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Lc 16, 19-31. Parabola del ricco e del povero 29 Agosto.

La scorsa domenica, il vangelo di Luca ci presentava la parabola dell’economo; questa domenica Luca ci
invita a guardare con occhi disprezzanti la ricchezza come Potere.

Il vangelo ci presenta due personaggi che sono i protagonisti di questa vicenda.

“C’era un uomo ricco, che indossava vestiti di porpora e di lino finissimo, e ogni giorno si dava a lauti
banchetti.” (Lc 16, 19-20)

“Un povero, di nome Lazzaro, stava alla sua porta, coperto di piaghe” (Lc 16,20-21).

Il primo che ci viene presentato è il Ricco. Di costui non si dice il nome, ma semplicemente che amava
utilizzare abiti di porpora e si dice del suo comportamento che professava la ricchezza di un Dio quattrino.
Un ricco che festeggia, quasi ogni giorno, senza un valido motivo se non per acclamare ancora di più la sua
ricchezza. Se per i ricchi è possibili saltuariamente festeggiare, per i poveri non lo è mai.

Il secondo che ci viene presentato, è il Povero. Si dice che stava sulla porta come fosse “gettato”.

Non è un mendicante che chiede cibo, ma un uomo che è dimenticato dalla mondanità dei ricchi.

A differenza del primo, di costui si dice il nome Lazzaro, che viene da greco è significa “Dio viene in aiuto”.

Quest’uomo non è rivestito di abiti lussuosi se non delle sue piaghe. L’uomo ricco non si accorge della
presenza di questo uomo, è preso dalla mondanità, vive dimenticando gli insegnamenti della Torrah che
richiedono di fare carità.

A differenza dell’uomo ricco il cane si accosta all’uomo e gli lecca le ferite, quasi un segno di benevolenza e
di acclamazione verso costui che siederà nel seno di Abramo.

L’unica cosa che accomuna il ricco con il povero è la morte.


Quando Lazzaro muore, si trova nel seno di Abramo; mentre il ricco si trova negli inferi.

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