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La posizione dello strumento, sostenuto tra mascella e clavicola attraverso una sorta di
cooperazione tra testa, spalla sinistra e mano sinistra, si assesta nel corso dell’ottocento (Geminiani,
1751; L. Mozart, 1756; Kreutzer, Rode, Baillot, 1803; Campagnoli, 1797; Spohr, 1833; Baillot,
1834; De Beriot 1858).
Con lo scopo principale di evitare «il rischio che nel rapido correre della mano sinistra dalla più alta
posizione alle altre più basse il violino non sfugga da sotto il mento», Ludwig Spohr (1933, pag. 10)
per primo introduce l’uso della mentoniera. Se con il passare del tempo l’efficacia di questo
accessorio non è praticamente mai stata messa in discussione, molto si è invece argomentato
sull’utilità e la funzione dell’altro accessorio comunemente utilizzato dai violinisti: la spalliera (o
cuscinetto).
In merito a questa disputa Charles De Beriot (1858) costituisce un precedente piuttosto interessante:
nel suo metodo prescrive, infatti, di sostenere il violino aiutandosi con il collo rinforzato della
camicia e consiglia l’uso di un piccolo cuscino agli allievi più giovani, che ancora non vestono
camicie rinforzate.
Leopold Auer (1921, pag.10) considera il cuscinetto un espediente da evitare assolutamente in
quanto «non soltanto danneggia la posizione del violinista in generale, ma […] toglie al musicista
almeno un terzo dell’intero corpo del suono che il suo strumento […] è in grado di produrre»,
mentre secondo Karl Flesch (1923,1928) e Ivan Galamian (1962), tale accessorio è indispensabile
se il violinista ha il collo lungo.
La discussione è tuttora accesa e moltissimi sono gli artisti che si esprimono in maniera altrettanto
convincente adottando l’una o l’altra soluzione.
Cosa dice in proposito la ricerca?
Anche la medicina della musica si è interessata a questo soggetto: in uno studio (Levy, Lee,
Brandfonbrener, Press, Levy, 1992) condotto su 15 violinisti, i ricercatori hanno voluto verificare
tramite l’elettromiografia se l’uso della spalliera poteva effettivamente portare ad una diminuzione
del lavoro muscolare necessario al sostegno dello strumento. I risultati rendono evidente che la
morfologia dello strumentista contribuisce al maggior o minore effetto di questo accessorio, e lo
studio si conclude con la constatazione che l’uso della spalliera può aiutare a ridurre la tensione
muscolare necessaria al sostegno del violino.
Personalmente insisto sul fatto che sia la mascella (e non il mento), ad appoggiarsi alla mentoniera e
che questa vi debba aderire completamente.
Solo così possiamo garantire allo strumento la stabilità necessaria e rispettare l’allineamento della
testa sulla colonna vertebrale: se l’allievo dovesse infatti aver contatto soltanto con il mento o
sarebbe costretto ad un’innaturale ed esagerata torsione della testa verso sinistra, oppure dovrebbe
vedersela con un violino che continuerebbe a scivolare immancabilmente verso il centro del corpo
con evidenti conseguenze su tutto l’assetto tecnico della mano sinistra e della condotta dell’arco.
La spalla non deve assolutamente intervenire sollevandosi (così facendo creerebbe impaccio al
lavoro di entrambe le braccia).
E’ sicuramente importante scegliere con cura sia la MENTONIERA sia la SPALLIERA più idonee
alla personale conformazione di ogni allievo. Nel corso dei miei anni di insegnamento mi sono
creata una discreta raccolta di spalliere e mentoniere che i genitori degli allievi mi hanno regalato
volentieri quando i loro figli avevano finito di farne uso : con queste adatto i violini dei nuovi
arrivati cercando di trovare per loro la combinazione più adeguata. La mia esperienza, inoltre,
m’insegna che tutti i modelli di spalliera sono generalmente troppo alti per i bambini sotto i sette
anni: in questo caso utilizzo delle spugne piuttosto basse (recuperate da un materassaio) che fisso al
violino con un grasso elastico agganciato alla mentoniera e alle “C” della cassa.
Tra le informazioni che possiamo trovare sul sito http://www.violinistinbalance.nl trovo
particolarmente interessante la costatazione che, nella ricerca di una posizione confortevole che
garantisca la massima mobilità delle braccia, il fondo del violino debba poter essere in contatto con
la clavicola: il gap tra testa e spalla va colmato tenendo conto di questa condizione agendo sia sulla
mentoniera che sulla spalliera ( e non solo sulla spalliera).
Di seguito una lista di “esercizi” di cui mi posso servirmi per ottenere un assetto equilibrato dello
strumento:
3
Tutti questi giochi hanno comunque in comune il fatto che SEMPRE il violino arriva dall’alto.
Questo da una parte indubbiamente favorisce l’assetto orizzontale dello strumento, mentre dall’altra
permette una sensazione lieve del peso del braccio (vedi esercizio 1.4)