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Le poli(che nazionali e internazionali di mi(gazione


Mi#gazione, cos’è: la MITIGAZIONE DEL RISCHIO è la strategia che utilizziamo quando non
possiamo evitare una minaccia del tutto e non possiamo o non vogliamo trasferire il
rischio. Mitigare il rischio ci impone di intraprendere una qualche azione in grado di ridurre
la gravità dell'impatto qualora la minaccia dovesse manifestarsi.

Nella fattispecie del cambiamento climatico dovuto al riscaldamento globale, la


MITIGAZIONE è l’insieme degli interventi che agiscono sulle cause che producono la
variazione climatica e consistono nel contenimento o riduzione delle emissioni dei gas
effetto serra di origine antropica.

Le politiche generali derivanti dalle conclusioni raggiunte negli anni sono:


• TRATTATO DI PARIGI 2015 (196 paesi aderenti): mantenere il riscaldamento al
di sotto dei 2°
• ACCORDI DI KIGALI 2016: riduzione dei gas fluorescenti
• CONFERENZA SUL CLIMA DI BONN 2017: l’italia esce dal carbone nel
2025
• Si formano le due agenzie AEA (eur) e APAT (ita)
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In generale gli obiettivi sono:


• utilizzo di combustibili meno inquinanti
• utilizzo di tecnologie che riducano le quantità di combustibile
• utilizzare carburanti più efficienti nei trasporti e veicoli ibridi ed elettrici
• migliorare le tecniche di coltivazione e l’uso dei fertilizzanti
• utilizzare fonti energetiche rinnovabili
• aumentare l’efficienza dei macchinari e dei dispositivi elettrici
• riciclare e minimizzare i rifiuti

Accordo di Parigi: la via dell'UE verso la


neutralità climatica
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Agenda 2030
La lotta ai cambiamenti climatici costituisce uno degli obiettivi dell'Agenda 2030 per lo sviluppo
sostenibile, adottata nel settembre 2015 nell'ambito dello storico Summit delle Nazioni Unite ed
entrata in vigore il 1° gennaio 2016. L'Agenda definisce un quadro globale che individua 17 obiettivi
e 169 target correlati: obiettivi di natura globale, universalmente applicabili e interconnessi, volti a
garantire uno sviluppo che soddisfi i bisogni di oggi senza compromettere la capacità delle
generazioni future di soddisfare i propri, garantendo una vita dignitosa per tutti, nel rispetto dei
limiti del pianeta, in società pacifiche caratterizzate da inclusione e giustizia sociale.
Goal 1: Sconfiggere la povertà
Goal 2: Sconfiggere la fame
Goal 3: Salute e benessere
Goal 4: Istruzione di qualità
Goal 5: Parità di genere
Goal 6: Acqua pulita e servizi igienico-sanitari
Goal 7: Energia pulita e accessibile
Goal 8: Lavoro dignitoso e crescita economica
Goal 9: Imprese, innovazione e infrastrutture
Goal 10: Ridurre le disuguaglianze
Goal 11: Città e comunità sostenibili
Goal 12: Consumo e produzione responsabili
Goal 13: Lotta contro il cambiamento climatico
Goal 14: Vita sott’acqua
Goal 15: Vita sulla Terra
Goal 16: Pace, giustizia e istituzioni solide
Goal 17: Partnership per gli obiettivi (1/2 – 2/2)
Vedi i 17 Goals per lo sviluppo sostenibile


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Ridurre le emissioni di gas serra: obiettivi nazionali per il 2030

1) GOAL #9 e 13: Ridurre le emissioni di gas serra ENTRO il 2030 TRA IL 10 E IL 50%
Gli obie(vi nazionali variano in base al prodo1o interno lordo pro capite e al
rapporto

costo-efficacia di ciascun paese
Il regolamento sulla condivisione degli sforzi ha fissato obiettivi nazionali per la
riduzione delle emissioni di gas inquinanti per raggiungere la quota zero di emissioni
CO2 entro il 2050.

Con la finalità di prevenire il cambiamento climatico, l'Unione europea ha fissato ambiziosi


obiettivi per la riduzione delle proprie emissioni di gas serra. L'UE intende raggiungere la
neutralità climatica entro il 2050 e tale obiettivo viene indicato nella legge europea sul clima,
insieme all'obiettivo intermedio di riduzione delle emissioni di CO2 del 55% entro il 2030.
L'UE ha lanciato varie iniziative per raggiungere questi obiettivi. Una di queste è il
regolamento sulla condivisione degli sforzi, che è in fase di aggiornamento nell'ambito del
pacchetto legislativo Pronti per il 55.

Cos’è la condivisione degli sforzi?

Il Regolamento sulla condivisione degli sforzi, sancisce obiettivi vincolanti finalizzati alla
riduzione le emissioni di gas serra per ciascun paese dell'UE in settori non coperti dal sistema
di scambio delle quote di emissioni, come i trasporti, l'agricoltura, l'edilizia e la gestione dei
rifiuti. Questi settori producono la maggior parte dei gas serra dell'UE (circa il 60% delle
emissioni totali dell'UE).

Per fare in modo che tutti i paesi partecipino alla riduzione dell’inquinamento il regolamento
sulla condivisione degli sforzi ha stabilito gli obiettivi paese per paese per il periodo 2021-
2030, oltre ai possibili obiettivi il regolamento include anche una valutazione dei progressi
fatti.

Il Parlamento ha votato il 14 marzo 2023 per alzare l'asticella per la riduzione dei gas a effetto
serra entro il 2030 dal 30% al 40% rispetto ai livelli del 2005.

Quali sono gli obiettivi nazionali proposti?

Per la prima volta, tutti i paesi dell'UE sono tenuti a ridurre le proprie emissioni di gas serra
tra il 10 e il 50%. Gli obiettivi nazionali variano in base al prodotto interno lordo pro capite e al
rapporto costo-efficacia di ciascun paese. Inoltre, gli Stati membri dovranno garantire di non
superare la loro assegnazione annuale di emissioni di gas a effetto serra.
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Riduzione entro Nuovo obiettivo 2030 rispetto al


il 2030 (rispetto 2005 (proposta della
Stati membri al 2005) Commissione)
Lussemburgo -40% -50%
Svezia -40% -50%
Danimarca -39% -50%
Finlandia -39% -50%
Germania -38% -50%
Francia -37% -47.5%
Olanda -36% -48%
Austria -36% -48%
Belgio -35% -47%
Italia -33% -43.7%
Irlanda -30% -42%
Spagna -26% -37.7%
Cipro -24% -32%
Malta -19% -19%
Portogallo -17% -28.7%
Grecia -16% -22.7%
Slovenia -15% -27%
ceco -14% -26%
Estonia -13% -24%
Slovacchia -12% -22.7%
Lituania -9% -21%
Polonia -7% -17.7%
Croazia -7% -16.7%
Ungheria -7% -18.7%
Lettonia -6% -17%
Romania -2% -12.7%
Bulgaria 0% -10%
Gli Stati membri avranno una flessibilità limitata riguardo alle emissioni che possono
essere risparmiate dagli anni precedenti, prendere in prestito dagli anni futuri e su quanto
possono scambiare allocazioni con altri paesi dell'UE.
Su richiesta del Parlamento, le informazioni sulle azioni nazionali, ai sensi del regolamento
sulla condivisione degli sforzi saranno pubblicate, in una forma accessibile per garantire la
responsabilità degli Stati membri.
Le norme devono ancora essere formalmente approvate dai paesi dell'UE in sede di
Consiglio prima di entrare in vigore.


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Ulteriori iniziative per ridurre le emissioni di gas serra

Per agevolare l'UE al rispetto degli impegni assunti nell'ambito dell'accordo di Parigi sui
cambiamenti climatici sono presenti anche le seguenti misure:

• Ridurre le emissioni delle auto: spiegati i nuovi target di CO2 per le auto

• Rilocalizzazione delle emissioni di carbonio: impedire alle imprese di eludere le norme sulle
emissioni (Il Parlamento europeo vuole dazi doganali sulle importazioni per fermare la
delocalizzazione della CO2, ovvero la delocalizzazione delle imprese per eludere le norme sulle
emissioni. La delocalizzazione della CO2 è la pratica adottata dalle industrie con elevati livelli di
emissioni di gas serra di trasferire la produzione al di fuori dell'UE al fine di evitare la più severa
normativa europea sul clima.)
• Emissioni di aerei e navi: fatti e cifre (infografica) (Le emissioni di gas serra del traffico aereo
e marittimo sono più che duplicate nell’ultimo trentennio.)
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Lo stop a benzina e diesel per auto e furgoni nuovi sarà nel 2035, con un target
intermedio al 2030, termine entro il quale i costruttori dovranno ridurre del 55% le
emissioni delle nuove auto immesse sul mercato e del 50% quelle dei nuovi veicoli
commerciali. L'unico appiglio per una possibile revisione resta allora la roadmap per il
monitoraggio di Bruxelles, che entro il 2025 presenterà una metodologia per valutare e
comunicare i dati sulle emissioni di Co2 durante tutto il ciclo di vita delle auto e dei furgoni
venduti sul mercato continentale e nel 2026 valuterà anche la possibilità di mantenere
motori ibridi o che utilizzano gli ecocarburanti (e-fuels).
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Ma….

Riduzione delle emissioni: l'Italia mancherà il target 2030 per 110 milioni di

tonnellate di CO2
L’Energy&Strategy Group del Politecnico di Milano ha pubblicato la prima edizione
del Rapporto “Zero Carbon Policy Agenda”: il nostro paese rischia di mancare
l’obiettivo di riduzione delle emissioni al 2030 per centodieci milioni di tonnellate di CO2.
Ma la rotta si può ancora invertire, sono necessari interventi a lungo termine, che
richiedono una visione sinergica, investimenti e norme chiare, in sei settori:
produzione di energia rinnovabile, adeguamento delle infrastrutture di rete,
investimenti in efficienza energetica, mobilità sostenibile, sviluppo di configurazioni
efficienti e l’adozione di strategie di economia circolare.
Abbiamo dunque solo 8 anni per eliminare 184 MtCO2eq e ridurre le emissioni di
55%, una sfida enorme considerando che fino a oggi ne sono state cancellate 172
MtCO2eq.

Lo scenario di riferimento (BAU – Business ad usual) prevede al 2030 un


miglioramento in tutti gli ambiti, a partire da quello della produzione di energia e calore in
cui le emissioni dovrebbero diminuire grazie all’aumento del ricorso alle rinnovabili, ma
“restando a 23 MtCO2 di distanza dall’obiettivo: fotovoltaico ed eolico, infatti, per essere in
linea con gli obiettivi definiti dal pacchetto Fit-for-55 dovrebbero raggiungere
rispettivamente una potenza installata di oltre 68 e 23 GW, invece nello scenario BAU si
fermano a oltre 28 e 15 GW”. Stesso discorso vale anche per i trasporti: aumenterà l’uso
di veicoli green e le emissioni caleranno, ma resterà un gap tra il target fissato l’obiettivo
ragionevolmente raggiungibile di 38 MtCO2.
Intervenire in 3 macro aree per colmare il GAP

Secondo i ricercatori intervenire in 3 macro aree potrebbe aiutare ad accelerare la


decarbonizzazione.

1. Prima di tutto sono necessari interventi trasversali,

2. poi si devono identificare “proposte “pillar-specific”, rilevanti per completare


la normativa esistente sui singoli pillar e proposte “ancillari”, che possono agire
da ulteriore acceleratore del processo”.

3. E’ inoltre indispensabile mettere in campo proposte di medio e lungo termine,


con obiettivi precisi e identificando gli strumenti tecnologici e normativi a
supporto, semplificare l’iter e l’installazione di impianti rinnovabili e integrare
all’etichetta energetica di prodotti ed edifici anche quella emissiva, in modo da
considerare, oltre ai consumi, anche le emissioni.

Per quanto riguarda l’efficienza energetica, bisognerà definire obiettivi di riduzione


delle emissioni e dei consumi di energia primaria, semplificare l’accesso agli incentivi
legandoli a risultati misurabili, fissare un limite massimo alle emissioni dei nuovi
edifici.

Per tutti i settori è necessario definire normative e incentivi più chiari e semplici.

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