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5 luglio 2023 - 18:54 > Versione online

Responsabilità medica e tutela della


salute: prospettive di riforma, il
convegno ad Urbino
05/07/2023
“Questo convegno qui ad Urbino mette a confronto le migliori professionalità della
scienza giuridica e della scienza medica su un tema di particolare sensibilità
all’attenzione della Regione”: così il vicepresidente e assessore alla Sanità, Filippo
Saltamartini, all’incontro di oggi pomeriggio tra rappresentanti del mondo accademico e
delle istituzioni sul tema, sempre più attuale, della responsabilità medica e delle sue
prospettive di riforma. Organizzato da Regione Marche e Università Carlo Bo di
Urbino, in collaborazione con Ast Pesaro Urbino, Ordine degli Avvocati di Urbino e di
Pesaro e dei Medici Chirurghi ed Odontoiatri di PU, il convegno ha offerto una lettura
trasversale dell’evoluzione normativa e della giurisprudenza, trattando i diversi piani
della responsabilità – penale, civile, amministrativa – per passare poi ai temi emergenti
del consenso alle cure, della partecipazione alle decisioni sul rischio e della restorative
justice, per chiudere con un dibattito aperto al pubblico. Un programma fitto di relazioni e
interventi, tra cui quelli del Procuratore della Repubblica Cristina Tedeschini e dei
professori Laura di Bona, Gabriele Marra, Alberto Clini e Nicola Nardella, per una
problematica “enorme che investe il mondo della sanità che va discussa e affrontata
urgentemente – ha dichiarato Saltamartini che ha fortemente voluto il convegno a cui ne
seguiranno altri organizzati nei diversi atenei della regione - Una situazione quella dei
procedimenti penali in materia che spinge i camici bianchi alla ‘medicina difensiva’, cioè
l’eccesso di prescrizione di esami o prestazioni proprio per timore di incorrere in
contenziosi legali”. Concorde con il ministro della Salute Orazio Schillaci sull’ipotesi di
depenalizzare la responsabilità medica, tranne che per il dolo, mantenendo solo quella
civile, l’assessore ricorda che la medicina difensiva in Italia costa circa 10 miliardi l’anno
e il 70% delle cause in sede penale si conclude con l'assoluzione non comportando il
coinvolgimento dei medici. Ogni anno in Italia vengono intentate 35.600 nuove azioni
legali, mentre ne giacciono 300 mila nei tribunali contro medici e strutture sanitarie
pubbliche. Cause che nella maggior parte dei casi si traducono in un nulla di fatto,
considerando che il 95% nel penale si conclude con il proscioglimento. Il ministro della
Giustizia Carlo Nordio ha istituito con decreto la “Commissione per lo studio e
l’approfondimento delle problematiche relative alla colpa professionale medica”. Ha il
compito di esplorare l’attuale quadro normativo e giurisprudenziale in cui si inscrive la
responsabilità colposa sanitaria per discuterne i limiti e le criticità e proporre un dibattito
in materia di possibili prospettive di riforma. La Commissione, i cui lavori sono partiti il 18
aprile scorso, intende inoltre proporre un’approfondita riflessione e un accurato studio
sul tema della colpa professionale medica ai fini di ogni utile successivo e ponderato
intervento, anche normativo. Il ministro, è stato ricordato nel corso dell’appuntamento
odierno, sostiene che si può ridurre la possibilità di “aggredire gli operatori sanitari con
denunce e cause civili: il paziente è il primo interessato ad avere un medico che operi in
serenità”.

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