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SCALETTA FREUD TIROCINIO

Alcune premesse sul testo


Figura di Leonardo presa a partire dal suo genio, pittorico e scientifico come ricercatore. Non ci si deve
aspettare delle scoperte innovative rispetto alla sua figura, piuttosto ciò che interessa è l’interpretazione e
la spiegazione che di essa si dà.

Critiche Freud se le aspetta: sa benissimo che una patografia di uno degli uomini più venerati di sempre
potrà suonare a molti come una profanazione.
Nonostante questo, egli rimane convinto che la psicoanalisi non degrada chi indaga: il genio di Leonardo
rimane intatto.

Nonostante, inoltre, l’autodefinizione di “romanzo psicanalitico”, Freud rimarrà fedele alle sue tesi per oltre
20 anni, affermando di essere riuscito se non altro a dimostrare l’impossibilità di comprendere “Sant’Anna,
la Vergine e il Bambino” senza la singolare storia infantile di Leonardo.

La stranezza di Leonardo
Leonardo è una personalità di spicco anche nel suo periodo: a un interesse per l’arte (condiviso da molti
all’epoca) egli unisce un amore per il bello e per la cura del proprio corpo che straniscono i suoi
contemporanei; cosiccome la propria pulsione di ricerca scientifica, a tratti interpretata come magia nera.

Diffidenza che si acuisce a seguito della fine della dominazione di Ludovico il Moro su Milano, e
conseguente fuga di Leo dalla città. Sembra scomparire una certa brillantezza e felicità, a favore di tratti
invece più singolari della sua natura.

Freddezza sessuale: tratto che si contrappone all’interesse per il bello femmineo. Le uniche prove che
abbiamo sono degli schizzi anatomici (uno dei due problemi).
Non si sa se rimase tutta la vita vergine o meno; fu accusato di pratiche omosessuali illecite con i propri
allievi, ma assolto. In generale non si deve credere a questa possibilità.

Singolarità di tale vita sentimentale è comprensibile solo in un modo: citazione di Solmi + di Leonardo
stesso.

«…nessuna cosa si può amare né odiare, se prima non si ha cognitio di quella»


Afferma palesemente il falso e lo sa. Quindi ciò che dice è che l’amore degli altri, quello immediato e senza
riflessione, non è l’amore vero: esso dovrebbe essere posto al vaglio dell’analisi ci sta dicendo che è così
in lui.

Sembra fattibile che in lui fosse così: egli non amava né odiava ma si chiedeva da dove provenissero questi
sentimenti. Una vita emozionale sottoposta alla pulsione di ricerca.
A egli non manca dunque la scintilla della passione, piuttosto l’ha convertita in sete di sapere. Egli si dedica
alla ricerca con la stessa intensità con cui si è presi dalle passioni, allo stesso tempo arrivato al risultato è
preso dal pathos e si lascia andare a parole ispirate da esso e indirizzate al Creatore.
Il differimento, tuttavia, finisce per essere sostituzione: non si ricerca più per amare o odiare. Piuttosto si
indaga invece che amare.
Allo stesso tempo si indaga anziché aver agito o creato.

4 passaggi del processo di sostituzione legato all’arte:

- Indaga per padroneggiare l’imitazione della natura


- Indaga gli oggetti (animali e piante)
- Dall’esterno degli oggetti, al loro interno
- La pulsione lo trascina a rompere del tutto con la sua arte, passando alle leggi meccaniche

È verosimile poi che in un tentativo di tornare alla propria arte egli sia stato impedito dalla sua stessa nuova
impostazione di pensiero. Dietro alla tela vede ora un problema che ne nasconde innumerevoli altri.
Un tempo il ricercatore era al servizio del pittore, la situazione si è capovolta.

Prima analisi psichiatrica


Rispetto ai nostri studi pregressi sui casi di nevrosi, siamo portati a due aspettative:

- Ogni pulsione particolarmente attiva è già presente nell’infanzia del soggetto


- Presumiamo che essa abbia attratto a sé, per rafforzarsi, pulsioni di origine sessuale (rafforzamento
sessuale)

Un uomo così composto si dedicherebbe alla ricerca con la stessa passione che si riserba ai propri amori.

Guardando alla quotidianità vediamo spesso come molti uomini riescano a indirizzare la pulsione sessuale
in ambiti professionali. La pulsione sessuale è molto indirizzata a questo utilizzo: possiede infatti la capacità
di sublimazione, ovvero può cambiare la propria meta con altre.

Le difficoltà di immaginare questa sublimazione verso una sete di sapere (essendo attuate in età infantile), si
risolve pensando alle moltissime domande che i bambini pongono. Pulsione di ricerca che nasce secondo
Freud nel momento di esplorazione sessuale infantile (spesso causato dalla nascita di un fratello) che suscita
interesse. Domande però che si arenano e che risultano in una chiusura del periodo di ricerca cosiccome in
una energica rimozione sessuale che lascia 3 destini alla pulsione di ricerca:

- Il sapere può condividere la fine della spinta sessuale: si inibiscono entrambe. Tale indebolimento
mentale favorisce l’affezione nevrotica
- Il sapere resiste alla rimozione sessuale. La pulsione di ricerca tornerà poi rinforzata e eluderà la
rimozione sessuale tramite un rimuginare ossessivo, abbastanza forte da colorire le operazioni
intellettuali con gli elementi del piacere sessuale.
- Rimozione c’è anche qui, ma la libido vi si sottrae, sublimandosi sin dall’inizio in brama di sapere.
Anche qui indagare sostituisce l’attività sessuale, ma i meccanismi psichici sono differenti e così
manca la nevrosi. Cadono i collegamenti con i complessi dell’esplorazione sessuale infantile e così la
pulsione può liberamente operare al servizio dell’interesse intellettuale.

Leo sembra del terzo tipo vista la predominante pulsione e assente vita sentimentale ma la scarsità di dati
biografici non aiuta.
Ricordo d’infanzia
Ricordo che ci sorprende sia per il suo contenuto che per il periodo di vita a cui si riferisce: deve essere
simile a ciò che i popoli fanno con la propria storiografia.

Traduzione del ricordo:

Si potrebbe pensare che sia semplicemente un’enfatizzazione del destino di Leonardo sullo studio del volo
degli uccelli. Ma ciò che si pensa di ricordare della propria infanzia non può essere e non è indifferente.

Usare il linguaggio psicanalitico per l’analisi di questo ricordo ci permette di uscire dalla stranezza dello
stesso. La traduzione si indirizza verso la sfera erotica.
La coda del nibbio è il membro maschile.
L’immagine descritta corrisponde a quella di una fellatio; stranezza nella passività dell’atto sessuale.
Pratica che ripete l’allattamento. Importante che questo si esprima nel ricordo di Leonardo come atto
omosessuale passivo.

Ma da dove proviene questo nibbio, che sostituisce la figura materna.


Nella scrittura egizia la madre è rappresentata dal simbolo di un avvoltoio. Inoltre, esisteva divinità con testa
di avvoltoio: dea Mut.
L’avvoltoio è tra gli egizi simbolo di maternità perché si credeva che avesse abilità di auto-riproduzione,
esistendo solo avvoltoi di sesso femminile (altra credenza).
Come fa Leonardo a sapere questo? I Padri della chiesa se ne erano impossessati per spiegare il parto della
Vergine Maria.

Il ricordo scaturisce allora dal fatto che anche Leonardo era stato un avvoltoio, con madre ma senza padre;
prima di essere poi adottato come figlio illegittimo però. Nel periodo solo con la madre riuscì allora a
percepire la mancanza di una figura paterna.

L’unione quindi tra un elemento mitico interesse delle sue ricerche e una situazione reale, ovvero il suo
essere figlio illegittimo, dà forma al ricordo infantile.

Rapporto con la madre


Diario di Leonardo, dove si trovano riportate delle spese del maestro. Si deve spiegare il fatto che egli ci
abbia lasciato tali testimonianze: evidentemente non sono prove di bontà d’animo intenzionali, ma
piuttosto il motivo dietro esse deve essere di carattere affettivo. Ci risulterebbe difficile provarlo, tuttavia
“Spese per la sotterratura di Caterina”.
Credere che questa Caterina fosse la madre di Leonardo concorda benissimo con il suo carattere. Gli era
riuscito di sottomettere le proprie passioni ed emozioni sotto il giogo della ricerca; le spese qui riportate
sono un raro caso di espressione delle proprie emozioni. Talmente distorto tuttavia da essere quasi
irriconoscibile.

È fenomeno ben noto tra i fenomeni di nevrosi ossessiva: l’espressione di forti sentimenti è spostata su
inezie come la spesa per le candele per la sepoltura.

Ciò allora si può trasferire alle spese sostenute per gli allievi: anche qui dei moti libidici si sarebbero riusciti
a esprimere.
Rapporto con il padre
Passo del diario dove riporta la sua morte e dove ripete per due volte le “ore 7”. È solo un’inezia di cui
nessuno tranne uno psicanalista terrebbe conto.
Anche questo però è un caso in cui Leonardo non riuscì a celare i propri affetti, che uscirono in maniera
deformata. Tale ripetizione si definisce “perseverazione”. Lo spostamento della perseverazione da un dato
come per esempio “mio padre” a uno insignificante come l’ora del decesso ci consente di vedere qualcosa di
represso.

Di sicuro anche il padre ha effetti sulla vita di Leonardo, sia tramite la sua assenza (come visto) che con la
sua presenza.

La Gioconda
La sua natura benigna gli permette di esprimere moti segreti del suo animo. In queste espressioni
dell’animo non dovrebbero esservi elementi dell’infanzia che abbiamo appena elencato e analizzato.

Prima cosa che viene alla mente è il sorriso della Monnalisa vari tentativi di spiegarlo, per Freud non
soddisfacenti. In generale possono essere riassunti nel vedere nella Gioconda due aspetti della figura
femminile, il riserbo e la seduzione.

Ci impiega quattro anni, ma non ne è soddisfatto, non lo consegna al committente e lo porta con sé in
Francia.

Lasciando stare le interpretazioni artistiche possiamo dire che il sorriso della modella impressionò Leonardo
tanto quanto i suoi osservatori: il sorriso torna in varie altre opere successive. Un sorriso così particolare è
secondo Freud difficile che sia stato inventato, probabilmente era della modella stessa.

Per altri, tuttavia, essa è la costruzione artistica della donna ideale secondo Leonardo, che avrebbe visto
nella Monnalisa sé stesso.
Può essere allora che in Leonardo fu ridestato un certo ricordo sopito. Vasari ricorda tra le prime opere
tentate da Leo “teste di femine che ridono” e teste di putti. Sono due oggetti pittorici che ricordano due
elementi che abbiamo visto con il nibbio: la madre, Caterina (forse col medesimo sorriso della Gioconda), e
sé stesso.

Sant’ Anna, la Vergine e il Bambino


Dipinto più vicino di tempo è Sant’Anna: esso mostra il sorriso su entrambe le figure femminili. Possiamo,
essendo quadri che impiegano anni a essere compiuti, supporre che siano stati composti nel medesimo
periodo. Ciò spiegherebbe una necessità di dotare una figura materna del sorriso della madre ritrovato nella
composizione della Gioconda.

Allo stesso tempo il sorriso ha perduto il suo velo enigmatico, ma esprime tenerezza e beatitudine.

Soltanto Leonardo poteva dipingere questo quadro vi si traccia la storia della sua infanzia. Alla casa del
padre egli trovò sia la matrigna, Donna Albiera, sia la nonna, Monna Lucia. Forse allora questa duplicità gli
suggerisce l’immagine di doppia maternità.
Ma c’è un altro particolare: Sant’Anna, anche se leggermente invecchiata, rimane una donna giovane.
Leonardo ha allora dotato il bambino non di una madre e una nonna, ma di due mamme.
Muther prova a dire che a Leonardo non riuscisse di dipingere la vecchiaia, con l’amore che aveva per il
bello. Egli aveva avuto due madri, la prima, alla quale fu sottratto all’età di cnque anni, e la matrigna Donna
Albiera. Questo assieme alla doppia maternità percepita nella casa del padre, si condensa nella
raffigurazione duplice.

A Sant’Anna corrisponde Caterina, lontana dal bambino, e che cela sotto il sorriso una certa gelosia e
tristezza. Così tramite quest’opera possiamo confermare la teoria del sorriso e del ricordo che abbiamo
attribuito alla Monnalisa.

Poi Freud si lancia in analisi del rapporto con la madre e risultante omosessualità di Leo: la tenerezza della
madre, che sfocia in un erotismo precoce e soddisfacente collocando il figlio al posto del marito,
spogliandolo di parte della sua virilità.
Quando Leo incontra di nuovo quel sorriso, era preda di inibizione che gli vietava di desiderare simili
tenerezze da altre donne.

Vs chi idealizza certi personaggi volendo togliere possibilità psicoanalitica di trattarli come altri.

Dice di non aver messo Leo tra i nevrotici, che la nevrosi non significa inferiorità e che alcuni tratti
leonardeschi sono tipici dei nevrotici.

Ripercorre il discorso (g.).

Riflessione generale sulle possibilità della psicoanalisi:

 essa si basa su dati bibliografici, se arriva a mezzi risultati non è colpa del metodo ma del materiale
scarso che possediamo.
 Due punti esulano dalle possibilità dell’indagine; sono tendenze di Leo a rimozione e capacità a
sublimarle:
o Rimozione di Leo non è necessità: margine di libertà
o Un’altra persona non sarebbe riuscita a togliere alla rimozione la
libido sublimandola nella ricerca
 Di conseguenza anche il talento, connesso con la sublimazione, e così l’essenza artistica sono
inaccessibili il genio rimane inspiegabile. Quello che la psicoanalisi può fare è descrivere le
connessioni tra vicende esteriori e reazioni della persona.

I risultati rimangono comunque accettabili perché il caso domina la vita dell’uomo e tuttavia il valore delle
esperienze infantili rimane tale come criterio di spiegazione

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