 em).
Datazione:
A. Principalmente nella seconda metil del II sec. a.c., Proto!ipi.
non oltre il 100 a.C. circa. Samaria-Sebaste III, p. 296, fig. 68.2 (Tav. I, 7).
B. Inizia nel II 'ec. a.c. e continua fino a c. 75;50 a.C. HAYES Knossos, p. 252, n. I, fig. 3 (Tav. I, 8).
14
SIGILLATA ORIENTALE A
di que! periodo in tuuo il Mediterraneo orientale. 1 Prababili fondi: Labraunda II. I, p. 67, nn. '99, 200
primi esemplari datati con precisione sono ancora queUi (?),201, lav.35; Guzzo 1970, p. 124> n. 70, figg.la8,202.
provenienti dall'Agora di Atene, gruppo E '5'-'52 (Ia Probabili orli (0 Forma 4 ?): BROCK 1949, p. 69, fig.
data del comesto, secondo G. R. Edwards, e circa il 14, 9; Dura Europos-Final Report IV. 1.2, p. 8, n. 41;
1I0 100 a.c.). La flne di questa serie ci e data dai re SETON LLOYD Sultantepe, pp. 102-3, fig. I, 19; QIJILTCI
perti tardo-erodiani ed angustei di Samaria e di Knossos. 1971, p. 139, n. 224, fig. 88 e forse aitri.
Altre versioni di questa stessa forma r!corrono frequen Numerosi gli esemplari inediti, prevenienti da molte
temente nella ceramica tardo-ellenistica, in particolar localita. Anche: British Museum 1936.7-20.1.
modo nella serie della ceramica italica « Campana ". Variante pin piccola (probabilmente tarda): Samaria
Datazione: tardo II sec. - ultimo decennia de! I sec. Seha,te III, p. 314, fig. 73, 9.
a.C. circa. II pezza a vernice nera di forma simile e pubblicato
come pcrgaminien noir in Delo' XXVII, p. 249, D 64,
Altri esemplari. fig. 127, tav. 43 ha una deooraziane a rotelIa del tutto
Harvard Excavations at Samaria I, p. 306, tipo 3 e insolita e non pui> rientrare in questa ambito; potrebbe
tipo t8 b 0), fig. 185; II, tav. 74 h ~ DUNCAN Corpus, appartenere alIa ceramil..ll « Campana I).
tipo 16W8.
OXE 1927, pp. 2t6-17, fig. I, Bell. XXVI, n. 4. FORMA 4.
TECHNAU '929, p. 49, fig. 37·
WAAGE 1933, p. 286, u. 46, tav. VIII (?).
Piatto a Jondo largo con arlo ricurvo verso l' alto. Antio
chia, forme I25-I26; Samaria, forma 1 (can la Forma 3
THOMPSON '934, p. 422, E 151-152, figg. 1I0, n6.
'opra esaminata); LAPP PCC, tipo 253, I (anche souo
Antioch I, p. 71, nn. 7, 10-12, ravv. XIV, XV.
253, 4)·
HORSFIELD 1942, p. 203, n. 470, fig. 55, tav. XLVIII. Piede basso di grande diametro (piu della meta di
Antioch IV. I, p. 23, figg. 4-5 passim, tav. III, forme quello deD'orlo), fonda piatto, arlo verticale oct indinato,
122-124 p. rotandeggiante nella parte esterna (cfr. Forma 3). Gene
Tar",s I, p. 231 (categoria C: senza illustrazione). rahnente piil piccola della Forma 3; i frammenti dell'arlo
DAKARIS '953, p. 172, fig. 5 d. dell'una 0 dell'a1tra fa= non si passona distinguere net
Samaria-Sebaste III, pp. 291-6 passim, 309, 314, figg. tamente (salvo che in ba,e aI diametra). L'anello del
65, 3; 66, 2-4; 68, I; 73, 5,13-14; tav. XXI; alcune piede e basso ed ampio, con la parte interna inclinata;
sono state ripubblicate dal LAPP PCC, p. 216, tipo 253.4, aleuni esemplari antichi harmo una madanatura alIa base
A-G. ed un fondo concavo (cfr. Forma 3), mentre i piil tardi
CARErroNI 1959, p. 318, n. 5, fig. 23 f (dalla Sicilia). sono piu rozzi, piu pesanti e squadrati. Compaiono nor
Nessana I, pp. 282-3, tav. XLIII A 8-9 e fondi 4-5, mahnente Ie ,trisce di doppia immersiane. Quasi tutti
8 (?); forse anche tav. XLVII; can incisioni 7-8; can de gli esemplari presentano una fascia di decorazione a
corwone a stampo pp. 2-3. stampo sui fonda, fiancheggiata da fasce oUenute a ro
Arsameia am Nymphaios, pp. 237-8, nu. 10 (e 18-20 ?), tella 0 da soleature (due all'esterno, tre all'interno);
raw. 56, 58, 67. di salito si tratta di cinque pahnette impresse, a cui tal
ROBINSON 1965, pp. 28-9, no. 6-7, figg. 5-6 (= 'Eq>. volta ,i aggiunge una piccola rosena a stampa al centro.
'ApX" 1902, pp. 163-4, n. 23, tav. 8). Aleuni esemplari hanoo solo la decorazione a rotella
VUlLLEMOT 1965, p. 206, fig. 83, AN 150. (3~2 fasce 0 simili, come nella Forma 3), mentrc un =10
Ashdod I ('Atigor, English series VII, Jerusalem 1967), numero dei pezzi' pin tardi sano privi di decorazione. Ne
esistono due vcrsioni;
figg. 2,4; 5, 14; 6, 1-2; taw. VII, 2; VIII, 6-7; proba
bilmente anche i fondi in fig. 10, 13-16; tav. X, 4-5. A. arlo pin 0 meno verticale, sottile, con In parte
Ashdod II-III, fig. 15, t4. esterna ben arrotondata e labbro lievemente incurvato.
Antiachia 125. Antica.
JONES Kululu, pp. 91-2, fig. a p. 95, n. 16.
B. arlo inclioato, meno nettamente incurvata. Antio
Probabilmente HAYES Knossos, p. 257, nn. 1-2, fig. 8
chia 126, anche 132 k. Un certo numero di piccoli esem
e p. 270, n. I, fig. 18.
plari tard! present. una risega sui fonda, all'interna del
Hama III. 2, pp. 57-61, forma I a, nn. 1-2, 6-9, 10 a piede (cfr. Arlwnian Agora V, F 3). Non e raro che pre
(?), 16 a, 24, figg. 26, 28, Con decorazione pp. 65-76 senti una fattura piuttosto rozza e pareti spesse, con rin
passim, figg. 29-32; farse anche p. 8, n. 32, figg. 4-5 temo rifinito a pennello e ricopetto da una verDice sea
(con vernice bruna). gliosa, caratteristica del primo periodo romano (efr.
NEGEV Oboda, p. 36, no. 130-132, tav. 24. D'ANnRIA 1969, tav. 16, 1-2).
THAlMANN Tell 'Arga, p. 59, fig. 42, 13 (tarda; spar Malta comune.
genza sul fonda esterno). Diametra: generalmente em 14-29, con esemplari tal
BOUNNI 1978, p. 287, fig. 39, I (?), 2, 4. volta pin grandi ehe raggiungano i 34 em. Gli esemplari
Kenchreai IV, p. 54, ER 16, tav. '4. provenienti dalla nave naufragala di Phaselis (tipo B,
Forse anche O,tia III, p. 244. fig. 481; qnalehe altro antico) presenrano due d.Istinte misure: diametro circa
passibile frammento e1eneato in Ostia II. 18-18,5 em e diametro circa 26 em.
If
SIGILLATE ORIENTALI
I I
A. MITSOPOULOS LEON 1975, p. 102, fig. 1.5. (Tav. 1,9).
Athenian Agora V, F 2, tav. 60. Piccolo. (Tav. I, 10). ROBINSON 1965, p. 289, nn. 1-5, 8, figg. 1-4 (= 'E<p.
B. HAYES Knossos, p. 25 a, n. 3, fig. 3. (Tav. I, II). ,ApX" 1902, pp. 163-4, nn. 20-22, lav. 8); ripubblicati
ciate e devono essere pin 0 menD contemporanee. Le WEINBERG, in Muse, 3, 1969, p. 20, fig. in alto al cen
vetsioni pili degenetate del tipo B compaiono nei gruppi tro, da Tel Anafa; anche: ID., in IE], 21, 1971, p. 102,
e
tardo augustei, laddove la Forma 3 non pili presente. tav. 15 C.
Pochi sono gli esempi pubblicati dai contesti piu antichi, D'ANDRIA 1969, pp. 81-2, lav. 16.1-2.
e
rna la forma comune a Delo e a!trove. Delos XXVII, pp. 245-6, 043-44, fig. 126, tav. 42.
I
Datazione: fine II sec. a.C. - 10/20 d.C. circa. II tipo
B e augusteo. B, tardo).
Buss-MACALISTER 1912, p. 128, tav. 61, 3-4, 12-14. Hama III. 2, pp. 57-8, 60-64, figg. 27-28, forma I b
Sieglin Expedition II. 3, p. 143, fig. 159, un. 22-24. (eselusi i un. 16 a, 23 a, 24 a, 26 b, 35-'37); decotazione
ecc., fig. 185; II, tav. 74, c = DUNCAN Corpus, tipo 14 CoLDSTREAM Knossos, p. 47, J3-4, fig. 17, tav. 28.
OxE 1927, pp. 216-17, fig. I, Beil. XXVI, n. I (e 2-3 I). MITCHELL Afvan Kale, pp. 123, 126, figg. 16.9,21.
NEUFFER 1931, p. 62, fig. 7. I, forse ancbe i frammenti MITSOPOULOS LEON 1972-5, ce. 504, 521, fig. 3 a.
in fig. 6.8 e fig. 7.2, 5-6, 16. MITSOPOULOS LEON 1975, pp. 101-102, nn. 1-6, figg.
Antioch I, p. 71, nn. 6, 13, taw. XIV, XV. I, 3, tavv. 27; 28; 29, 1-2; 30.
Beth-Shan III, tav. XXXIV, 28>31; riprodotta in parte NEGEV Oboda, pp. 35-6, nn. 122-9, 133, taw. 23-24, 32.
HOLWERDA Cat. Leiden, p. 36, nn. 434-439, 442-3, HAYES Paphos, fig. 7.2 a p. 108.
fig. II, tav. IV. SCHINDLER-SCHEFFENEGGER 1977, p. 25, tav. 1. 8-9, II,
HORSFIELD 1942, p. 120, n. 36, fig. 5, tav. X; pp. 129 THALMANN Tell 'Arqa, p. 59, fig. 42, Io-II (~ Forma
30, nn. 83, 86, 87, figg. 9-", tav. XVI; p. 202, n. 468, 4 B), 12, 15-18.
Antioch IV. I, pp. 23-24, figg. 4-5 passim, tav. III, (?), 21 d, 26 f (?), m, 28 d (alenne piccole, totte forse di
Tarsus I, pp. 175, 232, categoria E, un. 257-265, figg. n. 9, figg. 98, 199; QmUCl 1971, p. 76, fig. 20, n. 4;
136, 188. p. 79, fig. 21, nn. 56-57; p. 122, fig. 63, n, 33; p, 140,
KELSo-BARAMKl 1951, p. 24, A 104 (?), 106, tav. 22. fig, 91, n. 2.
LAMBOGLIA 1951, pp. 36-8, fig. 2 e probabilmente Variante tarda vicina alla Forma 38:
anche fig. 3.
WRIGHT 1980, p. 143, n. 18, fig. 3, da un contesto del
Fouilles de Byblos II. 2, p. 923, n. 17463, fig. 1081. prinIo periodo tiberiano (22/23 d.C. ?).
SETON LLOYD Sultantepe, pp. 102-3, fig. 1, 20. Alenni altri possibili fraromenti sono elencati in Ostia II.
Samaria-Sebaste III, pp. 292, 309, 314, fig. 66, I; fig. Numerosi esemplari inediti da molte localira. Una va
73, 3-4, 6-8, 10-12, taw. XX-XXI; v. anche CHAR riante tarda di piccolo formato, simile ad un piattino
LESTON Roman Pottery, p. 7, tav. I, e LAPP PCC, p. 216, compare nelle collezioni del British Museum (53.5-28.67;
tipo 253. 4, B. eliametro 12,4 em), Una variante tara e pesante del tipo
AURIGEMMA Forte della Vite, p. 36, n. 3. B, probabilmente tarda, presenta un orlo con labbro
Athenian Agora V, p. II, F 1-3, tavv. I, 57, 60. modanato simile a quello della Forma 12; questa potrebbe
LAPP PCC, pp. 214, 216, tipo 253. I, A-H, tipo essere considerata una variante della Forma 29 (oppure
253· 4, B. forse della piu tarda Forma 53): cfr. Antioch IV.l, p. 24,
Nessana I, pp. 282-3, tav. XLIII, A 1-7, forse an forma 142, tav. IV; Hama III.2, p, 90, forma 10.20,
che i fond; 1-3, 6-7, 9-10; forse anche tav. XLVII, con fig. 36. Per una formaposteriore, con un orlo simile al
16
SIGILLATA ORIENTALE A
QmucI 197" p. 83, n. 34, figg. 25, 26. pintlosto squadrato. Un'anticipazione della Forma 29.
Hama III.2, pp. 78-80, nn. 1-2, figg. 33, 35. Non decorata.
Forse anche: Ashdod I, fig. 2.5. Non frequente.
Esemplari inediti da Atene (Agora), Delo, Pella, Pa Diametto: cm '3-18.
phos, ecc.
Prototipo.
Hama III.2, p. 82, fig. 33, forma 5.3i. (Tav. II, 6).
FORMA 7.
Cronoiogia.
Piatto a fondo ridotto, eun orlo piano supenormenre. Probabihnente analoga a quell. della Forma 7 (cioe
Antiochia, forma 105; Samaria, forma 5; LAPP, tipo 253.6. terzo quarto del I sec. a. C., forse contiuua fino alla fine
Fondo e piede come nella Forma 3; pareti basse incli del seeolo).
nate e angolate; orlo stretto e piatto (sia a livello, sia
AltTi esemplari.
leggermente pendente). Grandi dimensioni. Generahnente
non decorata. Priene, p. 437, n. '59, fig. 551.
Piuttosto comune. Harvard Excavations at Samaria I, p. 306, tipo 17
Diametro: em 32-42 circa. a, fig. 185 (cit.to come prototipo da Kenyon-Crowfoot,
form. 9 in Samaria-Sebaste III, p. 310).
Prororipo. Antiach IV.I, p. 22, tav. III, forma 106 p-r.
Samaria-Sebaste, III, p. 296, fig. 68.3; ripubblicato Samaria-Sebaste III, p. 326, fig. 77-5.
da LAPP PCC, p. 217, tipo 253.6, A. (Tav. II, 5). Hama III.2, p. 82, form. j.3h, fig. 33.
Forse anche: Buss-MACALISTER '912, p. 128, tav.
Crunoiogia. e
61.11 (se quest. non la Forma 29 0 30).
Una delle derivazioni tarde della Forma 3 nella serie Inediti: Corinto, CP 1866.
ellenistica, presente nel periodo cesariano ed augusteo ad
Autiochia (cfr. Antioch IV.I, p. 27) cd a Samaria. Un
FORMA 9.
esemplare tardo con una Iisega sui fondo compare nella
fase romana Ia a Samaria. Piatto afonda ridotro, con orlo pendente decorato a stampo
Datazione: circa 50-1 a.C. e a perline. Antiochia, forma 101; Samari., forma R(a).
Piede e fondo come nella Forma 3, pareti b.sse ed
Aim esemplari. inelinate, orlo piano superiormente con piccola moda
Antioch IV.I, p. 22, tav. III, forma 105 f, k, p. natura in alto aI margine e Iabbro pendente. Di grandi
Samaria-Sebaste III, pp. 309, 326, fig. 77.3-4. dimensioni. Decorazione a stampo: ovoli e freece sui
Hama lIb, p. 82, fonna 5 (eselusi 3 h-i), fig. 33. labbro pendente, perline suIla modanatara. In taluni
HAYES Carinrh, p. 451, n. 126, tav. 85. esemplari, suIla parte superiore delI'orIo si presenta una
MrrsopoULoS LEON 1972-5, C. 521, fig. 3 b. grande varieta di motivi (gull/ache, spirali, rametti con
Kenchreai IV, p. 58, ER 27, fig. 9. foglie, ecc.). II motivo ad ovoli e frecce era otlenuto
mediante I'impressione di un singolo pnnzone che re
Forse anche PELAGATII 1970, p. 461, fig. 21 d (da
cava un ovolo e la freccia ad esso adi.cente. II fondo non
Akrai); Quseir al Qadim, pp. 74-5, tav. 21, 1 (piutlosto
piccolo).
e decor.to. Una forma corrispondenle si trov. anche in
atgento.
Inediti: Atene, Agora (P 25930, ecc.), Corinto.
Non comnne.
Una variante presenta un labbro triangolare pendente,
con una faccia esterna piatta (eft. anche Forma 9); cfr. Diametro: ern 27-5' e oltre (un frammento prove
NEUFFER 1931, p. 62, fig. 7.3; Hama III.2, p. 85, forma niente da Atene pUG essere di 57 em).
8, nn. 15-17, fig. 33; CoLnsTREAM Knossos, p. 47, J 2,
fig. '7, tav. 28. Didimensioni simili.
Prototipo.
Variante (?) tarda con decorazione a rotella e so1ca AURIGEMMA Forte del/a Vite, p. 28, n. 4, con figara
ture all'esterno del fondo: WRIGHT '980, pp. '43-5, nel testo. (Tav. II, 7).
n. '9, fig. 3.
Cronoiogia.
E contemporanea della Forma 7, con eli SI associ.
FORMA 8. nel deposito 17 {) di Autiochia (Antioch IV.I, p. 27), rna
finor. non testimoni.ta nei livelli augustei.
Pi=lo piatlO cun orlo piano superiormente. Antiochia, Datazione: circa 50-25 a.c.
forma 106.
E la forma piccola corrispondente alia precedente; Airri esemplari.
simile l'impostazione del!'orIo, rna il fondo e piatto e MYRES-{)HNEFALSCH-RtCHTER A Catalogue of the Cy
piu largo in rappotto all'orlo. Piede basso, pesante e prus Museum, Oxford 1899, p. 92, n. 2113 = Museo di
18
SIGILLATA ORIENTALE A
Ig
SIGILLATE ORIENTALI
Si trana fondamentalmente di un tipo augusteo, seb Diametro intorno agli 8-9 em.
20
SIGILLATA ORIENTALE A
A/'ri e>emp/ari. Hama III.2, pp. 188-91, forma 27, figg. 71,72 e forse
Tarsus I, p. 243, categoria H, nn. 398-401, figg. 144, anche i frammenti di parete a p. 124, fig. 46, forma 19.9-10.
193, con figg. 144 B, 193 A-B. Forse anche: Nessana I, tav. XLVII, J 3 e 6 decorata
ad incisione.
Inediti: Kormakiti, Cipro; ne esistono esemplari alia
Universitil di Durham (Dept. of Classics) e a Belfast. Inediti: Delo 7488 (frammenti).
Non comune.
21
SIGILLATE ORIENTALI
22
SIGILLATA ORIENTALE A
I;
Prototipo.
Filadelfia 29-102-562, da Beth-Shan (Antioch I, p.
70, fig. 2, citata anche in Antioch IV.I, p. 24). Super
fondo aII'intemo compaiono talvolta una
rotella oppure una 0 due soicature.
0 due fasee a
Alm esemplari.
Atene, Agora P 9667. Diametro circa 17,5 em; profilo
del piede convesso, decorazione a stampo e a rotella.
piedi alti e strerti sembrano essere pill antichi (cfr. la
Forma 23). La forma pub essere grossolanarnente divisa
in un tipo antico e in un tipo tardo:
A. Cnrpo emisfetico, piede con accurata modanatura
i!.
:1
Cnrinto C-28-I05; potrebbe essere una versione in alia base (in qualche caso con una superficie d'appoggio
miniatura. concava, in qualche a1tro con una decorazione a rotella).
Per una forma corrispondente in vernice nera (forse B. Cnrpo di forma piil aperta, che si incurva brusca
si tratta di una ceramica affine), cfr. Harvard Excava mente neUe vicinanze del piede, iI quale e piil sempliee
tions at Samaria I, p. 299, tipo 9 f, fig. 174, n. 16; II, e pesante di quello del Tipo A. l'er 10 pill privo di de
tav. 74 b. corazione.
Assai comune.
FORMA 21. Diametro: em 7,7-14 circa; occasionalmente compaio
no esemplari con un diarnetro che raggiunge 16,2 em; non
Coppa con piede pesante e scanalato. e possibile attuare una divisione chiara in formati pill
Fondo piatto, pareti poco inclinate, piede abbastanza grandi e piil piccoli.
pesante, che si allarga in una base squadrata con due
scanalature sull'ampia superficie d'appoggio. Ineerta la Prototipi.
forma deU'orio. II fondo edecorato da eerchi incisi al A. Hama II1.2, forma 17, n. 7, fig. 45. (Tav. III, 10).
centro, con intomo un paio di fasee a rotella. Variante antica con orlo modanato (3 linee in rilievo:
Rata; si conoscono solo frammenti. Paphos, Oil 5129.
Variante a piede basso di grandi dimensioni: Paphos,
Prototipo. Oil 1657. Fattura grossolana, vernice poco lucida. II
Hama III.2, p. rr6, fig. 45, forma IFI b. (Tav. III, 9). contesto e
forse del II sec. a.c. (Tav. III, rr).
Probabilmente andrebbe ricostrnita con un orlo piatto B. British Museum, 48.8-4.15. (Tav. III, I2).
o espanso, a1la maniera di certe coppe ellenistiche a Athenian Agora V, F 6, tav. 60. (Tav. III, 13).
23
SIGILLATE ORIENTALI
TECHNAU 1929, p. 49, fig. 39. Inediti: numerusi esemplari da molle localit'.
Beth~Shan III, tav. XXXIV.I5, 2<)-30, e forse an Variante con modanarura pronunciata sull'orlo: SETON
che 25; Antioch I, p. 71, fig. 4 (d. Beth Shan); Filadelfia, LLOYD SuItantepe, pp. 102-3, fig. I, 17; Hama IIL2,
University Museum, 31-50--60 (sostituisee la numera p. I14, forma 17.1, fig. 45; Salamine de Chypre IX, p.
zione 3G-<)-I9). 33, n. 102, tavv. 9-10 (v. anche 1a variante precedenle).
NEUFFER 1931, p. 63, fig. 7. 12, 14.
24
SIGILLATA ORIENTALE A
plari presentano una cottnra abbastanza trascurata. Spesso Ashdod I, fig. 4, 2"3; figg. 5,9, II, 12 e forse anche
sana presenti Ie caratteristiche strisce eli doppia immer figg. 10, 19, tav. VII, 8-9 (1), 10.
sione. Risulta comunque diflicile tracciare una chiara JONES Kululu, p. 92, fig. a p. 96, un. 1-6 (tarde?).
linea eli demarcazione tra Ia serie a vernice rossa e Ie pili PIERlDOU 1969, p. 67, gruppo D, 1-3, fig. 2, lav. XI,
antiche coppe megaresi (in genere a vernice nera), rin 2-3, 5-8.
venute in alcuni siti come Antiochia. In generale la serie WEINBERG, in Muse, 8, 1974, pp. 24-25, fig. 9, da Tel
a vernice rossa presenta dei motivi mode1lati in maniera Anafa.
assai grossolana, talvolta graneli e posti ad interva1U piut
Hama lIb, pp. 124-59, figg. 46, 48-63 (n. 30 va
toslO ampi. Aleuni esemplari portano una singola lettera forse considerato assieme alla forma seguente).
o un'iscrizione in rilievo, a grandi caratteri.
THALMANN Tell 'Arqa, p. 59, fig. 41, 9-12, 15 (?), 16.
I ritrovamenti eli Rama (Hama lIb, figg. 48-63)
dauno i1 quadro pili chiaro del repertorio dei motivi BOUNNI 1978, p. 287, fig. 36 (aleuni esempi).
impiegati. Un sottogruppo particolare verra trattato in Anche: Ashmolean Museum, Oxford 1914.778 (da
seguito come Forma 25. Nukhi) e 1956.1°47.
Comune nelle localita della Siria, rna raramente espor Forse anche LANGLOTZ 1932, p. 163, un. 918-919,
tata pili lantana. tav. 252.
Diametro: em 13-14 circa. Variante can nervature verticali: Kenchreai IV, p. 59,
ER 31, tav. 16.
Prototipi.
Cornell University, dagli scavi di Antiochia = Antioch
IV. I, p. 29, figg. 13, 15; 18, 2; tav. IV, H M 3. Nero FORMA 25.
intorno alI'orlo, rossa nella parte inferiore (cfr. Forma I, « Coppa megarese» con orlo alto ed inc/inalo.
prototipo). Antica. (Tav. IV, I).
Museo eli Cipro, D 667-1935 (= SCE IV.3, fig. 27, 9). Una variante non c1assificata della precedente: con
(Tav. IV, 2). pareti inclinate e fondo appiattito. II corpo e piuttosto
+
Variante (tarda I): Boston MFA. 24.855 16-2-192, basso. Alto arlo inclinato, separato dal corpo da una
banda piatta a da una concavita. I motivi sana assai
da Gebel Barkal (Sudan) (= DUNHAM Royal Cemeteries
of Kush IV, p. 93, fig. 61). (Tav. IV, 3). irnpoveriti; comprendono rametti sparsi can fogUe e sin
gale ligurazioni ripetute ad ampi interval1i tutt'intorno
Cronologia. al vasa.
La datazione non e precisa. La serie probabilmente Non comune e raramente esportata.
abbraccia i1 I sec. a.c. e continua nel I sec. d.C. Diametro: em 12-15 circa.
Nessana I, p. 284, tav. XLV, Mg I-IS, 17-20 e pp. Esemplari eli ttansizione: (Forma 24/25): BAUR 1941,
28S-7, tavv. XLVI-XLVII, A-I. (escluso R 1-2). p. 243, fig. '3, lav. XI ~ DEL CHIARO, in EAA, s. v.
Arsameia am Nymphaios, pp. 242-3, un. 41-42, tav. 59. Megaresi, Vasi, fig. IIS9 (Yale 1930.255).
25
SIGILLATE ORIENTAL!
Protoripi.
Protoripo.
A. HAYES Royal Ontario Museum, p. 18, nn. 75 (arlo),
76 (piede), fig. 4, tav. 10. (Tav. IV, 5.6). Antioch IV.I, p. 35, tav. VI, forma 480. (Tav. IV, ro).
B. Antioch IV.I, forma 486 (tav. VI). (Tav. IV, 7).
Cronologia.
C. HORSFIELD r942, n. 463, fig. 55. (Tav. IV, 8).
Presumibilmente vicina a quella della Forma 26; non
D. Edimburgo, Royal Scottish Museum, 01-288.
si hanna prove sicure.
(Tav. IV, 9).
26
SIGILLATA ORIENTALE A
FORMA 28. Athenian Agora V, p. II, F 4, tav. 60. (Tav. IV, 13).
Labraunda 11.1, p. 67, n. 202, tav. 35.
Piatto imitame ,1 tipo Haltern I. Antiochia, forme III' Ashdod II-III, fig. 15.17.
rr3; Hama, forma 13. Hama lIb, pp. 95-99, forma 13 (esclusi i nn. 4, 8,
Fondo qua,i piatto, rilevato verso il margine; pareti 14, 24-25), fig. 39. Induse aIcune varianti.
basse ed inclinate, modanate all'interno con una fascia NEGEV Oboda, p. 37, nn. 142-144, tav. 26 (induse
convessa a1 dri sopra di una fascia concava e rilevata; varianti).
piccolo orlo sporgente; fondo ampio, con piede squa
RILEY Caesarea, pp. 44-5, 50-I, nn. 84, 138, con figg.
drato, pesante e basso. II fondo si ispessisce verso il
piede. All'intemo del piede compare generalmenle una Probabilmente anche: NEUFFER 1931, p. 64, fig. 7, 17.
risega. Di regola, sempre sui fondo compaiono uno 0 pia Nessana I, p. 282, tav. XLIII.C I, 2 (?).
paia di [asee a rotella. Le dimensioni variano; spesso sono Inediti: Atene, Agora P 19268 ed altri.
notevoli. Serohra essere una copia della forma aretina Atene, Ceramico.
Haltern 1. Museo di Cipro D 130.1935.
Abbastanza comune. Puo essere qui elencato l'esemplare pia piccolo (diame
Diametro: em II,6-43 (di solito nell'ambito dei 12 tro cm 10) in Buss-MACALISTER 1912, tav. 61, ro.
20,5 e 26-40 cm). Variante con orlo rivolto verso l'estemo: Antioch IV.I,
p. 22, lav. Ill, forma IIO.
Prototipi. Un'aItra variante poco frequente (sarebbe forse meglio
chiamarla Forma 6/28), presenta un orlo sporgente, piatto
Atene, Agora P 3461. (Tav. IV, II).
27
SIGILLATE ORIENTALI
Altri esemplari. confermando oos1 l'ipotesi del Waage, che oollocava l'ini
Ephesos I, p. 175, n. 67. zio eli questa forma nella fase II della sua sequenza del
Beth-Shan III, tav. XXlV, nn. 23, 32 (?). primo periodo romano (efr. Antioch IV.I, p. 38). Altri
esemplari si trovano in contesti tra l'inizio e la meta
WAAGE 1933, p. 286, n. 47, tav. VIII.
del I sec. d.C. (efr. l'elenco sotto), in partioolare il de
Antioch I, p. 71, n. 8, tav. XV.
posito (setrore 16-P) del Ninfeo eli Antiochia, del primo
HORSFIELD 1942, p. 192, n. 395, fig. 53, !aV. XLIII. quarto del secolo (ibid., p. 37). La data del II-III sec.
Antioch IV.l, p. 23, tav. III, fonne II5 f-p, n6 f-p d.C. proposra per questa forma su tesrimonianze piut
(non x). tosto labili dalIa Crowfoot (Samaria-Sebaste III, p. 331),
BROCK 1949, p. 69, fig. 14, 3. ed aceetrata acriticamente da Johansen in Hama IIL2,
Tarsus I, pp. 174-5, fig. 188 B; forse anche p. 241, non PUQ venire accettata.
n. 371, fig. 192. DataziOlle: la-50 d.C. circa.
PRITCHARD 1958, p. 52, tavv. 45, I, 6 e 58, 17, 19;
due ripubblicati da LAPP PCC, p. 214, tipo 253.1, L-M. Altri esemplari.
Samaria-Sebaste III, p. 329, fig. 79.6, 8 (?). Suglin Expedition II, 3, p. 146, fig. 158, n. 13 (forse
Athenian Agora V, p. 24, G 9, !aV. 60. Forma 33).
Nessana I, p. 282, tav. XLIII, E 2 e forse anche C 2. Antioch IV.l, p. 33, tav. IV, forme 405 a-k, 407,
Guzzo 1970, p. 471, n. 557, fig. 574· 4IOf-p.
HAYES Knossos, p. 252, n. 4, fig. 3 e p. 264, n. 17, Dura Europos-Final Reporr, IV.I.2, p. II, un. 63-64,
fig. 15. !aV. III.
Hama IIb, p. 91, fonna II (escluso il n. 7), figg. Tarsus I, p. 241, n. 378, fig. 192. Variante picoola.
35-36; forse anche p. 88, forma 9.2, fig. 36. SETON LLOYD Sultantepe, pp. 102-3, fig. I, 14.
MITSOPOULOS LEON 1972-5, C. 521, fig. 3 f. Samaria-Sebaste III, p. 296, fig. 68.4 (variante delle
NEGEV Oboda, p. 37, n. 140, tav. 26 (variante ?). Forme 3°/33), e aile pp. 310, 329-31, fig. 79.5, 9-12.
WRIGHr 1980, p. 145, un. 20-21, fig. 3, tav. 28. Per il primo di questi esempi, efr. anche LAPP PCC,
Inediti: Atene, Agora P 1963, ecc.; Corinto; Museo eli p. 218, tipo 254.2, B.
Cipro, D 26.1935. AURIGEMMA Forte della Vite, p. 30, n. 6 e p. 47, (I are
Variante (can una risega all'estremita del fondo oome tina' n. 4 bis.
nella Forma 28): Hama IIL2, p. 65, forma 1.36, fig. 27. Hama IIL2, pp. 91-4, forma 12 (e forma 11.7), figg.
35, 36, 38; forse anche il fondo alle pp. 61, 64, forma
1.26 b, fig. 27.
Piatto con orlo/parete bassa ed inclinata. Antiochia, for NEGEV Oboda, p. 37, n. 137-9, tav. 25.
me 405, 4°7, 410; Samaria, forma 12. Quseir al Qadim, pp. 68, 74-5, !aV. 21 b.
Come la Forma 29, rna con un profilo piu angoloso: Inediti: Atene, Agora P 20224, ece.; Paphos.
fondo piatto, pareti dritte 0 leggermente concave, eli re Per un possibile picoolo esemplare nero, eft. Tarsus I,
gola ricoperte da numerose fasce a rotella; sono presenti p. 252, n. 541, figg. 146, 196.
anche dei bolli eli ceramisti. Dimensioni sia grandi che
piccole. Spesso all'altezza del labbro compare una pic
cola modanatnra ad una a due sottili scanalature. SuI FORMA 31.
fonda all'estemo si hanoo regolarmente una 0 piu ri
seghe; talvolta oompaiono, all'interno, suI fonda uno 0 Piccolo piatto con orlo piatto e modanato. Antioehia,
piu solcatnre 0 fasce a rotella e suI labbro una solcatnra. forma 108.
Si tratra di uno sviluppo tardo della Forma 29, piu in Fondo piatto, orlo leggermente rilevato can una serie
f1uenzato dalla ceramica aretina. Si registrano i segnenti eli modanatnre e solcatnre sulla parte superiore; piede
bolli eli ceramisti. h.AMA (?), eHM, XAIPEOY. La basso e squadrato, suI fondo all'estemo compaiono delle
Forma 45 PUQ essere oonsiderata il tipo corrispondente riseghe, oome nelle forme precedenti. Non s1 registrano
di ooppa. bolli di eeramisti.
Abbastanza comune. Rara.
Prototipi. Prototipo.
Paphos Oh. 4797. (Tav. IV, 15).
Paphos Oh. 976. (Tav. V, I).
Hama III.2, p. 92, forma 12 n. I, fig. 36. (Tav. IV, 16).
Crunologia.
Cronalogia. Non ci sana prove dirette eli datazione, ma il modo
II primo prototipo e state rinvenuto associato oon cera oon cui e oostruito il piede fa propendere per una data
mica aretina del periodo tardoaugusteo (0 prototiberiano ?), zione intomo ai primi anni del I sec. d. C.
28
SIGILLATA ORIENTALE A
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SIGILLATE ORIENTALI
Datazione: intorno aI secondo quarto e fino alia meta tlplCO dei ritrovanIenti di quella localita; dovrebbe es
del I sec. d.C. sere pili antico del 79 d. C.
Datazione: intorno agli anni 40-70 d.C.
Altri esemplari.
LAUFFRAY t940, p. 16, fig. 6, il secondo in basso a Altri esemplari.
sinistra (frammento di fonda). BMGal. Roman Pottery, p. 18, L 36.
Antioch IV.l, p. 33, tav. V, 4'5, 417 a-f. EMERY-KiRWAN Wadi-es-Sebua, pp. 93, 5'4, tav. 3', n.
Dura Europos-Final Report IV.I.2, p. 12, n. 68. Antioch IV.l, pp. 33-34, tav. V, 425, 430 f-p.
Ashdod II-III, fig. '5,'9. BROCK 1949, p. 70, fig. '4, 5 (forse si tratta di questa
Hama III.2, p. 102, forma '4.'4-'7, fig. 40 e forse forma).
anche p. 82, forma 4.3, fig. 33; anche i fondi aile pp. 105, Tarsus I, pp. 24'-2, no. 374-7, figg. '75, 192 (tutti
108, forma '4.33-40, figg. 40-4' (qualcuno forse appar can bolla XAPIC); anche i no. 385, 388, fig. 144 A.
tiene alIa seguente Forma 35); anche un numero inde Athenian Agora V, p. 24, GIl, tav. 60. (Tav. V, 8).
terminato dei franImenti con bolla alle pp. 108-12, figg.
AMIRAN-EITAN '970, p. '3, rav. 7 A = Eretz-Israel
42-44· II, '973, tav. 43·5·
Forse anche il fondo in Arsameia am Nymphaios,
Hama III.2, pp. lOG-I, forma '4.4-II, fig. 40.
p. 239, n. 24, ravv. 58, 67 e l'orlo in QUILICI 1971, p. 72,
NEGEV Oboda, p. 38, n. '46, rav. 27.
n. 30, fig. '7.
KAMENETSKI '974,4, fig. 6, 2 a p. 219; bolla in planta
Inediti: Atene, Agora P 23771, Corinto, Delo, ecc.
pedis (da Podazovskoie, Tanais).
Varianti senza sbalzi all'interno della parete:
Inediti: Corinto; University College, Dublino UCD82I.
Tarsus I, p. 24', n. 373, figg. 144, 192 (can bolla XAPIC).
La forma classica ricorre in un esemplare problema
Hama III.2, p. 102, forma '4.14 k, fig. 40.
tico proveniente da Siracusa, can bolli italici (CULTRERA
Forse anche Ashdod I, fig. 10, 18.
'95', c. 799, fig. 75, descritto come « terra sigillata chiara ,».
Kenchreai IV, p. 59, ER 29 a-e, fig. 9, rav. '5. Variante (?): Ashdod I, fig. 10,17.
Esemplari simili (i dettagli dell'orlo sana incerti):
Harvard Excavations at Samaria I, p. 306, tipo 4, B,
fig. 185 ~ LAPP PGG, p. 218, tipo 254.2, A. Variante FORMA 36.
can una modanatura interna dell'orlo come nella Forma 33:
Corinto, frammento inedito (C-34-20I7). Piccolo piatto con pareti verticali. Antiochia, forma 432;
Samaria, forma 14 (b) (versione piccola).
Come la precedente, ma can pareti lisce; un listello
FORMA 35. nel punta di giunzione can il fonda. Piede malta basso,
Piccolo piatto can pareti verticali. Antiochia, forme di forma triangolare appiattita (spesso poco pili che un
listello), can una leggera risega nel punta di giunzione
425, 43°· con il fonda. Non i: decorara; nessun bolla.
Fonda piatto, piede piuttosto sottile e rastremato in Cornune.
basso, pareti basse e verticali, lisce all'intemo, con orlo
DianIetro: in genere em 14-16.
a fascia piatto e sui fondo all'esterno un listello sporgente.
Di norma decorato a rotella sulla fuscia dell'orlo, raI Prototipo.
volta si trova una soleatura od una fascia a rotella sui
fonda. L'esterno di quest'ultimo, all'interno del piede, Napoli II6994. (Tav. V, 9).
si presenra liscio. E una derivazione semplificara dalla
Granologia.
Forma 33, corrispondente pili omena alle forme in aretina
° in Sigillata Orienrale B I della meta del I secolo. Molti E una derivazione dalla Forma 35; si tratta di una delle
esemplari porrano il bolla del ceramisra XAPIC (in un forme pili cornuni a Pompei (eft. Instrumentum domesticum,
rett1lIlgolo dentato ad in planta pedis); si e rinvenuto pure p. '9, con la rab. IX). Waage la collOC'd nelle fasi finali
un piccolo bolla circolare @; gli a1tri esernplari sana (IV-V) della sua sequenza romana del prinIo periodo.
sema bolla. Datazione: 60-100 d.C. circa.
Abbastama comune.
Altri esemplari.
DianIetro: em 9-'0, '3,5-,6 (talvolta di formato in
termedio). CROWFOOT '936, p. 22, rav. IV.l b.
HOLWERDA Gat. Leiden, p. 36, no. 444-7, fig. II, tav. IV.
Pompei 9655 (bolla XAPIC?). (Tav. V, 7). p. 202, n. 467, fig. 55, rav. XLVIII.
Antioch IV.l, p. 34, tav. V, 432 a-po
Granologia. Tarsus I, p. 242, no. 386, 394 (?), fig. '92.
In generale questa forma sembra essere presente in con Samaria-Sebaste III, p. 331, fig. 79.17-18.
testi claudio-neroniani. L'esemplare di Pompei non i: AURIGEMMA Forte della Vite, p. 36, un. 4-5.
3°
SIGILLATA ORIENTALE A
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Athenian Agora V, p. 24, G 10, taV. 60. (Tav. V, 10). Samaria-Sebaste III, pp. 296-8, fig. 68.6; pp. 331-2,
Guzzo 1970, p. 45, n. II6, figg. 22, 57· fig. 79.16, 19-21 (induse alcune varianti).
Hama III.2, p. IDO, forma 1+1 d, fig. 39. Athenian Agora V, p. 24, G 8, tav. 60.
HAYES Corinth, p. 451, nn. 127-8, tav. 85. Ashdod II-III, fig. 15.18.
NEGEV Oboda, p. 38, n. 148, tav. 27. QUILICI 1971, pp. IIo-II, un. 55, 60, 72, 73, figg.
Inediti: Corinto, Cartagine (nel museo); Leida (da 52, 56.
Tripoli); Vienna IV.1637 (dalla Tunisia); Museo di Hama III.2, pp. 99, 102-5, forma 14.[ a-e, 2, 18-26,
Cipro D 71.1935; Leptis Magna. 29-30, figg. 39-41.
Variante con il piede come nella Forma 35: Dura NEGEV-SlVAN 1977, p. III, fig. 2, n. 1.
Europos-Final Report IV.I.2, p. 12, un. 65-66. Inediti: Atene, Agora; Museo di Cipro (da Spilia,
tipo B); Princeton 43.127.
Variante con piccolo labbro (come nella Forma 34;
FORMA 37. forse ·antica):
Samaria-Sebaste III, p. 331, fig. 79.14 (con bollo).
Grande piatto can pareti verticali ed alto piede. Antio
Hama III.2, p. 101, forma 14.12 a, fig. 40.
chia, forma 426; Samaria, satta la forma 14.
Fondo do1cemente inelinato, pareti verticali con li Variante di piccolc dimensioni:
stella alI'estremim inferiore e talvolta una modanatura Antioch I, p. [6, fig. 17.3.
piatt. nella parte superiore (efr. la Forma 35); alto piede Nessana I, p. 283, tav. XLIV, F 3-4.
ad anello, squadrato e sottile, con il diametro pari a Salamine de Chypre IX, p. 45, n. 162, t.v. 15.
circa fa meta di quello dell'orlo. All'estemo il fondo e
generalmente liscio, senza riseghe. Presenti alcuni bolli FORMA 38.
di ceramisri di forme insolite (planta pedis, impressioni
a sigillo). E una derivazione dalla form. Goudineau Piatto con arlo ricurvo e p£ede sottile. Antiochia, forma
39 c in aretina; si tratta del cortispettivo in grandi di 128 k.
mensioni delle Forme un. 35-36. Ne esistono due ver Forma uguale alia n. 30, ma con I'orlo ricurvo ed in
siam: clinato verso l'estemo. Piede piuttosto sottile e squadrato;
A. Con modanatura piatta dell'orlo; sul fondo una sul fondo alI'esterno una risega. All'interno, sempre sul
unica fascia con rotellatura a tratti lunghi. fondo, fasce a rotella, talvolta fra soleature. I frammenri
B. Senza modanatura sull'arlo; di solita non decorata dell'orlo sono pressoccbe indistinguibili da quelli dei pili
e senza bolli. antichi e,emplari dell. Forma 4. Pareti abbastanza sottill.
Rara.
Si registrano i segnenti bolli di ceramisti: EPMHC.
XAPIC. Diametro: em 16 circa, em 25 circa.
Comune.
Protoripi.
Diametro (alI'orlo): em 21-28, e oltre.
Antioch IV.I, pp. 23-4, fig. 19.1, tav. IV, 128 k (con
il bello XAPIC). (Tav. V, 13).
Prototipi.
Hama IIb, p. 64, forma I, n. 35, figg. 27-28. (Tav.
A. Napoli, Museo Naz., vecchio n. 1240. Bolio: gallo V, 14).
a destra (impressione d. un int.glio). (T.v. V, II).
B. Hama IIb, fig. 39, forma 14.1 a. (Tav. V, 12). Altri esemplari.
Atene, Agera P 15205. Probabilmente anche AURIGEMMA
Cronologia. Forte della Vite, p. 30, n. II (can leggera rotellatura sul
La datazione f1avia che ci viene dal prototipo A sembra labbro).
essere confermata dai ritrovamenli effettuati altrove.
Gronologia.
n Waage l'assegna alIe fasi pili tarde (IV [?]-V) della
sua prima serie ramana. Per 1a decorazione a 'catella Sil Waago considera questa forma come una derivazio
questa fotma, efr. Ie Forme 52-53. II frammento Samaria ne tarda dalla Forma 4, come sembrerebbe s'.lggeme
Sebaste III, fig. 68.6, registrato come proveniente da un l'aspetto dell'orlo. Comunque, un'angolatura dell'orlo cosl
contesto augusteo, e sicuramente un'intrusione piu tardu. accentuata non e tipie. dcgli esernplari pili tardi della
Forma 4> mentre Ie pareti pili sottili e l'alto piede la met
Datazione: intorno agli anni 60-100 d.C.
terebbero in relazione pili con la Forma 30. In questa
Aim esemplari. caso l'odo ricurvo sembra essere una imitazione della
forma Haltern 4 in aretina, la quale ebbe una lunga du
Antioch I, p. 71, n. 9, tav. XV. rata. Sembra probabile che esista un certo intervallo
CROWFOOT 1936, p. 22, tav. IV. I a. di tempo tra la scomparsa della Forma 4 e I'apparizione
HORSFIELD 1942, p. 194, n. 401, fig. 53, tav. XLIII. della Forma 38, I. cui decorazione ed i belli dei cerami
Antioch IV.I, p. 33, tav. V, 426 f-u. sri dinIostrano che essa e contemporanea dena Forma
Dura Europos-Final Report IV.1.2, p. 12, n. 67. 35. Tuttavi. un piano da Corinto con il largo piede
31
SIGILLATE ORIENTALI
ad anello della Forma 4 e con la parete piu verticale B. British Museum, Egyptian Dept. 5255 (forse dalla
della Forma 38 (WRIGHT '980, p. r43, n. r8, fig. 3; Tripolitania). (Tav. V, 17).
cfr. sotto la Forma 4) puo costituire un demento di con C. Paphos OD. 5019. (Tav. VI, I).
nessione.
Cronologia.
Datazione: meta del I sec. d. C.
II prototipo A proviene da una necropoli di epoca
I
flavio -traianea; il C da un contesto traianeo (1). La fOIma
FORMA 39. non e stata trovata a Pompei.
Piccolo piatto con orlo CU1"/Jato all'interno. Antiochi., Datazione: 80-120 d.C. circa.
forma 128 u. Altri esemplari.
Fondo ampio ed indinato, piede alto e sottile (in ta Sebha II 94 (10 stesso Iuogo di ritrovamento del pro
e
luoi casi la superficie d'appoggio scana1ata), orlo con totipo).
vesso e verticale, che alia sommiti piega verso l'intemo. Potrebbe appartenere a questa forma il fondo in REED
SuI fondo, all'estetno nessuna risega. Pareti sottili. Una Dlbon, p. 74, tav. 70,22 (cfr. anche a lav. 16,12).
versione rara e antica (?) presenta dei bolli; gJi esem
plari piu accenruatamente carenati (come quelli prove
nienti da Pompei) non sono bollati. Probabilmente si
tratta di una derivazione dalla Forma 38. Si registrano
i segnenti bolli: XAPIC (entro un quadrifoglio); esistono
FORMA 41.
Grande piatto con pareti inclinate a gradini. Anriochia,
I
pure dei bolli in planta pedis (frammentari). forma 610.
Non comune. Fonda pianeggianle, piede basso e squadrato, una 0
Diametro: em II, 14-15, 18. piit riseghe sul fonda, all'estemo; pareti indinate con
due bande lisee, sfalsate di piano all'eslemo ed una serie
Prototipo. di modanature piatte e solcature all'interno; labbro ri
valla all'infuori. Probabilmente il fonda non era deco
I
Pompei 1176-3. (Tav. V, 15).
rato; si e registrato un bollo a rosetta centrale.
Cronologia. Non comnne.
E una delle forme piu comuni a Pompei; oltre quaranta Diametro: em 25-35 circa e oltre.
I
..
: :1
~
32
SIGlLLATA ORIENTALE A
esemplari in eeramica aretina 0 in Sigillata Orientale B 1. presenta una piccola modanatnra (talvolta doppia). Cor
Certi pezzi, pili profondi, si possono considerare pia tardio risponde alla Forma 28 0 31; cfr. Ia forma Haltem 7 in
Comane. aretina.
Diametro: cm 9-13,5 (in qua1che caso pia grande). Rata.
Prototipi.
University of Newcastle upon Tyne, provenieote dalla Prototipo.
regione <Ii Gerasa (Giordania). (Tav. VI, 4). Arene, Agora P 16726. (Tav. VI, 8).
Athenian Agora V, p. 12, F '4, rav. 60. (Tav. VI, 6).
Variante con due scanalture all'esteIjlo: Antioch IV.r, Cronologia.
tav. V, 446 k. Datazione incerta, probabilmeote tardoaugustea (ana
Iogarneotc alla Forma 42). La rarim di questa forma puil
Cronologia. essere il riflesso del fatto che la forma Haltern 7 in areti
La troviarno nel gruppo F (tardo augusteo) dell'Agora na scomparve prima della corrispondente forma di piatto
<Ii Atene; dal Waage viene collocata in una prima fase Haltem 1.
della sua sequenza romana antica ad Aotiochia. n con
testo <Ii Samaria-Sebaste III, fig. 70.1 (Roman 2 a) puil Altri esempiari.
essere post augnsteo. Beth-Shan III, tav. XXXIV.26.
Datazione: dal 10 a.C. circa al 20/30 d.C. 0 ancora Hama 111.2, p. 192, n. 8, fig. 72.
pili tardio NEGEV Oboda, p. 39, n. 156, tav. 28 (probabilmeote
questa forma).
Altri esemplarl.
Forse anche Kenchreai IV, p. 56, ER 21, tav. IS.
BLISSMACALlSTER 19[2, p. 128, tav. 61.9. La coppa in Samaria-Sebaste III, p. 334, fig. 80.9
Sieglin Expedition II. 3, p. 148, fig. 159, n. 21. (cataIogata sotto Ia forma 17) pu" essere un'anticipa
Beth-Shan III, lav. XXXIV, II. zione, seoza Ie modanatute interne; il contesto in cui si
WAAGE 1933, p. 287, n. 67, tav. VIII. trova suggerisee una datazione alta.
Antioch IV.l, p. 34, rav. V, 445, 446 f, p, U.
Tarsus I, p. 249, categoria Q, n. 500, fig. 194. FORMA 44.
Samaria-Sebaste III, p. 300, fig. 70.1, e pp. 3II-12,
336, fig. 8I.3-4. Coppa con profilo del corpo a doppia convessita. Aotio
Athenian Agora V, p. 12, F 12-13, tavv. I, 58, 60. chia, forma 450.
AshdiJd I, fig. 10, 7-8, tav. X, 1. E un'imitazione del tipo Haltern I I in aretina, affine
HAYES Knossos, p. 253, n. II, fig. 3. alia fonna Dragendorff 27 in sud-gallica: corpo sempliee
Bama III.2, pp. 162-3, forma 22, no. 1-3,figg. 64, 65. con doppia convessira, piede basso (come nelle forme
(Tav. VI, 5). precedenti), per 10 pili con on gradino aderente alla parte
CoLDSTREAM Knossos, p. 47, J 5, fig. 17, tav. 28 (con intema di esso. Gli esemplari piil antichi hanno due sca
rotellatura sui labbro ?). ualatnre all'interno delI'odo; taluni di questi mancano
MI1S0POULOS LEON 1972-5, C. 521, fig. 3 C. del gradino suI fondo. Non si oonoscono bolli <Ii eera
RILEY Caesarea, pp. 44-5, n. 75, con fig. (probabil misti.
mente questa forma). Non comune.
Kem;hreai IV, p. 56, ER 22, tav. 15. Diametro: em 9,5-r4 (soprattutto em 9,5-10,5).
delirnitata da due riseghe, nella parte superiore; illabbro Antioch I, p. r6, fig. 17.7.
Antioch IV.I, p. 34, tav. V, 450 f-u. Tarsus I, p. 244 (sotto la categoria M), no. 4,6-17,
Tarsus I, p. 243, categoria K, n. 4II, fig. 144. figg. 144, 194.
Arsameia am Nymphaios, p. 242, n. 38, tav. 67 (forse KELso-BARAMKI 1955, p. 24, A 41, 105, tavv. 13, 22.
nn orIo di questa forma). Samaria-;Sebaste III, p. 338, fig. 81, 6 (sotto la forma
Hama lIb, pp. 163, 166, forma 22 A, figg. 64, 66. 23); alcnni dei foneli in fig. 81, 12-15, possono rienttare
I
NEGEV Oboda, pp. 40-I, n. 175, tav. 29. (Tav. VI, 10).
Inediti: Museo di Cipro, D 44.1935; anche tombo STUCCHI 1965, p. 217, tav. XXXVIII.7 b.
Polis 104, nn. 100-102. Hama III,2, pp. 166-7, forma 23, no. 1-5, fig. 64, 66.
i
HAYES Corinth, p. 451, n. II9, rav. 85.
NEGEV Oboda, pp. 39-40, no. 157 (?), 160-4; 166-7,
chia, forme 453, 455· Quseir al Qadim, pp. 74-5, tav. 21 q (?).
Pareti coniche, leggermente concave; piede basso e Inediti: Atene, Agora P 21721 (Tipo B), ecc.; Corinto,
squadrato, con all'interno nno 0 piiJ. gradini tutt'intorno CP 416, ece.; British Museum 53.5-28.71.
e talvolta una piccola risega all'esterno; orIo basso e Variante con orIo doppio e concavo: Beth-Shan III,
L'interno della coppa presenta nn profilo rotondeggiante. Variante piiJ. bassa: Samaria-Sebaste III, p. 338, fig.
Antioch I, p. 72, fig. 5, 1-4 provengono da un singolo p. 212, tipo 251.6 A. (Tav. VI, 13).
deposito. Hama lIb, fig. 64, forma 23, n. 14. (Tav. VI, 14)·
Datazione: 1/10-50/60 d.C. circa.
Cronologia.
Altri esemplari. Ben rappresentara nel deposito 16-P ad Antiochia,
NEUFFER 1931, p. 63, fig. 7.10, 15· anche in un contesto databile agli anni 22/23 d.C. circa,
CVA Cambridge 2, tav. XIV.34. Antioch 1, p. 72, fig. 5-3 (e 5-2 ?), da Beth-Shan.
Antioch IV.I, p. 34, tav. V, 453 a-u, 455. Antioch IV.I, p. 34> tav. V, 457 p, r.
34
SIGILLATA ORIENTALE A
Dura Europos-Final Report IV.1.2, p. 12, n. 69, tav.III. nel deposito I6-P di Antiochia), diviene sernpre pi" co
SETON LLOYD Sultantepe, pp. 102-3, fig. 1.1, 4, tav. mnne verso Ia metil del I sec. d. C. Waage Ia colloca
VII, 2 a dema. nelle fasi I-III della sua sequenza rornana antica di An
Hama III.2, pp. 168.-70, forma 23, un. 14-27, figg. tinehia. Soppiantata dal1a Forma 50.
64-66; forse anche forma 22.4 b. Datazione: 10-60170 d.C. circa.
THALMANN Tell 'Arqa, p. 59, fig. 42.8.
WRIGHT 1980, p. 145, n. 23, fig. 3· Altri esemplari.
Probabilmente anche: NEUFFER 1931, pp. 63-4, fig. Ephesos I, p. 175, un. 65-66.
7.9; Samaria-Sebaste III, p. 338, fig. 8I.I6; Labraunda BMCat. Roman Pottery, p. 18, L 38.
II.I, p. 68, n. 208. Sieglin Expedition II.3, pp. II6, 148, fig. 128, I =
Inediti: Atene, Paphos. fig. 159, 15 (e forse anehe fig. 159, n. 27).
Una versione piccola con piede come nella Forma 45: Cat. Stoddard Coil., p. 243, n. 516 (bollo: ramo di
Leptis Magna (diametro em 7,6). palma).
OxE 1927, p. 223, n. 19, figg. 2, e 3, 10, Beil. XXVI.
Beth-Shan III, tav. XXXIV.7, 19, 34. Ripubblicati
FORMA 47. in: Antioch I, p. 72, fig. 5.4-5 (a Filadelfia); CoMFORT
WAAGE 1936, pp. 223-4, tav. II, fig. 5 (Filadelfia,
Tazzajcoppa con pareti espanse ed orlo verticale moda University Museum 29-102-554).
nato. Antiochia, forma 460; Samaria, forma 23 (in pane). Antioch I, p. 17, fig. 18, I, 8, e p. 72, n. 16, tav.
Fondo piatto, piede ad anello di piccolo diametro e xv (?).
squadrato, generabnente con uno 0 phi gradini all'in CVA Pologne 3, tav. 104.II.
temo; pareti alte e tendenti ad espandersi in alto, con LAUFFRAY 1940, p. 16, fig. 6, Ia quana in basso a de
un angolo assai marcato nell'estremitil inferiore; orlo ver stra (da Byblos).
ticale e sottile con modanature convesse-concave-eon Antioch IV.I, pp. 34-5, tav. V, 460 a-u.
vesse, delimitate da scanalature. Di formato grande e Dura Europos - Final Report IV.1.2, p. 12 (eleneo di
piccolo. Sulle modanature convesse dell'orlo si incontra possibili esemplari).
frequentemente una fine decorazione a rotella e talvolta Tarsus I, p. 244, categoria L, un. 412-15, figg. 144,
anebe scanalature poco profonde unite a modanature 193·
nella parte intema dell'orlo. Frequenti i bolli di cera Cat. illustre Damas, p. 84, n. 20 (tav. XLII.I).
e
misti; di solito Ia lora forma quella di un rettangolo
SETON LLOYD Sultantepe, pp. 102-3, figg. I, 2-3, 5, 7,
allungato, spesso con terminazioni a dente; al di sopra tav. VII, 2.
ed al di sotto della riga delle lettere, sottili Iinee in
rilievo. SCE IV.3, fig. 30.3 (= Musco di Cipro D.657.I935).
Questa forma della Sigillata Orientale A deriva dal tipo Samaria--5ebaste Ill, p. 338, fig. 8I.7-II.
Haltem 8 in aretina; se ne differenzia pero nella posi Nessana I, p. 284, tav. XLIV, base 17.
zione e nella forma del piede, che e tipica di questa Arsameia am NymPhaws, pp. 241-2, un. 34-36, tavv.
forma. Gli esemplari pi" profondi, dalle pareti alte, 59, 67·
tendono ad essere i pi" antichi, cosi come quelli che Ashdod II-III, fig. 16, 20-21, tav. XVI, 2.
hanno tre scanalature ben marcate (imitazione dall'are HAYES Knossos, p. 264, n. 18, fig. 15.
tina) nella pane interna dell'orlo. Se si eccetrua Ia For COURBIN Ras el Bassit, p. 47, fig. 9.
ma 48, questa e Ia coppa pi" frequentemente bollata Hama lIb, pp. 163-9, forme 22.5, 23.6-12, figg. 64
con nomi dei ceramisti. La Forma 33, meno co 68; anebe pp. 174-9 passim, fig. 69, F 19, 48, ecc.
mune, e Ia sua corrispondente forma di piatto. Per i HAYES Corinth, p. 451, un. 120-1, tav. 85.
bolli dei oeramisti, cfr. l'elenco in Antixh IV.I, pp. 34
NEGEV Oboda, pp. 3~40, un. 159, 168-9, 170 (varian
35 (da aggiungere Vienna III.64t: AnE/AM).
te), tav. 29.
Per i ritrovamenti di Pompei assegnati da Pucci alla
forma 23 di Samaria (Instrumentum domestiaml, p. 19) RILEY Caesarea, pp. 44-5, un. 80, 82 (?), con figura.
cfr. il commento sotto Ia Forma 50. HAYES Royal Ontario Museum, p. 19, n. 83, fig. 4,
Molto comune. tav. 10.
Diametro: em 7,5-9, II-I6. Kenchreai IV, pp. 57-58, ER 24-25, tav. 15.
Salamine de Chypre IX, p. 42, n. 146, tavv. 13-14.
Prototipo. Forse anehe HORSFIELD 1942, p. 192, n. 397, fig. 53,
University of Newcasde upon Tyne, dal1a regione di tav. XLIII; flammento in Ostia II, p. 193.
Gerasa (Giordania). (Tav. VI, 15). lnediti: Cotinto, Atene (Agora), Itaca, ecc.; anehe
British Museum, 76.9-9.40; Ashmolean Museum, Oxford,
Cronologia. 1910.801 e 1959.367.
Presente per Ia prima volta in strati tarOO augusteij Esemplari a vernioe nera: Tarsus I, p. 251, un. 530-1,
prototiberiani (ad esempio a Paphos OLl, pozzo 18 e figg. 146, 195.
35
SIGILLATE ORIENTALI
Alenne varianti presentano un piede liscio ed alto, con Antioch I, p. 17, fig. 18.7.
fonda liscio: vedi Tarsus I, p. 249, n. 509, fig. 194 (can LAUFFRAY 1940, p. 16, fig. 6, la terza in basso a de
bolla XAPIC). stta (da Byblos).
Coppa emis/erica su piede con modanature esterne. An Samaria-Sebaste III, pp. 312, 339, fig. 81.20, 22-23
Corpo piu omena emisferico (talvolta leggermente ca Nessana I, p. 283, tav. XLIV, F 1-2, tav. XLVII,
renato), can piccola flangia che delimita una parete Misc. 10.
a11'interno; attorno alia spigolo interno della superficie NEGEV-SIVAN 1977, pp. III-I2, fig. 2, un. 2-3.
d'appoggio vi sana una a piu scanalattue. Assai frequen KARAGEORGHIS Salami IV, pp. 38, 54> loculo e, n. 5,
ti i bolli dei ceramisti; essi sana per 10 piu rettan tavv. XXVII, XLVIII.
golari, can lettere disposte su due righe, a presentano Inediti: Atene (Agora); Corinto.
lati frastagliati e lettere a forma di quincunx. Waage I
quema romana antica (Antioch IV.I, p. 38), ma Ie te Hama IIL2, p. 172, forma 24.1, fig. 69.
stimonian2e di altte localitil, cos! come si presentano, Kenchreai IV, p. 57, ER 23 e, tav. 15.
suggeriscono una data2ione soprattutto intorno alla metil Variante, can piede modificato: LAUFFRAY 1940, p. 16,
del I secolo. Non e presente a Pompei 0 nei depositi fig. 6, il secondo in basso a destta.
tardoflavi (Atene, Agora, Paphos, ecc.).
Inedito: Kormakiti (Cipro), Panayia, P 5. Profilo intero.
Datazione: 40-70 d.C. circa e oltre.
Altri esemplari.
FORMA 50.
WOOLLEY-RANDALL MAcIVER Karanog, pp. 53, 2II,
tav. 94, G 591, 8875. Coppa conica con orlo verticale. Antiocbia, forme 465-8.
Sieglin ExpeditWn II.3, pp. II8, 148, fig. 128, n. 10 = A Samaria elencata sotto la forma 24.
fig. 161, n. 37. Coppa conica can orlo verticale, can nn piccolo den
Beth-Shan III, tav. XXXIV.9. tello nel punta di ginnzione con il corpo del vasa; go
}O
SIGILLATA ORIENTALE A
I
nera1mente si ha una moOOnatnta del Iabbro rivolta al Kenckreai IV, pp. 56-7, ER 23 a, b, d, rav. 15. I:
I'ingia; piede squadrato piuttosto sottile ed inclinato NEGEV Oboda, p. 40, n. 171, tavv. 29, 33 (n. 172 \~
obliquamente, fondo rotondeggiante. Nessuna risega nella l\;i
forse una variante).
~!i
parte esterna del fondo stesso. Pareti sottili (soprattutto
all'orlo). Non decorata; nessun bollo. Corrisponde ai
RILEY Caesarea, pp. 44-5, un. 73, 74, 78, con figura. !,
piani di Forma 36-37. Secondo Crowfoot e Kenyon,
Forse anche Beth-Shan III, tav. XXXIV. 20, e iI fondo ,
FI:
pare una scanalatnta sotto Ia carenatnra. Antiochia, compreso LeiOO XXVIII.6; Corinto; Paphos; Vienna
rnithos (Cipro). (Tav. VI, 18). alia sonnnita; piede alto, sottile, quasi verticale, squadrato ::1,
Datazione: 60/70-100 d.C. circa (i1 Tipo B e forse pia resto e abbastanza infrequente. Comunque, essa e tra
tab. IX, sotto I. forma Samaria 16), cos! ehe bisogna spo
Altri esemplari. starne indietro Ia ootazione, Iino alia prima epoea flavia.
Anrioch I, p. 16, fig. 17.6 (Tipo B). A Paphos Ia si ritrova in contesti Ilavi 0 pia tardi,
CROWFOOT 1936, p. 22, tav. IV.5 (Tipo B). ma in genere manca nei depositi tardoadrianei di quel
HArmING 1946, p. 61, n. 8, fig. 2, tav. XX. D.tazione: 70-120 d.C. circa.
Antioch IV.l, p. 35, tav. V, 465 f, p, 467, 468.
BROCK 1949, p. 69, fig. 14.10 e forse anehe tav. 37.9. Altri esemplari.
Tarsus I, p. 244, un. 418, 419 (?), figg. 144, 194. WAAGE 1933, p. 287, n. 68, rav. VIII (?).
KELso-BARAMRI 1955, p. 24, A 40, tavv. 13, 22. Anrioch IV.l, p. 40, rav. VII, 6]0 f, k.
Samaria-Sebasle III, pp. 312, 338-9, fig. 81.17-19,21, Tarsus I, p. 244, ca!egoria 0, un. 420-422, figg. 144,
24 (sotto la forma 24). 194 (n. 421, con bollo XAPIC, e incerto).
Nessana I, p. 284, rav. XLIV, fondo 16. GIVEON 1963, p. 28, fig. 2.1, da Mishmar h.-'Emeq.
REED Dibon, p. 74, rav. 70.14. Ashdod II-III, fig. 16.10, 17-18, rav. XVI.I.
Ashdod II-III, fig. 16, 13 e 22. Ostia III, p. 258, fig. 537 b.
NEGEV Nabalean Sigillata, p. 392, un. 58-59, fig. NEGEV-SIVAN 1977, p. II2, fig. 2, n. 5.
TUSHINGHAM Dibon, pp. 127, 133, figg. 3.31, 4.60, Forse anche GEBHARD 1973, p. 84, fig. 45.1; Salamine
57; anehe p. 101, forma 1.1.12 b, fig. 40. (Nicosia), d. Soli; Sebha (Libia), Museu, H 79, da
37
SIGILLATE ORIENTALI
Fine I-inizio II sec. d.C. (e forse pin tardi). Inediti: Paphos, OIJ. 4966.
:i'
""
Of'
:~i
~~I
38 :J;
~
~;
SIGILLATA ORIENTALE A
Per Ia serie in generale, cfr. Tarsus I, p. 250, un. 513 FORMA 64.
22, fig. 145. Forme chiuse: efr. sotto Ie Forme u5, u6.
Si tratta di una serie poco numerosa. La vernice, Gappa su piede con or/o nvo/to all'esterno. Antiochia,
piuttosto che veramente «marmorizzata », appare mac forma 660f.
chiata. Coppa con pareti poco inclinate e con all'interno mo
danature concave e convesse; orlo rivolto all'esterno con
scanalature alia sommita 0 su entrambe Ie facce. Un
FORMA 62. frammento indica Ia presenza di un piede. Nessuna de
Piauo CiJrt or/o appiauito. corazione a stampo.
Piatto con pareri basse ed inclinate ed ampio orlo Pr%tipo.
piatto, inclinato verso l'interno; piccola modanatufa suI Antioch IV.I, p. 40, fig. 23.15, tav. VII, 660 f (dia
labbro; riseghe alia sommitil ed alia base deUe pareti in metro em 28). (Tav. VIII, 2).
terne. Fondo piatto con piede a listello posto sotto 10
spigolo; all'esterno una risega. Non decorata (?). Gron%gia.
Solo un esemplare frammentario (= prototipo): Pa La datazione e incerta.
phos, Oll 4697, da un pozzo datato aI 90-120 d.C. circa. A/Ira esemp/are.
Diametro ricostroito: em 18,,( circa. (Tav. VII, 16).
Si tratta forse di un'anticipazione della Forma 57. Ateoe, Agora P 4370 (diametto ricostroito em 22).
41
SIGILLATE ORIENTALI
si potrebbe trattare eli un residuo. La testimonianza piiJ im Athenian Agora V, p. 47, H I, tavv. 8, 57, 60 (con
portante per Ia datazione della forma ci viene da Paphos, bollo a foglia).
dove si trovano parecchi frammenti nei livelli domizianei Inediti: vari frammenti da Paphos e dall'Agora eli
e traianei, mentre in contesti tardoadrianei generalmente Atene, compreso uno con anelli suI fondo esterno e pied;'
non compaiono. basso (Agora P 4173).
Datazione: 80-120 d.C. circa.
Altn' esemplari. Vaselklme non classificato, con vernice marmorizzata:
Antioch IV.I, p. 40, fig. 23.17, 19, tav. VII, 660 a, k Tarsus I, un. 515, 518-22 e fig. 145 D (soprattutto
(660 f appartiene aUa Forma 64). forme chiuse).
Un certo numero eli altre forme, in un'argilla piuttosto c) corrisponde al b, ma con Ie pareti vettica1i: cfr.
scadente e mal cotta, e attestato in contesti antonini Antioch IV.I, pp. 40-1, forma 680, fig. 23.II, tav. VII
(tardo II secoIo); alenne presentano una decorazione a (Tav. VIII, 7);
sgorbia (generalmente sotto forma eli sfaccettature, ad Ii) coppa carenata eli graneli dimensioni con orIo
imitazione del vettu tagliato) ed a rotella, piuttosto gros espanso e roz2O decorazione a rotella: cfr. Hama III.2,
solana. Queste forme hanoo un'area eli e1isttibuzione ab p. 194, D 10, figg. 72, 73 (Tav. VIII, 8);
bastanza ristretta, limitata piiJ 0 meno alla Siria ed alIa e) scodella a fondo piatto, con orIo appiattito oppure
Cilicia; quasi tutti i pezzi pubblicati provengono da Antio Ieggermente inc1ioato verso l'aIto: Antioch IV.I, p. 40,
chia e da Tarso. Data Ia mancanza eli esemplari noti, sem forme 630-635, tavv. VI-VII (Tav. VIII, 9.10); Tarsus
bra piiJ corretto non asseguare ad essi deg1i specifici nu I, p. 249, categoria R, un. 501-3, figg. 145, 194;
meri eli forma; alIo stato attuale delle cose, basteci Ia tipo
f) piatto a fondo apode con pareti lisce ed inc1inate.
Iogia eli Antiochia. La serle comprende Ie seguenti forme:
Versione antica (?): Drew University, Madison, New
a) coppa con piede, paragonabile alla Sigillata Ci Jersey (U.S.A.), da Iznik (Nicea) (Tav. VIII, II). Ver
priota P 40-41, con orIo squadrato al eli sopra eli una sione normaIe: Antioch IV.I, p. 40, forme 645, 647, tav.
banda verticale piatta; sui corpo, decorazione a rotella. Un VII (Tav. VIII, 12-14);
esemplare completo (proveniente da Cipro) e conservato
nel Musco eli Istanbul (n. 751; e1iametro em II,3). Simili, g) piatto a fondo apode, con pareti ricurve e orio
rna frammentari in: Tarsus I, p. 272, n. 763, fig. 160; rientrante Antioch IV.I, p. 40, forme 653, 655, tav. VII
Nessana I, p. 284, tav. XLIV in fondo, misc. 2; (Tav. (Tavv. VIII, 15; IX, I); Tarsus I, p. 271, un. 747,
VIII, 4); RILEY Caesarea, pp. 44-5, n. 77, con figura; 751 (?), 754, figg. 176, 202.
b) simile ad a, ma piiJ Iarga, con orIo incurvato Forse anche h, piccola coppa con pareti rientranti:
e corpo decorato a sgorbia, a rotella, a testine applicate, Antioch IV.I, p. 40, forme 672-5, tav. VII. La classe
ecc. cfr. Antioch IV.I, pp. 40-1, forma 677, fig. 23.13, eli queste ultime e dubbia.
tav. VII, forse fig. 24.1-7 (Tav. VIII, 5); Tarsus I, p. 270,
n. 744, figg. 160,202; Hama III.2, p. 194, D II, 12 (?), Gli elementi eli datazione eli queste forme sono esposti
figg. 72, 73 (Tav. VIII, 6); in Antioch IV.I, pp. 41-2.
42
SIGILLATA ORIENTALE A
43
SIGILLATE ORIENTALI
BARAMKI 1967, tav. XXVI, terzo esemplare. piccolo beccuccio per versare. Piede basso, ansa scana
NEGEV-SlVAN 1977, p. 1l2, fig. 2, n. 6. lata dal collo alla spalla. Non decorata. Rara; si cono
Forse anche Samaria-Sebaste III, p. 340, fig. 82.2. scono esemplari per 10 pili assai franunentari.
Inediti: Museo di Cipro (numerosi esemplari); Bri
tish Museum 1908.4-1I.10, II, 13, 14 (4 esemplari), e Prototipo.
94.II-1.547; Victoria and Albert Museum, 217-1901; HAYES Royal Ontario Museum, p. 19, n. 87, fig. 5,
Londra, Institute of Archaeology, 47.24/1; Oxford, tav. 6. (Tav. IX, 6).
Ashmolean Museum, C 169; Yale 1930.253; Brooklyn
Museum 22.18; Boston, Museum of Fine Arts 58.1275; Cronologia.
Harvard, Peabody Museum, 36-72-40/3663; Museo di Oatazione incerra, probabilmente comincia ne! I sec.
Limassol (Cipro), 197/3-4, 274/2, anche 306/2-3 (da a.C. L'impostazione de! fondo ne! prototipo potrebbe
Arnatunte), ecc. indicare una data piuttosto tatoo.
Possibili orli: HORSFIELD 1942, p. 130, n. 88, fig. 12,
tav. XVI; Nessana I, p. 285, tavv. XLV, CV, 6; Ashdod Altri esemplari.
II-III, fig. 16.28.
Possibile fondo: HORSFIELD 1942, p. 121, n. 37, tav. X. Expedition Suglin 11.3, p. 145, fig. 153 a sinistra.
Variante con orlo sottile, incavato alia sommira: CRow Harvard Excavations at Samaria I, p. 306, tipo 15 a,
FOOT 1936, p. 22, tav. IV-4 fig. 185.
lmitazione in ceramica a vernice rossa (Cipriota?): Samaria-Sebaste III, pp. 298, 312, 340, figg. 68.7, 82.3
Filadelfia, University Museum, M.5.480. ~ LAPP PCC, p. 210, tipo 228, B.
Hama III.2, p. 186, un. 33-36, fig. 70.
II pezzo di Thera, citato da KERN 1961 e chiaramente Instrumentum domesticwn, p. 19, tav. VI, 19.
estraneo a questa classe ceramica.
Forse anche Nessana I, p. 285, tavv. XLV, CV,9.
FORMA 105.
Inediti: Yale, 1912.295; Chicago, Oriental Institute,
1062.
Brocca con bocca rigonjia e arlo concavo. Samaria, for Versione con largo corpo (altezza circa em 23-25), e
ma 26. ansa larga a bastoncino quadruplo: Oublino, National
Brocca dal corpo piccolo e snello (ampolla ?), con collo Museum of Ireland, 19°°: 65 (da Cipro) ~ GUTCH 1908,
stretto, rigonfio aIla sommira ed una bocca ristretta con p. 1I5 (n. 65--<JO).
FORME CHlUSE
Brocche tarde (Forme 106-112) e bottiglie biansate (Forme II3-II6).
44
SIGILLATA ORIENTALE A
Cronologia. Protoripa.
Datazione probabilmente vicina alla precedente. Yale 1930.254. (Tav. X, 2).
Altri esemplari. Cronologia.
Cat. illustre Damas, p. 83, n. 4, lav. XLII, a destra For.e abbastanza antica; 10 sviluppo del collo potreobe
dal centro. Glllo corto. es.ere paralIelo a QUe110 della Forma 104
Musco di LimassoI, 20I!2 (con due fasce di rotella
Altri esemplari.
tnra sul corpo).
Cnme il prototipo: Cat. illustre Damas, p. 82, n. 3,
XLII. I, in basso a destra.
FORMA 108.
Glu collo piu corto:
Brocca, simile alia Forma lOS, rna piu larga, con un Cat. Greek and Erruscan Vases Boston I, p. 6:5, n. 239,
profilo del corpo spigoloso. Sill fondo esterno compare tav. XVII.
una risega. Talvolta i; decorata , rotella sui gradino della Cat. illustre Damas, p. 84, n. 17, tav. XLILI, in ba;so
spalla. Un esemplare (v. sotto) porta una firma im:isa asinistra.
sill fondo: ONH/CATOC. KAPUN 1964, fig. a p. 275, a destra.
Prototipo. BCH 99, 1975, (Chronique des Fouilles), p. 593, fig.
13 (Museo Benaki 22877, da Alessandria).
Manchester Museum, R 872. Provenien2a incerta; forse
da GlIoma. (Tav. IX, 8). Vienna, V.II25 (00 Idalion, Cipro); Musco di Limass,}I,
349/I.
Ctonologia. Variante con ran.. a scanalature rnilltiple (fotse un'al
Nessuna prova direna di datazione; probabilmente si tra classe ceramica): SCE IV.3, fig. 31.13 (Mnseo di
trotta di una versione pill tatoo delle forme precedenti. Cipro, D.83.1935).
La variante citata pill sotto patrebbe giungere fino agli
inizi del II sec. d.C. FORMA III.
Datazione suggerita: ini2io - fine del I sec. d.C.
Brocca pirifornu. [mboccarura strena con orlo piatm,
Aim esemplari. ansa a gomito a doppio bastoneino, imposrata da1 coro
SCE IV.3, fig. 30.19 (~ Musco di Cipro, D4.1935). al corpo. Si passa dal collo al COIpO senza solmione di
Inediti: Musco di Cipro, D.32.1935 (con decorazione continuiti. Piede basso e rastremato in basso; all'csterm>
a rotella e firma), e D.78.1935; Museo di LimassoI, i1 fondo pui'> essere tanto liscio che con riseghe 0 con Ull
109/7, e variante con corpo alto 2/5I. cerehio impresso. L'impostazione dell'orlo e dell'ansa
Variante (probabilmente tanla): SeE IV.3, fig. 30.20. deriva daIla Forma 1°4 B. II corpo e sollramente tice
perto 00 fasce sovrapposte di decorazione a rotella, cbe
si estendo:lO da1 !ivello della base dell'ansa in gill.
FORMA 109. Piu comune delle forme precedenti.
Grande brocca. Versione alIungata della Forma 104 A1tezza: cm 15,5-21 circa.
con corpo piu grande, pressoeche ovoide, con spalIa
ampia ed inclinata. Glllo alto e ci1indrico, arlo ad un Prototipo.
cino con modanatura, ansa a profilo angolare can sol<2 British Museum, 94-n-1.512 (da Amatume, Cipro).
lura mediana. Piede a listello e fundo esterno con gra (Tav. X, 3).
dino. Non deeorata.
Cronologia.
Protolipo. Frarnmenti di un vaso .imile a1 prototipo sono testi
HAYES Royal Ontario Museum, p. 19, n. 86, fig. 5, moniati in un contcsto della mera del I sec. d.C. a Co
tav. II. (Tav. X, I). rinto. La d~corazione a roteIIa va forsc avviciua\a a quel1a
ehe compare sill piatto di Fonna 30. Si tratta di una
Cronologia. versione piu tarda della Fotma no? La dataziOlle medic
Databile fotse alla seconda mera del I sec. d.C. (su romana Stlbllerita in SCE IV.3, probabilmentc e troppe
basi stilistiche). Non si conoscom> altti esemplari. bassa.
Datazione: forse dalIa meta alIa fine del I sec. d.C.
FORMA IIO. (forse anche prima).
co11o varia; Ialvolta alla giunzione di questo con il eorpc LAUFFRAY 1940, p. 16, fig. 6 in alto a .ini'tra.
compare una risega. Non decorata. Nessana 1, p. 285, tavv. XLV, CV 15.
Altezza: em 18-24 circa. HAYES Q;rinth, pp. 451-2, n. 131, tav. 85.
45
SIGILLATE ORIENTALI
NEGEV Oboda, p. 40, n. 173, lav. 29. e alia spalla. Aleuni esemplari hanno delle fasce di
Forse anche: KRAELING Gerasa, p. 571, fig. 47, n. 122; decorazione a rotella sul corpo, al di satta delle anse.
QUILICI 1971, p. 142, n. 51, figg. 92, 93. AltezlO: fino ai 39 em.
Inediti: British Museum, 76.9-9.47; Ashmolean Mu
seum, Oxford, 1946.60; University College, Dublino Prototipo.
UCD 1301 (da Amatunte); un altIo esemplare nella Yale, 1912.289. (Tav. X, 5).
Universita di Alberta, Edmonton, Canada; Museo di
Cipro, D.5.1935, D.65.I935, D.670.1935, 1933.V-3.1, ed Cronologia.
altIi; Museo di Limassol (Cipro), 109121, 471/5, e LMR. Un'imitazione della fonna appare a Corinto nella meta
R.2.49. Versione !iscia: Mnseo di Cipro, D.l.1935. del I sec. d.C. (efr. HAYES Corinth, p. 465, n. 227, tav.
e
91). 11 colla ampio di forma cilindrica, generalmente
una caratteristica antica, tIa Ie bottiglie biansate di epoca
FORMA Il2. romana.
BrolXalbottiglia monoansara con corpo ci/indrico. Corpo A/tri esemplari.
cilindrico molto largo, decorato da coppie di soleature
Car. illusrre Damas, p. 83, n. 5, lav. XLILI aI centIo.
poste ad intervalli regolari; collo ampio di forma cilin
drica, modanature a gradini sull'orlo, ansa a gomiro Tarsus I, pp. 249-50, n. 512, fig. 145.
Iarga, percorsa da nervature. Fonda piatto. Un'imila SCE IV.3, fig. 32.7 = L. P. Dl CEsNOLA Cesnola Col
zione assai fedele di una forma vitIea comune; ansa e lectUm II, lav. 137, n. 999 (da Maroni).
dimensioni del colla come nella Forma "7. Museo della Palestioa, Gerusalenune, 40.336, da Gezer
(Gallery Book, n. 1330).
Esemplari (nessuno illustrato). Forse anche iI frammento del corpo in Ne,sana I,
Cat. illustTe Damas, p. 82, n. 2, tav. XLII.I, in alto p. 285, law. XLV, CV8.
a destIa. Altezza em 24. Sul corpo sette paia di soleature.
Museo di Limassol, 30611, da Amatunte (cinqne sal ~ ,
46
SIGILLATA ORIENTALE A
Gronologia. Prototipo.
E databile al tardo I sec., sulla base di paralIeli con HAYES Royal Ontario Museum, p. 20, n. 89, fig. 5,
vasel1ame metallico; l' esemplare a vemice variegara po tav. II (oon vemice variegata). (Tav. XI, 2).
trebbe portare la forma agli inizi del II secolo. Erronea
la datazione tardo-romana indicara in SGE IV+ Granologia.
Datazione: 70--120 ? d.C. circa. Fine I - inizi II sec. d.C. (come 10 Forma n6).
Le forme che seguiranno sono in genere rappresentate e incerta. L'impostazionc del piede risulta imitara daIla
solamente da esemplati unici, oppure compaiono solo in ceramica a veroice nera.
nna singola Iocalitil. Ho potuto verificare Ie caratteri Datazione: II a inizi I sec. a.G.
stiche materiali eli quelle contraddistinte da nn asterisco; c) Piatto can pareti inclinate ed orlo sporgente; iI
e
per Ie altre necessario rifarsi :ille descrizioni gi' pub piede presenta nna modanarura arrotondata "hlla base.
blicate. Sembra prematuro assegnare ad esse un numero Attestata solo ad Hama: Hama III.", p. 88, forma 9.1-4,
da inserire nella principale serie tipologica. Quasi sem figg. 35, 36. Forse simile: Harvard Excavations at Sa
pre mancano prove per la datazione. maria I, p. 306, tipo 17 a-b, fig. 185. ProbabiImente tra
• a) Piccola coppa su piede, con pareti dritte ed Ie forme antiche della serie «eUenistica •. (Tav. XI, 4).
inc1inate ed esile labbro; piede inc1inato; sulle pareti un tl) Piarro di grandi dimensioni con orIo rivolto in alto
paio di scanalature. Esemplare pubblicato: Delos XXVII, e modanato "ella patte intema. Cfr. Hama IIb, p. 61,
pp. 245-6, D 48, fig. 126, rov. 42. Un altro frammento forma 1.23 a, fig. 26. (Tav. XI, 5).
e
proveniente da Delo (inv. 7483) sicurarnente di Si e) Piatto piano con orlo verticale curva[o verso l'alto;
gi!lata Orientale A. La datazione risale presurnibiImente piccolo Iabbro, resti eli nn piede. Cfr. Dura Europos
:ill'inizio del I sec. a.G. (Tav. XI, 3). n
Final Report IV.I.2, p. 8, n. 45. tipo di argil1a non e
• b) Piatto 0 coppa con fondo piano e piede rastremato conosciuto.
in basso, convesso su entrambi i lati. Sui fonda alI'in f) Piccola dotola/coppa con fondo piatto, piede a Ii
terno scanalature e cerchi incisi a1 centro. Prototipo: stello, pareti poco inclinate ed orlo verticale concavo.
Paphos, OD. 4695. Anche: HORSFIElD 1942, p. r29, Esemplari: Antioch IV.I, p. 35, tav. V, forma 463; Tarsus
n. 84, rav. XVI. Frammenti di fondo; Ia forma dell'orlo I, p. 244, categoria N, fig. 194 A. (Tov. XI, 6).
47
SIGILLATE ORIEXTALI
g) Piatto 0 vassoio con prcse piatte c decorate attae una datazione eli tardo I 0 irrizi II sec. d.C., conveniente .
cae aL'orlo. Solamente a Tarso; Tarsus I, on. 687-{)9I. anche al prototipo in met.llo.
E un'imitazione di vaseJlame argenteo della fine del i) Coperchio, con flangi. esterna e decorazione • rotella
I sec. d.C. 0 mcOl' poi: tardo. La classe ceramica e snll. s·,mnll:a. Bump/ari; Tarsus I, p. 183, figg. 145 A-C,
ir.eerta. 194 B•
* h) Profonda p.tera eon presa piatta orizzonlale e j) Bottiglia/unguentario. Forma snella, con sommila
con decorazione a macrice in rilievo. Pareti alte e coniche, conica. Solamente a Tarso: Tanus I, pp. 234-5, categoria
fOIldo piatto COD piede a listello posto allo spigolo; orlo
piatt, con modanarura spessa. Prototipo (non illnstr.):
Istanbnl8158 (provenienza sconosciuta). Le carattcristiche
N, nJ:. 297-303, figg. 137, 189 (n. 304 e un. variante
.tipica). La classe ceramica e dubbia. (Tav. XI, 7).
Per altri frarnmenti di forme diverse, cfr. Hama III.2,
I
materi.1i e l'imponaziane del fondo concordano per pp. 191-4, figg. 72-73
48
SIGILLATE ORIENTALI
tura del1'argilla si presenta scagliosa e stratificata, tranne affioi a quelle di vascIIarnc meraIlico (cfr. ad es. Ia cio
che negli esemplari pili antichi e pili accurati; questa tola di Pompei in Pompeii AD 79, Cat. mostra, Londra
ceramica offre poca resistenza alla usura e presenta spesso 1976, no. 320-t). I bicchieri con costolatnre della Forma I
una superficie molto danneggiata con Ia perdita dei par 39 ttovano confronti in vetto (v. Palladian, Antike Kunst,
ticolari decorativi pili sottili. La vernice ha un aspetto Basel, Katalog 1976, n. 120, r ~ p. 102, fig. a p. lOt),
opaco, saponoso, simile ana cera, ben lontano dalla mentre i fondi di questi e della Forma 40 imirano il
brillantezza della cerantica aretina. Nella serie B I sonG vasellame metallico di epoca alto-imperiale decorato a
frequenti Ie strisce di doppia immersione, mentre nella tomio.
serie B 2 esse vengono nascoste daIIa vemice di maggior Malti tipi, tardi e antichi, formano «servizi )) omogenei,
spessore. comprendenti piatti e ciotole di due formati, pressocche
Aleuni pezzi in tarda B loin B 2 iniziaIe furono corti uguaIi per dimensioni ai servizi in aretina (se si esclu
fino a raggiungere deliberatamente il colore nero, con dono i grandi piatti). Un tale «servizio » eben illusrrato
trariamente a quanto di solito avveniva nel I sec. d.C., da un rirrovamento in una tomba databile all'epoca flavia
forse con l'intenzione di imitare gli oggetti in MetallO. o traianea, a Siracusa (GENTtu 1956, p. 157, fig. 8, ri
Una discrera quantita di altti pezzi risultano corti male; prodOlta da PELAGATTt 1969-70, tav. I seguente a p. 88).
in questi casi il colore esterno puo andare dal bianco Finora, in nessuna delle due versioni di questa cerautica
crema aI martone cioccoIata scuro (circa Munsell 2.5 sona sicuramente attestate forme chiuse.
YR 3/2 0 2.5/4). Casi accidentaIi di bruciatnra hauno
prodotto una simile gamma di colori. SIGILLATA ORIENTALE B I
Un prototipo di questa ceraroica per quel che riguarda
Ie caratteristicbe tecniche anche se non per Ie forme Questa serie tipologica, che 1: Ia pili antica e la pili
e per Ia decorazione, puo essere identificato in una serie fine (=« Samia B» del Robinson), 1: riconoscibile per B
di grandi vassoi in cerantica grigia, assai comuni nel
I sec. a.C. e nei primi anni del I d.C. (esempIari in:
la sua argilla finemente depurata, per Ie pareti sottili
e per Ie delicate modanatnre. Queste ultime sono eseguite l
Ephesos I, pp. 175--6, con illusrrazioni; Antioch IV.I, con la stessa accuratezza di quelle cbe compaiono su1la
p. 60, GW 2-3, tav. XI; Tarsus I, p. 253, un. 556-7, ceramica aretina, con una tendenza alia proliferazione
fig. 196). di delicate, sottilissime scanalatnre. Sul fondo interno
del vasa e spesso presente una elegante decorazione a
CLASSIFlCAZIONE rotella, Ia quale in particolare si presenta in forma di
«ghirlanda» costitnita da singoli minuscoli tratti obli
Nessuna serie tipologica di questa cerarnica 1: stata qui, non accompagnati da scanalature (rrartamento quc
pubblicata, sebbene H. S. Robinson ne abbia preparato sto non riscontrabile in aItre cIassi cerantiche). La evo
una roIativa ai rirrovamenti dell'Agora di Atene (citata luzione dell'orlo segue pressocche'parallelamente quella
appena da F. F. Jones in Tarsus 1). Fino a pochi anni delle forme in aretina, mentre Ia quaIita stessa dell'ar
fa, i ritrovamenti da altre Iocalita sonG stati troppo scarsi gilla imponeva necessariamente una diversa configura
e troppo frammentari perche si potesse costirnirc una zione del piede, il quale 1: quasi sempre basso, tranne
cIassificazione articolata. La presente serie tipologica 1: nei casi in cni viene modellato a forma di piedistallo,
un tentativo di coIIazionare Ie testimonianze attualmente e presenta sottiIi modanatnre e solehi alia giunzione
utilizzabili, anche se si riconosce Ia sua insufficienza, con il corpo del vaso. In aggiunra aile forme con piede
soprattutto per que! che riguarda la ceramica B I, con esiste una serie parallela a fondo piatto con piede a forma
Ie sue innumerevoli minime varianti. Ho ritenuto che di listello (vedi sopra), che continua anche nella B 2.
fosse opportuno presentare separatamente Ie due serie Spesso una sottile decorazione a rotella si risconua
B I e B 2 (assegnando alia prima i numeri da I a 50 sulle modanatnre dell'orIo, come nella cetautica aretina.
ed alia seconda da 51 a 100); cio comporta in qualche Alcuni esempIari pili anrlchi (?), forse da crateri con
caso la dnplicazione delle forme, rna sottolinea Ia so piede, mostrano incisi e dipinti (in bianco) dei motivi
stanziale differenza tra Ie due serie, Iasciando aperta floreali, secondo un trascurato stile «West Slope », che
Ia questione della provenienza 0 delle provenienze. risente (e forse 1: imitazione) di quella produzione di
I sec. a.C. provcniente daIIa regione di Pergamo. Al
LE FORME I'esterno di aleuni piatti e ciotole a pareti verticali com
paiono delle decorazioui applicate, che sono Ie antcce
Esse sono inizialmente influenzate da quelle della denti dirette delle spirali ad S proprie della serie pili
ceramica aretina, rna presentano, gia in una fase iniziale, antica di B 2.
delle caratteristiche pecu1iari, in parte comuni ai prodotti I diametti dei piatti nelle serie pili antiche variano
delle ollicine di Pergamo (vedi pili avanti). Nelle fasi enormemente e vanno dai 9 em degli esemplari pili
pili tarde non esiste praticamente pili alcuna influenza piccoli via via fino ai 40 em di quelli pili grandi. Si pos
occidentale sulle forme (le comuni forme Goudineau sono forse distinguere tre formati base: piatrini (di circa
38 b e 43 non furono mai imitate in questa classe Cera 9-12 em); piatti medi (circa 15-20 em); piatti grandi
utica). Caratteristica di questa ceraroica 1: tuna una serie (oltte i 25 em). I piatti pill grandi SODO tendenzialmenre
numerosa di forme con fondo piatto sotretto da un Ieg di fanura piuttosto robusta ed hanno Ie pareti relativa
gero listello; tali forme, come alcune altre, sembrano mente spesse. La tendenza poi delle ciotole e delle coppe
fO
SIGILLATA ORIENTALE B
a presentarsi in due formati (diametri di circa 7-10 em 21). Percio i cotrispondenti holli in Sigi11ata Orientale A
e 12-15 em), puo venit documentata piu chiaramente e, in un ambito pill ristretto, nella ceramica di 9mdarli,
nell'ambito della sigillata B 2, ma sembra di poterla sonO probabilmente derivati da questa produzione.
riscontrare gia in questa serie pin antica. Nei bolli greci pill antichi, la forma squadrata delle
La fragile consisteU2a materiale di questa ceramica, lettere (forse per l'influenza delle forme latine) sembra
accentuata dal fatto di essere rimasta sepolta per duemila essere la norma, ma ben presto compaiono forme lunate
anni, risulta generalmente dallo stato assai frarnmenta e corsive, anche se usate in modo irregolare. Ii attestato
rio in cui si trovano i reperri ad essa pertinenti; si con un numero veramente alto di nomi di ceramisti, il che
servano re1ativamente pochi esemplari interi 0 quasi. fa supporre l'esiste= di numerose, piccole ollicine, che
Tutto cio ha portato a notevoli diflicolta di classifica per altro non sono tutte attestate dai ritrovamenti di
zione per la serie di ciotole/coppe, data la grande va Efeso e Priene. Raramente compaiono i holli in planta
rieta di profili del piede. Questa classificazione (che pedis, come generalmente accade nelle ceramiche orien
va considerata come prelirninare) si basa sull'assunto tali, mentre il bollo rertangolare su due righe (inizial
che certi profili di piede si trovano regolarmente asso mente imitazione dalla ceramica aretina di epoca augu
ciati a particolari forme di orlo, anche se spesso vengono steal, si mantiene fino al terw quarto del I sec., quando
a mancare gli esemplari interi che 10 comprovino. Un decade l'uso del bollo con il nome. Aleuni holli figurati
altrO fattore di complicazione deriva dalla varieta dei (rosette, ecc.) sono presenti negli esemplari piu tardi
formati all'interno di ogni singola forma ceramica; in della serie e prefigurano quelli comuni nella B 2.
certi casi non si puo essere sicuri se un frammento di Un certo numero di esemplari pill tardi in B I, asso
orlo provenga da un'ampia ciotola 0 da un piatto. ciati principalmenre con i bolli KEP£lOC e KOIPANOY
Quasi turti gli esemplari in B I recano il bollo del e databili probabilmente verso la meta del I sec. 0 poco
ceramista, impresso al centro del fondo interno, gene prima, cominciano a mostrare quella vemice spessa e
ralmente piccolo e rettangolare con minuscole ma ni saponosa al tatto caratteristica della produzione in B 2,
tide lettere su una 0 due righe. Facsimili di questi bolli unita ad una semplificazione del profilo del piede, alia
si trovano principaimente in Priene, pp. 431-7 e in Ephe presenza occasionale della decorazione applicatli di spi
sos I, pp. 168-74; un ulteriore elenco e in MITSOPOULOS rali ad S e cosi via. Questi possono essere i primi prodorti
LEON 1972-5, cc. 5Io-U. La maggioranza di essi e di quelle ollicine che fabbricarono la cerarnica transizio
in greco, solo alcuni sono in latino; tra i nomi pill anti nale B 1/2, di cui si parlera pill avanti.
chi alcuni compaiono sia in greco che in latino (ad esem
pio IATROCLI/IATPOKI\EOYL). Tra quelli latini i piu SIGILLATA ORIENTALE B2
degni di nota sono que1li di C. SENTIVS, un cera
mista aretino di eta augustea, il cui bollo con caratteri La serie tipologica piu tarda, frequente a partire da1
stiche legartue viene riprodotto in quest'ambito, sug 70 d. C. circa fino al ISO, e chiaramente individuabile
gerendo cosi l'ipotesi che egli sia stato uno degli inizia per la sua fartura pill pesante e povera e per la maggiore
tori della produzione di Sigi11ata Orientale B. La sua standardizzazione e semplificazione delle forme. La ce
cronologia (intorno al 20-1 a.C.) si accorda bene con i ramica ora si presenta uniformemente di colore rosso
primi esemplari datati di questa ceramica, i quali possono aranciato, con una vemice porosa, spessa e saponosa al
essere collocati intorno al passaggio dell'era (cfr. Athe tatto, che se danneggiata si stacea a larghe scaglie (ar
nian Agora V, F 15). Alcuni altri pezzi di eta augustea, gi11a del Munsell 10 R 6/14, vernice 10 R 5/16). In par
recanti il bollo ARRETINA, testimoniano dell'origine ticolare gli esemplari pill tardi risultano piuttosto mal
di questa nuova industria, cosi come Ie forme ceramiche, corti e poco comparti in fratutra. Semplici bolli a forma
che iniziano con imitazioni di certune forme della Aretina di rosette 0 palmette sostitniscono di solito i holli dei
di prima eta augustea (cfr. Forme 1-3, 21-22 pill avanti). ceramisti presenti nella serie pill antica. La maggioranza
Per rari esemplari di bolli disposti radiahnente, tipici delle forme piu comuni e stata illustrata dal Robinson
dell'eta augustea, v. MITSOPoULOS LEON 1972-5, C. in Athenian Agora V, tavv. 61-62 (con i holli pill carat
510 e WRIGHT 1980, p. 146, n. 27, tav. 34. Ii anche at teristici riportati alia tav. 57).
testato un bollo circolare (cfr. J, F. WRABETZ, in Harvard Gli esemplari pill antichi, i quali costitniscono una
Studies in Classical Philology, 81, 1977, pp. 195-7, con serie transizionale che si sovrappone ai prodorti in tarda
2 tavv. nel testo): il nome SERENI e la forma indicano B I, mostrano una certa continuita nelle forme rispetto
un nesso con la Campania, e pill esatramente con Pu a quest'ultima serie. Essi hanno sempre pareti piuttosto
teoll, nella fase iniziale della produzione. sottili, ma presentano la nuova vernice pill spessa, che
Un'alta percentuale dei bolli greci e costituita da pseu serve a mascherare Ie strisoe di doppia immersione che tal
donimi 0 da morti, come ad esempio £lOPON, KEP£lOC volta compaiono. Un buon numero di esemplari sono di
e XAPIC; questi sono elencati, assieme ai loro corri colore nero. I piedi, che nella serie B I crano modellati
spettivi (0 derivati) in Sigi11ata Orientale A, da I1iffe in maniera articolata, si riducono qni a poco piu che
e Comfort (ILIFFE 1936, pp. 4 ss.; IUFFE 1939, pp. 31 ss.; semplici liste1li, mentre i piedi a listello delle forme a
JOln'naI of the American Oriental Society, 58, 1938, pp. fondo piatto sono distinti superiormente da un solco
30 ss.). Anche se la maggioranza di tali holli sembra pronunciato. Una caratteristica frequente nei piatti e
datarsi a partire da1 periodo tiberio-elaudio, essi tutta nelle coppe di questo periodo lcioe a dire 50-75 d.C.)
via compaiono fin dall'inizio della serie (cfr. Forme I, e la presenza di un paio di piccoll"motivi applicati a forma
f1
SIGILLATE ORIENTALl
di S (adattamento delle spirali ad occhiali della ceramica sono ben rappresentate tutte Ie fasi. Paradossalmente
aretina) collocati in posizioni opposte snll'orlo e spesso Ia serie B 2, inferiore per qualita, raggiunse Ia piu am
in combinazione con una decorazione a rotella. pia diffusione, risultato questo dovuro principalmente
La datazione finale di qnesta serie pno essere fornita al declino della ceramica aretina e delle altre conenrrenti;
dai ritrovamenti di Pompei, dove essa predomina, anche essa, a sua volta, fu soppiantata (0 comunque sopravan
se sono presenti esemp1ari di ver. e propria sigillata B 2. 2Ota) dalla ceramica di Candarli. La sigillata B I, a di
Una bnona quantita di qnesto vaselJame reca bolli spetto della sua qualita, non fu largamente esportata
con nomi 0 simili, in particolar modo cno/POY e Ia al di fuori della regione egea, fana eecezione forse per
forma affine pay/eno (entrambe comuni), EPMHC e Alessandria, dove se ne riscontra una discreta quantita,
KEP/ilOcp· e forse anche per Ie coste del Mar Nero. E searsamente
Un campionario dei tipi prodotti ne! decennio 70-80 presente in ltalia e rara in Oriente. Alcuni pezzi rag
e fornito dai ritrovamenti a Pompei, cbe inclndono Ie giunsero comunque elienti lontani ne! Sudan, in Etio
Forme 53, 58, 59 (?), 60-62, 64, 68, 70-72 e 74-76, di pia, nell'Arabia meridionale cd in India (vedi TIPo
cui alenne in versioni antiche (cfr. Instrumentum do LOGIA, sotto Ie Forme I, 5, 7, 8, 3I), assieme alia ceramica
mesticum, p. 20, nota 66). aretina esportata anch,essa in quei luoghi. In epoca
Pncci ha notato sn queste non meno di diciollO esem flavia e traianea Ia sigillata B 2 conquisto una parte del
plari dei bolli della serie CfTO/POY e POY/CITO; al mereato precedentemente dominato daII'aretina a Creta,
tri nomi compaiono di rado 0 per niente, i1 che e indizio nella Grecia occidentale, lungo Ie coste dell'Adriatico e
della Ioro scomparsa verso I'inizio dell,eta flavia (anche nell'Italia meridionale, cos! come testimoniano i reperti
se un paio di bolli KEPilOC provenienti da altri Inoghi di Pom!;."i (oltre un centinaio, v. PuCCI Instrumentum
potrebbero essere datati a qnesta epoea, v. Athenian domesticum, pp. r9-2o) e poem frammenti sparsi negli
Agora V, G 2I, e Paphos Oil I285).
strati contemporanei di Ostia (efr. PORL 1970, pp. 154-5,
Le stereotipate forme vascolari della principale serie fig. 73 ed alcuni frustuli pubblicati in Ostia II e Ill).
B 2 traggono per 10 piu origine da1 periodo di transi
Dal tardo I sec. in avanti essa raggiunse un modesto
zione, pur se sono presenti alenne forme nnove (ad esem
liveUo di vendita anche a Cipro, a dispetto della concor
pio, Ia ciotola di Forma 80, derivata da esemplari metal renza locale e siriaca.
Iici). In via di ipotesi si pui> distinguere una fase rarda,
in cui scompaiono pili. 0 meno tutti i tipi di boUo e l'am
bito tipologico si restringe aile Forme 60, 76 B e 80, INFLUENZE
generalmente di fattura poco fine. La fase piu importante
(cioe a dire 75-I25 d.C.) si earatterizza per Ia presenza Nata, come si e detto prima, come deriva7jone della
Iargamente diffusa di bolli figurati, a forma di rosette/ ceramiea aretina, Ia sua sfera di influenza abbraccia
asterischi stilizzati e di palmette, per Ia presenza di una
serie di piatri e ciotole a orlo verticale derivati da forme
esclusivamente I'area orientale. La tradizione italica di
hollare Ia produzione con iI nome del ceramista sembra II
I
in aretina (Forme 58, 70) e per i recipienti a fondo in essersi trasferita in Oriente tramite questa ceramica, lj
terno piatto con basso piede a listello (Forme 62-63, mentre certe modificazioni (soprattutto i bolli con motti)
~'
74-75). Questi ultimi si trovano ancora oceasionalmente furono introdotte per accontentare iI gusto locale. Que
nella versione nera (cfr. in particolare iI gruppo prove sta pratica fu poi imitata dai ceramisti della Sigillata
il
~..
niente da Siracusa). II gruppo G, livello II b dell'Agora Orientale A in questa forma modifieata. Fino a qual
(Athenian Agora V) dovrebbe collocarsi all'inizio di punto Ia Sigillata Orientale B abbia infiuenzato anche
questa fase, mentre un gruppo proveniente da Stobi Ie vicine ollicine di <;;artdarli nou i: chiaro; la comparsa
(WISEMAN-MANO ZISSI Stobi, pp. 392-3) potrebbe porsi di bolli di ceramisti e di forme ispirate aII'aretina in que
Esiste una tendenza per alenne forme (soprattutto interpretato come frutto di una singola ondata di attivitil
per Ie Forme 60, 76) ad aumentare progressivamente commerciale italica nella regione; contatti reciproci tra
,
di dimensioni. La decorazione a rotella, meno raffi i due centti dell'Asia Minore sono probabili. La sigillata !
nata che nella B I, e una caratteristiea di certune forme in B I rimase per lung<> tempo dipendente dall'aretin. an
B 2, anche se diventa progressivamente sempre piu rara che nelle sue forme successive; fu solo con l'introduzione
e trascurata. di nuove forme distinte della B 2 che Ia si comincio
anse a nastro (che talvolta presentano inclusioni di pa La sua area di influenza puo essere qnindi delineata ,".' i
piatti con file di bolli (palmette, perline) nell'interno. fondo piatto di Forma 60), destinati a sopravvivere ai 'j
loro slessi modelli. il
DISTRIBUZIONE
Alcune forme in Sigillata Orientale A del I sec. d.C. ~
ft i ,~
Orientale B coincide grosso modo con l'area egea, dove coppe in Sigillara Orientale A, Forma 48). J!
'1
.j
f2
I
SIGILLATA ORIENTALE B
Data 1a grande quantit" di varianti minori soprattutto considerare completa. Solo la pubblicazione eli numerosi
nella forma degli orli, presente in questa tipologia, la esemplari risolvera i problemi attuali; si spera che tutti
e
c1assificazione che qui si propone per forza di cose in gli editori di scavi dell'area egea tengano pIesente que
qualche misura arbitraria. Uguahnente non la si pno sto problema Sen2a uIteriori ritardi.
FORMA 1. FORMA 3.
Piatto poco profondo con pareti basse e sporgenti Piatto poco profondo, come 1a Forma I, rna con pa
all'esterno; piede basso con superficie interna inclinata, reti brevi e quasi verticali e piccolo labbro, con scana
distinta da una piccola cresta. Al centro, attomo al bollo latura all'intemo. Sottili solehi suI fondo alI'interno (due
del ceramista, una 0 pili lince scmplici Qttenute a £Otella. attomo al bolio, uno verso 10 spigolo 0 simili), bollo del
ar. la forma Goudineau I in ceramica aretina. Per la ceramista. Aleuni esemplari con un soleo vicino alIo spi
ciotola corrispondente, vedi 1a Forma 21. golo suI fondo cd un ahro sulla parete, sembrano essere
Formam medio: diametro di circa 13-16 em. imitazioni della forma Haltem 1 in ceramica aretina.
ar. anche Ie forme Goudineau 12, 23. Di turti i for
Prototipo. m'lti.
Ashmolean Museum, Oxford 1910.361, da Kerch
(bollo: t>Q/PON). (Tav. XI, 8). Protoripi.
Formato piccolo: British Museum, 48.8-4.1 da Kerch =
Cronologia.
BMCat. Roman Pottery, p. 14, L 8. Bolio: IATPO/KAHL.
Probabilmente augustea. Si tratta chiaramente di una (T.v. XI, 10).
forma antica.
Formato medio: Corinto e-35-886 (diam. ricostruito
Altri esemplari. 18 em). (Tav. XI, II).
HAYES Connth, p. 453, n. 133, tav. 86; Corinto C-33-974 Cronologia.
(bollo ARRIITINA).
Forse anche: DUNHAM Royal Cemeteries of Kush IV, Probabilmenre di etil augustea.
p. 85, fig. 55, tav. XLVI.C, n. 22-I-II3.
Altri esemplari.
II fondo Corinto C-I976-33 (WRIGHT 1980, p. t46,
n. 27, fig. 3, tav. 34) con il bollo IATR/OCLI impresso Priene, p. 433, n. 132, fig. 550 (diam. ricosrruito
radialmente potrebbe appartenere a questa forma oppure 40 em).
alIe Forme 2-3. Tarsus I, p. 253, n. 560, fig. 196 (come it prototipo,
rna pili grande).
MITSOPOULOS LEON '972-5, ce. 508, 523, fig. 5 h.
FORMA 2.
53
SIGILLATE ORIENTALI
FORMA 7.
Altri esemplari.
Piatto a pareti verticali, con modanature sporgenti
Priene, p. 431, n. 126, fig. 552. alla somrnita ed inferiormente; scanalature nella parte
axE 1927, pp. 222, n. II, fig. 2, Beil. XXVI. superiore dell'orlo, sotto la fiangia e allo spigolo del fondo ~
Materiali 98, 1961, pp. 27, 66-.7, tav. XXVII, da interno. In taluni casi compare anche una scanalatura/
Tanais. sporgeIl2a a mera della parete interna (cfr. Forma 3). 41n i
DE CoNTENSON 1963, p. II, tav. xx, f, da Aksum. n piede eanalogo a quello della Forma 5. Un triplo solco :i:
Lahraunda II. I, p. 68, n. 2II, tav. 35 (classilicato come 'i~
o una fascia ottenuta a rotella tta scanalature circonda ~.
ceramica B 2). il bolla del ceramista al centro; compare talvolta anche
HAns Knossos, p. 258, fig. 8, n. 13. un'ulteriore fascia eli rotellature lungo il bordo del fondo. l
HAns Corinth, p. 453, n. 135, tav. 86.
WRIGHT 1980, pp. 145-{i, n. 25, fig. 3, tav. 34 = WIL
LIAMS Hesperia, 46, 1977, pp. 78-g, n. 37, tav. 30.
Bolli attestati: LlQ/PON, LlEI/m:, XAP/:1:.
I formati vanno da1 medio al grande (diametri da 14,5
ern in avanti). Piuttosto comune.
t
-g,
54
j
SIGILLATA ORIENTALE B
Protoripi. inclinata. Salehi sui fonda, lungo gli spigoli delle pareti,
Corinto C-34-1908. (Tav. XI, 17). si. all'interno che all'esterno, e anche all'interno del
Variante di grande formato: Priene, p. 433, n. '33, !abbro. Di formato piccolo a media.
fig. 550. (Tav. XI, 18). Prototipo.
Cronologia. HAYES Royal Ontario Museum, p. 20, n. 9', fig. 4,
Post augnste.; questa e la Forma 5 sembrano rappre tav. 9 (bolla: KOIP/ANOy). (Tav. XII, 1).
senrare Ie comuni varianti locali della Forma 4. Forse si Cronologia.
collocano intorno aI 25-50 d.C. circa.
Sulla base del bolla, probabilmente secondo quarto del
Altri esemplari. I sec. d.C.
CVA Pologne 2, M.nsee Czartoryski, tav. '9.'4 (= tav.
73. 14). FORMA 10.
COMFORT '960, pp. 16-18, figg. 1-4 (da Khor Rori,
Piatto vicino alla Forma 9, can pareti ricurve, malta
Oman).
svasate, che formano una risega all'incontto col fonda;
Louvre, AM '478; altri esemplari provengono da Rodi, e
orlo piano can scanalature all'intemo; il piede analogo
Corinto, ecc. a quello della Forma 8, can solcature in basso. Fini sttla
Si tratta probabilmente di questa forma in: Sammlung ture .ll'interno, sia aI di sopra che aI di satta della risega
Vogell, pp. 48, 52, un. 507, 508 (?) (bolli: EPMA). e vicino allo spigolo fondo/parete. Un esemplare ine
dito esiste ne! Museo di Rodi; non e srato possibile averne
FORMA 8. il disegao. La Forma 52, pur can un'articolazione su
Versione semplificata della Forma 7, probabilmente
e
periore pill bassa, assai affine a questa. La corrispon
dente in ceramica aretina: HAYES Corinth, tav. 82, n. 5.
pill tarda, corrisponde aI tipo Goudineall 39 c in aretilla,
ma senza la decorazione applicata. Pareti verticali, Call
una semplice modanatura sui labbro ed una flangia FORMA II.
pronunciata in basso. Singoli salehi all'interno del !ab Pi.tto/vassoio piano con una fascia rialzata liscia at
bra, lungo 10 spigolo del fonda interno e, occasionalmente, tomo allo spigolo del fonda; piede basso, arlo verticale (?).
al di sopra di esso, nella parte bassa della parete; sul1a Forse si ttatta della forma corrispondente alla forma are
faccia inferiore della flangia compaiono delle sottili stria tina Ohlenroth 5 (cfr. I'argomentazione di COMFORT
ture. Piede basso e sottile con superficie d'appoggio '97', pp. 201-6, tavv. 18-19 riguardo a questa forma).
scanalata. Alcuni esemplari presentano sui fonda una
e
fascia ottenuta • rotella tra solcature; non certa I'at Prototipo.
testazione di bolli. E il prototipo immediato (ovvero con
Atene, Agora P 9165 (con piccola flangi. all'esterno,
temporanea) della Forma 57 nella serie tipologica B 2.
resto di un arlo verticale [?] e la fine di un piccolo bolla
Piuttosto piccola: diarnetro di 9-13 em circa.
in planta pedis, can lettere latine; cIr, Jr,IFFll 1939, p. 55).
Protoripo. (Tav. XII, 2).
E attestata pure una verslone pit! platta COil picco1;l
HAYES Corinth, p. 453, n. '37, tav. 86 (a vernice nera). modanatura alla sommiti. della banda liscia al posta
(T.v. XI, 19). .
dell'arlo verticale (i frannnenti $ono inediti).
Cronologia.
Inrorno alla meti. del I sec. d.C. FOMiA 12.
55
SIGILLATE ORIENTALI
Prototipo. Analoga alia Forma 16, rna piu profonda. Piu rarda.
Ephesos I, p. 170, n. 20. (Tav. XII, 6). Ne disringuo due varieta:
A. Piuttosto bassa e con pareti poco inclinate (talvolta
Cronologia. con scana1ature aJI'intemo).
Incerta, rna alcuni pezzi pottebbero essere antichi. B. Piu profonda, con parete ricurva aJI'estemo alla
sommitil, con una scanalatura nella parte interoa del
Altri esemplari. I'orlo; efr. la Forma 13.
Priene, p. 431, un. 123-124, fig. 550. Prototipi.
Ephesos I, pp. 170; 174, un. 17 (?), 60, can illnstra
A. KNIPovlc albia, p. 15, tipo 3, rav. 1.3. (Tav. XII, 10).
zione nel testa.
KNrPOVlC albia, p. 15, tipo 2, tav. 1.2.
B. HAYES Corinth, p. 454, n. 149, tav. 87. (Tav. XII, II).
MITsOPOULOS LEON 1972-5, cc. 508, 522, fig. 5 c (fig. Altri esemplari.
5 a e simile, forse piu antica). Frammento della variante A daPergamo, bollato ITAM<P/
Per quella che pottebbe essere una variante antica, I/\OY.
con un fondo fortemente convesso posto su piede a li
stella, dr. Priene, p. 431, n. 122, fig. 550 (forse deve es
FORMA 18.
sere classificata assieme a1la Forma 16).
Piatto a fondo piatto con pareti semplici ed inclinate;
FORMA 15. corrisponde a11a Forma 59 in B 2.
Bolli attesrati: EP/MOY, /\E/QNA, XAPIC. Talvolta
Piatto con pareti arrotondate, can minuscolo piede ad compaiono delle sotrili solcature attomo al bollo.
anelIo ed orlo piatto ed inclinato, decorato a rote1la sn Formato medio: diarnetto II-18,5 em circa.
periormente e con 1obbro tivolto aJI'insu. Precorre 10
Forma 56? Un soleo aJI'interno dell'orlo ed un'altro sui Prototipo.
fondo intemo, attomo al bolla del ceramista. Ephesos I, p. 171, n. 27, con i1lusttazione nel testo.
Solo di formato piccolo? (Tav. XII, 12).
56
SIGILLATA ORIENTALE B
57
SIGILLATE ORIENTALI
HAYES Corinth, p. 454, n. 140, tav. 86. strettamente apparentata con Ia Forma A 6 (a) della cera
Appartengono a questa forma forse anche i fondi in mica di Gandarli. Bolli attestari: lIn/PON, KEP/lIOL,
Priene, p. 436, nn. 147, 149, fig. 551. AINE/OY, ONHL/IMOY, ed il bollo lati0i2zato COEI3-/
ANV.
Piullosto comune.
FORMA 24. Diametro: 7--9 em circa e, in un formato piu grande
15 em (?) circa.
nalatura nella parte esterna del fondo (dr. Ia Forma 23). nella serie ripologica B 1. (Tav. XII, 22).
giunzione della parete con I'orlo. Bolli di ceramisri sulle blicari provenienri dagli scavi di Afrodisia (1962). Cfr.
Forme 23-24 (0 ripi sintilari): lIn/PON e lInpfON, anche i fondi in Priene, p. 437, n. 152, fig. 551 (bollo
KAllA, eEO¢./WPOY, <DIIIHJTOY, OPH/OY, ecc. nOLllIjnNIOy) in HOLWERDA Cat. Leiden, p. 35, n.
HAYES Corinth, p. 454, n. 143, tav. 86. (Tav. XII, 19). terisrico fondo pertinenri ad esemplari di grande formato
Fondi simili: Priene, p. 436, n. 145, fig. 551; !ZNIPOVIC (alcune forse appartengono a crateri), vedi:
O/lna, p. 19, tav. I, b; WAAGE 1933, p. 292, n. 99, fig. I, Priene, p. 437, n. 153, fig. 551 (CjSENT).
tav. IX. Ephesos I, pp. 171, 173, un. 25, 44 (bolli: EP/MH[,
(bollo: LONEr).
FORMA 25.
danato, di fOmIa intermedia Ira quelli delle Forme 24 e della Forma 26; in questo caso peri> Ie pareti sono piu ad
26. Un paio di scanalature circondano il bollo del cera andamento conico e rorlo verticale (?) 1: posto su di
mista sui fondo interno. Non si conosce il profilo del una piccola sporgenza. Si tratta forse del protoripo delle
Prototi';. Prototipo. 1
t
!ZNIPOVIC Olbia, p. 17, ripo 7 a, tav. I, 7 a (bollo:
Ephesos I, p. 171, n. 29 (bollo KAllA). (Tav. XII, 20).
Cfr. anche (derivata daIla forma Haltem 8 ?): MITso
POULOS LEON 1972-5, ce. 508, 522, fig. 5 d. BolIo
LONEr). (Tav. XII, 23).
l I
IATI;'OjCLI (?). (Tav. XII, 21).
FORMA 28.
,I
I
Ciotola poco profonda con piede stretto, dentellato ed
FORMA 26.
a fOmIa di piedistallo. Corpo dal profilo basso ed arro
Ciotola di fOmIa arrotondata, con fondo intemo piut tondato con spalla appena accennata, decorata da una
tosto piatto; !e pareti sono convesse ed indinate e rorlo fascia di linoo ottenute a rotella, delimitata da scanala
consiste in una profonda concavitil posta Ira due spor
genze (delta concavitil ha un profilo pressappoco semi
ture; piccolo orlo ingrossato, posto al di sopra di una
!eggera concavitil. Nel piede vi 1: una risega alI'attacca
:
'II
.•.•
..•.
!\:
circolare). Piede pesante e a forma di piedistallo, con una tura con il corpo; Ia superficie d'appoggio escanalata, ~;
risega alia sommitil in corrispondenza dell'attacco del mentre all'intemo compare un incavo di fOmIa conica.
corpo; Ia superficie esterna del piede e dentellata, Ia Sui fondo interno linoo Ollenute a rotella, Ira solehi, cir
e
superficie d'appoggio scanalata e Ia faccia intema incli condano il bollo.
una fine solcatura lungo Ia parete interna e un paio di La forma dell'orJo ci e data da un frammento di Co
linee incise allomo al bollo impresso al centro del fondo. rinto (G-36-1354 a). (Tav. XII, 25).
}8
I
SIGILLATA ORIENTALE B
---------------------
FORMA 29. Due formari: diametri di base 2,84,3 em circa e 5.0
6,3 em circa; all'orlo 7-8 em circa e intorno ai 13 em
Profonda coppa emisferica con piede piuttosto piccolo, (misura riscontrata su pocbi esemplari).
pili semptiee di quello delle forme precedenti e general
mente non scanalato. All'estemo, al di sotto dell'orlo Prototipo.
compaiono due solcature, tra Ie quali talvolta vi e una Orlo: Ann Arbor, University of Michigan, 22497,
fascia decorata a rotella; all'interno dell'orlo compaiono proveniente da Karanis. (Tav. XIII, r).
una 0 pili scanalatnre. Eil prototipo della Forma 66 in B 2.
Piuttosto piccola: diametro di 6-10,5 em circa. Cronologia.
Forse soprattutto il secendo quarto del I sec. d.C.
Prototipi. D contesto dell'esemplare di Barkal, di cui si parla piiI
Eplresos I, p. r74, n. 55 con iliustrazione ne! testo. avanti, sembra appattenere a queste periode.
(Tav. XII, 26).
Altri esemplari.
Forma 29/66: MITsoPoULOS LEON 1972-5, cc. 508,
522, fig. 5 b. (Tav. XII, 27). Per il profilo intere, efr. WATZINGER r901, p. 58,
classe IS, a (con iliustraziene; la scala non e indicata).
Altri esemplari. Cfr. .nche DUNHAM RQYal Cemeteries of Kush IV,
A qnesta forma si possono riferire i fondi in Ephesos p. 1I3, fig. 1I3, n. 16-2-385.
I, un. 24, 38. KNIPOVIC Olhia, p. 20, tav. I, d.
LabraunJa 11.1, p. 69, n. 228, tav. 35. Per fondi che potrebbero essere anche di Forma 3D 0
32, Y. Priene, p. 436, un. 142-3, fig. 550.
FORMA 30. Bphesos I, pp. 169 ss., nn. 7, 26, 33,48-50, con illu
Coppa a profilo conico con orlo verticale modanato, strazione nel teste. Cft. i1 profilo del n. 33. (Tav. XIII, 2).
stretta imitazione della forma Haltem 8 in aretina. Cor TECHNAU 1929, p. 51, fig. 43.1 (se non e ceramica di
risponde al piatto di Forma 4, con la stessa inrpostazione <;;andarli).
dell'orlo e decorazione a rotella. L'aspetto del fondo non KNrPoVIC 01hia, p. '9, tav. I,., a destr•.
si conosec per cetto; probabilmente doveva essere ana HAYES Kncssos, p. 258, n. 14, fig. 8.
logo a quello della Forma 31. HAYES Corinth, p. 454, n. 146, ravv. 86; 94 a, c.
Forse anche CoMFORT 1958, pp. 204-5, n. 12, taw.
Protoripo.
135-136.
HAYES Curinth, p. 454> n. 147, tav. 86. (Tav. XII, 28).
Cronologia. FORMA 32.
Presumibilmente analoga a quella della Forma 4. Coppa a profilo conico ed orle verticale, leggermenre
concavo, fiancheggiato alle due estremitil da modanalure
FORMA 3I. sporgenti, talvolta decorate a rotella; Ie pareti sono un
poco espanse; la forma del fondo e incerta, probabil
Coppa a profilo conico, con orlo convesso e vertica1e mente si presenrava con un fondo intemo piano ed un
inrpostato sn di una fiangia pinttosto rilevata, scana piede semplice e sporgente (analogamente ai prirni esem
lata sia superionnente che inferiormente; i solehi si ri plati di Forma 70, di cui si dira piiI avanti), rna forse
petono all'interno della parete. Fondo stretto, con piede anehe come nella Forma 31. I1labbro e piuttosto squa
basso e pesante, solcato all'esterno e lungo 10 spigolo drato, con all'interno una samalatura; al di sotto della
interno della superficie d'appoggio; alla giunzione in membratnra pili bassa dell'orlo compaiono delle solca
terna tra corpo e piede compare una risega 0 modana rute 0 una piccola risega, a cui talvolta corrlsponde nel
rurn di piccole dimensioni. I.e pareti all'esterno si inrpo l'interno una sottile linea incisa. Corrlsponde ai piatti <Ii
stano direttanIente suI piede, mentre il fondo interno
presenta un profilo arrotondato. Una fitta decorazione
Forma 6-8. Non e del rutto chiara la linea discrimi
nante tra questa forma e gli esempIari piiI anticbi della
a rotella ricopre la parte superiore (convessa) dell'orlo, Forma 70, cbe ad essa succede; taluni esemplari a fondo
separato dalla f1angia tramite una piccola concavitil fian piatto sembrano segnare la fase di transizione alla piiI
cbeggiata da solcarute; nella parte interna compaiono antica produzione in B 2. Essi presentano dei bolli KOIP/
una sottile linea incisa suI labbro e delle scanalarute ANOY e EPMHC.
attorno alla concavita cortispondente alla flangia. SuI
Piuttosto comune.
fondo interno il bollo del cerarnisra ecircondato cia un paiD
di solearure. Corrisponde al piatto di Forma 5. La forma Diametri: 7 em circa e 1I-14 em circa.
del fondo pub essere ugua1e a quella delle Forme 30 e 32. Prototipo.
Bolli attestati su questa forma e su altre ad essa appa HAyES Corinth, p. 454, n. 145, rav. 86. (Tav. XIII, 3).
rentabili: lillPON (su una 0 due righe e varianti), OPHI
OY eQPH/OY, IALlQIPON, KOIP/ANOY, MI8PIHOYC, Cronologia.
nO/80Y, XAIPl!. Soprattutto i1 seconde quarto 0 la metil del I sec. d. C.
Comane. D frarnmento citato proveniente da Karanis appartiene
59
SIGILLATE ORIENTALI
aIIo stesso contesto di quello della Fonna 31 ricordato Si tratta con ogni probabilita di questa forma in: ibid.,
sopra. n frammento invece che proviene dall'Agora di n. 37 (bollo: OPH/Oy).
Atene dovrebbe essere un po' pili antico (circa intorno L'esemplare piccolo, Corinto C-36-34, classilicato al
aII'I-25 d.c.). l'interno della Forma 76 A, va forse collocato in questo
ambito.
AIm esemplari.
Athenian Agora V, p. 24, G 18, tav. 61. FORMA 36.
HAYES Gorinth, n. 144 (si tratta probabilmente di que
sta forma). Ciotola con pareti netramente espanse all'esterno, arlo
MITSoPouLOS LEON 1972-5, cc. 508, 522, fig. 5 f. corto e verticale, fonda piatto can pesante piede a listello
University of Michigan, 22496, da Karanis. scana!ato, intpostato sotto 10 spigolo esterno. La faccia
interna del piede e modanata come nella Fonna 21,
Fondi probabilmente pertinenti a questa forma in: mentre all'esterno presenta una sottile linea incisa.
Priene, pp. 434--{;, un. 138, 140, 141, fig. 550; Ephesos Due scanalature compaiono alia sommita della parete, al
I, p. 174, n. 54 con illustra2ione nel testo. disotto dell'orlo; nella parte interna di esso e presente
una modanatura concava per un quarto di cerchio, !ian
FORMA 33. cheggiata da scanalature. Corrisponde al piatto di Fonna
20; Ia data2ione e simile.
Ciotola a pareti verticali, fondo piatto e piccolo piede,
come nella Fonna 65, pili tarda (v.). Alcuni esemplari Prototipo.
linemente modellati devono forse considerarsi pertinenti EpheSOS I, p. 173, n. 52. Bolio: X[A]/P[I~. (Tav. XIII, 6).
alia B I, in corrisponden2a con i piarti di Forma 8: ad
esempio HAYES Knossos, p. 270, n. 15, fig. 18 (notare
Ie due sottili linee incise al di sotto della flangia). Un FORMA 37.
esemplare in miniatura a fondo piatto: Corinto, CP 1882. Ciotola con ripide pareti tondeggianti, pili curve verso
il fonda, e base piatta. In taluni esemplari compaiono
FORMA 34. sottili linee incise aII'esterno ed aII'interno dell'orlo. Una
a due scanalature circondano il bollo del ceramista al
Piccola ciotola a fondo piatto, poggiata su di un pic
centro. Bolli attestati: EP/MHC, KOIP/ANOY, QPH/OY,
colo listello posto lungo 10 spigolo esterno, il quale si
asterisco. Per la sua versione in B 2, cfr. Ia Forma 71.
fonde con una parete espansa e con orlo sporgente al
l'infuori. Singole e sottili linee incise alia sommita del Diametro: 7-13 em.
I'orlo, a meta della parete interna ed intorno al fondo Prototipo.
interno; il bollo del ceramista e attorniato da due sol
cature. Corrisponde al piatto di Forma 17 B. Ephesos I, p. 174, n. 57 con illustrazione nel testo.
(Tav. XIII, 7).
Prototipo.
Gronologia.
HAyES Royal Ontaric Museum, pp. 21>-21, n. 93, fig. 4,
tav. 9 (bollo: XAPA). (Tav. XIII, 4). Meta 0 terzo quarto del I sec. d.C.
Simile: Corinto C-36-1652. Aim esemplari.
Priene, p. 431, n. 120, fig. 550.
FORMA 35. Lahraunda 11.1, p. 69, n. 229, tav. 35.
Ciotola con fondo piatto, poggiata su di un piccolo Esemplari inediti da Atene (Agora) e Corinto.
listello con superficie d'appoggio scanalata, posto lungo Variante: Kenchreai IV, p. 64, ER 41 a, tav. 17.
10 spigolo esterno; pareti molto ripide, curve aII'altezza Si tratta probabilmente di questa ceramica in: Tarsus
del fondo, con piccola modanatura sull'orlo. Si tratra di I, p. 254, n. 563, figg. 147, 196.
una versione antica, pili accurata della Forma 76 in B 2 Una variante pili bassa e di grande fonnato (Forma
(vedi pili avanti). L'interno e liscio 0 percorso da varie 18/37), con orlo scanalato e pure attestata (Atene, Agora
e sottili linee incise. Corrisponde al piatto di Forma 17 A. P II212).
Non comune.
Diametro: 7,5-II cm circa. FORMA 38.
Prototipo. Cratere can piede «a piedistallo ». In generale Ia forma
Ephesos I, p. 172, n. 39, con illustrazione nel testo e quella dei crateri decorati in aretina (Dragendorff II,
(bollo: ITO/GOY). (Tav. XIII, 5). ecc.): corpo profondo e tondeggiante, piede che com
prende un supporto can un cordolo nella parte pili stretta
Granologia. ed un fondo che va mano a mana dentellandosi, mo
Probabilmente intorno alia meta del I sec. d.C. danata sia aII'interno che all'esterno. La forma del piede
Esernplare simile: Ephesos I, p. 174, n. 61, con illu varia, come pure quella dell'orlo (attestato solo in rari
slrazione nel testo. casi), che nel prototipo e accostato agli orli delle Forme
60
SIGILLATA ORIENTALE B
piede. Parte superiore liscia ed ;nferiore modanara da MrrsopoULos LEON 1972-5, cc. 509, 523, fig. 5 j. (Tav.
una serie di piccole fasce convesse, distinte 00 sottili XIII, 12).
creste; altre sotrili creste e linee incise fiancheggiano il
picde, mentre sui fondo esterno compaiono degli anelli FORMA 41.
appena tilevati (a coppie 0 singoli). L'interno e liscio, Patera con ansa a manico. Un frantmento di ansa pro
con esili traeee de11a lavora:zione al tomio. II punto di veniente da LabraunOO con anelli concenrrici modanati'
COllura varia pili che nelle altre forme; alcuni esemplari all'estremita (al1a maniera degli esemplari in bronzo) e
si presenrano di color bianco avorio 0 giallo aranciato. attualmente I'unica testimonianza dell'esistenza di questa
Sono attesrate sia versioni strette che larghe. forma: cfr. Lahraunda 11.1, p. 69, n. 233, tav. 13. t
Pinttosto comune, generalmente in frantmenti minu possibile che sia in B 2.
scoli.
Diametro (all'orlo); 7-7,5 e 9-I! em circa. ESEMPLARI NON CLASSIFICATI
61
SIGILLATE ORIENTALI
vetro e in metallo. AlIo spigolo intemo dell'orlo com II, p. 177, fig. 150. Pucci (lnstrumentum domesticum,
pare una scanalatura; non si osserva altra decotazione. p. 20, tab. X), segnala un altro esemplare proveniente
E incerta Ia presenza di bolli. Antica (Sigillata B 1/2). da Pompei.
Gli esemplari in Athenian Agora V, G 16 e G 31, di
Rata.
forma simile, non appartengono a questa c1asse cerarnica,
Diametro: 15-20 (?) em circa.
bensi sono di fabbricazione ateniese; in ogni modo po
Prototipo. trebbero tappresentare delle irnitazioni.
HAYES Corinth, p. 453, n. 139, tav. 86. (Tav. XIII, 13).
FORMA 54.
Altri esemplari.
Piatto simile a quello di Forma 53, rna con in pili
Antioch IV.l, p. 38, tav. VI, S 3.
una modanatura dell'orlo piuttosto squadrata. AlI'esterno
di questo compare una decorazione a rotella. Non tarda.
FORMA 52. Rara.
Piatto analogo a quello di Forma 51, rna con la se Prototipo.
zione superiore della parete espanaa a formate un'ampia Corinto C-34-2283 (bollo: cno/poY). (Tav. XIII, 17).
piattabanda con orlo volto in su; questa fascia si pre
senta scanalata e decorata a rotella all'esterno e sempli
cemente scanalata all'interno (efr. il trattamento dell'orlo FORMA 55.
nella ciotola di Forma 73). Si trana con molta probabi
lita di un prototipo della Forma 77. Antica (Sigillata Piatto con pareti arrotondate, abbastanza pili profondo
B 1/2).
temo; il piede consiste in una semplice modanatura
Piatto con pareti basse e curve a quarto di cerchio; 1922 (nero). (Tav. XIII, 18-19).
piede basso e modanato, come nella Forma 51. Di solito Altri esemplari.
compare un bollo del ceramista al centro, circondato da
una singola fascia ottenuta a rotella. Antica (Sigillata Frammenti inediti da Corinto, ecc. Appartiene a que
B 1/2).
Piuttosto comune. Pili spesso di formato medio (dia p. 293, n. 114, fig. I, tav. IX.
metro 15-20 em circa), talvolta di formato pili grande. .~~ }
Antioch IV.l, p. 38, tav. VI, S 2 (bollo: forse XAPIC). Forme 53-54> rna con una fiangia piana decorata a ro
(Tav. XIII, 16). tella che sporge da1l'orlo. Su tale fiangia compaiono delle
"
62
.~---
SIGILLATA ORIENTALE B
spirali ad S applicate. Per ]a sua corrispondente a fondo depo,it piit lardi in cni compare quesra classe ceramica;
piatto, cfr. la Forma 61. Antica (S,gillara B r/2). il periodo della sua masslma diffusione si potrebbe col
Rara. locare in epoca flavio-traianea.
Prototipo. Cr'Jnc[og£a.
COMFORT-WAAGE '936, p. 222, tav. II, fig. 3 (Fila
I.e venioni antiche con Ie spirali, attorno agli anni 50
de1fia 2<r-I02-580, da Beth-Shan). (Tav. XIV, I).
75 d.C., Ie attre attoroo agli arun 75-125 d.C.
Altri esemplari.
Aim eSimplari.
Solo pocbi ftammenti inediti.
Versione antica:
FORMA 57 Kml'CVIC albia, pp. 13-14, tipo I a, fig. 3.4, tav. I,
r a (00[,>; KEP/.lI0C).
Piccolo piatto con pareti verticali Imposrate su di una Labrcmnda 11.1, p. 68, n. 210, tav. 35.
piccola flangia; I'orlo e costituito da una piccola moda His;r;" II, p. 219, n. XXV 1.2, tavv. 31, lOr.
natura ed il piede e basso e semplioe. Delle scanalamre SACKlITT '972-73, fig. 17 a pag. 67, in basso a destra,
compaiono al di sotto della f1angia ed all'interno del (da C:l.osso).
l'orlo. Sulle pareti 8i hanno delle spirali ad S applicate. E
Forse mche Ostia III, p. 218 (senza illustrazione).
derivato dalle antiche Forme 4-8. Antica (Sigillara B 1/2).
Rara. boltre: Volos K 354; esemplari provengono da Co
rinm, Pergamo, Cnosso ed .Itri luoghi aneora.
Prototipo. Tipo • standard »:
British Museum, 68.6-20.261, d. Efeso (bollo in planta HOLW"RDA Cat. Leiden, p. 36, n. 429, fig. 9, tav. IV.
pedis, illeggibile). (Tav. XIV, 2). Athenian Agora V, pp. 25, 49, 54, G 20, H 30, J 28,
6}
SIGILLATE ORIENTALI
Forse anche Instrumentum domesticum, p. 20, rav. IV.20, Forse anche Labraunda 11.1, p. 69, n. 232, tav. 35.
con tab. X (ibid., tav. V.22 deve essere una variante an Indtre: Paphos, Of:!. 4701 (in contestv f1avio) e vari
rica di questa forma oppure della seguente). altri esempIari da Corinto, I>thmia, Pergamo, eec.
I
EsempIari inediri da Atene (Agora), Corinto e varie Versione «standard,);
FORMA 60.
Anlioch IV.I, p. 38 (solo come riferimemo).
Piatto a fonda piano can pareti inclinate ed arlo cur BROCK 1949, p. 70, fig. 13.8.
vato aJ'interno, convesso all'esterno, con due scanala l(};IPOVIC, in Materiali 25, 1952, p. 297, fig. 1.5; tipo
Ie due sotrill linee incise che sotrolineavano I' arlo aI LaOraunda 11.1, p. 69, n. 240, tav. 35.
l'esterno negli esemplari piu antichi, si mutano in sem CoLDSTREAM Kythera, p. 203, Ul 327, fig. 58, tav. 58
plici coneavita con lievi risa/ti. Una risega piutrosto pro (catabgata come ceramica di <;:andarli).
nunciata alla giunzione interna del fonda con Ia parete GI:ZZQ 1972, pp. 373-375, nn. 258, 16487, figg. 442,
nemmeno quelle), si poosono collocare proprio alia fine ZISSI Stom, p. 393), Paphos Of:!. 4938 e numerosi altri
della serie tipologica, tra Ie produzioni piu tarde in Si esempIari dalI'Agora di Atene, da Corinto e da varie
gillata Orientale B.
Molto comune. I fonnati sana quelli indicati sopra. Forse anche: GRIFFITH 1924, p. 179, tav. LXXLI6
Antico: Napoli 121749. (Tav. XIV, 5). Versione tarda di piccolo formato: CoWS'l'RlL'IM Knossos,
Athenian Agora V, p. 25, G 25-26, taw. 4, 61. (Tav. p. 54, K 25, fig. 17, tav. 32.
XIV, 6). Altri esempIari provengoIW da Cuosso, da Tebe nella
Gron%gia. con arlo a f1angia spargente (cfr. Forma 56). Piede basso
Per il tipo piu antico, 50/60-80/90 d.C. circa; il tipo a li,tello, impastato sotto 10 spigolo del for,do e distinto
piu ttrdo continua fin verso il 150 d. C. daIIa parete esterna mediante una scanalatura. Sulla parte
Antioch IV.I, p. 38, tav. VI, S I. dell'orlo, alI'interno. I.'interno del fonda e liscio, trarme
POHL 1970, p. 155, n. 30 a-b, fig. 73 (p. 195, n. 412, che per il motivo impressa al centro (asterischi a simili).
fig. 73 e simile a piu tardo). Alcuni esempIari sono di colore nero. Per 1a ciotoIa cor
HAYES Corinth, p. 454, n. 152, tav. 87. rispondente efr. Ia Forma 72. Antica, per 10 piu in
Ostia III, p. 192, fig. 270 a-b. B 1/2, can pareti pintrosto sotrill.
64
SIGILLATA ORIENTALE B
6}
6 - EUiclopedia dl.'lI'Arte _ Atl. F. c., II
SIGILLATE ORIENTALI
bassa, cr. Ia Forma 57; in B I cfr. invece Ia Forma fuori e piede basso. Sul1a sommitll dell'orlo compaiono
33. Poc::ll esemplari hanno nella parte superiore della delle scanalature. In B 1/2.
;
Prototip.1.
HAYES Corinth, p. 453, n. 138, tav. 86. (Tav. XiV, IS). FORMA 69.
Cronologia. Ciotola emisferica, con Bangia piatta decorata a rotella
WAAGE 1936, pp. 221-2, tav. II, fig. I (Filade1fia 29 merro 7,2 em, Di colore nero. Bollato. Senza decorazione
Ciotola emisfedca con piede basso, pesante e moda bro. Gli esempi piiJ antichi (in B 1/2) tendono ad I
nato. Una 0 pili sottili linee incise compaiono all'esterno, avere pareti sottili e, solitamente, due spirali ad S appli
all'aItezza dell'orlo ed attomo all'intemo del fondo. Pre cate sul1'orlo. Di norma hanno iI bolio, che piu di fre
I
Co0S50, Villa di Dioniso 35/P 4 = HAYES Ville Diony in due totmati: 7,5-9 e 10,5-13 em.
Atene, Agotll P 17210 (inedito). Tardi: Athenian Agora V, p. 87, M 33, taw. 18, 62.
FORMA 67. I
Piccola ciotola con pareti a profilo a doppia oonves Cr01!ologia.
'itll, piede basso ed orlo costimito da una piccola mo
danatuta; comsponde aI piatro di Forma 51. Cfr. iI tipo
Come quella della Forma 58.
Altri esemplan',
I
Halten: 10 e D:agendorff 27 in Terra Sigillata Occiden
Iale. Probabilmente in B 1/2. Antichi (con spirali applicate):
Se ne conosce solo un esemplare (non illustra:o): KNIPOVIC Olbia, PP.I5-I6, tipo 4, fig. 4.2, taw. 1.4,
66 \':
ij
~ii
SIGILLATA ORIENTALE B
----------------------
Labraunda 11.1, pp. 68-9, nn. 224-5 (anche il 226 ?) Altl'i esemplari.
e probabilmente anche p. 68, n. 222, ravv. 13, 35 (am WOOLLEY-RANDALL MAcIVER KaraniJg, pp. 53, 227, tav.
messo che quesra non sia B I). 93, G 701, 8874.
Materiali 155, 1970, p. 98, rav. 15 (a p. 126), n. 8, KNIPovic albia, p. 18, tipo II, fig. 3.13-14., rav. 1.11.
da Kerch. CVA Pologne 2, rav. 92.36 (daIl'Egitto).
HAns Corinth, p. 454, n. 148, rav. 86. HOLWERDA Cat. Leiden, p. 33, n. 369, fig. 7 (da Olbia).
Inoltre: vari esemplari da Corinto, Cuosso, Paphos, ecc. Tarsus I, pp. 253-4, nn. 561-3, figg. 147, £96. II n.
Versione normale; 563 e forse la Forma 37.
KNrpovlc OIbia, p. 40, satta il tipo 33 b, tav. II, 33 b. Athenian Agora V, p. 25, G 30, tav. 62.
Athenian Agora V, pp. 25, 54, G 28, J 29, taw. 4, HAYES Col'inth, p. 454, n. 155, rav. 87.
9, 62. Ostia III, pp. 192{?), 273 (non illustrato).
Arch. Delt., 20, 1965, Chronika, p. 562, n. 6, rav. 708/3, PUCCI Instrumentum domesticum, p. 20, tab. X (con
da Afrati, a Creta. riferimento sia al tipo II di Knipovic, sia al G 30 del
Labraunda II.I, p. 68, nn. 221, 223, rav. 35; forse l'Agora di Atene; manca una illustrazione).
anche it fonda a p. 70, n. 246, rav. 36. Versione antica (ceramica B I?): MrrSOPOULOS LEON
POHL 1970, p. 154, n. 29, fig. 73 e p. 202, n. 493, 1972-5, cc. 508-9, 523, fig. 5 j.
fig. 73. Numerosi esemplari inediti provengono daIl'Agora di
SACKETT 1972-73, p. 68, fig. 21 a desrrd. Atene, da Corinto, ecc.
PHILLIPS Apollonia, p. 114, con nota 26, rav. XVIII b. Aleuni fondi in Kenchreai IV, p. 64, n. ER 41, sana
Vari esemplari di questa forma sana srati ritrovati vicini a questa forma.
anche a Pompei, efr. Instrnmentum domesticum, p. 20, Una versione in miniatuta in: Tarsus I, p. 254, n. 565,
tab. X, satta it tipo 4 di Knipovic. fig. 196.
Una vaIiante amica di piccolo fonnato in: British Mu
Inoltte: British Museum 68.6-20.263 e 72.4-5.205, da seum, 68.6-20.260 (da Efeso), bollara EPMHC.
Efeso; Monaco, N.!. 6813; Pella, A 805; vari gli esem
plari da Corinto, Isthmia, I'Agora di Atene ed altte loea
lita dell'area egea.
FORMA 72.
Forse anche BROCK 1949, p. 70, fig. 13.g-10 (il tipo
e incerto). Cfr. inoltre il fonda Kenchreai IV, p. 65, ER Ciotola a profilo conico can fonda piatto e piccolo
42, fig. 9, ed it conftonto ivi citato. piede a Iistello, distinto daIla parere mediante una sca
nalatura; Bangia piatta con una decorazione a rotella al
I'esterno dell'arlo; nella parte interna dellahbro compare
FORMA 71. una sottile linea inelsa. Nella maggior parte dei casi e
Ciotola a fonda piatto, can pareti inclinate Iisce e leg piuttosto piccola e !avorat. linemente; taluni esemplari
germente arroroudate. Sull'interno del fonda una singola sanD di colore nero. Corrisponde al piatto di Forma 61.
linea inclsa circonda il bolla (quasi sempre un asterisco/ Spesso presenra due spirali ad S applicate sulla decor.
rosetr.). Pochi esemplari antiehi con pareti sottili mo zione a rotella della f1angia all'a1tezza dell'orlo. General
sttano minori variazioni. La maggior parte degli esem mente bollat., sia can bolli di ceramisti che con semplici
plari sana can pareti piuttosto spesse rispetto alia mole motivi figurati.
generale del vasa. Cotrisponde al piatro di Form. 59, e
Antica (B t/2); probabilmente soprattotto del terzo
rna e assai pin comune, riuscendo a sopravvivere bene quatto del I sec. d.C.
lin enrro it II sec. d.C. Per i suoi prototipi eft. la Forma Non comune.
37. (Un raro corrispondente in Terra Sigillat. ltalica si Diametto: 6,5-12 em.
ritrova nel Manchester Museum, R 850).
Assai comune. Prototipi.
Diametto: 7,5-13,5 em circa; quasi sempre in due Istanhul 7613 (dall. regione di Balikesir). II bolla del
formati: 9-9,5 e to,8-t3 em. e
ceramista piccolo e allung.to (illeggibile). (Tav. XV, 3).
Athenian Agora V, p. 25, G 2t, ravv. 4, 62. Bolla:
Prototipo. I<EP/llOC. (Tav. XV, 4).
Athenian Agora V, p. 25, G 29, tavv. 4, 62. (Tav. XV, 2). Altri e,emplari.
Cronologia. KNIPOVIC albia, p. 16, tipo 5, raw. 1.5, IV.3.
Quest. forma e pili comune in vera e propria B 2 che COMFORT-WAAGE 1936, p. 222, rav. II, fig.--2 (= Fila
in B 1/2; sembra pero maneare dai gruppi pili tardi delfia 29-102-544, da Beth Shan).
contenenti questa tipo di ceramica. lOOlli a rosetta in Cat. illume Damas, p. 85, n. 29. Nero,
dicano una d.tazione essenziaImente f1avio-ttaianea, pa Samaria-Sehaste III, p. 345, fig. 83, 16.
rallela a quella delle Forme 5& e 70. Non e chiaro in Labraunda ILt, p. 68, n. 219 potrebbe appartenere a
quale variante la forma compaia a Pompei. quesra forma.
67
SIGILLATE ORIENTALI
----------------
Ostia II, p. 190, fig. lOI. Nero. Tipo B.
domestieum, p. 20, tab. X (sotto il tipo 5
Insl1'Ul1U!ntUln Lahrautrda 11.1, p. 68, n. 220, tav. 35.
di Knipovic e la forma G 21 dell'Agora di Atene). Corinto, C-29-37, C-36-2128 (nero).
Apparentemente anche BoYER 1959, p. 95, n. 23, fig.
6.6, d. 1.0:5 Blais, Var.
FORMA n Tipo incetto: Instrumentum domesticum, p. 20, tab. X
(sotto il tipo 10 di Knipovic).
Ciotola a profilo conioo, come ia Forma 72, rna con
orlo piatto e labbro girato all'insu, a mo' di uncino;
l'odo presenta delle sottili linee incise sulla parte supe FORMA 75.
riore. Tllivolta e di colore nero. Antica (B 1/2). Ciotola simile alia Forma 74, ma con orlo liscio, arro
Rara. tondaro e .porgeute a1J'estemo. Corrispoude al piatto
di Forma 63. Alcuni poehi esempi sono di color·~ nero.
Prototipo.
Bolli: eno/pOY, rosette.
Paphos, Casa di Dioniso, OlJ. 2626. Nero. Bollo: una Piuttos-o rara.
rosetta. (Tav. XV,S)· Diametro: 9,5-13 em circa. ,
efr. Tarsus I, p. 254, n. 566, figg. 147, 196.
Prototipi.
Boston, Museum of Fine Arts, da Barkal, Sudan
FORMA 74. (n. 2302.288) = DUNHAM Royal Gemete'ies of Kush IV,
p. r53, lL 23-2-288, fig. F 22 (senza indicazione di bollo).
Ciotola a profilo conico, come Ia Forma 72, ma con
Bollo su due righe: ... //i>Qf; (forse KEP/.(>Q<;:J. Antico.
l'orlo stretto e sporgeote ed il labbro girato all'rnsil.
(Tav. XV, 8).
Abbastaoza piil aperta e bassa delle Forme 72-73; Ie
pareti sono pill spesse. Corrisponde al piano di Forma 62,
Athenian Agora V, p. 87, M 32, tav. 62. (Tav. XV, 9).
con pressoccho identiche prese ad occhiello applicate Altri esemplari.
snU'orlo di taluni eserr,piari. Se ne distinguono due tipi,
come per i piatti: A - oon orlo liscio; B - con orlo !C1 KNIPOVlC alma, r6, tipo 6, tav. 1.6. Variante di pic
naJ.to e deoorato a rotella. Alcuni pezzi sono di colore colo formato (diametro 6,4 em).
nero. Bolli: nella maggior parte dei casi 51 tratta di ro InstruMentum domesticum, p. 20, tab. X (con riferi
sette; anche enojPOY e POy/eno. mento al sopra citato esemplare dall'Agora di Atene).
n tipo A e comunc, mentte il tipo B e abbastanza raro. Ulteriori esempJari da Corinro, dall'Agora di Atene, da
Diametro ~in due formati): 8,8-10 em circa e H,5 Isthmia, Pergamo, ecc.; anche Museo di Volo, K r9'9.
12,5 em. L'orlo in CREMosNrK '962, p. 121, tav. V.6 (sotto il
tipo 6), pub forse indudersi in quest'ambito.
Prototipi.
A. l'ELAGATTI 1¢9-jO, fig. 3 a (p. 87). (Tav. XV, 6). FORMA 76.
B. Corinto C-36-724. « Prese >} applicate. Bollo:
Ciotola con pareti quasi vertica1i, fondo piatto e pic
POy/eno. (Tav. XV, 7). colo orlo aggettante. La parte inferiore delle pareti si
Granologia. cur"a all'intemo sl da fonnare un leggero spigolo 0
listello, su cni poggia tutto il vaso; il fondo e piatto con
Questa forma, assieme alle altre forme che presenrano un leggero incavo all'esteroo. Dapprima I'orlo ha una
bolli con rosette di aspetro piuttosto sommario, dO'Teb forma semplicemente ricurva all'infuori, distinta all'interno
bero avere soprattutto una datazione flavia e troianea da una scanaJarura, poi tende a divenire un elemento
(efr. ]a Forma 62). Datazione probabile (ambedue 1
piano ed affusolato, generalmente convessa nella parte .1'
tipi): 70/75-120 d.C. circa. alta, con una solcatura interna, immediatamente sotto di
essa. Di norma nella parte superiore della parete com
Altri esemplari.
pare u:J. solDO poco profondo; il piede a listello non
Tipo A. e distinto come nelle forme precedenti. II bollo 0 aI
KNIPOVIC albia, p. 18, tipo 10, tav. 1.10. centro; talvolta snU'interoo del fondo appare una sol
GENTILI 1956, p. 157, un. 21-28, fig. 8.5-12 (nero), catura. Questa forma Ia troviamo per la prima volta alia
illustrato da l'ELAGAITI 1969-70, fig. 3 a-b (a p. 87), meta del I sec. d.C. in un formoto piccolo, rna progres
tav. I, nelle file centrale ed inferiore. sivamente tende ad aumentare di dimensioni; Ie "ersioni
Guzzo 1970, p. 40, n. 79, figg. 22, 57· simili a grandi bacinelle sono fra gli ultimi prodotti in
Inoltre: Londra, giil Guildhall Museum, 3176; Mainz, Sigillatl Orientale B. Ne disringuo due tipi (non chiara
RGZM, 0 13751, 13752; Vienna, Kunsthisrori3ches mente diJferenziati) snlla base delle dimensioni:
Museum, 1309; Vienna, collezione dell'Universiti, da A. Piccola (diametro 7-16 em circa). In genere e an
Efieso; \'3ri esempJati provengono dal1'Agora di Atene, tica (in B r/2 0 in B 2 antiea) ed in taluni easi pre
da Corinto e da altre localita dell'area egea. senta boIli di ceramisti.
68
SIGlLLATA ORIENTALE B
09
SIGILLATE ORIENTALI
7°
71
SIGILLATE ORIENTALI
trattarsi della produzione di un centro periferico. Un'ul risalente probabilmente all'inizio del I sec. d.C. e pochi
teriore variante con argilla di colore molto chiaro i: de vasi decorati con motivi dipinti. Generalmente non com
scritta sotto il tipo 19 del Loescheke. In tutti i casi la pare la decorazione a rotella. Si possono invece trovare
cottum i: del rutto uniforme; non sono attestati esempi talvolta delle decorazioui a motivi applicati (ad esempio
di vernice fatta diventare deIiberatamente nera con la spirali ad S come in Sigillata Orientale B), 0 prese or
cottum. namentali. E invece opinabile se Ia decorazione a bar
bottina, usat. con una certa frequenza nella sintile ce
CLASSIFICAZIONE rarnica «Pontica ), sia stata impiegata anche in area
pergamena.
La serie tipologica del Loeschcke (Tschandarli, tav. I bolli dei cerantisti compaiono abbastanza di fre
XXVIII) comprende pili 0 meno tutte Ie forme vasco quente sui tipi ,I augustei Il, ma in seguito sono comple
Iari note, dalla meta del I sec. all'inizio del II sec. d.C., tamente assenti, ad eccezione di un piccolo gruppo di
mentre Ie forme pill srandardizzate di epoca tarda ven rozze plantae pedis, risalenti al tardo I sec. d.C., trovate
gono elencate da Hayes in Late Roman Pottery, pp. 318 su piatti di forme derivate da quelle in aretina. Tutti i
322. Tra i ritrovamenti da Pergamo pubblicati da Schafer bolli sono in greco e la maggior pane i: del tipo rettango
(SCHA:FER 1962, coli. 777-802) e da De Luca (Pergamon lare con testo su una 0 due righe, strettamente affine
XI. I) si puo, in via di ipotesi, distingoere un gruppo ai bolli contemporanei in Sigillata Orientale B. Quasi tutti
anteriore di forme, fabbricate con Ia variante di argilla questi bolli pergameui contengono dei veri nomi, alia
pili antiea, databili a quanto sembra all'eta augusteo maniera della ceramica aretina; di essi, pochi sona in
tiberiana e bollate assai frequentemente con i nonti dei comune con Ie altte serie tipologiche orientaIi. Un ri
ceramisti; queste furme sono state elencate, nelle pagine stretto numero di bolli con motti, del genere cosi fre
che seguono, con la sigla (I A» (ovvero tipi «augustei »), quente in Sigillata Orientale A e B, i: comunque presente
mentre Ie tipologie di Loeschcke e di Hayes (siglate qui (ad esempio XAPIC, KAl\HC). Per elenchi dei bolli dei
«L» e «H» rispettivamente) sono state mantenute per cerantisti in questa produzione, cfr. LOESCHCKE Tscha,,
que! che riguarda Ie serie pill tarde. darli, pp. 374-5, fig. 6; Pergamon 1.2, p. 271; HOL
WERDA Cat. Leiden, pp. 33-4, llU. 383-91, tav. IX;
CARATTERISTICHE PRINCIPALI Sca:.iFER 1962, coli. 797-802, con fig. 5.
J2
CERAMICA DI <;:ANDARLI
nore sana dunque innegabili. Ad ogni modo, l'influen7.a mentre Ie comuni forme di epoea tarda (in particolare Ie
esercitata daI1e forme vascolari della ceramica aretina Forme Hayes 3, 4) sana imitate in ceramica locale in
duro pill a lungo a Pergamo che non in altre localita. lutta I'area egea (efr. Athenian Agora V, K 35, ecc.). I
Talune imitazioni da forme in ceramica di Candarli piatti ad orlo ricurvo di Forma Hayes 4 scmbrano costi
del I sec. d.C. si possono riconoscere tra Ia produzione tuire il punta di inizio della serie tipologica in Late
che proviene daI1e regioni del Mar Nero (vedi pili avanti), Roman C.
73
SIGILLATE ORIENTALI
Simile alla precedente, rna con pareti piu ripide e dritte Grande coppa con un'unica ansa e con alte pareti
e
ed orlo verticale decorato da sottili linee incise; il piede concave. Solo un O8emplare, con decorazione in bianco
basso e pesante. Corrisponde al piatto di Forma A 3. E come nella Forma A 9. Appartiene probabilmente a que
I'immediato prototipo della Forma L 15 nella serie tipo sta classe ceramica; si tratta di una versione tarda dei
logica di <;:andarli. vasi cou decorazione applicata in ScHAFER 1968, coil. 68-9,
98, taw. 33, 39, E 64-{}6.
Prototipo.
Prototipo.
SCHAFER 1962, col. 793, n. 28, fig. 2.28 ~ Pergaman
XLI, pp. 158-9, n. 386, taw. 56, 67. (Tav. XVI, 9). KN!POVlC Olbia, p. 33, tipo 31, tav. 11.31. (Tav. XVI,12).
FORMA A II.
FORMA AS.
Biccbiere a pareti verticali, come il tipo Haltem 16
Ciolola a fondo piatto, con pareti verticali ed orlo in aretina. Decorato a rotella.
piatto e scanalato. Se ne conosce un solo esemplare, pro
babilmente pertinente a questa classe ceramica. Protoripo.
Atene, Agora P 9990 (Athenian Agora V, G 44, tav.
Prototipo.
4. Incompleto). (Tav. XVI, 13). II contesto e del primo
Mainz, RGZM, 028669. Con bollo AIt10/yXOY; quarto del I sec. d. C.
sull'orlo compaiono due spirali ad S applicate (nessuna
decorazione a rOlella). (Tal'. XVI, 10).
Lo stesso bollo e stato ritrovato su un frammenlo FORMA A 12.
di forma diversa provenienle da Olbia (efr. KNIPOVlC
Olbia, p. 32, n. 21374; seuza ill.). Per un'altra spirale Cratere su piede, con decorazione a rilievo da ma
ad S su di una ciotola in ceramica di <;:andarli 0 «Pon trice; imitazione stretta del comune tipo in aretina
tica", cfr. ibid., p. 33, tipo 30, tav. II.30, con i citati (DragendorfIjWatzinger, tipo I; DragendorfI, tipo II).
confronti dalla Collezione Vogell. Pocbi frammenti di questa forma sono stati trovati a
Pergamo: alcuni, pertinenti al corpo del vaso, sono stati
pubblicati da Schafer (SCHAFER 1962, coil. 795-{), un.
FORMA A9. 33-35, fig. 4); vi e inoltre almeno un orlo dalla caratte
ristica fonn. ricurva alJ'infuori tra i reperti catalogati pro
Coppa a due anse, piuttosto bassa, con un)ampia mo venienti da quella localita (Asklepieion, inv. 680). Una
danatura concava fiancheggiata da scanalature su11a pa forma simile, con motivi dipinti, esiste nella serie tipo
rete. Una versione antica (?) presenta una decorazione logica tardo-ellenistica. La versione non decorata L 10
dipinta in bianco (festoni di foglie) su11a fascia piatta (vedi piu avanti) e con rutta probabilita il risultato di
dell'orlo. Del tardo I sec. a.c. (?) e degli inizi del I un tardo sviluppo di questa forma.
e
d. C. La decorazione una versione larda della serie e!
lenistica D in SCHAFER 1968.
FORME AFFINI.
Prototipo.
En passant si possono inoltre considerare due altre
Atene, Agora P 16717 (Athenian Agora V, tav. 39). fonne, Ie quali probabilmente si collocano ne! periodo di
Non decorata; anse a nastro con linee incise al centro. transizione dalla serie tipologica ellenistica di Schafer
n e
oont08to dell'inizio del I sec. d.C. (Tav. XVI, II). a quella augustea (A).
Altri esemplari.
a. Modiolus con motivi applicati. Versioni antiche fu
rono osservate da Schafer (SCHAFER 1968, pp. 69-70,
a) Decorati (tutti frammentari):
e
<)6, E 6), ma I. forma probabile che sopravviva in pe
Atene, Agora P 4644.
riodo augusteo, costituendo un possibile prototipo per
KNlPOVlC Dlbia, p. 20, tav. I, e (si tratta di questa
la versione in aretina. Un esemplare da Schitul in Roma
. ).
ceraffilca. nia potrebbe essere di questa fase transizionale: efr.
SCHAFER 1968, tav. 9, D 32 (antica ed e!abotata). SLOBOZIANU 1959, pp. 285-{}, figg. 1-2.
74
CERAMICA DI <;:ANDARLI
b. Ciotola carenata con anse ricurve applicate alia 13-14, F 2l)--32, taw. I, 64). (Tav. XVI, 14). E molto
parete e piede massiccio e tondeggiante con modanature; probabile che questa forma sia stata copiata in una serie
di norma presenta tra Ie anse dei motivi incisi e dipinti. di ciotoIe ateoiesi tarde del tipo West Slope, databili in
Questa forma non compare tra quelle pubblicate pro epoca augustea. (Cfr. ibid., p. 12, F 16-17, taw. I, 63).
venienti da Pergamo, ma Ia sua decorazione e nella tra
dizione tardo-el1enistica di Pergamo e l'impostazionc Esemplan pubblicati.
stessa del piede e paragonabile a quella di aIcuoe forme
KNIPovIC, in Materiali 25, 1952, p. 309, fig. 8, da
elencate precedentemente. Potrebbe trattarsi di un'altra Tiritaka. (Tav. XVI, 15).
forma transiziouale di eta ellenistic<>-romana. La forma
e simile a quella di un esempIare in tarda ceramica at ARsENIEVA 1963, p. 192, fig. I.
tica a vernice nera e di tutta una serie particoIare di cio Materiali 155, 1970, p. 102, tav. I5 (a p. I26), n. ro,
tole carenate (I di Coo') (efr. Athenian Agora V, pp. da Kerch.
Per I'originaria tipoIogia si veda LOESCHCKE Tschan L ro, un cratere su piede simile alla Forma A J2 (di
darli, tav. XXVIII (ecceno i tipi II, 24); il lenore si cui si e parlato precedentemente), rna senza decorazioni,
riferid a questa per Ie forme meno frequenti, che sono: stando a quanto a!ferroa il Loeschcke, era eom1L~e nei
L 2-5, 7-8, II-I4, I6-18, 21-22, 24-25, 27-28, Ie forme depositi pili anticm di <;mdarli (efr. LOESCHCKE Tschan
chiuse L 3<>-39, Ia patera L 40 ed i bacili parziahuente darli, pp. 366-7; un esemplare a Maim, RGZM, 0 6655);
veroiciati delle forme L 41 -42. La maggior parte di que essa pero non e attestata con sicurezza in altri Iuoghi.
ste non sono state mai trovate aI di fuori di <;:andarli. Poem frammenti del coperchio a cupola di Forma L 23
Per poem casi si puo parlare di pezzi (I sopravvissuti", ci sono noti da a1tre Iocalita (ad esempio Atene, Agora
contemporanei alia serie tipoIogica (I A,) (ad eseropio L 5, P 23390). La ciotoIa L 22 di cui il Loeschcke da il pro
che sembra porsi in relazione con la forma HaItem I filo ricostruito, porrebbe essere a fondo piatto; vedi Per
i." aretina). La maggior parte di esse e stata ritrovata nei gamon XI.I, p. 159, n. 388, tavv. 56, 67.
livelli pili antiehi di C;:andarli, a!lehe se Ie Forme L 21 e 27 Le forme piil comuoi fra la meta del I e gli ini2i
e forse qnalche a1tra, dovrebbero appartenere al gruppo del II sec. d.C. sono elencate ed illustrate qui di
pili tardo di <;:andarli (inizio del II sec. d.C). La Forma seguito.
FORMA L 1. Una forma simile e presente tra i tipi {< Pontici I);
taIuoi repetti della Russia meridionale possono in realta
Piano con orlo verticale, con lIangia aIla base (cfr. appartenere a questo ambito. Gli esemplari con l'intcmo
Goudineau, tipo 39 e in Terra Sigillata Italica). SuI fondo
del foudo inclinato e piede rozzamente modellato non
interno compare una scanalatura; non sono attestati bolli.
sono con tutta probabilita prodotti petgameoi (vedi pili
Serie antica, dalla meta alia fine del I sec. d. C.
avanti, a p. 92).
Diametro: 15-26 em circa.
75
SIGILLATE ORIENTALI
Altri esemplari.
FORMA L 15.
LOESCHCKE Tschandarli, pp. 37G-l, tav. XXVIII (esem
Coppa con orlo verticale, con fungia alla base, e pareti plate a Mainz, RGZM, 0 6647).
a profilo conico, Ieggermente curvate ad S. Si tratra di Pergamon 1.2, pp. 236-7, fig. 66, n. II; p. 269, n. 15
una versione tarda della Forma A 7, corrispondente ad (con illustrazione).
un modello sempre tardo in Terra Sigillata ltalica (Co LAMB-PRyCE 1940, p. 98, fig. 1.10.
rinto forma 23); spesso piuttosto bassa. Questa forma
SCHAFER 1962, coIl. 793-4, fig. 2, nn. Zl}-30 (compresa
e la L 20 (vedi sotto) tendono a mostrarsi in due formati
una variante).
(diametri di 8 e 12 em circa), analogamente a quanto suc
cede nella serie di coppe in Terra Sigillata Italica. Senza
Pergamon XLI, p. 158, n. 385, taw. 56, 67.
decorazioni; non sono attestati bolli. Corrisponde al HAYES Villa Dionysos, p. 118, n. 29, fig. 3.
piatto di Forma L I; la datazione i: Ia stessa (me Inoltre (inediti): Paphos, Of:,. 678, Of:,. 1271 (serie
ta-fine I sec. d.C.). antica, contesto flavio); Atene, Agora P 3249 (~HAYES
Late Roman Pottery, fig. 63 b) ed altri.
Prototipo. Versione con argilla chiara: Athenian Agora V, p. 24,
Atene, Agora P 9171. (Tav. XVII, 4). G 13; Kavalla, Museo, 621 IT, da Amphipolis.
Altri esemplari.
LOESCHCKE Tschandarl~ pp. 369-70, tav. XXVIII.
FORMA L20.
KNIPOVIC, in Materiali 25, 1952, pp. 298-9, tipo 8 (M),
fig. 2.5. Ciotola emisferica con orlo liscio (solitarnente sfac
Athenian Agora V, p. 84, M I, tav. 18.70. cetrato). Produzione antica. Non decorata. Di due for
SCHAFER 1962, colI. 793-4, sotto (d), con il n. 29. mati: diamerri di 8 e di 12 em circa (eft. la Forma L 15).
HAYES Gorinth, p. 456, n. 163, tav. 88.
Gronalogia.
La L 18 i: forse da considerarsi una variante bassa di
questa forma. Dalla meta alla fine del I sec. d.C.
76 1
,I
I.
CERAMICA DI CANDARLI
Forme non presenli a Qmdarli, descritte e classifi. Guzw 1972, p. 373, n. 256, figg. 407, 449 (da Sibari).
cate da Hayes in Late Roman Pottery, pp. 316--22. Kenchreai IV, p. 93, LRB 17·
Inediri: Coosso, villa di Dioniso (a1Iri esemplad);
FORMA HI. Cosa (WI orlo); Mitilene, cee.
Profondo bacile, derivato dalla Forma L 29. Cfr. HAYES Esiste una variante di questa forma con corpo emisfe
Late Roman Pottery, pp. 318-19, fig. 64, con riferimenti rico: v. HAYES Villa Dionyws, p. II8, nn. 14-19, fig. 3.
citati. Dalla metil del II aI III sec. d.C. e
La datazione la stessa.
Prototipo.
HAYES Villa Dionysos, p. II8, n. 2, fig. 2. (llav. XVII, 13). FORMA Hz.
Altri esemplari. Piatto dal profilo scmacciato con pareti espanse al
WAAGE 1933, p. 289, nn. 93-94, fig. I, tav. IX. I'esterno; deriva dalla Forma L 26. KNIPOVIC, in Materiali
MAFPRE 1971, p. 785, fig. 12 in alto (Thasos). 25, tipi 17 (M), 18 (T). Cfr. HAYES Late Roman Pottery,
CoLDSTREAM Knosso,·, p. 47, J 12, 14, fig. 17, tav. 28. pp. 3I~2I, fig. 64, can riferimenti citati. Si data dal1a
(Tav. }(VIII, I). meta del II at III sec. d.C.
77
SIGILLATE ORIENTALI
FORMA HS.
BROCK 1949, p. 70, fig. 13.5, rav. 30.2.
78
pareti decisamente pili sottili, sono rifinite con maggiore rna, in alcune forme del I sec. a.c., copre tutta la parete;
cura e sono spesso (sebbene non sempre) cotte fino al i segui della rotella sono brevi e uetti. Un'alternativa
grigio scuro. In seguito 10 spessore delle pareti dei vasi della decorazione a rotella su alcune delle prime forme
aumenta e 1a rifinitura diviene meno accurata. Un'altra (v. P 18, 37) e la decorazione verticale a sgorbia, simile·
serie antica, costituita soprattutto dal boccale laginoide a quella che si trova sulla Sigillata Orientale A della
della Forma P 44, costituisce un tramite tra la prima stessa epoca, 0 disegui a foglie di loto scltematizzate im
ceramica ellenistica cipriota ricoperta di colore (v. pressi con sttumenti a due 0 tre punte e delimitati da
SCE IV.], sotto Ia voce Glazed Ware) e Ia « Sigillata rotellature (esempi: Antioch IV.I, fig. 23.10; Tarsus I,
Cipriota,j vera e propria. La stessa forma compare in n. 774, fig. 160; NEGEV Nahatean Sigillata, p. 384, fig.
diverse produzioni (per un esempio vedi il commento 2.1-4, tav. XXXII.5-7). In alcuni casi una fila di pun
alia Sigillata Orientale A, Forma 101). Forse queste tini biancbi costituisce i1 limite superiore della decora
ceratuiche dovrebbero essere classificate separatamente. zione (come nella Sigillata Orientale A, Forma IS). Al
cuni piatti della Forma P 4 hanno una serie di anelli
CRONOLOGIA E FORME in rilievo sui fondo, ad imitazione dei manufatti in me
tall" lavorati al tornio.
La ceramica ritrovata a Paphos fa risalire gli inizi della e
II piede in questa classe generalmente basso e fatto
produzione al principio del I sec. a.c., anche se Ia pro al tornio. Un piede ad anello doppio e piuttosto comune
duzione su larga scala, legata all'esportazione, non deve nei piatti della fine del I sec. a.C. e degli inizi del I sec.
essere cominciata prima degli anni 40-20 a.c. E anoora d.C. Mo!to caratteristica e la rozza concavita centrale
incerto quando questa classe ceramica abbia cessato all'esterno cite riduce 10 spessore del fondo, spesso cir
di essere prodotra, verosimihnente intorno alia meta del condata da una larga e bassa scanalatura. Questa ca
II sec. d.C. A Cipro e ancora comune in contesti di eta ratteristica compare gia in eta augustea ed e molto usata
adrianea, sebbene in questo periodo compaiano regolar nei vasi piu tardi a pareti pili spesse. Un piede pinttosto
mente soltanto quattro forme ceramiche (P II, 13,29 e 40). pesante di forma triangolare e arrotondato all'esterno,
La serie originaria di forme tardo-ellenistiche mostra e tipico delle coppe di epoca fiavia e successive (in par
influenze della Sigil1ata Orientale A, una classe in quel ticolare P 40). I piedi ad astragalo dei crateri P 37-38
periodo molto comune a Cipro (v. Forme P I, 16, 18). sono peculiari ill questa classe e possono essere stati
AIl'inizio dell'et' augustea (0 poco prima) appaiono nuo copiati direttamente da suppelletti1e in metallo. Si hanno
ve forme, in particolare il cratere con piede ad astragalo due diversi tipi di anse: i1 tipo a gomito con esterno sca
della Forma P 37 e la coppa con orlo inclinato all'in nalato, cite compare su molte delle forme cbiuse, e Ie
terno (Forma P 22 A), che sono Ie prime forme frequen anse ad anello a sezione quadrata sulle razze P 33-34.
ti in aree non cipriote e cbe si sviluppano fino al II I bolli sono molto rari: dagli scavi di Paphos ne sono
sec. d.C. II maggior numero di forme compare nella venuti in luce altri cinque, tutti diversi, da aggiungere
prima met. del I sec. d.C. quando il repertorio si arric all'unico esemplare gi' noto (Pompei 374-3 iIlustrato in
cbisce di un certo numero di forme derivate dalla cera HAYES Cypriot Sigillata, fig. a p. 71; si legge A61AAT
mica aretina (Forme P 7-9, 25, 28). L'infiuenza della in planta pedis, come Ita gii notato PUCCI Instrumentum
ceramica aretina ha comunque vita relativamente breve. domesticum, p. 21, nota 74). I belli trovati, rettangolari cd
Nei ritrovamenti di epoca flavia si nota una maggiore in planta pedis, sono tutti su piatti; uno e in lalino, gli al
semplicit' delle forme ceramiche ed un impoverimento ui in greco. Sembrano assenti i «motti )} trovati su altre
del repertorio, come in altre sigillate orientali, anche se ceramiche orientali. Si tratta, chiaramente, di una moda
Ie forme preferite a Cipro erano notevolmente diverse da straniera. Lo stesso dicasi della ceramica decorata a ri
quelle in uso a!trove. lievo che imita Parelina, della quale sono noti pocbi esem
Scomparsa la Forma P 22, all'inizio del II sec. ven plari (vedi Forma X 39).
gono ancora prodotte solo quattro forme aperte (vedi L';nfiuenza di questa classe sulle altre appare quasi
sopra); Ie unicbe forme nuove apparse dopo Pet. adrianea inesistente, eccetto cite nell'ultimo periodo di produzione,
sembrano essere Ie P 41 e P 42. Non e cbiaro se alenne quando Ie imitazioni dei crateri P 40-41 compaiono in
delle forme chiuse sotto elencatesiano state ancora fab un certo numero di classi, compresa forse Ia Sigillata
bricate cosi tardi, dato che i ritrovamenti hanno avute Orientale A al momento del suo declino (v. la Sigil
luogo per 10 pili in tombe ad uso multiplo e non per lata Orientale A, serie antonina raJ).
mettouo qnindi una datazione precis..
E diflicile stabilire quale fosse la ceramica fine - se DIFFUSIONE
mai ce ne fu - in uso a Cipro nella seconda meta del
II sec. ed agli inizi del III, prima che la Sigillata Mri Come gi' notato sopra, Ie forme piu antiche sono do
cana/terra sigillata chiara divenisse comune in questa cntnentate soltauto a· Cipro ed anche qui in quantit'
parte del Mediterraneo. relativamente piccole; una maggiore esportazione di que
sta produzione inizi" soltauto nella seconda met. del I
DECORAZIONE ED ALTRE CARATTERISTICHE sec. a.C.
Da allora in poi si rileva un grosso contrasto tra Cipro
La decorazione, quando esiste, si limita generalmente cd i1 Negev, dove questa ·ceramica e comune, e la Siria
alia rotellatura, normalmente sotro forma di singole fasce, e Ia Paleslina (mercato principale della Sigillata Orien
80
SIGILLATA CIPRIOTA
tale A), dove essa e rara. L'esporrazione in Occiden atetina), 0 all'eta flavia (in counessione con il suo de
te sembra rispecchiare su scala minore quella della Si clino). Sebbene venduta anche molto lontano dal luogo
gilIota Orientale A; 13 maggior parte degli esemp13ri di fabbricazione, come a Pompei ed in Tripolitania, non
trovati in Occidente sono databili 0 alia fine del I sec. si puo dire che sia stata mai usuale nella regione egea
a. C. (precedendo 13 diffusione massiccia della cerarnica o nelle zone pill occidentali.
SERlE TIPOLOGlCHE
Piatti (Forme 1-13); coppe (Forme 14-32); tazze biansate (Forme 33-35);
catini, «crateri}} (Forme 36-42); forme chinse varie (Forme 43-59).
FORMA P 4.
Versione tarda della Forma P 1 ? Cfr. Sigillata Orien
81
7 - Ellcidopedia deft'l.de - AlL c., II
SIGILLATE ORIENTALI
Prototipo. Prototipi.
Museo di Cipro, Polis tomba 104 n. 106 (HAYES Cy Paphos, Casa di Dioniso, non catalogati (esemplari in
priot Sigillata, fig. a p. 68 = HAYES Paphos, fig. 3). versione grande e piccola = HAYES Paphos, fig. 3). (Tav.
(Tav. XVIII, 10). XVIII, 12-13).
Aim esemplari.
Aim esemplari.
Tarsus I, pp. 24r-2, un. 382, 393 (?), figg. 173, 192.
WESTHOLM Soli, fig. 63.12, tav. XXX, seconda fila, a
sinistra.
Tarsus I, p. 249, n. 505, fig. 194. FORMA P9.
Per altri esemplari di piede doppio (connessi con Ie Piatto a basse pareti verticali con modonature in alto e
Forme P 4 B, 5-7), vedi QUILICI 1971, p. 74, n. 90, in basso.
fig. 17, e p. 159, n. 194, fig. 105· Fondo piano, piede piuttosto basso e squadrato. ar.
Ia forma aretina Goudineau 39 c, di cni e probabilmente
FORMA P6. una copia. Rara. Probabilmente metil del I sec. d.C.
82
SIGILLATA CIPRIOTA
Altri csemp/ari. tella suI fonda. Forma dell'arlo incerta. I sec. a.C. a
DIKAlOS 1937-9, P. 201, fig. 44 inizi del I sec. d.C. Un unico esemplare proveniente da
Tarsus I, p. 250, Il. 523, fig. 195 (antico ?), e p. 272, Paphos; non sono disponibili disegni.
n. 772, fig. 203 (t.relo).
Samaria-Sebaste Ill, p. 345, fig. 83-15 (versione in FORMA P 15.
. 10, anuca
pICCO . ,)
.. Coppa mastoide.
QUILICI 1971, p. 156, un. I09-IIO, fig. 101 e forse
Ricostruita in base a frammenti dell'arlo e del fondo.
anche p. '42, n. 53, fig. 93, e p. 157, un. III-II2, fig. 101.
Pareti sottili. Otlo arrotondatc, ricurvo 'ierso l'interno;
NEGEV Nacatean Sigillata, pp. 392, 394> un. 64 (?),
fonda a punta. Non decorata. I sec. a.c., fONe inizi.
65, 66, 73 (?), fig. 5, rav. XXXIV·3-4,7; Rara. Diarnetro circa II-I3 em.
InoltIe Pompei 1023-3, 13280; esemplari da PetIa e
Cipro illustrati in fu.YES Cypriot Sigillala, fig. a p. 11. Prototipo.
Paphos, Casa di Dioniso, arlo non catalogato e fondo
FORMA P 12. Oli 5254 (= HAYES Papkos, fig. 2). Forma restaurata.
(Tav. XIX, 6).
Piatto con parete o1Jliqua convessa e orlo ricuroo.
Altri e,emplari.
HAYES Cypriot Sigilliua, pp. 71-2, forma II; inoltre
Nessana I, forma 21. Forse rorlo, QUILICI 1971, p. 135, n. 102, fig. 84.
La sezione del fondo e della paretei: simile a1la Forma
FORMA P 16.
P II, rna in generale i: un po' piu profonda; alcuni degli
esemplari piiI tardi presentano un pesante orlo rotondeg Coppa emisferica (?) con or/o liscio.
giante nella parte interna. Non decorata. E una dcriva Corrispettivo della Forma 19 della Sigillata OtienIale
zione delle Forme P 5-6, con piede ad un solo anello. A. Pareti sottili. Decorazione a sgorbia a simili all'<:sterno,
Generalmente Ie pareti sana piuttosto spesse e lavorate completato in alto da due 0 tre leggeti salehi; un sclco
in modo trascurato. Una versione in piccolo, a pareti si trova anche all'interno dell'orlo. La forma del fondo
sottili, puo essere precedente. Molta comune. Seconda e incerta. Rata; degli orli sana presenti a Paphos. I sec.
meta del I - ptinIa meta del II sec. (pro comune nella a.C. Non sono e1isponibili disegni.
seconda meta del perindo). Apparentemente di due mi
sure: diametto circa 17 - 21 em e circa 25-27. La versio:Ie
piccola, rara, ha un diametro eli circa 13 em. FORMA P 17.
Prototipi. Piccola coppa profonda con orlo ricurvo "erso {'interno.
Coriuto, C-36-1271 = HAYES Corinth, p. 458, n. 16g, Pareti sottili. L'esterno i: copetto da rotellanore can
tav. 87. Antico. (Tav. XIX, 4). tIe leggeri solehi sull'orlo. La forma del fonda i: ineerta.
Museo eli Sebha, Libia, H 78, da Genna = HAYES Alcuni esemplari neri per effetto di cottura. Non comu
Cypriot Sigillata, pp. 71-2. (Tav. XIX, 5). ne. Meta (?) I sec. a.c. Diametto rnassimo circa 10 em.
Prototipo.
A/tri esemp/ari.
Faphos, Ca,a di Dioniso, non catalogato (frammento
HORSFIELD 1942, p. II4, n. 4, fig. I, tav. VI, da Petra. dell'orlo). Nero. (Tav. XIX, 7).
Nessana I, p. 289, forma 21.1-3, rav. XLIX (classe
non sempre identificata).
HAYES Cypriot Sigil/.ata, fig. a p. 7' (esemplari ncl FORMA P 18.
Musco di Cipro), can :iferimento a Pompei 5130 (p. 72). Coppa emisferica con orlo riCUT'VO 'Verso I'esterno.
Forse anche Ashd(JI! II-III, fig. 15.13. Corrispettivo in piccolo del cratere P 37 (e suo pre
cedente ?). Pareti sottili, talvolta colore gr:gio-nero per
FORMA P 13. e!fetto di cottura. A fonda arrotondato. Orlo concavo,
con leggera risega suI punta di giunzione con il corpo.
E riservata ad un piatto can parete inclinata come :a II corpo i: decorato con (tre) leggeri salehi in alto e una
Forma P II, rna can un piede piiI alto ed un fonda pro o piu coppie di salehi in basso.
piccolo; serobra apparentemente copiate il tipo Goudineau Due versioni: A. Can decorazione verticale a .gorbia
43 ed il tipo Dragendorff 18 in terra sigi1lata occidentale. suI corpo; B. Con decorazione a rotella. .
Alcuni frammenti provengono da Paphos; non sono <1:: Poco comune. I sec. a.C., probabilmente dall'inizio alia
sponibili disegni. fine.
Una prima versione (vedi oltre) i: piu profonda che
emisferica, con un arlo non ben definito; sembra essere
FORMA P 14
una vera e propria copia di manufatti in metalln.
Riservata ad un piatto a coppa con fonda piano e largo Diametro: circa em 8,5-14 e oltre (forsein due mi
piede ad anello, inclinato all'interno; decorazione a ro sure).
83
SIGILLATE ORIENTALI
i
ProlOtipi. P 21.
Tipo A: Paphos, Casa di Dioniso, Oll. 5255 (~C HAYES
PapJws, fig. 2. Un lato restaurato). (Tav. XIX, 9).
FORMA
pin pesante che nella A. Dalla fine del I sec. d.C. all'eta
Inoltre: British Museum, 96.2-1.258, da Curium; metro (massimo) circa ern II-14.
Soli (Cipro), frammento non catalogato trovato du Tarsus I, p. 250, n. 524, fig. 195.
11
rante gli scavi del 197r (ora perduto ?). (Tav. XIX, 12). Samario-Sebaste III, p. 344, fig. 8po. "H1
l\. Paphos ed a Soli si sono notati alenni orli simili; Nessana I, p. 289, forma 15.1--6, tav. XLVIII; efr. 'j
vedi HAYES PapJws, fig. 2; forse auche QUILICI 1971, auehe i fondi, p. 298, un. 2-4, tav. LVIII. Vedi auche
34
SIGILLATA CIPRIOTA
QUILICI 1971, pp. "56-7, nn. 99, 101 (?), II'" fig. FORMA P 25.
101; p. '59, n. '93, fig. IDS; p. 161, n. 253, fig. 107;
ibid., p. "57, n. I19, fig. 101 e un possibile fondo. Coppa cen corpo arroto"dato e arlo concavo sporgenre.
NEGEV Nahatean SigillaUl, pp. 387-90, fig. 3, t:lv. Orlo uguale a quello di P 24, de'inito all'interno da
XXXIII. un soleo. Piede basso a profilo netto. Derivato dalla
Tipo B: forma aretina Haltem 8 (0 dalla Sigillata Orientale B
Forma 26 e daI suo equivalente in ceramlca <;:andarli
NEUFFER 193", p. 64, fig. 8.5.
Forma A 6), Non decorat:l. Non comune. lnizi I sec. d.C.
HAYES Cypriot SigillaUl, fig. a p. 68 (da Soli), e p. 76
(pompei 9650, 9652). Diametro: circa 9 em.
Salamine de Chypre IX, pp. 41-2, n.I45, t:lvv. "3-14. Protoripo.
C. FRIIS JOHANSEN, in Hama lII.2, p. 192, n. 7, figg. Paphos, Casa di Dioniso, Of', 4789 (= HAYES Paphos
72, 73 (diametro 19.2) PUO essere una variante piu grande. fig. 3). (Ta·... XX, 3).
Un framment" di dimensioni simili dall'Agora di Arene
NOll esismno eonfronti pubblicati.
(P 27506) presenta un'impronta che fa presupporre una
ansa ricurva orizzontale sulla parete.
FORMA P 1.6.
8}
SIGILLATE ORIENTALI
secondo posto per Ja frequenza nella setie delle coppe. FORMA P3I.
Datazione: I sec. d.C., da!l'inizio alia fine.
Diametro (otlo): citca ],5-8,5 e 10--"12 em. Coppa con parele earenata a rctondeggiante e deeora
zione a rotella.
Prototipi. Due versioni, entr.mbe piuttosto grandi (forse si
Variante pill antica: Paphos, Casa di Dioniso, at; 4790 tratta di due forme diverse; i fondi non sono conservati):
(= HAYES Papho" fig. 3). (Tav. XX,6). Tipo A: copia in grande della Foroa P 22 B, carenata,
Versione notmale: Corinto, C-36--1277 (HAYES Cypriot con piccolo Jabbro voltato in basso. Tipo B: con pa
SigilJata, fig. a p. 68, e HAYES Conntk, p. 458, n. 170, rete bassa e atlotondata e Jabbro arrotondato. Rara. AI
tav. 87). (Tav. XX, 7). coni esemplari in contesti di II sec. d.C.
Diametro: circa 24 cm.
Altri esemplari.
WESTHOLM Soli, fig. 63.28, tav. XXIX (sotto il cen Prototipo.
tro), e forse anche fig. 63.27. Tipo A:
HORSFIELD 1942, p. '92, n. 394, fig. 53, tav. XLIII. Paphos, Casa di Dioniso, frammento non catalogato.
LAUFFRAY 1940, p. 16, fig. 6 in basso a destra (da Un foro e srato praticato sulla parete sotto rotlo (e
Byblos). possibiJe che altri fori manchino). :T.v. XX, 10).
Tarsus I, p. 250, n. 526 (e n. 525?), fig. 195. Non esistono confronti pubblicati.
SCE IV.3, fig. 3°04
HAYES Cypriot Sigillata, fig. a p. 68 (Museo di Cipro, FORMA P32.
D.24· 1935)·
HAYES Papko" fig. 4 (= Casa di Dioniso at; 681). Forma Iibera.
Nora: i vasi e1encati daI NEGEV Nabatean SigilJata,
p. 392, come forma 8, sono in Sigi1Jata Orientale A, ecc. FORMA P 33.
Tazza biansata con arlo ispe,silo e corpo piutto,to basso
FORMA P29. e arrotondato.
Coppa rotonda non decorata con piede bas,o. In ceramica rossa 0 grigia; per 10 pill con pareti sot
Basso corpo emisfetico 0 atrotondato con piede a pro till. Una coppia di solehi, 0 decorazione a sgorbia 0 a
filo quasi triangolare. Non decorata. Olmune. Prima rotella sulla pancia. Piccole anse ad anello a sezione
meIi del II sec. d.C. quadrata, scanaJate all'esterno, attaccate sulla patte alta
Diametro: circa 16--20 em. delcorpo e sulla pane inferiore dell'orlo. Una variante
presenta una decorazione a puntini bianchi dipinti sopra
Prototipo. Ie strisce di decorazione a rotella. N~n comune. Intorno
Paphos, Casa di Dioniso, Ot; 51 I4 (= HAYES Pa alla mera del I sec. a.C. (e pili rardi ?).
pho" fig. 5). (Tav. XX, 8). Diametro: circa em 8-12 all'orlD.
Non esistono confronti pubblicati.
Prototipo.
Una variante (Ieggermente pill grande) ba una nerra
e poco profonda linea di decorazione a rotella all'esterno Paphos, Casa di Dioniso, at; 4130 (HAYES Papko"
sotto rotlo. Forse leggermente pill tarda. fig. 2). Grigio-nero. (Tav. xx, II).
Una variante e ripottata in HAYES Cypriot Sigillata,
p. 76 (il frammento da Derbe e di questa forma).
FORMA P 30.
Coppa can parete arrotondato e orlo ispe'sito ,eanalaw FORMA P 34.
alia ,ommita.
Otlo piatto 0 ingrossato, generalmente ricurvo ad un Tazza mansata come la P 33, ma pi.. profonda, con
dno; per 10 pill presenta due solehi. II fondo e inceno. parer< verticale.
Una stretta e nettamente incisa fascia di decorazione a Ceramica generalmente grigia. Otlo verticale, separa
rotella sulla parete sottO rotlo; talvolta una seconda to daI corpo da una scanalatura. Decorazione a rotella
pill in basso. Poco comune. Prima meta del II sec. d.C. o simili che ricopre I'esterno, con 'orti!i incisioni in citna
o pill tardio
(come in P 18, 37). Non sono conservati profili completi.
Abbaslanza grande: diametro citca 23-28 em.
Rara. I sec. a.C.
Protoripo. Prototipo.
Paphos, Casa di Dioniso, non catalogato. Frammenro Paphos, Casa di Dioniso, at; 5256 (HAYES Papko"
dell'orlo (HAYES Papho" fig. 5). (Tav. XX, 9). fig. 2). (Un Iato e restaurato). (Tav. XX, 12).
Non esistono confronti pubblicati. Non esistono confronti pubblicati,
86 .
SIGILLATA CIPRIOTA
FORMA P 35. tosto comune. Seconda meta del I sec. a. C. e ptima meta
e
del I sec. d. C.; una maggiore precisione impossibile,
Tazza biansata (?), da mettere in relarione con P 33-34. mancando esempIari ben datati. I pezzi provenienti
e
Questa forma assegnata ad aleuni frammenti con orlo da Oboda sono probabilmente per la maggior parte
verticale sporgente su una profonda rientranza, che al dell'etli di Augusto e di Tiberio. Una rara variante,
I'interno forma una sporgenza; il profilo del corpo e qui contrassegnata come forma X 37 B, ha un piede a
apparentemente rotondeggiante; ransa, 0 Ie anse, SOIlO piedistallo modanato (forse copiato dalla eeramica aretina)
ugnali alle forme precedenti. Rara; testimoniata soltanto che sostituisce gli astragali (vedi il prototipo); sotto tutti
da piccoli frammenti. I sec. a.C. Non sono disponibili e
gli alrri aspetti normale.
disegni. NEGEV Nahatean Sigillata, p. 384, distingue cinque di
meosioni (diametro circa em 10, 12, 15,20,25). La pili
piccola di queste dovrebbe coincidere con la Forma P 19
FORMA P 36. (0 P 18, tarda) e rimane in dubbio la attribuzione delIa
Catino a paret£ verticali con largo orlo ricurvo in bass(I; seconda tnisura; la dimensione tnininta degli esempIari
anse a nastro ad angolo applialte ,otto l'orlo. con piede ad astragalo non e fino ad ora deterntinata
(diametro circa em 14-15, possibile anche circa 12). Da
Compare nelIa produzione pin antica caratterizzata da altre ptovenienze sono disponibili solo misurazioni insnf
pareti sottili (come Ie forme precedenti). Abbastanza ficienti per poter controllare la validita delIa classifica
grande. Solehi sulla parte alta delIa parete, a livello delle zione del Negev, e per poter stabilire se gli esempIari
anse; non presenta aItre decorazioni. La forma del fond' pill antichi differiscono per dimensioni dai piu tardio Un
e incetta. Aleuni esempIari sono testimoniati nella cera certo numero di esemplari si pub collocare tra Ie dimen
mica atnica a verniee rossa di transizione. Metil I sec. sioni enumerate, mentre aIrri sono pill gtandi (dianIetro
a.c. 0 pill antica. Non comune. fino a em 30 e oltre). Si puo notare che i piedi raggiun
Diametro: circa 20-25 em. gono un diametro quasi pin grande di quello delI'orio.
Prototipo. Prototipi.
Paphos, Casa di Dioniso, Obo 5257 (HAYES PapJws, Samaria-Sebaste III, fig. 83.1.
fig. 2). (Un lato e
restaurato). (Tav. XX, 13). Forma 37 B: Yale, 1912.298 (acquistato ad Aleppo).
Non esistono confronti pubblicati. (Tav. XX, 14).
II piede Samaria-Sebaste III, fig. 83.7, pub apparte
nere a questo tipo.
FORMA P 37.
EsempIari pllbblicati, di tipo normale:
Coppa col fondo arrotondato (cratere) con alto collo can HORSFIELD 1939, pp. U8-19, n. 32, tav. X, piede.
orlo ricurvo ver,o il basso e tre piedi ad astragalo.
Ca'IJO, Antioch IV.l, p. 4Z (sotto RM 5), fig. 23-10.
HAYES Cypriot SigilIata, pp. 67, 69, forma I A; anche Tarsus I, p. 272, n. 774, fig. 160.
Nessana I, forma 5. Samaria-Sebaste III, pp. 34Z-4, fig. 83-1-2, 3 (?), 5-6.
Versione pin grande delIa Forma P 18. Ceratnica rossa, Nessana I, p. 287, forma 5-1-4, tav. XLVIII; (forma
marrone scuro 0 grigi(}-nera; gli esemplari pill piecoli 5.1 riprodotta da HAYES Cypriot Sigillata, fig. a p. 67).
hanno in generale pareti piuttosto sottili. L'orio presenta QUILICI 1971, p. u9, n. 35, fig. 62.
un solco in cima cd ha il bordo inciso. L'esterno della NEGEV Nahatean Sigillata, p. 382, nn. 1-5, fig. I e
e
coppa copetto da decorazioni a sgorbia 0 da rotelIature p. 384, nn. rr-14, fig. 2, tav. XXXILr-7.
multiple, decorazione completata in alto da due 0 tre Possibile anche Ostia III, p. 267, fig. 591 (vedi anche
leggere incisioni e sui fondo da uno 0 due solehi; questi Forma P 40).
ultitni servono come linee di gnida per la applicazione Alrri esempIari sono ricordati da HAYES Cypriot Sigil
dei pied! modelIati separatamente. A volte una ulteriore lata, p. 76.
coppia di solehi 0 delle modanature compaiono al cen Variante con basso collo (Forma 37138): Museo di
tro del fondo esterno. La decorazione a sgorbia puo Cipro, D.95.1935 (~HAYES Cypriot Sigillata, p. 67, tav.
prendere la forma di scanalature verticali 0 di disegni XVI in alto a sinistral.
ehe si ripetono (ad es. foglie di loto, foglie stilizzate) in Fondo (Forma 370.38): Kenchreai IV, p. 63, sotto iI
cise con uno strurnento a pettine dentato; queste ultime n. ER 38 (n. inv. P 596).
sonG generalmente bordate da linee fatte a rotelIa in
alto cd in basso (vedi i disegni). La decorazione a rotella FORMA X38.
e di due tipi: 0 sotto forma di una fascia multipla che
copre tutta Ia superficie 0 sotto forma di due 0 tre srri Coppa a fondo arrotondato su piedi ad a'tragalo,. come
e
see strette; quest'ultimo schema probabilmente tardo P 37, rna con collo piU basso e piccola mvdanatura sull'lJ1'lo.
(cfr. Forma P 38). Talvolta compare, in cima al corpo, HAYES Cypriot Sigillata, p. 69, forma I B (versione
oltre alIe incisioni una fila di puntini bianchi. Per esempi grande).
circa la varietli di rnotivi decorativi, v. NEGEV Nahatear. Corrispondente grande della Forma P 19. Soleo sui lab
Sigillata, figg. 1-2 a pp. 383, 385, e tav. XXXII. Pillt bro. Tre strette fasce di decorazione a rotelIa sui corpo.
87
SIGILLATE ORIENTALI
Tre piedi ad .stragaIo. II eorto eollo vertieale e presenre Variante antica: Paphos, Casa di Dioniso, Oil 4705
anche uelle tarde (?) v.rianti della Forma P 37 (vedi (HAYES Paphos, fig. 4). (Tav. XXI, 4).
wpra), m' e diverso il tratt.mento dell'orio (a meno che
questo sia L risultato di un incidente durante la lavora Allri esemplari.
zione). II prototipo :Ieriva da un gmppo flavio. WESTHOLM Soli, fig. 63.30, tav. XXIX, in basso. si
nistra.
Prototipo.
ADRIANI 1935-9, fig. 53.50 ap. II7 (versione piccola).
Atene, Agora P II544 (= HAYES Cypriot Sigillata, fig.
Tarsus I, p. 272, n. 773, fig. 203 (probabihnente que
a p. 67). Diametro: cm 15,3. (Tav. XXI, I).
sta forma).
Non sono noti altri esemplari, a meno che il fram COLDSTREAM Kythera, p. 170, 'P 26, fig. 51, tav. 48.
mento QUILICI 1971, p. 159, n. 192, fig. 105, non vada HAYES Paphos, figg. I, 5 (frammenti).
asseguato a questa forma.
Questa forma, 0 un. forma di transizione dalle Forme
37-38: Ostia III, p. 193, fig. 271, e p. 267, fig. 591.
FORMA X39. Variante, vicina alia Forma P 41: Ashdod I, fig. 13.2.
Si tratta di questa produzione?
Cratere con piede e decorazione a rilievo latta a matrice.
Una copia della forma aIetina Dragendorlf II (Dra
gendorlf/Watzinger, tipo I); coppa arrotondata, orio ad FORMA P 41.
uncino ricurvo 2.11'esterno, piede a piedistallo modanato.
Cratere, uguale a P 40, ma con arlo piu pesante e squa
Solo un esem;>lare: drato.
Metropolitan Museum, New York, c.P. IIO, da Kiti =
Piccola modanatura sull'orio Iungo iI Iabbro. Grandi
L. P. DI CEsNOLA Cesnola Collection II, tav. cxxxn, dimensioni. Rara. II sec. d.C., probabilmente pin tarda
n. 979; MYRES Cesnola Collection, p. 120, n. 986. Diametro
in alto sulI'orio em 15,2, diametro in basso cm 7,6, aI di P 40.
tezza em II,I-II,7. Argilla e vernice di colore ross(}- Prototipo.
alancio, apparentemente appaItiene a questa classe. Tre
Paphos, Casa di Dioniso, non catalogato (= HAYES
figure corniche su ogni lato, modellate grossolanamente.
Paphos, fig. 5). (Tav. XXI, 5).
(Tav. XXI, 2).
Non esistono confronti pubblicati.
FORMA P 40.
FORMA P 42.
Catino/cratere, normalmente grande con alta pancia ro
tondeggianti e ampio orlo ricurvo verso il basso. Cratere, uguale a P 40, rna con corto eoUo concavo, arlo
Odo couvesso in alto" spesso, con bordo inciso, separato ad uncino ed anse.
dal eorpo da una fascia rientrante convessa. Piede pesante Le anse sono applicate orizzontalmente nella parte su
a profilo triangolare aIrotondato. La paIte inferiore del periore del corpo. Decorazione a rotella sul corpo. Non
corpo fino alla mem dell'aItezza compIessiva, e quasi co comune. Probabilmente II sec. d.C.; pin taIda di P 40.
nica ed ha una convessitit maIcata aI centro del fondo
esterno. Normalmente decorata a rotella, una fascia sulla Prototipo.
parte superiore del corpo, una seconda sotto la pancia. Paphos, Casa di Dioniso, non catalogato (= HAYES
Le grandi dimensioni, Ie spesse pareti ed iI piede pe e restaurato. (Tav. XXI, 6).
Paplws, fig. 5). Un lato
sante di questi vasj (e dei successiVi) Ii rendono faciI
mente rice.noscibiIi; quasi tutti seguono 10 stesso mo Altri esemplari.
dello. La forma puo essere copiata in Sigillata Orientale Tarsus I, p. 272, n. 765, figg. 160, 203.
A. Una variante antica a pancia rotondeggiante, Vicina KAPLAN 1964, fig. a p. 275 (a sinistral, da Jaffa.
alla Forma 37/38 per Ie proporzioni, appare a Paphus L'orio in Samaria-SebastiIII, p. 344, fig. 83.4 (diame
in un coutesto d.i epoca flavia; possono essere messi in tro em 22) puo rappresentare una versione pin piccola.
rclazione con questa ,lenni pezzi di forma simile ma ill
argilla diversa trovati a Pompei e ad Ercolano. La forma
standaId e moito comune in contesti della prima mem FORMA P 43.
del II sec. d.C. rna la sua presenza e documentata giit
neI 100 d.C. 0 Ieggermente prima. An/ora con corpo strigilalo e piede pesante modanato.
Due misure principali: diametro circa em 37-40 e Versione in Sigillata Cipriota del tipo «West Slope
circa 15)-22. Ne esiste ancbe una versione piccola con ware» a vernice nera. Rata in questa produzione; un
caratteristkhe sirnili (vedi il prototipo). esempIare frammentario, maneante dell'orIo, da Paphos
(n. Oil 4038) nella ceramica antica di transizione (non
Prototipo. e disponibile un disegno). Mem (?) I sec. a.c. I fraIn
Versione piccola: Paphos, Casa di Dioniso, Oil 4986 menti, QUILICI 1971, p. 96, n. 20, fig. 42, possono ap
(HAYES Paphos, fig. j). (Tav. XXI, 3). paItenere a un vaso di questo tipo.
88
SIGILLATA CIPRIOTA
Sandabannah. Grigia, con decorazione a rotella sui CoIla ciliodrico, con pesante modanatura suII'orlo,
8f}
SIGILLATE ORIENTALI
tezza del corpo e vaIiabile. Piede basso, fondo estemo FORMA X55.
concavo con so!cbi. Segue nel tempo la Forma X 46,
datazione incetta (seconda meta del I sec. d.C. ?). Una Broc,;a con eorpo r!llondeggianre basso e panciuro, collo
delle forme di brocca pill comune in questo tipo di stretto, ampia bocca rlilobara.
ceramica. A1tezza: circa 18-22 em.
HAYES Cyplior Sigillara, p. 73, forma 18.
Prototipo. Ansa a gomito a nastro con leggere rilevature. Fondo
Oxford Ashmolean Museum, 1935.580, da Cipro. (Tav. q'lasi piatto, con solchi, leggermente incavato. Non de
XXII, 2). corata. Datazione incerta.
Un solo esemplare: Museo di Gipro, D.66.I935 =HAYES
Alrri esemplmi. CypliOi Sigillata, tav. XVI, forma 18. A1tezza cm 16.
SCE IV.3, fig. 30.18 (variante).
HAYES Cypriot Sigillata, tav. XVI al centro a destra
(Museo di Cipro D.9.1935). FORMA X56.
Manchester Museum, '918.,65; Baltimore Museum of
Art 26.1.22 (Collezione Cesnola, Metropolitan Museum Bro<,herra con corpo C!W si allarga verso il basso.
New York, c.P. 106); Princeton Art MuseUl!l 29-81; HATIS Cypriot Sigillata, p. 74, forma 19.
numerosi esemplaIi inediti nel Museo di Gipro; Ashmo Booca svasata, piede basso, piccole riseghe suI fondo
lean Museum, I960.IIIO; Vietoria and Albert Museum, esterno; ansa tra iI Iabbro e iI corpo. Non decorata.
Londta, 2075-'76. Datazione incerta.
Prororipo.
FORMA X53.
Londra, Inst. of Archaeology, K VI.3/5 = HAYES Cy
Broeea con eorpo angolare. prior Sigillata, tav. XVI. A1tezza 8,9 em (unico escm
HAvES Cypliot Sigillara, p. 73, forma 17. plare). (Tav. XXII, 3).
Collo ed ansa come X 52, orlo con piccola modarunura
scanalata. Basso corpo carenato a campana, con riccolo
piede. Datazione incerta. FORMA X57.
Un solo esemplare: Vienna, IV.I531 = HAYES Cypriot
Sigillata, tav. XVI fila in basso, secondo pezze. Piccola brorxa con eorpo ehe si allarga verso il fondo e
boeea imbutiforme.
HAYES Cyplior Sigz1lala, p. 74, forma 20.
FORMA P 54.
Piccola ansa grezza; talvolta un cordolo alia congiun
Brocca a filEro, versione rarlia.
zione cra corpo e bocca. Piede basso. Rata. Probabilmente
II sec. d.C. (0 pill tardi), appare associata alia Forma X 58
HAYES Cyprior Sigillara, p. 73, forma 14·
.90
SIGILLATA CIPRIOTA
la Forma P II, ecc.). Succede alia Forma P 49. Ab FORMA XS9.
bastanza comune fra i ritrovamenti in necropoli. A1tez
za: circa 16-18 em. Brocca globulare. can co/lo cilindrico.
Fattura scadeIlte, a pareti spesse. Una venione pili
Prototipo. grezza della Forma X 51, con piede piu pesante e corpo
Ashmolean Museum, Oxford, 1960.754. (Tav. XXII, 4). piu g1obulare; ansa comune a gomito. Leggere scana
lature sul collo. Datazione incerta, probabilmer.te tarda.
Altri e,emplan.
HAYES Cypriot Sigillata, tav. XVI in basso a destra Prototipo.
(= Musco di Cipro, D.320.1935), e numerosi altri esem British Museum, 80.7-10.70. A1tezza circa 20,6 em.
plari nel Museo di Cipro. Non ne sono noli altri esemplari. (Tav. XXII,S).
9I
SIGILLA'fA PONTICA
92
SIGILLATA PONTICA
(come nella Sigillata Orientale B) potrebbero appartenere luppo in alcune delle forme pill comuni. Mcuni piatti
a questa classe. L'influenza della ceramica aretina si nota dataIi al III 0 agli iuizi del IV sec., elencati da Kuipovic,
in a1cuni crateri a piedistallo (cfr. Dragendorff tipo II) potrebbero appartenere alla stessa serie.
che pero presentano Ia caratteristica decorazione a bar Qnesta classe si rinviene raramente al di fuori delle
bottina invece dei rilievi a matrice. Fra Ie forme tipiche coste del Mar Nero: un piccolo numero di esem!,lari del
eli questa ceramica si annoverano anche tazze schifoidi I e degli iuizi del II sec. proviene da Atene e Carinto
con ame che portano sulla sommitil delle prese a pollice (vedi gli elenchi pill avanti) ed un certo numero eli pez
decorate a matrice (eli imitazione metallica). La decora zi Sono stati identificati a Bengasi (informazione di
zione a rotella e poco comune, ma compare sui fondo eli P. Kenrick); i ritrovamenti eli Ostia (Ostia II, pp. 66,
a1cuni piatti insieme a bolli eli ceramisti generalmente 205 (?), 212, 243, figg. 155, 156 (?); Ostia III, pp. 122,
nella forma eli planta pedis, oppure coppie di pahuerte 168, 193, 230, 236, 244, figg. 226, 451 a) sono eccezionali
contrapposte a formare un motivo a rombo. (Per un e presumibihuente sono un riflesso della ampiezza dei
elenco completo eli bolli eli ceramisti trovati in Russia commerci che interessavano questo porto.
v. KROPOTK1N '970, pp. 15-16). Una Iipologia particolareggiata di questa classe sareh
La classe ceramica eben documentata in localita della be prematnta; gli esemplari sono quindi elencati secondo
Russia dall'etil di Augusto fino alla fine del II sec. d.C.; ampie categorie, con riferimento alla tipologia gia pubbli
lungo questo periodo si PUQ notare un progressivo svi cata da Knipovic. La bibliografia citata non e esauriente.
FORME
I. Piatto can orlo verticale. sta sembra generalmente tarda. ar. Tiritaka tipo 20,
Flangia sotto rorlo, generalmente con labbro modana e Materiali 85, 1958, pp. 298 ss., figg. 12.3, '7.1, 5, ecc.
to. Olbia tipi 21, 21 A, Mirmeki tipi 6, 7, II, Tiritaka II. Grande piatto poco pro/ando con orlo sporgente, ri
tipi 9, 9 A. Diametro circa em '3-29. Camune. curvo verso ['alto. Mirmeki tipo 18.
Equivalente del tipo 1 del Loeschcke in Ceramica di Diametro circa em 25 e oltre. Per il trattamento del
Qmdarli. II normale un fondo inclinato. La linea di l'otlo, cfr. Ie coppe della Forma VI. Variamente datata
demarcazione tra gli esemp1ari pill antichi e Ie forme dalla fine del I al III secolo.
della Ceramica di y.ndarli non e chiara; alcuui piatti
decorati a stampo appartengono probabilmente alla pro Prototipo.
duzione pontica. I.e versioui pill tarde (vedi Olbia tipo Matenali 98, 1961, tav. XXVIII.I. (Tav. XXIII, 2).
21 Ae, Mirmeki tipo II) presentano un orlo basso con
flangia, corpo couico, poco profondo, e piede molto Altri esemplari.
basso. Matenali 85, 1958, p. 288, fig. 4.4; Materiali 98, 1961,
Un ipotetico sviluppo e presentato da KNIPOV1C Olbia, tav. XX.I.
fig. 12. Talvolta si trovano sui fondo una 0 dne fasce di
decorazione a rotella (vedi ad esempio HOLWERDA Cat. III. Piatto can arlo picgato verso il basso e labbro ad
Leiden, n. 375). Knipovic propone una datazione dalla uncino.
meta del I sec. alla fine del II sec. d.C.; Ie serie da llyrat
Un solo esemplare elencato qui per i1 bollo e la deco
(pubblicate da Silantyeva) possono essere addiritrura da
razione a rotella: Athenian Agora V, p. 28, G 61,
tate al III secolo.
tavv. 5, 57, 66. (Tav. XXIII, 3).
Prototipo. Datazione: eta flavia.
93
SIGILLATE ORIENTALI
V. Piccola coppa coJlli;a con orlo verticale. Mirmeki tip; p. 588, n. 54, figg. 62, 72; Materiali 85, 1958, pp. 287
4, IZ, Tirittka tipo ~ A. Comune. 309 passim, figg. 3·4, 6.4,6, 14.3, 17.2,6, 18.1, 19.2-3
Aleuni esemplari hanno un piccolo piede, aItri il fondo (da Ilyrat); Materiali 155, 1970, p. 28, Eg. 22.5 e fig.
piatto. PreEentano una scanalatura sotto il labbro, ad ecce 4LID ; BCCOVALA 1970, p. 195, fig. 2 c; KUNINA-SORO
zione degli esemplari degradati (Mirmeki tipo 12); non KINA, Tp),a" 3p.•um=, 13,1972, fig. 8.47 a p. 163 (da
esistono abe decorazioni. Kepoi); !l:pam.ue Cooo., 130, 1972, p. 85, fig. 33.4; BOG
Datazione: approssimativamente come Ia Forma I; DANOVA 1976, p. 135, figg. 4.12, 8.75, 9.21. Anche
in genere gIi esemplari sembrano databili dalla meta alIa Magonza, RGZM, 0 5747 (medito).
fine del I sec. d.C.
VII. Cratere a piedistallo, Imitante la aramita aretina.
Prototipi. (Dragendorff II, DragendorffjWatzinger tipo I). Non
1. Leida I 1'}08!I.I7 = HOLWERDA Cat. Leiden, p. cIassificato.
33, n. 367, fig. 9, tav. III; C!!ARLESTON Ruman Pottery, Decorazione a barbottina sui corpo del vaso (ramoscelli
tav. 9 A (da Olbia). (Tav. XXIII, 5). di fiori cisposti in senso obliquo 0 simili). Presumibil
2. Manchester };!useum, IV.R.819. (Tav. XXIII, 6)
mente inizi I sec. d. C.
Nessun prototipo illustralo.
Alrri esemplari. Altri esemplari.
HOLWERD~ Cat. Leiden, p. 33, n. 368, fig. 7; !'JpPIDI
Sammlung Vogel!, tav. VII.23; HOLWERDA Cat. Leiden,
1959, p. 3°3, fig. 7 d = Histria II, p. 210, tav. 100, p. 31, n. 357, fig. 9 (da Olbia); LEVI 1964, p. 17,
tomba VIII.r; ApxOO.wzU'IX1! l{a.u;ltmxu YPCP, II, 19'52,
fig. 13-1.
tav. V.9; Materiali 85, 1958, pp. 286 8S., figg. 3·3, 5,
6 (?), 6.3,5; KROPOTKIN 1970, p. 77, n. 600, fig. 38.8;
Kp"m"ue Co,>6., 128, 1971, p. 82, fig. 34.9 (da nyrat), VIII. Grande coppa con pareti verticali e piccolo piede
anche p. 88, fig. 35.5; ibid. 130, 1972, p. 84, fig. 33-3 a piedisralh>.
(da I1yrat); Ostia Ill, pp. 168, 230, figg. 226, 451 a; Non classificata. Decorazione a barbottina 0 a rotella
Sm;. Arch., 1974.4, fig. 6.1, 3 (?) a p. 219; BOGDANOV.~ sulla parete. Meta I sec. d.C. 0 pill tardio La forma e
1976, p. 135, figg. 2.14, 3.29, j.II4· peculiare di questa cerantica. La vernice non copre Ie
Forse anche Histria II, p. 200, tav. 99, tomba XXX.14. patti inferiori.
Vedi la Forma I per un corrispondente pili basso,
Prototipi.
VI. Coppa profonda, con parere arrotondata a leg.er Princeton 455 (senza provenienza; sembra appartenere
mente cu1'l!a ad S ed arlo vertiwle spergente. Spesso de a questa classe). (Tav. XXIII, 9).
oorata oon motivi a doppio arco applicati (vedi sopra). lnoltre (con decorazione a barbottina): Hisrria II,
Olbia tipi 24, 24 A; Mirmeki tipi 9, 9 A. Comune. p. 198, tavv. 79, 99, tomba XXX.ID.
Piede bosso, fondo arrotonelato. TaIvolta aII'interno
della parete si trovano una 0 pili fasce a rotella. L'orlo e
normaImen:e scanaIato in alto ed in basso. E la forma pm IX. Bicchiere con pareti dritte, che 'i incurvano alIa
caratteristica di questa classe ceramica. n profilo arro base a furmare un piccolo piede. Una striscia di motivi
tondato ed il marcato aggetto dell'orlo sembrano indicare a barbottina al centro unita a solem. Olbia tipo 16;
lILa datazione tarda aII'intemo della serie; gli orli dei
Mirmeki tipo 2.
pe2zi pili antichi sono pili 0 meno simili a queIli La versione da Mirmeki, che e la pill eIaborara, pub
della Forma V. E testimoniatt anche una variante a essere Ia pili antica; daI Inogo di ritrovamento si pub
corpo profondo eorlo non decorato (vedi Olbia tipo proporre una datazione alIa meta del I secolo. La forma
24 Ab). La dataziOlle proposta da Knipo,~c va dalla pub derivare dai bicchieri in ceramica aretina e SigilIata
meta (?) del I alIa fine del II secolo d.C.; aleuni p~zzi Orientale B.
provenienti da nyrat sembrano essere del III see;,!o.
Alrri e..mplari.
La magg:.or parte degli esemplari appartengono proba
bilmente al II secolo. BELOV 1973. pp. 46--7, lig. I (da Chersoneso).
94
SIGILLATA PONTICA
Prototipo. snl corpo. albia tipo 18, Tiritaka tipo 4. I sec. lie.
Londra, Bri:ish Museum 7708-5.2 = BMCat. Roman (non si pub proporre una datazione piil esatta).
Pottery I. 15. (Tav. XXIII, 10). Altri esemplari.
n prototipo di Olbia e anche descritto in Olbia 1972, HOLWEIOA Cat. Leiden, p. 31, n. 355, fig. 9 (da Olbia).
tav. XLIX.2. Forse anchc: Dublino, University College,
UCD 1299, con prese a pollice Iisce (la provenicnza e
data come Orneto!). XII. Bottiglia dol colla metto.
FORME VARIE
Possono essere elencati qni vari altri tipi di brocche L'anribuzione di un certo numero di alm tipi da
e di bottiglie: vedi HOLWERDA Cat. Leiden, p. 31, nn. Mirmeki, Tiritaka e Uyrat e incerta; probabilinente la
350, 358, 360; Sammlung Vogell, fig. a p. 48. I.e maggior parte di questi potrebbero e'Sere compre;i
coppe, KNIPOVlC Olbia, tipi 12, 17,25,29,30 (e proba in questa cblsse.
bilmente a1tri) sembrano appanenere alia stessa categoria.
95
SIGILLATE ORIENTALI
mento e Hato gia notam da lahn. Presentano una serie morivi f10reali tra volute doppie in ba"o rilievo. II fondo
di motivi si:nili e potrebbero essere stati prodotti nelle puo essere decorato con un medaglione 0 essere lisco.
stesse officioe della serie a vernice rossa. Una datazione Frammenti di ceramica di questo tipo sono stati trovati in
agli inizi del I sec. d. C. e fomita dal contesro del vaso di localita della Russia meridionale, Romania e Grecia. Sono
questa classe tovato a Kenchreai, presso Corinto e pub databili probabilmente alla fine del I-II sec. d.C., per
blicato da Robinson; una datazione simile pub essere ipo confronto con grandi piatti in metallo dei quali sono una
teticamente asseguata aIle borriglie a vernice rossa (questa imitazione. Essi vanno distinti dalla serie occidentale di
ipotesi sembra essere confermata dai ritrovamenti del piatti con fregi di animali sall'orlo studiati da Toynbee
I'Agora di Atene). (efr. TOYNBEE 1957) che sono molto simili per temica e
argilla.
II. Grandi vassai ovali a vemice rossa. Prowtipo.
Questa classe pub avere la stessa provenienza della KNIPOVIC Olbia, p. 44, tav. III, tipo 46. (Tav.
Sigillata Pontica; l'argilla e rossa e a grana fine, la ver XXIII,I3)·
nice e pure rossa e abbastanza lucida. Della forma stan
dard sono stati pnbblicati due esemplari ben conservati Al"i esemplari.
(efr. Sammlung Vagel!, n. 5t7, fig. a p. 48; Materiali 25, Sammlung Vogel!, n. 517, con fig. a p. 48; Chersones
1952, p. 306, fig. 6.2. II pezza della collezione Vogell !k£i Sbornik (X6POO1WCC1l:t~11 C6opnmc) 2, 1927, p. 247,
ha ause pit elaborate del solito, potrebbe essere fra i fig. 20.2; SAUCIUC-SAVEANU 1927-32, p. 433, fig. 46;
piu antichi della sede). Si tratta di un grande piatto ovoi KKrPOVlC Materiali 25, 1952, pp. 306-7, figg. 6-7;
dale fatto a matrice a pareti sottili con un piccolo piede PIPPIDI 1959, p. 287, fig. 9.5; Materiali 85, 1958,
a listello, orlo piatto e alle estremit" due prese piatte de p. 301, fig. 16; CREMOSNlK 1962, p. 127, tav. Vr.I (da
corate a dentelli. L'orlo e decorato Con una serie di inci VisiCi); LEVl 1964, p. 23, fig. 20.
sioni e di rilievi con perle a stampa lungo il bordo, men Frammenti inediti dall'Agora di Atene, da Corinto e
tre Ie pareti superiori delle anse sono decorate con piccoli Cuosso.
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ABBREVIAZIONI
AA .
Antiquitis Africaines. ATRIAN-ESl'KICHE-REnON P. Atriin JonIan-C. Estriche Jaime·
AAH .
Acta ArqueolOgica Hispdnica.
MERGE Teruel. J. Vicente Redan-A. I. Mcree
San .Miguel, Carta ArquealOgica
ABASOLO Santuola II ....
J.A. Aba-solo-I. Ruiz Velez, El de Espana. Teruel, Ternel 1982.
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r07
INTRODUZIONE L'argilla.
Dopo 10 pubblicazione del nostro studio sul1a terra Le caratteristiche esterne dell'argilla della sigillata
sigillata ispanica, apparso nel 1961, numerosi dati sono ispanica sono il colore rossiccio, con vacuoli, inclusi vari
intervenuti a confetlnare Ie ipotesi allora formulate sulla e aspetto granuloso. Queste caratteristiche sono dovute
cronologia e I'evoluzione di questo tipo di ceramica. a diversi motivi: I'uso contcmporaneo di argille di di
Lo studio e la pubblicazione dei risulrati degli scayi versa qualita per maggiore 0 mioore decanrazione e per
delle officine di Andujar e di Bezares, COS! come quelli grado di depurazione; 10 temperatura del forno ed anche
della sigillata ispanica della Mauritania e di Coimbra, Ia posizione del pezzo durante Ia cottura.
e infine i ritrovamenti della Meseta e di Levante, hanno Questa differenza di qualiti dell'argilla si <ccentua
confermato Ie principali conc1usioni del nostro primo con il passare del tempo, tanto che possiamo distinguere
studio: Ia sigillata ispanica e Ia ceramica a verrtice rossa due periodi: il primo che comprende i mannfatti del I
fabbricata nella Penisola Iberica a partire dal 4Cl-50 d.C. e del II sec., di cui sono caraneristici i1 colore Iossiccio
come risultato della apetlUra di officine in numerosi cen e una lavorazione relativamente accurata, e il secondo
tri di produzione, in seguito aI favore incontrato da que che comprende Ia produzione di epoca tardo-imperiale.
sto tipo ill ceramica a pattire daII'eui di Augusto. In questo ultimo periodo, generalmente, !'argilla e piu
Probabilmente all'impianto di queste prime fabbriche scadente ed e di colore rosa-arancione 0 seoplicemente
ispaniche contribuirono artigiani provenicnti cia officinc arancione.
italiche e galliche. Nella ptoduzione del I sec. e infatti
evidente un'influenza exrrapeninsulare, sia per Ia pre
La vernice.
senza delle forme piu comun; della sigillata, sia per al
cuni elementi decorati'i. Tuttavia e indubitabile I'ap Anche per quanto riguarda Ia qnalit. e il colore della
porto, anche in queste ptime fabbriche, di vasai ispanici, vernice bisogua fare riferimento a quanto derto preceden
perche nei piu antichi mannfatti della sigillata ispanica temente sulle due fasi eronologiche. Nei prcdotti del I
sono presenti forme tipiche della tradizione iberica e cel e del II sec. la vernice e di colore rosso chiaro, campatta
tiberica, oltte a motivi decorativi di ttadizione indigena. e brillante, mentre in epoca piutarda tende alI'arancione
e 10 sua qualit. i: inferiore. In generale ne viene applicato
uno strato sottile, poco aderente e opaco, ehe si deteriora
CARATTERISTICHE GENERALI
con faeilita.
La terra sigillata ispanica presenta alcune caratteri Queste caratteristiche, naturalmente, presentano delle
stiche nel colore e nel trattamento delle argille, oltte che variazioni di colore nei vari centri di produzione e non
nella verniee che Ia differenziano chiaramenre dai pro sempre corrispondono esattamente alIe caratteristiche ge
dotti importati, italici 0 gallici. Questa differenza, nei nerali prima illustrate.
manufatti pili antichi e meno accentuata e do e attribui Se potessimo conoscere esattamente la co:npo5izione
bile alia maggiore aceuratezza del ptodotto oltte che ai mioeralogica sia della pasta che della vernice usata nei
motivi decorativi che dipendono, in genere, da quelli diversi centri produttori della terra sigillata ispanica,
importati. Possiamo affermare che queste preoccupa sarebbe facile studiare Ia distribuzione dei prodotti di
zioni di carattere estetico durano per tutto il I sec. e si oguuno di essi. Studi rigorosi sono stati avviati proprio
perdono a poco a poco duranre il II. La maggior parte in questa direzione dato che l'approfondimento in questo
degli acqnirenti chiedeva articoli a buon mercato il che, campo non pnQ Iimitarsi alia osservazione empirica delle
necessariamente, comportava un aumento della quantira caratteristiche estemc, rna deve giungere sinQ all'analisi
a discapito della qualita. minuziosa delle argille e delle verrtici.
[09
~
onenner·) dalla stratigrafia del Decumano A di Ampurias, lici, e l'altro corrispondente alla tarda antichim che pre
che documentan la presenza della sigi1l.ta ispanica ,in senta affinim con la sigillata chiara.
dall'anno 40 d.C., senza scendere rn.ai oltre il 200 d.C.,
con un apice ptoduttivJ anOffio alla fine del I sec. e I'ini
!
era la terra sigillata chiara, con una totale assenza della I.e importazioni di sigi1lata aretina, sopranuno quella I
1 '.,
II
ricca dccumentazione, dIto che la terra sigillata ispanica D'altra parte, possiamo affermare che i prodmti sud
e la ceramica maggionnente anestata negli scavi. Farti gaI1ici furono venduti nella Penisola Iberica sin dai primi 11
colarmente importante e la stratigrafia di Pompae1o (:fr. anni ill attivita delle officine, Ie quali, simate vi·:ino alla I I
MEzQuIRlZ Pompaelo I; MEzQuIRIZ Pompaelo II) :he Hispania e favorite da buone vie di co:nunieazione sia 1-]
!
presenta I'evoluzione della terra sigi1lata ispanica dalla terrestri che marinime, intensificarono la preduzione di
mem del I sec. d.C. sino agli inizi del V, documentando cer:nri.ca fine, destinata a tutta l'area del Mediterraneo,
l'evo1nzione delle forme soprattuno a pattire dal II sec.: e che nella Penisola Iberica fu importata massicciamente.
si plliJ q-.rindi assnrnero questa stratigrafia come hase In linea generale possiamo a!ferrnare che I'ioportazione
cronologica per questo tipo di ceramica. Scavi successivi, sudgallica fu copiosa nel periodo fra Claudio e Vespasiano,
come quello di Conimbriga, pur non apponando a!:;un rna che diminni verso la fine del sec. I. La presenza sui
elemento parti:olarmente nuovo hanno ccnfermato questi mercato di questi mannfatti dovette influenzare notevol
dati "ronologici. Indubbiamente i ritrov:unenti di searti mente i primi prodotti ispanici. La tecciea di fabbrica
di ollicine come que11i di Andujar, Granada, Bezares, zionee la stessa e in molti casi la decorazione segue schemi
hanno permesso di precisare meglio l'epoca dell'inizio
della produzione e di individuarne 10 relazioni inmali.
tipieamente sudgallici: possiamo verosirni1meme ipotiz
lOre la ptesenza nella Penisola Iberica di artigiani sud
i f,."
Pe: quanto riguarda Ie forme pili tarde della sigi1lata
I
I
gallici.
ispanica, Ie serie tipologiche e la 10tO cronologia sono L'influenza sudgallica, evidente nella prima produzione
state sistemat' grazie ai lavori di P. Palol nei giaci di alcuni centri del N della penisola non ,embra ri
menti della Meseta, e da quelli di M. Delgado in scontrabile nelle fabbriche di Andujar e Granada. M.
PortoJ5<'llo. Roea, su1la base della studio dei materiali ve:mti in luce
L'-onia: officina che presenta dati utili per determi::lare in quest! centri, ipotizza un rapporto cm la pmduzione
\
l'epom dell'inizio della sua attivita e quella di Andujar. italica e tardo-·italica; inoltre segnala la presenza di bolli
M. Roca la stabilisee negli anni 40-50 d.C. ca. Negli strati
pi-" ?rofondi degli scaricbi sono state trovate luc;:rne
a volute e becco ttiangolare databili all'epoca claudia.
In tune Ie altre officine conosciute mancano dati cro
di vasai con i tria nomma, alcnni dei quali testimo
niati abbondantemente nel Nord dell'hali. (Valle del
Po e Locarno), e da questc fano deduce 1a possibilita
che fossero state aperte alcune soccursali. :E evidente che
I
nologiei sicuri. Questo e il caso di Broncbales e Bezares, nella seconda mem del I sec. il nwnero di Italici presenti
dove si ricavano unicamente dati riguardanti la tipologia nella Baetica era relativamente aboondanre, per cui pos
dell~ forme. Alcune di queste imitano molto da vicino siamo supporre una presenza di ceramisti italici ad An
i modelli gallici, tanro nei profi1i che nelle decorazioni, dujar, oppure una elipendenza delle officine ispaniche da
e cio las:ia supporre che non siano distanti, cronologi quelle italiche che avrebhero trasmesso i oolli e alcune
camente, dai prototipi. caratteristiche partico1ari nelle forme e nella decorazione.
Per tutti questi mativi pensiamo di poter affermare che Mediante questi collegamenti pia 0 mono diretti con Ie
l'attivi:a delleofficine ispaniche ha amto inizio poco prima fabbriche italiche, M. Roca cerea di spiegare 10 presenza,
dell' meta del I sec. d.C. Risulta tuttavia evidente che nella produzione ispanica, di alcuni motivi e di alcune
tuUe raggi·)mero il loro apogeo nella seconda meta del fonne, sconosciute nella prnduzione sudgallica, rna che
I se·o. d.C. e nella prima mem del II d.C., mentre negli si trcvano invece in quella delle officine del centro e deJ
ultimi anai del II sec. si assiste alIa decadenza e, in molti I'E della Gallia.
casi, ill'abbandono delle stesse officine. Ciononostante,
la fab"orieazione di sigi1lata ispanica continua, anche se
in picoole officine con searsa penetrazione commerciale,
Quantunque sia evidente che non e possibile sonova
lurare il ruolo giocato dalle legioni italiche clslocate nella
Penisola Iberica nei primi tempi della produzione della
'I I
I
sino. tuno il IV sec. d.C. oppure sino agli inizi del V, Sigi1l1ta ispaniea, riteniarno che l'influenza cella sigillata
periodo in cui possiamo afferrnare che cessa la plodu sudgallica sm stata pia profunda e pili continua, poiche
zioue di questo tipo di ceramica. i suoi sistemi eli produzione su larga scala e il suo sviluppo
no
commerciale, facilitato dalla successiva romanizzazioue i prodotti ispanici sono presenti in maggior quantita
delle province dell'Impero, hanno comportato, come 10 di quelli gallici. Posslarno afferrnare che, a partire dal
gica consegueuza, la domanda di prodotti tipicameute l'ultiroo terzo del I sec., esiste una corrente di espanslone
romani e la decadenza delle antiche produzioni indigene. verso 11 N del Pirenel, probabihnente lungo la strada
I prodotti italici, invece, erano soggetti a costi di ttaspono da Astorga a Bordeaux. Questa esportazione e evidente
piu elevati. mente meno importante <Ii quella dei prodotti sudgallici,
I! II sec. segna un'inlport:mte svolta nel mondo del rna e superiore a quanto sl poteva supporre sino ad aleuni
commercio =arnico. Le cerarn.eche di Vindonissa, Rhein anni fa, ed e chiaro che questo movimento, conttariamente
zabem, ed anche Lezoux, arrivano solo eccezionalmente a quanto suggerlvano I ptimi ritrovarnenti a Marsiglia
nella Penisola Iberica. Indubbiamente sono presenti nella ed Ostia, non si e svolto unicamcnte per via marittima.
sigillata ispanica alcune forme simili, Ie cui origini do Tnttavla non possiamo individuare con certezza Ie
vrauno essere studiate. A partire dallI sec. cessa la dipen officine da cui sono partite Ie esporrazioni. Probabil
ueuza dai prodotti imponati e vengono creati nuove mente Ia zona di produzione importante piu vicina era
forme e nuovi motivi decorativi otiginali ispanici. quella di Tricio, Bezares, Arenzana, 0 fOISe Ie plccole
NelIa Penisola Iberica si manifesra un chiaro dualismo officine della zona di Navarra; tuttavia non possiamo
che sl estrinseca in due aspetti distinti: cerarnica di fab nemmeno scartare la possibilitil. che qua/che officina ispa
bricazione ispanica (terra sigillata Ispanlca) e cerarnica di nica sl sla stabilita in Aquitania.
Importazione (sigillata chiara) corrispondenti ad una chia Altro mercato importante raggiunto dalla espanslone
ra distrlbuzione geograftca: all'interno e lungo la costa. commerciale della sigillara ispanica e il Nord-Africa,
La sigillata ispanica del II sec., nelle stratigrafie della dove arrivarono i prodotti dei vasai betici e lusitani,
costa mcditcrranea, si presenta sempre unita ad una grande soprattIltto di quelli del centro di Andujar durante la
quantita di sigillara chiara, soprattIltto del tipo A. Secondo seconda meta del I sec. e la prima meci del II. Quesra
G. Martin, sulla base <Ii csperienze personali <Ii scavl nostta affermazione e docuroenrata dai risultati degl!
lungo illitorale valenziano, a sDIi poehi chilomettl verso scavl nella necropoli di Sala. I due tipl di ceramica, A e
l'interno) diminuisce la prcsenza di sigillara chiara ed B, segnalati da Boube iu Mauretaoia, compaiono anche ad
aumenta invece la quantitil di sigillata ispanica. Andujar e con gli stessl bolli. Merirano anche di es
Quest. nerra separazionc geografica, che ha inizio nel sere segnalati I nuroerosi bolli di vasai del N della
II sec., si accentua nel III e nel IV nei due gruppl, I tipi penisola (zona di Triclo), che sl incontrano nelle strati
di sigillata chiara tarda e quelli di slgillata ispanica tania, grafte <Ii Lixus, Cotta, Volubilis, Banasa, Sala e Tamuda;
mentre in questa stessa epoca e molto scarsa la preseuza la circostanza non pub essere attribuita a semplice omo
di terra sigillata ispanica lungo Ie coste. Coutemporanea nimia dato che anche la grafia del bolli e nguale. Que
mente, all'interno la terra slgi11ata chiara risuIra poco sta esporrazlone di ceramica proveniente dalla penisola
frequente, soprattl1tto in confr:>nto aUe stratigrafie co verso Ia Mauretaoia non eselude una produzione di si
stiere mediterranee, sia Ispaniche che mauritane. Oono gillara di tipo «ispanico )} nel Nord-Africa, sia con la pre
nostante, da Costantino sino alla meta del V sec., 1a si senza <Ii succursali di detetminate fabbriche, sia con la
gillata ispanica presenta una produzione di grandi piatti, imitazione di forme e motivi ornamentali, poiche questa
vasi, ecc. che hanno un tipo <Ii fabbricazione e forme di zoua vanta una Innga ttadizione di produzione vascoIare.
ispirazlone mediterranee, anche se e palese I'influenza Benche la ceramica sia un elemento secondario nella
della produzioue della slgillata chiara soprattutto di tip" D. storia economica di un paese) scarsita di dati sull'eco
Probabilmente i vasai Ispanici della Meseta imitano forme nomia amica ci obbliga a rlcorrere ad essa come fonte
importate dal Nord-Africa, adattaodole pero al gosto del valida per conosccre Ie relazioni commerciali che inter
lora clienti. correvano iTa i popoli delI'antichita. Per questi motivl,
10 stndio della terra sigillata ispanica ci puo servire per
capire quale sia srata la dilfuslone del prodotti Ispanici
Esportazione. e quale il livelio di produzione raggiuuto in alcune zone.
Le officine Ispaniche di ceramica da tavola non riusci n fatto di avere ritrovato un marchio di Valeri", Pa
rono mai, sin dall'inizio, a rag~ungere un alto livello temus neli'accarnparnento <Ii Kastell Stoksrad in Ger
di esportazlone. Tuttavia, gli scavi effettnati negli ultimi mania (OSWALD Index, p. 324) deve conslderarsl, per il
anni hanno permesso di arnpliare la conoscenza dell'espan momento, un dato isolato do cui non dobbiamo trarre
slone delIa slgillata ispanica al di iii. dei Pirenei. Nuroerosl conclusioni awentate; tuttavia, rimangouo chiari i Iegami
scavi effettuati nel S-E della Francia hanno fomito nuovi Ira I'Aquitania e 11 N della penisola Ispanica, cosl come Ie
dati sull'espansione della sigillata ispanica al di fuoci della strette re1azioni commerciali esistenti tra Ie officine della
penisola. Sono stati effettuati scavi, oitre a quelli gia co Baetica, Lusitaul. e della valle dell'Ebro coula Maurerania.
nosciuti <Ii Marsiglia, a Saint-Berttand-de-Comroinges, a
Dax, Saint-Jean-Ie-Vleux, Camblanes, Bordeaux e Saintes;
quest'ultimo centro, per il momeuto, eil plu settentrionale. OFFICINE (Tav. CXLV).
n materiale messo in luce puo essere datato ad un'epoca
che va dalla mern del I sec. alia fine del III, ma la maggior NeI 196r, quando pubblicamroo la prima classifica
parte dei frammenti appartiene al periodo tta il 70 ed II zione della terra sigillata ispanica, si conosceva l'esistenza
ISO d.C. A Saint-Jean-Ie-Vleux, dalla fine del I sec., solo di aicune matrici di slgillata Ispanica in diveISi luo-
III
ghi della penisola. I ritrovamenti piu imponanti erano gialIo pallido, e meno fine di queila della sudgallica
quelIi di Bronchllies e il gruppo di matrici trovate a Sol e della aretina. Cos! anche la vemice e poco omogenea
sona e Abella. Per il resto ci si limitava alia localizzazione e bril1ante.
di piccoli frammenti a Pamplona, Corella, Tricio. Tra Ie forme lisce troviamo Ie Fonne 27, 35, 15/17
Oggi, la conoscenza delle ollicine di terra sigillata e 4; quelle decorate sono rappresentate dalla sola Forma
ispanica si e ampliata notevolmente grazie agli scavi 37, con un orlo verticale molto alto che termina in un
effetruati ad Andujar, Granada, Arenzana, Bezares e labbro arrotondato.
Tricio che ci h:mno fornito dati sui forni, sul sistema La decorazione consiste in una sola fascia con motivi
di fabbricazicne ed anche sul numero dei vasai che Iavo geometrici formati da linee oblique 0 verticali, oppure
ravano in questi centri (Tavv. LI-LIII). fregi in cui si altemano 0 si ripetono rosette, palmette e
E ora chiaramente documentata per il I e il II sec. cerchi.
I'esistenza nella Penisola Iberica di grandi centri di pro
duzione della sigillata ispanica. Nella zona settentrionale
si puo indiviluare la concentrazione maggiore di queste Ollicine della zona mediterranea.
ollicine milla valle del Najerilla, nell'antico territorio
dei Berones, dove la citra. antica piu vicina e Tritium Sahadell (Bareel/ona).
Magallum. Personalmente abbiamo scavato e studiato
Nell'anno 1978 M. Roca pubblico una serie di fram
l'ollicina di Bezares e vi abbiamo ritrovato sette forni
menti di matrice provenienti da seavi precedenti fatti
e tulla una serie di reperti e resti di utensili che ci
da V. Remon e L. Mas. In queslO contesto egli pub
hanno permesso di conoscerne il funzionamento e l'orga
blicb anche un gruppo d.i frammenti di forme decorate
nizzazione.
con motiv; identici a quelli delle mattici. Si sono anche
D'altra parte, sta per essere completata la pubblicazione
di un buon numero di frammenti di matrici e di ceramica scoperti alcuni forni, di cui uno di pianta circolare con
pilone centrale, molto simile ad altri che sono serviti
(GARABITO GOW.EZ Alfares riojanos) ritrovati in localitil
vicine quali Arenzana, Tricio, Banos del Rio Tobia,
alia cottura di terra sigillata. Pare che si pnssa datare fra
il I e il II secolo.
ecc., che testimoniano Ia presenza di ollicine di sigillata
ispanica in tulla Ia zona. Pensiamo che i prodotti di
queste ollicir.e abbiano raggiunto gran parte dei mercati Ruidoms (Tarragona).
della mem settentrionale della Penisola Iberica cos! come In una localitil chiarnata « Forno romano di Maspu
la Lusitania e la Mauretania durante i prime due secoli jals») e stato ritrovato un frammento d.i mattice, forse
della nostra era, dato che I'ollicina di Bronchales, della del I sec. 0 dell'inizio del II, che presenta il motivo di
stessa epoea, era situata in una posizione geografica tale un leone, molto caratteristieo per la tipologia della si
da far supporre notevoli difficoltil ne! traspnrto verso que! gillata ispaniea.
mercato. I prodotti della ollicina di Bronchllies si ritro
vano invece lungo la costa di Valencia, dove seuza dub
Momraig (Tarragona).
bio l'accesso er. piu facile.
Ne! S della penisola sono state messe in luce Ie ollicine In seavi dell'anno 1983 L. Palleja ha scoperto, oltre
di Granada e d.i Andujar; l'importanza di quest'ultima abbondanti resti d.i sigillata ispanica, anche un frammento
e enorme, pniche i suoi prodotti sono stati ritrovati, in d.i matrice della Fonna 37 e vari dh·aricatori.
gran .quantitil, in tulla la Baetiea e persino nell'Africa
de! Nord. Comella del Tem (Gerona).
Questa organizzazione della produzione ceramica con
centrata in grandi centri, con ampia diffusione e con pro ~e!la carta archeologica della regiooe Geruna - Nolla
dotti di bmna qualim, scompare a partire dalla fine del Casas e segnalato, nella localitil di Cal Menut, il ritrova
II secolo quando si assiste ad una frantumazione della mento di un frammento d.i matrice con decorazione oom
produzione in una serie di piccole ollicine, quali quelle pnsta da eerchi concentrici.
d.i Pamplona, Corella, Clunia, ecc., secondo un proce
dimento simile a quello della piccola industria ceramica
spagnola che, illiziata ne! Medioevo, continua ancora ai Centro di Bronchales (Terue1).
giomi nOSlrL
L'ollicina di Bronchales e stata pubblicata da P. Atrian
ne! 1960. Si distinguono due tipi di eeramica, uno
con argilla rossiccia, molto depurata, compatta e ben la
Centro di Abella-Solsona (Urida). vorata, vitrea in fraltura, e un altro con argilla meno
depurata, granulosa in frattura e di oolore rosso-aran
Si tralla di officine situate in localltil vicine alIa pro cione. AI primo tipo cotrispnnde una vernice omogenea,
vincia di Lenda, fra i fiumi Segre e Llobregat. Le carat brillante, di colore rosso intenso e molto aderente, e al
teristiche della ceramiea prodolla da queste ollicine secondo una vemice che, quantunque omogenearnente
sono simili: seoondo la descrizione di Semi Vilar6, che distribuita, si presenta pooo aderente, opaca e di oolore
Ita individuato questa produzione, I'argilla e di colore arancione.
Il2
TERRA SIGILLATA ISPANICA
Queste differenze sana signiJicative di due momenti lnoltre, impressi nelle matrici di Bezares si trovano
tecnici e cronologici ben distinti; pensiamo che questa marchi:
officina sia stata attiva nella seconda meta del I sec. d.C.
(?~{~ ~7
e nel II secolo.
I motivi decoralivi nella ceramica eli Bronchales sono
quelli a metope e a zone. Vi sana punzoni di chiara deri
vazione gallica, mentre altri sono caratteristici del reper
M
JV~
torio ispanico.
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Tra Ie Forme decorate troviamo la 29/37, 30 , 37,
mentre tra quelle lisce la 15/17, 31, 35, 36, 44, 46 e 2.
La diffusione dei prodotti di BroncJlllles avvenne, come
risulta dagli scavi di Javea e Sagunto, in direzione della
costa di levante.
II}
9 _ Endclopedio dell'Ar!e - At!. F. c., II
i
I
TERRA SIGILLATA ISPANICA
Elencheremo una serie di localita nelle quali sono stati Tiermes (Soria).
rinvenuti frammenti di matrici a strurnenti da vasaio, K. Spinter raccolse nell'anno 1967 un frammento di
tutri indizi della esistenza di una officiua anche se non matrice, e negli scavi degli anni 1979-1982 sono venuti
possono d. soli costituire una testimonianza inconfu fuori vari altri frammenti, per un totale di qu.ttordici
tabile. pezzi. La datazione e grosso modo I-II secolo. i
'I
Pamplona (Namrra).
Officine della Valle del Tajo. j
Nel corso delle campagne di scavo condotte nell'an
tica Pamplona sono stati trovati diversi frammenti di
matrici per 1a produzicme della sigi11ata ispanica. Talavera de la Reina (Toledo). !
Nel 1956, nella strato IV del settore AB, venne tro Nel 1983 sono stali trovati i resti di un'officina, che
vato un frammento di :natrice che puo essere assegnato pare sia stata distrntta a causa di opere successive. Sono
al III sec. d.C. Anche ne! 1965, negli strati IV e V, si state scoperte delle matrici e un punzone con 1a firma
ttovaIono matrici di sigi11ata ispanica che si possono da del ceramista Calvinus (OF· CALVINI PRJ. II timbro
tare tra 1a fine del II e il III secolo. Finalmente, nel 1972, e stato realizzato con un frammento di sigi1lata ispa
nello strato IV del settore D-E, fu rinvenuto un piccolo nica, incidendo Ie lettere in capitale rustica su11a frattara.
frammento con decorazione a circoli concentrici. L'andamento del testa e da sinistra verso destra; pare
Si tratra sempre eli natrici di Forma 37, con decor. percio che il timbro venisse usato specialmente per
zione form.ta da zone di cercm. L'esecuzione delle ma
trici e rozza e la decorazione impressa sembra posteriore al
mattici.
Talavera de Ia Reins ha conservato questa ttadizione
1
sec. II. Si tratta, probabilmente, di una delle tante picco in quanta ancora oggi Ia produzione di cerarnica costi
Ie botteghe di vasaio ciJe dalla fine del II sec. Iavora tuisce una delle industrie piu imporranti del luogo. i
rona nella Penisola Iberica con aree di di1fusione molto
limitate. Pantoja (Toledo). I
Recentemente e stato pubblicato i1 ritrovamento di
Liedena (Nava"a). un fomo e di due punzoni. II fomo e stato distrntto;
si hanna notizie di altri due forni, anch'essi spariti.
1
f
Proveniente dalIa <villa» di LiMen., esiste un cilin
dro pieno, che presenta, incise in negati·,o, fasce con i
motivi caratteristici della sigillata ispanica del IV sec.: Ercavica (Caiiaveruelas, Cuenca). I
rozze rosette all'intemo di una mota dentata e serie di Abbiamo notizia di receati rittovamenti di m.trici
piccoli intaglio provenienti da questa sito: I
Questo strumento dimostra che, almeno in alcuni casi,
il processo di fabbricazione poteva avvenire in questa
Centri cerarnici e officine della Baetica.
~
modo: invece di ottenere Ia decorazione mediante ma
trici preventivamente fabbricate, si potcva raggiungere
il medesimo risultato usando questo strurnento, 0 rullo, Centro a; Andujar (Jain).
dopo aver modellato i1 vaso, ma prima del completo La officiua piu importante scoperta sino ad oggi nel I
indurimento dell'argi11a, anche se questa doveva avere S della Penisola Iberica e indiscutibilmente Andujar. La
gia una cerra ·:onsistenza per evitare deformazioni. scopetta si deve a M. Sotomayor; si tratta di un im
II4 I
~.
TERRA SIGILLATA ISPANICA
portante centto di fabbricazione di sigillata ispanica che Pare che questa officina abbia qualche Iegame con
e stato attivo dalla met. del I sino alla meta del II centri italici della vane del Po.
sec. d.C.
Secondo la descrizione di M. Roca, si possono distin La Cartuja (Granada).
guere due tipi: uno con argilla scura (siena) con abbon
danti particelle gialloguole argilloS<Ka!caree, vacuoli ab Nella citt' di Granada si e scopetta un'officina cma
bastanza grandi e allungati, e frattura friabile. La vernice mata de 'Ia Carmja', situata presso i1 precipizio del
e di un colore tta il siena tostato e il rosso inglese, poco Beiro e vicino alia Facolta di Teologia della Compailia
brillante, spessa, omogenea ed aderente. Questo tipo di de JesUs. Essa fit scopetta da M. Sotomayor nel 1965;
cerantica presenta Ie stesse caratteristicbe di quella che futono individuati otto forni per la cottura di cerantica
Boube, in Mauretania, cbiarna «serie B,. Un altto tipo comune fine, tegole e mattoni, oltte la sigillata ispanica,
di sigillata ispanica individuata nella officina di Andujar la cui produzione in questo Iuogo era gi' nota.
anche se presente in minor quantit', e quello con argilla Caratteristica per questa cerantica e l'argilla di un co
rosa-giallognola, con vacuoli, indusi e frattura di aspetto lore ocra cmaro, abbastanza dnra e omogenea. La ver
granuloso. La vernice e ocra rossiccio, bri1lante e Ieg nice e generalmente rosso-JIIancione, non molto bril
germente granulosa al tatto, poco spessa, omogenea e Iante. Fra Ie forme lisce ttoviamo Ie Forme 15/17, 18,
aderente. Questo tipo coincide con la «serie A >, segualata 4, 27, 24/25, 44 e 2. Fra quelle decorate la forma pia
da Boube nel Nord-Africa. comune e la 37; la Forma 29 compare molto di rado.
La cerantica di Andujar, per questi motivi, ripropone Nella decorazione e evidente l'inJluenza di Andujar,
il problema della distinzione tta Ie serie A e la B, fatta tanto nei motivi quanto nei tipici vasi decorati a rotella.
da Boube, i1 quale attribnisce origine ispanica alia serie A, M. Sotomayor propone per questa officina una data
mentte considera la B come un'intitazione mautitana zione nel II secolo.
molto pia tarda. La gran quantit' di bolli che si ri
sconttano nd vasi con caratteristiche della serie B ri Albaicin (Granada).
ttovati vicini ai forni, cosi come la presenza, indifferen
Dentto la stes.. citta di Granada, nel quarriere del
temente, degli stessi marchi sia in vasi di serie A come
Albaicin, Sotomayor ha scoperto nel 1983 due forni
di serie B, fa ritenere Andujar un centto produttore di
situati molto vicino alle mnra della Iliberris romana.
enttambi questi tipi.
Pare che uno di questi forni, di forma rettangolare, sia
Numerosi cerantisti hanno lavorato ad Andujar: finora
servito alia cottura di sigillata. Si sono anche rittovati
sono stati identificati 46 bolli diversi. Generalmente sono
frammenti di ceramica e di matrici.
a duo 0 tria nomina, e appaiono solo sulle Forme lisce
La datazione dovrebbe timanere entto i due printi se
27 e 15/17, e sulle Forme decorate 29 e 37. Una pecu
coli della nostta era.
liarit' della produzione di Andujar sono Ie firme incise
su forme della fine del II 5Ocolo.
Tra i diversi marcrn di vasai rinvenuti ve ne sono al Smgilia Barba (Antequera, Malaga).
cuni impressi all'esterno del vaso, quali M· S·M·, QVAR Recentemente e stata pubblicata da E. Serrano una
TIO, TITI OPPI OF, e CVDAS, rittovati su frammenti nuova officina situata nella provincia di Malaga. II
di ceramica 0 di matrici. Tra quelli impressi all'interno materiale consiste in quattro frammenti di mattici e in
sul fondo possono essere attribniti a vasai della officina, una serie di frammenti di sigillata. Si sono anche rittovati
sulla base della frequenza dei rittovamenti, quelli di frammenti di equilibratori il che dimostta l'esistenza,
EX OM, EX OF CA, EX· OF· OCT, EX OF LCA, nelle vicinanze, di forni.
EX OF PT, EX 0 AHE. I bolli impressi nelle matrici
sono i seguenti: Alameda (Malaga).
La Dott.ssa Serrano ha di recente scoperto un ab
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iff:A;;~
Il5
Si sono trovati frarnmenti di matrici di tipo tardo a del suo funzionamento e della sua struttura perche nota
Gunia, Solarana, Mecerreyes, Quintanilla de las Viiias a tutti. Di questo strumento a Bezares si sono ritrovati
e Santo Domiogo de Silos. solo frammenti di dischi di ceramica che dovevano for
mare il piatto superiore su cui si posava la massa d'ar
gi1la.
Officine d'epoca tarda della Lusitania.
In questa regione. e stato localizzato un tipo di cera MatTici.
mica che gli studiosi portoghesi chiamano {( tarda sigiI Nel caso della sigillata ispanica decorata iI prototipo
lata regionale ", che corrisponde per cronologia e stile dei vasi veniva realizzato mediante matriei al cui ioterno,
alia produzione delle officine d'epoca tarda della Meseta. quando l'argilla era ancora morbida, si imprimeva io
La grande quantit. dei ritrovamenti a Conimbriga e negativo 1a decorazione costimita da una serie di motivi
nel S del Portogallo lasciano supporre I'esistenza di organizzati secondo una precisa e meditata siotassi de
officine locali. corativa. Le matrici percio sono i reperti piil signifi
Le sue caratteristiche sono generahnente: argilla rossa, cativi per la localizzazione delle officine della sigillata
poco depurata, con molta mica, carbonato calcico e quar ispanica.
zo; la vernice e rosso-arancione, poco aderente ed opaca' Le matrici possono essere monovalvi e bivaIvi, e que
La tipologia coiocide, per alcurre forme, con quella sto a seconda della forma del vaso prevista; tra quelle
delle produzioni della Meseta; numerosi soprattutto Ie del primo tipo si trovano matriei con la parete perpen
coppe e i piatti, qualche volta di grande formato, deco dicolare, curva 0 carenata, che corrispondono alle Forme
rati con cerchi a rotellatura e rosette. 30, 37 0 29. Tra Ie seconde i riovenimenti piu frequenti
rignardano matria per la fabbricazione della Forma 13
(Tav. CXXXV, 5-<i).
TECNICA DI FABBRICAZIONE Spesso nelle matrici si trovano ioeise sul fondo ioterno
una 0 piil lettere di grande formato, generahnente in
Le diverse fasi del processo di fabbricazione dei vasi corsivo, completamente separate dalla zona decorata. Que
di sigillata ispanica costimiscono, nel loro iosieme, la ste lettere non compaiono mai sulla superficie del vaso
tecnica ceramica che va dall'approvvigionamento del poiche il vasaio attaccava iI piede dopo aver estratto iI
l'argilla, 0 materia prima, fino all'immagazzioamento e vaso da1la matrice; prohabiImente si tratta della sigla
alla consegnente commercializzazione del prodotto finito. de11'attigiano a cui si deve la matrice stessa.
In primo luogo, tutte Ie officine conosciute hanno io Un problema clie si pone e se vi fossero officioe che
comune una situazione geografica ben precisa: esse sono producevano eselusivamente matriei, e che quindi ave
dislocate io territori io cui Ie condizioui naturali olfrono vano una particolare clientela di vasai, 0 se erano gli
argille di qualitit e io cui vi sono molti alberi. Probabil stessi vasai che fabbricavano anche Ie matriei.
mente 1a cava era di propriet. del padrone dell'officina, Dallo studio del complesso ceramico di Bezares pos
e, per consegnenza, la cessazione de11'attivit. poteva av siamo dedurre la validit. di entrambe Ie ipotesi. A volte
venire per esaurimento della cava stessa. Inoltre, io tutti Ie officioe di sigillata ispanica fabbricavano Ie proprie
i casi noti, si ha la vicinanza di un corso d'acqua, anche matrici; questo pero non impediva di acquistarne alcurre
se io genere non si tratta di un grosso fiume, rna piut o di scambiarle oon que11e di altri vasai. A Bezares ab
tosto di un torrente 0 di un fiumiciattolo. biamo trovato numerose matrici fubbricate con la stessa
Tutte Ie fasi di lavorazione de11'argilla prima della cot argilla dei vasi, rosata e granulosa, ed anche dei punzoni
tura erano compiute con numerosi strumenti e con di~ che servivano per farle; cia nonostante io quella stessa
spositivi che, solo io rari casi, abbiamo avuto la fortuna officina sono state trovate matrici fabbricate con argilla
di identificare durante gli scavi. di colore ocra chiaro, lavorate accuratamente ed eviden
I! complesso industriale delle officioe ceramiche di temente di diversa provenienza. Questo stesso fenomeno
Bezares, anche se ancora io corso di studio, potr. darci si osserva nelle aItre officine localizzate sioo ad ora; per
1a possibilitit di avere una visione piu chiara dell'organiz esempio, la deserizione delle matrici di Aodujar mette
zazione di qnesta attivit.. Inoltre, da questo scavo pro io evidenza Ie diversit. delle argille, dei tipi di fabbri
viene la maggior parte degli strumenti di lavoro sio'ora cazione, cec., e pertanto possiamo supporre che anche
recuperati. la loro provenienza non fosse omogenea.
II6
t
!
TERRA SlGILLATA ISPANICA
La maggior parte delle matriei ritrovate appartiene metro, ehe formava la base del fomo stesso, e ciol: il
ad officine (Bezares, zona di Tricio, Andujar, Bronchales) praefurnium e la camera di combustione, poi se ne fode
in cui il periodo eli maggiore attivit' va dal I al II sec.; ravano Ie pareti con mattoni crudi 0 con fango.
generalmcnte sona di buona fanura con mativi decora Un po' sopra il livello del terreno veniva costrnito il
tivi ben imptessi. Dalle officine che harmo lavorato dopo laboratorio, con un pavimento traforato per permettere
questo periodo, provengono solamente piccoli frammenti l'ingresso dell'aria calda. AI laboratorio si accedeva at
di matric; (Corella, Pamplona, Clunia e Bezares) con rozzi traverso una porta diametralmente opposta a quella del
motivi decorativi a base eli rosette, cerchi, ece. praefurnium, che veniva chiusa ad ogni ciclo eli cottura.
Infine dobbiamo segnalare i1 fatto che Ia maggior parte Questa parte superiore era chiusa da una cupola 0 da
delle matrici ritrovate presentano una perforazione sui una volta forrtita di una 0 piu apermre eli dimensioni
fondo, che probabilmente doveva servire a facilitare i1 suflicienti ad assicurare un buon tiraggio.
distacco del vasa e 1a riutilizzazione della matrice stessa. Nelle Taw. LI e LII abbiamo cercato eli stabilire una
Questa operazione doveva essere abbastanza delicata, tipologia dei diversi forrti trovati nelle ollicine della sigil
tanto che nelle eliscariche eli Bezares sono stati trovati lata ispanica. In realta i ritrovamenti di cui disponiamo
molti frammenti di matrici con al loro interno pezzi eli sino ad ora sono pochi e si ridncono a quelli di Abella,
vasi. pnbblicati da Serra Vllaro nel 1925; di Granada e Andu
jar, pubblicati da M. Sotomayor, rispettivamente nel1969
Punzoni e utensiH per la decorazione. e nel 1976; infine eli Bezares, scavati da noi nel 1975,
1977 e 1979 e in parte ancora inediti.
Per quanto riguatda quesro tipo eli utensili non Ci 5embra di ·poter distinguere tre tipi di forno: a) di
abbiamo alcuna notizia eli ritrovamenti, eccezione fatta forma allargata, piu 0 meno trapezoidale e oblunga, come
per quelli da noi effettuati a Bezares. Va particolarmente qnelli eli Abella e alcuni di Bewes; h) di forma circo
sottolineato il rinveniruento eli due punzuni per la fab lare, come a Bezares (B r) e ad Andujar (C I); c) eli forma
bricazione eli matrici, uno dei quali rappresenta un uc quadrangolare 0 rettangolare, come a Granada e a Be
cello molto grande e raltro un semicercbio a linee segrnen zares.
tate. La furma eli questi punzoni i: molto simile alla I elisegni, estremamente schematici, dei forrti di Abella
forma eli quelli ritrovati a La Graufesenque; sono forniti pubblicati da Serra Vrlaro, ed anche Ie fotografie, ci fanno
eli una appenelice perforata probabilmente per poterli ritenere che i suoi scavi non siano stati completi e che gli
appendere (Tav. LII, 2). sehemi A I e A 2 corrispondano allo scavo della sola
Tra gli utensili rinvenuti ricordiaroo aIcnni discbi eli cavitil centrale; essa poteva probabilmeme avere, come
ceramica, di minima spessore, e che sul bordo presentano a Bezares (B 2), i tubi conduttori del calore disposti
un piccolo becco sporgente. Sono fatti in modo da poter radiaImente e quineli non furono messi in luce. Per espe
essere ben impuguati e poter imprimere nella matrice riema personale nella scavo eli Bezares, sappiamo che
scanal.ture orizzontali (Tav. LII' 3). non i: facile individuare queste tubature.
Infine, un aItro strmnento per la deeorazione della I forrti a piama circolare presentano all'interno alcune
sigillata ispanica I: il rullo ritrovato a Lieclena. In questo varianti: possono essere con pilastro centrale per i1 80
casu non si tralta eli un punzone per la impressione delle stegno della piattaforma del laboratorio soprastante, come
matrici, bens! eli un rullo destinato a incidere la decora qnello eli Andujar (C 1), e senza pilastro centrale come
zione sulla superficie estema del vaso quando I'argilla quello di Bezares (B r).
era ancora morbida. Probabilmente fu usato per la deco Infine i forrti a pianta quadrata 0 rettangolare (C 2
razione di vasi eli epoea piu tarda, che presentano Ie stesse e C 3) sono stati rinvenuti a Granada e Bezares. Sono
rozze rosette disposte in bande orizzontali. costrniti con muratura eli pietra, mattoni 0 mattoni crudi
talvolta frarnmisti a tegole, la griglia superiore puo es
Forni (Taw. LI-LIII, CXXXVII). sere sostenuta da due 0 piu arcbi, e in alcuni casi una
parete divide il forno in due settori.
La cottura del vaso era una delle fasi piu importanti Si puo affermare che i forrti a pianta circolare seguono
del processo di fabbricazione, dato che da essa elipen la tradizione dei forni iberici. II forno di Borriol, ad esem
deva il colore finale e la quallt'. pio, pubblicato da Porcar, I: molto simile a quello di Be
I ritrovamenti effettnati ci permettono eli ricostrnire wes ed ha i condotti di salita dell'aria quasi identici.
il Ioro funzionamento. Fondamentalmente erano costi Anche un famo di It:llica, a pianta circolare, venne
tuiti da uno scompartimento per il fuoco e da una camera utilizzato per la fabbricazione di ceramica indigena. La
superiore, 0 laboratorio, dove venivano disposti i vasi forma quadrata 0 rettangolare fu un'innovazione d'epoca
per Ia cotrura, nella quale il calore giungeva attraverso romana, e per molto ~empo coesistettero entrambi i
un sistema di tubature piu 0 meno perfezionato, dimodoc tipi.
che il fuoco vero e proprio non entrava mai in contatto n sistema di sostegno della griglia era costirrtito da
diretto con i vasi. n praefurnium serviva per l'alimenta arcbi e volte nei forrti a pianta rettangolare e da tlD pi
zione del forno e la copertnra dell'arnbiente destinato al lastro centrale in quelli a pianta circolare.
fuoco serviva da pavimento del laboratorio. n tipo di forno B 2 doveva pre.entare il centro del
Genecalmeme la costruzione di un fomo aveva inizio pavimento dellaboratorio massiccio, senza griglia, poiche
con 10 scavo eli una buca nel terreno, profonda circa un I'aria calda passava attraverso i condotti radiali.
III
E evidente che i differenti tipi di fomo sono contem Anche neU'oflicina di La Graufesenque sono stati ri
poranei 0 che comunque convivono per un certo periodo trovati e1ementi quasi identici a quelli delle botteghe
di tempo. A Bezares, ad esempio, i fomi di tipo B I e ispaniche. Questo metoda e stato tramandato sino ai
B 3 lavorano contemporaneamente, dato che sono uniti giomi nostti con I'utilizzazione di elementi molto sintili
da una tubazione in cotto che serviva probabihnente per a queUi dell'epoca romana.
il passaggio dell'aria calda. Un altro tipo di manufatti trovato abbondantemente
La durata di questi fomi non doveva essere molto a Bezares e rinvenuto anche a Bronchales e in alcuni aI
lunga, perch" il tipo di costruzione non poteva sop tri fomi ispanici, e costimito daIIe piramidi termometriche.
portare per ttoppo tempo la temperatura di circa 1.000 Si tratta di alenni elementi ceramici di forma pinuni
gradi a cui veniva sottoposto. All'interno dei fomi si dale, a base quadrata, che presentano un foro nella parte
e notato che il rivestimento si e venificato per il fone superiore (Tav. LII, r).
calore e che esistono a volte piu strati di rivestimento, Nell'oflicina di Bezares questi oggetti sono stati ri
probabihnente a causa di riparazioni esegnite nel tenta trovati sempre aII'intemo del forno vero e proprio, tra
tivo di prolungame il periodo di utilizzazione, proprio Ie ceneri e i resti derivanti dalla distruzione del forno
come avviene anche oggi nelle modeme botteghe artigiane. stesso. Si presentano in genere bruciati e, attraverso 10
studio della moderna tecuica vasaia, siamo giunti alia
Dispositivi della officina. conclusione che si tratta di elementi usati per control
late la temperatura del forno. Queste pinunidi erano
Sni dispositivi che completavano tutto il processo di
appese in modo da poter essere esttatte prima dell'aper
fabbricazione della sigillata ispanica neUe oflicine d'epoca
tura del forno e poter controllare, cosl, i diversi tempi di
romana si sa ben poco. M. Sotomayor ripona alcune
conura.
piante dell'oflicina di Andujar, ma, dato che gIi studi
Inline, vi e un'altra serie di reperti anch'essi in rela
sono ancora in corso, non si pui> dare alcuna interpreta
zione con iI funzionamento dei fomi che consiste in aI
zione definitiva. Anche noi, per quanto riguarda 10 scavo
enni e1ementi generalmente anulari e rozzamente model
di Bezares, che e ancora in corso di studio, abbiamo tro
lati a mano (<< ajustadores ,). Si trovano frequentemente
vato tutta una serie di accessori che sinteticamente il
negli scarichi di Bezares: si tratta di pezzi di argilla uti
lustriamo.
Iizzati daI vasaio per equilibrare il carico del fomo op
Un rouro di grosse pietre divide in due zone I'oflicina.
pure per tenere i tubi dell'aria calda e che venivano
Da un lato erano sistemati i forni e dall'altro, probabil
eliminati dopo ogni cottnra. Si sono trovati anche so
mente, un essiccatoio; in questa seconda zona esistono
stegni della tubatuta.
dei muretti di ciottoli che dovevano servire da base per
i pilastri di legno che, a loro volta, sostenevano una tet
toia sotto cui, come nelle attoali botteghe artigiane, i vasi FIRME DI VASAl (Tav. LIV).
venivano seccati all'aria aperta, prima della cottnra.
Nella Penisola Iberica coesistono, accanto aile grandi
Esiste inoltoe un piccolo dispositivo, a forma di vasca,
oflicine, quelle piu piccole 0 a conduzione familiare: a "~
di prolilo trapezoidale e a pianta rettangolare, iI cui fondo
e formato da grandi mattoni di em 60 x 40. Questa
questa circostanza si pui> far risalire iI carattere anonimo
i
vasca e scavata nel terreno, e cioe rimane aI di sotto del
devano i prodotti alia clientela locale non avevano ne
",I
In aIcune delle oflicine ispaniche sono stati ritrovati oflicine I'abbiamo in un vaso di Andujar di Forma 37:
frammenti di elementi in ceramica inerenti aII'organiz e decorato con sei metope su di un'unica fascia e in
Iii
tI~',
.i
Z:izione del carico di vasi dentro iI forno, cosl come aI tre di queste, alternate, si legge EX· OF· M· S· M,
suo funziollaniento. C·P·F, e M·T·F. Si tratta deU'unico caso nato in cui
A Bronchales, e ancora piil copiosamente a Bezares, su uno stesso vasa compaiono tre nomi. Si pui> ritenere
si sono trovati oggetti a forma di tronco di cilindro, che negli ultimi dlle la lettera F stia a significare fecit,
(<< carretes ,) perforati, che venivano usati per separare e quindi che si tratti di due artigiani dipendenti dalla
f~
i piani su cui era collocato iI vasellame, in modo da sfrut oflicina di M. S ( ) M ( ), che hanno Iavorato alia decora
tare aI massimo 10 spazio disponibile del laboratorio zione e alia fabbricazione della matrice lasciando una
Le grandi ollicine si occupavano di tutte Ie fasi di tazza e piatto d'uso comune. La relazione diviene evi
produzione della sigillata: I'estrazione e la prepatazione dente se si controllano i diversi repertori fino ad ora
dell'argi1la, la creazione di punzoni e matrici, l'esecu pubblicati dei vasai e delle ollicine ispaniche. Ad esem
zione dei vasi e la lora commetcializzazione. Le piccole pio, l'esame de! materiale proveniente dagli scarti di
ollicine invece si occupavano solo dell'esecuzione dei vasi fornace di terra sigi1lata liscia di Bezares ha rivelato che su
(a tomio 0 a matrice); per quanto riguarda Ie altre fasi 336 firme, 148 appaiono sul1a Forma 27, 68 sul1a Forma
non erano indipendenti, in quanto erano costretti a com 15/17 e Ie rimanenti sulle Forme 18, 24/25, 33 e 36.
prare sia la materia prima che i punzoni e Ie matrici I eartigli sono irrego1ari sia nella forma ehe nella in
necessari per la produzione della sigillata decorata. Ad cisione; il formato piu frequente e quello rettangolare
Andujar si e potuto constatare che punzoni appartenenti con Ie estrernita appuntite 0 motondate. Frequenti an
a M. S( ) M( ) - uno dei grandi produttori io que che i cartigli bifidi e piuttosto rara la forma a tabula
sta zona - sono stati utilizzati in vasi firmati CVDAS ansata e a coda di rondine. Infine, e solo eccezionalmente,
e QVARTIO. vi sono alcuni marchi in planta pedis (OF. FES, VLLO,
Molte di queste ollicine dovevano avere un buon li MICCIO).
vello produttivo dato che e accertato che la sigi1lata ispa Ecceziona1mente infine sono stati trovati alcuni mar
nica prodotta, ad esempio, a Tricio veniva venduta in chi anepigrafi all'ioterno di vasi lisci (Numancia e Pe
turra la penisola e che raggiungeva i mercati delle prio iiaforua), marchi con aneUi incisi ad Andujar, ed iooltre
cipali citta della Mauretania. una firma di vasaio dipiota sulla parte esterna di un piede
Le firme dei ceramisti possono essere suddivise io due proveniente da Arenzana (TITI FACTVS).
grandi gruppi: quello in cni esse appaiono nella parte n testo e disposto su una sola riga, a lettere maiu
esterna dei vasi decorati, e quello in cni vengono impresse scole relativamente grandi (4 0 5 rom), anche se il mo
sui fondo ioterno della produzione liscia. Solo eccezio dulo varia e si notano irregolarita e il tracciato e poco
nalmente, io una Forma 37 di Mallen e in un'altra di curato. AIl'ioterno di una medesima firma compaiono
Bezares, sono state troyate firme sui fondo ioterno di letterc di differenti altezze, qualche volta anche invertite,
vasi decorati. il che puo generarc confusione di lettura.
I bolli, nella produzione decorata, sono poco fre I norni possono essere al nomioativo, quasi sempre
quenti. Di solito erano impressi nelle matrici all'ioterno abbreviati, rna pin frequentemente sono al genitivo,
della decorazione a lettere sciolte 0 in un cartiglio. Nel poiche la formula EX OF prima del nome e caratteri
primo caso abbiamo diverse disposizioni delle lettere: stica della produzione ispartica; qualche volta compaiono
a) una disposizione circolare attorno ad un motivo fi anche 0, OF, OFI, OFIC. In via eccezionale il nome
gurato (GENIO TIT! S A A); b) una lineare (VLLO, del ceramista e seguito da una F. Frequenti sono boUi
LVTEVS, ecc.) e c) Ie lettere sciolte, in genere molto di officinatares con duo 0 tria nomina, spesso resi con Ie
grandi e ben impresse, seguono 10 sviluppo della deco sole ioiziaJi separate da punti.
razione lungo la parete del vaso. Queste lettere possono Ii frequente l'uso di lettere arcaiehe soprattutto per
essere rego1armente spaziate, oppure inserite all'interno Ie A, D, E, F, P, MeN. Ii comune I'uso di nessi di due,
di un eerchio 0 di un medaglione. Solamente in una ma tre e perfino quattro lettere. Normalmente la scrittura e
trice della fabbrica di Andujar, la firma TITI OPPI OF, destrorsa, anehe se non mancano Ie firme retrograde,
si trova disposta su tre righe. soprattutto fra quelle impresse io cartigli sulle matrici. La
Anehe nei vasi decorati si trovano delle firme io forma punteggiatura non e sempre correrra, e crea problerni
di cartiglio ehe dovevano essere impresse nella matrice nello scioglimento delle abbreviazioni. La separazione
con 10 stesso punzone usato per la produzione liscia; delle parole e dara, in genere, da semplici punti e solo
per questo Ie firme sono generaImente in positivo nella in alcuni casi eompaiono foglie d'edera ed altri clementi
matriee e qnindi io negativo e con scrittura retrograda vegetali.
sui vaso. Un caso eccezionale e quello del vasaio Miccio, Per quanto riguarda la cronologia, e eerto che la pre
che firma una Forma 37 con tre eartigli sovrapposti che senza di firme sni vasi e re1ativamente frequente nella
occupano una metopa. produzione ehe va da1 I sec. alla meta del II sec. d.C.
Le firme sni vasi di forma liscia sono pin frequenti; A partire da questa periodo, e cioe da quando decade
venivano poste all'interno, al centro del fondo io quei la produzione delle grandi fabbriche, l'uso dei bolli
vasi la cni forma permetteva di compiere questa opera nella ceramica e piuttosto iofrequente e sparisee del tutto
zione con una eeIla facilici. A1tre volte, invece, la firma nella produzione rarda.
veniva impressa ne! senso de! diametro, entro uno 0 due n primo e!enco di vasai ispartici che pubblicammo nel
cerchi iotisi. Questi cerchi di solito hanno un diametro I<}6I e ora notevolmente aumentato, e ogui anno si ag
maggiore de! cartiglio e solo raramente compaiono i cer giungono nuovi ritrovamenti. Qni di seguito diamo un
chi piccoli che earatterizzano la sigi11ata ga1lica. Nei vasi elenco, il pin completo possibile, di tutte Ie firme.
di fabbricazione pin antica (esc1usivamente ne! I sec.) Le firme sono in ordine alfabetico e, ne! caso di firme
si aggiungono alcuni grandi cerchi a rotellatore. incomplete, sono iodicate solamente quelle che hanno
Un fatto merita d'essere segualato: Ie firme di vasai conservato Ie prime lettere, in modo da non turbare la
all'ioterno dei vasi Iisci appaiono con una frequenza par successione alfabetica. A causa del testo spesso forte
ticolare nella patera Forma 15/17 e nella coppa bilobata mente abbreviato, e qnindi soggetto a piu possibili scio
Forma 27. Probabilmente si trarra di due pezzi usati come glimenti, nell'elenco alfabetico gli officinatares compaiono,
II9
a differenza dalla prassi normale, indistintamente secondo Jettere), i dati di provenienza e Ia forma del vaso quando
praenomen, nomen 0 cognomen. Accanto al nome di ogni cio e stato possibile, con i riferimenti bibliografici, per
ceramista sono indicate anche tntte Ie variJmti dei bolli rendere piu agevole la consultazione dei facsimili dei
con relativi nessi (indicati con una linea sovrapposta alle bolli citati. Esempi dei vari Tipi di bolli alia Tav. LIV.
120
121
122
TERRA SIGILLATA ISPANICA
123
52. C. ADius S( ) OF CANIS: Castulo, Forma 59. Cet( ) Par ) CET . PA . OP: Pamplona
27 (DOMERGUE Marcas (MEZQUiRIZ T.S.H., I,
de Cdstulo, p. 28). p. 46; Pompaelo I, p.
53. Cantaber CANTABRI . OFICI: For 276).
ma 46 (Museo Archeo 60. C. Frontonlus C FRONTONII: Arenzana,
logico di Barcellona, n. Forma 15/17 (GARABITO
I46II). GOMEZ Alfares riojanos,
[CA]NTABRIOFI: (BOlJBE p. 457)·
Suppl. II, p. 74. n. 10). C FRONTON: Arenzana,
CANTABRI: Volubilis, For Forma 36 (GARABITO
ma 27 (BOUEE Maurha GOMEZ Alfares riojanos,
",:e, p. 137). Itilica, For p. 45 8).
ma 33 (MEzQuim; T.S. 61. C. I( ) A( ), E( ) CI AE . F: Bezares, Forma
H., I, p. 46). Merida, 27 (GARABITO GOMEZ
Forma 27 (MEzQuiRIZ Alfares riojanos, p. 131).
T.S.H., II, tav. 8.5' C . I . A . E . F: Bezares
53). Tarragona (C.I.L. (Campagna di scavi
II, 4970, II7; VENTURA 1979, inedita).
SOLSONA Tarragona, p.
140). 62. C. I( ) C( ) EX . OF . C '.1 . C: Rio
CANTABRI: Coimbra (MA linto (DOMERGUE Mar
YET Conimbriga, p. 13). cas de Cdstulo, p. 28).
CANTABRI . 0: ltilica, EX OF CIC: Volubilis, For
Forma 15/17 (MEzQuiRrz ma 27 (BOUBE Maurha
T.S.H., I, p. 46). Me nie, p. 236).
rida, Forma 27 (MEzQuf C . I . C .: Riolinto, Forma
RIZ T.S.H., II, 13V. 8.50; 15/17 (MAYET Riotinto,
tav. 9.II6). Sala, Forma p. 160).
15/17 (BOUEE Suppl. I). 63. CL EXOF . C . L: Banasa, Vo
CANTABRI . OF: Beja lubilis, Forma 15/I7
(NUNES DE RIBEIRO Beja, (BOUBE Mauretanie, p.
n. 4181). Saguntn (C.I.L. 237)·
II, 6257, 38). EX . OFC . L: Andujar,
CANTABRI: LDrentum Forma 27 (ROCA Andu
(BELDA DOMiNGUEZ Lu jar, p. 18). Banasa e Vo
centum, p. 160). Merida, lubilis, Forma 15/17
Forma 2 (FERNANDEZ (BOUBE Maurhanie, n.
M1RANDA, S. H. Merida, 333; SOTOMAYOR Andu
p. 812). jar, p. 274, f. 3, n. 22).
54. Cantusinus CANTVSINVS: IImco (A EX 0 . C . L .: Andujar,
TENCIA - PEREGIliN-SER Forma 27 (ROCA Andu
BANO, p. 126). jar, p. 18; SOTOMAYOR
55. Casian(us) CASIAN: AhnediniUa, For Andujar, p. 274, f. 3,
ma 27 (MEzQuim; T.S. n. 23). Banasa (BOUBE
H., I, p. 46). Maurhanie, n. 335).
EX OCL: Andujar, Forma 27
56. CASO OFCASO: Castro de Fraes
(ROCA Andujar, p. 19);
(RUSSELL CoRTEZ T.S. SOTOMAYOR And0a~ p.
tardia, p. 21).
274, f. 3, n. 24). Banasa
57. C. C( ) B( ) EX[O]F CCB: Volubilis, (BoUBE Mauretanie, n.
Forma 27 (BoUllE Mau 335)·
rhanie, p. 138). Volubi EX CL: Andujar, Forma 27
lis, Forma 15/17 (BOUBE (ROCA AndUjar, p. 19;
Mauretanie, p. 138). SOTOMAYOR Andujar, p.
58. C. C( ) N( ) EO CCN: Banasa, Forma 27 274, f. 3, n. 25)·
(BOUBE Mauritanie, p. EX 0 C L: Banasa, Forma 27
236, n. 329). SaJa (BOUBE (BOUBE Mauretanie, p.
Suppl. II, p. fj8, n. 78). 237)·
12
-------------~---------"-'-'---
TERRA SIGILLATA ISPAJ.'\1ICA
64. Clod(ius) CLOD: Banasa e Volubilis, 79. C. Tilvius C . TILVI : Antequera, For
Forma 27 (BOUEE Ma" ma 27 (MEzQuiRIZ T.S.
rhanie, p. 139). H.) I, p. 19).
65. C. L( ) P( ) C . LPF: Trido, Forma 27 80. C. Tivius EX C . TIVI: Tr,cio, Ferma
(GARABITO GOMEZ Alfa 27 (GARABITO GOMEZ
res nOD janos, p. 298). Ai/ares riojanos, p. 298).
66. C. Mae(eius) M( ), C·MAE·M·M ·F:Bil 81. C. V( ) B( ) EXOFCVB: Represas-Beja
M( ) hili, (C.I.L. II, 49~o, (NUNES RIBEIRO Beja,
290). p. 71).
67. C. M( ) C( ), A( ) CMCi\.: Elvas, Forma 27 82. C. V( ) Da,() CVDAS: Andujar, Forme 37
(MOUIINHO DE ALAIU;.l.o e 29, esterna, tra la deco
Vila Virosa, p. 185, n. 4). razione (SOTOMAYOR
68. C. N( ) S( ) OF CNS: Lixus, Forma 27 Marcus y "tilos, p. 22).
(BOUBE Mauretanie, p. EXOCVDAS: Andujar, For
140). ma 27 (SorOMAVOR Mar
cas y estilos, p. 22).
69. C. N( C . N(: Itlllica (PUlG OCHOA
ltdlia, p. 939). 83. C. V( ) E( ) EXOF CVII: Reja (NUKES
RIBEIRO Beja, n. 129).
70. C. O( ) EXOF CO: Aljustrel (VEIGh
FREIRE Vipasca, p. 319, 84. C. V( ) H( ) EX OF CVH: Banasa, Forma
n. 7). 15/17 (BOUBE Maurita
EX . OF . CO: Aljustrel nie, p. 238).
(VEIGA-FREIRE Vipa,c_, g5. C. V( ) L( ) CVL: Mallen, Forma 15!I7
p. 319, n. 7). (MEzQuiRIz T.S.H., I,
p. 46).
71. C. O( )L() C . 0 . L: Troia de Sett:
bal, Forma 27 (CoMFORT 86. C. V: ) R( ), S( ) CVRS: Merida, Forma 27
Roman Potlery, p. 5, n. (MEzQuiRIz T.S.H., I,
28). p. 46). Banasa, Forma 27
Mauritanie, p.
(BOUBE
72. Cosius Rap( ) COSIVSRAP: Beja (NUNES 14 1).
RIBEIRO Beja, n. 28).
87. C. V( ) R( ), V( ) OCVRV: Tarragona, Forma
73. Cotius I C. Otius COTraF: Beja (NUNES RI 33 (MEzQUiRIZ T.S.H.,
BEIRO Beja, n. 2g). I, p. 46).
74. C. P( ) F( ) C . P - F: Andujar, Forma <8. Daci( ) DACI: Andujar, Forma 27
37, estema, Ira 1a deeD (RoCA Andujar, p. 27,
ra7Jone (SOTOMAYOll n. 33).
Marcas y estilos, p. 10). 8<). Dom( ) OF DOM: Tricio, Forma 27
75. CR EXOFCR: Aljustrel (VEIGA (MEZQuiRIZ T.S.H., I,
FREIRE Vipasca, p. 319, p. 46; GARABITO GOMEZ
D. 8). Alfares riojanos, p. 298).
EX . OF . CR: Aljustrel EX DOM: Tricio, Forme 27
(VEIGA-FREIRE Vipasca, e 35 (GARABlTO GOM3Z
p. 31g, n. 8). Alfares riojanos, p. 298).
76. CS EXOFCS: Represas-Beia 90. EME IIMII: Lucentum (BELDA
(NUNES RIBEIRO Beja, DOMINGUEZ Lucentum, p.
p. 71). 160).
EX OF CS: Volubilis, Forma 91. E( ) M( ) EX OF EM: Mallen, Forma
27 (BOUBE Mauritanie, 37, esterna (MEzQuiRIZ
p. 23 8). T.S.H., I, p. 48).
OF CS: Volubilis, Forma 92. Enius ENI: Pamplona (MEzQuiRIz
15/17 (BOUBE Mallrera T.S.H., I, p. 46; Parr.
nie, p. 238). paelo I, p. 276.1.
nC.S( )R() CSR: Sala, I.ixus, Forma 27 OF ENI: Merida (FERNAN
(BOlJllE Mauritanie, p. DEZ MIR.'INDA S.H. M'"
140). rida, p. 812).
78. C. S( ) Tr( )! CSTR: Cartagena (C.I.L. II, 93. E( ) T( ) EXOFET: Baelo (Bela II,
T(),R() 625i> r68). p. 172 , n. 34).
125
TERRA SIGILLATA ISPANICA
97. Finnus
nie, p. 141).
FIRMIO: Volubilis, Forma
'5/'7, Lixus, Forma 27
99· Fla(vius) BI( )
p. 48).
OF FLA BL: Banasa (BOUBE
Mauretanie, p. 145).
EXOFFLAC: Villafranca de
I~
(BOUBE Maurhanie, p. 100. Flaeeus
142). Coimbra (MAYET los Barros (MONSALUD 1
Conimbriga, p. 17). Me BRAH, L, '907, p. 460). 'j "
rida, Forma 27 (FERNAN EX 0 FLA: Tricio, Forma II
DEZ MIRANDA S.H. Me 15/17 (GARABITO GOMEZ
rida, p. 8Il). Volubilis, Alfares riojanos, p. 288).
Sala, Banasa e Lixus FLACCI: Coimbra (MAYET
(BOUBE Maurhanie, p. Conimbriga, p. 21).
143)· 101. FJaccus, F( ) FL . ACCI F: Itilica, Forma
FIRM . OFI: Merida, For 27 (FROTHINGHAM 1937,
ma 27 (FERNANDEZ MI p. 38, n. 290). Villafran
RANDA S.H. Merida, p. ca de los Barros, Forma {
8II). Volubilis, SaIa, Ba 35 (FROTHINGHAM 1937,
nasa e Lixus (BOUBE p. 38).
Mauretanie, p. 143)· 102. Flaecus, R( ) FLACCI . R: Italica, Forma
FIR: Merida, Forma 27 27 (MEZQuiRIZ T.S.H.,
(FERNANDEZ MIRANDA S. I, p. 46; II, tav. 9.IIO).
H. Merida, p. 8Il). Vo FLAC . CIR: Portug