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Comune di Castiadas

Provincia di Cagliari

Piano Urbanistico Comunale

NORME DI ATTUAZIONE

SINDACO:

Geom. Eugenio Murgioni

PROGETTISTI: STUDIO AGRONOMICO

Dott. Ing. Sandro Lobina Dott. Agr. Maurizio Cherchi

Dott. Ing. Ivan Onnis


STUDIO GEOLOGICO
Dott. Ing. Sara Salis Dott. Geol. Maria Cristina Argiolas

Settembre 2005

A.4
TITOLO I - NORME GENERALI

Art. 1. - RIFERIMENTI NORMATIVI


Il quadro giuridico di riferimento è costituito dalla Legge Urbanistica n. 1150 del 17/08/1942 e successive
modificazioni e integrazioni, dalla Legge n. 10 del 1977 e successive modificazioni, da tutte le Leggi Regionali
in materia Urbanistica e in particolare il D.A.EE.LL. 20/12/1983 n. 2266/U, la Legge Urbanistica Regionale n.
45 del 22/12/1989 e successive modificazioni e integrazioni e le Direttive Regionali per le zone Agricole
approvate con Decr. del Presidente della Giunta Regionale n. 228 del 03/08/1994.
Le previsioni del P.U.C. hanno validità giuridica a tempo indeterminato per l’intero territorio comunale e
possono essere soggette a revisioni periodiche nei modi e con le procedure di cui all’art. 20 della L.R.45/89 e
successive modificazioni.

Art. 2. - ELABORATI COSTITUTIVI DEL P.U.C.


Il Piano Urbanistico Comunale del Comune di Castiadas è costituito dai seguenti elaborati:

A.1 – Relazione illustrativa.


A.2 – Relazione ambientale-territoriale.
A.3 – Relazione Agronomica.
A.4 – Norme di Attuazione.
A.5 – Regolamento edilizio.

Tav. B.1 – Area di studio, risorse strategiche e infrastrutture. (scala 1:25.000)


Tav. B.2 – Risorse archeologiche e sistema dei vincoli. (scala 1:25.000)
Tav. B.3 – Stato di attuazione del PUC vigente. (scala 1:25.000)
Tav. B.4 – Fruibilità del litorale. (scala 1:10.000)
Tav. B.5 – Recepimento del Piano d’Assetto Idrogeologico. (scala 1:10.000)

Tav. C.1 – Carta geologica. (scala 1:25.000)


Tav. C.2 – Carta geomorfologica. (scala 1:25.000)
Tav. C.3 – Carta idrogeologica e analisi idrologica. (scala 1:25.000)
Tav. C.4 – Carta delle acclività. (scala 1:25.000)
Tav. C.5 – Carta delle unità di paesaggio. (scala 1:25.000)

Tav. D.1 – Carta della classificazione agronomica dei terreni. (scala 1:25.000)
Tav. D.2 – Carta delle aree agricole e loro zonizzazione. (scala 1:25.000)

Tav. E.1.a – Zonizzazione del territorio extraurbano. (scala 1:10.000)


Tav. E.1.b – Zonizzazione del territorio extraurbano. (scala 1:10.000)
Tav. E.2 – Zonizzazione delle borgate: L’Annunziata. (scala 1:2.000)
Tav. E.3 – Zonizzazione delle borgate: Camisa. (scala 1:2.000)
Tav. E.4 – Zonizzazione delle borgate: Castiadas Centro. (scala 1:2.000)
Tav. E.5 – Zonizzazione delle borgate: Olia speciosa. (scala 1:2.000)
Tav. E.6 – Zonizzazione delle borgate: San Pietro. (scala 1:2.000)

F.1 – Studio di compatibilità paesistico ambientale.


Tav. F.2 – S.C.P.A. – Carta geologica. (scala 1:25.000)
Tav. F.3 – S.C.P.A. – Carta geomorfologica. (scala 1:25.000)
Tav. F.4 – S.C.P.A. – Carta idrogeologica e analisi idrologica. (scala 1:25.000)
Tav. F.5 – S.C.P.A. – Carta delle acclività. (scala 1:25.000)
Tav. F.6 – S.C.P.A. – Carta delle unità di paesaggio. (scala 1:25.000)
Tav. F.7 – S.C.P.A. – Carta della classificazione agronomica dei terreni. (scala 1:25.000)
Tav. F.8 – S.C.P.A. – Carta delle aree agricole e loro zonizzazione. (scala 1:25.000)
Tav. F.9 – S.C.P.A. – Risorse archeologiche e sistema dei vincoli. (scala 1:25.000)
Tav. F.10 – S.C.P.A. – Carta riassuntiva di setaccio. (scala 1:25.000)
Tav. F.11 – S.C.P.A. – Carta degli impatti potenziali. (scala 1:25.000)
Tav. F.12 – S.C.P.A. – Previgente P.T.P. N° 13 (scala 1:25.000)
Tav. F.13.a – S.C.P.A. – Comparti di attuazione. (scala 1:10.000)
Tav. F.13.b – S.C.P.A. – Comparti di attuazione. (scala 1:10.000)

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Art. 3. - CAMPO DI APPLICAZIONE DELLE NORME DI ATTUAZIONE
Tutte le opere edilizie e di urbanizzazione già costruite, in corso di costruzione e da costruire nel territorio
comunale, anche con modifica di destinazione d’uso, nonché le modifiche di destinazione d’uso senza opere
negli edifici esistenti, sono soggette alle prescrizioni contenute nel Regolamento Edilizio Comunale, nelle
cartografie e nelle norme degli strumenti urbanistici vigenti e nelle presenti Norme di Attuazione.

Per quanto non specificato si applicano le disposizioni di legge in materia.

Il Piano Urbanistico Comunale disciplina le trasformazioni degli immobili compresi nel territorio comunale che,
intervenendo sulla consistenza fisica e/o sull’uso, siano soggette dalla legislazione vigente a concessione
edilizia, autorizzazione edilizia, denuncia di inizio della attività di cui al Testo Unico delle disposizioni legislative
e regolamentari in materia edilizia del DPR 6 Giugno 2001, n. 380, in quanto applicabile ai sensi della L.R. n. 5
del 16/05/2003.

Il Piano Urbanistico Comunale integra inoltre al proprio interno la disciplina di ulteriori particolari
trasformazioni che, in rapporto alla tutela dei beni ambientali, naturali e culturali, o in dipendenza da
specifiche normative, siano subordinate ad autorizzazioni particolari.

Art. 4. - CONTENUTI ED EFFICACIA DEL P.U.C.


Il P.U.C. definisce l’assetto del territorio del Comune di Castiadas, comprende tutto il territorio Comunale ed
ha validità a tempo indeterminato, fino a quando non entri in vigore il nuovo Piano. Pertanto le presenti
norme di attuazione sostituiscono interamente quelle dello strumento urbanistico vigente e restano in vigore
fino a quando il Consiglio Comunale non procederà a modificarle o sostituirle con altre norme.

Il P.U.C. assicura l’equilibrata espansione delle borgate di Castiadas in coerenza con le Direttive e i vincoli
Regionali e regola l’uso del territorio agricolo e delle parti destinate allo sviluppo turistico e produttivo, detta
norme per il recupero e l’uso del patrimonio edilizio esistente, per una adeguata dotazione di servizi sociali e
di carattere infrastrutturale del territorio comunale.

Art. 5. - RAPPORTI CON IL QUADRO LEGISLATIVO E CON I PIANI SOVRAORDINATI


Il P.U.C. si attua nel rispetto delle Direttive emanate dalla Regione Sardegna, ed in particolare dalle “Direttive
per le zone agricole” (D.P.G.R. 3 agosto 1994, n. 228, con riferimento all’art. 8 della L.R. 22 dicembre 1989,
n. 45) e secondo i contenuti delle seguenti leggi:

• L. 1.6.1939 n. 1089
• L. 29.6.1939 n. 1497
• L. 18.4.1962 n. 167
• L. 22.10.71 n. 865
• L. 28.1.1977 n. 10
• L. 5.8.1978 n. 457
• L. 28.2.1985 n. 47
• L. 8.8.1985 n. 43.
• L.R. 11.10.1985 n. 23
• D.lgs. 22.01.2004 n. 42 recante "Codice dei beni culturali e del paesaggio"

Art. 5.bis - DISCIPLINA DELLE AREE A RISCHIO IDROGEOLOGICO


Il PUC recepisce integralmente la disciplina del P.A.I. (Piano d’Assetto Idrogeologico) di cui al Decreto
dell’Assessore dei Lavori Pubblici del 21.02.2005 – esecutività della delibera n. 54/33 approvata dalla G.R. in
data 31.12.2004. In particolare viene riportata nella Tavola B.5, ai sensi dell’art. 4 comma 5 del citato
Decreto, la perimetrazione delle aree Hi4, Hi3, Hi2, Hi1 rappresentate nelle tavole B7EI1326, B7HI1326,
B7RI1326 del P.A.I..

Nelle aree definite col grado di rischio idraulico Hi1, è prevista la realizzazione di nuove costruzioni, pubbliche
e/o private, compatibili con la destinazione d’uso prevista nel P.U.C.. I progetti dovranno essere corredati da
apposita relazione di compatibilità idraulica e sottoposti al nulla osta dell’Autorità Idraulica come previsto per
le aree a pericolosità idraulica (Hi2 e Hi3).

Gli interventi edificatori ricompresi nella fascia di 150 metri dalle seguenti aree idrografiche:
- canalizzazioni e reticolo idrografico minore gravante su centri abitati;

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- foci fluviali;
- aree lagunari stagni;
che possiedono significativa pericolosità idraulica anche se non perimetrate nel P.A.I. (art. 26 delle norme di
attuazione del P.A.I.), devono essere corredati preliminarmente da una relazione di compatibilità idraulica, che
definisca il grado di pericolosità dell’area oggetto delle ipotesi progettuali, prevedendo se necessario
opportune misura di mitigazione del rischio.

La relazione di compatibilità idraulica deve essere redatta secondo l’art 24 e ss.mm.ii. delle norme di
attuazione del P.A.I..
La relazione di compatibilità geotecnica-geologica è redatta secondo l’art 25 e ss.mm.ii. delle norme di
attuazione del P.A.I..

La realizzazione di opere pubbliche e private nel territorio comunale deve rispettare le disposizioni contenute
nelle seguenti norme:
- L. 25 novembre 1962, n. 1684,
- L. 2 febbraio 1974, n. 64, in particolare articoli 1, 2, 29 e 31,
- D.M. 11 marzo 1988 (“Norme tecniche riguardanti le indagini sui terreni e sulle rocce, la stabilità dei
pendii naturali e delle scarpate, i criteri generali e le prescrizioni per la progettazione, l'esecuzione e il
collaudo delle opere di sostegno delle terre e delle opere di fondazione”),
- D.M. LL.PP. 12 dicembre 1985,
- D.M. 04 maggio 1990,
- Circolare del M. LL. PP. del 24 settembre 1988, n. 30483.

Nell’attuazione del PUC, al fine di evitare che ogni intervento edificatorio sul territorio possa prescindere da
una specifica indagine di tipo geologico e geotecnico, i piani attuativi e le varianti agli stessi dovranno
contenere le relazioni geologiche, morfologiche e geotecniche del territorio interessato.

Le relazioni geologiche, morfologiche e geotecniche dovranno essere redatte secondo il punto H del D.M. 11
marzo 1988, e della Circolare del M. LL. PP. del 24 settembre 1988, n. 30483, e dovranno, inoltre, essere
allegate alla progettazione di opere pubbliche e private e costituire parte integrante degli elaborati progettuali.

Le relazioni geotecniche e geologiche dovranno essere redatte da tecnici abilitati.


Le relazioni geotecniche e geologiche saranno redatte secondo il D.M. 11 marzo 1988 e secondo la Circolare
del M. LL. PP. del 24 settembre 1988, n. 30483.

La relazione geotecnica è prevista per tutte le opere di cui al D.M. 11 marzo 1988.
La relazione geologica è prevista per le seguenti opere:
- territori comunali o loro parti, nei quali siano intervenuti od intervengano lo Stato o la Regione per
opere di consolidamento dell’abitato ai sensi della Legge 9 luglio 1908, n. 445;
- manufatti di materiali sciolti (strade, rilevati, argini, terra armata o rinforzata);
- gallerie e manufatti sotterranei (ivi compresi cantine e parcheggi sotterranei);
- qualsiasi intervento che comporti la valutazione della stabilità del pendio, dei fronti di scavo e per
scavi profondi dal piano di campagna oltre 1,5 m (artt 12, 13, 14, 15 del D.P.R. 7 gennaio 1956, n.
164);
- nuovi insediamenti urbani civili o industriali; ristrutturazione di insediamenti già esistenti; reti idriche
e fognarie, reti di sottoservizi di qualsiasi tipo; ponti, strade, ferrovie ed idrovie; opere marittime e
difese costiere; aeroporti; bacini idrici artificiali e sistemi di derivazione da corsi d'acqua; sistemi di
impianti per l'estrazione di liquidi o di gas dal sottosuolo; bonifiche e sistemazione del territorio;
attività estrattive di materiali da costruzione;
- discariche e colmate;
- consolidamento dei terreni;
- ancoraggi;
- strade, ponti e viadotti (D.M. 4 maggio 1990; Circ M. LL.PP. n. 5225/1968 recante “istruzione per la
redazione dei progetti di strade”);
- condotte di qualsiasi genere (D.M. LL. PP. 12 dicembre 1985);
- costruzione di nuovi cimiteri e ampliamento di quelli esistenti, ai sensi del D.M. 10 settembre 1990,
n. 285 "Approvazione del regolamento di polizia mortuaria";
- scavi di fondazione con fronti maggiori di 1,5 m dal piano di campagna;
- aree comprese nella L.R. del 30 giugno 1989, n. 31, nel D.P.R. 8 settembre 1997, n. 357, nella L. 6
dicembre 1991, n. 394; nel D.P.R. 13 marzo 1976, n. 488, nel D. Lgs. 22 gennaio 2004, n. 42.
- emungimenti da falde idriche. Il piano di massima (art. 95 R.D. 11 dicembre 1933, n. 1775) deve
contenere una relazione geologica e una relazione idrogeologica, redatte secondo la sezione L del
D.M. 11 marzo 1988, e deve indicare specificatamente l’individuazione dei punti di prelievo

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acquedottistico in atto e potenzialmente utilizzabili nel raggio di 1 km dal punto di ricerca. Il piano di
massima è redatto da tecnico abilitato.
In particolare per gli scavi di fondazione (punto C.4.5. Scavi di fondazione del D.M. 11 marzo 1988) si
puntualizza che “Nell'esecuzione degli scavi per raggiungere il piano di posa della fondazione si deve tener
conto di quanto specificato al punto A.2, al punto D.2 ed alla sezione G”.
Per le opere di sostegno il Decreto specifica che “Nel caso di opere su pendio o prossime a pendii si deve
esaminare anche la stabilità di questi secondo quanto indicato alla sezione G”.

La relazione geologica deve necessariamente contenere uno studio sulla circolazione idrica superficiale e
sotterranea con particolare riguardo alle fenomenologie di piena interessanti i corsi d’acqua limitrofi alle zone
oggetto della progettazione e/o pianificazione.

Art. 6. - CLASSIFICAZIONE IN ZONE DEL TERRITORIO COMUNALE


Il territorio comunale è suddiviso nelle seguenti zone territoriali omogenee

ZONA OMOGENEA A: Centro Storico; individua gli ambiti del centro urbano di impianto consolidato per i
quali è previsto il recupero del patrimonio edilizio ed urbanistico esistente conformemente all’Art. 19 della L.R.
22.12.89 n. 45.

ZONA OMOGENEA B: Di completamento residenziale; individua gli ambiti del territorio, totalmente o
parzialmente edificati, diversi dalle zone A.
ZONA OMOGENEA C: Espansione residenziale; individua le parti del territorio destinate a nuovi insediamenti
a carattere prevalentemente residenziale.
ZONA OMOGENEA D: Attività produttive; individua le zone del territorio destinate ad insediamenti per
impianti produttivi, industriali, artigianali, commerciali e ad essi assimilati.
ZONA OMOGENEA E: Agricola; individua le zone del territorio destinate all’agricoltura, alla pastorizia, alla
zootecnia, all’itticoltura, alle attività di conservazione e di trasformazione dei prodotti aziendali, all’agriturismo,
alla silvicoltura ed alla coltivazione industriale del legno in conformità con le “Direttive per le Zone Agricole”,
con riguardo alle attitudini specifiche geo-pedologiche, ai fattori di rischio ed alle valenze paesistico-
ambientali.
ZONA OMOGENEA F: Turistica; individua le parti del territorio di interesse turistico con insediamenti a
carattere prevalentemente stagionale.
ZONA OMOGENEA G: Servizi Generali; individua le parti del territorio che nell’ambito della suddetta
destinazione possono essere destinate, ad es., a: Istruzione superiore, Parchi, Attrezzature sanitarie,
Autoparchi, Impianti tecnici urbani, Attrezzature ricettive e para-ricettive, Attività terziarie, etc.
ZONA OMOGENEA G/F: A funzione integrata: servizi e strutture turistiche.
ZONA OMOGENEA H: Di tutela e rispetto; Individua le parti del territorio non edificabili e pertanto da
tutelare per motivi di carattere igienico o che rivestono particolare importanza e pregio naturalistico,
geomorfologico, speleologico, archeologico, paesaggistico, ovvero di particolare interesse per la collettività,
quali ad es. le fasce di rispetto lungo le strade, i corsi d’acqua.
AREE S: Servizi Pubblici; Individua le parti di territorio destinate a soddisfare i fabbisogni di spazi pubblici
all’interno delle zone omogenee A e B.

Art. 7. - DOTAZIONE DI AREE PER SERVIZI


Secondo il disposto degli artt. 6, 7 ed 8 del Decreto dell’Assessore Regionale dell’Urbanistica n. 2266/U del
20.12.1983, la dotazione minima di aree per servizi di quartiere o di complesso insediativo è determinata in
rapporto alla destinazione urbanistica degli insediamenti così come di seguito indicato:
Per gli insediamenti residenziali, la misura minima inderogabile è di 18 mq per abitante teorico, così suddivisi:
mq 4,50 di aree per istruzione (S1): asili nido, scuole materne e scuole dell’obbligo;
mq 2,00 di aree per attrezzature di interesse comune (S2): religiose, culturali, sociali,
assistenziali, sanitarie, amministrative, per pubblici servizi (uffici P.T., protezione civile, ecc.) ed
altre;
mq 9,00 di aree per spazi pubblici attrezzati a parco, per il gioco e lo sport (S3);
mq 2,50 di aree per parcheggi pubblici (S4).

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TITOLO II - MODALITA’ DI ATTUAZIONE DEL P.U.C.

Art. 8. - STRUMENTI DI ATTUAZIONE DEL PIANO URBANISTICO COMUNALE, NORME


GENERALI
Ai sensi dell’art. 21 della L.R.45/89 e successive modifiche, le previsioni del P.U.C. si attuano con:
• Concessioni ed Autorizzazioni Edilizie;
• Piani Urbanistici Attuativi di iniziativa pubblica e privata:
- Piani Particolareggiati (art. 13 L. 1150/1942);
- Piani di Lottizzazione Convenzionata (art. 28 L. 1150/1942);
- Piani per gli Insediamenti Produttivi (art. 27 L. 865/1971);
- Piani per l’Edilizia Economica e Popolare (L. 167/1962);
Nonché con gli altri strumenti di pianificazione attuativa e programmatoria derivanti dalle leggi nazionali e
regionali in materia:
• Piano di Recupero di iniziativa pubblica o privata;
• Programmi Integrati di cui alla L.R.16/94, L.R.14/96 e L.R. 29/98;
• Accordi di programma.
Le norme e le prescrizioni di Piano immediatamente eseguibili, nonché quelle espresse dagli strumenti
attuativi, sono attuate mediante le procedure e gli atti amministrativi di cui al DPR 06.06.2001 n. 380, Testo
Unico delle disposizioni legislative e regolamentari in materia di edilizia, in quanto applicabile ai sensi della
L.R. n. 5 del 16/05/2003.

Art. 9. - PIANI PARTICOLAREGGIATI – PIANI DI RECUPERO


Negli ambiti urbani nei quali è consentito dalle presenti Norme lo strumento attuativo principale del P.U.C. è
costituito dal Piano Particolareggiato che assicura il conseguimento delle finalità stabilite dallo strumento
generale ed il rispetto delle regole da questo fissate per gli interventi di trasformazione urbanistico-edilizia.
Le norme specifiche per le singole sottozone fisseranno l’unità minima di intervento per il P.P. e le eventuali
condizioni speciali da rispettare.
Il Piano Particolareggiato dovrà contenere i seguenti elaborati:
• Planimetria generale in scala 1:2000 con indicazione del comparto oggetto del P.P.;
• Estratto mappa catastale, con tutte le indicazioni atte ad individuare gli immobili interessati dal P.P.;
• Planimetria dello stato dei luoghi, in scala opportuna e comunque non inferiore a 1:500, sullo stato di
fatto dei luoghi e degli edifici esistenti, comprese le indicazioni dei caratteri tipologici e funzionali e la
descrizione delle condizioni statiche degli stessi;
• Planimetria in scala non inferiore a 1:500 rappresentante lo stato di fatto delle infrastrutture tecnologiche
esistenti, della viabilità e dell’arredo urbano comprese le indicazioni sui materiali e sullo stato di
conservazione;
• Stralcio dello strumento urbanistico generale con la zonizzazione e l’indicazione delle infrastrutture e
servizi programmati;
• Servizio fotografico illustrante lo stato di fatto;
• Planimetrie di progetto, in scala non inferiore a 1:500, contenenti le soluzioni progettuali di assetto
urbanistico-edilizio, le unità minime di intervento e le categorie di intervento previste per i singoli immobili
e per le infrastrutture;
• Profili regolatori degli edifici (solo per le zone A e B), in scala non inferiore a 1:200, con la
rappresentazione dello stato attuale e delle variazioni previste dal Piano sulla configurazione dei prospetti;
• Planimetrie in scala non inferiore a 1:200, relative alla soluzione progettuale per gli immobili soggetti a
modificazioni strutturali e funzionali e per quelli di nuova edificazione (solo per le zone A e B);

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• Modello tridimensionale del comparto soggetto a P.P. con evidenziate le soluzioni progettuali di assetto
complessivo;
• Norme tecniche di attuazione con la previsione in dettaglio delle categorie operative di intervento,
tipologie architettoniche, abaco dei tipi edilizi, dei materiali, dei colori e delle finiture;
• Relazione generale tecnico-illustrativa;
• Relazione storica e planimetria storico-catastale al fine di illustrare l’evoluzione delle trasformazioni
urbanistico-edilizie (solo per le zone A e B);
• Relazione geologica e geotecnica;
• Piano Particellare con la tabella di attribuzione delle superfici, dei volumi e dell’imponibile catastale.
Al fine di recuperare il patrimonio edilizio vetusto da rinnovare per uso residenziale e servizi connessi si potrà
intervenire mediante Piano di Recupero ai sensi del Titolo IV della L. n. 457 del 05.08.1978 e dell’art. 34 della
L.R. n. 23 del 11.10.1985.
I Piani di Recupero, ai sensi dell’art. 27 della L. n. 457/78, sono ammessi per le zone omogenee A2, B1 e E4/B,
come individuate nella cartografia di Piano.
I Piani di Recupero di iniziativa pubblica a cura del Comune potranno essere attuati in conformità e nei casi
previsti dall’art. 28 della L. n. 457/78, 5° comma, lett. B), punti 1, 2 e 3.
I Piani di Recupero di iniziativa privata dovranno essere proposti dai proprietari di immobili e di aree
rappresentanti, in base all’imponibile catastale, almeno i ¾ del valore degli immobili interessati, da soli o
riuniti in consorzio volontario od in cooperativa.
L’unità minima di intervento per proporre il Piano di Recupero è costituita di norma da un intero isolato. Per le
sole zone A, l’unità minima di intervento potrà essere costituita dal singolo edificio concluso ed integrato dalle
sue pertinenze quali porticati, cortili, rustici, ecc. o in alternativa dalle aree libere o comunque divenute tali in
seguito ad interventi di demolizione regolarmente autorizzate e conformi alla normativa di zona.
Nell’ambito di Piani di Recupero, aventi per oggetto più fabbricati ricadenti in sottozone differenti ma
contermini (escluse le zone A), l’Amministrazione ha facoltà di accettare la parziale o totale demolizione di
edifici, anche superando le specifiche norme di zona, se tale procedura conduce ad un miglior inserimento
urbanistico della soluzione proposta.
Sotto il profilo volumetrico, il Piano di Recupero potrà sviluppare progettualmente tutta la volumetria esistente
sull’area cui il piano si riferisce, integrata con le singole possibilità offerte dalle norme di zona eventualmente
ricadenti all’interno del Piano stesso.
In alternativa il proponente potrà optare, se lo riterrà più favorevole, per un intervento che sviluppi nel
complesso la somma delle volumetrie derivanti dall’applicazione dei rispettivi indici imputabili a ciascuna zona
omogenea che entri a far parte del Piano di Recupero.
Nell’ambito del suddetto Piano di Recupero che dovesse interessare differenti zone o sottozone omogenee,
sempre a giudizio dell’Amministrazione Comunale, possono essere superate e derogate le singole prescrizioni
di zona inerenti la rigorosa ripartizione proporzionale dei volumi, le altezze, i distacchi, i rapporti di copertura,
il numero dei piani, se questo dovesse motivatamente condurre ad una soluzione urbanistico-architettonica
più funzionale e rispondente alle attuali esigenze di vita sia pur nel quadro di riferimento espresso dalla
tradizione locale, sempre nel rispetto dei limiti previsti dal D.A. 2266/U/1983.
Per gli immobili oggetto di Piano di Recupero sono consentite le destinazioni d’uso così come previste dall’Art.
13 delle presenti Norme.
La percentuale delle differenti destinazioni d’uso proposte, deve risultare in apposito atto d’obbligo registrato
e deve essere mantenuta per un quinquennio. L’intervento comunque articolato, dovrà mirare ad integrare la
funzione residenziale con quella dei servizi connessi alla residenza e con gli eventuali servizi pubblici.
Gli elaborati del Piano di Recupero dovranno essere gli stessi previsti per i Piani Particolareggiati già specificati
nel presente articolo.
In presenza di Piano Particolareggiato o di Recupero vigenti, nella zona omogenea A si potrà intervenire con
gli strumenti previsti dall’art. 4 della L.R. n. 29 del 13.10.1998.

Art. 10. - PIANI DI LOTTIZZAZIONE


Il piano di lottizzazione sarà corredato dai seguenti elaborati:
• Estratto autentico di mappa non antecedente ai sei mesi, con tutte le indicazioni atte all’individuazione
della località interessata dal Piano.
• Planimetria dello stato di fatto dei luoghi, in scala opportuna, con su riportate: le proprietà confinanti, il
rilievo altimetrico e planimetrico sia del terreno che dei fabbricati esistenti, localizzazione di alberature
rilevanti, di manufatti, di impianti particolari quali canali, linee elettriche, acquedotti, ecc. e comunque di
tutti i dati necessari per rappresentare lo stato di fatto della zona.

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• Stralcio dello strumento urbanistico con la zonizzazione e l’indicazione delle infrastrutture e servizi
esistenti e programmati.
• Planimetria generale dell’intero territorio oggetto del Piano di insediamento nel rapporto di scala minimo
di 1:1.000 riportante:
- La rete viaria automobilistica e pedonale con assi stradali e raggi di curvatura;
- La delimitazione delle aree destinate ai servizi, al verde pubblico ed ai parcheggi;
- La posizione di tutti gli edifici pubblici e privati con le relative altezze e l’indicazione delle loro
destinazioni.
• Planimetria in scala non inferiore ad 1:500 con l’inserimento delle volumetrie esistenti ed in progetto.
• Tabelle riassuntive delle superfici e dei volumi previsti e dei relativi indici urbanistici.
• Tipi edilizi e sezioni stradali tipo in scala minima 1:200.
• Planimetria in scala non inferiore a 1:1.000 con lo schema degli impianti tecnologici previsti a servizio
della lottizzazione e con l’indicazione degli allacci di questi alle infrastrutture esistenti.
• Una relazione generale, dettagliata, illustrante il piano di lottizzazione e contenente:
- l’impostazione urbanistica del progetto con la dimostrazione del rispetto dei limiti e dei rapporti stabiliti
dalle norme vigenti;
- i dati tecnici con particolare riferimento agli impianti tecnologici ed alle opere di urbanizzazione;
- le tipologie edilizie con particolare riferimento alle caratteristiche architettoniche e di finitura prevista;
- le norme tecniche per la realizzazione degli interventi edilizi, con precisazione dei distacchi, degli indici
di edificabilità, delle altezze;
- computo metrico estimativo sommario delle opere di urbanizzazione per la definizione degli importi
fidejussori;
- quadro economico riassuntivo.
• Relazione geologica e relazione geotecnica contenenti: indagini sui terreni e sulle rocce, stabilità dei
pendii naturali e delle scarpate, i criteri generali e le prescrizioni per la progettazione, l’esecuzione e il
collaudo delle opere di sostegno delle terre e delle opere di fondazione, se e in quanto previste dalle
vigenti normative e specificatamente dal D.M.LL.PP. 11.3.1988.
• Schema di convenzione.
• Ove richiesto, la Valutazione di Compatibilità Ambientale di cui all’Art. 12 delle presenti Norme, dovrà
provvedere alla predisposizione di elaborati, plastici e simili per la simulazione degli effetti dell’iniziativa
sul paesaggio e la rappresentazione delle altre possibili localizzazioni considerate.
L’autorizzazione per la Lottizzazione è rilasciata dal Dirigente, previa delibera del Consiglio Comunale e
secondo le procedure previste dalla L.R. n. 45/89 e successive modificazioni ed integrazioni. Alle procedure di
lottizzazione si applicano i disposti di cui agli Art. 3 e 5 della L.R. 1 Luglio 1991 n. 20.
Qualora uno o più proprietari dei terreni, inclusi nelle zone omogenee citate e soggette ad obbligo di
lottizzazione, dimostrino che non esiste la possibilità di predisporre un Piano di Lottizzazione nei modi previsti
dal P.U.C., a causa del mancato assenso degli altri proprietari, previo assenso della Amministrazione
comunale, possono predisporre uno studio urbanistico esteso all’intera zona, ai sensi della L. R. n. 20/91 che
potrà pertanto essere attuato per stralci.
L’autorizzazione a lottizzare e la conseguente concessione ad edificare nell’ambito del piano di lottizzazione è
subordinata alla stipula della convenzione di lottizzazione, da trascriversi a cura del proprietario o dal suo
rappresentante legale, che preveda:
1) La cessione gratuita, entro i termini stabiliti in convenzione, delle aree per le opere di
urbanizzazione primaria e secondaria indicate nel Piano di Lottizzazione;
2) La realizzazione, a carico del lottizzante, delle opere di urbanizzazione primaria e la
corresponsione da parte del lottizzante o degli aventi titolo alla concessione, degli oneri di
urbanizzazione secondaria nella misura deliberata dal Consiglio Comunale;
3) I termini, non superiori ai 10 anni, entro i quali deve essere ultimata l’esecuzione delle opere di
urbanizzazione;
4) Congrue garanzie finanziarie per l’adempimento degli obblighi derivanti dalla convenzione.

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Lo schema di convenzione deve essere approvato con deliberazione Consiliare nei modi e nelle forme di legge.
Il rilascio delle concessioni edilizie nell’ambito dei singoli lotti è subordinato ad esplicito impegno sulla
contemporanea esecuzione delle opere di urbanizzazione primaria relative ai lotti stessi.
Il Sindaco e il Dirigente hanno facoltà di invitare i proprietari delle aree, ricadenti in zona soggetta a Piano di
Lottizzazione, a formare il Piano Attuativo delle stesse, assegnando un termine di 30 giorni per dichiarare se
intendono aderire ed un termine di 120 giorni per presentare il progetto e lo schema di convenzione.
Se essi non aderiscono il Comune provvede alla Lottizzazione d’Ufficio.
Il progetto di lottizzazione, approvato con le modifiche che l’Amministrazione ritenga di apportare, è notificato
ai proprietari delle aree con l’invito ad adempiere alle previsioni di Piano stipulando la Convenzione.
In caso di inerzia degli interessati l’Amministrazione può procedere alla espropriazione delle aree necessarie
per dare ordinata attuazione al P.U.C.

Art. 11. - PIANI PER L’EDILIZIA ECONOMICA E POPOLARE – PIANI PER GLI
INSEDIAMENTI PRODUTTIVI
Il Comune può attivare quale strumento attuativo il Piano di Zona per l’edilizia economica e popolare di cui
alla L. n. 167 del 18.04.1962 e successive modifiche. Nell’ambito del Piano di Zona L. 167 è consentita la
previsione di attività produttive e terziarie convenzionate purché compatibili e commisurate con la residenza.
Gli elaborati del P.d.Z. saranno quelli previsti per i Piani di Lottizzazione.
Il Comune potrà dar luogo al Piano per gli Insediamenti Produttivi di cui alla L. n. 865 del 22.10.1971 e
successive modificazioni.
Gli elaborati del P.I.P. saranno quelli previsti per i Piani Particolareggiati e Piani di Lottizzazione
Convenzionata.

Art. 12. - STUDIO DI COMPATIBILITA’ PAESISTICO AMBIENTALE


Lo Studio di Compatibilità Paesistico Ambientale, riportato negli elaborati del P.U.C. elencati al precedente
articolo 2, ha le finalità e trova principale fondamento normativo nelle esigenze di salvaguardia ambientale da
assicurarsi con gli strumenti di pianificazione attuativa, per i quali rappresenta il quadro normativo di
riferimento e tutela.
Per i casi previsti, la fattibilità tecnica dei progetti, piani e programmi, suscettibili di esercitare un rilevante
impatto paesistico-ambientale deve svolgersi all’interno delle linee-guida indicate dallo Studio di Compatibilità
Paesistico Ambientale allegato al P.U.C., raccolto negli elaborati F di cui all’Art. 2 delle presenti Norme e dalle
modalità relative alla predisposizione dei piani e dei progetti.
Eventuali proposte alternative dovranno risultare esaurientemente giustificate e documentate sulla base di
una Valutazione di Compatibilità Ambientale da allegare al Piano Attuativo. Tali proposte dovranno essere
comunque finalizzate al massimo livello di compatibilità rispetto alle risorse paesistico-ambientali e tali da
scongiurare eventuali rischi per lo stato della risorsa ritenuta meritevole di tutela e valorizzazione.

Devono essere sottoposti a preventiva Valutazione di Compatibilità Ambientale:


1) tutti i nuovi piani attuativi del P.U.C. e specificatamente quelli relativi ad insediamenti turistico-residenziali
o turistico-ricettivi ricadenti nella fascia dei 2000 m dal mare;
2) i piani attuativi di razionalizzazione dei preesistenti insediamenti turistici anche all’aria aperta;
3) gli interventi di razionalizzazione delle strutture alberghiere definiti ai sensi dell’Art. 10-bis 2°c. lettera h
della L.R. 23/93 che ha modificato e riscritto la L.R. 45/89;
4) gli interventi rilevanti di bonifica agraria ed agricolo-produttivi appresso elencati:
• rilevanti infrastrutture idrauliche;
• opere di regimazione dei corsi d’acqua;
• impianti di acquicoltura;
• trasformazioni agrarie di tipo intensivo a carico di terreni certamente incolti o seminaturali;
• primi rimboschimenti a carattere produttivo o di riforestazione;
• impianti di allevamento di carattere intensivo di qualsiasi tipo come previsti nelle direttive per le
zone agricole.
5) le opere pubbliche non ricomprese nell’elenco di cui al D.P.C.M. 27.12.1988 ed in particolare: opere
stradali ed aero-portuali, opere portuali e strutture funzionali, opere finalizzate al soddisfacimento del
bisogno idrico regionale, depuratori consortili.
Sono invece esclusi da tale obbligo:
1) le opere pubbliche o di preminente interesse pubblico di livello locale;

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2) ogni altro intervento anche di ristrutturazione delle strutture murarie, impianti e prospetti di
preesistenti manufatti edilizi che non riguardino modifiche di destinazione d’uso e non comportino
maggiorazioni delle superfici utili residenziali, salvo gli aumenti superficiali e di volume necessari nei
limiti ed in conformità alle prescrizioni ed alle norme di piano;
3) ogni realizzazione di essenziali dotazioni di servizio o l’abbattimento di eventuali barriere
architettoniche;
In tutti i casi in cui è prescritta la Valutazione di Compatibilità Ambientale, i soggetti proponenti, sia pubblici
che privati, debbono inviare all’Amministrazione comunale a corredo della proposta, tutti gli elaborati di
indagine indicati negli allegati del P.U.C. di cui all’Art. 2 delle presenti Norme ed ulteriori elaborati che
descrivano, in una scala di maggior dettaglio rispetto agli elaborati dello Studio di Compatibilità Paesistico
Ambientale del P.U.C..
Di seguito si riportano le linee guida per la predisposizione della Valutazione di Compatibilità Ambientale.

QUADRO DI RIFERIMENTO PROGETTUALE

• Le caratteristiche tecniche del progetto con l’indicazione delle aree interessate in fase di costruzione e
delle modalità di occupazione (scavi, decorticamenti, formazione di piste, recinzioni, baraccamenti ed
opere di cantiere in genere);
• Il complesso delle norme tecnico-costruttive, edilizio-urbanistiche, le prescrizioni di carattere vincolistico o
gestionale (quali vincoli paesaggistici, naturalistici, archeologici, idrogeologici, etc.);
• Le motivazioni tecniche delle scelte progettuali anche in relazione alle ricadute economiche ed
occupazionali;
• Le eventuali alternative sia dell’intervento che di ubicazione.

QUADRO DI RIFERIMENTO AMBIENTALE

• Descrizione del sito e dell’area vasta e descrizione analitica dei tematismi trattati negli elaborati del
P.U.C.;
• Dimostrazione della sostenibilità dei sito interessato rispetto agli usi proposti dal progetto in termini di
sistema ambientale e di suscettività d’uso dei suoli;
• Stima degli impatti accettabili indotti dall’opera proposta sul sistema ambientale;
• Indicazione dei possibili rimedi per minimizzare l’impatto sul sistema ambientale e per il mantenimento
delle condizioni d’uso e di fruizione del territorio preesistenti.

QUADRO DI RIFERIMENTO PAESISTICO

• Illustrazione grafica degli effetti dell’opera proposta sul paesaggio;


• Simulazione tridimensionale dell’opera proposta su base fotografica;
• Individuazione e descrizione delle misure compensative degli effetti negativi sul paesaggio eventualmente
indotti anche nella fase di realizzazione dell’opera, tenuto conto innanzi tutto delle prescrizioni di corretto
inserimento paesistico-ambientale previste nelle presenti Norme.

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TITOLO III - DESTINAZIONI D’USO PREVISTE

Art. 13. - DESTINAZIONI D’USO DEGLI IMMOBILI NELLE ZONE RESIDENZIALI


La destinazione degli immobili nelle zone territoriali omogenee A, B e C, è consentita, salvo quanto
diversamente disposto per ciascuna singola sottozona, per le seguenti:

1) ABITAZIONI - Gli edifici per l’abitazione con gli spazi privati e condominiali.
2) STUDI PROFESSIONALI - Comprendono attività terziarie a carattere prevalentemente privato che non
comportano un rilevante afflusso di pubblico (studi professionali, attività terziarie varie...).
3) AUTORIMESSE AD USO PUBBLICO E PARCHEGGI - Comprendono autorimesse entro e fuori terra, con
annessi spazi tecnici e di servizio, piccole officine e lavaggi auto.
4) ATTIVITÀ COMMERCIALI AL DETTAGLIO – Gli esercizi commerciali di tipo alimentare e non alimentare al
dettaglio, sono, classificati, ai fini dell’autorizzazione commerciale, come esercizi di vicinato (superficie di
vendita fino a 250 mq), medie strutture di vendita (superficie di vendita tra 250 mq e 2500 mq) e grandi
strutture di vendita (superficie di vendita oltre 2500 mq). È classificato centro commerciale una media o
grande struttura di vendita nella quale più esercizi commerciali sono inseriti in una struttura a
destinazione specifica e usufruiscono di infrastrutture comuni e di spazi di servizio gestiti unitariamente.
Per superficie di vendita di un centro commerciale si intende quella risultante dalla somma delle superfici
di vendita degli esercizi al dettaglio in esso presenti. Nei locali commerciali sono compresi oltre le
superfici di vendita anche gli spazi per servizio, per magazzino, gli spazi tecnici e gli uffici nei limiti del
30% della superficie lorda complessiva.
5) ATTIVITÀ COMMERCIALI ALL’INGROSSO – Magazzini e depositi, di tipo alimentare e non alimentare, per
la vendita all’ingrosso con rigorosa esclusione di attività commerciali al dettaglio. Nei magazzini sono
compresi oltre le superfici di vendita anche gli spazi per servizio, per modesti processi di trattamento delle
merci strettamente complementari, gli uffici e gli spazi tecnici. E’ ammessa la presenza di un alloggio per
il personale di custodia.
6) PUBBLICI ESERCIZI - Comprendono ristoranti, trattorie, bar, sale di ritrovo, ecc.
7) UFFICI - Comprendono gli uffici e le attività terziarie che comportano un rilevante afflusso ed una
presenza continuativa di pubblico (attività amministrative, direzionali, assicurazioni, ecc.), con annessi
spazi tecnici e di servizio.
8) STRUTTURE RICETTIVE - Comprendono le strutture alberghiere e para-alberghiere, con annessi parti di
servizio, di soggiorno e ritrovo.
9) LOCALI DI RIUNIONE E SPETTACOLO - Comprendono cinema, teatri, centri congressi, locali da ballo, sale
di ritrovo, con annessi spazi tecnici e di servizio.
10) ATTREZZATURE CULTURALI - Comprendono sale mostre, esposizioni, centri culturali, con annessi spazi
tecnici e di supporto.
11) ATTREZZATURE SOCIO-SANITARIE - Comprendono ambulatori, servizi per disabili, laboratori analisi, etc.,
compresi gli spazi di servizio e supporto necessari.
12) ATTIVITÀ ARTIGIANALI NON MOLESTE - Comprendono le attività artigianali anche esercitate in forma
societaria e quindi giuridicamente inquadrate come industria, che non risultino moleste né dannose per la
pubblica incolumità, non rechino pregiudizio all’igiene ed al decoro dei fabbricati, non necessitino di
specifiche esigenze specie depurative incompatibili con le reti tecnologiche degli ambiti residenziali.
13) VERDE PUBBLICO
14) VERDE PRIVATO
In caso di presenza di usi non specificatamente previsti nel presente sub-articolo, si procederà per analogia
coi suddetti usi purché producano analoghi effetti sui servizi e sul sistema urbano, con particolare riguardo ai
parcheggi.
Per le destinazioni d’uso indicate ai precedenti punti 4, 5, 9 e 12, qualora gli interventi superino una superficie
utile Su di 1.500 mq, è ammesso un alloggio custode avente Su non maggiore di 110 mq.
La destinazione d’uso degli immobili ricadenti in zona A, B, C, è specificatamente esclusa per:
• Attività industriali di qualsiasi genere, attività artigianali moleste.

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• Ricoveri di animali e macelli;
• Strutture sanitarie di ospedalizzazione;
• Depositi all’aperto.

Art. 14. - PARCHEGGI IN ZONE RESIDENZIALI


Salvo quanto eventualmente specificato per ogni singola sottozona omogenea, nelle nuove costruzioni ed
ampliamenti ricadenti in zona A e B, le destinazioni d’uso indicate nell’Art. 13 da 4) a 11) e la destinazione 12)
qualora abbia Superficie utile maggiore di 100 mq, sono consentite a condizione che risulti disponibile uno
spazio, escluse le sedi viarie, di estensione pari a 40 mq per ogni 100 mq di superficie lorda di pavimento, di
cui almeno 20 mq destinati a parcheggio in aggiunta a quelli prescritti dall’Art. 2 comma 2 Legge 24/3/89
n.122.
Salvo quanto eventualmente specificato per ogni singola sottozona omogenea, tale disponibilità di parcheggi è
richiesta anche per le costruzioni esistenti, in caso di loro trasformazione per gli usi previsti all’Art. 13 ai punti
da 4) ad 11) e la destinazione 12) qualora abbia Superficie utile maggiore di 100 mq.

Art. 15. - DESTINAZIONI D’USO NELLE ZONE D


Salvo le disposizioni specifiche di ciascuna sottozona, le destinazioni d’uso ammissibili sono le seguenti:

1) ATTIVITÀ ARTIGIANALI COMPATIBILI ED INCOMPATIBILI CON LA RESIDENZA


2) ATTIVITÀ ABITATIVE STRETTAMENTE NECESSARIE PER LA CUSTODIA
3) PUBBLICI ESERCIZI STRETTAMENTE NECESSARI PER IL SUPPORTO DELLE ATTIVITÀ DI ZONA
4) AUTORIMESSE E PARCHEGGI AD USO PUBBLICO
5) MOSTRE
6) ATTIVITÀ COMMERCIALI AL DETTAGLIO ED ALL’INGROSSO ANCHE ORGANIZZATE COME CENTRI
COMMERCIALI
7) SERVIZI TECNICI URBANI
8) VERDE PUBBLICO
9) VERDE PRIVATO

Art. 16. - DESTINAZIONI D’USO ED ATTIVITÀ CONSENTITE NELLE ZONE E


Salvo le disposizioni specifiche di ciascuna sottozona, le destinazioni d’uso ammissibili degli immobili sono le
seguenti:

1) FABBRICATI ED IMPIANTI CONNESSI ALLA CONDUZIONE AGRICOLA DEL FONDO


2) FABBRICATI PER AGRITURISMO
3) FABBRICATI PER IL RECUPERO TERAPEUTICO DEI DISABILI E DEL DISAGIO SOCIALE
Salvo le disposizioni specifiche di ciascuna sottozona, nonché le disposizioni di legge vigenti in materia, le
attività consentite sono le seguenti:

• ATTIVITÀ COLTURALI ERBACEE ED ARBOREE


• ATTIVITÀ FORESTALI
• ACQUACOLTURA
• ALLEVAMENTO TRADIZIONALE OVI-CAPRINO, BOVINO, SUINO ED EQUINO
• ALLEVAMENTO INTENSIVO OVI-CAPRINO, BOVINO, SUINO ED EQUINO
• ALTRI ALLEVAMENTI CONVENZIONALI (APICOLTURA, ELICICOLTURA, CUNICOLICOLTURA, SPECIE
SELVATICHE AUTOCTONE, ECC.)
• ALTRI ALLEVAMENTI NON CONVENZIONALI (SPECIE NON AUTOCTONE)

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Art. 17. - DESTINAZIONI D’USO NELLE ZONE F
Salvo le disposizioni specifiche di ciascuna sottozona, le destinazioni d’uso ammissibili sono le seguenti:

1) RESIDENZE TURISTICHE
2) AZIENDE RICETTIVE ALBERGHIERE: ALBERGHI E VILLAGGI-ALBERGO, RESIDENZE TURISTICHE-
ALBERGHIERE
3) AZIENDE RICETTIVE ALL’ARIA APERTA: VILLAGGI TURISTICI E CAMPEGGI
4) SERVIZI TURISTICI COMPRENDENTI:
• ATTIVITÀ COMMERCIALI ANCHE NELLA FORMA DI PICCOLI CENTRI COMMERCIALI
• ATTIVITÀ ARTIGIANALI NON MOLESTE
• UFFICI E SERVIZI PUBBLICI E DEL TERZIARIO
• PUBBLICI ESERCIZI E RISTORANTI
• PARCHEGGI AD USO PUBBLICO
• SERVIZI TECNICI URBANI
5) VERDE ATTREZZATO
6) VERDE DI RISPETTO
La definizione delle aziende ricettive è quella contenuta nella L.R. 22/84 e successive modifiche e integrazioni.

Art. 18. - DESTINAZIONI D’USO NELLE ZONE G


Salvo le disposizioni specifiche di ciascuna sottozona, le destinazioni d’uso ammissibili sono le seguenti:

1) ATTREZZATURE AMMINISTRATIVE DI QUALSIASI GENERE


2) ATTREZZATURE SOCIO-SANITARIE MAGGIORI
3) UFFICI E SERVIZI PER IL TERZIARIO
4) ATTIVITÀ RICETTIVE DI TIPO ALBERGHIERO E SERVIZI ANNESSI
5) ISTRUZIONE SUPERIORE
6) ATTIVITÀ COMMERCIALI AL DETTAGLIO ANCHE ORGANIZZATE NELLA FORMA DI CENTRI COMMERCIALI
7) PUBBLICI ESERCIZI E RISTORANTI
8) STUDI PROFESSIONALI E PICCOLI UFFICI
9) ATTREZZATURE CULTURALI
10) AUTORIMESSE E PARCHEGGI AD USO PUBBLICO
11) SERVIZI TECNICI URBANI
12) VERDE PUBBLICO
13) VERDE PRIVATO

Art. 19. - DESTINAZIONI D’USO ED ATTIVITÀ CONSENTITI NELLE ZONE H


Per le sottozone non edificabili per motivi di carattere paesaggistico-ambientale o di particolare interesse per
la collettività, le destinazioni d’uso sono quelle compatibili con la primaria esigenza di tutela del territorio
connesse allo svolgimento in particolare delle seguenti attività:

• ATTIVITÀ SCIENTIFICHE
• ATTIVITÀ DI FRUIZIONE NATURALISTICA E CULTURALE
• ATTIVITÀ AGRICOLE E ZOOTECNICHE DI TIPO TRADIZIONALE, ACQUACOLTURA COMPATIBILI
• OPERE DI DIFESA E DI RIPRISTINO AMBIENTALE

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• OPERE PUBBLICHE O DI PREMINENTE INTERESSE PUBBLICO
Pertanto sono ammesse le seguenti destinazioni d’uso per gli immobili:

6) INFRASTRUTTURE LEGGERE FINALIZZATE ALLA FRUIZIONE (SENTIERI, SEGNALI, PUNTI BELVEDERE,


CAPANNI DI OSSERVAZIONE E DI SOMMINISTRAZIONE ALIMENTI)
7) RECUPERO DELLE STRUTTURE ESISTENTI CON RIFERIMENTI TIPOLOGICI TRADIZIONALI
8) USI RICREATIVI E DI ACCESSO AL MARE
9) ATTREZZATURE PUBBLICHE

Art. 20. - NORME GENERALI RELATIVA ALL’USO DI IMMOBILI COMMERCIALI


Con Deliberazione della Giunta Regionale del 29 dicembre 2000, n. 55/108 vengono adottati gli artt. 4 e 5,
comma 1, 11, 12, 13 e 14, del D.P.C.M. del 06/10/2000, che hanno come oggetto: intervento sostitutivo nei
confronti della Regione Sardegna per il mancato esercizio delle funzioni amministrative conferite con il Decreto
Legislativo n. 114 del 31/03/1998, art. 31, comma 1.
Nella Delibera vengono individuati dei criteri urbanistici relativi al settore commerciale, al fine di conseguire i
seguenti obiettivi:

1. individuazione delle aree destinate agli insediamenti commerciali, con particolare riferimento alle MSV e
GSV (medie e grandi strutture di vendita);
2. definizione dei limiti a cui sono sottoposti:
• gli insediamenti commerciali in relazione alla tutela dei beni artistici, culturali ed ambientali,
nonché dell’arredo urbano;
• le imprese commerciali nei centri storici e nelle località di particolare interesse artistico e
naturale.
3. fissare i vincoli di natura urbanistica, con particolare riguardo alla disponibilità di spazi pubblici o ad uso
pubblico ed alla dotazione di parcheggi;
4. regolamentare la correlazione dei procedimenti di rilascio delle autorizzazioni commerciali ed edilizia
(laddove si prevedano interventi edilizi) per le MSV e GSV.
Per i punti 2. e 4. si rimanda al D.P.C.M. del 6/10/2000, rispettivamente agli art. 7 e 8 e al comma 8 dell’art.
10.
I punti 1. e 3. sono trattati ai punti seguenti delle presenti Norme.

20.1. Criteri per l’individuazione delle aree da destinare agli insediamenti commerciali
I criteri si differenziano sulla base dei seguenti elementi:

• settore merceologico (alimentare o non alimentare);


• tipologia di struttura commerciale (Esercizio singolo o Centro Commerciale);
• superficie di vendita della struttura commerciale;
• dimensione demografica del Comune (Comuni con un numero di abitanti inferiore o superiore alle
10.000 unità);
• zonizzazione prevista negli strumenti urbanistici vigenti; a tal riguardo si precisa che alle zone A sono
equiparate le aree, gli immobili di particolare pregio storico, archeologico, artistico o ambientale,
individuate dai Comuni in applicazione dell’art. 7, comma 1 del D.P.C.M. 6/10/2000.
I criteri definiscono la “compatibilità” tra le caratteristiche delle strutture commerciali (definite in base a:
settore merceologico, tipologia, superficie di vendita SV) e le caratteristiche urbanistico/insediative delle aree
di attuale o nuova localizzazione (in funzione della zona omogenea e delle dimensioni del Comune).
In particolare per i Comuni con meno di 10.000 abitanti si applicano le disposizione contenute nella seguente
tabella:

13
Esercizi singoli esclusivamente Alimentari
SV≤100 mq Ammissibili
SV≥100 mq Non ammissibili
Esercizi singoli Misti (Alimentari + Non Alimentari)
Zona A

SV≤150 mq Ammissibili
SV≥150 mq Non ammissibili
Esercizi Non Alimentari (esercizi singoli o centri comm.)

Non ammissibili

Alimentari e Non Alimentari (esercizi singoli o centri comm.)

SV≤1500 mq Ammissibili
Zona
B

SV≥1500 mq Non ammissibili

Esercizi singoli prevalentemente o esclusivamente Alimentari


1500 mq≤SV≤2500 mq Ammissibili
SV<1500 mq e SV>2500 mq Non ammissibili

Centri commerciali prevalentemente o esclusivamente Aliment.


Zona D

Non ammissibili

Prevalentemente o esclusivamente Non Alimentari


(esercizi singoli o centri commerciali)

Ammissibili

Esercizi singoli Alimentari - Esercizi singoli Non Alimentari


SV≤1500 mq Ammissibili
SV≥1500 mq Non ammissibili
Centri commerciali prevalentemente o
esclusivamente Alimentari
SV≤1500 mq Ammissibili
SV≥1500 mq Non ammissibili
Zona F

Centri commerciali prevalentemente o


esclusivamente Non Alimentari

SV≤1500 mq Ammissibili
SV≥1500 mq Non ammissibili

Prevalentemente o esclusivamente Non Alimentari


(esercizi singoli o centri commerciali)

Ammissibili

14
A chiarimento di quanto stabilito dall’abaco delle compatibilità sopra riportato si precisa, per le diverse zone
omogenee, quanto riportato di seguito:

ZONE A
Nelle Zone A è consentita l’apertura, il trasferimento e l’ampliamento esclusivamente di:
• EV (è prevista un’ulteriore limitazione di superficie di vendita massima pari a 100 mq per gli esercizi
esclusivamente alimentari);
• MSV (nella forma di esercizi singoli o centri commerciali) non alimentari al cui interno possano
coesistere strutture alimentari con superfici di vendita inferiori ai 100 mq realizzate in immobili di
pregio esclusivamente a seguito di trasferimenti, concentrazioni o ampliamenti.
I criteri di programmazione urbanistica riferiti al settore del commercio hanno come fine i seguenti obiettivi:
(a) salvaguardare e valorizzare l’offerta commerciale di tipo diffuso, cui si riconosce alta valenza sociale
sotto i profili occupazionale, delle relazioni sociali, della valorizzazione ed animazione del tessuto
urbano;
(b) impedire la realizzazione di medi e grandi attrattori di mobilità veicolare, quali si qualificano le Medie e
GSV Alimentari; ciò anche in relazione alla struttura viabilistica nelle zone A ed all’oggettiva difficoltà di
rispettare in esse gli standard di dotazione di parcheggio per la clientela previsti per tali tipologie di
strutture;
(c) favorire la riqualificazione di immobili di pregio, grazie all’insediamento in essi di MSV esclusivamente
non alimentari; si rileva che, diversamente dalle Alimentari, queste strutture di vendita non implicano
necessariamente una prevalente modalità di accesso del cliente “con auto”: pertanto, qualora esse
risultino localizzate in zone pedonali o a traffico limitato, non è richiesta una dotazione di parcheggi alla
clientela né di aree pertinenziali per la movimentazione delle merci.
Le limitazioni sono le seguenti:
• obbligo di realizzare le MSV esclusivamente non alimentari soltanto in immobili di pregio;
• possibilità di realizzare le MSV esclusivamente non alimentari soltanto mediante trasferimenti,
concentrazioni o ampliamenti, costituiscono i soli criteri (riferiti alle zone A) aventi carattere di indirizzo.
Nella zona omogenea A devono essere rispettate le normative relative alla tutela del patrimonio storico e
ambientale in essa presenti. In particolare sono proibiti gli ampliamenti delle aperture (finestre, ingressi e
similari di qualsiasi natura esistenti sulla muratura), sia che prospettino su spazi pubblici che privati.
Eventuali nuove aperture potranno essere consentite purché rispettino le dimensioni delle aperture presenti
nell’edificio e vengano sottoposte alla valutazione dell’Amministrazione Comunale in coerenza con gli indirizzi
del Piano Attuativo.
A questo scopo dovranno essere presentati i prospetti interessati dalle modifiche ed i prospetti degli edifici
adiacenti e frontalieri.
Le insegne devono essere conformi alle tipologie proposte nel Regolamento Edilizio del Piano Particolareggiato
del centro storico; nel caso di mancanza di regolamentazione devono adeguarsi alle tipologie presenti ed
essere congruenti con il periodo di realizzazione dell’immobile interessato alla modifica.
Negli allacciamenti dei servizi, quali acqua, luce, telefono e simili, non sono consentiti vani per contatori con
sportelli prospicienti la pubblica via.

ZONE B
Nelle Zone B è consentito l’apertura, il trasferimento e l’ampliamento esclusivamente di EV e di MSV alimentari
e non alimentari nella forma di esercizi singoli o centri commerciali.
Si esclude la presenza di:
• GSV Alimentari, poiché la natura di zone residenziale sature delle Zone B non configura l’esistenza di
condizioni ottimali (sotto il profilo topologico e viabilistico) per la realizzazione di tali grandi attrattori di
traffico; la diversificazione dell’offerta commerciale nel settore alimentare (presenza della grande
distribuzione) in tali zone è conseguibile mediante supermercati di idonea potenzialità;
• GSV Non Alimentari, obiettivo centrale in tale comparto è raggiungere obiettivi di razionalizzazione
territoriale e di riorganizzazione funzionale dell’offerta commerciale non alimentare, mediante suo
insediamento in specifiche aree attrezzate (Distretti Commerciali e zone D e G).
Tutti i criteri riferiti alle zone B hanno carattere vincolante.

ZONE C ed F
Per le zone C e per le zone F si ripropongono gli stessi criteri e le stesse considerazioni riferite alle zone B.

15
ZONE D
Nelle Zone D è consentito effettuare l’apertura, il trasferimento e l’ampliamento esclusivamente di:
• strutture di vendita prevalentemente o esclusivamente non alimentari, sia nella forma di esercizio
singolo che di Centro Commerciale;
• GSV prevalentemente o esclusivamente alimentari realizzati nella forma di esercizi singoli, con una SV
massima di 2.500 mq;
Il modello di rete sotteso a tali criteri prevede che:
(a) nelle zone D sia concentrata l’offerta non alimentare di grande dimensione, al fine di raggiungere
obiettivi di razionalizzazione territoriale e di riorganizzazione funzionale dell’offerta commerciale;
(b) nelle zone D sia localizzata la nuova offerta alimentare di grande dimensione (ipermercato),
preferibilmente nella forma di esercizio singolo ovvero di centro commerciale fortemente connotato da
tale presenza; in esse è esclusa la presenza di MSV alimentari, poiché è opportuno che esse siano
localizzate nelle zone (le B e le C) a forte carico di residenza.
I criteri definiti escludono la possibilità di realizzare grandissimi centri commerciali caratterizzati dalla
contestuale presenza di ipermercato e galleria di notevole dimensione.
Tali operazioni sono giudicate:
• di scala assolutamente non coerente con le caratteristiche del territorio e dei fenomeni di sua
antropizzazione.
• di impatto negativo sotto i profili urbanistico e commerciale: alla penalizzazione dell’offerta
commerciale diffusa da esse indotta (cui conseguirebbe un diradamento della presenza commerciale -
a volte anche la scomparsa della funzione di “presidio” - soprattutto nei centri minori e nelle periferie),
si accompagnerebbe, infatti, la creazione di attrattori “artificiali”, estranei al tessuto delle città e che a
queste sottraggono motivi di interesse.
In tutte le zone omogenee, comprese le zone A, è consentita la realizzazione di centri commerciali urbani di
via o di strada non alimentari costituiti mediante l’associazione degli esercizi di vendita esistenti nella via e
nelle immediate adiacenze.
La realizzazione deve essere estesa all’intera strada o via interessata o ad almeno una sua porzione non
inferiore alla lunghezza di metri 100.
Le eventuali opere necessarie per identificare il centro commerciale di via o di strada devono essere proposte
all’esame dell’Amministrazione Comunale con un piano di arredo nel quale siano previsti centri di incontro e di
aggregazione, parcheggi, verde ed opere complementari quali quelle di abbellimento (fregi, fontane, sculture)
e di protezione (tettoie e coperture, vetrate, gallerie).
La realizzazione di gallerie, tettoie e coperture non costituisce volume ai fini della verifica dell’indice di
edificabilità, purché i nuovi spazi (chioschi per informazioni, bar etc) non superino il 5% della superficie
complessiva di via.
L’approvazione del piano di arredo segue l’iter di approvazione previsto dall’articolo 21 della L.R. n. 45/89.

Concessioni
In relazione alla necessità di correlazione e di contemporaneità nel procedimento del rilascio della concessione
o autorizzazione edilizia e dell’autorizzazione all’apertura dell’esercizio commerciale di una MSV e di una GSV,
l’Amministrazione comunale deve predisporre contemporaneamente le fasi istruttorie dei due procedimenti
edilizio e commerciale. Le relative disposizioni sono da inserire nei rispettivi regolamenti ed il rilascio di
concessione e di autorizzazione è disposto con un unico provvedimento firmato dai responsabili del
procedimento del settore edilizio e di quello commerciale.
Il Comune, ai sensi del V comma dell’articolo 6 del D.L.vo n.114 del 1998, è tenuto entro 180 giorni
dall’entrata in vigore del decreto relativo alla presente deliberazione ad adeguare i propri strumenti urbanistici
generali ed attuativi ed ad adeguare i regolamenti ai criteri di programmazione urbanistico commerciale di cui
al presente provvedimento.
In caso di inadempienza da parte dell’Amministrazione Comunale, l’Assessore competente in materia
urbanistica, di concerto con l’Assessore del Turismo, Artigianato e Commercio, nomina un Commissario ad
acta che vi provvede entro il termine di 60 giorni.

20.2. Dotazione di parcheggi pertinenziali per la clientela


Sono definiti valori di minima dotazione (standard) di parcheggi differenziati per:
• settore merceologico (alimentari, non alimentari), distinguendo inoltre il caso delle strutture di vendita
miste (ossia autorizzate a commercializzare prodotti sia alimentari che non alimentari);

16
• superficie di vendita della struttura di vendita,
• zona di insediamento, come definita ai sensi del D.A. n. 2266/U del 20 dicembre 1983.
Per ciascuna combinazione settore merceologico, superficie di vendita, zona di insediamento sono definiti due
distinti valori di soglia riferiti a:
• PA = n. di stalli di parcheggio riservati alla clientela,
• SP = superficie di parcamento (area destinata al parcheggio, comprensiva della viabilità interna al
parcheggio e delle zone di manovra).
Tali distinti valori di soglia sono, in effetti, tra di loro correlati, nell’assunzione che:
1 PA = 25 mq di SP.
Il rilascio dell’autorizzazione commerciale per:
• apertura, trasferimento, ampliamento di una struttura di vendita;
• modifica del settore merceologico (alimentare, non alimentare) e/o del mix di superficie di vendita tra
alimentare e non alimentare,
è subordinato al rispetto degli standard di dotazione di parcheggi per la clientela.
Devono essere verificati entrambi gli standard, ossia:
PAstruttura di vendita ≥PAstandard
SPstruttura di vendita≥SPstandard
La superficie di vendita assunta a riferimento per la verifica degli standard è quella totale della struttura di
vendita ottenuta sommando le superfici di vendita dei diversi esercizi.
Nel caso in cui la struttura di vendita sia soltanto di tipo alimentare o soltanto di tipo non alimentare si
utilizzano gli standard base definiti al punto 20.3.
Nel caso delle strutture commerciali miste (in cui è autorizzata la vendita sia di alimentari che di non
alimentari) si applicano i criteri specificati al punto 20.4.
Gli standard definiti sono da considerarsi incrementali alla dotazione di spazi pubblici richiesta dal D.A. n.
2266/U del 20 dicembre 1983.
I parcheggi alla clientela devono essere localizzati in aree contigue alla struttura di vendita, ovvero collegate
ad almeno un ingresso pedonale per la clientela senza alcuna interposizione (tra il parcheggio e l’ingresso) di
barriere architettoniche o viabilità diversa da quella interna al parcheggio.

20.3. Standard base per le strutture di vendita solo alimentari o solo non alimentari
Gli standard base riferiti a strutture di vendita solo alimentari o solo non alimentare sono specificati nella
tabella che segue.
Si precisa che:
• alle zone A ex D.A. n. 2266/U del 20 dicembre 1983, sono equiparate “le aree, gli immobili o il
complesso di immobili … di particolare pregio storico, archeologico, artistico o ambientale”, individuate
dai Comuni in applicazione dell’art 7, comma 1 del D.P.C.M. 6 ottobre 2000;
• nelle zone A si distingue il caso di MSV di tipo non alimentare localizzate in zone pedonali o a traffico
limitato (ossia il cui ingresso pedonale principale si affacci su viabilità solo pedonale o a traffico
limitato): per queste strutture è richiesta la dotazione di parcheggi solo per l’ampliamento.
Si riportano di seguito due tabelle (a) e (b) per la verifica degli standard di dotazione di parcheggi per la
clientela.

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Tabella (a) Superfici Alimentari

Medie Strutture Medie Strutture Medie Strutture Grandi


Esercizi di Vicinato di Vendita con di Vendita con di Vendita con Strutture di
SV≤250mq 250mq≤SV≤1500mq SV≥1500mq Vendita

PA≥0.12 x SV
Zone D

SP≥3 x SV

PA≥0.05 x SV PA≥(0.11xSV)-15 PA≥0.1 x SV


CeF
Zone

SP≥1.25 x SV SP≥(2.75xSV)-375 SP≥2.5 x SV

PA≥0 PA≥0.04 x SV PA≥(0.112xSV)-18 PA≥0.05 x SV


Zone B

SP≥0 SP≥1.00 x SV SP≥(2.8xSV)-450 SP≥1.25 x SV

PA≥0
Zone A

SP≥0

Tabella (b) Superfici Non Alimentari

Medie Strutture di Grandi Strutture di


Esercizi di Vicinato
Vendita Vendita

PA≥0.04 x SV
D,C,F
Zone

SP≥1 x SV

PA≥0 PA≥0.03 x SV
Zone B

SP≥0 SP≥0.75 x SV

PA≥0
Zone A

SP≥0

PA= Posti Auto


SV= Superficie di Vendita
SP= Superficie di Parcheggio

20.4. Standard per le strutture miste alimentari più non alimentari


Per una struttura commerciale mista sono configurabili due casi:
A.) L’autorizzazione commerciale specifica le SV per la vendita di alimentari e non alimentari.
In questo caso, gli standard di parcheggio (S) da applicare (sia per i posti auto [S=PA] che per l’area
destinata a parcheggio [S=SP]) è dato dalla formula:

S Alim × SV Alim + S NonAlim × SV NonAlim


S=
SVtot

18
dove:
SAlim = Standard calcolato, applicando le relazioni degli abachi della tabella (a) di cui al punto 20.3.
assumendo convenzionalmente che tutta la SV sia alimentare;
SNonAlim = Standard calcolato, applicando le relazioni della tabella (b) di cui al punto 20.3. assumendo
convenzionalmente che tutta la SV sia non alimentare;
SVAlim = Superficie di Vendita Alimentare;
SVNonAlim = Superficie di Vendita Non Alimentare;
SVtot = Totale Superficie di Vendita;
Ogni modifica degli originali valori di SVAlim e SVNonAlim richiede la verifica (e l’eventuale adeguamento) degli
standard.
B.) L’autorizzazione commerciale è per la vendita di alimentari e non alimentari (ossia in essa è specificata
solo la globale SV).
Lo standard di parcheggio (S) da applicare (sia per i posti auto che per l’area destinata a parcheggio) è dato
dalla formula:

2 × S Alim + S NonAlim
S=
3

20.5. Dotazione di aree di sosta e di movimentazione dei veicoli merci


Ogni MSV e GSV deve essere dotata di area di sosta e movimentazione dei veicoli adibiti al rifornimento delle
merci (nel seguito definita SPmov) ad essa pertinenziale, ad eccezione delle MSV non alimentari localizzate in
zone A in aree pedonali o a traffico limitato.
Per le strutture di vendita con SV≤2.500 mq, deve essere verificata la seguente relazione:

SPmov ≥ 0,18 x SV + 48 [mq]

Al fine di evitare che il conteggio di SPmov comprenda prevalentemente spazi residuali non utilizzabili per la
funzione di sosta e movimentazione, SPmov deve avere una forma tale da consentire di potere inscrivere in
essa un rettangolo di misure non inferiori a 5x10 [ml].
Per esercizi con SV > 2.500 mq, SPmov deve essere comunque maggiore di 500 mq.
SPmov deve essere:
• contigua all’esercizio commerciale;
• adibita ad uso esclusivo per la sosta e movimentazione dei veicoli adibiti al rifornimento dell’esercizio
commerciale.
Solo nel caso di MSV con SV≤600 mq è consentito l’utilizzo (a fini della sosta e movimentazione dei veicoli
adibiti al rifornimento delle merci) dell’area destinata a parcheggio pertinenziale per la clientela;
contestualmente è richiesto un incremento della dotazione di spazi destinati a parcheggio per la clientela,
ossia devono essere verificate entrambe le seguenti condizioni:
la superficie destinata a parcheggio (SP) deve soddisfare la relazione:

SP≥SPstandard+50 [mq]
il numero di posti auto (PA) deve soddisfare la relazione:
PA≥PAstandard+2.
L’accesso ad SPmov dalla viabilità pubblica deve essere idoneo alla manovra dei veicoli adibiti al trasporto
delle merci.
Per esercizi con SV > 2.500 mq è richiesta la separazione degli accessi veicolari al parcheggio riservato alla
clientela ed all’area di sosta e movimentazione dei veicoli commerciali.
I criteri esposti hanno carattere vincolante.
Al loro rispetto è subordinato il rilascio dell’autorizzazione commerciale per l’apertura, il trasferimento,
l’ampliamento di una struttura di vendita.

19
In ogni caso, per la verifica del rispetto dei criteri proposti, occorre sempre riferirsi alla totalità della superficie
di vendita.

20.6. Parametrazione tra superficie di vendita (SV) e superficie lorda di pavimento


(SLP)
Il termine SV (Superficie di Vendita) è tipico della regolamentazione commerciale.
Esso è estraneo alla pianificazione urbanistica, che, invece, si esprime nei termini di SLP (Superficie Lorda di
Pavimento) o in quelli equivalenti di SLA (Superficie Lorda Agibile) o SU (Superficie Utile).
Viene, pertanto, fissato un rapporto di parametrazione tra SV e SLP pari ad un valore non superiore a 0,75.
In altri termini a 1000 mq di SLP a destinazione d’uso commerciale potrà corrispondere un valore di SV non
superiore a 750 mq.

20
TITOLO IV - DEFINIZIONI

Art. 21. - DEFINIZIONE DEGLI INTERVENTI SUGLI EDIFICI ESISTENTI


Le Norme di Attuazione del P.U.C. individuano, per ogni zona urbanistica, i tipi di intervento consentiti e ne
specificano le definizioni. In assenza di prescrizioni particolari, si assumono le definizioni della L. 457/78. Tali
interventi potranno essere quelli descritti di seguito:

a) Interventi di manutenzione ordinaria: quelli riguardanti le opere di riparazione, rinnovo e sostituzione


delle finiture degli edifici e quelle necessarie ad integrare o mantenere in efficienza gli impianti
tecnologici esistenti. Gli interventi di manutenzione ordinaria sono quelli definiti dall’art. 31, lett. a) della
L. 457/78.

b) Interventi di manutenzione straordinaria: quelli riguardanti le opere e le modifiche necessarie per


rinnovare e sostituire parti anche strutturali degli edifici, nonché per realizzare ed integrare i servizi
igienico-sanitari e tecnologici, sempre che non alterino i volumi e le superfici delle singole unità
immobiliari e non comportino modifica delle destinazioni d’uso. Gli interventi di manutenzione
straordinaria sono quelli definiti dall’art. 31, lett. b) della L. 457/78.

c) Interventi di restauro e risanamento conservativo: quelli rivolti a conservare l’organismo edilizio e ad


assicurarne la funzionalità mediante un insieme sistematico di opere che, nel rispetto degli elementi
tipologici, formali e strutturali dell’organismo stesso, ne consentano destinazioni d’uso con essi
compatibili. Tali interventi comprendono il consolidamento, il ripristino ed il rinnovo degli elementi
costruttivi dell’edificio, l’inserimento di elementi accessori e degli impianti richiesti dalle esigenze dell’uso,
l’eliminazione degli elementi estranei all’organismo edilizio. Gli interventi di restauro e risanamento
conservativo sono quelli definiti dall’art. 31, lett. c) della L. 457/78.

d) Interventi di ristrutturazione edilizia: quelli rivolti alla trasformazione degli organismi edilizi mediante un
insieme sistematico di opere che possono portare ad un organismo edilizio, in tutto o in parte, diverso
dal precedente. Tali interventi comprendono il ripristino o la sostituzione di alcuni elementi costruttivi
dell’edificio, la eliminazione, la modifica e l’inserimento di nuovi elementi ed impianti. Sono equiparati
agli interventi di ristrutturazione edilizia le demolizioni totali e le fedeli ricostruzioni di un fabbricato
identico a quello preesistente, in quanto a sagoma, volumi e area di sedime, da eseguirsi come
intervento temporalmente unico. Si definisce ristrutturazione edilizia globale quella che interessa l’intero
edificio, ristrutturazione parziale ogni altro caso. Gli interventi di ristrutturazione edilizia sono quelli
definiti dall’art. 31, lett. d) della L. 457/78 e successive modificazioni.

e) Interventi di ristrutturazione urbanistica: quelli rivolti a sostituire l’esistente tessuto urbanistico-edilizio


con altro diverso, mediante un insieme sistematico di interventi edilizi, anche con la modificazione del
disegno dei lotti, degli isolati, della rete stradale (art. 31 lett. e) della L. 457/78).

f) Nuova costruzione: Si definisce “nuova costruzione” l’opera edilizia volta a realizzare un nuovo edificio od
un nuovo manufatto, sia fuori che entro terra. Ai fini procedurali nonché per la definizione degli oneri di
urbanizzazione e dell’onerosità della concessione, rientrano in tali categorie anche gli interventi di
ripristino filologico ed edilizio, quando i suddetti si configurano come interventi del tutto di nuova
costruzione. Rientrano in questo tipo di intervento le opere costituenti pertinenze ed impianti tecnologici
al servizio di edifici esistenti in applicazione dell’art. 7 della legge 94/82, e qualsiasi manufatto che,
indipendentemente dalla durata, inamovibilità od incorporazione al suolo, con qualsiasi destinazione
d’uso, non rientri espressamente nella categoria dei veicoli (art. 20 D.P.R. 15/06/53, n. 393).

g) Ampliamento: Si definisce ampliamento di edificio esistente, l’intervento che comporta un incremento


fino ad un massimo del (40%) delle superfici esistenti (Su, Sn, Snr, Sa) per modifica planimetrica o
sopraelevazione. Per incrementi superiori l’intervento si considera di nuova costruzione. Gli interventi
possono comportare o meno la contestuale trasformazione delle parti esistenti.

h) Demolizione: Si definisce “demolizione” un intervento volto a rimuovere, in tutto o in parte, manufatti


preesistenti. Gli interventi di demolizione sono specificati all’interno di due sottocategorie:
- demolizione senza ricostruzione;

21
- demolizione con ricostruzione, quando l’intervento prevede la ricostruzione di un fabbricato diverso in
tutto o in parte all’esistente.

i) Sistemazione dei terreni: Si definisce “sistemazione dei terreni” quell’intervento sul territorio che
comporta modificazioni permanenti e rilevanti della morfologia del suolo, quali scavi e rinterri, che non
riguarda la coltivazione di cave e torbiere o la sistemazione del terreno per le pratiche agricole.

Art. 22. - TERMINI CONVENZIONALI RICORRENTI


I termini convenzionali ricorrenti nelle cartografie e nelle Norme di Attuazione hanno il significato definito
nell’articolo 116 (Definizioni ricorrenti, interpretazioni conformi e modi di misurazione) del R. E., quando non
altrimenti specificato. I codici utilizzati per richiamare leggi, decreti, circolari e disposizioni varie si devono
interpretare con la sezione Riferimenti Normativi allegata allo stesso Regolamento Edilizio.

Art. 23. - SIMBOLOGIA UTILIZZATA

It Indice di fabbricabilità territoriale [ mc/mq ]


If Indice di fabbricabilità fondiario [ mc/mq ]
Rc Rapporto di copertura [ mq/mq ]
Dc Distanza minima dai confini [m]
Df Distanza minima dai fabbricati [m]
Hmax Altezza max dei fabbricati [m]
C.E. Concessione Edilizia
P.A.P. Piano Attuativo Particolareggiato
S Aree per Standard Urbanistici /cessioni [ mq/ab ] / %
Np Numero massimo di piani fuori terra
P Superficie minima di parcheggio [ mq ]
Sml Superficie minima lotto [ mq ]

Art. 24. - CLASSIFICAZIONE DEL COMUNE


Ai sensi dell’art. 2 del D.A. 20/12/1983 n. 2266/U, il Comune di Castiadas risulta di classe III in quanto la
popolazione residente e quella prevista dal P.U.C. è compresa tra 2.000 e 10.000 abitanti.

Art. 25. - ZONIZZAZIONE


Le opere edilizie, le urbanizzazioni e le modificazioni di destinazione, anche senza opere, sono assentite se
conformi alle norme specifiche di ciascuna zona omogenea, o secondo le disposizioni sulle deroghe delle leggi
vigenti e del Regolamento edilizio. Nel caso di demolizione di un fabbricato esistente, la ricostruzione è
consentita soltanto se conforme alle norme di zona.
Il territorio comunale è suddiviso nelle seguenti zone, ai sensi e per gli effetti dell’articolo 17 della L 765/67 e
dell’art. 5, 3° comma, della L.R. 45/89, nonché del DAEL 2266/83:

Zona A. Centro Storico Artistico, residenziale di pregio ambientale e tradizionale


A1 - Area di particolare pregio storico, artistico e tradizionale, disciplinata da Programma
Integrato con valenza di Piano Particolareggiato.
A2 - Area di particolare pregio storico, artistico e tradizionale non sottoposta a Piano
Attuativo.

Zona B. Completamento Residenziale, residenziale di completamento del centro abitato.


B1 - Aree destinate al completamento residenziale.

Zona C. Espansione Residenziale: residenziale di espansione dell’aggregato urbano.


C1 - Aree destinate all’espansione residenziale già sottoposte a pianificazione attuativa.
C2 - Aree destinate all’espansione residenziale di nuova individuazione nell’ambito delle

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borgate.
C3 - Aree destinate all’espansione residenziale di nuova individuazione nell’ambito della
borgata di Olia Speciosa.

Zona D. Industriale, Artigianale e Commerciale.


D1 - Aree per attività produttive già sottoposte a pianificazione attuativa.
D2 - Aree per attività produttive consolidate da sottoporre a riassetto organico.
D3 - Aree per attività produttive con scarse o nulle presenze consolidate da sottoporre a
pianificazione attuativa.

Zona E. Agricola.
E1 - Aree caratterizzate da una produzione agricola tipica e specializzata;
E2 - Aree di primaria importanza per la funzione agricola- produttiva;
E4 - Aree caratterizzate dalla presenza di preesistenze insediative, utilizzabili per
l’organizzazione di centri rurali;
E4/B - Aree per la localizzazione delle residenze rurali, all’interno della sub-zona agricola E4;
E5 - Aree marginali per l’attività agricola.

Zona F. Turistica.
F1 - Aree d’interesse turistico nelle quali sono inclusi ambiti riferibili ad interventi consolidati
e/o normati da strumenti attuativi convenzionati
F2 - Aree di interesse turistico nelle quali sono individuabili ambiti in grado di ospitare
interventi a destinazione ricettivo-alberghiera e turistico-residenziale;
F3 - Aree di interesse turistico di riferimento alla risorsa parco.

Zona G/F. A funzione Integrata: Servizi e Strutture Turistiche.

Zona G. Servizi Generali.


G1 - Aree destinate a servizi di interesse generale di tipo aeroportuale.
G2 - Aree destinate a servizi di interesse generale a supporto della nautica.
G3 - Aree destinate a servizi di interesse generale e di supporto alla funzione alberghiera.
G4 - Aree destinate ad accogliere strutture ed impianti per attività sportive.
G5 - Aree di interesse generale destinate a parco attrezzato.
G6 - Aree per attrezzature tecnologiche specializzate.
G7 - Area cimiteriale.

Zona H. Salvaguardia.
H1 - Aree di particolare pregio ambientale e naturalistico;
H2 - Aree con vincolo idrogeologico;
H3 - Aree di rispetto cimiteriale;
H4 - Aree di rispetto stradale.

Inoltre in osservanza dell’art. 6 del D.A. 20/12/1983 n. 2266/U vengono individuate, nella misura complessiva
non inferiore a 18 mq/ab, le dotazioni per spazi pubblici (S), classificate come:

S1 - Aree per l’istruzione: asili nido, scuole materne e scuole dell’obbligo;


S2 - Aree per attrezzature d’interesse comune: religiose, culturali, sociali, assistenziali,
sanitarie, amministrative, per pubblici servizi (uffici P.T., protezione civile, ecc.) ed
altre;
S3 - Aree per spazi pubblici attrezzati a parco e per il gioco e lo sport, effettivamente
utilizzabili per tali impianti con esclusione di fasce verdi lungo le strade;
S4 - Aree per parcheggi pubblici, in aggiunta alla superficie a parcheggio prevista dall’art.
18 della L. 765: tali aree, in casi speciali, potranno essere distribuite su diversi livelli.

23
TITOLO V - NORME DI ZONA

Art. 26. - ZONA OMOGENEA A. SOTTOZONE A1 E A2. NORME GENERALI COMUNI


26.1. Caratteri distintivi
Sono da ritenersi facenti parte della presente zona omogenea quelle parti del territorio comunale interessate
da agglomerati urbanistico-edilizi che conservano nell’organizzazione territoriale, nell’impianto urbanistico o
nelle strutture edilizie i segni di una formazione remota e di proprie originarie funzioni abitative, economiche,
sociali, politiche e culturali, includendovi qualunque altra struttura insediativa, anche extraurbana, che
costituisca eredità significativa della storia locale.

26.2. Usi consentiti


Sono ammesse le destinazioni d’uso di cui all’Art. 13 delle presenti Norme.

1. ABITAZIONI - Gli edifici per l’abitazione con gli spazi privati e condominiali.
2. STUDI PROFESSIONALI - Comprendono attività terziarie a carattere prevalentemente privato che non
comportano un rilevante afflusso di pubblico (studi professionali, attività terziarie varie...).
3. AUTORIMESSE AD USO PUBBLICO E PARCHEGGI - Comprendono autorimesse entro e fuori terra, con
annessi spazi tecnici e di servizio, piccole officine e lavaggi auto.
4. ATTIVITÀ COMMERCIALI AL DETTAGLIO - Comprendono gli esercizi commerciali alimentari e non, con
annessi spazi tecnici, di servizio e magazzino.
5. ATTIVITÀ COMMERCIALI ALL’INGROSSO - Comprendono magazzini e depositi per alimentari e non, con
annessi spazi tecnici, di servizio, con esclusione di attività commerciali di dettaglio.
6. PUBBLICI ESERCIZI - Comprendono ristoranti, trattorie, bar, sale di ritrovo, etc.
7. UFFICI - Comprendono gli uffici e le attività terziarie che comportano un rilevante afflusso ed una
presenza continuativa di pubblico (attività amministrative, direzionali, assicurazioni...), con annessi spazi
tecnici e di servizio.
8. STRUTTURE RICETTIVE - Comprendono le strutture alberghiere e para-alberghiere, con annessi parti di
servizio, di soggiorno e ritrovo.
9. LOCALI DI RIUNIONE E SPETTACOLO - Comprendono cinema, teatri, centri congressi, locali da ballo,
sale di ritrovo, con annessi spazi tecnici e di servizio.
10. ATTREZZATURE CULTURALI - Comprendono sale mostre, esposizioni, centri culturali, con annessi spazi
tecnici e di supporto.
11. ATTREZZATURE SOCIO-SANITARIE - Comprendono ambulatori, servizi per disabili, laboratori analisi,
etc., compresi gli spazi di servizio e supporto necessari.
12. ATTIVITÀ ARTIGIANALI NON MOLESTE - Comprendono le attività artigianali anche esercitate in forma
societaria e quindi giuridicamente inquadrate come industria, che non risultino moleste né dannose per
la pubblica incolumità, non rechino pregiudizio all’igiene ed al decoro dei fabbricati, non necessitino di
specifiche esigenze specie depurative incompatibili con le reti tecnologiche degli ambiti residenziali.
13. VERDE PUBBLICO
14. VERDE PRIVATO
15. USI ASSIMILABILI - In caso di presenza di usi non specificatamente previsti nel presente sub-articolo, si
procederà per analogia coi suddetti usi purché producano analoghi effetti sui servizi e sul sistema
urbano, con particolare riguardo ai parcheggi.

La destinazione d’uso degli immobili ricadenti in zona A è subordinata alla approvazione del Consiglio
Comunale per: attività commerciali all’ingrosso o per attività commerciali al dettaglio comunque aventi
superficie lorda di vendita superiore ai 400 mq.

La destinazione d’uso degli immobili ricadenti in zona A è specificatamente esclusa per:


• Attività industriali di qualsiasi genere, attività artigianali moleste.
• Ricoveri di animali e macelli.
• Strutture sanitarie di ospedalizzazione.
• Depositi all’aperto.

26.3. Articolazione della zona


La zona A viene suddivisa in 2 sub-zone:

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Sub-zona A1 - Area di particolare pregio storico, artistico e tradizionale, disciplinata dal Programma Integrato
Centro Storico con valenza di Piano Particolareggiato.

Sub-zona A2 - Area di particolare pregio storico, artistico e tradizionale non sottoposta a Piano Attuativo.

Art. 27. - SOTTOZONA A1


27.1. Caratteri distintivi
Area di particolare pregio storico, artistico e tradizionale, situata nella borgata di Castiadas Centro, disciplinata
dal Programma Integrato Centro Storico (P.I.C.S.) con valenza di Piano Particolareggiato, approvato con
deliberazione del Consiglio Comunale n. 15 del 20/03/2003, al quale si rimanda per la specifica normativa
d’attuazione.
In sede di applicazione della normativa specifica del P.P., qualora risultasse una certa indeterminatezza nel
valutare gli interventi consentiti, derivante dall’interpretazione delle norme sul rispetto del profilo regolatore
ed il meccanismo di calcolo dei volumi, prevale, a motivo della preminenza delle sequenze architettoniche nei
fronti, la disposizione relativa ai profili regolatori in questione.
Per gli eventuali adeguamenti del suddetto Piano Particolareggiato o per le varianti allo stesso si applica la
disciplina prevista ai due punti seguenti.
27.2. Classificazione storico-culturale, urbanistico-architettonica, ambientale
Il P.I.C.S. individua nell’ambito della struttura insediativa del Centro Storico le unità fisico-spaziali per le quali
si riconosce un certo grado di unitarietà dei caratteri fisico-spaziali e tipo-morfologici in riferimento alla
classificazione storico-culturale ed al fine di definire le unità storico-ambientali in cui riconoscere:
Monumenti ed edifici di elevato valore storico-architettonico e relative aree di pertinenza;
Edifici e complessi edilizi per i quali si rileva un certo livello di aggregazione tali da costituire isolati o
parti di tessuto urbano che presenta un certo grado di conservazione dei caratteri storico-architettonici
d’insieme;
Edifici e complessi di edifici, come definiti al punto precedente, per i quali si è accertata una condizione
di degrado reversibile e/o irreversibile;
Aree caratterizzate da edificazione sviluppatasi dai primi del 900 al secondo dopoguerra con identificati
i livelli di conservazione e/o degrado;
Aree caratterizzate da edificazione sviluppatasi dal secondo dopoguerra ai giorni nostri con
l’identificazione dei livelli di conservazione e/o degrado;
Edifici o complessi edilizi considerati incongrui o scarsamente compatibili e integrati con il tessuto
urbano storico per i caratteri architettonici, tipologici e/o funzionali;
Analisi storico-tipologico e funzionale del lungo mare, sul fronte portuale, in quanto a complessi edilizi
ed aree libere nell’ambito portuale.

27.3. Strumenti e categorie d’intervento


Il P.I.C.S. individua il sistema degli strumenti e categorie degli interventi di tutela, valorizzazione e
trasformazione del tessuto urbano storico con specifico riferimento alla L.R. n. 45/89, L.R. n. 20/91, L.R. n.
29/98 ferme restando le disposizioni di cui al DPR n. 38/2001 e nell’ambito delle norme di cui al D.L.G. n. 490
del 29.10.1999; le categorie e gli strumenti di intervento specifici e distinti in relazione alle unità storico-
ambientali individuate, all’interno di questi, per i singoli complessi immobiliari.
In particolare, il P.I.C.S. stabilisce:
1. Il grado di trasformabilità urbanistico in relazione al dimensionamento delle diverse funzioni e
destinazioni d’uso di tipo residenziale, dei servizi pubblici e di prevalente interesse pubblico, della
ricettività alberghiera e dei servizi commerciali;
2. il grado di trasformabilità edilizio con l’obiettivo della tutela, conservazione, valorizzazione ed uso delle
risorse storico-culturali, architettoniche ed ambientali al fine di elevare gli standard di qualità urbana.
La classificazione dei gradi di trasformabilità dovrà precisare gli interventi ammissibili e compatibili in relazione
alla normativa tecnica di riferimento quale abaco dei tipi edilizi, quaderni prestazionali delle diverse categorie
d’intervento ecc. che sono allegati fondamentali del P.I.C.S..
Gli elaborati del P.I.C.S. sono quelli previsti all’Art. 9 delle presenti Norme.

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Art. 28. - SOTTOZONA A2

28.1. Caratteri distintivi


Area di particolare pregio storico, artistico e tradizionale, situata nell’agro della borgata di Camisa e non
sottoposta a Piano Attuativo.

28.2. Classi di intervento e strumenti di attuazione


Nella sub-zona A2, sono direttamente attuabili gli interventi di: manutenzione ordinaria, manutenzione
straordinaria, restauro e risanamento conservativo (così come definiti alle lett. a), b), e c) dell’Art. 31 della L.
05/08/78 n. 457 e dell’Art. 21 delle presenti Norme).

La ristrutturazione edilizia e quella urbanistica (lett. d) ed e) dell’Art. 31 della L. 05/08/78 n. 457 e dell’Art. 21
delle presenti Norme), le demolizioni e ricostruzioni sull’esistente, nonché le nuove costruzioni sono possibili
solo in presenza di:
- Piano Particolareggiato di iniziativa pubblica;
- Piano di Recupero di iniziativa pubblica o privata;
- Programma Integrato ai sensi della L.R. 29/98.

28.3. Parametri edificatori


Per quanto concerne le classi di intervento attuabili direttamente si prescrive:
• L’eliminazione e la depurazione di tutte le superfetazioni (aggiunte recenti) che alterano l’impianto
edilizio originario.
• Il mantenimento dello schema funzionale dell’unità abitativa.
• La ricostituzione delle aree di verde interno e degli spazi scoperti secondo la tradizione insediativa
locale.
• Il rifacimento delle recinzioni con caratteristiche tecniche omogenee a quelle tipiche della zona, con
particolare riferimento a materiali, intonaci, tinteggiature, vani porta o portali.
• Il riordino della partitura di facciata con la riapertura di portali eventualmente murati per motivi
statici.
• Il ripristino e/o il rifacimento degli infissi esterni con materiale e disegno analogo a quello
preesistente e comunque con dimensioni e schemi propri della edificazione tradizionale (portoni
carrai in legno, finestre e porte finestre in legno con scurini interni o persiana esterna).
• La finitura degli esterni in intonaco pigmentato in pasta o del tipo a frattazzo rustico e se possibile il
ripristino a vista dei materiali litoidi.
• La tinteggiatura esterna in tonalità armonizzante con quelle tradizionali eventualmente esistenti al
contorno; le prove di colore saranno soggette ad autorizzazione della Soprintendenza competente o
in sua assenza ad autorizzazione dell’ufficio Tecnico Comunale.
• Sono esclusi, per le finiture esterne i rivestimenti in genere, eccezion fatta per la pietra naturale da
taglio, ed in particolare i materiali maiolicati, grès, ed intonaci plastici o graffiati.
• La copertura dei tetti con tegole curve (coppi).
• L’eliminazione dai prospetti delle aggiunte esterne di carattere tecnologico (fili, condutture) e
raggruppamento in posizione opportuna.
• Non è necessario il reperimento delle aree di sosta così come previsto dall’Art. 2 comma 2 della L. n.
122 del 24/03/1989.

Per gli interventi attuabili mediante Piano Particolareggiato, Piano di Recupero e/o Programma Integrato si
prescrive:
• L’eliminazione e la depurazione di tutte le superfetazioni (aggiunte recenti) che alterano l’impianto
edilizio originario;
• Riconfigurazione architettonica dell’edificio originario, finalizzata al mantenimento dell’omogeneità
degli schemi di impianto e dei caratteri tipologici tradizionali, sia pure con inserimenti e
reinterpretazioni attuali (per le ristrutturazioni edilizie);
• La proposta di intervento attuativo deve essere accompagnata da uno studio dei caratteri fisico-
spaziali e tipo-morfologici finalizzata alla classificazione storico-architettonica degli edifici interessati,
in modo da individuare delle unità storico-ambientali caratterizzate da un certo grado di unitarietà
architettonica e dello schema aggregativo, a cui si fa riferimento per stabilire il grado di
trasformazione edilizio-urbanistico;
• La ricostituzione delle aree di verde interno e degli spazi scoperti secondo la tradizione insediativa
locale;

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• Il rifacimento delle recinzioni con caratteristiche tecniche omogenee a quelle tipiche della zona, con
particolare riferimento a materiali, intonaci, tinteggiature, vani porta o portali;
• Il riordino della partitura di facciata con la riapertura di portali eventualmente murati per motivi
statici;
• Il ripristino e/o il rifacimento degli infissi esterni con materiale e disegno analogo a quello
preesistente e comunque con dimensioni e schemi propri della edificazione tradizionale (portoni
carrai in legno, finestre e porte finestre in legno con scurini interni o persiana esterna);
• La finitura degli esterni in intonaco pigmentato in pasta o del tipo a frattazzo rustico e se possibile il
ripristino a vista dei materiali litoidi;
• La tinteggiatura esterna in tonalità armonizzante con quelle tradizionali eventualmente esistenti al
contorno; le prove di colore saranno soggette ad autorizzazione della Soprintendenza competente o
in sua assenza ad autorizzazione dell’ufficio Tecnico Comunale;
• Sono esclusi, per le finiture esterne i rivestimenti in genere, eccezion fatta per la pietra naturale da
taglio, ed in particolare i materiali maiolicati, grès, ed intonaci plastici o graffiati;
• La copertura dei tetti con tegole curve (coppi);
• L’eliminazione dai prospetti delle aggiunte esterne di carattere tecnologico (fili, condutture) e
raggruppamento in posizione opportuna.

Per le eventuali trasformazioni o nuove costruzioni, quando siano ammesse dal Piano Particolareggiato e/o dal
Piano di Recupero, si dovranno osservare le seguenti prescrizioni:

Rc = 0,50 mq/mq o pari all’esistente.


Hmax = 7,50 m in ogni caso non superiore dell’altezza degli edifici circostanti di carattere storico-
artistico o ambientale e definita dai profili regolatori stabiliti nel P.P.
If - It Per gli interventi di risanamento conservativo, la densità fondiaria e la cubatura
non devono superare quelle preesistenti, computate senza tener conto delle
sovrastrutture di epoca recente prive di valore storico-artistico, salvo disposizioni
diverse del Piano Particolareggiato o del Piano di Recupero.
Per le nuove costruzioni, le sopraelevazioni e le ricostruzioni a seguito di
demolizione, quando siano ammesse in sede di Piano Attuativo, l’indice fondiario
non può superare quello medio della zona.
S Reperiti globalmente nella misura non inferiore a 18,00 mq/ab.
P = 1 mq/10 mc Nelle nuove costruzioni dovrà essere prevista tale superficie minima per
parcheggio privato, coperta o scoperta, accessibile da spazio pubblico, oltre alle
disposizioni sui parcheggi in zone residenziali, contenute all’Art. 14 delle presenti
Norme.

28.4. Superficie minima di attuazione


La superficie minima di attuazione nella zona A è pari a quella dell’intera sottozona A2.

Art. 29. - ZONA B1. COMPLETAMENTO RESIDENZIALE


29.1. Caratteri distintivi
Sono da ritenersi incluse nella presente zona omogenea le parti del territorio a prevalente destinazione
residenziale, totalmente o parzialmente edificate, diverse dalle zone A, nelle quali l’assetto urbanistico sia già
univocamente individuato per l’esistenza della maglia viaria principale e delle opere di urbanizzazione primarie
indispensabili.

29.2. Usi consentiti


Sono ammesse ordinariamente le destinazioni d’uso di cui all’Art. 13 delle presenti Norme e di seguito
elencati:

1. ABITAZIONI - Gli edifici per l’abitazione con gli spazi privati e condominiali.
2. STUDI PROFESSIONALI - Comprendono attività terziarie a carattere prevalentemente privato che non
comportano un rilevante afflusso di pubblico (studi professionali, attività terziarie varie, ecc.).
3. AUTORIMESSE AD USO PUBBLICO E PARCHEGGI - Comprendono autorimesse entro e fuori terra, con
annessi spazi tecnici e di servizio, piccole officine e lavaggi auto.
4. ATTIVITÀ COMMERCIALI AL DETTAGLIO - Comprendono gli esercizi commerciali alimentari e non, con

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annessi spazi tecnici, di servizio e magazzino.
5. ATTIVITÀ COMMERCIALI ALL’INGROSSO - Comprendono magazzini e depositi per alimentari e non, con
annessi spazi tecnici, di servizio, con esclusione di attività commerciali di dettaglio.
6. PUBBLICI ESERCIZI - Comprendono ristoranti, trattorie, bar, sale di ritrovo, ecc.
7. UFFICI - Comprendono gli uffici e le attività terziarie che comportano un rilevante afflusso ed una
presenza continuativa di pubblico (attività amministrative, direzionali, assicurazioni, ecc.), con annessi
spazi tecnici e di servizio.
8. STRUTTURE RICETTIVE - Comprendono le strutture alberghiere e para-alberghiere, con annessi parti di
servizio, di soggiorno e ritrovo.
9. LOCALI DI RIUNIONE E SPETTACOLO - Comprendono cinema, teatri, centri congressi, locali da ballo,
sale di ritrovo, con annessi spazi tecnici e di servizio.
10. ATTREZZATURE CULTURALI - Comprendono sale mostre, esposizioni, centri culturali, con annessi spazi
tecnici e di supporto.
11. ATTREZZATURE SOCIO-SANITARIE - Comprendono ambulatori, servizi per disabili, laboratori analisi,
etc., compresi gli spazi di servizio e supporto necessari.
12. ATTIVITÀ ARTIGIANALI NON MOLESTE - Comprendono le attività artigianali anche esercitate in forma
societaria e quindi giuridicamente inquadrate come industria, che non risultino moleste né dannose per
la pubblica incolumità, non rechino pregiudizio all’igiene ed al decoro dei fabbricati, non necessitino di
specifiche esigenze specie depurative incompatibili con le reti tecnologiche degli ambiti residenziali.
13. VERDE PUBBLICO
14. VERDE PRIVATO
15. USI ASSIMILABILI - In caso di presenza di usi non specificatamente previsti nel presente sub-articolo, si
procederà per analogia coi suddetti usi purché producano analoghi effetti sui servizi e sul sistema
urbano, con particolare riguardo ai parcheggi.

29.3. Classi di intervento e strumenti di attuazione


Nella zona B1, sono direttamente attuabili gli interventi di: manutenzione ordinaria, manutenzione
straordinaria, restauro e risanamento conservativo, ristrutturazione edilizia (così come definiti alle lett. a), b),
c) e d) dell’Art. 31 della L. 05/08/78 n. 457 e dell’Art. 21 delle presenti Norme), nonché le demolizioni e
ricostruzioni e le nuove costruzioni sull’impianto urbano definito.

Per gli interventi di ristrutturazione urbanistica (lett. e) art. 31 della l. 05/08/78 n. 457 e Art. 21 delle presenti
Norme) sono previsti gli strumenti:
- Piano Particolareggiato;
- Piano di Recupero.

29.4. Parametri edificatori


Per l’esecuzione degli interventi di cui al precedente punto dovranno osservarsi le seguenti prescrizioni:

Rc = 0,50 mq/mq o pari all’esistente.


Hmax = 7,50 m in ogni caso non superiore dell’altezza media degli edifici preesistenti nella zona,
ad eccezione degli edifici che formino oggetto di piani attuativi.
If = 0,40 mc/mq
S = 18,00 mq/ab reperiti globalmente in misura non inferiore a tale valore.
Df = 8,00 m in assenza di P.P. oppure secondo quanto disposto dallo stesso.
Np = 2 numero massimo di piani fuori terra.
Dc = 5,00 m le costruzioni potranno sorgere sui confini di proprietà ovvero potranno distare
minimo 5,00 m con pareti finestrate. La distanza minima tra due edifici non in
aderenza, non potrà essere inferiore a m 8,00, se con almeno una delle pareti
finestrate.
Tali distanze possono ridursi a quelle disposte dal C.C. per conservare
l’allineamento dei fabbricati esistenti nei tratti con tessuto urbano già definito, per
evitare l’inutilizzazione delle aree inedificate o risultanti libere in seguito a
demolizione e per consentire le sopraelevazioni, qualora si estendano sul fronte
stradale per una lunghezza inferiore a 20,00 m.
Al fine di migliorare le condizioni igieniche dei fabbricati esistenti, è consentita
l’apertura di finestre nei vani privi di luci dirette a distanze inferiori a quelle sopra

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indicate, purché nel rispetto delle disposizioni fissate dal Codice Civile.
P = 1 mq/10 mc nelle nuove costruzioni dovrà essere prevista tale superficie minima per
parcheggio privato, coperta o scoperta, accessibile da spazio pubblico, oltre alle
disposizioni sui parcheggi in zone residenziali, contenute all’Art. 14 delle presenti
Norme.
La quota da destinare a parcheggi potrà essere prevista anche in volumi interrati
e seminterrati.

29.5. Tipi edilizi


Si richiede che gli interventi sull’esistente tendano al rinnovo delle parti in contrasto con l’ambiente ed al
miglioramento dell’aspetto costruttivo-architettonico della zona con particolare riguardo ad intonaci,
tinteggiature, infissi esterni, recinzioni, spazi verdi, coperture.

Nelle nuove costruzioni, la tipologia utilizzabile dovrà essere reperita nella tradizione locale, pertanto isolata o
abbinata sul confine. La copertura dei fabbricati dovrà essere di norma eseguita a falde inclinate.
Lolle, porticati, passi carrai coperti, o le coperture in genere costituiscono elementi architettonici atti a
configurare la continuità del corpo di fabbrica agli effetti della sua aderenza ai confini.
Le recinzioni sul fronte strada potranno essere costituite da una parte cieca fino ad un’altezza massima di cm.
80 in materiale lapideo o rivestito con quest’ultimo, e da una superficie sovrastante ad aria passante fino ad
un’altezza massima di m 1,50.
E’ preferibile il ricorso ad elementi costruttivi tradizionali, con particolare riguardo ad infissi, intonaci,
tinteggiature, vani porta o portali.
Sono pertanto da evitare i rivestimenti artificiali, quali materiali ceramici, grès, ed intonaci plastici o graffiati.

Art. 30. - ZONA C. ESPANSIONE RESIDENZIALE. SOTTOZONE C1, C2 e C3. NORME


GENERALI COMUNI
30.1. Caratteri distintivi
Sono da ritenersi incluse nella presente zona omogenea le parti del territorio destinate a nuovi insediamenti
residenziali, nelle quali l’edificazione è consentita esclusivamente a seguito di Piani Attuativi.

30.2. Usi consentiti


Sono ammesse ordinariamente le destinazioni d’uso di cui all’Art. 13 delle presenti Norme e di seguito
riportati:

1. ABITAZIONI - Gli edifici per l’abitazione con gli spazi privati e condominiali.
2. STUDI PROFESSIONALI - Comprendono attività terziarie a carattere prevalentemente privato che non
comportano un rilevante afflusso di pubblico (studi professionali, attività terziarie varie, ecc.).
3. AUTORIMESSE AD USO PUBBLICO E PARCHEGGI - Comprendono autorimesse entro e fuori terra, con
annessi spazi tecnici e di servizio, piccole officine e lavaggi auto.
4. ATTIVITÀ COMMERCIALI AL DETTAGLIO - Comprendono gli esercizi commerciali alimentari e non, con
annessi spazi tecnici, di servizio e magazzino.
5. ATTIVITÀ COMMERCIALI ALL’INGROSSO - Comprendono magazzini e depositi per alimentari e non, con
annessi spazi tecnici, di servizio, con esclusione di attività commerciali di dettaglio.
6. PUBBLICI ESERCIZI - Comprendono ristoranti, trattorie, bar, sale di ritrovo, ecc.
7. UFFICI - Comprendono gli uffici e le attività terziarie che comportano un rilevante afflusso ed una
presenza continuativa di pubblico (attività amministrative, direzionali, assicurazioni, ecc.), con annessi
spazi tecnici e di servizio.
8. STRUTTURE RICETTIVE - Comprendono le strutture alberghiere e para-alberghiere, con annessi parti di
servizio, di soggiorno e ritrovo.
9. LOCALI DI RIUNIONE E SPETTACOLO - Comprendono cinema, teatri, centri congressi, locali da ballo,
sale di ritrovo, con annessi spazi tecnici e di servizio.
10. ATTREZZATURE CULTURALI - Comprendono sale mostre, esposizioni, centri culturali, con annessi spazi
tecnici e di supporto.
11. ATTREZZATURE SOCIO-SANITARIE - Comprendono ambulatori, servizi per disabili, laboratori analisi,
etc., compresi gli spazi di servizio e supporto necessari.
12. ATTIVITÀ ARTIGIANALI NON MOLESTE - Comprendono le attività artigianali anche esercitate in forma
societaria e quindi giuridicamente inquadrate come industria, che non risultino moleste né dannose per
la pubblica incolumità, non rechino pregiudizio all’igiene ed al decoro dei fabbricati, non necessitino di
specifiche esigenze specie depurative incompatibili con le reti tecnologiche degli ambiti residenziali.

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13. VERDE PUBBLICO
14. VERDE PRIVATO
15. USI ASSIMILABILI - In caso di presenza di usi non specificatamente previsti nel presente sub-articolo, si
procederà per analogia coi suddetti usi purché producano analoghi effetti sui servizi e sul sistema
urbano, con particolare riguardo ai parcheggi.

30.3. Articolazione della zona


La zona C viene suddivisa in 3 sub-zone:

Sub-zona C1 - Aree destinate all’espansione residenziale già sottoposte a pianificazione attuativa di


iniziativa pubblica.

Sub-zona C2 - Aree destinate all’espansione residenziale di nuova individuazione

Sub-zona C3 - Aree destinate all’espansione residenziale di nuova individuazione

30.4. Norme diverse


In tutte quelle aree di cui al Decr. Interassessoriale dell’Ass.re Regionale dei Lavori Pubblici e dell’Ass.re
Regionale della Difesa dell’Ambiente n. 548 del 11/08/2000, pubbl. sul suppl. straordinario al BURAS n. 29 del
19/09/2000, in esecutività della deliberazione G.R. del 29/10/99 n. 41/32 concernente (Piano Straordinario di
cui all’art. 1 bis D.L. n. 180/98) individuazione, perimetrazione e misure di salvaguardia delle aree a rischio
idrogeologico, il rilascio della concessione edilizia è subordinato al Nulla-osta da parte del Genio Civile così
come previsto dallo stesso Decreto.

Art. 31. - SOTTOZONA C1


31.1. Caratteri distintivi
Sono le aree, nell’ambito della borgata Olia Speciosa già sottoposte a pianificazione attuativa e per le quali si
confermano le norme contenute nel Piano stesso (Piano Particolareggiato Olia Speciosa, adottato
definitivamente con deliberazione del Consiglio Comunale n. 107/3975 del 10 Settembre 1990).
If = 0,70 mc/mq S = 12,00 mq/ab

Art. 32. - SOTTOZONA C2


32.1. Caratteri distintivi
Sono le aree destinate all’espansione residenziale di nuova individuazione nell’ambito delle borgate del
Comune di Castiadas, ad esclusione della borgata Olia Speciosa (per la quale si individuano le sub-zone C1 già
attuata e C3 di nuova individuazione).

32.2. Interventi consentiti


Nelle zone C2 sono consentiti gli interventi di:
• manutenzione ordinaria;
• manutenzione straordinaria;
• restauro e risanamento conservativo;
• ristrutturazione edilizia ed urbanistica;
• nuova costruzione;
• ampliamento e demolizione;
• mutamento di destinazione d’uso.

32.3. Strumenti di attuazione


Senza la predisposizione di un Piano Attuativo sono attuabili direttamente gli interventi di: demolizione, di
manutenzione ordinaria, manutenzione straordinaria, restauro e risanamento conservativo, ristrutturazione
edilizia. Sono anche ammesse le modifiche di destinazione d’uso (tra quelli consentiti) e le opere interne.

Ad eccezione degli interventi sull’esistente, gli interventi di cui al punto precedente si attuano attraverso:
- Piano Particolareggiato;
- Piano di Lottizzazione.

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32.4. Parametri edificatori
Per l’esecuzione degli interventi ammessi devono essere rispettate le seguenti prescrizioni:

It = 0,30 mc/mq
Dc = 5,00 m
Df = 10,00 m
Hmax = 7,00 m
S = 18,00 mq/ab
Rc = 0,30 mc/mq
Np = 2
Sml = 500,00 mq

32.5. Tipi edilizi


La tipologia edilizia dovrà ricercarsi fra quelle consolidate nel territorio e preferibilmente del tipo isolato.
E’ consentita all’interno del lotto la realizzazione anche con corpi di fabbrica separati o comunque articolati e
collegati da lolle porticati, di locali accessori, etc.
I pergolati ad aria passante non entrano nel computo delle superfici coperte ma costituiscono elementi di
continuità del corpo di fabbrica.
E’ fatto divieto di utilizzare tipologie su pilotis.
E’ consentita la realizzazione di Patii e Cortili.
E’ preferibile il ricorso ad elementi costruttivi tradizionali, con particolare riguardo ad infissi, intonaci,
tinteggiature, vani porta o portali.
E’ obbligatorio fare uso di rivestimenti in pietra per una percentuale non inferiore del 40% delle pareti dei
fabbricati, aumentato al 60% per gli edifici da realizzare in aree particolarmente sensibili quali quelle in
prossimità di emergenze archeologiche.
Sono pertanto da evitare i rivestimenti artificiali, quali materiali ceramici, grès, ed intonaci plastici o graffiati.

32.6. Comparto d’intervento


Nelle diverse sub-zone i piani urbanistici attuativi dovranno di norma essere estesi all’intera sottozona, ovvero
a comparti delimitati da viabilità consolidata o aventi superficie non inferiore a mq. 10.000,00.
Uno o più proprietari qualora dimostrino l’impossibilità, per mancanza di assenso degli altri proprietari, di
predisporre un piano attuativo possono, previa autorizzazione del Comune, predisporre il Piano esteso
all’intero comparto d’intervento e, in tale ipotesi, il Piano potrà attuarsi per stralci funzionali convenzionabili
separatamente e i relativi oneri di urbanizzazione saranno ripartiti tra i diversi proprietari. La verifica degli
standard deve essere effettuata per ciascuno stralcio funzionale.

32.7. Ripartizione volumetria


La volumetria prevista dovrà essere attuata secondo la seguente distribuzione:
- il 70% dovrà avere destinazione residenziale;
- il 20% dovrà avere destinazione a servizi strettamente connessi con la residenza o per opere di
urbanizzazione secondaria di iniziativa privata, quali: negozi di prima necessità, studi professionali,
bar e tavole calde, ecc.;
- il 10% dovrà essere destinato a servizi pubblici.

32.8. Viabilità
La viabilità principale di lottizzazione, prevista in cessione, dovrà prevedere una larghezza stradale non
inferiore a metri 8,00 e due marciapiedi laterali di larghezza non inferiore a m 2,00 cadauno.

Art. 33. - SOTTOZONA C3


33.1. Caratteri distintivi
Sono le aree destinate all’espansione residenziale di nuova individuazione nell’ambito della borgata di Olia
Speciosa e per le quali si applicano, per uniformità con l’adiacente sub-zona C1 già attuata con P.P., gli stessi
parametri urbanistico-edilizi.

33.2. Interventi consentiti


Nelle zone C3 sono consentiti di norma gli interventi di:
• manutenzione ordinaria;
• manutenzione straordinaria;

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• restauro e risanamento conservativo;
• ristrutturazione edilizia ed urbanistica;
• nuova costruzione;
• ampliamento e demolizione;
• mutamento di destinazione d’uso.

33.3. Strumenti di attuazione


Senza la predisposizione di un Piano Attuativo sono attuabili direttamente gli interventi di: demolizione, di
manutenzione ordinaria, manutenzione straordinaria, restauro e risanamento conservativo, ristrutturazione
edilizia. Sono anche ammesse le modifiche di destinazione d’uso (tra quelli consentiti) e le opere interne.

Ad eccezione degli interventi sull’esistente, gli interventi di cui al punto precedente si attuano attraverso:
- Piano Particolareggiato;
- Piano di Lottizzazione.

33.4. Parametri edificatori


Per l’esecuzione degli interventi ammessi devono essere rispettate le seguenti prescrizioni:
It = 0,70 mc/mq
Dc = 5,00 m
Df = 10,00 m
Hmax = 7,00 m
S = 31,00 mq/ab
Rc = 0,30 mc/mq
Np = 2
Sml = 500,00 mq

33.5. Tipi edilizi


I corpi edilizi dovranno essere disposti in modo da costituire continuità prospettica curando di ricercare un
carattere ambientale unitario, raggruppandoli per isole urbane caratterizzate da unità tipologica e cromatica.
Le aree libere, di pertinenza dei diversi corpi edilizi, dovranno essere tra loro contigue in modo da realizzare il
massimo della continuità a verde privato.
I pergolati ad aria passante non entrano nel computo delle superfici coperte ma costituiscono elementi di
continuità del corpo di fabbrica.
E’ fatto divieto di utilizzare tipologie su pilotis.
E’ consentita la realizzazione di Patii e Cortili.
E’ preferibile il ricorso ad elementi costruttivi tradizionali, con particolare riguardo ad infissi, intonaci,
tinteggiature, vani porta o portali.
E’ obbligatorio fare uso di rivestimenti in pietra per una percentuale non inferiore del 40% delle pareti dei
fabbricati, aumentato al 60% per gli edifici da realizzare in aree particolarmente sensibili quali quelle in
prossimità di emergenze archeologiche.
Sono pertanto da evitare i rivestimenti artificiali, quali materiali ceramici, grès, ed intonaci plastici o graffiati.

33.6. Comparto d’intervento


Nella sub-zona C3 i piani attuativi devono avere per oggetto l’intera sottozona omogenea. Qualora uno o più
proprietari dimostrino l’impossibilità, per mancanza di assenso degli altri proprietari, di predisporre un piano
attuativo possono, previa autorizzazione del Comune, predisporre il Piano esteso all’intero comparto
d’intervento, prevedendo di accorpare le aree da destinare ai servizi; in tale ipotesi, il Piano potrà attuarsi per
stralci funzionali convenzionabili separatamente e i relativi oneri di urbanizzazione saranno ripartiti tra i diversi
proprietari.

33.7. Ripartizione volumetria


La volumetria prevista dovrà essere attuata secondo la seguente distribuzione:
- il 60% dovrà avere destinazione residenziale;
- il 30% dovrà avere destinazione a servizi per la residenza;
- il 10% dovrà essere destinato a servizi pubblici.

33.8. Viabilità
La viabilità principale di lottizzazione, prevista in cessione, dovrà prevedere una larghezza stradale non
inferiore a metri 8,00 e due marciapiedi laterali di larghezza non inferiore a m 2,00 cadauno.

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Art. 34. - ZONA D. INDUSTRIALE, ARTIGIANALE E COMMERCIALE. SOTTOZONE D1, D2
e D3. NORME GENERALI COMUNI
34.1. Caratteri distintivi.
Sono da ritenersi incluse nella presente zona omogenea le parti del territorio destinate a nuovi insediamenti
per impianti industriali, artigianali, commerciali, di conservazione, trasformazione o commercializzazione di
prodotti agricoli e/o della pesca.

34.2. Usi consentiti


Sono ammesse le destinazioni d’uso di cui all’Art. 15 delle presenti Norme ed elencate di seguito:

1. ATTIVITÀ ARTIGIANALI COMPATIBILI ED INCOMPATIBILI CON LA RESIDENZA


2. ATTIVITÀ ABITATIVE STRETTAMENTE NECESSARIE PER LA CUSTODIA
3. PUBBLICI ESERCIZI STRETTAMENTE NECESSARI PER IL SUPPORTO DELLE ATTIVITÀ DI ZONA
4. AUTORIMESSE E PARCHEGGI AD USO PUBBLICO
5. MOSTRE
6. ATTIVITÀ COMMERCIALI AL DETTAGLIO ED ALL’INGROSSO ANCHE ORGANIZZATE COME CENTRI
COMMERCIALI
7. SERVIZI TECNICI URBANI
8. VERDE PUBBLICO
9. VERDE PRIVATO

A riguardo degli edifici destinati ad attività artigianali, commerciali e piccole industrie, si precisa che non sono
consentiti quelli che, a giudizio dell’Amministrazione, dovessero arrecare molestia o essere comunque
pregiudizievoli alle zone residenziali.
Gli edifici residenziali per l’abitazione dei proprietari o custodi sono consentiti purché venga motivata la
necessità di risiedere sul posto e purché le abitazioni rispettino i requisiti di igiene e di comfort.

34.3. Articolazione della zona.


La zona D viene suddivisa nelle seguenti 3 sub-zone:

Sub-zona D1 - Aree per attività produttive già sottoposte a pianificazione attuativa

Sub-zona D2 - Aree per attività produttive consolidate da sottoporre a riassetto organico

Sub-zona D3 - Aree per attività produttive con scarse o nulle presenze consolidate da sottoporre a
pianificazione attuativa.

34.4. Norme diverse


In tutte le sub-zone, gli interventi esistenti o futuri dovranno rispettare le norme delle leggi vigenti in materia
di smaltimento delle acque reflue, residui organici e inorganici, e di inquinamento atmosferico.

Art. 35. - SOTTOZONA D1


35.1. Caratteri distintivi
Nella sottozona D1 sono incluse le aree per attività produttive già sottoposte a pianificazione attuativa e per le
quali si confermano le norme contenute nel Piano stesso (Piano per gli Insediamenti produttivi, adottato
definitivamente con deliberazione del Consiglio Comunale n. 32 del 30/06/1994).

Art. 36. - SOTTOZONA D2


36.1. Caratteri distintivi
Nella sottozona D2 sono incluse le aree per attività produttive consolidate da sottoporre a riassetto organico
con interventi di razionalizzazione delle aziende esistenti.

36.2. Strumenti di attuazione


Per le costruzioni esistenti sono direttamente attuabili gli interventi di: demolizione, di manutenzione ordinaria,

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manutenzione straordinaria, restauro e risanamento conservativo, ristrutturazione edilizia. Inoltre, sono
ammesse le modifiche di destinazione d’uso (tra quelli consentiti) e le opere interne.
Attraverso concessione edilizia diretta sono anche consentiti gli ampliamenti delle aziende esistenti nel limite
massimo del 20% della volumetria realizzata.

Gli strumenti per l’attuazione degli interventi di nuova realizzazione sono i seguenti:
- Piano Particolareggiato;
- Piano di Lottizzazione Convenzionata;
- Piano per gli Insediamenti Produttivi.

36.3. Parametri edificatori


Per l’esecuzione degli interventi edilizi dovranno essere rispettate le seguenti prescrizioni:

Rc = 0,35 mq/mq Sf
Dc = 10,00 m
Df = 20,00 m
Hmax = 10,50 m (con esclusione dei volumi tecnici)
S = 10% (della superficie lottizzata, esclusa viabilità e parcheggi)
Sml =1.000,00 mq (con esclusione delle attività insediate)
P = 10% (della superficie lottizzata)

36.4. Tipi edilizi


Le tipologie edilizie dei fabbricati dovranno riferirsi ai tipi edilizi tradizionali destinati ad attività produttive in
quanto a configurazione architettonica (da preferirsi quella isolata), materiali e colori di finitura. E’ obbligatoria
la sistemazione a verde delle aree libere all’interno del lotto.
Le recinzioni non potranno superare l’altezza massima di m 2,00 e dovranno risultare di qualità architettonica
coerente con il fabbricato principale.

36.5. Comparto d’intervento


Nelle diverse sub-zone i piani urbanistici attuativi dovranno di norma essere estesi all’intera sottozona, ovvero
a comparti delimitati da viabilità consolidata o aventi superficie non inferiore a mq. 10.000,00.
Uno o più proprietari qualora dimostrino l’impossibilità, per mancanza di assenso degli altri proprietari, di
predisporre un piano attuativo possono, previa autorizzazione del Comune, predisporre il Piano esteso al
comparto d’intervento. In tale ipotesi il Piano si attuerà per stralci funzionali convenzionabili separatamente e i
relativi oneri di urbanizzazione saranno ripartiti tra i diversi proprietari. La verifica degli standard deve essere
effettuata per ciascuno stralcio funzionale.

36.6. Viabilità
La viabilità principale di lottizzazione, prevista in cessione, dovrà prevedere una larghezza stradale non
inferiore a metri 8,00 e due marciapiedi laterali di larghezza non inferiore a m 2,00 cadauno.

Art. 37. - SOTTOZONA D3


37.1. Caratteri distintivi
Nella sottozona D3 sono incluse le aree per attività produttive con scarse o nulle presenze consolidate da
sottoporre a pianificazione attuativa.

37.2. Strumenti di attuazione


Per le costruzioni esistenti sono direttamente attuabili gli interventi di: demolizione, di manutenzione ordinaria,
manutenzione straordinaria, restauro e risanamento conservativo, ristrutturazione edilizia. Inoltre, sono
ammesse le modifiche di destinazione d’uso (tra quelli consentiti) e le opere interne.
Attraverso concessione edilizia diretta sono anche consentiti gli ampliamenti delle aziende esistenti nel limite
massimo del 20% della volumetria realizzata.

Gli strumenti per l’attuazione degli interventi di nuova realizzazione sono i seguenti:
- Piano Particolareggiato;
- Piano di Lottizzazione Convenzionata;
- Piano per gli Insediamenti Produttivi.

34
37.3. Parametri edificatori
Per l’esecuzione degli interventi edilizi dovranno essere rispettate le seguenti prescrizioni:

Rc = 0,35 mq/mq Sf
Dc = 10,00 m
Df = 20,00 m
Hmax = 10,50 m (con esclusione dei volumi tecnici)
S = 10% (della superficie lottizzata, esclusa viabilità e parcheggi)
Sml =2.000,00 mq (con esclusione delle attività insediate)
P = 10% (della superficie lottizzata)

37.4. Tipi edilizi


Le tipologie edilizie dei fabbricati dovranno riferirsi ai tipi edilizi tradizionali destinati ad attività produttive in
quanto configurazione architettonica (da preferirsi quella isolata), materiali e colori di finitura. E’ obbligatoria
la sistemazione a verde delle aree libere all’interno del lotto.
Le recinzioni non potranno superare l’altezza massima di m 2,00 e dovranno risultare di qualità architettonica
coerente con il fabbricato principale.

37.5. Comparto d’intervento


Nelle diverse sub-zone i piani urbanistici attuativi dovranno di norma essere estesi all’intera sottozona, ovvero
a comparti delimitati da viabilità consolidata o aventi superficie non inferiore a mq. 10.000,00.
Uno o più proprietari qualora dimostrino l’impossibilità, per mancanza di assenso degli altri proprietari, di
predisporre un piano attuativo possono, previa autorizzazione del Comune, predisporre il Piano esteso al
comparto d’intervento. In tale ipotesi il Piano si attuerà per stralci funzionali convenzionabili separatamente e i
relativi oneri di urbanizzazione saranno ripartiti tra i diversi proprietari. La verifica degli standard deve essere
effettuata per ciascuno stralcio funzionale.

37.6. Viabilità
La viabilità principale di lottizzazione, prevista in cessione, dovrà prevedere una larghezza stradale non
inferiore a metri 8,00 e due marciapiedi laterali di larghezza non inferiore a m 2,00 cadauno.

Art. 38. - ZONA E. AGRICOLA. SOTTOZONE E1 E2, E4, E4/B e E5. NORME GENERALI
COMUNI
38.1. Caratteri distintivi.
Le zone agricole sono quelle parti del territorio destinate all’agricoltura, alla pastorizia, alla zootecnia,
all’itticoltura, alle attività di conservazione e di trasformazione dei prodotti aziendali, all’agriturismo, alla
silvicoltura e alla coltivazione industriale del legno.

La normativa di attuazione è redatta in conformità alle indicazioni del D.P.G.R. 3 agosto 1994 n. 228 e con
riferimento all’art. 8 della L.R. 22 dicembre 1989 n. 45, alle quali si rimanda per quanto non espressamente
indicato nelle presenti Norme.

Tali norme disciplinano l’uso e la edificazione del territorio agricolo perseguendo le seguenti finalità:
• Valorizzare le vocazioni produttive delle zone agricole garantendone le tutele del suolo e delle
emergenze ambientali;
• Incoraggiare la permanenza, nelle zone classificate agricole, della popolazione rurale in condizioni civili
ed adeguate alle esigenze sociali attuali;
• Favorire il recupero funzionale ed estetico del patrimonio edilizio esistente, sia per l’utilizzo aziendale
che per quello abitativo.

38.2. Usi consentiti


In via generale e salvo quanto diversamente specificato per le singole sottozone, nelle zone agricole le
destinazioni d’uso ammissibili degli immobili sono quelle indicate all’Art. 16 delle presenti Norme ed elencate di
seguito:

35
1. FABBRICATI ED IMPIANTI CONNESSI ALLA CONDUZIONE AGRICOLA DEL FONDO
2. FABBRICATI PER AGRITURISMO
3. FABBRICATI PER IL RECUPERO TERAPEUTICO DEI DISABILI E DEL DISAGIO SOCIALE

Sempre ad eccezione di disposizioni specifiche per le singole sottozone, le attività consentite nelle zone
agricole sono le seguenti:

1. ATTIVITÀ COLTURALI ERBACEE ED ARBOREE


2. ATTIVITÀ FORESTALI
3. ACQUACOLTURA
4. ALLEVAMENTO TRADIZIONALE OVI-CAPRINO, BOVINO, SUINO ED EQUINO
5. ALLEVAMENTO INTENSIVO OVI-CAPRINO, BOVINO, SUINO ED EQUINO
6. ALTRI ALLEVAMENTI CONVENZIONALI (APICOLTURA, ELICICOLTURA, CUNICOLICOLTURA, SPECIE
SELVATICHE AUTOCTONE ETC)
7. ALTRI ALLEVAMENTI NON CONVENZIONALI (SPECIE NON AUTOCTONE)

38.3. Requisiti degli interventi - Documenti occorrenti


Per il rilascio della concessione edilizia ai fini edificatori é necessario dimostrare la destinazione agricolo-
produttiva del fondo con la produzione dei seguenti documenti tecnico-amministrativi:
• dichiarazione sostitutiva di atto notorio da parte del proponente ove emerga che le opere sono
funzionali alla conduzione del fondo;
• elaborati tecnici a firma di tecnici abilitati in base alle proprie competenze professionali, contenenti le
caratteristiche della proposta, ed in particolare:
a) Relazione tecnica contenente la descrizione dello stato attuale, l’indicazione degli interventi
previsti, la dimostrazione di congruità delle opere rispetto alla potenzialità del fondo, la
rispondenza della proposta agli indirizzi ed alle normative agricole di livello regionale e
comunitario.
b) Elaborati progettuali in numero adeguato con:
I planimetria catastale
II planimetrie interventi su base catastale comunque non inferiore alla scala 1/1000;
III disegni delle opere in scala non inferiore alla 1/1000;
IV disegni delle opere civili in scala adeguata e non minore a 1/100 per le opere edili;
V eventuali particolari costruttivi.
c) Piano di fattibilità economico-finanziaria, che giustifichi un corretto beneficio fondiario che, nel
caso di fondi riferiti alle dimensioni minime di cui alla Circolare Regionale pubblicata su
B.U.R.A.S. supplemento ordinario n. 25 del 10.06.87, deve produrre il reddito sufficiente almeno
ad una famiglia coltivatrice.
d) Studio di fattibilità agronomico-ambientale limitatamente ai seguenti interventi:
• fabbricati e strutture per la zootecnia (escluse le piccole strutture a supporto
dell’allevamento ovino);
• impianti serricoli di dimensioni maggiori di 5.000 mq di superficie coperta.

Gli elaborati tecnici di cui sopra debbono essere integrati dallo Studio di Fattibilità agronomica-ambientale,
attraverso il quale l’area oggetto della proposta deve essere esaurientemente descritta sotto gli aspetti
idrogeologico, agro-pedologico e paesaggistico, partendo dagli elementi conoscitivi del presente P.U.C., al fine
di determinare per le varie soluzioni l’impatto sul paesaggio-ambiente e le modificazioni agro-pedologiche
introdotte, con l’indicazione delle modalità per mitigare gli eventuali effetti negativi. Per tali interventi, esso
costituisce requisito di conoscenza tecnica necessario per la corretta valutazione della proposta, pertanto non
é alternativo e non sostituisce la Valutazione di Compatibilità Ambientale nei casi previsti.

38.4. Interventi ammessi sugli immobili esistenti


Per gli edifici esistenti sono valide le prescrizioni di cui all’art. 4 delle Direttive per le Zone Agricole approvate
dal Consiglio Regionale il 13/4/1994.
In particolare sono consentiti i seguenti interventi:

a) Manutenzione ordinaria;
b) Manutenzione straordinaria;
c) Restauro e risanamento conservativo;
d) Ristrutturazione edilizia;
e) Ampliamento nei limiti consentiti dalle presenti Norme.

E’ inoltre consentita, ad eccezione degli edifici soggetti a vincolo monumentale ed artistico, la demolizione e la
ricostruzione in loco per inderogabili motivi di staticità o di tutela della pubblica incolumità.

36
38.5. Criteri per l’edificazione
In tutte le sub-zone, salvo quanto diversamente specificato nei successivi articoli, in via generale sono
consentite le seguenti costruzioni:

a) - fabbricati per la residenza strettamente necessaria alla conduzione del fondo;


b) - fabbricati ed impianti connessi alla conduzione agricola e zootecnica del fondo, all’itticoltura, alla
valorizzazione e trasformazione dei prodotti aziendali, con esclusione degli impianti classificabili come
industriali;
c) - fabbricati per agriturismo, così come normati al punto successivo;
d) - fabbricati funzionali alla conduzione e gestione dei boschi e degli impianti arborei industriali (forestazione
produttiva);
e) - strutture per il recupero terapeutico dei disabili, dei tossico dipendenti, e per il recupero del disagio
sociale;
f) - serre fisse o provvisorie.

Salvo quanto stabilito specificatamente per ciascuna sottozona, gli indici fondiari massimi previsti nelle
Direttive per le zone agricole sono:

Gli indici massimi da applicare sono i seguenti:


• 0,03 mc/mq per i fabbricati di cui alla lettera a) del precedente comma;
• 0,20 mc/mq per i fabbricati di cui alla lettera b) del precedente comma;
• 0,01 mc/mq per i fabbricati di cui alla lettera d) del precedente comma;
• 0,10 mc/mq per le strutture di cui alla lettera e) del precedente comma.

Ai fini edificatori la superficie minima d’intervento è in via generale stabilita in Ha 1,00, salvo per quanto
riguarda la destinazione per impianti serricoli, impianti orticoli in pieno campo e impianti vivaistici, per i quali è
stabilita in Ha 0,50.
Per le residenze la superficie minima di intervento è in via generale stabilita in Ha 1,00 per la zona E4/B e in
Ha 3,00 per le zone E1, E2 ed E5.
Al fine di raggiungere la superficie minima di cui ai commi precedenti possono concorrervi più corpi aziendali,
a condizione che appartengano alla stessa sottozona; in caso contrario, l’edificazione dovrà risultare
concentrata nella porzione di terreno continua non inferiore ai 2/3 della superficie totale della proprietà.
Conseguentemente l’Amministrazione Comunale dovrà provvedere a costituire apposite planimetrie e il
pubblico registro fondiario, opportunamente aggiornato, prescrivendo a tutela di terzi la trascrizione del
vincolo derivante dall’avvenuta utilizzazione edificatoria dell’area.
All’atto della richiesta di concessione ad edificare, il richiedente dovrà attestare quali superfici, tra quelle
incluse nella domanda stessa siano state già computate per precedenti edificazioni.
Ad evitare l’ulteriore edificazione nelle zone E, e salvo diversa dimostrazione, per la nuova edificazione ad uso
residenziale dovrà essere privilegiata una fascia di territorio avente profondità non superiore a 100,00 metri e
sviluppantesi lungo la viabilità consolidata.
Per le residenze l’altezza massima viene stabilita in metri 6,50 con numero di piani fuori terra non superiore a
due.
Per tutte le destinazioni d’uso l’altezza massima viene stabilita in metri 4,00, con possibilità di deroga, non
estensibile alla parte edilizia, soltanto per gli apparati tecnici di ponti radio, ripetitori, centrali telefoniche e
simili.
Gli edifici devono distare non meno di quindici metri lineari dal confine con le strade alle quali non si applichi
la distanza minima prevista dal D.M. 1404/68 ovvero secondo quanto previsto dal Nuovo Codice della Strada e
dal relativo Regolamento di esecuzione e di attuazione del Nuovo Codice della Strada (D.L. del 30/04/92 n.
285 e successive modifiche).
Per gli impianti di acquacoltura, itticoltura e fabbricati di loro pertinenza le distanze di cui ai commi precedenti
non si applicano.
La distanza tra fabbricati non potrà essere inferiore all’altezza del fabbricato più alto, con minimo assoluto di
dieci metri lineari.

38.6. Agriturismo
L’agriturismo, ai sensi della L.R. n. 18 del 23/06/1998 e della L. n. 730 del 05/12/85, è inteso come l’insieme
delle attività di ricezione ed ospitalità esercitate dagli imprenditori agricoli di cui all’art. 3 della stessa legge
L.R. n. 18 del 23/06/1998, attraverso l’utilizzazione della propria azienda, in rapporto di connessione e
complementarietà rispetto alle attività di coltivazione del fondo, silvicoltura, allevamento del bestiame, che
devono comunque rimanere principali.

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Nelle strutture aziendali esistenti alla data di entrata in vigore del P.U.C. è sempre consentito l’esercizio
dell’agriturismo come attività collaterale ed ausiliaria a quella agro-zootecnica, così come previsto dalle vigenti
normative regionali e statali. Le volumetrie per i posti letto con destinazione agrituristica sono aggiuntive
rispetto ai volumi massimi ammissibili per le residenze nella medesima azienda agricola in cui si esercita
l’attività agrituristica. La superficie minima del fondo non deve essere inferiore a Ha 3.

E’ altresì finalità del presente P.U.C. coniugare la promozione dell’agriturismo con la salvaguardia ed il
recupero degli edifici rurali storici.

Nel caso di nuove strutture aziendali, per l’edificazione si applicano gli stessi indici e parametri prescritti per le
sottozone corrispondenti.

38.7. Punti di ristoro


Per punti di ristoro, ai sensi del D.A. 2266/U del 20/12/1983, devono intendersi i bar, i ristoranti e le tavole
calde, cui possono essere annesse, purché di dimensioni limitate, altre strutture di servizio relative ai posti
letto nel numero massimo di venti.
L’indice fondiario massimo viene stabilito in 0,01 mc/mq, incrementabile con Delibera del Consiglio Comunale
fino a 0,10 mc/mq.
La realizzazione dei punti di ristoro è ammessa quando essi siano ubicati ad una distanza dal perimetro
urbano non inferiore a m 500 e ad una distanza reciproca, misurata lungo la viabilità comunale o Provinciale,
non inferiore a 2 km.
Il lotto minimo vincolato per la realizzazione di nuovi punti di ristoro isolati deve essere di 3 Ha; in tal caso,
quando il punto di ristoro è incluso in un fondo agricolo che comprende attrezzature e residenze, alla
superficie minima di Ha 3 vincolata al punto di ristoro, va aggiunta quella minima di Ha 1 relativa al fondo
agricolo.
Possono essere annesse alla struttura ristoratrice, purché di dimensioni limitate, altre strutture sportive e
ricreative tali da rendere più produttiva ed economicamente redditiva l’azienda, senza allontanarsi dalle
caratteristiche di zona omogenea agricola, allo scopo di non creare finalità di interesse turistico di tipo
prevalentemente stagionale ma al contrario continuativo per tutto il periodo annuale.

38.8. Annessi rustici, allevamenti zootecnico industriali e altri insediamenti produttivi


agricoli
I nuovi fabbricati per allevamenti zootecnico intesivi debbono distare almeno 50,00 m dai confini di proprietà.
Detti fabbricato debbono distare altresì 500,00 m se trattasi di allevamento per suini, 300,00 m per avicoli e
100,00 m per bovini, ovicaprini ed equini, dai limiti delle zone territoriali omogenee A, B, C, F, G.
I fabbricati per allevamenti zootecnici intensivi dovranno avere un rapporto di copertura con l’area di
pertinenza non superiore al 50 per cento.
Le distanze di cui ai commi precedenti non si applicano agli impianti di acquacoltura e itticoltura e ai fabbricati
di loro pertinenza.
I fabbricati per gli insediamenti produttivi di tipo agro-industriale sono ubicati in aree a tale scopo destinate
dagli strumenti urbanistici generali oppure nelle zone territoriali omogenee di tipo D, fatti salvi gli ampliamenti
degli insediamenti preesistenti alla data di entrata in vigore della presente direttiva, di cooperative e di
associazioni di produttori agricoli.
Il rapporto di copertura per gli insediamenti di tipo agro-industriale non può superare il 50 per cento dell’area
di pertinenza.
Le serre fisse, senza strutture murarie fuori terra, sono considerate a tutti gli effetti strutture di protezione
delle colture agrarie con regime normato dall’art. 878 del C.C. per quanto attiene le distanze dai confini di
proprietà.
Le serre fisse, caratterizzate da strutture murarie fuori terra, nonché gli impianti di acquacoltura e per
agricolture specializzata, sono ammesse nei limiti di un rapporto di copertura del 50 per cento del fondo in cui
insistono, senza limiti, al contempo, di volumetria.
Ogni serra, purché volta alla protezione o forzatura delle colture, può essere installata previa autorizzazione
edilizia, fermo restando nelle zone vincolate l’obbligo di acquisire il prescritto provvedimento autorizzativo di
cui alla Legge 29 Giugno 1939 n. 1497.

38.9. Edificio in fregio alle strade


Ai sensi dell’Art. 6 della Disciplina per le Zone Agricole, per gli edifici esistenti ubicati nelle zone di protezione
delle strade di cui al D.P.R. 495/92 e successive modifiche ed integrazioni, e in quelle di rispetto al nastro
stradale vincolate come inedificabili dagli strumenti urbanistici generali, sono consentite le seguenti opere:

a) - manutenzione ordinaria e straordinaria, restauro e ristrutturazione edilizia, come definiti dall’Art. 31 della
Legge 05.08.1978 n. 457;

38
b) - la dotazione di servizi igienici e copertura di scale esterne;
c) - ogni altro ampliamento necessario per adeguare l’immobile alla disciplina igienico-sanitaria vigente.

Gli interventi edilizi saranno ammessi purché non comportino l’avanzamento dell’edificio esistente sul fronte
stradale.

Nel caso di esproprio di un edificio per la realizzazione o l’ampliamento di strade e per la realizzazione di opere
pubbliche in genere, è consentita, ad eccezione degli edifici soggetti a vincolo monumentale ed artistico, nei
casi di demolizione, la ricostruzione con il mantenimento delle destinazioni d’uso in un’area agricola adiacente
anche inferiore alla superficie minima di intervento prescritta dalle presenti Norme.

38.10. Smaltimento dei reflui


Si applicano le norme previste nel Decreto Assessoriale del 21/01/1997 n. 34 art. 15.

38.11. Tipi edilizi


La tipologia edilizia dovrà ricercarsi fra quelle consolidate nel territorio e in ogni caso del tipo isolato.
Le murature esterne dei fabbricati potranno essere realizzate in pietra faccia a vista oppure dovranno essere
intonacate e successivamente tinteggiate usando i colori delle terre in sintonia con il contesto ambientale di
riferimento.
La copertura degli edifici residenziali dovranno rispettare le tipologie a tetto con manto superficiale a tegole
curve (coppi).
Le recinzioni dovranno essere realizzate con materiali lapidei a vista ovvero rete metallica; sulla viabilità
pubblica e all’interno delle fasce di rispetto stradale esse non potranno superare l’altezza di metri 1,50.

38.12. Norme diverse


Oltre alle norme sopra riportate si prescrive quanto segue:
• La costruzione di nuove strade o il rifacimento di quelle esistenti deve essere autorizzato
dall’Amministrazione Comunale;
• la viabilità secondaria interna alla zona deve avere una carreggiata della larghezza di m 3,50 con due
banchine laterali di m 0,50 per lato; le nuove strade o quelle ricostruite devono essere piantumate ai
bordi per tutta la loro lunghezza;
• l’autorizzazione ad eseguire miglioramenti fondiari di qualsiasi tipo in terreni seminativi completamente
privi di piante dovrà essere rilasciata a condizione che i confini dell’azienda interessata al
miglioramento siano contornati da frangivento realizzati con almeno un filare di alberi; nel caso i
terreni siano a pascolo cespugliato in luogo del frangivento si dovrà garantire un numero di piante di
tipo mediterraneo (leccio, roverella, ulivo, quercia e simili) non inferiore a 20 per ettaro;
• qualunque lavoro di ricerca idrica, di costruzione di pozzi o comunque che possa interessare le falde
deve essere preventivamente autorizzato dal Sindaco;
• nelle recinzioni è assolutamente vietato l’uso del filo spinato; è invece consentito l’uso della rete
metallica purché a maglie larghe.
• Nelle aree con pendenza maggiore del 35% e nelle aree certamente soggette ad esondazione fluviale è
vietato ogni intervento di nuova edificazione, fermo restando che le relative superfici rientrano, ove è
ammesso, nel calcolo volumetrico delle edificazioni.

Per quanto non espressamente indicato si rimanda a quanto previsto dal D.A.EE.LL. del 20/12/1983 n.
2266/U.

38.13. Articolazione della zona


Il P.U.C., in conformità alle Direttive regionali per le zone agricole, individua 4 diverse sub-zone “E”, sulla base
delle loro caratteristiche geopedologiche ed agronomiche e della loro attitudine e potenzialità colturale:

Sub-zona E1 - Aree caratterizzate da una produzione agricola tipica e specializzata;

Sub-zona E2 - Aree di primaria importanza per la funzione agricolo-produttiva, anche in relazione


all’estensione, composizione e localizzazione dei terreni;

Sub-zona E4 - Aree che, caratterizzate dalla presenza di preesistenze insediative, sono utilizzabili per
l’organizzazione di centri rurali;

Sub-zona E4/B - Aree per la localizzazione delle residenze rurali, all’interno della sub-zona agricola E4;

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Sub-zona E5 - Aree marginali per l’attività agricola e nelle quali viene ravvisata l’esigenza di garantire
condizioni adeguate di stabilità ambientale.

Art. 39. - SOTTOZONA E1


39.1. Caratteri distintivi
Nella sottozona E1 sono incluse le aree con elevata valenza agronomica, caratterizzate da una produzione
agricola tipica e specializzata, costituita prevalentemente da agrumeti.

39.2. Usi consentiti


E’ possibile la realizzazione dei seguenti fabbricati connessi alla conduzione agricola del fondo:

a) fabbricati per la residenza strettamente necessaria alla conduzione del fondo;


b) fabbricati ed impianti connessi alla conduzione agricola e zootecnica del fondo, all’itticoltura, alla
valorizzazione e trasformazione dei prodotti aziendali, con esclusione degli impianti classificabili
come industriali.

Con riferimento alle seguenti attività:


• attività colturali erbacee ed arboree;
• allevamento tradizionale;
• allevamento intensivo;
• altri allevamenti convenzionali;
• attività agrituristica.

Non sono ammessi i fabbricati relativi a strutture per il recupero terapeutico dei disabili, dei tossico-
dipendenti.
Per le zone umide è possibile la sola acquacoltura ambientalmente compatibile.
Nella sottozona E1 non è assentibile l’insediamento di impianti di interesse pubblico quali cabine ENEL, centrali
telefoniche, stazioni di ponti radio, ripetitori e simili, e neppure di attrezzature ed impianti di carattere
particolare.

39.3. Criteri per l’edificazione


Gli indici massimi previsti per la sub-zona E1 sono i seguenti:

• 0,03 mc/mq per i fabbricati di cui alla lettera a) del precedente punto;
• 0,20 mc/mq per i fabbricati di cui alla lettera b) del precedente punto.

Ai fini edificatori la superficie minima d’intervento è stabilita in ha 1,00, salvo per quanto riguarda la
destinazione per impianti serricoli, impianti orticoli in pieno campo e impianti vivaistici, per i quali è stabilita in
Ha 0,50.
Per le residenze la superficie minima di intervento è stabilita in Ha 3,00.
Al fine di raggiungere la superficie minima di cui ai commi precedenti possono concorrervi più corpi aziendali,
a condizione che appartengano alla stessa sottozona; in caso contrario, l’edificazione dovrà risultare
concentrata nella porzione di terreno continua non inferiore ai 2/3 della superficie totale della proprietà.
Conseguentemente l’Amministrazione Comunale dovrà provvedere a costituire apposite planimetrie e il
pubblico registro fondiario, opportunamente aggiornato, prescrivendo a tutela di terzi la trascrizione del
vincolo derivante dall’avvenuta utilizzazione edificatoria dell’area.
All’atto della richiesta di concessione ad edificare, il richiedente dovrà attestare quali superfici, tra quelle
incluse nella domanda stessa siano state già computate per precedenti edificazioni.
Ad evitare l’ulteriore edificazione nelle zone E, e salvo diversa dimostrazione, per la nuova edificazione ad uso
residenziale dovrà essere privilegiata una fascia di territorio avente profondità non superiore a 100,00 metri e
sviluppantesi lungo la viabilità consolidata.
Per le residenze l’altezza massima viene stabilita in metri 6,50 con numero di piani fuori terra non superiore a
due.
Per tutte le destinazioni d’uso l’altezza massima viene stabilita in metri 4,00.
Gli edifici devono distare non meno di quindici metri lineari dal confine con le strade alle quali non si applichi
la distanza minima prevista dal D.M. 1404/68 ovvero secondo quanto previsto dal Nuovo Codice della Strada e
dal relativo Regolamento di esecuzione e di attuazione del Nuovo Codice della Strada (D.P.R. n.495 del 16
Dicembre 1992 e successive modifiche).
Per gli impianti di acquacoltura, itticoltura e fabbricati di loro pertinenza le distanze di cui ai commi precedenti
non si applicano.

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La distanza tra fabbricati non potrà essere inferiore all’altezza del fabbricato più alto, con minimo assoluto di
dieci metri lineari.

Art. 40. - SOTTOZONA E2


40.1. Caratteri distintivi
Nella sottozona E2 sono incluse le aree con buona attitudine agronomica, di primaria importanza per la
funzione agricolo-produttiva anche in relazione alla estensione, composizione e localizzazione dei terreni,
utilizzate prevalentemente per allevamenti zootecnici e per seminativo.

40.2. Usi consentiti


E’ possibile la realizzazione dei seguenti fabbricati connessi alla conduzione agricola del fondo:

a) fabbricati per la residenza strettamente necessaria alla conduzione del fondo;


b) fabbricati ed impianti connessi alla conduzione agricola e zootecnica del fondo, all’itticoltura, alla
valorizzazione e trasformazione dei prodotti aziendali, con esclusione degli impianti classificabili come
industriali;
c) fabbricati funzionali alla conduzione e gestione dei boschi e degli impianti arborei industriali
(forestazione produttiva);
d) serre fisse o provvisorie.

Con riferimento alle seguenti attività:


• attività colturali erbacee ed arboree;
• allevamento tradizionale;
• allevamento intensivo;
• altri allevamenti convenzionali;
• attività agrituristica;
• attività forestali;
• acquacoltura.

Non sono ammessi i fabbricati relativi a strutture per il recupero terapeutico dei disabili, dei tossico-
dipendenti.
Nella sottozona E2 sono localizzabili gli impianti di interesse pubblico quali cabine ENEL, centrali telefoniche,
stazioni di ponti radio, ripetitori e simili.

40.3. Criteri per l’edificazione


Per la sottozona E2 gli indici massimi da applicare sono i seguenti:
• 0,02 mc/mq per i fabbricati di cui alla lettera a) del precedente punto;
• 0,20 mc/mq per i fabbricati di cui alla lettera b) del precedente punto;
• 0,01 mc/mq per i fabbricati di cui alla lettera c) del precedente punto.

Ai fini edificatori la superficie minima d’intervento è stabilita in ha 1,00, salvo per quanto riguarda la
destinazione per impianti serricoli, impianti orticoli in pieno campo e impianti vivaistici, per i quali è stabilita in
Ha 0,50.
Per le residenze la superficie minima di intervento è stabilita in Ha 3,00.
Al fine di raggiungere la superficie minima di cui ai commi precedenti possono concorrervi più corpi aziendali,
a condizione che appartengano alla stessa sottozona; in caso contrario, l’edificazione dovrà risultare
concentrata nella porzione di terreno continua non inferiore ai 2/3 della superficie totale della proprietà.
Conseguentemente l’Amministrazione Comunale dovrà provvedere a costituire apposite planimetrie e il
pubblico registro fondiario, opportunamente aggiornato, prescrivendo a tutela di terzi la trascrizione del
vincolo derivante dall’avvenuta utilizzazione edificatoria dell’area.
All’atto della richiesta di concessione ad edificare, il richiedente dovrà attestare quali superfici, tra quelle
incluse nella domanda stessa siano state già computate per precedenti edificazioni.
Ad evitare l’ulteriore edificazione nelle zone E, e salvo diversa dimostrazione, per la nuova edificazione ad uso
residenziale dovrà essere privilegiata una fascia di territorio avente profondità non superiore a 100,00 metri e
sviluppantesi lungo la viabilità consolidata.
Per le residenze l’altezza massima viene stabilita in metri 6,50 con numero di piani fuori terra non superiore a
due.
Per tutte le destinazioni d’uso l’altezza massima viene stabilita in metri 4,00, con possibilità di deroga, non
estensibile alla parte edilizia, soltanto per gli apparati tecnici di ponti radio, ripetitori, centrali telefoniche e
simili.

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Gli edifici devono distare non meno di quindici metri lineari dal confine con le strade alle quali non si applichi
la distanza minima prevista dal D.M. 1404/68 ovvero secondo quanto previsto dal Nuovo Codice della Strada e
dal relativo Regolamento di esecuzione e di attuazione del Nuovo Codice della Strada (D.P.R. n.495 del 16
Dicembre 1992 e successive modifiche).
Per gli impianti di acquacoltura, itticoltura e fabbricati di loro pertinenza le distanze di cui ai commi precedenti
non si applicano.
La distanza tra fabbricati non potrà essere inferiore all’altezza del fabbricato più alto, con minimo assoluto di
dieci metri.

Art. 41. - SOTTOZONA E4

41.1. Caratteri distintivi


Nella sottozona E4 sono incluse aree caratterizzate dalla presenza di preesistenze insediative consolidate e,
dunque, utilizzabili per l’organizzazione di centri rurali.
All’interno di tali aree sono comprese le sub-zone E4/B, che sono le aree destinate alla localizzazione delle
residenze rurali.
Pertanto, l’edificazione a fini residenziale è consentita unicamente negli ambiti E4/B.

41.2. Usi consentiti


E’ possibile la realizzazione dei seguenti fabbricati connessi alla conduzione agricola del fondo:

a) fabbricati ed impianti connessi alla conduzione agricola e zootecnica del fondo, all’itticoltura, alla
valorizzazione e trasformazione dei prodotti aziendali, con esclusione degli impianti classificabili come
industriali;
b) fabbricati funzionali alla conduzione e gestione dei boschi e degli impianti arborei industriali
(forestazione produttiva);
c) serre fisse o provvisorie.

Con riferimento alle seguenti attività:


• attività colturali erbacee ed arboree;
• allevamento tradizionale;
• allevamento intensivo;
• altri allevamenti convenzionali;
• attività forestali;
• acquacoltura.

Nella sottozona E4 non è ammessa la realizzazione di fabbricati per la residenza, di strutture per agriturismo e
punti di ristoro; tali destinazioni d’uso andranno localizzate unicamente nelle contigue zone E4/B, destinate al
completamento residenziale delle preesistenze rurali e per la cui disciplina si rimanda all’Art. successivo delle
presenti Norme.
Nella sottozona E4 sono localizzabili gli impianti di interesse pubblico quali cabine ENEL, centrali telefoniche,
stazioni di ponti radio, ripetitori e simili.

41.3. Criteri per l’edificazione


Per le zone E4 gli indici massimi sono:
• 0,20 mc/mq per i fabbricati di cui alla lettera a) del precedente comma;
• 0,01 mc/mq per i fabbricati di cui alla lettera b) del precedente comma.

Ai fini edificatori la superficie minima d’intervento è stabilita in Ha 1,00, salvo per quanto riguarda la
destinazione per impianti serricoli, impianti orticoli in pieno campo e impianti vivaistici, per i quali è stabilita in
Ha 0,50.
Al fine di raggiungere la superficie minima di cui al comma precedente possono concorrervi più corpi aziendali,
a condizione che appartengano alla stessa sottozona.
Conseguentemente l’Amministrazione Comunale dovrà provvedere a costituire apposite planimetrie e il
pubblico registro fondiario, opportunamente aggiornato, prescrivendo a tutela di terzi la trascrizione del
vincolo derivante dall’avvenuta utilizzazione edificatoria dell’area.
All’atto della richiesta di concessione ad edificare, il richiedente dovrà attestare quali superfici, tra quelle
incluse nella domanda stessa siano state già computate per precedenti edificazioni.
Per tutte le destinazioni d’uso l’altezza massima viene stabilita in metri 4,00, con possibilità di deroga, soltanto
per gli apparati tecnici di ponti radio, ripetitori, centrali telefoniche e simili.

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Gli edifici devono distare non meno di quindici metri lineari dal confine con le strade alle quali non si applichi
la distanza minima prevista dal D.M. 1404/68 ovvero secondo quanto previsto dal Nuovo Codice della Strada e
dal relativo Regolamento di esecuzione e di attuazione del Nuovo Codice della Strada (D.L. del 30/04/92 n.
285 e successive modifiche).
Per gli impianti di acquacoltura, itticoltura e fabbricati di loro pertinenza le distanze di cui ai commi precedenti
non si applicano.
La distanza tra fabbricati non potrà essere inferiore all’altezza del fabbricato più alto, con minimo assoluto di
dieci metri.

Art. 42. - SOTTOZONA E4/B


42.1. Caratteri distintivi
Sono le aree situate in ambito rurale, all’interno della sub-zona agricola E4, destinate ad accogliere le
residenze rurali.
Il presente P.U.C. riconosce la necessità di delimitare le aree E4/B come sub-zone in cui localizzare i volumi
residenziali derivanti dall’applicazione dell’indice di fabbricabilità territoriale esteso ai nuclei aziendali esistenti
all’interno delle zone E4, ai sensi dell’Art. 8, 3°c. delle Direttive per le Zone Agricole.
Si evidenzia altresì l’esigenza di agevolare l’organizzazione residenziale negli aggregati rurali mediante le
disposizioni contenute ai punti seguenti.

42.2. Usi consentiti


Sono compatibili con la specifica sub-zona le destinazioni degli immobili volte a migliorare la residenzialità
stabile e stagionale connessa alla conduzione agricola dei fondi ed alla valorizzazione dei prodotti. Con
riferimento al contenuto dell’Art. 13 delle presenti Norme sono ammesse le seguenti destinazioni:

• ABITAZIONI E STRUTTURE AGRITURISTICHE


• ATTIVITÀ TERZIARIE CONNESSE CON LA RESIDENZA
• ATTIVITÀ COMMERCIALI AL DETTAGLIO
• PUBBLICI ESERCIZI DI MODESTE DIMENSIONI
• ATTREZZATURE CULTURALI
• ATTREZZATURE SOCIO-SANITARIE
• PARCHEGGI
• VERDE PUBBLICO
• VERDE PRIVATO

Nella sottozona E4/B non è ammessa la realizzazione di fabbricati connessi alla conduzione agricola del fondo,
che dovranno essere localizzati esclusivamente nella contigua zona E4.

42.3. Classi di intervento e strumenti di attuazione


Nella zona E4/B, sono direttamente attuabili gli interventi di: manutenzione ordinaria, manutenzione
straordinaria, restauro e risanamento conservativo, ristrutturazione edilizia (così come definiti alle lett. a), b),
c) e d) dell’Art. 31 della L. 05/08/78 n. 457 e dell’Art. 21 delle presenti Norme), nonché le demolizioni e
ricostruzioni e le nuove costruzioni.
Preventivamente agli interventi edilizi dovrà essere predisposto un elaborato planovolumetrico dal quale si
evinca la reale situazione dell’azienda e la sua futura configurazione.
A tale scopo dovrà essere presentata una relazione sintetica nella quale dovranno essere indicati gli estremi
catastali delle aree interessate, le volumetrie esistenti e di progetto, le destinazioni d’uso e una planimetria
schematica di posizionamento degli interventi.
Per gli interventi di ristrutturazione urbanistica (lett. e) art. 31 della l. 05/08/78 n. 457 e Art. 21 delle presenti
Norme) sono previsti gli strumenti:
- Piano Particolareggiato;
- Piano di Recupero.

42.4. Parametri edificatori


Per l’esecuzione degli interventi di cui al precedente punto, per le caratteristiche intrinseche della zona, si
applicano i seguenti parametri edificatori:

Rc = 0,10 mq/mq o pari all’esistente.


Hmax = 3,50 m in ogni caso non superiore dell’altezza media degli edifici preesistenti nella zona,
ad eccezione degli edifici che formino oggetto di piani attuativi.

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It = 0,03 mc/mq da applicarsi sulla superficie d’intervento alla cui formazione possono concorrervi
anche più corpi aziendali purché appartengano alle sottozone agricole E4 e E4/B e
il cui volume risultante andrà localizzato esclusivamente nelle sub-zone E4/B.
Ifmax = 0,30 mc/mq valore massimo dell’indice di fabbricabilità da valutare sul lotto interessato
dall’edificazione in ambito E4/B.
Df = 10,00 m in assenza di P.P. oppure secondo quanto disposto dallo stesso.
Np = 1 numero massimo di piani fuori terra.
Dc = 5,00 m le costruzioni non potranno sorgere sui confini di proprietà a meno che non
esistano possibilità di realizzazioni in aderenza.
P = 1 mq/10 mc nelle nuove costruzioni dovrà essere prevista tale superficie minima per
parcheggio privato, coperta o scoperta, accessibile da spazio pubblico.
Oltre a tali parcheggi, per le destinazioni d’uso diverse da quelle abitative deve
risultare disponibile uno spazio, escluse le sedi viarie, di estensione pari a 40 mq
per ogni 100 mq di superficie lorda di pavimento, di cui almeno 20 mq destinati a
parcheggio.
La superficie a parcheggio, così determinata, se interna al lotto, dovrà essere
oggetto di convenzione per assicurarne la pubblica accessibilità non onerosa.
Tale disponibilità di parcheggi è richiesta anche per le costruzioni esistenti, in
caso di loro trasformazione per gli usi non abitativi.
La quota da destinare a parcheggio potrà essere prevista anche in volumi interrati
o seminterrati.
Per le residenze la superficie minima di intervento è in via generale stabilita in Ha 1,00.
Per l’edificazione residenziale possono essere accorpate superfici fondiarie anche non contigue purché interne
alla sottozona di appartenenza (E4) e di superficie totale non inferiore a 1,00 Ha; il volume risultante
dall’applicazione dell’indice territoriale sull’intero fondo andrà realizzato esclusivamente nelle sub-zone E4/B e
potrà essere suddivisa su più lotti nei quali non potrà mai essere superato l’indice fondiario massimo di 0,30
mc/mq .
All’atto del ritiro della Concessione Edilizia, il richiedente dovrà presentare l’attestazione dell’avvenuta
trascrizione nei Pubblici Registri Immobiliari, della volumetria utilizzata ai fini residenziali.

42.5. Tipi edilizi


Negli interventi di nuova costruzione è prescritta la tipologia della casa tipica a corte, con continuità dei volumi
principali allineati sul fronte strada, comunque essi siano articolati all’interno del lotto. E’ prescritta la
copertura a tetto, in tegole curve o marsigliesi a falde inclinate.
Ove le costruzioni sorgano in arretramento, la continuità sul fronte strada potrà essere assicurata a mezzo
muro di recinzione pieno, di altezza adeguata alla continuità dei prospetti confinanti, ovvero garantita da
idonea sistemazione a verde anche aperta all’uso pubblico.
E’ consentita la realizzazione nello stesso lotto di diversi corpi di fabbrica o di un corpo di fabbrica e relativi
accessori, comunque articolati, e collegati tra loro da porticati, lolle, ecc.
E’ preferibile il ricorso ad elementi costruttivi tradizionali, con particolare riguardo ad infissi, intonaci,
tinteggiature, vani porta o portali.
Sono pertanto da evitare i rivestimenti artificiali, quali materiali ceramici, grès, ed intonaci plastici o graffiati.

Art. 43. - SOTTOZONA E5


43.1. Caratteri distintivi
Nella sottozona E5 sono incluse le aree con medio-bassa attitudine agronomica, con residue porzioni di elevata
naturalità, caratterizzate da prevalente utilizzo agro-zooetecnico e nelle quali viene ravvisata l’esigenza di
garantire condizioni adeguate di stabilità ambientale.

43.2. Usi consentiti


E’ possibile la realizzazione dei seguenti fabbricati connessi alla conduzione agricola del fondo:

a) fabbricati per la residenza strettamente necessaria alla conduzione del fondo;


b) fabbricati ed impianti connessi alla conduzione agricola e zootecnica del fondo, all’itticoltura, alla

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valorizzazione e trasformazione dei prodotti aziendali, con esclusione degli impianti classificabili come
industriali;
c) fabbricati funzionali alla conduzione e gestione dei boschi e degli impianti arborei industriali
(forestazione produttiva);
d) strutture per il recupero terapeutico dei disabili, dei tossico dipendenti e per il recupero del disagio
sociale;
e) serre fisse o provvisorie.

Con riferimento alle seguenti attività:

• attività colturali erbacee ed arboree;


• allevamento tradizionale;
• altri allevamenti convenzionali;
• attività agrituristica;
• attività forestali.

Nella sottozona E5 sono localizzabili gli impianti di interesse pubblico quali cabine ENEL, centrali telefoniche,
stazioni di ponti radio, ripetitori e simili.

43.3. Criteri per l’edificazione


Per la sottozona E5 gli indici massimi da applicare sono i seguenti:
• 0,01 mc/mq per i fabbricati di cui alla lettera a) del precedente comma;
• 0,20 mc/mq per i fabbricati di cui alla lettera b) del precedente comma;
• 0,01 mc/mq per i fabbricati di cui alla lettera c) del precedente comma;
• 0,10 mc/mq per le strutture di cui alla lettera d) del precedente comma.

Ai fini edificatori la superficie minima d’intervento è stabilita in ha 1,00, salvo per quanto riguarda la
destinazione per impianti serricoli, impianti orticoli in pieno campo e impianti vivaistici, per i quali è stabilita in
Ha 0,50.
Per le residenze la superficie minima di intervento è stabilita in Ha 1,00.
Al fine di raggiungere la superficie minima di cui ai commi precedenti possono concorrervi più corpi aziendali,
a condizione che appartengano alla stessa sottozona; in caso contrario, l’edificazione dovrà risultare
concentrata nella porzione di terreno continua non inferiore ai 2/3 della superficie totale della proprietà.
Conseguentemente l’Amministrazione Comunale dovrà provvedere a costituire apposite planimetrie e il
pubblico registro fondiario, opportunamente aggiornato, prescrivendo a tutela di terzi la trascrizione del
vincolo derivante dall’avvenuta utilizzazione edificatoria dell’area.
All’atto della richiesta di concessione ad edificare, il richiedente dovrà attestare quali superfici, tra quelle
incluse nella domanda stessa siano state già computate per precedenti edificazioni.
Ad evitare l’ulteriore edificazione nelle zone E, e salvo diversa dimostrazione, per la nuova edificazione ad uso
residenziale dovrà essere privilegiata una fascia di territorio avente profondità non superiore a 100,00 metri e
sviluppantesi lungo la viabilità consolidata.
Per le residenze l’altezza massima viene stabilita in metri 6,50 con numero di piani fuori terra non superiore a
due.
Per tutte le destinazioni d’uso l’altezza massima viene stabilita in metri 4,00, con possibilità di deroga, non
estensibile alla parte edilizia, soltanto per gli apparati tecnici di ponti radio, ripetitori, centrali telefoniche e
simili.
Gli edifici devono distare non meno di quindici metri lineari dal confine con le strade alle quali non si applichi
la distanza minima prevista dal D.M. 1404/68 ovvero secondo quanto previsto dal Nuovo Codice della Strada e
dal relativo Regolamento di esecuzione e di attuazione del Nuovo Codice della Strada (D.P.R. n. 495 del 16
Dicembre 1992 e successive modifiche).
Per gli impianti di acquacoltura, itticoltura e fabbricati di loro pertinenza le distanze di cui ai commi precedenti
non si applicano.
La distanza tra fabbricati non potrà essere inferiore all’altezza del fabbricato più alto, con minimo assoluto di
dieci metri.

Art. 44. - ZONA F TURISTICA. SOTTOZONE F1, F2 e F3. NORME GENERALI COMUNI
44.1. Caratteri distintivi.
Le aree classificate F dal P.U.C. di Castiadas riguardano le parti del territorio di interesse turistico con
insediamenti di tipo prevalentemente stagionale.
Gli interventi di trasformazione controllata degli ambiti territoriali classificati F dal presente piano sono
orientati alla definizione di un sistema organico e funzionale degli insediamenti e dei servizi di supporto per

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l’attività turistico-ricettiva, in grado di interfacciarsi con l’ambiente naturale in un rapporto di rispetto e
valorizzazione delle importanti risorse paesistico-ambientali presenti, sia costiere che dell’entroterra.

44.2. Usi consentiti


Salvo le disposizioni specifiche di ciascuna sottozona, le destinazioni d’uso ammissibili sono quelle elencate di
seguito e di cui all’Art. 17 delle presenti Norme:

1. RESIDENZE TURISTICHE
2. AZIENDE RICETTIVE ALBERGHIERE: ALBERGHI E VILLAGGI-ALBERGO, RESIDENZE TURISTICHE-
ALBERGHIERE
3. AZIENDE RICETTIVE ALL’ARIA APERTA: VILLAGGI TURISTICI E CAMPEGGI
4. SERVIZI TURISTICI COMPRENDENTI:
A) ATTIVITÀ COMMERCIALI ANCHE NELLA FORMA DI PICCOLI CENTRI COMMERCIALI
B) ATTIVITÀ ARTIGIANALI NON MOLESTE
C) UFFICI E SERVIZI PUBBLICI E DEL TERZIARIO
D) PUBBLICI ESERCIZI E RISTORANTI
E) PARCHEGGI AD USO PUBBLICO
F) SERVIZI TECNICI URBANI
5. VERDE ATTREZZATO
6. VERDE DI RISPETTO

La definizione delle aziende ricettive è quella contenuta nella L.R. 22/84 e successive modifiche.

44.3. Modalità di attuazione degli interventi


Salvo quanto più precisamente stabilito nelle prescrizioni per le singole sub-zone e per i relativi comparti,
contenute nei successivi articoli, gli interventi ammissibili possono attuarsi mediante Piano Attuativo o Piano di
Lottizzazione Convenzionata, che in seguito verrà denominato semplicemente Piano Attuativo.
I Piani Attuativi potranno essere di iniziativa pubblica, privata e/o in compartecipazione pubblico privata.
Il Piano Attuativo deve interessare una superficie senza soluzione di continuità non inferiore a quanto
prescritto dalle norme di zona; la lottizzazione può tuttavia essere consentita anche in casi in cui la superficie
di intervento sia costituita da un lotto intercluso e non raggiunga il minimo previsto dalle norme di zona,
quando esista una comprovata soluzione di continuità al contorno e purché siano rispettate le norme riguardo
agli indici di edificabilità territoriale.
Uno o più proprietari qualora dimostrino l’impossibilità, per mancanza di assenso degli altri proprietari, di
predisporre il Piano Attuativo possono, previa autorizzazione del Comune, predisporre il Piano Attuativo esteso
all’area di minimo intervento prevista dalle Norme o dalla cartografia di piano. In tale ipotesi, il Piano si
attuerà per stralci funzionali convenzionabili separatamente e i relativi oneri di urbanizzazione saranno ripartiti
tra i diversi proprietari (art. 3 L.R. n. 20 del 01/07/91).

44.4. Norme Urbanistico-edilizie a carattere generale


PARAMETRI URBANISTICI
Fatte salve le norme particolari per ogni singolo comparto di cui agli articoli seguenti, sono definiti i seguenti
parametri urbanistici da assumere per la pianificazione attuativa:
• Abitanti Teorici Insediabili
Nel calcolo degli abitanti teoricamente insediabili per la destinazione turistico-residenziale, si dovrà
assumere lo standard di mc 60 per abitante, di cui 50 mc per la residenza e 10 mc per servizi pubblici.
Per la volumetria destinate alle strutture ricettive-alberghiere, i parametri da utilizzare nel calcolo degli
abitanti insediabili sono:
1. 100 mc/abitante nelle zone F3 di cui 16,67 mc per servizi pubblici;
2. 120 mc/abitante nelle zone F2 di cui 20,00 mc per servizi pubblici;
3. 145 mc/abitante nelle zone G/F, di cui 24,17 mc per servizi pubblici.
• Superfici in Cessione per Standard
In conformità al D.A. 2266/U, le superfici da cedere al Comune per servizi, impianti ed attrezzature,
verde attrezzato, parchi, viabilità e parcheggi dovranno risultare maggiori del 30% della superficie
territoriale interessata dal Piano Attuativo. La localizzazione delle aree in cessione avverrà in accordo
con il Comune sulla base di un quadro organico delle aree destinate a diventare pubbliche.
• Viabilità
I Piani Attuativi dovranno prevedere la rete stradale destinata ai veicoli e alla pedonalità. Dove è
possibile, in relazione ai caratteri fisici di zona, si dovranno prevedere le piste ciclabili.
La viabilità principale di Piano, di connessione tra i diversi comparti F, dovrà risultare:

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- sede carrabile 8,00 m (4,00 x2)
- marciapiedi 2,00 m per lato
La viabilità secondaria, a servizio dei sub-comparti, interni al Piano Attuativo dovrà risultare:
- sede carrabile 6,00 m
- marciapiedi 1,20 m per lato
La viabilità pedonale dovrà risultare di larghezza non inferiore a m 2,20.
Le piste ciclabili avranno larghezza minima pari a m 1,50, riducibile a 1,25 nel caso in cui si tratti di due
corsie attigue nello stesso senso di marcia; la larghezza dello spartitraffico, fisicamente invalicabile, che
separa la pista ciclabile in sede propria dalla carreggiata destinata ai veicoli a motore non deve essere
inferiore a m 0,50.
Il disegno della sezione stradale complessiva dovrà sempre prevedere fasce verdi alberate, con arbusti
e/o alto fusto, di separazione tra assi a diversa funzione.
• Volumetrie Pubbliche
I Piani Attuativi dovranno garantire una adeguata diffusione a presenza delle volumetrie pubbliche nel
territorio pianificato secondo le prescrizioni dell’Amministrazione Comunale.
Ad ogni modo, dovranno assicurarsi le più opportune ed adeguate connessioni infrastrutturali delle
stesse in relazione al contesto territoriale di riferimento ed alle reti infrastrutturali esistenti.
• Localizzazione delle Volumetrie
Gli interventi di trasformazione comportanti volumi destinati a strutture turistico-ricettive, residenziali e
di servizi dovranno localizzarsi, di norma, in base alle risultanze dello Studio di Compatibilità Paesistico
Ambientale allegato al P.U.C. (Vd. Tav. F).
In fase di redazione dei Piani attuativi potranno essere proposte localizzazioni alternative le quali
dovranno risultare esaurientemente giustificate e documentate sulla base di una Valutazione di
Compatibilità Ambientale da allegare al Piano Attuativo. Tali proposte dovranno essere comunque
finalizzate al massimo livello di compatibilità rispetto alle risorse paesistico-ambientali e tali da
scongiurare eventuali rischi per lo stato della risorsa ritenuta meritevole di tutela e valorizzazione. Le
linee guida per la predisposizione della Valutazione di Compatibilità Ambientale sono contenute all’Art.
12 delle presenti Norme.

PARAMETRI EDILIZI
• Tipologie Edilizie
Il riferimento tipologico per tutti gli interventi dovrà ricercarsi tra le soluzioni consolidate nel territorio
e, dunque, sarà preferibilmente del tipo isolato anche a corte.
Dovranno comunque riproporsi gli elementi architettonici più tipici e qualificanti quali l’articolazione dei
volumi nel lotto, la ricerca di una continuità delle aggregazioni volumetriche anche mediante l’uso di
elementi murari di raccordo, la costante presenza di coperture a tetto e dei fronti prospetti tipici con
altezze differenziate, secondo schemi tipologici presenti nell’architettura storica locale.
Conseguentemente, la tipologia isolata è di norma ammessa ove necessaria in relazione alla
destinazione d’uso, pur con il rispetto di tutti gli elementi qualificanti dal punto di vista architettonico
della tipologia di riferimento.
Sono consentiti, cortili, patii e porticati ove questi si inseriscano armonicamente nella definizione delle
tipologie prescritte.
I prospetti dovranno contenere elementi decorativi tipici quali marcapiani, lesene, cornicioni, mensole
dei balconi, inferriate, ecc.
Le coperture in generale dovranno risultare a falde simmetriche semplici o a padiglioni; è preferibile
l’uso di strutture lignee quali travi, arcarecci e orditura secondaria.
Di norma dovrà privilegiarsi il ricorso ad elementi e materiali costruttivi tradizionali con particolare
riferimento ad intonaci, tinteggiature ed infissi.
In particolare gli infissi esterni dovranno essere in legno secondo disegno, dimensioni e schemi propri
dell’edilizia tradizionale.
Le finiture ad intonaco dovranno essere del tipo rustico tradizionale o con finitura al fratazzo fino o
lisciato preferibilmente precolorati in pasta.
E’ ammesso l’uso di materiali litoidi coerenti con le murature tradizionali a vista.
E’ obbligatorio fare uso di rivestimenti in pietra per una percentuale non inferiore del 40% delle pareti
dei fabbricati, aumentato al 60% per gli edifici da realizzare in aree particolarmente sensibili quali
quelle in prossimità di emergenze archeologiche.
Non sono ammessi rivestimenti artificiali quali materiali ceramici, grès, materiali ricomposti a base di
resina ed intonaci plastici “graffiati”.
• Distanze ed Altezze
La distanza tra pareti di edifici diversi non può essere inferiore:
- tra pareti finestrate m 10,00;
- tra pareti non finestrate m 5,00.
La distanza minima dai confini del lotto non potrà essere inferiore a m 5,00.

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Porticati, lolle, patii, passi carrabili coperti e le coperture in genere costituiscono elementi architettonici
consigliati e si considerano atti a configurare la continuità dei corpi di fabbrica in aggregazione tra essi
ed agli effetti dell’aderenza ai confini. Pertanto, per le pareti prospicienti tali elementi architettonici
sono ammesse distanze inferiori a m 5,00 dal confine e/o a distanza inferiore ai minimi da Codice
Civile, in tal caso le pareti potranno dar luce solo a servizi igienici, disimpegni, ripostigli e consentire
l’accesso all’immobile mediante porta vetrata o nicchie di accesso.
L’altezza massima dei fabbricati dovrà di norma rispettare i seguenti limiti:
- per alberghi e strutture ricettive ad essi assimilabili m 7,00 misurata dal piano di sistemazione finito
alla linea di imposta del solaio di copertura o all’intradosso dell’ultimo solaio orizzontale;
- per residenze turistiche m 6,00 misurata con le stesse modalità precedentemente descritte.
E’ consentito derogare al suddetto limite di altezza quando si tratti di strutture di particolare valore
architettonico che si inseriscono armonicamente nel contesto urbanistico ed esclusivamente di
carattere ricettivo-alberghiero e servizi connessi.
• Recinzioni
Di norma per le recinzioni valgono le stesse prescrizioni già definite per le tipologie costruttive in
quanto a materiali e rifiniture. L’altezza massima delle stesse non potrà superare i m 2,00 e la parte
muraria m 0,60, la parte a giorno dovrà essere realizzata in ferro battuto. Le cancellate ed i portoni
dovranno risultare del tipo tradizionale in ferro battuto lavorato o in legno.
• Rapporto di copertura
E’ stabilito un rapporto di copertura massimo del 40% per gli alberghi e le strutture ricettive ad essi
assimilabili e del 30% per le residenze turistiche.
Il rapporto di copertura verrà valutato calcolando la superficie in orizzontale derivante dalla proiezione
dell’ingombro del fabbricato delimitato dalla copertura dello steso in relazione alla superficie fondiaria
del lotto.
Nel suddetto rapporto non sono pertanto compresi i porticati, verande, tettoie, ecc. con la sola
esclusione di coperture con elementi costruttivi ad aria passante quali i pergolati.

44.5. Articolazione della zona


La zona F si articola nelle seguenti sottozone:

Sub-zona F1 - Aree di interesse turistico nelle quali sono inclusi ambiti riferibili ad interventi consolidati e/o
normati da strumenti attuativi convenzionati, per i quali possono risultare ammissibili
interventi integrativi e/o di riqualificazione;

Sub-zona F2 - Aree di interesse turistico nelle quali sono individuabili ambiti in grado di ospitare interventi a
destinazione ricettivo-alberghiera e turistico-residenziale;

Sub-zona F3 - Aree di interesse turistico di riferimento alla risorsa parco, individuabili in località Sarmentas,
Masone Murtas e Su Telaio lungo la strada comunale s’Acqua Callenti, e in prossimità dell’ex
carcere, nelle quali sono inclusi ambiti in grado di ospitare interventi di tipo ricettivo e
turistico-residenziale.

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Art. 45. - SOTTOZONA F1
45.1. Caratteri distintivi
La sottozona F1, nella quale sono incluse le aree riferibili agli interventi consolidati e/o normati da strumenti
attuativi convenzionati è costituita dai comparti: a, b, c, d, e, f, g, h, i, l, m, n, o e p, di cui si riportano i dati
riassuntivi, relativi alla pianificazione vigente, nella seguente tabella:

ZONA F MQ Intervento MC PIANIF. MC PIAN. RIC MC PIAN. RES AB. INS. RIC AB. INS. RES AB. INS. TOT
Lott.ne Mariella soc. Simo Espansi
F1-a 468.274 46.741 46.741 0 467 0 467
82 s.r.l. - loc. S. Giusta
F1-b 26.074 Edificato ante L. 765/68 2.000 0 2.000 0 33 33
P.P. con valenza di
F1-c 604.045 71.547 7.155 64.392 72 1073 1145
Piano di Risanamento
F1-d 20.279 Edificato ante L. 765/68 2.500 2.500 0 25 0 25
Lott.ne. Villa Rei - S. Moico s.r.l.
F1-e 270.000 38.617 10.857 27.760 109 463 571
Loc. S . Elmo
F1-f 153.406 Lott.ne S eu Maurizio e figli 24.524 19.329 5.195 193 87 280

F1-g 67.906 Camping Limone Beach 3.305 3.305 0 33 0 33

F1-h 70.770 Camping Garden Cala Sinzias 6.582 6.582 0 66 0 66

F1-i 86.700 Lott.ne Cala S inzias 36.500 0 36.500 0 608 608

F1-l 139.800 Lott.ne Cala Pira 37.480 17.500 19.980 175 333 508

Lott.ne turistico-residenziale
F1-m 135.415 24.898 8.179 16.719 82 279 360
S. Pietro
P.d.L. a carattere turistico-residenz.
F1-n 94.445 15.950 5.487 10.463 55 174 229
in loc. Cala Sinzias
P.d.L. in loc. Cala Sinzias
F1-o 31.134 5.604 5.604 0 56 0 56
Limone Beach
Centro turistico-residenziale
F1-p 132.350 19.191 6.717 12.474 67 208 275
Genna-S pina Residence
TOTA LI 316.248 133.239 183.009 1.332 3.050 4.383

Per tali comparti, sia per quanto riguarda gli usi consentiti che per quanto concerne i parametri urbanistico –
edilizi, si confermano le norme contenute negli strumenti attuativi dei quali si riportano di seguito gli estremi
di approvazione.

Zona F Intervento Approvazione

- Piano quadro interventi n. 1-2-3 approvato con Del. C.C. n.


170/90
Lott.ne Mariella soc. Simo Espansi - Intervento n. 1 approvato con Del. C.C. n. 171/90 e C.E. n.2/92
F1-a
82 s.r.l. – S. Giusta - Intervento n. 3 approvato con Del. C.C. n. 170/90
- Intervento n. 2: risulta solo l’approvaz. Del P. Quadro Del. C.C.
n. 170/90
F1-b Edificato ante L. 765/68
Piano Particolareggiato con valenza
F1-c Del. N. 27 del 30/06/1993
Di Piano di Risanamento
F1-d Edificato ante l. 765/68
Lott.ne Villa Rei- S. Moico s.r.l. - Conv. Not. Bassi 30/09/1983
F1-e
Loc. S. Elmo - Conv. Integrativa Not. Giagheddu; Rep. 304561 13/09/1991
N.O. L.R: 45/89 Art.13 n. 2765/U del 09/07/1991 e
F1-f Seu Maurizio e figli
C.E. n. 15 del 20/03/2003
F1-g Camping Limone Beach Conv. Not. Bassi Rep. 29358 del 21/11/1984
F1-h Camping Garden Cala Sinzias C.E. originaria n. 707/80 e successive
F1-i Lottizzazione Cala Sinzias D.A.EE.LL. n. 365 del 20/06/1974
- Conv. Not. Giagheddu; Rep. 233383 del 04/02/1976
F1-l Lottizzazione Cala Pira
Lott. ne turistico-residenziale Del. di adozione C.C: n. 16 del 28/05/2004
F1-m
S. Pietro
P.d.L.a carattere turistico-residenziale in Del. di adozione C.C: n. 48 del 28/11/2003
F1-n
loc. Cala Sinzias
P.d.L. in loc. Cala Sinzias Del. di adozione C.C: n. 47 del 28/11/2003
F1-o
Limone Beach
Centro turistico-residenziale Del. di adozione C.C: n. 12 del 28/05/2004
F1-p
Genna Spina Residence

Per il comparto F1-f, il presente P.U.C. prevede una consistenza volumetrica di nuova individuazione al fine di
consentire un ampliamento della struttura alberghiera esistente con adeguati standard qualitativi e quantitativi
per una funzionale ed economica gestione del complesso.

49
I parametri urbanistici che sintetizzano la situazione da P.d.L., la previsione dell’attuale P.U.C. e quella del
presente piano sono elencati di seguito:

P.d.L. P.U.C. vigente P.U.C. nuovo

(mc) vol. tot.= 18.408 (mq) sup .terr.= 153.406 (mq) sup .terr.= 153.406
di cui: indice terr. vol. aggiuntivo 0,04 indice terr. 0,18
(mc) vol. pubbl.= 3.068 (mc) vol. tot. aggiuntivo= 6.136 (mc) vol. tot.= 27.613
(mc) vol. priv.= 15.340 di cui: dati riepilogativi:
P.U.C.
il vol. privato è dato da: (mc) vol. pubbl.= 1.022 valori dati agg. nuovo
esist. P.U.C.
(mc) vol. ric.= 12.272 (mc) vol. priv. ric.= 4.090 dati totali
(mc) vol. resid.= 3.068 (mc) vol. priv. res.= 1.004 (mc) vol. pubbl.= 4.090 512 4.602

dati totali (mc) vol. priv. ric.= 16.362 0 16.362


(P.d.L.+P.U.C.vigente): (mc) vol. priv. res.= 4.072 2.577 6.649
(mc) vol. pubbl.= 4.090 (mc) vol. tot.= 24.524 3.089 27.613
(mc) vol. priv. ric.= 16.362
(mc) vol. priv. res.= 4.072
(mc) vol. tot.= 24.524

La destinazione d’uso prevista minima è per il 70% ricettivo-alberghiera e per il restante 30% potrà destinarsi
alle residenze turistiche.
L’incremento volumetrico per il comparto F1- f sarà possibile a seguito di una variante al P.d.L. approvato che
dovrà essere estesa all’intero comparto.
Fermo restando la validità delle norme generali di cui al punto 44.4. delle presenti Norme, le volumetrie di
nuova realizzazione dovranno risultare integrate rispetto al complesso esistente, cercando di seguire gli
elementi di composizione architettonica e gli schemi distributivi degli edifici già realizzati.
La struttura ricettivo-alberghiera dovrà risultare conforme alle normative nazionali e regionali in materia.
La realizzazione della struttura, la sua ristrutturazione ed ampliamento sarà oggetto, una volta approvata la
variante al Piano Attuativo, di progettazione esecutiva, estesa alla sistemazione paesaggistica dell’area, degli
impianti e delle attrezzature necessarie al fine di ottenere il rilascio della concessione edilizia.
Gli oneri di urbanizzazione primaria e secondaria sono a totale carico del richiedente.
Si considera condizione essenziale per il rilascio del consenso all’agibilità la completa realizzazione delle opere
edilizie, di urbanizzazione, di sistemazione e valorizzazione paesaggistica delle aree.
Nelle aree F1-h, oltre agli usi previsti dalle N.d.A. del Piano Attuativo vigente, sono consentiti, nei limiti della
disponibilità volumetrica dell’area, usi a destinazione ricettivo-alberghiera.

Art. 46. - SOTTOZONA F2


46.1. Caratteri distintivi
Aree di interesse turistico di nuova individuazione, in grado di ospitare interventi a destinazione ricettivo-
alberghiera e turistico-residenziale. Le sono F2 sono costituite dai comparti: a, b, c, d, e, f, g, h, i, l, m, n, o e
p; di questi comparti, l’F2-o è di fatto riferibile alla borgata di Olia Speciosa, per la quale si ravvisa l’esigenza di
individuare un’area destinata ad attività turistiche operanti in stretto rapporto con l’identità della borgata
rurale.
Ai fini del computo degli abitanti insediabili nelle zone F di nuova definizione, entro e oltre i 2 km dalla linea di
costa, occorre precisare che i comparti: a, b, c, d, e, f, g, h, l e p risultano entro la fascia dei 2 km, il
comparto n, è localizzato al di fuori dei 2 km, mentre i comparti i e m sono caratterizzati dal fatto che le
volumetrie ricettivo-alberghiere che ad essi competono, dovranno essere realizzate entro la fascia dei 2 km,
mentre i volumi residenziali saranno realizzati al di fuori di tale fascia.

50
46.2. Usi consentiti
L’uso consentito è quello turistico ricettivo e turistico residenziale nonché dei relativi servizi. In particolare, per
quanto riguarda la ripartizione percentuale della volumetria nelle due quote da destinarsi alle strutture
ricettivo-alberghiere e agli edifici turistico-residenziali, si riporta la seguente tabella riassuntiva:

ZONA F MQ % RIC %RES


F2-a 94.298 20% 80%
F2-b 175.275 54% 46%
F2-c 368.141 54% 46%
F2-d 97.346 100% 0%
F2-e 34.171 20% 80%
F2-f 138.568 20% 80%
F2-g 108.767 20% 80%
F2-h 186.209 20% 80%
F2-i 28.611 20% 80%
F2-l 170.311 20% 80%
F2-m 80.854 20% 80%
F2-n 2.946.056 20% 80%
F2-o 96.803 30% 70%
F2-p 50.511 100% 0%

46.3. Strumenti di Attuazione


L’edificazione potrà essere effettuata obbligatoriamente attraverso un Piano Attuativo, il quale potrà essere di
iniziativa privata, pubblica e/o in compartecipazione pubblico-privata e la successiva Concessione Edilizia.
L’obiettivo principale del Piano Attuativo dovrà essere l’organizzazione funzionale e l’assetto urbanistico dei
singoli comparti che interessano uno dei segmenti costieri di maggior interesse turistico, in relazione alla
qualità paesistico-ambientale presente.
Il Piano Attuativo avrà una superficie pari all’intero comparto o, comunque, non inferiore a 5 Ha per i
comparti: F2-a, F2-b, F2-c, F2-d, F2-e, F2-f, F2-g, F2-h, F2-i, F2-l, F2-m e F2-o e a 3 Ha per i comparti F2-n e F2-p.
In riferimento al comparto F2-n, è facoltà dell’Amministrazione Comunale dare attuazione al PUC attraverso la
predisposizione di un Piano Attuativo o in alternativa di un Piano Quadro di Sviluppo Turistico che fornisca le
linee guida per la successiva pianificazione attuativa del comparto.
Il Piano Quadro di Sviluppo Turistico per il comparto F2-n dovrà localizzare la viabilità, le aree destinate ai
servizi pubblici, quelle per la realizzazione dei volumi residenziali e ricettivo-alberghieri; inoltre il suddetto
Piano dovrà individuare la perimetrazione degli stralci funzionali di attuazione, su cui si dovrà procedere alla
pianificazione attuativa.
Nel comparto F2-n la dislocazione dei volumi per le strutture turistiche dovrà essere tale da consentire, nella
progressione dell’attuazione del PUC, l’identificazione di ambiti ricettivo-alberghieri di dimensioni adeguate alla
domanda turistico-alberghiera attuale e futura.
Gli oneri di urbanizzazione saranno a carico dei partecipanti al Piano Attuativo in misura proporzionale alla
consistenza immobiliare e la realizzazione delle stesse verrà disciplinata dalla Convenzione.
Al fine di pervenire ad un elevato grado di accorpamento delle aree destinate a servizi pubblici, a parco e
verde attrezzato, le aree in cessione derivanti dai Piani Attuativi dovranno individuarsi in contiguità rispetto
alle stesse previste nei comparti contigui.
La localizzazione dei volumi destinati ai servizi pubblici (pari a 1/6 della volumetria totale edificabile) potrà
essere programmata dall’Amministrazione Comunale anche in aree non coincidenti con il Piano Attuativo ma
comunque interne al comparto.
Nella definizione dei nuovi comparti edificatori e/o nell’organizzazione di quelli esistenti si dovrà tener conto,
nel Piano Attuativo delle indicazioni contenute nelle tavole F dello Studio di Compatibilità Paesistico
Ambientale, al fine di pervenire ad una funzionale definizione delle aree da destinare all’edificazione e di
quelle destinate al verde pubblico e alle strutture e ai servizi di uso pubblico. Le indicazioni contenute negli
elaborati grafici suddetti forniscono precise informazioni sugli ambiti preferenziali di localizzazione dei volumi,
che costituiscono il risultato dello Studio di Compatibilità Paesistico Ambientale; tali indicazioni, seppure non
vincolanti in assoluto, rappresentano un preciso indirizzo di Piano ed eventuali diverse soluzioni dovranno
risultare giustificate da una Valutazione di Compatibilità Ambientale e da comprovate esigenze di
organizzazione funzionale del comparto. Le soluzione alternative dovranno essere comunque finalizzate al
massimo livello di compatibilità rispetto alle risorse paesistico-ambientali e tali da scongiurare eventuali rischi
per lo stato della risorsa ritenuta meritevole di tutela e valorizzazione. Le linee guida per la predisposizione
della Valutazione di Compatibilità Ambientale sono contenute all’Art. 12 delle presenti Norme.

51
46.4. Interventi consentiti in assenza di Piano Attuativo
Per gli edifici esistenti e le relative volumetrie legittimamente assentite, qualora non si voglia aderire per la
formazione di Piani Attuativi, le stesse potranno permanere nella condizione in cui si trovano all’atto di
adozione del P.U.C. con l’asservimento delle superfici di pertinenza previste dall’autorizzazione, licenza o
concessione edilizia ottenuta; in tal caso sono consentiti gli interventi di manutenzione ordinaria, straordinaria,
restauro e risanamento conservativo, ristrutturazione senza aumento di volume o demolizione e ricostruzione
sempre senza aumento di volume.
Per gli interventi di ristrutturazione edilizia, demolizione e ricostruzione con aumento di volume è necessario il
Piano Attuativo.
Pertanto, le aree in cui sono presenti edifici potranno essere incluse nei Piani Attuativi e, di conseguenza,
saranno soggette alla disciplina degli stessi; in tal caso, nel rispetto dei parametri urbanistico-edilizi, saranno
ammesse variazioni di destinazione d’uso, la ristrutturazione edilizia con o senza aumento di volume, la
demolizione e la ricostruzione.
Per i lotti che in seguito allo studio del comparto risultino inedificati e per quelli in cui l’edificazione esistente
non raggiunga il livello massimo stabilito dall’applicazione dell’indice territoriale per ogni comparto, il Piano
Attuativo prevedrà la nuova edificazione e/o l’incremento volumetrico fino al raggiungimento dell’indice
stabilito.

46.5. Parametri urbanistico-edilizi


Gli indici volumetrici che saranno oggetto della pianificazione attuativa sono riportati nella seguente tabella:

ZONA F MQ MC/MQ MC % RIC %RES MC RIC MC RES


F2-a 94.298 0,153 14.428 20% 80% 2.886 11.542
F2-b 175.275 0,120 21.033 54% 46% 11.358 9.675
F2-c 368.141 0,120 44.177 54% 46% 23.856 20.321
F2-d 97.346 0,140 13.629 100% 0% 13.629 0
F2-e 34.171 0,140 4.784 20% 80% 957 3.827
F2-f 138.568 0,125 17.321 20% 80% 3.464 13.857
F2-g 108.767 0,125 13.596 20% 80% 2.719 10.877
F2-h 186.209 0,125 23.276 20% 80% 4.655 18.621
F2-i 28.611 0,136 3.891 20% 80% 778 3.113
F2-l 170.311 0,125 21.289 20% 80% 4.258 17.031
F2-m 80.854 0,136 10.996 20% 80% 2.199 8.797
F2-n 2.946.056 0,152 447.800 20% 80% 89.560 358.240
F2-o 96.803 0,160 15.488 30% 70% 4.647 10.842
F2-p 50.511 0,040 2.020 100% 0% 2.020 0
TOTALE 4.575.920 653.728 166.985 486.743

Per l’esecuzione degli interventi edilizi devono essere rispettate le seguenti prescrizioni:

Dc = 5,00 m le costruzioni potranno sorgere sui confini di proprietà ovvero potranno distare
minimo 5,00 m con pareti finestrate. La distanza minima tra due edifici non in
aderenza, non potrà essere inferiore a m 10,00, se con almeno una delle pareti
finestrate.
Df = 10,00 m
Hmax = 7,00 m (per le strutture alberghiere)
Hmax = 6,00 m (per le strutture residenziali)
It = Vd. tabella sopra riportata
If = 0,40 mc/mq (l’indice fondiario massimo)
S = 50% della superficie territoriale dovrà essere destinata a spazi per attrezzature d’interesse
comune, per verde attrezzato a parco, gioco e sport e per parcheggi. Almeno il 60% di tali aree
devono essere pubbliche.

E’ consentito derogare al suddetto limite di altezza, quando si tratti di strutture di particolare valore
architettonico che si inseriscono armonicamente nel contesto urbanistico ed esclusivamente di carattere
ricettivo-alberghiero e servizi connessi.

Per quanto non espressamente previsto si applicano le norme del D.A.EE.LL. del 20/12/1983 n. 2266/U -
BURAS del 10/02/1984.

46.6. Tipi edilizi


La tipologia edilizia dovrà ricercarsi fra quelle consolidate nel territorio, principalmente del tipo isolato, salvo

52
tipologia diversa in funzione dei microambiti di localizzazione degli interventi, finalizzata alla valorizzazione
degli stessi e alla sostenibilità dell’ambiente e del paesaggio.

46.7. Viabilità
La viabilità principale di lottizzazione, prevista in cessione, dovrà prevedere una larghezza stradale non
inferiore a metri 8,00 e due marciapiedi laterali di larghezza non inferiore a m 2,00 cadauno, salvo diversa
dimostrazione in sede di Piano Attuativo.
La viabilità secondaria, a servizio dei sub-comparti, interni al Piano Attuativo dovrà avere una carreggiata non
inferiore a 6,00 m e due marciapiedi laterali di larghezza non inferiore a m 1,20 cadauno, salvo diversa
dimostrazione in sede di Piano Attuativo.
La viabilità pedonale dovrà risultare di larghezza non inferiore a m 2,20.
Le piste ciclabili avranno larghezza minima pari a m 1,50 , riducibile a 1,25 nel caso in cui si tratti di due
corsie attigue nello stesso senso di marcia; la larghezza dello spartitraffico, fisicamente invalicabile, che separa
la pista ciclabile in sede propria dalla carreggiata destinata ai veicoli a motore non deve essere inferiore a m
0,50.
Il disegno della sezione stradale complessiva dovrà sempre prevedere fasce verdi alberate, con arbusti e/o
alto fusto, di separazione tra assi a diversa funzione.

46.8. Norme diverse


La cessione delle aree pubbliche di cui al punto 46.5. dovrà essere contestuale alla stipula della prevista
convenzione allegata al Piano esecutivo di lottizzazione tra i proprietari ed il Comune.
Il Piano esecutivo dovrà prevedere un apposito studio sia per la salvaguardia del verde esistente e delle
eventuali integrazioni, nonché per limitare al massimo i movimenti di terra e materie.
Il Piano Attuativo dovrà attenersi scrupolosamente alle disposizioni contenute nello Studio di Compatibilità
Paesistico Ambientale, che prescrive la localizzazione degli interventi in grado di assicurare un accettabile
impatto sul paesaggio.
Potrà essere accettata valida alternativa se suffragata da adeguata Valutazione di Compatibilità Ambientale,
secondo quanto indicato all’Art. 12.
Le aree non interessate dall’edificazione dovranno essere gestite a verde o essere pavimentate con
pavimentazione permeabile nella misura di almeno il 80% della loro estensione totale.
Le aree libere andranno piantumate con essenze autoctone o prevalentemente autoctone.
Nelle aree e campi giochi per bambini è vietato l’impiego delle seguenti essenze: Aconitum napellus,
Anemone nemorosa, Aquilegia vulgaris, Buxus sempervirens, Clematis vitalba, Colchicum autunnale,
Convallaria majalis, Daphne mezereum, Delphinium ajacis, Digitalis purpurea, Euonimus europaea, Fagus
sylvatica, Fritillaria meleagris, Hedera helix, Helleborus spp., 1lex aquifolium, Juniperus communis, Kalmia
spp., Laburnum anagyroides, Ligustrum vulgare, Lonicera spp., Lupinus spp., Nerium oleander, Pieris
japonica, Prunus laurocerasus, Rhamnus cathartica, Rhododendron spp., Robinia spp., Sambucus ebulus,
Sambucus racemosa, Sedum acre, Spartium junceum, Symphoricarpos spp., Taraxacum spp., Taxus
baccata, Thuja spp., Viburnum spp., Wisteria sinensis.
Negli spazi verdi dovranno essere previsti tutti quegli accorgimenti necessari per la fruizione e la percorribilità
da parte dei disabili quali: percorsi, rampe, fioriere, posti a sedere in ragione di un posto ogni venti o frazione
di venti ecc.

E’ vietata l’edificazione entro la fascia dei 300 m dal mare.

E’ vietata l’edificazione ad uso residenziale entro la fascia dei 500 m dal mare.

Nel comparto F2-n è vietata l’edificazione all’interno della fascia dei 2 Km dal mare.

Nei comparti F2-i e F2-m la volumetria residenziale dovrà essere edificata oltre la fascia dei 2 Km dal mare.

Nei comparti: F2-a, F2-b, F2-c, F2-d e F2-p, il volume ricettivo è destinato esclusivamente alla realizzazione di
strutture alberghiere classificate a cinque stelle, così come specificato dalla L.R. n. 22 del 14/05/1984.

Nelle aree inondabili l’edificazione è condizionata alla predisposizione della relazione geotecnica da allegare
agli elaborati di progetto.

In tutte le sub-zone, gli interventi esistenti o futuri dovranno rispettare le norme delle leggi vigenti in materia
di smaltimento delle acque reflue, residui organici e inorganici, e di inquinamento atmosferico.

53
Art. 47. - SOTTOZONA F3
47.1. Caratteri distintivi
Aree di interesse turistico di nuova individuazione e di riferimento alla risorsa parco, individuabili in località
Sarmentas, Masone Murtas e Su Telaio lungo la strada comunale S’Acqua Callenti, e in prossimità dell’ex
carcere nelle quali sono inclusi ambiti in grado di ospitare interventi di tipo ricettivo e turistico-residenziale.
Le zone F3 sono costituite dai comparti: a, b, c, d, e ed f e individuano ambiti territoriali suscettibili di
valorizzazione delle risorse ambientali in integrazione con le iniziative di promozione turistica.
L’individuazione di tali comparti F3 è fortemente legata alla fruizione della risorsa “Parco dei Sette Fratelli –
Monte Genis” e alla forte crescita prevista per il turismo naturalistico e ambientale.

47.2. Usi consentiti


L’uso consentito è quello turistico ricettivo e turistico residenziale nonché dei relativi servizi. In particolare, per
quanto riguarda la ripartizione percentuale della volumetria nelle due quote da destinarsi alle strutture
ricettivo-alberghiere e agli edifici turistico-residenziali, per tutti i comparti F3 valgono le seguenti disposizioni:

- strutture ricettivo alberghiere e servizi turistici min 30%


- residenze turistiche max 70%

47.3. Strumenti di Attuazione


L’edificazione potrà essere effettuata obbligatoriamente attraverso un Piano Attuativo, il quale potrà essere di
iniziativa privata, pubblica e/o in compartecipazione pubblico-privata e la successiva Concessione Edilizia.
L’obiettivo principale del Piano Attuativo dovrà essere l’organizzazione funzionale e l’assetto urbanistico dei
singoli comparti che interessano uno dei segmenti costieri di maggior interesse turistico, in relazione alla
qualità paesistico-ambientale presente.
Il Piano Attuativo avrà una superficie minima di estensione pari all’intero comparto o ad una porzione di esso
di cui si riportano le dimensioni al punto 47.6.
Gli oneri di urbanizzazione saranno a carico dei partecipanti al Piano Attuativo in misura proporzionale alla
consistenza immobiliare e la realizzazione delle stesse verrà disciplinata dalla Convenzione.
Al fine di pervenire ad un elevato grado di accorpamento delle aree destinate a servizi pubblici, a parco e
verde attrezzato, le aree in cessione derivanti dai Piani Attuativi dovranno individuarsi in contiguità rispetto
alle stesse previste nei comparti contigui.
Il disegno urbanistico e funzionale del comparto edificatorio, oggetto del Piano Attuativo, dovrà assicurare il
minimo impatto sotto il profilo della tutela paesistico-ambientale.

47.4. Interventi consentiti in assenza di Piano Attuativo.


Per gli edifici esistenti e le relative volumetrie legittimamente assentite, qualora non si voglia aderire per la
formazione di Piani Attuativi, le stesse potranno permanere nella condizione in cui si trovano all’atto di
adozione del P.U.C. con l’asservimento delle superfici di pertinenza previste dalla autorizzazione, licenza o
concessione edilizia ottenuta; in tal caso sono consentiti gli interventi di manutenzione ordinaria, straordinaria,
restauro e risanamento conservativo, ristrutturazione senza aumento di volume o demolizione e ricostruzione
sempre senza aumento di volume, salvo nullaosta dell’Ufficio Tutela del Paesaggio.
Per gli interventi di ristrutturazione edilizia, demolizione e ricostruzione con aumento di volume è necessario il
Piano Attuativo.
Pertanto, le aree in cui sono presenti edifici potranno essere incluse nei Piani Attuativi e, di conseguenza,
saranno soggette alla disciplina degli stessi; in tal caso, nel rispetto dei parametri urbanistico-edilizi, saranno
ammesse variazioni di destinazione d’uso, la ristrutturazione edilizia con o senza aumento di volume, la
demolizione e la ricostruzione.
Per i lotti che in seguito allo studio del comparto risultino inedificati e per quelli in cui l’edificazione esistente
non raggiunga il livello massimo stabilito dall’applicazione dell’indice territoriale per ogni comparto, il Piano
Attuativo prevedrà la nuova edificazione e/o l’incremento volumetrico fino al raggiungimento dell’indice
stabilito.

54
47.5. Parametri urbanistico-edilizi
I parametri da osservare nella pianificazione attuativa sono quelli riportati nella seguente tabella:

ZONA F MQ MC/MQ MC % RIC %RES MC RIC MC RES


F3-a 416.495 0,16 66.639 30% 70% 19.992 46.647
F3-b 729.902 0,16 116.784 30% 70% 35.035 81.749
F3-c 224.661 0,16 35.946 30% 70% 10.784 25.162
F3-d 98.468 0,16 15.755 30% 70% 4.726 11.028
F3-e 228.993 0,16 36.639 30% 70% 10.992 25.647
F3-f 222.996 0,16 35.679 30% 70% 10.704 24.976
TOTALE 1.921.516 307.443 92.233 215.210

Per l’esecuzione degli interventi edilizi devono essere rispettate le seguenti prescrizioni:

Dc = 5,00 m le costruzioni potranno sorgere sui confini di proprietà ovvero potranno distare
minimo 5,00 m con pareti finestrate. La distanza minima tra due edifici non in
aderenza, non potrà essere inferiore a m 10,00, se con almeno una delle pareti
finestrate.
Df = 10,00 m
Hmax = 7,00 m (per le strutture alberghiere)
Hmax = 6,00 m (per le strutture residenziali)
It = 0.16 mc/mq
If = 0,40 mc/mq (l’indice fondiario massimo)
S = 50% della superficie territoriale dovrà essere destinata a spazi per attrezzature d’interesse
comune, per verde attrezzato a parco, gioco e sport e per parcheggi. Almeno il 60% di tali aree
devono essere pubbliche.

Per quanto non espressamente previsto si applicano le norme del D.A.EE.LL. del 20/12/1983 n. 2266/U -
BURAS del 10/02/1984.

47.6. Comparto d’intervento


Nella zona F3 i Piani Attuativi dovranno di norma essere estesi all’intero comparto.
Qualora si dimostri l’impossibilità a studiare l’intero comparto, lo studio attuativo può limitarsi ad una
superficie non inferiore a 3 Ha.
Nel caso risultasse impossibile predisporre un piano attuativo unitario esteso o all’intero comparto o alla
superficie minima di 3 Ha, per il mancato assenso da parte di uno o più proprietari, gli altri possono, previa
autorizzazione del Comune, predisporre il piano esteso alla intera area. In tale ipotesi, il piano si attuerà per
stralci funzionali convenzionabili separatamente e i relativi oneri di urbanizzazione saranno ripartiti tra i diversi
proprietari.

47.7. Tipi edilizi


La tipologia edilizia dovrà ricercarsi fra quelle consolidate nel territorio, principalmente del tipo isolato, salvo
tipologia diversa in funzione dei microambiti di localizzazione degli interventi, finalizzata alla valorizzazione
degli stessi e alla sostenibilità dell’ambiente e del paesaggio.

47.8. Viabilità
La viabilità principale di lottizzazione, prevista in cessione, dovrà prevedere una larghezza stradale non
inferiore a metri 8,00 e due marciapiedi laterali di larghezza non inferiore a m 2,00 cadauno, salvo diversa
dimostrazione in sede di Piano Attuativo.
La viabilità secondaria, a servizio dei sub-comparti, interni al Piano Attuativo dovrà avere una carreggiata non
inferiore a 6,00 m e due marciapiedi laterali di larghezza non inferiore a mt 1,20 cadauno, salvo diversa
dimostrazione in sede di Piano Attuativo.
La viabilità pedonale dovrà risultare di larghezza non inferiore a m 2,20.
Il disegno della sezione stradale complessiva dovrà sempre prevedere fasce verdi alberate, con arbusti e/o
alto fusto, di separazione tra assi a diversa funzione.

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47.9. Norme diverse
La cessione delle aree pubbliche di cui al punto 47.5. dovrà essere contestuale alla stipula della prevista
convenzione allegata al Piano esecutivo di lottizzazione tra i proprietari ed il Comune.
Il Piano esecutivo dovrà prevedere un apposito studio sia per la salvaguardia del verde esistente e delle
eventuali integrazioni, nonché per limitare al massimo i movimenti di terra e materie.
Nella definizione dei nuovi comparti edificatori e/o nell’organizzazione di quelli esistenti si dovrà tener conto,
nel Piano Attuativo delle indicazioni contenute nelle tavole F dello Studio di Compatibilità Paesistico
Ambientale, al fine di pervenire ad una funzionale definizione delle aree da destinare all’edificazione e di
quelle destinate al verde pubblico e alle strutture e ai servizi di uso pubblico. Le indicazioni contenute negli
elaborati grafici suddetti forniscono precise informazioni sugli ambiti preferenziali di localizzazione dei volumi,
che costituiscono il risultato dello Studio di Compatibilità Paesistico Ambientale; tali indicazioni, seppure non
vincolanti in assoluto, rappresentano un preciso indirizzo di Piano ed eventuali diverse soluzioni dovranno
risultare giustificate da una Valutazione di Compatibilità Ambientale e da comprovate esigenze di
organizzazione funzionale del comparto. Le soluzione alternative dovranno essere comunque finalizzate al
massimo livello di compatibilità rispetto alle risorse paesistico-ambientali e tali da scongiurare eventuali rischi
per lo stato della risorsa ritenuta meritevole di tutela e valorizzazione. Le linee guida per la predisposizione
della Valutazione di Compatibilità Ambientale sono contenute all’Art. 12 delle presenti Norme.
Le aree non interessate dall’edificazione dovranno essere gestite a verde o essere pavimentate con
pavimentazione permeabile nella misura di almeno l’80% della loro estensione totale.
Le aree libere andranno piantumate con essenze autoctone o prevalentemente autoctone.
Nelle aree e campi giochi per bambini è vietato l’impiego delle seguenti essenze: Aconitum napellus,
Anemone nemorosa, Aquilegia vulgaris, Buxus sempervirens, Clematis vitalba, Colchicum autunnale,
Convallaria majalis, Daphne mezereum, Delphinium ajacis, Digitalis purpurea, Euonimus europaea, Fagus
sylvatica, Fritillaria meleagris, Hedera helix, Helleborus spp., 1lex aquifolium, Juniperus communis, Kalmia
spp., Laburnum anagyroides, Ligustrum vulgare, Lonicera spp., Lupinus spp., Nerium oleander, Pieris
japonica, Prunus laurocerasus, Rhamnus cathartica, Rhododendron spp., Robinia spp., Sambucus ebulus,
Sambucus racemosa, Sedum acre, Spartium junceum, Symphoricarpos spp., Taraxacum spp., Taxus
baccata, Thuja spp., Viburnum spp., Wisteria sinensis.
Negli spazi verdi dovranno essere previsti tutti quegli accorgimenti necessari per la fruizione e la percorribilità
da parte dei disabili quali: percorsi, rampe, fioriere, posti a sedere in ragione di un posto ogni venti o frazione
di venti ecc.
Qualora dovesse dimostrarsi l’impossibilità a realizzare in un comparto la volumetria turistico-residenziale per
la presenza di vincoli sovraordinati, la stessa attuazione potrà mettersi in atto estendendo lo studio ad un
macro-comparto che includa anche quello adiacente.

Nelle zone F3 è vietata l’edificazione all’interno della fascia dei 2 Km dal mare.

Nelle aree inondabili l’edificazione è condizionata alla predisposizione della relazione geotecnica da allegare
agli elaborati di progetto.

In tutte le sub-zone, gli interventi esistenti o futuri dovranno rispettare le norme delle leggi vigenti in materia
di smaltimento delle acque reflue, residui organici e inorganici, e di inquinamento atmosferico.

Art. 48. - ZONA G/F A FUNZIONE INTEGRATA: SERVIZI E STRUTTURE TURISTICHE.


NORME GENERALI
48.1. Caratteri distintivi
Si tratta di quegli ambiti territoriali, attuabili mediante Piano Attuativo, in cui sono localizzate ed integrate
funzionalmente due specifiche destinazioni urbanistiche:
- la destinazione per servizi di interesse generale G a forte caratterizzazione sportiva e ricreativa (area
golfistica).
- la destinazione turistica F.

Gli elementi che caratterizzano e definiscono dal punto di vista normativo gli ambiti del Piano Attuativo sono i
seguenti:
- l’indice di edificabilità territoriale;
- la ripartizione percentuale della volumetria edificabile per le differenti destinazioni d’uso
urbanistiche;
- la ripartizione percentuale della superficie totale del comparto per le differenti destinazioni d’uso
urbanistiche;
- la conseguente specializzazione funzionale delle aree;
- la percentuale di superficie urbanizzabile (ossia: superficie fondiaria, viabilità e aree per standard) e

56
quella libera dall’edificazione da destinare a verde.

Le zone G/F si articolano in 5 comparti:


G/F –1: ubicato in località S. Giusta;
G/F –2: ubicato in località Su Cannisoni;
G/F –3: ubicato in località Narbonis;
G/F –4: ubicato in località Badulesu;
G/F –5: ubicato in località Ortodusu.

48.2. Usi consentiti


Le destinazioni d’uso ammesse nelle due zone F e G ricadenti all’interno della zona omogenea G/F sono le
seguenti:
zona F:
- strutture ricettivo-alberghiere (hotel, villaggi turistici) relative alla classificazione di cui alla L.R.
22/84;
- residenze turistiche.
zona G:
- campi da golf;
- club-house, foresterie, centri di ristoro;
- strutture commerciali;
- servizi logistici di supporto al settore turistico;
- servizi per la cura ed il benessere psico-fisico;
- congressistica e servizi connessi;
- strutture e servizi per il tempo libero e attività sportive e culturali in genere.

48.3. Strumenti di Attuazione


Nelle aree G/F le trasformazioni edilizie si attuano attraverso Piano Attuativo, che può essere proposto da
parte di soggetti pubblici e/o privati, singoli, associati o riuniti in consorzio; le singole proprietà partecipano
alle quote di edificabilità ed ai relativi oneri in misura proporzionale all’entità della proprietà posseduta.
In caso di inerzia da parte dei privati il Piano Attuativo può essere predisposto su iniziativa comunale ai sensi
e con le modalità previste dall’art. 28 della L. n. 1150 del 1942.
Il Piano Attuativo, esteso all’intero comparto, dovrà individuare le aree in cessione e le superfici destinate
all’edificazione, agli impianti e alle attrezzature tecnologiche, alla viabilità, ai parcheggi e alle sistemazioni a
verde per entrambe le zone F e G.

48.4. Interventi consentiti in assenza di Piano Attuativo.


Per gli edifici esistenti e le relative volumetrie legittimamente assentite, qualora non si voglia aderire per la
formazione di Piani Attuativi, le stesse potranno permanere nella condizione in cui si trovano all’atto di
adozione del P.U.C. con l’asservimento delle superfici di pertinenza previste dall’autorizzazione, licenza o
concessione edilizia ottenuta; in tal caso sono consentiti gli interventi di manutenzione ordinaria, straordinaria,
restauro e risanamento conservativo, ristrutturazione senza aumento di volume o demolizione e ricostruzione
sempre senza aumento di volume.
Per gli interventi di ristrutturazione edilizia, demolizione e ricostruzione con aumento di volume è necessario il
Piano Attuativo.
Pertanto, le aree in cui sono presenti edifici potranno essere incluse nei Piani Attuativi e, di conseguenza,
saranno soggette alla disciplina degli stessi; in tal caso, nel rispetto dei parametri urbanistico-edilizi, saranno
ammesse variazioni di destinazione d’uso, la ristrutturazione edilizia con o senza aumento di volume, la
demolizione e la ricostruzione.
Per i lotti che in seguito allo studio del comparto risultino inedificati e per quelli in cui l’edificazione esistente
non raggiunga il livello massimo stabilito dall’applicazione dell’indice territoriale per ogni comparto, il Piano
Attuativo prevedrà la nuova edificazione e/o l’incremento volumetrico fino al raggiungimento dell’indice
stabilito.

48.5. Parametri urbanistico-edilizi


Di seguito si riportano delle tabelle che definiscono i parametri da osservare nella pianificazione attuativa per
i diversi comparti. In esse vengono forniti i seguenti dati:
- superficie territoriale del comparto G/F;
- ripartizione percentuale della superficie per le due destinazioni G e F;
- superficie zona G;
- superficie zona F;

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- indice territoriale complessivo (relativo ai volumi da edificarsi sia in zona F che in zona G);
- volume totale edificabile;
- volume edificabile in zona G;
- volume edificabile in zona F;
- ripartizione percentuale della zona F nelle due destinazioni:
• ricettivo-alberghiera (RIC);
• turistico-residenziale (RES).
- volume ricettivo zona F;
- volume residenziale zona F.

COMP. G/F-1 COMP. G/F-2 COMP. G/F-3 COMP. G/F-4 COMP. G/F-5

superficie MQ 1.246.998 1.638.201 1.216.675 874.498 1.362.745

%SUP. G 80% 90% 85% 80% 75%

% SUP. F 20% 10% 15% 20% 25%

MQ superficie G 997.598 1.474.381 1.034.174 699.598 1.022.059

MQ superficie F 249.400 163.820 182.501 174.900 340.686

indice terr. MC/MQ 0,06 0,02 0,04 0,04 0,04

MC volume totale 73.580 25.440 46.880 36.180 53.280

% VOL. G 64% 59% 67% 41% 28%

% VOL. F 36% 41% 33% 59% 72%

MC volume G 47.000 15.000 31.400 15.000 15.000

MC volume F 26.580 10.440 15.480 21.180 38.280

% RIC F 44% 48% 42% 29% 22%

% RES F 56% 52% 58% 71% 78%

MC volume RIC F 11.580 5.040 6.480 6.180 8.280

MC volume RES F 15.000 5.400 9.000 15.000 30.000

Inoltre, per l’esecuzione degli interventi edilizi devono essere rispettate le seguenti prescrizioni:

1) – ZONA F

Dc = 5,00 m le costruzioni potranno sorgere sui confini di proprietà ovvero potranno distare
minimo 5,00 m con pareti finestrate. La distanza minima tra due edifici non in
aderenza, non potrà essere inferiore a m 10,00, se con almeno una delle pareti
finestrate.
Df = 10,00 m
Hmax = 7,00 m (per le strutture alberghiere)
Hmax = 6,00 m (per le strutture residenziali)
If = 0,40 mc/mq (l’indice fondiario massimo)
S = 50% della superficie territoriale dovrà essere destinata a spazi per attrezzature d’interesse
comune, per verde attrezzato a parco, gioco e sport e per parcheggi. Almeno il 60% di tali aree
devono essere pubbliche).
La volumetria destinata ai servizi pubblici deve essere almeno pari ad 1/6 del volume complessivo relativo alle
zone F.

Per le norme generali si rimanda all’Art. 44.4. relativo alle zone F.

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2) – ZONA G

Dc = 10,00 m
Df = 20,00 m
Hmax = 7,50 m
S = 80/100 mq/mq (gli 80 mq di spazio pubblico o ad uso pubblico, escluse le sedi viarie e di cui
almeno la metà destinate a parcheggio sono riferibili a 100 mq di superficie
lorda di pavimento.
Nel caso di edifici ed impianti pubblici o di interesse pubblico, le aree da cedere
o da rendere disponibili potranno essere limitati agli spazi da destinare a
parcheggi.

La superficie risultante libera dall’edificazione, dalle sedi viarie e dai parcheggi, deve essere destinata a verde
attrezzato.

E’ consentito derogare ai suddetti limiti di altezza (sia per le zone F che G) quando si tratti di strutture di
particolare valore architettonico che si inseriscono armonicamente nel contesto urbanistico ed esclusivamente
di carattere ricettivo-alberghiero e servizi connessi.

Per quanto non espressamente previsto si applicano le norme del D.A.EE.LL. del 20/12/1983 n. 2266/U -
BURAS del 10/02/1984.

48.6. Comparto d’intervento


L’Intervento Coordinato dovrà essere esteso all’intero comparto, così come delimitato dalla cartografia di
Piano.
Il Piano Attuativo, una volta approvato, potrà essere convenzionato per stralci funzionali purché tutte le
cessioni delle aree, relative all’intervento esteso all’intera area vengano stabilite nella convenzione relativa al
primo stralcio funzionale.

48.7. Tipi edilizi


Le tipologie edilizie e le opere devono inserirsi armonicamente nell’ambiente architettonico e paesaggistico
circostante e, nel rispetto delle tradizioni locali, saranno da ricercare fra quelle consolidate della zona. In
particolare, la tipologia edilizia dovrà essere del tipo isolato, caratterizzata da linee semplici ed essenziali,
copertura a falde inclinate e strato superficiale in tegole curve tipo coppo, infissi lignei, murature in pietra
faccia a vista oppure con intonaco e tinteggiatura del colore scelto nella gamma cromatica delle terre e avente
come riferimento il quadro ambientale di inserimento, salvo tipologia diversa in funzione dei microambiti di
localizzazione degli interventi e in ogni caso finalizzata alla valorizzazione degli stessi e alla sostenibilità
dell’ambiente e del paesaggio.
E’ obbligatorio fare uso di rivestimenti in pietra per una percentuale non inferiore del 40% delle pareti dei
fabbricati, aumentato al 60% per gli edifici da realizzare in aree particolarmente sensibili quali quelle in
prossimità di emergenze archeologiche.

48.8 Viabilità
La viabilità principale di lottizzazione, prevista in cessione, dovrà prevedere una larghezza stradale non
inferiore a metri 8,00 e due marciapiedi laterali di larghezza non inferiore a m 2,00 cadauno, salvo diversa
dimostrazione in sede di Piano Attuativo.
La viabilità secondaria, a servizio dei sub-comparti, interni al Piano Attuativo dovrà avere una carreggiata non
inferiore a 6,00 m e due marciapiedi laterali di larghezza non inferiore a m 1,20 cadauno, salvo diversa
dimostrazione in sede di Piano Attuativo.
La viabilità pedonale dovrà risultare di larghezza non inferiore a m 2,20.

48.9. Norme diverse


La cessione delle aree pubbliche di cui al punto 48.5. dovrà essere contestuale alla stipula della prevista
convenzione allegata al Piano esecutivo di lottizzazione tra i proprietari ed il Comune.
Il Piano esecutivo dovrà prevedere un apposito studio sia per la salvaguardia del verde esistente e delle
eventuali integrazioni, nonché per limitare al massimo i movimenti di terra e materie.

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Nella definizione del Piano Attuativo è fatto obbligo attenersi alle indicazioni contenute nelle tavole F dello
Studio di Compatibilità Paesistico Ambientale, al fine di pervenire ad una funzionale definizione delle aree da
destinare all’edificazione e di quelle destinate al verde pubblico e alle strutture e ai servizi di uso pubblico. Le
indicazioni contenute negli elaborati grafici suddetti forniscono precise informazioni sugli ambiti preferenziali di
localizzazione dei volumi, che costituiscono il risultato dello Studio di Compatibilità Paesistico Ambientale; tali
indicazioni, seppure non vincolanti in assoluto, rappresentano un preciso indirizzo di Piano ed eventuali
diverse soluzioni dovranno risultare giustificate da una Valutazione di Compatibilità Ambientale e da
comprovate esigenze di organizzazione funzionale del comparto. Le soluzione alternative dovranno essere
comunque finalizzate al massimo livello di compatibilità rispetto alle risorse paesistico-ambientali e tali da
scongiurare eventuali rischi per lo stato della risorsa ritenuta meritevole di tutela e valorizzazione. Le linee
guida per la predisposizione della Valutazione di Compatibilità Ambientale sono contenute all’Art. 12 delle
presenti Norme.
Nella zona G, sono consentiti edifici per l’abitazione dei proprietari e/o dei custodi, purché venga motivata la
necessità di risiedere sul posto e purché le abitazioni rispettino i requisiti di igiene e di comfort.
E’ vietata l’edificazione entro la fascia dei 300 m dal mare ad eccezione di quanto previsto dall’Art. 10bis della
L.R. n. 45/89.
E’ vietata l’edificazione ad uso residenziale entro la fascia dei 500 m dal mare.
Nelle zone G/F il volume ricettivo-alberghiero è destinato esclusivamente alla realizzazione di strutture
alberghiere classificate a cinque stelle, così come specificato dalla L.R. n. 22 del 14/05/1984, con almeno il
30% dei posti letto ubicati in suites.
Nel comparto G/F-2, la volumetria ad uso turistico dovrà essere realizzata oltre la fascia dei 2 km dalla linea di
costa.
Nelle aree inondabili l’edificazione è condizionata alla predisposizione della relazione geotecnica da allegare
agli elaborati di progetto.
In tutti i comparti, gli interventi esistenti o futuri dovranno rispettare le norme delle leggi vigenti in materia di
smaltimento delle acque reflue, residui organici e inorganici, e di inquinamento atmosferico.

Art. 49. - ZONA G SERVIZI GENERALI. SOTTOZONE G1, G2, G3, G4, G5, G6 e G7 . NORME
GENERALI COMUNI
49.1. Caratteri distintivi.
Le aree classificate G dal P.U.C. di Castiadas includono un complesso di destinazioni molto articolato, che
comprende edifici, attrezzature ed impianti, pubblici e privati, riservati a servizi di interesse generale, quali
strutture per l’istruzione secondaria, superiore ed universitaria, ai beni culturali, la sanità, lo sport e le attività
ricreative, il credito, le comunicazioni, o quali mercati generali, parchi, depuratori, tecnici urbani e simili.

49.2. Usi consentiti


Salvo le disposizioni specifiche di ciascuna sottozona, le destinazioni d’uso ammissibili sono quelle elencate di
seguito e di cui all’Art. 18 delle presenti Norme:

1. ATTREZZATURE AMMINISTRATIVE DI QUALSIASI GENERE


2. ATTREZZATURE SOCIO-SANITARIE MAGGIORI
3. UFFICI E SERVIZI PER IL TERZIARIO
4. ATTIVITÀ RICETTIVE DI TIPO ALBERGHIERO E SERVIZI ANNESSI
5. ISTRUZIONE SUPERIORE
6. ATTIVITÀ COMMERCIALI AL DETTAGLIO ANCHE ORGANIZZATE NELLA FORMA DI CENTRI
COMMERCIALI
7. PUBBLICI ESERCIZI E RISTORANTI
8. STUDI PROFESSIONALI E PICCOLI UFFICI
9. ATTREZZATURE CULTURALI
10. AUTORIMESSE E PARCHEGGI AD USO PUBBLICO
11. SERVIZI TECNICI URBANI
12. VERDE PUBBLICO
13. VERDE PRIVATO

60
49.3. Articolazione della zona.
La zona G viene suddivisa nelle seguenti sottozone:

Sub-zona G1 - Aree destinate a servizi di interesse generale di tipo aeroportuale.

Sub-zona G2 - Aree destinate a servizi di interesse generale a supporto della nautica.

Sub-zona G3 - Aree destinate a servizi di interesse generale e di supporto alla funzione alberghiera.

Sub-zona G4 - Aree destinate ad accogliere strutture ed impianti per attività sportive.

Sub-zona G5 - Aree di interesse generale destinate a parco attrezzato.

Sub-zona G6 - Aree per attrezzature tecnologiche specializzate.

Sub-zona G7 - Area cimiteriale.

49.4. Tipi edilizi


Le tipologie edilizie e le opere devono inserirsi armonicamente nell’ambiente architettonico e paesaggistico
circostante e, nel rispetto delle tradizioni locali, saranno da ricercare fra quelle consolidate della zona, in
particolare dovrà essere del tipo isolato, linee semplici ed essenziali, copertura a falde inclinate e strato
superficiale in tegole curve tipo coppo, infissi lignei, murature in pietra faccia a vista ovvero con intonaco e
tinteggiatura del colore scelto nella gamma cromatica delle terre e avente come riferimento il quadro
ambientale di inserimento, salvo tipologia diversa in funzione dei microambiti di localizzazione degli interventi
e in ogni caso finalizzata alla valorizzazione degli stessi e alla sostenibilità dell’ambiente e del paesaggio.

49.5. Viabilità
La viabilità principale di lottizzazione, prevista in cessione, dovrà prevedere una larghezza stradale non
inferiore a metri 8,00 e due marciapiedi laterali di larghezza non inferiore a m 2,00 cadauno.

49.6. Norme diverse


In tutte le sub-zone, gli interventi esistenti o futuri dovranno rispettare le norme delle leggi vigenti in materia
di smaltimento delle acque reflue, residui organici e inorganici, e di inquinamento atmosferico.

L’edificazione è vietata all’interno della fascia dei 300 metri dal mare nonché all’interno della fascia di rispetto
dalla strada provinciale ancorché non classificata zona H.

Nelle aree inondabili l’edificazione è condizionata alla predisposizione della relazione geotecnica da allegare
agli elaborati di progetto.

Il Piano esecutivo dovrà prevedere apposito studio sia per la salvaguardia del verde esistente sia per limitare
al massimo i movimenti di terra e materie.

Nella zona sono consentiti edifici per l’abitazione dei proprietari e/o dei custodi, purché venga motivata la
necessità di risiedere sul posto e purché le abitazioni rispettino i requisiti di igiene e di comfort.

Art. 50. - SOTTOZONA G1


50.1. Caratteri distintivi
In tale sottozona sono incluse le aree in grado di ospitare edifici ed impianti d’interesse pubblico di tipo
aeroportuale ubicate in località Guardu su Traberazu.

50.2. Usi consentiti


Sono consentiti edifici, impianti e attrezzature connessi con l’attività aeroportuale che, indipendentemente
dalla categoria, possono contribuire al buon funzionamento della struttura quali:
- aerostazione;
- le superfici destinate all’esercizio del volo;
- le aree per la sosta;

61
- gli edifici e le installazioni per il funzionamento dello scalo e per il ricovero di velivoli e simili;
- strutture ricettivo-alberghiere.

50.3. Strumenti di attuazione


Lo strumento di attuazione è obbligatoriamente il Piano Attuativo Particolareggiato di iniziativa pubblica o
privata e la successiva Concessione Edilizia.

50.4. Interventi consentiti in assenza di Piano Attuativo.


In tutta la sub-zona sono consentiti gli interventi di manutenzione ordinaria, manutenzione straordinaria,
restauro e risanamento conservativo, ristrutturazione edilizia.

50.5. Parametri edificatori.


Per l’esecuzione degli interventi edilizi devono essere rispettate le seguenti prescrizioni:

Dc = 10,00 m
Df = 20,00 m
Volume Massimo = 80.000 mc (con obbligo di Piano Attuativo)
Hmax = 7,50 m
S = 80/100 mq/mq (gli 80 mq di spazio pubblico o ad uso pubblico, escluse le sedi viarie e di cui
almeno la metà destinate a parcheggio sono riferibili a 100 mq di superficie
lorda di pavimento. Nel caso di edifici ed impianti pubblici o di interesse
pubblico, le aree da cedere o da rendere disponibili potranno essere limitati agli
spazi da destinare a parcheggi).

50.6. Comparto d’intervento


In tutta la sub-zona i piani urbanistici attuativi dovranno di norma essere estesi all’intera sottozona.
Previa autorizzazione del Comune è possibile l’attuazione del Piano Attuativo per stralci funzionali
convenzionabili separatamente e gli oneri di urbanizzazione saranno ripartiti in misura proporzionale alla
proprietà. La verifica degli standard deve essere effettuata per ciascuno stralcio funzionale. Il lotto minimo di
attuazione è fissato in 3 ettari.

Art. 51. - SOTTOZONA G2


51.1. Caratteri distintivi
Aree in grado di ospitare opere e strutture di supporto della nautica ubicate nei pressi della località Santa
Giusta.

51.2. Usi consentiti


Edifici, impianti e attrezzature di supporto alla nautica quali: edifici per il ricovero e il rimessaggio delle
imbarcazioni, per il ristoro e per qualunque altra attività in ogni caso correlata con la nautica da diporto.

51.3. Strumenti di attuazione


Lo strumento di attuazione è obbligatoriamente il Piano Attuativo Particolareggiato di iniziativa pubblica o
privata e la successiva Concessione Edilizia.

51.4. Interventi consentiti in assenza di Piano Attuativo.


In tutta la sub-zona sono consentiti gli interventi di manutenzione ordinaria, manutenzione straordinaria,
restauro e risanamento conservativo, ristrutturazione edilizia. Sono consentiti, con intervento diretto,
ampliamenti delle strutture esistenti alla data di adozione del presente P.U.C. Sono anche ammesse le
modifiche di destinazione, anche senza opere, fra gli usi di cui ai commi precedenti e le opere interne.

51.5. Parametri edificatori.


Per l’esecuzione degli interventi edilizi devono essere rispettate le seguenti prescrizioni:

Dc = 10,00 m

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Df = 20,00 m
It = 1,30 mc/mq (con obbligo di Piano Attuativo)
Hmax = 7,50 m
S = 80/100 mq/mq (gli 80 mq di spazio pubblico o ad uso pubblico, escluse le sedi viarie e di cui
almeno la metà destinate a parcheggio sono riferibili a 100 mq di superficie
lorda di pavimento. Nel caso di edifici ed impianti pubblici o di interesse
pubblico, le aree da cedere o da rendere disponibili potranno essere limitati agli
spazi da destinare a parcheggi).
51.6. Comparto d’intervento
I piani urbanistici attuativi dovranno di norma essere estesi all’intera sottozona.

Art. 52. - SOTTOZONA G3


52.1. Caratteri distintivi
Sono le aree in grado di ospitare edifici, attrezzature ed impianti, pubblici e privati, riservati a servizi di
interesse generale e di supporto alla funzione ricettivo-alberghiera.

52.2. Usi consentiti


Sono consentiti edifici destinati ad attrezzature pubbliche e private riservate a servizi di interesse generale
quali:
- strutture commerciali;
- per le comunicazioni;
- di tipo direzionale e del credito;
- per l’istruzione secondaria superiore e universitaria;
- per la ricerca scientifica;
- centri di ristoro;
- servizi logistici di supporto al settore turistico;
- servizi per la cura e il benessere psico-fisico;
- congressistica e servizi connessi;
- strutture e servizi per il tempo libero, attività sportive, ricreative e culturali in genere;
- parchi di divertimento tematici e simili.

Qualora l’intervento proposto riguardi i servizi strettamente connessi con la funzione alberghiera, quali
depositi, magazzini, ecc. è ammessa l’edificazione di una volumetria non superiore al 30% dell’intervento per
gli alloggi del personale impiegato nel settore alberghiero. Tale volumetria dovrà essere concentrata in un
unico corpo di fabbrica e non potrà essere frazionata.

52.4. Strumenti di attuazione


Lo strumento di attuazione è obbligatoriamente il Piano Attuativo Particolareggiato di iniziativa pubblica o
privata e la successiva Concessione Edilizia.

52.5. Interventi consentiti in assenza di Piano Attuativo.


In tutta la sub-zona sono consentiti gli interventi di manutenzione ordinaria, manutenzione straordinaria,
restauro e risanamento conservativo, ristrutturazione edilizia. Sono consentiti, con intervento diretto,
ampliamenti delle strutture esistenti alla data di adozione del presente P.U.C.; è inoltre consentito il
mantenimento della destinazione d’uso delle strutture esistenti.
Sono anche ammesse le modifiche di destinazione, anche senza opere, fra gli usi di cui ai commi precedenti e
le opere interne.

52.6. Parametri edificatori.


Per l’esecuzione degli interventi edilizi devono essere rispettate le seguenti prescrizioni:

Dc = 10,00 m
Df = 20,00 m
It = 0,30 mc/mq (con l’obbligatorietà del Piano Attuativo)
Hmax = 7,50 m

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S = 80/100 mq/mq (gli 80 mq di spazio pubblico o ad uso pubblico, escluse le sedi viarie e di cui
almeno la metà destinate a parcheggio sono riferibili a 100 mq di superficie
lorda di pavimento. Nel caso di edifici ed impianti pubblici o di interesse
pubblico, le aree da cedere o da rendere disponibili potranno essere limitati agli
spazi da destinare a parcheggi).
52.7. Comparto d’intervento
In tutta la sub-zona i piani urbanistici attuativi dovranno di norma essere estesi all’intera sottozona, ovvero a
comparti delimitati da viabilità consolidata e da zone omogenee diverse dalla zona G oppure a superfici non
inferiori a 3 Ha.
Uno o più proprietari qualora dimostrino l’impossibilità, per mancanza di assenso degli altri proprietari, di
predisporre un piano attuativo possono, previa autorizzazione del Comune, predisporre il Piano esteso al
comparto d’intervento. In tale ipotesi il Piano si attuerà per stralci funzionali convenzionabili separatamente e i
relativi oneri di urbanizzazione saranno ripartiti tra i diversi proprietari. La verifica degli standard deve essere
effettuata per ciascuno stralcio funzionale.

Art. 53. - SOTTOZONA G4

53.1. Caratteri distintivi


Sono le aree in grado di ospitare servizi d’interesse pubblico legati allo sport, ubicate in Campo Codonesu.

53.2. Usi consentiti


Sono consentiti edifici, impianti e attrezzature, pubbliche e private, destinate allo sport e alle attività di svago
all’aria aperta.

53.3. Strumenti di attuazione


Lo strumento di attuazione è obbligatoriamente il Piano Attuativo Particolareggiato di iniziativa pubblica o
privata e la successiva Concessione Edilizia.

53.4. Interventi consentiti in assenza di Piano Attuativo.


In tutta la sub-zona sono consentiti gli interventi di manutenzione ordinaria, manutenzione straordinaria,
restauro e risanamento conservativo, ristrutturazione edilizia. Sono consentiti, con intervento diretto,
ampliamenti delle strutture esistenti alla data di adozione del presente P.U.C. Sono anche ammesse le
modifiche di destinazione, anche senza opere, fra gli usi di cui ai commi precedenti e le opere interne.

53.5. Parametri edificatori.


Per l’esecuzione degli interventi edilizi devono essere rispettate le seguenti prescrizioni:

Dc = 10,00 m
Df = 20,00 m
It = 0,10 mc/mq
Hmax = 7,50 m
S = 80/100 mq/mq (gli 80 mq di spazio pubblico o ad uso pubblico, escluse le sedi viarie e di cui
almeno la metà destinate a parcheggio sono riferibili a 100 mq di superficie
lorda di pavimento. Nel caso di edifici ed impianti pubblici o di interesse
pubblico, le aree da cedere o da rendere disponibili potranno essere limitati agli
spazi da destinare a parcheggi).

53.6. Comparto d’intervento


I piani urbanistici attuativi dovranno di norma essere estesi all’intera sottozona.

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Art. 54. - SOTTOZONA G5
54.1. Caratteri distintivi
In tale sottozona sono incluse le aree in grado di ospitare strutture ed impianti destinati a parco attrezzato.

54.2. Usi consentiti


Sono consentiti edifici ed impianti, pubblici e privati, riservate a servizi di interesse generale di supporto alla
definizione del parco attrezzato, quali:
- chioschi di servizio;
- campi da gioco;
- aree di sosta;
- spazi per attività culturali e ricreative;
- punti di ristoro.

54.3. Strumenti di attuazione


Lo strumento di attuazione è obbligatoriamente il Piano Attuativo Particolareggiato di iniziativa pubblica o
privata e la successiva Concessione Edilizia.

54.4. Interventi consentiti in assenza di Piano Attuativo.


In tutta la sub-zona sono consentiti gli interventi di manutenzione ordinaria, manutenzione straordinaria,
restauro e risanamento conservativo, ristrutturazione edilizia. Sono consentiti, con intervento diretto,
ampliamenti delle strutture esistenti alla data di adozione del presente P.U.C. Sono anche ammesse le
modifiche di destinazione, anche senza opere, fra gli usi di cui ai commi precedenti e le opere interne.

54.5. Parametri edificatori.


Per l’esecuzione degli interventi edilizi devono essere rispettate le seguenti prescrizioni:

Dc = 10,00 m
Df = 20,00 m
It = 0,20 mc/mq (con obbligo di Piano Attuativo)
Hmax = 7,50 m
S = 80/100 mq/mq (gli 80 mq di spazio pubblico o ad uso pubblico, escluse le sedi viarie e di cui
almeno la metà destinate a parcheggio sono riferibili a 100 mq di superficie
lorda di pavimento. Nel caso di edifici ed impianti pubblici o di interesse
pubblico, le aree da cedere o da rendere disponibili potranno essere limitati agli
spazi da destinare a parcheggi).

54.6. Comparto d’intervento


In tutta la sub-zona i piani urbanistici attuativi dovranno di norma essere estesi all’intera sottozona, ovvero a
comparti delimitati da viabilità consolidata e da zone omogenee diverse dalla zona G oppure a superfici non
inferiore a 5 Ha.
Uno o più proprietari qualora dimostrino l’impossibilità, per mancanza di assenso degli altri proprietari, di
predisporre un piano attuativo possono, previa autorizzazione del Comune, predisporre il Piano esteso al
comparto d’intervento. In tale ipotesi il Piano si attuerà per stralci funzionali convenzionabili separatamente e i
relativi oneri di urbanizzazione saranno ripartiti tra i diversi proprietari. La verifica degli standard deve essere
effettuata per ciascuno stralcio funzionale.

Art. 55. - SOTTOZONA G6


55.1. Caratteri distintivi
In tale sottozona sono incluse le aree destinate ad accogliere le attrezzature tecnologiche specializzate.

55.2. Usi consentiti e disciplina d’utilizzo


In tali aree sono localizzabili gli impianti di distribuzione dei carburanti.
Tutti gli interventi volti all’ottimizzazione delle funzioni attualmente esercitate sono subordinate alla
predisposizione di un apposito progetto aziendale unitamente alle specifiche atte alla bonifica ambientale

65
dell’area.
Per ciascuna sottozona G6 sono ammesse realizzazioni volumetriche, con altezze massime non superiori a 3,50
m e che interessino una superficie coperta non superiore a 80,00 mq.

Art. 56. - SOTTOZONA G7


56.1. Caratteri distintivi
E’ rappresentata dall’area del cimitero.

56.2. Usi consentiti e disciplina d’utilizzo


La zona G7 è destinata ad ospitare impianti pubblici e privati legati alle attività cimiteriali quali edicole
funerarie, loculi pubblici, edifici per il culto, ecc., nel rispetto delle preesistenze ed in base al vigente
Regolamento di Polizia Mortuaria.
Per l’edificazione è prescritto il seguente parametro:

• lf = 0,01 mc/mq con possibilità di incremento previa predisposizione di Piano Attuativo.

Sono ammissibili i seguenti interventi sugli immobili esistenti: manutenzione ordinaria, manutenzione
straordinaria, restauro e risanamento conservativo.

Art. 57. - ZONA H - SALVAGUARDIA. SOTTOZONE H1, H2, H3 e H4. NORME GENERALI
COMUNI
57.1. Caratteri distintivi.
Le aree classificate H dal P.U.C. di Castiadas riguardano le parti del territorio non classificabili secondo i criteri
in precedenza definiti e che rivestono un particolare pregio ambientale, naturalistico, geomorfologico,
speleologico, archeologico, paesaggistico o di particolare interesse per la collettività, quali fascia costiera,
fascia attorno agli agglomerati urbani, fascia di rispetto cimiteriale, fascia lungo le strade statali provinciali e
comunali di interesse turistico con insediamenti di tipo prevalentemente stagionale.

57.2. Usi consentiti


Entro le zone di salvaguardia ambientale deve essere garantita la conservazione integrale dei singoli caratteri
naturalistici, storici, o morfologici e dei rispettivi insiemi; in tali aree è vietata qualsiasi edificazione e qualsiasi
intervento di trasformazione dei suoli e sono consentiti, previa autorizzazione, di cui all’art. 7 della L. 1497/39
i soli interventi volti alla conservazione, difesa, ripristino, restauro e fruizione della risorsa, e in particolare:
• attività scientifiche, comprendenti l’insieme delle attività finalizzate allo studio, controllo e conservazione
delle risorse ambientali;
• fruizione naturalistica, comprendente l’insieme di attività di fruizione dell’ambiente a fini didattici e
ricreativi, con eventuale realizzazione di infrastrutture leggere (sentieri naturali, segnaletica) o strutture
leggere di supporto (capanni di osservazione e per la sola somministrazione di bevande e alimenti, ecc.),
aree belvedere e postazioni naturalistiche;
• fruizione culturale, comprendente l’insieme delle attività legate all’uso dei monumenti, zone archeologiche
e beni culturali in genere, con strutture ed infrastrutture leggere finalizzate alla conservazione del bene;
• opere di difesa e ripristino ambientale in presenza di alterazioni o manomissioni di origine antropica;
• il restauro, il recupero, la ristrutturazione e la valorizzazione di strutture e fabbricati esistenti di
particolare valore storico-architettonico;
• l’apertura e la sistemazione delle piste forestali strettamente necessarie alla gestione del bene;
• pesca, itticoltura e/o acquicoltura estensiva, utilizzazione dei corpi idrici superficiali per attività volte alla
produzione ittica in generale ed a interventi necessari per la tutela, valorizzazione e recupero delle zone
umide;
• l’installazione di tralicci, antenne e strutture simili se necessari per la salvaguardia delle risorse naturali;
• gli interventi volti alla difesa del suolo sotto l’aspetto idrogeologico;
• interventi connessi alla realizzazione di opere pubbliche o di preminente interesse pubblico, salvo la
verifica di compatibilità ambientale;

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• usi ricreativi-culturali, quali opere di accesso al mare, di supporto alla balneazione e alla nautica, attività
sportive connesse, attrezzature igieniche e di soccorso, con l’adozione di particolari misure di
minimizzazione dell’impatto ambientale;
• interventi finalizzati alla realizzazione di opere di bonifica e antincendio, forestale e ricostituzione
boschiva, ambientale e naturale;
• opere di rimboschimento effettuate al fine di ricostituire la copertura vegetale preesistente con essenze
autoctone;
• opere antincendio e protezione civile;
• sistemazioni idrauliche dei corsi d’acqua;
• reti elettriche e telefoniche con relative cabine, avendo cura di adottare particolari misure di
minimizzazione dell’impatto ambientale;
• mantenimento delle attività agricole preesistenti, con eventuali interventi di adeguamento tecnologico;
• mantenimento dell’attività preesistente di pascolo controllato e delle superfici foraggere;
• attività di cava, a norma delle leggi vigenti in materia, con l’obbligo dello studio di impatto ambientale e
relativi interventi di ripristino dell’ambiente;
• stabilizzazione e sistemazione ambientale delle discariche di inerti.
Nelle zone H il disboscamento ed il decespugliamento dovranno avvenire sotto il controllo delle autorità
preposte alla vigilanza ambientale.
In ogni caso si, dovrà prevedere, per le aree ricadenti in zona H, usi coerenti e compatibili con l’ambiente
naturale esistente ed il mantenimento, il ripristino e/o la piantumazione, nelle aree con suscettività forestale,
di essenze arboree tradizionalmente insediate.
57.3. Articolazione della zona
La zona H viene suddivisa nelle seguenti sottozone:

Sub-zona H1 - Aree di particolare pregio ambientale e naturalistico;

Sub-zona H2 - Aree con vincolo idrogeologico;

Sub-zona H3 - Aree di rispetto cimiteriale;

Sub-zona H4 - Aree di rispetto stradale.

Art. 58. - SOTTOZONA H1


58.1. Caratteri distintivi
Sono classificate H1 tutte quelle zone del territorio comunale di Castiadas caratterizzate da particolare pregio
dal punto di vista ambientale e naturalistico.

58.2. Usi consentiti


Sono consentite tutte quelle attività che non comportino modificazioni all’ambiente o al territorio classificato,
con esclusione dell’uso residenziale, produttivo, deposito, turistico e di servizio.
Non sono consentite modifiche di destinazione d’uso che comportino l’aggravio del carico urbanistico.
Nelle zone di tutela non sono consentite modificazioni morfologiche del terreno se non previa adozione da
parte del Consiglio Comunale di appositi piani di utilizzazione e sistemazione del terreno.
Al di fuori delle borgate è consentita l’attività pascolativa ed agricola che non comporti movimenti di terra
superiori ad uno spessore di 30 cm.
E’ inoltre consentita l’attività scientifica finalizzata allo studio, ricerca e controllo del bene nonché l’attività di
fruizione a fini didattici.

58.3. Disposizioni normative


Per tali aree di salvaguardia si dovranno prevedere usi coerenti e compatibili con l’ambiente naturale esistente
ed il mantenimento, il ripristino e/o la piantumazione, nelle aree con suscettività forestale, di essenze arboree
tradizionalmente insediate.
E’ vietata qualsiasi costruzione ad uso residenziale.

67
Non sono consentiti, ai fini della realizzazione dei predetti edifici, movimenti di terra tali da modificare in modo
rilevante lo stato dei luoghi.
Per lo svolgimento delle attività stagionali è ammessa l’installazione di manufatti precari realizzati con
strutture in materiale leggero semplicemente appoggiati a terra, per le quali sono consentite unicamente le
opere di ancoraggio, che non comportino alcuna modificazione dello stato dei luoghi.
L’installazione potrà essere realizzata, previa comunicazione al sindaco, corredata di dichiarazione sostitutiva
di atto notorio, nella quale siano dichiarate:

• le motivate esigenze produttive, le caratteristiche, le dimensioni e la collocazione del manufatto;


• il periodo di utilizzazione e di manutenzione del manufatto, comunque non superiore ad un anno;
• il rispetto delle norme di riferimento;
• l’impegno alla rimozione del manufatto al termine del periodo di utilizzazione.
E’ consentito il recupero funzionale di strutture edilizie esistenti, per le quali si potrà procedere alle opere di
manutenzione ordinaria, straordinaria, restauro e risanamento conservativo e ristrutturazione edilizia senza
aumento di volume.
Le destinazioni d’uso consentite sono quelle relative alla fruizione della risorsa naturalistica, storico-culturale,
ambientale e del tempo libero.
Per l’esecuzione degli interventi ammessi devono essere rispettate le seguenti prescrizioni:

Dc = 20,00 m
Df = 40,00 m
Hmax = 3,00 m
It = 0,001 mc/mq (con possibilità di deroga ai sensi dell’art. 16 della L. 06.08.1967 n. 765
limitatamente agli edifici ed attrezzature ed impianti pubblici)

Per quanto non espressamente previsto si applicano le norme del D.A.EE.LL. del 20/12/1983 n. 2266/U -
BURAS del 10/02/1984.

Art. 59. - SOTTOZONA H2


59.1. Caratteri distintivi
Sono classificate H2 le aree soggette a vincolo idrogeologico.

59.2. Usi consentiti


Sono consentite tutte quelle attività che non comportino modificazioni all’ambiente o al territorio classificato,
con esclusione dell’uso residenziale, produttivo, deposito, turistico e di servizio.
Non sono consentite modifiche di destinazione d’uso che comportino l’aggravio del carico urbanistico.
Nelle zone di tutela non sono consentite modificazioni morfologiche del terreno se non previa adozione da
parte del Consiglio Comunale di appositi piani di utilizzazione e sistemazione del terreno.
Al di fuori delle borgate è consentita l’attività pascolativa ed agricola che non comporti movimenti di terra
superiori ad uno spessore di 30 cm.

59.3. Disposizioni normative


Tutti gli interventi ricadenti in aree soggette a vincolo idrogeologico dovranno:

• Essere corredati di relazione idrogeologica a firma di un tecnico abilitato;


• Garantire che fattibilità ed esecuzione dell’opera proposta non interferiscano sulla stabilità dei
versanti e non comportino fenomeni di degrado dell’ambiente complessivo;
• Rispettare, specie nei confronti dell’approvvigionamento idrico e degli scarichi, la vigente normativa
in materia di inquinamento.

Tutti gli interventi sia proposti che già realizzati, in ambito soggetto ad eventuale vincolo, dovranno adeguarsi
alla normativa sia Nazionale che Regionale entro il limite massimo di un anno, salvo minori tempi
espressamente previsti da norme specifiche.
Per l’esecuzione degli interventi ammessi devono essere rispettate le seguenti prescrizioni:

Dc = 20,00 m
Df = 40,00 m
Hmax = 3,00 m

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It = 0,001 mc/mq (con possibilità di deroga ai sensi dell’art. 16 della L. 06.08.1967 n°765
limitatamente agli edifici ed attrezzature ed impianti pubblici)

Per quanto non espressamente previsto si applicano le norme del D.A.EE.LL. del 20/12/1983 n. 2266/U -
BURAS del 10/02/1984.

Art. 60. - SOTTOZONA H3


60.1. Caratteri distintivi
Sono classificate H3 le aree che ricadono entro la fascia di rispetto cimiteriale.

60.2. Usi consentiti e disposizioni normative


Le zone H3 sono capaci di ospitare impianti pubblici e privati legati alle attività cimiteriali quali edicole
funerarie, loculi pubblici, edifici per il culto, ecc., nel rispetto delle preesistenze ed in base al vigente
Regolamento di Polizia Mortuaria.
Le fasce di rispetto cimiteriale sono considerate di interesse pubblico e, come tali, espropriabili, limitatamente
alle porzioni ed ai casi in cui sia necessario procedere all’ampliamento delle infrastrutture esistenti.

E’ vietata l’edificazione e sono ammissibili, esclusivamente, i seguenti interventi sugli immobili esistenti:
manutenzione ordinaria, manutenzione straordinaria, restauro e risanamento conservativo.

Art. 61. - SOTTOZONA H4


61.1. Caratteri distintivi
Sono classificate H4 le aree che ricadono entro la fascia di rispetto stradale della nuova Strada Statale 125.

61.2. Usi consentiti e disposizioni normative


Nelle sottozone H4 è vietata qualunque tipo di edificazione.
Non sono consentite modificazioni morfologiche del terreno se non previa adozione da parte del Consiglio
Comunale di appositi piani di utilizzazione e sistemazione del terreno.
Usi consentiti: impianti tecnici di scala urbana, distributori di carburante, che comunque dovranno dotarsi delle
apposite autorizzazione di legge.
Non sono ammessi ulteriori usi, salvo la possibilità di deroga, ai sensi dell’articolo 16 della L. 765/67,
limitatamente ad edifici, attrezzature ed impianti pubblici.
Le fasce di rispetto delle infrastrutture stradali sono considerate di interesse pubblico e, come tali,
espropriabili, limitatamente alle porzioni ed ai casi in cui sia necessario procedere all’ampliamento delle
infrastrutture esistenti.
Le fasce di rispetto sono destinate all’ampliamento della rete stradale e ferroviaria; pertanto in tali sottozone
sono vietate nuove costruzioni.
Sono ammissibili i seguenti interventi: manutenzione ordinaria, manutenzione straordinaria, restauro e
risanamento conservativo.

Art. 62. - AREE DI RISPETTO ARCHEOLOGICO


Le aree con vincolo archeologico, censite dalla Sovrintendenza ai Beni Archeologici, sono destinate alla
fruizione culturale della risorsa in esse compresa; pertanto, sono ammesse tutte quelle attività connesse
all’uso dei monumenti, zone archeologiche e beni culturali in genere, con eventuale realizzazione di
infrastrutture e strutture leggere finalizzate alla conservazione, fruizione e valorizzazione del bene.
In tali aree è previsto un vincolo di inedificabilità totale nei 100 m dal Bene Archeologico; mentre nell’area
compresa tra i 100 e i 150 m è necessario il Nulla Osta della Sovrintendenza Beni Archeologici e Ambientali.
Qualora l’area di rispetto archeologico ricada anche parzialmente all’interno di una zona urbanistica omogenea
F o G/F, il piano attuativo delle suddette zone omogenee dovrà prevedere gli interventi per la salvaguardia e
l’accessibilità della risorsa archeologica. Tali interventi inerenti la pulizia dell’area archeologica, la recinzione e
la segnaletica (secondo quanto richiesto dalla competente Sovrintendenza), e la viabilità d’accesso all’area
saranno a totale carico dei privati proponenti il piano attuativo.

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Art. 63. - AREE S. AREE DESTINATE A STANDARD URBANISTICI.
63.1. Classificazione
Ai fini della funzione dello strumento urbanistico generale, deve essere assicurata una dotazione globale di
aree per servizi sociali, comprendenti attrezzature pubbliche e di uso pubblico, commisurata all’entità degli
insediamenti residenziali e produttivi, sulla base dei rapporti massimi tra gli spazi destinati agli insediamenti
residenziali e gli spazi pubblici consentiti alla legislazione sociale. Le zone, destinate a standard urbanistici e
ricomprese nelle zone A e B, (attrezzature ed impianti di interesse generale) si distinguono in:
- aree per l’istruzione (S1);
- aree per attrezzature d’interesse comune (S2);
- aree per spazi pubblici attrezzati a parco e per il gioco e lo sport (S3);
- aree per i parcheggi pubblici (S4).

63.2. S1, Aree per l’istruzione


Le aree destinate all’istruzione comprendono le parti di territorio vincolate all’insediamento di strutture
scolastiche pubbliche o private per l’infanzia, e per la scuola dell’obbligo (asilo nido, scuola materna,
elementare, media, ecc.).
E’ ammesso l’intervento edilizio diretto. Questo deve riguardare l’intera superficie dell’area e deve essere
effettuato nel rispetto delle seguenti prescrizioni:
a) il rapporto massimo di copertura e l’indice di edificabilità dovranno rispettare le norme relativealla
zona omogenea di riferimento;
b) l’altezza massima delle nuove costruzioni deve essere non superiore a 10 m;
c) nel caso di edifici esistenti è ammesso l’ampliamento e la ristrutturazione, con gli indici che
potranno essere superiori a quelli di zona, perché il progetto venga approvato anche dal C.C.;
d) spazi per parcheggi nel rapporto di 1 mq per ogni 4 mq di superficie utile lorda di fabbricato.

63.3. S2, Aree per attrezzature d’interesse comune


Le aree destinate ad attrezzature d’interesse comune comprendono le parti del territorio vincolate dallo
strumento urbanistico generale agli insediamenti per le attività religiose, sociali, culturali, assistenziali,
sanitarie, amministrative.
Per le nuove costruzioni si applicano i seguenti parametri:

Dc = 5,00 m,
Df = 10,00 m,
If = pari a quello relativo alla zona omogenea di riferimento,
Rc = 0,25 mq/mq,
H = 10,50 m,
S = 1 mq / 10 mc.

63.4. S3, Aree destinate a verde, gioco e sport


Le aree destinate a verde, gioco e sport sono le parti di territorio vincolate all’insediamento di strutture
sportive, per il gioco e per il verde.
Sono ammessi esclusivamente i volumi strettamente legati alla pratica sportiva quali spogliatoi, piccoli
depositi, servizi igienici, ecc., nonché quelli legati alle attrezzature per il gioco dei bambini come giostre,
altalene, campi robinson; sono inoltre ammesse costruzioni di carattere precario ad uso bar, attrezzature per
la sosta ed il ristoro.
Per le nuove costruzioni si applicano i seguenti indici:

Dc = 5,00 m,
Df = 10,00 m,
It = pari a quello relativo alla zona omogenea di riferimento,
Rc = 0,25 mq/mq,
H = 10,50 m,
S = 1 mq / 10 mc.

63.5. S4, Aree destinate a parcheggi pubblici


Le aree destinate parcheggi pubblici comprendono quelle parti di territorio vincolate dallo strumento
urbanistico generale alla sosta e al parcheggio dei veicoli.
Dette aree sono soggette al vincolo di assoluta inedificabilità.

70
Art. 64. - AREE DEMANIALI DA DESTINARE AI SERVIZI DI SPIAGGIA
Le aree demaniali da destinare ai servizi di spiaggia, ovvero deputate ad accogliere le attrezzature leggere di
supporto alla balneazione ed alla fruizione del litorale, saranno regolate da apposito Piano di Utilizzazione dei
Litorali di cui all’art. 3 comma 6 della Legge n. 494 del 4/12/93, che demanda alle Regioni la predisposizione
di piani di utilizzazione delle aree del demanio marittimo, che hanno come oggetto la previsione e la
localizzazione delle attrezzature, dei servizi di spiaggia e degli accessi relativi.
La normativa regionale relativa ai suddetti P.U.L., fa capo ai seguenti Atti amministrativi:
- Decreto Assessore Affari Generali, Personale, ecc. n. 61/AA.GG;
- Delibera G.R. n. 17/20 del 23/3/99;
- Delibera G.R. n. 4/15 del 2/2/2000.

Art. 65. - POTERI DI DEROGA


Il Comune di Castiadas può esercitare a norma di legge i poteri di deroga alle norme contenute nel presente
Piano Urbanistico Comunale solo nei casi in cui tali deroghe riguardino edifici ed impianti pubblici o di
interesse pubblico.
Per quanto riguarda le strutture alberghiere la concessione della deroga dovrà essere subordinata ad apposito
atto unilaterale d’obbligo col quale la Ditta richiedente si obbliga per se e per i suoi aventi causa, oltre a
mantenere invariata la destinazione d’uso per almeno venti anni, ad utilizzare, all’interno della struttura,
prodotti di produzione locale, con particolare riferimento ai prodotti agroalimentari, alla promozione dell’intero
territorio e dei prodotti tradizionali della Sardegna mediante la divulgazione nelle apposite fiere internazionali
di Brochure e Depliant ecc.
Le strutture dovranno inoltre assumere impegno per la predisposizione di un punto informazione dove
verranno adeguatamente promossi i luoghi le tradizioni dell’entroterra Regionale, anche tramite
l’organizzazione di apposite escursioni sulle aree interne.

71
TITOLO VI - NORME TRANSITORIE FINALI

Art. 66. - NORME DI SALVAGUARDIA


A decorrere dalla data di adozione del Piano Urbanistico Comunale o di una variante ad esso e fino alla sua
approvazione si applicano le misure di salvaguardia di cui alla legge 3 novembre 1952 n. 1902 e successive
modificazioni. Conseguentemente è sospesa ogni determinazione sulle domande di concessione edilizia e nei
confronti di qualsiasi intervento di trasformazione del territorio che siano in contrasto con le disposizioni di
detti strumenti o tali da comprometterne o renderne più gravosa l’attuazione.

Art. 67. - ADEGUAMENTO DELLA DISCIPLINA URBANISTICO-EDILIZIA


Ogni disposizione e norma della disciplina urbanistico-edilizia vigente, ed in particolare del Regolamento
Edilizio, che risulti in contrasto con il Piano Urbanistico Comunale, espresso negli elaborati grafici e nelle
presenti norme di attuazione, è sostituita con quanto previsto dalle tavole, dagli allegati e dalle norme di Piano
Urbanistico Comunale.

Art. 68. - ENTRATA IN VIGORE DEL PIANO URBANISTICO COMUNALE


Ai sensi dell’art. 20 comma 6 della Legge Regionale 22 Dicembre 1989 n. 45 il Piano Urbanistico Comunale
entra in vigore il giorno della pubblicazione del provvedimento di approvazione definitiva nel Bollettino
Ufficiale della Regione Autonoma della Sardegna.

72
COMUNE DI CASTIADAS
PROVINCIA DI CAGLIARI

INDICE

TITOLO I - NORME GENERALI ....................................................................................... 1

ART. 1. - RIFERIMENTI NORMATIVI ..................................................................................1


ART. 2. - ELABORATI COSTITUTIVI DEL P.U.C. ..................................................................1
ART. 3. - CAMPO DI APPLICAZIONE DELLE NORME DI ATTUAZIONE....................................2
ART. 4. - CONTENUTI ED EFFICACIA DEL P.U.C. ................................................................2
ART. 5. - RAPPORTI CON IL QUADRO LEGISLATIVO E CON I PIANI SOVRAORDINATI ...........2
ART. 5.BIS - DISCIPLINA DELLE AREE A RISCHIO IDROGEOLOGICO.........................................2
ART. 6. - CLASSIFICAZIONE IN ZONE DEL TERRITORIO COMUNALE ....................................4
ART. 7. - DOTAZIONE DI AREE PER SERVIZI......................................................................4

TITOLO II - MODALITA’ DI ATTUAZIONE DEL P.U.C. ...................................................... 5

ART. 8. - STRUMENTI DI ATTUAZIONE DEL PIANO URBANISTICO COMUNALE, NORME


GENERALI .........................................................................................................5
ART. 9. - PIANI PARTICOLAREGGIATI – PIANI DI RECUPERO ..............................................5
ART. 10. - PIANI DI LOTTIZZAZIONE ..................................................................................6
ART. 11. - PIANI PER L’EDILIZIA ECONOMICA E POPOLARE – PIANI PER GLI INSEDIAMENTI
PRODUTTIVI......................................................................................................8
ART. 12. - STUDIO DI COMPATIBILITA’ PAESISTICO AMBIENTALE ........................................8

TITOLO III - DESTINAZIONI D’USO PREVISTE .............................................................. 10

ART. 13. - DESTINAZIONI D’USO DEGLI IMMOBILI NELLE ZONE RESIDENZIALI ...................10
ART. 14. - PARCHEGGI IN ZONE RESIDENZIALI .................................................................11
ART. 15. - DESTINAZIONI D’USO NELLE ZONE D................................................................11
ART. 16. - DESTINAZIONI D’USO ED ATTIVITÀ CONSENTITE NELLE ZONE E........................11
ART. 17. - DESTINAZIONI D’USO NELLE ZONE F ................................................................12
ART. 18. - DESTINAZIONI D’USO NELLE ZONE G................................................................12
ART. 19. - DESTINAZIONI D’USO ED ATTIVITÀ CONSENTITI NELLE ZONE H ........................12
ART. 20. - NORME GENERALI RELATIVA ALL’USO DI IMMOBILI COMMERCIALI.....................13

TITOLO IV - DEFINIZIONI ............................................................................................. 21

ART. 21. - DEFINIZIONE DEGLI INTERVENTI SUGLI EDIFICI ESISTENTI ..............................21


ART. 22. - TERMINI CONVENZIONALI RICORRENTI............................................................22
ART. 23. - SIMBOLOGIA UTILIZZATA.................................................................................22
ART. 24. - CLASSIFICAZIONE DEL COMUNE .......................................................................22
ART. 25. - ZONIZZAZIONE................................................................................................22

TITOLO V - NORME DI ZONA ........................................................................................ 24

ART. 26. - ZONA OMOGENEA A. SOTTOZONE A1 E A2. NORME GENERALI COMUNI ...............24
ART. 27. - SOTTOZONA A1................................................................................................25
ART. 28. - SOTTOZONA A2................................................................................................26

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ART. 29. - ZONA B1. COMPLETAMENTO RESIDENZIALE.......................................................27
ART. 30. - ZONA C. ESPANSIONE RESIDENZIALE. SOTTOZONE C1, C2 E C3. NORME GENERALI
COMUNI ..........................................................................................................29
ART. 31. - SOTTOZONA C1................................................................................................30
ART. 32. - SOTTOZONA C2................................................................................................30
ART. 33. - SOTTOZONA C3................................................................................................31
ART. 34. - ZONA D. INDUSTRIALE, ARTIGIANALE E COMMERCIALE. SOTTOZONE D1, D2 E D3.
NORME GENERALI COMUNI ..............................................................................33
ART. 35. - SOTTOZONA D1 ...............................................................................................33
ART. 36. - SOTTOZONA D2 ...............................................................................................33
ART. 37. - SOTTOZONA D3 ...............................................................................................34
ART. 38. - ZONA E. AGRICOLA. SOTTOZONE E1 E2, E4, E4/B E E5. NORME GENERALI COMUNI 35
ART. 39. - SOTTOZONA E1 ................................................................................................40
ART. 40. - SOTTOZONA E2 ................................................................................................41
ART. 41. - SOTTOZONA E4 ................................................................................................42
ART. 42. - SOTTOZONA E4/B ............................................................................................43
ART. 43. - SOTTOZONA E5 ................................................................................................44
ART. 44. - ZONA F TURISTICA. SOTTOZONE F1, F2 E F3. NORME GENERALI COMUNI.............45
ART. 45. - SOTTOZONA F1 ................................................................................................49
ART. 46. - SOTTOZONA F2 ................................................................................................50
ART. 47. - SOTTOZONA F3 ................................................................................................54
ART. 48. - ZONA G/F A FUNZIONE INTEGRATA: SERVIZI E STRUTTURE TURISTICHE. NORME
GENERALI .......................................................................................................56
ART. 49. - ZONA G SERVIZI GENERALI. SOTTOZONE G1, G2, G3, G4, G5, G6 E G7 . NORME
GENERALI COMUNI ..........................................................................................60
ART. 50. - SOTTOZONA G1 ...............................................................................................61
ART. 51. - SOTTOZONA G2 ...............................................................................................62
ART. 52. - SOTTOZONA G3 ...............................................................................................63
ART. 53. - SOTTOZONA G4 ...............................................................................................64
ART. 54. - SOTTOZONA G5 ...............................................................................................65
ART. 55. - SOTTOZONA G6 ...............................................................................................65
ART. 56. - SOTTOZONA G7 ...............................................................................................66
ART. 57. - ZONA H - SALVAGUARDIA. SOTTOZONE H1, H2, H3 E H4. NORME GENERALI COMUNI
......................................................................................................................66
ART. 58. - SOTTOZONA H1 ...............................................................................................67
ART. 59. - SOTTOZONA H2 ...............................................................................................68
ART. 60. - SOTTOZONA H3 ...............................................................................................69
ART. 61. - SOTTOZONA H4 ...............................................................................................69
ART. 62. - AREE DI RISPETTO ARCHEOLOGICO .................................................................69
ART. 63. - AREE S. AREE DESTINATE A STANDARD URBANISTICI. ......................................70
ART. 64. - AREE DEMANIALI DA DESTINARE AI SERVIZI DI SPIAGGIA.................................71
ART. 65. - POTERI DI DEROGA .........................................................................................71

TITOLO VI - NORME TRANSITORIE FINALI ................................................................... 72

ART. 66. - NORME DI SALVAGUARDIA ...............................................................................72


ART. 67. - ADEGUAMENTO DELLA DISCIPLINA URBANISTICO-EDILIZIA...............................72
ART. 68. - ENTRATA IN VIGORE DEL PIANO URBANISTICO COMUNALE ...............................72

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