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❀Preparazione di un Fervida a base

di frutta
LENINA GRAZIANI·VENERDÌ 2 DICEMBRE 2016·

Abbiamo bisogno di:

➺ La frutta/tubero che si vuole fermentare


➺ un contenitore di plastica o vetro (Pa Cheng fermenta da più di 20 anni e utilizza
plastica), della frutta fresca o il tubero possibilmente bio
➺ un dolcificante naturale come il miele oppure lo zucchero integrale di canna, (ma
anche malti, sciroppi naturali etc... magari aumentando la quantità perchè sono più
scarsi di glucosio e/o saccarosio)
➺ Acqua di sorgente, se non è possibile va bene acqua del rubinetto lasciata decantare
per molte ore per fare evaporare il cloro. Vanno poi sempre bene, acque depurate,
osmotizzate.
➺ il contenitore deve avere un’apertura larga, in modo da rendere facili le operazioni
successive e un tappo possibilmente a vite che dia possibilità al passaggio di aria dal
momento che la fermentazione benefica avviene sia a livello aerobico che anaerobico.
➺ un dosatore come bilancia

【 Preparazione di un FerVìda senza bilancia - a volumi 】

Per permettere questa fermentazione benefica dobbiamo mantenere una proporzione


tra frutta e/o erbe, acqua e zucchero di 3-5-1 parti.
Per le fermentazioni tutti noi conosciamo l utilizzo di alcuni ingredienti che ci
garantiscono la sicurezza alimentare: sale e zucchero.
Questi soluti in acqua garantiscono la loro efficacia se utilizzati in determinate
percentuali.
Vi sono linee guida del Ministero della Sanità che stabiliscono come sicure soluzioni al
10% quando si adopera il sale e del 20% quando si utilizza lo zucchero.
Ogni vegetale ha un peso specifico diverso, di conseguenza adotteremo il metodo
visivo per non sbagliarci mai nelle proporzioni. Ossia:

- 1) Riempiamo il vaso di 3 delle 10 parti di frutta.

- 2) Per creare la soluzione corretta (preparazione del liquido) ci aiuteremo con un


DOSATORE (può essere qualsiasi cosa, una tazza, un bicchiere, etc..)
Es: se dobbiamo aggiungere 5 lt di acqua metteremo anche 1 lt di miele , oppure lo
stesso volume di zucchero, verseremo il liquido cosi miscelato nel nostro contenitore
che contiene la frutta. Questa è la proporzione 5:1.
Altra interpretazione che può capitare di leggere è che a 1 litro di acqua dobbiamo
aggiungere 0,200lt. di miele.

Ci fermeremo di versare il liquido solo quando i 9/10 del vaso saranno riempiti,
lasciando l’ultimo decimo di spazio per l’ aria, che sarà necessaria per innescare una
buona fermentazione.

- 3) La frutta dovrà essere lavata con acqua e fervìda, se ne avete, oppure un aceto
naturale. Se il frutto lo ritenete sicuro ed è per esempio, del vostro albero, potete anche
non lavarlo così da salvaguardare anche microorganismi naturalmente presenti sui
frutti stessi, al limite se serve, una strofinata.

- 4) Il contenitore prima di riempirlo per creare il fervìda va pulito, se lo avete,


ripassato con fervìda, oppure con buon aceto di mele.

Procedimento: - Una volta riempiti i 3/10 del contenitore (visivamente riempite circa
fino a metà, bisogna considerare l’aria presente tra i pezzi di frutta) di frutta
aggiungeremo il liquido ad essa, cioè i litri di acqua e il miele (oppure zucchero) che
saranno stati ben miscelati tra loro in precedenza, usate le mani per sciogliere.
Ci fermeremo di versare il liquido solo quando i 9/10 del vaso saranno riempiti,
lasciando l’ultimo decimo di spazio per l’ aria, che sarà necessaria per innescare una
buona fermentazione.

Pulitevi le mani prima di cominciare a creare il vostro fervìda, con aceto, per
togliere eventuali tracce di sapone.

Non usate detergenti chimici.

Cercare il più possibile di trovare frutta che davvero sia biologica.

• Ricapitolando tutto ciò che è stato detto con un’immagine....


Consideriamo il nostro contenitore una unità divisa in 10 parti uguali. Esempio grafico
al seguente link:
https://www.facebook.com/photo.php?fbid=10209577487928127&set=gm.7078326
26037661&type=3&theater
Chiusura e fasi successive
Una volta terminato di riempire il contenitore, va applicata un'etichetta che descriva il
tipo di vegetale usato e che indichi una data d’inizio della fermentazione del nostro
FerVìda.
I primissimi giorni si abbasserà la frutta tutti i giorni.
Avviata la fermentazione sarà solo necessario abbassare un paio di volte alla settimana
poi sempre più raramente a seconda delle necessità per circa un paio di mesi. I
contenitori dovranno sempre essere chiusi (e non socchiusi), ma non in modo
ermetico.

Se si hanno a disposizione solo tappi ermetici, allora vanno il più possibile appoggiati e
protetti da un tovagliolo con elastico sistemato sopra al tappo (ottimo sistema è
anche l'utilizzo di calza di nylon che aderisce molto bene) per evitare depositi di
polvere e l’entrata dei moscerini; un foglio di plastica alimentare (NO domopak)
andrà posizionato tra il vaso e il tappo nel caso quest'ultimo sia metallico.

Prima che un FV sia pronto all’assunzione orale deve passare circa 1 anno, il tempo che
serve per far si che la fermentazione abbia estratto ed assimilato nel liquido le virtù del
frutto o pianta, oppure almeno 4/5 mesi dalla sua messa in opera, questo però solo se
si ha fretta di utilizzarlo, ma deve avere un sapore acetico spiccato e buona limpidezza.
Non deve avere muffe, ne odore alcolico ne cattivi odori.

FerVìda di scarti

Stesso metodo per i FV misti contenenti bucce, fiori, frutti ecc nei quali facciamo
aggiunte quotidiane: 6/10 del contenitore riempito di soluzione 5:1 (acqua e
zucchero), la parte vegetale invece aggiunta di giorno in giorno fino al quasi
riempimento del contenitore, lasciando appunto 1/10 per l'aria.

Prelievo

Arrivato il momento di usarlo, dobbiamo compiere un prelievo aiutandoci con l'uso di


una siringa (media/grande), prelevando dall'alto del contenitore e facendo passare il
liquido attraverso una garza posizionata su un'imbuto, in questo modo muoveremo il
meno possibile la parte bassa del fervida dove si trova tutto il sedimento e riusciremo
a prelevare un liquido molto pulito che conserveremo in una bottiglietta/contenitore
possibilmente ben piena e chiusa, non deve avere parti metalliche e non venire esposta
al sole (se il fervìda non ha finito la fase fermentativa meglio non chiudere troppo
bene)

【 Rabbocco 】- non consigliato se il fv è destinato alla cura di problematiche


legate alla salute

la frutta rimasta che per un'anno è stata in fermentazione, potrà essere riutilizzata
ancora per cui il passo successivo, che abbiamo definito rabbocco, è quello di riportare
il nostro ferVìda (FV) d’origine al livello iniziale introducendo acqua (5) e zucchero (1)
in proporzione 5 a 1, ben miscelati, versando fino a raggiungere il livello primario.

Dopo aver subito un rabbocco, il FV ha bisogno di molti mesi prima di poter


recuperare la sua vitalità. Rabbocchi ravvicinati lo indeboliranno, ovvero diminuirà
vivacità ed efficacia; quindi è consigliabile non rabboccarlo fino al termine dell' anno.
Questo perchè con il liquido prelevato si sono ovviamente asportati anche i principi
attivi dell’essenza fermentata e quindi la massa vegetale che resta, una volta
rabboccata, risulterà impoverita dei principi attivi fitoterapici . Avremo dunque un
fervida con dei microrganismi già maturati un anno, con un bagaglio di informazioni e
specificità, ma con minor proprietà fitoterapiche.

In questo caso la forza della fermentazione ricomincia ma non sarà così forte come la
sua prima volta, per cui si potrà chiudere il FV molto meglio senza però sigillarlo, ed è
sempre una buona abitudine assaggiare e controllare il fervida per verificarne
l’andamento durante i mesi a venire.
Utile aggiungere una piccola parte di frutta fresca per dare più ricchezza.

【 Rigenerazione del liquido di FV maturo 】- non consigliato

Conservarlo così come si presenta dopo il prelievo.

Uso

L’invecchiamento di un FV, è direttamente commisurato alla sua efficacia terapeutica,


equivale un po' come ad un uomo, che grazie al tempo che passa, acquisisce esperienza
e saggezza, diventando quindi un gran dispensatore di buoni consigli e racconti
essenziali di vita, un fervìda giovane invece, si può paragonare al suo allievo, che man
mano impara dal maestro, dispensando i primi tempi, un effetto tenue a livello
nutrizionale che terapeutico, diventando poi un Fv invecchiato potentissimo, dove
bastano poche gocce per aiutare nella cura di gran parte delle patologie più diffuse. I
FerVìda sono alimenti vivi, che respirano la vita e la fanno muovere, come il mare
spinge le onde a se ogni qualvolta toccano la riva, vivi al pari della frutta, pertanto non
solo nutrono l’organismo a livello molecolare, bensì anche a livello vibrazionale
energetico, donandoci energia vitale psicofisica mentale, agendo sull'umore,
aiutandoci così, poco alla volta, a ritrovare serenità ed equilibrio. I FV sono un rimedio
universale, perchè la loro azione agisce in diversi livelli: potenziano il sistema
immunitario, rigenerano e riequilibrano la flora batterica, depurano e disintossicano
l’organismo con la loro azione chelante, nonché l'eliminazione dell'eccessive
concentrazioni di cationi metallici nell'organismo e rallentano il deterioramento
cellulare, grazie all'altissima percentuale di sostanze antiossidanti. Le infinite sostanze
dei fervida, hanno la capacità di nutrire l'intero organismo umano. Contengono tutte le
vitamine, compreso la B12, gli omega 3-6-9, gli acidi grassi a corta catena, le proteine
essenziali, gran parte dei minerali, enzimi, e ovviamente microrganismi probiotici, e
tutte le sostanze nutrienti che riescono ad estrarre dai vegetali fermentati. La
fermentazione è un processo apparentemente spontaneo e che non sembra sostenuto
da forme viventi, perché queste non sono visibili a occhio nudo.

Gli utilizzi dei FerVìda sono svariati e veramente ci si deve affidare alla propria
fantasia e percezione, di come il loro intervento possa agire. Consapevoli ormai che
parliamo di microrganismi buoni che si nutrono di microrganismi “cattivi” , è facile
anche capire dove richiedere il loro aiuto. Di seguito una serie di esempi pratici:

Purificano l’acqua che beviamo soltanto aggiungendo poche gocce

Igienizzano i cibi freschi allungandone la conservazione

Aggiungono elementi nutrizionali ai cibi, anche se cotti

Danno un gusto piacevole a bibite e tisane

Sostituiscono i detergenti chimici o agiscono in combinazione con essi, aumentandone


l’efficacia e annullando l’impatto ambientale

Sostituiscono dentifrici con la loro potentissima azione antibatterica

Fungono da ottimi digestivi


Hanno un forte potere cicatrizzante, ottimi sulla pelle, danno lucentezza e morbidezza,
eliminano ogni problema epidermico, anche i più resistenti, come la psoriasi

Armonizzano l'ambiente e migliorano la qualità delle zone prive di vitalità, riducendo


l'azione eventualmente negativa dei campi elettromagnetici

Fungono da antiparassitari, per gli animali domestici e per le piante, la muffa dei muri,
fertilizzano e ripuliscono la terra

Eliminano i cattivi odori

Rendono innocui i rifiuti tossici e radioattivi

L’assunzione di fervida puo’ avvenire quindi per ingestione orale, applicazione


epidermica diretta oppure attraverso pediluvi o bagni in cui basta aggiungere un
bicchiere di fervida maturo e restare in immersione nella vasca per almeno 30 minuti.
Una pratica semplice e vitale.

❀ FerVìda
Le straordinarie proprietà dei cibi fermentati sono note da sempre: pane, vino, yogurt,
tempeh, miso, kefir, kombucha, kimchi, aceto, crauti sono i più noti… queste sono
fermentazioni veloci.

Poi ci sono i fervìda, una lunga fermentazione.

I FerVìda, ricordano gli aceti olfattivamente e se vogliamo,visivamente. Sono


fermentazioni selvatiche ricche di microrganismi benefici.

E’ possibile fermentare non solo cibo ma anche cortecce, foglie che altrimenti
sarebbero immangiabili ma che contengono proprietà importanti, con tanta fantasia si
possono usare tutti i frutti, semi, erbe (ovviamente NON vanno fermentati vegetali e/o
sostanze irrritanti,tossiche e velenose !!).

Sono alimenti vivi, che respirano la vita e la fanno muovere, un ritmo che non si
interrompe mai, nutrono l’organismo a livello molecolare, vibrazionale, energetico,
donano quella energia vitale che agisce anche sull’umore, aiutandoci a ritrovare
serenità ed equilibrio.

I FerVída sono un rimedio molto efficace, perchè la loro azione agisce su diversi livelli:

1) rigenerano e riequilibriano la flora batterica intestinale

2) potenziano il sistema immunitario

3) depurano e disintossicano l’organismo ed inoltre hanno proprietà chelante

4) rallentano il deterioramento cellulare e quindi anche l’invecchiamento grazie


all’altissima percentuale di sostanze antiossidanti.

I fervida hanno la capacità di nutrire l’intero organismo umano. Contengono vitamine,


compresa la B12, gli omega 3-6-9, acidi grassi a corta catena, proteine essenziali, gran
parte dei minerali, enzimi, probiotici, prebiotici e tutte le sostanze nutrienti che
riescono ad estrarre dai vegetali durante la fermentazione.

Gli utilizzi dei fervìda sono tantissimi: dalle proprietà curative, ai prodotti per la pelle,
da ottimi detergenti e sgrassatori a concimi e molto altro ancora. Il bello di tutto
questo è che possiamo farlo in modo autonomo e con pochissima spesa!
❀ Gelatine
Le gelatine si formano nei nostri fervìda normalmente dopo diversi mesi.
Dopo aver creato una “rete” di batteri, iniziano a secernere una matrice extracellulare
che è composta

principalmente da proteine, polisaccaridi e acidi nucleici. Questo biofilm funge da


collante per tenerli compatti tra loro permettendogli così di proteggersi dagli stress
esterni.
E’ segno di vitalità della flora batterica presente nel Fervìda, ma quando è in eccesso si
può correre il rischio che faccia calare il livello acetico, pare, secondo alcuni studiosi
della produzione degli aceti, che potrebbe essere responsabile un batterio benefico,
l’Acetobacter xylinum che formando ‘cotiche’ troppo spesse tendono poi a consumare
acido acetico, abbassando l' acidita'.

Le gelatine vengono in nostro aiuto in molti modi, sia nell’alimentazione che per la
cura del corpo, alcuni esempi:
- Creare marmellate frullando a freddo con miele -
- Tritate in un’insalata -
- Nella vasca da bagno, dona freschezza alla pelle e ri-equilibria la flora batterica della
stessa.
- Come agente di rilascio di Fervìda per merito della capacità della cellulosa microbica
di trattenere liquido , da applicare sulla pelle edematosa oppure con ferite.
NON USARE SU FERITE ESSUDATIVE
❀ Ricottine, che fare.

La trasformazione dei frutti/vegetali/erbe, messi a fermentare con acqua e zucchero


che ci regala in futuro il fervìda, è un processo chimico/biologico che a differenza di
fermentazioni alcoliche ha bisogno di ossigeno. Responsabili sono i batteri acetici del
genere Acetobacter, riescono a trasformare il glucosio e ossidando l’alcool etilico o
metilico altrimenti in formazione, danno vita ad un liquido acetico.

Se facessimo fermentare il nostro fervìda in modo anaerobico, per merito degli


zuccheri si svilupperebbe alcool e anidride carbonica.

Nel nostro caso siamo di fronte ad una fermentazione aerobica, cioè in presenza di aria
che permette quindi ai lieviti che si trovano nella frutta o nell’aria, di proliferare. È un
tipo di fermentazione spontanea, se vogliamo selvatica, non essendo un processo
controllato crea ogni volta un fermento diversamente ricco. Si producono anche ceppi
di lieviti diversi tra loro, alcuni creano popolazioni molto consistenti, altre meno o
pochissime. I batteri producendo enzimi metabolizzano e trasformano questi lieviti,
sintetizzando sostanze come le vitamine, gli acidi grassi, ecc..
Durante la fermentazione iniziale, ovvero le prime settimane, talvolta si nota la
formazione di piccoli puntini bianchi, che, se lasciamo fare, in breve tempo ricoprono
tutta la superficie del liquido, essi sono soprannominati da noi fermentatori per
facilitarne il riconoscimento, ricottine. Questi lieviti sono sostanzialmente
saccaromiceti, funghi.

Quindi in certe fasi di fermentazione può crearsi instabilità, si creano antagonismi e i


ceppi batterici che sono più favoriti prenderanno il sopravvento. La cosa migliore da
fare per cui, quando si nota lo sviluppo di lieviti è abbassarli delicatamente e
periodicamente, anche se continuano a rimanere in superficie, avranno modo di essere
circondati e bagnati dal liquido ricco di batteri, che agevolerà la loro trasformazione.

Altre utilissime informazioni e ricerca di risoluzioni dei problemi sono in questo file
molto interessante
https://www.facebook.com/notes/semplicemente-fervìda/pillole-di-alves-
pancaldi/720439118110345/

❀Fervìda in difficoltà (come procedere)

Succede spesso dopo quasi un anno, che il fervìda perda o non diventi acetico, in
questo caso ci sono diversi accorgimenti da adottare:
Verificare che non ci siano muffe oppure le pareti interne del vaso, incrostate di
materiale che si è seccato. Nel caso ripulire bene.

Succussione: In fase di luna crescente prelevare mezzo bicchiere di liquido con


delicatezza senza disturbare il fv, mettere in un vasetto di vetro con coperchio e fare la
succussione che altro non è che agitare dall'alto al basso in modo energico almeno una
decina di volte....cosi facendo si energizza il liquido, lo si rimette nel vaso cosi che
trasmette al tutto l'energia acquisita;
Unire della gelatina acetica.
Unire del liquido fervìda se è a disposizione.
Provare a cambiargli posto.
Durante la sua cura, il fervìda tenuto ben chiuso, va però visionato e aperto tutti i
giorni o quasi.
I tempi che serviranno per capire se il miglioramento sta iniziando possono essere di
1 settimana ma anche di un mese.

Un’altra soluzione può consistere nel mettere all’interno del fervìda problematico,
una piccola percentuale nuova di acqua dolcificata nella giusta percentuale e vegetale,
per vedere se si innesca una piccola fermentazione che vada a sanare. Sempre anche
qua, se ha disposizione, mettere gelatina.

Soluzione estrema prima di buttarlo: Mettere al sole! A volte il sole fa al fervìda


problematico, cose inaspettate, come fargli riprendere la fermentazione.

Altro problema che può insorgere è il famoso blob, fermenti che vengono fatti con
zucchero, più frequente succede se si adopera zucchero integrale, un po meno con altri
zuccheri.
L’incidenza del blob aumenta nel periodo invernale, almeno il 50% dei fervìda vanno
incontro a blob, la causa di questo addensamento del liquido dipende molto
probabilmente da conservanti e addensanti. Succede in misura molto minore (o quasi
mai) con lo zucchero bianco, ma purtroppo lui non è previsto nella nostra ricetta
millenaria thailandese.
La soluzione è utilizzare quando possibile, specie per i fervìda a noi preziosi, il miele.
La formazione del blob prende vita nei giorni subito successivi alla sua preparazione,
in occasione della fermentazione forte iniziale, mai dopo.. se il blob non succede
all’inizio, non succede più!
Quando abbiamo a che fare con un fervìda che ha il liquido denso (ci sono anche
diversi gradi di densità) l’unica cosa che si può fare è attendere che i batteri
metabolizzano il tutto. A volte passa velocemente alcune volte non c’è la fa.
In questa situazione non si formano muffe (raro) e nemmeno lieviti.
❀ Gocce di diamante
Il collirio thailandese della signora Pa Cheng è ottenuto dalla fermentazione dei 6
superfrutti che lei fermenta in quantità industriali come rimedio universale per il
benessere, i 6 frutti sono tinospora crispa, amla, noni, longan, litchi, haritaki.
La fermentazione per il collirio dura 12 anni, il tempo necessario e sufficiente a che
vengano smaltite le resine presenti nel fervìda che sono troppo aggressive per gli
occhi.

I Fervìda sono molto acidi, non adatti ad essere utilizzati negli occhi, vengono
quindi diluiti in ragione di 32 parti di acqua distillata ed una parte di Fervìda; poi la
miscela, a distanza di qualche giorno è pronta, preleva poi lo strato più superficiale del
liquido, ed è per questo che le GD sono così limpide, vengono poi confezionate in
flaconcini con contagocce da 12ml.
Così come i Fervìda, anche le GD sono un rimedio utilissimo per il benessere, esse
rappresentano un rimedio adottato da Pa Cheng per patologie oculari, quali:
presbiopia, astigmatismo, miopia, glaucoma etc.., persino per le problematiche
infettive, anche se per queste è bene fare una terapia leggera (una sola goccia al giorno
per occhio).

La dose consigliata da Pa Cheng è di 4 gocce al giorno per occhio, 2 per occhio al


mattino e si ripete alla sera; con questa dose ogni fialetta da 10 ml dura circa 2 mesi.
I tempi di utilizzo sono ovviamente legati al tipo di problematica e alla sua gravità, ma,
già dopo le prime applicazioni del collirio, si potrà notare che la qualità dell'immagine
percepita è migliorata e che l’occhio si affatica molto meno.
Nel giro di pochi mesi invece è possibile riscontrare miglioramenti effettivi della vista
cominciando a recuperare diottrie. Agiscono sul cristallino con la loro azione
quotidiana di purificazione.
Le GD sono una creazione di Pa Cheng, non un rimedio antico, come i fervìda, ma
moderno, anche se l’elemento fondamentale resta comunque sempre la fermentazione.

Non hanno problemi di conservazione, basta tenerle riparate dalla luce diretta del sole,
mentre d'estate il fresco del frigo è consigliato (magari proteggendole dal troppo
freddo). Col tempo potrebbero formarsi delle gelatine scure che generalmente stanno sul
fondo.
Queste gelatine non compromettono la qualità del collirio, anzi si possono utilizzare
come starter per fervìda giovani, poiché provengono da FV invecchiati 12 anni.

L’uso delle gocce di diamante non ha controindicazioni; potrebbero pero’causare


reazioni forti in presenza di infiammazione, come per esempio in caso di congiuntivite.
Sarà meglio quindi, come già detto, utilizzare una sola goccia al giorno per occhio.
Eventuali mal di testa possono essere dovuti alla difficoltà del nervo ottico per la
nuova percezione visiva. Un breve periodo di adattamento necessario, come quando si
cominciano ad usare gli occhiali e gli occhi si devono abituare.

Si è inoltre scoperto, sperimentandole in questi ormai 5 anni, che sono utili anche
nei confronti della sinusite, per problemi di congestione nasale utilizzandole in
ragione di 1 goccia al giorno per narice, nonchè utili per alcuni problemi
dell’orecchio.

❀ Essicare le bucce fermentate dei nostri


fervida. Pectine.
La pectina è un eteropolisaccaride, ossia uno zucchero composto dall'unione di più
monosaccaridi differenti, contenuto nelle pareti cellulari dei tessuti vegetali.È un
carboidrato indigeribile che rappresenta a tutti gli effetti una fibra solubile. Questa
sostanza è stata isolata per la prima volta nel 1825 da Henri Bracconot.

E’ conosciuta per il suo impiego nella preparazione di marmellate e gelatine di frutta, è


dotata però anche di interessantissime virtù dietetiche e farmacologiche.

La fonte più ricca in assoluto è la pellicina bianca - detta albedo - che rimane attorno ai
frutti degli agrumi e di altri frutti dopo aver allontanato la buccia.
Di conseguenza il frutto intero rispetto alle spremute ed ai succhi di frutta, è da
preferire in quanto più ricco di fibre, rispetto ai succhi che invece sono ricchi di
zuccheri.

La pectina svolge diversi ruoli in natura, ma principalmente è responsabile della


consistenza dei frutti durante la maturazione: l’ammorbidimento della frutta e della
verdura è dovuto all’idrolisi (scomposizione) della pectina. Non a caso è proprio dai
frutti più maturi che si ha l’estrazione maggiore di pectina.

La pectina la si può considerare un


perfetto prebiotico!
La metabolizzazione intestinale della pectina da parte della nostra flora batterica
residente, oltre a favorire la proliferazione di batteri benefici ed ostacolare
indirettamente quella dei patogeni, origina acidi grassi a corta catena, che nutrono la
mucosa intestinale e possono diminuire tante problematiche (in internet si trova
molto sulle proprietà terapeutiche delle pectine).Questi prodotti naturali trovano
applicazione in svariati prodotti farmaceutici, nutraceutici ed alimentari.

Le pectine vegetali offrono dei vantaggi sulla salute dell'apparato digerente e del
sistema immunitario attraverso le loro azioni nel tratto gastrointestinale, il principale
ostacolo che impedisce loro di esercitare al meglio i benefici, è la loro biodisponibilità.

Le pectine ordinarie hanno una catena molecolare troppo lunga per poter essere
assorbite nel flusso sanguigno. Per renderle assimilabili vengono utilizzati processi
enzimatici per creare una catena molecolare più corta; anche il lavoro di
fermentazione che si crea nei nostri FerVìda permette di ridurne le dimensioni,
rendendola capace di attraversare le ramificazioni delle molecole di pectina
diventando così biodisponibile, cioè assorbita facilmente nella circolazione sanguigna
e di esercitare numerosi effetti terapeutici in tutto il corpo.

Per cui impariamo ad utilizzare il più possibile per il nostro benessere anche questo
ennesimo regalo che ci dona il FerVìda!! Buona fermentazione :)
❀ Essicare bucce fermentate del ferVìda
Una volta prelevato il liquido che è maturato nel fervìda per almeno 1 anno e se
possibile anche due, ci rimane una massa vegetale ricca di pectina naturalmente
modificata per merito della fermentazione.

Non ci resta che strizzare il più possibile questi frutti fermentati per togliere loro il liquido, meglio che
possiamo, anche con l’utilizzo di un torchio per esempio.
Distendere poi nell’essicatore la frutta cercando di tagliarla sottile e posizionare il timer a 45/50 gradi.
Il risultato sarà questo. Basterà poi utilizzare un macinacaffè per ottenere della polvere, che sarà molto
pratica da utilizzare.

Si può utilizzare all'interno dei cibi, nei centrifugati e a seconda della fantasia, per il nostro benessere sarà
un grande aiuto, sia per il sistema immunitario, circolatorio, etc..
❀ I FERVìDA NELLA PROPRIA DIETA
ALIMENTARE
Per chi si approccia la prima volta è buona regola cominciare con cautela, in quanto
questi fermenti ricchi di microorganismi, acidi grassi e enzimi, favoriscono l'espulsione
delle tossine dal nostro organismo. Per cui è sensato iniziare con poche gocce.
Dopo ormai 5 anni che si stanno sperimentando, questa che spiego di seguito si è
rivelata essere la procedura migliore:

Il fervìda può avere 1 anno oppure 7 anni, non cambia la fase iniziale.

Cominciare con poche gocce, 3 volte al giorno, così da dare sempre un benefico segnale
all'intestino durante il loro transito, si ha così il tempo di ascoltarsi e capire come
reagisce il nostro organismo a questa prima fase di disintossicazione.

Si aumenta con il numero di gocce ogni 3/4 giorni..

Per gradi si arriverà ad assumere un quantitativo del tutto personale di numero di


gocce, in quanto la risposta individuale è sempre diversa.

Molte sono le persone che si stabiliscono sulle 20 gocce ogni volta, per un totale di 60
gocce al giorno, ma ci sono altri esempi in cui non si superano le 30 gocce al giorno, per
evitare fastidiosi effetti collaterali quali:
stanchezza, cerchio alla testa, leggera diarrea o stipsi, dolori articolari, eruzioni
cutanee .. che segnalano una mobilizzazione troppo veloce di tossine.

Passato il periodo iniziale di purificazione è possibile oltre alla normale assunzione,


usarli anche come condimenti per i nostri piatti preferiti! Sono ottimi con verdure
crude, verdure cotte, zuppe, formaggi, sul miele, nelle tisane (o far di loro l’essenza
della nostra tisana) e anche sulla frutta. Magari evitiamo di inserirli in cibi bollenti per
mantenere integre tutte le loro caratteristiche.
❀VARI UTILIZZI e dosaggi
- API

Consigli che si possono mettere in atto per rinforzare la salute delle colonie di api con
l'aiuto dei fervìda:

Preparazione arnie

Le arnie possono essere tinteggiate con vernice a cui si è aggiunto fervìda, si eliminano
così, più in fretta, eventuali esalazioni tossiche, migliora la resistenza e la durata della
tinta e si prevengono le muffe. Al posto della vernice, è possibile utilizzare l'olio di
semi di lino mescolato con pigmenti .

Diluire 1/2 lt. di colore con fervìda ben acetico, potrebbe andare già bene un FV di 6
mesi che abbia la caratteristica necessaria – FV consigliato frutti dolci o agrumi.

Bagnare periodicamente

All'esterno delle arnie e la vegetazione adiacente alle arnie stesse con soluzione di
acqua/fervìda in diluizione 1:400 (1 lt su 400 lt) nell’area intorno agli alveari e sugli
alveari ogni 10 giorni.

All'interno intervenire lavando con acqua e FV solo su pareti - 1 lt. di acqua e 20ml di
FV. Agire anche sui fori di ingresso e atterraggio e all’interno dell’alveare con FV puro
aiuta loro a ripulirsi da eventuali contaminazioni esterne.

Acqua e sciroppo per le api

Le api apprezzeranno l’acqua trattata con fervìda. Lasciare sempre a disposizione delle
api, acqua arricchita con 10ml di FV per lt. di acqua. Dopo aver estratto il miele ed aver
predisposto per il periodo invernale per il riposo delle api, per nutrirle sarà utile una
mistura di acqua e miele a cui possono essere aggiunte poche gocce di FV di agrumi
(5ml per litro da non superare), un thè di erbe sarà anch'esso gradito.

Assicurarsi di lasciare una porzione del miele come alimento per le api.
• STALLE/ALLEVAMENTI

La capacità di igienizzazione che hanno i fervìda fanno si che possano essere usati con
enorme soddisfazione anche dove ci sono ricoveri di animali, sono alleati preziosi!

La nebulizzazione della stalla e di tutti gli ambienti (animali compresi) migliora il


microclima ambientale e costituisce una misura importante per il benessere degli
animali.

Inoltre prevengono la formazione di cattivi odori e contrastano l'insorgere di batteri


patogeni, diminuiscono le problematiche e aumenta la produttività.

E' cosa importante, si può diminuire l'uso degli antibiotici!!

Prima di iniziare un ciclo di trattamento con i fervìda sarebbe opportuno fare una
buona pulizia iniziale, sostituire alcuni materiali come lettiere in uso da un po. Poi
inizialmente avere cura di trattare spessissimo (nebulizzare), anche tutti i giorni, l'area
interna, per un paio di settimane, poi basterà un mantenimento di almeno due volte
settimana.

INTERNO: diluire il FV dal 5 al 10% in un litro d'acqua (a seconda delle situazioni, sui
giacigli il 5% può essere sufficiente)

ESTERNO: Nebulizzare con soluzione FV/acqua che va dal 5 al 10% - (non superare 1
lt. Ogni 10 litri, a seconda della situazione) . Non trattare piante o aree verdi con queste
diluizioni.

Nebulizzare SUL FORAGGIO CON ATTENZIONE, una soluzione al 1 -2:1000 può


giovare, ma non superare questo dosaggio.

Anche nell'acqua da bere, giornalmente si può utilizzare FV e acqua all'1:1000

• MUFFE

In uno spruzzino preparare una soluzione con 10% (10 ml più 90 ml di acqua tiepida).
Spruzzare abbondantemente sulle macchie di muffa, lasciare agire un po e rimuovere.
Ripetere l'operazione una seconda volta e con una spazzola morbida insistere sulla
macchia di muffa, sempre con acqua tiepida e la stessa diluizione.

Rimuovere i residui di muffa con una spugnetta, terminare il trattamento nebulizzando


finemente del fervìda puro e chiaro, in modo che non si rischi qualche macchia (se
fosse un fervida di melograno per esempio, il rischio che il muro si possa macchiare di
giallo potrebbe succedere).

Lasciare asciugare.

In alcuni casi un trattamento può essere sufficiente ad eliminare ogni traccia.

Può succedere anche che appena fatto il trattamento le macchie risultino evidenti, se le
macchie di muffa sono importanti si noterà che la macchia diminuisce intensità nei
giorni successivi. Questo tipo di intervento si potrà fare 2 volte all'anno, dipende anche
dal clima e l'ambiente. Altra buona idea sarà poi risolvere definitivamente il problema
(o quasi) approfittando della tinteggiatura quando sarà il momento, inserendo
all'interno della pittura murale, in genere secchio da 10 litri, dai 50 ai 100ml di FV,
sempre chiaro perchè può alterare la tinta scelta.

• ORTO (da inizio stagione)

E’ possibile utilizzare masse vegetali esaurite dei fervìda. Spargere sul terreno asciutto,
zappettare superficialmente ed infine irrorare con acqua.

Quando possibile, una volta asciugato, zappettare nuovamente per pochi centimetri di
profondità. Miscelare 50% di FV in acqua e irrorare.

Almeno 1 volta ogni 10 giorni a fine inverno per 4 o 5 volte.

Non essendo loro, un concime, ma una miscela di microrganismi vivi, se si vuole


rendere la loro efficacia duratura, bisogna apportare sostanza organica (compost,
letame..) e minerali.

Per chi si fa il compost, è possibile utilizzare del fervìda in ragione di 20 – 30 ml ogni


10 litri di acqua e inumidire di tanto in tanto la superficie del cumulo per velocizzare la
decomposizione e togliere cattivi odori, oltre ad aiutare la formazione di humus.

Evitare l'uso di erbicidi, pesticidi o funghicidi di sintesi, anche il rame, consentito in


agricoltura biologica è ammesso in concentrazioni 10 volte superiori a quelle tollerate
dalla microflora del suolo.

A seconda delle esigenze delle piante, irrigare il terreno ogni 15-20 giorni con miscele
a 1:500 (20ml di FV in 10 lt di acqua) durante la stagione vegetativa. Stimolare una
sana attività microbiologica del suolo stimola la crescita delle piante, le rinforza e
migliora notevolmente il gusto e il valore nutrizionale dei prodotti, che si conservano
anche più a lungo, grazie ad un elevato tasso di antiossidanti.

Il trattamento con i nostri fermenti di vita può essere fatto nebulizzando finemente al
mattino presto, oppure alla sera.

Molto meglio se prima di una abbondante pioggia, che favorisce la penetrazione dei
microrganismi nel suolo. I raggi solari danneggiano i microrganismi, evitare quindi di
effettuare il trattamento quando il sole è alto.

Sulle foglie i trattamenti si effettuano con regolarità a scopo preventivo, ogni 10-14
giorni in ragione di miscele di 1-2:1000 (sempre NO sole)

I dosaggi indicati sono un suggerimento per iniziare a prendere confidenza circa i vari
usi.

Con il tempo si acquisiscono esperienza e fiducia nella propria intuizione e si è in


grado di decidere il dosaggio adeguato anche senza una guida.

Buona fermentazione a tutti.

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