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Come preparare un estratto di Artemisia annua

con il DMSO (Ph. Eur.)

Sulle straordinarie qualità terapeutiche di questa pianta medicinale, un


adattogeno di primo grado, ci sarebbe da dire tanto, e qui vorrei invitare tutti
di studiare uno dei tanti libri, testi o pubblicazioni che ormai la descrivono.
Questa pianta medicinale antica e conosciuta in tante culture era anche
oggetto di studi clinici (contro la malaria) per i quali nel 2015 alla ricercatrice
Dr. Youyou Tu è stato attribuito addirittura un premio Nobel.

L'Artemisia annua possiede oltre 250 sostanze attive finora conosciute, e in


una combinazione che solo la Natura sa creare.

E certamente si offre qui il DMSO come nessun altro solvente per estrarre
l'essenza della pianta in modo più olistico possibile, il che invece un solvente
come acqua, alcool, glicerina o altro non potrebbe mai realizzare in una
profondità paragonabile.

Di seguito illustro un metodo facile come produrre questo estratto sulla


base del DMSO (Ph. Eur.) in qualità farmaceutica.
Certamente ci sono altre possibilità di impiegare questa pianta magica,
quella più conosciuta è la semplice tisana (non usando l'acqua bollente, ma
solo di una temperatura massima di 70-80 °C). In commercio si trovano
estratti in alcool o in glicerina, ma anche il consumo diretto, tritando la
pianta fresca, mescolandola nell'insalata è possibile. E tutti questi usi hanno
la loro utilità e efficacia (terapeutica).

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Se si utilizza il DMSO come estrattore, è necessario scegliere la concen-
trazione corretta, avendo a disposizione una pianta fresca o essiccata.

Se si dispone della pianta essiccata, possiamo usare il DMSO puro al 100%.

Se invece abbiamo la pianta fresca (sempre meglio in quanto poi la pianta ha


ancora tutte le sue sostanze attive, anche gli oli eterici), passiamo meglio al
DMSO in una concentrazione dal 60 al 70%, diluita con acqua pura. Quindi nel
caso di una concentrazione di 70%, 7 parti DMSO puro e 3 parti acqua pura.

L'abbassamento della concentrazione del DMSO al 60 o 70% è consigliabile


in quanto i succhi interni della pianta viva, che entrano in contatto con il
DMSO, riscalderebbero troppo l'estratto, rischiando di distruggere i micro-
elementi (p.es. gli enzimi) particolarmente sensibili alle temperature più
alte.

Nel presente caso ho la pianta in forma essiccata. Quindi posso usare per
l'estratto il DMSO puro al 100 %, sempre in qualità farmaceutica Ph. Eur. Ora
mi devo decidere per una quantità finale come estratto, e nel mio caso
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scelgo 50 ml in quanto vorrei usare un flaconcino con pipetta a 50 ml. In
fase dell'estrazione le parti della pianta assorbono sempre una certa
quantità del solvente, quindi uso non solo 50 ml del DMSO, ma perfino 65 ml
per arrivare alla fine alla quantità desiderata di 50 ml.

Il prossimo passo : versare i 65 ml del DMSO in un recipiente. Qui ho scelto


una boccetta del tipo Erlenmeyer in vetro borosilicato con collo stretto, ma
certo andrebbe anche bene qualsiasi recipiente (tipo vaso da marmellata).

La quantità che usiamo della pianta, qui essiccata, è automaticamente


determinata e limitata dalla quantità del DMSO che si usa in quanto
vorremmo che il materiale sia appena coperto dal DMSO in modo che tutte le
parti della pianta (qui essiccata) siano ben coperte dal DMSO.
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Alla fine appoggiamo un tappo sulla boccetta che non possa cascarci niente
dentro (per esempio una mosca).

Ora resta nient'altro che portare la boccetta in un posto al buio per lasciare
l'estratto maturare per qualche giorno. Personalmente posiziono il recipien-
te sul simbolo del “fiore della vita“ (certo, è un optional).

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Passati due o tre giorni (in base alla temperatura esterna - in estate di
meno, in inverno di più, e naturalmente in base al materiale), basta usare un
bicchiere largo, mettervi sopra un filtro di carta per caffè (per esempio
Melitta 1x4), fissandolo con un elastico, e versare l'estratto nel bicchiere
dotato di filtro.

L'estratto versato nel filtro di carta, e dopo avere aspettato 15 minuti.

Alla fine basta togliere il filtro di carta con i residui del materiale estratto,
travasare l'estratto pronto in un flaconcino di vetro scuro, qui a 50 ml con
pipetta. Il flaconcino è stato prima lavato con acqua e sciacquato con una
piccola quantità di acqua ossigenata (H2O2) al 3%, lasciandolo ben asciugare
all'aria.

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Per ultimo, il flaconcino dell'estratto pronto va ancora etichettato, indicando
il contenuto e la data di preparazione.

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L'uso dell'estratto

avviene in modo intuitivo, virtuoso, del tutto personale e certamente in base


alla necessità. Bisogna solo sapere, meglio considerare, che un estratto in
DMSO può essere molto più forte in confronto ad uno prodotto sulla base di
alcool o glicerina.

Quindi è sempre possibile che si possa manifestare una reazione


Herxheimer per via della forte reazione del corpo. Pertanto è vivamente
consigliato di non esagerare nell’uso (sempre solo poche gocce). In più
conviene assumere sostanze naturali come la zeolite, la clorella o la
spirulina (per nominare alcuni) che sanno legare le tossine sciolte, aiutando
di espellerle attraverso l’intestino. E chi conosce qualche esperto di piante
medicinali è assolutamente in vantaggio ! Bisogna iniziare lentamente.

Quindi :
- C'è chi usa una o due gocce direttamente sulla lingua (nessuna paura, la
lingua normalmente è umida, quindi l'estratto puro si diluisce subito rela-
tivamente).

- Altri usano qualche goccia in un bicchiere d'acqua.

- Il mio modo preferito rimane l'applicazione di qualche goccia dell'estratto


direttamente sulla pelle leggermente inumidita con acqua in mode che
l'estratto (in questo modo subito diluito) venga assorbito dalla pelle in
modo transcutaneo, entrando nella circolazione sanguigna, senza passare
prima al fegato, evitando il cosiddetto "first pass effect", cioè senza che si
perda qualche sostanza, filtrata dal fegato.
La zona che si presta per l'applicazione transcutaneo è per esempio il
torace, la schiena, la pancia, attorno l'ombelico, o anche la zona interna
dell'avambraccio.

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