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LA CONDIZIONE DELLA DONNA NELL’ANTICO EGITTO

La donna nell’antico Egitto poteva assumere diversi ruoli questo perché per la civiltà
egizia l’uguaglianza era un fatto del tutto naturale, infatti raggiunsero la piena parità
con l’uomo. Le bambine nell’antico Egitto che appartenevano alle famiglie nobili
venivano istruite sin dall’età di 4 anni a leggere, scrivere e suonare strumenti
musicali; mentre le bambine che appartenevano alle famiglie con uno stato sociale
minore venivano istruite dalle stesse famiglie a lavori domestici o nei campi. Quando
le donne raggiungevano la maggiore età acquistavano una completa conoscenza
nell’ambito politico infatti avevano la possibilità di possedere beni e terreni, di
acquistare nuove terre, ricoprire cariche nell’ambito religioso e politico,
indipendentemente dal consenso del marito o del padre. La donna egizia si sposava
molto giovane con uomini più anziani, il matrimonio avveniva per volere dei
genitori, infatti, la maggior parte delle volte erano loro a scegliere il marito per le
proprie figlie, i due sposi potevano essere consanguinei e appartenevano allo stesso
ceto sociale. Dopo il matrimonio la donna egizia era considerata “signora della
casa”, se la donna fosse appartenuta a uno stato sociale basso si sarebbe occupata
dei lavori domestici, invece, se fosse appartenuto alla nobiltà si sarebbe occupata di
vigilare il lavoro delle ancelle, ovvero quello di occuparsi della casa. Dopo il
matrimonio era d’obbligo per la donna affidare il proprio patrimonio al marito, e in
caso di un’ipotetica morte del marito la donna recuperava tutti i suoi beni. Il motivo
principale del matrimonio era legato al procreare i figli, se ciò non fosse accaduto si
sarebbe ricorso al divorzio. Durante la gravidanza la donna si proteggeva dalla
minaccia di aborto indossando amuleti di vario tipo, ad esempio per alleggerire i
dolori del parto si invocava il dio Bes o si metteva un pezzo dell'abito della donna
dentro una statuetta della dea Toeris che veniva rappresentata con corpo di donna e
faccia di ippopotamo. L'uguaglianza teorica tra uomini e donne trovava una
traduzione pratica solo nelle classi elevate della società egizia. Le donne nobili
avevano titoli nobili e civili solo tramite l’eredità, infatti solo alcune donne riuscirono
ad ottenere il potere supremo collaborando attivamente nella politica seguita dai
loro mariti. Anche le figlie dei faraoni godevano di una posizione invidiabile. Nella
Bassa Epoca, una di loro arrivò a ricoprire la carica di "Divina Adoratrice": il suo
potere divenne maggiore di quello del sommo sacerdote di Amon. Inoltre, sembra
che nell'Antico Regno alcune donne abbiano svolto compiti amministrativi in case
private. Tra le domestiche sono state distinte, in base ai documenti, le fornaie, le
birraie, le mugnaie, le giardiniere, le musiciste, le ballerine e le cantanti, oltre alle
tessitrici e alle filatrici. Una delle donne più importanti della civiltà egizia fu
Cleopatra questo perché fu il primo faraone donna. Cleopatra nacque nel 70/69 a.C.,
era macedone ma sposandosi con Marco Antonio e dopo la morte del padre
Tolomeo XII, venne nominata regina. Essa governò con i suoi due fratelli chiamati
Tolomeo XIII, Tolomeo XIV e suo figlio Tolomeo XV Cesare. Cleopatra ha influenzato
dinamicamente la politica romana durante un periodo critico e, come nessun’ altra
donna in passato, ha rappresentato il modello delle romantiche femme fatales.
Dopo che gli eserciti romani di Ottaviano sconfissero le forze egizie Cleopatra e
Antonio si suicidarono e l'Egitto cadde sotto il dominio romano. Per quanto riguarda
gli abiti gli egiziani adottarono un abbigliamento idoneo al clima caldo del paese in
cui vivevano e anche se con leggere evoluzioni che avvennero nel corso degli anni gli
Egizi utilizzavano abiti essenziali e vestiti leggeri. Infatti, portavo l’intimo e una
tunica bianca chiamata Kalasiris che arrivava fin sotto al seno delle donne ed era
sorretta da due ampie spalline incrociate sul retro che coprivano il seno in modo
parziale. In conclusione, la donna ha sempre dovuto lottare affinché potesse avere
un ruolo completo all’interno della società e che avesse i pari diritti con l’uomo.

BIBLIOGRAFIA: Periplus, aton-ra, sapere.it, doc.studenti.it, skuola.net

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