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6 luglio 2023 - 00:12 > Versione online

Responsabilità medica e tutela della


salute, prospettive di riforma, il
convegno ad Urbino

3' di lettura05/07/2023
- “Questo convegno qui ad Urbino mette a confronto le migliori professionalità della
scienza giuridica e della scienza medica su un tema di particolare sensibilità
all’attenzione della Regione”: così il vicepresidente e assessore alla Sanità, Filippo
Saltamartini, all’incontro di oggi pomeriggio tra rappresentanti del mondo accademico e
delle istituzioni sul tema, sempre più attuale, della responsabilità medica e delle sue
prospettive di riforma.

Organizzato da Regione Marche e Università Carlo Bo di Urbino, in collaborazione


con Ast Pesaro Urbino, Ordine degli Avvocati di Urbino e di Pesaro e dei Medici
Chirurghi ed Odontoiatri di PU, il convegno ha offerto una lettura trasversale
dell’evoluzione normativa e della giurisprudenza, trattando i diversi piani della
responsabilità - penale, civile, amministrativa - per passare poi ai temi emergenti del
consenso alle cure, della partecipazione alle decisioni sul rischio e della restorative
justice, per chiudere con un dibattito aperto al pubblico.
Un programma fitto di relazioni e interventi, tra cui quelli del Procuratore della

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Repubblica Cristina Tedeschini e dei professori Laura di Bona, Gabriele Marra, Alberto
Clini e Nicola Nardella, per una problematica “enorme che investe il mondo della sanità
che va discussa e affrontata urgentemente - ha dichiarato Saltamartini che ha
fortemente voluto il convegno a cui ne seguiranno altri organizzati nei diversi atenei della
regione - Una situazione quella dei procedimenti penali in materia che spinge i camici
bianchi alla ‘medicina difensiva’, cioè l’eccesso di prescrizione di esami o prestazioni
proprio per timore di incorrere in contenziosi legali”. Concorde con il ministro della Salute
Orazio Schillaci sull’ipotesi di depenalizzare la responsabilità medica, tranne che per il
dolo, mantenendo solo quella civile, l’assessore ricorda che la medicina difensiva in
Italia costa circa 10 miliardi l’anno e il 70% delle cause in sede penale si conclude con
l'assoluzione non comportando il coinvolgimento dei medici. Ogni anno in Italia vengono
intentate 35.600 nuove azioni legali, mentre ne giacciono 300 mila nei tribunali contro
medici e strutture sanitarie pubbliche. Cause che nella maggior parte dei casi si
traducono in un nulla di fatto, considerando che il 95% nel penale si conclude con il
proscioglimento.
Il ministro della Giustizia Carlo Nordio ha istituito con decreto la “Commissione per lo
studio e l’approfondimento delle problematiche relative alla colpa professionale medica”.
Ha il compito di esplorare l’attuale quadro normativo e giurisprudenziale in cui si inscrive
la responsabilità colposa sanitaria per discuterne i limiti e le criticità e proporre un
dibattito in materia di possibili prospettive di riforma. La Commissione, i cui lavori sono
partiti il 18 aprile scorso, intende inoltre proporre un’approfondita riflessione e un
accurato studio sul tema della colpa professionale medica ai fini di ogni utile successivo
e ponderato intervento, anche normativo. Il ministro, è stato ricordato nel corso
dell’appuntamento odierno, sostiene che si può ridurre la possibilità di “aggredire gli
operatori sanitari con denunce e cause civili: il paziente è il primo interessato ad avere
un medico che operi in serenità”.

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