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Il Cinghiale

La specie, la sua gestione e la


prevenzione dei danni


Realizzazione
Regione Autonoma Friuli Venezia Giulia
Direzione centrale risorse agricole, naturali, forestali e montagna
Servizio tutela ambienti naturali e fauna
Ufficio studi faunistici

Coordinamento
Massimo Zanetti

Testi
Luca Cristofoli

Foto
Dario Colombi, Luca Cristofoli, Giuliana Nadalin, Massimo Zanetti

Foto di copertina
Roberto Valenti

Revisione
Dario Colombi, Giuliana Nadalin, Massimo Zanetti

Informazioni
Regione Autonoma Friuli Venezia Giulia
Direzione centrale risorse agricole, naturali, forestali e montagna
Servizio tutela ambienti naturali e fauna
via Sabbadini, 31
33100 - Udine
tel. 0432 - 555 111
e-mail s.tutelambienti.fauna.agrifor@regione.fvg.it
e-mail ifr@regione.fvg.it


Sommario
Premessa 4

Distribuzione 5

Status 6

Biologia e dinamica di popolazione 8

Impatto sulle coltivazioni 9

Sistemi di difesa delle colture e di riduzione degli 13


investimenti stradali

Gestione venatoria e controllo diretto delle 24


popolazioni

Considerazioni conclusive 26

Bibliografia 27


Premessa
Nell’ultimo decennio si è assi- titolo, nutrono interesse nei con-
stito in Regione ad un notevole fronti di questo suide (cacciatori,
incremento delle popolazioni di agricoltori, ambientalisti, ecc.).
Cinghiale (Sus scrofa) e ad una Questa pubblicazione si propone
progressiva colonizzazione di di fornire un modesto contributo
tutte le aree collinari e montane, alla conoscenza della specie e dei
anche le più interne, idonee alla possibili sistemi di contenimento
specie. dei danni che questa entità fauni-
L’aumentata presenza di questo stica può causare.
ungulato sul territorio è ben
testimoniata dall’andamento dei
prelievi venatori che sono quasi
raddoppiati negli ultimi cinque
anni (fig. 1), nonché dal parallelo
incremento delle denuncie per
danni alle produzioni agricole e
delle segnalazioni di investimenti
lungo le reti stradali.
La gestione del Cinghiale
risulta complessa sia per le sue
caratteristiche biologiche ed
etologiche, sia perché molte sono
le componenti sociali che, a vario

Fig. 1
Serie storica degli
abbattimenti di
Cinghiale in Friuli
Venezia Giulia
(1979-2006)


Distribuzione
La specie è ampiamente diffusa discontinua risulta la presenza in
sul continente Euroasiatico e alcune zone prealpine e dell’oriz-
sulla porzione settentrionale zonte montano di Lombardia,
dell’Africa. In Italia è distribuita Veneto, Trentino Alto Adige e
senza soluzione di continuità Friuli Venezia Giulia.
dalla Valle d’Aosta alla Calabria,
in Sardegna ed in Sicilia. Più

Fig. 2
Il Cinghiale in Italia, dal
1911 ad oggi

1911 1958 1998

Fig. 3
Riserve di caccia del
Friuli Venezia Giulia
dove si effettuano
abbattimenti di
Cinghiale
(dati riferiti all’annata
venatoria 2006-07)


Status
Il Cinghiale era diffuso in caccia e dalle Aziende faunistico-
tempi storici su gran parte del venatorie, in Friuli Venezia Giulia,
territorio italiano ma a partire per l’annata venatoria 2006-07,
dalla fine del 1500 si assiste alla la popolazione si aggira sui 4500
progressiva rarefazione delle soggetti (probabile sovrastima),
popolazioni di questo suide, con con una tendenza all’incremento.
relative estinzioni locali (per il Sempre nell’annata venatoria
Friuli Venezia Giulia intorno al 2006-07, a fronte di un piano
XIX secolo). Il forte sviluppo di di abbattimento complessivo
agricoltura e zootecnia anche per la Regione di 3048 Cinghiali,
in ambito montano e quindi la sono stati abbattuti 1519 capi
riduzione delle superfici boscate (fig. 4). Attualmente i prelievi
per fare spazio a coltivazioni di venatori si concentrano lungo la
patate, mais, cereali e a prati- fascia orientale regionale (Valli
pascolo nonché la caccia, sono del Torre, Valli del Natisone, Col-
state le cause della scomparsa lio, Carso goriziano e triestino)
del Cinghiale (e di altri ungulati e rappresentano circa i 2/3 dei
quali il Cervo ed il Capriolo). prelievi complessivi effettuati in
È solo nel dopoguerra che, con Friuli Venezia Giulia
la crisi delle attività produttive in
montagna e la conseguente pro-
gressiva “avanzata” del bosco, si
assiste al ritorno degli ungulati.
Il Cinghiale fa la sua ricomparsa
in Regione, a partire da est, at-
torno agli anni 1950–1960, a se-
guito della naturale espansione,
verso occidente, delle popolazio-
ni Slovene. La specie è attual-
mente presente, con densità
variabili, praticamente ovunque
sulle zone collinari e montane.
In pianura le segnalazioni si
concentrano lungo le aste flu-
viali dei principali corsi d’acqua
(Tagliamento, Isonzo, ecc.) che
costituiscono dei veri e propri
“corridoi ecologici”.Secondo le
stime fornite dalle Riserve di


Fig. 4
Alcuni dati sulla
gestione venatoria del
Cinghiale in Regione

5000

4500
4000

3500
3000
Stimati
2500
2000

Abbattibili 1500
1000

Abbattuti 500

0
2006/07
2005/06
2004/05
2003/04
2002/03
2001/02
2000/01

Annata venatoria


Biologia e
dinamica di
popolazione
Il Cinghiale è la specie dalla qua- In Regione la densità media,
le sono derivate la gran parte considerando la superficie voca-
delle razze di maiali domestici. ta alla specie, è di circa 1,3 capi
Per l’Italia sono state descritte per 100 ettari.
le sottospecie Sus scrofa scrofa, Il peso e le dimensioni sono
Sus scrofa majori (Maremma) e variabili e, per quanto riguarda le
Sus scrofa meridionalis (Sarde- popolazioni europee, distribuiti
gna). Di fatto però, nell’Italia secondo un gradiente SO-NE,
peninsulare, l’identità genetica con valori minimi riscontrati per
del Cinghiale è compromessa i Cinghiali iberici e maremmani
dalle massicce immissioni a e massimi per le popolazioni
scopo venatorio effettuate, a dell’Europa nord-orientale.
partire dal secondo dopoguerra, Sono animali sociali la cui
con soggetti centroeuropei (di unità base è costituita dalle
taglia maggiore) o incrociati con femmine con i piccoli dell’anno
il maiale (più prolifici). ed eventualmente i giovani
Il Cinghiale è una specie dell’anno prima, mentre i maschi
estremamente adattabile che adulti conducono vita solitaria
ha bisogno di ambienti ricchi di (“solenghi”).
sottobosco, cibo e acqua e la La maturità sessuale viene
cui alimentazione è basata prin- raggiunta dopo 10 mesi
cipalmente sul consumo di una ma i maschi difficilmente si
gran quantità di vegetali grezzi accoppiano prima dei due anni
(frutti, semi, radici, tuberi, ecc.) ai di età. Il periodo degli amori
quali si aggiungono anche quote va da novembre a febbraio. La
di alimenti proteici di origine gestazione dura 114-119 giorni
animale. Gli individui possono e vengono partoriti in media 5-6
compiere anche spostamenti piccoli. In una popolazione ben
notevoli, giornalieri e/o stagio- strutturata il rapporto tra i sessi
nali, per la ricerca di tali risorse è paritario e l’incremento utile
alimentari. I predatori naturali annuo varia tra il 50% e il 200%,
del Cinghiale sono il Lupo, la Lin- in relazione a vari fattori tra i
ce e occasionalmente la Volpe. quali la disponibilità di risorse
La principale causa di mortalità trofiche. Incrementi annui del
è comunque rappresentata dal 100% sono da ritenersi la norma
prelievo venatorio. in popolazioni che non hanno
Le densità, in Europa, non supe- ancora raggiunto la capacità
rano i 5 capi per 100 ettari. portante dell’ambiente.


Impatto sulle
coltivazioni
In Regione il Cinghiale è la I maggiori problemi si riscon-
specie che maggiormente si trano nelle aree di confine tra
rende responsabile di danni le grandi superfici boscate e i
alle produzioni agricole sia in campi coltivati mentre la fre-
termini di asportazione del quentazione delle aree agricole,
prodotto, che di alterazione del da parte del Cinghiale, sembra
substrato dovuta all’attività di essere inversamente proporzio-
scavo (grufolamento). Le colture nale alla disponibilità in bosco di
maggiormente ricercate sono ghiande, faggiole e castagne.
il mais, la patata, i vigneti ma le
attenzioni di questo ungulato
sono rivolte anche a prati e
pascoli. In particolare il mais
viene ricercato in due periodi
distinti: in corrispondenza della
semina (asportazione del seme)
e nel momento della maturazio-
ne latteo-cerosa (abbattimento
delle piante e consumo della
pannocchia).


10
Foto 2
Danni su prato in
pianura.

Foto 1 (pagina a fianco)


Danni su pascolo, in
area montana, dovuti
all’attività di grufola-
mento del Cinghiale.

11
12
Sistemi di
difesa delle
colture e di
riduzione degli
investimenti
stradali
Esistono diverse metodiche 3. Recinzioni meccaniche:
adottabili per impedire o miti- l’installazione di una rete
gare l’impatto che il Cinghiale metallica sufficientemente alta
esercita sulle colture agricole e e parzialmente interrata è in
sulla circolazione stradale. Tali grado di impedire in maniera
sistemi, che non comportano definitiva l’accesso dei Cinghiali
l’uccisione del soggetto respon- sia ad aree coltivate che a tratti
sabile del danno, rappresentano stradali. Spesso però ragioni di
i cosiddetti “metodi ecologici” e carattere economico, di impatto
sono di seguito elencati. visivo e di frammentazione
1. Repellenti chimici: dell’habitat ne condizionano
il metodo prevede l’utilizzo di l’utilizzo.
sostanze repellenti specie-spe- 4. Recinzioni elettriche:
cifiche che agiscono sul sistema questo tipo di recinzione
olfattivo e gustativo. Siano esse (“pastore elettrico”) può essere
sostanze di origine naturale o di realizzata disponendo due o
sintesi (generalmente in forma tre linee di fili (a circa 20-40-60
liquida), vanno applicate su cm dal terreno) percorsi da
corde, stracci o materiali spu- corrente, ad alto voltaggio e a
gnosi disposti lungo il perimetro basso amperaggio, fornita da Foto 3 (pagina a fianco)
dell’appezzamento o a livello dei Danni su mais:
apposite centraline collegate ad
punti di attraversamento di una abbattimento di piante
un accumulatore o direttamente
strada. Alcuni prodotti garanti- in fase di maturazione.
scono una durata di alcuni mesi, alla rete elettrica. Questi tipi di
impianti risultano molto efficaci
a condizione che siano scrupo-
losamente seguite le modalità e rappresentano la miglior solu-
d’uso (es. applicazione periodica zione in termini di costi-benefici.
della sostanza). Oltre alle numerose conferme
riportate da fonti bibliografiche,
2. Sistemi acustici:
anche la sperimentazione che
allo scopo di spaventare e quindi
l’Ufficio studi faunistici ha con-
allontanare i Cinghiali possono
essere impiegati cannoncini a dotto in Carnia e in due località
salve oppure apparecchi pro- della Pedemontana pordenone-
grammabili in grado di generare se ha dato ottimi risultati.
versi di allarme tipici della specie.
L’efficacia è buona durante i
primi giorni dall’installazione per
poi diminuire a causa di certa
assuefazione da parte degli
animali.

13
Le recinzioni elettrificate Nella tabella 1, a titolo
possono essere utilizzate per la d’esempio, si riporta l’elenco dei
protezione di singoli appezza- materiali e dei costi (approssi-
menti, oppure disponendole mati per eccesso) necessari alla
in maniera lineare, anche per realizzazione di una recinzione a
svariati chilometri, in modo da tre linee di fili di lunghezza pari a
formare una barriera tra le aree 1 Km (i dati si riferiscono alla già
di rifugio (bosco) e le aree colti- citata sperimentazione dell’Uf-
Foto 4 vate. Vale la pena di segnalare ficio studi faunistici in Carnia, in
Recinzione in rete di che sul confine tra Toscana e Comune di Comeglians - UD).
altezza pari a circa 2 Lazio è stata realizzata una Le immagini successive illustra-
metri alla cui base è recinzione lineare di 16,8 km che no nel dettaglio gli elementi che
stata aggiunta della
ha portato ad una riduzione del costituiscono tali recinzioni, in
rete elettrosaldata
parzialmente interrata
danno del 95%. funzione dalla primavera del
(Trieste). 2006.

14
Quantità Prezzo Prezzo Foto 5
unitario totale Particolare della base
Elettrificatore* a batteria 1 € 160,00 € 160,00 della recinzione.
Batteria (12V-75Ah) 2 € 95,00 € 190,00
Bobina filo (250 m) 12 € 11,00 € 132,00
Picchetti materiale
plastico 125 € 1,50 € 187,50
Isolatori per pali in legno 100 € 0,15 € 15,00
Kit cancello 3 € 6,00 € 18,00 Tabella 1
Targa segnaletica 20 € 1,50 € 30,00 Materiale necessario
Tester 1 € 11,00 € 11,00 per realizzare
una recinzione
elettrificata
Totale ** € 743,50 lunga 1 Km a tre
linee di fili

* Caratteristiche dell’elettrificatore: voltaggio massimo 7300 V;


energia di scarica su 500 OMHS pari a 1,6 J; voltaggio su 500
OMHS pari a 3400 V; corrente nominale pari a 1,8 mA.
* * IVA esclusa. Non sono stati considerati i costi per manodopera,
pali di forza in legno (circa 40) e manutenzione dell’impianto.

15
Foto 6
Elettrificatore
(a) cavo di collegamen-
to all’impianto;
(b) cavo per la messa
a terra;
(c) regolatore di
c
potenza.

Foto 7
Quote di
posizionamento delle
tre linee di fili rispetto
al suolo.
Le targhe segnaletiche 60 cm
(misure minime 20x10
cm) sono obbligatorie e
vanno installate lungo
tutto il perimetro.
45 cm

25 cm
Foto 8 (pagina a fianco)
Picchetti di sostegno
del filo in materiale
plastico.

16
17
Foto 9
Cancello (elettrificato)
costituito da molle
metalliche con maniglie
isolanti per l’apertura.

Foto 10
Particolare del filo
utilizzato (tre conduttori
in rame) a livello di una
giunzione.

18
Foto 11
Uno dei due terreni in
Comune di Comeglians
(fraz. Povolaro)
presso i quali l’Ufficio
studi faunistici ha
sperimentato l’efficacia
della recinzione
elettrificata.

Foto 12
Un tratto della
recinzione. Si notino il
picchetto di “forza” in
legno (1) e la serie di
picchetti in materiale
1 plastico per il sostegno
dei fili (2).
2

19
Foto 13
L’efficienza della
recinzione è garantita
da una corretta
manutenzione:
in questo caso evitando
che la vegetazione
tocchi i fili percorsi da
corrente.

Foto 14 (pagina a fianco)


L’efficacia della
recinzione è
confermata dalla
presenza di qualche
danno (1) all’esterno
dell’appezzamento
protetto.

20
1

21
5. Foraggiamento dissuasivo: 6. Colture a perdere:
rappresenta un metodo la finalità è la medesima del
indiretto di protezione foraggiamento dissuasivo. Gli
delle colture e consiste nel appezzamenti da coltivare
somministrare alimento (il mais dovranno essere posizionati di
è il più indicato) all’interno del preferenza all’interno del bosco
bosco o comunque lontano dal ed in zone tranquille, in maniera
sito che si intende difendere. tale da abituare i Cinghiali a
Deve essere realizzato frequentarli. Può risultare utile
distribuendolo su strisce proteggere l’appezzamento con
larghe 10-20 metri in ragione una recinzione elettrificata così
di 40-50 kg per chilometro, da permettere alla coltura di
preferibilmente in presenza di giungere a maturazione.
basse densità. È sconsigliabile 7. Dissusuasori ottici riflet-
il foraggiamento su singoli tenti:
punti, effettuato secondo le sono dispositivi prismatici a
Foto 15 (pagina a fianco)
Due femmine con tradizionali modalità utilizzate sezione triangolare (dimensioni
piccoli presso un punto in ambiente venatorio (mais 180 x 60 mm), dotati di superfici
di foraggiamento. interrato, bidoni forati, ecc.), riflettenti che, una volta applica-
in quanto può incentivare ti ai delimitatori di carreggiata,
fenomeni di competizione hanno la funzione di riflettere la
tra gruppi o singoli esemplari luce dei fari delle auto in transi-
to, verso l’esterno della strada,
e spingere i soggetti non
inducendo gli animali in procinto
dominanti a ricercare risorse di attraversarla ad arrestarsi o
alimentari più facilmente ad arretrare. L’efficacia di questa
accessibili (campi coltivati). metodica è buona, con una
I periodi in cui si dovrà riduzione degli investimenti, nel
effettuare la somministrazione caso del Capriolo, anche di circa
complementare di cibo vanno il 90%, a condizione che venga
scelti in relazione alle fasi effettuata con regolarità la ne-
critiche delle colture agricole cessaria pulizia e la sostituzione
(per il mais, come già ricordato, degli eventuali elementi man-
in corrispondenza delle semine canti. L’Ufficio studi faunistici,
e della maturazione latteo- sta pianificando l’installazione
di tali dissuasori lungo alcuni
cerosa). Il foraggiamento
tratti stradali particolarmente
dissuasivo dimostra la sua interessati da sinistri.
massima efficacia se utilizzato
contestualmente all’impiego di
recinzioni elettriificate.

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23
Gestione
venatoria
e controllo
diretto delle
popolazioni
1. Caccia 2. Controllo fauna
Il Cinghiale è specie cacciabile L’art. 19 della legge 157/1992
ai sensi della legge nazionale consente, anche al di fuori del
157/92. In Regione si caccia dal periodo di caccia, di provvedere
1º settembre al 31 dicembre, al controllo delle popolazioni
per un massimo di 90 giorni a di animali responsabili di danni
scelta del Distretto venatorio, in all’agricoltura, anche mediante
caccia tradizionale (LR 24/1996 azioni di prevenzione o, qualora
e successive modifiche) e dal 15 sia verificata l’inefficacia di tali
maggio al 15 gennaio in caccia metodi, di abbattimento.
di selezione (nuova legge regio- Il capo III della recente legge
nale in materia di caccia). regionale 14/2007 ha riformato
I piani di abbattimento sono la disciplina della materia a
calcolati sulla base delle stime livello regionale, prevedendo la
di popolazione effettuate dalle possibile adozione di strategie
Riserve di caccia e dalle Aziende necessarie ad ottimizzare gli
faunistico-venatorie e possono interventi.
arrivare fino ad un massimo del Secondo tali previsioni compete
150% dei soggetti stimati prima alla Provincia o agli organi ge-
delle nascite. Tali piani sono ge- stori di Parchi e Riserve naturali
neralmente strutturati in modo rilevare le esigenze sul territorio,
da incidere soprattutto sulla verificare lo stato di attuazione
classe dei piccoli e dei giovani delle misure di prevenzione (i
(70-80% del piano) ed in misura cosiddetti metodi ecologici)
minore sugli adulti (20-30% del adottate, nonché proporre alla
piano). Un prelievo che incida Regione l’adozione di un provve-
soprattutto sulle classi giovanili dimento di deroga.
permette un invecchiamento
della popolazione, quindi il Sentito l’Istituto nazionale per
raggiungimento di un rapporto la fauna selvatica la Regione
tra le classi di età il più naturale potrà quindi autorizzare le azioni
possibile che, oltre a rappresen- necessarie, compreso l’ab-
tare un obiettivo di una corretta battimento, anche in anticipo
gestione faunistico-venatoria, è rispetto al verificarsi dei danni
garanzia di minori danni all’agri- alla coltura agrarie, qualora in
coltura, generalmente causati assenza di intervento sia og-
da animali giovani. gettivamente probabile il loro
verificarsi.
Questa procedura è applicabile
anche al caso dei Cinghiali al
cui contenimento potranno
provvedere le persone dotate di

24
apposita abilitazione, che non 3. Prevenzione e indennizzo
è richiesta ai cacciatori, il cui dei danni
coinvolgimento rimane tuttavia La nuova legge regionale in
subordinato alla stipula di una materia di caccia, recentemente
apposita Intesa tra la Regione e i approvata, istituisce il “fondo per
Distretti venatori. il miglioramento ambientale e la
Va tuttavia ribadito che gli inter- copertura rischi”, confermando
venti di abbattimento al di fuori sostanzialmente i contenuti di
della stagione venatoria, che quanto già previsto dall’art. 35
nel caso del Cinghiale è stata della LR 30/1999.
recentemente prolungata, deb- Tale fondo è assegnato in parte
bano essere considerati come alle Province ed è destinato sia
“extrema ratio” da utilizzarsi al ristoro dei danni all’agricoltura
qualora ci si trovi in presenza ed alla circolazione stradale, che
di danni di rilevante intensità e al finanziamento degli inter-
sia stata constatata l’inefficacia venti di prevenzione dei danni.
dell’azione dissuasiva condotta Quest’ultima previsione assume
con sistemi incruenti. particolare importanza nel
caso del Cinghiale in quanto in
determinate realtà, gli interventi
di prevenzione si rivelano parti-
colarmente efficaci.

25
Considerazioni
conclusive
La ricomparsa del Cinghiale mento dell’attività venatoria.
costituisce indubbiamente un Resta così definito un ampio
arricchimento della biodiversità quadro progettuale che per
regionale ma, allo stesso tempo, essere attuato ha bisogno
rappresenta un elemento la cui fondamentalmente della colla-
gestione risulta particolarmen- borazione tra Enti pubblici e la
te complicata, sia per il forte componente privata (cacciatori,
impatto negativo sulle attività agricoltori, protezionisti, etc.), di
umane, sia per la capacità di cui questa pubblicazione vuole
generare aspri conflitti tra le essere un minimo contributo
componenti, private e pubbliche, d’avvio.
interessate ad esso a vario titolo.
Al fine di superare tale difficoltà,
pertanto, la sua gestione deve
essere affrontata in modo
multidisciplinare, realizzando
azioni integrate, attraverso
strumenti gestionali (monitorag-
gio, delle popolazioni, dei danni,
delle opere di prevenzione, dello
sforzo e delle tecniche di caccia,
etc.), strumenti di programma-
zione (es. piano pluriennale di
gestione faunistica, carta delle
vocazionalità faunistiche, etc.),
norme regionali e regolamenti
provinciali.
Poiché non sono sostenibili né le
posizioni di chi vorrebbe la com-
pleta eradicazione della specie,
né di chi desidererebbe la sua
presenza anche in ambiti a forte
vocazione agricola, si ritiene
auspicabile si arrivi a definire
l’obiettivo del raggiungimento di
determinate densità agro-fore-
stali, differenziate a seconda del
contesto ambientale, in grado
di garantire la drastica riduzione
dei sinistri, l’incolumità degli
utenti, la protezione delle produ-
zioni agricole, nonché l’appaga-

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