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Provincia di Cagliari
NORME DI ATTUAZIONE
SINDACO:
Settembre 2005
A.4
TITOLO I - NORME GENERALI
Tav. D.1 – Carta della classificazione agronomica dei terreni. (scala 1:25.000)
Tav. D.2 – Carta delle aree agricole e loro zonizzazione. (scala 1:25.000)
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Art. 3. - CAMPO DI APPLICAZIONE DELLE NORME DI ATTUAZIONE
Tutte le opere edilizie e di urbanizzazione già costruite, in corso di costruzione e da costruire nel territorio
comunale, anche con modifica di destinazione d’uso, nonché le modifiche di destinazione d’uso senza opere
negli edifici esistenti, sono soggette alle prescrizioni contenute nel Regolamento Edilizio Comunale, nelle
cartografie e nelle norme degli strumenti urbanistici vigenti e nelle presenti Norme di Attuazione.
Il Piano Urbanistico Comunale disciplina le trasformazioni degli immobili compresi nel territorio comunale che,
intervenendo sulla consistenza fisica e/o sull’uso, siano soggette dalla legislazione vigente a concessione
edilizia, autorizzazione edilizia, denuncia di inizio della attività di cui al Testo Unico delle disposizioni legislative
e regolamentari in materia edilizia del DPR 6 Giugno 2001, n. 380, in quanto applicabile ai sensi della L.R. n. 5
del 16/05/2003.
Il Piano Urbanistico Comunale integra inoltre al proprio interno la disciplina di ulteriori particolari
trasformazioni che, in rapporto alla tutela dei beni ambientali, naturali e culturali, o in dipendenza da
specifiche normative, siano subordinate ad autorizzazioni particolari.
Il P.U.C. assicura l’equilibrata espansione delle borgate di Castiadas in coerenza con le Direttive e i vincoli
Regionali e regola l’uso del territorio agricolo e delle parti destinate allo sviluppo turistico e produttivo, detta
norme per il recupero e l’uso del patrimonio edilizio esistente, per una adeguata dotazione di servizi sociali e
di carattere infrastrutturale del territorio comunale.
• L. 1.6.1939 n. 1089
• L. 29.6.1939 n. 1497
• L. 18.4.1962 n. 167
• L. 22.10.71 n. 865
• L. 28.1.1977 n. 10
• L. 5.8.1978 n. 457
• L. 28.2.1985 n. 47
• L. 8.8.1985 n. 43.
• L.R. 11.10.1985 n. 23
• D.lgs. 22.01.2004 n. 42 recante "Codice dei beni culturali e del paesaggio"
Nelle aree definite col grado di rischio idraulico Hi1, è prevista la realizzazione di nuove costruzioni, pubbliche
e/o private, compatibili con la destinazione d’uso prevista nel P.U.C.. I progetti dovranno essere corredati da
apposita relazione di compatibilità idraulica e sottoposti al nulla osta dell’Autorità Idraulica come previsto per
le aree a pericolosità idraulica (Hi2 e Hi3).
Gli interventi edificatori ricompresi nella fascia di 150 metri dalle seguenti aree idrografiche:
- canalizzazioni e reticolo idrografico minore gravante su centri abitati;
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- foci fluviali;
- aree lagunari stagni;
che possiedono significativa pericolosità idraulica anche se non perimetrate nel P.A.I. (art. 26 delle norme di
attuazione del P.A.I.), devono essere corredati preliminarmente da una relazione di compatibilità idraulica, che
definisca il grado di pericolosità dell’area oggetto delle ipotesi progettuali, prevedendo se necessario
opportune misura di mitigazione del rischio.
La relazione di compatibilità idraulica deve essere redatta secondo l’art 24 e ss.mm.ii. delle norme di
attuazione del P.A.I..
La relazione di compatibilità geotecnica-geologica è redatta secondo l’art 25 e ss.mm.ii. delle norme di
attuazione del P.A.I..
La realizzazione di opere pubbliche e private nel territorio comunale deve rispettare le disposizioni contenute
nelle seguenti norme:
- L. 25 novembre 1962, n. 1684,
- L. 2 febbraio 1974, n. 64, in particolare articoli 1, 2, 29 e 31,
- D.M. 11 marzo 1988 (“Norme tecniche riguardanti le indagini sui terreni e sulle rocce, la stabilità dei
pendii naturali e delle scarpate, i criteri generali e le prescrizioni per la progettazione, l'esecuzione e il
collaudo delle opere di sostegno delle terre e delle opere di fondazione”),
- D.M. LL.PP. 12 dicembre 1985,
- D.M. 04 maggio 1990,
- Circolare del M. LL. PP. del 24 settembre 1988, n. 30483.
Nell’attuazione del PUC, al fine di evitare che ogni intervento edificatorio sul territorio possa prescindere da
una specifica indagine di tipo geologico e geotecnico, i piani attuativi e le varianti agli stessi dovranno
contenere le relazioni geologiche, morfologiche e geotecniche del territorio interessato.
Le relazioni geologiche, morfologiche e geotecniche dovranno essere redatte secondo il punto H del D.M. 11
marzo 1988, e della Circolare del M. LL. PP. del 24 settembre 1988, n. 30483, e dovranno, inoltre, essere
allegate alla progettazione di opere pubbliche e private e costituire parte integrante degli elaborati progettuali.
La relazione geotecnica è prevista per tutte le opere di cui al D.M. 11 marzo 1988.
La relazione geologica è prevista per le seguenti opere:
- territori comunali o loro parti, nei quali siano intervenuti od intervengano lo Stato o la Regione per
opere di consolidamento dell’abitato ai sensi della Legge 9 luglio 1908, n. 445;
- manufatti di materiali sciolti (strade, rilevati, argini, terra armata o rinforzata);
- gallerie e manufatti sotterranei (ivi compresi cantine e parcheggi sotterranei);
- qualsiasi intervento che comporti la valutazione della stabilità del pendio, dei fronti di scavo e per
scavi profondi dal piano di campagna oltre 1,5 m (artt 12, 13, 14, 15 del D.P.R. 7 gennaio 1956, n.
164);
- nuovi insediamenti urbani civili o industriali; ristrutturazione di insediamenti già esistenti; reti idriche
e fognarie, reti di sottoservizi di qualsiasi tipo; ponti, strade, ferrovie ed idrovie; opere marittime e
difese costiere; aeroporti; bacini idrici artificiali e sistemi di derivazione da corsi d'acqua; sistemi di
impianti per l'estrazione di liquidi o di gas dal sottosuolo; bonifiche e sistemazione del territorio;
attività estrattive di materiali da costruzione;
- discariche e colmate;
- consolidamento dei terreni;
- ancoraggi;
- strade, ponti e viadotti (D.M. 4 maggio 1990; Circ M. LL.PP. n. 5225/1968 recante “istruzione per la
redazione dei progetti di strade”);
- condotte di qualsiasi genere (D.M. LL. PP. 12 dicembre 1985);
- costruzione di nuovi cimiteri e ampliamento di quelli esistenti, ai sensi del D.M. 10 settembre 1990,
n. 285 "Approvazione del regolamento di polizia mortuaria";
- scavi di fondazione con fronti maggiori di 1,5 m dal piano di campagna;
- aree comprese nella L.R. del 30 giugno 1989, n. 31, nel D.P.R. 8 settembre 1997, n. 357, nella L. 6
dicembre 1991, n. 394; nel D.P.R. 13 marzo 1976, n. 488, nel D. Lgs. 22 gennaio 2004, n. 42.
- emungimenti da falde idriche. Il piano di massima (art. 95 R.D. 11 dicembre 1933, n. 1775) deve
contenere una relazione geologica e una relazione idrogeologica, redatte secondo la sezione L del
D.M. 11 marzo 1988, e deve indicare specificatamente l’individuazione dei punti di prelievo
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acquedottistico in atto e potenzialmente utilizzabili nel raggio di 1 km dal punto di ricerca. Il piano di
massima è redatto da tecnico abilitato.
In particolare per gli scavi di fondazione (punto C.4.5. Scavi di fondazione del D.M. 11 marzo 1988) si
puntualizza che “Nell'esecuzione degli scavi per raggiungere il piano di posa della fondazione si deve tener
conto di quanto specificato al punto A.2, al punto D.2 ed alla sezione G”.
Per le opere di sostegno il Decreto specifica che “Nel caso di opere su pendio o prossime a pendii si deve
esaminare anche la stabilità di questi secondo quanto indicato alla sezione G”.
La relazione geologica deve necessariamente contenere uno studio sulla circolazione idrica superficiale e
sotterranea con particolare riguardo alle fenomenologie di piena interessanti i corsi d’acqua limitrofi alle zone
oggetto della progettazione e/o pianificazione.
ZONA OMOGENEA A: Centro Storico; individua gli ambiti del centro urbano di impianto consolidato per i
quali è previsto il recupero del patrimonio edilizio ed urbanistico esistente conformemente all’Art. 19 della L.R.
22.12.89 n. 45.
ZONA OMOGENEA B: Di completamento residenziale; individua gli ambiti del territorio, totalmente o
parzialmente edificati, diversi dalle zone A.
ZONA OMOGENEA C: Espansione residenziale; individua le parti del territorio destinate a nuovi insediamenti
a carattere prevalentemente residenziale.
ZONA OMOGENEA D: Attività produttive; individua le zone del territorio destinate ad insediamenti per
impianti produttivi, industriali, artigianali, commerciali e ad essi assimilati.
ZONA OMOGENEA E: Agricola; individua le zone del territorio destinate all’agricoltura, alla pastorizia, alla
zootecnia, all’itticoltura, alle attività di conservazione e di trasformazione dei prodotti aziendali, all’agriturismo,
alla silvicoltura ed alla coltivazione industriale del legno in conformità con le “Direttive per le Zone Agricole”,
con riguardo alle attitudini specifiche geo-pedologiche, ai fattori di rischio ed alle valenze paesistico-
ambientali.
ZONA OMOGENEA F: Turistica; individua le parti del territorio di interesse turistico con insediamenti a
carattere prevalentemente stagionale.
ZONA OMOGENEA G: Servizi Generali; individua le parti del territorio che nell’ambito della suddetta
destinazione possono essere destinate, ad es., a: Istruzione superiore, Parchi, Attrezzature sanitarie,
Autoparchi, Impianti tecnici urbani, Attrezzature ricettive e para-ricettive, Attività terziarie, etc.
ZONA OMOGENEA G/F: A funzione integrata: servizi e strutture turistiche.
ZONA OMOGENEA H: Di tutela e rispetto; Individua le parti del territorio non edificabili e pertanto da
tutelare per motivi di carattere igienico o che rivestono particolare importanza e pregio naturalistico,
geomorfologico, speleologico, archeologico, paesaggistico, ovvero di particolare interesse per la collettività,
quali ad es. le fasce di rispetto lungo le strade, i corsi d’acqua.
AREE S: Servizi Pubblici; Individua le parti di territorio destinate a soddisfare i fabbisogni di spazi pubblici
all’interno delle zone omogenee A e B.
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TITOLO II - MODALITA’ DI ATTUAZIONE DEL P.U.C.
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• Modello tridimensionale del comparto soggetto a P.P. con evidenziate le soluzioni progettuali di assetto
complessivo;
• Norme tecniche di attuazione con la previsione in dettaglio delle categorie operative di intervento,
tipologie architettoniche, abaco dei tipi edilizi, dei materiali, dei colori e delle finiture;
• Relazione generale tecnico-illustrativa;
• Relazione storica e planimetria storico-catastale al fine di illustrare l’evoluzione delle trasformazioni
urbanistico-edilizie (solo per le zone A e B);
• Relazione geologica e geotecnica;
• Piano Particellare con la tabella di attribuzione delle superfici, dei volumi e dell’imponibile catastale.
Al fine di recuperare il patrimonio edilizio vetusto da rinnovare per uso residenziale e servizi connessi si potrà
intervenire mediante Piano di Recupero ai sensi del Titolo IV della L. n. 457 del 05.08.1978 e dell’art. 34 della
L.R. n. 23 del 11.10.1985.
I Piani di Recupero, ai sensi dell’art. 27 della L. n. 457/78, sono ammessi per le zone omogenee A2, B1 e E4/B,
come individuate nella cartografia di Piano.
I Piani di Recupero di iniziativa pubblica a cura del Comune potranno essere attuati in conformità e nei casi
previsti dall’art. 28 della L. n. 457/78, 5° comma, lett. B), punti 1, 2 e 3.
I Piani di Recupero di iniziativa privata dovranno essere proposti dai proprietari di immobili e di aree
rappresentanti, in base all’imponibile catastale, almeno i ¾ del valore degli immobili interessati, da soli o
riuniti in consorzio volontario od in cooperativa.
L’unità minima di intervento per proporre il Piano di Recupero è costituita di norma da un intero isolato. Per le
sole zone A, l’unità minima di intervento potrà essere costituita dal singolo edificio concluso ed integrato dalle
sue pertinenze quali porticati, cortili, rustici, ecc. o in alternativa dalle aree libere o comunque divenute tali in
seguito ad interventi di demolizione regolarmente autorizzate e conformi alla normativa di zona.
Nell’ambito di Piani di Recupero, aventi per oggetto più fabbricati ricadenti in sottozone differenti ma
contermini (escluse le zone A), l’Amministrazione ha facoltà di accettare la parziale o totale demolizione di
edifici, anche superando le specifiche norme di zona, se tale procedura conduce ad un miglior inserimento
urbanistico della soluzione proposta.
Sotto il profilo volumetrico, il Piano di Recupero potrà sviluppare progettualmente tutta la volumetria esistente
sull’area cui il piano si riferisce, integrata con le singole possibilità offerte dalle norme di zona eventualmente
ricadenti all’interno del Piano stesso.
In alternativa il proponente potrà optare, se lo riterrà più favorevole, per un intervento che sviluppi nel
complesso la somma delle volumetrie derivanti dall’applicazione dei rispettivi indici imputabili a ciascuna zona
omogenea che entri a far parte del Piano di Recupero.
Nell’ambito del suddetto Piano di Recupero che dovesse interessare differenti zone o sottozone omogenee,
sempre a giudizio dell’Amministrazione Comunale, possono essere superate e derogate le singole prescrizioni
di zona inerenti la rigorosa ripartizione proporzionale dei volumi, le altezze, i distacchi, i rapporti di copertura,
il numero dei piani, se questo dovesse motivatamente condurre ad una soluzione urbanistico-architettonica
più funzionale e rispondente alle attuali esigenze di vita sia pur nel quadro di riferimento espresso dalla
tradizione locale, sempre nel rispetto dei limiti previsti dal D.A. 2266/U/1983.
Per gli immobili oggetto di Piano di Recupero sono consentite le destinazioni d’uso così come previste dall’Art.
13 delle presenti Norme.
La percentuale delle differenti destinazioni d’uso proposte, deve risultare in apposito atto d’obbligo registrato
e deve essere mantenuta per un quinquennio. L’intervento comunque articolato, dovrà mirare ad integrare la
funzione residenziale con quella dei servizi connessi alla residenza e con gli eventuali servizi pubblici.
Gli elaborati del Piano di Recupero dovranno essere gli stessi previsti per i Piani Particolareggiati già specificati
nel presente articolo.
In presenza di Piano Particolareggiato o di Recupero vigenti, nella zona omogenea A si potrà intervenire con
gli strumenti previsti dall’art. 4 della L.R. n. 29 del 13.10.1998.
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• Stralcio dello strumento urbanistico con la zonizzazione e l’indicazione delle infrastrutture e servizi
esistenti e programmati.
• Planimetria generale dell’intero territorio oggetto del Piano di insediamento nel rapporto di scala minimo
di 1:1.000 riportante:
- La rete viaria automobilistica e pedonale con assi stradali e raggi di curvatura;
- La delimitazione delle aree destinate ai servizi, al verde pubblico ed ai parcheggi;
- La posizione di tutti gli edifici pubblici e privati con le relative altezze e l’indicazione delle loro
destinazioni.
• Planimetria in scala non inferiore ad 1:500 con l’inserimento delle volumetrie esistenti ed in progetto.
• Tabelle riassuntive delle superfici e dei volumi previsti e dei relativi indici urbanistici.
• Tipi edilizi e sezioni stradali tipo in scala minima 1:200.
• Planimetria in scala non inferiore a 1:1.000 con lo schema degli impianti tecnologici previsti a servizio
della lottizzazione e con l’indicazione degli allacci di questi alle infrastrutture esistenti.
• Una relazione generale, dettagliata, illustrante il piano di lottizzazione e contenente:
- l’impostazione urbanistica del progetto con la dimostrazione del rispetto dei limiti e dei rapporti stabiliti
dalle norme vigenti;
- i dati tecnici con particolare riferimento agli impianti tecnologici ed alle opere di urbanizzazione;
- le tipologie edilizie con particolare riferimento alle caratteristiche architettoniche e di finitura prevista;
- le norme tecniche per la realizzazione degli interventi edilizi, con precisazione dei distacchi, degli indici
di edificabilità, delle altezze;
- computo metrico estimativo sommario delle opere di urbanizzazione per la definizione degli importi
fidejussori;
- quadro economico riassuntivo.
• Relazione geologica e relazione geotecnica contenenti: indagini sui terreni e sulle rocce, stabilità dei
pendii naturali e delle scarpate, i criteri generali e le prescrizioni per la progettazione, l’esecuzione e il
collaudo delle opere di sostegno delle terre e delle opere di fondazione, se e in quanto previste dalle
vigenti normative e specificatamente dal D.M.LL.PP. 11.3.1988.
• Schema di convenzione.
• Ove richiesto, la Valutazione di Compatibilità Ambientale di cui all’Art. 12 delle presenti Norme, dovrà
provvedere alla predisposizione di elaborati, plastici e simili per la simulazione degli effetti dell’iniziativa
sul paesaggio e la rappresentazione delle altre possibili localizzazioni considerate.
L’autorizzazione per la Lottizzazione è rilasciata dal Dirigente, previa delibera del Consiglio Comunale e
secondo le procedure previste dalla L.R. n. 45/89 e successive modificazioni ed integrazioni. Alle procedure di
lottizzazione si applicano i disposti di cui agli Art. 3 e 5 della L.R. 1 Luglio 1991 n. 20.
Qualora uno o più proprietari dei terreni, inclusi nelle zone omogenee citate e soggette ad obbligo di
lottizzazione, dimostrino che non esiste la possibilità di predisporre un Piano di Lottizzazione nei modi previsti
dal P.U.C., a causa del mancato assenso degli altri proprietari, previo assenso della Amministrazione
comunale, possono predisporre uno studio urbanistico esteso all’intera zona, ai sensi della L. R. n. 20/91 che
potrà pertanto essere attuato per stralci.
L’autorizzazione a lottizzare e la conseguente concessione ad edificare nell’ambito del piano di lottizzazione è
subordinata alla stipula della convenzione di lottizzazione, da trascriversi a cura del proprietario o dal suo
rappresentante legale, che preveda:
1) La cessione gratuita, entro i termini stabiliti in convenzione, delle aree per le opere di
urbanizzazione primaria e secondaria indicate nel Piano di Lottizzazione;
2) La realizzazione, a carico del lottizzante, delle opere di urbanizzazione primaria e la
corresponsione da parte del lottizzante o degli aventi titolo alla concessione, degli oneri di
urbanizzazione secondaria nella misura deliberata dal Consiglio Comunale;
3) I termini, non superiori ai 10 anni, entro i quali deve essere ultimata l’esecuzione delle opere di
urbanizzazione;
4) Congrue garanzie finanziarie per l’adempimento degli obblighi derivanti dalla convenzione.
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Lo schema di convenzione deve essere approvato con deliberazione Consiliare nei modi e nelle forme di legge.
Il rilascio delle concessioni edilizie nell’ambito dei singoli lotti è subordinato ad esplicito impegno sulla
contemporanea esecuzione delle opere di urbanizzazione primaria relative ai lotti stessi.
Il Sindaco e il Dirigente hanno facoltà di invitare i proprietari delle aree, ricadenti in zona soggetta a Piano di
Lottizzazione, a formare il Piano Attuativo delle stesse, assegnando un termine di 30 giorni per dichiarare se
intendono aderire ed un termine di 120 giorni per presentare il progetto e lo schema di convenzione.
Se essi non aderiscono il Comune provvede alla Lottizzazione d’Ufficio.
Il progetto di lottizzazione, approvato con le modifiche che l’Amministrazione ritenga di apportare, è notificato
ai proprietari delle aree con l’invito ad adempiere alle previsioni di Piano stipulando la Convenzione.
In caso di inerzia degli interessati l’Amministrazione può procedere alla espropriazione delle aree necessarie
per dare ordinata attuazione al P.U.C.
Art. 11. - PIANI PER L’EDILIZIA ECONOMICA E POPOLARE – PIANI PER GLI
INSEDIAMENTI PRODUTTIVI
Il Comune può attivare quale strumento attuativo il Piano di Zona per l’edilizia economica e popolare di cui
alla L. n. 167 del 18.04.1962 e successive modifiche. Nell’ambito del Piano di Zona L. 167 è consentita la
previsione di attività produttive e terziarie convenzionate purché compatibili e commisurate con la residenza.
Gli elaborati del P.d.Z. saranno quelli previsti per i Piani di Lottizzazione.
Il Comune potrà dar luogo al Piano per gli Insediamenti Produttivi di cui alla L. n. 865 del 22.10.1971 e
successive modificazioni.
Gli elaborati del P.I.P. saranno quelli previsti per i Piani Particolareggiati e Piani di Lottizzazione
Convenzionata.
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2) ogni altro intervento anche di ristrutturazione delle strutture murarie, impianti e prospetti di
preesistenti manufatti edilizi che non riguardino modifiche di destinazione d’uso e non comportino
maggiorazioni delle superfici utili residenziali, salvo gli aumenti superficiali e di volume necessari nei
limiti ed in conformità alle prescrizioni ed alle norme di piano;
3) ogni realizzazione di essenziali dotazioni di servizio o l’abbattimento di eventuali barriere
architettoniche;
In tutti i casi in cui è prescritta la Valutazione di Compatibilità Ambientale, i soggetti proponenti, sia pubblici
che privati, debbono inviare all’Amministrazione comunale a corredo della proposta, tutti gli elaborati di
indagine indicati negli allegati del P.U.C. di cui all’Art. 2 delle presenti Norme ed ulteriori elaborati che
descrivano, in una scala di maggior dettaglio rispetto agli elaborati dello Studio di Compatibilità Paesistico
Ambientale del P.U.C..
Di seguito si riportano le linee guida per la predisposizione della Valutazione di Compatibilità Ambientale.
• Le caratteristiche tecniche del progetto con l’indicazione delle aree interessate in fase di costruzione e
delle modalità di occupazione (scavi, decorticamenti, formazione di piste, recinzioni, baraccamenti ed
opere di cantiere in genere);
• Il complesso delle norme tecnico-costruttive, edilizio-urbanistiche, le prescrizioni di carattere vincolistico o
gestionale (quali vincoli paesaggistici, naturalistici, archeologici, idrogeologici, etc.);
• Le motivazioni tecniche delle scelte progettuali anche in relazione alle ricadute economiche ed
occupazionali;
• Le eventuali alternative sia dell’intervento che di ubicazione.
• Descrizione del sito e dell’area vasta e descrizione analitica dei tematismi trattati negli elaborati del
P.U.C.;
• Dimostrazione della sostenibilità dei sito interessato rispetto agli usi proposti dal progetto in termini di
sistema ambientale e di suscettività d’uso dei suoli;
• Stima degli impatti accettabili indotti dall’opera proposta sul sistema ambientale;
• Indicazione dei possibili rimedi per minimizzare l’impatto sul sistema ambientale e per il mantenimento
delle condizioni d’uso e di fruizione del territorio preesistenti.
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TITOLO III - DESTINAZIONI D’USO PREVISTE
1) ABITAZIONI - Gli edifici per l’abitazione con gli spazi privati e condominiali.
2) STUDI PROFESSIONALI - Comprendono attività terziarie a carattere prevalentemente privato che non
comportano un rilevante afflusso di pubblico (studi professionali, attività terziarie varie...).
3) AUTORIMESSE AD USO PUBBLICO E PARCHEGGI - Comprendono autorimesse entro e fuori terra, con
annessi spazi tecnici e di servizio, piccole officine e lavaggi auto.
4) ATTIVITÀ COMMERCIALI AL DETTAGLIO – Gli esercizi commerciali di tipo alimentare e non alimentare al
dettaglio, sono, classificati, ai fini dell’autorizzazione commerciale, come esercizi di vicinato (superficie di
vendita fino a 250 mq), medie strutture di vendita (superficie di vendita tra 250 mq e 2500 mq) e grandi
strutture di vendita (superficie di vendita oltre 2500 mq). È classificato centro commerciale una media o
grande struttura di vendita nella quale più esercizi commerciali sono inseriti in una struttura a
destinazione specifica e usufruiscono di infrastrutture comuni e di spazi di servizio gestiti unitariamente.
Per superficie di vendita di un centro commerciale si intende quella risultante dalla somma delle superfici
di vendita degli esercizi al dettaglio in esso presenti. Nei locali commerciali sono compresi oltre le
superfici di vendita anche gli spazi per servizio, per magazzino, gli spazi tecnici e gli uffici nei limiti del
30% della superficie lorda complessiva.
5) ATTIVITÀ COMMERCIALI ALL’INGROSSO – Magazzini e depositi, di tipo alimentare e non alimentare, per
la vendita all’ingrosso con rigorosa esclusione di attività commerciali al dettaglio. Nei magazzini sono
compresi oltre le superfici di vendita anche gli spazi per servizio, per modesti processi di trattamento delle
merci strettamente complementari, gli uffici e gli spazi tecnici. E’ ammessa la presenza di un alloggio per
il personale di custodia.
6) PUBBLICI ESERCIZI - Comprendono ristoranti, trattorie, bar, sale di ritrovo, ecc.
7) UFFICI - Comprendono gli uffici e le attività terziarie che comportano un rilevante afflusso ed una
presenza continuativa di pubblico (attività amministrative, direzionali, assicurazioni, ecc.), con annessi
spazi tecnici e di servizio.
8) STRUTTURE RICETTIVE - Comprendono le strutture alberghiere e para-alberghiere, con annessi parti di
servizio, di soggiorno e ritrovo.
9) LOCALI DI RIUNIONE E SPETTACOLO - Comprendono cinema, teatri, centri congressi, locali da ballo, sale
di ritrovo, con annessi spazi tecnici e di servizio.
10) ATTREZZATURE CULTURALI - Comprendono sale mostre, esposizioni, centri culturali, con annessi spazi
tecnici e di supporto.
11) ATTREZZATURE SOCIO-SANITARIE - Comprendono ambulatori, servizi per disabili, laboratori analisi, etc.,
compresi gli spazi di servizio e supporto necessari.
12) ATTIVITÀ ARTIGIANALI NON MOLESTE - Comprendono le attività artigianali anche esercitate in forma
societaria e quindi giuridicamente inquadrate come industria, che non risultino moleste né dannose per la
pubblica incolumità, non rechino pregiudizio all’igiene ed al decoro dei fabbricati, non necessitino di
specifiche esigenze specie depurative incompatibili con le reti tecnologiche degli ambiti residenziali.
13) VERDE PUBBLICO
14) VERDE PRIVATO
In caso di presenza di usi non specificatamente previsti nel presente sub-articolo, si procederà per analogia
coi suddetti usi purché producano analoghi effetti sui servizi e sul sistema urbano, con particolare riguardo ai
parcheggi.
Per le destinazioni d’uso indicate ai precedenti punti 4, 5, 9 e 12, qualora gli interventi superino una superficie
utile Su di 1.500 mq, è ammesso un alloggio custode avente Su non maggiore di 110 mq.
La destinazione d’uso degli immobili ricadenti in zona A, B, C, è specificatamente esclusa per:
• Attività industriali di qualsiasi genere, attività artigianali moleste.
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• Ricoveri di animali e macelli;
• Strutture sanitarie di ospedalizzazione;
• Depositi all’aperto.
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Art. 17. - DESTINAZIONI D’USO NELLE ZONE F
Salvo le disposizioni specifiche di ciascuna sottozona, le destinazioni d’uso ammissibili sono le seguenti:
1) RESIDENZE TURISTICHE
2) AZIENDE RICETTIVE ALBERGHIERE: ALBERGHI E VILLAGGI-ALBERGO, RESIDENZE TURISTICHE-
ALBERGHIERE
3) AZIENDE RICETTIVE ALL’ARIA APERTA: VILLAGGI TURISTICI E CAMPEGGI
4) SERVIZI TURISTICI COMPRENDENTI:
• ATTIVITÀ COMMERCIALI ANCHE NELLA FORMA DI PICCOLI CENTRI COMMERCIALI
• ATTIVITÀ ARTIGIANALI NON MOLESTE
• UFFICI E SERVIZI PUBBLICI E DEL TERZIARIO
• PUBBLICI ESERCIZI E RISTORANTI
• PARCHEGGI AD USO PUBBLICO
• SERVIZI TECNICI URBANI
5) VERDE ATTREZZATO
6) VERDE DI RISPETTO
La definizione delle aziende ricettive è quella contenuta nella L.R. 22/84 e successive modifiche e integrazioni.
• ATTIVITÀ SCIENTIFICHE
• ATTIVITÀ DI FRUIZIONE NATURALISTICA E CULTURALE
• ATTIVITÀ AGRICOLE E ZOOTECNICHE DI TIPO TRADIZIONALE, ACQUACOLTURA COMPATIBILI
• OPERE DI DIFESA E DI RIPRISTINO AMBIENTALE
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• OPERE PUBBLICHE O DI PREMINENTE INTERESSE PUBBLICO
Pertanto sono ammesse le seguenti destinazioni d’uso per gli immobili:
1. individuazione delle aree destinate agli insediamenti commerciali, con particolare riferimento alle MSV e
GSV (medie e grandi strutture di vendita);
2. definizione dei limiti a cui sono sottoposti:
• gli insediamenti commerciali in relazione alla tutela dei beni artistici, culturali ed ambientali,
nonché dell’arredo urbano;
• le imprese commerciali nei centri storici e nelle località di particolare interesse artistico e
naturale.
3. fissare i vincoli di natura urbanistica, con particolare riguardo alla disponibilità di spazi pubblici o ad uso
pubblico ed alla dotazione di parcheggi;
4. regolamentare la correlazione dei procedimenti di rilascio delle autorizzazioni commerciali ed edilizia
(laddove si prevedano interventi edilizi) per le MSV e GSV.
Per i punti 2. e 4. si rimanda al D.P.C.M. del 6/10/2000, rispettivamente agli art. 7 e 8 e al comma 8 dell’art.
10.
I punti 1. e 3. sono trattati ai punti seguenti delle presenti Norme.
20.1. Criteri per l’individuazione delle aree da destinare agli insediamenti commerciali
I criteri si differenziano sulla base dei seguenti elementi:
13
Esercizi singoli esclusivamente Alimentari
SV≤100 mq Ammissibili
SV≥100 mq Non ammissibili
Esercizi singoli Misti (Alimentari + Non Alimentari)
Zona A
SV≤150 mq Ammissibili
SV≥150 mq Non ammissibili
Esercizi Non Alimentari (esercizi singoli o centri comm.)
Non ammissibili
SV≤1500 mq Ammissibili
Zona
B
Non ammissibili
Ammissibili
SV≤1500 mq Ammissibili
SV≥1500 mq Non ammissibili
Ammissibili
14
A chiarimento di quanto stabilito dall’abaco delle compatibilità sopra riportato si precisa, per le diverse zone
omogenee, quanto riportato di seguito:
ZONE A
Nelle Zone A è consentita l’apertura, il trasferimento e l’ampliamento esclusivamente di:
• EV (è prevista un’ulteriore limitazione di superficie di vendita massima pari a 100 mq per gli esercizi
esclusivamente alimentari);
• MSV (nella forma di esercizi singoli o centri commerciali) non alimentari al cui interno possano
coesistere strutture alimentari con superfici di vendita inferiori ai 100 mq realizzate in immobili di
pregio esclusivamente a seguito di trasferimenti, concentrazioni o ampliamenti.
I criteri di programmazione urbanistica riferiti al settore del commercio hanno come fine i seguenti obiettivi:
(a) salvaguardare e valorizzare l’offerta commerciale di tipo diffuso, cui si riconosce alta valenza sociale
sotto i profili occupazionale, delle relazioni sociali, della valorizzazione ed animazione del tessuto
urbano;
(b) impedire la realizzazione di medi e grandi attrattori di mobilità veicolare, quali si qualificano le Medie e
GSV Alimentari; ciò anche in relazione alla struttura viabilistica nelle zone A ed all’oggettiva difficoltà di
rispettare in esse gli standard di dotazione di parcheggio per la clientela previsti per tali tipologie di
strutture;
(c) favorire la riqualificazione di immobili di pregio, grazie all’insediamento in essi di MSV esclusivamente
non alimentari; si rileva che, diversamente dalle Alimentari, queste strutture di vendita non implicano
necessariamente una prevalente modalità di accesso del cliente “con auto”: pertanto, qualora esse
risultino localizzate in zone pedonali o a traffico limitato, non è richiesta una dotazione di parcheggi alla
clientela né di aree pertinenziali per la movimentazione delle merci.
Le limitazioni sono le seguenti:
• obbligo di realizzare le MSV esclusivamente non alimentari soltanto in immobili di pregio;
• possibilità di realizzare le MSV esclusivamente non alimentari soltanto mediante trasferimenti,
concentrazioni o ampliamenti, costituiscono i soli criteri (riferiti alle zone A) aventi carattere di indirizzo.
Nella zona omogenea A devono essere rispettate le normative relative alla tutela del patrimonio storico e
ambientale in essa presenti. In particolare sono proibiti gli ampliamenti delle aperture (finestre, ingressi e
similari di qualsiasi natura esistenti sulla muratura), sia che prospettino su spazi pubblici che privati.
Eventuali nuove aperture potranno essere consentite purché rispettino le dimensioni delle aperture presenti
nell’edificio e vengano sottoposte alla valutazione dell’Amministrazione Comunale in coerenza con gli indirizzi
del Piano Attuativo.
A questo scopo dovranno essere presentati i prospetti interessati dalle modifiche ed i prospetti degli edifici
adiacenti e frontalieri.
Le insegne devono essere conformi alle tipologie proposte nel Regolamento Edilizio del Piano Particolareggiato
del centro storico; nel caso di mancanza di regolamentazione devono adeguarsi alle tipologie presenti ed
essere congruenti con il periodo di realizzazione dell’immobile interessato alla modifica.
Negli allacciamenti dei servizi, quali acqua, luce, telefono e simili, non sono consentiti vani per contatori con
sportelli prospicienti la pubblica via.
ZONE B
Nelle Zone B è consentito l’apertura, il trasferimento e l’ampliamento esclusivamente di EV e di MSV alimentari
e non alimentari nella forma di esercizi singoli o centri commerciali.
Si esclude la presenza di:
• GSV Alimentari, poiché la natura di zone residenziale sature delle Zone B non configura l’esistenza di
condizioni ottimali (sotto il profilo topologico e viabilistico) per la realizzazione di tali grandi attrattori di
traffico; la diversificazione dell’offerta commerciale nel settore alimentare (presenza della grande
distribuzione) in tali zone è conseguibile mediante supermercati di idonea potenzialità;
• GSV Non Alimentari, obiettivo centrale in tale comparto è raggiungere obiettivi di razionalizzazione
territoriale e di riorganizzazione funzionale dell’offerta commerciale non alimentare, mediante suo
insediamento in specifiche aree attrezzate (Distretti Commerciali e zone D e G).
Tutti i criteri riferiti alle zone B hanno carattere vincolante.
ZONE C ed F
Per le zone C e per le zone F si ripropongono gli stessi criteri e le stesse considerazioni riferite alle zone B.
15
ZONE D
Nelle Zone D è consentito effettuare l’apertura, il trasferimento e l’ampliamento esclusivamente di:
• strutture di vendita prevalentemente o esclusivamente non alimentari, sia nella forma di esercizio
singolo che di Centro Commerciale;
• GSV prevalentemente o esclusivamente alimentari realizzati nella forma di esercizi singoli, con una SV
massima di 2.500 mq;
Il modello di rete sotteso a tali criteri prevede che:
(a) nelle zone D sia concentrata l’offerta non alimentare di grande dimensione, al fine di raggiungere
obiettivi di razionalizzazione territoriale e di riorganizzazione funzionale dell’offerta commerciale;
(b) nelle zone D sia localizzata la nuova offerta alimentare di grande dimensione (ipermercato),
preferibilmente nella forma di esercizio singolo ovvero di centro commerciale fortemente connotato da
tale presenza; in esse è esclusa la presenza di MSV alimentari, poiché è opportuno che esse siano
localizzate nelle zone (le B e le C) a forte carico di residenza.
I criteri definiti escludono la possibilità di realizzare grandissimi centri commerciali caratterizzati dalla
contestuale presenza di ipermercato e galleria di notevole dimensione.
Tali operazioni sono giudicate:
• di scala assolutamente non coerente con le caratteristiche del territorio e dei fenomeni di sua
antropizzazione.
• di impatto negativo sotto i profili urbanistico e commerciale: alla penalizzazione dell’offerta
commerciale diffusa da esse indotta (cui conseguirebbe un diradamento della presenza commerciale -
a volte anche la scomparsa della funzione di “presidio” - soprattutto nei centri minori e nelle periferie),
si accompagnerebbe, infatti, la creazione di attrattori “artificiali”, estranei al tessuto delle città e che a
queste sottraggono motivi di interesse.
In tutte le zone omogenee, comprese le zone A, è consentita la realizzazione di centri commerciali urbani di
via o di strada non alimentari costituiti mediante l’associazione degli esercizi di vendita esistenti nella via e
nelle immediate adiacenze.
La realizzazione deve essere estesa all’intera strada o via interessata o ad almeno una sua porzione non
inferiore alla lunghezza di metri 100.
Le eventuali opere necessarie per identificare il centro commerciale di via o di strada devono essere proposte
all’esame dell’Amministrazione Comunale con un piano di arredo nel quale siano previsti centri di incontro e di
aggregazione, parcheggi, verde ed opere complementari quali quelle di abbellimento (fregi, fontane, sculture)
e di protezione (tettoie e coperture, vetrate, gallerie).
La realizzazione di gallerie, tettoie e coperture non costituisce volume ai fini della verifica dell’indice di
edificabilità, purché i nuovi spazi (chioschi per informazioni, bar etc) non superino il 5% della superficie
complessiva di via.
L’approvazione del piano di arredo segue l’iter di approvazione previsto dall’articolo 21 della L.R. n. 45/89.
Concessioni
In relazione alla necessità di correlazione e di contemporaneità nel procedimento del rilascio della concessione
o autorizzazione edilizia e dell’autorizzazione all’apertura dell’esercizio commerciale di una MSV e di una GSV,
l’Amministrazione comunale deve predisporre contemporaneamente le fasi istruttorie dei due procedimenti
edilizio e commerciale. Le relative disposizioni sono da inserire nei rispettivi regolamenti ed il rilascio di
concessione e di autorizzazione è disposto con un unico provvedimento firmato dai responsabili del
procedimento del settore edilizio e di quello commerciale.
Il Comune, ai sensi del V comma dell’articolo 6 del D.L.vo n.114 del 1998, è tenuto entro 180 giorni
dall’entrata in vigore del decreto relativo alla presente deliberazione ad adeguare i propri strumenti urbanistici
generali ed attuativi ed ad adeguare i regolamenti ai criteri di programmazione urbanistico commerciale di cui
al presente provvedimento.
In caso di inadempienza da parte dell’Amministrazione Comunale, l’Assessore competente in materia
urbanistica, di concerto con l’Assessore del Turismo, Artigianato e Commercio, nomina un Commissario ad
acta che vi provvede entro il termine di 60 giorni.
16
• superficie di vendita della struttura di vendita,
• zona di insediamento, come definita ai sensi del D.A. n. 2266/U del 20 dicembre 1983.
Per ciascuna combinazione settore merceologico, superficie di vendita, zona di insediamento sono definiti due
distinti valori di soglia riferiti a:
• PA = n. di stalli di parcheggio riservati alla clientela,
• SP = superficie di parcamento (area destinata al parcheggio, comprensiva della viabilità interna al
parcheggio e delle zone di manovra).
Tali distinti valori di soglia sono, in effetti, tra di loro correlati, nell’assunzione che:
1 PA = 25 mq di SP.
Il rilascio dell’autorizzazione commerciale per:
• apertura, trasferimento, ampliamento di una struttura di vendita;
• modifica del settore merceologico (alimentare, non alimentare) e/o del mix di superficie di vendita tra
alimentare e non alimentare,
è subordinato al rispetto degli standard di dotazione di parcheggi per la clientela.
Devono essere verificati entrambi gli standard, ossia:
PAstruttura di vendita ≥PAstandard
SPstruttura di vendita≥SPstandard
La superficie di vendita assunta a riferimento per la verifica degli standard è quella totale della struttura di
vendita ottenuta sommando le superfici di vendita dei diversi esercizi.
Nel caso in cui la struttura di vendita sia soltanto di tipo alimentare o soltanto di tipo non alimentare si
utilizzano gli standard base definiti al punto 20.3.
Nel caso delle strutture commerciali miste (in cui è autorizzata la vendita sia di alimentari che di non
alimentari) si applicano i criteri specificati al punto 20.4.
Gli standard definiti sono da considerarsi incrementali alla dotazione di spazi pubblici richiesta dal D.A. n.
2266/U del 20 dicembre 1983.
I parcheggi alla clientela devono essere localizzati in aree contigue alla struttura di vendita, ovvero collegate
ad almeno un ingresso pedonale per la clientela senza alcuna interposizione (tra il parcheggio e l’ingresso) di
barriere architettoniche o viabilità diversa da quella interna al parcheggio.
20.3. Standard base per le strutture di vendita solo alimentari o solo non alimentari
Gli standard base riferiti a strutture di vendita solo alimentari o solo non alimentare sono specificati nella
tabella che segue.
Si precisa che:
• alle zone A ex D.A. n. 2266/U del 20 dicembre 1983, sono equiparate “le aree, gli immobili o il
complesso di immobili … di particolare pregio storico, archeologico, artistico o ambientale”, individuate
dai Comuni in applicazione dell’art 7, comma 1 del D.P.C.M. 6 ottobre 2000;
• nelle zone A si distingue il caso di MSV di tipo non alimentare localizzate in zone pedonali o a traffico
limitato (ossia il cui ingresso pedonale principale si affacci su viabilità solo pedonale o a traffico
limitato): per queste strutture è richiesta la dotazione di parcheggi solo per l’ampliamento.
Si riportano di seguito due tabelle (a) e (b) per la verifica degli standard di dotazione di parcheggi per la
clientela.
17
Tabella (a) Superfici Alimentari
PA≥0.12 x SV
Zone D
SP≥3 x SV
PA≥0
Zone A
SP≥0
PA≥0.04 x SV
D,C,F
Zone
SP≥1 x SV
PA≥0 PA≥0.03 x SV
Zone B
SP≥0 SP≥0.75 x SV
PA≥0
Zone A
SP≥0
18
dove:
SAlim = Standard calcolato, applicando le relazioni degli abachi della tabella (a) di cui al punto 20.3.
assumendo convenzionalmente che tutta la SV sia alimentare;
SNonAlim = Standard calcolato, applicando le relazioni della tabella (b) di cui al punto 20.3. assumendo
convenzionalmente che tutta la SV sia non alimentare;
SVAlim = Superficie di Vendita Alimentare;
SVNonAlim = Superficie di Vendita Non Alimentare;
SVtot = Totale Superficie di Vendita;
Ogni modifica degli originali valori di SVAlim e SVNonAlim richiede la verifica (e l’eventuale adeguamento) degli
standard.
B.) L’autorizzazione commerciale è per la vendita di alimentari e non alimentari (ossia in essa è specificata
solo la globale SV).
Lo standard di parcheggio (S) da applicare (sia per i posti auto che per l’area destinata a parcheggio) è dato
dalla formula:
2 × S Alim + S NonAlim
S=
3
Al fine di evitare che il conteggio di SPmov comprenda prevalentemente spazi residuali non utilizzabili per la
funzione di sosta e movimentazione, SPmov deve avere una forma tale da consentire di potere inscrivere in
essa un rettangolo di misure non inferiori a 5x10 [ml].
Per esercizi con SV > 2.500 mq, SPmov deve essere comunque maggiore di 500 mq.
SPmov deve essere:
• contigua all’esercizio commerciale;
• adibita ad uso esclusivo per la sosta e movimentazione dei veicoli adibiti al rifornimento dell’esercizio
commerciale.
Solo nel caso di MSV con SV≤600 mq è consentito l’utilizzo (a fini della sosta e movimentazione dei veicoli
adibiti al rifornimento delle merci) dell’area destinata a parcheggio pertinenziale per la clientela;
contestualmente è richiesto un incremento della dotazione di spazi destinati a parcheggio per la clientela,
ossia devono essere verificate entrambe le seguenti condizioni:
la superficie destinata a parcheggio (SP) deve soddisfare la relazione:
SP≥SPstandard+50 [mq]
il numero di posti auto (PA) deve soddisfare la relazione:
PA≥PAstandard+2.
L’accesso ad SPmov dalla viabilità pubblica deve essere idoneo alla manovra dei veicoli adibiti al trasporto
delle merci.
Per esercizi con SV > 2.500 mq è richiesta la separazione degli accessi veicolari al parcheggio riservato alla
clientela ed all’area di sosta e movimentazione dei veicoli commerciali.
I criteri esposti hanno carattere vincolante.
Al loro rispetto è subordinato il rilascio dell’autorizzazione commerciale per l’apertura, il trasferimento,
l’ampliamento di una struttura di vendita.
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In ogni caso, per la verifica del rispetto dei criteri proposti, occorre sempre riferirsi alla totalità della superficie
di vendita.
20
TITOLO IV - DEFINIZIONI
d) Interventi di ristrutturazione edilizia: quelli rivolti alla trasformazione degli organismi edilizi mediante un
insieme sistematico di opere che possono portare ad un organismo edilizio, in tutto o in parte, diverso
dal precedente. Tali interventi comprendono il ripristino o la sostituzione di alcuni elementi costruttivi
dell’edificio, la eliminazione, la modifica e l’inserimento di nuovi elementi ed impianti. Sono equiparati
agli interventi di ristrutturazione edilizia le demolizioni totali e le fedeli ricostruzioni di un fabbricato
identico a quello preesistente, in quanto a sagoma, volumi e area di sedime, da eseguirsi come
intervento temporalmente unico. Si definisce ristrutturazione edilizia globale quella che interessa l’intero
edificio, ristrutturazione parziale ogni altro caso. Gli interventi di ristrutturazione edilizia sono quelli
definiti dall’art. 31, lett. d) della L. 457/78 e successive modificazioni.
f) Nuova costruzione: Si definisce “nuova costruzione” l’opera edilizia volta a realizzare un nuovo edificio od
un nuovo manufatto, sia fuori che entro terra. Ai fini procedurali nonché per la definizione degli oneri di
urbanizzazione e dell’onerosità della concessione, rientrano in tali categorie anche gli interventi di
ripristino filologico ed edilizio, quando i suddetti si configurano come interventi del tutto di nuova
costruzione. Rientrano in questo tipo di intervento le opere costituenti pertinenze ed impianti tecnologici
al servizio di edifici esistenti in applicazione dell’art. 7 della legge 94/82, e qualsiasi manufatto che,
indipendentemente dalla durata, inamovibilità od incorporazione al suolo, con qualsiasi destinazione
d’uso, non rientri espressamente nella categoria dei veicoli (art. 20 D.P.R. 15/06/53, n. 393).
21
- demolizione con ricostruzione, quando l’intervento prevede la ricostruzione di un fabbricato diverso in
tutto o in parte all’esistente.
i) Sistemazione dei terreni: Si definisce “sistemazione dei terreni” quell’intervento sul territorio che
comporta modificazioni permanenti e rilevanti della morfologia del suolo, quali scavi e rinterri, che non
riguarda la coltivazione di cave e torbiere o la sistemazione del terreno per le pratiche agricole.
22
borgate.
C3 - Aree destinate all’espansione residenziale di nuova individuazione nell’ambito della
borgata di Olia Speciosa.
Zona E. Agricola.
E1 - Aree caratterizzate da una produzione agricola tipica e specializzata;
E2 - Aree di primaria importanza per la funzione agricola- produttiva;
E4 - Aree caratterizzate dalla presenza di preesistenze insediative, utilizzabili per
l’organizzazione di centri rurali;
E4/B - Aree per la localizzazione delle residenze rurali, all’interno della sub-zona agricola E4;
E5 - Aree marginali per l’attività agricola.
Zona F. Turistica.
F1 - Aree d’interesse turistico nelle quali sono inclusi ambiti riferibili ad interventi consolidati
e/o normati da strumenti attuativi convenzionati
F2 - Aree di interesse turistico nelle quali sono individuabili ambiti in grado di ospitare
interventi a destinazione ricettivo-alberghiera e turistico-residenziale;
F3 - Aree di interesse turistico di riferimento alla risorsa parco.
Zona H. Salvaguardia.
H1 - Aree di particolare pregio ambientale e naturalistico;
H2 - Aree con vincolo idrogeologico;
H3 - Aree di rispetto cimiteriale;
H4 - Aree di rispetto stradale.
Inoltre in osservanza dell’art. 6 del D.A. 20/12/1983 n. 2266/U vengono individuate, nella misura complessiva
non inferiore a 18 mq/ab, le dotazioni per spazi pubblici (S), classificate come:
23
TITOLO V - NORME DI ZONA
1. ABITAZIONI - Gli edifici per l’abitazione con gli spazi privati e condominiali.
2. STUDI PROFESSIONALI - Comprendono attività terziarie a carattere prevalentemente privato che non
comportano un rilevante afflusso di pubblico (studi professionali, attività terziarie varie...).
3. AUTORIMESSE AD USO PUBBLICO E PARCHEGGI - Comprendono autorimesse entro e fuori terra, con
annessi spazi tecnici e di servizio, piccole officine e lavaggi auto.
4. ATTIVITÀ COMMERCIALI AL DETTAGLIO - Comprendono gli esercizi commerciali alimentari e non, con
annessi spazi tecnici, di servizio e magazzino.
5. ATTIVITÀ COMMERCIALI ALL’INGROSSO - Comprendono magazzini e depositi per alimentari e non, con
annessi spazi tecnici, di servizio, con esclusione di attività commerciali di dettaglio.
6. PUBBLICI ESERCIZI - Comprendono ristoranti, trattorie, bar, sale di ritrovo, etc.
7. UFFICI - Comprendono gli uffici e le attività terziarie che comportano un rilevante afflusso ed una
presenza continuativa di pubblico (attività amministrative, direzionali, assicurazioni...), con annessi spazi
tecnici e di servizio.
8. STRUTTURE RICETTIVE - Comprendono le strutture alberghiere e para-alberghiere, con annessi parti di
servizio, di soggiorno e ritrovo.
9. LOCALI DI RIUNIONE E SPETTACOLO - Comprendono cinema, teatri, centri congressi, locali da ballo,
sale di ritrovo, con annessi spazi tecnici e di servizio.
10. ATTREZZATURE CULTURALI - Comprendono sale mostre, esposizioni, centri culturali, con annessi spazi
tecnici e di supporto.
11. ATTREZZATURE SOCIO-SANITARIE - Comprendono ambulatori, servizi per disabili, laboratori analisi,
etc., compresi gli spazi di servizio e supporto necessari.
12. ATTIVITÀ ARTIGIANALI NON MOLESTE - Comprendono le attività artigianali anche esercitate in forma
societaria e quindi giuridicamente inquadrate come industria, che non risultino moleste né dannose per
la pubblica incolumità, non rechino pregiudizio all’igiene ed al decoro dei fabbricati, non necessitino di
specifiche esigenze specie depurative incompatibili con le reti tecnologiche degli ambiti residenziali.
13. VERDE PUBBLICO
14. VERDE PRIVATO
15. USI ASSIMILABILI - In caso di presenza di usi non specificatamente previsti nel presente sub-articolo, si
procederà per analogia coi suddetti usi purché producano analoghi effetti sui servizi e sul sistema
urbano, con particolare riguardo ai parcheggi.
La destinazione d’uso degli immobili ricadenti in zona A è subordinata alla approvazione del Consiglio
Comunale per: attività commerciali all’ingrosso o per attività commerciali al dettaglio comunque aventi
superficie lorda di vendita superiore ai 400 mq.
24
Sub-zona A1 - Area di particolare pregio storico, artistico e tradizionale, disciplinata dal Programma Integrato
Centro Storico con valenza di Piano Particolareggiato.
Sub-zona A2 - Area di particolare pregio storico, artistico e tradizionale non sottoposta a Piano Attuativo.
25
Art. 28. - SOTTOZONA A2
La ristrutturazione edilizia e quella urbanistica (lett. d) ed e) dell’Art. 31 della L. 05/08/78 n. 457 e dell’Art. 21
delle presenti Norme), le demolizioni e ricostruzioni sull’esistente, nonché le nuove costruzioni sono possibili
solo in presenza di:
- Piano Particolareggiato di iniziativa pubblica;
- Piano di Recupero di iniziativa pubblica o privata;
- Programma Integrato ai sensi della L.R. 29/98.
Per gli interventi attuabili mediante Piano Particolareggiato, Piano di Recupero e/o Programma Integrato si
prescrive:
• L’eliminazione e la depurazione di tutte le superfetazioni (aggiunte recenti) che alterano l’impianto
edilizio originario;
• Riconfigurazione architettonica dell’edificio originario, finalizzata al mantenimento dell’omogeneità
degli schemi di impianto e dei caratteri tipologici tradizionali, sia pure con inserimenti e
reinterpretazioni attuali (per le ristrutturazioni edilizie);
• La proposta di intervento attuativo deve essere accompagnata da uno studio dei caratteri fisico-
spaziali e tipo-morfologici finalizzata alla classificazione storico-architettonica degli edifici interessati,
in modo da individuare delle unità storico-ambientali caratterizzate da un certo grado di unitarietà
architettonica e dello schema aggregativo, a cui si fa riferimento per stabilire il grado di
trasformazione edilizio-urbanistico;
• La ricostituzione delle aree di verde interno e degli spazi scoperti secondo la tradizione insediativa
locale;
26
• Il rifacimento delle recinzioni con caratteristiche tecniche omogenee a quelle tipiche della zona, con
particolare riferimento a materiali, intonaci, tinteggiature, vani porta o portali;
• Il riordino della partitura di facciata con la riapertura di portali eventualmente murati per motivi
statici;
• Il ripristino e/o il rifacimento degli infissi esterni con materiale e disegno analogo a quello
preesistente e comunque con dimensioni e schemi propri della edificazione tradizionale (portoni
carrai in legno, finestre e porte finestre in legno con scurini interni o persiana esterna);
• La finitura degli esterni in intonaco pigmentato in pasta o del tipo a frattazzo rustico e se possibile il
ripristino a vista dei materiali litoidi;
• La tinteggiatura esterna in tonalità armonizzante con quelle tradizionali eventualmente esistenti al
contorno; le prove di colore saranno soggette ad autorizzazione della Soprintendenza competente o
in sua assenza ad autorizzazione dell’ufficio Tecnico Comunale;
• Sono esclusi, per le finiture esterne i rivestimenti in genere, eccezion fatta per la pietra naturale da
taglio, ed in particolare i materiali maiolicati, grès, ed intonaci plastici o graffiati;
• La copertura dei tetti con tegole curve (coppi);
• L’eliminazione dai prospetti delle aggiunte esterne di carattere tecnologico (fili, condutture) e
raggruppamento in posizione opportuna.
Per le eventuali trasformazioni o nuove costruzioni, quando siano ammesse dal Piano Particolareggiato e/o dal
Piano di Recupero, si dovranno osservare le seguenti prescrizioni:
1. ABITAZIONI - Gli edifici per l’abitazione con gli spazi privati e condominiali.
2. STUDI PROFESSIONALI - Comprendono attività terziarie a carattere prevalentemente privato che non
comportano un rilevante afflusso di pubblico (studi professionali, attività terziarie varie, ecc.).
3. AUTORIMESSE AD USO PUBBLICO E PARCHEGGI - Comprendono autorimesse entro e fuori terra, con
annessi spazi tecnici e di servizio, piccole officine e lavaggi auto.
4. ATTIVITÀ COMMERCIALI AL DETTAGLIO - Comprendono gli esercizi commerciali alimentari e non, con
27
annessi spazi tecnici, di servizio e magazzino.
5. ATTIVITÀ COMMERCIALI ALL’INGROSSO - Comprendono magazzini e depositi per alimentari e non, con
annessi spazi tecnici, di servizio, con esclusione di attività commerciali di dettaglio.
6. PUBBLICI ESERCIZI - Comprendono ristoranti, trattorie, bar, sale di ritrovo, ecc.
7. UFFICI - Comprendono gli uffici e le attività terziarie che comportano un rilevante afflusso ed una
presenza continuativa di pubblico (attività amministrative, direzionali, assicurazioni, ecc.), con annessi
spazi tecnici e di servizio.
8. STRUTTURE RICETTIVE - Comprendono le strutture alberghiere e para-alberghiere, con annessi parti di
servizio, di soggiorno e ritrovo.
9. LOCALI DI RIUNIONE E SPETTACOLO - Comprendono cinema, teatri, centri congressi, locali da ballo,
sale di ritrovo, con annessi spazi tecnici e di servizio.
10. ATTREZZATURE CULTURALI - Comprendono sale mostre, esposizioni, centri culturali, con annessi spazi
tecnici e di supporto.
11. ATTREZZATURE SOCIO-SANITARIE - Comprendono ambulatori, servizi per disabili, laboratori analisi,
etc., compresi gli spazi di servizio e supporto necessari.
12. ATTIVITÀ ARTIGIANALI NON MOLESTE - Comprendono le attività artigianali anche esercitate in forma
societaria e quindi giuridicamente inquadrate come industria, che non risultino moleste né dannose per
la pubblica incolumità, non rechino pregiudizio all’igiene ed al decoro dei fabbricati, non necessitino di
specifiche esigenze specie depurative incompatibili con le reti tecnologiche degli ambiti residenziali.
13. VERDE PUBBLICO
14. VERDE PRIVATO
15. USI ASSIMILABILI - In caso di presenza di usi non specificatamente previsti nel presente sub-articolo, si
procederà per analogia coi suddetti usi purché producano analoghi effetti sui servizi e sul sistema
urbano, con particolare riguardo ai parcheggi.
Per gli interventi di ristrutturazione urbanistica (lett. e) art. 31 della l. 05/08/78 n. 457 e Art. 21 delle presenti
Norme) sono previsti gli strumenti:
- Piano Particolareggiato;
- Piano di Recupero.
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indicate, purché nel rispetto delle disposizioni fissate dal Codice Civile.
P = 1 mq/10 mc nelle nuove costruzioni dovrà essere prevista tale superficie minima per
parcheggio privato, coperta o scoperta, accessibile da spazio pubblico, oltre alle
disposizioni sui parcheggi in zone residenziali, contenute all’Art. 14 delle presenti
Norme.
La quota da destinare a parcheggi potrà essere prevista anche in volumi interrati
e seminterrati.
Nelle nuove costruzioni, la tipologia utilizzabile dovrà essere reperita nella tradizione locale, pertanto isolata o
abbinata sul confine. La copertura dei fabbricati dovrà essere di norma eseguita a falde inclinate.
Lolle, porticati, passi carrai coperti, o le coperture in genere costituiscono elementi architettonici atti a
configurare la continuità del corpo di fabbrica agli effetti della sua aderenza ai confini.
Le recinzioni sul fronte strada potranno essere costituite da una parte cieca fino ad un’altezza massima di cm.
80 in materiale lapideo o rivestito con quest’ultimo, e da una superficie sovrastante ad aria passante fino ad
un’altezza massima di m 1,50.
E’ preferibile il ricorso ad elementi costruttivi tradizionali, con particolare riguardo ad infissi, intonaci,
tinteggiature, vani porta o portali.
Sono pertanto da evitare i rivestimenti artificiali, quali materiali ceramici, grès, ed intonaci plastici o graffiati.
1. ABITAZIONI - Gli edifici per l’abitazione con gli spazi privati e condominiali.
2. STUDI PROFESSIONALI - Comprendono attività terziarie a carattere prevalentemente privato che non
comportano un rilevante afflusso di pubblico (studi professionali, attività terziarie varie, ecc.).
3. AUTORIMESSE AD USO PUBBLICO E PARCHEGGI - Comprendono autorimesse entro e fuori terra, con
annessi spazi tecnici e di servizio, piccole officine e lavaggi auto.
4. ATTIVITÀ COMMERCIALI AL DETTAGLIO - Comprendono gli esercizi commerciali alimentari e non, con
annessi spazi tecnici, di servizio e magazzino.
5. ATTIVITÀ COMMERCIALI ALL’INGROSSO - Comprendono magazzini e depositi per alimentari e non, con
annessi spazi tecnici, di servizio, con esclusione di attività commerciali di dettaglio.
6. PUBBLICI ESERCIZI - Comprendono ristoranti, trattorie, bar, sale di ritrovo, ecc.
7. UFFICI - Comprendono gli uffici e le attività terziarie che comportano un rilevante afflusso ed una
presenza continuativa di pubblico (attività amministrative, direzionali, assicurazioni, ecc.), con annessi
spazi tecnici e di servizio.
8. STRUTTURE RICETTIVE - Comprendono le strutture alberghiere e para-alberghiere, con annessi parti di
servizio, di soggiorno e ritrovo.
9. LOCALI DI RIUNIONE E SPETTACOLO - Comprendono cinema, teatri, centri congressi, locali da ballo,
sale di ritrovo, con annessi spazi tecnici e di servizio.
10. ATTREZZATURE CULTURALI - Comprendono sale mostre, esposizioni, centri culturali, con annessi spazi
tecnici e di supporto.
11. ATTREZZATURE SOCIO-SANITARIE - Comprendono ambulatori, servizi per disabili, laboratori analisi,
etc., compresi gli spazi di servizio e supporto necessari.
12. ATTIVITÀ ARTIGIANALI NON MOLESTE - Comprendono le attività artigianali anche esercitate in forma
societaria e quindi giuridicamente inquadrate come industria, che non risultino moleste né dannose per
la pubblica incolumità, non rechino pregiudizio all’igiene ed al decoro dei fabbricati, non necessitino di
specifiche esigenze specie depurative incompatibili con le reti tecnologiche degli ambiti residenziali.
29
13. VERDE PUBBLICO
14. VERDE PRIVATO
15. USI ASSIMILABILI - In caso di presenza di usi non specificatamente previsti nel presente sub-articolo, si
procederà per analogia coi suddetti usi purché producano analoghi effetti sui servizi e sul sistema
urbano, con particolare riguardo ai parcheggi.
Ad eccezione degli interventi sull’esistente, gli interventi di cui al punto precedente si attuano attraverso:
- Piano Particolareggiato;
- Piano di Lottizzazione.
30
32.4. Parametri edificatori
Per l’esecuzione degli interventi ammessi devono essere rispettate le seguenti prescrizioni:
It = 0,30 mc/mq
Dc = 5,00 m
Df = 10,00 m
Hmax = 7,00 m
S = 18,00 mq/ab
Rc = 0,30 mc/mq
Np = 2
Sml = 500,00 mq
32.8. Viabilità
La viabilità principale di lottizzazione, prevista in cessione, dovrà prevedere una larghezza stradale non
inferiore a metri 8,00 e due marciapiedi laterali di larghezza non inferiore a m 2,00 cadauno.
31
• restauro e risanamento conservativo;
• ristrutturazione edilizia ed urbanistica;
• nuova costruzione;
• ampliamento e demolizione;
• mutamento di destinazione d’uso.
Ad eccezione degli interventi sull’esistente, gli interventi di cui al punto precedente si attuano attraverso:
- Piano Particolareggiato;
- Piano di Lottizzazione.
33.8. Viabilità
La viabilità principale di lottizzazione, prevista in cessione, dovrà prevedere una larghezza stradale non
inferiore a metri 8,00 e due marciapiedi laterali di larghezza non inferiore a m 2,00 cadauno.
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Art. 34. - ZONA D. INDUSTRIALE, ARTIGIANALE E COMMERCIALE. SOTTOZONE D1, D2
e D3. NORME GENERALI COMUNI
34.1. Caratteri distintivi.
Sono da ritenersi incluse nella presente zona omogenea le parti del territorio destinate a nuovi insediamenti
per impianti industriali, artigianali, commerciali, di conservazione, trasformazione o commercializzazione di
prodotti agricoli e/o della pesca.
A riguardo degli edifici destinati ad attività artigianali, commerciali e piccole industrie, si precisa che non sono
consentiti quelli che, a giudizio dell’Amministrazione, dovessero arrecare molestia o essere comunque
pregiudizievoli alle zone residenziali.
Gli edifici residenziali per l’abitazione dei proprietari o custodi sono consentiti purché venga motivata la
necessità di risiedere sul posto e purché le abitazioni rispettino i requisiti di igiene e di comfort.
Sub-zona D3 - Aree per attività produttive con scarse o nulle presenze consolidate da sottoporre a
pianificazione attuativa.
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manutenzione straordinaria, restauro e risanamento conservativo, ristrutturazione edilizia. Inoltre, sono
ammesse le modifiche di destinazione d’uso (tra quelli consentiti) e le opere interne.
Attraverso concessione edilizia diretta sono anche consentiti gli ampliamenti delle aziende esistenti nel limite
massimo del 20% della volumetria realizzata.
Gli strumenti per l’attuazione degli interventi di nuova realizzazione sono i seguenti:
- Piano Particolareggiato;
- Piano di Lottizzazione Convenzionata;
- Piano per gli Insediamenti Produttivi.
Rc = 0,35 mq/mq Sf
Dc = 10,00 m
Df = 20,00 m
Hmax = 10,50 m (con esclusione dei volumi tecnici)
S = 10% (della superficie lottizzata, esclusa viabilità e parcheggi)
Sml =1.000,00 mq (con esclusione delle attività insediate)
P = 10% (della superficie lottizzata)
36.6. Viabilità
La viabilità principale di lottizzazione, prevista in cessione, dovrà prevedere una larghezza stradale non
inferiore a metri 8,00 e due marciapiedi laterali di larghezza non inferiore a m 2,00 cadauno.
Gli strumenti per l’attuazione degli interventi di nuova realizzazione sono i seguenti:
- Piano Particolareggiato;
- Piano di Lottizzazione Convenzionata;
- Piano per gli Insediamenti Produttivi.
34
37.3. Parametri edificatori
Per l’esecuzione degli interventi edilizi dovranno essere rispettate le seguenti prescrizioni:
Rc = 0,35 mq/mq Sf
Dc = 10,00 m
Df = 20,00 m
Hmax = 10,50 m (con esclusione dei volumi tecnici)
S = 10% (della superficie lottizzata, esclusa viabilità e parcheggi)
Sml =2.000,00 mq (con esclusione delle attività insediate)
P = 10% (della superficie lottizzata)
37.6. Viabilità
La viabilità principale di lottizzazione, prevista in cessione, dovrà prevedere una larghezza stradale non
inferiore a metri 8,00 e due marciapiedi laterali di larghezza non inferiore a m 2,00 cadauno.
Art. 38. - ZONA E. AGRICOLA. SOTTOZONE E1 E2, E4, E4/B e E5. NORME GENERALI
COMUNI
38.1. Caratteri distintivi.
Le zone agricole sono quelle parti del territorio destinate all’agricoltura, alla pastorizia, alla zootecnia,
all’itticoltura, alle attività di conservazione e di trasformazione dei prodotti aziendali, all’agriturismo, alla
silvicoltura e alla coltivazione industriale del legno.
La normativa di attuazione è redatta in conformità alle indicazioni del D.P.G.R. 3 agosto 1994 n. 228 e con
riferimento all’art. 8 della L.R. 22 dicembre 1989 n. 45, alle quali si rimanda per quanto non espressamente
indicato nelle presenti Norme.
Tali norme disciplinano l’uso e la edificazione del territorio agricolo perseguendo le seguenti finalità:
• Valorizzare le vocazioni produttive delle zone agricole garantendone le tutele del suolo e delle
emergenze ambientali;
• Incoraggiare la permanenza, nelle zone classificate agricole, della popolazione rurale in condizioni civili
ed adeguate alle esigenze sociali attuali;
• Favorire il recupero funzionale ed estetico del patrimonio edilizio esistente, sia per l’utilizzo aziendale
che per quello abitativo.
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1. FABBRICATI ED IMPIANTI CONNESSI ALLA CONDUZIONE AGRICOLA DEL FONDO
2. FABBRICATI PER AGRITURISMO
3. FABBRICATI PER IL RECUPERO TERAPEUTICO DEI DISABILI E DEL DISAGIO SOCIALE
Sempre ad eccezione di disposizioni specifiche per le singole sottozone, le attività consentite nelle zone
agricole sono le seguenti:
Gli elaborati tecnici di cui sopra debbono essere integrati dallo Studio di Fattibilità agronomica-ambientale,
attraverso il quale l’area oggetto della proposta deve essere esaurientemente descritta sotto gli aspetti
idrogeologico, agro-pedologico e paesaggistico, partendo dagli elementi conoscitivi del presente P.U.C., al fine
di determinare per le varie soluzioni l’impatto sul paesaggio-ambiente e le modificazioni agro-pedologiche
introdotte, con l’indicazione delle modalità per mitigare gli eventuali effetti negativi. Per tali interventi, esso
costituisce requisito di conoscenza tecnica necessario per la corretta valutazione della proposta, pertanto non
é alternativo e non sostituisce la Valutazione di Compatibilità Ambientale nei casi previsti.
a) Manutenzione ordinaria;
b) Manutenzione straordinaria;
c) Restauro e risanamento conservativo;
d) Ristrutturazione edilizia;
e) Ampliamento nei limiti consentiti dalle presenti Norme.
E’ inoltre consentita, ad eccezione degli edifici soggetti a vincolo monumentale ed artistico, la demolizione e la
ricostruzione in loco per inderogabili motivi di staticità o di tutela della pubblica incolumità.
36
38.5. Criteri per l’edificazione
In tutte le sub-zone, salvo quanto diversamente specificato nei successivi articoli, in via generale sono
consentite le seguenti costruzioni:
Salvo quanto stabilito specificatamente per ciascuna sottozona, gli indici fondiari massimi previsti nelle
Direttive per le zone agricole sono:
Ai fini edificatori la superficie minima d’intervento è in via generale stabilita in Ha 1,00, salvo per quanto
riguarda la destinazione per impianti serricoli, impianti orticoli in pieno campo e impianti vivaistici, per i quali è
stabilita in Ha 0,50.
Per le residenze la superficie minima di intervento è in via generale stabilita in Ha 1,00 per la zona E4/B e in
Ha 3,00 per le zone E1, E2 ed E5.
Al fine di raggiungere la superficie minima di cui ai commi precedenti possono concorrervi più corpi aziendali,
a condizione che appartengano alla stessa sottozona; in caso contrario, l’edificazione dovrà risultare
concentrata nella porzione di terreno continua non inferiore ai 2/3 della superficie totale della proprietà.
Conseguentemente l’Amministrazione Comunale dovrà provvedere a costituire apposite planimetrie e il
pubblico registro fondiario, opportunamente aggiornato, prescrivendo a tutela di terzi la trascrizione del
vincolo derivante dall’avvenuta utilizzazione edificatoria dell’area.
All’atto della richiesta di concessione ad edificare, il richiedente dovrà attestare quali superfici, tra quelle
incluse nella domanda stessa siano state già computate per precedenti edificazioni.
Ad evitare l’ulteriore edificazione nelle zone E, e salvo diversa dimostrazione, per la nuova edificazione ad uso
residenziale dovrà essere privilegiata una fascia di territorio avente profondità non superiore a 100,00 metri e
sviluppantesi lungo la viabilità consolidata.
Per le residenze l’altezza massima viene stabilita in metri 6,50 con numero di piani fuori terra non superiore a
due.
Per tutte le destinazioni d’uso l’altezza massima viene stabilita in metri 4,00, con possibilità di deroga, non
estensibile alla parte edilizia, soltanto per gli apparati tecnici di ponti radio, ripetitori, centrali telefoniche e
simili.
Gli edifici devono distare non meno di quindici metri lineari dal confine con le strade alle quali non si applichi
la distanza minima prevista dal D.M. 1404/68 ovvero secondo quanto previsto dal Nuovo Codice della Strada e
dal relativo Regolamento di esecuzione e di attuazione del Nuovo Codice della Strada (D.L. del 30/04/92 n.
285 e successive modifiche).
Per gli impianti di acquacoltura, itticoltura e fabbricati di loro pertinenza le distanze di cui ai commi precedenti
non si applicano.
La distanza tra fabbricati non potrà essere inferiore all’altezza del fabbricato più alto, con minimo assoluto di
dieci metri lineari.
38.6. Agriturismo
L’agriturismo, ai sensi della L.R. n. 18 del 23/06/1998 e della L. n. 730 del 05/12/85, è inteso come l’insieme
delle attività di ricezione ed ospitalità esercitate dagli imprenditori agricoli di cui all’art. 3 della stessa legge
L.R. n. 18 del 23/06/1998, attraverso l’utilizzazione della propria azienda, in rapporto di connessione e
complementarietà rispetto alle attività di coltivazione del fondo, silvicoltura, allevamento del bestiame, che
devono comunque rimanere principali.
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Nelle strutture aziendali esistenti alla data di entrata in vigore del P.U.C. è sempre consentito l’esercizio
dell’agriturismo come attività collaterale ed ausiliaria a quella agro-zootecnica, così come previsto dalle vigenti
normative regionali e statali. Le volumetrie per i posti letto con destinazione agrituristica sono aggiuntive
rispetto ai volumi massimi ammissibili per le residenze nella medesima azienda agricola in cui si esercita
l’attività agrituristica. La superficie minima del fondo non deve essere inferiore a Ha 3.
E’ altresì finalità del presente P.U.C. coniugare la promozione dell’agriturismo con la salvaguardia ed il
recupero degli edifici rurali storici.
Nel caso di nuove strutture aziendali, per l’edificazione si applicano gli stessi indici e parametri prescritti per le
sottozone corrispondenti.
a) - manutenzione ordinaria e straordinaria, restauro e ristrutturazione edilizia, come definiti dall’Art. 31 della
Legge 05.08.1978 n. 457;
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b) - la dotazione di servizi igienici e copertura di scale esterne;
c) - ogni altro ampliamento necessario per adeguare l’immobile alla disciplina igienico-sanitaria vigente.
Gli interventi edilizi saranno ammessi purché non comportino l’avanzamento dell’edificio esistente sul fronte
stradale.
Nel caso di esproprio di un edificio per la realizzazione o l’ampliamento di strade e per la realizzazione di opere
pubbliche in genere, è consentita, ad eccezione degli edifici soggetti a vincolo monumentale ed artistico, nei
casi di demolizione, la ricostruzione con il mantenimento delle destinazioni d’uso in un’area agricola adiacente
anche inferiore alla superficie minima di intervento prescritta dalle presenti Norme.
Per quanto non espressamente indicato si rimanda a quanto previsto dal D.A.EE.LL. del 20/12/1983 n.
2266/U.
Sub-zona E4 - Aree che, caratterizzate dalla presenza di preesistenze insediative, sono utilizzabili per
l’organizzazione di centri rurali;
Sub-zona E4/B - Aree per la localizzazione delle residenze rurali, all’interno della sub-zona agricola E4;
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Sub-zona E5 - Aree marginali per l’attività agricola e nelle quali viene ravvisata l’esigenza di garantire
condizioni adeguate di stabilità ambientale.
Non sono ammessi i fabbricati relativi a strutture per il recupero terapeutico dei disabili, dei tossico-
dipendenti.
Per le zone umide è possibile la sola acquacoltura ambientalmente compatibile.
Nella sottozona E1 non è assentibile l’insediamento di impianti di interesse pubblico quali cabine ENEL, centrali
telefoniche, stazioni di ponti radio, ripetitori e simili, e neppure di attrezzature ed impianti di carattere
particolare.
• 0,03 mc/mq per i fabbricati di cui alla lettera a) del precedente punto;
• 0,20 mc/mq per i fabbricati di cui alla lettera b) del precedente punto.
Ai fini edificatori la superficie minima d’intervento è stabilita in ha 1,00, salvo per quanto riguarda la
destinazione per impianti serricoli, impianti orticoli in pieno campo e impianti vivaistici, per i quali è stabilita in
Ha 0,50.
Per le residenze la superficie minima di intervento è stabilita in Ha 3,00.
Al fine di raggiungere la superficie minima di cui ai commi precedenti possono concorrervi più corpi aziendali,
a condizione che appartengano alla stessa sottozona; in caso contrario, l’edificazione dovrà risultare
concentrata nella porzione di terreno continua non inferiore ai 2/3 della superficie totale della proprietà.
Conseguentemente l’Amministrazione Comunale dovrà provvedere a costituire apposite planimetrie e il
pubblico registro fondiario, opportunamente aggiornato, prescrivendo a tutela di terzi la trascrizione del
vincolo derivante dall’avvenuta utilizzazione edificatoria dell’area.
All’atto della richiesta di concessione ad edificare, il richiedente dovrà attestare quali superfici, tra quelle
incluse nella domanda stessa siano state già computate per precedenti edificazioni.
Ad evitare l’ulteriore edificazione nelle zone E, e salvo diversa dimostrazione, per la nuova edificazione ad uso
residenziale dovrà essere privilegiata una fascia di territorio avente profondità non superiore a 100,00 metri e
sviluppantesi lungo la viabilità consolidata.
Per le residenze l’altezza massima viene stabilita in metri 6,50 con numero di piani fuori terra non superiore a
due.
Per tutte le destinazioni d’uso l’altezza massima viene stabilita in metri 4,00.
Gli edifici devono distare non meno di quindici metri lineari dal confine con le strade alle quali non si applichi
la distanza minima prevista dal D.M. 1404/68 ovvero secondo quanto previsto dal Nuovo Codice della Strada e
dal relativo Regolamento di esecuzione e di attuazione del Nuovo Codice della Strada (D.P.R. n.495 del 16
Dicembre 1992 e successive modifiche).
Per gli impianti di acquacoltura, itticoltura e fabbricati di loro pertinenza le distanze di cui ai commi precedenti
non si applicano.
40
La distanza tra fabbricati non potrà essere inferiore all’altezza del fabbricato più alto, con minimo assoluto di
dieci metri lineari.
Non sono ammessi i fabbricati relativi a strutture per il recupero terapeutico dei disabili, dei tossico-
dipendenti.
Nella sottozona E2 sono localizzabili gli impianti di interesse pubblico quali cabine ENEL, centrali telefoniche,
stazioni di ponti radio, ripetitori e simili.
Ai fini edificatori la superficie minima d’intervento è stabilita in ha 1,00, salvo per quanto riguarda la
destinazione per impianti serricoli, impianti orticoli in pieno campo e impianti vivaistici, per i quali è stabilita in
Ha 0,50.
Per le residenze la superficie minima di intervento è stabilita in Ha 3,00.
Al fine di raggiungere la superficie minima di cui ai commi precedenti possono concorrervi più corpi aziendali,
a condizione che appartengano alla stessa sottozona; in caso contrario, l’edificazione dovrà risultare
concentrata nella porzione di terreno continua non inferiore ai 2/3 della superficie totale della proprietà.
Conseguentemente l’Amministrazione Comunale dovrà provvedere a costituire apposite planimetrie e il
pubblico registro fondiario, opportunamente aggiornato, prescrivendo a tutela di terzi la trascrizione del
vincolo derivante dall’avvenuta utilizzazione edificatoria dell’area.
All’atto della richiesta di concessione ad edificare, il richiedente dovrà attestare quali superfici, tra quelle
incluse nella domanda stessa siano state già computate per precedenti edificazioni.
Ad evitare l’ulteriore edificazione nelle zone E, e salvo diversa dimostrazione, per la nuova edificazione ad uso
residenziale dovrà essere privilegiata una fascia di territorio avente profondità non superiore a 100,00 metri e
sviluppantesi lungo la viabilità consolidata.
Per le residenze l’altezza massima viene stabilita in metri 6,50 con numero di piani fuori terra non superiore a
due.
Per tutte le destinazioni d’uso l’altezza massima viene stabilita in metri 4,00, con possibilità di deroga, non
estensibile alla parte edilizia, soltanto per gli apparati tecnici di ponti radio, ripetitori, centrali telefoniche e
simili.
41
Gli edifici devono distare non meno di quindici metri lineari dal confine con le strade alle quali non si applichi
la distanza minima prevista dal D.M. 1404/68 ovvero secondo quanto previsto dal Nuovo Codice della Strada e
dal relativo Regolamento di esecuzione e di attuazione del Nuovo Codice della Strada (D.P.R. n.495 del 16
Dicembre 1992 e successive modifiche).
Per gli impianti di acquacoltura, itticoltura e fabbricati di loro pertinenza le distanze di cui ai commi precedenti
non si applicano.
La distanza tra fabbricati non potrà essere inferiore all’altezza del fabbricato più alto, con minimo assoluto di
dieci metri.
a) fabbricati ed impianti connessi alla conduzione agricola e zootecnica del fondo, all’itticoltura, alla
valorizzazione e trasformazione dei prodotti aziendali, con esclusione degli impianti classificabili come
industriali;
b) fabbricati funzionali alla conduzione e gestione dei boschi e degli impianti arborei industriali
(forestazione produttiva);
c) serre fisse o provvisorie.
Nella sottozona E4 non è ammessa la realizzazione di fabbricati per la residenza, di strutture per agriturismo e
punti di ristoro; tali destinazioni d’uso andranno localizzate unicamente nelle contigue zone E4/B, destinate al
completamento residenziale delle preesistenze rurali e per la cui disciplina si rimanda all’Art. successivo delle
presenti Norme.
Nella sottozona E4 sono localizzabili gli impianti di interesse pubblico quali cabine ENEL, centrali telefoniche,
stazioni di ponti radio, ripetitori e simili.
Ai fini edificatori la superficie minima d’intervento è stabilita in Ha 1,00, salvo per quanto riguarda la
destinazione per impianti serricoli, impianti orticoli in pieno campo e impianti vivaistici, per i quali è stabilita in
Ha 0,50.
Al fine di raggiungere la superficie minima di cui al comma precedente possono concorrervi più corpi aziendali,
a condizione che appartengano alla stessa sottozona.
Conseguentemente l’Amministrazione Comunale dovrà provvedere a costituire apposite planimetrie e il
pubblico registro fondiario, opportunamente aggiornato, prescrivendo a tutela di terzi la trascrizione del
vincolo derivante dall’avvenuta utilizzazione edificatoria dell’area.
All’atto della richiesta di concessione ad edificare, il richiedente dovrà attestare quali superfici, tra quelle
incluse nella domanda stessa siano state già computate per precedenti edificazioni.
Per tutte le destinazioni d’uso l’altezza massima viene stabilita in metri 4,00, con possibilità di deroga, soltanto
per gli apparati tecnici di ponti radio, ripetitori, centrali telefoniche e simili.
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Gli edifici devono distare non meno di quindici metri lineari dal confine con le strade alle quali non si applichi
la distanza minima prevista dal D.M. 1404/68 ovvero secondo quanto previsto dal Nuovo Codice della Strada e
dal relativo Regolamento di esecuzione e di attuazione del Nuovo Codice della Strada (D.L. del 30/04/92 n.
285 e successive modifiche).
Per gli impianti di acquacoltura, itticoltura e fabbricati di loro pertinenza le distanze di cui ai commi precedenti
non si applicano.
La distanza tra fabbricati non potrà essere inferiore all’altezza del fabbricato più alto, con minimo assoluto di
dieci metri.
Nella sottozona E4/B non è ammessa la realizzazione di fabbricati connessi alla conduzione agricola del fondo,
che dovranno essere localizzati esclusivamente nella contigua zona E4.
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It = 0,03 mc/mq da applicarsi sulla superficie d’intervento alla cui formazione possono concorrervi
anche più corpi aziendali purché appartengano alle sottozone agricole E4 e E4/B e
il cui volume risultante andrà localizzato esclusivamente nelle sub-zone E4/B.
Ifmax = 0,30 mc/mq valore massimo dell’indice di fabbricabilità da valutare sul lotto interessato
dall’edificazione in ambito E4/B.
Df = 10,00 m in assenza di P.P. oppure secondo quanto disposto dallo stesso.
Np = 1 numero massimo di piani fuori terra.
Dc = 5,00 m le costruzioni non potranno sorgere sui confini di proprietà a meno che non
esistano possibilità di realizzazioni in aderenza.
P = 1 mq/10 mc nelle nuove costruzioni dovrà essere prevista tale superficie minima per
parcheggio privato, coperta o scoperta, accessibile da spazio pubblico.
Oltre a tali parcheggi, per le destinazioni d’uso diverse da quelle abitative deve
risultare disponibile uno spazio, escluse le sedi viarie, di estensione pari a 40 mq
per ogni 100 mq di superficie lorda di pavimento, di cui almeno 20 mq destinati a
parcheggio.
La superficie a parcheggio, così determinata, se interna al lotto, dovrà essere
oggetto di convenzione per assicurarne la pubblica accessibilità non onerosa.
Tale disponibilità di parcheggi è richiesta anche per le costruzioni esistenti, in
caso di loro trasformazione per gli usi non abitativi.
La quota da destinare a parcheggio potrà essere prevista anche in volumi interrati
o seminterrati.
Per le residenze la superficie minima di intervento è in via generale stabilita in Ha 1,00.
Per l’edificazione residenziale possono essere accorpate superfici fondiarie anche non contigue purché interne
alla sottozona di appartenenza (E4) e di superficie totale non inferiore a 1,00 Ha; il volume risultante
dall’applicazione dell’indice territoriale sull’intero fondo andrà realizzato esclusivamente nelle sub-zone E4/B e
potrà essere suddivisa su più lotti nei quali non potrà mai essere superato l’indice fondiario massimo di 0,30
mc/mq .
All’atto del ritiro della Concessione Edilizia, il richiedente dovrà presentare l’attestazione dell’avvenuta
trascrizione nei Pubblici Registri Immobiliari, della volumetria utilizzata ai fini residenziali.
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valorizzazione e trasformazione dei prodotti aziendali, con esclusione degli impianti classificabili come
industriali;
c) fabbricati funzionali alla conduzione e gestione dei boschi e degli impianti arborei industriali
(forestazione produttiva);
d) strutture per il recupero terapeutico dei disabili, dei tossico dipendenti e per il recupero del disagio
sociale;
e) serre fisse o provvisorie.
Nella sottozona E5 sono localizzabili gli impianti di interesse pubblico quali cabine ENEL, centrali telefoniche,
stazioni di ponti radio, ripetitori e simili.
Ai fini edificatori la superficie minima d’intervento è stabilita in ha 1,00, salvo per quanto riguarda la
destinazione per impianti serricoli, impianti orticoli in pieno campo e impianti vivaistici, per i quali è stabilita in
Ha 0,50.
Per le residenze la superficie minima di intervento è stabilita in Ha 1,00.
Al fine di raggiungere la superficie minima di cui ai commi precedenti possono concorrervi più corpi aziendali,
a condizione che appartengano alla stessa sottozona; in caso contrario, l’edificazione dovrà risultare
concentrata nella porzione di terreno continua non inferiore ai 2/3 della superficie totale della proprietà.
Conseguentemente l’Amministrazione Comunale dovrà provvedere a costituire apposite planimetrie e il
pubblico registro fondiario, opportunamente aggiornato, prescrivendo a tutela di terzi la trascrizione del
vincolo derivante dall’avvenuta utilizzazione edificatoria dell’area.
All’atto della richiesta di concessione ad edificare, il richiedente dovrà attestare quali superfici, tra quelle
incluse nella domanda stessa siano state già computate per precedenti edificazioni.
Ad evitare l’ulteriore edificazione nelle zone E, e salvo diversa dimostrazione, per la nuova edificazione ad uso
residenziale dovrà essere privilegiata una fascia di territorio avente profondità non superiore a 100,00 metri e
sviluppantesi lungo la viabilità consolidata.
Per le residenze l’altezza massima viene stabilita in metri 6,50 con numero di piani fuori terra non superiore a
due.
Per tutte le destinazioni d’uso l’altezza massima viene stabilita in metri 4,00, con possibilità di deroga, non
estensibile alla parte edilizia, soltanto per gli apparati tecnici di ponti radio, ripetitori, centrali telefoniche e
simili.
Gli edifici devono distare non meno di quindici metri lineari dal confine con le strade alle quali non si applichi
la distanza minima prevista dal D.M. 1404/68 ovvero secondo quanto previsto dal Nuovo Codice della Strada e
dal relativo Regolamento di esecuzione e di attuazione del Nuovo Codice della Strada (D.P.R. n. 495 del 16
Dicembre 1992 e successive modifiche).
Per gli impianti di acquacoltura, itticoltura e fabbricati di loro pertinenza le distanze di cui ai commi precedenti
non si applicano.
La distanza tra fabbricati non potrà essere inferiore all’altezza del fabbricato più alto, con minimo assoluto di
dieci metri.
Art. 44. - ZONA F TURISTICA. SOTTOZONE F1, F2 e F3. NORME GENERALI COMUNI
44.1. Caratteri distintivi.
Le aree classificate F dal P.U.C. di Castiadas riguardano le parti del territorio di interesse turistico con
insediamenti di tipo prevalentemente stagionale.
Gli interventi di trasformazione controllata degli ambiti territoriali classificati F dal presente piano sono
orientati alla definizione di un sistema organico e funzionale degli insediamenti e dei servizi di supporto per
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l’attività turistico-ricettiva, in grado di interfacciarsi con l’ambiente naturale in un rapporto di rispetto e
valorizzazione delle importanti risorse paesistico-ambientali presenti, sia costiere che dell’entroterra.
1. RESIDENZE TURISTICHE
2. AZIENDE RICETTIVE ALBERGHIERE: ALBERGHI E VILLAGGI-ALBERGO, RESIDENZE TURISTICHE-
ALBERGHIERE
3. AZIENDE RICETTIVE ALL’ARIA APERTA: VILLAGGI TURISTICI E CAMPEGGI
4. SERVIZI TURISTICI COMPRENDENTI:
A) ATTIVITÀ COMMERCIALI ANCHE NELLA FORMA DI PICCOLI CENTRI COMMERCIALI
B) ATTIVITÀ ARTIGIANALI NON MOLESTE
C) UFFICI E SERVIZI PUBBLICI E DEL TERZIARIO
D) PUBBLICI ESERCIZI E RISTORANTI
E) PARCHEGGI AD USO PUBBLICO
F) SERVIZI TECNICI URBANI
5. VERDE ATTREZZATO
6. VERDE DI RISPETTO
La definizione delle aziende ricettive è quella contenuta nella L.R. 22/84 e successive modifiche.
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- sede carrabile 8,00 m (4,00 x2)
- marciapiedi 2,00 m per lato
La viabilità secondaria, a servizio dei sub-comparti, interni al Piano Attuativo dovrà risultare:
- sede carrabile 6,00 m
- marciapiedi 1,20 m per lato
La viabilità pedonale dovrà risultare di larghezza non inferiore a m 2,20.
Le piste ciclabili avranno larghezza minima pari a m 1,50, riducibile a 1,25 nel caso in cui si tratti di due
corsie attigue nello stesso senso di marcia; la larghezza dello spartitraffico, fisicamente invalicabile, che
separa la pista ciclabile in sede propria dalla carreggiata destinata ai veicoli a motore non deve essere
inferiore a m 0,50.
Il disegno della sezione stradale complessiva dovrà sempre prevedere fasce verdi alberate, con arbusti
e/o alto fusto, di separazione tra assi a diversa funzione.
• Volumetrie Pubbliche
I Piani Attuativi dovranno garantire una adeguata diffusione a presenza delle volumetrie pubbliche nel
territorio pianificato secondo le prescrizioni dell’Amministrazione Comunale.
Ad ogni modo, dovranno assicurarsi le più opportune ed adeguate connessioni infrastrutturali delle
stesse in relazione al contesto territoriale di riferimento ed alle reti infrastrutturali esistenti.
• Localizzazione delle Volumetrie
Gli interventi di trasformazione comportanti volumi destinati a strutture turistico-ricettive, residenziali e
di servizi dovranno localizzarsi, di norma, in base alle risultanze dello Studio di Compatibilità Paesistico
Ambientale allegato al P.U.C. (Vd. Tav. F).
In fase di redazione dei Piani attuativi potranno essere proposte localizzazioni alternative le quali
dovranno risultare esaurientemente giustificate e documentate sulla base di una Valutazione di
Compatibilità Ambientale da allegare al Piano Attuativo. Tali proposte dovranno essere comunque
finalizzate al massimo livello di compatibilità rispetto alle risorse paesistico-ambientali e tali da
scongiurare eventuali rischi per lo stato della risorsa ritenuta meritevole di tutela e valorizzazione. Le
linee guida per la predisposizione della Valutazione di Compatibilità Ambientale sono contenute all’Art.
12 delle presenti Norme.
PARAMETRI EDILIZI
• Tipologie Edilizie
Il riferimento tipologico per tutti gli interventi dovrà ricercarsi tra le soluzioni consolidate nel territorio
e, dunque, sarà preferibilmente del tipo isolato anche a corte.
Dovranno comunque riproporsi gli elementi architettonici più tipici e qualificanti quali l’articolazione dei
volumi nel lotto, la ricerca di una continuità delle aggregazioni volumetriche anche mediante l’uso di
elementi murari di raccordo, la costante presenza di coperture a tetto e dei fronti prospetti tipici con
altezze differenziate, secondo schemi tipologici presenti nell’architettura storica locale.
Conseguentemente, la tipologia isolata è di norma ammessa ove necessaria in relazione alla
destinazione d’uso, pur con il rispetto di tutti gli elementi qualificanti dal punto di vista architettonico
della tipologia di riferimento.
Sono consentiti, cortili, patii e porticati ove questi si inseriscano armonicamente nella definizione delle
tipologie prescritte.
I prospetti dovranno contenere elementi decorativi tipici quali marcapiani, lesene, cornicioni, mensole
dei balconi, inferriate, ecc.
Le coperture in generale dovranno risultare a falde simmetriche semplici o a padiglioni; è preferibile
l’uso di strutture lignee quali travi, arcarecci e orditura secondaria.
Di norma dovrà privilegiarsi il ricorso ad elementi e materiali costruttivi tradizionali con particolare
riferimento ad intonaci, tinteggiature ed infissi.
In particolare gli infissi esterni dovranno essere in legno secondo disegno, dimensioni e schemi propri
dell’edilizia tradizionale.
Le finiture ad intonaco dovranno essere del tipo rustico tradizionale o con finitura al fratazzo fino o
lisciato preferibilmente precolorati in pasta.
E’ ammesso l’uso di materiali litoidi coerenti con le murature tradizionali a vista.
E’ obbligatorio fare uso di rivestimenti in pietra per una percentuale non inferiore del 40% delle pareti
dei fabbricati, aumentato al 60% per gli edifici da realizzare in aree particolarmente sensibili quali
quelle in prossimità di emergenze archeologiche.
Non sono ammessi rivestimenti artificiali quali materiali ceramici, grès, materiali ricomposti a base di
resina ed intonaci plastici “graffiati”.
• Distanze ed Altezze
La distanza tra pareti di edifici diversi non può essere inferiore:
- tra pareti finestrate m 10,00;
- tra pareti non finestrate m 5,00.
La distanza minima dai confini del lotto non potrà essere inferiore a m 5,00.
47
Porticati, lolle, patii, passi carrabili coperti e le coperture in genere costituiscono elementi architettonici
consigliati e si considerano atti a configurare la continuità dei corpi di fabbrica in aggregazione tra essi
ed agli effetti dell’aderenza ai confini. Pertanto, per le pareti prospicienti tali elementi architettonici
sono ammesse distanze inferiori a m 5,00 dal confine e/o a distanza inferiore ai minimi da Codice
Civile, in tal caso le pareti potranno dar luce solo a servizi igienici, disimpegni, ripostigli e consentire
l’accesso all’immobile mediante porta vetrata o nicchie di accesso.
L’altezza massima dei fabbricati dovrà di norma rispettare i seguenti limiti:
- per alberghi e strutture ricettive ad essi assimilabili m 7,00 misurata dal piano di sistemazione finito
alla linea di imposta del solaio di copertura o all’intradosso dell’ultimo solaio orizzontale;
- per residenze turistiche m 6,00 misurata con le stesse modalità precedentemente descritte.
E’ consentito derogare al suddetto limite di altezza quando si tratti di strutture di particolare valore
architettonico che si inseriscono armonicamente nel contesto urbanistico ed esclusivamente di
carattere ricettivo-alberghiero e servizi connessi.
• Recinzioni
Di norma per le recinzioni valgono le stesse prescrizioni già definite per le tipologie costruttive in
quanto a materiali e rifiniture. L’altezza massima delle stesse non potrà superare i m 2,00 e la parte
muraria m 0,60, la parte a giorno dovrà essere realizzata in ferro battuto. Le cancellate ed i portoni
dovranno risultare del tipo tradizionale in ferro battuto lavorato o in legno.
• Rapporto di copertura
E’ stabilito un rapporto di copertura massimo del 40% per gli alberghi e le strutture ricettive ad essi
assimilabili e del 30% per le residenze turistiche.
Il rapporto di copertura verrà valutato calcolando la superficie in orizzontale derivante dalla proiezione
dell’ingombro del fabbricato delimitato dalla copertura dello steso in relazione alla superficie fondiaria
del lotto.
Nel suddetto rapporto non sono pertanto compresi i porticati, verande, tettoie, ecc. con la sola
esclusione di coperture con elementi costruttivi ad aria passante quali i pergolati.
Sub-zona F1 - Aree di interesse turistico nelle quali sono inclusi ambiti riferibili ad interventi consolidati e/o
normati da strumenti attuativi convenzionati, per i quali possono risultare ammissibili
interventi integrativi e/o di riqualificazione;
Sub-zona F2 - Aree di interesse turistico nelle quali sono individuabili ambiti in grado di ospitare interventi a
destinazione ricettivo-alberghiera e turistico-residenziale;
Sub-zona F3 - Aree di interesse turistico di riferimento alla risorsa parco, individuabili in località Sarmentas,
Masone Murtas e Su Telaio lungo la strada comunale s’Acqua Callenti, e in prossimità dell’ex
carcere, nelle quali sono inclusi ambiti in grado di ospitare interventi di tipo ricettivo e
turistico-residenziale.
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Art. 45. - SOTTOZONA F1
45.1. Caratteri distintivi
La sottozona F1, nella quale sono incluse le aree riferibili agli interventi consolidati e/o normati da strumenti
attuativi convenzionati è costituita dai comparti: a, b, c, d, e, f, g, h, i, l, m, n, o e p, di cui si riportano i dati
riassuntivi, relativi alla pianificazione vigente, nella seguente tabella:
ZONA F MQ Intervento MC PIANIF. MC PIAN. RIC MC PIAN. RES AB. INS. RIC AB. INS. RES AB. INS. TOT
Lott.ne Mariella soc. Simo Espansi
F1-a 468.274 46.741 46.741 0 467 0 467
82 s.r.l. - loc. S. Giusta
F1-b 26.074 Edificato ante L. 765/68 2.000 0 2.000 0 33 33
P.P. con valenza di
F1-c 604.045 71.547 7.155 64.392 72 1073 1145
Piano di Risanamento
F1-d 20.279 Edificato ante L. 765/68 2.500 2.500 0 25 0 25
Lott.ne. Villa Rei - S. Moico s.r.l.
F1-e 270.000 38.617 10.857 27.760 109 463 571
Loc. S . Elmo
F1-f 153.406 Lott.ne S eu Maurizio e figli 24.524 19.329 5.195 193 87 280
F1-l 139.800 Lott.ne Cala Pira 37.480 17.500 19.980 175 333 508
Lott.ne turistico-residenziale
F1-m 135.415 24.898 8.179 16.719 82 279 360
S. Pietro
P.d.L. a carattere turistico-residenz.
F1-n 94.445 15.950 5.487 10.463 55 174 229
in loc. Cala Sinzias
P.d.L. in loc. Cala Sinzias
F1-o 31.134 5.604 5.604 0 56 0 56
Limone Beach
Centro turistico-residenziale
F1-p 132.350 19.191 6.717 12.474 67 208 275
Genna-S pina Residence
TOTA LI 316.248 133.239 183.009 1.332 3.050 4.383
Per tali comparti, sia per quanto riguarda gli usi consentiti che per quanto concerne i parametri urbanistico –
edilizi, si confermano le norme contenute negli strumenti attuativi dei quali si riportano di seguito gli estremi
di approvazione.
Per il comparto F1-f, il presente P.U.C. prevede una consistenza volumetrica di nuova individuazione al fine di
consentire un ampliamento della struttura alberghiera esistente con adeguati standard qualitativi e quantitativi
per una funzionale ed economica gestione del complesso.
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I parametri urbanistici che sintetizzano la situazione da P.d.L., la previsione dell’attuale P.U.C. e quella del
presente piano sono elencati di seguito:
(mc) vol. tot.= 18.408 (mq) sup .terr.= 153.406 (mq) sup .terr.= 153.406
di cui: indice terr. vol. aggiuntivo 0,04 indice terr. 0,18
(mc) vol. pubbl.= 3.068 (mc) vol. tot. aggiuntivo= 6.136 (mc) vol. tot.= 27.613
(mc) vol. priv.= 15.340 di cui: dati riepilogativi:
P.U.C.
il vol. privato è dato da: (mc) vol. pubbl.= 1.022 valori dati agg. nuovo
esist. P.U.C.
(mc) vol. ric.= 12.272 (mc) vol. priv. ric.= 4.090 dati totali
(mc) vol. resid.= 3.068 (mc) vol. priv. res.= 1.004 (mc) vol. pubbl.= 4.090 512 4.602
La destinazione d’uso prevista minima è per il 70% ricettivo-alberghiera e per il restante 30% potrà destinarsi
alle residenze turistiche.
L’incremento volumetrico per il comparto F1- f sarà possibile a seguito di una variante al P.d.L. approvato che
dovrà essere estesa all’intero comparto.
Fermo restando la validità delle norme generali di cui al punto 44.4. delle presenti Norme, le volumetrie di
nuova realizzazione dovranno risultare integrate rispetto al complesso esistente, cercando di seguire gli
elementi di composizione architettonica e gli schemi distributivi degli edifici già realizzati.
La struttura ricettivo-alberghiera dovrà risultare conforme alle normative nazionali e regionali in materia.
La realizzazione della struttura, la sua ristrutturazione ed ampliamento sarà oggetto, una volta approvata la
variante al Piano Attuativo, di progettazione esecutiva, estesa alla sistemazione paesaggistica dell’area, degli
impianti e delle attrezzature necessarie al fine di ottenere il rilascio della concessione edilizia.
Gli oneri di urbanizzazione primaria e secondaria sono a totale carico del richiedente.
Si considera condizione essenziale per il rilascio del consenso all’agibilità la completa realizzazione delle opere
edilizie, di urbanizzazione, di sistemazione e valorizzazione paesaggistica delle aree.
Nelle aree F1-h, oltre agli usi previsti dalle N.d.A. del Piano Attuativo vigente, sono consentiti, nei limiti della
disponibilità volumetrica dell’area, usi a destinazione ricettivo-alberghiera.
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46.2. Usi consentiti
L’uso consentito è quello turistico ricettivo e turistico residenziale nonché dei relativi servizi. In particolare, per
quanto riguarda la ripartizione percentuale della volumetria nelle due quote da destinarsi alle strutture
ricettivo-alberghiere e agli edifici turistico-residenziali, si riporta la seguente tabella riassuntiva:
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46.4. Interventi consentiti in assenza di Piano Attuativo
Per gli edifici esistenti e le relative volumetrie legittimamente assentite, qualora non si voglia aderire per la
formazione di Piani Attuativi, le stesse potranno permanere nella condizione in cui si trovano all’atto di
adozione del P.U.C. con l’asservimento delle superfici di pertinenza previste dall’autorizzazione, licenza o
concessione edilizia ottenuta; in tal caso sono consentiti gli interventi di manutenzione ordinaria, straordinaria,
restauro e risanamento conservativo, ristrutturazione senza aumento di volume o demolizione e ricostruzione
sempre senza aumento di volume.
Per gli interventi di ristrutturazione edilizia, demolizione e ricostruzione con aumento di volume è necessario il
Piano Attuativo.
Pertanto, le aree in cui sono presenti edifici potranno essere incluse nei Piani Attuativi e, di conseguenza,
saranno soggette alla disciplina degli stessi; in tal caso, nel rispetto dei parametri urbanistico-edilizi, saranno
ammesse variazioni di destinazione d’uso, la ristrutturazione edilizia con o senza aumento di volume, la
demolizione e la ricostruzione.
Per i lotti che in seguito allo studio del comparto risultino inedificati e per quelli in cui l’edificazione esistente
non raggiunga il livello massimo stabilito dall’applicazione dell’indice territoriale per ogni comparto, il Piano
Attuativo prevedrà la nuova edificazione e/o l’incremento volumetrico fino al raggiungimento dell’indice
stabilito.
Per l’esecuzione degli interventi edilizi devono essere rispettate le seguenti prescrizioni:
Dc = 5,00 m le costruzioni potranno sorgere sui confini di proprietà ovvero potranno distare
minimo 5,00 m con pareti finestrate. La distanza minima tra due edifici non in
aderenza, non potrà essere inferiore a m 10,00, se con almeno una delle pareti
finestrate.
Df = 10,00 m
Hmax = 7,00 m (per le strutture alberghiere)
Hmax = 6,00 m (per le strutture residenziali)
It = Vd. tabella sopra riportata
If = 0,40 mc/mq (l’indice fondiario massimo)
S = 50% della superficie territoriale dovrà essere destinata a spazi per attrezzature d’interesse
comune, per verde attrezzato a parco, gioco e sport e per parcheggi. Almeno il 60% di tali aree
devono essere pubbliche.
E’ consentito derogare al suddetto limite di altezza, quando si tratti di strutture di particolare valore
architettonico che si inseriscono armonicamente nel contesto urbanistico ed esclusivamente di carattere
ricettivo-alberghiero e servizi connessi.
Per quanto non espressamente previsto si applicano le norme del D.A.EE.LL. del 20/12/1983 n. 2266/U -
BURAS del 10/02/1984.
52
tipologia diversa in funzione dei microambiti di localizzazione degli interventi, finalizzata alla valorizzazione
degli stessi e alla sostenibilità dell’ambiente e del paesaggio.
46.7. Viabilità
La viabilità principale di lottizzazione, prevista in cessione, dovrà prevedere una larghezza stradale non
inferiore a metri 8,00 e due marciapiedi laterali di larghezza non inferiore a m 2,00 cadauno, salvo diversa
dimostrazione in sede di Piano Attuativo.
La viabilità secondaria, a servizio dei sub-comparti, interni al Piano Attuativo dovrà avere una carreggiata non
inferiore a 6,00 m e due marciapiedi laterali di larghezza non inferiore a m 1,20 cadauno, salvo diversa
dimostrazione in sede di Piano Attuativo.
La viabilità pedonale dovrà risultare di larghezza non inferiore a m 2,20.
Le piste ciclabili avranno larghezza minima pari a m 1,50 , riducibile a 1,25 nel caso in cui si tratti di due
corsie attigue nello stesso senso di marcia; la larghezza dello spartitraffico, fisicamente invalicabile, che separa
la pista ciclabile in sede propria dalla carreggiata destinata ai veicoli a motore non deve essere inferiore a m
0,50.
Il disegno della sezione stradale complessiva dovrà sempre prevedere fasce verdi alberate, con arbusti e/o
alto fusto, di separazione tra assi a diversa funzione.
E’ vietata l’edificazione ad uso residenziale entro la fascia dei 500 m dal mare.
Nel comparto F2-n è vietata l’edificazione all’interno della fascia dei 2 Km dal mare.
Nei comparti F2-i e F2-m la volumetria residenziale dovrà essere edificata oltre la fascia dei 2 Km dal mare.
Nei comparti: F2-a, F2-b, F2-c, F2-d e F2-p, il volume ricettivo è destinato esclusivamente alla realizzazione di
strutture alberghiere classificate a cinque stelle, così come specificato dalla L.R. n. 22 del 14/05/1984.
Nelle aree inondabili l’edificazione è condizionata alla predisposizione della relazione geotecnica da allegare
agli elaborati di progetto.
In tutte le sub-zone, gli interventi esistenti o futuri dovranno rispettare le norme delle leggi vigenti in materia
di smaltimento delle acque reflue, residui organici e inorganici, e di inquinamento atmosferico.
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Art. 47. - SOTTOZONA F3
47.1. Caratteri distintivi
Aree di interesse turistico di nuova individuazione e di riferimento alla risorsa parco, individuabili in località
Sarmentas, Masone Murtas e Su Telaio lungo la strada comunale S’Acqua Callenti, e in prossimità dell’ex
carcere nelle quali sono inclusi ambiti in grado di ospitare interventi di tipo ricettivo e turistico-residenziale.
Le zone F3 sono costituite dai comparti: a, b, c, d, e ed f e individuano ambiti territoriali suscettibili di
valorizzazione delle risorse ambientali in integrazione con le iniziative di promozione turistica.
L’individuazione di tali comparti F3 è fortemente legata alla fruizione della risorsa “Parco dei Sette Fratelli –
Monte Genis” e alla forte crescita prevista per il turismo naturalistico e ambientale.
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47.5. Parametri urbanistico-edilizi
I parametri da osservare nella pianificazione attuativa sono quelli riportati nella seguente tabella:
Per l’esecuzione degli interventi edilizi devono essere rispettate le seguenti prescrizioni:
Dc = 5,00 m le costruzioni potranno sorgere sui confini di proprietà ovvero potranno distare
minimo 5,00 m con pareti finestrate. La distanza minima tra due edifici non in
aderenza, non potrà essere inferiore a m 10,00, se con almeno una delle pareti
finestrate.
Df = 10,00 m
Hmax = 7,00 m (per le strutture alberghiere)
Hmax = 6,00 m (per le strutture residenziali)
It = 0.16 mc/mq
If = 0,40 mc/mq (l’indice fondiario massimo)
S = 50% della superficie territoriale dovrà essere destinata a spazi per attrezzature d’interesse
comune, per verde attrezzato a parco, gioco e sport e per parcheggi. Almeno il 60% di tali aree
devono essere pubbliche.
Per quanto non espressamente previsto si applicano le norme del D.A.EE.LL. del 20/12/1983 n. 2266/U -
BURAS del 10/02/1984.
47.8. Viabilità
La viabilità principale di lottizzazione, prevista in cessione, dovrà prevedere una larghezza stradale non
inferiore a metri 8,00 e due marciapiedi laterali di larghezza non inferiore a m 2,00 cadauno, salvo diversa
dimostrazione in sede di Piano Attuativo.
La viabilità secondaria, a servizio dei sub-comparti, interni al Piano Attuativo dovrà avere una carreggiata non
inferiore a 6,00 m e due marciapiedi laterali di larghezza non inferiore a mt 1,20 cadauno, salvo diversa
dimostrazione in sede di Piano Attuativo.
La viabilità pedonale dovrà risultare di larghezza non inferiore a m 2,20.
Il disegno della sezione stradale complessiva dovrà sempre prevedere fasce verdi alberate, con arbusti e/o
alto fusto, di separazione tra assi a diversa funzione.
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47.9. Norme diverse
La cessione delle aree pubbliche di cui al punto 47.5. dovrà essere contestuale alla stipula della prevista
convenzione allegata al Piano esecutivo di lottizzazione tra i proprietari ed il Comune.
Il Piano esecutivo dovrà prevedere un apposito studio sia per la salvaguardia del verde esistente e delle
eventuali integrazioni, nonché per limitare al massimo i movimenti di terra e materie.
Nella definizione dei nuovi comparti edificatori e/o nell’organizzazione di quelli esistenti si dovrà tener conto,
nel Piano Attuativo delle indicazioni contenute nelle tavole F dello Studio di Compatibilità Paesistico
Ambientale, al fine di pervenire ad una funzionale definizione delle aree da destinare all’edificazione e di
quelle destinate al verde pubblico e alle strutture e ai servizi di uso pubblico. Le indicazioni contenute negli
elaborati grafici suddetti forniscono precise informazioni sugli ambiti preferenziali di localizzazione dei volumi,
che costituiscono il risultato dello Studio di Compatibilità Paesistico Ambientale; tali indicazioni, seppure non
vincolanti in assoluto, rappresentano un preciso indirizzo di Piano ed eventuali diverse soluzioni dovranno
risultare giustificate da una Valutazione di Compatibilità Ambientale e da comprovate esigenze di
organizzazione funzionale del comparto. Le soluzione alternative dovranno essere comunque finalizzate al
massimo livello di compatibilità rispetto alle risorse paesistico-ambientali e tali da scongiurare eventuali rischi
per lo stato della risorsa ritenuta meritevole di tutela e valorizzazione. Le linee guida per la predisposizione
della Valutazione di Compatibilità Ambientale sono contenute all’Art. 12 delle presenti Norme.
Le aree non interessate dall’edificazione dovranno essere gestite a verde o essere pavimentate con
pavimentazione permeabile nella misura di almeno l’80% della loro estensione totale.
Le aree libere andranno piantumate con essenze autoctone o prevalentemente autoctone.
Nelle aree e campi giochi per bambini è vietato l’impiego delle seguenti essenze: Aconitum napellus,
Anemone nemorosa, Aquilegia vulgaris, Buxus sempervirens, Clematis vitalba, Colchicum autunnale,
Convallaria majalis, Daphne mezereum, Delphinium ajacis, Digitalis purpurea, Euonimus europaea, Fagus
sylvatica, Fritillaria meleagris, Hedera helix, Helleborus spp., 1lex aquifolium, Juniperus communis, Kalmia
spp., Laburnum anagyroides, Ligustrum vulgare, Lonicera spp., Lupinus spp., Nerium oleander, Pieris
japonica, Prunus laurocerasus, Rhamnus cathartica, Rhododendron spp., Robinia spp., Sambucus ebulus,
Sambucus racemosa, Sedum acre, Spartium junceum, Symphoricarpos spp., Taraxacum spp., Taxus
baccata, Thuja spp., Viburnum spp., Wisteria sinensis.
Negli spazi verdi dovranno essere previsti tutti quegli accorgimenti necessari per la fruizione e la percorribilità
da parte dei disabili quali: percorsi, rampe, fioriere, posti a sedere in ragione di un posto ogni venti o frazione
di venti ecc.
Qualora dovesse dimostrarsi l’impossibilità a realizzare in un comparto la volumetria turistico-residenziale per
la presenza di vincoli sovraordinati, la stessa attuazione potrà mettersi in atto estendendo lo studio ad un
macro-comparto che includa anche quello adiacente.
Nelle zone F3 è vietata l’edificazione all’interno della fascia dei 2 Km dal mare.
Nelle aree inondabili l’edificazione è condizionata alla predisposizione della relazione geotecnica da allegare
agli elaborati di progetto.
In tutte le sub-zone, gli interventi esistenti o futuri dovranno rispettare le norme delle leggi vigenti in materia
di smaltimento delle acque reflue, residui organici e inorganici, e di inquinamento atmosferico.
Gli elementi che caratterizzano e definiscono dal punto di vista normativo gli ambiti del Piano Attuativo sono i
seguenti:
- l’indice di edificabilità territoriale;
- la ripartizione percentuale della volumetria edificabile per le differenti destinazioni d’uso
urbanistiche;
- la ripartizione percentuale della superficie totale del comparto per le differenti destinazioni d’uso
urbanistiche;
- la conseguente specializzazione funzionale delle aree;
- la percentuale di superficie urbanizzabile (ossia: superficie fondiaria, viabilità e aree per standard) e
56
quella libera dall’edificazione da destinare a verde.
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- indice territoriale complessivo (relativo ai volumi da edificarsi sia in zona F che in zona G);
- volume totale edificabile;
- volume edificabile in zona G;
- volume edificabile in zona F;
- ripartizione percentuale della zona F nelle due destinazioni:
• ricettivo-alberghiera (RIC);
• turistico-residenziale (RES).
- volume ricettivo zona F;
- volume residenziale zona F.
COMP. G/F-1 COMP. G/F-2 COMP. G/F-3 COMP. G/F-4 COMP. G/F-5
Inoltre, per l’esecuzione degli interventi edilizi devono essere rispettate le seguenti prescrizioni:
1) – ZONA F
Dc = 5,00 m le costruzioni potranno sorgere sui confini di proprietà ovvero potranno distare
minimo 5,00 m con pareti finestrate. La distanza minima tra due edifici non in
aderenza, non potrà essere inferiore a m 10,00, se con almeno una delle pareti
finestrate.
Df = 10,00 m
Hmax = 7,00 m (per le strutture alberghiere)
Hmax = 6,00 m (per le strutture residenziali)
If = 0,40 mc/mq (l’indice fondiario massimo)
S = 50% della superficie territoriale dovrà essere destinata a spazi per attrezzature d’interesse
comune, per verde attrezzato a parco, gioco e sport e per parcheggi. Almeno il 60% di tali aree
devono essere pubbliche).
La volumetria destinata ai servizi pubblici deve essere almeno pari ad 1/6 del volume complessivo relativo alle
zone F.
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2) – ZONA G
Dc = 10,00 m
Df = 20,00 m
Hmax = 7,50 m
S = 80/100 mq/mq (gli 80 mq di spazio pubblico o ad uso pubblico, escluse le sedi viarie e di cui
almeno la metà destinate a parcheggio sono riferibili a 100 mq di superficie
lorda di pavimento.
Nel caso di edifici ed impianti pubblici o di interesse pubblico, le aree da cedere
o da rendere disponibili potranno essere limitati agli spazi da destinare a
parcheggi.
La superficie risultante libera dall’edificazione, dalle sedi viarie e dai parcheggi, deve essere destinata a verde
attrezzato.
E’ consentito derogare ai suddetti limiti di altezza (sia per le zone F che G) quando si tratti di strutture di
particolare valore architettonico che si inseriscono armonicamente nel contesto urbanistico ed esclusivamente
di carattere ricettivo-alberghiero e servizi connessi.
Per quanto non espressamente previsto si applicano le norme del D.A.EE.LL. del 20/12/1983 n. 2266/U -
BURAS del 10/02/1984.
48.8 Viabilità
La viabilità principale di lottizzazione, prevista in cessione, dovrà prevedere una larghezza stradale non
inferiore a metri 8,00 e due marciapiedi laterali di larghezza non inferiore a m 2,00 cadauno, salvo diversa
dimostrazione in sede di Piano Attuativo.
La viabilità secondaria, a servizio dei sub-comparti, interni al Piano Attuativo dovrà avere una carreggiata non
inferiore a 6,00 m e due marciapiedi laterali di larghezza non inferiore a m 1,20 cadauno, salvo diversa
dimostrazione in sede di Piano Attuativo.
La viabilità pedonale dovrà risultare di larghezza non inferiore a m 2,20.
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Nella definizione del Piano Attuativo è fatto obbligo attenersi alle indicazioni contenute nelle tavole F dello
Studio di Compatibilità Paesistico Ambientale, al fine di pervenire ad una funzionale definizione delle aree da
destinare all’edificazione e di quelle destinate al verde pubblico e alle strutture e ai servizi di uso pubblico. Le
indicazioni contenute negli elaborati grafici suddetti forniscono precise informazioni sugli ambiti preferenziali di
localizzazione dei volumi, che costituiscono il risultato dello Studio di Compatibilità Paesistico Ambientale; tali
indicazioni, seppure non vincolanti in assoluto, rappresentano un preciso indirizzo di Piano ed eventuali
diverse soluzioni dovranno risultare giustificate da una Valutazione di Compatibilità Ambientale e da
comprovate esigenze di organizzazione funzionale del comparto. Le soluzione alternative dovranno essere
comunque finalizzate al massimo livello di compatibilità rispetto alle risorse paesistico-ambientali e tali da
scongiurare eventuali rischi per lo stato della risorsa ritenuta meritevole di tutela e valorizzazione. Le linee
guida per la predisposizione della Valutazione di Compatibilità Ambientale sono contenute all’Art. 12 delle
presenti Norme.
Nella zona G, sono consentiti edifici per l’abitazione dei proprietari e/o dei custodi, purché venga motivata la
necessità di risiedere sul posto e purché le abitazioni rispettino i requisiti di igiene e di comfort.
E’ vietata l’edificazione entro la fascia dei 300 m dal mare ad eccezione di quanto previsto dall’Art. 10bis della
L.R. n. 45/89.
E’ vietata l’edificazione ad uso residenziale entro la fascia dei 500 m dal mare.
Nelle zone G/F il volume ricettivo-alberghiero è destinato esclusivamente alla realizzazione di strutture
alberghiere classificate a cinque stelle, così come specificato dalla L.R. n. 22 del 14/05/1984, con almeno il
30% dei posti letto ubicati in suites.
Nel comparto G/F-2, la volumetria ad uso turistico dovrà essere realizzata oltre la fascia dei 2 km dalla linea di
costa.
Nelle aree inondabili l’edificazione è condizionata alla predisposizione della relazione geotecnica da allegare
agli elaborati di progetto.
In tutti i comparti, gli interventi esistenti o futuri dovranno rispettare le norme delle leggi vigenti in materia di
smaltimento delle acque reflue, residui organici e inorganici, e di inquinamento atmosferico.
Art. 49. - ZONA G SERVIZI GENERALI. SOTTOZONE G1, G2, G3, G4, G5, G6 e G7 . NORME
GENERALI COMUNI
49.1. Caratteri distintivi.
Le aree classificate G dal P.U.C. di Castiadas includono un complesso di destinazioni molto articolato, che
comprende edifici, attrezzature ed impianti, pubblici e privati, riservati a servizi di interesse generale, quali
strutture per l’istruzione secondaria, superiore ed universitaria, ai beni culturali, la sanità, lo sport e le attività
ricreative, il credito, le comunicazioni, o quali mercati generali, parchi, depuratori, tecnici urbani e simili.
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49.3. Articolazione della zona.
La zona G viene suddivisa nelle seguenti sottozone:
Sub-zona G3 - Aree destinate a servizi di interesse generale e di supporto alla funzione alberghiera.
49.5. Viabilità
La viabilità principale di lottizzazione, prevista in cessione, dovrà prevedere una larghezza stradale non
inferiore a metri 8,00 e due marciapiedi laterali di larghezza non inferiore a m 2,00 cadauno.
L’edificazione è vietata all’interno della fascia dei 300 metri dal mare nonché all’interno della fascia di rispetto
dalla strada provinciale ancorché non classificata zona H.
Nelle aree inondabili l’edificazione è condizionata alla predisposizione della relazione geotecnica da allegare
agli elaborati di progetto.
Il Piano esecutivo dovrà prevedere apposito studio sia per la salvaguardia del verde esistente sia per limitare
al massimo i movimenti di terra e materie.
Nella zona sono consentiti edifici per l’abitazione dei proprietari e/o dei custodi, purché venga motivata la
necessità di risiedere sul posto e purché le abitazioni rispettino i requisiti di igiene e di comfort.
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- gli edifici e le installazioni per il funzionamento dello scalo e per il ricovero di velivoli e simili;
- strutture ricettivo-alberghiere.
Dc = 10,00 m
Df = 20,00 m
Volume Massimo = 80.000 mc (con obbligo di Piano Attuativo)
Hmax = 7,50 m
S = 80/100 mq/mq (gli 80 mq di spazio pubblico o ad uso pubblico, escluse le sedi viarie e di cui
almeno la metà destinate a parcheggio sono riferibili a 100 mq di superficie
lorda di pavimento. Nel caso di edifici ed impianti pubblici o di interesse
pubblico, le aree da cedere o da rendere disponibili potranno essere limitati agli
spazi da destinare a parcheggi).
Dc = 10,00 m
62
Df = 20,00 m
It = 1,30 mc/mq (con obbligo di Piano Attuativo)
Hmax = 7,50 m
S = 80/100 mq/mq (gli 80 mq di spazio pubblico o ad uso pubblico, escluse le sedi viarie e di cui
almeno la metà destinate a parcheggio sono riferibili a 100 mq di superficie
lorda di pavimento. Nel caso di edifici ed impianti pubblici o di interesse
pubblico, le aree da cedere o da rendere disponibili potranno essere limitati agli
spazi da destinare a parcheggi).
51.6. Comparto d’intervento
I piani urbanistici attuativi dovranno di norma essere estesi all’intera sottozona.
Qualora l’intervento proposto riguardi i servizi strettamente connessi con la funzione alberghiera, quali
depositi, magazzini, ecc. è ammessa l’edificazione di una volumetria non superiore al 30% dell’intervento per
gli alloggi del personale impiegato nel settore alberghiero. Tale volumetria dovrà essere concentrata in un
unico corpo di fabbrica e non potrà essere frazionata.
Dc = 10,00 m
Df = 20,00 m
It = 0,30 mc/mq (con l’obbligatorietà del Piano Attuativo)
Hmax = 7,50 m
63
S = 80/100 mq/mq (gli 80 mq di spazio pubblico o ad uso pubblico, escluse le sedi viarie e di cui
almeno la metà destinate a parcheggio sono riferibili a 100 mq di superficie
lorda di pavimento. Nel caso di edifici ed impianti pubblici o di interesse
pubblico, le aree da cedere o da rendere disponibili potranno essere limitati agli
spazi da destinare a parcheggi).
52.7. Comparto d’intervento
In tutta la sub-zona i piani urbanistici attuativi dovranno di norma essere estesi all’intera sottozona, ovvero a
comparti delimitati da viabilità consolidata e da zone omogenee diverse dalla zona G oppure a superfici non
inferiori a 3 Ha.
Uno o più proprietari qualora dimostrino l’impossibilità, per mancanza di assenso degli altri proprietari, di
predisporre un piano attuativo possono, previa autorizzazione del Comune, predisporre il Piano esteso al
comparto d’intervento. In tale ipotesi il Piano si attuerà per stralci funzionali convenzionabili separatamente e i
relativi oneri di urbanizzazione saranno ripartiti tra i diversi proprietari. La verifica degli standard deve essere
effettuata per ciascuno stralcio funzionale.
Dc = 10,00 m
Df = 20,00 m
It = 0,10 mc/mq
Hmax = 7,50 m
S = 80/100 mq/mq (gli 80 mq di spazio pubblico o ad uso pubblico, escluse le sedi viarie e di cui
almeno la metà destinate a parcheggio sono riferibili a 100 mq di superficie
lorda di pavimento. Nel caso di edifici ed impianti pubblici o di interesse
pubblico, le aree da cedere o da rendere disponibili potranno essere limitati agli
spazi da destinare a parcheggi).
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Art. 54. - SOTTOZONA G5
54.1. Caratteri distintivi
In tale sottozona sono incluse le aree in grado di ospitare strutture ed impianti destinati a parco attrezzato.
Dc = 10,00 m
Df = 20,00 m
It = 0,20 mc/mq (con obbligo di Piano Attuativo)
Hmax = 7,50 m
S = 80/100 mq/mq (gli 80 mq di spazio pubblico o ad uso pubblico, escluse le sedi viarie e di cui
almeno la metà destinate a parcheggio sono riferibili a 100 mq di superficie
lorda di pavimento. Nel caso di edifici ed impianti pubblici o di interesse
pubblico, le aree da cedere o da rendere disponibili potranno essere limitati agli
spazi da destinare a parcheggi).
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dell’area.
Per ciascuna sottozona G6 sono ammesse realizzazioni volumetriche, con altezze massime non superiori a 3,50
m e che interessino una superficie coperta non superiore a 80,00 mq.
Sono ammissibili i seguenti interventi sugli immobili esistenti: manutenzione ordinaria, manutenzione
straordinaria, restauro e risanamento conservativo.
Art. 57. - ZONA H - SALVAGUARDIA. SOTTOZONE H1, H2, H3 e H4. NORME GENERALI
COMUNI
57.1. Caratteri distintivi.
Le aree classificate H dal P.U.C. di Castiadas riguardano le parti del territorio non classificabili secondo i criteri
in precedenza definiti e che rivestono un particolare pregio ambientale, naturalistico, geomorfologico,
speleologico, archeologico, paesaggistico o di particolare interesse per la collettività, quali fascia costiera,
fascia attorno agli agglomerati urbani, fascia di rispetto cimiteriale, fascia lungo le strade statali provinciali e
comunali di interesse turistico con insediamenti di tipo prevalentemente stagionale.
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• usi ricreativi-culturali, quali opere di accesso al mare, di supporto alla balneazione e alla nautica, attività
sportive connesse, attrezzature igieniche e di soccorso, con l’adozione di particolari misure di
minimizzazione dell’impatto ambientale;
• interventi finalizzati alla realizzazione di opere di bonifica e antincendio, forestale e ricostituzione
boschiva, ambientale e naturale;
• opere di rimboschimento effettuate al fine di ricostituire la copertura vegetale preesistente con essenze
autoctone;
• opere antincendio e protezione civile;
• sistemazioni idrauliche dei corsi d’acqua;
• reti elettriche e telefoniche con relative cabine, avendo cura di adottare particolari misure di
minimizzazione dell’impatto ambientale;
• mantenimento delle attività agricole preesistenti, con eventuali interventi di adeguamento tecnologico;
• mantenimento dell’attività preesistente di pascolo controllato e delle superfici foraggere;
• attività di cava, a norma delle leggi vigenti in materia, con l’obbligo dello studio di impatto ambientale e
relativi interventi di ripristino dell’ambiente;
• stabilizzazione e sistemazione ambientale delle discariche di inerti.
Nelle zone H il disboscamento ed il decespugliamento dovranno avvenire sotto il controllo delle autorità
preposte alla vigilanza ambientale.
In ogni caso si, dovrà prevedere, per le aree ricadenti in zona H, usi coerenti e compatibili con l’ambiente
naturale esistente ed il mantenimento, il ripristino e/o la piantumazione, nelle aree con suscettività forestale,
di essenze arboree tradizionalmente insediate.
57.3. Articolazione della zona
La zona H viene suddivisa nelle seguenti sottozone:
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Non sono consentiti, ai fini della realizzazione dei predetti edifici, movimenti di terra tali da modificare in modo
rilevante lo stato dei luoghi.
Per lo svolgimento delle attività stagionali è ammessa l’installazione di manufatti precari realizzati con
strutture in materiale leggero semplicemente appoggiati a terra, per le quali sono consentite unicamente le
opere di ancoraggio, che non comportino alcuna modificazione dello stato dei luoghi.
L’installazione potrà essere realizzata, previa comunicazione al sindaco, corredata di dichiarazione sostitutiva
di atto notorio, nella quale siano dichiarate:
Dc = 20,00 m
Df = 40,00 m
Hmax = 3,00 m
It = 0,001 mc/mq (con possibilità di deroga ai sensi dell’art. 16 della L. 06.08.1967 n. 765
limitatamente agli edifici ed attrezzature ed impianti pubblici)
Per quanto non espressamente previsto si applicano le norme del D.A.EE.LL. del 20/12/1983 n. 2266/U -
BURAS del 10/02/1984.
Tutti gli interventi sia proposti che già realizzati, in ambito soggetto ad eventuale vincolo, dovranno adeguarsi
alla normativa sia Nazionale che Regionale entro il limite massimo di un anno, salvo minori tempi
espressamente previsti da norme specifiche.
Per l’esecuzione degli interventi ammessi devono essere rispettate le seguenti prescrizioni:
Dc = 20,00 m
Df = 40,00 m
Hmax = 3,00 m
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It = 0,001 mc/mq (con possibilità di deroga ai sensi dell’art. 16 della L. 06.08.1967 n°765
limitatamente agli edifici ed attrezzature ed impianti pubblici)
Per quanto non espressamente previsto si applicano le norme del D.A.EE.LL. del 20/12/1983 n. 2266/U -
BURAS del 10/02/1984.
E’ vietata l’edificazione e sono ammissibili, esclusivamente, i seguenti interventi sugli immobili esistenti:
manutenzione ordinaria, manutenzione straordinaria, restauro e risanamento conservativo.
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Art. 63. - AREE S. AREE DESTINATE A STANDARD URBANISTICI.
63.1. Classificazione
Ai fini della funzione dello strumento urbanistico generale, deve essere assicurata una dotazione globale di
aree per servizi sociali, comprendenti attrezzature pubbliche e di uso pubblico, commisurata all’entità degli
insediamenti residenziali e produttivi, sulla base dei rapporti massimi tra gli spazi destinati agli insediamenti
residenziali e gli spazi pubblici consentiti alla legislazione sociale. Le zone, destinate a standard urbanistici e
ricomprese nelle zone A e B, (attrezzature ed impianti di interesse generale) si distinguono in:
- aree per l’istruzione (S1);
- aree per attrezzature d’interesse comune (S2);
- aree per spazi pubblici attrezzati a parco e per il gioco e lo sport (S3);
- aree per i parcheggi pubblici (S4).
Dc = 5,00 m,
Df = 10,00 m,
If = pari a quello relativo alla zona omogenea di riferimento,
Rc = 0,25 mq/mq,
H = 10,50 m,
S = 1 mq / 10 mc.
Dc = 5,00 m,
Df = 10,00 m,
It = pari a quello relativo alla zona omogenea di riferimento,
Rc = 0,25 mq/mq,
H = 10,50 m,
S = 1 mq / 10 mc.
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Art. 64. - AREE DEMANIALI DA DESTINARE AI SERVIZI DI SPIAGGIA
Le aree demaniali da destinare ai servizi di spiaggia, ovvero deputate ad accogliere le attrezzature leggere di
supporto alla balneazione ed alla fruizione del litorale, saranno regolate da apposito Piano di Utilizzazione dei
Litorali di cui all’art. 3 comma 6 della Legge n. 494 del 4/12/93, che demanda alle Regioni la predisposizione
di piani di utilizzazione delle aree del demanio marittimo, che hanno come oggetto la previsione e la
localizzazione delle attrezzature, dei servizi di spiaggia e degli accessi relativi.
La normativa regionale relativa ai suddetti P.U.L., fa capo ai seguenti Atti amministrativi:
- Decreto Assessore Affari Generali, Personale, ecc. n. 61/AA.GG;
- Delibera G.R. n. 17/20 del 23/3/99;
- Delibera G.R. n. 4/15 del 2/2/2000.
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TITOLO VI - NORME TRANSITORIE FINALI
72
COMUNE DI CASTIADAS
PROVINCIA DI CAGLIARI
INDICE
ART. 13. - DESTINAZIONI D’USO DEGLI IMMOBILI NELLE ZONE RESIDENZIALI ...................10
ART. 14. - PARCHEGGI IN ZONE RESIDENZIALI .................................................................11
ART. 15. - DESTINAZIONI D’USO NELLE ZONE D................................................................11
ART. 16. - DESTINAZIONI D’USO ED ATTIVITÀ CONSENTITE NELLE ZONE E........................11
ART. 17. - DESTINAZIONI D’USO NELLE ZONE F ................................................................12
ART. 18. - DESTINAZIONI D’USO NELLE ZONE G................................................................12
ART. 19. - DESTINAZIONI D’USO ED ATTIVITÀ CONSENTITI NELLE ZONE H ........................12
ART. 20. - NORME GENERALI RELATIVA ALL’USO DI IMMOBILI COMMERCIALI.....................13
ART. 26. - ZONA OMOGENEA A. SOTTOZONE A1 E A2. NORME GENERALI COMUNI ...............24
ART. 27. - SOTTOZONA A1................................................................................................25
ART. 28. - SOTTOZONA A2................................................................................................26
73
ART. 29. - ZONA B1. COMPLETAMENTO RESIDENZIALE.......................................................27
ART. 30. - ZONA C. ESPANSIONE RESIDENZIALE. SOTTOZONE C1, C2 E C3. NORME GENERALI
COMUNI ..........................................................................................................29
ART. 31. - SOTTOZONA C1................................................................................................30
ART. 32. - SOTTOZONA C2................................................................................................30
ART. 33. - SOTTOZONA C3................................................................................................31
ART. 34. - ZONA D. INDUSTRIALE, ARTIGIANALE E COMMERCIALE. SOTTOZONE D1, D2 E D3.
NORME GENERALI COMUNI ..............................................................................33
ART. 35. - SOTTOZONA D1 ...............................................................................................33
ART. 36. - SOTTOZONA D2 ...............................................................................................33
ART. 37. - SOTTOZONA D3 ...............................................................................................34
ART. 38. - ZONA E. AGRICOLA. SOTTOZONE E1 E2, E4, E4/B E E5. NORME GENERALI COMUNI 35
ART. 39. - SOTTOZONA E1 ................................................................................................40
ART. 40. - SOTTOZONA E2 ................................................................................................41
ART. 41. - SOTTOZONA E4 ................................................................................................42
ART. 42. - SOTTOZONA E4/B ............................................................................................43
ART. 43. - SOTTOZONA E5 ................................................................................................44
ART. 44. - ZONA F TURISTICA. SOTTOZONE F1, F2 E F3. NORME GENERALI COMUNI.............45
ART. 45. - SOTTOZONA F1 ................................................................................................49
ART. 46. - SOTTOZONA F2 ................................................................................................50
ART. 47. - SOTTOZONA F3 ................................................................................................54
ART. 48. - ZONA G/F A FUNZIONE INTEGRATA: SERVIZI E STRUTTURE TURISTICHE. NORME
GENERALI .......................................................................................................56
ART. 49. - ZONA G SERVIZI GENERALI. SOTTOZONE G1, G2, G3, G4, G5, G6 E G7 . NORME
GENERALI COMUNI ..........................................................................................60
ART. 50. - SOTTOZONA G1 ...............................................................................................61
ART. 51. - SOTTOZONA G2 ...............................................................................................62
ART. 52. - SOTTOZONA G3 ...............................................................................................63
ART. 53. - SOTTOZONA G4 ...............................................................................................64
ART. 54. - SOTTOZONA G5 ...............................................................................................65
ART. 55. - SOTTOZONA G6 ...............................................................................................65
ART. 56. - SOTTOZONA G7 ...............................................................................................66
ART. 57. - ZONA H - SALVAGUARDIA. SOTTOZONE H1, H2, H3 E H4. NORME GENERALI COMUNI
......................................................................................................................66
ART. 58. - SOTTOZONA H1 ...............................................................................................67
ART. 59. - SOTTOZONA H2 ...............................................................................................68
ART. 60. - SOTTOZONA H3 ...............................................................................................69
ART. 61. - SOTTOZONA H4 ...............................................................................................69
ART. 62. - AREE DI RISPETTO ARCHEOLOGICO .................................................................69
ART. 63. - AREE S. AREE DESTINATE A STANDARD URBANISTICI. ......................................70
ART. 64. - AREE DEMANIALI DA DESTINARE AI SERVIZI DI SPIAGGIA.................................71
ART. 65. - POTERI DI DEROGA .........................................................................................71
74