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Francesco Gemma
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Indice
2 Mezzi di trasmissione 23
2.1 Connessione con cavi di rame . . . . . . . . . . . . . . . . . . 25
2.2 Connessione ottica . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 29
2.3 Connessione wireless . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 34
i
ii
Capitolo 1
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primi computer non nacquero prima della seconda guerra mondiale. L’inven-
zione del computer moderno è storicamente attribuita al logico-matematico
Alan Turing che, a capo di gruppo di ricercatori, nel 1943 invento la macchi-
na Colossus per decodificare i messaggi radio cifrati dei tedeschi attraverso
la macchina Enigma.
1.2.2 Comunicazione
Come in una comunicazione tra persone, i due soggetti client e server po-
trebbero non intendersi. In particolare possono esserci problemi dovuti
• alla request (lato client), i cui errori sono solitamente classificati nella
famiglia 400 (ad esempio il tipico 404 di url sbagliato)
• alla response (lato server), nel caso di problemi tecnici durante la fase
di elaborazione, tipicamente classificati nella famiglia 500.
Topologia Una ulteriore classificazione riguardo non gli aspetti fisici di una
rete, ma solo la disposizione dei suoi nodi. In tal caso di parla di topologia
di una rete.
In figura è illustrato una rete a cinque strati. Le entità che formano gli
strati di pari livello sui diversi computer sono chiamati pari (peer). I pari
possono essere processi, dispositivi hardware o anche esseri umani. In altri
termini, i pari comunicano usando ii protocollo.
Esempio 1.1. Immaginiamo due filosofi (processi pari dello strato 3), uno
dei quali parla urdu e inglese mentre l’altro parla cinese e francese. Poiché
non hanno linguaggi in comune, ciascuno assume un interprete (processo
pari dello strato 2), ciascuno dei quali a sua volta contatta una segretaria
(processo pari dello strato 1).
II filosofo 1 vuole comunicare una frase al proprio pari. Per farlo, passa un
messaggio (in inglese) attraverso l’ interfaccia 2/3 al suo interprete, dicendo
“mi piacciono i conigli”, come mostrato nella fig. 1.11.
Il modello OSI definisce sette livelli. I principi che sono stati applicati per
arrivare ai sette strati si possono brevemente riassumere come segue:
infatti a definire ciò che ogni strato deve compiere. Tuttavia, ISO ha prodotto
anche standard per ciascuno strato, benché non facciano parte del modello
di riferimento.
Livello fisico si occupa della trasmissione dei bit lungo un mezzo di tra-
smissione. Deve assicurare che ogni bit trasmesso con valore 1 sia ricevuto
ancora con valore 1, e non con valore 0. Problemi tipici riguardano quan-
ti Volt bisogna usare per rappresentare un 1 e quanti per uno 0, quanti
nanosecondi deve durare un bit.
Livello di trasporto il suo scopo è fare in modo che i dati inviati dal
mittente arrivino a destinazione come se attraversassero una linea diretta
tra le due stazioni, senza errori (in pratica come il livello di data link; la
differenza è che il livello di data link si occupa del collegamento diretto tra
due stazioni, mentre il livello di trasporto si occupa della comunicazione tra
due stazioni attraverso la sottorete di comunicazione).
Riassumendo I primi tre livelli (livelli fisico, di data link e di rete) pos-
sono essere considerati come standard per la comunicazione: si occupano
della gestione della sottorete di comunicazione; le applicazioni non possono
influire su di essi. I quattro livelli superiori (livelli di trasporto, sessione, pre-
sentazione e applicazione) riguardano l’elaborazione; permettono di creare
applicazioni indipendenti dalla rete di comunicazione.
Una tecnica alla base del modello TCP/IP è quella della commutazione di
pacchetto. Tale tecnica è stata sviluppata a metà degli anni ’60, durante
la Guerra Fredda tra il blocco occidentale e il blocco sovietico. Per garantire
le comunicazioni anche in caso di attacco nucleare, gli apparati di ricerca
dell’esercito statunitense idearono un sistema di inoltro delle informazioni
che potesse sopperire alla scomparsa improvvisa di alcuni nodi o di intere
porzioni della rete.
L’idea di base è suddividere la comunicazione in piccoli segmenti (i pac-
chetti dati, cioè sequenze di bit) e inviarli al nodo di destinazione senza
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Strati A differenza del modello OSI, TCP/IP presenta solo i seguenti livelli:
Sotto al livello di rete non vengono definiti altri livelli. Viene indicato ge-
nericamente un livello chiamato host-to-network che prevede di utilizzare uno
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1957 - Gli Stati Uniti formano la Advanced Research Project Agency (AR-
PA) nell’ambito del Dipartimento della Difesa (DoD - Department
of Defence) per studiare applicazioni di scienza e tecnologia all’uso
militare.
1962 - Parte il progetto di realizzare una rete in grado di continuare a fun-
zionare anche in caso di attacco nucleare. Il progetto finale consiste in
una rete a commutazione di pacchetto.
1968 - Nasce la rete ARPAnet con il collegamento dei primi quattro siti (quat-
tro Università che usano tutte sistemi diversi): Università della Cali-
fornia a Los Angeles, Stanford Research Institute, Università della Ca-
lifornia a Santa Barbara, Università dello Utah. Il collegamento usa
linee telefoniche a 50 Kbps. Il protocollo utilizzato per comunicare tra
gli host viene chiamato NCP (Network Control Protocol).
1972 - La rete ARPAnet collega 32 nodi (università e strutture governati-
ve) usando linee telefoniche, reti satellitari e onde radio; Ray Tom-
linson crea un programma per la posta elettronica usato dai docenti
universitari per comunicare con i colleghi.
1973 - Comincia lo sviluppo del TCP/IP.
1982 - Si inizia ad usare il termine Internet come insieme di internet TCP/IP
collegate tra loro.
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Mezzi di trasmissione
In ogni sistema, i dispositivi presenti devono scambiarsi dei dati. A tal fine,
essi utilizzano un mezzo trasmissivo che può essere di diverso tipo in base
alla distanza alla quale sono posti i dispositivi da connettere. A secondo
della distanza, inoltre, vengono usate differenti tecnologie per rappresentare
il messaggio, che può essere:
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Conduttore elettrico Non tutti gli elementi presenti in natura sono adatti
a essere utilizzati come conduttori di elettricità. Possiamo raggruppare i
materiali in tre categorie:
UTP
1
Si badi che questo legame non è una banalità: da una parte c’è il fenomeno elettrico
(passaggio di corrente), dall’altro quello magnetico (attrazione). Si verifica anche il caso
inverso: un magnete (calamita) può indurre delle cariche a formare una corrente. Per tal
motivo si parla, in generale, di elettromagnetismo (teoria relativamente recente).
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FTP
STP (Shielded Twisted Pair) come l’FTP (quindi con una scher-
matura globale), con una schermatura per ogni coppia di fili. L’impedenza
in questo tipo di conduttori è generalmente di 150 ohm.
FTP
Leggi di Snell Per lo studio delle onde e vengono utilizzate le leggi di Snell.
Esse descrivono la riflessione e la rifrazione di un raggio luminoso incidente
sulla superficie di separazione di due materiali.
c
nM =
vM
c
c ≥ vM =⇒ ≥1
vM
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Materiale n
Aria 1
Acqua 1.333
Plastica 1.47
Vetro 1.523
Diamante 2.418
Fibre ottiche La parte di luce che viene rifratta causa una perdita di
energia: il nostro obiettivo è quello di ottenere un sistema in grado di riflettere
totalmente la luce in modo da trasferire il segnale più lontano possibile.
Per trasmettere la luce si realizzano quindi dei cavi particolari che pren-
dono il nome di fibre ottiche. Questi sono composti da due materiali disposti
in modo coassiale (stesso asse) come in figura
Il termine wireless viene usato per indicare trasmissioni senza cavi. Un’an-
tenna trasmette onde elettromagnetiche che possono essere ricevute da un
ricevitore a una certa distanza.
Come abbiamo visto nella sezione 2.2, una delle grandezze principali per
descrivere un’onda è la frequenza f = 1/T , con T periodo. Essa indica il
numero di oscillazioni che compie un’onda in un secondo (fig. 2.4).
λ·f =c (2.2)
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con c = 300.000.000 m/s velocità delle onde nel vuoto (luce compresa). Es-
sendo il prodotto costante, all’aumentare della lunghezza d’onda, la frequenza
dimunuisce.
Al variare della frequenza, le onde vengono classificate come in figura
Onde radio e microonde Con frequenze inferiori a 300 GHz = 3·1011 Hz,
sono utilizzate prevalentemente come veicoli per la comunicazione delle in-
formazioni a distanza, poiché si propagano nell’aria senza essere assorbite.
Dopo la loro scoperta da parte di Hertz nel 1888, il primo che intuì che
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Per la loro grande lunghezza d’onda, le onde radio non vengono fermate
nel loro cammino da ostacoli di medie dimensioni, come le case o gli alberi
(vengono bloccate però dalle montagne, che costituiscono delle zone d’om-
bra), e possono essere trasmesse a distanza perché vengono riflesse dagli strati
ionizzati dell’atmosfera (quindi in assenza di ripetitori).
Quel che accade è che l’onda c viene rimodulata in modo che il ricevente
B possa ricostruire l’onda originale s, contenente il messaggio.